L'Eredità di Serpeverde

di Lyris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Ragazzo Serpeverde | Primi incontri ***
Capitolo 2: *** Il Ragazzo Serpeverde | Reclami ***
Capitolo 3: *** Il Ragazzo Serpeverde | Figlio di Mangiamorte ***
Capitolo 4: *** Il Ragazzo Serpeverde | Malintesi ***



Capitolo 1
*** Il Ragazzo Serpeverde | Primi incontri ***


CAPITOLO 1 Il Ragazzo Serpeverde | Primi incontri

 

Scorpius fa una brutta figura sul treno per Hogwarts. Il Cappello Parlante serba alcune sorprese. Albus ignora tutti. Heather minaccia i suoi compagni di Casa. 

 

La stazione di King’s Cross brulicava di persone quella mattina di primo settembre, e un via vai di maghi, streghe e carrelli riempiva la banchina del treno per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Scorpius Malfoy era in piedi davanti ai suoi genitori, sforzandosi di restare dritto con la schiena e di non dondolare sui talloni per il nervosismo. Le valigie erano già state caricate sul treno, il suo posto in cabina già occupato e ora mancavano soltanto i saluti finali, prima della partenza. Scorpius sentiva un nodo allo stomaco all’idea di partire, ma non voleva darlo a vedere a nessuno. Sua madre, Astoria Greengrass, sorrise e lo abbracciò stretto. 

“Il mio piccolo principe”, disse fiera. Scorpius sbuffò nell’abbraccio, arrossendo. 

“Non mi chiamare così”, sussurrò. “È imbarazzante”.

Astoria sciolse l’abbraccio, ma non smise di sorridere. Era splendida nel suo completo color malva, e i lunghi capelli scuri scendevano lucenti sulle spalle in onde morbide. Gli occhi marroni le brillavano. Ogni tanto Scorpius pensava che gli sarebbe piaciuto avere quel colore caldo invece che gli occhi freddi e grigi del padre. Accanto a lei, Draco Malfoy si schiarì la voce. Rigidamente, posò la mano sulla spalla di Scorpius, poi si schiarì di nuovo la voce. 

“Mi raccomando”, disse. Strinse appena la presa per qualche istante, ritirò la mano e la lasciò cadere sul fianco. Padre e figlio rimasero qualche momento a osservarsi, poi l’attenzione di Draco non fu attirata da qualcosa dietro le spalle del giovane Malfoy. Scorpius si voltò, seguendo il suo sguardo, e vide una famiglia poco distante che si lasciava andare agli ultimi saluti. Guardando più attentamente, tra quelle figure riconobbe l’uomo che tante volte aveva visto sui giornali, celebrato con foto in prima pagina e con il nome di Salvatore del Mondo Magico: Harry Potter in carne ed ossa era solo a qualche metro di distanza da loro. E il Salvatore del Mondo Magico guardò nella loro direzione, facendo un cenno del capo in segno di saluto. Scorpius distolse velocemente lo sguardo, imbarazzato.  

“Se hai problemi, puoi chiedere aiuto a Heather”, disse Astoria con dolcezza. “Non è stata nominata prefetto quest’anno?”. 

“È prefetto di Serpeverde”, rimarcò Scorpius.

“Potrai chiedere aiuto a lei, se avrai bisogno. Suo padre è sempre stato un ottimo amico per papà”, continuò Astoria. Non ti dirà di no”. Scorpius avrebbe voluto ribadire che per chiederle aiuto sarebbe dovuto finire nella Casa di Serpeverde, cosa che Scorpius non trovava affatto scontata come facevano i suoi genitori, ma si limitò ad annuire. Astoria gli regalò un altro sorriso e Scorpius si sentì, suo malgrado, un po' rassicurato.

“Qualsiasi cosa accada siamo fieri di te, tesoro”, disse. 

“Esatto”, fece eco Draco. Scorpius finse di non aver visto la piccola gomitata che Astoria aveva dato al marito.

“Ricorda di fare qualche passeggiata all’aperto, non rinchiuderti in dormitorio. E mi raccomando, parla con i tuoi compagni di Casa, fai amicizia e non passare tutto il tempo a studiare. E scrivici, quando ti sei sistemato. Prenditi cura di Penny”, continuò la madre. “Sai che ha bisogno di essere coccolata”.

Scorpius annuì, borbottando un “va bene”. Il fischio del treno lo salvò da altre raccomandazioni e, Merlino non volesse, altri abbracci nel bel mezzo della stazione affollata. Era pur sempre un Malfoy, e per quel che ne sapeva i Malfoy non avevano bisogno di una serie di consigli e dimostrazioni pubbliche di affetto. Nonostante questo, Astoria lo strinse di nuovo a sé in un rapido abbraccio, poi lo lasciò andare.

“Ciao mamma, ciao papà”, li salutò Scorpius. Fece per voltarsi e correre sul treno, ma indugiò un momento nel guardare suo padre. Draco annuì e finalmente Scorpius si mosse verso la sua carrozza. Per la prima volta nella sua vita, Scorpius Malfoy era lontano dai suoi genitori.

***

Il treno era già partito quando aveva trovato la sua cabina. Era vuota, ed entrando aveva dato una veloce occhiata a Penny, che in risposta aveva sbattuto le ali nella gabbia. Aveva chiuso la porta dietro di sé, preso il libro che aveva lasciato sul sedile e si era accomodato. Si era già cambiato, indossando la sua divisa nuova di zecca, così lo avrebbero trovato pronto in qualsiasi momento. Avrebbe dovuto cercare Heather, ma probabilmente si trovava nello scompartimento dei prefetti e lui non voleva girare tra i corridori del treno. Sapeva che avrebbe comunque avuto occasione di incontrarla più tardi, anche se non ci teneva particolarmente. Nonostante i suoi quindici anni, Heather Zabini era piuttosto alta e incuteva un po’ di timore con la sua aria sempre irritata. Sembrava volere che tutti le stessero lontani il più possibile, e Scorpius non ci teneva particolarmente ad andare contro i suoi desideri.

Era a metà di Alla Ricerca del Ricciocorno Schiattoso: Quando l’Importante è il Viaggio e non la Meta, quando sentì una voce dal corridoio gridare qualcosa. Ci fu un po’ di trambusto, poi qualche imprecazione e ancora trambusto. Un paio di ragazzi più grandi si erano affacciati prima, ma se ne erano andati non appena avevano visto Scorpius nella cabina. Scorpius mise via il libro e si avvicinò alla porta scorrevole che dava sul corridoio, aprendola a metà per sbirciare fuori.

Un ragazzo correva qua e là per il corridoio, chinato verso il pavimento. Ogni tanto si lanciava in avanti con le braccia, nel tentativo di afferrare qualcosa da terra, ma puntualmente sembrava sfuggirgli. Poi d’un tratto si fermò a guardarsi intorno. La sua preda doveva essere scomparsa. Scorpius si sporse incuriosito, ma non vide nulla. Pensò di tornare dentro la cabina, ma il ragazzo sembrò notarlo proprio in quel momento. Si raddrizzò e si rivolse a lui.

“Per caso hai visto dove è andata la mia iguana?”, chiese con un po’ di fiatone. Scorpus scosse la testa.

“No, mi dispiace”

“Maledizione. Non la vedo più”, disse il ragazzino, guardando in giro per il corridoio. “Era nella gabbia, ma James l’ha aperta e l’ha fatta scappare. Lo odio quando fa così”. Scorpius non aveva idea di cosa stesse parlando, quindi rimase in silenzio. L’altro studente sembrava avere all’incirca la sua età, anche se era leggermente più basso, e i suoi capelli scuri erano tutti arruffati.

“In realtà volevo una salamandra, ma mamma dice che è troppo complicata da gestire. Papà voleva regalarmi una civetta, ma le iguane sono più forti”, continuò il ragazzo distrattamente. Scorpius seguì il suo sguardo, ma non vide nulla di particolare. Voleva tornare dentro la cabina ma gli sembrava un gesto scortese, e lui era un Malfoy, e i Malfoy sono ben educati, così uscì in corridoio. Il ragazzo sembrò arrendersi momentaneamente, e tornò a guardare Scorpius. Aveva un volto stranamente familiare, con i suoi occhi verde chiaro.

“Comunque, come ti chiami?”, chiese.

“Scorpius”, rispose Scorpius dopo un momento di esitazione.

“Io sono…”, iniziò a dire il ragazzo. Ma si bloccò d’improvviso, attirato da qualcosa vicino ai piedi di Scorpius. “Yoda!”.

Scorpius pensò che fosse uno strano nome per un mago, poi vide il ragazzo precipitarsi verso di lui e guardò a terra. Quella che a prima vista poteva sembrare una lucertola verde, era in realtà una piccola iguana che stava zampettando nella sua direzione. D’istinto, Scorpius si chinò per catturarla, ma si abbassò nello stesso momento in cui sopraggiungeva l’altro studente. Quando le loro teste cozzarono l’una con l’altra fecero un rumore sordo, e Scorpius si ritrovò a terra a massaggiarsi la fronte insieme all’altro ragazzo. 

“Ma si può sapere cosa stai combinando?”, esclamò una voce. Una ragazza dai capelli ramati troneggiava su loro due, con le mani sui fianchi, la sua attenzione rivolta verso il ragazzo che era finito poco distante.

“Stavo cercando Yoda”

“Seduto a terra?”

“Sono caduto”, si difese lo studente. La ragazza alzò un sopracciglio e solo allora sembrò accorgersi di Scorpius. Da scocciata, la sua espressione divenne fredda.

“Ah, ecco. Posso immaginare cosa sia successo”, sibilò. Scorpius capì che doveva avercela con lui, ma non ne capiva il motivo. La ragazza distolse lo sguardo e si chinò ad aiutare l’amico ad alzarsi. Scorpius incespicò mentre si rimetteva in piedi. 

