Scintilla Divina di ineffable (/viewuser.php?uid=1196505)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 1 *** Capitolo uno ***
Scintilla
Divina
Dopo l'attacco da parte di quella creatura oscura Aziraphale aveva
deciso di
impacchettare nuovamente le sue cose che consistevano
perlopiù nei suoi libri e
trasferirsi nuovamente a Soho, quando se ne era andato aveva lanciato
un miracolo
alla sua libreria perché rimanesse vuota nel caso avesse
avuto un cambio di
idea ed era stata una decisione molto saggia a suo dire.
La sua vecchia casa non era cambiata, ma lui sì, per questo
motivo gli sembrava
di metterci piede per la prima volta, decise di fare le cose nella
maniera più
umana possibile così da impiegarci tempo, temeva il momento
in cui non avesse
avuto più nulla da fare, in quel caso la sua mente sarebbe
stata libera di
vagare e i ricordi di annientarlo.
Più volte si interrogava mentre riponeva un libro sullo
scaffale o puliva una
mensola se il suo ritorno a Londra fosse dovuto a un senso di nostalgia
o se
era direttamente collegato con ciò che era successo, ma la
verità era che lo
aveva fatto per Crowley, certo non si parlavano e non si vedevano ma
lui si
sentiva più sicuro a essere in un posto dove poteva tenerlo
d'occhio.
Quando lui era lontano il suo amico era stato attaccato e nemmeno se lo
ricordava, certo poteva accadere ancora ma Aziraphale sentiva il
bisogno di
essergli il più vicino possibile così da
accorrere in suo aiuto nel caso si
fosse presentata un'altra minaccia.
Nei momenti più bui però pensava di essere lui il
pericolo più grave per il suo
migliore amico, gli aveva spezzato il cuore due volte se non di
più, tremava al
pensiero di quelle che non sapeva, chissà in quanti altri
momenti lo aveva
ferito senza rendersene conto, ma Crowley c'era sempre stato, si era
dimostrato
un compagno e un alleato migliore di lui.
Crowley aveva ragione, era un codardo che non aveva abbastanza fegato
di
sceglierlo, se fosse stato un personaggio storico i libri avrebbero
scritto di
quanto fosse stato idiota e stupido e di quanto poco valore e
lealtà avesse
dimostrato, ma nemmeno questi pensieri erano sufficienti a donargli
quella spinta,
tremava all'idea che se fossero stati insieme qualcosa li avrebbe
inevitabilmente separati e non avrebbe sopportato di perderlo.
Preferiva vivere lontano da lui ma sapendo che c'era piuttosto che
sopportare
un'esistenza intera senza la sua presenza, il demone era la sua
costante, era
l'unico amico che avesse mai avuto e forse qualcuno gli avrebbe
suggerito di
mentire quel giorno quando si erano baciati, avrebbe potuto dire una
piccola
bugia, dirgli che non ricambiava così avrebbero potuto
rimanere amici, ma non
era riuscito a fermarsi quando le braccia dell'amico lo avevano
stretto, non
era riuscito a guardarlo negli occhi e dirgli "io non ti amo."
Aziraphale soffriva ogni giorno e alcune mattine con gli occhi lucidi
arrivava
fino alla porta, appoggiava la mano sulla maniglia e poi prendeva un
respiro
profondo deciso ad andare a dirgli che sceglieva lui e non le sue
paure, ma
tutte le volte un terrore agghiacciante lo bloccava sul posto facendolo
finire
in lacrime accasciato per terra.
In quei momenti nutriva la speranza di vederlo arrivare, che gli
prendesse il
viso tra le mani e lo baciasse fino a lasciarlo senza fiato, svuotato
da ogni
lacrima e timore, poi si diceva che il giorno dopo sarebbe stato
diverso, che
il coraggio di varcare quella soglia lo avrebbe avuto e allora si
asciugava le
lacrime e iniziava la sua giornata, ecco cos'era a tenerlo vivo, la
speranza.
Una volta si erano incontrati lungo la strada o meglio scontrati, si
erano
voltati a guardarsi, ad Aziraphale si erano illuminati gli occhi mentre
il
demone aveva già l'espressione infastidita di chi sta per
dare addosso a
qualcuno, ma subito quel broncio si era trasformato in una maschera
apatica, lo
aveva ignorato e tirato dritto e l'angelo si era sentito morire.
Avrebbe preferito essere insultato che il nulla, sapeva che se fosse
stato
un'altra persona l'amico gli avrebbe inveito contro intimandogli di
guardare
dove metteva i piedi, ma evidentemente nemmeno quello si meritava, era
conscio
della difficoltà di Crowley di capire il "ti amo ma non
posso stare con te
perché ho il terrore di perderti, il mio amore è
troppo grande e ho paura di
farti male sul serio" e a dire il vero anche lui faticava a capirsi a
volte.
Quello che l'angelo non sapeva era che con il suo comportamento stava
contribuendo ad incrementare il pensiero di Crowley secondo il quale
lui non
era abbastanza per nessuno, non era degno di ricevere amore in quanto
essere
oscuro, e nemmeno di darlo sempre per il medesimo motivo e se prima il
demone
aveva combattuto con le unghie e con i denti contro quel sentimento
negativo
ora sentiva che non ne valeva più la pena.
Perché combattere contro la propria natura si domandava?
Lo aveva fatto per tanto tempo e non aveva portato a niente, nessuna
ricompensa, nessuna pacca sulla spalla, non che lui desiderasse queste
cose ma
ciò che aveva ottenuto era peggio di un premio, aveva
conquistato il cuore del
suo angelo, ma nello stesso tempo era stato rifiutato, ogni giorno si
svegliava
consapevole che Aziraphale era innamorato di lui ma la
felicità durava meno di
un secondo perché subito dopo il suo cervello gli ricordava
che l'amico non
voleva saperne di lui.
Nemmeno una volta aveva dubitato del suo amore, Aziraphale non avrebbe
mai
potuto mentirgli su una cosa del genere, sapeva che era sincero e forse
era
questo a fargli ancora più male, ovviamente non
glielo avrebbe mai detto,
si era impegnato a fargli sapere con lingua spinosa e parole pungenti
che lo
considerava un falso e un bugiardo anche se il suo cuore non la pensava
così.
...
Tutti
sapevano che alcuni ambienti erano pericolosi, soprattutto se
frequentati da
persone con il cuore esposto, fragile e ferito, da lì dentro
ne era uscito
distrutto con un mal di testa atroce e idee sbagliate che parlavano di
potere,
oscurità e malvagità.
Quel luogo rappresentava tutto ciò che lui non era, per
questo una volta a casa
aveva avuto l'istinto di chiamare il suo angelo, la sua luce, colui che
rappresentava la speranza che in lui ci fosse rimasto qualcosa di
buono, il
telefono aveva squillato e dopo tre trilli la sua voce.
<< Spero proprio che sia un'emergenza perché
non mi sembra l'orario...-
>>
<< Angelo >> gracchiò.
<< Crowley? >>
<< Che succede stai bene? >>
<< Sì >> rispose il demone.
<< No. >>
<< Io... >>
<< Crowley... >>
Un singhiozzo fece sussultare il cuore di Aziraphale.
<< Crowley che cosa succede? Mi stai facendo preoccupare.
>>
<< Angelo io...i-io ti amo. >>
Aziraphale deglutì il magone e i suoi occhi divennero presto
umidi.
<< Anche io lo sai... >> rispose.
<< Stai con me angelo, ti prego sceglimi...almeno tu
sceglimi... >>
<< Crowley ma... >>
Si sentì un tonfo dall'altro capo del telefono.
<< Crowley? >>
<< Aziraphale... >>
Poi il demone tirò su col naso, si asciugò gli
occhi e schiarì la voce.
<< Tu non mi vorrai mai vero? >>
Il sospiro dell'angelo valse più di mille parole, Crowley
attaccò il telefono e
da quel momento diede un taglio a quella vita, a quel vecchio se stesso
che
aveva imparato ad amare, che aveva conosciuto i sentimenti positivi e
oltre a
provarli sapeva donarli, sarebbe diventato un altro, sarebbe diventato
ciò che
tutti si aspettavano di vedere.
...
In
un solo
mese il quartiere dove si erano stabilite le due creature ultraterrene
piombò
sotto una cappa di oscurità, a detta degli umani sembrava
che qualsiasi cosa
dovesse funzionare non funzionasse, c'erano continui blackout, le auto
si
rompevano, se prima i giri sporchi di denaro venivano presto o tardi
scoperti
ora passavano tutti inosservati, in tutto questo marasma solo i
criminali, chi
si occupava di attività illecite aveva vita facile.
Naturalmente l'angelo si era accorto di questo improvviso aumento di
malvagità,
ma certo non immaginava chi ne fosse la causa, non si aspettava che il
re che
tirava i fili fosse proprio quel dolce demone che gli aveva fatto
compagnia
sulla terra sin dai tempi più antichi.
Una sera Aziraphale decise di introdursi in un vecchio locale dove
sapeva
essere luogo di attività poco carine, c'era voluto un
miracolo per farsi aprire
la porta, lui non aveva proprio l'aspetto di un capo banda, una volta
dentro
notò che non era come se l'era immaginato.
Nella sua mente quel luogo doveva essere pieno di tipi robusti vestiti
di pelle
con orecchini e barbe appuntite, invece non era così, certo
c'erano anche tipi
del genere ma molti erano fasciati da completi eleganti, sembravano
persone
rispettabili e per un attimo l'angelo si chiese se avesse sbagliato
posto.
Deglutì avanzando verso la zona bar, facendo molta
attenzione a non urtare
nessuno, Crowley una volta gli aveva raccontato che due umani avevano
iniziato
una rissa semplicemente per il fatto di essersi sfiorati e lui non
voleva dar
vita a niente di tutto ciò.
Il bancone era sudicio e appiccicoso, lo sgabello scomodo e il barista
ci mise
un quarto d'ora ad accorgersi di lui, finalmente gli servì
la sua bevanda
prestando attenzione a non essere troppo cordiale, Aziraphale si
domandò che
cosa ci faceva lì, non aveva un piano, non sapeva da dove
partire e soprattutto
chi o casa stava cercando.
Mentre fingeva di bere quella bevanda di dubbio gusto e colore tentava
anche di
dare un senso a tutto quello che aveva fatto fino a quel momento,
poteva
iniziare a fare domande in giro, forse la cosa migliore era amalgamarsi
a
quella comunità, domandare come andavano le cose e se ci
fossero novità in
giro, mentre era perso in quei pensieri qualcuno lo urtò
sedendoglisi accanto,
d'istinto si voltò e il suo cuore perse un battito,
facendolo rimanere senza
fiato.
Si aspettava di essere ignorato come le volte in cui si erano
incontrati per
caso, invece quella volta accadde qualcosa di diverso, il demone gli
rivolse un
sorriso ma non uno dei suoi, era ampio e il suo viso sembrava quello di
un
predatore che aveva avvistato la propria preda.
<< Aziraphale anche tu ti sei dato alla vita notturna
adesso?
>> gli diede una pacca sulla spalla
appoggiandosi poi al bancone,
ordinò un drink e il barista glielo servì subito
facendogli un occhiolino.
<< A quanto pare ti conoscono bene in questo posto, io ho
aspettato una
vita per ricevere da bere >> disse l'angelo avendo notato
quello scambio
di sguardi.
Crowley si sistemò sullo sgabello e afferrò il
suo bicchiere.
<< Non te la prendere, è che a queste persone
non piacciono quelli come
te >> e bevve un lungo sorso.
Aziraphale sollevò un sopracciglio e con le dita
allontanò il suo bicchiere,
non aveva intenzione di avvelenarsi con quella roba.
<< Quelli come me? >> domandò
<< Sì hai capito bene, quelli con la puzza
sotto al naso, perfettini a
non finire blah... >> accompagnò la frase con
una gesto della mano,
l'angelo ovviamente si sentì ferito da quelle parole ma non
poteva aspettarsi
diversamente da lui, evidentemente era ancora arrabbiato, la
felicità che aveva
provato quando gli aveva rivolto la parola non era durata nemmeno
cinque
minuti.
Una donna si avvicinò posizionandosi tra i loro sgabelli,
aveva occhi solo per
il demone, sembrava quasi che Aziraphale fosse trasparente
lì dentro.
<< Signor Crowley quella cosa è arrivata
>> sussurrò.
<< Grazie dolcezza arrivo subito >> rispose
con un sorriso poi
scese con un saltello, rivolse la sua attenzione all'ex amico
sfoderando un
altro sorriso totalmente forzato.
<< Hai sentito angelo, richiedono la mia presenza
>> disse e gli
diede un colpetto sotto il mento, Aziraphale si affrettò a
scendere per
fermarlo, gli strinse appena il braccio con una mano ma Crowley lo
fulminò con
lo sguardo, così la tolse subito.
<< Possiamo parlare prima che tu vada a fare qualunque
cosa ti attenda?
>>
<< Mi dispiace Aziraphale ma sono veramente molto
impegnato, solitamente
chi vuole parlare con me richiede un appuntamento, ho due segretari
molto
affidabili che...- >>
<< Hai due segretari? >> domandò
stupito l'angelo.
Il demone annuì ma Aziraphale scosse la testa, non c'era
tempo per mettersi a
puntualizzare su certe faccende.
<< Ti ruberò solo pochi minuti promesso.
>>
<< E va bene mio caro Zira, posso chiamarti
così vero? >> non gli
lasciò il tempo di rispondere che gli avvolse un braccio
intorno alle spalle e
lo condusse verso l'esterno.
<< Ragazzi torno subito >> disse
rivolgendosi a un gruppo di
persone che stavano in fondo al locale e poi uscirono.
Il cielo era buio, nessuna stella e nemmeno la luna sembrava brillare
in
quell'angolo di strada fetido, i rifiuti si accalcavano ai lati e il
terreno
era bagnato dalla pioggia scesa poche ore prima, Aziraphale si
allontanò dalla
porta con il demone al seguito, si fermò incrociando le
braccia.
<< Si può sapere che cosa sta succedendo?
Perché ti comporti in questo
modo strano? >>
<< Che intendi per strano? >>
domandò Crowley arricciando le
sopracciglia verso la radice del naso.
<< Frequenti questi posti che sono il male persino per te
e la cosa
peggiore è che sembri essere il capo di tutta quella gente
losca che c'è lì
dentro, tutti ti conoscono e io ho paura di saperne il motivo e in
più non
indossi gli occhiali da sole, Crowley potrebbero scoprirti
>> disse
preoccupato Aziraphale.
Tutto si aspettava tranne di scatenare un sorriso su quelle labbra
sottili.
<< Loro sanno già chi sono >>
rispose con noncuranza il demone.
<< Scherzi...dimmi che scherzi. >>
La chioma rossa si scosse in senso di diniego.
<< Dovevo pur farmi un nome angelo >>
spiegò sollevando le
spalle.
<< E comunque quello che succede non sono affari tuoi
>> disse poi
ficcandosi le mani in tasca.
<< Lo sono se metti in pericolo la nostra esistenza!
>>
Crowley scoppio in una risata, si chinò in avanti col busto
e poi si rimise
dritto.
<< Gli umani sanno della nostra esistenza da migliaia di
anni! >>
<< Loro credono in noi ma non hanno le prove!
>> sbottò Aziraphale,
non poteva credere alle sue orecchie, era agitato e aveva una pessima
sensazione.
<< Non è questo che voi di sopra cercate di
ottenere? Che credano in voi
e che abbiano fede a tal punto da mettere la loro misera vita nelle
vostre
potenti e misericordiose mani? >> il tono che
usò non piacque all'angelo.
<< Bè per noi è lo stesso, abbiamo
la stessa missione possiamo dire
>> spiegò guardando verso il basso e poi
aggiunse.
<< Non ho bisogno di nascondermi da chi mi conosce
davvero. >>
<< Sei tornato ad allearti con...quelli di sotto?
>> sussurrò
Aziraphale sgomento.
<< Se non lo hai ancora capito mio caro Aziraphale io
non ho
bisogno di nessuno >> e lo prese per le spalle facendolo
voltare.
<< Ora se non ti dispiace levati dai piedi, devo lavorare
>> lo
lasciò e con una piroetta si voltò per tornare
dentro, Aziraphale si girò verso
di lui deglutendo.
<< Crowley...tu non sei così. >>
Il demone inchiodò sul posto, strinse i pugni e fece marcia
indietro, afferrò
l'angelo per i lembi del cappotto e lo tirò a sé.
<< Oh invece lo sono eccome, e tu ancora non hai visto
niente, non hai
idea di quello che posso fare... >>
Mentre parlava i suoi occhi sembravano lampeggiare come fari gialli che
brillano nella notte, nelle sue pupille Aziraphale vide come una voluta
di fumo
che prendeva la forma di un serpente e la voce gli arrivava alle
orecchie come
un sibilo sottile e pungente.
<< Se non vuoi rimanerci secco non tornare più
da queste parti >>
intimò lasciandolo andare.
<< Capito Aziraphale? Non.Tornare. >>
Detto questo rientrò.
Aveva la prova che cercava, quando era entrato in quel bar si aspettava
di
scoprire che tutte quelle attività criminose erano dovute a
una qualche
organizzazione che aveva deciso di prendere il controllo della
città, e quella
sarebbe stata una bella notizia in confronto a ciò che aveva
scoperto.
Il suo amico, il suo migliore amico era coinvolto anzi era l'artefice
di tutto
e nemmeno sembrava dispiaciuto, nel cuore di Aziraphale si fece strada
la voce
che incolpava lui del voltafaccia di Crowley, se non lo avesse
abbandonato a se
stesso...Ma ora cosa poteva fare? Era da solo, ma in fondo non lo era
sempre
stato? Lo avevano mandato sulla terra per fronteggiare le minacce
nemiche e lui
lo aveva fatto, o almeno all'inizio fino al momento dell'accordo ma
adesso era
tutto cambiato.
