mathilde

di hopeneverdies
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un luogo lontano da qui ***
Capitolo 2: *** fatto di nuvole ***
Capitolo 3: *** dove tutto è possibile ***
Capitolo 4: *** senza dover fingere di essere qualcun altro ***
Capitolo 5: *** e il cuore è libero di amare ***
Capitolo 6: *** senza paura ***



Capitolo 1
*** un luogo lontano da qui ***


Era una giornata come le altre, tranne per il fatto che il sole splendeva alto in cielo, cosa che non accadeva da un pò di giorni oramai...
Mathilde era accovacciata sul suo letto, intenta a leggere un libro, come era solita fare.
Amava leggere libri di ogni genere, diceva che spesso avrebbe voluto vivere in uno di quegli strani racconti e spendere la sua vita in uno di quei posti che tanto desiderava vedere.
Quando comprava dei libri nuovi amava sempre vedere a chi l'autore li aveva dedicati, e soprattuto leggere la prima frase del racconto; diceva che dalla prima frase capiva se quel libro le sarebbe piaciuto.
Alla fine però adorava tutti i libri, e non aveva grandi preferenze.
Il primo libro che lesse fu "Il piccolo Principe", di Antoine De Saint-Exupery: se lo ricordava sempre, passo dopo passo.
Mathilde ha amato tantissimo il piccolo principe e le sue avventure.
Dentro sè, quando si sentiva triste, ripeteva spesso la frase "non si vede bene che con il cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi".
Riusciva a sorridere ogni volta che la ricordava, perchè lei era una di quelle che si accontentava delle piccole cose. Bastava poco per renderla felice.
Allo stesso tempo però, bastava poco per renderla triste.
Il suo carattere era difficile da comprendere, poichè cambiava umore facilmente; un attimo era felicissima, mentre l'attimo dopo scoppiava in lacrime.
Non aveva molte amiche, ma a lei andava bene così.
Diceva che gli amici sono i fratelli che ti scegli, e che si contano sulle dita della mano... Ma questa è una cosa scontata.
A lei non piacevano le banalità, voleva sempre apparire originale.
Sul suo comodino, vicino al letto, teneva sempre una sua foto insieme a suo fratello.
La guardava spesso.
Si somigliavano così poco quei due: lei era così minuta, con due grandi occhioni neri che le occupavano gran parte del volto, mentre lui aveva due grandi occhi azzurri, ed era di corporatura molto più massiccia.
Suo fratello era il suo migliore amico, anche se non voleva mai ammetterlo.
Avevano la stessa età, e di conseguenza si capivano molto di più di quanto i loro genitori potessero capirli.
Spesso era proprio lui a comparle dei libri, e lei non poteva non sorridergli.
Diceva che era il suo angelo.
Ma questo lui non lo sapeva e lei era troppo timida per ammetterlo.
Quando si sentiva giù o semplicemente quando piangeva, c'era lui lì con lei.
Lui era sempre con lei.
Quando Mathilde finì il libro che aveva tra le mani, quel giorno, non potè non piangere...
Lo faceva sempre quando finiva dei libri.
Perchè un libro poi te lo porti dentro, fa parte di te e per lei era un vero e proprio rifugio.




"Mathilde dobbiamo andare..."

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Capitolo 2
*** fatto di nuvole ***


Si asciugò le lacrime sul viso, prese la borsetta che aveva lasciato sulla sedia, si diede una sistemata ai capelli e uscì dalla sua stanza.
Odiava i i suoi capelli.
Nonostante tutti le dicessero che erano particolari, di quel color rame tanto intenso, lei non li sopportava.
Non li lasciava quasi mai sciolti, perchè le sembravano sempre troppo gonfi, troppo ricci, troppo brutti per ogni occasione.
Non si sentiva mai abbastanza, eppure era così bella.
Ma non di quella bellezza che ti toglie il fiato, no... Quella è tipica delle modelle, delle persone famose, di quelle che sanno chi sono e cosa vogliono. Lei era bella perchè era semplice.
Non metteva mai vestiti eleganti, non usava quasi mai scarpe alte seppure ne avesse bisogno, si truccava pochissimo e quelle poche volte che usciva si metteva addosso i suoi soliti jeans, con una 
maglietta sopra che non richiamava l'attenzione di nessuno.
Nemmeno di quel ragazzo di cui era innamorata da tanto tempo.
Non lo conosceva, sapeva solo il suo nome, ma lo amava. Lo amava dalla prima volta in cui l'aveva visto. L'amava di un amore vero.
Infondo sperava sempre di incontrarlo per le strade del paese, magari scambiarci due parole e poi, come nelle favole, farlo innamorare di lei ed averlo per sempre.
Ma Mathilde sapeva che la sua vita non era come quella dei racconti e di conseguenza sapeva che quello che aveva era un sogno troppo grande e bello.
Allora aveva altri sogni di riserva nel cassetto , che però nessuno sapeva... Sì, perchè oramai lo avete capito: Mathilde era una persona riservata.
Scese le scale di corsa, e raggiunse il salotto.
Simon era lì ad aspettarla, con il suo solito sguardo da fratello che ha aspettato fin troppo a lungo e che ha solo voglia di uscire.
Si diedero uno sguardo di intesa e varcarono la porta di casa.
L'aria era leggera, fresca... Ma Mathilde non era un tipo da fermarsi, prendere una boccata d'aria e respirare la vita intorno a lei, oh no... Lei preferiva guardare il cielo e sognare di vivere in un altro posto, in un altro mondo.
Lo diceva sempre a Simon, a suo fratello.
Lui la capiva come nessun'altro, ed è per questo che quel giorno la portò di nuovo in cima alla loro collina, quella in cui salivano anche da piccoli,  e le fece ammirare il panorama davanti a sè; cercò di farla tornare bambina, cercò di non farle pensare per un pò a tutti i problemi che le balenavano ogni volta in testa e di farle solo amare la natura intorno a loro.

