Sinfonia delle Costellazioni: The Rise of Darkness

di stardust94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - La Stella della speranza ***
Capitolo 2: *** Requiem di Sangue ***
Capitolo 3: *** il dovere di Athena e il destino di Hoshi ***



Capitolo 1
*** Prologo - La Stella della speranza ***


Saint Seiya Sinfonia delle Costellazioni

Prologo: La Stella della speranza 

 

Al termine della dura battaglia contro Hades il Dio dei morti, il mondo è tornato in pace. Gli abitanti della terra possono finalmente tirare un sospiro di sollievo perché grazie al coraggio di cinque cavalieri la vita sul pianeta è stata preservata. Con la morte di Hades è avvenuta la distruzione del oltretomba fermata solo dal intervento di Athena che con i suoi poteri divini è riuscita a preservare gli inferi e riportare indietro i suoi cavalieri.

 

Ma purtroppo la vittoria è stata ottenuta a caro prezzo e ora la giovane Saori Kido si sta prendendo cura di un Seiya di Pegasus ridotto in stato catatonico su una sedia a rotelle. Dei coraggiosi e nobili Gold Saint, periti rinunciando alle loro vite per permettere ai Bronze Saint di superare il Muro del Pianto e raggiungere così Hades e Athena non vi è che il ricordo e le loro sacre vestigia.

Lentamente la vita riprende a scorrere in pace e tranquillità…passano ormai cinque anni e Ignara di ciò che il fato ha in serbo per lei e i suoi Saint, la reincarnazione di Athena rifugiatasi in una baita nel folto della foresta, continua a vivere nonostante le grandi e profonde ferite lasciate dalla guerra.

 

Saori si affacciò alla finestra della baita e ne ammirò il lussureggiante giardino coperto da una coltre di neve bianca e gelida. Distratta e persa nei suoi pensieri, la donna sembrava non prestare particolare attenzione a nulla intorno a lei, Quando improvvisamente, una serie di stelle cadenti solcando il cielo attirarono l’attenzione della reincarnazione di Athena. I fasci luminosi conversero tutti verso un punto preciso del giardino.

 

Subito Saori, in preda a una sorta di preoccupazione e paura, si volse alle sue spalle al ragazzo sulla sedia a rotelle.

Seiya era immobile, occhi vitrei, spenti totalmente privati della forza ed energia che lo avevano sempre caratterizzato, tutto questo a causa della spada di Hades che lo colpì quando il giovane le fece da scudo incurante, seppur consapevole del prezzo da pagare con quel suo gesto.

 

-Oh Seiya…se tu non mi avessi protetta facendo sfregio del tuo corpo, non saresti in queste condizioni-

sussurrò appena la ragazza dai lunghi capelli viola. Il peso del dolore che provava e della colpa della quale sentiva suo malgrado di essere unica responsabile, la fece crollare e scivolare in ginocchio accanto a Seiya.

Dagli occhi dolci di lady Saori scesero lacrime amare mentre guardava il volto inespressivo del giovane cavaliere di Pegasus. Pregando gli dei di riportarlo indietro dal oscurità nella quale egli era stato immerso. la donna ripensò improvvisamente, alla luce delle stelle che avevano colpito il giardino.

 

Trovando la forza riuscì ad alzarsi e dopo aver guardato il cavaliere di Pegasus un ultima volta, spinse la carrozzina di quest’ultimo uscendo nel giardino.

Il vento della sera la fece stringere appena nelle esili spalle che già molte volte avevano avuto il compito di sostenere il peso del mondo un peso davvero gravoso per una fanciulla.

Saori si fece forza e coraggio e iniziò ad avvicinarsi al origine della luce. Restò immediatamente stupefatta e portó una mano a coprire la bocca, quando si rese conto che ciò che circondava la luce era qualcosa di avvolto in una coperta dorata.

Il pianto improvviso di un neonato la fece avvicinare e chinandosi la fanciulla raccolse l’involto dalla quale spuntava una testolina di radi capelli color castano-arancio che la osservava con grandi e dolci occhi azzurro-verdi.

La donna sorridendo dolcemente, cullò la creatura ma ben presto restò stupita quando dal corpicino della neonata venne espanso un Cosmo incredibilmente potente e luminoso.

 

-Com’è possibile questo cosmo…-

 

Saori osservò la creaturina che emetteva piccoli vagiti. Era incredula quando realizzò la natura di quel cosmo. Era proprio quello che pensava: quella neonata aveva in sé il suo stesso cosmo sacro.

Il vento si fece più forte e un tuono in lontananza squarciò una nuvola scura e densa di pioggia. La neonata scoppiò in un pianto interrotto solo grazie a Saori che la cullò dolcemente per calmarla. La donna osservò il cielo mentre una strana inquietudine, presagio di pericolo imminente si impadronì di lei. Saori era troppo distratta per vedere la mano di Seiya muoversi leggermente e il giovane alle sue spalle, alzare piano la testa.

 

 

Nel corso dei giorni e mesi seguenti, Saori realizzò quanto fare da mamma alla piccola da lei chiamata Hoshi, fosse in realtà il più arduo dei compiti. La donna non aveva mai avuto a che fare con una bambina ma faceva sempre del suo meglio.

Sfamava la piccola con latte in polvere e pappette che imparava a preparare leggendo diversi libri di cucina. Inizialmente la bimba era tutto tranne che accondiscendente a mangiare quello che Athena le cucinava e non mancava di far sentire la propria voce facendo diversi capricci. Ma con il passare del tempo si abituò e iniziò a mangiare quello che Saori le cucinava.