Quando tornò a casa sentì il bisogno di farsi una
doccia calda per togliere
tutto lo sporco e la puzza di fumo e alcol pessimo che si sentiva
addosso,
anche se la sporcizia la sentiva radunata dentro il petto e nemmeno
raccolta in
comodi sacchettini ma sparsa qua e là.
Doveva assolutamente scoprire che cosa aveva in mente Crowley, quale
fosse il
suo piano, perché l'obbiettivo era molto chiaro, anche se
aveva abbandonato il
paradiso non poteva certo assistere allo sfacelo della città
in cui abitava
senza muovere un dito, un conto erano piccoli peccatucci sui quali
chiudere un
occhio ma quello che stava accadendo era davvero troppo, si
stupì però che gli
altri angeli non fossero ancora intervenuti...
FUUUM
Non fece in tempo a pensarlo che un fascio di luce illuminò
il bagno facendolo
gridare.
<< Aziraphale ci sei tu lì dietro?
>>
L'angelo si era spiaccicato contro le mattonelle fredde, teneva in mano
la
saponetta e guardava con terrore l'ombra che stava dietro la tendina
della
doccia.
<< G-Gabriele? >>
<< Sì, pensi di degnarti... >>
iniziò a dire afferrando la tenda.
<< NO! >> urlò Aziraphale.
<< Ma che ti prende? >> domandò
l'arcangelo sollevando un
sopracciglio.
<< S-sono...sono nudo. >>
<< Nudo? E perché sei nudo? >>
<< P-Perché...Sei venuto qui per uccidermi?
>> domandò spostando gli
occhi celesti da una parte all'altra, quella situazione era assurda,
per una
volta che decideva di lavarsi come facevano gli umani ecco che gli
piombava il
suo ex capo dentro al bagno.
<< No >> rispose condiscendente Gabriele
sollevando gli occhi al
cielo, avrebbe voluto ma aveva ricevuto ordini molto precisi secondo i
quali
non poteva avvicinarsi a quell'angelo se non fosse stato strettamente
necessario, burocrazia aveva sbuffato l'arcangelo quando gli era
arrivata la
lettera.
<< Oh meno male >> chiocciò
Aziraphale.
<< Ascolta Gabriele perché non mi aspetti di
sotto, io mi do una
sistemata e arrivo. >>
Sia mai che un arcangelo e non uno qualsiasi ma l'arcangelo Gabriele
prenda
ordini da un principato che oltre ad essere sotto di lui era macchiato
di tradimento
nei confronti della sua stessa fazione, così
schioccò le dita e l'angelo si
ritrovò vestito dentro la doccia.
<< Possiamo fare anche così se vuoi
>> disse più a se stesso che al
suo vecchio superiore, poi uscì con un forte sospiro.
Al piano di sotto a Gabriele era stata offerta una tazza di
tè che ovviamente
aveva rifiutato, i due esponenti dei cieli erano seduti l'uno di fronte
all'altro, e Aziraphale aspettava paziente che il suo vecchio capo gli
dicesse
il motivo di quella s-piacevole visita.
<< Sai perché sono qui >> disse
invece e non sembrava affatto una
domanda.
<< Veramente no >> rispose l'angelo
causando uno sbuffo al suo
interlocutore.
<< Non hai notato niente negli ultimi tempi? Capisco tu
ci abbia traditi
e sicuramente non ti importi un fico secco di ciò che
succede qui e dei tuoi
compiti, ma addirittura non vedere ciò che hai sotto al naso
mi sembra troppo
persino per te. >>
Aziraphale ignorò le poco velate accuse e si
concentrò sul resto.
<< Ti riferisci all'aumento delle attività
diciamo...- >>
<< Demoniache sì >>
continuò Gabriele puntando l'indice verso di
lui come se avesse centrato il punto.
<< Sì ho notato >> rispose
Aziraphale rimanendo criptico,
l'arcangelo sollevò entrambe le sopracciglia come se si
aspettasse di sentirlo
continuare la frase.
<< E? >>
<< E cosa? >> domandò l'angelo
fingendosi ingenuo.
Gabriele ovviamente non tardò a mostrare il suo disappunto.
<< Seriamente Aziraphale non hai la minima idea del
perché io sia qui?
>>
<< Sinceramente no Gabriele. >>
<< E' peggio di ciò che pensavo, non solo hai
impedito la nostra ovvia
vittoria ma ora lasci passare liscia ogni attività che
almeno per dovere verso
il tuo creatore dovresti fermare e non mi riferisco certo a
stupidaggini, sai
bene che conosciamo il colpevole di tutto questo, il tuo tentativo di
fingere
che non sia così è patetico. >>
L'angelo gonfiò il petto prendendo un respiro.
<< Sono certo voi lo sappiate come lo so io e mi sono
anche dato da fare
per capire che cosa stia effettivamente succedendo, ci deve essere un
motivo
se...- >>
<< Un motivo? Qui non si tratta di una guerra Aziraphale,
noi del cielo
lasciamo passare molte cose ma qui l'attività criminale
è al completo sbando,
qualcuno si renderà presto conto che c'è qualcosa
di strano. C'è il completo
caos, come se tutta l'intera città fosse impazzita e non
solo le persone ma
anche gli oggetti. Credi che gli umani siano stupidi? Bè
molti di loro lo sono
ma certo non sono ciechi e Dio non voglia che scoprano cosa si celi
dietro
tutto questo caos. >>
<< In questo momento due di noi sono dal tuo
amichetto...- >>
Aziraphale scattò in piedi allarmato ma l'arcangelo lo
fermò con un gesto della
mano.
<< Vogliono solo avvisarlo di andarci più
piano, questo è un avvertimento
sia per te che per lui, se non dovesse fermarsi interverremo noi
estirpando la
minaccia alla radice e non credo proprio che ai suoi colleghi
mancherà e questo
si collega al motivo per cui sono qui, ti chiedo di non metterti in
mezzo nel
caso in cui fosse necessaria un'azione da parte nostra. >>
L'angelo rise spostando lo sguardo, prima non lo avrebbe mai fatto,
ridere in
faccia a Gabriele gli sarebbe costato il posto.
<< Mi stai chiedendo davvero di rimanere a guardare
mentre voi vi
accalcate per fare fuori il mio migliore amico? >>
Gabriele fece una smorfia, era davvero grave la situazione.
<< Sapevo avresti reagito così, Dio ti ha
protetto la prima volta ma non
ce ne sarà una seconda...- >>
<< Io non credo che Lei...- >>
<< Shh chiudi il becco >>
accompagnò le parole chiudendo il pollice
e l'indice tra loro.
<< Sei stato avvisato Aziraphale, a causa del tuo
atteggiamento ho
ricevuto delle lamentele, sembra che il mio comportamento sia un filino
eccessivo a volte...- >>
<< Un filino... >> sussurrò
l'angelo spostando lo sguardo di lato.
<< Per questo non posso agire come vorrei, ma sia chiaro
questa volta non
ci saranno superstiti e non parlo solo di lui. >>
<< Mi stai minacciando Gabriele? >>
domandò guardandolo dritto
negli occhi.
<< Ti sto avvisando. >>
Aziraphale si leccò le labbra, doveva rimanere calmo e
lucido.
<< Lasciate fare a me, ci penso io a risolvere questa
cosa. >>
<< Come hai fatto fin'ora? >>
<< No >> rispose l'angelo e poi
continuò.
<< Farò in modo che tutto finisca ma dovete
darmi tempo. >>
<< Perché mai dovremmo fidarci di te?
>>
<< Perché se non otterrò risultati
interverrete voi e io da solo, contro
tutti voi...Bè è chiaro che non avrò
speranze. >>
Gabriele ci pensò su poi sospirò.
<< Va bene, una settimana non di più. Al
termine di essa avrai esaurito
tutte le tue possibilità >> disse alzandosi,
Aziraphale annuì e poi
Gabriele sparì in un fascio di luce così come era
arrivato.
L'angelo non sapeva da dove partire, sette giorni erano veramente pochi
e
Crowley non si sarebbe lasciato convincere da qualche parolina e
nemmeno dalle
minacce, era certo che a quegli angeli che erano andati a intimorirlo
avesse
riso in faccia, doveva pensarci lui, la vita del suo migliore amico era
nelle
sue mani.
Non aveva mai creduto alla storia della malvagità nemmeno
quando il demone gli
aveva confessato dritto in faccia che intendeva fare del suo peggio,
per questo
dopo un'illuminazione improvvisa si mise a controllare che cosa
avessero in
comune tutti quegli eventi, era certo che ci fosse qualcosa sotto.
La ricerca durò due giorni interi ma alla fine
capì.
<< Non è mai morto nessuno...e nemmeno ci sono
stati feriti >>
sussurrò al giornale che stava leggendo.
Era venuto fuori che in tutte quelle strane attività che
erano accadute fino a
quel momento tutti gli umani coinvolti erano rimasti illesi, il tasso
giornaliero
di morti o feriti era quello di sempre, ciò significava che
l'attività
demoniaca non aveva influito sui consueti accadimenti, si poteva dire
che il
demone Crowley si stesse divertendo più del solito con gli
umani ma dentro al
suo cuore era sempre lo stesso.
Aziraphale posò il giornale e uscì diretto a casa
dell'amico, avrebbe parlato
con lui o almeno ci avrebbe provato, destino volle che lo
incontrò per strada,
era circondato da un gruppo di gente dalle facce poco raccomandabili,
l'angelo
strinse i pugni e si fece coraggio avvicinandosi a passo di marcia, il
tratto
di strada che lo portò fino a lui si rivelò
più breve del previsto e questo gli
fece perdere un po' della sicurezza che aveva cercato di infondersi.
<< Crowley >> iniziò.
Deglutì.
<< Dobbiamo parlare. >>
<< Ma tu guarda che carino >>
squittì una ragazza avvicinandosi a
lui e sfiorandogli il viso.
Poi un tipo gli avvolse il braccio intorno alla spalla.
<< Non male davvero >> commentò.
Aziraphale si innervosì all'istante e si scostò.
<< Levatemi le mani di dosso >>
sbottò.
Poi aggiunse.
<< Per favore. >>
<< Crowley conosci questo tipo? >>
Il demone fissò Aziraphale che lo guardava tristemente.
<< No, mai visto in vita mia >> rispose
freddo.
Gli occhi di Aziraphale tremarono diventando lucidi, strinse le labbra
tentando
di trattenere quell'emozione che minacciava di uscire e travolgerlo.
<< Ti supplico Crowley, poi non ti disturberò
più. >>
<< Avanti Cro portiamolo con noi, è
così tenero >> fu la ragazza a
parlare e l'angelo si domandò in che rapporti fosse con lei
e con tutti loro,
che cosa rappresentava, un capo, un amico o qualcosa di diverso?
<< Sapete? Mi avete convinto, chissà magari
gli viene voglia di aiutarci
>> ghignò Crowley, Aziraphale
deglutì ma decise di seguirli, se quello
era l'unico modo di tenerlo d'occhio lo avrebbe fatto, gli altri lo
afferrarono
strattonandolo e riempiendolo di domande mentre camminavano e il demone
osservava tutto da dietro a braccia incrociate.
<< Allora come ti chiami bellezza? >>
<< Ehm...A-Az...- >>
<< Si chiama Zira >> intervenne Crowley e
l'angelo faticò a
comprenderne il motivo.
<< Avevi detto non lo conoscevi. >>
<< Bè mi è tornato in mente
>> rispose piccato.
Arrivarono nei pressi di quella che sembrava una grande casa, era
evidentemente
abbandonata e loro entrarono tranquillamente, rispetto a come appariva
fuori
l'interno era curato, come se qualcuno se ne occupasse regolarmente,
Aziraphale
si guardò intorno ma non riuscì a farsi una vera
e propria idea perché quel
ragazzo e la ragazza lo spinsero sul divano e gli si sedettero accanto.
<< A-Allora cosa si fa qui? >>
balbettò tentando di scostarseli di
dosso.
<< Oh lo scoprirai presto dolcezza >>
rispose l'uomo
accarezzandogli lascivamente il braccio, Aziraphale che era ingenuo ma
non
stupido realizzò e si alzò di scatto
indietreggiando.
<< N-no! Io non... >> poi si
voltò a guardare Crowley che lo
fissava con aria indifferente.
<< Crowley... >>
<< Vieni con me >> disse e l'angelo si
sentì sollevato, sensazione
che durò poco perché il demone lo
portò attraverso un corridoio lungo e scuro.
<< D-dove stiamo andando? >>
Il demone schioccò le dita lunghe e sottili e le luci si
accesero.
<< Che cosa vuoi? Perché sei venuto?
>> gli domandò guardandolo
sempre con quello sguardo spento.
<< Tu mi hai portato qui >> rispose
l'angelo riprendendo un po' di
tono.
<< E tu non ti sei tirato indietro >> gli
rispose l'altro.
<< Davvero fate certe cose? >> gli
domandò Aziraphale.
<< Anche tu? >> chiese poi, era forse
gelosia la sua o
preoccupazione?
<< Quello che faccio non ti riguarda, non è
più affar tuo da quando mi
hai dato il ben servito. Se vuoi restare resta ma sappi che non ti
permetterò
di rovinare i miei piani. Sai perché ti ho permesso di
venire con noi? Perché
non mi importa più niente di te, mi sei indifferente,
l'unica cosa che voglio è
che non mi intralci. >>
Aziraphale percepì quelle frasi come se fossero veleno e in
effetti era quello
il senso che voleva dargli Crowley, desiderava percepisse tutto il
malessere
che provava e si sentisse in colpa per questo.
<< Mi spiace deluderti ma sono qui per questo, Crowley
stai rischiando
grosso te ne rendi conto? >> disse con l'espressione
preoccupata.
<< Ah ho capito quelli che ho rimandato in paradiso con
un biglietto di
non ritorno sono venuti a piagnucolare da te, come se possa funzionare
>>
sbuffò una risata.
<< Non è così o meglio è
vero che sono venuti ma solo per avvisarmi, sei
in pericolo e se non la smetti loro ti uccideranno >>
possibile che non
capisse quanto fosse grave la faccenda, lui ovviamente non avrebbe mai
permesso
lo toccassero ma sarebbe stata dura questa volta salvarsi.
<< Ridicolo, hanno già visto che sono immune
all'acqua santa >>
alzò le spalle con aria indifferente.
<< Io sono immune Crowley! Piantala di giocare
così con la tua vita!
>>
<< Allora uccidimi tu Aziraphale avanti >>
aprì le braccia e lo
guardò con occhi spenti.
<< In fondo è per questo che sei stato creato,
solleva un po' di lavoro a
quei damerini, scommetto ti daranno un premio riammettendoti in
paradiso.
>>
L'angelo si avvicinò di qualche passo serio in volto.
<< Lo capisci che l'unica cosa di cui mi importa sei tu?
>>
Crowley strinse le labbra, si avvicinò con passo lento e
studiò l'espressione
di Aziraphale, gli posò una mano sulla guancia e
avvicinò il viso, l'angelo
tremava, aveva cominciato a farlo quando lo aveva visto avanzare ma non
era un
tremore di paura.
<< Anche tu prima eri l'unico di cui mi importava
davvero, l'unico per
cui valesse la pena lottare. >>
<< Che cosa ti è successo Crowley?
>> sussurrò l'angelo sollevando
il viso e trovandosi a pochi centimetri da quello dell'amico.
<< Tu ecco cosa, non mi ha fatto diventare malvagio
l'inferno ma la tua
presenza sì, hai tirato fuori la mia vera natura Aziraphale,
dovresti esserne
felice, un altro diavolo da consegnare alle guardie armate dei cieli.
>>
<< Non sei cattivo >> disse deglutendo e il
demone si staccò.
<< Piantala, lo sai benissimo anche tu che non
è vero. >>
<< Io so chi sei davvero, anche se forse non ti piace
l'idea, sono
l'unico che ti conosce e che ha visto le parti più fragili
di te. >>
<< ZITTO! Smettila di dire bugie su bugie, non mi avresti
mai amato se
fossi stato diverso! Se fossi stato malvagio, se fossi stato come loro!
>> indicò il pavimento e poi gli
puntò l'indice contro.
<< Non mi avresti nemmeno guardato! >>
<< Io ti amo proprio per come sei! Non puoi sapere come
sarebbero state
le cose perché sono così e né tu
né io possiamo cambiarle >> anche
Aziraphale si era alterato, aveva le guance rosse e gli occhi lucidi,
non era
mai stato così arrabbiato in vita sua, nemmeno quando aveva
scoperto la vera
natura di alcuni suoi superiori, lì forse era stato
più che altro deluso.
<< Basta non voglio più ascoltarti
>> sbottò il demone voltandogli
le spalle ma Aziraphale lo fermò con una frase.
<< Credi che non sappia cosa stai facendo davvero? E'
già successo una
volta, quando volevi rubare l'acqua santa, io lo sono venuto a sapere e
questa
volta non è diversa Crowley. So che non stai facendo del
male a nessuno, i tuoi
sono solo dispetti perché sei arrabbiato ma lo sei con me
non con l'umanità.
>>
Si leccò le labbra secche poi continuò.
<< E' con me che dovresti prendertela non con loro,
soprattutto se il tuo
operato ti fa rischiare la vita. >>
Crowley abbassò le spalle rassegnato come se il suo petto si
fosse svuotato di
qualcosa.
<< Non ho più una vita di cui mi importi
combattere... >>
Poi la sua gola emise un suono, un rantolo goffo e spezzato.
<< Angelo hai idea di come ci si sente quando la persona
che ami più di
te stesso ti dice di amarti ma poi ti rifiuta? >>
Gli occhi di Aziraphale cominciarono a lacrimare, aveva voglia di
correre ad
abbracciarlo ma non era il caso in quel momento.
<< Fallo tu a me, dimmi che mi ami ma che non mi vuoi.
>>
Il demone soffiò una risata amara, si asciugò gli
occhi ringraziando Qualcuno
di trovarsi ancora di spalle.
