The past explained

di grande_puzzo
(/viewuser.php?uid=1103574)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Passeggiata nei corridoi ***
Capitolo 2: *** Ritardo in classe ***
Capitolo 3: *** La chiacchierata ***
Capitolo 4: *** Casa del Cacatua ***



Capitolo 1
*** Passeggiata nei corridoi ***


(le parti scritte in corsivo come questa sono flashback)

Shota Aizawa e Hizashi Yamada sono stati sin dalle superiori (che entrambi hanno frequentato alla UA) grandi amici, in molti si chiedono il perché. Ebbene Hizashi nella sua vita sfrenata apprezzava la sicurezza, stabilità e tranquillità di una figura come Shota, al contrario Shota con la sua vita… pesante era immensamente grato per l’energia, la vitalità e la felicità di Hizashi.

 

Ora sono entrambi professori allo stesso liceo che hanno frequentato e sono ancora amici che si completano a vicenda, pensò Hizashi, anche se forse negli ultimi mesi… qualcosa era cambiato.

 

Ebbene Shota negli ultimi 3, forse 4, mesi si era allontanato sempre più da lui ma anche da tutti: dai suoi studenti, da Nemuri, da Toshinori e sembrava avere ancora più occhiaia ed essere ancora più stanco e malandato del solito. Hizashi era preoccupato, estremamente preoccupato, più volte aveva tentato di parlarne col diretto interessato ma altrettante volte era stato rifiutato o ignorato: questo lo faceva preoccupare ancora di più.

 

Sapeva ovviamente che Shota non adorasse chiacchierare o parlare di sé, ma era anche una persona abbastanza schietta e sincera entro certi limiti, se gli ponevi una domanda diretta e insistevi con questa domanda e soprattutto eri Hizashi... ti rispondeva sempre. Tranne questa volta a quanto pare. 

 

‘Sarà qualcosa di estremamente privato e grave’ Pensò Hizashi camminando per i corridoi durante la pausa pranzo alla ricerca del suo amico. 

 

Questo comportamento di Shota gli portò alla mente i ricordi del primo anno alla UA, nei quali Shota era così simile ad adesso… aveva lavorato anni e anni per farlo aprire piano piano e ora succede qualcosa di sconosciuto e PUFF! tutto in fumo, Hizashi era così addolorato. 

 

Si consolò pensando che alle superiori in realtà era messo peggio rispetto ad ora, sussultava e sgranava gli occhi per il più piccolo tocco o sussurro del suo nome o leggera alzata di voce, appena qualcuno usava un tono un po’ più deciso del solito in una richiesta lo si vedeva rizzare in piedi scattante per eseguire “l’ordine”. Tutte queste cose furono notate solo dopo che aveva iniziato a interessarsi ad Aizawa-kun come amico, all’inizio pensava fosse solo timido, e anche se sospettosamente, lo pensò per un bel po’.

 

Finché un giorno a Shota accidentalmente scivolò dal collo la sua sciarpa - indossava tutti i giorni una sciarpa o uno scaldacollo, Hizashi aveva pensato che Shota fosse cagionevole di salute (pensiero legittimo data la sua carnagione insolitamente chiara)  o magari semplicemente aveva molta sensibilità per il freddo al collo - ma Hizashi di sicuro non si aspettava di vedere ciò che vide: nei pochi istanti in cui il suo collo fu scoperto Hizashi poté osservare profondi e numerosi lividi sul collo del suo compagno di classe.

 

C’era una moltitudine di colori: viola, verde, giallo, rosso, blu… voleva dire che erano a diversi livelli di guarigione.

 

Hizashi poté anche intravedere nelle forme dei lividi grandi mani adulte intorno al collo di Shota-kun, qualcuno stava ripetutamente cercando di strozzare il ragazzo? No.

 

Ci doveva essere un’altra spiegazione. Una spiegazione logica meno dolorosa di quella.

 

Aizawa-kun si risistemò frettolosamente la sciarpa guardandosi velocemente attorno, incontrò solo lo sguardo spaventato di Hizashi, per fortuna o sfortuna solo lui aveva visto. Erano amici da 7 mesi ormai, ma nessuno dei 2 sapeva cosa dire (non che potessero comunque parlare molto durante la lezione).

 

Il biondo intanto era arrivato alla sala professori, nessun segno del professore ricercato, il che era molto sospetto: solitamente prendeva il caffè e faceva un pisolino qui, cose di vitale importanza per Aizawa.

 

Avrebbe provato a cercare in bagno prima di preoccuparsi troppo, Hizashi indossa uno dei suoi sorrisi migliori e con un dietrofront a piroletta con grandi ed esagerati gesti delle braccia si reca in direzione del bagno.

 

I ricordi continuavano ad arrivare.

 

Hizashi aspettò pazientemente la pausa non staccando mai gli occhi dal suo compagno seduto accanto a lui con occhi leggermente sgranati che cercava di nascondere.

 

Alla fine la pausa giunse, e Hizashi senza troppe cerimonie afferrò il ragazzo silenzioso, il quale ebbe un violento sussultò ma non protestò alla presa, e lo portò in un posto il più privato possibile.

 

“Shota-” si accorse che il ragazzo tremava, allora rilassò il tono di voce e si allontanò di qualche passetto, sperando di tranquillizzarlo e ricominciò “Shota HEYYYY ho visto dei brutti segni sul collo… Cos’è successo?” guardò il ragazzo con occhi pieni di preoccupazione e tormento cercando di mascherarli grazie agli occhiali da sole e un sorriso leggero e curioso.

 

“...” Aizawa-kun abbassò lo sguardo, sembrava pentito… ma perché avrebbe dovuto esserlo?

 

“SUVVIA NON FARE COSÌ posso aiutarti in qualche modo? Ti va di andare da Recovery Girl?” provo Hizashi, ma non si sarebbe mai aspettato la reazione.

 

“NO!” Shota ora aveva uno sguardo terrorizzato in volto oltre a essere diventato rosso, il biondo non l’aveva mai visto così deciso o convinto di qualcosa, la tensione era tangibile insieme all’ansia e terrore del giovane corvino che aveva quasi le lacrime agli occhi; accortosi di aver appena gridato si rilassò gradualmente e riprese dopo un profondo respiro “Sto bene, non ho bisogno di cure e non ne voglio”

 

Hizashi dopo essersi chiesto il motivo dell'improvviso ed esagerato coinvolgimento del compagno si rabbuiò e replicò “Shota, non puoi dire di stare bene… quei lividi… erano orribili” rispose il cacatua biondo a malincuore e anche avendo notato gli occhi tremanti e lo sguardo basso che aveva causato con l’intervento, si fece forza e proseguì “Come te li sei procurati?”

