Next Generation: Istantanee

di niny95
(/viewuser.php?uid=285938)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Girasole ***
Capitolo 2: *** Risse e Punizioni ***
Capitolo 3: *** Portafortuna ***
Capitolo 4: *** Tarocchi ***
Capitolo 5: *** Fotografie ***
Capitolo 6: *** Campeggio- I parte ***
Capitolo 7: *** Campeggio- II parte ***
Capitolo 8: *** Problemi di... Cotone ***
Capitolo 9: *** Battaglia a palle di neve! ***
Capitolo 10: *** Incubi, litigi e coccole ***
Capitolo 11: *** Crostata alle mele ***
Capitolo 12: *** Amicizia?! ***
Capitolo 13: *** In Love ***
Capitolo 14: *** Draghi ***
Capitolo 15: *** Lamponi ***
Capitolo 16: *** Scambio di cesto ***
Capitolo 17: *** Allenamento ***
Capitolo 18: *** Inizi ***



Capitolo 1
*** Girasole ***


Girasole
 
 
» "Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
» Prompt: #4 Girasole 
» N° parole: 494

Il primo girasole che aveva ricevuto era stato al suo secondo compleanno.  
Hope era una bimbetta con due enormi occhioni blu e i capelli dello stesso colore del grano maturo.
Il girasole glielo aveva regalato suo padre, il pirata aveva un enorme sorriso sul viso mentre diceva: «Li aveva esposti in vetrina Mr. French, appena li ho visti mi hanno subito ricordato la mia adorata bambina e ho dovuto prenderne uno per forza!» 
Hope non ricordava molto ma sua madre le aveva raccontato che una volta morto il fiore aveva pianto talmente tanto che l’unico modo per calmarla era stato regalargliene uno finto.  
 
In molti dei suoi ricordi erano presenti i girasoli.  
Nel secondo ricordo – in realtà poteva definirlo il primo – era con Cole Herman, secondogenito di Ashley e Thomas, nonché il suo migliore amico.  
I due bambini avevano sette anni, mentre correvano si erano ritrovati in un campo di girasoli.  
Hope ne aveva preso uno e se lo era messo tra i capelli.  
Gli occhi verdi di Cole si erano abbassati a guardare le proprie scarpe, nascondendo quasi completamente il neo sotto l’occhio destro.  
Poi con un sorriso imbarazzato aveva detto «Sei molto bella.»  
 
Hope aveva dieci anni quando era arrivata a casa Nolan con i capelli acconciati in due semplici treccine.  
Neal, diciotto anni appena compiuti aveva commentato con un «Mi ricordi un po' Pippi Calzelunghe» il ragazzo non aveva certo intenzione di offendere la nipotina, tuttavia  la bambina era corsa via in lacrime.  
Neal allora le era corso dietro, l’aveva abbracciata stretta ripetendole più e più volte che non era sua intenzione offenderla.  
Poi insieme erano andati al negozio di Mr. French dove il ragazzo le aveva regalato ben due girasoli.  
 
 L'ennesimo girasole rappresentava un ricordo doloroso.
Gliela aveva regalato Nathan.
Hope aveva tredici anni, lui li si era presentato con il fiore tra le mani e chiedendole  se voleva diventare la sua ragazza.
Hope aveva accettato immediatamente, del resto chi non l'avrebbe fatto? Nathan sembrava un modello e ogni volta che sorrideva i suoi denti sembravano splendere.
Ma il ragazzo si era rivelato nient'altro che un guscio vuoto, neanche una settimana che stavano insieme e l'aveva visto baciare un'altra ragazza. 
Quando Hope aveva chiesto spiegazioni lui aveva fatto un espressione schifata «Davvero pensavi che potessi essere davvero interessato a te? Volevo vedere se riuscivo a far cadere ai miei piedi la figlia della Salvatrice, non è stato difficile. Fine.»
La ragazzina aveva pianto per giorni, per fortuna a consolarla ci avevano pensato la sua famiglia e i suoi amici.
 
L'ultimo girasole le era stato regalato da suo padre per il suo quindicesimo compleanno.
Quella mattina era entrato in casa con un mazzetto tra le mani «La mia bambina va festeggiata nel migliore dei modi!» aveva detto non appena varcata la soglia.
Hope gli aveva lasciato un bacio nella guancia ispida di barba «Sei il migliore!» aveva detto prendendo il mazzo dalle mani del padre e riponendolo sapientemente in un vaso.

Note: Ebbene ecco ritornare con la next generation con questa shottina dedicata a Hope.
Che altro dire? Spero vi piaccia!
L'immagine sopra, fate conto che sia la copertina! 
A domani!
Niny

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Risse e Punizioni ***


Risse e Punizioni
 
» "Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
» Prompt:
#5 Ghiaccio
» N° parole: 1.029

 Era una giornata come tante, a  Storybrooke quel giorno di inizio ottobre il sole splendeva alto nel cielo e un leggero venticello muoveva le fronde degli alberi.  
Nonostante la bella giornata l'umore di Cole Herman era nero come una nuvola temporalesca: aveva passato gran parte della sera e parte della notte a studiare biologia – almeno fino a quanto Morfeo non l’aveva accolto tra le sue braccia alle 2.00– come se non bastasse non aveva sentito suonare la sveglia, così era stato costretto ad ingozzarsi – sotto lo sguardo di disapprovazione dei suoi genitori e sua sorella – per non rischiare a fare tardi.  
Insomma non era proprio giornata.  
Come a voler peggiorare le cose non appena varcato il cancello la prima cosa che vide fu un capannello di persone. 
Oddio no pensò fa che non sia lei
Ma ovviamente la giornata doveva per forza peggiorare, no? Avvicinandosi notò chiaramente Hope e Brad che si azzuffavano. 
Sospirò mentre si avvicinava ai due.  
«INSOMMA FINITELA!» tuonò prima di inserirsi nella mischia pronto a separare quelle due furie,  si beccò qualche pugno ma non gli importò poi granché.     
Non era la prima volta che si trovava in situazioni del genere, ma era talmente cotto di quella casinista della sua migliore amica che ogni volta che si trovava nei casini – la maggior parte delle volte erano risse in cui la bionda si era trovata per proteggere questo o quello dai soliti quattro bulli.  – non ci pensava due volte a correre da lei.   
Proprio in quel momento la professoressa Brown si avvicinò, non fu difficile indovinare il suo umore «Jones, Smith e Herman vi aspetto dopo le lezioni in detenzione.» 
Aspetta che?aveva appena detto che non poteva andare peggio di così? Ecco che il destino ci si metteva in mezzo. 
«Potevo cavarmela, sai?» fu la risposta di Hope che dopo il richiamo dell'insegnante era riuscita a liberarsi da Brad «Vedi a cosa è servito? Adesso sei in punizione anche tu.» 
Cole non le rispose, troppo occupato a controllare che stesse bene: era quasi irriconoscibile, aveva metà faccia gonfia e le sarebbe venuto sicuramente un occhio nero, i capelli erano tutti scarmigliati.  
«Ti porto in infermeria, dai.» disse Cole dopo che la campanella suonò indicando l'inizio delle lezioni.  
«Cole smettila di trattarmi come una bambina! Ho quindici anni, sai?» puntualizzò ancora la ragazza con fare lamentoso.  
«Già, anch'io. Ma sembra che tra i due sia io il più giudizioso.» commentò «Quante volte ti ho detto di lasciar perdere quei deficienti?»  
Hope fece spallucce «Perché ti importa così tanto?»   
«Perché sei la mia migliore amica, idiota.» rispose il biondino dirigendosi verso l'infermeria.  
  
Hope sbuffò tenendo premuto il ghiaccio sulla faccia.   
Cole l’aveva letteralmente trascinata in infermeria, non appena erano entrati aveva quasi ordinato all’infermiera Jane di prendere del ghiaccio , la poveretta non aveva neanche avuto il tempo di rendersi conto che succedeva che stava camminando quasi automaticamente verso l’armadietto.   
Tutta quell’apprensione la stava soffocando «Cole, piantala! Sto bene!» disse al ragazzo che non le toglieva gli occhi verdi di dosso.   
«Quante volte ti ho detto di lasciar perdere Brad e la sua banda? Quante? Ma figuriamoci se mi ascolti! Lo vuoi capire che quelli sono quattro volte te? Adesso ti sei beccata solo un occhio nero ma quanto ancora devi rischiare? Lo vuoi capire che la sola idea che tu ti faccia male mi distrugge? Sei la mia migliore amica, razza di idiota!» disse Cole quasi urlando.   
Hope contò fino a dieci «Hai finito?» chiese.   
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo mettendo in evidenza il neo sotto l’occhio destro «Santo cielo.» sbottò «Hai sentito una minima parte di quello che ho detto?»   
Stavolta fu Hope ad alzare i suoi occhi blu al cielo «Mi stai davvero dicendo di lasciare che quei deficienti continuino pure a bullizzare e terrorizzare chiunque sia più debole di loro?» disse senza parole.   
«Non è compito tuo salvare tutti, Hope!»   
Lei per tutta risposta scese dal letto non prima di averci poggiato su il ghiaccio e andò via.   
   
  Cole odiava davvero tanto la detenzione, sul serio. 
La cosa "divertente" era che non era nemmeno la prima volta che ci finiva per salvato Hope dai suoi casini. 
Sospirò, almeno avrebbe potuto chiarire questa storia. 
Vedendo l'espressione scocciata della professoressa Brown capì che se li avrebbe sentiti anche solo bisbigliare gli sarebbero toccate altre due settimane di detenzione come minimo. 
Con la coda dell'occhio vide Brad che si era appisolato. 
Perfetto quello sbruffone non può fare la spia pensò. 
Tirò fuori il suo blocchetto di post-it e scrisse:  
Mi dispiace per averti inveito contro, so che non riesci a passare sopra alle ingiustizie. Ma la sola idea che tu ti faccia male mi distrugge. Sei la mia migliore amica e non voglio perderti. 
Fece scivolare di nascosto il post-it nel banco della sua migliore amica e attese. 
Hope rispose al post-it e lo fece scivolare al suo banco:  
Dispiace anche a me. So che dovrei evitare di mettermi contro Brad e i suoi compari, ma quando vedo certe ingiustizie non riesco a trattenermi >.< 
Cole sorrise, leggendo il messaggio. 
Menomale, Hope l'aveva perdonato!  La  sola idea di perdere la sua amicizia lo distruggeva. 
Vuoi dirmi cos'è successo? 
Hope scrisse velocemente prima di far scivolare l'ennesimo post-it nel suo banco. 
Beh quando sono arrivata ho trovato Brad che stava costringendo dei primini a farsi dare il pranzo... non sono riuscita a trattenermi ^_^" 
A leggere il messaggio a Cole scappò una risatina che prontamente tramutò in tosse, beccandosi dalla professoressa Brown solo una semplice occhiata. 
Tipico XD scrisse.  
Hope lo guardò con un sorriso colpevole.  
«Farò finta di non avervi visto scambiare bigliettini per tutta l’ora. Stavolta.» disse la professoressa Brown dopo che l’ora era terminata.  
Brad era sfrecciato via non appena l’ora era scoccata, loro invece stavano ancora sistemando le ultime cose dentro gli zaini.  
I due ragazzi risero colpevolmente «Grazie!» dissero.  
Mentre uscivano Cole chiese «Ho un nuovo videogioco, ti va di provarlo insieme a me?»  
«Sai che non mi tiro mai indietro a una sfida!» fu la risposta di Hope.  
Il sorriso di Hope era così grande e luminoso che avrebbe potuto sciogliere il più grande dei ghiacciai, Cole ne era certo.  

