Un'amicizia

di Sana_jasm97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Un’amicizia Cap 1


Era un tiepido giorno di primavera, e tre bambini stavano giocando nell’ampio giardino di una villa di Satan City. Il bambino con i capelli neri a forma di palma era appoggiato a un albero, il viso nascosto nell’incavo del braccio. 
-1, 2, 3 stella! - esclamò, voltandosi di scatto.
Gli altri due bambini non si mossero. Goten si girò lentamente tenendoli d’occhio, poi si riappoggiò al tronco e riprese a contare.
-1, 2, 3 ste...-
-Ho vinto! - urlò il bambino dai capelli lilla.
-Non vale Trunks, hai volato! - lo accusò imbronciata la bambina bionda.
Trunks sghignazzò. -E quindi? Io sono più grande di voi, e posso fare quello che voglio. -
Marron gli fece una pernacchia, provocando la risata sguaiata di Goten. Trunks arrossì lievemente e guardò arcigno la biondina, così decise di provocarla un po’. -Pensa a te, che ancora non sai volare! -
-Il mio papà dice che sono ancora troppo piccola per imparare! - Marron mise su il broncio.
-Te lo possiamo insegnare io e Trunks. - le propose Goten allegro, e la bimba strabuzzò gli occhi incredula.
-Davvero lo fareste? -
Trunks sbuffò, ma fece un cenno con la testa che Marron interpretò come un sì.
-Allora andiamo subito! - esclamò, puntando risoluta un dito in aria.
-Mi spiace contraddirti, ma è ora di andare a casa. - le disse la voce di sua madre. C-18, che era appena uscita da casa di Bulma, la stava guardando dall’alto.
-Mammina, ancora 5 minuti, ti prego, mi sto divertendo. - piagnucolò Marron.
-Tuo padre ci sta aspettando, e non possiamo disturbare oltre Bulma. -
-Oh, nessun disturbo. – la tranquillizzò Bulma, che li aveva raggiunti insieme a Chichi. 
-Goten stasera resta a dormire qui, e non è assolutamente un problema se vuole restare pure la piccola. -
-Dai mammina, per favore! - la pregò Marron -Posso restare a dormire qui con Goten e Trunks? -
C-18 lanciò un’occhiata dubbiosa alle sue amiche, che le sorrisero incoraggianti. 
-Stai tranquilla, me ne occuperò come se fosse mia figlia. - le disse Bulma, accarezzando la testa di Marron.
-Va bene, allora. La vengo a prendere domani mattina. -si arrese infine C-18, sorridendo alla figlia.
I tre bambini si guardarono e si sorrisero complici. Mentre le mamme tornavano a parlare, Trunks si chinò verso i suoi amici e sussurrò: -Stanotte vi porto sulla terrazza dove ti possiamo insegnare a volare! - 
A Goten e Marron si illuminarono gli occhi all’idea di commettere una birichinata. 
-Mi raccomando Bulma, non li “schiavizzare” come tuo solito per farli stancare e mandarli a letto presto! - la ammonì Chichi sorridendo, mentre baciava l’amica per salutarla.
-Oh su, per chi mi hai preso! - sbuffò Bulma. -E poi così spaventi C-18. Su, adesso andate, ci vediamo domani. - disse la turchina, sospingendo le amiche verso il cancello.
Le due mamme salutarono i figli e poi andarono via. Non appena sparirono dalla vista, Bulma si voltò verso i tre bambini con un sorrisetto.
-Bene bambini, chi ha voglia di fare un gioco super divertente? Si chiama “apparecchia la tavola e metti a posto la camera”! -
Goten e Marron urlarono allegri all’idea di fare un gioco, non capendo che in realtà si trattava della tattica di Bulma per tenerli buoni. Trunks invece, che conosceva bene sua madre, roteò gli occhi.
-Che tonti che siete. Quante volte vi devo dire che lo fa app ...- ma la madre gli mise una mano sulla bocca per zittirlo. -Non smorzare l’entusiasmo, andiamo! -

*

-Uff, mi sa che non era un vero gioco. - sbuffò Marron dopo cena, buttandosi sul materassino che Bulma le aveva messo nella grande stanza di Trunks. -Sono stanca! - si lagnò.
-Io ve lo avevo detto che ci stava fregando- disse annoiato Trunks sedendosi sul suo letto, mentre Goten si sdraiava accanto a lui.
-Bene, e adesso saliamo in terrazza? - esclamò Marron rimettendosi in piedi, con rinnovata energia.
-Ma non eri stanca tu? - le chiese Trunks.
-Voglio che mi insegnate a volare, dai! O forse hai paura di non essere bravo? - gli chiese lei furbetta.
-Non dire sciocchezze! - sbottò Trunks -Non appena i miei si saranno addormentati andremo. E fino a quel momento, ho questo nuovo gioco della PlayStation che dobbiamo provare! -

Qualche ora dopo, intorno all’una di notte, quando non sentirono più volare una mosca, i tre bambini si avvicinarono di soppiatto alla finestra che Trunks aprì.
-Forza Goten, prendi Marron per un braccio e solleviamola. - Sorretta da entrambe le parti, Marron si sentì alzare da terra.  -Wow! - esclamò estasiata, gli occhi spalancati per lo stupore e la gioia. I tre bambini volarono sopra il terrazzo della casa. In cielo brillava la luna piena, e la sua luce rifletteva sulla piscina sottostante creando dei bellissimi riflessi ondulati. Trunks e Goten appoggiarono l’amica a terra. 
-Allora. - iniziò Goten rivolto verso Marron -Il mio fratellone mi ha insegnato un metodo perfetto per imparare a volare. Siediti a terra e metti le mani a forma di...-
-Oh, ma per favore! - lo fermò subito Trunks. -Questo è un metodo per poppanti. Ora ti faccio vedere come mio padre lo ha insegnato a me. -
Si avvicinò alla bambina e la prese per la vita.
-Che fai? - chiese lei preoccupata.
-Ora vedrai. – le rispose lui sorridente, e senza pensarci due volte, la lanciò in aria. 
Goten spalancò gli occhi e la bocca, guardando Marron sollevarsi sempre più in alto in cielo.
-Sei sicuro che questo sia il metodo migliore? - chiese preoccupato al suo amico. 
-Stai tranquillo, adesso volerà. - disse convinto Trunks, le braccia incrociate al petto.
I bambini restarono a fissarla, mentre Marron, che continuava la salita, era paralizzata dal terrore e ancora non totalmente conscia di essere appena stata lanciata come una palla. Ovviamente in quel frangente il suo istinto di sopravvivenza non le consigliò di provare a volare, ma solo di iniziare a strillare, soprattutto quando si rese conto che aveva smesso di salire e stava iniziando a precipitare.
-Trunks... - Goten si voltò lentamente verso l’amico, e sbiancò quando vide che il sorriso saccente era sparito dal volto dell’amico, sostituito dal sudore freddo.
-Inizio a pensare... che il metodo funziona solo con i Sayan... - i due amici si guardarono, e un secondo dopo si lanciarono dalla terrazza fiondandosi sull’amica, che ormai urlava disperata. Riuscirono a prenderla, ma non poterono evitare di finire tutti e tre dentro la piscina con un tuffo fortissimo, schizzando acqua ovunque. 
Trunks e Goten portarono a nuoto l’amica, ancora paralizzata dal terrore, sul bordo della piscina. Trunks e Goten si misero in ginocchio davanti a lei.
-Marron ti chiediamo scusa, pensavamo che avresti volato come noi Sayan, ci dispiace, credevamo funzionasse! - esclamò sinceramente dispiaciuto Trunks.
-Ma io che c’entro, sei tu che l’hai lanciata come se fosse un frisbee! - si difese Goten, aggrottando le sopracciglia. 
Marron continuava a fissarli, tremante e grondante d’acqua. E improvvisamente, lasciando i due amici sorpresi e confusi, scoppiò a ridere.
-È stato super divertente! - strillò allegra, battendo forte le mani. Dopo un secondo diede un pugno in testa sia a Trunks che a Goten.
-Ma non fatelo mai più!- li rimbrottò lanciandogli un’occhiataccia.
-Ma vi ripeto che io non c’entro nulla! - piagnucolò invano Goten. 
In quel momento le luci di casa si accesero e Bulma uscì trafelata mentre si metteva la vestaglia al contrario, seguita da Vegeta -Si può sapere che cosa diamine... -
Bulma guardò sconvolta i tre bambini, che credeva stessero dormendo profondamente nei loro letti, zuppi dalla testa ai piedi, sul bordo della piscina anch’essa tutta bagnata, in piena notte. Iniziò a traballarle un occhio, e il respiro divenne sempre più affannato, le mani che si chiudevano e si aprivano nervosamente.
-Oh oh, non è mai un buon segno quando ha quel tic all’occhio. - balbettò preoccupato Trunks. E infatti dopo un secondo Bulma proruppe in un urlo a pieni polmoni e iniziò a sgridarli in tutti i modi possibili, e i tentativi di Vegeta di calmarla furono vani. Allora, per evitare che alla moglie scoppiasse una vena dalla rabbia, senza dire nulla posò una mano sulla spalla della moglie, che le fece l’effetto di calmarla; si avvicinò ai due bambini, li afferrò per le orecchie e lanciò un’occhiataccia alla bambina, gelandola. Li fece entrare in casa e, sibilando un minaccioso “Salite”, li rimandò nella camera da letto. I bambini salirono di corsa le scale e si chiusero in camera, ancora bagnati. Si guardarono un attimo e scoppiarono a ridere. Dopo che si calmarono, Marron li guardò ed esclamò felice:
-Vi voglio tantissimo bene! Resteremo sempre insieme, vero? -
I due bambini la guardarono.
-Ma che domande fai! - sbuffò irritato Trunks.
-Dai, rispondimi! -
-Ma certo! - esclamò Goten. Poi lui e Marron si misero a fissare con occhioni dolci Trunks, che aveva incrociato le braccia scocciato.
Sentendosi osservato, sbuffò ancora. -Si, si! – rispose imbarazzato.
-Ah ah, sei buffo quando ti imbarazzi! - esclamò a voce alta la bambina.
-Shhh non urlare! - la zittirono gli amici, e Marron si mise le manine sulla bocca. Dopo qualche secondo di silenzio, ripresero a ridere sommessamente. A un certo punto, Marron sentì un rumore acuto e ripetitivo che le entrava nelle orecchie. Le stava risuonando nella testa e non riusciva a farlo smettere. Infastidita allungò una mano verso quel suono e si ritrovò a terra, avvolta dalle coperte. 
Marron alzò di scatto la testa, intontita. Il rumore proveniva dalla sua sveglia poggiata sul comodino. 
-Perché la sveglia è lassù ed io sto quaggiù? - biascicò confusa. Poi allungò il collo e vide meglio l’ora. 
Le 7:45.
-Ma come le 7 e 45! - urlò, d’un tratto sveglia.
La ragazza si sollevò, si liberò dalle coperte e corse al bagno a prepararsi. 
“Cavolo, stavo sognando e non ho sentito la sveglia. Arriverò tardi a scuola! Di nuovo!’’ pensò seccata mentre si legava rapidamente i capelli in una coda.
Scese di corsa le scale, prese un paio di merendine, salutò frettolosamente i genitori e uscì di casa. Si precipitò in strada e lungo il breve tragitto verso la scuola le tornò in mente il sogno che aveva fatto. In realtà non era proprio un sogno, ma un episodio avvenuto undici anni prima con i suoi migliori amici Trunks e Goten, quando lei aveva cinque anni. “Chissà come mai mi è tornato in mente” si chiese, mentre varcava il cancello di scuola di corsa. Arrivata di fronte la sua classe, si fermò per prendere fiato un attimo, poi entrò.
-Buongiorno professoressa! - mormorò, i capelli che le sfuggivano dalla coda e il viso paonazzo.
-Marron, sei di nuovo in ritardo. - le disse glaciale la professoressa. -Fila subito al tuo posto. -
-Sì, mi scusi. -
Marron si andò a sedere accanto alla sua amica Rose, sentendosi addosso gli occhi dei compagni.
-Ma quando imparerai ad andare a letto presto? - le sussurrò l’amica divertita.
-Non è colpa mia se non avevo sonno ieri sera. - si difese Marron. Poi abbassò ulteriormente la voce. -Stanotte ho dormito male, poi stamattina non so perché ho sognato Trunks e Goten, e… -
-Intendi i tuoi amici gnocchi? - le chiese Rose, sollevando ripetutamente le sopracciglia, ammiccante.
-Ehm, ecco, io non li avrei definiti proprio così, però... -
-Silenzio voi due! - le sgridò la professoressa.
-Scusi! - esclamarono all’unisono, per poi ridacchiare di nascosto. 


Ciao a tutti! Ho deciso di pubblicare questa storia che era in cantiere già da un po’, dai tempi del Covid, ed è ora di darle una possibilità! Non è niente di che, però mi ha divertito molto scriverla, molti capitoli sono già pronti e mi piacerebbe condividerla! Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Un’amicizia cap 2


-Sì, certo che mi ricordo di quella volta che finimmo in piscina in piena notte. - le rispose Goten quando Marron glielo chiese. I due ragazzi stavano trascorrendo la ricreazione seduti su una panchina, nel cortile della scuola. Il ragazzo sorrise. -Bulma era talmente incavolata che il giorno dopo ci ha fatto pulire tutta la casa, nonostante ci fossimo presi un raffreddore. -
-Eravamo così stanchi quella notte che ci siamo addormentati senza nemmeno toglierci i vestiti bagnati. -  ricordò divertita Marron. -Però almeno da quel giorno ho iniziato a prendere seriamente le lezioni di volo, però da mio padre. – concluse ridendo, e l’amico le diede un pizzicotto sul braccio. 
-Oggi Trunks non è venuto a scuola? - chiese dopo un po’ Marron, dopo aver ingerito l’ultimo boccone della sua merenda, voltandosi in cerca dell’amico.
-Ehm, no, stava male ed è rimasto a casa. - rispose vago Goten, evitando il suo sguardo.
Marron incrociò le braccia e lo fissò. -Goten, ti conosco da una vita, so benissimo quando menti. -
-Va bene, va bene! - il ragazzo alzò le braccia in segno di resa. -Non è venuto perché doveva uscire con una ragazza. -
Marron scosse la testa, delusa. -Quel ragazzo è irrecuperabile! Ha la maturità tra un mese, dovrebbe impegnarsi di più nello studio! -
-Mica siamo tutti secchioni come te. - ammiccò Goten.
-Oh, zitto tu, che non sei messo meglio di lui! - ribatté lei. Poi si fece silenziosa, perché le era tornata in mente una cosa. -Piuttosto, lo sapevi che la mia amica Rose vi definisce due “gnocchi”? - 
-Be’ sì, diciamo che ho sentito in giro per la scuola questi appellativi nei nostri confronti. – esclamò Goten compiaciuto, passandosi una mano tra i capelli.
-Ma perché loro non vi conoscono come me. Io piuttosto direi che siete ritardatari, arroganti, lamentosi, pigri, prepotenti, dei lestofanti…- elencò Marron, tenendo il conto degli epiteti sulle dita.
Goten alzò un sopracciglio divertito. -Lestofanti? -
-Si, è un termine che ho imparato oggi.-
In quel momento suonò la campanella.
-Senti un po’ biondina, mamma mi ha chiesto se ti va di venire a pranzo da noi oggi. O sono troppo un lestofante per te? - le chiese Goten alzandosi dalla panchina.
-Certo che mi va, adoro i pasti che cucina Chichi, vengo con piacere! -
-Allora ci vediamo all’uscita di scuola. E vedi di non fare tardi come tuo solito! – le disse Goten allontanandosi, e sorrise, perché sapeva benissimo, anche senza guardare, che l’amica gli stava mostrando il dito medio stizzita.
                     
*

-Grazie Chichi, era tutto buonissimo! - esclamò allegra Marron. Lei, Goten, Chichi e Goku avevano appena finito di pranzare.
-È sempre un piacere cara! - le rispose sorridente Chichi, alzandosi da tavola per sparecchiare.
-No aspetta, ci pensiamo io e Goten! - la fermò Marron, mentre lanciava uno sguardo esortativo all’amico, che non sembrava molto d’accordo. La ragazza allora gli diede una manata sul braccio.
-Ahia! Ho capito, sparecchio, non serve diventare violenti! - si lamentò drammaticamente lui, iniziando a prendere i piatti.
Chichi rise. -Marron, dovresti venire molto più spesso a casa nostra per mettere in riga questo fannullone di mio figlio. E non solo lui. – Lanciò un’occhiata in tralice al marito, che si stava massaggiando soddisfatto la pancia dopo il lauto pranzo. Si accorse che la moglie lo stava guardando male. -Che ho fatto di male stavolta? – chiese sorpreso.
Finito di sparecchiare la tavola, i due ragazzi salirono in camera di Goten per andare a studiare. 
-Devo recuperare un sacco di compiti arretrati. - si lamentò il ragazzo, frugando dentro lo zaino alla ricerca dei libri, che poi lanciò svogliatamente sulla scrivania.
-Se vuoi posso darti una mano io...anche se è imbarazzante che una del secondo anno ti spieghi il tuo programma di quarto. - sogghignò lei.
-Oh, zitta, queste cose non le sai nemmeno tu! - sbuffò lui, sedendosi pesantemente sulla sedia. 
-Dai, mentre tu recuperi io giocherò un po’ con la tua PlayStation. – Marron si buttò su letto e si sporse per accendere la tv di fronte a lei gli disse lei. -E quando non sai le cose, chiedimi pure. - cinguettò sbattendo ripetutamente gli occhi. 
Goten decise di ignorare la provocazione, doveva davvero mettersi d’impegno o non avrebbe retto ad altri rimproveri da parte della madre o dell’amica, e si mise a studiare. 
Dopo un’oretta tranquilla di studio, Goten ricevette un messaggio sul cellulare. 
-Trunks dice che sta venendo qui per dirci una cosa. È ufficialmente l’ora della pausa! - esclamò il ragazzo, chiudendo con gioia i libri.
-Se arriva lui, difficilmente ti rimetterai a studiare. - gli disse Marron, senza distogliere lo sguardo dallo schermo della tv. Goten si sedette accanto a lei, e prese l’altro joystick. -Se tu sei un caso perso, lui è il re dei casi persi, è il più pigro e più svogliato di tutti e…-
-Finirai per farmi arrossire con tutti questi complimenti. - la interruppe in quel momento una voce sarcastica, che li fece voltare verso la finestra. Trunks stava sospeso in aria, un sopracciglio alzato e le braccia incrociate.
-Hai presente, Trunks, quella cosa che ci tiene occupati tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, per sei ore al giorno? Ecco, si chiama scuola, e di solito, la si frequenta. - gli disse Marron, mettendo volutamente l’accento sulla parola “scuola”, mentre l’amico atterrava nella stanza. Trunks roteò gli occhi, e senza risponderle si rivolse a Goten.
-Amico, devo raccontarti della ragazza con cui sono stato oggi, è veramente pazzesca e abbiamo...- si bloccò e si voltò verso l’amica.
-Marron, tu sei troppo piccola per queste cose, non puoi capire, chiudi le orecchie, da brava. - disse con fare superiore, facendo sghignazzare Goten.
La ragazza mise pausa al gioco e si girò di scatto verso i ragazzi, visibilmente arrabbiata. Gli puntò un dito contro con cipiglio. 
-Senti stupido scimmione, hai solo tre anni più di me, e tu soltanto due; quindi, se fossi in voi non farei troppo la saccente. E poi, chi ve lo dice che io non ne sappia nulla di queste cose! - aggiunse inviperita, voltandosi indignata. Non sentendo i due amici ribattere, si girò a guardarli. I ragazzi la stavano fissando, gli occhi stretti come per scrutarla e si erano scuriti in volto, avevano un che di pericoloso e minaccioso.
-E chi sarebbe così folle da osare avvicinarsi a te? -
-Vorremmo proprio conoscerlo. -
-Ma non ci penso neanche! – esclamò lei sconvolta.
A causa del rapporto fraterno che negli anni avevano instaurato ed essendo più grandi, Trunks e Goten tendevano a essere protettivi e gelosi di Marron, ed avevano il terribile vizio di valutare ed intimorire i ragazzi che osavano anche solo parlarle. Certo, avendo solo sedici anni non aveva avuto chissà quali esperienze amorose, nè sinceramente le cercava in quel momento, ma di certo la loro presenza intimidatoria non l’aiutava a conoscere gente a scuola, proprio perché tutti sapevano che lei era sotto l’ala protettiva dei più forti della scuola. A volte Marron sospettava che fosse stato suo padre ad assumerli come suoi protettori, in quanto sua unica figlia. I due ragazzi intanto continuavano a guardarla sospettosi. 
-Smettetela con questa storia di comportarvi come se foste i miei fratelli, io sono felicemente una figlia unica! -
-Ma Marron, per noi sei come una sorellina rompipalle, e un po’ tonta anche, perciò dobbiamo controllare che non ti metti nei guai. - rispose angelico Trunks. 
-Non trattarmi come una ragazzina con quell’aria di sufficienza! - esclamò Marron indignata, anche se sapeva che la stava prendendo in giro. 
-Piuttosto Trunks, cambiando discorso. - disse Goten, lanciando un’occhiata divertita a Marron. -Mi hai scritto che ci dovevi annunciare una cosa. -
-Ah sì, giusto. Scendiamo giù dai tuoi genitori, così lo dico a tutti una volta sola. -
I tre amici scesero le scale, e Goten chiamò la madre.
-Dimmi Goten. Oh ciao Trunks! - lo salutò Chichi, senza sorprendersi più di tanto di trovare il ragazzo in casa sua senza essere passato dalla porta; ormai era da anni che faceva così.
-Buonasera Chichi. Allora, sono qui per conto di mia madre. Ovviamente Marron, questo invito è esteso pure alla tua famiglia. E sono già passato a casa di Gohan per avvisarlo. Dunque, sabato prossimo è il compleanno di mamma, e vorrebbe invitarvi a casa nostra per festeggiare. Dice che è una tappa importante per lei, e ci terrebbe davvero molto a passare questa giornata con i suoi amici più cari. I regali sono ben graditi, dice. Ah, in più ha aggiunto che chiunque farà qualche accenno agli anni che compirà, verrà accoltellato ripetutamente seduta stante, perciò se fossi in voi, eviterei. -
Tutti risero. -Va bene Trunks, allora ringrazia Bulma per l’invito e dille che verremo sicuramente. - gli assicurò Chichi. -Per che ora dobbiamo arrivare? - 
-Ha detto per le 21. -
Chichi chiese a Goku se la voleva accompagnare in città il giorno dopo per comprare il regalo, e Trunks ne approfittò per voltarsi verso i suoi amici. -Bene, è giunta l’ora che vada a casa. -
Marron guardò il suo orologio. Sgranò gli occhi.
-Dannazione! Aspetta Trunks, vengo con te, ho la lezione di pianoforte alle 18 e sono già in ritardo! -
-Sai che novità che sei in ritardo. – sbuffò divertito l’amico.
Marron gli fece una smorfia. -Vado a prendere le mie cose e arrivo. - la ragazza corse su per le scale, mentre gli amici la guardavano scuotendo la testa. Quando scese poco dopo, lei e Trunks ringraziarono e salutarono i Son per poi spiccare il volo.
Durante il breve tragitto i due ragazzi chiacchierarono del più e del meno, mentre Marron continuava a guardare preoccupata l’orologio. A un tratto le venne in mente una cosa.
-Trunks, ti ricordi della prima volta che sono rimasta a dormire a casa tua, e tu hai tentato di uccidermi lanciandomi dal tetto? -
-Forse volevi dire “la volta che hai tentato di aiutarmi a volare essendo io una incapace”, però sì certo, mi ricordo. Perché me lo chiedi? -
-No niente, l’ho sognato stamattina senza un motivo. A saperlo che anni dopo mi avreste creato problemi ad avere una vita sentimentale, avrei preferito sfracellarmi per terra! – esclamò lei ridendo. Poi virò verso destra, iniziando lentamente la discesa. -E vedi di venire a scuola domani! - gli urlò, e lui le rispose con un cenno divertito della mano, diventando un puntino sempre più piccolo nel cielo.
“A causa di quei due morirò zitella” pensò scocciata Marron, iniziando a scorgere il tetto di casa sua.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Cap. 3

