Converse high vs fake love

di annapuff
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 CAPITOLO LIGHTNING STRIKE ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2: NORMALITY ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: BUSY ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4: COFFEE +THE= CONFUSION ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: JISOO VS BO-RA ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6: TRUE ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7: LEADER ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 BENEFICIENT pt1 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 BENEFICIENT pt2 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10: SHE GO ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 MOONCHILD ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 REFLECTION ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 CLUB ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 BACK HOME ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15 WORRY ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16 BTS CONFIDENCE ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17 IDEA ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18 HAPPY BIRTHDAY ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 19: DISCOVER ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 20 FLOWERS ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 21: APPARTAMENT ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO22: FATHER'S DAUGHTER ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 23: INFORMATION ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 24 TRY TO UNDERSTAND ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 25: MAKNAE LINE ***
Capitolo 26: *** CAPITOLO 26 ISABEL KIM pt1 ***
Capitolo 27: *** CAPITOLO 27 ISABEL KIM PT.2 ***
Capitolo 28: *** >CAPITOLO 28 CALL ***
Capitolo 29: *** CAPITOLO 29 CAR ***



Capitolo 1
*** 1 CAPITOLO LIGHTNING STRIKE ***


1 CAPITOLO LIGHTNING STRIKE
 
10 MARZO 2016
Si trovavano nello studio di produzione Namjoon, Yoongi, Hoseok, hit man, Slow Rabbit, Pdoog a controllare tutti insieme una traccia. 
Yoongi era steso sul divano leggermente addossato a Slow Rabbit che chiacchierava con J-hope. Il producer stava raccontando di come  Supreme boi aveva fatto fare il colloquio a una sua amica con hit man, in quello stesso giorno e che presto questa ragazza si sarebbe unita al team di produzione.
"Quindi avremo una produttrice tra noi?" Chiese Yoongi alzando la testa e mettendosi a sedere guardando con interesse il ragazzo che gli aveva appena comunicato la notizia.
"Min Yoongi non ti avvicinare a quella ragazza" Esclamò pd-nim girato di spalle rimanendo con lo sguardo sul computer, intento ad aggiustare una base musicale, vicino a lui si trovava Pdogg, che trattenne a stento un risolino, mentre dava una leggere pacca al capo.
"Dovresti mettere il guinzaglio a questi ragazzini" rise prendendo in giro Pdogg.
Namjoon che si trovava in piedi dall'altro lato di Pd-nim scosse la testa, si voltò a guardare Yoongi con rimprovero.
"Aigoo! Non guardarmi così Nam… non ho detto niente" esclamò il rapper con tono lamentoso, brontolando poi a bassa voce, del fatto che era ingiusto che chiunque lo rimproverasse sempre.
"Lo sa anche il capo come sei fatto!" Esclamò J-hope leggermente ilare, dando un colpetto alla spalla dell’amico, e ridendo per l’espressione basita di Yoongi.
"Min Yoongi per favore, divertiti quanto vuoi ma lei no, e poi penso che supreme boi abbia un interesse" disse il Hit-man mentre continuava a lavorare  facendo comunque del pettegolezzo non riuscendoci a trattenere.
Una Serie di “uuuuh” arrivarono da parte di Slow rabbit e J-hope per via dell’informazione appena ricevuta, ed entrambi incominciarono a schiamazzare allegramente.
"Ah se è così, lo sa benissimo non ruberei  mai la ragazza ad un amico" disse Yoongi in maniera pacata, mentre eliminava la ragazza mentalmente dal suo raggio d'azione.
"Sergente Slow Rabbit! Indagherò io per tutti voi!" Esclamò Slow Rabbit alzandosi in piedi e facendo il saluto del soldato, imitando anche il tono di voce che era solito usare in esercito.
Namjoon si voltò di nuovo a guardare verso il divano e si lasciò  andare a una risata per via delle situazione, Slow Rabbit sapeva sempre come alleggerire la tensione.
Namjoon guardò per un attimo il capo, notando che l’uomo stesse trattenendo una risata.
"Bravo ragazzo!" Si complimento scherzosamente Pdogg "Ora riposo" si unì al gioco l’uomo ridendo.
"No, signor generale non posso, prendo ordine solo dal capitano della truppa!" continuò la sua recita Slow Rabbit, mentre J-hope rotolava sul divano e Yoongi si stiracchiava mettendo le mani dietro la testa osservano lo spettacolo. 
"Si-hyuk di qualcosa o non la smetterà mai e rimarrà in quella posizione" disse ridendo pdogg, dando un colpetto al capo.   
"Per quanto mi riguarda può rimanere in eterno così, penso che si dovrebbe mettere nella stessa posizione anche Min Yoongi" sospirò Hit-man trattenendo sempre una risata.
"Yah che ho fatto ora?" Si lamentò il ragazzo in questione.  
"Ora niente qualche giorno fa, hai fatto qualcosa…. Un’altra ragazza in lacrime" lo rimproverò il capo scuotendo la testa con disapprovazione.
"Lei ha detto che potevo divertirmi" disse Yoongi lamentandosi ripetendo le parole che prima li aveva rivolto un attimo prima.
"Aigoo chi era questa ?" Disse j hope scuotendo la testa con rimprovero, ormai Yoongi cambiava le ragazze come si cambiava un paio di mutande.  
"Divertiti con moderazione, senza farle piangere" rimproverò il capo.
"Non volevo farla piangere, ero nervoso le ho detto di lasciarmi in pace, ma lei continuava a blaterare, non ho retto più" sbuffò Min Yoongi, ricordando il momento in cui aveva urlato contro la ragazza, ma proprio non ce l’aveva fatta a stare tranquillo, quella insisteva blaterando di amore e cose varie,  lui che non voleva più sentirne parlare di quel genere di sentimento.
"Cerca di ritrovare la tua solita calma, ultimamente la perdi spesso" sbuffò pd-nim sapendo degli ultimi avvenimenti avvenuti.
"Lo scusi ultimamente è un po' nervoso" provò a dire Namjoon sperando di chiudere presto la questione, non voleva che l’amico tornasse a perdere la calma, ultimamente Yoongi saltava per un nulla e lui come gli altri del gruppo stavano facendo fatica a tenerlo a bada.
"Lo so perché è nervoso, ma non è questo il luogo, in cui parlarne" disse PD nim facendo calare il silenzio, Namjoon lo guardò confuso, pd-nim lo guardò di sua volta dandoli una leggera pacca.
Yoongi e J-hope si scambiarono uno sguardo criptico, probabilmente il capo aveva saputo della litigata con il fotografo la settimana prima ed era strano che ancora non aveva chiamato Yoongi in disparte, per rimproverarlo della sfuriata.
Namjoon si voltò a guardare di nuovo i suoi compagni e fece segno di stare buoni e tranquilli, a Slow rabbit non sfuggì lo scambio di sguardi tra loro tre e fece per parlare, ma non riuscì perché qualcuno improvvisamente bussò alla porta. 
"Avanti" disse Pdogg andando ad aprire la porta. 
"Uuh segretary  Park è lei" sorrise l'uomo alla donna in piedi sull’uscio della porta, che aveva una mano al petto e un leggero fiato corto.
"Scusate il disturbo… cerco pd-nim" disse con il fiato corto la donna.  
"Signorina Park, sembra che abbia appena gareggiato per una maratona!" Esclamò Pdogg osservandola, intanto Pd-nim si alzò dalla sedia, tirandosi su i pantaloni leggermente calanti, per poi avvicinarsi, "Signorina park entri pure" disse con gentilezza il capo, sorridendole.
"Pd-nim… sono ore che la cerco, ma lei non risponde al telefono, ho girato per tutta l'agenzia" provò a dire la donna con il fiato corto e passandosi una mano sulla fronte stanca.
"Ora si spiega la maratona" sorrise pdogg, facendo poi segno alla donna di entrare.
"Si sieda pure, mi scusi si è  scaricato il telefono" disse pd-nim avvicinandosi a lei e appoggiando leggermente una mano sul fianco, per poi farle strada e farla accomodare alla sedia, dove un attimo prima era seduto lui stesso. 
J-hope tirò per la maglia Slow rabbit per farlo sedere, poiché  il ragazzo era al centro della stanza ancora in piedi con il saluto del soldato, si era immobilizzato e guardava la donna con un certo interesse, come a volerla spogliare solo con lo sguardo. 
Yoongi strizzò gli occhi si scambiò uno sguardo con Pdogg che fece l'occhiolino. Yoongi aveva notato la mano di pd-nim posarsi sul fianco della donna e ciò voleva dire solo una cosa e lui lo aveva capito immediatamente, segnò mentalmente il fatto che dovesse fare i complimenti al capo per quella conquista. 
Namjoon si spostò leggermente indietreggiando  confuso, fece un leggero inchino alla donna, che intanto si stava sedendo. Alzò  lo sguardo su di lei, e la sua mente incominciò ad annebbiarsi del tutto. 
"Vuole un bicchiere d'acqua?" Chiese gentilmente pd-nim e la segretaria annuì leggermente con il capo.
"Lo prendo io!" Esclamò Namjoon con una voce leggermente acuta, di cui si accorsero solo i due membri del gruppo. 
Si voltò immediatamente preso dal nervosismo, si avvicinò al distributore d'acqua per prendere un bicchiere e poterlo dare alla donna.
Le mani li tremavano e senza capirne la motivazione, si sentiva leggermente accaldato e ciò lo confondeva, non capiva perché il suo corpo, in quel momento, si stesse comportando in quella maniera assurda. 
Riempì il bicchiere e poi si avvicinò alla donna per porgerglielo con un leggero inchino, lei sorrise di rimando quando lui alzò il volto per guardarla, rimase di nuovo incantato per via del suo sorriso splendente. 
Lei avvicinò la mano al bicchiere e le loro dita si sfiorarono, un brivido lo percosse per tutta la colonna vertebrale, non si era mai sentito così in vita sua, sentiva lo stomaco contorcersi e non riusciva a staccare gli occhi dalla donna che aveva preso il bicchiere e lo avvicinava con lentezza assurda alle labbra per poi dare un lieve sorso.
Namjoon fece qualche passo indietro rimanendo a guardarla, lei aveva appena allontanato il bicchiere dalle labbra e si stava passando la lingua su di esse per recuperare un altro po’ d’acqua.
“Grazie per l’acqua” disse lei e Namjoon si ritrovò a sorridere come un pesce lesso.
“Kim Namjoon!” esclamò per poi portare la mano di fronte a lui e porgerla a lei che fece un risolino.
“Park Jisoo, piacere” sorrise lei afferrando la mano del rapper con leggerezza e inclinando la testa di lato, lo guardava intensamente, come a volerlo studiare per bene.
Il rapper lasciò la sua mano quasi subito, era come se un angelo lo avesse appena toccato.  Indietreggiò di nuovo e distolse lo sguardo da lei, non aveva mai visto una donna tanto bella ai suoi occhi.
Pd-nim si rivolse alla segretaria e incominciarono a parlare, mentre Namjoon si sedeva sul divano vicino ai suoi amici e continuava a guardarla preso, esisteva solo lei in quella stanza, non sentiva più nulla, non riusciva a badare più a nulla intorno a lui.
Mentre il restante delle persone continuava a parlare, lui non ascoltava nessuno, si era seduto vicino a J-hope e osserva la donna, che ogni tanto si voltava per guardarlo di sfuggita e il suo cuore faceva una capriola all’indietro. 
Non aveva mai creduto alle storie dei colpi di fulmini, non pensava potessero essere vere, ogni volta che Jin ne aveva uno, Namjoon si ritrovava sempre a scuotere la testa in disaccordo, non credeva che potesse essere una cosa che potesse avvenire davvero.
In quell’istante si stava ritrovando ad essere stato colpito da un fulmine ed era stata lei a lanciarglielo dritto al cuore.
Capiva cosa voleva dirsi sentirsi legato a qualcuno.
I suoi occhi si posarono per un attimo sulle scarpe di lei, non erano converse, ma poco li  importava che avesse delle Chanel ai piedi, per quanto gli riguardasse poteva anche andare scalza per lui, e sarebbe stata comunque splendida e lui sarebbe stato a guardarla per ore intere, dimenticandosi di tutto così come stava accadendo in quel attimo.
Lei si alzò dalla sedia e Pd-nim si accostò a lei poggiandole delicatamente una mano sulla spalla, Namjoon tornò finalmente alla realtà, rendendosi conto che aveva perso tutta la conversazione e non aveva sentito una parola di tutto il discorso avvenuto.
“Perfetto, Pdoog ci pensi tu a continuare il lavoro con i ragazzi?” disse Pd-nim guardando verso il collega.
“Si ci penso io, Namjoon devi darmi una mano”
“Si certo!” esclamò saltando in piedi il leader, come se fosse stato appena punto da un’ape.
“Lei va via pd-nim?” chiese poi confuso il ragazzo.
“Si, ho degli impegni da ultimare, sono sicuro che farete un buon lavoro anche senza di me” disse il capo sorridendo e poi facendo segno alla segretaria di andare via “Buon lavoro” disse il capo
“Buon lavoro a tutti” disse la ragazza per poi soffermarsi per un istante a guardare Namjoon sorridendogli, lui ricambiò il sorriso leggermente imbarazzato mentre con una mano andava istintivamente ai capelli per smuovergli un po’.
Lei andò via con Pd-nim la porta si chiuse e Namjoon si ritrovò a sbattere le palpebre diverse volte, si era annullato  e non aveva capito niente di nulla, era la prima volta che perdeva la concentrazione in un modo del genere.
“Rimettiamoci a lavoro!” disse Pdoog con entusiasmo.
Namjoon si ritrovò a camminare verso Pdoog scuotendo leggermente la testa, e grattandosi il collo a disagio, doveva far sparire l’immagine di quella donna dalla sua mente e doveva concentrarsi sul lavoro.
 
Angolo autrice: 
Ciao a tutti! eccoci qui! Spin-off di namjoon! 
Momento tranquillo, di un classico giorno lavorativo, rap line e altri produttori!
E lei che per chi ha letto maybe già la conosce.. un appunto per chi ha letto la ff precedente ci troviamo poco dopo a quando Yoongi incontra Do-yoon!
Per il resto ci legge la prossima volta
Fatemi sapere cosa ne pensate! 
 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2: NORMALITY ***


CAPITOLO 2: NORMALITY

16 MARZO 2016 SERA
Namjoon stava salendo le scale, diretto all’appartamento 123 B, in mano una busta di plastica con un paio di pacchi di ramen all’interno. Si era accordato con Bo-ra per andare da lei verso l’ora di cena. Erano circa cinque giorni che non si vedevano, per via degli impegni di lei e stranamente per una volta non era stato lui la causa dell’assenza.
Lui e la ragazza erano ormai fidanzati da un anno,  se qualcuno avesse chiesto a Namjoon come definisse la loro relazione avrebbe utilizzato la parola stabile. Si vedevano di tanto in tanto quando avevano tempo, si aggiornavano a vicenda su quello che facevano, ogni tanto pranzavano o cenavano insieme, lavoravano anche insieme, era sempre Bo-ra ad occuparsi di alcune riprese per il bangtan bombs.
Stabile era la parola adatta da utilizzare per la loro relazione.
La loro relazione era così tranquilla equilibrata, qualcosa di quasi irreale, non c’erano litigate, non c’erano segreti ne disaccordi. Per entrambi andava bene così specie per Namjoon che non desiderava niente di complicato e tanto meno niente di troppo tragico.
Non avrebbe mai voluto ritrovarsi come Yoongi Hyung, a dover vivere un amore così straziante dal trovarti  a essere devastato dall’interno.
Non voleva neanche fare come Hoseok, che usciva per un appuntamento e poi chiudeva immediatamente con chiunque.   
Namjoon in quella relazione così stabile e monotona, aveva trovato la pace e questo andava più che bene, non desiderava nulla di più.
Almeno era ciò che aveva sempre pensato fino a qualche giorno prima, quando aveva visto per la prima volta quella donna, che lo aveva fatto completamente impazzire.  Si era ritrovato a darsi dell’idiota da solo, non era da lui perdere la concentrazione per una donna, non era da lui prendere un colpo di fulmine così all’improvviso.
Era Seokjin colui che, si innamorava sempre a prima vista di chiunque.
Non era da lui tutto quel turbinio nella testa.  Aveva provato a scacciare via i pensieri inerenti a quella donna, ci stava riuscendo a tratti, almeno durante il giorno. La notte però senza volerlo, appena poggiava la testa sul cuscino, si ritrovava a rivedere nella testa: la mano Jisoo che li sfiorava leggermente le dita. Ciò lo portava ad andare oltre con la mente, ad immaginare scenari che non avrebbe voluto.  
Non comprendeva come fosse possibile che stesse accadendo un qualcosa del genere a lui, si era sempre reputato un bravo ragazzo, non aveva mai guardato nessun’altra da quando aveva incominciato a uscire con Bo-ra.
Lui era un bravo ragazzo, era fedele alla sua ragazza.  

Incominciò a camminare diretto verso l’appartamento della ragazza, si fermò un attimo sul terrazzino, dove stavano le varie porte degli appartamenti e fessurò lo sguardo da dietro gli occhiali scuri da sole.
Lei era fuori la porta di casa e stava salutando un ragazzo con un cane al guinzaglio, confuso s’immobilizzò e per non correre rischi di essere riconosciuto, rimase fermo ad aspettare che il ragazzo andasse via.
Lo sconosciuto s’inchinò leggermente per salutare Bo-ra e si avviò per solo tre porte più avanti, quasi vicino a dove si trovava lui.
Notata la sua presenza, il ragazzo per educazione fece un segno di saluto cordiale, a cui Namjoon rispose con un leggero inchino, dopo di che lo sconosciuto e il suo cane entrarono nel proprio appartamento.
Bo-ra era ferma vicino alla propria porta di casa, con un raccoglitore stretto al petto e osservava Namjoon aspettando che lui andasse da lei, sul volto un sorriso sincero e tranquillo.
Namjoon si avvicinò con passo lento fino a raggiungerla.

“Vieni, entra ci salutiamo dentro” disse lei sorridente, facendosi da parte per farlo entrare, Namjoon alla velocità della luce entrò dentro il piccolo appartamento di lei, seguito dalla ragazza, che chiuse la porta alle loro spalle.
Si tolse tranquillamente le scarpe, andando a prendere le proprie ciabattine dall’armadietto e lasciò il giubbotto.
“Che cosa hai portato?” chiese lei incuriosita, cercando si sbriciare nella busta che Namjoon aveva ripreso tra le mani.
“Oh… solo ramen, ma quello che piace a te” provò a sorridere lui in modo leggermente tirato.
“C’è qualcosa che non va?” chiese lei immediatamente accorgendosi del sorriso autoimposto che il ragazzon aveva appena fatto.
“No nulla, perché?” trillò lui con voce acuta.
“La tua faccia, e la tua voce stridula” disse lei certa di quello che aveva individuato, provò a sorridere leggermente a disagio.
“Ah… stanco, poi non ci vediamo da un po’” disse lui scuotendo le spalle.
“Eh lo so… è colpa mia, questo progetto all’università mi sta prendendo parecchio, poi siccome non c’è nulla da filmare in questi giorni, preferisco non venire in agenzia” disse lei, facendo strada verso la piccola cucina, con lui che la seguiva.
“Potresti passare anche solo a salutarmi” provò a dire lui tentennando, non aveva mai fatto nessuna richiesta, si pentì immediatamente di aver detto una cosa del genere, non era nel loro rapporto chiedere cose.
“Oh” disse lei lasciando la busta sul tavolo e guardandolo confusa, “Io… non credevo che volessi” disse lei sbattendo gli occhi, stupita da quella richiesta. “Non mi hai mai chiesto di venire a farti visita, non sono neanche mai entrata nel tuo studio” disse lei confusa, la loro relazione era stabile, avevano ognuno i loro spazi individuali e poi condividevano momenti. Lui non s’immischiava troppo nella sua vita e lei faceva altrettanto, c’era fiducia del loro rapporto, poco importava se si vedevano poco o se non avevano amicizie in comune, l’unica cosa importante era il tempo che passavano insieme e quello era soddisfacente.
“Lo so… e che non so” disse lui indeciso.
“Allora c’è qualche problema… Nam, siediti parliamone” disse lei accomodante.
Bo-ra era il tipo di persona che non si perdeva in chiacchiere e che risolveva immediatamente i problemi. Era matura per la sua età ed era sempre stata una ragazza responsabile sin da piccola.
“Non c’è alcun problema” continuò a trillare lui, sedendosi a disagio.
“Si c’è, lo vedo dalla tua faccia e tra altro mi saluti sempre con il sorriso e mi dai un bacio. Non l’hai fatto” disse lei in modo gentile, ma rimanendo sempre sincera e dicendo quello che pensava, lei non era consona mentire, diceva le cose come stavano, perché pensava che la sincerità fosse la cosa migliore che ci potesse essere, per creare un rapporto di fiducia.
“Oh… e che ho visto quel ragazzo e non so mi è passato di mente” si giustificò lui per via del suo saluto freddo.
“Seguiamo un paio di corsi insieme e abita qui, gli avevo prestato i miei appunti” disse lei indicando il raccoglitore che aveva appoggiato sul tavolo, non aveva mai pensato che Namjoon potesse essere geloso, ma decise di dargli spiegazioni così che potesse stare più tranquillo.  
“Non era un’accusa” disse lui subito correndo ai ripari.
“Lo so, è un tuo modo strano per chiedere informazioni, senza fare la domanda diretta” disse lei scuotendo leggermente il capo, fece dei passi verso di lui e li accarezzò una guancia.
“C’è qualcosa che non va, lo so, è un anno che stiamo insieme, lo so quando c’è qualcosa che ti turba.” Disse lei dolcemente. “Il lavoro tutto bene? Forse sei un po’ in ansia per il nuovo album?”
“Si, il lavoro tutto bene, abbiamo finito l’ultima traccia. Forse un pochino di ansia, ma come sempre prima di comeback. ” Disse lui tranquillo.
“Tra noi due?” chiese lei indecisa, non pensava ci fosse qualcosa che potesse non andare, ma chiese comunque per scrupolo.
“Tra noi è tutto normale, come sempre, veramente non c’è nulla che non vada, sono solo un po’ stanco” sospirò lui, le accarezzò poi il viso dolcemente e si avvicinò con il volto, lei fece lo stesso e lui la baciò dolcemente, tirandola leggermente per far si che si sedette sulle sue gambe.
Lei si staccò da lui sorridendoli affabile, gli scompigliò i capelli con far amorevole, e si avvicinò di nuovo per baciarlo dolcemente.
“Forse avevo bisogno di questo” disse lui allontanandosi di poco per parlare.
“Troppi giorni senza vederci forse, dovremmo organizzare meglio i nostri incontri?” chiese lei dolcemente.
“Oh… no, non c’è bisogno, capisco che questo progetto ti possa tenere molto impegnata.”
“Si, però se non vengo in agenzia, non ci possiamo mai vedere, penso che non sia sano per il nostro rapporto” disse lei gentile, giocherellando con i capelli di lui.
“Non voglio che sia un obbligo, lo sai anch’io sono sempre pieno d’impegni. Veramente il nostro rapporto va benissimo così” disse lui provando ad essere convincente.
“Mmmh.” Disse lei pensierosa guardandolo, studiandolo per bene.
“Mmh? Sono sincero, è solo la stanchezza. Che ne dici se mangiamo e passiamo tutta la serata per bene insieme?” chiese lui
“Hai fame? Hai portato cinque pacchi di ramen” ridacchiò lei indicando la busta, e convincendosi che realmente non ci fosse nulla che non andasse, lui era solo stanco per il troppo lavoro, era lei che si stava probabilmente facendo dei pensieri assurdi, forse per il troppo stress dovuto al progetto.
“Ehm.. si, molta al dire il vero” disse lui mordendosi un labbro, lei ridacchiò e lo baciò di sfuggita, per poi saltare in piedi.
“Cucino velocemente” disse con far amorevole, incominciando a muoversi per la cucina, così da poter cucinare subito e prendersi cura di lui.
“Vuoi che ti aiuto?” provò a proporre lui con imbarazzo, lei si voltò a guardarlo quasi con orrore.
“Namjoonie io ti amo, ma la cucina è una cosa in cui sei proprio negato, forse te la cavi di più ad aprire due birre che dici?” disse lei sempre con un tono dolce.
“Si, io mi occupo delle vivande… forse è meglio. Sicura che mi ami, anche se potrei rischiare di far esplodere la tua cucina?” chiese lui provocandola un po’  e riacquistando il buon umore.
“Ti amo, stupido” disse lei ridendo, lui si avvicinò dandole un bacio sulla guancia.
“Ti amo anch’ io, mi sei mancata in questi giorni” sussurrò, lei sorrise e lo spinse leggermente. “Forza predi due birre, uomo!” esclamò con allegria, pensando che fosse vero, si era fatta un’impressione sbagliata, tra loro due era tutto normale, tutto come ogni volta.
 
Lui e Bo-ra avevano mangiato come sempre nel piccolo soggiorno, seduti per terra, guardando Running man il programma preferito della ragazza. Le risate di lei, erano sempre gioia per le sue orecchie, adorava vederla ridere e commentare quegli episodi. Namjoon sapeva che la Big-hit era in trattative per far si che loro facessero una comparsa in un episodio, sperava con tutto se stesso che concludessero in maniera positiva. Se ciò fosse avvenuto, avrebbe fatto una bella sorpresa alla sua ragazza e avrebbe fatto in modo di portarla a vedere le riprese.
Passarono il resto della serata tranquilla, com’erano soliti fare. Dopo la cena lei lavò i piatti e lui li asciugò, dopo aver sistemato tutto andarono entrambi al letto per concludere la loro serata come erano soliti fare sempre.
L’ansia di Namjoon, e i pensieri riguardanti la segretaria del Pd-nim, finalmente dopo giorni si assopirono, fu come se lui non l’avesse mai incontrata. Era tornato alla normalità, probabilmente aveva pensato a quella donna solo perché non aveva visto Bo-ra negli ultimi giorni. Era stato solo un momento di debolezza dettato dal momento nulla di più. La sua vita andava bene, la sua relazione anche. Cercò di convincersi di ciò mentre osservava la sua ragazza dormire avvolta tra le coperte vicino a lui.   
Loro si amavano, era solo questa la verità, il resto era nullo.
 
Angolo dell’autrice:
Eh eh… lui è fidanzato, e per quanto nel primo capitolo la nuova arrivata l’abbia confuso, lui rimane fedele al suo rapporto con Bo-ra.
Almeno così si autoconvince.
Per chi ha letto l’altra mia fanfiction dovrebbe essere al coerente di questo dettaglio, menzionato di sfuggita.
Si lo so i capitoli sono breve! Ma così è ahahhah bacii alla prossima!

 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: BUSY ***


CAPITOLO 3: BUSY
 
29 MARZO 2016
Namjoon si trovava fermo davanti a un kobini, indeciso se entrare o no a comprare del ramen, aveva provato a scrivere a Bo-ra, ma non aveva avuto alcuna risposta. Anche se era al coerente che la sua fidanzata fosse molto impegnata con il progetto a cui stava lavorando, lui stava soffrendo d’ansia per la sua relazione.
Tutto era causato da quel ragazzo che aveva visto una settimana prima, qualcosa lo faceva sentire terribilmente preoccupato. Sapeva di non dover avere alcun dubbio a riguardo, specie perché lei era stata da subito chiara e aveva spiegato, in maniera anche tranquilla, chi lui fosse.
Lui invece, aveva un dubbio atroce.
Era la prima volta che si sentiva afflitto da un dubbio nei confronti della sua fidanzata, questo era perché era lui il primo a dubitare di se stesso.
Quella stessa mattina aveva visto Jisoo, la segretaria di pd-nim, in un corridoio e per evitarla aveva aperto una porta e ci si era infilato dentro, finendo in uno sgabuzzino delle scope.
Solo l’averla vista di sfuggita da lontano, gli aveva provocato le palpitazioni.
Non capiva il perché reagisse in quella maniera strana, non era da lui.
Non aveva mai avuto le palpitazioni per qualcuno, neanche per Bo-ra.
In quello sgabuzzino stretto e impolverato aveva incominciato a nutrire dei dubbi. Poiché lui si ritrovava a pensare a un'altra donna, molto probabilmente questo poteva accadere alla sua di fidanzata.
Poteva essere che Bo-ra si fosse presa una cotta per quel vicino di casa, compagno di corso, in fin dei conti loro non si vedevano mai e quel ragazzo era molto più raggiungibile di lui, difatti abitava a tre porte di distanza.
I dubbi, erano troppi e aumentavano sempre di più, come anche i pensieri sulla segretaria di Pd-nim.
A volte la lucidità tornava in lui, e si dava mentalmente dello stupido.
Si diceva che non poteva provare un qualche tipo di attrazione per un’estranea con cui aveva scambiato solo alcune parole. 
Cercava di convincersi con tutto se stesso che provava dei sentimenti per Bo-ra, e che probabilmente il suo interessarsi a un’altra donna, fosse solo perché non aveva poi molte occasioni di stare con la sua ragazza.
Il telefono nella tasca del pantalone squillò, lui lo prese e sorrise nel vedere finalmente la chiamata proveniente dalla sua fidanzata.
“Pronto?” rispose velocemente al telefono.
“Ciao Namjoonie, scusa se non ho risposto ero in facoltà a parlare con il mio professore” si scusò la ragazza.
“No, tranquilla, nessun problema, tutto bene all’università?” chiese lui sollevato dalla spiegazione della ragazza.
“Si certo, stavo consegnando il progetto e lo stavo spiegando a lui, oggi era la consegna”
“OH wao! Finalmente l’hai finito spero sia andato bene!” esclamò lui con voce di incoraggiamento.
“Ah non lo so, ha detto che mi farà sapere, però finalmente posso riposarmi per bene ora, penso andrò a letto presto, così domani sarò in forze per le riprese”
“Oh, si fai benissimo a riposarti” disse lui con voce lieve, guardò il Kombini e scosse la testa, non avrebbe preso del ramen e non sarebbe andato da lei, era la scelta giusta farla riposare.
“Cerca di riposarti anche tu per domani, ti aspetta una giornata faticosa!”
“Si lo farò, infatti ora sto tornando a casa, ci vediamo domani quindi?” chiese lui sperando che lei gli proponesse di vedersi, ancora non si era allontanato dal kombini.
“Si ci vediamo domani! Ora vado sto per entrare in metro e non prende il telefono, riposati per bene!” esclamò lei con allegria.
“Anche tu! A domani!” trillò lui provando a celare il cattivo umore per via di quella proposta mancata, chiuse la chiamata e rimise il telefono in tasca. Guardò di nuovo il Kombini, avrebbe comprato una cassetta di birre, sicuramente a casa avrebbe trovato qualcuno che avrebbe bevuto con lui, forse avrebbe trovato Yoongi, lui non avrebbe fatto domande e neanche si sarebbe accorto del suo cattivo umore, ma sarebbe stato comunque in buona compagnia con il più grande. 
30 MARZO 2016
Namjoon si trovava con i ragazzi che stavano commentando le varie scene che avevano appena finito di filmare per l’MV di forever Young. Ridevano tutti del fatto che Jin non era riuscito a trovare l’uscita dal labirinto.
Namjoon non ascoltava più di tanto il tutto, era intento a guardare Bo-ra che stava discutendo animosamente con alcuni colleghi, sicuramente per via di qualcosa inerente al proprio lavoro.
Aspettava con ansia di poterla raggiungere e parlarci un attimo, era passata una settimana dall’ultima volta che l’aveva incontrata e in quella giornata anche se avevano lavorato a stretto contatto e lei lo aveva ripreso per il commento del video, non era riuscito ancora ad avere una chiacchierata tranquilla con lei.
Finalmente i due colleghi si allontanarono da lei e Namjoon si avviò verso la ragazza senza avvisare nessuno del gruppo, erano tutti troppo presi dal chiacchiericcio per notare il loro leader andar via.
“Cosa ne pensi?” chiese Namjoon avvicinandosi a Bo-ra sorridente.
“Sbaglio o niente spoiler sugli Mv?” rise lei afferrando due bicchieri di Ice Americano che erano sul tavolo e porgendone uno a Namjoon.
“Non ti ho chiesto di dirmi tutto, solo, cosa ne pensi” disse lui con il broncio.
“Penso che sarà facile montarlo, faremo un buon lavoro” annuì lei convinta.
“Che farai un buon lavoro ne sono sicuro!” esclamò lui con entusiasmo “Ma non era la risposta che volevo.”
“Aigoo… penso verrà bene, ma sono di parte, lavoro io al montaggio” ridacchiò lei. 
“Si, forse sei un pochino di parte” ridacchiò lui affabile, “Che dici passiamo la serata insieme?” chiese sorridendo, sentiva proprio il bisogno di stare un po’ con lei.
“Non sei stanco?” rispose lei leggermente confusa, era tutta la giornata che filmavano, doveva essere distrutto, lei lo era, anche se il suo lavoro non era finito lì, sarebbe dovuta tornare in agenzia per incominciare a lavorare sul serio.
“Non molto, nel caso mangiamo e mi addormento sul tuo divano, mentre guardiamo Running man”
“Programma fantastico, ma penso che dovrò passare la notte in agenzia per il montaggio, sai abbiamo una scadenza a breve, da quel che ho capito mv verrà pubblicato il diciannove aprile.” disse lei pensierosa, avrebbe voluto rimandare l’inizio del lavoro all’indomani, ma si erano accordati tutti per lavorarci un paio di ore, dopo cena in agenzia.
“Di solito consegni sempre prima della scadenza, non ti preoccupare sarà così anche questa volta. Sicura di non poter incominciare domani il montaggio?” chiese lui accostandosi leggermente a lei senza farsi notare dal restante dello staff, erano fidanzati e lo sapevano in parecchi, ma entrambi tendevano sempre a non farsi notare troppo in agenzia, lei sapeva essere fin troppo professionale. Lo era anche lui, ma a volte avrebbe voluto essere più spontaneo nella loro relazione.
“Mi piacerebbe veramente, tipo tornare a casa ordinare qualcosa e collassare, ma ci siamo già messi, quindi non posso rimandare” disse lei con tono dolce.
“Sembri esausta però” disse lui preoccupandosi per il suo stato.
“Si, ma siamo tutti un po’ in ansia, rispettiamo sempre le scadenze, ma questa rispetto le altre è breve, le altre volte avevamo più tempo, e tra l’altro c’è Min-ki che è malato, quindi abbiamo una persona in meno nell’equipe” disse lei leggermente in ansia per ciò.
“Ah… senti e se invece andiamo in agenzia insieme, ceniamo e poi tu torni a lavorare? Almeno ti tengo compagnia mentre ceni” provò a proporre lui sperando in un sì.
“Mmh. Non sarebbe male come cosa, si, si potrebbe fare, cerchiamo una saletta vuota e mangiamo lì.”
“Perfetto! Allora facciamo così”
“Prometto che appena hai un giorno libero, cercò di liberarmi anche io” sorrise lei affabile.
“Ci conto! Tranquilla, lo so il lavoro ci prende ad entrambi. È solo che qualche giorno fa abbiamo fatto una riunione: le date per il tour sono tutte confermate a giugno dovremmo partire. ”disse lui leggermente in ansia.
“Oh si, avevo sentito la voce che erano pronte le date del tour… io non so neanche se vi seguirò, è ancora un po’ presto per prendere accordi su chi verrà” disse lei leggermente titubante.
“Ah… ancora non sai nulla? Direi che è un motivo in più per passare ogni tempo libero insieme non credi?”
“Si ,direi che hai ragione, ma non credo che il tempo ci mancherà, a metà aprile ci troveremo spesso a lavorare insieme, ci sono altri due Mv da filmare”  Disse lei sorridendo affabile.
“Si, mi avevano avvertito, agende pienissime e voi avete scadenze assurde, ma devono affrettare tutto per via del Tour.”
“Oh.. si tutti gli mv dovranno essere pronti per inizio maggio, sarà una faticaccia, abbiamo solo un paio di settimane per i montaggi” sospirò lei, il lavoro sarebbe stato infinito, avevano veramente delle agende fittissime, tutta la metà di fine aprile si sarebbe prospettava un mese faticosissimo per loro dei montaggi.
“Uhh, non fare quella faccia preoccupata, siete un ottimo Team! Porterete tutto al termine nei migliori dei modi come sempre. Ora pensiamo ad andare via da qui e goderci un po’ di serenità a cena” esclamò lui con il sorriso sul volto cercando di essere incoraggiante.
“Hai perfettamente ragione, non dovrei preoccuparmi per i prossimi Mv, ma pensare a questo di lavoro, il resto verrà dopo! Si direi che possiamo anche andare, prima arriviamo in agenzia prima mangiamo, ho una fame che non ti dico”
“Stessa cosa per me! Andiamo, hai la macchina? Torno con te”
“Certo che ho la macchina, io non vado in bicicletta come te” ridacchiò lei
“Ehi, non sono venuto in bicicletta fino a qui” disse lui risentito.
“Secondo me ci arriveresti comunque, anche se è lontano, dovresti provare a scriverti a qualche gara, sicuramente vinceresti”  sorrise lei lui abbozzò un sorriso.
“Vado ad avvisare il manager e i ragazzi, aspettami qui arrivo subito”
“Va bene! Corri” sorrise in risposta lei e lui si avviò velocemente ad avvisare tutti così da poter andare via con la sua ragazza e godersi una cena tranquilla in sua compagnia.
 
09 APRILE 2016
Namjoon si stava dirigendo verso l’uscita dell’agenzia, trascinando la sua bicicletta. Quella stessa mattina, si era sentito un po’ in ansia, erano di nuovo giorni in cui non riusciva a vedersi con Bo-ra, sospirò prima di arrivare al portone d’uscita, aveva bisogno di una bella pedalata, lo avrebbe aiutato ad alleggerire un po’ la tensione che aveva accumulato nell’ultimo periodo.
Continuò  a camminare trascinando la bicicletta con la mano sinistra, mentre con la mano destra scorreva sulla sua playlist cercando un qualcosa di più adatto al suo umore, la canzone che era partita era fin troppo allegra e non era il momento di per niente di allegro. 
“Ahi” disse una voce vicino a lui.
Namjoon alzò il volto da telefono e guardò con orrore di fronte a sé, aveva appena urtato con la sua bicicletta il polpaccio di una donna.
“OMO! Mi scusi!” esclamò impacciato e in panico.
“Dovresti stare più attento” disse la donna chinandosi in basso per massaggiarsi leggermente la gamba, senza degnarlo di uno sguardo, indispettita per via dello scontro.
“Mi dispiace veramente tanto! Non stavo guardando! Io…. mi perdoni!” balbettò lui, fissando la nuca della donna a disagio e dandosi dell’imbranato mentalmente, la donna alzò lo sguardo su di lui e cambiò improvvisamente espressione diventando confusa.
“Oh!” esclamò, per poi sorridere e alzarsi in piedi.
“Oh?” ripete Namjoon confuso e diventando improvvisamente rosso in viso, aveva appena preso sotto con la sua bicicletta la segretaria di Pd-nim.
“Sei tu! Namjooniss?” chiese lei sorridendo ampliamente.
“Oh! Si! Io! mi dispiace, non volevo farle male! Io mi ero distratto!” continuò a balbettare scuse, a disagio il ragazzo.
Lei ridacchiò per via del continuo balbettare del ragazzo e si nascose la bocca con una mano.
“Penso tu ti sia scusato abbastanza” sorrise poi dolcemente.
“Mi dispiace veramente tanto! Farò in modo di farmi perdonare” esclamò lui inchinandosi di nuovo e scusandosi, lei sorrise a quel modo di fare, intenerita dal modo imbranato che aveva lui.
“Potresti farmi trovare il caffè sulla scrivania” disse con una risata in modo civettuolo.
“OH! È una magnifica idea! Domani sarà fatto!” esclamò di colpo, sospirando sollevato per aver già un modo per farsi perdonare e lei ridacchiò di nuovo.
“Sai non credo sia il tempo adatto per una passeggiata in biciletta” disse lei pensierosa, per poi guardare fuori, e saltare leggermente sul posto per via di un tuono.
“Aigoo! ma c’è un temporale!” esclamò Namjoon strabuzzando gli occhi.
“Si… da parecchie ore” disse lei confusa dal fatto che lui non se ne fosse accorto.
“Oh… ero chiuso a lavorare, non lo sapevo!” esclamò impacciato il ragazzo, osservò la bici sospirando, l’aveva noleggiata non sarebbe mai riuscito a riportarla indietro in tempo, no con quel tempo, sembrava veramente forte come temporale.
“Dubito potrai andare con quella via, penso si sia allagato tutto”
“Direi proprio di no” disse scuotendo la testa animosamente.
“Ti serve un passaggio? Io sto aspettando il taxi, potremmo dividerlo se ti va”
“Oh? Ehm… io? Cosa?” incominciò balbettare lui, dividere il taxi con un’altra donna che non fosse la sua fidanza non sembrava una grande idea.
“Ti serve un passaggio?” richiese lei in modo tranquillo.
“E… io.. ehm, no forse è meglio di no” disse lui in panico.
“Non ti mangio mica” ridacchiò lei.
“Oh! Io non intendevo questo, lo so!”
“Era una battuta” disse lei incominciando a essere leggermente a disagio, trovava estremamente carino il suo modo di fare imbarazzato, ma non lo voleva di certo farlo impancare fin troppo.
“Namjoonieee!” esclamò un ragazzo a distanza correndo verso di loro, Namjoon si voltò a guardare Hoseok con il suo capello da pescatore e il giubbottone andare verso di lui, era salvo, sarebbe tornato a casa con l’amico e avrebbe potuto rifiutare quell’offerta senza sembrare sgarbato.
“Ti chiamano” disse lei sorridendo.
“Si è Hoseok, penso tornerò in dormitorio con lui, ma grazie della proposta” disse lui con un inchino.
“Oh… va bene, direi che è la scelta migliore” disse lei con un sorriso leggermente inclinato, Namjoon la osservò attentamente sembrava delusa da quel rifiuto, forse l’aveva offesa in qualche modo, lui e la usa maldestra sbadataggine.
“Salve!” salutò Hoseok che gli aveva appena raggiunti, guardò la donna sorridendo educatamente.
“Lei è la segretaria di Pd-nim se ricordo bene” disse con educazione.
“Si, sono io, piacere di aver rivisto anche te, ora devo andare penso che il mio taxi sia arrivato” disse lei sentendo il suono di un clacson al di fuori dell’agenzia.
“è stato un piacere rivederla!” esclamò subito Namjoon facendo un gran inchino.
“Fate buon rientro” disse lei con un sorriso.
“Anche lei!” esclamò Hoseok mentre Namjoon rialzava lo sguardo su di lei sorridendo in imbarazzo e annuendo.
La donna saluto con un inchino e si diresse verso l’uscita.
“Torni  con me? Piove parecchio” disse Hoseok voltandosi verso l’amico.
“Si, torno con te… birra?” chiese sorridendo Namjoon.
“Oh si! Birra sia, ma penso che dovremmo comprarle, penso ci serva una scorta”
“Perché mai?” chiese Namjoon confuso.
“Oggi è il compleanno di Isabel… forse Yoongi vorrà bere”
“Aigoo, mi ero dimenticato di che giorno fosse, sicuramente sarà di cattivissimo umore. Tu sai dov’è?” chiese poi preoccupato per il maggiore.
“Si in studio, Jin e Taehyung più tardi passano a prenderlo.”
“Allora si, prendiamo fiumi di birra, sarà di cattivo umore anche se non parla più di lei, sappiamo tutti che continua a stare male”
“Decisamente si, lo sappiamo tutti, andiamo se no facciamo tardi” sorrise Hoseok cercando di non perdere il suo buon umore.
“Si andiamo” disse Namjoon, seguendo il suo migliore amico.
Doveva assolutamente trovare il modo di vedersi con Bo-ra, ma stava pensando che forse quel non riuscire a incontrarsi per lunghi periodi, avrebbe portato solo alla fine della loro relazione. Lei gli aveva promesso che quando lui sarebbe stato libero, si sarebbe liberata anche lei ma così non era stato, infatti quella sera lei era uscita con delle amiche, e lui stava tornando a casa con Hoseok per bere birra. Temeva che la fine fosse vicina e non voleva per alcun motivo finire nello stato in cui ormai era da sempre Yoongi.  Per quanto fosse confuso, sapeva che doveva mandare avanti la sua relazione e trovare una soluzione e in special modo non doveva interessarsi ad altre donne per quanto belle e gentili fossero nei suoi confronti.
Era tutto un casino nella sua testa, avrebbe voluto confidarsi con qualcuno, ma non voleva dare fastidio agli altri, avrebbe continuato a cavarsela da solo, alla fine riusciva sempre a trovare una soluzione.
 
Angolo dell’autrice:
Eccoci qui con un altro capitolo… si avevo detto capitoli piccoli e già questo incomincia ad essere più lungo dei precedenti.
Iniziano i problemi con la ragazza di Namjoon e per il non vedersi spesso, e riappare la donna… il tutto va un po’ lento si lo so… ma è così che deve andare!
Ci si legge al prossimo!
P.s. Per chi non segue l’altra storia Yoongi ha avuto una delusione d’amore con questa Isabel che ogni tanto viene menzionata.
Per chi legge la storia invece questo capitolo è prima del capitolo 11 Tabloide
 
 
 
 

 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4: COFFEE +THE= CONFUSION ***


CAPITOLO 4: COFFEE +THE= CONFUSION

09 APRILE 2016
J-hope e Namjoon si trovavano sul divano del dormitorio, da un paio di ore. Stavano bevendo chiacchierando un po’ del più del meno, alla fine si erano anche ordinati nel pollo fritto, per cenare. Erano gli unici in casa e aspettavano che anche gli altri rientrassero in special modo Yoongi per poter controllare come stesse.
Dopo un bel po’ la porta si aprì, entrambi i ragazzi si voltarono, sentendo il rumore di qualcosa che andava a sbattersi contro il muro, probabilmente delle scarpe.
Videro Taehyung passare velocemente, senza neanche salutare e sbuffando di male umore.
Entrambi i rapper strabuzzarono gli occhi, confusi dall’atteggiamento del minore.
Namjoon sbuffò nel sentire la porta sbattere, sarebbe dovuto andare a controllare, ma proprio non aveva voglia di preoccuparsi troppo per i problemi degli altri, c’erano volte in cui sentiva troppa responsabilità e troppe preoccupazioni sulle proprie spalle.
Nell’ultimo periodo le preoccupazioni stavano anche aumentando, la sua relazione era quel posto sicuro, dove poteva essere libero di non pensare troppo, dove tutto andava secondo le regole, era la sua stabilità. Stabilità che stava sentendo sempre più di perdere.
Seokjin si avvicinò a loro sbuffando, e scuotendo la testa per via dell’atteggiamento del minore, Namjoon lo osservò e sospirò, sarebbe stato giusto chiedere anche se contro voglia.
 “Che è successo?” domandò il ragazzo.
“Aigoo, lasciatelo perdere, sta facendo il bambino. C’è una birra anche per me?” chiese il maggiore, avviandosi verso il loro, stanco e sospirando a gran voce.
“Si, tieni Hyung” disse Namjoon porgendoli la lattina appena presa dal tavolino, Jin l’afferrò fece il giro dei divani e si andò ad accomodare sulla poltrona, sospirando di nuovo.
“Yoongi?” chiese Hope guardandolo stranito, aspettandosi che tornasse con loro.
“Di pessimo umore di nuovo, colpa di Tae” disse Jin stravaccandosi sulla poltrona, e grugnendo.
“Ehm, intendevo perché non è tornato con voi” disse Hoseok perplesso dal fatto che Jin sembrasse essere fin troppo stanco, probabilmente per via di Yoongi. 
“Ah.. si vede con Suran” disse Jin sfregandosi la testa e arruffando i capelli. 
“Ah, sta diventando seria!” esclamò Namjoon provando a essere positivo, forse se Yoongi avesse incominciato realmente a stare con Suran, la maggior parte dei loro problemi sarebbero finiti, come anche il male umore.
“A suo dire ci scopa soltanto” disse Jin con una smorfia di disapprovazione. 
“Ah beh, ma lo fa solo con lei no?” disse Hope incuriosito.
“Non ne ho idea, Yoongi mi fa diventare ogni giorno più vecchio” disse scoraggiato.
“Comunque sia che ha fatto Tae?  Rinominato colei che non può essere nominata?” chiese Hope, sospettando che la risposta sarebbe stata positiva.
“Facciamo prima a chiamarla Voldemort” disse Namjoon ridendo, cercando di ironizzare per far tornare il buon umore al maggiore.  Sentiva come se stessero sempre allo stesso punto, e non riuscissero ad uscire da quella situazione.
“Si, ma la colpa è di Suga, l’abbiamo beccato sul fatto, stava leggendo un articolo su di lei e quel fotografo” disse Jin, lamentandosi a gran voce.
“Ancora articoli sul loro essere una possibile coppia?” chiese Hope arricciando il naso contrito.
“Si, secondo me lo sono, dai quel tizio ha mosso mari e monti solo per levarla da uno scandalo, perché dovrebbe farlo se non ci va a letto?” chiese agli altri. 
“Namjoon sei tu quello intelligente della famiglia, che ne pensi?” chiese Hope guardando l’amico.
“Che ormai ci ritroviamo a parlare di lei una volta al mese, sembra tipo una specie di fanclub su Isabel che si riunisce e parla dei pettegolezzi” disse scuotendo la testa, era stanco di quella situazione, aveva i suoi problemi a cui pensare. J-hope al suo fianco incominciò a ridere sguaiatamente “Chiamiamo Minseo!” ululò mentre rideva ricordando la ex di Yoongi e della sua ossessione per la ragazza. 
“Aigooo, ma che ti è preso?” rise anche Namjoon dandoli qualche colpetto, per un attimo si fece contagiare dal buon umore dell’amico.  
“Dai ragazzi è un qualcosa di serio” disse Jin trattenendo le risate.
“Hyung… direi che è arrivato il momento di prendere tutta questa faccenda sul ridere” disse Namjoon ridacchiando nervoso. Erano arrivati tutti al limite, erano stanchi di starci male.
“Da quanto state bevendo?” chiese Jin incuriosito e studiandoli affondo.
“mmmh.. un paio di ore” disse Hoseok ridacchiando.
“Ora comprendo la vostra ilarità” sospirò Jin, ma comunque fece un sorriso.
“Yah! Cerchiamo di pensare alle cose belle della vita!” esclamò Hobi
“Da domani siamo di nuovo pieni di lavoro! Penso sia giusto goderci gli attimi di libertà!” esclamò Namjoon cercando di non far notare il suo cattivo umore.
“Perfetto, eeeh la tua ragazza?” chiese Jin rivolgendosi a lui.
Namjoon non riuscì a trattenere una smorfia risentita, si lasciò sfuggire un sospiro, scosse la testa e si sporse verso il tavolino, per prendere una nuova lattina di birra e lasciare quella vuota.
“Ah… è uscita con delle amiche” disse scuotendo leggermente il capo.
“Aigoo tutto bene?” chiese il più grande sospettoso dall’atteggiamento del ragazzo, che sembrava essere leggermente irritato.
“Si, si,… e che… sai com’è… sono pochi i momenti liberi e lei boh.. non so” disse lui indeciso, aveva veramente bisogno di confidarsi, di parlare con qualcuno, ma c’era sempre una voce nel suo cervello di allerta. La voce li diceva che era meglio non coinvolgere nessuno dei suoi amici nella sua relazione e nei suoi problemi. 
“Aigoo… la stai per lasciare?” chiese Hope sconvolto.
“Forse non lo so, vedremo… per il momento va bene così, anche se non la vedo mai” disse Rm con un’alzata di spalle, giungendo alla conclusione che era meglio tacere.
“Vuoi parlarne?” chiese Jin con premura.
“No, no, io sto bene, oggi ho lavorato parecchio, tu a proposito con quella nuova ragazza? L’interprete che verrà con noi nel tour, sei riuscito a parlarci?” chiese Namjoon incuriosito. Sperava in qualche notizia positiva da parte di qualcuno per quanto riguardava le questioni amorose. Sperava anche di cambiare discorso.
Il grande decise di non fare più domande a proposito della sua relazione, se mai Namjoon avrebbe voluto parlare, l’avrebbe fatto di sua iniziativa.
Incominciò a raccontare.
Namjoon cercò di mettere da parte i pensieri sui suoi problemi amorosi e si unì alla conversazione.
Passarono la serata a parlare di altro e niente che potesse riguardare lui e la sua ragazza. Preferiva in quel modo, aveva bisogno di svuotare la testa e pensare ad altro.
 
12 APRILE 2016
Namjoon si trovava davanti la porta chiusa della stanza dove di solito Bo-ra era solita lavorare con il suo staff. 
Tamburellò nervoso con il piede, mentre guardava i due bicchieri di Americano freddo che aveva in mano, uno per lui e uno per la sua ragazza.
Prese un respiro profondo e bussò alla porta con il gomito, per non rischiare di far cadere uno dei bicchieri di carta.
La porta si aprì, e Namjoon accennò a un sorriso imbarazzato trovandosi davanti a uno dei responsabili.
“Ehm…. Salve” trillò Kim Namjoon inchinando il capo.
“Ciao Kim Namjooniss, immagino tu voglia parlare con Bo-ra?” sorrise l’uomo.
“Si, potrebbe uscire un attimo per un pausa?” chiese a disagio Namjoon, non era solito piombare da lei così all’improvviso.
“Ora te la chiamo” disse l’uomo sorridente, Namjoon ringraziò con un profondo inchino, attento a non far cadere del caffè, fece qualche passo indietro aspettando la ragazza.
“Ciao” disse lei uscendo dalla porta e richiudendosela dietro, lo guardò leggermente sbalordita nel trovarlo lì.
“Ciao!” esclamò lui con voce più alta del normale.
“Come mai qui?” chiese lei leggermente stranita, “è successo qualcosa? Stai bene?” chiese con ansia pensando al peggio.
“Si! Cioè no! Non è successo nulla, sto bene!” trillò lui, inceppando sulle parole, confondendosi un po’.
“Oh… ehm… scusa, pensavo fosse accaduto qualcosa, non vieni mai qui” disse lei sbattendo un po’ gli occhi confusi, inclinò la testa per guardarlo meglio, cercando di capire cosa stesse succedendo.
“Ehm… ho pensato fosse carino portarti del caffè!” esclamò lui porgendole il bicchiere.
“Nam… io non bevo caffè…” disse lei a disagio, lui sapeva benissimo che lei non tollerava la caffeina, la faceva stare male.
“Ah..” disse per poi sgranare gli occhi, confuso. Si era dimenticato che a lei non piacesse il caffè, anzi non ricordava per niente.
“L’altro giorno, l’hai preso!” esclamò lui ricordandosi che avevano bevuto insieme  un bicchiere di Ice americano dopo le riprese del MV.
“Il mio era te freddo” disse lei perplessa.
“Ah… non ci ho fatto caso.” Disse lui a corto di parole, la situazione stava diventando fin troppo strana.
“Namjoon va tutto bene?” chiese lei sospettosa, non capendo il comportamento strano del ragazzo, provò a fare dei passi incerti verso di lui.
“Si! Tutto bene! Mi mancavi!” esclamò con voce trillante e pregna di panico lui.
“Namjoon… sai di recente sto avendo qualche problema a capirti” disse lei confusa, guardandolo leggermente sconvolta, per via dei comportamenti strani che il ragazzo stava mettendo in atto.
“Io… nulla! Vado via!” disse lui scappando poi via immediatamente, lasciandola sola confusa.
Bo-ra rimase immobile, pensando che la causa del comportamento strano di Namjoon potesse essere lei, forse stava mandando segnali confusi verso il suo ragazzo da confonderlo, e dubitare della loro relazione.
Namjoon non era mai stato un fidanzato molto presente, non si era mai presentato da lei mentre lavorava, e ogni volta che si vedevano era tutto sempre organizzato.
Il suo Namjoon non aveva mai, neanche dimenticato un qualche particolare su di lei. 
Sentiva la pressione e l’ansia per la loro relazione, e ancora non aveva detto nulla al ragazzo di quello che aveva fatto. Incominciava a sospettare che lui avesse già intuito qualcosa inconsciamente.
Scosse la testa, cercando di mandare via i pensieri, avrebbe risolto quella situazione più avanti, anche perché ancora il problema non si era realmente creato. Avrebbe aspettato le conforme a quello che aveva fatto, e poi avrebbe parlato con lui.
Per il momento doveva pensare solo al suo lavoro, e no a un probabile futuro forse non fattibile.
 
Namjoon aveva smesso di correre via, pensando di essersi allontanato abbastanza dalla sua fidanzata.
Non capiva cosa li stesse prendendo.
Non era da lui agire in quella maniera sconsiderata.
Non era da lui dimenticare le cose.
Non era mai andato da lei senza avvisarla, specialmente sul luogo di lavoro.
Si sentiva sempre più insicuro per tutto, sentiva sempre di più la mancanza di Bo-ra, qualcosa non quadrava, quell’ essere distante della ragazza non quadrava.
Incominciò a girovagare in ansia per l’agenzia con i due bicchieri di caffè in mano.
Non aveva una metà precisa.
Probabilmente nella sua corsa aveva anche versato caffè un po’ ovunque per il corridoio, ma questo non era poi molto importante.  
Sentiva la pressione, sentiva come se tutto stesse andando a rotoli.
Era confuso, e non si capacitava del perché fosse tanto in ansia per la sua relazione che era sempre andata a gonfie vele.
Probabilmente uno dei problemi poteva essere che si stava avvicinava a un anno di fidanzamento con Bo-ra. Il loro rapporto, era stato sempre così statico, dopo un anno si aspettava che, ci sarebbe stato un qualcosa di più.
Era l’unico tra tutti ad aver avuto una relazione tanto lunga e stabile.
Molto probabilmente si stava creando lui dei problemi, influenzato dall’andamento degli eventi che lo circondavano.
Il maggiore non era riuscito a trovare ancora una compagna dopo tanti sforzi, continuava a provarci, bramoso dall’essere in coppia senza riuscirci a suo malgrado.
Hoseok ogni qualvolta che usciva con qualcuno, non si ripresentava al secondo appuntamento.
I più piccoli avevano alcune esperienze, volevano averle ma sembravano tutti titubanti a provare qualcosa di nuovo, preferivano rifugiarsi nel loro mondo fatto di sogni e spensieratezza.
In fine c’era Yoongi, lui che dopo un amore così importante, che aveva causato una rottura nel ragazzo, si era dato al sesso occasionale con chiunque attirasse un minimo la sua attenzione.
Yoongi era da sempre la preoccupazioni di tutti loro.
Era la causa della loro paura più grande.
Paura di soffrire anche loro come lui.
La relazione del ragazzo era finita gradualmente con Isabel che si era allontana lentamente.
Namjoon temeva che l’atroce destino che si era scagliato sul suo amico, ora si stesse scagliando su di lui.
Temeva che Bo-ra si stesse allontanando da lui, nella stessa maniera in cui aveva fatto Isabel.
Temeva, che avrebbe sofferto anche lui con Yoongi.
Non poteva permetterselo.
Lui non poteva crollare per amore.
Lui non poteva stare male.
Era tutto sulle sue spalle, tutte le responsabilità.
Lui era il Leader.
Un compito che aveva accettato, che non poteva rinunciare, un compito che gli era stato dato per via della sua intelligenza.
Troppa.
Essere troppi intelligente causava sempre dei problemi.
Causava pressione.
Troppa.
Lui era sempre sotto pressione, in ogni momento sempre si più.
Sapeva che gli altri si aspettassero il massimo, che lui sarebbe dovuto essere al massimo.
Il suo essere così tanto intelligente lo portava ad avere una croce da portare sempre con lui, una croce che nessuno riusciva a comprendere, e che mai gli avrebbe tolto.
Era tutto così triste, lui era triste e si sentiva solo.

