Co-workers

di Sia_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** This is the sign you have been looking for ***
Capitolo 2: *** We wanted to be the sky ***
Capitolo 3: *** I can’t explain and I won’t even try ***
Capitolo 4: *** Sinners ***
Capitolo 5: *** This is where the magic happens ***
Capitolo 6: *** If we ever stop talking, send me a song ***
Capitolo 7: *** Drunk enough to say I love you? ***
Capitolo 8: *** Forget the maps… follow your instincts ***
Capitolo 9: *** It’s not me. It’s you. ***
Capitolo 10: *** Sweet dreams are made of this ***
Capitolo 11: *** Aurora (Il primo apparire, il principio di qualche cosa) ***
Capitolo 12: *** We see what we want ***
Capitolo 13: *** You are exactly where you need to be ***
Capitolo 14: *** I am the designer of my own catastrophy ***
Capitolo 15: *** “Con te” ***
Capitolo 16: *** Perso ***
Capitolo 17: *** Giardino ***
Capitolo 18: *** Routine ***
Capitolo 19: *** Polvere ***
Capitolo 20: *** Confessione ***
Capitolo 21: *** Relax. Nothing is under control. ***
Capitolo 22: *** All we have is now ***
Capitolo 23: *** Tensione ***
Capitolo 24: *** Late nights, early mornings ***
Capitolo 25: *** Cucchiaio ***
Capitolo 26: *** Angolo ***
Capitolo 27: *** Linea ***
Capitolo 28: *** Strappo ***
Capitolo 29: *** Future ***
Capitolo 30: *** What did I do last night? ***
Capitolo 31: *** Bad decision make good stories ***



Capitolo 1
*** This is the sign you have been looking for ***


 

Co-workers

 

1. This is the sign you have been looking for 

 

Lavorano nello stesso ufficio da una settimana: lei ha scelto la scrivania in fondo a destra, quella dove la risata del gemello si sente più attenuata. Lui usa quella vicino alla porta, così la vede entrare tutti i giorni. 

Lavorano nello stesso ufficio da una settimana e ci sono stati sguardi – veloci, velocissimi –, ma Fred non ha mai iniziato una conversazione e a Hermione questo gioco del silenzio piace. 

Lavorano nello stesso ufficio da una settimana perché, per ironia della sorte, Fred Weasley sembra essere indispensabile per il Ministero.

 

“Si era incastrata una falce nella porta.” È lei che prende iniziativa la prima volta, vuole assicurarsi che Fred non pensi che lo abbia aspettato per scendere insieme. È stato più un segno – scherzo – del destino. 

Lui sorride, guarda a terra. “Sei ancora arrabbiata?” 

«Quinto Livello, Ufficio per la Cooperazione Internazionale Magica, comprendente il Corpo delle Convenzioni dei Commerci Magici Internazionali, l’Ufficio Internazionale della Legge sulla Magia e la Confederazione Internazionale dei Maghi, Seggi Britannici».

In ascensore non entra nessuno.

“Sì.” 

Fred ride, rimette a posto la mantella tra le mani. “Non ho scelto il tuo ufficio per darti fastidio, semplicemente mi pagano di più che negli altri dipartimenti.”

Hermione alza lo sguardo su di lui un secondo, poi torna a osservare il suo riflesso allo specchio.

“Ed è anche un po’ nostalgico, non pensi? Come quando andavamo a Hogwarts.”  

«Quarto Livello, Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, comprendente la Divisione Bestie, Esseri e Spiriti, l’Ufficio delle Relazioni con i Goblin e lo Sportello Consulenza Flagelli».

In ascensore non entra nessuno.

“L’unica cosa che ricordo di noi due insieme a Hogwarts è il numero preciso di volte in cui ti ho schiantato.” 

“È successo? È dal mio settimo anno che soffro di una forte amnesia.” 

Hermione chiude gli occhi e le sue labbra diventano una timida linea sul viso. “Stai cercando di non ridere, Hermione?” 

«Terzo Livello, Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici, comprendente la Squadra Cancellazione della Magia Accidentale, il Quartier Generale degli Obliviatori e il Comitato Scuse ai Babbani».

Fred e Hermione fanno spazio a un gruppo di maghi. 

“Sei insopportabile, Fred” gli sussurra, alzandosi in punta di piedi per farsi sentire meglio. 

“Anche tu, Hermione.” 

 

Fred si sistema meglio la cravatta davanti alla telecamera. “La falce?” sorride, “Hermione stacca da lavoro alle 18 e 23 tutti i giorni, è stato abbastanza semplice.”

 


 

Dico sempre che non lo faccio e poi lo faccio. Ho una pessima abitudine, ma mi sono resa conto che di voler tornare da Fred e Hermione ancora una volta. Così li ho buttati insieme a lavorare al Ministero – I know, Fred? Volevo una sfida!Sto anche guardando The office” e quindi niente, temo che vi beccherete qualche intervista ihih 
Vi ringrazio per il supporto, per chi ha letto, per chi ha sorriso e per tutto quello che la gente fa quando legge una fanficion, 
A domani!
Sia 

 

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Capitolo 2
*** We wanted to be the sky ***


2. We wanted to be the sky

 

Al quarto sospiro frustrato di Hermione, Fred si avvicina alla sua scrivania – lo fa di propria iniziativa, non c’entrano niente gli sguardi disperati che i suoi colleghi gli stanno lanciando. “Tutto bene?” 

Lei si limita a negare con il capo, spostando un plico di carte alla sua sinistra. A destra Fred ne conta almeno due. “Ho un piano” le sussurra, mentre con un veloce movimento fa girare su se stessa la sedia di lei. 

“Non mi piacciono i tuoi piani.” Si contraddice, perché Hermione si alza lo stesso e lo segue fuori dalle porte dell’ufficio: la sensazione di non star lavorando durante le ore di lavoro le attanaglia lo stomaco. “Dove stiamo andando?” 

“Sul tetto.” 

“Hai intenzione di buttarmi giù?” Si informa, mentre aspettano che arrivi l’ascensore. 

“Quello è il piano B, Hermione.” 

 

Hermione saluta Fred con un cenno della mano. È, a detta dei colleghi, migliorata. “Fred mi ha portato sul tetto oggi,” dice, stringendosi nelle spalle, “avete presente la scena famosa del Titanic? Con Rose e Jack sulla prua della nave? La nostra non era una nave, ma il tetto del Ministero.”

Sorride, poi scrolla il capo. “Volevamo essere tutt’uno con il cielo.”

 


Eccomi! 
Un saluto veloce per ringraziare chi ha letto, recensito e aggiunto ovunque la mia storia, mi avete riempito il cuoricino! 
Ci vediamo domani, 
Sia 

 

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Capitolo 3
*** I can’t explain and I won’t even try ***


3. I can’t explain and I won’t even try 
 

“Se vedo Fred più felice da quando lavora al Ministero? Sì, è più felice quando torna a casa.” George ride, accavalla le gambe e ferma le mani sul ginocchio sinistro. “Non saprei spiegare perché, dato che ha passato più di metà della sua vita a odiare l’idea di una scrivania, di una penna personale e tutte quelle cose orrende che fanno parte di un lavoro di ufficio. Sapete cosa? Non voglio nemmeno provare a trovare una spiegazione, sicuramente sarebbe quella sbagliata.”

 

George sta zitto per un po’, poi guarda dritto in camera, “Non state più registrando, vero? Allora è sicuramente per Hermione.”