“Forza, andiamo via”

“Aspetta, devo prendere Yoda”

“Sei senza speranza”, si lamentò la ragazza, dopodiché si chinò un’altra volta verso l’iguana, che in tutto quel tempo era rimasta immobile, e Yoda, l’iguana, salì ubbidiente sulla sua mano, arrampicandosi sul braccio fino alla spalla. 

“Mi devi dire come fai, non capisco perché con me non fa così”, disse il ragazzo. L’amica gli rispose con un “Perché sei scemo”, ma stava guardando Scorpius mentre lo diceva. E lo stava guardando molto, molto male. 

“E tu non provare a colpire più mio cugino!”, lo minacciò, il dito puntato verso di lui. “Solo io posso picchiarlo”. Il cugino in questione esclamò un “Ehi!” di protesta. 

Scorpius aprì la bocca per difendersi.

“Ma veramente…”

“Lo so chi sei, Scorpius Malfoy. I nostri genitori ci hanno parlato di tuo padre”, lo interruppe la ragazza. “Non vedevi l’ora di dare fastidio, vero?”

“In realtà…”, cominciò il cugino. Ma lei lo ignorò e lo prese per il braccio, trascinandolo via. 

“Albus, andiamo, forza”, incitò mentre lo portava verso l’altra carrozza. Il ragazzo protestò, ma venne zittito, e fece in tempo a gettare un’ultima occhiata a Scorpius da sopra la spalla prima di sparire dietro la porta. Scorpius ebbe un improvviso flash nella sua mente. Gli sembrava familiare quel ragazzo perché non era niente di meno che il figlio del Salvatore del Mondo Magico. Appariva raramente sul giornale, in genere le foto erano per lo più concentrate più su Harry Potter, che teneva alla privacy della sua famiglia, ma la somiglianza con il padre era piuttosto evidente. Non erano nemmeno arrivati ad Hogwarts e lui aveva già colpito il figlio del più grande mago dell’ultimo ventennio, membro del cosiddetto Golden Trio, eroe della Seconda Guerra Magica e Capo dell’Ufficio Auror. Grandioso. 

“Cosa ci fai qui? Perché non sei in cabina?”, chiese una voce dietro di lui. Scorpius la riconobbe, e dentro di lui emise un sospiro di rassegnazione. Si voltò verso la ragazza che lo fissava un po’ annoiata e un po’ scocciata, come se la sua sola esistenza fosse un fastidio sgradito. La spilla verde e argentata da prefetto risaltava sulla divisa nera. 

“Ciao Heather”, la salutò. “Stavo tornando dentro”. Heather lo scrutò dall’alto in basso, attenta che la sua divisa fosse in ordine. 

“Fila via. Devo fare il giro di controllo”, e lo cacciò con un gesto della mano. Scorpius non se lo fece ripetere due volte. Si infilò nella sua cabina e si sedette. Il libro che stava leggendo prima era abbandonato sul sedile vicino a lui, ma la voglia di continuare la lettura gli era passata. Appoggiò la testa, che ancora gli doleva, sul finestrino. Il paesaggio scorreva veloce e i colori della campagna si fondevano gli uni negli altri. Quando la Signora del Carrello passò nel corridoio, la fermò per comprare alcune Api Frizzole. Era buone, come sempre, ma Scorpius aveva la sensazione che avrebbero avuto un sapore migliore se mangiate in compagnia di qualcuno. Per la prima volta nella sua vita, Scorpius rimpianse di non avere i genitori con lui. 

***

La Sala Grande era, come prometteva il nome, grande. Dopo aver attraversato il lago con le barche - Scorpius era finito insieme a tre ragazzini che non avevano fatto altro che additarlo e sussurrare tra loro - erano stati accolti all’ingresso dalla professoressa Modesty. Era una donnina un po’ in carne, di bassa statura, e il suo viso a forma di cuore esprimeva affetto da ogni poro. I capelli vaporosi a caschetto le davano un’aria sbarazzina e non sembrava dimostrare più dell’età dei genitori di Scorpius. Aveva dato il benvenuto ai primini e poi aveva spiegato la divisione in Case e la gara annuale tra di esse. Scorpius sapeva che i Serpeverde non vincevano la Coppa delle Case da quasi trent’anni. I suoi cugini se ne erano sempre lamentati mentre frequentavano Hogwarts, ma non si erano mai particolarmente prodigati per ottenerla. A detta di molti, sarebbe stato uno sforzo inutile. A nessuno piaceva davvero l’idea di far vincere la Casa che aveva ospitato i più grandi maghi oscuri di tutti i tempi.

Scorpius guardò meravigliato il soffitto della Sala. Ne aveva sentito parlare al riguardo, ne aveva letto e aveva anche visto qualche foto, ma vederlo dal vivo era tutt’altra cosa. La volta stellata del soffitto sembrava catapultare la Sala sotto il cielo aperto della campagna. Sotto di essa, i quattro tavoli delle Case brulicavano di studenti e tra loro i fantasmi galleggiavano da una parte all’altra per scambiare una parola o due con i ragazzi. Scorpius riconobbe, dai racconti di sua madre, il Barone Sanguinario al Tavolo Serpeverde. Era piuttosto inquietante, con i suoi abiti imbrattati di sangue, anche se secondo Astoria non bisognava averne paura. Scorpius decise che avrebbe preferito comunque non averci nulla a che fare.

La professoressa Modesty condusse i primini in fondo alla Sala, dove si trovava il Tavolo dei professori. Tra questi, Scorpius individuò la preside, la professoressa McGranitt, e un altro eroe di guerra. Neville Paciock conquistava raramente spazio sulla Gazzetta del Profeta, ma talvolta scriveva articoli per la rubrica dedicata all’ambiente. Scorpius non leggeva molto il giornale, ma gli piaceva quella sezione. Suo padre, invece, lo leggeva spesso. Talvolta si sedeva con la Gazzetta davanti al caminetto accesso, e allora Scorpius si univa a lui con un libro e restavano così, in silenzio, per un paio d’ore. Era il loro modo di parlare.  

La professoressa Modesty nel frattempo aveva posizionato un grosso cappello a punta su uno sgabello, di fronte a loro. Tra i primini, era facile riconoscere coloro che provenivano da famiglie Babbane. Lo stupore e la meraviglia sui loro volti era palese, così come la loro preoccupazione. Alcuni di loro sobbalzarono quando il Cappello cominciò a cantare. Scorpius avrebbe voluto prestare attenzione, ma tutto intorno a lui sembrava ovattato. Tentò di regolare il respiro, che d’improvviso si era fatto pesante. Era arrivato il momento dello Smistamento. Tutta la sua famiglia era stata nella Casa di Serpeverde, ma il timore di finire da qualche altra parte lo soffocava. Cercò con lo sguardo Heather, ma quando la trovò lei stava guardando da un’altra parte. Scorpius prese un respiro profondo e si costrinse a rimanere tranquillo. Accanto a lui, gli altri studenti del primo anno sussurravano tra loro con eccitazione.

“Spero di finire in Grifondoro! Sono tutti grandiosi!”

“Vorrei essere un Corvonero"

“E passare sette anni con dei secchioni? No grazie”

“Guarda che non sono solo questo!”

“A me va bene tutte tranne Serpeverde”

La professoressa Modesty tirò chissà da dove un rotolo di pergamena e poi parlò con voce cristallina e piena di calore: “Cari studenti, ora chiamerò ognuno di voi per la Cerimonia dello Smistamento. Quando dirò il vostro nome, venite qui e indossate il Cappello”. Sorrise con dolcezza e iniziò l’appello. La prima studentessa venne smistata in Tassorosso e un applauso si levò dal suo tavolo. Scorpius studiò gli altri primini che attendevano insieme a lui. Vide Albus, poco distante, che parlava a bassa voce con la ragazza dai capelli rossi che era sul treno con lui. Aveva l’aria preoccupata, ma la cugina scuoteva la testa e sorrideva. 

“Craig Bowker Junior”. Un ragazzo piuttosto basso prese posto sullo sgabello e mise il Cappello. 

“SERPEVERDE”. Il primo ragazzo smistato nella Casa di Salazar ricevette un forte applauso e si andò a sedere con gli altri studenti.

“Polly Chapman”. Una ragazzina dalla carnagione scura e i capelli ricci legati in due alti chignon si fece avanti e prese posto sullo sgabello. Era la stessa che si era seduta in barca con Scorpius, e che lo aveva deriso durante il viaggio. Appena il cappello le sfiorò il capo, quello esclamò a gran voce: “GRIFONDORO”. Dal tavolo rosso e oro si levarono applausi e grida, che accolsero la giovane nuova arrivata. 

“Yann Fredericks”

“GRIFONDORO”

“Karl Jenkins”

“TASSOROSSO”

Lo Smistamento procedeva senza intoppi. Scorpius sentiva la tensione salire mano mano che gli altri studenti venivano chiamati. Non gli piaceva stare al centro dell’attenzione. Fortunatamente, le persone sembravano più concentrate a guardare il figlio di Harry Potter, che Scorpius. Almeno fino a quando la professoressa Modesty non chiamò il suo nome. 

“Scorpius Hyperion Malfoy”. Un basso mormorio si diffuse nella sala, anche se si captavano qua e là parole come “Malfoy” e “Mangiamorte”. Scorpius lisciò la sua veste per nascondere il tremito delle mani, poi si incamminò verso lo sgabello, ricordandosi di tenere la schiena dritta e il mento alto. Un Malfoy mantiene sempre la sua dignità, anche nelle situazioni più avverse. Si sedette sullo sgabello e indossò il Cappello. D’improvviso, la Sala Grande e tutti gli studenti e professori scomparvero. Non si udiva più il chiacchiericcio e tutto era silenzioso. Scorpius attese.

“Guarda, guarda. Che testolina interessante!”, esclamò una vocina. Doveva essere quella del Cappello. “Sei uno a cui piace molto leggere e studiare, non è vero?”.

Scorpius non sapeva se doveva rispondere, quindi rimase in silenzio.

“E anche taciturno”, continuò il Cappello. “I taciturni sono sempre grandi osservatori e pensatori. Potresti essere un ottimo Corvonero, sai?”