Note: Ed eccoci,  Hope e Cole io li amo tantissimo!
Spero vi piaccia!
Niny :)

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Portafortuna ***


Portafortuna
 
» "Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
» Prompt: #10 Portafortuna
» N° parole: 784

Emily Mills china sulla scrivania della sua camera stava studiando chimica – o almeno ci stava provando – .  
L’indomani aveva una verifica e la sola idea di prendere una semplice C non la esaltava di certo, ma tutte quelle formule le ballavano davanti agli occhi.  
Sbuffò prendendo tra le mani il suo portafortuna, era un semplice portachiavi con una piuma d’airone, gliela aveva regalata Regina.  
«L’airone è un animale affascinante, per gli egizi era il Ponte tra i Mondi, incarnava l’immortalità ma l’airone non è solo questo: nel Medioevo rappresentava la meditazione e la sapienza. Ma non solo l’airone è prudente, quando intuisce l’arrivo della tempesta cerca un riparo sicuro. Ecco io mi auguro tu sia tutto questo tesoro, libera ma sapiente e prudente. Segui il tuo cuore ma fatti aiutare dalla sapienza e la prudenza, sempre.» le aveva detto la donna che considerava quasi come un seconda madre –del resto era una parte di sua madre! – all’epoca lei era troppo piccola per poter capire un granché ma il suo discorso l’aveva affascinata molto.  
Da allora la piuma d’airone era diventata il suo portafortuna.  
In quel momento sua madre fece capolino dalla porta «Ho preparato la crostata di mele che ti piace tanto.» disse «Vieni giù a mangiarla, sono due ore che stai chiusa qui dentro una piccola pausa te la meriti.»  
Emily fece un’espressione sconvolta ma era solo una farsa «Chi sei tu e cosa hai fatto di mia madre?»  
Rei inaspettatamente stette al gioco «È colpa della troppa vicinanza con tuo padre!» disse «Ti consiglio di sbrigarti, conosci tuo padre: è capace di sbafarsi tutto!» puntualizzò poi.  
«Beh vallo a tenere d’occhio, sto arrivando!» rispose la ragazza rileggendo per l’ultima volta quelle dannatissime formule.  
 
Il giorno dopo si svegliò di buon’ora come sua consuetudine, la piuma d’airone sempre stretta tra le sue mani …  negli ultimi due giorni l’aveva stretta talmente tanto che era un miracolo che non si fosse ancora sgualcita.  
Si era truccata, aveva messo uno dei vestiti che più preferiva ed era scesa in sala da pranzo dove sua madre aveva appena finito di cuocere i pancake.  
«Agghindata come sempre, tesoro!» la salutò suo padre.  
«Non vedo perché non vestirmi bene anche per andare a scuola.» disse.  
Robin era il padre perfetto, sempre buono e paziente a differenza di Rei ma non mancava mai di prendere in giro madre e figlia per essere sempre in ghingeri.  
Lui rise «Sembri proprio tua madre.» disse scompigliandole i lunghi capelli castani.  
Emily sorrise mentre metteva nei suoi pancake un po’ di sciroppo d’acero.  
Appena ebbe finito di mangiare diede un bacio a entrambi i genitori preparandosi ad uscire non prima però, di aver preso con sé la sua piuma d’airone.  
Uscita di casa avrebbe potuto smaterializzarsi direttamente alla Storybrooke High School ma era una così bella giornata e perché non godersela?  
 
Non appena arrivata a scuola si diresse subito a passo spedito verso i suoi amici.  
«Buongiorno!» li salutò.  
Hope e Cole si scambiarono uno sguardo complice «Niente occhi rossi.» disse Cole scrutandola con i suoi occhi verdi «E nessun segno di occhiaie.» continuò.  
Hope prese l’esempio dell’amico «Già e la voce è fin troppo pimpante per essere rimasta sveglia fino a tardi!» disse.  
Emily rise «Voi due Sherlock Holmes vedete di finirla!» ridacchiò.  
I due scoppiarono a ridere «Beh non è colpa nostra se hai passato giorni a lamentarti di “questa dannata verifica di chimica “» disse Cole passandosi una mano tra i corti capelli biondo cenere.  
«Beh, ho il mio portafortuna, andrà tutto bene.» fu la sua risposta tirando fuori la piuma d’airone «Me l’ha regalata Regina.» spiegò ai due ragazzi.  
«Se funziona davvero me la devi prestare qualche volta!» esclamò Hope.  
«Vuoi forse dirmi che non hai un portafortuna? Tutti hanno un portafortuna, diglielo Cole!» Emily non poteva credere alle sue orecchie, davvero Hope Jones non aveva un portafortuna? Era impossibile!  
«Oh sì, certo anch’io ne ho uno.» disse infatti Cole tirando fuori dalla tasca dei jeans un quadrifoglio d’argento «Me l’ha regalato Alex.»  
Hope fece spallucce «Beh io non ho niente a parte il mio panda Ben.» obiettò con noncuranza.  
Emily scosse la testa «Vorrà dire che dovrò regalarti un portafortuna.» disse.  
 
E infine era arrivato il momento della consegna delle verifiche.
Emily stava fremendo seduta nel suo banco quando la professoressa Holte entrò. La donna squadrò da capo a piedi ogni studente presente in classe poi sorrise «Ragazzi le verifiche sono andate molto bene! Sono fiera di voi!» disse iniziando a dividere le verifiche.
Emily stava letteralmente morendo d'ansia! Insomma non poteva dividere quelle verifiche più velocemente? Quando finalmente la professoressa Holte le passò il compito la ragazza sorrise vedendo scritto in rosso A+.
Il suo portafortuna aveva funzionato nuovamente.
 

Note: Ed eccoci qui con capitolo Emily centrico! Io adoro questa ragazzetta :)
A scanso di equivoci: Hope e Cole hanno 15 anni mentre Emily ne ha 13.
La Professoressa Holte è un chiaro riferimento a Yvette Holte da Sin with Me, Lovestruck(https://lovestruckvoltage.fandom.com/wiki/Yvette_Holte) giochino interattivo che adoro XD
E niente, spero vi piaccia!
Alla prossima,
Niny 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tarocchi ***


Tarocchi
» "Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
» Prompt: #14 Carte
» N° parole: 557

 Erano già passati dieci anni dall'unificazione dei Reami, per l'occasione la Good Queen aveva organizzato una grande festa e la strada era piena di bancarelle. 
Quel giorno la ventenne  Alexandra Herman e il diciottenne Neal Nolan stavano badando ai piccoli Cole – fratellino della ragazza– , Hope Jones e Emily Mills. 
«Possiamo farci leggere il futuro?» chiesero i tre bambini supplicanti. 
Alexandra guardò Neal cercando di capire cosa ne pensava il ragazzo, dal suo punto di vista farsi leggere i tarocchi era una vera e propria perdita di tempo, lei era più realista non credeva certo che farsi leggere quattro carte avrebbe rivelato il suo futuro.  
Il ragazzo dal canto suo sorrise «Perchè no? » disse facendo esultare i tre bambini. 
 
 
Erano appena arrivati alla postazione dei tarocchi, Gideon a vedere il gruppetto sorrise, il giovane –  che normalmente gestiva la biblioteca di Storybrooke –  aveva il sorriso di sua madre ma gli occhi erano vispi come quelli di Rumpelstiltskin.  
«Volete sapere cosa dicono le carte?» chiese. 
«Ci piacerebbe!» intonarono con tre perfette tonalità uguali i ragazzini.  
Il giovane Gold fece un occhialino «E allora seguitemi!» i bambini gli vennero subito dietro entrando in uno stanzino «Ve li riporto subito.»  
Neal nel frattempo si era allontanato lasciando Alexandra sola con i suoi pensieri.  
Non è che non credesse alla magia – era impossibile visto il luogo in cui viveva – ma non credeva a quella magia.  
Insomma era impossibile che pescando quattro carte una persona avrebbe potuto leggere il suo futuro. E poi insomma lei voleva diventare infermiera, era più realista.  
Neal tornò con un sacchetto pieno di schifezze «Ho preso un po' di roba, non  sapevo che prenderti: ho optato per un hot dog, spero non ti dispiaccia.» disse.  
«No, è stato un pensiero carino. Grazie.» Alex non sapeva che dire, il gesto dell’amico l’aveva sorpresa e non poco.  
 «E voi? Lo volete letto il futuro?» chiese il bibliotecario dopo che Hope, Emily e Cole furono usciti.
«No, io non credo in queste cose. Senza offesa Gideon.»
«Perchè no?»
Le voci di Alexandra e Neal si accavallarono.
«Eddai Alex non bisogna per forza crederci, però potrebbe essere divertente. Non credi?» disse Neal «Gideon puoi leggerci le carte insieme?»
«Certo.» disse il giovane Gold facendogli strada nello stanzino.
 
Alexandra non riusciva a capire come si era fatta coinvolgere in tutto questo, Gideon dopo averli fatti sedere di fronte a lui gli aveva fatto scegliere dieci carte, da quelle dieci poi gliene aveva fatte scegliere tre a testa. Dio che assurdità!
Adesso dopo aver letto le carte di Neal stava leggendo le sue.
«Dunque cosa abbiamo qui: Gli amanti, il significato di questa carta è abbastanza palese, l'amore.» stava dicendo Gideon.
Alex scambiò un'occhiata con Neal poi i due ragazzi fecero spallucce rivolgendo nuovamente l'attenzione al giovane.
«Poi abbiamo Il mago, rappresenta colui che ha capacità e intelligenza e usandole raggiunge i suoi risultati.» continuò l'uomo.
«Se vuol dire che diventerò infermiera ben venga.» bofonchiò Alexandra.
Gideon sorrise «Infine abbiamo La papessa, rappresenta  serenità, conoscenza, fede e fedeltà, valori e rettitudine morale. Spesso ci si riferisce a una persona femminile affidabile e sincera.»  finì  il bibliotecario «Allora è andata così male?» chiese.
«No, te lo concedo. Quando dobbiamo darti?»
Il giovane sorrise «Offre la casa, correte a mangiarvi un bel gelato!» disse.
«Adesso leggi anche il pensiero?» scherzò Alexandra lui rise salutando il gruppetto.
 
 
Note: Ed eccoci qui con una shottina dedicata ad Alexandra!
Spero vi piaccia!
Niny

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Fotografie ***


Fotografie
 
» "Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
» Prompt: #18 Fotografia
» N° parole: 464


Quella domenica di maggio il sole spaccava le pietre, in molti avevano optato per andare al mare, a parte i coniugi Jones che avevano approfittato della bella giornata per riordinare casa –c’è da dire che il pirata aveva borbottato parecchio ma era bastato uno sguardo della moglie per acconsentire seppur di malavoglia –. 
Mentre metteva in ordine, in un armadio Emma aveva trovato diverse scatole piene di album di foto che negli ultimi 26 anni aveva fatto. 
In Storybrooke aveva trovato tutto quello che aveva sempre desiderato e non poteva esserne più felice. 
Persa nei ricordi era corsa a chiamare Killian, i due così avevano messo da parte quello che stavano facendo e sedendosi fianco a fianco sul divano si erano messi a guardare le fotografie. 
Ed era così che li aveva trovati Hope, la sera, di ritorno dal mare, dove era stata invitata nella casa posseduta dalla famiglia Herman. 
«Che succede?» chiese la ragazza guardando i genitori seduti sul divano, le teste chine mentre ridacchiavano. 
«Oh niente abbiamo trovato alcune vecchie foto e ci siamo persi nei ricordi.» rispose Emma con un sorriso, poi rivolta a Cole disse «Vieni ragazzino, guarda, qui Hope aveva due anni, era il suo primo gelato!»
Cole si avvicinò incuriosito «Oh, è proprio buffa!» esclamò guardando la fotografia che la bionda  teneva in mano che mostrava la sua migliore amica tutta impiastricciata di gelato al cioccolato, mentre Hope diventava scarlatta biascicando parole senza senso «Non vedo perché mostrare quella fotografia!» protestò.
«E perché no? Tu le hai viste le mie!» disse Cole puntandole un dito contro. 
«È diverso. Le tue sono sparse per casa!» puntualizzò la ragazza. 
Il ragazzo fece spallucce «Poco cambia. Le hai viste, questo l’importante.» 
Per tutta risposta la bionda gli fece una linguaccia. 
«Ok, basta. Ho preparato una torta, venite ad assaggiarla, su!» Emma interruppe il battibecco dei due ragazzini. 

«Complimenti signora Jones! Questa torta è una vera goduria.» Cole era alla sua terza fetta, qualche briciola distratta era rimasta attaccata agli angoli della bocca del ragazzino. 
«Adulaaatore!» lo prese in giro Hope in una perfetta imitazione di Guendalina e Adelina Bla Bla. 
Il ragazzino rise «Non è per niente vero!» disse «Signora Jones le sembra che dica bugie?» 
Emma sorrise «Quante volte dovrò dirti di chiamarmi Emma? Ma considerando che stai per arrivare alla tua quarta fetta direi che sei sincero.» rispose. 
Cole fece spallucce «Che posso dire? Mi piacciono i dolci, signor…  ehm Emma.» 
La donna per tutta risposta scompigliò i capelli biondo cenere del ragazzino «Per quel che mi riguarda puoi svaligiarmi tranquillamente la dispensa!» 
Il pirata annuì «Oh sì, certo. Purché tieni le tue manacce lontane dalla mia bambina!» puntualizzò con un occhiolino beccandosi un'occhiataccia dalla figlia seguita da un sonoro «Papààà…!!!» detto con tono lamentoso. 