<< Non posso, perché io ti voglio angelo,
perché sono così fottuttamente
innamorato di te che se mi baciassi qui, adesso, dicendomi che mi
desideri e
che vuoi stare con me io lascerei tutta questa merda per seguirti,
dimenticando
il fatto che mi hai fatto sentire uno schifo per più di un
anno. >>
Il cuore dell'angelo perse un battito prima di cominciare a galoppargli
forte
nel petto, si avvicinò a lui con la gola stretta e gli occhi
che bruciavano,
allungò una mano e afferrò delicatamente quella
sottile di Crowley, la strinse
commuovendosi di poter sentire di nuovo il calore del suo corpo dopo
tanto
tempo.
<< Allora vieni a casa con me... >>
Il demone ebbe un sussulto ma poi soffiò <<
non posso... >>
<< Perché? >> domandò
l'angelo tentando di mantenere ferme le
lacrime.
<< Perché viverti accanto sapendo che mi vuoi
ma senza poterti avere è
una punizione peggiore dell'inferno. >>
A quel punto Aziraphale si spostò mettendosi di fronte a
lui, gli prese il
volto tra le mani cercando quegli occhi che erano diventati di un oro
spento,
come se avessero perso la luce che li faceva brillare.
<< Mi dispiace di averti fatto del male Crowley.
>>
Il demone fece un mezzo sorriso ingoiando il magone.
<< Non importa angelo, tu hai fatto quello che potevi, mi
hai fatto
sentire cosa significa essere amati, almeno per un po'...
>>
Aziraphale si alzò in punta di piedi, poi posò la
fronte su quella di Crowley,
chiuse gli occhi, altre lacrime scesero rigandogli le guance.
<< Perdonami...non accadrà più, non
ti ferirò mai più amore mio >>
poi lo baciò sulla fronte, il demone singhiozzò
combattendo l'istinto di
lasciarsi andare tra quelle braccia dall'aspetto così caldo
e accogliente.
<< Risolverò questa cosa, penserò a
tutto io te lo prometto >> lo
lasciò andare e con un'ultima occhiata triste
voltò le spalle e percorse quel
lungo corridoio a ritroso, con il cuore a pezzi che sanguinava e gli
occhi che
non la smettevano di produrre lacrime.
...
Una
settimana era passata e Crowley aspettava il momento in cui sarebbero
venuti a
prenderlo, Aziraphale gli aveva rivelato il piano degli angeli ma lui
non aveva
intenzione di fare nulla, quando quell'ultimo giorno volse al termine
alzò il
viso verso il cielo sbeffeggiandolo.
<< Tutto qui? Sarebbe questa la vostra punizione?
>> rise.
<< Patetici >> disse e si buttò
sul divano, erano parecchie ore che
si sentiva strano ma non ci aveva dato molto peso, schioccò
le dita per
accendere il televisore ma non accadde niente, riprovò ma
nulla, prima di farsi
prendere dal panico tentò di compiere altri miracoli ma
niente accadeva,
nemmeno una scintilla di potere.
<< Non è possibile, che cazzo...
>>
Corse fuori raggiungendo la Bentley e con suo grande sgomento nemmeno
lei
rispondeva ai suoi comandi, dovette far uso delle chiavi per aprirla,
una volta
dentro la mise in moto ma le canzoni dei Queen non partirono in
automatico come
solitamente succedeva.
Deglutì poi ringhiò e partì con una
furia cieca verso la libreria di
Aziraphale.
Entrò spalancando le porte come un tornado senza curarsi
della possibile
presenza di qualche cliente, afferrò l'angelo per la
giacchetta che indossava
solitamente nei suoi momenti di relax e gli ringhiò contro.
<< Che cazzo mi hanno fatto i tuoi parla! >>
<< Crowley per prima cosa calmati. >>
<< Non dirmi di calmarmi! Io non riesco più
a...sono...non dirmi che sono
umano. >>
Aziraphale lo guardò come si fa con i bambini che sono nel
pieno di un
capriccio.
<< Se mi lasci spiegare... >>
<< Non c'è niente da spiegare!
>> lo spinse.
<< Mi hanno trasformato in un umano, in un umano cazzo
Aziraphale!
>>
Poi un odore nell'aria lo distrasse.
<< C'è qualcosa di strano >>
disse.
<< E' quello che vorrei dir...- >>
Crowley non lo lasciò finire e lo fissò sgranando
gli occhi.
<< Anche tu...anche tu sei umano. >>
<< Sì >> sospirò
l'angelo.
<< Ma cosa...che paradiso significa, perché
hanno punito anche te?
>>
<< Avevi detto che avresti risolto la cosa, bel modo
cazzo! >>
ringhiò.
<< Crowley i tuoi poteri torneranno >>
disse pacato Aziraphale.
<< Torneranno e quando? E come faccio ad esserne certo?
>>
<< Perché sono stato io a proporre questo
accordo, loro avevano
intenzione di farti diventare umano per sempre e una volta morto per te
non ci
sarebbe più stata via di ritorno. >>
Crowley fece una smorfia deglutendo.
<< Gli umani non muoiono definitivamente, tutta quella
storia della
reincarnazione...- >>
<< Nel tuo caso non ci sarebbe stata nessuna
reincarnazione, ma io ho
fatto in modo che ciò non accadesse. >>
<< E come? Dandogli i tuoi poteri? >>
Aziraphale sorrise amaramente.
<< Non avrebbero mai accettato, ho preso il tuo posto, i
tuoi poteri
torneranno e questo periodo da umano dovrebbe servirti per meditare
sulle tue
azioni. >>
<< Un attimo cosa? Ripeti quello che hai detto
>> chiese Crowley
guardandolo confuso.
<< Che i tuoi poteri...- >>
<< No, no prima >> sbottò.
<< Che ho preso il tuo posto...? >>
Il demone sgranò nuovamente gli occhi fissando l'angelo come
se si fosse
trasformato in un albero di natale.
<< Tu cosa hai fatto!? Ma ti ha dato del tutto di volta
il cervello
Aziraphale!? >> cominciò a marciare avanti e
indietro mettendosi le mani
nei capelli.
<< Era l'unico modo per salvarti >>
spiegò.
<< Perché diavolo sei così calmo,
lo capisci che quando morirai tu
non...- >>
<< Lo so Crowley e l'ho accettato. >>
<< PERCHE'? >> strillo il demone
guardandolo sgomento.
<< Solo in questo caso sarebbero passati sopra a
ciò che hai fatto, già
tanto se hanno negoziato con me Crowley, cosa avrei dovuto fare secondo
te?
>>
<< Lasciare che punissero me cazzo! >>
Aziraphale soffiò l'aria dal naso.
<< Modera il linguaggio ti prego. >>
<< Oh fanculo tu e il linguaggio Aziraphale, cazzo io non
ci credo, non
ci credo che uno come te abbia potuto accettare un patto
così stupido! >>
Si agitava mentre gridava e non riusciva nemmeno a guardarlo negli
occhi.
<< Cosa pensavi di fare quando hai avuto questa brillante
idea? Credevi
di fare il martire? Ti faceva piacere morire sapendo che avevi salvato
una
povera anima dal suo triste destino!? >>
<< Crowley... >>
<< No non avvicinarti cazzo! Io vorrei darti un pugno
adesso! >>
<< Dammelo così ti sentirai finalmente meglio!
>> sbottò l'angelo
avvicinandosi e cercando i suoi occhi.
Il demone respirava a fatica, il suo petto si gonfiava e sgonfiava fino
allo
spasmo, aveva gli occhi spalancati, rossi e pieni di lacrime.
<< Tu non hai idea di quello che hai fatto, non dovevi
farlo, non sei
l'eroe della storia, nessuno si ricorderà di te...e
>>
<< Crowley basta >> lo afferrò
per i polsi e lo strinse in un
abbraccio forte, il demone posò la fronte sulla sua spalla e
cominciò a
singhiozzare accasciandosi su di lui.
<< Non dovevi farlo...non dovevi...cosa
succederà quando morirai...come
farò io senza di te >> piangeva e il suo corpo
magro si scuoteva,
l'angelo gli accarezzava la schiena tentando di calmarlo anche se
sapeva non
sarebbe stato facile.
<< Me ne andrò felice sapendo di averti
salvato la vita... >>
<< Io non te l'ho chiesto cazzo! >> la sua
voce uscì attutita a
causa della posizione.
<< Lo so, come io non ti ho mai chiesto di salvarmi ma tu
lo hai fatto
ugualmente >> rispose l'angelo con un tono di voce dolce.
<< Cosa succede se io muoio prima di tornare ad essere un
demone?
>> domandò corrugando le sopracciglia.
<< Ti daranno un altro corpo e rimarrai umano fino allo
scadere del
tempo, per un mese precisamente >> gli spiegò
Aziraphale.
<< Quindi non posso nemmeno morire e aspettarti.
>>
<< Crowley non avresti nessuno da aspettare...quello che
possiamo fare è
vivere il resto delle nostre vite...- >>
<< No! >> sbottò staccandosi
dall'abbraccio.
<< Col cazzo che me ne sto qui a vederti morire, ora
andiamo lassù e...-
>>
<< Non possiamo, siamo umani ricordi? >>
<< Non me ne frega un accidente! >> e
uscì dalla libreria, montò in
macchina seguito dall'angelo che tentava di spiegargli
l'impossibilità delle
sue azioni, ma Crowley aveva il viso puntato verso la strada e sembrava
non
sentire nemmeno una parola.
Arrivarono nel luogo dove erano situati gli ingressi di inferno e
paradiso,
Crowley salì a due a due i gradini che portavano al piano di
sopra ma una volta
in alto quello che vide erano altri umani e negozi, così
scese e afferrò
Aziraphale per un braccio trascinandolo con sé per le scale
ma anche all'angelo
non accadde niente.
<< Te l'ho detto >> disse e il demone
gemette frustrato
accasciandosi sul pavimento con le lunghe gambe stese in avanti, i
gradini
della scala mobile gli sbattevano contro ma a lui non importava, si
sentiva
impotente, questa volta sul serio.
<< E' questo che si prova ad essere umani?
>> domandò corrugando le
sopracciglia, la domanda sembrava essere stata posta più a
se stesso che
all'angelo.
Aziraphale gli posò una mano sulla spalla.
<< Andiamo a casa Crowley. >>
|
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Capitolo 2 *** Capitolo due ***
Capitolo
due
Il divano della libreria divenne il luogo fisso e prediletto dell'ex
serpente dell'Eden, aveva preso locazione fissa facendo di quel luogo
pieno di libri la sua nuova dimora, non che all'angelo dispiacesse
averlo sempre intorno ma stava cominciando a pensare che l'amico fosse
caduto in una sorta di depressione dalla quale non sembrava aver voglia
di uscire.
<< No è coshi male... >>
biascicò.
<< Essere umani dico >> un suono simile al
singhiozzo
rimbombò nella sua testa, storse il naso pensando che
probabilmente era stato lui a produrlo, Aziraphale si
avvicinò
prendendogli la bottiglia di vino dalle mani.
<< Basta con questo, devi avere cura del tuo corpo e gli
umani
non possono sopportare una grande quantità di alcol senza
sentirsi male. >>
<< Come non etto...è una m-merda
>> gli scappò un ruttino e fece una smorfia.
L'angelo si sedette sulla poltrona sentendosi tanto un padre in
procinto di fare una ramanzina al figlio adolescente.
<< Senti Crowley volevo parlarti di una cosa.
>>
<< Mmm...la testa >> mugugnò
tirandosi su a sedere, la maglietta era salita fino a scoprirgli la
pancia.
<< Oh e questo cos'è? >> disse
allargando gli occhi e
indicando quel puntino che tutti gli umani avevano dalla nascita in
mezzo
alla pancia.
<< Non lo avevo prima...sono certo che non lo avevo
>> di nuovo gli scappò un ruttino.
Aziraphale lo guardò con tenerezza e sorrise.
<< Si chiama ombelico e non è una cosa di cui
devi preoccuparti caro. >>
<< Mmm devo...andare in bagno >> e
finì nuovamente
con la testa tra i cuscini, a quel punto l'angelo si alzò e
lo
raggiunse, lo prese per le braccia aiutandolo ad alzarsi.
<< Ascolta cosa faremo, adesso tu vai di sopra...-
>>
<< Non posho andare di sopra mi hanno cacciato...
>>
mugugnò ma l'angelo lo ignorò continuando la
frase.
<< Ti fai una bella doccia, io preparo qualcosa da
mangiare e sono sicuro ti sentirai meglio. >>
Crowley ghignò e diede un buffetto con l'indice sul naso di
Aziraphale.
<< Birichino...vuoi fare la doccia con m-me.
>>
<< Temo non sia proprio possibile al momento
>> e lo spinse
piano su per le scale circondandogli la vita con un braccio, solo che
era più difficile di quanto immaginasse, il demone
continuava a
divincolarsi, a voltarsi nell'abbraccio e mettergli il viso a pochi
centimetri dal suo facendogli proposte indecenti.
<< Che vuoi che sia una doc...doccia ancelo.
>>
<< Prima dobbiamo parlare ok? >> e lo
spinse in bagno.
<< Ora svestiti e lavati, io ti aspetto di sotto.
>>
<< Non so come si fa >> e
incrociò le braccia come un bambino capriccioso.
<< Sì che lo sai, avanti Crowley
perché mi fai penare così? >>
Il demone sollevò le spalle con l'aria di chi non avesse
colpe
al mondo e l'angelo si ritrovò a sbuffare, poi sorrise, lo
amava
quel testardo ed era sempre stato certo che anche da umano sarebbe
stato così cocciuto, infatti aveva ragione.
<< Ti aiuto ma poi dovrai fare da solo. >>
Si avvicinò aiutandolo prima a togliersi la giacca, poi uno
alla
volta slacciò i bottoni della camicia lasciandola aperta,
quando
le sue mani arrivarono alla cerniera dei pantaloni si fermò
di
colpo, deglutì alzando lo sguardo e incontrò gli
occhi
marrone-dorato di Crowley, erano lucidi e macchiati da una sorta di
desiderio,
anche le sue labbra rosse sembravano invitarlo a compiere quel
gesto, erano allineate in un mezzo ghigno che però non era
di
strafottenza.
Aziraphale prese coraggio e slacciò alla svelta anche i
pantaloni poi si allontanò di qualche passo.
<< Ora dovrai fare da solo >> disse e
uscì.
<< Angelo. >>
Si fermò in mezzo al corridoio voltandosi verso la voce
dell'amico, era appoggiato con un lato del busto alla porta del bagno
mentre
il resto del corpo era nascosto dentro di esso.
<< Dimmi Crowley. >>
<< Niente solo che...sei bellissimo >>
sorrise.
Ad Aziraphale scoppiò il cuore, arrossì e sorrise
timidamente.
<< Grazie... >>
<< Anche tu lo sei. >>
Passò un'ora prima che il demone uscisse dalla doccia,
quella
semplice cosa si era rivelata molto piacevole, soprattutto per la sua
testa che scoppiava e pulsava nemmeno ci fosse un branco di elefanti al
suo interno.
<< Meno male che non voleva farla >>
borbottò l'angelo finendo di apparecchiare.
<< Sento qualcosa di strano allo stomaco. >>
Aziraphale si voltò verso la voce e la sua faccia divenne
bordeaux.
<< Crowley buon dio ti sembra il modo di presentarti!?
>>
Il demone si guardò da capo a piede, non gli sembrava di
avere
nulla di strano, aveva trovato un asciugamano in bagno, se lo era
legato alla vita ed era sceso di sotto, forse avrebbe potuto asciugarsi
meglio, magari ad Aziraphale non erano andate giù le
goccioline
che aveva sparso sul pavimento.
<< Che c'è? Se è per le gocce...-
>>
<< Sei mezzo nudo! >> squittì
coprendosi il viso.
<< Oh...rimedio subito >>
schioccò le dita, poi ancora e ancora.
<< Dannazione >> imprecò
ricordandosi che non poteva compiere miracoli.
<< Tra poco arriverà il cibo, va a metterti
qualcosa addosso. >>
Crowley ghignò.
<< Temi il fattorino possa vederci e pensare che stiamo
compiendo atti compromettenti? >>
Se possibile l'angelo arrossì molto di più.
<< Noi non stiamo compiendo nessun atto, e ora fila a
vestirti! >>
Quanto era adorabile quando si arrabbiava, pensò Crowley.
Il demone decise di non infierire ulteriormente, anche
perché non
conosceva il limite di rossore raggiungibile da un essere umano e
temeva Aziraphale potesse esplodere per l'imbarazzo, però
era
così bello vederlo in preda alla vergogna, con quelle
guanciotte
rotonde come mele, sicuramente avrebbe ritentato qualche esperimento,
in fondo essere umani poteva avere anche dei vantaggi.
...
Finalmente riuscirono a mettersi a tavola, Crowley era vestito per
buona pace del cuore di Aziraphale e se non fosse per quel macigno che
pesava su di loro sembravano una tenera coppia che cenava godendosi la
compagnia reciproca, ma per quanto ancora sarebbero riusciti a ignorare
la verità?
<< Non ti piace? >> domandò
l'angelo mandando giù il penultimo boccone.
<< No è che non sono abituato a mangiare.
>>
<< Immagino >> disse leccandosi le labbra,
poi gli sfuggì una risatina.
<< Che c'è? >>
domandò stizzito il demone sollevando un sopracciglio.
<< Sei buffo. >>
<< E per quale angelico motivo io sarei buffo?
>>
domandò e il pezzetto di cibo che teneva nella forchetta gli
cadde nel piatto, cosa che lo fece innervosire.
<< Al diavolo! >> ringhiò.
<< Sei troppo nervoso Crowley, il cibo è come
il vino, va assaporato. >>
<< Io non voglio assaporare un bel niente, voglio tornare
a bere e basta come facevo prima! >>
Aziraphale sospirò pulendosi gli angoli della bocca, poi
sorrise.
<< Presto potrai tornare a farlo. >>
<< Sempre se i tuoi manterranno la parola
>> incrociò le braccia.
