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Challenge
1st April - sfida mensile - indetta dal gruppo FaceBook “Non solo Sherlock -
gruppo eventi multifandom”
1°
entries
Genere:
drammatico, introspettivo
Tipo:
flash-fic
Coppia:
yaoi
Personaggi:
Keiji Akaashi, Kotaro Bokuto
Rating:
PG-13, giallo
Avvertimenti:
slice of life, angst,
tematiche delicate
PoV: prima persona
Spoiler:
sì, post time skip
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma di HaruichiFurudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono
utilizzati senza scopo di lucro.
Solo poche pagine di
diario
(1° pagina)
1° aprile 2023
Bokuro Kotaro si sposa…
Kotaro Bokuto si sposa…
Kotaro si sposa…
Bokuto si sposa…
Bokuto Kotaro si sposa
Kotaro Bokuto si sposa…
Kotaro si sposa…
Bokuto si sposa…
Non riesco a farlo diventare reale nemmeno se
continuo a scriverlo e poi cancellarlo. Non scrivevo su questo quaderno dai
tempi del liceo… l’ultima frase che ho scritto, l’ultimo giorno di scuola
quando Bokuto si è diplomato è stata: - sono innamorato di Kotaro - e da allora
non è cambiato nulla per me.
Ho deciso di riprendere a scrivere perché oggi
è arrivato l’invito al matrimonio e se non butto fuori quello che ho dentro
rischio di esplodere.
È sempre stato così per me, metto nero su bianco
ogni cosa, scrivo liste infinite di cose da fare, da comprare, da buttare, chi
vedere, chi incontrare, ogni giorno; riesco a controllare l’ansia che sale. Mi da
la sensazione di avere il controllo, ma mi rendo conto di non avere il
controllo di niente, della mia vita, dei miei sentimenti.
Chi mi sta accanto mi stima per la mia precisione,
attenzione, solerzia. Mi sono laureato con il massimo dei voti in ogni esame e
con la lode. Lavoro in una casa editrice e sto scrivendo un libro, ma qualcosa
nella mia vita manca…
Bokuto Kotaro si sposa…
Bokuto Kotaro si sposa con…
Bokuto Kotaro si sposa con Akaashi Keiji
Inutile anche se lo scrivo non si realizzerà mai.
Tutti i miei amici hanno una carriera, una
relazione non c’è più tra noi quella simbiosi che si era creata a scuola.
Kotaro vive in un’altra città è famoso, ha realizzato
il suo sogno, ha un’ottima carriera come sportivo, un successo dopo l’altro.
Ci vediamo spesso, nonostante tutto, ma non
come vorrei io…
Sono stato sul punto di rivelargli i miei
sentimenti più di una volta, ma non ce l’ho mai fatta e ora è troppo tardi perché
si sposa e io non ho più nessuna possibilità di appello.
Potrei scrivergli una lettera:
- Caro Kotaro, non verrò al tuo matrimonio e
non sarò il tuo testimone perché…
Perché… sono innamorato di te dai tempi
del liceo e non sopporterei di non essere io al tuo fianco… ho inderogabili
impegni di lavoro -
Sono patetico… una scusa più stupida non
potevo trovarla, so già che ci andrò, so già che soffrirò.
Ripenso con nostalgia ai giorni che abbiamo
passato insieme a scuola, ripetendomi all’infinito che se non fossi stato così
timido forse le cose ora potrebbero essere diverse.
Illuso, illuso, illuso.
Le attenzioni che mi ha sempre riservato
erano sempre state quelle che si rivolgono ad un amico, sono io che ci vedevo e
vi vedo altro.
Ero il suo palleggiatore, il suo migliore
amico… ora non sono più il suo alzatore, ma sono ancora il suo migliore amico e
che mi piaccia o no devo farmelo bastare!