 

Il ragazzo assonnato ancora collo sguardo basso sembrò riflettere, infine disse “Allenamento”

 

“MA TU SEI CRAZYYYYY!! Che razza di allenamento sarebbe strozzare qualcuno?”

 

“Un allenamento che ti aiuta a resistere al dolore” Shota notò lo sguardo dubbioso e sconcertante dell’amico e tentò di aggiungere dopo qualche istante di silenzio “Per allenarmi può capitare che io mi scontri con altre persone, e il loro stile di combattimento non è a mia discrezione” il tutto fu detto con sguardo basso e corpo tremante: Hizashi non gli credeva, non era stupido.

 

“YOU LITTLE BOY stai provando a dirmi che quasi ogni giorno fai a lotta contro un adulto e ogni volta questa persona nel lottare ti strangola così forte?”

 

“Non ho detto fossero adulti” Shota strinse lo sguardo.

 

“Le impronte di mano sul tuo collo dicono il contrario” Hizashi era sempre più serio.

 

“...” Il ragazzo pallido abbassò nuovamente lo sguardo.

 

“...Devono fare male, se non vuoi andare da recovery girl posso almeno applicare della crema?” tentò gentilmente l’energico

 

Uno sguardo sorpreso dipinse lo sguardo di Shota che alzò lo sguardo in direzione dell’amico con occhi lucidi, sembrava quasi felice “Ok… grazie, però dopo basta domande sull’argomento?” si pronunciò infine.

 

Present Mic era quasi arrivato al bagno del personale mentre si era completamente distratto, pensò che anche se gli fosse passato davanti Aizawa non se ne sarebbe accorto.

 

Il giovane Hizashi poggiò delicatamente una mano sulla spalla del corvino che sorprendentemente non sobbalzò e disse “OH OH OH! certamente capo! ma anch’io voglio qualcosa in cambio: avvisami sempre! così posso metterti sempre la crema, anche se fosse tutti i giorni!”

 

“...Mh”

 

“TUUUUTTI i giorni, NON TI PREOCCUPARE comprerò UN SACCO di vasetti di crema per il mio amichetto” Shota arrossì e sorrise.

 

Il giorno dopo Shota non venne a scuola, il che era insolito. Il giorno ancora dopo venne con numerosi medicazioni sul viso, ovviamente Hizashi lo mise sotto interrogatorio ma l’amico non parlava, non rispose a nessuna delle sue domande, semplicemente rimase zitto e chiese di non parlarne mai più.

 

Da quel momento Hizashi notò un maggiore impegno da parte di Shota a coprire più parti del corpo possibili, anche nelle stagioni calde, Hizashi notò comunque qualche livido talvolta essendo i due sempre insieme, ma dopo i primi tentativi risultati in completo silenzio da parte di Shota si arrese a provare e attuò piuttosto la strategia “Far finta di far finta di nulla ma proteggere il mio amico e cercare di renderlo felice”.

 

Mancava solo una svolta per il bagno quando Yamada-sensei sentì delle voci dirigersi verso di lui e (almeno inizialmente) per evitare di scontrarsi decide di fermarsi poco prima dello spigolo del muro, così da far passare chiunque fosse.

 

“Ci vorrà poco”

 

“Ho detto che non voglio” Hizashi si accorse che una delle persone fosse il suo Shota.

 

“Non hai esattamente voce in capitolo” Hizashi decise di rimanere dietro lo spigolo del muro ad ascoltare ancora un po'.

 

“Allora perché chiedi?”

 

“Adoro vederti così… combattuto”

 

L’istinto protettivo di Hizashi prevalse sul “non sono fatti tuoi” e sbucò dall’angolo, accorgendosi che l’altro individuo - quello scontroso - era Sekijiro Kan, l’insegnante coordinatore della 1^ B.

Shota alla fine grazie al tempo e forse anche alle cure e attenzioni di Hizashi smise di avere lividi inspiegabili o di chiudersi eccessivamente in se stesso.


 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ritardo in classe ***


“HEYYYY GOOOODAFTERNOON RAGAZZII QUI È PRESENT MIC CHE VI PARLA!” tentò l’urlatore di professione con più disinvoltura possibile.

 

Shota si girò di scatto, sguardo impaurito ma fermo, cercava di mantenersi composto ma Hizashi poteva notare i pugni stretti nelle tasche che non smettevano di tremare, se non l’avesse conosciuto così bene avrebbe detto che stava come al solito; aveva la grossa mano di Kan-sensei acchiappata possessivamente alla spalla sinistra, che per Aizawa che stava di spalle a Sekijiro ( come se se ne volesse andare) era quella lontana dal muro, il che gli impediva la maggior parte dei movimenti. Di fronte al muro a cui erano vicino c’era la porta del bagno, dove sembrava volesse recarsi Vlad King. 

 

“Ciao, cosa vuoi?” Disse Kan serio.

 

“OOOOOOH OOH OH!” pianse drammaticamente il biondo “perché sei così freddo? volevo solo salutare i miei amichetti!” attraverso gli occhiali da sole vide il volto di Shota illuminarsi, anche se non stava sorridendo, avresti potuto dire che fosse felice.

 

“Nessuno te l’ha chiesto, stavamo parlando qui.” subito giunse la risposta dura, accompagnata da un aumento alla forza con cui stringeva la spalla di Aizawa che gli fece stringere i denti e sibilare leggermente.

 

Yamada aveva bisogno di aiutare il suo amico. Non poteva più resistere, stava soffrendo! proprio ora! Lì davanti a lui! Non poteva rimanere con le mani in mano.

 

Vlad fu più veloce e tirando Shota verso di sé proclamò “Va’ via, non sei desidera-”

 

Hizashi con gli occhi rossi dalla rabbia acchiappò a sua volta la mano che teneva Aizawa con forza non facendolo più allontanare “HERE l’indesiderato mi sembri tu” decise di dire con tono di sfida.

 

Shota alzò lo sguardo che, tranne per le altre due volte in cui aveva guardato l’amico un po’ pazzerello, aveva tenuto sempre basso; ma questa volta non sembrava felice, sembrava sofferente, Present Mic non capiva.

