Mi fiderò

di Abby_da_Edoras
(/viewuser.php?uid=4572)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo nono ***
Capitolo 10: *** Capitolo decimo ***
Capitolo 11: *** Capitolo undicesimo ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodicesimo e ultimo ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


MI FIDERÒ

Capitolo primo

 

Differenza sottile
Tra il fare e il dire
So che c'è di mezzo un mare
E ci puoi morire

Ho tracciato un confine
Sono solo linee
E camminato mille strade
Per non farmi scoprire

In questo piccolo spazio
In una piazza così grande
La mia vita mi sorprende
E mi riempie di domande…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni/Madame)

 

La vita nei Sette Regni non poteva assolutamente essere priva di complicazioni, tanto meno se vi si aggiravano individui come Theon e Ramsay e perciò, sebbene la minaccia degli Estranei e dei non-morti fosse stata ormai sgominata una volta per sempre (o almeno così tutti speravano!), rimaneva ancora una cosa molto importante da risolvere, ossia sconfiggere Cersei e trovare qualcuno di più assennato da piazzare sul Trono di Spade.

Beh, a dirla tutta a Ramsay Bolton non fregava un accidenti di chi sedeva sul Trono di Spade, per lui ci si sarebbe potuto sedere anche Lord Walder Frey, l’unica cosa che voleva era, finalmente, tornare a Pyke con Theon e vivere là tranquillo insieme a lui… ma Theon, usando i suoi metodi, gli aveva fatto promettere che prima avrebbero combattuto a fianco degli Stark contro i Lannister e che solo una volta ottenuta la pace sarebbero tornati insieme alle Isole di Ferro.

Ramsay non capiva bene perché dovesse combattere proprio contro i Lannister, che bene o male un tempo lo avevano sostenuto per prendere il Nord, e a fianco degli Stark che detestava cordialmente di un odio personale molto vicino alla gelosia… però erano così tante le cose che il giovane Bolton non capiva che una in più non gli faceva poi tutta quella differenza, quindi si limitò ad aggiungerla alla pila dei fatti inspiegabili per lui e per il suo neurone e adattarsi a quello che voleva Theon, che alla fine era quello che andava bene anche per lui visto che stare con Theon era diventata la sua unica ragion d’essere!

Il problema, però, era che adesso non c’era più un nemico comune pericoloso come gli Estranei e, pertanto, le antipatie personali cominciavano di nuovo a farsi sentire e le alleanze scricchiolavano. Era vero che Cersei Lannister poteva essere considerata il nemico comune, ma non era comunque il Re della Notte e magari, per qualcuno a caso, anche Daenerys Targaryen poteva essere considerata altrettanto insopportabile… Insomma, quando fu il momento di pianificare una strategia comune, si sentiva la tensione talmente alta che qualcosa sarebbe potuto esplodere e Sansa Stark non nascondeva per niente il fatto che, per ciò che la riguardava, sarebbe stato molto meglio se durante la battaglia contro gli Estranei qualcuno avesse fatto fuori la Targaryen invece del povero buon vecchio Jorah Mormont! Comunque, nonostante i Consigli di Guerra piuttosto burrascosi e la possibilità sempre più concreta che Daenerys e Sansa finissero per saltarsi agli occhi e prendersi per i capelli se la convivenza a Grande Inverno si fosse protratta ancora a lungo, alla fine le decisioni furono prese, anche in mezzo a mugugni, borbottii e malcontenti vari. Si stabilì che l’esercito degli Stark sarebbe partito per dirigersi verso Roccia del Drago guidato da Jon Snow, il quale aveva scelto di onorare gli accordi presi con Daenerys anche se Sansa si era opposta, obiettando che i soldati avevano già affrontato una battaglia fin troppo dura contro gli Estranei e che avrebbero avuto bisogno di alcuni giorni di riposo per riprendere le forze.

Beh, diciamo che, forse, Jon aveva deciso di obbedire ai voleri di Daenerys anche perché era molto meglio che i vari eserciti partissero il prima possibile: pur non essendo un’aquila, si era accorto anche lui che, se Daenerys e Sansa fossero rimaste troppo a lungo sotto lo stesso tetto, le cose sarebbero andate a finire parecchio male ancor prima di iniziare la guerra contro Cersei!

Tyrion e Varys, invece, avrebbero portato la flotta di Daenerys verso Roccia del Drago per poter organizzare meglio l’attacco ad Approdo del Re. Con grande sorpresa di tutti (ma non di Theon e Ramsay che li avevano già sgamati qualche notte prima!), Jaime annunciò invece che sarebbe rimasto a Grande Inverno al fianco di Brienne, che avrebbe continuato a proteggere Lady Sansa così come aveva promesso a Catelyn molto tempo prima. E, a dirla tutta, neanche Tyrion si stupì poi tanto per la scelta del fratello: sicuramente vi aveva pesato non solo l’affetto che aveva scoperto di provare per Brienne, ma anche la volontà di non schierarsi in nessuna delle due fazioni, non a favore di Cersei (dalla quale era rimasto amaramente deluso) ma neanche in un esercito che l’avrebbe combattuta. Tutto sommato era la scelta più logica per Jaime e Tyrion era molto felice per lui.

Ma il bello doveva ancora venire!

Come ho già accennato prima, Ramsay aveva accettato la decisione di Theon di combattere al fianco degli Stark anche se la cosa non lo rendeva felice… ma perfino il suo neurone solitario cominciò a porsi delle domande quando Theon, invece di schierarsi, appunto, al fianco dei soldati degli Stark guidati da Jon Snow, dichiarò che si sarebbe imbarcato con la flotta della Regina Daenerys.

“Senti, Theon, non che la cosa mi dispiaccia, anzi a dire il vero mi sembra molto più divertente viaggiare per mare guidati dalla Regina dei Draghi piuttosto che farsi tutto il percorso a cavallo seguendo quel bastardo di Jon Snow” disse quindi Ramsay al compagno, alla vigilia della partenza per Roccia del Drago, “ma l’hai menata per tanto tempo con quella storia straziante di voler combattere con gli Stark, di sentirti onorato di lottare per gli Stark e scemenze simili e adesso non ti unisci al loro esercito?”

Theon, che aveva dovuto sviluppare una pazienza incommensurabile nello stare con Ramsay, si limitò a scuotere il capo, divertito dalle polemiche inutili del giovane Bolton, e gli spiegò le cose al meglio delle sue possibilità.

“Beh, in realtà combatterò comunque al fianco degli Stark, visto che mi schiererò contro i Lannister” rispose, “ma ho preso questa decisione dopo quello che abbiamo sentito da Lord Varys: Yara ha riconquistato le Isole di Ferro per la Regina Targaryen e manderà una flotta in suo appoggio, mentre mio zio Euron ha donato la sua Flotta di Ferro a Cersei. Io voglio combattere per gli Stark, ma in questo modo combatterò anche per i Greyjoy, perché sosterrò mia sorella contro il nostro folle zio.”

Theon era davvero entusiasta e commosso nel dire queste parole, insomma, lui ci credeva davvero nel fatto di essere un Greyjoy e uno Stark e tutte quelle faccende là. A Ramsay non sarebbe potuto fregare di meno di tutto ciò, però trovava il lato positivo in questa scelta di Theon (oltre al fatto che, comunque, non si sarebbe separato da lui per tutto l’oro del mondo anche se non lo aveva ancora capito…).

“Ah, va benissimo, il mio non era certo un rimprovero, anzi, a me faceva pure schifo pensare di dover seguire Jon Snow e invece così avremo i Draghi a guidarci! Pensi che la Regina Daenerys mi farà fare un giro su uno di loro?” fu il suo commento, fuori luogo e infantile come al solito.

Theon scoppiò a ridere e ricordiamo che, ogni volta che rideva, affascinava ancora di più Ramsay e gli faceva sentire incredibili sconvolgimenti nel cuore, nel sangue e nell’unico neurone che aveva!

“Questo proprio non lo so, dovresti chiedere a lei e poi… vedere se i Draghi sono d’accordo o se invece non preferirebbero mangiarti” replicò il giovane Greyjoy, scherzoso.

“Ma uno dei Draghi ha accettato di farsi cavalcare dal bastardo Snow! Perché non dovrebbe volere me?” protestò Ramsay. E qui neanche Theon seppe rispondere, perché nessuno dei due sapeva che, in realtà, Jon Snow era figlio di Rhaegar Targaryen e di Lyanna Stark e che per questo i Draghi lo avevano riconosciuto e accettato. E, visto che la cosa al momento doveva rimanere più o meno segreta, era davvero un bene che nessuno dei due lo sapesse perché Ramsay lo avrebbe immancabilmente esclamato ai quattro venti, sottolineando oltre tutto che Jon rimaneva comunque un bastardo, anche se di un Targaryen, perché comunque Rhaegar aveva poi sposato Elia Martell ed era lei la legittima Principessa, il matrimonio con Lyanna Stark era rimasto segreto e dunque da considerarsi non del tutto legittimo! Insomma, era molto meglio che la notizia non fosse arrivata alle orecchie del giovane Bolton…*

E così il giorno seguente l’esercito degli Stark partì da Grande Inverno e Theon e Ramsay seguirono invece Daenerys Targaryen con i suoi Draghi e i suoi Immacolati… e diciamocela tutta, anche Theon era ben felice di poter viaggiare per mare, in fondo era pur sempre un Uomo di Ferro o qualcosa del genere! Per non parlare di Ramsay che, pur avendo pensato bene di lasciar perdere il sogno di volare in groppa a un Drago, rimaneva estasiato per ore durante la navigazione ad ammirare Drogon e Rhaegal che guidavano la loro flotta, enormi e spaventosi, con Daenerys che cavalcava Drogon. La flotta era partita da poco e si stava avvicinando a Roccia del Drago quando, una sera, appena prima del tramonto, venne avvistata una piccola e malridotta barchetta con a bordo tre uomini ancora più malridotti. Varys pensava che potesse trattarsi di spie (era commovente la fiducia che Lord Varys aveva nel mondo circostante, anche se in realtà il più delle volte aveva ragione lui), ma Tyrion giudicò che fossero talmente messi male che, in ogni caso, non avrebbero potuto combinare molto. I tre furono dunque accolti nella nave ammiraglia e chiesero di poter parlare immediatamente con Theon Greyjoy, visto che avevano saputo che combatteva per la Regina Daenerys.

Tyrion rimase stupefatto.

“E perché volete parlare proprio con Theon Greyjoy?” domandò. Nonostante tutto, lui continuava a pensare che il ragazzo fosse ben poco importante per la causa, che fosse piuttosto presuntuoso e, sostanzialmente, un incapace.

“Siamo Uomini di Ferro, siamo riusciti a fuggire dalla Flotta di Euron perché non vogliamo più seguirlo, noi vogliamo Yara come Regina e sappiamo che Theon combatte per lei” disse uno dei tre.

“Abbiamo delle informazioni importantissime da dargli!” soggiunse un altro.

“E non potete darle direttamente a me invece che a Theon?” obiettò Tyrion, vagamente infastidito. “Sono io il Primo Cavaliere della Regina Daenerys e, se c’è qualcosa che la minaccia, è a me che dovete dirla e non a un Theon qualsiasi!”

Sì, appunto, Tyrion non aveva poi quella grande stima per il giovane Greyjoy…

“Siamo Uomini di Ferro e non serviamo i Signori di Westeros” ribadì uno dei marinai. “Quello che facciamo lo facciamo per Yara e quindi non diremo niente a nessun altro se non a Theon!”

“E va bene, e va bene, mandate a chiamare Theon!” dovette cedere Tyrion, così un servo partì alla ricerca del giovane Greyjoy mentre altri portavano cibo e birra per i tre.

Alla resa dei conti, però, Tyrion si trovò a ringraziare i Sette Dei per aver ceduto ai capricci di quei testoni di Uomini di Ferro, perché ciò che avevano da dire era una notizia epocale che avrebbe cambiato le sorti di tutti i Sette Regni… o, quanto meno, il finale deciso dagli autori della serie TV!

“Principe Theon” iniziò uno degli Uomini di Ferro quando il giovane giunse finalmente nella cabina dove i tre erano stati portati, “innanzitutto chiediamo il tuo perdono, perché inizialmente abbiamo scelto di seguire Euron ed eravamo nella Flotta di Ferro che lui ha portato ad Approdo del Re.”

“Va bene, avete il mio perdono” tagliò corto Theon, a cui non interessavano tanto le motivazioni di quegli uomini quanto ciò che avevano da riferire.

“Credevamo che Euron fosse il Re più adatto per le Isole di Ferro, ma ci sbagliavamo di grosso, lui non è nemmeno un vero Uomo di Ferro, infatti ha usato la sua Flotta per mettersi al servizio della Regina Cersei e questo per noi è imperdonabile!” riprese un altro marinaio.

“Non volevamo una donna come capo, ma Yara è un Uomo di Ferro molto più di Euron ed ha veramente a cuore le nostre Isole” ribadì il terzo. “Così ci siamo ribellati, eravamo più di dieci ma… beh, gli uomini di Euron ci hanno sopraffatti e così abbiamo cercato di fuggire, ma non solo per salvarci, anche per dirvi una cosa importantissima…”

Theon si trattenne a fatica dall’urlare: E allora ditela, questa cosa importantissima, cosa aspettate???, ma aveva imparato ad esercitare la pazienza dopo tanto tempo trascorso con Ramsay…

“Euron ha portato la Compagnia Dorata di Essos con la Flotta di Ferro e vi sta tendendo un’imboscata a Roccia del Drago” rivelò finalmente uno dei marinai. “Vi attaccheranno a sorpresa e sarà un massacro, anche perché ogni nave della Flotta di Ferro ha un’arma speciale, una specie di balestra che scaglia dardi in grado di uccidere i Draghi. La chiamano Lo Scorpione e…”

“Ma queste sono notizie davvero importantissime!” esclamò Tyrion. “Che questi uomini abbiano tutto quello che desiderano, portate loro i cibi e le bevande che chiederanno, fateli lavare e donategli degli abiti nuovi, insomma, trattateli con riguardo, perché ci hanno appena salvato da un disastro. Nel frattempo io parlerò con Daenerys e ci organizzeremo per contrastare l’imboscata di Euron.”

Così dicendo, Tyrion uscì dalla cabina più in fretta che poté per raggiungere la prua della nave e riuscire a chiamare la sua Regina, che guidava la flotta cavalcando Drogon e con Rhaegal al fianco.

“Non vogliamo nessuna ricompensa” chiarì uno dei marinai, guardando con disprezzo la porta da cui Tyrion era uscito e poi Lord Varys. “Non lo facciamo per voi, noi siamo Uomini di Ferro e non combattiamo per Westeros. Ma la nostra vera Regina, Yara, ha riconquistato le Isole di Ferro in nome di Daenerys Targaryen perché la Regina dei Draghi ci concederà l’indipendenza, e per questo noi combatteremo: per Yara e per la libertà delle Isole di Ferro!”

“Combattete per chi vi pare, a noi non importa” intervenne Ramsay che, come sempre, aveva seguito Theon e non poteva certo evitare di dire la sua su quella faccenda. “Quello che conta è che ci avete avvertito, così l’imboscata di Euron fallirà e, anzi, quel grassone tracotante avrà proprio una bruttissima sorpresa!”

Come ricorderete, Ramsay e Euron si erano accapigliati non poco durante l’Acclamazione di Re a Pyke e, adesso che c’era la possibilità di farla pagare a quel bisonte impazzito, il giovane Bolton era fuori di sé dalla gioia. Così ci avrebbe pensato due volte a mortificare e minacciare Theon e anche a cercare di uccidere quei meravigliosi Draghi…

La scena che si presentò agli occhi incantati e sbigottiti di Ramsay pochi giorni dopo fu da standing ovation: la Flotta di Ferro di Euron aveva, appunto, teso un’imboscata alla flotta di Daenerys presso Roccia del Drago e attendeva di partire all’attacco. Le vedette di Euron avevano già annunciato l’arrivo delle navi della Regina e la Compagnia Dorata si preparava al combattimento, ma Euron attendeva, sghignazzando tra sé. La sua non sarebbe stata una semplice imboscata, no, prima avrebbe usato gli Scorpioni per abbattere i Draghi e uccidere Daenerys e poi avrebbe guidato la Flotta di Ferro all’arrembaggio.

Sì, però qualcosa non stava andando nel verso che lui si era aspettato.  

Le navi di Daenerys si facevano sempre più vicine, ma dov’erano i Draghi che avrebbero dovuto guidare la flotta?

Ad un certo punto il cielo parve oscurarsi, come se grosse nuvole nere fossero passate davanti al sole.

Drogon e Rhaegal, guidati da Daenerys, avevano preso alle spalle la Flotta di Ferro.

“Presto, girate gli Scorpioni! Lanciate i dardi, presto!” urlò Euron, sentendosi gelare il sangue.

Dracarys” esclamò Daenerys.

Drogon e Rhaegal volarono sopra la Flotta di Ferro, scatenando il fuoco sulle navi, distruggendo tutti gli Scorpioni e annientando l’intera Compagnia Dorata e la flotta nemica, Euron compreso.

“Quel grasso maiale è finito arrosto proprio come meritava” commentò Ramsay, soddisfatto, ammirando la potenza in battaglia dei suoi adorati Draghi.

Accanto a lui, Theon preferì non commentare, ma questa volta era perfettamente d’accordo con il suo compagno ed era soddisfatto quanto e più di lui: Euron non sarebbe stato più una minaccia e il Trono del Mare, adesso, era ancora più sicuro per Yara. Nonostante tutto, aveva mantenuto la promessa fatta alla sorella di appoggiarla nella riconquista delle Isole di Ferro…

Fine capitolo primo

 

* Con buona pace di Jon Snow, questa è anche la mia posizione. Lui è in parte Targaryen e mi va bene, tuttavia è nato da un matrimonio segreto che è poi stato invalidato da quello legittimo con Elia: pertanto, Jon per me potrebbe anche sedere sul Trono di Spade, ma Ramsay ha tutti i diritti di chiamarlo bastardo! XD

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***


Capitolo secondo

 

Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che
Amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però

Se tu non ti dai limiti e smetti di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

La Flotta di Ferro di Euron Greyjoy era stata del tutto distrutta e questo aveva provocato grande soddisfazione in tutti coloro che avevano assistito, soprattutto, come ho già specificato, in Ramsay che aveva detestato Euron fin dal primo istante in cui l’aveva visto!

Tuttavia anche Theon era particolarmente felice: Euron si era alleato con Cersei ed era dunque un nemico per gli Stark e per Daenerys Targaryen, ma rappresentava anche una minaccia sempre incombente su Yara e sulla sua rivendicazione del Trono del Mare. Il giovane Greyjoy non aveva dubbi sul fatto che, prima o poi, Euron avrebbe deciso di lasciar perdere Cersei e il Trono di Spade e di far ritorno alle Isole di Ferro di cui si riteneva il Re… e allora Yara avrebbe dovuto combatterlo e chissà come sarebbe potuta finire. Ora, invece, quella minaccia non esisteva più, Euron era morto e Yara sarebbe stata l’unica e incontrastata Regina di Pyke e di tutte le Isole di Ferro.

Daenerys Targaryen e i suoi alleati, dunque, poterono tranquillamente raggiungere Roccia del Drago e riorganizzarsi per pianificare le mosse future. E, visto che non avevano dovuto affrontare una vera battaglia (perché erano stati i Draghi a incendiare completamente le navi di Euron, il lavoro sporco era toccato a loro!), ne approfittarono per riposare e festeggiare questa prima vittoria che sembrava veramente di buon auspicio. Naturalmente Approdo del Re era ancora in mano a Cersei, ma tutto sommato la Regina Lannister aveva perso in un sol colpo due punti di forza non indifferenti, la Flotta di Ferro e la Compagnia Dorata, che Euron era stato incaricato di portare al completo e che, altrettanto al completo, era andata distrutta insieme alle navi. Al contrario, le forze di Daenerys non erano diminuite neanche di un’unità e entro due settimane si sarebbero ricongiunte con l’esercito degli Stark guidato da Jon Snow. Insomma, la guerra non era ancora stata vinta, ma erano stati fatti diversi passi avanti e a Roccia del Drago c’era più di un motivo per brindare e sperare per il meglio.

Era ormai sera e i festeggiamenti stavano finendo. Theon aveva intenzione di festeggiare a modo suo con Ramsay nella loro camera e quindi, ad un certo punto, se lo era portato via, anche per evitare che magari il giovane si mettesse a dire le prime bestialità che gli passavano per il vuoto siderale del suo cervello, come troppo spesso accadeva. Quella era una serata di celebrazioni e tale doveva restare, senza equivoci e imbarazzi.

Tuttavia, mentre i due si dirigevano verso la stanza che era stata loro assegnata, passarono accanto alla Sala del Trono della fortezza e sentirono che, all’interno della vasta sala, Tyrion e Varys stavano parlando. La cosa poteva essere anche normale, in fondo erano i consiglieri della Regina, ma Ramsay si entusiasmò subito all’idea di ascoltare di nascosto per scoprire una cospirazione, o almeno così disse lui. A Theon, per qualche motivo, non sembrava una buona idea, però doveva riconoscere che, a volte, proprio queste intuizioni geniali (o colpi di fortuna?) di Ramsay avevano portato alla rivelazione di cose interessanti che poi erano state molto utili, in un modo o nell’altro e così… beh, si mise ad origliare anche lui, sentendosi molto poco nobile in quel momento.

Varys e Tyrion stavano parlando, come ci si poteva aspettare, delle mosse da pianificare per proseguire la guerra ora che, praticamente, Cersei Lannister aveva perso metà del suo esercito e tutti gli assi nella manica che credeva di avere, nella fattispecie la Flotta di Ferro di Euron Greyjoy e gli Scorpioni per uccidere i Draghi. Proprio per questo Tyrion insisteva sul fatto che, più che a un’azione di guerra, si doveva pensare a un accordo di pace che permettesse a Daenerys di conquistare Approdo del Re senza arrostire nessuno.

“Tua sorella non si arrenderà mai senza combattere, anche se il nostro esercito è molto più forte e numeroso del suo” disse Varys. “Hai visto cosa ha fatto? Ha aperto i cancelli della Fortezza Rossa a tutta la gente della capitale, sperando che Daenerys non oserà mandare i suoi Draghi a massacrare e bruciare vivi donne e bambini innocenti.”

“E Daenerys non lo farà, infatti” replicò Tyrion, convinto. “Lei non è un tiranno, non è un mostro, è gentile e generosa e dovunque è passata ha liberato gli schiavi e i prigionieri, ha salvato la gente, è stata acclamata come un’eroina. Parlerò io stesso a Cersei e la convincerò a consegnarsi, così nessuno si farà male. Anche lei si sarà resa conto che non ha possibilità di vincere, ormai, e non vorrà perdere la vita.”

“Ho conosciuto bene molti tiranni e ho conosciuto bene Cersei” riprese Varys. “Non credo assolutamente che accetterà di consegnarsi, a lei non importa se tutti i cittadini di Approdo del Re bruceranno, li odia e loro odiano lei. Il vero problema, piuttosto, è capire che cosa farà Daenerys in questo caso. Tu sei davvero così sicuro di lei? Pensi davvero che farà di tutto per evitare un massacro? E, cosa ancora più importante, pensi davvero che sia lei la persona giusta per il Trono di Spade?”

“Cosa dici, Varys? Questo è tradimento” mormorò Tyrion, allibito. “Nessuno più di Daenerys merita quel trono, ha sofferto e lottato tutta la vita per giungere a questo punto, è l’ultima dei Targaryen, è il suo destino.”

Varys osservò a lungo Tyrion. Non sapeva fino a che punto credesse a ciò che diceva, ma di sicuro stava difendendo Daenerys per qualcosa di molto più personale del Trono di Spade, tanta era la sua foga e la luce nei suoi occhi. Proprio per questo il Lord Consigliere non poteva fidarsi di lui, era troppo coinvolto: da una parte c’era una sorella a cui, nonostante tutto, era legato e dall’altra c’era una giovane donna che aveva imparato ad amare… non proprio come ci si aspetterebbe da un Primo Cavaliere!

“Non è l’ultima dei Targaryen e non è neanche l’erede” ribatté Varys. “Jon è il figlio di Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark, è un uomo e già questo lo pone in vantaggio, inoltre è saggio, prudente, altruista e la sua gente lo ama. Sarebbe un Re sicuramente più giudizioso ed equilibrato e, inoltre, in questo modo riunirebbe il Nord al Trono di Spade, mentre Lady Sansa non accetterà mai di sottomettersi a Daenerys.”

“Beh, anche Joffrey era un uomo” fece Tyrion, caustico. “Non mi sembra che sia una condizione sufficiente per essere un buon sovrano. E, comunque, Jon non vuole il Trono di Spade, perciò ha accettato di sottomettersi a Daenerys.”

“In genere i Re migliori sono proprio quelli che non vogliono il trono” iniziò a dire Varys e, a quel punto, Theon dovette praticamente saltare addosso a Ramsay e mettergli una mano sulla bocca prima che cominciasse a dare in escandescenze… cosa che, sinceramente, anche lui stesso era molto tentato di fare dopo ciò che aveva appena ascoltato. Jon era dunque il vero erede di Rhaegar Targaryen? E Lord Varys stava davvero pensando di mettere lui sul Trono di Spade al posto di Daenerys? A dirla tutta, anche lui aveva molta voglia di mettersi a urlare, le cose per una volta non potevano essere semplici? Eh no, troppo bello! Ma non poteva permettere che Ramsay li facesse scoprire e, quindi, lo trascinò lontano, sempre più lontano dalla Sala del Trono e più in prossimità della loro stanza. Solo allora ritenne che fosse possibile togliergli la mano dalla bocca e lasciarlo sfogare almeno un pochino.