 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Campeggio- I parte ***


Campeggio
 I parte
 
Era una bellissima giornata di sole di fine luglio, a Storybrooke come ogni anno veniva organizzato un campeggio di due settimane: quell'anno la meta scelta era la spiaggia. Per l'occasione i figli della maggior parte degli eroi erano presenti, grandi e piccini. I grandi avevano il ruolo di occuparsi dei più piccoli.  
E così i coniugi Jones quel giorno si preparavano a salutare la propria figlioletta. 
«Hai preso tutto?» domandò Emma per quella che sembrava essere la cinquantesima volta. 
Hope sbuffò «Sì, mamma. Per l'ennesima volta ho preso tutto. Smetti di preoccuparti, non è la prima volta che sto via qualche giorno.» 
La donna annuì «Lo so, lo so. È solo che non sono abituata a stare lontana da te per così tanto.» disse stringendo la figlia in un abbraccio , passando la mano nei lunghi capelli dorati. 
La ragazzina rise «Così tanto? Sono solo due settimane, come sempre!» 
Il piccolo battibecco fu interrotto dal padre che porgendo lo zaino alla figlioletta disse: «Se qualche ragazzo ti importuna fammelo sapere.» poi lisciandosi l'uncino aggiunse «Lo sistemo io.» 
Hope si coprì la faccia con entrambe le mani imbarazzata — quei due non la  
smettevano di trattarla come se avesse cinque anni! — poi con voce ovattata  
disse «Ho quindici anni, non dovresti preoccuparti più di queste cose. So  
cavarmela da sola.» 
Killian sorrise stringendo la figlia in un abbraccio «Lo so, ma sono tuo padre. Mi preoccuperò sempre per te.»  
La ragazzina sorrise mentre si affrettava a scendere le scale per raggiungere la macchina del fratello maggiore che si era offerto di accompagnarla. 
«Divertiti!» «Comportati bene!» dissero quasi all'unisono Killian e Emma. 
 
Poco lontano a casa Herman la situazione non era poi così diversa. 
Cole camminava avanti e indietro nella cucina con fare euforico «Non vedo l’ora di arrivare. Mi butto a mare e non riemergo più.» disse per l’ennesima volta.  
Alex alzò gli occhi al cielo «Se continui così ti lascio a casa.» disse la sorella infastidita.  
«Quindi non resti, eh?» chiese Cole per quella che doveva essere la duecentesima volta, negli ultimi giorni infatti il ragazzino aveva ripetuto più volte quella stessa domanda.  
Alex sospirò «No, Cole. Per l’ennesima volta, non vengo. Devo lavorare.»  
«Potevi prenderti due settimane di ferie.» bofonchiò il ragazzo.  
«I tirocinanti non vanno in ferie.» rispose la ragazza.  
«E adesso chi baderà a noi?» la canzonò il fratello minore.  
Alexandra sbuffò «Fammi pensare … qualcuno tipo: Neal, Louis o Henry?  
Giusto per fare qualche nome. » sbuffò la sorella maggiore infastidita. 
Per tutta risposta il ragazzino rise.  
«Se hai finito di lamentarti vai a salutare mamma e papà, è ora di andare.» disse Alex. 
Cole non se lo fece ripetere due volte, andando a salutare i  genitori.  
Thomas gli scompigliò i capelli biondo cenere «Conquistale tutte mi  
raccomando!» disse infine con un occhiolino, facendo arrossire il figlio.  
Ashley invece abbracciò forte il figlio minore, poi gli baciò entrambe le  
guance – nonostante le proteste del ragazzino – alla fine disse: «Non fare disperare nessuno, mi raccomando!»  
«Naaah. L’unica che mi diverto a fare disperare è Alex!» rispose Cole con un  
occhiolino.  
 
Emily era pronta per uscire, zaino già in spalla pronta ad andare. 
«Mi raccomando studia un po’ di magia.» la esortò Rei. 
La ragazza sbuffò «Anche in vacanza?» 
La madre strinse la propria figlia in un abbraccio «Lo so che non ti piace la  magia ma anche se adesso siamo in pace non puoi mai sapere quando potrebbe tornarti utile.» disse. 
«Ti preoccupi troppo!» rispose Emily condendo il tutto con una linguaccia. 
Proprio in quel momento il rombo del motore dell’auto di Robyn annunciò il suo arrivo. 
Emily abbracciò la madre un ultima volta «Salutami papà!» disse prima di affrettarsi ad uscire. 
 
 
Erano ormai tre anni che Alex non partecipava al campeggio come tutor, da quando aveva iniziato il tirocinio in pratica e non nascondeva che le mancava, le piaceva l’atmosfera che si respirava lì. 
Cole non aveva perso tempo, non appena aveva spento l’auto era schizzato fuori per cercare Hope e Emily. 
Alex scosse la testa, quei tre erano così attaccati che a volte si chiedeva come fosse possibile che non fossero stati partoriti nello stesso identico istante. 
Scese dalla macchina; giusto il tempo di salutare Louis e pochi altri e poi l’aspettava un altro turno infinito. 
Sospirò. 
Nel frattempo Louis si avvicinò a passo lento e cadenzato. 
Alex rimase qualche minuto persa ad ammirarlo: indossava dei normalissimi pantaloncini neri e una T-shirt bianca semplicissima, un paio di infradito ai piedi. Non era particolarmente bello, era un ragazzo normalissimo eppure i suoi modi gentili e la sua andatura elegante attiravano più di uno sguardo  — ma lui non aveva occhi per nessun'altra — a una prima occhiata si poteva pensare che fosse un principe, un conte o qualcosa del genere invece era solamente il figlio di un falegname. E ad Alex andava benissimo così, non si era innamorata di Louis per il suo aspetto o le sue nobili origini ma per tutto quello che faceva di Louis … Louis
«Mi mancherai.» disse lui. 
Lei sorrise «Anche tu. Avrei proprio voluto vederti con la maglietta bagnata.» 
«A saperlo mi sarei fatto un bagno. Ho pure la maglietta bianca, vedi?» rispose Louis indicando la propria T-shirt «Questa bagnata mette in evidenza tutti i punti giusti!» condì il tutto con un occhiolino. 
Alex rise, gettando indietro la testa, i suoi lunghi capelli biondi le solleticarono le spalle. Poi si avvicinò ulteriormente incontrando il proprio fidanzato in un bacio. 
«Tieni d’occhio il mio fratellino, mi raccomando.» disse. 
«Non lo perderò di vista.» rispose Louis. Si incontrarono di nuovo in un bacio — più breve del precedente — «Ti amo.» disse poi Louis. 
 
Le tende erano state montate correttamente, una sfilza di teli mare erano stesi al sole e sotto l’ombrellone. 
Neal  sorrise soddisfatto mentre si guardava intorno con interesse.  
Poco lontano Louis stava parlando fitto fitto con Gideon. 
Lucy stava limonando col proprio ragazzo, Neal volse lo sguardo altrove infastidito – ultimamente mal tollerava le coppiette, specie se come quei due passavano ogni secondo divorandosi la faccia a vicenda – 
Dall’altra parte Robyn correva dietro a Ellie che piangeva disperata, evidentemente la bambina non vedeva l’ora di andare in acqua, come molti del resto. 
Decise di fare da paciere così si avvicinò alla bambina e accovacciandosi per essere della  sua stessa altezza chiese «Che succede, tesoro?» 
La bambina aveva il così detto labbro tremulo, gli occhioni blu pieni di lacrime «V… v… voglio nuotare.» singhiozzò. 
«Oh capisco!» Neal fece un occhiolino alla bambina, poi si alzò.
 Si mise due dita in bocca fischiando. Immediatamente ogni mormorio cessò. 
Neal annuì soddisfatto, si mise le mani attorno alla bocca a mo’ di imbuto per aumentare il volume della propria voce e disse «Direi che è giunto il momento di rinfrescarci un po', che dite?» fu accolto da mormori eccitati «È il momento di una gara di schizzi!» 
A sentire queste parole la bambina gli circondò le gambe con le proprie braccine in un abbraccio, il ragazzo per tutta risposta le scompigliò i capelli. 
Robyn tese una mano alla propria figlia «Andiamo da mamma Alice, dai.» disse prima di mimare un grazie. 
Neal sorrise. 
 
 
Hope era stesa al sole, gli occhiali da sole sul viso mentre i raggi del sole l’accarezzavano. Il suo bikini blu veniva messo in risalto dalla sua carnagione chiara.  
Emily era stesa accanto nelle medesime condizioni: l’abbronzatura appena conquistata metteva in evidenzia la cicatrice sopra il sopracciglio sinistro.  
Cole era poco lontano: dava le spalle alle due ragazze, le sue spalle bianche erano rese ancora più bianche dai residui di crema solare.  
Il suo costume blu scuro gli si era appiccicato addosso, segno che aveva fatto il bagno da pochissimo.  
In mano aveva un bastoncino con cui stava facendo strani ghirigori nella sabbia.  
«Quante maledizioni stai trascrivendo?» lo prese in giro Emily.  
«Tra noi due quello con la magia non sono io!» rispose il biondino.  
Emily rise.  
Poco dopo furono raggiunti da Alice «Stiamo preparando le squadre di beach volley, muovetevi a venire!» disse.  
Cole lasciò perdere subito il bastoncino che aveva in mano, si alzò, spazzolò la sabbia presente nel costume «Sono pronto a farvi mangiare la polvere.» disse scrocchiando le mani.  
Hope che era da sempre molto competitiva, scambiò un occhiata complice con Emily «Farci mangiare la polvere? Emily sai che non dobbiamo assolutamente perdere, vero?»  
La figlia della ex Evil Queen rise, ricordando per un attimo la sovrana che aveva terrorizzato per molto tempo la Foresta Incantata «Voglio proprio vedere chi mangerà la polvere!» disse dando man forte all’amica.  
 
Alla fine la partita era finita in parità.  
Per rinfrescarsi alle due squadre era stata promessa un’enorme fetta di anguria ghiacciata.  
Così adesso erano seduti per terra formando un cerchio, aspettando ognuno la propria fetta di anguria.  
Poco lontano Ellie teneva tra le mani e una fetta di anguria che sembrava più grande di lei, il visino pieno di efelidi concentrato.  
Hope sorrise a vedere quella scena, quando era più piccola aveva desiderato un fratellino o una sorellina per molto tempo.  
«Comunque avete barato!» fu distratta da Cole che stava indicando lei e Emily.  
«Ti rode, eh?» lo prese in giro ridacchiando.  
Proprio in quel momento si avvicinò Louis con vari piatti di anguria tra le mani «Su su, non ha vinto nessuno. Finiamola!» disse sentendo il piccolo battibecco, porgendo a ognuno un piatto.  
Hope non perse tempo e diede subito un generoso morso al frutto, un po' di succo le colò addosso.  
Cole le porse un fazzoletto senza dire una parola.  
Hope sorrise accettando il dono, ogni altro bisticcio presto dimenticato.  

Note: Ed eccomi tornata da questi tesorini che amo tanto! 
C'è un altra parte che arriverà tra due settimane. Ma beh beh qui conosciamo un pochino meglio Louis! 
Che ne pensate? Spero che vi piaccia questa robetta!

Un bacio e ci vediamo tra due settimane!
Niny :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Campeggio- II parte ***


Campeggio II parte
 
Quella sera erano tutti seduti in cerchio nella sabbia, Neal teneva la propria chitarra tra le mani: indossava solo dei pantaloncini di jeans, per via del caldo i corti capelli biondi avevano un senso tutto loro. 
Il ragazzo sorrise indirizzando uno sguardo a tutti i presenti: «È giunto il momento delle storie davanti al fuoco!» disse. 
«E perché ti sei portato la chitarra?» chiese Cole, nel suo sguardo c'era disegnata una palese presa in giro. 
Neal sorrise al fratello della sua migliore amica «Questa» disse poi indicando la chitarra «serve per creare l'atmosfera!» e detto questo strimpellò qualche nota. 
«Perché piuttosto non ti cerchi una ragazza?» a fare la domanda questa volta fu Hope. 
Neal ridacchiò in direzione della propria nipote «Potrei farti la stessa domanda!» ribadì poi. 
Hope non si scompose minimamente «Io ho quindici anni, non è necessario che abbia un ragazzo.» fece spallucce. 
Neal fece un gesto di noncuranza con la mano «Bene, bando alle ciance. Chi vuole iniziare?» chiese. 
«Scusami Neal, non sarebbe meglio se a rompere il ghiaccio fosse uno di noi?» lo interruppe Louis che si era appena avvicinato. 
Nonostante il palese fastidio Neal annuì facendogli posto accanto a lui. 
  