Angolo dell’autrice:
Ci ho messo un’eternità ma è venuto fuori alla fine.
Direi che il suo nuovo album non ha aiutato.
Namjoon riprenditi!
Mi dispiace dirvi che penso che pubblicherò una volta al mese o un po’ prima se riesco. Ho molta carne al fuoco con l’altra FF e vorrei comunque dare a Namjoon tutta la mia attenzione, cosa che non c’è al momento.
Questo è… lui è in crisi vicino a un anno di relazione, con degli amici intorno a cui è andata male qualunque tipo di relazione.
Ha il terrore di finire come Yoongi, punto di riferimento e suo amico dall’inizio del training.
Sono entrambi due rapper, due geni, due persone che tendono a farsi mille pensieri e paranoie.
Namjoon in più si prende responsabilità e pensa che tutto sia sulle sue spalle e non riesce a condividere il peso, non riesce neanche a parlare di lui con i suoi membri.
Questo è alla prossima che sarà a sorpresa!
 
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5: JISOO VS BO-RA ***


CAPITOLO 5: JISOO VS BO-RA

12 APRILE 2016
Namjoon era appoggiato al muro con la schiena, e gli occhi chiusi.
Nelle mani teneva strettamente ancora i bicchieri di caffè, aveva il fiatone per via della corsa appena fatta per allontanarsi dalla sua fidanzata.
Un leggero tocco sul braccio lo fece sobbalzare, facendo volare il bicchiere di caffè, che schizzò la bevanda bollente addosso alla povera sventurata che aveva provato ad attirare la sua attenzione.

Era una donna quella che aveva provato a toccarlo e per lo spavento si era coperta il viso, riparandolo dal caffè, bruciandosi leggermente.
“Aigoo” trillò la donna sobbalzando e cercando di proteggersi il più possibile.
“Oh, mio dio!” urlò Namjoon con gli occhi spalancati davanti, rimanendo immobile davanti al disastro che aveva appena causato, l’aveva sporcata tutta, e probabilmente anche bruciata.
Il bicchiere di carta era rotolato per terra e a separare lui e la donna c’era caffè ovunque per tutto il pavimento.
Jisoo, scostò leggermente le mani dal volto e lo guardò leggermente impaurita.
“Mi dispiace!” urlò Namjoon prendendosi la testa tra le mani.
La guardò con orrore senza riuscire a fare un passo verso di lei per aiutarla, era la seconda volta che attentava alla vita di quella donna.
“Quando intendevo un caffè per chiedermi scusa, non pensavo finisse così” disse lei con uno sbuffò di risata nervosa, provando a scrollarsi il caffè dalle mani.
“Oh… il caffè…. Io mi ero dimenticato che dovevo offrirtene uno! Aigoo che disastro.” Disse continuando a guardare il disastro intorno a sé.
“Ah… non era per me il caffè che al momento ho sui vestiti?” chiese lei con una risata, guardandolo leggermente addolcita. Non sapeva il perché ma il modo così impacciato del ragazzo le faceva tenerezza. Se fosse stato qualcun altro ad attentare alla sua vita in quella maniera, sarebbe diventata una furia.
“Mi perdoni! Non ne combino una giusta!” continuò a scusarsi invece Namjoon rosso in viso, preso dal panico. Non capendo come potesse essere possibile che ogni volta che combinava un danno ci fosse lei sempre di mezzo.
“Non ti preoccupare, non è grave” provò a dire lei addolcita.
“Le ho sporcato tutta la camicetta, si bruciata?” chiese con voce trillante avvicinandosi finalmente a lei afferrandole le mani con delicatezza per poterle osservare.
“Eh un pochino” tentennò lei.
“Oddio, cosa ho combinato!” esclamò in preda al panico avvicinandosi sempre di più a lei e scivolando sulla pozza di caffè.
Come risultato ottenne solo che entrambi finirono per terra, con un grande rumore, e per giunta lui sopra di lei a schiacciarla.
Dopo lo tsunami di caffè, aveva deciso di causare anche una frana e di romperle qualche osso, del suo esile corpo.
Rimase per un paio di secondi sopra di lei, mentre la donna era completamente rossa in visa, si guardarono negli occhi con un leggero imbarazzo.
Quando finalmente lui realizzò di esserle completamente sopra, si scostò immediatamente da lei ruzzolando per terra e rimanendo immobile sdraiato sulla schiena, pensando che forse fingersi morto era l’unica alternativa possibile.
Lei incominciò a ridere, dopo essersi ripresa dallo shock iniziale.
Lui si voltò con il volto verso la sua sinistra per poterla guardare, leggermente atterrito per via della situazione.
Alla fine incominciò anche lui a ridere coinvolto dalla risata della donna che squittiva in una maniera buffa ma allo stesso tempo tenera.
“Se continui così non arrivo ai miei trentun’anni” continuò a ridere lei.
“Mi dispiace” continuò a ridere Namjoon ilare steso sul pavimento.
“Non mi sento più la pancia per le risate, forse dovremmo alzarci” disse lei provando a mettersi seduta sul pavimento tenendosi lo stomaco, lui fece lo stesso appoggiandosi con la schiena al muro. Rimase incantato ad osservarla, paonazza in viso, con tutti i capelli arruffati.
Era splendida in quelle condizioni.
Lei alzò lo sguardo su di lui, e si fece sfuggire un’altro dolce sorriso, intenerita da lui, sembrava così genuino e puro.
Sembrava una rarità in quel mondo pieno di marciume in cui viveva.
Namjoon scosse leggermente il capo, per riprendersi e si rimise in piedi, le porse la mano per aiutarla, lei l’ha afferrò leggermente intimorita che potesse attentare alla sua vita di nuovamente, ma lo fece comunque continuando a sorridere incantata.
“Io.. penso di essere diventato una specie di assassino… però giuro non voglio attentare alla tua vita, non lo faccio apposta” provò a dire il ragazzo.
“Lo so, sei solo un po’ sbadato.” Sorrise lei lasciandoli la mano.
“Si… un pochino.” Disse lui in imbarazzo torturandosi il labbro inferiore, leggermente nervoso per quella situazione che aveva creato.
“Dai vediamo il lato positivo, non incontravo da molto una persona così particolare, e in grado di farmi ridere di gusto” provò a rincuorarlo lei, e lui divenne rosso per via del complimento.
“Ho una felpa di ricambio, posso prestartela, almeno per riparare al danno.” Disse lui guardando la camicetta della ragazza, cercando di non soffermarsi troppo sul suo fisico, provando a fare il gentleman.
“Mmh, potrei accettare, direi che non è il caso di rimanere così ridotta a lavoro”
“Eh… mi dispiace”
“Ti prego, Namjooniss potresti smetterla di scusarti, lo so che ti dispiace e non stai attentando realmente alla mia vita.” Provò a dire lei, continuando a sorridere, non aveva mai conosciuto qualcuno che si scusasse in quella maniera sentita. Probabilmente nella sua vita non aveva mai ricevuto delle scuse sincere.
“Okay… provo a smetterla, anche se è difficile” disse lui chinando il capo.
“Ottimo, che dici andiamo? Così mi dai la felpa?” chiese lei incoraggiante.
“Ehm… e questo disastro?” chiese lui guardando a terra il disastro di caffe versato.
“Mh.. avviso che c’è un pasticcio qui, verrà a pulire qualcuno” disse lei.
“Ehm… okay! Vieni, ho il cambio nel mio studio” disse lui indicandole la strada, lei sorrise di nuovo.

Si rendeva conto, che stava sorridendo in maniera spontanea, era raro per lei farlo.
Camminarono vicini per il corridoio, in silenzio, senza sapere bene entrambi cosa dire, troppo presi dai loro pensieri.
Lei aveva le mani giunte, e giocherellava in maniera nervosa con l’anello al suo anulare, lui invece guardava fisso davanti a se per evitare di inciampare e fare qualche altro pasticcio.
Anche se erano in silenzio, questo non sembrava essere d’intralcio, si stava bene in quel silenzio.
 
SERA

Jisoo, entrò in casa, lasciò le scarpe all’entrata.
Scosse la testa stanca.
Come ogni volta che rientrava, cercava di fare più silenzio possibile, sapeva per certo che il marito stesse dormendo.
Si tolse il cappotto, pose tutto con cura, e tenendo stretta la borsa a sé si avviò verso il piccolo soggiorno cucina.
La televisione era a un volume piuttosto alto, e come già sapeva sul divano a russare rumorosamente c’era lui.
Lo guardò con disprezzo, contò le bottiglie vuote di alcool, erano sempre fin troppe.
Avrebbe tanto voluto soffocarlo con un cuscino, ma non poteva aggiungere un omicidio alla sua lista di reati.
Massaggiandosi la spalla indolenzita per via della caduta della mattina, si avviò verso la camera da letto, trascinandosi per via della stanchezza.
Lavorava come una pazza, e tutto per pagare l’alcool di quel fallito sul divano e l’affitto.
Aveva dovuto fare i salti mortali per comprarsi dei vestiti costosi, e continuare a fingere di essere una persona altolocata.
Non era mai stata ricca, era quasi riuscita a diveltarlo, ma aveva sbagliato scelta.
Suo marito si era dimostrato essere un perdente, aveva fatto fallire un’azienda, ed era interamente colpa sua, se vivevano in una specie di monolocale nella periferia di Seul, monolocale avuto soltanto perché sua cognata si era messa una mano alla coscienza.
Aveva sbagliato, aveva scelto l’uomo sbagliato.
Tutto sommato, la sua vita era ricolma di uomini sbagliati.
Dopo aver lasciato la sua borsa, nascondendola sotto il letto, si diresse verso il bagno, aveva bisogno di una doccia, l’avrebbe tanto voluta fare calda, ma non poteva avere quel privilegio nella sua vita.
Si guardò allo specchio, una vita sprecata, la sua lo era sempre stata.
Per quanto aveva provato all’età dei sedici anni a ricominciare, aveva commesso comunque errori.
Abbassò il capo annusando l’odore della felpa che aveva indosso, accarezzò il tessuto e si abbracciò forte.
Si chiese come dovesse essere un abbraccio spontaneo, proveniente da una persona pura e dolce come Namjoon.
Doveva sicuramente dare molta calma, e serenità.
Per quanto il ragazzo fosse così maldestro e avesse rischiato più di una volta la propria vita in sua presenza, sapeva per certo che lui era una buona persona.
Doveva esserlo, doveva esserci qualcuno di buono al mondo. 
Con riluttanza si tolse la sua felpa, la piego con cura, se la sarebbe rimessa dopo la doccia, avrebbe dormito con quella, con la speranza di avere un po’ di calore nella sua vita.

SERA
Bo-ra rientrò in casa a un orario decente per una volta, aveva fatto un ottimo lavoro in quella giornata, anche se aveva avuto la mente altrove.
Sapeva che stava per arrivare un momento critico nella sua vita.
Sapeva che rischiava di perderlo.
Era stata una scelta faticosa quella che aveva preso.
Anche lei come Namjoon voleva eccellere nel suo lavoro, non voleva passare tutta la sua vita a montare dei video per un gruppo musicale, voleva di più.
Erano anni che studiava tanto, che lavorava altrettanto, cercava di essere autonoma e realizzare quel sogno.
Un sogno che non era stato suo principio, il sogno di un’altra persona.
Si avvicinò al piccolo mobile nel corridoio e prese una cornice tra le mani.
“Mi manchi” disse con voce lieve guardando la foto.
Sapeva che nella vita non si poteva avere tutto, lei aveva persona un qualcosa di molto caro, e non era mai stata più completa da quel momento.
Era maturata fin troppo in fretta, la vita l’aveva portata a doverlo fare.  La sua famiglia, quel lutto improvviso. 
Riposò la foto sul piano e si avviò verso la sua cucina, per mangiare un qualcosa, si fermò a guardare il calendario sul muro.
Il piccolo cuoricino rosso vicino al numero ventisette, a breve avrebbero fatto un anno.
Puntò lo sguardo sul giorno prima, dove stava scritto: risultati.
Se fossero stati positivi, sarebbe cambiato tutto, il loro futuro sarebbe cambiato, la loro relazione anche.
Avrebbe dovuto dire la verità a Namjoon, avrebbe dovuto chiedere il suo parere prima di fare quella scelta tanto importante per lei ma anche per la loro relazione.
Aveva avuto il terrore che il loro rapporto si  fosse potuto inclinare, aveva il terrore di perderlo.
Lui era la sua stabilita, era la sua certezza.
Tutto però sembrava essere così strano, lui sembrava esserlo e lei lo sapeva, stava pian piano prendendo le distanze, se n’era accorta quella mattina. Non l’aveva fatto di proposito, era accaduto, ma stava capendo che i suoi atteggiamenti erano perché temeva che non ce l’avrebbe mai fatta a sopravvivere alla troppa distanza.
Temeva che Namjoon non ce l’avrebbe fatta, lui come lei aveva bisogno di stabilità.
Probabilmente lei in un futuro non troppo vicino, non sarebbe stata in grado di dargli più ciò di cui avevano bisogno.
Scosse la testa, per cacciare via i pensieri e andò verso il frigorifero alla ricerca di qualcosa da mangiare.
Doveva assolutamente parlare con lui, dirgli tutto.
Prese il telefono e gli mandò un messaggio con scritto solo: ti amo.

NOTTE
Namjoon era tornato da poco, si era fatto una bella doccia calda. Aveva messo il telefono spento sotto carica, senza neanche accenderlo per controllare i messaggi.  Era talmente distrutto da quella giornata che si aveva solo voglia di crollare nel suo letto.  
Era veramente stremato per la giornata appena passata, era stato tutto così un disastro.
Aveva fatto gaffe, su gaffe.
Incominciando con la sua ragazza continuando con la segretaria di Pd-nim.
Aveva sempre più confusione nella testa, e non sapeva più che pesci prendere.
La sua mente era un tumulto di pensieri, d’incertezze. Continuava a non sapere cosa fare, a non comprendere i suoi sentimenti.
Voleva che la situazione si risolvesse con Bo-ra, ma Jisoo aveva decisamente fatto breccia nel suo cuore.
Non ne capiva il motivo, non avevano avuto poi molte conversazione profonde, anzi lui aveva rischiato di ucciderla soltanto.
C’era qualcosa in quella donna, a far si che ne fosse attratto come una calamita, qualcosa di misterioso.
Occhi brillanti, che realmente non lo erano, c’era un qualcosa di particolare nel suo sguardo, qualcosa che non riusciva a scorgere a comprendere realmente.
Avrebbe voluto saperne di più.
Non poteva farlo, lui amava un’altra, e sapeva che il suo interesse per quella nuova donna era solo perché si sentiva solo.
Solo, era sempre solo.
 
Angolo dell’autrice:
Mi c’ è voluta un’eternità.
Lo so. Perdonatemi.
Insultatemi pure, ho deciso di scrivere di Namjoon e la colpa è mia che lui mi manda ai matti.
Che personcina complicata.
Detto questo ci si legge sempre a sorpresa perché non so quando riscriverò! Fate sempre un calcolo di 20 giorni un mese.
Baci!
 

 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6: TRUE ***


CAPITOLO 6: TRUE

27 APRILE 2016
Namjoon e Bo-ra erano appena rientrati a casa della ragazza, si erano entrambi seduti un attimo sul divano per riposarsi dopo la sfrenata giornata.
Quel giorno era stato il giorno di riprese per una puntata di running man, e anche se Bo-ra non aveva un turno di lavoro, aveva accompagnato i ragazzi alle riprese del programma.
Questo era accaduto perché Namjoon aveva insistito tanto sul farla andare con lui, dato l'amore che la ragazza avesse per quel programma, che era un punto fisso nella loro relazione. 
Dopo la giornata lavorativa erano andati a cena fuori, si erano coperti per bene così che nessuno avesse potuto riconoscere Namjoon.
Non erano soliti uscire, preferivano passare del tempo a casa, per evitare di essere scoperti.
Namjoon amava che: lei non si fosse mai lamentata delle poche attività da fidanzati da poter far all'esterno, delle quattro mura dell'appartamento.  
Lei gli aveva sempre detto che: l'unica cosa importante era il tempo che passavano insieme, non importava il luogo o l'attività.
Quella sera però erano usciti facendo uno strappo alla regola della propria routine, poiché era il loro anniversario. 
Lui aveva insistito tanto, e lei aveva accettato volentieri. 
Avevano passato la cena a commentare l'episodio girato, ed era sembrato come se dopo tanto tempo di problematiche e fraintendimenti, le cose fossero finalmente tornate come sempre. 
 
"Avrei dovuto organizzare qualcosa di migliore... sono le undici di sera e siamo già a casa" Sussurrò Namjoon mentre era seduto sul divano con Bo-ra in piedi davanti a lui che li passava una lattina di birra.
"Namjoonie è stato perfetto" sorrise gentile.
"Mmh..  le altre coppie vanno in giro, escono per veri appuntamenti, è comunque un anno... io non capisco perché ti vada bene così?" Chiese lui a disagio.
"Namjoon perché capisco cosa vuol dire essere fidanzata con un idol, e poi non te l'ho sempre detto a me va bene così." Provò a dire lei dolcemente, accarezzandoli un braccio con affetto.
"Mmh...." disse lui indeciso.
"Cosa?" chiese lei tentennando sapendo che ci fosse di più.
"Nell'ultimo periodo è stato un po’ tutto altalenante non credi?" incominciò ad accennare, aveva il bisogno di parlare con lei, di avere la conferma che fosse tutto come sempre.
"Si... l'ho notato, penso sia colpa mia in effetti.." sospirò lei, incominciando a giocherellare con una ciocca di capelli a disagio. Non voleva parlare nel giorno del loro anniversario, non voleva rovinare la loro giornata, ma sapeva che non poteva tenere per molto il segreto.
"Tua è perché?" Trillò lui preoccupato.
"Perché penso di averti mandato dei segnali errati, non volendo. Forse tu ti sei sentito come se io fossi poco presente" provò a dire lei titubante.
"Un pochino si... tra i miei impegni e il corso che hai fatto in America per quei due mesi, tra dicembre e gennaio. Anche il non sapere se ci seguirai in tour… non so mi ha portato a preoccuparmi" disse lui in imbarazzo, non gli piaceva sentirsi tanto insicuro, ma ultimamente si sentiva così.
"Quando sono partita per quel corso di due mesi, sembravi stare tranquillo" disse lei con tono preoccupato, leggermente stupita da quella dichiarazione, lui non si era mai lamentato, si erano sentiti regolarmente e al suo ritorno era sembrato come se tutto fosse stato normale.
"Lo ero!" Esclamò con voce trillante. 
"Ma non lo sei più.. " Sussurrò lei triste. 
"Io, lo so che tu ed io non ci vediamo ogni giorni, ma penso che la distanza e  non parlare chiaro distrugga i rapporti." Disse lui abbassando il capo, sempre più a disagio.
"Isabel..." Sussurrò lei scuotendo il capo. Bo-ra era informata di tutta quella storia, sapeva di quanto dolore avesse provato Yoongi, e della paura di Namjoon di potersi ritrovare anche lui come il suo amico.
"Si, la storia di Isabel e Yoongi sicuramente ci fa avere paura, un po' a tutti..." tentennò lui.
"La sua storia era diversa... io sono libera nelle mie decisioni" provò a rincuorarlo lei, effettivamente lei e Isabel, anche se non l’aveva mai conosciuta, sembravano essere completamente diverse dai vari racconti di Namjoon.
"Lo so... ma era iniziato tutto con un lieve allontanamento e noona Isabel che ometteva i fatti, poi è scomparsa e ha chiuso con lui... non voglio che nessun'altro di noi soffra come Yoongi.." provò a dire lui, aveva il terrore di esplodere come Yoongi di ritrovarsi così, l’aveva visto stare male fin troppe volte, e nell’ultimo periodo lo osservava mentre era sempre più arrabbiato con il mondo.
Lui era il leader non poteva permettersi di soffrire nella stessa maniera, c’era già il ragazzo a portare subbuglio nel gruppo.
"Devo dirti una cosa importante..." disse lei dopo un attimo di silenzio.
"Qualcosa non va?  Intendevi questo con segnali strani?" chiese lui, guardandola in cerca di una spiegazione. Forse c’era davvero qualcosa che non andava e che percepiva da più di un mese, forse non era del tutto pazzo a dubitare della loro relazione dopotutto.
"Dopo il corso in America, all'università mi hanno assegnato un progetto.. "
"Si quello per cui ti sei tanto impegnata!" rispose lui con orgoglio, era stato felice del suo successo.
“Si, quello… ti ricordi la sera che ti ho detto che uscivo con le amiche e non potevamo vederci?” chiese lei leggermente a disagio,  era il momento di ammettere la sua bugia.
“Si… ci sono rimasto male in effetti, avevi promesso che al mio primo momento libero saremmo stati insieme.” Disse lui in imbarazzo.
“Lo so… immaginavo fossi rimasto male, il fatto è che sono uscita con i miei colleghi dell’università e il professore del progetto.”
“Ah… allora era una cosa dell’università? Perché non me l’hai detto avrei capito!” esclamò lui, sentendo per un attimo rincuorato, lei gli aveva detto di no per l’università, non per andarsi a divertire.
“Perché il mio professore ha mandato alcuni progetti a un concorso di un’università in America, eravamo usciti per festeggiare che il mio progetto era alla fase finale della gara…” sussurrò lei a disagio.
“Bo-ra?” la chiamò dolcemente “Non capisco perché nascondermelo… è una bella cosa! Sono felice per te e orgoglioso! Dovremmo festeggiare i traguardi l’uno e dell’altra!” esclamò lui con felicità, anche se  continuava a non capire il perché di quei segreti.
“Joonie… ieri ci sono stati i risultati finali… ho vinto” disse lei, ma il suo tono non sembrava felice, bensì triste.
“Perché me lo dici con questo tono triste?” chiese lui avvicinandosi a lei e alzandole il viso, posando la mano sotto il mento.  La guardò confuso.
“La vincita è un anno agli studi di montaggio di una grande azienda cinematografica a Hollywood” disse lei guardandolo sempre titubante.
“Ah…” disse lui lasciandole andare la guancia che stava accarezzando e abbassando il capo incerto.
“Mi dispiace…” sussurrò lei con gli occhi lucidi.
“Perché?” chiese lui alzando il capo e guardandola. “No, ti prego non piangere! È una bella notizia è una buona opportunità!” provò a essere propositivo lui, e di slanciò l’abbracciò subito.
Lei si strinse a lui e cominciò a singhiozzare.  
Temeva che l’avrebbe perso, che non sarebbero riusciti a resistere alla lontananza.
“Andrà bene… troveremo una soluzione” provò a dire lui mentre la teneva stretta a lui, era una grande opportunità per la sua ragazza, capiva cosa volesse dire voler eccellere nel proprio lavoro, desiderare sempre di più, sarebbe stato un egoista a non comprendere la situazione. Voleva il meglio per lei, il lavoro era una cosa fondamentale per entrambi, il loro impegnarsi tanto li aveva uniti fin dall’inizio.
“Ho paura Namjoon… ho il terrore che tu penserai che finirà come la storia di Yoongi” disse lei staccandosi leggermente da lui e guardandolo triste.
“Non accadrà…. L’hai detto tu… sono due storie differenti, e tu parti per il lavoro, è giusto che tu provi a realizzare il tuo sogno” provò a dire lui, doveva assolutamente incoraggiarla, anche se una parte di se avrebbe voluto dire: di non andare e non lasciarlo solo. Lui non era un egoista, ma in quel momento avrebbe tanto voluto esserlo.
“Tu resisterai? Aspetterai che torno da te?” chiese lei impaurita, aveva bisogno di sentirsi al sicuro, che lui le facesse quella promessa, o non sarebbe mai potuta partire, via, lontano per tutto quel tempo.
“Si. Io aspetterò che torni, anche se penso, avrai dei momenti liberi, forse riuscirai a venire a trovarmi no?” chiese lui, era improbabile che lei in un anno, non sarebbe mai potuta tornare.
“Io… non lo so, sinceramente so solo la data della partenza” disse lei titubante.
“Quando è?” chiese lui.
“Il quindici maggio…” sussurrò lei, sapeva che la data era fin troppo vicina.
“Oh…di già?” si fece scappare lui, leggermente scosso, la partenza sarebbe stata vicina, fin troppo vicina.
“Si… mi dispiace Namjoon… ma se vuoi che rimanga… io potrei rinunciare” provò a dire lei tentennando, non pesava che potesse essere la soluzione giusta, ma doveva almeno provare a proporlo, se lui l’amava davvero, avrebbe rinunciato a lei per un anno, ci avrebbe dovuto provare.
“Oh…” disse lui guardandola incerto, pensando che volesse chiederle tanto di farlo, ma non avrebbe potuto, era come se lei li chiedesse di rinunciare alla sua carriera, lui non avrebbe mai potuto acconsentire a ciò.
“Non potrei mai chiedertelo, lo sai…” sussurrò lui.
“Allora dobbiamo solo resistere” disse lei annuendo con il capo, si passò una mano sulle guance rendendosi conto che aveva smesso di piangere.
“Si, andrà bene! È solo un anno, e poi io ho anche un tour da fare a breve, sarò impegnato. Saremo impegnati! E il tempo passerà” provò a sorridere lui in modo impacciato.
Lei annuì con la testa a si avvicinò a lui per essere abbracciata, lui la strinse a sé.
Entrambi rimasero in silenzio, ognuno con i propri pensieri, ognuno nelle proprie insicurezze e paure, entrambi temevano che non sarebbero riusciti a sopravvivere.
 
1 MAGGIO 2017
Namjoon si trovava nel suo studio già di prima mattina, erano giorni che apposta di rientrare in dormitorio, andava a dormire da Bo-ra così da poter passare il tempo rimanente insieme.
Stava provando con tutto se stesso a non impazzire e non pensare al peggio, ma aveva il terrore che tutto sarebbe andato nei peggiori dei modi.
Quella mattina, era avvolto dall’ansia, Bo-ra si era recata con lui in agenzia, per concludere la sua ultima giornata di lavoro.
Ciò faceva sentire sempre più vicina la data della partenza della sua fidanzata. Avrebbe tanto voluto passare ogni secondo del suo tempo con lei, ma era pieno zeppo di lavoro: tra le prove, la scrittura e l’uscita del nuovo album imminente.
A breve ci sarebbero state anche le prime date del concerto a Seul, e poi sarebbe iniziato il loro tour.
Per quanto tutti questi progressi dovevano farlo sentire entusiasta e su di giri, lui sentiva solo la tristezza e la paura che alla fine sarebbe stato realmente del tutto solo.
Si massaggiò il collo stanco, cercando di mandar via la sua tristezza, doveva concentrarsi sul lavoro che stava eseguendo.
Qualcuno bussò alla porta del Mon studio.
Namjoon che era intento a scrivere su un quaderno, si alzò riluttante dalla sua seduta e andò ad aprire la porta.
“Hyung sei tu!” esclamò Namjoon alla vista di Yoongi con il fiatone.
“Fammi entrare e chiudi la porta svelto! Svelto!” esclamò il rapper tuffandosi dentro lo studio.
“Che succede?” chiese lui chiudendo la porta lentamente e guardando il suo amico.
“Un’altra ragazza…” disse lui andando a sedere sul divano dello studio.
“Aigoo… Yoongi!” esclamò con tono lamentoso Namjoon, pensava che fosse successo qualcosa di grave e invece era un’altra di quelle ragazza che probabilmente si era innamorata di lui dopo solo una sessione di sesso.
“Si lo so… forse sto esagerando” disse scuotendo il capo e poi ridendo ilare.
“Sembri divertirti…” disse scuotendo il capo a rimprovero, trovando decisamente assurdo e irritante l’atteggiamento del ragazzo, che era diventato così irresponsabile e stava mandato ai matti tutti.
“Beh si un po’ si! Ma anche tu ti stai dando da fare ultimamente, sono notti che non torni a casa” lo stuzzicò Yoongi.
“Ti sei accorto della mia assenza? Pensavo non l’avresti notata con tutto il bel da fare che ti dai, con chiunque respiri di sesso femminile nelle vicinanze.” Lo punzecchiò Namjoon con astio nel tono di voce.
Yoongi rimase per un attimo immobile ad osservare il suo amico, fessurando gli occhi, cercando di concentrarsi un attimo per cercare di capire cosa ci fosse che non andasse.
“È successo qualcosa?” chiese stranito.
“No, Hyung…. Lascia perdere” disse Namjoon irritato, andandosi a risedere di nuovo sulla sua sedia e riprendendo il quaderno in mano.
“Namjoon…. Mi preoccupi, cosa c’è che non va?” chiese di nuovo Yoongi alzandosi in piedi.
“Ti ho detto niente, se sei venuto qui solo per nasconderti dalla solita ragazza che si è innamorata di te, puoi farlo da un’altra parte. Io ho del lavoro da ultimare.” Disse con tono scontroso Namjoon, voltandoli le spalle.
“Okay… c’è qualcosa che non va in te… tu non ti rivolgi così alle persone” disse Yoongi leggermente riluttante, Namjoon sembrava di umore nero, non l’aveva mai visto rispondere a tono.
“Si va bene, c’è qualcosa che non va. Dato che hai scoperto il mistero perché non te ne vai ora.” Lo aggredì Namjoon, fulminandolo con lo sguardo.
“Nam…” disse con voce lieve Yoongi guardandolo sconvolto.
“Te ne vai o no?” lo cacciò via Namjoon.
“Io… forse vuoi parlare con me del tuo cattivo umore.” Provò a dire Yoongi leggermente atterrito dal comportamento dell’amico.
“No, Yoongi non voglio parlare con te. Tu non capiresti. Tu stai passando il tuo tempo libero a gironzolare da vagina a vagina, reprimendo qualunque tipo di sofferenza nei confronti di Isabel! Tu sei un’irresponsabile! Non voglio parlare con te!” gli urlò contro alzandosi in piedi.
Yoongi boccheggiò con la bocca spalancata, abbassò il capo sentendosi in colpa e andò via senza proferire parola.
Namjoon richiuse la porta del suo studio a chiave.
Si andò a stendere sul divano, e soffocò un urlo.
Era così arrabbiato con Yoongi, con la vita, con chiunque.
Aveva perso la pazienza, odiava che fosse così tutto dannatamente complicato.
Rimase sdraiato sul divano, dimenticandosi del lavoro che stava facendo, non aveva più voglia di fare nulla, non voleva più impegnarsi in niente.
Non voleva essere sempre dannatamente perfetto.
 
Angolo dell’autrice:
Eccomi qui! Si pubblico sempre in ritardo lo so! Perdonatemi!
Comunque Bo-ra ha raccontato il suo segreto, Namjoon ha provato a fare il maturo della situazione, ma sta male.
Esplode contro Yoongi che sinceramente non è uno che sta poi tanto bene.
Continua a venire menzionata Isabel e la storia con Yoongi… ma vi ricordo che questo è uno spin-off quindi mi ci ritrovo a inserirla ogni tanto, anche perché è tutto collegato a quel mondo!
Se vi va di passare a leggerla ci sono i primi due capitoli Maybe it’s fate!
Baci alla prossima!
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7: LEADER ***


CAPITOLO 7: LEADER

9 MAGGIO 2016
Namjoon si svegliò al suono della sveglia, la spense facendo cadere il telefonino per terra.
“Che ora è?” chiese Bo-ra sbadigliando.
“Presto, le sette del mattino, devo stare in agenzia fra un ora” disse Namjoon lasciando perdere il telefono per terra e avvicinandosi alla sua ragazza tirandola a se e abbracciandola.
“Vorrei rimanere abbracciata a te così per sempre” sussurrò lei mentre li accarezzava i capelli con amore.
“Anche io, ho una grande voglia di darmi malato!” esclamò lui e lei rise continuando ad accarezzarlo e baciandolo.
“Non mi sono ancora lavato i denti” disse lui con una smorfia di discusso in viso.
“Non m’importa” disse lei tornando a baciarlo, lui ricambiò il bacio sorridendo tra le labbra di lei, dimenticandosi per un attimo, che quelli erano solo gli ultimi attimi che avrebbero passato insieme.
 
“Il tuo telefono squilla” disse Bo-ra staccandosi improvvisamente da lui, Namjoon sbuffò sonoramente e rotolò per il letto fino al bordo per allungarsi e provare a prendere il telefono.
“Pronto” disse con voce secca e infastidita.
“Sei da Bo-ra?” chiese Yoongi tentennando.
“Si, ho dormito qui.” Disse secco Namjoon senza dilungarsi in nulla, era ancora arrabbiato con Yoongi e non si parlavano da fin troppi giorni ormai.
“Comprendo, vuoi che ti passi a prendere o ti accompagna lei?” chiese titubante Yoongi.
“Non lo so, ne parlo con lei, nel caso chiedo ad Hoseok.”
“Namjoon… per favore sto provando a fare pace” disse con voce veramente patetica Yoongi.
“Faremo pace quando la smetterai di essere irresponsabile.” Disse con rabbia Namjoon.
“È così che la metti? Tu ti stai comportando da bambino con questi atteggiamenti!” gli urlò irritato Yoongi.
“Si perfetto. Ciao Hyung.” E così chiuse il telefono, lo posò sul mobiletto e si sdraio sul letto grugnendo infastidito.
“Cosa accade?” chiese Bo-ra leggermente stupita per via del tono utilizzato da Namjoon, non l’aveva mai visto perdere il controllo.
“Litigo con Yoongi da un po’” disse sbuffando, si allungo con le mani verso il cuscino, lo prese da sotto la testa e se lo posò in faccia.
“Per?” chiese lei tentennando con la voce, per poi bloccarsi all’urlo di Namjoon soffocato dal cuscino.
“Nam?”  chiamò lei con voce leggera,  accarezzandoli un braccio,  Namjoon si tolse il cuscino e lo fece ricadere di lato, la guardò triste.
“Non lo so, mi fa saltare i nervi, ultimamente è così irresponsabile” disse con voce lamentosa il leader.
“Soffre… lo sai, è un modo che ha per combattere la sua assenza”
“Un modo orrendo… sta uscendo con chiunque, ci sono parecchie ragazza in agenzia piangenti per causa sua, anche Pd-nim si è lamentato.”
“Capisco, immagino stia esagerando parecchio, l’avevo notato in agenzia, ma lo sai ognuno ha il suo modo di reagire al dolore.” sussurrò comprensiva lei.
“Si, esagera, e io sono sempre così accondiscendete con lui, specie perché è più grande, ma questi comportamenti non vanno più bene. é così tutto ingestibile, e io non posso passare le miei giornate a badare a lui.”
“Forse dovreste provare a parlare con lui tutti insieme? Non dovresti pensare che tutto sia sulle tue spalle, solo perché sei il Leader. Non dipende da te” provò a dire lei consolandolo, e cercando di comprendere la frustrazione del suo fidanzato.
“Si, non dovrebbe essere una mia responsabilità, ma a quanto pare lo è tutto.” Disse con rabbia Namjoon.
Bo-ra si avvicinò a lui e lo strinse forte, posando la testa sul petto del ragazzo, provando anche solo così a farli capire che li stava accanto, non avrebbe mai potuto aiutarlo con le problematiche con il suo gruppo, non si era mai intromessa.
Pensava fosse giusto che entrambi tenessero ciò separato, o almeno la ragazza era convinta che per Namjoon fosse la scelta più giusta, dato il suo tenerla a distanza dai ragazzi.
“Direi che il caso che ti fai una doccia e io ti accompagni” disse lei dopo che i minuti di silenzio passavano, e sentiva il proprio fidanzato più rilassato tra le sue braccia.
“Posso chiamare Hoseok, non c’è bisogno che ti scomodi tu” sorrise lui, accarezzandole i capelli con gentilezza.
“A me fa piacere farlo, comunque devo passare dai miei genitori, prima o poi dovrò salutarli”
“Mancano ancora giorni! Come mai li vai a salutare ora?” chiese lui confuso.
“Non ho detto ancora nulla che vado via, ma non credo li importa molto, lo sai non ho un buon rapporto con i mei” sospirò lei.
“Dovresti provare a riappacificarvi, come hai detto tu ognuno reagisce in modo diverso al dolore” provò a dire lui, ma lei lo fulminò con lo sguardo.
“Non è la stessa cosa. Namjoon, non ne voglio parlare lo sai” disse diventando leggermente più dura.
“Forse potresti aprirti un po’ di più con me su questa situazione”
“Namjoon tu mi parli di tutto?” chiese lei studiandolo accuratamente.
“Ehm… no, forse non ti dico tutte le mie paranoie, ma non voglio farti preoccupare, alla fine sono cose che risolvo da solo.”
“Appunto, Nam… io ho già risolto la situazione con i miei genitori, da anni ormai, o non vivrei sola, ho accettato tutto anni fa, va bene così.” Provò a dire lei in modo convincente.
“Mmh… non voglio che stai male, mi preoccupo per te”
“Nam, e io lo so e lo apprezzo, ti amo tantissimo. Però ora dobbiamo solo pensare al fatto che se continuiamo a parlare fai tardi in agenzia” provò a sorridere lei dolcemente.
“Fai la doccia con me?” chiese lui avvicinandosi a lei e accarezzandole i capelli, lei annuì con il capo e lui la baciò dolcemente, chiudendo la piccola discussione appena iniziata.

SERA
I bts si trovavano tutti in una sala riunione per discutere di una piccola faccenda leggermente delicata. 
Namjoon aveva appena finito di spiegare quale fosse la richiesta del capo, di andare alla mostra di beneficienza del fotografo Do-yoon.
“Qualcuno ci deve andare alla mostra” ridisse Namjoon dato il silenzio di tutti “Pd-nim vuole che qualcuno vada” disse secco e leggermente irritato dal fatto che nessuno volesse andare, anche se non l’avevano detto, si leggeva sulle loro facce, esclusa quella di Tae.
“Io non posso, no dopo lo scandalo avuto con lei a febbraio. Ci sarà Isabel non posso rischiare.” disse Jin seduto con le braccia incrociate al petto e facendo no con la testa.
“Sentite mi fate capire perché mi trovo qui a discutere?” chiese Yoongi sbuffando innervosito, prendendo finalmente la parola e sempre di pessimo umore.
“Pensavamo che volessi andare alla mostra organizzata da Noona” disse Tae gentile, “Io ci voglio andare” sorrise con allegria.
“No. Non vedo perché dovrei andare. Per essere trattato con freddezza e sufficienza? Non mi va per niente. Vi avevo detto che non ne volevo sentire più parlare” disse con rabbia il rapper guardando tutti con rancore.
“Stessa cosa, io non voglio essere trattato così e poi ormai sono della posizione del Maknae mi sono convito.” disse Jimin con le braccia incrociate.
“Qualcuno deve pur andare con V” disse Namjoon, che ormai sapeva che il più piccolo era l’unico disponibile ad andare, ma solo non lo si poteva lasciare, avrebbe combinato dei casini con Noona Isabel, era al coerente della voglia del minore di parlare con lei.
“Leader toccherebbe a te” disse Hope ridacchiando cercando di stemperare la tensione.
“Perché non ci vai tu?” chiese Namjoon al suo migliore amico, lanciandoli un’occhiataccia, la situazione era così critica e lui continuava a essere di cattivo umore per colpa di Yoongi, quella nuova richiesta da parte del capo era solo un nuovo problema, che riguardava sempre Yoongi.
“Ehm…” disse Hope leggermente in crisi mentre si voltava a osservare Yoongi e il suo sguardo inviperito, “No, ho da fare quel giorno” disse tentennante.
“Che cosa hai da fare?” gli chiese con fare accusatorio, pensando che quello era un ammutinamento vero e proprio a suo discapito, sapeva che per quanto avrebbero discusso alla fine sarebbe toccato a lui affondare con tutta la nave insieme a Taehyung.
“Prove” disse Jimin spalleggiando il compagno di stanza.
“Immagino ti unirai a loro” disse Rm rassegnato guardando Jungkook “Si, io rimango della mia posizione” disse Jungkook.
“Beh direi che tocca a te” rise Jin leggermente ilare per via della sorte del leader del gruppo. 
“Io ho un appuntamento” disse Yoongi alzandosi di colpo.
“Con Suran?” chiese Jimin sorridendo provando a far cambiare l’umore di Yoongi cambiando argomento.
“No, con Suran, con Yeona” disse piccato. 
“Chi è Yeona ora?” chiese Tae non capendo confuso, sentendo un nuovo nome.
“Una dell’amministrazione” disse facendo spallucce.
“Aspetta ma non uscivi con Su-hee?” chiese Hope grattandosi la testa confuso anche lui dalla nuova ragazza appena nominata. 
“Chi?” chiese Jin stranito ormai aveva perso il conto delle ragazze che uscivano con Yoongi.
“Quello era settimana scorsa, sei rimasto indietro” disse Yoongi.
“Hyung ma con quante ragazze stai?” chiese Jungkook sconvolto.
“Con una diversa ogni volta che sono libero” disse lui come se fosse ovvio.
“Hyung dovresti smetterla.” disse Namjoon serio scuotendo il capo con rimprovero.
“Perché? Loro non si lamentano.” Disse secco “Sentite non voglio le prediche io vado. Per quella faccenda non ne voglio sapere nulla.” Disse secco.
“Come no? Hyung!” esclamò V cercando di trattenerlo.
“Ho detto di no, non è più affare mio” disse andando via prendendo la borsone e sbuffando. 
“Aigoo, è sempre peggio o sbaglio?” chiese Namjoon agli altri, in cerca del loro sostegno e cercando di capire se la situazione desse fastidio a qualcun altro oltre che a lui.
“Io non lo capisco più” disse Jin con gli occhi semi chiusi concentrato su chissà quale teoria nella sua testa.
“Forse ha finalmente preso posizione, sbagliata ma pur sempre una posizione” disse Jimin con sguardo preoccupato.
“Posizione? Che non la vuole più vedere e ne sentire nominare? Dai ragazzi ci credete veramente?” disse Jin sconvolto con una risata nervosa.
“Sentite lasciamolo perdere è un suo modo per andare avanti, è una sua scelta non possiamo fare molto solo assecondarlo” disse Hope serio.
“Si ho capito, ma sta esagerando con tutte queste ragazze non credete? Si è beccato un rimprovero anche da Pd-nim” disse Namjoon serio guardando Hoseok che era al coerente di quel rimprovero.
“Beh Pd-nim ha detto solo che non deve farle piangere” disse leggermente insicuro il ballerino.
“Grande consiglio!” sbuffò Jin scuotendo il capo non credendo alle parole del capo, che a quanto pare aveva dato il via libera a quello strano comportamento.
“Lo Hyung è stato uno straccio per mesi, forse è meglio così?” provò a dire Jk poco convinto.
 “Lo so che lo è stato per mesi, però poi improvvisamente sembra come se lei non fosse mai esistita, specie dopo Do-yoon” continuò il leader con tono preoccupato, cercando di non far trasparire il suo risentimento.
“Hope hai provato a parlarci di nuovo?” chiese Jungkook dubbioso.
“Si, ma non vuole sentire nulla, neanche cosa vi siete detti dopo. Rimane fermo nella sua posizione. Anche Jimin ci ha provato” disse dando una manata sulla spalla al più piccolo vicino a lui che annuì con il capo.
“Si, dopo che mi sono ricreduto e ho capito che Isabel non è stronza ho provato a parlare con lui, ma nada” disse Jimin scuotendo la testa tristemente.
“Ragazzi, secondo me sta facendo solo un gran casino, sembra arrabbiato con il mondo” disse Tae serio.
“Non so, forse è meglio così, almeno va avanti, alla fine Do-yoon ci ha detto di lasciar perdere e di non insistere” disse  Hope.
“Cambia ragazza ogni secondo non è preoccupante questo? Non vuole sentirla nominarla neanche!” disse Tae arrabbiato.
“Tae ne abbiamo già parlato, basta così” disse Namjoon e il ragazzo incominciò a sbuffare. Non voleva continuare a parlare di ciò, voleva risolvere la riunione e tornare da Bo-ra per poter passare quel poco tempo rimanente con lei.
“Non penso che sia preoccupante, si sta divertendo, sta bene. Lavora duramente. Sembra arrabbiato solo quando la si nomina, quindi smettiamola di farlo semplice” disse Hope aprendo la braccia.
“L’abbiamo trovato nel suo ufficio a vedere gli scandali su di lei” disse Jin dubbioso “Eh?” chiese JK non capendo di cosa stesse parlando.
“Ha detto di averla dimenticata, che non li importa di lei, ma sta sempre a controllare se è su qualche tabloide! Noi abbiamo delle risposte ma lui non vuole sentirle” disse Jin con rabbia.
“Ormai si è intestardito, ha deciso di odiarla e lo sta facendo” disse Hope “Sarà dura aiutarlo a fargli cambiare idea, forse cambierà da solo un domani” disse perplesso, rimanendo comunque fermo al fatto che fosse meglio lasciarlo in pace.
“Se lo portassimo alla mostra di nascosto? E lo chiudessimo con lei da qualche parte con l’aiuto di Do-yoon?” chiese Jimin.
“Do-yoon non farà mai una cosa del genere, e poi sembrano veramente una coppia” sbuffò il maggiore. 
“Sentite io non c’ero dopo che vi ha parlato, ma forse Do-yoon voleva solo liberarsi di Yoongi, forse  tutto quello che ha detto era un piano ben studiato?” provò a dire Hope.
“Aigoo, Hope si convince Jimin a non odiarla, e ora tu invece confabuli su Do-yoon?” disse Namjoon sconvolto, pensando che ci fossero ancora altri problemi in atto. Erano sempre lì, sempre allo stesso punto, sempre e solo a parlare della vita di Yoongi, come se solo quella avesse importanza, e le loro vite cominciavano a venire sempre meno.
“No, a me sembra che si prenda cura di lei, alla fine è uscito un buon articolo, e ci ha aiutato. Non penso sia cattivo” disse Jungkook sicuro del suo pensiero.
“Perché non ne usciamo fuori?” chiese Namjoon prendendosi la testa tra le mani “Ormai siamo veramente un fanclub” disse scuotendo la testa, provando a fare dell’ironia, dato la situazione.
“Okay facciamo così… tu e Tae andate alla mostra e provate a scoprire la verità” disse Jin serio.
“Aigoo la sappiamo la verità! Ce l’ha spiegata il fotografo” trillò Jk innervosendosi anche lui a sua volta. 
“Io non mi fido” disse Hope.
“Aigoo si fida Jimin che è quello più diffidente di tutti!” rimproverò Namjoon. 
 “È tutto molto confuso” disse Jin “Devi andare a indagare e risolvere” disse Jin.
“Risolvere cosa?”  chiese Jk stranito non capendo a cosa si riferisse, non c’era nulla da risolvere, la situazione era chiara.
“Hyung! Non c’è niente da risolvere! Non c’è niente da scoprire. La verità è quella: Noona ha fatto una scelta, non ci sta bene, perfetto ma l’ha fatta per delle sue valide motivazioni, lei è la stessa di sempre  solo che nasconde la vera se stessa per sopravvivere al padre. Il dilemma è chiuso” disse JK arrabbiato alzandosi in piedi, continuava a pensare che fosse assurdo come tutti ancora cercassero delle risposte inesistenti dato che le avevano già le risposte.
“No, dobbiamo capire, se sta con il fotografo o no, se i dubbi di Hope sono reali” annuì Jin, ignorando la rabbia momentanea del più piccolo.
“Aspetta ora la chiamiamo e le chiediamo informazioni” disse Namjoon ironico guardandolo lo hyung come se fosse impazzito, trovando quel piano sempre più ridicolo, e incominciando ad avere sempre più la certezza che ci sarebbe andato di mezzo lui.
“Ahahah simpatico! Lo chiedete alla mostra tu e Tae!” esclamò con convinzione.
“No aspetta, stanno andando per scoprire i miei dubbi sul fotografo?” chiese Hope  confuso a Jin.
“Si, è questo il dubbio che abbiamo no?” disse Jin che alla fine aveva lui il dubbio sul fotografo, ma aveva inculcato l’idea anche al ballerino parlandone in privato.
“Questo dubbio lo avete solo voi due, perché non andate tu e Hobi!” disse Namjoon scontroso, aveva di meglio da fare che andare a una mostra e subirsi anche Taehyung come stalker di Isabel.
“Aish io non posso andare! È Hobi fa da spalla a Yoongi non può venire!” disse Jin annuendo serio.
“Aigoo, forse possiamo non andarci” disse Namjoon con tono sconsolato, non ne aveva proprio voglia, non voleva perdere una serata con la sua ragazza per via di Yoongi e Isabel.
“Io ci vado! Parlo io con noona!” esclamò V con entusiasmo.
“Non può andare da solo” disse Hope serio guardando Namjoon.
“Io non voglio! Ho altro da fare!” si lamentò Namjoon, pensando che forse avrebbe dovuto dire a tutti, che Bo-ra aveva lasciato il lavoro per trasferirsi in America e che non sapeva quando l’avrebbe mai rivista. Non aveva ancora parlato con nessuno dei suoi problemi, e per via di molte ragioni.
“Sei il leader! È il tuo compito” disse Jimin trattenendo un risolino.
“Ogni tanto vorrei non essere il vostro leader, mi mandate al manicomio” sbuffò lui incrociando le braccia con disapprovazione.
“Si, ma ci ami comunque!” esclamò Hobi mandandoli un bacio volante a cui Namjoon rispose con un’occhiataccia.
“Hyung state sbagliando, e siete di cattivo esempio per me” disse Jk.
“Non è vero! Noi siamo un ottimo esempio per te!” esclamò Jin guardandolo in malo modo, risentito dalla critica.
“No, per questa faccenda…. Io penso che Isabel si arrabbierà questa volta e anche Yoongi, cosa che è già arrabbiato” disse JK.
“Aigoo! Non finirà mai questa storia!!! Voglio partire in tour e andare lontanooooooo!” urlò Namjoon facendo rimanere tutti di sasso per un momento sconvolti dallo sclero del leader, per poi riderci su.
“Vi odio tutti!” esclamò incominciando a sbattere la testa sul tavolo.
“Ribadisco non è vero” disse Hope con un sorriso stampato sul volto. 
Namjoon alzò lo sguardo sul suo migliore amico, e scosse la testa.  Sarebbe dovuto andare alla mostra, incontrare la ex di Yoongi, la loro noona Isabel, e avrebbe perso del tempo prezioso con la sua ragazza.
Essere un leader, significava avere solo responsabilità e rinunciare a tutto. Questo era tremendamente giusto, e cominciava a sentirsi stufo di tutto ciò.
 
Angolo dell’autrice:
ciao a tutti! Il capitolo è un po’ lungo, ma solo perché tutta la parte del gruppo è la stessa in Maybe it’s fate volume 2, più alcuni pensieri di Namjoon che non c’erano tutti lì.
Mi scuso per chi legge questo e forse non riesce a capire infondo la trama… ma è uno spin-off.
Do-yoon è un fotografo amico della ex fidanzata di Yoongi, con cui quest’ultimo ha avuto una discussione, molto forte, da lì la frustrazione di Namjoon e il cambio di comportamento di Yoongi che fa tutto come se non li importasse di nulla.
Namjoon in più è frustrato per i suoi casini..
Forse vi aspettavate la segretaria, ma ho bisogno di soffermarmi su la psicologia di Namjoon e il rapporto che ha con la famosa Isabel!
Detto questo alla prossima, con la speranza che io aggiorni molto prima, odio questi ritardi! Baci!


 
 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 BENEFICIENT pt1 ***


CAPITOLO 8 BENEFICIENT pt1

10 MAGGIO 2016
Namjoon e Tae erano appena entrati nella grande sala dove ci sarebbe stata la mostra del fotografo Do-yoon, Pd-nim era con loro e li aveva subito lasciati per andare a chiacchierare con alcune persone di sua conoscenza.
Namjoon e Tae decisero di vagare un po’ a disagio per la stanza per guardare le opere dell’artista con un avida curiosità di  saperne di più a proposito dell’uomo.
“Abbiamo sbagliato a venire” sbuffò Namjoon torturandosi il polsino della camicia staccando e riattaccando il bottoncino.
“A me piacciono le opere di quest’artista!” esclamò Taehyung con allegria guardando intorno.
“Tu sei venuto solo per vedere Noona” disse Namjoon guardando intorno a disagio e soffermarsi un attimo con lo sguardo su Pd-nim che era intento a  parlare con delle persone e bere champagne.
“Anche tu vuoi vedere Noona” disse Taehyung “Qualcuno doveva venire ad indagare” sorrise il ragazzo.
“Yoongi Hyung dovrebbe dimenticarla, tutti noi dovremmo” sospirò Namjoon di cattivo umore.
“Lo Hyung dice che l’ha dimenticata, hai visto come ha reagito alla proposta di venire qui” disse piccato.
“Appunto la sua reazione non è di uno che l’ha dimenticata, ora è solo arrabbiato e ignora la problematica” alzò gli occhi al cielo Namjoon quella situazione non li piaceva proprio, stava maledicendo Jin hyung e Hope nella sua testa, era colpa loro il fatto che si trovasse a quella maledetta mostra.
Era stato l’unico che aveva provato a tenersi più distaccato possibile riguardo la faccenda Isabel, e ora era lì a un passo da lei.
Non poteva cedere ai ricordi, o alla delusione che provava ogni tanto nei confronti della ragazza.
Era stato arrabbiato anche lui, specie quando in America si era ritrovato Yoongi chiuso in quel bagno in crisi.
Era rimasto saldo e aveva provato ad aiutarlo. Aveva provato sempre a rimanere saldo nei suoi principi, e razionale rispetto a tutta quella storia.
Aveva provato ad andare avanti meglio degli altri, dando il buon esempio. Ci provava ogni giorno.
Non voleva incontrarla.
No, dopo averla guardata negli occhi quel giorno di novembre in dormitorio, quando si erano scambiati quello sguardo e aveva visto in lei paura e fretta di andare via da quel posto, l’aveva vista cedere, ne era convinto, gli occhi di Isabel comunicavano e lo sapevano fare fin troppo bene.
I suoi occhi scuri e profondi erano talmente magnetici da rimanervi incollati e da loro in quella giornata  di novembre aveva percepito tutta l’angoscia che la ragazza provasse. 
Dopo che lei, se ne era andata la prima volta lasciandoli con lo Hyung distrutto in mille pezzi, erano avvenuti diversi incontri, il primo era stato tra Isabel e Hoseok e Jimin in quella caffetteria, poi lei aveva incontrato Jungkook, era apparsa a casa loro incontrando tutti, poi aveva incontrato Jin. A quell’elenco d’incontri mancavano solo lui e Taehyung lo sapeva bene.
Era il loro momento di avere un a faccia a faccia con la ragazza, ma l’angoscia e l’ansia da quella mattina erano diventate le sue compagne fidate. Aveva paura di non riuscire a essere saldo nella sua razionalità e nella sua neutralità su quella faccenda, aveva paura che alla fine il dolore represso per quella perdita, per la perdita di quella sorella sarebbe apparso e l’avrebbe distrutto.
Sapeva di non essere abbastanza razionale, nell’ultimo periodo stava affrontato fin troppi problemi, problemi che continuava a teneva per se a che non diceva a nessuno.  Avrebbe voluto tanto parlare con qualcuno, ma al loro gruppo bastava Yoongi con le sue pene d’amore, non voleva essere anche lui un peso per tutti.
Lui non poteva esserlo, lui era il leader e doveva rimanere sempre e comunque saldo e in piedi. 