-Mamma, sto bene vestita così? - Marron fece un giro su sé stessa, mostrando alla madre il vestito azzurro che indossava. Aveva legato i lunghi capelli biondi in un elegante chignon. 
-Sì, stai bene. - le rispose C-18, mentre finiva di mettersi il mascara davanti lo specchio. Era la sera della festa di compleanno di Bulma, e madre e figlia si stavano preparando nella camera da letto di Marron.
-Ma come sono fortunato ad avere delle donne così belle! - esclamò gioviale Crilin, appoggiato sullo stipite della porta, e il commento le fece sorridere. -Ma vi ricordo che non stiamo andando a cena con il presidente, ma solo al cinquantes... - Crilin sobbalzò quando le due donne si voltarono di scatto verso di lui con gli occhi spalancati.
-Ma che sei matto! – esclamarono sconvolte, come se avesse detto chissà quale blasfemia.
-Ma almeno a casa mia potrò dirlo, mica si trova qui Bulma! - si difese lui.
-Papà, sai benissimo che Bulma ha un sesto senso potentissimo, e poi se continui a ripeterlo rischi che ti scappa pure alla festa! - lo riprese Marron, mentre si poggiava uno scialle sulle spalle. -Se siete pronti, possiamo andare. -
Crilin le fece uscire, spense la luce di casa e si chiuse la porta alle spalle. Ormai era da otto anni che non vivevano più sull’isola con il maestro Muten, e si erano trasferiti in un appartamento in città che distava una decina di minuti a piedi da casa di Bulma.
-Senti Marron, come mai ti sei fatta così carina? - chiese Crilin per strada, tra il malizioso e il sospettoso.
-Ma papà! - esclamò sconcertata la ragazza. -Cosa vorresti insinuare? Mi sono fatta carina solo per l’occasione, e non per qualcuno in particolare! E se per caso ti stai riferendo a quei due Sayan, ti ripeto che sono solo i miei migliori amici, e niente di più! -
-Sarà… - disse Crilin, iniziando a fischiettare. Poi, cambiando discorso, si rivolse alla moglie. -E tu tesoro, come vorresti festeggiare i tuoi cinquant’anni? -
C-18 lo fulminò con lo sguardo. -Hai deciso di morire oggi? Ti sembra una domanda da fare? -
-Ok, ok, scusa! Oggi non si può proprio parlare! - sbuffò Crilin, e Marron scoppiò a ridere, anche se la domanda del padre l’aveva messa un po’ in imbarazzo. Era già da un paio di anni, da quando lei si era fatta “una signorina”, come agli adulti piaceva chiamarla, che quest’ultimi in modo velato le domandavano se ci fosse qualcosa tra lei e uno dei suoi amici. Non capiva il perché di quelle insinuazioni, cioè, poteva immaginarle, ma Goten e Trunks erano dei fratelli per lei, e non li aveva mai visti in nessun altro modo.
“Sei sicura di questo?” le chiese in quel momento una vocina nella testa.
“Certo che sono sicura!” si rispose scocciata Marron a quella domanda impertinente.
“Sarà…” esclamò quella vocina, nello stesso modo del padre.
 
*

-Sbrigati Goten, dobbiamo andare! - urlò Chichi dalla sua camera, mentre si metteva gli orecchini. In quel momento sentì qualcuno aprire la porta.
-Chichi, posso entrare? - chiese Goku facendo capolino. Poi guardò la moglie e strabuzzò gli occhi.
-Urca Chichi, quanto sei bella! - esclamò.
Chichi divenne rossa come un peperone. Conosceva la spontaneità di Goku nel dire le cose, ma quando questa lo portava a farle complimenti la imbarazzava ancora come le prime volte. Abbassò lo sguardo sul suo lungo vestito scollato nero, che effettivamente era diverso dal genere che indossava di solito.
-Dici davvero? - chiese lei imbarazzata.
-Certo! Sembri molto più giovane di quanto non sei! - 
-Come scusa? - l’espressione di Chichi cambiò in un secondo, facendosi minacciosa. 
Goku si portò una mano alla testa, sinceramente confuso. -Ehm, che ho detto di male? - chiese preoccupato.
-Uff, sei sempre il solito! - sbuffò Chichi, avvicinandosi per aggiustargli la cravatta. -Forza, vai a chiamare tuo figlio, che facciamo tardi! -
 
*

Il citofono suonò. Bulma scese di corsa le scale, tenendo in mano il lembo del lungo vestito rosso. 
-Vegeta, Trunks, gli ospiti stanno iniziando ad arrivare, scendete subito! - urlò lei, emozionata. 
Arrivata in fondo alle scale si lisciò l’abito, e diede un’ultima occhiata al salotto per controllare che fosse tutto a posto. Era tutto addobbato, il buffet era ricco di cibo e aveva messo della musica jazz di sottofondo. Bulma si ritenne soddisfatta. Proprio quando stava per aprire la porta sentì la vocetta della figlia che si era avvicinata. 
-Wow mamma, sei bellissima! - esclamò estasiata Bra. -Anche io voglio indossare quel vestito quando sarò grande! – Bulma le diede un bacio sulla testa. 
-Grazie tesoro, un giorno sicuramente potrai indossarlo. Adesso mi raccomando, saluta tutti gli invitati. - si raccomandò Bulma, sorridendole. Aprì la porta e si ritrovò davanti Gohan, Videl e la piccola Pan, tutti vestiti eleganti.
-Benvenuti! – 
-Buon compleanno Bulma! – esclamò la coppia.
-Grazie ragazzi! Prego, entrate. Ciao Pan, ma come siamo carine! – 
La piccola stringeva la mano della madre e le sorrise timidamente. Poi vide la sua amica Bra e le corse incontro per abbracciarla. 
-Mia madre mi ha avvisato che stanno per arrivare. - comunicò Gohan a Bulma.
-Va bene, perfetto. – In quel momento qualcuno bussò alla porta ancora aperta, e si sentì un’altra voce. 
-Possiamo entrare? Abbiamo trovato il cancello aperto e così...- disse Crilin, entrando con la moglie e la figlia. -Buon compleanno Bulma! -
Gli amici iniziarono a chiacchierare e a mettersi comodi. Dopo un po’ scesero anche Vegeta e Trunks, molto meno raggianti di Bulma. Vegeta aveva la solita espressione scontrosa, ma si era vestito elegante per l’occasione. Il ragazzo, che indossava una semplice camicia bianca che gli metteva in risalto i muscoli, si avvicinò a Marron per salutarla. Poi la guardò meglio. Era abituato a vederla sempre in jeans e maglietta, perciò fu colpito dal fatto che indossasse un vestito corto e i tacchi.
-Come mai ti sei fatta così carina? – 
-Ma che avete oggi che me lo state chiedendo tutti? - sbottò la ragazza. – Inizio a pensare che di solito mi vesto come una barbona! Ho sedici anni ormai, ed ho tutto il diritto di truccarmi e vestirmi bene! -
-Ok, ok, non ti arrabbiare! - si difese Trunks. -Volevo solo dirti che stai molto bene. - disse guardandola.
Prima che Marron potesse rispondere, il citofono suonò di nuovo, e Bulma andò ad aprire. 
-Buon compleanno Bulma! - esclamò allegramente Goku. -Complimenti per aver raggiunto i cinquan...-
Un pugno in testa gli impedì di finire la frase. Chichi era intervenuta in tempo, avendo già notato comparire il tic all’occhio di Bulma. Lanciò un’occhiataccia al marito che si massaggiava dolorante la testa. 
-Lascialo perdere. Auguri cara! - esclamò Chichi abbracciando l’amica. 
I tre Son entrarono in casa. Dopo un po’ arrivarono anche Yamcha, Junior e Tensinghan, il maestro Muten con Oolong, e altri amici e colleghe di Bulma. Tutti gli invitati posarono i regali in un angolo dell’immenso salotto e iniziarono a servirsi al buffet, conversando tra di loro. 
Marron, Goten e Trunks si sedettero con il loro piattino pieno di cibo sul divano. Trunks si avvicinò all’orecchio dell’amico, fingendo di volergli raccontare un segreto.
-Mi raccomando, non fare complimenti oggi a Marron che si innervosisce. - ridacchiò.
-Guarda che ti ho sentito, scemo. - La ragazza posò il piatto sul divano e prese sulle ginocchia Bra che le stava venendo incontro.
-Mi raccomando Bra, non prendere mai esempio da tuo fratello, è un pessimo modello da seguire. -
-Sì lo so, lo dice anche papà! - esclamò la piccola contenta.
-Ehi! - esclamò scocciato Trunks alzando le braccia. Gli altri due ragazzi risero, e Bra li fissò confusa, senza capire cosa avesse detto di tanto divertente. 
Continuarono a conversare del più e del meno, quando a un certo punto si avvicinò a loro il maestro Muten, che gli chiese come stavano e come stava andando la scuola.
-Trunks, questo è il tuo ultimo anno di liceo, vero? – chiese l’anziano.
-Già, ho la maturità tra un mese. -
-Hai già deciso cosa vuoi fare dopo? -
Il ragazzo ci pensò un attimo prima di rispondere. -Be’, sai bene che non sono molto interessato a seguire le orme di mio padre a prendere a mazzate la gente, il che non lo rende molto felice di me. – Abbassò la voce. -Oddio, non è che mio padre trasudi di solito di felicità eh! - gli altri risero. -In realtà, mi piacerebbe continuare gli studi per poter entrare nella ditta di famiglia. - il ragazzo fece spallucce. -Mi è sempre piaciuto vedere la mamma e il nonno inventare marchingegni, perciò…-
Muten annuì in segno di approvazione della scelta del ragazzo. Poi si rivolse ai due ragazzi più giovani. -E voi ragazzi? Oh, è vero, voi avete ancora tanto tempo per decidere…anche se forse Marron ha già le idee chiare. - disse lui, facendole l’occhiolino.
-Diventare la più brava pianista del paese. - risposero all’unisono Trunks e Goten, prima ancora che lo facesse Marron, come se quel mantra lo avessero sentito ripetere già un sacco di volte.
-Sì, io lo avrei detto con un tono meno canzonatorio, però sì. - Marron gli lanciò un’occhiataccia. -E sentiamo Goten, tu che vorresti fare? – chiese in tono saccente. Goten scosse le spalle, come se la domanda lo infastidisse.
-Oh, ma io non lo so, ho ancora tempo! E comunque, di certo non lo studioso, quello già ce lo abbiamo in famiglia e può bastare! -
-Oh oh, bravi ragazzi, continuate così! Che bella cosa la gioventù! - esclamò allegro Muten, prima di allontanarsi.
Pan si avvicinò all’orecchio di Bra, confusa. -Sbaglio, o a volte lo zietto sembra un po’ rimbambito? -
-E anche un po’ depravato. - aggiunse Marron indicando con la testa Muten che lanciava occhiate interessate ai sederi delle colleghe di Bulma. E le venne in mente un’idea.
-A proposito! - esclamò battendo il pugno su una mano. -Ormai siamo a maggio e inizia a fare caldo, che ne dite di andare al mare il prossimo weekend? Possiamo portare pure le bambine, se le mamme sono d’accordo. -
-Siii!! – esclamarono Bra e Pan, saltellando dalla gioia.
-Si può sapere che connessione ha fatto il tuo cervello per arrivare all’idea del mare? - le chiese sconcertato Trunks.
-Be’ sai, i sederi, ho pensato alle mutande, poi i bikini e quindi al mare. -
Goten rise, ormai abituato alle stranezze con cui se ne usciva l’amica. -Per me va bene, ho bisogno di staccare un po’ dallo studio. -
-Ma fammi il piacere. - lo riprese Marron.
-Ma sì, perché no, mi aspetta un mese almeno chiuso in casa a studiare per gli esami, perciò mi sembra un’ottima idea. - Trunks spostò lo sguardo verso gli adulti e vide che i suoi nonni si stavano dirigendo verso la cucina. 
-Credo che sia giunta l’ora della torta. - si alzò e tese la mano verso Bra. -Dai, andiamo dalla mamma. - 
I genitori di Bulma tornarono nel salotto con una enorme torta di compleanno, che posarono sul tavolo davanti alla festeggiata. I suoi amici si misero dall’altro lato e iniziarono a cantarle “Tanti auguri a te”. Bulma sorrideva ai suoi ospiti, contenta di poter festeggiare il suo compleanno circondata dagli amici più cari, ma all’occhio attento del marito non sfuggì un velo di tristezza nel suo sguardo. Quando riaccesero le luci, iniziò a scartare i regali e ringraziò tutti gli invitati. Poi rimisero la musica e molti invitati si misero a ballare. Trunks e Goten ridacchiarono vedendo gli adulti scalmanarsi così, allora Marron gli andò dietro e li spinse in mezzo al salotto, e visto che non se lo aspettavano, i due ragazzi barcollarono e inciamparono, provocando le risate sguaiate delle bambine. I due Sayan si voltarono verso Marron, rossi in viso.
-Ti abbiamo già buttato in piscina una volta, possiamo rifarlo. - la minacciò Trunks.
-Dai, balliamo un po’ insieme. - propose la ragazza divertita, prendendoli entrambi per mano.
La festa proseguì all’insegna del divertimento, e finì solo verso le due di notte, quando gli invitati iniziarono ad andarsene ringraziando i padroni di casa per la bellissima festa. Mentre Bulma e Trunks mettevano a posto il salotto, Vegeta prese in braccio Bra, che si era addormentata sul divano, e la portò nella sua cameretta. Finito di riordinare, Bulma diede la buonanotte al figlio e andò in camera sua. Nel momento in cui chiuse la porta dietro di sé, tirò un sospiro.
Vegeta la stava aspettando, seduto sul letto.
-Allora, cosa c’è che ti turba? - le chiese senza preamboli.
Bulma rimase sorpresa per un attimo, poi fece un sorrisetto tirato.  Vegeta si accorgeva sempre quando aveva qualcosa che non andava.
-È che... - fece un profondo respiro prima di dire quello che aveva evitato di ammettere per tutto il giorno, tutto quello che aveva trattenuto in quell’ultimo periodo.
-Ho cinquanta anni. Cinquanta, capisci? – sbottò la donna. -Sto diventando vecchia. Inizio ad avere le rughe. E invece tu, guardati, sei uguale a venti anni fa. Cosa pensano le persone quando ci vedono insieme? – la donna sospirò, avvilita.
Vegeta rimase a guardarla, poi sbuffò, scuotendo la testa. -Sapevo che si trattava di una stupidaggine. - Bulma fece per protestare, ma lui le si avvicinò e le cinse la vita con un braccio. 
-Si può sapere che diamine ti frega di quello che pensa la gente? Pensa piuttosto a quello che sto pensando io in questo momento. - mormorò lui, iniziando a baciarle il collo. -Sei dannatamente sexy, Bulma, e questo lo posso e lo devo pensare solo io. - disse mentre cercava le sue labbra da baciare. Bulma si lasciò andare a quel bacio, facendo aderire il suo corpo snello a quello possente di lui, e quando lui la adagiò sul letto e riprese a baciarla con passione, ogni sua preoccupazione svanì.


Salve a tutti! Due righe solo per ringraziarvi che state seguendo questo mio piccolo svago, spero vi stia piacendo :3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Un’amicizia Cap 4


-Allora, siamo tutte pronte per il mare? – urlò allegra Marron.
-Sii! - urlarono tre voci femminili all’unisono.
-Ma si può sapere cosa vi gridate, sono le sette del mattino. - si lamentò assonnato Goten, seduto sul cofano della macchina. 
Marron, Goten, Rose, Pan e Bra stavano aspettando di fronte casa di Trunks che l’amico uscisse, mentre una spumeggiante e stranamente mattiniera Marron intratteneva le bambine e la sua amica Rose, pronte a passare la loro prima giornata al mare dell’anno. Quella notte Goten era rimasto a dormire a casa dell’amico insieme alla nipotina Pan, ma i due ragazzi, come al solito, erano rimasti svegli a parlare e a giocare alla playstation, andando così a letto alle quattro del mattino. 
-Ma quanto ci sta mettendo Trunks a prepararsi? - si lamentò Marron.
-Scommetto che quell’idiota si è addormentato mentre faceva colazione. - disse Goten scuotendo la testa. -Vado a prenderlo, arrivo subito. – Il ragazzo si alzò ed entrò in casa dell’amico, dirigendosi verso la cucina.
-E infatti… - sbuffò il ragazzo affacciandosi dalla porta. Come aveva immaginato, trovò l’amico seduto a tavola, con la testa poggiata sul tavolo accanto a una tazza di latte, che russava sonoramente, con in mano un cucchiaio. Goten si avvicinò al suo orecchio, prese un respiro profondo e urlò: -BUONGIORNO! -
Trunks trasalì e scattò in piedi, facendo cadere tutto il latte per terra, mentre Goten si piegava in due dalle risate. 
-Sei un deficiente Goten, mi hai fatto prendere un infarto! - ringhiò Trunks con una mano sul cuore che galoppava impazzito.
-Dai, datti una mossa, ci sta il concistoro delle oche lì fuori ed io non le sopporto più, staranno zitte solo se partiamo! -
-Sì arrivo, tanto sono pronto, mangerò dopo. - Trunks fece un sonoro sbadiglio, diede un pugno sul braccio dell’amico e prese le chiavi della macchina.