Questo rese la neo-mamma tanto felice e motivata da spingerla a imparare a cucinare piatti più complessi. Nel cuore la sua speranza era che un giorno anche Seiya potesse mangiare quello che lei cucinava.

 

Più la bimba cresceva sotto la sua ala protettiva e amorevole, più la donna notava diverse stranezze in lei. La prima era una sorta di capacità curativa derivata probabilmente dal suo cosmo. La prima volta che la vide in azione, fu quando sentendola piangere, probabilmente perché caduta dalla altalena posta nel giardino della baita. La donna si precipitò immediatamente a soccorrerla e con un fazzoletto cercò di pulire il sangue che scivolava dalla piccola ferita al ginocchio. Quando improvvisamente, il corpo della piccola emanò il cosmo sacro e la ferita scomparve.

Hoshi continuò a piangere così Saori la presee tra le braccia, sapeva che quel contatto e il calore del suo corpo, avevano un effetto calmante sulla bambina che in pochi secondi si abbandonò a un sonno dolce e privo di dolore e tristezza.

 

La seconda vicenda invece ebbe ancora di più del incredibile.

Una serata d’inverno, la donna tornata in casa dopo aver coperto il piccolo orto che sta coltivando con grande impegno e fatica, si voltò verso Seiya e proprio in quel momento, nota Hoshi gattonare verso il giovane e poggiare la sua piccola manina sulla gamba del Saint di Pegasus.

Inizialmente i suoi occhi si velarono della solita triste malinconia ma, d'improvviso, anche se sembrava impercettibile si rese conto che Seiya aveva alzato la testa.

Subito si precipitò con il cuore in gola dal giovane e prese in braccio la piccola Hoshi che agitandosi, cercò di allungare le mani verso Seiya e proprio in quel momento successe un miracolo.

Il Saint di Pegasus sollevò il capo, i suoi occhi erano ancora spenti eppure sulle sue labbra si accennò un sorriso lieve che fece riempire gli occhi di Saori di lacrime, mentre faticava a trattenere la gioia e lo stupore, vide Hoshi osservarla poggiando le mani sulle sue guance arrossate dal emozione e rigate dalle lacrime.

 

-M…mamma?- Sussurrò appena l’esserino tra le sue braccia.

 

Saori sgranò gli occhi e strinse la bimba contro il suo petto. Fu in quel momento che Athena, si lasciò andare completamente e iniziò a singhiozzare per poi scoppiare a piangere come fosse lei una creatura debole e tremante, sconfitta per troppo tempo dal destino che portava sulle spalle.

Le parole del nonno della donna sembrarono risuonare nel suo cuore esausto, da tanto dolore e sofferenza e che per la prima volta dopo mesi sembrava ritrovare un po’ di speranza.

 

"Saori non avere paura di mostrare la tua gentilezza. Guida i tuoi Saint con dolcezza."

 

Solo quando sentì la bimba lamentarsi e agitarsi si rese conto di starla stringendo troppo. Allentò la presa e tenendo la piccola al petto si asciugò gli occhi forzandosi di riprendere il controllo di se.

-Scusami. Non volevo stringerti così forte. Ti ho fatto male?- Domandò con la voce ancora un po’ rotta

Hoshi scosse la testa e le fece un sorriso che ricordava molto il sole caldo e la luce, delle stelle nel cielo di notte dal quale la bambina aveva preso il nome.

Saori sorrise e si chinò poggiando la bimba sulla gamba di Seiya. La piccola osservava il Saint con una certa curiosità. Per un attimo si sbilanciò ma Saori le impedì di cadere.

-Lui è Seiya. Vedi Hoshi…Seiya è un grande eroe. Lui e gli altri Saint hanno protetto questo mondo e anche te- cercò di spiegarle la donna osservando poi il Saint

Hoshi la guardò ma la sua espressione smarrita sembrava testimoniare il suo non capire le parole della donna che con un sorriso dolce le carezzò i capelli delicatamente.

-Perché…dorme?- Domandò la piccola

Saori sorpresa da quella domanda, non sapeva come poterle rispondere. Osservò Seiya poi passò nuovamente la mano tra i capelli della bambina che si appoggiò con la schiena contro il petto del Saint

-Seiya ha perso qualcosa d'importante. Ma presto sono sicura che starà meglio…ha bisogno di qualcuno che gli voglia bene- cercò di spiegare Athena.

Hoshi annuì e poggiò la testa contro la spalla del giovane girandosi su un lato e osservando il suo volto in silenzio, si lasciò cullare dal lento battito del suo cuore.

Saori restò accanto a entrambi vegliando sui loro sogni. Dentro di lei sperava che Seiya si risvegliasse presto dalle tenebre nelle quali era caduto.

 

 

ANGOLO DEL SANTUARIO

 

Ecco che ho finito il primo capitolo. Non me lo sarei mai immaginato. Ma andiamo con calma perché devo fare alcune precisazioni e ringraziare un paio di persone

Questa storia prende il via come un ipotetico nuovo inizio dopo il capitolo della battaglia contro Hades. Per prima cosa specifico che i pg Canon non mi appartengono e Saint Seiya e personaggi del anime sono del loro autore.

Ho deciso di mantenere i nomi originali sebbene potrebbe capitare che alcuni pg chiamino i protagonisti con i nomi delle cloth.

Hoshi come altri OC appartengono a me. Ora parliamo un po’ della protagonista

Hoshi. Il suo nome significa stella in Giapponese. Ovviamente questo nome ha un significato preciso che verrà detto in futuro. Dico subito che i primi capitoli saranno per presentare gli oc ed eventuali situazioni. In comunque vi invito a leggere e recensire se volete.