Scorpius deglutì. Forse, a una parte di lui, nascosta molto in fondo alla sua coscienza, non gli sarebbe dispiaciuto finire in quella Casa, ma temeva di deludere i suoi genitori.

“Oh, capisco come ti senti, ma non devi vivere la tua vita in base a quello che loro vogliono. Le tue scelte appartengono soltanto a te”, disse il Cappello. A quanto pare leggeva nella mente, Scorpius non ne aveva idea. Grandioso.

“Hai una mente brillante, giovanotto”, continuò il Cappello. “E molte cose ti aspettano in futuro. Se saprai compiere le scelte giuste, avrai un avvenire luminoso”.

“E quali… quali sono le scelte giuste?”, chiese timidamente Scorpius. 

“E io cosa ne posso sapere? Ma posso darti un consiglio: ascolta il tuo cuore, oltre che la tua mente. Detto questo, SERPEVERDE!”. 

Scorpius sospirò di sollievo. Si levò il Cappello e il mondo tornò a esistere. Un applauso si era levato dal tavolo verde e argento. Scorpius lo raggiunse e si sedette nel posto dedicato agli studenti del primo anno, dove riconobbe il ragazzo di nome Craig. Poco più in là Heather gli fece un brusco cenno del capo, che sembrava voler dire “è andata bene, ma non credere di aver fatto qualcosa di speciale”

Scorpius si concentrò sullo Smistamento. Toccò ad altri tre studenti, smistati in Corvonero, Tassorosso e di nuovo Corvonero. Poi la professoressa Modesty chiamò un nome, che calamitò l’attenzione di tutti i presenti.

“Albus Severus Potter”. Un altro mormorio si diffuse tra gli studenti, ma stavolta le persone sorridevano, e sembrò partire un piccolo applauso dal tavolo Grifondoro. Albus si fece avanti verso lo sgabello, dopo aver sorriso alla cugina, e si sedette mettendosi il Cappello. Passò qualche momento, poi il Cappello tuonò. 

“SERPEVERDE”. 

Un silenzio assordante calò tra i tavoli. Lo sconcerto regnava sui volti degli studenti. Albus si tolse il cappello e si alzò lentamente. Era pallido, in volto, come se non potesse credere a ciò che aveva sentito. Confuso e scioccato, si guardò intorno, e poi lentamente si diresse al tavolo Serpeverde. Non appena fu abbastanza vicino e lo stupore generale fu esaurito, un applauso incerto si levò dal tavolo Serpeverde. La stasi sembrò interrompersi, e la Sala piombò nel caos. Tutti gli studenti parlavano tra loro, tra chi commentava stupito e chi invece si vantava di aver già previsto tutto. 

“Serpeverde! Un Potter in Serpeverde!”

“Non certo come il padre”

“Com’è che si dice, la serpe in seno alla famiglia?”

“Zitta, Clara! Ti può sentire!”

“Il figlio del Salvatore in quella Casa, non sarà un errore?”

“Poverino”

La professoressa Modesty stava tentando inutilmente di riportare il silenzio, quando la preside McGranitt si alzò in piedi. La confusione svanì di colpo. Lo sguardo severo della preside passò in rassegna tutti i tavoli, e Scorpius si sentì incredibilmente piccolo.

“Prego, professoressa Modesty, continui”, disse la preside, mettendosi nuovamente a tavola. La professoressa si schiarì la voce e riprese l’appello, ma ormai l’attenzione di tutti gli studenti era da un’altra parte. Tra i tavoli, si vedevano i ragazzi parlottare a bassa voce tra loro e, di tanto in tanto, lanciare occhiate al tavolo dove sedeva Albus.

La professoressa Modesty, nel frattempo, stava continuando l’appello. A intervalli regolari, mano mano che venivano smistati i diversi studenti, si udivano gli applausi delle Case. Rispetto a Scorpius, Albus era seduto qualche posto più in là. Aveva la testa china verso il tavolo e le spalle ricurve. Doveva essere strano per lui trovarsi lì, pensò Scorpius. Non era raro finire in una Casa diversa rispetto a quella dei propri genitori, ma era difficile che accadesse all’interno di generazioni che finivano sempre nello stesso dormitorio. Scorpius immaginò la faccia che avrebbe fatto suo padre se fosse finito in Corvonero o, peggio, Grifondoro. Forse non si sarebbe arrabbiato, ma sicuramente non sarebbe stato contento. A suo nonno Lucius sarebbe venuto direttamente un infarto. E se fosse morto sua nonna Narcissa lo avrebbe odiato, e lo avrebbe odiato anche suo padre, e poi sua madre, perché Astoria odiava tutte le persone che facevano del male a suo marito. Non avrebbe avuto più una famiglia e sarebbe stato solo uno stupido ragazzino Grifondoro. 

Un gruppetto di studenti intanto si era avvicinato ad Albus, per parlargli, ma lui non gli dava retta. Continuava a fissare imperterrito il tavolo, come se fosse la fonte di tutti i problemi dell’universo. 

“Rose Weasley”. L’attenzione di Albus venne catturata da quel nome, così Scorpius tornò a concentrarsi sullo Smistamento. Riconobbe la cugina di Albus. Era molto carina, la pelle chiara del viso era costellata di lentiggini, e i capelli lunghi le incorniciavano un volto dai tratti delicati. Si sedette sullo sgabello e indossò il Cappello, che dopo poco esclamò: “GRIFONDORO”. Rose si liberò del Cappello e si precipitò al suo tavolo. Una ragazza bionda del settimo anno si avvicinò a lei e la abbracciò. Poco dopo, due studenti del terzo anno si unirono ai festeggiamenti, trascinando Rose in un abbraccio di gruppo. Quando il ragazzo più alto si scostò, Scorpius lo riconobbe. Era figlio maggiore di Harry Potter, quindi il fratello di Albus. James, se non ricordava male. Lo stesso James che aveva liberato l’iguana Yoda sul treno, immaginò Scorpius. 

Albus aveva guardato tutta la scena. Rose si girò verso il tavolo Serpeverde e sembrò cercare Albus con lo sguardo. Non appena gli sguardi dei cugini si incrociarono, Albus distolse il suo. Si ritrovò così a sorprendere Scorpius che lo stava osservando. 

“Che ti guardi”, sillabò muto nella sua direzione. Scorpius chinò la testa, le orecchie gli bruciavano di imbarazzo. Non era carino mettersi a fissare la gente. Si accorse che lo Smistamento era finito solo quando sentì le voci acquietarsi. Sollevò lo sguardo e vide che la preside McGranitt si era alzata dal Tavolo dei professori. 

“Vi dò il benvenuto a Hogwarts”, disse. “Prima di cena, vorrei dare qualche avviso. Ricordo a tutti che l’accesso alla Foresta Proibita è vietato. I duelli e le risse verranno severamente puniti e qualsiasi forma di discriminazione non sarà tollerata. Agli studenti dello Scambio, per qualsiasi problema potete rivolgervi al tutor che vi è stato assegnato o al professore della vostra Casa temporanea. In ogni caso, sappiate che la porta del mio ufficio è sempre aperta”. La McGranitt fece una piccola pausa, un guizzo di eccitazione attraversò i suoi occhi, ma Scorpius pensò di esserselo solo immaginato. “Per quanto riguarda le prove per entrare nelle squadre di Quidditch, queste si terranno la prossima settimana. Chiunque fosse interessato contatti Madama Bumb. E ora, buon appetito!”

Scorpius vide la tavolata davanti a lui riempirsi di ogni tipo di piatto. L’arrosto aveva un aspetto delizioso e quando lo assaggiò gli ricordò quello che mangiava a casa. La nostalgia lo assalì feroce e gli chiuse lo stomaco, perciò si limitò a rigirare il cibo nel piatto.

Intanto, intorno a lui, gli altri ragazzi chiacchieravano del più e del meno.

“Si, beh, mamma in realtà voleva che frequentassi la Mahoutokoro, visto che lei si è diplomata lì, ma era troppo lontana da casa”, stava dicendo Craig. Scorpius aveva sentito parlare di quella Scuola. Si trovava in Giappone, ma ospitava tutti gli studenti dei Paesi vicini. Era un’ottima scuola, anche se molto rigida. Non era così raro che alcuni genitori premessero per altre scuole. La Guerra era finita da vent’anni, ma per alcuni i ricordi erano ombre indelebili e Hogwarts era luogo di troppe tragedie. Anche suo padre, una volta a cena, aveva accennato alla possibilità per Scorpius di studiare a Durmstrang. Sigurd Nott, il figlio di un suo vecchio compagno di Casa, studiava lì e sembrava trovarsi bene. Astoria lo aveva guardato e aveva detto fermamente di no. Draco aveva lasciato cadere la discussione, e non ne aveva più fatto parola. 

“Non ne ho mai sentito parlare di questa Mauotodoro!”, esclamò una ragazza. “Ma in realtà non avevo mai sentito parlare nemmeno di Hogwarts”.

“Anche mia mamma non ne sapeva nulla di Hogwarts. Lei è una Babbana. Quando è arrivata la lettera era tutta sconvolta. Pensava che papà si fosse inventato tutto e fosse solo un tipo strano”.

“I miei genitori dicono che Hogwarts è la migliore. Anche loro sono stati qui”.

Scorpius tornò ad osservare con la coda dell’occhio Albus, che si era seduto qualche posto più in là. Spiluccava il cibo nel suo piatto, continuando a ignorare gli altri studenti.

“Siamo davvero felici che tu sia un Serpeverde”, disse uno di quelli. 

“Potremmo diventare amici di un Potter!”, fece un altro.

“Mio padre ha una villa in Toscana, sono sicura che sarebbe felice di ospitare la tua famiglia”

“Non mi stupisco che tu sia finito nella nostra Casa. Dopotutto Serpeverde è grandezza, e Harry Potter è un grandissimo mago!”.

A quelle parole, Albus strinse le labbra e alzò di scatto la testa.

