Solo poche pagine di diario

di Bombay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° pagina ***
Capitolo 2: *** 2° pagina ***
Capitolo 3: *** 3° pagina ***
Capitolo 4: *** 4° pagina ***
Capitolo 5: *** 5° pagina ***
Capitolo 6: *** 6° pagina ***
Capitolo 7: *** 7° pagina ***



Capitolo 1
*** 1° pagina ***


Challenge 1st April - sfida mensile - indetta dal gruppo FaceBook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”

1° entries

 

Genere: drammatico, introspettivo

Tipo: flash-fic

Coppia: yaoi

Personaggi: Keiji Akaashi, Kotaro Bokuto

Rating: PG-13, giallo

Avvertimenti: slice of life, angst, tematiche delicate

PoV: prima persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Solo poche pagine di diario

(1° pagina)

 

 

1° aprile 2023

Bokuro Kotaro si sposa…

Kotaro Bokuto si sposa…

Kotaro si sposa…

Bokuto si sposa…

Bokuto Kotaro si sposa

Kotaro Bokuto si sposa…

Kotaro si sposa…

Bokuto si sposa…

 

Non riesco a farlo diventare reale nemmeno se continuo a scriverlo e poi cancellarlo. Non scrivevo su questo quaderno dai tempi del liceo… l’ultima frase che ho scritto, l’ultimo giorno di scuola quando Bokuto si è diplomato è stata: - sono innamorato di Kotaro - e da allora non è cambiato nulla per me.

Ho deciso di riprendere a scrivere perché oggi è arrivato l’invito al matrimonio e se non butto fuori quello che ho dentro rischio di esplodere.

È sempre stato così per me, metto nero su bianco ogni cosa, scrivo liste infinite di cose da fare, da comprare, da buttare, chi vedere, chi incontrare, ogni giorno; riesco a controllare l’ansia che sale. Mi da la sensazione di avere il controllo, ma mi rendo conto di non avere il controllo di niente, della mia vita, dei miei sentimenti.

Chi mi sta accanto mi stima per la mia precisione, attenzione, solerzia. Mi sono laureato con il massimo dei voti in ogni esame e con la lode. Lavoro in una casa editrice e sto scrivendo un libro, ma qualcosa nella mia vita manca…

 

Bokuto Kotaro si sposa…

Bokuto Kotaro si sposa con…  

Bokuto Kotaro si sposa con Akaashi Keiji

 

Inutile anche se lo scrivo non si realizzerà mai.

 

Tutti i miei amici hanno una carriera, una relazione non c’è più tra noi quella simbiosi che si era creata a scuola.

Kotaro vive in un’altra città è famoso, ha realizzato il suo sogno, ha un’ottima carriera come sportivo, un successo dopo l’altro.

Ci vediamo spesso, nonostante tutto, ma non come vorrei io…

Sono stato sul punto di rivelargli i miei sentimenti più di una volta, ma non ce l’ho mai fatta e ora è troppo tardi perché si sposa e io non ho più nessuna possibilità di appello.

Potrei scrivergli una lettera:

- Caro Kotaro, non verrò al tuo matrimonio e non sarò il tuo testimone perché…

Perché… sono innamorato di te dai tempi del liceo e non sopporterei di non essere io al tuo fianco… ho inderogabili impegni di lavoro -

Sono patetico… una scusa più stupida non potevo trovarla, so già che ci andrò, so già che soffrirò.

Ripenso con nostalgia ai giorni che abbiamo passato insieme a scuola, ripetendomi all’infinito che se non fossi stato così timido forse le cose ora potrebbero essere diverse.

Illuso, illuso, illuso.

Le attenzioni che mi ha sempre riservato erano sempre state quelle che si rivolgono ad un amico, sono io che ci vedevo e vi vedo altro.

Ero il suo palleggiatore, il suo migliore amico… ora non sono più il suo alzatore, ma sono ancora il suo migliore amico e che mi piaccia o no devo farmelo bastare!