"Mathilde  a volte preferiva star da sola, poichè spesso si sentiva sola anche in mezzo alla gente.
Suo fratello diceva che era un sentimento comune, ma lei non ci credeva.
Diceva che era una brutta sensazione e che nessuno avrebbe dovuto provarla"



Quando Mathilde chiuse gli occhi e li riaprì, di fronte a quelle case in lontananza e a quel cielo che si confondeva con il mare, provò una sensazione di libertà che non assaporava da parecchio tempo e si rese conto che la sua vita era diventata piatta, troppo monotona per una ragazza della sua età...
Voleva vivere, esplorare il mondo, fare nuove conoscenze.
Si convinse di cambiare, anche se non sapeva da dove iniziare.
 


"in un posto fatto per noi..."


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Capitolo 3
*** dove tutto è possibile ***


Spesso si chiedeva cosa c'era che non andava in lei.
Quando si guardava allo specchio non sopportava tutte quelle lentiggini che le coprivano il volto, quel naso un pò all'insù, e quelle labbra troppo sottili per essere notate.
In realtà Simon le diceva sempre che era bella, che era come poche.
 
"Ho una sorella fantastica, di quelle che non se ne vedono in giro.
Lei è così fragile, ma allo stesso tempo così forte.
Lei è mia amica, lei è anche la mia forza"
 
Mathilde non credeva mai ai complimenti che riceveva dalla gente. Diceva che non erano veri, diceva che la gente era bugiarda.
Aveva la strana abitudine di non fidarsi mai delle persone, ma di dar loro sempre il cuore.
Si affezionava a tutti, ma non lo faceva vedere.
Era una ragazza timida, impacciata.
Decise che per cambiare doveva innanzitutto cambiare esternamente; farsi un nuovo taglio di capelli, comprarsi dei vestiti nuovi, magari acquistare anche delle lenti colorate al posto delle solite lenti a contatto che portava durante il giorno, per non usare gli occhiali da vista.
Decise anche di cambiare la sua camera.
Appena tornata a casa infatti, strappò tutti i poster che aveva sulle pareti, compreso quello dei suoi idoli, e li gettò in una vecchia scatola.
Cambiò il colore delle pareti: da bianche le fece azzurre.
Piantò dei fiori in giardino, e diede ad ognuno cura ed affetto.
Chiese anche ai suoi di poter compare un coniglio nano, da tenere in casa. Senza molta fatica riuscì a convincerli e lo chiamò Harry.
 
Harry era un nome che le faceva venire in mente tanti ricordi.
 
Cambiò praticamente tutto, dalla stanza ai vestiti che aveva, dal taglio di capelli ormai stile rihanna allo smalto che aveva da più di due settimane alle unghie delle mani, e che si era letteralmente sciupato. Uscì più spesso con le amiche e si comprò cose che mai avrebbe comprato prima: una minigonna, un paio di scarpe tacco 15, delle unghie finte color fucsia...
Ma c'era qualcosa che ancora non era cambiato: lei.
Perchè nonostante tutto, si era resa conto solo alla fine che per cambiare doveva cambiare lei, interiormente.
Ma lei era sempre la stessa, non era mai cambiata.
Anzi, si sentiva ancora più stupida con tutta quella roba nuova.
Perchè Mathilde era così; riusciva a vedere tutto, tranne l'ovvio.
 
Per cambiare il suo carattere però, ci voleva ben altro che un pò di soldi e una stupida maschera al posto della faccia.
 
 
 
"dove nessuno sa chi siamo..."