 

Hizashi non capiva. Non era mai riuscito del tutto a capirlo, c’era sempre qualcosa che gli sfuggiva, qualcosa su cui poteva solo fare supposizioni: perché si vergognava a parlare di sé? Perché era sempre stato così imperativo non andare da Recovery Girl se era solo un allenamento? Anche se sinceramente Hizashi aveva sempre sospettato un qualche tipo di abuso in famiglia, ma ciò non gli impediva di curarsi da Recovery Girl sempre disponibile. Ed infine, perché in questo momento non era rincuorato o arrabbiato dalle azioni invadenti di Yamada. ma sofferente invece? come se stesse per succedere qualcosa di brutto.

 

“AH! Io l’indesiderato? Chi si è inserito nella conversazione senza permesso?” Kan stava per proseguire ma incontrò con lo sguardo i capelli di Aizawa e si bloccò, un ghigno si dipinse sul suo volto e disse “Sho’...” 

 

Hizashi si accigliò. SHO’? A che grado di intimità erano arrivati quei due? Lui stesso lo aveva convinto a farsi chiamare così solo dopo vari anni. Ma non fece in tempo a finire il pensiero che Vlad proseguì.

 

“...Vorresti anche tu che Yamada-sensei se ne andasse?” Sekijiro sorrideva ancora con un’area di sfida, Shota si bloccò totalmente con occhi sgranati. Il biondo era perplesso. Era lì per aiutarlo, giusto? Era abbastanza ovvio, GIUSTO? Non stava dando fastidio al suo amico… aveva chiaramente bisogno di una mano, il massimo che stava facendo di negativo era ferire il suo orgoglio… GIUSTO?

 

Uno scossone alla spalla di Aizawa fece stringere gli occhi al trattenuto ormai tremante fra i due mentre chinava sempre più il capo verso il basso e provava a dire qualcosa ma nessuna parola usciva dalla sua bocca.

 

Yamada ora era terrorizzato. Cosa stava succedendo? 

 

“...S-...Ss” La stretta del sanguigno aumentò mentre Hizashi allentava la sua sbalordito. Shota.... Shota non lo voleva lì? Un involontario piagnucolio, più simile al suono di un animale ferito, uscì dalla bocca del biondo. Questo fece irrigidire Aizawa che alzò lo sguardo ancora sofferente verso gli stravaganti occhiali arancioni dell’amico e scelse di dire un piccolo, quasi impercettibile “No”

 

 Poi di nuovo, però forte e deciso (anche se con la voce un po’ tremante) “No. Sei tu il problema qui. Vattene”

 

Sekijiro sgranò gli occhi e ringhiò pesantemente lasciando la presa. Hizashi era estremamente sollevato, e avvicinò l’amico corvino a sé, ma qualcosa gli diceva che non era ancora finita: lo sguardo di Shota era terrorizzato, ben più di prima, ora tremava come una foglia.

 

Dopo lo shock iniziale Vlad riprese il suo solito ghigno e provò “Questo è grave, tanto tanto tanto grave Sho’, lo sai vero? Forse per correttezza dovrei ricordarti qualcosa?”

 

Lo sguardo di Shota sembrava star capendo qualcosa che Hizashi non sapeva.

 

“Per esempio un certo video? O forse tutti i video?”

 

Present Mic sentì Shota soffrire come da un dolore fisico, e violentemente si ritrasse dalle vicinanze del suo petto, voltandosi e dirigendosi alla sinistra di Vlad, leggermente più dietro, come se fosse il suo assistente. Aveva di nuovo il viso chino. Dopo aver ricevuto un occhiataccia da parte di Kan-sensei recitò “Dovresti andartene” si bloccò, guardò l’imponente montagna accanto a lui con sguardo supplichevole e poi concluse “Yamada-sensei”

 

L’ha appena minacciato. Il suo migliore amico dai tempi delle superiori era stato minacciato. Il suo migliore amico era terrorizzato. Stava succedendo qualcosa. Le sue supposizioni non erano errate. Poteva vedere la paura di delusione negli occhi di Shota per aver usato quel titolo onorifico invece del suo ormai familiare e sudato ‘Zashi, ma Hizashi non era deluso, non sarebbe mai stato deluso da Shota… quando l’avrebbe capito?

 

“Bene, ora che abbiamo dimostrato che sei un elemento di disturbo, puoi andartene caro il mio Present Mic”

 

“Non me ne vado mica! Ti sembro stupido?” Vlad stava per rispondere probabilmente in modo sarcastico ma Hizashi fu più veloce “L’hai costretto”

 

“HA HA HA HA!” rise a crepapelle, la tensione a mille nella frazione di corridoio, poi ridivenne serio e chiese “ Sho’, ti ho costretto?”

 

Shota ancora tremante e con sguardo basso rispose sorprendentemente prontamente “No Seki”

 

Ecco un’altra cosa che non capiva, lui veniva chiamato con un nomignolo carino e Hizashi no? L’eroe radiofonico si distrasse leggermente ma presto se ne accorse e tornò sull’attenti. 

 

Silenzio.

 

Vlad con uno scatto di rabbia afferrò il corvino e lo spinse in bagno violentemente, normalmente l’eroe sotterraneo si sarebbe a malapena mosso, ma in questa situazione, terrorizzato e tremante, addirittura cadde sul pavimento del bagno; Kan-sensei stava per chiudere la porta quando venne bloccato da Hizashi che ovviamente non se n’era andato.

 

“Non posso permetterti di trattarlo così, non so cosa stia succedendo ma non è giusto” si pronunciò deciso il biondo.

 

“Esatto, non sai cosa sta succedendo, non sai nulla di tutto questo quindi fatti da parte e lascia fare ai diretti interessati, giusto Sho’?” rispose presto Vlad con le mani sui fianchi in modo estremamente soddisfatto, dietro di lui dalla porta socchiusa (che prima Yamada aveva impedito venisse chiusa) si vedeva Shota ancora per terra, rosso in viso, pieno di vergogna, ma all’improvviso Hizashi notò un quasi impercettibile cambiamento di postura e atteggiamento: Aizawa aveva stretto i pugni, accigliato gli occhi e raddrizzato la schiena.

 

Entrambi i professori fuori dal bagno udirono “Non ti voglio qui Yamada-sensei, io e Seki abbiamo bisogno di un po’ di privacy”

 

Ma solo quello di fronte alla porta vide Shota fare no con la testa impaurito alle sue stesse parole, per comunicargli che non fossero veritiere. Hizashi tentò di non guardare troppo Shota per far si che Sekijiro non se ne accorgesse, anche se probabilmente stava troppo gongolando fra sé per accorgersi di qualsiasi cosa.

 

Poi ancora “Dato che sei qui potresti andare ad avvisare la mia classe che farò tardi a lezione?” Dicendo queste parole aveva riabbassato lo sguardo e aveva un'espressione estremamente pentita, Hizashi poteva immaginare perché, Shota amava i suoi studenti e odiava dover trascurare loro anche quando era chiamato in missione, figuriamoci ora, che doveva fare chissà cosa. 