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Capitolo 2
*** 2° pagina ***


Challenge 1st April - sfida mensile - indetta dal gruppo FaceBook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”

2° entries

 

Genere: drammatico, introspettivo

Tipo: flash-fic

Coppia: yaoi

Personaggi: Keiji Akaashi, Kotaro Bokuto

Rating: PG-13, giallo

Avvertimenti: slice of life, angst, tematiche delicate

PoV: prima persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Solo poche pagine di diario

(2° pagina)

 

20 aprile 2023

 

Ho la testa che mi gira e la vista appannata a stento riesco a vedere quello che scrivo, sto così male, non dovevo andare a cena con loro, non dovevo dire quello che provavo, dovevo stare zitto, zitto, zitto.

 

Io non sono come te

Io non sono come te

Io non…

 

Le parole di Kotaro mi ribalzano ancora nelle orecchie, sono giorni che continuo a pensare di dirgli la verità cosa mai potrà succedere? Mi ripetevo

Ingenuo.

Stupido.

Innamorato.

 

Perché io come sono?

Avrei voluto urlare, ma sono rimasto zitto e immobile, anche se avrei voluto scomparire.

Perché io come sono?

Avrei voluto chiederglielo, ma mi è bastato quello che mi ha risposto, io non sono come te, nemmeno avessi un paio d’ali e una coda.

Bokuto è sempre stato una persona schietta e sincera, a modo suo ingenua, ma non stupido tutt’altro, ha dimostrato sensibilità e profondità in più di una occasione.

Mi rendo conto di averlo spiazzato con la mia dichiarazione e sono certo che non volesse ferire i miei sentimenti però…

Ovviamente è etero, eterissimo, non poteva essere altrimenti un metro e novanta di muscoli ben piazzati ovunque, me lo ricordo bene quando ci si cambiava tutti insieme, non potevo fare a meno di guardarlo e poi dovevo correre in uno dei cubicoli delle docce a dare sfogo al mio corpo da solo.

L’ho sempre saputo, non che non era come me…

 

Non è stato facile per me… scoprire che le donne non mi interessavano affatto, avevo solo sedici anni, credevo fosse solo una ammirazione per Bokuto, che giocava così bene a pallavolo, che trascinava tutti con il suo carattere esuberante, ma che precipitava nella depressione più cupa per un nonnulla. Con lui ho instaurato subito un rapporto particolare e mi sono illuso ogni giorno di più, prendendo consapevolezza ogni giorno che passava della mia natura.

Le donne non mi eccitano, non provo nulla nel guardare il loro corpo, nulla si muove in me.

Invece con gli uomini beh è tutta un’altra faccenda…

Non che abbia avuto chissà quanti amanti, ma all’università un mio compagno mi ha fatto un pompino nei bagni dell’ateneo e sono andato a letto con un altro ad una festa dell’università, non ricordo molto, aveva bevuto troppo, ma dovevo capire provare fino in fondo, darmi delle risposte…

I miei genitori non lo sanno, non ho il coraggio di dirglielo così come ai miei conoscenti più stretti.

Kenma non è interessato a nulla che non sia virtuale e Kuroo beh lui cambia donna frequentemente, anche se non credo che si scomporrebbe più di tanto.

Sono omossessuale.

Scriverlo è estremamente facile esserlo è difficilissimo.

Forse avrei dovuto dirglielo in un’occasione diversa, non a cena con i nostri amici, c’erano anche Kenma e Kuroo, la sua ragazza (quella che diventerà sua moglie), ma forse la troppa birra mi ha sciolto la lingua, o forse sapevo di avere perso in partenza.

Per inciso Kozume non ha alzato nemmeno gli occhi dal telefono e Kuroo il suo sorrisetto sbieco la diceva lunga ma ha avuto la decenza di non fare nessun tipo di commento. La tipa invece era parecchio scandalizzata, ma la mia attenzione era tutta su Kotaro, sul suo sorriso imbarazzato, sui suoi occhi grandi e dorati e poi le sue parole.

- Non sono come te… -

 

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Capitolo 3
*** 3° pagina ***


Challenge 1st April - sfida mensile - indetta dal gruppo FaceBook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”

3° entries

 

Genere: drammatico, introspettivo

Tipo: flash-fic

Coppia: yaoi

Personaggi: Keiji Akaashi, Osamu Miya

Rating: PG-13, giallo

Avvertimenti: slice of life, angst, tematiche delicate

PoV: prima persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Solo poche pagine di diario

(3° pagina)

 

12 maggio 2023

Oggi piove, piove a dirotto da questa mattina e il tempo di addice al mio umore triste e grigio.