*

-Sette orizzontale: Sogni irrealizzabili. – lesse Rose.
-Secondo me è “chimere”. – rispose Marron affacciandosi dal suo lettino.
-Ehi nonnine, volete venire a giocare a palla con noi? – chiese Goten sorridendo.
Le due ragazze lanciarono al ragazzo un’occhiataccia, e Rose posò le parole crociate.
-No, restiamo qui a prendere il sole, giocate voi con le bambine. -
-Secondo me non volete perché avete paura di perdere. - rispose Goten, alzando le spalle. Si diresse verso il lungomare e lanciò la palla a Pan, che poi la passò ai due fratelli. La spiaggia quel giorno era gremita di gente, il tempo era sereno e l’acqua piacevolmente tiepida. Marron e Rose, che preferivano abbronzarsi piuttosto che tuffarsi in acqua, rimasero sulle loro sdraio.
-Come gli va di muoversi e sudare con questo caldo? - si chiese Rose, sdraiandosi sui gomiti.
-Lasciali stare quei quattro. - sbuffò Marron. -Pensano di poter fare tutto solo perché sono dei Sa... - Marron si morse la lingua, spalancando gli occhi. Stava per dire “Sayan”.
-...dici. Sì, sono sadici e gli piace soffrire dal caldo.- La ragazza fece una smorfia, sapendo di aver detto una cosa senza senso, ma per fortuna Rose non le stava prestando attenzione. Si era sollevata gli occhiali da sole sulla testa e stava fissando il loro gruppetto di amici mentre si lanciavano la palla.
-Certo che... sono proprio carini quei due. - constatò Rose, piegando la testa di lato. 
-Ancora con questa storia! - Marron roteò gli occhi e si mise a sedere.
-Dai, guarda che fisici che hanno! Sono così tonici e forti, sembrano scolpiti dagli angeli! - 
-Sarà pure così, ma sono due cafoni, arroganti, egocentrici... -
-Si, ma sono sexy. – replicò maliziosa Rose, avvolgendosi una ciocca di capelli con il dito. -E poi, non mi dire che tu non ci hai mai fatto un pensierino su quei due, vivete in simbiosi da tutta la vita in pratica! -
-Ma no... - rispose perplessa Marron, guardando i due ragazzi mentre giocavano con Bra e Pan. -Proprio perché li conosco da quando sono nata e siamo cresciuti insieme, per me sono solo i miei migliori amici, se non una specie di fratelli acquisiti. Non li vedo in nessun altro modo. -
“Stai mentendo” disse di nuovo quella vocina impertinente nella sua testa, ma la ragazza la zittì subito.  
-In più, per loro sono come una sorella. - affermò Marron, più a sè stessa che all’amica, sperando che la conversazione finisse lì. Ma Rose non mollava la presa, e fece un gesto con la mano come per scacciare qualcosa di fastidioso.
-Scemenze. Non ci crederò mai a questa storia della sorella se non la vedrò con i miei occhi! Io trovo così assurdo che nessuno di voi tre ci abbia mai provato in questi anni! -
-Ma perché tu sei maliziosa e vedi relazioni amorose ovunque! - le ricordò Marron divertita. Rose alzò gli occhi al cielo. 
-Ok, allora, immagina che tu sia costretta a scegliere tra uno dei due... non sbuffare, ascoltami: alla tua migliore amica stanno puntando una pistola alla testa... -
-Oh no, povera Ayumi... - la provocò Marron, mettendo in mezzo l’altra loro amica che quel giorno non era potuta venire.
-Scema, sai benissimo che sono io la tua migliore amica! Comunque dicevo, ho una pistola puntata alla testa, e l’unico modo per salvarmi è ammettere chi preferisci tra Goten e Trunks. -
-Che scemenza. -
-Dai, rispondi, mi stanno per uccidere! -
Marron sbuffò esasperata. -Ma che ne so! - Tornò a osservare i suoi due amici mentre si lanciavano la palla ridendo. 
Erano indubbiamente dei bei ragazzi. Lo aveva sempre saputo che le ragazze li fissavano soprattutto per i loro fisici muscolosi, ma lei non ci aveva mai fatto troppo caso, sapendo che nelle loro vene scorreva sangue Sayan. Goten era alto, portava i capelli neri a spazzola, era dolce e divertente, la faceva sentire a suo agio e poteva raccontargli ogni cosa. Trunks era un po’ più basso – “papà è un principe altruista che ha voluto condividere la sua altezza con me” scherzava sempre Trunks - e portava i peculiari capelli lilla un po’ più lunghi. Era egocentrico, strafottente ma molto maturo per la sua età, e difficilmente si apriva con le persone. Non sempre, ma alcune volte le capitava di sentirsi a disagio con lui, non sapeva il perché. Lo vide sorridere mentre la sorella gli puntava un dito contro adirata, forse perché non le passava mai la palla. Lui si passò una mano tra i capelli, poi lanciò la palla a Goten, e il muscolo del braccio si tese, mentre il sudore gli scendeva lungo il fisico, con il sole che gli metteva in risalto i pettorali e gli addominali...
-Sei diventata tutta rossa. -
Il commento di Rose fece riscuotere Marron, che si scoprì a fissare Trunks da troppo tempo, mentre l’amica stava ancora aspettando una risposta. 
-Sai che ti dico, possono anche spararti, tanto un’altra amica maniaca come te la trovo subito! - Marron le fece la linguaccia, e scappò verso il mare quando l’amica iniziò a inseguirla.
-Ah, vi siete decise a venire, finalmente! - esclamò Trunks vedendole correre verso di loro, e lanciò la palla a Rose. -Avanti, vediamo come giocate. -
I sei ragazzi iniziarono a giocare in mare con la palla, ridendo, scherzando e schizzandosi l’acqua per dispetto. Tra un tiro e l’altro, Marron notò che un ragazzo seduto sul bagnasciuga li stava fissando, e le balenò in mente un’idea. Schizzò l’acqua in faccia ai suoi amici per distrarli, e ne approfittò per dire una cosa all’orecchio dell’amica. Poi iniziò a uscire dall’acqua indietreggiando verso la spiaggia, dando la schiena a quel ragazzo, mentre Pan e Bra la schizzavano per vendicarsi. Marron lanciò uno sguardo d’intesa a Rose, che annuì e le tirò la palla più forte che poteva. Marron finse di mancarla, e questa rotolò verso il ragazzo seduto sul telo che continuava a fissarla.
Marron corse verso di lui. -Ehi scusa, la mia amica è un’imbranata. - Si scusò lei sorridente, mentre il ragazzo si alzava per consegnarle la palla.
-Non ti preoccupare. - disse lui, guardandole il corpo spudoratamente. Sorrise, sicuro di sé, si avvicinò alla ragazza. Ed era esattamente quello che Marron voleva.
-Come ti chiami? Che ne diresti se ti offrissi un gelato al bar? - le propose ammiccante. Non aveva ancora notato le due figure che si stavano avvicinando.
-Cosa le vorresti offrire te, miserabile? - disse in quell’istante una voce minacciosa alle spalle di Marron. Trunks.
-Ti sembra il genere di ragazza che potrebbe mai uscire con uno come te?- intervenne sprezzante un’altra voce. Goten.
Marron sorrise, gongolante. Era andata esattamente come aveva previsto.
-Vedi di girare a largo, lei sta con noi! - Trunks e Goten lanciarono al ragazzo, che era rimasto senza parole, un’ultima occhiata disgustata, poi presero Marron per le spalle e la riportarono indietro.
Marron guardò trionfante Rose, che scuoteva la testa con le mani poggiate sui fianchi, sorridendo. 
-Che ti avevo detto? - Le urlò mentre i ragazzi continuavano a sospingerla. Le mimò con la bocca: “Una sorella.” Rose alzò le braccia in segno di resa, il che fece ridere Marron.
-Cosa ti ridi? - le chiesero scocciati Goten e Trunks.
-Nulla, è che voi maschi siete così prevedibili! - rispose lei, facendo ridere anche le bambine e Rose. 

*

Verso le sette di sera la macchina di Trunks si fermò davanti casa sua. La prima a uscire fu Rose, che dopo aver preso la sua borsa, diede un bacio sulla guancia a Marron e salutò tutti gli altri.
-Grazie per la bella giornata ragazzi, ci vediamo a scuola! –
-Le bambine stanno ancora dormendo. – disse Trunks, facendo un cenno con la testa verso la sua macchina. 
-Mi toccherà volare con Pan sulle spalle. Ha solo sette anni ma mica è leggera, mangia quanto mio padre! - si lamentò Goten, sporgendosi dentro la macchina e prendendo la nipotina tra le braccia. Poi se la appoggiò sulla schiena, con le braccia intorno al collo.
-Bene ragazzi, è stato un piacere, ci vediamo lunedì a scuola! - li salutò allegro il moro, alzandosi in volo.
Il sole stava scendendo all’orizzonte, colorando il cielo di un caldo arancione e riflettendo sulle nuvole che erano diventate rosate. L’aria era tiepida e odorava di estate in arrivo.
-Grazie per aver guidato sia all’andata che al ritorno, Trunks. - disse Marron, mentre il ragazzo apriva la portiera dell’auto.
-Figurati, dopotutto sono l’unico qua ad avere la patente. - rispose lui sollevando le spalle, mentre si sporgeva verso la sorellina per svegliarla. -Ehi Bra, siamo arrivati a casa. -
Marron lo osservò con dolcezza mentre faceva scendere premurosamente la sorellina dall’auto. Solo con lei si mostrava premuroso, un lato che teneva nascosto agli altri. -Hai bisogno che ti accompagni a casa? - le chiese Trunks mentre prendeva per mano Bra, che sbadigliava assonnata. 
-No, tranquillo, mi faccio una passeggiata, tanto sto qui dietro. –
-Va bene, allora io entro, così metto subito lei a letto e poi mi preparo, che ho un appuntamento con una stasera. -
-E ti pareva. - esclamò lei, e il pensiero di prima sulla sua dolcezza svanì. -Vedi di studiare piuttosto. E non alzare gli occhi al cielo quando te lo dico! -
Trunks fece un cenno di assenso con la testa, come per dire che aveva capito, poi la salutò e si diresse verso casa. Mentre si allontanava, tenendo per mano la sorellina, Marron si soffermò a guardare i suoi lineamenti, la sua schiena forte, messa in evidenza dalla canottiera e le sue braccia muscolose, e sentì un leggero brivido sulla schiena. In quel momento la vocina di quella mattina tornò. 
“Non sei stata sincera oggi. Ti ricordo che tempo fa una piccola cotta l’hai avuta, è inutile che lo nascondi”
-Oh ma stai zitta! - grugnì Marron.
-Hai detto qualcosa? - Trunks si voltò verso di lei.
-Ehm no, stavo parlando da sola. – rispose subito lei, imbarazzata.
Trunks sollevò le sopracciglia divertito, poi le fece di nuovo un cenno con la mano ed entrò nel cancello.
Marron sospirò, poi si mise in cammino. “Mannaggia a te, Rose.” 


Salve a tutte e tutti! Volevo ringraziare le personcine carine che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite e tutti voi che state continuando a leggere ❤️; è vero, non ho ricevuto alcuna recensione, non che me le aspettassi sia perché mi rendo conto di non aver scritto niente di che, ma anche perché per me è piu che altro un mettermi alla prova, un tenermi in esercizio, e mi fa tantissimo piacere sapere di poter condividere questa storia con voi, quindi spero che almeno un pochino vi faccia sorridere e vi tenga compagnia, ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Un’amicizia Cap 5

Marron, Rose e la loro amica Ayumi erano al bar del centro commerciale a sorseggiare una granita. Si stavano godendo il pomeriggio libero dai compiti, e avevano deciso di dedicarsi all’organizzazione delle loro vacanze.
-Allora, io direi di fare la settimana dal 12 al 18 agosto. - propose Marron, iniziando ad annotare su un quaderno.
-Quando imparerai a usare il computer? - le chiese Ayumi, provvista del suo portatile, intenta a cercare sui vari siti internet gli hotel.
-Sai che sono all’antica, preferisco scrivere tutto a penna. -
-Come vuoi. Ascoltate, albergo a 4 stelle, vista mare, nella Città dell’Ovest. Si può fare surf, barca a vela, e per la sera ci sono un sacco di locali e discoteche! Che ne dite? -
-Fai vedere. - chiese Rose, sporgendosi verso il loro lato del tavolo. Guardando lo schermo fece una smorfia. -Tesoro, hai visto il prezzo? Ancora non ho scoperto di avere un misterioso parente ricco che mi lascia tutto in eredità. - 
-Cavolo hai ragione... cerco qualcos’altro. - Ayumi si scostò i corti capelli dietro le orecchie e si rimise a lavoro.
-Ehi, amanuense, si può sapere che stai scrivendo su quel quaderno? - chiese Rose divertita a Marron.
-Allora, sto scrivendo tutti i nomi dei partecipanti: siamo noi tre, Goten, Trunks e tuo fratello Makoto… poi ho segnato che ci servono due stanze, una matrimoniale per noi e un’altra per i ragazzi. Poi i requisiti che cerchiamo, quindi tu hai richiesto che ci sia necessariamente la SPA, Ayumi vuole la spiaggia privata, io... -
-Sì, sì, ho capito, una lista di desideri irrealizzabili se non si hanno abbastanza soldi, quindi alla fine ci dovremmo accontentare di una baracca! - brontolò Rose.
-Non è detto, guardate qui. - Ayumi girò il computer verso le amiche.
-Ma sei matta, non ci sta nemmeno il wi-fi! - replicò scettica Rose dopo aver letto.
Le sue amiche la fissarono con le sopracciglia sollevate e la bocca tirata.
Rose sbuffò. -Oh sentite, ormai il wi-fi è un bisogno primario! -
Marron e Ayumi si lanciarono uno sguardo eloquente, poi scoppiarono a ridere, facendo imbronciare ancora di più Rose. Non si erano accorte che nel frattempo una persona le aveva adocchiate, e si stava avvicinando a loro con passo sicuro.
-Ciao Marron. Ciao ragazze. - disse una voce femminile. 
Le tre ragazze sollevarono lo sguardo, e si ritrovarono davanti una ragazza bionda dalle gambe lunghissime. Era Nancy, una compagna di classe di Goten, la più bella e ricca della scuola, che raramente aveva rivolto loro più di due parole.
-Ciao. - risposero un po’ sorprese le tre amiche, accennando un sorriso.
-Che state facendo? - chiese loro, ma sebbene avesse usato il plurale continuava a tenere fissi gli occhi azzurri su Marron, che immaginò toccasse a lei risponderle.
-Ehm, stiamo organizzando le nostre vacanze per quest’estate. -
-Oh, ma è meraviglioso! - cinguettò Nancy. -Dove pensavate di andare? Io sono un po’ indecisa tra le Hawaii e Miami. - mise su un broncio che qualunque ragazzo avrebbe definito adorabile. Una ragazza lo avrebbe più propriamente chiamato falso.
-No, noi purtroppo non abbiamo tutta questa disponibilità. - rispose asciutta Rose, ma Nancy la ignorò, continuando a sorridere verso Marron.
-E siete solo voi tre o viene qualcun altro con voi? - le chiese angelica, mal celando il fatto che era proprio quella la domanda a cui voleva arrivare.
Marron chiese aiuto con lo sguardo alle sue amiche, che invece continuavano a restare in silenzio, né sembrava che a Nancy interessasse una loro risposta. 
-Verranno anche Goten, Trunks, Makot... -
-Oh è vero, mi ero scordata che tu conosci i miei amici Trunks e Goten, e pensare che io e Goten siamo pure in classe insieme e parla a volte di te, ma dove ho la testa? – esclamò lei con falsa ingenuità.
Rose sbuffò rumorosamente, e Nancy le lanciò uno sguardo che per un attimo si velò di disprezzo, poi tornò a essere limpido. 
-Per caso vi serve una mano nell’organizzazione? - 
-No tranquilla, possiamo farcela da sole. - rispose prontamente Rose.
-Sicure? Vi posso consigliare dei posti molto alla moda dove andare. - insistette Nancy piantando gli occhi su quelli di Marron, nella speranza che con lei l’avrebbe avuta vinta.
-Ehm no davvero, grazie Nancy, non possiamo permetterceli. -
Vedendo che il suo piano di unirsi a loro era fallito, la bionda soffiò piano col naso come per calmarsi. Poi disse indispettita: -Bé, allora salutami Trunks quando lo vedi. -
-Ti salutiamo anche il tuo amico Goten? – le chiese Rose ironica.
Nancy sbattè velocemente le palpebre. -Sì, certo, anche lui. -
Fece un rapido gesto con la mano a mo’ di saluto verso Marron, poi girò sui tacchi e se ne andò ancheggiando, ignorando totalmente le altre due ragazze.
Appena svoltò l’angolo, Ayumi si portò due dita in gola, fingendo di vomitare.
-Quell’arpia. - sputò Rose con disprezzo.
-Dai ragazze, non è così male! - provò a dire Marron.
- “Non è così male”, per favore! È palese che quella si è avvicinata a noi solo per essere inclusa nella nostra vacanza, perché è da mesi che gira intorno a Trunks, lo sa tutta la scuola che ci sta provando con lui! -
- Lo so, me lo hanno detto i ragazzi, infatti non è la prima volta che prova a intercedere con me per arrivare a lui, visto che Goten ha detto che non le vuole dare questa soddisfazione. Ma da quello che mi ha detto Trunks lui non la sopporta. -
-Mio fratello Makoto mi ha raccontato che quando a ricreazione Trunks va a trovare lui e Goten, lei arriva in un secondo e inizia a fare la gatta morta! Dannata, già è ricca e bella, vuole anche il più fico della scuola? - esclamò scocciata Rose.
-Bè, secondo me non è Trunks il più bello. - mormorò Ayumi, arrossendo. Le ragazze si illuminarono, dimenticandosi per un attimo del nervosismo che le aveva lasciato quell’incontro.
-A chi ti riferisci? - le chiesero emozionate.
-Non ve lo dirò di certo qua, ci sono troppe orecchie indiscrete! Prima scegliamo l’albergo per la vacanza, poi magari ve lo dirò. - stabilì Ayumi, godendosi le facce frustrate delle amiche. -Piuttosto, che ne pensate di un appartamento per la vacanza? -
 
*

Le ragazze stavano tornando dal centro commerciale. Non erano riuscite a trovare una struttura alberghiera che le soddisfacesse, così avevano optato per rimandare l’organizzazione ad un altro giorno.
Mentre camminavano, decisero di attraversare il parco della città. Era immenso, circondato da betulle e cipressi; al centro, un grazioso laghetto abitato da tartarughe e anatre, su cui si affacciava un bar e un parco giochi. Ma ciò che risaltava più all’occhio era una maestosa quercia che si innalzava proprio vicino al lago. 
Era davanti a loro, e più si avvicinavano, più l’enorme buco che si trovava al centro dell’albero diventata più evidente. Ayumi lo stava fissando con curiosità.
-È da anni che ci sta quello squarcio sulla quercia, ma non mi sono mai chiesta il perché ci sta. Sarà stato qualche vandalo, forse? Voi per caso lo sapete? -
-Sono stati Trunks e Goten. - rispose Marron senza pensarci, prima di mordersi la lingua. Dannazione, e ora come glielo spiegava? Infatti, le amiche la guardarono con gli occhi spalancati.
-Come scusa? –
-Come diamine avrebbero fatto? -
-Ehm... -
 
8 ANNI PRIMA

-Ti ho detto che il mio papà potrebbe battere il tuo in un secondo! -
-Non dire sciocchezze Goten, mio padre è il principe dei Sayan, sconfiggerebbe il tuo ad occhi chiusi! - rispose beffardo Trunks.
Goten mise su il broncio, ma non volle demordere. -Ed io ti dico che non è così! -
-Ragazzi, la volete finire? Ho fame, voglio andare a casa! - sbuffò Marron.
Era un giorno di luglio, i tre bambini erano rimasti a pranzo da Bulma che gli aveva permesso di andare al parco prima di mangiare, ma adesso era arrivata l’ora di tornare a casa. Mentre i due bambini continuavano a bisticciare ignorandola, Marron saltellò verso la grossa quercia. Si stava avvicinando all’albero quando a un certo punto impallidì e cacciò un urlo.
Goten e Trunks, già innervositi dalla lite, si voltarono di scatto e, pensando che l’amica fosse in pericolo, tesero le mani e lanciarono contemporaneamente un’onda verso il punto che Marron stava indicando. La violenta esplosione provocò un rumore assordante e rilasciò un enorme bagliore.
Quando Marron riaprì gli occhi, vide con suo orrore un grosso segno nero nero sul tronco della quercia che ancora fumava. Si voltò verso gli amici, che la guardavano perplessi, in cerca di un chiarimento. 
-Io...avevo solo visto un ragno... – balbettò la bambina.
Goten e Trunks rimasero a fissarla a bocca aperta, poi spostarono lo sguardo verso il tronco lacerato. Stavano lentamente prendendo consapevolezza di quello che avevano fatto, e iniziarono a sudare freddo.
-Ma sei cretina a urlare così per un insetto?! - berciò Trunks contro Marron, mentre Goten non riusciva ad emettere alcun suono.
-Che ne sapevo io che avreste dato fuoco all’albero? Io mi sono solo spaventata! - gli urlò Marron -Guarda te se adesso è colpa mia! -
-Ragazzi... - mormorò Goten, che riprese finalmente la parola -Forse è meglio che ce ne andiamo prima che qualcuno ci veda... -
Per fortuna era l’ora di pranzo di una domenica estiva, perciò non ci stava gente in giro. I tre bambini si guardarono, poi corsero via iniziando a ridere.