Per il resto ogni pg avrà un suo PV specifico creato con la IA (nonostante questo si invita ogni disegnatore in ascolto se vuole a disegnare i vari oc a mano a me farebbe solo piacere)

Se ci sono domande sarò lieta di rispondere in privato e spero di non essere andata troppo OOC.

Detto questo vi ringrazio e aspetto al prossimo capitolo.

Prossimo capitolo – Requiem di sangue

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Capitolo 2
*** Requiem di Sangue ***


Capitolo uno: Requiem di sangue

Ignara del suo destino e di quello che il fato le avrebbe presto riservato, ogni giorno Hoshi camminava nel giardino, osservava il cielo blu e giocava con gli animali che abitavano i dintorni. Ormai aveva cinque anni, si era fatta grande e Seiya che la guardava dalla finestra, pensava a quanto seppure con qualche differenza la bambina fosse simile fisicamente alla donna che amava. Saori si avvicinò e poggiata la mano delicata al braccio del suo fedele cavaliere solleticandola con le sue dita leggiadre e sottili che ormai toccavano il corpo del suo cavaliere con la naturalezza che poteva esserci, soltanto tra due amanti destinati l'uno al altro, si concesse un lieve sorriso dolce.

-Sei sicuro che non dovremmo farla rientrare?- Domandò la donna
-nah...guardala si sta divertendo un sacco. E poi ha promesso che non si sarebbe allontanata. Non può certo restare dentro casa tutta la vita, Saori!-

Si era del tutto abituata a quella famigliarità con la quale Seiya aveva preso a chiamarla. Oramai da quando si era miracolosamente ripreso dallo stato di apparente coma causatogli dalla spada di Hades, erano passati alcuni mesi. I due o meglio tre avevano cominciato a vivere come una semplice famiglia felice, lontano dalle difficoltà che il ruolo di Saori le aveva sempre messo addosso pesi insormontabili che senza il cavaliere l'avrebbero fatta sicuramente crollare anni fa. Erano lontani dal dolore, dalla sofferenza e dai doveri, sia quelli di Saori che quelli di Seiya come Saint al suo servizio. In quel luogo meraviglioso e immacolato, lontani dalle battaglie erano soltanto Seiya e Saori il padre e la madre di Hoshi.

Proprio la bimba però, affamata di novità, stanca di vivere in quella baita come un uccellino in una gabbia dorata tanto splendente, irreale e soffocante e curiosa del mondo al esterno, si era avventurata fino al limitare del giardino.
Dal animo ribelle la bambina aveva raggiunto i pressi di un antico tempio ove la reincarnazione di Athena custodiva in gran segreto da tutti, Grande Tempio compreso, l'armatura di Saggiter.

In tempi di pace non servivano armi, questa era la scusa che aveva dato al uomo che amava per dissuaderlo all'idea di tornare al tempio. Quando ripresosi si era domandato dove fossero finite le loro Cloth lei gli aveva detto di averle spedite con i suoi poteri al Grande Tempio così che altri, in caso di bisogno, avrebbero potuto prendere il loro posto.
Da quel giorno a custodire l'armatura di Sagitter, erano stati loro in quel tempio improvvisato un tempo dedicato a una dea che ora, viveva come semplice umana terrorizzata all'idea di perdere l suo posto accanto all'uomo e alla bambina che amava. E complicare tutto, erano stati i sogni dove vedeva abbattersi sul suo piccolo angolo di paradiso la sciagura. Ombre oscure che uccidevano Seiya e imprigionavano Hoshi, la sua piccola figliola da qualche parte, nelle tenebre. Forse per questo l'angoscia della donna era salita ai limiti storici.

Hoshi però era assolutamente ignara di ciò che stava succedendo, si limitava a vivere come una bimba qualsiasi che in quel momento, aveva gli occhi spalancati, sgranati nello stupore e meraviglia alla vista della Cloth.

Attirata da essa come una falena dalla luce di una lanterna, la piccola poggiò la sua mano sulla cloth del Sagittario, come se farlo le desse un senso di protezione e famigliarità. Improvvisamente, una luce scaturì dalla sacra armatura di Sagitter che come una fiaccola dorata, brillò del suo sacro cosmo sparando un raggio dorato verso il cielo.

Allo stesso modo anche in altri undici angoli della Terra, raggi di luce dorata si levarono dalle perdute armature dei Gold Saint.

Tra le fronde degli intricati rami di una foresta oscura, in una grotta nascosta scavata nei meandri di un impervia montagna, in un deserto spazzato da violente correnti di sabbia e vento, nel fondo del Mar Glaciale Artico, in una serie di Rovine nella foresta Pluviale, nel vicolo di una malfamata città, in riva al oceano, in uno splendido giardino sulla cima di un vulcano in eruzione, dentro l'occhio di un ciclone e infine in un vecchio tempio in rovina nel fondo di un crepaccio. Dodici raggi luminosi per dodici Gold Cloth si stagliavano nel cielo azzurro.

Attirati e allarmati subito Seiya e Saori, correndo raggiunsero il tempio. La donna prese in braccio la piccola Hoshi allontanandola con suo grande disappunto dalla Cloth dorata. La donna tentò invano di calmare la bambina che voleva a tutti i costi sfiorare di nuovo quel piacevole tepore che emanava quel bizzarro oggetto luccicante che hai sui occhi di bambina altro non sembrava che l'ennesimo giocattolo. Raggiunta dal ex Saint di Pegasus, la ex reincarnazione di Athena fu spettatrice di uno spettacolo straordinario, l'avverarsi di un miracolo, la luce avvolse l'armatura e quando essa si diradò, una figura si fece largo.

