≈ Valzer ≈ di littlemoonstar (/viewuser.php?uid=31225)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** {.Home Sweet Home.} ***
Capitolo 3: *** {.Pixie and the Prince.} ***
Capitolo 4: *** {.The Beast.} ***
Capitolo 5: *** {.Vampire in my heart.} ***
Capitolo 6: *** {.Dancing under the moon.} ***
Capitolo 7: *** {.A Kiss in the meadow.} ***
Capitolo 8: *** {.Beautiful tearful.} ***
Capitolo 9: *** {.Death under the rain.} ***
Capitolo 10: *** {.Crimsom Red.} ***
Capitolo 11: *** {.When the love falls .} ***
Capitolo 12: *** {. Before the storm .} ***
Capitolo 13: *** {. Run .} ***
Capitolo 14: *** {. Dark Valzer .} ***
Capitolo 15: *** {. Faith .} ***
Capitolo 16: *** {. Three days .} ***
Capitolo 17: *** {.Epilogo.} ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
≈ Valzer ≈
≈ Valzer ≈
“Ognuno
di noi è dunque un uomo resecato a
mezzo:due
pezzi da uno solo;
e
però è sempre in cerca della
propria
metà.”
Platone,Simposio
Non
avevo mai considerato seriamente la morte,perlomeno non fino ad
allora.
Feci
un altro passo in avanti,osservando le pareti scarlatte e il grande
lampadario dorato al centro della stanza,che mi guardava minaccioso
lasciando che la mia pelle candida si specchiasse
nell'infinità
delle centinaia di gocce di vetro che pendevano da esso.
Era
strano come tutto,da quella prospettiva,poteva essere visto in
maniera diversa.
Ogni
goccia rifletteva una parte di me,un volto nuovo e mai scoperto di
Isabella
Swan.
Mai
scoperto,all'infuori che da lui.
Ecco
perché non avevo paura della morte.
Perché
sapevo che,in un modo o nell'altro,avrei concluso la mia esistenza
con lui,e nessun altro avrebbe saputo darmi la forza e l'emozione
necessaria per vivere ancora.
Dei
passi silenziosi si fecero più vicini,strusciando contro il
morbido
tappeto rosso.
Il
riflesso delle piccole goccioline raggiunse il mio abito
cremisi,punteggiandolo con mille sfaccettature luminescenti.
Una
mano fredda mi sfiorò il collo,ed io chiusi gli occhi.
E
dire che era cominciato tutto da un semplice valzer.
-mi
dispiace...-mi sussurrò all'orecchio,leccandomi il collo e
sfiorandolo con le labbra fredde.
Era
finita.
E
dire che era cominciato tutto da un semplice valzer.
Il
nostro.
xxx
Note:
Ma saaaalve!
Avete visto chi spunta fuori? XD Allora,come avevo accennato nella mia
fic Disturbia
(che sto ancora completando...ma quando arriva
l'ispirazione non ci si può fare nulla!) avevo iniziato a
buttare giù un'idea nuova per una fic su Twilight,fandom da
cui oramai non mi stacco più...quindi ho l'impressione che
dovrete sopportarmi per un bel pò^^
Il prologo
è un pò enigmatico,ma non
preoccupatevi...tenterò di aggioranre il prima possibile per
non farvi attendere troppo,nel frattempo spero che commenterete in
tanti e mi farete sapere cosa ne pensate,sono davvero curiosa!
Baci
LMS*
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Capitolo 2 *** {.Home Sweet Home.} ***
≈ Valzer ≈
1.
{.Home Sweet Home.}
≈ Valzer ≈
-Isabella!
Sbrigati,dai! -
L'accento
ispanico di Josephine mi risvegliò da quello strano torpore
che da
qualche giorno non mi permetteva di formulare un pensiero che avesse
senso,ricordandomi che quel giorno iniziavo il mio apprendistato come
domestica.
Sbuffai.
Non
doveva esserci un apprendistato per pulire le case degli altri,anche
un bambino avrebbe saputo farlo!
Eppure,per
qualche strana ragione ancora sconosciuta ai miei occhi, mi ritrovai
fuori casa in pochi secondi,catapultata dalla pressante voce di Jo
che mi aspettava sbattendo il piede a terra a velocità
supersonica.
In
effetti c'era un motivo per cui mi ritrovavo ad essere il paggetto di
una domestica.
Purtroppo
non potevo permettermi di rimanere senza lavoro,nonostante avessi
solo diciassette anni e fossi nel pieno della mia adolescenza.
Risi
di quella espressione.
Quando
avevo chiesto a Josephine di farmi lavorare con lei,aveva subito
detto dopo qualche secondo che non avevo affatto l'aria di una
adolescente.
Me
lo dicevano tutti,ormai mi ero abituata.
Salii
in macchina,salutando la mia tutrice con un sorriso appena
accennato,e rimirando il paesaggio che sfrecciava dall'altra parte
del finestrino a grande velocità,trasformando tutto in una
grande
macchia mobile.
Non
ero mai stata una persona frivola,ne avevo mai preso parte alle
tempeste ormonali tipiche delle ragazzine.
Ero
sempre stata razionale e testarda,non credevo mai alle cose che non
riuscivo a dimostrare e di sicuro non mi lasciavo ingannare da
nessuno.
Non
me l'aveva insegnato nessuno. L'avevo imparato da sola dopo anni di
solitudine,dove me l'ero dovuta cavare da sola.
Niente
favole,solo la realtà.
-ti
piacerà la nostra nuova sistemazione,Isabella...-
-Jo...-
la guardai,con occhi imploranti. Non mi piaceva che gli altri mi
chiamassero in quel modo.
-d'accordo,Bella...-
puntualizzò lei,sorridendo -vedrai che andrà bene,mi
amorcito.
-
Uscimmo
dalla città,entrando in una specie di piccolo boschetto di
abeti
Sitka dall'aspetto molto antico quanto stranamente suggestivo,in cui
aleggiava una strana aria bluastra,mista al profumo di abete
selvatico,resina e muschio.
Josephine
si fermò davanti ad un grande cancello in ferro battuto
nero,che
sembrava essere chiuso da anni,giungendo alla fine del lungo viale di
abeti che avevamo percorso nell'assoluto silenzio.
Non
appena arrivammo al cancello,questo si aprì scricchiolando
ed
emettendo una sorta di gridolino acuto davvero inquietante,soppresso
poi dal silenzio.
-Jo...ma
dove siamo finite? - sussurrai,piegando la testa da un lato.
Josephine
non rispose,concentrata sulla guida: attraversato il cancello,rimasi
davvero senza parole.
Davanti
a noi si apriva uno scenario davvero singolare: un immenso giardino
semi abbandonato faceva da palcoscenico ad una specie di gigantesco
castello dall'aspetto molto antico.
Era
un luogo misterioso. Non incuteva paura,solo una tremenda solitudine.
Jo
rabbrividì,ma io non potei fare a meno di immaginare chi
potesse
vivere in un posto come quello.
E
in quel momento mi ci immedesimai,come se lo avessi davanti e potessi
dirgli “ ti capisco,so cosa vuol dire”.
-non
preoccuparti,mi
amorcito...non
mi dire che non conosci la storia di questa casa,vero? -
La
guardai,tentando di carpire un po' di quella leggenda che le faceva
brillare gli occhi.
-veramente
no. - confessai,come se fossi colpevole.
-oh,santo
cielo. - sbuffò lei,avviandosi verso il meraviglioso
castello a
passo svelto. - il proprietario di questa casa è un ragazzo
giovanissimo e molto bello. Molti dicono addirittura di non aver mai
visto un essere più bello. -
Mi
misi a ridere: sembrava stessimo parlando di una creatura aliena.
-cosa
ci trovi da ridere? -
-nulla,è
che...insomma,perfetto? Nessuno è perfetto. E poi chi
avrebbe messo
in giro questa notizia? -
-voci.
- aggiunse lei,ormai arrivata davanti alla grande porta bianca
finemente decorata. - e comunque non preoccuparti,non esce mai di
casa. -
-vuoi
dire che tu...hai già lavorato qui? -
-proprio qualche
mese fa,ma per un tempo brevissimo. E non è mai,mai uscito dalla
sua stanza. -
Deglutii
rumorosamente,scrollando la testa per scacciare quei brutti pensieri
che mi invadevano la mente.
Josephine
tirò fuori un piccolo mazzo di chiavi dalla tasca,aprendo il
portone
che emise uno strano cigolio rauco e profondo,smuovendo la polvere
ormai visibile,che mandò Josephine su tutte le furie.
-mi
allontano un attimo e guarda che succede...-
-allora
è vero che non esce mai...perché dovrebbe
preoccuparsi della
casa,Jo? - azzardai,guardandomi intorno nella stanza buia e poggiando
le valigie a terra.
-non
è lui che se ne occupa,ma la sua famiglia.-
In
quel momento fui travolta da qualcosa di amaro,un groviglio scuro che
mi si posò sullo stomaco: il proprietario di quella casa
aveva una
famiglia?
-bé
almeno qualcuno che gli vuole bene ce l'ha...-sussurrai,sicura che Jo
mi avesse sentito.
Me
ne accorsi quando mi sorrise,abbracciandomi.
-coraggio,tesoro,fatti
forza...su,dobbiamo iniziare a ravvivare questa casa,anche se in
tutti i giorni in cui sono venuta qui non ci sono mai riuscita...-
Le
sorrisi,annuendo con un nuovo vigore ed iniziando con il legarmi i
capelli in una coda un po' arruffata.
Mi
tolsi il cappotto,consegnandolo alla mia tutrice: lei sapeva cosa
fare e dove poter trovare tutto l'occorrente per rendere la casa un
po' più abitabile.
Indossavo
un vestito nero lungo appena sopra le ginocchia,insieme ad un
grembiule bianco che tenevo sempre legato stretto,per evitare di
perderlo in giro per casa.
-ancora
non capisco perché dobbiamo tenere questi affari...-
-oh,tesoro!
I ricconi vogliono una certa classe,e poi mi è stato
esplicitamente
richiesto di essere...riconoscibile? - provò,insicura.
-riconoscibile?
- ripetei,guardandomi intorno: di certo ci si metteva poco a
riconoscersi,dato che quella casa era sempre deserta.
Josephine
iniziò ad aprire le tende delle grandi finestre del
salotto,una
stanza gigantesca e interamente coperta da un bellissimo tappeto
rosso,su cui giacevano sparsi tanti tappeti persiani impolverati e
intatti.
Jo
mi aveva detto di lasciare sempre le tende semichiuse e di non
lasciar entrare troppo sole in casa sotto richiesta del
“signorino”
- come avevo iniziato a chiamare Mister non-esco –
mai-dalla-mia-stanza – ma ancora non riuscivo a capire il
perché
di quelle richieste assurde.
Ma
quando alzai lo sguardo non potei fare a meno di
sussultare,osservando il corrimano delle grandi scale che portavano
ai piani superiori.
Scrollai
la testa,maledicendomi per aver immaginato troppo.
Eppure,per
un attimo,mi era sembrato di vedere la figura di un ragazzo.
E
sembrava guardare proprio me.
xxx
Note:
OME! La mia nuova storia è piaciutaaa! Grazie grazie
grazieeee!
Grazie a tutti per gli splendidi commenti e per aver aggiunto la storia
tra i preferiti/seguiti (mi ci devo abituare a questa nuova funzione di
Efp ^^").
Cooomunque,adesso che ho quasi terminato Disturbia
posso
dedicarmi a pieno a questa nuova storia,cercando nel frattempo di
seguire i vostri consigli e le vostre critiche^^ Che ne pensate di
questo primo capitolo? Diciamo che è un pò una
"seconda
introduzione",e dal prossimo l'azione verrà movimentata un
pò di più.
Ovviamente tutti i personaggi - esclusa Josephine - non sono una mia
creazione ma appartengono a zietta Steph e bla bla bla...il resto lo
sapete,no? ^^ Ci vediamo al prossimo capitolo!
Baci
LMS*
|
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Capitolo 3 *** {.Pixie and the Prince.} ***
≈ Valzer ≈
2.
{.Pixie and the Prince.}
≈ Valzer ≈
-Jo,ti
prego! Non puoi lasciarmi qui da sola! - la implorai,inseguendola
lungo le ampie scale che portavano al salotto senza fine.
Josephine
mi guardò,posando la valigetta leggera a terra e
stringendomi in un
abbraccio materno.
-coraggio,Bella.
Sei promossa,non hai più bisogno del mio aiuto. -
-ma
non puoi lasciarmi da sola in questo castello,morirò di
solitudine!
- gridai,indicando la stanza completamente vuota.
Nella
settimana che avevo passato in quella casa avevo patito le pene
dell'inferno per cercare di risistemarla insieme a Jo,ma sembrava che
la polvere non avesse intenzione di staccarsi dai mobili,tanto ne
erano cosparsi.
Eravamo
riuscite a darle un aspetto che rasentasse il minimo della
decenza,pulendo a fondo ogni parte del castello e tralasciando solo
l'ultimo piano,a cui non potevamo accedere per via della bolla di
vetro che il misterioso ragazzo si era costruito intorno.
Non
ero ancora riuscita ad orientarmi alla perfezione in quel labirinto
di stanze – la casa era davvero troppo grande per conoscerla
in una
settimana per intero – ma ora il panico si stava lentamente
impadronendo di me da quando Josephine aveva detto che mi avrebbe
lasciata da sola.
-e
poi non so cucinare. -
mentii.
-Bella,cucini
molto meglio di me. - rispose Josephine,aprendo la porta – e
poi
lasciamo sempre i pasti del signorino fuori dalla porta,di sicuro non
te lo farà notare. -
Sbuffai,lasciando
cadere le braccia sui fianchi.
-e
poi tornerò,appena avrò finito il secondo
incarico. Per qualsiasi
problema puoi sempre chiamarmi. -
-okay...-
annuii,a capo basso – buona fortuna. -
-oh,niña,vieni
qui...- mi abbracciò,baciandomi la guancia con la voce
tremante. -
mi raccomando. -
In
un attimo,anche Jo sparì.
Non
sapevo perché,ma avevo il terribile dubbio che non l'avrei
mai
rivista,e questo mi fece sentire tremendamente sola.
Di
nuovo.
Ormai
dovresti esserci abituata...
Scrollai
la testa,dirigendomi verso la mia stanza per indossare qualcosa di
diverso da quella orribile divisa da cameriera: era umiliante.
La
mia stanza era al primo piano,e vi si entrava attraverso un corridoio
dalle pareti finemente decorate con quadri e vasi di fiori -
aggiunti da noi dopo qualche giorno di permanenza –.
Era
abbastanza grande e l'unica in cui potessi tenere la finestra
completamente aperta,potendo addirittura osservare il bellissimo
bosco che si estendeva a perdita d'occhio.
Chiusi
la porta,togliendomi in fretta l'abito per aggiungerlo ai vestiti da
lavare, e frugando nell'armadio indossai uno dei miei vestiti
preferiti,che mi arrivava fino alle ginocchia con il suo fantastico
color blu mare e di certo era molto più comodo dell'uniforme
nera.
Mi
legai di nuovo i capelli e aprii la porta per tornare al mio
lavoro,ma quando spalancai la porta non potei fare a meno di gridare.
Ero
spaventata a morte: chi diavolo era quella li?!
-ciao.
- mi disse lei,sorridendomi.
Cercando
di riprendere fiato tentai di analizzarla,ma ne notai solo la
perfezione e l'immensa bellezza: i corti capelli neri ricadevano sul
viso bianco e perfetto,facendo da cornice ai grandi occhi dorati e
alla bocca sottile.
Sembrava
un piccolo elfo spuntato lì per caso,in quella strana casa
la cui
atmosfera ricordava molto quella di una fiaba.
Eppure,per
qualche strano motivo,quella ragazza così bella e
irraggiungibile mi
ispirava una grande fiducia.
-oh,mi
dispiace di averti spaventato. - si scusò,innocente
– permettimi
di presentarmi: io sono Alice Cullen. -
-oh,p-piacere.
Io sono Bella Swan. - sussurrai,allungando la mano verso di lei.
Quando
me la strinse sentii il gelo invadermi il braccio: era davvero
fredda,e la sua pelle era talmente liscia e pallida da sembrare
marmo.
-oh,lo
so. - rispose lei,che non sembrava curarsi di quella pelle fredda
–
sono stata io a chiamarti. -
-come?
-
-sono
la sorella di Edward. -
La
guardai a lungo,senza capire le sue parole.
-Edward
– ripeté,indicando con il dito verso l'alto.
Spalancai
gli occhi,stupita più di me stessa che di lei: ero stata
talmente
occupata a rendere quella casa più ospitabile da
dimenticarmi
totalmente di chiedere il nome del proprietario.
In
fondo,non avrei avuto bisogno di saperlo: era come un
fantasma,rinchiuso in quella specie di torretta del castello senza
alcun contatto con l'esterno.
-oh,Edward!
Ma certo,è che io...-
-lo
so,non c'è bisogno delle spiegazioni – si
affrettò a dire lei,nel
momento in cui un velo di tristezza si posò sul suo sguardo
dorato –
Edward non esce mai dalla sua stanza,è una persona...molto
solitaria. Ma tu non preoccuparti,ci sarò io a farti
compagnia in
questi giorni. -
-s-sul
serio? -
-si,dato
che la tua amica è andata via non puoi davvero rimanere
tutta sola.
Non preoccuparti,sono sicura che diventeremo ottime amiche. -
Sorrisi,senza
quasi rendermene conto: quella ragazza bizzarra era così
allegra e
frizzante che era impossibile non esserle amica.
Mi
richiusi la porta alle spalle,notando la sua camminata aggraziata e
leggera,simile ad una danza armonica perfettamente in equilibrio con
il silenzio circostante.
Rimasi
a fissarla mentre mi camminava davanti,sorridendo. Sembrava felice di
aver incontrato qualcuno.
Che
strano,pensai.
-allora,cosa
vuoi fare? - mi chiese,voltandosi all'improvviso per farmi prendere
il secondo infarto della giornata.
-considerando
che sono la domestica di casa...oggi tocca alle finestre. - annuii
vigorosamente,afferrando gli stracci che avevo poggiato al margine
delle scale per pulire i vetri impolverati.
Alice
mi sorrise,precedendomi ed iniziando a spalancare le tende cremisi
delle enormi finestre che occupavano gran parte delle pareti
laterali.
-non
ti annoi,a stare qui? - le chiesi,mentre iniziavo a spolverare.
-oh,non
preoccuparti. - mi disse lei,affiancandomi – è
bello avere
qualcuno con cui parlare,no? Posso aiutarti,se vuoi...-
-non
se ne parla! - gridai,ascoltando l'eco della mia voce all'interno
della stanza – sono io la tuttofare qui,sarebbe ingiusto. -
Alice
scoppiò a ridere,e in quel momento il suono di quello
scampanellio
squillante mi diede la forza necessaria per proseguire nelle mie
faccende.
Non
avevo mai avuto un'amica.
E
in quel momento la trovai la cosa più bella del mondo.
Erano
passati pochi giorni da quando ero rimasta sola nel grande castello
dei Cullen,ed Alice mi veniva a trovare tutti i giorni: arrivava
sempre di sera,ed ogni volta si scusava per non essere potuta
arrivare prima.
Era
un peccato,perché in quei giorni c'era un sole bellissimo e
si
poteva stare persino fuori senza rischiare di prendere freddo.
Era
raro trovare dei giorni di sole come quelli,ma Alice sembrava
prediligere la sera,e ogni volta mi faceva compagnia mentre
mangiavo,benché lei non toccasse cibo.
Quella
mattina,quando mi svegliai,provai per la prima volta un senso di
orgoglio nel vedere il castello: era come nuovo,e benché mi
trovassi
da sola avevo provveduto a rimetterlo in sesto.
Non
capivo come Jo non ci fosse riuscita,in fondo non era molto
difficile: Alice mi portava ogni sera un cesto di fiori freschi,che
distribuivo in tutta casa.
Il
grande salotto e le camere erano state rimesse in sesto,così
come il
giardino – malgrado per quello se ne fossero occupati
direttamente
i giardinieri.
Ero
davvero molto soddisfatta, e adesso il mio lavoro si era notevolmente
ridotto.
Quella
mattina ero sola in casa,e dato che non avevo nulla da fare decisi di
addentrarmi nei meandri del castello,esplorando il secondo piano.
In
effetti non ci ero ancora mai salita dato che l'unica cosa da fare li
era portare i pasti in camera di Edward,e a me non era mai stato
concesso tanto onore: nella prima settimana ci aveva pensato
Jo,mentre da quando ero sola era Alice che se ne occupava.
Ma
quella mattina avevo deciso di esplorare la casa,perciò
salii le
scale senza timore ed entrai nel corridoio del secondo piano,che
trovai inaspettatamente pulito e in ordine.
Alice
aveva messo dei fiori anche lì,e tutto sembrava silenzioso e
tranquillo.
C'erano
solo poche porte ai lati del corridoio,ed una più grande in
fondo,rialzata.
Solo
quando mi ci avvicinai mi accorsi che in realtà quella era
la torre
del castello.
Sussultai,immaginando
chi avrei potuto trovare lì dentro.
Velocemente
cambiai direzione,trovandomi nella stanza dall'altro lato del
corridoio,una bellissima camera dalle pareti color pesca e dal letto
a baldacchino.
I
mobili,le tende,tutto la faceva somigliare ad una specie di camera
delle principesse,con sbuffi cremisi e dorati ovunque.
Davvero
magnifica,e soprattutto un peccato non poterla utilizzare.
Sfiorai
la piccola scatola intarsiata sulla cassettiera,prendendola in mano
ed aprendola: era un carillon,che suonava una melodia che conoscevo
benissimo.
Clair
De Lune,la
mia preferita.
Chiusi
gli occhi,inspirando il profumo di quella musica.
In
quel momento mi chiesi come poteva essere quella grande fortezza se
dotata di vita: immaginai tante persone scendere dalle ampie
scalinate,passeggiate nei giardini balli e notti di passione
consumate in quei letti.
Una
casa piena di gente,piena di vita.
In
quel momento forse c'era più polvere che altro.
-tu
devi essere Bella,dico bene?-
Il
carillon mi cadde di mano,e dalle labbra mi uscì un sonoro
sussulto:
la musica si interruppe,ed io mi voltai di scatto,spaventata.
E
davanti a me vidi l'essere più bello che la natura era
riuscita a
creare.
E
solo quando osservai più attentamente la pelle marmorea e
pallida,la
bellezza spropositata concentrata negli occhi dorati e nel fisico
perfetto e scolpito,per non parlare del leggero sorriso dipinto sulle
sue labbra,non ebbi più dubbi.
Molti
dicono addirittura di non aver mai visto un essere più
bello...
Ne
ero certa.
Edward
Cullen.
-io
sono Edward Cullen,piacere di conoscerti. - il sorriso sghembo che
riservò a me e soltanto a me mi invase come un vortice
improvviso e
troppo forte per essere sostenuto da una persona sola,si
impadronì
della mia mente come un tarlo persistente.
Mi
aveva chiamata Bella.
Non lo faceva mai nessuno.
Quella
persona così meravigliosamente perfetta doveva essere Mister
recluso?!
Impossibile!
Non
riuscivo neanche a parlare,ero come immobilizzata da tutta quella
bellezza.
-scusa,non
volevo spaventarti. - mi disse,avvicinandosi.
Scrollai
la testa,lentamente,e per confortarlo cercai di sorridergli,ma tutto
ciò che venne fuori fu solo un debole e timido accenno.
Eravamo
a pochi centimetri l'uno dall'altra,e in quel momento iniziai a
pensare che la mia permanenza in quel castello sarebbe stata molto
più interessante.
xxx
Note:Buongiorno
a tutti! Ecco qui il secondo capitolo,e finalmente abbiamo l'incontro
di Edward e Bella (e "Alice la pazza" XD),il momento tanto atteso: ma
per scoprire ciò che si diranno dovrete aspettare il
prossimo
capitolo,che praticamente manca solo di revisione (quindi non ci
metterò molto ad aggiornare^^) Nel frattempo ho
finito Disturbia
,sempre con una lacrimuccia
dato che ogni volta che finisco una storia so già che mi
mancherà da morire^^
Adesso,mentre scrivo Valzer,sto buttando giù un'alta storia
(sempre fandom Twilight,ovviamente),ma devo avere l'ispirazione giusta
per continuare,quindi se deciderò di pubblicare anche questa
vi
avvertirò di certo! Intanto ringrazio chi ha iniziato a
seguire
questa nuova fic,e anche chi mi continua a seguire dopo Disturbia,Six
Years old e le altre mie storie...non ce la farei mai senza di voi!!^^
Bene,adesso devo andare...mi raccomando,fatemi sapere se vi piace!
Ps_ Il titolo, Pixie and the prince, significa letteralmente " Il
folletto e il principe"...capite di chi stiamo parlando,vero?^^
Baci
LMS*
|
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Capitolo 4 *** {.The Beast.} ***
≈ Valzer ≈
3.
{.The Beast.}
≈ Valzer ≈
-posso
farti una domanda? - chiesi all'improvviso,sedendomi sul letto.
Non
ero ancora riuscita a far uscire una parola sensata dalla bocca,e in
quel momento mi resi conto che iniziavo a sembrare una completa
idiota.
-certo.
-
-perché
non ti ho mai visto fino ad ora? - riuscivo a sembrare vagamente
determinata. Fantastico.
Tuttavia,in
quel momento il suo sguardo si velò di una tristezza
irraggiungibile,che non riuscii a carpire.
-purtroppo
sono una persona molto...solitaria. Ho sempre vissuto da solo. -
rispose,voltandosi.
-ti
capisco. - dissi,annuendo.
Edward
si voltò all'improvviso,gli occhi colmi di risentimento: -
come...come fai a capire? Tu non puoi...non puoi davvero capire. -
Nella
sua voce c'era una grande tristezza,rancore.
Iniziò
a spaventarmi.
-io...-
-lascia
stare. - disse in un sussurro,prima di sparire di nuovo.
Sentii
la porta chiudersi con forza,e rimasi di nuovo sola: quell'incontro
non era durato che pochi minuti,ma in un attimo il mio cuore aveva
smesso di battere.
Era
come uno strano sogno,un flash improvviso da cui mi ero svegliata ma
di cui percepivo ancora gli effetti.
In
quel momento la rabbia iniziò a crescermi dentro: come
poteva dire
tutte quelle cose se neanche mi conosceva? Come si permetteva di
trattarmi in quel modo dopo che avevo ridato vita a quella casa
abbandonata?
Mi
sentivo umiliata,abbandonata e soprattutto non capita.
Perché
non c'era nessuno che poteva immedesimarsi in quella situazione
quanto me.
Io
che ero stata abbandonata.
Che
ero sola.
Era
questa la verità? Edward era solo uno sciocco viziato?
Scrollai
la testa,tentando di reprimere le lacrime che iniziavano a bruciare
sugli occhi: perché nonostante tutto,non potevo fare a meno
di
ripensare a lui.
Quel
giorno non mi mossi dalla mia stanza.
Richiusi
la porta dietro di me,togliendomi i vestiti ed infilandomi sotto le
coperte.
