Scintilla Divina

di ineffable
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Scintilla Divina




Dopo l'attacco da parte di quella creatura oscura Aziraphale aveva deciso di impacchettare nuovamente le sue cose che consistevano perlopiù nei suoi libri e trasferirsi nuovamente a Soho, quando se ne era andato aveva lanciato un miracolo alla sua libreria perché rimanesse vuota nel caso avesse avuto un cambio di idea ed era stata una decisione molto saggia a suo dire.
La sua vecchia casa non era cambiata, ma lui sì, per questo motivo gli sembrava di metterci piede per la prima volta, decise di fare le cose nella maniera più umana possibile così da impiegarci tempo, temeva il momento in cui non avesse avuto più nulla da fare, in quel caso la sua mente sarebbe stata libera di vagare e i ricordi di annientarlo.
Più volte si interrogava mentre riponeva un libro sullo scaffale o puliva una mensola se il suo ritorno a Londra fosse dovuto a un senso di nostalgia o se era direttamente collegato con ciò che era successo, ma la verità era che lo aveva fatto per Crowley, certo non si parlavano e non si vedevano ma lui si sentiva più sicuro a essere in un posto dove poteva tenerlo d'occhio.
Quando lui era lontano il suo amico era stato attaccato e nemmeno se lo ricordava, certo poteva accadere ancora ma Aziraphale sentiva il bisogno di essergli il più vicino possibile così da accorrere in suo aiuto nel caso si fosse presentata un'altra minaccia.
Nei momenti più bui però pensava di essere lui il pericolo più grave per il suo migliore amico, gli aveva spezzato il cuore due volte se non di più, tremava al pensiero di quelle che non sapeva, chissà in quanti altri momenti lo aveva ferito senza rendersene conto, ma Crowley c'era sempre stato, si era dimostrato un compagno e un alleato migliore di lui.
Crowley aveva ragione, era un codardo che non aveva abbastanza fegato di sceglierlo, se fosse stato un personaggio storico i libri avrebbero scritto di quanto fosse stato idiota e stupido e di quanto poco valore e lealtà avesse dimostrato, ma nemmeno questi pensieri erano sufficienti a donargli quella spinta, tremava all'idea che se fossero stati insieme qualcosa li avrebbe inevitabilmente separati e non avrebbe sopportato di perderlo.
Preferiva vivere lontano da lui ma sapendo che c'era piuttosto che sopportare un'esistenza intera senza la sua presenza, il demone era la sua costante, era l'unico amico che avesse mai avuto e forse qualcuno gli avrebbe suggerito di mentire quel giorno quando si erano baciati, avrebbe potuto dire una piccola bugia, dirgli che non ricambiava così avrebbero potuto rimanere amici, ma non era riuscito a fermarsi quando le braccia dell'amico lo avevano stretto, non era riuscito a guardarlo negli occhi e dirgli "io non ti amo."
Aziraphale soffriva ogni giorno e alcune mattine con gli occhi lucidi arrivava fino alla porta, appoggiava la mano sulla maniglia e poi prendeva un respiro profondo deciso ad andare a dirgli che sceglieva lui e non le sue paure, ma tutte le volte un terrore agghiacciante lo bloccava sul posto facendolo finire in lacrime accasciato per terra.
In quei momenti nutriva la speranza di vederlo arrivare, che gli prendesse il viso tra le mani e lo baciasse fino a lasciarlo senza fiato, svuotato da ogni lacrima e timore, poi si diceva che il giorno dopo sarebbe stato diverso, che il coraggio di varcare quella soglia lo avrebbe avuto e allora si asciugava le lacrime e iniziava la sua giornata, ecco cos'era a tenerlo vivo, la speranza.
Una volta si erano incontrati lungo la strada o meglio scontrati, si erano voltati a guardarsi, ad Aziraphale si erano illuminati gli occhi mentre il demone aveva già l'espressione infastidita di chi sta per dare addosso a qualcuno, ma subito quel broncio si era trasformato in una maschera apatica, lo aveva ignorato e tirato dritto e l'angelo si era sentito morire.
Avrebbe preferito essere insultato che il nulla, sapeva che se fosse stato un'altra persona l'amico gli avrebbe inveito contro intimandogli di guardare dove metteva i piedi, ma evidentemente nemmeno quello si meritava, era conscio della difficoltà di Crowley di capire il "ti amo ma non posso stare con te perché ho il terrore di perderti, il mio amore è troppo grande e ho paura di farti male sul serio" e a dire il vero anche lui faticava a capirsi a volte.
Quello che l'angelo non sapeva era che con il suo comportamento stava contribuendo ad incrementare il pensiero di Crowley secondo il quale lui non era abbastanza per nessuno, non era degno di ricevere amore in quanto essere oscuro, e nemmeno di darlo sempre per il medesimo motivo e se prima il demone aveva combattuto con le unghie e con i denti contro quel sentimento negativo ora sentiva che non ne valeva più la pena.
Perché combattere contro la propria natura si domandava?
Lo aveva fatto per tanto tempo e non aveva portato a niente, nessuna ricompensa, nessuna pacca sulla spalla, non che lui desiderasse queste cose ma ciò che aveva ottenuto era peggio di un premio, aveva conquistato il cuore del suo angelo, ma nello stesso tempo era stato rifiutato, ogni giorno si svegliava consapevole che Aziraphale era innamorato di lui ma la felicità durava meno di un secondo perché subito dopo il suo cervello gli ricordava che l'amico non voleva saperne di lui.
Nemmeno una volta aveva dubitato del suo amore, Aziraphale non avrebbe mai potuto mentirgli su una cosa del genere, sapeva che era sincero e forse era questo a fargli ancora più male, ovviamente non glielo avrebbe mai detto, si era impegnato a fargli sapere con lingua spinosa e parole pungenti che lo considerava un falso e un bugiardo anche se il suo cuore non la pensava così.

...

Tutti sapevano che alcuni ambienti erano pericolosi, soprattutto se frequentati da persone con il cuore esposto, fragile e ferito, da lì dentro ne era uscito distrutto con un mal di testa atroce e idee sbagliate che parlavano di potere, oscurità e malvagità.
Quel luogo rappresentava tutto ciò che lui non era, per questo una volta a casa aveva avuto l'istinto di chiamare il suo angelo, la sua luce, colui che rappresentava la speranza che in lui ci fosse rimasto qualcosa di buono, il telefono aveva squillato e dopo tre trilli la sua voce.
<< Spero proprio che sia un'emergenza perché non mi sembra l'orario...- >>
<< Angelo >> gracchiò.
<< Crowley? >>
<< Che succede stai bene? >>
<< Sì >> rispose il demone.
<< No. >>
<< Io... >>
<< Crowley... >>
Un singhiozzo fece sussultare il cuore di Aziraphale.
<< Crowley che cosa succede? Mi stai facendo preoccupare. >>
<< Angelo io...i-io ti amo. >>
Aziraphale deglutì il magone e i suoi occhi divennero presto umidi.
<< Anche io lo sai... >> rispose.
<< Stai con me angelo, ti prego sceglimi...almeno tu sceglimi... >>
<< Crowley ma... >>
Si sentì un tonfo dall'altro capo del telefono.
<< Crowley? >>
<< Aziraphale... >>
Poi il demone tirò su col naso, si asciugò gli occhi e schiarì la voce.
<< Tu non mi vorrai mai vero? >>
Il sospiro dell'angelo valse più di mille parole, Crowley attaccò il telefono e da quel momento diede un taglio a quella vita, a quel vecchio se stesso che aveva imparato ad amare, che aveva conosciuto i sentimenti positivi e oltre a provarli sapeva donarli, sarebbe diventato un altro, sarebbe diventato ciò che tutti si aspettavano di vedere.



...