Inginocchiato davanti a loro stava un uomo che i due conoscevano fin troppo bene. I capelli erano neri come piume di un corvo, teneva lo sguardo basso ma l'armatura riluceva sul suo corpo con le ali metalliche e scintillanti spalancate. L'uomo alzò il volto guardando i due con la tenerezza di un fratello maggiore, sebbene un velo di confusione e smarrimento passò nel suo sguardo quando esso si posò sul volto della bimba che correndo verso di lui ormai libera dalla presa di Saori, ora gli stava stringendo il mantello.

Aiolos si inginocchiò al suo cospetto e carezzandole i capelli ne percepì chiaramente il cosmo prima di rivolgersi a Seiya stupefatto e a Saori che quasi commossa aveva spalancato gli occhi per lo stupore davanti a quel miracolo.

Il Gold Saint di Saggiter, Aiolos era di nuovo tra di loro.

Il suo cuore batteva come aveva costato lo stesso uomo poggiandovi la mano per sentirne i battiti leggermente accelerati ma costanti. Il calore della vita impregnava il suo corpo che un tempo si era disintegrato prima nella battaglia al Muro del Lamento e successivamente ad Asgard.

E ora era lì era vivo al cospetto di amici cari e di quella piccola fanciulla che con occhi ingenui e cristallini lo osservava, con curiosità, la stessa che aveva Aiolia da piccolo vedendolo allenarsi e utilizzare il proprio cosmo per compiere prodezze destinate solo a un Gold Saint.

-Aiolia...mio fratello, si trova qui anche lui Divina Athena?- chiese l'uomo con un moto di preoccupazione nella voce solitamente calma e ora, insolitamente tesa come una corda di violino.

-il cavaliere di Leo non è qui. Mi dispiace molto, Aiolos voi eravate morto. Ciò può essere solo un miracolo- disse la reincarnazione della dea.
-oppure una maledizione. Ho una brutta sensazione al riguardo, non dico che non mi faccia piacere rivederti! Però Aiolos...-

Seiya che era intervenuto in quel momento nel discorso dei due, si bloccò di colpo. Nonostante non indossasse la sua Cloth, l'uomo restava un Saint. Aveva percepito tre cosmi di natura maligna e oscura avvicinarsi a grande velocità verso di loro, fu quasi un instante, un colpo devastante che stava per abbattersi contro Athena che teneva Hoshi tra le braccia, venne deviato dal ex Saint di Pegasus che lanciandosi contro la donna la gettò a terra assieme alla bambina che rotolò via dalle braccia di Athena ferendosi e cominciando a piangere disperata.

Quando al seguito del essere stata sbalzata da quel improvviso e violento attacco, la donna si riprese, sentì qualcosa colarle sul volto candido e delicato, un liquido rosso e dal forte odore ferroso.

Sentiva indistintamente i suoni come ovattati e il fiato caldo di Seiya sfiorarle le labbra e il viso. Aprì debolmente gli occhi e dovette raccogliere in lei tutta la forza rimastele quando si rese conto del gigantesco foro al centro del petto di Pegasus, l'uomo, nemmeno riusciva ad articolare parole, tossì sangue che schizzo su l'abito bianco della donna prima di crollare sopra di lei.

Proprio in quel momento al seguito del urlo di Athena che stringeva il suo compagno tra le braccia, mentre fredde e inesorabili le lacrime le rigavano le guance candide, tre figure emersero portatrici di oscurità e di sciagura, ciò che più temeva la donna si era avverato.

Si stagliavano minacciose e con ghigni poco rassicuranti, derisori e divertiti alla vista dei nemici inermi, del povero Seiya e di Saori che lo stringeva cercando inutilmente di proteggerlo.

Aiolos era corso a proteggere Hoshi, l'aveva presa tra le braccia e cercava cullandola, di farla smettere di piangere sussurrandole con la voce più dolce e calda che poteva tirare fuori nonostante la situazione che tutto sarebbe andato per il meglio.

-smettila di strillare! Che fastidio! Forse dovrei staccarti la testa, così la smetteresti- disse in tono sadico il primo dei tre uomini in armatura viola e nera. La sua era decisamente assurda, benché avesse uno stile elegante e molto ben strutturato a coprire completamente il corpo dello Specter dalla folta chioma di capelli d'argento, essa presentava delle ali gigantesche e ingombranti che pur tuttavia, sembravano non pesare sulla schiena del diretto interessato che aveva cominciato a muovere le dita scattanti generando dei sottilissimi fili di cosmo.

Saori rabbrividì e osservò il corpo di Seiya, la vita lo stava lentamente abbandonando e lei, non era più in grado di scatenare il suo cosmo o vestire le vestigia di Athena, aveva perso quella capacità in modo misterioso dopo la fine della guerra contro Hades. La divina fanciulla carezzò delicatamente i capelli del suo cavaliere che per tanti anni l'aveva servita con lealtà e coraggio e che vedendola solo come una donna, le aveva infine donato il suo cuore.

-Aiolos...te ne prego- sussurrò Saori con la voce rotta dal pianto.

Il Gold Saint di Sagitter rimase senza parole, vide il sangue allargarsi sotto il corpo del prode Seiya e solo allora, guardando negli occhi della sua dea, sembrò leggere chiaramente le sue intenzioni. Serrò la mascella e strinse la piccola che tra le sue braccia continuava a piangere irritando anche le altre due figure.

-consegnaci la marmocchia, anche se sei un Gold Saint, noi siamo i tre Giudici. Pensi di poterla scampare?-

A parlare era stato l'individuo con i capelli scuri e il ghigno sfrontato, Aiacos di Garuda era conosciuto per la sua tremenda crudeltà oltre che per la sua assoluta e incommensurabile potenza, lo Specter fece un passo avanti generando delle fiamme nere che avvolgendolo, cominciarono a vorticare furiose, ma quando Aiolos tentò di raggiungere la sua dea per proteggerla, ella lo guardò intimandolo con voce ferma.