“Ma… ma… hai sentito che cosa dicevano Lord Varys e Tyrion?” domandò Ramsay, sconcertato, e la domanda era quanto mai assurda visto che lui e Theon erano stati ad origliare insieme e quindi il giovane Greyjoy aveva udito le stesse cose! Ma forse era una figura retorica… “Dunque quel bastardo di Jon Snow alla fine sarebbe un bastardo Targaryen e quindi avrebbe diritto al trono quanto Daenerys? E quel tizio pelato e senza le palle vorrebbe proprio il bastardo Jon sul Trono di Spade?”

Theon era rimasto sconvolto quanto Ramsay, tuttavia si rendeva anche conto che non era il caso che il suo eccentrico compagno continuasse a ribadire il concetto ad alta voce per i corridoi della fortezza (soprattutto visto il modo in cui si ostinava a chiamare Jon e l’espressione assolutamente non politically correct con cui aveva definito Varys…): chiaramente la vera origine di Jon doveva restare segreta e tanto meno si doveva venire a sapere che loro due avevano scoperto tutto, comprese le riserve di Lord Varys, ascoltando una conversazione privata. Pertanto si affrettò a condurre il giovane Bolton verso la stanza che era stata loro assegnata per quella notte, sperando che nessuno avesse sentito quello che stava ripetendo con la sua voce squillante e senza la minima prudenza.

“Sì, ho sentito” gli rispose a voce bassa, mentre si affrettava a dirigersi con lui nella loro camera, per poi chiudere bene la porta e sperare che le mura fossero abbastanza massicce da evitare che le esternazioni di Ramsay raggiungessero l’intera fortezza. “Tuttavia non credo che Jon, anche se figlio di Rhaegar Targaryen, abbia più diritti di Daenerys che è erede diretta di Re Aerys ed è legittima… Certo, se la cosa si venisse a sapere, forse gli eserciti deciderebbero di seguire Jon, chissà? È per questo che non dovresti continuare a gridare ai quattro venti quello che abbiamo appena scoperto!”

“Ovvio, lo so anch’io che Daenerys è la legittima Regina Targaryen e Jon, invece, è pur sempre un bastardo” ripeté il giovane Bolton, caso mai non si fosse capita la sua posizione al riguardo. “Però anche i bastardi possono essere legittimati, guarda me, e sembrava proprio che quel tizio senza le palle volesse fare appunto questo. Non credi che dovremmo fare qualcosa? Io non voglio il fottutissimo bastardo Jon-Snow-Targaryen come Re del Trono di Spade, tu sì? E… a proposito, ma a Lord Varys hanno tagliato solo le palle o anche tutto il…”

Theon, esasperato, mise di nuovo una mano sulla bocca di Ramsay per zittirlo. Di sorprese per quella sera ne aveva già avute abbastanza e di sicuro non voleva impegnarsi in una discussione per stabilire quanta parte di genitali fosse rimasta a Varys… la cosa lo disgustava non poco e aveva ben altre cose a cui pensare. Fece sedere Ramsay sul letto e si mise accanto a lui, pensando di distrarlo nel modo che gli riusciva tanto bene… il giovane Bolton, tuttavia, sembrava davvero particolarmente preso da questa nuova scoperta e aveva ancora qualcosa da dire. Theon, dunque, lo lasciò parlare ancora una volta, pregando intensamente il Dio Abissale che non chiedesse altri particolari dettagliati sull’evirazione di Lord Varys…

“Ma tu non sei sconvolto dopo quello che hai sentito? Theon, non mi hai risposto. Vuoi davvero che sul Trono di Spade ci finisca quell’idiota di Jon?” insisté.

“Io e Yara ci siamo schierati fin da subito con Daenerys Targaryen” spiegò allora il giovane Greyjoy, cercando di essere pacato, esaustivo e di chiudere l’argomento una volta per tutte, “per cui la mia lealtà va ancora a lei, che ha promesso l’indipendenza alle Isole di Ferro. E ammetto che Jon non mi è mai stato simpatico neanche quando eravamo ragazzi a Grande Inverno, perciò il fatto che ora si sia scoperto che è un mezzo Targaryen non me lo fa piacere di più.”

“Ah, certo, se sul Trono di Spade ci può andare Jon Snow allora qualunque imbecille passi per la strada può averne diritto, potresti diventare anche tu il Re sul Trono di Spade, Theon!” commentò Ramsay, con la solita delicatezza e rifiutando ostinatamente di considerare Jon un vero Targaryen.

Theon scosse decisamente il capo, avvertendo un leggero brivido corrergli per la schiena. In realtà non era tanto il modo così gentile con cui Ramsay gli aveva parlato a turbarlo, quanto il fatto che aveva pensato concretamente al Trono di Spade e la prima cosa che gli era venuta in mente era il fatto che, appunto, era stato forgiato con mille spade e che quindi chi vi si sedeva rischiava ogni volta di tagliarsi. Lui di dita ne aveva già perdute abbastanza e non aveva intenzione neanche di avvicinarsi a quel trono maledetto!

“Tuttavia non è una questione che riguardi me o te” riprese Theon, dopo quel comprensibile attimo di smarrimento. “Io combatterò contro i Lannister per pagare il mio debito ma, fatto questo, non mi interessa chi siederà sul Trono di Spade. Noi Uomini di Ferro siamo sempre stati indipendenti e non riconosciamo la sovranità dei Signori di Westeros perciò, una volta sconfitta Cersei, io e te ritorneremo a Pyke come consiglieri di Yara, e se la sbrigheranno loro su chi scegliere come sovrano. Ti avevo promesso che questo sarebbe stato il nostro ultimo impegno, no? E sarà così, stavolta sul serio. Noi torneremo alle Isole di Ferro insieme e che i Signori di Westeros si arrangino, la cosa non ci riguarderà più.”

Theon voleva concludere il discorso e possibilmente distogliere il neurone di Ramsay dalle strabilianti scoperte di quella sera, tuttavia le sue parole erano anche sincere: aveva salvato Yara, aveva aiutato gli Stark a eliminare gli Estranei e protetto Bran, adesso avrebbe contribuito a sconfiggere Cersei Lannister… il resto gli interessava poco. Avrebbe preferito che fosse Daenerys a regnare perché era colei che aveva promesso l’indipendenza agli Uomini di Ferro ma, tutto sommato, se fosse stato Jon non gli avrebbe certo cambiato la vita, lui sarebbe comunque tornato a Pyke, con Yara… e Ramsay, ovviamente!

Si distese sul letto con il giovane Bolton e si diede da fare per fargli dimenticare del tutto le sconvolgenti rivelazioni appena scoperte. Lo baciò a lungo, iniziando a togliergli gli abiti e a spogliarsi, accarezzandolo dolcemente e stringendolo a sé. Mentre Ramsay perdeva ogni minimo contatto con il mondo reale tra le sue braccia, anche Theon si rese conto che aveva bisogno di Ramsay, di sentire la sua morbidezza e il suo abbraccio e dimenticare tutte le battaglie, gli intrighi e le cospirazioni che cominciavano seriamente a esasperarlo. Così anche Theon si perse nella dolcezza del contatto sempre più intimo con Ramsay, un contatto che riempiva entrambi di serenità, calore, luce e passionalità, mentre i loro corpi si fondevano insieme e tutto il resto dei Sette Regni svaniva. Nell’intensità appassionata del loro amplesso, Theon si rese conto che era tutto vero ciò che aveva detto a Ramsay, che anche lui desiderava soltanto chiudere i conti con i Lannister per poi essere libero di vivere felice a Pyke senza più pensare a niente… e, per quanto possa sembrare assurdo, il merito era in buona parte di quel ragazzotto strambo e piuttosto squilibrato che adesso stringeva forte tra le braccia!

Fine capitolo secondo

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***


Capitolo terzo

 

Se tu non ti dai limiti e smetti di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te
Perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo)

Mi fiderò delle tue labbra che parlano (mi ami un sacco ma)
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

A dirla tutta, Tyrion non era per niente tranquillo dopo la conversazione che Theon e Ramsay avevano tanto bene origliato e, quindi, aveva deciso di parlare con Daenerys per cercare di convincerla a tenere dei colloqui di pace con Cersei Lannister prima di andare dritta alla Fortezza Rossa con i suoi Draghi e farla arrosto… cosa che, chiaramente, a Daenerys sarebbe piaciuta molto di più!

Così, qualche giorno dopo, Theon e Ramsay si trovarono per caso ad ascoltare un’altra importante conversazione, questa volta tra la Regina dei Draghi e il suo Primo Cavaliere. Beh, in realtà Ramsay, che aveva la simpatica abitudine di ficcare continuamente il naso nelle cose che non lo riguardavano, aveva visto Tyrion bussare alla porta di Daenerys e, immaginando che ne sarebbero venute fuori cose molto interessanti, era andato immediatamente a cercare Theon e se lo era portato davanti al portone, in pieno stile da cospiratori.

“Ramsay, gli affari di Stato tra la Regina Daenerys e Tyrion non ci riguardano, noi siamo qui solo per combattere” aveva cercato di protestare Theon.

“E magari parleranno proprio delle prossime battaglie, no? O forse del fatto che tra pochi giorni arriverà il bastardo Jon Snow Targaryen e dovranno decidere cosa farne, visto che c’è anche chi pensa che dovrebbe andarci lui, sul Trono di Spade. Ma davvero esiste gente così fuori di testa?” replicò Ramsay, tutto emozionato e curioso.

Eh, sì, di gente fuori di testa ne esiste tanta, proprio tanta…, avrebbe voluto dire Theon. Ma si limitò a scuotere il capo con rassegnazione.

“Finirai per farci scoprire” commentò, più per un pro forma che per altro, perché poi si mise anche lui ad ascoltare attentamente il colloquio tra Tyrion e Daenerys. Tuttavia non era poi così facile nemmeno origliare insieme a Ramsay, perché lui non riusciva a stare zitto nemmeno in quella situazione e quindi finiva che: primo, Theon non sentiva quasi niente del dialogo tra la Regina e il suo Primo Cavaliere e secondo, il continuo blaterare del giovane Bolton rischiava di farli scoprire in qualsiasi momento! Spazientito, Theon finì per zittire il suo compagno coprendogli la bocca con una mano (con la mano che aveva tutte e cinque le dita e quindi era più efficace allo scopo…), e così fu in grado di sentire almeno l’ultima parte del confronto fra i due.

“Ti prego, permettimi almeno di tentare un colloquio di pace con Cersei” diceva Tyrion. “Mia sorella è orgogliosa e testarda, ma non è una stupida, si rende conto benissimo di aver perduto tutta la sua forza dopo che la Flotta di Ferro di Euron e la Compagnia Dorata sono state distrutte. Quando arriverà anche l’esercito degli Stark non avrà più alcuna speranza, la sua unica possibilità è negoziare se vuole salvarsi la vita. Credo che Arya e Sansa non aspettino altro che di assistere alla sua esecuzione!”

“Ma hai visto anche tu che ha aperto i cancelli della Fortezza Rossa per farsi scudo del suo stesso popolo” replicò Daenerys. “Non mi sembra il gesto di qualcuno che pensi anche solo lontanamente ad arrendersi.”

“Mia Regina, Cersei è sempre stata spietata e odia il suo popolo, ma tu… tu sei diversa da lei, tu devi salire sul Trono di Spade perché sarai una Regina giusta che farà del bene alla gente, che libererà gli schiavi, aiuterà i poveri, sarà amata da tutti. È per questo che io ti ho seguita, per ciò che hai fatto a Astapor, Yunkai e Mereen, è per questo che Yara e Theon Greyjoy combattono per te, perché darai l’indipendenza alle Isole di Ferro come nessun Re ha mai voluto fare prima” insisté Tyrion, con un tono così intenso e appassionato da colpire Daenerys, che da troppo tempo non sentiva qualcuno parlarle con tanta devozione. Sì, i suoi Immacolati e i suoi consiglieri sembravano sostenerla, ma alla fine chi le era davvero vicino, chi l’appoggiava e la incoraggiava quando si sentiva sola? Nessuno le aveva più parlato così da quando Jorah Mormont era morto, lui che sarebbe stato disposto a tutto per lei, che le aveva donato la vita, che l’aveva amata fino alla morte…

Possibile che Tyrion…?

Daenerys cercò lo sguardo del Folletto, ma lui abbassò gli occhi e continuò come se non avesse capito che l’atmosfera nella stanza era cambiata.

“Io sono stato costretto a combattere per i Lannister, per Re Joffrey, e temevo che il mio destino sarebbe stato per sempre trovarmi dalla parte sbagliata, ma quando, per la prima volta nella mia vita, ho potuto scegliere chi servire, ho scelto te, Regina Daenerys” riprese Tyrion. “So che tu sarai una grande Regina e che sarò sempre orgoglioso di essere al tuo servizio. Dimostra ancora una volta che sei giusta, ma che sai anche essere misericordiosa con chi si pente.”

Daenerys non era tanto convinta dalle parole di Tyrion, ma era stato il tono con cui le aveva pronunciate a commuoverla e a riscaldare quella parte del suo cuore che aveva cercato di mettere da parte dopo la morte di Ser Jorah. Lo aveva perso prima di potergli dire quanto gli fosse grata, affezionata, quanto lo amasse (anche se non nel senso che avrebbe voluto lui), adesso aveva una seconda possibilità con Tyrion e non l’avrebbe sprecata, non avrebbe perso anche lui, poteva anche fargli la concessione che chiedeva, non sarebbe cambiato poi molto visto che Cersei Lannister non aveva più nessuno che combattesse per lei e aveva già perso.

“Va bene, ti concedo di organizzare un colloquio di pace con Cersei” dichiarò dunque, “ma non illuderti troppo, Tyrion. Io sono certa che lei non accetterà mai di arrendersi e non mi giurerà mai fedeltà.”

Theon capì che il colloquio era quasi finito, così afferrò Ramsay e se lo portò via, prima che Tyrion uscisse dalla stanza e li sorprendesse. Per fortuna il giovane Bolton non aveva capito molto del discorso e si lasciò condurre senza fare storie, visto che il suo unico neurone era impegnato con tutte le sue forze a cercare di decodificare ciò che aveva appena ascoltato! Theon ebbe così tutto il tempo di portarselo in camera, dove almeno, anche se avesse detto le sue solite cretinate a voce alta, nessun altro avrebbe potuto udirlo.

Ramsay guardò perplesso il suo compagno.

“Theon, ma… tu hai capito cosa hanno detto? Tyrion ha fatto un sacco di nomi strani e poi che cosa? Cersei Lannister si arrenderà ora che non ha più eserciti? Non ho capito…” disse, sgranando gli occhi.

Beh, non sarebbe la prima volta, pensò Theon tra sé, ma quel Ramsay spaesato e attonito lo inteneriva e lo eccitava.

“Tyrion ha convinto la Regina Daenerys a tentare un colloquio di pace con Cersei” gli spiegò. “Se Cersei accetterà di arrendersi senza condizioni e si consegnerà, le sarà risparmiata la vita… almeno credo, perché dubito che gli Stark tollereranno che sia lasciata vivere, ma la cosa non ci riguarda.”

“Quindi i Draghi non daranno fuoco a tutta la Fortezza Rossa?” domandò Ramsay, con una punta di delusione nella voce. A quanto pareva, lui e Daenerys avevano diversi punti in comune!

“Beh, spero proprio di no!” replicò Theon. “Immagino che ci siano altri mezzi un tantino meno drastici per sconfiggere Cersei nel caso fosse tanto sciocca da non arrendersi.”

“Ah, vabbè, sì, era tanto per dire…” commentò il giovane Bolton, che continuava comunque a sperare in uno show dei Draghi…

Così, la mattina di due giorni dopo, Tyrion si ritrovò alle porte di Approdo del Re per parlamentare con Qyburn, il portavoce di Cersei, e cercare di negoziare la pace. Cersei assisteva al colloquio dagli spalti sopra le mura per non perdersi neanche una parola, e accanto a sé aveva una specie di bestione non meglio identificato che probabilmente era Gregor Clegane, diventato sua guardia del corpo. Theon e Ramsay, invece, si trovavano insieme a Daenerys, Varys, Missandei * e all’esercito degli Illuminati, guidato da Verme Grigio. Nessuno sapeva come sarebbe potuta andare a finire quella trattativa: la logica avrebbe voluto che Cersei si arrendesse, non avendo più eserciti su cui contare, ma allora perché aveva fatto entrare la popolazione dentro le mura della Fortezza Rossa? Chiaramente aveva l’intenzione di usarli come scudi umani contro i Draghi di Daenerys e gli eserciti degli Stark, e già da questo si capiva che razza di persona fosse, no? Il vero problema sarebbe stato comprendere se Daenerys si sarebbe messa sul suo stesso piano oppure no.

A dirla tutta, Ramsay avrebbe voluto partecipare personalmente al colloquio di pace, come ci si poteva aspettare da lui: aveva un sacco di cose da dire e intendeva proprio dirle, ma esattamente per questo motivo Tyrion si guardò bene dal portarlo con sé e Theon si diede da fare con tutti i suoi metodi persuasivi per distrarre il giovane Bolton e lasciare che quello che doveva essere un accordo diplomatico fosse, appunto, tale. La diplomazia Ramsay non sapeva nemmeno dove stesse di casa e la situazione era già abbastanza drammatica così, senza che lui ci mettesse del suo!

Tuttavia Ramsay oltre alla diplomazia non conosceva bene neanche la pazienza, visto che dopo pochi minuti dall’inizio del colloquio si era già stancato.

“Ma insomma, quanto ci mette Tyrion a convincere quel vecchio avvoltoio che fa da ambasciatore a Cersei? Non mi sembra ci siano poi tante cose da dire: Cersei non ha più eserciti, a parte quello personale delle Guardie Reali, non ha più una flotta e invece noi abbiamo i Draghi, gli Immacolati e tra pochi giorni arriverà un altro bel battaglione di soldati degli Stark. Ma chi è quel rincoglionito che sta a blaterare con Tyrion? Non lo sa come stanno le cose? Cersei non aveva uno meno vecchio e rimbambito da mandare a parlamentare?” si mise a protestare, come al solito con un tono di voce niente affatto discreto, in modo che sia Daenerys sia tutti coloro che erano da quelle parti lo udirono benissimo.

Verme Grigio gli lanciò un’occhiata di disapprovazione, ma poi si accorse che Missandei, accanto a lui, si tratteneva a stento dallo scoppiare a ridere e allora lasciò perdere, pensando che, quanto meno, le esternazioni di Ramsay sarebbero servite a sdrammatizzare una situazione che non aveva niente di allegro, nonostante loro si trovassero evidentemente in vantaggio dal punto di vista militare.

Dal canto suo, Theon si sarebbe volentieri cercato una pala per andare a sotterrarsi, visto che Ramsay non aveva il minimo ritegno e parlava in questo modo anche di fronte alla Regina dei Draghi. Lui e Yara avevano fatto di tutto per conquistarsi la stima e il rispetto di Daenerys e cosa avrebbe pensato lei vedendo che si accompagnava a uno che, di certo, le cose non le mandava a dire?

“Quello è Maestro Qyburn, Cersei Lannister lo ha incaricato di parlamentare con Tyrion per raggiungere un accordo” provò a spiegare Varys.

“E un altro un po’ meno rincretinito non lo trovava?” lo interruppe Ramsay. “Chiunque capirebbe che Cersei non ha modo di vincere questa guerra. Insomma, non ha neanche il modo di combatterla, visto che non ha più eserciti. L’unico modo che ha di uscirne viva è arrendersi, l’ho capito anch’io!”

Eh, appunto…

“Non credo che Qyburn sia uno sciocco, sono anzi certa che è stata la stessa Cersei a istruirlo perché non accetti le nostre offerte” intervenne Daenerys, che a quanto pare aveva ascoltato con attenzione quello che Ramsay aveva detto e lo aveva pure preso sul serio. È vero che i Targaryen sono sempre stati famosi per non avere una gran sanità mentale ma, ecco… a quanto pareva lei e Ramsay erano riusciti a trovare dei punti in comune! “Lei non ha alcuna intenzione di arrendersi, anche perché sa che con ogni probabilità non ne uscirà viva comunque. Se pure io decidessi di lasciarla libera, gli Stark pretenderebbero di giustiziarla per aver fatto uccidere i loro familiari e certo non potrei dare loro torto. Sta solo cercando di prendere tempo, magari sperando che siamo noi a compiere qualche errore… ma questo non succederà.”

“Ah, beh, la fanno fuori comunque” commentò Ramsay, lasciando che il suo neurone solitario riflettesse su quella notizia. “Ecco perché non si vuole arrendere… tutto sta nello scegliere se vuole morire decapitata da uno degli Stark o arrostita viva. Sarà interessante!”

Theon si mise le mani nei capelli e soffocò un gemito. Eppure quello che aveva detto Ramsay, in poche parole, era la pura e semplice verità: per quanto Tyrion potesse cercare di convincerla ad arrendersi per avere salva la vita, lei sapeva bene che, una volta giunti gli Stark con i loro uomini, non ci sarebbe stato scampo. Sansa e Arya avevano visto uccidere il padre per suo ordine e come minimo si sarebbero litigate il privilegio di impugnare la spada per farle fare la stessa fine di Lord Eddard! In realtà non è che avesse poi tutta quella scelta…

“Ecco, adesso Tyrion ha deciso di lasciar perdere il vecchio rincoglionito e di parlare direttamente con Cersei” riprese Ramsay, tutto emozionato, che, visto che non poteva partecipare al colloquio, aveva deciso di farne almeno la radiocronaca o qualcosa del genere! “Ma, se le cose stanno come ha detto la Regina Daenerys, allora Cersei non lo ascolterà, tanto sa che l’ammazzeranno comunque vada.”

“Potrebbe avere un piano di fuga e magari per questo finge di ascoltare Tyrion?” domandò Daenerys a Varys. “Tu conosci tutti i passaggi segreti della Fortezza Rossa. Cersei ha modo di fuggire? Potrebbe avere qualche complice che l’aspetta in un luogo che non sappiamo?”

“Beh, se i Draghi dessero fuoco a tutta la città, di sicuro Cersei non avrebbe nessun posto in cui scappare e neanche nessun complice che non sia finito arrosto come quel maiale di Euron Greyjoy!” sghignazzò Ramsay.

Ecco, appunto, come dicevo… a Daenerys mancava giusto un compagno di merende come Ramsay!

Varys si preoccupò molto quando vide una certa luce di interesse nello sguardo della Regina a quelle parole del giovane Bolton; ma ancora di più si preoccupò Theon. Per la prima volta in tutta quella grande e incredibile avventura cominciò a pensare che mettere insieme Ramsay e Daenerys avrebbe potuto davvero causare una reazione a catena… insomma, fuoco e fiamme! Doveva fare qualcosa per evitare una catastrofe e sperò con tutto il cuore che Tyrion tornasse al più presto da quella che ormai appariva chiaramente come un’inutile chiacchierata. Theon era in grado di fermare Ramsay e di farlo stare zitto, ma di certo non poteva fare lo stesso con Daenerys e, forse, Tyrion era davvero l’unico in grado di smorzare i bollenti spiriti della Regina (era proprio il caso di dirlo!).

E poi… cosa sarebbe successo davvero quando fossero giunti anche gli Stark e Jon Snow con il loro esercito? Peggio ancora, se qualcuno fosse venuto a sapere della vera identità di Jon?

Le cose si facevano sempre più preoccupanti e il giovane Greyjoy si ritrovò a pensare che, al confronto, la battaglia contro gli Estranei e perfino contro il Re della Notte era stata una barzelletta!

Fine capitolo terzo

 

 

 

 

* Non sono mai stata una grande fan di Daenerys, ma sinceramente dopo tutto quello che ha passato mi sembra il minimo darle il beneficio del dubbio: nella mia storia, quindi, lei ha perduto solo Jorah Mormont e Viserion, Missandei non muore e neanche Rhaegal, mentre invece ho fatto in modo che Tyrion inizi a provare qualcosa per lei. Dunque, mettendola in una situazione diversa da quella della serie TV, voglio provare a darle un diverso destino.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo quarto ***


Capitolo quarto

 

Mi fiderò perché mi tiene sicuro
In un giorno qualunque, un'ora prima del buio
Mi fiderò perché non è una promessa
E nessuno dei due ha mai detto lo giuro

Mi fiderò del tuo coraggio più del mio
Quando per paura l'ho nascosto pure a Dio
Mi fiderò, ma non sarà senza riserve
Temere di amare o amare senza temere niente

Mi fiderò
Senza temere niente
Mi fiderò
Senza temere niente!