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Capitolo 4
*** senza dover fingere di essere qualcun altro ***


Pianse molto Mathilde, quella notte.
Non capiva cosa voleva fare, non capiva cosa sarebbe voluta diventare; tutto le sembrava così assurdo ed insignificante.
Fuori era iniziato un temporale,come quelli già visti pochi giorni prima, e il cielo rifletteva il suo stato d'animo.
Aveva paura, Mathilde.
Paura di se stessa ed anche degli altri.
Quando i sogni occuparono finalmente la sua mente, si risvegliò la mattina dopo frastornata e con gli occhi rossi.
Si guardò allo specchio e vide una persona diversa: diversa dalla Mathilde di un tempo, diversa dalla bambina sorridente e gioiosa di molti anni prima.
Era diventata ciò che non voleva diventare... e per questo non si sopportava.
Lei voleva essere una ragazza bella, alta, piena di carisma, simpatica, intelligente, e magari lo era anche, ma lei si vedeva tutt'altro; lei si vedeva brutta, noiosa, si sentiva fin troppo timida ed impacciata.
Aveva un nodo alla gola che non riusciva a sciogliere.
Voleva piangere ma allo stesso tempo voleva apparire forte; perchè lei era forte.
Aprì la finestra, proprio quella che affacciava sulla strada, e toccò le gocce di pioggia rimaste intrappolate lì, sui vetri.
Il cielo era nuvoloso ma non pioveva più: e lei era così, dentro si sentiva triste ma non riusciva più a versare lacrime.
Una macchina passò veloce, proprio accanto a casa sua, lasciando nell'aria il suono di una canzone fin troppo conosciuta in quel periodo..

" E l'occhio ride ma ti piange il cuore,
sei così bella ma vorresti morire.
Sognavi di essere trovata,
su una spiaggia di corallo una mattina, 
dal figlio di un pirata..."


Mathilde ascoltò quelle parole, le ascoltò attentamente e per tutto il giorno rieccheggiarono nella sua testa.
Lei desiderava solo essere salvata.
Simon non c'era quel pomeriggio e lei si sentiva così persa.
Aveva bisogno di lui, aveva bisogno di qualcuno che l'ascoltasse.
Voleva cambiare davvero ma voleva conferme.
Voleva sentirsi dire da qualcuno che ce l'avrebbe fatta, che lei sarebbe stata felice, un giorno.


Decise così di scrivere.
Fu una decisione presa in poco tempo ma sapeva che era quella più giusta.
Non poteva sempre aver qualcuno accanto, ma un foglio di carta e una penna si.
Buttò giù due righe e scrisse come si sentiva.

sto bene, no in realtò sto male.
ce la posso fare, ma in realtà ho bisogno di Simon.
mi sento bella, anhe se non mi posso guardare troppo allo specchio.
amo i miei occhi, anche se li cambierei volentieri.



Finito di scrivere, scoppiò a piangere.


"e possiamo essere noi stessi..."

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Capitolo 5
*** e il cuore è libero di amare ***


Aveva gli occhi di chi aveva sofferto tanto.
Dopo la perdita dei nonni paterni, su cui poteva fare sempre affidamento, la sua vita era cambiata e non riusciva più ad essere ciò che era prima.
Le giornate al parco, quelle in cui rincorreva le farfalle, saltava fra l'erba e si stendeva su di essa a contemplare il cielo, dove ogni tanto vedeva qualche aereo passare all'orizzonte, mentre lasciava un'indelebile scia bianca alle sue spalle, le giornate in cui dava una forma ad ogni nuvola, e quelle in cui quando fuori pioveva amava uscire e danzare fra la pioggia, non c'erano più... Era rimasto solo il loro ricordo.
Spesso Mathilde si chiedeva se un ricordo è qualcosa che sta con te per sempre, o se non è nient'altro che un momento perso, che non tornerà più.
Lei viveva di quei momenti.
Viveva di esperienze passate, di cose mai dette, di amori mai vissuti, di baci mai dati.
Aveva la sensazione che, in qualche luogo lontano, avrebbe trovato la sua vera casa, un domani.


Quando bussarono alla porta d'ingresso, quel pomeriggio, Mathilde restò stupita di non aver ricevuto l'ennesimo scherzo dai bambini dei vicini, che ogni qualvolta se ne presentava l'occasione erano lì, pronti a ricevere un pò di attenzioni bussando al portone, e poi nascondendosi dietro l'albero, in giardino.
Restò stupita sì, perchè davanti alla porta vide una ragazza.
I suoi capelli ricci, biondi, non pettinati, saltarono subito all'occhio di Mathilde, che non potè non fissare anche i suoi incredibili occhi verdi.
Subito dopo vide arrivare suo fratello, che aveva appena lasciato la bici in garage.
Erano arrivati insieme, su quella bici, ed avevano attraversato tutto il paese, e le campagne dietro le colline.
Mathilde capì subito: Simon aveva una ragazza.
Non gliene aveva mai parlato prima, non perchè era un tipo riservato, come lo era lei, ma perchè semplicemente sapeva quanto sua sorella fosse legata a lui, e non voleva ferirla.
Quei due erano così uniti, che anche il solo fatto di non poter passare più tutto il tempo a disposizione solo loro due, insieme, avrebbe compromesso il rapporto.