In un solo mese il quartiere dove si erano stabilite le due creature ultraterrene piombò sotto una cappa di oscurità, a detta degli umani sembrava che qualsiasi cosa dovesse funzionare non funzionasse, c'erano continui blackout, le auto si rompevano, se prima i giri sporchi di denaro venivano presto o tardi scoperti ora passavano tutti inosservati, in tutto questo marasma solo i criminali, chi si occupava di attività illecite aveva vita facile.
Naturalmente l'angelo si era accorto di questo improvviso aumento di malvagità, ma certo non immaginava chi ne fosse la causa, non si aspettava che il re che tirava i fili fosse proprio quel dolce demone che gli aveva fatto compagnia sulla terra sin dai tempi più antichi.
Una sera Aziraphale decise di introdursi in un vecchio locale dove sapeva essere luogo di attività poco carine, c'era voluto un miracolo per farsi aprire la porta, lui non aveva proprio l'aspetto di un capo banda, una volta dentro notò che non era come se l'era immaginato.
Nella sua mente quel luogo doveva essere pieno di tipi robusti vestiti di pelle con orecchini e barbe appuntite, invece non era così, certo c'erano anche tipi del genere ma molti erano fasciati da completi eleganti, sembravano persone rispettabili e per un attimo l'angelo si chiese se avesse sbagliato posto.
Deglutì avanzando verso la zona bar, facendo molta attenzione a non urtare nessuno, Crowley una volta gli aveva raccontato che due umani avevano iniziato una rissa semplicemente per il fatto di essersi sfiorati e lui non voleva dar vita a niente di tutto ciò.
Il bancone era sudicio e appiccicoso, lo sgabello scomodo e il barista ci mise un quarto d'ora ad accorgersi di lui, finalmente gli servì la sua bevanda prestando attenzione a non essere troppo cordiale, Aziraphale si domandò che cosa ci faceva lì, non aveva un piano, non sapeva da dove partire e soprattutto chi o casa stava cercando.
Mentre fingeva di bere quella bevanda di dubbio gusto e colore tentava anche di dare un senso a tutto quello che aveva fatto fino a quel momento, poteva iniziare a fare domande in giro, forse la cosa migliore era amalgamarsi a quella comunità, domandare come andavano le cose e se ci fossero novità in giro, mentre era perso in quei pensieri qualcuno lo urtò sedendoglisi accanto, d'istinto si voltò e il suo cuore perse un battito, facendolo rimanere senza fiato.
Si aspettava di essere ignorato come le volte in cui si erano incontrati per caso, invece quella volta accadde qualcosa di diverso, il demone gli rivolse un sorriso ma non uno dei suoi, era ampio e il suo viso sembrava quello di un predatore che aveva avvistato la propria preda.
<< Aziraphale anche tu ti sei dato alla vita notturna adesso? >> gli diede una pacca sulla spalla appoggiandosi poi al bancone, ordinò un drink e il barista glielo servì subito facendogli un occhiolino.
<< A quanto pare ti conoscono bene in questo posto, io ho aspettato una vita per ricevere da bere >> disse l'angelo avendo notato quello scambio di sguardi.
Crowley si sistemò sullo sgabello e afferrò il suo bicchiere.
<< Non te la prendere, è che a queste persone non piacciono quelli come te >> e bevve un lungo sorso.
Aziraphale sollevò un sopracciglio e con le dita allontanò il suo bicchiere, non aveva intenzione di avvelenarsi con quella roba.
<< Quelli come me? >> domandò
<< Sì hai capito bene, quelli con la puzza sotto al naso, perfettini a non finire blah... >> accompagnò la frase con una gesto della mano, l'angelo ovviamente si sentì ferito da quelle parole ma non poteva aspettarsi diversamente da lui, evidentemente era ancora arrabbiato, la felicità che aveva provato quando gli aveva rivolto la parola non era durata nemmeno cinque minuti.
Una donna si avvicinò posizionandosi tra i loro sgabelli, aveva occhi solo per il demone, sembrava quasi che Aziraphale fosse trasparente lì dentro.
<< Signor Crowley quella cosa è arrivata >> sussurrò.
<< Grazie dolcezza arrivo subito >> rispose con un sorriso poi scese con un saltello, rivolse la sua attenzione all'ex amico sfoderando un altro sorriso totalmente forzato.
<< Hai sentito angelo, richiedono la mia presenza >> disse e gli diede un colpetto sotto il mento, Aziraphale si affrettò a scendere per fermarlo, gli strinse appena il braccio con una mano ma Crowley lo fulminò con lo sguardo, così la tolse subito.
<< Possiamo parlare prima che tu vada a fare qualunque cosa ti attenda? >>
<< Mi dispiace Aziraphale ma sono veramente molto impegnato, solitamente chi vuole parlare con me richiede un appuntamento, ho due segretari molto affidabili che...- >>
<< Hai due segretari? >> domandò stupito l'angelo.
Il demone annuì ma Aziraphale scosse la testa, non c'era tempo per mettersi a puntualizzare su certe faccende.
<< Ti ruberò solo pochi minuti promesso. >>
<< E va bene mio caro Zira, posso chiamarti così vero? >> non gli lasciò il tempo di rispondere che gli avvolse un braccio intorno alle spalle e lo condusse verso l'esterno.
<< Ragazzi torno subito >> disse rivolgendosi a un gruppo di persone che stavano in fondo al locale e poi uscirono.
Il cielo era buio, nessuna stella e nemmeno la luna sembrava brillare in quell'angolo di strada fetido, i rifiuti si accalcavano ai lati e il terreno era bagnato dalla pioggia scesa poche ore prima, Aziraphale si allontanò dalla porta con il demone al seguito, si fermò incrociando le braccia.
<< Si può sapere che cosa sta succedendo? Perché ti comporti in questo modo strano? >>
<< Che intendi per strano? >> domandò Crowley arricciando le sopracciglia verso la radice del naso.
<< Frequenti questi posti che sono il male persino per te e la cosa peggiore è che sembri essere il capo di tutta quella gente losca che c'è lì dentro, tutti ti conoscono e io ho paura di saperne il motivo e in più non indossi gli occhiali da sole, Crowley potrebbero scoprirti >> disse preoccupato Aziraphale.
Tutto si aspettava tranne di scatenare un sorriso su quelle labbra sottili.
<< Loro sanno già chi sono >> rispose con noncuranza il demone.
<< Scherzi...dimmi che scherzi. >>
La chioma rossa si scosse in senso di diniego.
<< Dovevo pur farmi un nome angelo >> spiegò sollevando le spalle.
<< E comunque quello che succede non sono affari tuoi >> disse poi ficcandosi le mani in tasca.
<< Lo sono se metti in pericolo la nostra esistenza! >>
Crowley scoppio in una risata, si chinò in avanti col busto e poi si rimise dritto.
<< Gli umani sanno della nostra esistenza da migliaia di anni! >>
<< Loro credono in noi ma non hanno le prove! >> sbottò Aziraphale, non poteva credere alle sue orecchie, era agitato e aveva una pessima sensazione.
<< Non è questo che voi di sopra cercate di ottenere? Che credano in voi e che abbiano fede a tal punto da mettere la loro misera vita nelle vostre potenti e misericordiose mani? >> il tono che usò non piacque all'angelo.
<< Bè per noi è lo stesso, abbiamo la stessa missione possiamo dire >> spiegò guardando verso il basso e poi aggiunse.
<< Non ho bisogno di nascondermi da chi mi conosce davvero. >>
<< Sei tornato ad allearti con...quelli di sotto? >> sussurrò Aziraphale sgomento.
<< Se non lo hai ancora capito mio caro Aziraphale io non ho bisogno di nessuno >> e lo prese per le spalle facendolo voltare.
<< Ora se non ti dispiace levati dai piedi, devo lavorare >> lo lasciò e con una piroetta si voltò per tornare dentro, Aziraphale si girò verso di lui deglutendo.
<< Crowley...tu non sei così. >>
Il demone inchiodò sul posto, strinse i pugni e fece marcia indietro, afferrò l'angelo per i lembi del cappotto e lo tirò a sé.
<< Oh invece lo sono eccome, e tu ancora non hai visto niente, non hai idea di quello che posso fare... >>
Mentre parlava i suoi occhi sembravano lampeggiare come fari gialli che brillano nella notte, nelle sue pupille Aziraphale vide come una voluta di fumo che prendeva la forma di un serpente e la voce gli arrivava alle orecchie come un sibilo sottile e pungente.
<< Se non vuoi rimanerci secco non tornare più da queste parti >> intimò lasciandolo andare.
<< Capito Aziraphale? Non.Tornare. >>
Detto questo rientrò.
Aveva la prova che cercava, quando era entrato in quel bar si aspettava di scoprire che tutte quelle attività criminose erano dovute a una qualche organizzazione che aveva deciso di prendere il controllo della città, e quella sarebbe stata una bella notizia in confronto a ciò che aveva scoperto.
Il suo amico, il suo migliore amico era coinvolto anzi era l'artefice di tutto e nemmeno sembrava dispiaciuto, nel cuore di Aziraphale si fece strada la voce che incolpava lui del voltafaccia di Crowley, se non lo avesse abbandonato a se stesso...Ma ora cosa poteva fare? Era da solo, ma in fondo non lo era sempre stato? Lo avevano mandato sulla terra per fronteggiare le minacce nemiche e lui lo aveva fatto, o almeno all'inizio fino al momento dell'accordo ma adesso era tutto cambiato.
Quando tornò a casa sentì il bisogno di farsi una doccia calda per togliere tutto lo sporco e la puzza di fumo e alcol pessimo che si sentiva addosso, anche se la sporcizia la sentiva radunata dentro il petto e nemmeno raccolta in comodi sacchettini ma sparsa qua e là.
Doveva assolutamente scoprire che cosa aveva in mente Crowley, quale fosse il suo piano, perché l'obbiettivo era molto chiaro, anche se aveva abbandonato il paradiso non poteva certo assistere allo sfacelo della città in cui abitava senza muovere un dito, un conto erano piccoli peccatucci sui quali chiudere un occhio ma quello che stava accadendo era davvero troppo, si stupì però che gli altri angeli non fossero ancora intervenuti...
FUUUM
Non fece in tempo a pensarlo che un fascio di luce illuminò il bagno facendolo gridare.
<< Aziraphale ci sei tu lì dietro? >>
L'angelo si era spiaccicato contro le mattonelle fredde, teneva in mano la saponetta e guardava con terrore l'ombra che stava dietro la tendina della doccia.
<< G-Gabriele? >>
<< Sì, pensi di degnarti... >> iniziò a dire afferrando la tenda.
<< NO! >> urlò Aziraphale.
<< Ma che ti prende? >> domandò l'arcangelo sollevando un sopracciglio.
<< S-sono...sono nudo. >>
<< Nudo? E perché sei nudo? >>
<< P-Perché...Sei venuto qui per uccidermi? >> domandò spostando gli occhi celesti da una parte all'altra, quella situazione era assurda, per una volta che decideva di lavarsi come facevano gli umani ecco che gli piombava il suo ex capo dentro al bagno.
<< No >> rispose condiscendente Gabriele sollevando gli occhi al cielo, avrebbe voluto ma aveva ricevuto ordini molto precisi secondo i quali non poteva avvicinarsi a quell'angelo se non fosse stato strettamente necessario, burocrazia aveva sbuffato l'arcangelo quando gli era arrivata la lettera.
<< Oh meno male >> chiocciò Aziraphale.
<< Ascolta Gabriele perché non mi aspetti di sotto, io mi do una sistemata e arrivo. >>
Sia mai che un arcangelo e non uno qualsiasi ma l'arcangelo Gabriele prenda ordini da un principato che oltre ad essere sotto di lui era macchiato di tradimento nei confronti della sua stessa fazione, così schioccò le dita e l'angelo si ritrovò vestito dentro la doccia.
<< Possiamo fare anche così se vuoi >> disse più a se stesso che al suo vecchio superiore, poi uscì con un forte sospiro.
Al piano di sotto a Gabriele era stata offerta una tazza di tè che ovviamente aveva rifiutato, i due esponenti dei cieli erano seduti l'uno di fronte all'altro, e Aziraphale aspettava paziente che il suo vecchio capo gli dicesse il motivo di quella s-piacevole visita.
<< Sai perché sono qui >> disse invece e non sembrava affatto una domanda.
<< Veramente no >> rispose l'angelo causando uno sbuffo al suo interlocutore.
<< Non hai notato niente negli ultimi tempi? Capisco tu ci abbia traditi e sicuramente non ti importi un fico secco di ciò che succede qui e dei tuoi compiti, ma addirittura non vedere ciò che hai sotto al naso mi sembra troppo persino per te. >>
Aziraphale ignorò le poco velate accuse e si concentrò sul resto.
<< Ti riferisci all'aumento delle attività diciamo...- >>
<< Demoniache sì >> continuò Gabriele puntando l'indice verso di lui come se avesse centrato il punto.
<< Sì ho notato >> rispose Aziraphale rimanendo criptico, l'arcangelo sollevò entrambe le sopracciglia come se si aspettasse di sentirlo continuare la frase.
<< E? >>
<< E cosa? >> domandò l'angelo fingendosi ingenuo.
Gabriele ovviamente non tardò a mostrare il suo disappunto.
<< Seriamente Aziraphale non hai la minima idea del perché io sia qui? >>
<< Sinceramente no Gabriele. >>
<< E' peggio di ciò che pensavo, non solo hai impedito la nostra ovvia vittoria ma ora lasci passare liscia ogni attività che almeno per dovere verso il tuo creatore dovresti fermare e non mi riferisco certo a stupidaggini, sai bene che conosciamo il colpevole di tutto questo, il tuo tentativo di fingere che non sia così è patetico. >>
L'angelo gonfiò il petto prendendo un respiro.
<< Sono certo voi lo sappiate come lo so io e mi sono anche dato da fare per capire che cosa stia effettivamente succedendo, ci deve essere un motivo se...- >>
<< Un motivo? Qui non si tratta di una guerra Aziraphale, noi del cielo lasciamo passare molte cose ma qui l'attività criminale è al completo sbando, qualcuno si renderà presto conto che c'è qualcosa di strano. C'è il completo caos, come se tutta l'intera città fosse impazzita e non solo le persone ma anche gli oggetti. Credi che gli umani siano stupidi? Bè molti di loro lo sono ma certo non sono ciechi e Dio non voglia che scoprano cosa si celi dietro tutto questo caos. >>
<< In questo momento due di noi sono dal tuo amichetto...- >>
Aziraphale scattò in piedi allarmato ma l'arcangelo lo fermò con un gesto della mano.
<< Vogliono solo avvisarlo di andarci più piano, questo è un avvertimento sia per te che per lui, se non dovesse fermarsi interverremo noi estirpando la minaccia alla radice e non credo proprio che ai suoi colleghi mancherà e questo si collega al motivo per cui sono qui, ti chiedo di non metterti in mezzo nel caso in cui fosse necessaria un'azione da parte nostra. >>
L'angelo rise spostando lo sguardo, prima non lo avrebbe mai fatto, ridere in faccia a Gabriele gli sarebbe costato il posto.
<< Mi stai chiedendo davvero di rimanere a guardare mentre voi vi accalcate per fare fuori il mio migliore amico? >>
Gabriele fece una smorfia, era davvero grave la situazione.
<< Sapevo avresti reagito così, Dio ti ha protetto la prima volta ma non ce ne sarà una seconda...- >>
<< Io non credo che Lei...- >>
<< Shh chiudi il becco >> accompagnò le parole chiudendo il pollice e l'indice tra loro.
<< Sei stato avvisato Aziraphale, a causa del tuo atteggiamento ho ricevuto delle lamentele, sembra che il mio comportamento sia un filino eccessivo a volte...- >>
<< Un filino... >> sussurrò l'angelo spostando lo sguardo di lato.
<< Per questo non posso agire come vorrei, ma sia chiaro questa volta non ci saranno superstiti e non parlo solo di lui. >>
<< Mi stai minacciando Gabriele? >> domandò guardandolo dritto negli occhi.
<< Ti sto avvisando. >>
Aziraphale si leccò le labbra, doveva rimanere calmo e lucido.
<< Lasciate fare a me, ci penso io a risolvere questa cosa. >>
<< Come hai fatto fin'ora? >>
<< No >> rispose l'angelo e poi continuò.
<< Farò in modo che tutto finisca ma dovete darmi tempo. >>
<< Perché mai dovremmo fidarci di te? >>
<< Perché se non otterrò risultati interverrete voi e io da solo, contro tutti voi...Bè è chiaro che non avrò speranze. >>
Gabriele ci pensò su poi sospirò.
<< Va bene, una settimana non di più. Al termine di essa avrai esaurito tutte le tue possibilità >> disse alzandosi, Aziraphale annuì e poi Gabriele sparì in un fascio di luce così come era arrivato.
L'angelo non sapeva da dove partire, sette giorni erano veramente pochi e Crowley non si sarebbe lasciato convincere da qualche parolina e nemmeno dalle minacce, era certo che a quegli angeli che erano andati a intimorirlo avesse riso in faccia, doveva pensarci lui, la vita del suo migliore amico era nelle sue mani.
Non aveva mai creduto alla storia della malvagità nemmeno quando il demone gli aveva confessato dritto in faccia che intendeva fare del suo peggio, per questo dopo un'illuminazione improvvisa si mise a controllare che cosa avessero in comune tutti quegli eventi, era certo che ci fosse qualcosa sotto.
La ricerca durò due giorni interi ma alla fine capì.
<< Non è mai morto nessuno...e nemmeno ci sono stati feriti >> sussurrò al giornale che stava leggendo.
Era venuto fuori che in tutte quelle strane attività che erano accadute fino a quel momento tutti gli umani coinvolti erano rimasti illesi, il tasso giornaliero di morti o feriti era quello di sempre, ciò significava che l'attività demoniaca non aveva influito sui consueti accadimenti, si poteva dire che il demone Crowley si stesse divertendo più del solito con gli umani ma dentro al suo cuore era sempre lo stesso.
Aziraphale posò il giornale e uscì diretto a casa dell'amico, avrebbe parlato con lui o almeno ci avrebbe provato, destino volle che lo incontrò per strada, era circondato da un gruppo di gente dalle facce poco raccomandabili, l'angelo strinse i pugni e si fece coraggio avvicinandosi a passo di marcia, il tratto di strada che lo portò fino a lui si rivelò più breve del previsto e questo gli fece perdere un po' della sicurezza che aveva cercato di infondersi.
<< Crowley >> iniziò.
Deglutì.
<< Dobbiamo parlare. >>
<< Ma tu guarda che carino >> squittì una ragazza avvicinandosi a lui e sfiorandogli il viso.
Poi un tipo gli avvolse il braccio intorno alla spalla.
<< Non male davvero >> commentò.
Aziraphale si innervosì all'istante e si scostò.
<< Levatemi le mani di dosso >> sbottò.
Poi aggiunse.
<< Per favore. >>
<< Crowley conosci questo tipo? >>
Il demone fissò Aziraphale che lo guardava tristemente.
<< No, mai visto in vita mia >> rispose freddo.
Gli occhi di Aziraphale tremarono diventando lucidi, strinse le labbra tentando di trattenere quell'emozione che minacciava di uscire e travolgerlo.
<< Ti supplico Crowley, poi non ti disturberò più. >>
<< Avanti Cro portiamolo con noi, è così tenero >> fu la ragazza a parlare e l'angelo si domandò in che rapporti fosse con lei e con tutti loro, che cosa rappresentava, un capo, un amico o qualcosa di diverso?
<< Sapete? Mi avete convinto, chissà magari gli viene voglia di aiutarci >> ghignò Crowley, Aziraphale deglutì ma decise di seguirli, se quello era l'unico modo di tenerlo d'occhio lo avrebbe fatto, gli altri lo afferrarono strattonandolo e riempiendolo di domande mentre camminavano e il demone osservava tutto da dietro a braccia incrociate.
<< Allora come ti chiami bellezza? >>
<< Ehm...A-Az...- >>
<< Si chiama Zira >> intervenne Crowley e l'angelo faticò a comprenderne il motivo.
<< Avevi detto non lo conoscevi. >>
<< Bè mi è tornato in mente >> rispose piccato.
Arrivarono nei pressi di quella che sembrava una grande casa, era evidentemente abbandonata e loro entrarono tranquillamente, rispetto a come appariva fuori l'interno era curato, come se qualcuno se ne occupasse regolarmente, Aziraphale si guardò intorno ma non riuscì a farsi una vera e propria idea perché quel ragazzo e la ragazza lo spinsero sul divano e gli si sedettero accanto.
<< A-Allora cosa si fa qui? >> balbettò tentando di scostarseli di dosso.
<< Oh lo scoprirai presto dolcezza >> rispose l'uomo accarezzandogli lascivamente il braccio, Aziraphale che era ingenuo ma non stupido realizzò e si alzò di scatto indietreggiando.
<< N-no! Io non... >> poi si voltò a guardare Crowley che lo fissava con aria indifferente.
<< Crowley... >>
<< Vieni con me >> disse e l'angelo si sentì sollevato, sensazione che durò poco perché il demone lo portò attraverso un corridoio lungo e scuro.
<< D-dove stiamo andando? >>
Il demone schioccò le dita lunghe e sottili e le luci si accesero.
<< Che cosa vuoi? Perché sei venuto? >> gli domandò guardandolo sempre con quello sguardo spento.
<< Tu mi hai portato qui >> rispose l'angelo riprendendo un po' di tono.
<< E tu non ti sei tirato indietro >> gli rispose l'altro.
<< Davvero fate certe cose? >> gli domandò Aziraphale.
<< Anche tu? >> chiese poi, era forse gelosia la sua o preoccupazione?
<< Quello che faccio non ti riguarda, non è più affar tuo da quando mi hai dato il ben servito. Se vuoi restare resta ma sappi che non ti permetterò di rovinare i miei piani. Sai perché ti ho permesso di venire con noi? Perché non mi importa più niente di te, mi sei indifferente, l'unica cosa che voglio è che non mi intralci. >>
Aziraphale percepì quelle frasi come se fossero veleno e in effetti era quello il senso che voleva dargli Crowley, desiderava percepisse tutto il malessere che provava e si sentisse in colpa per questo.
<< Mi spiace deluderti ma sono qui per questo, Crowley stai rischiando grosso te ne rendi conto? >> disse con l'espressione preoccupata.
<< Ah ho capito quelli che ho rimandato in paradiso con un biglietto di non ritorno sono venuti a piagnucolare da te, come se possa funzionare >> sbuffò una risata.
<< Non è così o meglio è vero che sono venuti ma solo per avvisarmi, sei in pericolo e se non la smetti loro ti uccideranno >> possibile che non capisse quanto fosse grave la faccenda, lui ovviamente non avrebbe mai permesso lo toccassero ma sarebbe stata dura questa volta salvarsi.
<< Ridicolo, hanno già visto che sono immune all'acqua santa >> alzò le spalle con aria indifferente.
<< Io sono immune Crowley! Piantala di giocare così con la tua vita! >>
<< Allora uccidimi tu Aziraphale avanti >> aprì le braccia e lo guardò con occhi spenti.
<< In fondo è per questo che sei stato creato, solleva un po' di lavoro a quei damerini, scommetto ti daranno un premio riammettendoti in paradiso. >>
L'angelo si avvicinò di qualche passo serio in volto.
<< Lo capisci che l'unica cosa di cui mi importa sei tu? >>
Crowley strinse le labbra, si avvicinò con passo lento e studiò l'espressione di Aziraphale, gli posò una mano sulla guancia e avvicinò il viso, l'angelo tremava, aveva cominciato a farlo quando lo aveva visto avanzare ma non era un tremore di paura.
<< Anche tu prima eri l'unico di cui mi importava davvero, l'unico per cui valesse la pena lottare. >>
<< Che cosa ti è successo Crowley? >> sussurrò l'angelo sollevando il viso e trovandosi a pochi centimetri da quello dell'amico.
<< Tu ecco cosa, non mi ha fatto diventare malvagio l'inferno ma la tua presenza sì, hai tirato fuori la mia vera natura Aziraphale, dovresti esserne felice, un altro diavolo da consegnare alle guardie armate dei cieli. >>
<< Non sei cattivo >> disse deglutendo e il demone si staccò.
<< Piantala, lo sai benissimo anche tu che non è vero. >>
<< Io so chi sei davvero, anche se forse non ti piace l'idea, sono l'unico che ti conosce e che ha visto le parti più fragili di te. >>
<< ZITTO! Smettila di dire bugie su bugie, non mi avresti mai amato se fossi stato diverso! Se fossi stato malvagio, se fossi stato come loro! >> indicò il pavimento e poi gli puntò l'indice contro.
<< Non mi avresti nemmeno guardato! >>
<< Io ti amo proprio per come sei! Non puoi sapere come sarebbero state le cose perché sono così e né tu né io possiamo cambiarle >> anche Aziraphale si era alterato, aveva le guance rosse e gli occhi lucidi, non era mai stato così arrabbiato in vita sua, nemmeno quando aveva scoperto la vera natura di alcuni suoi superiori, lì forse era stato più che altro deluso.
<< Basta non voglio più ascoltarti >> sbottò il demone voltandogli le spalle ma Aziraphale lo fermò con una frase.
<< Credi che non sappia cosa stai facendo davvero? E' già successo una volta, quando volevi rubare l'acqua santa, io lo sono venuto a sapere e questa volta non è diversa Crowley. So che non stai facendo del male a nessuno, i tuoi sono solo dispetti perché sei arrabbiato ma lo sei con me non con l'umanità. >>
Si leccò le labbra secche poi continuò.
<< E' con me che dovresti prendertela non con loro, soprattutto se il tuo operato ti fa rischiare la vita. >>
Crowley abbassò le spalle rassegnato come se il suo petto si fosse svuotato di qualcosa.
<< Non ho più una vita di cui mi importi combattere... >>
Poi la sua gola emise un suono, un rantolo goffo e spezzato.
<< Angelo hai idea di come ci si sente quando la persona che ami più di te stesso ti dice di amarti ma poi ti rifiuta? >>
Gli occhi di Aziraphale cominciarono a lacrimare, aveva voglia di correre ad abbracciarlo ma non era il caso in quel momento.
<< Fallo tu a me, dimmi che mi ami ma che non mi vuoi. >>
Il demone soffiò una risata amara, si asciugò gli occhi ringraziando Qualcuno di trovarsi ancora di spalle.
<< Non posso, perché io ti voglio angelo, perché sono così fottuttamente innamorato di te che se mi baciassi qui, adesso, dicendomi che mi desideri e che vuoi stare con me io lascerei tutta questa merda per seguirti, dimenticando il fatto che mi hai fatto sentire uno schifo per più di un anno. >>
Il cuore dell'angelo perse un battito prima di cominciare a galoppargli forte nel petto, si avvicinò a lui con la gola stretta e gli occhi che bruciavano, allungò una mano e afferrò delicatamente quella sottile di Crowley, la strinse commuovendosi di poter sentire di nuovo il calore del suo corpo dopo tanto tempo.
<< Allora vieni a casa con me... >>
Il demone ebbe un sussulto ma poi soffiò << non posso... >>
<< Perché? >> domandò l'angelo tentando di mantenere ferme le lacrime.
<< Perché viverti accanto sapendo che mi vuoi ma senza poterti avere è una punizione peggiore dell'inferno. >>
A quel punto Aziraphale si spostò mettendosi di fronte a lui, gli prese il volto tra le mani cercando quegli occhi che erano diventati di un oro spento, come se avessero perso la luce che li faceva brillare.
<< Mi dispiace di averti fatto del male Crowley. >>
Il demone fece un mezzo sorriso ingoiando il magone.
<< Non importa angelo, tu hai fatto quello che potevi, mi hai fatto sentire cosa significa essere amati, almeno per un po'... >>
Aziraphale si alzò in punta di piedi, poi posò la fronte su quella di Crowley, chiuse gli occhi, altre lacrime scesero rigandogli le guance.
<< Perdonami...non accadrà più, non ti ferirò mai più amore mio >> poi lo baciò sulla fronte, il demone singhiozzò combattendo l'istinto di lasciarsi andare tra quelle braccia dall'aspetto così caldo e accogliente.
<< Risolverò questa cosa, penserò a tutto io te lo prometto >> lo lasciò andare e con un'ultima occhiata triste voltò le spalle e percorse quel lungo corridoio a ritroso, con il cuore a pezzi che sanguinava e gli occhi che non la smettevano di produrre lacrime.



