Ephialtys

di InsurgentMusketeer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Una vita normale. ***
Capitolo 3: *** Sospetti. ***
Capitolo 4: *** Conti in sospeso. ***
Capitolo 5: *** "Metti al riparo il tuo cuore." ***
Capitolo 6: *** "Non le succederà niente." ***
Capitolo 7: *** Mirena. ***
Capitolo 8: *** Adya. ***
Capitolo 9: *** Nel passato. ***
Capitolo 10: *** La verità. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Pianeta Nemotath, anno 808 dall'avvento degli Dèi Polpi sul Pianeta Vegeta. 

 

Bardack sospirò rumorosamente e si deterse la fronte dal sudore scacciandolo via con un gesto altezzoso.

«… E questo era l'ultimo» disse al suo compagno di missione con un sorrisetto sprezzante, ritornando alla navicella. 

Lanciò uno dei corpi inermi degli abitanti di Nemotath, il pianeta appena conquistato per conto di Re Vegeta, e arrancò con fatica e stanchezza a bordo della navicella, abbandonandosi di peso alla postazione di comando. Era sporco di sangue e macchiò anche la superficie bianca cromata del mezzo spaziale; impugnò il timone strofinando gli occhi e, nel frattempo, il suo collega Ramos lo raggiunse. 

«Ramos, vecchia carcassa», lo apostrofò Bardack mollandogli una pacca sulla spalla, «… allora, doveva essere il tuo giorno libero, oggi, o sbaglio?».

Ramos sedette accanto a lui ridacchiando: «Beh, diventare padre è un grande evento, ma... Sai com'è. Quando il Re Vegeta chiama...».

Bardack annuì lentamente: «Sì, certo», rispose, «Capisco perfettamente. Congratulazioni, vecchio mio. È un maschio? Una femmina?».

«Un maschio», replicò Ramos, «Ephialtys».

Bardack sgranò gli occhi, stupito: «Accidenti, amico, che bel nome. Come lo avete scelto?».

«Una fissazione di Tamara, mia moglie. Lo trovava talmente nobile che alla fine ho ceduto».

Bardack annuì lentamente: «Ah, certo… La nobiltà. Su Vegeta la nobiltà è un concetto piuttosto settoriale».

Ramos sghignazzò: «… E anche relativo. Molto relativo». Notò un’ombra segnare il viso di Bardack e aggiunse: «Beh, apriamo una birra in onore di mio figlio, direi». Afferrò due solide latte di birra da due litri, le aprì e ne porse una a Bardack, che la levò al cielo. 

«A Ephialtys, allora!».

Ramos fece ‘kampai’ con la sua pinta di birra, facendone colare un po' a terra: «A Ephialtys! Ah, non vedo l'ora di conoscerlo, Bardack».

«Ci conto, amico mio», replicò Bardack annuendo lentamente, «Ci conto».

 

***

 

Tamara fece stridere le unghie sul pavimento, graffiò il selciato fino a sbiancarle e indolenzirle. Strinse gli occhi, lacrime calde colavano lungo le sue guance e cadevano al ritmo del suo singhiozzo disperato. 

«T-ti prego, mio sovrano», pigolò tremante, «… r-risparmialo. T-ti supplico...».

«Taci, donna!» esclamò imperioso Belordat, il braccio destro di Re Vegeta voluto da Re Cold. «Conosci la legge».

Tamara si levò in piedi di scatto, strinse i pugni e incassò le spalle: «La conosco!" proclamò, «Ma... Ma è appena nato, mio Signore! Ha solo una settimana di vita! N-non è…n-on è detto che rimanga... C-così... Per sempre!».

Re Vegeta aspettò qualche momento prima di parlare. Picchiettò le dita sul dorso del trono, pensieroso, finché non giunse a una conclusione. 

L'unica possibile. 

«Sono spiacente, Tamara», disse solennemente, «Ephialtys non è idoneo».

«M-ma potrebbe dare tanto!» protestò disperata la donna, «P-potrebbe essere... Intelligente! M-molto! Potrebbe diventare uno studioso, un m-medico, un…».

«È deforme!» tuonò schifato Re Vegeta, «La razza Saiyan è forte, possente! Siamo nati per conquistare, Tamara. Siamo nati per regnare! Ephialtys non ha posto su questo pianeta!».