Pensarmi
in quella casa da sola,con quell'essere perfetto quanto estremamente
irritante,mi faceva rabbrividire.
Rimasi
a letto tutto il pomeriggio,ringraziando di aver terminato i lavori
di casa il giorno precedente.
Quel
giorno Alice non venne da noi,e probabilmente non ne sentii la
mancanza dato che avevo l'umore sottoterra.
Desideravo
solo sprofondare in un sonno pesante,un sonno senza sogni ne
emozioni,un riposo senza colori.
Non
volevo niente.
Il
mattino dopo pioveva,ed io non avevo alcuna intenzione di rimanere a
letto ancora a lungo.
Nonostante
era passato un giorno intero ero ancora sconvolta dalla terribile
reazione di Edward,che mi aveva trattata come un essere inutile non
conoscendo proprio nulla di me.
Avevo
passato la notte su sogni strani ed enigmatici,di cui non avevo
capito il senso: ma stranamente,in ognuno di quegli incubi criptici
il volto di Edward,le sue mani,i suoi occhi,si ripresentavano
pressando sulla mia mente stanca senza darmi tregua.
Ne
avevo abbastanza.
Scesi
le scale,dirigendomi in cucina per preparare la colazione.
Ci
misi poco,o forse non mi accorsi del tempo che passava,impegnata come
al solito a ripensare agli eventi del giorno precedente.
Misi
tutto su un vassoio e iniziai a salire le scale,per portare come al
solito la colazione ad Edward.
Come
da disposizioni di Alice,il vassoio doveva essere lasciato in cima
alle scale del terzo piano – cosa che vedevo ancora molto
strana –
perché Edward non voleva essere disturbato.
Ma
quel giorno,mai come allora,decisi di bussare alla sua porta: non
sapevo perché,forse volevo solo incrociare il suo sguardo
per capire
cosa gli passava per la testa,perché ce l'aveva tanto con il
mondo.
O
forse volevo solo sentire la sua bellissima voce,un paradosso se
confrontata con la vena di disprezzo delle sue parole il giorno
precedente.
Mi
diressi a passi decisi verso la fine del corridoio,e facendomi
coraggio bussai alla porta della sua camera,prima con un battito
leggero e poi con più vigore.
-la
colazione. - dissi dopo aver bussato,attendendo una risposta che
tardava ad arrivare.
Riuscii
a distinguere solo una specie di sussulto,come un gemito represso.
-lasciala
lì,per favore. Va' via,adesso. - era la voce di Edward,e non
sembrava
essere nel pieno del suo vigore.
Rimasi
a fissare la porta,incredula: come poteva dirmi una cosa del genere,e
oltretutto essere così scortese?!
-per
favore,vattene via! - gridò subito dopo,spaventandomi.
La
tazza di porcellana sul vassoio tremò,emettendo un suono
leggero che
si esaurì subito,coperto dal battito del mio cuore.
Ne
avevo davvero abbastanza.
Poggiai
il vassoio a terra rumorosamente,girando i tacchi e correndo via il
più velocemente possibile.
Non
volevo rimanere davanti a quella porta un minuto di più,e
non ci
avrei passato neanche più del tempo.
Iniziai
quasi a correre,scendendo velocemente le scale fino ad arrivare al
secondo piano: l'unico suono in quella casa deserta era il rumore dei
miei passi e del mio respiro affannato.
Improvvisamente,un'idea
malsana mi arrivò alla mente: perché dovevo
essere io,a scappare?
Perché
dovevo essere io a comportarmi da vigliacca?
Mi
fermai a metà rampa,voltandomi lentamente verso il corridoio
che mi
guardava dall'alto,minaccioso e buio,illuminato solo dalla tenue luce
che filtrava dall'unica finestra del piano.
Non
dovevo essere io,la preda.
Quel
gioco sembrava una caccia,in cui scappavo da un predatore
disinteressato a me,che semplicemente non mi voleva intorno.
Iniziai
a salire le scale,percorrendo la strada verso la torre: non potevo
farmi mettere i piedi in testa,ero comunque un essere umano!
Doveva
rispettarmi,come io rispettavo lui: ma ad ogni gradino la rabbia
cresceva di più,la collera dentro il mio corpo che si era
condensata in ogni fibra dopo quelle terribili parole stava iniziando
ad uscire fuori in una miscela esplosiva e letale.
Arrivata
all'ultimo gradino era lei che comandava il mio corpo: non avevo
più
paura.
Ero
solo tremendamente arrabbiata.
Cominciai
a camminare lungo il corridoio con passo deciso,lasciando che il
suono dei miei passi si sollevasse in aria,rimbombano con violenza.
Ascolta,sto
arrivando...
Strinsi
i denti,infuriata.
E
in un attimo spalancai la porta,pronta a riversare tutta la mia
rabbia su colui che mi aveva fatto stare male.
-stammi
a sentire,Edward,perché sono davvero...-
Ma
in un attimo tutte le mie emozioni si sgretolarono,divenendo polvere
davanti allo spettacolo che mi si presentò davanti agli
occhi.
Edward
stava male. Molto male.
Me
ne accorsi perché era in ginocchio sul pavimento,le braccia
tese per
sorreggersi e le mani strette a pugno che sfioravano pesantemente la
moquette.
E
tremava.
Tremava
davvero,smuovendo quella pelle di marmo che quasi mi aspettavo
immobile.
-Edward!
- gridai,catapultandomi in suo aiuto.
Tirando
su i lembi del vestito mi inginocchiai a terra,senza sapere cosa
fare.
Le
mie mani si posarono sulla sua schiena,inarcata verso il basso:
sembrava stesse davvero soffrendo,e questo mi fece stare ancora
più
male.
Dopo
tutto quello che avevo pensato su di lui,dopo tutta la rabbia che
volevo sfogargli contro,adesso mi sembrava di essere colpevole di
qualcosa che in realtà non avevo ancora fatto.
Iniziai
a sfiorargli la schiena,tentando di osservare il suo viso,coperto dai
capelli ramati che risplendevano alla luce pallida di quel mattino
piovoso.
-respira,vedrai
che...andrà tutto bene,ved- -
-vattene.
- mi ringhiò contro,nel mezzo di uno spasmo terrificante.
E
non stavo esagerando. Edward stava davvero
ringhiando.
Istintivamente
rabbrividii,ma mi feci forza: non potevo abbandonarlo adesso.
-non
posso andare via,tu stai male. Adesso chiamo aiuto,ma tu devi...-
-ho
detto di andare via. Subito. -
Mi
bloccai,tentando di capire. Ma ogni possibile logica era
inutile,contro quel comportamento.
-non
se ne parla. - ribattei,testarda come mio solito.
Ma
la testardaggine,quel giorno,mi sarebbe costata cara.
Edward
alzò la testa lentamente,mostrando il viso contratto e i
denti
stretti,ma soprattutto i suo nuovi
occhi:
erano color pece,così scuri che non si riusciva quasi a
distinguere
la pupilla dal resto,con una strana sfumatura color cremisi.
Un
gemito mi uscì dalle labbra,e fu impossibile fermarlo.
-ti...prego...-
mi sussurrò,implorandomi.
Solo
in quel momento mi resi conto che stava solo cercando di proteggermi.
Lo
faceva perché sapeva di essere pericoloso.
Ma
quando me ne resi conto era troppo tardi.
Lo
capii quando un altro ringhio,più profondo del precedente e
sempre
proveniente da Edward, mi fece spaventare molto di più.
Subito
dopo vidi solo il suo braccio avvicinarsi a me,e spingermi con forza
contro la parete.
Sbattei
la testa,e non potei fare a meno di gridare.
Sentii
un liquido caldo scendermi dietro la testa e sulle tempie,e non mi fu
difficile capire di cosa si trattasse.
Sentivo
un dolore lancinante anche sul braccio,probabilmente mi ero tagliata.
Dannazione.
Edward
mi si avvicinò,spinto da spasmi irregolari e sempre
più frequenti:
sembrava stesse combattendo con l'idea di avvicinarsi a me.
Come
se in lui due anime,due diverse menti stessero combattendo per
decidere della mia vita.
Il
sangue continuava a colare,e improvvisamente mi sentii più
stanca.
Le
palpebre si facevano più pesanti,la vista più
sfocata.
Stavo
perdendo lentamente i sensi.
Il
tocco freddo di Edward mi ridestò momentaneamente,ma la sua
espressione animale era troppo dolorosa da osservare.
Da
quando ero piccola amavo leggere ogni genere di libro,e nella mia
libreria avevo anche qualche libro di fantasia,dove andavo a scovare
leggende a cui solitamente non credevo.
In
quel momento,quando le labbra di Edward mi sfiorarono il
collo,iniziai a credere ad una di quelle.
-Edward...-
Avevo
sempre immaginato quel ragazzo così bello come un
solitario,magari
segnato da qualche evento nel corso della sua vita che lo aveva
portato a non avere più contatti con il mondo.
Ma
mai avrei pensato che facesse tutto ciò per nascondere la
sua
natura.
Mai
avrei pensato tutto questo per rinnegare ciò che era.
Ed
io ne ero certa.
Un
vampiro.
-Edward!
No! -
Quelle
parole mi arrivarono solo in lontananza,prima che i miei occhi si
chiudessero definitivamente.
Da
quel momento vidi solo buio.
E,inaspettatamente,il
magnifico volto di Edward e i suoi occhi dorati.
xxx
Note:Buonasera
tutti!Ecco qui il terzo capitolo...inquietante,eh? Edward in astinenza
è stato difficile da descrivere,ma adesso cosa
succederà?
Lo scoprirete presto,non temete^^
Intanto volevo ringraziare le fedeli commentatrici e chi ha aggiunto la
storia nei preferiti,e segnalarvi la mia storia appena
conclusa: Disturbia.
Inoltre ci
tenevo a segnalare un nuovo forum aperto dalla mia amica Giulia
(conosciuta in Efp come honeyweasley95),dove mi sono appena iscritta:
è nato principalmente per leggere le sue storie favolose,ma
si
tratta di un normalissimo forum dove è possibile pubblicare
le
fanfiction proprie,entrare nel GDR e parlare di Twilight fino allo
sfinimento^^
Bene,dopo questo piccolo spazio vi lascio il link,sperando in una
visitina:
www.eternityinrock.forumcommunity.net/
Dopo questo,vi ringrazio ancora per i bei commenti...ci vediamo al
prossimo capitolo,belli!^^
Baci
LMS*
|
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Capitolo 5 *** {.Vampire in my heart.} ***
≈ Valzer ≈
4.
{.Vampire in my heart.}
≈ Valzer ≈
A Matteo. Spero tu sia in un
posto migliore,ora.
Quando
mi svegliai era tornato il sole.
Me
ne accorsi perché la mia finestra era completamente
spalancata sul
giardino – di nuovo curato – di Villa Cullen.
La
finestra era decisamente diversa da quella della mia stanza,segno che
non mi trovavo in camera.
Tentai
di tenere gli occhi aperti,ma il dolore che sentivo dietro la testa
continuava a pulsare e a rimbombare soffocando ogni mio tentativo di
rimanere sveglia.
Avevo
il braccio fasciato,e sentivo un lieve pizzicore sulla fronte,ma in
quel momento non volevo vedere cosa diavolo avevo in testa.
Riconobbi
quella stanza quando la focalizzai meglio,distinguendo ogni
particolare: le pareti rosa pesco,i mobili in legno e il grande letto
a baldacchino bianco dagli intarsi violetti.
Era
la mia camera preferita,e ci entravo almeno una volta al giorno per
riordinarla anche quando non c'era un solo granello di polvere.
Quella
stanza mi trasmetteva una grande tranquillità,e dalla
finestra si
poteva ammirare tutto il bosco che incorniciava il castello come in
un quadro,e soprattutto una specie di radura nel folto del bosco
perfettamente circolare e piena di fiori.
Sorrisi,chiudendo
gli occhi e respirando a fondo: come ci ero arrivata lì?
Riaprii
gli occhi,guardandomi le mani: oramai sapevo che Edward non era
ciò
che voleva far credere.
Era
semplicemente solo,e rinnegava la sua natura.
Era
per questo che mi aveva attaccato? Perché non resisteva
all'odore
del mio sangue?
Per
qualche strana ragione desiderai che fosse così.
Almeno
non ti odia...
Già,forse
era per quello. Perché l'ultima cosa che volevo era che mi
odiasse.
-Bella...-
Sobbalzai,spalancando
gli occhi per lo spavento.
-oh...Alice,sei
tu? - riconobbi la voce squillante,lo scampanellio cristallino che
nel pronunciare il mio nome si era coperto di tristezza.
-si.-
-mi
hai spaventato...-
-scusa.
- finalmente la sua voce mi indicò la strada da seguire:
Alice stava
sulla porta,e mi osservava nella penombra.
Rimaneva
lì,come oscurata,in quell'atmosfera ovattata che tutto
sembrava
fuorché realtà.
Non
l'avevo mai vista in quel modo: era sempre stata così
allegra che mi
ero dimenticata che fosse umana,e che anche lei potesse avere i suoi
momenti di tristezza.
E
fui felice,in quel momento, che si preoccupasse per me.
Ciò
di cui ebbi paura,tuttavia, fu la parola umana.
Perché
se Edward era un vampiro,allora forse...
-mi...mi
dispiace per Edward,Bella. Dico sul serio. -
sussurrò,abbassando il
capo come se fosse colpa sua.
-non...non
preoccuparti,è tutto okay. -
Mi
squadrò,inarcando le sopracciglia che crearono una piccola
ruga
sulla sua fronte di marmo.
Marmo...
-“tutto
okay”? - ripeté,senza parole – e nelle
tue condizioni saresti
okay? Oh,Bella...-
-sul
serio,io non...- in quel preciso istante mille flash ripetuti mi
schizzarono da una parte all'altra del cervello,senza fermarsi: gli
occhi cremisi di Edward,il suo ringhio feroce,i suoi denti
scintillanti a contatto con la mia pelle...
Rabbrividii,e
sentii di nuovo le lacrime scendermi sulle guance.
-Oh,Bella...-
Alice mi corse incontro,abbracciandomi – Edward si sente
così in
colpa per quello che ha fatto...-
-dov'è?
- chiesi,cercando di ignorare le lacrime – dov'è
ora? -
-nella
torre. Con Emmett e Carlisle. -
Annuii,tirando
su con il naso: Alice mi aveva già parlato di loro,a quanto
pare
erano una famiglia molto unita e davvero numerosa.
Emmett
era il fratello,mentre Carlisle era il capofamiglia.
Guardai
in basso,e fui scossa da un fremito: improvvisamente capii
perché
Alice aveva sempre cercato di nascondersi nell'ombra,perché
veniva
sempre a trovarmi di notte o nelle giornate piovose,e anche
perché
spariva nelle rare giornate di sole.
In
quel momento lo spiraglio di luce proveniente dalla finestra
colpì
il suo braccio,che iniziò a brillare come cosparso da
centinaia di
minuscoli brillanti luminosi.
-Alice...tu...-
Lei
ritrasse il braccio,guardandomi con aria colpevole.
O
forse implorante.
Cosa
voleva dire tutto questo?
-lascia
stare. - dissi,guardandola negli occhi – credevi che non
avessi
capito? -
-ci
speravo. - mi sussurrò lei,lasciandosi inondare dalla luce
del sole.
Era
meravigliosa.
Avevo
ragione.
In
quel castello non c'era un vampiro.
Ce
n'era un'intera famiglia.
-è
questo,ciò che siamo. - disse Alice, e la sua voce
sembrò ancora
più bella sotto i raggi del sole – e mi dispiace
che tu sia finita
in questa storia,Bella. Non doveva succedere.-
-che...che
vuoi dire? -
-l'odore
del tuo sangue è...molto forte,il tuo profumo è
davvero
particolare. E' difficile resisterti,soprattutto quando sei molto
vicina a noi. - mi spiegò,tornando a sedersi sul mio letto.
-il
mio profumo...- sussurrai,tentando di capire – e come fai a
resistere,tu?-
-è
diverso,Bella. - proseguì lei,sorridendo per la prima volta
– tu
oramai sei mia amica, e non ti farei mai del male. Il tuo profumo
è
ottimo,ma niente di più. Per Edward,invece,sei...una specie
di
droga...-
Rabbrividii.
A quanto sembrava mi vedevano come un pasto da scegliere in frigo.
-scusa.
- ripeté di nuovo Alice,alzando gli occhi al cielo.
-no,no.
Devo...sto cercando di capire. -le dissi svelta,cercando di
convincerla – devi spiegarmi,Alice. Ormai ho capito...quello
che
siete. -
-il
fatto che hai capito che siamo vampiri non implica che tu debba
sapere la verità. -
-oh,certo.
- sbuffai,incrociando le braccia – e dovrei allontanarmi da
voi
così all'improvviso? Da te? Da...-
Mi
fermai,mordendomi il labbro.
Dannazione,ormai
era inevitabile negare che la presenza di Edward,seppur
fulminea,aveva scatenato in me qualcosa di particolare.
-Edward?
- mi aiutò Alice,piegando la testa da un lato.
-si,lui.
-
-hai
qualche...domanda?-
Oh,ne
avevo a centinaia,e tutte facevano a gara per uscire dalle mie
labbra.
Ma
in quel momento,a dir la verità,non riuscii a chiederle
nulla.
Perché
sapevo cosa dovevo fare,qual'era la priorità.
E
l'avrei fato comunque,anche rischiando la pelle un'altra volta.
Mi
alzai di scatto in piedi,ma fui bloccata da Alice che mi
fermò alla
porta con una velocità inimmaginabile,facendomi intuire che
oltre
alla pelle pallida e al sangue c'era oltre,nella loro natura.
-Bella,devi
rimanere a letto. -disse decisa,e non sembrava ammettere repliche.
-ti
prego,Alice. Te lo chiedo con il cuore,fammi...fammi passare,per
favore. -
Lei
rimase a guardarmi,cercando di capire cosa mi passasse per la testa.
-va
bene. - concluse,sparendo nell'ombra della stanza e lasciando la
porta aperta.
Sporca
bugiarda,è questo il ringraziamento?
Le
stavo mentendo,ma oramai era chiaro cosa volevo fare: aprii la porta
ed iniziai a correre,diretta verso l'ultimo piano.
Sorprendentemente,Alice
non mi fermò. Rimase semplicemente dietro di me,a vegliare
sulle mie
azioni forse troppo impulsive.
Ma
dovevo vederlo. Dovevo andare da lui.
Non
sapevo perché,ma ne avevo bisogno.
Arrivai
davanti alla porta della torre,e questa volta la spalancai
completamente,rimanendo sulla soglia in attesa di vedere cosa mi
aspettasse.
E
in quel momento Edward Cullen incrociò il mio sguardo.
Gli
occhi erano di nuovo di quel color dorato che avevo visto la prima
volta,e di certo non mi spaventò.
Accanto
a lui c'erano gli altri componenti della famiglia,e mi resi conto che
Alice li aveva descritti alla perfezione: Carlisle Cullen aveva i
capelli chiari,il volto pallido e le sue espressioni, i suoi
movimenti, tutto di lui ispiravano grande fiducia,mentre Emmett
somigliava ad un armadio mobile,che con la sua grande stazza dava un
grande senso di protezione.
Mi
osservarono a lungo,per poi sorridermi: probabilmente avevano capito
le mie intenzioni,perché si fecero subito da parte.
Edward
era tranquillo,ma la sua espressione tradiva una grande amarezza e
frustrazione,forse per quello che mi aveva fatto.
Attraversai
la stanza,e lentamente mi feci vicina a lui,inginocchiandomi per
terra e guardandolo negli occhi.
Seduto
sul pavimento e illuminato dalla pallida luce del sole era ancora
più
bello.
Lo
guardai negli occhi,e lui rimase a fissarmi,confuso.
Istintivamente,tentai
di allungare una mano per sfiorare il suo volto perfetto,la sua pelle
liscia e fredda come il marmo che oramai era diventata una
caratteristica comune di quella famiglia.
C'era
odore di disinfettante e fiori,segno che avevano già
ripulito il
sangue lasciato sulla parete dalla mia povera testa.
Edward
inspirò il mio profumo con discrezione,probabilmente in
qualche modo
riusciva a controllarsi meglio.
La
mia mano arrivò sulla sua guancia,e con una carezza sperai
di poter
dire tutto ciò che la mia voce – che in quel
momento era troppo
emozionata per uscire fuori – non poteva spiegare.
Edward
chiuse gli occhi,assorbendo il mio gesto con una dolcezza infinita.
Gli
sorrisi,senza quasi rendermene conto,forse intenerita da quel
gesto,forse perché semplicemente mi ispirava fiducia.
Anche
lui sorrise: quel sorriso sghembo di cui mi ero...
Cosa?
-mi
dispiace – sussurrò con la sua voce vellutata.
-come
ti senti? - gli chiesi,senza lasciare il suo viso.
Lui
mi osservò senza parole.
-chiedi
a
me
come posso stare? -
-io
sto bene. - spiegai,come se quel discorso non avesse senso –
e tu?
-
Sorrise
ancora,facendomi sempre più felice.
-bene.
Adesso. -
Quando
uscii dalla stanza Alice era già lì che mi
aspettava,stranamente
tranquilla.
-Grazie,Bella.
- mi disse,abbracciandomi.
-per
cosa? -
-per
avergli ridato la vita. -
Quelle
parole,apparentemente senza senso,mi fecero uno strano effetto.
Era
grazie a me che Edward era più controllato?
-sembra
così...solo. - sussurrai,guardando di nuovo la porta chiusa.
-già,ma
prima era una sua scelta – Alice seguì il mio
sguardo,persa in
chissà quale ricordo- rinnegava la sua natura
perché si considerava
un mostro,ed è sempre rimasto da solo. Ma da quando ci sei
tu
lui...è diverso. E'...cambiato,e vuole controllarsi. -
-l'unica
cosa che gli manca,adesso,è la sua famiglia. -
dissi,sperando che
capisse cosa avevo in mente.
Alice
mi guardò,sorridendo come una bambina.
-sul
serio? -
-vedrai
che...mi ci abituerò. D'altra parte,cosa ci può
essere di più
interessante che vivere con una famiglia di vampiri? -
xxx
Note:Rieccomi
qui,lacrimuccia mode-on in questo capitolo^^ Purtroppo oggi non ho
moltissimo tempo per commentare questo capitolo,spero solo vi sia
piaciuto (fino ad ora è il mio preferito,a scriverlo mi ci
è voluto un pò a causa dell'ultima parte,ad alto
carico
emotivo...volevo davvero che uscisse bene,insomma!).
Grazie per tutte le recensioni meravigliose che mi lasciate,vi prometto
che aggiornerò il prima possibile^^
INtanto continuo a segnalare la mia ultima storia completa:
Disturbia.
Baci
LMS*
|
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Capitolo 6 *** {.Dancing under the moon.} ***
≈ Valzer ≈
5.
{.Dancing under the moon.}
≈ Valzer ≈
Ancora
non capivo come mi fosse venuta in mente quell'idea.
Sapevo
solo che l'avevo fatto per Edward,per colmare la sua solitudine.
Ecco
perché due giorni dopo il mio incontro con Edward i Cullen
erano
venuti a vivere nel castello.
Carlisle
ed Emmett mi avevano subito fatto sentire a mio agio,presentandomi al
resto della famiglia.
-Bella,ti
presento Esme,mia moglie. -
-molto
piacere,Bella. - mi disse lei,sorridendo: era il ritratto della
dolcezza,la pelle pallida la rendeva bellissima e il suo carattere la
facevano somigliare alla mamma che non avevo mai avuto.
I
capelli color caramello avevano dei tratti simili ad Edward,e per un
attimo mi chiesi se fosse davvero sua madre.
Mi
abbracciò,senza alcun timore per il mio odore.
-non
preoccuparti,Bella. - mi disse Alice,mano nella mano con un ragazzo
biondo davvero molto affascinante – resistiamo bene al sangue
umano. Siamo vegetariani,mangiamo solo animali. -
-sul
serio? - chiesi,incredula.
-sul
serio. - confermò Carlisle,ridendo della mia espressione
basita –
non ci saziamo come con il sangue delle persone,ma almeno possiamo
vivere civilmente,basta andare a caccia più spesso. -
Annuii,molto
interessata a quell'argomento.
Nel
frattempo notai che Alice mi si era fatta più vicina: -
Bella,lui è
Jasper. -
Il
ragazzo biondo sembrava leggermente più teso degli altri,e
questo mi
incuriosì.
-è
l'ultimo arrivato in famiglia,purtroppo ha ancora difficoltà
a
resistere al profumo umano. -sussurrò Alice,appoggiandosi
alla sua
spalla.
Per
tutta risposta,Jasper sorrise dandole un colpetto sulla testa:
-non
darle retta,Bella. - disse alla fine,rilassandosi –
è un piacere
conoscerti. -
-anche
per me. - risposi,tranquilla.
Per
la prima volta,malgrado mi trovassi a confronto con una famiglia di
vampiri bellissimi,non mi sentii a disagio.
O
in pericolo.
In
quel momento riflettei su ciò che aveva detto Alice: ultimo
arrivato.
-Ultimo
arrivato? - chiesi,sicura che loro avessero già capito la
domanda.
-bé,la
verità,Bella, è che noi siamo una...famiglia per
scelta. - mi
spiegò Esme,guardando i suoi figli con sguardo orgoglioso
– alla
società risultiamo come una giovane coppia che ha adottato
cinque
ragazzi,ma in realtà ci siamo uniti per scelta. -
-come
una famiglia. - puntualizzò Alice,facendomi capire che dopo
tutti
quegli anni lo erano diventati davvero.
E
nello stesso momento,osservando di nuovo l'atteggiamento di Jasper
verso Alice,capii che il non essere fratelli a loro andava molto
più
che bene,e vedendoli insieme mi sentii improvvisamente bene per loro.
-oh,e
lei è Rosalie. - mi sussurrò Emmett,indicando la
ragazza bionda
accanto a lui,una modella che avrebbe fatto invidia anche a Miss
Universo.
Rimasi
senza parole,ma lei mi degnò a malapena di uno
sguardo,facendomi
rabbrividire.
-non
preoccuparti,Rose fa sempre così con gli umani. Ti ci
abituerai. -
mi sussurrò all'orecchio lui,dirigendosi verso la compagna e
abbracciandola per cercare di convincerla a non odiarmi senza motivo.
Accidenti,avrei
avuto una bella grana,ma in quel momento non ci pensai.
Pensai
piuttosto a quella famiglia e al loro segreto: ero sempre stata un
persona molto razionale,ma la mia sicurezza si era disciolta come
neve al sole nel momento in cui avevo scoperto la loro natura.
Cosa
mi stava succedendo? E perché proprio adesso e soprattutto
con loro?
Forse
perché hai qualcuno che ti ama,ora...
Scacciai
dalla testa quella
stupida vocina irritante,tornando ad affrontare il problema maggiore:
la convivenza.
Avrei
dovuto adattarmi e vivere
come se fossi al loro servizio.
-bene,Bella.
- Alice mi si
avvicinò,poggiando una mano sulla mia spalla – sei
licenziata.-
Spalancai
gli occhi,e subito il
panico si impossessò di me.
-c-come?