...


Una settimana era passata e Crowley aspettava il momento in cui sarebbero venuti a prenderlo, Aziraphale gli aveva rivelato il piano degli angeli ma lui non aveva intenzione di fare nulla, quando quell'ultimo giorno volse al termine alzò il viso verso il cielo sbeffeggiandolo.
<< Tutto qui? Sarebbe questa la vostra punizione? >> rise.
<< Patetici >> disse e si buttò sul divano, erano parecchie ore che si sentiva strano ma non ci aveva dato molto peso, schioccò le dita per accendere il televisore ma non accadde niente, riprovò ma nulla, prima di farsi prendere dal panico tentò di compiere altri miracoli ma niente accadeva, nemmeno una scintilla di potere.
<< Non è possibile, che cazzo... >>
Corse fuori raggiungendo la Bentley e con suo grande sgomento nemmeno lei rispondeva ai suoi comandi, dovette far uso delle chiavi per aprirla, una volta dentro la mise in moto ma le canzoni dei Queen non partirono in automatico come solitamente succedeva.
Deglutì poi ringhiò e partì con una furia cieca verso la libreria di Aziraphale.
Entrò spalancando le porte come un tornado senza curarsi della possibile presenza di qualche cliente, afferrò l'angelo per la giacchetta che indossava solitamente nei suoi momenti di relax e gli ringhiò contro.
<< Che cazzo mi hanno fatto i tuoi parla! >>
<< Crowley per prima cosa calmati. >>
<< Non dirmi di calmarmi! Io non riesco più a...sono...non dirmi che sono umano. >>
Aziraphale lo guardò come si fa con i bambini che sono nel pieno di un capriccio.
<< Se mi lasci spiegare... >>
<< Non c'è niente da spiegare! >> lo spinse.
<< Mi hanno trasformato in un umano, in un umano cazzo Aziraphale! >>
Poi un odore nell'aria lo distrasse.
<< C'è qualcosa di strano >> disse.
<< E' quello che vorrei dir...- >>
Crowley non lo lasciò finire e lo fissò sgranando gli occhi.
<< Anche tu...anche tu sei umano. >>
<< Sì >> sospirò l'angelo.
<< Ma cosa...che paradiso significa, perché hanno punito anche te? >>
<< Avevi detto che avresti risolto la cosa, bel modo cazzo! >> ringhiò.
<< Crowley i tuoi poteri torneranno >> disse pacato Aziraphale.
<< Torneranno e quando? E come faccio ad esserne certo? >>
<< Perché sono stato io a proporre questo accordo, loro avevano intenzione di farti diventare umano per sempre e una volta morto per te non ci sarebbe più stata via di ritorno. >>
Crowley fece una smorfia deglutendo.
<< Gli umani non muoiono definitivamente, tutta quella storia della reincarnazione...- >>
<< Nel tuo caso non ci sarebbe stata nessuna reincarnazione, ma io ho fatto in modo che ciò non accadesse. >>
<< E come? Dandogli i tuoi poteri? >>
Aziraphale sorrise amaramente.
<< Non avrebbero mai accettato, ho preso il tuo posto, i tuoi poteri torneranno e questo periodo da umano dovrebbe servirti per meditare sulle tue azioni. >>
<< Un attimo cosa? Ripeti quello che hai detto >> chiese Crowley guardandolo confuso.
<< Che i tuoi poteri...- >>
<< No, no prima >> sbottò.
<< Che ho preso il tuo posto...? >>
Il demone sgranò nuovamente gli occhi fissando l'angelo come se si fosse trasformato in un albero di natale.
<< Tu cosa hai fatto!? Ma ti ha dato del tutto di volta il cervello Aziraphale!? >> cominciò a marciare avanti e indietro mettendosi le mani nei capelli.
<< Era l'unico modo per salvarti >> spiegò.
<< Perché diavolo sei così calmo, lo capisci che quando morirai tu non...- >>
<< Lo so Crowley e l'ho accettato. >>
<< PERCHE'? >> strillo il demone guardandolo sgomento.
<< Solo in questo caso sarebbero passati sopra a ciò che hai fatto, già tanto se hanno negoziato con me Crowley, cosa avrei dovuto fare secondo te? >>
<< Lasciare che punissero me cazzo! >>
Aziraphale soffiò l'aria dal naso.
<< Modera il linguaggio ti prego. >>
<< Oh fanculo tu e il linguaggio Aziraphale, cazzo io non ci credo, non ci credo che uno come te abbia potuto accettare un patto così stupido! >>
Si agitava mentre gridava e non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi.
<< Cosa pensavi di fare quando hai avuto questa brillante idea? Credevi di fare il martire? Ti faceva piacere morire sapendo che avevi salvato una povera anima dal suo triste destino!? >>
<< Crowley... >>
<< No non avvicinarti cazzo! Io vorrei darti un pugno adesso! >>
<< Dammelo così ti sentirai finalmente meglio! >> sbottò l'angelo avvicinandosi e cercando i suoi occhi.
Il demone respirava a fatica, il suo petto si gonfiava e sgonfiava fino allo spasmo, aveva gli occhi spalancati, rossi e pieni di lacrime.
<< Tu non hai idea di quello che hai fatto, non dovevi farlo, non sei l'eroe della storia, nessuno si ricorderà di te...e >>
<< Crowley basta >> lo afferrò per i polsi e lo strinse in un abbraccio forte, il demone posò la fronte sulla sua spalla e cominciò a singhiozzare accasciandosi su di lui.
<< Non dovevi farlo...non dovevi...cosa succederà quando morirai...come farò io senza di te >> piangeva e il suo corpo magro si scuoteva, l'angelo gli accarezzava la schiena tentando di calmarlo anche se sapeva non sarebbe stato facile.
<< Me ne andrò felice sapendo di averti salvato la vita... >>
<< Io non te l'ho chiesto cazzo! >> la sua voce uscì attutita a causa della posizione.
<< Lo so, come io non ti ho mai chiesto di salvarmi ma tu lo hai fatto ugualmente >> rispose l'angelo con un tono di voce dolce.
<< Cosa succede se io muoio prima di tornare ad essere un demone? >> domandò corrugando le sopracciglia.
<< Ti daranno un altro corpo e rimarrai umano fino allo scadere del tempo, per un mese precisamente >> gli spiegò Aziraphale.
<< Quindi non posso nemmeno morire e aspettarti. >>
<< Crowley non avresti nessuno da aspettare...quello che possiamo fare è vivere il resto delle nostre vite...- >>
<< No! >> sbottò staccandosi dall'abbraccio.
<< Col cazzo che me ne sto qui a vederti morire, ora andiamo lassù e...- >>
<< Non possiamo, siamo umani ricordi? >>
<< Non me ne frega un accidente! >> e uscì dalla libreria, montò in macchina seguito dall'angelo che tentava di spiegargli l'impossibilità delle sue azioni, ma Crowley aveva il viso puntato verso la strada e sembrava non sentire nemmeno una parola.
Arrivarono nel luogo dove erano situati gli ingressi di inferno e paradiso, Crowley salì a due a due i gradini che portavano al piano di sopra ma una volta in alto quello che vide erano altri umani e negozi, così scese e afferrò Aziraphale per un braccio trascinandolo con sé per le scale ma anche all'angelo non accadde niente.
<< Te l'ho detto >> disse e il demone gemette frustrato accasciandosi sul pavimento con le lunghe gambe stese in avanti, i gradini della scala mobile gli sbattevano contro ma a lui non importava, si sentiva impotente, questa volta sul serio.
<< E' questo che si prova ad essere umani? >> domandò corrugando le sopracciglia, la domanda sembrava essere stata posta più a se stesso che all'angelo.
Aziraphale gli posò una mano sulla spalla.
<< Andiamo a casa Crowley. >>










 













 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Capitolo due


Il divano della libreria divenne il luogo fisso e prediletto dell'ex serpente dell'Eden, aveva preso locazione fissa facendo di quel luogo pieno di libri la sua nuova dimora, non che all'angelo dispiacesse averlo sempre intorno ma stava cominciando a pensare che l'amico fosse caduto in una sorta di depressione dalla quale non sembrava aver voglia di uscire.
<< No è coshi male... >> biascicò.
<< Essere umani dico >> un suono simile al singhiozzo rimbombò nella sua testa, storse il naso pensando che probabilmente era stato lui a produrlo, Aziraphale si avvicinò prendendogli la bottiglia di vino dalle mani.
<< Basta con questo, devi avere cura del tuo corpo e gli umani non possono sopportare una grande quantità di alcol senza sentirsi male. >>
<< Come non etto...è una m-merda >> gli scappò un ruttino e fece una smorfia.
L'angelo si sedette sulla poltrona sentendosi tanto un padre in procinto di fare una ramanzina al figlio adolescente.
<< Senti Crowley volevo parlarti di una cosa. >>
<< Mmm...la testa >> mugugnò tirandosi su a sedere, la maglietta era salita fino a scoprirgli la pancia.
<< Oh e questo cos'è? >> disse allargando gli occhi e indicando quel puntino che tutti gli umani avevano dalla nascita in mezzo alla pancia.
<< Non lo avevo prima...sono certo che non lo avevo >> di nuovo gli scappò un ruttino.
Aziraphale lo guardò con tenerezza e sorrise.
<< Si chiama ombelico e non è una cosa di cui devi preoccuparti caro. >>
<< Mmm devo...andare in bagno >> e finì nuovamente con la testa tra i cuscini, a quel punto l'angelo si alzò e lo raggiunse, lo prese per le braccia aiutandolo ad alzarsi.
<< Ascolta cosa faremo, adesso tu vai di sopra...- >>
<< Non posho andare di sopra mi hanno cacciato... >> mugugnò ma l'angelo lo ignorò continuando la frase.
<< Ti fai una bella doccia, io preparo qualcosa da mangiare e sono sicuro ti sentirai meglio. >>
Crowley ghignò e diede un buffetto con l'indice sul naso di Aziraphale.
<< Birichino...vuoi fare la doccia con m-me. >>
<< Temo non sia proprio possibile al momento >> e lo spinse piano su per le scale circondandogli la vita con un braccio, solo che era più difficile di quanto immaginasse, il demone continuava a divincolarsi, a voltarsi nell'abbraccio e mettergli il viso a pochi centimetri dal suo facendogli proposte indecenti.
<< Che vuoi che sia una doc...doccia ancelo. >>
<< Prima dobbiamo parlare ok? >> e lo spinse in bagno.
<< Ora svestiti e lavati, io ti aspetto di sotto. >>
<< Non so come si fa >> e incrociò le braccia come un bambino capriccioso.
<< Sì che lo sai, avanti Crowley perché mi fai penare così? >>
Il demone sollevò le spalle con l'aria di chi non avesse colpe al mondo e l'angelo si ritrovò a sbuffare, poi sorrise, lo amava quel testardo ed era sempre stato certo che anche da umano sarebbe stato così cocciuto, infatti aveva ragione.
<< Ti aiuto ma poi dovrai fare da solo. >>
Si avvicinò aiutandolo prima a togliersi la giacca, poi uno alla volta slacciò i bottoni della camicia lasciandola aperta, quando le sue mani arrivarono alla cerniera dei pantaloni si fermò di colpo, deglutì alzando lo sguardo e incontrò gli occhi marrone-dorato di Crowley, erano lucidi e macchiati da una sorta di desiderio, anche le sue labbra rosse sembravano invitarlo a compiere quel gesto, erano allineate in un mezzo ghigno che però non era di strafottenza.
Aziraphale prese coraggio e slacciò alla svelta anche i pantaloni poi si allontanò di qualche passo.
<< Ora dovrai fare da solo >> disse e uscì.
<< Angelo. >>
Si fermò in mezzo al corridoio voltandosi verso la voce dell'amico, era appoggiato con un lato del busto alla porta del bagno mentre il resto del corpo era nascosto dentro di esso.
<< Dimmi Crowley. >>
<< Niente solo che...sei bellissimo >> sorrise.
Ad Aziraphale scoppiò il cuore, arrossì e sorrise timidamente.
<< Grazie... >>
<< Anche tu lo sei. >>
Passò un'ora prima che il demone uscisse dalla doccia, quella semplice cosa si era rivelata molto piacevole, soprattutto per la sua testa che scoppiava e pulsava nemmeno ci fosse un branco di elefanti al suo interno.
<< Meno male che non voleva farla >> borbottò l'angelo finendo di apparecchiare.
<< Sento qualcosa di strano allo stomaco. >>
Aziraphale si voltò verso la voce e la sua faccia divenne bordeaux.
<< Crowley buon dio ti sembra il modo di presentarti!? >>
Il demone si guardò da capo a piede, non gli sembrava di avere nulla di strano, aveva trovato un asciugamano in bagno, se lo era legato alla vita ed era sceso di sotto, forse avrebbe potuto asciugarsi meglio, magari ad Aziraphale non erano andate giù le goccioline che aveva sparso sul pavimento.
<< Che c'è? Se è per le gocce...- >>
<< Sei mezzo nudo! >> squittì coprendosi il viso.
<< Oh...rimedio subito >> schioccò le dita, poi ancora e ancora.
<< Dannazione >> imprecò ricordandosi che non poteva compiere miracoli.
<< Tra poco arriverà il cibo, va a metterti qualcosa addosso. >>
Crowley ghignò.
<< Temi il fattorino possa vederci e pensare che stiamo compiendo atti compromettenti? >>
Se possibile l'angelo arrossì molto di più.
<< Noi non stiamo compiendo nessun atto, e ora fila a vestirti! >>
Quanto era adorabile quando si arrabbiava, pensò Crowley.
Il demone decise di non infierire ulteriormente, anche perché non conosceva il limite di rossore raggiungibile da un essere umano e temeva Aziraphale potesse esplodere per l'imbarazzo, però era così bello vederlo in preda alla vergogna, con quelle guanciotte rotonde come mele, sicuramente avrebbe ritentato qualche esperimento, in fondo essere umani poteva avere anche dei vantaggi.



...