Non riesco a scrivere con la regolarità che avevo una volta, un po’ per mancanza di tempo, un po’ perché mi ritroverei a scrivere sempre le stesse cose. Mi rendo tristemente conto che la mia vita è tutta uguale, si dipana nel medesimo modo fottuto giorno.

Mi alzo, mi lavo, mi sbarbo, faccio colazione e vado a lavorare torno a casa, ceno e vado a letto, troppo stanco per fare qualunque cosa.

Questa routine mi dà tranquillità fare sempre le stesse cose, cedere sempre le stesse persone, percorrere sempre la stessa strada, osservare sempre gli stessi negozi, fino a quel giorno.

In uno degli esercizi sfitti stanno facendo dei lavori sono proprio curioso di vedere cosa aprirà.

Con mio immenso piacere è un ristorante di onigiri io li adoro, non potevo essere più fortunato.

Sono stato ancora più sorpreso quando ho scoperto che il proprietario è Osamu Miya, che ha traslocato in un locale più grande.

Tra noi non sono mai intercorsi grandi rapporti ci conoscevamo di vista.

Lui era il gemello di Atsumu mentre io per lui ero l’alzatore de Fukurodani.

Dalla sera dell’inaugurazione nella mia lista tra recuperare vestiti in tintoria e prendere il latte per domani, molto spesso c’è fermarsi a prendere gli onigiri da Miya per cena.

E siamo diventati Miya e Akaashi.

Poi il fermarsi si è trasformato in fare quattro chiacchere con Miya.

E i nostri nomi propri sono diventati familiari sulle nostre labbra, Osamu sulle mie, Keiji sulle sue.

Mi fermo ogni giorno e una volta li compro gli onigiri, ma son più spesso quelli che mi vengono offerti e un altro passo avanti per Samu e Kei…

Kei… nemmeno i miei genitori mi hanno mai chiamato così è strano e bello…

Ho il terrore di dirgli la verità, di rivelargli la mia vera natura… ho paura di sentire le stesse parole che mi ha rivolto Bokuto.

Io non sono come te… non credo che lo sopporterei.

Mi fermo ogni sera, prima di tornare a casa e nonostante gli onigiri siano uno dei miei piatti preferiti non è più per quello che entro nel suo ristorante.

Anche questa sera mentre fuori diluviava e ad uno ad uno tutti gli altri avventori se ne andavano ed io sono rimasto fino alla chiusura chiacchierando con lui.

Il destino ha voluto che qualcuno abbia preso il mio ombrello.

- Ti accompagno - ha proposto e prima che potessi rifiutare o protestare, mi sono trovato sotto al piccolo ombrello stretto a lui.

Sto bene vicino a Osamu.

Mi piacciono gli onigiri, continuavo a riapertemi mentre camminavo sotto la pioggia

Gli onigiri di Osamu sono ottimi, soprattutto quelli che fa apposta per me.

Mi piacciono gli onigiri e basta! (Bugia)

Mi piace Osamu.

Mi piace Osamu.

Mi piace Osamu.

Mi piace Osamu.

Io potrei mai piacergli???

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Capitolo 4
*** 4° pagina ***


Challenge 1st April - sfida mensile - indetta dal gruppo FaceBook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”

4° entries

 

Genere: drammatico, introspettivo

Tipo: flash-fic

Coppia: yaoi

Personaggi: Keiji Akaashi, Osamu Miya

Rating: PG-13, giallo

Avvertimenti: slice of life, angst, tematiche delicate

PoV: prima persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Solo poche pagine di diario

(4° pagina)

 

30 maggio 2023

È notte fonda, ma non riesco a dormire così mi ritrovo a scrivere, spero di trovare un po’ di sollievo.

Non accadrà.

Lo so.

Lo so.

Lo so.

Ho fatto una cosa stupida, che non dovevo fare. Stupido!

Non sono nemmeno rimasto per vedere le conseguenze del mio gesto. Fifone.

Sono scappato.

Vile.

Vigliacco.

Codardo.

 

Devo andare con ordine, mi trema perfino la mano che stringe la stilografica da quanto sono agitato.