Pensando: "Se Bardack non fosse legato al marito, l’avrei già uccisa per la sua petulanza".

«Conosci le procedure, Tamara», aggiunse gelido Belordat, «I bambini nati deformi non sopravvivono, su Vegeta».

Tamara cedette. Si prese il viso tra le mani, singhiozzò e crollò al suolo, disperata. Tra le fiammelle delle torce nella sala del trono, altre donne tentarono di sorreggerla senza riuscirvi. 

«T-ti prego, mio Re», implorò Tamara, i capelli attaccati al viso e alle lacrime, «S-suo padre Ramos è in m-missione per t-tuo conto...n-non l'ha ancora n-neppure conosciuto-...sii m-misericordioso…».

Belordat si voltò di scatto verso Re Vegeta che non mostrava cenni di tentennamento: 

«Mio Signore...» iniziò. 

Re Vegeta lo fulminò con lo sguardo, poi fece un cenno con la testa e i Saiyan a guardia della stanza del trono spalancarono l'enorme porta d'oro. 

Aedon il Saggio fece il suo ingresso nella stanza, i lunghi capelli, ancora nerissimi, scivolavano a ciocche larghe tre dita lungo tutte le spalle, e la tunica nera e oro gli cingeva le spalle e la vita, scendendo fino a coprirgli i piedi. Il Consigliere del Re si avvicinò al trono, ma si fermò qualche passo prima. Giunse davanti a Tamara, la sollevò da terra reggendola per le spalle, le sorrise e strinse una delle sue mani nelle proprie: 

«Non temere, donna», la rassicurò sottovoce, «Parleremo con il Re».

Tamara scoppiò di nuovo in lacrime e Re Vegeta fece una sonora risata:

«Saggio Aedon», disse in tono canzonatorio, «Le dimensioni del tuo cuore sono forse aumentate?».

«Mio Signore», replicò Aedon con un mezzo sorriso - a lui era concesso l’onore di non inchinarsi alla sua presenza -, «Tamara è una Saiyan. Mi risulta impossibile trattarla alla stregua dei popoli che conquistiamo, né Vostra Maestà sarebbe d'accordo con un simile atteggiamento».

Re Vegeta storse il naso, vagamente contrariato, perciò cambiò argomento velocemente. 

«Aedon», lo interpellò, «Tamara e Ramos hanno messo al mondo il loro primo figlio».

«Già, un'ottima notizia, direi. Gli dèi celebrano la venuta di un nuovo Saiyan».

«Un Saiyan debole»ringhiò Belordat furibondo. 

«Belordat», azzardò Aedon, «Se non vado errato, stavo rivolgendomi al nostro Re. Ti arroghi il diritto di replicare per lui?».

Re Vegeta guardò Belordat con occhi di fuoco e quest'ultimo tremò, spalancando gli occhi: 

«Non... Non mi permetterei mai... Mio Signore».

«Dunque taci!» sbraitò Re Vegeta scaraventando un pugno sul bracciolo del trono e facendo tremare il pavimento. Due crepe si aprirono tra il soffitto e il suolo, sollevando polvere e detriti. "Odio questa mancanza di libertà, di vero potere!" pensò.

Aedon guardò Belordat sorridendo sornione, mentre l'altro finalmente ammutoliva. I bei lineamenti giovani e taglienti del Saggio accompagnavano la corta barba sul viso disteso. 

«Continua», brontolò Re Vegeta. 

«Mio Signore», proseguì Aedon sospirando, «Chiedo di dare una possibilità al piccolo Ephialtys».

«Perché dovrei?» replicò Vegeta innervosito, una goccia di sudore gli scivolò lungo la fronte, in diagonale. 

«Tamara ha ragione. Potrebbe essere utile in altro, se non in battaglia. Ci pensi, mio Signore: la conquista dell'universo procede molto bene, ma non di rado abbiamo avuto necessità e mancanza di medici e stregoni che potessero curare i nostri guerrieri. Molti di loro sono morti a causa di veleni a noi sconosciuti, di magie impossibili da gestire. Armi con le quali i popoli che conquistiamo si difendono da noi». "Senza dimenticare come potrebbero proteggerci dagli spiriti maledetti delle antiche streghe" lasciò sott’inteso.