“Eccola! L’ho vista Hyung! Andiamo!” disse saltellando, allegro nell’aver individuato Isabel da sola.
“Taehyung, non puoi chiamarla Noona ricordati, e non sono sicuro che sia giusto parlare con lei, ci sono veramente tanti reporter qui” disse preoccupato ma Tae fece spallucce, ignorandolo e si avviò verso la ragazza.
“Veramente bella questa foto!” esclamò Taehyung con voce squillante da dietro Isabel intenta ad osservare la foto di un tramonto con la figura di spalle di una ragazza che era lei.
Isabel a sentire la voce saltò leggermente per aria, si voltò di scatto, guardò i due ragazzi dietro di lei, non sapendo bene come reagire e come comportarsi.
“Salve, io sono Kim Namjoon e lui è Kim Taehyung” disse Il leader facendo finta di non conoscerla e presentandosi, togliendola dall’impaccio, lei si guardò in giro preoccupata, per carpire come fosse la situazione di reporter nelle vicinanze e vide che non ce ne fosse nessuno ad la osservava, tutti presi da una famosa modella mozzafiato appena arrivata.
“I reporter sono occupati con la modella, tranquilli” disse lei “Che fate qui?” chiese stupita di vederli lì, non sapeva di nessun invito ai Bts.
“Siamo venuti con Pd-nim, aveva l’invito, il fotografo ci teneva che qualcuno del gruppo venisse, non potevamo rifiutarci dopo il servizio fotografico” disse Namjoon quasi come a scusarsi della loro presenza in quel posto, si sentiva tremendamente a disagio, ed era strano. Isabel aveva sempre comunicato tranquillità per lui.
“Comprendo, siete solo voi due?” chiese guardandosi intorno con sospetto.
“Si, siamo solo noi noona! Ci manchi! Specialmente a lui” si fece sfuggire il più piccolo con allegria, riferendosi a Yoongi.  
“Tae!” lo rimproverò Namjoon.
“Uhh a chi è che manchi dolcezza? Finalmente scoprirò il proprietario della collana?” chiese Do-Yoon avvicinandosi a lei leggermente ilare.
“Oppa, non è il momento” scosse il capo lei.
“Visto che bella sorpresa che ti ho fatto? Ho invitato i Bts!” ridacchiò lui.
“Oppa sai benissimo che non mi piacciono le sorprese” disse lei indurendo il tono di voce.
“Ormai è fatta, comportati bene.” Sorrise lui per poi rivolgersi ai ragazzi. “Siete venuti solo voi?” chiese ammiccando e poi guardando in giro sicuramente in cerca del rapper.  
“Si, gli altri erano un pochino impegnati, si scusano per non essere qui” disse Namjoon in modo formale facendo un leggero inchino per le scuse.
“Tranquilli capisco alla perfezione” sorrise il fotografo, leggermente deluso.
“Sapete siete proprio dei bei ragazzi, siete interessati ai party?” chiese ghignando squadrandoli per bene.
“Per andare ai party dobbiamo chiedere prima ai nostri manager” disse Taehyung sempre con il sorriso e con l’aria di un bambino innocente, fin troppo innocente per quella situazione.
Namjoon fece per parlare ma si fermò dato che prese subito la parola Isabel.
“Oppa, no.” Disse secca lei guardandolo con orrore.
“Perché no?” sorrise lui malignamente avvicinandosi a lei.
“Perché non sono i tipi, lasciali stare” soffiò lei, i party di Do-yoon non erano un posto per loro.
“Lo sai che quando mi piace qualcosa non riesco a resistere” provocò lui.
“Ti ho detto di lasciarli stare” disse lei incattivita, fulminandolo con lo sguardo.  
Namjoon e Taehyung si scambiarono uno sguardo perplesso e rimasero zitti ad osservare il battibecco dei due.
“Cosa mi dai in cambio?” sorrise il fotografo “Il nome di chi ti ha dato la collana e la storia sarebbe un buon affare”
“Hai ancora la sua collana” si fece sfuggire Namjoon, per poi coprirsi con la mano la bocca, sconvolto da cosa avesse appena detto, aveva parlato senza aver pensato, troppo sorpreso.
“Uhh fa parte del loro gruppo, e questo che nascondi?” disse l’uomo per poi ridacchiare.
“Stai impazzendo? Ti sembrano modi? Sbaglio o avevamo detto che non avremmo parlato del mio passato” disse lei innervosita.
“Io non l’ho mai detto, poiché tu non mi dai le risposte che voglio, ho deciso di indagare per conto mio” sorrise lui.
“E hai deciso di farlo a un party con la mia famiglia presente e dei reporter?” disse lei sconvolta da quel modo di fare.
“Okay, forse non ho calcolato bene il tutto” disse lui alzando gli occhi al cielo pensieroso.
“Che hai che non va, non eri così un’ora fa!” esclamò lei per poi girarsi intorno e osservare la gente che non si era accorta del loro battibecco, per poi avvicinarsi a lui leggermente e annusandolo “Aigoo! Sei ubriaco, mi hai detto un’ora fa di non bere e tu ti ubriachi? A minuti c’è l’asta!” disse lei furibonda e sconvolta.
“Io faccio quello che mi pare, e tu mi devi un segreto, se vuoi che la smetta”
“Sei impazzito del tutto!” ringhiò lei “Non ti dirò niente, lo sai è inutile che insisti.”
“Noi andiamo” disse Namjoon cercando di scappare afferrando Tae, la situazione era fin troppo instabile, e non li stava piacendo quel battibecco.  Per quanto dovessero indagare, era sicuramente meglio lasciar perdere tutto, Isabel sembrava furibonda e non l’aveva mai vista in quella maniera.
“No. Voi rimanete qui fermi un attimo.”
I ragazzi rimasero immobilizzati sul posto non sapendo cosa fare, mentre osservava Do-yoon chiamava un report.
“Una bella foto, dei Bts che vanno a un asta di beneficienza con me e la signorina Kim direi che è una buona pubblicità” sorrise Do-Yoon al fotografo “Scatta, scatta”
“Forza mettetevi in posa” e così dicendo i tre ragazzi annuirono sapendo di non poter fare nulla davanti al reporter.
“Perfetto, puoi andare ora, parliamo dopo dell’articolo”
“Certo signor Lee Do-yoon” disse il reporter inchinandosi leggermente e congedandosi.
“Non puoi pubblicarla, lo sai cosa può succedere se lo fai” disse Isabel  tra i denti sembrava del tutto pronta a uccidere.
“Ci penso io al paparino non preoccuparti” disse lui capendo e biascicando un po’ con le parole.
“No che non ci pensi tu, io non rischio solo perché hai deciso di ubriacarti senza un motivo valido” disse sfidandolo con lo sguardo.
“Ce l’ho il motivo!” urlò lui.
“Non c’è bisogno di urlare, vuoi darti un contegno?” lo rimproverò lei, guardandolo con orrore, quel comportamento era assurdo.  
“Perché dovrei? Tanto pubblicano quello che voglio io” disse lui.
“Beh sai a volte e la sicurezza che ci fotte, me l’hai insegnato tu” disse con tono sprezzante.
“Ehm noi andiamo che è meglio” provò di nuovo a dire Namjoon afferrando Taehyung che era immobile e guardava il battibecco leggermente impaurito da Isabel.
“Perché così di fretta, dovete dirmi chi è il proprietario della collana”
“Ti ho detto che devi lasciarli in pace!” esclamò lei stringendoli il braccio con forza.
“Ahia mi fai male, perché ti stai scaldando tanto?” disse lui imbronciato.
“Ok, mi stai innervosendo parecchio. Tu vieni con me ora” disse lei autoritaria e prendendo Do-Yoon per una mano e tirandolo via. 
Namjoon e Tae si guardarono preoccupati e poi tornarono con lo sguardo a Isabel che si stava allontanando da loro tirando via il fotografo.
“Che tipo strano” disse Tae.
“Aigoo, lei da arrabbiata fa paura più di prima” disse Namjoon con gli occhi sgranati.
“Hai visto aveva ancora la collana” disse invece Taehyung pensieroso.
“Mmh, strano, tutto molto strano. Non mi piace per niente questo ambiente, non mi piace che lei stia qui. Sembra diversa” disse Namjoon innervosito, si sentiva angosciato nel vedere Isabel lì, sembrava come se indossasse una maschera per poter sopravvivere nel mondo dell’elitè di cui faceva parte.
“Nah, è solo una recita secondo me è rimasta la stessa, comunque è diventata bellissima!” esclamò Tae.
“Si su questo non posso darti torto è veramente molto bella” disse Namjoon, non l’avevamo mai vista così, stava diventando veramente una bellissima ragazza, senza le larghe felpe e i capelli conciati in modo disordinato e l’assenza di trucco.
“Facciamo un giro? E investighiamo dopo?” chiese Tae  guardandosi intorno.
“Si vediamo un po’ di foto di questo pazzo artista, comunque questa del tramonto è proprio bella”
“Certo che lo è, la ragazza è Isabel” sorrise Tae ammaliato dalla foto mentre Namjoon osservava la foto e sorrideva anche lui.

Angolo dell’autrice:
Lo so vado a rilento… e anche tanto, ma vi avevo detto uno al mese, anche se questo è la copia esatta (con alcune piccole modifiche) di quello di maybe it’s fate, ho deciso di includerlo nello spin off.
Domani pubblico la seconda parte, che fa sempre parte dell’altro volume ma con un qualcosina di più.
Sorry sorry sorry!
Per chi legge solo questa storia… beh finalmente vedete Isabel! La mia rompi cazzo! <3

 

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 BENEFICIENT pt2 ***


CAPITOLO 9 BENEFICIENT pt2
10 MAGGIO 2016
Namjoon e Taehyung, avevano visto tutta l’asta di beneficienza che Isabel aveva diretto da sola, non avevano bene capito come mai il fotografo fosse scomparso dalla circolazione, quando lei aveva annunciato che fosse andato via a causa di un malore si erano, avevano per un attimo avuto il terrore che lei lo avesse rinchiuso in qualche sgabuzzino.
Erano ancora in giro dopo l’asta, aspettando di poter parlare un attimo con lei di nuovo, ma perché Taehyung aveva insistito che non avevano investigato abbastanza.
Namjoon aveva anche visto il padre di Isabel andare via, aveva dato un colpetto a Taehyung per dirgli che avevano il via libera per poter parlare di nuovo con la ragazza, continuarono a girare ancora un po’ per i vari saloni cercandola fino a che non la trovarono seduta da sola a un tavolino pieno di scartoffie e un bicchiere di vino su di esso.
Si avvicinarono con cautela entrambi, Namjoon più osservava Isabel più si rendeva conto che sembrava essere sfinita per via della giornata.
Tossicchiò per attirare la sua attenzione.
“Noi stiamo andando via” disse Namjoon.
Isabel aprì improvvisamente gli occhi, e accennò a un sorriso stanco.
“Oh, si, scusate per prima, ma Do-yoon sta passando un brutto periodo, non vi darà fastidio” provò a dire lei in modo gentile.
“Ehm per la foto? Puoi risolvere?” chiese Namjoon a disagio, quella foto su qualche tabloide avrebbe sicuramente causato altri problemi con Yoongi, e lui ne aveva fin troppi.
“Si risolvo io, non verrà pubblicata” disse la ragazza facendosi seria.
 “Okay grazie, sai lo hyung non gradirebbe” disse poi e lei annuì pensierosa.
“Noona perché hai ancora la sua collana?” chiese Tae invece accomodandosi su una sedia libera del tavolo, Namjoon lo guardò scuotendo il capo.
“Tae ti ho detto che non puoi chiamarla noona” lo rimproverò il maggiore a bassa voce.
“L’abitudine scusa” abbassò il capo il ragazzo, per poi riguardare la sua Noona in cerca di risposte, lei ricambiò lo sguardo, annuì con il capo.
“Perché ogni mattina mi sveglio, mi guardo allo specchio e mi ricordo quanto male gli ho fatto. È il mio peso da portare” disse lei con tono triste.
“Noona forse potreste risolvere, lui non ti odia” provò a dire Tae, sperando di farle cambiare idea.  
“Ragazzi, non voglio. Lui sta meglio senza di me” disse secca., tornando a essere glaciale.
“Non è vero, non sta meglio, ogni volta che ti vede su qualche tabloide è intrattabile. Pensa sempre a te, anche se non lo da a vedere, gli manchi. Noi non sappiamo più cosa fare, noona abbiamo bisogno del tuo aiuto” disse Namjoon sedendosi anche lui al tavolino e guardandola in cerca di aiuto, solo lei poteva far tornare il buon umore a Yoongi, e anche a tutti loro.
“Che cosa vuol dire bisogno del mio aiuto?” chiese lei non capendo e cambiando tono di voce dall’essere duro, a non lo essere più.
“Lui, non sta bene è arrabbiato con te e tanto, specie dopo novembre, non vuole sentire ragioni, noona noi sabbiamo che ci tieni ancora a lui e a tutto il gruppo, se solo potessi parlarli un attimo…” provò a convincerla il leader, non sapeva se stava facendo la scelta giusta parlando, ma ormai erano lì, tanto valeva provarci. 
“Nam…. Io sono stanca, è stata una giornata frenetica e piena di problematiche, e devo andare via, devo controllare Do-yoon. Io non posso aiutarti con lui. È meglio così, è meglio che mi odi, è meglio che sia arrabbiato con me, forse è la volta buona che mi dimenticherà” disse lei alzandosi e guardandolo dispiaciuta.
“Tu l’hai dimenticato? Tu lo dimenticherai mai?” chiese in maniera diretta Namjoon.
“Non parliamo di me, ma di lui, io e Yoongi siamo diversi” provò a dire lei tentennando con lavoce.
“Ma il vostro amore era reale, Noona tieni la sua collana e hai detto che è il tuo peso da portare. Come puoi pensare che lui ti dimenticherà, se tu sei la prima a non farlo, a non smettere di amarlo” disse Tae, colpendola dritta al cuore.
“Io ho fatto la mia scelta, non si può tornare indietro, perché continuate a sperarci? Smettetela non c’è speranza riguardo questa faccenda” disse lei con tono triste.
“Hai fatto la tua scelta, sai quanta gente è stata male per questa? Sai quanto ci stiamo ancora male” disse Namjoon arrabbiato, guardandola fissa negli occhi. Era arrabbiato e anche tanto, per colpa sua, lui aveva sempre una tremenda paura di soffrire come Yoongi, ed era certo che anche gli altri avessero il suo stesso timore.
“Io non posso risolvere, non posso” disse schietta “Ho fatto quello che mi avevate chiesto, di chiudere con lui a voce, di smetterla di farvi vivere di Ma e di sé. Lo chiamai e chiusi, dandoli le miei spiegazioni. Non vedo perché insistere su un caso perso come me” disse lei duramente, tornando improvvisamente distante.
“Perché erano bugie, perché lo sappiamo che non volevi, sappiamo che sei ancora nei guai, se solo tu parlassi con noi, forse potremmo aiutarti” disse supplice Nam.
“Namjoon, ti dirò quello che ho detto a Jin, pensate alla vostra vita, andate avanti. Avete una carriera a cui pensare, io non sono una vostra preoccupazione. Se vi sentite in colpa per qualcosa state sbagliando. Io non sono una vittima. Io ho scelto. Se proprio non riuscite a farlo. Ficcatevi nella vostra testolina che sono una stronza, così come sta facendo Yoongi per andare avanti” disse con uno sbuffò lei, incrociò le braccia al petto.
“Non sta andando avanti. Lo sai” disse Namjoon a denti stretti.
“Io non posso aiutarti. Yoongi è vostra responsabilità, siete in sei fate qualcosa” disse lei duramente.
“Dovresti smetterla di fare la stronza” disse Namjoon risentito dall’atteggiamento di lei, alzandosi anche lui in piedi.
“E voi dovreste smetterla di continuare a fare agguati, dovreste dimenticarmi tutti. Perché io di speranze non ve ne sto dando.” Disse secca.
“Vuoi veramente questo? Vuoi che pensiamo che tu sia stronza che sia la causa di tutti i mali? Vuoi che facciamo di te un capo espiatorio?” disse con rabbia, pensando che fosse assurdo che lei facesse una richiesta simile.
“Si.”
“Isabel stai sbagliando tutto” disse Namjoon serio.
“Può darsi, ma ormai il danno è fatto e non c’è rimedio” disse lei “Ora scusatemi ma devo andare a finire di fare gli onori di casa, siccome Do-yoon è dovuto andare via” disse lei porgendo i suoi saluti inchinandosi.
“Noona, aspetta” disse Tae prendendole una mano, lei si voltò a guardarlo con gli occhi tristi.
“Tu e il fotografo state insieme?” chiese lui duramente, lei rimase un attimo a guardarlo senza sapere cosa dire.
“Si, ma non lo sa nessuno” rispose poi.
“È una bugia, come quando hai detto di stare con Ha-rin?” chiese Tae convintissimo di aver ragione.
“Io stavo con Ha-rin” disse Isabel guardandolo confusa.
“No, quando hai lasciato Yoongi, ti sei fidanzata mesi dopo, lo sappiamo” disse lui.
“E come lo sapete?” chiese lei con sospetto alzando un sopracciglio.
“Ha-rin quel giorno che stava a casa nostra, l’ha detto lui” disse Tae, mentendo per coprire il fotografo.
“Capisco, non dovreste credere a tutto quello che sentite, specie i fatti detti da Ha-rin” disse lei con rabbia.
“Ha detto che tuo padre ti ha messo davanti a una scelta, una parte delle quote azionarie dell’azienda, un buon posto di lavoro e la ricchezza se avessi lasciato lui. È vero questo?” chiese lui “Perché da quello che ricordo io, Noona a te non è mai importato di tutto ciò, soldi, ricchezza, fama, un posto prestigioso nella società. Non ti è mai piaciuto stare sotto i riflettori” disse V continuando a guardarla fissa negli occhi, sapeva che avrebbe tentennato, sapeva che avrebbe trovato la verità.
“Le cose possono cambiare” disse lei.
“Continui a non rispondere, noona tergiversi. Lo sappiamo entrambi, puoi riuscire a mentire guardando i più grandi negli occhi, ma non so il perché con me Jimin e Jk non ci sei mai riuscita, hai un debole per noi, l’hai sempre avuto.” disse V schietto e sorridendole furbo.
“Io devo andare” disse lei provando a staccarsi da lui che però mantenne una attimo la presa su di lei, doveva ancora finire il suo discorso.
“Va  bene, vai pure. Noona, ma non lascerò perdere, forse gli altri potranno dire: lasciamola perdere andiamo avanti con la nostra vita. Lo sappiamo tutti,  nessuno lascerà mai perdere.  Qualunque cosa sia che non ti permette di stare con noi, la scopriremo e anche contro il tuo volere noi torneremo e ti aiuteremo.” Disse schietto.
“Tae smettila” disse con voce rotta.
“La smetto, solo perché siamo in pubblico e direi che non è il caso che tu incominci a piangere qui, perché vedo i tuoi occhi in questo momento, vorresti solo piangere perché stai male. Mi dispiace se dicendo queste cose ti sto facendo del male, se stai soffrendo perché vorresti tornare e non puoi. Se dicendoti ciò ti sto dando una speranza e ti stai sentendo amata di nuovo, devi sentirti tanto sola.” Disse Tae tristemente, inclinando leggermente il capo per guardarla meglio.
“Taehyung, dovremmo lasciarla andare” disse Namjoon guardando gli occhi lucidi di Isabel, ormai era certo anche a lui, lei mentiva su tutto e ci teneva a tutti loro.
“No, un attimo non ho finito. Noona non sei sola, noi ci saremo sempre, e non smetteremo di lottare. E anche sé lui ora è arrabbiato e nega la tua sola esistenza, fidati lo conosciamo tutti bene, lui tornerà all’attacco e ti riprenderà. Ho finito.” Disse lasciandole la mano lei lo guardò e poi si girò velocemente senza dire una parola per poter fuggire via.
“Penso che basti come conferma non credi?” chiese Tae duramente.
“Hai esagerato” disse Namjoon guardando andar via la ragazza.
“Ma abbiamo avuto una reazione, non sta con il fotografo, l’ha detto solo perché così noi lo riferissimo a Yoongi, e hai visto non ha risposto a nessuna delle miei accuse, perché dirmi che era vero il tutto significava mentire. Lei non sa mentire davanti a me.”
“TaeTae a me tutto questo ha solo lasciato un senso di tristezza e angoscia” disse Namjoon sospirando e passandosi una mano tra i capelli, leggermente instabile.
“Era quello che provava lei” disse Tae “È completamente sola e soffre.” Disse Tae sapendo che fosse così. 
“Che cosa diciamo agli altri?” chiese Namjoon, leggermente confuso.
“Tutto” rispose il ragazzo agguerrito, alla fine sarebbe riuscito a dire tutto anche a Yoongi, doveva solo dargli del tempo. 
“Forse dovremmo andare, abbiamo del lavoro da fare” disse triste e Tae annuì.
 
NOTTE
Namjoon dopo aver lasciato Taehyung a casa, era rimasto nel taxi e si era diretto come ogni sera a casa di Bo-ra.
Era rimasto leggermente scosso dall’aver visto Isabel. Aveva riflettuto tanto in macchina, averla vista così innamorata dopo anni di separazione da Yoongi, gli aveva dato comunque una speranza. Incominciava a credere che la futura distanza tra lui e Bo-ra non avrebbe creato problemi. Il loro sentimento era forte, probabilmente quanto quello di Isabel e Yoongi, sarebbero sicuramente riusciti a mandare avanti la loro relazione.
Entrò in silenzio facendosi luce con la torcia del telefono per non disturbare, con cautela si avviò in camera da letto attento a non scontrarsi con nessuno degli scatoloni sparsi per il piccolo soggiorno.
Riuscì a raggiungere il letto incolume, e si tuffò sotto le coperte, facendo attenzione a non svegliare Bo-ra, anche se si avvicinò a lei, l’abbracciò da dietro e le bacio con delicatezza la tempia scoperta.
Avrebbe voluto più tempo con lei, forse tornando indietro avrebbe apprezzato di più tutti i momenti passati, sperava che sarebbe andato tutto bene, che sarebbero sopravvissuti a tutto.
Si addormentò quasi velocemente abbracciando l’amore della sua vita.
 
Angolo dell’autrice:
Baciiiii

 
 
 
 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10: SHE GO ***


CAPITOLO 10: SHE GO
14 MAGGIO 2016
I bts si trovavano tutti in riunione con i manager per alcuni aggiornamenti riguardanti la partenza per il tour, che sarebbe avvenuto giorno sei giugno, a meno di un mese di distanza.
Namjoon mentre i manager parlavano, si trovava per la prima volta a essere distratto, guardava l’orologio al suo polso con ansia, erano le diciannove di sera e lui sarebbe voluto essere da tutte altre parti.
Sejin lo stava osservando da un po’, leggermente preoccupato dal trovarlo distratto, cosa rara.
“Namjoon” richiamò Sejin.
“Si?” disse con voce tremante, non aveva ascoltato niente di quello che si era detto, il suo cervello completamente da un’altra parte, pensava con insistenza solo a Bo-ra, e al fatto che volesse che la riunione finisse velocemente così da poter correre da lei.
“Va tutto bene sembri un po’ distratto?” chiese il manager guardando di sottecchi.
“Io.. si va tutto bene, ho solo un impegno e si sta facendo un po’ tardi” si lasciò sfuggire il ragazzo, doveva almeno provare ad affrettare le cose, non era da lui affrettare gli affari di lavoro, ma proprio non riusciva più a resistere, più passava il suo tempo lì, meno tempo avrebbe potuto passare con Bo-ra.  
“Abbiamo quasi finito” disse Sejin per poi scambiarsi uno sguardo con Hobeom, nessuno dei due manager sapeva che il ragazzo avesse un appuntamento.  
“Devi andare da Bo-ra?” chiese Hobeom, pensando che solo quello potesse essere l’impegno del giovane.
“Ehm si… ma la riunione è più importante” provò a dire lui accennando a un sorriso, cercando di sembrare convincente, ma non riuscendoci poi molto.
Potevano aggiornarlo in un altro momento, la riunione poteva essere posticipata, le ultime ore con la sua fidanzata invece no.
Non aveva mai posticipato nessun impegno lavorativo, non era da lui, ma forse per una volta poteva fare un’eccezione ed essere egoista, per quanto volesse fare una cosa del genere invece, si ritrovava sempre a doversi mostrare ligio al lavoro.
Conflitto.
Era la prima volta che si trovava in conflitto tra amore e lavoro.
Era la prima volta che sentiva di voler scegliere l’amore al lavoro.
Per quanto volesse essere egoista, però c’era un qualcosa che non li permetteva di farlo.
Tutti i ragazzi stavano guardando il loro Leader incuriositi dal comportamento strano che aveva, sembrava nervoso da tutta la giornata e anche intrattabile. Non era da Namjoon menzionare impegni durante una riunione e mettere fretta a tutti per finire il lavoro.
“A quando la partenza?” chiese Sejin leggermente preoccupato da quella situazione, sapeva che non doveva essere facile per Namjoon che la sua ragazza sarebbe partita per più di un anno, non ne avevano mai parlato, Namjoon stentava sempre a confidarsi dei suoi problemi, ma si notava che sembrava instabile a riguardo.
“Ehm… domani mattina.” Disse titubante, cercando di guardare solo i manager e nessun componente del gruppo, che si stavano scambiando sguardi tra di loro, leggermente confusi. Nessuno sapeva della partenza di Bo-ra.
Namjoon continuò a guardare i manager, non avrebbe mai voluto farli pena, ma voleva veramente lasciare quella stanza e correre via, voleva essere egoista per una volta, anche se non riusciva ad esserlo del tutto.
I due manager si scambiarono di nuovo uno sguardo d’intesa.
“Avresti dovuto dirlo” disse Sejin scuotendo leggermente il capo.
“Vai” disse sorridendo incoraggiante Hobeom
“Cosa?” chiese non credendo al fatto che gli stessero dando il via libera.
“Vai da lei, e domani accompagnala all’aeroporto” disse Hobeom sorridendo.
“Ma la riunione!” esclamò Namjoon.
La sua parte di leader veniva sempre fuori, il suo voler essere perfetto nel lavoro, sarebbe stato sempre il suo punto debole, lo avrebbe sempre portato a soffrire.
Lui aveva scelto, il lavoro anziché la sua vita, lo aveva sempre fatto.
“Ti aggiorneranno gli altri, o uno di noi due. Vai domani parte e tu non sai quando la rivedrai. Namjoon ci eravamo dimenticati la data, ti avremmo lasciato libero, è importante che tu vada, sappiamo che ci tieni” provò a convincerlo il manager.
“Ne siete sicuri?” disse lui titubante.
“Si” sorrisero entrambi.
“Allora vado!” disse saltando in piedi e prendendo solo il telefono dal tavolo, salutò tutti velocemente e si diede alla fuga.
Si diede dello stupido, mentre incominciava ad avviarsi alla velocità della luce per i corridoi. Probabilmente se ne avesse parlato con loro prima, gli avrebbero lasciato tutta la giornata libera, ma lui non parlava.
No, lui faceva sempre il forte e non chiedeva niente a nessuno se la cavava da  solo, almeno ci provava.
Lui non riusciva a scegliere di essere egoista.
 
“Cercate di stare accanto a Namjoon, non sarà semplice per lui” disse Sejin a tutti i ragazzi dopo che il ragazzo fosse andato via.
“Cosa non sarà semplice?” chiese Jin guardandoli in cerca di risposte.
“Non lo sapete?” chiese Hobeom confuso dal fatto che i ragazzi sembrassero non sapere niente di niente.
“Che cosa dovremmo sapere?” chiese Yoongi con aria stizzita.
“Bo-ra parte per un anno in America, ha lasciato il lavoro un mesetto fa” disse Sejin guardando tutti scuotendo la testa.
“Cosa?” trillò Jimin, esterrefatto come gli altri.
“Che cosa vuol dire parte per un anno? Come può fare una cosa del genere a Namjoon!” esclamò Yoongi con tono scontroso.
“Ha vinto con un progetto, un anno in America, farà pratica per il suo lavoro in una grande azienda di montaggio” spiegò Hobeom, “Com’è possibile che non ne sappiate niente, non avete notato che Namjoon passa meno tempo in dormitorio con voi?”
“Noi…”disse Hoseok guardando i manager boccheggiando, e poi gli altri membri, nessuno di loro sapeva nulla, Namjoon non si era confidato con nessuno.
“Lui non ne ha parlato con nessuno!” esclamò Yoongi.
“mmh…” disse indeciso Sejin, guardando di nuovo il suo collega che sbuffava.
“Parlate con lui, non va bene che non vi dite le cose, se siete un gruppo e volte funzionare come tale dovreste comunicare” disse con rimproverò Hobeom.
Yoongi incrociò le braccia al petto sbuffando, innervosito, ma zittendosi.
“Noi parleremo con Namjoon!” esclamò subito Jin guardando gli altri del gruppo che annuirono, tutti tranne Yoongi, che sembrava su tutte le furie come sempre.
 
15 MAGGIO MATTINA
“Non è il caso che scendi dall’auto..” disse Bo-ra seduta sul sedile di dietro dell’auto insieme a Namjoon, erano in un auto privata con i vetri oscurati, e c’era solo un sottile separé a dividere loro due dall’autista.
“Io vorrei farlo, sono il tuo fidanzato! Dovrei stare con te fino a che non superi il gate!” esclamò lui.
“Namjoon è rischioso, qualcuno si potrebbe accorgere di te, è meglio evitare” disse lei accarezzandoli una guancia con affetto.
“è ingiusto!”
“Lo so… ma preferisco che ci salutiamo qui, meno lacrime.” Provò a fare lei dell’ironia.
“Non voglio che piangi” disse lui già con gli occhi lucidi.
“Tanto piangeremo entrambi, ma un addio all’aeroporto mi da l’impressione di un addio più struggente.” Disse lei provando a ridacchiare e ad alleggerire la tensione che c’era.
“Ti amo” disse lui abbracciandola stretta, sperava che quella partenza non fosse mai avvenuta, e invece era giunta troppo velocemente.
“Ti amo anche io” disse lei si distacco di un poco da lui per poterlo baciare con amore.
“Devo andare” disse con tono triste.
“Lo so… ci sentiremo sempre, infondo è solo un anno?” provò a fare il maturo lui.
“Si, è solo un anno, passerà subito.”disse lei sorridendo incoraggiante, malgrado le lacrime che scendevano da parte di entrambi.
Si diedero un altro bacio sofferente, lei lasciò la mano di lui che stringeva annuì con il capo.
“è il momento”
“Chiamami quando arrivi” disse lui dandole un ultimo bacio sulla fronte.
“Sarà fatto, ciao Joonie” disse triste lei.
“Ciao amore mio” disse anche lui tristemente.
Lei uscì dalla macchina, e l’autista insieme a lei per aiutarla con i bagagli.
Namjoon rimase immobile fino a che non sentì il bagagliaio chiuderli e l’autista rientrare in macchina.
Stramazzò contro lo schienale, e non riuscì a trattenere un singhiozzo, incominciò a piangere, mentre la macchina si avviava via dall’aeroporto.
Un anno senza di lei, era molto tempo, lui non era sicuro che sarebbe riuscito a mandare avanti la loro relazione.
Non era sicuro di niente.
Sapeva solo che non avrebbe più avuto nessun attimo di normalità.
Lei stava andando via, e si stava portando via la sua normalità, lasciandolo solo ad essere Rap monster il leader dei Bts.
La sua parte di Namjoon stava andando via con lei.
 
POMERIGGIO
“Ciao” disse Yoongi entrando nello studio di Namjoon.
Namjoon si voltò a guardarlo assottigliando gli occhi e fece un cenno di saluto con la testa.
“Sono un coglione… avrei dovuto capire che il tuo cattivo umore fosse dovuto a qualcosa di serio, avrei dovuto insistere di più. Non comportami da moccioso” disse Yoongi scusandosi.
“Io non avrei dovuto risponderti male” provò a scusarsi anche lui a sua volta.
“Perché non hai detto niente che lei sarebbe partita per un anno” chiese guardandolo impensierito.  
“È difficile… è difficile parlare dei miei problemi, quando ci sono sempre quegli degli altri. Sono il leader devo occuparmi di tutto io, non ho tempo per parlare dei miei problemi” provò a spiegare lui, ma bilanciando male il tono di voce, quello che aveva detto era uscito più come un’accusa.  
“Per quegli degli altri: intendi i miei… basto io a far preoccupare tutti non è vero?” chiese con uno sbuffo, ma mostrando di sentirsi in colpa.
“Non ho detto questo…” provò a dire, bloccandosi però, era quello che pensava realmente che Yoongi ormai fosse l’unico di cui tutti si preoccupassero, non c’era tempo per gli altri.  
“Ma lo pensi. Sei stufo di me, dei miei comportamenti.  Come tutti del resto, tu e Jin mi trattate come se fossi vostro figlio combina guai, siete sempre lì a rimproverarmi” disse con un leggero risentimento.
“Beh se solo tu la smettessi?” provò a dire Namjoon, con un tono leggermente saccente.
“Se solo anche voi la smettesse di badare a me e pensasse più a voi stessi. Io non vi ho chiesto di farmi da genitori. Io non ne ho bisogno. Ci faccio i conti io con le mie azioni, con le mie emozioni.” Disse con rabbia.
“Destabilizzi tutti!” lo accusò Namjoon guardandolo in malo modo.
“Perché tu no? Nessuno sapeva di Bo-ra! Cazzo, ci è stato detto dai manager, e siamo stati guardati con rimprovero, come se il fatto che tu non parlassi fosse fottutamente colpa nostra. Cazzo ci siamo sentiti tutti dei pessimi amici.” Lo aggredì Yoongi, era così si era sentito un pessimo amico, e si sentiva anche completamente in colpa.
“Non è colpa vostra, sono io che non volevo parlarne” disse tentennando Namjoon dato la furia dell’amico.
“Tu non parli di ciò che ti succede, stai male e non dici niente, tu devi vedertela da solo in quanto leader. Se lo faccio io, se io provo a vivere come voglio allora no, il mio comportamento è sbagliato e sono infantile.” Lo accusò Yoongi continuando ad attaccarlo.
“Non è la stessa cosa!” provò a dire sulla difensiva.
“Si invece, se devo parlare, lo devi fare anche tu! Non devo sentirmi una merda perché non parli con me!”
“Non volevo che ti sentissi una merda” provò a dire Namjoon.
“Ma è così che mi sento! Se avessi saputo che tu stessi male, forse avrei evitato di far casini! Forse avrei potuto darti dei consigli, ci sarai potuto stare. Forse ti saremmo stati tutti accanto. Avremmo potuto alleggerirti di alcune responsabilità, così che tu avessi passato più tempo con lei.” Provò a dire Yoongi andandosi finalmente a sedere sul divano e prendendosi la testa tra le mani, aveva bisogno di smetterla di essere arrabbiato. Sapeva che il suo comportamento era ingiusto nei confronti di Namjoon che era fermo davanti a lui e boccheggiava, con aria distrutta.
“Perché litighiamo? Come siamo finiti a litigare io e te?”  chiese Yoongi alzando lo sguardo sull’amico.
“Non lo so… io non voglio litigare con te.”
“Neanche io Nam… mi dispiace di essere un totale disastro”
“Mi dispiace di starti sempre addosso, e di non parlare dei miei problemi” provò a dire Namjoon.
Rimasero per un attimo in silenzio accorto entrambi di parole.
“Quando Isabel è partita… è stato l’inizio della vostra fine.” Disse Namjoon, aveva paura che anche per lui fosse finita, così come lo era stato Yoongi.
“Bo-ra non è Isabel.” disse Yoongi alzando lo sguardo su di lui e comprendendo come Namjoon si sentisse. “Bo-ra è una brava ragazza, ti ama, non sarà lo stesso. Un anno di distanza non è poi molto, noi saremo sempre impegnati”
“Perché allora sento che è solo l’inizio della fine?” chiese Namjoon triste.
“Perché è appena partita ed è normale che tu stia male… ma con il tempo andrà bene. Se entrambi tenete a questa relazione troverete una soluzione. È solo la paura di perderla che ti fa sentire così” provò a essere incoraggiante Yoongi.
“Forse hai ragione Hyung… ma mi sento così triste e confuso”
“Passerà con il tempo… andrà meglio.” Provò a dire Yoongi.
Namjoon lo guardò di sottecchi, per quanto Yoongi si stesse sforzando di essere positivo, lui non riusciva a sentirsi rincuorato.
Più guardava Yoongi più aveva la paura di diventare come lui e di soffrire come lui.
 
Angolo dell’autrice:
Un parto… Namjoon è sempre un parto per me.
Sono no in ritardo ma in ritardissimo! Ecco il capitolo… come sempre non sono fiera di questa fanfiction ma proverò per quanto mi è difficile a portarla avanti perché ormai l’ho iniziata… e sono cocciuta devo finire quello che inizio!
Bo-ra è andata…. Vedremo quando Namjoon porterà avanti tutta questa relazione a distanza.
Povero Yoongi lo faccio soffrire anche qui!

 
 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 MOONCHILD ***


CAPITOLO 11 MOONCHILD
26 MAGGIO 2016 SERA
Namjoon si trovava al parco di ttukseom, vicino al fiume Han, aveva un taccuino con sé, scriveva e cancellava frasi, da più di un’ora.  
Sbuffò leggermente innervosito, posò il suo taccuino sulla panchina su cui era seduto e prese il telefono dalla tasca.
Ancora nessuna chiamata, ancora nessun messaggio.
Lei era partita da una settimana e lui l’aveva sentita solo un paio di volte.
Messaggi veloci dove lo informava che era impegnata, e che stava bene.
Niente di più niente di meno.
Rimise il telefono in tasca, cercando di trattenere le lacrime.
Forse porre fine a quella relazione sarebbe stata la scelta giusta, invece di vivere nella tortura in cui lui viveva.
Ansia perenne.
L’ansia di non essere con lei, lo torturava sempre di più.
Si stropicciò gli occhi, cercando sempre di farsi coraggio e di non piangere.
Gli aprì e si fermò a guardare la luce della luna di fronte a lui, in quella notte era visibile per il poco tasso d’inquinamento.
Era lì grande e lucente e gli teneva compagnia.
Si sentiva come se la luna lo stesse proteggendo, come se fosse suo figlio.
Moonchild
Guardò di nuovo il taccuino posato vicino a lui.
Siamo nati per essere tristi, tristi, tristi, tristi
Soffriamo per essere felici, felici, felici, felici

Erano le parole che aveva scritto e che aveva cancellato e riscritto fin troppo volte.
Lo riprese in mano.
Varie frasi sconnesse, che avevano solo il senso di tristezza e sofferenza. 
Luna lucente.
Sì, tutto il dolore, tutta la tristezza
È il nostro destino, vedi

Anche pensare di non pensare affatto, è un pensiero
persino quel lampione ha molte spine
Guarda una volta la luce che va e che viene
Questa visione notturna, eh
Non è forse così crudele?
Il magnifico spettacolo delle spine di qualcuno.

Alzò di nuovo gli occhi sulla luna.
Prese un attimo la penna e scrisse al bordo del foglio:
MOONCHILD
Richiuse il taccuino con decisione.
Di solito quel posto gli dava l’ispirazione, ma da quando lei era andata via, non riusciva più a concertarsi.
Sembrava come se avesse perso il suo equilibrio, come se fosse tutto così confusionario, senza alcun senso.
 
“Namjoon?” chiamò una voce gentile.
Namjoon a sentirsi chiamare rabbrividì, non si sarebbe dovuto togliere la mascherina, e scoprirsi la faccia.
Sicuramente era una fan.
Aveva fatto un terribile errore, e ciò gli sarebbe costato il suo posto segreto per pensare.
L’unico posto dove si sentiva meno solo.
Dove l’ispirazione arrivava e lo avvolgeva con calore, facendolo sentire importante.  
“Namjoon stai bene?” chiese la donna con premura.
Namjoon alzò il volto per guardare chi lo stesse chiamando.
La voce gli sembrava familiare.
Appena incrociò gli occhi con lei, sentì l’aria tornare prepotente nei polmoni, e si ritrovò a respirare.
Non si era neanche accorto di aver trattenuto il fiato per tutto quel momento.
Sorrise spontaneamente a Jisoo la segretaria di Pd-nim.
Non era una fan, era una persona che lo conosceva, era al sicuro, il suo posto segreto era al sicuro.
“Oh.. ehm ciao!” trillò lui saltando in piedi e inchinandosi.
Lei ridacchiò al modo di fare di lui.
“Ciao” disse sorridendo.
Lui sorrise di sua volta arrossendo in viso, senza un valido motivo.
“Stai bene?” chiese lei con premura.
“Io… si, sto bene” mentì lui.
“Non sei molto bravo a mentire” disse lei con dolcezza, “Sembri triste” disse con voce sottile.
“Io… un po’… ma passerà” disse lui diventando sempre più rosso in viso per l’imbarazzo.
Lei sorrise sempre gentile e un po’ a disagio, “Ti va se mi siedo vicino a te?” chiese lei dopo un attimo di silenzio, “Forse un po’ di compagnia ti farebbe sentire più leggero” sorrise.
“Si, certo siediti pure!” trillò lui sorridendo, e togliendo il taccuino dalla panchina.
Entrambi si sedettero un po’ a disagio senza sapere cosa dire.
“Come mai da queste parti?” chiese Namjoon leggermente in imbarazzo, stava facendo forse una domanda fin troppo intima, lei era più grande di lui, e non sapeva quanta confidanza potesse prendersi.
“Abito qui vicino, quando finisco presto la sera, cammino da queste parti mi rilassa” accennò sempre a un sorriso la donna, per poi tornare a guardare il fiume Han di fronte a lei.  
“Anche a me piace questo posto, di solito mi da l’ispirazione” fece un sospiro profondo.
“Uh, hai scritto qualcosa di interessante?” chiese lei con premura.
“Mmh.. niente che mi piaccia”
“Solo pensieri tristi?” chiese lei gentile tornando un attimo a guardarlo.
“Si… non so come eliminare la tristezza” disse lui in modo spontaneo senza neanche rendersi conto che stava mostrando le sue debolezze a un’estranea.
“Questo mondo è pieno di persone e nonostante ciò ci sentiamo tutti soli” disse lei pensierosa guardando la luna.
“Ti senti sola anche tu?” chiese lui.
“Si, molte più volte di quanto vorrei ammettere, ma sono abituata a stare nella mia solitudine, mi sento molto più sola circondata da persone che quando cammino da sola” disse lei
“Ora ti senti sola?” chiese lui a disagio.
Lei si voltò a guardarlo e sorrise di nuovo con gli occhi che le brillavano.
“Sei carino” disse con dolcezza, “No, ogni volta che ti vedo mi sento meno sola.” Annuì con il capo, toccandoli leggermente una gamba con affetto.
Namjoon abbassò lo sguardo sulla mano di Jisoo che lo sfiorava, sentendo il calore.
Sgranò un attimo gli occhi, individuando un anello all’anulare, ingoiò a vuoto a disagio, lei era sposata.
“Sei sposata?” chiese di getto tornando con lo sguardo verso di lei.
“Si, mi sono sposata quando avevo la tua età.” Annuì lei ma non mostrando per niente disagio.
“Oh…non lo sapevo, devi fare trentun anni vero?” chiese lui, ricordandosi che lei una volta avesse detto la sua età.
“Si… ad agosto” annuì lei.
“Tuo marito non si domanda come mai rientri tardi?” chiese lui spontaneamente per poi diventare improvvisamente rosso in faccia “Scusami, forse non avrei dovuto fare una domanda così personale” balbettò Namjoon scusandosi.
“Non scusarti, te l’ho già detto non devi farlo con me.” Lo rimproverò in modo dolce lei, trovandolo sempre molto educato nel suo modo di fare, trovandolo una rarità.
“Io..” balbettò lui.
“A mio marito non importa di me, la situazione tra noi non è mai stata romantica o amorevole. Non mi sono sposata per amore, ma perché costretta, e non posso lasciarlo.” Disse la verità lei.
“Oh… mi dispiace, non deve essere bella come situazione”
“Per lui sono come un fantasma, non esisto, sono solo un intralcio a tutto, lo sono sempre stata, meno ci sono in quell’appartamento, meglio è per entrambi” disse lei con tono leggermente più duro.
“Ti senti sola per questo?” chiese lui
“Lo sono sempre stata, ma va bene così.” Sorrise lei cercando di essere cortese.
Il silenzio calò di nuovo tra di loro per via del disagio di ciò che era stato appena detto.
Namjoon guardava sempre la mano di Jisoo, che però aveva cambiato posto e non si trovava più sulla sua gamba.
Istintivamente le toccò la mano, prima la sfiorò con leggerezza e con calma.
Decise di prenderla tra le sue.
Lei lo lasciò fare senza neanche guardarlo.
Con delicatezza, lui le sfilò la fede dall’anulare.
“Forse puoi toglierlo per una sera, così da non sentirti in gabbia.” Sussurrò lui con l’anello nella sua mano sinistra e la mano di Jisoo stretta nell’altra.
Jisoo si voltò a guardarlo stupita dal gesto e della frase.
“Forse per una sera, puoi non essere una moglie con un marito egoista, che deve portare i soldi a casa. Puoi farlo su questa panchina che io reputo il mio posto sicuro, dove io non sono Rap monster dei Bts, ma solo Namjoon. Forse qui, puoi essere solo Jisoo.” Sorrise lui dolcemente.
C’era qualcosa in lei che lo attirava terribilmente, e non era solo un fatto di bellezza, c’era molto di più nello sguardo di Jisoo, come se lei indossasse sempre una maschera, che le era difficile da togliere.  Una maschera che le faceva da armatura solo per proteggerla.
“Oh” disse lei non aspettandosi che lui si comportasse in quel modo. Si coprì la bocca con la mano libera, cercando di trattenere un imprevedibile singhiozzo, non riuscendoci.
Poi alzò lo sguardo su di lui e sorrise di nuovo, leggermente triste.
“Sei veramente fin troppo carino, non sembri neanche reale” disse lei con voce lieve, accarezzò una guancia al ragazzo con delicatezza.
Namjoon arrossì violentemente sulle guance. “Ho detto solo quello che credevo fosse giusto, dire” annuì lui, sempre in imbarazzo.
“Hai detto un qualcosa di perfetto” disse lei sporgendosi un po’ verso il viso del ragazzo.
Namjoon, accorciò le distanze e baciò Jisoo sulle labbra con dolcezza.
Dimenticandosi di tutto, delle sue paure, delle sue ansie per Bo-ra.
In quel bacio dimenticò di essere il leader dei bts, di essere un idol, una persona responsabile.
In quel momento lui era solo un ragazzo su una panchina che baciava una donna, che gli aveva fatto palpitare il cuore, solo guardandolo.
Si staccò con delicatezza da lei, passò una mano sulla guancia della ragazza raccogliendo alcune lacrime che le erano sfuggite.
“Scusa” disse lei in imbarazzo.
“Se io non devo scusarmi, non devi farlo neanche tu con me” sussurrò lui.
“Penso sia un ottimo accordo” annuì lei con gli occhi lucidi senza staccare lo sguardo da lui.
“Si, un ottimo accordo” ripete lui per poi baciarla di nuovo con dolcezza.
Figlio della luna, tu risplendi
Quando la luna sorge, è il tuo momento
Avanti
Figlio della luna, non piangere
Quando sorge la luna, è il tuo momento
Avanti

Figlio della luna, tu risplendi
Quando la luna sorge, è il tuo momento
Avanti

 
27 MAGGIO 2016 01:00 NOTTE
Namjoon era fermo fuori alla palazzina del dormitorio, con il telefono in mano.
Bo-ra gli aveva appena scritto, poiché da lei erano le nove del mattino.
Gli aveva augurato la buonanotte, raccomandandosi con lui di sforzarsi a riposare.
Namjoon dopo aver letto il messaggio aveva per un attimo chiuso gli occhi, e dopo di che aveva chiamato.
Era giusto, chiamarla.
“Pronto! Joonie ancora sveglio?” chiese la ragazza con voce allegra.
“Ehm.. si ancora sveglio” disse lui cercando di non andare in panico.
“Dovresti andare a riposare, sbaglio o partite per un paio di giorni per il Giappone?”
“Si, ma solo per tre giorni, per un fan meeting niente di troppo impegnativo” la informò lui.
“Lo so che ultimamente non ci sentiamo molto, però appena sistemerò meglio l’appartamento e capirò i miei orari sarò più presente” disse lei con dolcezza, scusandosi per averlo trascurato.
“Bo-ra…” disse lui, ma le parole gli si bloccarono in gola.
“Si? Va tutto bene?”
“Io…” tossicchiò leggermente a disagio “Credo che abbiamo sbagliato” disse facendosi coraggio.
Non erano loro due ad aver sbagliato insieme, era stato lui a sbagliare tutto.  
“Sbagliato cosa Joonie?” chiese lei titubante.
“A rimanere insieme, io mi dispiace Bo-ra non credo di potercela fare.” Disse lui velocemente, per poi mordersi un labbro con forza, sapeva che le stava spezzando il cuore.
“Oh… è solo una settimana che sono qui… con il passare del tempo andrà meglio” provò a dire lei incerta.
“Io… non voglio aspettare il passare del tempo, preferisco chiuderla qui.” Disse lui trattenendo un singhiozzo, non sarebbe mai potuto rimanere legato a lei, no dopo quello che aveva appena fatto.
“Io… capisco…” disse lei con voce lieve.
“Bo-ra… io mi dispiace tanto” provò a dire lui, dato la mancanza di parole di lei.
“Va bene così. Scusami ma ora devo andare…” disse con voce di leggero panico, non dando neanche il tempo a Namjoon di rispondere e chiudendo la chiamata.
Namjoon rimase immobile davanti al portone della palazzina. 
Era stato proprio uno stronzo.
Aveva appena spezzato il cuore della persona migliore che lui avesse mai conosciuto, senza aver avuto un minimo di tatto.
Si sentiva un codardo per come aveva gestito il tutto, ma non avrebbe potuto fare altrimenti, era completamente bloccato dai sensi di colpa.
Le parole non volevano uscire dalla sua bocca.
Con aria abbattuta si avviò verso il dormitorio, con la testa completamente vuota, non riusciva neanche a ragionare su quello che era successo.
In quella sera, si era ritrovato a essere completamente un’altra persona, che agisce d’istinto senza pensare alle conseguenze, una persona che non calcola ogni minima mossa e le sue conseguenze.
Era stato completamente diverso da quello che era, e non ne capiva se essere stato per una volta un altro, gli era piaciuto o no.  
 
Angolo dell’autrice:
Lo so non pubblico lo spin-off da una vita, ma finalmente è uscito un capitolo diverso da come mi aspettavo, ma ci sono riuscita a scriverlo.
Sono in pausa con l’altra FF quindi spero di riuscire a mettermi un po’ di più su di questa… che dovrebbe essere semplice, ma che difatti non lo è per me, Namjoon mi scombussola e non so il perché!
I PROSSIMI CAPITOLI DOVREBBERO ARRIVARE Più VELOCEMENTE GIURO CI STO LAVORANDO!
 
Bacioni!

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 REFLECTION ***


CAPITOLO 12 REFLECTION
28 MAGGIO 2016
I Bts erano sul volo di ritorno dal fan-meting Tokyo. Appena salivano su un volo come sempre tutti  si addormentavano uno dopo l’altro, così  come per magia.
Tutti tranne Namjoon.
Namjoon che era seduto vicino a un finestrino e guardava le nuvole, preso dai suoi pensieri e dai suoi sensi di colpa.
Nelle cuffie riascoltava la canzone Reflection da poco finita di produrre, che sarebbe uscita nell’album Wings.
 
Quando mi odio davvero, vado al Ttukseom*
E me ne sto semplicemente qui in piedi,
in questa oscurità che mi è familiare
 
Era stato solo qualche giorno prima a TTukseom.
Aveva provato a scrivere qualche verso per una canzone e si era dato dell’incapace per non riuscire a trovare le parole adatte, perciò si era odiato.
Come si odiava sempre.
Odiava: che anche se circondato di gente lui si sentisse perennemente incompreso e solo.
Nel momento in cui l’odio era arrivato quasi al culmine del sopportabile, era arrivata lei che invece, aveva ammesso ad alta voce di sentirsi come lui.
Per una volta aveva smesso di odiarsi, in quel posto, sentendosi meno solo e compreso.
 
Ttukseom, che ha inghiottito la notte
Mi si presenta con un mondo diverso  
Voglio essere libero
Voglio essere libero dalla libertà
In questo momento sono felice, ma sono sfortunato

 
Aveva trovato la libertà insieme a Jisoo, si era sentito finalmente felice.
La felicità però era durata solo un attimo.
In quell’attimo che non era stato più se stesso.
Aveva perso la concezione del mondo, di ciò che lo circondasse.
Era stato come se non fosse esistito niente.
C’era lui e c’era lei quasi un’estranea, ma che gli aveva completamente rapito il cuore.
 
Chiuse gli occhi, ripensando a quel bacio su quella panchina.
Alla sua proposta di andare da un’altra parte, a lui che annuiva, senza alcun pensiero, senza alcuna preoccupazione.
Lui che in quel momento si era sentito libero, di essere un’altra persona.
Libero di vivere, in quella stanza d’albergo a basso costo.
Si era liberato di tutte le preoccupazioni, di tutte le responsabilità.
Ogni volta che aveva toccato la sua pelle calda, ogni volta che l’aveva baciata, assaporando ogni centimetro del suo corpo.
Nel momento in cui lei lo aveva spogliato, si era sentito libero da tutto.
Aveva fatto l’amore con quella donna a lui estranea.
Era stato così naturale, semplice e anche movimentato.
Era stato come se si fosse teletrasportato in un posto pieno di pace, mentre la guardava ondeggiare, facendolo entrare sempre più dentro di lei.
Estasi, quell’attimo in cui era venuto, un po’ dopo che fosse venuta lei, era stato estasi allo stato puro.
 
Un qualcosa di mai provato, mai sentito.
Era vivo.
Si era sentito vivo.
 
In quel sentirsi vivo, però aveva tradito una persona.
Era stato egoista per qualche ora, fuggendo da tutto, rintanandosi in quella stanza dall’albergo con quella estranea.
Il prezzo da pagare per quel momento di felicità lo aveva pagato la sua di ragazza.
Che aveva lasciato freddamente per telefono.
Codardo, era stato un codardo a lasciarla in quel modo.
Si sentiva una persona orrenda, lui pensava a Jisoo al sesso con lei, mentre sicuramente Bo-ra che l’era stata accanto per un anno, si era presa cura di lui, che lo aveva amato e l’amava ancora, era da qualche parte a soffrire a causa sua.
Non c’era una soluzione a ciò che aveva fatto.
Non c’era neanche una ragione.
Non c’era una scusante.
Era stato egoista, per una volta e aveva ferito qualcuno.
 
“Namjoonie” chiamò J-hope sedendosi vicino a lui.
“Mmh..” rispose distrattamente Namjoon voltandosi a guardarlo leggermente confuso.
“Va tutto bene?” chiese Hoseok studiandolo leggermente preoccupato.
“Io…”
Hoseok lo guardò inclinando la testa, con una mano si avvicinò alla guancia dell’amico asciugando le lacrime.
“Vuoi parlarne?” chiese gentilmente.
“Ho lasciato Bo-ra…” sussurrò passandosi velocemente anche lui la mano sulla faccia, non si era reso conto che stesse piangendo.
“Mi dispiace” disse Hoseok a corto di parole, comprendeva che Namjoon non volesse parlare di ciò, lui era il primo a non parlare di questioni amorose.
“Non mi va di parlare… io mi sento solo in colpa… e fa un po’ schifo” sapeva che la colpa non lo avrebbe mai abbandonato.
“La distanza fa paura a tutti, con la vita che facciamo, è difficile stare con qualcuno che non può seguirci in giro per il mondo...” disse tristemente Hoseok.
“Si… io non voglio una relazione a distanza… non voglio non vederla per un anno intero, questa instabilità mi mette solo ansia” disse lui con voce lieve. “Voglio poter stare bene, non avere altre preoccupazioni. Almeno nella mia vita privata non voglio preoccupazioni.” Disse serio, la relazione con Bo-ra era andata bene perché era stata stabile, ogni volta che la vedeva tutto svaniva, si rifugiava da lei.
Alle prime problematiche lui era scappato, era diventato insicuro, aveva incominciato a guardarsi intorno cercando un altro posto sicuro.
Voleva solo un posto, dove non essere se stesso.
“Andrà meglio con il passare del tempo, e poi a breve partiremo per il tour, lo sentirai di meno il dolore” provò a essere incoraggiante Hoseok, in tour tutto faceva meno male, se n’erano accorti tutti, essere impegnati, non avere momenti di pausa se no per dormire, faceva si che pensassero di meno.
 “Si lo so… io ora mi trovavo a pensare e non mi ero accorto di piangere, andrà meglio lo so…” sospirò accennando a un sorriso timido.
“Si andrà meglio” disse convincente Hoseok dandoli qualche pacca sul braccio e sorridendo come solo lui sapeva fare in modo splendente.
 
1 GIUGNO 2016
Hoseok era riuscito a convincere Yoongi ad andarsi ad allenare con lui, aveva provato anche a chiedere a Namjoon, ma il ragazzo si era chiuso nel suo studio.
Erano soliti tutte e tre farlo, quando le cose andavano male, tendevano a chiudersi lì dentro e lavorare. Lo studio il posto, dove potevano essere loro stessi e comporre tutto quello che volevano.
“Yah che stanchezza” disse J-hope sdraiandosi sul pavimento.
“Non capisco perché sono venuto a fare allenamenti extra con te” sbuffò Yoongi lanciandosi a terra e passandosi una mano sulla fronte gocciolante.
“Perché io so sempre come convincerti” rise in maniera furbastra il ragazzo.
“Si, è assurdo l’ascendete che hai su di me” scosse la testa Yoongi.
“Al dire il vero ti lamenti sempre, e sembra che tu non voglia mai fare nulla. Poi ogni volta che qualcuno di noi ti chiede qualcosa dici sempre si, abbiamo tutti un’ascendente su di te” lo prese in giro Hope dandoli un leggero colpetto al braccio.
“E ogni volta mi domando chi me lo fa fare” sbuffò Yoongi, facendo finta di essere irritato da ciò.
“Usciamo stasera? Mi va di andare a bere qualcosina a te.” chiese Hope, rimanendo sempre sdraiato sul pavimento vicino all’amico, sperava che Yoongi dicesse di si, così da portare Namjoon fuori.
“Mmh si, ti stai vedendo con qualcuna di recente?” chiese Yoongi  incuriosito.
“Hyung? Hai deciso di passare all’altra sponda?” chiese Hope avvicinandosi e provandolo a baciare sulla guancia.
“Aish che schifo! Smettila” disse urlando e facendo versi striduli. 
“Ahahahha, mi fa troppo ridere, quando faccio il tenero con te o con Namjoon avete sempre quella faccia schifata” continuò a ridere Hope per via della situazione.
“Hai finito di prendermi in giro?” si lamentò Yoongi imbronciato.
“Si, comunque non sto uscendo con nessuno” disse Hope pensieroso, rattristandosi per un paio di secondi ma poi sorridendo immediatamente, in modo che Yoongi non si accorgesse del suo disagio.  
“Perfetto, andiamo nel club di Idol? Cerchiamo qualche ragazza?” chiese Yoongi ghignando e continuando a mostrare la sua aria da latin lover.
“E Suran?” chiese titubante Hoseok, non era quello che aveva in mente, andare in un club e cercare ragazze con Namjoon da poco single.
“Lasciata” disse con uno sbuffo.
“Okay le altre?” chiese incuriosito, sapendo che la lista era diventata lunghissima.
“Anche quelle, una si stava per innamorare” disse con faccia inorridita. Realmente Yoongi aveva lasciato tutte, per via di Namjoon e per cercare di dare meno preoccupazioni al ragazzo, ma non aveva detto niente a nessuno.  
“Mai sia che una s’innamori del grande Min Yoongi, ormai cuore di ghiaccio” lo spintonò di nuovo Hoseok prendendolo in giro nuovamente.
“Non voglio impicci del genere, e poi dobbiamo partire per il tour” disse serio mettendosi seduto, era anche stanco di sentirsi come la fonte di tutti i problemi del mondo.
“Hyung non utilizzare il tour come scusa, tu non vuoi proprio innamorarti. Ammettilo e stop” disse scuotendo la testa.
“Si, come dici tu” annuì chiudendo il discorso, che sapeva avrebbe preso una piega poco desiderabile, facendolo innervosire.  
“Portiamo anche Namjoon?” chiese Hoseok facendosi coraggio, aveva intuito che di recente tra i due ci fosse stato un qualche screzio, ma entrambi non avevano parlato con nessuno.
“Lui è fidanzato” disse Yoongi perplesso.
“Ehm, si è lasciato tre giorni fa….” Disse con tono leggermente preoccupato, ancora non era ben chiaro come stesse il loro leader, non aveva capito poi molto. Namjoon aveva provato a chiudere quella conversazione in areo fin troppo velocemente.
“Cosa? E non ha detto nulla?” chiese Yoongi mettendosi a sedere sconvolto, Namjoon gli aveva detto che avrebbe parlato e invece continuava a chiudersi nei suoi silenzi.
“L’ha detto solo a me, non se la sentiva di dirlo agli altri”
“Basto io no?” disse Yoongi alzando gli occhi al cielo.
“In che senso?” chiese Hoseok guardandolo confuso .
“A farvi preoccupare” disse lui sbuffando.
“Non siamo preoccupati per te” disse Hope guardandolo stranito.
“Ah no? Lo siete sempre”
“Hyung sinceramente ti stiamo lasciando provare a cavartela da solo, e stiamo provando a non nominarla più come volevi” annuì serio Hope.
“Okay, grazie… mi spalleggi sempre” disse con affetto Yoongi dandoli una leggera pacca sulla spalla.
“Lo so” Annuì Hope.
“Si torniamo a casa, preleviamo prima Namjoon dal suo studio e dopo andiamo a divertirci o a svariare un po’” sorrise Yoongi per poi alzarsi e porgere una mano al ballerino per tirarlo su.
 
