≈ Valzer ≈

di littlemoonstar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** {.Home Sweet Home.} ***
Capitolo 3: *** {.Pixie and the Prince.} ***
Capitolo 4: *** {.The Beast.} ***
Capitolo 5: *** {.Vampire in my heart.} ***
Capitolo 6: *** {.Dancing under the moon.} ***
Capitolo 7: *** {.A Kiss in the meadow.} ***
Capitolo 8: *** {.Beautiful tearful.} ***
Capitolo 9: *** {.Death under the rain.} ***
Capitolo 10: *** {.Crimsom Red.} ***
Capitolo 11: *** {.When the love falls .} ***
Capitolo 12: *** {. Before the storm .} ***
Capitolo 13: *** {. Run .} ***
Capitolo 14: *** {. Dark Valzer .} ***
Capitolo 15: *** {. Faith .} ***
Capitolo 16: *** {. Three days .} ***
Capitolo 17: *** {.Epilogo.} ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


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Valzer
Prologo
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Ognuno di noi è dunque un uomo resecato a

mezzo:due pezzi da uno solo;
e però è sempre in cerca della
propria metà.”
Platone,Simposio








Non avevo mai considerato seriamente la morte,perlomeno non fino ad allora.

Feci un altro passo in avanti,osservando le pareti scarlatte e il grande lampadario dorato al centro della stanza,che mi guardava minaccioso lasciando che la mia pelle candida si specchiasse nell'infinità delle centinaia di gocce di vetro che pendevano da esso.
Era strano come tutto,da quella prospettiva,poteva essere visto in maniera diversa.
Ogni goccia rifletteva una parte di me,un volto nuovo e mai scoperto di
Isabella Swan.
Mai scoperto,all'infuori che da lui.
Ecco perché non avevo paura della morte.
Perché sapevo che,in un modo o nell'altro,avrei concluso la mia esistenza con lui,e nessun altro avrebbe saputo darmi la forza e l'emozione necessaria per vivere ancora.
Dei passi silenziosi si fecero più vicini,strusciando contro il morbido tappeto rosso.
Il riflesso delle piccole goccioline raggiunse il mio abito cremisi,punteggiandolo con mille sfaccettature luminescenti.
Una mano fredda mi sfiorò il collo,ed io chiusi gli occhi.
E dire che era cominciato tutto da un semplice valzer.
-mi dispiace...-mi sussurrò all'orecchio,leccandomi il collo e sfiorandolo con le labbra fredde.
Era finita.
E dire che era cominciato tutto da un semplice valzer.
Il nostro.





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Note:
Ma saaaalve! Avete visto chi spunta fuori? XD Allora,come avevo accennato nella mia fic Disturbia (che sto ancora completando...ma quando arriva l'ispirazione non ci si può fare nulla!) avevo iniziato a buttare giù un'idea nuova per una fic su Twilight,fandom da cui oramai non mi stacco più...quindi ho l'impressione che dovrete sopportarmi per un bel pò^^
Il prologo è un pò enigmatico,ma non preoccupatevi...tenterò di aggioranre il prima possibile per non farvi attendere troppo,nel frattempo spero che commenterete in tanti e mi farete sapere cosa ne pensate,sono davvero curiosa!
Baci
LMS*

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Capitolo 2
*** {.Home Sweet Home.} ***


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1.
{.Home Sweet Home.}
≈ Valzer ≈
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-Isabella! Sbrigati,dai! -
L'accento ispanico di Josephine mi risvegliò da quello strano torpore che da qualche giorno non mi permetteva di formulare un pensiero che avesse senso,ricordandomi che quel giorno iniziavo il mio apprendistato come domestica.
Sbuffai.
Non doveva esserci un apprendistato per pulire le case degli altri,anche un bambino avrebbe saputo farlo!
Eppure,per qualche strana ragione ancora sconosciuta ai miei occhi, mi ritrovai fuori casa in pochi secondi,catapultata dalla pressante voce di Jo che mi aspettava sbattendo il piede a terra a velocità supersonica.
In effetti c'era un motivo per cui mi ritrovavo ad essere il paggetto di una domestica.
Purtroppo non potevo permettermi di rimanere senza lavoro,nonostante avessi solo diciassette anni e fossi nel pieno della mia adolescenza.
Risi di quella espressione.
Quando avevo chiesto a Josephine di farmi lavorare con lei,aveva subito detto dopo qualche secondo che non avevo affatto l'aria di una adolescente.
Me lo dicevano tutti,ormai mi ero abituata.
Salii in macchina,salutando la mia tutrice con un sorriso appena accennato,e rimirando il paesaggio che sfrecciava dall'altra parte del finestrino a grande velocità,trasformando tutto in una grande macchia mobile.
Non ero mai stata una persona frivola,ne avevo mai preso parte alle tempeste ormonali tipiche delle ragazzine.
Ero sempre stata razionale e testarda,non credevo mai alle cose che non riuscivo a dimostrare e di sicuro non mi lasciavo ingannare da nessuno.
Non me l'aveva insegnato nessuno. L'avevo imparato da sola dopo anni di solitudine,dove me l'ero dovuta cavare da sola.
Niente favole,solo la realtà.
-ti piacerà la nostra nuova sistemazione,Isabella...-
-Jo...- la guardai,con occhi imploranti. Non mi piaceva che gli altri mi chiamassero in quel modo.
-d'accordo,Bella...- puntualizzò lei,sorridendo -vedrai che andrà bene,mi amorcito. -
Uscimmo dalla città,entrando in una specie di piccolo boschetto di abeti Sitka dall'aspetto molto antico quanto stranamente suggestivo,in cui aleggiava una strana aria bluastra,mista al profumo di abete selvatico,resina e muschio.
Josephine si fermò davanti ad un grande cancello in ferro battuto nero,che sembrava essere chiuso da anni,giungendo alla fine del lungo viale di abeti che avevamo percorso nell'assoluto silenzio.
Non appena arrivammo al cancello,questo si aprì scricchiolando ed emettendo una sorta di gridolino acuto davvero inquietante,soppresso poi dal silenzio.
-Jo...ma dove siamo finite? - sussurrai,piegando la testa da un lato.
Josephine non rispose,concentrata sulla guida: attraversato il cancello,rimasi davvero senza parole.
Davanti a noi si apriva uno scenario davvero singolare: un immenso giardino semi abbandonato faceva da palcoscenico ad una specie di gigantesco castello dall'aspetto molto antico.
Era un luogo misterioso. Non incuteva paura,solo una tremenda solitudine.
Jo rabbrividì,ma io non potei fare a meno di immaginare chi potesse vivere in un posto come quello.
E in quel momento mi ci immedesimai,come se lo avessi davanti e potessi dirgli “ ti capisco,so cosa vuol dire”.
-non preoccuparti,mi amorcito...non mi dire che non conosci la storia di questa casa,vero? -
La guardai,tentando di carpire un po' di quella leggenda che le faceva brillare gli occhi.
-veramente no. - confessai,come se fossi colpevole.
-oh,santo cielo. - sbuffò lei,avviandosi verso il meraviglioso castello a passo svelto. - il proprietario di questa casa è un ragazzo giovanissimo e molto bello. Molti dicono addirittura di non aver mai visto un essere più bello. -
Mi misi a ridere: sembrava stessimo parlando di una creatura aliena.
-cosa ci trovi da ridere? -
-nulla,è che...insomma,perfetto? Nessuno è perfetto. E poi chi avrebbe messo in giro questa notizia? -
-voci. - aggiunse lei,ormai arrivata davanti alla grande porta bianca finemente decorata. - e comunque non preoccuparti,non esce mai di casa. -
-vuoi dire che tu...hai già lavorato qui? -
-proprio qualche mese fa,ma per un tempo brevissimo. E non è mai,mai uscito dalla sua stanza. -
Deglutii rumorosamente,scrollando la testa per scacciare quei brutti pensieri che mi invadevano la mente.
Josephine tirò fuori un piccolo mazzo di chiavi dalla tasca,aprendo il portone che emise uno strano cigolio rauco e profondo,smuovendo la polvere ormai visibile,che mandò Josephine su tutte le furie.
-mi allontano un attimo e guarda che succede...-
-allora è vero che non esce mai...perché dovrebbe preoccuparsi della casa,Jo? - azzardai,guardandomi intorno nella stanza buia e poggiando le valigie a terra.
-non è lui che se ne occupa,ma la sua famiglia.-
In quel momento fui travolta da qualcosa di amaro,un groviglio scuro che mi si posò sullo stomaco: il proprietario di quella casa aveva una famiglia?
-bé almeno qualcuno che gli vuole bene ce l'ha...-sussurrai,sicura che Jo mi avesse sentito.
Me ne accorsi quando mi sorrise,abbracciandomi.
-coraggio,tesoro,fatti forza...su,dobbiamo iniziare a ravvivare questa casa,anche se in tutti i giorni in cui sono venuta qui non ci sono mai riuscita...-
Le sorrisi,annuendo con un nuovo vigore ed iniziando con il legarmi i capelli in una coda un po' arruffata.
Mi tolsi il cappotto,consegnandolo alla mia tutrice: lei sapeva cosa fare e dove poter trovare tutto l'occorrente per rendere la casa un po' più abitabile.
Indossavo un vestito nero lungo appena sopra le ginocchia,insieme ad un grembiule bianco che tenevo sempre legato stretto,per evitare di perderlo in giro per casa.
-ancora non capisco perché dobbiamo tenere questi affari...-
-oh,tesoro! I ricconi vogliono una certa classe,e poi mi è stato esplicitamente richiesto di essere...riconoscibile? - provò,insicura.
-riconoscibile? - ripetei,guardandomi intorno: di certo ci si metteva poco a riconoscersi,dato che quella casa era sempre deserta.
Josephine iniziò ad aprire le tende delle grandi finestre del salotto,una stanza gigantesca e interamente coperta da un bellissimo tappeto rosso,su cui giacevano sparsi tanti tappeti persiani impolverati e intatti.
Jo mi aveva detto di lasciare sempre le tende semichiuse e di non lasciar entrare troppo sole in casa sotto richiesta del “signorino” - come avevo iniziato a chiamare Mister non-esco – mai-dalla-mia-stanza – ma ancora non riuscivo a capire il perché di quelle richieste assurde.
Ma quando alzai lo sguardo non potei fare a meno di sussultare,osservando il corrimano delle grandi scale che portavano ai piani superiori.
Scrollai la testa,maledicendomi per aver immaginato troppo.
Eppure,per un attimo,mi era sembrato di vedere la figura di un ragazzo.
E sembrava guardare proprio me.





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Note: OME! La mia nuova storia è piaciutaaa! Grazie grazie grazieeee! Grazie a tutti per gli splendidi commenti e per aver aggiunto la storia tra i preferiti/seguiti (mi ci devo abituare a questa nuova funzione di Efp ^^").
Cooomunque,adesso che ho quasi terminato
Disturbia posso dedicarmi a pieno a questa nuova storia,cercando nel frattempo di seguire i vostri consigli e le vostre critiche^^ Che ne pensate di questo primo capitolo? Diciamo che è un pò una "seconda introduzione",e dal prossimo l'azione verrà movimentata un pò di più.
Ovviamente tutti i personaggi - esclusa Josephine - non sono una mia creazione ma appartengono a zietta Steph e bla bla bla...il resto lo sapete,no? ^^ Ci vediamo al prossimo capitolo!

Baci
LMS*

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Capitolo 3
*** {.Pixie and the Prince.} ***


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2.
{.Pixie and the Prince.}
≈ Valzer ≈
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-Jo,ti prego! Non puoi lasciarmi qui da sola! - la implorai,inseguendola lungo le ampie scale che portavano al salotto senza fine.
Josephine mi guardò,posando la valigetta leggera a terra e stringendomi in un abbraccio materno.
-coraggio,Bella. Sei promossa,non hai più bisogno del mio aiuto. -
-ma non puoi lasciarmi da sola in questo castello,morirò di solitudine! - gridai,indicando la stanza completamente vuota.
Nella settimana che avevo passato in quella casa avevo patito le pene dell'inferno per cercare di risistemarla insieme a Jo,ma sembrava che la polvere non avesse intenzione di staccarsi dai mobili,tanto ne erano cosparsi.
Eravamo riuscite a darle un aspetto che rasentasse il minimo della decenza,pulendo a fondo ogni parte del castello e tralasciando solo l'ultimo piano,a cui non potevamo accedere per via della bolla di vetro che il misterioso ragazzo si era costruito intorno.
Non ero ancora riuscita ad orientarmi alla perfezione in quel labirinto di stanze – la casa era davvero troppo grande per conoscerla in una settimana per intero – ma ora il panico si stava lentamente impadronendo di me da quando Josephine aveva detto che mi avrebbe lasciata da sola.
-e poi non so cucinare. - mentii.
-Bella,cucini molto meglio di me. - rispose Josephine,aprendo la porta – e poi lasciamo sempre i pasti del signorino fuori dalla porta,di sicuro non te lo farà notare. -
Sbuffai,lasciando cadere le braccia sui fianchi.
-e poi tornerò,appena avrò finito il secondo incarico. Per qualsiasi problema puoi sempre chiamarmi. -
-okay...- annuii,a capo basso – buona fortuna. -
-oh,niña,vieni qui...- mi abbracciò,baciandomi la guancia con la voce tremante. - mi raccomando. -
In un attimo,anche Jo sparì.
Non sapevo perché,ma avevo il terribile dubbio che non l'avrei mai rivista,e questo mi fece sentire tremendamente sola.
Di nuovo.
Ormai dovresti esserci abituata...
Scrollai la testa,dirigendomi verso la mia stanza per indossare qualcosa di diverso da quella orribile divisa da cameriera: era umiliante.
La mia stanza era al primo piano,e vi si entrava attraverso un corridoio dalle pareti finemente decorate con quadri e vasi di fiori - aggiunti da noi dopo qualche giorno di permanenza –.
Era abbastanza grande e l'unica in cui potessi tenere la finestra completamente aperta,potendo addirittura osservare il bellissimo bosco che si estendeva a perdita d'occhio.
Chiusi la porta,togliendomi in fretta l'abito per aggiungerlo ai vestiti da lavare, e frugando nell'armadio indossai uno dei miei vestiti preferiti,che mi arrivava fino alle ginocchia con il suo fantastico color blu mare e di certo era molto più comodo dell'uniforme nera.
Mi legai di nuovo i capelli e aprii la porta per tornare al mio lavoro,ma quando spalancai la porta non potei fare a meno di gridare.
Ero spaventata a morte: chi diavolo era quella li?!
-ciao. - mi disse lei,sorridendomi.
Cercando di riprendere fiato tentai di analizzarla,ma ne notai solo la perfezione e l'immensa bellezza: i corti capelli neri ricadevano sul viso bianco e perfetto,facendo da cornice ai grandi occhi dorati e alla bocca sottile.
Sembrava un piccolo elfo spuntato lì per caso,in quella strana casa la cui atmosfera ricordava molto quella di una fiaba.
Eppure,per qualche strano motivo,quella ragazza così bella e irraggiungibile mi ispirava una grande fiducia.
-oh,mi dispiace di averti spaventato. - si scusò,innocente – permettimi di presentarmi: io sono Alice Cullen. -
-oh,p-piacere. Io sono Bella Swan. - sussurrai,allungando la mano verso di lei.
Quando me la strinse sentii il gelo invadermi il braccio: era davvero fredda,e la sua pelle era talmente liscia e pallida da sembrare marmo.
-oh,lo so. - rispose lei,che non sembrava curarsi di quella pelle fredda – sono stata io a chiamarti. -
-come? -
-sono la sorella di Edward. -
La guardai a lungo,senza capire le sue parole.
-Edward – ripeté,indicando con il dito verso l'alto.
Spalancai gli occhi,stupita più di me stessa che di lei: ero stata talmente occupata a rendere quella casa più ospitabile da dimenticarmi totalmente di chiedere il nome del proprietario.
In fondo,non avrei avuto bisogno di saperlo: era come un fantasma,rinchiuso in quella specie di torretta del castello senza alcun contatto con l'esterno.
-oh,Edward! Ma certo,è che io...-
-lo so,non c'è bisogno delle spiegazioni – si affrettò a dire lei,nel momento in cui un velo di tristezza si posò sul suo sguardo dorato – Edward non esce mai dalla sua stanza,è una persona...molto solitaria. Ma tu non preoccuparti,ci sarò io a farti compagnia in questi giorni. -
-s-sul serio? -
-si,dato che la tua amica è andata via non puoi davvero rimanere tutta sola. Non preoccuparti,sono sicura che diventeremo ottime amiche. -
Sorrisi,senza quasi rendermene conto: quella ragazza bizzarra era così allegra e frizzante che era impossibile non esserle amica.
Mi richiusi la porta alle spalle,notando la sua camminata aggraziata e leggera,simile ad una danza armonica perfettamente in equilibrio con il silenzio circostante.
Rimasi a fissarla mentre mi camminava davanti,sorridendo. Sembrava felice di aver incontrato qualcuno.
Che strano,pensai.
-allora,cosa vuoi fare? - mi chiese,voltandosi all'improvviso per farmi prendere il secondo infarto della giornata.
-considerando che sono la domestica di casa...oggi tocca alle finestre. - annuii vigorosamente,afferrando gli stracci che avevo poggiato al margine delle scale per pulire i vetri impolverati.
Alice mi sorrise,precedendomi ed iniziando a spalancare le tende cremisi delle enormi finestre che occupavano gran parte delle pareti laterali.
-non ti annoi,a stare qui? - le chiesi,mentre iniziavo a spolverare.
-oh,non preoccuparti. - mi disse lei,affiancandomi – è bello avere qualcuno con cui parlare,no? Posso aiutarti,se vuoi...-
-non se ne parla! - gridai,ascoltando l'eco della mia voce all'interno della stanza – sono io la tuttofare qui,sarebbe ingiusto. -
Alice scoppiò a ridere,e in quel momento il suono di quello scampanellio squillante mi diede la forza necessaria per proseguire nelle mie faccende.
Non avevo mai avuto un'amica.
E in quel momento la trovai la cosa più bella del mondo.




Erano passati pochi giorni da quando ero rimasta sola nel grande castello dei Cullen,ed Alice mi veniva a trovare tutti i giorni: arrivava sempre di sera,ed ogni volta si scusava per non essere potuta arrivare prima.

Era un peccato,perché in quei giorni c'era un sole bellissimo e si poteva stare persino fuori senza rischiare di prendere freddo.
Era raro trovare dei giorni di sole come quelli,ma Alice sembrava prediligere la sera,e ogni volta mi faceva compagnia mentre mangiavo,benché lei non toccasse cibo.
Quella mattina,quando mi svegliai,provai per la prima volta un senso di orgoglio nel vedere il castello: era come nuovo,e benché mi trovassi da sola avevo provveduto a rimetterlo in sesto.
Non capivo come Jo non ci fosse riuscita,in fondo non era molto difficile: Alice mi portava ogni sera un cesto di fiori freschi,che distribuivo in tutta casa.
Il grande salotto e le camere erano state rimesse in sesto,così come il giardino – malgrado per quello se ne fossero occupati direttamente i giardinieri.
Ero davvero molto soddisfatta, e adesso il mio lavoro si era notevolmente ridotto.
Quella mattina ero sola in casa,e dato che non avevo nulla da fare decisi di addentrarmi nei meandri del castello,esplorando il secondo piano.
In effetti non ci ero ancora mai salita dato che l'unica cosa da fare li era portare i pasti in camera di Edward,e a me non era mai stato concesso tanto onore: nella prima settimana ci aveva pensato Jo,mentre da quando ero sola era Alice che se ne occupava.
Ma quella mattina avevo deciso di esplorare la casa,perciò salii le scale senza timore ed entrai nel corridoio del secondo piano,che trovai inaspettatamente pulito e in ordine.
Alice aveva messo dei fiori anche lì,e tutto sembrava silenzioso e tranquillo.
C'erano solo poche porte ai lati del corridoio,ed una più grande in fondo,rialzata.
Solo quando mi ci avvicinai mi accorsi che in realtà quella era la torre del castello.
Sussultai,immaginando chi avrei potuto trovare lì dentro.
Velocemente cambiai direzione,trovandomi nella stanza dall'altro lato del corridoio,una bellissima camera dalle pareti color pesca e dal letto a baldacchino.
I mobili,le tende,tutto la faceva somigliare ad una specie di camera delle principesse,con sbuffi cremisi e dorati ovunque.
Davvero magnifica,e soprattutto un peccato non poterla utilizzare.
Sfiorai la piccola scatola intarsiata sulla cassettiera,prendendola in mano ed aprendola: era un carillon,che suonava una melodia che conoscevo benissimo.
Clair De Lune,la mia preferita.
Chiusi gli occhi,inspirando il profumo di quella musica.
In quel momento mi chiesi come poteva essere quella grande fortezza se dotata di vita: immaginai tante persone scendere dalle ampie scalinate,passeggiate nei giardini balli e notti di passione consumate in quei letti.
Una casa piena di gente,piena di vita.
In quel momento forse c'era più polvere che altro.
-tu devi essere Bella,dico bene?-
Il carillon mi cadde di mano,e dalle labbra mi uscì un sonoro sussulto: la musica si interruppe,ed io mi voltai di scatto,spaventata.
E davanti a me vidi l'essere più bello che la natura era riuscita a creare.
E solo quando osservai più attentamente la pelle marmorea e pallida,la bellezza spropositata concentrata negli occhi dorati e nel fisico perfetto e scolpito,per non parlare del leggero sorriso dipinto sulle sue labbra,non ebbi più dubbi.
Molti dicono addirittura di non aver mai visto un essere più bello...
Ne ero certa.
Edward Cullen.
-io sono Edward Cullen,piacere di conoscerti. - il sorriso sghembo che riservò a me e soltanto a me mi invase come un vortice improvviso e troppo forte per essere sostenuto da una persona sola,si impadronì della mia mente come un tarlo persistente.
Mi aveva chiamata Bella. Non lo faceva mai nessuno.
Quella persona così meravigliosamente perfetta doveva essere Mister recluso?!
Impossibile!
Non riuscivo neanche a parlare,ero come immobilizzata da tutta quella bellezza.
-scusa,non volevo spaventarti. - mi disse,avvicinandosi.
Scrollai la testa,lentamente,e per confortarlo cercai di sorridergli,ma tutto ciò che venne fuori fu solo un debole e timido accenno.
Eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altra,e in quel momento iniziai a pensare che la mia permanenza in quel castello sarebbe stata molto più interessante.






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Note:Buongiorno a tutti! Ecco qui il secondo capitolo,e finalmente abbiamo l'incontro di Edward e Bella (e "Alice la pazza" XD),il momento tanto atteso: ma per scoprire ciò che si diranno dovrete aspettare il prossimo capitolo,che praticamente manca solo di revisione (quindi non ci metterò molto ad aggiornare^^) Nel frattempo ho finito 
Disturbia ,sempre con una lacrimuccia dato che ogni volta che finisco una storia so già che mi mancherà da morire^^
Adesso,mentre scrivo Valzer,sto buttando giù un'alta storia (sempre fandom Twilight,ovviamente),ma devo avere l'ispirazione giusta per continuare,quindi se deciderò di pubblicare anche questa vi avvertirò di certo! Intanto ringrazio chi ha iniziato a seguire questa nuova fic,e anche chi mi continua a seguire dopo Disturbia,Six Years old e le altre mie storie...non ce la farei mai senza di voi!!^^ Bene,adesso devo andare...mi raccomando,fatemi sapere se vi piace!

Ps_ Il titolo, Pixie and the prince, significa letteralmente " Il folletto e il principe"...capite di chi stiamo parlando,vero?^^

Baci
LMS*

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Capitolo 4
*** {.The Beast.} ***


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3.
{.The Beast.}
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-posso farti una domanda? - chiesi all'improvviso,sedendomi sul letto.
Non ero ancora riuscita a far uscire una parola sensata dalla bocca,e in quel momento mi resi conto che iniziavo a sembrare una completa idiota.
-certo. -
-perché non ti ho mai visto fino ad ora? - riuscivo a sembrare vagamente determinata. Fantastico.
Tuttavia,in quel momento il suo sguardo si velò di una tristezza irraggiungibile,che non riuscii a carpire.
-purtroppo sono una persona molto...solitaria. Ho sempre vissuto da solo. - rispose,voltandosi.
-ti capisco. - dissi,annuendo.
Edward si voltò all'improvviso,gli occhi colmi di risentimento: - come...come fai a capire? Tu non puoi...non puoi davvero capire. -
Nella sua voce c'era una grande tristezza,rancore.
Iniziò a spaventarmi.
-io...-
-lascia stare. - disse in un sussurro,prima di sparire di nuovo.
Sentii la porta chiudersi con forza,e rimasi di nuovo sola: quell'incontro non era durato che pochi minuti,ma in un attimo il mio cuore aveva smesso di battere.
Era come uno strano sogno,un flash improvviso da cui mi ero svegliata ma di cui percepivo ancora gli effetti.
In quel momento la rabbia iniziò a crescermi dentro: come poteva dire tutte quelle cose se neanche mi conosceva? Come si permetteva di trattarmi in quel modo dopo che avevo ridato vita a quella casa abbandonata?
Mi sentivo umiliata,abbandonata e soprattutto non capita.
Perché non c'era nessuno che poteva immedesimarsi in quella situazione quanto me.
Io che ero stata abbandonata.
Che ero sola.
Era questa la verità? Edward era solo uno sciocco viziato?
Scrollai la testa,tentando di reprimere le lacrime che iniziavano a bruciare sugli occhi: perché nonostante tutto,non potevo fare a meno di ripensare a lui.