Re Vegeta cominciò a mostrare segni di lucidità. Tamara trattenne il fiato, smise di singhiozzare.

«Lasci che lo allevi io», suggerì Aedon porgendo in avanti i palmi delle mani, «Alcune delle nostre forze magiche annunciano la venuta di una grande strega, più potente delle altre. Le previsioni parlano di una giovane donna dai capelli rossi e gli occhi cangianti. Ephialtys potrebbe avere grandi possibilità, mio Signore».

Fece una pausa, poi proseguì: 

«Non tutti sono nati per combattere».

Re Vegeta socchiuse gli occhi, ragionò: Aedon aveva ragione. Conquistare pianeti comportava di volta in volta irrimediabili perdite tra i guerrieri Saiyan, e gettare Ephialtys dalla Rupe degli Dèi, com'era procedura per i Saiyan nati deformi, non avrebbe cambiato nulla, se non sottrarre un Saiyan al mondo. In qualsiasi forma fosse, sarebbe stato un enorme peccato perché se Aedon era convinto potesse essere d’ingegno, voleva dire che lo sarebbe stato. 

Tuttavia… 

Si guardò intorno. Tutti i suoi uomini e alcuni dei suoi generali erano lì presenti. Se avesse salvato Ephialtys avrebbe infranto la legge davanti ai suoi uomini, davanti a Belordat. Fece un ragionamento meramente politico: quella decisione avrebbe potuto minare alla sua autorità. Se avessero poi organizzato un colpo di stato per deporlo dal trono, o peggio, ucciderlo? 

No, non poteva permetterlo, soprattutto non considerando la loro situazione e gli Tsufuru. Non avrebbe perduto il trono e il controllo del pianeta per un bambino storpio. 

«Bel discorso, Aedon», commentò infine distogliendo lo sguardo dallo scienziato Saiyan, «Davvero molto toccante... E ragionevole, e lucido».

Si alzò in piedi: 

«Tuttavia», proseguì, «La legge degli dei è tale davanti a qualsiasi Saiyan. Perfino davanti a me».

Tamara riprese a piangere silenziosamente. Aedon sgranò gli occhi, mentre Re Vegeta gli puntava il dito contro:

«Aedon», tuonò, «A te il compito di prendere quel bambino e scaraventarlo giù dalla Rupe degli Dèi, così come dalla legge eterna è comandato!».

«NO!» urlò Tamara distrutta cercando di correre verso il Re. Venne trattenuta da due uomini mentre si dimenava senza sosta. 

«Portate via la donna», intimò il Re voltando le spalle ad Aedon. 

«Ma Signore!» protestò il Saggio, «Come faremo a…».

«Nessuno discute i miei ordini, Aedon!» tuonò Re Vegeta, «Esegui quanto comandato e basta! È tutto!».

Aedon strinse il pugno con forza e rabbia, incrementò la propria aura. Belordat si voltò di scatto e avanzò verso Aedon spingendolo via. Il Saggio non si mosse di un centimetro. 

«Hai sentito, Aedon?!».

Per tutta risposta, Aedon afferrò Belordat per la spalla scaraventandolo dall'altro lato della stanza a gran velocità. Il botto fece tremare l'edificio. 

«Toglimi le mani di dosso»mormorò Aedon fra i denti. 

L'aura di Aedon esplose in tutto il palazzo, le crepe si aprirono, la luce attorno a sé divenne color dell'oro. I presenti sbigottiti assisterono a quanto stava accadendo: tutti sapevano che Aedon stesse portando avanti un esperimento per la trasformazione in Super Saiyan, ma in pochi credevano al fatto che stesse realmente funzionando. Le ciocche dei suoi capelli si ingiallirono, fluttuarono tra il nero e il dorato per alcuni minuti, sollevandosi e riabbassandosi. 

Re Vegeta si alzò in piedi e mise a tacere i presenti che iniziavano a darsi alla fuga: 

«Silenzio!»,

Aedon tornò alla sua forma originaria, non senza le solite complicazioni ormai note: tossì forte da sentirsi soffocare. I suoi occhi lacrimarono, una goccia di sangue si posò sul dorso della sua mano dopo un colpo di tosse.