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

Passarono ancora alcuni giorni e niente succedeva: da una parte Cersei aveva ammucchiato i cittadini dentro la Fortezza Rossa come scudo umano, sapendo che era l’unica mossa che le avrebbe permesso di non farsi bruciare viva dai Draghi di Daenerys (forse…); dall’altra Daenerys e i suoi alleati attendevano l’arrivo dell’esercito degli Stark guidato da Jon Snow per poi decidere come proseguire la battaglia. Nel frattempo avevano fatto ritorno a Roccia del Drago e continuavano a riunirsi per discutere di battaglie, scontri, strategie e quant’altro…

E Ramsay si annoiava! Non si divertiva più neanche a origliare le conversazioni altrui e lo innervosiva soprattutto il fatto che dovesse annoiarsi tanto per aspettare quel bastardo di Jon Snow e quegli antipatici degli Stark… sì, continuava ad essere allegramente geloso di loro e non sopportava che avessero tanta importanza agli occhi di Theon. Cominciò a convincersi che doveva trovare qualcosa da fare, possibilmente senza tagliare mani, piedi o dita alla gente ma, al contrario, proponendo una mossa geniale che avrebbe fatto vincere la guerra contro Cersei Lannister e lo avrebbe mostrato ai Sette Regni come un eroe: sì, lui sarebbe dovuto essere l’eroe che avrebbe aiutato Daenerys e i suoi alleati, non certo quegli snob degli Stark o, peggio ancora, l’odiosissimo Jon-Bastardo-Snow-Targaryen! Allora sì che Theon avrebbe guardato lui e solo lui con ammirazione e stima (sì, perché a Ramsay non fregava un beneamato dei Sette Regni, di Daenerys, di Cersei o di chicchessia, lui voleva solo che Theon ammirasse e amasse lui). Proprio per questo impegnò al massimo il suo unico neurone, gli fece fare proprio gli straordinari, cercando di approntare uno dei suoi folli piani che già non funzionavano granché quando era a Grande Inverno, ma che questa volta sarebbero dovuti funzionare!

E, proprio ricordando quei lontani giorni in cui si era tanto divertito a scrivere lettere a destra e a manca (anche totalmente assurde visto che aveva informato Sansa Stark di tenere Rickon in ostaggio, se ben ricordate!)*, il suo neurone solitario ma ben concentrato non poté fare a meno di notare che c’era qualcun altro, a Roccia del Drago, che si stava altrettanto divertendo nello scrivere lettere… a non si sapeva bene chi. Insomma, Varys passava gran parte del suo tempo nel suo studio a scrivere e scrivere e, a meno che non avesse intenzione di esibire al mondo la sua autobiografia, cosa che però a quei tempi non andava di moda, di sicuro quello che scriveva era qualcosa di pericoloso e compromettente e Ramsay era seriamente intenzionato a scoprire di cosa si trattasse. E, un bel giorno, ebbe l’occasione perfetta. Varys stava parlando con una giovanissima sguattera di nome Martha e, a quanto pareva, quello che i due si dicevano doveva essere molto importante perché il Lord eunuco aveva, anche se per pochi minuti, lasciato incustodito il suo studio e le sue carte per discutere con la ragazzina.

Ramsay che, quando voleva, riusciva anche a essere molto astuto, finse di passare lì per caso e, udendo qualche parola tra Varys e Martha, in particolare qualcosa relativo alla possibilità di avvelenare Daenerys, si disse che doveva fare più in fretta che poteva, prima che fosse troppo tardi. Si infilò nello studio del Lord Consigliere e, vista una lettera a caso, la prese e se la portò via, senza tanti complimenti. Tanto, che cosa poteva fargli Varys? Se quella lettera fosse stata davvero compromettente, non avrebbe certo potuto venirla a cercare o accusarlo di averla rubata!

Beh, che dire? Evidentemente l’aria di mare di Roccia del Drago faceva bene al neurone di Ramsay…

Il giovane Bolton, dunque, una volta uscito precipitosamente dallo studio di Varys senza nemmeno preoccuparsi del fatto che il Lord potesse vederlo, corse subito da Theon con la lettera in mano: voleva leggerla insieme a lui e dimostrargli quanto fosse stato bravo a impossessarsene!

Theon si preoccupò subito quando vide il suo compagno con quell’aria folle e compiaciuta negli occhi e si chiese che cosa avesse combinato stavolta. Tanto per non sbagliare, decise di portarselo immediatamente in camera, così qualsiasi stupidaggine Ramsay avesse detto non sarebbe risuonata per tutta Roccia del Drago!

“Guarda cosa ho preso dallo studio di Lord Varys!” gli disse Ramsay tutto orgoglioso e contento, porgendogli la lettera che, in realtà, non aveva nemmeno letto e che, per quanto ne sapeva, poteva essere anche solo una missiva di auguri natalizi alla famiglia (ah già, nei Sette Regni non c’era il Natale e Varys non aveva una famiglia…).

“Cosa hai combinato stavolta? Lo sai che non puoi entrare nelle stanze della gente e prendere quello che ti pare, magari questa è una cosa personale” tentò di rimproverarlo Theon ma, siccome anche lui aveva ascoltato il discorso di Varys a Tyrion qualche giorno prima, non si fidava di quel Lord e pensò bene di prendere la lettera e di leggerla con attenzione.

Ah, ecco, a quanto pareva stavolta il Voltagabbana era proprio Lord Varys!

“Ma guarda questo vigliacco traditore…” mormorò il giovane Greyjoy, scorrendo la missiva.

“Cosa dice, cosa dice? È una cosa importante, vero?” faceva intanto Ramsay, tutto emozionato.

“Come, non lo sai? Sei stato tu a trafugarla e a portarmela e non sai cosa c’è scritto?” trasecolò Theon.

“Certo che no, non avevo mica il tempo di mettermi a leggerla, tanto lo avremmo fatto insieme, no? Allora, è importante, vero? Sono stato bravo?” ribatté il ragazzo, che non stava più nella pelle.

“Direi di sì, è molto importante. Varys stava scrivendo questa lettera alle casate del Nord per dire a tutti loro che Jon Snow è in realtà un Targaryen e per spingerli a una rivolta contro Daenerys per mettere Jon sul trono” spiegò Theon, ancora esterrefatto. Doveva ammettere che, per una volta, Ramsay aveva dimostrato di essere davvero tagliato per le missioni di spionaggio! “Qui dice di aver già scritto a Jon per convincerlo a rivendicare il trono… sicuramente quella lettera è già in mano a Jon, ma non importa, qui c’è abbastanza per accusare Varys di alto tradimento contro la Regina Daenerys.”

A dirla tutta, anche Theon cominciava a emozionarsi ed era felice di sentirsi utile, una volta tanto!

E il Voltagabbana era un altro, che soddisfazione per lui!

Del resto, Jon era sempre stato sulle scatole a Theon, con quel suo essere perfettino-faccio-bene-solo-io e col cavolo che lo avrebbe voluto sul Trono di Spade, tanto più che Daenerys aveva invece promesso a lui e a Yara che, sotto il suo Regno, le Isole di Ferro sarebbero state indipendenti. A quanto pareva, dunque, anche stavolta Ramsay gli aveva fatto un favore, anche se di sicuro non lo aveva fatto apposta, e Theon si sentì improvvisamente molto eccitato oltre che emozionato, soprattutto vedendo il giovane Bolton che continuava a sorridere tutto contento con quel facciotto buffo e l’espressione del gatto che si è appena mangiato il canarino. Visto che tanto erano già nella loro stanza non ci stette a pensare due volte, gli saltò addosso e lo strinse forte a sé, affondandogli una mano nei capelli e cingendolo con l’altro braccio; premette le labbra sulle sue e iniziò a baciarlo sempre più profondamente, con passione e intensità, lo sospinse delicatamente sul letto e continuò a baciarlo, mettendosi sopra di lui, premendogli una mano sulla sua nuca per attirarlo sempre più contro di sé; con l’altra mano iniziò a frugarlo sotto le vesti, fino a spogliarlo e a liberarsi anche dei propri vestiti. Ramsay, che non si aspettava da Theon una reazione del genere, restò confuso e imbarazzato, comunque ricambiò i suoi baci e si abbandonò a lui, abbracciandolo forte. Poi i loro corpi si unirono e iniziarono a muoversi insieme, prima lentamente e poi con sempre maggiore intensità fino a restare entrambi travolti dall’emozione e dall’estasi di quel contatto che incendiava il sangue nelle vene a tutti e due.

Naturalmente ci volle un po’ di tempo prima che Theon e Ramsay riprendessero coscienza del mondo e della realtà… a dire il vero Ramsay non riprese proprio un bel niente, ma tanto non era diverso dal solito per cui andava bene anche così. La scoperta della lettera, una tra tante, scritta da Varys per incitare alla ribellione contro Daenerys era molto grave e restava la questione di come fare per denunciare il tradimento del Lord Consigliere. Dovevano andarci direttamente loro due? Ma in quel caso la Regina dei Draghi li avrebbe presi sul serio, sebbene la lettera parlasse chiaro già da sola? Theon analizzò con sguardo critico Ramsay e il suo entusiasmo al pensiero di aver scoperto un intrigo e comprese che no, loro due da soli non sarebbero stati le persone adatte, sarebbe stato meglio rivolgersi a qualcuno che Daenerys considerasse degno di fiducia e, soprattutto, in pieno possesso delle sue facoltà mentali, cosa che non si sarebbe mai potuta affermare del giovane Bolton!

“Credo che dovremmo mostrare questa lettera a Tyrion e lasciare che sia lui a denunciare alla Regina il tradimento di Varys” disse Theon.

“Ah, per me va bene, però voglio essere presente anch’io quando Tyrion gli mostrerà la lettera, tu no?” suggerì Ramsay, che non voleva certo perdersi lo spettacolo! “In fondo me lo merito, sono stato io a scoprire che quel senza palle è un traditore!”

Come sempre, Ramsay dimostrava un adorabile tatto e senso della diplomazia! Sì, sarebbe stato veramente utile avere Tyrion come portavoce…

Tyrion restò piuttosto sorpreso nel vedersi piombare la strana coppia nella sua stanza, non sapeva ancora bene cosa pensare di loro, tuttavia doveva riconoscere che in più di un’occasione erano stati molto utili alla causa. E lo sarebbero stati anche stavolta.

Era stato deciso che sarebbe stato Theon a parlare con il Lannister e a mostrargli la lettera, ma a quanto pareva la decisione non era stata condivisa da Ramsay che, non appena si trovò davanti a Tyrion, strappò la lettera di mano al compagno e la consegnò al Folletto con un grandissimo sorriso soddisfatto.

“Ho trovato questa lettera nello studio di quello senza l’uccello, Lord Varyscomesichiama, e l’ho portata a Theon e abbiamo visto che lui vuole tradire la Regina Daenerys e dare il Trono di Spade a quel mezzo bastardo Targaryen di Jon-cazzutissimo-Snow!” esclamò il giovane Bolton senza neanche fermarsi a riprendere fiato.

Tyrion era ancora più perplesso e guardò Theon che, con l’espressione di chi deve sopportarne tante, annuì.

“Ramsay ha ragione, Varys stava scrivendo quella lettera nel suo studio quando è stato interrotto e lui ne ha approfittato per trafugarla” spiegò. “Quando l’abbiamo letta ci siamo resi conto del fatto che rappresenta un atto di alto tradimento: chiaramente Lord Varys non ha più fiducia nella nostra Regina e, anzi, sta cercando di mobilitare le armate del Nord perché mettano Jon sul trono.”

Ancora una volta Tyrion si limitò a fissare lungamente e in silenzio i due. Innanzitutto si chiedeva come facessero a sapere che Jon era anche lui un Targaryen… ma poi decise che preferiva non sapere in che modo Ramsay e Theon venissero a conoscenza dei fatti, sperava solo che non lo avessero spiattellato in giro. Però, se quello che dicevano era vero, ci aveva pensato Varys a spiattellare ai quattro venti la storia della vera identità di Jon. Cosa importava, alla fine, se il bastardo di Bolton e il Voltagabbana avevano spiato e origliato? A quanto pareva la loro curiosità poteva portare alla scoperta di un tentativo di ribellione contro Daenerys. Il Folletto lesse la lettera con attenzione e non ebbe più dubbi: quella era sicuramente la calligrafia di Varys, lui la conosceva bene dopo tanti anni, e quello che scriveva era ancora più cristallino, dubitava della capacità di Daenerys di regnare e stava cercando di mobilitare i Sette Regni e chissà chi altri perché fosse Jon Snow il nuovo Re.

Eh sì, era alto tradimento, non c’era un diverso modo di chiamarlo. Ironico che fossero stati proprio il Voltagabbana e il figlio bastardo di Roose Bolton (che avrebbe vinto l’oro, l’argento e il bronzo alle Olimpiadi dei Traditori se mai ci fossero state…) a smascherare Varys, forse era proprio vero che i due ragazzi erano cambiati e maturati e che adesso potevano più o meno rendersi utili per la causa!

“Va bene, vi ringrazio per aver dimostrato lealtà e devozione alla nostra Regina” disse dunque Tyrion. “Da questa lettera si capisce che Varys aveva già scritto anche a Jon per chiedergli di rivendicare il Trono di Spade, ma per caso sapete anche se ci siano state altre missive di questo tipo?”

Ramsay rispose subito, tutto emozionato all’idea di essere utile, eroico e importante proprio come aveva sognato… e a quanto pareva anche Theon era molto contento di lui visto quello che gli aveva fatto in camera poco prima!

“Quando sono stato nel suo studio non ce n’erano altre, ma sono sicurissimo che ne abbia scritte e inviate di più. Quando ero a Grande Inverno io ne avrò scritte almeno una decina perché volevo che…”

“Sì, beh, adesso le tue esperienze a Grande Inverno non sono pertinenti” lo interruppe Tyrion. “Sarebbe interessante sapere cosa ha risposto Jon alla lettera di cui Varys parla qui... comunque la cosa più urgente, adesso, è consegnarla alla Regina e denunciare il tradimento di Varys.”

“E possiamo venire anche noi con te, vero? Vero?” insisté Ramsay, con gli occhi che gli brillavano per l’aspettativa.

Tyrion lasciò andare un lungo sospiro: doveva pensare che stava facendo il bene di Daenerys, lo stava facendo per Daenerys… e, in fondo, era davvero merito del giovane Bolton e del suo compagno se tutta quella faccenda era venuta alla luce in tempo.

“Certo” rispose dunque il Folletto, “venite anche voi al cospetto della Regina. Ma, per favore, lasciate che sia io a spiegare la situazione e voi due parlate soltanto se sarà lei a farvi qualche domanda.”

“Per me va benissimo” replicò Ramsay, che aveva già ottenuto il suo scopo. “Vieni, Theon?”

Il giovane Greyjoy seguì Tyrion e Ramsay trattenendosi a stento dal mettersi le mani nei capelli.

Doveva ripetersi che non importava il metodo, Ramsay aveva comunque scoperto un tentativo di ribellione nei confronti della Regina, non doveva soffermarsi troppo sui dettagli, l’importante era salvare il trono di Daenerys…

Più facile a dirsi che a farsi!

Fine capitolo quarto

 

 

* Qui mi autocito! Il Ramsay che si mette a scrivere lettere a destra e a manca è nella mia versione di GoT e in particolare nella mia prima parodia su di loro, Non si torna indietro!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo quinto ***


Capitolo quinto

 

E tu non hai risposte
Ma sorridi al momento giusto
Da farmi incazzare e poi dal niente
Ridere di gusto

Mi fiderò delle tue labbra che parlano
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo

Mi fiderò del tuo coraggio più del mio
Quando per paura l'ho nascosto pure a Dio
Mi fiderò, ma non sarà senza riserve
Temere di amare o amare senza temere niente…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

In realtà possiamo dire che Daenerys la prese bene, beh, insomma, più o meno…

Come prima cosa squadrò Tyrion e poi Theon e Ramsay con espressione piuttosto incavolata.

“Molto bene, a quanto pare devo ringraziare Ramsay Bolton e Theon Greyjoy per aver sorpreso il mio consigliere mentre scriveva lettere per fomentare una ribellione contro di me” disse con evidente nervosismo. “E sono grata a loro, infatti, ma perché devono essere proprio due giovani che, pur essendo miei sudditi, non sono certo i miei amici e confidenti più cari a prendersi cura di me meglio di quanto facciano quelli che dovrebbero avermi a cuore?”

Tyrion si sentì molto imbarazzato a quelle parole. Sì, Daenerys aveva ragione, sarebbe dovuto essere lui a scoprire il tradimento di Varys e non quel ragazzetto mezzo psicopatico e il suo amichetto Voltagabbana! Sicuramente se al suo posto ci fosse stato ancora Jorah Mormont avrebbe smascherato Varys immediatamente, Ser Jorah era davvero devoto alla Regina e lui invece…

“E, comunque, a questo punto devo arguire che praticamente tutti i Sette Regni sanno che anche Jon Snow è un Targaryen” sbottò ancora Daenerys. “Di questo, invece, chi dovrei ringraziare? Insomma, Jon lo ha saputo da quel suo fratellastro veggente che parla con i morti o che so io ed è venuto a dirmi che tanto il Trono di Spade non gli interessava e che mi avrebbe servita come sua Regina, eppure poi tutti hanno saputo la verità. Tu come l’hai saputo, Tyrion?”

“A me l’ha detto Sansa” ammise il Folletto, confuso e in preda ai sensi di colpa. “Però, mia Regina, non è detto che sia stato Jon a dirlo a lei. Visto che Bran è stato il primo a saperlo, magari lo ha raccontato a tutta la famiglia Stark e Sansa lo ha saputo da Bran.”

“Ma tu l’hai saputo da Sansa” ripeté Daenerys.

Il tono con cui lo disse fece ancora più male a Tyrion, era come se sottolineasse una certa intimità che sussisteva tuttora tra lui e Sansa, visto che per un po’ erano stati sposati. Ma Tyrion non voleva che Daenerys pensasse questo e tanto meno di Sansa, che le era apertamente ostile. Tyrion non voleva Sansa, non pensava più a lei, lui pensava solo a… a Daenerys!

“Mia Regina, può anche essere che Sansa mi abbia rivelato la verità perché sperava che io, come tuo consigliere, potessi fare qualcosa tipo convincerti a lasciare il Trono di Spade a Jon o che so io, ma di certo non ha ottenuto il suo scopo, anzi ha ottenuto l’esatto contrario” ribatté Tyrion con ardore. “Sono felice di sapere la verità perché, se non ne fossi stato al corrente, adesso non potrei essere qui a proteggerti da un tradimento.”

“Ma sei stato tu a rivelare a Varys la vera identità di Jon, no?” lo provocò Daenerys. “Forse non ci sarebbe stato alcun tradimento se tu non avessi detto a Varys quello che avevi saputo.”

Tyrion chinò il capo, ma poi lo rialzò e fissò la Regina negli occhi, deciso a discolparsi e a farle capire quanto invece tenesse a lei e come avrebbe fatto di tutto per proteggerla.

“È vero, forse sarebbe andata così. Oppure Varys lo avrebbe scoperto comunque, in qualche modo, lui scopre sempre tutto e ha spie ovunque. In tal caso, avrebbe potuto tranquillamente tramare contro di te e noi non avremmo saputo niente… finché non fosse stato troppo tardi!”

Daenerys, ancora una volta, si sentì in qualche modo protetta dall’ardore che traspariva dalle parole di Tyrion. Forse era stata troppo dura con lui, troppo sospettosa? Stava esagerando, certo, e non voleva farlo di nuovo. Ricordava quante volte si era mostrata dura e severa con Ser Jorah quando lui voleva solo aiutarla e lei non si fidava e com’era finita? Ser Jorah era morto per lei e lei non era mai riuscita a dirgli quanto gli fosse grata e quanto gli volesse bene, anche se non come avrebbe desiderato lui.

Ancora una volta si ripeté che non avrebbe commesso lo stesso errore con Tyrion, non avrebbe scavato un abisso tra loro per poi perderlo: pur essendo un Lannister, aveva dichiarato e provato la sua fedeltà, la sua lealtà e forse anche qualcosa di più verso di lei.

“Va bene, Tyrion, credo che tu abbia ragione e ti ringrazio di essere al mio fianco in questo momento” disse allora la Regina, con voce addolcita. Poi si rivolse a Theon e Ramsay perché restava ancora qualcosa che non le era chiaro… “Ma… voi due, piuttosto, come facevate a sapere che Jon Snow è un Targaryen? A voi chi lo aveva detto?”

Theon non sapeva come rispondere, ma Ramsay non si fece alcun problema.

“È molto semplice, mia Regina: abbiamo origliato le conversazioni più interessanti qui a Roccia del Drago e così abbiamo sentito quando Tyrion lo diceva a Lord Varys” spiegò con un’invidiabile faccia tosta e un gran sorriso soddisfatto. “È per questo che ho deciso di tenere d’occhio Varys. Sai, mia Regina, in quella conversazione era proprio il senza pal… ehm, il Lord Consigliere Varys a insistere sul fatto che Jon sarebbe stato un Re migliore, che lui è un uomo, che è più saldo e valoroso e tante altre bestialità del genere. Tyrion, al contrario, continuava a sostenere te e a dichiarare che solo tu sei la sua Regina!”

Theon si sarebbe voluto buttare da una delle finestre della sala e sfracellarsi sulle rocce sottostanti per la figura appena fatta: Ramsay aveva ammesso candidamente che loro due, d’abitudine, origliavano le conversazioni altrui! Cosa avrebbe pensato Daenerys di loro?

Poi però si rese conto che, in quella sorta di lucida follia che gli passava per il vuoto siderale della testa, Ramsay aveva anche sottolineato la fedeltà e l’amore di Tyrion verso la Regina…

Daenerys, infatti, pareva aver dimenticato ogni nervosismo e sospetto. Era scoppiata a ridere di cuore quando Ramsay aveva spiegato tranquillamente di aver spiato Tyrion e Varys e poi, quando aveva parlato di come Tyrion l’avesse difesa, lo aveva ascoltato con molta attenzione e con una nuova luce negli occhi.

“Bene, devo dunque ringraziare la curiosità del giovane Lord Bolton” commentò, ormai rasserenata, con un sorriso.

“Per me è stato un piacere, mia Regina, è un vero onore servirti e poi a dirla tutta io non ho mai sopportato Jon Snow e non voglio proprio che conquisti il Trono di Spade!” replicò Ramsay, sempre con la solita sincerità e faccia da schiaffi.

A quel punto Theon avrebbe tanto voluto avere un badile per potersi sotterrare seduta stante, al contrario Daenerys dimostrò ancora una volta di apprezzare la schiettezza di Ramsay e scoppiò di nuovo a ridere; era da molto tempo che non la si vedeva così allegra.

A quanto pareva Ramsay aveva il dono di divertire la Regina, avrebbe avuto successo come buffone di Corte, ma non andateglielo a dire, per carità, se ci tenete alle dita e a tutti gli arti del corpo!

Tuttavia, nonostante Daenerys avesse riacquistato il buonumore, non aveva la minima intenzione di farla passare liscia a Varys e al suo tradimento.

“Lord Varys dovrà essere giustiziato” ordinò, “e in modo esemplare, così che tutti sappiano qual è la fine che attende chi osa tradirmi o chi pensa che non sia adatta a sedere sul Trono di Spade.”

Il verdetto era stato stabilito, dunque, e l’esecuzione di Varys avrebbe avuto luogo quella sera stessa. Theon e Ramsay si congedarono dalla Regina che restò sola con Tyrion per organizzare, appunto, l’esecuzione di Varys, ma anche per preparare le difese contro eventuali rivolte e tradimenti. Era chiaro che, a quel punto, il nemico non era più soltanto Cersei ma poteva nascondersi anche tra gli stessi alleati di Daenerys e su questo bisognava riflettere e prendere provvedimenti.

Ramsay era tutto soddisfatto e compiaciuto mentre percorreva i corridoi al fianco di Theon: aveva fatto una bella figura con la Regina e ottenuto la sua gratitudine, aveva messo i bastoni tra le ruote all’odiatissimo Jon e, cosa che lui riteneva più importante e preziosa di tutte le altre messe insieme, era stato un eroe davanti a Theon, il salvatore della Regina.

Inoltre, come ciliegina sulla torta, quella sera avrebbe assistito a una bella esecuzione!

“Theon, secondo te come verrà giustiziato Varys?” domandò al compagno mentre si recavano nella loro stanza.

Evidentemente l’argomento era particolarmente affascinante per il giovane Bolton, ma non lo era altrettanto per Theon…

“Non lo so” rispose con un sospiro. E non mi interessa saperlo, farei anche volentieri a meno di assistere, avrebbe voluto aggiungere, ma preferì sorvolare. “A Grande Inverno era Lord Stark in persona che decapitava i condannati, ma non so come funzionino le cose a Roccia del Drago. Perché, intendevi offrirti volontario?”

“Ma no, no, lo sai che ormai non mi diverto più a fare certe cose, preferisco stare a guardare, era solo per curiosità” rispose Ramsay ridendo (mentre Theon non aveva nessuna voglia di ridere). “Probabilmente la Regina Daenerys ha un suo boia personale, chissà, magari è il comandante degli Illuminati, quel tale Verme Grigio, ce lo vedrei bene! Ma chissà, forse, prima di farlo giustiziare, la Regina vorrà fargli tagliare tutte le dita con cui ha scritto quelle lettere di tradimento, sarebbe divertente, no?”

Dall’espressione sul volto di Theon, il giovane Bolton capì subito che per lui l’idea non era affatto divertente!

“Ma dai, Theon, stavo solo scherzando, non le capisci mai le mie battute” esclamò Ramsay, scoppiando a ridere di nuovo.

NO. In effetti Theon non capiva le battute di Ramsay e non lo divertivano affatto, potete forse biasimarlo per questo?