«Hai notato?» chiese Hope, in sottofondo Louis stava parlando di certi mostri divora bambini mentre Neal strimpellava con fare assorto. 
Cole scosse la testa, guardando con curiosità la migliore amica «Cosa?»  
«Neal.» disse la biondina indicando per l'appunto lo zio «Quando nei dintorni c'è Louis sembra sempre infastidito. Che sia …?» lasciò vagare lo sguardo con fare esplicito. 
«Geloso di Louis? Pensi che sia innamorato di mia sorella?» completò Cole. 
Hope annuì «Ti sembra assurdo?» 
Il ragazzo rimase in silenzio per un po’, strofinando il neo sotto l'occhio destro segno che stava riflettendo «Beh c'è da dire che Louis sa essere piuttosto … estremo» disse infine «Passa due secondi in sua compagnia e inizierà a decantarti tutti i pregi di mia sorella.» 
«E che c'è di male? È la sua fidanzata!» obbiettò la biondina confusa. 
Cole scosse la testa, cercando le parole da usare «Neal e Alex sono migliori amici, come noi Hope … - » 
«Lo so ma … -» Hope fece per interrompere ma Cole la fermò con una mano. 
«Se un giorno mi fidanzassi e la mia fidanzata non farebbe che parlare di continuo di quanto sono bello, bravo e gentile non ti darebbe fastidio? A me sì!» continuò Cole. 
Hope fece spallucce «Sarà … ma secondo me c'è più di quel che vediamo.» 
Il ragazzo ridacchiò «Non è che vuoi imparentarti con me?» 
La migliore amica rise «Naaah!»  
 
Cole quel giorno era insieme a Hope e Emily, le due ragazzine erano state incaricate da Alice e Robyn di accompagnare la piccola Ellie a raccogliere conchiglie, lui si era semplicemente aggregato alle sue migliori amiche senza pensarci troppo.  
Era bello guardare Hope alle prese con la bambina mentre le mostrava le conchiglie più belle oppure mentre faceva finta di cadere in acqua facendo ridere Ellie.  
In realtà era bello guardare Hope in generale.  
Cole sospirò: era innamorato di Hope da che ne aveva memoria ma lei sembrava non accorgersi di niente e se da una parte era meglio così, era anche piuttosto frustrante.  
Emily si avvicinò col suo solito passo felpato, diamine un giorno o l’altro gli avrebbe fatto venire un infarto! «Continuo a pensare che invece di osservarla da lontano dovresti andare a parlare con lei.» disse.  
«E io continuo a pensare che dovresti farti gli affaracci tuoi!» rispose lui con una linguaccia.  
«Sei proprio masochista, eh?» scherzò la bruna «Comunque a parte gli scherzi parlo seriamente.»  
Cole tornò serio «Lo so, ma sai che non posso.» bisbigliò poi.  
«Questo perché sei troppo codardo. Cosa ti fa dire che Hope non prova le stesse cose?» lo accusò Emily.  
Lui fece spallucce «E se non le prova?» domandò.  
«Almeno avrai corso il rischio!»  
Cole sospirò «È facile parlare per te che non hai neanche un fidanzato.»  
«Appunto! Io non sono innamorata di nessuno, ma stai pur certo di una cosa: se mai mi innamorerò di qualcuno gli dirò quello che sento, anche a costo di venire rifiutata!» rispose Emily piccata.  
  
 
Hope era in riva al mare, i piedi scalzi venivano bagnati dalle onde. Dalla postura della ragazza era evidente che stava decidendo se buttarsi o meno. 
Ma a decidere per lei fu Cole che la guardò, le fece un occhiolino e si tuffò proprio accanto a lei creando un onda che la sommerse totalmente. 
La bionda per tutta risposta si tuffò e non perse tempo ad inseguire il ragazzo: nessuno poteva pensare di poter fare una cosa del genere a Hope Jones senza conseguenze! 
Emily poco distante da loro osservava i due ragazzi ridere e schizzarsi acqua a vicenda. 
Possibile che Hope non si rendesse conto di come Cole la guardasse? Del suo sguardo ogni qualvolta la tirava fuori da casini? Eppure a lei era così chiaro! 
Capiva la paura di Cole: semmai Hope non avesse condiviso gli stessi sentimenti, il loro rapporto sarebbe cambiato inesorabilmente. Eppure non approvava per niente, nascondere la testa sotto la sabbia non avrebbe risolto niente. 
Emily sospirò:  pensare ai drammi dei suoi migliori amici era fin troppo stressante aveva di meglio da fare! 
«Sono convinta che Ellie sia più matura di voi due messi insieme!» disse avvicinandosi. 
Cole e Hope risero prima di farle una linguaccia. 
  
Due settimane erano volate e adesso si ritrovarono a salutarsi, anche se non erano dei veri saluti. 
«Allora domani vieni?» stava chiedendo Hope. 
Cole annuì «Certo! Mi manca giocare ai videogiochi con te!» rispose. 
«Dovremo anche studiare per l'inizio della scuola!» disse Emily interrompendo i progetti di intrattenimento dei propri migliori amici.  
I due ragazzi per tutta risposta si scambiarono uno sguardo complice «Eccola che ricomincia!» dissero insieme ridendo.  
Ogni anno infatti finito il campeggio, la ragazza ripeteva le stesse identiche parole.  
Emily per tutta risposta rise.  
Il campeggio poteva anche essere finito ma  a differenza degli altri i tre amici non si sarebbero persi di vista, aspettando l’inizio della scuola.  
   
  
  Note: Eccoci qui!
Beh qui abbiamo Hope che pensa che Neal sia innamorato di Alexandra, sarà vero? Lo scoprirete solo continuando a seguire questi scemotti u.u
Dall'altro lato invece abbiamo Cole che si strugge ogni momento di più per Hope mentre Emily lo prende in giro XD

Spero vi piaccia!
Fatemi sapere che ne pensate!!
Un bacio,
Niny :)

 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Problemi di... Cotone ***


Problemi di … Cotone!
 
» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt:  #3 Cotone
» N° parole: 543
 
Allo Storybrooke General Hospital sembrava  che tutta la popolazione avesse avuto la brillante idea di cadere, ustionarsi o tagliarsi quel giorno.
Eppure era una bellissima giornata di sole, i cittadini potevano andare al mare come facevano le persone normali con una giornata come quella. Ma no la dannatissima cittadina fiabesca doveva proprio intasare l'ospedale.
Alexandra sbuffò sistemando l'occorrente per l'ennesima volta: cotone, tintura di iodio, disinfettante, bende, cerotti  e … diamine erano finite le garze!
Alex mise  a soqquadro l'armadio … o quasi, scosse le spalle tanto avrebbe dovuto ordinare lei.
Ricontrollò nuovamente il carrello per essere sicura di non dimenticare nulla, poi sospirando si incamminò verso il magazzino dei medicinali.
 
Dopo qualche minuto Alex tornò con diverse scatole di garze tra le braccia, sistemò quelle in più nell'armadio e rivolse lo sguardo nuovamente al carrello ricontrollando il materiale: garze, tintura di iodio, disinfettante, bende, cerotti e … dove diavolo era finito il cotone?!
E poi lo vide: due ragazzini, non più grandi di sette anni che giocavano a palle di neve con … il suo dannatissimo cotone.
Alex sbuffò, si spostò una ciocca bionda con rabbia avvicinandosi ai due ragazzini con passo pesante.
«Dite un po’ i vostri genitori non vi hanno insegnato a non toccare quello che non è vostro?!» li rimproverò.
«Noi non abbiamo i genitori.» rispose il più grande con tono di sfida.
Il senso di colpa gli piombò in pieno ma Alex lo scacciò via, non aveva proprio tempo per questo «Beh comunque non ha importanza. Questo è un ospedale, la gente lavora … non può perdere tempo per colpa vostra.»
Uno sguardo di scusa si dipinse nella bambina, ma il viso del fratello maggiore rimase impassibile «Prendine dell'altro, no?»
Alex sbuffò «Tenetelo pure, tanto ormai è inutilizzabile. Solo … non fatelo più, per favore.» e con questo si incamminò nuovamente verso la stanza da cui era uscita a prendere dell'altro cotone.
 
Quando arrivò in infermeria, Alex non si sarebbe mai aspettata di trovare suo fratello e la sua migliore amica: Hope era seduta nella branda, le gambe a penzoloni e un evidente sbucciatura nel ginocchio. Cole era seduto nella sedia di fianco, lo skateboard sotto al braccio e lo sguardo annoiato.
«E voi che ci fate qui?» esordì entrando maggiormente dentro col carrello.
«Oh che carina, mi sei mancata anche tu sorellina!» commentò Cole.
«È evidente che non sei qui per una visita di cortesia, Cole.» rispose Alex.
Hope sbuffò «Se volete sapere la mia opinione, io non volevo neanche venire. Non ho bisogno di niente di tutto questo.»
Alex lanciò un occhiataccia alla ragazzina «Questo fallo decidere a me. Cos'è successo?»
Cole si passò una mano tra i corti capelli biondo cenere, il senso di colpa scritto in faccia «Mi ha chiesto di fare un giro con lo skateboard, ha perso l'equilibrio. Questo è tutto.» disse.
Alex annuì bagnando un batuffolo di cotone nella tintura di iodio «Brucerà un po’.»
«Mai come il mio orgoglio!» commentò Hope.
Alex borbottò qualcosa che suonava vagamente simile a Dannati ragazzini, continuando il proprio lavoro.
Non appena la ferita fu ampiamente medicata Hope scese immediatamente dalla branda «Allora possiamo andare! Grazie Alex!» disse prima di correre fuori dalla stanza.
Alex scosse la testa ma un sorriso divertito adornava le sue labbra.   
 
Note: Eccomi qui con un altro capitolo di questa raccolta dedicato ad Alex al terzo giorno di Writober!
Sì, lo so non se la fila nessuno ma io amo tanto sti ragazzini quindi ve la beccate lo stesso!
Spero vi piaccia!
Se volete restare collegati con quello che scrivo fate un salto in pagina (https://www.facebook.com/Niny95FanArtFanfiction)
Alla prossima,
Niny :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Battaglia a palle di neve! ***


 
Battaglia a palle di neve!


» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt:  #5 Neve
» N° parole: 507
 
Hope aveva quattro anni quando aveva  iniziato a desiderare un fratellino o una sorellina, e quando poco tempo dopo Henry e Ivy annunciarono di aspettare un bambino quasi non saltava di gioia! Certo non era quello che aveva chiesto ma andava abbastanza bene.
Adesso Hope di anni ne aveva dieci e non c'era giorno in cui non andava a trovare Daisy, anche in giorni come quello in cui il freddo si faceva sentire e la neve col suo manto bianco ricopriva tutta la città.
Così, quel giorno, si era infilata il cappello in testa, messa il cappotto e si era fatta accompagnare a palazzo.
Non appena mise piede nell'uscio di casa Mills, la cinquenne le corse incontro allacciando le proprie braccine  attorno alla bambina più grande «Hopeee! Sta nevicando, possiamo giocare fuori in giardino?» chiese con un sorriso gigante stampato nel volto, la ragazzina guardò i due adulti che annuirono d'accordo.
«E se facessimo una bella battaglia a palle di neve?» propose la bionda «Io e te contro i tuoi genitori!»
Ivy dedico alla cognata un occhiataccia «Scordatelo! Non sporcherò i miei vestiti!» disse.
«Ti preeegoooo mammaaaa!!» si lamentò Daisy mettendo in mostra un grande broncio e Ivy che non sapeva resistere alla propria bambina alla fine aveva annuito non prima di borbottare «Guarda cosa mi tocca fare.»
 
Hope stava aiutando la nipotina a creare una fortezza in grado di proteggerle dagli attacchi dei due adulti quando una palla di neve le arrivò alle spalle, il freddo penetrò nelle sue ossa ma lei non se ne curò preparando il contro attacco contro il fratello maggiore.
«Vi conviene arrendervi, non mi farò battere da voi due tappette!» disse Henry preparando un'altra palla di neve.
«Non sono una tappetta!» si lamentò Daisy con un broncio.
Hope guardò il fratello maggiore poi scambiò uno sguardo con Daisy «Facciamogli vedere cosa sono in grado di fare queste tappette!» e così le due bambine iniziarono a lanciare palle di neve in rapida successione: non si curavano neanche più che fossero sfere perfette, l'importante era che ci fosse abbastanza neve per colpire i due adulti.
«Basta io me ne tiro fuori!» disse a un certo punto Ivy, uscendo con le mani ben in vista, qualche traccia di neve tra i capelli.
«Come? Mi abbandoni qui?» chiese Henry sconsolato.
La moglie ridacchiò «Sì, non avresti dovuto istigarle. Adesso veditela da solo, non ho intenzione di bagnarmi i vestiti più del dovuto!» disse.
«Traditrice!» bofonchiò prima di contrattaccare le due bambine che non sembravano avere intenzione di rallentare.
«Tregua?» disse sfinito sorridendo.
Le due bambine annuirono prima di lasciarsi cadere nel manto bianco creando due perfetti Angeli della Neve.
I due adulti si avvicinarono alle bambine aiutandole ad alzarsi.
«Non possiamo avere la neve ogni giorno?» chiese Daisy stringendo la mano che la madre le stava porgendo.
«Temo di no.» rispose Ivy «Piuttosto che ne dite di preparare una bella cioccolata calda e gustarla accanto al fuoco?»
Le due bambine annuirono d'accordo, era proprio quello che ci voleva dopo una battaglia a palle di neve!
 