Calmati Keiji, calmati! Non sei un ragazzino.

Come ogni sera sono andato a mangiare all’Onigiri Miya, era tutto uguale come sempre fino a quando non siamo rimasti soli e mentre puliva il bancone Osamu se né uscito con un: - Non sono un dottore, ma sembra che tua abbia un qualche disturbo ossessivo compulsivo -

Queste sono state le parole che mi ha rivolto Osamu, mentre nel suo ristorante mangiavo gli onigiri che ha fatto apposta per me e che ho mangiato mentre depennavo un paio di cose fatte dalla mia lista giornaliera.

Chiunque ad una affermazione del genere si sarebbe sicuramente offeso: io no.

Decisamente io non sono normale. No, mai stato.

Un rimescolio mi ha agitato lo stomaco a quelle parole, ma non in negativo anzi.

Qualcuno mi ha guardato, guardato davvero, si è accorto di me oltre la patina di bravo ragazzo, Osamu sembrava quasi preoccupato quando ha detto quelle parole e non so se per la mia reazione per quello che da espresso con sincerità.

- Non volevo offenderti, scusa - ha mormorato tornando a prestare attenzione al bancone già lucido.

Offendermi, perché mai avrei dovuto… l’ho rassicurato che va tutto bene e che forse, forse ha ragione… e lui… lui… mi guardava con quei suoi occhi scuri attenti e premurosi, io non ho saputo resistere, mi sono sporto oltre il bancone e l’ho baciato.

Senza pensare.

Senza riflettere.

Senza pianificarlo.

Mosso dall’istinto, da un impulso sbagliato!

 

Quello che ho provato io l’ho percepito benissimo un brivido lungo la spina dorsale, che mi ha scosso dalla testa ai piedi, irradiandosi dal mio stomaco in tutto il torace. Una sensazione di calore meravigliosa, mai provata prima sentivo le guance in fiamme, il cuore che mi rimbombava nelle orecchie e le sue labbra calde sulle mie.

Quello che ha provato Osamu non lo so, non sono rimasto nemmeno ad aspettare che mi dicesse qualcosa, sono fuggito.

Scappato da lui, senza dargli il tempo di dire di niente.

Mi sono dato alla fuga da questo senso di benessere che ho provato, è solo una illusione.

Sono corso via nella notte, rifugiandomi a casa, in un posto sicuro, lontano da chiunque possa farmi del male.

Non posso scappare da me stesso però.

Ho lasciato il telefono di là, ha suonato un paio di volte, sono arrivate notifiche di messaggi, ho troppa, troppa paura.

Una cosa la so però con certezza, non passerò più davanti al suo ristorante.

Non mangerò più i suoi ottimi onigiri.

Non mi perderò più nei suoi occhi scuri.

Non sentirò più la sua voce bassa e calda che pronuncia il mio nome.

Mi mancherà tutto questo.

Mi mancherà da morire.

Morirò ne sono certo!

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Capitolo 5
*** 5° pagina ***


Challenge 1st April - sfida mensile - indetta dal gruppo FaceBook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”

5° entries

 

Genere: drammatico, introspettivo

Tipo: flash-fic

Coppia: yaoi

Personaggi: Keiji Akaashi, Osamu Miya

Rating: PG-13, giallo

Avvertimenti: slice of life, lime, fluff, tematiche delicate

PoV: prima persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Solo poche pagine di diario

(5° pagina)

 

30 giugno 2023

Sono stanco.

Sono confuso.

Sono felice.

Sì, l’ho scritto davvero, sono felice come non mi succedeva da davvero tanto tempo.

Sto scrivendo praticamente sotto le coperte con la torcia del cellullare che mi fa luce, il mio corpo premuto contro il suo, non voglio svegliarlo, ma voglio scrivere quello che sto provando adesso e quello che ho provato prima per non perderlo per non dimenticarlo, ma andiamo con ordine!

Ordine Keiji, sono giorni che non scrivo.

Troppo preso da quello che mi stava accadendo, dalle mie paure, dalle mie angosce, mettere tutto nero su bianco sarebbe stato troppo.

Ma voglio scrivere quello che è successo con ordine e precisione.