Quel giorno non mi mossi dalla mia stanza.
Richiusi la porta dietro di me,togliendomi i vestiti ed infilandomi sotto le coperte.
Pensarmi in quella casa da sola,con quell'essere perfetto quanto estremamente irritante,mi faceva rabbrividire.
Rimasi a letto tutto il pomeriggio,ringraziando di aver terminato i lavori di casa il giorno precedente.
Quel giorno Alice non venne da noi,e probabilmente non ne sentii la mancanza dato che avevo l'umore sottoterra.
Desideravo solo sprofondare in un sonno pesante,un sonno senza sogni ne emozioni,un riposo senza colori.
Non volevo niente.



Il mattino dopo pioveva,ed io non avevo alcuna intenzione di rimanere a letto ancora a lungo.
Nonostante era passato un giorno intero ero ancora sconvolta dalla terribile reazione di Edward,che mi aveva trattata come un essere inutile non conoscendo proprio nulla di me.
Avevo passato la notte su sogni strani ed enigmatici,di cui non avevo capito il senso: ma stranamente,in ognuno di quegli incubi criptici il volto di Edward,le sue mani,i suoi occhi,si ripresentavano pressando sulla mia mente stanca senza darmi tregua.
Ne avevo abbastanza.
Scesi le scale,dirigendomi in cucina per preparare la colazione.
Ci misi poco,o forse non mi accorsi del tempo che passava,impegnata come al solito a ripensare agli eventi del giorno precedente.
Misi tutto su un vassoio e iniziai a salire le scale,per portare come al solito la colazione ad Edward.
Come da disposizioni di Alice,il vassoio doveva essere lasciato in cima alle scale del terzo piano – cosa che vedevo ancora molto strana – perché Edward non voleva essere disturbato.
Ma quel giorno,mai come allora,decisi di bussare alla sua porta: non sapevo perché,forse volevo solo incrociare il suo sguardo per capire cosa gli passava per la testa,perché ce l'aveva tanto con il mondo.
O forse volevo solo sentire la sua bellissima voce,un paradosso se confrontata con la vena di disprezzo delle sue parole il giorno precedente.
Mi diressi a passi decisi verso la fine del corridoio,e facendomi coraggio bussai alla porta della sua camera,prima con un battito leggero e poi con più vigore.
-la colazione. - dissi dopo aver bussato,attendendo una risposta che tardava ad arrivare.
Riuscii a distinguere solo una specie di sussulto,come un gemito represso.
-lasciala lì,per favore. Va' via,adesso. - era la voce di Edward,e non sembrava essere nel pieno del suo vigore.
Rimasi a fissare la porta,incredula: come poteva dirmi una cosa del genere,e oltretutto essere così scortese?!
-per favore,vattene via! - gridò subito dopo,spaventandomi.
La tazza di porcellana sul vassoio tremò,emettendo un suono leggero che si esaurì subito,coperto dal battito del mio cuore.
Ne avevo davvero abbastanza.
Poggiai il vassoio a terra rumorosamente,girando i tacchi e correndo via il più velocemente possibile.
Non volevo rimanere davanti a quella porta un minuto di più,e non ci avrei passato neanche più del tempo.
Iniziai quasi a correre,scendendo velocemente le scale fino ad arrivare al secondo piano: l'unico suono in quella casa deserta era il rumore dei miei passi e del mio respiro affannato.
Improvvisamente,un'idea malsana mi arrivò alla mente: perché dovevo essere io,a scappare?
Perché dovevo essere io a comportarmi da vigliacca?
Mi fermai a metà rampa,voltandomi lentamente verso il corridoio che mi guardava dall'alto,minaccioso e buio,illuminato solo dalla tenue luce che filtrava dall'unica finestra del piano.
Non dovevo essere io,la preda.
Quel gioco sembrava una caccia,in cui scappavo da un predatore disinteressato a me,che semplicemente non mi voleva intorno.
Iniziai a salire le scale,percorrendo la strada verso la torre: non potevo farmi mettere i piedi in testa,ero comunque un essere umano!
Doveva rispettarmi,come io rispettavo lui: ma ad ogni gradino la rabbia cresceva di più,la collera dentro il mio corpo che si era condensata in ogni fibra dopo quelle terribili parole stava iniziando ad uscire fuori in una miscela esplosiva e letale.
Arrivata all'ultimo gradino era lei che comandava il mio corpo: non avevo più paura.
Ero solo tremendamente arrabbiata.
Cominciai a camminare lungo il corridoio con passo deciso,lasciando che il suono dei miei passi si sollevasse in aria,rimbombano con violenza.
Ascolta,sto arrivando...
Strinsi i denti,infuriata.
E in un attimo spalancai la porta,pronta a riversare tutta la mia rabbia su colui che mi aveva fatto stare male.
-stammi a sentire,Edward,perché sono davvero...-
Ma in un attimo tutte le mie emozioni si sgretolarono,divenendo polvere davanti allo spettacolo che mi si presentò davanti agli occhi.
Edward stava male. Molto male.
Me ne accorsi perché era in ginocchio sul pavimento,le braccia tese per sorreggersi e le mani strette a pugno che sfioravano pesantemente la moquette.
E tremava.
Tremava davvero,smuovendo quella pelle di marmo che quasi mi aspettavo immobile.
-Edward! - gridai,catapultandomi in suo aiuto.
Tirando su i lembi del vestito mi inginocchiai a terra,senza sapere cosa fare.
Le mie mani si posarono sulla sua schiena,inarcata verso il basso: sembrava stesse davvero soffrendo,e questo mi fece stare ancora più male.
Dopo tutto quello che avevo pensato su di lui,dopo tutta la rabbia che volevo sfogargli contro,adesso mi sembrava di essere colpevole di qualcosa che in realtà non avevo ancora fatto.
Iniziai a sfiorargli la schiena,tentando di osservare il suo viso,coperto dai capelli ramati che risplendevano alla luce pallida di quel mattino piovoso.
-respira,vedrai che...andrà tutto bene,ved- -
-vattene. - mi ringhiò contro,nel mezzo di uno spasmo terrificante.
E non stavo esagerando. Edward stava davvero ringhiando.
Istintivamente rabbrividii,ma mi feci forza: non potevo abbandonarlo adesso.
-non posso andare via,tu stai male. Adesso chiamo aiuto,ma tu devi...-
-ho detto di andare via. Subito. -
Mi bloccai,tentando di capire. Ma ogni possibile logica era inutile,contro quel comportamento.
-non se ne parla. - ribattei,testarda come mio solito.
Ma la testardaggine,quel giorno,mi sarebbe costata cara.
Edward alzò la testa lentamente,mostrando il viso contratto e i denti stretti,ma soprattutto i suo nuovi occhi: erano color pece,così scuri che non si riusciva quasi a distinguere la pupilla dal resto,con una strana sfumatura color cremisi.
Un gemito mi uscì dalle labbra,e fu impossibile fermarlo.
-ti...prego...- mi sussurrò,implorandomi.
Solo in quel momento mi resi conto che stava solo cercando di proteggermi.
Lo faceva perché sapeva di essere pericoloso.
Ma quando me ne resi conto era troppo tardi.
Lo capii quando un altro ringhio,più profondo del precedente e sempre proveniente da Edward, mi fece spaventare molto di più.
Subito dopo vidi solo il suo braccio avvicinarsi a me,e spingermi con forza contro la parete.
Sbattei la testa,e non potei fare a meno di gridare.
Sentii un liquido caldo scendermi dietro la testa e sulle tempie,e non mi fu difficile capire di cosa si trattasse.
Sentivo un dolore lancinante anche sul braccio,probabilmente mi ero tagliata.
Dannazione.
Edward mi si avvicinò,spinto da spasmi irregolari e sempre più frequenti: sembrava stesse combattendo con l'idea di avvicinarsi a me.
Come se in lui due anime,due diverse menti stessero combattendo per decidere della mia vita.
Il sangue continuava a colare,e improvvisamente mi sentii più stanca.
Le palpebre si facevano più pesanti,la vista più sfocata.
Stavo perdendo lentamente i sensi.
Il tocco freddo di Edward mi ridestò momentaneamente,ma la sua espressione animale era troppo dolorosa da osservare.
Da quando ero piccola amavo leggere ogni genere di libro,e nella mia libreria avevo anche qualche libro di fantasia,dove andavo a scovare leggende a cui solitamente non credevo.
In quel momento,quando le labbra di Edward mi sfiorarono il collo,iniziai a credere ad una di quelle.
-Edward...-
Avevo sempre immaginato quel ragazzo così bello come un solitario,magari segnato da qualche evento nel corso della sua vita che lo aveva portato a non avere più contatti con il mondo.
Ma mai avrei pensato che facesse tutto ciò per nascondere la sua natura.
Mai avrei pensato tutto questo per rinnegare ciò che era.
Ed io ne ero certa.
Un vampiro.
-Edward! No! -
Quelle parole mi arrivarono solo in lontananza,prima che i miei occhi si chiudessero definitivamente.
Da quel momento vidi solo buio.
E,inaspettatamente,il magnifico volto di Edward e i suoi occhi dorati.





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Note:Buonasera tutti!Ecco qui il terzo capitolo...inquietante,eh? Edward in astinenza è stato difficile da descrivere,ma adesso cosa succederà? Lo scoprirete presto,non temete^^
Intanto volevo ringraziare le fedeli commentatrici e chi ha aggiunto la storia nei preferiti,e segnalarvi la mia storia appena conclusa: 
Disturbia.
Inoltre ci tenevo a segnalare un nuovo forum aperto dalla mia amica Giulia (conosciuta in Efp come honeyweasley95),dove mi sono appena iscritta: è nato principalmente per leggere le sue storie favolose,ma si tratta di un normalissimo forum dove è possibile pubblicare le fanfiction proprie,entrare nel GDR e parlare di Twilight fino allo sfinimento^^
Bene,dopo questo piccolo spazio vi lascio il link,sperando in una visitina:
www.eternityinrock.forumcommunity.net/
Dopo questo,vi ringrazio ancora per i bei commenti...ci vediamo al prossimo capitolo,belli!^^



Baci
LMS*

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Capitolo 5
*** {.Vampire in my heart.} ***


≈ Valzer ≈
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4.
{.Vampire in my heart.}
≈ Valzer ≈
xxx





A Matteo. Spero tu sia in un posto migliore,ora.





Quando mi svegliai era tornato il sole.
Me ne accorsi perché la mia finestra era completamente spalancata sul giardino – di nuovo curato – di Villa Cullen.
La finestra era decisamente diversa da quella della mia stanza,segno che non mi trovavo in camera.
Tentai di tenere gli occhi aperti,ma il dolore che sentivo dietro la testa continuava a pulsare e a rimbombare soffocando ogni mio tentativo di rimanere sveglia.
Avevo il braccio fasciato,e sentivo un lieve pizzicore sulla fronte,ma in quel momento non volevo vedere cosa diavolo avevo in testa.
Riconobbi quella stanza quando la focalizzai meglio,distinguendo ogni particolare: le pareti rosa pesco,i mobili in legno e il grande letto a baldacchino bianco dagli intarsi violetti.
Era la mia camera preferita,e ci entravo almeno una volta al giorno per riordinarla anche quando non c'era un solo granello di polvere.
Quella stanza mi trasmetteva una grande tranquillità,e dalla finestra si poteva ammirare tutto il bosco che incorniciava il castello come in un quadro,e soprattutto una specie di radura nel folto del bosco perfettamente circolare e piena di fiori.
Sorrisi,chiudendo gli occhi e respirando a fondo: come ci ero arrivata lì?
Riaprii gli occhi,guardandomi le mani: oramai sapevo che Edward non era ciò che voleva far credere.
Era semplicemente solo,e rinnegava la sua natura.
Era per questo che mi aveva attaccato? Perché non resisteva all'odore del mio sangue?
Per qualche strana ragione desiderai che fosse così.
Almeno non ti odia...
Già,forse era per quello. Perché l'ultima cosa che volevo era che mi odiasse.
-Bella...-
Sobbalzai,spalancando gli occhi per lo spavento.
-oh...Alice,sei tu? - riconobbi la voce squillante,lo scampanellio cristallino che nel pronunciare il mio nome si era coperto di tristezza.
-si.-
-mi hai spaventato...-
-scusa. - finalmente la sua voce mi indicò la strada da seguire: Alice stava sulla porta,e mi osservava nella penombra.
Rimaneva lì,come oscurata,in quell'atmosfera ovattata che tutto sembrava fuorché realtà.
Non l'avevo mai vista in quel modo: era sempre stata così allegra che mi ero dimenticata che fosse umana,e che anche lei potesse avere i suoi momenti di tristezza.
E fui felice,in quel momento, che si preoccupasse per me.
Ciò di cui ebbi paura,tuttavia, fu la parola umana.
Perché se Edward era un vampiro,allora forse...
-mi...mi dispiace per Edward,Bella. Dico sul serio. - sussurrò,abbassando il capo come se fosse colpa sua.
-non...non preoccuparti,è tutto okay. -
Mi squadrò,inarcando le sopracciglia che crearono una piccola ruga sulla sua fronte di marmo.
Marmo...
-“tutto okay”? - ripeté,senza parole – e nelle tue condizioni saresti okay? Oh,Bella...-
-sul serio,io non...- in quel preciso istante mille flash ripetuti mi schizzarono da una parte all'altra del cervello,senza fermarsi: gli occhi cremisi di Edward,il suo ringhio feroce,i suoi denti scintillanti a contatto con la mia pelle...
Rabbrividii,e sentii di nuovo le lacrime scendermi sulle guance.
-Oh,Bella...- Alice mi corse incontro,abbracciandomi – Edward si sente così in colpa per quello che ha fatto...-
-dov'è? - chiesi,cercando di ignorare le lacrime – dov'è ora? -
-nella torre. Con Emmett e Carlisle. -
Annuii,tirando su con il naso: Alice mi aveva già parlato di loro,a quanto pare erano una famiglia molto unita e davvero numerosa.
Emmett era il fratello,mentre Carlisle era il capofamiglia.
Guardai in basso,e fui scossa da un fremito: improvvisamente capii perché Alice aveva sempre cercato di nascondersi nell'ombra,perché veniva sempre a trovarmi di notte o nelle giornate piovose,e anche perché spariva nelle rare giornate di sole.
In quel momento lo spiraglio di luce proveniente dalla finestra colpì il suo braccio,che iniziò a brillare come cosparso da centinaia di minuscoli brillanti luminosi.
-Alice...tu...-
Lei ritrasse il braccio,guardandomi con aria colpevole.
O forse implorante.
Cosa voleva dire tutto questo?
-lascia stare. - dissi,guardandola negli occhi – credevi che non avessi capito? -
-ci speravo. - mi sussurrò lei,lasciandosi inondare dalla luce del sole.
Era meravigliosa.
Avevo ragione.
In quel castello non c'era un vampiro.
Ce n'era un'intera famiglia.
-è questo,ciò che siamo. - disse Alice, e la sua voce sembrò ancora più bella sotto i raggi del sole – e mi dispiace che tu sia finita in questa storia,Bella. Non doveva succedere.-
-che...che vuoi dire? -
-l'odore del tuo sangue è...molto forte,il tuo profumo è davvero particolare. E' difficile resisterti,soprattutto quando sei molto vicina a noi. - mi spiegò,tornando a sedersi sul mio letto.
-il mio profumo...- sussurrai,tentando di capire – e come fai a resistere,tu?-
-è diverso,Bella. - proseguì lei,sorridendo per la prima volta – tu oramai sei mia amica, e non ti farei mai del male. Il tuo profumo è ottimo,ma niente di più. Per Edward,invece,sei...una specie di droga...-
Rabbrividii. A quanto sembrava mi vedevano come un pasto da scegliere in frigo.
-scusa. - ripeté di nuovo Alice,alzando gli occhi al cielo.
-no,no. Devo...sto cercando di capire. -le dissi svelta,cercando di convincerla – devi spiegarmi,Alice. Ormai ho capito...quello che siete. -
-il fatto che hai capito che siamo vampiri non implica che tu debba sapere la verità. -
-oh,certo. - sbuffai,incrociando le braccia – e dovrei allontanarmi da voi così all'improvviso? Da te? Da...-
Mi fermai,mordendomi il labbro.
Dannazione,ormai era inevitabile negare che la presenza di Edward,seppur fulminea,aveva scatenato in me qualcosa di particolare.
-Edward? - mi aiutò Alice,piegando la testa da un lato.
-si,lui. -
-hai qualche...domanda?-
Oh,ne avevo a centinaia,e tutte facevano a gara per uscire dalle mie labbra.
Ma in quel momento,a dir la verità,non riuscii a chiederle nulla.
Perché sapevo cosa dovevo fare,qual'era la priorità.
E l'avrei fato comunque,anche rischiando la pelle un'altra volta.
Mi alzai di scatto in piedi,ma fui bloccata da Alice che mi fermò alla porta con una velocità inimmaginabile,facendomi intuire che oltre alla pelle pallida e al sangue c'era oltre,nella loro natura.
-Bella,devi rimanere a letto. -disse decisa,e non sembrava ammettere repliche.
-ti prego,Alice. Te lo chiedo con il cuore,fammi...fammi passare,per favore. -
Lei rimase a guardarmi,cercando di capire cosa mi passasse per la testa.
-va bene. - concluse,sparendo nell'ombra della stanza e lasciando la porta aperta.
Sporca bugiarda,è questo il ringraziamento?
Le stavo mentendo,ma oramai era chiaro cosa volevo fare: aprii la porta ed iniziai a correre,diretta verso l'ultimo piano.
Sorprendentemente,Alice non mi fermò. Rimase semplicemente dietro di me,a vegliare sulle mie azioni forse troppo impulsive.
Ma dovevo vederlo. Dovevo andare da lui.
Non sapevo perché,ma ne avevo bisogno.
Arrivai davanti alla porta della torre,e questa volta la spalancai completamente,rimanendo sulla soglia in attesa di vedere cosa mi aspettasse.
E in quel momento Edward Cullen incrociò il mio sguardo.
Gli occhi erano di nuovo di quel color dorato che avevo visto la prima volta,e di certo non mi spaventò.
Accanto a lui c'erano gli altri componenti della famiglia,e mi resi conto che Alice li aveva descritti alla perfezione: Carlisle Cullen aveva i capelli chiari,il volto pallido e le sue espressioni, i suoi movimenti, tutto di lui ispiravano grande fiducia,mentre Emmett somigliava ad un armadio mobile,che con la sua grande stazza dava un grande senso di protezione.
Mi osservarono a lungo,per poi sorridermi: probabilmente avevano capito le mie intenzioni,perché si fecero subito da parte.
Edward era tranquillo,ma la sua espressione tradiva una grande amarezza e frustrazione,forse per quello che mi aveva fatto.
Attraversai la stanza,e lentamente mi feci vicina a lui,inginocchiandomi per terra e guardandolo negli occhi.
Seduto sul pavimento e illuminato dalla pallida luce del sole era ancora più bello.
Lo guardai negli occhi,e lui rimase a fissarmi,confuso.
Istintivamente,tentai di allungare una mano per sfiorare il suo volto perfetto,la sua pelle liscia e fredda come il marmo che oramai era diventata una caratteristica comune di quella famiglia.
C'era odore di disinfettante e fiori,segno che avevano già ripulito il sangue lasciato sulla parete dalla mia povera testa.
Edward inspirò il mio profumo con discrezione,probabilmente in qualche modo riusciva a controllarsi meglio.
La mia mano arrivò sulla sua guancia,e con una carezza sperai di poter dire tutto ciò che la mia voce – che in quel momento era troppo emozionata per uscire fuori – non poteva spiegare.
Edward chiuse gli occhi,assorbendo il mio gesto con una dolcezza infinita.
Gli sorrisi,senza quasi rendermene conto,forse intenerita da quel gesto,forse perché semplicemente mi ispirava fiducia.
Anche lui sorrise: quel sorriso sghembo di cui mi ero...
Cosa?
-mi dispiace – sussurrò con la sua voce vellutata.
-come ti senti? - gli chiesi,senza lasciare il suo viso.
Lui mi osservò senza parole.
-chiedi a me come posso stare? -
-io sto bene. - spiegai,come se quel discorso non avesse senso – e tu? -
Sorrise ancora,facendomi sempre più felice.
-bene. Adesso. -



Quando uscii dalla stanza Alice era già lì che mi aspettava,stranamente tranquilla.
-Grazie,Bella. - mi disse,abbracciandomi.
-per cosa? -
-per avergli ridato la vita. -
Quelle parole,apparentemente senza senso,mi fecero uno strano effetto.
Era grazie a me che Edward era più controllato?
-sembra così...solo. - sussurrai,guardando di nuovo la porta chiusa.
-già,ma prima era una sua scelta – Alice seguì il mio sguardo,persa in chissà quale ricordo- rinnegava la sua natura perché si considerava un mostro,ed è sempre rimasto da solo. Ma da quando ci sei tu lui...è diverso. E'...cambiato,e vuole controllarsi. -
-l'unica cosa che gli manca,adesso,è la sua famiglia. - dissi,sperando che capisse cosa avevo in mente.
Alice mi guardò,sorridendo come una bambina.
-sul serio? -
-vedrai che...mi ci abituerò. D'altra parte,cosa ci può essere di più interessante che vivere con una famiglia di vampiri? -





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Note:Rieccomi qui,lacrimuccia mode-on in questo capitolo^^ Purtroppo oggi non ho moltissimo tempo per commentare questo capitolo,spero solo vi sia piaciuto (fino ad ora è il mio preferito,a scriverlo mi ci è voluto un pò a causa dell'ultima parte,ad alto carico emotivo...volevo davvero che uscisse bene,insomma!).
Grazie per tutte le recensioni meravigliose che mi lasciate,vi prometto che aggiornerò il prima possibile^^
INtanto continuo a segnalare la mia ultima storia completa:
 
Disturbia.



Baci
LMS*

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Capitolo 6
*** {.Dancing under the moon.} ***


≈ Valzer ≈
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5.
{.Dancing under the moon.}
≈ Valzer ≈
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Ancora non capivo come mi fosse venuta in mente quell'idea.
Sapevo solo che l'avevo fatto per Edward,per colmare la sua solitudine.
Ecco perché due giorni dopo il mio incontro con Edward i Cullen erano venuti a vivere nel castello.
Carlisle ed Emmett mi avevano subito fatto sentire a mio agio,presentandomi al resto della famiglia.
-Bella,ti presento Esme,mia moglie. -
-molto piacere,Bella. - mi disse lei,sorridendo: era il ritratto della dolcezza,la pelle pallida la rendeva bellissima e il suo carattere la facevano somigliare alla mamma che non avevo mai avuto.
I capelli color caramello avevano dei tratti simili ad Edward,e per un attimo mi chiesi se fosse davvero sua madre.
Mi abbracciò,senza alcun timore per il mio odore.
-non preoccuparti,Bella. - mi disse Alice,mano nella mano con un ragazzo biondo davvero molto affascinante – resistiamo bene al sangue umano. Siamo vegetariani,mangiamo solo animali. -
-sul serio? - chiesi,incredula.
-sul serio. - confermò Carlisle,ridendo della mia espressione basita – non ci saziamo come con il sangue delle persone,ma almeno possiamo vivere civilmente,basta andare a caccia più spesso. -
Annuii,molto interessata a quell'argomento.
Nel frattempo notai che Alice mi si era fatta più vicina: - Bella,lui è Jasper. -
Il ragazzo biondo sembrava leggermente più teso degli altri,e questo mi incuriosì.
-è l'ultimo arrivato in famiglia,purtroppo ha ancora difficoltà a resistere al profumo umano. -sussurrò Alice,appoggiandosi alla sua spalla.
Per tutta risposta,Jasper sorrise dandole un colpetto sulla testa:
-non darle retta,Bella. - disse alla fine,rilassandosi – è un piacere conoscerti. -
-anche per me. - risposi,tranquilla.
Per la prima volta,malgrado mi trovassi a confronto con una famiglia di vampiri bellissimi,non mi sentii a disagio.
O in pericolo.
In quel momento riflettei su ciò che aveva detto Alice: ultimo arrivato.
-Ultimo arrivato? - chiesi,sicura che loro avessero già capito la domanda.
-bé,la verità,Bella, è che noi siamo una...famiglia per scelta. - mi spiegò Esme,guardando i suoi figli con sguardo orgoglioso – alla società risultiamo come una giovane coppia che ha adottato cinque ragazzi,ma in realtà ci siamo uniti per scelta. -
-come una famiglia. - puntualizzò Alice,facendomi capire che dopo tutti quegli anni lo erano diventati davvero.
E nello stesso momento,osservando di nuovo l'atteggiamento di Jasper verso Alice,capii che il non essere fratelli a loro andava molto più che bene,e vedendoli insieme mi sentii improvvisamente bene per loro.
-oh,e lei è Rosalie. - mi sussurrò Emmett,indicando la ragazza bionda accanto a lui,una modella che avrebbe fatto invidia anche a Miss Universo.
Rimasi senza parole,ma lei mi degnò a malapena di uno sguardo,facendomi rabbrividire.
-non preoccuparti,Rose fa sempre così con gli umani. Ti ci abituerai. - mi sussurrò all'orecchio lui,dirigendosi verso la compagna e abbracciandola per cercare di convincerla a non odiarmi senza motivo.
Accidenti,avrei avuto una bella grana,ma in quel momento non ci pensai.
Pensai piuttosto a quella famiglia e al loro segreto: ero sempre stata un persona molto razionale,ma la mia sicurezza si era disciolta come neve al sole nel momento in cui avevo scoperto la loro natura.
Cosa mi stava succedendo? E perché proprio adesso e soprattutto con loro?
Forse perché hai qualcuno che ti ama,ora...
Scacciai dalla testa quella stupida vocina irritante,tornando ad affrontare il problema maggiore: la convivenza.
Avrei dovuto adattarmi e vivere come se fossi al loro servizio.
-bene,Bella. - Alice mi si avvicinò,poggiando una mano sulla mia spalla – sei licenziata.-
Spalancai gli occhi,e subito il panico si impossessò di me.
-c-come? Ma che stai...-
- ehi,ehi,un secondo! Abbiamo deciso di licenziarti solo perché non vogliamo che lavori più per noi! - si affrettò a dire lei,divertita dalla mia reazione – ora che siamo tutti qui possiamo occuparci tutti della casa. E poi ferita come sei non puoi stancarti. -
-oh... -
-adesso devi solo scegliere la stanza che preferisci. -
Sorrisi,e alla mente mi arrivò subito il letto a baldacchino bianco,seguito dal sorrisetto complice di Alice.
-buongiorno a tutti. -
Sussultai,irrigidendomi: quella voce,quella splendida,magnifica voce di velluto...
-Edward! - gridai allegra,voltandomi verso le scale: Edward ci guardava con il sorriso sulle labbra,appoggiato al corrimano.
Era rilassato,sereno,e molto elegante: la camicia bianca e i pantaloni scuri lo facevano somigliare ad un modello pronto per gli scatti.
-Bella...- sussurrò lui con dolcezza,avvicinandosi a me senza perdermi mai di vista con i suoi splendidi occhi dorati – come ti senti? -
-te l'ho già detto,sto bene. E tu? - gli chiesi di nuovo.
-mai stato meglio. Hai fame? -
Feci per rispondere,ma mi bloccai,ripensando a quello che mi avevano già spiegato:se andavano a caccia allora...
-Edward,che fine hai fatto fare al cibo che ti preparavo ogni giorno? - chiesi,mettendo il broncio.
Edward guardò Alice,e lei si morse il labbro,come se fosse stata scoperta dopo qualcosa che non avrebbe dovuto fare.
-scusa,Bella. Il fatto è che noi non...-
-fantastico. - sibilai,alzando gli occhi al cielo – tutto il mio lavoro buttato al vento. -
-oh,non preoccuparti. - mi sussurrò Edward all'orecchio – vedrai che saprò farmi perdonare -.
Avvampai all'improvviso,scatenando l'ilarità generale.
-mi piaci quando arrossisci,sai? -
-che vergogna...-



Portai i pochi vestiti che avevo nella stanza bianca,sistemando tutto ordinatamente e notando qualcosa che prima non c'era: una scatola di legno intarsiata posata esattamente al centro del mobile di legno bianco.
La aprii,sussultando nel sentire Claire De Lune inondare la stanza.
Era il carillon,ed io non potei fare a meno di chiedermi chi lo avesse messo li.
Al suo interno spiccava un biglietto bianco,su cui qualcuno aveva scritto con una calligrafia pulita e molto elegante.