Marron rise sommessamente ricordandosi di quel giorno. Poi si accorse che le sue amiche stavano ancora aspettando una risposta.
-Ehm, si, stavano giocando a palla, l’hanno tirata fortissimo contro l’albero ed hanno creato quel buco! -
-Con una palla?! -
Le due amiche la guardarono poco convinte. Era ovvio che facevano fatica a credere a quella storia, ma di certo non poteva raccontare che i Trunks e Goten in realtà erano dei mezzi alieni super potenti che lanciavano onde magiche dalle mani. A questo difficilmente avrebbero creduto. 
Le tre amiche si salutarono e presero le strade per andare nelle rispettive case. Mentre camminava, Marron ripensò alle parole di Rose sul fatto che Nancy ci stesse provando con Trunks. Non voleva ammetterlo, ma sul momento aveva provato uno strano moto d’irritazione, e anche ora a ripensarci provò un senso di fastidio. Voleva credere che fosse l’aria fredda della sera che iniziava a calare. Sera? Controllò di corsa l’orologio.
-Oh no! Sono di nuovo in ritardo, dovevo essere a casa mezz’ora fa! - e prese a correre.  


Ciao a tutti! Scusate se sono sparita, ma con l'inizio delle vacanze ho staccato un po' dal pc! Spero vi piaccia il nuovo capitolo!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Un’amicizia Cap 6

Era finalmente finito l’ultimo giorno di scuola. Al suono della campanella, uno stuolo di studenti si precipitò fuori dalla scuola per andare a festeggiare. I più intraprendenti lanciavano uova e farina agli altri compagni, altri si limitavano ai gavettoni, altri preferivano andare a pranzare con gli amici per poi festeggiare la sera. Insomma, ognuno manifestava a suo modo l’allegria per la fine dell’anno scolastico. Verso le quattro del pomeriggio, quando ormai se ne erano andati già tutti, stanchi ma felici, Marron, Goten e Trunks si riuscirono a incontrare in una piazzetta dietro la scuola. Erano fradici dalla testa ai piedi, e la farina con l’acqua aveva creato un impasto appiccicoso sui vestiti e sui capelli. 
-Mia madre non mi farà entrare in casa in queste condizioni. - constatò Goten, tirandosi i lembi del pantalone.
-Nemmeno a me. - rise Marron. -Andiamo alla fontanella, magari riusciamo a toglierci il grosso della farina.
Trunks si tolse schifato un uovo spappolato che gli stava colando sui capelli. -Per fortuna che questa è l’ultima volta che lo faccio. - 
Si incamminarono verso la fontanella. Mentre chiacchieravano e si lavavano, sentirono il suono di una sirena che si stava avvicinando. Dopo pochi secondi sfrecciò davanti a loro un’auto rossa, inseguita da due volanti della polizia.
I due ragazzi si guardarono con gli occhi che brillavano. Marron capì subito le loro intenzioni.
-Non ci pensate neanche! - ordinò, mettendosi davanti a loro a braccia aperte.
-Dai, è un inseguimento! - la implorò Goten.
-Lo abbiamo già fatto, rischiamo di metterci di nuovo nei guai! - replicò severa la ragazza.
-Voi fate come vi pare, io vado. - esclamò Trunks eccitato, e senza aspettarli si alzò in volo e inseguì le auto.
-Oh, ma che cavolo! - Goten alzò le spalle verso Marron fintamente dispiaciuto, poi si alzò in volo per seguire il suo amico.
-Tornate qui! - urlò Marron, ma ormai i due amici si erano allontanati. Si guardò intorno, indecisa sul da farsi. Si divertivano ad aiutare la polizia a sventare i crimini, senza che ovviamente venisse loro richiesto. Un paio di volte avevano neutralizzato dei criminali che stavano rapinando una banca, o fermavano dei vandali; il problema era poi spiegare le frasi dei cittadini che assistevano come “sfere di luci che uscivano dalle loro mani” oppure “sembrava stessero volando”. La polizia, nonostante non avessero dato troppo credito alle parole dei testimoni, che pure sembravano molto convinti, aveva capito che loro tre erano comunque dei soggetti strani e per evitare grane gli aveva intimato più volte di restarsene fuori. Ma Marron sentì che le stavano prudendo le mani dall’emozione. Dopotutto, a che servivano gli allenamenti di lotta che faceva con i genitori da anni? 
Voleva andare.
Controllò che nessuno la guardasse, si alzò in aria e si diresse verso il suono delle sirene.
Poco dopo raggiunse i suoi amici. Guardavano in basso verso le auto che sfrecciavano tra le strade della città.
-Dove si stanno dirigendo secondo voi? – chiese ai ragazzi urlando, con il vento nelle orecchie era difficile sentirsi.
-Ah, ti sei decisa finalmente! – le urlò Trunks voltandosi verso di lei.
-Credo che stiano cercando un parcheggio sotterraneo dove possano lasciare la macchina e poi scappare a piedi senza dare nell’occhio. - ipotizzò Goten. Marron lo guardò con occhi strabuzzanti. 
-Ehm, vedo tanti film polizieschi. - rispose imbarazzato. Poi si voltò verso Trunks.
-Che vogliamo fare? – gli chiese ad alta voce per farsi sentire.
In quel momento sentirono sparare dei colpi. Uno dei criminali si era affacciato dall’auto e stava sparando verso le due auto della polizia, colpendo a entrambe le ruote. Le volanti persero il controllo e sbandarono fuori strada, mentre la macchina rossa proseguiva.
-Dobbiamo bloccargli la strada. - stabilì Trunks e improvvisamente scese verso il basso, seguito subito dopo dai due amici. Nel momento in cui l’auto imboccò una strada lunga e rettilinea, uscendo dalla città, Trunks puntò la mano e lanciò un’onda, provocando una voragine a un centinaio di metri dalla macchina in fuga, che infatti frenò di colpo, provocando un rumore stridente. 
-Scendiamo! - urlò ai suoi amici, con una scintilla negli occhi.
Atterrò proprio di fronte alla macchina rossa, da cui uscirono tre uomini trafelati.
-Si può sapere che cazzo è successo? - urlò quello pelato, poi si voltò. -Tra un po’ quelli chiameranno i rinforzi, dobbiamo scappare. -
-Io credo che non andrete da nessuna parte. - gli comunicò Trunks con un sorrisetto. Marron e Goten atterrarono accanto a lui.
-Potevi anche aspettarci! - sbuffò Marron.
-Non potevo, ero stato preso dall’ispirazione. -
-La verità è che vuoi prenderti il merito solo tu. - aggiunse Goten.
I tre uomini li stavano guardando con gli occhi di fuori. -Si può sapere chi cazzo siete? - sbraitò uno pieno di tatuaggi puntandogli una pistola contro.
Goten gli lanciò un’onda addosso, facendolo crollare a terra. -Ehi, non si interrompe una conversazione! -
Gli altri due malviventi guardarono il compagno a terra, sconvolti, poi quello più grosso corse verso i tre ragazzi.
-Maledetti mostri! -
Trunks non si mosse, e quando quello gli fu abbastanza vicino, gli assestò un pugno dritto in pancia, facendogli sputare sangue mentre cadeva in ginocchio.
-Adesso tocca a me! - urlò allegra Marron, spostando gli occhi su quello pelato, che intanto era impallidito e stava tremando. Iniziò a scuotere la testa, ma Marron con un balzo gli fu addosso e gli tirò un calcio sul braccio, spedendolo a dieci metri da loro. Dopo soli pochi minuti i tre criminali che avevano messo a soqquadro tutta la città erano tutti a terra, ormai inermi.
I tre ragazzi restarono a fissare il loro operato.
-Tutto qua? - chiese Goten deluso. -Pensavo ci saremmo divertiti di più. -
-Non ci sono più i criminali di una volta. - sospirò Marron -Vi ricordate quella volta in cui quel gruppo di criminali prese in ostaggio i bambini delle elementari? -
-Certo che me lo ricordo, tra quei ragazzini ci stava pure Bra. - ricordò Trunks, stringendo il pugno. -Furono fortunati che a fermarli fui io e non mio padre, sennò non se la cavano di certo con soltanto qualche osso rotto. -
In quel momento sentirono il suono delle sirene della polizia e si voltarono verso l’imbocco della strada.
-Direi di andare prima che ci vedano qui. - suggerì Marron.
-Già. – Goten guardò l’orologio e strabuzzò gli occhi. -Sono già le cinque e ancora non abbiamo pranzato, ed io sto morendo di fame. Andiamo a mangiare una pizza, che dite? -
Trunks e Marron annuirono, anche loro affamati, e i tre ragazzi si avviarono. Marron, che era rimasta più indietro rispetto a loro, guardò divertita Goten.
-Certo che tu pensi sempre a mang… - la frase le morì in bocca, mentre l’eco del rumore di uno sparo fece voltare di scatto i ragazzi, che videro l’amica crollare a terra.
Uno dei tre uomini si era lentamente rialzato in ginocchio, ed aveva ancora la pistola in mano fumante. Goten corse accanto all’amica accasciata a terra. Ma l’uomo non stava guardando loro due. Iniziò a tremare quando vide il ragazzo con i capelli lilla avvicinarsi lentamente a lui, livido in volto, lo sguardo assassino, mentre una luce elettrificante lo avvolgeva. L’uomo si pentì subito del suo gesto, e lasciò cadere la pistola.
Senza proferire parola, con uno scatto Trunks gli fu vicino e gli diede una ginocchiata in faccia, poi lo rialzò per il bavero della camicia e iniziò a tempestarlo di pugni.
Goten fece per alzarsi per andare ad aiutarlo quando sentì la voce dell’amica.
-Mi ha preso solo di striscio Goten, fermalo… - mormorò Marron.
Goten non se lo fece ripetere e prima che l’amico ammazzasse di botte l’uomo gli fu alle spalle e lo bloccò.  
-Marron sta bene, sta bene! Smettila prima che lo ammazzi, la polizia sta arrivando. -
Trunks fece resistenza, poi finalmente si calmò, assestò un ultimo calcio all’uomo agonizzante e si fece condurre dall’amico per raggiungere Marron. Si chinò su di lei, e vide che la pallottola le aveva ferito la gamba ma superficialmente.
-Ti senti bene? - le chiese, mentre la sosteneva per la vita.
-Si, ma mi brucia tantissimo. - si lamentò Marron tenendosi la gamba ferita.
-Ragazzi, temo sia troppo tardi per andare. – riferì loro Goten. In quel momento alcune macchine della polizia si fermarono intorno a quello scenario, un poliziotto scese dall’auto e, dopo aver guardato i tre criminali che inseguivano da mezz’ora a terra, svenuti e feriti, si voltò incredulo verso quei tre adolescenti, di cui una ferita, che lo fissavano.
-Si può sapere che diamine è successo? –
 
*

-La ringrazio per averli riportati, è una vera sfortuna che i ragazzi si trovassero tra quei criminali proprio in quel momento! Alla ragazza ci pensiamo noi, grazie ancora e buona serata! - 
Bulma chiuse la porta dietro l’agente della polizia, e sospirò. Poi lanciò un’occhiata feroce ai tre ragazzi seduti sul divano. 
-Ho già avvisato i vostri genitori, stanno venendo a prendervi. – sibilò glaciale a Marron e Goten.
-Ma io sono maggiorenne! - si lamentò Goten.
-No, Goten, se ci vanno di mezzo le vostre vite vuol dire che non siete abbastanza maturi. -
Goten si prese la testa tra le mani. -Mia madre mi ucciderà. -
-E farebbe bene! – Bulma aveva alzato la voce. -Anzi che sono riuscita a convincerli che passavate lì per caso! Si può sapere come vi è venuto in mente di infilarvi in quella situazione? - chiese loro, isterica. Stava iniziando a tremare. -Avrete anche sangue Sayan, ma siete comunque dei ragazzini, e avete permesso che Marron si ferisse, vi rendete conto? Potevate morire! Voi non avete la più pallida di cosa vuol dire perdere qualcuno che si ama, il dolore di una madre… - le si incrinò la voce e portò una mano sulla bocca.
-Mamma... - mormorò mesto Trunks.
Vegeta le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla.
-Trunks. - disse con voce dura suo padre. -La ferita della tua amica non è ancora stata medicata, pensaci tu. -
Mentre Trunks aiutava Marron a salire le scale, la porta di casa si spalancò ed entrò come una furia Chichi.
Fissò furibonda il figlio che si alzò di scatto dal divano. -Tu! - ringhiò. Gli si avvicinò a passo di marcia.
-Dai Chichi, ne abbiamo già parlato, non ha davvero rischiato la vita, è un mezzo Sayan… - provò a convincerla Goku dietro di lei.
-Zitto tu! – urlò Chichi furente. -Non mi importa niente del sangue Sayan, è pur sempre mio figlio e si è cacciato di nuovi nei guai! – Chichi controllò il figlio rapidamente e vide che non era ferito. A quel punto iniziò a tremare e lo strinse forte a sé.
-Bulma mi ha detto che qualcuno si era ferito e pensavo fossi tu. -
Goten rimase di stucco, poi strinse forte la madre. -Mi spiace averti fatto preoccupare mamma, ma non sono io quello ferito, è Marron. -
-Marron? E come sta? - chiese Chichi apprensiva, cercandola con lo sguardo.
-Eccomi! - disse Marron, sporgendosi dalle scale. -Sto bene Chichi, non è niente di serio! -
-Meno male! - Chichi si portò una mano sul cuore, sollevata.
Goku le si avvicinò, le pose una mano sul fianco e sorrise incoraggiante al figlio. 
-Dai, adesso andiamo a casa, abbiamo fatto preoccupare anche troppo la mamma per stasera. -
I tre Son salutarono Bulma, che si stava asciugando le lacrime, e Vegeta. Poi Goten fece un cenno ai suoi amici e se ne andarono. Calò il silenzio in casa.
Marron sentì una leggera pressione sul braccio. Trunks la stava esortando a proseguire.
Arrivati al piano di sopra Marron entrò in camera di Trunks e si sedette sul letto, mentre l’amico andava a prendere il primo soccorso.
-Stavolta l’abbiamo combinata grossa. - gli disse quando rientrò in stanza.
-Ma no, lo sai come sono fatte le nostre madri. - le rispose sedendosi accanto a lei. -Hanno dovuto sopportare le morti dei nostri padri, in più noi non è che ci siamo impegnati molto per non farle preoccupare… però stavolta ci sei andata di mezzo tu. - le disse prendendole la gamba ferita.
-Ehi, non sono mica una bambina, vi ho seguito spontaneamente e non è certo la prima volta che facciamo una cosa del genere! - obiettò lei, storcendo la bocca per il dolore alla gamba.
-Non sto dicendo questo, ma solo che stavolta abbiamo esagerato. Ed io mi sento responsabile per quello che ti è successo. Adesso ti potrebbe bruciare un po’. - 
Il ragazzo le versò l’acqua ossigenata sulla ferita. Marron fece una smorfia ma trattenne qualunque suono.
Poi lo osservò mentre le avvolgeva dolcemente la gamba con la garza. Non lo aveva mai visto così premuroso e attento, e doveva davvero essersi preoccupato.
-Comunque Trunks… ti ringrazio. -
Trunks sollevò lo sguardo verso di lei. I suoi occhi azzurri erano privi della solita strafottenza, e a Marron sembrò di intravedere qualcos’altro: apprensione. Non aveva mai notato quanto fossero belli e profondi. Marron sentì qualcosa agitarsi dentro e arrossì. Abbassò velocemente il viso sperando che lui non notasse il colorito. 
- Ti sei arrabbiato parecchio prima, quando quel tizio mi ha colpito. – disse lei come casualmente, guardandolo di sottecchi.
Il ragazzo sbuffò. -Ho trovato vigliacco attaccare nel momento in cui eravamo di spalle! E poi ero convinto ti avesse colpito seriamente, non che fosse una ferita così stupida! - disse tirando per dispetto la benda con forza.
-Ahia, cretino, mi fai male! -
-Abbiamo finito! - esclamò il ragazzo sorridendo, e lei non poté fare a meno di notare quanto fosse bello. Lo stava fissando da troppo tempo e il ragazzo doveva essersene accorto, perché si voltò verso di lei, incontrando i suoi occhi azzurri con quelli castani di lei. Restarono alcuni secondi a guardarsi, immobili, e Marron sentì il battito del suo cuore accelerare. Erano talmente vicini che poteva sentire l’odore della sua pelle.
In quel momento la porta si spalancò ed entrarono Crilin e C-18, i volti stravolti. Si gettarono sulla figlia e la strinsero forte, mentre Trunks si alzava silenziosamente e usciva dalla stanza.
Si chiuse la porta alle spalle e ci si appoggiò. Strinse i pugni con violenza. 
“Dannazione”.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Cap. 7

Fu un raggio di sole a svegliare Marron quella mattina. Era già trascorsa una settimana da quando era stata ferita da quel criminale, e ormai la gamba le era del tutto guarita. Non lo avrebbe mai ammesso davanti ai suoi amici, ma si era davvero spaventata quando era crollata a terra per il colpo.
Marron guardò stancamente l’orologio sul comodino. Le 10:35. Goten sarebbe passato per le 11:00 per andare in centro città. Nessuno dei tre amici si era visto durante quella settimana, perché Goten era stato messo in punizione - Chichi lo avrebbe voluto chiudere in casa a vita, ma Goku era riuscito a farla ragionare e ridurre la prigionia a una settimana - mentre Trunks doveva studiare dato che mancavano pochi giorni all’esame di maturità, e lei era stata messa a letto dal medico, oltre che in punizione dai genitori. Si erano solo sentiti per telefono. Proprio un bel modo di cominciare le vacanze estive.
Si alzò di malavoglia dal letto. Sapeva che doveva sbrigarsi a prepararsi, ma era anche vero che l’amico era abituato ai suoi ritardi. Sbadigliando, si diresse in bagno. Era stata una settimana noiosa, era rimasta praticamente sdraiata a letto tutti i giorni, con un po’ di tv e qualche libro; l’unico momento felice è stato quando le sue due amiche Ayumi e Rose erano venute a trovarla per sapere come stava. 
Le dispiaceva non vedere Trunks e Goten da così tanto tempo, loro tre che passavano praticamente tutti i giorni insieme da anni, ma quella settimana lontana da loro l’aveva aiutata a riflettere su ciò che era successo l’ultimo giorno che si erano visti: continuava a pensare a quel momento in camera con Trunks, quando per un attimo i loro sguardi si erano incontrati e sembrava non si volessero staccare più. Perché il cuore aveva iniziato a batterle così forte? Ancora adesso se ci ripensava le veniva da arrossire. “Non sarà che…” 
-Ma no, a me mica piace Trunks! – si disse al suo riflesso nello specchio, come se fosse la cosa più assurda al mondo. La ragazza scosse la testa. Di certo non poteva piacerle Trunks.
Prese la spazzola per pettinarsi.
“Anche se…”
Marron poggiò con stizza la spazzola sul ripiano del lavandino. D’accordo, doveva ammetterlo almeno a sé stessa, qualche anno prima aveva avuto per un breve periodo una cotta per Trunks. Niente di serio, era una bambina. Sebbene li separassero solo due e tre anni di differenza, quando i tre amici erano più piccoli la differenza tra di loro si notava di più, quindi lei, che aveva appena compiuto undici anni, vedeva nel quattordicenne Trunks, che si era fatto alto e bello, un adulto.
“Quanto sarà durata, un mesetto? Quando poi mi sono resa conto che per lui non ero altro che un’amica, me ne sono fatta una ragione. E non è stato nemmeno piacevole”. Scosse la testa, pensando con nostalgia alla sé stessa di undici anni alle prese con la prima delusione d’amore.