Ma che stai...-
-
ehi,ehi,un secondo! Abbiamo
deciso di licenziarti solo perché non vogliamo che lavori
più per
noi! - si affrettò a dire lei,divertita dalla mia reazione
– ora
che siamo tutti qui possiamo occuparci tutti della casa. E poi ferita
come sei non puoi stancarti. -
-oh...
-
-adesso
devi solo scegliere la
stanza che preferisci. -
Sorrisi,e
alla mente mi arrivò
subito il letto a baldacchino bianco,seguito dal sorrisetto complice
di Alice.
-buongiorno
a tutti. -
Sussultai,irrigidendomi:
quella
voce,quella splendida,magnifica voce di velluto...
-Edward!
- gridai
allegra,voltandomi verso le scale: Edward ci guardava con il sorriso
sulle labbra,appoggiato al corrimano.
Era
rilassato,sereno,e molto
elegante: la camicia bianca e i pantaloni scuri lo facevano
somigliare ad un modello pronto per gli scatti.
-Bella...-
sussurrò lui con
dolcezza,avvicinandosi a me senza perdermi mai di vista con i suoi
splendidi occhi dorati – come ti senti? -
-te
l'ho già detto,sto bene. E
tu? - gli chiesi di nuovo.
-mai
stato meglio. Hai fame? -
Feci
per rispondere,ma mi
bloccai,ripensando a quello che mi avevano già spiegato:se
andavano
a caccia allora...
-Edward,che
fine hai fatto fare
al cibo che ti preparavo ogni giorno? - chiesi,mettendo il broncio.
Edward
guardò Alice,e lei si
morse il labbro,come se fosse stata scoperta dopo qualcosa che non
avrebbe dovuto fare.
-scusa,Bella.
Il fatto è che
noi non...-
-fantastico.
- sibilai,alzando
gli occhi al cielo – tutto il mio lavoro buttato al vento. -
-oh,non
preoccuparti. - mi
sussurrò Edward all'orecchio – vedrai che
saprò farmi perdonare
-.
Avvampai
all'improvviso,scatenando l'ilarità generale.
-mi
piaci quando arrossisci,sai?
-
-che
vergogna...-
Portai
i pochi vestiti che avevo
nella stanza bianca,sistemando tutto ordinatamente e notando
qualcosa che prima non c'era: una scatola di legno intarsiata posata
esattamente al centro del mobile di legno bianco.
La
aprii,sussultando nel sentire Claire
De Lune
inondare la stanza.
Era
il carillon,ed io non potei
fare a meno di chiedermi chi lo avesse messo li.
Al
suo interno spiccava un
biglietto bianco,su cui qualcuno aveva scritto con una calligrafia
pulita e molto elegante.
Con
la promessa
di
non farlo cadere più
dalle
tue mani.
Edward
Soffocai
un gemito,evitando di piangere anche per quel gesto così
dolce e al
contempo così delicato.
Era
davvero cambiato all'improvviso.
Ora
era davvero felice.
E
quando lo era lui,lo ero anch'io.
La
casa era di nuovo vuota,i Cullen erano andati a caccia e dalle
finestre filtrava la splendida luce della luna piena: una scena da
fiaba.
Arrivai
nella grande sala scendendo la scalinata,e per un attimo mi immaginai
con un grande strascico e un vestito elegantissimo,mentre volteggiavo
in quella grande stanza come nelle favole più belle che
avevo –
segretamente – sempre sognato di vivere.
Il
mio scetticismo coincideva con il momento in cui avevo capito che le
favole non esistevano affatto,e che nessuna fatina sarebbe arrivata a
liberarmi dalla solitudine.
Ci
avevo sempre creduto,fermamente.
Ma
da quando ero li,tutte le mie teorie sembravano essersi sgretolate
all'improvviso.
E,sorprendentemente,mi
andava più che bene.
Mi
fermai al centro della stanza,osservando il cielo scuro che si vedeva
dalle grande finestre ai lati della stanza,punteggiato dalle stelle e
incorniciato dalle punte più alte degli abeti del bosco.
In
quel momento,però,accadde qualcosa che non seppi spiegarmi.
Una
melodia prima lontana,poi sempre più
vicina,iniziò a tamburellarmi
nelle orecchie,e ci misi un bel po' prima di capire che non me la
stavo immaginando,ma si stava diffondendo nella stanza come per
magia.
Era
una melodia al piano,che non avevo mai sentito prima.
In
quel momento,due mani fredde si posarono sulle mie spalle,e mossa
dalla curiosità – non avevo
paura,perché in qualche modo sapevo
cosa aspettarmi – mi voltai.
-pensavo
fossi a caccia. - esordii,sorridendo ad Edward,che mi osservava con
sguardo rapito.
-diciamo
che ho già fatto il pieno. Per non correre rischi,sai. -
rispose
lui,sfiorandomi il collo.
Abbassai
lo sguardo,arrossendo di nuovo: possibile che anche il suo tocco mi
faceva quell'effetto strano?
Edward
mi prese le mani,iniziando a muoversi lentamente sulle note di quella
melodia con una grazia inaudita.
Oh,no.
Non sapevo assolutamente ballare,e anche se fossi stata minimamente
capace avrei sfigurato davanti a lui.
-oh,non
so ballare...- sussurrai,ridendo.
-no?
- mi fece fare una giravolta,senza perdere il mio sguardo.
-Bé,con
te è tutto molto più semplice. Esiste qualcosa
che non sa
fare,signor Cullen? - dissi,ironica.
Solo
allora mi resi conto che continuavamo a ballare quello splendido
valzer lungo la stanza,e che con la sua guida sembrava davvero tutto
più facile.
-si.
Resisterti. -
Rabbrividii.
Forse quelle parole mi avevano scosso,ma non nascosi che mi avevano
fatto un immenso piacere.
-ti
ho spaventata? -
-no.
- risposi,mascherando quello strano nodo all'altezza dello stomaco
che non riuscivo a cancellare.
Le
farfalle?
-non
devi nasconderlo. -
-davvero,non
mi hai spaventato. Solo...non riesco a capire,a capirti. Fino in
fondo. -
-oh,non
sai quanto sono vere le tue parole. -
-che
vuoi dire? - chiesi,notando che mi stava stringendo a se,sempre
più
vicino.
-che
è difficile leggerti. -
Esitai.
Leggere le persone?
-tu
sai...-
-si.
Ma il fatto che so leggere nella mente non vuol dire che ci riesca
con te. -
Cavolo.
Quei vampiri erano dei supereroi!
-oh,no.
E' tanto grave? - chiesi,toccandomi involontariamente la testa.
-non
saprei. Ti preoccupi di te stessa quando stai ballando con un vampiro
che legge nella mente? -
-non
so,magari è un mio difetto...-
-magari
sei solo particolare,Bella Swan. -
Ormai
eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altra,sentivo il suo respiro
freddo sulle mie labbra.
-vuoi
davvero rischiare la vita per me? - mi chiese,ricordando gli eventi
del giorno precedente.
Rimasi
a fissarlo,comprendendo la verità: ormai il mio legame con
Edward
era troppo forte per essere distrutto.
-non
chiedo altro. - risposi,continuando a guardarlo negli occhi.
Quegli
occhi che,ancora una volta,riflettevano i miei stessi desideri.
xxx
Note:Ma
Saaaalveee!! Allora,questo capitolo è quello che mi ha dato
l'ispirazione: quando ho iniziato a scrivere questa storia ho
immaginato Edward e Bella ballare un incrocio fra tango e valzer in un
castello sotto la luna,e così è venuta fuori
questa
storia^^
Spero vi piaccia,a quanto vedo dalle recensioni è piuttosto
gradita...sono contenta,e grazie mille!^^
E ora una cosa importantissima:
HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si
vede che è importante,eh? XD è solo che ci tengo
particolarmente,e mi piacerebbe che la leggeste: si intitola ≈Venus♥
(<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci
un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
Disturbia.
Ci
vediamo al prossimo aggiornamento!
Baci
LMS*
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Capitolo 7 *** {.A Kiss in the meadow.} ***
≈ Valzer ≈
6.
{.A Kiss in the meadow.}
≈ Valzer ≈
Guardai
di nuovo il cielo,osservando le nuvole che,lente,si muovevano sopra
di me come ciuffi di panna montata.
Il
giardino dei Cullen era tornato di nuovo splendido come doveva
essere,ed io stavo godendo della sua bellezza e di quella splendida
giornata di sole sdraiata sull'erbetta fresca.
E
inevitabilmente non riuscivo a pensare che alla sera precedente,e a
quell'incontro con Edward che non riusciva ad uscirmi dalla mente.
In
quel momento mi chiesi come sarebbe stato baciare un vampiro,e
arrossii immaginandomi Edward e il suo fisico scolpito avvicinarsi a
me...
Ma
che diavolo di pensieri avevo in mente?!
Chiusi
gli occhi,respirando e cercando di controllarmi.
-Bella!
-
-AH!
- gridai,aprendo gli occhi di scatto a quella voce cristallina che mi
aveva chiamato,e che era sorprendentemente vicina.
Quando
aprii gli occhi vidi Alice ad un centimetro dal mio viso,chinata su
di me per farmi quella che probabilmente considerava una sorpresa,ma
che per me equivaleva solo ad un tremendo spavento.
-Alice!
- mi misi seduta,tentando di controllare il battito impazzito del mio
cuore.
-ehi,ti
ho spaventato? -
Quelle
parole mi ricordarono di nuovo Edward.
Scrollai
la testa,sorridendo a quel folletto che ora,alla luce del
sole,brillava come una stella: in effetti ora non c'erano problemi ad
uscire,neanche con il sole, dato che la Villa era interamente coperta
dal bosco di abeti e nessuno poteva vedere al suo interno prima che
noi riuscissimo a vedere lui.
-diciamo
che ero...con la testa da un'altra parte. - sussurrai,sdraiandomi di
nuovo sull'erba.
Alice
si sdraiò accanto a me,gli occhi rivolti verso il cielo,e in
quel
momento non potei fare a meno di rimirare la sua pelle di diamante.
-e
questa “parte” ha gli occhi dorati,un bel sorriso e
risponde al
nome di Edward Cullen? -
-Alice!
- sbottai,coprendomi il volto con le mani.
Alice
scoppiò a ridere,sfiorando con le mani il delicato vestito
azzurro
che coprì i fili d'erba con la sua stoffa leggera.
-oh,Bella...non
dirmi che ti vergogni! Lo abbiamo visto tutti,il legame tra voi
due...-
-ma
ci conosciamo da...-
-da
un mese,e allora? - proseguì lei,voltandosi verso di me
– mai
sentito parlare del colpo di fulmine? -
-io
non ci credo,a queste cose. Però...-
Però...
-però.
- concluse Alice,senza il bisogno di andare oltre.
Rimanemmo
a goderci il sole per un'ora buona,fino a quando non ricevemmo
un'altra visita inaspettata – o,forse,inaspettata solo per me.
-Jasper!
- gridò Alice all'improvviso,aprendo gli occhi.
Lo
feci anch'io,e quando i miei occhi si abituarono di nuovo alla luce
del sole vidi il volto luminoso di Jasper – in piedi dietro
di noi
– che ci guardava,divertito.
-posso
portarti via questo scricciolo per qualche secondo,Bella? - mi chiese
lui,galante come suo solito.
-oh,fai
con comodo. - sussurrai io,quasi assopita grazie al calore del sole
che mi scaldava la pelle.
Alice
sorrise,baciandomi la guancia e sparendo con Jasper dentro casa.
Ma
non feci in tempo a chiudere di nuovo gli occhi che un'altra voce mi
arrivò alle orecchie.
Una
nuova,splendida e attesa voce.
-quindi
non credi al colpo di fulmine,eh? -
Sorrisi,senza
aprire gli occhi,sentendo la presenza di Edward accanto a me:
-Alice?
-
-in
realtà lo ha pensato. - spiegò Edward,bello come
un dio – ma non
hai ancora risposto alla mia domanda. -
-quale
domanda? -
-Bella...-
-uff,e
va bene. - mi alzai in piedi,e lui fece lo stesso.
Il
sole smise di illuminare la sua pelle per qualche istante,coperto da
una nuvola di panna che sembrava avesse scelto il momento perfetto
per permettermi di osservare il mio splendido vampiro senza incappare
nel riflesso della sua pelle di diamante.
-io
non credo ai colpi di fulmine. -confermai,avvicinandomi – ma
credo...credo a noi due. -
Edward
sorrise,scuotendo la testa per la mia cocciutaggine.
-e
questo si chiama...-
Lo
fissai,per poi scoppiare a ridere.
-tu
sei...davvero incredibile. -
Mi
sfiorò il volto,facendosi sempre più vicino: -
vieni,voglio
mostrarti una cosa. -
Non
feci in tempo a replicare che mi aveva già preso sulle
spalle per
portarmi chissà dove.
La
cosa più traumatica fu probabilmente la sua folle corsa: era
velocissimo,molto più veloce di quanto mi aspettassi,e il
paesaggio
intorno a noi si riduceva a poche macchie indistinte.
Tuttavia,stretta
a lui mi sentivo molto più sicura che in qualsiasi altro
posto.
Volevo
stare con lui a qualsiasi costo,volevo rimanergli accanto.
Nascosi
il viso nell'incavo del suo collo freddo,ignorando le vertigini e
rimanendo nascosta fino a che,dopo qualche secondo,non mi
posò a
terra.
-come
va? - mi chiese,sorreggendomi.
-bene...-mentii,ondeggiando
ancora -la prossima volta,però,avverti...-
Edward
sorrise,e come al solito trasmise allegria anche al mio cuore
trepidante.
-guarda.
-mi disse poi,facendomi voltare.
Feci
qualche passo in avanti,lasciando ondeggiare l'abito color panna che
si confondeva con la mia pelle pallida: eravamo arrivati in una
radura perfettamente circolare,in mezzo al bosco.
Solo
quando vi arrivai in mezzo capii dove mi trovavo: l'erba soffice
–
di nuovo illuminata dal sole – era coperta da un manto di
fiori
colorati e profumati,tantissime farfalle variopinte vi si posavano
sopra completando quella specie di paradiso.
Era
la radura che vedevo dalla mia stanza,che tanto avevo desiderato
raggiungere e che ora era li,ai miei piedi.
-Edward,ma
come...-
-anche
se non riesco a leggere la tua mente ti conosco,Bella. - mi rispose
lui,sfiorandomi le spalle – ti vedevo ogni giorno in quella
stanza,che guardavi dalla finestra. -
-mi...vedevi?
-
-non
pensare male,Bella. - sorrise nella sua perfezione,lasciando che il
sole lo inondasse – Voglio solo dire che da quando sei
arrivata non
potevo rimanere lontano da te. Sei come...una droga,per me. Non
riuscivo a starti lontano,ne a considerarti una preda.
Eri
come qualcosa di irraggiungibile,un oggetto prezioso. Come si dice,
“guardare ma non toccare”. -
-e
riuscivi a resistere? - chiesi io con voce tremante,già
commossa da
quelle parole che mi facevano sembrare la cosa più
importante del
suo mondo.
-stranamente
si,era come un obbligo che mi ero prefissato. Perché non volevo
farti del male.
Quando
sei entrata all'improvviso nella mia stanza non avevo cacciato,e non
avevo nemmeno previsto che ti saresti avvicinata tanto. Ecco
perché
sono stato così brusco con te,dovevo allontanarti da me. Ma
tu sei
così...testarda...-
-lo
so – confermai,prendendolo per mano come se quello fosse un
gesto
normale – ed è grazie alla mia testardaggine che
siamo
qui,insieme. -
-mi
piace la tua testardaggine. -
-anche
a me. - sussurrai,arrossendo.
Per
tutta risposta,Edward mi baciò la guancia.
-come
va? - chiesi,riferendomi alle sue capacità di resistenza.
-mai
stato meglio. - confermò lui,avvicinandosi a me.
Gli
sorrisi,allontanandomi. Mi tolsi le scarpe e cominciai a correre per
la radura,tenendo sollevati i lembi del vestito.
-è
una sfida? - mi chiese lui,da lontano.
-puoi
scommetterci! - gridai,felice,voltandomi durante la mia folle corsa.
Ma
quando mi rigirai era già davanti a me,e dopo avermi
afferrato
cademmo entrambi a terra,con il sorriso sulle labbra.
Io
non la smettevo più di ridere,finalmente quella
felicità che avevo
ricercato da tanto mi si presentava davanti agli occhi come un dono.
Il
mio dono sei tu...
-non
ridevo così da...da tanto di quel tempo...-
sussurrai,rimettendomi
seduta davanti a lui.
-neanche
io. - rispose lui,sfiorandomi la guancia e iniziando a giocherellare
con una ciocca di capelli che pendeva sul mio volto.
-in
fondo,Edward,io e te siamo molto simili. - sussurrai,temendo di
scatenare in lui la reazione che aveva avuto al primo incontro. -
anche io sono stata sola per...per tutta la vita. Ora ho una
famiglia,ho...ho te. E in qualche modo capivo come ti sentivi. -
Al
contrario delle mie paure,Edward si fece più vicino,tentando
di
guardare oltre i miei occhi – nella mia mente,forse? Voleva
conoscere i miei pensieri? - per cercare quella solitudine che era
stata colmata solo negli ultimi giorni,grazie a quella nuova famiglia
che avevo sempre immaginato nei miei sogni.
-scusa
per quello che ti ho detto,quando ci siamo incontrati – mi
disse
lui,guardandomi con occhi imploranti,come se mi stesse chiedendo di
perdonarlo per qualcosa di cui non mi preoccupavo minimamente.
-no,forse
è stata colpa mia. Non dovevo parlarti in quel modo,in fondo
non ci
conoscevamo per nulla,e non avevo il diritto di...-
-sssh.
-mi sussurrò all'orecchio,sfiorandolo con le labbra fredde
–
diciamo che abbiamo sbagliato...entrambi. -
Sorrisi,in
pieno accordo con quel patto che mi avrebbe fatto dimenticare il
nostro brusco incontro: pensai invece alla domanda che mi aveva fatto
la notte precedente,chiedendomi se ero pronta a rischiare la vita per
vivere con un vampiro.
In
quel momento capii che Edward voleva davvero stare con me,e il mio
cuore si riempì di qualcosa di nuovo,dolce e allo stesso
tempo pieno
di energia e vitalità.
Era
amore,forse?
Quell'amore
che non avevo mai provato?
-vorrei
provare una cosa...- mi disse all'improvviso,continuando a sfiorarmi
il volto.
E
quando si avvicinò con le labbra alle mie,avevo
già capito.
Rimasi
immobile,cercando di aiutarlo in quella specie di iniziazione che,se
fosse andata male,avrebbe segnato la mia fine.
Tuttavia,benché
rimasi ferma per evitare complicazioni,ero
sicura
di non essere in pericolo.
Malgrado
tutto,mi fidavo ciecamente di lui.
Quando
le sue labbra premettero sulle mie sentii il suo respiro freddo
inebriarmi,e diffondersi come una scarica di adrenalina in tutto il
corpo.
Edward
era la mia energia,ed io volevo essere sua per sempre.
E
quel bacio,forse,era troppo per la mia piccola e fragile mente umana.
Affondai
le mani tra i suoi capelli,avvicinandomi di più e tentando
di
rimanere insieme a lui il maggior tempo possibile.
Sentivo
le sue mani sfiorare dolcemente il mio corpo,le dita fredde
punteggiare la mia pelle insieme al calore del sole.
Solo
quando si allontanò bruscamente da me mi resi conto che
avevo
esagerato.
Lo
fissai,tentando di controllare il respiro reso troppo veloce
dall'emozione e rimanendo seduta sull'erbetta fresca,ma dopo qualche
secondo crollai,sdraiandomi sull'erba.
Chiusi
gli occhi,tentando di riprendere il controllo del mio corpo.
-scusa...-sussurrai,sicura
che mi avesse sentito.
-mi
ucciderai,ne sei consapevole? - scherzò lui,sdraiandosi
accanto a
me.
Mi
aprii in un debole sorriso,felice che non si fosse preoccupato,o
addirittura arrabbiato.
Tuttavia,anche
in quella battuta sentii una leggera tensione.
-credi
che riuscirò mai a controllarmi? - chiesi,voltandomi da un
lato e
trovandomi a pochi centimetri da lui.
Azzardai
un'altra mossa,posando la mano sul suo petto fermo e avvicinando la
testa nell'incavo della sua spalla.
Edward
si irrigidì,ma non aveva alcuna intenzione di lasciarmi
andare.
-ti
preoccupi di migliorare? Sono io quello che deve darsi da fare,qui.
Tu riuscirai a controllarti,no? -
Pensai
a quel momento perfetto,e risi di nuovo.
-oh,non
ci metterei la mano sul fuoco. -
xxx
Note:Ehi,ciao
a tutti!^^ Che ne pensate di questo capitolo? Ho ripreso il titolo di
uno dei capitoli di Twilight ( The Meadow=La radura) per ispirare un
bel bacio tra Edward e Bella,aggiungendoci una scenetta tra Bella ed
Alice,che personalmente adoro!*_*
E ora una ribadisco:
HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥
(<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci
un'occhiatina ^^
Ringrazio chi ha iniziato a seguirla e ovviamente chi segue questa,e
grazie anche per tutte le belle recensioni che mi lasciate^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
Disturbia.
Ci
vediamo al prossimo aggiornamento!
Baci
LMS*
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Capitolo 8 *** {.Beautiful tearful.} ***
≈ Valzer ≈
7.
{.Beautiful tearful.}
≈ Valzer ≈
Era
passato un altro mese da quando da quando i Cullen erano entrati a
far parte della mia vita,e ormai mi ero integrata perfettamente con
la famiglia.
Il
controllo di Edward era molto migliorato – anche grazie alle
“lezioni” di Carlisle – e oramai tutti mi
consideravano un
membro di quella nuova famiglia.
Bé,quasi
tutti.
Rosalie
non sembrava avere una particolare disposizione per
me,benché Emmett
mi considerasse una specie di sorella.
Tutti
mi dicevano di non preoccuparmi,che il carattere di Rosalie era
sempre stato così nei confronti degli umani,e che non dovevo
farci
caso più di tanto.
Quella
mattina Edward era andato a caccia nel bosco insieme ai
ragazzi,mentre noi ragazze eravamo rimaste a casa.
Rosalie
aveva deciso di andare a fare un giro in centro – a quanto mi
aveva
detto Alice era integrata nella società come una perfetta
umana,e il
sangue non le creava alcun problema – per cui aveva preso la
sua
favolosa macchina sportiva rosso fiammante ed era sparita
già dalla
mattina.
Così
mi ritrovai in quel gigantesco castello in compagnia di Alice ed
Esme,che mi raccontarono come fosse stato difficile il tempo
trascorso lontano da Edward.
-pensava
di essere un mostro. Non voleva accettare le sue condizioni. -disse
Esme mentre ripuliva la cucina già splendente –
è incredibile
come tu sia riuscita a cambiarlo in poche settimane. -
-oh,l'amour...-canticchiò
Alice, con un sorrisetto stampato sulle labbra.
-ma
c'è ancora una cosa che non riesco a spiegarmi: come mai
Edward non
riesce a leggere i miei pensieri? -
In
quel momento sia Alice che Esme si strinsero nelle spalle,in un gesto
molto simile che mi fece sorridere: in quella grande cucina sembrava
di vedere davvero una madre intenta a godersi la giornata con sua
figlia. Era una scena incantevole.
-oh,questo
è un bel dilemma. Credo che tu abbia una specie di
protezione,ma
solo per quanto concerne la mente. - spiegò Alice,alludendo
forse ai
poteri che contraddistinguevano gli altri vampiri,e di cui mi aveva
già parlato: lei sapeva vedere gli eventi futuri,Jasper
controllava
le emozioni e altri vampiri,conosciuti tramite le amicizie di
Carlisle,erano capaci di cose ancora più strabilianti.
Avevo
sentito parlare di alcuni che riuscivano a provocare vero dolore
fisico,a cui si aggiungevano il controllo degli elementi e giochetti
mentali.
A
quanto sembrava,benché potessi provare dolore fisico,nessuno
poteva
entrare nella mia testa.
E
mi sembrò una vera salvezza,considerando che pensavo sempre
e solo
ad Edward.
Se
mi avesse scoperto,probabilmente mi avrebbe dato della pazza e se la
sarebbe data a gambe.
-ehi,ci
hanno messo poco...- sussurrò Esme,guardando fuori dalla
finestra.
Dopo
qualche minuto intravidi le figure dei “cacciatori”
arrivare dal
bosco,e conclusi che il terribile sviluppo dei sensi era davvero
notevole e molto utile.
Cavolo,Edward
era già a casa.
-buongiorno
– mi salutò arrivando in cucina e abbracciandomi
da dietro.
Sussultai,sorridendo
per quelle reazioni ancora troppo umane che a lui piacevano tanto.
-vi
siete divertite? - ridacchiò Emmett,e il significato di
quelle
parole mi era ancora oscuro.
-non
ancora,Emmett. - rispose Alice con uno sguardo verso di lui,quasi con
complicità...
Ma
che diavolo...
-andiamo,Bella.
- Alice mi prese per mano,conducendomi fuori dalla cucina –
abbiamo
da fare. -
-cosa?
- mi lamentai io,allungando la mano verso Edward con sguardo
implorante.
Lui
mi sorrise,un sorriso impertinente di chi sapeva qualcosa.
E
questo qualcosa doveva essere estremamente divertente.
L'ultima
cosa che udii fu il bisbigliare divertito di Emmett e Jasper,e subito
dopo mi ritrovai nella camera di Alice,una stanza enorme dalle pareti
bianche e dall'arredamento chiaro,attraverso cui si poteva arrivare
alla cabina armadio,praticamente grande quasi come due camere unite
insieme.
-Alice...-sussurrai,sospettosa,notando
che si stava pericolosamente avvicinando alla specchiera,dove erano
impilati prodotti e cosmetici di tutti i tipi.
-non
preoccuparti- mi rispose lei,maneggiando la spazzola come un coltello
affilato – sarà una cosa indolore. -
-ti
odio. -
-nah,lo
sai che non è vero. - disse lei,scoppiando a ridere e
trascinandomi
davanti allo specchio,che sarebbe diventato il mio compagno di
viaggio per molte,troppe
ore.
Dovevo
ammettere che Alice era davvero brava con il trucco.
Ora
sembravo una fotomodella pronta per un servizio,non smettevo di
chiedermi come avesse fatto a trasformarmi in quel modo e a farlo
sembrare così naturale.
Tuttavia,quelle
ore in cui mi ero trasformata in “Barbie trucco e
parrucco” mi
avevano letteralmente sfinito.
-aspetta,ho
un'altra cosa per te. -
Alice
si avvicinò all'armadio estraendo una grande scatola color
crema
dall'aspetto molto elegante: aprendola tirò fuori un abito
bellissimo,lungo fino alle ginocchia e di un particolare color
cremisi,una sfumatura scura che non avevo mai visto prima.
-Alice,ma
che...-
-oh,smettila.
E'...un regalo. -
-per
me? - chiesi,incredula.