Note: Eccoci qui con una shottina tutta dedicata a Hope e Daisy!
Spero vi piaccia.

Se volete restare aggiornati sulle mie sciocchezze mettete mi piace qui (https://www.facebook.com/Niny95FanArtFanfiction)
A presto, 
Niny :)

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Incubi, litigi e coccole ***


Incubi, litigi e coccole
 
   » “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”  
» Prompt:  #7 Cuddling
» N° parole: 696

La vita con un adolescente in casa non era per niente semplice, pensò Ashley quel giorno.
Alex era stata messa in punizione per non aver rispettato il coprifuoco e, Ashley non l'avesse mai fatto!
La sedicenne era seduta sul divano, le gambe strette al petto, il cellulare stretto convulsamente tra le mani mentre messaggiava furiosamente, di tanto in tanto alzava lo sguardo lanciando occhiate di fuoco ai propri genitori.
Thomas seduto anche lui sul divano, mise un braccio attorno alle spalle della figlia maggiore «Dai, si tratta solo di due giorni non c'è motivo di tenere su quel broncio! Potremo tirare fuori uno di quei vecchi giochi da tavolo ad esempio!» disse provando a tirar su la ragazza. Ma tutto quello che ottenne fu l'ennesima occhiataccia.
L'uomo scosse le spalle scambiando uno sguardo con la moglie.
Ma proprio in quel momento un urlo squarciò il silenzio.
Marito e moglie si guardarono silenziosamente: Cole.
Da qualche tempo infatti, il bambino si svegliava all'improvviso madido di sudore, in preda agli incubi.
«Vado io.» disse Ashley.
«Certo, viziatelo pure. Così rimane un piscia sotto fino a vent'anni.» bofonchiò Alex beccandosi un occhiataccia dalla madre.
 
Ashley entrò nella cameretta di Cole per trovare il bambino rannicchiato nel letto: i capelli biondi umidi di sudore, il peluche di Sulley stretto convulsamente tra le braccine e le guance rigate di lacrime.  
Il suo cuore si strinse a quella scena, si sedette sul bordo del lettino «Piccolo mio.» disse accarezzando il bambino «Che succede?»  
Cole non rispose i suoi singhiozzi però aumentarono di volume.  
Ashley spostò i capelli sudati dietro le orecchie, accarezzando dolcemente il suo bambino «Sono qui.  Andrà tutto bene adesso.» disse baciandogli la fronte.  
«Mammina?» Cole tra un singhiozzo e l’altro reclamò l’attenzione della madre «Non andare via, ti prego!»  
A sentire questo il cuore di Ashley si strinse maggiormente, prese il figlioletto in braccio, liberandolo dal giaciglio «Andiamo giù in salotto da babbo e Alex. Che ne pensi?» sorrise incoraggiante dandogli un buffetto nel nasino.  
Il bambino annuì, stringendo le braccine attorno al collo della donna , nascondendo il proprio visino nell’abbraccio confortante della madre.  
 
 Quando la donna tornò teneva tra le braccia il seienne.  
Cole, la fronte ancora umida di sudore, nel suo pigiamino di Monster & Co stringeva la madre quasi per accertarsi che fosse ancora lì, da una mano pendeva il peluche di Sulley.  
Thomas fece una carezza al bambino «Dallo a me.» disse.  
Ma il bambino teneva lo sguardo fisso su Alex, allungando le braccia verso la sorella maggiore.  
 Alex fece un verso negativo.  
«Alex.» singhiozzò il bambino continuando ad allungare le braccia verso la sorella.  
«Ho detto no.» fu la risposta acida della sedicenne «Ho di meglio da fare che tenere in braccio un piscia sotto.»  
«Non sono un piscia sotto!» piagnucolò il bambino. 
«Non che non lo sei. Lasciala perdere.» rispose Thomas, prendendo tra le proprie braccia il bambino, lanciando un occhiataccia alla figlia maggiore.  
«Alex.» la voce di Ashley era più tagliente di un rasoio.  
La ragazza lanciò un occhiataccia alla madre «Sono costretta a prenderlo in braccio?» chiese.  
Ashley sospirò, vivere con un adolescente che ti odia il novanta percento del tempo non era per niente facile «No, che non devi. Ma continua a comportarti così e rimani a casa per tutto il mese.» disse.  
Alex strabuzzo gli occhi «Bene.» disse infine e se ne andò sbattendo la porta.  
    
 Il giorno dopo Alex si svegliò piena di sensi di colpa: aveva trattato malissimo Cole solo perché era arrabbiata, sospirò.
Decisa a rimediare dopo essersi vestita andò in camera di Cole «Ehi, piccoletto.» disse svegliando il fratellino.
Due occhio verdi si aprirono lentamente, alla vista della sorella un enorme sorriso spunto sul viso di Cole «Alex!» disse.
La ragazzina sorrise scompigliandogli i capelli «Sono venuta qui per scusarmi. Ieri ero arrabbiata, non avrei dovuto rifiutarti in quel modo.»
«Allora non mi odi?» chiese il bambino con voce incerta.
«Certo che no!» esclamò la sorella maggiore «Sei il mio fratellino.»
A queste parole Cole sgusciò via dal letto stringendo la sorella in un abbraccio.
Dopo qualche istante Alex alzò lo sguardo per trovare la madre che li osservava dallo stipite della porta sorridendo.
 
 
 Note: Beccatevi questa cosa dolciosiosa! Ho amato piccolo Cole <3
Come ormai abitudine (finchè non lo dimentico xP) se volete restare informati su quello che scrivo passate in pagina https://www.facebook.com/Niny95FanArtFanfiction
A presto,
Niny :)

 
  

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Crostata alle mele ***


Crostata alle mele
 



 » “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”  
» Prompt:  #9 Mela
» N° parole: 552
 


 
Rei quella domenica si era alzata di buon’ora, aveva raccolto le mele dal suo albero personale e adesso si apprestava a preparare la crostata di mele che Emily amava tanto: la ragazza infatti, si era applicata moltissimo nello studio, tantissime volte aveva visto la luce accesa fino a notte fonda. Prepararle il suo dolce preferito a Rei sembrava il minimo, e poi la sua bambina a volte aveva bisogno di essere viziata. 
Proprio in quel momento i passi strascicati di Robin annunciarono la sua presenza «Ben svegliato!» lo salutò l'ex Evil Queen. 
«Oh versione cuoca, la mia versione preferita!» ammiccò l'uomo, trovandola con le maniche della camicia arrotolate mentre con il mattarello stendeva la pasta frolla. 
«Piuttosto vedi di darmi una mano.» disse Rei con il suo solito modo di fare, prima di incontrare il marito in un lieve bacio «Sbuccia e taglia le mele a fettine.» 
Robin sbuffò divertito «Neanche il tempo di prendere un buon caffè che subito inizi a darmi ordini.» disse versando il liquido scuro in una tazza e bevendone un generoso sorso «Non dico che in certe situazioni questo tuo lato non mi piaccia, eh?» ammiccò allusivo. 
Rei alzò gli occhi al cielo «Sapevi a cosa andavi incontro quando mi hai sposato.»  
Robin ridacchiò, dopo aver bevuto un ultimo sorso si sedette di fronte alla moglie, prese una mela rossa e lucida e iniziò a sbucciarla. 
«Non così!» esclamò subito Rei contrariata. 
Il marito si fermò confuso, guardando rispettivamente la moglie e il frutto che aveva tra le mani come a cercare di capire l'errore. 
«Così tagli via gran parte della polpa.» disse togliendo dalle mani dell'uomo il frutto e mostrandogli come fare. 
«Dì un po’ ,vuoi avvelenare nostra figlia?» chiese dopo un po’ Robin. 
L'ex Evil Queen lo guardò contrariata «Perché mai mi fai una domanda del genere?» 
Robin scosse le spalle «Hai messo a cucinare un incapace come me!» ridacchiò. 
Rei rise, con la stessa risata che aveva fatto innamorare Robin «Non sapevo che sbucciare una mela fosse cucinare!» disse asciugandosi una lacrima randagia. 
  
Emily si svegliò sentendo l'odore delle mele, unito a quello della cannella e dello zucchero di canna.  
Si stropicciò gli occhi, prese tra le braccia Minù che le dormiva accanto, la gattina la salutò leccandole la mano. 
Emily si stropicciò per la seconda volta gli occhi verdi, toccando distrattamente la cicatrice sopra il sopracciglio sinistro «Bene, Minù è ora di alzarsi!» disse sgusciando via dalle coperte. 
Mise ai piedi le ciabatte e con ancora Minù tra le braccia scese le scale.   
«Buongiorno tesoro!» la salutarono i suoi genitori non appena arrivò in sala da pranzo.  
«Qual è l’occasione?» chiese Emily, indicando la crostata che la madre stava tagliando.  
Rei fece spallucce «Deve esserci per forza un occasione per preparare il dolce preferito della mia unica figlia?»  
Emily ridacchiò «Non me ne lamento di certo!» disse lasciando andare la gattina, dirigendosi verso il frigo per prendere il succo d’arancia.  
Non appena Minù fu giù non perse tempo, salì sul tavolo pronta a sgraffignare un pezzo di torta.  
«Qualcuno faccia scendere quel gattaccio!» disse Robin che non era mai andato d’accordo con Minú.  
«Non è un gattaccio!» obbiettò Emily, prendendo in braccio la gattina.  
«Certo che quel gatto va pazza per le mele!» ridacchiò Rei.  
Emily ghignò «Sarà una cosa di famiglia, allora!» disse.  
  
Note: Ed eccoci qui, con questa shottina su Emily. Spero vi piaccia!
Anche oggi io avevo scelto un altro prompt ma non mi ispirava quindi eccoci qui XD

Se volete restare aggiornati mettete mi piace in questa paginetta (https://www.facebook.com/Niny95FanArtFanfiction)
E noi ci vediamo domani!
Niny 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Amicizia?! ***


Amicizia?! 

 » “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”  
» Prompt:  #10 Future Fic
» N° parole: 555
 
Neal stava per finire il turno quel giorno, a giudicare dalle nuvole in cielo presto avrebbe piovuto e doveva andare a provare con i The Fabulous. Il ragazzo sbuffò, sperava che avrebbe retto un altro paio di minuti.
Proprio in quel momento il campanello trillò, annunciando la presenza di Louis.
Neal grugnì infastidito, non che il ragazzo gli avesse fatto chissà cosa, a parte il fatto che da quando era fidanzato con Alex aveva praticamente perso la sua migliore amica e che ogni volta che era insieme a Louis doveva sentire quest'ultimo stare ad elencare tutti i pregi della fidanzata: non ne aveva bisogno, okay? Conosceva già i pregi della sua migliore amica, erano pur sempre cresciuti insieme.
Si dipinse un sorriso di circostanza in viso «Louis, cosa ti porto?» chiese.
Louis scosse la testa, qualche ciocca castana gli andò davanti agli occhi e lui se la scostò subito «In realtà volevo parlare con te. Hai un minuto?»
Neal strabuzzò gli occhi «Aspetta, vuoi parlare con me?» disse «Per quale motivo? Io e te non siamo esattamente amici.» 
«Lo so, ed è proprio quello che volevo cambiare.»  rispose Louis passandosi una mano tra i capelli. 
Ma quanto diamine è vanitoso sto ragazzo? E dire che non sembra neanche farci caso pensò Neal. «Louis, non puoi essere amico di tutti!» sbuffò una risata ironica.
«No, io … non voglio che per colpa mia si rovini l'amicizia tra te e Alex e …» Louis si torceva le mani con fare nervoso.
Neal sbuffò, Dio il suo turno era finito già da diversi minuti «L'amicizia tra me e Alex va benissimo.» rispose «E poi quale sarebbe la tua idea? Fare una bella uscita a tre dove il sottoscritto è il terzo incomodo? Anche no. E adesso se vuoi scusarmi il mio turno è finito.» e con questo il barista girò le spalle e uscì lasciando l'altro ragazzo solo.