 


Lascio due righe prima di scappare: grazie a chi ha letto e commentato! Appena riesco e se riesco cerco di rispondere. Ho il cuore pieno di gioia. 
A domani, 
Sia 

 

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Capitolo 4
*** Sinners ***


5. Sinners

 

“Potremmo darci malati” suggerisce Fred, incrociando le braccia al petto. 

Hermione apre la bocca, ma fa presto a richiuderla. ”No.” Sceglie alla fine, ritirando nella sua busta l’invito che il Ministero ha avuto cura di far recapitare a tutti gli impiegati. “Non ci fingeremo malati, fingeremo invece di essere felici e contenti.” 

“Non è un peccato se perdiamo una festa di lavoro.” Insiste Fred, piegandosi verso di lei e nascondendo le lettere sotto una grossa cartella gialla. 

La giovane scuote il capo, ancora una volta sente di dover essere tra i due la voce della ragione, “Diventeremmo le pecore smarrite del Ministero, vuoi essere una pecora smarrita?” 

Il gemello sorride, “Sono stato una pecora smarrita tutta la vita.” Hermione arrossisce, pensa che sono arrivati a essere troppo vicini: può sentire sapore di menta e erba tagliata, contare le sue lentiggini sulle guance, ascoltare il suo respiro che si trasforma in risata. “Ma se ci tieni tanto, possiamo andare insieme.” 

Insieme?” Chissà se Fred può sentire il suo respiro che si mozza e il suo cuore che prende il volo.

“Aiuterebbe molto con il piano di fingermi felice e contento.” Le sussurra, allontanandosi d’improvviso: dall’altra parte dell’ufficio qualcuno lo sta chiamando per revisionare un documento. 

 

“Un appuntamento? No, assolutamente no.” Hermione scrolla il capo e si sistema la manica della mantella, cercando in tutti i modi di nascondere l’imbarazzo. “È un invito strettamente lavorativo.”


Vi ringrazio tantissimo per il supporto e vi mando un abbraccio. 
A domani, 
Sia 

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Capitolo 5
*** This is where the magic happens ***


4. This is where the magic happens


“Perché ho accettato il lavoro al Ministero?” Fred inclina il capo verso sinistra, sembra pensarci davvero. “Mi pagano bene, è un ambiente straordinariamente affascinante e c’è il mio nome sulla scrivania. Mi dà l’aria di essere uno importante.” 

Si schiarisce la voce, “Non vi piace come risposta? Mh… Ho accettato il lavoro al Ministero perché qui è dove avviene la magia, dove i piccoli maghi e streghe vengono registrate, protette, amate, ascoltate e… ciao, Hermione! Dammi qua.” 

 

“Perché ho accettato il lavoro al Ministero?” Hermione stringe il plico di carta che ha tra le braccia e si mordicchia un labbro. “Qui è dove la magia viene protetta e dove si lotta per rispettare i diritti. Mi piace l’idea di poter aiutare qualcuno.” 

Fa per aprire la porta con una mano, ma si gira di schiena e le dà uno spintone per entrare nella stanza a fianco, “È anche per l'ambiente stimolante e, bisogna ammettere, non posso lamentarmi dello stipendio e… ciao, Fred! Mi dai una mano con queste?
 

Eccomi qui, oggi arrivo in tutta fretta in pausa pranzo. Che corsa, ma come dicono questi due: il writober è proprio un ambiente stimolante!
Grazie a tutti, mi fa un sacco piacere ricevere i vostri commenti e sapere che qualcuno sta seguendo questa pazzia!
A domani, 
Sia 

 

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Capitolo 6
*** If we ever stop talking, send me a song ***


6. If we ever stop talking, send me a song


Fred prende un sorso di vino bianco dal suo calice e poi sospira, “Chi ha scelto la musica stasera?” 

“L’ufficio per la cooperazione tra maghi e babbani.” Hermione segue con gli occhi i movimenti del bicchiere del gemello, che torna di nuovo ad appoggiarsi alle labbra del ragazzo e poi si ferma a mezz’aria. 

“L’ufficio per la cooperazione tra maghi e babbani ha un gusto terribile in fatto di musica.” Sentenzia Fred, appoggiando il calice su uno dei tavoli della sala decorata a festa. 

Hermione sorride, la canzone che riempie la stanza adesso è la preferita di suo padre e l’hanno ballata insieme in salotto almeno una decina di volte. “Dici così perché non la stai vivendo.” Gli allunga una mano e fa mente locale su quanti bicchieri ha bevuto lei prima. Almeno tre, perché quando le dita di Fred si appoggiano alle sue, le stringe. Forse quattro, perché i suoi avambracci si incastrano alla perfezione intorno al collo di Fred mentre ballano sulla pista. 

“Com’è adesso?” alza un po’ la voce per farsi sentire, ma non aspetta risposta. “Se mai smettessimo di parlare, il che sorprendemente mi darebbe fastidio a questo punto, potresti seriamente riconquistarmi con questa canzone.” Non si accorge che Fred ha stretto la presa sulla sua schiena e che un leggero rossore è comparso sulle sue guance. 

 

“L’ufficio per la cooperazione tra maghi e babbani?” Fred si guarda intorno e poi prende un lungo respiro. “Non so esattamente dove diavolo sia nascosto al Ministero, ma credo che riceverà presto dei buoni gratuiti da utilizzare ai Tiri Vispi.” 

 


Oggi arrivo presto! Grazie grazie grazie, 
Sia 

 

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Capitolo 7
*** Drunk enough to say I love you? ***


7. Drunk enough to say I love you? 

 

“Fred?” Hermione ride, si copre la bocca e poi gli intima di fare piano. “Temo di essere ubriaca.” 

“È un timore fondato, Granger.” 

Sono seduti in fondo alla sala, dietro uno dei tavoli. Hermione per sé ha rubato due sedie e ha steso le gambe. Fred le si è messo a fianco – dove altro potrebbe andare? Si stanno ancora tenendo per mano.

Hermione si appoggia alla spalla del gemello e sorride. “Grazie per la compagnia, mi ha davvero aiutato con il piano di fingermi felice e contenta.”

Lui ride e la fa sobbalzare appena. “Ha aiutato anche me” sussurra, mentre lancia uno sguardo ai pochi rimasti sulla pista. Spera che così penserà meno al fatto che la pelle di lei, sotto il suo pollice, sia tanto morbida. 

Restano fermi in quella posizione qualche minuto, lasciano passare ancora due canzoni e mezza. Poi Hermione torna dritta e lo costringe a voltarsi, “Fred?”

“Mh?” 

Gli occhi di lei salgono dalla spalla, lo fanno con un movimento lento che sembra fermarsi sulla mascella del gemello, ma continua poi verso la linea delle sue labbra e la supera di qualche centimetro. 

“Che c’è, Hermione?” 

Mi piaci. Ti amo. Ti amo? 

“Sono un po’ stanca, ti dispiace se vado a casa?”

 



Eccomi qui anche oggi, più fulminata del solito. Grazie davvero a tutte le persone che stanno continuando a seguire questa storia, mi rendete molto felice. 
Appena mi rimetto un po' [temo di essermi presa una brutta influenza ], cerco di rispondere alle recensioni arretrate! 
Un abbraccione, 
Sia 

 

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Capitolo 8
*** Forget the maps… follow your instincts ***


8. Forget the maps… follow your instincts 

 

“Se Hermione mi ha mai parlato di Fred?” Harry scoppia a ridere, poi scrolla il capo e chiede scusa con un movimento della mano. “È stato poco professionale, rifacciamo?” 