SERA
Erano riusciti ad uscire quella sera, e Hoseok  aveva rinominato la serata Rap night ridendo come un pazzo. Si trovavano in un locale di Seul per solo vip e stavano passando la serata cercando di aiutare Namjoon a non pensare alla sua relazione appena finita.
Stavano bevendo di tutto e di più, parlando di rap e di musica, avevano deciso di parlare solo di cose che li piacevano e che non li davano dolore. Le ragazze erano fuori discussione, anche quando alcune si avvicinarono per provarci con loro, Yoongi decideva di mandarle vie.
“Namjoonie sicuro di non voler parlare di altro?” chiese Yoongi nel bel mezzo della conversazione dopo un po’ di tempo che stava in silenzio e ascoltava gli altri e due che parlavano da soli.
“Mi piace parlare di musica!” esclamò Namjoon.
“Lo so piace a tutti e tre parlare di musica… Ma forse vuoi provare a sfogarti per via di Bo-ra…” tentennò Yoongi incerto.
Hoseok vicino a lui lo guardò leggermente dubbioso, non era da Yoongi fare domande così dirette, Yoongi tra tutti loro era quello che aspettava che qualcuno andasse a parlare con lui, non si intrometteva quasi mai nella vita degli altri.
“L’ho lasciata.” Si fece serio per un paio di secondi il ragazzo, guardò il bicchiere di fronte a lui, l’afferrò velocemente e bevve tutto di un sorso.
“Comprendo… per via della distanza?” chiese Yoongi mordendosi il labbro.
“Hyung… non ne voglio parlare. Io no. non posso pensare a ciò.. abbiamo il tour.” Biascicò, mentre prendeva anche il bicchiere di Hoseok lì vicino.
Yoongi guardò Hoseok in cerca d’aiuto, sarebbe stato un comportamento ipocrita il suo se avesse fermato Namjoon e il suo voler annegare i dispiacere nell’alcool.
 “Namjoon forse dovresti bere più lentamente” provò a dire Hoseok.
“Avete detto che dovevamo uscire per svagarci! Io sto provando a svagarmi” annuì con convinzione Namjoon.
“Namjoon… io penso.. che dovremmo parlare, così che tu possa sfogarti prima del tour” provò a dire Yoongi di nuovo
“Aigoo… Hyung ti ho detto l’ho lasciata non c’è niente di cui parlare… l’ho lasciata in un modo orrendo per telefono, ho detto due parole e avevamo chiuso, questo è… e io non posso tornare indietro!” gli girava fortemente la testa, forse stava veramente esagerando con l’alcool.
“Potresti, le dici che è stato un momento, e che hai cambiato idea, è passato poco, lei capirà.”
“No. Hyung. Io non posso.” Disse secco “Vado in bagno e a prendere da bere” disse lui barcollando via.
Hoseok e Yoongi si guardarono tristi.
“Se dovesse succedere anche a te di stare male per amore e non parlare ti picchio” disse Yoongi al ballerino che lo guardò scuotendo il capo.
“Non puoi farlo, specie perché io non ti forzo mai a parlare, non puoi fare la stessa cosa con me.”
“Aigoo… sono veramente pessimo… dici che dovremmo seguirlo?” chiese lui scettico sporgendosi a guardare dal balconcino.
“No, tornerà a breve, non è abbastanza ubriaco… avrà bisogno di schiarirsi le idee”
“Sarà… spero che prenda da bere anche per noi” disse Yoongi guardando i bicchieri vuoti sul tavolino.
 
To be continue
Angolo dell’autrice:
Bene e anche questo capitolo è stato scritto, io non ci credo.. okay che il pezzo del centro di Yoongi e Hoseok è quasi copiato dall’altra ff, però mi serviva!
Per chi legge l’altra ff siamo al capitolo di Danger del 2 volume.
 
 
 

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 CLUB ***


CAPITOLO 13 CLUB
1 GIUGNO 2016
Namjoon uscì dal bagno con la faccia ancora un po’ bagnata, si era sciacquato il viso per riprendersi almeno il dovuto per recarsi al bancone e ordinare altro alcool.
“Nam?” chiamò una ragazza di fronte a lui.
Namjoon alzò lo sguardo e sbatte le palpebre, confuso pensando che non potesse essere realmente lei.
“Isabel?” chiese sbalordito.
La ragazza annuì con il capo e lo studiò attentamente rimanendo in silenzio.
“Sei ubriaco?” domandò lei, aveva già visto Namjoon ubriaco.
“No, ma lo sarò a fine serata.” Decreto lui, annuendo con il capo serio.
“Va tutto bene?” chiese avvicinandosi lentamente a lui, pensando che fosse già abbastanza alticcio.
L’espressione sul volto di Namjoon s’inclinò, guardò ancora la ragazza di fronte a lui, aveva tanto bisogno del suo aiuto, ma dubitava che lei l’avrebbe aiutato, dato il loro ultimo incontro.
Isabel fece un altro paio di passi titubanti verso di lui e gli accarezzò un braccio con leggerezza, guardandolo negli occhi.
“No…ho combinato un casino.” Guardandola in cerca d’aiuto.
“Ti chiamo una macchina così vai a casa, sei solo?” chiese lei con gentilezza.
“Si… noona sono sempre solo. Lo siamo tutti infondo?” chiese con gli occhi lucidi.
“Si, lo siamo tutti… ti chiamo una macchina, hai bisogno di andare a casa, parla con i ragazzi ti faranno sentire meno solo, loro riempiono la vita.” Disse lei accarezzandoli una guancia.
“Noona? Sono una brutta persona?” chiese lui titubante. Non voleva andare a casa, voleva parlare con lei, avere i suoi consigli, e in special modo i suoi incoraggiamenti. Isabel era stata sempre quella persona che aveva una parola giusta per ogni momento sbagliato, riusciva sempre a farli sollevare l’umore.  
“No, Namjoon sei una delle persone migliori che io conosca” sorrise lei.
“Allora perché mi sento marcio dentro? Perché sono caduto in basso, facendo una cosa ignobile?” chiese lui guardandola supplice in cerca di risposte.
“Che cosa hai fatto?” chiese lei accarezzandoli i capelli dietro al collo per calmarlo.
“La mia ragazza è partita, via per un anno.  Io mi sentivo confuso. Solo… io non so cosa mi accade! L’ho tradita… con una donna…. Sono una persona orrenda.” Singhiozzò lui, la guardò in imbarazzo, mordendosi l’interno della guancia a disagio. “Noona… il momento che ho passato con questa donna anche se breve…. Mi ha riempito, non mi ha fatto sentire più solo. Mi ha anche liberato, per una volta non ero più io. Non ero più un leader, un rapper, una persona responsabile, pronta a dover sempre aggiustare tutto e a far si che le cose vadano bene sempre e comunque. Mi sentivo svuotato dal peso che porto, ma allo stesso tempo pieno di calore, di altro.” Ammise la sua colpa.
“Può capitare di sbagliare… vedi me… io sbaglio in continuazione. Namjoon…” lo accarezzò dolcemente lei, “Se sei andato a letto con un’altra, probabilmente è perché il sentimento che provi per la tua ragazza non è abbastanza, probabilmente tu sei affezionato a lei, ma hai bisogno di qualcosa di più” provò a dire lei incoraggiante e a non colpevolizzarlo, di solito quando si tradiva qualcuno, era perché non lo si amava, lei aveva tradito Ha-rin, ma non avrebbe mai tradito Yoongi.  
“E se questo qualcosa di più dovrebbe lacerarmi dentro?” chiese in panico, lei lo guardò confusa e gli fece segno di proseguire continuando ad accarezzarlo.
“Con la mia ragazza era tutto molto semplice, molto stabile… appena si sono presentati i problemi… io sono impazzito, ho pensato che fosse la fine della nostra relazione, quando lei mi ha detto che sarebbe partita per un anno, le ho detto che andava bene.” cominciò a sfogarsi lui con lei.
“Ma? Non andava bene?” chiese lei cercando di capire.
“No, Noona… l’unico pensiero che avevo era che non avrei avuto più un posto dove non essere Rap monster, che se lei se ne fosse andata io non avrei avuto un posto. Ho pensato che avrei solo sofferto per la distanza.”
“Forse Namjoon eri innamorato solo del fatto che con lei potevi essere te stesso.” Provò a dire lei incerta.
“Ho il continuo terrore che se provassi qualche sentimento forte, io finirei come te e Yoongi… non voglio provare quel tipo d’amore. Non voglio niente di così grande e struggente, io voglio solo stabilità… se lei è via e io sono qui, sarà struggente. Io non lo voglio struggente.” Spiegò lui, scuotendo la testa, non voleva soffrire come loro.  Guardò Isabel di fronte a lui, solo al fatto che lui avesse detto Yoongi,  la ragazza aveva afferrato immediatamente la collana al suo collo e si era morso un labbro, con espressione sofferente sul viso.  
Lei si bloccò a guardarlo triste e lo abbracciò forte. “Mi dispiace tanto” disse trattenendo un singhiozzo.
“Non è colpa tua” provò a dire lui con voce lieve.
“Si… lo è. Per colpa mia ti stai accontentando… posso dirti una cosa, per quanto il mio amore sia stato ricolmo di problemi, struggente, sofferente fino ai limiti della sopportazione, io farei qualunque cosa anche per rivivere solo due minuti di quell’amore, solo due minuti con lui. Se ciò non comportasse conseguenze peggiori” disse lei prendendoli il viso tra le mani.
“Non voglio soffrire” soffiò lui.
“Nessuno vuole farlo… ma fa parte della vita. Accontentarsi di un qualcosa di solo stabile, per paura di provare di più e che poi vada male, non è giusto. Fai un torto a te stesso. Namjoon, avete tanti obblighi, tante responsabilità, e lavorate sodo. Se decidi di voler qualcosa di più grande che ti riempia dentro, dovresti provare ad averlo. Tu che puoi, dovresti provare.” disse lei con tristezza.
“Questa donna mi fa provare sentimenti a me inspiegabili, io non capisco… ho tradito la mia ragazza per un’ora di divertimento. Quell’ora mi è piaciuta, stare con lei mi è piaciuto.” Ammise il tutto lui, non lo avrebbe mai ammesso davanti ad altri, sapeva che lei non lo avrebbe mai giudicato, l’avrebbe compreso.
“Penso che sia colpa tuo cervello, se ti fai troppi problemi, penso che le risposte siano semplici. Dovresti cercare quella più semplice, forse è quella esatta”
“Noona qual è? Tu lo sai?” chiese lui, sperando che lei l’avesse quell’agognata risposta.
“No, Namjoon la sai tu.” disse lei sorridendo addolcita e scuotendo leggermente il capo.
“Sono impazzito.” Disse lui.
“No, Nam…” ridacchiò lei “È una risposta semplice, ma non credo sia quella giusta. Penso che tu la sappia, ma che hai solo paura di ammetterla.”
Lui si bloccò a guardarla, pensò a un attimo a Yoongi e a tutte le pazzie che faceva a causa della ragazza.
Lui aveva tradito la sua ragazza, e il tradimento era venuto da prima, da quando aveva visto Jisoo. Si era preso una grande cotta per Jisoo, e aveva evitato di pensare alla donna, creando problemi su problemi nella sua relazione.
La vera ragione del perché si arrabbiava sempre con Yoongi, era perché il ragazzo aveva il coraggio di fare quello che voleva a differenza sua, sempre ligio ai suoi doveri.
Continuò a guardare Isabel che era ferma davanti a lui e gli stava dando del tempo per pensare.
Il suo cervello andava alla velocità della luce, collegando le frasi che la ragazza gli aveva appena detto.
Stabilità, lui aveva ricercato quella. Forse la stabilità non era per lui, si era solo nascosto in quella stabilità, per paura si era accontentato.
 “Mi piace questa donna.” Disse di getto.
Isabel arricciò le labbra, gonfiò leggermente le guance a disagio.
“Sicuramente questo è un punto d’inizio, dovresti tornare a casa e smaltire l’alcool… ti chiamo una macchina” disse lei accomodante, guardando la sua borsetta e facendo per aprila.  
“No… non c’è bisogno, io sto bene!” trillò lui, bloccandole la mano.
“Namjoon, io non posso rimanere con te, mi aspettano al tavolo… verranno a cercarmi, non voglio lasciarti solo.” Provò a convincerlo ad andare a casa.
“Oh… ma non sono solo!” trillò improvvisamente lui, facendo sbiancare Isabel.  
“Namjoon… con chi sei venuto qui?” chiese lei allarmata.
Namjoon la guardò mordendosi l’interno della guancia “Con Jin!” esclamò.
“Oh… sicuro? Lui è qui?” chiese lei non fidandosi e riferendosi a Yoongi.
“Si. Sono con Jin! Torno da lui o penserà che sono caduto nel gabinetto” esclamò lui cercando di sembrare convincente.
“Okay,” disse lei a disagio.
“Questa nostra conversazione non è mai avvenuta!” esclamò Namjoon.
“Si… mai avvenuta.” Annuì lei.
“Pensi che me la caverò?” chiese prima di andare.
“Si.. ne sono convinta, penso che ti ubriacherai, che continuerai a pensare, che non parlerai mai con nessuno di ciò che ti affligge, ma sono anche convinta che alla fine capirai tutto.” Annuì lei sorridendo.
“Mi fido… vado ora… Noona… ti voglio bene” annuì lui.
“Anche io Nam ti voglio bene.” sorrise lei e lo guardò andare via.
Isabel inclinò leggermente la testa di lato, mentre lo guardava andare via.
La sua relazione con Yoongi aveva causato danni anche agli altri. Non aveva lasciato solo lui, ma tutti loro.
Sospirò a disagio, doveva andare via da quel club, e l’avrebbe dovuto fare più in fretta possibile, non era certa che ci fosse solo Jin lì con Namjoon.
 
Namjoon era tornato con dei drink al tavolo, aveva proposto ai suoi amici di andare via, ma Yoongi aveva detto di no, affermando che sarebbero rimasti in quel club fino a quando Namjoon non avrebbe parlato con loro.
Namjoon aveva continuato a bere e a tergiversare, ogni tanto si era alzato in piedi per guardarsi intorno leggermente in ansia, sperando che Isabel se ne fosse andata.
Guardava Yoongi con un certo senso di colpa, lei era lì e lui non stava dicendo niente, anzi stava cercando di distrarre tutti cominciando a fare del rap.
 
“Vado a prendere da bere” disse Hoseok guardando Namjoon con preoccupazione.
“Dici che un altro drink lo stende per bene… sta facendo delle rime da tagliarsi le vene, al limite della tristezza” disse Yoongi scuotendo il capo e continuando a osservare Namjoon, che era sdraiato sul divanetto e guardava il soffitto facendo rime a bassa voce come a cantare una specie di ninna nanna.
“Può essere, in caso chiamiamo Jin Hyung, penso che abbiamo bevuto fin troppo, vuoi andare tu a prendere altro?” chiese poi Hoseok.
“No, no, io sorveglio lo strambo e chiamo Jin” disse indicando con il capo Namjoon.
“Vado” disse Hoseok scuotendo il capo.
 
Yoongi continuò a osservare Namjoon sempre sdraiato sul divanetto, vicino al sonno.
Prese il telefono e chiamò il maggiore, sapeva che l’avrebbe svegliato e si sarebbe preso una strigliata.
“Che cosa vuoi?” chiese Jin con voce squillante al telefono, del tutto sveglio.
“Sei sveglio?” chiese confuso Yoongi.
“Si, gioco ai videogiochi, cosa vuoi?” chiese di nuovo con aria stizzita.
“Siamo al solito club… abbiamo bevuto un po’ e Namjoon si sta addormentando, ci vieni a prendere?” chiese diretto Yoongi.
“Ecco dove eravate finiti tutti e tre, perché non mi avete invitato?” chiese con un leggero risentimento nella voce.
“Perché eri a cena dai tuoi, pensavo andassi a bere qualcosa con tuo fratello… anche perché Namjoon ha lasciato Bo-ra, lo abbiamo portato a svagarsi.”
“Aigoo… sapevo che c’era qualcosa che non andava… me lo sentivo!” trillò Jin.
“Bravo lo sciamano. Ci vieni a prendere?” sbuffò Yoongi.
“Sta parlando del senso della vita in modo deprimente?” chiese Jin.
“Si facendo rap, è molto triste ma ha appena chiuso gli occhi penso sia crollato.” Disse Yoongi continuando ad osservare Namjoon.
“Arrivo… non bevete altro.” Disse Jin sbuffando e chiudendo il telefono.
 
Yoongi ripose il telefono nella tasca, si alzò in piedi e si affacciò al balconcino del privè, puntò il suo sguardo verso il bancone del locale e fisso l’orologio dorato enorme attaccato alla parete.
Il tempo scorreva, e andava sempre lento per lui.
Abbassò lo sguardo cercando di Hobi in mezzo alla folla, lo vide appoggiato al bancone a parlare con una ragazza.
Strizzò gli occhi cercando di mettere a fuoco, aggrottò la fronte, pensando che non potesse essere realmente lei. Si voltò un attimo a guardare Namjoon dormiente, e scappò via dirigendosi alle scale velocemente, doveva raggiungere Hoseok.
Arrivò vicino all’amico, guardò la ragazza con cui stava parlando e rimase paralizzato, non osava avvicinarsi a lei.
La vide alzarsi e andare via con aria abbattuta.
Yoongi sentì una fitta al cuore.
Si voltò a guardare Hoseok che stava sospirando e si stava passando una mano tra i capelli affranto.  
 “Hoseok” disse Yoongi avvicinandosi a lui e posandoli una mano sulla spalla.
“Hyung, ho quasi preso i drink” fece un sorriso leggermente inclinato il ragazzo.
“Ah, mi sa che non servono, Namjoon si è addormenta su un divanetto, dovremmo riportarlo a casa” disse pensieroso.
“Ah.. dai beviamo questi mentre facciamo da guardia a lui, l’hai lasciato solo?” chiese dubbioso.
“Si, dubito che lo rapisca qualcuno qui” disse ridacchiando nervoso il ragazzo, sentiva una sorta di tensione provenire da Hoseok, ma fece finta di nulla.
“Se lo rapiscono siamo fottuti però ahahah” rise Hoseok prendendo due drink e passando il terzo a Yoongi.
“Chi era la ragazza con cui parlavi? Ti ho visto da lontano” chiese poi Yoongi non riuscendo a trattenere la curiosità, vide il sorriso di J-hope inclinarsi di nuovo.
“Ah… nessuno mi piaceva, ma era già impegnata volevo provarci” disse facendo spallucce.
“Ah… sta serata ci è andata male” bofonchiò Yoongi
“Fa niente, l’importante è stare insieme.. dai beviamo questi ultimi e torniamo a casa” sorrise dandoli una leggera spinta con il sedere e Yoongi sorrise.
“Si facciamo così… Hoseokie grazie” disse poi avviandosi al tavolo e Hoseok annuì, leggermente dubbioso sul fatto che Yoongi avesse capito chi fosse la ragazza.
 
Jin arrivò quasi di corsa, come sempre preso dall’ansia quando si trattava di quelle situazioni.
Sapeva che doveva rimanere calmo, ma aveva sempre paura che qualcuno di loro potesse combinare danni e farsi del male, non gli piace non avere tutto sotto controllo.
Passò i bodyguard tranquillamente e si avviò per il corridoio con luci soffuse bluastre, avrebbe voluto continuare a correre, ma decise di darsi un contegno e camminare come una persona normale.
Sgranò lo sguardo per via della ragazza tenuta a braccetto che camminava di fronte a lui andando nella direzione apposta.
Era lei.
Jin sentì sempre più ansia, lei era stata nello stesso club in cui si trovava Yoongi.
Lei alzò lo sguardo imbronciato e lo individuò fermo lì nel corridoio. 
Si guardarono soltanto, lei fece un leggero segno di no con il capo, e Jin intuì subito che voleva dire che non avesse visto Yoongi.
Con naturalezza Jin riprese a camminare continuando a guardarla.
Si incrociarono facendo finta di non conoscersi.
Jin la superò e andò avanti.  Doveva raggiungere i suoi amici e andare via da quel club.
 
Angolo dell’autrice:
Bene bene! Solo una pazza come la mia Isabel poteva far più o meno ragionare Namjoon e farlo parlare.
Per quanto l’ultimo incontro con lei sia stato una litigata, Isabel però è stata molto carina ha capito subito che fosse in crisi.
Per chi non legge l’altra ff, Isabel conosce tutti dal 2011 quindi sa bene i loro comportamenti.
L’incontro con Jhope e la conversazione è nel capitolo Danger sempre.
Qui si vede anche la fine di quel capitolo Jin li va a prendere. Poraccio una taxi baby sitter e quel ragazzo.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14 BACK HOME ***


CAPITOLO 14 BACK HOME
07 GIUGNO 2016
I bts erano tornati da Jeju ma sarebbero partiti il giorno seguente per Taiwan, erano da poco stati nello studio di Pd-nim per una riunione straordinaria, più che straordinaria era la solita riunione in cui il loro capo, faceva le sue raccomandazioni e li augurava buon viaggio per il tour.
Namjoon a metà strada del corridoio si tastò le tasche dei Jeans rendendosi conto di aver lasciato il telefono nell’ufficio del Bang-si-hyuk, avvisò i ragazzi che lo presero in giro scherzosamente, e si allontanò da loro per andare a recuperarlo.
 
Entrò di nuovo nella stanza prima, dell’ufficio di pd-nim, dove si trovava la scrivania di Jisoo.
“Ehm…” disse lui a disagio, poiché erano soli.
Prima era entrato con gli altri e si era comportato in maniera fin troppo professionale, non aveva neanche parlato, aveva chiesto Jin informazioni su dove fosse il loro capo.
Jisoo sorrise e si alzò in piedi tranquillamente.
“Il telefono?” chiese lei prendendolo dalla sua scrivania.
“Si! L’ho dimenticato nell’ufficio, ma vedo che lo sai già” disse lui mordendosi l’interno della guancia a disagio.
“Si, ecco a te, attento a non dimenticarlo altrove” disse lei cercando di sembrare professionale.
“Si.. direi che dovrò fare più attenzione…” disse lui prendendo il telefono e sfiorandole la mano, diventando improvvisamente rosso in volto.
“Ehm.. senti per l’altra sera…” provò a dire lui a disagio, puntando gli occhi sul telefono che aveva ripreso e stringeva forte.
“È tutto okay… è stato un momento” disse lei frettolosamente, poi si voltò di scatto a guardare Pd-nim che aveva appena aperto la porta.
“Pd-nim!” trillò lei.
Namjoon saltò sull’attenti e guardo il capo, sorridendo a disagio.
“Devo andare a fare un servizio, dovresti venire con me” disse lui sorridendo gentile.
“Si certo!” sorrise la ragazza, per poi affrettarsi a mettere tutto in ordine nella borsa.
“Recuperato il telefono?” ridacchiò Bang.
“Si, preso! Ora vado dagli altri a finire le valigie!” disse Namjoon con voce stridula.
“Buon viaggio e buona fortuna per i concerti” disse Jisoo alzando il volto e guardandolo dolcemente.
“Gra—zie” balbettò lui, fece un paio d’inchini e poi fece marcia indietro per andare via.
Pd-nim strizzò gli occhi, incuriosito e guardò la sua segretaria con un leggero sospetto.
“Devi riferirmi qualcosa?” chiese lui
“Io… forse si, dobbiamo parlare” disse lei alzandosi in piedi.
“Comprendo, lo faremo in macchina, preso tutto?” chiese con tono pacato, lei annuì e insieme al capo si avviò fuori dalla stanza.
 
Namjoon era scappato quasi come un razzo, via da quell’ufficio e da lei, si sentiva tremendamente in imbarazzo per tutto e anche confuso a riguardo.
Lei aveva decretato da quelle poche parole che si erano scambiati, che quello che era successo tra loro era stato solo un momento.
Probabilmente era solo quello, e non avrebbe mai potuto aver un’occasione con lei.
Probabilmente era meglio anche così, dato che lei fosse sposata.
Voltò un angolo e cominciò di nuovo a camminare in modo normale e no come uno che scappava da un assalitore.
Scosse leggermente il capo, doveva dimenticare, doveva pensare ad altro.
Andare avanti.
Aveva un tour a cui pensare, lui aveva il lavoro.
Doveva smetterla con le paranoie e pensare solo e solamente al lavoro e no a quello che aveva fatto.
Si guardò un attimo intorno spaesato, aveva sbagliato strada, doveva raggiungere gli altri nel parcheggio, per tornare a casa e preparare la valigia, il tour li attendeva.
 
2MESI E MEZZO DOPO
16 AGOSTO 2016 POMERIGGIO
Tutti i ragazzi entrarono nel dormitorio trascinando i propri bagagli, erano finalmente a casa e si sarebbero potuti godere un po’ di riposo.
Il loro umore però non era euforico, ormai erano solo in modalità di volersi riposare e staccare un po’ dal lavoro.
Il tour era stato molto impegnativo, e faticoso in particolar modo per Namjoon che si era dovuto occupare come sempre di più cose essendo il leader.
Namjoon aveva trascorso gli ultimi mesi ad impegnarsi duramente sul lavoro, come anche a cercare di non pensare.
Era semplice non farlo in tour, gli impegni erano talmente tanti che nei momenti di calma ci si addormentava, soltanto per ricaricare le energie.
Aveva eliminato qualunque tipo di pensiero riguardante il genere femminile, accettando che con Bo-ra non avrebbe mai potuto sistemare le cose, e che Jisoo era probabilmente una persona irraggiungibile.
Aveva accettato che la donna lo attirasse in un modo che lui non capiva, come se fosse una calamita, come aveva accettato che era stata solo una notte quella con lei e niente di più.
Almeno così credeva.
Aver messo piede nel dormitorio, gli aveva subito fatto balenare in mente il sorriso di Jisoo, e il pensiero che appena avrebbe varcato l’agenzia, probabilmente l’avrebbe incontrata.
“Io vado in Agenzia!” esclamò Yoongi.
Namjoon si voltò a guardarlo immediatamente, pensando che forse avrebbe potuto accompagnarlo.
“Vai a controllare cosa dicono le statistiche del tuo mix tape?” chiese Hoseok sorridendo entusiasta per l’amico, il giorno prima Yoongi aveva finalmente debuttato con il suo primo mix tape da solista.
“Si, anche Pd-nim vorrebbe parlarmi.” Disse con un sorriso sghembo.
“Vuoi supporto morale?” chiese Jin offrendosi come sempre, immaginava già di cosa Pd-nim avrebbe potuto parlarli.
“Posso accompagnarti io!” esclamò Namjoon con più energia del dovuto.
Tutti si voltarono a guardarlo straniti, poiché il ragazzo aveva fatto un leggero saltello sul posto urtando poi il mobile dietro di lui.
“Ehm… ho parecchie energie, so che non prenderò mai sonno, ho bisogno di tenermi impegnato!” esclamò inventando una scusa sul momento, e massaggiandosi la chiappa sinistra che aveva urtato il mobiletto dietro di lui.
La verità era che voleva solo incontrare Jisoo, e che aveva appena mandato al diavolo mentalmente tutti i pensieri che aveva elaborato durante il tour.
“Non ti è bastato tutto l’impegno che hai messo durante il tour?” chiese Jimin guardando stranito, lui avrebbe solo voluto dormire.
“Sei drogato di lavoro” disse Jin scuotendo la testa.
“Hyung, dovresti riposarti, hai fatto tanto in questo tour specie con i problemi che ti abbiamo recato.” Disse Jungkook sentendosi leggermente in colpa per quello che era successo.
“Problemi che hai creato tu” disse Jimin facendo saettare lo sguardo sul più piccolo.
“Eh? Non avevi detto che tra loro era tutto risolto?” chiese Namjoon rivolgendosi a Yoongi che si era occupato personalmente della situazione insidiosa di Jungkook, Jimin e il ramen davanti alla porta.
“Eh… non avevate risolto?” chiese immediatamente il rapper facendo saettare lo sguardo su Jungkook.
“Si, certo che si!” esclamò il piccolo mentre Jimin annuiva leggermente imbronciato vicino a lui e Taehyung li guardava stranito, pensando di essersi perso qualche passaggio fondamentale.
“Hanno risolto!” disse Yoongi sorridendo in modo gengivale.
“Okayyyyy!” disse Namjoon trillante, “Ti accompagno in agenzia.” disse diventando improvvisamente serio.
“Posso venire anche io con voi?” chiese Taehyung dirottando poi la sua attenzione verso i due più grandi e sorridendo sembrando un angelo travestito da diavolo.
“In caso pd-nim mi desse novità su Isabel?” chiese Yoongi incerto, guardando poi Namjoon vicino a lui con preoccupazione.
“Penso che dovremmo mandare dei fiori di condoglianze non credi?” provò a proporre Namjoon, guardando poi tutti che avevano chinato il capo.
“Non so… forse l’avrà già fatto Pd-nim?” disse Jin a disagio.
Avevano ricevuto la notizia della morte del fotografo amico di Isabel un paio di ore prima, mentre erano in auto, e nessuno aveva avuto il coraggio di parlarne ancora, avevano solo annuito tutti e si erano chiusi in un silenzio.
“Non lo so, può essere… io non ho parole, è assurdo quello che è successo!” esclamò Yoongi con espressione seria in volto, provando a celare la sua preoccupazione e non riuscendoci.
“Noona starà malissimo, se solo ripenso a quel video, mi sento male” disse Taehyung soffiando con il naso.
 
A inizio agosto, avevano tutti visto il video pubblicato su internet dove il Do-yoon il fotografo tentava il suicidio sul ponte Mapo, e in cui Isabel cercava di fermarlo in tutti i modi.
Dopo aver visto quel video, Yoongi dopo un momento di riflessione era tornato di nuovo a preoccuparsi per la ragazza, mettendo da parte la rabbia che aveva dentro e tutto il suo rancore.
Durante il Tour, avevano spesso tutti parlato della situazione e anche della ragazza, specie ogni volta che una notizia usciva sui tabloide.
 
“Forza, ora non deprimiamoci!” esclamò Hoseok nel silenzio che si era creato.
“Si, non è il caso, non sappiamo niente di niente.” Disse Jin serio, mentre guardava Yoongi che annuiva con il capo e si voltava a guardare Namjoon invece.
“Andiamo?” chiese il rapper al leader.
“Si, per me possiamo andare, le valigie le sistemiamo dopo” annuì serio Namjoon guardando poi Taehyung, che si era avvicinato a lui per andare con loro.
 
Tutti e tre i ragazzi salutarono il restante del gruppo con la promessa di mandare subito un messaggio se avessero avuto novità a riguardo e si avviarono di nuovo fuori di casa.
 
Yoongi guidava con calma mentre ascoltava Taehyung dal sedile posteriore leggere varie notizie sulla morte di Do-yoon, e sul fatto che fosse stata avvistata Isabel Kim andare a far visita alla salma all’obitorio.
Namjoon ascoltava come non ascoltava, troppo impegnato con suoi pensieri, anche se in atto c’era una tragedia, lui era con la mente all’ufficio di Pd-nim che avrebbe varcato a breve e al fatto che dopo mesi avrebbe rivisto Jisoo.
Come sempre non sapeva come comportarsi, quando si era proposto di accompagnare Yoongi aveva sperato di rimanere nell’anticamera prima dell’ufficio così da scambiare qualche chiacchiera con la donna, ma Taehyung si era unito a loro e sapeva benissimo che non poteva farsi beccare da nessuno di loro, poiché quello che era successo sarebbe rimasto per sempre un suo segreto.
 
Tutti e tre i ragazzi si avviarono con passo tranquillo verso l’ufficio di Pd-nim, entrarono, fecero come sempre un leggero inchino per salutare la segretaria che era come sempre seduta alla sua postazione presa dal lavoro.
“Ciao ragazzi” disse lei sorridendo e alzandosi in piedi per chinarsi leggermente e salutarli.
“Ho un appuntamento con Pd-nim, mi ha detto di raggiungerlo.” Disse Yoongi con educazione.
“Oh… certo, ora lo avviso che siete arrivati.” Disse lei per poi incamminarsi verso la porta e avvisare il capo.
Namjoon deglutì a vuoto, si passò le mani sudate sul pantaloncino, si sentiva un bagno di sudore, e ciò sapeva che non era dovuto caldo torrido di agosto ma al nervoso di averla rivista.
Erano passati più di due mesi, dall’ultima volta che aveva visto il suo sorriso, e non pensava che rivederlo avrebbe fatto si che il suo cuore facesse una doppia capriola all’indietro per via dell’emozione.
Jisoo tornò sorridente come sempre.
“É occupato con una chiamata, ma potete sedervi e aspettarlo, a breve vi chiamerà” disse con professionalità.
Tutti e tre i ragazzi annuirono con il capo e si sedettero su delle sedie in attesa di essere ricevuti dal capo.
Namjoon rischiò quasi di inciampare tra i suoi piedi e appena fu al sicuro seduto, si grattò la testa per via dell’ansia che lo stava attaglianando.
Nessuno dei due ragazzi seduti vicino a lui sembrava però far caso ai suoi comportamenti, entrambi i suoi amici stavano leggendo un altro articolo appena uscito su Isabel e il fotografo.
Jisoo, si riaccomodò alla scrivania, e puntò lo sguardo su Namjoon come a volerlo studiare per bene, cominciò a giocherellare con una matita, assorta nei suoi pensieri.
“Spero che il tour sia andato bene” disse a un tratto cercando di attirare l’attenzione di Namjoon che era a testa bassa e guardava le sue cosce.
Namjoon alzò il capo, così veloce da far si che il collo schiccò, guardò la donna e accennò a un sorriso imbarazzato, ma anche sollevato, lei stava parlando e si stava rivolgendo a lui, era sicuro di ciò.
“Si molto bene!” trillò Taehyung con fare amichevole rispondendo prima di tutti.
“Sono riuscita a vedere qualche video, siete veramente molto bravi, avevo solo guardato li Mv, ma nelle esibizioni dal vivo siete veramente fenomenali” si complimentò lei gentile.
Yoongi accennò a un timido sorriso imbarazzato da quel complimento.
“Grazie per i complimenti!” esclamò Taehyung con il suo sorriso quadrato.
Namjoon si morse l’interno delle guance, sempre più imbarazzato avrebbe voluto rispondere lui a Jisoo, sapeva che la ragazza stava parlando con lui, ma Taehyung nella sua solita euforia era stato più veloce.
“Mi fa piacere che hai guardato i nostri video” riuscì a farsi coraggio e a dire una frase di senso compiuto.
“Hai i capelli diversi, niente più verde?” continuò a fare domande lei guardando solo Namjoon.
Taehyung, si scambiò uno sguardò furtivo con Yoongi, entrambi era rimasti stupiti dal genere di domanda che la donna aveva appena rivolto a Namjoon.
“Si!” trillò Namjoon sorridendo sempre più ampliamente facendo si che le sue fossette si notassero più del dovuto, si passò una mano tra i capelli arruffandoli un po’.
“Ti stanno meglio” sorrise gentile lei.
“Grazie! Anche io li preferisco così!” esclamò con voce più alta del solito, “Ti trovo bene, sembri più rilassata” disse la prima cosa che li passò per la testa, avrebbe voluto fare un complimento molto più sensato, ma sentiva come se i suoi due amici lo stessero osservando.
“Si, ho preso qualche giorno di ferie, mi servivano.” Disse lei cordiale.
“Noi ora siamo in ferie, a breve dovremmo tutti partire per andare a trovare le nostre famiglie” cominciò a raccontare lui, sentendosi sempre più euforico di star intavolando una conversazione con lei.
Yoongi e Taehyung rimanevano in silenzio gustandosi la scena, che però fu interrotta immediatamente da Pd-nim che chiamò i ragazzi a gran voce da vicino alla porta.
Tutti e tre si alzarono diretti verso l’ufficio e salutando la donna, Namjoon si fermò però un momento vicino alla scrivania di Jisoo.
“Sono felice di averti rivisto” disse sorridendo mostrando le sue adorabili fossette.
“Anche io, molto, non si sa mai che ci rivediamo vicino al fiume per caso” disse lei facendo un occhiolino.
“Si, magari succederà” annuì lui e dopo essere arrossito, corse via raggiungendo gli altri.
 
Angolo dell’autrice:
Ci sono riuscita l’ho scrittooooo!
Come sempre in ritardissimo!
Giuro che ci provo e che comunque anche se lentamente arriverò alla fine di questa storia!
Baci alla prossima che non so quando è come sempre!
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 15 WORRY ***


CAPITOLO 15 WORRY
18  AGOSTO 2016
Jin e Namjoon si trovavano in camera di quest’ultimo e stavano chiacchierando del più e del meno e di ciò che avrebbero fatto in vacanza.
“Non hai mai pensato di provare ad andare a trovare Bo-ra? Così da riappacificarvi?” chiese Jin incuriosito, aveva parlato solo lui dei vari risvolti della sua vita amorosa.
“No, non ci sentiamo proprio più.” Rispose Namjoon con voce trascinata.
“Veramente? Neanche un messaggio per sapere come state?” trillò stupito Jin.
“Nulla, non credevo che sarebbe finita così” disse Namjoon con tono triste.
“Così come? Non l’hai mai spiegato..” disse Jin titubante, nessuno di loro aveva mai chiesto nulla, e non sapeva che faceva bene a chiedere.
“Ero al fiume una sera come sempre, e non so, ho avuto tipo un’illuminazione e tornato a casa l’ho chiamata e le ho detto che non potevo continuare così e preferivo chiudere. Lei ha detto okay e ha chiuso. È stato tutto così veloce e inaspettato.” Disse Namjoon sdraiandosi sul letto e prendendosi la testa tra le mani.
Non aveva il coraggio di dire quale fosse stata la vera illuminazione: cioè quello che aveva  fatto con Jisoo, quello era stato realmente così veloce e inaspettato, un qualcosa che non avrebbe mai potuto programmare o formulare come idea nella sua testa.
“Mmh, forse è stato troppo veloce? Così di punto in bianco hai deciso di chiudere? Non è molto da te?” disse titubante Jin, provando a non essere indelicato, ma non riuscendoci poi molto, dato il suo modo di essere schietto e fin troppo diretto.
“Pensavo da tempo, che la nostra relazione non andasse bene, sono stati mesi assurdi dove non la vedevo quasi mai, quando ho scoperto che sarebbe andata via, poi ho provato a passare tutto il mio tempo libero con lei.” Raccontò Namjoon.
“Pensavamo tutti che andasse bene, mi dispiace di non essermi accorto di niente” disse con aria colpevole.
“Tranquillo, non volevo parlarne, non volevo diventasse una questione del gruppo.” Disse incerto Namjoon.
“Come vuoi, se hai deciso alla fine di lasciarla è perché ti sentivi di farlo. Spero solo che tu stia bene.” disse Jin sorridendo con affetto.
“Si, sto bene” annuì Namjoon rimanendo sdraiato sul letto.
“Si, tu sei quello che crea meno problemi” disse Jin mordendosi un labbro.
Namjoon voltò il volto di lato verso il letto di Taehyung, dove era sdraiato Jin ed entrambi si scambiarono uno sguardo d’intesa, pensavano come sempre alla stessa persona che al momento si trovava in camera propria a dormire.
La porta in quel momento si spalancò all’improvviso e Hoseok entrò in stanza senza neanche bussare, facendo spaventare i due ragazzi.
“L’ho vista” disse Hope trafelato, richiudendo con un tonfo la porta dietro di lui.
“Chi hai visto?” chiese Namjoon confuso mettendosi a sedere sul letto.
“Hai visto una ragazza e ti sei innamorato! Yah era pure ora” disse Jin allegro.
“Ho visto Isabel” disse Hope scuotendo la testa e lanciandosi sul letto vicino a Namjoon che sgranò gli occhi.
“Come sta? Dove l’hai vista? Ci hai parlato?” incominciò a chiedere Jin andandosi a butta sul letto di Nam anche lui.
“L’ho vista qui alla fermata, era ferma da ore ad aspettare” scosse il capo J-hope.
“Aspettare lui?” chiese Namjoon guardando Hoseok con preoccupazione.  
“Forse, forse sperava di vederlo un attimo, che lui arrivasse” disse triste prendendo un cuscino e abbracciandolo.
“Perché non l’hai fatta entrare?” chiese Jin rimproverandolo, pensando che Isabel dovesse essere veramente sconvolta per rimanere ferma seduta a una fermata per ore sotto la pioggia, solo con la speranza di vedere un attimo Yoongi.
“Perché era distrutta per il fotografo… era in pessimo stato, ragazzi… odio saperla così e non poterle stare accanto” disse arrabbiato tirando un pugno al cuscino.
“Le sei stato accanto no? Alla fermata hai parlato con lei?” disse Namjoon gentile, provando a confortarlo.
“Si… lei è terrorizzata che Yoongi possa fare qualcosa di avventato per colpa sua” disse Hope con tono nervoso.
“Yoongi sa del fotografo, ma è impegnato con il lavoro, non penso andrà da lei” disse Jin confuso, non credeva che Yoongi avrebbe fatto qualcosa, era troppo impegnato con il lavoro e con l’uscita del suo mixtape.
“Domani esce una lettera, su una rivista….” Disse Hope con voce rotta.
“Che lettera?” chiese Namjoon confuso.
“Una lettera di Do-yoon… Isabel ha detto di fermare Yoongi, se mai volesse fare qualcosa” gli informò nervoso.  
“Che dice la lettera?” chiese Jin sconvolto, non comprendendo a pieno cosa il ballerino li stesse dicendo.
“Non ho idea, ma lo sappiamo tutti: la leggerà, controlla regolarmente gli spostamenti di Isabel sui social e sui tabloide” disse Hoseok guardando i due amici.
“Altro momento critico in arrivo?” trillò Jin.
“Mmh dobbiamo essere preparati a ciò… sappiamo che ci sarà una lettera e che potrebbe creare problemi, lei vuole che lo teniamo distante da lei, così faremo” disse Namjoon con fermezza nella voce, cercando di nascondere il panico.
Era in debito con Isabel, dopo quella chiacchierata dove era ubriaco.
Lei era rimasta ad ascoltarlo malgrado la distanza che era stata costretta a creare. Lui doveva spalleggiarla e aiutarla, sapendo che la loro Noona in quel momento era in difficoltà e in lutto.
“Io non so se posso, io sono quello che lo spalleggia” disse scuotendo la testa Hoseok.
“Dovresti smetterla…Hoseok non so, se fa bene a lui” disse Namjoon serio.
“Lo so, ma almeno parla con me ogni tanto” si giustificò il ballerino.
“Parla anche con Jimin… e non lo spalleggia” disse Namjoon.
“Se tu non te la senti, allora in questa occasione non devi spalleggiarlo, rimani neutrale… ci pensiamo io e Namjoon e sicuramente il piccoletto si unirà a noi” provò a dire Jin comprensivo. 
“Lei mi ha chiesto, di chiederlo a voi…. Ha detto: chiedi a Namjoon e Oppa Jin, anche se oppa è arrabbiato per quello che gli ho detto lui mi aiuterà” disse Hope con un sorriso asciugandosi una lacrima.
“Mi ha chiamato oppa?” chiese Jin con gli occhi lucidi.
“Si, ti ha chiamato così” sorrise gentile Hoseok, consapevole di quanto quel modo di chiamarlo lo stava rendendo felice. 
“Isabel mi conosce bene, non importa cosa mi abbia detto o la freddezza, io capisco e l’aiuterò in tutto questo come meglio posso e come me lo permette. Farò di tutto per tenere Yoongi lontano, fino a quando non capiremo il vero motivo che la spinge a proteggerlo, fino a che…”
“Non saremo abbastanza influenti, ricchi, famosi e potenti per aiutarla?” finì per lui la frase Namjoon.
“Si… dobbiamo impegnarci, dobbiamo farlo” disse Jin serio.
“Ragazzi… Isabel ha detto una cosa che mi ha terrorizzato” disse Hobi chinando la testa e interrompendo quel momento combattivo di Jin e Namjoon, che cercavano di essere ottimisti nonostante tutto.
“Parlane con noi” disse Namjoon guardandolo gentilmente, quella situazione lo stava rendendo preoccupato, Hoseok sembrava fin troppo scosso, se lo sentiva che c’era altro.
“Ha detto che il fotografo si è suicidato, perché la persona che amava, con cui non poteva stare è morta” disse Hope tentennando.
“Cosa?” chiese Jin.
“Era impaurita che se le fosse successo qualcosa, Yoongi avesse potuto fare lo stesso” disse tutto di un fiato.
“Non lo farebbe mai” disse Jin con decisione.
“Io… ci siamo noi” disse Namjoon incerto.
“Si… ma Yoongi ha sofferto di depressione, e sapete lo psichiatra, i pensieri suicidi… io ho paura” disse Hoseok.
“Faremo di tutto per farlo stare bene, lui non lo farebbe, è più forte adesso” disse Jin.
“Si… ma ho paura” disse Hoseok
“Ci pensiamo noi! No Leader?” chiese Jin a Namjoon che era rimasto un attimo in silenzio.
“Si, ci siamo noi” disse.
“Sono stanco penso che andrò a dormire, domani ci aspetta una giornataccia” disse Hoseok rimettendosi in piedi.
“Qualunque cosa ci sia in quella lettera, lo terremo distante da Isabel, a qualunque costo, anche se lo dovessimo legare” disse Jin fiducioso.
“Andrà bene… non fasciamoci la testa già da ora” disse Namjoon cercando di trovare un po’ di sicurezza nelle sue parole.
“Vado anch’io a dormire, domani abbiamo le prove alle cinque del mattino” disse Jin
“Okay buonanotte ragazzi” disse Namjoon.
Namjoon si mise sotto il lenzuolo e spense la luce, rimase immobile a guardar il buio nella sua camera.
Un senso di angoscia l’aveva pervaso tutto.
Cercò di mandarlo via.
Nel caso fosse successa una tragedia avrebbe ricordato a Yoongi la promessa fatta a Isabel, era stata una promessa fatta per gioco, durante una ipotetica chiacchierata, ma pur sempre una promessa era: nessuno si sarebbe ucciso se il proprio amore sarebbe morto.
Chiuse gli occhi, provando a dormire, fu la prima sera che pensò ad altro e no a Jisoo da quando era tornato in Corea.
 
19 AGOSTO 2016
Jisoo era intenta a guardare alcune pratiche sulla sua scrivania, di tanto in tanto lanciava un furtivo sguardo all’appunto che aveva su un post-it rosa attaccato alla scrivania:
 
Isabel Kim verrà in ufficio a consegnare una lettera.
Non fare domande, e non dire a nessuno del suo essere venuta in agenzia.
 
Era quasi del tutto convinta che la Isabel Kim protagonista del suo post-it era la stessa che lei conosceva.
Sperò con tutta se stessa che la ragazza non si ricordasse di lei.
Si sentiva in ansia, non avrebbe mai permesso a nessuno di far uscire la verità su di lei.
 
Qualcuno bussò alla porta e Jisoo per via dell’ansia che aveva e per l’essere sovrappensiero saltò sulla sedia.
“Avanti” disse cercando di darsi un contegno, si mise in piedi e con le mani tremanti andò ad aggiustare le leggere pieghe della gonna.
Una ragazza entrò in ufficio, aveva l’aria furtiva e anche fretta da come aveva chiuso con velocità la porta.
La ragazza si voltò a guardarla, sembrò come se tutta la fretta che avesse fosse improvvisamente svanita, e con lentezza e zoppicando appena, si avvicinò alla scrivania di Jisoo.
“Salve” disse Isabel guardandola e sorridendo come se tutto andasse bene.
“Salve, lei deve essere la signorina Kim” sorrise immediatamente Jisoo, cercando di non far trasparire il proprio nervoso. 
“Si, dovrei vedere Hit-man” disse seria.
“Ah… al momento non è qui, ha detto di lasciar detto a me” le rispose con garbo Jisoo, ma sentendosi a disagio per via dell’aspetto della ragazza di fronte a sé.
“Okay dovevo lasciare questa lettera, lui sa a chi va consegnata” disse seria.
“Perfetto appena torna, le la faccio avere subito. Lei sta bene?” chiese non riuscendosi a trattenere, la stava fissando preoccupata e anche un po’ terrorizzata.
“Si, io sto bene perché?” chiese Isabel confusa.
“Oh.. ehm nulla, sembra una che ne ha passate di brutte” tentennò a dire Jisoo, con la voce che le era diventata rauca.
Osservando con attenzione, aveva notato un livido farsi largo sulla guancia malgrado gli occhiali scuri, aveva anche creduto di vederla zoppicare appena entrata.
“Oh, un piccolo incidente, non si preoccupi” rispose Isabel scossa “Ora è meglio che io vada, grazie per i suoi servizi. Può avvertire il signor Bang che sono in partenza per l’America?” disse cordiale.
“Oh certo, sarà fatto. Devo comunicargli anche il giorno del ritorno?” chiese in modo professionale. 
“No, non ho un giorno di ritorno, in caso se vuole, può chiamarmi, se dovesse servirgli qualcosa” disse con fretta.
“Perfetto, comunicherò tutto” disse sorridendo gentile ma a disagio.
“Grazie mille per il suo tempo” 
“Di nulla, si riguardi, buona giornata”
“Buon lavoro” annuì per poi piegarsi leggermente e andare via.
 
La porta fu di nuovo chiusa e Jisoo si sedette di nuovo.
Tremava.
Si prese la testa tra le mani impaurita da ciò che aveva visto.
Aveva una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Un bruciore fortissimo si fece improvvisamente sentire.
Si tastò lo stomaco, dolorante.
Chiuse gli occhi stringendoli forte.
I lividi sulla ragazza, il modo di zoppicare, si sarebbero impressi nella sua memoria a vita.
Lei aveva quasi la certezza che non fossero causati da un incidente, ma da qualcuno.
Qualcuno che sperava di non incontrare mai più in vita sua.
Aprì gli occhi e si ritrovò a fissare la lettera sulla scrivania, avrebbe tanto voluto aprirla per scoprire per chi fosse.
Avrebbe tanto voluto sapere perché quella ragazza fosse venuta nel suo posto di lavoro e che tipo di rapporto avesse con il suo capo.
Prese la busta tra le mani e se la rigirò, con un movimento veloce la riposò sulla scrivani.
Prese il post-it rosa lo accartocciò e lo buttò via.
Era meglio non sapere, era meglio dimenticare e far finta di niente.
 
Angolo dell’autrice:
Non ho molto da dire… diciamo che la parte fondamentale e nuova è quella della fine!  Che serve un po’ a focalizzarsi su Jisoo.
Spero che per chi legga solo questo di non crearvi troppa confusione con tutti questi inserimenti di Isabel, ma la storia di Namjoon è collegata a quel mondo e a lei anche se sembra solo per via di Yoongi.
Qui si può notare che c’è però una sorta di collegamento a Jisoo, lei sa chi è.
Detto questo alla prossima che sarà venerdì o sabato prossimo! Si ho il capitolo fatto!
 