Comunque, quella sera, l’esecuzione di Varys colse di sorpresa anche Ramsay che di certo non si faceva scandalizzare da morti violente, torture, scuoiamenti e altre amenità del genere. Eppure neanche lui poteva aspettarsi ciò che realmente accadde: la Regina Daenerys proclamò pubblicamente il verdetto di colpevolezza e la conseguente condanna a morte di Lord Varys e… e poi si spostò e dietro di lei, dal buio, apparve Drogon che si avvicinò al condannato.

Ramsay rimase estasiato.

“Dracarys” disse Daenerys, e Varys scomparve in una vampata di fuoco.

Questa esperienza risultò davvero elettrizzante per Ramsay che sul momento non riuscì neanche a reagire come avrebbe voluto (chissà, probabilmente con applausi a scena aperta e grida di giubilo!). Tuttavia sfogò poi tutta la sua emozione e il suo entusiasmo più tardi, parlando e riparlando di ciò che aveva ammirato, in camera con Theon.

“Ma hai visto che bellezza? Daenerys merita davvero di essere la Regina dei Sette Regni! Le sue esecuzioni saranno tutte spettacolari come questa? È veramente tanto creativa e originale, non mi sarei mai aspettato che…”

Theon era esausto. Quella era stata una giornata davvero faticosa e pesante per lui, anche se avevano sventato un complotto contro la Regina dei Draghi, e di sicuro non aveva nessuna intenzione di passare il resto della serata ascoltando Ramsay che continuava a lodare e elogiare la stupenda esecuzione alla quale aveva appena assistito. Decise quindi di togliersi anche lui qualche sfizio e di incanalare le energie e l’entusiasmo del giovane Bolton in tutt’altre attività… Lo strinse tra le braccia e cominciarono a baciarsi, accarezzarsi, perdersi e inebriarsi dell’odore e del sapore l’uno dell’altro, di quel contatto dolce e appassionato allo stesso tempo, dei loro corpi che si fondevano diventando uno. Theon si liberò velocemente dei suoi abiti e spogliò Ramsay con una certa urgenza, rendendosi conto che da una parte voleva zittirlo e non sentire più tutte quelle chiacchiere sull’esecuzione di Varys, ma dall’altra quel suo modo di fare lo eccitava, lo aveva sempre eccitato anche quando, forse, ancora non se ne accorgeva perché era suo prigioniero e troppo terrorizzato per pensare a qualsiasi altra cosa. Theon si insinuò nel corpo di Ramsay e lo fece suo, muovendosi ritmicamente con lui fino a raggiungere insieme l’apice del piacere più e più volte, senza mai stancarsi ma anzi desiderando che quell’amplesso potesse durare per sempre.

Molto tempo dopo, la gioia e l’estasi di appartenersi in ogni senso lasciarono spossati i due amanti che, alla fine dell’amplesso, rimasero abbracciati attendendo che il sonno li vincesse. Ramsay a quel punto era talmente esausto e confuso da non rendersi più bene neanche conto di cosa fosse successo e quindi non poteva più esasperare Theon con i suoi discorsi assurdi, si limitava a rimanere stretto a lui finalmente in silenzio.

Soddisfatto in tutti i sensi, Theon pensò ancora una volta che aveva trovato un modo per impedire a Ramsay di innervosirlo e sfinirlo e che era un modo estremamente piacevole per entrambi! Ma si rese anche conto, adesso che non c’era più il continuo chiacchiericcio di Ramsay a dargli alla testa, che non era stata una cosa da poco quella che il suo compagno aveva fatto quel giorno: Varys era davvero un traditore e, se la cosa non fosse venuta alla luce, forse le armate del Nord sarebbero giunte non per appoggiare Daenerys contro Cersei Lannister, ma per combatterla e mettere Jon sul trono.

Insomma, alla fine il giovane Bolton aveva davvero reso un gran servigio alla Regina e alla loro causa, anche se nel suo modo assurdo e demenziale e sicuramente per ragioni tutt’altro che altruistiche… ma ciò che contava era il risultato.

Theon si strinse più forte il suo buffo e pazzoide compagno, già profondamente addormentato, tra le braccia e anche lui, rasserenato, poté prendere sonno.

Fine capitolo quinto

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo sesto ***


Capitolo sesto

 

Se tu non ti dai limiti e smetti di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te
Perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo)

Mi fiderò delle tue labbra che parlano (mi ami un sacco ma)
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

Le armate del Nord e l’esercito degli Stark guidato da Jon Snow arrivarono due giorni dopo e, per fortuna, nessuno fece parola delle famose lettere che erano costate la vita a Lord Varys (con grande soddisfazione di Drogon e anche di Ramsay, che si era proprio divertito a quell’esecuzione!). Nella missiva rubata da Ramsay, Varys faceva riferimento a una lettera precedente inviata a Jon stesso in cui lo esortava a rivelare a tutti la sua vera identità e proclamarsi Re… ma a quanto pareva il giovane non era interessato alla faccenda, i soldati erano venuti con lui per combattere Cersei Lannister e tanto bastava a tutti.

A tutti… o quasi. Sì, perché Daenerys era ancora inquieta e tesa a causa del tradimento di Varys e, anche se apparentemente Jon non sembrava voler reclamare il Trono di Spade, lei si era resa conto del fatto che nei Sette Regni lui era molto più amato e popolare: insomma, se si fosse trattato di una puntata del Grande Fratello Vip, Daenerys avrebbe avuto molte più probabilità di essere eliminata a favore del Targaryen più amato dal pubblico (e dal televoto…). Daenerys aveva dalla sua parte gli Immacolati, i Dothraki sopravvissuti alla battaglia contro gli Estranei, Theon Greyjoy con la sua Flotta di Ferro, purtroppo abbastanza esigua, Ramsay Bolton che però non aveva uno straccio di niente e valeva quanto il due di coppe quando la briscola è bastoni e Tyrion, anche lui tuttavia senza un esercito né alleati potenti. Gli Stark appoggiavano chiaramente Jon e loro sì avevano invece tutte le armate del Nord oltre ai propri soldati. Certo, visto che a Cersei non rimaneva che un pugno di guardie o poco più non ci sarebbe stato problema a sconfiggerla, però alla fine chi sarebbe stato il vero vincitore? Daenerys Targaryen o Jon Snow con tutti i suoi uomini?

Così, mentre i soldati giunti dal Nord si disponevano per l’assedio ad Approdo del Re e si preparavano a fare irruzione nella città quando fosse stato il momento, la Regina dei Draghi decise di tenere un incontro privato per decidere il da farsi. Ovviamente Varys non c’era più, perciò il Concilio ristretto di Daenerys era ancora più ristretto del solito, contando i soli Tyrion, Verme Grigio, Missandei e Davos Seaworth.

“Tyrion” ordinò la Regina al Folletto non appena entrò nella sala del trono, “vai a chiamare anche Theon Greyjoy e Ramsay Bolton. Sono stati loro a scoprire il tradimento di Varys e mi hanno dimostrato lealtà, perciò li voglio nel mio Concilio. Del resto, anche quando non ne facevano parte finivano per origliare e sapere sempre tutto, almeno così avranno le informazioni in modo ufficiale!”

Tyrion, sulle prime, restò interdetto, ma poi si rese conto che Daenerys aveva ragione: quei due avrebbero comunque trovato il modo di ascoltare la discussione del Concilio e allora tanto valeva che vi prendessero parte!

E infatti non dovette faticare troppo per trovarli, visto che Ramsay girellava per i corridoi attigui alla sala del trono con aria indifferente, aspettando il momento giusto per andare a chiamare Theon e mettersi a spiare. Quando vide Tyrion, Ramsay gli rivolse un sorriso con la sua solita faccia da impunito, come se veramente si trovasse a passare di là per puro caso!

“Buongiorno, Lord Primo Cavaliere” gli disse. “Va tutto bene? Ho visto che le armate del Nord si stanno preparando ad assediare Approdo del Re e quindi…”

“Non farmi perdere tempo, giovane Bolton, vai a chiamare il tuo compare e venite subito nella sala del trono: la Regina Daenerys vuole che partecipiate al suo Concilio ristretto” tagliò corto Tyrion.

Ramsay si illuminò tutto di luce propria.

“Davvero vuole proprio noi?” domandò, incredulo.

Sì, vuole proprio voi, quanti altri deficienti conosci a Roccia del Drago che origliano praticamente tutte le conversazioni altrui?

“Eh sì, a quanto pare ha pensato che, visto che voi due spiate sempre le nostre riunioni, allora tanto vale che vi partecipiate personalmente” rispose il Lannister, caustico, ma la sua disapprovazione non intaccò la rifulgente luce di Ramsay.

“Vado subito a chiamare Theon, tanto era qui a due passi” rivelò, ammettendo implicitamente che, appunto, erano lì per spiare! Corse tutto contento fino ad una stanza vicina e chiamò il suo compagno. “Vieni, Theon, presto, la Regina ci ha convocati al suo Concilio ristretto per ringraziarci di averla salvata da quel senza palle traditore!”

Tyrion nascose la faccia tra le mani e trattenne un gemito.

Theon, ovviamente, era davvero a due passi da lì e così in breve tempo il Concilio ristretto si riunì nella sala del trono, con un Ramsay talmente tronfio e emozionato che continuava a muoversi sulla sedia come se avesse bisogno di correre urgentemente al gabinetto…

“Quello che è accaduto con Varys dimostra chiaramente che non ha importanza se vincerò questa guerra” esordì Daenerys. “Il popolo non mi ama, se sapesse la verità acclamerebbe Jon Snow come Re di Westeros, anche se fossi io a liberarlo dalla tirannia di Cersei.”

“Mia Regina, non è così” intervenne Missandei. “Il popolo di Westeros adesso non ti conosce ed è solo per questo che non ti ama, ma se li libererai come hai fatto a Yunkai e Meereen anche loro ti acclameranno, lo so, ne sono certa, io ero lì.”

“A Yunkai e a Meereen era diverso” replicò Daenerys, “gli schiavi si sono ribellati ai loro padroni e io sono accorsa in loro aiuto, sono stati loro a conquistarsi la libertà. Ma in questo caso non c’è alcuna ribellione: la gente di Westeros ha accettato di entrare all’interno delle mura perché pensa che Cersei li proteggerà da me. Nonostante sappiano chi è Cersei, preferiscono comunque la sua protezione perché mi temono, non mi vogliono qui. Perciò non c’è ragione di mostrare compassione per loro: faranno la fine della loro Regina, moriranno insieme a lei, così almeno avranno un motivo per temermi davvero!”

“Mia Regina, non puoi dire sul serio!” esclamò Tyrion, sconvolto, mentre Ramsay si voltava verso Theon con una strana espressione sul volto.

“Ho capito bene? La Regina dei Draghi vuole distruggere con il fuoco tutta Approdo del Re e i suoi abitanti?” e non si capiva bene se fosse allibito o se, al contrario, la ammirasse!

Theon aveva la faccia di uno che vorrebbe essere in qualsiasi altro posto al mondo. Iniziava a temere che lui e Yara si fossero in realtà alleati con una Regina che era quasi più psicopatica del ragazzo che lui si portava a letto! Evidentemente i Greyjoy avevano qualche problema nel valutare le persone…

“Cersei ha ingannato quella gente, ha detto loro che li avrebbe protetti, ma in realtà si sta facendo solo scudo di loro, di donne, di anziani, di bambini innocenti. Sono migliaia di persone che non ti hanno fatto alcun male e tu vuoi ucciderle tutte? Non posso crederci, tu non sei così, tu sei pietosa, sei gentile, sei venuta per regnare su Westeros con giustizia. Altrimenti in cosa ti distingueresti da Cersei? Mia Regina, tu non puoi metterti al suo livello” la scongiurò ancora Tyrion.

“Moriranno degli innocenti, certo, non succede sempre nelle guerre? Ma poi Approdo del Re sarà ricostruita e le generazioni future vivranno in un mondo più giusto e più libero” dichiarò Daenerys.

“Scusa se mi permetto di interromperti, mia Regina, ma… quali generazioni future se pensi di distruggere tutta Approdo del Re con le persone dentro? Cioè… finiresti per regnare su un mucchio di cenere e rovine, no?” intervenne a sorpresa Ramsay, tanto che l’intero Concilio ristretto ammutolì, chiedendosi quale sciagura universale sarebbe mai scaturita mettendo insieme il suo unico neurone e le idee un tantino estreme di Daenerys Targaryen. “Hai detto che il popolo di Westeros non ti ama ma ti teme. Beh, questo lo capisco benissimo perché anche a me succedeva lo stesso quando ero Lord di Grande Inverno, nessuno mi voleva e mi consideravano un traditore, e allora io li scuoiavo vivi, però così facendo mi amavano ancora meno… insomma, forse non era proprio il sistema giusto, quello, per farsi amare dai sudditi.”

No, in effetti non era per niente quello il sistema, non è poco che adesso te ne sia reso conto, pensò Theon, che aveva assunto un colorito cadaverico.

“Regina Daenerys, io ti conosco da poco, ma penso di aver capito che tu non vuoi essere temuta, non vuoi essere ricordata come quella che scuoia, o taglia, o brucia la gente, come era per me” riprese Ramsay, lanciatissimo in questo suo discorso motivazionale. “In effetti, a pensarci adesso, è una cosa un po’ triste essere conosciuti solo per queste cose, ma io ho sentito raccontare di come hai salvato gli schiavi a Yunkai bruciando e distruggendo solo gli schiavisti, i cattivi, e di come tutto il popolo ti ha acclamata e lodata e ti chiamava… beh, insomma, ti chiamava in qualche modo…”

Il bel discorso di Ramsay rischiava di incepparsi sul più bello, ma per fortuna intervenne Missandei proprio al momento giusto!

“La folla degli schiavi liberati di Yunkai ti ha acclamata e ti ha chiamata Mhysa, Madre” disse la ragazza. “Ricordi quel momento, mia Regina? Ricordi come ti sei sentita? Ebbene, non vuoi che questo accada anche con il popolo di Approdo del Re? Non vuoi che anche loro ti acclamino come loro madre e salvatrice?”

Per un lungo istante Daenerys tacque, e chi le era più vicino vide che i suoi occhi si riempivano di lacrime al ricordo di quei momenti e di come il cuore le si era riempito di gioia nel sentire tante persone chiamarla Mhysa. Era stato uno dei momenti più felici della sua vita e forse, in qualche modo, aveva sperato di trovare la stessa accoglienza a Westeros e adesso si sentiva tradita e frustrata perché non era andata così.

“Certo che lo ricordo” disse infine, “e vorrei davvero con tutto il cuore che anche qui accadesse lo stesso. Ma purtroppo non è possibile. Come ho detto, il popolo di Westeros mi odia, è stato riempito di bugie su di me e adesso quella traditrice di Sansa Stark starà sicuramente incitando i suoi eserciti perché acclamino Jon Snow come Re. Non c’è un modo per cambiare le cose, qui non sarà mai come a Yunkai e a Meereen.”

E quindi allora tanto vale dare fuoco a tutta Approdo del Re con la gente dentro?, pensò Theon, che si sentiva sempre peggio.

“Potrebbe esserlo, invece” disse Ramsay, e ancora una volta tutti si voltarono stravolti verso di lui. Che cosa poteva suggerire una mente malata come la sua? “Questa cosa mi è venuta in mente quando ho visto com’è stata bella e istruttiva l’esecuzione di Varys: noi eravamo tutti lì, ma Drogon ha dato fuoco solo a lui, non ha dovuto incendiare mezza Roccia del Drago per ucciderlo! Io credo che tu possa condurre i tuoi due Draghi verso la Fortezza Rossa e far loro indirizzare il fuoco soltanto contro la residenza di Cersei, mentre gli Immacolati, le armate del Nord e tutti gli altri faranno irruzione ad Approdo del Re e aiuteranno la gente a fuggire. Così ad andare arrosto saranno solo Cersei e quei quattro coglioni delle sue guardie personali mentre tu potrai dire a tutto il popolo che sei arrivata per salvarli e liberarli dalla tirannia o qualcosa del genere!”

Tyrion colse la palla al balzo per cercare di dare una forma un po’ più elegante alla proposta che il giovane Bolton aveva appena suggerito nel solo modo in cui sapeva farlo, ossia parlando in fretta e incasinando il tutto… però l’idea di base non era per niente male.

“Mia Regina, il consiglio del giovane Bolton è… beh, ragionevole e sensato” disse, sforzandosi non poco di pronunciare quelle due parole riferite a Ramsay… “Puoi apparire come la salvatrice di Westeros e farti amare dalle folle proprio come a Yunkai e Meereen. Vedo già la scena: tu sulla schiena di Drogon, con Rhaegal al seguito, atterrerete nella piazza principale di Approdo del Re e annuncerai a tutta la gente che sei giunta per liberarli dalla tirannia di Cersei Lannister; i tuoi Draghi bruceranno le porte della città e le persone innocenti potranno uscire sane e salve. A quel punto anche Cersei avrà la possibilità di arrendersi, se vuole salvarsi la vita…”

“Su questo non conterei tanto” commentò Daenerys, ma sembrava sempre più interessata al piano che prima Ramsay e ora Tyrion (in modo molto più comprensibile) proponevano.

Tyrion non replicò su questo. Aveva provato a convincere Cersei ad arrendersi ma sapeva che non lo avrebbe fatto, anche perché non si sarebbe salvata comunque: se pure Daenerys avesse deciso di risparmiarla (ipotesi estremamente improbabile), gli Stark avrebbero comunque reclamato la sua testa per vendicare le morti di Eddard, Robb e Catelyn. Per Cersei sarebbe stato comunque più onorevole morire cercando di resistere piuttosto che arrendersi e finire decapitata dagli Stark.

“Beh, allora a quel punto potrai ordinare ai tuoi Draghi di incendiare la Fortezza Rossa, quando dentro saranno rimasti soltanto Cersei e i suoi fedelissimi: la guerra sarà vinta, tutti avranno avuto giustizia, il popolo sarà libero e tu sarai ancora una volta acclamata come madre” concluse il Folletto, sperando che le sue parole suonassero più convincenti di quelle deliranti di Ramsay. “Le armate del Nord e gli Stark possono anche volere Jon sul Trono di Spade, ma la gente di Approdo del Re non lo conosce e non lo ama, come ancora non conosce e non ama te. Se apparirai alle folle come loro salvatrice, tutta Approdo del Re sarà dalla tua parte e poco importerà quello che vogliono gli eserciti del Nord. Anzi, io ho vissuto ad Approdo del Re per anni e posso dirti che né il popolo, né la nobiltà di qui ama la gente del Nord, li considera una specie di bifolchi e quindi non avrebbe alcun motivo per preferire Jon a te, se fossi tu a liberarli.”

E Tyrion aveva ragione anche su questo perché sappiamo bene che tutti sono più che pronti a salire sul carro del vincitore e a danzare come banderuole verso la parte da cui spira il vento!

Daenerys era ancora perplessa, ma Missandei le si avvicinò e le prese affettuosamente una mano.

“Mia Regina, sarà esattamente come a Yunkai e a Meereen, il popolo ti vedrà come un’eroina, come una dea” mormorò, commossa.

“E sia, allora, farò come mi hai consigliato, Lord Primo Cavaliere” dichiarò la Regina dei Draghi. “E spero che il risultato sarà quello che tutti noi auspichiamo. Ad ogni modo, se andrà tutto come vogliamo, dovrò pensare a una ricompensa speciale per Ramsay Bolton, perché l’idea in realtà è stata la sua, anche se espressa in modo… ecco, come dire… un po’ confuso.”

“Una ricompensa? Per me? Davvero, mia Regina? Ti ringrazio, ti ringrazio di cuore, sei davvero tanto generosa!” esclamò Ramsay, risplendendo ancora una volta di luce propria. Chiaramente lui e Daenerys non si erano capiti: la Regina intendeva ricompensarlo con terre e denaro, mentre lui aveva semplicemente pensato a una lunga cavalcata su uno dei Draghi… ma ci sarebbe stato tempo per spiegarsi meglio!

Nel frattempo, tuttavia, Ramsay ottenne una ricompensa più immediata: Daenerys rimase nella sala del trono insieme a Tyrion, Davos, Missandei e Verme Grigio per curare i dettagli del piano, mentre Theon si affrettò a congedarsi e se lo portò via. Vederlo così entusiasta e luminoso lo aveva eccitato non poco e poi c’era da considerare che era vero, era stato lui, con l’aiuto del suo unico ma indaffaratissimo neurone, a partorire la bozza dell’idea che probabilmente avrebbe portato a una rapida e indolore fine della guerra… meritava di essere ringraziato anche da lui, no?

Theon scomparve con Ramsay nella prima stanza trovata libera a Roccia del Drago e… lo ricompensò molte volte e molto bene!

Fine capitolo sesto

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo settimo ***


Capitolo settimo

 

In questo piccolo spazio
In una piazza così grande
La mia vita mi sorprende
E mi riempie di domande
E tu non hai risposte
Ma sorridi al momento giusto
Da farmi incazzare e poi dal niente
Ridere di gusto

Mi fiderò delle tue labbra che parlano
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

Per quanto possa apparire sorprendente e fuori dall’umana comprensione, Daenerys seguì veramente il piano che era stato abbozzato in modo delirante da Ramsay e poi rimesso insieme e organizzato più razionalmente da Tyrion. La Regina dei Draghi, cavalcando Drogon e seguita da Rhaegal, superò tranquillamente gli eserciti riuniti dei suoi uomini e degli Stark e anche le mura di Approdo del Re. Ovviamente le guardie sugli spalti iniziarono a lanciare frecce contro i draghi, ma non fecero loro neanche il solletico e Daenerys era ben protetta in groppa a Drogon. I due draghi si appollaiarono sulle mura della Fortezza Rossa e da lì Daenerys parlò alla gente del popolo che si trovava riunita nella piazza.

Oddio, in realtà parecchi avevano cercato di scappare vedendo arrivare quei due bestioni, ma quando si accorsero che i draghi non attaccavano e che, anzi, in sella a uno di loro c’era una giovane donna che voleva parlare, la gente prese a tranquillizzarsi e ad avvicinarsi per ascoltare.

Potete immaginare quanto Ramsay avrebbe voluto essere lì in quel momento? Purtroppo per lui non poteva partecipare e la cosa lo aveva reso nervoso e malinconico. Si aggirava con un broncio lungo fino ai piedi in mezzo agli uomini degli Stark, gli Immacolati e i Dothraki che erano rimasti nell’accampamento davanti alla cittadella di Approdo del Re e Theon si mise subito all’erta, perché sapeva bene che, quando Ramsay era di cattivo umore, potevano accadere delle cose molto spiacevoli.

“Ramsay, sai bene che non saresti mai potuto stare in prima fila mentre la regina Daenerys faceva il suo discorso al popolo di Approdo del Re” cercò di spiegargli, confidando in una possibile reazione del suo unico neurone. “Nessuno di noi può, in realtà: anche i soldati dei vari eserciti sono rimasti alle porte della cittadella e il loro compito sarà esclusivamente quello di aiutare le persone a uscire dalle mura proteggendole dalle guardie di Cersei.”

Inaspettatamente lo sguardo di Ramsay si illuminò. Dunque aveva capito davvero quello che Theon aveva cercato di spiegargli? Incredibile ma vero…

“Quindi neanche il Re dei Cazzuti Jon-Bastardo-Snow-Targaryen è andato con lei? Anche lui dovrà semplicemente aiutare la gente a scappare da Approdo del Re?” domandò con un sorriso soddisfatto che gli andava da un orecchio all’altro.

“Certo che no. Anzi, Jon dovrà volare molto basso in questo periodo, se vuole davvero essere fedele al giuramento fatto alla Regina. Dovrà sembrare che Daenerys e solo Daenerys sia la salvatrice di Approdo del Re e di tutti i Sette Regni” rispose Theon che, a dirla tutta, era pure lui molto compiaciuto pensando che alla fine Jon non avrebbe raccolto alcuna gloria. Sebbene non si esprimesse nei toni coloriti di Ramsay, anche Theon non l’aveva mai sopportato, sempre perfettino e che faceva bene soltanto lui! “Anzi, guarda, è proprio laggiù adesso, ad accogliere la carrozza degli Stark che è appena arrivata, dunque non si occuperà neanche di proteggere i cittadini di Approdo del Re.”

Era vero, la carrozza che portava Sansa, Bran e Rickon era appena giunta, scortata da un nutrito gruppo di soldati guidati da Brienne, e Jon era andato ad accogliere la sorella… sorellastra… beh, insomma, quello che era!

A quella vista Ramsay scoppiò a ridere divertito e il suo malumore svanì all’istante: vedere che anche il maledettissimo Jon Snow non aveva alcun ruolo nella conquista di Approdo del Re gli bastava e poteva anche soprassedere sul fatto di non poter vedere la Fortezza Rossa che andava a fuoco, il che per lui era un sacrificio non indifferente…

“Oh, il grande eroe deve fare da scudiero alla sorella, lei sì che è una tosta, merita di essere la Lady di Grande Inverno, mica come quel coglione che sa prendersela solo con i più deboli come me, che mi ha lussato la spalla che ancora mi fa male, lo sai che a volte la notte mi si intorpidisce tutto il braccio? Ed è colpa sua, è colpa sua, sai? Adesso almeno sta al posto che gli merita! E poi guarda, ci sono anche i due fratelli minori, Rickon è solo un ragazzino ma quell’altro è inquietante, io me lo sogno di notte e mi fa paura, non potevano lasciarlo a Grande Inverno? Figurati, se c’era lui nessuno osava avvicinarsi o tentare di assaltarlo, chi mai si avvicinerebbe a uno così spaventoso che ti dice le cose strane e ti guarda con quegli occhi? Ma non c’è l’altra sorella, quella con le palle quadrate che ha fatto fuori il Re della Notte?”