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1st April - sfida mensile - indetta dal gruppo FaceBook “Non solo Sherlock -
gruppo eventi multifandom”
2°
entries
Genere:
drammatico, introspettivo
Tipo:
flash-fic
Coppia:
yaoi
Personaggi:
Keiji Akaashi, Kotaro Bokuto
Rating:
PG-13, giallo
Avvertimenti:
slice of life, angst, tematiche delicate
PoV:
prima persona
Spoiler:
sì, post time skip
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi
in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Solo poche pagine di
diario
(2° pagina)
20 aprile 2023
Ho la testa che mi gira e la vista appannata
a stento riesco a vedere quello che scrivo, sto così male, non dovevo andare a
cena con loro, non dovevo dire quello che provavo, dovevo stare zitto, zitto,
zitto.
Io non sono come te
Io non sono come te
Io non…
Le parole di Kotaro mi ribalzano ancora nelle
orecchie, sono giorni che continuo a pensare di dirgli la verità cosa mai potrà
succedere? Mi ripetevo
Ingenuo.
Stupido.
Innamorato.
Perché io come sono?
Avrei voluto urlare, ma sono rimasto zitto e
immobile, anche se avrei voluto scomparire.
Perché io come sono?
Avrei voluto chiederglielo, ma mi è bastato quello
che mi ha risposto, io non sono come te, nemmeno avessi un paio d’ali e una coda.
Bokuto è sempre stato una persona schietta e
sincera, a modo suo ingenua, ma non stupido tutt’altro, ha dimostrato
sensibilità e profondità in più di una occasione.
Mi rendo conto di averlo spiazzato con la mia
dichiarazione e sono certo che non volesse ferire i miei sentimenti però…
Ovviamente è etero, eterissimo, non poteva
essere altrimenti un metro e novanta di muscoli ben piazzati ovunque, me lo
ricordo bene quando ci si cambiava tutti insieme, non potevo fare a meno di guardarlo
e poi dovevo correre in uno dei cubicoli delle docce a dare sfogo al mio corpo
da solo.
L’ho sempre saputo, non che non era come
me…
Non è stato facile per me… scoprire che le
donne non mi interessavano affatto, avevo solo sedici anni, credevo fosse solo
una ammirazione per Bokuto, che giocava così bene a pallavolo, che trascinava
tutti con il suo carattere esuberante, ma che precipitava nella depressione più
cupa per un nonnulla. Con lui ho instaurato subito un rapporto particolare e mi
sono illuso ogni giorno di più, prendendo consapevolezza ogni giorno che
passava della mia natura.
Le donne non mi eccitano, non provo nulla nel
guardare il loro corpo, nulla si muove in me.
Invece con gli uomini beh è tutta un’altra faccenda…
Non che abbia avuto chissà quanti amanti, ma all’università
un mio compagno mi ha fatto un pompino nei bagni dell’ateneo e sono andato a
letto con un altro ad una festa dell’università, non ricordo molto, aveva
bevuto troppo, ma dovevo capire provare fino in fondo, darmi delle risposte…
I miei genitori non lo sanno, non ho il
coraggio di dirglielo così come ai miei conoscenti più stretti.
Kenma non è interessato a nulla che non sia
virtuale e Kuroo beh lui cambia donna frequentemente, anche se non credo che si
scomporrebbe più di tanto.
Sono omossessuale.
Scriverlo è estremamente facile esserlo è
difficilissimo.
Forse avrei dovuto dirglielo in un’occasione diversa,
non a cena con i nostri amici, c’erano anche Kenma e Kuroo, la sua ragazza (quella
che diventerà sua moglie), ma forse la troppa birra mi ha sciolto la
lingua, o forse sapevo di avere perso in partenza.
Per inciso Kozume non ha alzato nemmeno gli occhi
dal telefono e Kuroo il suo sorrisetto sbieco la diceva lunga ma ha avuto la
decenza di non fare nessun tipo di commento. La tipa invece era parecchio
scandalizzata, ma la mia attenzione era tutta su Kotaro, sul suo sorriso imbarazzato,
sui suoi occhi grandi e dorati e poi le sue parole.
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3° entries
Genere: drammatico, introspettivo
Tipo: flash-fic
Coppia: yaoi
Personaggi: Keiji Akaashi, Osamu Miya
Rating: PG-13, giallo
Avvertimenti: slice of life, angst,
tematiche delicate
PoV: prima persona
Spoiler: sì, post time skip
Disclaimers: i personaggi non sono
miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto
sono utilizzati senza scopo di lucro.