 

Tuttavia, Yamada dando un rapido sguardo all’orologio si accorse di come mancassero ancora 10 minuti alla fine della pausa, perché diceva che sarebbe arrivato in ritardo?

 

Probabilmente gli si leggeva in faccia la domanda perché il corvino proseguì “Sai, io e Seki qui dovevamo fare una cosa, e tu ci hai interrotto, dobbiamo ancora farla ed è importante…” 

disse ciò mentre faceva un disperato segno di andar via a Hizashi e un movimento rotatorio col dito per dire “dopo”, poi tremò e aggiunse “potrebbe volerci più del previsto, quindi più di 10 minuti” 

 

A quel punto Hizashi rifletté: non sapeva davvero cosa stesse succedendo, avrebbe potuto peggiorare la situazione con le sue azioni incoscienti? E SE L’AVESSE GIÀ FATTO? Ci avrebbe pensato dopo. La cosa migliore da fare era seguire i consigli di Shota e aspettare un momento migliore, anche se temeva cosa sarebbe successo in quel bagno.

 

Senza aggiungere una parola, ma con sguardo affranto, si allontanò dal bagno e si incamminò, sentendo poco dopo la porta del bagno sbattere dietro di lui e qualcosa che cadeva.

 

Ora aveva tempo per pensare; anche se erano a malapena 10 minuti.

 

Shota a un certo punto era sembrato più terrorizzato che mai, quando non ha detto ciò che Vlad voleva che dicesse… e dopo aveva detto ‘potrebbe volerci più del previsto’, in effetti all’inizio aveva sentito Kan dire ‘Ci vorrà poco’ e ora improvvisamente ci vogliono più di 10 minuti? Aveva decisamente peggiorato la situazione, ora… Shota verrà punito per colpa sua?

 

Non era importante in quel momento. Anzi, era importante, ma c’erano cose più importanti, non aveva tempo di colpevolizzarsi.

 

Cosa stava succedendo al suo amico? Era impaurito e indifeso, ma Shota non era impaurito e indifeso, sapeva perfettamente difendersi, forse anche a cause della sua difficile infanzia. Eppure era completamente indifeso, probabilmente a causa dei video con cui lo ha minacciato Sekijiro… chissà in cosa consistevano. 

 

Doveva proteggere il suo amico, doveva fare qualcosa, ma ora poteva solo aspettare quel ‘dopo’ accennato dal movimento del dito, poteva solo aspettare che gli venisse spiegato qualcosa. Davvero non poteva fare nulla?

 

“DRIIIIINNN” tuonò la campanella di avviso per la fine della pausa pranzo.

 

Si accorse di star girando in tondo da un po’ di tempo ormai davanti alla 1^ A, muovendosi in modo nervoso e iperattivo, non riusciva a stare fermo, LUI FERMO? aveva bisogno di fare qualcosa. Per fortuna i 10 minuti erano passati, ora avrebbe avvisato la classe del ritardo e avrebbe fatto lezione nella sua cercando di pensare ad altro. 

 

Sì, sarebbe andata così. Tutto bene.

 

Entrò nella classe e venne accolto da sguardi sorpresi e sussurri quando si accorse di avere un’espressione estremamente seria e improvvisamente gridò con un sorriso a 32 denti “HEYYYYYYYYYY ragazzi sono qui! Io! il vostro Present Mic!” la classe si era tranquillizzata anche se ancora un po’ confusa, evidentemente per l’assenza del loro insegnante. 

 

estese le braccia il più possibile come raggi d'un sole e sputò “SPERO ABBIATE AVUTO UN BUON PRANZO! devo purtroppo comunicarvi che il vostro carissimo professore potrebbe fare ritardo” pensò un attimo e aggiunse “Tenya! tu sarai a capo della classe, NON LASCIARLI BIGHELLONAREEEEE YEAHHH” detto ciò si passò una mano nei capelli stile cacatua e uscì allegramente dalla classe sentendo Tenya alzarsi e dirigersi verso la cattedra.

 

Fatto ciò si incamminò amareggiato verso la sua classe, saranno state ore dure, non voleva far insospettire nessuno, doveva comportarsi come al solito. Purtroppo erano le lezioni pomeridiane di eroismo, quindi non avrebbe potuto vedere l’amico fra un’ora ma solo alla conclusione di esse. Tuttavia aveva bisogno di vederlo, anche se fosse stato alla fine della giornata e accordarsi con lui per un incontro più lungo per parlarne, e non avrebbe permesso di non parlare questa volta.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La chiacchierata ***


Infine dopo la prima ora di pure sofferenze, Hizashi riuscì a distrarsi e a concentrarsi interamente sulla sua classe per quasi tutto il pomeriggio.

 

La fine della giornata arrivò, e Hizashi decise di lasciare la sua classe qualche minuto prima del solito, in modo da raggiungere la classe di Aizawa e impedire che quel fetente che si chiude in sé stesso scappasse senza dirgli nulla. 

 

La porta era aperta, l’attento corvino notò subito il biondo sgargiante fuori dalla porta e gli lanciò un’occhiataccia; Hizashi normalmente avrebbe reagito accogliendo la sfida, ma stavolta non aveva tempo per pensare alle sue provocazioni, sulla guancia sinistra di Shota vide un segno rosso, ormai tendente al viola, e sgranò gli occhi di conseguenza.

 

“Aizawa-sensei” sentì una voce dalla classe.

 

“Sì, Asui?” rispose Shota ancora indaffarato con delle scartoffie, ignorando gli occhi spaventati del professore d’inglese, mentre gli alunni appena tornati si sistemavano nei banchi.

 

“Prima non ho chiesto per non aumentare il ritardo della lezione ma dato che ci è avanzato del tempo… cosa le è successo alla guancia? Durante la mattina non l’aveva quindi non può essere successo durante una pattuglia” L’eroe sotterraneo lanciò un'occhiata penetrante all’alunna, ma poi sospirò sapendo fosse sinceramente solo preoccupata.

 

“Non dovresti preoccuparti” Il corvino distolse lo sguardo e proseguì con un leggero sorriso accattivante “Anche i professori hanno battibecchi fra di loro” una parte della classe ridacchiò sorpresa, intendendo il commento come una sorta di strana battuta da parte del loro professore apatico, ciò che probabilmente era l’obiettivo di Aizawa.