Con la promessa
di non farlo cadere più
dalle tue mani.

Edward


Soffocai un gemito,evitando di piangere anche per quel gesto così dolce e al contempo così delicato.
Era davvero cambiato all'improvviso.
Ora era davvero felice.
E quando lo era lui,lo ero anch'io.




La casa era di nuovo vuota,i Cullen erano andati a caccia e dalle finestre filtrava la splendida luce della luna piena: una scena da fiaba.
Arrivai nella grande sala scendendo la scalinata,e per un attimo mi immaginai con un grande strascico e un vestito elegantissimo,mentre volteggiavo in quella grande stanza come nelle favole più belle che avevo – segretamente – sempre sognato di vivere.
Il mio scetticismo coincideva con il momento in cui avevo capito che le favole non esistevano affatto,e che nessuna fatina sarebbe arrivata a liberarmi dalla solitudine.
Ci avevo sempre creduto,fermamente.
Ma da quando ero li,tutte le mie teorie sembravano essersi sgretolate all'improvviso.
E,sorprendentemente,mi andava più che bene.
Mi fermai al centro della stanza,osservando il cielo scuro che si vedeva dalle grande finestre ai lati della stanza,punteggiato dalle stelle e incorniciato dalle punte più alte degli abeti del bosco.
In quel momento,però,accadde qualcosa che non seppi spiegarmi.
Una melodia prima lontana,poi sempre più vicina,iniziò a tamburellarmi nelle orecchie,e ci misi un bel po' prima di capire che non me la stavo immaginando,ma si stava diffondendo nella stanza come per magia.
Era una melodia al piano,che non avevo mai sentito prima.
In quel momento,due mani fredde si posarono sulle mie spalle,e mossa dalla curiosità – non avevo paura,perché in qualche modo sapevo cosa aspettarmi – mi voltai.
-pensavo fossi a caccia. - esordii,sorridendo ad Edward,che mi osservava con sguardo rapito.
-diciamo che ho già fatto il pieno. Per non correre rischi,sai. - rispose lui,sfiorandomi il collo.
Abbassai lo sguardo,arrossendo di nuovo: possibile che anche il suo tocco mi faceva quell'effetto strano?
Edward mi prese le mani,iniziando a muoversi lentamente sulle note di quella melodia con una grazia inaudita.
Oh,no. Non sapevo assolutamente ballare,e anche se fossi stata minimamente capace avrei sfigurato davanti a lui.
-oh,non so ballare...- sussurrai,ridendo.
-no? - mi fece fare una giravolta,senza perdere il mio sguardo.
-Bé,con te è tutto molto più semplice. Esiste qualcosa che non sa fare,signor Cullen? - dissi,ironica.
Solo allora mi resi conto che continuavamo a ballare quello splendido valzer lungo la stanza,e che con la sua guida sembrava davvero tutto più facile.
-si. Resisterti. -
Rabbrividii. Forse quelle parole mi avevano scosso,ma non nascosi che mi avevano fatto un immenso piacere.
-ti ho spaventata? -
-no. - risposi,mascherando quello strano nodo all'altezza dello stomaco che non riuscivo a cancellare.
Le farfalle?
-non devi nasconderlo. -
-davvero,non mi hai spaventato. Solo...non riesco a capire,a capirti. Fino in fondo. -
-oh,non sai quanto sono vere le tue parole. -
-che vuoi dire? - chiesi,notando che mi stava stringendo a se,sempre più vicino.
-che è difficile leggerti. -
Esitai. Leggere le persone?
-tu sai...-
-si. Ma il fatto che so leggere nella mente non vuol dire che ci riesca con te. -
Cavolo. Quei vampiri erano dei supereroi!
-oh,no. E' tanto grave? - chiesi,toccandomi involontariamente la testa.
-non saprei. Ti preoccupi di te stessa quando stai ballando con un vampiro che legge nella mente? -
-non so,magari è un mio difetto...-
-magari sei solo particolare,Bella Swan. -
Ormai eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altra,sentivo il suo respiro freddo sulle mie labbra.
-vuoi davvero rischiare la vita per me? - mi chiese,ricordando gli eventi del giorno precedente.
Rimasi a fissarlo,comprendendo la verità: ormai il mio legame con Edward era troppo forte per essere distrutto.
-non chiedo altro. - risposi,continuando a guardarlo negli occhi.
Quegli occhi che,ancora una volta,riflettevano i miei stessi desideri.






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Note:Ma Saaaalveee!! Allora,questo capitolo è quello che mi ha dato l'ispirazione: quando ho iniziato a scrivere questa storia ho immaginato Edward e Bella ballare un incrocio fra tango e valzer in un castello sotto la luna,e così è venuta fuori questa storia^^
Spero vi piaccia,a quanto vedo dalle recensioni è piuttosto gradita...sono contenta,e grazie mille!^^
E ora una cosa importantissima: HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
S
i vede che è importante,eh? XD è solo che ci tengo particolarmente,e mi piacerebbe che la leggeste: si intitola ≈Venus♥ (<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
 
Disturbia.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento!


Baci
LMS*

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Capitolo 7
*** {.A Kiss in the meadow.} ***


≈ Valzer ≈
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6.
{.A Kiss in the meadow.}
≈ Valzer ≈
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Guardai di nuovo il cielo,osservando le nuvole che,lente,si muovevano sopra di me come ciuffi di panna montata.
Il giardino dei Cullen era tornato di nuovo splendido come doveva essere,ed io stavo godendo della sua bellezza e di quella splendida giornata di sole sdraiata sull'erbetta fresca.
E inevitabilmente non riuscivo a pensare che alla sera precedente,e a quell'incontro con Edward che non riusciva ad uscirmi dalla mente.
In quel momento mi chiesi come sarebbe stato baciare un vampiro,e arrossii immaginandomi Edward e il suo fisico scolpito avvicinarsi a me...
Ma che diavolo di pensieri avevo in mente?!
Chiusi gli occhi,respirando e cercando di controllarmi.
-Bella! -
-AH! - gridai,aprendo gli occhi di scatto a quella voce cristallina che mi aveva chiamato,e che era sorprendentemente vicina.
Quando aprii gli occhi vidi Alice ad un centimetro dal mio viso,chinata su di me per farmi quella che probabilmente considerava una sorpresa,ma che per me equivaleva solo ad un tremendo spavento.
-Alice! - mi misi seduta,tentando di controllare il battito impazzito del mio cuore.
-ehi,ti ho spaventato? -
Quelle parole mi ricordarono di nuovo Edward.
Scrollai la testa,sorridendo a quel folletto che ora,alla luce del sole,brillava come una stella: in effetti ora non c'erano problemi ad uscire,neanche con il sole, dato che la Villa era interamente coperta dal bosco di abeti e nessuno poteva vedere al suo interno prima che noi riuscissimo a vedere lui.
-diciamo che ero...con la testa da un'altra parte. - sussurrai,sdraiandomi di nuovo sull'erba.
Alice si sdraiò accanto a me,gli occhi rivolti verso il cielo,e in quel momento non potei fare a meno di rimirare la sua pelle di diamante.
-e questa “parte” ha gli occhi dorati,un bel sorriso e risponde al nome di Edward Cullen? -
-Alice! - sbottai,coprendomi il volto con le mani.
Alice scoppiò a ridere,sfiorando con le mani il delicato vestito azzurro che coprì i fili d'erba con la sua stoffa leggera.
-oh,Bella...non dirmi che ti vergogni! Lo abbiamo visto tutti,il legame tra voi due...-
-ma ci conosciamo da...-
-da un mese,e allora? - proseguì lei,voltandosi verso di me – mai sentito parlare del colpo di fulmine? -
-io non ci credo,a queste cose. Però...-
Però...
-però. - concluse Alice,senza il bisogno di andare oltre.
Rimanemmo a goderci il sole per un'ora buona,fino a quando non ricevemmo un'altra visita inaspettata – o,forse,inaspettata solo per me.
-Jasper! - gridò Alice all'improvviso,aprendo gli occhi.
Lo feci anch'io,e quando i miei occhi si abituarono di nuovo alla luce del sole vidi il volto luminoso di Jasper – in piedi dietro di noi – che ci guardava,divertito.
-posso portarti via questo scricciolo per qualche secondo,Bella? - mi chiese lui,galante come suo solito.
-oh,fai con comodo. - sussurrai io,quasi assopita grazie al calore del sole che mi scaldava la pelle.
Alice sorrise,baciandomi la guancia e sparendo con Jasper dentro casa.
Ma non feci in tempo a chiudere di nuovo gli occhi che un'altra voce mi arrivò alle orecchie.
Una nuova,splendida e attesa voce.
-quindi non credi al colpo di fulmine,eh? -
Sorrisi,senza aprire gli occhi,sentendo la presenza di Edward accanto a me:
-Alice? -
-in realtà lo ha pensato. - spiegò Edward,bello come un dio – ma non hai ancora risposto alla mia domanda. -
-quale domanda? -
-Bella...-
-uff,e va bene. - mi alzai in piedi,e lui fece lo stesso.
Il sole smise di illuminare la sua pelle per qualche istante,coperto da una nuvola di panna che sembrava avesse scelto il momento perfetto per permettermi di osservare il mio splendido vampiro senza incappare nel riflesso della sua pelle di diamante.
-io non credo ai colpi di fulmine. -confermai,avvicinandomi – ma credo...credo a noi due. -
Edward sorrise,scuotendo la testa per la mia cocciutaggine.
-e questo si chiama...-
Lo fissai,per poi scoppiare a ridere.
-tu sei...davvero incredibile. -
Mi sfiorò il volto,facendosi sempre più vicino: - vieni,voglio mostrarti una cosa. -
Non feci in tempo a replicare che mi aveva già preso sulle spalle per portarmi chissà dove.
La cosa più traumatica fu probabilmente la sua folle corsa: era velocissimo,molto più veloce di quanto mi aspettassi,e il paesaggio intorno a noi si riduceva a poche macchie indistinte.
Tuttavia,stretta a lui mi sentivo molto più sicura che in qualsiasi altro posto.
Volevo stare con lui a qualsiasi costo,volevo rimanergli accanto.
Nascosi il viso nell'incavo del suo collo freddo,ignorando le vertigini e rimanendo nascosta fino a che,dopo qualche secondo,non mi posò a terra.
-come va? - mi chiese,sorreggendomi.
-bene...-mentii,ondeggiando ancora -la prossima volta,però,avverti...-
Edward sorrise,e come al solito trasmise allegria anche al mio cuore trepidante.
-guarda. -mi disse poi,facendomi voltare.
Feci qualche passo in avanti,lasciando ondeggiare l'abito color panna che si confondeva con la mia pelle pallida: eravamo arrivati in una radura perfettamente circolare,in mezzo al bosco.
Solo quando vi arrivai in mezzo capii dove mi trovavo: l'erba soffice – di nuovo illuminata dal sole – era coperta da un manto di fiori colorati e profumati,tantissime farfalle variopinte vi si posavano sopra completando quella specie di paradiso.
Era la radura che vedevo dalla mia stanza,che tanto avevo desiderato raggiungere e che ora era li,ai miei piedi.
-Edward,ma come...-
-anche se non riesco a leggere la tua mente ti conosco,Bella. - mi rispose lui,sfiorandomi le spalle – ti vedevo ogni giorno in quella stanza,che guardavi dalla finestra. -
-mi...vedevi? -
-non pensare male,Bella. - sorrise nella sua perfezione,lasciando che il sole lo inondasse – Voglio solo dire che da quando sei arrivata non potevo rimanere lontano da te. Sei come...una droga,per me. Non riuscivo a starti lontano,ne a considerarti una preda.
Eri come qualcosa di irraggiungibile,un oggetto prezioso. Come si dice, “guardare ma non toccare”. -
-e riuscivi a resistere? - chiesi io con voce tremante,già commossa da quelle parole che mi facevano sembrare la cosa più importante del suo mondo.
-stranamente si,era come un obbligo che mi ero prefissato. Perché non volevo farti del male.
Quando sei entrata all'improvviso nella mia stanza non avevo cacciato,e non avevo nemmeno previsto che ti saresti avvicinata tanto. Ecco perché sono stato così brusco con te,dovevo allontanarti da me. Ma tu sei così...testarda...-
-lo so – confermai,prendendolo per mano come se quello fosse un gesto normale – ed è grazie alla mia testardaggine che siamo qui,insieme. -
-mi piace la tua testardaggine. -
-anche a me. - sussurrai,arrossendo.
Per tutta risposta,Edward mi baciò la guancia.
-come va? - chiesi,riferendomi alle sue capacità di resistenza.
-mai stato meglio. - confermò lui,avvicinandosi a me.
Gli sorrisi,allontanandomi. Mi tolsi le scarpe e cominciai a correre per la radura,tenendo sollevati i lembi del vestito.
-è una sfida? - mi chiese lui,da lontano.
-puoi scommetterci! - gridai,felice,voltandomi durante la mia folle corsa.
Ma quando mi rigirai era già davanti a me,e dopo avermi afferrato cademmo entrambi a terra,con il sorriso sulle labbra.
Io non la smettevo più di ridere,finalmente quella felicità che avevo ricercato da tanto mi si presentava davanti agli occhi come un dono.
Il mio dono sei tu...
-non ridevo così da...da tanto di quel tempo...- sussurrai,rimettendomi seduta davanti a lui.
-neanche io. - rispose lui,sfiorandomi la guancia e iniziando a giocherellare con una ciocca di capelli che pendeva sul mio volto.
-in fondo,Edward,io e te siamo molto simili. - sussurrai,temendo di scatenare in lui la reazione che aveva avuto al primo incontro. - anche io sono stata sola per...per tutta la vita. Ora ho una famiglia,ho...ho te. E in qualche modo capivo come ti sentivi. -
Al contrario delle mie paure,Edward si fece più vicino,tentando di guardare oltre i miei occhi – nella mia mente,forse? Voleva conoscere i miei pensieri? - per cercare quella solitudine che era stata colmata solo negli ultimi giorni,grazie a quella nuova famiglia che avevo sempre immaginato nei miei sogni.
-scusa per quello che ti ho detto,quando ci siamo incontrati – mi disse lui,guardandomi con occhi imploranti,come se mi stesse chiedendo di perdonarlo per qualcosa di cui non mi preoccupavo minimamente.
-no,forse è stata colpa mia. Non dovevo parlarti in quel modo,in fondo non ci conoscevamo per nulla,e non avevo il diritto di...-
-sssh. -mi sussurrò all'orecchio,sfiorandolo con le labbra fredde – diciamo che abbiamo sbagliato...entrambi. -
Sorrisi,in pieno accordo con quel patto che mi avrebbe fatto dimenticare il nostro brusco incontro: pensai invece alla domanda che mi aveva fatto la notte precedente,chiedendomi se ero pronta a rischiare la vita per vivere con un vampiro.
In quel momento capii che Edward voleva davvero stare con me,e il mio cuore si riempì di qualcosa di nuovo,dolce e allo stesso tempo pieno di energia e vitalità.
Era amore,forse?
Quell'amore che non avevo mai provato?
-vorrei provare una cosa...- mi disse all'improvviso,continuando a sfiorarmi il volto.
E quando si avvicinò con le labbra alle mie,avevo già capito.
Rimasi immobile,cercando di aiutarlo in quella specie di iniziazione che,se fosse andata male,avrebbe segnato la mia fine.
Tuttavia,benché rimasi ferma per evitare complicazioni,ero sicura di non essere in pericolo.
Malgrado tutto,mi fidavo ciecamente di lui.
Quando le sue labbra premettero sulle mie sentii il suo respiro freddo inebriarmi,e diffondersi come una scarica di adrenalina in tutto il corpo.
Edward era la mia energia,ed io volevo essere sua per sempre.
E quel bacio,forse,era troppo per la mia piccola e fragile mente umana.
Affondai le mani tra i suoi capelli,avvicinandomi di più e tentando di rimanere insieme a lui il maggior tempo possibile.
Sentivo le sue mani sfiorare dolcemente il mio corpo,le dita fredde punteggiare la mia pelle insieme al calore del sole.
Solo quando si allontanò bruscamente da me mi resi conto che avevo esagerato.
Lo fissai,tentando di controllare il respiro reso troppo veloce dall'emozione e rimanendo seduta sull'erbetta fresca,ma dopo qualche secondo crollai,sdraiandomi sull'erba.
Chiusi gli occhi,tentando di riprendere il controllo del mio corpo.
-scusa...-sussurrai,sicura che mi avesse sentito.
-mi ucciderai,ne sei consapevole? - scherzò lui,sdraiandosi accanto a me.
Mi aprii in un debole sorriso,felice che non si fosse preoccupato,o addirittura arrabbiato.
Tuttavia,anche in quella battuta sentii una leggera tensione.
-credi che riuscirò mai a controllarmi? - chiesi,voltandomi da un lato e trovandomi a pochi centimetri da lui.
Azzardai un'altra mossa,posando la mano sul suo petto fermo e avvicinando la testa nell'incavo della sua spalla.
Edward si irrigidì,ma non aveva alcuna intenzione di lasciarmi andare.
-ti preoccupi di migliorare? Sono io quello che deve darsi da fare,qui. Tu riuscirai a controllarti,no? -
Pensai a quel momento perfetto,e risi di nuovo.
-oh,non ci metterei la mano sul fuoco. -








xxx
























Note:Ehi,ciao a tutti!^^ Che ne pensate di questo capitolo? Ho ripreso il titolo di uno dei capitoli di Twilight ( The Meadow=La radura) per ispirare un bel bacio tra Edward e Bella,aggiungendoci una scenetta tra Bella ed Alice,che personalmente adoro!*_*
E ora una ribadisco: HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥ (<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci un'occhiatina ^^
Ringrazio chi ha iniziato a seguirla e ovviamente chi segue questa,e grazie anche per tutte le belle recensioni che mi lasciate^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
 
Disturbia.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento!


Baci
LMS*

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Capitolo 8
*** {.Beautiful tearful.} ***


≈ Valzer ≈
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7.
{.Beautiful tearful.}
≈ Valzer ≈
xxx









Era passato un altro mese da quando da quando i Cullen erano entrati a far parte della mia vita,e ormai mi ero integrata perfettamente con la famiglia.
Il controllo di Edward era molto migliorato – anche grazie alle “lezioni” di Carlisle – e oramai tutti mi consideravano un membro di quella nuova famiglia.
Bé,quasi tutti.
Rosalie non sembrava avere una particolare disposizione per me,benché Emmett mi considerasse una specie di sorella.
Tutti mi dicevano di non preoccuparmi,che il carattere di Rosalie era sempre stato così nei confronti degli umani,e che non dovevo farci caso più di tanto.
Quella mattina Edward era andato a caccia nel bosco insieme ai ragazzi,mentre noi ragazze eravamo rimaste a casa.
Rosalie aveva deciso di andare a fare un giro in centro – a quanto mi aveva detto Alice era integrata nella società come una perfetta umana,e il sangue non le creava alcun problema – per cui aveva preso la sua favolosa macchina sportiva rosso fiammante ed era sparita già dalla mattina.
Così mi ritrovai in quel gigantesco castello in compagnia di Alice ed Esme,che mi raccontarono come fosse stato difficile il tempo trascorso lontano da Edward.
-pensava di essere un mostro. Non voleva accettare le sue condizioni. -disse Esme mentre ripuliva la cucina già splendente – è incredibile come tu sia riuscita a cambiarlo in poche settimane. -
-oh,l'amour...-canticchiò Alice, con un sorrisetto stampato sulle labbra.
-ma c'è ancora una cosa che non riesco a spiegarmi: come mai Edward non riesce a leggere i miei pensieri? - In quel momento sia Alice che Esme si strinsero nelle spalle,in un gesto molto simile che mi fece sorridere: in quella grande cucina sembrava di vedere davvero una madre intenta a godersi la giornata con sua figlia. Era una scena incantevole.
-oh,questo è un bel dilemma. Credo che tu abbia una specie di protezione,ma solo per quanto concerne la mente. - spiegò Alice,alludendo forse ai poteri che contraddistinguevano gli altri vampiri,e di cui mi aveva già parlato: lei sapeva vedere gli eventi futuri,Jasper controllava le emozioni e altri vampiri,conosciuti tramite le amicizie di Carlisle,erano capaci di cose ancora più strabilianti.
Avevo sentito parlare di alcuni che riuscivano a provocare vero dolore fisico,a cui si aggiungevano il controllo degli elementi e giochetti mentali.
A quanto sembrava,benché potessi provare dolore fisico,nessuno poteva entrare nella mia testa.
E mi sembrò una vera salvezza,considerando che pensavo sempre e solo ad Edward.
Se mi avesse scoperto,probabilmente mi avrebbe dato della pazza e se la sarebbe data a gambe.
-ehi,ci hanno messo poco...- sussurrò Esme,guardando fuori dalla finestra.
Dopo qualche minuto intravidi le figure dei “cacciatori” arrivare dal bosco,e conclusi che il terribile sviluppo dei sensi era davvero notevole e molto utile.
Cavolo,Edward era già a casa.
-buongiorno – mi salutò arrivando in cucina e abbracciandomi da dietro.
Sussultai,sorridendo per quelle reazioni ancora troppo umane che a lui piacevano tanto.
-vi siete divertite? - ridacchiò Emmett,e il significato di quelle parole mi era ancora oscuro.
-non ancora,Emmett. - rispose Alice con uno sguardo verso di lui,quasi con complicità...
Ma che diavolo...
-andiamo,Bella. - Alice mi prese per mano,conducendomi fuori dalla cucina – abbiamo da fare. -
-cosa? - mi lamentai io,allungando la mano verso Edward con sguardo implorante.
Lui mi sorrise,un sorriso impertinente di chi sapeva qualcosa.
E questo qualcosa doveva essere estremamente divertente.
L'ultima cosa che udii fu il bisbigliare divertito di Emmett e Jasper,e subito dopo mi ritrovai nella camera di Alice,una stanza enorme dalle pareti bianche e dall'arredamento chiaro,attraverso cui si poteva arrivare alla cabina armadio,praticamente grande quasi come due camere unite insieme.
-Alice...-sussurrai,sospettosa,notando che si stava pericolosamente avvicinando alla specchiera,dove erano impilati prodotti e cosmetici di tutti i tipi.
-non preoccuparti- mi rispose lei,maneggiando la spazzola come un coltello affilato – sarà una cosa indolore. -
-ti odio. -
-nah,lo sai che non è vero. - disse lei,scoppiando a ridere e trascinandomi davanti allo specchio,che sarebbe diventato il mio compagno di viaggio per molte,troppe ore.