Solo poche pagine di
diario
(3° pagina)
12 maggio 2023
Oggi piove, piove a dirotto da questa mattina
e il tempo di addice al mio umore triste e grigio.
Non riesco a scrivere con la regolarità che
avevo una volta, un po’ per mancanza di tempo, un po’ perché mi ritroverei a
scrivere sempre le stesse cose. Mi rendo tristemente conto che la mia vita è tutta
uguale, si dipana nel medesimo modo fottuto giorno.
Mi alzo, mi lavo, mi sbarbo, faccio colazione
e vado a lavorare torno a casa, ceno e vado a letto, troppo stanco per fare qualunque
cosa.
Questa routine mi dà tranquillità fare sempre
le stesse cose, cedere sempre le stesse persone, percorrere sempre la stessa
strada, osservare sempre gli stessi negozi, fino a quel giorno.
In uno degli esercizi sfitti stanno facendo dei
lavori sono proprio curioso di vedere cosa aprirà.
Con mio immenso piacere è un ristorante di
onigiri io li adoro, non potevo essere più fortunato.
Sono stato ancora più sorpreso quando ho
scoperto che il proprietario è Osamu Miya, che ha traslocato in un locale più
grande.
Tra noi non sono mai intercorsi grandi
rapporti ci conoscevamo di vista.
Lui era il gemello di Atsumu mentre io per
lui ero l’alzatore de Fukurodani.
Dalla sera dell’inaugurazione nella mia lista
tra recuperare vestiti in tintoria e prendere il latte per domani, molto spesso
c’è fermarsi a prendere gli onigiri da Miya per cena.
E siamo diventati Miya e Akaashi.
Poi il fermarsi si è trasformato in fare
quattro chiacchere con Miya.
E i nostri nomi propri sono diventati
familiari sulle nostre labbra, Osamu sulle mie, Keiji sulle sue.
Mi fermo ogni giorno e una volta li compro
gli onigiri, ma son più spesso quelli che mi vengono offerti e un altro passo
avanti per Samu e Kei…
Kei… nemmeno i miei genitori mi hanno mai
chiamato così è strano e bello…
Ho il terrore di dirgli la verità, di
rivelargli la mia vera natura… ho paura di sentire le stesse parole che mi ha rivolto
Bokuto.
Io non sono come te… non credo che lo
sopporterei.
Mi fermo ogni sera, prima di tornare a casa e
nonostante gli onigiri siano uno dei miei piatti preferiti non è più per quello
che entro nel suo ristorante.
Anche questa sera mentre fuori diluviava e ad
uno ad uno tutti gli altri avventori se ne andavano ed io sono rimasto fino
alla chiusura chiacchierando con lui.
Il destino ha voluto che qualcuno abbia preso
il mio ombrello.
- Ti accompagno - ha proposto e prima che
potessi rifiutare o protestare, mi sono trovato sotto al piccolo ombrello
stretto a lui.
Sto bene vicino a Osamu.
Mi piacciono gli onigiri, continuavo a riapertemi
mentre camminavo sotto la pioggia
Gli onigiri di Osamu sono ottimi, soprattutto
quelli che fa apposta per me.
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4°
entries
Genere:
drammatico, introspettivo
Tipo:
flash-fic
Coppia:
yaoi
Personaggi:
Keiji Akaashi, Osamu Miya
Rating:
PG-13, giallo
Avvertimenti:
slice of life, angst, tematiche delicate
PoV:
prima persona
Spoiler:
sì, post time skip
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in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Solo poche pagine di
diario
(4° pagina)
30 maggio 2023
È notte fonda, ma non riesco a dormire così
mi ritrovo a scrivere, spero di trovare un po’ di sollievo.
Non accadrà.
Lo so.
Lo so.
Lo so.
Ho fatto una cosa stupida, che non
dovevo fare. Stupido!
Non sono nemmeno rimasto per vedere le conseguenze
del mio gesto. Fifone.
Sono scappato.
Vile.
Vigliacco.
Codardo.
Devo andare con ordine, mi trema perfino la
mano che stringe la stilografica da quanto sono agitato.