 

La campanella suonò segnalando la fine delle lezioni e gli alunni ordinatamente uscirono dalla classe, Hizashi entrò dirigendosi verso l’amico che stava finendo di sistemare dei documenti che apparentemente doveva portare con sé.

 

Poco dopo uscirono dalla classe, Hizashi voleva parlargli ma non sapeva cosa dire, quindi continuò a stare in silenzio guardando l’ex compagno di classe con espressione preoccupata.

 

Arrivarono in sala professori, si prepararono e uscirono, Hizashi ebbe anche una breve conversazione con Nemuri che si trovava lì.

 

Shota per tutto il tempo fece finta di nulla, non incrociando mai lo sguardo.

 

Erano fuori dal cancello della scuola ora, lì fermi, Shota si era fermato e aveva abbassato lo sguardo.

 

“Tutto…” provò Yamada ma non uscì molto più di un sussurro.

 

“Tutto ok. Scusami” intervenne il corvino.“Dobbiamo farlo per forza?” si decise a dire dopo pochi istanti

 

Hizashi annuì visibilmente e con decisione.

 

Shota sospirò pesantemente, e alzò lo sguardo verso Yamada “Va bene, è giusto che tu sappia qualcosa, ma non posso dirti tutto”

 

“OHH YEAHHHH andiamo al mio bar preferito a prendere qualcosa da mangiare prima! e poi potremmo parlarne su un tavolino in un parco, che ne dice il mio SLEEPY FRIEND?” subito si rianimò Hizashi.

 

Aizawa sorrise leggermente e annuì seguendo l’amico troppo rumoroso; durante il cammino parlò quasi solo Hizashi dei più svariati argomenti, Shota era sempre stato invece un ottimo ascoltatore.

 

Hizashi scelse un frullato, Shota un caffè e si sedettero su un tavolino in legno, in un parco a dir poco caruccio.

 

‘La situazione sarebbe potuta sembrare romantica se solo non fossimo qui per un motivo così scomodo’ osò pensare Present Mic mentre in modo disinvolto giocava con la cannuccia nel suo frullato.

 

Hizashi notò un leggero rossore su Shota e sperò che avesse pensato un qualcosa di simile.

 

“Se vuoi…” tentò il biondo con i capelli leggermente mossi al vento “ho ancora quella crema”

 

Proseguì “la porto sempre da quel giorno”

 

Il vento si rafforzò, forse non era stata una buona idea stare all’aperto, ma Hizashi aveva pensato che fosse meglio che parlare di cose private in un bar dove chiunque potesse sentire. 

 

Si rimangiò quanto pensato quando una folata di vento avvolse il vicino ciliegio in fiore staccandone delicati petali che si diressero verso il suo amico creando un’affascinante rara visuale di Shota con i suoi capelli come la pece al vento e petali rosa svolazzanti intorno che rapirono lo sguardo luminoso di Aizawa.

 

“...Dopo tutto questo tempo?” arrossì il pallido uomo seduto

 

“Non ho mai smesso di preoccuparmi per te” si pronunciò Hizashi aggrottando lo sguardo, ma leggermente, come per dire ‘come osi supporre il contrario briccone!’

 

Il biondo sospirò e decise di continuare “Ti va di spiegarmi cos’è successo al tuo viso Sho’?”

 

“...” Shota dubbioso, Yamada era convinto di averlo visto sussultare al soprannome.

 

“Ti metto la crema nel frattempo” e Present Mic si alzò per sedersi dallo stesso lato del tavolo dell’amico, col vasetto di crema in mano.

 

Vedendo come Eraserhead rimanesse in silenzio proseguì da solo la conversazione “Non hai mantenuto la promessa” lo sguardo confuso sul volto dell’uomo, “Non mi hai avvisato quando succedeva”

 

È complicato” sputò all’improvviso il corvino sofferente, mentre arrossiva per l’applicazione della crema sul viso “Non siamo qui per parlare di quello”

 

“Tsk” mormorò Hizashi chiedendosi come qualcuno potrebbe ferire una pelle così, dall'abrasione il colpo sembrava un pugno.

 

Notando Aizawa aggrottato si affrettò “Non era a te, mi dispiace solo per il livido” Yamada abbassò lo sguardo “Davvero, com’è successo?”

 

Shota strinse le labbra ed inspirò profondamente.

 

“Ti prego spiegami qualcosa!” si ripeté Hizashi.

 

“L’ha scoperto” riuscì a pronunciare l’eroe sotterraneo tutto d’un fiato, facendosi piccolo piccolo.

 

“Ha scoperto cosa?” Il biondo aveva finito di applicare attentamente la crema e stava chiudendo il vasetto, si tolse gli occhiali da sole per poter guardare meglio l’amico.

 

“La mia… predisposizione”
 

“PREDISPOSIZIONE A COSA?” Shota sussultò al grido. 

 

“Scusami, ti prego parlami, voglio solo aiutare” Hizashi era visibilmente preoccupato.

 

“...la mia predisposizione a fare ciò che la gente mi dice senza protestare” un lampo di ricordi balzò nella mente di Hizashi.

 

proseguì Shota “Principalmente quando ero più giovane, ma ogni tanto capita ancora, quando una persona di natura autoritaria, fisicamente maggiore a me e con un tono duro mi ordina o chiede qualcosa… succede” si prese qualche momento mentre era arrossato e i suoi occhi tremavano.

 

“Succede che ascolto i comandi senza pensarci, e Vlad… beh se n’è accorto e ne ha approfittato, niente di particolare in realtà mi chiedeva per esempio di correggere i compiti al posto suo, niente che non potessi fare”

 

Lentamente frammenti di realizzazione apparivano sul volto del biondo.

 

“Ovviamente ho cercato di rifiutarmi… ma successivamente ha scoperto come divento più obbediente dopo un colpo” Il viso di Hizashi rabbuiò e le pupille divennero punti, Shota continuava a guardare basso e la sua voce si affievoliva sempre di più..

 

“Così ha continuato ad alzare sempre più l’asticella delle pretese, quando infine, raccogliendo tutte le mie forze, ho minacciato di dirlo a qualcuno... e mi ha ricattato” 

 

‘Quindi se li era preparati precedentemente’ rifletté Hizashi.

 

“Quei video di cui hai sentito, non posso permettere che li renda pubblici. Soprattutto uno”

 

“Oggi aveva bisogno di una cosa in bagno, ma ultimamente mi sto rifiutando il più possibile… non che servi a molto” rassegnazione nel tono dell’eroe sotterraneo.

 

“E alla fine ha dovuto colpirmi per ottenere ciò che voleva, dopo che te ne sei andato” Non c’era vergogna o rabbia mentre pronunciava queste parole, erano semplicemente la verità dei fatti, inevitabili.