-ma
certo! Appena l'ho visto l'ho subito immaginato su di te
e...bé,adesso provalo! Che aspetti! -
-Alice,è
troppo. Davvero. - sussurrai,sfiorando la stoffa morbida finemente
decorata dal pizzo nero. Non che ai Cullen mancassero i soldi,ma quel
regalo mi metteva in imbarazzo.
-Bella,è
solo un regalo. Da sorella a sorella. - mi rispose,sorridendo.
In
quel momento sentii un tuffo al cuore.
Non
avevo mai avuto una famiglia,immaginiamoci una sorella.
Ed
Alice era la sorella perfetta, e le volevo un bene immenso.
-grazie.
- sussurrai,con gli occhi lucidi.
Lo
indossai lentamente,facendo attenzione a non rovinare i capelli
–
Alice ci aveva messo una vita a scegliere le ciocche adatte da tirare
su e da arricciare – e il trucco.
Nella
scatola c'erano anche un paio di scarpe dello stesso colore,non molto
alte – Alice sapeva che i tacchi non facevano per me
– e
dall'aria molto costosa.
Mi
voltai,tirando su con il naso per evitare di piangere.
-oh.
- sbuffò lei,con un sorrisetto – fragile umana. Ti
si rovina il
trucco! -
Scesi
le scale con Alice sottobraccio,tentando di mantenermi in equilibrio
con l'aiuto del corrimano.
Sfortunatamente
per me,erano già tutti in salotto e mi guardavano
allibiti,sorridendo.
-wow!
- esclamò Emmett con le sue solite frecciatine verso Edward.
-non
evitare il discorso,Emmett. - proseguì Jasper,allungando il
palmo
della mano – hai perso la scommessa. Bella è
sopravvissuta ad
Alice. -
-ah,che
sfortuna! - grugnì Emmett,incrociando le braccia.
Ormai
ero arrivata da loro,così li fulminai con lo sguardo: ecco
perché
sghignazzavano come matti,prima.
Avevano
scommesso su di me!
-siete
due idioti. - disse Alice,tranquilla,rivolgendosi a loro due.
-ma
io ero in tuo favore,amore. - rispose Jasper,con uno dei suoi sorrisi
smaglianti da fotomodello.
-si,certo.
- ribatté lei,alzando gli occhi al cielo.
-sei
splendida,Bella. - commentò Esme,sorridendomi e ricevendo il
completo appoggio di Carlisle.
Rosalie,abbracciata
ad Emmett,indirizzò lo sguardo verso la parte opposta,e come
detto
da tutti la ignorai,nascondendo il malessere che mi provocava.
-già.
Splendida. - disse Edward,avvicinandosi a me.
Gli
sorrisi: i suoi commenti erano sempre ben accetti.
-Edward,vorrei
parlarti un momento. -
Lui
mi sorrise,tuttavia intravidi una lieve tensione nel suo sguardo.
Mi
prese per mano,stringendola più del dovuto,come se mi
volesse
avvertire,o forse fermare per ciò che stavo per dirgli.
Tuttavia,quel
pensiero mi girava in testa già da qualche giorno,e il
pomeriggio
passato con Alice,il suo considerarmi già una sorella e
tutte le
attenzioni che la nuova famiglia mi riservava mi avevano convinto ad
affrontare l'argomento.
Lo
facevo anche per me stessa,ma soprattutto per Edward.
Per
restare con lui per l'eternità.
Ci
ritrovammo a passeggiare di nuovo nell'immenso giardino,e dopo
qualche minuto non avevo ancora trovato le parole giuste per
iniziare.
-cosa
vuoi dirmi,Bella? - mi spronò lui,fermandosi.
-vorrei
parlarti...di me. Di noi. - mi corressi,giocando sul sentimento che,e
oramai era chiaro ad entrambi, ci legava e ci aveva travolto come un
vortice di passione.
-Edward,voglio
diventare un vampiro. -
In
quel momento,Edward si irrigidì,e in meno di un secondo il
suo volto
era divenuto una maschera immobile in quello scenario surreale.
-non
se ne parla. - concluse,senza troppi convenevoli.
-ma...-
-no.
Non ti farò diventare come me. -
-vuoi
spiegarmi almeno perché? - ribattei,stringendo i pugni.
-Vuoi
davvero diventare un mostro?! -
-Voglio
diventare un vampiro.
Per rimanere con te,per sempre. Per l'eternità. -
-mi
dispiace,Bella. Non puoi rinunciare alla tua vita per me. Non te lo
permetterò. -
In
quel momento sentii il mio corpo crollare come un sacco lanciato a
terra.
Inutile,lasciato
lì nel suo essere anonimo.
-non
mi importa...della mia vita. - sussurrai,sollevando di nuovo il capo:
non ero mai stata una persona arrendevole,e di certo non mi sarei
fermata proprio in quel momento.
-non
ti importa delle sofferenze che proverai nella trasformazione? -
Rabbrividii,ripensando
a tutti i discorsi che mi avevano fatto sul processo di
trasformazione: tre giorni di inferno che sembrano mesi,anni. La
più
terribile agonia incanalata in un unico corpo,un fuoco al posto del
cuore,lingue bollenti che strisciano sul corpo come tanti piccoli
vortici di dolore.
Scrollai
il capo,pensando che per amore di Edward avrei potuto fare di tutto.
-no.
- risposi,tentando di nascondere il groppo che avevo in gola.
La
mia testardaggine era davvero unica.
-e
neanche del fatto che dovrai stare lontano dal mondo,per diventare
vegetariana? -
-no.
Te l'ho detto,resisterò a tutto questo. -
-Bella,io
non ti trasformerò. -
-allora
lo chiederò a qualcun altro. Ad Alice,per esempio. -
Edward
alzò gli occhi al cielo,esasperato: - lo aveva detto,che
saresti
stata più difficile del solito. -.
Lo
guardai,interrogativa: - lei...sapeva? -
-lo
ha visto nelle sue visioni: ci ha visto mentre affrontavamo questo
discorso. -mi spiegò lui,guardando il bosco oltre il
castello.
-allora
chiediamolo a lei. Anzi,chiediamolo a tutti. -
Edward
mi guardò di nuovo,allarmato.
E
in quel momento presi la mia decisione.
-non
sarai tu a decidere. Sarà tutta la nostra
famiglia.
-
Quando
rientrammo, tutta la famiglia era già pronta ad ascoltarci:
il loro
udito fine,probabilmente,aveva assorbito gran parte della nostra
conversazione.
-immagino
non ci sia bisogno di spiegare – dissi,ponendomi al centro
della
sala. - voglio diventare un vampiro. Questo è quanto. -
-sei
davvero sicura della tua scelta,Bella? - mi chiese Carlisle,neutrale.
-si.
-
Edward
emise una sorta di ringhio roco e breve,uscendo dalla stanza e
dirigendosi verso il giardino.
Emmett
e Jasper lo seguirono,e tutto ciò che sentii fu un nuovo
ringhio,molto più prolungato.
Edward
era arrabbiato,ma niente,in quel momento,avrebbe potuto farmi
cambiare idea.
Alice
mi sorrideva,probabilmente non era contraria alla mia trasformazione.
Rosalie,al
contrario,sembrava sconvolta – per quanto può
esserlo un
vampiro,nella sua splendida perfezione.
Continuava,tuttavia,a
guardarmi come se fossi colpevole di chissà quale
crimine,come se la
mia decisione fosse del tutto sbagliata e irragionevole.
Edward
rientrò,e senza preavviso mi afferrò le
spalle,scuotendomi
leggermente.
-non
puoi farlo,Bella! Non puoi finire la tua vita in questo modo! -
Per
la prima volta la vocina nel mio cervello si riaccese come una
lampadina: mi rividi da bambina,quando all'orfanotrofio vedevo
sfilare coppiette di genitori sorridenti che sceglievano il loro
figlio adottivo come un oggetto d'arredamento in un negozio di
mobili.
E
rividi tutti quei momenti in cui la mia speranza moriva,nel momento
in cui le coppiette felici passavano oltre il mio lettino,per
abbracciare un altro bambino che,da quel momento,avrebbe avuto una
nuova famiglia.
Ogni
volta mi sentivo nuovamente abbandonata,di nuovo sola,e mi chiedevo
come sarebbe stata bella la vita dell'eletto,del prescelto.
Lo
vedevo giocare nella sua nuova stanza,tra le braccia della sua nuova
famiglia.
Felice.
Ora
che avevo trovato anch'io una famiglia,questa mi stava rifiutando di
nuovo.
Edward
mi stava rifiutando.
-tu...non
vuoi? -
-no.
- rispose Edward,saldo nella sua scelta.
Purtroppo,la
mia reazione fu del tutto improvvisa e incontrollata.
Se
non avessi ripensato al mio passato probabilmente non mi sarebbe
accaduto nulla,ma vedendo come in un film la mia vita passata,mi
sentii di nuovo sola.
E
dopo aver guardato per un'ultima volta i suoi occhi,lasciai Edward
insieme alla sua famiglia,scappando nel fitto del bosco.
-Bella!
- lo sentii gridare,da lontano.
E
in quel momento,nel mezzo del bosco,diedi sfogo a tutte le mie
lacrime.
xxx
Note:Ehi
ragassuoli!! ^^ Come va? Io sono reduce da una pesantissima giornata a
scuola,ma il tempo per aggiornare come vedete lo trovo sempre!
Per prima cosa volevo mostrarvi il vestito di Bella,è stata
quest'immagine che mi ha dato l'ispirazione *_*:
Bello,vero?^^
Bene,a questo punto aspetto solo i vostri pareri,dato che mi interessa
moltissimo sapere se questa storia continua a piacervi^^
Purtroppo questo capitolo lascia un pò amareggiati,ma non
preoccupatevi...non vi lascerò troppo con la suspance che vi
rode dentro,tenterò di pubblicare il prossimo capitolo il
prima
possibile: e ora un piccolo spoiler!!
"Solo
in quel momento notai il ghigno improvviso e inaspettato che Edward e
Alice mi rivolsero non appena mi sporsi tanto da non poter tornare
indietro.
Ghigni
malvagi,spaventosi,inusuali.
E
fu allora che capii che non erano loro.
Ma
oramai era troppo tardi."
E
ora una ribadisco:
HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥
(<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci
un'occhiatina ^^
Un ringraziamento particolare a chi a recensito,aggiunto questa fic tra
le preferite/seguite...o anche a chi solo a letto,oppure si
è
trovato per sbaglio in questa pagina ed è scappato urlando XD
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
Disturbia.
Ci
vediamo al prossimo aggiornamento!
Baci
LMS*
|
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Capitolo 9 *** {.Death under the rain.} ***
≈ Valzer ≈
8.
{.Death under the rain.}
≈ Valzer ≈
Il
profumo di resina e muschio oramai mi aveva completamente inondato i
pensieri,insieme alle immagini sfocate della mia infanzia,del mio
periodo trascorso con i Cullen.
Di
Edward.
Ero
scappata all'improvviso,non avevo retto a tutto quello che Edward
stava facendo per salvarmi la vita.
Rifiutare
la vita era un gesto ignobile,e lo sapevo bene.
Edward
aveva tutti i buoni motivi per evitare la mia trasformazione: ma
io,salda e forse cocciuta nella mia decisione,non ammettevo repliche.
E
per questo rimasi lì,ginocchioni sul manto freddo e umido
del
bosco,senza muovermi: perché non potevo essere felice,almeno
per una
volta?
Edward,ti
amo. Ti amo,ti amo,ti amo...
Dannazione,non
potevo fare a meno di ripeterlo.
Che
diavolo stavo combinando,sola in mezzo a quel bosco?
In
quel momento sentii una presenza dietro di me,ed intuii subito chi
potesse essere: mi voltai,e senza sorpresa mi trovai Edward di
fronte.
Era
distante,ma solo con il corpo: forse pensava che ero io,a non volermi
avvicinare a lui?
Che
stupidaggine...
-Edward...-
sussurrai,ricominciando a piangere come un'idiota.
In
silenzio,quasi senza accorgermene.
Basta!
Basta,finiscila!
E
senza neanche chiederlo,in un secondo fu accanto a me per
abbracciarmi.
-mi
dispiace – mi sussurrò,sfiorandomi la testa con le
labbra fredde –
non dovevo dirti quelle cose. Sono...sono imperdonabile. -
-tu
non hai nessuna colpa – mi giustificai,scuotendo la testa sul
suo
petto – io...sono sempre stata da sola. Volevo far parte
della
famiglia,per una volta mi sembrava di aver raggiunto il mio scopo. E
volevo rimanere con te,per sempre. -
-temo
che anche io desideri questo. - mi sussurrò
all'orecchio,combattuto.
Era
diviso in due: una parte di lui mi voleva con se,mentre l'altra
voleva farmi vivere la mia esistenza da umana.
E
in quel momento riuscii a trovare la motivazione,l'unica che mi era
sfuggita fino a quel momento,quella che mi vincolava al mondo dei
vampiri in modo troppo forte per spezzarsi.
-Edward,credi
davvero che senza di voi io sarei qualcosa? -
Mi
guardò di nuovo,riducendo gli occhi a due fessure dorate.
-vivevi
già benissimo prima di incontrarmi...-
-no!
No,non è vero! - ribattei,ridendo – io...io ho
vissuto in un
orfanotrofio,e a quindici anni me ne sono andata per vivere da sola.
Non ho mai avuto una famiglia,ne qualcuno che si prendesse cura di
me. Credi che se mi allontanassi da voi adesso avrei qualche
alternativa? -
-e
non ti basterebbe una lunga vita da umana con me? - mi
chiese,tenendomi stretta.
-oh,d'accordo.
Ma quando dovrai scavare in mezzo alle rughe per augurarmi un felice
novantesimo compleanno,voglio vedere come ti comporterai...-
-io
ti amerò comunque.-
Rimasi
a fissarlo,senza riuscire a dire una parola.
Forse
era implicito nel nostro rapporto,ma non me l'aveva mai detto prima.
-come...puoi
ripetere? - chiesi,boccheggiando.
Mi
sorrise,sfiorandomi una guancia.
Si
chinò lentamente,e mi baciò .
Dolcemente,poi
con più passione,senza staccarsi dal mio corpo.
Resisteva,e
ci riusciva molto bene.
-ti
amo,Bella Swan. -mi sussurrò sule labbra,imprimendo quelle
parole
sul mio volto.
Gli
sorrisi,e lui mi asciugò una lacrima.
Questa
volta,tuttavia,la solitudine non c'entrava.
Strano
a dirsi,ma ero felice. In quel momento,avevo raggiunto la mia meta.
-ti...ti
amo anch'io. - sussurrai,abbracciandolo.
Non
avrei potuto desiderare un finale migliore,per la mia storia.
-ho
deciso. -mi disse lui,prendendomi in spalla con l'intento di
riportarmi a casa.
-cosa?
-chiesi,confusa.
-su
te. Su noi. - si voltò,ed io mi strinsi attorno alle sue
spalle.
Avevo
già capito.
Edward
aveva accettato di trasformarmi perché condivideva quella
solitudine
che entrambi avevamo provato in quegli anni.
Lui
sapeva come mi sentivo,provava i miei stessi sentimenti.
E
mi amava, e questa era la cosa più importante.
Quando
la notte invase la silenziosa tenuta del Cullen,tutti i vampiri
sembravano non preoccuparsi minimamente dell'orario: Rosalie ed
Emmett parlavano sul divano,abbracciati,mentre Esme rimaneva alla
finestra,a guardare attraverso il vetro con Carlisle che le
massaggiava le spalle.
Alice
era seduta sui primi scalini dell'ampia scalinata che portava ai
piani superiori,e Jasper stava scendendo proprio in quel
momento,pronto per sedersi accanto a lei.
Quando
non c'è bisogno di dormire,nessuno se ne preoccupa.
Io
invece me ne stavo sul divano all'altro lato della stanza,godendo
della luce ipnotica del caminetto che Carlisle aveva appena acceso
per aiutarmi a combattere contro l'umido e gelato clima che quella
sera aveva colpito in modo particolarmente forte la nostra zona.
Edward
era seduto al piano,vicino alla finestra, e le note solitarie che
strimpellava
di tanto in tanto nei rari momenti in cui non mi osservava –
e
questo mi imbarazzava davvero – erano in perfetta armonia con
la
pioggia che,lenta,cadeva sempre più rumorosamente fuori.
Smettila
di guardarmi,
gli dissi con lo sguardo,sorridendo.
I
suoi occhi divennero due fessure dorate,e con un sorriso Edward
scosse la testa.
Inutile,ormai
ero il suo oggetto di studio preferito.
-perché
non suoni qualcosa,Edward? - gli chiese Esme,ancora abbracciata al
compagno.
Lo
guardai: sapeva suonare?
-c'è
qualcosa che non sai fare? - gli chiesi,sedendomi in modo
più
composto.
-mm...leggerti
nel pensiero? - ironizzò lui,facendomi spazio sullo sgabello.
-scacco
matto. - sussurrai,sedendomi per osservare i tasti bianchi e lucidi.
Edward
li sfiorò delicatamente,iniziando a suonare una delle
melodie più
belle che avessi mai sentito.
Era
fluida,armonica,e sembrava contenere tutto ciò che era stato
represso in lui in quegli anni.
L'amore,la
famiglia...tutto.
Quelle
note viaggiarono da sole nella stanza,inondando la mia mente con tanti
di quei pensieri da commuovermi.
-Bella?
- mi chiamò Edward,osservando una lacrima su uno dei tanti
tasti del
piano.
Solo
in quel momento mi accorsi che i Cullen ci avevano lasciato soli,e
che Edward mi stava guardando con quel solito sorriso che avrebbe
fatto sciogliere chiunque persino in quella notte così
fredda.
-scusa.
- dissi rapida,tentando di asciugarmi le guance come meglio potevo.
Per
tutta risposta,Edward mi cinse le spalle con il braccio,ed io mi
appoggiai alla sua spalla chiudendo gli occhi.
Iniziò
a suonare più lentamente la stessa melodia,mentre la piccola
lacrima
che avevo versato sul piano continuava a brillare sotto le luci
splendenti della stanza.
-sorridi,Bella.
-
-si...-
sussurrai,stringendomi a lui.
Perché
in quel momento perfetto non avrei potuto fare altro.
Quando
iniziai a sentire le palpebre farsi sempre più pesanti mi
resi conto
che le mie abitudini erano ancora troppo diverse da quelle dei
vampiri,così Edward mi convinse ad andare a letto.
Salimmo
fino alla mia stanza,e dopo essermi cambiata mi infilai sotto le
coperte,notando con piacere che Edward mi aveva aspettato.
-dev'essere
una noia mortale,girovagare tutta la notte senza poter dormire...-
scherzai,sbadigliando e poggiando la testa sul cuscino di piume.
-oh,vedrai
che troverò qualcosa da fare...- mi sussurrò
all'orecchio
lui,sorridendo.
Voltai
il capo,incontrando le sue labbra.
E
come ogni volta Edward mi strinse a se,spingendomi sul materasso e
premendo le labbra fredde sulle mie,ancora più accaldate per
quel
contatto improvviso.
Cercai
di tenerlo accanto a me il più a lungo possibile,ma come
previsto
dopo qualche istante si allontanò da me,carezzandomi il viso
con
dolcezza.
-è
meglio che vada,altrimenti rischio di impazzire...-
-non
resti con me? -
Avevo
scoperto che Edward mi aveva sempre osservato durante il sonno nella
mia permanenza a Villa Cullen,e ormai ero abituata a sentire la sua
presenza accanto.
-devo
andare a caccia con Alice e Jasper. Sarò qui il prima
possibile,te
lo prometto. -
-com'è
il menù,oggi? - mugugnai,già vicina alle braccia
di Morfeo.
L'ultimo
suono che udii fu la sua risata sommessa,splendida come in uno dei
miei sogni.
-buonanotte,mia
Bella. Sogni d'oro. -
Avrei
voluto rispondergli,ma in quel momento mi resi conto di essermi
già
addormentata,con solo il suono della pioggia scrosciante a farmi
compagnia.
La
notte iniziò con un sonno tranquillo,modulato solo dall'eco
lontano
della pioggia fuori dalla finestra.
Solo
dopo poco aprii gli occhi: mi trovavo in un luogo completamente
diverso da quello immaginato poco prima nella buia oscurità.
C'era
luce.
Quel
luogo splendeva,e solo ora mi rendevo conto di come la luce senza
Edward fosse tremendamente accecante,forse troppo per i miei occhi
abituati a vivere con i vampiri.
Istintivamente
ebbi l'impulso di cercarlo,di trovare Edward in quell'esplosione di
luce.
-Bella!
Sono qui! - mi chiamava con la sua voce vellutata e spensierata
proprio da poco lontano da lì.
Riuscivo
persino a sentire la fresca sensazione dell'erbetta sotto i piedi in
quella meravigliosa radura,che mi ricordava in modo troppo vivido la
nostra
radura.
Quando
riuscii a raggiungere il folto gruppo di alberi dalla chioma
rigogliosa che mi impedivano di vedere oltre a quel limite di
vegetazione mi resi conto di essere ancora lontana dalla voce.
Non
vedevo nessuno.
Com'era
possibile?
-Bella,siamo
qui! -
Solo
in quel momento – riconoscendo la voce squillante e
cristallina di
Alice – capii che dovevo sporgermi oltre quella specie di
sporgenza
per vederli.
Non
esitai a sedermi sull'erba,e tenendomi stretta al terreno mi
affacciai,vedendo i loro visi splendenti alla luce del sole.
-sei
arrivata,finalmente! - gridò Alice,allegra come suo solito.
In
quel momento mi resi conto che non erano loro ad essere lontani,ma io
che ero troppo in alto: mi trovavo su una specie di sporgenza
verdeggiante,e sotto di me si apriva un dirupo piuttosto alto.
Edward
continuava a guardarmi,mentre Alice sguazzava nell'acqua di quello
che doveva essere un fiume,probabilmente lo stesso che attraversava
il bosco di Casa Cullen.
-dai,Bella!
Tuffati! - mi urlò Alice con la sua voce melodiosa,facendo
un segno
con la mano verso di me.
-tuffarmi?
Ma è troppo alto! - le risposi,alzandomi in piedi e tentando
di non
perdere l'equilibrio.
-l'acqua
è alta,Bella. - mi disse Edward,e il mio nome pronunciato da
lui era
tanto più bello da convincermi. - ti prendiamo noi: ricorda
che
siamo vampiri. -
Sorrisi,convinta.
Aprii
le braccia,completamente assuefatta da quella voce così
vellutata:
inspiegabilmente iniziai a sporgermi verso il fiume,come un angelo
che spicca il volo.
In
effetti non era da me: io non avrei mai rischiato di buttarmi da un
dirupo così alto.
A
pensarci bene,nessun sano di mente ci avrebbe mai provato.
Oh.
Solo
in quel momento notai il ghigno improvviso e inaspettato che Edward e
Alice mi rivolsero non appena mi sporsi tanto da non poter tornare
indietro.
Ghigni
malvagi,spaventosi,inusuali.
E
fu allora che capii che non erano loro.
Ma
oramai era troppo tardi.
Strizzai
gli occhi,con il panico che già si stava impadronendo di me:
e in
quell'istante ricominciai a sentire le gocce di pioggia sui capelli e
sul corpo,la camicia da notte completamente bagnata,il freddo della
notte oramai all'interno del mio corpo.
Non
ero mai stata sonnambula,e forse non sarei mai stata nient'altro da
lì in avanti.
Perché
in quel momento mi accorsi di non essere nella mia radura
splendente,ma sulla torre del castello dei Cullen.
Oh.
Precisamente
sul tetto,e mi stupii di come ero riuscita ad arrivarci.
Solo
una cosa si era mantenuta,dal mio sogno: il mio volo ad angelo.
Ed
ora stavo cadendo,inesorabilmente,verso terra.
Verso
la morte.
Oh.
xxx
Note:Buongiornooo!!!
Allooooora,ecco qui il capitolo che aspettavate^^ (o almeno spero...):
molti di voi hanno provato a decifrare lo spoiler che vi ho lasciato,e
devo dire che le vostre idee sono davvero interessantissime,e che molte
cose sono azzeccate. La faccenda come vedete è un
pò
complicata,ma non preoccupatevi...verrà tutto svelato!
L'unico
problema ora è: che fine farà la nostra Bella?
E
ora una ribadisco:
HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥
(<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci
un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
Disturbia.
Grazie
mille per le bellissime recensioni,le apprezzo davvero molto. Prometto
che prima o poi vi ringrazierò singolarmente ( diciamo
quando la
caterba di compiti che ci lasciano ogni giorno scomparirà
con
l'inizio delle vacanze^^)...
E ora...che faccio? SPoiler del prossimo capitolo o non spoiler? Ma
sì,dai...
"Rosso
cremisi.
E
subito dopo,un urlo straziante invase quel piccolo angolo silenzioso.
Il
mio."
Ci
vediamo al prossimo aggiornamento!
Baci
LMS*
|
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Capitolo 10 *** {.Crimsom Red.} ***
≈ Valzer ≈
9.
{.Crimsom Red.}
≈ Valzer ≈
[Edward's
POV]
Superai
Alice con uno scatto da manuale,saltando su uno degli abeti Sitka
ormai sazio.
-bel
colpo,fratellino. -scherzò Jasper,che anche sotto la pioggia
sembrava perfetto come al solito.
Perfetto
come tutti noi,come tutti i vampiri.
Ma
per la prima volta non odiai il mio essere,ciò che ero
diventato.
Perché
sapevo che avevo sempre qualcuno che mi amava.
Nel
bosco,nel castello.
Ma
soprattutto,in quella stanza,dove una ragazza che chissà
come
condivideva la mia solitudine aveva imparato ad accettarmi per
ciò
che ero.
Il
gemito strozzato e strano di Alice mi ridestò,e incrociai il
suo
sguardo dorato e sommerso da un panico glaciale in un sedicesimo di
secondo.
-Alice?
Che succede? Cosa vedi? - le domande precise e calme di Jasper
interruppero il silenzio tombale che ci stava avvolgendo.
Lei
gli strinse la mano,per poi guardare me.
-Bella
– sussurrò,scossa da un fremito.
Oh,no.
Qualcosa
non andava.
Con
la mia corsa veloce arrivai al castello in meno di cinque secondi,e
guardandomi intorno sentii la sua presenza,il suo respiro affannato
in un luogo diverso da quello che mi sarei aspettato.
E
fu in quel momento che la vidi sul tetto della torre più
alta –
quella dove ero rimasto chiuso per tanto tempo – come un
angelo.
A
braccia aperte e ad occhi chiusi...
-No!
Bella! -
Saltai,arrivando
fino alle finestre del secondo piano grazie all'appoggio di un grande
ramo che sporgeva da uno degli abeti.
Con
un altro salto la afferrai saldamente,stringendola a me e
riportandola a terra.
Stava
piangendo,e non riuscivo a capire per quale motivo.
La
strinsi a me,riconoscendo accanto a noi la presenza di Alice e
Jasper.
-va
tutto bene,Bella...ci sono io. - le sussurrai in un orecchio,tentando
di frenare i suoi brividi spasmodici.
Non
avrei potuto riscaldarla di certo,così ci dirigemmo di corsa
in
casa,dove percepii la mia famiglia già riunita nel grande
salone.