Dovevo ammettere che Alice era davvero brava con il trucco.
Ora sembravo una fotomodella pronta per un servizio,non smettevo di chiedermi come avesse fatto a trasformarmi in quel modo e a farlo sembrare così naturale.
Tuttavia,quelle ore in cui mi ero trasformata in “Barbie trucco e parrucco” mi avevano letteralmente sfinito.
-aspetta,ho un'altra cosa per te. -
Alice si avvicinò all'armadio estraendo una grande scatola color crema dall'aspetto molto elegante: aprendola tirò fuori un abito bellissimo,lungo fino alle ginocchia e di un particolare color cremisi,una sfumatura scura che non avevo mai visto prima.
-Alice,ma che...-
-oh,smettila. E'...un regalo. -
-per me? - chiesi,incredula.
-ma certo! Appena l'ho visto l'ho subito immaginato su di te e...bé,adesso provalo! Che aspetti! -
-Alice,è troppo. Davvero. - sussurrai,sfiorando la stoffa morbida finemente decorata dal pizzo nero. Non che ai Cullen mancassero i soldi,ma quel regalo mi metteva in imbarazzo.
-Bella,è solo un regalo. Da sorella a sorella. - mi rispose,sorridendo.
In quel momento sentii un tuffo al cuore.
Non avevo mai avuto una famiglia,immaginiamoci una sorella.
Ed Alice era la sorella perfetta, e le volevo un bene immenso.
-grazie. - sussurrai,con gli occhi lucidi.
Lo indossai lentamente,facendo attenzione a non rovinare i capelli – Alice ci aveva messo una vita a scegliere le ciocche adatte da tirare su e da arricciare – e il trucco.
Nella scatola c'erano anche un paio di scarpe dello stesso colore,non molto alte – Alice sapeva che i tacchi non facevano per me – e dall'aria molto costosa.
Mi voltai,tirando su con il naso per evitare di piangere.
-oh. - sbuffò lei,con un sorrisetto – fragile umana. Ti si rovina il trucco! -




Scesi le scale con Alice sottobraccio,tentando di mantenermi in equilibrio con l'aiuto del corrimano.
Sfortunatamente per me,erano già tutti in salotto e mi guardavano allibiti,sorridendo.
-wow! - esclamò Emmett con le sue solite frecciatine verso Edward.
-non evitare il discorso,Emmett. - proseguì Jasper,allungando il palmo della mano – hai perso la scommessa. Bella è sopravvissuta ad Alice. -
-ah,che sfortuna! - grugnì Emmett,incrociando le braccia.
Ormai ero arrivata da loro,così li fulminai con lo sguardo: ecco perché sghignazzavano come matti,prima.
Avevano scommesso su di me!
-siete due idioti. - disse Alice,tranquilla,rivolgendosi a loro due.
-ma io ero in tuo favore,amore. - rispose Jasper,con uno dei suoi sorrisi smaglianti da fotomodello.
-si,certo. - ribatté lei,alzando gli occhi al cielo.
-sei splendida,Bella. - commentò Esme,sorridendomi e ricevendo il completo appoggio di Carlisle.
Rosalie,abbracciata ad Emmett,indirizzò lo sguardo verso la parte opposta,e come detto da tutti la ignorai,nascondendo il malessere che mi provocava.
-già. Splendida. - disse Edward,avvicinandosi a me.
Gli sorrisi: i suoi commenti erano sempre ben accetti.
-Edward,vorrei parlarti un momento. -
Lui mi sorrise,tuttavia intravidi una lieve tensione nel suo sguardo.
Mi prese per mano,stringendola più del dovuto,come se mi volesse avvertire,o forse fermare per ciò che stavo per dirgli.
Tuttavia,quel pensiero mi girava in testa già da qualche giorno,e il pomeriggio passato con Alice,il suo considerarmi già una sorella e tutte le attenzioni che la nuova famiglia mi riservava mi avevano convinto ad affrontare l'argomento.
Lo facevo anche per me stessa,ma soprattutto per Edward.
Per restare con lui per l'eternità.
Ci ritrovammo a passeggiare di nuovo nell'immenso giardino,e dopo qualche minuto non avevo ancora trovato le parole giuste per iniziare.
-cosa vuoi dirmi,Bella? - mi spronò lui,fermandosi.
-vorrei parlarti...di me. Di noi. - mi corressi,giocando sul sentimento che,e oramai era chiaro ad entrambi, ci legava e ci aveva travolto come un vortice di passione.
-Edward,voglio diventare un vampiro. -
In quel momento,Edward si irrigidì,e in meno di un secondo il suo volto era divenuto una maschera immobile in quello scenario surreale.
-non se ne parla. - concluse,senza troppi convenevoli.
-ma...-
-no. Non ti farò diventare come me. -
-vuoi spiegarmi almeno perché? - ribattei,stringendo i pugni.
-Vuoi davvero diventare un mostro?! -
-Voglio diventare un vampiro. Per rimanere con te,per sempre. Per l'eternità. -
-mi dispiace,Bella. Non puoi rinunciare alla tua vita per me. Non te lo permetterò. -
In quel momento sentii il mio corpo crollare come un sacco lanciato a terra.
Inutile,lasciato lì nel suo essere anonimo.
-non mi importa...della mia vita. - sussurrai,sollevando di nuovo il capo: non ero mai stata una persona arrendevole,e di certo non mi sarei fermata proprio in quel momento.
-non ti importa delle sofferenze che proverai nella trasformazione? -
Rabbrividii,ripensando a tutti i discorsi che mi avevano fatto sul processo di trasformazione: tre giorni di inferno che sembrano mesi,anni. La più terribile agonia incanalata in un unico corpo,un fuoco al posto del cuore,lingue bollenti che strisciano sul corpo come tanti piccoli vortici di dolore.
Scrollai il capo,pensando che per amore di Edward avrei potuto fare di tutto.
-no. - risposi,tentando di nascondere il groppo che avevo in gola.
La mia testardaggine era davvero unica.
-e neanche del fatto che dovrai stare lontano dal mondo,per diventare vegetariana? -
-no. Te l'ho detto,resisterò a tutto questo. -
-Bella,io non ti trasformerò. -
-allora lo chiederò a qualcun altro. Ad Alice,per esempio. -
Edward alzò gli occhi al cielo,esasperato: - lo aveva detto,che saresti stata più difficile del solito. -.
Lo guardai,interrogativa: - lei...sapeva? -
-lo ha visto nelle sue visioni: ci ha visto mentre affrontavamo questo discorso. -mi spiegò lui,guardando il bosco oltre il castello.
-allora chiediamolo a lei. Anzi,chiediamolo a tutti. -
Edward mi guardò di nuovo,allarmato.
E in quel momento presi la mia decisione.
-non sarai tu a decidere. Sarà tutta la nostra famiglia. -



Quando rientrammo, tutta la famiglia era già pronta ad ascoltarci: il loro udito fine,probabilmente,aveva assorbito gran parte della nostra conversazione.
-immagino non ci sia bisogno di spiegare – dissi,ponendomi al centro della sala. - voglio diventare un vampiro. Questo è quanto. -
-sei davvero sicura della tua scelta,Bella? - mi chiese Carlisle,neutrale.
-si. -
Edward emise una sorta di ringhio roco e breve,uscendo dalla stanza e dirigendosi verso il giardino.
Emmett e Jasper lo seguirono,e tutto ciò che sentii fu un nuovo ringhio,molto più prolungato.
Edward era arrabbiato,ma niente,in quel momento,avrebbe potuto farmi cambiare idea.
Alice mi sorrideva,probabilmente non era contraria alla mia trasformazione.
Rosalie,al contrario,sembrava sconvolta – per quanto può esserlo un vampiro,nella sua splendida perfezione.
Continuava,tuttavia,a guardarmi come se fossi colpevole di chissà quale crimine,come se la mia decisione fosse del tutto sbagliata e irragionevole.
Edward rientrò,e senza preavviso mi afferrò le spalle,scuotendomi leggermente.
-non puoi farlo,Bella! Non puoi finire la tua vita in questo modo! -
Per la prima volta la vocina nel mio cervello si riaccese come una lampadina: mi rividi da bambina,quando all'orfanotrofio vedevo sfilare coppiette di genitori sorridenti che sceglievano il loro figlio adottivo come un oggetto d'arredamento in un negozio di mobili.
E rividi tutti quei momenti in cui la mia speranza moriva,nel momento in cui le coppiette felici passavano oltre il mio lettino,per abbracciare un altro bambino che,da quel momento,avrebbe avuto una nuova famiglia.
Ogni volta mi sentivo nuovamente abbandonata,di nuovo sola,e mi chiedevo come sarebbe stata bella la vita dell'eletto,del prescelto.
Lo vedevo giocare nella sua nuova stanza,tra le braccia della sua nuova famiglia.
Felice.
Ora che avevo trovato anch'io una famiglia,questa mi stava rifiutando di nuovo.
Edward mi stava rifiutando.
-tu...non vuoi? -
-no. - rispose Edward,saldo nella sua scelta.
Purtroppo,la mia reazione fu del tutto improvvisa e incontrollata.
Se non avessi ripensato al mio passato probabilmente non mi sarebbe accaduto nulla,ma vedendo come in un film la mia vita passata,mi sentii di nuovo sola.
E dopo aver guardato per un'ultima volta i suoi occhi,lasciai Edward insieme alla sua famiglia,scappando nel fitto del bosco.
-Bella! - lo sentii gridare,da lontano.
E in quel momento,nel mezzo del bosco,diedi sfogo a tutte le mie lacrime.









xxx
























Note:Ehi ragassuoli!! ^^ Come va? Io sono reduce da una pesantissima giornata a scuola,ma il tempo per aggiornare come vedete lo trovo sempre!
Per prima cosa volevo mostrarvi il vestito di Bella,è stata quest'immagine che mi ha dato l'ispirazione *_*:


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Bello,vero?^^
Bene,a questo punto aspetto solo i vostri pareri,dato che mi interessa moltissimo sapere se questa storia continua a piacervi^^
Purtroppo questo capitolo lascia un pò amareggiati,ma non preoccupatevi...non vi lascerò troppo con la suspance che vi rode dentro,tenterò di pubblicare il prossimo capitolo il prima possibile: e ora un piccolo spoiler!!

"Solo in quel momento notai il ghigno improvviso e inaspettato che Edward e Alice mi rivolsero non appena mi sporsi tanto da non poter tornare indietro.
Ghigni malvagi,spaventosi,inusuali.
E fu allora che capii che non erano loro.
Ma oramai era troppo tardi."


E ora una ribadisco: HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥ (<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci un'occhiatina ^^
Un ringraziamento particolare a chi a recensito,aggiunto questa fic tra le preferite/seguite...o anche a chi solo a letto,oppure si è trovato per sbaglio in questa pagina ed è scappato urlando XD
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
 
Disturbia.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento!


Baci
LMS*

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Capitolo 9
*** {.Death under the rain.} ***


≈ Valzer ≈
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8.
{.Death under the rain.}
≈ Valzer ≈
xxx










Il profumo di resina e muschio oramai mi aveva completamente inondato i pensieri,insieme alle immagini sfocate della mia infanzia,del mio periodo trascorso con i Cullen.
Di Edward.
Ero scappata all'improvviso,non avevo retto a tutto quello che Edward stava facendo per salvarmi la vita.
Rifiutare la vita era un gesto ignobile,e lo sapevo bene.
Edward aveva tutti i buoni motivi per evitare la mia trasformazione: ma io,salda e forse cocciuta nella mia decisione,non ammettevo repliche.
E per questo rimasi lì,ginocchioni sul manto freddo e umido del bosco,senza muovermi: perché non potevo essere felice,almeno per una volta?
Edward,ti amo. Ti amo,ti amo,ti amo...
Dannazione,non potevo fare a meno di ripeterlo.
Che diavolo stavo combinando,sola in mezzo a quel bosco?
In quel momento sentii una presenza dietro di me,ed intuii subito chi potesse essere: mi voltai,e senza sorpresa mi trovai Edward di fronte.
Era distante,ma solo con il corpo: forse pensava che ero io,a non volermi avvicinare a lui?
Che stupidaggine...
-Edward...- sussurrai,ricominciando a piangere come un'idiota.
In silenzio,quasi senza accorgermene.
Basta! Basta,finiscila!
E senza neanche chiederlo,in un secondo fu accanto a me per abbracciarmi.
-mi dispiace – mi sussurrò,sfiorandomi la testa con le labbra fredde – non dovevo dirti quelle cose. Sono...sono imperdonabile. -
-tu non hai nessuna colpa – mi giustificai,scuotendo la testa sul suo petto – io...sono sempre stata da sola. Volevo far parte della famiglia,per una volta mi sembrava di aver raggiunto il mio scopo. E volevo rimanere con te,per sempre. -
-temo che anche io desideri questo. - mi sussurrò all'orecchio,combattuto.
Era diviso in due: una parte di lui mi voleva con se,mentre l'altra voleva farmi vivere la mia esistenza da umana.
E in quel momento riuscii a trovare la motivazione,l'unica che mi era sfuggita fino a quel momento,quella che mi vincolava al mondo dei vampiri in modo troppo forte per spezzarsi.
-Edward,credi davvero che senza di voi io sarei qualcosa? -
Mi guardò di nuovo,riducendo gli occhi a due fessure dorate.
-vivevi già benissimo prima di incontrarmi...-
-no! No,non è vero! - ribattei,ridendo – io...io ho vissuto in un orfanotrofio,e a quindici anni me ne sono andata per vivere da sola. Non ho mai avuto una famiglia,ne qualcuno che si prendesse cura di me. Credi che se mi allontanassi da voi adesso avrei qualche alternativa? -
-e non ti basterebbe una lunga vita da umana con me? - mi chiese,tenendomi stretta.
-oh,d'accordo. Ma quando dovrai scavare in mezzo alle rughe per augurarmi un felice novantesimo compleanno,voglio vedere come ti comporterai...-
-io ti amerò comunque.-
Rimasi a fissarlo,senza riuscire a dire una parola.
Forse era implicito nel nostro rapporto,ma non me l'aveva mai detto prima.
-come...puoi ripetere? - chiesi,boccheggiando.
Mi sorrise,sfiorandomi una guancia.
Si chinò lentamente,e mi baciò .
Dolcemente,poi con più passione,senza staccarsi dal mio corpo.
Resisteva,e ci riusciva molto bene.
-ti amo,Bella Swan. -mi sussurrò sule labbra,imprimendo quelle parole sul mio volto.
Gli sorrisi,e lui mi asciugò una lacrima.
Questa volta,tuttavia,la solitudine non c'entrava.
Strano a dirsi,ma ero felice. In quel momento,avevo raggiunto la mia meta.
-ti...ti amo anch'io. - sussurrai,abbracciandolo.
Non avrei potuto desiderare un finale migliore,per la mia storia.
-ho deciso. -mi disse lui,prendendomi in spalla con l'intento di riportarmi a casa.
-cosa? -chiesi,confusa.
-su te. Su noi. - si voltò,ed io mi strinsi attorno alle sue spalle.
Avevo già capito.
Edward aveva accettato di trasformarmi perché condivideva quella solitudine che entrambi avevamo provato in quegli anni.
Lui sapeva come mi sentivo,provava i miei stessi sentimenti.
E mi amava, e questa era la cosa più importante.



Quando la notte invase la silenziosa tenuta del Cullen,tutti i vampiri sembravano non preoccuparsi minimamente dell'orario: Rosalie ed Emmett parlavano sul divano,abbracciati,mentre Esme rimaneva alla finestra,a guardare attraverso il vetro con Carlisle che le massaggiava le spalle.
Alice era seduta sui primi scalini dell'ampia scalinata che portava ai piani superiori,e Jasper stava scendendo proprio in quel momento,pronto per sedersi accanto a lei.
Quando non c'è bisogno di dormire,nessuno se ne preoccupa.
Io invece me ne stavo sul divano all'altro lato della stanza,godendo della luce ipnotica del caminetto che Carlisle aveva appena acceso per aiutarmi a combattere contro l'umido e gelato clima che quella sera aveva colpito in modo particolarmente forte la nostra zona.
Edward era seduto al piano,vicino alla finestra, e le note solitarie che strimpellava di tanto in tanto nei rari momenti in cui non mi osservava – e questo mi imbarazzava davvero – erano in perfetta armonia con la pioggia che,lenta,cadeva sempre più rumorosamente fuori.
Smettila di guardarmi, gli dissi con lo sguardo,sorridendo.
I suoi occhi divennero due fessure dorate,e con un sorriso Edward scosse la testa.
Inutile,ormai ero il suo oggetto di studio preferito.
-perché non suoni qualcosa,Edward? - gli chiese Esme,ancora abbracciata al compagno.
Lo guardai: sapeva suonare?
-c'è qualcosa che non sai fare? - gli chiesi,sedendomi in modo più composto.
-mm...leggerti nel pensiero? - ironizzò lui,facendomi spazio sullo sgabello.
-scacco matto. - sussurrai,sedendomi per osservare i tasti bianchi e lucidi.
Edward li sfiorò delicatamente,iniziando a suonare una delle melodie più belle che avessi mai sentito.
Era fluida,armonica,e sembrava contenere tutto ciò che era stato represso in lui in quegli anni.
L'amore,la famiglia...tutto.
Quelle note viaggiarono da sole nella stanza,inondando la mia mente con tanti di quei pensieri da commuovermi.
-Bella? - mi chiamò Edward,osservando una lacrima su uno dei tanti tasti del piano.
Solo in quel momento mi accorsi che i Cullen ci avevano lasciato soli,e che Edward mi stava guardando con quel solito sorriso che avrebbe fatto sciogliere chiunque persino in quella notte così fredda.
-scusa. - dissi rapida,tentando di asciugarmi le guance come meglio potevo.
Per tutta risposta,Edward mi cinse le spalle con il braccio,ed io mi appoggiai alla sua spalla chiudendo gli occhi.
Iniziò a suonare più lentamente la stessa melodia,mentre la piccola lacrima che avevo versato sul piano continuava a brillare sotto le luci splendenti della stanza.
-sorridi,Bella. -
-si...- sussurrai,stringendomi a lui.
Perché in quel momento perfetto non avrei potuto fare altro.


Quando iniziai a sentire le palpebre farsi sempre più pesanti mi resi conto che le mie abitudini erano ancora troppo diverse da quelle dei vampiri,così Edward mi convinse ad andare a letto.
Salimmo fino alla mia stanza,e dopo essermi cambiata mi infilai sotto le coperte,notando con piacere che Edward mi aveva aspettato.
-dev'essere una noia mortale,girovagare tutta la notte senza poter dormire...- scherzai,sbadigliando e poggiando la testa sul cuscino di piume.
-oh,vedrai che troverò qualcosa da fare...- mi sussurrò all'orecchio lui,sorridendo.
Voltai il capo,incontrando le sue labbra.
E come ogni volta Edward mi strinse a se,spingendomi sul materasso e premendo le labbra fredde sulle mie,ancora più accaldate per quel contatto improvviso.
Cercai di tenerlo accanto a me il più a lungo possibile,ma come previsto dopo qualche istante si allontanò da me,carezzandomi il viso con dolcezza.
-è meglio che vada,altrimenti rischio di impazzire...-
-non resti con me? -
Avevo scoperto che Edward mi aveva sempre osservato durante il sonno nella mia permanenza a Villa Cullen,e ormai ero abituata a sentire la sua presenza accanto.
-devo andare a caccia con Alice e Jasper. Sarò qui il prima possibile,te lo prometto. -
-com'è il menù,oggi? - mugugnai,già vicina alle braccia di Morfeo.
L'ultimo suono che udii fu la sua risata sommessa,splendida come in uno dei miei sogni.
-buonanotte,mia Bella. Sogni d'oro. -
Avrei voluto rispondergli,ma in quel momento mi resi conto di essermi già addormentata,con solo il suono della pioggia scrosciante a farmi compagnia.
La notte iniziò con un sonno tranquillo,modulato solo dall'eco lontano della pioggia fuori dalla finestra.
Solo dopo poco aprii gli occhi: mi trovavo in un luogo completamente diverso da quello immaginato poco prima nella buia oscurità.
C'era luce.
Quel luogo splendeva,e solo ora mi rendevo conto di come la luce senza Edward fosse tremendamente accecante,forse troppo per i miei occhi abituati a vivere con i vampiri.
Istintivamente ebbi l'impulso di cercarlo,di trovare Edward in quell'esplosione di luce.
-Bella! Sono qui! - mi chiamava con la sua voce vellutata e spensierata proprio da poco lontano da lì.
Riuscivo persino a sentire la fresca sensazione dell'erbetta sotto i piedi in quella meravigliosa radura,che mi ricordava in modo troppo vivido la nostra radura.
Quando riuscii a raggiungere il folto gruppo di alberi dalla chioma rigogliosa che mi impedivano di vedere oltre a quel limite di vegetazione mi resi conto di essere ancora lontana dalla voce.
Non vedevo nessuno.
Com'era possibile?
-Bella,siamo qui! -
Solo in quel momento – riconoscendo la voce squillante e cristallina di Alice – capii che dovevo sporgermi oltre quella specie di sporgenza per vederli.
Non esitai a sedermi sull'erba,e tenendomi stretta al terreno mi affacciai,vedendo i loro visi splendenti alla luce del sole.
-sei arrivata,finalmente! - gridò Alice,allegra come suo solito.
In quel momento mi resi conto che non erano loro ad essere lontani,ma io che ero troppo in alto: mi trovavo su una specie di sporgenza verdeggiante,e sotto di me si apriva un dirupo piuttosto alto.
Edward continuava a guardarmi,mentre Alice sguazzava nell'acqua di quello che doveva essere un fiume,probabilmente lo stesso che attraversava il bosco di Casa Cullen.
-dai,Bella! Tuffati! - mi urlò Alice con la sua voce melodiosa,facendo un segno con la mano verso di me.
-tuffarmi? Ma è troppo alto! - le risposi,alzandomi in piedi e tentando di non perdere l'equilibrio.
-l'acqua è alta,Bella. - mi disse Edward,e il mio nome pronunciato da lui era tanto più bello da convincermi. - ti prendiamo noi: ricorda che siamo vampiri. -
Sorrisi,convinta.
Aprii le braccia,completamente assuefatta da quella voce così vellutata: inspiegabilmente iniziai a sporgermi verso il fiume,come un angelo che spicca il volo.
In effetti non era da me: io non avrei mai rischiato di buttarmi da un dirupo così alto.
A pensarci bene,nessun sano di mente ci avrebbe mai provato.
Oh.
Solo in quel momento notai il ghigno improvviso e inaspettato che Edward e Alice mi rivolsero non appena mi sporsi tanto da non poter tornare indietro.
Ghigni malvagi,spaventosi,inusuali.
E fu allora che capii che non erano loro.
Ma oramai era troppo tardi.
Strizzai gli occhi,con il panico che già si stava impadronendo di me: e in quell'istante ricominciai a sentire le gocce di pioggia sui capelli e sul corpo,la camicia da notte completamente bagnata,il freddo della notte oramai all'interno del mio corpo.
Non ero mai stata sonnambula,e forse non sarei mai stata nient'altro da lì in avanti.
Perché in quel momento mi accorsi di non essere nella mia radura splendente,ma sulla torre del castello dei Cullen.
Oh.
Precisamente sul tetto,e mi stupii di come ero riuscita ad arrivarci.
Solo una cosa si era mantenuta,dal mio sogno: il mio volo ad angelo.
Ed ora stavo cadendo,inesorabilmente,verso terra.
Verso la morte.
Oh.









xxx
























Note:Buongiornooo!!! Allooooora,ecco qui il capitolo che aspettavate^^ (o almeno spero...): molti di voi hanno provato a decifrare lo spoiler che vi ho lasciato,e devo dire che le vostre idee sono davvero interessantissime,e che molte cose sono azzeccate. La faccenda come vedete è un pò complicata,ma non preoccupatevi...verrà tutto svelato! L'unico problema ora è: che fine farà la nostra Bella?
E ora una ribadisco: HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥ (<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
 
Disturbia.
Grazie mille per le bellissime recensioni,le apprezzo davvero molto. Prometto che prima o poi vi ringrazierò singolarmente ( diciamo quando la caterba di compiti che ci lasciano ogni giorno scomparirà con l'inizio delle vacanze^^)...
E ora...che faccio? SPoiler del prossimo capitolo o non spoiler? Ma sì,dai...

"Rosso cremisi.
E subito dopo,un urlo straziante invase quel piccolo angolo silenzioso.
Il mio."


Ci vediamo al prossimo aggiornamento!


Baci
LMS*

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Capitolo 10
*** {.Crimsom Red.} ***


≈ Valzer ≈
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9.
{.Crimsom Red.}
≈ Valzer ≈
xxx










[Edward's POV]


Superai Alice con uno scatto da manuale,saltando su uno degli abeti Sitka ormai sazio.

-bel colpo,fratellino. -scherzò Jasper,che anche sotto la pioggia sembrava perfetto come al solito.
Perfetto come tutti noi,come tutti i vampiri.
Ma per la prima volta non odiai il mio essere,ciò che ero diventato.
Perché sapevo che avevo sempre qualcuno che mi amava.
Nel bosco,nel castello.
Ma soprattutto,in quella stanza,dove una ragazza che chissà come condivideva la mia solitudine aveva imparato ad accettarmi per ciò che ero.
Il gemito strozzato e strano di Alice mi ridestò,e incrociai il suo sguardo dorato e sommerso da un panico glaciale in un sedicesimo di secondo.
-Alice? Che succede? Cosa vedi? - le domande precise e calme di Jasper interruppero il silenzio tombale che ci stava avvolgendo.
Lei gli strinse la mano,per poi guardare me.
-Bella – sussurrò,scossa da un fremito.
Oh,no.
Qualcosa non andava.
Con la mia corsa veloce arrivai al castello in meno di cinque secondi,e guardandomi intorno sentii la sua presenza,il suo respiro affannato in un luogo diverso da quello che mi sarei aspettato.
E fu in quel momento che la vidi sul tetto della torre più alta – quella dove ero rimasto chiuso per tanto tempo – come un angelo.
A braccia aperte e ad occhi chiusi...
-No! Bella! -
Saltai,arrivando fino alle finestre del secondo piano grazie all'appoggio di un grande ramo che sporgeva da uno degli abeti.
Con un altro salto la afferrai saldamente,stringendola a me e riportandola a terra.
Stava piangendo,e non riuscivo a capire per quale motivo.
La strinsi a me,riconoscendo accanto a noi la presenza di Alice e Jasper.
-va tutto bene,Bella...ci sono io. - le sussurrai in un orecchio,tentando di frenare i suoi brividi spasmodici.
Non avrei potuto riscaldarla di certo,così ci dirigemmo di corsa in casa,dove percepii la mia famiglia già riunita nel grande salone.
Quando entrai vidi Esme con il panico negli occhi,e il suo sguardo mi indirizzò verso il piano superiore.
-la porto su io,Edward. - mi sussurrò Alice con una stretta forte e calorosa sulla spalla,suggerendomi che quello,malgrado in quel momento essere lontano da lei non era concepito dalla mia mente, era il momento di affidarla alle cure delle ragazze.
Alice la prese con una stretta salda,e camminando a passo di danza salì le scale seguita da Esme e,sorprendentemente,da Rosalie.
Mi accasciai sul divano,affondando il volto nelle mani.
-stai tranquillo,Edward. - mi disse Carlisle,sperando di confortarmi.
Ma io sentii solo un enorme,insostenibile groppo in gola scendere giù fino allo stomaco,una sensazione troppo umana che non provavo da quando ero ancora tra i vivi.
Nella mia testa vidi di nuovo Bella buttarsi da quella maledetta torre,e sperai con tutto il cuore di vederla di nuovo riaprire gli occhi e sorridermi.