“Non parlate di mio padre!”, disse secco. Gli altri ragazzi si zittirono e tornarono al proprio posto piuttosto scontenti. 

“Cos’è la Toscana?”

“È una regione in Italia, come fai a non saperlo? Cosa sei, stupida?”

“No, sono una strega”

Scorpius avrebbe voluto dire qualcosa ad Albus, non sapeva bene cosa, ma il ragazzo era troppo lontano e non sembrava voler fare conversazione. Quindi si limitò ad ascoltare i discorsi dei suoi compagni di Casa, mentre sbocconcellava la cena. 

“Tu invece?”. Scorpius alzò lo sguardo verso la ragazza che non sapeva dell’esistenza di Hogwarts. Amira, se non ricordava male il nome chiamato durante lo Smistamento. Doveva essere una Nata Babbana. La domanda che aveva appena posto era rivolta a lui e Scorpius si sentì  improvvisamente a disagio sotto quegli occhi che lo guardavano curiosi.

“Ehm, anche i miei genitori hanno frequentato Hogwarts. Erano in Serpeverde”. 

“Oh, che cosa bella! Anche loro sono maghi?” 

“Si”

Una studentessa del secondo anno seduta accanto a lei le sussurrò qualcosa all’orecchio. Lei strabuzzò gli occhi e poi tornò a guardarlo. Stavolta con un po’ di timore.

“Capisco”, e tornò a parlare con gli altri compagni di Casa. Scorpius giocherellò con le patate e, quando vennero serviti i dolci, prese un budino alla crema. Almeno aveva il cibo a fargli da compagnia.

***

Dopo cena, Heather accompagnò tutti i primini nei sotterranei. Evidentemente lo considerava un compito estremamente ingrato, perché non faceva altro che ordinare loro di sbrigarsi. Si fermarono davanti a un muro di pietra con il fiato corto. Heather era invece in perfette condizioni, come al solito.

“La parola d’ordine cambia ogni due settimane. Non provate a dirla a nessuno, nemmeno ai vostri amici o parenti, non voglio nessun ragazzino in più tra i piedi”, disse secca. “Per adesso è Aquila Nobile. Ricordatevela, non chiedetemi di ripeterla una seconda volta”.

Gli studenti annuirono, un po’ intimoriti, un po’ eccitati. Il passaggio si aprì davanti a loro e Heather li cacciò dentro sbrigativa. La sala comune era illuminata dai lampadari e dal grande caminetto sull’altro lato della stanza. I divani e le poltrone nere, sparse in giro, avevano l’aria comoda. Il pavimento, invece, era rivestito di un morbido tappeto verde. Ma ciò che colpì Scorpius furono le finestre. Le ampie vetrate davano sul lago e si aveva l’impressione di essere in un acquario. Scorpius vide un branco di pesci luminescenti passare davanti alla finestra e poi scomparire nel buio degli abissi. Era meraviglioso. 

“Quelli sono i dormitori maschili. Questi invece quelli femminili”, snocciolò rapida Heather, mentre indicava prima una e poi l’altra direzione. Quindi assottigliò lo sguardo. “Per i maschietti che vogliono fare gli avventurosi, provate ad andare qua e potrete dire addio ai vostri gioielli. Non si scherza con le ragazze Serpeverde”.

“Ora fate quello che volete, non è un mio problema. Chiamatemi soltanto se qualcuno di voi sta per morire. Se invece è già morto, non fatemi perdere tempo”, concluse. Dopodiché uscì in corridoio e scomparve. I primini rimasero per qualche istante imbambolati nella sala. Poi, tutti insieme, cominciarono a muoversi chi in una direzione chi nell’altra, ammirando entusiasti le decorazioni, ed esplorando la sala comune. Scorpius vide Albus salire velocemente le scale per il dormitorio, senza prestare attenzione a nessuno. Sembrava triste e arrabbiato, ma Scorpius capiva quando qualcuno non aveva voglia di compagnia. Passato lo stupore per l’ambiente, la stanchezza cominciò a farsi sentire in tutto il gruppo. Gli altri ragazzi salirono verso le stanze e Scorpius si unì a loro. Craig sbadigliava vistosamente, mentre William, il primino Mezzosangue, non riusciva a smettere di sorridere. Quando aprirono la porta, uno dei quattro letti a baldacchino aveva le tende chiuse. Scorpius si sistemò in quello accanto, assegnato a lui. Rispose al “buonanotte” biascicato di Craig e a quello vivace di William, e si preparò a dormire. Nel buio si sentiva il rumore rilassante dell’acqua. Scorpius si lasciò cullare dal suono fino a quando non si addormentò.


NOTE 
Ciao a tutti! Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, perché sarà il primo di molti. La storia coprirà tutti e sette gli anni di Hogwarts (e forse di più? Chissà!) di Scorpius e Albus, ma non temete, ci sarà una trama ricca di misteri da scoprire e nemici da sconfiggere. Per ora ho stilato la scaletta definitiva dell'arco narrativo che comprende il primo anno di studi, intitolato "Il Ragazzo Serpeverde". Vi avverto già che per qualche capitolo non ci sarà una buona aria tra questi due ragazzi (ops) e anche Scorpius dovrà affrontare parecchie sfighe (doppio ops), ma non disperate, le cose miglioreranno (forse). Aspettatevi molti momenti tragicomici (malintesi, soprattutto), personaggi particolari e professori svogliati. 

Come nella saga originale, mano mano che andremo avanti si affronteranno temi sempre più maturi, quindi quando sarà il caso inserirò eventuali TW (ma per ora non c'è problema). Se vi è piaciuto il capitolo, lasciate una commentino se vi va, che fa sempre tanto piacere, mi rincuora :,) Ci vediamo alla prossima! <333

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Capitolo 2
*** Il Ragazzo Serpeverde | Reclami ***


CAPITOLO 3 Il Ragazzo Serpeverde | Reclami

 

Scorpius scrive una lettera. Albus ha delle lamentele. Il professor Schläger ha di meglio da fare.

 

Le lezioni iniziarono ufficialmente lunedì mattina. Per Scorpius la giornata si prospettò tranquilla almeno fino a quando non scese a fare colazione, il che equivalse a quarantacinque minuti buoni di sano e cieco ottimismo. Sarebbe potuta andare peggio. Si era alzato presto, come era abituato, e si era preparato. Le tende degli altri letti erano ancora chiuse quando era uscito dal dormitorio. Arrivato alla Sala Grande, era stato accolto dalla quieta confusione degli studenti, poco felici di essere stati buttati giù dal letto così presto dopo le vacanze estive, ma che sprigionavano un certo entusiasmo per essere tornati tra le mura di Hogwarts ed essersi ricongiunti con i propri amici. Scorpius aveva intravisto Heather al tavolo dei Serpeverde ma dalla faccia che aveva non sembrava desiderare compagnia, così aveva scelto di non unirsi a lei per colazione. Aveva raggiunto il suo posto e si era seduto, sentendosi osservato e cogliendo qua e là qualche sussurro indistinto. Un ragazzo Tassorosso tuttavia aveva parlato a voce un po’ troppo alta e Scorpius l’aveva sentito.

“… il figlio del Mangiamorte. Me l’ha detto papà!”. 

Scorpius si grattò il dorso della mano destra, ignorando ciò che aveva sentito. La tavola davanti a lui era imbandita e tutto sembrava squisito, ma non aveva molta fame, così provò ad assaggiare qualche dolce mentre il tavolo iniziava a riempirsi dei suoi compagni. Stava cercando di finire il budino alla crema di limone quando William l’aveva raggiunto. Il ragazzo era entusiasta di poter finalmente usare la bacchetta che aveva acquistato da Olivander, dopo averne provate una ventina e aver rischiato di distruggere metà del negozio. 

“E non vedo l’ora di iniziare Difesa contro le Arti Oscure!”, esclamò alla fine del lunghissimo monologo sulle sue avventure a Diagon Alley, sputacchiando il cibo che stava masticando dappertutto. “Dicono che il professore sia fighissimo!”. William guardò Scorpius, in attesa di una reazione altrettanto piena di allegria ed entusiasmo. Scorpius annuì educatamente. 

“Comunque anche il nostro Capocasa deve essere fighissimo”, continuò William. “Tu sai com’è?”. Scorpius scosse la testa, così William iniziò a tempestare di domande una ragazza del secondo anno seduta accanto a lui. Scorpius distolse l’attenzione dalla scena e vide con la coda dell’occhio Albus entrare nella Sala Grande. Aveva l’aria stanca, di chi non ha dormito molto. Non raggiunse i suoi compagni di Casa, ma andò dritto al tavolo dei Grifondoro per salutare la cugina. Rose lo accolse con un abbraccio e i due iniziarono a parlare. Albus accennò a un sorriso, che si spense quando il fratello lo raggiunse. James rise, indicando il tavolo dei Serpeverde, e Albus rispose irritato, quindi si allontanò dalla Sala Grande. Rose sembrava arrabbiata e Scorpius la vide prendersela con il cugino più grande, il quale scrollò le spalle e tornò dai suoi compagni. Rose guardò verso il tavolo dei Serpeverde, incrociando lo sguardo di Scorpius che, colto in flagrante a osservarla, si concentrò velocemente sulla sua colazione. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, Scorpius sarebbe morto in quell’istante. Non erano iniziate le lezioni e già sentiva di essersi messo nei guai. Grandioso.

***

Scorpius aveva finito di mangiare e aveva salutato William, ma lui non doveva averlo sentito perché non aveva risposto, quindi era rimasto un istante di troppo in piedi indeciso se richiamarlo oppure no e alla fine era sceso nuovamente al dormitorio senza dire nulla, per lavarsi i denti. Il baldacchino di Craig aveva ancora le tende tirate. Si era preso del tempo per mettere a posto il suo spazio - era già tutto in ordine, ma quella piega del lenzuolo era così fastidiosa - e per capire se avesse dovuto svegliare Craig. Si era avvicinato alla tenda e aveva chiamato il suo nome. Nessuna risposta. Forse in realtà era già sceso e aveva semplicemente richiuso le tende. Non trovò il coraggio di aprirle controllare, quindi si diresse verso la prima lezione della giornata: un’ora congiunta di pozioni con i Grifondoro. 