 

“Se Hermione mi ha mai parlato di Fred? Sì, è capitato qualche volta.” Harry si gratta la barba e inclina la testa prima a destra e poi a sinistra. “Penso si stia rendendo conto che le piace, il che è positivo.” Annuisce e si mette a sorride, “Personalmente, credo che le piacesse un po’ anche a Hogwarts, ma non ha mai avuto il coraggio di ammetterlo.” 

“Perché lo penso? C’erano notti in cui mi veniva a chiedere la Mappa del Malandrino per andare a fargli la ramanzina, poi nella fretta se la dimenticava e lo trovava lo stesso: non è incredibile? Il suo istinto l’ha sempre portata a Fred, e anche questo è un sinonimo di amore.”

Lo so, lo so. La mia è cattiveria: faccio finire il capitolo prima in un nulla e in un niente di niente e anche oggi Fred e Hermione non si dichiarano amore eterno. Confido che prima o poi ce la facciano e ci spera anche Harry perché, francamente, non ne può più nemmeno lui.
Grazie ancora a tutti!
Sia 

 

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Capitolo 9
*** It’s not me. It’s you. ***


9. It’s not me. It’s you. 

 

Hermione passa tutta la mattinata a squadrare Fred dalla sua scrivania. Lui se n'è accorto, ma per il quieto vivere di entrambi ha deciso di ignorare la cosa, almeno finché la strega non gli si piazza davanti nella pausa caffè. “Sì?”

“Hai cambiato taglio di capelli?” 

Fred passa un dito sull’orlo della sua tazza e cerca di non scoppiare a ridere. “No.” 

“Il maglione che indossi, è nuovo?”

Nega con il capo e cerca il suo sguardo. “È quello che mi ha regalato mamma mesi fa.” 

“Allora hai preso del sole? Hai molte più lentiggini del solito.” Si ostina lei, dando un’occhiata alla liste di cose che ha messo giù alla scrivania. 

“Hermione, piove ininterrottamente da una settimana” le dice divertito, prima di prendere un sorso di caffè. “Va tutto bene?” 

 

“Non sono pazza.” Hermione si mette a posto la mantella e si spinge verso la telecamera. “Avete notato anche voi che è più luminoso? Anche il suono della sua risata, è diventato più dolce. Dev’essere che la mattina aggiunge un cucchiaino di miele al suo tè.” 

Stringe le mani in due pugni. “Cosa? No, non… Fred non mi piace.” Sembra che stia per dire altro, quando bussano alla porta. 

“Ti stanno cercando di là.” Il gemello le indica genericamente qualcosa oltre alla sua spalla e sorride alla telecamera. Pensa che lui e Hermione dovrebbero fare delle interviste insieme qualche volta. 

Lei arrossisce e fa presto ad alzarsi: l’ultima cosa che vuole è rimanere chiusa in quella stanza con lui. “Non sono io, sei tu.” Sentenzia poi, passandogli accanto. 

 

Una timida voce – quella della verità – le racconta invece un'altra storia. Mentre esce dall'ufficio e stacca da lavoro, pensa che non è la prima volta che Fred le sembra luminoso e che la sua risata si fa più dolce. Scansa un pedone, il suo volto si fa rosso come gli stendardi di Grifondoro. 

Non è lui, sono io. Fred mi piace di nuovo.

 

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Capitolo 10
*** Sweet dreams are made of this ***


10. Sweet dreams are made of this 

 

Hermione prende un lungo sospiro, poi inumidisce le labbra. “Non lo sto ignorando, sono stata molto impegnata questa mattina.” Hermione è stata davvero impegnata quella mattina, fa solo ridere pensare che nessuno le abbia mai chiesto se stesse davvero ignorando Fred. 

 

Lo scorge il pomeriggio, seduto nella sala della pausa caffè. 

“Sei venuta a sgridarmi perché non lavoro?” Le chiede, mentre lei gli si mette accanto e fa aderire il capo alla sua spalla.

Quel gesto sa di sconfitta. “No” dice infatti, chiudendo gli occhi e sorridendo. “Sono venuta a farti compagnia, quanto tempo credi che abbiamo?” 

“Tutto il tempo che vuoi, temo che non possano licenziare chi ha salvato il mondo magico.” 

Lei ride, “Allora mi svegli tra cinque minuti?”

Fred annuisce, appoggia il capo al muro dietro di lui. Prende aria, il suo è insolitamente un lungo respiro. “Sogni d’oro, Hermione.”

 


Eccomi qui! 
Oggi, visto che sto un goccio meglio, mi prendo il mio spazio per ringraziare tutti quelli che sono passati a lasciarmi un pensiero e chi sta seguendo la storia. Sono felice di sentire che è una storia che fa sorridere, che è dolce e che porta via la malinconia. 
Grazie davvero, 
Sia 

 

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Capitolo 11
*** Aurora (Il primo apparire, il principio di qualche cosa) ***


11. Aurora (Il primo apparire, il principio di qualche cosa)

 

Fred ha le braccia incrociate e, quando si mette a ridere, per far spazio all’aria che gli entra ed esce con improvvisa velocità nei polmoni, lascia andare leggermente la stretta. “Non è un segreto, Hermione mi piace.” 

Annuisce, la risata si trasforma in un sorriso. “Da quanto mi piace?” I suoi occhi si fissano su qualcuno che sta oltre la telecamera, “Quanto tempo hai detto che abbiamo?” 

 

Hermione è rigida, severa. Fred s’è preso il tempo di contare tutti i suoi punti deboli, si è preso il tempo di conoscere anche i più piccoli difetti. Potrebbe iniziare l’estate che sono chiusi a Grimmauld Place o l’anno dopo in Sala Comune. 

Potrebbe iniziare una notte, quando la sente ridere e sono seduti sul tappeto davanti al focolare. Quella mattina l’ha schiantato in corridoio per aver venduto una Merendina Marinara a un primino, ma Fred sa come farsi perdonare – s’è preso il tempo di conoscere difetti, punti deboli e anche piccoli trucchetti per farla sorridere. Hermione con lui è più leggera. 

Potrebbe iniziare quando un pomeriggio le dice che se ne va da scuola e lei lascia andare di poco la presa sui libri. O quando lui ride, le accarezza la guancia e si abbassa a baciarla. Potrebbe iniziare quando si accorge che le labbra di lei sono fatte per aderire alle sue. 

Quel che è certo, è che poi non gli passa più.
 



Salve, oggi faccio una toccata e fuga. 
Grazie mille per tutto il supporto, mi rendete estremamente contenta! Un abbraccio, 
Sia 

 

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Capitolo 12
*** We see what we want ***


12. We see what we want 

 

Fred le si affianca e appoggia gli avambracci al davanzale della finestra. Le maniche della camicia bianca sono tirate su fino al gomito e la cravatta è allentata: a guardarlo sembra che sia appena sbocciata l’estate. Invece fuori è autunno e le mani di Hermione troverebbero felicemente riparo strette nei palmi di Fred. 

“Sai cosa vedo?” Chiede lei, indicandogli uno snodo di vie verso destra. “All’angolo c’è una piccola libreria e se chiudo gli occhi posso immaginarmici a fine giornata, con il parquet che scricchiola sotto la suola delle mie scarpe e l’odore di libri che riempie l’aria.” 