[Bella's POV]



Quando aprii gli occhi ero di nuovo asciutta e nel mio letto: avevo sognato tutto? Mi ero davvero immaginata di cadere dal tetto della torre del castello?
-Bella...-
Tentai di tenere gli occhi aperti per seguire la voce,ma sentivo le palpebre tremendamente stanche e pesanti,come se avessi pianto fino a quel momento.
Ma avevo ancora la forza per riconoscere quella splendida voce cristallina e tintinnante,che in quel momento era velata da una preoccupazione appena percepibile.
-Alice? -
-sono qui – mi rispose pronta,avvicinandosi al letto in ginocchio.
E mi sorpresi come anche in quella normale posa da umana manteneva la sua splendida e perfetta grazia.
-cosa...cos'è successo? - chiesi,la voce di nuovo rotta dal pianto.
-come ti senti? - mi chiese di risposta – Carlisle ti ha visitato,ha detto che hai solo qualche graffio. -
-Alice...- iniziai a piangere,appoggiandomi istintivamente a lei – dov'è Edward? -
Sapevamo entrambe cos'era successo,e che non era stato tutto uno scherzo della mia immaginazione.
O quasi.
In fondo,il sogno che stavo facendo prima di capire che in realtà stavo andando incontro a morte certa somigliava quasi troppo alla realtà.
-non preoccuparti,Bella. E' di sotto,ed è preoccupatissimo per te. Cosa...com'è successo? -
-tu mi hai visto,vero? - le chiesi,riferendomi al suo potere di vedere il futuro che,probabilmente,mi aveva salvato la vita.
Lei annuì,stringendomi la mano: - il merito però è di Edward. E' arrivato qui in meno di un secondo ed è saltato per prenderti in volo. -
-io non so...non so come è successo...-affondai il volto nelle mani,scuotendo la testa presa dal panico più assoluto – io non volevo,non volevo...-
-lo sappiamo,Bella. - mi confortò,con un sorriso – sappiamo tutti che non l'avresti mai fatto.-
-Alice,devo parlare con Edward. Vi dirò tutto,lo giuro. Ma prima...-
Lei annuì,e non feci in tempo a finire la frase che Edward aprì la porta: lentamente,e con discrezione.
Alice si alzò,e baciandomi la fronte si diresse verso l'uscita,sfiorando la spalla di Edward con un gesto davvero dolce.
E in quel momento,quando la porta si richiuse,rimanemmo solo io e lui.
-Edward...- sussurrai,sorprendendomi di quanto avessi temuto di non rivederlo.
Nel momento in cui mi ero resa conto di essere a pochi passi dalla morte avevo pensato solo a lui.
Un gesto egoista,forse. Ma lui era il mio unico pensiero,perché l'unica cosa che volevo in quel momento era perderlo.
-come ti senti? - mi chiese lui,distante.
E in quell'istante,malgrado gli acciacchi e tutto quello che poteva comportare un mio gesto brusco,mi alzai dal letto e corsi verso di lui,abbracciandolo con tutta la forza che mi era rimasta.
Lui mi afferrò appena in tempo,perché dopo qualche secondo le mie gambe cedettero alla stanchezza: Edward mi prese in braccio,portandomi di nuovo sul letto.
-Bella...-
-mi dispiace,non...non so cosa mi sia successo,io...Edward,non mi lasciare adesso! -gridai,stringendo i pugni quasi a farmi male.
Edward mi strinse a se,cullandomi: - io non ti lascerò. Non ti lascerò mai,Bella. Mai. -
-mai...-ripetei,come se ancora non mi fosse chiaro.
E dopo essermi calmata gli raccontai del sogno,di come non mi ero assolutamente resa conto della mia condizione,della paura di perderlo in uno schiocco di dita.
-verremo a capo di questa storia. - sussurrò lui,stendendosi accanto a me.
Annuii,riacquistando – con lui accanto – la tranquillità che riusciva a darmi solo la sua vicinanza.



Mi sdraiai sul letto intatto,guardando il soffitto senza far particolarmente caso ai particolari: volevo solo che quel terribile mal di testa e quella sensazione di ansia sparissero dal mio corpo al più presto.
Benché asciutta e ripulita non riuscivo ancora a nascondere le immagini terribili della mia esperienza sulla torre,rivivendo quei momenti in modo indiretto e ancora più drammatico.
Rabbrividii,e per cercare di prendere sonno mi voltai su un lato,con solo il braccio a farmi da cuscino: temevo che,alzandomi per andare a letto come tutti gli esseri normali avrei definitivamente perso il sonno.
Dopo qualche secondo sentii una piacevole sensazione calda sulla pelle: qualcuno mi stava letteralmente rinvoltando dentro una coperta di lana morbida.
-è già difficile per me tentare di raggiungere un minimo di sensualità, – dissi,riconoscendo il fautore di quel gesto così premuroso – potresti almeno rendere le cose più semplici...-
Edward mi squadrò sfiorandomi il viso: - oh,io ti trovo sexy comunque -
-continua a viziarmi,Cullen. - scherzai,tentando di liberare le braccia da quella morsa di lana bollente – sembro un bignè.-
Lui scoppiò a ridere,e invece di liberarmi si sdraiò accanto a me,abbracciandomi senza farmi sentire freddo grazie alla sottile parete di tessuto che ci divideva.
-non esagerare,Bella...e comunque,saresti il bignè più bello e affascinante di tutto il paese...-
-questo mi solleva - sussurrai al suo orecchio,avvicinandolo a me con le braccia ormai libere.
Cercai di scherzare quanto più potevo,ma anche lui si accorse che malgrado il mio tentativo di dimenticare la vicenda ero velata da una tristezza ancora evidente,e dalla paura di prendere di nuovo sonno.
Mi baciò,questa volta con più passione,senza fermarsi subito come al solito.
-dormi,Bella...- mi sussurrò sulle labbra,cullandomi.
-no...-mugugnai,scuotendo leggermente la testa – non voglio dormire.-
-Bella,non c'è alcun problema. Sarò qui con te tutta la notte,non preoccuparti. Non ti perderò di vista un momento. -
Rimasi ad osservarlo,e dopo un attimo di meditazione decisi di accettare il suo compromesso: mi infilai sotto le coperte avvolta in una coperta più leggera,e non appena sentii il suo abbraccio ritrovai la tranquillità.
-svegliami,se ti viene un colpo di sonno...-scherzai,addormentandomi con il sorriso sulle labbra.



Quando entrai nel grande salotto del castello,il giorno seguente,notai subito che Carlisle era più concentrato del solito sul suo lavoro,e che era rimasto a casa quella mattina.
-che succede? - chiesi ad Alice,che si era avvicinata a me per darmi il buongiorno.
-Carlisle ha deciso di ispezionare il bosco. Secondo lui il tuo sogno potrebbe essere connesso con qualcosa riguardante i vampiri. -
-sul serio? -
-proprio così. Carlisle ha amici con capacità molto simili,come proiettare immagini perfette di una realtà totalmente diversa nella mente di una persona. - mi spiegò lei,dando una rapida occhiata a Carlisle,intento a dare direttive alla famiglia – Andrà lui ad ispezionare la zona,insieme ad Emmett,Edward e Rosalie. -
Sul mio volto si dipinse una strana espressione: ero spaventata.
Non tanto per me stessa,quanto per quella parte della mia nuova famiglia che rischiava la vita per me.
Per Edward,che non riuscivo a vedere lontano.
-non preoccuparti – mi rassicurò Alice,sorridendomi – è tutto sotto controllo. Tu rimarrai in casa con me e Jasper,e ci sarà anche Esme con noi. Non hai nulla di cui...-
-non è di me che mi preoccupo. - sussurrai,guardando con apprensione verso Edward.
-oh,loro sono gli ultimi di cui devi preoccuparti! - esclamò,alzando gli occhi al cielo.
Probabilmente aveva ragione.
Ma io non potevo fare a meno di pensarci.



Quando Edward aveva varcato la porta d'entrata per ispezionare il bosco avevo sentito un grande senso di vuoto all'altezza dello stomaco,e per calmarmi mi ero seduta davanti al camino in salotto,malgrado non avessi freddo.
Speravo,al contrario,che quella situazione familiare e protettiva mi desse la forza per non pensare a quello che stava accadendo là fuori.
In casa c'era un grande silenzio: Esme era in cucina a preparare qualcosa che – secondo lei – mi avrebbe tirato su di morale,mentre Jasper ed Alice erano appena saliti al piano di sopra per aiutare la giovane vampira con le sue visioni,promettendomi che sarebbero tornati in meno di un secondo con nuove notizie.
Il profumo di cioccolato mi invase la mente,distraendomi momentaneamente.
A quella piacevole sensazione seguì,al contrario di quanto mi sarei aspettata,un senso di oppressione e nausea.
Avevo bisogno d'aria.
Mi alzai di corsa dal divano e uscii di casa senza fare rumore,raggiungendo il grande vialetto d'entrata per impedire uno svenimento che di certo avrebbe spaventato tutti.
Mi accorsi solo allora che c'era un gran silenzio. Forse troppo.
Guardai in avanti,capendo di non essere sola.
Davanti a me – vicino per essere notato,ma ancora lontano da me – c'era un uomo.
Non avrei saputo definirlo con chiarezza,ma dallo sguardo intenso e dallo strano sorriso che mi lanciò capii che stava cercando proprio me: i capelli color miele erano legati in una coda morbida e selvaggia,che incorniciava la pelle pallida e una fila di denti bianchissimi.
Indossava degli abiti strani,sembrava un forestiero: ma cosa voleva da me?
Riuscii quasi a percepire l'odore della giacca in pelle marrone mista al singolare odore di muschio e resina che avevo sentito – perlomeno fino a quel momento – solo nel bosco.
Mi resi conto dell'incredibile silenzio di tomba solo quando smisi di guardarlo,rendendomi tuttavia conto del dettaglio più importante.
Mi guardava,certo,ma con i suoi grandi occhi rosso cremisi.
Rosso cremisi.
Dannazione.
Sorrise di nuovo,ed io mi toccai istintivamente il collo con le dita,sussultando.
Adesso avevo paura,e probabilmente quel tipo se ne era accorto benissimo.
Rosso cremisi.
E subito dopo,un urlo straziante invase quel piccolo angolo silenzioso.
Il mio.









xxx
























Note:Bene,ecco qui com'è andata a finire! Eheh,bella ha un...una fortuna (tanto per non essere volgari) così,cade da una torre e viene salvata,ma spunta subito un altro problema! xD Mammina,finirà mai questa tortura? Comunque,un grandissimo COMPLIMENTI ha chi a indovinato il riferimento della caduta: era proprio Anastasia! Un cartone che mi è sempre piaciuto,e che mi ha ispirato,dato che avevo l'idea della caduta ma non sapevo come giustificare la sua salita sulla torre^^
Adesso,però,dovete tenere da conto questa specie di problema delle "visioni" : sarà presente durante i prossimi capitoli,intanto pensateci! Grazie mille per tutte le recensioni e i commenti stupendi che mi lasciate,senza di voi non riuscirei davvero a continuare a scrivere!
Ah,per chi non lo sapesse: il titolo "Crimsom Red" significa "Rosso cremisi" ^^
E ora una ribadisco: HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥ (<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
 
Disturbia.

Ci vediamo al prossimo aggiornamento!


Baci
LMS*

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Capitolo 11
*** {.When the love falls .} ***


≈ Valzer ≈
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10.
{.When the love falls .}
≈ Valzer ≈
xxx









Per qualche strana ragione l'unico mio dettaglio che ricordai dopo quell'urlo terribile fu il mio vestito.
Maledii me stessa per aver pensato ad una sciocchezza simile,ma non riuscivo a cancellare dalla mente il lungo abito bordeaux dai ricami in pizzo,che nell'intricato groviglio della mia immaginazione si trasformavano in legacci pesanti e dolorosi che imprigionavano il mio corpo inerme.
E quando il tessuto rosso cremisi si tramutò in sangue e il suo colore acceso e pulsante si insinuò con il suo odore di ferro e sale nella mia testa e nel mio corpo riaprii gli occhi,urlando ancora senza un attimo di respiro.
-Bella!Bella,sono qui! -
Stavo tremando,e sentivo il respiro uscire dalla bocca ad intervalli irregolari,senza una logica.
Sentivo il cuore battere all'impazzata,e un brivido freddo percorrermi tutta la schiena: cosa mi stava accadendo?
-Bella,tranquilla. Stai bene...- mi sussurrava una voce familiare,cristallina e armoniosa.
-Alice...cosa...-
-sshh,respira,Bella. - questa volta fu Esme a parlare,e mi accorsi in quel momento che la mia testa era proprio sulle sue ginocchia.
-Bella...-
Ed eccola lì,la voce che tanto aspettavo. E che in momenti come quelli riusciva a tranquillizzarmi in maniera quasi magica.
-Edward...- sussurrai,mettendomi seduta.
Non potevo reggere ancora in quel modo,il mio cuore avrebbe presto subito più infarti se avessi continuato a ricevere delle botte come quella.
-Edward! - gridai,affondando sul suo petto non appena incrociai il suo sguardo: non mi importava se ero sul vialetto di casa e all'aperto,e neanche se l'intera famiglia Cullen era intorno a noi e mi osservava con gli occhi sgranati.
Non mi importava di niente.
-Bella...-mi sussurrò Edward all'orecchio,accarezzandomi la testa come un papà affettuoso che tranquillizza la figlia dopo un brutto incubo.
-mi dispiace,non sono riuscita a vederlo in tempo. Avrei dovuto prestare più attenzione. -
sussurrò Alice,affranta.
-non prendertela con te stessa. - le disse Carlisle,posando una mano sulla sua spalla – ci ha colto di sorpresa. -
Edward non disse una parola,e Alice rimase in silenzio per qualche minuto.
-la porto dentro. - disse alla fine,prendendomi in braccio per dirigersi verso casa.
E non appena varcammo la soglia lo guardai,confusa. Non aveva degnato la sorella nemmeno di uno sguardo,ed io mi sentivo terribilmente in colpa per quella litigata tra vampiri.
Edward mi lasciò sdraiare sul letto della mia stanza,e mi coprì con la coperta di lana appoggiata sul cuscino.
-ti sei fatta male? Sei ferita? -
-no,io...sto bene. -
-mh. - annuì,guardando un punto indefinito dietro di me.
-Edward,cos'è successo? Chi...chi era? - le parole mi morirono in gola,ma sapevamo entrambi di chi stavamo parlando.
-ci ha ingannato. Siamo stati tutti ingannati dal suo potere. -
-potere? - ora ricordavo. Vampiro.
-si. Il vampiro che hai visto ha un potere incredibile. Può ricreare immagini nella mente di umani e vampiri,ci ha fatto credere di essere nel bosco per sviare le nostre ricerche e le visioni di Alice. -
In quel momento ripensai allo straordinario potere del vampiro forestiero,e rabbrividii: immagini?
-Edward...credi che i miei incubi siano stati provocati da lui?-
Edward rimase a guardarmi,come se le mie parole avessero confermato qualcosa che strisciava già nella sua mente,insinuandosi senza dare possibilità di fuga.
Quel vampiro voleva me- Voleva il mio sangue,che probabilmente era una tentazione irresistibile.
-è possibile. - disse,neutrale,forse per non allarmarmi.
-ma cosa...cosa vuole da me,perché io...- sussurrai,sconfitta.
-Bella,andrà tutto bene. Non devi preoccuparti di nulla,capito? Ci siamo noi qui,ti proteggeremo.-
-oddio...-guardai in alto,tentando di reprimere le lacrime che non volevano smettere di scendere.
Avevo un groppo alla gola che mi impediva quasi di respirare,e lo sguardo di Edward su di me aumentava ancora di più quel senso di panico.
Non era lui a rendermi così: era la paura di perderlo,di dirgli addio per sempre e finire la mia vita nella morsa feroce di quel vampiro che a quanto pare aveva occhi solo che per me.
-Edward,devi trasformarmi. Adesso. -
Mi guardò,spalancando gli occhi: - come? -
-è l'unico modo per salvarmi. Se non lo fai,quel vampiro mi ucciderà e noi...noi...-
Di nuovo quel dannato groppo alla gola. Maledizione.
-Bella,troveremo un modo. Un altro modo. Uno qualsiasi...- Edward strinse i pugni,testardo come suo solito.
-ma...-
-ti prego. Bella,ti prego: non fare sciocchezze. Non metterò fine alla tua vita,non adesso. -
-ma la mia vita sei tu,Edward! Che diavolo farei senza di te?! Cosa...come puoi impedirmi di...-
-Bella...-
-me l'avevi promesso. - mi impuntai,sapendo benissimo che anche lui stava soffrendo in quel momento,combattuto tra due scelte.
-non fare la stupida,ti prego.-
Lo guardai,cercando di capire cosa gli passasse per la testa.
-Bella,tu non sai quanto ti ho aspettata. Sei arrivata qui come...come una luce nella mia eternità. Prima ripudiavo la mia condizione,mi ritenevo un mostro che poteva solo essere rinchiuso in questo castello dimenticato da tutti. Ma adesso...Bella,ora io esisto per te,e solo per te. Ho ritrovato la mia famiglia,questo castello ha ripreso vita e...e tutto grazie a te. Hai ancora molto da vivere,ed io non sarò la causa della tua morte. Ma devi sapere che non lo faccio perché non voglio. Lo faccio per te. Perché adesso sei la cosa più importante per me,l a cosa più importante della mia vita. -
Mentre mi diceva quelle parole meravigliose,sentii le lacrime che tanto avevo represso scendere liberamente sulle guance,ma questa volta non avevo alcuna intenzione di cancellarle dal mio volto.
Perché quelle lacrime stavano scendendo solo per l'amore immenso che Edward mi stava donando.
E in quel momento ricordai il nostro magnifico valzer al chiaro di luna,quella notte che mai avrei dimenticato e che aveva segnato il mio incontro con Edward Cullen.
Vuoi davvero rischiare la vita per me?
Si. Ricordavo quella domanda,e davo ancora la stessa risposta.
Avrei rischiato la vita per Edward,e una volta sopravvissuti a tutto quello mi avrebbe trasformata. Mi sarei meritata quella trasformazione,l'avrei raggiunta con le mie forze.
-promettimi solo una cosa. - sussurrai,con voce tremante.
-tutto quello che vuoi. - mi disse lui,sdraiandosi accanto a me sul grande letto a baldacchino.
-che non ti perderò.-
Mi sorrise: - d'accordo,te lo prometto. -
-oh,e un altra cosa. -
-si? -
-perdona Alice. Non è stata colpa sua. -
-il suo volto si velò di durezza improvvisa: - doveva essere più attenta. -
-Edward...-
-Bella,se fossimo arrivati tardi tu...non voglio neanche pensarci. -concluse,scuotendo la testa.
-uff,se avessimo fatto quello,se avessimo fatto quest'altro! Edward,Alice è come una sorella per te,santo cielo! -
-Ehi,ehi...d'accordo. - annuì,sfiorandomi la fronte – d'altra parte sappiamo tutti che non potrei essere arrabbiato con lei per molto. -
-ah,grazie! - gridai,e sorprendentemente mi ritrovai a sorridere di nuovo.
Ero ancorai inquieta,ma almeno ora stavo risalendo in superficie.
-ti amo,Bella. -
Oh,adesso stavo proprio volando!
-ti amo anch'io. - sussurrai,prima di addormentarmi sul suo petto marmoreo e,in quel momento, inspiegabilmente pieno del calore di cui avevo bisogno.



Edward scese lentamente la scalinata,raggiungendo il grande salotto stranamente buio di casa Cullen: percepiva dai pensieri di Emmett che lui e gli altri si stavano dando alla caccia grossa,controllando al contempo il perimetro del castello per proteggere Bella.
Quella notte sarebbe rimasto con lei,e avrebbe fatto in modo di farle passare una notte tranquilla malgrado tutte le preoccupazioni.
Uno strano pensiero – ovviamente non suo – gli arrivò alla mente: era chiaro,limpido e quasi di cristallo,e sembrava sprizzare una sorta di tristezza velata che riusciva a percepire in modo tangibile.
-Alice. - disse,monocorde,guardando in avanti: benché la stanza fosse illuminata solo dalla luce della luna che filtrava attraverso le grandi vetrate,i suoi occhi riuscivano perfettamente a vedere la figura esile e pallida della sorella.
Lo guardava con gli occhi dorati fissi sui suoi,l'espressione impassibile e quasi di vetro.
Sembrava una bambola di porcellana. Immobile e in attesa.
-Edward.- rispose lei,pronunciando quel nome senza particolare enfasi. - come sta Bella? -
-meglio. Sta dormendo. Come mai non sei a caccia? -
-non ne avevo bisogno. - rispose lei,distogliendo lo sguardo per la prima volta – pensavo di perlustrare l'altro lato del bosco,dato che gli altri si stanno occupando del resto. -
Edward annuì,ma anche lui si accorse di essere poco convinto.
Alice si voltò,l'espressione di nuovo velata da quell'aura scura che su di lei stonava in modo più che percettibile.
-Alice – la richiamò il ragazzo,senza muoversi dalla sua posizione iniziale.
-si?-
-fai...fai attenzione. D'accordo?
La bellissima vampira non si voltò,ma sorrise nell'atrio buio.
E se ne accorse anche Edward,che dopo quella raccomandazione, priva di senso per un vampiro dalle abilità superiori,rimase a guardare la sorella uscire.
Quelle parole,per un vampiro forte e quasi imbattibile come Alice,suonavano quasi senza senso.
Ma per loro erano come un patto,una riconciliazione silenziosa di cui solo la luna sarebbe stata testimone.
Edward ripensò a Bella,e a come lo avesse pregato di riappacificarsi con la sorella.
Ma,a pensarci bene,Edward l'avrebbe fatto a prescindere dalle sue richieste.
Grazie, sentì dopo poco nei pensieri della sorella,già diretta verso il folto del bosco.



Scesi le scale quasi con un gesto automatico,trascinando i piedi e cercando di non inciampare nell'abito blu oltremare – gentile concessione,come suo solito,di Alice.
La prima cosa che udii arrivata al primo piano fu una melodia proveniente dal piano della grande sala.
L'armonia con cui le note viaggiavano nell'aria era perfetta e sinuosa,come un velo di seta che si diffondeva lungo i corridoi del castello.
Era una melodia che non avevo mai sentito prima,ma subito pensai alle dita lunghe e affusolate di Edward che sfioravano delicatamente i tasti bianchi e lisci con la pelle che,alla fine,non era poi tanto diversa da quei tasti perfetti.
Ma arrivando di sotto mi resi conto che la melodia aveva un sé qualcosa di diverso,una nota di tristezza e malinconia dolente che mai avevo riconosciuto nelle sue ultime canzoni.
Mi ci volle poco a ricordare che Edward era in perlustrazione quella mattina,e che le mani bianche e perfette che in quel momento suonavano quella musica ipnotica non erano le sue.
-Rosalie? -









xxx
























Note:Eccomiiii! Scusate l'assenza,ma gli ultimi giorni di scuola sono stati terrificanti! E comunque ora sono qui,prontissima per aggiornare il prima possibile! Allora,come al solito grazie per le recensioni magnifiche e i tantissimi preferiti/seguiti che ho trovato...la fiction e la sua autrice ringraziano!! xD
Che ne pensate di questo capitolo? Non sapete quanto è stato doloroso scrivere il momento del litigio Edward/Alice,non li posso vedere litigati! (e infatti progettavo di farli riunire nel prossimo capitolo...ma ero talmente in ansia che ho deciso di risparmiarvi questo supplizio e allentare un pò la suspance!
E ora...Rosalie. Ah,volevo dirvi che per l'ultima parte sono stata ispirata da una musica al piano particolare,perfetta per Rosalie e la sua malinconia:

When the love falls - Yiruma
(ascoltatela,è molto bella^^)
 Bé,che cosa accadrà? Vi dico solo che il prossimo capitolo sarà molto...tenero. Si,credo che tenero sia la parola giusta!
Vi aspetto!
E ora una ribadisco: HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥ (<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
 
Disturbia.

Ci vediamo al prossimo aggiornamento!