5 ANNI PRIMA  

Era il giorno del compleanno di Marron, il 28 marzo. Aveva invitato tutti i suoi amici e i compagni di classe a casa, dove i genitori le avevano organizzato una festa. Mentre si riempiva il piatto con il cibo, Marron osservò Trunks uscire in giardino. Era da un mese che cercava di farsi carina e di essere più gentile in sua presenza; due giorni prima gli aveva addirittura regalato il suo braccialetto preferito, ma lui l’aveva guardata stupito, come per dire “Ed io che ci dovrei fare?”. Marron voleva fargli capire che lui le piaceva, ma Trunks sembrava non accorgersene minimamente, la trattava come sempre. In quel momento Marron prese la sua decisione. “Basta, ora glielo dico.” pensò risoluta, e uscì pure lei in giardino, ma inciampò sullo stipite della porta e lanciò un urletto stridulo, attirando l’attenzione del ragazzino che si voltò a guardarla.
-Ciao. - mormorò lei, paonazza in volto.
-Ciao. - rispose lui, sollevando le sopracciglia. 
-Ehm, come mai sei qui fuori? – gli chiese, mentre si stropicciava le mani nervosamente.
-Sai che non sono un tipo da feste, Goten è al bagno ed io mi sto annoiando lì dentro, ci sono praticamente solo bambini. Sai, io ormai sono grande. – disse lui compiaciuto. -Sono qui giusto perché sei tu. –
Marron strabuzzò gli occhi. -Davvero sei venuto per me? -
-Ma certo. – rispose Trunks come se fosse ovvio. -Siamo migliore amici, no? Per me sei… -
“Sei?” il cuore le batteva forte.
-Sei come Goten, però femmina. –
Il silenziò che seguì la sua frase fu interrotto solo dai vetri rotti che Marron sentì nella sua testa.
-Aspetta, cosa? -
-Per me tu e Goten siete come Bra, vi vedo come dei fratelli piccoli che mi stanno sempre appresso e di cui io devo occuparmi. Ora scusami, ma devo chiamare una mia amica! – detto ciò, le diede una leggera pacca sulla testa e tornò dentro casa.
La bambina rimase fuori in giardino, immobile, mentre il vento le scompigliava le treccine.
Sbaglio o aveva velatamente detto che per lui, lei era un peso? Non sapeva nemmeno se l’avesse offesa di più essere stata paragonata a una poppante o a un maschio. Praticamente non la vedeva nemmeno come una femmina. Con quei dubbi, e con la consapevolezza che per Trunks lei sarebbe sempre stata una sorellina – o un fratellino a quanto pare - il povero cuoricino dell’undicenne Marron si spezzò, e la cotta le passò in un istante. In quel momento capì che per lei Trunks e Goten sarebbero stati solo i suoi migliori amici.


“Praticamente è solo da un paio di anni che si è reso conto che sono una ragazza.” pensò Marron mentre si legava ferocemente i capelli in una treccia. “Stupido borioso Sayan, chissà cosa ci trovavo di bello in quell’arrogante?”
In quel momento sentì il campanello suonare. Sua madre la chiamò.
-Marron, è arrivato Goten! -
-Eccomi, arrivo subito! -
Dopo un quarto d’ora scese le scale. -Meglio tardi che mai. - commentò Goten, finendo di bere il succo di frutta che C-18 gli aveva offerto nell’attesa. -Andiamo? -

*

-Che devi comprare? - le chiese Goten, mentre camminavano sulla via principale per raggiungere il negozio che le interessava.
-Un regalo per Ayumi, è stato il suo compleanno qualche giorno fa, ed essendo relegata in casa non ho potuto comprarglielo. -
Goten le guardò la gamba. -Ti senti meglio adesso? -
-Sì grazie, per fortuna non è stato così grave. -
-Sai… - Goten abbassò lo sguardo. -Mi ero preoccupato davvero tanto quando ti ho vista cadere a terra, e temevo che… -
-Oh, Goten! - Marron gli posò commossa una mano sulla spalla. -Stai tranquillo, per fortuna non è successo nulla di grave! Adesso pensiamo a svagarci un po’. -
I ragazzi entrarono in un negozio di intimo e mentre Marron fissava un costume da bagno che le piaceva, sentì un colpetto sulla schiena. Si voltò.
-Ciao Marron! – esclamò una voce angelica.
Marron boccheggiò un po’ prima di rispondere, spaesata. -Ciao, Nancy. -
-Ho saputo dell’incidente, come stai? – le chiese mentre si guardava intorno, e senza aspettare una risposta le chiese: -Con chi sei venuta? -
-Ehm… con Goten, anche se ora non lo vedo. - Marron cercò l’amico ma vide che era uscito dal negozio. “Maledetto, deve averla vista ed è sgattaiolato via.”
-Oh, capisco. - Nancy sembrò vagamente delusa. “Probabilmente sperava che stessi con Trunks.” pensò Marron. 
-Senti, forse Goten te lo avrà già detto, ma volevo ricordarvi che dopodomani ci sarà la festa di fine anno scolastico nel parco vicino al lago, si mangia, si beve e si balla. - le comunicò Nancy.
-Ah già, è vero. - Marron in realtà si era totalmente scordata della festa, con il suo piccolo incidente e tutti quei pensieri su Trunks. Ora si ricordava di quando Rose le aveva accennato che stava cercando un abito adatto. Immersa nei suoi pensieri non si rese conto che Nancy le aveva fatto una domanda.
-Come scusa? - 
Nancy fece un sorriso tirato. -Ti stavo chiedendo se voi tre verrete. -
-Ehm si, credo che ci saremo. - 
-Perfetto! Allora salutami Trunks! - Nancy batté le mani, poi con fare elegante la salutò e se ne andò.
Solo quando fu certo che la ragazza si fosse allontanata, Goten rientrò nel negozio.
-Sappi che sei una vergogna per tutta la coraggiosa stirpe dei Sayan. -
-Oh, senti, io non la sopporto, mi gira intorno solo perché vuole arrivare a Trunks! Che ti ha detto, che voleva? -
Marron gli ricordò della festa.
-Ah sì, la festa. Sì, penso che andremo. Non credo che Trunks vorrà studiare pure di venerdì sera. -
“Se Trunks verrà dovrò trovare un vestito adatto.” si ritrovò a pensare Marron. -Goten, sbrighiamoci a prendere il regalo, che devo necessariamente andare a comprare un vestito per la festa. -
-Non penserai che faremo come nei film americani che ti aspetto fuori dal camerino a commentare in modo molto poco maschio i vestiti che ti proverai, vero? -
-No, stupido, ora chiamo le ragazze e chiedo loro se mi accompagnano dopo. - disse lei, tirando fuori il cellulare per scrivere alle amiche.
-E poi che cosa è tutta questa fretta di scegliere un abito? Fino a due minuti fa nemmeno ti ricordavi della festa. - indagò lui. 
Marron tenne lo sguardo fisso sul telefono, temendo che potesse trapelare qualcosa dal viso. -Proprio perché sono in ritardo devo sbrigarmi! Poi sai, ho quasi sedici anni, sono femmina, i trucchi, i vestiti, bla bla bla, quelle cose lì. - rispose lei evasiva.
-Marron, da piccola andavi in giro con i capelli corti dicendo che eri mio fratello e che avresti voluto fare la pipì in piedi. -
-Goten! – Urlò lei. -Ti sembrano cose da dire? - esclamò lei, imbarazzata. 
Goten scoppiò a ridere, e scosse la testa. -Dai, aspetto che ti raggiungano le ragazze e poi vado a casa. -
 
*

Goten era appena atterrato di fronte casa sua.
-Sono tornato! - avvisò, chiudendosi la porta alle spalle. Nessuno gli rispose.
-Mamma, papà? - 
Sentì prima dei suoni, poi dei mormorii, e infine del trambusto provenire dalla camera da letto dei suoi genitori, che era di fronte a lui. La porta era aperta, quindi non gli fu difficile vedere dei movimenti sotto le coperte, mentre un uomo nudo con i capelli a palma correva verso la porta per chiuderla. Goten spalancò gli occhi, traumatizzato a vita. Indietreggiò meccanicamente, in imbarazzo.
-Ehm, sapete una cosa, penso che andrò a cenare da Gohan, o a buttarmi da un dirupo, voi divertitevi! - 
Sentì una voce maschile ridacchiare, interrotta da un rumore, molto probabilmente una manata della madre. 
“Mi servirà un analista” pensò Goten, volando verso la casa del fratello. 
Appena arrivato aprì la porta con la chiave che gli aveva lasciato.
-Gohan? – chiamò titubante.
“Giuro che se trovo pure questi due a fornicare vado a farmi monaco.”
-Ciao, Goten! -
Il ragazzo si voltò verso la voce, sperando provenisse da una persona con gli indumenti addosso. Per fortuna Gohan era in giacca e cravatta, e soprattutto con i pantaloni. Sospirò sollevato.
-Stavo per chiederti cosa ci facessi all’improvviso qui, ma la tua espressione sconvolta dice già tutto. - Gohan gli battè solidariamente una mano sulla spalla. -Ci siamo passati tutti. -
-Non mi leverò questa immagine dalla testa per tutta la vita… Posso restare a vivere da te? -
-Vorrei dirti di sì, ma devo comunicarti che anche qui potresti imbatterti nella stessa scena. - gli ammiccò Gohan. Quella imbarazzante conversazione fu miracolosamente interrotta, per la salvaguardia della salute mentale di Goten, dalla piccola Pan.
-Ciao zio! – esclamò la bambina correndogli incontro. Goten la prese in braccio.
-Mi raccomando Pan, tu resta sempre piccola e innocente e non traumatizzare mai tuo zio. -

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Cap. 8

Il giorno della festa era finalmente arrivato. Marron era di fronte allo specchio per controllare che fosse tutto apposto. Aveva optato per un leggero vestito bianco, comprato pochi giorni prima con le sue amiche, e si era lasciata i capelli sciolti, con solo un fermaglio a forma di rosa che tratteneva qualche ciocca. Aveva passato le ultime tre ore a prepararsi, in preda ad una incomprensibile impazienza, e la pancia le faceva male per quanto era in subbuglio. Cercava di darsi un contegno e una calmata, ma il fisico non le dava retta. Non voleva ammetterlo nemmeno a sé stessa, ma il suo unico pensiero era che quella sera avrebbe rivisto Trunks. Certo, si erano sentiti al telefono, ma non era la stessa cosa, non da quando nelle ultime settimane provava quelle strane sensazioni per lui. Continuava a contare le ore e i minuti che mancavano alla festa, che mancavano a quando lo avrebbe rivisto. Quando non ce la fece più ad aspettare, scese rapidamente le scale di casa. Crilin e C-18, seduti sul divano a sorseggiare una birra, la videro, bella ed entusiasta.
-Wow, tesoro, sei veramente splendida. - esclamò il padre. La madre approvò con un cenno della testa.
-Grazie papà! - esclamò Marron. Più si avvicinava l’ora della festa più sentiva il cuore batterle forte, ma non intendeva darsi una spiegazione razionale. Voleva solo godersi quel momento di trepidante attesa. Guardò l’orologio per la ventesima volta in mezz’ora.
-Bene, ho appuntamento con Goten tra quindici minuti qui all’angolo, è meglio se esco subito perché non vorrei fare tardi. – Si avvicinò ai genitori per dargli un bacio sulla guancia. -Ciao mamma, ciao papà, ci vediamo dopo, prometto che non faccio tardi! - e con un cenno della mano si diresse verso la porta.
Crilin guardò sua moglie, stupito. -Cara, sbaglio o tua figlia, per la prima volta in vita sua, non solo è in orario, ma è addirittura in largo anticipo per un appuntamento? –
-Già, è molto strano. – constatò C-18, portandosi la bottiglia alla bocca.

Marron si stava guardando intorno, sperando di vedere arrivare l’amico. Trunks li aveva avvertiti che li avrebbe raggiunti direttamente lì alla festa, così avrebbe potuto finire di studiare. Marron batteva il piede nervosa. Perché ci stava mettendo così tanto Goten? Iniziò a comprendere cosa provavano tutti i suoi amici ogni volta che lei faceva tardi, e si sentì in colpa. Decise di chiamare l’amico al telefono, ma la conversazione che ne seguì le fece totalmente sparire i sensi di colpa.
-Che significa che ti sei ammalato e non vieni? E quando pensavi di dirmelo? Ti sto aspettando da quindici minuti! -esclamò sconvolta Marron.
-Mi spiace Marron, sono uscito ieri sera dalla palestra sudato, e volando devo aver preso freddo; ora ho 39 di febbre, non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto. - biascicò Goten dall’altra parte del telefono.
-Sì, come no, avrai 37 scarso, ma per voi uomini vuol dire essere già in punto di morte! - sbuffò la ragazza.
-Senti, ho sonno, divertitevi senza di me, ci sentiamo domani. Buonanotte. - mormorò lui prima di attaccare il telefono.
-Aspetta! Aaah questi Sayan, fanno gli eroi solo quando gli fa comodo! - borbottò scocciata Marron mentre infilava con stizza il cellulare nella borsetta. Si diresse a grandi falcate verso il parco dove era stata allestita la festa. Nonostante fosse stata organizzata da Nancy e le sue amiche, Marron doveva ammettere che avevano fatto un buon lavoro. Gli alberi erano stati decorati con fili di lucine e festoni; intorno al laghetto erano stati disposti tavoli e sedie e il piccolo bar aveva prolungato l’orario di apertura, il tutto accompagnato dalla musica in sottofondo. Le organizzatrici erano riuscite a creare un’atmosfera magica. In quel momento Marron si sentì chiamare e si voltò. Ayumi e Rose le stavano venendo incontro insieme a Makoto, il fratello di Rose.
-Ciao ragazzi! Wow ragazze, siete davvero bellissime! - esclamò Marron. Ayumi indossava un abito rosa antico, mentre Rose portava un pantalone bianco e un top verde.
-E tu invece, se non ti conoscessi direi che ti sei fatta così bella per qualcuno. - disse ammiccante Rose.
-Ma smettila! - esclamò sbuffando Marron, sperando non si notasse il rossore che le era apparso sul viso, e pensando che l’amica non era poi così lontana dalla verità. Intanto lanciava occhiate impazienti in giro.
-Ho già intravisto quell’oca di Nancy. Quel vestito rosso attillato immagino lo abbia trovato nel sexy shop all’angolo. - disse ironica Rose.
-Sssh, non farti sentire scema! - sussurrò Ayumi all’orecchio dell’amica.
-Lasciala stare Ayumi, mia sorella non ha la concezione della discrezione. - la rassicurò Makoto in quel momento posandole una mano sulla spalla, il che la fece arrossire violentemente, cosa che non passò inosservata all’occhio attento delle amiche. 
-Sentite, io intanto vado a prendere da bere, a voi bimbe posso portare un succo di frutta. - scherzò lui.
-Ma stai zitto. – la sorella gli fece una smorfia. -Vai dagli amici tuoi e lasciaci stare, che a prenderci da bere ci pensiamo noi. -
-Va bene, d’accordo. - disse il ragazzo alzando le mani in alto. -Allora ci vediamo dopo! -
Non appena il ragazzo si allontanò, Ayumi commentò: -Era proprio necessario cacciarlo via? – ma si pentì subito della sua domanda quando vide Rose e Marron voltarsi di scatto verso di lei con gli occhi che brillavano e un sorriso malizioso. Lei divenne rossa come un pomodoro, il che confermò la teoria delle sue amiche, che si ricordavano che Ayumi aveva confessato che ci stava qualcuno che le piaceva.
-È mio fratello il ragazzo che ti piace? – le chiese esaltata Rose.
-Io…n-no ecco, non è così… - balbettò Ayumi.
-Invece sì! - esclamarono le ragazze esaltate, iniziando a saltellare e lanciare gridolini.
-Possibile che voi tre stiate sempre ad urlare? – chiese in quel momento una voce maschile.
Marron si voltò, pronta a rispondere a tono, ma le parole le morirono in bocca quando si trovò di fronte Trunks. Il ragazzo indossava una camicia bianca, con le maniche arrotolate sulle braccia muscolose, una mano in tasca e l’altra che reggeva una birra. Il suo cuore sussultò. Perché doveva essere così dannatamente bello? 
Marron rimase a fissarlo, sentendosi in imbarazzo nel suo vestito che ora vedeva come brutto e infantile. Si chiese se non sarebbe stato meglio mettersi un paio di tacchi alti piuttosto che delle banali ballerine.
-S-sei il solito cafone! - riuscì finalmente a dire Marron, poi cercò di darsi un contegno. Era pur sempre il suo amico. -Come stai? Come sta andando lo studio? – gli chiese.
-Direi abbastanza bene, ho praticamente finito di ripassare tutto il programma, ho l’esame scritto tra una settimana e l’orale i primi di luglio… non vedo l’ora di levarmi questa maturità e andarmene finalmente in vacanza! -
-Ragazzi, scusate. - li interruppe Ayumi. -Noi andiamo a prendere qualcosa da bere, ti portiamo qualcosa Marron? – la ragazza chiese alle amiche un drink leggero prima che si allontanarono, lasciandoli soli.
-Goten ti ha avvisato che sta male? - le chiese Trunks.
-Sì, diciamo che mi ha avvisata lui. – sbuffò lei. -Avrà preso un semplice raffreddore, si rimetterà presto. -
-Invece tu, come stai? - le chiese l’amico, facendo un cenno verso la sua gamba. -Ti fa ancora male? -
-Ora sto benissimo, grazie, merito del tuo pronto intervento da crocerossina. - scherzò lei.
-Scema. - rise lui. Marron distolse lo sguardo, cercando di non pensare a quanto fosse carino quando rideva. -Piuttosto, tu ed i ragazzi avete trovato un posto per le vacanze? -
-Lascia stare, ci stiamo provando, ma è davvero difficile trovare un luogo non troppo costoso che accontenti tutti, soprattutto l’amica tua piena di richieste! - sbuffò Trunk riferendosi a Rose. -Ha rifiutato tutto quello che io ed il fratello le abbiamo proposto. -
Marron rise. – Eh lo so, noi ragazze siamo complicate. -
-No, tu no. Tu sei più semplice. - affermò lui prima di buttare giù l’ultimo sorso di birra. Marron lo fissò confusa. Che intendeva dire con “semplice”? Era un complimento o no?
In quel momento partì un lento romantico, e alcune coppie si diressero verso il centro della piazzetta. Marron si sorprese quando sentì una leggera carezza sul braccio, e si voltò. Trunks le stava porgendo la mano.
-Che fai? – domandò sorpresa.
-Secondo te, scema? Ti va di ballare? - le chiese brusco.
Marron esitò un attimo prima di porgergli la mano mormorando un flebile sì. 
Trunks le prese la mano, trasmettendole un piacevole brivido, e la portò al centro della pista assieme alle altre coppie. Le posò le mani dietro la schiena e la attirò a sé, facendola arrossire. Marron alzò lo sguardo su di lui, e gli cinse il collo con le mani. Si perse in quegli occhi color del cielo. Sperava che la musica fosse abbastanza alta da coprire il battito frenetico del suo cuore. Non era la prima volta che si abbracciavano, ma ora sentiva che era diverso dal solito, o almeno così credeva.
-Sei molto bella stasera. - le disse lui, senza smettere di guardarla in quel modo indecifrabile.
-Grazie. – ormai la voce le si era ridotta a un mormorio.
Le fece fare una giravolta, poi la riprese stringendole i fianchi, facendola avvicinare a lui. Il cuore le batteva forte. Una vampata di calore le salì al collo e al petto, ma non riuscì a distogliere lo sguardo da quello di lui.
Non le era mai capitato di essere a corto di parole con Trunks. Era possibile che...? No, era assurdo, non lui, non il suo migliore amico. E allora perché continuava a guardargli le labbra? E perché lui non smetteva di scrutarla così intensamente? A un certo punto il ragazzo mosse le labbra, come se fosse sul punto di dirle qualcosa, ma proprio in quell’istante vennero interrotti.
-Ah, Trunks! - esclamò Nancy, ancheggiando verso di loro. Si avvicinò e appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, facendoli fermare. -Era ora che ti facessi trovare! Mi avevi promesso che mi avresti offerto da bere. Ti dispiace se te lo porto via, Marron? - chiese lei con voce melodiosa, accarezzando il braccio del ragazzo. Marron notò che lo sguardo di Trunks stava indugiando sul corpo della ragazza, stretto nel suo corto vestito rosso, e si staccò immediatamente da lui, ferita nell’orgoglio. Nancy ne approfittò, cinse per un braccio il ragazzo e lo attirò a sé.
Senza neanche voltarsi a guardarla, Trunks disse: -Scusa Marron, ci vediamo dopo! - e con grande sorpresa della ragazza, si fece prendere per mano dalla bionda e la seguì. 
Marron rimase a fissarli mentre si allontanavano. Si mise le mani sul viso accaldato, sconvolta. Ma cosa le era saltato in mente? Che stava facendo? Davvero si stava illudendo su Trunks, quando sapeva benissimo che lui la vedeva solo come una sorella? L’aveva lasciata lì, da sola, in mezzo alla piazza, per seguire quella lì. Si sentiva così stupida e imbarazzata. Si diresse verso le sue amiche che le stavano venendo incontro con le bibite in mano.
-Ma quanto eravate carini mentre ballavate? - la provocò Rose.
-Oh ma smettila, stavamo solo ballando. - provò a sminuire Marron.
-Perché Trunks sta seguendo Nancy mano nella mano? Non ci avevi detto che non era minimamente interessato a lei? - le chiese Ayumi.
-Si, così mi aveva detto… non so cosa gli abbia fatto cambiare idea. - rispose Marron confusa, cercando di non esternare la sua frustrazione. -Scusate ragazze, non mi sento bene, forse devo andare a casa. -
-Che hai? - le chiese Ayumi preoccupata.
-Non dire stupidaggini, dobbiamo divertirci stasera! - esclamò Rose, sospingendo le amiche verso un tavolino libero. 
Marron si lasciò portare, lanciando un ultimo sguardo a Trunks, e con una stretta allo stomaco lo vide entrare nella macchina di Nancy.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Cap. 9