<< Lo faranno. >>
<< Non puoi saperlo. >>
<< Crowley ho dato in cambio la mia vita, immagino che
anche
l'angelo più meschino non rimarrebbe indifferente a questo
>> si tolse il fazzoletto dalle gambe e lo
posò
sbattendolo sul tavolo, poi se ne andò in cucina, non voleva
risultare nervoso ma non era riuscito a trattenersi, il demone lo
seguì sentendosi un mostro.
<< Aziraphale mi dispiace io...- >>
<< Non è colpa tua >> rispose
asciugandosi gli occhi.
<< Risolveremo questa faccenda, non possono semplicemente
farti smettere di essere un angelo. >>
<< Crowley non c'è soluzione, mettiti il cuore
in pace, è così e basta. >>
Il demone strinse i pugni.
<< Non posso credere che tu ti sia già arreso.
>>
<< Credici invece, non è la prima volta che ti
deludo
>> lo superò passandogli accanto, poi si
girò
passandosi una mano tra i capelli.
<< Quello che volevo dirti era che puoi stare qui quanto
vuoi ma
non voglio tu ti deprima, non smettere di vivere a causa mia, capisco
sia difficile non avere più i tuoi poteri ma presto
torneranno e
per quanto riguarda me sono io che devo farci i conti, è
stata
una mia scelta e non me ne pento. >>
Per quella sera la conversazione venne chiusa lì, erano
entrambi
stanchi e confusi, in più dovevano fare i conti con i
bisogni
del loro corpo e i dolori che ogni tanto potevano comparire, era tutto
nuovo ma il demone certo non si sarebbe fatto scoraggiare da questo e
soprattutto non aveva intenzione di arrendersi senza lottare.
Andarono a dormire ma quella notte il sonno sfuggì a tutti e
due, tanti i pensieri che avevano nella testa, le preoccupazioni e
scoprirono che la mente umana era molto più fragile e quei
pensieri si trasformarono presto in brusii incessanti e difficili da
mandare via.
Il mattino dopo si alzarono sentendosi due stracci, soprattutto Crowley
che per la millesima volta maledì il corpo umano.
<< Mi fa male tutta la schiena >> si
lamentò il mattino dopo stiracchiandosi.
<< Questo perché dormi in una posizione
impossibile sul
divano >> rispose Aziraphale che sembrava già
più
tranquillo, forse la notte lo aveva aiutato a rasserenarsi
pensò
il demone, in realtà era semplicemente rassegnato, in quella
nottata tremenda era giunto alla conlusione che la cosa migliore per
lui e per l'amico fosse accettare la sua condizione, senza tentare di
cambiare qualcosa che questa volta non aveva soluzione.
<< Mi piace il tuo divano >>
sbadigliò.
<< Crowley ci servono nuovi vestiti, ho pensato che
potremmo andare a fare colazione poi cercare qualche negozio.
>>
<< Che hanno che non va i nostri vestiti? >>
<< Nulla caro ma si sporcheranno e non possiamo tenerli
puliti
come facevamo prima, e poi ci servono dei pigiami e magari delle
pantofole. >>
<< Angelo frena >> lo fermò
mettendo le mani avanti.
<< Mi sta già venendo male alla testa.
>>
<< Dovrai fartelo passare, non voglio che i clienti
entrino qui e sentano odore di sudore. >>
<< A me piace il sudore >>
sbuffò Crowley.
L'angelo prese il cappotto.
<< A te piacciono molte cose che non piacciono a me, ma
visto che vivi qui... >>
<< Tu ti piaci Aziraphale? >>
domandò a bruciapelo,
l'angelo sbatté le palpebre e ci pensò qualche
secondo.
<< A volte sì >> rispose.
<< Allora una cosa in comune l'abbiamo >>
disse con un
sorrisetto, gli passò accanto senza dimenticare di lanciare
una
profonda occhiata a quelle belle guanciotte che diventarono rosse come
due bei pomodori maturi.
Dopo colazione girarono alcuni negozi ma senza trovare nulla che
facesse al caso loro, finalmente dopo il quinto riuscirono ad
adocchiare qualcosa che gli piaceva, Crowley ci mise due minuti a
racimolare roba mentre Aziraphale...
<< Angelo per l'amor di tutti i cieli quanto ci metti!?
>>
domandò lasciandosi scivolare sulla poltroncina fuori dal
camerino che era anche molto scomoda.
<< Un minuto Crowley, devo vedere se mi sta bene.
>>
<< Ma è la terza volta che ti provi la stessa
cosa e ti ho già detto che ti sta divinamente!
>>
<< AH non ci credo che l'ho detto >> si
strusciò una mano sulla faccia.
<< Tu lo dici di tutte le cose che mi metto, non sei
affidabile
>> squittì causando un ringhio nel suo
accompagnatore.
Di fianco a lui un ragazzo stava vivendo la sua stessa agonia, si
voltò a guardarlo, i due si scambiarono un'occhiata
comprensiva.
<< E' la prima volta che fate shopping insieme?
>> domandò il giovane.
<< Sì...e probabilmente anche l'ultima
>> borbottò il demone facendo ridere il
ragazzo.
<< Abituatici amico sarà sempre peggio.
>>
Crowley si sistemò meglio sulla poltroncina.
<< Che accidenti significa? >>
domandò.
<< La mia ragazza passa almeno un'ora nel camerino di
ogni
negozio >> spiegò grattandosi la nuca, Crowley
impallidì.
<< E come diamine fai a sopportarlo? >>
<< Bè...forse perché la amo e poi
lei già deve sopportare me >>
ridacchiò.
Il demone si voltò a fissare il camerino e sentì
Aziraphale borbottare.
<< No questo decisamente non mi sta bene. >>
Anche lui lo amava, solo dio forse sapeva quanto ma tutto questo era
l'inferno, era peggio di qualsiasi girone infernale.
<< Angelo se non ti dai una mossa giuro su d...su
qualcuno che vengo lì! >>
<< Non ti azzardare sai, sono senza maglietta!
>> squittì.
<< E allora muoviti a metterla così ce ne
andiamo. >>
<< Ho altri capi da provare! >>
<< O per l'amor del paradiso! >> si
alzò e
aprì la tenda, quasi non gli venne una sincope per le risate
che dovette trattenere.
<< Che ti sei messo addosso? >>
Aziraphale tirò la tenda e mise il broncio.
<< Se sei qui per prendermi in giro puoi anche andartene.
>>
<< No è che sei strano... >>
<< Piantala di ridacchiare >>
sbottò l'angelo con le guance rosse.
<< Signori non si può stare in due in camerino
>> li rimproverò la commessa.
<< Visto? Ci hai anche fatti sgridare >>
sussurrò irritato Aziraphale.
<< I fenicotteri ti donano angelo. >>
Aziraphale lo spinse fuori e sbuffò, era davvero impossibile
fare shopping con lui, alla fine optò per due maglioni e tre
camice poi prese altri due paia di pantaloni e un pigiama verde con i
pallini colorati perché era l'unico che era rimasto, capo
che ovviamente Crowley aveva deriso, "sembrerai
un albero di natale angelo", bè sempre meglio assomigliare a
un
albero di natale che dormire in mutande come faceva lui
pensò.
C'erano state volte in cui Aziraphale aveva fantasticato come sarebbe
stato vivere con il suo migliore amico, si immaginava loro due a
condividere armadi e cassetti, cucinare insieme e svolgere
attività sorridendosi e scambiandosi qualche bacio
affettuoso,
purtroppo dovette constatare che era l'esatto opposto.
<< Crowley! >> i passi dell'angelo lo
avvisarono che
probabilmente aveva fatto qualcosa di sbagliato, lo vide entrare nella
saletta con in mano uno dei suoi calzini.
<< Oh ecco dov'era >> si alzò e
glielo prese di mano.
<< Si può sapere perché lasci in
continuazione la
tua roba in giro? L'ho trovato su una sedia quello >>
aveva le
mani appoggiate ai fianchi e un tenero broncio.
<< Perché ti scaldi tanto è solo un
calzino. >>
<< L'ultima volta non era un calzino ed era su un ripiano
dei libri, cosa penseranno i clienti se...- >>
<< Ti preoccupi troppo. >>
Aziraphale puntò l'indice verso di lui agitandolo.
<< E' questione di buone maniere Crowley, ti ho detto che
puoi
usare il mio armadio e i cassetti, fortuna ha voluto che prima di
diventare umano mi sia miracolato tutto l'occorrente, non capisco dove
sia la difficoltà! >>
La mente del demone era stata attirata da altro.
<< Già, era da un po' che volevo chiedertelo,
perché tutta questa roba? >>
<< Perché mi piaceva fare le cose da solo
senza ricorrere
ai miracoli e poi come ti avevo detto mi avevano redarguito sui
miracoli frivoli >> spiegò con il tono di voce
ancora
vagamente irritato.
<< Ah già... >>
<< Comunque stamattina sono uscito e ho preso una cosa
per te. >>
Crowley sbatté le palpebre incredulo.
<< Per me? >>
<< Sì... >>
Aziraphale uscì dalla stanza e tornò con una
busta,
Crowley la prese e ne tirò fuori un pigiama di seta rossa.
<< Wow è...fantastico ma che dovrei farci?
>>
<< Sono stanco di vederti in mutande e trovo che il rosso
ti doni. >>
<< Era un complimento quello? >>
ghignò, Aziraphale
sollevò gli occhi al cielo nascondendo un sorrisetto.
<< Zitto e provalo così se non ti sta bene lo
cambio. >>
<< A me piace dormire in mutande però...
>>
L'angelo sbuffò spazientito.
<< Se vuoi stare qui queste sono le regole
>> disse uscendo per non ascoltare altre lamentele.
<< Se stessimo insieme non ti lamenteresti affatto, anzi
ti piacerebbe! >> sbottò Crowley andandogli
dietro.
<< No caro hai sbagliato, l'essere fidanzati non ti
darebbe il
diritto di portare in giro liberamente i tuoi gingilli. >>
Il demone piegò la testa di lato << gingilli?
>>
<< Senti Crowley non ti sto chiedendo la luna,
è solo un pigiama, non mi va di litigare per ogni cosa
>>
<< Saresti stato risparmiato da questa incombenza se
invece di
fare il difficile avessi accettato di stare con me, e non saremmo
nemmeno in questo casino, con io senza poteri e tu che presto sparirai
dalla faccia della terra! >>
Aziraphale abbassò le sopracciglia deluso e ferito.
<< Sapevo che non poteva durare >> disse
dirigendosi in cucina.
<< Che cosa? >> domandò Crowley.
L'angelo strinse lo straccio che usava per asciugare i piatti poi si
voltò verso di lui.
<< Questo fare finta di nulla, solo poco tempo fa mi
odiavi, non
volevi nemmeno rivolgermi la parola e ora tutto d'un tratto ti sei
trasferito qui e non mi molli un secondo. Per questo volevo parlarne,
quando i problemi non si affrontano finiscono per caderci addosso
quando meno ce lo aspettiamo. >>
<< Le cose sono cambiate angelo >> disse
corrugando le sopracciglia.
<< Non mi pare proprio, è evidente che ce
l'hai ancora con me e certo non osavo sperare nel contrario.
>>
<< Mi hai salvato la vita, come posso continuare ad
essere
arrabbiato? >> domandò, davvero non riusciva a
capirlo?
<< Questa a casa mia si chiama pietà o
compassione, fingi
di non odiarmi solo perché ti faccio pena >>
tentò
di uscire ma venne bloccato dalla mano di Crowley che lo
afferrò
per il polso.
<< Io non ti ho mai odiato e... >>
<< Non cambia le cose >> sospirò
Aziraphale.
<< E va bene ero tanto arrabbiato con te e adesso non lo
so
sinceramente se lo sono ancora, ero arrivato a pensare che quello che
dicevi di provare fosse finzione anche se una parte di me non voleva
crederci ma dopo quello che hai fatto... >>
<< Hai sacrificato la tua vita per me, continuo a pensare
che non
dovevi farlo, mi fa uscire di testa ogni volta che ci penso e
sì
probabilmente è per questo che ti ho perdonato, detesto
l'idea
di perderti e avrei voluto urlarti addosso e poi andarmene ma non
posso, non ci riesco. Non odio te ma quello che hai fatto
sì,
però allo stesso modo ti amo e se davvero alla fine
dovrò...Se alla fine non dovessi rivederti mai
più non
voglio sprecare nemmeno un minuto. >>
Aziraphale sollevò di poco il viso giusto lo spazio
necessario
per incontrare i suoi occhi, poteva leggervi tutta la
sincerità
delle parole che aveva appena pronunciato e questo lo rincuorava, solo
che il macigno che aveva nel petto era ancora troppo grande per
potergli permettere di vivere serenamente quel momento.
<< Mi dispiace di averci messo tanto... >>
<< A cosa ti riferisci? >>
domandò Crowley sollevando un sopracciglio.
<< Sto dicendo che hai ragione tu, che se non avessi
avuto tanta paura io e te... >>
<< Adesso hai paura? >> domandò
di getto il demone.
Aziraphale deglutì.
<< N-No. >>
<< C'entra qualcosa il fatto che siamo umani?
>>
<< Forse >> rispose scuotendo la testa poi
sollevò le spalle.
<< Non lo so Crowley, sono stato così bene con
te in
questi giorni che mi viene da pensare che se avessi dato una
possibilità a noi due probabilmente avrei capito che le mie
paure erano inutili. >>
Poi riprese.
<< Alla fine le cose terribili sono successe comunque
anche se
eravamo separati, anzi sono successe proprio per questo motivo.
>>
Crowley gli accarezzò il viso.
<< Io avrei dovuto rispettare i tuoi tempi...-
>>
<< Hai aspettato tanto Crowley. >>
<< No lasciami finire, voglio dire che se dopo secoli sei
riuscito ad ammettere di amarmi sarebbe potuto accadere lo stesso
riguardo allo stare insieme, se ti avessi aspettato e ti fossi rimasto
accanto forse ti avrei potuto infondere sicurezza. >>
Abbassò lo sguardo.
<< Non sono stato un buon amico, alla fine quello era il
nostro
primo problema da coppia >> virgolettò la
parola con le dita.
<< E io sono fuggito preferendo starti alla larga per non
peggiorare le cose >> rispose Aziraphale, poi lo
guardò
tristemente e si appoggiò con la
testa al suo petto, il demone allungò una mano posandola
sulla
nuca bionda e piano con movimenti lenti delle dita
l'accarezzò
mentre con l'altro braccio gli avvolse la schiena.
<< Troveremo una soluzione a questo casino angelo e non
dirmi di
non provarci perché questa volta non ti
ascolterò,
finché avremo tempo continuerò a tentare.
>>
<< Va bene Crowley, proviamoci. >>
Il demone sorrise scostandosi di poco per poterlo guardare.
<< Davvero? >> domandò con gli
occhi che brillavano,
l'angelo annuì anche se dentro di sé non nutriva
molta
speranza, però Crowley aveva ragione, alla fine gli restava
ancora del tempo da vivere, al massimo non avrebbero risolto nulla ma
almeno l'avrebbero passato l'uno accanto all'altro.
...
Una sera mentre Crowley era
attaccato al
cellulare cercando qualcosa che potesse aiutarli con il loro problema
il telefono della libreria prese a squillare, si alzò dalla
poltrona sbuffando, con l'intenzione di mandare da qualche parte,
probabilmente in un luogo poco carino, chiunque lo avesse disturbato
nelle sue faccende.
<< Chi diavolo è? >> rispose.
<< Lei è il signor Crowley? >>
domandò la voce
dall'altro capo, il demone si insospettì, era strano che
qualcuno chiamasse in libreria per cercare lui.
<< Sì chi parla? >>
<< Chiamiamo dall'ospedale, il signor Zira ha chiesto di
chiamare lei...- >>
La mente del demone si annebbiò di colpo.
<< Un momento Az...Zira? Sta bene? >>
<< Più o meno, ha il naso rotto, per questo ci
ha chiesto
di chiamare lei, chiede se può venirlo a prendere.
>>
Rotto. Il suo angelo aveva qualcosa di rotto. Un brivido lo percorse
per intero. Deglutì.
<< Certo arrivo subito. >>
Si fiondò in auto maledicendo il traffico e il fatto di non
avere più i suoi poteri, rischiò due incidenti
pur
sapendo che non poteva permettersi di andare veloce come faceva quando
era ancora un demone, ma Aziraphale era in ospedale, aveva bisogno di
lui, strinse il volante digrignando i denti, non avrebbe dovuto
lasciarlo uscire da solo.
Quando arrivò in ospedale investì la receptionist
di
domande per sapere in quale stanza fosse, poi corse via, sembrava come
impazzito, il suo cuore martellava furiosamente nemmeno gli avessero
detto che il suo amico fosse in pericolo di vita, ma per lui immaginare
Aziraphale con anche solo un graffio era inimmaginabile.
Presto trovò la camera e quando vi entrò lo
trovò seduto sul letto con i piedi che sfioravano il
pavimento,
stava bene, aveva le mani congiunte in grembo e un piccolo tutore sul
naso, quello stonava con tutta la sua persona, non doveva succedere,
lui doveva essere immortale, era nato per vivere per sempre, la sua
vita non era quasi mai stata una preoccupazione per il demone,
perché sapeva che sarebbe stato praticamente impossibile che
succedesse qualcosa.
Si fiondò da lui posandogli una mano sul viso e una sulla
spalla.
<< Angelo che cosa è successo? Stai bene?
>> nei
suoi occhi e anche nella sua voce si poteva leggere tutta la
preoccupazione che ancora non era passata pur avendolo davanti vivo e
vegeto.
<< Mi dispiace averti disturbato caro, in fondo non
è
niente, ma non me la sentivo di tornare a casa da solo, mi gira un po'
la testa. >>
Crowley lo ispezionò con lo sguardo senza staccarsi un
secondo da lui.
<< Non devi neanche dirlo, ma cosa ti hanno detto qui? Ti
hanno controllato per bene? Sono sicuri che...- >>
<< Sì tranquillo hanno detto che è
tutto nella norma, devo solo riposare. >>
<< Ti va di raccontarmi come... >>
L'angelo annuì piano, spostò lo sguardo prima da
un lato poi dall'altro.