Ma cos'è la vita senza amore?
Forse un albero spoglio, come quelli che si vedono d'inverno.
O forse ancora un cielo senza nuvole.
O una notte senza stelle.


Simon lesse negli occhi di sua sorella, lesse tutto ciò che la sua anima diceva

come farò adesso se anche tu mi abbandonerai?
chi mi aiuterà a crescere?
chi asciugherà le mie lacrime?
chi mi amerà?



Quando le due si presentarono, Mathilde si mostrò cordiale.
Abbozzò un finto sorriso, e fece entrare Sara in casa.
Infondo, sembrava una ragazza carina e solare.
Trascorsero il pomeriggio a ridere e a scherzare, lei, l'altra, e il fratello.
Scoprì molte cose a riguardo della loro tenera storia in corso: pochi giorni prima Simon aveva regalato a Sara un braccialetto, con il simbolo S, ed un bigliettino allegato

Sara   Simon  Sempre 

Quanto desiderava Mathilde poter aver anche lei qualcuno che le avesse dedicato tutte queste attenzioni, che la fosse andata a prendere dall'altro lato del paese, solo per vederla, che la avesse riempita di vita.
Era felice per loro.
Infondo, se suo fratello era felice lo era anche lei.
La gelosia che provò nei primi istanti in cui vide Sara sparì in poco tempo, proprio perchè sentiva che quei due erano fatti per stare insieme.
Perchè quando due persone stanno bene insieme, si vede, si sente.
Lo si vede quando si guardano, lo si sente quando ridono e non finiscono più.
Hanno il cuore pieno di amore, e batte così forte che è difficile da contenere.


Suo fratello non le disse come si erano conosciuti, forse perchè non era una cosa così importante... 
Forse quel momento aveva cambiato le loro vite, e magari lo avevano fatto talmente proprio che facevano partire la loro stessa vita proprio da lì, da quando i loro occhi si incrociarono per la prima volta.


" ...dove si ama, si ama forte"



 

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Capitolo 6
*** senza paura ***


E in un attimo tutta la paura, quella che le faceva tremare le gambe ed anche un po' il cuore, fece spazio ad una nuova consapevolezza: 'non ho bisogno di qualcuno che mi ami se non sono io ad amarmi per prima'.
Si rese conto, nel corso di quei giorni, dove passò molto tempo da sola, che l'amore del fratello per quanto grande e potente potesse essere, non la faceva sentire abbastanza perchè lei non si sentiva bella, amata, compresa... si sentiva sempre un pesce fuor d'acqua, quella a cui 'tanto le cose belle capitano agli altri' o 'ho avuto fortuna per questo ce l'ho fatta' ogni qualvolta che riusciva in qualcosa.
Dopo la partenza di Simon per una vacanza di alcuni giorni con Sara, in montagna, Mathilde aveva preso finalmente una decisione: voleva partire anche lei, visitare quel posto che tanto aveva sognato di vedere e che non aveva mai avuto l'occasione di esplorare.
Si fece coraggio e, quella sera, lo disse ai suoi genitori; non era facile per lei aprirsi e cercare di convincerli che, quello, sarebbe stato un buon inizio per fare qualcosa per sè stessa, per pensare a lei, a ciò che le faceva bene e che non aveva mai preso in considerazione prima... babbo e mamma però, si sa, non sempre hanno idee simili, e per questo si accese un lungo dibattito che si protrasse fino ai giorni a seguire.
Non era abbastanza grande per fare qualcosa da sola, e forse, pensò Mathilde, non lo sarebbe mai stata.

"Simon ho bisogno di te"  inviato

L'indomani, quando si svegliò invasa dai raggi del sole che le tapparelle di camera sua facevano entrare, guardò il cellulare e non vide alcun messaggio da parte del fratello.
Forse non prende bene la linea, pensò, o forse semplicemente ha troppo da fare per rispondermi.
Il suo essere constantemente in dubbio per qualsiasi cosa, quel giorno di primavera, dove il sole splendeva e il clima era quello di una perfetta giornata al mare, la fece di nuovo affogare tra i suoi pensieri, in balia delle onde e di quella tempesta che, ogni tanto, si scatenava dentro di lei. 

Decise allora di prendere il suo nuovo libro 'cambiare l'acqua ai fiori' e di portarlo con sè sul mare. Il rumore delle onde le faceva bene.  


"come un gabbiano in cielo, che vola senza paura al di là delle nuvole..."

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