Arrivò per primo davanti alla porta dell’aula, ma per entrare aspettò i suoi compagni. Tra le ragazze Serpeverde del suo anno ne conosceva di vista tre e da quel che ricordava, erano inseparabili. Desdemona Betchley era una ragazzina dai capelli biondi e gli occhi azzurri, tanto bella quanto vanitosa. Sua madre dirigeva una rivista di moda magica e faceva vestire sé stessa e la famiglia dai migliori stilisti in circolazione, senza badare troppo alle spese. Astoria era stata invitata qualche volta a prendere un tè a casa sua, ma dopo una visita non era più tornata. Aveva dato la colpa alla cattiva miscela di tè e ai biscotti troppo zuccherati, ma Scorpius sapeva che era solo una scusa. Olivia e Miranda erano le migliori amiche di Desdemona, e parevano l'una l’opposto dell’altra: la prima di bassa statura e un po’ in carne, i capelli ricci e scuri e lo sguardo vispo; la seconda alta, estremamente magra e terribilmente goffa. Venivano tutte e tre da famiglie purosangue, ma Scorpius non ci aveva mai scambiato più di due o tre parole. Astoria e Draco avevano una cerchia estremamente ristretta di amici ed evitavano i contatti con le altre famiglie purosangue. Quando andavano a trovare i nonni a Villa Malfoy, Lucius non perdeva occasione di lamentarsene. 

L’ultima ragazza Serpeverde si chiamava Amira, la nata babbana che non aveva mai sentito parlare di Hogwarts. Dai discorsi che aveva sentito a cena, i suoi genitori erano originari della Turchia e per un po’ avevano vissuto in Germania, per poi trasferirsi a Londra quando lei aveva compiuto sei anni. Sua nonna pensava che la loro nuova casa in Inghilterra fosse maledetta, quando erano iniziati gli scoppi di magia involontari. Poi era arrivata la lettera per Hogwarts e tutto aveva avuto un senso, anche se la nonna non pareva del tutto convinta. 

“Dice che è tutta colpa di un Jinn,” aveva detto a cena e tutti avevano riso. I Jinn erano creature particolari, ma non si interessavano alle faccende dei maghi, figurarsi a quelle dei babbani. Dal canto suo, Amira era rimasta di sasso a scoprire che i Jinn esistevano davvero.

Scorpius vide arrivare Albus e Rose insieme, seguiti dagli altri Grifondoro. Tra questi, ne riconobbe soltanto due dalla Cerimonia di Smistamento: Polly Chapman, la ragazzina con i due chignon, e Yann Fredericks, un ragazzo un po’ robusto dai capelli biondi. Craig e William ancora non si vedevano, quando tutti furono dentro l’aula. Il professore non perse molto tempo e li fece dividere in coppie, ognuna per banco. Rose trascinò Albus a uno dei tavoli in prima fila, Amira si unì a una ragazza Grifondoro, e Desdemona e Olivia presero posto poco distanti. Miranda, rimasta sola, si guardò intorno e si rassegnò a dover condividere il banco con Scorpius, portandolo a sedere esattamente nell’unico posto che Scorpius stava cercando di evitare, quello dietro il giovane Potter e la Waesley. Rose gli lanciò l’ennesima occhiataccia. Grandioso. 

“Sono il professor Wilhelm Von Schläger”, esordì il professore, scrivendo il suo nome alla lavagna. Si voltò verso la classe. Era alto, slanciato e le sue occhiaie scure risaltavano sul viso pallido. Tutto in lui esprimeva una noia mista alla malinconia, come se trovarsi in una classe di mocciosi fosse qualcosa che avrebbe evitato volentieri se avesse potuto. Il professor Schläger era il loro Capocasa. Heather ne aveva parlato un paio di volte, in quelle cene che sua madre organizzava ogni tanto con la sua famiglia. Si diceva in giro che fosse un vampiro, ma secondo lei era una storia che si erano inventati gli studenti più grandi per spaventare quelli più piccoli. Il professore fece per aggiungere qualcosa, quando la porta dell’aula si aprì di colpo ed entrarono trafelati gli ultimi due Serpeverde mancanti all’appello. 

“Scusi il ritardo, professore. Ci eravamo persi!”, esclamò William, trascinandosi dietro un Craig assonnato. Si fecero strada tra i banchi e occuparono l’unico libero. Il professore si limitò a guardarli disinteressato, poi cominciò a snocciolare qualche spiegazione sul programma che avrebbero svolto quell’anno. Alcuni ascoltavano, altri continuavano a chiacchierare e solo un’altra persona oltre a Scorpius stava prendendo appunti. Appena il professore aveva proferito parola, Rose si era zittita e poi aveva impugnato la penna d’oca, che ora sfrecciava sulla pergamena davanti a lei. Albus, in risposta, aveva sbuffato e si era limitato a scarabocchiare negli angoli del suo libro.

Scorpius si bloccò, sentendosi osservato. Lanciò un’occhiata a Miranda, seduta alla sua sinistra, che voltò velocemente la testa da un’altra parte. Quindi Scorpius riprese a scrivere, più lentamente. Di nuovo, sentì lo sguardo di Miranda su di lui e con la coda dell’occhio la vide sporgersi appena, sopra la sua spalla. Stava sbirciando i suoi appunti. Scorpius fece scivolare lentamente la pergamena verso di lei, in modo tale da poter continuare a scrivere e allo stesso tempo permetterle di vedere cosa stava appuntando. Miranda sorrise contenta e sembrò sul punto di dire qualcosa, poi guardò preoccupata Desdemona, che stava parlottando con Olivia, e si ammutolì. Scorpius sospirò piano. Andava tutto bene. Sarebbe andato tutto bene.

***

Il resto delle lezioni era proseguito in maniera abbastanza tranquilla. Avevano fatto un’ora di Storia della Magia, durante la quale il vecchio professore fantasma aveva iniziato già a spiegare, con grande dispiacere da parte di tutti gli studenti, e dopo pranzo un’ora di Incantesimi. Il professor Vitious aveva subito voluto iniziare a fargli fare un po’ di pratica con la bacchetta. Scorpius aveva visto la sua piuma d’oca sollevarsi di qualche centimetro e aveva accennato un sorriso. Craig aveva sonnecchiato durante tutte le lezioni, svegliato ogni tanto dal chiacchiericcio di William. Albus era rimasto insieme a Rose tutto il tempo, ma aveva iniziato a irritarsi quando aveva visto la piuma della cugina sollevarsi, al contrario della sua. Poi i Serpeverde erano andati a lezione di Difesa contro le Arti Oscure e Scorpius aveva dovuto ammettere che sì, il professore era davvero “fighissimo”. Sembrava una montagna e incuteva un certo timore, misto ad ammirazione. Gli aveva parlato delle lezioni che avrebbero affrontato, quindi aveva raccontato di Uagadou, la scuola di magia dove si era diplomato e che secondo lui offriva una preparazione più variegata, perciò avrebbe cercato di unire i programmi per offrire loro anche un’altra prospettiva sulla sua materia. Tutti avevano lasciato l’aula affascinati, impazienti di iniziare a lavorare, e anche Craig sembrava più attivo del solito. Ora Scorpius si trovava in dormitorio, un piccolo pezzo di pergamena aperto davanti a lui. Aveva promesso ai suoi genitori di mandare loro un messaggio una volta sistemato, perciò in quel momento era in camera per mettere giù due righe e spedirle. 

Tutto bene, le lezioni sono iniziate. Sono stato smistato a Serpeverde. 

Pensò di aggiungere un “mi mancate”, poi rinunciò all’idea. Aveva undici anni, non cinque, e Scorpius Malfoy non era un bambino a cui serviva avere sempre mamma e papà intorno. Piegò la lettera e si diresse verso la voliera, dove lo aspettava Penny. Mentre passava davanti l’ufficio del professor Schläger, nei sotterranei, sentì delle voci provenire dalla stanza. 

“… deve essersi sbagliato!”. 

“Non accetterò di sentire altro. Se non rispetti la tua Casa, imparerai a farlo, signor Potter”. Scorpius sentì sbuffare pesantemente, poi la porta dello studio si aprì e Albus uscì. Il giovane Potter si fermò, sorpreso di vedere Scorpius lì davanti. La sorpresa si trasformò rapidamente in rabbia. 

“Cosa fai? Ora mi spii?”, lo accusò Albus. “Rose ha ragione su di te e su voi Serpeverde”. Non rimase ad ascoltare la risposta: con una smorfia volse le spalle e se ne andò velocemente. Scorpius lo vide svoltare l’angolo del corridoio, verso i dormitori, poi si incamminò per raggiungere la voliera.

Quando arrivò, un gufo reale volò immediatamente verso di lui e gli beccò delicatamente la mano che aveva teso. Scorpius sorrise, prese un paio di bisconsetti che si era infilato in tasca e glieli porse.

“Ciao Penny”, la salutò. Penny, aggrappata al suo braccio, frullò le ali in risposta. Almeno Penny ancora gli voleva bene. Scorpius legò la lettera per i suoi genitori alla zampa e le diede una carezza.

“Portala a mamma e papà, va bene?”. Penny si alzò in volo e Scorpius la seguì con lo sguardo fino a quando non la perse di vista nell’orizzonte. 


NOTE
Povero Scorpius, è uno sfigato. Comunque le cose miglioreranno, state tranquill*. Ci vorrà solo un po' di tempo però. 

 

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Capitolo 3
*** Il Ragazzo Serpeverde | Figlio di Mangiamorte ***


AVVISO: Ho aggiunto alcune scene al capitolo 3, quindi se non hai letto la versione aggiornata ti consiglio di recuperarla!


CAPITOLO 4 Il Ragazzo Serpeverde | Figlio di Mangiamorte

Albus non è bravo a Quidditch. Yann trova un soprannome a Scorpius. 