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 16 BTS CONFIDENCE ***


CAPITOLO 16 BTS CONFIDENCE
EXTRA
19 AGOSTO 2016 SERA
I bts si trovavano tutti nel soggiorno del proprio dormitorio, prima di partire tutti per diverse destinazioni,  infatti, sarebbero dovuti andare dalle loro famiglie, per via delle ferie.
“Come mai questa riunione? Non c’eravamo detti tutto rispetto alle ultime schedule?” chiese Jimin confuso dal fatto che si trovassero tutti lì e anche di urgenza.
“Si, per il lavoro ci siamo detti tutto, questa è una riunione di famiglia, prima del tanto agognato momento di riposo che ci siamo meritati” disse Namjoon serio.
“Ah…..” dissero Jk e Jimin insieme, continuando comunque a essere confusi. 
“Perché facciamo una riunione di famiglia? Specie prima delle ferie?” chiese Yoongi confuso.
“Perché fa bene, parlare tra di noi e discutere di possibili problematiche, anche perché alcuni di noi torneranno dalle famiglie e ci vedremo fra otto giorni” disse Jin serio.
“Ci sono problematiche?” chiese Yoongi ignaro del fatto che ci potessero essere, andava tutto bene, stavano tutti per avere finalmente del tempo di riposo.
“Aigoo! Jin si è lasciato?” esclamò il maknae impaurito.
“No, non è questo” disse Namjoon confuso “Perché dovrebbe essere questo?” chiese sempre più confuso.
“Yah… per una volta che sta andando bene! Non portare sfortuna!!” rimproverò Jin, guardando il più piccolo con orrore.
“No no, che sfortuna! Se ti lasci siamo tutti fregati, chi ti sopporta alla ricerca di un’altra principessa” lo prese in giro il più piccolo.
“Tu! Piccolo mostriciattolo!” disse tra i denti.
“Ah se non è questo… io non c’entro nulla con la giacca blu” disse Jimin alzando le mani.
“Quale giacca blu?” chiese Namjoon turbato.
“La mia giacca blu!!!!” esclamò V guardandolo con irritazione.
“No, che giacca blu? Chi ha parlato di una giacca blu??” chiese Jimin facendo finta di nulla e fischiettando innocentemente.
“Dove è finita ladro di giacche? Pensavo di averla persa in qualche albergo!” lo accusò saltandoli al collo.
“Ehm… l’ho usata per uscire con una…” disse sotto il peso di Tae che lo schiacciava sul divano.
“Aigoo lei aveva freddo e le hai dato la mia giacca?” chiese Tae con la faccia sbalordita, non credendo di aver potuto perdere la propria giacca per una ragione così idiota. 
“Si… ormai è persa… per sempre” disse annuendo Jimin serio.
“Vai a riprenderla!” disse Tae scuotendo le spalle di Jimin.
“Ragazzi… la giacca non sembra urgente come cosa” provò a dire J-hope riluttante.
“Ah.. no! Se vuole ci va Jungkook!” disse cercando di guardare il più piccolo, senza riuscirci, dato l’essere schiacciato dal suo migliore amico sul divano.
“Non puoi mandare il maknae, solo perché non hai voglia di vedere questa!” disse V rimettendosi a sedere e incrociando le braccia imbronciato, mentre Jk rideva diventando paonazzo e rischiando il soffocamento.
“Perché ride tanto?” chiese Jin indicando il maknae.
“Perché la tizia con cui sono uscito, si sentiva anche con lui!” disse Jimin con fare accusatorio, ma in modo leggermente scherzoso, dato che avevano risolto la questione da un pezzo ormai.
“Hyung io ti avevo detto di lasciarla perdere!” urlò il più piccolo tra le risate per via della povera giacca di V.
“Cos’è successo?” chiese Jin dimenticandosi del motivo principale della riunione, solo per spettegolare.
“Hyung non è il momento!” provò a dire Namjoon mentre Hoseok guardava tutti scuotendo la testa.
“È successo che l’ho accompagnata in stanza presto, perché mi aveva detto che era stanca” disse scimmiottando il tono di voce, e Jungkook continuò a ridere sempre di più, mentre Tae ascoltava, metà incuriosito e metà arrabbiato.
“Beh?” chiese Jin coinvolto dalla storia volendo saperne di più.
“Davanti alla porta della stanza c’era lui!” disse indicandolo e Jungkook che rise sempre di più.
“Ora perdiamo il maknae…. Ambulanzaaaaaaa!” urlò Yoongi ilare per la storia, lui era l’unico a saperla.
“Che faceva Jk lì? Cercava te?” chiese Hoseok esterrefatto.
“Aveva appuntamento con lei… per un dopo cena… molto a luci rosse!” urlò.
“Aigoo… non è vero! Continui con questa storia” rise di più il maknae.
“Allora spiegami perché alle dieci di sera aspettavi quella ragazza, con un pacco di ramen in mano! ”lo accusò Jimin.
“Hyung smettila di essere arrabbiato, ormai questa situazione fa ridere! Volevo provarti che non era quella che tu credevi” disse trattenendo le risate mentre Yoongi incominciò a ridere sguaiatamente come un pazzo.
“Aigoo… ride anche lui di me!” disse Jimin.
“Yoongi ora rischi il soffocamento” disse Jin sbalordito, non vedeva ridere Yoongi in quella maniera da tanto tempo. 
“E bravo il più piccolo che prende appuntamenti per il ramen e no come Jimin che va a cena paga tutto e si fa fregare le giacche costosissime di V!” urlò ilare, facendo scaturire le risate di tutti anche del leader.
“Hyung! Non incominciare!” provò a dire Jungkook, rimproverando Yoongi.
“Aigoo.. Jungkookie ramen significa solo una cosa” disse Yoongi facendo l’occhiolino e continuando a ridere.
“Lo dice anche lui!”  trillò isterico Jimin.
“Okay va bene, ci sono andato a letto un paio di volte e poi ho scoperto che usciva con te, e quindi ho deciso di agire” Alla fine Jungkook fu costretto a dire tutto a tutti.
“Non mi avevi detto che c’eri andato a letto! Solo che parlavate!” disse Jimin sconvolto, non credendo a quelle parole, e specialmente al fatto che il più piccolo lo avesse fatto prima di lui. 
“Non mi andava di ferirti di più… ti avevo detto di lasciarla perdere, abbiamo litigato abbastanza per questo” disse Jk serio e smettendola di ridere
“Per questo avete litigato prima di Tokyo?” chiese V stralunato, ricordava la litigata ma pensava fosse per qualcosa di futile.
“Si, ma abbiamo risolto a Tokyo…ecco perché io ci rido sopra, è storia passata” disse il maknae annuendo .
“Mmh… a me piaceva” disse abbassando il capo.
“Non era molto brava, non ti sei perso nulla” disse JK con un’alzata di spalle e Yoongi continuo a ridere sguaiatamente.
“Aigooo! Io non ci credo che anche tu vai a letto con le ragazze! Sei il più piccolo! Yoongi è colpa tua! ” disse Jin sconvolto, indicando il ragazzo e guardandolo con biasimo.
“Perché date tutti a me la colpa se qualcuno va a letto con le ragazze?” chiese Yoongi confuso e innocente. 
“Perché li dai un cattivo insegnamento!” disse piccato Jin, assottigliando lo sguardo.
“Perché tu non vai a letto con le principesse?” chiese Kookie finto sconvolto, mettendosi una mano davanti alla bocca.
“Ehm… io sono il più grande” disse Jin serio.
“Aigoo, anche tu dai un cattivo insegnamento, non solo io” disse Yoongi ghignando per poi aggiungere sottovoce “Anche se io l’ho fatto prima di lui” ridacchiando.
“Yoongi…” disse Jin guardandolo in malo modo.
“Dai io avevo… niente” disse scuotendo la testa.
“Chi non l’ha fatto?” chiese Kookie confuso.
“IO!” urlò Jimin  risentito
“Anche io…” disse Tae pensieroso .
Namjoon guardò Hope confuso “Tu?” chiese esterrefatto, non aveva mai detto nulla.
“Ehm… si” disse Hobi rosso in viso e a disagio.
“Con?” chiese stupito.
“Affari miei… io l’ho fatto prima di Jin” disse serio Hobie vantandosi un po’.
“Cosa? Com’è possibile?” chiese Jin sconvolto non credendoci.
“Perché non ne sappiamo niente?” chiese Yoongi guardando il suo migliore amico sconvolto anche lui come tutti.
“Perché io non mi sono fatto beccare in camera di lei, senza maglietta dalla maknae line” disse serio Hobi indicando Yoongi e poi ghignando.
“Ah… li avete capito che l’avevo fatto?”  chiese Yoongi confuso grattandosi la testa.
“Si? Non l’hai fatto quando lei è tornata dalla Cina?” chiese Jin incerto.
“Aigoo… no” rise Yoongi ilare da quella situazione.
“Dopo?” chiese Kookie confuso.
“No… ehm l’anno prima” disse serio.
“Cosa????” urlarono tutti sconvolti, tranne Hope che annuiva.
“Tu come lo sai?” chiese Yoongi guardandolo con sospetto.
“L’avevo capito parlando con Isabel dopo che fosse tornata dal Giappone” disse Hope facendo spallucce.
“Come?” disse Yoongi
“Beh mi sono confidato che mi piaceva questa persona con cui ero andato a letto, ma che era partita per l’America, quindi ci siamo confrontati, avevo capito che quando mi dava consigli parlava di te, sapevo che stavate insieme, anche se non lo dicevate” disse Hope con tutta tranquillità.
“Ma che cazzo! Vabbè sono stato io il primo” disse Yoongi gongolando ampliamente, mentre tutti guardavano sconvolti entrambi per quelle rivelazioni.
“Com’è successo Hyung?” chiese Tae un po’ intimorito a Yoongi.
“Tra me e Isabel intendi?” chiese Yoongi e Tae annuì pronto a sentire il racconto.
“Ehm… avevamo avuto le vacanze nel periodo invernale e io non volevo tornare a Daegu, sapete i problemi con mio padre, quindi sono andato da lei, come sempre.” disse
“Eh?” chiese Jimin
“Eh…abbiamo passato una settimana insieme, festeggiato il Natale insieme, sono andato all’università con lei che aveva un esame, siamo andati al cinema, al parco… abbiamo fatto tanto insieme, ci hanno beccato anche il manager e Pd-nim” disse ridendo al ricordo di quella scena al ristornante. 
“Aigoo dove?” chiese Kookie
“A un ristorante il giorno di Natale, infatti il giorno dopo dovetti andare a parlare con loro per spiegare la situazione di Isabel”
“Ah… finalmente avevi svuotato il sacco come ti avevo suggerito ad Halloween” disse Rm serio.
“Si ho dovuto…” disse facendo spallucce.
“E poi? Quando è successo”
“La notte di capodanno, la sera avevamo litigato… cioè lei ha litigato da sola” incominciò a ridere al ricordo, faceva ridere Isabel innervosita, che molte volte sembrava come se litigasse da sola.
“Si è arrabbiata con te senza spiegarti il motivo?” chiese Hope, scuotendo il capo, riconoscendo la scena.
“Si, parlava al telefono con una compagna dell’università che l’aveva invitata a una festa e lei aveva detto di no, con la scusa che fosse fidanzata.. non vi dico che colpo al cuore” disse sorridendo con dolcezza per via del ricordo.
“Aigoo.. immagino… tu eri stracotto al tempo” disse Jin sorridendo.
“Si molto, un po’ prima mi aveva detto che sarebbe andata a un appuntamento al buio, e mi aveva chiesto consiglio”
“E tu le hai detto di andare” disse Jin serio, per poi sbuffare.
“Come lo sai?” chiese sconvolto.
“Me l’ha spifferato, eravamo usciti, avevo bisogno di un consiglio per una ragazza” disse Jin sorridendo al ricordo
“Aigoo e hai chiesto a lei?” chiese Yoongi incominciando a ridere.
“Si, l’avevo chiesto anche a te e tu mi hai guardato come se fossi idiota, mi guardi sempre così quando ti chiedo consiglio” disse scuotendo la testa, leggermente irritato.
“Lei ti ha guardato nello stesso modo no?” chiese Yoongi, sapendo che la risposta fosse un sì certo. 
“Si e mi ha  aggredito, le avevo chiesto come avessi fatto a conquistarla, aigoo non puoi capire è diventata rossa e ha incominciato a negare che avesse una cotta, ma poi fece un discorso su cosa potesse piacerle di te e beh… ha dovuto ammettere di essere innamorata”
“Era imbarazzata?” chiese Jimin non credendoci, nessuno di loro l’aveva mai vista imbarazzata.
“Si, tantissimo” disse Jin con perfidia, gongolando leggermente.
“Quando vi abbiamo beccato non lo era!” esclamò Jk incredulo. 
“Perché chiedevate tutti consigli a lei?” chiese Yoongi confuso, non capendo il perché lo avessero fatto tutti. 
“È femmina” disse Namjoon.
“Anche tu?” chiese lui
“Ehm… si mi è capitato” disse facendo spallucce.
“Strano, non s’imbarazzava con voi? Perché con me si”
“Forse perché tu le piacevi, comunque era imbarazzatissima mi ha fatto tanto ridere, era proprio in difficoltà” rise Jin.
“Anche con me … specie dopo che l’abbiamo fatto, lo era anche più di me” sorrise Yoongi, era stato fantastico vederla in quella maniera, le aveva fatto tenerezza. 
“Si? Ma hyung hai fatto tu il primo passo?” chiese Jk guardandolo con stima.
“No, litigammo quel pomeriggio o almeno dopo aver sentito che avesse un fidanzato, le incomincia a fare domande a riguardo, lei si è innervosita dicendo che era una balla e che non era andata a nessun appuntamento al buio, poi mi ha detto che la innervosivo, che ero idiota e di non seguirla” raccontò Yoongi.
“È scappata in camera e si è buttata sul letto?” rise Hobie.
“Si… ho aspettato un po’ e poi sono andato a prenderla, per dirle di uscire e andare a festeggiare… beh abbiamo bevuto…” disse alzando le spalle.
“E poi?” chiese Tae incuriosito, voleva sapere di più. 
“Siamo tornati a casa ubriachi, lei mi ha costretto a portarla in braccio in camera e poi mi ha detto che ero bello, ero in imbarazzo, aigoo quanto lo ero, lei ha ridacchiato mi ha guardato fisso negli occhi mi ha detto Yoongi mi piaci e mi ha baciato” disse sorridendo ampliamente.
“Waooo… è stata lei!” disse jk sconvolto.
“Si…” annuì Yoongi .
“Dato che ne stiamo parlando… Yoongi la riunione di famiglia era su Isabel” disse Namjoon tornando al vero motivo del perché dovevano fare la riunione.
“Ah… qualcosa di brutto?” chiese Yoongi cambiando improvvisamente espressione, in una maschera di cera. Incominciava a sentire l’ansia arrivare, era preoccupato, da quando aveva visto quel video, era tornato a preoccuparsi di lei e anche a parlarne con gli altri.
“Ehm.. non lo so Hyung… è uscita una lettera su un giornale scritta da Do-yoon prima di morire” disse Hope indeciso, scambiandosi uno sguardo con Jin e Namjoon, nessuno di loro aveva il coraggio di parlare.
“Parla di te” disse V vedendo il disagio degli altri “Non vieni nominato, ma si capisce che parla di te… almeno noi che sappiamo la storia” continuò dato che lui aveva già letto la lettera l’unico in tutto il gruppo.
“Hyung… dato che ultimamente ti è passata la rabbia, abbiamo pensato che sia meglio se la leggi con noi che ti appoggiamo” disse Namjoon con tono confortante. 
“Sappiamo che Isabel è un punto cruciale, sappiamo che da poco grazie a Jimin hai sbollito la rabbia, e oggi hai parlato di lei in maniera tranquilla” provò a dire Hoseok.
“Quindi pensiamo: che sia giusto stare con te mentre la leggi” disse Jin solenne.
“Solo io non l’ho letta?” chiese Jimin.
“Anche io, non so nulla” disse Jungkook
“Noi non l’abbiamo letta” disse Hope.
“Io si” disse V invece beccandosi un’occhiataccia da tutti.
“Okay… la può leggere qualcuno ad alta voce così la sentono tutti?” chiese Yoongi, preferiva ascoltarla, non sapeva se aveva il coraggio di leggerla senza balbettare.
“Sicuro di essere pronto?” chiese Jin.
“Si, per me va bene” disse annuendo.
“La leggo io… allora” disse Namjoon prendendo il cellulare  e cominciando a leggere la lettera che sapeva avrebbe creato un grande scompenso a Yoongi.
 
Angolo autrice:
Ho pensato molto se inserire questa scena oppure no, perché è copiata di pari passi da Maybe.
Alla fine ho scelto di si, perché ho notato che ci sono persone che non hanno letto la fanfiction originale e che leggono questa.
Mi andava che leggessero un po’ qualcosa che riguardasse i ragazzi e le loro dinamiche interne e no solo su namjoon.
È solo un extra per far un po’ di volume e per darvi un capitolo anche ^.^

 
 
 

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 17 IDEA ***


CAPITOLO 17 IDEA
19 AGOSTO 2016
Bang pd-nim entrò in casa dei ragazzi, trovandoli tutti seduti in silenzio senza dire una sola parola muti e immobili.
Avevano letto la lettera pubblicata e dopo averla commentata, si erano chiusi tutti in un silenzio cubo e depressivo.
“Ragazzi tutto bene?” chiese Bang Si-hyuk, facendoli saltare per aria.
Namjoon si alzò in piedi saluto immediatamente, facendo anche segno agli altri di farlo.
Yoongi rimase seduto fermo a osservare i suoi piedi, in confusione come non mai, perso nei suoi pensieri.
“Hyung!!!” urlò Jimin.
“Cosa?” chiese alzando gli occhi da terra e guardandolo spiritato.
“Lei mi ha lasciato una lettera per te” disse il capo porgendogliela.
“Lei?” chiese Yoongi sconvolto, senza neanche rendersi conto che il loro capo fosse lì.
“Isabel, non so cosa ci sia scritto, so per certo che è partita per l’America, dopo averla recapitata in agenzia un paio di ore fa” disse porgendola.
“Partita? Che lettera un'altra?” incominciò a balbettare lui titubante prendendo la lettera, facendo calare il silenzio mentre l’apriva.
“Hyung noi siamo con te!” disse Jk facendosi forza, poiché nessuno proferiva parola.
Namjoon si avvicinò a Yoongi per prendere la lettera, si scambiò uno sguardo complice con il rapper e incominciò a leggere.
 
Namjoon finì di leggere la lettera e alzò immediatamente lo sguardo impensierito su Yoongi.
“Aigoo di nuovo!” esclamò Yoongi guardando tutti esterrefatto.
Jin e Namjoon si guardarono, pronti ad agire, quello che avevano predetto che ci sarebbe stata una situazione critica si stava per verificare.
Jimin però tra tutti fu più veloce.
“Hyung… no!” disse il ragazzo, alzandosi di colpo e avvicinandosi a lui.
“Guardami, ricordi il discorso che abbiamo fatto, dobbiamo scegliere a quale Isabel credere, quella che conosciamo noi o quella della lettera, quella della lettera è quella che fa la stronza per tenerti lontano, quella che ha le sue ragioni. Hyung forse ha scritto quelle cose perché sapeva che saresti corso da lei, e voleva che non andassi. Ti prego Hyung non arrabbiarti, non agire d’istinto, ti prego ragiona” disse Jimin tenendolo fermo per le spalle, mentre Yoongi respirava affannoso, e aveva gli occhi lucidi quasi al punto di piangere di nuovo.
“Hai sentito anche tu cosa ha scritto” disse tentennando.
“Si, l’abbiamo sentito tutti, Hyung come abbiamo sentito la lettera di Do-yoon… vuoi credere a chi?” Jimin parlò velocemente.
“Non lo so! Io sono confuso, un momento penso che mi ami ancora, che ci sia una speranza e il momento dopo succede questo: lei fa la stronza!” urlò Yoongi.
“Era qui!!!” urlò Hope facendo calare il silenzio.
Namjoon e Jin lo fulminarono con lo sguardo, pensavano entrambi che dirlo a Yoongi avrebbe solo potuto fare peggio.
“Era qui, ieri. Ferma sulla panchina dell’autobus ad osservare casa nostra. Ferma da ore” disse velocemente.
“Cosa?” chiese Yoongi guardandolo stranito come se avesse appena ricevuto una botta bella forte in testa.
“Hyung, era al club qualche mese fa, l’ho mandata via per tenerla lontana da te, mi ha detto che non poteva risolvere, non poteva aggiustare niente e l’ho mandata via. Era nel parcheggio il giorno del servizio fotografico con Do-Yoon, ho riconosciuto Nabi, era lì e ti osservava da lontano. Ed era qui ieri!” disse veloce  Hoseok in panico, doveva darli subito la conferma che lei ci tenesse ancora a lui, non poteva permettere a Yoongi di tornare arrabbiato, doveva evitarlo. 
“Sapevamo della lettera, l’ha detto a Hope ieri, ha detto di tenerti lontano da lei” disse Jin di colpo, Yoongi li guardò per un attimo, sbattendo diverse volte le palpebre sconvolto.
“Cosa? Lei come stava?” chiese poi a  Hope, dopo un attimo di silenzio  “Ci hai parlato?” chiese in crisi.
“Si… aspettava di vederti, forse aspettava che tu la salvassi dalla situazione in cui si trova, Hyung ho provato a convincerla a venire dentro, ma è entrata in crisi ha provato ad andare via, ma non l’ho lasciata, ci ho pensato io” disse Hoseok.
“Sta male?” chiese tremante.
“Si, ma è forte... era solo preoccupata per te, gli ho detto che non potevo prometterle di fermarti e non spalleggiarti, mi ha supplicato di dire tutto a Jin e a Namjoon, di dire a loro di fermarti, era convinta che l’avrebbero fatto anche se aveva trattato Jin male, era convita che il suo Oppa l’avrebbe aiutata a tenerti lontano da lei” disse tutto di un fiato.
“Perché?” chiese con la speranza di avere una risposta.
“Non lo so, non lo dice perché non ti puoi avvicinare, non lo dice….” Disse triste.
“Non puoi raggiungerla” disse Pd-nim interrompendo la conversazione.
“Come lo sa lei?”
“È partita per l’America, ha scritto che sta andando lontano, sta andando in America”
“Lei ci ha parlato?”  chiese Yoongi supplice in cerca di risposte.
“No, l’ha lasciata alla mia segretaria e ha lasciato detto che andava in America…” interruppe il discorso Pd-nim, non poteva dire che la sua segretaria aveva visto Isabel con il viso gonfio e marchiato dagli ematomi.
Namjoon trattenne il fiato alla frase di Pd-nim. Jisoo aveva parlato con Isabel, forse poteva avere qualche informazione utile.  
“Io….Vado all’aeroporto!” disse di slancio Yoongi.
Namjoon fece scomparire immediatamente il pensiero di Jisoo dalla testa e tornò a concentrarsi su Yoongi e sul fatto che probabilmente avrebbero tutti dovuto fermarlo e anche con la forza.
“Yoongi, è troppo tardi.. quando arriverai là sarà già partita” disse Pd-nim serio .
“Perché? Perché lei mi continua a fare questo? perché scappa da me?” chiese al capo supplice, lui era il loro Pd-nim, la persona che aveva creduto e credeva in tutti e sette, una delle persone più importanti per il gruppo, lui sapeva tutto, doveva sapere tutto, penso mentre lo guardava sempre più supplice per avere risposte.
“Non lo so Yoongi, ma non puoi andare, e devi cercare di fartene una ragione” disse serio il capo.
“Vi lascio, sono perfettamente al coerente che risolverete questa faccenda da persone mature senza correre rischi e senza farli correre a Isabel, cercate di riposare ragazzi” disse Hit-man salutandoli dopo un attimo di silenzio e anche i ragazzi fecero un segno con la testa.
“Io… vado in camera ho bisogno di stare solo” disse Yoongi confuso e tutti annuirono.
“Va bene, siamo qui” disse Namjoon poggiandoli una mano sulla spalla quando li passò vicino, tutti si scambiarono uno sguardo preoccupato e crollarono poi uno a uno sui divani, senza riuscire a dire più una parola. 
Nessuno sapeva più cosa fare e come dover reagire a tutto ciò.
Namjoon guardò tutti i ragazzi che sembravano tristi e sospirò sentendosi totalmente impotente.
Lui era il loro leader, e avrebbe tanto voluto tenere al sicuro tutti, avrebbe tanto voluto che tutti loro non soffrissero mai.
Sperò con tutto se stesso che un periodo di vacanze potesse aiutare tutti a stare meglio.
 
10 SETTEMBRE 2016
Erano tutti tornati a lavorare da un paio di settimane, e avevano finito di girare il video di Blood sweat tears, erano anche andati a Manila per un concerto.
Namjoon però anche se erano di nuovo tutti insieme e a lavoro, cercando sempre di fare il meglio, si sentiva angosciato per via dell’umore generale di tutti.
Aveva pensato che le vacanze e il riposo avrebbero portato un po’ di serenità a tutti, come anche la voglia di ricominciare, ma ciò non era realmente accaduto.
Durante i giorni di ripresa del mv, erano successi un paio di avvenimenti che avevano contribuito a destabilizzare sempre di più il gruppo dall’interno.
Il primo era stato Yoongi che durante una pausa tra una ripresa e l’altra si era addormentato, e aveva avuto un incubo, che aveva comportato un attacco di panico.
I manager come anche lo staff che aveva assistito alla scena si erano preoccupati e avevano anche rimproverato tutti.
Alla fine Namjoon aveva provato con l’aiuto di Hoseok a convincere Yoongi ad andare in terapia, il ragazzo dopo essere stato un po’ riluttante all’idea alla fine aveva accettato e solo per non creare altri problemi, poiché c’era stato un altro avvenimento a cui nessuno avrebbe mai potuto porre rimedio, la morte della nonna di Taehyung che aveva distrutto emotivamente il ragazzo.
Namjoon avrebbe tanto voluto avere una bacchetta magica per risolvere i problemi di tutti o per tornare indietro nel tempo, ma sapeva che ciò non era possibile da fare.
Girava per l’agenzia con la testa ricolma di problematiche e cercando delle soluzioni possibili. Sapeva però che non poteva far nulla a proposito, e sapeva che il continuare a pensare e complicarsi la vita non avrebbe di certo aiutato.
Senza accorgersi urtò una persona per sbaglio.
“OH mi scusi!” esclamò in imbarazzo, per poi accorgersi che aveva di nuovo urtato Jisoo, sembrava come se fosse destino che ogni volta che avesse la testa ricolma di pensieri incontrasse lei.
“Io e te ci scontriamo sempre così” disse Jisoo sorridendoli e trattenendo una risata.
“Oh… io… ero sovrappensiero!” si giustificò lui rosso in viso, si sentì improvvisamente felice di vederla, sperava in cuor suo che avrebbero potuto intavolare una conversazione, che avrebbe potuto passare del tempo con lei.
“Sei impegnato?” chiese immediatamente lei.
Namjoon boccheggiò un attimo sorpreso, non si aspettava quel tipo di domanda, ma si sentiva elettrizzato che lei le l’avesse fatta.
“Io, no! Ho del tempo libero!” esclamò immediatamente, per poi rimanere in imbarazzo per via di tutta l’enfasi che ci aveva messo.
“Potremmo prendere un caffè? Non so se ti va parlarmi di quello che ti frulla per la testa” propose lei.
Namjoon sorrise ampliamente, non aspettandosi uno sviluppo del genere, pensava che non avrebbe mai avuto altro tempo da solo con lei.
Era tutto così improvviso, e sapeva che si sarebbe fatto prendere dal panico.
“Non vorrei troppo ammorbarti con i miei problemi” disse lui educatamente, ma pentendosene subito dopo, la frase appena detta poteva sembrare una scusa per non passare del tempo con lei, quando in realtà era l’unica cosa che voleva fare.  
“Non mi ammorbi, mi piace parlare con te, non so potresti anche parlarmi del nuovo album?” propose lei.
“Sicura? Di solito se cominciò a parlare del mio lavoro non mi fermo più” ridacchiò lui, sentendosi per un attimo sollevato, con il suo panico e la sua educazione non aveva mandato all’aria la proposta di lei.
“Allora inizia a parlare e non fermarti” sorrise lei passandoli con delicatezza la mano sulla parte alta del braccio.
Namjoon rise sempre di più, e decise di seguire l’istinto cominciando a parlare con lei, senza farsi più paranoie in merito, e prendendo quell’incontro come un segno del destino.
Entrambi si avviarono verso una piccola area relax dell’agenzia per andare a prendere un caffè continuando a parlare.
Namjoon passò due ore intere a parlare con Jisoo su un divanetto, di tutto e per una volta non di problematiche, finalmente dopo mesi, il suo cervello stava trovando un attimo di pausa, e lui si sentiva finalmente rilassato.
Non sapeva cosa fosse, non lo capiva, sapeva solo che avrebbe voluto passare più tempo con quella donna.
Quello che sapeva e che ogni volta che la vedeva si sentiva libero da qualunque cosa.
Voleva di più, voleva sentirsi sempre emozionato come quando era con lei.
 
TARDA SERA
Namjoon rientrò in dormitorio, era la prima volta che si sentiva felice e alleggerito, da mesi.
Sul divano del soggiorno trovò Yoongi che era in silenzio a fare zapping alla televisione.
“Ehi!” esclamò Namjoon facendosi vedere dal rapper.
“Ehi… tornato ora?” chiese Yoongi con voce piatta.
“Si, sono stato un po’ in agenzia, gli altri?” chiese Namjoon sentendosi di nuovo improvvisamente triste, nel vedere lo stato del suo amico così apatico.
“Penso in sala prove, io sono andato in terapia, e non so… avevo solo voglia di tornare a casa.” Disse facendo spallucce Yoongi.
“Comprendo… hai mangiato?” chiese Namjoon preoccupato per il maggiore.
“No, non ho molta fame.”
“Dovresti… ordino qualcosa possiamo mangiare insieme?” chiese gentilmente, cercando di non farsi contagiare troppo dal malumore dell’amico, era stata una bella giornata, non voleva finirla in tristezza, ma sapeva che doveva essere presente per Yoongi come per gli altri.
“Si mangiamo insieme” annuì il rapper, per poi guardare il leader attentamente e in modo incuriosito.
“Successo qualcosa? Sembri felice?” chiese dopo averlo studiato per un po’.
“Nulla, giornata produttiva in studio ho mixato qualcosa” inventò Namjoon sul momento, anche se la sua felicità era per altro.
“Direi che è una buona cosa per essere felici, domani provo anche io a lavorare un po’, forse mi metterà di buon umore.” Provò a essere positivo Yoongi sorridendo appena a Namjoon.
“Te l’hanno suggerito in terapia?” chiese Namjoon sedendosi sul divano.
“Si, lo psichiatra ha detto che dovrei tenermi impegnato, che stare in attesa di informazioni su Isabel non mi aiuterà.” Annuì Yoongi triste.
“Forse te l’ha detto perché lei è scomparsa e non si sa nulla, ho provato a chiedere a pd-nim se sapesse altro, ma dice di no, ma che non dovremmo preoccuparci” provò a rassicurarlo Namjoon.
“Lo so, ma sarebbe bello avere una risposta” disse Yoongi, poi accennò a un sorriso timido “Ordini?” chiese.
“Si ordino qualcosa, vado un attimo a lasciare il borsone in camera, ti va bene qualunque cosa da mangiare?”
“Si mi va bene qualunque cosa”  disse Yoongi.
Namjoon si avviò verso la propria stanza da letto, entrò lasciando il borsone su una sedia e s’immobilizzò al centro della stanza.
Aveva passato un bel pomeriggio con Jisoo, vedere Yoongi così depresso per Isabel lo faceva stare male.
Si ricordò improvvisamente che Jisoo era stata ultima persona ad aver visto Isabel.
Sorrise spontaneamente, poteva chiedere a Jisoo se aveva delle informazioni sulla ragazza, o se poteva trovare un numero di telefono.
Era convinto che in qualche database ci dovesse essere il numero di Isabel, sapeva che il loro Pd-nim aveva degli affari con la ragazza, un anno prima aveva visto Isabel in agenzia.
Poteva così avere una scusa per vedere Jisoo, e anche investigare per far stare meglio il suo Hyung.
 
Angolo dell’autrice:
Ritardissimo come sempre, lo so!
Ma ci sono riuscita!
Sembrano due capitoli distinti lo so… ma non riesco a renderlo meglio.. pazienza! Andrà meglio con i prossimi! Un bacione!

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 18 HAPPY BIRTHDAY ***


CAPITOLO 18 HAPPY BIRTHDAY

12 SETTEMBRE 2016

Era il compleanno di Namjoon e lui non aveva programmato nulla, per via di tutti gli impegni lavorativi. Al ragazzo però, poco interessava, ormai da quando faceva la vita da Idol era abituato a dare poca importanza ai compleanni, infatti, raramente tutti loro avevano il tempo per festeggiare.

Era già sera, quando stanco si stava dirigendo verso il suo studio per prendere alcune cose lasciate lì e per poi recarsi a casa dove lo avrebbero aspettato gli altri componenti del gruppo, anche se non organizzavano mai niente, riuscivano però per il compleanno di ognuno di loro a fare qualcosina a casa che fosse anche cenare insieme.

Si bloccò in prossimità della porta del suo studio, stranito di trovare una donna di spalle lì, dopo un primo momento di smarrimento, capì subito di chi dovesse trattarsi.

Sorrise.

Sorrise, in modo spontaneo e genuino.

Improvvisamente la sua mente si svuotò.

 

"Jisoo?" chiamò con voce emozionata.

Jisoo si voltò lenta verso la sua direzione.

Il tempo sembrò come fermarsi un attimo, mentre i due si guardavano sorridenti.

"Ciao" disse lei sembrando per la prima volta in imbarazzo.

"Ciao... come mai qui?" chiese lui con allegria, era felice di trovarla lì di fronte alla porta chiusa del suo ufficio, realmente non gli importava neanche il motivo, era solo felice di vederla.

"Ehm.. regalo di compleanno" disse lei alzando il braccio all'altezza del viso, e facendo ondeggiare l'acchiappa sogni che aveva stretto in mano.

"Per me?" esclamò esterrefatto lui, guardando lo acchiappa sogni e sorridendo sempre di più fino a mostrare le sue fossette.

"Si, è il tuo compleanno, no?" ridacchiò lei.

 

Lui fece dei passi verso di lei e la donna li porse il regalo, lo osservo sempre con il sorriso stampato sul volto.

Si sentiva emozionato, e sorpreso dal gesto.

Distolse gli occhi dal regalo e guardò lei.

Avrebbe tanto voluto poter di nuovo poggiare le sue labbra su quelle della donna.

Erano mesi che sognava di poterlo fare, che fantasticava su come sarebbe stato toccare il suo corpo nuovamente.

Si sentiva attratto da lei come un magnete a un altro.

"Sei stata molto gentile..." sospirò lui guardandola incantato.

"Non è nulla di che" disse lei in modo educato, arrossendo un po' sulle gote.

"Ti va di entrare? Beviamo qualcosa? Non so chiacchieriamo se non sei impegnata?" decise di fare un passo verso di lei, di proporle di passare del tempo insieme.

Aveva come sempre il timore di un rifiuto, ma lei era andata fino al suo studio e per giunta con un regalo.

Namjoon più la guardava più cominciava a pensare che anche lei potesse provare la stessa attrazione magnetica che provava nei suoi confronti.

 

Lei guardò la porta dello studio di Namjoon, in seguito il suo sguardo si posò sulla sua mano sinistra, dove all'anulare c'era sempre la fede, la mosse un po' con il dito.

Aveva sempre odiato il suo matrimonio.

Tornò con lo sguardo a Namjoon, era consapevole che quel rapporto era rischioso.

Lei lo sapeva bene.

Da quando però aveva fatto l'amore con lui, non riusciva a toglierselo dalla testa.

Quel ragazzo così impacciato, con la testa piena di sogni e di pensieri, quel ragazzo con quello splendido sorriso così puro, era stato il primo a trattarla con rispetto e gentilezza.

"Si mi va di passare del tempo con te" si decise ad accettare quella proposta.

Voleva passare del tempo con lui, voleva capire meglio, cosa realmente stesse provando, un qualcosa di ignoto, che non aveva mai provato in vita sua.

Entrambi entrarono nello studio, si tolsero le scarpe, Namjoon le fece segno di accomodarsi sul suo divano e andò a posare il suo regalo di compleanno sulla scrivania.

"Ti prendo qualcosa da bere?" chiese sorridendo allegro Namjoon, in seguito si piego verso il piccolo frigo che aveva nello studio aprendolo "Ho un paio di birre, ti va?" chiese voltando la testa verso di lei che si era accomodata sul divano.

"Si, una birra andrebbe bene" sorrise lei.

Afferrò le due lattine e si rimise in piedi con calma tornò verso di lei e le porse la birra.

"Grazie" disse afferrandola e sfiorandoli la mano apposta.

"Di nulla! Sai mi piace tanto il regalo che mi hai fatto" disse dirottando lo sguardo sulla scrivania, poi stappò la birra tornò con lo sguardo a lei e avvicinò la lattina a quella della ragazza che fece lo stesso per brindare.

"Buon compleanno" disse lei ridacchiando.

"Buon compleanno a me!" trillò lui alzando la lattina al cielo.

Bevve un sorso e tornò a guardare un po' tutta la stanza indeciso.

"Non ti siedi?" chiese lei osservandolo incuriosita.

"Cercavo di capire, dove metterlo" disse lui pensieroso.

"Direi che hai tempo per decidere dove posizionarlo, no?"

"Si, ho tempo" sorrise raggiante andandosi a sedere sul divano accanto a lei.

"Hai programmi per la serata?" provò a fare conversazione lei, cercando di stemperare l'imbarazzo che c'era tra loro due, lui lo mostrava visibilmente, lei invece era brava a celare le sue vere sensazione e emozioni, era brava a farlo.

"Penso che cenerò insieme agli altri, ma non faremo tardi, domani ho da lavorare"

"Continui a lavorare al tuo mixtape?" chiese lei.

"Ah no, sono un po' bloccato con quello...più che altro è lavoro insieme al gruppo, stiamo registrando alcune cose" disse lui un po' a disagio grattandosi la testa.

"Sicuramente quando avrai un po' più di tempo riuscirai a lavorarci.. ne sono convinta" disse lei sembrando incoraggiante.

Lui sorrise, e tornò a bere, e lei fece lo stesso.

Calò per un attimo il silenzio tra entrambi, che venne interrotto improvvisamente dalle risate di lui.

Lei si voltò a guardarlo incuriosita, non capendo il perché di quella risata improvvisa.

"Scusa" disse lui ridacchiando.

"Se spieghi... forse potrei ridere anche io" disse lei sorridendo, e trattenendo una risata anche lei, il modo di ridere di Namjoon le metteva allegria e la stava contagiando.

"Pensavo... è una delle poche volte che ci incontriamo senza che io attento alla tua vita" disse lui ridendo.

"Penso che la volta migliore sia stata quella con la bicicletta" ridacchiò lei lasciandosi andare.

"Aigoo.. ogni tanto divento così imbranato"

"Sei molto carino quando lo diventi" sorrise dolcemente.

Lui diventò rosso improvvisamente sul viso e si copri con una mano il volto a disagio per via del complimento.

"Al fiume però non hai attentato alla mia vita" le ricordò lei.

Lui bloccò le risate e divenne improvvisamente serio, lei aveva ragione, al fiume al di fuori dalla sua agenzia, il loro incontro era stato così inaspettato ma allo stesso tempo semplice, tutto era andato a meraviglia.

"Avrei dovuto portare un dolce con una candelina" disse lei cambiando discorso.

"Tranquilla il regalo è stato già tanto!" esclamò immediatamente lui cercando di mandare via i pensieri di quella sera insieme a lei.

"Se dovessi esprimere un desiderio, cosa vorresti?" chiese lei con voce più bassa e suadente.

 

Con il piede gli sfiorò la gamba.

Namjoon sentì un brivido percorriglieli su tutta la colonna vertebrale.

Lei sbatte un paio di volte le ciglia, continuando a fissarlo intensamente.

Namjoon deglutì a vuoto, a corto di parole.

Non sapeva se potesse realmente dire cosa gli stesse frullando per la testa.

Lei si inumidì le labbra.

Lui solo a guardarla ebbe un sussulto.

 

"OoH.." balbettò

"Abbiamo detto di non scusarci mai tra di noi, direi che possiamo anche prometterci di dirci sempre la verità, non credi?" sussurrò lei, mentre cominciava a giocare con una ciocca di capelli arricciandola tra le dita.

Lui annuì con il capo, continuando a guardarla, fece un grande respiro, pensando che doveva tentarci, doveva provare a vedere se sarebbe andato bene.

"Vorrei... poter togliere di nuovo l'anello dal tuo anulare" disse lui abbassando poi lo sguardo sulla fede di lei.

Lei gli porse la mano sorridendo.

Lui appoggiò la lattina sul mobile dietro di se.

Tornò con lo sguardo a lei, sorridendole gentilmente, le afferrò delicatamente la mano.

Con dolcezza le fece un paio di carezze e successivamente le sfilò l'anello.

"Posso esprimere un altro desiderio?" chiese tornando con lo sguardo su di lei.

"È il tuo compleanno, penso che tu possa esprimere tutti i desideri che vuoi stasera" disse lei dolcemente.

"Vorrei poterti baciare di nuovo" sussurrò lui con voce sensuale.

Lei sorrise più ampliamente, e si fece più avanti con il busto acconsentendo a quel desiderio.

Lui avvicinò il viso a quello di lei, con una mano andò sulla guancia della donna accarezzandola, infine posò di nuovo le labbra su quelle di lei.

Le aveva sognate, pensate e desiderate per mesi.

Per mesi aveva avuto l'esigenza di provare di nuovo quello che aveva sentito quel giorno al fiume su quella panchina.

Fu un bacio dolce, ma deciso.

"Forse dovresti posare anche la mia lattina da qualche parte?" sussurrò lei sulle sue labbra.

Lui continuò ad accarezzarle la guancia, si staccò leggermente da lei per guardarla meglio negli occhi.

"Se ti dico che desidero qualcosa di più di un bacio?" chiese lui con voce bassa e continuando a guardarla estasiato.

"Puoi avere tutto quello vuoi" acconsentì lei.

Lui sorrise emozionato e tornò di nuovo sulle labbra di lei.

 

23 SETTEMBRE 2016

Jisoo, si trovava davanti la porta dello studio di Namjoon, indecisa se bussare o meno, erano passata una decina di giorni da quando l'avevano fatto nello studio.

Entrambi non avevano deciso nulla, e non avevano chiarito cosa ci fosse tra di loro.

Lei sapeva che non ci sarebbe mai potuto essere niente:

In primo modo perché lei era sposata;

In secondo perché lui era più giovane e in più dedito alla sua carriera di Idol.

Voleva però rischiare, voleva passare del tempo con lui.

Sentirsi felice, perché quello che provava quando era con lui, era felicità.

Faceva paura provarla per la prima volta, ma era come una droga di cui era difficile farne a meno.

Jisoo si aggiustò leggermente la gonna un po' spiegazzata e alla fine bussò alla porta.

Attese qualche secondo e quella si aprì.

 

"Jisoo?" sorrise Namjoon sorpreso, di trovarla di fronte a lei.

Dopo essere stati insieme il giorno del suo compleanno, lui prima di salutarla e di tornare in dormitorio, le aveva detto che la porta del suo studio sarebbe stata sempre aperta per lei, e che sarebbe stato molto felice di poter passare del tempo insieme.

Non credeva però che lei si sarebbe mai presentata.

Lei era una donna, sposata per giunta, non capiva che tipo d'interesse avrebbe mai potuto avere nei suoi confronti, lui che era solo un ragazzino in confronto a lei.

 

"Ciao... avevi detto che potevo passare quando volevo" disse mordendosi il labbro inferiore, era la prima volta che si mostrava a disagio davanti a lui, davanti a chiunque.

Era così, quel ragazzo le stava donando tante prime esperienze.

"Certo! Entra, stiamo un po' insieme, mi fa piacere che sei qui, veramente molto!" disse lui mostrandosi super allegro di poter stare di nuovo con lei.

Si sedettero entrambi sul divano leggermente a disagio.

Namjoon si fece coraggio e decise di aprire la conversazione, pensava che fosse anche il momento giusto per chiederle una cosa.

"Jisoo, senti volevo chiederti una cosa da un po' di tempo, però non sapevo se fosse il caso" disse a disagio, non sapeva proprio se fosse giusto chiedere a lei, ma più vedeva Yoongi triste, più pensava che fosse giusto indagare su Isabel.

Realmente non era tanto per Yoongi, ma più che altro sperava che con quell'interesse lui l'avrebbe potuta vedere di più e forse avrebbe potuto avere anche il suo numero con quella scusa.

"Ah... si chiedi pure, senza problemi!" esclamò lei sentendosi, per un attimo, emozionata, pensando che lui volesse chiarire il loro rapporto.

"Allora... ehm... verso agosto è venuta una ragazza in cerca di Pd-nim, Isabel, ha lasciato una lettera, e pd-nim ha detto che l'ha lasciata a te." si fece coraggio e raccontò tutto.

 

Jisoo cercò in tutti i modi di nascondere le sue emozioni diventando di marmo.

Sorrise nervosa.

Cercando di bloccare i pensieri.

Tra tutte le cose che lui avrebbe potuto chiederle mai avrebbe pensato che le chiedesse di Isabel.

In quel momento voleva solo fuggire da quello studio, fuggire da lui.

Non voleva rispondere alle domande.

Sentiva lo sguardo speranzoso di Namjoon, che si aspettava una sorta di risposta. "Oh.. ehm si, ricordo una ragazza" tentennò lei.

Non avrebbe mai potuta dimenticare, per quanto si fosse sforzata quel giorno di far finta di niente, il viso di Isabel coperto con gli occhiali da sole e il berretto erano rimasti indelebili nei suoi incubi.

 

"Isabel, è una vecchia amica, che diciamo ha un po' di problemi...non posso scendere nel particolare, però è sparita da quel momento, volevo sapere se fosse mai passata in ufficio?" provò a chiedere lui sorridendo affabile.

"No. Mai." Disse lei secca, pensando che fosse solo un bene che quella ragazza non fosse mai tornata lì.

"Oh... come ti è sembrata?" chiese lui stranito dal modo schietto di rispondere di Jisoo.

"Io... non so se posso dirlo" disse lei indecisa, sembrava come se nessuno dovesse sapere nulla di lei, ma Namjoon sapeva qualcosa.

"Immaginavo... Non è la prima volta che si presenta qui, lei conosce Pd-nim... io non te lo chiederei però se non fosse importante" disse lui prendendo le mani della donna che era completamente immobile e lo guardava senza mostrare le sue vere emozioni.

"Jisoo, per favore, sono preoccupato, prometto di non dire a nessuno che tu mi hai dato delle informazioni, puoi fidarti di me" cercò di essere rassicurante lui.

"Lei... non era messa molto bene, aveva detto che aveva avuto un incidente, e che sarebbe stata via per un po'" alla fine decise di dire la verità, per via dello sguardo triste di Namjoon, preoccupato.

"Oh... sembrava che fosse stata picchiata per caso?" chiese lui tentennante.

"Io..non lo so, lei ha detto un'incidente..." sussurrò lei, sapeva benissimo che i lividi visti su Isabel non erano causa di un semplice incidente, ma erano stati causati da qualcuno.

"Va bene... grazie per queste informazioni. Cambiamo discorso?" chiese poi lui osservandola meglio, sembrava che Jisoo fosse scossa e non volesse darlo a notare.

"Si forse è meglio, senti hai qualcosa da bere? Ho la gola un po' secca" chiese lei tossendo lievemente.

"Si, beviamo qualcosa... senti io ho anche un po' fame, ti va se ordino qualcosa, forse potremmo cenare insieme qui?" provò a proporre lui, saltando in piedi e guardandola sperando in un si.

"Vuoi cenare con me?" chiese lei stupita.

Lui sorrise, riconoscendo per la prima volta lo stupore sul volto della donna, si piego in avanti vicino al suo viso e le diede un bacio sulle labbra.

Le accarezzò il volto, specchiandosi nei suoi occhi.

"Si mi piacerebbe tanto" disse con sentimento.

Lei con le mani andò al suo collo facendo in modo che lui si avvicinasse di più e lo bacio di nuovo.

 

Angolo dell'autrice:

Mi scuso come sempre per il ritardo...la ragione è che dovevo scrivere la scena di sesso tra Namjoon e Jisoo.. ma io non capisco perché non ci riesco. Mi ero stancata di tergiversare, alla fine ho scritto il capitolo senza quella scena. Detto questo prometto che il prossimo capitolo arriva dopo natale giuro! Appena finisce la scuola in queste vacanze natalizie posso mettermi d'impegno! Sono stanca dei bambini urlanti, mi succhiano tutte l'energieeee! 

 

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 19: DISCOVER ***


CAPITOLO 19: DISCOVER
 
22 NOVEMBRE 2016 SERA
I bts avevano da pochi giorni vinto due premi ai Melon come top ten artist e album dell’anno.
Dopo aver vinto, avevano deciso tutti di andare al proprio dormitorio e festeggiare. Namjoon era stato un po’ riluttante, ma alla fine si ero unito a tutti loro, dal momento che: anche Jin con la sua ragazza aveva detto di si, come anche Yoongi che si era convinto a stare con loro insieme a Suran.
Durante la serata aveva pensato molte volte a Jisoo, e al fatto che avrebbe voluto festeggiare con lei quei traguardi importanti appena raggiunti.
Sapeva che era impossibile poter avere dei momenti di normalità con lei, anche se avrebbe tanto voluto averli.
Quella stessa sera era riuscito, però ad averne uno, si era fatto coraggio aveva mandato un messaggio alla donna, e si erano incontrati in agenzia in piena notte.
Utilizzare la scusa di avere informazioni su Isabel alla fine aveva tratto i suoi frutti, era da due mesi ormai che si incontrava in segreto con Jisoo. A volte però credeva che il continuare a chiedere della ragazza irritasse la donna e lui non ne capiva la motivazione.
Era certo che ciò che avessero, fosse solo una relazione di comodo e che lei non potesse essere realmente interessata a lui, lui che era un ragazzino in confronto alla donna.
Un ragazzino, che provava a credersi adulto, quando realmente usava solo delle scuse per passare del tempo con lei, avendo paura che dire ciò che provasse realmente. Ammettere i suoi sentimenti sicuramente avrebbe portato alla fine di quella strana relazione iniziata da un po’.
Namjoon era certo, lei si vedeva con lui solo e unicamente per sesso, e non avrebbe mai potuto volere di più da lui.
Sapeva di essere uno svago per lei, un qualcosa di nuovo, per sfuggire alla monotonia di un matrimonio distrutto in cui lei viveva prigioniera.
Lui era questo niente di più.
Così ormai si trovava ad avere quella relazione clandestina, e a vivere il momento anche se esso poteva essere all’interno di uno sgabuzzino, mentre si costringeva a celare i suoi veri sentimenti e a far finta di che fosse solo sesso.
 
Namjoon si trovava così, in tarda sera nascosto in uno sgabuzzino.
Era tutto sudato e ansimava, le sue mani erano sui glutei della ragazza addossata a lui.
La spingeva sempre con più forza contro il suo corpo non del tutto spoglio dai vestiti,  la spingeva con energia così che potesse entrare sempre più affondo in lei che cercava di fare più silenzio possibile e tratteneva a stento gli urletti striduli che ogni tanto fuoriuscivano dalla sua bocca, non riuscendo a fermarli.
Namjoon senza fatica, nel mezzo dell’amplesso sollevò la donna ancora un po’ di più, si avvinghiò di più al sedere sodo, la spinse di più contro di lui, riuscendosi finalmente a liberare in lei, mentre la donna si reggeva di più alle sue spalle e che con irruenza andava a dare un morso sul collo del ragazzo per evitare di urlare di piacere.
 
“Namjoonie” sospirò la ragazza reggendosi precariamente al muro di fronte lei dove era appoggiato il ragazzo.
Namjoon uscì da lei, si staccò leggermente dal corpo della ragazza, la mise giù, reggendola comunque dalla vita per evitare che cadesse.
La osservò mentre si appoggiava a lui per un attimo cercando di riprendere il controllo sulle proprie gambe tremanti.
Chiuse gli occhi soddisfatto della propria prestazione e del respiro corto proveniente dalla ragazza.
Fece aderire di più la sua schiena al muro dietro di lui, si passò una mano sulla fronte sudata e incominciò a ridere nervoso.
“Perché ridi?” Chiese lei con il fiatone provando a mettersi dritta e alzando su le mutandine.
“Perché... è stato waoo, a parte per le spugne che ci sono cadute in testa e la scopa che ho rotto” rise lui, lei lo guardò per un attimo, scettica, in seguito incominciò a ridere anche lei coinvolta.
“Forse dovremmo trovare un altro posto” disse tra le risate.
“Non ti piacciono gli sgabuzzini?” Rise lui provocandola un po’.
“Preferirei una stanza da letto” disse tra le risate.
“Beh da me non si può, dato che ci sono altre sei persone... e da te c'è tuo marito” sopirò lui, sorridendo appena.
“Dovrebbe partire per lavoro settimana prossima” disse mentre si accoccolava vicino al corpo bollente del ragazzo e infilava una mano sotto la maglietta, cominciando ad accarezzargli con dolcezza il petto.  
“Sai mi piacerebbe farlo completamente senza vestiti addosso per una volta” disse ammiccando e andando a baciargli il collo.
Erano stati quasi beccati nello studio di Namjoon qualche settimana prima e quindi avevano deciso di comune accordo di rischiare il meno possibile di farsi beccare, no che uno sgabuzzino non fosse un rischio, ma era sera tarda.
“Settimana prossima?” Disse pensieroso, mentre andava con una mano ad accarezzare i capelli della donna.
Avrebbe tanto voluto passare una serata intera con lei, e non avere solo momenti fugaci come quelli che ormai avevano.
“Mmh mmmh” disse lei alzandosi sulle punte e dandoli dei leggeri baci sulle labbra.  
“Vedrò di trovare un attimo tra gli impegni” disse lui cercando di ricordare le schedule senza ricordare se avessero dei momenti liberi, avevano talmente tante prove per i Mama.
“Senti hai per caso trovato quel numero che ti avevo chiesto?” Chiese mentre lei aveva cominciato a baciarlo dolcemente sul collo.
Jisoo si staccò da lui, sentendosi improvvisamente irritata e infastidita.  
“Che cosa vuoi di preciso da Isabel kim?” Chiese assottigliando lo sguardo.
Trovava assurdo il tempismo che lui avesse, avevano appena finito di fare l’amore e lui nominava un’altra.
Si frequentavano ormai da un paio mesi.
Lei sapeva che quello che avevano, era solo un qualcosa di fugace e divertente, sapeva che lui non si sarebbe mai potuto interessare realmente a lei, che era una donna sposata e più grande di lui.
Pur sapendo tutto questo, continuava a stare in quel gioco così rischioso, perché era l’unica gioia che aveva in una vita così monotona.
Odiava però che lui ogni tanto nominasse Isabel e che cercasse in tutti i modi informazioni su quella ragazza, cominciava a credere che tra loro ci fosse stato un qualcosa di serio in passato, e questo la terrorizzava.
“Ehi calma, non c'è bisogno di essere gelosa, primo perché Isabel non interessa a me, secondo perché ti ricordo che sei sposata ed io non mi permetto di fare scenate di gelosia” disse piccato, sentendosi accusato dal suo sguardo.
“Mmh, non riesco a trovarlo, ma forse posso trovare un email” disse dubbiosa, guardandolo stranita, lui non era solito rispondere in quella maniera.
Aveva sempre quella sensazione che se lei non gli avesse dato le informazioni che lui cercava, avrebbero chiuso, cominciava a sentirsi sempre più insicura e non avrebbe voluto darlo a vedere.  
“Voglio sapere il perché di ciò, perché la cerchi.”  Si fece coraggio e provò a essere dura.
“Perché voglio sapere come stia, è una vecchia amica, e mi hai detto che quando era venuta a lasciare quella lettera era ridotta parecchio male” disse schietto, sentendosi accusato, non capiva perché lei si comportava sempre in maniera strana ogni volta che lui provava a chiedere informazioni.
“Non avrei dovuto dirtelo” disse staccandosi da lui e incrociando le braccia irritata, sembrava che lui le stesse dicendo delle bugie.
Lo trovava fin troppo combattivo nell’avere delle informazioni e temeva realmente che lui provasse qualcosa per Isabel.
Pur non avendo il diritto, e lo sapeva bene, si sentiva gelosa.
Come sapeva benissimo che non lo voleva perdere.  
“Noona non c'è bisogno di fare la bambina, solo perché voglio assicurarmi che una mia amica stia bene” disse piccato sbuffando,  continuando a non capire il suo atteggiamento.
“Ci ho provato okay??”trillò lei non riuscendo a mettere da parte il panico che provava “Pd-nim ha incominciato a fare domande su domande e mi ha ordinato di dimenticare quella ragazza. È impossibile trovare il suo numero e sinceramente anche l’email. Ci ho provato e stato inutile non c'è traccia di lei” disse in maniera scontrosa, si sentiva stanca di quella situazione, lei non voleva sapere nulla di Isabel e per giunta non gli voleva dare notizie sulla ragazza, ciò non era solo per gelosia ma anche perché aveva ovvi motivi per stare lontano da lei e in particolar modo dalla sua famiglia.  
“Perché mi hai detto che avresti provato a cercare l’email se l' hai già fatto??” Chiese arrabbiato, non comprendeva il perché lei gli avesse mentito.
“Perché hai iniziato tutto questo solo per informazioni e se non le ottieni sparirai” disse arrabbiata. Si era fatta trasportare dalle sue emozioni e sapeva che erano vicini a una rottura, lui avrebbe chiuso con lei perché non avrebbe avuto le sue informazioni.
Lei non voleva, non voleva chiudere, sapeva che l’unica soluzione era rischiare.
“Aigoo, cosa vuol dire ciò?” Chiese irritato.
“Mi piaci, Namjoonie e non voglio che finisca” disse di getto.
“Sei sposata... aigo... non posso piacerti io” disse sembrando arrabbiato, realmente era incredulo, lui era sempre stato certo che lei non si sarebbe mai potuta interessare a lui. “Era solo del sesso divertente... perché ci stai mettendo le emozioni ora?” disse sembrando sempre irritato, non era irritato da lei, ma più che altro da se stesso che a quanto sembrava non era in grado di capire come funzionasse realmente una donna.
“Perché ci sono sempre state, non avevo il coraggio di dirtelo, ma tu mi usi per avere informazioni e basta!” Urlò lei.
“Non urlare qualcuno potrebbe sentirci, non è solo per informazioni. Calmati mi piaci anche tu” disse per farla calmare.
“Cosa?” Chiese lei sconvolta calmandosi.
Lui rimase un attimo immobile comprendendo di aver appena detto la verità alla donna, verità che cercava di ignorare, ma che era sempre lì dentro di lui.
“Non volevo usarti ho sempre pensato che fossi una bella donna” disse facendosi piccolo, piccolo e dimostrando la sua effettiva età. 
“Quindi t’interesso veramente?” disse lei addolcendo il tono di voce.
“Si, non volevo sembrarti un ragazzino, pensavo che tu volessi altro” disse a disagio, ormai erano in ballo, tanto valeva essere onesti e impacciati.
“Uuuh che idiota tenero che sei, vieni qui, con questa frase ti sei fatto perdonare del tutto” disse lei saltandoli al collo e lui la lasciò fare. 


Lei uscì per prima dallo sgabuzzino e lui dopo un po’.
Si era salvato da una tremenda litigata, tutto grazie a un mi piaci anche tu, sollevato, si avviò verso l’ascensore per uscire dall’agenzia, guardò l’orario e digrigno i denti aveva fatto di nuovo tardi, e no per lavoro ma per altro, il giorno dopo si sarebbe dovuto svegliare anche molto presto.
Sbuffò mentre camminava, per i corridoi sovrappensiero.
Tutta quella storia con la segretaria di pd-nim lo metteva in confusione, sapeva che non avrebbe dovuto farlo, scopare con una donna sposata non era moralmente giusta come azione, non era previsto era successo e lui non sapeva come al momento fosse finito a essere un amante.
Lei gli piaceva e pure molto, quell’aver iniziato a investigare gli aveva dato modo di vederla e sentire più spesso.
Di solito lui non era quello che indagava era più compito di Jin che era un vero pettegola o compito di Tae che invece trovava informazioni riguardanti tutti, specie quando si univa con Jimin. Lui non era fatto per quelle cose.  
Quella volta aveva deciso di agire da solo, è il motivo era quella donna.
Donna con cui si sentiva sempre a suo agio e felice.

“Namjoon” una voce lo chiamò dietro di lui mentre si avvicinava all’ascensore.
“Oh salve pd-nim” disse sorpreso, fece immediatamente un inchino per saluto.
“Come mai ancora qui?” Chiese curioso.
“Finivo di lavorare a una cosa e non mi sono accorto di aver fatto tardi” disse grattandosi  la testa a disagio.
“I manager pensavano che te ne fossi già andato” disse entrando nell’ascensore insieme al ragazzo.
“Ah... si, sa com'è dici che vai via e poi non vai mai via... è  difficile staccare da lavoro” disse con una risatina nervosa.
“Ti accompagno a casa fa troppo freddo” disse serio.
“Oh grazie pd-nim è molto gentile! A casa accompagnato dal boss fantastico” disse ridendo.
“Namjoonie..”
“Si?” chiese perplesso.
“Non troverai nulla su Isabel nessun recapito, non accede a quei numeri nessuno solo io.” Disse serio.
“Come? Ehm io non so di cosa lei stia parlando” disse provando a mentire, ma non riuscendoci per nulla, poiché dalla voce si percepiva il panico.
“Namjoon... pensate veramente che noi non sappiamo nulla di quello che fate?” disse il capo trattenendo una risata provando a essere più serio possibile.
“Io... non sto facendo nulla” disse a disagio, sentendo come se l’ascensore si stesse rimpicciolendo, e sentendosi in trappola.
“Namjoon non ci vuole molto per il capo far parlare i dipendenti, e a quanto sembra la mia segretaria è più fedele a me che a te o addirittura a suo marito come sappiamo entrambi che non lo è per niente. Come pensi abbia avuto il posto come mia segretaria?” Disse lasciandosi sfuggire una risata alla fine della frase.
“Aigoo! Io....” disse balbettando entrando in iperventilazione
“Namjoon, non vado più a letto con lei, puoi fare quello che vuoi, ma smettila di indagare su Isabel” disse serio.
“Lei ha il suo recapito?” Disse “Ce l’ha da quando quella volta lei è venuta qui, Lei sa qualcosa” lo accuso Namjoon diventando improvvisamente  impavido.
“Namjoon ti ricordo che sono pur sempre il tuo capo.” disse tossicchiando.
“Lei non capisce” disse supplice.
“Namjoon io capisco la situazione  meglio di quanto pensi, sono io l’adulto qui. Come vi siete fidati di me su una possibile carriera, dovete fidarvi anche per altro. Lei non vi darà risposte.”
“Voglio solo sapere se sta bene, non voglio risposte, sappiamo benissimo che è il padre che la minaccia probabilmente non solo sulla sua vita ma anche su quella di Yoongi” disse piccato.
“Bene se lo sapete allora state fuori da questo” disse duramente.
“Voglio sapere se sta bene, tutto qui” disse abbassando il capo a disagio.
“Mmh, sta bene, è a Chicago, lavora lì, questo è quello che vuoi sapere?”
“Si” disse secco.
“Non chiederai più informazioni su di lei alla mia segretaria?” chiese.
“Si non chiederò più niente, mi sento sollevato a sapere che stia bene, ero solo preoccupato, JiSoo mi aveva detto che era ridotta male quando era venuta.”
“Aigoo, che segretaria che ho assunto” si lamentò.
“Io… la prego non la licenzi” disse Namjoon supplice.
“No, a meno che non diventi un problema” sospirò  “Ah… voi ragazzi ci farete impazzire un giorno” disse ridacchiando.
“Mi dispiace, se creiamo molti problemi” provò a scusarsi lui.
“Ah, è la vita, mi sembra giusto sperimentiate alcune cose, Namjoon per qualunque problematica però dovete rivolgervi a noi, potete fidarvi”
“Lo so Pd-min ma non pensa che sia meglio se provassimo a risolvere da solo le nostre problematiche? Almeno che ci provassimo all’inizio”
“Si, dire che è giusto, però Yoongi stava di nuovo male e aveva bisogno di andare in terapia”
“Sta andando sta molto meglio” disse serio Namjoon
“Dovete incominciare a capire quali sono i vostri limiti, okay? Provate ad esercitarvi su questo e a chiedere a noi” disse serio
“Sarà fatto Pd-nim, non è arrabbiato vero?”
“No, ragazzo, va tutto bene, ora ti accompagno a casa, così potrai riposare” disse dandoli una pacca sulla spalla e Namjoon sorrise a disagio, ora il suo capo sapeva tutto.
 
Angolo dell’autrice:
Questo fa un po’ parte di Maybe, giustamente il tutto è stato un po’ cambiato, anche perché nell’altro volume era la prima volta che Jisoo appariva quindi non c’erano diciamo i suoi pensieri.
Detto questo ora si sono finalmente tutti e due dichiarati, anche se tentennando entrambi.
Realmente provano tutti e due molto, ma si fanno le stesse problematiche in testa e cercano anche di sembrare non coinvolti.
Lo sono.
Stiamo arrivando ai momenti cruciali del volume… e va finalmente a incastrarsi con quello originale, sarà più semplice scrivere i capitoli perché molte  scene le ho già pronte! Spero di andar più velocemente da ora in poi.
 