“Arya è… è arrivata con l’esercito degli Stark qualche giorno fa insieme a Sandor Clegane, non ha viaggiato in carrozza” riuscì a rispondere Theon in un attimo in cui Ramsay dovette fermarsi per riprendere fiato.

“Ah, ecco, chissà se incontrerà Gendry in mezzo ai soldati” commentò Ramsay che, a quanto pareva, adesso si interessava anche ai pettegolezzi dei Sette Regni e chissà, magari un giorno avrebbe diretto il primo Gazzettino scandalistico di Westeros! “Quello è proprio scemo, le deve parlare e dirle che vuole stare con lei e non rinchiuderla in un castello come Lady. Se non si sbriga a farsi avanti finirà che qualcun altro gliela porterà via, magari proprio quel Sandor Clegane con cui ha viaggiato!”

Theon non sapeva se mettersi a ridere o strapparsi i capelli. Cioè, la regina Daenerys era davanti alla Fortezza Rossa con i suoi Draghi, era un momento chiave per il futuro dei Sette Regni, chissà se Cersei si sarebbe arresa o avrebbe preferito morire nella sua Fortezza e chissà chi avrebbe regnato sul Trono di Spade… e Ramsay si preoccupava delle eventuali relazioni tra le ragazze Stark e i loro spasimanti? Ma sul serio?

“No, non credo che Clegane si interessi ad Arya, quando eravamo a Grande Inverno l’ho visto spesso parlare con Sansa e…” suo malgrado il giovane Greyjoy doveva rispondere, tanto Ramsay non avrebbe smesso di chiacchierare e fare domande.

“Ma dai, e tu non mi avevi detto niente? L’altezzosa Lady Sansa potrebbe decidere di sposarsi con un semplice cavaliere? Beh, è proprio vero che l’amore è cieco” disse Ramsay, che a quel punto aveva già dimenticato anche la battaglia finale e la conquista del Trono di Spade.

Oh sì, l’amore è cieco, ma è anche sordo, scemo e psicopatico visto che io, a quanto pare, mi sono innamorato di te e, nonostante tutto, tu mi fai sentire importante, mi fai sentire bene e con te mi diverto, pensò Theon, però non lo disse perché come dichiarazione d’amore non gli pareva tanto azzeccata e Ramsay avrebbe anche potuto prenderla nel verso sbagliato: meglio non rischiare mai equivoci con Ramsay Bolton!

“Beh, immagino che tu ora vorrai andare a salutare i tuoi amici Stark” fece poi il giovane Bolton con un tono a metà tra la stizza e la delusione. “In fondo, anche se non lo sono, ti hanno accolto e ti considerano come se fossero la tua famiglia, no?”

“È vero, ma dimentichi che Sansa ha riconosciuto la tua importanza nel proteggere Bran e nel lottare contro gli Estranei e quindi sono sicuro che vorrà salutare anche te” gli disse Theon in tono paziente e dolce, cercando di smontare quell’assurda gelosia che sembrava artigliare sempre Ramsay quando c’erano di mezzo gli Stark. “Vieni, andiamo insieme a salutarli.”

In qualche modo Theon riusciva sempre a rabbonire Ramsay, diciamo che ormai lo conosceva bene e sapeva come addomesticarlo. Così i due giovani si avviarono insieme verso la carrozza degli Stark.

“Va bene, però io non voglio che Bran mi parli, quello mi mette ansia!”

E, almeno per il momento, Ramsay poté stare tranquillo visto che Bran era rimasto in carrozza ed era Sansa a monitorare la situazione, seguita da Rickon, Brienne e alcune delle sue guardie. Fu molto felice di vedere Theon e lo salutò con calore, salutò gentilmente anche Ramsay (ormai aveva accettato il fatto che Theon se lo sarebbe portato sempre dietro, ma aveva anche capito che il Ramsay attuale era del tutto innocuo!) e poi chiese di poter parlare con i capi degli eserciti che erano giunti ad Approdo del Re nei giorni precedenti per capire come evolveva la situazione. Sì, decisamente una tipa tosta, in questo Ramsay aveva perfettamente ragione!

“Oh, ma che umiliazione deve essere per il grande eroe Jon-Bastardo-Snow vedere che non serve più a un accidenti: gli eserciti saranno guidati da Clegane, da Brienne e probabilmente anche da Lady Sansa, la vera signora di Grande Inverno, e magari prima di dare il comando a te preferiranno concederlo anche ad Arya. Come ti senti, grande eroe? Facile fare il prepotente con chi non sa combattere, come me, vero? Lo sai che mi fa ancora male la spalla che mi hai lussato due anni fa? Ma, a parte quello, non hai saputo fare di meglio, vero?” non avendo altro da fare, Ramsay aveva deciso di divertirsi un po’ a tormentare Jon che era già tormentato di suo e, almeno stavolta, Theon lo lasciò fare, perché anche lui a volte era un bello stronzetto e non gli dispiaceva troppo che qualcuno rompesse le scatole al Bastardo dei Targaryen (e meno male che Ramsay non si era lasciato sfuggire niente sulla vera identità di Jon, evidentemente il suo unico neurone era tutto concentrato nello sforzo di non far sapere a nessuno che anche Jon era un Targaryen, non fosse mai che qualcuno potesse volerlo sul Trono di Spade!).

Jon, che già aveva diversi problemi per conto suo, era esasperato e pensò che due anni prima avrebbe fatto meglio a lussargli la testa, a Ramsay Bolton, così adesso se ne sarebbe stato zitto, e già che c’era a eliminare anche quel leccapiedi di Theon che adesso si era accaparrato tutta la simpatia e la gratitudine degli Stark, come se avessero dimenticato che era stato lui a tradire Robb e a cercare di conquistare la fortezza… ma, alla fine, quello era successo ormai tanto tempo prima e Jon, pur non essendo un’aquila, doveva ammettere che Ramsay non aveva tutti i torti. Theon e lo stesso Bolton ne avevano fatte di ogni, ma poi in qualche modo si erano riscattati ed erano stati al posto giusto nel momento giusto, salvando Bran e permettendo ad Arya di uccidere il Re della Notte, mentre lui dov’era? Si era fatto spaventare da un Drago non-morto e non era riuscito a liberarsene, arrivando sulla scena quando tutto era ormai risolto! E, sebbene avesse giurato più e più volte la sua devozione e fedeltà alla Regina Daenerys, le lettere di Varys lo avevano messo in una brutta posizione suo malgrado e Daenerys adesso vedeva in lui un pericolo mentre, a quanto pareva, trovava divertenti e utili i consigli di Ramsay Bolton e aveva stima di Theon Greyjoy…

Jon meditò sul fatto che la sua vita era stata tutta un enorme fallimento… Chissà, forse avrebbe davvero fatto meglio a tornare alla Barriera, quando tutto si fosse sistemato, almeno là era Lord Comandante, a meno che nel frattempo non avessero scelto qualcun altro!

“Hai ragione tu, Ramsay, non sono servito a niente in questa guerra e la Regina Daenerys merita di essere acclamata da tutto il popolo” disse, sperando che questo bastasse a farlo stare finalmente zitto. “Il mio ruolo è solo quello di guidare un contingente dell’esercito degli Stark e adesso andrò a vedere se è tutto a posto e se hanno già iniziato a evacuare le persone dalla cittadella, se non ti dispiace.”

“No, certo che no, vai pure, eroe” lo congedò Ramsay con una risatina alla quale, dispiace dirlo, partecipò anche Theon. Eh, beh, alla fine quei due qualche punto in comune dovevano pur averlo, altrimenti come avrebbero fatto a stare insieme? E anche Theon era piuttosto maligno quando ci si metteva d’impegno.

Poi l’attenzione di Ramsay, che generalmente vagava da una parte all’altra seguendo le circonvoluzioni del suo neurone, venne attratta da Brienne di Tarth che aveva scortato la sua Lady e gli altri Stark ma che, ora notava, era sola.

Beh? Che fine aveva fatto Jaime Lannister?

Ovviamente Ramsay non poteva resistere, doveva soddisfare la sua curiosità a tutti i costi e poco importava che proprio in quel momento si decidesse il destino dei Sette Regni: lui voleva sapere perché Jaime non era insieme a Brienne. Insomma, sarebbe veramente potuto diventare un ottimo giornalista di tabloid o magari un opinionista del Grande Fratello VIP, se queste cose fossero esistite già allora!

“Brienne di Tarth, benvenuta ad Approdo del Re” la salutò. “Sono dispiaciuto però di non vedere Jaime Lannister al tuo fianco. Gli è forse accaduto qualcosa?”

Theon non riusciva a star dietro ai continui cambi di posizione di Ramsay e, alla fine, si era rassegnato a seguirlo e, caso mai, a cercare di rimediare alle figure di merda che faceva e che faceva fare agli altri, e anche in quel caso arrivò per secondo.

Brienne, comunque, non sembrava offesa, solo molto rattristata.

“Ben trovati, miei Lord. Avete ragione, Jaime Lannister non è qui, è… alla Barriera” rispose.

“Cosa??? Non avrà deciso di diventare uno di quei corvi tristi e malinconici, spero!” esclamò Ramsay con la solita diplomazia.

“No, almeno per il momento, e spero con tutto il cuore che non prenda quella decisione” spiegò la donna. “Prima che gli eserciti degli Stark partissero per raggiungervi, ha lasciato Grande Inverno diretto alla Barriera e mi ha detto che era l’unica possibilità che aveva, che non avrebbe combattuto al fianco di Cersei perché ormai si sentiva uno di noi, ma anche che non sarebbe mai riuscito a combattere contro di lei… o a vederla morire, giustiziata dagli Stark, magari. Credo che in realtà Jaime ami ancora Cersei e che, pur non facendo niente per aiutarla, si sia reso conto che… che non può stare accanto a me. Forse alla fine deciderà veramente di prendere il nero…”

“Ma insomma, sono tutti così coglioni qui?” esplose Ramsay, senza più freni, facendo girare verso di sé metà dell’accampamento. “Prima Gendry e ora Jaime. Meno male che sono io quello pazzo! Quell’idiota di Jaime Lannister è andato alla Barriera invece di stare con te perché il suo cuore sanguina ancora per quella zoccola della sua gemella? A parte il fatto che mi ha sempre fatto anche schifo questa cosa dei gemelli che scopano, ma non lo voglio dire troppo forte perché lo facevano anche i Targaryen, però insomma, Jaime si è trovato una compagna perfetta, forte, decisa, simpatica, intelligente, coraggiosa e anche non male di aspetto, se non ti offendo, e la lascia per andare alla Barriera perché è ancora innamorato di quella gran puttana di Cersei? Ma non lo sa che, nel frattempo, quella si è fatta scopare anche da quel maiale presuntuoso di Euron Greyjoy, lo zio del nostro Theon, qua? Per gli Dèi Antichi e Nuovi, che gente strana c’è al mondo!”

E, così dicendo, Ramsay si allontanò scrollando la testa disgustato, dopo una stretta di mano consolatoria a Brienne. Ora tutto l’accampamento taceva e lo fissava, riflettendo sui retroscena intriganti e inaspettati di quella battaglia; Theon lo seguiva con le mani tra i capelli e una grandissima voglia di farsi bruciare dai Draghi di Daenerys, mentre Brienne continuava a fissarlo.

Nessuno aveva mai difeso il suo onore né le aveva mai detto delle cose così belle, anche se con la consueta mancanza di tatto del giovane Bolton, e le sue parole avevano fatto rinascere in lei la speranza. Chissà, forse Jaime avrebbe cambiato idea se avesse saputo che, in sua assenza, Cersei si era concessa perfino a Euron Greyjoy, mentre lui rischiava la vita contro gli Estranei?

Per la prima volta dopo giorni, Brienne vedeva una possibilità di essere felice… e alla fine era tutto merito di Ramsay Bolton!

Fine capitolo settimo

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo ottavo ***


Capitolo ottavo

 

Ho tracciato un confine
Sono solo linee
E camminato mille strade
Per non farmi scoprire

In questo piccolo spazio
In una piazza così grande
La mia vita mi sorprende
E mi riempie di domande
E tu non hai risposte
Ma sorridi al momento giusto
Da farmi incazzare e poi dal niente
Ridere di gusto…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

Theon si vide passare accanto Ramsay con lo sguardo brillante e eccitato e il suo miglior sorriso da psicopatico sulle labbra, diretto verso una delle tende dell’accampamento fuori da Approdo del Re, senza degnare di uno sguardo niente e nessuno. Pareva investito da una sacra missione e, siccome Theon sapeva fin troppo bene quali fossero le sacre missioni di Ramsay, si preoccupò subito e lo inseguì cercando di fermarlo.

“Ramsay, aspetta, dove stai andando? Cos’è successo?”

“Devo trovare immediatamente tutto l’occorrente per scrivere una lettera importantissima e un corvo da mandare alla Barriera prima che sia troppo tardi” rispose frettolosamente Ramsay, tutto concentrato nel suo compito. “Ma ti rendi conto? Quel grandissimo coglione di Jaime Lannister ha deciso di ritirarsi alla Barriera perché, poverino, non se la sentiva di venire ad Approdo del Re insieme a Brienne per ritrovarsi dalla parte dei nemici di quella grandissima puttana di sua sorella Cersei!”

Theon rimase sbigottito, poi si guardò intorno e, vedendo che gran parte dell’accampamento stava ascoltando con vivo interesse le esternazioni di Ramsay (e del resto che altro avevano da fare? Non potevano combattere perché si stava occupando di tutto Daenerys con i suoi Draghi e alcuni degli uomini degli Stark e così si stavano appassionando a quella intrigante telenovela), lo prese per le spalle e lo infilò nella prima tenda libera che trovò. Certo, l’accampamento era composto da uomini che odiavano i Lannister, anche se diversi di loro avevano combattuto al fianco di Jaime e Brienne contro gli Estranei, tuttavia sentire Ramsay che senza tanti complimenti apostrofava Jaime e Cersei come un coglione e una puttana non era il miglior modo per mantenere calmi gli animi.

Solo quando furono dentro la tenda e al riparo da orecchie indiscrete Theon si azzardò ad approfondire la questione.

“Stai dicendo che Jaime ha lasciato Brienne ed ora è alla Barriera? Per il Dio Abissale, non vorrà prendere il nero, mi auguro!”

“Sarebbe ancora più da coglione, ma adesso ci penso io. Spero solo che il corvo arrivi in tempo alla Barriera, altrimenti…” e qui Ramsay apparve minaccioso come ai bei vecchi tempi e Theon fu molto felice che fosse infuriato con Jaime e non con lui! “I Lannister sono proprio una famiglia di imbecilli, devono avercelo nel sangue!”

Senti da che pulpito viene la predica, come se i Bolton fossero una schiatta di brave persone, pensò Theon, ma ritenne assai più prudente tacere, visto anche lo stato d’animo del giovane Bolton in quel momento.
Nel frattempo, mentre continuava a brontolare, Ramsay aveva trovato finalmente una pergamena, una penna e un calamaio e si stava sistemando più comodamente che poteva per elaborare una lettera che fosse il più convincente possibile.

“Ma ti pare? Quell’idiota di Jaime ha avuto la fortuna di trovare per la prima volta nella sua vita una donna di quelle toste, coraggiosa, simpatica, forte, sinceramente innamorata di lui e… e la lascia perché non vuole schierarsi contro quella schifosa della sorella gemella che già è una gran troia che la dà a tutti, è stata anche con quel cinghiale malriuscito di tuo zio Euron, no? E poi questa cosa tra fratello e sorella è anche una perversione, mi si rivolta lo stomaco solo a pensarci” continuava Ramsay. “Ma ora gli scriverò io e vedrai che capirà cosa deve fare, basta solo che quell’uccellaccio sia abbastanza veloce. Oh, per carità, ma si può essere più cretini?”

Era incredibile vedere che Ramsay, che nella sua vita non si era fatto scrupolo di scuoiare vivo, cacciare, mutilare e uccidere chi non gli andava a genio, adesso era così sensibile alla triste storia di Brienne e scandalizzato al pensiero dell’incesto tra Jaime e Cersei! Davvero non si finisce mai di conoscere una persona, pensava Theon, e nonostante il modo di fare trovava anche buffo e tenero che Ramsay volesse, a modo suo, aiutare Brienne. Forse davvero stava iniziando a sviluppare un infinitesimo briciolo di qualcosa che poteva anche somigliare a una coscienza?

Il giovane Bolton scrisse con molta attenzione e determinazione la sua bella letterina, la rilesse e poi decise di leggerla anche a Theon, tanto per assicurarsi di essere stato chiaro.

“Allora, ascoltami e poi dammi il tuo parere, va bene? Mio Lord Jaime Lannister, grandissima testa di cazzo, cosa pensi di fare lassù tra quegli imbecilli vestiti di nero? E, cosa ancora più grave, come hai potuto abbandonare una donna speciale, generosa e forte come Brienne, che è l’unica cosa buona che ti sia capitata in tutta la tua vita da presuntuoso idiota? A dirla tutta non te la meriti neanche, ma Brienne ti ama, ti ama veramente, non come quella tua gemella troia e sgualdrina che l’ha data praticamente a tutti quelli che le sono capitati a tiro nella Fortezza Rossa. A me non importa un accidenti di te, per me puoi anche crepare, ma Brienne non merita di stare così male e quindi ora ascoltami bene, Lord Imbecille di Casteldelcazzo: lascia perdere la Barriera che tanto gli Estranei non ci sono più e porta le tue nobili chiappe qui ad Approdo del Re il più velocemente possibile, altrimenti… Beh, altrimenti troverò il modo di venire IO alla Barriera e ricordati bene che sarebbe meglio per te se non lo facessi, perché lo so che una mano te l’hanno già tagliata altri fortunati, ma hai sempre un’altra mano e due piedi e se non torni subito da Brienne io ti spellerò e ti taglierò TUTTE le dita che ti rimangono, e allora ringrazierai di avere una mano sola! Cordiali saluti, Ramsay Bolton. Ecco, che te ne pare? Pensi che dovrei aggiungere qualcosa?” domandò poi il giovane, evidentemente molto compiaciuto del suo lavoro.

Theon dovette respirare a fondo per ritrovare una certa padronanza di sé. Ovviamente non si aspettava certo una lettera diplomatica da parte di Ramsay e, da una parte, pensava che proprio perché la lettera era così apertamente insolente e offensiva avrebbe sicuramente dato una bella scossa a Jaime Lannister inducendolo a partire subito per Approdo del Re… anche solo, magari, per prendere Ramsay Bolton a calci nel sedere! Però la parte relativa a dita scorticate e tagliate lo aveva colpito in un punto particolarmente sensibile, beh, lo si può capire, in fondo, no? Quell’argomento in particolare era sempre un tasto dolente per il giovane Greyjoy e non riusciva a mantenersi lucido quando Ramsay ne parlava con tanto entusiasmo.

“No, penso che sia… ecco, che sia perfetta così com’è” rispose dunque, non appena riuscì a ritrovare l’uso della parola. “Sei stato molto… chiaro, non credo proprio che ci sia bisogno di aggiungere niente. Anzi, vado subito a cercare un corvo da mandare alla Barriera.”

Sì, Theon aveva bisogno di uscire da quella tenda e prendere una boccata d’aria e la scusa del corvo cadeva proprio a fagiolo. Per fortuna riuscì a trovarne uno in tempo utile e lo portò a Ramsay che, mentre gli legava accuratamente la missiva alla zampa, pensò bene di fare un bel discorsetto motivazionale anche al corvo stesso.

“Bene, amico pennuto, questa lettera deve arrivare nelle mani di Jaime Lannister il prima possibile, per cui non sognarti neanche di prendertela comoda o di fermarti con altri corvi o che so io” gli disse, convintissimo che l’uccello potesse comprendere le sue parole. “Voglio Jaime Lannister ad Approdo del Re entro tre/quattro giorni al massimo, altrimenti ti ritroverò, ti spennerò ben bene e ti farò allo spiedo, mi hai capito bene?”

Un naturale mancamento colse Theon, ma si riebbe subito, per sua fortuna. E chissà, forse il corvo in questione non poteva capire le parole di Ramsay, ma il tono e lo sguardo con cui le aveva pronunciate erano stati sufficienti. L’animale si alzò in volo il più in fretta che poté cercando di battere tutti i record di velocità della sua specie nella tratta Approdo del Re/ Barriera. Chissà poi se Jaime Lannister avrebbe fatto lo stesso in senso inverso, usando i cavalli più veloci e sfiancandoli tutti per arrivare a percorrere più di mille miglia in un paio di giorni o poco più?

Theon riteneva che fosse altamente probabile, visto il tono della lettera che Jaime avrebbe ricevuto.

Tuttavia, passato il primo e comprensibilissimo momento di disagio e turbamento, il giovane Greyjoy si ritrovò a pensare a quello che gli era venuto in mente non appena Ramsay aveva iniziato a parlargli di quanto fosse preziosa Brienne e di quanto, al contrario, fosse idiota Jaime a lasciarsela sfuggire. Gli tornò in mente quello che aveva notato subito, ossia che Ramsay, forse per la prima volta in tutta la sua esistenza, si era infuriato per qualcosa che non riguardava direttamente lui e nemmeno Theon (che, a quanto pareva, Ramsay riteneva sempre più o meno parte di lui): il ragazzo se l’era presa tanto perché aveva visto Brienne sconvolta, insomma, aveva provato compassione e simpatia per lei e aveva deciso di fare qualcosa per risolvere il suo problema. Insomma, per quanto potesse sembrare assurdo, pareva quasi che Ramsay stesse iniziando a provare dei veri sentimenti umani… per quanto li esternasse sempre a modo suo… ma era già un enorme passo avanti, per lui e per l’umanità, molto più del primo passo sulla Luna di Neil Armstrong (che, ovviamente, né Theon né Ramsay potevano conoscere)!

Theon rifletté sul fatto che Ramsay era cambiato davvero dallo psicopatico di Forte Terrore che si divertiva solo a cacciare la gente nei boschi, e anche dal sociopatico che avrebbe volentieri raso al suolo tutti i Sette Regni per vivere beato e tranquillo a Pyke in sua compagnia. Per la prima volta aveva provato solidarietà per un’altra persona e si era adoperato per lei.

Beh, ovviamente per il neurone solitario non c’era niente che si potesse fare, ma a livello caratteriale era una bella evoluzione per Ramsay Bolton!

E questo pensiero dapprima intenerì Theon, poi pian piano iniziò a fargli provare una certa qual tensione calda e pesante un bel po’ più in basso del cuore. Si guardò rapidamente intorno e valutò che quella tenda appartata, che era stata così comoda e utile per scrivere la lettera di Ramsay a Jaime, poteva essere usata altrettanto bene per scopi ben diversi. Si avvicinò al giovane Bolton, che continuava a guardare verso il cielo nel punto in cui era scomparso il corvo, come se in quel modo potesse incitarlo ad andare più veloce, e lo riportò dentro la tenda, chiudendo bene l’apertura per evitare interruzioni.

“Sai, Ramsay, sono molto orgoglioso di te” gli disse, prendendola alla lontana. “Non avrei mai pensato che ti importasse davvero di Brienne e che fossi disposto a impegnarti per aiutarla, è stato un… un bel gesto, ecco, davvero generoso!”

Ramsay, già abbastanza euforico di suo, sentendo quei complimenti provenire da Theon si illuminò ancora di più, il suo sorriso divenne raggiante, sembrava quasi innalzarsi a qualche piede da terra per la gioia e l’entusiasmo.

“Lo pensi davvero?” chiese, incredulo. “Sei fiero di me?”

“Ma certo, mi hai stupito in un modo molto piacevole che non mi sarei aspettato e penso… beh, penso che meriteresti un bel ringraziamento da parte mia” riprese Theon, facendosi sempre più vicino.

Strinse Ramsay tra le braccia e si buttò con lui su un pagliericcio che stava nell’angolo della tenda, iniziando poi a baciarlo e ad accarezzarlo sempre più profondamente e intensamente senza perdere tempo a liberarsi delle vesti, ma solo slacciandosi quello che era strettamente necessario. Lo ricoprì di baci sempre più appassionati facendogli perdere il controllo anche dell’unico neurone funzionante, lo coccolò e se lo spupazzò ben bene perché gli aveva fatto anche tenerezza e poi, finalmente, si unì a lui perdendosi nel suo corpo e sfogando tutta l’eccitazione che provava. E mentre lo baciava e lo possedeva, Theon si rese conto che quello che stava crescendo in lui giorno dopo giorno non era solo desiderio, non era più semplicemente la soddisfazione di aver trovato qualcuno che, anche nel suo strano modo, lo apprezzava e lo faceva sentire importante. No, ora capiva che c’era di più e che in quei lunghi mesi che aveva trascorso con Ramsay, soprattutto da quando lui aveva cercato di salvarlo a Grande Inverno dal Re della Notte, i sentimenti erano diventati sempre più veri e profondi, non era più solo piacere sessuale o un tentativo di alleviare la solitudine. I loro corpi si fondevano nell’amplesso come se fossero nati per quello, una luce calda e dolcissima li invadeva e Theon provava una sensazione di appartenenza e di tenera pacificazione che faceva svanire sempre di più tutto ciò che gli era accaduto in passato, non solo le torture subite da Ramsay stesso, ma anche tutte le altre delusioni e mortificazioni della sua esistenza. Paradossalmente e nel modo più folle che esistesse al mondo, a quanto pareva, Theon aveva trovato in quel ragazzotto scombinato tutta la sua vita e la sua gioia, come non avrebbe mai neanche potuto immaginare.