Fred sorride, ma non sta guardando il negozio. Lo sguardo è fisso sulla ciocca di capelli di Hermione tenuta ferma con una molletta dietro l’orecchio. “Tu cosa ci vedi?” 

“Conosci la pasticceria in fondo a sinistra? Fanno una crostata di albicocca che è un po’ meno buona di quella di mamma, ma si scioglie comunque in bocca.” Hermione osserva le vene sulla mano di Fred e non si cura di sapere dove lui stia indicando. “Vedo una fetta di quella crostata, una passeggiata al parco e il fruscio delle foglie secche.” 

 

Non si immaginano soli lì per strada: Hermione in libreria mostra a Fred la sua lista di copertine dell’orrore, Fred di fette ne ordina due. 

 


Eccomi qui! 
Ormai credo che recuperare le recensioni sia un'impresa colossale, ma cercherò di portarla a termine. Vi mando un abbraccio per tutte le belle parole che mi stanno arrivando: mi fate bene al cuore. 
Sia 

 

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Capitolo 13
*** You are exactly where you need to be ***


13. You are exactly where you need to be 


“Ci siamo baciati.” Hermione lascia scappare un sospiro dalle labbra, poi scrolla il capo. “Non è come pensate, è che semplicemente mi trovavo nel posto giusto al momento giusto.” 

Arrossisce. 

“È solo un modo di dire! In ogni caso, Fred era talmente felice di abbandonare la scuola quel giorno  che avrebbe baciato persino Gazza.”

 

“Vuoi provare a convincermi a restare?” 

Hermione allenta la presa sui suoi libri, scrolla il capo. “No, non arriverò a tanto.” Gli sorride e sente che qualcosa non va al petto. Le fa improvvisamente male. 

Fred le accarezza la guancia: quante volte ha voluto farlo in Sala Comune la notte davanti al focolare? Si avvicina e la bacia. I capelli di lei gli solleticano la pelle del viso e lui sorride. 

Mi piaci, Hermione. Potrebbe dirle. Sei l’ultima persona che volevo vedere prima di andar via. Potrebbe aggiungere. E mi hai trovato tu.  

Invece fa due passi indietro, appoggia i palmi al davanzale della finestra. “Voglio fare una foto di questo momento.” 

Lei scuote il capo, pensa che avrà settimane per ripensare alle labbra di Fred appoggiate alle sue. “Dove mi devo mettere?” 

Lui ride, le mani adesso le porta vicino al viso a creare una fotocamera immaginaria, “Non ti muovere, sei esattamente dove dovresti essere.” 

Click.


In punta di piedi arrivo ad aggiornare questa storia. E vi mando un abbraccio, ci sentiamo domani! 
Sia 

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Capitolo 14
*** I am the designer of my own catastrophy ***


14. I am the designer of my own catastrophy

 

Mi piaci.” 

Fred alza gli occhi dal suo documento e li fissa sul viso di Hermione. Persino lui, che trova sempre qualcosa da dire, non sa come rispondere. 

“Mi piaci con il nuovo maglione, nel senso che ti sta bene.” Si affretta a dire, mentre le sue guance si fanno colorate. “Non che tu non mi piaccia in generale… cioè tu sei sempre… ti vesti bene, Fred.”

Hermione annuisce, non lascia al gemello il tempo di dire niente. “Se hai bisogno di me mi trovi alla scrivania, ok?” 

 

Mi piaci? Mi piaci.” Si passa due mani sul volto e poi guarda dritto nella telecamera. “Per anni ho creduto che fosse Harry a portarmi sfortuna, poi che fosse Fred, ma viene fuori che sono sempre stata io l’artefice delle mie catastrofi.”

 

Amo quando Hermione si scava la fossa da sola, mi si stringe davvero il cuore. 
Rubo due righe per ringraziare tutti del supporto che la storia sta ricevendo: sono immensamente felice che vi stia piacendo tanto, le vostre parole mi riempiono il cuore! Vi regalo un Fred e corro, ci vediamo domani!
Sia 

 

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Capitolo 15
*** “Con te” ***


15. “Con te”

 

Dopo aver lasciato la scuola, Fred non scrive lettere a Hermione. Non l’ha mai sfiorato l’idea di sedersi a un tavolo, intingere una piuma nell’inchiostro e mettere su carta pensieri silenziosi. Ha sempre avuto la sensazione che non ci potessero essere parole per raccontarle che cosa si sentiva dentro quando lo veniva a cercare a notte fonda e Hogwarts diventava tutta per loro. 

 

“Oggi il capo ci ha chiesto di scrivere in modo del tutto anonimo quando siamo felici su dei pezzi di pergamena.” Hermione smuove la grossa scatola di cartone che ha tra le mani e alza un sopracciglio verso l’alto. 

“Sono felice quando stacco dal lavoro. Ouch.” Appoggia il primo foglio sul tavolino che ha accanto. 

“Sono felice quando sento gli uccellini cantare fuori dalla finestra la mattina.” Sorride, lo aggiunge all’altro. 

“Sono felice quando so di aver fatto la differenza, questo l’ho scritto io.” 

“Sono felice quando mio figlio mi sorride e mi dice che mi vuole bene.” 

“Sono felice quando metto lo zucchero nel caffè al posto del sale, mi capita di confonderli più di quanto vorrei. Mh.” 

“Sono felice quando i miei incantesimi di erbologia funzionano perfettamente sulle piante che ho a casa.” Anche questo finisce nel plico alla sua destra. 

Prende l’ultimo, lo legge a bassa voce e poi lo gira verso la telecamera. È arrossita: ha il sentore di conoscere la calligrafia, di averla già vista a scuola su delle pergamene lasciate quasi sempre a metà. “Dice solo con te.” 

 

Fred si mette più comodo sulla sedia e poi guarda in camera: sul volto ha stampato un sorriso malandrino.

 


Eccomi qui! 
Temo di avere anche io poche parole oggi, Fred è entrato a far parte di me. Ma uso quelle che mi restano per ringraziarvi del supporto. 
Sia 

 

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Capitolo 16
*** Perso ***


16. Perso

 

“Questo ufficio sarebbe completamente perso senza di me.” Fred incrocia le gambe e si sistema sulla sedia. “Spaccio Merendine Marinare sotto banco per chi vuole andare a casa prima, vado a prendere il latte quando finisce anche se non lo bevo e faccio ridere tutti.” 

Aggiusta la cravatta sul suo petto – a George quel gesto fa sempre divertire, dice spesso che gli viene nostalgia dei tempi di Hogwarts. “E poi tiro su il morale a Hermione, che passa tre quarti della giornata a pensare di non riuscire a finire tutto quello che deve fare.” 

Prende una pausa, poi aggiunge ridendo, “E ovviamente lavoro, che credo sia il motivo per cui mi tengono ancora qui nonostante abbia fatto scoppiare un cestino settimana scorsa… ne è valsa la pena.” 

 


Il capitolo di oggi è chill. Fred mi sta tirando un po' la corda e ho sempre paura di mandare al diavolo il progetto, farli mettere insieme e chiudere il gioco. Però mi sto divertendo talmente tanto a scrivere la raccolta del Writober che tengo duro: accontento Fred, gli lascio dello spazio. Tuttavia ho in mente cosine carine per la settimana!
Intanto vi ringrazio per il supporto: le vostre parole mi riempiono sempre di gioia! 
Sia 

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Capitolo 17
*** Giardino ***


17. Giardino 

 

Fred sorride, dalla stanza dietro di lui arrivano le urla di Ginny e Ron. “Siamo alla Tana, mamma oggi era in vena di festeggiamenti.” 