Neal entrò trafelato nella casupola che usavano come studio i The Fabulous, il ragazzo era bagnato fradicio, il dannato ombrello non l’aveva protetto proprio per niente e adesso i corti capelli biondi gli stavano incollati alla fronte, la maglietta che indossava gli si era incollata addosso... per quanto i modelli in foto potessi sembrare sexy con una maglietta fradicia addosso la sensazione non era delle migliori. 
«Scusate il ritardo.» disse togliendosi per prima cosa la chitarra dalle spalle seguita dalle scarpe «Louis mi ha fermato mentre stavo finendo il turno.» sbuffò. 
«E da quando tu e Louis siete così amici?» domandò Jin, passandogli un asciugamano pulito, gli occhi a mandorla del ragazzo avevano una scintilla di divertimento. 
«Infatti non lo siamo.» rispose Neal accettando volentieri l’asciugamano,  strofinandosi i capelli «Anzi non capisco proprio come Alex sia finita con lui, sarà pure bello ma è un autentico idiota.» sbuffò «Per caso ho lasciato qui qualche maglia?» 
Riley gli lanciò addosso una sua vecchia t-shirt bianca col logo della Nike «Non ne sarai mica innamorato?» chiese. 
Il biondo sbuffò una risata di derisione «Alex è la mia migliore amica, è normale che voglia il meglio per lei.» 
«Allora vogliamo iniziare?» disse Riley battendo le bacchette della batteria tra di loro. 
Kai imbracciò il proprio basso «Io sono pronto!» 
Neal sorrise ai propri amici «Basta che la finite di fare supposizioni su me e Alex.» disse accordando la propria chitarra. 
Jin ridacchiò. 

Note: Sono un pelino in ritardo ma non demordo! 
E ci vediamo più tardi, non so ancora se aggiornerò la raccolta CaptainSwan o cambierò Fandom ma dettagli! 
A dopo, 
Niny 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** In Love ***


In Love
 
 » “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”     
» Prompt:  #14 Urequited Love
» N° parole: 340
 
 Cole era seduto sul divano, il controller tra le mani mentre pigiava furiosamente i tasti nel tentativo di battere l'avatar di Hope.
La ragazza per l'appunto si stava tormentando il labbro coi denti, lo sguardo era assorto.
Il ragazzo pigiò l'ennesimo tasto è l'energia dell'avatar di Hope si azzerò, ridacchiò «Mi dispiace, ho vinto!» disse.
Hope per tutta risposta si lasciò andare a peso morto sul divano di casa Herman,il suo corpo era quasi del tutto a terra mentre le sue ciocche bionde era sparse sul divano. Cole la trovava  bellissima e si chiedeva se si potesse amare qualcuno più di così.
«Anche i migliori possono sbagliare!» ridacchiò lei, con fare superiore.
Oh se solo sapesse cosa mi provoca il suono della sua risata pensò il ragazzo, ma no, lei non avrebbe potuto saperlo nel modo più assoluto. Hope lo considerava solo un amico, i suoi sentimenti non erano ricambiati e andava bene così, preferiva seppellire in fondo al suo cuore i suoi sentimenti piuttosto di perdere la sua amicizia.
«Ehi» la voce di Hope lo dissolse dai suoi pensieri «improvvisamente sei diventato così pensieroso, che succede?» chiese tirandosi su.
«Oh niente. Pensavo a … » te, Cole scosse la testa inventando prontamente una scusa «Kate.»
«Kate? Ti piace?» chiese subito la bionda.
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli biondo cenere «Qualcosa del genere.»
«Glielo hai detto?» indagò ancora la sua migliore amica.
Cole scosse la testa.
«Perché? Non avrai mica paura che ti rifiuti!»
Il ragazzo annuì, si rese conto che mentire gli veniva così semplice perché … non stava mentendo. Provava davvero quelle cose, anche se quei sentimenti non erano rivolti a Kate ma … alla sua migliore amica.
«Dovresti dirglielo!» esclamò prontamente Hope «Non puoi essere sicuro che ti rifiuti e non dovresti nascondere quello che provi.»
Cole sospirò chissà se la penserebbe ancora così se sapesse a chi sono rivolti davvero i miei sentimenti «Allora non vuoi la rivincita?» disse poi cambiando discorso.
«Ovvio che voglio la rivincita!» fu la risposta di Hope.
 
 Note: E sono riuscita a rimettermi in pariiiii!!!
Spero che questa cosina vi piaccia!
E se volete restare aggiornati andate a curiosare in pagina https://www.facebook.com/Niny95FanArtFanfiction
Alla prossima,
Niny :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Draghi ***


Draghi
 
» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”      
» Prompt:  #17 Drago 
» N° parole: 463 
 
«Non puoi davvero aver ucciso un drago!» esclamò Hope, le braccine incrociate e un cipiglio sul viso.  
Erano da Granny’s, aspettando le proprie cioccolate calde, Henry che si trovava al dinner, come ogni giorno, per la sua consueta colazione, si era presto unito alla madre e alla sorellina.  
Emma, su richiesta della bambina, stava raccontando di quando aveva combattuto contro Malefica.  
La donna ridacchiò «Oh certo che sì!» esclamò ma allo sguardo dubbioso della bambina aggiunse «Chiedi a Henry se non mi credi!»  
«Mà, io ti credo sulla parola ma non puoi davvero chiedermi di confermare. Ero in coma, ricordi?» rispose il fratello maggiore «Hope: sei la figlia della Salvatrice e di Capitan Uncino, la nipote di Biancaneve e il Principe Azzurro, come puoi non credere che la mamma ha battuto un drago?» chiese poi. 
La bambina fece spallucce «I draghi sono grandi, non può averlo sconfitto da sola.»  
«Però la mamma è la Salvatrice.» ragionò Henry, bevendo un sorso della propria cioccolata calda «C’era questa strega: Malefica, trasformata in drago che viveva sotto la biblioteca e la mamma l’ha combattuta per salvarmi.» spiegò.  
«E anni dopo è tornata in vita e l’ho aiutata a trovare sua figlia!» aggiunse Emma accavallando le gambe.  
«Ecco perché mi fischiavano le orecchie!» esclamò Malefica appena entrata al Granny’s insieme alla figlia Lily, avvicinandosi al tavolo che i tre dividevano e prendendo posto come se fosse stata invitata.  
«Swan, che bugie vai raccontando?» l’apostrofò Lily, un sorriso ironico decora a le labbra dell’amica d’infanzia di Emma.  
Hope squadrò le due donne, poi riconoscendo nella bionda quella che doveva essere Malefica concentrò la sua attenzione all’altra donna «E tu chi sei?» domandò.  
Lily ghignò «La figlia del Drago.» rispose.  
Hope sorrise «Puoi  diventare un drago anche tu?» chiese, con la tipica curiosità di una bambina di otto anni.  
La bruna annuì «Certo!»  
«Posso vederlo?» chiese ancora la bambina.  
«Certo.» annuì di nuovo Lily, fece un occhiolino a si alzò dalla sedia in cui si era appena seduta facendo segno alla bambina di seguirla.  
«Lily no!» disse terrorizzata Emma poi scambiando uno sguardo supplichevole all’altra bionda aggiunse «Puoi per favore fermare tua figlia da mangiarsi la mia?» 
Malefica rise «Ma no, ormai sa controllare il drago!» disse con la più completa tranquillità.  
Emma si alzò velocemente spaventata seguita da Henry, Malefica sbuffò ma seguì anche lei la Salvatrice.  
Quando uscì fuori, Emma trovò la figlia che accarezzava le scaglie di Lily come se stesse accarezzando un cucciolo, si scambiò uno sguardo confuso con Malefica, la donna in questione rise.  
Lily non appena vide lo sguardo preoccupato di Emma tornò alla sua forma umana «Rilassati, Swan! Questa mocciosetta è più coraggiosa di te!» esclamò «La prossima volta ti faccio fare un giro!» promise poi, mentre Emma manifestava il suo dissenso.  

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Lamponi ***


Lamponi
 
» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”      
» Prompt:  #18 Lamponi 
» N° parole: 325
 
Il quattordicesimo anniversario dell’Unificazione dei Reami era vicino.  
Per l’occasione, come ogni anno, un grande banchetto veniva imbastito. E poi c’erano balli e tanta musica. 
Killian, David e Neal posizionarono enormi cesti pieni zeppi di lamponi davanti agli occhi di Mary Margaret, Regina e Rei. Tutta Storybrooke era in fermento, e la maggior parte delle donne erano riunite insieme nel castello dell’ex Evil Queen a occuparsi del cibo da preparare per il banchetto  
«Da dove vengono fuori tutti questi lamponi?» domandò Alex, appena entrata nel castello  insieme alla madre, le due donne trasportavano diverse buste cariche di uova, latte, farina e tutto quello che sarebbe potuto servire. 
Killian fece un sorriso complice alla ragazza che aveva visto crescere «Abbiamo trovato questi cespugli pieni zeppi di lamponi! Non potevamo farli rovinare!» spiegò il pirata. 
Alex squadrò dubbiosa i tre cesti pieni lamponi «Mi sembrano troppi.» disse, poi fece spallucce «Spero che non vi venga un indigestione!» 
Rei le lanciò uno dei suoi sguardi inceneritori «Ehi.» la minacciò «Sotto la mia cucina nessuno avrà problemi di indigestione!»  
 
Infine il banchetto era arrivato, Regina, Rei e Mary Margaret erano riuscite a trasformare le tre ceste di lamponi in varie torte, crostate, muffin e c'era persino del succo al lampone.
Louis salutò Alex con un bacio sulle labbra prima di consegnarle un bicchiere di succo di lamponi.
«Sarebbe meglio non esagerare.» bofonchiò Alex pur accettando il succo.
Louis ridacchiò «Su, smetti per un attimo di pensare al lavoro!» disse, trascinando la propria ragazza verso la pista da ballo dove già altre coppie stavano ballando, Alex intravide Alice e Robyn impegnate in una dolce danza.
«Guarda che ero seria!» disse pur seguendo i movimenti del fidanzato.
Louis rise «Oh lo so benissimo!» rispose lui.
Alex scosse la testa ridendo, Louis aveva ragione: aveva di meglio da fare che pensare ai lamponi e se l'indomani metà Storybrooke si sarebbe svegliata con un indigestione … beh ci avrebbe pensato a tempo debito.

Note: Ed eccoci qui, in pari per un filo!
Spero che queste ultime due shottine vi piacciano!
Come al solito se volete restare aggiornati fate un salto in pagina (https://www.facebook.com/Niny95FanArtFanfiction)
A presto!
Niny :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Scambio di cesto ***


Scambio di cesto
 
» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”       
» Prompt:  #20 Cesto 
» N° parole: 596 
  
Era una splendida domenica di inizio giugno, il sole faceva capolino coi suoi raggi dorati manifestando l'inizio imminente dell'estate. 
Alexandra Herman, dopo giorni di turni infiniti era pronta a godersi un grazioso picnic insieme al suo fidanzato: Louis McCartney era davvero un angelo venuto sulla terra, dopo più di tre settimane in cui aveva potuto dedicargli giusto una telefonata e qualche sms, chiunque al suo posto si sarebbe arrabbiato invece lui era stato sempre calmo e paziente. 
La ragazza stava riempiendo il cesto con tutte le prelibatezze che Louis preferiva e che fossero adatte a un picnic ovviamente: tramezzini di  vari gusti, cotolette e patate al forno, ciambella al cioccolato, succo d'arancia e persino vari pacchi di patatine. 
Cole entrò fischiettando un allegro motivetto, poggiando sul tavolo un cesto identico a quello che la sorella aveva appena finito di sistemare. 
«Abbiamo avuto la stessa idea?» chiese Alex indicando i cesti identici poggiati sul tavolo. 
Cole spallucce «Vado a pescare con papà.» disse. 
La sorella ridacchiò «E perché mai sei così contento?» lo prese in giro. 
«Hai visto che bella giornata?» fu la risposta del fratellino. 
Alex annuì, il suo telefono vibrò «Louis è qui. Divertiti!» disse afferrando il proprio cesto e uscendo. 
 