 

La mattina dopo (del fattaccio) del bacio che gli ho rubato a tradimento, ho trovato sull’uscio un sacchetto con il simbolo del suo negozio e questo mi ha aperto il cuore. Una fievole speranza a fatto capolino, una fiammella che mi ha scaldato.

Dentro, oltre a quattro onigiri, un biglietto - Va tutto bene. O.M. -

Al ritorno dal lavoro sono stato tentato di cambiare strada o comunque di tirare dritto, ma non l’ho fatto anche perché Osamu era davanti alla porta con le mani sui fianchi.

Non potevo scappare.

Non volevo!

Le uniche parole che sono uscite dalla mia bocca sono state un saluto e mi sono rincantucciato nel mio solito angolino a mangiare.

Senza una parola Osamu, quando era prossimo alla chiusura, mi ha tolto il blocco dalle mani e con la penna con cui scrive gli ordini ha scritto qualcosa sul mio taccuino e me lo ha ridato.

In fondo alla mia lista, ordinata, pulita e scritta in inchiostro blu, c’era la sua scrittura, spigolosa e incerta, forse per l’emozione, e non potevo credere a quello che c’era scritto.

- Baciare Osamu! -

Il mio cuore ha preso a battere all’impazzata, così forte che credevo mi uscisse dal petto e l’ho fatto, l’ho baciato e come se l’ho baciato.

Quella sera e quella dopo ancora e quella dopo ancora.

Mi ha accompagnato un giorno dopo l’altro, con una semplicità e naturalezza disarmante.

Fino ad oggi.

Oggi Kotaro si è sposato ed io ero lì al suo fianco, come mi ha chiesto, nel mio bel completo grigio. Non ce l’avrei mai fatta se alle mie spalle non ci fosse stato lui. Se nella mia vita non fosse entrato Osamu Miya!

Che mi guardava e semplicemente e con la sua presenza mi sosteneva.

Bokuto ha esteso l’invito a Osamu e per questo devo ringraziare Atsumu, anche se io ero incerto nel farmi vedere con lui, di palesare a tutti la nostra relazione.

Relazione.

Stiamo insieme da un mese.

Kotaro mi ha abbracciato stretto la sera che gliel’ho detto - Sono così felice Akaashi - mi ha mormorato visibilmente commosso, stritolandomi con le sue braccia forti.

L’ho detto a quelle che considero le persone più vicine a me e nessuno di loro mi ha allontanato però nei loro occhi c’è sempre qualcosa…

 

Abbiamo fatto l’amore.

Cielo l’ho scritto (e l’abbiamo fatto) davvero, ancora non mi sembra vero.

Finito il ricevimento, dopo avermi accompagnato a casa, l’ho invitato su da me, un bacio, una carezza, i nostri abiti eleganti che finivano sul pavimento ad uno ad uno fino alla camera da letto.

Le sue mani e le sue labbra sul mio corpo, lui dentro di me, non ho mai provato niente del genere con nessuno prima d’ora.

 

Anche adesso, che sento il suo calore contro la mia schiena non mi sembra ancora vero, ho paura che sia solo un sogno e che al mattino tutto scomparirà.

Ma se sto dormendo, non voglio svegliarmi più, mai più.

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Capitolo 6
*** 6° pagina ***


Challenge 1st April - sfida mensile - indetta dal gruppo FaceBook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”

6° entries

 

Genere: drammatico, introspettivo

Tipo: flash-fic

Coppia: yaoi

Personaggi: Keiji Akaashi, Osamu Miya

Rating: PG-13, giallo

Avvertimenti: slice of life, angst, tematiche delicate

PoV: prima persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Solo poche pagine di diario

(6° pagina)

 

4 luglio 2023

È tutto finito, tutto quanto.

Non dovevo ascoltarlo, doveva fare di testa mia e tacere, continuare come se niente fosse. Andava tutto bene, no?

Perché complicarsi la vita, perché modificare qualcosa di così perfetto.

È colpa di Osamu che mi ha convinto a dirlo anche ai miei genitori, lui lo ha fatto, ma i suoi sono molto più aperti e meno bigotti dei miei.

Ho i brividi se ripenso a quello che mi ha detto mio padre, squadrandomi dall’alto in basso: - Ho sempre pensato che fossi strano -

I genitori amano i figli.