“Alza quel sedere dalla sedia, ci serve un battitore!” Charlie dà due colpi allo stipite di legno della porta e sorride alla telecamera, prima di scomparire di nuovo verso la cucina e poi in giardino. 

Fred non stacca gli occhi dall'obiettivo, incrocia dita delle mani. “Casa, che pace.” 

 

Hermione si siede all’ombra di un albero. Non è la prima volta che assiste a una partita di Quidditch firmata Weasley: l’estate del suo sesto anno ha creato una conca sull’erba del prato a furia di fare la spettatrice. 

Focalizza lo sguardo su Fred e appoggia il capo al tronco dietro di lei. Quando la mazza del gemello respinge il primo bolide, gli occhi di Hermione seguono il movimento delle sue braccia, delle dita strette intorno al manico, del petto che sale e scende. Arrossisce e pensa che non ha mai smesso di essere bello.

 

Hermione sta per tornare a Hogwarts e ogni tanto incrocia Fred per la casa. Ha ancora sulle labbra l’ombra del bacio che si sono scambiati mesi prima. Ha preso con filosofia il fatto che nessuno ha mai scritto una lettera all’altro e sempre con filosofia ha scelto di mettere al primo posto i M.A.G.O.

Lo trova da solo una sera in giardino, due fiamme bluastre gli volano intorno e gli illuminano il viso. “Mi hai rubato l’incantesimo.” 

Lui ride e scrolla il capo, “Non sapevo fosse di tua proprietà.” 

Si sente leggera adesso – la risata di Fred è medicina se pensa all’ultimo anno passato. Fa due passi indietro e porta le mani vicino al volto. “Ne scatto una da portare a Hogwarts, va bene? Non ho più nessuno da rimproverare.”

Fred sorride e Hermione, dietro la sua lente immaginaria, si scopre ad arrossire: è diventato ancora più bello. 

Click
 


Oggi aggiorno in fretta e furia. Sono finalmente tornata a lavoro, con qualche acciacco, ma sono felice. Però tornare a lavoro vuol dire anche che il tempo per scrivere e aggiornare si è dimezzato. Ce la farò, ne sono sicura! Intanto vi abbraccio e vi ringrazio come sempre per il supporto! 
Sia 

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Capitolo 18
*** Routine ***


18. Routine

 

Le labbra di Ginny sono tirate in un ghigno. “Parliamo di abitudini, giusto?” Scuote il capo e la coda che si è fatta per giocare a Quidditch le sfiora le spalle. “Ho cominciato a notare quanto Hermione e Fred fossero bravi a trovarsi a Hogwarts.” 

Si alza e fa segno alla telecamera di seguirla, “Una volta era una classe al settimo piano, il focolare in Sala Comune a notte fonda, la Foresta Proibita e ora il Ministero.” 

Si ferma davanti alla stanza dei gemelli, “Si sono cercati talmente tanto che è diventata una routine per loro farsi compagnia e un bel gioco per me, Harry e George: il primo che li trova vince due galeoni.” Dà un calcio alla porta e Hermione, sdraiata di schiena a fianco a Fred, si affretta a mettersi seduta e a coprire come meglio può le guance arrossate. Il mago punta il gomito sul materasso e appoggia il viso al palmo della mano: sul volto ha dipinta un’espressione divertita. 

Ginny incrocia le braccia al petto e sorride alla telecamera. “Ho appena guadagnato due galeoni.” 

 
Che stavano facendo Fred e Hermione? Domani ve lo dico: niente di equivoco comunque, prometto! (forse) 
Intanto vi ringrazio per il supporto, è sempre una gioia leggervi e prima o poi (spero prima) vengo a rispondere alle recensioni!
Sia 

 

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Capitolo 19
*** Polvere ***


19. Polvere

 

Per anni i sentimenti di Hermione sono stati coperti da un leggero strato di polvere. L’amore per Fred è stato polvere, cristallizzato nei ricordi che ha portato con sé durante la guerra per non pensare a quanto facesse schifo il presente. Ogni passo era una risata di Fred, una sua lentiggine, un suo tocco. 

 

Ha polvere tutto intorno ora, Hermione. Il sole che entra dalla finestra illumina le particelle e lei alza un dito per farle correre di qua e di là. Fred è sdraiato a fianco a lei, sono scappati nella camera dei gemelli e lui deve averle detto qualcosa per farla ridere. 

Per anni il suo amore è stato polvere su polvere. Solo da un po’ è tornato a essere terso e lucente: la voce di Fred è un soffio che le scava dentro. 

Si gira a guardarlo, la sua fronte sfiora quella del gemello e Hermione si spinge di un solo millimetro in avanti per sentire com’è la sensazione dei loro nasi che si toccano. Pensa che è bella, pensa anche di dirgli che è bello. 

“Fred” sussurra e lui sorride. 

 

Non riesce a continuare la frase, perché Ginny apre la porta della camera e sparge polvere ovunque.

 

Salve! Oggi arrivo ad aggiornare con il cuore super felice e super contento: scrivere questo capitolo mi è piaciuto tantissimo, perché Hermione finalmente ha trovato un po' di coraggio e viene stroncata così. Le voglio bene. 
Vi ringrazio mille millissimamente per tutte le belle parole e per il supporto, è preziosissimo, 
Sia 

 

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Capitolo 20
*** Confessione ***


20. Confessione 

 

“Lo so perché mi avete chiamata qui.” Hermione controlla che non ci siano Orecchie Oblunghe in giro per la stanza. “Sono finalmente pronta a dirlo ad alta voce: Fred mi piace.” Lascia cadere lo sguardo verso le dita incastrate a nido sopra le gambe.

Per qualche secondo non parla poi scrolla il capo e, contro ogni aspettativa, si mette a sorridere. “È probabile, anzi assolutamente certo, che mi piacesse a scuola e che mi sia piaciuto il bacio, l’ho visto come una chiusura dei nostri anni a Hogwarts.” 

Un rumore profondo dietro la telecamera la costringe a guardare l’obiettivo. 

“Confesso che mi piacerebbe riaprire, trovare il coraggio di dirglielo.” Ride. “Ma ci pensate? Fred e Hermione, insieme?” 

È timido il movimento della telecamera, ma per un attimo sembra davvero che stia annuendo.

 


Arrivo di volata oggi: vi ringrazio per il supporto e vi mando un abbraccione. Appena riesco cerco di rispondere alle recensioni arretrate! 
Sia 

 

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Capitolo 21
*** Relax. Nothing is under control. ***


21. Relax. Nothing is under control. 

 

Hermione è tesa come una corda di violino. Fred se ne è accorto dal modo in cui tortura la piuma che ha tra le mani e dal fatto che tre volte su cinque non riesce a infilarla nella boccetta dell’inchiostro. 

“Un galeone per i tuoi pensieri” le dice, appoggiandosi all’orlo della scrivania. 

Fred. Fred seduto sulla mia scrivania. È una riflessione sciocca quella che sta frenando le parole della strega: quante volte si sono parlati così? Quante volte lui si è messo lì?

Si ricompone. “Ho un ottimo stipendio, ma grazie per la proposta.” 

Il gemello incrocia le braccia al petto e inclina il capo verso sinistra. “Mi sento rifiutato.” 