Quando
entrai vidi Esme con il panico negli occhi,e il suo sguardo mi
indirizzò verso il piano superiore.
-la
porto su io,Edward. - mi sussurrò Alice con una stretta
forte e
calorosa sulla spalla,suggerendomi che quello,malgrado in quel
momento essere lontano da lei non era concepito dalla mia mente, era
il momento di affidarla alle cure delle ragazze.
Alice
la prese con una stretta salda,e camminando a passo di danza
salì le
scale seguita da Esme e,sorprendentemente,da Rosalie.
Mi
accasciai sul divano,affondando il volto nelle mani.
-stai
tranquillo,Edward. - mi disse Carlisle,sperando di confortarmi.
Ma
io sentii solo un enorme,insostenibile groppo in gola scendere
giù
fino allo stomaco,una sensazione troppo umana che non provavo da
quando ero ancora tra i vivi.
Nella
mia testa vidi di nuovo Bella buttarsi da quella maledetta torre,e
sperai con tutto il cuore di vederla di nuovo riaprire gli occhi e
sorridermi.
[Bella's
POV]
Quando
aprii gli occhi ero di nuovo asciutta e nel mio letto: avevo sognato
tutto? Mi ero davvero immaginata di cadere dal tetto della torre del
castello?
-Bella...-
Tentai
di tenere gli occhi aperti per seguire la voce,ma sentivo le palpebre
tremendamente stanche e pesanti,come se avessi pianto fino a quel
momento.
Ma
avevo ancora la forza per riconoscere quella splendida voce
cristallina e tintinnante,che in quel momento era velata da una
preoccupazione appena percepibile.
-Alice?
-
-sono
qui – mi rispose pronta,avvicinandosi al letto in ginocchio.
E
mi sorpresi come anche in quella normale posa da umana manteneva la
sua splendida e perfetta grazia.
-cosa...cos'è
successo? - chiesi,la voce di nuovo rotta dal pianto.
-come
ti senti? - mi chiese di risposta – Carlisle ti ha
visitato,ha
detto che hai solo qualche graffio. -
-Alice...-
iniziai a piangere,appoggiandomi istintivamente a lei –
dov'è
Edward? -
Sapevamo
entrambe cos'era successo,e che non era stato tutto uno scherzo della
mia immaginazione.
O
quasi.
In
fondo,il sogno che stavo facendo prima di capire che in
realtà stavo
andando incontro a morte certa somigliava quasi troppo alla
realtà.
-non
preoccuparti,Bella. E' di sotto,ed è preoccupatissimo per
te.
Cosa...com'è successo? -
-tu
mi hai visto,vero? - le chiesi,riferendomi al suo potere di vedere il
futuro che,probabilmente,mi aveva salvato la vita.
Lei
annuì,stringendomi la mano: - il merito però
è di Edward. E'
arrivato qui in meno di un secondo ed è saltato per
prenderti in
volo. -
-io
non so...non so come è successo...-affondai il volto nelle
mani,scuotendo la testa presa dal panico più assoluto
– io non
volevo,non volevo...-
-lo
sappiamo,Bella. - mi confortò,con un sorriso –
sappiamo tutti che
non l'avresti mai fatto.-
-Alice,devo
parlare con Edward. Vi dirò tutto,lo giuro. Ma prima...-
Lei
annuì,e non feci in tempo a finire la frase che Edward
aprì la
porta: lentamente,e con discrezione.
Alice
si alzò,e baciandomi la fronte si diresse verso
l'uscita,sfiorando
la spalla di Edward con un gesto davvero dolce.
E
in quel momento,quando la porta si richiuse,rimanemmo solo io e lui.
-Edward...-
sussurrai,sorprendendomi di quanto avessi temuto di non rivederlo.
Nel
momento in cui mi ero resa conto di essere a pochi passi dalla morte
avevo pensato solo a lui.
Un
gesto egoista,forse. Ma lui era il mio unico pensiero,perché
l'unica
cosa che volevo in quel momento era perderlo.
-come
ti senti? - mi chiese lui,distante.
E
in quell'istante,malgrado gli acciacchi e tutto quello che poteva
comportare un mio gesto brusco,mi alzai dal letto e corsi verso di
lui,abbracciandolo con tutta la forza che mi era rimasta.
Lui
mi afferrò appena in tempo,perché dopo qualche
secondo le mie gambe
cedettero alla stanchezza: Edward mi prese in braccio,portandomi di
nuovo sul letto.
-Bella...-
-mi
dispiace,non...non so cosa mi sia successo,io...Edward,non mi
lasciare adesso! -gridai,stringendo i pugni quasi a farmi male.
Edward
mi strinse a se,cullandomi: - io non ti lascerò. Non ti
lascerò
mai,Bella. Mai. -
-mai...-ripetei,come
se ancora non mi fosse chiaro.
E
dopo essermi calmata gli raccontai del sogno,di come non mi ero
assolutamente resa conto della mia condizione,della paura di perderlo
in uno schiocco di dita.
-verremo
a capo di questa storia. - sussurrò lui,stendendosi accanto
a me.
Annuii,riacquistando
– con lui accanto – la tranquillità che
riusciva a darmi solo la
sua vicinanza.
Mi
sdraiai sul letto intatto,guardando il soffitto senza far
particolarmente caso ai particolari: volevo solo che quel terribile
mal di testa e quella sensazione di ansia sparissero dal mio corpo al
più presto.
Benché
asciutta e ripulita non riuscivo ancora a nascondere le immagini
terribili della mia esperienza sulla torre,rivivendo quei momenti in
modo indiretto e ancora più drammatico.
Rabbrividii,e
per cercare di prendere sonno mi voltai su un lato,con solo il
braccio a farmi da cuscino: temevo che,alzandomi per andare a letto
come tutti gli esseri normali avrei definitivamente perso il sonno.
Dopo
qualche secondo sentii una piacevole sensazione calda sulla pelle:
qualcuno mi stava letteralmente rinvoltando dentro una coperta di
lana morbida.
-è
già difficile per me tentare di raggiungere un minimo di
sensualità,
– dissi,riconoscendo il fautore di quel gesto così
premuroso –
potresti almeno rendere le cose più semplici...-
Edward
mi squadrò sfiorandomi il viso: - oh,io ti trovo sexy
comunque -
-continua
a viziarmi,Cullen. - scherzai,tentando di liberare le braccia da
quella morsa di lana bollente – sembro un bignè.-
Lui
scoppiò a ridere,e invece di liberarmi si sdraiò
accanto a
me,abbracciandomi senza farmi sentire freddo grazie alla sottile
parete di tessuto che ci divideva.
-non
esagerare,Bella...e comunque,saresti il bignè più
bello e
affascinante di tutto il paese...-
-questo
mi solleva - sussurrai al suo orecchio,avvicinandolo a me con le
braccia ormai libere.
Cercai
di scherzare quanto più potevo,ma anche lui si accorse che
malgrado
il mio tentativo di dimenticare la vicenda ero velata da una
tristezza ancora evidente,e dalla paura di prendere di nuovo sonno.
Mi
baciò,questa volta con più passione,senza
fermarsi subito come al
solito.
-dormi,Bella...-
mi sussurrò sulle labbra,cullandomi.
-no...-mugugnai,scuotendo
leggermente la testa – non voglio dormire.-
-Bella,non
c'è alcun problema. Sarò qui con te tutta la
notte,non
preoccuparti. Non ti perderò di vista un momento. -
Rimasi
ad osservarlo,e dopo un attimo di meditazione decisi di accettare il
suo compromesso: mi infilai sotto le coperte avvolta in una coperta
più leggera,e non appena sentii il suo abbraccio ritrovai la
tranquillità.
-svegliami,se
ti viene un colpo di sonno...-scherzai,addormentandomi con il sorriso
sulle labbra.
Quando
entrai nel grande salotto del castello,il giorno seguente,notai
subito che Carlisle era più concentrato del solito sul suo
lavoro,e
che era rimasto a casa quella mattina.
-che
succede? - chiesi ad Alice,che si era avvicinata a me per darmi il
buongiorno.
-Carlisle
ha deciso di ispezionare il bosco. Secondo lui il tuo sogno potrebbe
essere connesso con qualcosa riguardante i vampiri. -
-sul
serio? -
-proprio
così. Carlisle ha amici con capacità molto
simili,come proiettare
immagini perfette di una realtà totalmente diversa nella
mente di
una persona. - mi spiegò lei,dando una rapida occhiata a
Carlisle,intento a dare direttive alla famiglia –
Andrà lui ad
ispezionare la zona,insieme ad Emmett,Edward e Rosalie. -
Sul
mio volto si dipinse una strana espressione: ero spaventata.
Non
tanto per me stessa,quanto per quella parte della mia nuova famiglia
che rischiava la vita per me.
Per
Edward,che non riuscivo a vedere lontano.
-non
preoccuparti – mi rassicurò Alice,sorridendomi
– è tutto sotto
controllo. Tu rimarrai in casa con me e Jasper,e ci sarà
anche Esme con noi. Non hai nulla di cui...-
-non
è di me che mi preoccupo. - sussurrai,guardando con
apprensione
verso Edward.
-oh,loro
sono gli ultimi di cui devi preoccuparti! - esclamò,alzando
gli
occhi al cielo.
Probabilmente
aveva ragione.
Ma
io non potevo fare a meno di pensarci.
Quando
Edward aveva varcato la porta d'entrata per ispezionare il bosco
avevo sentito un grande senso di vuoto all'altezza dello stomaco,e
per calmarmi mi ero seduta davanti al camino in salotto,malgrado non
avessi freddo.
Speravo,al
contrario,che quella situazione familiare e protettiva mi desse la
forza per non pensare a quello che stava accadendo là fuori.
In
casa c'era un grande silenzio: Esme era in cucina a preparare
qualcosa che – secondo lei – mi avrebbe tirato su
di
morale,mentre Jasper ed Alice erano appena saliti al piano di sopra
per aiutare la giovane vampira con le sue visioni,promettendomi che
sarebbero tornati in meno di un secondo con nuove notizie.
Il
profumo di cioccolato mi invase la mente,distraendomi
momentaneamente.
A
quella piacevole sensazione seguì,al contrario di quanto mi
sarei
aspettata,un senso di oppressione e nausea.
Avevo
bisogno d'aria.
Mi
alzai di corsa dal divano e uscii di casa senza fare
rumore,raggiungendo il grande vialetto d'entrata per impedire uno
svenimento che di certo avrebbe spaventato tutti.
Mi
accorsi solo allora che c'era un gran silenzio. Forse troppo.
Guardai
in avanti,capendo di non essere sola.
Davanti
a me – vicino per essere notato,ma ancora lontano da me
– c'era
un uomo.
Non
avrei saputo definirlo con chiarezza,ma dallo sguardo intenso e dallo
strano sorriso che mi lanciò capii che stava cercando
proprio me: i
capelli color miele erano legati in una coda morbida e selvaggia,che
incorniciava la pelle pallida e una fila di denti bianchissimi.
Indossava
degli abiti strani,sembrava un forestiero: ma cosa voleva da me?
Riuscii
quasi a percepire l'odore della giacca in pelle marrone mista al
singolare odore di muschio e resina che avevo sentito –
perlomeno
fino a quel momento – solo nel bosco.
Mi
resi conto dell'incredibile silenzio di tomba solo quando smisi di
guardarlo,rendendomi tuttavia conto del dettaglio più
importante.
Mi
guardava,certo,ma con i suoi grandi occhi rosso cremisi.
Rosso
cremisi.
Dannazione.
Sorrise
di nuovo,ed io mi toccai istintivamente il collo con le
dita,sussultando.
Adesso
avevo paura,e probabilmente quel tipo se ne era accorto benissimo.
Rosso
cremisi.
E
subito dopo,un urlo straziante invase quel piccolo angolo silenzioso.
Il
mio.
xxx
Note:Bene,ecco qui
com'è andata a finire! Eheh,bella ha un...una fortuna (tanto
per non essere volgari) così,cade da una torre e viene
salvata,ma spunta subito un altro problema! xD
Mammina,finirà mai questa tortura? Comunque,un grandissimo
COMPLIMENTI ha chi a indovinato il riferimento della caduta: era
proprio Anastasia! Un cartone che mi è sempre piaciuto,e che
mi ha ispirato,dato che avevo l'idea della caduta ma non sapevo come
giustificare la sua salita sulla torre^^
Adesso,però,dovete tenere da conto questa specie di problema
delle "visioni" : sarà presente durante i prossimi
capitoli,intanto pensateci! Grazie mille per tutte le recensioni e i
commenti stupendi che mi lasciate,senza di voi non riuscirei davvero a
continuare a scrivere!
Ah,per chi non lo sapesse: il titolo "Crimsom Red" significa "Rosso
cremisi" ^^
E
ora una ribadisco:
HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥
(<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci
un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
Disturbia.
Ci
vediamo al prossimo aggiornamento!
Baci
LMS*
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Capitolo 11 *** {.When the love falls .} ***
≈ Valzer ≈
10 .
{.When the love falls .}
≈ Valzer ≈
Per
qualche strana ragione l'unico mio dettaglio che ricordai dopo
quell'urlo terribile fu il mio vestito.
Maledii
me stessa per aver pensato ad una sciocchezza simile,ma non riuscivo
a cancellare dalla mente il lungo abito bordeaux dai ricami in
pizzo,che nell'intricato groviglio della mia immaginazione si
trasformavano in legacci pesanti e dolorosi che imprigionavano il mio
corpo inerme.
E
quando il tessuto rosso cremisi si tramutò in sangue e il
suo colore
acceso e pulsante si insinuò con il suo odore di ferro e
sale nella
mia testa e nel mio corpo riaprii gli occhi,urlando ancora senza un
attimo di respiro.
-Bella!Bella,sono
qui! -
Stavo
tremando,e sentivo il respiro uscire dalla bocca ad intervalli
irregolari,senza una logica.
Sentivo
il cuore battere all'impazzata,e un brivido freddo percorrermi tutta
la schiena: cosa mi stava accadendo?
-Bella,tranquilla.
Stai bene...- mi sussurrava una voce familiare,cristallina e
armoniosa.
-Alice...cosa...-
-sshh,respira,Bella.
- questa volta fu Esme a parlare,e mi accorsi in quel momento che la
mia testa era proprio sulle sue ginocchia.
-Bella...-
Ed
eccola lì,la voce che tanto aspettavo. E che in momenti come
quelli
riusciva a tranquillizzarmi in maniera quasi magica.
-Edward...-
sussurrai,mettendomi seduta.
Non
potevo reggere ancora in quel modo,il mio cuore avrebbe presto subito
più infarti se avessi continuato a ricevere delle botte come
quella.
-Edward!
- gridai,affondando sul suo petto non appena incrociai il suo
sguardo: non mi importava se ero sul vialetto di casa e all'aperto,e
neanche se l'intera famiglia Cullen era intorno a noi e mi osservava
con gli occhi sgranati.
Non
mi importava di niente.
-Bella...-mi
sussurrò Edward all'orecchio,accarezzandomi la testa come un
papà
affettuoso che tranquillizza la figlia dopo un brutto incubo.
-mi
dispiace,non sono riuscita a vederlo in tempo. Avrei dovuto prestare
più attenzione. -
sussurrò
Alice,affranta.
-non
prendertela con te stessa. - le disse Carlisle,posando una mano sulla
sua spalla – ci ha colto di sorpresa. -
Edward
non disse una parola,e Alice rimase in silenzio per qualche minuto.
-la
porto dentro. - disse alla fine,prendendomi in braccio per dirigersi
verso casa.
E
non appena varcammo la soglia lo guardai,confusa. Non aveva degnato
la sorella nemmeno di uno sguardo,ed io mi sentivo terribilmente in
colpa per quella litigata tra vampiri.
Edward
mi lasciò sdraiare sul letto della mia stanza,e mi
coprì con la
coperta di lana appoggiata sul cuscino.
-ti
sei fatta male? Sei ferita? -
-no,io...sto
bene. -
-mh.
- annuì,guardando un punto indefinito dietro di me.
-Edward,cos'è
successo? Chi...chi era? - le parole mi morirono in gola,ma sapevamo
entrambi di chi stavamo parlando.
-ci
ha ingannato. Siamo stati tutti ingannati dal suo potere. -
-potere?
- ora ricordavo. Vampiro.
-si.
Il vampiro che hai visto ha un potere incredibile. Può
ricreare
immagini nella mente di umani e vampiri,ci ha fatto credere di essere
nel bosco per sviare le nostre ricerche e le visioni di Alice. -
In
quel momento ripensai allo straordinario potere del vampiro
forestiero,e rabbrividii: immagini?
-Edward...credi
che i miei incubi siano stati provocati da lui?-
Edward
rimase a guardarmi,come se le mie parole avessero confermato qualcosa
che strisciava già nella sua mente,insinuandosi senza dare
possibilità di fuga.
Quel
vampiro voleva me- Voleva il mio sangue,che probabilmente era una
tentazione irresistibile.
-è
possibile. - disse,neutrale,forse per non allarmarmi.
-ma
cosa...cosa vuole da me,perché io...- sussurrai,sconfitta.
-Bella,andrà
tutto bene. Non devi preoccuparti di nulla,capito? Ci siamo noi
qui,ti proteggeremo.-
-oddio...-guardai
in alto,tentando di reprimere le lacrime che non volevano smettere di
scendere.
Avevo
un groppo alla gola che mi impediva quasi di respirare,e lo sguardo
di Edward su di me aumentava ancora di più quel senso di
panico.
Non
era lui a rendermi così: era la paura di perderlo,di dirgli
addio
per sempre e finire la mia vita nella morsa feroce di quel vampiro
che a quanto pare aveva occhi solo che per me.
-Edward,devi
trasformarmi. Adesso. -
Mi
guardò,spalancando gli occhi: - come? -
-è
l'unico modo per salvarmi. Se non lo fai,quel vampiro mi
ucciderà e
noi...noi...-
Di
nuovo quel dannato groppo alla gola. Maledizione.
-Bella,troveremo
un modo. Un altro modo. Uno qualsiasi...- Edward strinse i
pugni,testardo come suo solito.
-ma...-
-ti
prego. Bella,ti prego: non fare sciocchezze. Non metterò
fine alla
tua vita,non adesso. -
-ma
la mia vita sei tu,Edward! Che diavolo farei senza di te?!
Cosa...come puoi impedirmi di...-
-Bella...-
-me
l'avevi promesso. - mi impuntai,sapendo benissimo che anche lui stava
soffrendo in quel momento,combattuto tra due scelte.
-non
fare la stupida,ti prego.-
Lo
guardai,cercando di capire cosa gli passasse per la testa.
-Bella,tu
non sai quanto ti ho aspettata. Sei arrivata qui come...come una luce
nella mia eternità. Prima ripudiavo la mia condizione,mi
ritenevo un
mostro che poteva solo essere rinchiuso in questo castello
dimenticato da tutti. Ma adesso...Bella,ora io esisto
per te,e solo per te. Ho ritrovato la mia famiglia,questo castello ha
ripreso vita e...e tutto grazie a te. Hai ancora molto da vivere,ed
io non sarò la causa della tua morte. Ma devi sapere che non
lo
faccio perché non voglio. Lo faccio per te.
Perché adesso sei la
cosa più importante per me,l a cosa più
importante della mia vita.
-
Mentre
mi diceva quelle parole meravigliose,sentii le lacrime che tanto
avevo represso scendere liberamente sulle guance,ma questa volta non
avevo alcuna intenzione di cancellarle dal mio volto.
Perché
quelle lacrime stavano scendendo solo per l'amore immenso che Edward
mi stava donando.
E
in quel momento ricordai il nostro magnifico valzer al chiaro di
luna,quella notte che mai avrei dimenticato e che aveva segnato il
mio incontro con Edward Cullen.
Vuoi
davvero rischiare la vita per me?
Si.
Ricordavo quella domanda,e davo ancora la stessa risposta.
Avrei
rischiato la vita per Edward,e una volta sopravvissuti a tutto quello
mi avrebbe trasformata. Mi sarei meritata quella
trasformazione,l'avrei raggiunta con le mie forze.
-promettimi
solo una cosa. - sussurrai,con voce tremante.
-tutto
quello che vuoi. - mi disse lui,sdraiandosi accanto a me sul grande
letto a baldacchino.
-che
non ti perderò.-
Mi
sorrise: - d'accordo,te lo prometto. -
-oh,e
un altra cosa. -
-si?
-
-perdona
Alice. Non è stata colpa sua. -
-il
suo volto si velò di durezza improvvisa: - doveva essere
più
attenta. -
-Edward...-
-Bella,se
fossimo arrivati tardi tu...non voglio neanche pensarci.
-concluse,scuotendo la testa.
-uff,se
avessimo fatto quello,se
avessimo fatto quest'altro! Edward,Alice è come una sorella
per
te,santo cielo! -
-Ehi,ehi...d'accordo.
- annuì,sfiorandomi la fronte – d'altra parte
sappiamo tutti che
non potrei essere arrabbiato con lei per molto. -
-ah,grazie!
- gridai,e sorprendentemente mi ritrovai a sorridere di nuovo.
Ero
ancorai inquieta,ma almeno ora stavo risalendo in superficie.
-ti
amo,Bella. -
Oh,adesso
stavo proprio volando!
-ti
amo anch'io. - sussurrai,prima di addormentarmi sul suo petto
marmoreo e,in quel momento, inspiegabilmente pieno del calore di cui
avevo bisogno.
Edward
scese lentamente la scalinata,raggiungendo il grande salotto
stranamente buio di casa Cullen: percepiva dai pensieri di Emmett che
lui e gli altri si stavano dando alla caccia grossa,controllando al
contempo il perimetro del castello per proteggere Bella.
Quella
notte sarebbe rimasto con lei,e avrebbe fatto in modo di farle
passare una notte tranquilla malgrado tutte le preoccupazioni.
Uno
strano pensiero – ovviamente non suo – gli
arrivò alla mente:
era chiaro,limpido e quasi di cristallo,e sembrava sprizzare una
sorta di tristezza velata che riusciva a percepire in modo tangibile.
-Alice.
- disse,monocorde,guardando in avanti: benché la stanza
fosse
illuminata solo dalla luce della luna che filtrava attraverso le
grandi vetrate,i suoi occhi riuscivano perfettamente a vedere la
figura esile e pallida della sorella.
Lo
guardava con gli occhi dorati fissi sui suoi,l'espressione
impassibile e quasi di vetro.
Sembrava
una bambola di porcellana. Immobile e in attesa.
-Edward.-
rispose lei,pronunciando quel nome senza particolare enfasi. - come
sta Bella? -
-meglio.
Sta dormendo. Come mai non sei a caccia? -
-non
ne avevo bisogno. - rispose lei,distogliendo lo sguardo per la prima
volta – pensavo di perlustrare l'altro lato del bosco,dato
che gli
altri si stanno occupando del resto. -
Edward
annuì,ma anche lui si accorse di essere poco convinto.
Alice
si voltò,l'espressione di nuovo velata da quell'aura scura
che su di
lei stonava in modo più che percettibile.
-Alice
– la richiamò il ragazzo,senza muoversi dalla sua
posizione
iniziale.
-si?-
-fai...fai
attenzione. D'accordo?
La
bellissima vampira non si voltò,ma sorrise nell'atrio buio.
E
se ne accorse anche Edward,che dopo quella raccomandazione, priva di
senso per un vampiro dalle abilità superiori,rimase a
guardare la
sorella uscire.
Quelle
parole,per un vampiro forte e quasi imbattibile come Alice,suonavano
quasi senza senso.
Ma
per loro erano come un patto,una riconciliazione silenziosa di cui
solo la luna sarebbe stata testimone.
Edward
ripensò a Bella,e a come lo avesse pregato di
riappacificarsi con la
sorella.
Ma,a
pensarci bene,Edward l'avrebbe fatto a prescindere dalle sue
richieste.
Grazie,
sentì dopo poco nei pensieri della sorella,già
diretta verso il
folto del bosco.
Scesi
le scale quasi con un gesto automatico,trascinando i piedi e cercando
di non inciampare nell'abito blu oltremare – gentile
concessione,come suo solito,di Alice.
La
prima cosa che udii arrivata al primo piano fu una melodia
proveniente dal piano della grande sala.
L'armonia
con cui le note viaggiavano nell'aria era perfetta e sinuosa,come un
velo di seta che si diffondeva lungo i corridoi del castello.
Era
una melodia che non avevo mai sentito prima,ma subito pensai alle
dita lunghe e affusolate di Edward che sfioravano delicatamente i
tasti bianchi e lisci con la pelle che,alla fine,non era poi tanto
diversa da quei tasti perfetti.
Ma
arrivando di sotto mi resi conto che la melodia aveva un sé
qualcosa
di diverso,una nota di tristezza e malinconia dolente che mai avevo
riconosciuto nelle sue ultime canzoni.
Mi
ci volle poco a ricordare che Edward era in perlustrazione quella
mattina,e che le mani bianche e perfette che in quel momento
suonavano quella musica ipnotica non erano le sue.
-Rosalie?
-
xxx
Note:Eccomiiii!
Scusate l'assenza,ma gli ultimi giorni di scuola sono stati
terrificanti! E comunque ora sono qui,prontissima per aggiornare il
prima possibile! Allora,come al solito grazie per le recensioni
magnifiche e i tantissimi preferiti/seguiti che ho trovato...la fiction
e la sua autrice ringraziano!! xD
Che ne pensate di questo capitolo? Non sapete quanto è stato
doloroso scrivere il momento del litigio Edward/Alice,non li posso
vedere litigati! (e infatti progettavo di farli riunire nel prossimo
capitolo...ma ero talmente in ansia che ho deciso di risparmiarvi
questo supplizio e allentare un pò la suspance!
E ora...Rosalie. Ah,volevo dirvi che per l'ultima parte sono stata
ispirata da una musica al piano particolare,perfetta per Rosalie e la
sua malinconia:
When the love falls - Yiruma
(ascoltatela,è molto bella^^)
Bé,che cosa accadrà? Vi dico solo che
il prossimo
capitolo sarà molto...tenero. Si,credo che tenero sia la
parola
giusta!
Vi aspetto!
E
ora una ribadisco:
HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥
(<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci
un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
Disturbia.
Ci
vediamo al prossimo aggiornamento!
Baci
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Capitolo 12 *** {. Before the storm .} ***
≈ Valzer ≈
11 .
{. Before the storm .}
≈ Valzer ≈
accendete
le casse^^
{La
bellezza è l'unica cosa contro cui la forza del tempo sia
vana. Ciò
che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed
è un possesso
per tutta l'eternità. (Oscar Wilde)}
Non
avevo mai osservato Rosalie. Perlomeno non attentamente e a lungo in
modo da osservare come fosse perfetta e impeccabile.
Ogni
volta che incrociavo il suo sguardo dorato non riuscivo a tenere la
testa alta troppo a lungo: i suoi occhi mi congelavano ogni volta e
non potevo fare a meno di abbassare lo sguardo.
Ora
che riuscivo ad osservarla mi rendevo conto di come le ragazze del
paese potessero invidiare quella dea dai capelli biondi e dalla pelle
perfetta,che con un solo sguardo poteva far cadere ai suoi piedi
tutti gli uomini,e far tremare d'invidia tutte le altre.