Baci
LMS*

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Capitolo 12
*** {. Before the storm .} ***


≈ Valzer ≈
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11.
{. Before the storm .}
≈ Valzer ≈
xxx

accendete le casse^^









{
La bellezza è l'unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed è un possesso per tutta l'eternità. (Oscar Wilde)}


Non avevo mai osservato Rosalie. Perlomeno non attentamente e a lungo in modo da osservare come fosse perfetta e impeccabile.
Ogni volta che incrociavo il suo sguardo dorato non riuscivo a tenere la testa alta troppo a lungo: i suoi occhi mi congelavano ogni volta e non potevo fare a meno di abbassare lo sguardo.
Ora che riuscivo ad osservarla mi rendevo conto di come le ragazze del paese potessero invidiare quella dea dai capelli biondi e dalla pelle perfetta,che con un solo sguardo poteva far cadere ai suoi piedi tutti gli uomini,e far tremare d'invidia tutte le altre.
Era lei che stava suonando,le dita lunghe e affusolate si muovevano velocemente sui tasti lisci del pianoforte senza far quasi rumore.
Si muoveva a malapena,lasciando di tanto in tanto ondeggiare le braccia scoperte dal vestito a spalline rosso acceso che le arrivava fino ai piedi,strusciando sul pavimento.
Quando Rosalie si accorse di me smise immediatamente di suonare,lasciando tuttavia le mani posate delicatamente sui tasti.
Rabbrividii. Ero davvero sola in casa con quella donna oppure l'allineamento dei pianeti mi avrebbe aiutato contro quel confronto testa a testa?
-mi dispiace di...di averti disturbato,non volevo interromperti. - sussurrai,mordendomi il labbro.
Rosalie,per mia sfortuna,non mi tolse gli occhi di dosso.
-gli altri sono andati a caccia. E' il mio turno di guardia. -
Sembrava fosse scocciata di quel compito che non le riguardava affatto.
Scocciata...quasi quanto me.
Senza accorgermene sbuffai,e lei mi guardò con una specie di improvvisa curiosità.
-mi aspettavo questa reazione,sai?-
Rimasi a fissarla a lungo,prima di comprendere che aveva totalmente frainteso la causa della mia reazione.
-oh,no no no! Rosalie,non mi stavo lamentando per questo! Cioè,per te! Ecco...- mi mangiai qualche altra parola,e lei inclinò la testa senza capire.
-c'è qualcosa che non va? -
-ecco,io...- sbuffai di nuovo,e senza accorgermene mi resi conto di essere molto più vicina a lei di quanto non credessi. Per distogliere lo sguardo da quegli occhi che volevano sapere troppo allungai verso la finestra proprio accanto al piano. - non credo ci sia bisogno di tutto questo. Siete così impegnati a...proteggermi,che stiamo diventando tutti pazzi. -
Rosalie,forse per la prima volta,si aprì in un sorriso.
Era debole,appena accennato,ma era la prima volta che lo vedevo.
Perlomeno la prima volta che lo rivolgeva a me.
-Edward vuole proteggerti fino a quando il pericolo non sarà cessato. Ci tiene davvero a te. E' così...perdutamente innamorato. - fece una sorta di gesto teatrale,strimpellando qualche nota bassa senza una logica ben precisa.
-oh,forse anche troppo. Non è necessario perlustrare così a fondo la zona. - risposi,guardando fuori dalla finestra.
La verità era che lo volevo accanto a me.
-Rosalie...-
-si? -
-posso chiederti perché...non mi sopporti? - volevo trovare un altro modo per dirglielo,magari più poetico,ma la verità era che dovevo saperlo subito e senza girarci intorno.
-oh,Bella...-scosse la testa,chiudendo gli occhi – non è vero che non ti sopporto. -
-bé,non sembra. -
-senti,io...oramai sei una di famiglia. - mi rispose,voltandosi – è solo che non capisco come tu voglia rinunciare alla tua vita per diventare come noi. Vuoi...vuoi davvero finire così?-
-io voglio...Edward. - risposi,socchiudendo gli occhi – non voglio porre fine alla mia vita. Voglio iniziarne un altra con lui. Con...voi. -
Mi squadrò senza parlare,e dopo poco si rimise a suonare.
-non avevo mai visto Edward così perso. Devi avergli fatto un bel lavaggio del cervello. - cambiò discorso,gelandomi con lo sguardo dorato.
Sussultai,guardandola: davvero pensava questo di me?
-scherzavo. - sussurrò,ridendo con una grazia inaudita. Persino la sua risata era più bella.
E in quel momento anche io non riuscii a trattenere un risolino,decisamente meno armonico del suo.
Rosalie ricominciò a suonare una melodia più allegra,muovendo la testa e guardandomi di tanto in tanto: mi sedetti sulla piccola sporgenza in legno sotto la finestra,riconoscendo il segno di Esme nel cuscino color crema sistemato alla perfezione su quella sorta di piccola panchina che sembrava fatta apposta per quell'incontro.
-sei...sei davvero brava. - sussurrai nell'assistere alla sua performance,senza parole.
-oh,non quanto Edward. Purtroppo ci sono delle cose in cui è insuperabile,e neanche la mia sfrenata vanità può prevalere. -
Caspita,ad un esame più approfondito Rosalie poteva addirittura risultare ironica!
Le sorrisi di nuovo,mentre lei cominciava a suonare un altro pezzo.
-non dirmi che Edward non ti ha detto che cerco di primeggiare su tutto! -
-oh...bé,in qualche modo l'avevo intuito. - sussurrai,ridendo.
E rimanemmo così: insieme,con sottofondo quella meravigliosa melodia.
Forse non ero la sua amica del cuore,ma almeno potevo dire di non avere più in antipatia Rosalie Hale.
E soprattutto,potevo dichiarare che lei non mi odiava più di tanto.
-capisco l'amore che provi per lui. - mi disse,alla fine – è così anche per me ed Emmett. -
-si. - risposi,guardando il bosco attraverso la finestra – ne sono sicura. -







{
Non sei tu a scegliere la tua famiglia:essa è un dono di Dio per te,così come tu lo sei per essa.(D.Tutu)}

Quando mi svegliai,il giorno seguente,mi girava la testa: di certo l'incontro con Rosalie il giorno precedente non aveva giovato alla mia salute mentale,ma quella mattina ero davvero in uno stato pietoso.
Non mi sentivo bene,per niente.
E non avevo la minima idea di cosa fare: ormai i giorni si ripetevano senza un senso,vivevo le mie giornate da reclusa in quel grande castello senza nulla da fare,con la costante paura di vedere quel vampiro spaventoso di nuovo accanto a me.
Scesi le scale avvolta nella vestaglia di raso lilla,appoggiandomi al corrimano per evitare di cadere dopo un ulteriore capogiro.
Quando giunsi nel grande salone vidi tre figure voltarsi contemporaneamente verso di me,nella penombra della sala non ancora pienamente illuminata.
Li riconobbi solo quando mi ci trovai davanti.
-buongiorno,Bella. - mi disse Carlisle con la sua voce profonda e vellutata,sfiorandomi un braccio – ti senti bene? -
-già,la tua pelle è bianca come...la nostra! - proseguì Emmett,ridacchiando.
-non credo di stare bene,forse ho la febbre. Dov'è Edward? - risposi,guardandomi intorno.
-sta rientrando,non preoccuparti. - mi disse subito Jasper,calmandomi con il suo incredibile potere di controllo emotivo.
-grazie,Jasper. - sussurrai,facendo un lungo respiro.
-sul serio,Bella. Non devi stare in ansia. Ti proteggiamo noi. - disse Emmett,tornando serio.
Li guardai: la mia nuova famiglia,forse,voleva solo proteggermi.
Non c'erano secondi fini,solo un sentimento diverso: ero sempre stata abituata che il mondo fosse un luogo privo di quel genere di emozioni,in cui prevalessero l'ambizione e l'ipocrisia.
Ero rimasta da sola per quello.
-grazie. - ripetei,guardandoli.
-ora andiamo. Esme rimarrà con te questa mattina,e dopo Edward vi raggiungerà.- sussurrò Carlisle,concentrando lo sguardo dorato sul mio volto pallido – vedrai,finirà presto. -
Emmett allungò il braccio al centro di quella specie di piccolo cerchio che avevamo formato,stringendo il pugno: -giuro solennemente che nessuno toccherà la mia sorellina! -
Jasper si unì a lui,poggiando la mano sul suo pugno che – ora potevo vederlo bene – era davvero gigantesco.
Carlisle fece lo stesso in quel gesto che sembrava simile ai patti di sangue dei bambini durante i giochi pomeridiani: e quando misi la mia mano sopra le loro – così pallida e fragile in confronto – mi sentii parte di quella famiglia che non avevo mai avuto.






{
Pulisci tutto. Subito. (E. Reaser)}

-Bella,non hai una bella cera. -
La cucina era splendente e pulitissima,e quando entrai fui invasa da un intenso odore di ciclamino e fresia misto a cioccolato.
Esme mi sorrise mentre estraeva dal forno una teglia di muffins profumati.
Tuttavia quel giorno ogni odore sembrava centuplicato e reso disgustoso da quella specie di virus che mi ero presa durante la notte,perciò non appena l'odore mi arrivò non potei fare a meno di coprirmi la bocca.
-oh,tesoro! - Esme mi si avvicinò,controllandomi la febbre con la mano fredda sulla fronte. - credo che ci voglia una bella camomilla,oggi. -
-mi dispiace,Esme – boccheggiai,sedendomi sul divano del grande salotto – i tuoi dolci sono sempre così buoni...-
-non preoccuparti,adesso ti preparo qualcosa che ti rimetterà in sesto. Parola di mamma vampiro! - mi fece l'occhiolino,tornando a velocità supersonica con una tisana e una ciotolina di polvere rossa.
-cannella? - chiesi,piegando la testa.
-no,zenzero. -mi corresse lei,tirando fuori un cucchiaino – è un ottimo rimedio contro la nausea,vedrai. -
Mandai giù mezzo cucchiaino di zenzero d'un fiato,bevendo subito la tisana per mandare via il saporaccio.
-ti sentirai meglio,vedrai. - mi disse lei,sedendosi accanto a me e avvolgendomi con il braccio.
Mi appoggiai alla sua spalla,allungando le gambe sul divano morbido.
Quei gesti così piccoli e quotidiani erano qualcosa di totalmente nuovo,per me.
Ed Esme mi sembrò,per la prima volta,la mamma che non riuscivo a ricordare.
-dormi,Bella. -
-grazie... -







{
Non stai dormendo e non sei nemmeno morta. Sono qui e ti amo. Ti ho amata sempre e sempre ti amerò.(Edward Cullen) }

Quando Edward arrivò a casa mi trovò sotto le coperte,e non fui felice di fare di nuovo la figura della polpetta rivoltata nelle piume.
Tuttavia,malgrado i rimedi di Esme mi stessero facendo davvero bene,non riuscivo ancora a eliminare quei brividi che mi avevano colpito quella mattina,e che continuavano a perseguitarmi da ore.
-come ti senti? - mi chiese. Probabilmente sapeva già tutto dai pensieri di Esme,per cui non mi misi ad indagare sulle sue fonti.
-meglio. - risposi,insieme ad un ennesimo colpo di tosse. - esci da questa stanza,Edward Cullen. Non voglio farmi vedere da te in queste condizioni. -
Edward sorrise,e fui davvero felice di vedere di nuovo quel sorriso sghembo che tanto mi mancava,e che la paura che quell'essere che mi aveva quasi uccisa aveva totalmente cancellato.
-non dire assurdità,Bella. - mi rispose,sdraiandosi accanto a me.
-uff...-sbuffai,rintanandomi sotto le coperte.
-una cosa positiva dell'essere vampiro è che non puoi attaccarmi l'influenza. - proseguì lui,come se i miei lamenti non lo avessero toccato minimamente.
-sei un essere crudele. - scherzai,rinvoltandomi nella coperta pensante che il giorno precedente mi sarebbe sembrata eccessiva,ma di cui ora non avrei potuto fare a meno – ora sono ancora più debole. -.
-è per questo che ti starò vicino. - mi rispose lui,con un leggero bacio sulle labbra accaldate che mi rivitalizzò in pochi istanti,come una doccia gelata in pieno deserto.
Mi aveva ridato la vita,ma continuando avrei davvero rischiato il collasso.
-solo per questo? - gli resi il gioco,sfoderando lo sguardo-occhioni da cerbiatta.
-mm...-arricciò le labbra di marmo,scrutandomi a fondo – oh,certo. Anche perché ti amo. L'avevo dimenticato,per caso? -
-può darsi...- così dicendo lo abbracciai,portandolo con me sotto le lenzuola. -sai,credo che avrò bisogno di qualcosa per raffreddare...-
-i bollenti spiriti? - concluse lui,che già sopra di me tentava di mantenere,invano,le distanze.
A quanto pare ero una specie di tentazione irresistibile,anche con un po' di raffreddore.
Bah,vampiri...
-sicura di non avere freddo? -
-oh,diamine,resisterò...-











xxx
























Note:Ma saaalve^^ Come avete visto questo capitolo è "spezzettato" in diversi momenti che Bella condivide con i membri della famiglia Cullen,come "la quiete prima della tempesta",uno spazio dedicato ad ognuno di loro^^
Abbiamo Esme e i suoi rimedi da mamma tenerissima,Edward...e direi che su di lui non c'è proprio nient'altro da aggiungere xD, i ragazzi Cullen e la loro solidarietà in stile "squadra di calcio" e poi Rosalie...a cui ho voluto dedicare più tempo dato che è un personaggio che mi interessa molto per la sua particolarità nella storia (non preoccupatevi,non ho dimenticato Alice...ma diciamo che il suo rapporto con Bella è stato molto presente negli scorsi capitoli...ma nel prossimo probabilmente lascierò un pò di spazio anche a lei^^).
Come avete visto la parte su Rosalie è stata scandita dalla musica al piano ( che adoro *_*): la melodia più triste,quella che ha anche dato il titolo al capitolo precedente è "When the love falls" di Yiruma,mentre quella più veloce,allegra,che mi ha ispirato alla grande è "Maybe" sempre del fantastico Yiruma.

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Capitolo 13
*** {. Run .} ***


≈ Valzer ≈
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12.
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≈ Valzer ≈
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I rimedi fatti in casa di Esme – frutto di circa cento anni d'esperienza – e le coccole di Edward -che mi aveva tenuto compagnia per tutta la notte – mi avevano rimesso in sesto già dalla mattina seguente.
Indossai velocemente il mio abito preferito – lungo e leggero di un bellissimo color cremisi,che in quel periodo mi attirava particolarmente – e mi diressi velocemente verso le scale ,riconoscendo il suono familiare di più passi silenziosi.
Probabilmente,come tutte le mattine,si stavano decidendo i turni di guardia del bosco,e non sapevo ancora se Edward sarebbe partito a avrebbe passato la giornata con me.
Sbuffai,spazientita. Quella situazione stava diventando davvero troppo strana e pesante,probabilmente sarei impazzita prima del tempo.
Il nastro nero attorno alla vita stringeva eccessivamente,perciò mi fermai alla prima rampa per risistemarlo.
-lascia,faccio io. - una voce familiare,cristallina e leggermente esasperata dalla mia goffaggine in quel campo.
-grazie,Alice. - risposi,sorridendole.
Di risposta,Alice aggrottò la fronte liscia e marmorea e concluse la sua opera,aggiustando il fiocco perfetto.
Lo guardai a bocca aperta: i nastri che calavano al di sotto di esso erano perfettamente uguali,i due lembi del fiocco perfettamente allineati e di ugual grandezza.
-c'è qualcosa che non riesci a fare alla perfezione? - chiesi,guardandola con riverenza.
-probabilmente no. - rispose lei,ridendo – essere un vampiro deve avere i suoi pregi,no? -
-dov'è Jasper?-
-di sotto. - mi disse,prendendomi sotto braccio per accompagnarmi al piano di sotto – oggi rimaniamo tutti quanti in casa. -
-s-sul serio?! - esclamai,stupita di quel cambiamento improvviso.
Che cosa aveva spinto tutti a tornare alla normalità?
-si,l'ispezione del bosco non ha prodotto alcun risultato,non percepiamo più il nomade. -
-quindi...se n'è andato? - chiesi,speranzosa.
-crediamo di si. -
-oh,non posso crederci! E cosa l'ha spinto ad andarsene? -
-non lo sappiamo. I suoi pensieri erano molto caotici,Edward ha detto che riusciva a vedere solo le immagini che voleva usare come illusioni. Oh,e il suo nome. -
-vuoi dire che aveva anche un nome? -
-il fatto che sia nomade non vuol dire che sia un selvaggio . -rispose lei,sorridendo – anzi,probabilmente è molto più “vampiro” di noi. -.
Ripensai al suo desiderio di sangue,e in quel momento rabbrividii.
-tranquilla,Bella,o Jasper se ne accorgerà. -
Scoppiammo entrambe a ridere,e dopo aver completato la rampa ci ritrovammo nel grande salotto,dove tutti erano impegnati in un'attività,come se quel comportamento fosse normale.
Notai subito che Carlisle non c'era – probabilmente era tornato a lavorare in città – e che Esme era di nuovo impegnata in cucina.
L'unica differenza era che questa volta l'odore di cioccolato e cannella mi fece venire l'acquolina in bocca.
-buongiorno,Bella! - gridò Emmett dal divano,con un cenno della mano che mi ricordò tanto un gigantesco orsacchiotto di peluche.
-buon...giorno...-sussurrai,sorpresa da tutta quell'allegria e quella serenità che mi fece rimanere impalata davanti alla scalinata come un'idiota.
Esme uscì dalla cucina,e sorrisi del fatto che,nonostante le sue mani non ne avessero bisogno,indossava un paio di eccentrici guanti da forno color arancio.
-Bella,tesoro! Spero tu abbia fame – mi disse sorridendo,e scatenando in me una fame maggiore di quanta ne avessi in precedenza.
-da morire! - gridai,raggiante.
In quel momento tutti – compreso Edward,che poco prima mi aveva affiancato dandomi un leggero bacio sulla guancia – mi squadrarono,aggrottando la fronte.
-ops. - dissi svelta,mordendomi il labbro – da...impazzire? -
-meglio. - squittì Alice,annuendo vigorosamente.



Dopo aver fatto colazione rimasi con Edward accanto al piano,perfettamente rilassata in quell'atmosfera quasi surreale che mi circondava.
Il sole oramai era alto nel cielo e filtrava attraverso le finestre quasi completamente aperte,illuminando di tanto in tanto i membri della famiglia,la maggior parte dei quali brillavano come lampadine.
Rimasi a fissare il delicato figurino di Alice,intenta a sistemare i fiori all'interno di splendidi vasi di cristallo in giro per la casa,e contando le volte in cui,passando accanto alle grandi finestre,il suo corpo si illuminava dello splendore di tanti piccoli diamanti.
-qualcosa non va? - sussurrò Edward,sedendosi accanto a me.
-no,è tutto perfetto. - gli sorrisi,ritrovando in quegli occhi la soluzione al problema-lampadina: il fatto che era totalmente inutile pensare alla loro pelle splendente,con lui accanto.
Eppure non riuscii a cancellare dalla mente quella scena,e come avessi voluto che una cosa del genere accadesse anche a me.
Non mi importava nulla della scia di diamanti che attraversava la loro pelle.
No.
Io volevo davvero diventare un vampiro,ma tutte quelle qualità speciali passavano direttamente in secondo piano rispetto al desiderio più importante: volevo condividere con Edward e con i Cullen tutta l'eternità.
Mi alzai,avvicinandomi alla finestra per osservare il grande giardino intorno al castello: era davvero splendido,illuminato dalla luce del sole.
Chiusi gli occhi,inspirando a fondo.
-Voglio fare una passeggiata. -dissi,avvicinandomi alla porta.
-ti raggiungo subito. - mi disse Edward,sfiorandomi le labbra – aspettami qui. -
-d'accordo. - risposi,aprendo la porta per fermarmi sotto il portico.
Dopo qualche istante,una voce mi riportò alla realtà: cristallina,allegra e squillante.
-Bella!Bella! -
-Alice? - sussurrai,guardando in direzione del bosco.
-vieni,Bella! Dai! - la sua figura al sole era fantastica,e mi stava chiamando proprio al margine del bosco.
Strano,eppure poco prima l'avevo vista in casa...
Ripensai a quanto potesse essere veloce,e in quel momento Alice sparì nel folto del bosco.
-Alice,aspetta! - attraversai il giardino,entrando nel bosco di abeti senza curarmi della lontananza.
In quel momento intravidi i suoi capelli corvini sparire dietro gli alberi,e mi decisi a seguirla.
Dove diavolo mi stava portando?
Una grande nube plumbea oscurò il cielo,rendendo il paesaggio ancora più lugubre.
Il tempo instabile non mi avrebbe mai permesso di reagire con calma a quella situazione.
-guarda che bei fiori! Staranno benissimo in casa! - gridò da lontano,aiutandomi a ritrovare l'orientamento.
In quell'istante riuscii a riconoscere la fonte della voce,e mi resi conto di essere in un altro spiazzo molto simile alla radura che tanto amavo condividere con Edward,ma più piccolo e spigoloso.
Non c'erano fiori,non c'erano colori.
Sull'erba c'erano solo le gocce di pioggia che avevano appena iniziato a colpire delicatamente il terreno,e dei brandelli di tessuto stropicciato sparsi ovunque.
Oh,no.
-benvenuta,micetta. - la voce dietro di me non era più quella cristallina di Alice.
Era cupa,tenebrosa e con una punta di divertimento nascosta al suo interno:non l'avevo mai sentita,eppure avevo già capito chi mi avesse portata lì.
Chi mi avesse intrappolata lì.
Mi voltai,irrigidendomi di colpo: era lui.
Il nomade.




-permettimi di presentarmi,piccola. - disse il nomade con la sua voce sinuosa,avvicinandosi pericolosamente a me – io sono James. Non mi aspetto che tu ti ricordi di me. -
Sorrideva,sapeva benissimo di avermi intrappolata.
Maledizione.
Bella Swan,uccisa da James il vampiro per pranzo.
Abbassai il capo,chiudendo gli occhi per non osservare il suo volto un secondo di più: mi sentivo umiliata e sconfitta,colpita al cuore con un pugnale affilato.
-Edward...-
-oh,mi dispiace,cara. - James si avvicinò,sfiorandomi il volto – Edward non c'è,e non ti troverà mai. -
Alzai lo sguardo,per la prima volta colpita da quelle parole enigmatiche: che diavolo voleva dire?
-oh,non dirmi che non te ne sei accorta,micetta! - ridacchiò,un singulto cupo riecheggiò nella foresta silenziosa – in questo momento Edward ti sta inseguendo intorno al castello. Devo ammettere che la tua immagine mi è venuta piuttosto bene,questa volta...-.
Mi mancò il respiro.
Edward aveva l'immagine proiettata da James davanti ai suoi occhi,proprio come l'immagine di Alice che avevo seguito nel bosco,e di sicuro nessuno avrebbe mai immaginato che in quel momento si trattasse solo di un trucco.
Era finita.
Io ero finita.
-bene,mia piccola Bella. Adesso tu ed io ci divertiremo un mondo. Ne sono sicuro. -sghignazzò,inspirando il mio profumo in modo molto più rumoroso,come se quella fosse l'aria di cui aveva bisogno,come se io fossi ciò che lo avrebbe mantenuto in vita. - essere u segugio può risultare piuttosto divertente. -.
Per la prima volta riuscii a guardarlo,ma la mia espressione tradiva di certo una grande confusione.
Edward mi aveva spiegato cos'erano i segugi. Vampiri assetati di sangue che cacciavano umani,spesso considerando la caccia come un gioco,una sfida irresistibile a cui non rinunciavano fino al raggiungimento della preda scelta.
Sapevo che ogni vampiro poteva avere una sola qualità speciale.
Ma se James era un segugio,allora chi proiettava le immagini che mi avevano quasi ucciso durante il mio incubo notturno in cima alla torre,e che ora stavano ingannando tutti?
Il ringhio famelico di James mi risvegliò dai miei pensieri,ma stranamente non era diretto a me.
-sparisci. Lei è mia. -
Mi voltai,tremante e con l'abito già inumidito dalla pioggia che colpiva incessantemente la radura spigolosa e oscura.
In fondo,immersa nel folto del bosco scuro,c'era un'altra figura: non l'avevo notata prima – o forse era lei che non si era fatta vedere -,ma intuii subito che si trattava di un altro vampiro.
-senza di me non saresti mai riuscito a prenderla. - rispose quella,la voce vellutata e melodica.
E quando uscì alla luce,capii di avere davanti un'altra creatura dalla bellezza impossibile e dalla perfezione candida e pura di un vampiro.
C'era qualcosa di selvaggio in lei – l'essere nomade probabilmente influiva sull'apparenza -,ma erano proprio quei particolari a renderla ancora più bella.
-mi sei stata di grande aiuto,Rachelle. Ma adesso non ho bisogno di te,quindi sparisci. -
La ragazza che avevo di fronte somigliava ad una dea: i capelli biondi cadevano sulle spalle candide senza una logica,selvaggi e mossi dal vento,incorniciando gli occhi cremisi e le labbra sottili,dove le tracce di sangue lasciavano intuire che avesse già colmato la sua sete.
Indossava un paio di pantaloni stretti e strappati,coperti da una canotta attillata color mattone che cadeva morbida sui fianchi lisci e perfetti.
Mi squadrò da cima a fondo,ma il suo sguardo non lasciava trasparire alcuna emozione: sembrava invece essere più concentrata su James,che non aveva occhi che per me.
Fu dallo sguardo che gli lanciò alla fine che capii che Rachelle non era solo un vampiro.
Era la compagna di James.
Ma lui sembrava non interessarsene,troppo occupato a preparare la mia morte per pensare che quella vampira dalla bellezza spropositata lo stesse aiutando solo per ricevere la sua attenzione.
Strano che un vampiro provasse simili sensazioni,ma probabilmente doveva essere stata una donna particolarmente sensibile.
-perché non vai a tenere d'occhio il castello? - disse lui alla fine,voltandole le spalle.
Lei non rispose.
Semplicemente si voltò,dirigendosi a velocità massima in direzione del castello.
Dannazione.
-e ora a noi – sussurrò James,avvicinandosi pericolosamente.
Benché avessi scoperto che le visioni non erano opera di James ma della sua alleata,capii di essere in un pericolo ancora maggiore.
Ero la preda di un segugio,e non sarei comunque riuscita a scappare o a competere con la sua velocità.
Tenta,Bella. E' l'unica speranza che hai.
James si voltò appena,forse guardando in direzione del castello e di Rachelle,e in quel momento iniziai a correre in direzione opposta.
Corri. Corri,per la miseria...
Sfrecciai il più velocemente possibile tra gli alberi,perdendo in breve tempo l'orientamento.
Non mi stava seguendo?
Mi fermai al centro esatto di un piccolo spiazzo,guardandomi intorno,spaesata. Non c'era?
E in quel momento mi resi conto di essere stata troppo sciocca,troppo “umana” per sfuggire a James.
Alzai la testa verso l'alto,già consapevole di ciò che avrei trovato.
James mi osservava,trionfante,dalla cima di un albero.
La paura mi assalì,e benché fossi consapevole di star solo fomentando la sua caccia,ricominciai a correre.
Ti prego. Edward,ti prego...









xxx
























Note:Ma buonasera^^ Scusate il ritardo,ma in questi giorni ho avuto un bel pò da fare e quindi non ho avuto il tempo neanche di accendere il computer.
Coooomunque,la sfigatissima Bella cosa dovrebbe dire di questo capitolo?Poverina,la sto facendo soffrire terribilmente,la sua sfiga non può essere più grande di così...o forse si? XD
Come avete visto non ho inserito Victoria: è un personaggio che mi è sempre piaciuto moltissimo e - anche se nella saga risulta essere l'antagonista - a spingerla alla cattiveria è comunque l'amore per il compagno ucciso. Capirete quindi perché non ho messo lei,ma una vampira di mia invenzione (Rachelle,come il nome dell'attrice che la interpreta...eh,lo so,non avevo molta fantasia xD).
Grazie mille a voi che continuate a leggere e mi lasciate commenti così carini,mi invogliano tantissimo a scrivere! Vi informo che oltre a "Venus" è in progetto un'altra storia dove avremo i nostri protagonisti in versione molto diversa dal solito...vi dico solo che è ambientata a Las Vegas,fate un pò voi xD
Spero vi sia piaciuto questo capitolo,vi aspetto al prossimo!