Finalmente riuscirono a mettersi a tavola, Crowley era vestito per buona pace del cuore di Aziraphale e se non fosse per quel macigno che pesava su di loro sembravano una tenera coppia che cenava godendosi la compagnia reciproca, ma per quanto ancora sarebbero riusciti a ignorare la verità?
<< Non ti piace? >> domandò l'angelo mandando giù il penultimo boccone.
<< No è che non sono abituato a mangiare. >>
<< Immagino >> disse leccandosi le labbra, poi gli sfuggì una risatina.
<< Che c'è? >> domandò stizzito il demone sollevando un sopracciglio.
<< Sei buffo. >>
<< E per quale angelico motivo io sarei buffo? >> domandò e il pezzetto di cibo che teneva nella forchetta gli cadde nel piatto, cosa che lo fece innervosire.
<< Al diavolo! >> ringhiò.
<< Sei troppo nervoso Crowley, il cibo è come il vino, va assaporato. >>
<< Io non voglio assaporare un bel niente, voglio tornare a bere e basta come facevo prima! >>
Aziraphale sospirò pulendosi gli angoli della bocca, poi sorrise.
<< Presto potrai tornare a farlo. >>
<< Sempre se i tuoi manterranno la parola >> incrociò le braccia.
<< Lo faranno. >>
<< Non puoi saperlo. >>
<< Crowley ho dato in cambio la mia vita, immagino che anche l'angelo più meschino non rimarrebbe indifferente a questo >> si tolse il fazzoletto dalle gambe e lo posò sbattendolo sul tavolo, poi se ne andò in cucina, non voleva risultare nervoso ma non era riuscito a trattenersi, il demone lo seguì sentendosi un mostro.
<< Aziraphale mi dispiace io...- >>
<< Non è colpa tua >> rispose asciugandosi gli occhi.
<< Risolveremo questa faccenda, non possono semplicemente farti smettere di essere un angelo. >>
<< Crowley non c'è soluzione, mettiti il cuore in pace, è così e basta. >>
Il demone strinse i pugni.
<< Non posso credere che tu ti sia già arreso. >>
<< Credici invece, non è la prima volta che ti deludo >> lo superò passandogli accanto, poi si girò passandosi una mano tra i capelli.
<< Quello che volevo dirti era che puoi stare qui quanto vuoi ma non voglio tu ti deprima, non smettere di vivere a causa mia, capisco sia difficile non avere più i tuoi poteri ma presto torneranno e per quanto riguarda me sono io che devo farci i conti, è stata una mia scelta e non me ne pento. >>
Per quella sera la conversazione venne chiusa lì, erano entrambi stanchi e confusi, in più dovevano fare i conti con i bisogni del loro corpo e i dolori che ogni tanto potevano comparire, era tutto nuovo ma il demone certo non si sarebbe fatto scoraggiare da questo e soprattutto non aveva intenzione di arrendersi senza lottare.
Andarono a dormire ma quella notte il sonno sfuggì a tutti e due, tanti i pensieri che avevano nella testa, le preoccupazioni e scoprirono che la mente umana era molto più fragile e quei pensieri si trasformarono presto in brusii incessanti e difficili da mandare via.
Il mattino dopo si alzarono sentendosi due stracci, soprattutto Crowley che per la millesima volta maledì il corpo umano.
<< Mi fa male tutta la schiena >> si lamentò il mattino dopo stiracchiandosi.
<< Questo perché dormi in una posizione impossibile sul divano >> rispose Aziraphale che sembrava già più tranquillo, forse la notte lo aveva aiutato a rasserenarsi pensò il demone, in realtà era semplicemente rassegnato, in quella nottata tremenda era giunto alla conlusione che la cosa migliore per lui e per l'amico fosse accettare la sua condizione, senza tentare di cambiare qualcosa che questa volta non aveva soluzione.
<< Mi piace il tuo divano >> sbadigliò.
<< Crowley ci servono nuovi vestiti, ho pensato che potremmo andare a fare colazione poi cercare qualche negozio. >>
<< Che hanno che non va i nostri vestiti? >>
<< Nulla caro ma si sporcheranno e non possiamo tenerli puliti come facevamo prima, e poi ci servono dei pigiami e magari delle pantofole. >>
<< Angelo frena >> lo fermò mettendo le mani avanti.
<< Mi sta già venendo male alla testa. >>
<< Dovrai fartelo passare, non voglio che i clienti entrino qui e sentano odore di sudore. >>
<< A me piace il sudore >> sbuffò Crowley.
L'angelo prese il cappotto.
<< A te piacciono molte cose che non piacciono a me, ma visto che vivi qui... >>
<< Tu ti piaci Aziraphale? >> domandò a bruciapelo, l'angelo sbatté le palpebre e ci pensò qualche secondo.
<< A volte sì >> rispose.
<< Allora una cosa in comune l'abbiamo >> disse con un sorrisetto, gli passò accanto senza dimenticare di lanciare una profonda occhiata a quelle belle guanciotte che diventarono rosse come due bei pomodori maturi.
Dopo colazione girarono alcuni negozi ma senza trovare nulla che facesse al caso loro, finalmente dopo il quinto riuscirono ad adocchiare qualcosa che gli piaceva, Crowley ci mise due minuti a racimolare roba mentre Aziraphale...
<< Angelo per l'amor di tutti i cieli quanto ci metti!? >> domandò lasciandosi scivolare sulla poltroncina fuori dal camerino che era anche molto scomoda.
<< Un minuto Crowley, devo vedere se mi sta bene. >>
<< Ma è la terza volta che ti provi la stessa cosa e ti ho già detto che ti sta divinamente! >>
<< AH non ci credo che l'ho detto >> si strusciò una mano sulla faccia.
<< Tu lo dici di tutte le cose che mi metto, non sei affidabile >> squittì causando un ringhio nel suo accompagnatore.
Di fianco a lui un ragazzo stava vivendo la sua stessa agonia, si voltò a guardarlo, i due si scambiarono un'occhiata comprensiva.
<< E' la prima volta che fate shopping insieme? >> domandò il giovane.
<< Sì...e probabilmente anche l'ultima >> borbottò il demone facendo ridere il ragazzo.
<< Abituatici amico sarà sempre peggio. >>
Crowley si sistemò meglio sulla poltroncina.
<< Che accidenti significa? >> domandò.
<< La mia ragazza passa almeno un'ora nel camerino di ogni negozio >> spiegò grattandosi la nuca, Crowley impallidì.
<< E come diamine fai a sopportarlo? >>
<< Bè...forse perché la amo e poi lei già deve sopportare me >> ridacchiò.
Il demone si voltò a fissare il camerino e sentì Aziraphale borbottare.
<< No questo decisamente non mi sta bene. >>
Anche lui lo amava, solo dio forse sapeva quanto ma tutto questo era l'inferno, era peggio di qualsiasi girone infernale.
<< Angelo se non ti dai una mossa giuro su d...su qualcuno che vengo lì! >>
<< Non ti azzardare sai, sono senza maglietta! >> squittì.
<< E allora muoviti a metterla così ce ne andiamo. >>
<< Ho altri capi da provare! >>
<< O per l'amor del paradiso! >> si alzò e aprì la tenda, quasi non gli venne una sincope per le risate che dovette trattenere.
<< Che ti sei messo addosso? >>
Aziraphale tirò la tenda e mise il broncio.
<< Se sei qui per prendermi in giro puoi anche andartene. >>
<< No è che sei strano... >>
<< Piantala di ridacchiare >> sbottò l'angelo con le guance rosse.
<< Signori non si può stare in due in camerino >> li rimproverò la commessa.
<< Visto? Ci hai anche fatti sgridare >> sussurrò irritato Aziraphale.
<< I fenicotteri ti donano angelo. >>
Aziraphale lo spinse fuori e sbuffò, era davvero impossibile fare shopping con lui, alla fine optò per due maglioni e tre camice poi prese altri due paia di pantaloni e un pigiama verde con i pallini colorati perché era l'unico che era rimasto, capo che ovviamente Crowley aveva deriso, "sembrerai un albero di natale angelo", bè sempre meglio assomigliare a un albero di natale che dormire in mutande come faceva lui pensò.
C'erano state volte in cui Aziraphale aveva fantasticato come sarebbe stato vivere con il suo migliore amico, si immaginava loro due a condividere armadi e cassetti, cucinare insieme e svolgere attività sorridendosi e scambiandosi qualche bacio affettuoso, purtroppo dovette constatare che era l'esatto opposto.
<< Crowley! >> i passi dell'angelo lo avvisarono che probabilmente aveva fatto qualcosa di sbagliato, lo vide entrare nella saletta con in mano uno dei suoi calzini.
<< Oh ecco dov'era >> si alzò e glielo prese di mano.
<< Si può sapere perché lasci in continuazione la tua roba in giro? L'ho trovato su una sedia quello >> aveva le mani appoggiate ai fianchi e un tenero broncio.
<< Perché ti scaldi tanto è solo un calzino. >>
<< L'ultima volta non era un calzino ed era su un ripiano dei libri, cosa penseranno i clienti se...- >>
<< Ti preoccupi troppo. >>
Aziraphale puntò l'indice verso di lui agitandolo.
<< E' questione di buone maniere Crowley, ti ho detto che puoi usare il mio armadio e i cassetti, fortuna ha voluto che prima di diventare umano mi sia miracolato tutto l'occorrente, non capisco dove sia la difficoltà! >>
La mente del demone era stata attirata da altro.
<< Già, era da un po' che volevo chiedertelo, perché tutta questa roba? >>
<< Perché mi piaceva fare le cose da solo senza ricorrere ai miracoli e poi come ti avevo detto mi avevano redarguito sui miracoli frivoli >> spiegò con il tono di voce ancora vagamente irritato.
<< Ah già... >>
<< Comunque stamattina sono uscito e ho preso una cosa per te. >>
Crowley sbatté le palpebre incredulo.
<< Per me? >>
<< Sì... >>
Aziraphale uscì dalla stanza e tornò con una busta, Crowley la prese e ne tirò fuori un pigiama di seta rossa.
<< Wow è...fantastico ma che dovrei farci? >>
<< Sono stanco di vederti in mutande e trovo che il rosso ti doni. >>
<< Era un complimento quello? >> ghignò, Aziraphale sollevò gli occhi al cielo nascondendo un sorrisetto.
<< Zitto e provalo così se non ti sta bene lo cambio. >>
<< A me piace dormire in mutande però... >>
L'angelo sbuffò spazientito.
<< Se vuoi stare qui queste sono le regole >> disse uscendo per non ascoltare altre lamentele.
<< Se stessimo insieme non ti lamenteresti affatto, anzi ti piacerebbe! >> sbottò Crowley andandogli dietro.
<< No caro hai sbagliato, l'essere fidanzati non ti darebbe il diritto di portare in giro liberamente i tuoi gingilli. >>
Il demone piegò la testa di lato << gingilli? >>
<< Senti Crowley non ti sto chiedendo la luna, è solo un pigiama, non mi va di litigare per ogni cosa >>
<< Saresti stato risparmiato da questa incombenza se invece di fare il difficile avessi accettato di stare con me, e non saremmo nemmeno in questo casino, con io senza poteri e tu che presto sparirai dalla faccia della terra! >>
Aziraphale abbassò le sopracciglia deluso e ferito.
<< Sapevo che non poteva durare >> disse dirigendosi in cucina.
<< Che cosa? >> domandò Crowley.
L'angelo strinse lo straccio che usava per asciugare i piatti poi si voltò verso di lui.
<< Questo fare finta di nulla, solo poco tempo fa mi odiavi, non volevi nemmeno rivolgermi la parola e ora tutto d'un tratto ti sei trasferito qui e non mi molli un secondo. Per questo volevo parlarne, quando i problemi non si affrontano finiscono per caderci addosso quando meno ce lo aspettiamo. >>
<< Le cose sono cambiate angelo >> disse corrugando le sopracciglia.
<< Non mi pare proprio, è evidente che ce l'hai ancora con me e certo non osavo sperare nel contrario. >>
<< Mi hai salvato la vita, come posso continuare ad essere arrabbiato? >> domandò, davvero non riusciva a capirlo?
<< Questa a casa mia si chiama pietà o compassione, fingi di non odiarmi solo perché ti faccio pena >> tentò di uscire ma venne bloccato dalla mano di Crowley che lo afferrò per il polso.
<< Io non ti ho mai odiato e... >>
<< Non cambia le cose >> sospirò Aziraphale.
<< E va bene ero tanto arrabbiato con te e adesso non lo so sinceramente se lo sono ancora, ero arrivato a pensare che quello che dicevi di provare fosse finzione anche se una parte di me non voleva crederci ma dopo quello che hai fatto... >>
<< Hai sacrificato la tua vita per me, continuo a pensare che non dovevi farlo, mi fa uscire di testa ogni volta che ci penso e sì probabilmente è per questo che ti ho perdonato, detesto l'idea di perderti e avrei voluto urlarti addosso e poi andarmene ma non posso, non ci riesco. Non odio te ma quello che hai fatto sì, però allo stesso modo ti amo e se davvero alla fine dovrò...Se alla fine non dovessi rivederti mai più non voglio sprecare nemmeno un minuto. >>
Aziraphale sollevò di poco il viso giusto lo spazio necessario per incontrare i suoi occhi, poteva leggervi tutta la sincerità delle parole che aveva appena pronunciato e questo lo rincuorava, solo che il macigno che aveva nel petto era ancora troppo grande per potergli permettere di vivere serenamente quel momento.
<< Mi dispiace di averci messo tanto... >>
<< A cosa ti riferisci? >> domandò Crowley sollevando un sopracciglio.
<< Sto dicendo che hai ragione tu, che se non avessi avuto tanta paura io e te... >>
<< Adesso hai paura? >> domandò di getto il demone.
Aziraphale deglutì.
<< N-No. >>
<< C'entra qualcosa il fatto che siamo umani? >>
<< Forse >> rispose scuotendo la testa poi sollevò le spalle.
<< Non lo so Crowley, sono stato così bene con te in questi giorni che mi viene da pensare che se avessi dato una possibilità a noi due probabilmente avrei capito che le mie paure erano inutili. >>
Poi riprese.
<< Alla fine le cose terribili sono successe comunque anche se eravamo separati, anzi sono successe proprio per questo motivo. >>
Crowley gli accarezzò il viso.
<< Io avrei dovuto rispettare i tuoi tempi...- >>
<< Hai aspettato tanto Crowley. >>
<< No lasciami finire, voglio dire che se dopo secoli sei riuscito ad ammettere di amarmi sarebbe potuto accadere lo stesso riguardo allo stare insieme, se ti avessi aspettato e ti fossi rimasto accanto forse ti avrei potuto infondere sicurezza. >>
Abbassò lo sguardo.
<< Non sono stato un buon amico, alla fine quello era il nostro primo problema da coppia >> virgolettò la parola con le dita.
<< E io sono fuggito preferendo starti alla larga per non peggiorare le cose >> rispose Aziraphale, poi lo guardò tristemente e si appoggiò con la testa al suo petto, il demone allungò una mano posandola sulla nuca bionda e piano con movimenti lenti delle dita l'accarezzò mentre con l'altro braccio gli avvolse la schiena.
<< Troveremo una soluzione a questo casino angelo e non dirmi di non provarci perché questa volta non ti ascolterò, finché avremo tempo continuerò a tentare. >>
<< Va bene Crowley, proviamoci. >>
Il demone sorrise scostandosi di poco per poterlo guardare.
<< Davvero? >> domandò con gli occhi che brillavano, l'angelo annuì anche se dentro di sé non nutriva molta speranza, però Crowley aveva ragione, alla fine gli restava ancora del tempo da vivere, al massimo non avrebbero risolto nulla ma almeno l'avrebbero passato l'uno accanto all'altro.



...