TW: accenni di bullismo

 

Le prime settimane proseguirono tra lezioni e pasti consumati in solitaria. Per quanto riguardava le prime, Scorpius non aveva trovato difficoltà nel seguirle. Molte erano cose che aveva già affrontato insieme ai tutor privati a casa, ma altre erano nuove ed entusiasmanti. La professoressa Modesty aveva dimostrato di avere polso a dispetto dei suoi modi di fare gentili: aveva avvertito gli studenti della difficoltà della sua materia, Trasfigurazione, e pretendeva da loro impegno e duro lavoro. Non era un caso che fosse la Capocasa dei Tassorosso. Anche Paciock, il professore di Erbologia, nonostante fosse tranquillo era molto serio riguardo le sue lezioni e già due volte aveva svegliato un appisolato Craig con il grido di un’Uncaria Urlatrice. Craig aveva imparato la lezione e non si era più addormentato durante le sue ore. Scorpius, dal canto suo, trovava le sue lezioni quelle più interessanti. 

Per quanto riguardava le ore di pausa in Sala Grande, queste non erano davvero… non erano poi così male. Scorpius era abituato a stare per conto suo, quindi non risentiva particolarmente di quella bolla che si era andata a creare attorno a lui, durante la colazione, il pranzo e occasionalmente la cena. Non era colpa di nessuno. Certo, molti evitavano di rivolgergli la parola e lui si sentiva spesso osservato mentre mangiava, cosa che gli chiudeva lo stomaco, ma non era davvero colpa loro. Si era aspettato qualcosa del genere e suo padre lo aveva avvertito di non darci peso se fosse accaduto. Già dopo qualche giorno, comunque, quella pressione aveva iniziato a diminuire, così Scorpius aveva smesso di preoccuparsi troppo. Avrebbe dovuto solo fare il suo dovere, studiare, senza dare fastidio a nessuno e tutto sarebbe andato per il meglio. 

Anche con i suoi compagni di Casa alla fine andava bene, più o meno. Certo, non aveva fatto granché amicizia, come invece sua madre si augurava nelle lettere che gli inviava. Albus evitava tutti il più possibile per trascorre ogni momento della giornata insieme a Rose e, quando non era con lei, andava a chiudersi nella stanza del dormitorio. William era quello più espansivo dei compagni del suo anno. Ogni tanto lo coinvolgeva in qualche conversazione, ma Scorpius si ritrovava sempre a non sapere cosa dire e quindi si limitava a rispondere a monosillabi. Craig, dal canto suo, quando non era impegnato a schiacciare un pisolino, giocava a scacchi nella sala comune insieme ad Amira. Una volta che la ragazza non era nei paraggi, aveva invitato Scorpius a unirsi a lui. Avevano giocato per circa due ore, fino a quando Craig non aveva fatto scacco matto a Scorpius. Non era stato così male, ma Craig era un tipo taciturno e Scorpius anche, così avevano passato l’intera partita in completo silenzio. Non era stato male, davvero, ma a Scorpius mancava qualcuno con cui… beh, parlare, anche solo per condividere qualche chiacchiera come facevano tutti gli altri studenti. Le ragazze Serpeverde sembravano evitare Scorpius il più possibile e lui, capita l'antifona, si preoccupava di non disturbarle. Più difficile era stare accanto a Miranda durante le lezioni di pozioni. La ragazza doveva aver deciso di non voler avere nessun contatto con lui perché non gli rivolgeva una parola, nemmeno se Scorpius le chiedeva qualcosa. Se proprio era necessario, rispondeva a gesti, altrimenti lo ignorava. Di andare a infastidire Heather, nemmeno a pensarci. A parte il fatto che spariva chissà dove ogni volta che poteva, quei rari momenti in cui la trovava da sola in sala comune aveva sempre lo sguardo di chi avrebbe volentieri ucciso il malcapitato si fosse avvicinato e Scorpius non aveva la minima intenzione di rischiare la sua vita soltanto perché sentiva la mancanza dei genitori. Sarebbe andato tutto bene, doveva soltanto tenere duro e non pensarci troppo. Aveva pur sempre Penny a tenergli compagnia, sarebbe bastato. 

***

Verso metà ottobre, alcune voci avevano iniziato a circolare tra gli studenti. Erano iniziate dopo la prima lezione di volo e si erano diffuse nelle settimane seguenti. Stranamente, l’argomento non era Scorpius figlio-del-Mangiamorte Malfoy, ma Albus forse-poi-così-non-tanto Potter. Durante quella prima lezione, Madama Bumb aveva accolto i primini di Grifondoro e Serpeverde al campo da Quidditch, le scope già messe in fila a terra, e aveva mostrato loro come chiamare a sé. Alcuni erano riusciti al primo o al secondo tentativo, come Scorpius. Rose era stata quella più veloce, tra tutti quanti, e si era guadagnata un sorriso da Madama Bumb. La scopa di Albus, invece, era rimasta a terra.

“Su!”, aveva urlato. La scopa non si era mossa. “Su! Su! SU!”. Niente, non voleva saperne. Madama Bumb gli aveva detto di rimanere a terra con lei, mentre gli altri iniziavano a provare a sollevarsi in aria di un metro e fare dei giri del campo. A fine lezione, Rose l’aveva raggiunto e se n’erano andati insieme. Le lezioni di volo successive non erano andate migliorando per il figlio di Harry Potter. Non riusciva a controllare la scopa né a sollevarsi più in alto di un paio di metri. Si poteva percepire la sua frustrazione crescere ogni giorno di più, fino a quando un giorno non era stato disarcionato dal suo manico di scopa ed era caduto a terra, tra le risatine di alcuni Grifondoro. Rose li aveva fulminati con lo sguardo e loro si erano zittiti. Albus, rosso in viso, era rimasto a osservarli da terra insieme a Madama Bumb e poi, finita lezione, se n'era andato senza aspettare la cugina. Rose l’aveva seguito correndo e, una volta che lei e Madama Bumb furono lontane, i Grifondoro si erano lanciati delle occhiate divertite e avevano cominciato a parlare, formando un gruppetto poco distante dai Serpeverde. 

“Forse non è davvero il figlio di Harry Potter”, stava dicendo Fredericks. Dopo Rose, si era dimostrato il più bravo della classe nel volo. 

“Magari è stato adottato”, aggiunse un ragazzo. Scoppiarono a ridere. Scorpius li guardò male e anche a William sembrò non piacere la piega che la conversazione stava prendendo. Craig nel frattempo si era dileguato per andare a schiacciare un pisolino da qualche parte, mentre le ragazze Serpeverde si erano allontanate per tornare al dormitorio. 

“Harry Potter è entrato nella squadra di Quidditch il suo primo anno! James è entrato l’anno scorso ma è bravissimo anche lui, me l’ha detto mio fratello. Ha fatto un sacco di punti alle partite come Cacciatore”, stava raccontando una ragazza Grifondoro. Chapman annuì.

“Certo che deve essere brutto per lui avere un figlio Serpeverde”, disse. “Insomma, è il Salvatore del Mondo Magico, ma quell’Albus Potter non riesce nemmeno a-”

“Potete smetterla, per favore?”, la interruppe Scorpius. Improvvisamente gli occhi di tutti furono puntati su di lui. Scorpius deglutì. Non aveva riflettuto molto, le parole erano scivolate via prima di rendersene conto, ma le pensava davvero. Voleva che smettessero di parlare in quel modo. 

“Oh, il figlio del Mangiamorte sa parlare allora”, lo rimbeccò Frederick. “Sai, i nostri genitori ci hanno raccontato di voi Malfoy, i pentiti”.

“Avete fatto un sacco di brutte cose durante la guerra ma poi non siete stati puniti, vero?”, aggiunse Chapman.

Scorpius rimase in silenzio. Il dorso della mano destra gli prudeva da morire, ma non voleva mostrare segni di nervosismo davanti a loro. I Malfoy non sono deboli.

“Mamma quasi non voleva farmi venire a Hogwarts perché sapeva che quest’anno ci sarebbe venuto anche lui”, disse una ragazza Grifondoro rivolta ai suoi amici, parlando come se quel lui non fosse presente lì davanti a lei.

“Ci credo. Il papà di Karl lavora al Ministero con suo padre”, rispose Chapman, poi si rivolse direttamente a Scorpius. “Ancora non ci crede che deve stare nello stesso edificio con un assassino”. Scorpius non sapeva chi fosse questo Karl ma decise che non gli piaceva.

“Mio padre non ha mai ucciso nessuno”, ribatté. Era orribile sentir parlare così della sua famiglia. 

“È quello che dicono i figli dei Mangiamorte”, disse Fredericks. “Almeno lo sai che cosa ha fatto la tua famiglia in guerra? Passava il tempo a cercare di uccidere i bambini per Voldermort, lo sanno tutti”

Scorpius sentì il respiro accelerare. Si, sapeva benissimo cosa aveva fatto la sua famiglia durante la guerra. Sapeva tutto. I suoi genitori non gli avevano nascosto nulla. Gliene avevano parlato, un pezzetto per volta, non perché lo considerassero abbastanza grande per capire ma perché non potevano non farlo. Non dopo ciò che era successo a lui e alla loro famiglia. Sua madre aveva la voce ferma, mentre raccontava. Suo padre era rimasto in silenzio, lo sguardo tormentato e le mani che tremavano. Non era stato bello, ma era stato necessario, e questo Scorpius lo capiva. Ma ora, sentire quelle mezze verità sulla bocca dei suoi coetanei lo faceva solo stare male. William sembrava preoccupato, ma era rimasto in silenzio durante quello scambio, un po’ sconvolto da quello che i Grifondoro avevano detto. Scorpius scosse la testa e iniziò ad allontanarsi dal campo da Quidditch. Non valeva la pena restare, non quando sentiva il respiro mancargli e le mani iniziare a tremare.

“Bravo, Malfoy. Rimani zitto, è meglio!”, lo prese in giro Frederick, gridando da lontano. “No, anzi, com’è ti ha chiamato tuo papà Mangiamorte? Sgorbius?”. Scorpius si stava grattando il dorso della mano così forte da graffiarlo. Le risate dei Grifondoro lo seguirono fino all’ingresso del castello. 