Chissà, pensò vagamente Theon stringendo il suo compagno tra le braccia, magari Ramsay teneva tanto alla felicità di Brienne perché, in qualche modo, loro due si erano trovati anche in una situazione estrema e allucinante e adesso riteneva che tutti quanti dovessero essere felici e trovare l’anima gemella, per quanto difficile o pazzo potesse sembrare.

Del resto, Theon Greyjoy e Ramsay Bolton non si erano forse riconosciuti come anime gemelle?

Cosa questo potesse voler significare per la sanità mentale di entrambi era tutt’altro discorso, fatto sta che le cose stavano così…

L’importante, adesso, era che lo capisse anche Jaime, grazie o forse nonostante la lettera di Ramsay!

Fine capitolo ottavo

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo nono ***


Capitolo nono

 

Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che
Amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però

Se tu non ti dai limiti e smetti di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te
Perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo mi ami un sacco ma)…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

Il giorno successivo era già tutto finito. Il popolo di Approdo del Re era stato portato al sicuro negli accampamenti degli uomini del Nord e Sansa aveva organizzato servitori e scudieri perché si prendessero cura principalmente di donne, bambini e anziani in attesa che i soldati controllassero le case e verificassero che la gente potesse rientrare in sicurezza. Con grande soddisfazione di Ramsay (ma, diciamocelo, un po’ anche di Theon…), Jon era stato considerato alla stregua di uno scudiero qualsiasi e Sansa lo aveva incaricato di verificare che tutta la gente fosse realmente uscita dalle mura e che potesse avere riparo e un pasto caldo.

“Hai visto il grande eroe Jon Snow? Credeva di venire qui a combattere valorosamente contro Cersei Lannister e i suoi soldati e invece sta facendo il servo per la popolazione di Approdo del Re! Senza contare che Sansa Stark lo comanda a bacchetta… un vero guerriero, non c’è che dire” disse Ramsay a Theon, ridacchiando tutto contento.

E Theon, senza darlo troppo a vedere, rise con lui. Davvero paradossale la vita, no? Lui, Theon, considerato da tutti i Sette Regni e anche dalle Terre Libere un codardo, un inetto e un voltagabbana adesso era uno degli uomini di fiducia della Regina dei Draghi e anche considerato con rispetto e stima dagli Stark, mentre il prode e valoroso Jon Snow si rendeva utile come una servetta qualsiasi… Era vero che nemmeno lui aveva partecipato alla guerra finale, ma in realtà nessuno lo aveva fatto, la cosa era stata risolta in modo definitivo tra Daenerys e i suoi due Draghi e Cersei…

Quello stesso pomeriggio la nuova Regina di Approdo del Re convocò tutte le sue armate, i suoi alleati e consiglieri e tutta la popolazione nella piazza di Approdo del Re, dove lei si presentò sul dorso di Drogon e con Rhaegal a fare da scorta (evidentemente anche Daenerys amava le entrate a sensazione come Ramsay che, in effetti, si emozionò tantissimo a quella vista!). Per prima cosa ringraziò coloro che l’avevano sostenuta e aiutata fin dal principio, ossia i Dothraki e gli Immacolati, parlando loro in Dothraki e in Alto Valyriano e dicendo loro che erano stati al suo fianco e che, grazie a loro, il popolo di Approdo del Re e tutti i Sette Regni erano liberi dalla tirannia di Cersei.

“Non sarò ingrata e vi ricompenserò per tutto ciò che avete fatto per me” disse ai Dothraki. “So che voi desiderate più di ogni altra cosa tornare alle vostre terre e che per voi è stato un sacrificio seguirmi nella mia impresa. Ebbene, da oggi in poi siete liberi: potrete scegliere un nuovo Khal tra di voi e tornare a cavalcare nelle praterie di Essos. So che, in qualsiasi momento, sarete pronti a tornare a sostenermi, ma adesso potete ritornare alla vita per la quale siete nati.”

I Dothraki scoppiarono in grida di giubilo e acclamazioni per la loro Khaleesi, spronando le cavalcature, roteando le armi, chiamandola madre e Regina, ringraziandola con tutti i termini che conoscevano e promettendo che la loro vera Khaleesi sarebbe stata sempre e solo lei. Anzi, qualcuno di quegli uomini duri e impenetrabili pareva avere addirittura le lacrime agli occhi… ma forse era solo la polvere sollevata dai cavalli.

Ramsay, ovviamente, non aveva capito un bel niente di tutta la faccenda e non solo perché non conosceva la lingua dei Dothraki…

“Theon, ma che sta succedendo? Tu la capisci quella accidenti di lingua?” domandò al compagno che gli era al fianco.

“Non ho capito quello che Daenerys ha detto, ovviamente, ma immagino che abbia ringraziato i suoi cavalieri e abbia dato loro il permesso di tornare alle loro terre di origine” rispose Theon, che aveva ben interpretato la scena.

“Oh, meno male! Sinceramente quei selvaggi mi mettevano ansia e sarò molto felice di sapere che se ne andranno il più lontano possibile” commentò Ramsay, e per sua fortuna i Dothraki non capivano lui esattamente come lui non capiva loro, altrimenti non sarebbe finita bene!

La maggior parte dei Dothraki aveva l’aria più normale e tranquilla di quei pendagli da forca che ti tenevi per servitori a Grande Inverno, pensò Theon fissando stranito Ramsay, ma non disse niente, anche perché nel frattempo era passata molta acqua sotto i ponti e in realtà il giovane Bolton era parecchio diverso da allora.

Nel frattempo Daenerys aveva parlato in Alto Valyriano ringraziando gli Immacolati.

“Voi siete stati strappati alle vostre madri e cresciuti come schiavi, ma ora siete dei liberatori” disse, provocando un’altra acclamazione (anche se più ordinata e contenuta di quella dei Dothraki!). “Vorrei poter rimandare anche voi alle vostre terre, ma l’unico luogo che conoscete è quello in cui siete stati schiavi. Perciò, se lo desiderate, potrete restare con me come Guardia Speciale della Regina.”

Gli Immacolati esultarono, riconoscenti dell’onore che la Regina faceva loro.

Poi Daenerys si rivolse a Verme Grigio e lo chiamò accanto a sé, davanti a tutti.

“Tu sei stato il più fedele e il più valoroso dei soldati, così da oggi io ti nomino Comandante Supremo della Guardia della Regina” dichiarò, ancora una volta tra le acclamazioni degli Immacolati. Verme Grigio chinò il capo per ringraziare, ma Daenerys non aveva finito e proseguì con un sorrisetto. “So che è tradizione ormai da secoli che il Comandante della Guardia non possa sposarsi e avere una sua famiglia, ma… adesso la Regina sono io e il mio primo ordine è che questa regola sia cancellata. Verme Grigio, sarai il Comandante della mia Guardia, ma potrai anche sposare Missandei, se lo vorrai e se, ovviamente, lei vorrà te!”

Con le lacrime agli occhi, Missandei, che era stata fino a quel momento al fianco della sua Regina, si gettò tra le braccia di Verme Grigio e quell’abbraccio dolcissimo fu la risposta migliore alle parole di Daenerys. A quel punto non furono solo gli Immacolati a esultare, ma tutti i presenti, commossi nel vedere finalmente una scena d’amore e felicità dopo tanto orrore: la vita stava davvero per ricominciare e si riaffermava sulla guerra e la morte.

“Non so a te, ma a me sono piaciute un sacco le prime decisioni della nuova Regina” commentò Ramsay, chiaramente pensando che a tutti interessasse la sua opinione. Theon, tuttavia, era d’accordo e annuì.

“Adesso mi rivolgo a Lady Sansa Stark” riprese Daenerys, sapendo bene che la giovane non era punto soddisfatta di come fossero andate le cose. “So bene che Cersei Lannister aveva commesso dei gravissimi crimini contro la tua famiglia e che avresti voluto che fossero i tuoi uomini a sconfiggerla e, secondo la tradizione, che fosse uno della tua famiglia a giustiziarla, io però ho scelto diversamente e non per recarti offesa. Ho deciso di affrontare con i miei Draghi Cersei e le poche guarnigioni che aveva ancora a sua difesa perché ci sono già state troppe morti, è vero che gli Uomini del Nord, i Dothraki e gli Immacolati avrebbero facilmente avuto la meglio sulle poche armate di Cersei, ma qualcuno di loro sarebbe comunque potuto rimanere ucciso e io sapevo di poter proteggere tutti i soldati e ottenere lo stesso risultato.”

Non aveva tutti i torti, principalmente perché, a quanto pareva, la guardia del corpo di Cersei Lannister era un Gregor Clegane ancora più mostruoso del normale, che pareva non poter essere ucciso e che, quindi, avrebbe potuto mietere numerose vittime tra i soldati e gli alleati di Daenerys. Praticamente era come se fosse un Estraneo e non c’era davvero un modo per ucciderlo.

“Con i miei Draghi ho eliminato gli arcieri e i soldati di Cersei e poi le ho dato la possibilità di arrendersi e consegnarsi alla famiglia Stark. Le ho intimato una resa senza condizioni, altrimenti avrei dato fuoco all’intera Fortezza e per lei non ci sarebbe stato scampo, ma la sua risposta è stata chiara: lei non si sarebbe mai arresa e, piuttosto, preferiva che Approdo del Re fosse distrutta insieme a tutti i suoi abitanti. Così ho ordinato ai miei Draghi di incendiare la Fortezza Rossa e lei è morta tra le fiamme e la distruzione con i suoi fedelissimi.”

Il che era anche l’unico modo per eliminare una volta per tutte quella cosa che era diventata Gregor Clegane.

Un mormorio di orrore si propagò tra la popolazione e anche tra alcuni degli Stark. Tyrion, ancora una volta deluso dalla sorella, chinò il capo: era addolorato per la sua morte, ma allo stesso tempo agghiacciato all’idea che lei avrebbe lasciato tranquillamente che tutta la città fosse rasa al suolo, preferiva morire in un olocausto generale che arrendersi… Per lei non c’era mai stata alcuna speranza di redenzione, nonostante tutti gli sforzi del fratello.

“Ha dimostrato fino all’ultimo di essere malvagia e senza cuore, oltre che troppo orgogliosa per rispondere dei suoi crimini” replicò lapidaria Sansa. “Ha avuto ciò che si meritava, anche se avrei desiderato essere io stessa a decapitarla.”

“Ah, beh, non è che si può avere sempre tutto dalla vita” commentò Ramsay, rivolgendosi sempre a Theon ma in un tono di voce così squillante che praticamente lo sentirono tutti, e anche Daenerys e Sansa si bloccarono per ascoltarlo, allibite. “A me per esempio sarebbe piaciuto un casino vedere la Fortezza Rossa che andava a fuoco e magari Cersei e Clegane che si dibattevano tra le fiamme, eppure non ho potuto. Ogni tanto qualche sacrificio bisogna pur farlo… e poi figuriamoci, Lady Sansa magari meritava anche la sua vendetta, però ci mancava solo che fosse quel cazzone di Jon-Snow-sono-bravo-solo-io a sconfiggere l’esercito dei Lannister, ce l’avrebbe menata per gli anni a venire! No, no, molto meglio così!”

Ramsay non si era nemmeno accorto che tutti si erano ammutoliti per stare a sentire i suoi discorsi deliranti, frutto del neurone che si dava alla pazza gioia nel vuoto abissale della sua mente, e comunque non gliene sarebbe fregato un accidenti perché lui diceva sempre quello che pensava. Theon, al contrario, era rimasto sconvolto dal fatto che tutti avessero udito Ramsay e si sarebbe volentieri fatto arrostire da uno dei Draghi…

E qui bisogna ammirare la freddezza e la capacità diplomatica sia di Daenerys sia di Sansa che, dopo un comprensibilissimo primo momento di incredulità, ripresero a parlare da vere Regine, cercando di far dimenticare al resto degli uditori le sparate di Ramsay Bolton.

“So che è tuo desiderio chiedere l’indipendenza per il Regno del Nord, Lady Sansa, e fino ad ora non mi ero trovata d’accordo con te su questo, ritenevo che i Sette Regni dovessero essere uniti sotto il mio dominio” riprese la Regina, “tuttavia sono stata io stessa a Grande Inverno e ho visto che i costumi e le tradizioni del Nord sono diverse da quelle di Approdo del Re e degli altri posti che ho conosciuto. Credo che una Lady nata e cresciuta in quelle terre possa governare con più saggezza e lungimiranza rispetto a una Regina che vive lontano e non è pratica di quel mondo. Lady Sansa, tu sarai la Regina del Nord che, da oggi in poi, diventerà un Regno indipendente… a patto che, ovviamente, tu sia disposta a giurare che il tuo Regno sarà sempre mio alleato.”

Sansa, che non si aspettava una simile concessione, si inchinò e la sua abituale maschera di freddezza parve incrinarsi.

“Ti giuro alleanza e fedeltà ora e per sempre, Regina Daenerys” rispose. “Non dimentico che sei stata pronta a portare il tuo esercito in soccorso al Nord quando gli Estranei ci minacciavano nonostante avessi la tua guerra da combattere. Io farò lo stesso con te se dovessi averne bisogno e ti ringrazio per l’onore che mi concedi.”

“Molto bene” sorrise Daenerys, soddisfatta. “Del resto ho concesso l’indipendenza anche alle Isole di Ferro e, anche in quel caso, a regnare è una donna. Sono convinta che un mondo retto da Regine manterrà più facilmente la pace e la concordia tra i popoli.”

Tutti applaudirono ed esultarono.

Tutti meno Jon Snow che sì, era contento per Sansa e per l’indipendenza del Nord, ma si sentiva ancora umiliato dalle parole di Ramsay. Uno potrebbe dire che le esternazioni di Ramsay non sono certo una base solida sulla quale puntare per la propria autostima, ma il fatto è che Jon già si sentiva inutile di suo, e poi aveva notato che in diversi, tra gli uomini del Nord e altri, avevano ridacchiato tra sé quando il giovane Bolton aveva fatto quel commento…

“Questa sera voglio che sia allestito un grande banchetto per festeggiare la nostra vittoria” disse ancora la Regina dei Draghi, “e per celebrare la nostra alleanza e la nostra amicizia. So che la Fortezza Rossa è distrutta, ma da domani sarà ricostruita perché non sia più simbolo di oppressione e tirannia bensì di libertà e pace per tutti i popoli. E, nel frattempo, il banchetto sarà allestito nelle strade e nelle piazze di Approdo del Re affinché tutti, nobili, regnanti, soldati, comandanti o gente del popolo, possa partecipare, mangiare, bere e brindare alla vittoria!”

E questa fu la cosa che più fece nascere l’amore e la fedeltà assoluti verso Daenerys da parte di tutti i presenti. Eh, già, perché quando si offre da mangiare e da bere si trovano subito un sacco di amici!

Dothraki, Immacolati e uomini del Nord collaborarono per trasportare tavole e panche per tutte le vie e le piazze della città, i servitori imbandirono i tavoli e i cuochi si davano da fare per cucinare abbastanza da sfamare tutta quella gente, mentre le botti dei migliori vini dei Sette Regni venivano aperte perché tutti potessero brindare.

In tutta questa gioia, pochissime persone non si sentivano a loro agio. Di Jon Snow abbiamo già detto, ma c’era anche Brienne, che pur essendo fiera e orgogliosa della sua Lady Sansa, provava anche un profondo senso di solitudine perché Jaime non era tornato (chissà se aveva letto la lettera di Ramsay?); c’erano Arya e Gendry che non si erano ancora chiariti e continuavano a evitarsi per poi guardarsi da lontano e innervosirsi perché l’altro non faceva la prima mossa; e c’era Sandor Clegane, che nutriva da sempre un sentimento tanto speciale quanto senza speranza per Sansa Stark ma, ora che lei era diventata Regina del Nord, vedeva il suo sogno andare ancora più definitivamente in mille pezzi e si dava del coglione per aver anche solo osato pensare a una futura Regina, lui che non era stato altro che il cane di Joffrey e poco più.

Si sarebbero risolte anche queste questioni nei giorni successivi?

Fine capitolo nono

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo decimo ***


Capitolo decimo

 

Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però

Se tu non ti dai limiti e smetti di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo mi ami un sacco ma)

Mi fiderò delle tue labbra che parlano
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

Trascorsero un paio di giorni, giusto il tempo per rimettere a posto la Sala del Trono (o almeno la parte di essa che non era andata distrutta…) perché Daenerys potesse sedere sul Trono di Spade e incoronare ufficialmente Sansa Stark come Regina del Nord. Era un giorno di grande aspettativa ed emozione per tutti, specialmente per gli Stark e anche per Theon… e Ramsay se ne accorse ben presto.

I due si erano separati per qualche minuto perché Ramsay aveva visto in prima fila Arya e Gendry che si tenevano per mano e, tutto soddisfatto, era andato a parlare con loro. A quanto sembrava, ormai si riteneva personalmente responsabile di ogni storia d’amore dei Sette Regni… buffo pensando a quando era famoso per scuoiare e tagliare a pezzi la gente, ma non è bello come le persone possano cambiare?

“Allora, a quanto pare avete trovato il modo di fare pace” disse ai due giovani, non appena li raggiunse, col suo sorrisetto compiaciuto di chi sembra dire Se non ci fossi stato io non avreste mai risolto niente. “Cosa avete deciso? Vi sposerete?”

Arya guardò Gendry con un sorriso da birbante e il ragazzo ricambiò il sorriso.

“Per adesso no, e non diventeremo neanche Lord e Lady di Capo Tempesta. Il titolo resta mio, come figlio naturale di Robert Baratheon” e qui Ramsay apprezzò non poco la delicatezza di Gendry, che aveva trovato un modo più gentile per definire i bastardi come loro due, “ma ho detto alla Regina Daenerys che, al momento, non voglio rimanere fermo in un posto e fare il castellano. Con il suo permesso, ho affidato la reggenza della fortezza al giovane Rickon, il fratello minore di Arya, e io e lei invece partiremo per esplorare le Terre sconosciute dell’Ovest.”

“La Regina sta facendo allestire una flotta per noi e partiremo subito dopo l’incoronazione di Sansa” spiegò Arya. “Magari torneremo, prima o poi, quando saremo vecchi e stanchi di viaggiare, tanto Capo Tempesta non scappa!”

“In quanto al matrimonio, per adesso Arya e io abbiamo deciso di aspettare, magari chissà, troveremo un rito sponsale che ci attira particolarmente proprio in questi luoghi sconosciuti e allora ci sposeremo là” concluse Gendry, che sembrava molto felice. “Ad ogni modo quello che conta è stare insieme, non importa dove e come, quando ci si ama davvero.”

Ramsay strinse la mano ad entrambi e li lasciò a godersi la cerimonia e le prospettive luminose del loro futuro d’avventura e d’amore.

“Gendry ha detto delle cose molto giuste” disse poi Ramsay tra sé e il suo neurone solitario mentre tornava verso Theon. La gente lo sentiva parlare da solo, ma ormai nessuno si stupiva più delle follie di quel ragazzotto, bastava che non tagliasse qualcuno… “Certo, però, che se non ci fossi stato io a dirgli di non fare il cretino e di correre dietro alla sua Arya per dirle che amava lei e non Capo Tempesta o il titolo di Lord, a quest’ora chissà come sarebbe finita? Ah, meno male che almeno ci sono io ad insegnare alla gente a ragionare!”

Oddio, detto da lui era una specie di eresia, ma tant’è…

“Però alla fine ha dimostrato di essere un bravo ragazzo, mi è piaciuto quello che ha detto sul fatto che non importa dove siamo o come quando accanto abbiamo la persona che amiamo e…” e mentre rifletteva su questo alzò gli occhi per guardare Theon (ovviamente, parlando di persona amata non aveva potuto farne a meno, sebbene il suo obnubilamento mentale non gli permettesse di capirlo) e si fermò di botto vedendolo ammirare incantato Sansa che si avviava verso Daenerys per ricevere la corona del Nord dalle sue mani.

Improvvisamente fu come se le mura rimaste in piedi della Fortezza Rossa gli crollassero definitivamente in testa. Quello sguardo… ecco, lui aveva sempre sospettato che Theon provasse qualcosa per Sansa e, ora poi che era Regina del Nord, sposarla avrebbe significato anche diventare Principe consorte, Lord di Grande Inverno e tante altre cose che Theon aveva sempre desiderato. Del resto, non era per quello che aveva fatto quella cazzata anni prima cercando di conquistare la Fortezza e facendo la figura dell’inetto coglione che era? Ancora una volta devastato dalla tristezza e dalla gelosia, Ramsay pensò che, forse, non avrebbe dovuto lasciarsi indebolire dall’attrazione per lui e tagliarlo a striscioline sottili quando era ancora suo prigioniero, come faceva con gli altri, oppure, ancora meglio, andare adesso lì da lui, tagliargli le mani e i piedi e offrirli alla Regina Daenerys come pegno del suo affetto e della sua fedeltà…

Eppure, stranamente, questi pensieri non lo facevano sentire meglio, non lo entusiasmavano e il tarlo doloroso della gelosia continuava a scavargli nel cuore.

Assurdo, vero?

Sballottato tra due sentimenti opposti, rabbia e disperazione, Ramsay riprese a camminare verso Theon, senza sapere bene cosa avrebbe fatto una volta arrivato accanto a lui, ma tanto si era reso conto che tagliargli qualche altro dito o arto non lo avrebbe reso più felice, anche se Theon se lo sarebbe meritato, e quindi…

Fortunatamente per Theon, questo confronto drammatico non ebbe luogo perché, proprio mentre Ramsay era ormai a pochi passi dal giovane Greyjoy, si udirono delle voci concitate, una guardia degli Immacolati si precipitò verso il Trono di Spade mentre Verme Grigio si metteva in posa da combattimento e richiamava le guardie personali di Daenerys.

“Mia Regina, abbiamo cercato di fermarlo, ma lui ha tramortito due soldati e poi…” disse la guardia, e in quel momento Jaime Lannister fece il suo ingresso nella Sala del Trono, scuro in volto, con due occhi da far paura, ma… dopo un iniziale e comprensibile momento di smarrimento e terrore, ben presto si capì che l’uomo non era venuto giù dalla Barriera per cercare di riprendere il Trono di Spade per i Lannister o per vendicare la morte di Cersei e il tradimento di Tyrion.

No, non esattamente.

“Dov’è quel maledetto bastardo? Dov’è quel cane rognoso che si è permesso di mandarmi una lettera piena di ingiurie e di minacciarmi?” esclamò, saettando tutt’intorno occhiate da far spavento. “Dov’è quel folle capace solo di insultare e mancare di rispetto alle persone più degne di lui? Che venga qui e mi ripeta in faccia quello che ha scritto in questa vergognosa missiva!”

“Ehm, credo che ce l’abbia con te” mormorò Theon, avvicinandosi a Ramsay.

E qui bisogna concedere al giovane Bolton l’onore delle armi! Insomma, chiunque altro si sarebbe terrorizzato nel vedere lo Sterminatore di Re in persona entrare in una sala e chiedere a gran voce la sua presenza per un duello o qualcosa del genere. Ramsay, invece, non fece una piega, anzi. Con il suo solito sorrisetto a presa di culo, si staccò da Theon e si avviò tranquillamente verso Jaime, mentre tutti avevano ritenuto opportuno allontanarsi da lui che, va bene, non ce l’aveva con loro, ma vai a sapere…

“Ah, sei venuto, proprio come ti avevo ordinato nella lettera, mio grandissimo Lord Coglione di Lannister” disse, lasciando a bocca aperta tutti i presenti, compreso appunto il Lord Coglio… ehm, Jaime Lannister in persona. “Hai fatto bene, altrimenti avresti dovuto farti forgiare una seconda mano d’oro. Vuoi che ripeta quello che ti ho scritto davanti a tutti? Beh, ora non credo di ricordare esattamente tutto a memoria, a volte mi capita che la mia mente sia poco lucida, però immagino di riuscire a ricostruire il senso. Anzi, mi fa piacere che tutti i presenti, compresa Sua Maestà la Regina, sappiano che grandissima testa di cazzo sei. Ti ho scritto quella lettera proprio perché mi sembrava un’immensa idiozia aver lasciato una donna coraggiosa, leale e intelligente come Brienne di Tarth solo perché non te la sentivi di venire a combattere contro quella grandissima puttana di tua sorella, che già era uno schifo che se la facesse con il fratello, ma questo non lo posso dire perché lo fanno anche i Targaryen, anche se la nostra Regina no. Comunque ora che quel gran troione è morto bruciato dai Draghi o qualcosa del genere, magari riprenderai a ragionare come si conviene, che tanto, che ti credi, quella zoccola si è sbattuta mezza Guardia Reale quando tu non c’eri e anche quel cinghiale patetico e imbecille dello zio di Theon, Euron Greyjoy!”