Poggiò le mani sulle ginocchia e ansimò.

Non è ancora passatarifletté, trasformarmi in Super Saiyan sta portando a troppi problemi per il mio sistema immunitario. Di questo passo, finirò per ammalarmi e morire al primo starnuto. Ma questo Re Vegeta non dovrà saperlo, mai

«Aedon!», tuonò Re Vegeta, «Sai bene che non tollero pagliacciate al mio cospetto».

Aedon ringhiò, ma strinse le labbra, tacendo. Belordat si rialzò a fatica e tornò al fianco del trono, dolorante e guardando Aedon carico di odio. 

Tamara venne allontanata dalla stanza del trono, urlava, si dimenava e scalpitava. Piccoli ki-blast partivano dalle sue dita, ma si dissolvevano, indeboliti, nell'aria circostante. Quando la porta venne chiusa alle spalle di Aedon, il Saggio sentì il proprio cuore incrinarsi. 

«Prendi quel bambino e lancialo giù dalle mura», comandò nuovamente Re Vegeta senza pietà, «o il tuo esperimento chiuderà battenti. È l'ultimo avvertimento, Aedon».

Il Saggio sollevò lo sguardo, si pulì di nascosto il sangue dall'angolo della bocca, annuì e indietreggiò fino a lasciare la sala. 

Si recò nella capsula neonatale, incrociò rapidamente lo sguardo di Ephialtys, socchiuse gli occhi: il bambino non era che un triste mucchietto d'ossa sofferente, forse perfino cieco, con una evidente gobba sulla schiena. Strinse le labbra e gli occhi, si fece violenza e lo afferrò. 

Sopra la Rupe degli Dèi il vento caldo soffiava forte. Aedon strinse al petto il bambino, serrando gli occhi e la mandibola, mentre il piccolo iniziava a lamentarsi e a piangere. Le lacrime di Ephialtys lacerarono il cuore di Aedon, che diede un altro colpo di tosse sputando dell'altro sangue. 

Una volta giunto sulla cima, sospirò. 

Guardò in faccia il bambino, quei capelli così folti e neri, inconfondibilmente Saiyan. Uno dei due occhi di Ephialtys era completamente opaco, l'altro, invece, nerissimo. 

Aedon serrò le labbra, guardò giù dalla Rupe senza vederne il fondo, poi tornò a guardare il bambino in fasce che, nel frattempo, si calmava. 

Chiuse gli occhi, emise un respiro profondo. 

Poi, fece la sua scelta. 

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Capitolo 2
*** Una vita normale. ***


Palazzo del Supremo, oggi. 

 

Junior socchiuse gli occhi nel silenzio della camera da letto del Palazzo del Supremo. L'enorme letto a baldacchino ospitava Elly che dormiva ancora profondamente. Accanto a lei, il namecciano stava steso con le braccia dietro la testa, osservandola di tanto in tanto e guardandosi bene dal toccarla. 

La schiena nivea della giovane si sollevava e si abbassava al ritmo del suo respiro, i lunghi capelli biondi erano sparsi su tutto il cuscino. 

La sveglia suonerà tra quattro minuti, pensò Junior, salterà giù dal letto e si accorgerà di essere in ritardo. Come al solito. 

Prima che la sveglia suonasse, però, Elly mugolò ad occhi chiusi voltandosi verso di lui. Tastò il materasso morbido finché non trovo il suo braccio, si avvicinò e si accucciò sul suo petto. Il cuore di Junior accelerò, strinse gli occhi preso alla sprovvista. Un vortice rosso cominciò a muoverglisi nelle viscere, ma tenne duro. Passò un braccio attorno alla spalla sottile e muscolosa della ragazza, mentre lei respirava contro i suoi pettorali e i capelli d'oro gli solleticavano le clavicole. Il corpo tiepido di Elly fece da trigger alla sua natura demoniaca, come accadeva ormai da troppo tempo perché Junior non ne fosse già stanco. 

Accidenti a me, brontolò nella mente, non riesco nemmeno più a tenerla stretta senza impazzire

Giocò con una ciocca dei suoi capelli per distrarsi, deglutì. 