***

Alla lezione di pozioni successiva, Scorpius fece il possibile per evitare di attirare l’attenzione dei Grifondoro. Si scoprì un’impresa stranamente facile, visto che tutti erano concentrati sulle spiegazioni del professor Schläger che, quando voleva, sapeva rendere le lezioni interessanti. Quel giorno era più vispo del solito e anche il colorito del volto era meno pallido. Verso metà lezione, Scorpius sentì Miranda agitarsi accanto a lui nel cercare disperatamente la penna di riserva. La sua piuma si era appena spezzata mentre ricopiava le istruzioni che il professore aveva appuntato alla lavagna. 

“Ti serve una penna?”, chiese Scorpius. Miranda, che nel frattempo si era chinata a cercare la penna sotto il banco, alzò la testa di scatto e andò a sbattere contro il bordo del tavolo. Con un sonoro “ahi!” andò a massaggiare il punto che aveva colpito.

“Si, grazie”, disse con un lamento. Poi sgranò gli occhi stupefatta e si portò la mano alla bocca, improvvisamente dimentica della botta che aveva preso appena un secondo prima. “Non ci credo!”. Scorpius la guardò perplesso.

“Cosa?”

“Dessy aveva detto che non potevo parlare con te!”, rispose la ragazza.

“Oh, okay”, commentò Scorpius. L’aveva intuito ma non si aspettava di sentirselo dire in maniera così diretta, come se Miranda avesse appena infranto chissà quale patto di amicizia soltanto per avergli rivolto la parola. Un po’ faceva male. 

“Però invece ci riesco!”, aggiunse Miranda entusiasta indicando la sua bocca. “Senti, bla bla bla. Vedi, riesco a parlare anche con te!”. Rimase a guardare Scorpius piena di aspettativa. Scorpius rimase un istante a fissarla stupito, poi emise un debole “Ah”.

“Beh adesso sarà più facile lavorare”, proseguì Miranda a bassa voce. “Pensavo di dover parlare a gesti fino alla fine dell’anno”, e rise. Scorpius ricambiò con un piccolo sorriso e sentì un certo calore tiepido espandersi nel suo petto. Desdemona non voleva avere nulla a che fare con lui e aveva chiesto alle sue amiche di evitarlo, ma evidentemente a Miranda non interessava. Okay, forse era perché non aveva recepito il messaggio, ma rimaneva una cosa carina. Scorpius prese la penna di riserva e la passò a Miranda, poi tornò a ricopiare le istruzioni per la pozione. Forse ci sarebbe voluto un po’, ma sarebbe andato tutto bene.




NOTE

Okay, iniziamo a fare conoscenza del cast di questa storia. Alcuni personaggi sono presi direttamente da La Maledizione dell'Erede, come Polly Chapman, Yann Fredericks e Craig. Gli altri personaggi, sia tra i professori che tra gli studenti, sono originali. Alcuni riferimenti agli eventi della commedia teatrale potete già vederli, ma vi avverto che la trama sarà completamente diversa. Alcuni eventi sono simili, ma non ci sarà alcuna giratempo o figlia segreta di Voldemort (vi avverto nel caso cercavate una cosa simile lol). 
La fortuna di Scorpius continua a girare e, dopo una mazzata, arriva un minimo di speranza per il nostro povero Serpeverde sfigato. Dovrà passarne ancora un po', ma vi prometto che presto le cose miglioreranno. Albus per ora è fuori radar perché vuole evitare i Serpeverde il più possibile, ma presto riceverà anche lui una bella lezione. 
Se vi è piaciuto il capitolo, fatemi sapere!

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Capitolo 4
*** Il Ragazzo Serpeverde | Malintesi ***


CAPITOLO 4 Il Ragazzo Serpeverde | Malintesi

La penna di Rita Skeeter colpisce ancora. Miranda scopre cosa significa “girare in senso antiorario". Polly e Yann sprecano ingredienti per le pozioni. 

 

Mancava una settimana ad Halloween e l’intero castello era in fermento. I ragazzi più grandi si aggiravano eccitati da una parte all’altra intenti a organizzare le feste nelle sale comuni e a trafficare sottobanco i prodotti dei Tiri Vispi Weasley, mentre gli studenti più piccoli tra Tassorosso e Grifondoro erano entusiasti di scoprire quale scherzo James Sirius Potter e i suoi amici avrebbero organizzato. L’anno precedente avevano stregato le zucche decorative per far cantare loro una filastrocca contro i Serpeverde ogni volta che uno di loro ci passava davanti. Quando Heather l’aveva sentita, aveva spaccato la zucca in due e aveva fatto levitare i pezzi fino a incoronare le teste del giovane Potter e di suo cugino Louis Weasley. Soltanto l’intervento di Teddy Lupin, che al suo ultimo anno era diventato Caposcuola e si era fatto decisamente più serio, aveva evitato ulteriori rese dei conti. 

 

Quella mattina però, l’argomento principale della colazione aveva per oggetto un altro Potter. Scorpius capì motivo di tanto chiacchiericcio quando aprì la nuova edizione del Profeta che Polly gli aveva consegnato.

 

UNA SERPE IN SENO ALLA FAMIGLIA POTTER?

di Rita Skeeter

Come tutti sappiamo, il figlio più giovane del grande e celebrato Harry Potter ha varcato per la prima volta la soglia di Hogwarts il primo settembre di quest’anno. Il giovane Albus Severus Potter sta frequentando la Scuola ormai da quasi due mesi, ma un terribile scandalo è stato messo a tacere. Il lavoro di noi giornalisti è sempre quello di tenervi informati e neanche questa volta mi asterrò dal raccontarvi la verità, anche se scomoda per alcuni. La sottoscritta ha ricevuto parecchie minacce durante le ricerche, ma non si farà spaventare!

“Non condivideremo nessuna informazione riguardo i nostri studenti, perciò si levi di torno. Lei è una vergogna per il giornalismo e uno spreco di carta e inchiostro. Se me lo fa ripetere per la terza volta le prometto che se ne pentirà”, mi è stato risposto dalla preside McGranitt. La povera donna sembra piuttosto stressata, per prendere a male parole una donna che fa della ricerca della verità il suo obiettivo di vita. Forse il lavoro da preside è un carico troppo pesante da sopportare? Sarà per questo motivo sono aumentate le rughe sul suo viso? Oppure ha qualcosa da nascondere? 

Fortunatamente, alcuni ragazzi ben educati e volenterosi hanno scelto di condividere con me le notizie di ciò che sta accadendo all’interno della Scuola. Come alcune belle signore avranno già sentito dalle voci che circolano nei loro salotti (e qua devo ringraziare una mia cara amica per avermi invitata al suo squisito tè pomeridiano), il figlio dell’Assolutamente Irreprensibile Grifondoro è stato smistato nella Casa di Salazar Serpeverde! 

Albus Potter sembra aver ereditato dal padre, oltre agli antiestetici capelli, la capacità di dare scandalo, ma le somiglianze terminano qui. Alcuni studenti, infatti, hanno commentato la scarsa capacità del giovane Potter nel volare sul manico di scopa. Evidentemente tutto il talento di famiglia è stato preso dal fratello James. Mi è stata riferita anche della scarsa predisposizione in Difesa Contro le Arti Oscure: il Ragazzo-Non-Più-Ragazzo-Ma-Uomo-Attempato-Che-è-Sopravvissuto non brillava certo di intelligenza durante i suoi anni a Hogwarts, ma fortunatamente per noi era predisposto in questa materia. Evidentemente, tutto il talento è andato ancora una volta al primogenito dei Potter. Sarà forse che le abilità del più giovane Potter tendano da un’altra parte? Magari nella direzione opposta?

Devo ammettere che la notizia dello Smistamento non mi ha sorpresa più di tanto. Se ci pensiamo, infatti, Albus Severus Potter porta il nome di due degli uomini più ambigui della nostra epoca: il preside di Hogwarts, pieno di segreti, Albus Silente e il Mangiamorte doppiogiochista Severus Piton. Che abbia ereditato da loro invece che dal padre? Dopotutto, per finire nella casa dei criminali più malvagi di tutti i tempi, qualcosa deve pur nascondersi nel suo animo. Siamo di fronte al prossimo Mago Oscuro? La famiglia Potter sta covando in seno una serpe che segnerà la nostra fine con una Terza Guerra Magica? Non temete, la vostra esperta di pettegolezzi preferita farà il possibile per dare una risposta a queste domande. 

Intanto, vi ricordo che potete recuperare la mia ultima biografia “Il Weasley Scapolo: i focosi segreti del celibato di Charlie Weasley” andata in ristampa per la seconda volta!

 

Scorpius chiuse il giornale. Era abituato a leggere menzogne e verità distorte nella rubrica di Rita Skeeter, occasionalmente la sua penna aveva preso di mira anche la sua famiglia, soprattutto in occasione degli eventi di beneficenza che organizzava sua madre. Quell’articolo però, gli fece venire la nausea. Conosceva bene ciò che era accaduto durante la Seconda Guerra Magica, gli eroi, le sconfitte, gli atti imperdonabili. Il terrore che incuteva il Signore Oscuro. Vedere paragonato un suo compagno di Casa a Voldemort… era inconcepibile. Cercò Albus con lo sguardo, ma non lo vide. Forse non era ancora sceso per colazione. Al tavolo con lui erano seduti William e Amira, gli unici del suo anno ad essere mattinieri tanto quanto Scorpius. Avevano letto anche loro l’articolo e ne stavano parlando a bassa voce, indignati.

“Non è giusto che dicano queste cose dei Serpeverde”, disse William. “Noi non abbiamo fatto nulla”. Amira scosse la testa.