Una sera mentre Crowley era attaccato al cellulare cercando qualcosa che potesse aiutarli con il loro problema il telefono della libreria prese a squillare, si alzò dalla poltrona sbuffando, con l'intenzione di mandare da qualche parte, probabilmente in un luogo poco carino, chiunque lo avesse disturbato nelle sue faccende.
<< Chi diavolo è? >> rispose.
<< Lei è il signor Crowley? >> domandò la voce dall'altro capo, il demone si insospettì, era strano che qualcuno chiamasse in libreria per cercare lui.
<< Sì chi parla? >>
<< Chiamiamo dall'ospedale, il signor Zira ha chiesto di chiamare lei...- >>
La mente del demone si annebbiò di colpo.
<< Un momento Az...Zira? Sta bene? >>
<< Più o meno, ha il naso rotto, per questo ci ha chiesto di chiamare lei, chiede se può venirlo a prendere. >>
Rotto. Il suo angelo aveva qualcosa di rotto. Un brivido lo percorse per intero. Deglutì.
<< Certo arrivo subito. >>
Si fiondò in auto maledicendo il traffico e il fatto di non avere più i suoi poteri, rischiò due incidenti pur sapendo che non poteva permettersi di andare veloce come faceva quando era ancora un demone, ma Aziraphale era in ospedale, aveva bisogno di lui, strinse il volante digrignando i denti, non avrebbe dovuto lasciarlo uscire da solo.
Quando arrivò in ospedale investì la receptionist di domande per sapere in quale stanza fosse, poi corse via, sembrava come impazzito, il suo cuore martellava furiosamente nemmeno gli avessero detto che il suo amico fosse in pericolo di vita, ma per lui immaginare Aziraphale con anche solo un graffio era inimmaginabile.
Presto trovò la camera e quando vi entrò lo trovò seduto sul letto con i piedi che sfioravano il pavimento, stava bene, aveva le mani congiunte in grembo e un piccolo tutore sul naso, quello stonava con tutta la sua persona, non doveva succedere, lui doveva essere immortale, era nato per vivere per sempre, la sua vita non era quasi mai stata una preoccupazione per il demone, perché sapeva che sarebbe stato praticamente impossibile che succedesse qualcosa.
Si fiondò da lui posandogli una mano sul viso e una sulla spalla.
<< Angelo che cosa è successo? Stai bene? >> nei suoi occhi e anche nella sua voce si poteva leggere tutta la preoccupazione che ancora non era passata pur avendolo davanti vivo e vegeto.
<< Mi dispiace averti disturbato caro, in fondo non è niente, ma non me la sentivo di tornare a casa da solo, mi gira un po' la testa. >>
Crowley lo ispezionò con lo sguardo senza staccarsi un secondo da lui.
<< Non devi neanche dirlo, ma cosa ti hanno detto qui? Ti hanno controllato per bene? Sono sicuri che...- >>
<< Sì tranquillo hanno detto che è tutto nella norma, devo solo riposare. >>
<< Ti va di raccontarmi come... >>
L'angelo annuì piano, spostò lo sguardo prima da un lato poi dall'altro.
<< Sono rimasto coinvolto in una rissa. >>
<< Una rissa angelo? Come diavolo è possibile? >> domandò sgranando gli occhi.
Aziraphale alzò appena le spalle.
<< Se la stavano prendendo con un uomo per strada e io sono intervenuto. >>
Crowley sgranò gli occhi, lasciò cadere il capo verso il basso e a quel puntò scivolò via da lui.
<< Si può sapere cosa ti è saltato in mente? >> lo rimproverò.
<< Dovevo farlo, è mio dovere...- >>
<< No! >> sbottò.
<< Lo era un tempo probabilmente ma adesso non puoi permetterti di rischiare, soprattutto per una cosa così stupida! >>
Odiava tutto in quel momento, odiava gli angeli, i demoni, gli umani e in particolar modo chiunque aveva messo le mani addosso al suo angelo e odiava anche lui e il suo stupido naso rotto, solo il pensiero di come avrebbero potuto andare le cose lo fece rabbrividire.
<< Non potevo certo rimanere indifferente mentre quel poveretto veniva malmenato. >>
<< Invece sì Aziraphale, se avessero avuto una pistola o un coltello? E se te l'avessero puntata contro? Se invece del naso avessero colpito un organo vitale angelo mi spieghi adesso a che cosa sarebbe servito il tuo stupido gesto eroico? Mi spieghi io...io che cosa avrei dovuto fare? Che cosa... >> stava piangendo e non se n'era nemmeno reso conto, aveva la voce sottile e frammentata, gli occhi gonfi di lacrime che scendevano senza sosta, in poche parole era sconvolto.
Aziraphale deglutì e si alzò non aspettando un secondo a stringerlo tra le braccia, Crowley si accasciò sulla sua spalla continuando a piangere.
<< Angelo mi dici come avrei fatto se fossi morto? >>
<< Mi dispiace Crowley...io non avrei mai voluto farti stare così male. >>
<< Non farlo mai più, promettimi che non rischierai più in questo modo... >>
<< Crowley...sarebbe potuto accadere anche prima >> gli sussurrò nell'orecchio.
<< Non è vero, lo sai che non è vero. Era diverso, nell'ipotesi peggiore ti avrebbero dato un nuovo corpo. >>
Aziraphale sospirò posandogli una mano sul retro della nuca, gli accarezzò delicatamente quei morbidi e sottili fili color rubino, si scostò per avere modo di guardarlo negli occhi.
<< Nel caso peggiore qualcuno avrebbe potuto usare il fuoco infernale >> sussurrò ma Crowley scosse la testa.
<< I demoni non se ne vanno in giro a uccidere gli angeli, abbiamo delle regole anche noi, al massimo li infastidiscono e per quanto riguarda la tua fazione, loro volevano ucciderti perché ti sei alleato con me, altrimenti non lo avrebbero fatto. >>
<< Crowley... >>
<< Angelo ti prego >> posò la fronte su quella dell'altro.
<< Ti prego >> chiuse gli occhi.
Aziraphale era esausto, annuì sapendo che quello era l'unico modo per chiudere quella conversazione e tornare a casa, si sentì in colpa per avergli mentito ma conosceva il suo demone, sapeva quanto fosse testardo, non avrebbe rischiato la vita stupidamente certo ma non poteva andare contro la sua stessa natura e non solo quella angelica, essere buono e aiutare il prossimo faceva parte di lui, angelo o meno.
Il viaggio in auto fu silenzioso, nessuno dei due sembrava sapere quale fosse la cosa giusta da dire, e forse non c'erano parole giuste o sbagliate in quella situazione, Crowley si stava sforzando di non tappezzare la città fino a che non avesse trovato lo stronzo che aveva rotto il naso al suo migliore amico, Aziraphale invece era nervoso e teso, non aveva mai visto il demone così chiuso e con un'energia altamente distruttiva, sembrava quasi che avrebbe potuto uccidere chiunque con uno sguardo.
Una volta giunti in libreria Aziraphale si mise subito a dormire, il suo corpo umano aveva subito troppi scossoni per una sola giornata e non avrebbe retto anche un'eventuale discussione, il demone invece rimase sveglio tutta la notte per tenerlo d'occhio, nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa e le sue stupide orecchie ora troppo deboli non lo avessero sentito.
La verità però era che aveva paura, temeva che se si fosse addormentato il suo angelo sarebbe scomparso, quello che era successo quel giorno lo aveva lasciato con un senso di panico peggiore, finora da quando avevano perso i loro poteri non era ma stato faccia a faccia con il vero rischio di perderlo ed era una sensazione orribile, non poteva permettere che accadesse.
Il mattino dopo Crowley si mise in testa di voler preparare la colazione, era tutto indaffarato quando Aziraphale scese, sorrise trovandosi davanti quella scena così casalinga e tenera.
<< Buongiorno caro. >>
Il demone si voltò causando un urletto da parte di Aziraphale.
<< Che è successo ai tuoi occhi? >>
Crowley se li sfregò sbadigliando, avevano delle profonde occhiaie scure ed erano molto arrossati, questo perché aveva pianto tutta la notte.
<< Pare che questo stupido corpo non regga una notte senza sonno. >>
Aziraphale corrugò le sopracciglia.
<< Oh caro non sei riuscito a dormire? >>
L'altro sollevò le spalle.
<< Non ho voluto in realtà. >>
<< Perché? >>
<< Lascia stare angelo, tu come stai? >> si avvicinò studiando quel bel viso che amava alla follia.
<< Il naso mi fa un po' male ma passerà, stai preparando qualcosa di buono? >> domandò riferendosi al cibo.
Crowley si voltò a guardare il suo mezzo disastro.
<< Buono non lo so, forse è meglio se andiamo a fare colazione fuori. >>
<< Voglio assaggiare >> disse Aziraphale avvicinandosi, prese un pezzetto di muffin, lo mise in bocca e i suoi occhi cominciarono a lacrimare, si sventolò il viso con una mano.
<< Hai messo il peperoncino? >>
<< Che ne so Aziraphale credevo fosse cannella! >>
<< Ma come hai fatto a scambiare il peperoncino con la cannella, oh santo cielo mi serve del latte >> squittì andando ad aprire il frigo.
<< Non c'è, l'ho finito tutto cercando di fare una cosa. >>
L'angelo mugugnò dovendo accontentarsi dell'acqua.
<< Eddai angelo non fare quella faccia, sono sicuro che... >> prese un pezzettino anche lui di muffin.
<< Stai esagerando >> e se lo mise in bocca, anche i suoi occhi si bagnarono subito e si ritrovò a sputacchiare ovunque.
<< Cazzo che schifo! >>
Si guardarono per un istante poi scoppiarono a ridere, era da tempo che non si concedevano una bella risata, soprattutto che non la condividevano, l'ultima volta era stata nel giardino quando erano sopravvissuti alla vendetta dei loro capi, da allora le risate si erano spente e invece si resero conto che avrebbero dovuto farlo più volte, era così bello ridere insieme.
Quando la risata scemò rimasero solo i loro sguardi incollati gli uni agli altri, tutto il resto era sparito, esistevano solo loro due e Crowley non resistette più, si avvicinò ad Aziraphale mettendogli una mano sul viso e lo baciò, lo aveva già fatto una volta ed era andata male, ma da quando era diventato umano aveva cominciato a nutrire un senso di speranza così forte che era difficile da ignorare.
Dal canto suo l'angelo si era reso conto da tempo di essere stato uno stupido e di aver preso un sacco di decisioni sbagliate che lo avevano portato inevitabilmente dove voleva evitare di andare, aveva fatto tanto per proteggere l'amico che alla fine in pericolo ci era finito lo stesso, e l'esperienza del giorno prima gli aveva dato il colpo di grazia, la sua vita oramai era una sola e doveva viverla al meglio.
Avrebbe tanto voluto essere lui a farlo, prenderlo alla sprovvista e baciarlo ma credeva di non averne più il diritto dopo avergli detto più volte che la loro storia era impossibile, ma Crowley trovava sempre il modo di stupirlo e dimostrarsi coraggioso per entrambi.
Aziraphale si avvicinò di modo da far combaciare i loro corpi, posò una mano sul petto dell'amico e inarcò la testa all'indietro per dargli più spaziò, mugolò in quel bacio così bello finalmente lasciandosi del tutto andare, quando Crowley si staccò rimase a pochi centimetri dalle sue labbra.
<< Aspetta un secondo angelo >> sussurrò senza fiato.
Deglutì sentendo i battiti del cuore arrivargli alle orecchie, chiuse gli occhi sfiorando il naso di Aziraphale con il suo poi lo baciò ancora, questa volta in maniera più delicata.
<< Ora puoi rifiutarmi >> disse avendo ritrovato il modo giusto di respirare.
<< I-Io >>  
<< Ti prego non prolungare la mia agonia finirò per illudermi >> deglutì nuovamente senza trovare il coraggio di allontanarsi. 
L'angelo voleva parlare ma non riusciva a trovare le parole, aveva la gola secca.
Crowley sospirò decidendo a malincuore di allontanarsi ma Aziraphale non gliene diede il tempo, lo afferrò per la giacca e lo tirò verso di sé.
<< Io non voglio farlo >> disse.
Il demone sollevò e congiunse le sopracciglia.
<< Non capisco >> disse.
Aziraphale posò la fronte sulla sua.
<< Non voglio rifiutarti né ora né mai. >>
<< Az...io non...Lo fai solo perché siamo umani? >>
<< No, lo faccio perché sono io, perché sono stato un idiota e un egoista, ho sprecato tanto di quel tempo. Crowley è da quando mi sono innamorato di te che desidero una vita in cui possiamo stare insieme, ma non mi sono mai reso conto che ce l'avevamo già, tutti i pericoli che sono capitati li abbiamo sempre affrontati con successo e avevi ragione tu che non faceva alcuna differenza se ti avessi perso da amico o da fidanzato. >>
<< S-Se non mi credi va bene, ti capisco. >>
Crowley si scostò spostando lo sguardo altrove, voleva credergli con ogni cellula del suo corpo, ma temeva che se avessero avuto successo nel loro obbiettivo Aziraphale si sarebbe tirato indietro un'altra volta.
<< Cosa succederà quando tornerai ad essere un angelo? >> domandò stupendosi di aver posto quella domanda, solitamente preferiva tenersi le cose scomode per sé.
<< Intanto non sappiamo se accadrà, comunque non cambierebbe una parola di ciò che ho detto, ti voglio Crowley, potrebbe scendere anche Dio in persona che non rinuncerei a te >> disse deglutendo con un lieve tremore nella voce.
Il demone fece un sorrisetto.
<< Questo non è molto angelico da dire >> lo prese in giro e Aziraphale sollevò le spalle.
<< E' una vita che non mi comporto da angelo, non so nemmeno più cosa voglia dire. >>
Crowley si avvicinò di nuovo posandogli una mano sul viso.
<< Su questo non posso concordare, sei migliore di tutti loro >> disse soffiando quelle parole sulle labbra morbide dell'altro.
<< Non di tutti... >> sussurrò Aziraphale.
<< Per me sì >> rispose Crowley facendolo sorridere.
<< Vuoi sempre averla vinta? >>
<< Sono un demone, è il mio lavoro vincere >> ghignò.
Aziraphale gli sfiorò il viso con le dita.
<< Bè una cosa l'hai vinta di sicuro. >>
<< Sarebbe? >>
<< Il mio cuore >> rispose per poi tirarlo in un tenero e lungo bacio.


...