Era
lei che stava suonando,le dita lunghe e affusolate si muovevano
velocemente sui tasti lisci del pianoforte senza far quasi rumore.
Si
muoveva a malapena,lasciando di tanto in tanto ondeggiare le braccia
scoperte dal vestito a spalline rosso acceso che le arrivava fino ai
piedi,strusciando sul pavimento.
Quando
Rosalie si accorse di me smise immediatamente di suonare,lasciando
tuttavia le mani posate delicatamente sui tasti.
Rabbrividii.
Ero davvero sola in casa con quella donna oppure l'allineamento dei
pianeti mi avrebbe aiutato contro quel confronto testa a testa?
-mi
dispiace di...di averti disturbato,non volevo interromperti. -
sussurrai,mordendomi il labbro.
Rosalie,per
mia sfortuna,non mi tolse gli occhi di dosso.
-gli
altri sono andati a caccia. E' il mio turno di guardia. -
Sembrava
fosse scocciata di quel compito che non le riguardava affatto.
Scocciata...quasi
quanto me.
Senza
accorgermene sbuffai,e lei mi guardò con una specie di
improvvisa
curiosità.
-mi
aspettavo questa reazione,sai?-
Rimasi
a fissarla a lungo,prima di comprendere che aveva totalmente
frainteso la causa della mia reazione.
-oh,no
no no! Rosalie,non mi stavo lamentando per questo! Cioè,per
te!
Ecco...- mi mangiai qualche altra parola,e lei inclinò la
testa
senza capire.
-c'è
qualcosa che non va? -
-ecco,io...-
sbuffai di nuovo,e senza accorgermene mi resi conto di essere molto
più vicina a lei di quanto non credessi. Per distogliere lo
sguardo
da quegli occhi che volevano sapere troppo allungai verso la finestra
proprio accanto al piano. - non credo ci sia bisogno di tutto questo.
Siete così impegnati a...proteggermi,che stiamo diventando
tutti
pazzi. -
Rosalie,forse
per la prima volta,si aprì in un sorriso.
Era
debole,appena accennato,ma era la prima volta che lo vedevo.
Perlomeno
la prima volta che lo rivolgeva a me.
-Edward
vuole proteggerti fino a quando il pericolo non sarà
cessato. Ci
tiene davvero a te. E' così...perdutamente
innamorato.
- fece una sorta di gesto teatrale,strimpellando qualche nota bassa
senza una logica ben precisa.
-oh,forse
anche troppo. Non è necessario perlustrare così a
fondo la zona. -
risposi,guardando fuori dalla finestra.
La
verità era che lo volevo accanto a me.
-Rosalie...-
-si?
-
-posso
chiederti perché...non mi sopporti? - volevo trovare un
altro modo
per dirglielo,magari più poetico,ma la verità era
che dovevo
saperlo subito e senza girarci intorno.
-oh,Bella...-scosse
la testa,chiudendo gli occhi – non è vero che non
ti sopporto. -
-bé,non
sembra. -
-senti,io...oramai
sei una di famiglia. - mi rispose,voltandosi – è
solo che non
capisco come tu voglia rinunciare alla tua vita per diventare come
noi. Vuoi...vuoi davvero finire così?-
-io
voglio...Edward. - risposi,socchiudendo gli occhi – non
voglio
porre fine alla mia vita. Voglio iniziarne un altra con lui.
Con...voi. -
Mi
squadrò senza parlare,e dopo poco si rimise a suonare.
-non
avevo mai visto Edward così perso. Devi avergli fatto un bel
lavaggio del cervello. - cambiò discorso,gelandomi con lo
sguardo
dorato.
Sussultai,guardandola:
davvero pensava questo di me?
-scherzavo.
- sussurrò,ridendo con una grazia inaudita. Persino la sua
risata
era più bella.
E
in quel momento anche io non riuscii a trattenere un
risolino,decisamente meno armonico del suo.
Rosalie
ricominciò a suonare una melodia più
allegra,muovendo la testa e
guardandomi di tanto in tanto: mi sedetti sulla piccola sporgenza in
legno sotto la finestra,riconoscendo il segno di Esme nel cuscino
color crema sistemato alla perfezione su quella sorta di piccola
panchina che sembrava fatta apposta per quell'incontro.
-sei...sei
davvero brava. - sussurrai nell'assistere alla sua performance,senza
parole.
-oh,non
quanto Edward. Purtroppo ci sono delle cose in cui è
insuperabile,e
neanche la mia sfrenata vanità può prevalere. -
Caspita,ad
un esame più approfondito Rosalie poteva addirittura
risultare
ironica!
Le
sorrisi di nuovo,mentre lei cominciava a suonare un altro pezzo.
-non
dirmi che Edward non ti ha detto che cerco di primeggiare su tutto! -
-oh...bé,in
qualche modo l'avevo intuito. - sussurrai,ridendo.
E
rimanemmo così: insieme,con sottofondo quella meravigliosa
melodia.
Forse
non ero la sua amica del cuore,ma almeno potevo dire di non avere
più
in antipatia Rosalie Hale.
E
soprattutto,potevo dichiarare che lei non mi odiava più di
tanto.
-capisco
l'amore che provi per lui. - mi disse,alla fine –
è così anche
per me ed Emmett. -
-si.
- risposi,guardando il bosco attraverso la finestra – ne sono
sicura. -
{Non
sei tu a scegliere la tua famiglia:essa è un dono di Dio per
te,così
come tu lo sei per essa.(D.Tutu)}
Quando
mi svegliai,il giorno seguente,mi girava la testa: di certo
l'incontro con Rosalie il giorno precedente non aveva giovato alla
mia salute mentale,ma quella mattina ero davvero in uno stato
pietoso.
Non
mi sentivo bene,per niente.
E
non avevo la minima idea di cosa fare: ormai i giorni si ripetevano
senza un senso,vivevo le mie giornate da reclusa in quel grande
castello senza nulla da fare,con la costante paura di vedere quel
vampiro spaventoso di nuovo accanto a me.
Scesi
le scale avvolta nella vestaglia di raso lilla,appoggiandomi al
corrimano per evitare di cadere dopo un ulteriore capogiro.
Quando
giunsi nel grande salone vidi tre figure voltarsi contemporaneamente
verso di me,nella penombra della sala non ancora pienamente
illuminata.
Li
riconobbi solo quando mi ci trovai davanti.
-buongiorno,Bella.
- mi disse Carlisle con la sua voce profonda e vellutata,sfiorandomi
un braccio – ti senti bene? -
-già,la
tua pelle è bianca come...la nostra! - proseguì
Emmett,ridacchiando.
-non
credo di stare bene,forse ho la febbre. Dov'è Edward? -
risposi,guardandomi intorno.
-sta
rientrando,non preoccuparti. - mi disse subito Jasper,calmandomi con
il suo incredibile potere di controllo emotivo.
-grazie,Jasper.
- sussurrai,facendo un lungo respiro.
-sul
serio,Bella. Non devi stare in ansia. Ti proteggiamo noi. - disse
Emmett,tornando serio.
Li
guardai: la mia nuova famiglia,forse,voleva solo proteggermi.
Non
c'erano secondi fini,solo un sentimento diverso: ero sempre stata
abituata che il mondo fosse un luogo privo di quel genere di
emozioni,in cui prevalessero l'ambizione e l'ipocrisia.
Ero
rimasta da sola per quello.
-grazie.
- ripetei,guardandoli.
-ora
andiamo. Esme rimarrà con te questa mattina,e dopo Edward vi
raggiungerà.- sussurrò Carlisle,concentrando lo
sguardo dorato sul
mio volto pallido – vedrai,finirà presto. -
Emmett
allungò il braccio al centro di quella specie di piccolo
cerchio che
avevamo formato,stringendo il pugno: -giuro solennemente che nessuno
toccherà la mia sorellina! -
Jasper
si unì a lui,poggiando la mano sul suo pugno che –
ora potevo
vederlo bene – era davvero gigantesco.
Carlisle
fece lo stesso in quel gesto che sembrava simile ai patti di sangue
dei bambini durante i giochi pomeridiani: e quando misi la mia mano
sopra le loro – così pallida e fragile in
confronto – mi sentii
parte di quella famiglia che non avevo mai avuto.
{Pulisci
tutto. Subito. (E. Reaser)}
-Bella,non
hai una bella cera. -
La
cucina era splendente e pulitissima,e quando entrai fui invasa da un
intenso odore di ciclamino e fresia misto a cioccolato.
Esme
mi sorrise mentre estraeva dal forno una teglia di muffins profumati.
Tuttavia
quel giorno ogni odore sembrava centuplicato e reso disgustoso da
quella specie di virus che mi ero presa durante la
notte,perciò non
appena l'odore mi arrivò non potei fare a meno di coprirmi
la bocca.
-oh,tesoro!
- Esme mi si avvicinò,controllandomi la febbre con la mano
fredda
sulla fronte. - credo che ci voglia una bella camomilla,oggi. -
-mi
dispiace,Esme – boccheggiai,sedendomi sul divano del grande
salotto
– i tuoi dolci sono sempre così buoni...-
-non
preoccuparti,adesso ti preparo qualcosa che ti rimetterà in
sesto.
Parola di mamma vampiro! - mi fece l'occhiolino,tornando a
velocità
supersonica con una tisana e una ciotolina di polvere rossa.
-cannella?
- chiesi,piegando la testa.
-no,zenzero.
-mi corresse lei,tirando fuori un cucchiaino – è
un ottimo rimedio
contro la nausea,vedrai. -
Mandai
giù mezzo cucchiaino di zenzero d'un fiato,bevendo subito la
tisana
per mandare via il saporaccio.
-ti
sentirai meglio,vedrai. - mi disse lei,sedendosi accanto a me e
avvolgendomi con il braccio.
Mi
appoggiai alla sua spalla,allungando le gambe sul divano morbido.
Quei
gesti così piccoli e quotidiani erano qualcosa di totalmente
nuovo,per me.
Ed
Esme mi sembrò,per la prima volta,la mamma che non riuscivo
a
ricordare.
-dormi,Bella.
-
-grazie...
-
{Non
stai dormendo e non sei nemmeno morta. Sono qui e ti amo. Ti ho amata
sempre e sempre ti amerò.(Edward Cullen) }
Quando
Edward arrivò a casa mi trovò sotto le coperte,e
non fui felice di
fare di nuovo la figura della polpetta rivoltata nelle piume.
Tuttavia,malgrado
i rimedi di Esme mi stessero facendo davvero bene,non riuscivo ancora
a eliminare quei brividi che mi avevano colpito quella mattina,e che
continuavano a perseguitarmi da ore.
-come
ti senti? - mi chiese. Probabilmente sapeva già tutto dai
pensieri
di Esme,per cui non mi misi ad indagare sulle sue fonti.
-meglio.
- risposi,insieme ad un ennesimo colpo di tosse. - esci da questa
stanza,Edward Cullen. Non voglio farmi vedere da te in queste
condizioni. -
Edward
sorrise,e fui davvero felice di vedere di nuovo quel sorriso sghembo
che tanto mi mancava,e che la paura che quell'essere che mi aveva
quasi uccisa aveva totalmente cancellato.
-non
dire assurdità,Bella. - mi rispose,sdraiandosi accanto a me.
-uff...-sbuffai,rintanandomi
sotto le coperte.
-una
cosa positiva dell'essere vampiro è che non puoi attaccarmi
l'influenza. - proseguì lui,come se i miei lamenti non lo
avessero
toccato minimamente.
-sei
un essere crudele. - scherzai,rinvoltandomi nella coperta pensante
che il giorno precedente mi sarebbe sembrata eccessiva,ma di cui ora
non avrei potuto fare a meno – ora sono ancora più
debole. -.
-è
per questo che ti starò vicino. - mi rispose lui,con un
leggero
bacio sulle labbra accaldate che mi rivitalizzò in pochi
istanti,come una doccia gelata in pieno deserto.
Mi
aveva ridato la vita,ma continuando avrei davvero rischiato il
collasso.
-solo
per questo? - gli resi il gioco,sfoderando lo sguardo-occhioni da
cerbiatta.
-mm...-arricciò
le labbra di marmo,scrutandomi a fondo – oh,certo. Anche
perché ti
amo. L'avevo dimenticato,per caso? -
-può
darsi...- così dicendo lo abbracciai,portandolo con me sotto
le
lenzuola.
-sai,credo
che avrò bisogno di qualcosa per raffreddare...-
-i
bollenti spiriti? - concluse lui,che già sopra di me tentava
di
mantenere,invano,le distanze.
A
quanto pare ero una specie di tentazione irresistibile,anche con un
po' di raffreddore.
Bah,vampiri...
-sicura
di non avere freddo? -
-oh,diamine,resisterò...-
xxx
Note:Ma saaalve^^ Come avete visto
questo capitolo è "spezzettato" in diversi momenti che Bella
condivide con i membri della famiglia Cullen,come "la quiete prima
della tempesta",uno spazio dedicato ad ognuno di loro^^
Abbiamo Esme e i suoi rimedi da mamma tenerissima,Edward...e direi che
su di lui non c'è proprio nient'altro da aggiungere xD, i
ragazzi Cullen e la loro solidarietà in stile "squadra di
calcio" e poi Rosalie...a cui ho voluto dedicare più tempo
dato che è un personaggio che mi interessa molto per la sua
particolarità nella storia (non preoccupatevi,non ho
dimenticato Alice...ma diciamo che il suo rapporto con Bella
è stato molto presente negli scorsi capitoli...ma nel
prossimo probabilmente lascierò un pò di spazio
anche a lei^^).
Come avete visto la parte su Rosalie è stata scandita dalla
musica al piano ( che adoro *_*): la melodia più
triste,quella che ha anche dato il titolo al capitolo precedente
è "When the love falls" di Yiruma,mentre quella
più veloce,allegra,che mi ha ispirato alla grande
è "Maybe" sempre del fantastico Yiruma.
E
ora una ribadisco:
HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥
(<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci
un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
Disturbia.
Ci
vediamo al prossimo aggiornamento!
Baci
LMS*
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Capitolo 13 *** {. Run .} ***
≈ Valzer ≈
12 .
{. Run .}
≈ Valzer ≈
I
rimedi fatti in casa di Esme – frutto di circa cento anni
d'esperienza – e le coccole di Edward -che mi aveva tenuto
compagnia per tutta la notte – mi avevano rimesso in sesto
già
dalla mattina seguente.
Indossai
velocemente il mio abito preferito – lungo e leggero di un
bellissimo color cremisi,che in quel periodo mi attirava
particolarmente – e mi diressi velocemente verso le scale
,riconoscendo il suono familiare di più passi silenziosi.
Probabilmente,come
tutte le mattine,si stavano decidendo i turni di guardia del bosco,e
non sapevo ancora se Edward sarebbe partito a avrebbe passato la
giornata con me.
Sbuffai,spazientita.
Quella situazione stava diventando davvero troppo strana e
pesante,probabilmente sarei impazzita prima del tempo.
Il
nastro nero attorno alla vita stringeva
eccessivamente,perciò mi
fermai alla prima rampa per risistemarlo.
-lascia,faccio
io. - una voce familiare,cristallina e leggermente esasperata dalla
mia goffaggine in quel campo.
-grazie,Alice.
- risposi,sorridendole.
Di
risposta,Alice aggrottò la fronte liscia e marmorea e
concluse la
sua opera,aggiustando il fiocco perfetto.
Lo
guardai a bocca aperta: i nastri che calavano al di sotto di esso
erano perfettamente uguali,i due lembi del fiocco perfettamente
allineati e di ugual grandezza.
-c'è
qualcosa che non riesci a fare alla perfezione? - chiesi,guardandola
con riverenza.
-probabilmente
no. - rispose lei,ridendo – essere un vampiro deve avere i
suoi
pregi,no? -
-dov'è
Jasper?-
-di
sotto. - mi disse,prendendomi sotto braccio per accompagnarmi al
piano di sotto – oggi rimaniamo tutti quanti in casa. -
-s-sul
serio?! - esclamai,stupita di quel cambiamento improvviso.
Che
cosa aveva spinto tutti a tornare alla normalità?
-si,l'ispezione
del bosco non ha prodotto alcun risultato,non percepiamo più
il
nomade. -
-quindi...se
n'è andato? - chiesi,speranzosa.
-crediamo
di si. -
-oh,non
posso crederci! E cosa l'ha spinto ad andarsene? -
-non
lo sappiamo. I suoi pensieri erano molto caotici,Edward ha detto che
riusciva a vedere solo le immagini che voleva usare come illusioni.
Oh,e il suo nome. -
-vuoi
dire che aveva anche un nome? -
-il
fatto che sia nomade non vuol dire che sia un selvaggio . -rispose
lei,sorridendo – anzi,probabilmente è molto
più “vampiro” di
noi. -.
Ripensai
al suo desiderio di sangue,e in quel momento rabbrividii.
-tranquilla,Bella,o
Jasper se ne accorgerà. -
Scoppiammo
entrambe a ridere,e dopo aver completato la rampa ci ritrovammo nel
grande salotto,dove tutti erano impegnati in
un'attività,come se
quel comportamento fosse normale.
Notai
subito che Carlisle non c'era – probabilmente era tornato a
lavorare in città – e che Esme era di nuovo
impegnata in cucina.
L'unica
differenza era che questa volta l'odore di cioccolato e cannella mi
fece venire l'acquolina in bocca.
-buongiorno,Bella!
- gridò Emmett dal divano,con un cenno della mano che mi
ricordò
tanto un gigantesco orsacchiotto di peluche.
-buon...giorno...-sussurrai,sorpresa
da tutta quell'allegria e quella serenità che mi fece
rimanere
impalata davanti alla scalinata come un'idiota.
Esme
uscì dalla cucina,e sorrisi del fatto che,nonostante le sue
mani non
ne avessero bisogno,indossava un paio di eccentrici guanti da forno
color arancio.
-Bella,tesoro!
Spero tu abbia fame – mi disse sorridendo,e scatenando in me
una
fame maggiore di quanta ne avessi in precedenza.
-da
morire!
- gridai,raggiante.
In
quel momento tutti – compreso Edward,che poco prima mi aveva
affiancato dandomi un leggero bacio sulla guancia – mi
squadrarono,aggrottando la fronte.
-ops.
- dissi svelta,mordendomi il labbro – da...impazzire?
-
-meglio.
- squittì Alice,annuendo vigorosamente.
Dopo
aver fatto colazione rimasi con Edward accanto al piano,perfettamente
rilassata in quell'atmosfera quasi surreale che mi circondava.
Il
sole oramai era alto nel cielo e filtrava attraverso le finestre
quasi completamente aperte,illuminando di tanto in tanto i membri
della famiglia,la maggior parte dei quali brillavano come lampadine.
Rimasi
a fissare il delicato figurino di Alice,intenta a sistemare i fiori
all'interno di splendidi vasi di cristallo in giro per la casa,e
contando le volte in cui,passando accanto alle grandi finestre,il suo
corpo si illuminava dello splendore di tanti piccoli diamanti.
-qualcosa
non va? - sussurrò Edward,sedendosi accanto a me.
-no,è
tutto perfetto. - gli sorrisi,ritrovando in quegli occhi la soluzione
al problema-lampadina: il fatto che era totalmente inutile pensare
alla loro pelle splendente,con lui accanto.
Eppure
non riuscii a cancellare dalla mente quella scena,e come avessi
voluto che una cosa del genere accadesse anche a me.
Non
mi importava nulla della scia di diamanti che attraversava la loro
pelle.
No.
Io
volevo davvero diventare un vampiro,ma tutte quelle qualità
speciali
passavano direttamente in secondo piano rispetto al desiderio
più
importante: volevo condividere con Edward e con i Cullen tutta
l'eternità.
Mi
alzai,avvicinandomi alla finestra per osservare il grande giardino
intorno al castello: era davvero splendido,illuminato dalla luce del
sole.
Chiusi
gli occhi,inspirando a fondo.
-Voglio
fare una passeggiata. -dissi,avvicinandomi alla porta.
-ti
raggiungo subito. - mi disse Edward,sfiorandomi le labbra –
aspettami qui. -
-d'accordo.
- risposi,aprendo la porta per fermarmi sotto il portico.
Dopo
qualche istante,una voce mi riportò alla realtà:
cristallina,allegra e squillante.
-Bella!Bella!
-
-Alice?
- sussurrai,guardando in direzione del bosco.
-vieni,Bella!
Dai! - la sua figura al sole era fantastica,e mi stava chiamando
proprio al margine del bosco.
Strano,eppure
poco prima l'avevo vista in casa...
Ripensai
a quanto potesse essere veloce,e in quel momento Alice sparì
nel
folto del bosco.
-Alice,aspetta!
- attraversai il giardino,entrando nel bosco di abeti senza curarmi
della lontananza.
In
quel momento intravidi i suoi capelli corvini sparire dietro gli
alberi,e mi decisi a seguirla.
Dove
diavolo mi stava portando?
Una
grande nube plumbea oscurò il cielo,rendendo il paesaggio
ancora più
lugubre.
Il
tempo instabile non mi avrebbe mai permesso di reagire con calma a
quella situazione.
-guarda
che bei fiori! Staranno benissimo in casa! - gridò da
lontano,aiutandomi a ritrovare l'orientamento.
In
quell'istante riuscii a riconoscere la fonte della voce,e mi resi
conto di essere in un altro spiazzo molto simile alla radura che
tanto amavo condividere con Edward,ma più piccolo e
spigoloso.
Non
c'erano fiori,non c'erano colori.
Sull'erba
c'erano solo le gocce di pioggia che avevano appena iniziato a
colpire delicatamente il terreno,e dei brandelli di tessuto
stropicciato sparsi ovunque.
Oh,no.
-benvenuta,micetta.
- la voce dietro di me non era più quella cristallina di
Alice.
Era
cupa,tenebrosa e con una punta di divertimento nascosta al suo
interno:non l'avevo mai sentita,eppure avevo già capito chi
mi
avesse portata lì.
Chi
mi avesse intrappolata
lì.
Mi
voltai,irrigidendomi di colpo: era lui.
Il
nomade.
-permettimi
di presentarmi,piccola. - disse il nomade con la sua voce
sinuosa,avvicinandosi pericolosamente a me – io sono James.
Non mi
aspetto che tu ti ricordi di me. -
Sorrideva,sapeva
benissimo di avermi intrappolata.
Maledizione.
Bella
Swan,uccisa da James il vampiro per pranzo.
Abbassai
il capo,chiudendo gli occhi per non osservare il suo volto un secondo
di più: mi sentivo umiliata e sconfitta,colpita al cuore con
un
pugnale affilato.
-Edward...-
-oh,mi
dispiace,cara. - James si avvicinò,sfiorandomi il volto
– Edward
non c'è,e non ti troverà mai. -
Alzai
lo sguardo,per la prima volta colpita da quelle parole enigmatiche:
che diavolo voleva dire?
-oh,non
dirmi che non te ne sei accorta,micetta! - ridacchiò,un
singulto
cupo riecheggiò nella foresta silenziosa – in
questo momento
Edward ti sta inseguendo intorno al castello. Devo ammettere che la
tua immagine mi è venuta piuttosto bene,questa volta...-.
Mi
mancò il respiro.
Edward
aveva l'immagine proiettata da James davanti ai suoi occhi,proprio
come l'immagine di Alice che avevo seguito nel bosco,e di sicuro
nessuno avrebbe mai immaginato che in quel momento si trattasse solo
di un trucco.
Era
finita.
Io
ero finita.
-bene,mia
piccola Bella. Adesso tu ed io ci divertiremo un mondo. Ne sono
sicuro. -sghignazzò,inspirando il mio profumo in modo molto
più
rumoroso,come se quella fosse l'aria di cui aveva bisogno,come se io
fossi ciò che lo avrebbe mantenuto in vita. - essere u
segugio può
risultare piuttosto divertente. -.
Per
la prima volta riuscii a guardarlo,ma la mia espressione tradiva di
certo una grande confusione.
Edward
mi aveva spiegato cos'erano i segugi. Vampiri assetati di sangue che
cacciavano umani,spesso considerando la caccia come un gioco,una
sfida irresistibile a cui non rinunciavano fino al raggiungimento
della preda scelta.
Sapevo
che ogni vampiro poteva avere una sola qualità speciale.
Ma
se James era un segugio,allora chi proiettava le immagini che mi
avevano quasi ucciso durante il mio incubo notturno in cima alla
torre,e che ora stavano ingannando tutti?
Il
ringhio famelico di James mi risvegliò dai miei pensieri,ma
stranamente non era diretto a me.
-sparisci.
Lei è mia.
-
Mi
voltai,tremante e con l'abito già inumidito dalla pioggia
che
colpiva incessantemente la radura spigolosa e oscura.
In
fondo,immersa nel folto del bosco scuro,c'era un'altra figura: non
l'avevo notata prima – o forse era lei che non si era fatta
vedere
-,ma intuii subito che si trattava di un altro vampiro.
-senza
di me non saresti mai riuscito a prenderla. - rispose quella,la voce
vellutata e melodica.
E
quando uscì alla luce,capii di avere davanti un'altra
creatura dalla
bellezza impossibile e dalla perfezione candida e pura di un vampiro.
C'era
qualcosa di selvaggio in lei – l'essere nomade probabilmente
influiva sull'apparenza -,ma erano proprio quei particolari a
renderla ancora più bella.
-mi
sei stata di grande aiuto,Rachelle. Ma adesso non ho bisogno di
te,quindi sparisci. -
La
ragazza che avevo di fronte somigliava ad una dea: i capelli biondi
cadevano sulle spalle candide senza una logica,selvaggi e mossi dal
vento,incorniciando gli occhi cremisi e le labbra sottili,dove le
tracce di sangue lasciavano intuire che avesse già colmato
la sua
sete.
Indossava
un paio di pantaloni stretti e strappati,coperti da una canotta
attillata color mattone che cadeva morbida sui fianchi lisci e
perfetti.
Mi
squadrò da cima a fondo,ma il suo sguardo non lasciava
trasparire
alcuna emozione: sembrava invece essere più concentrata su
James,che
non aveva occhi che per me.
Fu
dallo sguardo che gli lanciò alla fine che capii che
Rachelle non
era solo un vampiro.
Era
la compagna di James.
Ma
lui sembrava non interessarsene,troppo occupato a preparare la mia
morte per pensare che quella vampira dalla bellezza spropositata lo
stesse aiutando solo per ricevere la sua attenzione.
Strano
che un vampiro provasse simili sensazioni,ma probabilmente doveva
essere stata una donna particolarmente sensibile.
-perché
non vai a tenere d'occhio il castello? - disse lui alla
fine,voltandole le spalle.
Lei
non rispose.
Semplicemente
si voltò,dirigendosi a velocità massima in
direzione del castello.
Dannazione.
-e
ora a noi – sussurrò James,avvicinandosi
pericolosamente.
Benché
avessi scoperto che le visioni non erano opera di James ma della sua
alleata,capii di essere in un pericolo ancora maggiore.
Ero
la preda di un segugio,e non sarei comunque riuscita a scappare o a
competere con la sua velocità.
Tenta,Bella.