“Questo perché sei stato rifiutato.” La mano di Hermione si ferma a mezz’aria e una leggera sfumatura rosata le colora le guance. “Il galeone è stato rifiutato, tu no.” S’affretta ad aggiungere. 

“È un invito?” Fred ghigna e alza un sopracciglio, sorpreso. 

Lei rimane a guardarlo, le labbra sono leggermente socchiuse. Se ne sta zitta per qualche secondo ed è sicura che ormai la leggera sfumatura sia diventata molto più intensa. 

Fred pensa che sia bella. “Hermione” le dice poi, mettendo freno ai pensieri ingarbugliati della strega. 

“Sì?” 

Le dà un buffetto alla fronte e si alza dalla scrivania per tornare alla propria. “Rilassati.”

 

Rilassati?” Hermione si copre il volto con le mani, poi lascia entrare uno spiraglio di luce. “Come faccio? Con lui niente è sotto controllo.” 
 



Abbandono copletamente anche l'ultimo barlume di sanità mentale! E lascio un po' la presa del collare di Fred: se no finisce che nessuno qui si diverte più! 
Grazie mille per tutto, vi abbraccio!
Sia 

 

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Capitolo 22
*** All we have is now ***


22. All we have is now 

 

Fred bacia Hermione e poi lascia Hogwarts per sempre. Ci torna una volta o due, ma non indossa mai più la sua divisa – non c’è mai stato giorno in cui l’ha messa secondo le regole, in ogni caso. 

Hermione passa il resto dell’anno a pensare di scrivergli una lettera, così da chiedergli cosa ci stesse cercando in quel bacio. E se mai l’avesse trovato. 

Fred passa il resto dell’anno a lavorare e lavora anche tutta l’estate: può contare le volte in cui la scorge alla Tana sulle dita di una mano. 

Fred bacia Hermione e due anni dopo scoppia la guerra. Ogni giorno lei accende la radio e ascolta la sua voce, Fred parla sempre un po’ per lei. Dentro quei messaggi c’è il tepore del fuoco in Sala Comune e la sua risata che rimbomba nei corridoi a notte fonda. 

 

Hermione stringe la tracolla nella mano e prende un bel respiro, prima di raggiungere a passi larghi la scrivania di Fred. “So che c’è un’ottima pasticceria qui vicino, ti va di farci un giro?”

 
Oggi arrivo un po' più in ritardo: la stanchezza si fa sentire. Grazie mille a tutte le persone che stanno seguendo la raccolta e per le belle parole! 
Un abbraccione, 
Sia 

 

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Capitolo 23
*** Tensione ***


23. Tensione

 

“Non è un segreto, Hermione mi piace.”

 

Fred alza un sopracciglio e inclina la bocca verso sinistra. Hermione prova a trattenere una risata, mentre è alla ricerca di un aggettivo per descrivere la luce che riempie gli occhi del gemello. 

“Gli prenderà la mano adesso e poi la porterà alle labbra.” Sostiene lui in un sussurro. 

Sono seduti vicino e hanno deciso di comune accordo di dar poco peso al discorso che Ron e Harry stanno intavolando con Bill. La loro attenzione, quel giovedì sera e in quel bar, è rivolta a George e Lee. 

“Hai mai visto Lee arrossire?” Gli chiede Hermione, avvicinandosi ancora di due centimetri, tanto che le labbra di Fred le sfiorano quasi l’orecchio. 

Lui ride e il soffio è un brivido sulla pelle della strega. “, sono stato in camera con loro per anni.”

Hermione si gira a guardarlo, “Stanno insieme da così tanto? Notti intere a parlare davanti al focolare e non mi hai mai detto niente: è oltraggioso.”

George sta baciando Lee – o Lee sta baciando George – e gli occhi di Fred si allontanano dal viso Hermione, che sente improvvisamente di poter respirare. “Non era un mio segreto da raccontare.”

“Ho la sensazione che tu non mi abbia mai raccontato nemmeno i tuoi,” sussurra lei, “non tutti per lo meno.” 

Fred torna a da lei, non s’immagina che qualcuno stia giocando a immaginare le loro di mosse, e sorride. “Non tutti, no.” Restano così vicini, a osservarsi, per una manciata di secondi finché non si tira indietro di qualche centimetro: ha cominciato a mancargli il fiato. 

“Ne ho uno particolarmente caro, vorresti saperlo?” 

“Me lo vuoi dire?”

Fred ride, scrolla il capo e lascia cadere lo sguardo nel suo boccale di Burrobirra. “Francamente mi sorprende che tu non l’abbia ancora scoperto, di solito sei brava a mettere insieme i pezzi.”

“Non ero sicura ci fossero pezzi da mettere insieme” sussurra, con il cuore che le martella nel petto.

Bill alza la voce e richiama l’attenzione di Fred. Lui risponde, ride, si allontana da Hermione quel che basta per farle pensare che la conversazione sia finita lì. 

Invece il gemello prende un sorso della sua Burrobirra e il vetro fa un rumore sordo quando torna sul tavolo. “Ci sono.” È di nuovo un riflesso nei suoi occhi, “Mettili insieme.”

 

Ginny si appoggia alla spalla di Harry, intreccia le sue dita con quelle del Prescelto. “Stiamo sentendo della tensione dall'altra parte del tavolo stasera.”

Il mago allarga il palmo per far aderire al meglio la mano di lei. “Stiamo finalmente sentendo della tensione.”

 

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Capitolo 24
*** Late nights, early mornings ***


24. Late nights, early mornings

 

Il ritratto si chiude alle sue spalle e l’aria calda della Sala Comune lo investe improvvisamente. Fred allenta la cravatta e aspetta che la vista si abitui al cambio repentino di luce: Hermione è lì seduta sul tappeto, con i capelli che le ricadono sulle spalle. Sta leggendo Storia della Magia

“Ancora sveglia?” Quattro passi e le è già a fianco, un secondo ed è piegato vicino a lei a dare una lettura alle prime righe della pagina settantadue. 

“Sei più in ritardo del solito.” Sottolinea invece Hermione, chiudendo il libro. Lo guarda: la luce del fuoco gli illumina il volto, percorre le lentiggini e si insinua dove Fred ha allentato la cravatta. 

“Vuoi togliermi dei punti?” 

“Stasera non sono in servizio.” Gli concede, appoggiando la guancia al divano. 

“Stasera sono fortunato, allora.” Pensa – e non lo dice – che è fortunato le sere in cui ha modo di parlarle, che lei sia in servizio o meno. 

Hermione ride, scuote il capo: il tessuto del divano le gratta la pelle che, s’immagina, è diventata tutta arrossata. “È notte fonda, dovremmo andare a dormire.”

Lui annuisce, “Ancora cinque minuti” dice invece. 

 

“Chi è il primo che arriva in ufficio la mattina?” Hermione guarda verso l’alto e si morde il labbro. “Non mi fa onore confessarlo, ma Fred entra sempre prestissimo.” 

“Non che lavori: passa quel tempo da solo a preparare gli scherzi della giornata.” S’affretta a dire, il tono da Prefetto le colora la voce. “L’altro giorno ha stregato la macchinetta del caffè, usciva solo Burrobirra.” 

Resta in silenzio, mentre il rumore dello zoom della telecamera rimbomba nella stanza. Quando il viso di Hermione riempie l'inquadratura, lei alza un sopracciglio. Poi si mette a ridere. “Non è stato un problema mio, il caffè non lo bevo.” 