Calmati Keiji, calmati! Non sei un ragazzino.
Come ogni sera sono andato a mangiare all’Onigiri
Miya, era tutto uguale come sempre fino a quando non siamo rimasti soli e
mentre puliva il bancone Osamu se né uscito con un: - Non sono un dottore, ma
sembra che tua abbia un qualche disturbo ossessivo compulsivo -
Queste sono state le parole che mi ha rivolto
Osamu, mentre nel suo ristorante mangiavo gli onigiri che ha fatto apposta per
me e che ho mangiato mentre depennavo un paio di cose fatte dalla mia lista giornaliera.
Chiunque ad una affermazione del genere si
sarebbe sicuramente offeso: io no.
Decisamente io non sono normale. No, mai
stato.
Un rimescolio mi ha agitato lo stomaco a
quelle parole, ma non in negativo anzi.
Qualcuno mi ha guardato, guardato davvero, si
è accorto di me oltre la patina di bravo ragazzo, Osamu sembrava quasi preoccupato
quando ha detto quelle parole e non so se per la mia reazione per quello che da
espresso con sincerità.
- Non volevo offenderti, scusa - ha mormorato
tornando a prestare attenzione al bancone già lucido.
Offendermi, perché mai avrei dovuto… l’ho rassicurato
che va tutto bene e che forse, forse ha ragione… e lui… lui… mi guardava con
quei suoi occhi scuri attenti e premurosi, io non ho saputo resistere, mi sono
sporto oltre il bancone e l’ho baciato.
Senza pensare.
Senza riflettere.
Senza pianificarlo.
Mosso dall’istinto, da un impulso sbagliato!
Quello che ho provato io l’ho percepito
benissimo un brivido lungo la spina dorsale, che mi ha scosso dalla testa ai
piedi, irradiandosi dal mio stomaco in tutto il torace. Una sensazione di calore
meravigliosa, mai provata prima sentivo le guance in fiamme, il cuore che mi
rimbombava nelle orecchie e le sue labbra calde sulle mie.
Quello che ha provato Osamu non lo so, non
sono rimasto nemmeno ad aspettare che mi dicesse qualcosa, sono fuggito.
Scappato da lui, senza dargli il tempo di dire
di niente.
Mi sono dato alla fuga da questo senso di
benessere che ho provato, è solo una illusione.
Sono corso via nella notte, rifugiandomi a casa,
in un posto sicuro, lontano da chiunque possa farmi del male.
Non posso scappare da me stesso però.
Ho lasciato il telefono di là, ha suonato un paio
di volte, sono arrivate notifiche di messaggi, ho troppa, troppa paura.
Una cosa la so però con certezza, non passerò
più davanti al suo ristorante.
Non mangerò più i suoi ottimi onigiri.
Non mi perderò più nei suoi occhi scuri.
Non sentirò più la sua voce bassa e calda che
pronuncia il mio nome.
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5°
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Genere:
drammatico, introspettivo
Tipo:
flash-fic
Coppia:
yaoi
Personaggi:
Keiji Akaashi, Osamu Miya
Rating:
PG-13, giallo
Avvertimenti:
slice of life, lime, fluff, tematiche delicate
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Spoiler:
sì, post time skip
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Solo poche pagine di
diario
(5° pagina)
30 giugno 2023
Sono stanco.
Sono confuso.
Sono felice.
Sì, l’ho scritto davvero, sono felice come
non mi succedeva da davvero tanto tempo.
Sto scrivendo praticamente sotto le coperte
con la torcia del cellullare che mi fa luce, il mio corpo premuto contro il suo,
non voglio svegliarlo, ma voglio scrivere quello che sto provando adesso e quello
che ho provato prima per non perderlo per non dimenticarlo, ma andiamo con
ordine!
Ordine Keiji, sono giorni che non scrivo.
Troppo preso da quello che mi stava accadendo,
dalle mie paure, dalle mie angosce, mettere tutto nero su bianco sarebbe stato
troppo.
Ma voglio scrivere quello che è successo con ordine
e precisione.
La mattina dopo (del fattaccio) del
bacio che gli ho rubato a tradimento, ho trovato sull’uscio un sacchetto con il
simbolo del suo negozio e questo mi ha aperto il cuore. Una fievole speranza a
fatto capolino, una fiammella che mi ha scaldato.