-state indietro. Voi dovete andare Aiolos, se vogliamo avere una speranza, dovete sopravvivere. Sopravvivete e prendetevi cura di lei- disse Saori prima di cominciare a espandere il suo cosmo contrastando così sia gli attacchi di fiamme nere di Garuda sia i fili di Griffon.

La barriera respinse gli attacchi ma diverse crepe avevamo cominciato a formasi su di essa. Aiolos che in quel momento, aveva il cuore lacerato in due, vide chiaramente il corpo della sua dea ferirsi con il sangue che come petali di rose, schizzava ovunque. La forza dei nemici era tale che la barriera sarebbe durata ancora poco. Doveva pensare rapidamente, una parte di lui avrebbe voluto proteggere la sua dea ma quella parte più razionale aveva compreso che così facendo, nessuno si sarebbe salvato. Per un instante solo pensò al sacrificio, essere lui il martire e permettere ad Athena di fuggire e di mettersi in salvo con quella bimba che tra le sue braccia, piangeva e tremava. Ma poi osservò quella donna, Saori ricoperta di sangue e ferite stava sostenendo il peso della barriera di cosmo, se anche lui si fosse sacrificato il suo cosmo non sarebbe bastato per sconfiggere tutti e tre i Giudici e così malridotta la dea non sarebbe riuscita a sfuggire alle grinfie dei due rimasti perendo e lasciando la piccola Hoshi in balia di quei mostri con chissà che deprecabili interessi e obbiettivi.

A malincuore l'uomo si voltò dandole le spalle mentre Saori sorridendo sussurrò le sue ultime parole

“Sono stata felice, ho amato e ho vissuto come una donna, una dea e una madre. Non potrei desiderare nient'altro di più”

Con queste parole che risuonarono nel suo cuore quanto nella sua mente e la consapevolezza di stare abbandonando la dea per la quale aveva sempre combattuto e si era sacrificato nella sua prima vita, Aiolos spiccò il volo, la velocità con la quale un Gold Saint si muoveva era superiore a quella della luce ma il combattimento di poco prima lo aveva fiaccato e qualcosa rendeva il suo cosmo instabile. Si voltò e vide con i suoi occhi pieni di lacrime gli ultimi momenti di Saori. Il terzo dei Giudici, un uomo dai biondi capelli mossi si scagliò con un colpo devastante contro la dea infrangendo la barriera e trapassandola con un pugno. Il sangue della dea come petali di rosa schizzò nuovamente mentre ella, lasciava ricadere indietro il capo e con gli occhi pieni di dispiacere e profonda speranza, guardò il suo Gold Saint e la bambina tra le sue braccia.

Aiolos gridò, gridò con quanto fiato aveva in corpo, mentre stringendosi al petto Hoshi tentava di farle da filtro, da protezione e scudo alla vista dei corpi di Seiya e Saori che perdendo la sua vita era scivolata sopra al ex Saint di Pegasus. Due anime unite nella vita ora erano unite anche nella morte.

Ma Aiolos non poteva perdere tempo, era inseguito dai due Specter alati e schivare le fiamme e i fili di Aiacos e Minos non era così facile. Virò velocemente e andò a incastrarsi dentro un tunnel per poi uscirne e schivare alcune fiamme con una virata laterale, mentre sorvolava il mare. Uno e più figli colpirono il suo volto ma il cavaliere riuscì a evitarne la maggior parte e con un abile mossa si lanciò verso una serie di rocce che creavano un fitto sottopassaggio di pietre irregolari. La sua armatura era leggera e le ali si potevano muovere abbastanza agilmente, al contrario quelle di Minos e di Aiacos erano grandi, compatte e scomode bloccandoli e costringendoli a stare indietro, impedendo loro di seguire Aiolos che con una stanchezza crescente e la debolezza delle ferite con il cuore gonfio di dolore e disperazione, pur a tentoni riuscì ad allontanarsi dalle montagne dalla baita e dalla dea e il caro amico.

La dea Athena protettrice della pace della giustizia e della speranza e il Saint di Pegasus coraggioso, temerario e leggendario eroe...erano morti.

***

Myra si passò la mano tra i capelli, la temperatura si era alzata di poco ma faceva ugualmente ancora freddo. Il Grande Tempio era come sempre un luogo di pace e tranquillità. Anni erano passati dalla battaglia contro Hades sconfitto dagli eroici Saint e dalla Divina Athena, la stessa che ora era introvabile. Sospirò e si scaldò le mani con il fiato quando improvvisamente, vide qualcosa di indistinto nel cielo invernale. Sembrava una freccia di luce ma quando si rese conto di che cosa fosse realmente, sgranò gli occhi e tentò di allontanarsi mentre il cavaliere dorato precipitava al suolo creando un piccolo cratere di fronte alla ragazza sorpresa. Myra corse immediatamente dal uomo, si inginocchiò e lentamente sollevò il suo capo notando solo in quel momento che Aiolos stava stringendo una bambina. Ma non se ne preoccupò subito, era stupefatta di vedere quell'uomo ancora vivo, un miracolo? Avrebbe sperato dal profondo del suo cuore che lo fosse, se solo le sue terribili ferite non l'avessero allarmata.