 

Di volata, eccomi qui! Ieri non ho avuto nemmeno il tempo di mettere due parole dietro l'altra per lasciare un messaggio. Ne approfitto adesso: grazie mille per il sostegno e per le belle parole, so che suona ripetitivo, ma sono davvero felice.

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Capitolo 25
*** Cucchiaio ***


25. Cucchiaio 

 

Fred tiene stretto tra il pollice e l’indice il manico di un cucchiaio. “Questo?” Lo sposta un po’ più in basso, così che i suoi occhi non sono più coperti e può guardare in camera. “Questo è una lezione di sopravvivenza.” 

Lascia andare la presa e la posata gli ricade nel palmo dell’altra mano. “Lezione numero uno: Hermione è un cucchiaio.”

Passa un polpastrello sulla parte convessa, “Potrebbe evitarti, passare giorni a squadrarti con un cipiglio arrabbiato piuttosto che spiegarti cosa hai fatto di sbagliato,” il dito ora accarezza la parte concava, “o potrebbe schiantarti, sgridarti e, ai tempi, toglierti giornalmente cinque punti per aver aggirato le regole di Hogwarts.” 

Sorride. “Però ti capovolge il mondo e allo stesso tempo ti fa rimanere bello dritto, con i piedi puntati a terra: basta sono capire come prenderla.” 

Appoggia il cucchiaio al tavolo e fa per alzarsi. “Cosa?” Si mette a ridere, “Per capire come prenderla c’è la lezione di sopravvivenza due. Portate un bicchiere, ci servirà.” 

 
Ormai ho raggiunto un livello senza precedenti. Hermione è un cucchiaio. Per la parte del concavo e convesso ho portato avanti ricerche decisamente importanti: immaginatemi su un lavandino che mi faccio spruzzare l'acqua in faccia. Prego. 
E poi qui lo spiegano molto meglio! 

Il cucchiaio ha una parte convessa (quella che NON contiene il brodo, per capirci), in cui l’immagine riflessa si deforma ma resta dritta: è il caso degli specchietti retrovisori esterni delle auto che, in più, mostrano gli oggetti inquadrati anche più lontani di quanto in realtà siano.

Sulla parte concava invece (quella con cui raccogli la minestra), l’immagine appare capovolta sia in orizzontale sia in verticale. Tutto dipende dal fuoco, ossia il punto in cui i raggi di luce riflessi da uno specchio convergono, e dalla distanza tra lo specchio e l’oggetto riflesso (cioè noi).

Scusate per il delirio giornalierio, vi abbraccio e grazie mille per tutto! 
Sia 

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Capitolo 26
*** Angolo ***


26. Angolo

 

“All’angolo c’è una piccola libreria e se chiudo gli occhi posso immaginarmici a fine giornata, con il parquet che scricchiola sotto la suola delle mie scarpe e l’odore di libri che riempie l’aria.”

 

Fred ha messo piede in una biblioteca ventidue volte – tutte per colpa di Hermione. In libreria appena otto: sette con sua madre per i libri di Hogwarts, e una a Hogsmeade – Hermione, di nuovo, ce l’ha trascinato prima di raggiungere gli altri ai Tre Manici di Scopa. 

 

Stanno per diventare nove. Hermione è qualche centimetro più avanti, gli sta spiegando con orgoglio come ha chiuso l’ultima pratica di lavoro mezz’ora fa. 

Sono nove quando il pavimento scricchiola sotto due paia di scarpe: sono passi vicini, la strega gli tiene la manica della mantella per tutto il tempo e gli dà leggeri strattoni quando qualcosa di bello le capita sotto gli occhi. 

 

Fred ha sempre odiato la biblioteca della scuola: troppi libri, troppo silenzio. Ha imparato ad amarla per andare a trovare lei, solitamente nascosta dietro una pila di tomi. E ha sempre detestato le librerie: troppi libri, troppo casino. D’ora in poi terrà cara solo quella all’angolo della strada.

 

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Capitolo 27
*** Linea ***


27. Linea

 

“Hermione ha una bassissima linea di sopportazione.” Fred incrocia le gambe, “È impressionante, se si pensa che è molto migliorata da quando andavamo a scuola.” 

 

Fred si siede davanti a lei, un ghigno gli dipinge le labbra. “Vieni via con me.” 

Hermione gli lancia un’occhiataccia. “Sto studiando” sussurra, avvicinando il libro al petto. 

“Lo vedo, però…” 

No.” 

“Lasciami almeno...” S’affretta a dire lui, incrociando le braccia e inclinando il capo verso sinistra. 

No.”

Fred apre la bocca e la richiude. “Allora resto qui io.” Decide, tamburellando con le dita sul tavolo.

Hermione alza gli occhi su di lui: il cuore ha perso un battito ed è arrossita. “Continuerò a studiare.” 

“Certo.” Acconsente e per un po’ mantiene il silenzio. “Hai notato che bel tempo c’è fuori? Perfetto per un bel volo di scopa sul Lago Nero.” 

“Sono molto vicina allo schiantarti contro un muro.” Lo minaccia, senza staccare lo sguardo dal libro: poco importa se è da due minuti che ha smesso di capire cosa sta leggendo.

Fred sorride, incrocia le mani sul tavolo, “Lo sai che mi piace testare i miei limiti… Vieni via con me?”


Fred si piega accanto a lei, la cravatta svolazza nel vuoto per un secondo e poi torna a adagiarsi al suo petto. “Andiamo via.” 

Hermione sorride, mentre il documento che finisce di firmare si sposta nell’angolo sinistro della scrivania. “Sto lavorando e, da quello che mi risulta, dovresti lavorare anche tu.” 

Dovrei, ma mi piace molto più l’idea di andare via prima con te.”

Si gira a guardarlo, vorrebbe dirgli di tornarsene da dove è venuto, ma dimentica le parole quando gli occhi le cadono sul suo viso. Segue la linea delle lentiggini e finisce per accarezzare con lo sguardo le sue labbra. “Mi lasci venti minuti? Devo finire una cosa importante.” 

 

La strega bussa alla porta, con una mano tiene la maniglia mentre nell’altra ha la sua borsa, “Andiamo?” Cerca Fred con gli occhi e lui ricambia, prima di tornare a guardare la telecamera.

Alza un sopracciglio verso l’alto e sorride. 

Molto migliorata.”

 

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Capitolo 28
*** Strappo ***


28. Strappo

 

“Sto lavorando e, da quello che mi risulta, dovresti lavorare anche tu.” 

Dovrei, ma mi piace molto più l’idea di andare via prima con te.”

 

Fred apre la porta e poi la lascia passare, così che è Hermione a chiamare l’ascensore. Un mese prima una falce era incastrata tra le porte: un segno del destino che nessuno dei due ha potuto ignorare. 

“Ti va di uscire a cena?” Le propone, senza guardarla: ha le mani nelle tasche dei pantaloni e un sorriso sulle labbra. 

 

«Quinto Livello, Ufficio per la Cooperazione Internazionale Magica, comprendente il Corpo delle Convenzioni dei Commerci Magici Internazionali, l’Ufficio Internazionale della Legge sulla Magia e la Confederazione Internazionale dei Maghi, Seggi Britannici».

Non entra nessuno.

 

In un mese Hermione ha fatto tanti passi avanti e, allo stesso tempo, ha lasciato che Fred le si avvicinasse. Ora non ha idea di come possa essere una vita senza di lui – anche prima era impossibile delinarne i contorni, ché Fred gliela riempie da quanto erano ad Hogwarts insieme. 