Erano appena arrivati al lago, Alex aprì il cesto che aveva tra le braccia per prendere la tovaglia da stendere e sbiancò: al suo interno era presenti tutte le esche e gli attrezzi da pesca di Cole, inorridì alla vista di tutti quei viscidi vermi.  
«Che succede?» chiese Louis notando il pallore della fidanzata.  
«Mi è sembrato di sentire il rumore di un ramo spezzato, puoi andare a controllare? Per quanto ne sappiamo potrebbe essere stato un grizzly.» rispose Alex.  
Lui annuì, mettendo ben in mostra i suoi muscoli facendo ridere la fidanzata.  
Non appena Louis fu abbastanza lontano, Alex compose velocemente il numero di Cole «Siete ancora a casa?» chiese non appena il fratello rispose.  
«Sì, perché? È successo qualcosa?» domandò Cole.  
Alex sospirò «Ho preso per sbaglio il tuo cesto.» spiegò.  
Dall’altro capo del telefono sentì il fratello trafficare, forse per controllare il proprio cesto «Diamine è vero! Te lo riportiamo subito, tu vedi di tenere Louis occupato!» ghignò.  
Alex arrossì, maledicendo mentalmente quel deficiente di suo fratello.  
«Nessun grizzly all’orizzonte!» disse Louis con un sorriso splendente.  
«Prima di iniziare il nostro picnic … » Alex giocherellava con una ciocca bionda «ti va un bagno?»  
Louis ghignò «Come potrei perdermi l’occasione di vederti in bikini?» disse prima di baciare la fidanzata.  
 
Infine suo fratello e suo padre erano arrivati il più velocemente possibile, Cole era sceso scambiando i cesti, aveva urlato un semplice «Ciao, Louis!» facendo un occhiolino complice alla sorella, prima di volatilizzarsi nuovamente.  
Alex sospirò alle buffonate del fratello prima di sistemare per terra la classica tovaglia bianca a quadri rossi.  
Louis si sedette nella tovaglia poi allungò una mano verso Alex, la ragazza sorrise ai gesti cavallereschi del fidanzato, porgendogli un tramezzino.  
«Alex …?» il silenzio fu spezzato da Louis «So che non pensavi davvero che ci fosse un grizzly. Perché mi hai fatto allontanare?» chiese.  
Alex arrossì «Prometti di non ridere!» disse porgendole al ragazzo una grossa fetta di ciambella.  
Il ragazzo annuì, dando un grosso morso al dolce.  
«Ho scambiato il cesto con Cole, avevo preso quello pieno di viscidi vermi.» Alex rabbrividì al ricordo.  
«Non potrei mai ridere! Anzi il fatto che anche tu sbagli ti rende ancora più perfetta ai miei occhi!» il sorriso di Louis andava da un orecchio all’altro.  
Alex rise «Perché avevi qualche dubbio?»  
Louis fece spallucce, baciando il sorriso della propria fidanzata.  

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Allenamento ***


Allenamento
 
» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”       
» Prompt:  #21 Arco 
» N° parole: 596 
 
Emily poteva sembrare all'apparenza la classica ragazza che pensava solo ai bei vestiti e all'apparire al meglio ma, era pur sempre la figlia di Robin Hood e come sua degna discendente, non poteva che amare tirare con l'arco e passava serate intere ad esercitarsi col padre. 
Quel giorno, tuttavia, si era messa d'accordo con Robyn per esercitarsi insieme. 
«Siete davvero sicure di non aver bisogno di una mano?» chiese Robin squadrando le due. 
«Rilassati, paparino!» disse Robyn «Ce la caveremo!» 
Robyn infatti era la figlia di un'altra versione di Robin Hood, quindi in fondo lei e Emily erano sorelle? Ma erano anche cugine … quel legame familiare era piuttosto ingarbugliato!   
Robin sospirò, un espressione delusa era dipinta sul suo volto «Come volete.» bisbigliò. 
Emily lasciò un bacio sulla guancia del padre «Tranquillo, il migliore insegnante sarai sempre tu!»  
  
«Allora vogliamo fare una gara?» chiese Robyn, le due erano nel bosco dove Emily si allena a col padre: l’uomo aveva disposto vari bersagli a diverse distanze, non appena la figlia era stata abbastanza grande da impugnare un arco, proprio allo scopo di allenarla.  
«Dov'è Ellie?» indagò la più giovane, non era una novità, infatti, che Robyn non metteva un piede fuori casa senza avere al fianco moglie e figlia. 
«Con Alice.» Robyn le puntò un dito addosso «Ma non deviare!» 
Emily rise «Che tipo di gara?» chiese. 
Robyn fece spallucce «Chi fa più centri vince!»  
 La ragazzina sorrise, se c’era una cosa che la vicinanza di Hope le aveva imparato era  non tirarsi mai indietro davanti a una sfida «Ci sto!» poi inarcando il sopracciglio con la cicatrice chiese «Cosa si vince?»  
Robyn ghignò «Solo la gloria!» disse incoccando il proprio arco.  
 
Alla fine  com’era comprensibile Robyn stracciò completamente Emily.  
«Voglio la rivincita!» disse la ragazzina, mentre beveva un grosso sorso d’acqua.  
«Devi imparare a perdere!» commentò Robyn fiera di sé stessa. 
«Sai cos’altro dovrei imparare?» Emily indicò vari centri dove la freccia di Robyn aveva spaccato a metà la sua «Questo.»  
«Sei troppo rigida, non dico che non hai una buona tecnica ma la tua postura è sbagliata.» spiegò la più grande sistemando la postura di Emily «Devi pensare al tuo arco come a un estensione del tuo braccio, non te l’ha mai spiegato tuo padre?»  
Emily sospirò «Sempre. Dice che sono troppo tesa.»  
Robyn annuì «Sì, infatti. Devi svuotare la mente.»  
«Fosse facile.» bofonchiò la bruna «E tu come hai imparato?»  
La più grande si fece seria «Io non ho avuto nessuno che mi insegnasse, ma volevo rendere onore a mio padre. Così mi sono allenata giorno dopo giorno.»  
Emily annuì «Mio padre ti rispetta molto.»  
«Mammina!» la voce di Ellie distolse entrambe da qualunque altro discorso, la bambina stava correndo verso la madre.  
Alice sorrise «Voleva vederti!» fece spallucce.  
Robyn accarezzò i lunghi capelli rossi della bambina «Ciao, amore mio!» disse.  
«Ma guarda un po’; prima mi ruba il cuore, poi si ruba mia moglie.» bofonchiò Alice, ma nonostante questo sorrideva.  
Robyn a sentire questo lasciò andare Ellie, poi quasi imitando quando fatto dalla figlioletta corse verso la moglie buttandosi addosso, Alice la prese abilmente sennò le due sarebbero finite quasi certamente a terra «Gelosa?» disse prima di baciarla.  
Alice fece spallucce «Posso dividerti con mia figlia …  forse!» ghignò, assomigliando in maniera impressionante al padre.  
Emily rise alle buffonate delle due donne «Restate il tempo di una fetta di torta?»  
«Sicuro, le torte di tua madre sono squisite!» rispose Alice, facendo scendere Robyn e prendendo per mano Ellie, che nel frattempo si era avvicinata a un centro e stava provando a estrarre la freccia.  

Note: E sono riuscita a mettermi in pariiiii!!!
Spero che questa cosina su Emily e Robyn vi piaccia!
A presto!
Niny :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Inizi ***


Inizi

Era una calda giornata di fine agosto e Hope Jones si stava godendo le ultime giornate prima dell’inizio della scuola. La ragazzina, infatti, era in spiaggia insieme a Emily e Cole, i suoi migliori amici.
«Cosa metterai per l’anniversario dei Reami Uniti?» chiese Emily, alzando lo sguardo dal libro che stava leggendo. Di lì a poco, infatti, i Reami Uniti avrebbero compiuto sedici anni e tutti gli adulti erano incredibilmente indaffarati nella preparazione del ballo che si sarebbe tenuto per festeggiarli. Gli unici pensieri dei tre ragazzini invece, erano godersi al massimo gli ultimi giorni di vacanze, l’inizio imminente della scuola e cotte varie ed eventuali. Un sorriso impertinente adornava le labbra di Hope «Vedrai.» disse con un occhiolino.
Vedi di non metterti niente di troppo impegnativo, se non vuoi far svenire Cole pensò Emily, ma lo tenne per sé, tanto l’amica non avrebbe capito.
Cole sospirò sonoramente «Ragazze, siete così noiose. Con tutti questi stupidi discorsi.» commentò «Cosa ti metterai? Come ti truccherai? » le scimmiottò alzando la voce di varie ottave.
«Ehiiiii, noi non parliamo così!» esclamò Hope risentita, prendendo un po’ di sabbia e lasciandola al ragazzo di spalle. 
A quel gesto il ragazzo si girò, un sorriso impertinente nelle labbra, lentamente si alzò, avvicinandosi verso Hope che tentò inutilmente di scappare, prese in braccio la ragazza e corse verso l’acqua mentre la malcapitata urlava. 
Emily scosse la testa divertita, e per l’ennesima volta da non sapeva nemmeno lei quanto, si ritrovò a chiedersi com’era possibile che Hope non si accorgesse del modo in cui l’amico la guardava. 
Posò il libro che aveva in mano –non prima di essersi accertata che il segnalibro fosse nella pagina giusta – prima di raggiungerli poco dopo «Allora abbiamo smesso di comportarci come bambini?» chiese assumendo la stessa posa e lo stesso tono di sua madre, la Evil Queen
«Certo che potevi aiutarmi però!» piagnucolò Hope, Emily fece spallucce ridendo «Non ci tenevo mica a immischiarmi nelle vostre faccende.» disse fingendo supponenza «Sapete come si dice, no? Tra moglie e marito non mettere dito!» li prese in giro. 
Cole a quella battuta inarcò un sopracciglio «Sposare Hope? Ma per favore! Neanche se fosse l’ultima donna rimasta sulla terra!» disse, forse nella speranza di non far capire all’altra ragazza i suoi veri sentimenti. Ma Emily sapeva bene quanto Cole fosse cotto di Hope! 
«Ehi. Che vorresti dire?» disse Hope offesa iniziando a schizzare d’acqua l’amico. I due iniziarono una gara di schizzi che, a breve, coinvolse anche Emily. 
E dire che aveva deciso di non bagnarsi i capelli. 
~~~
Alexandra Herman quel giorno aveva i nervi a fior di pelle, quello, infatti, era l'ultimo giorno di tirocinio e la ragazza aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere all'esame che l’aspettava da lì a una settimana. Fece un respiro profondo costringendosi ad entrare in quella che, sperava, di lì a poco sarebbe diventata la sua seconda casa. 
«Ehi, Alex!» esordì Michelle, tirocinante come lei, non appena la vide «Come ti senti?»
Alex fece spallucce continuando ad abbottonarsi il camice «Onestamente sono terrorizzata.»
Gli occhi verdi di Michelle si allargarono «Ma stai scherzando? » disse squadrando l'altra ragazza, forse, nella speranza di trovare un accenno di scherzo «Sei una delle migliori tirocinanti! Ovviamente andrai bene!» 
Alexandra non sapeva da dove l'amica trovasse tutta quella sicurezza ma una parte di sé gliene fu grata «Grazie della fiducia.» disse infine sorridendo lievemente. 
«Figurati!» rispose Michelle dirigendosi verso la pediatria seguita a ruota da Alex.
Non appena le due ragazze furono davanti al dottor Whale, l’uomo le guardò con un cipiglio severo «Arrivare tardi l’ultimo giorno di tirocinio? Non va per niente bene, ragazze!»
Alex, curiosa, gettò uno sguardo all’orologio. Erano in ritardo di un solo minuto. Decise di non commentare piuttosto che inimicarsi l’uomo l’ultimo giorno di tirocinio. 
«Bene, adesso che finalmente siamo tutti possiamo iniziare!» disse Whale, lasciando un occhiataccia alle due ritardatarie, prima di rivolgersi agli altri tirocinanti «Oggi è il vostro ultimo giorno di tirocinio, mi raccomando date il massimo. La prossima settimana vi aspetta il NCLEX. Siate tranquilli, non stressatevi, mangiate a sufficienza e riposate. Ho fiducia in voi! Adesso tornate tutti ai propri lavori e spero di rivedervi tutti come miei infermieri.» man mano che l’uomo faceva il proprio discorso i tirocinanti si scambiavano sguardi d’intesa. «Herman, ti aspettano i prelievi.» continuò l’uomo, ma nonostante la voce burbera una lieve sorriso adornava le sue labbra. Alex annuì, iniziando il proprio lavoro. Dio, fare i prelievi ai bambini era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. Sentire piangere quei piccolini, la intristiva davvero tantissimo.
~~~