 

“Ecco qua, ti ho detto tutto, sono davvero penoso e debole eh?” sorrise fra sé e sé mentre cercava di alleggerire l’atmosfera, cosa insolita per lui, doveva essere proprio nervoso.

 

Hizashi era sbalordito, Shota stava sopportando questo casino senza nemmeno una mano?

 

“VA DENUNCIATO!” esplose finalmente Yamada

 

“No. Il video. Ti ho detto quello che volevi sapere, ora tiratene fuori” Aizawa si ritrasse e dipinse uno sguardo duro sul volto: sembrava la cosa di cui era più certo.

 

“Cosa contengono i video?” chiese il biondo con voce disperata e denti stretti.

 

“Non ti è dato saperlo” risposta automatica, secca.

 

“In cosa consistono le sue richieste?” Non sapeva cosa pensare a questo proposito...

 

“Non ti è dato saperlo, ho detto tutto ciò che potevo dirti, il resto lascialo perdere, è meglio così” guardò Hizashi negli occhi e concluse “Fidati di me”

 

Certo che si fidava! Ma… aveva bisogno di saperlo, se lo stava nascondendo così ardentemente era qualcosa di grave o imbarazzante: forse lo faceva pulire? No non aveva senso. O forse Vlad era un sadico a cui piace picchiarlo? Non gli veniva molto in mente.

 

“Non sei penoso e debole, sei la persona più tosta che io conosca! Hai altre ferite?”

 

“Sto b-” Aizawa stava per rispondere ma venne interrotto “La verità, per favore, onora la promessa fatta da più giovani” Hizashi era quasi alle lacrime “...Almeno ora”

 

“Sì, ho altre ferite” 

 

“Tutte di oggi?” Cominciò Hizashi buttando i contenitori delle loro bevande ormai finite.

 

“No”

 

“Sono state medicate?”

 

“...No” Shota sentì sollevarsi dell’amico che proclamò “Ora vieni a casa con me e te le medico tutte, fammi almeno fare questo” Aizawa abbassò lo sguardo e annuì, un terribile dubbio sorse in Hizashi “Se ti va bene?”

 

“Tranquillo, non ho mai rischiato di confondere la tua voce per ordini, sei troppo buono” e diede un pugnetto sul fianco di Hizashi, il quale esagerò teatralmente il dolore e si mise a ridere dopo aver intravisto il leggero sorriso di Shota.

 

“Grazie per esserti aperto alla fine, ricorda che ci sarò sempre, la mia porta sarà sempre aperta anche se non ne vorrai parl-” Il biondo venne interrotto da del calore e delle braccia.

 

Venne interrotto da qualcosa che non era mai successo.

 

Shota lo abbracciò. Si erano già abbracciati ovviamente ma aveva sempre fatto Hizashi il primo passo.

 

“Grazie, sei la persona più importante della mia vita” Aizawa stava piangendo e tremando, non l’aveva mai visto esprimere così platealmente le sue emozioni, Hizashi lo ha subito tenuto stretto a sé.

 

“Raramente te lo dimostro, sarei perso senza di te”

 

Restano abbracciati lì per un po’, Yamada aspetta che Aizawa smetta di piangere, non vuole lasciarlo finché non sta meglio.

 

A un certo punto Shota si stacca dalla calorosa presa e guardando verso il basso dice “Scusami, andiamo ora” Hizashi poteva vedere il rossore sulle sue guance, volevo non dire nulla e semplicemente godersi il momento ma non riuscì a trattenersi “Perché ti sei scusato? É stato piacevole”

 

Sorprendentemente Aizawa si accigliò confuso all’affermazione, sembrò riflettere profondamente con le delicate e pallide dita in prossimità della bocca e lo sguardo basso per qualche momento mentre il biondo attendeva pazientemente, finché si decise “Mi sono scusato per aver pianto, non volevo dire che non…” il corvino si rivolse verso l’amico con un leggero rossore in viso e riuscì a finire “...mi fosse piaciuto l’abbraccio, l’ho gradito anche io”

 

Yamada arrossì profondamente in risposta e si girò di spalle all’eroe sotterraneo con una giravolta che voleva sembrare disinvolta ma parve solo frettolosa. Cercò disperatamente di concentrarsi su qualcosa, qualsiasi altra cosa che non fosse il suo amico che gli proclamasse affetto apertamente: le lacrime, si era scusato per aver pianto. 

 

“Non c’è bisogno di scusarsi per essersi sfogato con un amico” quella parola era ora amara nella bocca dell’eroe radiofonico.

 

“Ah” Shota era ancora dietro il biondo che suppose stesse di nuovo riflettendo “Colpa mia, è solo che non lo facevo da tempo”

 

A ciò Hizashi non riuscì a trattenersi dal rivoltarsi verso Shota con un volto sconcertato e a pronunciare le parole “Da quanto tempo?”

 

“Più di 20 anni credo”

 

.

.

.

 

“WHAAAAAAATT????? PERCHÉ?”

 

“...è una lunga storia...” Il corvino tentò subito di richiudersi in se stesso dopo così tante rivelazioni, e il cacatua poteva capirlo ma non avrebbe lasciato andare proprio ora.

 

“Ti prego non farlo” Lo sguardo di Hizashi piatto, quasi serio ma si vedeva pieno di preoccupazione. Lo sguardo di Shota improvvisamente alzato fino agli occhi ancora senza occhiali del biondo tremante, come se stesse di nuovo per piangere, ma, dopo alcuni istanti, si intravide un sorriso sul suo volto: aveva capito finalmente che il biondo era solo preoccupato e sinceramente interessato?

 

“Però dopo basta domande per oggi…” quasi scherzò, Yamada ancora immobile.

 

“I mie-” si strozzò non sapendo come andare avanti, abbastanza insolito per lui sempre così schietto: di solito o rimaneva zitto o diceva tutto con convinzione.

 

Riprovò subito dopo con i pugni stretti “Per i miei genitori…” guardò verso il basso per qualche secondo prima di rivolgere lo sguardo nuovamente su Hizashi e proseguire “É un segno di debolezza”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Casa del Cacatua ***


Erano davanti alla porta della casa di Hizashi dopo solo quindici minuti; la passeggiata era stata piacevole e serena dopo un cupo cenno del capo della bionda per la rivelazione di Shota e il pensiero che forse per oggi era abbastanza. Il biondo che parlava e saltellava vicino al silenzioso corvo ascoltando attentamente, era un'atmosfera familiare. Ciò si è ripetuto anche in questa giornata, chiaramente fuori dal comune.
 