<< Sono rimasto coinvolto in una rissa. >>
<< Una rissa angelo? Come diavolo è possibile?
>> domandò sgranando gli occhi.
Aziraphale alzò appena le spalle.
<< Se la stavano prendendo con un uomo per strada e io
sono intervenuto. >>
Crowley sgranò gli occhi, lasciò cadere il capo
verso il basso e a quel puntò scivolò via da lui.
<< Si può sapere cosa ti è saltato
in mente? >> lo rimproverò.
<< Dovevo farlo, è mio dovere...-
>>
<< No! >> sbottò.
<< Lo era un tempo probabilmente ma adesso non puoi
permetterti
di rischiare, soprattutto per una cosa così stupida!
>>
Odiava tutto in quel momento, odiava gli angeli, i demoni, gli umani e
in particolar modo chiunque aveva messo le mani addosso al suo angelo e
odiava anche lui e il suo stupido naso rotto, solo il pensiero di come
avrebbero potuto andare le cose lo fece rabbrividire.
<< Non potevo certo rimanere indifferente mentre quel
poveretto veniva malmenato. >>
<< Invece sì Aziraphale, se avessero avuto una
pistola o
un coltello? E se te l'avessero puntata contro? Se invece del naso
avessero colpito un organo vitale angelo mi spieghi adesso a che cosa
sarebbe servito il tuo stupido gesto eroico? Mi spieghi io...io che
cosa avrei dovuto fare? Che cosa... >> stava piangendo e
non se
n'era nemmeno reso conto, aveva la voce sottile e frammentata, gli
occhi gonfi di lacrime che scendevano senza sosta, in poche parole era
sconvolto.
Aziraphale deglutì e si alzò non aspettando un
secondo a
stringerlo tra le braccia, Crowley si accasciò sulla sua
spalla
continuando a piangere.
<< Angelo mi dici come avrei fatto se fossi morto?
>>
<< Mi dispiace Crowley...io non avrei mai voluto farti
stare così male. >>
<< Non farlo mai più, promettimi che non
rischierai più in questo modo... >>
<< Crowley...sarebbe potuto accadere anche prima
>> gli sussurrò nell'orecchio.
<< Non è vero, lo sai che non è
vero. Era diverso,
nell'ipotesi peggiore ti avrebbero dato un nuovo corpo. >>
Aziraphale sospirò posandogli una mano sul retro della nuca,
gli
accarezzò delicatamente quei morbidi e sottili fili color
rubino, si scostò per avere modo di guardarlo negli occhi.
<< Nel caso peggiore qualcuno avrebbe potuto usare il
fuoco infernale >> sussurrò ma Crowley scosse
la testa.
<< I demoni non se ne vanno in giro a uccidere gli
angeli,
abbiamo delle regole anche noi, al massimo li infastidiscono e per
quanto riguarda la tua fazione, loro volevano ucciderti
perché
ti sei alleato con me, altrimenti non lo avrebbero fatto.
>>
<< Crowley... >>
<< Angelo ti prego >> posò la
fronte su quella dell'altro.
<< Ti prego >> chiuse gli occhi.
Aziraphale era esausto, annuì sapendo che quello era l'unico
modo per chiudere quella conversazione e tornare a casa, si
sentì in colpa per avergli mentito ma conosceva il suo
demone,
sapeva quanto fosse testardo, non avrebbe rischiato la vita
stupidamente certo ma non poteva andare contro la sua stessa natura e
non solo quella angelica, essere buono e aiutare il prossimo faceva
parte di lui, angelo o meno.
Il viaggio in auto fu silenzioso, nessuno dei due sembrava sapere quale
fosse la cosa giusta da dire, e forse non c'erano parole giuste o
sbagliate in quella situazione, Crowley si stava sforzando di non
tappezzare la città fino a che non avesse trovato lo stronzo
che
aveva rotto il naso al suo migliore amico, Aziraphale invece era
nervoso e teso, non aveva mai visto il demone così chiuso e
con
un'energia altamente distruttiva, sembrava quasi che avrebbe potuto
uccidere chiunque con uno sguardo.
Una volta giunti in libreria Aziraphale si mise subito a dormire, il
suo corpo umano aveva subito troppi scossoni per una sola giornata e
non avrebbe retto anche un'eventuale discussione, il demone invece
rimase sveglio tutta la notte per tenerlo d'occhio, nel caso avesse
avuto bisogno di qualcosa e le sue stupide orecchie ora troppo deboli
non lo avessero sentito.
La verità però era che aveva paura, temeva che se
si
fosse addormentato il suo angelo sarebbe scomparso, quello che era
successo quel giorno lo aveva lasciato con un senso di panico peggiore,
finora da quando avevano perso i loro poteri non era ma stato faccia a
faccia con il vero rischio di perderlo ed era una sensazione orribile,
non poteva permettere che accadesse.
Il mattino dopo Crowley si mise in testa di voler preparare la
colazione, era tutto indaffarato quando Aziraphale scese, sorrise
trovandosi davanti quella scena così casalinga e tenera.
<< Buongiorno caro. >>
Il demone si voltò causando un urletto da parte di
Aziraphale.
<< Che è successo ai tuoi occhi?
>>
Crowley se li sfregò sbadigliando, avevano delle profonde
occhiaie scure ed erano molto arrossati, questo perché aveva
pianto tutta la notte.
<< Pare che questo stupido corpo non regga una notte
senza sonno. >>
Aziraphale corrugò le sopracciglia.
<< Oh caro non sei riuscito a dormire? >>
L'altro sollevò le spalle.
<< Non ho voluto in realtà. >>
<< Perché? >>
<< Lascia stare angelo, tu come stai? >> si
avvicinò studiando quel bel viso che amava alla follia.
<< Il naso mi fa un po' male ma passerà, stai
preparando
qualcosa di buono? >> domandò riferendosi al
cibo.
Crowley si voltò a guardare il suo mezzo disastro.
<< Buono non lo so, forse è meglio se andiamo
a fare colazione fuori. >>
<< Voglio assaggiare >> disse Aziraphale
avvicinandosi,
prese un pezzetto di muffin, lo mise in bocca e i suoi occhi
cominciarono a lacrimare, si sventolò il viso con una mano.
<< Hai messo il peperoncino? >>
<< Che ne so Aziraphale credevo fosse cannella!
>>
<< Ma come hai fatto a scambiare il peperoncino con la
cannella,
oh santo cielo mi serve del latte >> squittì
andando ad
aprire il frigo.
<< Non c'è, l'ho finito tutto cercando di fare
una cosa. >>
L'angelo mugugnò dovendo accontentarsi dell'acqua.
<< Eddai angelo non fare quella faccia, sono sicuro
che... >> prese un pezzettino anche lui di muffin.
<< Stai esagerando >> e se lo mise in
bocca, anche i suoi
occhi si bagnarono subito e si ritrovò a sputacchiare
ovunque.
<< Cazzo che schifo! >>
Si guardarono per un istante poi scoppiarono a ridere, era da tempo che
non si concedevano una bella risata, soprattutto che non la
condividevano, l'ultima volta era stata nel giardino quando erano
sopravvissuti alla vendetta dei loro capi, da allora le risate si erano
spente e invece si resero conto che avrebbero dovuto farlo
più
volte, era così bello ridere insieme.
Quando la risata scemò rimasero solo i loro sguardi
incollati
gli uni agli altri, tutto il resto era sparito, esistevano solo loro
due e Crowley non resistette più, si avvicinò ad
Aziraphale mettendogli una mano sul viso e lo baciò, lo
aveva
già fatto una volta ed era andata male, ma da quando era
diventato umano aveva cominciato a nutrire un senso di speranza
così forte che era difficile da ignorare.
Dal canto suo l'angelo si era reso conto da tempo di essere stato uno
stupido
e di aver preso un sacco di decisioni sbagliate che lo avevano portato
inevitabilmente dove voleva evitare di andare, aveva fatto tanto per
proteggere l'amico che alla fine in pericolo ci era finito lo stesso, e
l'esperienza del giorno prima gli aveva dato il colpo di grazia, la sua
vita oramai era una sola e doveva viverla al meglio.
Avrebbe tanto voluto essere lui a farlo, prenderlo alla sprovvista e
baciarlo ma credeva di non averne più il diritto dopo
avergli
detto più volte che la loro storia era impossibile, ma
Crowley
trovava sempre il modo di stupirlo e dimostrarsi coraggioso per
entrambi.
Aziraphale si avvicinò di modo da far combaciare i loro
corpi, posò una mano sul petto dell'amico e
inarcò la
testa all'indietro per dargli più spaziò,
mugolò
in quel bacio così bello finalmente lasciandosi del tutto
andare, quando Crowley si staccò rimase a pochi centimetri
dalle
sue labbra.
<< Aspetta un secondo angelo >>
sussurrò senza fiato.
Deglutì sentendo i battiti del cuore arrivargli alle
orecchie,
chiuse gli occhi sfiorando il naso di Aziraphale con il suo poi lo
baciò ancora, questa volta in maniera più
delicata.
<< Ora puoi rifiutarmi >> disse avendo
ritrovato il modo giusto di respirare.
<< I-Io >>
<< Ti prego non prolungare la mia agonia
finirò per
illudermi >> deglutì nuovamente senza trovare
il coraggio
di allontanarsi.
L'angelo voleva parlare ma non riusciva a trovare le parole, aveva la
gola secca.
Crowley sospirò decidendo a malincuore di allontanarsi ma
Aziraphale non gliene diede il tempo, lo afferrò per la
giacca e
lo tirò verso di sé.
<< Io non voglio farlo >> disse.
Il demone sollevò e congiunse le sopracciglia.
<< Non capisco >> disse.
Aziraphale posò la fronte sulla sua.
<< Non voglio rifiutarti né ora né
mai. >>
<< Az...io non...Lo fai solo perché siamo
umani? >>
<< No, lo faccio perché sono io,
perché sono stato
un idiota e un egoista, ho sprecato tanto di quel tempo. Crowley
è da quando mi sono innamorato di te che desidero una vita
in
cui possiamo stare insieme, ma non mi sono mai reso conto che ce
l'avevamo già, tutti i pericoli che sono capitati li abbiamo
sempre affrontati con successo e avevi ragione tu che non faceva alcuna
differenza se ti avessi perso da amico o da fidanzato. >>
<< S-Se non mi credi va bene, ti capisco. >>
Crowley si scostò spostando lo sguardo altrove, voleva
credergli
con ogni cellula del suo corpo, ma temeva che se avessero avuto
successo nel loro obbiettivo Aziraphale si sarebbe tirato indietro
un'altra volta.
<< Cosa succederà quando tornerai ad essere un
angelo?
>> domandò stupendosi di aver posto quella
domanda,
solitamente preferiva tenersi le cose scomode per sé.
<< Intanto non sappiamo se accadrà, comunque
non cambierebbe una parola di ciò che ho detto,
ti voglio Crowley, potrebbe scendere anche Dio in persona che non
rinuncerei a te >> disse deglutendo con un lieve tremore
nella
voce.
Il demone fece un sorrisetto.
<< Questo non è molto angelico da dire
>> lo prese in giro e Aziraphale sollevò le
spalle.
<< E' una vita che non mi comporto da angelo, non so
nemmeno più cosa voglia dire. >>
Crowley si avvicinò di nuovo posandogli una mano sul viso.
<< Su questo non posso concordare, sei migliore di tutti
loro
>> disse soffiando quelle parole sulle labbra morbide
dell'altro.
<< Non di tutti... >> sussurrò
Aziraphale.
<< Per me sì >> rispose Crowley
facendolo sorridere.
<< Vuoi sempre averla vinta? >>
<< Sono un demone, è il mio lavoro vincere
>> ghignò.
Aziraphale gli sfiorò il viso con le dita.
<< Bè una cosa l'hai vinta di sicuro.
>>
<< Sarebbe? >>
<< Il mio cuore >> rispose per poi tirarlo
in un tenero e lungo bacio.
...
La vita da umani procedeva bene, aveva dato loro l'occasione di
sperimentare molte cose e sensazioni che probabilmente nella loro
precedente condizione sarebbero state diverse, certo non era sempre
facile, lo stare insieme non aveva risolto i loro problemi e timori, si
ronzavano intorno con delicatezza toccandosi e sfiorandosi come se
avessero paura di rompersi.
Litigavano spesso ma i non
detti erano
inferiori a quelli di un tempo, inoltre il mese stava per scadere e
questo significava che presto Crowley avrebbe riottenuto i suoi poteri,
Aziraphale fingeva che questo non gli causasse nessuna emozione ma il
demone sapeva che non era così, per questo tentava di non
fargli
pesare la faccenda ma l'angelo finiva per arrabbiarsi dicendo che non
gli piaceva essere trattato da stupido e che l'ultima cosa che gli
serviva era la compassione.
Del loro rapporto non avevano ancora deciso niente, non si erano
guardati negli occhi dicendosi "stiamo insieme", era ovvio che fosse
così ma era ancora troppo presto per pronunciarlo, si
comportavano da coppia, si amavano ogni giorno di più ma
ufficializzare il tutto quando ancora non avevano risolto il problema
di Aziraphale gli sembrava un passo troppo grande.
Sarebbe stato più doloroso perdersi, dire "ho perso il mio
fidanzato" faceva più male che dire "ho perso la persona che
amavo e che amava anche me."
Qualcuno avrebbe detto che era la stessa cosa ma per loro no, adesso
più che mai avevano bisogno di certezze e di poggiare i
piedi su
un terreno stabile, procedere un passo alla volta tenendosi per mano
così che se uno dei due fosse scivolato ci sarebbe stato
l'altro
ad aiutarlo a rialzarsi.
Giunse l'ennesima sera, i due si scambiarono un bacio prima di darsi la
buona notte e poi Aziraphale salì di sopra mentre Crowley si
sistemò sul divano come ogni notte, la sua schiena gli
lanciava
urli lancinanti ma lui si limitava ad ignorarla avendo ben altro a cui
pensare.
Quella volta però accadde qualcosa di diverso, il demone si
ritrovò l'angelo ai piedi del divano.
<< Che succede, stai bene? >> gli
domandò non capendo quella stranezza.
L'altro titubò un po' prima di rispondere.
<< Mi chiedevo se ti andasse di venire di sopra con me
>>
rispose, le sue guance si velarono di rosso ma fortunatamente erano in
penombra e non si vedevano.
Crowley deglutì, dovette mettersi seduto prima di elaborare
quella nuova informazione.
<< Intendi per dormire insieme nello stesso letto?
>>
Aziraphale annuì ma poi si ricordò che erano al
buio e rispose a voce.
<< Sì, non sei obbligato ma mi farebbe
piacere. >>
<< Angelo lo sai che non devi fare cose per farmi
piacere, ti ho detto che mi sta bene andare piano. >>
<< Crowley il punto è che farebbe piacere a me
averti
vicino come fanno tutti gli umani che hanno una sorta di...relazione.
>>
<< Solo se lo vuoi anche tu, non sei certo costretto.
>>
Crowley scattò in piedi come una molla.
<< Certo che voglio >> disse sorridendo poi
lo prese per mano e cominciarono a salire le scale.
<< E' solo che Aziraphale a volte non so fin dove posso
andare
per non spaventarti >>
confessò quando furono
sull'ultimo gradino.
<< Tu prova, fa quello che senti, al massimo
sarò io a dirti di non andare oltre. >>
<< Anche se... >>
<< Anche se? >> domandò il
demone.
Aziraphale si strinse nelle spalle, spostò lo sguardo
altrove.
<< Non so nemmeno se ti fermerei davvero, non credo
più di
avercelo un limite. E' solo che sono stanco...stanco di avere paura,
stanco di dover misurare ogni gesto, stanco di deluderti.
>>
<< Tu non mi deludi >> sussurrò
Crowley faticando a trovare la voce.
<< Sai che non è vero, vorrei poter avere una
relazione
normale dove posso baciarti se mi va di farlo e tu lo stesso.
>>
<< Questo già lo facciamo angelo.
>>
<< Sì ma... >> si strinse
nuovamente nelle spalle.
<< Vorrei che valesse anche per tutto il resto.
>>
Il demone gli sfiorò delicatamente il viso con i
polpastrelli.
<< Possiamo farlo e vedere come va, nessuno ce lo
impedisce e io
lo desidero >> gli sfiorò il labbro inferiore
con il
pollice.
<< Però c'è solo una cosa, non
voglio tu ti senta
obbligato a correre per via delle nostre condizioni attuali.
>>
Ad Aziraphale caddero le braccia, si sentì un grosso peso
sul
petto, sospirò pesantemente e spostò lo sguardo
per via
degli occhi lucidi.
<< Se ogni cosa che ti dico tu devi pensare che lo faccio
solo
perché sono umano non ha nemmeno senso continuare
>>
sbottò ferito entrando in camera sua.
Crowley un tempo sarebbe tornato di sotto, avrebbe atteso che la rabbia
gli fosse passata e avrebbero ignorato la discussione, ma il non
parlare li
aveva portati a incomprensioni e ferite che difficilmente si sarebbero
rimarginate e lui non voleva più questo, dovevano diventare
qualcosa di nuovo così lo seguì in camera.
<< Possiamo aspettare che torno ad essere un angelo,
così
posso dirti esattamente le stesse cose che ti sto dicendo adesso e tu
potrai finalmente metterti il cuore in pace. >>
Era seduto sul bordo del letto, sicuramente stava piangendo, si poteva
capire dalla voce e dalle sue mani che continuavano a sfregarsi gli
occhi, Crowley salì sul materasso e gattonando lo raggiunse,
lo
baciò sul collo posandogli poi le mani sulle spalle.
<< Sempre se accadrà perché la vedo
dura, non so se
potrò mai recuperare ciò che ero >>
disse poi
l'angelo.
<< Mi dispiace Aziraphale, ho parlato a sproposito come
faccio
sempre, però tu hai ragione >> gli
accarezzò piano
le spalle.