Dentro, oltre a quattro onigiri, un biglietto
- Va tutto bene. O.M. -
Al ritorno dal lavoro sono stato tentato di
cambiare strada o comunque di tirare dritto, ma non l’ho fatto anche perché Osamu
era davanti alla porta con le mani sui fianchi.
Non potevo scappare.
Non volevo!
Le uniche parole che sono uscite dalla mia
bocca sono state un saluto e mi sono rincantucciato nel mio solito angolino a
mangiare.
Senza una parola Osamu, quando era prossimo
alla chiusura, mi ha tolto il blocco dalle mani e con la penna con cui scrive
gli ordini ha scritto qualcosa sul mio taccuino e me lo ha ridato.
In fondo alla mia lista, ordinata, pulita e
scritta in inchiostro blu, c’era la sua scrittura, spigolosa e incerta, forse
per l’emozione, e non potevo credere a quello che c’era scritto.
- Baciare Osamu! -
Il mio cuore ha preso a battere all’impazzata,
così forte che credevo mi uscisse dal petto e l’ho fatto, l’ho baciato e come
se l’ho baciato.
Quella sera e quella dopo ancora e quella
dopo ancora.
Mi ha accompagnato un giorno dopo l’altro,
con una semplicità e naturalezza disarmante.
Fino ad oggi.
Oggi Kotaro si è sposato ed io ero lì al suo
fianco, come mi ha chiesto, nel mio bel completo grigio. Non ce l’avrei mai
fatta se alle mie spalle non ci fosse stato lui. Se nella mia vita non fosse entrato
Osamu Miya!
Che mi guardava e semplicemente e con la sua
presenza mi sosteneva.
Bokuto ha esteso l’invito a Osamu e per
questo devo ringraziare Atsumu, anche se io ero incerto nel farmi vedere con lui,
di palesare a tutti la nostra relazione.
Relazione.
Stiamo insieme da un mese.
Kotaro mi ha abbracciato stretto la sera che gliel’ho
detto - Sono così felice Akaashi - mi ha mormorato visibilmente commosso,
stritolandomi con le sue braccia forti.
L’ho detto a quelle che considero le persone
più vicine a me e nessuno di loro mi ha allontanato però nei loro occhi c’è
sempre qualcosa…
Abbiamo fatto l’amore.
Cielo l’ho scritto (e l’abbiamo fatto) davvero,
ancora non mi sembra vero.
Finito il ricevimento, dopo avermi accompagnato
a casa, l’ho invitato su da me, un bacio, una carezza, i nostri abiti eleganti
che finivano sul pavimento ad uno ad uno fino alla camera da letto.
Le sue mani e le sue labbra sul mio corpo, lui
dentro di me, non ho mai provato niente del genere con nessuno prima d’ora.
Anche adesso, che sento il suo calore contro
la mia schiena non mi sembra ancora vero, ho paura che sia solo un sogno e che
al mattino tutto scomparirà.
Ma se sto dormendo, non voglio svegliarmi
più, mai più.
Challenge
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6°
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Genere:
drammatico, introspettivo
Tipo:
flash-fic
Coppia:
yaoi
Personaggi:
Keiji Akaashi, Osamu Miya
Rating:
PG-13, giallo
Avvertimenti:
slice of life, angst, tematiche delicate
PoV:
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sì, post time skip
Disclaimers:
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in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Solo poche pagine di
diario
(6° pagina)
4 luglio 2023
È tutto finito, tutto quanto.
Non dovevo ascoltarlo, doveva fare di testa
mia e tacere, continuare come se niente fosse. Andava tutto bene, no?
Perché complicarsi la vita, perché modificare
qualcosa di così perfetto.
È colpa di Osamu che mi ha convinto a dirlo
anche ai miei genitori, lui lo ha fatto, ma i suoi sono molto più aperti e meno
bigotti dei miei.
Ho i brividi se ripenso a quello che mi ha
detto mio padre, squadrandomi dall’alto in basso: - Ho sempre pensato che fossi
strano -
I genitori amano i figli.