E' l'unica speranza che hai.
James
si voltò appena,forse guardando in direzione del castello e
di
Rachelle,e in quel momento iniziai a correre in direzione opposta.
Corri.
Corri,per la miseria...
Sfrecciai
il più velocemente possibile tra gli alberi,perdendo in
breve tempo
l'orientamento.
Non
mi stava seguendo?
Mi
fermai al centro esatto di un piccolo spiazzo,guardandomi
intorno,spaesata. Non c'era?
E
in quel momento mi resi conto di essere stata troppo sciocca,troppo
“umana” per sfuggire a James.
Alzai
la testa verso l'alto,già consapevole di ciò che
avrei trovato.
James
mi osservava,trionfante,dalla cima di un albero.
La
paura mi assalì,e benché fossi consapevole di
star solo fomentando
la sua caccia,ricominciai a correre.
Ti
prego. Edward,ti prego...
xxx
Note:Ma buonasera^^ Scusate il
ritardo,ma in questi giorni ho avuto un bel pò da fare e
quindi non ho avuto il tempo neanche di accendere il computer.
Coooomunque,la sfigatissima Bella cosa dovrebbe dire di questo
capitolo?Poverina,la sto facendo soffrire terribilmente,la sua sfiga
non può essere più grande di così...o
forse si? XD
Come avete visto non ho inserito Victoria: è un personaggio
che mi è sempre piaciuto moltissimo e - anche se nella saga
risulta essere l'antagonista - a spingerla alla cattiveria è
comunque l'amore per il compagno ucciso. Capirete quindi
perché non ho messo lei,ma una vampira di mia invenzione
(Rachelle,come il nome dell'attrice che la interpreta...eh,lo so,non
avevo molta fantasia xD).
Grazie mille a voi che continuate a leggere e mi lasciate commenti
così carini,mi invogliano tantissimo a scrivere! Vi informo
che oltre a "Venus" è in progetto un'altra storia dove
avremo i nostri protagonisti in versione molto diversa dal solito...vi
dico solo che è ambientata a Las Vegas,fate un pò
voi xD
Spero vi sia piaciuto questo capitolo,vi aspetto al prossimo!
E
ora una ribadisco:
HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥
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Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
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vediamo al prossimo aggiornamento!
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Capitolo 14 *** {. Dark Valzer .} ***
≈ Valzer ≈
13 .
{. Dark Valzer .}
≈ Valzer ≈
Sentivo
James sopra la mia testa,mi seguiva saltando da un ramo all'altro dei
grandi abeti rincorrendomi in quella folle corsa verso la mia morte.
Non
sapevo dove mi avrebbe portato quella corsa,ma ero sicura che mai e
poi mai avrei rinunciato a correre.
In
quel momento James mi raggiunse,ponendosi davanti a me.
Andai
a sbattere contro il suo corpo liscio e duro come il marmo,finendo
per terra.
La
testa iniziò a farmi male,la fronte iniziò a
gonfiarsi e un rivolo
di sangue mi attraversò la tempia fino al mento.
James
inspirò a fondo,afferrandomi per il collo.
Era
la fine.
Chiusi
gli occhi,ma sorprendentemente mi ritrovai a correre di nuovo: che
stava succedendo?
James
mi aveva issato sulle spalle,ed ora stavamo attraversando il bosco ad
una velocità disumana.
In
pochi secondi raggiungemmo un nuovo spiazzo,e quando James mi
scaraventò a terra sotto la pioggia scrosciante mi illusi
quasi di
essere sopravvissuta in qualche modo.
Mi
alzai,guardandomi attorno: davanti a me si ergeva un castello
identico a quello dei Cullen.
Era
grande e dalle pareti di pietra pesante,molto più trascurato
di
quello in cui avevo vissuto.
-andiamo,Bella.
- sussurrò James dietro le mie spalle,conducendomi
all'interno di
quel luogo misterioso,forse l'ultimo che avrei visto.
Perché
stava facendo tutto questo? Perché non ero già
morta sotto il suo
morso velenoso?
Ai
segugi piace giocare. Spesso la caccia è più
divertente del pasto.
Maledetto.
Entrammo
nella sala centrale,uno spazio immenso circondato da altissime pareti
cremisi e dal soffitto intarsiato finemente con decorazioni dorate,e
al cui centro pendeva un gigantesco lampadario,le cui gocce
trasparenti lasciavano intravedere le mille sfaccettature della
stanza.
Mi
accorsi di essere di nuovo sola.
Avanzai
nella sala vuota,osservando le tante goccioline che pendevano dal
soffitto.
Era
strano come prima di quella specie di avventura ognuna di quelle
gocce avrebbe potuto rappresentare un lato di Isabella Swan.
Ma
sapevo che ora ce n'era una,tra le tante,ade essere molto
più
luminosa e perfetta delle altre.
Una
goccia di un intenso color dorato che rappresentava il lato di Bella
che amavo di più.
Quello
di Edward ed Isabella. Quello di Isabella e i Cullen.
Quello
che mi avrebbe dato la felicità.
Quella
felicità che,adesso,James voleva portarmi via.
-mi
dispiace...-mi sussurrò all'orecchio,leccandomi il collo e
sfiorandolo con le labbra,ridacchiando.
Sentivo
le lacrime scendere sul viso,e un groppo alla gola che mi stava
uccidendo.
Ripensai
al nostro ballo,a quel valzer che aveva segnato la mia unione con
Edward per sempre.
E
dire che era iniziato tutto da quel semplice,bellissimo valzer della
morte.
Ma
non avevo rimpianti: sapevo già a cosa sarei andata
incontro,e non
me ne pentivo affatto.
-Rachelle...-
sussurrò James,voltandosi verso l'uscita – che
peccato,il tuo
potere mi sarebbe stato utile. -
Un
urlo straziante proveniente dal bosco mi fece sussultare,aumentando
la mia paura.
James
era un essere senza cuore.
E
da quell'urlo capii che Rachelle non ce l'aveva fatta: l'avevano
davvero uccisa?
-sei
un essere spregevole...- sussurrai,sdegnata – orribile! -
-no,sono
un vampiro. - rispose lui,sghignazzando.
Mi
scaraventò dall'altra parte della stanza,sbattendomi al muro.
Si
avvicinò a me come una belva si avvicina alla
preda,inspirando il
profumo del mio sangue,che ora colava copiosamente dalla tempia
destra.
Stavo
lentamente perdendo lucidità.
-scommetto
che Edward sarà molto felice di vedere il tuo corpo dopo che
avrò
finito...-
-non...non
avvicinarti a lui! Non provare nemmeno a...-
-ehi,micetta!
- James rise,afferrandomi il polso – sei una vera tigre
quando si
parla di quello sporco vampiro,mh? -
Non
riuscii a rispondere. Tra la paura e il sangue,il cui odore mi stava
lentamente inebriando e facendo perdere i sensi,non riuscii
più a
capire il senso delle sue parole.
Non
capivo come avevo fatto a rimanere intrappolata in quel luogo
misterioso e vuoto senza nessuno che venisse a salvarmi.
Nessuno
ti ha mai salvato. E nessuno lo farà mai.
Ero
una vera stupida. Perché sapevo di non piangere solo
perché la mia
morte si avvicinava.
Piangevo
per mia madre,quella donna che non avevo mai conosciuto e che
probabilmente non avrei mai visto.
Piangevo
per la mia adolescenza rubata,per la mia infanzia che avevo passato
nei più squallidi orfanotrofi del Nord America,senza un
punto di
riferimento che mi aiutasse a crescere,senza l'amore necessario che
avevo trovato solo con Edward.
Edward.
James
mi afferrò il collo,alzandomi in aria e osservando la scia
di sangue
sulla tempia,che oramai colava a pesanti goccioloni sul pavimento.
Dovevo
avere un taglio parecchio profondo,perché cominciai a vedere
doppio.
-chiedi
aiuto,Bella! Chiama il tuo Edward! - gridò il vampiro biondo
in
preda all'estasi.
Non
provava il minimo rimorso per aver mandato a morire Rachelle.
Non
provava il minimo rimorso per nessuno,forse neanche per se stesso.
-e
quando avrò finito con te,mi occuperò anche del
tuo caro Edward...-
sussurrò lui,leccando il sangue scarlatto sulla mia guancia.
Non
resistetti più. E scoppiai.
-EDWARD!
-
Il
mio grido disperato risuonò nel salone vuoto,facendo vibrare
le
goccioline del lampadario antico in cima al soffitto.
E
in quel momento un altro suono più cupo e vibrante
inondò la
sala,facendomi sobbalzare e perdere il contatto con James.
Qualcuno
lo aveva allontanato via.
Aprii
gli occhi a fatica,e due occhi dorati incrociarono i
miei,tremendamente vicini.
-Bella...-
-Edward!
- gridai,abbracciandolo con un gesto istintivo.
-mi
dispiace. Mi ha ingannato,ci ha ingannato tutti. Scusa per il
ritardo. - cercò di sorridere,ma le mie condizioni lo fecero
cadere
in una profonda tristezza.
Era
arrabbiato con se stesso.
-Edward,cosa...-
-stai
bene? -
Rimasi
a fissarlo,tentando di andare oltre le sue parole.
Il
grido acuto di James,che era stato scaraventato contro un muro pochi
secondi prima,riecheggiò nella stanza vuota come un grido di
battaglia.
-finalmente
ci si diverte! -
Riconobbi
quella voce senza pensarci due volte.
-Emmett?
- bisbigliai,talmente piano che probabilmente solo l'udito acuto di
un vampiro avrebbe potuto udire le mie parole.
-sono
arrivati i soccorsi. -sussurrò Edward,abbracciandomi per
portarmi in
salvo.
-Edward,non
essere arrabbiato con te stesso. E' colpa mia. Solo mia,io...-
-no,Bella.
E' colpa mia. Non dovevo lasciarti sola,ho mandato all'aria tutto. E
per di più sono stato ingannato anche dalle visioni di...-
-Rachelle.-
conclusi per lui,guardandolo – è morta? -
Edward
annuì,guardandosi attorno: Emmett e Jasper avevano afferrato
James,mentre altre due figure entrarono dal portone di legno antico
subito dopo.
Riconobbi
la figura autoritaria di Carlisle,che si avvicinò al nomade
con aria
impassibile.
-preparate
il fuoco – lo udii chiaro e tondo,con un ordine che sembrava
far
parte di un processo quasi normale.
-Andrà
tutto bene,Bella. Te lo prometto. - sussurrò
Edward,facendomi tirare
un sospiro di sollievo.
Sembrava
essere tornato quello di un tempo,e forse era finito persino il
piccolo periodo di autocommiserazione.
James
tentò di divincolarsi,stretto nella morsa salda dei due
fratelli
Cullen.
-chi
ha ucciso Rachelle? - sussurrai,osservando la scena.
-Rosalie.
- rispose Edward,continuando a guardarmi come se fossi la cosa
più
preziosa che avesse.
Per
me,in quel momento,era così.
-R-Rosalie?
- boccheggiai,senza parole.
-a
quanto pare non ti odia poi così tanto. -
Non
feci in tempo a ribattere che un altro grido,più acuto e
spaventoso,riecheggiò tra le pareti cremisi con una forza
sconcertante.
Sobbalzai,stringendomi
ad Edward che,velocemente,mi strinse al suo petto.
Sfruttando
quell'attimo di distrazione,James si divincolò dalla morsa
di
Jasper,che in quel momento lo teneva per un braccio,e con un balzo
arrivò fino al primo piano,saltando sul corrimano in legno e
arrivando fino alla cima delle scale.
-Em!
- Edward chiamò il fratello,che si spostò su un
lato della stanza.
-Jazz,di
là! - lo sentii gridare in seguito,mentre venivo sballottata
dall'altra parte della stanza.
Non
avevamo preso in considerazione la forza del nemico.
Lo
avevamo sottovalutato,ed ora ci era sfuggito di mano.
Edward
mi prese in braccio,sussurrandomi un “mi dispiace”
prima di
saltare verso il cornicione in legno per allontanarsi da James,che
nel frattempo si era lanciato al piano terra verso Carlisle.
Osservando
i nostri movimenti,però,il nomade cambiò
repentinamente
direzione,afferrando il mio piede e trascinando me ed Edward verso il
pavimento.
Sbattei
di nuovo la testa,ritrovandomi al centro della sala con un
inquietante rumore sopra la mia testa,riconoscendo il tintinnio
troppo veloce e barcollante delle gocce di cristallo del lampadario.
Non
riuscivo più a tenere gli occhi aperti: vedevo solo tante
ombre
scure muoversi intorno a me in una battaglia troppo veloce per essere
seguita da occhi umani.
Un
altro tremolio sopra la mia testa,e poco dopo un urlo straziante
proveniente dal nomade.
Riuscii
a scorgere un lieve bagliore,come un fuoco che veniva appiccato
all'improvviso in mezzo alla sala.
Preparate
il fuoco.
Tra
tutte quelle ombre ce n'era una che spiccava tra le altre: forse solo
per me,ma in quel momento la vidi più luminosa del solito.
Teneva
James per il collo,e se avesse mollato la presa probabilmente il
nomade si sarebbe lanciato verso di me senza pensarci due volte.
Gli
sarà anche piaciuto giocare,ma adesso ci ha rimesso il
pranzo...
Tentai
di voltarmi verso l'alto,cercando in questo modo di respirare
più
facilmente e prendere più aria.
Mi
mancava il respiro.
E
mi si mozzò quasi il fiato quando vidi il grande lampadario
di
cristallo staccarsi dal soffitto e cadere dritto verso di me.
Edward
si voltò di scatto,gridando.
-Bella!
-
Era
troppo tardi.
Per
quanto un vampiro potesse essere veloce,non si poteva contrastare il
fato.
Edward
rimase a fissare il lampadario,mentre Emmett e Jasper guardavano i
riflessi delle gocce di cristallo senza riuscire a dire nulla.
Carlisle
trattenne un gemito.
E
in quel momento un pensiero arrivò alla mente di Edward,una
lieve
melodia proveniente proprio da quella stanza.
Allons
enfants de la Patrie,le jour de gloire est arrivé !
Chi
poteva pensare alla Marsigliese in quel momento?
Edward
sorrise,seguito poi da tutti gli altri.
E
quando la polvere si diradò,mescolandosi alla cenere ormai
in preda
alle fiamme di James,il lampadario si alzò dal pavimento e
fu
lanciato con grazia sorprendente dall'altra parte della stanza.
Alice
si alzò in piedi,stringendo Bella tra le braccia.
-possibile
che debba pensare a tutto io? - squittì lei,sorridendo e
stringendo
Bella al petto.
Edward
scosse la testa: se fosse riuscito a piangere,probabilmente quello
sarebbe stato il momento adatto per versare tutte le sue lacrime.
-Merci,Alice
-
xxx
Note:Siete autorizzati a
picchiarmi per il ritardo,okay? xD Scusate,ma sono partita e sono
tornata in quest momento dopo una settimana di vacanza,così
non ho esitato a pubblicare...e qui si vedono i nostri eroi arrivare in
aiuto della povera Bella.
Come avete visto ho lasciato ad Alice il posto d'onore (semplicemente
perché l'adoro!^^) e a Rosalie quello di ammazza-vampire
cattivone xD
Ma cosa succederà ora?
Vi informo in anticipi che manca poco alla conclusione della storia,e
che presto ne pubblicherò un'altra decisamente molto
diversa: vi dico solo che il contesto è Las Vegas...e ho
detto tutto! xD
E
ora una ribadisco:
HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥
(<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci
un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
Disturbia.
Ci
vediamo al prossimo aggiornamento!
Baci
LMS*
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Capitolo 15 *** {. Faith .} ***
≈ Valzer ≈
15 .
{. Faith .}
≈ Valzer ≈
Quando
mi svegliai c'era di nuovo il sole: filtrava attraverso le tende
color crema di una delle innumerevoli sale del castello,ed era
incredibilmente luminoso,la sua luce così intensa e...
I-Il
castello?!
Mi
alzai in piedi in tutta furia,accorgendomi del gesto troppo azzardato
quando sentii la testa pulsare e i molteplici graffi sul corpo
bruciare contemporaneamente.
Ero
praticamente fasciata in tutto il corpo,ma la ferita più
profonda
era quella sulla tempia.
Notai,tuttavia,che
quei dolori erano più che altro già
sedimentati,come se mi fossi
fatta male già da qualche giorno.
Quanto
avevo dormito?
Ma
sopratutto,che fine aveva fatto James?
L'ultima
cosa che ricordavo era l'enorme lampadario di quel castello
abbandonato cadermi addosso.
Ero
forse in paradiso?
-Bella...-
Riconobbi
quella voce – e la sua presenza – nel momento in
cui pronunciò
il mio nome: la sua voce includeva un'infinità di
emozioni,non avrei
saputo di certo riconoscere quella predominante.
Mi
sembrava tranquillo,l'espressione rilassata e lo sguardo di un caldo
color oro colato.
-Edward...-sussurrai,già
in preda alle lacrime per la gioia di rivederlo.
-come
ti senti? -
-un
po' dolorante. -risposi,sincera – quanto...quanto ho dormito?
-
-tre
giorni. -
Rimasi
a guardarlo,i miei occhi non si staccarono dai suoi nemmeno un
attimo.
E
anche lui capì.
-no,Bella.
Non ti abbiamo trasformato in un vampiro.
-
Sbuffai:
- l'avevo capito. -. Ma
ci speravo.
-sicura
di stare bene? - mi chiese di nuovo,inginocchiandosi al lato del mio
letto.
-sto
bene. Davvero. - sorrisi,ma i miei occhi non smettevano di versare
lacrime.
Sembravo
una fontana.
Edward
mi asciugò le guance con il dorso della mano,sorridendomi
per la
prima volta in modo da tranquillizzarmi.
-non
sei arrabbiato con me? -
-arrabbiato?
Con te?! Bella,ma stai scherzando? -
-si...-biascicai,incerta.
In realtà non scherzavo,ma dalla sua risposta dovevo aver
detto una
specie di bestemmia.
La
mia risposta lo fece sorridere di nuovo.
-Bella,sei
quasi morta. Per colpa mia! Per colpa della mai disattenzione! -
-Edward,smettila.
- dissi,risoluta – io
ho seguito Alice nel bosco come un'idiota,io
mi sono messa in testa di trovare una via di fuga nel bosco,io
ho
tentato di trovare la risposta più razionale al problema. La
mia
mente fredda non ha saputo risolvere il problema. Tu
si. Tu mi hai salvato,Edward! -
-io
ti ho quasi ucciso -
-io
la vedo così: sei sempre stato solo,proprio come me.
Abbiamo...tante
cose in comune,così tante da perdere il conto. Una volta
sconfitta
Rachelle mi hai raggiunto in meno di venti secondi,hai riconosciuto
il mio profumo a miglia di distanza,immerso in migliaia di profumi,di
aromi diversi. Ti rendi conto,Edward? -
-Bella...-
mi guardò di nuovo,sfiorandomi la guancia – tutto
quello che
voglio è il tuo perdono. So che forse non dovrei sentirmi in
colpa,ma in qualche modo non posso farne a meno. Però sappi
che ti
amo,Bella Swan. Amo la tua anima razionale e la tua follia insensata.
- concluse,sfiorandomi le labbra con le sue,fredde e perfette come un
piano di marmo.
Il
bacio che ci scambiammo servì a scaldare perfino le
sue,tanto ero
arrossita e accaldata per la sua vicinanza.
-credo
che la mia anima razionale abbia appena lasciato il paese –
sussurrai,respirando affannosamente.
Edward
sorrise,prendendomi per mano.
Le
ferite,malgrado ancora presenti,facevano più male stando
sdraiata.
In
piedi,benché debole,riuscivo a dimenticarmene. Forse
perché Edward
era vicino a me.
Ci
incamminammo verso il piano di sotto,ed Edward mi raccontò
di
Rachelle e James,e di come lei lo avesse aiutato con il suo potere
potentissimo solo per ottenere il suo amore.
Mi
parlò anche del lampadario,e di Alice.
Non
capii cosa c'entrasse La
Marsigliese
con tutto quello,ma probabilmente lo avrei capito in seguito.
Attraversammo
la grande casa fino alla sala centrale,e riconoscendo ogni singolo
centimetro di quella grande abitazione mi resi conto che era quella
la mia casa.
Lì
era la mia vita,la mia famiglia,l'amore.
Tutto.
Riuscii
ad udire dei suoni provenienti dal giardino,illuminato dalla luce del
sole intensa e calda che quel giorno non avrebbe di certo lasciato il
posto alla pioggia.
Eppure,quando
guardai attraverso la grande vetrata,li vidi tutti
lì,insieme: i
Cullen erano tutti in giardino,luminosi e perfetti nella loro
bellezza senza età,allegri come se l'episodio con James e
Rachelle
fosse solo un ricordo del passato in confronto alla loro vita eterna.
Alice
era salita sulle spalle di Jasper,e nonostante lui alzasse gli occhi
al cielo e scrollasse la testa era chiaro che non gli dispiaceva
affatto quel gesto d'affetto.
Seduti
sul prato,poco distanti da loro,c'erano Rosalie e Emmett,mentre
Carlisle ed Esme erano seduti sul dondolo in legno nell'angolo
adombrato di quella piccola porzione di giardino laterale.
Posai
il palmo della mano sul vetro freddo,come a tentare di raggiungere
quella vita felice che mi stava passando davanti agli
occhi,impalpabile.
-Bella!
- Alice mi salutò,scendendo dalle spalle di Jasper.
E
dopo quel richiamo tintinnante desiderai solo andare da loro.
Presi
Edward per mano,e insieme ci dirigemmo verso l'esterno.
-Bella,ben
svegliata – mi disse Esme,avvicinandosi a me dal fondo del
giardino
– come ti senti? -
-meglio
– risposi,inondata dal calore di quel sole meraviglioso. Adesso
meglio.
-vuoi
mangiare qualcosa? -
-no,sto
bene. Davvero...grazie. -sussurrai,arrossendo.
Non
sapevo neanche io il perché.
Ma
non mi importava.
La
mattinata passò in fretta,e senza quasi accorgermene mi
ritrovai di
nuovo in casa con un banchetto sotto gli occhi.
-Esme,non
dovevi preparare tutto questo per me...uscirò dalla cucina
rotolando! - esclamai,guardandola.
-non
voglio sentire scuse,sei ancora debole. - mi rispose lei,mettendomi
sotto gli occhi un invitante piatto ricolmo di ravioli ai funghi.
-in
verità,tesoro, Bella è in piena forma. Il riposo
di questi tre
giorni le ha fatto benissimo. -
Con
un occhiata che suonava come un enorme “grazie”
annuii,rivolta a
Carlisle.
Quell'uomo
era un dono del cielo.
Avevo
mangiato talmente tanto da scoppiare,e in quel momento avevo solo
bisogno di Edward.
-che
fine hanno fatto gli altri? - chiesi,aiutando Esme a
sparecchiare,malgrado non ce ne fosse alcun bisogno.
-sono
andati a caccia. Fra poco li raggiungeremo,ma non vogliamo lasciarti
sola in casa. Aspetteremo il ritorno di Edward. - concluse
Carlisle,con un buffetto sulla mia guancia di nuovo rosea.
Sfruttai
quel momento di solitudine per ritornare nella mia stanza,che non
vedevo dal mio incontro con James: la finestra era ancora chiusa,e le
tende preziose cadevano leggere ai lati della vetrata.
Era
rimasto tutto immacolato,come se non fosse cambiato nulla: e sul
mobile bianco – proprio dove l'avevo lasciato l'ultima volta
–
c'era ancora il carillon.
Lo
aprii,caricandolo un paio di volte per lasciar partire quella melodia
meravigliosa: avevo persino conservato il bigliettino che Edward mi
aveva lasciato la prima volta,nascosto sotto al panno di velluto
rosso che circondava i due piccoli personaggi che danzavano in
circolo senza smettere mai.
Avrei
anche io danzato per l'eternità?
I
due ballerini si fermarono all'improvviso,spaventandomi.
L'interruzione
di quella musica mi fece rabbrividire.
Immaginai
la dama fermarsi e il cavaliere continuare a ballare,da solo,per
sempre,con il ricordo dell'amata nel cuore e la melodia nella mente.
Richiusi
il carillon,posandolo sul mobile.
Mi
sedetti sul letto,affondando il volto nelle mani.
In
quel momento due braccia forti mi strinsero in una presa salda.
Alzai
il volto,riconoscendo i bellissimi occhi dorati di Edward,che mi
guardava con un'espressione indecifrabile.
-non
sapere cosa pensi è davvero terribile,ma posso provare ad
indovinare. - mi sussurrò,vicinissimo,sfiorandomi le labbra.
-me
l'avevi promesso,ricordi? - risposi,sicura che avrebbe capito da
solo.
-è
vero. - rispose,dopo un momento di esitazione.
-già,ma
credo che ci sia qualcosa di più importante adesso.
Potrò
aspettare. -
-sul
serio? - mi chiese,incredulo.
-si.
Edward,quando James mi ha portato in quel posto nel bosco continuavo
a gridare il tuo nome nella mente. Hai detto che non vuoi farmi
perdere nulla della mia vita umana,vero? Bé,c'è
una cosa che voglio
fare prima di diventare un vampiro. -
Rimase
in silenzio,scrutandomi.
-Oh.
Oh.
-
-cosa?-
-Bella,stai
dicendo sul serio? Noi non...possiamo. -
-perché?
- chiesi,spalancando gli occhi.
-perché
io sono molto più forte di quanto immagini. E se mi lascio
andare...non so cosa potrebbe accadere. - scrollò la
testa,come a
scacciare quei pensieri malvagi e contorti dalla sua mente.
-Edward,io
mi fido di te. -
-ma
io non mi fido di me stesso. - concluse lui,lasciandosi andare sul
letto con una grazia che mi ricordò tanto un angelo caduto.
Mi
sedei accanto a lui,poggiando la testa sul suo petto tremendamente
freddo nonostante la camicia mi dividesse dal contatto diretto.
-Edward,ci
sono io a fidarmi per entrambi. Non ti basta? -
-no,Bella.
Se succede qualcosa,non me lo perdonerò mai -
-ci
sono tante cose che non potresti perdonarti. Oramai ci ho fatto
l'abitudine. - sorrisi,ricordandomi di tutte le volte in cui aveva
usato quell'espressione.
-Bella...-
-non
voglio che accada adesso. Dovrà...venire da sé. -
Le
mie parole persero totalmente senso quando Edward si
avvicinò a
me,baciandomi lentamente.
Cademmo
di nuovo sul letto,ed io lo strinsi a me.
Stranamente,lui
non indietreggiò.
xxx
Note:Eh si,avete intuito
bene...qui si consuma,gente! Accendete i riflettori,preparate le
videocamere! xD Okay,sto esagerando...
Comunque vi avvero che il prossimo capitolo vedrà un momento
molto speciale fra i due ^|||^...per ora non vi dico altro,intanti vi
posto qui la foto dell'abito che Bella ha indossato nei capitoli
precedenti,il famoso abito lungo e dal fiocco di raso nero troppo
stretto xD
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ora una ribadisco:
HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥
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Capitolo 16 *** {. Three days .} ***
≈ Valzer ≈
16 .