<< Non possiamo continuare a vivere nella paura, io temo
sempre
che possa finire tutto, che una volta risolto il problema ti salga
nuovamente il panico e mi lasci di nuovo lì ad agonizzare
come
un idiota per il tuo amore, e ho paura delle cose che potrei fare senza
di te. Ma non posso continuare a temere questo, anche perché
le
cose potrebbero finire comunque e per qualsiasi motivo e poi io mi fido
di te. Sono certo che ciò che mi hai detto sia vero, solo
che a
volte quel terrore ritorna e...- >>
<< Ti capisco Crowley >> disse Aziraphale
voltandosi verso di lui.
<< Vivevo ogni giorno ripetendomi che sarebbe stato
diverso, che
avrei scelto te senza pensare alle conseguenze ma ogni volta mi
assaliva il timore e alla fine gettavo la spugna. Però non
voglio più che sia così, è che ti amo
e amare non
è sbagliato, rinunciare all'amore sì...
>> l'ultima
frase la sussurrò sentendosi colpevole di averlo fatto per
anni.
Il demone gli baciò la nuca bionda, la riempì di
baci
scoprendo solo in quell'istante quanto gli piacesse sentire i soffici
capelli del suo compagno e amico di una vita solleticargli labbra e
naso, e poi profumavano di vaniglia e cannella e Aziraphale gli aveva
più volte giurato che non usava nessuno shampoo particolare
quindi significava che quello era il loro vero odore, non avrebbe
dovuto piacergli così tanto ma cosa poteva farci, aveva
perso la
ragione da parecchio tempo per via di quel bellissimo angelo che gli
aveva sorriso un tempo lontano sulle mura dell'Eden.
<< Abbiamo ancora tempo...Ricordo poche cose del paradiso
ma una
in particolare mi è sempre rimasta impressa anche dopo la
caduta, la diceva l'onnipotente, io non capivo cosa significasse ma
adesso credo di averlo capito. Mi ripeteva che dal passato dobbiamo
imparare e non portarcelo sulle spalle come un fardello, amava dire che
questo era uno degli insegnamenti che voleva dare ai suoi figli, io
credevo parlasse di noi ma ora so che si riferiva anche agli umani.
>>
Aziraphale sorrise come faceva ogni volta che scopriva la dolcezza del
suo demone.
<< E' un bellissimo ricordo e Lei non aveva tutti i torti
>> disse.
<< Quando mai ha torto angelo >> lo
baciò poi prendendogli il viso tra le mani.
<< Stai dicendo che ha sempre ragione? >>
la sua voce aveva un tono divertito.
<< Bè devo darle il merito di aver creato te,
e se
qualcuno fa qualcosa di così bello non può avere
torto.
>>
L'angelo arrossì, si alzò e prese Crowley per il
pigiama spingendolo poi sul materasso.
<< Oh Crowley...sei così... >>
<< Se dico dolce ti arrabbi? >>
<< No, questa volta no >> sorrise
accarezzandogli una
guancia e poi si scambiarono un tenero bacio, presto da uno diventarono
tre, quattro, dieci e poi la notte trascorse senza che loro nemmeno se
ne rendessero conto, troppo presi dai loro nuovi sentimenti, ora
più puliti e scevri da quelle paure che li tenevano
bloccati, fu
Aziraphale il primo ad aprire gli occhi scoprendo quanto fosse bello
svegliarsi con la persona che ami tra le braccia.
Dopo aver fatto colazione il demone si mise a fare le sue solite
ricerche, era certo di essere vicino a una soluzione ma ancora non
aveva ben chiaro dove fosse, dove doveva esattamente cercare, inoltre
il mese stava per scadere e finalmente sarebbe tornato ad essere se
stesso, questo gli avrebbe concesso un vantaggio e avrebbe guadagnato
certamente del tempo.
Aziraphale si avvicinò posandogli una mano sulla spalla e
affacciandosi per attirare la sua attenzione, cosa che ottenne subito.
<< Tesoro io devo uscire un attimo, ci vediamo tra poco
d'accordo? >>
Crowley non poté concentrarsi sul nuovo e tenero appellativo
perché venne distratto da altro.
<< Scordatelo angelo, tu non lasci questo posto.
>>
<< Come? >> domandò scostandosi
accigliato.
<< Hai capito bene, è una fortuna che quella
volta ti
abbiano rotto solo il naso, non voglio ricevere una chiamata dove mi
dicono che è troppo tardi. >>
L'angelo capiva e forse al suo posto si sarebbe comportato allo stesso
modo, ma non poteva accettare di essere tenuto in una campana di vetro.
<< E cosa vuoi che faccia? Che mi rintani qui fino a che
non troviamo una soluzione? E se non la trovassimo mai? >>
<< Almeno fino a quando non ritorno ad essere un demone
come si
deve, almeno così potrò lanciarti un miracolo che
ti tenga
al sicuro. >>
Aziraphale sollevò gli occhi al cielo.
<< Crowley non puoi proteggermi per sempre e non da
tutto. >>
<< Scommetti che posso? >> disse alzandosi.
<< Aziraphale tu non lo sai che cosa ho provato, non
mettertici
nemmeno a pensarci, sono entrato in questa fottuta libreria piena di
fiamme e tu non c'eri, ti ho dovuto strappare dalle grinfie di un
cazzo di vampiro e ho ricevuto una chiamata dall'ospedale che mi ha
quasi fatto venire un infarto. Quindi angelo mi
perdonerai se ho giusto un briciolo di ansia a lasciarti andare.
>>
L'angelo deglutì guardandolo dispiaciuto, aveva ragione, era
stato una costante fonte di preoccupazione per lui, ma non poteva
lasciar vincere di nuovo le paure, così lo prese per mano
stringendogliela delicatamente.
<< Andrà bene, te lo prometto, ho bisogno di
fare una cosa. >>
<< Dannazione Aziraphale non puoi aspettare che torni ad
avere i poteri? >>
Scosse la testa bionda e disse << è proprio
questo il punto. >>
<< Dobbiamo essere entrambi umani per farlo.
>>
<< Santo paradiso angelo! Tu e le tue fissazioni,
cos'è che non possiamo...- >>
<< Io voglio sposarti Crowley, e lo voglio fare in una
cattedrale, capisci bene che devi essere umano per farlo e io voglio
essere privo di ruoli. Desidero onorare questi corpi perché
se
un giorno davvero riuscirò a tornare in me voglio ricordarli
come una buona cosa e non come una punizione. Per quanto ti possa
sembrare strano questa è stata una benedizione,
l'umanità
mi ha permesso di smettere di avere paura e capire cosa voglio davvero,
chi voglio davvero e sei tu ciò che desidero di
più al
mondo. >>
Il demone ovviamente rimase scioccato, a bocca aperta, le parole,
quelle che gli venivano in mente finivano per cadere in un abisso di
nulla, come se nella sua mente si fosse creato un buco nero o un
vortice che risucchiava tutto.
<< Tu vuoi... >>
<< Sposarti >> ripeté
più rilassato.
<< A-Angelo io... >>
<< Ci siamo appena messi insieme...- >>
<< Non me ne importa niente Crowley, voglio te e soltanto
te per
tutto il tempo che mi rimane da vivere, ovvio però che devi
essere d'accordo anche
tu. >>
Prese nuovamente la sua mano e la strinse tra le sue.
<< Vuoi sposarmi Crowley? >>
Rilassò le spalle fasciate dalla camicia scura, il suo cuore
batteva così forte, era una sensazione bellissima e fino a
poco
tempo prima non avrebbe mai pensato che si sarebbe trovato a questo
punto, fermo davanti al suo amore a prendere una decisione
così
importante.
<< Sì che lo voglio >>
sussurrò con un fil di voce.
<< Ma tu sei più importante di tutto, persino
di questo >> disse posandogli la mano libera sul petto.
<< Fidati di me, ho bisogno che tu lo faccia.
>>
<< Ho bisogno che mi guardi negli occhi e mi dici che ti
fidi. >>
<< Puoi farlo? >>
Il cuore del demone batteva ora in preda all'ansia, sentiva lo stomaco
contorcersi e la mente galoppare verso lidi poco piacevoli, ma davanti
a quegli occhi pieni d'amore, a quelle labbra rosa dal sapore di
cannella non sapeva resiste.
<< Sì >> soffiò.
<< Mi fido di te Aziraphale. >>
L'angelo sorrise alzandosi in punta di piedi e posandogli un dolce e
tenero bacio sulle labbra, poi lo salutò e uscì
di casa
diretto verso quel bel posto che aveva tutte le intenzioni di prenotare
e far allestire, doveva essere tutto perfetto e anche se non lo fosse
stato sarebbe andato bene comunque perché anche loro erano
così, ma sapevano amarsi nonostante le imperfezioni.
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Capitolo 3 *** Capitolo tre ***
Capitolo tre
Aziraphale aveva mantenuto
la parola tornando a casa sano e salvo e senza nemmeno polvere sui
vestiti, Crowley l'aveva accolto con un meraviglioso sorriso
fiondandosi su di lui come se non lo vedesse da giorni,
poi tra un bacio e l'altro gli aveva detto di avere una notizia molto
importante.
Si erano seduti sul divano con due calici di vino tra le mani,
Aziraphale voleva fare il tè ma il suo fidanzato gli aveva
detto
che era meglio qualcosa di forte e così rovistando nella sua
cantina aveva trovato un vino che teneva conservato per i momenti
speciali e quello sembrava esserlo.
<< Allora cosa hai scoperto? >>
<< Tieniti forte angelo, c'è una signora che
vive a new
york, secondo quello che dice è in grado di mettersi in
contatto
con le creature come noi e inoltre è specializzata
nell'aiutare
le persone attraverso la spiritualità. >>
Gli occhi celesti di Aziraphale erano ben aperti e puntati su di lui,
ascoltava ponderando ogni parola.
<< So che al mondo esistono persone con questo genere di
talento, ma questo come aiuterebbe noi, cioè me?
>>
<< Non lo so e non sono nemmeno sicuro dica la
verità, ma
ci sono un sacco di recensioni che parlano bene di lei, ho provato a
contattare alcune persone che ha aiutato e dicono che davvero il suo
intervento è stato miracoloso, quindi perché non
tentare?
>>
L'angelo posò il bicchiere.
<< Se è vero ciò che dice potrebbe
scoprire la nostra identità >> disse titubante.
<< Dolcezza se parla davvero con gli angeli sa
già della
nostra esistenza >> spiegò Crowley sollevando
un
sopracciglio.
<< Sì ma io intendevo che scoprirà
proprio di noi
due, non so se voglio rivelare a una sconosciuta chi siamo.
>>
<< Aziraphale è quello che hai fatto durante
l'apocalisse. >>
<< Lo so ma lì era diverso. >>
Crowley sbuffò grattandosi la nuca, ma si doveva proprio
innamorare di un testardo del genere.
<< Vedila come la nostra unica speranza, durante
l'armageddon non
hai esitato perché sapevi che non potevi fare altrimenti,
c'erano in gioco le nostre vite e quelle dell'intera
umanità.
Ora è lo stesso, in gioco c'è solo la tua ma non
vale
certo di meno. Dobbiamo tentare, avevi detto che ci avremmo almeno
provato. >>
Aziraphale spostò lo sguardo altrove, improvvisamente si
sentiva
soffocare, si alzò allontanandosi da quella stanza e
ovviamente
Crowley lo seguì, gli prese piano il braccio facendolo
voltare,
quei bellissimi occhi chiari erano pieni di lacrime.
<< Che cosa succede? >>
<< E se non funziona? Se andiamo lì e non
risolviamo niente e in più quella donna potrebbe...-
>>
Crowley gli posò l'indice sulle labbra.
<< Shh... >>
Lo prese tra le braccia.
<< Calmati angelo, se non dovesse andare proveremo
all'infinito,
proveremo fino all'ultimo senza mai arrenderci e se quella donna fosse
cattiva ci penserò io a risolvere il problema con i miei
poteri.
Ti prometto che non accadrà nulla di brutto. >>
<< Non voglio passare la vita a lottare Crowley...
>>
<< E va bene lo capisco, ma non abbiamo nemmeno iniziato,
non abbiamo fatto neanche un tentativo. >>
Si scostò prendendogli il viso tra le mani.
<< Almeno uno Aziraphale, me lo avevi promesso.
>>
Le labbra gli tremarono e gli occhi celesti si incastrarono in quelli
castano dorato, annuì febbrilmente sentendo il petto
stringersi e
i battiti del cuore andare all'impazzata.
<< Facciamolo >> disse causando un sorriso
su quella bocca sottile che amava baciare.
<< Però prima dobbiamo fare una cosa.
>>
...
La cattedrale era immensa,
situata su
una collina che si specchiava sul mare, Crowley la guardò a
bocca aperta chiedendosi come avesse fatto il suo angelo a trovare
qualcosa di così spettacolare, era talmente bella che non
riusciva a staccare gli occhi, titubò all'entrata correndo
con
la mente a quando era entrato in quella chiesa per salvare l'amico che
puntualmente era finito nei guai.
Il suo corpo ebbe un brivido al ricordo del calore sotto i piedi, una
volta a casa se li era guardati ed erano fortemente scottati, non
usò un miracolo per guarirli, non capì nemmeno
lui il
motivo a quel tempo ma adesso voltandosi verso quello che dopo secoli
di lotte era diventato il suo fidanzato lo capiva.
Voleva gli rimanessero i segni perché quel dolore lo
distraeva
dalle ferite del suo cuore, tutte le volte che si guardava i piedi
pensava che un'altra volta aveva salvato il suo migliore amico dalle
grinfie di quelli di sopra che lo avrebbero sicuramente rimproverato,
trattato male e forse avrebbero mandato un altro al posto suo.
E lui non poteva proprio permettere che accadesse, perdere Aziraphale
avrebbe significato perdere la sua sanità mentale, l'ancora
che
lo teneva legato alla vita e che gli faceva dire che non era poi
così brutto stare al mondo, forse sì, oltre che
per non
vederlo morire la sua era stata una scelta egoistica, finché
fosse rimasto sulla terra insieme a lui Crowley poteva dimenticare
l'inferno e non solo quello che stava sotto terra, ma anche quello che
aveva nella testa e nel cuore.
Aziraphale lo prese per mano risvegliandolo da quel sogno ad occhi
aperti, sul suo viso si leggeva un'espressione rassicurante, "non devi
temere quando sei con me" gli stava dicendo e il demone
ingoiò
le lacrime ricacciandole indietro.
<< Tranquillo non può farti male
>> disse con quella voce resa sottile dal vento.
Entrarono insieme attorcigliando le dita le une alle altre, indossavano
degli stupendi smoking, uno chiaro e l'altro scuro, quella mattina si
erano guardati e ci era voluto un miracolo perché
riuscissero a
staccarsi gli occhi e le mani di dosso, Aziraphale aveva gridato che
sicuramente avrebbero finito per sgualcire i vestiti e sarebbe stato un
peccato.
Giorni prima gli aveva anche proposto di far guidare la Bentley a
qualcun'altro o di noleggiare un'auto e a quelle parole Crowley era
sbiancato.
Avevano litigato per giorni interi a causa di quella cosa, lui stanco
di quelle crisi isteriche lo aveva preso, sbattuto contro il
frigorifero e lo aveva baciato mentre ancora gli stava inveendo contro,
gli aveva detto "angelo baciami e dopo potrai urlami addosso tutto
quello che vuoi" e Aziraphale lo aveva fatto, si erano baciati, lo
aveva spinto così forte contro il frigo che alcune cose
erano
volate a terra frantumandosi ma a nessuno dei due era importato, quella
era stata la prima volta in cui avevano fatto l'amore.
Era stato strano perché si era sempre immaginato sarebbe
successo su un morbido letto con lui che si prendeva cura di ogni lembo
di pelle candida di quella creatura eterea e meravigliosa, preliminari
che duravano ore e finalmente sarebbe entrato in lui dolcemente.
Invece era successo tutto in un impeto di passione, l'angelo non si era
tirato indietro quando aveva iniziato a slacciargli camicia e pantaloni
anzi sembrava avere addirittura fretta, e quali suoni erano usciti da
quelle labbra sacre, Crowley li aveva memorizzati tutti uno ad uno,
quella splendida gola era stata in grado di raggiungere
tonalità
mai sentite e lui ad ogni gemito, mugolio o supplica finiva per
eccitarsi ancora e per un istante aveva temuto che non sarebbe mai
riuscito ad arrivare al culmine.
Invece era successo ed era stato bellissimo cazzo, ma Aziraphale lo
aveva preceduto di pochi secondi, accasciandosi con la testa sulla sua
spalla e scusandosi perché gli aveva sporcato la camicia,
fanculo la camicia aveva pensato prima di venire e piangere per il
troppo amore che sentiva, quello sciocco angelo aveva pensato di aver
fatto qualcosa di sbagliato e lui aveva pianto ancora di più
e poi gli aveva detto di amarlo e Aziraphale lo aveva
baciato e non lo aveva più lasciato andare.
Strinse maggiormente la sua soffice mano e a ogni passo che faceva, il
piede affondava nel morbido tappeto che li accompagnava fino
all'altare, era strano pensò Crowley, non sentire quel
fastidioso bruciore ma era una bella sensazione e poteva provare tutto
questo solo grazie alla meravigliosa persona che aveva accanto.
La cerimonia fu semplice e veloce, si dissero sì
senza esitare nemmeno un secondo, guardandosi negli occhi, dandosi un
bacio e infilandosi gli anelli simbolo non solo del loro matrimonio ma
di una promessa più grande.
Nei giorni successivi a Crowley vennero riconsegnati i poteri e lo
scoprì per caso, mentre discuteva con Aziraphale su quale
fosse
il giorno migliore per partire dando finalmente inizio alla loro
missione, aveva inoltre scoperto che al suo novello marito non piaceva
tanto volare, e dire che era un essere celeste dotato di maestose e
sicure ali.
<< Senti angelo ti ho detto che ci penserò io
a tenere al sicuro l'aereo! >>
<< Sì lo so me lo hai ripetuto almeno dieci
volte! >>
Il demone sbuffò irritato da tutta quella situazione.