La donna accarezzò il volto del cavaliere quasi esitando come se quel corpo scolpito da mille battaglie e spirito di sacrificio si potesse sgretolare da un momento al altro. Infine chiamò alcuni Saint per farsi aiutare a trasportare l'uomo e la bambina alla casa di quest'ultimo. Avrebbe lasciato che riposasse e al suo risveglio avrebbe chiesto la verità, dopo essere scomparso per anni il Gold Saint di Saggitter almeno questo glielo doveva.


ANGOLO DEL SANTUARIO

Il capitolo stavolta comincia con la piccola Hoshi che zompetta per il giardino. Abbiamo visto come Seiya si sia ripreso solo per schiattare subito dopo. Per lo meno sarà in bellissima compagnia c'è anche Saori. Aiolos è riuscito a scamparla appena anche se ha riportato notevoli ferite. Chissà chi sarà questa Myra e quale sarà realmente il suo rapporto con il bel cavaliere?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo che sto già scrivendo.
Per il momento vi saluto

Prossimo capitolo – il dovere di Athena e il destino di Hoshi

di seguito abbiamo le pic di Hoshi e Myra fatte con la IA da me spero vi piacciano


 
Hoshi Kido
 

 
Myra Galanis
 

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Capitolo 3
*** il dovere di Athena e il destino di Hoshi ***


Capitolo due: il dovere di Athena e il destino di Hoshi
 

Sentiva fresco, era una sensazione molto più piacevole di quello che avrebbe mai immaginato soprattutto dopo quel terribile combattimento e tutto quello stress e dolore accumulati. Alle sue narici, arrivava un profumo dolce e nostalgico. Il dolore delle ferite che gli attanagliava il corpo si stava via via attenuando. Aprì gli occhi ritrovandosi a guardare il soffitto famigliare della sua casa.

Aiolos poteva riconoscere ogni cosa di quel luogo come se non l'avesse mai lasciato. Le case dei Dodici Gold Saint erano molto particolari erano gli stessi cavalieri a dare loro la forma interna che più li aggravava. Ognuno le aveva “decorate” come voleva e lui non faceva eccezione sebbene la sua, fosse una casa quanto più simile a un tempio greco dalle colonne possenti, mobili eleganti ma più semplici e meno lussuosi di quelli che si potevano trovare per esempio nella stanza del Grande Sacerdote o il Santuario di Athena. Era un luogo tranquillo e accogliente nel quale si respirava aria di casa. L'uomo si mise seduto e dalla sua fronte cadde una pezza bagnata, la prese tra le mani chiedendosi chi si fosse preso cura di lui, proprio in quel momento dalla porta entrarono due figure al giovane uomo famigliari anche se egli, fu alquanto sorpreso dalla seconda più che dalla prima.

-vi siete svegliato mio signore, non fate sforzi le vostre ferite sono gravi-

A parlare era stata una giovane donna, non aveva troppi più anni di lui, lunghi e mossi capelli castani le ricadevano sulle spalle in una gonfia e fluente coda mentre i suoi occhi rossi come perle di sangue incontravano quelli del cavaliere di Sagitter. La donna indossava una veste bianca impreziosita da dettagli dorati e tra le mani aveva degli abiti.

-voi siete la piccola Myra, non è così?- domandò l'uomo

La giovane donna che a quelle parole finì per avvampare finendo per fare un colpo di tosse cercando di mantenere come poteva il suo solito contegno. Cosa complessa quando veniva chiamata con un tono tanto famigliare dal uomo che le era scivolato via dalle mani andando a combattere e morendo prima come un martire sia nel caso della salvezza di Athena sia al Muro del Lamento e successivamente ad Asgard lontano da lei.

-mio signore...vi chiedo perdono ma preferisco che vi rivolgiate a me chiamandomi Myra Galanis. Vi prego di non dimenticare le nostre differenze di rango. Voi...siete il Gold Saint di Sagitter mentre io...-

Myra avrebbe tanto voluto lasciar cadere l'argomento. Tra loro le cose non potevano certo tornare come un tempo, quando la giovane donna aveva provato un sentimento bruciante per il cavaliere, sentimento che si era impegnata con tutta se stessa a spegnere. Sentimento che era culminato poco prima della Notte degli Inganni quando il suo mondo era crollato. Ogni certezza che aveva su Aiolos era scomparsa quando il Grande Sacerdote all'epoca Gemini sotto mentite spoglie, le aveva fatto comunicare da Milo di Scorpion che Aiolos non solo era l'esecutore materiale del rapimento della neonata Saori reincarnazione passata di Athena ma che egli era anche stato eliminato da Shura di Capricorn. Era stato un dolore troppo grande da affrontare per lei e così per un lungo periodo, la donna in lutto non aveva nemmeno osato avvicinarsi alla casa di Sagitter dove lavorava come ancella del suddetto cavaliere. Successivamente dopo la battaglia contro Hades, il nome di Aiolos era stato ripulito dall'onta dell'infamia e da allora anche il suo cuore aveva cominciato a riprendersi. Ma ora lui era lì, era tornato portando con se quella bambina.

Proprio Hoshi aveva raggiunto il letto e osservava il corvino con aria preoccupata. Ma quando l'uomo le poggiò la mano sul capo scompigliandole i capelli color lavanda delicato che le incorniciavano il volto in un gesto affettuoso come quelli che era solito riservare al proprio fratellino Aiolia da piccolo, la bambina sembrò ritrovare un piccolo sorriso.

-Myra ti...vi ringrazio.- si corresse l'uomo per poi sorriderle più calmo e rilassato -Conosco bene questo tipo di bendaggi, siete stata voi a medicarmi, non è così?- chiese con la sua solita gentilezza indicandosi il petto fasciato da bende pulite.