La vita da umani procedeva bene, aveva dato loro l'occasione di sperimentare molte cose e sensazioni che probabilmente nella loro precedente condizione sarebbero state diverse, certo non era sempre facile, lo stare insieme non aveva risolto i loro problemi e timori, si ronzavano intorno con delicatezza toccandosi e sfiorandosi come se avessero paura di rompersi.
Litigavano spesso ma i non detti erano inferiori a quelli di un tempo, inoltre il mese stava per scadere e questo significava che presto Crowley avrebbe riottenuto i suoi poteri, Aziraphale fingeva che questo non gli causasse nessuna emozione ma il demone sapeva che non era così, per questo tentava di non fargli pesare la faccenda ma l'angelo finiva per arrabbiarsi dicendo che non gli piaceva essere trattato da stupido e che l'ultima cosa che gli serviva era la compassione.
Del loro rapporto non avevano ancora deciso niente, non si erano guardati negli occhi dicendosi "stiamo insieme", era ovvio che fosse così ma era ancora troppo presto per pronunciarlo, si comportavano da coppia, si amavano ogni giorno di più ma ufficializzare il tutto quando ancora non avevano risolto il problema di Aziraphale gli sembrava un passo troppo grande.
Sarebbe stato più doloroso perdersi, dire "ho perso il mio fidanzato" faceva più male che dire "ho perso la persona che amavo e che amava anche me."
Qualcuno avrebbe detto che era la stessa cosa ma per loro no, adesso più che mai avevano bisogno di certezze e di poggiare i piedi su un terreno stabile, procedere un passo alla volta tenendosi per mano così che se uno dei due fosse scivolato ci sarebbe stato l'altro ad aiutarlo a rialzarsi.
Giunse l'ennesima sera, i due si scambiarono un bacio prima di darsi la buona notte e poi Aziraphale salì di sopra mentre Crowley si sistemò sul divano come ogni notte, la sua schiena gli lanciava urli lancinanti ma lui si limitava ad ignorarla avendo ben altro a cui pensare.
Quella volta però accadde qualcosa di diverso, il demone si ritrovò l'angelo ai piedi del divano.
<< Che succede, stai bene? >> gli domandò non capendo quella stranezza.
L'altro titubò un po' prima di rispondere.
<< Mi chiedevo se ti andasse di venire di sopra con me >> rispose, le sue guance si velarono di rosso ma fortunatamente erano in penombra e non si vedevano.
Crowley deglutì, dovette mettersi seduto prima di elaborare quella nuova informazione.
<< Intendi per dormire insieme nello stesso letto? >>
Aziraphale annuì ma poi si ricordò che erano al buio e rispose a voce.
<< Sì, non sei obbligato ma mi farebbe piacere. >>
<< Angelo lo sai che non devi fare cose per farmi piacere, ti ho detto che mi sta bene andare piano. >>
<< Crowley il punto è che farebbe piacere a me averti vicino come fanno tutti gli umani che hanno una sorta di...relazione. >>
<< Solo se lo vuoi anche tu, non sei certo costretto. >>
Crowley scattò in piedi come una molla.
<< Certo che voglio >> disse sorridendo poi lo prese per mano e cominciarono a salire le scale.
<< E' solo che Aziraphale a volte non so fin dove posso andare per non spaventarti >> confessò quando furono sull'ultimo gradino.
<< Tu prova, fa quello che senti, al massimo sarò io a dirti di non andare oltre. >>
<< Anche se... >>
<< Anche se? >> domandò il demone.
Aziraphale si strinse nelle spalle, spostò lo sguardo altrove.
<< Non so nemmeno se ti fermerei davvero, non credo più di avercelo un limite. E' solo che sono stanco...stanco di avere paura, stanco di dover misurare ogni gesto, stanco di deluderti. >>
<< Tu non mi deludi >> sussurrò Crowley faticando a trovare la voce.
<< Sai che non è vero, vorrei poter avere una relazione normale dove posso baciarti se mi va di farlo e tu lo stesso. >>
<< Questo già lo facciamo angelo. >>
<< Sì ma... >> si strinse nuovamente nelle spalle.
<< Vorrei che valesse anche per tutto il resto. >>
Il demone gli sfiorò delicatamente il viso con i polpastrelli.
<< Possiamo farlo e vedere come va, nessuno ce lo impedisce e io lo desidero >> gli sfiorò il labbro inferiore con il pollice.
<< Però c'è solo una cosa, non voglio tu ti senta obbligato a correre per via delle nostre condizioni attuali. >>
Ad Aziraphale caddero le braccia, si sentì un grosso peso sul petto, sospirò pesantemente e spostò lo sguardo per via degli occhi lucidi.
<< Se ogni cosa che ti dico tu devi pensare che lo faccio solo perché sono umano non ha nemmeno senso continuare >> sbottò ferito entrando in camera sua.
Crowley un tempo sarebbe tornato di sotto, avrebbe atteso che la rabbia gli fosse passata e avrebbero ignorato la discussione, ma il non parlare li aveva portati a incomprensioni e ferite che difficilmente si sarebbero rimarginate e lui non voleva più questo, dovevano diventare qualcosa di nuovo così lo seguì in camera.
<< Possiamo aspettare che torno ad essere un angelo, così posso dirti esattamente le stesse cose che ti sto dicendo adesso e tu potrai finalmente metterti il cuore in pace. >>
Era seduto sul bordo del letto, sicuramente stava piangendo, si poteva capire dalla voce e dalle sue mani che continuavano a sfregarsi gli occhi, Crowley salì sul materasso e gattonando lo raggiunse, lo baciò sul collo posandogli poi le mani sulle spalle.
<< Sempre se accadrà perché la vedo dura, non so se potrò mai recuperare ciò che ero >> disse poi l'angelo.
<< Mi dispiace Aziraphale, ho parlato a sproposito come faccio sempre, però tu hai ragione >> gli accarezzò piano le spalle.
<< Non possiamo continuare a vivere nella paura, io temo sempre che possa finire tutto, che una volta risolto il problema ti salga nuovamente il panico e mi lasci di nuovo lì ad agonizzare come un idiota per il tuo amore, e ho paura delle cose che potrei fare senza di te. Ma non posso continuare a temere questo, anche perché le cose potrebbero finire comunque e per qualsiasi motivo e poi io mi fido di te. Sono certo che ciò che mi hai detto sia vero, solo che a volte quel terrore ritorna e...- >>
<< Ti capisco Crowley >> disse Aziraphale voltandosi verso di lui.
<< Vivevo ogni giorno ripetendomi che sarebbe stato diverso, che avrei scelto te senza pensare alle conseguenze ma ogni volta mi assaliva il timore e alla fine gettavo la spugna. Però non voglio più che sia così, è che ti amo e amare non è sbagliato, rinunciare all'amore sì... >> l'ultima frase la sussurrò sentendosi colpevole di averlo fatto per anni.
Il demone gli baciò la nuca bionda, la riempì di baci scoprendo solo in quell'istante quanto gli piacesse sentire i soffici capelli del suo compagno e amico di una vita solleticargli labbra e naso, e poi profumavano di vaniglia e cannella e Aziraphale gli aveva più volte giurato che non usava nessuno shampoo particolare quindi significava che quello era il loro vero odore, non avrebbe dovuto piacergli così tanto ma cosa poteva farci, aveva perso la ragione da parecchio tempo per via di quel bellissimo angelo che gli aveva sorriso un tempo lontano sulle mura dell'Eden.
<< Abbiamo ancora tempo...Ricordo poche cose del paradiso ma una in particolare mi è sempre rimasta impressa anche dopo la caduta, la diceva l'onnipotente, io non capivo cosa significasse ma adesso credo di averlo capito. Mi ripeteva che dal passato dobbiamo imparare e non portarcelo sulle spalle come un fardello, amava dire che questo era uno degli insegnamenti che voleva dare ai suoi figli, io credevo parlasse di noi ma ora so che si riferiva anche agli umani. >>
Aziraphale sorrise come faceva ogni volta che scopriva la dolcezza del suo demone.
<< E' un bellissimo ricordo e Lei non aveva tutti i torti >> disse.
<< Quando mai ha torto angelo >> lo baciò poi prendendogli il viso tra le mani.
<< Stai dicendo che ha sempre ragione? >> la sua voce aveva un tono divertito.
<< Bè devo darle il merito di aver creato te, e se qualcuno fa qualcosa di così bello non può avere torto. >>
L'angelo arrossì, si alzò e prese Crowley per il pigiama spingendolo poi sul materasso.
<< Oh Crowley...sei così... >>
<< Se dico dolce ti arrabbi? >>
<< No, questa volta no >> sorrise accarezzandogli una guancia e poi si scambiarono un tenero bacio, presto da uno diventarono tre, quattro, dieci e poi la notte trascorse senza che loro nemmeno se ne rendessero conto, troppo presi dai loro nuovi sentimenti, ora più puliti e scevri da quelle paure che li tenevano bloccati, fu Aziraphale il primo ad aprire gli occhi scoprendo quanto fosse bello svegliarsi con la persona che ami tra le braccia.
Dopo aver fatto colazione il demone si mise a fare le sue solite ricerche, era certo di essere vicino a una soluzione ma ancora non aveva ben chiaro dove fosse, dove doveva esattamente cercare, inoltre il mese stava per scadere e finalmente sarebbe tornato ad essere se stesso, questo gli avrebbe concesso un vantaggio e avrebbe guadagnato certamente del tempo.
Aziraphale si avvicinò posandogli una mano sulla spalla e affacciandosi per attirare la sua attenzione, cosa che ottenne subito.
<< Tesoro io devo uscire un attimo, ci vediamo tra poco d'accordo? >>
Crowley non poté concentrarsi sul nuovo e tenero appellativo perché venne distratto da altro.
<< Scordatelo angelo, tu non lasci questo posto. >>
<< Come? >> domandò scostandosi accigliato.
<< Hai capito bene, è una fortuna che quella volta ti abbiano rotto solo il naso, non voglio ricevere una chiamata dove mi dicono che è troppo tardi. >>
L'angelo capiva e forse al suo posto si sarebbe comportato allo stesso modo, ma non poteva accettare di essere tenuto in una campana di vetro.
<< E cosa vuoi che faccia? Che mi rintani qui fino a che non troviamo una soluzione? E se non la trovassimo mai? >>
<< Almeno fino a quando non ritorno ad essere un demone come si deve, almeno così potrò lanciarti un miracolo che ti tenga al sicuro. >>
Aziraphale sollevò gli occhi al cielo.
<< Crowley non puoi proteggermi per sempre e non da tutto. >>
<< Scommetti che posso? >> disse alzandosi.
<< Aziraphale tu non lo sai che cosa ho provato, non mettertici nemmeno a pensarci, sono entrato in questa fottuta libreria piena di fiamme e tu non c'eri, ti ho dovuto strappare dalle grinfie di un cazzo di vampiro e ho ricevuto una chiamata dall'ospedale che mi ha quasi fatto venire un infarto. Quindi angelo mi perdonerai se ho giusto un briciolo di ansia a lasciarti andare. >>
L'angelo deglutì guardandolo dispiaciuto, aveva ragione, era stato una costante fonte di preoccupazione per lui, ma non poteva lasciar vincere di nuovo le paure, così lo prese per mano stringendogliela delicatamente.
<< Andrà bene, te lo prometto, ho bisogno di fare una cosa. >>
<< Dannazione Aziraphale non puoi aspettare che torni ad avere i poteri? >>
Scosse la testa bionda e disse << è proprio questo il punto. >>
<< Dobbiamo essere entrambi umani per farlo. >>
<< Santo paradiso angelo! Tu e le tue fissazioni, cos'è che non possiamo...- >>
<< Io voglio sposarti Crowley, e lo voglio fare in una cattedrale, capisci bene che devi essere umano per farlo e io voglio essere privo di ruoli. Desidero onorare questi corpi perché se un giorno davvero riuscirò a tornare in me voglio ricordarli come una buona cosa e non come una punizione. Per quanto ti possa sembrare strano questa è stata una benedizione, l'umanità mi ha permesso di smettere di avere paura e capire cosa voglio davvero, chi voglio davvero e sei tu ciò che desidero di più al mondo. >>
Il demone ovviamente rimase scioccato, a bocca aperta, le parole, quelle che gli venivano in mente finivano per cadere in un abisso di nulla, come se nella sua mente si fosse creato un buco nero o un vortice che risucchiava tutto.
<< Tu vuoi... >>
<< Sposarti >> ripeté più rilassato.
<< A-Angelo io... >>
<< Ci siamo appena messi insieme...- >>
<< Non me ne importa niente Crowley, voglio te e soltanto te per tutto il tempo che mi rimane da vivere, ovvio però che devi essere d'accordo anche tu. >>
Prese nuovamente la sua mano e la strinse tra le sue.
<< Vuoi sposarmi Crowley? >>
Rilassò le spalle fasciate dalla camicia scura, il suo cuore batteva così forte, era una sensazione bellissima e fino a poco tempo prima non avrebbe mai pensato che si sarebbe trovato a questo punto, fermo davanti al suo amore a prendere una decisione così importante.
<< Sì che lo voglio >> sussurrò con un fil di voce.
<< Ma tu sei più importante di tutto, persino di questo >> disse posandogli la mano libera sul petto.
<< Fidati di me, ho bisogno che tu lo faccia. >>
<< Ho bisogno che mi guardi negli occhi e mi dici che ti fidi. >>
<< Puoi farlo? >>
Il cuore del demone batteva ora in preda all'ansia, sentiva lo stomaco contorcersi e la mente galoppare verso lidi poco piacevoli, ma davanti a quegli occhi pieni d'amore, a quelle labbra rosa dal sapore di cannella non sapeva resiste.
<< Sì >> soffiò.
<< Mi fido di te Aziraphale. >>
L'angelo sorrise alzandosi in punta di piedi e posandogli un dolce e tenero bacio sulle labbra, poi lo salutò e uscì di casa diretto verso quel bel posto che aveva tutte le intenzioni di prenotare e far allestire, doveva essere tutto perfetto e anche se non lo fosse stato sarebbe andato bene comunque perché anche loro erano così, ma sapevano amarsi nonostante le imperfezioni.








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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***



Capitolo tre


Aziraphale aveva mantenuto la parola tornando a casa sano e salvo e senza nemmeno polvere sui vestiti, Crowley l'aveva accolto con un meraviglioso sorriso fiondandosi su di lui come se non lo vedesse da giorni, poi tra un bacio e l'altro gli aveva detto di avere una notizia molto importante.
Si erano seduti sul divano con due calici di vino tra le mani, Aziraphale voleva fare il tè ma il suo fidanzato gli aveva detto che era meglio qualcosa di forte e così rovistando nella sua cantina aveva trovato un vino che teneva conservato per i momenti speciali e quello sembrava esserlo.
<< Allora cosa hai scoperto? >>
<< Tieniti forte angelo, c'è una signora che vive a new york, secondo quello che dice è in grado di mettersi in contatto con le creature come noi e inoltre è specializzata nell'aiutare le persone attraverso la spiritualità. >>
Gli occhi celesti di Aziraphale erano ben aperti e puntati su di lui, ascoltava ponderando ogni parola.
<< So che al mondo esistono persone con questo genere di talento, ma questo come aiuterebbe noi, cioè me? >>
<< Non lo so e non sono nemmeno sicuro dica la verità, ma ci sono un sacco di recensioni che parlano bene di lei, ho provato a contattare alcune persone che ha aiutato e dicono che davvero il suo intervento è stato miracoloso, quindi perché non tentare? >>
L'angelo posò il bicchiere.
<< Se è vero ciò che dice potrebbe scoprire la nostra identità >> disse titubante.
<< Dolcezza se parla davvero con gli angeli sa già della nostra esistenza >> spiegò Crowley sollevando un sopracciglio.
<< Sì ma io intendevo che scoprirà proprio di noi due, non so se voglio rivelare a una sconosciuta chi siamo. >>
<< Aziraphale è quello che hai fatto durante l'apocalisse. >>
<< Lo so ma lì era diverso. >>
Crowley sbuffò grattandosi la nuca, ma si doveva proprio innamorare di un testardo del genere.
<< Vedila come la nostra unica speranza, durante l'armageddon non hai esitato perché sapevi che non potevi fare altrimenti, c'erano in gioco le nostre vite e quelle dell'intera umanità. Ora è lo stesso, in gioco c'è solo la tua ma non vale certo di meno. Dobbiamo tentare, avevi detto che ci avremmo almeno provato. >>
Aziraphale spostò lo sguardo altrove, improvvisamente si sentiva soffocare, si alzò allontanandosi da quella stanza e ovviamente Crowley lo seguì, gli prese piano il braccio facendolo voltare, quei bellissimi occhi chiari erano pieni di lacrime.
<< Che cosa succede? >>
<< E se non funziona? Se andiamo lì e non risolviamo niente e in più quella donna potrebbe...- >>
Crowley gli posò l'indice sulle labbra.
<< Shh... >>
Lo prese tra le braccia.
<< Calmati angelo, se non dovesse andare proveremo all'infinito, proveremo fino all'ultimo senza mai arrenderci e se quella donna fosse cattiva ci penserò io a risolvere il problema con i miei poteri. Ti prometto che non accadrà nulla di brutto. >>
<< Non voglio passare la vita a lottare Crowley... >>
<< E va bene lo capisco, ma non abbiamo nemmeno iniziato, non abbiamo fatto neanche un tentativo. >>
Si scostò prendendogli il viso tra le mani.
<< Almeno uno Aziraphale, me lo avevi promesso. >>
Le labbra gli tremarono e gli occhi celesti si incastrarono in quelli castano dorato, annuì febbrilmente sentendo il petto stringersi e i battiti del cuore andare all'impazzata.
<< Facciamolo >> disse causando un sorriso su quella bocca sottile che amava baciare.
<< Però prima dobbiamo fare una cosa. >>


...