E ora una ribadisco: HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥ (<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
 
Disturbia.

Ci vediamo al prossimo aggiornamento!


Baci
LMS*

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Capitolo 14
*** {. Dark Valzer .} ***


≈ Valzer ≈
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13.
{. Dark Valzer .}
≈ Valzer ≈
xxx








Sentivo James sopra la mia testa,mi seguiva saltando da un ramo all'altro dei grandi abeti rincorrendomi in quella folle corsa verso la mia morte.
Non sapevo dove mi avrebbe portato quella corsa,ma ero sicura che mai e poi mai avrei rinunciato a correre.
In quel momento James mi raggiunse,ponendosi davanti a me.
Andai a sbattere contro il suo corpo liscio e duro come il marmo,finendo per terra.
La testa iniziò a farmi male,la fronte iniziò a gonfiarsi e un rivolo di sangue mi attraversò la tempia fino al mento.
James inspirò a fondo,afferrandomi per il collo.
Era la fine.
Chiusi gli occhi,ma sorprendentemente mi ritrovai a correre di nuovo: che stava succedendo?
James mi aveva issato sulle spalle,ed ora stavamo attraversando il bosco ad una velocità disumana.
In pochi secondi raggiungemmo un nuovo spiazzo,e quando James mi scaraventò a terra sotto la pioggia scrosciante mi illusi quasi di essere sopravvissuta in qualche modo.
Mi alzai,guardandomi attorno: davanti a me si ergeva un castello identico a quello dei Cullen.
Era grande e dalle pareti di pietra pesante,molto più trascurato di quello in cui avevo vissuto.
-andiamo,Bella. - sussurrò James dietro le mie spalle,conducendomi all'interno di quel luogo misterioso,forse l'ultimo che avrei visto.
Perché stava facendo tutto questo? Perché non ero già morta sotto il suo morso velenoso?
Ai segugi piace giocare. Spesso la caccia è più divertente del pasto.
Maledetto.
Entrammo nella sala centrale,uno spazio immenso circondato da altissime pareti cremisi e dal soffitto intarsiato finemente con decorazioni dorate,e al cui centro pendeva un gigantesco lampadario,le cui gocce trasparenti lasciavano intravedere le mille sfaccettature della stanza.
Mi accorsi di essere di nuovo sola.
Avanzai nella sala vuota,osservando le tante goccioline che pendevano dal soffitto.
Era strano come prima di quella specie di avventura ognuna di quelle gocce avrebbe potuto rappresentare un lato di Isabella Swan.
Ma sapevo che ora ce n'era una,tra le tante,ade essere molto più luminosa e perfetta delle altre.
Una goccia di un intenso color dorato che rappresentava il lato di Bella che amavo di più.
Quello di Edward ed Isabella. Quello di Isabella e i Cullen.
Quello che mi avrebbe dato la felicità.
Quella felicità che,adesso,James voleva portarmi via.
-mi dispiace...-mi sussurrò all'orecchio,leccandomi il collo e sfiorandolo con le labbra,ridacchiando.
Sentivo le lacrime scendere sul viso,e un groppo alla gola che mi stava uccidendo.
Ripensai al nostro ballo,a quel valzer che aveva segnato la mia unione con Edward per sempre.
E dire che era iniziato tutto da quel semplice,bellissimo valzer della morte.
Ma non avevo rimpianti: sapevo già a cosa sarei andata incontro,e non me ne pentivo affatto.
-Rachelle...- sussurrò James,voltandosi verso l'uscita – che peccato,il tuo potere mi sarebbe stato utile. -
Un urlo straziante proveniente dal bosco mi fece sussultare,aumentando la mia paura.
James era un essere senza cuore.
E da quell'urlo capii che Rachelle non ce l'aveva fatta: l'avevano davvero uccisa?
-sei un essere spregevole...- sussurrai,sdegnata – orribile! -
-no,sono un vampiro. - rispose lui,sghignazzando.
Mi scaraventò dall'altra parte della stanza,sbattendomi al muro.
Si avvicinò a me come una belva si avvicina alla preda,inspirando il profumo del mio sangue,che ora colava copiosamente dalla tempia destra.
Stavo lentamente perdendo lucidità.
-scommetto che Edward sarà molto felice di vedere il tuo corpo dopo che avrò finito...-
-non...non avvicinarti a lui! Non provare nemmeno a...-
-ehi,micetta! - James rise,afferrandomi il polso – sei una vera tigre quando si parla di quello sporco vampiro,mh? -
Non riuscii a rispondere. Tra la paura e il sangue,il cui odore mi stava lentamente inebriando e facendo perdere i sensi,non riuscii più a capire il senso delle sue parole.
Non capivo come avevo fatto a rimanere intrappolata in quel luogo misterioso e vuoto senza nessuno che venisse a salvarmi.
Nessuno ti ha mai salvato. E nessuno lo farà mai.
Ero una vera stupida. Perché sapevo di non piangere solo perché la mia morte si avvicinava.
Piangevo per mia madre,quella donna che non avevo mai conosciuto e che probabilmente non avrei mai visto.
Piangevo per la mia adolescenza rubata,per la mia infanzia che avevo passato nei più squallidi orfanotrofi del Nord America,senza un punto di riferimento che mi aiutasse a crescere,senza l'amore necessario che avevo trovato solo con Edward.
Edward.
James mi afferrò il collo,alzandomi in aria e osservando la scia di sangue sulla tempia,che oramai colava a pesanti goccioloni sul pavimento.
Dovevo avere un taglio parecchio profondo,perché cominciai a vedere doppio.
-chiedi aiuto,Bella! Chiama il tuo Edward! - gridò il vampiro biondo in preda all'estasi.
Non provava il minimo rimorso per aver mandato a morire Rachelle.
Non provava il minimo rimorso per nessuno,forse neanche per se stesso.
-e quando avrò finito con te,mi occuperò anche del tuo caro Edward...- sussurrò lui,leccando il sangue scarlatto sulla mia guancia.
Non resistetti più. E scoppiai.
-EDWARD! -
Il mio grido disperato risuonò nel salone vuoto,facendo vibrare le goccioline del lampadario antico in cima al soffitto.
E in quel momento un altro suono più cupo e vibrante inondò la sala,facendomi sobbalzare e perdere il contatto con James.
Qualcuno lo aveva allontanato via.
Aprii gli occhi a fatica,e due occhi dorati incrociarono i miei,tremendamente vicini.
-Bella...-
-Edward! - gridai,abbracciandolo con un gesto istintivo.
-mi dispiace. Mi ha ingannato,ci ha ingannato tutti. Scusa per il ritardo. - cercò di sorridere,ma le mie condizioni lo fecero cadere in una profonda tristezza.
Era arrabbiato con se stesso.
-Edward,cosa...-
-stai bene? -
Rimasi a fissarlo,tentando di andare oltre le sue parole.
Il grido acuto di James,che era stato scaraventato contro un muro pochi secondi prima,riecheggiò nella stanza vuota come un grido di battaglia.
-finalmente ci si diverte! -
Riconobbi quella voce senza pensarci due volte.
-Emmett? - bisbigliai,talmente piano che probabilmente solo l'udito acuto di un vampiro avrebbe potuto udire le mie parole.
-sono arrivati i soccorsi. -sussurrò Edward,abbracciandomi per portarmi in salvo.
-Edward,non essere arrabbiato con te stesso. E' colpa mia. Solo mia,io...-
-no,Bella. E' colpa mia. Non dovevo lasciarti sola,ho mandato all'aria tutto. E per di più sono stato ingannato anche dalle visioni di...-
-Rachelle.- conclusi per lui,guardandolo – è morta? -
Edward annuì,guardandosi attorno: Emmett e Jasper avevano afferrato James,mentre altre due figure entrarono dal portone di legno antico subito dopo.
Riconobbi la figura autoritaria di Carlisle,che si avvicinò al nomade con aria impassibile.
-preparate il fuoco – lo udii chiaro e tondo,con un ordine che sembrava far parte di un processo quasi normale.
-Andrà tutto bene,Bella. Te lo prometto. - sussurrò Edward,facendomi tirare un sospiro di sollievo.
Sembrava essere tornato quello di un tempo,e forse era finito persino il piccolo periodo di autocommiserazione.
James tentò di divincolarsi,stretto nella morsa salda dei due fratelli Cullen.
-chi ha ucciso Rachelle? - sussurrai,osservando la scena.
-Rosalie. - rispose Edward,continuando a guardarmi come se fossi la cosa più preziosa che avesse.
Per me,in quel momento,era così.
-R-Rosalie? - boccheggiai,senza parole.
-a quanto pare non ti odia poi così tanto. -
Non feci in tempo a ribattere che un altro grido,più acuto e spaventoso,riecheggiò tra le pareti cremisi con una forza sconcertante.
Sobbalzai,stringendomi ad Edward che,velocemente,mi strinse al suo petto.
Sfruttando quell'attimo di distrazione,James si divincolò dalla morsa di Jasper,che in quel momento lo teneva per un braccio,e con un balzo arrivò fino al primo piano,saltando sul corrimano in legno e arrivando fino alla cima delle scale.
-Em! - Edward chiamò il fratello,che si spostò su un lato della stanza.
-Jazz,di là! - lo sentii gridare in seguito,mentre venivo sballottata dall'altra parte della stanza.
Non avevamo preso in considerazione la forza del nemico.
Lo avevamo sottovalutato,ed ora ci era sfuggito di mano.
Edward mi prese in braccio,sussurrandomi un “mi dispiace” prima di saltare verso il cornicione in legno per allontanarsi da James,che nel frattempo si era lanciato al piano terra verso Carlisle.
Osservando i nostri movimenti,però,il nomade cambiò repentinamente direzione,afferrando il mio piede e trascinando me ed Edward verso il pavimento.
Sbattei di nuovo la testa,ritrovandomi al centro della sala con un inquietante rumore sopra la mia testa,riconoscendo il tintinnio troppo veloce e barcollante delle gocce di cristallo del lampadario.
Non riuscivo più a tenere gli occhi aperti: vedevo solo tante ombre scure muoversi intorno a me in una battaglia troppo veloce per essere seguita da occhi umani.
Un altro tremolio sopra la mia testa,e poco dopo un urlo straziante proveniente dal nomade.
Riuscii a scorgere un lieve bagliore,come un fuoco che veniva appiccato all'improvviso in mezzo alla sala.
Preparate il fuoco.
Tra tutte quelle ombre ce n'era una che spiccava tra le altre: forse solo per me,ma in quel momento la vidi più luminosa del solito.
Teneva James per il collo,e se avesse mollato la presa probabilmente il nomade si sarebbe lanciato verso di me senza pensarci due volte.
Gli sarà anche piaciuto giocare,ma adesso ci ha rimesso il pranzo...
Tentai di voltarmi verso l'alto,cercando in questo modo di respirare più facilmente e prendere più aria.
Mi mancava il respiro.
E mi si mozzò quasi il fiato quando vidi il grande lampadario di cristallo staccarsi dal soffitto e cadere dritto verso di me.





Edward si voltò di scatto,gridando.

-Bella! -
Era troppo tardi.
Per quanto un vampiro potesse essere veloce,non si poteva contrastare il fato.
Edward rimase a fissare il lampadario,mentre Emmett e Jasper guardavano i riflessi delle gocce di cristallo senza riuscire a dire nulla.
Carlisle trattenne un gemito.
E in quel momento un pensiero arrivò alla mente di Edward,una lieve melodia proveniente proprio da quella stanza.
Allons enfants de la Patrie,le jour de gloire est arrivé !
Chi poteva pensare alla Marsigliese in quel momento?
Edward sorrise,seguito poi da tutti gli altri.
E quando la polvere si diradò,mescolandosi alla cenere ormai in preda alle fiamme di James,il lampadario si alzò dal pavimento e fu lanciato con grazia sorprendente dall'altra parte della stanza.
Alice si alzò in piedi,stringendo Bella tra le braccia.
-possibile che debba pensare a tutto io? - squittì lei,sorridendo e stringendo Bella al petto.
Edward scosse la testa: se fosse riuscito a piangere,probabilmente quello sarebbe stato il momento adatto per versare tutte le sue lacrime.
-Merci,Alice -









xxx
























Note:Siete autorizzati a picchiarmi per il ritardo,okay? xD Scusate,ma sono partita e sono tornata in quest momento dopo una settimana di vacanza,così non ho esitato a pubblicare...e qui si vedono i nostri eroi arrivare in aiuto della povera Bella.
Come avete visto ho lasciato ad Alice il posto d'onore (semplicemente perché l'adoro!^^) e a Rosalie quello di ammazza-vampire cattivone xD
Ma cosa succederà ora?
Vi informo in anticipi che manca poco alla conclusione della storia,e che presto ne pubblicherò un'altra decisamente molto diversa: vi dico solo che il contesto è Las Vegas...e ho detto tutto! xD


E ora una ribadisco: HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
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Capitolo 15
*** {. Faith .} ***


≈ Valzer ≈
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15.
{. Faith .}
≈ Valzer ≈
xxx








Quando mi svegliai c'era di nuovo il sole: filtrava attraverso le tende color crema di una delle innumerevoli sale del castello,ed era incredibilmente luminoso,la sua luce così intensa e...
I-Il castello?!
Mi alzai in piedi in tutta furia,accorgendomi del gesto troppo azzardato quando sentii la testa pulsare e i molteplici graffi sul corpo bruciare contemporaneamente.
Ero praticamente fasciata in tutto il corpo,ma la ferita più profonda era quella sulla tempia.
Notai,tuttavia,che quei dolori erano più che altro già sedimentati,come se mi fossi fatta male già da qualche giorno.
Quanto avevo dormito?
Ma sopratutto,che fine aveva fatto James?
L'ultima cosa che ricordavo era l'enorme lampadario di quel castello abbandonato cadermi addosso.
Ero forse in paradiso?
-Bella...-
Riconobbi quella voce – e la sua presenza – nel momento in cui pronunciò il mio nome: la sua voce includeva un'infinità di emozioni,non avrei saputo di certo riconoscere quella predominante.
Mi sembrava tranquillo,l'espressione rilassata e lo sguardo di un caldo color oro colato.
-Edward...-sussurrai,già in preda alle lacrime per la gioia di rivederlo.
-come ti senti? -
-un po' dolorante. -risposi,sincera – quanto...quanto ho dormito? -
-tre giorni. -
Rimasi a guardarlo,i miei occhi non si staccarono dai suoi nemmeno un attimo.
E anche lui capì.
-no,Bella. Non ti abbiamo trasformato in un vampiro. -
Sbuffai: - l'avevo capito. -. Ma ci speravo.
-sicura di stare bene? - mi chiese di nuovo,inginocchiandosi al lato del mio letto.
-sto bene. Davvero. - sorrisi,ma i miei occhi non smettevano di versare lacrime.
Sembravo una fontana.
Edward mi asciugò le guance con il dorso della mano,sorridendomi per la prima volta in modo da tranquillizzarmi.
-non sei arrabbiato con me? -
-arrabbiato? Con te?! Bella,ma stai scherzando? -
-si...-biascicai,incerta. In realtà non scherzavo,ma dalla sua risposta dovevo aver detto una specie di bestemmia.
La mia risposta lo fece sorridere di nuovo.
-Bella,sei quasi morta. Per colpa mia! Per colpa della mai disattenzione! -
-Edward,smettila. - dissi,risoluta – io ho seguito Alice nel bosco come un'idiota,io mi sono messa in testa di trovare una via di fuga nel bosco,io ho tentato di trovare la risposta più razionale al problema. La mia mente fredda non ha saputo risolvere il problema. Tu si. Tu mi hai salvato,Edward! -
-io ti ho quasi ucciso -
-io la vedo così: sei sempre stato solo,proprio come me. Abbiamo...tante cose in comune,così tante da perdere il conto. Una volta sconfitta Rachelle mi hai raggiunto in meno di venti secondi,hai riconosciuto il mio profumo a miglia di distanza,immerso in migliaia di profumi,di aromi diversi. Ti rendi conto,Edward? -
-Bella...- mi guardò di nuovo,sfiorandomi la guancia – tutto quello che voglio è il tuo perdono. So che forse non dovrei sentirmi in colpa,ma in qualche modo non posso farne a meno. Però sappi che ti amo,Bella Swan. Amo la tua anima razionale e la tua follia insensata. - concluse,sfiorandomi le labbra con le sue,fredde e perfette come un piano di marmo.
Il bacio che ci scambiammo servì a scaldare perfino le sue,tanto ero arrossita e accaldata per la sua vicinanza.
-credo che la mia anima razionale abbia appena lasciato il paese – sussurrai,respirando affannosamente.
Edward sorrise,prendendomi per mano.
Le ferite,malgrado ancora presenti,facevano più male stando sdraiata.
In piedi,benché debole,riuscivo a dimenticarmene. Forse perché Edward era vicino a me.
Ci incamminammo verso il piano di sotto,ed Edward mi raccontò di Rachelle e James,e di come lei lo avesse aiutato con il suo potere potentissimo solo per ottenere il suo amore.
Mi parlò anche del lampadario,e di Alice.
Non capii cosa c'entrasse La Marsigliese con tutto quello,ma probabilmente lo avrei capito in seguito.
Attraversammo la grande casa fino alla sala centrale,e riconoscendo ogni singolo centimetro di quella grande abitazione mi resi conto che era quella la mia casa.
Lì era la mia vita,la mia famiglia,l'amore.
Tutto.
Riuscii ad udire dei suoni provenienti dal giardino,illuminato dalla luce del sole intensa e calda che quel giorno non avrebbe di certo lasciato il posto alla pioggia.
Eppure,quando guardai attraverso la grande vetrata,li vidi tutti lì,insieme: i Cullen erano tutti in giardino,luminosi e perfetti nella loro bellezza senza età,allegri come se l'episodio con James e Rachelle fosse solo un ricordo del passato in confronto alla loro vita eterna.
Alice era salita sulle spalle di Jasper,e nonostante lui alzasse gli occhi al cielo e scrollasse la testa era chiaro che non gli dispiaceva affatto quel gesto d'affetto.
Seduti sul prato,poco distanti da loro,c'erano Rosalie e Emmett,mentre Carlisle ed Esme erano seduti sul dondolo in legno nell'angolo adombrato di quella piccola porzione di giardino laterale.
Posai il palmo della mano sul vetro freddo,come a tentare di raggiungere quella vita felice che mi stava passando davanti agli occhi,impalpabile.
-Bella! - Alice mi salutò,scendendo dalle spalle di Jasper.
E dopo quel richiamo tintinnante desiderai solo andare da loro.
Presi Edward per mano,e insieme ci dirigemmo verso l'esterno.
-Bella,ben svegliata – mi disse Esme,avvicinandosi a me dal fondo del giardino – come ti senti? -
-meglio – risposi,inondata dal calore di quel sole meraviglioso. Adesso meglio.
-vuoi mangiare qualcosa? -
-no,sto bene. Davvero...grazie. -sussurrai,arrossendo.
Non sapevo neanche io il perché.
Ma non mi importava.





La mattinata passò in fretta,e senza quasi accorgermene mi ritrovai di nuovo in casa con un banchetto sotto gli occhi.

-Esme,non dovevi preparare tutto questo per me...uscirò dalla cucina rotolando! - esclamai,guardandola.
-non voglio sentire scuse,sei ancora debole. - mi rispose lei,mettendomi sotto gli occhi un invitante piatto ricolmo di ravioli ai funghi.
-in verità,tesoro, Bella è in piena forma. Il riposo di questi tre giorni le ha fatto benissimo. -
Con un occhiata che suonava come un enorme “grazie” annuii,rivolta a Carlisle.
Quell'uomo era un dono del cielo.
Avevo mangiato talmente tanto da scoppiare,e in quel momento avevo solo bisogno di Edward.
-che fine hanno fatto gli altri? - chiesi,aiutando Esme a sparecchiare,malgrado non ce ne fosse alcun bisogno.
-sono andati a caccia. Fra poco li raggiungeremo,ma non vogliamo lasciarti sola in casa. Aspetteremo il ritorno di Edward. - concluse Carlisle,con un buffetto sulla mia guancia di nuovo rosea.
Sfruttai quel momento di solitudine per ritornare nella mia stanza,che non vedevo dal mio incontro con James: la finestra era ancora chiusa,e le tende preziose cadevano leggere ai lati della vetrata.
Era rimasto tutto immacolato,come se non fosse cambiato nulla: e sul mobile bianco – proprio dove l'avevo lasciato l'ultima volta – c'era ancora il carillon.
Lo aprii,caricandolo un paio di volte per lasciar partire quella melodia meravigliosa: avevo persino conservato il bigliettino che Edward mi aveva lasciato la prima volta,nascosto sotto al panno di velluto rosso che circondava i due piccoli personaggi che danzavano in circolo senza smettere mai.
Avrei anche io danzato per l'eternità?
I due ballerini si fermarono all'improvviso,spaventandomi.
L'interruzione di quella musica mi fece rabbrividire.
Immaginai la dama fermarsi e il cavaliere continuare a ballare,da solo,per sempre,con il ricordo dell'amata nel cuore e la melodia nella mente.
Richiusi il carillon,posandolo sul mobile.
Mi sedetti sul letto,affondando il volto nelle mani.
In quel momento due braccia forti mi strinsero in una presa salda.
Alzai il volto,riconoscendo i bellissimi occhi dorati di Edward,che mi guardava con un'espressione indecifrabile.
-non sapere cosa pensi è davvero terribile,ma posso provare ad indovinare. - mi sussurrò,vicinissimo,sfiorandomi le labbra.
-me l'avevi promesso,ricordi? - risposi,sicura che avrebbe capito da solo.
-è vero. - rispose,dopo un momento di esitazione.
-già,ma credo che ci sia qualcosa di più importante adesso. Potrò aspettare. -
-sul serio? - mi chiese,incredulo.
-si. Edward,quando James mi ha portato in quel posto nel bosco continuavo a gridare il tuo nome nella mente. Hai detto che non vuoi farmi perdere nulla della mia vita umana,vero? Bé,c'è una cosa che voglio fare prima di diventare un vampiro. -
Rimase in silenzio,scrutandomi.
-Oh. Oh. -
-cosa?-
-Bella,stai dicendo sul serio? Noi non...possiamo. -
-perché? - chiesi,spalancando gli occhi.
-perché io sono molto più forte di quanto immagini. E se mi lascio andare...non so cosa potrebbe accadere. - scrollò la testa,come a scacciare quei pensieri malvagi e contorti dalla sua mente.
-Edward,io mi fido di te. -
-ma io non mi fido di me stesso. - concluse lui,lasciandosi andare sul letto con una grazia che mi ricordò tanto un angelo caduto.
Mi sedei accanto a lui,poggiando la testa sul suo petto tremendamente freddo nonostante la camicia mi dividesse dal contatto diretto.
-Edward,ci sono io a fidarmi per entrambi. Non ti basta? -
-no,Bella. Se succede qualcosa,non me lo perdonerò mai -
-ci sono tante cose che non potresti perdonarti. Oramai ci ho fatto l'abitudine. - sorrisi,ricordandomi di tutte le volte in cui aveva usato quell'espressione.
-Bella...-
-non voglio che accada adesso. Dovrà...venire da sé. -
Le mie parole persero totalmente senso quando Edward si avvicinò a me,baciandomi lentamente.
Cademmo di nuovo sul letto,ed io lo strinsi a me.
Stranamente,lui non indietreggiò.










xxx
























Note:Eh si,avete intuito bene...qui si consuma,gente! Accendete i riflettori,preparate le videocamere! xD Okay,sto esagerando...
Comunque vi avvero che il prossimo capitolo vedrà un momento molto speciale fra i due ^|||^...per ora non vi dico altro,intanti vi posto qui la foto dell'abito che Bella ha indossato nei capitoli precedenti,il famoso abito lungo e dal fiocco di raso nero troppo stretto xD
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Capitolo 16
*** {. Three days .} ***


≈ Valzer ≈
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16.
{. Three days .}
≈ Valzer ≈
xxx









Non avevo mai provato una sensazione così intensa: Edward cercava di essere delicato per non farmi male,ma ciò che provai andava oltre qualsiasi sensazione umana.
Avrei potuto toccare le stelle e non accorgermene,tanto ero attratta dalla bellezza spudorata di quel ragazzo che mi aveva appena sfilato il vestito.
In un attimo fu sopra di me.
Che dovevo fare? Che diavolo dovevo fare?!
Okay,Bella. Rilassati,fai un bel respiro e...oh.
Edward aveva il corpo più bello che avessi mai visto.
Certo,lo avevo visto già a petto nudo,ma mai in quel modo.
Essere lì,forse,sminuiva ancora di più la mia bellezza che,di certo,non raggiungeva neanche minimamente quella di un vampiro.
Ma stranamente non mi sentivo affatto a disagio: era come essere in un'atmosfera ovattata,silenziosa e morbida.
Nonostante il suo corpo di marmo,Edward era caldo. E morbido.
Perché ero io,a sentirlo.
Mi baciò il collo,scendendo fino al petto per sfiorarmi il seno con le labbra fredde.
Rabbrividii,e istintivamente mi sollevai appena per baciarlo ancora.
Non mi sarei mai stancata di lui. Mai.
-Bella...-
So cosa vuoi dirmi,Edward. Ma non smettere. Resisterò.
Il fatto che non potesse leggermi la mente era un grande ostacolo,al momento.
Ma ero sicura che,nonostante non avessi aperto bocca,Edward mi aveva capito.
Mi sfiorò i fianchi,sfiorando la pelle ormai calda e sorprendentemente liscia al suo tocco.
E dire che la pelle di velluto era una sua priorità.
Eppure,in quella stanza che di priorità ne aveva una sola,mi sentii incredibilmente perfetta.
Perfetta con lui,per lui,ma soprattutto per me.
Trattenni il respiro,cercando di non pensare al lieve dolore che iniziai a provare nel momento in cui divenimmo una cosa sola: in quel momento diedi ad Edward Cullen ciò che avevo tenuto in serbo da quando avevo aperto gli occhi per la prima volta.
Avevo dato ad Edward Cullen l'essenza di Bella.
E sapevo di aver fatto la scelta giusta.
Edward mi strinse di nuovo a sé,e da quel momento non provai più dolore.
I miei occhi incrociarono i suoi – l'oro puro che scorgevo nelle sue iridi mi sorprese,dato che dopo ciò che era successo tra noi le sue difese sarebbero dovute cadere anche in minima parte,a quanto diceva – e dopo poco vidi il suo sorriso illuminarmi.
Era sereno,e non aveva alcuna intenzione di farmi del male.
Lo sapevo. Lo sapevo,Edward.
-ti amo -
-ti amo – ripetei,aggrappandomi alla sua schiena.
Ed era tutto ciò che avevo da dirgli.