La mattina dopo la festa, Marron si svegliò con un fortissimo mal di testa. Aveva ballato e bevuto con le sue amiche, cercando in tutti i modi di divertirsi, ma non era riuscita a togliersi dalla testa il pensiero di Trunks insieme a Nancy. Da quando se ne erano andati dalla festa, non erano più tornati.
Non riusciva a capire. Se Trunks le aveva detto che Nancy non gli interessava affatto perché non era il suo tipo, allora perché aveva trascorso la serata, e molto probabilmente la notte, con lei? Quando era tornata a casa, verso le 2:00, Marron si era trovata sul cellulare un messaggio di scuse da parte di Trunks per averla lasciata da sola senza preavviso, assicurandole che l’avrebbe portata a prendere un gelato per farsi perdonare. Prima una proposta del genere l’avrebbe allettata molto, ora invece la faceva sentire come se fosse una bambina. Però non poteva fare la parte di quella offesa, o peggio ancora, di quella gelosa, così gli aveva risposto: “Certo, stupido Sayan, me lo devi, come minimo. E sentiamo, che cosa hai fatto ieri sera con Nancy?” Non aveva resistito, aveva bisogno di sapere, e lui le aveva risposto con un poco velato: “Diciamo che non abbiamo dormito molto stanotte.”
Le era salita una tale rabbia che si era tolta il vestito con stizza, lo aveva gettato sulla sedia, si era messa il pigiama al contrario e si era buttata pesantemente sotto le coperte. Ora che era sveglia però, dopo aver sbollito la rabbia durante la notte, iniziò a pensare più lucidamente. “Su, Marron, lo conosci Trunks, la frequenterà per un paio di settimane, poi si stuferà e la cosa finirà lì. E magari a quel punto, potrei provare… No! Non proverò un bel nulla, è solo un’infatuazione passeggera, tra due settimane mi sarà passata e tutto tornerà come prima!” con questi pensieri Marron si alzò dal letto più fiduciosa e raggiante.
Ma purtroppo si sbagliava.
Era trascorso un mese, e Trunks e Nancy ormai facevano coppia fissa. 
Durante il mese di luglio, Trunks aveva superato tutte le prove della maturità e si era finalmente diplomato, e Nancy era venuta ogni volta per sostenerlo. Alla festa che il ragazzo aveva organizzato a casa sua con la famiglia, a cui ovviamente erano stati invitati anche Goten e Marron con le rispettive famiglie, Nancy era lì. Bulma stravedeva per lei. “È così elegante, così a modo!” esclamava ogni volta, mentre Goten e Marron roteavano gli occhi a quelle parole, conoscendo il carattere falso di Nancy. Quando capitava che restavano da soli con lei, non faceva altro che sparlare di tutti, criticava come si vestivano o cosa facevano, ma lo faceva con quel tono zuccherino che non sembrava lo dicesse davvero con cattiveria. 
-Io ti giuro, non so cosa gli sia preso a Trunks. - le confidò Goten, un giorno che erano usciti tutti e quattro per andare al cinema. In realtà dovevano andare solo loro tre, ma Nancy si era aggregata all’ultimo momento. Durante l’intervallo Trunks e Nancy si erano allontanati per comprare altri popcorn, e Goten e Marron erano rimasti soli.
-Non l’ho mai visto così preso da una ragazza. - proseguì Goten -Ma la cosa che più mi sconvolge è che quella ragazza sia proprio Nancy, che fino a due mesi fa non sopportava! -
-Prima mi ha guardata e con quel falso sorriso stampato sulla faccia mi ha detto: “Bello questo vestito, l’ho dato in beneficenza uno simile tempo fa”. Odiosa. - sbottò Marron, incrociando le braccia.
Nessuno dei due amici la sopportava, anche se per motivi ben diversi. Marron sperava che quell’assurdo sentimento che aveva iniziato a provare per Trunks sarebbe scemato vedendolo con un’altra, invece stava solo aumentando. Credeva che il suo odio per Nancy dipendesse solo dal caratteraccio di quella ragazza, ma si rendeva conto che, ogni volta che li vedeva avvinghiati come due polpi, nasceva in lei un fastidioso moto di gelosia. 
-E pensare che non la sopportava, non faceva altro che dire che era viziata e cattiva, ora invece è tutto un “Nancy tesoro di qua, Nancy amore di là”. Non riesco neanche a farmi una partita alla PlayStation con lui che lei lo chiama al telefono e restano le ore a chiacchierare. - sbuffò irritato Goten.
-Possiamo solo sperare che quando Trunks andrà all’università si stuferà di lei, e finalmente quest’incubo finirà! - si augurò Marron, prima di zittirsi quando vide i due piccioncini che stavano tornando ai loro posti. 
Ma i due ragazzi non sapevano che quello era solo l’inizio. 
Una mattina che si stavano allenando con le arti marziali nel giardino di Goten, il telefono del ragazzo squillò. Smisero di combattere e andò a rispondere.
-Pronto? Ehi, Trunks. Sì, tutto bene. Sì, sta qui con me. Stasera? Va bene, ci saremo. Ciao, a dopo. -
Goten posò il telefono nella borsa. -Che ti ha detto? - chiese curiosa Marron.
-Dice se possiamo andare stasera a casa sua, ci deve dare una bella notizia. Ah, e dice che devi avvisare anche Ayumi, lui pensa ad invitare Makoto e Rose. - le rispose lui, rimettendosi in posizione.
-Che ci dovrà dire? E poi perché stasera, e non ora al telefono? - 
-Perché ora sta con Nancy, sono alla casa sul lago di Bulma. - 
-Ah sì? - chiese lei, fingendo noncuranza. Gli parò un calcio con il braccio, mentre sentiva la gelosia che le montava addosso.
-Sì. È la prima volta che porta qualcuno lì che non tratti di noi due. -
-Già. - ringhiò Marron, continuando a parare i colpi dell’amico.
-E pure Bulma stravede per lei, anche se dipende dal fatto che appartiene a una ricca famiglia. Beh, di certo a Trunks non gli importa nulla dei soldi, so bene cosa a lui interessa di lei… -
Non riuscì a parare in tempo il pugno che Marron gli sferrò dritto sul naso.
-Ahia, mi hai fatto male! - si lamentò il ragazzo, massaggiandosi la faccia dolorante.
-Zitto, sei un Sayan, non dovresti lamentarti. - gli sibilò lei furiosa. -E quindi se la porta fuori eh? Bene, aspetta che quella si riveli per quello che è veramente. - tentò di sfogarsi dandogli un altro pugno in pancia, facendolo piegare in due.
-Ma si può sapere che ti ho fatto? Stai bene? -
-Oh, sì, bene, sto benissimo! - esclamò stizzita lei, continuando a dargli colpi.
 
*

-Trunks, siamo io, Ayumi e Marron. – disse Goten al citofono dopo che l’amico gli aveva risposto.
-Vi apro. -
Il cancello si aprì. I tre ragazzi percorsero il vialetto prima di arrivare di fronte all’immensa casa dell’amico. Il ragazzo li aspettava alla porta, e dopo averli salutati li fece accomodare in casa. 
-Bulma e Vegeta non ci sono? - chiese Marron.
-No, sono andati a cena fuori con Bra, così abbiamo la casa tutta per noi. Ho già ordinato pizza e birre. -
-Noi siamo curiosi di sapere qual è la grande notizia che ci devi dare. -
-Aspettiamo che arrivino anche gli altri due. -
Quando Makoto, Rose e il fattorino delle pizze arrivarono, e i sei ragazzi si sedettero finalmente al tavolo della cucina per cenare, Trunks attirò la loro attenzione per rivelare la tanto attesa notizia. Si alzò in piedi.
-Ragazzi, vi annuncio che ho finalmente trovato il posto per le nostre vacanze! - 
I ragazzi esultarono, felici e increduli. Non erano ancora riusciti a trovare un luogo che soddisfacesse tutti.
-È una meravigliosa villa sul mare, sulla Costa del Sole. Partiremo tutti e sette il 16 di agosto con l’aereo, e resteremo lì un’intera settimana; intorno ci sono discoteche e locali, il mare è cristallino, e la villa possiede anche la piscina! – esclamò allegro Trunks.
Gli amici strabuzzavano gli occhi, Rose stava addirittura per mettersi a piangere dalla commozione. Si complimentarono con Trunks per aver trovato quel posto, e stavano iniziando a fargli domande di ogni sorta quando, dopo l’entusiasmo generale, a Goten iniziò a sorgere un dubbio.
-Aspetta, aspetta, è tutto bellissimo, ma tu prima hai detto “tutti e sette”; noi però siamo in sei… -
Calò il silenzio. Trunks sembrò imbarazzato.
-Ragazzi, ehm, lo so che lei non vi piace molto… -
-Non ci credo... - sbuffò Marron, e sentì tutta la gioia di prima svanire nel nulla. Le lacrime di gioia di Rose ora si stavano trasformando in lacrime di frustrazione. Goten roteò gli occhi, Ayumi sprofondò nel divano.
-Ti prego, dicci di no… - si lamentò Makoto.
Vedendo la reazione dei suoi amici, Trunks si era risentito. -Sentite, lei ha proposto di offrirci la sua casa al mare che non dobbiamo nemmeno pagare, farà venire il personale che si occuperà di servirci i pasti, saremo praticamente servite e riverite, e l’unica spesa sarà il viaggio. - sbottò. -Posso capire che lei non vi stia simpatica, però è stata molto gentile e ora possiamo farci le nostre meritate vacanze. -
I ragazzi si guardarono. Il primo a cedere fu Makoto, che fece un cenno di assenso con la testa e scrollò le spalle. Goten aveva una smorfia contrariata, ma poi annuì anche lui.
-Ragazze? - chiese Trunks, rivolgendosi soprattutto alla sua migliore amica.
Marron sospirò. Effettivamente, Trunks aveva ragione. Si sarebbero fatti una settimana al mare, offerto gentilmente da Nancy praticamente gratis. E poi non dovevano passare mica 24 ore al giorno con lei. “A quello ci pensa già Trunks.” pensò irritata. Cercò di mandare giù la gelosia.
-Ok, per me va bene. - assentì Marron, e Trunks sorrise. Anche Ayumi accettò, a lei bastava che ci fosse Makoto. Rose guardò le sue amiche inorridita, sentendosi tradita, anche se non avrebbe mai ammesso che si era già lasciata convincere alla parola “villa” Non avendo scelta, incrociò le braccia e fece un rapido cenno di assenso. 
-Allora è deciso. Vi prometto che non ve ne pentirete, sarà una vacanza fantastica. E adesso mangiamo! –
 
*

Il taxi si era appena fermato di fronte il cancello della dimora di Nancy. Via via che i ragazzi scendevano, spalancavano gli occhi sorpresi. Di fronte a loro si ergeva una lussuosa e immensa villa di legno bianco, circondata da un giardino in fiore ben curato; sulla destra c’era la piscina, sulla sinistra si vedeva un sentiero che scendeva fino alla spiaggia che si trovava sul lato opposto della villa. Sul vialetto di ghiaia che collegava il cancello con il portone della villa, videro Nancy che gli veniva incontro. Saltò addosso a Trunks per abbracciarlo, provocando una leggera smorfia sul viso di Marron, poi li salutò e li fece entrare in casa.
-Benvenuti nella mia casa, ragazzi! Venite, vi accompagno nelle vostre stanze. - cinguettò lei, prendendo il ragazzo per mano.
Se i ragazzi erano rimasti sorpresi dall’esterno, l’interno li lasciò ancora più meravigliati. Era una casa tipicamente marittima, ma al tempo stesso elegante. La ragazza li condusse tra ampi corridori per portarli nelle loro stanze, che affacciavano tutte sul mare. 
-Ragazze, voi tre dormirete in questa stanza, e voi due ragazzi in questa accanto. Trunks, tu lascia le cose in camera mia. - disse tirando il ragazzo in un’altra stanza.
-Bè, che dire, più spazio per noi. - sentenziò Makoto, entrando nella stanza. 
-Ragazze, ci vediamo tra quindici minuti qui fuori e andiamo in spiaggia! - esclamò Goten, prima di chiudersi la porta alle spalle. 
-Ok, qui lo dico e qui lo nego. - esclamò euforica Rose ora che erano rimaste da sole, mentre Ayumi chiudeva la porta. -La casa è immensa, la stanza è pazzesca, la vista spettacolare, adoro tutto ciò! Non ci credo che staremo qui una settimana! -
-Hai ragione. - dovette ammettere Marron, buttando la sua roba su uno dei lettini. -E tutto grazie a Nancy. - aggiunse a malincuore.
-Diciamo pure grazie al paparino e ai suoi soldi... però la smetto, vi ho promesso che non sarei stata polemica e che avrei tentato di essere cordiale. -  disse Rose con solennità, prima di lanciarsi sul letto di mezzo.
-Amiche, vogliamo prepararci? I ragazzi ci aspettano tra quindici minuti. - chiese impaziente Ayumi, mentre cercava il costume nella valigia.
-Non vedi l’ora di vedere mio fratello in costume, eh? - le chiese maliziosa Rose, appoggiandosi un un gomito.
-Abbassa la voce! - balbettò Ayumi imbarazzata, provocando la risata delle ragazze. Poi chiese supplichevole. -Non dobbiamo aspettare pure Trunks e Nancy, vero? -
-No, penso che quei due non ci raggiungeranno presto. - disse ammiccante Rose, senza notare il viso improvvisamente rabbuiato di Marron. Avrebbe passato l’intera settimana con quei due appiccicati, così belli e perfetti insieme, e non aveva la minima intenzione di stare lì a compiangersi o soffrire.
-Sapete che vi dico? - esclamò a voce troppo alta. -Questa settimana ho proprio voglia di divertirmi e rilassarmi, quindi basta perdere tempo e godiamoci questa vacanza! -


Ciao a tutti! Spero che le vostre vacanze stiano andando bene! Questo è un capitolo transitorio, ma preparatevi, perché tra poco inizieranno a succedere un po' di cose mooolto interessanti. A presto!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Cap.10

-Uno! – urlò Rose, posando la sua carta sul tavolo.
-Puoi pure dirlo con qualche decibel in meno, lo sai? -
Rose fece una smorfia divertita verso Marron, che guardava l’amica da dietro le carte. Goten, seduto accanto a lei, si poggiò sullo schienale della sedia, godendosi il sole che filtrava dall’ombrellone di paglia. I tre amici erano seduti a uno dei tavolini del bar della spiaggia. Il sole stava tramontando, colorando il cielo di arancione e rosa, mentre una leggera brezza rinfrescava l’aria tiepida.
-Si può sapere dove sono finiti Ayumi e Makoto? Sono andati via da più di un’ora. - chiese Goten alle due amiche, che si guardarono sorridendo.
-Staranno facendo una passeggiata sulla spiaggia, adesso torneranno. Anzi, eccoli lì! – esclamò Marron, salutandoli con una mano. Mentre li vedeva venire verso di loro, coinvolti in una fitta chiacchierata, non poté fare a meno di notare che il sorriso luminoso di Ayumi. I primi tre giorni della loro vacanza erano trascorsi tra mare, relax in piscina e serate in veranda a giocare e bere. Sembrava che tutti si stessero godendo la vacanza, soprattutto Ayumi e Makoto, che trascorrevano molto tempo insieme, e Rose, che ancora non credeva di poter usufruire di tutto quel lusso. Un po’ meno se la spassavano Goten e Marron, che ormai non riuscivano a passare più di dieci minuti con il loro migliore amico Trunks, sempre attaccato a Nancy. Marron ormai non li sopportava più. Da dove era seduta poteva vederli abbracciati nel mare a ridere e a baciarsi. Distolse lo sguardo, infastidita.
In quel momento Ayumi guardò il telefono. -Ragazzi, se vogliamo tornare in tempo per la festa sulla spiaggia, dobbiamo andare ora a prepararci. -
Rose e Goten si alzarono dalle sedie. 
-Marron, vai ad avvisarli tu Romeo e Giulietta, noi andiamo a riprendere le borse dalle sdraio. - le disse Goten iniziando ad allontanarsi, seguito dagli altri tre ragazzi.
-Ma perché proprio io? - sbuffò Marron, dirigendosi con passo pesante verso il mare. Sventolò le braccia in aria per farsi notare dai due ragazzi che si stavano baciando, senza ottenere un minimo di attenzione. In quel momento sentì una voce maschile alla sua destra che la fece voltare.
-Marron? –
La ragazza fissò il ragazzo che l’aveva chiamata, le ci volle qualche istante per focalizzarlo e capire chi fosse.
-Nathan! Sei tu! - Il ragazzo dai capelli biondi e gli occhi verdi che le stava sorridendo veniva in classe con lei, Rose e Ayumi. Non erano amici stretti, però era simpatico e capitava a volte, durante le ricreazioni, che si fermassero a chiacchierare. Gli andò incontro per salutarlo.
-Che cosa ci fai qui? – le chiese.
-Siamo qui in vacanza, ospiti di Nancy, penso che la conosci. - Marron indicò i due ragazzi, che con suo disappunto erano ancora in acqua abbracciati, ma proprio in quel momento, forse sentendosi chiamare in causa, si voltarono verso di loro.
-Ah, come no, Nancy… e quello è il tuo amico Trunks, giusto? Quello che fulminava con lo sguardo tutti i ragazzi che provavano a rivolgerti la parola. – esclamò con tono scherzoso.
Marron scoppiò a ridere, imbarazzata. -Già, proprio lui, insieme a quell’altro stupido di Goten, ma la loro è solo scena, sono innocui. -
-Scherzi? Trunks soprattutto mette i brividi, guardava noi ragazzi sempre in modo minaccioso, nemmeno volessimo approfittarci di te. -
-Sì, in realtà è solo un cretino, gli piace mettere in soggezione. – replicò Marron, e quando vide che i due fidanzati si stavano avvicinando a loro, li salutò.
-Ciao, sono il cretino. - esclamò brusco Trunks, lanciando un’occhiata torva al ragazzo, che sostenne il suo sguardo.
-Ciao. -
Nancy fu più civettuola con i saluti.
-Lui è Nathan, un mio compagno di classe, ci siamo incontrati per caso. A proposito, stasera ci sta una festa in spiaggia, alle 22, perché non vieni pure tu? Così saluti anche Rose e Ayumi! - gli chiese Marron voltandosi verso di lui, sorridente.
-Se tu ci sei, con piacere! – esclamò il ragazzo facendola arrossire, cosa che Trunks notò.
-Allora ci vediamo dopo, Nathan! – Marron fece un cenno di saluto, poi si allontanò insieme agli altri due.
-Perché dai confidenza al primo che capita? – le chiese Trunks, senza preoccuparsi di abbassare la voce.
-Ti ripeto per la centesima volta, non sei mio fratello e non ho bisogno della tua costante vigilanza! – Marron alzò gli occhi al cielo. -Uno, non è uno sconosciuto, due, ho sedici anni, non sono una bambina, e tre, dovrò divertirmi pure io, non credi anche tu, Nancy? - chiese con finta ingenuità Marron rivolta all’altra bionda, che fu sorpresa dall’essere interpellata.
-Ehm, si, certo! - esclamò incerta Nancy, poi aggrottò le sopracciglia. Che era quella storia di essere protettivi con Marron? Fratello maggiore? Non capiva, era la prima volta che ne sentiva parlare. E perché Trunks sembrava così infastidito con Marron? Ma non poté indagare oltre perché in quel momento vennero raggiunti da Goten e gli altri.