<< E allora mi vuoi dire per l'amor di tutti i santi dove
sta il problema!? >>
<< Non mi piacciono quei grossi uccelli di metallo, sei
costretto
in quelle strette gallerie impossibilitato a muoverti, ecco dove
è il problema >> sbottò incrociando
le braccia ma
sul viso del suo interlocutore vide solo un risolino appena accennato.
<< Che c'è, perché te la ridi
tanto? >>
<< Angelo, possibile che non ti rendi conto della
montagna di doppi sensi che hai messo in una frase? >>
Aziraphale alzò gli occhi al cielo guardandosi poi le unghie.
<< Sei tu che hai la mente sporcacciona, non io.
>>
<< E comunque visto che ci andremo quando tu riavrai i
tuoi poteri potresti portarmici tu in volo. >>
Crowley sgranò gli occhi davanti a quella richiesta.
<< Vuoi dire che ti fidi più delle mie braccia
che di un comodo aereo? >>
<< Mi fido più di te è questo il
punto. >>
Inevitabilmente le guance di Crowley arrossirono per quel bel
complimento detto con tanta facilità, il suo cuore
scoppiò dalla gioia ma l'idea di farsi chilometri e
chilometri con suo marito appeso al collo non lo entusiasmava, c'erano
dei rischi nel volo, soprattutto per gli umani e certo poteva
proteggerlo con un miracolo ma non sapeva quanta energia gli avrebbe
comportato fare le due cose insieme.
<< Mi lusinga sentirtelo dire ma è impossibile
>> rispose.
<< Perché!? >>
piagnucolò Aziraphale come un
bambino a cui viene detto che non può avere altro dolce.
<< Ah per tutti i serpenti angelo giuro che se avessi
ancora i
miei poteri porterei qui quella donna con uno schiocco di dita!
>> sbottò accompagnando la frase con quel
gesto.
TUM.
Si sentì un rumore provenire dalla sala, i due si guardarono
perplessi e corsero a vedere cosa fosse stato, rimasero entrambi
sbigottiti, sul tavolo del salotto, palesemente sotto shock stava una
donna, confusa e spaesata che non appena li vide cacciò un
urlo
che spaventò anche loro facendoli urlare.
Nella stanza si creò un divertente coretto di urla e sguardi
diffidenti, fino a che le parti non si calmarono concordando che le
parole fossero molto più chiarificative che delle primitive
urla.
Quella era la signora di cui stavano parlando, avevano visto la foto su
internet.
<< Cosa ci fai nel suo salotto? >>
domandò inviperito Crowley.
<< Il nostro salotto caro, siamo sposati, questa
è anche casa tua >> lo corresse l'angelo.
<< Giusto, cosa ci fai nel nostro salotto?
>>
La donna però era talmente scioccata che non riusciva ad
emettere un suono, nella sua vita aveva visto di tutto, angeli, demoni,
spiriti ma mai si era ritrovata a viaggiare nello spazio temporale,
meno male che quando era successo era a casa da sola altrimenti come lo
avrebbe spiegato alle persone che erano con lei?
Crowley si avvicinò con aria minacciosa, che più
che un
demone arrabbiato lo faceva assomigliare a un adolescente a cui la
madre lascia la porta della camera aperta senza richiuderla dietro di
sé, tutta via quella semplice caratteristica non era
abbastanza
perché la donna si sentisse al sicuro.
<< Allora, vuoi rispondere o no? >>
domandò
sbattendo le mani sul tavolo, con il risultato di farla sussultare.
<< Crowley datti una calmata, la stai spaventando!
>>
Il demone si voltò a guardarlo interdetto.
<< Spaventando? Questa ci piomba nel salotto e sarei io
quello spaventoso? >>
A quel punto Aziraphale si avvicinò con tutta la sua grazia
angelica.
<< Come ti sentiresti tu se venissi teletrasportato in un
posto senza il tuo consenso? >>
<< Non mi sentirei in alcun modo visto che mi
è successo,
è non ho fatto tante scene quando mi hanno evocato!
>>
sbottò gesticolando con un braccio.
<< Ti hanno evocato?
>>
<< Sì, gente folle che voleva farsi una
chiacchierata con un demone. >>
All'angelo scappò da ridere, Crowley sollevò un
sopracciglio.
<< Lo trovi divertente? >>
<< Bè immaginarmi te seduto comodamente sul
divano che
all'improvviso ti ritrovi nel mezzo di un cerchio di fuoco è
un'immagine molto conturbante. >>
L'espressione del demone divenne molto più irritata.
<< A parte che i cerchi non sono di fuoco, leggi troppi
libri e
forse ti fai altrettante fantasie, e comunque non c'è niente
da
ridere. >>
<< Mi rimane la puzza di zolfo per ore >>
sbuffò
incrociando le braccia, ma niente Aziraphale proprio non riusciva a
trattenere le risatine.
<< E che ne fai degli umani che ti evocano, li
incenerisci, te li mangi? >>
Ovviamente Aziraphale era del tutto ironico, ma non aveva tenuto conto
di un particolare, la donna che era lì con loro non lo
sapeva ed
era ad ogni battuta sempre più terrorizzata.
<< Mangiarmeli? Che razza di film ti vedi? Mi impossesso
dei loro corpi e poi li faccio finire all'inferno. >>
<< Oh così è decisamente meglio
>> rispose l'angelo.
Il battibecco continuò per diversi minuti quando finalmente
Crowley si voltò verso la donna.
<< Ehm angelo... >>
Ma lui continuava a inventarsi nuovi modi divertenti per schernire il
suo maritino senza rendersi conto della situazione.
<< Aziraphale dovresti smetterla... >>
<< E in quale girone li spedisci, in quelli dei
ficcanaso? Ho
sentito che lì tagliano i nasi della gente e...-
>>
<< ANGELO CHIUDI LA BOCCA! >>
urlò e questo
attirò inevitabilmente l'attenzione dell'altro che si
voltò innervosito prima verso di lui e poi verso la donna
che
stava tentando disperatamente di aprire la porta della libreria che era
chiusa a chiave.
<< Oh per l'amor del cielo signora! >> si
avvicinò ma lei si fece piccola piccola.
<< Per favore non fatemi del male, farò finta
di non aver visto e sentito niente! >>
Crowley si colpì la faccia con una mano.
<< Non deve temere io stavo solo scherzando, noi due
siamo amici
e lo stavo solo prendendo in giro. Non succedono davvero quelle cose, a
parte la faccenda dei nasi...- >>
<< Angelo! >>
<< Ops...ma comunque non deve temere, noi due siamo
innocui. >>
La donna li squadrò sbattendo furiosamente le palpebre
ancora incollata alla maniglia della porta.
<< Amici? Ma voi due...- >>
<< Veramente siamo sposati >> ci tenne a
sottolineare Crowley.
Lei deglutì e lo guardò come se avesse appena
detto un'eresia.
<< E' possibile? >>
<< Lo so mia cara signora che tutto questo le
sembrerà
assurdo, ma se ci fa compagnia le racconteremo tutto dal principio
>> disse Aziraphale usando il tono più
amichevole
possibile.
<< I-io non lo so...non mi sono mai trovata in una
situazione del genere >> balbettò.
A quel punto il demone che già possedeva poca pazienza di
suo
aveva perso l'ultima briciola, gli bastò pensare di
volerla interrogare senza che opponesse resistenza e la donna si
immobilizzò.
<< Crowley! >> lo rimproverò
Aziraphale.
<< Mi sono tornati i poteri! >>
gridò guardandosi le mani, poi sorrise felice.
<< Mi sono tornati i poteri, mi sono tornati i poteri! Oh
grazie
a S...grazie a D...Grazie a qualcuno sono di nuovo io! >>
<< Quindi sono stato io a portare qui lei! Wow non
pensavo nemmeno fosse possibile! >>
L'angelo sorrise intenerito e felice per lui.
<< Per me sei sempre stato tu, anche senza poteri
>> gli
prese il viso tra le mani e lo baciò, Crowley lo strinse
forte
gioioso e brioso per quella nuova situazione, finalmente si sentiva
completo e se stesso, guardò suo marito accarezzandogli i
capelli.
<< Succederà anche a te, promesso
>> disse guardandolo negli occhi.
<< A tal proposito >> iniziò
l'angelo.
<< Liberala, non è carino trattare
così le persone,
si sentirà più a suo agio se usiamo la
gentilezza.
>>
<< D'accordo se proprio ci tieni, ma lo faccio solo per
usare di
nuovo i miei poteri, non per fare una gentilezza. >>
Aziraphale sollevò gli occhi al cielo ridacchiando, Crowley
schioccò le dita e la donna si guardò intorno
spaesata.
<< Che cosa mi avete fatto. >>
<< Nulla mia cara, ma il mio a... voglio dire mio marito
ha
scoperto ora di riavere i suoi poteri che gli erano stati tolti, non lo
avrebbe mai fatto di proposito. >>
<< Invece sì >> disse a bassa
voce il demone,
ricevendo in tutta risposta una pestata di piede da parte del suo
compagno.
<< Ahi! Ma sei impazzito!? >>
strillò tenendosi il piede.
<< Voi due siete strani >>
mormorò lei spostando lo sguardo prima su uno e poi
sull'altro.
<< Ascolti >> iniziò Aziraphale
sbloccando la porta.
<< Lei può andarsene quando vuole ma le
assicuro che noi
non siamo una minaccia, forse a volte siamo un po' combina guai e
pessimi nei nostri ruoli ma siamo pronti a raccontarle le cose fin dal
principio. >>
Crowley gli posò una mano sulla spalla.
<< Sicuro angelo? >>
La donna lo guardò poi spostò lo sguardo su
Aziraphale che annuì.
<< Va bene vi ascolto >> disse sospirando.
<< Ma al primo cenno di pericolo giuro che me ne vado.
>>
...
Si erano accomodati
rispettivamente su
divano e poltrona, la donna il cui nome era Susan aveva accettato la
tazza di tè offerta dal padrone di casa, e una volta sopita
la
tensione di quel bizzarro accadimento si era rivelata una signora
disponibile e gentile.
Aveva ascoltato la loro storia incredula, sgranando gli occhi e
spostando quelle pupille color acqua marina tra le due
entità
che prendevano parola finendo o aggiungendo qualcosa al discorso
dell'altro, era incredibile persino per lei che per anni era stata in
contatto con entità soprannaturali pensare che esistesse al
mondo una cosa del genere.
Due creature di fazioni opposte che non solo vanno contro ai loro capi
per proteggere la terra, ma rischiano la vita per difendersi l'un
l'altro e alla fine si innamorano e come ciliegina sulla torta si
sposano pure, come se volessero farsi beffa del creato.
Alla fine del racconto Susan sentiva l'imminente emicrania pulsare in
ogni nervo, era confusa ma anche molto stupita e soprattutto non capiva
che cosa quei due si aspettassero da lei, era vero che aveva delle doti
speciali ma certo non poteva compiere miracoli.
<< Sentite io credo a ciò che mi avete detto,
certo
è una storia assurda, mai in vita mia avrei potuto
immaginare
che bene e male potessero unirsi ma, sinceramente io non so come
aiutarvi. Molte persone si rivolgono a me per risolvere i loro problemi
e io le aiuto, però non posso certo ridare qualcosa che
è
stato tolto, in particolar modo se si tratta di un'essenza angelica.
>>
Aziraphale sospirò sconfortato.
<< Lo capiamo, grazie per...- >>
<< No, col cazzo angelo! Noi non ci arrendiamo, lei
è qui,
ci ha risparmiato un viaggio e tu vuoi già mandarla via!?
>>
Mentre parlava si era alzato in piedi, il suo compagno lo
guardò con occhi tristi.
<< Ma Crowley non hai sentito...- >>
<< Ho sentito ma quante volte ci siamo tirati fuori dai
guai in situazioni apparentemente impossibili? >>
<< Abbiamo fermato l'apocalisse! >>
<< Non eravamo soli in quel caso >>
rimbeccò Aziraphale.
Il demone si voltò verso la donna, si avvicinò a
lei e
con sorpresa di tutti si mise in ginocchio, le prese le mani e la
guardò dritto negli occhi.
<< La prego lei deve aiutare il mio amico, è
la persona
che amo di più al mondo, senza di lui sarei perso e non so
che
cosa potrei fare...Io lo amo >> singhiozzò e
una lacrima
gli rigò la guancia.
Susan si intenerì di fronte a quella scena, soprattutto
perché era una creatura degli inferi a pregarla di salvare
il
suo amore, tutti quelli come lui che erano incappati in lei erano
brutali e malvagi, ma questo demone aveva un energia così
bella,
nascondeva una luce che pulsava forte quasi quanto quella di un angelo.
Ebbe l'istinto di posargli una mano sulla guancia, con il pollice
sfregò via il resto della lacrima e sorrise dolcemente a
quella
creatura che sentiva avere tanto bisogno di amore e affetto,
sospirò insicura su quello che stava per dire.
<< Tu sei così buono >> disse e
Aziraphale stava per
scattare a fermare Crowley convinto che le avrebbe inveito contro, ma
ciò non accadde, il demone deglutì sentendo le
lacrime
spingere per uscire.
<< La prego lo salvi... Anche a costo della mia vita.
>>
A quelle parole l'angelo rabbrividì, non avrebbe mai
permesso che accadesse.
<< Non c'è affatto bisogno di consegnare la
tua vita,
anche se questo ti fa onore, riesco a sentire quanto tu lo ami e lui
ama te allo stesso modo, ora va a sederti, mi mette un po' in
soggezione parlare in questo modo. >>
Crowley obbedì e andò a sedersi sul bracciolo
della
poltrona su cui era seduto l'amore della sua vita, il quale
alzò
la testa verso di lui donandogli un debole sorriso, poi
appoggiò la mano su quella di lui e si voltarono entrambi
verso
Susan.
<< Come vi ho detto la situazione non è delle
migliori, i
tuoi capi ti hanno tolto i poteri e teoricamente solo loro potrebbero
riconsegnarteli. Immagino che parlarci non sia pervenuto.
>>
I due scossero simultaneamente la testa.
<< Capisco... >> sospirò, poi
assunse un'aria
meditabonda, le sue sopracciglia chiare si erano congiunte fino alla
radice del naso creando delle piccole rughette, le quali non la
facevano più vecchia ma le donavano solo un'aria
più
saggia.
<< Aziraphale vieni qui un momento >> disse
alzandosi in piedi.
L'angelo titubò ma si convinse quando il suo compagno gli
accarezzo delicatamente le spalle, il tempo di qualche passo ed era
già di fronte a lei, lo studiò da cima a fondo,
Aziraphale ebbe l'impressione di un radar che lo penetrava fino
alle viscere, poi gli posò una mano sulla nuca.
<< Mmm...certo senza i miei strumenti è
difficile. >>
<< Se vuoi li faccio comparire >> disse
Crowley.
<< No, no per l'amor del cielo non rischiamo, sono molto
delicati e poi servirebbero a poco. >>
<< Allora perché ce li hai proposti?
>> borbottò il demone a bassa voce.
<< Crowley! >> lo rimproverò
Aziraphale.
Quel piccolo scambio fece ridacchiare Susan.
<< Si vede proprio che siete sposati. >>
Dopo quel commento nella stanza calò un silenzio di tomba,
Susan
continuava a spostare le mani sul corpo dell'angelo quasi fosse
alla ricerca di qualcosa, si fermava in particolar modo su petto e
pancia, borbottava qualcosa, annuiva ed era come se fosse assorta in un
dialogo in cui le due creature non erano ammesse, cosa che ovviamente
stava facendo spazientire entrambi.
Aziraphale aveva cominciato a sudare dandosi già per
spacciato,
mentre per Crowley mancava poco perché non si mettesse a
lanciare in aria ogni singolo oggetto presente in quella stanza, ma
fortunatamente quel supplizio finì prima che l'inferno si
aprisse sotto i loro piedi.
Susan aprì gli occhi incontrando quelli celesti di
Aziraphale
che la fissavano con un velato timore, lei era seria, cosa che mise
ancora più in ansia il suo paziente ma poi il suo volto
si aprì in un sorriso che l'angelo però non
sapeva come
interpretare.
<< La situazione è questa mio caro essere di
luce, io non
posso tirare fuori ciò che hai dentro, ma il punto
è
proprio questo >> disse facendo una lunga pausa di
sospensione.
Le due entità la guardarono in trepidante attesa. Crowley si
sporse con il busto in avanti come se servisse a sentire meglio la voce
della donna.
<< Quello che eri è ancora dentro di te,
aspetta solo di essere tirato fuori. >>
<< Che caspita vuol dire!? >>
sbottò il demone ricevendo un'occhiataccia da parte del suo
compagno.
<< Significa che Aziraphale deve ricordarsi chi
è e
sentirsi adeguato nel suo ruolo, e non solo mentalmente ma
spiritualmente. >>
I due parevano ancora più confusi ma prima che facessero
altre domande Susan parlò di nuovo.
<< C'è un luogo su questa terra che dicono sia
incantato,
è uno specchio d'acqua che si trova in una piccola radura,
si
dice che chi si sente perduto e riesce a raggiungere questo posto
potrà ricongiungersi alla sua parte mancante.
>>
Crowley si alzò raggiungendoli.
<< Non ho capito, per far tornare Aziraphale ad essere un
angelo dobbiamo solo trovare uno stupido ruscello? >>
<< Scusa ma mi sembra un'idiozia. >>
<< Crowley! Modera i termini, lei è qui per
aiutarci e tu...- >>
Susan sollevò una mano rassicurando l'angelo.
<< Tranquillo, ho già avuto a che fare con
gente testarda, umana o meno. >>
<< Non ho detto che sarà semplice, una volta
raggiunto lo
specchio d'acqua sarà Aziraphale a dover fare tutto,
è
importante che si riconosca e la magia che racchiude il ruscello lo
aiuterà semplicemente a tirarla fuori. >>
<< Ma come? >> domandò Crowley
spazientito.
<< Non è dato saperlo, per questo è
un luogo
magico, si sa come si arriva ma non come si torna.
>>
<< So che è poco ma questo è
l'unico modo per
tirare fuori la potenza celeste rinchiusa nel cuore di quest'angelo.