 
 

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 20 FLOWERS ***


 
CAPITOLO 20 FLOWERS
05 DICEMBRE 2016
Qualche giorno dopo la vincita dei Mama, i bts che stavano facendo delle prove vennero chiamati nell’ufficio di PD, entrarono tutti super allegri pensando che il loro presidente avesse per loro dei complimenti, che ancora non avevano ricevuto dato che era stato in viaggio per lavoro. 
“Salve, siamo qui per vedere pd-nim" disse Namjoon alla segretaria mentre si passava una mano tra i capelli a disagio e faceva finta di avere un rapporto professionale, lei si lasciò andare a un risolino per via di quel comportamento, facendo arrossire violentemente il leader.
“Certo, ora lo avviso che siete arrivati” disse sorridendo.
Namjoon annuì e andò a sedersi come gli altri.
“Strana perché ha riso?” Chiese Taehyung osservando la segretaria che andava verso la porta del capo.
Namjoon cercò di non incrociare lo sguardo con Taehyung, sperando che la domanda che avesse appena fatto il ragazzo fosse senza alcun senso preciso.
“Ah sarà stato il fascino del nostro leader” rise Jin dando due pacche a Namjoon sulla spalla, che continuò a stare in silenzio, sperando che qualcuno cambiasse l’argomento del discorso.
Non voleva che i suoi compagni sapessero cosa realmente stesse facendo, sapeva per certo che Jin avrebbe avuto da ridire.
“Comunque è proprio sexy come segretaria” disse Yoongi ammiccando al leader, cercando una sorta di reazione.
Namjoon questa volta non si trattenne e si scambiò uno sguardo con Yoongi che ammiccava in modo sfrontato, Namjoon accennò a un sorriso di circostanza, pur avendo il sospetto che la frase di Yoongi non fosse senza alcun senso preciso.
“Si la penso come te hyung” rise Jungkook facendo l’occhiolino a Yoongi.
“Ehi è troppo grande per te” lo rimproverò Jin.
“Ed è anche sposata” disse Taehyung piccato sapendo i pettegolezzi di tutta l’agenzia.
Namjoon continuò a stare in silenzio, deglutì a vuoto, cercando di non entrare in panico, percepiva lo sguardo felino di Yoongi che era ancora su di lui che lo stava studiando per bene.
 
“Ecco smettila Jk” disse Jimin imbronciato “Non ti bastano tutte quelle con cui ti senti?”
“Hyung non parlo con nessuno io, ultimamente non abbiamo avuto un attimo di tregua come facevo a uscire con qualcuna?” Disse risentito per il fatto che fosse sempre sotto accusa dai più grandi per quanto riguardasse il genere femminile.
“Fatto sta che sparisci sempre” sbuffò Jimin.
“L’abbiamo notato anche io e Hoseok, no hyung?” disse Taehyung.
“Cosa?” chiese Hoseok tornando con i piedi per terra.
“Ultimamente sei distratto successo qualcosa?” Chiese Namjoon a Hoseok, approfittandone per cambiare conversazione, poiché percepiva ancora lo sguardo di Yoongi.
“Io sono solo stanco, nulla di che, sapete dopo tutto l’impegno per boy meet evil, ora mi sento come scaricato” disse Hoseok facendo spallucce.
“Capisco, ti sei impegnato tanto” disse Namjoon sorridendo comprensivo.
“Anche Jimin si è impegnato” disse Hoseok avendo sempre un commento positivo per chiunque.
“Si è superato ballando bendato” annui serio Jk e Tae trattenne un risolino, mentre Jimin diventava rosso e si imbarazzava.
“Pd- min può ricevervi ora” disse la segretaria uscendo, loro annuirono si alzarono contemporaneamente e si avviarono verso l’ufficio.
Namjoon e Jisoo si scambiarono per un attimo uno sguardo d’intesa, successivamente Namjoon imbarazzato abbassò lo sguardo, sperando che Yoongi che fosse il primo della fila non avesse avuto modo di accorgersi di quel fugace scambio di sguardi.
Appena entrati fecero il solito saluto e hit man come al solito sorrise.
“Bene ragazzi vi starete chiedendo il motivo per il quale vi ho chiesto di venire” disse Pd-nim
“Per le congratulazioni ?” Disse Tae allegro facendo ridere hit man e invece facendo alzare occhi al cielo e scostamenti di teste ai vari del gruppo.
“Si sono molto orgoglioso di voi, vi siete impegnati tanto e mi congratulo con tutti e sette, sono molto sicuro che ci saranno altri premi del genere e che tutti voi continuerete a dare il vostro meglio” disse serio il capo guardandoli uno a uno sorridendo.
“Grazie pd-nim queste parole sono le migliori che ci sono state rivolte in questi giorni” disse Namjoon con fare solenne, interpretando il suo ruolo di Leader, e no più quello di amante clandestino di pochi istanti prima.
“Il nostro pd-nim ci sa fare con le parole” disse Jin facendo l’occhiolino.
“È cosi commovente” disse Tae abbracciando Hoseok che sorrideva ampliamente.
“Faremo del nostro meglio signore” disse Jimin con Jk vicino che annuiva.
“Comunque volevo anche vedervi perché un finanziatore anonimo, vi ha fatto le sue congratulazioni tramite questi fiori e un biglietto” disse PD nim porgendo il biglietto a Yoongi che era quello più vicino a lui, che annuì serio e incominciò a leggere il biglietto ad alta voce.

Come finanziatore anonimo vorrei fare le mie più solenni congratulazioni a voi Bts.
Complimenti per gli ultimi traguardi raggiunti, con la speranza che il futuro ve ne possa portare molti altri.

Mi sento di dover dirvi che mi sento molto orgogliosa per voi, essere Idol non è una cosa semplice, è un duro compito.
Rinunciare alla propria adolescenza, al divertimento, alla spensieratezza per il proprio sogno a volte penso posso essere stressante. Ma voi riuscite sempre a essere forti. Siete dei ragazzi che mettono tutto loro stessi in questo lavoro, siete dei ragazzi che si impegnano duramente e che ci provano con tutte le loro forze.
Siete da premiare per la vostra perseveranza, molto probabilmente siete andati incontro a degli ostacoli e sono certa che li abbiate superati. La vita può essere moto difficile e complicata. Ma voi riuscite a far sì che tutto diventi bello anche solo guardandovi. Siete un grande gruppo, una squadra, una famiglia. Non dimenticate mai che avete la fortuna di poter contare l’uno sull’altro.
Vedervi in lacrime alla premiazione, mi ha commossa e mi ha fatto notare quanto voi siate umili e buoni di cuore.
Continuate così, rimanete genuini e continuate a combattere per il vostro sogno.
Meritate molti vari premi, meritate tante vittorie, e arriveranno tutte.

Buona fortuna per il futuro.


Hit man osservò attentamente i ragazzi in particolare Yoongi.
“Molto carine come parole” disse Yoongi dando poco peso al biglietto di una persona anonima.
“Pd-nim chi è questo finanziatore?” Chiese Taehyung strizzando gli occhi.
“È anonimo... è uno dei finanziatori” disse serio.
“Maschio o femmina?” Chiese Tae, Jimin si fermò a guardarlo incuriosito quando faceva domande erano sempre perché gli frullasse in testa qualcosa.
“Ragazzi è anonimo ma ci teneva a farvi i suoi complimenti”
“Capiamo... può ringraziarlo da parte nostra, è un biglietto molto sentito, per una persona che non ci conosce di persona, belle parole” disse Namjoon cordiale, così da far smettere Taehyung di fare domande.
“Ringrazierò, volete portare i fiori e il biglietto a casa?” Chiese pd-nim.
“Pd-nim siamo pieni, di fiori, forse è meglio di no” disse Jin guardando i fiori e arricciando il naso, era un po’ stanco di tutti quei profumi floreali in casa propria.
“Si poi non sappiamo neanche chi sia” disse Yoongi con una smorfia.
“Il biglietto è bello, lo prendo io” disse Tae prendendo il biglietto sul tavolo, poi si fermò a fissare i fiori, girasoli e i gelsomini incuriosito.
“Prendo anche i fiori odorano di gelsomino” disse allegro.
“Tae ma siamo pieni di fiori, fra un po’ moriremo soffocati a causa loro” disse Jin lamentandosi e non capendo l’atteggiamento del più piccolo.
“Piace anche a me l’odore di gelsomino, mi ricorda Isabel” disse Yoongi sovrappensiero, Tae lo guardò elettrizzato, sperando che il suo hyung avesse capito il collegamento, ma poi Yoongi scosse la testa e sbadiglio distrattamente.

Jimin guardò Tae che sorrideva come a dire: ho ragione io so tutto, nessuno mi frega.
“Perché gongoli?” Chiese Jimin vicino a Tae sottovoce senza farsi sentire dagli altri.
“Perché portiamo i fiori a casa” disse allegro.
“Strano” disse Jimin guardandolo con sospetto.
“Bene se non c'è altro torniamo ad allenarci” disse Namjoon serioso, aveva solo voglia di andare via.
“Si potete andare” disse Hitman guardando sospettoso Tae.
“Tae riesci a portarli?” chiese il più grande scettico.
“Si certo!” esclamò prendendo il grande bouquet che però gli coprì a visuale.
“Ti guido io” disse Jungkook con una risata, mettendosi dietro di lui e spingendolo mentre Jimin guardava stranito il tutto, poi prese il bigliettino sulla scrivania e ricominciò a leggerlo mentre si avviarono tutti fuori dall’ufficio.
Namjoon guardò i ragazzi più piccoli con sospetto, era abituato alla loro stranezza, ma Taehyung aveva uno strano luccichio negli occhi. Sospirò mentre uscì dalla stanza, non era certo se avrebbe dovuto indagare o lasciar stare.


05 DICEMBRE 2016 SERA
Era sera e Namjoon anche se riluttante era tornato a casa con tutti gli altri, avrebbe voluto passare un po’ di tempo con Jisoo, ma lei le aveva mandato un messaggio dicendo che sarebbe dovuta andare a fare una commissione con il capo. Si trovava nel corridoio e si era fermato ad osservare Jimin che era entrato in camera di Taehyung lasciando la porta aperta.
Si avvicinò per ascoltare, per capire se ci sarebbe stato qualche danno futuro o meno da parte di Taehyung.
“Cosa ti passa per la mente?” Chiese Jimin a Tae.
“A me??” Chiese lui alzando leggermente la testa dal letto.
“Si Tae ci sei tu nella stanza” disse sbuffando.
“Pensavo, che mi sono impegnato tanto nel kdrama, e che con quella parrucca si sudava tanto” disse pensieroso.
“No Tae... il biglietto e i fiori”
“Ahhh.... Penso che Isabel li abbia mandati” disse tranquillo.
“Perché lo pensi?” Disse Namjoon decidendo di apparire e di farsi notare. “Comunque se dovete parlare di lei, chiudete la porta, Yoongi ha finalmente rinunciato a lei, esce con Suran, per favore evitate davanti a lui, sembra stia cercando di andare avanti” disse piccato, sapeva che Taehyung avrebbe combinato qualche pasticcio, e non l’avrebbe permesso sembrava finalmente che tutto stesse andando bene, senza alcun problema.
“Allora chiudi la porta” disse Jimin come se fosse logico, leggermente infastidito da quell’ interruzione.
“Non mi dispiace Suran, ma è troppo grande e sinceramente non mi sembra interessata a fare amicizia con noi” disse Tae aggrottando la fronte.
“Tae non deve fare amicizia con noi ma far star meglio lo hyung” disse Namjoon piccato.
“Tu e Jk siete assurdi" disse Jimin.
“Cosa centra ora Jk? Perché parli sempre di lui?” Chiese Tae guardando l’amico in modo sospetto.
“Aigo... a te non piacciono le fidanzate di Yoongi hyung, a Jk non piacciono quelle di Jin hyung”
“Non ha mai detto niente di male su Yuri” disse Tae pensieroso.
“Ma si lamenta quando stanno insieme” disse Jimin facendo il verso.
“Si, perché lo hyung è tutto smielato, lo prendiamo tutti in giro per questo” disse Tae come se fosse ovvio.
“Lascia perdere” sbuffò Jimin.
“Se avete finito voi due... mi spietate perché pensate che provengono da Isabel?” disse Namjoon tamburellando con il piede, rimanendo appoggiato alla porta chiusa
“Perché... primo i fiori sono i gelsomini: il suo profumo e le piacciono i girasoli, secondo sono belle parole per un estrano” disse Tae.
“Ah! hanno insospettito anche a te? Sembrano quelle dette da lei in macchina quando io non la chiamavo ancora noona ed ero indeciso se mi piacesse o meno” disse Jimin.
“Mmh vi ha detto cose del genere?” chiese Namjoon sospettoso.
“No, ha detto le stesse identiche frasi del biglietto” disse Jimin.
“Comunque sia non dite niente a Yoongi, per favore sembra stare meglio”
“Ma...” provò a dire Tae.
“Niente ma... è inutile, Taehyung lo devi capire loro due insieme sono un rischio, no solo per lei ma anche per lui! Vuoi due cadaveri o vuoi due persone vive ma separate?” disse arrabbiato, rimproverandolo.
“Siete esagerati” disse sbuffando.
“La penso come lui, meglio non rischiare, lascia perdere” disse Jimin guardando il leader e supportandolo.
“Fantastico... come sempre ho perso. Andate via, mi sono rotto di parlare con voi” disse stendendosi sul letto a pancia sotto e immergendo la testa nel cuscino.
“Dai non fare così!” provò a dire Jimin.
“Andate viaaaaa” urlò attraverso il cuscino.
“Andiamo Jimin lascialo sbollire” Disse Namjoon prendendolo per il braccio e trascinandolo fuori.
“Secondo te abbiamo ragione sul fatto che possa essere lei?” chiese Jimin in corridoio, Namjoon si guardò intorno sperando non ci fosse ombra di Yoongi poi sospirò.
“Dubito sia un’investitrice” disse tranquillo.
“Forse PD nim l’ha detto per darci il biglietto”
“Poteva dire che fosse una fan” disse Namjoon.
“No, perché sarebbe stato sospetto, perché doveva recapitare lui qualcosa di una fan anonima, dire che è un’investitrice non fa sospettare”
“...Mmmh sarà... non è importante non cambia nulla, vado a dormire, non ci pensare troppo Jimin” e diede due pacche sulla spalla al ragazzino avviandosi verso la camera.
“Okay buonanotte hyung” disse Jimin sorridendo, per poi guardare la porta della camera di Taehyung sospirare a andare verso la sua camera.

Namjoon andò in camera prese il telefono e mando un messaggio Jisoo chiedendole se potesse passargli la lista degli investitori della big hit.
Pd-nim gli aveva già detto di smetterla di indagare, ma lui aveva un dubbio aveva visto Isabel un giorno in agenzia anni fa, e poi lei si era di nuovo presentata in agenzia a lasciare quella famosa lettera. Alla fine poteva essere molto probabile, che Isabel avesse realmente investito in tutti loro.
Poteva realmente essere così.
Non capiva molto il perché l’idea di investigare, alla fine si ritrovò a pensare che per quanto provasse ad essere neutrale e distante da quella storia e a dire a tutti di lasciar perdere, lui era identico a tutti e in cuor suo sperava di poter riavere Isabel vicino al suo Hyung e nelle loro vite.
Le mancava la ragazza, e aveva tanto bisogno di avere un’amica con cui parlare dei suoi problemi di cuore, era certo che tra tutti lei non lo avrebbe mai giudicato, infatti quella sera al club avvenuta mesi e mesi fa, lei era stata fondamentale nell’aiutarlo a ragionare.

Angolo dell’autrice:
Non aiuta molto la storia di Namjoon, ma è un capitolo di collegamento comunque per quello che accadrà! So anche che è molto corto come capitolo, ma arriveranno altri capitolo più lunghi…
Volevo darvi una news, finalmente sono in fase no più blocco su questa fanfiction, e quindi dovrei riuscire a pubblicare una volta a settimana.

Ho già i prossimi due capitoli pronti! YEAAH e devo revisionare fino al 28 e aggiustare un po’ le cose, ma si può fare… direi che da programma per i prossimi due mesi riuscirò nella pubblicazione settimanale! 


 

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 21: APPARTAMENT ***


CAPITOLO 21: APPARTAMENT
01 GENNAIO 2017 SEOUL 3:00 A.M.
I bts entrarono in casa schiamazzando e facendo baccano come al solito super entusiasti della serata e delle esibizioni fatte. 
Si stavano come sempre spingendo per farsi spazio ed entrare tutti, per potersi togliersi in fretta le scarpe.
“Hyung! Sei sveglio?” esclamò Hoseok chiamando Yoongi, mentre si toglieva le scarpe e le appoggiava con delicatezza nello scomparto apposito e prendendo le sue ciabatte.
“Ragazzi forse dorme non fate troppa confusione” rimproverò Jin dato l’assenza di risposta dal ragazzo chiamato.
“Aigoo come facciamo! Siamo tutti fin troppo elettrizzati per oggi! Specie il nostro Jungkookie!” rise Tae spingendo il più piccolo.
“Io e perché mai?” chiese lui seduto a terra guardandolo alzando la testa, mentre si stava slacciando gli scarponi.
“Aigoo ti abbiamo visto dopo l’esibizione parlare con Yuji!” esclamò Namjoon ridendo anche lui intanto che si dimenava cercando di slacciare le scarpe e combinando un casino con i lacci.
“Ah… siamo solo amici” disse scuotendo la testa, mentre si sfilava uno scarpone con tutta la forza che aveva.
“Spero per te che lo rimaniate” disse Jin rimproverandolo passando le sue scarpe a J-hope che in cambio gli dava le ciabatte e sistemava il tutto negli scaffali, poi il ragazzo si sedette a terra per aiutare Namjoon con le scarpe, che sorrise felice e leggermente brillo. 
“Smettila di fare la mamma apprensiva! Aigoo, cominciamo l’anno nuovo già con una tua ramanzina” sbuffò Jungkook scuotendo la testa “Non si può essere un attimo spensierati che tu  arrivi tu standomi il fiato sul collo, non mi hai fatto neanche bere un bicchiere di champagne!” si lamentò. 
“Penso che abbia ragione, ti senti con troppe ragazze, e poi sei il più piccolo non dovresti bere, io ad esempio non ho bevuto niente” rimproverò Jimin incrociando le braccia al petto e guardandolo dall’alto poiché si trovava in piedi davanti a lui.
“Aigoo, perché state litigando ora?” si lamentò V scuotendo la testa.
“Voi due dovreste lasciare più libero Jk” si unì Namjoon alla discussione puntando il dito con far rimprovero, con J-hope al suo fianco che ridacchiava, provando a farlo alzare. 
“L’alcool che non ha bevuto Jk, è finito nello stomaco del leader” ridacchiò ilare il ballerino. 
“Aish, Namjoon ma quanto hai bevuto un po’ di responsabilità” disse Jin mentre Jimin storceva il naso.
“Anche Hoseok ha bevuto quanto me!” esclamò lui in sua difesa e Hoseok scosse la testa.
“Comunque sia sono maggiorenne potrei tranquillamente bere, io non capisco perché fate tante storie, e dovete sempre controllarmi” sbuffò Jk irritato, per poi fulminare Jimin con lo sguardo, che ancora si trovava di fronte a lui e scuoteva la testa con diniego.
“Okay basta litigare, ci beviamo una birra ora, io e te” disse V  “Dovresti festeggiare hai fatto veramente una bella performance, lasciatelo in pace per una volta” disse il ragazzo mentre metteva il braccio intorno alla spalla del più piccolo.
“Ma…” Jimin fece per obiettare ma si fermò al suono di un telefono.
“Aigoo! È il mio! È Yuri che mi chiama appena sveglia dall’America, devo rispondere, ramanzina finita!” saltellò Jin per poi rispondere al telefono e scappare velocemente verso la sua camera da letto.
“Hyung! Dove vai!” lo chiamò Jimin esterrefatto.
“Cosa ti stupisci fa sempre così, appena chiama Noona Yuri, è come se niente avesse più importanza. Aigoo quando torna così finalmente mi libero di lui!!” scosse la testa Jk con tono lamentoso.
“Torna a fine gennaio” disse Namjoon annuendo con la testa.
“Che palle! Mi tocca un mese pieno di ramanzine e rimproveri e inseguimenti per capire cosa faccio” disse scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo mentre si metteva anche lui le ciabatte passate da Hoseok, che si richinò a terra per recuperare le scarpe di tutti e sistemarle nel mobiletto.
“Beh non sarebbe così se non facessi il farfallone con le ragazze” disse Jimin con disappunto.
“Aigoo la smetti? Non ho fatto nulla Yuji mi ha chiesto di dargli il tuo numero, non vuole sentirsi con me” disse Jungkook facendo la linguaccia “E indovina dirò che sei occupato, dato che rompi tanto” ridacchiò poi, incominciando a prenderlo in giro.
“Cosa?? aigoo non so se mi piace” disse cambiando espressione del viso trovandosi ad arrossire.
“Ah ma tanto non ha importanza, non le darò mai il tuo numero, dato che ti comporti in modo odioso con me, Taetae andiamo prendere una birra” disse Jk afferrando il ragazzo per un braccio che lanciava un’occhiata di scusa a Jimin che sbuffò a sua volta e li seguì.
“A volte i più piccoli sono veramente strani” disse Hoseok pensieroso.
“Perché a te Jin che è il più grande ti sembra normale?” disse ridendo.
“Aigoo nessuno è normale qui dentro, non ho capito perché hai incominciato a bere tanto in macchina?” disse Hoseok confuso guardando il leader.
“Per festeggiare l’anno nuovo! E poi tu hai bevuto con me!” rise lui in modo nervoso, aveva mandato un messaggio a JiSoo e lei aveva risposto che non si potevano vedere in piena notte dato il fatto che il marito di lei fosse a casa, si era innervosito.
Aveva voglia di vederla, toccarla, baciarla farla sua, era pieno di energie dopo il Gayo festival e avrebbe voluto poter stare con lei dimostrarle quanto fosse capace in tutto.
“Mmh sicuro che va tutto bene Namjoonie?” chiese Hoseok sospettoso.
“Si, dovrei chiederlo io a te che ultimamente sembri un po’ distante da tutti” disse lui inclinando leggermente la testa e osservando attentamente.
 “Tutto normale” disse secco Hoseok giocherellando con la manica della sua felpa “Andiamo a bere un altro paio di birre?” chiese Hoseok  cambiando discorso.
“Si andiamo, strano che Yoongi Hyung non ci abbia aspettato sveglio” esclamò Namjoon lasciando perdere il discorso e facendo finta di niente che il comportamento di Hoseok non fosse strano.
“Si sarà stanco, ma è strano” disse Hoseok facendo spallucce e andando verso la cucina, dove la maknae line stava litigando tra di loro, più che altro Jimin piagnucolava volendo il numero della ragazza  e Jungkook  provava ad ignorarlo sbuffando infastidito con Tae  vicino che aveva preso dei pacchi di Snack e mangiava sghignazzando.
“Rimanete qui in cucina o venite con noi in soggiorno?” chiese Namjoon dopo avere preso altre due birre dal frigo e passandone una a Hoseok.
“Soggiorno, così posso godermi lo spettacolo seduto comodo!” esclamò V saltellando per poi prendere la sua birra e i pacchi di snack.
“Daiii Jk!!! Ti prego!” si lamentava Jimin aggrappandosi al braccio del più piccolo.
“Aigoo smettila Hyung, sai essere veramente tanto fastidioso” disse il ragazzo provando a farlo allontanare “Voglio bere un po’ di alcool in santa pace” sbuffò allontanandosi da lui, mentre seguiva V in soggiorno.
“Dai Jimishii, tranquillo, ti darà il numero, però forse è vero, dovreste lasciarlo in pace” disse Hoseok mentre metteva una mano sulla spalla del più piccolo.
“Ha ragione, Jk è bravo sa come comportarsi” disse il leader.
“Mmh, ma lo hyung si preoccupa”
“Lo hyung non si aspettava che Jk crescesse così in fretta, e poi non si aspettava che non fosse un principe come lui” disse Hoseok ridendo.
“Si, poi si annoia ultimamente” rise Leader .
“Voi due avete bevuto veramente tanto, ridete mentre parlate e non si capisce poi molto” disse Jimin sbattendo le palpebre e guardandoli straniti.
“Andiamo in soggiorno!” esclamò Hoseok ignorando il commento e prendendo Jimin sotto braccio.
 
“Aigoo, perché siete fermi lì?” chiese Namjoon vedendo i due ragazzi fermi a guardare il divano.
“Ci sono Yoongi Hyung e Noona Suran sul divano” disse Jk grattandosi la testa a disagio con una mano, mentre con l’altra manteneva la birra.
“Ahh, ora capisco perché lo Hyung non ci ha accolto, si sarà svuotato per bene!” disse Hoseok incominciando a ridere.
“Eh?” chiese Jimin alzando lo sguardo su Hobi senza capire quello che avesse appena detto, anche gli altri si voltarono a guardarlo, Namjoon incominciò a ridere tappandosi la bocca da solo per evitare di fare troppo rumore, V sbatte le palpebre diverse volte, cercando di connettere i vari pensieri cercando una traduzione a ciò che avesse detto Hoseok e Jk strabuzzò gli occhi rischiandosi di affogarsi con la birra.
“Dici che l’hanno fatto qui?” chiese Jk ghignando subito dopo.
“Cosa?” chiese Jimin “Che schifo non lo farebbe mai sul nostro divano” disse con faccia schifata.
“Andiamo in camera, forza o rischiamo di svegliarli” disse Namjoon cercando di ridere il meno possibile, con Hoseok che sorrideva affabile a Jimin e gli dava qualche pacca di incoraggiamento.
Improvvisamente Namjoon, dopo lo sconforto avuto in macchina al ritorno, si sentiva nuovamente leggero e a tratti anche felice, stava andando tutto bene, e loro sembravano finalmente senza alcun problema.
 
05 GENNAIO 2017
Namjoon si trovava come sempre nel suo studio, qualcosa non lo faceva concentrare e non capiva perché alla fine al posto di lavorare, si era ritrovato a fare ricerche su appartamenti vari.
Sapeva che Yoongi era in trattative per un appartamento, almeno così gli aveva detto Jin, che era l’unico tra tutti ad averne comprato uno, così da poter avere dei momenti di privacy con Yuri la sua fidanzata.
Quando ne aveva parlato con il maggiore, aveva pensato che forse sarebbe stato il caso anche per lui di comprarne uno, era un po’ stanco di dover fare l’amore nel suo studio o in angoli nascosti dell’agenzia.
Le sue classiche scopate lampo, che a tutta onesta non gli dispiacevano, incominciavano a non essere abbastanza infatti pensava che al suo rapporto con Jisoo finalmente servisse un po’ di normalità, che poteva ottenere solo grazie a un appartamento tutto suo, senza il rischio che qualcuno scoprisse di quella relazione segreta che ormai viveva.
La porta del suo studio si aprì, ma lui non ci fece per niente caso, troppo preso dalle ricerche che stava facendo, ricerche che lo stavano mettendo in confusione, era talmente tanto abituato al dormitorio che non aveva mai pensato a come dovesse essere una casa tutta per sé, non aveva mai pensato a come avrebbe voluto fosse casa propria.
“Ci abbandoni?” trillò la voce alle sue spalle, facendo sobbalzare.
“Aigoo!” urlò a pieni polmoni Namjoon alzandosi in piedi per lo spavento, urtando la scrivania e facendo volare per terra il mouse senza fili, si voltò a guardare il colpevole del suo spavento.
“Sei un essere orrendo” disse con rancore, mentre il maggiore rideva tenendosi lo stomaco.
“Aigoo, non pensavo ti spaventassi” continuò a ridere Yoongi, per poi allontanarsi, andandosi a stravaccare sul divano.
“Invece si, dato che non hai chiesto permesso.”
“Non pensavo di trovare la porta aperta, dovresti chiuderla ogni volta che ti trovi dentro, non si sa mai che qualcuno ti becchi a fare qualcosa che non dovresti” ghignò strafottente Yoongi e anche in modo allusivo.
“Tipo?” chiese Namjoon alzando un sopracciglio e rimettendosi comodo sulla sua sedia.
“Tipo cercare case per abbandonarci, sbaglio o il comandate è l’ultimo a lasciare la nave? Non dovrebbe essere lo stesso per un leader.”
“Io…” disse indeciso, lanciando un’occhiata furtiva allo schermo del pc, e guardando dubbioso le foto di un appartamento vicino all’ufficio.
Yoongi lo guardò sghignazzando.
“Sto scherzando!” esclamò.
“Dici che non potrei, non so prendere un posto tutto mio?” chiese lui dubitante.
“Io l’ho comprato un paio di giorni fa, anche Jin per natale se l’è regalato.” Disse come se fosse ovvio che potesse anche lui.
“mmh.”
“Se lo prendi smetteresti di dover utilizzare lo studio per sfogarti.” Ghignò maligno Yoongi.
“Eh?” strabuzzò gli occhi Namjoon.
“Dai, non fare il finto confuso, lo so che ti chiudi qui con qualcuna, non so chi sia però” disse ridacchiando prendendolo in giro.
“Io… non è come pensi”
“Namjoon, dai! Sono io! Con me si può parlare di queste cose. Io sono l’ultimo a poter giudicare.”
“Mmh.. okay, forse sto andando a letto con una, ma è solo sesso.” Disse cercando di sembrare sicuro delle sue parole.
“Complimenti a Namjoon!” esclamò su di giri Yoongi felice per il suo amico.
“Sai, l’avevo detto a Hoseok che stavi con una, hai tipo la faccia felice e rilassata di uno che si sta svuotando per bene” ridacchiò Yoongi guardandolo con orgoglio.
“Svuot-che?” chiese spalancando la bocca Namjoon e poi scuotendo la testa, incredulo che Yoongi usasse un termine del genere.
“SVUOTANDO!” esclamò
“Hyung… tu hai un problema lo sai?” lo guardò cercando di trattenere una risata.
“Lo dice anche Hoseok… dice che dovrei parlare delle mie perversioni in terapia..” disse finto pensieroso.
“Hai parlato di sesso con Hoseok?” chiese stranito.
“Si, non ha apprezzato i miei consigli, gli ho fatto tutto un discorso su come fosse giusto farlo perché genera endorfina e aiuta a rilassarti.”
“Min Yoongi nuovo promotore del sesso” cominciò a ridere Namjoon sentendosi rilassato dalla conversazione e di buon umore.
Dopo mesi che Yoongi era stato triste finalmente riusciva a rivedere il suo vecchio amico, che scherzava di cose inopportune con facilità facendolo ridere.
“Min Yoongi grande promotore dello svuotamento!” Esclamò su di giri il ragazzo.
“Direi che quello con Suran sta facendo bene anche a te” lo punzecchiò il leader.
“Si, mi sento meglio, sai stiamo raggiungendo dei traguardi importanti come artisti, e l’umore generale del gruppo è ottimo, sembra come se i problemi siano scomparsi.”
“Aigoo… non dire così o ritornano!”
“Giusto… quindi questa signorina?” chiese sorridendo.
“mmh. Posso dire che mi fa svuotare per bene” sogghignò il leader.
“Aigo!!” cominciò a ululare Yoongi, tornando a ridere sguaiatamente.
“Avrei dovuto parlare con te di sesso! Non con Hoseok che s’ imbarazza e mi da del pervertito!”
“Hoseok, non sa come divertirsi…”
“Tu si invece, peccato che lo fai di nascosto! Ah Furbacchione!” continuò a complimentarsi Yoongi.
“Beh non mi dirai chi è?” chiese facendo l’occhiolino, aveva un sospetto di chi poteva essere, se Namjoon non avrebbe fatto il suo nome allora avrebbe avuto le sue conferme.
“Ehm… top secret?” tentennò Namjoon.
“E va bene… direi che sono affari tuoi! Ti aiuto a cercare un appartamento?”
“Ti andrebbe?” chiese sorridente raggiante.
“Si si, nel caso parliamo anche un po’”
“Di sesso?” chiese Namjoon pensando che l’amico volesse ancora parlare di quello.
“Di chi non riesce a proprio farlo … Hoseok… anche se ho detto due secondi fa che non ci sono problemi, Sai? Non  ne sono convinto.”
“Trovi Hoseok strano vero?” chiese Namjoon.
“Si, ho provato a farlo uscire con un’amica di Suran,  ma niente, lui non so è giù di morale, ed è strano” disse pensieroso.
“Si, molto strano… dici che dovremmo parlargli?”chiese dubbioso Namjoon.
“Non credo, si chiuderebbe di più a riccio… volevo sapere solo se secondo te dovremmo preoccuparci.”
“Mmh… no, non credo, penso sia solo stanchezza come ha detto lui.” fece spallucce Namjoon.
“Mmh.. forse si.. ti aiuto con gli appartamenti?” chiese poi cambiando di nuovo discorso.
“Si, vieni qui, dammi una mano” sorrise Namjoon.
Era da un po’ che loro due non passavano del tempo così allegro insieme, ed era felice di farlo, si sentiva anche leggero del aver finalmente detto a qualcuno che si frequentava con qualcuno, sapeva che Yoongi non avrebbe mai detto niente, e lo avrebbe spalleggiato.
 
Angolo dell’autrice:

 
 capitolo di passaggio anche questo... il pezzo con Namjoon e Yoongi lo adoro...

Comunque non c'è molto da dire volevo mostrare ancora po' le dinamiche tra i ragazzi.. ci si legge venerdì prossimo o sabato dipende dal lavoro! 

Baci!

 
 
 
 
 

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Capitolo 22
*** CAPITOLO22: FATHER'S DAUGHTER ***


CAPITOLO 22FATHER’S DAUGHTER
12 GENNAIO 2017
Jisoo si trovava seduta alla sua solita scrivania, guardava l’orario sul pc, e sospirava nervosa.
Pd-nim qualche minuto prima era entrato frettolosamente in ufficio dicendo di avere un appuntamento importante e segretissimo.
Jisoo aveva annuito tranquillamente mostrando come sempre la sua calma.
Lui poi le aveva riferito che la persona dell’appuntamento importate sarebbe stata Isabel Kim, e di non avvisare per alcun motivo Namjoon.
Jisoo aveva perso la sua calma, e tremante aveva detto che avrebbe eseguito l’ordine.
Era così avrebbe dovuto eseguire il compito, non dire nulla a Namjoon che Isabel sarebbe stata lì, però aveva paura che lui lo scoprisse in qualche modo, e che se la prendesse con lei.
Era in panico, non sapeva bene cosa fare.
Lei non voleva per niente entrare negli affari di Isabel Kim, aveva sperato con tutta se stessa di non incontrarla mai.
La soluzione migliore sarebbe fingere un malore e scappare più lontano possibile da lì.  Quella era l’unica alternativa, così da non dover mentire neanche a Namjoon.
Si alzò in piedi e cominciò a mettere i suoi effetti personali nella borsa, velocemente, con il solo pensiero di dover andare via e in più fretta possibile.
La porta improvvisamente si aprì, e Jisoo scaraventò la sua borsa sotto la scrivania rimettendosi a sedere velocemente.
Una ragazza minuta tutta vestita di nero, con cappello, occhiali da sole scuri e mascherina strategica entrò nell’ufficio chiudendosi la porta alle spalle.
“Salve, Isabel Kim” si presentò alla segretaria, mentre si appressava a togliersi mascherina e occhiali da sole per farsi riconoscere.
“Oh, è lei!” Trillò Jisoo sorridendo ampliamente, forse anche fin troppo per via del disagio e del panico del non essere riuscita a scappare in tempo.
“Ehm si… sono venuta ad incontrare Pd-nim” disse strizzando gli occhi nervosa e scrutando Jisoo.
“Oh certo, la trovo bene signorina Kim!” trillò Jisoo, sempre più a disagio dal modo in cui Isabel la stava studiando.
“Grazie mille” disse lei continuando a sembrare confusa.  
“L’ultima volta stava male” disse la segretaria facendo il broncio e cercando di giustificare la frase appena detta.
“Ah giusto ero caduta, avevo la gamba fasciata, beh sono del tutto guarita in questi. mesi!” disse cordiale lei, sembrando stupita.
“Mi fa piacere saperlo! Vado ad avvisare il pd-nim” disse inchinandosi e sgambettando via verso l’ufficio del presidente.
“Grazie” sorrise tiratamente Isabel per poi guardarla andare via, fece spallucce e si andò a sedere.
Jisoo tornò immediatamente da lei, dicendole che si poteva accomodare.
Appena la porta si chiuse, Jisoo fece un sospiro di sollievo.
Si guardò intorno, in panico.
Era in pieno conflitto, aveva la sensazione che se non avrebbe detto a Namjoon lei si sarebbe trovata nei casini e avrebbe rischiato di perderlo.
Tornò tremante alla scrivania e cercò il suo telefono nella borsa, ancora indecisa su cosa fare.
Prese il telefono trovando un messaggio di Namjoon.
Lui e i ragazzi sarebbero arrivati a breve in agenzia e lui le chiedeva se potevano vedersi a pranzo poiché aveva un po’ di tempo libero.
Appoggiò il telefono sulla scrivania e lo contemplò senza realmente sapere bene cosa fare.
 
Nella stanza accanto c’erano Pd-nim e Isabel che dopo alcuni convenevoli finalmente si ritrovarono a parlare dell’urgenza del perché lei si trovasse lì.
“La compagnia di suo zio ha deciso di rivederci le quote che avevano comprato due anni fa” disse un modo serioso Hitman.
“Vuole chiedermi di fare lo stesso?” chiese lei sorseggiando il suo caffè impassibile.
“No, volevo solo avvisarla di questo” disse lui tranquillo.
“Lo sa che non le conviene che io venda le mie, rischiereste di perdere troppo” disse lei con noncuranza.
“Si lo so, al dire il vero volevo chiederle se potesse investire altro.” Chiese lui tastandosi il mento leggermente in imbarazzo per quella richiesta, fare affari con quella ragazzina lo metteva sempre a disagi, per vari motivi.
 “Mmh…. dovrei solo parlare con il commercialista, ma penso sia tutto apposto, mi mandi una cifra tramite email” disse cordiale.
“Perfetto, pensa di essere scomoda come investitrice?” chiese lui incuriosito.
A guardarla bene non c’era più traccia della ragazzina con gli occhi lucidi, nella sua macchina che cercava una possibile soluzione alla propria relazione d’amore.  Davanti a lui si trovava una donna fredda, e impassibile capace di gestire qualunque tipo di trattativa in maniera del tutto professionale.
“No, nessuno è al coerente di questo mio fare affari con voi e tale deve rimanere, comunque sia complimenti al gruppo per l’ultimo traguardo raggiunto ai Mama, il loro successo è in gran crescita.” sorrise lei in maniera educata, senza scomporsi minimamente.
“Si, i ragazzi si stanno impegnando molto” sorrise lui fiero “Ho anche fatto avere al gruppo sia il biglietto sia i fiori, la ringraziano” disse sorridente cercando un minimo di emozione sul viso della ragazza ma non trovandone.
“Qualcuno l’ha collegato a me?” chiese lei rimanendo di ghiaccio.
“Ehm, non ne sono sicuro, può esserci una possibilità” disse leggermente a disagio Pd-nim, non era molto sicuro di dirle la verità.
“Nel senso? Si spieghi meglio?” chiese lei indurendo lo sguardo.
“Taehyung può averlo intuito, e forse Namjoon, ha chiesto la lista degli azionisti alla mia segretaria, e da un po’ di mesi tramite lei prova a ricavare informazioni” decise di informarla.
“Tramite la sua segretaria?” chiese lei confusa, arricciando il naso leggermente.
“Ehm… si, Namjoon è molto intelligente” disse cercando di nascondere il disagio e l’imbarazzo.
“Aigoo… la sua segretaria ha una fede se non erro” disse Isabel non riuscendo a rimanere seria e svelando il suo stupore.
“È una brava osservatrice” sorrise Pd-nim, sorpreso che Isabel avesse individuato la fede sulla mano della ragazza.
“È al sicuro? Namjoon intendo, non è che rischia uno scandalo con questa faccenda?” chiese poi preoccupata, ma con un tono misto al rimprovero, mentre iniziava a giocherellare con il braccialetto al suo polso.
 “Si preoccupa del suo investimento o dei ragazzi?” chiese pd-nim con un ghigno dato la sua reazione.
“Secondo lei?” chiese Isabel alzando un sopracciglio, leggermente irritata dalla domanda a brucio pelo dell’uomo, che sapeva più che altro di provocazione.
“Dei ragazzi” disse lui serio ghignando leggermente.
“Quindi rischia qualcosa oppure no?” chiese di nuovo Isabel leggermente innervosita dal modo di fare dell’uomo di metterla alla prova.
“No, abbiamo tutto sotto controllo, per il momento” l’uomo prese la tazza davanti a sé e incominciò a sorseggiare il suo Thè a disagio.
“Spero per lei che sia così” disse alzando un sopracciglio e facendo calare per un attimo un silenzio ricolmo di tensione, mentre entrambi sorseggiavano il proprio dalla propria tazza.
 
Isabel non era molto convinta della questione, pensava che il fatto che Namjoon stesse con una donna sposata non avrebbe portato niente di buono e molto probabilmente quella donna lo stava anche usando per chissà cosa.
Improvvisamente le venne un dubbio, quella segretaria poteva essere la donna di cui Namjoon le aveva parlato mesi fa quando lo aveva incontrato al club, ed era stata lei a incoraggiarlo di tentare.
Improvvisamente fu invasa da un senso di angoscia, se Namjoon, il caro leader tutto di un pezzo e responsabile stesse facendo un errore così grande, chissà Yoongi che cosa diavolo stesse combinando. 
 “Lui come sta?” chiese lei cercando di non mostrare emozioni come aveva imparato ormai a fare, ma essendo a conoscenza che Hitman sapesse fin troppo bene quanto lei ci tenesse a tutti loro e specialmente a lui.
 “Si frequenta con una ragazza per quanto ne so” disse l’uomo cercando di scorgere qualcosa in lei che invece rimase impassibile, e poso la tazza di nuovo sul tavolo.
“Spero non con una sposata come il leader del gruppo” si lasciò sfuggire lei con un sorriso sarcastico.
“Non è sposata, non si preoccupi” disse Pd-nim evitando di ridere al commento astioso di lei.
“Vuole sapere altro?” chiese lui affabile.
“No nulla, non avrei dovuto chiedere, alla fine sono un’investitrice qualunque, spero solo che teniate tutto sotto controllo” disse in modo conciso, cercando di riprendere il proprio contegno.
Quella riunione doveva svolgersi solo in maniera professionale ma era molto complicato far si che ciò accadesse, dato i trascorsi.
 “Lei? Sono al coerente che ha parecchi spasimanti, trovato qualcuno?” chiese lui incuriosito provando a continuare la conversazione.
“Pd-nim, io e lei non siamo amici, non vedo perché dovrei parlarle di questo” disse lei piccata con sguardo severo.
“È cambiata Isabel-iss, o mi vuole far credere questo” disse osservandola attentamente, tornando a provocarla.
“Fa parte della vita il cambiamento” sorrise lei senza celare alcuna emozione, e ritornando per un attimo di nuovo professionale.
“Mi sento responsabile e a disagio per quanto è accaduto tre anni fa” si scuso lui abbassando leggermente il capo.
“È stata colpa di mio padre e delle minacce. Sono stata io a prendere la scelta che mi sembrasse più giusta prendere, non è responsabile di nulla. Non si preoccupi”  disse con sentimento, non aveva mai dato colpe a Hit man, anzi il fatto che lui tenesse il suo segreto per sé, facesse si che Isabel nutrisse molto rispetto per l’uomo.
“Come adulto, avrei dovuto supportarvi e aiutarvi, non farle rinunciare, forse avrei potuto fare qualcosa” disse con rammarico.
“Combattere per un amore adolescenziale, rischiando tutta la sua compagnia? No, ha fatto la scelta giusta, come l’ho fatta io. E poi se sono riuscita a rinunciare a lui così facilmente, forse non era realmente importante come credevo. Lui è fidanzato e ora io ho la mia vita. Va tutto bene” disse lei prendendo di nuovo la tazza di caffè per dare un ultimo sorso, sentiva la bocca secca e un nodo stringersi in gola per via del discorso appena trattato, riappoggiò la tazzina sulla scrivania con la mano leggermente tremante, Pd-nim si accorse di ciò e decise di cambiare discorso.
“Sono venuto a conoscenza dei suoi ultimi progetti per dei fondi a degli orfanotrofi, è stato un bel gesto” disse complimentandosi.
“Ha pagato tutto l’azienda, è merito loro” disse lei cercando come sempre di non prendersi il merito di nulla.
“C’era lei sui tabloide, stava scritto che dall’America è riuscita a seguire il progetto” disse lui con decisione.
“Pensano che il mio aspetto, sia ottimo per valorizzare l’azienda quindi, in questi casi vengo utilizzata io per le interviste, pensano sia più portata di mio fratello.” Disse lei con non curanza passandosi una mano sul collo leggermente a disagio, sia per i complimenti, che per la situazione a che aveva dovuto risolvere.
 “Capisco solo a guardarla il perché lei sia più portata, riesce ad ammaliare la gente tranquillamente da quel che ho visto in televisione” disse lui sempre complimentandosi.
“Ad ognuno il suo ruolo non crede?” sorrise sicura di sé lei annuendo con un leggero movimento del capo, come a convincersi di ciò che stesse dicendo
“Preferisco altro, del tipo ad ognuno il suo di sogno, non credo molto nei ruoli imposti dalla società”
“Every body say no?” si lasciò sfuggire un sorriso fiero la ragazza.
“Giusto, non li avrei fatti cantare quello che cantano se non ci credessi anche io”
“Beh non tutti possono seguire il proprio sogno, mi scusi ma ora devo tornare in ufficio, nessuno è a conoscenza del mio trovarmi in questo posto” disse alzandosi e prendendo gli occhiali da sole dalla borsa, la giacca di pelle e il cappello strategico.
“Oh certo, le manderò un email, con all’incirca l’ammonto che ci sarebbe comodo” Disse alzandosi e facendo strada verso la porta.
“Perfetto, vuole che faccia tutto tramite commercialisti senza che l’avvisi o vuole che la chiami?” chiese lei alzando lo sguardo sul capo vicino a lei
“Può chiamarmi grazie, lo apprezzerei molto” sorrise l’uomo amabile “Allora la chiamerò, è stato un piacere, arrivederla”  sorrise sempre educatamente lei facendo un leggero inchino
“Oh, certo arrivederla Isabel-iss” disse anche lui inchinandosi mentre le apriva la porta
“Ah, pd-nim le dispiace se scambio un paio di parole con la sua segretaria?” sorrise lei cercando di essere più amabile possibile.
“Ehm…. Io certo, però vorrei sentire cosa a da dirle, se non le dispiace” disse tentennando, incuriosito, ma anche leggermente impaurito, Isabel Kim era stata per tutta quella riunione un incognita per lui, ancora non riusciva a inquadrarla per bene.
 “Certo, nel caso io combini un disastro, lei potrà aggiustare il tutto” sorrise lei precedendolo fuori dalla porta e lasciandolo per un attimo confuso, poi l’uomo si affretto a seguirla.
 
 
“Jisoo-iss” Hitman chiamò la ragazza, che lasciò andare immediatamente il telefono che aveva vicino l’orecchio chiudendo la chiamata.
“Pd-nim mi dica?” sorrise a disagio alzandosi immediatamente in piedi, colta sul fatto a telefonare, alla fine dopo la confusione e ripensamenti aveva deciso di dire tutto Namjoon, dopo avergli mandato una serie di messaggi a cui non aveva avuto risposta, aveva deciso anche di chiamarlo.
“Isabel-iss vorrebbe scambiare due parole con lei, se non le dispiace” disse sorridendo e poi guardando Isabel che aveva appena appoggiato gli occhiali e il cappello sulla scrivania della segretaria e la fissava studiandola per bene.
“Certo, mi dica pure Isabel-iss”  sorrise a disagio trovandosi davanti a sé lo sguardo freddo di Isabel.
“Volevo ricordarle che qualunque informazione riguardante la mia persona è strettamente confidenziale, e che lei non dovrebbe riferire a nessuno del mio essere venuta qui in agenzia” disse in modo freddo, senza scomporsi minimamente.
“Io… certo ne sono al coerente” disse impaurita e a disagio.
 
 Jisoo rimaneva in piedi dietro la scrivania senza muovere un solo muscolo sentiva come se lo sguardo di Isabel riuscisse a pietrificarla. I suoi occhi scuri erano identici ad altri occhi.  
 
“Perfetto, quindi dovrebbe non riferire nulla a Kim Namjoon” disse con un tono tagliente.
Jisoo impallidì e anche Pd-nim che si ritrovò a essere anche lui impaurito.
“Io non so di cosa stia parlando” tentennò Jisoo lanciando una fugace occhiata al capo, sperando che lui la salvasse da quella situazione scomoda.
“Io invece penso che lei lo sappia, sono anche molto convinta che lei lo abbia già avvisato, spero vivamente di non dover far l’incontro di Namjoon mentre vado via” disse schiettamente fulminandola con lo sguardo mentre si arricciava con non curanza una ciocca di capelli tra le dita.
“Io non ho avvisato nessuno, so di non doverlo fare” disse sempre tremante Jisoo, solitamente sapeva essere sicura di sé e mentire alla perfezione. Gli occhi di Isabel le incutevano fin troppa paura, talmente tale da paralizzarla sul posto.  
“Aigoo, per favore non mi menta, sono capace di riconoscere bene una bugia. Ormai l’ha fatto, quindi non posso pretendere che lei torni indietro nel tempo e cambi le cose. Possibilmente non dica più niente di me, o nel caso può dire che si è confusa e che la persona che ha visto non ero io. Ora dovrebbe dirmi che farà come io ho gentilmente suggerito” disse sorridendo in maniera da incutere terrore.
 
Pd-nim guardava esterrefatto il cambio repentino della ragazza.
Avrebbe voluto inserirsi nel discorso, ma si sentiva anche lui sotto shock.  
Sembrava simile al signor Kim nel trattare con la gente, o nel minacciare velatamente.
Ricordava bene il padre della ragazza, era un uomo perfido e orrido, ma sapeva con astuzia calibrare benissimo le parole così da ottenere tutto quello che volesse.
 
“Io farò come lei ha suggerito” rispose balbettando Jisoo, per poi rivolgere uno sguardo al capo che annuì con un cennò del capo.
“Perfetto, ah signorina Park spero per lei che non incasini la vita a Namjoon, se dovesse succeder io lo verrò a sapere, con qualunque mezzo possibile. Non faccia del male a Namjoon” disse Isabel mentre si sporgeva di più verso la scrivania per guardarla negli occhi in modo minaccioso, poi si staccò da lei e guardò successivamente Pd-nim.
“È stato un piacere, sono in ritardo, ora dovrei andare, spero che sia stato tutto chiaro” disse sorridendo soddisfatta.
“Oh, certo, è stato un piacere vederla” disse Pd-nim a disagio per via dell’ultimo avvertimento fatto da Isabel che più che altro sembrava una minaccia in piena regola.
Jisoo rimase immobile deglutendo a vuoto mentre guardava Isabel prendere i suoi occhiali da sole e il cappello, per poi sorridere di nuovo e andare via come se nulla fosse successo.
Jisoo strinse forte i pugni, avrebbe voluto piangere.
Isabel Kim, non doveva essere per niente una bella persona, probabilmente era identica a suo padre.
 
Angolo dell’autrice:
Mi piace questo capitolo, siamo al punto centrale della vicenda finalmente.
Probabilmente i prossimi capitoli saranno un po’ più lunghi perché sono quasi tutti presi dall’altro volume, ma come sempre dando più importanza ai protagonisti.
Per quanto Isabel non sia la protagonista di questo volume, gioca comunque un ruolo fondamentale, questa storia è collegata a lei e alla sua famiglia.
Spero di renderla comunque bene dal punto di vista di Jisoo e Namjoon!
A sabato prossimo!
 

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Capitolo 23
*** CAPITOLO 23: INFORMATION ***


CAPITOLO 23: INFORMATION
12 GENNAIO 2017
Jisoo dopo che Isabel fosse andata via si era ritrovata sola con Pd-nim.
“Mmh..” disse Pd-nim leggermente indeciso su cosa dire alla sua segretaria che al momento rimaneva immobile in piedi con lo sguardo basso verso il pavimento. 
“Hai avvisato Namjoon?” chiese dubbioso, osservando la donna che sembrava essere vicina a una crisi di nervi, infatti per l’appunto Jisoo cominciò a singhiozzare.
Pd-nim sgranò gli occhi esterrefatto dal comportamento, l’aveva sempre trovata un po’ bizzarra come persona, una di quelle che sapeva sempre dire la cosa giusta al momento giusto, una di quelle persone che sapeva ammaliarti come poche.
“Jisoo-iss… la prego non faccia così” provò a rassicurarla a disagio il capo.
“Mi spiace..” singhiozzò lei, coprendosi il viso con le mani.
“tranquilla, va tutto bene” cercò di tranquillizzarla lui.
“Mi dispiace… non mi licenzi la prego.” Disse lei supplice, scoprendo il viso per un attimo e guardando Pd-nim.
“Io.. certo non la licenzio, non deve preoccuparsi di questo.”
“Mi spiace tanto, io.. chiuderò con Namjoon se è quello che vuole” disse lei scuotendo il capo, non voleva chiudere con Namjoon, ma non voleva neanche trovarsi nei pasticci per colpa della Kim.
Pd-nim osservò la donna, non capiva molto il perché lei avesse iniziato quella relazione con Namjoon, si sentiva angosciato per via di ciò, ma non poteva intromettersi.
Si era già intromesso tra Isabel e Yoongi, non era il caso di farlo di nuovo, sperava che la relazione clandestina tra Namjoon e Jisoo fosse solo una cosa del momento, ma più osservava di nascosto la situazione più si trovava a credere che non lo fosse e che avrebbe portato solo del disagio.
“Ci parlo stasera, lo lascio giuro.” Disse lei piangendo e mordendosi le labbra, non voleva lasciare Namjoon, i momenti che passava con lui erano gli unici momenti felici che aveva avuto in tutta la sua vita.
“Non c’è bisogno di farlo, io non mi intrometterò nella vostra relazione. Non sono affari miei.” Disse lui serio in volto.
Jisoo guardò il suo capo perplessa non pensando che lui le dicesse una cosa del genere, sapeva che lei era sposata e Namjoon con il suo gruppo era l’entrata monetaria più grande che avevano all’agenzia, puntavano tutto suoi bts.
“Devi solo non parlare più di Isabel Kim, non farlo più. Capisco che Namjoon ti abbia convinto, che lui sia preoccupato, ma è meglio per tutti tenerci distante da quella ragazza.” Disse dandoli qualche pacca di incoraggiamento sulla schiena.
“Io.. mi dispiace, non mi sarei dovuta intromettere.” Disse lei tentennando.
“Jisoo, forse è il caso che si prenda un momento, vada un attimo a rilassarsi” disse il capo sorridendo rassicurante, cercando di tranquillizzarla.
La donna annuì con il capo e singhiozzante uscì dall’ufficio dirigendosi al bagno.
 
Minuti dopo
Namjoon aveva appena lasciato tutti, dirigendosi velocemente nel suo studio per prendere un po’ di materiale da portare nello studio di Yoongi, dove lo avrebbero aspettato Yoongi in crisi e Hoseok che sicuramente stava provando a tranquillizzare l’amico.
Si chiuse immediatamente dentro, si sedette per un attimo alla sua sedia, sospirando nervoso e incominciando a tamburellare con le dita sul bracciolo.
Era lei.
La ragazza uscita dall’ascensore era sicuramente Isabel, per quanto alcuni di loro avevano provato a dire a Yoongi che si sbagliava, lo sapevano tutti.
Yoongi ne era sicuro e la guardia a cui avevano provato a chiedere informazioni si era tradita con le sue stesse parole, sicuramente aveva l’ordine di non dire niente su di lei.
Namjoon era convintissimo che il suo amico non fosse impazzito, era del tutto plausibile che fosse lei.
Aveva indagato molto in quei mesi e tutto lo insospettiva, anche se non aveva trovato il suo numero o la sua email, lui ne era convinto, Isabel aveva alcuni affari con Pd-nim e questi dovevano essere sicuramente molto riservati.
Non aveva avuto fortuna quando aveva provato a guardare la lista degli azionisti, il nome della ragazza non era apparso, ma i fiori e il biglietto avevano instaurato in lui il dubbio, come anche nei più piccoli.
Non si sarebbe dato per vinto avrebbe scoperto la verità.
Doveva sapere perché Isabel ogni tanto andasse da loro.
Prese il telefono per scrivere a Jisoo e lo trovò con tre chiamate perse e dei messaggi.


-namjoon dove sei?-
-isabel kim è qui nell’ufficio di pd-nim-
-le ho parlato sembra stare meglio e sembra essere tornata-
-aigoo che fine hai fatto ti sto chiamando!!!-
-finalmente ho le informazioni che volevi e tu non rispondi aigoo che nervi-
-Dobbiamo parlare!-


Namjoon spalancò  gli occhi ai messaggi, e si desse dell’idiota da solo per aver tolto la suoneria.
Se solo avesse visto il primo messaggio, avrebbe potuto correre ad andare ad incontrare Isabel, avrebbe potuto portare Yoongi con sé.
Avrebbe potuto evitare la pazzia che aveva avvolto il suo migliore amico in ascensore.
Invece non aveva visto alcun messaggio.
Comunque aveva finalmente le sue conferme, sapeva anche che negli ultimi giorni pd-nim aveva perso degli azionisti, probabilmente aveva bisogno di soldi, forse Isabel poteva essere veramente un investitrice.
Se fosse stato vero, voleva dire solo una cosa, che lei amava ancora Yoongi e stava facendo di tutto per fa sì che fosse felice.
L’unico dubbio che lo affliggeva era che non sapeva realmente cosa fare di tutte quelle informazioni, non era sicuro di confidarle agli altri.
Alla fine sapere troppo non giovava quasi mai come in quel momento, aveva veramente una bomba in mano.
Una cosa sarebbe stata far in modo che Yoongi parlasse finalmente con lei, un'altra era dare un’informazione del genere al ragazzo, un’informazione che non avrebbe recato nessun miglioramento alla loro situazione, ma avrebbe solo fatto scoppiare Yoongi e farlo andare ancora di più in paranoia.
Non poteva permetterlo, l’amico da poco si stava finalmente riprendendo e forse poteva anche incominciare a essere felice con Suran.
 
Sospiro confuso, sprofondando di più sulla sedia, doveva parlarne con qualcuno il problema era con chi?
Hoseok era ancora nervoso per chissà quale motivo, e non ne parlava con nessuno.
Jin era fin tropo preso dalla sua fidanzata.
Tae avrebbe voluto fare qualcosa in merito, combinando sicuramente un gran pasticcio.
Jimin sarebbe andato in panico.
L’ultimo che gli rimaneva era Jk che nella faccenda Isabel era il più giudizioso, ma dirlo a Jk avrebbe significato sentirsi dire “Aigoo hyung! non lo possiamo dire, perché me l’hai detto era meglio non saperlo odio dover tenere i segreti” .
 
Namjoon scosse la testa non poteva dirlo neanche a lui l’avrebbe messo troppo sotto pressione e non se la sentiva.
 