*

Marron si sedette finalmente su una sdraio umida della spiaggia. Era l’una di notte e lei e le sue amiche avevano ballato tutta la sera, ed ora aveva bisogno di riposarsi un attimo. Trunks e Nancy erano già spariti da un bel po’, e a Marron era parso di vedere Goten avvinghiato a una bella riccia. La ragazza sospirò. Credeva che si sarebbe divertita in quella vacanza, invece non faceva altro che pensare a Trunks. Quello stupido aveva pure fatto la spia con Goten, che era venuto subito a chiederle chi fosse questo Nathan, ma per fortuna era stato interrotto dal Ayumi e Rose, contente di sapere che ci stava il loro compagno di classe. In quel momento senti una mano posarle sulla spalla, e per un attimo sperò fosse Trunks.
-Ti ho trovata, finalmente. Ti ho vista dal bar, e mi sono permesso di portarti una bibita. È anche una scusa per allontanarmi da quella musica assordante. – Nathan le sorrise, sedendosi accanto a lei.
Marron sorrise. -Sei stato gentile, grazie! Sì, avevo bisogno di riposarmi. Mi piace ballare, ma anche io ho bisogno di una pausa. -
Mentre sorseggiavano i loro drink iniziarono a parlare di loro, cosa che in classe capitava di rado, e Marron ne rimase piacevolmente sorpresa, non pensava che il ragazzo fosse così simpatico. Da dove si erano seduti potevano sentire ancora la musica latino-americana della festa. A un certo punto, Nathan posò il suo cocktail e si alzò in piedi, porgendole la mano.
-Vuoi ballare? - 
Marron batté gli occhi rapidamente. Le era tornata in mente la sera della festa, quando Trunks le aveva chiesto di ballare, e poi l’aveva lasciata in mezzo alla piazza, da sola. Sentì una morsa al cuore. Dopo un attimo di esitazione, si alzò anche lei.
-Si. -
Più che ballare, si muovevano in modo un po’ scoordinato, a causa della stanchezza e dell’ebbrezza, però si stavano divertendo. Mentre parlavano e ridevano, lei si ritrovò con le braccia intorno al collo del ragazzo, il viso a pochi centimetri dal suo. Lui posò delicatamente le mani sui fianchi di lei. Si guardarono.
-Non pensavo fossi simpatico. - disse lei di getto, per poi strabuzzare gli occhi, sconvolta. 
-Oddio, l’ho detto ad alta voce, cioè, ho sempre pensato fossi una brava persona, e quindi anche simpatico. Scusami, sono stanca e non so che dico, non connetto più il cervello con la bocca. - si scusò lei. Nathan scoppiò a ridere, per nulla offeso. 
-Figurati. Io invece ho sempre pensato che fossi simpatica e anche molto bella. – le disse, avvicinandosi di più al suo viso.
Marron rise, imbarazzata. -Vedo che anche tu non connetti più. -
-Sì, ma non è a causa dell’alcol. - 
Le posò delicatamente le labbra sulla bocca, e lei si strinse di più a lui. Marron non sapeva se quel bacio fosse dovuto alla sua delusione d’amore o se le piaceva davvero Nathan, sapeva solo che era quello che voleva in quel momento. A pochi metri da loro, in mezzo alla pista da ballo, Ayumi, che aveva appena finito di ballare con Makoto, diede una gomitata a Rose, facendola voltare.
-Guarda Marron! – esclamò a voce alta, per cercare di sovrastare la musica. Le ragazze fecero un urletto di gioia, attirando l’attenzione di Nancy. Era appena tornata dalla passeggiata con Trunks. Si voltarono pure loro verso il punto che Ayumi stava indicando.
-Hai capito Marron... - esclamò Nancy. Poi si voltò verso Trunks per dirgli una cosa, ma notò che il ragazzo si era irrigidito, e stava ancora fissando Marron. Il volto del ragazzo era impassibile, ma a Nancy non sfuggì una leggera contrazione della mascella. La ragazza sfoderò un sorrisetto cattivo, e si avvicinò al suo ragazzo.
-Non mi sembra che lei abbia bisogno che tu la protegga, tesoro. -
Il ragazzo sussultò, come si fosse ripreso dai suoi pensieri.
Rose, che solo in quel momento fece caso a Trunks, si ricordò della reazione che aveva avuto il ragazzo mesi prima al solo vedere un tizio in spiaggia che ci provava con Marron. Gli si parò davanti. -Non andare a fare qualche scenata assurda, lasciala in pace, non sei suo padre! - lo avvisò.
-Ma facesse quello che le pare, sai quanto me ne frega. - sbottò lui, prima di dirigersi verso il bar.
Nancy era furiosa. Afferrò Rose e la allontanò dal casino della musica, seguite da Ayumi. 
-Si può sapere cos’è questa storia? – le sibilò in faccia. - È da oggi pomeriggio che ne sento parlare! Da quand’è che Trunks protegge Marron come se fosse sua sorella, eh? Non mi pare che abbia bisogno di essere difesa! -
Rose sorrise beata; adorava vederla incavolata. -E’ la cosa più intelligente che ti abbia mai sentito dire! E poi com’è possibile, passate ventiquattro ore su ventiquattro appiccicati, e non avevi mai notato l’assurdo comportamento protettivo di Trunks e Goten nei confronti di Marron? - si godette l’espressione furibonda di Nancy. -Si conoscono praticamente da una vita, e loro due le vogliono bene come se fosse una sorella minore, perciò non fanno altro che assicurarsi che lei stia bene. -
Nancy bolliva di rabbia e di gelosia. Non soltanto era innervosita di essere stata all'oscuro di tutto fino a quel momento, ma non voleva che un’altra ragazza si mettesse tra lei e Trunks, e soprattutto non voleva essere messa in secondo piano da una che era pure più piccola di lei. Notò irritata il viso soddisfatto di Rose, perciò cercò di dissimulare la sua rabbia e le sbatté in faccia il migliore dei suoi sorrisi.
-Se mi permettete, vado a cercare il mio ragazzo. -
Quando si fu allontanata, Ayumi e Rose si fissarono esterrefatte.
-Certo che, tra te e Makoto che flirtate palesemente, Goten che bacia sconosciute, Nancy e Trunks gelosi marci, Marron che bacia Nathan, questa vacanza per voi si sta facendo emozionante. - esclamò Rose.
Ayumi, la strinse per le spalle, con l’intento di consolarla. -Dai Rose, non ti demoralizzare. -
Rose strabuzzò gli occhi. -Scherzi? Mi state facendo divertire un mondo! –

*

Marron e Nathan si fermarono davanti la villa. Si erano fatto le tre di notte, e mentre i suoi amici erano tornati a casa, lei aveva avvisato le ragazze che sarebbe rimasta ancora un po’ con Nathan. Avevano continuato a parlare sulla riva del mare, fino a quando lei non aveva iniziato a sentire freddo.
-Grazie per avermi riaccompagnata. - disse Marron, riconsegnandogli la giacca che le aveva prestato.
-Grazie a te per la serata. - Nathan esitò un attimo prima di proseguire. Ora che l’effetto dell’alcol e del momento era passato, si sentivano entrambi in imbarazzo. Probabilmente quel bacio era nato dal contesto e non si sarebbe mai più ripetuto. Gli diede velocemente un bacio sulla guancia. -Allora ci vediamo in classe! - disse lei.
Lo vide allontanarsi, poi entrò dalla porta che dava sulla cucina della villa. Si chiuse la porta alle spalle e sorrise. Era comunque contenta di aver passato una serata diversa, e soprattutto per qualche ora non aveva minimamente pensato a...
-Trunks! – esclamò la ragazza, incredula.
Il ragazzo era dall’altra parte della stanza, appoggiato sullo stipite della porta, con le braccia incrociate. La stava aspettando.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


CAP. 11
Nonostante la cucina fosse rischiarata a malapena dalla luce lunare che entrava dalla finestra, Marron poté comunque scorgere lo sguardo cupo dell’amico. Probabilmente l’aveva vista baciarsi con Nathan. La ragazza sospirò rassegnata, consapevole che ora le avrebbe fatto il quarto grado, ma era davvero troppo stanca per stare al gioco.
-Ti sembra questa l’ora di tornare? - chiese lui a bruciapelo.
-Trunks, vorrei farti fare la tua paternale, davvero, ma sono proprio stanca, quindi se volessimo posticipare a domani… -
-Sono le tre passate. -
-E con ciò? Senti, per favore, ho sonno, non sono in vena, vorrei andare… -
-Ti sembra normale baciare il primo che passa? Hai solo sedici anni. -
A quelle parole Marron iniziò a innervosirsi. -Stai scherzando, spero. Non sono una ragazzina, ok? E Nathan è un mio compagno di classe, lo conosco, ma anche se così non fosse non devo comunque dare conto a te di quello che faccio! – 
La ragazza non credeva alle sue orecchie. Certo, non era la prima volta che lui o Goten facevano quel teatrino, e solitamente lei sopportava pazientemente, ma era la prima volta che Trunks si spingeva così oltre. Anzi, sembrava quasi arrabbiato. Non lo aveva mai visto così.
Trunks le si avvicinò, cercando altri argomenti a suo favore.
-E se ti succedeva qualcosa? Cosa penseranno gli altri, eh? - 
Marron non ci vide più. Non solo doveva vederlo tutti i giorni baciarsi un’altra ragazza, ma pretendeva pure di farle la ramanzina? No, questa no. La ragazza alzò la voce. 
-Ascoltami, adesso mi hai veramente rotta con questa storia! Non hai assolutamente alcun diritto di farmi questo stupido discorso, perché non sei né mio padre né mio fratello! Un conto è proteggermi, e ci posso passare sopra, un altro è proibirmi di fare quello che voglio! Non mi frega cosa possano pensare gli altri, hai capito? E poi tu hai una fidanzata a cui pensare, si può sapere che cazzo ti frega di quello che faccio io? -
-Mi importa perché... – urlò il ragazzo ma poi si interruppe, mordendosi il labbro, non sapendo cosa inventarsi. Erano entrambi arrabbiati e la situazione poteva solo peggiorare. -Sei troppo piccola, ok? E’ meglio se non lo rivedi più. - 
A quel commento Marron esplose. 
- Ma ti sei bevuto il cervello? Sei davvero uno stronzo, Trunks! Ho tutto il diritto di fare ciò che voglio, così come fai tu! Occupati delle cose tue e lasciami stare, visto che di me non te ne frega nulla! - la ragazza stava tremando dalla rabbia. Cercò di dirigersi verso la porta ma lui la bloccò per un braccio. Lei si girò di scatto verso di lui, aggressiva.
-Cosa vuoi? -
-Io… - il ragazzo fece per aprire bocca, ma si bloccò vedendo il volto dell’amica: nonostante trasudasse rabbia da tutti i pori, i suoi occhi erano lucidi. In quel momento venne interrotto da una voce.
-Che ci fate qui? Vi si sente dal piano superiore. - chiese Makoto assonnato, sceso per prendersi un bicchiere d’acqua.
-Nulla. - mormorò Trunks, allentando la presa sul braccio dell’amica. Marron si divincolò, gli lanciò un’ultima occhiata di fuoco e uscì a passo svelto dalla cucina senza salutare.
-Va tutto bene? -
Trunks fece un cenno di assenso. Makoto lo fissò per un attimo, poi prese una bottiglia d’acqua, gli diede una pacca sulla spalla e se ne tornò in camera sua. Trunks restò immobile in mezzo alla cucina. Sapeva di avere sbagliato, sapeva di essere stato uno stronzo, ma era stato più forte di lui, aveva bisogno di sfogarsi dopo averla vista felice, tra le braccia di un altro, mentre la baciava… il ragazzo diede un pugno al muro, spaccandolo, ma non se ne accorse nemmeno.
-Dannazione. - imprecò. 
Quella situazione lo stava facendo impazzire.
 
*

-Ehi gente, si può sapere perché ci sta un buco nel muro della cucina? - chiese sorpreso Goten la mattina successiva, entrando nel salotto dove erano seduti tutti gli altri per fare colazione. Nessuno gli rispose.
-Urca... vedo che tira una brutta aria... - commentò il moro sedendosi lentamente accanto ad Ayumi, che si era messa nel punto più lontano del lungo tavolo. Dall'altra parte infatti, Marron, Trunks, Rose e Nancy, distanti l’uno dall’altro, erano lividi in volto e con le occhiaie, e il loro malumore era palpabile. Sembravano tutti immersi nei loro funesti pensieri.
Goten si accostò all’orecchio di Ayumi. -Si può sapere che è successo? - sussurrò.
-Ieri sera abbiamo sentito Trunks e Marron discutere, stavano praticamente urlando, credo perché lui l’ha vista baciarsi con... Ah cavolo! - Ayumi si portò una mano alla bocca quando vide Goten sgranare gli occhi.
-Ti prego, non ti ci mettere pure tu! - lo scongiurò Ayumi.
-Tranquilla... - disse lui dopo essersi ripreso dalla sorpresa. -Da quello che sto vedendo è meglio evitare di buttare altra carne al fuoco... quindi, dicevi? -
-Loro stavano urlando talmente forte che li abbiamo sentiti tutti, tranne te, dato che ti ho visto dalla finestra mentre rientravi alle 4 del mattino... -
-Ehi, mica solo voi potete divertirvi! - ammiccò il ragazzo e dandole una gomitata, facendo diventare Ayumi rossa.
-Guarda che se intendi tra me e Makoto, non è successo nulla! Non direi proprio che sia interessato a me. - esclamò lei imbarazzata.
Il ragazzo sorrise, consapevole invece che il suo amico era innamorato perso per Ayumi, ma non disse nulla. -E poi che è successo? – le chiese sempre a bassa voce.
Ayumi espirò rumorosamente. -Quando Trunks è tornato in camera di Nancy, lo abbiamo sentito discutere pure con lei, penso che le abbia dato fastidio ascoltare la litigata con Marron, e stamattina era talmente nervosa che ha inveito contro Rose perché ci stava mettendo troppo a versarsi il caffè nella tazza dandole della lumaca, Rose ha iniziato a offenderla e così hanno finito per litigare anche loro. Ed eccoci qua. - concluse Ayumi.
-Che casino... dopo proverò a parlare con tutti e due...Toh, ecco che arriva il tuo principe azzurro. - Goten le fece un cenno con la testa, vedendo l’amico scendere dalle scale e sedersi accanto a lui.
-Che musi stamattina. - mormorò Makoto, versandosi una tazza di caffè, ma fu sentito dai quattro ragazzi che lo guardarono in cagnesco, poi le tre ragazze si alzarono quasi contemporaneamente e se ne andarono ognuna per una strada diversa, mentre Trunks rimase a fissare la sua tazza di caffè.
Makoto sospirò. -Dopo parlerò con mia sorella. -
-Ehi, amico. - Goten gli batté una mano sulla spalla. -La ragazza con cui sono stato ieri mi ha regalato due biglietti per un giro dell’isola su un traghetto, ma io soffro il mal di mare e pensavo che potreste andarci tu ed Ayumi, visto che siete gli unici in questo momento a non avere intenti omicidi. Però dovete sbrigarvi perché parte tra un’ora. -
Makoto sorrise. -Mi sembra un’ottima idea. - si sporse in avanti per guardare Ayumi. -Che ne pensi? -
-Mi piace tantissimo! - esclamò Ayumi rossa in viso, e mentre si alzavano per andare lanciò un’occhiata di immensa gratitudine a Goten, che le sorrise. Quando anche loro due se ne furono andati, a quel tavolo rimasero solo i due Sayan. Il sorriso di Goten si spense di colpo, e guardò intensamente il suo amico.
-Si può sapere che stai facendo, Trunks? - gli chiese serio.
L’amico sollevò la testa, e sembrò accorgersi di lui solo in quel momento.
-Nulla, Goten, non sto facendo niente. -
-Davvero? Perché si direbbe... -
-Goten, non ti ci mettere pure tu! - gli rispose seccamente l’amico, poggiando le mani sul tavolo per alzarsi. -Fidati di me, non è successo nulla. - disse in tono più calmo, prima di andarsene.
Goten rimase da solo a tavola, a sorseggiare il suo caffè.
 
*

Marron era distesa sul letto con la faccia immersa nel cuscino. Non aveva dormito tutta la notte. Era incavolata a morte con Trunks. La scenata che le aveva fatto l’avevano sentita tutti, e lui nemmeno le aveva rivolto la parola per scusarsi. Non lo sopportava. Ma soprattutto non sopportava sé stessa, che nonostante tutto continuava a provare qualcosa per lui. Ciò che l’aveva sorpresa era l’enorme rabbia emanata da Trunks. Perché era così furioso? Le era sembrato diverso dalle altre volte. Nel vortice di tutti i pensieri avuti in quelle ore, uno fra tutti la faceva scervellare di più. Possibile che quella rabbia non fosse dovuta solo ad affetto fraterno? Possibile che, non aveva nemmeno il coraggio di formularlo quel pensiero, ma era possibile che si trattasse di gelosia? Marron si voltò sulla schiena, la faccia rivolta al soffitto. Fece un sorriso triste.
“Ma no, stupida, non è possibile, lui sta con Nancy”.
In quel momento Marron sentì bussare alla porta. 
-Puoi entrare solo se non sei Trunks. Se invece sei Trunks, allora puoi benissimo andartene a fa... -
-Allora entro. - Goten aprì la porta.
-Ciao Goten. – lo salutò la ragazza, senza sollevare la testa. Lui le sedette accanto.
-Per quanto tempo vuoi restare così? -
-Fino a quando quello stupido Sayan non mi chiederà scusa. -
-Capisco… vorrà dire che morirai qui in simbiosi con il letto. -
-Hai ragione… stupido orgoglio Sayan. - Marron si sollevò pesantemente a sedere.
-Dai, lo sai che farete pace… senti, visto in casa siamo rimasti solo io e te, ti va di scendere con me e andiamo a vedere cosa ci sta per pranzo? Sto morendo di fame. -
Marron aggrottò le sopracciglia. -Dove sono tutti gli altri? -
Goten prese a contarli sulle dita. -I piccioncini stanno su un traghetto per una gita romantica, Trunks sta facendo una passeggiata sulla spiaggia e, per quanto sia assurdo da credere visto la dichiarata ostilità che provano l’una per l’altra e i caratteri opposti, Rose e Nancy smaltiscono la rabbia allo stesso modo. -
-Facendo shopping compulsivo. - indovinò Marron. Fece per alzarsi dal letto quando le venne in mente una cosa. Guardò il suo amico negli occhi.
-Goten… devi sapere… che il motivo per cui ieri abbiamo litigato io e Trunks è… che mi sono baciata con una persona. - disse tutto d’un fiato. Visto che il ragazzo la guardava senza proferire parola, cercò di essere più chiara.
-Con un ragazzo. – aggiunse seria.
-Non mi dire, credevo con una giraffa. - rispose lui ironico.
La ragazza sgranò gli occhi, sorpresa. -Ma allora lo sai! E non mi fai nemmeno uno stupido discorso? -
-Direi che ci ha già pensato Trunks, e non ha portato a nulla di buono. Sai che facciamo così solo perché ci teniamo a te, anche se stavolta lui ha esagerato, anche se non so perché… - il ragazzo sembrò perdersi dietro un pensiero, poi tornò in sé. -Inoltre, è estate e abbiamo tutti il diritto di divertirci. Però ora andiamo a mangiare perché sono già le due del pomeriggio. – Goten si alzò dal letto e le tese la mano. -L’unica cortesia che ti chiedo è, per favore, se eviti almeno di farmi assistere alla scena di qualcuno che ti infila la lingua in bocca. -
Marron gli scansò la mano, ridendo. -Questo non te lo posso assicurare. Ma ti ringrazio per avermi risollevato il morale. E ora, andiamo! - esclamò la ragazza, alzandosi in volo.
-Ma sei stupida, scendi immediatamente da lassù! -

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Cap 12

Per i successivi tre giorni di vacanza, Marron e Trunks non si rivolsero la parola, anzi, fecero di tutto pur di evitare di incontrarsi; quelle poche volte che si incrociavano nella villa, sulla spiaggia o durante i pasti, si ignoravano pacificamente. I loro amici si adeguarono al loro comportamento e non fecero domande, fingendo che tutte fosse come prima. Solo Nancy, non abituata a quelle situazioni tra i due amici, fece qualche commento, ma nessuno le badò.
L'ultima sera della vacanza, poco prima di scendere a cena, mentre Rose si stava facendo la doccia e Marron leggeva distesa a letto, Ayumi spalancò la porta e poi la richiuse velocemente dietro di sé. Marron sobbalzò e si voltò di scatto verso l’amica, che si era appoggiata alla porta, con gli occhi scintillanti, le guance rosse e un’espressione raggiante stampata in viso. Marron le lanciò uno suo sguardo interrogativo, poi quando finalmente intuì cosa poteva essere successo spalancò gli occhi e si portò una mano alla bocca, entusiasta. Ayumi fece sì con la testa, immaginando già cosa l’amica le volesse domandare con un ampio sorriso. Marron iniziò a lanciare urletti di gioia, attirando l’attenzione di Rose che uscì dal bagno di corsa con ancora l’asciugamano avvolto sul corpo. 
-Hai di nuovo visto un ragno? - le chiese.
-Ma quale ragno, guarda Ayumi! - Rose si voltò versò l’amica, e le vide gli occhi che le brillavano, tutta rossa e sorridente. 
-Oddio, vi siete baciati! – indovinò subito la ragazza, emozionata.
Le tre ragazze saltellarono allegre, poi si sedettero su uno dei letti per farsi raccontare tutti i dettagli. Lei e Makoto erano usciti per fare una passeggiata sul lungomare al tramonto, poi si erano seduti sulla sabbia a parlare e a scherzare, poi lei si era voltata un attimo e quando si era rigirata, senza neanche accorgersene, si era ritrovata il viso di Makoto vicino al suo prima che la baciasse.
-Che carini che siete! – Rose si strinse le mani.
-Sono veramente contenta per te! – Marron l’abbracciò, veramente felice per la sua amica, ma al tempo stesso le era venuta un po’ di tristezza. Ayumi la sentì sospirare, perciò la scostò dolcemente per guardarla in faccia.
-Va tutto bene? - le chiese.
-Oh, sì, sì! – esclamò Marron, cercando di mascherare i suoi veri sentimenti. -Stasera dobbiamo assolutamente festeggiare! -
-Tesoro, sicuro che vada tutto bene? - le chiese anche Rose. Marron non voleva far preoccupare le sue amiche per una stupidaggine, così sfoderò il suo sorriso migliore. -Ma sì, assolutamente! Piuttosto. – Marron lanciò un’occhiata maliziosa ad Ayumi. -Hai bisogno che ti lasciamo la stanza stanotte? – Ayumi divenne tutta rossa prese il cuscino e glielo diede sulla spalla. -Ma che domande fai!! – esclamò imbarazzata, e le amiche scoppiarono a ridere. 
 