Se solo Aedon fosse qui. Non riesco più a gestirla. Più voglio starle vicino e meno ci riesco. Lei percepisce la mia distanza, sa perché la tengo; ma temo che presto si stancherà.

La sveglia suonò impazzita. Elly spalancò gli occhi di botto, si voltò verso la sveglia, l'afferrò, guardò l'ora. 

"Le nove e un quarto?!" urlò schizzando via dal letto, "quando ho messo la sveglia per le nove e un quarto?!".

"È rimasta impostata dal fine settimana, Elly", la rimproverò Junior incrociando le braccia al petto, "Non l'hai cambiata".

La ragazza si fiondò in bagno, scivolando più di una volta e facendo cadere di tutto, dalla saponetta al bagnoschiuma. Junior la guardò ruotando gli occhi: 

"Sei sempre la solita indisciplinata", le disse. 

"AvreFti potuto Fvegliarmi!" protestò la Saiyan con lo spazzolino in bocca, "AnFichè farmi fare coFì tardi, di nuovo!".

"Gli orari dell'Università sono chiari, ragazzina. Non puoi contare su di me anche per quelli".

"Non Fei per nienFFimpatico".

Junior trattenne una risata mentre Elly si vestiva in fretta. Si massaggiò un bernoccolo sulla testa dovuto a una caduta qualche minuto prima:

"Accidenti, accidenti, accidenti, Kamy mi ammazzerà", si lamentò inciampando nella tracolla. 

"Kamhara sa che sei in ritardo", la informò Junior, "Quello è davvero l'ultimo dei tuoi problemi".

Elly roteò gli occhi, sospirò, rallentò. Andò incontro a Junior, si sporse sulle punte dei piedi piegando i mocassini neri della divisa universitaria e intrecciò una mano nella sua, mentre l'altra scivolava sul suo petto. 

"…E quale sarebbe il primo?" chiese sorridendo. 

Junior deglutì, afferrò con leggerezza i fianchi della ragazza, delicatamente mise giù la sua mano allontanandola dal suo petto. 

"M-muoviti", biascicò, "Prima che il professore ti chiuda fuori dall'Aula".

Il volto di Elly cambiò espressione. 

Non ne posso più, pensò la ragazza, ormai non riesce più a starmi vicino nemmeno per cinque secondi. Si limita a guardarmi mentre dormo, e basta.ù
"D'accordo", ribatté seccata voltandogli le spalle.

Junior le afferrò il braccio e la girò nuovamente verso di sé, facendo aderire i loro corpi. 

"Ehi, ruggì sottovoce con le labbra contro le sue, "Non sono io a volerlo, chiaro? Io…"

"…Non riesci a controllare la tua natura demoniaca", cantilenò Elly interrompendolo, "e se dovessi perdere il controllo su quello che provi per me, potrei rischiare di morire. Sì, Junior. Lo so."

Stanco di quel limite, Junior chiuse gli occhi, sospirò, le prese il viso tra le mani e la baciò a lungo. Mentre tutte le sue fibre muscolari si contraevano al contatto con le labbra morbide della Saiyan, lottava con tutte le sue forze per azzerare gli impulsi violenti; le passò una mano tra i capelli, accarezzò dolcemente la sua lingua con la propria ed Elly rilassò i muscoli, si strinse a lui, lo lasciò andare dopo qualche minuto per non rendergli il tutto troppo difficile. Il rossore sulle sue guance tradì un'emozione che le mancava da tempo, un contatto fisico che Junior si ostinava ripetutamente a negarle.

Capiva perfettamente le sue ragioni: del resto, vivevano insieme al Palazzo del Supremo ormai da quasi un anno e lei ne aveva appena compiuti venti. Conosceva bene Junior e sapeva di non avere a che fare con una persona particolarmente affettuosa. 

La sua natura demoniaca complicava le cose e la paura di farle del male superava, a volte, quella di condividere le cose migliori insieme. 

Così, le loro giornate si dividevano tra gli studi di Elly e gli allenamenti di Junior in solitaria, nella Stanza dello Spirito e del Tempo, dove meditava per riuscire a vincere gli istinti violenti che regnavano dentro di lui. I momenti in cui condividevano la semplice vita di tutti i giorni erano rari, si limitavano a svolgersi alla Capsule Corporation in compagnia degli altri, ma alla Saiyan tutto questo cominciava a non bastare più.