Il telefono squillò facendolo saltare dalla sedia.
“Pronto?” disse aprendo la chiamata
“Sono io” disse con voce arrabbiata Jisoo.
“Oh, scusami se non ho risposto ai messaggi” disse Namjoon immediatamente.
“Lascia perdere queste scuse, il tuo indagare mi ha messo nei casini!” urlò lei chiusa nel bagno.
“Io… scusa non volevo parlerò con Pd-nim risolverò tutto” provò a dire lui, non voleva che lei passasse dei guai a causa sua.
“Non è lui il problema, ma quella pazza della Kim!” urlò lei isterica.
“Cosa? Isabel?” chiese lui non capendo.
“Si! Lei! Mi ha minacciata!” disse piangendo Jisoo.
“Come sarebbe a dire ti ha minacciata?” chiese Namjoon con la voce di panico, alzandosi dalla sedia e cominciando a far su e giù per la stanza
“Si l’ha fatto! Ora non posso parlare devo tornare a lavoro e devo cercare di non sembrare così distrutta” disse singhiozzando isterica.
“MA… come? Aspetta vengo da te!” disse lui.
“No, o rischio altro, vengo io stasera nel tuo studio” disse con un singhiozzo.
“Ma…. Come faccio ad aspettare? Sapendo che stai male” disse lui con voce isterica.
“Tranquillo, io…. starò meglio devo andare” disse chiudendo la telefonata senza lasciare modo a Namjoon di poter dire altro.
Namjoon sprofondo sulla sedia prendendosi la testa fra le mani ,confuso, chiedendosi cosa volesse dire che Isabel l’avesse minacciata.
Alla fine si dovette alzare da quella maledetta sedia e uscire fuori dal suo studio, aveva le schedule super piene e a quanto sembrava non poteva fare niente solo aspettare di finire la giornata e sperare che Jisoo prima o poi avrebbe risposto ai suoi messaggi.
 
SERA
Stava correndo e neanche sapeva il perché avesse l’urgenza di correre.
Non era da lei farlo.
Chiuse la porta alle sue spalle con un grande tonfo, cominciò a spargere i suoi effetti personali per l’atrio del suo grande appartamento.
Scarpe.
Giubbotto.
Cappello.
Borsa.
Tutti per terra.
Tornò a correre fino ad arrivare verso la stanza da letto.
Aprì l’armadio, cominciando a far volare per aria tutti i piumoni che ci fossero all’interno.
Ed eccolo di fronte a lei il pc.
Lo afferrò sedendosi a terra.
Era colpa sua e dei suoi consigli, se Namjoon si trovasse incastrato in una strana relazione con una sposata.
Park Jisoo.
Aveva avuto il volto della donna e il suo nome in testa per tutta la giornata, senza riuscire a non pensarci.
Il nome le diceva qualcosa, ma poteva essere solo un caso.
Nel corso degli ultimi anni, aveva letto talmente tanti dossier che poteva essersi confusa e trovare solo quel nome familiare.
Accese il computer.
Nervosa tamburellava con le dita sul pavimento aspettando.
Con il mouse andò veloce verso i vari dossier.
Cercando il cognome Park.
Sbuffò sonoramente irritata, dal fatto che ci fossero realmente tante e tante persone con quel cognome nell’elitè.
Cominciò ad aprire le varie cartelle all’interno del suo pc, cercando le foto, sicuramente le sarebbe stato più semplice riconoscimento facciale che cercare nei vari documenti.
 
Dopo un’ora di ricerca trovò finalmente quello di cui aveva bisogno.
Lesse il fascicolo più volte, cercando di memorizzare il tutto.
Non c’era nulla di rassicurante in quello che leggeva.
Le informazioni che aveva in mano riguardanti Park Jisoo, non le piacevano per nulla, e non era convinta di doverle tenere per se stessa.
Pensava che Namjoon sarebbe dovuto essere informato della vita della donna con cui stava intrattenendo una relazione.
Il pensiero tornò a quando aveva incontrato Namjoon ubriaco nel club, a com’era ridotto, così in confusione.
Comprendeva il perché: non era solo una questione di tradimento verso la sua ex, era più complicato, aveva deciso di immischiarsi in una relazione con una sposata, una donna di cui non sapeva nulla.
Una che lo stava prendendo in giro, come aveva preso in giro il marito.
 
Afferrò il computer e si diresse verso il soggiorno.
Posò il pc su un tavolino con una stampante vicino, e decise di riempirsi un bicchiere di vino.
Doveva calmarsi non fare azioni avventate.
Non poteva tornare alla Big-hit a consegnare quelle informazioni.
Avrebbe rischiato troppo, come aveva rischiato in quella mattinata.
Il senso di protezione nei confronti di Namjoon era forte in lei, come anche quello del senso di colpa.
Se fosse stata presente nella vita dei ragazzi, quella situazione non si sarebbe mai venuta a verificare.
Si versò un altro bicchiere di vino.
Non voleva che Namjoon soffrisse per amore.
Non voleva che nessuno di loro soffrisse come aveva sofferto Yoongi.
Era stata colpa sua, tutta la sofferenza di Yoongi, era stata colpa sua.
Poteva evitarne una per Namjoon, solo lei poteva farlo.
“Vaffanculo!” urlò.
 
Attaccò il computer alla stampante e cominciò a stampare tutto il fascicolo della donna con scritto tutta la sua storia personale.
Nell’attesa finì il suo bicchiere di vino.
Sapeva che stava per fare uno sbaglio, sapeva che non doveva intromettersi.
Prese il dossier tra le mani, indecisa se andare o no.
Se dare o no le informazioni a Namjoon.
Spillò i fogli e li inserì in una cartellina.
Prese un post-it e cominciò a scrivere.
 
“Namjoonie per favore smettila di investigare, io sto bene, non devi preoccuparti. Scusami per quello che ti sto per fare, ma so di te e Park Jisoo e non posso far finta di niente, qui ci sono tutte le informazioni su di lei, te le lascio, ti lascio anche la libertà di decidere se leggerle o no. Isabel.”
 
Guardò il biglietto.
Doveva solo entrare alla Big-hit lasciare il fascicolo nello studio e andare via, non c’era bisogno di incontrarlo, non c’era bisogno di parlare con lui.
Il fascicolo poteva bastare.
Prese il telefono e digitò il numero.
“Yun-hee.. devi farmi entrare alla big-hit.” Disse con fretta.
 
Angolo dell’autrice:
Ci sono riuscita anche questa settimana a pubblicare! Yeaaaah!
Ci si legge domenica o sabato prossimo! Bacioni!
 

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Capitolo 24
*** CAPITOLO 24 TRY TO UNDERSTAND ***


CAPITOLO 24 TRY TO UNDERSTAND

SERA

Si trovavano tutti e sette negli spogliatoi dopo un’estenuante giornata, si erano dedicati alla scrittura, avevano partecipato a una riunione di staff per programmare le riprese di Run bts e di Gayo track 12, e si erano esercitati sulla coreografia di Not today, avevano girato l’mv a inizio gennaio insieme a quello di spring day che a ridosso in un mese sarebbe uscito online, ma loro dovevano comunque fare pratica per il futuro tour che gli aspettava.

 

“Torniamo a casa?” chiese Hoseok mentre si allacciava le scarpe.

“Si, ne ho proprio bisogno!” si stiracchiò Jin stanco.

“Abbiamo provato tanto, penso che possiamo ritenerci soddisfatti!” esclamò Tae con un braccio sulla spalla di Jimin “Ordiniamo per tutti e mangiamo insieme?” chiese il ragazzo sorridente.

“Io rimango” disse Jk mentre aggiustava gli oggetti nel suo zaino di fretta in modo nervoso “Devo fare una cosa” disse sbrigativo agli altri.

“Cosa?” chiese Jimin prima che lo facessero tutti.

“Affari miei” rispose Jungkook in modo tagliente e Jimin lo guardò torvo “Aigoo, non rispondermi così in malo modo” si lamentò il ragazzo “Jin hyung di qualcosa!”

“Jungkook tu torni a casa!” esclamò il più grande, con tono autoritario.

“No, non decidi tu sulla mia vita, ho detto che ho da fare” disse con tono adirato prendendo lo zaino e lasciando tutti nello spogliatoio andandosene sbattendo la porta.

“Aigoo, ragazzino torna indietro!” urlò Jin per poi rimanere con la bocca aperta e indicare la porta arrabbiato “Avete visto anche voi! Ultimamente è sempre peggio dobbiamo fare qualcosa!” esclamò il più grande.

 

“Forse perché gli state sempre addosso?” disse Yoongi in tono pacato, mentre infilava una maglia sporca in un sacchetto “Ragazzi lasciatelo perdere, avrà qualcosa da fare, non possiamo stare sempre insieme” disse Yoongi scuotendo la testa.

“Siamo una famiglia, dovremmo condividere tutto! Ogni volta che non parliamo succede qualche casino e scopriamo che uno di noi sta male e sta affrontando una brutta situazione da solo!” esclamò Jimin beccandosi un’occhiataccia da Taehyung che scosse la testa, non per niente d’accordo con quello che avesse detto l’amico, poiché Jimin era uno dei primi a non parlare.

“Ha ragione dobbiamo parlare tra di noi!” esclamò Jin “No, scappare via come fa Jungkook, che scompare sempre!” disse stringendo i pugni.

“Se volete parliamo di Isabel” disse Yoongi ghignando.

“Aigoo, Yoongi!” si lamentò Jin scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo.

“Visto come reagisci? Se Jungkook ha un problema, non verrà a dirtelo specie perché lo assilli, se ha combinato qualche guaio: non te lo riferirà per non sentirsi dire: te lo detto. Se invece si sta solo frequentando con una ragazza, non te lo dirà comunque perché sicuramente lo rimproverai, dicendogli che non è serio per una relazione. Hyung sta diventando difficile parlare con te, perché ci guardi sempre come se stessimo per fare un qualche danno.” Sbuffò Yoongi mentre cacciava la busta con la maglia dentro lo zaino, sentendo di star perdendo la pazienza.

“Non è vero!” urlò in sua difesa diventando rosso in faccia.

“Si invece, hai fatto lo stesso sguardo in ascensore quando ho detto di aver visto Isabel, non vuoi che la cerchi, poiché pensi che farò solo dei pasticci. L’hai detto tu perdo la testa quando si tratta di lei.” Disse piccato.

“E ho ragione!” esclamò in modo severo.

Jin si voltò a guardare Namjoon cercando il suo appoggio, ma il ragazzo fece no con la testa, poiché non si voleva immischiare, anzi lui voleva correre via da quello spogliatoio per potersi vedere con Jisoo, che era il suo unico pensiero da tutta la giornata, quella discussione gli stava solo facendo perdere altro tempo prezioso e si sentiva piuttosto nervoso.

“Si, perdo la testa quando si tratta di lei, lo so alla perfezione, e saranno cazzi miei se la voglio perdere, saranno affari miei se ci starò male” disse in modo ostile mentre si infilava lo zaino in spalla, sperando di aver messo un punto a quell’inizio di discussione.

“Sono affari di tutti! Se uno di voi fa danni ne risentiamo tutti!” disse Jin sempre più paonazzo in faccia e sulle orecchie.

“Allora cosa vuoi? Che nessuno di noi faccia nulla, che non provi a vivere? Hyung a te è andata bene con Yuri, sei felice, hai la relazione perfetta con la principessa perfetta. Devi capire che io non sono te e non avrò mai questo. Sai il perché? Non lo voglio, non voglio la perfezione. Molto probabilmente anche Jungkook non vuole la stessa cosa” sbuffò passandosi una mano tra i capelli scompigliandoli.

“Quindi hai deciso di tornare a inseguire Isabel? E Suran?” chiese provocandolo con una espressione sdegnata in viso.

“Non ho detto questo, ho intenzione di scoprire se Isabel stia bene e basta, lo so che non mi ci posso avvicinare e che lei non vuole. Non puoi realmente pretendere che se la vedo io non impazzisca. Per quanto riguarda Suran non sono affari tuoi” disse in modo secco, facendo dei passi verso di lui.

“Quindi rimarrai in eterno innamorato di Isabel e prenderai in giro Suran!” gli urlò contro.

“Aigoo, basta ragazzi, non litigate” provò ad intromettersi Tae alzandosi in piedi, ma Hoseok lo tirò per la felpa facendolo sedere di nuovo e facendo no con la testa.

“Ti ripeto sono cazzi miei, lasciami perdere e lascia in pace Jk, quando vorrà parlare di quello che sta succedendo allora, ne parlerà ognuno di noi ha i suoi tempi”

“Incomincia ad assomigliarti” disse Jin con una smorfia.

“Okay, dai la colpa a me dei suoi comportamenti se ti fa stare meglio” disse con una risata ironica.

“Dovresti essere d’esempio per i più piccoli!” lo rimproverò Jin mettendo le mani sui fianchi e guardandolo inviperito.

“Aigoo anche tu, ma non mi sembri di gran esempio, soffochi solo le persone” rispose Yoongi stizzito.

“Tu invece le ignori e non fai mai niente per aiutarle, stai lì con la faccia corrucciata e basta!” ridacchiò in modo ironico il ragazzo continuando a scuotere la testa.

“Aigoo, quando torna Yuri? Così finalmente ti dai da fare e smetti di rompere?” chiese Yoongi incazzato, avrebbe dovuto fare come Jungkook e andare subito via, invece si ritrovava impanato in una discussione con il più grande.

“Cosa c’entra?” balbettò Jin non capendo perché stesse inserendo la sua ragazza nel discorso.

“C’entra che da quando è partita stai sempre a controllare tutti! Questo è perché ti annoi, Hyung ognuno ha la propria vita, lasciaci respirare”

“Te la stai prendendo con me perché ho detto di lasciar perdere Isabel!” si lamentò Jin.

“Si va bene, è per questo contento?” chiese Yoongi sarcastico sorpassandolo.

“Si… no aspetta! Dove vai? Non ho finito di parlare” disse girandosi a guardarlo vicino alla porta.

“Hyung torna a casa, io ho del lavoro da fare, non ho tempo da perdere con te, sono stanco di questa discussione” disse aprendo la porta con uno scatto e andandosene.

 

“Grazie per il supporto!” disse rivolto a Namjoon, sbuffando e andandosi a sedere sulla panca imbronciato.

“Aigoo, cosa vuoi ora da me?” disse il leader guardandolo torvo.

“Che mi aiutassi a farli ragionare” disse a rimprovero.

“Non credo sbagli, ci stai spesso con il fiato sul collo, beh no a me, ma agli altri si specie ai più piccoli o a Yoongi Hyung. E mi dispiace dirtelo, ma ognuno di noi ha la propria vita e penso sia giusto che facciamo le proprie esperienze e che ci prendiamo anche il rischio di sbagliare” disse serio alzandosi in piedi, Jin fece per ribattere ma Namjoon lo fermò alzando la mano “Devo andare anch’io in studio, fine discussione” disse prendendo la sua borsa e difilandosela da lì.

“Direi che è meglio se andiamo a casa” disse Hoseok per rompere il silenzio che era appena calato nello spogliatoio.

“Tu dai ragione a me vero?” chiese Jin guardandolo.

“Aigoo, hyung… mmh io penso che poiché sei il più grande, ti senti responsabile per noi, e a volte se facciamo degli errori pensi sia colpa tua, quindi diventi leggermente duro con noi perché lo sei con te stesso. Il fatto è: che se commettiamo errori non è colpa tua, siamo noi responsabili della nostra vita. E sicuramente non vogliamo essere un peso per te. Penso che Yoongi la pensi così” disse Hoseok serio, tamburellando con un piede a terra un po’ a disagio.

“Ha ragione Hoseok hyung, dovresti preoccuparti un po’ di meno, alla fine ce la caviamo bene. Abbiamo i nostri momenti ma poi si superano.” annuì serio Tae.

“Jimin? Tu sei dalla mia parte vero?” chiese guardandolo sperando di avere almeno lui.

“Ehm… io sono convinto che ci sia qualcosa che non vada in Jk è sospettoso, sparisce sempre” disse agguerrito il ragazzo.

“Io penso che tu sia solo geloso” disse Tae con le braccia incrociate scuotendo la testa.

“Non sono geloso! Sono preoccupato!” disse Jimin lamentandosi e attaccandosi al suo braccio.

“Immagino che non torneremo a casa e che vorrai seguirlo per tutta l’agenzia” sbuffò Tae.

“OMO! È un’ottima idea! Jin-hyung tu sei stanco, vai a riposarti con Hoseok hyung a casa! Ci pensiamo io e Tae al più piccolo!” sorrise raggiante Jimin.

“Cosa? Io scherzavo! No dai!!!” si lamentò Tae, guardandolo con orrore.

“Io non sono stanco! Voglio scoprire cosa combina” disse sempre più agguerrito con una luce brillante negli occhi.

“Aigoo… ma perché devo fare sempre io il secondo investigatore!” esclamò Tae scuotendo la testa, lamentandosi.

“Che cosa vuol dire?” chiese Jimin non capendo, grattandosi la testa confuso.

“Tu e Jungkook siete uguali, bisticciate per questo motivo. Entrambi vi preoccupate l’uno per l’altro, ed entrambi siete gelosi, poi nascondete le cose, e chiedete a me di investigare con voi” si lamentò Tae con tono lugubre.

“Beh si, un po’ uguali lo sono” disse Hoseok “Hai dimenticato che vengono da Busan tutti e due!” cercò di smorsare la tensione Hoseok non riuscendoci poi molto.

“Quindi ci pensate voi due e noi possiamo andare via?” chiese Jin scettico.

“Si hyung! Non pensare a Tae, tanto viene con me” disse Jimin alzando il pugno al cielo mentre Tae tornava a sedersi sulla panca e si prendeva la testa tra le mani. Si ritrovava sempre nelle stesse situazioni, sicuramente avrebbe fatto di nuovo le scale a piedi e avrebbe girato per tutta l’agenzia per cercare Jk nascosto chissà dove, così come aveva fatto in passato girando per tutto un Hotel per cercare Jimin per colpa di Jk.

“Bene, allora andiamo a casa, beviamo qualcosa, Hoseok ho bisogno di far andare via la rabbia che ho accumulato per colpa di Yoongi e Jk”

“Aigoo… e ti lamenterai di loro immagino?” disse Hoseok scuotendo la testa “Tae fai a cambio con me?” chiese con le mani giunte mentre V alzava il capo e spalancava gli occhi impaurito “No…. Mi tengo Jimin, anche se una birra aiuterebbe” disse con tono affranto.

“Dai ci divertiremo!” disse Jimin invece sedendosi sulla panca e abbracciando l’amico.

“Non c’è niente di divertente nel farsi le scale a piedi e girare ogni piano dell’agenzia sapendo già che non lo troveremo mai” disse con il muso Tae.

“Prendiamo l’ascensore… non faccio le scale io”

“In questo ti differenzi da Jk, quella peste mi fece fare tutte le scale di un Hotel per spiare te” disse sbuffando.

“Eh? Che cosa è questa storia?” chiese Jimin incuriosito.

“Ahahahah, ecco perché dici che sono uguali hai ragione, Jk ha provato a spiare Jimin in tour” rise Hoseok.

“In questi momenti mi manca Noona, lei avrebbe preso il mio posto nei vari spionaggi. Sicuramente avrebbe saputo cosa ha Jk, molto probabilmente avrebbe calmato Jin Hyung distraendolo, e Yoongi non sarebbe in questo stato” disse con tono affranto V gelando tutti e tre i ragazzi nella stanza.

“Si… probabilmente lei sarebbe stata la valvola di sfogo di tutti” disse Hoseok consapevole con una faccia triste.

“Si, ma lei non è qui, quindi dobbiamo pensare noi a noi stessi!” disse Jin duramente sentirla nominare peggiorava il suo cattivo umore “Andiamo a casa, basta parlare di Isabel” disse arrabbiato prendendo lo zaino.

“Buona fortuna Tae ne avrai bisogno” disse Hoseok guardando Jimin che fece una faccia perplessa “Anche a te Hyung ne avrai bisogno” disse Tae sconsolato.

“Aigoo, non fare quella faccia, dai è per un buon motivo” disse Jimin.

“No che non lo è, se ti becca Jk non ti parlerà più” disse Tae.

“Mmh non credo, perché potrò dirgli che ha fatto lo stesso con me! Avviamoci sarà già lontano, e ne approfitto per farmi dire questa storia di Jk che mi ha spiato in tour” disse sorridendo ampliamente.

“Perché? Perché a me” si lamentò Tae scuotendo la testa ,affranto mentre Jimin sorrideva e lo tira per una mano per farlo alzare e incominciare lo spionaggio segreto.

 

STUDIO NAMJOON

Namjoon si trovava in piedi al centro del suo studio e guardava Jisoo seduta sul divano che singhiozzava, non avrebbe mai pensato di vederla piangere in quella maniera.

“Per favore non fare così” provò a dire lui confuso dalla situazione, non capendo perché la donna stesse realmente piangendo tanto.

“Sei serio?” esclamò lei “ Mi ha minacciata!” urlò isterica.

“Secondo me hai frainteso, non è da lei farlo..” provò a dire Namjoon, stranito dal tutto, gli sembrava strano che Isabel avesse realmente minacciato Jisoo.

“Non ho frainteso. Ti dico che l’ha fatto. Ha detto che sarebbe andata da mio marito se non avessi chiuso con te!” insistette lei, mentre continuava a essere scossa dai singhiozzi.

“Isabel non si è mai intromessa nelle nostre vite, non vedo perché dovrebbe farlo ora. Io penso che non vi siate capite” disse lui sembrando sempre più sbigottito dal sentire una cosa del genere. Isabel che minacciava di andare dal marito di Jisoo sembrava assurda come cosa.

“Invece lo fa… ha detto che mi avrebbe fatto perdere anche il lavoro perché dannosa per te, che avrebbe convinto Pd-nim!” continuò lei a ribadire.

Continuò a piangere seduta sul divano abbassando il capo.

Aveva un po’ esagerato lo sapeva bene, ma aveva il terrore che quella ragazza le rovinasse la vita. Aveva anche i suoi buoni motivi per essere terrorizzata da lei.

 

Namjoon continuava a guardarla incredulo, non era da Isabel un comportamento del genere, lei non minacciava le persone, lei faceva credere di essere stronza, ma non lo era davvero.

“Non credo ci siano rischi… se l’ha fatto, era solo per proteggermi” provò a dire lui scettico di tutto.

“Scherzi? Namjoon tu non l’hai vista, faceva paura, non sembrava scherzare o far finta!” gli andò contro lei scuotendo il capo, avrebbe tanto voluto il suo sostegno invece Namjoon continuava a ribadire che era tutto okay.

Era sola, e sempre lo era stata.

Nessuno era in grado di proteggerla.

 

Namjoon si zittì e chinò il capo, continuando a non voler credere a quello che gli stava riferendo, era impossibile che Isabel fosse diventata così stronza.

“Non ti fidi di me?” chiese lei guardandolo triste.

“Non è questo…” balbettò lui, non c’entrava la fiducia, il problema era che non capiva come fosse possibile una cosa del genere.

“Sei innamorato di lei!” lo accusò con gli occhi ricolmi di lacrime, alzandosi in piedi.

“No! Non sono innamorato di lei! No!” urlò Namjoon esterrefatto, si avvicinò alla donna prendendole le mani tra le sue.

“Allora perché dovrebbe minacciarmi in quel modo? Perché dovrebbe farlo, l’unica ragione è perché avete avuto una relazione!” esclamò lei scuotendo il capo, non voleva che fosse vero, ma ormai lo pensava.

“Non ho avuto una relazione con lei! Lo sapevi che ero fidanzato con Bo-ra!” esclamò lui.

“Prima di Bo-ra?” chiese lei non credendoli.

“Nessuna… lo giuro!”

“Io… non credo che dovremmo continuare è troppo rischioso, tu non hai visto il suo sguardo. Sembra anche una persona potente.” Disse lei sembrando realmente impaurita.

“Io… non voglio finirla, penso che sia meglio non parlare mai più di Isabel. Ti prometto che non la cercherò più e se dovessi vederla farò finta di nulla.” Provò a dire lui guardando Jisoo con far protettivo.

“Ho paura.. Namjoon, io non credo di poter continuare” sussurrò lei asciugandosi le guance con le mani.

Namjoon si sentiva tremendamente scosso nel vedere Jisoo in quello stato di fronte a lui. Sentiva solo di volerla proteggere da chiunque e da qualunque cosa. 

Sentiva come se lei avesse bisogno di un qualcosa del genere.

“Ti prometto che non succederà nulla, io ti proteggerò, lei non ti farà del male.” disse lui prendendole il viso tra le mani e guardandola fissa negli occhi.

“Ci tengo a te, non voglio che finisca. Ti credo ciecamente” disse lui sembrando convincente.

Si guardarono in silenzio per un attimo, lui cercando di sembrare molto rassicuramene e lei sembrando insicura da tutto.

Con dolcezza Namjoon le continuò ad accarezzare il viso.

“Non voglio perderti” disse con voce leggera, si avvicinò di più al suo viso e la bacio.

 

Decise di spegnere il cervello e non pensare a noona.

Così mise tutto quel fattaccio in uno spazio remoto del suo cervello, chiudendo con quel capitolo.

Isabel non avrebbe fatto mai più parte dei suoi pensieri, come non faceva parte della sua vita.

La cosa giusta era decidere di credere in Jisoo.

Era l’unica cosa da fare, o avrebbe perso quella donna, la donna per cui stava rischiando tutto e per cui molto probabilmente si stava innamorando.

Continuarono a baciarsi, facendo pace così, tutto sembrava risolto.

Quell’incontro con Isabel sarebbe stato solo un brutto ricordo.

 

Improvvisamente bussarono alla porta.

Namjoon si allontanò da lei in un lampo, le appoggiò una mano sulla bocca per evitare che lei parlasse, le fece segno di tacere.

Guardò la porta, pallido in faccia, con la paura in corpo di essere beccato da qualcuno dei suoi amici, ancora non si sentiva pronto a raccontare tutta quella storia.

Non era pronto a confidarsi con qualcuno.

Continuò a fissare la porta con terrore, sperando che chiunque fosse probabilmente a non sentire risposta sarebbe andato via.

Sentì le sue labbra muoversi sotto la sua mano, ma lui insistette nel premere di più per non farla parlare continuando a guardare la porta, colmo di paura.

 

La porta si aprì da sola.

Namjoon si ritrovò a impallidire sempre di più, si diede del cretino da solo poichè si era completamento dimenticato che i suoi amici erano al coerente della password e che se non rispondeva, loro entravano lo stesso.

Tolse velocemente la mano dalla bocca di Jisoo allottandosi da lei cercando di ritrovare il suo solito e imperturbabile contegno e cercando di pensare velocemente a quale scusa potesse usare per spiegare il perché la segretaria di Pd-nim si trovasse nel suo ufficio.

La porta si richiuse mostrando una ragazza con un berretto nero da cui fuoriuscivano ciocche nere dei capelli tagliati corti, gli occhi scuri della ragazza lo osservavano e la sua bocca mostrava un ghigno.

Aveva una tutta nera, un parka nero aperto e una mascherina del medesimo colore in mano, se avesse avuto anche un paio di occhiali scuri, sarebbe stata scambiata per una normalissima trainer dell’agenzia o una qualunque ballerina.

Erano gli occhi a tradirla.


Angolo dell’autrice:

Scusate se non ho pubblicato ieri, ma non avevo revisionato, il capitolo era pronto.

È un po’ più lungo ma anche i prossimi lo saranno dato che sono presi da Maybe e ritoccati.

Che dire iniziamo con una litigata tra il gruppo o più che altro tra Jin e Yoongi che bisticciano parecchio.

La fidanzata di Jin penso sia stata menzionata in un altro capitolo.

Per quanto riguarda lo spionaggio fatto da tae e Jungkook delle mille mila scale in hotel è risalente a giugno penso, è collegato al fatto che jimin e Jungkook avevano litigato per una ragazza, è stato menzionato questo fatto qui nella fanfiction quando Yoongi legge le lettere di Isabel, e quando tutti inizialmente parlando delle loro varie relazioni. 

C’è la questione anche di Jkey che spiegherò anche in questo volume, perché se no sembra che manchi qualcosa!

Alla fine abbiamo Jisoo piangente che esagera un po’, ma questo perché ha paura di rischiare qualcosa.

Namjoon anche se dubbioso inizialmente decide di credere a lei ed eliminare Isabel dai suoi pensieri.

La porta si apre… tadàà si sa chi è!

Il prossimo capitolo è un extra su Jungkook e forse anche su Jimin e Taehyung, forse perché non scritto quel pezzo XD bacii a domenica!

 

 

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Capitolo 25
*** CAPITOLO 25: MAKNAE LINE ***


CAPITOLO 25: MAKNAE LINE
12 GENNAIO 2017 SERA
Si chiuse la porta alle spalle sospirando, cominciò a camminare per il corridoio, leggermente indeciso sull’andare veramente a dire tutto ai suoi compagni oppure no.
Era da fine novembre che questa ragazza si appostava ovunque, se l’era trovata anche al solito chioschetto di Tteokbokki, dove andava a fare rifornimento e anche al Kombini vicino casa dove faceva carico di Ramen istantaneo o dove andava per le necessità. Era addirittura arrivata a provare a rubargli il telefono incappucciata in metro, facendoli prendere una paura assurda.
Così aveva deciso di non andare più in quei posti, di non prendere più la metro e solo la macchina.
Niente di tutto ciò aveva funzionato, non riusciva ad evitarla, lei sapeva tutti i suoi movimenti e l’aveva anche vista a tutti gli eventi di dicembre a cui aveva partecipato.
A un certo punto, si era incominciato a dare del cretino dicendosi: che forse fosse solo una sua impressione, che non ci fosse realmente nessuno a seguirlo. Aveva pensato di essere impazzito, che molto probabilmente stesse solo esagerando, che la stanchezza, lo stesse portando a vedere cose del genere.
Si era rassicurato in quel modo cercando di non entrare in ansia fino a quando non gli era arrivato il primo messaggio.
Alla fine lei era riuscita, non si sa come, a trovare anche il suo numero di telefono e i messaggi erano cominciati ad arrivare, lui aveva subito bloccato il numero, ma poi erano arrivati altri messaggi e chiamate da altri numeri differenti.
Il panico aveva preso il sopravvento, ogni volta che il telefono squillava, saltava in aria, ciò lo aveva portato a tenere il telefono sempre più spento.
A dicembre dopo la vittoria dei Mama avevano avuto un giorno di pausa, i manager avevano detto che potevano meritarselo, come al solito  Jimin e Tae gli avevano chiesto di uscire con lui. Aveva rifiutato sentendosi troppo impaurito, dicendo di avere da fare e che doveva uscire da solo, invece si era chiuso in camera e lì nel buio più totale aveva acceso il suo telefonino ed era rimasto a guardare tutti quei messaggi tremando e piangendo, solo nella paura più totale.
“Oppa! Ti amo!”
“Oppa oggi ti ho visto, tu mi hai vista? Ti ho fatto un cuore con dita!”
“Oppa la prossima volta che vai al Kombini prendiamo il ramen insieme e lo mangiamo!”
“Oppa mi manchi! Io ti manco? Sono sicura di si!”
“Oppa ma non prendi più la metro? Mi piaceva guardarti assorto nei tuoi pensieri, una volta ti sei addormentato, quanto eri tenero, sono riuscita anche ad accarezzarti una guancia!” 
“Oppa ti ho mandato dei regali spero tu li abbia graditi! Con tanto amore!”
“Oppa farò in modo che non mi dimenticherai mai! Questa è una promessa”
 
Oltre quei messaggi, aveva cominciato a scorgere una macchina che lo seguiva, quindi aveva iniziato a distanziarsi dagli altri e a muoversi senza di loro, a fare ritardo e a rimanere ore in più in agenzia, per potersi spostare da solo con più calma e per fare giri assurdi con la macchina per seminarla.
Avevano incominciato tutti a insospettirsi, accusandolo che avesse una relazione o stesse combinando qualche guaio, in special modo Jin e Jimin, e lui si innervosiva sempre di più, prometteva di mantenere la calma, per non arrabbiarsi con i suoi amici e così si ritrovava sempre di più ad evitarli.
La situazione per lui stava diventando ingestibile, aveva bisogno di confidarsi, ma era terrorizzato a farlo, aveva la certezza che avrebbero incolpato lui, insinuando che forse era possibile che fosse stato lui a istigarla.
Aveva provato a parlare con Tae ma alla fine si era tirato indietro, intuendo che ogni tanto il ragazzo stesse ancora male per la perdita della nonna e non aveva osato ammorbarlo per i suoi problemi.
Non aveva più idea di cosa fare, la situazione sembrava diventare sempre più ingestibile e la sua ansia aumentare.
Così qualche giorno prima del Gayo festival preso da un momento di puro coraggio, si era deciso ad andare direttamente dal manager e spiegargli la situazione in privato, facendoli vedere i messaggi e la foto della targa della macchina che ogni tanto lo seguiva. Si era ritrovato solo con il suo manager a raccontare tutto, con un filo di voce, gli occhioni stracolmi di lacrime. Aveva pianto come un bambino dicendo di essere esausto di avere paura, di non sentirsi al sicuro, stremato, senza più forze a sostenerlo. 
Il manager non aveva avuto neanche la forza di rimproverarlo, per non aver detto niente, anzi era stato comprensivo ed aveva agito immediatamente, si era messo in contatto con Pd-nim ed insieme avevano discusso di tutta la faccenda. Nonostante le buone intenzioni di tutti, però la soluzione, ancora non si era trovata, almeno così gli era stato appena riferito sia il manager, che pd-nim che aveva provato a cercare un investigatore privato e a breve avrebbe avuto notizie migliori. Gli avevano anche consigliato di parlarne con il gruppo, perché i manager avevano intuito una certa tensione da parte sua.
Così Jungkook si ritrovava in quel momento a dirigersi verso il corridoio dove c’erano i vari studi, pronto a parlare con uno dei suoi hyung e a raccontarli tutto.
Si fermò al centro del corridoio, guardando prima a destra verso la porta del Mon studio che aveva la luce accesa e poi a sinistra verso la porta del Genius Lab anche essa con la luce accesa.
Guardò le due porte indeciso, non sapeva bene con chi confidarsi per primo.
La porta del Genius lab si aprì all’improvviso e Jk si voltò a guardare Yoongi sorridendo a disagio. 
“Yah ragazzino! Come mai qui?” sorrise affabile Yoongi.
“Ti disturbo per caso?” chiese Jungkook lasciando che il destino scegliesse per lui lo hyung con cui si sarebbe dovuto confidare.
“No, certo che no, volevo andare a prendere degli snack alla macchinetta qui vicino, hai fame? Vieni con me?” chiese sorridendo Yoongi chiudendosi la porta alle spalle e mettendo le mani nelle tasche del pantalone.
“Si Hyung vengo con te” abbozzò anche lui un sorriso.
“Finito l’impegno che avevi?” chiese Yoongi mentre camminavano diretti alla sala ristoro con le macchinette.
“Si, ho concluso, ero quasi del tutto convinto che tu fossi rimasto” disse “Lavorato a qualcosa?”  chiese incuriosito.
“No, a niente… non stavo lavorando, non mi andava di tornare a casa con Jin hyung, alla fine ci ho litigato anche io…” disse ridendoci su  “Comunque ero rimasto a cercare notizie su Isabel, non c’è niente di un suo possibile ritorno, solo l’intervista di inizio gennaio per l’orfanotrofio” disse facendo spallucce, continuando a camminare nel corridoio con le mani perennemente in tasca, cercando di mostrarsi più rilassato possibile.
“Mmh, capisco” disse titubante Jungkook guardandolo con sospetto, essendo comunque già a conoscenza del fatto che Yoongi avesse provato a cercare Isabel su internet per avere info.
“Stai per dirmi di lasciarla perdere?” ghignò dandoli una leggera spinta scherzosa.
“No Hyung, penso di avertelo detto troppe volte” disse, scuotendo la testa sorridendo.
“Non la cercherò…non andrò di persona da lei, non ho mai avuto il coraggio di farlo, pensavo sempre che avrebbe potuto avere ripercussioni. L’ultimo giorno che l’ho vista aveva un livido sulla guancia e il labbro rotto. Mi ha detto che si era fatta male nulla di che” disse lui mentre ripensava a quel giorno, sfilando una mano dalla tasca e portandola in testa per scompigliarsi i capelli a disagio.
“Le hai creduto?” chiese incerto lui.
“No… ma avevo paura a fare qualunque cosa, quando mi disse dell’investigatore, di doverci allontanare per un po’, non ne ero convinto, ma l’ho lasciata fare… forse una parte di me ha sempre avuto il terrore che il padre le facesse del male” cominciò a confidarsi lui.
“Non la cercherai quindi?” chiese di nuovo, sperando in un: no come risposta.
“No, ma se la vedo nessuno, m’impedirà di fermarla e di fare il pazzo anche solo per poterla guardare in viso per due secondi e specchiarmi nei suoi occhi scuri” disse mentre chiudeva un attimo gli occhi per poter immaginare quelli della ragazza.
“Sembri più tranquillo ora” disse Jungkook osservandolo bene “Intendo, rispetto a quando eravamo in ascensore, Hyung sembravi impazzito”
“Lo so, mi fa perdere qualunque tipo di ragione se la vedo. Penso che questo sia l’amore, ma è anche per amore che mi trattengo a non andare a cercarla e a riprenderla anche se vorrei farlo” disse sorridendo.
“Siamo arrivati prendo questi?” chiese indicando degli snack e il latte alla banana all’interno della macchinetta e Jungkook sorrise annuendo, felice di avere quel momento privato con il suo Hyung. Yoongi prese il tutto e passo i pacchetti al ragazzo “Torniamo nel mio studio mangiamo lì, poi andiamo a casa ti va?” sorrise gentile. 
“Hyung devo dirti una cosa… ma te la dico nello studio” disse titubante guardandosi le mani che stringevano il pacchetto di snack, mentre pensava di nuovo al fatto che dovesse confidarsi con lui, ed era lì per quello.
“Va bene, il tuo favoloso Hyung è qui per ascoltarti!” esclamò Yoongi e poi lo spinse scherzosamente con il suo corpo e Jungkook abbozzò un sorriso timido, sentendosi al sicuro con lui.
Tornarono nello studio e Yoongi chiuse la porta poi si sedette sul divanetto insieme al ragazzo che continuava a guardarsi le scarpe a disagio, era arrivato il momento di confidarsi.
“Non fare quella faccia, e smettila di guardare a terra, sei con me! Io sono quello che fa più guai in questo gruppo e che ha combinato più casini, puoi parlare con me” disse con una risata scompigliandoli i capelli con far affettuoso.
“Hyung… c’è una tizia che mi segue da mesi, e che mi manda messaggi… per questo ho cambiato numero, non si era smagnetizzata la scheda, è per questo che rimango più tempo qui in agenzia e dico che ho sempre da fare per non tornare con nessuno di voi, cerco di tornare da solo per seminarla a volte mi segue con la macchina” disse in modo frettoloso, balbettando leggermente, e puntando i suoi occhioni sul suo hyung, in cerca di sostegno, mentre si mordeva leggermente il labbro inferiore.
“Cazzo! C’è una tizia che ti perseguita! Io amo le nostre fan, ma alcune diventano malate! Cazzo se la becco che ti fa del male l’ammazzo, alcune diventano moleste, ricordo quando Jimin ci ha raccontato che hanno fatto cadere per le scale Kai e poi l’hanno incominciato a toccare a terra in modo inopportuno, si sono pure scagliate contro Baekhyum che cercava di aiutarlo! Pazze malate!” urlò Yoongi incazzato nero, alzandosi in piedi di scatto, se avesse incontrato quella ragazza, probabilmente non si sarebbe riuscito a contenere.
“Non sei arrabbiato con me? Non pensi che io possa averla istigata?” chiese lui incerto con gli occhi lucidi.
Yoongi lo guardò sbalordito e si risedette immediatamente sul divano appoggiando le mani sulle spalle del ragazzo e intuendo immediatamente il vero problema di Jungkook, motivo per il quale non si fosse ancora confidato con nessuno di loro.
“Perché dovrei? Aigoo! Non l’hai detto perché pensavi ti incolpassimo, non è colpa tu, se una ti perseguita!” disse con decisione, incominciando a rimproverare Jin nella sua testa e a dare la colpa a lui, se il piccolo di casa aveva quel pensiero era sicuramente colpa del più grande, e tutto ciò doveva finire subito, questa volta ci avrebbe pensato lui.
“Mi hanno detto la stessa cosa, il manager e pd-nim, mi hanno detto che dovevo dirvelo, ma Hyung io avevo paura” disse impacciato.
“Aigoo, ragazzino stavi affrontando tutto questo da solo?” chiese guardandolo preoccupato, per poi tirarselo vicino e abbracciandolo d’istinto.
“Mi dispiace per questo casino” disse lui tirando su con il naso e staccandosi dal suo hyung a disagio.
“Ehi non devi dispiacerti non è colpa tua! E non ti azzardare a piangere”
“E che mi sento meglio, ora che ho il tuo sostegno” disse lui tirando su con il naso.
“Sai che ti dico, andiamo a prendere Namjoon che è rimasto qui, lo stacchiamo dal lavoro e prendiamo un po’ di birre e andiamo a bere vicino al fiume e raccontiamo tutto al leader” disse sorridendo provando a cambiare umore per non farlo piangere.
“E se quella ci segue?” chiese lui incerto.
“Ah… tu non ti preoccupare, lascia fare a me, so guidare peggio di Isabel quando voglio” ghignò lui mentre si batteva la mano sul petto.
“Noona l’avrebbe sicuramente seminata!” rise il più piccolo e Yoongi gli riscompigliò i capelli con affetto per poi fermarsi al suono del telefono e prenderlo per controllare chi fosse.
“Aigoo è Suran” disse con una smorfia lasciando il telefono sul divano.
“Non rispondi?” chiese Jungkook.
“Le avevo detto che se finivo presto oggi ci saremmo potuti vedere” disse grattandosi la testa.
“Ah.. tranquillo, vai pure da lei non preoccuparti” provò a fare un sorriso incerto il ragazzo.
“Ma cosa! Ti ho promesso una birra! E voglio passare la serata con il mio fratellino! Incomincia ad andare da Rapmoster, io chiamo Suran e le dico che non posso, vorrei non chiamarla ma le donne… ahhhh.. si aspettano sempre disponibilità, se non rispondo o non la chiamo probabilmente domani mi scrivere qualcosa del tipo sei sparito bla bla bla….” Disse ridendo.
“Hyung! Non dire così” disse ridendo in imbarazzo Jungkook.
“Ma è così, sanno essere appiccicose, poi Jin si domanda perché io ami Isabel, lei non lo era mai, appiccicosa intendo! Vabbè che aveva altri pregi”
“Quindi vado da Rapmon e poi mi raggiungi?” chiese Jungkook.
“Si si, chiamo, chiudo qui… poi vediamo che devo fare? Ah si pipì! E vi raggiungo, se vuoi incominciare a spiegare qualcosa a Namjoon, fai pure anche senza di me, se non te la senti, allora aspetta me!” disse ridendo.
“Va bene Hyung, preferisco aspettarti!”
“Perfetto vai, che chiamo Suran o se no…. Ecco mi è già arrivato un suo messaggio, vediamo che dice? Ti ho provato a chiamare non rispondi, ancora a lavoro? Mi manchi e ci sono sette cuori.. aigoo quanti” disse con la faccia schifata.
“Hyung ma se non ti piace forse dovresti lasciarla?” provò a dire.
“Non è che non mi piace e che… boh troppi cuori!” rise lui grattandosi la testa.
“Io vado, ti lascio ai tuoi cuori, ci vediamo da rapmon!” disse Jungkook ridendo del modo di fare del suo Hyung e incominciando ad andare via e chiudendo la porta, lasciando Yoongi che prendeva il telefono con uno sbuffo e incominciava a chiamare.
 
STESSO MOMENTO
Taehyung e Jimin stavano girando per l’agenzia. Jimin aveva un umore pessimo perché non riusciva a trovare Jungkook, Taehyung si trascinava brontolando con l’umore anche peggiore rispetto l’amico.
Odiava essere sempre lui quello costretto a fare cose del genere specie senza aver messo niente all’interno del suo stomaco.
“Fermati!” esclamò di colpo Taehyung.
“Perché?” saltò per aria Jimin guardandosi intorno pensando che ci fosse Jungkook da qualche parte, ma notando solo che il corridoio era completamente deserto.
“Cibo!” urlò Taehyung spalmandosi contro il distributore automatico.
“Ti sembra il momento di mangiare?” trillò Jimin oltraggiato avvicinandosi a Taehyung e guardandolo in malo modo.
“Ho fameeee!” si lamentò Taehyung, spalmandosi contro di più contro il vetro che lo teneva lontano da un marea di bustine con all’interno l’unica cosa che lui bramava avere, cibo.
Jimin afferrò il ragazzo per la vita e cominciò a tirarlo per farlo staccare dal distributore, con scarsi risultati.
“Tae smettila!” Squittì Jimin con voce stridula e strozzata per via dello sforzo immane che stava adoperando per staccare l’amico dall’aggeggio elettronico con all’interno solo una distrazione per lui.
“Fammi prendere cibo! Una barretta, una piccolina!” strillò Taehyung con lo stomaco che brontolava.
“Non è il momento dobbiamo cercare Jungkook, abbiamo una missione!” continuava a tirarlo per la vita Jimin cercando di mettere tutta la sua forza, ma con scarsi risultati Taehyung sembrava come se si fosse incollato alla macchinetta.
“SEI UN DITTATORE!” strillò Taehyung piagnucolando.
Lui voleva solo mangiare qualcosina, era stremato era più da un’ora che girava per l’agenzia in cerca del più piccolo, e sapeva che non l’avrebbero mai trovato.
Tutta quella fatica che stavano facendo era inutile e sembrava una tortura per qualche sbaglio che aveva fatto in una vita passata.
“Taehyung smettila di fare il bambino!” lo rimproverò Jimin sudato in fronte per via dello sforzo che stava facendo.
“Sono stanco, sono tutto sudato, lo stomaco mi brontola, mi fanno male i piedi! Voglio del cibo e TORNARE A CASA!” urlò a pieni polmoni Taehyung, quasi a far tremare le pareti del corridoio.
Jimin per lo spavento, cadde a terra sul proprio sedere. “Ahia!” esclamò.
Taehyung si voltò per guardare Jimin per terra e si tasto le tasche immediatamente in cerca di monetine.
Non aveva soldi con sé, avevano lasciato tutto nello spogliatoio.
“Dammi delle monetine! Ti supplico!” trillò guardando l’amico per terra che continuava a fulminarlo con gli occhi.
“No. Abbiamo una missione!”
“Sei un dittatore! Ho bisogno di cibo! Ho fame!” si lamentò lui scalciando con i piedi.
“Ho io delle monetine” ridacchiò una voce a sinistra dei ragazzi.
Taehyung si voltò a guardare chi fosse che avesse parlato, pensando che dovesse essere solo un angelo.
“Oh” disse sbarrando gli occhi
Jimin voltò leggermente il capo per cercare di capire anche lui chi avesse parlato.
E rimase freddato per terra, per un attimo.  
“Ciao taehyung…” sorrise la ragazza.
“Waoo” esclamò Taehyung non credendo ai suoi occhi, scoppiò in una fragorosa risata e guardò poi l’amico che era immobile per terra.
“Jimin?” sussurrò lei con voce sottile, inclinando il busto lateralmente per osservare il ragazzo a terra mezzo coperto da Taehyung.
Jimin la guardò, mettendola a fuoco e granò gli occhi.
Non poteva essere vero.
Si alzò  di scatto, mettendosi in piedi e fece un inchino veloce per salutare, diventando super formale.
Taehyung lo guardò stranito dal modo di fare dell’amico che salutava la ragazza di fronte a loro come si saltava solo un estraneo
Taehyung tornò con lo sguardo sulla ragazza, inclinando leggermente la testa e aggrottando la fronte. Non del tutto sicuro che fosse lei, dato il comportamento di Jimin e il fatto che la ragazza di fronte a loro era un pochino diversa da quella che conoscevano. La ragazza non aveva più i capelli corti e la frangia a nasconderle gli occhi, era anche truccata e con un outfit completamente differente.
“Yun-hee?” chiese Taehyung leggermente dubbioso che fosse realmente lei, anche perché non doveva per nulla essere lì nella loro agenzia.
“Ciao..” disse lei perplessa dal comportamento strano dei due. 
“Tutto bene? Ti ho sentito urlare ti servono monetine?” chiese gentilemente lei, cercando di trattenere la risata per via del comportamento dei due.
“No, stavamo solo giocando…” disse Taehyung a disagio “No Jimin?” cercò di richiamare l’attenzione dell’amico.
 
Jimin era completamente paralizzato.
Incredulo che lei fosse lì.
Erano passati anni da quando lei era partita per il Giappone.
Avevano provato a mantenere i contatti, ma alla fine gli avevano persi.
Aveva saputo anche che lei si era fidanzata con un idol Giapponese.  
Ora lei era lì di fronte a lui.
Lui era completamente sotto Shock.
Jimin avrebbe voluto parlare, ma aveva la bocca completamente impastata da non riuscire emettere un piccolo suono, proprio non ci riusciva. Voleva solo scappare, aver tempo per ragionare capire.
Taehyung guadò i due, sembrando per la prima volta a disagio.  Entrambi i ragazzi non riuscivano a parlarsi.
Yun-hee sembrava essere in imbarazzo mentre Jimin solo sconvolto.
“Come mai sei qui?” chiese Taehyung, mentre si accostava di più a Jimin cercando di dargli un pizzicotto di nascosto dalla ragazza per farlo parlare.
“Ho cominciato a  lavorare alla Big-hit come interprete.” Disse lei accennando a un sorriso.
“Wao! È grandioso, no Jimin?” provò a dire Taehyung dando una leggera spinta a Jimin.
Jimin riuscì ad annuire solo con il capo, voleva realmente provare a parlare, ma sembrava come se la sua lingua si fosse accartocciata su se stessa, cercando di strozzarlo.
“Si…vi trovo bene, strani come sempre. ” rispose la ragazza ridacchiando nervosa.
“Si! stiamo benissimo! Sempre in forma, No Jimin?” provò ancora Taehyung a parlare per il ragazzo e cercando di farlo parlare a sua volta.
“Noi…” balbettò Jimin, con lo sguardo fisso sulla ragazza.
“Si?” disse con voce candida lei.
“Ehm… dobbiamo andare!” esclamò con voce trillante, finalmente era riuscito a parlare, peccato che aveva detto un qualcosa che non voleva.
 “Cosa?” strabuzzò gli occhi Taehyung.
“Si! andare!” disse velocemente Jimin afferrando il polso dell’amico che lo sguardava confuso.
Taehyung non riuscì a dire una parola, guardò prima il suo polso acchiappato da Jimin, nel momento in cui rialzò lo sguardo per osservare Yun-hee di fronte a lui, si sentì tirare con una forza che non credeva Jimin potesse avere, e venne trascinato via guardando la ragazza dispiaciuto.
“Ciaooo” disse Jimin continuando a tirare Taehyung per un braccio che alla fine si ritrovò a correre insieme all’amico confuso dal comportamento alquanto bizzarro.
 
Angolo dell’autrice:
È un extra, la parte iniziale mi serviva introdurla perché c’è nella storia e si parlerà della questione Jungkook.
Anche se l’ho scritta penso un annetto fa, ormai non tengo più il conto di quando ho scritto cosa, mi piace tanto quel pezzo.
Per quanto riguarda quello finale mi andava di metterlo anche se non mi aggrava tanto come l’ho reso.
Bene scusate per l’assenza della settimana scorsa… spero di riuscire a pubblicare la prossima… scusate ma il lavoro mi sta mettendo a dura prova.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 26
*** CAPITOLO 26 ISABEL KIM pt1 ***


CAPITOLO 26 ISABEL KIM pt1
 
STUDIO NAMJOON
“Ciao” disse Isabel sorridendo sempre più ampliamente, in direzione di Namjoon.
“Cosa?” boccheggiò Namjoon incredulo di trovarla nel suo studio.
“Non mi sorprende il trovarla qui Signora Park” disse la ragazza alzando gli occhi al cielo sembrando infastidita dalla presenza della donna.
“Signorina Kim… co-sa ci fa l-ei qu-i” balbettò tremante Jisoo attaccandosi al braccio di Namjoon che era rimasto immobile ad osservare Isabel.
“Sono venuta a parlare con Namjoon in privato, siccome sta indagando su di me, ho pensato di dargli io direttamente le risposte, pensavo che lei non avesse recepito il messaggio” disse secca Isabel andandosi poi a sedere sul divano dello studio, comportandosi come se fosse casa sua, senza chiedere alcun permesso a nessuno.
“Forse dovresti lasciarci soli” disse poi mentre appoggiava la borsa sul divano e continuava a guardare la segretaria in modo glaciale.
“Io… si certo vado via” disse distogliendo gli occhi da Isabel e guardando un attimo Namjoon in cerca di aiuto.
“Si, forse è meglio se vai” disse Namjoon serio cercando di riprendersi dallo stupore inziale nel vedere Isabel nel suo studio.
“Ci penso io qui” disse secco guardando poi Isabel con aria di sfida.
Era la resa dei conti, dopo un attimo di incredulità nel vederla nel suo studio, Namjoon era finalmente pronto ad avere le sue risposte e anche ad incazzarsi per quello che Isabel aveva detto a Jisoo.
 
Isabel fissò Namjoon rimanendo fredda e distaccata.
 
Jisoo se ne andò chiudendosi la porta alle spalle in silenzio e Namjoon prese posto sulla sua sedia che posizionò di fronte alla ragazza.
 
Entrambi si guardarono indecisi su chi di loro dovesse iniziare.
 
Namjoon si sentiva arrabbiato, ma guardarla in viso lo faceva dubitare sull’emozione che stava provando.
Una parte di sé era pronto ad attaccare Isabel, ma un’altra parte di sé, invece avrebbe solo voluto far finta di nulla e abbracciarla, dirle che andava tutto bene e parlare dell’ultimo libro che aveva letto.
Avrebbe voluto fare come ai vecchi tempi, perdersi nel suo passato insieme a lei.
Non poteva.
Non poteva lasciarsi andare ai bei ricordi.
Quello non era il passato, era il presente e lui aveva l’opportunità di discutere con lei e mettere le cose in chiaro.
“Dovresti cambiare la password, per evitare che qualcuno entri e ci interrompa” disse secca Isabel sembrando fredda e impassibile.
“Paura che venga Yoongi?” Namjoon le rispose con aria di sfida alzando un sopracciglio e con una risata amara a fine frase.
“Vorrei non incontrarlo, sono qui solo per te” disse lei piccata togliendosi il berretto dalla testa e poggiandolo sulla borsa nascondendo la mano tremante e togliendosi anche il parka.
“Perché? Perché hai deciso di venire a rispondere alle mie domande?” chiese Namjoon incredulo, ridendo nervoso.
“Perché ho saputo che usi quella donna per avere informazioni su di me, Pd-nim mi ha informato” disse lei alzando leggermente il mento e accavallando le gambe appoggiandosi le mani sopra.
“Io non uso nessuno, non sono come te” disse Namjoon incrociando anche lui le braccia al petto irritato dal suo tono.
“Aigoo, lo sapevo io!” sbuffò Isabel, scuotendo la testa leggermente, tornando pian piano a essere quella di un tempo. 
“Che cosa sai tu?” chiese Namjoon guardandola torvo storcendo la bocca.
Cosa mai poteva sapere, lei che ormai non faceva più parte della sua vita e che doveva essere come un’estranea per lui.
“Che ti sei preso una cotta per quella donna, come ti è venuto in mente!” rimproverò lei sbuffando e guardandolo come se fosse impazzito.
“Cosa?” trillò lui incredulo incominciando a perdere sempre di più la pazienza.
“Non sono affari tuoi questi, la mia vita non ti riguarda, come anche quella degli altri.” Disse secco.
Lei si trovava nel suo studio, si era presentata senza alcun invito e ora lo stava anche rimproverando.
Era una cosa inaudita, proprio da non crederci.
“Namjoon è sposata! Più grande di te e più furba di te! Potrebbe rovinarti! Potrebbe rovinare la tua carriera! E anche quella degli altri!” esclamò sbuffando e agitandosi sul divano gesticolando con mani.
“Non sono affari tuoi! Ho tutto sotto controllo! Non hai il diritto di farmi la predica!” urlò lui in pieno scoppio di rabbia, facendola bloccare seduta.
“Okay… hai ragione non c’è bisogno di urlare, perché sei tanto arrabbiato?” disse lei sembrando preoccupata da quella reazione. Isabel si alzò in piedi, mettendo le mani di fronte a lei in segno di resa e muovendole leggermente.
 “Perché sono arrabbiato? Lo chiedi? Anche se lo sai!” continuò lui ad aggredirla, sempre con lo sguardo stupito.
Non riusciva a credere a quanto tutta quella conversazione fosse così surreale.
“Okay… va bene” disse lei cercando di rimanere calma, vedendo la rabbia del leader aumentare e sperando che lui si calmasse.
“Posso essere al coerente del perché sei incazzato con me, specie dopo l’ultima lettera che ho scritto a Yoongi e per tutto quello che ho fatto. Capisco perché tu voglia investigare, ti preoccupi per Yoongi. Lo comprendo quindi chiedi pure, così che io possa risponderti e andare via” disse lei provando ad essere accomodante con la speranza che si calmasse, e sperando di poter concludere subito quella conversazione.
“Non ho niente da chiederti, non importa più” rispose arrabbiato.
“Ah.. capisco” disse lei pur non capendo il perché di quell’atteggiamento “Hai ragione ho sbagliato a venire qui, non so perché io l’abbia fatto” disse lei provando a prendere la borsa, per potersene andare.
 
Namjoon si alzò anche lui di scatto e le bloccò il polso tirandola a lui.
Si trovarono tanto vicino.
Lui la guardò fissa negli occhi, con il viso contratto per via della rabbia. 
“Tu non vai da nessuna parte!” disse lui arrabbiato, stingendole il polso.
“Io… tu non puoi impedirmelo!” disse lei incredula, tremando con la voce.   
“Invece si! Non ho finito! Non sono incazzato per la lettera di Yoongi, sappiamo tutti che l’hai fatto per tenerlo distante, sappiamo che ti sei vista con Hoseok!” urlò lui.
“Allora perché sei incazzato?” chiese lei, non capendo e cercando di farli mollare la presa scuotendo il braccio e non riuscendoci.
“Come ti sei permessa di andare da Jisoo a minacciarla!” urlò arrivando al nocciolo della questione.
Il problema era che aveva minacciato la sua donna, intromettendosi nei suoi affari. Non si sarebbe mai aspettato da parte di Isabel un tradimento del genere, un modo di agire così subdolo.
“Cosa?” chiese lei stranita spalancando la bocca, “Che cosa ho fatto io?” chiese lei di nuovo non capendo di cosa lui stesse parlando, con la faccia che mostrava puro stupore.
“L’hai minacciata!” urlò senza minimante soffermandosi sul fatto che lei fosse basita e lo stesse anche dimostrando con le espressioni del viso.
“Non l’ho minacciata, le ho ricordato che non doveva divulgare informazioni su di me e sui miei incontri con Pd-nim, solo questo” disse in modo scettico, sbattendo un paio di volte gli occhi non capendo di cosa realmente stesse parlando Namjoon.
“Giusto perché nessuno deve sapere qualcosa su di te, sei tanto importante che la gente, deve mentire per te e sotto minaccia!” urlò lui attaccandola usando un tono sarcastico e rafforzando la presa sul suo polso quasi a farle male.
“Mentire sotto minaccia? Ma di cosa stai parlando, io non ho minacciato nessuno” boccheggiò lei.
Lui la guardò con odio.
“Non mentire Isabel lo so! Hai detto a Jisoo che se non mi lasciava l’avresti rovinata!” Le urlò in pieno volto “Come ti sei permessa a minacciarla? Come ti permetti a intrometterti nella mia vita amorosa? Sei un’ipocrita! Tu puoi fare qualunque cosa, io non posso neanche indagare su di te che ti precipiti nel mio ufficio e minacci la gente senza alcun diritto! Sei cambiata Isabel e in peggio!” urlò lui tenendola sempre più stretta quasi a farle male.
Isabel boccheggiò confusa, senza sapere cosa dire a corto di parole, era la prima volta che vedeva Namjoon furioso in quella maniera, lui che era sempre gentile e pacato, lui che cercava di essere sempre neutrale e calmare tutti.
 