{. Three days .}
≈ Valzer ≈
Non
avevo mai provato una sensazione così intensa: Edward
cercava di
essere delicato per non farmi male,ma ciò che provai andava
oltre
qualsiasi sensazione umana.
Avrei
potuto toccare le stelle e non accorgermene,tanto ero attratta dalla
bellezza spudorata di quel ragazzo che mi aveva appena sfilato il
vestito.
In
un attimo fu sopra di me.
Che
dovevo fare? Che diavolo dovevo fare?!
Okay,Bella.
Rilassati,fai un bel respiro e...oh.
Edward
aveva il corpo più bello che avessi mai visto.
Certo,lo
avevo visto già a petto nudo,ma mai in quel modo.
Essere
lì,forse,sminuiva ancora di più la mia bellezza
che,di certo,non
raggiungeva neanche minimamente quella di un vampiro.
Ma
stranamente non mi sentivo affatto a disagio: era come essere in
un'atmosfera ovattata,silenziosa e morbida.
Nonostante
il suo corpo di marmo,Edward era caldo. E morbido.
Perché
ero io,a sentirlo.
Mi
baciò il collo,scendendo fino al petto per sfiorarmi il seno
con le
labbra fredde.
Rabbrividii,e
istintivamente mi sollevai appena per baciarlo ancora.
Non
mi sarei mai stancata di lui. Mai.
-Bella...-
So
cosa vuoi dirmi,Edward. Ma non smettere. Resisterò.
Il
fatto che non potesse leggermi la mente era un grande ostacolo,al
momento.
Ma
ero sicura che,nonostante non avessi aperto bocca,Edward mi aveva
capito.
Mi
sfiorò i fianchi,sfiorando la pelle ormai calda e
sorprendentemente
liscia al suo tocco.
E
dire che la pelle di velluto era una sua priorità.
Eppure,in
quella stanza che di priorità ne aveva una sola,mi sentii
incredibilmente perfetta.
Perfetta
con lui,per lui,ma soprattutto per me.
Trattenni
il respiro,cercando di non pensare al lieve dolore che iniziai a
provare nel momento in cui divenimmo una cosa sola: in quel momento
diedi ad Edward Cullen ciò che avevo tenuto in serbo da
quando avevo
aperto gli occhi per la prima volta.
Avevo
dato ad Edward Cullen l'essenza di Bella.
E
sapevo di aver fatto la scelta giusta.
Edward
mi strinse di nuovo a sé,e da quel momento non provai
più dolore.
I
miei occhi incrociarono i suoi – l'oro puro che scorgevo
nelle sue
iridi mi sorprese,dato che dopo ciò che era successo tra noi
le sue
difese sarebbero dovute cadere anche in minima parte,a quanto diceva
– e dopo poco vidi il suo sorriso illuminarmi.
Era
sereno,e non aveva alcuna intenzione di farmi del male.
Lo
sapevo. Lo sapevo,Edward.
-ti
amo -
-ti
amo – ripetei,aggrappandomi alla sua schiena.
Ed
era tutto ciò che avevo da dirgli.
Riaprii
gli occhi.
Nel
momento in cui riconobbi la stanza ormai a me familiare mi accorsi
che il sole illuminava ancora la stanza.
Era
già pomeriggio?
La
superficie di marmo su cui ero sdraiata mi fece sorridere:
così dura
alla vista,ma più morbida di un cuscino e perfetta come seta
al
tatto,era tutta per me.
Mi
strinsi di più ad Edward,ancora immobile.
Dopo
pochi secondi,il suo tocco freddo mi sfiorò la
tempia,giocando con
una ciocca ribelle dei miei capelli arruffati.
-mm...-
riuscii a mugolare,ancora intontita.
-sei
bella,quando dormi. Ancora più del solito. -mi disse lui con
la sua
voce di velluto,e un leggero sorriso sulle labbra che riconoscevo
malgrado avessi chiuso di nuovo gli occhi.
Chiuso
gli occhi?! Ma che diavolo...pronto? Ma lo sai chi hai accanto?
Sveglia!
Per
la prima volta diedi ragione alla vocina nella mia mente,e di scatto
aprii gli occhi.
Edward
sembrava un modello per un quadro.
O
un adone greco,per fare un paragone.
-c'è...ancora
il sole? -
-non
sei contenta? - mi chiese,avvicinandosi al mio viso.
-si,è
solo che...mi aspettavo fosse già sera. I Cullen non sono
ancora
tornati dalla caccia? -
Edward
mi guardò,scoppiando a ridere.
-Bella,è
giorno,ma non è pomeriggio: è mattina. -
-oh.
Oh.
-
La
mia cognizione del tempo aveva totalmente perso vigore,in quella
stanza.
Avevamo
dormito quasi un giorno intero!
Si,dormito...
Arrossii,e
per la vergogna mi rintanai sotto le lenzuola bianche.
-non
dirmi che sono tutti in casa,ti prego! - gridai,ma il suono
arrivò
come ovattato a causa delle lenzuola che mi avvolgevano
completamente.
Edward,per
tutta risposta,mi si fiondò addosso,stringendomi in quel
fagottino
candido.
-in
realtà sono usciti questa mattina. Non preoccuparti,non si
sono
accorti di nulla. Cioè,in realtà sanno
tutto,però non hanno
proprio...sentito tutto. -
-Edward!
-
-che
c'è? Non dirmi che ti vergogni! - esclamò lui in
tutta la sua
perfezione,ridendo come se quello fosse un argomento su cui scherzare
– Bella,per favore. Non è uno scandalo. Ricordo
che prima di
rinchiudermi in questo castello vivevamo tutti insieme,e Rosalie ed
Emmett...-
-okay,okay.
Mi hai convinto. Va bene. - risposi svelta,tentando di non sapere altro
riguardo i dettagli erotico-scabrosi delle notti di quei due.
Edward
mi sorrise,ma per la prima volta riconobbi un velo di tristezza nei
suoi occhi.
-che...che
c'è? - chiesi,titubante.
-come?
Nulla,perché?-
-Edward...tu
saprai anche leggere nel pensiero,ma anche io ho le mie
potenzialità.
Non sono totalmente idiota,per esempio. Un po' goffa,ma non idiota. -
Edward
si fece improvvisamente serio,come se qualcosa lo avesse turbato.
Mi
sfiorò il braccio,scendendo sui fianchi: seguii la sua mano
con lo
sguardo,fino a riconoscere sul fianco destro – prima nascosto
dal
lenzuolo – un alone leggermente violaceo appena formato.
Un
livido? Prima non c'era...
-oh.
- riuscii a sussurrare,benché non capissi cosa stesse
accadendo
all'improvviso al mio corpo: mi sarei trasformata in una specie di
mirtillo viola?
Poi,nel
momento in cui Edward indicò il pavimento,mi sporsi e capii
tutto
vedendo un lembo del lenzuolo bianco completamente strappato.
-mi...mi
dispiace,Bella. Te l'avevo detto che...che non pot- -
-okay.
-
-come?
- mi chiese,per la prima volta più sorpreso di me.
-okay.
Va bene. E' un livido,a quanto dicevi ieri a quest'ora dovrei essere
morta. Un livido è un compromesso che posso accettare. -
-Bella,non
dire stupidaggini. -
-non
sono stupidaggini. Edward,tu sei un vampiro.
Santo cielo,io mi fido di te! Quante volte devo ripetertelo? Non mi
importa cosa mi è accaduto,non mi importa se sei
più forte di me.
Questa è stata la notte più bella della mia vita,non
significa nulla questo? - okay,avevo fatto il mio discorso.
Rimasi
in attesa,anche solo di un cambiamento di espressione.
Contai i secondi
nella mente,il cuore mi batteva a mille per quella
confessione improvvisa.
Ma
persi totalmente il conto quando il bacio di Edward mi travolse di
nuovo.
Come
risposta era più che sufficiente.
-sei
pronta,Bella? -
Era
irreale,eppure era ciò che desideravo davvero.
Un
mese. Esattamente un mese era passato da quella notte,e da quel
momento avevo vissuto assieme ad Edward e ai Cullen in tutta
tranquillità.
L'amore
di cui avevo bisogno era finalmente arrivato,e ora potevo finalmente
dire di essere felice.
L'unica
cosa che mi mancava per la mia eternità perfetta era quella,e
stava arrivando.
-si.
- risposi,decisa.
Carlisle
annuì,e indietreggiò per lasciare spazio ad
Edward.
-la
morfina sta per circolare,Bella. - mi sussurrò,vicinissimo
al mio
viso.
Annuii
di nuovo,più lentamente: la morfina stava iniziando ad avere
effetto.
-aspetteremo
che entri completamente in circolo e poi...-
Chiusi
gli occhi,ma li riaprii subito dopo per non perdere neanche un minuto
gli incredibili occhi dorati di Edward,che dopo quel gesto innocente
mi sorrise.
Risposi
a quel sorriso,le palpebre oramai pesanti,e l'ultima cosa che sentii
sulla pelle fu la sua mano fredda,posata sul viso come un saluto
prima dei terribili giorni che mi aspettavano.
-ti
amo,Bella. -
-ti...amo
anch'io,Edward. -
Caddi
nel sonno più profondo,e intorno a me vidi solo buio.
Un
lieve dolore mi colpì prima il collo,seguito dai polsi.
Infine
un dolore più sottile,come se un ago mi stesse perforando il
cuore
silenziosamente.
Il
dolore si trasformò in una specie di calore esteso e diffuso
in
tutto il corpo,come se mi trovassi su dei carboni spenti già
da
parecchio tempo.
Per
tre giorni.
xxx
Note:Avete visto che bel regalo?
^^ Ho pensato che siccome starò via per due settimane e non
avrò il pc con me serviva un bell'aggiornamento...vi
è piaciuto il capitolo?
Purtroppo manca poco alla fine della fanfiction,ma vi avverto che sto
progettando di pubblicarne un'altra non appena finisco questa^^
Ora vado a preparare le valigie,intanto spero di ricevere i vostri
commenti su questo nuovo capitolo^^
E
ora una ribadisco:
HO PUBBLICATO UNA NUOVA STORIA!!
Si intitola ≈Venus♥
(<---a questo link o sulla mia pagina),magari dateci
un'occhiatina ^^
Detto questo vi do sempre il link della mia ultima storia completa:
Disturbia.
Ci
vediamo al prossimo aggiornamento!
Baci
LMS*
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Capitolo 17 *** {.Epilogo.} ***
≈ Valzer ≈
...
{.Epilogo.}
≈ Valzer ≈
-Punto!
- la voce squillante e allegra di Esme risuonò dolcemente
nelle mie
orecchie,diffondendosi a velocità massima come una melodia
suonata
al piano.
Sorrisi,esultando.
-accidenti!
- si lamentò Emmett,lanciando la pallina da baseball in
cielo.
Strinsi
la mazza più forte,tentando di ricordare che la troppa forza
avrebbe
potuto frantumarla in mille pezzi.
-e
dai,Em,è solo una partita! - lo beffeggiò
Edward,scherzando con le
solite battutine che di consueto Emmett rifilava a tutti quando
giocavano a baseball nel bosco adiacente al castello dei Cullen.
Alice
mi venne incontro,e battendomi il cinque andò a
riposizionarsi sulla
duna,per lanciare di nuovo con Jasper in battuta.
Il
baseball mi piaceva,e nella mia nuova condizione da vampiro avevo
scoperto che ero anche portata alla battuta,e facevo degli ottimi
home
run.
Ma
la cosa che mi piaceva di più era battere Emmett nelle gare
di
velocità,quando facevamo a gara per recuperare le palle
lanciate da
Alice.
-scommetto
che se non fosse stata Bella a batterti saresti un po' più
allegro,dico bene? - proseguì Jasper,facendomi l'occhiolino.
Sorrisi.
-okay,ragazzi.
La partita è finita,sta tornando il sole. - disse Esme,prima
che un
raggio luminoso splendesse sul giardino rigoglioso.
Guardai
il cielo,stringendomi nella mia fantastica tenuta da baseball bianca:
essendo una ragazza non mi era mai stato concesso di portare
pantaloni,e adesso che potevo decidere di me stessa non potevo che
sentirmi fiera della mia “emancipazione dallo stereotipo
femminile”,come diceva sempre Alice per difendere la sua
condizione
di donna.
Benché
isolati dalla città non giocavamo mai a baseball senza
aspettare i
tuoni,per evitare di destare qualche sospetto per il troppo rumore,ma
quell'improvvisa schiarita in cielo non mi intristì affatto.
Mi
avvicinai ad Edward in meno di un secondo,inspirando il profumo degli
abeti attorno a noi e udendo uno strano movimento a qualche
chilometro da lì,nel fitto della boscaglia fredda,sulle
montagne.
-Alci?
- azzardai,riducendo gli occhi dorati a due fessure.
-stai
migliorando – rispose Edward,cingendomi le spalle con il
braccio –
e quanti sono? -
Chiusi
gli occhi,cercando di concentrarmi: riuscivo a sentire il movimento
delle fronde,il rumore della selvaggina e i passi pesanti delle alci
che si avvicinavano al fiume.
Uno,due...
-tre.
- confermai,riaprendo gli occhi.
Edward
mi sorrise,annuendo: - quattro. C'è n'è una
ancora nascosta tra gli
alberi -
-accidenti.
- borbottai,incrociando le braccia.
-non
dovresti prendertela. Io alla tua...età. - disse,cercando di
riferirsi ai giorni che erano passati dalla trasformazione –
non
sapevo riconoscere un alce da una scarpa. -
-certo...-
-è
vero,invece. Riuscivo a distinguere le figure in lontananza,ma non
riuscivo ne a riconoscerne l'odore,ne a definirne le fattezze,ne
tanto meno il numero. Bella,stai andando bene. -
-dici...davvero?
-
-mai
stato più sincero. - confermò,prendendomi in
braccio, senza
preoccuparsi di farmi del male.
-Edward!
-
-non
dirmi che ti fai spaventare dal vampiro cattivo! -
esclamò,ridacchiando – non posso essere
così spaventoso! -
-oh,ora
io lo sono quasi quanto te! - risposi,stando al gioco e mettendomi in
posa sotto la luce del sole.
Edward
rimase a fissarmi,incantato,talmente bello e immobile che per un
attimo immaginai avesse captato chissà quale pensiero nelle
vicinanze.
Subito
dopo mi sorrise,avvicinandosi a me per prendermi la mano.
-No.
Tu sei sicuramente,indiscutibilmente più bella. - rispose
alla
fine,sfiorandomi le labbra con un bacio alla luce del sole,senza
più
timore di resistere al mio profumo.
-mm...su
questo avrei da ridire. - sussurrai,ancora inebriata da quel bacio.
-si?
- rispose lui,prima di baciarmi con più passione.
Per
un attimo sentii di nuovo le farfalle nello stomaco,ed ebbi la
sensazione di avvampare malgrado non ne fossi più capace.
-c-credo...credo
che ti darò ragione...-ansimai,intontita.
Edward
sorrise,stringendomi a sé: - possiamo sempre giocarcela a
baseball.
-
Scoppiai
a ridere,e il suono cristallino della mia voce ipnotica e perfetta
risuonò come una nota inserita in modo aggraziato e corretto
all'interno di una sinfonia.
-ti
avverto,la mia battuta è praticamente imprendibile. -
Mi
cambiai in fretta,indossando il mio abito preferito – regalo
dei
Cullen dopo la mia trasformazione: la stoffa leggera dalle tinte
amaranto ricadeva appena sopra le ginocchia,e gli intricati e sottili
decori simili a foglie leggere appena cadute riempivano tutto
l'abito,comprese le maniche,corte e più leggere.
Strinsi
il fiocco rosso dietro la schiena,sistemandomi la gonna,e indossando
le scarpe rosse che avevo comprato con Alice durante un'intensa
giornata di shopping scesi di sotto.
Edward
era ancora sotto il portico,e osservava qualcosa di indefinito oltre
il cancello.
Mi
sorrise,ma subito dopo il suo sguardo si posò di nuovo su
quel
punto.
-abbiamo
visite. -sussurrò,rilassato. Chi poteva essere? - anzi,tu
hai visite.-
-Per
me? - chiesi,incredula.
In
effetti avevo percepito già da molto la presenza di
qualcuno,ma non
avevo idea che stessero cercando me.
In
un attimo Carlisle ed Esme mi furono accanto,e subito ci dirigemmo
insieme verso il fondo del portico,evitando di apparire sotto la luce
del sole.
Tipica
procedura,quando eravamo nelle vicinanze di un umano.
Un
umano?
-Bella.
- disse Alice all'improvviso,sorridendomi – tranquilla. -
Mi
ero accorta della sua presenza nel momento stesso in cui aveva mosso
il primo passo dal grande salone,per dirigersi vicino a me sotto il
portico.
Riconobbi
il suono dei passi,il frusciare del vestito leggero ed elegante,la
pelle olivastra e gli occhi scuri.
Ma
soprattutto il suo incantevole profumo,che per la prima volta non mi
colpì come un odore umano: mi travolse come l'odore di un
ricordo,una folata di vento che mi riportò alla mente le
memorie che
credevo troppo sfocate all'interno della mia nuova testa.
Carlisle
ed Esme rientrarono in casa,mentre Edward mi strinse forte a
sé.
Alice
indietreggiò di qualche passo,attendendo sull'uscio in
attesa del
fratello.
Quando
Edward mi lasciò il braccio avanzai di qualche
passo,tentando di non
mostrare le mie nuove qualità superiori e di non espormi
troppo al
sole,che stava già divenendo più debole a causa
di alcune nuvolette
leggere e di passaggio.
-ciao,mi
amorcito.
-
-ciao,Jo
-
Josephine
aveva lasciato i capelli sciolti – cosa che faceva solo
quando non
doveva lavorare - ,che ricadevano neri come la pece sulle
spalle,lucidi e fluenti come onde di petrolio sulla pelle liscia.
Mi
sorrise,probabilmente aveva notato anche il cambiamento della mia
voce,ora più limpida e simile a quella di un angelo in
quell'atmosfera surreale.
-Edward.
- disse poi la donna,guardando oltre il mio corpo marmoreo con un
lieve cenno,dolce e delicato.
Benché
non l'avesse mai visto,Jo aveva un ottimo intuito.
Edward
rispose con un sorriso dolcissimo,che fece arrossire persino lei.
Mi
avvicinai a quella che era stata quasi una mamma per me,durante quei
pochi anni che avevamo condiviso assieme,e la paura di essere
respinta perché diversa stava lentamente sciamando ad ogni
passo.
Rimasi
leggermente distante da lei,proprio quel tanto che bastava
affinché
la pallida luce solare non mi colpisse.
-come
stai,piccola? - mi chiese dopo un attimo di pausa,con un sussurro
silenzioso.
-bene.
- non riuscivo a parlare,sentivo le immagini del passato riaffiorare
e uno strano groppo in gola.
Era
così che piangeva un vampiro?
Josephine
mi sorrise di nuovo,sospirando.
-lo
vedo. - proseguì,con una rapida occhiata verso Edward.
Diamine,aveva
capito
tutto.
Oh,no.
Tutto tutto?
-sono
felice per te,tesoro. -
Rimasi
immobile,respirando per dare l'impressione di essere ancora umana.
Volevo
abbracciarla,volevo dirle che mi mancava e ringraziarla per avermi
permesso di vivere.
Volevo...
Le
nuvole coprirono il sole per intero,e sul vialetto di Villa Cullen
scese la solita patina grigiastra che il cielo assume nelle giornate
uggiose,ed io esplosi.
Malgrado
fossi un vampiro,avevo conservato il mio carattere.
Quello
di una persona che non crede alle favole,una persona razionale...
No.
Io credevo nelle favole,nei miracoli,nell'amore.
Credevo
in tutto,solo che l'avevo scoperto solo allora.
E
credevo nella famiglia.
E
in questa famiglia c'era anche Jo. La mia Jo.
Corsi
attraverso il portico,tentando di assumere una velocità
umana – il
che voleva dire quasi camminare,per un vampiro – in direzione
di
Josephine,che si avvicinò a me.
L'abbracciai,stando
ben attenta a controllare la mia forza.
Sentivo
il calore della sua pelle sulla mia – fredda e liscia come il
marmo
e coperta dal delicato tulle dell'abito leggero – e le
lacrime
scendere lungo il suo volto.
-oh,
niña...-sussurrò,massaggiandomi
la schiena con affetto materno.
-mi
sei mancata,Jo...- dissi,e la mia voce sembrò ancora
tremendamente
bella nonostante quel groppo alla gola che mi opprimeva.
-anche
tu. Ma verrò a trovarti. Spesso,è una promessa. -
-davvero?
Prometti? -chiesi ancora,speranzosa.
-si
– mi rispose lei,sfiorandomi la guancia – si,te lo
prometto. -
Le
sorrisi,rimanendo abbracciata a lei ancora un po'.
-sarà
meglio che vada,ora. - mi disse,con una pacca sulla testa –
passerò
di nuovo fra qualche giorno,d'accordo? -
-il
prima possibile – la corressi,aspettando con ansia il suo
prossimo
arrivo,come un bambino in attesa del Natale o del regalo di
compleanno.
-il
prima possibile. - ripeté lei,assecondandomi con piacere
– ora
vai,sta per uscire il sole. -
La
guardai,la confusione nei miei occhi: come aveva fatto a …
Mi
sorrise ancora,come volesse dirmi con lo sguardo di non preoccuparmi:
aveva capito,ma ovviamente nessuno oltre me e i Cullen avrebbe dovuto
saperlo.
Forse
non sapeva cos'eravamo davvero,ma era sicura che i Cullen – e
ora
vi ero dentro anch'io – non erano umani.
Questo
non avrebbe creato problemi,ma mi stupii di come avesse capito tutto
con pochi sguardi.
Annuii,e
lei si voltò: nello stesso istante mi voltai anch'io,e senza
guardare indietro tornammo ognuna sui nostri passi,mentre il sole mi
illuminava nuovamente il corpo,che brillò come un diamante.
Ma
Jo non si voltò,e tra me sorrisi,guardando Edward e quella
nuova
vita di cui Jo oramai aveva intuito tutto: ma lei non si
guardò mai
indietro,bensì attraversò il cancello e se ne
andò.
Grazie,Jo.
-dai,Bella!
Vieni a giocare,ti sfido! - gridò Emmett dalla cima delle
scale,stringendo i pugni con Jasper che scrollava la
testa,ridacchiando,accanto a lui.
Braccio
di ferro. Questa volta ti faccio a pezzi,Em,pensai
tra me e me,sorridendo malignamente.
-vuoi
farlo a pezzi? - mi chiese Edward,ridacchiando.
-hai...mi
hai letto nel pensiero? - chiesi,incredula.
Lui
scosse la testa,concedendomi uno dei suoi soliti e bellissimi sorrisi
sghembi.
-no,ma
dalla tua espressione si capisce che sarà una battaglia
davvero
avvincente: posso assistere alla tua vittoria?-
-fossi
in te riformulerei la domanda – lo punzecchiai,guardando di
nuovo
Emmett,che nel frattempo si era avvicinato a Rosalie.
-d'accordo.
Posso assistere alla sconfitta umiliante di Emmett? - chiese ancora
Edward.
-okay.
-risposi,baciandolo.
-ragazzi,è
pronto! - gridò Esme dalla cucina,la voce di Carlisle di
sottofondo.
-wo-oh!
Mi fiondo! - gridò Emmett,lanciandosi letteralmente in
cucina.
-è...pronto?
- chiesi,più a me stessa che agli altri.
-Esme
ha cucinato di nuovo. Le piace – mi spiegò
Edward,alzando le
spalle.
-e
ad Emmett piace il cibo? Il cibo degli umani? -
-è
come un uomo che mangia spesso nei fast food: non è roba
sana,ma lui
ne va matto. -
Risi,scrollando
la testa.
-forse
dovevo aspettarmelo. - chiarii,stringendo il braccio di Edward per
dirigermi nella grande cucina.
E
così ci ritrovammo tutti attorno a quel grande tavolo
imbandito,ma
nessuno mangiava: Esme sorrideva,fiera di tutti i manicaretti
preparati,accanto a Carlisle,che da bravo capofamiglia concedeva un
sorriso e una parola a tutti.
Jasper
ed Alice parlavano allegramente insieme a me e ad Edward,mentre
Emmett continuava a mangiare sotto lo sguardo divertito di Rosalie.
E
in quel momento mi soffermai su quel pranzo di parole a casa
Cullen,sorprendendomi di quanto fosse normale per noi una cosa del
genere.
Esme
mi fece assaggiare persino una fetta di torta,e malgrado in quel
momento il cibo umano non facesse per me trovai spontaneo farle i
complimenti – poiché,guardandolo bene,per un umano
sarebbe stato
un dolce sublime.
In
quel momento un tonfo leggero – che l'udito umano non avrebbe
nemmeno notato – ci colpì tutti,e istintivamente
guardammo in
direzione della vetrata che occupava completamente la parete esposta
sul giardino: era la palla lanciata da Emmett a fine partita.
A
quanto pare doveva averla lanciata davvero in alto.
Scoppiai
a ridere,e in poco tempo fui seguita praticamente da tutti.
Mi
sarei mai abituata a cose come quelle?
-Bella,dopo
dobbiamo farci belle! Si va in città stasera! - mi disse
Alice,seduta accanto a me,abbracciandomi.
-d'accordo,ma
questa volta devi insegnarmi a truccarmi da me,altrimenti non
imparerò mai.-
I
suoi occhi si illuminarono,e dopo il suo sorriso non ebbi
più nulla
da dire: perché,malgrado non amassi fare la
“barbie trucco e
parrucco”,il solo passare un pomeriggio con le mie nuove
sorelle mi
faceva sorridere.
E
mentre tutti iniziavano a scherzare sulla fobia di Alice per il
trucco,Edward mi strinse la mano.
E
non ebbi bisogno di dire nulla.
Perché
i miei occhi,in quel momento,dicevano tutto.
xxx
Note:Eccomi
qui,con l'epilogo di questa bella storia (o almeno è quello
che
ho intuito dalle vostre meravigliose recensioni^^) che mi ha coinvolto
tantissimo e che spero abbia avuto lo stesso effetto su di voi.
Lo so,sono un'inguaribile romantica e adoro i lieto fine. Ma che ci
posso fare? Con la realtà cruda che ci ritroviamo davanti,un
pò di amore ci vuole sempre e si può sempre
immaginare!
Detto questo (sono filosofica,stasera xD) vi lasciò
l'immagine
dello splendido vestito che ha ispirato il look di Bella in questo
capitolo,un vestito stupendo che ho trovato per caso su internet e che
ho subito connesso a questa storia^^
E
ora via ai ringraziamenti! Perché in fondo...cosa sarebbe
questa
storia senza voi che la leggete e che mi date preziosissimi consigli e
mmi invitate sempre ad aggiornare?
Prima di tutto chi ha aggiunto la storia fra i preferiti:
Poi
chi ha aggiunto tra le storie seguite:
Infine una piccola nota di servizio: al momento sto continuando una
sola fic, Venus,ma presto ne pubblicherò un'altra intitolata
Las
Vegas,quindi occhio alla mia pagina^^
Baci
LMS*
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