>>
Il demone ci pensò su.
<< Ha degli effetti collaterali? >>
<< Accade solo ciò che deve accadere
>> rispose Susan scuotendo la testa.
Aziraphale che era rimasto in silenzio per tutto quel tempo
fissò il suo compagno.
<< Andiamoci >> disse.
L'altro lo guardò sbattendo le palpebre.
<< Sei sicuro? Non sappiamo nemmeno se
funzionerà e cosa potrebbe accadere. >>
<< Sono sicuro che esista un modo più
semplice. >>
<< No Crowley, questo è l'unico modo e io
voglio provarci. >>
Deglutì.
<< Sei con me? >>
Crowley titubò qualche istante, aveva paura ma voleva ad
ogni
costo che il suo amato tornasse a essere chi era, soprattutto
perché così non avrebbe più dovuto
aver paura di
perderlo a ogni soffio di vento.
Gli strinse la mano e sorrise tornando con l'espressione strafottente e
impavida di sempre.
<< Andiamo, buttiamoci in quest'altra avventura suicida!
>>
Aziraphale ridacchiò, avvicinandosi poi a posargli un bacio
sulle labbra, Crowley arrossì e i neuroni che aveva in testa
si
accalcarono scontrandosi gli uni contro gli altri, il tutto sotto lo
sguardo divertito di Susan.
<< Allora è così che si mettono a
tacere i demoni
>> disse attirandosi lo sguardo compiaciuto di
Aziraphale, che
accarezzò il braccio di Crowley e disse.
<< Questo in particolare sì. >>
<< Ehi! Vi ho sentito >> si
lamentò lui sentendosi preso in causa.
...
Susan gli inviò
la piantina di
quel posto, con note sul luogo, giorno e orario migliore per
raggiungerlo, a
detta di lei più si andava in una giornata carica di magia
più le probabilità che funzionasse erano alte e
così fecero.
I giorni prima li passarono in libreria abbracciati a coccolarsi e
parlare di tutto tranne di quell'evento, Aziraphale aveva espresso il
desiderio di evitare l'argomento così se non avessero
raggiunto
l'obbiettivo ci sarebbe rimasto meno male non avendoci dato troppo peso.
Il giorno prestabilito partirono carichi di tensione e con un alto
livello di emotività, evitarono di parlarsi
perché
sapevano che sarebbero potuti scoppiare in un litigio in qualsiasi
momento, mentre camminavano per quei boschi che sembravano incantati
Crowley prese la mano dell'angelo e la strinse, gesto che fu molto
apprezzato.
La radura era proprio come era stata loro descritta, l'erba verde
brillante, gli alberi intorno che sembravano formare un nido protettivo
e uno specchio d'acqua circondato da mattoni leggermente sgangherati, a
differenza del bosco però lì c'era silenzio.
Niente cinguettii o cicaleggi, nemmeno il vento sembrava osare spostare
una foglia in quel luogo a detta di Susan mistico e speciale.
Il demone guardava la cartina annuendo tra sé.
<< Deve essere per forza questo. >>
<< Crowley. >>
Lui si girò.
<< Dimmi angelo >> disse avvicinandosi.
<< Volevo...chiederti scusa. >>
<< Che? >> domandò sollevando un
sopracciglio.
<< Per essere stato così poco di compagnia in
questo viaggio. >>
Il demone lasciò cadere del tutto le braccia che tenevano la
cartina, finiva sempre così, ogni volta che pensava di
conoscere
bene Aziraphale lui finiva per stupirlo in qualche modo, sapeva del suo
conflitto interiore, conosceva il modo in cui diceva a se stesso di
essere inadeguato ma non credeva fino a questo punto.
<< Non c'è bisogno che ti scusi, anche io me
ne sono stato zitto. >>
<< Sì ma tu sei stato così gentile
ad accompagnarmi... >>
Crowley sospirò, non era il momento per arrabbiarsi.
<< Non è che ti ho accompagnato per farti un
favore, sei
mio marito, e a parte questo io ti amo. Sarei andato sulla luna per te
e con te se fosse stato necessario. E credimi angelo quando ti dico che
non devi scusarti, è un momento delicato, io nemmeno so cosa
dire sinceramente. Mentre venivamo qui mi sono dannato per trovare una
frase intelligente da dire ma tutto mi sembrava inutile.
>>
Aziraphale sorrise << ti sei dannato... >>
<< Sì, pessima scelta di parole
>> rispose il demone grattandosi il retro della nuca.
<< Io le trovo moltissimo da te invece >>
disse l'angelo e lo baciò.
Quando si staccarono Crowley gli prese il viso tra le mani.
<< Sei pronto? >> domandò.
L'altro annuì stringendo le labbra per assaporare il residuo
di quel dolce contatto.
<< Devo farlo da solo. >>
<< Non vuoi che venga con te? >>
domandò il demone.
<< Dopo sì, ma prima sento che devo esserci
solamente io. >>
<< Andrà bene >> disse
stringendogli il viso tra le mani e baciandolo di nuovo.
Aziraphale si avvicinò titubante a quell'anello di acqua
cristallina, era di un azzurro quasi innaturale, la luce si
rispecchiava creando piccoli luccichii simili a diamanti,
deglutì facendo qualche passo fino a che non vide il suo
riflesso che ondeggiava sotto si sé.
Le mani strette le une alle altre, le sopracciglia inarcate che
formavano piccole rughette alla radice del naso, lo sguardo insicuro e
le labbra arricciate, questo era lui, un uomo insicuro persino della
sua stessa essenza, sospirò spostando lo sguardo.
Gli faceva male vedere quello che era diventato, anzi ciò
che
era sempre stato, perché fin dall'alba dei tempi aveva
vissuto
con il terrore di deludere qualcuno, prima Dio, poi i suoi capi e
infine Crowley, forse gli unici che non aveva mai deluso erano stati
gli umani, in fondo anche se non lo sapevano aveva salvato loro la
pelle, ma non lo aveva fatto da solo.
Anche in quel frangente era stata la spinta del suo migliore amico e la
vera faccia mostrata dagli arcangeli che lo avevano spinto a mettersi
contro definitivamente alla fine del mondo, era stato così
concentrato e attento a tentare di non deludere nessuno che si era
dimenticato di non essere una delusione per se stesso.
Una lacrima scivolò lenta fino a colpire lo specchio d'acqua
e
perdersi in esso, Aziraphale la osservò divenire parte di
qualcosa che era molto più grande di lei, ora non era
più
sua rifletté, chissà quante altre lacrime erano
state
versate, quante gocce salate questa distesa azzurra aveva accolto come
se fossero sue figlie, abbandonate incurantemente da chi pensava al suo
dolore e non si curava certo di ciò che lasciava cadere via
dal
proprio corpo.
Forse era ciò che era successo alla sua essenza angelica,
l'aveva lasciata scivolare via senza curarsene mentre era troppo
impegnato a correre dietro ai suoi sentimenti, non gli aveva dato
abbastanza importanza e il cielo gliel'aveva portata via e forse era
stata la
cosa migliore.
Lo rifarebbe?
Sì, ogni volta compierebbe quella scelta se servisse a
salvare la vita di Crowley.
Era il suo amore, il demone, l'uomo, l'angelo caduto che amava, che lo
faceva ribollire di un amore così ardente e forte e
impossibile
da spiegare usando parole umane, era stato forte quando aveva guardato
negli occhi gli arcangeli proponendogli quello scambio.
La faccia stupita di Michele, quella disgustata di Uriel, Sandalphon
che stava già sul piede di guerra mentre l'espressione
compiaciuta e divertita di Gabriele che non vedeva l'ora di
espropriarlo
di quel ruolo che secondo lui non meritava affatto.
Una domanda affiorò dalla mente annebbiata di Aziraphale,
parole
che provenivano dalle viscere profonde di un posto sconosciuto e
difficile da raggiungere.
Lui era degno di essere un angelo?
Secondo molte persone che aveva aiutato sì, tanti di persona
o
nelle loro preghiere lo avevano ringraziato chiamandolo con
quell'appellativo, anche se alcuni di loro non sapevano che lo era
realmente.
Crowley amava definirlo l'angelo più cazzuto di tutti i
tempi,
una volta mentre era brillo aveva iniziato un discorso che preferiva
tenere seppellito nel limbo per la vergogna che gli procurava, "hai
più palle di Lucifero tu!" aveva strillato agitando il
bicchiere, vani i tentativi di zittirlo.
"Che ci vuole a guidare una rivolta promettendo fama e potere, tutti
avrebbero potuto farlo, ma tu, oh tu angelo mio hai fatto il miracolo.
Non ti sei ribellato contro di Lei ma per Lei, hai difeso
ciò a
cui Dio ha dato vita, dovrebbe esserti grata e non arrab..." a quel
punto Aziraphale che temeva di vedere il suo fidanzato colpito da un
fulmine lo aveva zittito baciandolo.
Quelle parole però erano rimaste seppellite dentro di
sé e
in un certo senso gli facevano onore, Crowley aveva un così
alto
parere di lui, lo aveva sempre avuto.
Sorrise a quel ricordo.
Anche l'anticristo lo considerava un angelo e lo aveva anche
riconosciuto donandogli nuovamente il suo corpo e po c'era Lei...
Dio lo considerava tale?
Sì.
<< Sì >> mormorò
quella risposta a bassa voce.
Poi deglutendo aprì gli occhi e ripeté.
<< Sì >> questa volta il suono
uscì più forte.
<< Sì, sì, sì
>> lo ripeté fino
a che un fiume di lacrime non iniziò a sgorgare dai suoi
occhi,
come un rubinetto rotto, piangeva e si asciugava la faccia, si
stringeva il cuore sentendo un piacevole dolore stringergli il petto.
Da lontano Crowley guardava la scena e vedendolo piangere
travisò completamente l'accaduto, gli si spezzò
il cuore.
<< Oh angelo... >>
Si mosse all'istante per raggiungerlo con il solo scopo di stringerlo e
promettergli che avrebbe strappato i suoi poteri dalle mani di quegli
odiosi damerini, nel mentre Aziraphale vide comparire due immense ali
al suo riflesso, poi una luce bianca e luminosa che risaliva dalle
profondità fino a smuovere i contorni della sua immagine e
finire dritta al centro del suo petto.
Si sentì avvolto da un calore immenso che si espandeva fino
a
uscire dal suo corpo, Crowley dovette fermare la sua corsa rimanendo a
bocca aperta, due bianche ali comparirono strappando le vesti
dell'angelo, emanava tanta di quell'energia che l'erba e gli alberi
intorno cominciarono a muoversi.
Il demone riconobbe quella potenza, era già accaduto una
volta e Aziraphale aveva totalmente perso il controllo.
<< Oh no, non di nuovo, cazzo >>
ringhiò tra i denti.
Cosa doveva fare ora? Voleva avvicinarsi ma temeva di non essere
riconosciuto come l'ultima volta e finire arrosto, ma non poteva
lasciarlo in balia di quel potere così forte, e se una volta
tornato in sé Aziraphale si fosse sentito abbandonato o non
si
fosse ricordato di lui, della loro vita insieme?
Deglutì rumorosamente, non poteva rischiare, si
avvicinò
a passo lento facendo fronte a quelle ventate di luce azzurrognola che
provenivano dal corpo del suo amato, Aziraphale sembrava in trance,
presto il suo corpo si sollevò da terra sotto lo sguardo
atterrito di Crowley.
<< Aziraphale! >> gridò non
sapendo bene cosa fare.
La luce si spense di botto, le ali sparirono e il corpo dell'angelo
finì dritto tra le braccia del demone, fortunatamente non
era
salito di molti centimetri ma era comunque privo di sensi.
<< Angelo? Dio spero di non averlo rotto >>
borbottò
preoccupato accarezzandogli il viso, poi rendendosi conto di
ciò
che aveva detto fece una smorfia, ma non c'era tempo di pensare a
quello adesso.
Strinse quel corpo che amava a sé facendo scivolare le dita
tra quei fili chiari e luccicanti.
<< Non ti chiamerò con stupidi vezzeggiativi
solo per
farti svegliare, quello è il tuo compito non il mio.
>>
<< Però ti amo, lo sai che ti amo e non esiste
che viva questa stupida vita senza di te. >>
Una lacrima gli scivolò da un occhio andando a infrangersi
sulla guancia di Aziraphale.
<< Mmm Crowley ancora cinque minuti >>
mugugnò
stringendo gli occhi, il demone ridacchiò asciugandosi le
lacrime con la mano libera.
<< Tutto il tempo che vuoi >> disse
stringendolo.
Giusto pochi istanti dopo gli occhi cerulei si riaprirono sul mondo
rivelandogli la figura sorridente dell'uomo che amava, l'angelo sorrise
a sua volta di riflesso anche se si sentiva ancora molto frastornato.
<< Di questo passo dovrò chiamarti bello
addormentato >> disse Crowley.
<< Ho dormito a lungo? >>
domandò l'altro corrugando le sopracciglia.
<< Questa volta no, ma mi hai fatto preoccupare lo
stesso. >>
<< Scusa >> disse Aziraphale accoccolandosi
tra quel nido fatto di braccia.
<< Sono io a dovermi scusare >> rispose con
una vena amara
nella voce, attirò l'attenzione del compagno che
aprì gli
occhi sollevandosi con il busto e mettendosi più comodo.
<< Di cosa parli? >>
<< Non lo so Aziraphale. I-Io forse ti ho interrotto,
forse non avrei dovuto chiamarti. >>
L'angelo sembrava confuso, rivisse nella sua mente gli ultimi istanti
prima di perdere i sensi.
<< Ricordo una forte energia e le mie ali...
>>
<< Oddio le mie ali! Dove sono le mie ali!
>>
domandò allarmandosi e tentando di guardarsi alle spalle,
Crowley lo fermò delicatamente prendendolo per le braccia e
attirandolo verso di sé.
<< Sono scomparse quando sei svenuto, è questo
che
intendevo, io avevo paura ti stesse succedendo...Qualcosa ti stava
trascinando via e io ho avuto paura e ti ho chiamato, a quel punto
tutto si è fermato e tu sei caduto giù.
>>
<< Oh...temi quindi che >> non
riuscì a continuare la frase.
<< Prova >> disse Crowley guardandolo serio.
Aziraphale abbassò lo sguardo corrugando le sopracciglia,
dimenticò per un istante dove si trovava, con chi era,
concentrandosi solamente sulla sensazione che aveva provato quando
quella luce lo aveva percorso per intero, sollevò una mano,
immaginando che proprio accanto a lui comparissero dei profumati fiori
di mughetto, schioccò le dita chiudendo gli occhi e quando
li
riaprì vide i fiori a cui aveva pensato mostrarsi in tutto
il
loro splendore.
Se ne stavano lì come se gli sorridessero e lui sorrise a
sua volta.
<< Ce l'ho fatta >> disse piangendo.
<< Angelo mio >> gracchiò
commosso da quella scena.
Aziraphale si voltò prendendogli il viso tra le mani e lo
baciò, lacrime e saliva si mischiarono dando a quel momento
un
sapore ancora più dolce.
<< E' merito tuo, è tutto merito tuo
>> mormorò tra un bacio e l'altro.
<< No amore mio sei stato tu a renderlo possibile.
>>
Gli occhi dell'angelo si addolcirono.
<< Mi hai chiamato...amore mio. >>
<< Già... >> disse Crowley
tirando su col naso.
<< Colpa di questi dannati fiori, devo essere allergico.
>>
<< Allora ne riempirò la casa >>
rispose Aziraphale sorridendo e accarezzandogli una guancia.
<< Non osare >> rimbeccò il
demone.
...
Passarono altri mesi da
quel giorno in
cui tutte le cose si sistemarono tornando al loro posto, le vite delle
due creature ineffabili procedevano molto meglio di quanto si fossero
immaginati, il cielo non intervenne per punire Aziraphale visto che non
aveva commesso alcun reato e probabilmente anche perché
erano
arrivati cospicui richiami riguardo la loro condotta inopportuna ed
esagerata verso l'angelo che aveva salvato il mondo e il demone che lo
aveva aiutato.
La coppia felice non solo si impegnò a far arrivare a casa
di
Susan mazzi di fiori degni di uno sposalizio, ma andarono anche a
trovarla, e lei fu molto felice di riscoprire quella scintilla che
prima sopita ora brillava forte e luminosa nel cuore di quel dolce e
speciale angelo.
Susan diventò un'amica e i due oltre ad essere testimoni
delle
sue nozze diventarono felicemente i padrini dei suoi due gemelli, che
già dalla più tenera età mostrarono un
bel
caratterino, Aziraphale aveva fatto scendere su di loro una benedizione
mentre Crowley gli aveva promesso che avrebbe preso a calci nel culo
chiunque avesse osato infastidirli, e la promessa era valida per tutta
la vita.
Carl e Anastasia erano due bambini fortunati, avevano accanto due
angeli custodi, uno era caduto ma non aveva perso la sua luce, invece
di rimanere nell'oscurità aveva preferito aprire le sue ali
scure e volare fino in cielo puntando dritto verso il cuore di un
principato che non sapeva di star aspettandolo.
Questa era una delle storie che la mamma gli raccontava ed era in
assoluto la loro preferita, i due una volta divenuti più
grandini, avevano iniziato a sospettare che le due creature della
storia fossero proprio i loro zietti preferiti, in fondo loro
si
amavano proprio come i protagonisti della storia.
...
<< Angelo ho
deciso cosa regalerò ai bambini, uno stereo con i dischi dei
Queen. >>
<< Caro ma sono appena nati! >>
<< E allora? Ce le avranno le orecchie! >>
<< Ovvio che le hanno, ciò che intendevo...-
>>
<< Sei solo invidioso, temi che il mio regalo
piacerà
più del tuo, e sarà così infatti.
>>
<< Oh ma per piacere, è ovvio che preferiranno
il mio, e inoltre sarò io lo zio preferito. >>
<< AH-AH credici angelo! >>
...
Bè le cose non sono cambiate poi così tanto...
Fine.
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