La cattedrale era immensa, situata su una collina che si specchiava sul mare, Crowley la guardò a bocca aperta chiedendosi come avesse fatto il suo angelo a trovare qualcosa di così spettacolare, era talmente bella che non riusciva a staccare gli occhi, titubò all'entrata correndo con la mente a quando era entrato in quella chiesa per salvare l'amico che puntualmente era finito nei guai.
Il suo corpo ebbe un brivido al ricordo del calore sotto i piedi, una volta a casa se li era guardati ed erano fortemente scottati, non usò un miracolo per guarirli, non capì nemmeno lui il motivo a quel tempo ma adesso voltandosi verso quello che dopo secoli di lotte era diventato il suo fidanzato lo capiva.
Voleva gli rimanessero i segni perché quel dolore lo distraeva dalle ferite del suo cuore, tutte le volte che si guardava i piedi pensava che un'altra volta aveva salvato il suo migliore amico dalle grinfie di quelli di sopra che lo avrebbero sicuramente rimproverato, trattato male e forse avrebbero mandato un altro al posto suo.
E lui non poteva proprio permettere che accadesse, perdere Aziraphale avrebbe significato perdere la sua sanità mentale, l'ancora che lo teneva legato alla vita e che gli faceva dire che non era poi così brutto stare al mondo, forse sì, oltre che per non vederlo morire la sua era stata una scelta egoistica, finché fosse rimasto sulla terra insieme a lui Crowley poteva dimenticare l'inferno e non solo quello che stava sotto terra, ma anche quello che aveva nella testa e nel cuore.
Aziraphale lo prese per mano risvegliandolo da quel sogno ad occhi aperti, sul suo viso si leggeva un'espressione rassicurante, "non devi temere quando sei con me" gli stava dicendo e il demone ingoiò le lacrime ricacciandole indietro.
<< Tranquillo non può farti male >> disse con quella voce resa sottile dal vento.
Entrarono insieme attorcigliando le dita le une alle altre, indossavano degli stupendi smoking, uno chiaro e l'altro scuro, quella mattina si erano guardati e ci era voluto un miracolo perché riuscissero a staccarsi gli occhi e le mani di dosso, Aziraphale aveva gridato che sicuramente avrebbero finito per sgualcire i vestiti e sarebbe stato un peccato.
Giorni prima gli aveva anche proposto di far guidare la Bentley a qualcun'altro o di noleggiare un'auto e a quelle parole Crowley era sbiancato.
Avevano litigato per giorni interi a causa di quella cosa, lui stanco di quelle crisi isteriche lo aveva preso, sbattuto contro il frigorifero e lo aveva baciato mentre ancora gli stava inveendo contro, gli aveva detto "angelo baciami e dopo potrai urlami addosso tutto quello che vuoi" e Aziraphale lo aveva fatto, si erano baciati, lo aveva spinto così forte contro il frigo che alcune cose erano volate a terra frantumandosi ma a nessuno dei due era importato, quella era stata la prima volta in cui avevano fatto l'amore.
Era stato strano perché si era sempre immaginato sarebbe successo su un morbido letto con lui che si prendeva cura di ogni lembo di pelle candida di quella creatura eterea e meravigliosa, preliminari che duravano ore e finalmente sarebbe entrato in lui dolcemente.
Invece era successo tutto in un impeto di passione, l'angelo non si era tirato indietro quando aveva iniziato a slacciargli camicia e pantaloni anzi sembrava avere addirittura fretta, e quali suoni erano usciti da quelle labbra sacre, Crowley li aveva memorizzati tutti uno ad uno, quella splendida gola era stata in grado di raggiungere tonalità mai sentite e lui ad ogni gemito, mugolio o supplica finiva per eccitarsi ancora e per un istante aveva temuto che non sarebbe mai riuscito ad arrivare al culmine.
Invece era successo ed era stato bellissimo cazzo, ma Aziraphale lo aveva preceduto di pochi secondi, accasciandosi con la testa sulla sua spalla e scusandosi perché gli aveva sporcato la camicia, fanculo la camicia aveva pensato prima di venire e piangere per il troppo amore che sentiva, quello sciocco angelo aveva pensato di aver fatto qualcosa di sbagliato e lui aveva pianto ancora di più e poi gli aveva detto di amarlo e Aziraphale lo aveva baciato e non lo aveva più lasciato andare.
Strinse maggiormente la sua soffice mano e a ogni passo che faceva, il piede affondava nel morbido tappeto che li accompagnava fino all'altare, era strano pensò Crowley, non sentire quel fastidioso bruciore ma era una bella sensazione e poteva provare tutto questo solo grazie alla meravigliosa persona che aveva accanto.
La cerimonia fu semplice e veloce, si dissero sì senza esitare nemmeno un secondo, guardandosi negli occhi, dandosi un bacio e infilandosi gli anelli simbolo non solo del loro matrimonio ma di una promessa più grande.
Nei giorni successivi a Crowley vennero riconsegnati i poteri e lo scoprì per caso, mentre discuteva con Aziraphale su quale fosse il giorno migliore per partire dando finalmente inizio alla loro missione, aveva inoltre scoperto che al suo novello marito non piaceva tanto volare, e dire che era un essere celeste dotato di maestose e sicure ali.
<< Senti angelo ti ho detto che ci penserò io a tenere al sicuro l'aereo! >>
<< Sì lo so me lo hai ripetuto almeno dieci volte! >>
Il demone sbuffò irritato da tutta quella situazione.
<< E allora mi vuoi dire per l'amor di tutti i santi dove sta il problema!? >>
<< Non mi piacciono quei grossi uccelli di metallo, sei costretto in quelle strette gallerie impossibilitato a muoverti, ecco dove è il problema >> sbottò incrociando le braccia ma sul viso del suo interlocutore vide solo un risolino appena accennato.
<< Che c'è, perché te la ridi tanto? >>
<< Angelo, possibile che non ti rendi conto della montagna di doppi sensi che hai messo in una frase? >>
Aziraphale alzò gli occhi al cielo guardandosi poi le unghie.
<< Sei tu che hai la mente sporcacciona, non io. >>
<< E comunque visto che ci andremo quando tu riavrai i tuoi poteri potresti portarmici tu in volo. >>
Crowley sgranò gli occhi davanti a quella richiesta.
<< Vuoi dire che ti fidi più delle mie braccia che di un comodo aereo? >>
<< Mi fido più di te è questo il punto. >>
Inevitabilmente le guance di Crowley arrossirono per quel bel complimento detto con tanta facilità, il suo cuore scoppiò dalla gioia ma l'idea di farsi chilometri e chilometri con suo marito appeso al collo non lo entusiasmava, c'erano dei rischi nel volo, soprattutto per gli umani e certo poteva proteggerlo con un miracolo ma non sapeva quanta energia gli avrebbe comportato fare le due cose insieme.
<< Mi lusinga sentirtelo dire ma è impossibile >> rispose.
<< Perché!? >> piagnucolò Aziraphale come un bambino a cui viene detto che non può avere altro dolce.
<< Ah per tutti i serpenti angelo giuro che se avessi ancora i miei poteri porterei qui quella donna con uno schiocco di dita! >> sbottò accompagnando la frase con quel gesto.
TUM.
Si sentì un rumore provenire dalla sala, i due si guardarono perplessi e corsero a vedere cosa fosse stato, rimasero entrambi sbigottiti, sul tavolo del salotto, palesemente sotto shock stava una donna, confusa e spaesata che non appena li vide cacciò un urlo che spaventò anche loro facendoli urlare.
Nella stanza si creò un divertente coretto di urla e sguardi diffidenti, fino a che le parti non si calmarono concordando che le parole fossero molto più chiarificative che delle primitive urla.
Quella era la signora di cui stavano parlando, avevano visto la foto su internet.
<< Cosa ci fai nel suo salotto? >> domandò inviperito Crowley.
<< Il nostro salotto caro, siamo sposati, questa è anche casa tua >> lo corresse l'angelo.
<< Giusto, cosa ci fai nel nostro salotto? >>
La donna però era talmente scioccata che non riusciva ad emettere un suono, nella sua vita aveva visto di tutto, angeli, demoni, spiriti ma mai si era ritrovata a viaggiare nello spazio temporale, meno male che quando era successo era a casa da sola altrimenti come lo avrebbe spiegato alle persone che erano con lei?
Crowley si avvicinò con aria minacciosa, che più che un demone arrabbiato lo faceva assomigliare a un adolescente a cui la madre lascia la porta della camera aperta senza richiuderla dietro di sé, tutta via quella semplice caratteristica non era abbastanza perché la donna si sentisse al sicuro.
<< Allora, vuoi rispondere o no? >> domandò sbattendo le mani sul tavolo, con il risultato di farla sussultare.
<< Crowley datti una calmata, la stai spaventando! >>
Il demone si voltò a guardarlo interdetto.
<< Spaventando? Questa ci piomba nel salotto e sarei io quello spaventoso? >>
A quel punto Aziraphale si avvicinò con tutta la sua grazia angelica.
<< Come ti sentiresti tu se venissi teletrasportato in un posto senza il tuo consenso? >>
<< Non mi sentirei in alcun modo visto che mi è successo, è non ho fatto tante scene quando mi hanno evocato! >> sbottò gesticolando con un braccio.
<< Ti hanno evocato? >>
<< Sì, gente folle che voleva farsi una chiacchierata con un demone. >>
All'angelo scappò da ridere, Crowley sollevò un sopracciglio.
<< Lo trovi divertente? >>
<< Bè immaginarmi te seduto comodamente sul divano che all'improvviso ti ritrovi nel mezzo di un cerchio di fuoco è un'immagine molto conturbante. >>
L'espressione del demone divenne molto più irritata.
<< A parte che i cerchi non sono di fuoco, leggi troppi libri e forse ti fai altrettante fantasie, e comunque non c'è niente da ridere. >>
<< Mi rimane la puzza di zolfo per ore >> sbuffò incrociando le braccia, ma niente Aziraphale proprio non riusciva a trattenere le risatine.
<< E che ne fai degli umani che ti evocano, li incenerisci, te li mangi? >>
Ovviamente Aziraphale era del tutto ironico, ma non aveva tenuto conto di un particolare, la donna che era lì con loro non lo sapeva ed era ad ogni battuta sempre più terrorizzata.
<< Mangiarmeli? Che razza di film ti vedi? Mi impossesso dei loro corpi e poi li faccio finire all'inferno. >>
<< Oh così è decisamente meglio >> rispose l'angelo.
Il battibecco continuò per diversi minuti quando finalmente Crowley si voltò verso la donna.
<< Ehm angelo... >>
Ma lui continuava a inventarsi nuovi modi divertenti per schernire il suo maritino senza rendersi conto della situazione.
<< Aziraphale dovresti smetterla... >>
<< E in quale girone li spedisci, in quelli dei ficcanaso? Ho sentito che lì tagliano i nasi della gente e...- >>
<< ANGELO CHIUDI LA BOCCA! >> urlò e questo attirò inevitabilmente l'attenzione dell'altro che si voltò innervosito prima verso di lui e poi verso la donna che stava tentando disperatamente di aprire la porta della libreria che era chiusa a chiave.
<< Oh per l'amor del cielo signora! >> si avvicinò ma lei si fece piccola piccola.
<< Per favore non fatemi del male, farò finta di non aver visto e sentito niente! >>
Crowley si colpì la faccia con una mano.
<< Non deve temere io stavo solo scherzando, noi due siamo amici e lo stavo solo prendendo in giro. Non succedono davvero quelle cose, a parte la faccenda dei nasi...- >>
<< Angelo! >>
<< Ops...ma comunque non deve temere, noi due siamo innocui. >>
La donna li squadrò sbattendo furiosamente le palpebre ancora incollata alla maniglia della porta.
<< Amici? Ma voi due...- >>
<< Veramente siamo sposati >> ci tenne a sottolineare Crowley.
Lei deglutì e lo guardò come se avesse appena detto un'eresia.
<< E' possibile? >>
<< Lo so mia cara signora che tutto questo le sembrerà assurdo, ma se ci fa compagnia le racconteremo tutto dal principio >> disse Aziraphale usando il tono più amichevole possibile.
<< I-io non lo so...non mi sono mai trovata in una situazione del genere >> balbettò.
A quel punto il demone che già possedeva poca pazienza di suo aveva perso l'ultima briciola, gli bastò pensare di volerla interrogare senza che opponesse resistenza e la donna si immobilizzò.
<< Crowley! >> lo rimproverò Aziraphale.
<< Mi sono tornati i poteri! >> gridò guardandosi le mani, poi sorrise felice.
<< Mi sono tornati i poteri, mi sono tornati i poteri! Oh grazie a S...grazie a D...Grazie a qualcuno sono di nuovo io! >>
<< Quindi sono stato io a portare qui lei! Wow non pensavo nemmeno fosse possibile! >>
L'angelo sorrise intenerito e felice per lui.
<< Per me sei sempre stato tu, anche senza poteri >> gli prese il viso tra le mani e lo baciò, Crowley lo strinse forte gioioso e brioso per quella nuova situazione, finalmente si sentiva completo e se stesso, guardò suo marito accarezzandogli i capelli.
<< Succederà anche a te, promesso >> disse guardandolo negli occhi.
<< A tal proposito >> iniziò l'angelo.
<< Liberala, non è carino trattare così le persone, si sentirà più a suo agio se usiamo la gentilezza. >>
<< D'accordo se proprio ci tieni, ma lo faccio solo per usare di nuovo i miei poteri, non per fare una gentilezza. >>
Aziraphale sollevò gli occhi al cielo ridacchiando, Crowley schioccò le dita e la donna si guardò intorno spaesata.
<< Che cosa mi avete fatto. >>
<< Nulla mia cara, ma il mio a... voglio dire mio marito ha scoperto ora di riavere i suoi poteri che gli erano stati tolti, non lo avrebbe mai fatto di proposito. >>
<< Invece sì >> disse a bassa voce il demone, ricevendo in tutta risposta una pestata di piede da parte del suo compagno.
<< Ahi! Ma sei impazzito!? >> strillò tenendosi il piede.
<< Voi due siete strani >> mormorò lei spostando lo sguardo prima su uno e poi sull'altro.
<< Ascolti >> iniziò Aziraphale sbloccando la porta.
<< Lei può andarsene quando vuole ma le assicuro che noi non siamo una minaccia, forse a volte siamo un po' combina guai e pessimi nei nostri ruoli ma siamo pronti a raccontarle le cose fin dal principio. >>
Crowley gli posò una mano sulla spalla.
<< Sicuro angelo? >>
La donna lo guardò poi spostò lo sguardo su Aziraphale che annuì.
<< Va bene vi ascolto >> disse sospirando.
<< Ma al primo cenno di pericolo giuro che me ne vado. >>



...


Si erano accomodati rispettivamente su divano e poltrona, la donna il cui nome era Susan aveva accettato la tazza di tè offerta dal padrone di casa, e una volta sopita la tensione di quel bizzarro accadimento si era rivelata una signora disponibile e gentile.
Aveva ascoltato la loro storia incredula, sgranando gli occhi e spostando quelle pupille color acqua marina tra le due entità che prendevano parola finendo o aggiungendo qualcosa al discorso dell'altro, era incredibile persino per lei che per anni era stata in contatto con entità soprannaturali pensare che esistesse al mondo una cosa del genere.
Due creature di fazioni opposte che non solo vanno contro ai loro capi per proteggere la terra, ma rischiano la vita per difendersi l'un l'altro e alla fine si innamorano e come ciliegina sulla torta si sposano pure, come se volessero farsi beffa del creato.
Alla fine del racconto Susan sentiva l'imminente emicrania pulsare in ogni nervo, era confusa ma anche molto stupita e soprattutto non capiva che cosa quei due si aspettassero da lei, era vero che aveva delle doti speciali ma certo non poteva compiere miracoli.
<< Sentite io credo a ciò che mi avete detto, certo è una storia assurda, mai in vita mia avrei potuto immaginare che bene e male potessero unirsi ma, sinceramente io non so come aiutarvi. Molte persone si rivolgono a me per risolvere i loro problemi e io le aiuto, però non posso certo ridare qualcosa che è stato tolto, in particolar modo se si tratta di un'essenza angelica. >>
Aziraphale sospirò sconfortato.
<< Lo capiamo, grazie per...- >>
<< No, col cazzo angelo! Noi non ci arrendiamo, lei è qui, ci ha risparmiato un viaggio e tu vuoi già mandarla via!? >>
Mentre parlava si era alzato in piedi, il suo compagno lo guardò con occhi tristi.
<< Ma Crowley non hai sentito...- >>
<< Ho sentito ma quante volte ci siamo tirati fuori dai guai in situazioni apparentemente impossibili? >>
<< Abbiamo fermato l'apocalisse! >>
<< Non eravamo soli in quel caso >> rimbeccò Aziraphale.
Il demone si voltò verso la donna, si avvicinò a lei e con sorpresa di tutti si mise in ginocchio, le prese le mani e la guardò dritto negli occhi.
<< La prego lei deve aiutare il mio amico, è la persona che amo di più al mondo, senza di lui sarei perso e non so che cosa potrei fare...Io lo amo >> singhiozzò e una lacrima gli rigò la guancia.
Susan si intenerì di fronte a quella scena, soprattutto perché era una creatura degli inferi a pregarla di salvare il suo amore, tutti quelli come lui che erano incappati in lei erano brutali e malvagi, ma questo demone aveva un energia così bella, nascondeva una luce che pulsava forte quasi quanto quella di un angelo.
Ebbe l'istinto di posargli una mano sulla guancia, con il pollice sfregò via il resto della lacrima e sorrise dolcemente a quella creatura che sentiva avere tanto bisogno di amore e affetto, sospirò insicura su quello che stava per dire.
<< Tu sei così buono >> disse e Aziraphale stava per scattare a fermare Crowley convinto che le avrebbe inveito contro, ma ciò non accadde, il demone deglutì sentendo le lacrime spingere per uscire.
<< La prego lo salvi... Anche a costo della mia vita. >>
A quelle parole l'angelo rabbrividì, non avrebbe mai permesso che accadesse.
<< Non c'è affatto bisogno di consegnare la tua vita, anche se questo ti fa onore, riesco a sentire quanto tu lo ami e lui ama te allo stesso modo, ora va a sederti, mi mette un po' in soggezione parlare in questo modo. >>
Crowley obbedì e andò a sedersi sul bracciolo della poltrona su cui era seduto l'amore della sua vita, il quale alzò la testa verso di lui donandogli un debole sorriso, poi appoggiò la mano su quella di lui e si voltarono entrambi verso Susan.
<< Come vi ho detto la situazione non è delle migliori, i tuoi capi ti hanno tolto i poteri e teoricamente solo loro potrebbero riconsegnarteli. Immagino che parlarci non sia pervenuto. >>
I due scossero simultaneamente la testa.
<< Capisco... >> sospirò, poi assunse un'aria meditabonda, le sue sopracciglia chiare si erano congiunte fino alla radice del naso creando delle piccole rughette, le quali non la facevano più vecchia ma le donavano solo un'aria più saggia.
<< Aziraphale vieni qui un momento >> disse alzandosi in piedi.
L'angelo titubò ma si convinse quando il suo compagno gli accarezzo delicatamente le spalle, il tempo di qualche passo ed era già di fronte a lei, lo studiò da cima a fondo, Aziraphale ebbe l'impressione di un radar che lo penetrava fino alle viscere, poi gli posò una mano sulla nuca.
<< Mmm...certo senza i miei strumenti è difficile. >>
<< Se vuoi li faccio comparire >> disse Crowley.
<< No, no per l'amor del cielo non rischiamo, sono molto delicati e poi servirebbero a poco. >>
<< Allora perché ce li hai proposti? >> borbottò il demone a bassa voce.
<< Crowley! >> lo rimproverò Aziraphale.
Quel piccolo scambio fece ridacchiare Susan.
<< Si vede proprio che siete sposati. >>
Dopo quel commento nella stanza calò un silenzio di tomba, Susan continuava a spostare le mani sul corpo dell'angelo quasi fosse alla ricerca di qualcosa, si fermava in particolar modo su petto e pancia, borbottava qualcosa, annuiva ed era come se fosse assorta in un dialogo in cui le due creature non erano ammesse, cosa che ovviamente stava facendo spazientire entrambi.
Aziraphale aveva cominciato a sudare dandosi già per spacciato, mentre per Crowley mancava poco perché non si mettesse a lanciare in aria ogni singolo oggetto presente in quella stanza, ma fortunatamente quel supplizio finì prima che l'inferno si aprisse sotto i loro piedi.
Susan aprì gli occhi incontrando quelli celesti di Aziraphale che la fissavano con un velato timore, lei era seria, cosa che mise ancora più in ansia il suo paziente ma poi il suo volto si aprì in un sorriso che l'angelo però non sapeva come interpretare.
<< La situazione è questa mio caro essere di luce, io non posso tirare fuori ciò che hai dentro, ma il punto è proprio questo >> disse facendo una lunga pausa di sospensione.
Le due entità la guardarono in trepidante attesa. Crowley si sporse con il busto in avanti come se servisse a sentire meglio la voce della donna.
<< Quello che eri è ancora dentro di te, aspetta solo di essere tirato fuori. >>
<< Che caspita vuol dire!? >> sbottò il demone ricevendo un'occhiataccia da parte del suo compagno.
<< Significa che Aziraphale deve ricordarsi chi è e sentirsi adeguato nel suo ruolo, e non solo mentalmente ma spiritualmente. >>
I due parevano ancora più confusi ma prima che facessero altre domande Susan parlò di nuovo.
<< C'è un luogo su questa terra che dicono sia incantato, è uno specchio d'acqua che si trova in una piccola radura, si dice che chi si sente perduto e riesce a raggiungere questo posto potrà ricongiungersi alla sua parte mancante. >>
Crowley si alzò raggiungendoli.
<< Non ho capito, per far tornare Aziraphale ad essere un angelo dobbiamo solo trovare uno stupido ruscello? >>
<< Scusa ma mi sembra un'idiozia. >>
<< Crowley! Modera i termini, lei è qui per aiutarci e tu...- >>
Susan sollevò una mano rassicurando l'angelo.
<< Tranquillo, ho già avuto a che fare con gente testarda, umana o meno. >>
<< Non ho detto che sarà semplice, una volta raggiunto lo specchio d'acqua sarà Aziraphale a dover fare tutto, è importante che si riconosca e la magia che racchiude il ruscello lo aiuterà semplicemente a tirarla fuori. >>
<< Ma come? >> domandò Crowley spazientito.
<< Non è dato saperlo, per questo è un luogo magico, si sa come si arriva ma non come si torna. >>
<< So che è poco ma questo è l'unico modo per tirare fuori la potenza celeste rinchiusa nel cuore di quest'angelo. >>
Il demone ci pensò su.
<< Ha degli effetti collaterali? >>
<< Accade solo ciò che deve accadere >> rispose Susan scuotendo la testa.
Aziraphale che era rimasto in silenzio per tutto quel tempo fissò il suo compagno.
<< Andiamoci >> disse.
L'altro lo guardò sbattendo le palpebre.
<< Sei sicuro? Non sappiamo nemmeno se funzionerà e cosa potrebbe accadere. >>
<< Sono sicuro che esista un modo più semplice. >>
<< No Crowley, questo è l'unico modo e io voglio provarci. >>
Deglutì.
<< Sei con me? >>
Crowley titubò qualche istante, aveva paura ma voleva ad ogni costo che il suo amato tornasse a essere chi era, soprattutto perché così non avrebbe più dovuto aver paura di perderlo a ogni soffio di vento.
Gli strinse la mano e sorrise tornando con l'espressione strafottente e impavida di sempre.
<< Andiamo, buttiamoci in quest'altra avventura suicida! >>
Aziraphale ridacchiò, avvicinandosi poi a posargli un bacio sulle labbra, Crowley arrossì e i neuroni che aveva in testa si accalcarono scontrandosi gli uni contro gli altri, il tutto sotto lo sguardo divertito di Susan.
<< Allora è così che si mettono a tacere i demoni >> disse attirandosi lo sguardo compiaciuto di Aziraphale, che accarezzò il braccio di Crowley e disse.
<< Questo in particolare sì. >>
<< Ehi! Vi ho sentito >> si lamentò lui sentendosi preso in causa.