I miei no.

- Io non ho un figlio - queste sono state le sue parole, una sentenza, prima di invitarmi a lasciare la sua casa, mia madre non ha detto nulla, piangeva in silenzio.

Sono andato dall’unica persona che credevo mi avrebbe capito.

Osamu.

Ma era troppo impegnato con un evento nel suo ristorante - Ne parliamo quando chiudo il locale, adesso non riesco, mi dispiace -

Mi aveva promesso che per me ci sarebbe sempre stato.

Bugiardo, bugiardo, bugiardo!

 

Quando le giornate iniziano male finiscono anche peggio, appena arrivato a casa, ho ricevuto una telefonata che non avrei mai voluto sopportare, il mio capo ha visto una foto sui social, l’ha postata Atsumu, io e suo fratello ci stavamo scambiando un bacio a fior di labbra al matrimonio di Bokuto.

Ha parlato per dieci minuti per poi dirmi chiaro e tondo che quelli come me nella sua redazione non li vuole… quelli come me…

Di non presentarmi il giorno dopo, di riconsegnare il materiale, che a breve sarebbe seguita la lettera di licenziamento.

Licenziato.

In tronco.

Solo per la preferenza di chi mi porto a letto.

Non è giusto, non è giusto, non è giusto.

Miya mi ha raggiunto a notte inoltrata e abbiamo litigato… mi ha detto di calmarmi che tutto si sarebbe sistemato, che avremmo trovato una soluzione.

Che con un po’ di pazienza i miei avrebbero capito.

Non li conosce.

Che avrei trovato presto un altro lavoro, dove a nessuno importava il mio orientamento sessuale.

L’editoria è in crisi.

Non è vero, non c’è soluzione, ovunque io mi volti vengo etichettato per quello che sono, valutato per quello, denigrato e allontanato.

L’hanno fatto i miei amici, che non mi cercano più come una volta.

L’ha fatto il mio capo, che non ha esitato un momento a sbattermi fuori.

L’ha fatto la mia famiglia, che… che…

Intorno a me si è creato un vuoto che mi sta inghiottendo, si sta ampliando.

Gli ho detto di andarsene, che me la so cavare da solo, l’ho spinto fuori e lui si è arreso, - Ne parliamo quando sarai più calmo - ha tentato, ma io gli ho sbattuto la porta in faccia e nonostante abbia picchiato i pugni sulla porta per non so quanto tempo, non l’ho fatto entrare.

Mi sono semplicemente chiuso in camera, rifugiato su questo quaderno, anche se non ha senso continuare a scrivere, per cosa? per chi? Nessuno lo leggerà mai, potrei anche dargli fuoco… a nessuno importerebbe, nemmeno a me.

Non mi importa più di niente.

Non mi interessa più nulla.

Perché continuare a lottare?

Perché continuare soffrire?

Perché?

Sono stanco.

Sono vuoto

Sono solo.

Voglio solo un po’ di pace.

Di serenità.

Di silenzio.

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Capitolo 7
*** 7° pagina ***


Challenge 1st April - sfida mensile - indetta dal gruppo FaceBook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”

7° entries

 

Genere: drammatico, introspettivo

Tipo: flash-fic

Coppia: yaoi

Personaggi: Osamu Miya, Keiji Akaashi

Rating: PG-17, arancione

Avvertimenti: slice of life, angst, tematiche delicate (suicidio), death-fic

PoV: prima persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Solo poche pagine di diario

(7° pagina)

 

6 luglio 2023

 

Ho letto le pagine di questo quaderno, non avrei il diritto di scrivere su questi fogli bianchi, ma sento il bisogno di farlo, spinto da qualcosa da dentro. Ho visto Keiji farlo tante volte, così concentrato, i suoi occhi azzurri che correvano veloci sulle righe, la sua mano bianca e affusolata che stringeva la stilografica nera.

Mi sono innamorato di lui la prima volta che ha messo piede nel mio locale.

 

 

Keiji è… è… era una anima fragile, insicura.

Sbattuta nel vento, nella tempesta della cattiveria e dell'indifferenza della gente. All’apparenza così algido e sicuro, ma la realtà era molto diversa.