 La casa di Present Mic era più normale di quanto ci si potesse aspettare.
 
 Subito dopo la porta, un ampio locale fungeva da soggiorno sul lato destro vicino alle grandi finestre e da sala da pranzo e cucina sul lato sinistro; dalla parte opposta della porta c'era un corridoio. C'erano due altoparlanti prominenti su entrambi i lati della TV, ma per il resto era tutto molto neutro, almeno a prima vista. Le pareti erano azzurre e l'atmosfera accogliente.
 
 Entrarono e il biondo iniziò: "Vado a togliermi l'uniforme da HEROOOO e mettermi dei vestiti normali... Sentiti libero di sederti nel frattempo. Oh, hai bisogno anche tu di cambiarti? Posso prestarti qualcosa"
 
 "No, sono abbastanza a mio agio."
 
 "Ah, ok amico... MA SEI GENIALE IL TUO COSTUME DA HERO È UNA TUTA È COMODISSIMO SEMPRE QUINDI" Eraserhead ha attivato la sua stranezza di annullamento sull'amico che aveva involontariamente attivato la sua mentre era troppo coinvolto dalle parole. Dopo aver osservato attentamente i capelli del corvo che si libravano nell'aria e si posavano dolcemente sulle sue spalle, il biondo si stava dirigendo verso la sua stanza. Allo stesso tempo, Shota prese posto sul divano. Quando improvvisamente il proprietà di casa si fermò, rifletté visibilmente e fece notare: "La sciarpa non mi sembra proprio comoda. Puoi toglierla e appenderla all'attaccapanni; se succede qualcosa, CI DIFENDO IO!"
 
 "Preferisco tenerlo," disse serio Eraserhead.
 
 "Mh ok"
 
 Il cacatua arrivò nella stanza e iniziò a cambiarsi: maglione verde e pantaloni di tessuto marrone; Iniziò anche a riflettere sulla precedente dimostrazione di sentimenti dell'amico. Non l'aveva mai visto farlo prima; deve attraversare qualcosa di pesante e non lo lascerà solo. Si chiese anche, con lui imbarazzato, se a Shota sarebbero piaciuti i vestiti che stava scegliendo; questo lo faceva riflettere.
 
 Cercò di analizzare la situazione mentre si vestiva: era arrossito più volte quel pomeriggio, aveva pensato più volte a quanto fosse bella il suo amico, aveva pensato che non gli piacesse quella parola per definire Shota e riflettuto sui suoi sentimenti per Aizawa.
 
 Al liceo aveva avuto una cotta per il ragazzo; anche lui alla fine si era arreso, supponendo di non poter ricambiare, ma il sentimento non era mai svanito del tutto poiché non era mai stato effettivamente rifiutato: durante questi circa 15 anni, aveva spesso fatto osservazioni sull'uomo attuale che potevano facilmente essere intese romanticamente, ma aveva sempre scacciato la sensazione.
 
 Oggi invece, WOW, semplicemente wow. Era stato abbracciato; Shota si era fidato di Hizashi, aveva pianto davanti a lui e a nessun altro. Pensò a quanto fosse difficile per qualcuno con un passato tortuoso - che Hizashi poteva solo immaginare - potersi fidare di qualcuno: era un onore.
 
 Improvvisamente si accorse di essersi già vestito da un pezzo e di aver lasciato il corvo da solo in salotto ad aspettarlo. Andò frettolosamente in bagno per prendere il suo kit di pronto soccorso idealmente fornito (poteva sempre capitare di essere ferito durante la pattuglia ma non abbastanza per andare in ospedale) e tornò nella sala principale per trovare un Aizawa dall'aria terrorizzata che lo aspettava.

L'uomo pallido lo notò e si rivolse a lui con evidente preoccupazione.
 
 "Sho'? Tutto bene?"
 
 "Sì, tutto ok 'Zashi, mi sento solo un po' sciocco, ho appena capito cosa significa essere medicato da te" quasi rise tra sé in modo autoironico e sofferente.
 
 "Ehi, Ehi, calma calma, in che senso?" Hizashi, visibilmente confuso, continuò ad avvicinarsi per sedersi sul divano.
 
 "Implica che devi vedere le ferite" uno sguardo basso mostrò il biondo seduto accanto a lui con profonda vergogna.
 
 "NON PREOCCUPARTIIIIII! Sono un eroe dopo tutto, ho visto delle ferite!!" ha cercato di rassicurarlo.
 
 Dopo le sue parole, il cacatua rifletté e aggiunse: "A proposito di HEROS, è un po' che non ti vedo andare in pattuglia" sperava di poter alleggerire la conversazione spostandola in un altro posto mentre stava per aprire la valigetta.
 
 "Mh... Da quando Kan ha iniziato a fare molte-" si bloccò per un attimo, perplesso "richieste, ho avuto meno tempo per il mio lavoro da eroe, in questo momento non sono stato in grado di andare in pattuglia da tre settimane" Hizashi aveva fallito .
 
 "BENE BENE BENE non distraiamoci! Scusami Sho' ma dovrai toglierti il ​​tuo amato completo per questo." Cercò di rilassare Shota con un'espressione di sfida, e sembrò funzionare.
 
 Ma la felicità e la tranquillità di Hizashi sarebbero presto scomparse.
 
 Il corvo iniziò togliendosi gli occhiali gialli da sotto l'arma catturata, che sarebbe finita sul tavolino basso davanti al divano; Hizashi si accigliò. Poi aprì cautamente la cerniera della sua tuta, rivelando una canottiera bianca sotto; si tolse anche la giacca, continuando a ignorare lo sguardo attonito del biondo. Alla fine, con riluttanza, si tolse anche la canottiera.
 
 Shota, con uno sguardo fermo e impassibile, come se avesse staccato la spina e fosse ormai a miglia di distanza da lì, ricordò, "Ricordati di non fare domande" Hizashi quasi ansimò al suo tono, l'uomo pallido forse se ne accorse aggiunse più dolcemente"...Per favore."
 
 Il collo di Aizawa era un disastro. Le braccia di Aizawa erano un disastro. Il suo petto lo era insieme al suo addome pure. I suoi fianchi non erano diversi, e ancora non gli aveva visto la schiena o le gambe.
 
 Il collo di Shota riportò pericolosamente il biondo al liceo, ma in modo diverso: era ammaccato da qualcuno che cercava spesso di strangolarlo, ma anche pieno di morsi e succhiotti pericolosamente vividi. Hizashi rabbrividì.
 