Elly, con gli occhi liquidi e il cuore che batteva all'impazzata, alzò le spalle e gli sorrise, salutandolo:
"A-allora ci... Vediamo più tardi. Va bene?".

"Ci vediamo più tardi", rispose Junior con la voce spezzata, passandole un dito sulla fronte e scostandole i capelli dorati che la rendevano una Super Saiyan eterna. 

La ragazza gli voltò le spalle con un sorriso, risucchiando via di nascosto una goccia di sangue sul labbro, rimasta dal bacio appassionato di Junior che l'aveva inavvertitamente morsa, afferrò lo zaino e si lanciò giù dal Palazzo del Supremo, diretta in volo verso l'Università, avvolta da una brillante aura bianca. 

Junior la guardò allontanarsi e avvertì la solita stanchezza lungo tutto il corpo: gli sforzi per trattenersi dal desiderio per Elly erano ingenti, di volta in volta. 

Le avevo promesso una vita normale, pensò, ma cosa c'è di normale in tutto questo?.

Chiuse gli occhi e, in mezzo al buio, vide scintillare un lungo filo rosso, quello che li univa da prima che Elly venisse al mondo. Sapeva che l'evoluzione del loro rapporto sarebbe stata quella: l'avrebbe vista crescere, l'avrebbe addestrata a diventare una guerriera e il loro rapporto sarebbe stato sempre quello tra un maestro e un'allieva. Da Aedon, però, il nonno di Elly, gli era pervenuta la premonizione che lei e Junior si sarebbero innamorati e scelti, avrebbero condiviso qualcosa di più del semplice rapporto tra sensei e allieva. Il sentimento, così come predetto, era sbocciato all'alba dei diciotto anni di Elly, e nessuno dei due era più riuscito a sottrarsi a quella forza incontrollabile che li spingeva l'uno verso l'altro. 

Nonostante ciò, Junior continuava ad avere dei pesanti blocchi nello sviluppo della relazione con l'Ultima Stella del pianeta Vegeta: sfogare il desiderio voleva dire metterla in serio pericolo, perdere il controllo, finire per aggredirla, e il suo sistema immunitario era ancora troppo compromesso perché lui potesse permettersi certe libertà.

Così, Junior aveva preferito una malcelata formalità verso la giovane di cui era innamorato al vedere il corpo di Elly martoriato dalla sua potenza. Alzò gli occhi al cielo e sospirò, confidando che la ragazza riuscisse a capire. 

Un giorno tutto sarà diverso, pensò, cambierà tutto

Si voltò verso il comodino bianco di Elly, dove teneva un libro di poesie. Lo prese in mano, sorrise, cominciò a sfogliarlo. 




*Hola genteeee!

Non pubblicavo quassù da un sacco e ho deciso di farlo tornando con una nuova storia legata all'universo di Dragon Ball - la mia immortale passione!
Ci tenevo a ringraziare chiunque passasse da qui anche solo per leggere. Vi sono molto grata.
Questa storia si inserisce nel filone di "Dragon Ball - NA" di Kamy, un'utente fantastica che nella sezione Dragon Ball ha scritto moltissimo; il mio OC, Elyanor, si inserisce in questo contesto, perciò se volete saperne di più, vi rimando all'archivio di Kamy!
Se non siete pronti ai traumi e al dolore emotivo, vi chiedo di tenere duro: qui Piccolo - o Junior, che dir si voglia, avrà un ruolo centrale: è il personaggio che amo da sempre - molto più che un semplice "personaggio preferito" per me - , e al quale ho voluto regalare un power up che inizia ne "La saga di Devil", la prima storia di Dragon Ball NA in cui compare Elly.
Spero che questo intreccio vi piaccia e, se vorrete darmi riscontro, sarò felicissima di leggere le vostre recensioni!
Un abbraccino,
IM

 

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Capitolo 3
*** Sospetti. ***


Kamhara sorseggiò un succo di frutta con la bottiglietta, sentendo il vetro freddo sotto le dita, e corrugò la fronte, espirando dalle narici. John non era mai in ritardo e, avendo fatto parte dell'esercito dei saiyan, il concetto di non essere in orario le era completamente sconosciuto.