Neal Nolan stava camminando su e giù per tutto il pavimento, come avrebbe fatto un marito aspettando che la propria moglie partorisse. Ma no, lui non aspettava mica che il proprio figlio venisse al mondo, figuriamoci al momento non aveva neanche una ragazza! No, lui stava aspettando che il sindaco, o Good Queen che dir si voglia, si decidesse ad aprire la porta del proprio studio. Si era incamminato prima perché aveva bisogno di parlare con la donna, ma più il tempo passava più la paura di far tardi a lavoro si faceva strada dentro lui.
Finalmente la porta si aprì e la donna si affacciò «Scusa il ritardo, Neal.» disse con sguardo colpevole lasciandolo entrare dentro e chiudendo la porta dietro di sé «Si sta avvicinando l’anniversario dei Reami Uniti, e i preparativi del ballo stanno prendendo molto spazio.» spiegò, sedendosi dietro la scrivania e indicando a Neal la sedia di fronte a sé.
Il ragazzo si passò distrattamente una mano tra i corti capelli biondi, prima di prendere posto «Certo, immagino. In effetti è proprio di questo che vorrei parlarti.»
Regina inarcò un sopracciglio ma non disse altro aspettando che il ragazzo si decidesse a parlare.
Neal sospirò, poi prese coraggio iniziando a parlare «Beh mi chiedevo se per la musica potessimo pensarci noi.» disse intrecciando le mani tra loro. Il ragazzo, infatti, suonava in una band: The Fabulous, e sperava di potersi esibire per l’anniversario dei Reami Uniti.
Regina lo guardò a lungo, in silenzio, forse aspettando il momento in cui il ragazzo annunciasse che stava scherzando. Quando però, questo non avvenne, il suo sguardo si addolcì, si schiarì la voce prendendo parola «Neal, caro. » fece una pausa, tamburellando lentamente nella scrivania, nell’evidente speranza di trovare le parole giuste. Sospirò e riprese parola «Voi ragazzi siete molto competenti ma per il sedicesimo anniversario dei Reami Uniti pensavamo a qualcosa più … classico ed elegante.»
Era quindi evidente che la donna considerasse la musica dei The Fabulous tutto purché Classica ed Elegante. Un peso piombò nel petto del ragazzo, ma sperò che il suo viso non mostrasse alcunché. Si sforzò un sorriso «Certo, immagino. Ho pensato che fare un tentativo non guastava. Grazie comunque.» disse aprendo la porta e preparandosi ad uscire dallo studio.
«Neal.» la voce di Regina lo fece voltare nuovamente. Il ragazzo si voltò trovando la donna che lo guardava con un sorriso triste «Non prenderla troppo a male, okay?» era evidente che alla donna dispiaceva. Ma… Neal non poteva non ammettere quanto quel rifiuto avesse fatto male.
Annuì distrattamente lasciando lo studio e incamminandosi per il Granny’s. Gettò uno sguardo all’orologio, Dio, era in ritardo! Ruby le avrebbe fatto una mega ramanzina.
~~~

«-… piuttosto parliamo di Kate.» esordì quel giorno Hope. Cole si passò una mano tra i corti capelli biondo cenere, maledicendo il momento in cui pur di non confessare i suoi veri sentimenti le aveva detto di essere innamorato di Kate. Da quel momento, infatti, la sua migliore amica di tanto in tanto tirava fuori quell’argomento.
Cole sospirò, Dio se ci teneva tanto perché non si confessava lei, ma tenne quei pensieri per sé, non era il caso di prendersela con lei solo perché lui era, per citare Emily, troppo codardo, e le aveva raccontato una frottola.
«Non mollerai mai, eh?» chiese con una risatina.
Hope fece spallucce «Beh…» scosse la testa «Ma ti piace sul serio Kate?»
Cole incespicò, se le avesse detto la verità, Hope avrebbe preteso di sapere allora di chi era davvero innamorato, e Cole davvero non poteva. Così disse «Certo. Perché mai dovrei dirti una bugia?»
«E allora perché non vuoi dirle come ti senti? Di cos’hai così tanta paura?» chiese Hope.
«Beh, non so se lei prova lo stesso.» fece spallucce. Se qualcuno l’avesse visto da fuori, avrebbe pensato che fosse davvero bravissimo a mentire, in realtà lui non stava mentendo, provava davvero quelle cose, per Hope.
«Beh, se non provi non lo saprai mai.» disse lei pratica.
Cole provò a figurarsi la scena: lui che si parava davanti a Hope dicendole di averla sempre amata, lei che gli sorrideva in quel modo che gli faceva sempre sciogliere il sangue nelle vene rispondendogli che era il suo migliore amico. No. No. Non poteva proprio rischiare.
«E se non prova lo stesso?»
Hope fece spallucce «Almeno saprai di averci provato!» rispose speranzosa.
Dio, a volte, Cole si domandava da dove trovasse tutta quella fiducia.
Ciononostante si ritrovò ad annuire «Prometto che ci proverò.» infondo lui e Kate erano amici, cosa mai poteva andare storto?!
~~~

Alex quel giorno era un fascio di nervi, non che gli altri giorni non lo fosse, ma… era appena tornata da Portland dove si era svolto il NCLEX e la ragazza aveva paura di non superarlo.
Louis si era offerto di accompagnarla, e per tutta la durata del viaggio non aveva fatto altro che riempirla di rassicurazioni. E Alex era scesa dalla macchina col cuore più leggero, era davvero grata al suo ragazzo. Eppure… eppure adesso che aveva finito il test, la sensazione di aver scritto una marea di assurdità l’aveva invasa e… scosse la testa entrando al Granny’s. Aveva proprio bisogno di parlare con Neal, se poi nel frattempo poteva gustare una cioccolata bianca alla menta il suo umore ne avrebbe di certo giovato.
Non appena entrò dentro, trovò Neal al bancone «Ehi! Com’è andata?» nonostante il sorriso, la postura del suo migliore amico le fece capire che qualcosa non andava.
Fece spallucce «Non ne ho idea.»
Il sorriso dell’amico si allargò «Sono sicuro che sei andata alla grande!» esclamò porgendole la tazza con la sua cioccolata bianca.
Lei annuì «Lo spero!» bevve un sorso di cioccolata «Tu piuttosto che hai? Sembra che ti è morto il gatto!» 
Lui fece spallucce «Beh, stamattina sono andato a parlare con Regina…» 
«Oh, è andata male?» il ragazzo gli aveva detto, infatti, che aveva intenzione di chiedere a Regina di potersi esibire all’anniversario dei Reami Uniti. 
«È evidente che considera la nostra musica…» fece spallucce sconsolato «… roba scadente.» 
La ragazza sorrise, adesso toccava a lei tirare su di morale l’amico «Sono sicura che non si tratta di questo. Anzi sono sicura che ci saranno altre occasioni!» 
«Lo credi davvero?» la voce del suo migliore amico appariva incerta. 
Lei sorrise fiduciosa «Certo che sì!» 
~~~

Neal ancora triste-arrabbiato per il rifiuto di Regina, la sera arrivato a casa ne aveva parlato con i suoi genitori. Pessima idea!
«Onestamente, sono d'accordo con Regina.» aveva esordito, infatti, sua madre. Dio, con tanti giorni disponibili, doveva scegliere proprio quello per essere d'accordo con la sua ex nemesi?! Però, decise di tenere i suoi pensieri per sé, era sicuramente meglio che allungare quella discussione che, ne era certo, sarebbe stata immensa senza bisogno delle sue battutine.
«Tesoro, so che ci tenevi.» continuò sua madre dopo aver inghiottito a sufficienza il boccone ed essersi pulita sapientemente la bocca con un tovagliolo «Ma l'anniversario dei Reami Uniti è un evento importante, non puoi isolarti per suonare con la tua band, non si addice a un principe!» bevve un sorso d'acqua «Siamo una famiglia, dobbiamo restare insieme!»
Neal sospirò «Quindi anche Emma starà insieme a noi?!» chiese inarcando un sopracciglio.
«Certo, come anche Henry e le sue figlie.» rispose pratico David.
Neal sospirò per la seconda volta, quella discussione stava risucchiando tutte le sue energie «Giusto, mettiamo delle bambine in vetrina.» bofonchiò, poi vedendo le occhiatacce che gli stavano riservando i propri genitori tornò nuovamente al succo del discorso «Voi non capite. Questa è un'occasione irrepetibile per farci conoscere.»
David poggiò una mano sulla sua spalla, quando parlò la sua voce era dolce e confortante «E sono sicuro che ce ne saranno altre!» sorrise «Ma come principe hai delle responsabilità e degli impegni che devono venir prima di tutto il resto. Lo so che adesso pensi che ti stiamo facendo un grave torto, ma fidati, non è così.» 
Neal annuì ancora sconsolato — non aveva senso continuare quella conversazione, avrebbe rischiato di protrarla all'infinito —, iniziando a piluccare il cibo che aveva nel piatto. 
~~~

Alex non poteva crederci! Aveva passato il NCLEX a pieni voti, il sogno di una vita stava finalmente per diventare realtà, era così felice! 
Non appena aveva ricevuto l’esito aveva subito chiamato Louis, che era letteralmente impazzito di gioia «Te l’avevo detto!» aveva squittito, il sorriso da un orecchio all’altro. 
Alex avrebbe voluto avvisare subito anche Neal, ne era sicura, il suo migliore amico avrebbe voluto saperlo all’istante. Ma non appena aveva chiuso la videochiamata col suo ragazzo, il suo telefono aveva squillato nuovamente e la voce allegra di Michelle le aveva chiesto se le andava di prendere qualche drink insieme agli altri non più tirocinanti e Alex non aveva proprio potuto sottrarsi. 
Così tre drink dopo Alex si era trascinata fuori dal The Rabbit Hole, i suoi colleghi, troppo presi a flirtare e ridacchiare, quasi non si erano accorti della sua partenza. 
Adesso Alex, davanti al Granny’s si chiedeva se, visto il suo stato non proprio lucido fosse davvero il caso di aggiornare Neal. Però, se non l’avesse fatto, Neal non glielo avrebbe mai perdonato. Scosse la testa, prese un enorme sospiro decidendosi ad entrare. 
Probabilmente era un po’ brilla, perché non appena aprì la porta, lì per lì, non si accorse né delle luci spente né dell'inaspettato silenzio, che non si addiceva di certo a un dinner.
Per questo, non appena le luci si accesero e sentì lo scrosciò degli applausi per poco non le prese un colpo, poi alzando lo sguardo vide lo striscione: Congratulazioni Alexandra! E gli occhi gli si inumidirono, si guardò intorno per vedere Neal ma non solo, c'era anche Louis, i suoi genitori, Cole e persino Hope e Emily. C'erano proprio tutti! E a quel punto non trattenne le lacrime che scesero lentamente.
Si avvicinò ulteriormente, Louis le venne immediatamente incontro «Congratulazioni, tesoro!» disse prima di baciarla teneramente, lei arrossi lievemente.
«Ragazzi, grazie! È stata davvero una gradita sorpresa!» esclamò Alex con gli occhi ancora un po’ lucidi. Si staccò da Louis guardò nuovamente tutti prima di chiedere «Di chi è stata l'idea?» 
Cole tossì colpevolmente «Ci ha coinvolti tutti!» disse indicando Louis.
Louis per tutta risposta arrossì lievemente «È quello che ti meriti.» 
Alex sorrise, baciando la guancia del proprio ragazzo «Come sapevate che sarei passata?» 
Neal ghignò «Vuoi davvero dirmi che non saresti passata ad aggiornare me?!» La futura infermiera a quella risposta rise «Come se potessi permettermelo! Non me lo perdoneresti mai!» 
«Esattamente!» rispose il ragazzo «Comunque non avevo dubbi!»
Alex sorrise abbracciando l'amico «Grazie. Avete tutti creduto in me più di quanto abbia fatto io.»
E Alex quel giorno, stretta nel calore di amici e famigliari, si sentì davvero felice. 
Era tutto così perfetto che niente avrebbe potuto turbarlo. E di certo, né lei né nessun altro dei presenti, avrebbero mai potuto immaginare che presto qualcosa sarebbe irrimediabilmente cambiato; trasformando quei momenti felici in lontani ricordi

Note: Ehilà eccomi tornare da questa raccolta! Oggi sono passati due anni dalla prima volta che ho postato la next quindi ho pensato bene di scrivere questa cosina che chiude la raccolta e la collega alla long 👀 inizialmente volevo dividerla, perché mi sembrava troppo grande, ma non ci sono riuscita perché ovunque provassi mi sembrava una divisione troppo netta. 
Quindi veniamo a noi: cosa dovete aspettarvi dalla long? Il ballo per i sedici anni dei Reami Uniti? Ovvio che sì! Alex che inizia a lavorare come infermiera? Oh sì! Cole che inizia a uscire con Kate? Purtroppo sì! E poi chissà che altro 👀🤗
Oh, quasi dimenticavo! Il NCLEX è il test che si fa in America per diventare ufficialmente infermieri. 
A prestissimo! 
Niny 💖


 
  


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3937474