 

Non ho saputo proteggerlo, non ho potuto salvarlo dal mondo, da sé stesso.

 

Nemmeno io ho capito fino in fondo il suo malessere quanto profondo e radicato fosse in lui.

 

Sono stato cieco e disattento illudendomi che con la mia presenza e il mio amore bastassero.

Quella bolla di tranquillità e serenità che si creava quando sedeva nel mio ristorante e gli servivo i suoi onigiri preferiti e lui li mangiava sorridendo dolcemente, gli occhi nei miei.

Era solo una illusione.

Una parvenza di normalità, di sicurezza, di stabilità-

 

Siamo tutti responsabili in modo diverso, per quello che è successo, per quello che ha fatto, tutti noi, nessuno escluso.

 

Bokuto Kotaro il primo amore adolescenziale, che senza volerlo ha creato la prima crepa in quel cuore di cristallo e in quell’anima di vetro.

Colpevole!

 

Kenma Kozume perso in un mondo virtuale e indifferente al mondo e ai suoi abitanti. Un’altra scalfittura.

Colpevole.

 

Kuroo Tetsuro troppo preso dalla sua carriera e da sé stesso, si è voltato dall’altra parte. Un cuneo duro e spietato che ha allargato le fenditure.

Colpevole!

 

Genitori legati alle tradizioni, alle apparenze, a non (a detta loro) infangare il buon nome della famiglia, anche a discapito del loro unico figlio. Il colpo che ha frantumato quel cuore e quell’anima.

Colpevoli!

 

Miya Osamu … non ho fatto abbastanza… non sono stato sufficientemente presente… non ho capito… non l’ho capito… supportato… aiutato…

Colui che avrebbe dovuto ripararlo quel cuore, con il collante del suo amore, quell’anima, con il mastice della sua presenza.

Non ne sono stato in grado.

Colpevole! Colpevole! Colpevole!

 

Akaashi Keiji, ragazzo fragile e incompreso. Troppo per questo squallido e misero mondo. Incapace però affrontare a testa alta e fiera la sua natura, infischiandosene degli altri, è difficile, lo so per primo, ma non impossibile.

Colpevole!

 

Quella notte avrei dovuto mollare tutto e seguirlo, capire dalla sua agitazione che era successo qualcosa di importante, (perché non me lo aveva voluto dire lì) non aspettare ore e raggiungerlo, la sua rabbia e la sua frustrazione erano montate, un fiume in piena, che lo hanno travolto completamente facendogli perdere il contatto con la realtà.

Quella realtà dove c’ero io, gli ho teso la mano ma lui non ha voluto afferrarla, avrei dovuto farlo io al suo posto, stringerlo e non lasciarlo andare, lottare con lui, per lui.

Non lo avevo mai visto così… scoraggiato, angosciato, disperato.

Invece mi sono lasciato mettere alla porta, credendo che avesse bisogno di stare solo, ma non si lascia da solo un uomo in quelle condizioni.

Avrei dovuto sfondarla la porta quella notte, cercare di entrare dalla finestra, invece mi sono arreso, mi sono accasciato sullo zerbino, in attesa che mi facesse entrare, che si calmasse, che ragionasse, non mi sono accorto che avesse perso del tutto il controllo. Quel controllo che cercava in tutti i modi di mantenere, ma che gli sfuggiva dalle dita come sabbia.

Se solo avessi saputo cosa stava facendo dentro all’appartamento, eravamo ad una manciata di metri.

Avrei potuto salvarlo.

Ho atteso che le acque si calmassero.

Idiota!

Ho indugiato troppo… quando ho deciso di agire era oramai tardi.

Ho impiegato ore a decidermi a recuperare un mazzo di chiavi dalla vicina, che mi ha fissato assonnata e preoccupata, ma che ha assecondato la mia strana richiesta, che era quasi l’alba.

Quando ho aperto la porta il tempo si è fermato.

Tutto era immobile in quella casa, in quel bagno, in quella vasca…

È colpa mia. Solo mia… solo… mia…

 

Perdonami Keiji, perdonami.

 

 

---

Note dell’autrice

Ok eccoci alla fine di questo diario, posto e scappo!!!

Grazie a tutti quelli che sono arrivati fino a qui.

A presto!

Bombay

 

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