*

-Ragazze, ho bevuto troppo, devo andare a fare pipì. - annunciò Marron alle sue amiche mentre si alzava dal divano, senza accorgersi che in realtà nessuno la stava ascoltando: Ayumi e Makoto erano spariti da un po’, Goten stava sonnecchiando sul divano, mentre Rose e Nancy avevano momentaneamente messo da parte il loro astio, merito dell’alcol ovviamente, e stavano concordando sulla bellezza delle pantofole pelose. Molto probabilmente il giorno dopo avrebbero scordato di essere andate così d’accordo la sera prima. 
Marron si alzò dal divano e si diresse verso il bagno del piano di sopra. Dopo che ebbe finito, sentendo il bisogno di prendere una boccata d’aria, si diresse verso la porta finestra che dava su un’immensa terrazza affacciata sul mare. Fu accolta dalla tenue luce lunare e da un fresco venticello, e si pentì di non essersi portata una felpa. Stava per tornare indietro quando finalmente si accorse di non essere sola; c’era un’altra persona, l’ultima che avrebbe voluto incontrare. Trunks.
Era appoggiato alla balaustra rivolto verso il mare, lei poteva vedergli solo la schiena. Marron si pentì di non essersi accorta prima della sua assenza giù in salotto. Sperava di poter indietreggiare senza farsi sentire, ma proprio in quel momento il ragazzo si voltò e la vide. Non potendo più scappare, Marron gli rivolse controvoglia la parola.
-Come mai sei quassù? – gli chiese, avvicinandosi.
Lui la guardò, gli occhi azzurri ancora più luminosi sotto la luce della luna, poi si voltò di nuovo verso il mare.
-Ho bevuto un po’ troppo, avevo bisogno di respirare un po’ d’aria pulita. - le rispose asciutto, continuando a non guardarla negli occhi.
-Idem. - disse Marron sostenuta, appoggiandosi anche lei alla balaustra, a debita distanza dal ragazzo.
Silenzio. In sottofondo, il suono delle onde che placidamente si infrangevano sulla costa. 
Senza volerlo, i due ragazzi parlarono all’unisono.
-Senti... -
-Ascolta... -
Si guardarono, ed entrambi accennarono involontariamente un sorriso.
-Marron, ascolta... - iniziò imbarazzato il ragazzo. -Volevo dirti che mi spiace. Sono stato uno stronzo, tu sei libera di fare ciò che vuoi, non hai nessun obbligo nei confronti di nessuno... - esitò prima di proseguire –Soprattutto verso di me. -
La ragazza era sorpresa. Quell'orgoglioso di un Sayan le stava davvero chiedendo scusa?
Visto che lei non diceva nulla, il ragazzo continuò. -Non so cosa mi sia preso, o meglio lo so, però... - Trunks aveva la voce roca, e Marron notò che si stava stringendo forte le mani. Qualcosa lo innervosiva.
Sapeva che era poco abituato a esternare i suoi sentimenti, e chiederle scusa doveva costargli un enorme sforzo. Si conoscevano da una vita, e di certo non era la prima volta che discutevano, ma era sempre difficile chiedersi scusa a vicenda. Ma la loro amicizia era troppo importante, Marron lo sapeva e ci teneva, nonostante in ballo ci fossero dei sentimenti molto più profondi di una semplice amicizia; perciò, decise di perdonarlo senza troppi indugi.
-Accetto le tue scuse... anche io non so cosa stia succedendo in questo periodo. - mentì lei, abbassando lo sguardo verso il mare. Sapeva benissimo cosa, anzi chi, fosse la causa del suo malessere. Dopo un attimo di silenzio, Trunks le fece una domanda che la spiazzò.
-Ne sei sicura? – le chiese. Marron si voltò verso di lui e vide che la stava fissando in modo indecifrabile.
-Davvero non sai cosa sta succedendo? – continuò lui, il volto impassibile. Il tono di lui tradiva una nota quasi di supplica. Sembrava che stesse lottando disperatamente per dirle qualcosa che invece non avrebbe dovuto dire, e sapeva che facendolo non sarebbe più potuto tornare indietro.
-D-di cosa stai parlando Trunks? - il cuore le stava martellando in petto. Possibile che avesse capito?
-Tra di noi. Tra me e te, Marron. – le sussurrò il ragazzo, mentre si avvicinava di più a lei. Il cervello di Marron non riusciva ad elaborare nessun pensiero logico, sentiva il viso bruciarle.
-Hai bevuto troppo Trunks, non sai di cosa stai parlando. - provò a dire lei, ma in cuor suo sperava, o forse sapeva, che non era così. Era la prima volta che Trunks la guardava in quel modo, ma al tempo stesso sembrava che lo avesse sempre fatto.
-No Marron, tu non capisci. È da una vita che mento, non ce la faccio più. – Trunks le poggiò le mani sulle sue braccia, stringendole quasi con disperazione, come se aggrapparsi a lei potesse dargli la forza per continuare. Ormai i loro visi erano a pochi centimetri, lei poteva sentire il suo respiro sulla pelle. 
-Sei così bella. – le sussurrò, scostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Marron aveva il cuore in gola e non era pienamente consapevole di quello che stava accadendo, temeva che fosse tutto un sogno e che presto si sarebbe svegliata. L’unica cosa che la teneva ancorata alla realtà era lo sguardo di Trunks, che ora indugiava sulle sue labbra, mentre si faceva sempre più vicino, lei chiuse gli occhi, ma proprio in quel momento il rumore di una porta che si apriva li fece sobbalzare, e si allontanarono immediatamente.
-Ragazzi! Finalmente vi ho trovati! Nancy sta cercando Trunks per tutta la casa. – biascicò Rose, avvicinandosi a loro un po’ barcollante. -Che state combinando? - chiese maliziosa. -Ooh, avete finalmente fatto la pace, non è così? -
-Si può sapere quanto hai bevuto? - Marron le si precipitò vicino e la prese sottobraccio, preoccupata per il troppo barcollare dell’amica. - Appoggiati a me, ti porto in camera che qui fa freddo. – 
-Io devo andare. – disse Trunks passandole accanto. Marron lo vide dirigersi verso la porta finestra, ancora stordita da quello che sarebbe potuto succedere se Rose non si fosse palesata in quel momento. Si chiese come fosse possibile che solo due secondi prima stavano appiccicati ed ora erano di nuovo lontani.
Prima di andarsene, Trunks le rivolse un unico sguardo, carico di sentimenti e parole non dette. Poi se ne andò.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Cap 13

La mattina successiva, Marron si svegliò con due occhiaie profonde e il mal di testa. Non aveva dormito bene, a dire il vero non aveva dormito affatto, arrovellandosi in mille pensieri a cui non sapeva dare una risposta, ma che avevano tutti come oggetto Trunks. 

Per quanto continuasse a ripetersi che quello che era successo, in realtà quasi successo, fosse solo frutto della sua immaginazione, non poteva negarlo, era ormai evidente. Trunks la stava per baciare.
La domanda era. Perché?
Aveva alzato troppo il gomito? Era particolarmente vulnerabile? 
O forse… lei gli piaceva?
Trovava assurdo anche solo formulare quel pensiero. Eppure… come le aveva parlato, come l’aveva stretta, ma soprattutto come l’aveva guardata… più ripensava al suo sguardo più si sentiva lo stomaco in subbuglio.
Marron arrossì violentemente. Guardò il letto accanto al suo, in cui Rose dormiva beatamente, e per un attimo provò un moto di risentimento nei suoi confronti. 
“Se solo non fosse entrata nella stanza in quel momento… Ma no, Marron! Non ha interrotto niente perché non è successo un bel niente, era solamente ubriaco! E’ felicemente fidanzato con Nancy, e tu ieri sera hai bevuto parecchio, quindi è molto probabile che ti sei immaginata tutto. Dopotutto è il tuo amico d’infanzia, è normale che abbia verso di te degli atteggiamenti affettuosi, se quello che dimostra Trunks si può definire affetto poi… Sai benissimo che è una cosa che non potrà accadere, e te lo ha già fatto capire tanto tempo fa.” A quel pensiero Marron sentì una leggera morsa allo stomaco. 
Già, era suo amico… ripensò alla loro infanzia insieme, quando erano tutti e tre piccoli e si divertivano con niente, tre amici che si comportavano come fratelli. Iniziò a riflettere. Forse tutta quella storia non aveva senso.
Se fosse successo qualcosa tra lei e Trunks, o tra lei e Goten, non avrebbero rovinato il loro bellissimo rapporto? Ne valeva davvero la pena? Sapeva che qualunque cosa fosse successa, avrebbe distrutto l’equilibrio tra di loro. Doveva semplicemente far tornare il suo sentimento d’amore per Trunks in affetto fraterno. Era la cosa migliore da fare, per quanto dolorosa.
Piena di nuove energie si alzò dal letto, decisa a dimenticare tutta quella storia, la cotta per Trunks e lo strano momento creatosi la sera precedente. Rivolse ancora uno sguardo alla sua amica mentre dormiva, e stavolta pensò che era stato un bene che fosse entrata nella stanza in quel preciso momento.

Dopo essersi preparata e aver fatto le valigie, Marron chiuse piano la porta e scese a fare colazione. Solo a metà rampa si accorse che qualcuno stava salendo le scale nel senso opposto al suo, e quando si ritrovò davanti Trunks che la fissava, sorpreso quanto lei, per un attimo tutte le buone intenzioni di poco prima vacillarono.
-Ciao. -
-Ciao. -
Rimasero a guardarsi per un po’, nessuno dei due sembrava intenzionato ad aprir bocca. Fu lui il primo a rompere quel silenzio.
-Ascolta, Marron… -
-Aspetta, Trunks. Fai parlare prima me. - Marron fece un bel sospiro. Era la cosa giusta da fare. La loro amicizia era molto più importante dei suoi sentimenti.
-Qualunque cosa pensiamo sia successa ieri sera, bè, non è successa. E’ stata una situazione imbarazzante ed equivoca, e l’idea di sentirmi a disagio in tua presenza non mi piace. Avevamo bevuto, e sono sicura che qualunque cosa possiamo aver detto o fatto non serve nemmeno spiegarla, perché non è successo nulla di importante, concordi con me? -
Le parve che Trunks fosse spaesato da quelle parole, e le sembrò che il suo sguardo si fosse indurito.
-E’ davvero questo quello che pensi? - le chiese con voce inespressiva. Marron fece fatica a proseguire. Deglutì.
-Ma certo, non è successo niente di che, voglio soltanto che torniamo spensierati come prima, va bene? -
-Certo, amici, come sempre. - il ragazzo stiracchiò un sorriso, ma il tono della voce era tagliente. Sembrava arrabbiato. – E’ sempre la stessa storia. Dopotutto, è come se fossimo fratelli, no? -
A Marron non sfuggì del risentimento nel tono del ragazzo, ma fu comunque una coltellata al cuore sentire quelle parole, e si costrinse a rispondere. -Certo, amici fraterni. Ora se non ti dispiace vado a fare colazione, sto morendo di fame! -
-Sì, certo…- il ragazzo si spostò per farla passare, e Marron scese le scale senza dargli il tempo di dire altro. Trunks rimase sulle scale a guardarla. Strinse con forza il corrimano.

*

Era quasi il tramonto quando due taxi frenarono di fronte la casa di Trunks. Dal primo taxi scesero le tre amiche, dall’altra auto, che aveva parcheggiato più lontano, scesero i tre ragazzi con Nancy. 
-Siamo finalmente tornati a casa! – esclamò Marron con liberazione.
-Non credevo fossi così felice di tornare in città. - sbuffò Rose, ancora rintontita per la sbornia della sera precedente. 
-Oh, non sai quanto! - Marron voelva solo poter dimenticare quella assurda settimana e soprattutto la sera prima.
-A me già manca il mare… - sospirò malinconica Ayumi, mentre guardava Makoto scendere dal taxi e sorriderle.
-Sappiamo bene chi è che ti mancherà in realtà. - la prese in giro Rose.
-Shh, taci! - In quel momento sentirono una vocina acuta avvicinarsi a loro.
-Trunks! Sei tornato! - strillò la piccola Bra che, dopo aver aperto il cancello, corse tra le braccia del fratello.
-Ciao Bra, sono contento di rivederti. - il ragazzo strinse a sé la sorellina, dandole un bacio sui capelli turchini.
-Ooh, quanto siete teneri! - commentò Nancy, sorridendo amichevolmente alla bambina, ma Marron notò, e non senza una punta di maligna soddisfazione, che la piccola si strinse ancora più forte al collo del fratello, guardandola con diffidenza.
Dopo aver ripreso le valigie e aver ringraziato Nancy per l’ospitalità, Rose, Makoto e Ayumi salutarono i loro amici e si congedarono, e dopo aver dato un appassionato bacio a Trunks, anche Nancy se ne andò, salendo sul taxi che l’avrebbe riportata a casa.
Era la prima volta, dopo un’intera settimana, che Trunks, Goten e Marron rimanevano finalmente da soli, e Goten lo fece notare ai suoi amici.
-Già, durante questa vacanza non ci sono state molte occasioni. - ammise Trunks, rivolgendosi però solo all’amico.
-Ci sopportiamo da anni, una settimana di separazione non ci ucciderà. - scherzò Goten.
-Se volete, potete venire a casa mia a bervi una cosa, mamma sarà felicissima di rivedervi. - gli propose Trunks.
-Ragazzi, mi piacerebbe molto, ma ho decisamente bisogno di tornare a casa. - rispose Marron, evitando di incrociare lo sguardo con Trunks. -Anzi, sarà meglio che mi avvii subito, o i miei mi daranno per dispersa! -  La ragazza li salutò con la mano, mentre i ragazzi la guardavano allontanarsi.
-Non ti è sembrata un po’ strana? - chiese Goten all’amico.
-Ma no, lo sai che è sempre così lei. - rispose Trunks fingendosi disinvolto, ma in cuor suo sapeva che c’era qualcosa che turbava l’amica, visto che anche lui provava lo stesso turbamento. 
Goten lo fissò mentre si torturava l’anello al dito, gesto che sapeva che il suo migliore amico faceva ogni volta che era nervoso.

*

-Allora signore, che ne pensate di questa Spa? -
-Oh, Bulma, è eccezionale, non mi sentivo così rilassata da anni! - commentò Chichi beatamente, mentre sorseggiava la sua tisana.
-Dopo andiamo a farci fare un massaggio? - propose C-18, gli occhi coperti da due fette di cetriolo.
-Assolutamente sì! - concordò Bulma.
C-18, Chichi e Bulma si erano prese quella giornata di fine estate tutta per loro, lontane da mariti, figli e lavoro. Si trovavano in una Spa, a rilassarsi su delle sdraio con in sottofondo una musica orientale, ognuna con un drink in mano e avvolte negli accappatoi.
-Non vedevo l’ora di passare questa giornata con voi, ragazze! Tra Vegeta che non fa altro che allenarsi, Bra che fa soltanto capricci e Trunks, che da quando è tornato dalla vacanza è improvvisamente diventato scorbutico, avevo proprio bisogno di rilassarmi! - 
-Ma lo sai che anche io ho notato qualcosa di strano… da quando è rientrato a casa dalle vacanze, ormai due settimane fa, Goten sembra sempre sulle sue, non esce più nemmeno con il padre ad allenarsi, e posso giurare di averlo visto con un libro in mano! – esclamò Chichi, ancora sbalordita dall’immagine del figlio, sdraiato a letto, intento a leggere “I dolori del giovane Werther”.
C-18 si sollevò un po’ di più con la schiena. -Anche Marron è strana… ha sempre la testa per aria, più del solito intendo, come se qualcosa la turbasse. Inoltre, se prima uscivano praticamente tutti i giorni, adesso è da due settimane che non si vedono. -
-E’ vero che Trunks sta studiando tantissimo per l’esame di ammissione all’università, e quando esce lo fa solo per vedere Nancy, ma devo dirvi che se prima sembrava innamorato perso per quella ragazza, adesso mi sembra che la situazione sia cambiata. – commentò Bulma.
-Dici davvero? – chiese sorpresa C-18. -Marron non fa altro che dirmi quanto sono appiccicosi quei due. -
-Sì, all’inizio sicuramente, ma ora ci sta qualcosa che lo turba, ma a sua madre ovviamente non viene a dirlo. Forse sarà lo stress per l’esame… a te Goten non ha detto nulla? – chiese Bulma a Chichi.
-Macché, col fatto che si sta preparando per l’esame di recupero di matematica è sempre chiuso in camera, mi rivolge la parola solo per chiedermi da mangiare. – sbuffò irritata Chichi, e Bulma poteva giurare di averla sentita borbottare “Proprio come suo padre”.
C-18 rimase per un po’ in silenzio. Poi si levò le due fette di cetriolo dagli occhi. -A dire il vero, ero convinta che Marron si fosse innamorata di un ragazzo. -disse cautamente, come se non fosse abituata ad esporsi al gossip, soprattutto se si trattava di sua figlia.
-Dici davvero? E chi può essere? – esclamarono curiose le due amiche, che invece avendo due figli maschi erano in carenza di un po’ di sano gossip al femminile.
-Ed io che ne so, la mia era soltanto un’ipotesi. -
Bulma e Chichi ci rifletterono sopra, poi parlarono all’unisono.
-Secondo me si tratta di Trunks! -
-Potrebbe trattarsi di Goten! -
Le due donne si zittirono e si fissarono, mentre C-18, che si trovava in mezzo alle due amiche, spostava lo sguardo dall’una all’altra. Tra le tre calò il silenzio. Poi Bulma si guardò con finta indifferenza le unghie della mano.
-Bè, Trunks è grande, un adulto praticamente, ha un carattere forte ma sa essere premuroso. - si pavoneggiò Bulma.
-Goten si tiene sempre in allenamento, aiuta in casa ed è così amorevole con la nipotina. - si vantò Chichi, controllandosi con sufficienza le punte dei capelli.
-Mio figlio si è diplomato con il massimo dei voti. – esclamò Bulma alzando la voce.
-Mio figlio è alto e bello. – Chichi alzò ancora di più la voce.
-Il mio è muscoloso e intelligente. - 
-Il mio è dolce e gentile. - 
-Trunks è un Sayan! -
-Anche Goten lo è! -
-BASTA! – l’urlo feroce di C-18 fece sobbalzare le due donne, che non si erano accorte che si stavano inveendo contro. La donna le fissò con una freddezza omicida, gli occhi azzurri affilati come ghiaccio.
-Statemi a sentire, voi due. - sibilò la donna, facendo venire i brividi a Chichi e Bulma. -Non ho la più pallida idea se mia figlia è innamorata di uno dei vostri figli, né mi interessa perché sono affari di Marron. Ma, se davvero si dovesse trattare di uno di loro due, io se fossi in voi non ne sarei così contenta, perché per me l’unica cosa che conta è che nessuno faccia soffrire mia figlia, e se qualcuno dovesse farlo lo inseguirei fino in capo al mondo per ucciderlo. Ed ora chiudiamo qui questo stupido discorso! -
Dopo il suo discorso omicida, come se nulla fosse C-18 si rimise sdraiata a sorseggiare il suo drink, mentre Chichi e Bulma, paralizzate dal terrore, si fissarono con gli occhi sbarrati. 
-Direi che il tuo Goten ha più probabilità… -
-Ma no, il tuo Trunks è decisamente più brillante… -
-Ho detto basta! - urlò nuovamente C-18. Ma dentro di sé la donna provò un moto di apprensione: se davvero sua figlia si era innamorata di uno dei suoi due migliori amici, che erano in grado di vederla soltanto come una sorella, allora Marron doveva davvero star vivendo un grande malessere.

Buongiorno a tutti! Scusate se sono sparita, ma tra tesi e tirocinio passo tutto il giorno al PC, dunque quando mi riposo cerco di fare tutt'altro! Vi avevo lasciato in una situazione mooolto interessante dei nostri protagonisti, chissà se la situazione migliorerà! Se non si fosse capito mi diverto tantissimo a scrivere le scene con i personaggi classici di DB, spero di inserirne di più in futuro. Alla prossima!!

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