I miei no.
- Io non ho un figlio - queste sono state le
sue parole, una sentenza, prima di invitarmi a lasciare la sua casa, mia madre
non ha detto nulla, piangeva in silenzio.
Sono andato dall’unica persona che credevo mi
avrebbe capito.
Osamu.
Ma era troppo impegnato con un evento nel suo
ristorante - Ne parliamo quando chiudo il locale, adesso non riesco, mi
dispiace -
Mi aveva promesso che per me ci sarebbe
sempre stato.
Bugiardo, bugiardo, bugiardo!
Quando le giornate iniziano male finiscono
anche peggio, appena arrivato a casa, ho ricevuto una telefonata che non avrei
mai voluto sopportare, il mio capo ha visto una foto sui social, l’ha postata
Atsumu, io e suo fratello ci stavamo scambiando un bacio a fior di labbra al
matrimonio di Bokuto.
Ha parlato per dieci minuti per poi dirmi
chiaro e tondo che quelli come me nella sua redazione non li vuole… quelli come
me…
Di non presentarmi il giorno dopo, di
riconsegnare il materiale, che a breve sarebbe seguita la lettera di
licenziamento.
Licenziato.
In tronco.
Solo per la preferenza di chi mi porto a
letto.
Non è giusto, non è giusto, non è giusto.
Miya mi ha raggiunto a notte inoltrata e
abbiamo litigato… mi ha detto di calmarmi che tutto si sarebbe sistemato, che
avremmo trovato una soluzione.
Che con un po’ di pazienza i miei avrebbero
capito.
Non li conosce.
Che avrei trovato presto un altro lavoro,
dove a nessuno importava il mio orientamento sessuale.
L’editoria è in crisi.
Non è vero, non c’è soluzione, ovunque io mi
volti vengo etichettato per quello che sono, valutato per quello, denigrato e
allontanato.
L’hanno fatto i miei amici, che non mi cercano
più come una volta.
L’ha fatto il mio capo, che non ha esitato un
momento a sbattermi fuori.
L’ha fatto la mia famiglia, che… che…
Intorno a me si è creato un vuoto che mi sta
inghiottendo, si sta ampliando.
Gli ho detto di andarsene, che me la so
cavare da solo, l’ho spinto fuori e lui si è arreso, - Ne parliamo quando sarai
più calmo - ha tentato, ma io gli ho sbattuto la porta in faccia e nonostante
abbia picchiato i pugni sulla porta per non so quanto tempo, non l’ho fatto entrare.
Mi sono semplicemente chiuso in camera,
rifugiato su questo quaderno, anche se non ha senso continuare a scrivere, per cosa?
per chi? Nessuno lo leggerà mai, potrei anche dargli fuoco… a nessuno
importerebbe, nemmeno a me.
Challenge
1st April - sfida mensile - indetta dal gruppo FaceBook “Non solo Sherlock -
gruppo eventi multifandom”
7°
entries
Genere:
drammatico, introspettivo
Tipo:
flash-fic
Coppia:
yaoi
Personaggi:
Osamu Miya, Keiji Akaashi
Rating:
PG-17, arancione
Avvertimenti:
slice of life, angst, tematiche delicate (suicidio), death-fic
PoV:
prima persona
Spoiler:
sì, post time skip
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi
in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Solo poche pagine di
diario
(7° pagina)
6 luglio 2023
Ho letto le pagine di questo quaderno, non avrei
il diritto di scrivere su questi fogli bianchi, ma sento il bisogno di farlo,
spinto da qualcosa da dentro. Ho visto Keiji farlo tante volte, così
concentrato, i suoi occhi azzurri che correvano veloci sulle righe, la sua mano
bianca e affusolata che stringeva la stilografica nera.
Mi sono innamorato di lui la prima volta che
ha messo piede nel mio locale.
Keiji è… è… era una anima fragile,
insicura.
Sbattuta nel vento, nella tempesta della
cattiveria e dell'indifferenza della gente. All’apparenza così algido e sicuro,
ma la realtà era molto diversa.
Non ho saputo proteggerlo, non ho potuto
salvarlo dal mondo, da sé stesso.