La donna annuì e posò sul letto dei vestiti puliti ritirando quelli ormai insanguinati e strappati del uomo. Nonostante tutto la sua armatura non l'aveva protetto? Aiolos si toccò il petto sentendo un forte dolore che lo fece piegare in avanti, gli mancava quasi il fiato e sebbene quella, fosse la prova che era vivo per davvero, una parte di lui detestava quella debolezza perché sarebbe stata ragione di preoccupazione non solo per Myra che ora, lo guardava con uno sguardo esitante come se volesse assisterlo, ma anche per Hoshi, la quale poggiando una mano sulla sua non la smetteva di guardarlo con sguardo preoccupato quanto interrogativo.

“Non leggermi dentro. Le risposte che devo darti non ti piaceranno. Ancora una volta ho fallito, dovresti odiarmi” pensò l'uomo

-n...non è stata colpa tua, signor cavaliere- sussurrò in quel momento Hoshi.

Era davvero come se gli avesse letto il cuore. Aiolos non poteva sapere se quella bambina che emanava il sacro cosmo di Athena, sebbene ancora debole, possedesse la reale capacità di vedere il suo cuore o se quelle parole, fossero un impacciato e ingenuo modo della bambina per farlo stare meglio.

Qualsiasi cosa fosse, sembrò sbloccare qualcosa nel cavaliere. Aiolos poggiò la mano a nascondere gli occhi e sostenuto da Myra che gli aveva poggiato timidamente una mano sulla spalla e da Hoshi che gli teneva la mano nella sua stringendola debolmente, il cavaliere di Saggitter poté finalmente lasciarsi andare a un pianto liberatorio.

Aveva fallito, Athena era morta e Seiya se ne era andato con lei per proteggerla. Ora Hoshi era orfana, braccata da Hades e forse da chissà che nemico... e lui?
Era come vetro, si stava spezzando lentamente perdendo la volontà di lottare? Oppure lo era da quando aveva accettato di morire durante la Notte degli Inganni per proteggere Saori? E ancora al Muro del lamento e Asgard. Forse per questo la sua Cloth che ora troneggiava nella sua forma di totem in un angolo della stanza, era ben lontana da una Gold Cloth presentando numerose crepe.

Era come lui, come il cavaliere il cui cuore era dilaniato dal rimorso, anche la Gold Cloth di Sagitter, era a pezzi.

-non possiamo cambiare ciò che è stato. Ma possiamo lottare con le unghie e con i denti...per proteggere ciò che è e sarà-

Le parole di Myra colpirono Aiolos come fossero una freccia direttamente scoccata verso il suo cuore spezzato e logorato. L'uomo alzò lentamente il capo, una nuova consapevolezza animava il suo sguardo. Doveva rialzarsi, lo doveva a Seiya che si era fatto scudo per Athena e a Saori che aveva affidato al Gold Saint un ultimo frammento del proprio cosmo del quale Hoshi era la sicura personificazione, lo doveva a Myra, chissà cosa stava realmente provando la giovane donna? Lo sosteneva gli era accanto come aveva sempre fatto, non gli dava la colpa della morte di Saori, nessuna delle due gliela dava e con il senno di poi, lui lo voleva. Voleva sentirsi dare la colpa voleva essere il capro espiatorio di tutta quella faccenda, essere odiato essere incolpato come unico responsabile era meno soffocante e difficile di sentirsi perdonare di una colpa che non meritava alcun perdono.

Eppure, ora Hoshi era lì. Lei una semplice bambina che avrebbe avuto un ruolo, un compito in una prossima guerra. Aveva solo cinque anni eppure lui lo sapeva, sarebbe dovuta crescere tra atroci sofferenze e doveri che l'avrebbero privata di ogni cosa trasformandola da semplice bambina a un simbolo.

-Hoshi ve la sentite di fare una passeggiata?- chiese con un sorriso

La bimba annuì sorridendo a sua volta, mentre Myra staccandosi quasi come colpita da una scossa elettrica, osservò negli occhi di Aiolos quella piccola e flebile speranza, la speranza di fare un altra volta la differenza.
-tornate per cena mi raccomando. Sto preparando uno stufato di carne delizioso, farà bene a corpo e spirito- disse la castana increspando in un sorriso dolce le labbra.

Aiolos fece qualche sforzo ad alzarsi, forse perché era rimasto sdraiato per ore. Indossava solo la parte inferiore dei suoi abiti abituali, aveva il petto fasciato fino al collo e anche le braccia e la testa erano fasciate. Portò una mano tra i capelli e si levò la fasciatura che svolazzò leggermente presa al volo da Myra.

-vi rinnovo di fare attenzione, le ferite non sono ancora pienamente guarite Nobile Aiolos!- lo ammonì la donna sospirando
-prometto che farò attenzione. Myra vi ringrazio infinitamente, il vostro aiuto è stato provvidenziale, vi devo la vita- le disse sincero sorridendole

Myra si sentì andare a fuoco solo a quel sorriso e quella sincerità disarmante che la lasciava sempre senza difese. Poteva illudersi, poteva negarlo con tutta se stessa, ma i sentimenti che credeva sopiti erano lì lo erano sempre stati e ignorarli, faceva male, era quasi come rifiutarsi di respirare di vivere. La donna si stuzzicò nervosamente una ciocca di capelli e se ne andò lasciando Aiolos con un palmo di naso.