Riaprii gli occhi.
Nel momento in cui riconobbi la stanza ormai a me familiare mi accorsi che il sole illuminava ancora la stanza.
Era già pomeriggio?
La superficie di marmo su cui ero sdraiata mi fece sorridere: così dura alla vista,ma più morbida di un cuscino e perfetta come seta al tatto,era tutta per me.
Mi strinsi di più ad Edward,ancora immobile.
Dopo pochi secondi,il suo tocco freddo mi sfiorò la tempia,giocando con una ciocca ribelle dei miei capelli arruffati.
-mm...- riuscii a mugolare,ancora intontita.
-sei bella,quando dormi. Ancora più del solito. -mi disse lui con la sua voce di velluto,e un leggero sorriso sulle labbra che riconoscevo malgrado avessi chiuso di nuovo gli occhi.
Chiuso gli occhi?! Ma che diavolo...pronto? Ma lo sai chi hai accanto? Sveglia!
Per la prima volta diedi ragione alla vocina nella mia mente,e di scatto aprii gli occhi.
Edward sembrava un modello per un quadro.
O un adone greco,per fare un paragone.
-c'è...ancora il sole? -
-non sei contenta? - mi chiese,avvicinandosi al mio viso.
-si,è solo che...mi aspettavo fosse già sera. I Cullen non sono ancora tornati dalla caccia? -
Edward mi guardò,scoppiando a ridere.
-Bella,è giorno,ma non è pomeriggio: è mattina. -
-oh. Oh. -
La mia cognizione del tempo aveva totalmente perso vigore,in quella stanza.
Avevamo dormito quasi un giorno intero!
Si,dormito...
Arrossii,e per la vergogna mi rintanai sotto le lenzuola bianche.
-non dirmi che sono tutti in casa,ti prego! - gridai,ma il suono arrivò come ovattato a causa delle lenzuola che mi avvolgevano completamente.
Edward,per tutta risposta,mi si fiondò addosso,stringendomi in quel fagottino candido.
-in realtà sono usciti questa mattina. Non preoccuparti,non si sono accorti di nulla. Cioè,in realtà sanno tutto,però non hanno proprio...sentito tutto. -
-Edward! -
-che c'è? Non dirmi che ti vergogni! - esclamò lui in tutta la sua perfezione,ridendo come se quello fosse un argomento su cui scherzare – Bella,per favore. Non è uno scandalo. Ricordo che prima di rinchiudermi in questo castello vivevamo tutti insieme,e Rosalie ed Emmett...-
-okay,okay. Mi hai convinto. Va bene. - risposi svelta,tentando di non sapere altro riguardo i dettagli erotico-scabrosi delle notti di quei due.
Edward mi sorrise,ma per la prima volta riconobbi un velo di tristezza nei suoi occhi.
-che...che c'è? - chiesi,titubante.
-come? Nulla,perché?-
-Edward...tu saprai anche leggere nel pensiero,ma anche io ho le mie potenzialità. Non sono totalmente idiota,per esempio. Un po' goffa,ma non idiota. -
Edward si fece improvvisamente serio,come se qualcosa lo avesse turbato.
Mi sfiorò il braccio,scendendo sui fianchi: seguii la sua mano con lo sguardo,fino a riconoscere sul fianco destro – prima nascosto dal lenzuolo – un alone leggermente violaceo appena formato.
Un livido? Prima non c'era...
-oh. - riuscii a sussurrare,benché non capissi cosa stesse accadendo all'improvviso al mio corpo: mi sarei trasformata in una specie di mirtillo viola?
Poi,nel momento in cui Edward indicò il pavimento,mi sporsi e capii tutto vedendo un lembo del lenzuolo bianco completamente strappato.
-mi...mi dispiace,Bella. Te l'avevo detto che...che non pot- -
-okay. -
-come? - mi chiese,per la prima volta più sorpreso di me.
-okay. Va bene. E' un livido,a quanto dicevi ieri a quest'ora dovrei essere morta. Un livido è un compromesso che posso accettare. -
-Bella,non dire stupidaggini. -
-non sono stupidaggini. Edward,tu sei un vampiro. Santo cielo,io mi fido di te! Quante volte devo ripetertelo? Non mi importa cosa mi è accaduto,non mi importa se sei più forte di me. Questa è stata la notte più bella della mia vita,non significa nulla questo? - okay,avevo fatto il mio discorso.
Rimasi in attesa,anche solo di un cambiamento di espressione.
Contai i secondi nella mente,il cuore mi batteva a mille per quella confessione improvvisa.
Ma persi totalmente il conto quando il bacio di Edward mi travolse di nuovo.
Come risposta era più che sufficiente.




-sei pronta,Bella? -
Era irreale,eppure era ciò che desideravo davvero.
Un mese. Esattamente un mese era passato da quella notte,e da quel momento avevo vissuto assieme ad Edward e ai Cullen in tutta tranquillità.
L'amore di cui avevo bisogno era finalmente arrivato,e ora potevo finalmente dire di essere felice.
L'unica cosa che mi mancava per la mia eternità perfetta era quella,e stava arrivando.
-si. - risposi,decisa.
Carlisle annuì,e indietreggiò per lasciare spazio ad Edward.
-la morfina sta per circolare,Bella. - mi sussurrò,vicinissimo al mio viso.
Annuii di nuovo,più lentamente: la morfina stava iniziando ad avere effetto.
-aspetteremo che entri completamente in circolo e poi...-
Chiusi gli occhi,ma li riaprii subito dopo per non perdere neanche un minuto gli incredibili occhi dorati di Edward,che dopo quel gesto innocente mi sorrise.
Risposi a quel sorriso,le palpebre oramai pesanti,e l'ultima cosa che sentii sulla pelle fu la sua mano fredda,posata sul viso come un saluto prima dei terribili giorni che mi aspettavano.
-ti amo,Bella. -
-ti...amo anch'io,Edward. -
Caddi nel sonno più profondo,e intorno a me vidi solo buio.
Un lieve dolore mi colpì prima il collo,seguito dai polsi.
Infine un dolore più sottile,come se un ago mi stesse perforando il cuore silenziosamente.
Il dolore si trasformò in una specie di calore esteso e diffuso in tutto il corpo,come se mi trovassi su dei carboni spenti già da parecchio tempo.
Per tre giorni.












xxx
























Note:Avete visto che bel regalo? ^^ Ho pensato che siccome starò via per due settimane e non avrò il pc con me serviva un bell'aggiornamento...vi è piaciuto il capitolo?
Purtroppo manca poco alla fine della fanfiction,ma vi avverto che sto progettando di pubblicarne un'altra non appena finisco questa^^
Ora vado a preparare le valigie,intanto spero di ricevere i vostri commenti su questo nuovo capitolo^^


E ora una ribadisco: HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥ (<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
 
Disturbia.

Ci vediamo al prossimo aggiornamento!


Baci
LMS*

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Capitolo 17
*** {.Epilogo.} ***


≈ Valzer ≈
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...
{.Epilogo.}
≈ Valzer ≈
xxx









-Punto! - la voce squillante e allegra di Esme risuonò dolcemente nelle mie orecchie,diffondendosi a velocità massima come una melodia suonata al piano.
Sorrisi,esultando.
-accidenti! - si lamentò Emmett,lanciando la pallina da baseball in cielo.
Strinsi la mazza più forte,tentando di ricordare che la troppa forza avrebbe potuto frantumarla in mille pezzi.
-e dai,Em,è solo una partita! - lo beffeggiò Edward,scherzando con le solite battutine che di consueto Emmett rifilava a tutti quando giocavano a baseball nel bosco adiacente al castello dei Cullen.
Alice mi venne incontro,e battendomi il cinque andò a riposizionarsi sulla duna,per lanciare di nuovo con Jasper in battuta.
Il baseball mi piaceva,e nella mia nuova condizione da vampiro avevo scoperto che ero anche portata alla battuta,e facevo degli ottimi home run.
Ma la cosa che mi piaceva di più era battere Emmett nelle gare di velocità,quando facevamo a gara per recuperare le palle lanciate da Alice.
-scommetto che se non fosse stata Bella a batterti saresti un po' più allegro,dico bene? - proseguì Jasper,facendomi l'occhiolino.
Sorrisi.
-okay,ragazzi. La partita è finita,sta tornando il sole. - disse Esme,prima che un raggio luminoso splendesse sul giardino rigoglioso.
Guardai il cielo,stringendomi nella mia fantastica tenuta da baseball bianca: essendo una ragazza non mi era mai stato concesso di portare pantaloni,e adesso che potevo decidere di me stessa non potevo che sentirmi fiera della mia “emancipazione dallo stereotipo femminile”,come diceva sempre Alice per difendere la sua condizione di donna.
Benché isolati dalla città non giocavamo mai a baseball senza aspettare i tuoni,per evitare di destare qualche sospetto per il troppo rumore,ma quell'improvvisa schiarita in cielo non mi intristì affatto.
Mi avvicinai ad Edward in meno di un secondo,inspirando il profumo degli abeti attorno a noi e udendo uno strano movimento a qualche chilometro da lì,nel fitto della boscaglia fredda,sulle montagne.
-Alci? - azzardai,riducendo gli occhi dorati a due fessure.
-stai migliorando – rispose Edward,cingendomi le spalle con il braccio – e quanti sono? -
Chiusi gli occhi,cercando di concentrarmi: riuscivo a sentire il movimento delle fronde,il rumore della selvaggina e i passi pesanti delle alci che si avvicinavano al fiume.
Uno,due...
-tre. - confermai,riaprendo gli occhi.
Edward mi sorrise,annuendo: - quattro. C'è n'è una ancora nascosta tra gli alberi -
-accidenti. - borbottai,incrociando le braccia.
-non dovresti prendertela. Io alla tua...età. - disse,cercando di riferirsi ai giorni che erano passati dalla trasformazione – non sapevo riconoscere un alce da una scarpa. -
-certo...-
-è vero,invece. Riuscivo a distinguere le figure in lontananza,ma non riuscivo ne a riconoscerne l'odore,ne a definirne le fattezze,ne tanto meno il numero. Bella,stai andando bene. -
-dici...davvero? -
-mai stato più sincero. - confermò,prendendomi in braccio, senza preoccuparsi di farmi del male.
-Edward! -
-non dirmi che ti fai spaventare dal vampiro cattivo! - esclamò,ridacchiando – non posso essere così spaventoso! -
-oh,ora io lo sono quasi quanto te! - risposi,stando al gioco e mettendomi in posa sotto la luce del sole.
Edward rimase a fissarmi,incantato,talmente bello e immobile che per un attimo immaginai avesse captato chissà quale pensiero nelle vicinanze.
Subito dopo mi sorrise,avvicinandosi a me per prendermi la mano.
-No. Tu sei sicuramente,indiscutibilmente più bella. - rispose alla fine,sfiorandomi le labbra con un bacio alla luce del sole,senza più timore di resistere al mio profumo.
-mm...su questo avrei da ridire. - sussurrai,ancora inebriata da quel bacio.
-si? - rispose lui,prima di baciarmi con più passione.
Per un attimo sentii di nuovo le farfalle nello stomaco,ed ebbi la sensazione di avvampare malgrado non ne fossi più capace.
-c-credo...credo che ti darò ragione...-ansimai,intontita.
Edward sorrise,stringendomi a sé: - possiamo sempre giocarcela a baseball. -
Scoppiai a ridere,e il suono cristallino della mia voce ipnotica e perfetta risuonò come una nota inserita in modo aggraziato e corretto all'interno di una sinfonia.
-ti avverto,la mia battuta è praticamente imprendibile. -



Mi cambiai in fretta,indossando il mio abito preferito – regalo dei Cullen dopo la mia trasformazione: la stoffa leggera dalle tinte amaranto ricadeva appena sopra le ginocchia,e gli intricati e sottili decori simili a foglie leggere appena cadute riempivano tutto l'abito,comprese le maniche,corte e più leggere.

Strinsi il fiocco rosso dietro la schiena,sistemandomi la gonna,e indossando le scarpe rosse che avevo comprato con Alice durante un'intensa giornata di shopping scesi di sotto.
Edward era ancora sotto il portico,e osservava qualcosa di indefinito oltre il cancello.
Mi sorrise,ma subito dopo il suo sguardo si posò di nuovo su quel punto.
-abbiamo visite. -sussurrò,rilassato. Chi poteva essere? - anzi,tu hai visite.-
-Per me? - chiesi,incredula.
In effetti avevo percepito già da molto la presenza di qualcuno,ma non avevo idea che stessero cercando me. In un attimo Carlisle ed Esme mi furono accanto,e subito ci dirigemmo insieme verso il fondo del portico,evitando di apparire sotto la luce del sole.
Tipica procedura,quando eravamo nelle vicinanze di un umano.
Un umano?
-Bella. - disse Alice all'improvviso,sorridendomi – tranquilla. -
Mi ero accorta della sua presenza nel momento stesso in cui aveva mosso il primo passo dal grande salone,per dirigersi vicino a me sotto il portico.
Riconobbi il suono dei passi,il frusciare del vestito leggero ed elegante,la pelle olivastra e gli occhi scuri.
Ma soprattutto il suo incantevole profumo,che per la prima volta non mi colpì come un odore umano: mi travolse come l'odore di un ricordo,una folata di vento che mi riportò alla mente le memorie che credevo troppo sfocate all'interno della mia nuova testa.
Carlisle ed Esme rientrarono in casa,mentre Edward mi strinse forte a sé.
Alice indietreggiò di qualche passo,attendendo sull'uscio in attesa del fratello.
Quando Edward mi lasciò il braccio avanzai di qualche passo,tentando di non mostrare le mie nuove qualità superiori e di non espormi troppo al sole,che stava già divenendo più debole a causa di alcune nuvolette leggere e di passaggio.
-ciao,mi amorcito. -
-ciao,Jo -
Josephine aveva lasciato i capelli sciolti – cosa che faceva solo quando non doveva lavorare - ,che ricadevano neri come la pece sulle spalle,lucidi e fluenti come onde di petrolio sulla pelle liscia.
Mi sorrise,probabilmente aveva notato anche il cambiamento della mia voce,ora più limpida e simile a quella di un angelo in quell'atmosfera surreale.
-Edward. - disse poi la donna,guardando oltre il mio corpo marmoreo con un lieve cenno,dolce e delicato.
Benché non l'avesse mai visto,Jo aveva un ottimo intuito.
Edward rispose con un sorriso dolcissimo,che fece arrossire persino lei.
Mi avvicinai a quella che era stata quasi una mamma per me,durante quei pochi anni che avevamo condiviso assieme,e la paura di essere respinta perché diversa stava lentamente sciamando ad ogni passo.
Rimasi leggermente distante da lei,proprio quel tanto che bastava affinché la pallida luce solare non mi colpisse.
-come stai,piccola? - mi chiese dopo un attimo di pausa,con un sussurro silenzioso.
-bene. - non riuscivo a parlare,sentivo le immagini del passato riaffiorare e uno strano groppo in gola.
Era così che piangeva un vampiro?
Josephine mi sorrise di nuovo,sospirando.
-lo vedo. - proseguì,con una rapida occhiata verso Edward.
Diamine,aveva capito tutto.
Oh,no. Tutto tutto?
-sono felice per te,tesoro. -
Rimasi immobile,respirando per dare l'impressione di essere ancora umana.
Volevo abbracciarla,volevo dirle che mi mancava e ringraziarla per avermi permesso di vivere.
Volevo...
Le nuvole coprirono il sole per intero,e sul vialetto di Villa Cullen scese la solita patina grigiastra che il cielo assume nelle giornate uggiose,ed io esplosi.
Malgrado fossi un vampiro,avevo conservato il mio carattere.
Quello di una persona che non crede alle favole,una persona razionale...
No. Io credevo nelle favole,nei miracoli,nell'amore.
Credevo in tutto,solo che l'avevo scoperto solo allora.
E credevo nella famiglia.
E in questa famiglia c'era anche Jo. La mia Jo.
Corsi attraverso il portico,tentando di assumere una velocità umana – il che voleva dire quasi camminare,per un vampiro – in direzione di Josephine,che si avvicinò a me.
L'abbracciai,stando ben attenta a controllare la mia forza.
Sentivo il calore della sua pelle sulla mia – fredda e liscia come il marmo e coperta dal delicato tulle dell'abito leggero – e le lacrime scendere lungo il suo volto.
-oh, niña...-sussurrò,massaggiandomi la schiena con affetto materno.
-mi sei mancata,Jo...- dissi,e la mia voce sembrò ancora tremendamente bella nonostante quel groppo alla gola che mi opprimeva.
-anche tu. Ma verrò a trovarti. Spesso,è una promessa. -
-davvero? Prometti? -chiesi ancora,speranzosa.
-si – mi rispose lei,sfiorandomi la guancia – si,te lo prometto. -
Le sorrisi,rimanendo abbracciata a lei ancora un po'.
-sarà meglio che vada,ora. - mi disse,con una pacca sulla testa – passerò di nuovo fra qualche giorno,d'accordo? -
-il prima possibile – la corressi,aspettando con ansia il suo prossimo arrivo,come un bambino in attesa del Natale o del regalo di compleanno.
-il prima possibile. - ripeté lei,assecondandomi con piacere – ora vai,sta per uscire il sole. -
La guardai,la confusione nei miei occhi: come aveva fatto a …
Mi sorrise ancora,come volesse dirmi con lo sguardo di non preoccuparmi: aveva capito,ma ovviamente nessuno oltre me e i Cullen avrebbe dovuto saperlo.
Forse non sapeva cos'eravamo davvero,ma era sicura che i Cullen – e ora vi ero dentro anch'io – non erano umani.
Questo non avrebbe creato problemi,ma mi stupii di come avesse capito tutto con pochi sguardi.
Annuii,e lei si voltò: nello stesso istante mi voltai anch'io,e senza guardare indietro tornammo ognuna sui nostri passi,mentre il sole mi illuminava nuovamente il corpo,che brillò come un diamante.
Ma Jo non si voltò,e tra me sorrisi,guardando Edward e quella nuova vita di cui Jo oramai aveva intuito tutto: ma lei non si guardò mai indietro,bensì attraversò il cancello e se ne andò.
Grazie,Jo.



-dai,Bella! Vieni a giocare,ti sfido! - gridò Emmett dalla cima delle scale,stringendo i pugni con Jasper che scrollava la testa,ridacchiando,accanto a lui.

Braccio di ferro. Questa volta ti faccio a pezzi,Em,pensai tra me e me,sorridendo malignamente.
-vuoi farlo a pezzi? - mi chiese Edward,ridacchiando.
-hai...mi hai letto nel pensiero? - chiesi,incredula.
Lui scosse la testa,concedendomi uno dei suoi soliti e bellissimi sorrisi sghembi.
-no,ma dalla tua espressione si capisce che sarà una battaglia davvero avvincente: posso assistere alla tua vittoria?-
-fossi in te riformulerei la domanda – lo punzecchiai,guardando di nuovo Emmett,che nel frattempo si era avvicinato a Rosalie.
-d'accordo. Posso assistere alla sconfitta umiliante di Emmett? - chiese ancora Edward.
-okay. -risposi,baciandolo.
-ragazzi,è pronto! - gridò Esme dalla cucina,la voce di Carlisle di sottofondo.
-wo-oh! Mi fiondo! - gridò Emmett,lanciandosi letteralmente in cucina.
-è...pronto? - chiesi,più a me stessa che agli altri.
-Esme ha cucinato di nuovo. Le piace – mi spiegò Edward,alzando le spalle.
-e ad Emmett piace il cibo? Il cibo degli umani? -
-è come un uomo che mangia spesso nei fast food: non è roba sana,ma lui ne va matto. -
Risi,scrollando la testa.
-forse dovevo aspettarmelo. - chiarii,stringendo il braccio di Edward per dirigermi nella grande cucina.
E così ci ritrovammo tutti attorno a quel grande tavolo imbandito,ma nessuno mangiava: Esme sorrideva,fiera di tutti i manicaretti preparati,accanto a Carlisle,che da bravo capofamiglia concedeva un sorriso e una parola a tutti.
Jasper ed Alice parlavano allegramente insieme a me e ad Edward,mentre Emmett continuava a mangiare sotto lo sguardo divertito di Rosalie.
E in quel momento mi soffermai su quel pranzo di parole a casa Cullen,sorprendendomi di quanto fosse normale per noi una cosa del genere.
Esme mi fece assaggiare persino una fetta di torta,e malgrado in quel momento il cibo umano non facesse per me trovai spontaneo farle i complimenti – poiché,guardandolo bene,per un umano sarebbe stato un dolce sublime.
In quel momento un tonfo leggero – che l'udito umano non avrebbe nemmeno notato – ci colpì tutti,e istintivamente guardammo in direzione della vetrata che occupava completamente la parete esposta sul giardino: era la palla lanciata da Emmett a fine partita.
A quanto pare doveva averla lanciata davvero in alto.
Scoppiai a ridere,e in poco tempo fui seguita praticamente da tutti.
Mi sarei mai abituata a cose come quelle?
-Bella,dopo dobbiamo farci belle! Si va in città stasera! - mi disse Alice,seduta accanto a me,abbracciandomi.
-d'accordo,ma questa volta devi insegnarmi a truccarmi da me,altrimenti non imparerò mai.-
I suoi occhi si illuminarono,e dopo il suo sorriso non ebbi più nulla da dire: perché,malgrado non amassi fare la “barbie trucco e parrucco”,il solo passare un pomeriggio con le mie nuove sorelle mi faceva sorridere.
E mentre tutti iniziavano a scherzare sulla fobia di Alice per il trucco,Edward mi strinse la mano.
E non ebbi bisogno di dire nulla.
Perché i miei occhi,in quel momento,dicevano tutto.












xxx
























Note:Eccomi qui,con l'epilogo di questa bella storia (o almeno è quello che ho intuito dalle vostre meravigliose recensioni^^) che mi ha coinvolto tantissimo e che spero abbia avuto lo stesso effetto su di voi.
Lo so,sono un'inguaribile romantica e adoro i lieto fine. Ma che ci posso fare? Con la realtà cruda che ci ritroviamo davanti,un pò di amore ci vuole sempre e si può sempre immaginare!
Detto questo (sono filosofica,stasera xD) vi lasciò l'immagine dello splendido vestito che ha ispirato il look di Bella in questo capitolo,un vestito stupendo che ho trovato per caso su internet e che ho subito connesso a questa storia^^


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E ora via ai ringraziamenti! Perché in fondo...cosa sarebbe questa storia senza voi che la leggete e che mi date preziosissimi consigli e mmi invitate sempre ad aggiornare?

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