Jaime Lannister rimase così allibito dalla sfacciataggine e dalla temerarietà di Ramsay che, in effetti, era andato davanti a lui a ripetergli più o meno quello che aveva scritto nella lettera, che per alcuni secondi non riuscì neanche a respirare, a muoversi o a fare alcunché.

Tutti nella Sala del Trono erano impietriti, salvo… Brienne, appunto.

“Oh, Lord Bolton, davvero hai fatto questo per me?” disse, commossa. In quel momento era al fianco di Sansa, che era stata appena incoronata Regina del Nord, e di certo non si sarebbe mai aspettata il ritorno di Jaime. “Perdonami, mia Signora, posso chiederti il permesso di raggiungere il Lord di Lannister?”

“Vai pure, Brienne” rispose Sansa. La donna non se lo fece ripetere due volte e si precipitò verso l’uomo che amava e che, forse, era davvero ritornato da lei.

“Jaime, non so se tu sei qui solo per vendicarti di ciò che il giovane Lord Bolton ha scritto in quella lettera o se… se forse sei stato spinto anche dal desiderio di sapere se stessi bene, se fossi sopravvissuta alla battaglia…” gli disse quando fu davanti a lui.

Jaime era ancora comprensibilmente scosso. Una parte di lui avrebbe voluto afferrare Ramsay su due piedi e tagliargli la testa, anche se avrebbe dovuto usare la mano sinistra, ma magari sarebbe stato anche meglio perché così lo avrebbe ferito e gli avrebbe fatto male più a lungo… ma una parte, ritrovandosi davanti Brienne che lo guardava con un sorriso luminoso e gli occhi pieni di gioia e aspettativa, sentì che pian piano la rabbia sbolliva e che ben altri sentimenti stavano prendendo il suo posto.

“Brienne, io… io… lo so, non merito il tuo perdono!” esclamò, lasciando che fossero i sentimenti più nobili e puri a parlare. “Ti ho abbandonata prima della partenza per Approdo del Re, ti ho detto che non volevo combattere contro mia sorella ma neanche al suo fianco e che avrei atteso l’esito della battaglia alla Barriera, ma… ma una parte di quello che dice la lettera è vero, credevo di amare ancora lei, ero quasi convinto che sarebbe stata sconfitta e avevo deciso di restare alla Barriera e di prendere il nero perché ero convinto che non avrei mai potuto superare la perdita di Cersei e che non avrei amato mai più un’altra donna. E ora che sono qui e tu sei davanti a me mi rendo conto che… che…”

Cadde in ginocchio, sopraffatto. Era vero che i suoi sentimenti per Cersei erano stati forti e autentici e che adesso soffriva per la sua morte, ma era anche vero che il ricordo di Cersei era più forte quando non c’era Brienne a guardarlo così, quando non gli era così vicina. In quel momento la sua mente e il suo cuore furono invasi da altri ricordi, non più quelli che lo legavano a Cersei, ma tutti quelli che ripercorrevano il suo rapporto con Brienne. Il modo in cui si erano attaccati e battibeccati fin dal primo giorno, il viaggio verso Approdo del Re, l’aggressione e il rapimento da parte dei Guitti Sanguinari (tra l’altro, uomini di Roose Bolton… non è divertente, a volte, la vita?), la prigionia dolorosa a Harrenhal che gli aveva fatto capire quanto la donna valesse, le infinite volte in cui si erano salvati e protetti l’un l’altra fino a maturare un sentimento sempre più forte, un amore vero, l’emozione di entrambi quando lui l’aveva nominata Cavaliere e la loro prima notte insieme… l’onda emotiva nel rivivere questi momenti finì per far svanire la figura di Cersei dalla mente e dal cuore di Jaime, mentre la rabbia veniva sostituita dalla vergogna per ciò che aveva fatto a Brienne, l’unica che lo avesse amato e accettato veramente, l’unica degna del suo amore ma che lui aveva tradito e abbandonato, come sempre aveva fatto con le persone davvero importanti della sua vita.

“Solo adesso capisco quanto male ti ho fatto e che io… che io…” mormorò, vinto dal dolore, dall’amore, dalla mortificazione, senza riuscire a finire quello che voleva dire perché nessuna parola sarebbe stata abbastanza per ottenere il perdono di Brienne.

“Che tu sei un grandissimo coglione proprio come ti ho scritto nella lettera, appunto, perché hai offeso questa donna meravigliosa che è pronta a perdonarti e riabbracciarti invece di prenderti a calci nelle palle come farei io” terminò per lui Ramsay.

Qualche risatina soffocata si fece udire in mezzo ai tanti presenti nella Sala del Trono. Sansa e Daenerys erano entrambe sbalordite e si chiedevano come sarebbe finita, mentre Tyrion non sapeva se preoccuparsi o ridere, visto che il fratello aveva trovato finalmente qualcuno che non gliele mandava a dire! In quel momento la stima di Tyrion per Ramsay aumentò, del resto lui stesso era l’unico (prima del giovane Bolton) a non temere Jaime e a dirgli sempre le cose in faccia, ma lui era suo fratello e sapeva che Jaime in fondo lo amava e lo apprezzava perché era sincero con lui. Ramsay, invece… come sarebbe andata a finire adesso?

E, mentre tutti osservavano e trattenevano il fiato, Jaime alzò lo sguardo verso Brienne, restando ancora in ginocchio davanti a lei.

“È vero quello che ha detto questo pazzoide? Tu saresti… veramente disposta a perdonarmi e riaccogliermi dopo tutto ciò che ti ho fatto?” chiese, pieno di vergogna.

Brienne non rispose a parole, ma si inginocchiò anche lei e lo prese tra le braccia, stringendolo forte a sé. Aveva temuto per così tanto tempo che non lo avrebbe mai più rivisto…

“Brienne, ti amo, ti amo come non sapevo neanche si potesse amare. Il tuo perdono è l’unica cosa che desidero” mormorò l’uomo, stringendola anche lui.

“Non c’è niente da perdonare, tu sei qui” rispose Brienne. “E anch’io ti amo.”

Un bacio lunghissimo e appassionato chiuse la questione una volta per tutte, mentre tutti i presenti applaudivano felici ed emozionati e anche Daenerys e Sansa sorridevano, battevano le mani e parevano commosse. Tyrion, poi, sembrava il più contento di tutti: aveva perduto una sorella folle, ma aveva ritrovato suo fratello e da quel momento sarebbero stati insieme, finalmente uniti come una vera famiglia.

Quando Jaime e Brienne si staccarono dal loro bacio e ripresero consapevolezza del luogo in cui si trovavano, parvero un po’ imbarazzati.

“Mio Lord di Lannister, sei disposto a giurare fedeltà alla tua nuova Regina? Sappi che già tuo fratello e la donna per la quale sei tornato sono miei affezionati consiglieri” disse Daenerys, per spezzare la tensione e il disagio. “Sarei onorata di avere anche te nella mia Guardia Personale, al fianco della valorosa e leale Brienne di Tarth.”

Jaime prese per mano Brienne e si avviò verso il Trono di Spade, chinando leggermente il capo davanti a Daenerys. Sì, per Brienne e per la pace avrebbe giurato fedeltà, ma non intendeva umiliarsi troppo di fronte a colei che, tutto sommato, aveva sconfitto la sua famiglia e ucciso Cersei.

“Giuro di esserti fedele e leale, Regina Daenerys, ma il mio desiderio non è restare ad Approdo del Re” disse. “Ora che ho capito, finalmente, chi conti davvero nella mia vita, voglio solo tornare a Castel Granito, di cui sono l’erede, sposare Brienne, se lei mi accetterà, e vivere in pace al suo fianco.”

 “Così sarà, allora” rispose Daenerys, con un sorriso. “Ad una sola condizione, però: che le vostre nozze siano celebrate qui, ad Approdo del Re, perché tutti noi possiamo partecipare alla vostra unione e augurarvi tanta felicità.”

Altri applausi risuonarono per la Sala del Trono. Ramsay sorrideva compiaciuto e soddisfattissimo di sé, convinto ancora una volta di essere l’unico e il solo artefice di questo lieto fine… e forse, in parte, aveva anche ragione di pensarlo!

Passandogli accanto, sempre tenendo stretta la mano di Brienne, Jaime si chinò verso di lui.

“Dovrei ammazzarti, lo sai? Per come hai insultato me e mia sorella e anche perché, ora che ci penso, i Guitti Sanguinari che mi hanno tagliato la mano erano uomini di tuo padre” gli disse in un sussurro a metà tra il minaccioso e il divertito.

“Beh, dev’essere una cosa di famiglia, allora. Peccato che quella scena me la sono persa, all’epoca, ma forse è stato meglio così, no? Anche nel tuo caso hai avuto bisogno di perdere una parte di te per ritornare alla ragione, come è successo a Theon” replicò Ramsay senza scomporsi. “Mi sembra sempre di più che le persone siano come le piante: più le poti e più crescono bene!”

Jaime lo fissò allibito, poi si strinse nelle spalle. Va bene, quel ragazzo era un folle, ma alla fine gli aveva davvero fatto un enorme favore…

“Tuttavia perdonerò la tua arroganza, perché a quanto pare lo hai fatto a fin di bene, perché tenevi alla felicità di Brienne” riprese, “e perché in fondo avevi ragione, sarei stato un pazzo a perdere l’unica donna che potrà rendere felice la mia vita.”

Ramsay li guardò allontanarsi. In quel momento si sentiva davvero contento di sé, ma ora che tutta l’emozione stava svanendo iniziava anche a ripensare a Theon, a come lo aveva visto guardare Sansa e al dolore che gli aveva fatto provare.

Non fece in tempo a dire o fare niente, però, perché Theon giunse improvvisamente al suo fianco e, afferrandolo per un braccio, lo portò fuori dalla Sala del Trono. Non sapeva dell’assurda gelosia del suo sciroccato compagno, ma averlo visto affrontare con tanta incoscienza e sfacciataggine un tipo come Jaime Lannister gli aveva risvegliato certe voglie sotto la cintura e non aveva intenzione di aspettare il momento di andare a dormire! Si infilò con Ramsay nella prima stanza non del tutto distrutta e vuota che trovò nella Fortezza Rossa e, senza tanti complimenti, lo spinse su un divano impolverato e bruciacchiato e lo prese più e più volte, sempre più convinto che la sua vita al fianco di Ramsay sarebbe stata molto eccitante.

E il giovane Bolton, travolto dalla passione improvvisa di Theon e completamente perso nel suo abbraccio, dimenticò Sansa Stark, la gelosia e i brutti pensieri e lasciò che il suo unico neurone partisse per galassie lontane, felice semplicemente di avere Theon con sé perché tutto il resto non contava più.

Fine capitolo decimo

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo undicesimo ***


Capitolo undicesimo

 

Mi fiderò del tuo coraggio più del mio
Quando per paura l'ho nascosto pure a Dio
Mi fiderò ma non sarà senza riserve
Temere di amare o amare senza temere niente

Mi fiderò
Senza temere niente

Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

Sembrava proprio che le cose stessero andando bene, o almeno così pensava Ramsay quel mattino, passeggiando per la Fortezza Rossa e assistendo ai lavori di ricostruzione che si stavano svolgendo più velocemente del previsto, forse anche perché coloro che erano incaricati di tali ricostruzioni erano costantemente sorvegliati da Drogon e Rhaegal… o forse solo perché erano entusiasti di contribuire alla riedificazione dei Sette Regni! Chissà?

Bene, Daenerys regnava sui Sette Regni, uno più uno meno, visto che la Regina del Nord era adesso Sansa Stark, comunque le due Regine sembravano andare d’accordo e quindi non c’erano problemi. Il giorno precedente era stato celebrato il matrimonio tra Jaime Lannister e Brienne di Tarth e c’erano stati festeggiamenti, banchetti e giochi per tutto il popolo fino a tarda notte; l’indomani, i due sposi sarebbero partiti per Castel Granito dove avrebbero vissuto come Lord e Lady… e il giovane Bolton non poteva fare a meno di ritenersi orgoglioso pensando che quell’unione era stata tutto merito suo e della simpatica letterina che aveva inviato a Jaime alla Barriera. Beh, non aveva tutti i torti, no?

Il giorno successivo sarebbe stato davvero caotico, visto che era prevista anche la partenza di Arya e Gendry con la flotta che la Regina aveva donato loro per esplorare terre sconosciute e vivere una vita di avventure e anche Sansa (o meglio, la Regina del Nord Sansa Stark!) sarebbe ripartita con i suoi uomini per far ritorno nel suo Regno, dove il popolo del Nord l’attendeva per acclamarla. Ramsay non poteva in tutta onestà non essere contento che Sansa ripartisse perché, comunque fosse, aveva sempre il sospetto che Theon avesse un qualche interesse per lei. Altrimenti perché non gli aveva più proposto di partire con lui per Pyke? Era quello che gli aveva promesso ogni volta prima di imbarcarsi in una nuova battaglia contro qualcuno, che fossero gli Estranei o i Lannister o chi altri, ma adesso che tutto era sistemato pareva averlo dimenticato. Forse Ramsay avrebbe dovuto tagliargli il mignolo della mano sinistra per par condicio e per fargli ricordare la sua promessa? Un tempo questa prospettiva lo avrebbe riempito di entusiasmo, ma ora non era più così. Certo, l’idea che Theon fosse più equilibrato senza entrambi i mignoli era allettante, ma il giovane Bolton cominciava a ritenere che non sarebbe stato risolutivo e che, se Theon non voleva più partire con lui per Pyke, se aveva altri progetti, tagliargli un dito non avrebbe cambiato niente… a parte per Theon stesso, ovviamente!

Mentre era immerso in queste profonde riflessioni su dita in meno e quant’altro, Ramsay fu distratto dal passaggio di una persona che non si aspettava di vedere in quel luogo e in quel momento e, proprio per questo, decise di seguirla per scoprire cosa avesse intenzione di combinare, visto che, come sappiamo ormai benissimo, Ramsay Bolton si faceva d’abitudine i fatti degli altri! Così, senza tanti complimenti, lo seguì e gli rivolse la parola.

“Salve, Messer Clegane, non mi aspettavo di rivederti qui. Eri a combattere gli Estranei con gli Stark, quindi penso che ti sia unito al loro esercito” disse, senza fare caso al fatto che Sandor lo guardava come si guarderebbe una robaccia appiccicosa sotto lo stivale. “Qui però non c’è stato da combattere, hanno fatto tutto i Draghi e la loro Regina!”

“Sentimi bene, tanto per cominciare non chiamarmi Messere, o Ser o qualsiasi altra cazzata. Non sono un cavaliere e non voglio esserlo, sappiamo bene tutti e due che io sono stato il cane dei Lannister e ora combatto per chi mi pare, così come tu non sei un Lord ma solo un bastardo, anche se quel Re bambino che ora è morto ti aveva legittimato” replicò l’uomo. “Vuoi qualcosa da me? Sennò non rompere le palle e vattene a scocciare qualcun altro.”

Beh, il Ramsay di un tempo si sarebbe potuto anche offendere a quelle parole, ma prima di tutto non aveva nessuna intenzione di mettersi contro Sandor Clegane, che era il doppio di lui, e ad ogni modo apprezzava le persone che sapevano tenergli testa e che parlavano chiaro, come del resto faceva sempre lui. Quindi la schiettezza di Clegane gli piacque ancora di più.

“Hai ragione, quindi è inutile fare tante cerimonie tra noi, non siamo nobili e non parliamo nei loro toni ipocriti e melensi” tagliò corto il giovane Bolton. “Tu hai seguito l’esercito degli Stark perché volevi combattere per Sansa, non è così? Però non hai potuto farlo, gli uomini degli Stark non sono serviti. È per questo che ora cerchi di andartene senza farti neanche vedere da lei, perché pensi di non essere servito a niente?”

“Ma che cazzo di domande mi fai, si può sapere? Guarda, non ti spacco la faccia solo perché mi sono troppo divertito nel vederti parlare in quel modo a Jaime Lannister l’altro giorno, dando a lui del coglione e alla sua Cersei di puttana… Per i Sette Inferi, non mi ero mai fatto tante risate e devo ammettere che in quel momento ti ho ammirato davvero!” fu la risposta di Clegane. “Non sono venuto qui per nessuno, solo per me stesso, come al solito. Volevo ammazzare con le mie mani quel mostro di mio fratello Gregor, ma anche lì sono arrivato tardi, ci hanno pensato i Draghi e lo hanno incenerito con quella troia di Regina Lannister e tutta la Fortezza Rossa. Una morte proprio adatta, direi, i Draghi sono stati più bravi di me a vendicarmi.”

Con un sorrisetto amaro, Sandor si passò la mano sulla parte di faccia sfigurata dalle fiamme.

“Lo sapevi, vero, che quel pezzo di merda mi schiacciò la faccia sul braciere quando ero ancora un bambino di sette anni e solo perché avevo preso un suo vecchio giocattolo? Gregor era uno stronzo e un folle fin da ragazzo e c’è una certa giustizia poetica nel fatto che sia morto bruciato, non ti pare?”

“Beh, sì, avevo sentito raccontare qualcosa di simile” disse Ramsay, pensando che alla fine lui non era poi così terribile, anche se scuoiava e tagliava le persone fino a qualche anno prima, visto che c’era gente che bruciava la faccia al proprio fratellino! “È una bella merda quando si vive con persone che non dovrebbero avere fratelli… o figli, tanto per dire. Io ne so qualcosa, anche essere cresciuti da Roose Bolton non è stata una passeggiata di salute. Comunque adesso sei libero da tutto, no? Per questo te ne vai invece di parlare con Sansa Stark e dirle quello che provi per lei?”

“Oh, ragazzino, allora sei davvero quel demente con un solo neurone che dicono tutti” reagì Sandor. “Cosa cazzo dovrei dire a Sansa Stark, o meglio, alla Regina del Nord? Era già fuori dalla mia portata quando si comportava ancora da uccelletto spaurito, alla mercé di quel pervertito di Joffrey, e dovrebbe prendermi in considerazione adesso che è una Regina? Sei ancora più idiota di quanto dica la gente…”

“Va bene, lei è la Regina del Nord e tu sei un cazzone qualsiasi, lei è bella e elegante e tu sei un mezzo mostro e pure stronzo, ma parliamoci chiaro, tra me e te: Sansa ti sembra felice? L’hai mai guardata negli occhi? Teoricamente adesso dovrebbe essere soddisfatta: ha ritrovato i suoi fratelli, ha riavuto Grande Inverno ed è stata addirittura eletta Regina del Nord, che sarà un Regno indipendente… ma ti sembra felice? La vedi sorridere? La vedi illuminata da dentro?” neanche gli Dei Antichi e Nuovi sapevano da dove il neurone di Ramsay avesse tirato fuori quelle perle di saggezza, ma fatto sta che pronunciò proprio queste parole e Sandor Clegane rimase sconcertato. In parte perché credeva che nel cervello di Ramsay passasse l’aria e basta e in parte perché quello che aveva detto il giovane Bolton lo stava facendo riflettere, e parecchio. No, Sansa non era felice. Paradossalmente, l’aveva vista più luminosa e piena di speranza ad Approdo del Re, prima che succedessero tutte le tragedie che l’avevano colpita ma, a volte, anche dopo, ad esempio quando sperava di diventare amica di Margaery Tyrell e di sposare suo fratello. Era ancora un uccellino che credeva nei sogni e nel lieto fine. Ora, in qualche modo, aveva avuto un suo lieto fine e non era più un uccelletto indifeso, questo era un bene, ma… ma aveva perso anche la luce che la illuminava da dentro, aveva perso la voglia di sognare, di credere, di sperare. Non era felice, anche se aveva la sua famiglia. Non era felice, anche se aveva Grande Inverno e il Regno del Nord. Non era felice. No, per niente.

“Va bene, mettiamo che tu abbia ragione, ma quale parte della tua mente malata ti fa pensare che potrei essere proprio io a renderla felice?” ribatté, caustico.

“Ah, non lo so di certo, magari è mezza pazza anche lei, chi lo sa? Però se non glielo chiedi non lo saprai mai, non credi? E sarebbe un peccato, perché se va avanti così è probabile che impazzisca davvero, che diventi una di quelle che vive solo per il potere, o per la vendetta o che so io, gelida, inattaccabile, e che un giorno si accorga di non essere neanche più capace di sapere come si fa ad essere felici. Non credo che tu voglia questo per lei. E poi che ne sai? Succedono cose incredibili ultimamente, perché la Regina del Nord dovrebbe rifiutarti se un giovane nobile, bello e coraggioso come Theon Greyjoy ha deciso di tenermi con sé anche se sono un bastardo, un folle e un sadico e ho l’aspetto del mezzo contadino che sono in realtà?” Ramsay si sentiva stranamente a suo agio parlando con Clegane, forse perché davvero con lui non c’era bisogno di filtri e, proprio come lui, Sandor diceva esattamente quello che pensava e provava.

“Insomma, se non ci provi non lo saprai mai, che vuoi che succeda? Al massimo ti manderà affanculo” concluse Ramsay, pratico, “ma tu avrai fatto tutto quello che potevi per lei. E comunque, è una Regina e in caso ti manderà affanculo con molta classe.”

“Sai, ragazzino bastardo? Alla fine sei davvero meno odioso di quello che pensassi” sghignazzò Clegane. “Del resto uno che dà di coglione in faccia a Jaime Lannister… resterà uno dei miei più bei ricordi. Però ora non ti aspetterai mica che ti ringrazi, vero?”

“Ah, no di certo” replicò Ramsay, “tra quelli come noi non ci si ringrazia. Però se ti ho dato una mano mi fa piacere.”

“Bah, l’importante è che non sia io a dare una mano a te!” ridacchiò di nuovo l’uomo e anche il giovane Bolton si unì alla risata. Evidentemente i due avevano trovato dei peculiari punti in comune e, per certi versi, magari si somigliavano.

Ramsay guardò Sandor Clegane allontanarsi e sperò davvero che trovasse le palle per parlare chiaro a Sansa. In fondo era anche nel suo interesse, visto che continuava a temere che Theon potesse abbandonarlo e scegliere di seguire lei. Non che Sansa si sarebbe mai abbassata anche solo a pensare di sposare Theon Greyjoy, è vero che adesso lo aveva riaccolto in famiglia e lodato per il suo coraggio contro il Re della Notte, ma alla resa dei conti lo considerava sempre poco più di un idiota. Ramsay pensava che Sansa avesse sempre avuto un debole per Clegane e chissà, forse questa sarebbe stata la volta buona per entrambi: soprattutto ora che lei era Regina del Nord e quindi una Lady con i controcazzi, avrebbe avuto bisogno di un marito cazzuto accanto e non di quella mezza sega di Theon.

Però, se non avesse sposato Sandor, Theon avrebbe sempre potuto continuare a sperare per il resto dei suoi giorni, o anche solo desiderare di non tornare a Pyke per seguirla a Grande Inverno e restare come un suo vassallo… e mutilarlo non sarebbe servito a niente!

Già, l’unica speranza era che Sansa accettasse le proposte di Sandor, sarebbe stato il finale migliore per tutti. Ramsay non seppe mai cosa Sandor disse a Sansa quella sera (anche se sarebbe stato ben felice di origliare!), ma evidentemente le sue parole furono abbastanza incisive e convincenti, o forse la nuova Regina del Nord non aspettava altro da anni… Fatto sta che, il mattino dopo, alla partenza degli Stark e dei loro uomini per Grande Inverno, al fianco di una Regina Sansa finalmente radiosa e sorridente cavalcava un Sandor Clegane che nessuno aveva mai visto così sereno e contento. *

“Beh, sono contento che ci sia Sandor Clegane accanto a Sansa” disse, inaspettatamente, Theon a Ramsay mentre insieme agli altri guardavano sfilare gli Uomini del Nord con la loro Regina e quello che sarebbe diventato, probabilmente, il suo Principe Consorte (ma, mi raccomando, che nessuno glielo vada a dire in faccia!) lungo le strade di Approdo del Re, pronti a una lunga cavalcata verso Grande Inverno. “Lei è maturata tanto, è forte, ha imparato a superare tante difficoltà, ma ora si sarebbe trovata sola a Grande Inverno, visto che Arya è partita con Gendry, Bran resterà qui, Rickon è diventato Lord di Capo Tempesta e Jon chissà cosa farà. Con Sandor al suo fianco sarà felice e lui si prenderà cura di lei.”

Ramsay guardò il suo compagno con gli occhi sgranati e con un’espressione ancora meno intelligente del solito.

“Vuoi dire che… tu… a te non dispiace che Sansa sposi Sandor Clegane? Che non avresti voluto sposarla tu?” domandò, boccheggiando come un pesce fuor d’acqua.

Theon scoppiò a ridere e, come sempre, la sua risata squillante e spensierata causò un fermento di strane eccitazioni e calori in pancia a Ramsay…

“Ma dai, sei proprio fissato con questa storia! È vero che, quando vivevo a Grande Inverno come ostaggio degli Stark, mi immaginavo che un giorno Lord Eddard mi avrebbe offerto Sansa in moglie e mi avrebbe fatto erede di Grande Inverno… chissà perché, poi, visto che il suo erede allora era Robb. Comunque era lo stupido sogno di uno stupido ragazzino presuntuoso e arrogante e credo… beh, di essere cambiato parecchio da allora.”

“Io credevo che Sansa ti piacesse…” fece Ramsay, cupo.