“Sì” dice e si gira a guardarlo. Anche lei sorride e il suo sorriso racconta tanto altro. Su quelle labbra c’è il ricordo di una crostata all’albicocche mangiata di fretta, di una mano davanti alla bocca per non ridere troppo forte in libreria, di una burrobirra un giovedì sera. 

Ha messo insieme pezzi per giorni, con il cuore che le martellava nel petto. Si aggrappa con due dita alla manica del gemello, e stringe il pollice e l’indice più che può. “Fred” lo chiama. 

“Mh?”

 

«Quarto Livello, Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, comprendente la Divisione Bestie, Esseri e Spiriti, l’Ufficio delle Relazioni con i Goblin e lo Sportello Consulenza Flagelli».

Non entra nessuno.

 

Fred nasconde una risata e toglie la mano dalla tasca per trovare le dita di lei. Restano in silenzio per quarantasette secondi.

“Io non la lascio più andare, spero che tu ti renda conto della cosa.” La informa poi, stringendo la presa. 

 

«Terzo Livello, Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici, comprendente la Squadra Cancellazione della Magia Accidentale, il Quartier Generale degli Obliviatori e il Comitato Scuse ai Babbani».

Fred e Hermione fanno spazio a un gruppo di maghi. 

 

Hermione pensa che sarebbe troppo doloroso, lasciarsi andare. Uno strappo che ha dovuto sopportare già ai tempi di Hogwarts e poi nei mesi della guerra. Non ci vuole più rinunciare.

“Ho soppesato a lungo le conseguenze delle mie azioni.” Ribatte. 

Fred ride, scrolla il capo e se la tira più vicino. 

 

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Capitolo 29
*** Future ***


29. Future

 

Hermione quella sera è una sagoma in controluce. Fred ne studia i contorni, immagina come sia sfiorarle il viso e stringerle il fianco. 

“Ci pensi mai?” Gli chiede, girandosi a guardarlo. “Al futuro?” 

Certo che ci pensa: tra qualche settimana se ne andrà da Hogwarts per aprire un negozio di scherzi con il fratello. “Qualche volta.” Fred ha sempre avuto piani immensi: solo da poco, nel grande disegno della sua vita, ha pensato di volerci vedere anche lei. “Tu?” 

“Qualche volta.” Lo imita, allontanandosi dalla finestra e appoggiando le mani alla seduta della poltrona davanti al fuoco. 

Fred ride di una risata che contagia anche lei: la Sala Comune diventa più luminosa. “Vuoi sapere cosa ci vedo, vero?” 

Hermione annuisce, “Ipoteticamente parlando.”

Ipoteticamente parlando, mi vedo a lavorare al Ministero,” le dice, “con te.” 

Le labbra di Hermione sono socchiuse per un secondo, poi si trasformano in un ghigno. “Sei insopportabile.” Prende un cuscino dal divano, alzandosi di poco sulle punte, e glielo lancia addosso. 

“Va bene, va bene.” Fred ferma un secondo attacco e punta le ginocchia sulla seduta: sono alla stessa altezza adesso e le mani del gemello sfiorano di poco quelle di Hermione. “Almeno una metà era vera.” 

La strega cerca di prendere aria, ma è evidente che il fuoco stia mangiando tutto l’ossigeno della stanza. 

Fred sorride e sposta una ciocca di Hermione dietro l’orecchio. “Ho sempre desiderato lavorare al Ministero.”



Oggi ho miracolosamente il tempo di scrivere due righe! Questa storia mi sta accompagnando in un momento molto particolare della mia vita, riempie sia giornate belle che giornate un po' spaventose: e le voglio bene. Vi ringrazio per il supporto che mi danno le vostre parole: sono piena di amore, sono felice. 
Davvero, grazie dal profondo del mio cuore. 
Sia  

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Capitolo 30
*** What did I do last night? ***


30. What did I do last night?

 

Le labbra di Fred sono aperte in un ghigno, tiene con la mano la maniglia della porta del suo appartamento e ha i capelli tutti spettinati. “Cosa ho fatto ieri notte?” domanda. Dev’essersi appena alzato, perché al posto di una cravatta e di una camicia, indossa una semplice maglietta di cotone. 

Hermione si sporge di lato, un leggero rossore le colora il viso. “Non ti azzardare, Weasley.” 

Fred ride e la sua risata è un’esplosione di lentiggini: vanno ovunque e il cuore di lei perde l’ennesimo battito. 

 

Il salotto di Fred è vuoto quella sera. George è rimasto a dormire da Lee, così che quando tornano a casa, ad accoglierli, c’è solo silenzio. Il gemello fa qualche passo indietro, decide che vuole guardarla come la guardava in Sala Comune a scuola, con la luce della luna a tagliarle il volto. Sorride e porta le mani al viso. “Hermione.” 

Lei alza gli occhi su di lui e prende aria, “Vuoi fare una foto?” 

Annuisce, aspetta a cliccare. Lei inclina il capo verso sinistra e sorride divertita, “Cos’è, non va bene la luce?” 

Fred scuote il capo, “Ti amo.”

 

Click

 

Hermione è arrossita. “È stato un attacco sleale” sussurra poi, quando le mani di Fred sono tornate lungo i fianchi. Fred ride e non si muove mentre i passi della strega la portano a essere troppo vicina. Non si muove nemmeno quando lei si alza sulle punte e appoggia un palmo sulla sua guancia. 

Si muove solo quando le labbra di lei sfiorano le sue e non riesce più ad aspettare. 

 

“Ti amo anche io.”

 

Manca un solo giorno e questa avventura finirà. Non riesco a credere di essere riuscita a scrivere una storia al giorno, di aver riempito il mio ottobre di Fred e Hermione: era da tanto che non scrivevo in generale, quindi è stata una sfida doppia per me. Grazie a chi l'ha seguita fino a qui, a chi ha riso, a chi ha urlato, a chi ha amato Fred e a chi si è sentito un po' come Hermione. 
Le vostre parole mi hanno aiutato tantissimo a perseverare e non posso fare altro che mandarvi un abbraccio sentitissimo. 
A domani per l'ultimo aggiornamento! 
Sia 

 

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Capitolo 31
*** Bad decision make good stories ***


31. Bad decision make good stories 

 

“Questa dove si mette?” Fred tiene in mano la cravatta, non ha ancora capito se deve tenerla fuori o infilarla sotto la mantella. La lascia andare e ride. “Se Hermione mi vedesse ora mi prenderebbe in giro fino alla morte, non diteglielo.” 

Si sistema sulla sedia. “Ci si presenta in questo caso?” Si schiarisce la voce. “Mi chiamo Fred Weasley, ieri ero solo il proprietario di un portentoso negozio di scherzi, ma da oggi lavoro anche al Ministero.” 

Apre la bocca, resta in silenzio per un po’. “È una pessima idea? Sì.” Ride e poi lo sguardo trapassa il vetro della finestra interna e si fissa su Hermione, che è appena entrata in ufficio. “Però ho imparato che le pessime idee finiscono per essere storie meravigliose.”
 


Eccomi qui con l'ultimo angolo autrice, che nostalgia. Sono felice, distrutta, emozionata e vi ringrazio dal profondo del mio cuore.
Questo Writober è stato complesso, ma sono felice di non essermi data per vinta e di aver continuato: Fred e Hermione hanno saputo scaldarmi quando ero triste. 
Vi abbraccio, 
Sia 

 

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