 Le braccia erano più terribili man mano che ci si avvicinava ai polsi (mani escluse), dove c'erano evidenti segni di costrizione e "prese" gli avambracci erano principalmente coperti di lividi, e le braccia mostravano "solo" alcuni segni.
 Potenti impronte di mani gli ricoprivano le spalle: qualcuno spesso tirava l'uomo da quei posti. Lividi assai disordinati ricoprivano tutto il torace, ma i capezzoli risaltavano pieni di sangue incrostato: vecchie tracce di sangue colante, un aspetto dolente e un colore erroneamente e spaventosamente viola. Anche la schiena era piena di lividi e morsi.

I suoi fianchi presentavano grandi impronte di mani livide, posizionate come se qualcuno lo avesse afferrato con forza per i fianchi: Hizashi rabbrividì per le implicazioni, cercò di chiudersi tutto dentro, voleva gridare, strillare più forte che poteva 'CHI CAZZO HA FATTO QUESTO ', 'COME HO POTUTO NON ACCORGERMENE PRIMA'.
 
 Shota tenne lo sguardo basso per tutto il tempo che il biondo impiegò a curarlo a dovere - per quanto poteva, non essendoci cure efficaci per i lividi che coprivano gran parte del suo corpo pallido - finché, dopo le cure, si vestì silenziosamente . Ora molte bende erano presenti sul suo corpo.
 
 Yamada, ovviamente, odiava le numerose ferite riportate sul collega ma era anche amareggiato dal dover rinunciare alla vista dei muscoli perfetti e definiti dell'eroe underground sotto tutte quelle ferite: lui non li aveva così; non solo era sempre stato più gracile ma era un eroe a tutto campo, e grazie alla sua stranezza non aveva bisogno di molto allenamento fisico, sì, non ne era del tutto privo, ma invidiava e ammirava coloro di cui Shota era provvisto.
 
 Stava cercando disperatamente di non pensare a quei segni e al loro significato.

no
no
no
no
no
no...
 
 Non potrebbe essere.
 
 Decise di non chiedere a Shota di spogliarsi ulteriormente, e forse era meglio andare per gradi; Hizashi non si sentiva pronto a vedere le sue gambe.
 
 Improvvisamente si rese conto che ormai da un po' era seduto lì accanto al corvo in silenzio, così decise: "HEY HEY HEY, si sta facendo tardi Sho', che ne dici se ceni qui? Stavo pensando di cucinare o riscaldare qualcosa valutando e correggendo qualche compito nell'attesa, potresti fare lo stesso". Hizashi lo guardò e notò come la persona in questione sembrava essere ancora come prima.
 
 "PENSO CHE SIA COSÌ NOIOSO FARLO DA SOLO," aggiunse, tirando leggermente la manica di Aizawa, che si riprese dalla sua distanza, sorrise debolmente e aprì la bocca. "Sarebbe fantastico."
 
 Hizashi non poteva credere alle sue orecchie, e stava per esplodere di felicità; balzò subito in piedi e andò in cucina per proporre al suo collega cosa mangiare quella sera quando inaspettatamente il telefono del corvo ricevette una notifica. Shota fissò intensamente il telefono con lo sguardo pietrificato.
 
 Yamada riuscì a intuirne il motivo dopo alcuni istanti di preoccupante riflessione. Poche persone avevano il numero di Shota; per quanto ne sapeva Hizashi, le persone erano semplicemente lui e il principale Nezu. Il secondo aveva il suo numero solo per gli annunci dell'ufficio o della scuola; quindi, intuì Hizashi, che non aveva ricevuto alcuna notifica, poteva trattarsi di un singolo rilascio, ma era improbabile. L'altro era il biondo lì; non ha inviato alcun messaggio: qualcun altro doveva avere il suo numero.
 
 Kan Sekijiro.
 
 Il cacatua preoccupato, ma non bloccato e tremante come Aizawa, sollevò il telefono e leggeva il messaggio: per poco non fece cadere il cellulare.
 
 -
 
 Kan Sekijiro: Vieni. Ora.
 
 -
 
 Stando accanto a lui, Shota lesse il messaggio quasi contemporaneamente e rabbrividì prima di prendere il telefono dalle mani immobili di Hizashi e dichiarare: "Non cenerò qui. Devo andare. Spero che non ti annoierai troppo." Balzò in piedi (non tremando più, notò il biondo) e lasciò la porta senza ulteriori cerimonie.
 
 Yamada rimase lì sul divano per qualche secondo ascoltando il residuo della chiusura del portone impassibile prima di rendersi conto...
 1: probabilmente, Shota si era completamente dissociato dopo aver letto il messaggio contenente un "ordine";
 2: era stato uno sciocco a lasciarlo andare così in bocca al leone, era passato un po', non sapeva quanto ma di sicuro Aizawa non era più raggiungibile e non aveva idea di dove abitasse Vlad.
 
 Era successo tutto troppo in fretta per i suoi gusti.
 
 Aveva appena lasciato Shota da solo con quell'individuo che gli aveva provocato tutti quei segni sul corpo. Fino a pochi minuti prima sembrava tutto così bello e stavano per cenare insieme.
 
 Un Present Mic in preda al panico uscì inutilmente da casa sua verso il marciapiede, ma nessun corvo nelle vicinanze.

Era stato proprio un coglione.
 
 Aveva appena giurato a se stesso di proteggerlo, e invece, nel momento del bisogno, si è semplicemente congelato.
 
 Decise di provare almeno a chiamarlo: inaspettatamente, rispose: "'Zashi? C'è qualcosa che non va?" la sua voce era preoccupata, aveva risposto temendo che fosse successo qualcosa.
 
 "No, sì, sì..." Yamada fece un respiro profondo e riuscì a dire: "NON VOGLIO CHE TU VADA DA LUI".
 
 "Ma devo" la decisione del corvo ruppe Hizashi, Shota più di tutto non voleva, eppure si sentiva in dovere di farlo per quei video; forse dovrebbe rispettare la sua scelta e non complicare le cose? Forse almeno finché non ne sapesse di più?
 
 "Ti prego... aspetta, troverò un modo per risolvere tutto."
 
 "Resisto, ma non c'è bisogno che trovi una soluzione."
 
 "Sì, invece, piuttosto, vieni da me quando..." il volto del cacatua si irrigidì, "finisci... non importa che ora sia, non voglio che tu sia solo."
 
 "Posso provarci. Adesso devo andare" e chiuse.
 
 Il biondo abbassò il viso, solo sul marciapiede, mentre cercava di rassegnarsi al fatto che non poteva fare nulla per Shota in questo momento.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3987528