Namjoon era molto furioso, non sapeva neanche da dove venisse tutta quella rabbia, ma proprio non riusciva a calmarsi. Era arrivato al limite della tolleranza. La sua pazienza era al limite.
Lui era al limite di essere sempre quello ragionevole.
 
“Io…. non l’ho minacciata… io non l’ho fatto” Esclamò tremante Isabel  era sconvolta, incominciò a fare no con la testa.
“Lei me l’ha detto!” urlò lui avvicinando di più il suo viso a quello della ragazza che continuava a boccheggiare.
“Non l’ho fatto! Nam non l’ho fatto!” urlò isterica anche lei di conseguenza in panico, con un tono supplice, che lo implorava di crederle. 
“Come potrei crederti? Come potrei quando sono anni che ci racconti bugie e ci tratti in modo freddo e distaccato! Io non mi fido di te Isabel! Tu menti! E sei diventata anche un’ottima bugiarda!” urlò lui, in piena alla rabbia.
Namjoon non credeva realmente alle sue parole, ricordava  a stento l’ultimo incontro con la ragazza fuori dal bagno del club.
Ricordava che era stata gentile con lui come quella di un tempo, era un ricordo però sbiadito, per via dell’alcool.
Erano successe tante cose negli ultimi anni ed era normale che dubitasse di lei.
Doveva essere lei la cattiva della situazione.
 
“Io….” cercò di dire lei, ma le parole le morirono in bocca, lui aveva ragione non poteva fidarsi di lei, no dopo tutto il dolore che aveva causato, sentiva gli occhi pizzicarle e sapeva che a breve sarebbe scoppiata a piangere.
 
“Cazzo! Sei diventata una vera e propria stronza” disse lui lasciandole il braccio e guardandola con odio.
Si sentiva deluso.
La sua rabbia era dovuta proprio al senso di delusione che provava.
Isabel era stata sua amica, amica di tutti. Quella persona che gli aveva accettati prima del debutto, la persona da cui andare se si aveva un problema.
Poi a un certo punto non era diventata più nulla, solo un fantasma nelle loro vite.
Aveva lasciato un vuoto in tutti.
 
Lei sotto il suo sguardo, si sentì morire dentro, non aveva mai visto nessuno dei ragazzi guardarla in quella maniera, scivolo sul divano abbassando lo sguardo, distrutta da quello che lui le aveva appena detto.
“Ora non fingere di stare male! Sei tu nel torto non io… tu hai minacciato la mia ragazza!” urlò lui.
Non ragionava era solo avvolto dalla rabbia.
“Io… non l’ho fatto… non avrei mai potuto” disse con voce bassa quasi in un sussulto.
“Non ti credo!” disse lui, lei alzò la testa per guardarlo negli occhi.
“Ti ho detto di no, non avrei potuto, so cosa si prova a subire una minaccia del genere, non avrei mai fatto, non ti avrei fatto questo! Non ti avrei fatto provare il dolore che ho provato, che provo io ogni giorno!!” disse con tono supplice incominciando a piangere a singhiozzo.
 
Lui rimase immobile a guardarla mentre piangeva con lo sguardo di nuovo basso. 
Le sue parole risuonavano nella sua testa.
Erano come una sirena assordante.
 
So cosa si prova a subire una minaccia del genere.
 
Namjoon aveva da tempo capito: che se Isabel aveva lasciato Yoongi era no per assenza d’amore, ma perché minacciata dal proprio padre.
Lo sapevano tutti, lo credevano tutti.
Sprofondo sulla sedia confuso.
Non riusciva a staccare gli occhi dalla ragazza in lacrime che si nascondeva dal suo sguardo.
Sentì improvvisamente tutta la rabbia scemare alla velocità della luce.
 
“Sai cosa si prova?” chiese lui tentennando con il respiro affannato e gli occhi spalancati per lo stupore.
“Le ho detto che… se ti avrebbe fatto…. del male.. l’avrei saputo” disse singhiozzando “Solo questo… non ho detto di lasciarti!” disse lei passandosi la manica della maglia sulle guance e gli occhi, provando a smettere di piangere.
“Devi credermi!” disse con la voce straziante e colma di dolore.
“Lei mi ha detto che l’avevi minacciata” disse lui con voce fievole mentre la guardava confuso, anche Jisoo aveva pianto davanti a lui, ma il pianto di Isabel il suo tono di voce era tremila volte più straziante.
Sembrava sofferente e lui non sapeva a chi credere.
 
Isabel continuò a far no con la testa, cercando di asciugare le lacrime e di bloccare quel pianto che l’aveva invasa e cui non riusciva a dare una fine, sentirsi accusata di un atto del genere, l’aveva distrutta internamente.
Non avrebbe mai potuto commettere una cosa del genere, lei che subiva quella minaccia da anni.
 
Namjoon continuò ad osservarla.
Cominciò a sentirsi in colpa.
La Isabel che aveva conosciuto, era sempre lì.
Namjoon si alzò dalla sua sedia lentamente e tentennando, provò ad avvicinarsi a lei.
La ragazza alzò lo sguardo su di lui, gli occhi arrossati colmi di lacrime che comunicavano solo una supplica e di crederle.
Namjoon si sedette vicino a lei la guardò un po’ a disagio, inclinando leggermente la testa mentre si mordeva a disagio l’interno della bocca.
Lei continuava a scuotere la testa come a voler negare tutto e a ribadire che non avesse mai fatto una cosa del genere.
La vide aprire la bocca leggermente come a voler parlare, per poi richiuderla subito come se fosse accorto di parole.
 
Gli occhi di Namjoon incominciarono a inumidirsi, sentendosi sempre più in colpa per averla accusata.
Lei era Isabel, la noona di tutti non gli avrebbe mai fatto del male.
Si avvicino a lei e l’abbracciò stringendola forte contro il suo petto, tremendamente in colpa per averla accusata, bastava guardarla, lei non aveva fatto nulla di cui l’aveva accusata Jisoo.
 
Angolo dell’autrice:
Questo capitolo è un po’ più corto rispetto agli altri, ma perché è diviso in due parti.
Era troppo lungo il discorso tra i due. I capitolo in maybe sono molto più lunghi e quindi quando gli trasporto qui, vanno un po’ divisi!
Ci si legge domenica prossima!
 
 

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Capitolo 27
*** CAPITOLO 27 ISABEL KIM PT.2 ***


CAPITOLO 27 ISABEL KIM PT.2
 
Namjoon continuava a stringerla forte.
“Devi credermi Nam” disse a tratti la ragazza, tremando contro il suo petto continuando a singhiozzare.
“Sei ancora la mia noona?” chiese lui allontanandola.
Prese il suo viso con delicatezza tra le mani e la guardò fisso negli occhi.
Lei annuì.
“Sembri sincera…. Ma Jisoo mi ha detto quelle cose, ed è tutto così confuso, non capisco perché l’abbia fatto forse si sarà confusa? Io le ho detto che non aveva capito probabilmente, ma… ” provò a dire lui guardandola cercando di risposte.
“Le ho detto che non doveva farti del male” ammise lei tremante “Mi dispiace, è stato più forte di me, io non ci ho pensato…” disse lei cercando di non singhiozzare e continuando a guardarlo fisso.
“Io... sono così confuso… lei ha urlato e pianto tanto, sembrava tutto così vero. Ma tu anche sembri vera, mi ha detto che avevi minacciato di dire tutto al marito, di rovinarla e che avresti convinto Pd-nim a licenziarla perché dannosa per me!” disse lui cercando di avere delle risposte.
Era in panico, non comprendeva cosa fosse reale o meno.
Aveva bisogno di risposte.
Un urgente bisogno, si sentiva così stremato.  
“No!” esclamò lei scuotendo la testa energicamente. “No, io non ho detto niente del genere, puoi chiedere a Pd-nim, lui era presente” disse lei boccheggiando.
“Pd-nim era presente? Lui può dirmi la verità?” chiese lui stupito.
“Si! Possiamo andare anche ora!” esclamò. Diventò improvvisamente agguerrita, si alzò in piedi, mentre si passava con fermezza la manica della felpa sulle guance per asciugare le ultime lacrime.
 “No, noona non c’è ne bisogno” disse chinando la testa e prendendosela tra le mani.
“Quindi mi credi? Credi che io non l’abbia minacciata?” chiese Isabel guardandolo supplice, guardandolo in attesa di una risposta.  
“Io… si scusami se ho dubitato di te, ma lei ha pianto e urlato di volermi lasciare e mi sono convinto che fossi tu la cattiva della situazione.” Disse lui tentennando.
“Lei mi ha mentito” disse in un soffio, e sapeva che era vero, che si era fatto solo convincere del contrario.
“Mi dispiace…” disse lei sedendosi sul divano e dandoli qualche pacca sulla spalla senza sapere bene cosa dire.
“Forse non è quella che credevo” disse tristemente, sentendosi il cuore spezzato e non capendo perché Jisoo si fosse comportata in quella maniera.
“Forse dovresti parlare con lei, e chiarire dirle che sai la verità e chiederle perché si sia comportata così” disse lei incerta, quella segretaria non le piaceva proprio, ma forse poteva sbagliarsi anche lei accecata dalla gelosia e dal voler proteggere a tutti i costi i ragazzi.
“Forse… dovrei” disse alzando il capo e guardandola poco convinto.
Abbozzò un sorriso, lei era lì sul suo divano e stava cercando di aiutarlo.
“Perché sorridi ora? Non stai male per lei?” chiese lei confusa ancora con gli occhi leggermente lucidi e le guance arrossate.
“Perché sei tu, sei qui, perché ti importa ancora di noi e questa è la conferma” sorrise lui annuendo con il capo e una lacrima gli scivolo furtiva mentre la guardava sorridendo.
Si sentiva sollevato, nel sapere che lei fosse sempre la stessa.
“Io… certo che ci tengo a voi! Ma non puoi dire niente a Yoongi, devi promettermelo” disse con slancio, presa dal momento e dalle emozioni.
“Ti ha riconosciuta oggi, ma non ha fatto in tempo a seguirti, è rimasto poi fuori al portone a cercarti, ma tu sei stata più veloce della luce” disse lui.
“Continuo a sbagliare.” Sussurrò con voce lieve “Namjoon continuò a tornare da lui o ad avvicinarmi, so che non dovrei, sono consapevole che incontrare voi non dovrebbe accadere. Per quanto io abbia potuto far di tutto per farmi credere una stronza, solo per tenervi lontani, sono certa che voi non ci abbiate mai creduto. E sono stanca di nascondere quello che provo per lui e per tutti voi” disse lei esausta dal tutto.  
“Noona, lo sappiamo e lui ha capito… forse…” tentennò con la voce “lo Hyung dice che vuole solo sapere come stai, niente di più” provò a dire lui, forse l’avrebbe convinta a incontrarlo anche per un paio di minuti.
“Sappiamo entrambi che non è vero, se mi dovesse incontrare e sapere la verità del perché l’ho lasciato, potrebbe fare qualcosa di avventato, lui sta meglio senza di me,. non voglio che corra dei rischi” disse triste continuando a guardare il leader.
“Noona lo sappiamo che è colpa di tuo padre, ci siamo arrivati ormai” annuì con forza.
“Avete formulato solo delle ipotesi, e tali devono rimanere. Forse è meglio che io vada” disse rendendosi conto sempre di più del danno che stava facendo stando lì ed essendo se stessa, la Isabel del passato.
“Noona no! Ho delle domande, hai detto che eri venuta qui per rispondere alle mie domande! Sei venuta per questo no? ” disse lui bloccandola per le spalle, prima che si alzasse.
Lei rimase ferma a guardarlo sospirando.
“Noona perché sei qui?” chiese Namjoon “La vera ragione, no una bugia per proteggermi” continuò a chiedere lui supplice.
“Pensavo tu fossi preoccupato, Pd-nim mi ha detto che indagavi tramite la segretaria e non volevo che avessi ricevuto strane informazioni, volevo dirti che andava tutto bene di non preoccuparti….” Disse lei incerta, si mosse un po’ sul divano, e senza farsi notare nascose la borsa dietro di lei.
“Solo questo?” chiese lui guardandola di sottecchi sapendo che ci fosse altro
“Mmmh, io… ora non ti arrabbiare con me, ma penso che tu meriti di meglio di una donna sposata, alla fine ti farà soffrire… io ero preoccupata! Ma ti giuro non le ho detto che doveva lasciarti! Io volevo parlarne con te…” disse lei tentennando, era andata lì solo per lasciare quel fascicolo nello studio di Namjoon, era stata presa dall’istinto. Avrebbe potuto farlo recapitare senza presentarsi in prima persona. Aveva scelto invece di andare.
Vedere però Namjoon così confuso e sofferente, le faceva credere che era meglio non dargli le informazione che aveva trovato.  
“Io… non ho detto a nessuno di lei, so che non mi capirebbero, Jin hyung soprattutto… io inizialmente provavo attrazione nei suoi confronti e ho deciso di indagare su di te, tramite lei… e poi mi ci sono trovato insieme. A me piace, e lo so che non è moralmente giusto! Ora so anche che mi ha mentito su di te e sapevo anche che fosse andata anche a letto con Pd-nim!” esclamò lui.
“Allora è interessata agli uomini di successo!” disse lei facendosi prendere dal discorso, avendo le conferme a ciò che sapeva.
“Aigoo, noona! Io non sono un uomo di successo! Sono un ragazzino per lei, io non ho niente di tanto speciale” disse in imbarazzo il ragazzo.
“Namjoon, ho visto i vostri video ultimamente… non sembrate più i ragazzini di prima, state diventando sempre più famosi, la vostra strada sembra in salita, lei potrebbe guadagnarci…non pensi di essere speciale?” provò a dire lei sembrando parecchio seria.
“Sei un leader di un band e badi a tutti loro, produci, fai rap e sei una delle persone più intelligenti che io conosca. C’è solo da guadagnarci a stare con te. Sei anche una bella persona, molto buona e vera. Ma ho paura che lei se ne possa approfittare” disse lei con tono apprensivo.
“Noona… a me piace, prima mi hai detto di parlarne con lei” disse lui confuso.
“Capisco, dovresti parlare con lei, rimango della stessa idea, ma penso che dovresti parlane con i ragazzi, metterli al coerente, parla con qualcuno confidati. Non ti direi mai di lasciarla, ma apri gli occhi Namjoon e cerca di stare attento, ha molta più esperienza di te ed è più grande” disse lei annuendo con la testa accarezzandoli dolcemente una mano.
“Sai noona, sono molto convinto che se fossi rimasta nelle nostre vite, ti avrei raccontato subito di lei” disse lui “Mi mancano i tuoi consigli” disse prendendole la mano in modo affettivo e lei strinse la presa.
“A me manca far parte della vostra vita” disse lei sorridendo e accarezzandoli la guancia con dolcezza con l’altra mano.
“Noona posso farti altre domande? Poche giuro, ma ho dei dubbi, e poi l’hai detto eri qui per questo” tornò sull’argomento lui, doveva fare le altre domande prima che lei fuggisse via, in un momento di panico.
“Ehm… hai ragione, allora chiedi proverò a essere onesta e a rispondere a ciò che posso” disse abbozzando a un sorriso, mentre si scompigliava i capelli leggermente nervosa dalle possibili domande.
“Perché eri qui oggi?” chiese lui sperando in una risposta sincera.
“Dovevo parlare con Hitman… aveva bisogno di un consiglio” disse lei in modo tranquillo.
“Sei un’investitrice?” chiese lui “Hai mandato tu i fiori e il biglietto?” chiese di nuovo cercando una risposta.
“Io…. si ho mandato i fiori e il biglietto, Pd-nim mi ha detto che Tae sembrava avere dei dubbi,  ma non ho investito nulla” disse lei dicendo una mezza verità, non poteva dire a nessuno di quel investimento, ma poteva dire dei fiori e del biglietto “Io…ogni tanto contatto Pd-nim per sapere se state bene” disse a disagio, lei prendendo la collana fra le dita col far nervoso.
“Capisco… è quello che stavo cercando di fare io… sapere se stessi bene, Jisoo mi ha detto che ti aveva vista consegnare la lettera e…” gli morirono le parole guardandola lì di fronte a lui con gli occhi ancora lucidi.
Lo sguardo incollato su di lui e la mano che stringeva forte, quella collana che sapeva fosse il regalo di Yoongi durante il loro diploma, lui c’era stato in quel giorno mentre lei gli chiedeva di aiutarlo e saltellava felice per la collana, era stato il primo giorno che l’aveva incontrata.
“L’hai detto a lui?” chiese lei tremante, impaurita che lui avesse potuto fare qualche pazzia.
“No, non sa che indago, non sa nessuno di questo e di me e Jisoo” disse abbassando leggermente il capo sentendosi in colpa per quel segreto che teneva nascosto ai ragazzi.
“Non lo dire… ti prego non dirgli in che stato fossi” disse lei impaurita di nuovo con le lacrime che tornavano, mentre prendeva le mani di Namjoon tra le sue supplice.
“Io… non dirò nulla te lo prometto, ma che cosa ti era successo? È stato tuo padre? Noona sei sicura che non rischi la vita?” chiese Namjoon con velocemente non dandole neanche tempo di rispondere, incominciando a sentirsi in ansia. Comprendeva a pieno di come Jungkook si sentisse ogni volta che si nominasse Isabel, il ragazzino era convintissimo di ciò che lui aveva appena chiesto alla ragazza.
“Namjoonie… io non posso dirtelo, tienilo lontano da me. Io… non sarei dovuta venire. Cado sempre negli stessi sbagli…mi dispiace!” disse lei scuotendo la testa, sentire nominare suo padre le faceva venire tremendi pensieri in mente, provò ad alzarsi ma lui la tenne ferma di nuovo.
“Ti prego smettila di scappare” chiese lui supplice.
“Io non posso farlo, hai altre domande? Perché penso di dover andare” disse lei guardando la porta con terrore.
“No, noona mi bastano le risposte che mi hai dato, e non voglio metterti a disagio, mi dispiace che tu stia affrontando delle situazioni difficili e odio il fatto che noi non possiamo fare niente per aiutarti. Io forse ho chiesto troppo.” Disse dispiaciuto sorrise gentile “Proverò a non dire niente a Yoongi, anche se sarà difficile, lui vuole delle risposte specie dopo che ti ha visto oggi. Le cercherà” disse Namjoon conoscendo fin troppo bene il ragazzo e di cosa fosse capace quando si intestardiva. 
“Lui deve credere che io sia stronza, è meglio così”
“Noona non lo crede più” disse lui “E non si convincerà del contrario” sorridendo gentile.
“Allora deve andare avanti, puoi dire che hai scoperto che sto bene tramite Jisoo, e poi convincerlo ad andare avanti con la relazione che ha ora” disse lei.
“Sai che è fidanzato?” chiese lui stupito
“Si, non so lei chi sia, non lo voglio sapere, voglio solo che lui stia bene e provi a vivere senza di me, proverò a fare anche io così e a non incontrarvi di nuovo, proverò a farlo. Perché questo nostro esserci visti per quanto sia bello, sappiamo entrambi che farà male ad entrambi, perché non potrà accadere di nuovo” disse tristemente lei, sapendo che sarebbe stata male in seguito, appena avrebbe varcato quella porta e gli avrebbe di nuovo dovuto dire addio. 
“Dipende, da come decidiamo di pensarla, se decidiamo che è un momento felice e lo guardiamo come tale, non farà male. Puoi far finta che è stato un momento nostro ed è finito qui. Ma un momento felice” sorrise lui, rassicurandela.
“Si non è male come pensiero” sorrise lei per poi guardare il telefono di Namjoon che si accedeva sulla scrivania.
“Il tuo telefono s’illumina da parecchio” disse indicandolo.
“Ah…. Sarà Jisoo, non ho voglia di parlare con lei ora, ho bisogno di pensare”
“Io dovrei andare invece” disse lei sorridendo gentile.
“Noona, cercherò di parlare con gli altri e troverò una soluzione a tutto e sarò prudente per quanto riguarda la situazione con Jisoo” disse annuendo.
“Puoi evitare di dire a Yoongi di me?” chiese lei supplice.
“Proverò a non dirlo a nessuno, non ho detto neanche del mio indagare” disse lui con un’alzata di spalle un po’ a disagio “Mi dispiace di averti fatto piangere”
“Ah… non è niente, mi sembrava logico che fossi incazzato, lo sarei stata anche io per quello che ti ha raccontato la segretaria” annuì lei capendo la situazione alzandosi dal divano e prendendo il Parka incominciando a indossarlo.
“È meglio che io vada si è fatto tardi” disse sorridendo prendendo la borsa, e tenendola stretta, quel fascicolo sarebbe rimasto un segreto.
“Ti accompagno al parcheggio va bene? Così parliamo un po’” disse sorridente Namjoon e Isabel abbozzò un sorriso annuendo con la testa, lui prese il suo cappotto sull’appendiabiti vicino alla porta.
“Hai bisogno di altri consigli?” chiese lei sorridendo.
“Ti dispiace se te li chiedo?” chiese lui con le mani giunte sorridendo.
“No, alcun problema” ridacchiò lei felice che lui si volesse confidare come ai vecchi tempi. 
“Noona, io devo fare una cosa prima di uscire da qui” disse facendosi serio.
“Cosa?” chiese lei confusa.
Lui l’abbracciò.
“Creare un momento felice con te” sussurrò all’orecchio della ragazza, mentre la teneva stretta “E dirti anche che ti voglio bene, ti vorremo sempre tutti bene” disse un po’ in imbarazzo, non era mai stato una persona affettiva, ma con lei venivano spontanei quei tipi di atteggiamenti.
Isabel si lasciò abbracciare, sentendo il calore di tutto quell’abbraccio e sentendosi come quella di un tempo.
Si staccarono da quel lungo abbraccio, sorridenti e Namjoon aprì la porta subito dopo per poterla accompagnare al parcheggio.
Lei si voltò per uscire dalla porta e si paralizzò sul posto e così fece anche Namjoon, c’era una persona davanti a loro e li stava guardando in modo confuso.
 
Angolo dell’autrice:
Arrivato il capitolo, settimana scorsa non sono riuscita a revisionarlo, quindi ho saltato.
Ecco il seguito della loro conversazione!

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Capitolo 28
*** >CAPITOLO 28 CALL ***


CAPITOLO 28 CALL
Jungkook si chiuse la porta alle spalle e si voltò per andare a bussare a quella del leader.
Non fece in tempo che quella si aprì come quasi per magia.
Jungkook sorrise immediatamente alla vista di Namjoon, per poi rimanere un attimo confuso nel notare che ci fosse un’altra persona con lui.
Capì subito di chi si trattasse, spalancò gli occhi per via dello stupore, non potendo credere che lei fosse realmente lì, per la seconda volta in una giornata.
Nessuno riusciva a parlare Namjoon e Isabel in crisi per essere stati beccati e Jungkook confuso dalla scena che gli si era appena presentata davanti agli occhi.
Si guardarono con circospezione, Jungkook si voltò di scatto lanciando una fugace occhiata terrorizzata, alla porta del Lab genius dietro di sé.
“Yoongi Hyung è nello studio sta facendo una chiamata e a breve uscirà” disse in un soffio, Isabel si aggrappò al braccio di Namjoon chiedendoli aiuto, non potendo incontrarlo.
“Non può trovarmi qui, non posso incontrarlo!” esclamò lei guardando con terrore la porta dietro a Jungkook.
“E allora perché sei qui?” Squittì Jungkook indicandola e spalancando la bocca.
“Storia lunga, te la racconto dopo, devo farla andare via più veloce possibile!” disse Namjoon prendendola per il braccio pronto a scappare.
“Aspetta, non puoi portarla tu via, se Yoongi dovesse arrivare e trovare solo me cosa dovrei dirgli?” chiese mentre con una mano bloccava il petto di Namjoon.
“Io… non lo so! Ma perché sta venendo qui! Perché tu sei qui?” gracchiò con voce isterica Namjoon in panico, guardando prima Isabel e poi Jungkook, maledicendo quella situazione.
“Io e lo hyung volevamo parlarti, uscire per una birra” disse il ragazzo con la voce squillante.
“Okay non è il momento di questi resoconti, io devo andare via di qui e subito!” strillò Isabel continuando a guardare la porta impaurita.
“La porto via io! Se viene lo Hyung dici che non mi hai visto, e rimani fermo, nel caso dovesse uscire e noi non siamo arrivati all’ascensore tu lo spingi dentro!” disse in panico Jungook mentre faceva saettare lo sguardo tra i due.
“Ma che razza di piano è?” disse Namjoon guardandolo sconvolto con la voce di panico.
“L’unico che mi è venuto in mente, ne hai uno migliore?” chiese jk scuotendo la testa.
“Questo è perfetto, andiamo via prima che mi veda! Addio Namjoonie!” disse lei fermando alla base quella possibile discussione, che le avrebbe fatto solo perdere tempo nella sua fuga.
 
Isabel si alzò sulle punte dei piedi e diede un bacio veloce a Namjoon.
Namjoon sorrise nervoso, non era sicuro di quel piano ma non vedeva alternative.
Guardò Isabel prendere la mano del più piccolo e dirgli “Portami via!”, il ragazzino annuì e cominciò a correre verso l’ascensore.
Namjoon rimase così vicino all’uscio della porta a guardarli correre via per il corridoio, si voltò poi a guardare la porta di fronte a lui.
Avrebbe dovuto avvertire Yoongi.
Si sentiva in colpa, per aver passato del tempo con ragazza.
Aveva investigato tanto, lei finalmente gli aveva dato delle risposte, approssimative ma pur sempre risposte erano state.
Non si poteva far molto, la situazione non si sarebbe risolta, e i due sarebbero destinati a stare lontani per sempre.
Si voltò a guardare l’ascensore alla fine del corridoio, Jungkook lo stava guardano triste da lontano, entrambi sapevano che era tutto così tremendamente triste, lo vide sparire tirato dalla ragazza all’interno dell’ascensore, entrambi scomparirono.
 
Namjoon decise di rientrare nello studio, per sbaglio sbatte la porta forte, talmente da saltare anche lui stesso sul posto non aspettandosi quel rumore.
“Oh SHIT!” esclamò sfinito, si trascinò verso il divano e si andò a stendere, prendendosi la testa tra le mani sfiancato da tutta la giornata.
Aveva un’enorme confusione in testa che gli stava portando un’emicrania tremenda.
Aveva un urgente bisogno di mettere in ordine le idee, si sentiva così stremato e sentiva di non avere più le forze per quella giornata.
Avrebbe voluto addormentarsi sedutastante, così da mettere fine alla stanchezza.
Qualcuno bussò alla porta, Namjoon brontolò a bassa voce.
Non ci sarebbe stata una fine, quella giornata non sarebbe mai finita.
“Namjonieeeeeee!” la voce di Yoongi arrivò squillante da dietro la porta.
“Entraaaaaaaaaa!” urlò il leader di conseguenza.
Yoongi entrò velocemente e sorridente.
Namjoon si mise a sedere sul divano e lo guardò torvo confuso dal sorriso così estremamente largo del ragazzo.
“Dov’è Jungkook?” chiese guardandosi intorno.
“EH?” esclamò Namjoon fingendosi confuso.
“Il piccolo, doveva venire qui a dirti che uscivamo per bere un paio di birre!” trillò il rapper guardando confuso Namjoon che lo guardava fisso.
“Mai venuto qui!” trillò il leader sorridendo tiratamente, cercava di mantenere un contegno.  
“Ah… strano, lo chiamo così capisco che fine abbia fatto!” disse tastandosi le tasche del pantalone cercando il telefono.
“Ehm forse è andato a casa?” provò a dire Namjoon, cercando di tergiversare.
“No, non credo avevamo detto di uscire!”
“Oh… hyung io sono sfinito, dobbiamo per forza?” disse con voce stremante il leader guardandolo sfinito.
Più guardava Yoongi più gli sembrava strano,  e quando Yoongi era strano voleva dire solo una cosa che avrebbero fatto quello che lui voleva.
“Si. Lo chiamo!” disse, “Tu raccogli le tue cose così usciamo velocemente da qui!”
 
Yoongi cominciò a camminare leggermente nervoso per la stanza con il telefono all’orecchio, finalmente dopo un paio di squilli il ragazzino rispose.
“Pronto?”
“Aigoo! Dove sei finito ragazzino!” urlò Yoongi, ridacchiando e andandosi a sedere sul divano spingendo Namjoon via, che si alzò riluttante e sbuffante.
“Io… sono nel parcheggio” disse lui indeciso.
“Perché? Avevamo detto di incontrarci da rapmon! Lui ha detto che non ti ha visto proprio” trillò confuso.
Namjoon li fece segno di mettere in vivavoce, Yoongi si sdraio sul divano sorridendo al leader mise in vivavoce e appoggiò il telefono sul suo petto.
Namjoon si voltò di spalle preoccupato e cominciò a muoversi lento per lo studio raccogliendo i suoi oggetti personali da mettere nella borsa.
 “Ah.. e che sono andato a fare pipì” trillò in panico il piccolo al telefono senza sapere bene cosa dire.
“Non ho capito sei andato a fare pipì nel parcheggio? Cosa c’entra con il fatto che dovevamo vederci da Rap-mon?” chiese Yoongi incominciando a ridere sguaiatamente, rischiando di scivolare dal divano e di far cadere anche il telefono.
Namjoon scosse la testa a quello che aveva appena sentito, pensando che il più piccolo si trovasse nei pasticci e non sapesse cosa inventarsi.
“No! Ma cosa vai pensando chi farebbe pipì nel parcheggio!” urlò contro Jungkook.
“Mmmh Jin hyung!” incominciò a ridere Yoongi.
“Cosaaaa?” urlò Namjoon tornando a guardare Yoongi sconvolto dalla nuova informazione.
“Aish una volta è successo era ubriaco! Non riusciva a trattenerla e si è fermato in un parcheggio, sono morto dal ridere, anche perché io ero sobrio! Immagina tu! Aspetta ma Namjoon c’eri anche tu!” disse ridendo continuando il racconto, fin troppo preso e ilare.
Namjoon lo guardò stranito, pensando che il maggiore avesse completamente perso il nume della ragione e che l’aver visto Isabel in ascensore quella mattina lo aveva del tutto fatto diventare pazzo.
“Jin Hyung ha fatto pipì in un parcheggio? E poi dice che io sono irresponsabile!” si lamentò indignato Jungkook.
“Io non c’ero.. aspetta…” socchiuse un attimo gli occhi probabilmente ricordava a cosa il più grande si stava riferendo “Ero addormentato sui sedili con Hoseok forse?”  chiese incerto.
“Aish! Si! Voi dormivate e mi sono fermato, lui è scappato fuori tu hai detto chiudi la finestra che fa freddo! È stato super esilarante!” esclamò con una risata a rantolo Yoongi.
“Aigoo perché noi più piccoli non possiamo assistere a queste cose!” disse Jungkook lamentandosi con voce infantile.
“Ehh, prenditela con Jin… comunque tornando a noi perché sei nel parcheggio?” chiese Yoongi.
“Ehm mi sono distratto in bagno e non ricordavo bene, dove dovevamo vederci, quindi sono andato al parcheggio” disse lui tentennando.
“Aigoo, ma se l’avevi detto tu!” esclamò Yoongi canzonandolo ridendo “Sei perdonato! Solo per il periodo che stai vivendo” disse diventando improvvisamente serio.
“Che periodo?” chiese Namjoon voltandosi di nuovo di scatto verso il più grande.
“Se ti muovi, lo raggiungiamo al parcheggio e andiamo a bere, così ti raccontiamo tutto!” esclamò Yoongi felice.
“Aigoo che succede ora? Aspetta hai scoperto perché sparisce?” disse Namjoon, pensando che l’uscita davanti a una birra fosse per parlare di qualcosa d’importante.
“Si, te lo racconta lui!” sorrise Yoongi mentre si stiracchiava e poi appoggiava una mano sul divanetto toccando un cappello.  
“Ma è grave? Sta bene? Ti prego non dirmi che è una ragazza, perché se è così Jin hyung romperà in una maniera incredibile! Comunque è incazzato nero con te!” disse Namjoon guardando con rimprovero.
“Si, lo so che è arrabbiato con me, quando mai non lo è.” Sbuffò mentre si rigirava tra le mani il cappello appena trovato sul divano “Figo questo cappello di chi è?” disse mostrandolo a Namjoon.
“Ehm.. mio!” disse Namjoon immediatamente guardando il cappello con orrore, quello era di Isabel.
Yoongi fece il suo sorriso gommoso e si mise a sedere sul divano, il telefono cadde sui cuscini, mentre lui osservava il cappello incuriosito.
“Okay! Me lo presti? Penso mi stia bene” disse avvicinando il cappello alla faccia per poi metterlo in testa, ma soffermandosi sul profumo.
“Sa di gelsomino!” esclamò.
Namjoon sbiancò improvvisamente, guardandolo con orrore, il gelsomino era il profumo che Isabel usava.
“Aigoo, mi sarà rimasto nel naso il profumo dell’ascensore di oggi, possibile che sappia anche questo di Isabel?” chiese Yoongi continuando a sniffare.
Namjoon lo guardava inorridito, non credendo possibile che Yoongi avesse riconosciuto l’odore di una ragazza su un cappello.
“Aigo, come fa a sapere di Isabel! Se è mio! Hyung tu hai problemi olfattivi!” disse Namjoon avvicinandosi e acchiappando il cappello, in modo isterico.
“Dai annusalo! Ha l’odore di Isabel!” insistette Yoongi alzandosi per riprendere il cappello e far in modo che l’amico l’annusasse.
“Aigoo! Che fai perché me lo metti in faccia! Non voglio annusare niente!” si lamentò il leader.
“Ma dai ti schifi del tuo cappello? Odora!” esclamò ridendo incominciando ad infastidirlo.
“Hyung quando fai così, sai essere veramente un bambino!” disse scacciandolo, leggermente irritato.
“Yahhhhhhhh io sono ancora al telefonooooo!” urlò Jungkook con voce squillantissima.
“Uhhh! Il piccolo!” esclamò Yoongi lanciando il cappello a Namjoon che lo ebbe in piena faccia e grugnì indispettito.
“Scusa! Ero preso dal cappello, mi sa che Namjoon ha cambiato Shampoo o non si spiega il perché del gelsomino, tu che ne pensi?” chiese Yoongi.
“Di cosa?” chiese confuso Jungkook.
“Del fatto che il cappello odori di Isabel!” esclamò su di giri.
“Come lo spiego hyung? Che cosa pensi che il cappello sia di Isabel? Che sia andata nello studio di Namjoon per lasciarlo?” disse ridendo con tono leggermente ironico.
“Ah… dici che stamattina è passata di qui e ha lasciato il cappello? Scusa perché non è entrata nel mio di studio e l’ha lasciato a me!” disse Yoongi risentito.
“Hyung ma sei diventato scemo? Ma secondo te Isabel non ha niente da fare che torna dall’America, per spargere cappelli con il suo odore per tutta l’agenzia?” disse Jungkook al telefono esterrefatto.
“Ah… beh sarebbe romantico!” disse Yoongi facendo spallucce.
“Yoongi ma stai bene? Ma di cosa stai parlando!” urlò Namjoon “Hyung quando hai bevuto?” chiese guardandolo sbalordito, era appena giunto alla conclusione Yoongi per essere così euforico aveva potuto fare solo una cosa chiuso nel suo studio.
“Dopo la litigata con Jin, mi sono fatto un paio di bicchieri di Whisky!” rise lui, colpevole.  
“Non sembravi ubriaco prima” disse Jungkook.
“Infatti, non lo sono, sono un po’ stanco, Yah ragazzino guidi tu mi sa! Comunque ho festeggiato con un altro paio di bicchiere dopo che sei andato via!” rise Yoongi.
“Perché hai festeggiato? Ritrovato il tuo cervello? Ah no, in quel caso dovremmo festeggiare noi” disse Namjoon ridendo e prendendolo in giro e approfittandosi del fatto che fosse brillo e allegrotto.
“Okay Hyung guido io!” esclamò il più piccolo al telefono.
“Allora! Ho parlato con Suran!” esclamò Yoongi.
 “Che ha detto Suran?” disse Namjoon usando un tono lamentoso.
“Che il brano Wine è finalmente concluso! Yeaaah non devo più lavorare alla produzione!” esultò Yoongi e Rm strabuzzò gli occhi “Complimenti Hyung!”
“Bravo Hyung!” disse anche Jungkook.
“Va bene! Congratulatevi offrendomi da bere! Namjoon hai finito la borsa, forza andiamo! Jungkook è al gelo giù nel parcheggio! Ehi piccolo è inutile che sali stiamo scendendo noi!” disse allegro e Namjoon prese il borsone annuendo.
“Ah state venendo qui?” disse con un tratto di panico nella voce..
“Certo che si, cosa pensi che ti lasciamo nel parcheggio, ti ho promesso una sera e delle birre al fiume!” esclamò Yoongi.
“Dove siete ora?” chiese Jungkook in crisi.
“Ci stiamo mettendo il cappotto! Yah Namjoon ridammi il cappello!” disse guardando il leader.
“Perché?” chiese confuso vedendosi sfilare il cappello dalle mani.
“Mi piace, ha il profumo di Isabel farò finta che è suo, e che me l’ha regalato!” disse allegro.
“Hyung questa cosa che hai detto è strana!” disse Namjoon con una smorfia.
“Aigoo, sai che cosa odio?” disse guardandolo serio.
“Cosa?” chiese Namjoon sospettoso.
“Che io di Isabel non ho nulla, ma veramente nulla, ho lasciato tutto da lei, anche i regali che mi ha fatto!”
“Hyung mi fai capire come potevi portarti la stanza con te, ogni volta che ti faceva un regalo era qualche strumento per comporre e produrre!” disse Namjoon scuotendo la testa.
“Lo so, ma mi ha regalato anche dei vestiti, e io li ho lasciati a lei!” disse imbronciandosi.
“Scusa, ma siamo andati da lei a prendere le tue robe! Cosa diavolo ti sei preso?” chiese confuso e rimproverandolo.
“Ehm… le mutande!” esclamò ridendo “Tanto non poteva usarle!” rise ancora di più il ragazzo.
“Tu sei pazzo, muoviti e andiamo via da qui, Jungkook starà gelando, stai perdendo tempo a inventarti mondi immaginari su Isabel! Cammina!” disse spingendolo fuori dal proprio studio non capendo lo hyung.
“Okayyyyyy! Jk sei ancora in linea?” chiese.
“Ehm si… ora chiudo un attimo, ci vediamo vicino alla tua macchina Hyung!” disse frettolosamente.
“Okayy si chiudi tanto non prende in ascensore, a fra un po’! Andiamo Namjoonieeeeee! Oh perché te lo sei ripreso? Dammi il cappello però!” e dicendo così chiuse la chiamata.
 
Angolo dell’autrice:
Ciao a tutti! Scusate il ritardo ma sono qui!
Telefonata…. La telefonata originale è un po’ diversa, si vede Jungkook che realmente non è solo ma con Isabel, ho tagliato tutti pezzi di Isabel perché non indispensabili, ma ho messo la telefonata perché mi serviva a proseguire l’uscita a bere dei tre.
Realmente l’ho messa anche qui perché Yoongi con il cappello mi fa ridere!
Settimana prossima non so se pubblico… l’altra ancora sicuramente… dipende dal lavoro, dovrei rivedere il capitolo.
 

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Capitolo 29
*** CAPITOLO 29 CAR ***


CAPITOLO 29 CAR
13 GENNAIO 01:00 PARCHEGGIO
Yoongi, Namjoon e Jk alla fine dopo essere stati per un po’ al fiume, erano passati a comprare un po’ di altre birre e si erano fermati a bere nel parcheggio del dormitorio, poiché faceva troppo freddo per rimanere al fiume.
“Potevamo andare in un club” disse Yoongi imbronciato, dando un sorso alla birra.
“Aigoo, Hyung, non era il caso, anzi non capisco perché rimaniamo qui a bere quando abbiamo un appartamento” disse Namjoon ancora dubbioso del perché si trovasse chiuso in una macchina, con l’aria calda al massimo rischiando il soffocamento.
“Perché nel nostro appartamento c’è Jin hyung!” esclamò Yoongi scuotendo la testa.
“Tu non vuoi andargli a parlare? Così risolviamo tutto?” chiese Namjoon sporgendosi dietro di lui per guardare Jungkook che era steso sul sedile posteriore.
Il ragazzino a fiume con l’aiuto di Yoongi aveva raccontato tutto a Namjoon che aveva provato a convincerlo a raccontare tutto a tutti con scarsi risultati.
“No, non mi sento ancora pronto! Sicuramente mi rimprovera” si lamentò il più piccolo, portandosi le mani sul volto per nascondere la faccia.
“No, non lo farà, beh forse si, perché non hai detto nulla, ma lo fa perché è preoccupato, quindi non devi prenderla sul personale, non lo fa per criticarti, c’è… non so… se hai capito cosa io stia dicendo?” provò a difendere il più grande, mentre inceppava nelle parole non sapendo realmente neanche lui cosa dire.
 
Jungkook alzò leggermente la testa per guardarlo stranito “Non ho capito nulla, passatemi una birra” disse confuso dal discorso di Namjoon.
Yoongi ridacchiò e prese un’altra birra, l’aprì e la passò al ragazzo.
“Come non hai capito?” chiese Namjoon “Aspetta quante ne ha bevute di già?” chiese poi mentre osservava con gli occhi fuori dalle orbite, la nuova birra in mano al più piccolo.
“Aigoo, Namjoon lascialo bere, e poi sicuramente meno di te, non si è capito nulla di quello che hai detto due minuti fa”  esclamò Yoongi mentre gesticolava con la birra schizzando leggermente il leader per sbaglio.
“Forse dovremmo smetterla tutti e tre di bere e tornare sopra, prima Jungkook parla e prima io dovrò tenere per meno tempo il segreto” disse Namjoon, mentre guardava il suo povero maglione schizzato di birra.
Era la cosa giusta parlare e dire a tutti la verità, solo così sarebbero potute finire le discussioni.
“Namjoon non incominciare anche tu a fare una ramanzina” borbottò Yoongi guardandolo irritato.
“Ti sembra che io la stia facendo?” chiese Namjoon irritato dal tono di voce dell’amio.
“Ti stai facendo problemi inesistesti, Jungkook parlerà con Jin Hyung quando sarà pronto, e non vedo perché tu dovresti svuotare il sacco su questa faccenda” sbuffò Yoongi.
 
“L’ho finita” esclamò Jungkook porgendo la bottiglia vuota a Yoongi con un sorriso soddisfatto.
“Aigoo, prima o poi ti insegnerò a bere il whiskey, tempo al tempo” disse guardandolo fiero, orgoglioso del ragazzino.
“Ne vuoi un'altra?” chiese gentile.
“Aigoo, se n’è appena sparata un’intera in due minuti, non se ne parla, se vomita, fai tu!” si lamentò Namjoon, mentre guardava Jk fare un singhiozzo e sorridere imbarazzato e ristendersi sui sedili.
“Va bene, su questo ti do ragione non dovrebbe bere velocemente” disse annuendo provando a essere uno Hyung responsabile.
“Io sto impazzendo Hyung….e se Jin fa uno dei suoi soliti agguati e io dovessi svuotare il sacco? Lo sai che non riesco a tenere i segreti” si lamentò Namjoon mentre incominciava a tirargli la manica del giubbotto, avrebbe svuotato il sacco lo sapeva bene.
“Aigoo…stronzate, tu i segreti li sai tenere benissimo, io lo so” disse facendo l’occhiolino al leader.
“Che cosa sai?” chiese il leader sbarrando la bocca, incominciando a chiedersi se Yoongi avesse capito qualcosa sul fatto che Isabel fosse stata nel suo ufficio.
Aveva detto che il cappello fosse della ragazza, forse sapeva qualcosa e non l’aveva detto, forse aspettava una loro confessione.
“Eeeh Namjoonieeee! Non mi si può tenere nascosto niente!” canzonò Yoongi incominciando a ridere.
 
Jk con uno scattò si rimise a sedere, per voltarsi a guardare il leader con gli occhi che rischiavano di volarli via per quanto li stesse spalancando.
 “Cos-aaa sta succed—dendo ?” balbettò il piccolo guardando Namjoon con preoccupazione.
“Nulla, torna a riposare, prendevo in giro Namjoon! Aigoo perché avete le facce così in panicate?” chiese ridendo e buttando giù un altro sorso e scherzandoci su.
“No, ma che in panicate? E che non abbiamo capito di cosa stai parlando?” disse velocemente il Leader per correre ai ripari.
“Eh, non posso dirlo davanti a lui” ridacchio Yoongi indicando Jungkook.
Il ragazzino scosse la testa confuso e disse sottovoce a se stesso “Anche Namjoon ha un segreto” aveva appena capito che  Namjoon nascondesse qualcosa, e lui anche insieme a Namjoon, nascondevano l’incontro con Isabel. 
“Cosa? Lo sai anche tu!” esclamò Yoongi verso Jk guardandolo strabiliato.
“Hyung tu come lo sai? Perché non hai detto nulla?” chiese incredulo a Yoongi, voltandosi in seguito a guardare Namjoon che sembrava in crisi.
Namjoon cercava di ragionare ma non riusciva ad arrivare al punto, quella giornata era stata fin troppo pesante per lui, non aveva la forza di reggere una discussione così strana.
“Beh penso per lo stesso motivo per il quale tu non l’abbia detto, sono affari di Namjoon! Non sono un pettegolo, e poi tu ti preoccupi tanto del tuo problema. Fidati che se Jin scoprisse di Namjoonie sarebbe peggio” Yoongi si lasciò andare a una risata simile a un rantolo.
“Lo Hyung? Cosa c’entra con questo fatto?” chiese ridacchiando nervoso, “Vabbè che ha sempre da ridire, si probabilmente si arrabbierebbe, ma mi aspettavo più che fossi tu arrabbiato” Jungkook incominciando ad avere dubbi a cosa realmente Yoongi si stesse riferendo.
 
“Io? Perché dovrei arrabbiarmi io?” chiese Yoongi guardando entrambi i ragazzi.
Lui stava parlando di un’altra cosa, ma era troppo divertente vederli con quelle facce di puro terrore “Pensi che mi arrabbierei con te?” chiese Yoongi a Namjoon che sbatteva le palpebre in uno stato di trance.
“Non lo farai?” chiese leggermente scettico, immaginava che avrebbe fatto una scenata per non essere stato avvisato di Isabel nel suo studio, guardò un attimo il più piccolo incredulo.
 
“No, perché dovrei! Anzi complimenti! Primo per aver tenuto il segreto, secondo perché lei è proprio figa! Ma non se la faceva con Pd-nim un tempo?” chiese euforico, aspettava da tempo di poter parlare di ciò, Namjoon era arrivato dove neanche lui aveva osato provare, farsi la segretaria di Pd-nim.
“Eh bravo Namjoon che ha trovato un modo per svuotarsi! Aigoooo!” grugnì mentre continuava a parlare, super esaltato da quel discorso.
Gli altri e due erano basiti e si scambiavano sguardi confusi specialmente il più piccolo.
“L’ho detto a Hoseokie che fa bene svuotarsi, serve a rilassare e generare endorfine! Secondo voi perché Jin Hyung è sempre nevrotico? Non scopa!” continuò Yoongi ridendo sommessamente, preso dal suo discorso motivazionale: sul fare sesso fa bene. stava cercando distrarsi per non pensare a ciò che fosse accaduto ore prima sotto il suo stesso naso. 
 
“Chi stava con Pd-nim?” la voce di Jungkook era stranamente piuttosto squillante, guardava Namjoon sconvolto, non credendo a quello che stavano dicendo, era convinto stessero parlando di Isabel.
“La segretaria di pd-nim, non mi ricordo come si chiama, quella figa da paura!” disse Yoongi esultando alzando i pugni in aria, per poi trattenere una risata alla faccia sconvolta di Jungkook. 
“Come lo sai!!!!” la voce di Namjoon uscì talmente squillante da risultare come un fischio acuto.
 
“Okay…. Io penso di essere molto confuso… la segretaria di pd-nim?” chiese Jungkook mentre si grattava la testa e sbuffava provando a fare mente locale su tutto il discorso appena avvenuto, niente di quello che aveva detto Yoongi sembrava riguardare Isabel, ma a quanto sembrava si stava riferendo a una segretaria.
“Ehm… non è quello che pensi” disse Namjoon scuotendo le mani davanti alla faccia del piccolo e guardandolo in crisi.
 
Yoongi guardò di nuovo entrambi, ghignò di nuovo, era divertente confonderli e un po’ se lo meritavano.
 
“Si… lui ti ucciderebbe” disse Jk con voce squillante indicando Yoongi scuotendo la testa.
“Penso che anche Tae ti ucciderebbe” annuì, “Forse lo faremmo tutti… dimmi che non hai svuotato quello che dovevi svuotare con lei” disse con voce quasi al limite dell’isterismo per quanto fosse squillante.
“No! Cosa vai a pensare! Mai nella vita! Io….” guardò indeciso prima Jungkook che aveva la faccia confusa ed era in cerca di risposte e poi Yoongi che invece stava gonfiando le guance per non ridere. 
 
Namjoon si prese la testa fra le mani, in crisi, pensando che ormai il suo armadio brulicava di scheletri e di cose da nascondere e che ora grazie a ciò si trovava nei casini. La colpa di tutto ciò era sua che aveva deciso di diventare l’ispettore Gadget e ficcarsi in tutti quei casini, anche se forse poteva affibbiare parte di colpa anche a Isabel che era comparsa così all’improvviso.
 
“Aish, vado a letto con la segretaria di Pd-nim parla di questo lo hyung” disse quasi urlando con il capo ancora tra le mani. 
“Oh, meno male! È solo la segretaria di pd-nim!” esultò JK per poi dare delle pacche affettuose sulle spalle del leader “Eh bravo lo hyung” annuì.
“Tu a chi ti riferivi?” chiese Yoongi ilare, mentre lanciava in aria il cappello di Isabel e lo riafferrava per poi guardare a Jungkook e ghignare.
“Ah noona Suran!” esclamò di getto non sapendo cosa dire, la faccia di Yoongi divenne perplessa solo per nascondere una risata che sarebbe potuta scoppiare all’improvviso.
“Perché Namjoon dovrebbe stare con Suran?” chiese con perplessità per poi guardare Namjoon che ha aveva la faccia sotto shock.
“Aigoo!!!! Basta che casino! Tutta colpa sua!!! Tutta sua! Ridammi quel cappello lo butto fuori!” urlò Namjoon impazzito del tutto. Si mosse come un pazzo cercando di afferrare il cappello.
 Jk si rimise a sedere allontanandosi dai due, impaurito, era tutto un enorme casino.
Yoongi in quel momento decise di sfogare tutta la sua risata, quel discorso era stato veramente troppo divertente.
Mentre i due litigavano Jk si ritrovò a pensare a Isabel, lei aveva detto che aveva degli affari sospesi con Namjoon e che il loro leader aveva un segreto di cui lei non poteva parlare. Si ritrovò a pensare anche alla segretaria, Namjoon sembrava essere imbarazzato e colpevole, non aveva detto niente a nessuno.
Sbiancò improvvisamente e la voce di Taehyung nella testa che diceva che quella donna era sposata.
“È sposata!” urlò il più piccolo all’improvviso facendo fermare entrambi i due Hyung che stavano tirando il cappello di Isabel.
 
“Chi?” chiese Yoongi spalancando la bocca.
“La segretaria” disse Namjoon lasciando il cappello, ormai aveva svuotato il sacco almeno su uno dei due segreti e in maniera parziale.
 “Ah…. Aigoo ti sei innamorato?” chiese Yoongi sbalordito, guardandolo attentamente, non aveva bisogno che il suo amico rispondesse, la sua faccia parlava per lui.
“Ehm, non mi va di parlarne, ho bevuto e ho un enorme confusione in testa, oggi è stato tutto abbastanza pensante” disse Namjoon con tono lamentoso, si sentiva veramente stremato da quella giornata folle.
“Non lo diremo a nessuno, però alla fine lo scopriranno anche gli altri, lui lo sapeva” disse Jungkook cercando di essere d’appoggio e di sostegno per il suo leader.
“Anche tu lo sapevi!” disse Yoongi risentito.
“No, io no!” esclamò il più piccolo alzando le mani di fronte a lui in modalità difesa.
“Scusa ma come lo sapevi tu?” chiese Namjoon guardandolo confuso “Cosa altro sai?” chiese con preoccupazione.
“Io? mmh solo questo, almeno penso, nessuno a segreti a parte voi due!” disse con un sorriso gommoso indicando entrambi.
“Eh, si siamo noi ad avere segreti” disse Jk scuotendo la testa guardando di nuovo il leader, avrebbero dovuto dire di Isabel, Namjoon ricambio lo sguardo scuotendo leggermente il capo, non potevano dire niente, o almeno non da ubriachi.
“MMh, penso che abbiamo bevuto abbastanza e domani abbiamo del lavoro da fare, torniamo a casa” provò a dire il leader con un tono leggermente supplice.
“Ultima birra?” chiese Yoongi “Mi nascondete altro?” chiese poi assottigliando gli occhi, mettendoli alla prova, curioso della loro risposta. 
“Ehm… ci dai del tempo?” chiese Jk con gli occhioni da cucciolo.
“C’è veramente altro?” chiese guardando entrambi e ridacchiando, prendendo altre tre birre e incominciando a passarle agli amici.
“Si, ma non è il momento, riunione? E raccontiamo tutto a tutti?” disse Namjoon poco convinto di quella proposta, anche se sapeva, fosse l’unica cosa da fare per includere tutti nel discorso.
“Riunione con tutti? Sei pronto a dire tutto a Jin hyung?” chiese Yoongi al leader, consapevole che il più grande avrebbe fatto molte più storie per la situazione di Namjoon e no per il piccolo, che alla fine non aveva causato danni.
“No, ma non sono pronto a dire tutto neanche a te, però dobbiamo farlo, vero Jk?” chiese al più piccolo, non potevano portare i segreti con loro in eterno, avevano promesso di dirsi tutto, e non potevano non dire di Isabel, specie perché Yoongi ormai parlava apertamente e non nascondeva i suoi sentimenti.
“MMh, Jin hyung si arrabbierà prima con me e poi con te! E lui si arrabbierà con noi!” disse indicando Yoongi.
“Aish, io mi arrabbio solo per una cosa, avete informazioni su di lei no?” chiese provocandoli di nuovo, prima o poi avrebbero dovuto svuotare il sacco.
I due ragazzi si guardavano indecisi su cosa dire.
“Va bene… me lo dite alla riunione e no quando ho bevuto, prendetevi il vostro tempo, però voglio sapere se si tratta di lei, così proverò a rimanere tranquillo” disse Yoongi sorridendo dolcemente verso i due ragazzi, dovevano rispondere almeno a quella domanda.
“Va bene, ne parliamo alla riunione, la facciamo domani in serata dopo le prove?” provò a proporre Namjoon.
“Mmh ci spalleggiamo con Jin hyung?” chiese timido Jk.
“Si, vi spalleggio io con Jin hyung, ma se mi arrabbio con voi poi dovete sapere che faremo pace e sarà solo un comportamento del momento, ma  proverò a rimanere calmo e a non perdere la testa” disse Yoongi sorridendo, incutendoli un po’ di paura. Non si sarebbe arrabbiato, non lo era stato per niente neanche prima. 
“Va bene, allora domani ci sarà la resa dei conti, e si Hyung si tratta di lei” annuì Namjoon serio
“Okay, finiamo le birre e andiamo sopra direi che abbiamo bisogno di dormire!” sorrise Yoongi.
NOTTE POST AUTO
 
Namjoon si lanciò sul proprio letto, senza essersi cambiato, era troppo stravolto da quella giornata. Brontolò a voce alta senza pensare minimamente a non fare rumore, il suono del respiro pensante di Taehyung risuonava per la stanza, e ciò significava che stesse dormendo,.
Si sentiva fin troppo ubriaco per avere ancora la forza di pensare. 
Avrebbe dovuto confidarsi con tutti l’indomani,  però si sentiva leggermente più sicuro avendo il sostegno di due del gruppo. 
Avrebbe però dovuto affrontare Jisoo e non ne aveva ancora voglia, forse avrebbe dovuto mettere fine a quella relazione, sarebbe stata la scelta più matura, ma qualcosa lo bloccava.
Da quando l’aveva vista la prima volta ne era rimasto folgorato da non riuscire più a ragionare.
Da quel momento era entrato talmente in confusione, da non riuscire a trovare soluzioni ai problemi con la sua ragazza, con cui poi aveva dovuto chiudere la relazione.
Era partito per il tour sperando di dimenticare qualunque tipo di donna, ma più si  avvicinava al rientro a casa, più pensava che dato che fosse single poteva provarci con lei.
Al rientro quando l’aveva rincontrata e aveva deciso di provare a conoscerla, così per pura curiosità, per puro capriccio.
Il capriccio però era diventato altro, ormai c’era dentro fino al collo.
Si sentiva così confuso, e aveva paura che avrebbe potuto soffrire.
Si rigirò tra le coperte, nervoso, doveva spegnere il cervello e dormire e doveva farlo subito o non avrebbe avuto forze per un’altra giornata lavorativa.
 
Angolo dell’autrice:
Lo so questo capitolo è incasinato… ma perché loro sono ubriachi.
A essere sincera stento anche io a stargli dietro.
La questione è che Yoongi sa che loro si sono visti con Isabel, come sa che quel cappello è della ragazza. Yoongi regge anche molto meglio l’alcool dei due e li mette alla prova.
Alla fine comunque lascia perdere e accetta il tutto con calma.
Dovevo per forza mettere il capitolo perché poi serve al gruppo e al fatto che si riuniscono e tuti sapranno di Jisoo.
Bene ci si legge alla prossima!
 
 
 

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