“Non riesco a capire”, ammise. “Quando mi hanno inviato la lettera per Hogwarts è stato bellissimo. Non sapevo nulla delle Case, della guerra. A me sembra che siamo tutti uguali, però ogni volta che dico di essere felice di essere in Serpeverde mi guardano male”

“È perché pensano tutti che siamo cattivi”, spiegò William. Infilzò una salsiccia con la forchetta e ne prese un morso, per poi cominciare a parlare a bocca piena. “Un sacco di Mangiamorte durante la guerra erano della nostra Casa. Anche Voldemort. Quindi ora pensano che siamo tutti cattivi”. Amira lo stava guardando un po’ disgustata, ma l’argomento pareva interessarle abbastanza da passare sopra a quello spettacolo. 

“Quindi i maghi non sono molto diversi dai babbani”, disse Amira sospirando. William ingoiò il boccone di salsiccia e la guardò curioso.

“Perché? Anche i babbani odiano i Serpeverde? Mia mamma non ne sapeva nulla, i tuoi si?”. Amira scosse la testa. 

“No, è che alcuni babbani pensano che i miei genitori siano cattivi perché la mia famiglia è musulmana”, spiegò. Scorpius non aveva mai sentito parlare di famiglie musulmane, ma a quanto pare non sembravano benvolute. Forse erano discendenti di un antenato che non piaceva a nessuno o provenivano da una qualche città pericolosa in Turchia. Forse anche i babbani venivano smistati in delle Case, quando arrivavano a scuola, ma nessuno ne aveva mai fatto cenno. William tuttavia sembrava aver capito. Sua madre doveva avergli insegnato una cosa o due sul mondo dei babbani e su questi musulmani. 

“Beh, allora sono stupidi sia i maghi che i babbani”, commentò William. “Comunque su una cosa ti sbagli”.

“Cosa?”, chiese curiosa Amira.

“Non è vero che siamo tutti uguali”, fece William con un sorriso a trentadue denti. “Noi Serpeverde siamo i migliori”. 

***

L’aula di pozioni si era riempita di un miscuglio di odori provenienti dai vari calderoni. Uno strano fumo denso proveniva dal banco di Craig e William, ma al professore non sembrava interessare particolarmente. Aveva scritto le istruzioni sulla lavagna e poi si era messo seduto alla cattedra a leggere un libro, dopo aver intimato di non fare troppa confusione. Scorpius e Miranda erano concentrati sul lavoro ed erano quasi alla fine. Il ragazzo prese un paio di aculei di porcospino e li gettò nel calderone, quindi lesse il passaggio successivo. 

“Girare cinque volte in senso orario”.

“Che significa ‘in senso orario’?”, chiese Miranda curiosa.

“Che bisogna girare da destra verso sinistra”.

“Oh, capisco”, rispose Miranda. Dopodiché volteggiò cinque volte su sé stessa, contando ad alta voce ad ogni giravolta. Al “cinque!”, si fermò a guardare Scorpius, soddisfatta. “Fatto. E adesso?”. In risposta, Scorpius la fissò per un istante interdetto. Poi sentì sghignazzare i due Grifondoro seduti al tavolo dietro di lui.

“Ehm, sì. Cioè, non serve che giri tu. Dobbiamo mescolare la pozione nel calderone. Vedi?”, e mentre lo diceva prese il mestolo e fece come dicevano le istruzioni. La pozione cambiò colore, diventando di un rosa intenso.

Miranda spalancò gli occhi, sorpresa. 

“Sei davvero bravo!”, esclamò. Scorpius scrollò le spalle. 

“Basta solo seguire le istruzioni, anche tu sei stata brava”. 

“Mamma mi dice sempre che combino un sacco di guai anche quando seguo alla lettera le istruzioni”, rispose la ragazza. Poi iniziò a parlare senza prendere fiato nemmeno una volta. “Un giorno è venuta a trovarci nonna a casa e mamma mi ha detto di restare ferma e immobile in un angolo e di non muovere un muscolo e allora mi sono concentrata e ho fatto come ha detto ma a un certo punto mi veniva da starnutire perché io sono allergica alle piume di anatra e nonna aveva un cappello di piume di anatra all’ultima moda che era molto carino e secondo la mamma di Dessy mia nonna si veste sempre molto bene anche se io non ne capisco nulla di moda e Dessy invece non fa che parlarne e comunque ero concentrata a non starnutire perché mamma mi aveva detto di non muovermi e quando starnutisci poi ti muovi per forza perciò ho trattenuto lo starnuto ma alla fine è uscito lo stesso e così ho dato fuoco al cappello della nonna”.

Miranda terminò il racconto con un po’ di fiatone, poi aggiunse sconsolata: “Mamma si è arrabbiata tantissimo”.

Scorpius la guardò, stupito e un po’ divertito da quell’aneddoto. Sorrise. Era da quando era iniziata la scuola che nessuno parlava così a lungo con lui. Ne era felice, davvero felice. 

“Non l’hai fatto apposta”, disse per rassicurarla. “Le magie spontanee sono normali”.

Intanto, dal banco dietro il loro, le risatine fastidiose si fecero più forti. Scorpius si irrigidì. Non ne poteva più. 

“Miranda, se vuoi puoi andare da… da Olivia e Desdemona. Qui posso finire io”

“Non posso, il professore ha detto che dobbiamo lavorare in coppia”

“Bhe, si… ma… ehm, ecco. Le istruzioni dicono di agitare la bacchetta. Una sola. Quindi se siamo in due non funziona”, improvvisò Scorpius indicando la lista scritta sulla lavagna. “Non ti preoccupare, manca soltanto un passaggio”. 

“Va bene!”, sorrise contenta Miranda. E se ne andò al tavolo dalle sue amiche che la accolsero con un chiacchiericcio tutto eccitato. 

"Ehm, uh, ah, uhm”, gli fece il verso Yann dietro di lui. “Non sai parlare, Sgorbius?”

“Uh, mi chiamo Miranda e in testa ho una ghianda!”, disse a bassa voce Polly, in un falsetto esagerato. I due Grifondoro ridacchiarono. Scorpius li ignorò e agitò la bacchetta verso la pozione, che sprigionò un fumo rosa intenso. Dalla cattedra il professore alzò appena gli occhi dal libro che stava leggendo, annuì soddisfatto in direzione di Scorpius, poi tornò a concentrarsi sulla sua lettura. Era particolarmente pallido quella mattina, e le sue occhiaie accentuate. 

“Ehi, Sgorbius! Com’è essere figlio di un Mangiamorte? A casa avere l’altarino per il Voldermort?”, sussurrò Yann.

“Tuo papà ancora non è finito in prigione?”, fece Polly. Scorpius strinse le labbra e prese la lumaca cornuta che era avanzata per metterla a posto.

“Ehi, Sgorbius!”, sussurrò Yann. “Prendi questa!”

Scorpius sentì un movimento dietro di lui e d’istinto si scostò di lato. Qualcosa gli sfrecciò accanto, seguito da uno splosh. Con la coda dell’occhio vide Yann sgranare gli occhi, abbassare il braccio e tornare velocemente a concentrarsi sul suo calderone, come se la sua pozione fosse diventata improvvisamente la cosa più interessante al mondo.

Scorpius guardò avanti. Un piccolo ammasso scuro e gelatinoso era atterrato sulla nuca di Albus e aveva iniziato la sua lenta discesa verso il basso, lasciandosi dietro una scia bavosa. Era una delle lumache da usare per la pozione. Le spalle di Albus erano rigide. Scorpius lo vide portarsi lentamente la mano alla testa e toglierselo via. Albus si voltò. Era furente. Guardò la lumaca che Scorpius aveva ancora in mano e poi guardò il compagno di dormitorio dritto in faccia. 

“Lo trovi divertente?”, chiese gelido. Scorpius si sentì sprofondare. 

“Non ho fatto niente!”, disse disperato. Rose, che intanto si era voltata, lo stava guardando disgustata.

“Ma certo, come no”, rispose Albus. Dietro l'apparente tranquillità, ribolliva di rabbia.

“L’ha lanciata Frede…”, provò a difendersi Scorpius. 

“Ora scarichi la colpa sugli altri?!”, lo sgridò Rose. 

“Fate piano, ragazzi”, li ammonì il professore dalla cattedra. Rose si voltò verso di lui, alzando la mano.

“Professore, Scorpius ha lanciato la lumaca ad Albus”.

“Ma non è vero!”, protestò Scorpius.

“Si, l’abbiamo visto”, si intromise Polly. “Gliel’ha spiaccicata proprio qua”. E si indicò la nuca. 

“Non sono stato io!”

“Sta’ zitto”, lo riprese Yann a bassa voce.

“Professore, ho visto anche che ha mandato via Miranda, così poteva lanciare la lumaca ad Albus”, aggiunse rapida Polly. Yann sghignazzò e fece cenno con la testa, confermando le parole dell’amica.

“Ma…”

“Vedi quello che ti faccio appena usciamo di qui!”, lo minacciò Rose. 

“Ora basta, ragazzi, non ci saranno risse o duelli”, sospirò stancamente il professore. “Signor Malfoy, cinque punti in meno a Serpeverde. Non si lanciano gli ingredienti delle pozioni ai propri compagni di Casa. Signor Potter, può andare a ripulirsi nei bagni. E lei, signorina Weasley, non serve che lo accompagni. Penso che il signor Potter sia in grado di trovare la strada da solo”.  

Rose tornò al suo posto, rossa in viso, non prima di aver lanciato un’occhiataccia omicida a Scorpius. Polly e Yann intanto erano tornati a fingere di concentrarsi sulla pozione. Prima di uscire dall’aula, Albus lanciò a Scorpius un ultimo sguardo. Era arrabbiato, decisamente, ma dietro i suoi occhi Scorpius scorse anche qualcos’altro, come una ferita e un’umiliazione così profonde che il giovane Malfoy si chiese come fosse riuscito a trattenersi dal saltargli addosso per fare a botte. Il motivo ebbe modo di scoprirlo più tardi, a sue spese, quando ebbe l’occasione di comprendere che, per il più giovane dei Potter, il detto “la vendetta è un piatto che va servito freddo” era un vero e proprio motto di vita.

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