-secondo voi ho detto qualcosa di sbagliato?- domandò l'uomo alla bimba

Hoshi lo osservò lungamente e piegando di lato la testa la scosse leggermente. Alla fine lei e Aiolos si avviarono fuori dalla Nona casa. Il vento fresco accarezzava i capelli del cavaliere mentre egli, prendeva boccate d'aria, quasi in tutto quel tempo da morto, avesse dimenticato la sensazione, rise. Gli venne involontario, come se quella risata per quanto amara al pensiero delle comunicazioni che stava per dare a tutti quanti, fosse liberatoria. Piangere, ridere, sentire il caldo del camino e il freddo pungente della notte...era vivo. Era vero e stavolta non era un sogno, lui era tornato a vivere.

-bene. Credo che sia il caso di parlare un po. Hoshi voi siete una persona molto importante. Per secoli sulla Terra, la Divina dea Athena ha continuato a reincarnarsi- iniziò a dire l'uomo

Si erano seduti sui gradini del tempio appena fuori dalla Casa del Sagittario. Hoshi accanto ad Aiolos ascoltava quelle parole che l'uomo stava in tutti i modi tentando di rendere comprensibili a una bambina di cinque anni.

-Athena è la dea della saggezza, della guerra ma anche della speranza. Tutte le volte che l'umanità è in pericolo, nasce una sua reincarnazione. L'Athena precedente era Saori Kido, vostra...madre-

Un ombra sfiorò lo sguardo solitamente dolce e profondo del cavaliere. La morte di Saori la morte di Athena non era mai stata definitiva come in quel momento. L'aveva capito quando la donna l'aveva implorato di fuggire con Hoshi, ormai la precedente Athena aveva perso la capacità di indossare la propria armatura e questo insieme al progressivo diminuire del suo cosmo divino, poteva voler dire solo una cosa: Athena era diventata un essere mortale.

-quindi...io sono una...dea?-

La domanda di Hoshi lo fece distogliere lo sguardo da quegli eventi tristi e malinconici. L'uomo sorrise teneramente e portò la mano sul capo della bambina accarezzandola affettuosamente.

-si. Dentro di voi vive il cosmo di Athena, siete nata come mortale ma possedete il potere di una dea. Voi piccola Hoshi, voi siete la Stella della Speranza per noi tutti. Il vostro nome, Hoshi significa proprio questo. Nella lingua Giapponese significa “stella”- le spiegò Aiolos

-e che cosa deve fare Athena? Come faccio a essere come la mamma?-

Quando il cavaliere lesse negli occhi della bambina, paura e sconforto, non pote che avvicinarla a se lentamente portandole la mano tra i capelli che cominciò ad accarezzare dolcemente.

-non siete sola Hoshi. Athena fin dall'alba del mito ha sempre al suo fianco gli ottantotto guerrieri delle costellazioni. E i primi e più fedeli sono i Gold Saints, dei quali faccio parte anche io.- le spiegò gentilmente e in modo paziente.

Hoshi sgranò gli occhi stupefatta, non avrebbe mai immaginato se non fosse stato per le parole di Aiolos che vi fossero, tante persone a proteggerla. La bimba aveva le guance pallide ora più rosee e sul suo volto delicato si dipinse un piccolo sorriso. Sorriso che fece sentire Aiolos molto più tranquillo e che riuscì quasi come fosse una piccola magia o un incantesimo della bambina a rinsaldare la sua speranza e fiducia.

-vedete i Saints sono esseri umani che grazie alla vostra presenza possono combattere. I nostri corpi le nostre anime e i nostri cuori, sono sempre stati votati alla Divina Athena a voi Hoshi. Finché avrò un solo fiato in corpo, vi prometto che lo userò per voi per proteggervi-

La bambina si staccò lentamente sciogliendo quel abbraccio, si grattò leggermente la guancia quasi impacciata e gonfiò le guance indispettite. Gesto che fece sfuggire un sorriso ad Aiolos.

-io queste cose tutte complicate, davvero non le capisco! Non so che cosa significa combattere però...se mi prometti che torni ogni volta qui e non ti fai più male, va bene!- disse ridacchiando

A quel punto, Aiolos le si inginocchiò davanti prendendole con gentilezza le mani nelle sue. Sorrise dolcemente rivolgendo la sua completa e più assoluta attenzione alla bambina.

-io Aiolos protettore della Nona Casa quella di Saggiter, giuro la mia eterna e assoluta devozione e fedeltà a voi Divina Hoshi- le disse solenne

-allora anche io giuro! Giuro che diventerò una brava Athena!-

Rispose a sua volta Hoshi abbracciandolo di colpo, sfregando affettuosamente la guancia a quella del Gold Saint che preso in contropiede, la strinse piano senza farle male.

-vi ringrazio Divina Hoshi. Allora per prima cosa, è il caso di recuperare gli altri Gold Saint. Sono sicuro che molti di loro siano già in viaggio verso il Grande Tempio – disse l'uomo sciogliendo l'abbraccio e rimettendosi in piedi. -oggi riposiamo e rendiamo onore hai defunti. Domani partiremo per il Jamir- aggiunse poi

-cos'è il Jamir? Perchè ci dobbiamo andare?-

Alla domanda della bambina, Aiolos alzò lo sguardo verso il cielo limpido e privo di nuvole. Poi lo rivolse di nuovo verso la bambina curiosa e in attesa della sua risposta.

-in Jamir si trova il Custode della Prima Casa quella di Aries-



ANGOLO DEL SANTUARIO

yeeeh! Eccoci alla fine di un altro capitolo. In questo il nostro Aiolos ha sofferto tanto ma sembra aver trovato un briciolo di speranza, anche grazie alla sua ancella e alla piccola Hoshi. E proprio la bimba è stata informata di chi è veramente e ora il viaggio ha inizio. Prossima destinazione il Jamir alla ricerca del Primo Gold Saint!

Prossimo capitolo – l'insormontabile difesa di Aries: arriva Mur!

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