...


Susan gli inviò la piantina di quel posto, con note sul luogo, giorno e orario migliore per raggiungerlo, a detta di lei più si andava in una giornata carica di magia più le probabilità che funzionasse erano alte e così fecero.
I giorni prima li passarono in libreria abbracciati a coccolarsi e parlare di tutto tranne di quell'evento, Aziraphale aveva espresso il desiderio di evitare l'argomento così se non avessero raggiunto l'obbiettivo ci sarebbe rimasto meno male non avendoci dato troppo peso.
Il giorno prestabilito partirono carichi di tensione e con un alto livello di emotività, evitarono di parlarsi perché sapevano che sarebbero potuti scoppiare in un litigio in qualsiasi momento, mentre camminavano per quei boschi che sembravano incantati Crowley prese la mano dell'angelo e la strinse, gesto che fu molto apprezzato.
La radura era proprio come era stata loro descritta, l'erba verde brillante, gli alberi intorno che sembravano formare un nido protettivo e uno specchio d'acqua circondato da mattoni leggermente sgangherati, a differenza del bosco però lì c'era silenzio.
Niente cinguettii o cicaleggi, nemmeno il vento sembrava osare spostare una foglia in quel luogo a detta di Susan mistico e speciale.
Il demone guardava la cartina annuendo tra sé.
<< Deve essere per forza questo. >>
<< Crowley. >>
Lui si girò.
<< Dimmi angelo >> disse avvicinandosi.
<< Volevo...chiederti scusa. >>
<< Che? >> domandò sollevando un sopracciglio.
<< Per essere stato così poco di compagnia in questo viaggio. >>
Il demone lasciò cadere del tutto le braccia che tenevano la cartina, finiva sempre così, ogni volta che pensava di conoscere bene Aziraphale lui finiva per stupirlo in qualche modo, sapeva del suo conflitto interiore, conosceva il modo in cui diceva a se stesso di essere inadeguato ma non credeva fino a questo punto.
<< Non c'è bisogno che ti scusi, anche io me ne sono stato zitto. >>
<< Sì ma tu sei stato così gentile ad accompagnarmi... >>
Crowley sospirò, non era il momento per arrabbiarsi.
<< Non è che ti ho accompagnato per farti un favore, sei mio marito, e a parte questo io ti amo. Sarei andato sulla luna per te e con te se fosse stato necessario. E credimi angelo quando ti dico che non devi scusarti, è un momento delicato, io nemmeno so cosa dire sinceramente. Mentre venivamo qui mi sono dannato per trovare una frase intelligente da dire ma tutto mi sembrava inutile. >>
Aziraphale sorrise << ti sei dannato... >>
<< Sì, pessima scelta di parole >> rispose il demone grattandosi il retro della nuca.
<< Io le trovo moltissimo da te invece >> disse l'angelo e lo baciò.
Quando si staccarono Crowley gli prese il viso tra le mani.
<< Sei pronto? >> domandò.
L'altro annuì stringendo le labbra per assaporare il residuo di quel dolce contatto.
<< Devo farlo da solo. >>
<< Non vuoi che venga con te? >> domandò il demone.
<< Dopo sì, ma prima sento che devo esserci solamente io. >>
<< Andrà bene >> disse stringendogli il viso tra le mani e baciandolo di nuovo.
Aziraphale si avvicinò titubante a quell'anello di acqua cristallina, era di un azzurro quasi innaturale, la luce si rispecchiava creando piccoli luccichii simili a diamanti, deglutì facendo qualche passo fino a che non vide il suo riflesso che ondeggiava sotto si sé.
Le mani strette le une alle altre, le sopracciglia inarcate che formavano piccole rughette alla radice del naso, lo sguardo insicuro e le labbra arricciate, questo era lui, un uomo insicuro persino della sua stessa essenza, sospirò spostando lo sguardo.
Gli faceva male vedere quello che era diventato, anzi ciò che era sempre stato, perché fin dall'alba dei tempi aveva vissuto con il terrore di deludere qualcuno, prima Dio, poi i suoi capi e infine Crowley, forse gli unici che non aveva mai deluso erano stati gli umani, in fondo anche se non lo sapevano aveva salvato loro la pelle, ma non lo aveva fatto da solo.
Anche in quel frangente era stata la spinta del suo migliore amico e la vera faccia mostrata dagli arcangeli che lo avevano spinto a mettersi contro definitivamente alla fine del mondo, era stato così concentrato e attento a tentare di non deludere nessuno che si era dimenticato di non essere una delusione per se stesso.
Una lacrima scivolò lenta fino a colpire lo specchio d'acqua e perdersi in esso, Aziraphale la osservò divenire parte di qualcosa che era molto più grande di lei, ora non era più sua rifletté, chissà quante altre lacrime erano state versate, quante gocce salate questa distesa azzurra aveva accolto come se fossero sue figlie, abbandonate incurantemente da chi pensava al suo dolore e non si curava certo di ciò che lasciava cadere via dal proprio corpo.
Forse era ciò che era successo alla sua essenza angelica, l'aveva lasciata scivolare via senza curarsene mentre era troppo impegnato a correre dietro ai suoi sentimenti, non gli aveva dato abbastanza importanza e il cielo gliel'aveva portata via e forse era stata la cosa migliore.
Lo rifarebbe?
Sì, ogni volta compierebbe quella scelta se servisse a salvare la vita di Crowley.
Era il suo amore, il demone, l'uomo, l'angelo caduto che amava, che lo faceva ribollire di un amore così ardente e forte e impossibile da spiegare usando parole umane, era stato forte quando aveva guardato negli occhi gli arcangeli proponendogli quello scambio.
La faccia stupita di Michele, quella disgustata di Uriel, Sandalphon che stava già sul piede di guerra mentre l'espressione compiaciuta e divertita di Gabriele che non vedeva l'ora di espropriarlo di quel ruolo che secondo lui non meritava affatto.
Una domanda affiorò dalla mente annebbiata di Aziraphale, parole che provenivano dalle viscere profonde di un posto sconosciuto e difficile da raggiungere.
Lui era degno di essere un angelo?
Secondo molte persone che aveva aiutato sì, tanti di persona o nelle loro preghiere lo avevano ringraziato chiamandolo con quell'appellativo, anche se alcuni di loro non sapevano che lo era realmente.
Crowley amava definirlo l'angelo più cazzuto di tutti i tempi, una volta mentre era brillo aveva iniziato un discorso che preferiva tenere seppellito nel limbo per la vergogna che gli procurava, "hai più palle di Lucifero tu!" aveva strillato agitando il bicchiere, vani i tentativi di zittirlo.
"Che ci vuole a guidare una rivolta promettendo fama e potere, tutti avrebbero potuto farlo, ma tu, oh tu angelo mio hai fatto il miracolo. Non ti sei ribellato contro di Lei ma per Lei, hai difeso ciò a cui Dio ha dato vita, dovrebbe esserti grata e non arrab..." a quel punto Aziraphale che temeva di vedere il suo fidanzato colpito da un fulmine lo aveva zittito baciandolo.
Quelle parole però erano rimaste seppellite dentro di sé e in un certo senso gli facevano onore, Crowley aveva un così alto parere di lui, lo aveva sempre avuto.
Sorrise a quel ricordo.
Anche l'anticristo lo considerava un angelo e lo aveva anche riconosciuto donandogli nuovamente il suo corpo e po c'era Lei...
Dio lo considerava tale?
Sì.
<< Sì >> mormorò quella risposta a bassa voce.
Poi deglutendo aprì gli occhi e ripeté.
<< Sì >> questa volta il suono uscì più forte.
<< Sì, sì, sì >> lo ripeté fino a che un fiume di lacrime non iniziò a sgorgare dai suoi occhi, come un rubinetto rotto, piangeva e si asciugava la faccia, si stringeva il cuore sentendo un piacevole dolore stringergli il petto.
Da lontano Crowley guardava la scena e vedendolo piangere travisò completamente l'accaduto, gli si spezzò il cuore.
<< Oh angelo... >>
Si mosse all'istante per raggiungerlo con il solo scopo di stringerlo e promettergli che avrebbe strappato i suoi poteri dalle mani di quegli odiosi damerini, nel mentre Aziraphale vide comparire due immense ali al suo riflesso, poi una luce bianca e luminosa che risaliva dalle profondità fino a smuovere i contorni della sua immagine e finire dritta al centro del suo petto.
Si sentì avvolto da un calore immenso che si espandeva fino a uscire dal suo corpo, Crowley dovette fermare la sua corsa rimanendo a bocca aperta, due bianche ali comparirono strappando le vesti dell'angelo, emanava tanta di quell'energia che l'erba e gli alberi intorno cominciarono a muoversi.
Il demone riconobbe quella potenza, era già accaduto una volta e Aziraphale aveva totalmente perso il controllo.
<< Oh no, non di nuovo, cazzo >> ringhiò tra i denti.
Cosa doveva fare ora? Voleva avvicinarsi ma temeva di non essere riconosciuto come l'ultima volta e finire arrosto, ma non poteva lasciarlo in balia di quel potere così forte, e se una volta tornato in sé Aziraphale si fosse sentito abbandonato o non si fosse ricordato di lui, della loro vita insieme?
Deglutì rumorosamente, non poteva rischiare, si avvicinò a passo lento facendo fronte a quelle ventate di luce azzurrognola che provenivano dal corpo del suo amato, Aziraphale sembrava in trance, presto il suo corpo si sollevò da terra sotto lo sguardo atterrito di Crowley.
<< Aziraphale! >> gridò non sapendo bene cosa fare.
La luce si spense di botto, le ali sparirono e il corpo dell'angelo finì dritto tra le braccia del demone, fortunatamente non era salito di molti centimetri ma era comunque privo di sensi.
<< Angelo? Dio spero di non averlo rotto >> borbottò preoccupato accarezzandogli il viso, poi rendendosi conto di ciò che aveva detto fece una smorfia, ma non c'era tempo di pensare a quello adesso.
Strinse quel corpo che amava a sé facendo scivolare le dita tra quei fili chiari e luccicanti.
<< Non ti chiamerò con stupidi vezzeggiativi solo per farti svegliare, quello è il tuo compito non il mio. >>
<< Però ti amo, lo sai che ti amo e non esiste che viva questa stupida vita senza di te. >>
Una lacrima gli scivolò da un occhio andando a infrangersi sulla guancia di Aziraphale.
<< Mmm Crowley ancora cinque minuti >> mugugnò stringendo gli occhi, il demone ridacchiò asciugandosi le lacrime con la mano libera.
<< Tutto il tempo che vuoi >> disse stringendolo.
Giusto pochi istanti dopo gli occhi cerulei si riaprirono sul mondo rivelandogli la figura sorridente dell'uomo che amava, l'angelo sorrise a sua volta di riflesso anche se si sentiva ancora molto frastornato.
<< Di questo passo dovrò chiamarti bello addormentato >> disse Crowley.
<< Ho dormito a lungo? >> domandò l'altro corrugando le sopracciglia.
<< Questa volta no, ma mi hai fatto preoccupare lo stesso. >>
<< Scusa >> disse Aziraphale accoccolandosi tra quel nido fatto di braccia.
<< Sono io a dovermi scusare >> rispose con una vena amara nella voce, attirò l'attenzione del compagno che aprì gli occhi sollevandosi con il busto e mettendosi più comodo.
<< Di cosa parli? >>
<< Non lo so Aziraphale. I-Io forse ti ho interrotto, forse non avrei dovuto chiamarti. >>
L'angelo sembrava confuso, rivisse nella sua mente gli ultimi istanti prima di perdere i sensi.
<< Ricordo una forte energia e le mie ali... >>
<< Oddio le mie ali! Dove sono le mie ali! >> domandò allarmandosi e tentando di guardarsi alle spalle, Crowley lo fermò delicatamente prendendolo per le braccia e attirandolo verso di sé.
<< Sono scomparse quando sei svenuto, è questo che intendevo, io avevo paura ti stesse succedendo...Qualcosa ti stava trascinando via e io ho avuto paura e ti ho chiamato, a quel punto tutto si è fermato e tu sei caduto giù. >>
<< Oh...temi quindi che >> non riuscì a continuare la frase.
<< Prova >> disse Crowley guardandolo serio.
Aziraphale abbassò lo sguardo corrugando le sopracciglia, dimenticò per un istante dove si trovava, con chi era, concentrandosi solamente sulla sensazione che aveva provato quando quella luce lo aveva percorso per intero, sollevò una mano, immaginando che proprio accanto a lui comparissero dei profumati fiori di mughetto, schioccò le dita chiudendo gli occhi e quando li riaprì vide i fiori a cui aveva pensato mostrarsi in tutto il loro splendore.
Se ne stavano lì come se gli sorridessero e lui sorrise a sua volta.
<< Ce l'ho fatta >> disse piangendo.
<< Angelo mio >> gracchiò commosso da quella scena.
Aziraphale si voltò prendendogli il viso tra le mani e lo baciò, lacrime e saliva si mischiarono dando a quel momento un sapore ancora più dolce.
<< E' merito tuo, è tutto merito tuo >> mormorò tra un bacio e l'altro.
<< No amore mio sei stato tu a renderlo possibile. >>
Gli occhi dell'angelo si addolcirono.
<< Mi hai chiamato...amore mio. >>
<< Già... >> disse Crowley tirando su col naso.
<< Colpa di questi dannati fiori, devo essere allergico. >>
<< Allora ne riempirò la casa >> rispose Aziraphale sorridendo e accarezzandogli una guancia.
<< Non osare >> rimbeccò il demone.



...


Passarono altri mesi da quel giorno in cui tutte le cose si sistemarono tornando al loro posto, le vite delle due creature ineffabili procedevano molto meglio di quanto si fossero immaginati, il cielo non intervenne per punire Aziraphale visto che non aveva commesso alcun reato e probabilmente anche perché erano arrivati cospicui richiami riguardo la loro condotta inopportuna ed esagerata verso l'angelo che aveva salvato il mondo e il demone che lo aveva aiutato.
La coppia felice non solo si impegnò a far arrivare a casa di Susan mazzi di fiori degni di uno sposalizio, ma andarono anche a trovarla, e lei fu molto felice di riscoprire quella scintilla che prima sopita ora brillava forte e luminosa nel cuore di quel dolce e speciale angelo.
Susan diventò un'amica e i due oltre ad essere testimoni delle sue nozze diventarono felicemente i padrini dei suoi due gemelli, che già dalla più tenera età mostrarono un bel caratterino, Aziraphale aveva fatto scendere su di loro una benedizione mentre Crowley gli aveva promesso che avrebbe preso a calci nel culo chiunque avesse osato infastidirli, e la promessa era valida per tutta la vita.
Carl e Anastasia erano due bambini fortunati, avevano accanto due angeli custodi, uno era caduto ma non aveva perso la sua luce, invece di rimanere nell'oscurità aveva preferito aprire le sue ali scure e volare fino in cielo puntando dritto verso il cuore di un principato che non sapeva di star aspettandolo.
Questa era una delle storie che la mamma gli raccontava ed era in assoluto la loro preferita, i due una volta divenuti più grandini, avevano iniziato a sospettare che le due creature della storia fossero proprio i loro zietti preferiti, in fondo loro si amavano proprio come i protagonisti della storia.



...


<< Angelo ho deciso cosa regalerò ai bambini, uno stereo con i dischi dei Queen. >>
<< Caro ma sono appena nati! >>
<< E allora? Ce le avranno le orecchie! >>
<< Ovvio che le hanno, ciò che intendevo...- >>
<< Sei solo invidioso, temi che il mio regalo piacerà più del tuo, e sarà così infatti. >>
<< Oh ma per piacere, è ovvio che preferiranno il mio, e inoltre sarò io lo zio preferito. >>
<< AH-AH credici angelo! >>
...
Bè le cose non sono cambiate poi così tanto...



Fine.








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