“Mi piace infatti, le voglio bene come a tutti gli Stark e so che questo non ti fa piacere, ma per me sono una parte della famiglia e voglio che stiano bene e siano felici. Io ho altri progetti per la mia vita e un’altra persona che mi interessa davvero.”

Theon guardava Ramsay con un’aria maliziosa dicendo queste parole, ma Ramsay sembrò continuare a non capire un bel niente, a quanto pareva il suo neurone aveva fatto gli straordinari con Sandor il giorno prima e adesso aveva messo su un bel cartello Chiuso per ferie! Così, visto che Ramsay non capiva a parole, il giovane Greyjoy decise di passare ai fatti: circondò le spalle del compagno con un braccio e lo condusse alla Fortezza Rossa in ricostruzione dove lo spinse nella prima stanza disponibile, si buttò con lui su un divano e lo baciò intensamente, si abbassò i pantaloni e slacciò quelli di Ramsay, poi iniziò a possederlo senza respiro e senza limiti alla brama che voleva soddisfare. Il giovane Bolton, a quel punto, capì ancora meno di prima e poté solo lasciare che il suo corpo si perdesse e si fondesse con quello di Theon, ma almeno ogni dubbio, preoccupazione e frustrazione dovuta al pensiero di Sansa o degli Stark svanirono, dissolvendosi nell’estasi di quei ripetuti amplessi.

Solo molto tempo dopo i due riemersero dalla loro bolla di amore e passione e Ramsay, che stava appena riprendendo la capacità di orientarsi nello spazio e nel tempo, si accorse che Theon aveva detto qualcosa mentre uscivano da quella famosa stanza…

“Mi stai ascoltando, Ramsay? Ti stavo dicendo che siamo convocati al Concilio della Regina Daenerys per una questione molto importante, credo che si tratti della successione al Trono di Spade” ripeté il giovane Greyjoy, notando lo sguardo perso del suo compagno che vagava negli abissi profondi dell’universo. “Ormai anche noi siamo parte di quel Concilio, almeno fino a quando resteremo ad Approdo del Re, anche perché la Regina ha capito benissimo che tu andresti a spiare di nascosto in ogni caso!”

“La successione al Trono di Spade?” ripeté Ramsay, che non era ancora ben presente a se stesso… per quanto potesse esserlo in condizioni normali, intendo. “Ma se Daenerys è appena diventata Regina! Che c’entra la successione adesso?”

“È proprio per questo che è così importante” cercò di spiegargli pazientemente Theon, mentre lo conduceva verso il salone dove si sarebbe tenuto il Concilio. “Daenerys è una Regina molto giovane, è vero, ma non ha un marito e, soprattutto, ho sentito dire che non può avere figli, mi pare a causa della maledizione di una strega. Ma uno dei doveri di un nuovo sovrano è quello di garantire una discendenza il prima possibile, altrimenti potrebbero venir fuori altri nobili ambiziosi come i Lannister o i Baratheon e tutto quello che è stato fatto finora non sarebbe servito a niente.”

“Oh, per carità! Non vorrai dirmi che la Regina Daenerys intende nominare come suo successore quel grandissimo rompicoglioni di Jon-Bastardo-Grande eroe-Snow-Targaryen???” esclamò il giovane, sconvolto. Quella prospettiva per lui terrificante era servita a riportarlo più o meno nel mondo reale.

“Temo che non ci sia altra possibilità, purtroppo” rispose Theon. “Sai bene che Jon non è mai piaciuto neanche a me, ma è l’unico altro Targaryen in tutti i Sette Regni.”

“No, no, no, questo non può essere, dobbiamo andare subito al Concilio e cercare di convincere la Regina a nominare qualcun altro, chiunque altro, ma non lo stramaledetto Jon Bastardo!” gemette Ramsay e, a quel punto, fu Theon a dovergli correre dietro mentre lui si dirigeva in tutta fretta verso il salone del Concilio.

Cosa avrebbe potuto combinare stavolta il giovane Bolton?

Fine capitolo undicesimo

 

* Chiedo scusa a tutti coloro che amano questa coppia per non aver rappresentato il dialogo tra Sansa e Sandor ma è stato per una buona ragione: anch’io amo molto questa coppia, ma non ho mai scritto su di loro e non credo di essere abbastanza brava per farlo, così lascio che tutti coloro che li amano possano immaginare quello che desiderano nel loro cuore!

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo dodicesimo e ultimo ***


Capitolo dodicesimo e ultimo

 

Mi fiderò perché mi tiene sicuro
In un giorno qualunque, un'ora prima del buio
Mi fiderò perché non è una promessa
E nessuno dei due ha mai detto lo giuro

Mi fiderò del tuo coraggio più del mio
Quando per paura l'ho nascosto pure a Dio
Mi fiderò ma non sarà senza riserve
Temere di amare o amare senza temere niente

Mi fiderò
Senza temere niente…

(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)

 

Nella Sala dedicata alle riunioni del nuovo Concilio Ristretto di Daenerys, Theon e Ramsay trovarono ovviamente la Regina, Tyrion, Bran e Rickon Stark, Verme Grigio, Missandei, Davos Seaworth, il nuovo Gran Maestro Samwell Tarly, un uomo che i due non conoscevano e… e, con grandissimo orrore di Ramsay (e, diciamolo, anche di Theon) proprio l’odioso Jon-Bastardo-Snow-Targaryen!

“Lord Greyjoy, Lord Bolton, vi prego di prendere posto, così potremo cominciare” esordì Tyrion. “Ci sono molte questioni di una certa importanza da affrontare.”

Mentre si sedevano, Ramsay manifestò il suo evidente disagio a Theon.

“A parte quel tizio con l’aria da tagliagole che non conosco, ho una vaga idea di che cosa facciano qui tutte queste persone” gli disse a bassa voce, “l’unico che non dovrebbe esserci è quel gran bastardo di Jon Snow, a meno che… a meno che… Per tutti gli Dei Antichi e Nuovi, ti giuro che se la Regina lo nomina suo successore io vomito!”

Anche a Theon l’idea non piaceva affatto, però non si espresse con la schiettezza di Ramsay. Ma, del resto, solo uno disconnesso dall’umanità come lui poteva avere reazioni del genere anche davanti al Concilio Ristretto e alla Regina!

“Sì, sì, sono proprio sicuro che la Regina Daenerys nominerà quel bastardo come suo successore, altrimenti perché sia lei sia Tyrion hanno una faccia così funerea? Dovrebbero essere felici, hanno vinto, sono al potere… Oh, che stramaledetta disgrazia per i Sette Regni, o Sei o quanti ne siano rimasti!” riprese Ramsay, dando sfogo al suo talento melodrammatico e guadagnandosi una gomitata sul fianco da Theon e un’occhiataccia da parte di Tyrion. Lui però ignorò tutto quanto con molta disinvoltura e nonchalance… “Magari, se tagliassi un braccio, una gamba, o anche tutte e due al bastardo, allora Daenerys dovrebbe pensare a un altro successore!”

Theon impallidì in volto e sembrò che stesse per svenire, ma Ramsay non fece in tempo a chiedergli come mai si mostrasse tanto turbato, perché la regina Daenerys in persona prese la parola.

“Siamo qui riuniti perché trovo giusto consigliarmi con il mio Concilio Ristretto per stabilire le cariche più importanti del Regno e… e per parlare di un’altra questione che affronteremo poi. Molto bene, credo che tutti voi già sappiate che ho nominato Verme Grigio Lord Comandante della Guardia Reale della Regina, lasciandogli comunque la possibilità di sposare Missandei, come lui desidera” disse. “Sarà a capo delle mie Guardie personali, che saranno composte principalmente dagli Immacolati, ma anche da chiunque vorrà arruolarsi, in modo che tutti i sudditi dei Sei Regni possano essere rappresentati. Ho anche nominato Samwell Tarly come nuovo Gran Maestro della Cittadella e anche lui avrà la possibilità di sposare la donna che ama e da cui aspetta un bambino, si chiama Gilly se ricordo bene.”

“Sì, ricordi bene, Maestà, ti ringrazio” rispose Samwell, raggiante. Anche Daenerys gli sorrise, ma il suo era un sorriso malinconico che sembrava nascondere una profonda tristezza.

“Ser Davos Seaworth sarà il nuovo Maestro della Flotta. In realtà avrei voluto nominare Theon Greyjoy, visto che il contributo suo e di sua sorella è stato così prezioso per la nostra vittoria, ma so che Theon desidera tornare a Pyke come consigliere di Lady Yara” riprese la Regina.

“È così, mia Regina, ti sono molto grato” disse Theon chinando il capo in segno di rispetto.

Ramsay sentì che il cuore cominciava a battergli più forte. Theon aveva rifiutato un ruolo importante ad Approdo del Re per tornare a Pyke? Ma allora… allora forse era vero che voleva tornare con lui alle Isole di Ferro e vivere insieme? La promessa che gli aveva fatto tanto tempo prima era vera? In un tumulto di emozioni, con il neurone solitario che frullava impazzito nella sua testa, il giovane Bolton si sentì felice come mai era stato in tutta la sua vita e in quel momento, forse, non gli sarebbe importato neanche se l’odiatissimo Jon fosse stato nominato successore della Regina. Oh, beh, forse…

“Ser Bronn delle Acque Nere sarà il nuovo Maestro del Conio. Devo ammettere che non conosco quest’uomo, ma il mio Primo Cavaliere me lo ha consigliato e, in questi casi, mi fa piacere essere guidata da chi ne sa più di me” disse Daenerys, rivolgendo uno sguardo veloce a Tyrion, come se non volesse essere notata da lui o… chissà? Ramsay però, che era sempre pronto a impicciarsi degli affari altrui, se ne accorse e si ripromise di dirlo anche a Theon. Forse la Regina aveva un debole per il suo Primo Cavaliere? Poteva essere? Perché no, in fondo anche Sansa Stark si era innamorata di un uomo che credeva di non meritarsela come Sandor Clegane e, se Theon davvero voleva vivere a Pyke con lui, pensò Ramsay in un raro sprazzo di lucidità mentale, allora tutto era possibile!

“In quanto a Rickon Stark, l’ho nominato Lord di Capo Tempesta poiché il legittimo erede, Gendry Baratheon, ha deciso di partire per esplorare terre lontane e sconosciute con la sua fidanzata, Arya Stark” spiegò poi Daenerys. “È per questo motivo che lui non è tornato a Grande Inverno con la sorella Sansa, che ora è Regina del Nord.”

Rickon sembrava soddisfatto di avere comunque una sua fortezza e un titolo da Lord, anche se non era quello della sua famiglia. In fondo si rendeva conto del fatto che Sansa aveva meritato quei privilegi molto più di lui, non solo per ciò che aveva passato ma anche per aver ottenuto la fiducia degli uomini del Nord che l’avevano seguita nelle varie battaglie.

Fino a quel momento tutto era sembrato facile e aveva trovato d’accordo il Concilio Ristretto. Restava però una questione cruciale che non era stata affrontata e che faceva esitare Daenerys stessa.

“Miei Lord, sono felice di vedere che tutti voi appoggiate le decisioni che ho preso, ma adesso… adesso ho bisogno del vostro aiuto e del vostro consiglio, oltre che dell’assoluta riservatezza che merita questo argomento. La questione di cui parleremo adesso è qualcosa di cui nulla dovrà mai trapelare all’esterno” riprese poi la Regina.

Chissà per quale motivo, gli occhi di tutti si piantarono su Ramsay. Chiaramente ormai anche i muri sapevano che lui si faceva d’abitudine i fatti degli altri e che parlava liberamente di tutto, senza alcun collegamento tra la bocca e il cervello con le sue sinapsi atrofizzate.

“Beh? Perché guardate tutti me?” domandò il giovane Bolton, sinceramente sorpreso. “Credete che io andrei a parlare di queste cose in giro? E perché dovrei farlo? Anzi, se la cosa riguarda la successione al Trono di Spade, mi guarderò bene dall’andare a raccontare a chicchessia che quel bastardo di Jon-Perfettissimo-Snow in realtà è sì un bastardo, ma un bastardo dei Targaryen oltre che degli Stark! Insomma, preferirei morire che pensare che sia quel coglione a salire, un giorno, sul Trono di Spade! Da me non uscirà una sola parola, potete starne certi.”

Ed era verissimo, perché Ramsay si sarebbe fatto buttare a mare piuttosto che favorire l’ascesa al Trono di Spade di Jon, che odiava con tutte le fibre del suo essere. Tuttavia i presenti continuarono a fissarlo, questa volta allibiti perché aveva già detto tutto lui e aveva anche espresso il suo personale parere non richiesto sulla faccenda!

Theon si sarebbe sotterrato dalla vergogna, tanto più che una piccola e malevola parte di lui era in totale accordo con ciò che Ramsay aveva appena detto: anche il giovane Greyjoy detestava cordialmente Jon e non avrebbe mosso un dito (di quelli che gli restavano…) per agevolare un’eventuale sua incoronazione.

“A quanto pare Lord Bolton è già molto ben informato, ma non ha intenzione di tradire la Regina” intervenne Tyrion. “Se avesse voluto, lo avrebbe fatto da tempo, ma, stando a quello che ci ha gentilmente spiegato, è fedele a Sua Maestà e non è un sostenitore di Jon… o meglio, di Aegon Targaryen.”

“Scusate, ma mi viene la nausea anche solo a sentirlo chiamare così” reagì Ramsay, ormai senza più freni. “Non sembra neanche lontanamente un Targaryen, solo un buzzurro qualsiasi, come del resto sembro io, non per niente siamo due bastardi, è inutile infiorettare la cosa e regalarci dei titoli. Maestà, avete davvero intenzione di nominare quello come successore? Sul serio? Ma perché?”

Insomma, pareva proprio che Ramsay vivesse quell’eventualità come una tragedia personale!

Daenerys scosse il capo con tristezza.

“Io non vorrei nominare nessun successore, ma sono obbligata a farlo per il bene dei Sei Regni” rispose. “Non ho un marito e, se pure ne avessi uno, non posso avere figli, il mio grembo è stato maledetto da una donna anni fa. Se mi capitasse qualcosa e non ci fosse già un erede designato, chiunque potrebbe far valere le proprie ambizioni e in quel caso i Sei Regni sarebbero nuovamente travolti da guerre e massacri.”

“Capisco il tuo punto di vista e penso che tu sia molto lungimirante a pensarla così, ma… sei davvero certa di non poter avere figli, mia Regina? Credo che dopo la morte del tuo sposo Khal Drogo tu non abbia avuto altri mariti, quindi come fai a sapere che, magari, quella donna non ti ha mentito per pura cattiveria? C’è tanta gente strana al mondo…” disse Ramsay, e se non lo sapeva lui, della gente strana che c’era al mondo… “Sono sicuro che molti Principi vorrebbero sposarti e, se tu avessi un nuovo marito, potresti scoprire che non c’è nessuna maledizione. Detto tra noi, Maestà, io non credo in queste scemenze e comunque pensa che mio padre, che non è certo un ragazzo nel fiore dell’età, è riuscito a mettere incinta quella vacca grassissima di Lady Walda… insomma, tutto è possibile, no?”

Theon aveva assunto un sorrisetto di circostanza, ma dentro di sé avrebbe voluto sprofondare in un abisso. Per fortuna, invece, Daenerys prese con molta tranquillità le parole fin troppo esplicite di Ramsay che, anzi, le strapparono un sorriso.

“Quindi tu mi consigli di trovare un nuovo marito e di provare ad avere un mio erede?” domandò, incuriosita. “Magari hai anche un candidato da propormi?”

“Credo che qualsiasi tentativo sia meglio che lasciare il trono a un bastardo, anche se è il bastardo di tuo fratello Rhaegar. Tra l’altro non servirebbe neanche a niente, visto che comunque quello è il Lord Comandante dei Guardiani della Notte e quei corvi là fanno il giuramento di non sposarsi e non avere figli” Ramsay era scatenato e dimostrava che il suo neurone conservava molte informazioni su usi e costumi di Westeros! “Tanto vale che tu trovi un bravo marito che ti renda felice e che cerchiate di avere dei figli vostri. Nel malaugurato caso che questo non accadesse, avrai tempo per scegliere un successore migliore di quel bastardo.”

Daenerys finì per lasciarsi scappare una risata, suo malgrado.

“E quindi tu chi proporresti come marito ideale?” domandò di nuovo.

Ramsay lanciò un’occhiata veloce a Tyrion che, accanto alla Regina, sembrava indeciso se lanciargli una caraffa in testa e farlo fuori sul posto oppure abbracciarlo, poi iniziò con la sua solita parlantina sciolta e convincente.

“Mia Regina, l’uomo che può renderti felice non è un Principe, ma questo non conta, perché è qualcuno che è stato accanto a te per molto tempo, che ha creduto in te, ti ha seguita, difesa, aiutata a sconfiggere i tuoi nemici e che, per stare dalla tua parte, ha anche rinnegato la sua stessa famiglia” disse. “Non credo che possa esserci una prova d’amore più grande, non credi? L’uomo che ti ama più di qualsiasi altra persona al mondo è il tuo Primo Cavaliere Tyrion Lannister.”

Mille emozioni colmarono il cuore di Daenerys e si rifletterono sul suo volto: sorpresa, incredulità, commozione e, alla fine, un’immensa gioia. Con gli occhi pieni di lacrime la Regina si voltò verso Tyrion.

“È vero quello che dice Lord Bolton? Tu mi ami e saresti disposto a sposarmi?” gli chiese.

Tyrion diventò di tutti i colori, per poco non gli prese un colpo, poi cercò di ricomporsi per quanto poteva.

“Mia Regina, cosa posso dirti? È vero, non sono un Principe e tu potresti ambire ai migliori partiti dei Sei Regni, ma non solo, io sono… lo vedi come sono, sono brutto, deforme, e neanche in mille anni potrei sperare che tu possa ricambiare i miei sentimenti per te. Forse… forse solo per gratitudine o per compassione…” rispose il Folletto.

Lo sguardo di Daenerys era intenso e pieno di emozioni contrastanti. In quel momento era come se entrambi avessero dimenticato di essere in presenza dell’intero Concilio Ristretto che seguiva la scena come se fosse stata una soap opera!

“Non è gratitudine né tanto meno compassione” replicò lei. “Io non ho mai saputo riconoscere il vero amore nella mia vita, me ne sono accorta sempre quando era troppo tardi. Amavo il mio Sole-e-Stelle Drogo, ma l’ho capito quando è morto. E non ho saputo ricambiare l’amore puro e sincero di Ser Jorah, ma me ne sono pentita solo quando ho perduto anche lui. E adesso… adesso non voglio rischiare di distruggere con le mie stesse mani anche questa terza occasione, non sarò più così sciocca e cieca di fronte ai sentimenti veri!”

“Non puoi essere veramente innamorata di un mostro come me” provò a dire Tyrion, ma Daenerys lo interruppe subito.

“Mostro? Quale mostro? Io non vedo alcun mostro, io vedo un uomo coraggioso, forte, generoso e con un cuore e un animo immensi e sono felice e onorata che mi voglia come sua sposa!” disse, e in un impeto di calore e affetto lo strinse tra le braccia e lo baciò. Tutto il Concilio Ristretto applaudì, ma Daenerys e Tyrion non se ne accorsero neanche…

Quando entrambi si furono rammentati di dove si trovavano e riuscirono a riprendere una certa dignità, fu Tyrion a parlare.

“Mia Regina, se tu vuoi donarmi il privilegio di diventare tuo marito e quindi di governare con te quale Principe consorte, non potrò più essere il Primo Cavaliere” disse.

“Eh, già!” esclamò Ramsay, che si sentiva soddisfatto per aver creato una nuova coppia e non poteva più starsene zitto e buono. “Sarebbe un conflitto di interessi!”

E chissà da dove il suo neurone asfittico e solitario era riuscito a partorire quell’espressione? Fatto sta che sia Tyrion sia Daenerys si trovarono d’accordo con lui e fu comunque ancora una volta il Folletto a trovare la soluzione.

“Se mi è permesso suggerire un nome, mia Regina, io credo che i Sei Regni non potrebbero trovare un Primo Cavaliere più saggio e sapiente del giovane Bran Stark.”

Il ragazzo annuì con un lieve sorriso, perché chiaramente già sapeva che quella carica sarebbe toccata a lui… certo che non doveva essere tanto divertente la sua vita, visto che conosceva già tutti gli SPOILER! Ramsay storse un po’ la bocca e si avvicinò a Theon per commentare.

“Per me quello è e rimane inquietante… però sempre meglio lui del bastardo Jon!”

Daenerys consegnò dunque la spilla di Primo Cavaliere a Bran.

“Vi ringrazio di questo onore, mia Regina. Non desideravo alcuna carica, ma farò tutto quello che posso per aiutare te e il Principe consorte nella guida dei Sei Regni” disse il giovane Stark.

“Sì, è tutto molto bello e mi sto commuovendo” intervenne per la prima volta il Maestro del Conio, Ser Bronn, dimostrando di essere un uomo molto pratico, “ma anche se adesso la Regina ha trovato uno sposo, come la mettiamo con la successione? Mi pareva di aver capito che Sua Maestà non possa avere figli.”

Ramsay, che fino a quel momento aveva gongolato, improvvisamente impallidì. NO! Possibile che, nonostante tutto, esistesse ancora il pericolo inammissibile di nominare erede al Trono di Spade quel bastardo là?

“Una maledizione può anche essere spezzata, ma per adesso non dirò altro” rispose Bran, che a quanto pareva non voleva rovinare proprio ogni cosa spoilerando troppo! “Posso assicurarvi che, in ogni caso, il regno di Daenerys Targaryen e Tyrion Lannister sarà ricordato negli anni e cantato dai bardi come un lungo periodo di pace, prosperità e felicità. In quanto a te, Jon…”

Bran si era rivolto al giovane che gli sedeva accanto poiché, neanche a dirlo, aveva notato la sua espressione malinconica e disillusa. Non che Jon volesse davvero sedere sul Trono di Spade o, comunque, essere nominato erede, no, non aveva mai desiderato il potere. Era però rattristato dal fatto che tutti, lì, avevano trovato la loro strada e il loro lieto fine, mentre lui aveva fatto ancora una volta la figura del fesso e, cosa ancora peggiore, l’aveva fatta sotto gli occhi di Theon e Ramsay che a fatica dissimulavano le risatine di scherno e la soddisfazione!

“Anche tu hai un compito importante per la pace e la tranquillità di Westeros” riprese Bran. “Tu, come Aemon Targaryen prima di te, sei destinato alla Barriera, della quale sei comunque Lord Comandante. Ognuno ha un ruolo che gli spetta, nella vita, perché le cose funzionino nel modo giusto, e il tuo ruolo è quello: il Lord Comandante dei Guardiani della Notte. Grazie a te, la Barriera sarà ricostruita e rinforzata, i Guardiani della Notte aumenteranno di numero, il popolo dei Bruti riavrà la sua terra e la sua pace e i Sei Regni potranno essere al sicuro.”

Sì, alla fine sembrava una specie di premio di consolazione per far sentire importante anche Jon… ma a nessuno importava più. Furono organizzati i festeggiamenti per il matrimonio e l’incoronazione di Daenerys e Tyrion e banchetti e cerimonie furono ancora una volta aperti a tutti i sudditi di Approdo del Re perché potessero partecipare alla gioia dei loro nuovi sovrani.

Una settimana dopo, Theon e Ramsay si trovavano su una delle navi che la Regina stessa aveva messo a loro disposizione per raggiungere le Isole di Ferro. Si erano goduti le celebrazioni e i banchetti e finalmente era ora di tornare a casa, dove Theon sarebbe diventato Primo Consigliere della sorella, la Regina Yara. Theon era quasi incredulo pensando a ciò che lo aspettava e al fatto che tutti i suoi desideri stavano per realizzarsi: se qualcuno glielo avesse detto solo un paio di anni prima lo avrebbe preso per pazzo e adesso, invece, era tutto vero.

Ovviamente anche Ramsay era al settimo cielo, e anche lui doveva spiegare al suo neurone che era la realtà, non un’allucinazione, che alla fine Theon aveva veramente mantenuto le sue promesse e lo avrebbe portato con sé a Pyke, come suo compagno! Sembrava tutto perfetto, ma… beh, c’era ancora una piccolissima cosa di cui il giovane Bolton voleva parlare a Theon.

“Senti, Theon, io ti voglio ringraziare per aver mantenuto la tua promessa, lo sai che tante volte non ci ho creduto e adesso sono… sono felicissimo di venire a vivere con te a Pyke” gli disse, “ma… ecco, senti, credi che potresti convincere Yara a modificare un po’ il vostro castello, abbattere quegli orribili ponti sospesi e farne costruire di normali, in mattoni e magari anche coperti con un loggiato?”

Theon guardò incredulo il suo compagno, poi scoppiò a ridere e poi… e poi se lo portò nella prima cabina disponibile per baciarlo, stringerlo e farlo stare zitto come sapeva fare lui! Alla fine Ramsay era sempre Ramsay, ma Theon si sentiva bene con lui e doveva ammettere che la sua vita era cambiata in meglio proprio perché aveva conosciuto quel ragazzotto buffo, pazzoide e dissociato da qualsiasi struttura di pensiero razionale. Era folle, probabilmente erano folli entrambi, ma si erano innamorati e avevano cambiato le loro vite per amore.

E, in fondo, era solo questo che contava, no?

 

FINE

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4030881