Nemmeno io ho capito fino in fondo il suo
malessere quanto profondo e radicato fosse in lui.
Sono stato cieco e disattento illudendomi che
con la mia presenza e il mio amore bastassero.
Quella bolla di tranquillità e serenità che
si creava quando sedeva nel mio ristorante e gli servivo i suoi onigiri
preferiti e lui li mangiava sorridendo dolcemente, gli occhi nei miei.
Era solo una illusione.
Una parvenza di normalità, di sicurezza, di
stabilità-
Siamo tutti responsabili in modo diverso, per
quello che è successo, per quello che ha fatto, tutti noi, nessuno escluso.
Bokuto Kotaro il primo amore adolescenziale,
che senza volerlo ha creato la prima crepa in quel cuore di cristallo e in
quell’anima di vetro.
Colpevole!
Kenma Kozume perso in un mondo virtuale e
indifferente al mondo e ai suoi abitanti. Un’altra scalfittura.
Colpevole.
Kuroo Tetsuro troppo preso dalla sua carriera
e da sé stesso, si è voltato dall’altra parte. Un cuneo duro e spietato che ha
allargato le fenditure.
Colpevole!
Genitori legati alle tradizioni, alle
apparenze, a non (a detta loro) infangare il buon nome della famiglia, anche a
discapito del loro unico figlio. Il colpo che ha frantumato quel cuore e quell’anima.
Colpevoli!
Miya Osamu … non ho fatto abbastanza… non
sono stato sufficientemente presente… non ho capito… non l’ho capito…
supportato… aiutato…
Colui che avrebbe dovuto ripararlo quel
cuore, con il collante del suo amore, quell’anima, con il mastice della sua
presenza.
Non ne sono stato in grado.
Colpevole! Colpevole! Colpevole!
Akaashi Keiji, ragazzo fragile e incompreso.
Troppo per questo squallido e misero mondo. Incapace però affrontare a testa
alta e fiera la sua natura, infischiandosene degli altri, è difficile, lo so
per primo, ma non impossibile.
Colpevole!
Quella notte avrei dovuto mollare tutto e
seguirlo, capire dalla sua agitazione che era successo qualcosa di importante,
(perché non me lo aveva voluto dire lì) non aspettare ore e raggiungerlo, la
sua rabbia e la sua frustrazione erano montate, un fiume in piena, che lo hanno
travolto completamente facendogli perdere il contatto con la realtà.
Quella realtà dove c’ero io, gli ho teso la
mano ma lui non ha voluto afferrarla, avrei dovuto farlo io al suo posto,
stringerlo e non lasciarlo andare, lottare con lui, per lui.
Non lo avevo mai visto così… scoraggiato,
angosciato, disperato.
Invece mi sono lasciato mettere alla porta,
credendo che avesse bisogno di stare solo, ma non si lascia da solo un uomo in
quelle condizioni.
Avrei dovuto sfondarla la porta quella notte,
cercare di entrare dalla finestra, invece mi sono arreso, mi sono accasciato
sullo zerbino, in attesa che mi facesse entrare, che si calmasse, che
ragionasse, non mi sono accorto che avesse perso del tutto il controllo. Quel controllo
che cercava in tutti i modi di mantenere, ma che gli sfuggiva dalle dita come
sabbia.
Se solo avessi saputo cosa stava facendo
dentro all’appartamento, eravamo ad una manciata di metri.
Avrei potuto salvarlo.
Ho atteso che le acque si calmassero.
Idiota!
Ho indugiato troppo… quando ho deciso di
agire era oramai tardi.
Ho impiegato ore a decidermi a recuperare un
mazzo di chiavi dalla vicina, che mi ha fissato assonnata e preoccupata, ma che
ha assecondato la mia strana richiesta, che era quasi l’alba.
Quando ho aperto la porta il tempo si è
fermato.
Tutto era immobile in quella casa, in quel
bagno, in quella vasca…
È colpa mia. Solo mia… solo… mia…
Perdonami Keiji, perdonami.
---
Note dell’autrice
Ok eccoci alla fine di questo diario,
posto e scappo!!!
Grazie a tutti quelli che sono arrivati
fino a qui.