Nell'aldilà, poi, aveva conosciuto Reghina e aveva imparato cosa voleva dire non riuscire a rispettare il tempo com'era stabilito da precise regole: orologi sulla Terra e piogge di sangue negli Inferi.

Non poteva dire di arrabbiarsi con Elly quando la mattina la faceva attendere, perché ne poteva approfittare per scoprire così tanto di quel mondo, vivo e mutevole, così diverso da quello della sua infanzia e così lontano da ogni cosa che potesse immaginare. Era sempre una sorpresa, a prescindere che fosse positiva o negativa.

La bottiglietta venne svuotata e finì in un cestino colmo fino all'orlo, davanti ad esso c'erano i segni di un monopattino che aveva fatto una sgommata.

"Lo so, sono in ritardo", disse Elly alzando le mani in direzione di Kamhara. La strega sospirò, guardandosi spesso alle spalle per assicurarsi che la coda non sfuggisse via dalla divisa universitaria.

"È il tuo giorno fortunato", soffiò, "pare che il professore sia in ritardo, oggi. Forse verrà sostituito."

Elly aggrottò le sopracciglia, approfondendo:

"Sostituito?"

"Già. Non so ancora se sarà una cosa temporanea o definitiva, ma pare che avremo un nuovo docente di Letteratura Yunzabitiana".

Elly si sistemò i collant neri sotto la gonna a ruota nera e rispose:

"D'accordo, l'importante è non prendere una nota di demerito. Si sa niente di questo nuovo professore?".

Kamhara alzò le spalle, borbottando:
"Mnh, direi di no. Solo che non sarà come quello vecchio proveniente dal Continente Meridionale. Oggi però ci hanno intimato di non occupare troppo a lungo gli ascensori del terzo piano, dove c'è l'aula per la lezione".

"Ipotizzi che il nuovo professore sia così snob da annoiarsi a fare le scale?"

"Non saprei. Lo scopriremo soltanto a lezione, credo."

"E io che oggi volevo soltanto allenarmi", si lamentò Elly.

"Sai come la pensano Junior e Vegeta. Noi..."

"Sì, lo so: dobbiamo costruirci una vita normale» cantilenò Elly ruotando gli occhi, "pensano che siamo tutti come Gohan".

Corrugò la fronte e proseguì indurendo il tono:

"Junior passa intere giornate nella Stanza dello Spirito e del Tempo, Vegeta nelle capsule iper gravitazionali. Non so tu, ma io non ho intenzione di rammollirmi."

"Elly, sei l'Ultima Stella del Pianeta Vegeta!" scandì la strega Saiyan sbarrandole la strada e guardandola negli occhi mentre i suoi brillavano di una forte luce rosa, "non potresti rammollirti nemmeno se lo volessi!"

"Già, ma ci stiamo allenando poco, Kamy. E Junior.."

La frase le morì in gola. 

"Junior cosa?" la incalzò la figlia di Bardack piegando la testa da un lato. Le fu risposto:

"Niente, lascia perdere. La solita storia."

Kamhara sospirò:

"Elly, sai cosa pensa Junior della vostra relazione."

"Beh, Junior pensa un po' troppo, allora", s’inalberò Elly, "se una volta tanto agisse anziché pensare, questa assurda relazione troverebbe un senso."

"Sai com'è fatto. Non è uno che si espone troppo, con i sentimenti."

"Non è quello, so che è innamorato di me", ribatté Elly.

"Direi che il precedente con Adya è stata una grande prova d'amore. Ha quasi compromesso gli equilibri galattici tra Nameck e Myreen per te", le venne fatto notare.

Elly fece una smorfia:

"Già allora era particolarmente restìo ad avvicinarsi a me al di sotto del metro di distanza."

"Ha solo... Paura di farti del male."

"Accidenti, Kamy. Pensa davvero che non potrei difendermi?"

Kamhara esitò, e ad Elly non sfuggì.

"Lo pensi anche tu?" le chiese. 

"Elly", cominciò la strega mentre i suoi occhi si tingevano di rosso, "io sono stata negli Inferi. So cosa c'è laggiù."

"E con questo?"

"Credimi, non riusciresti a difenderti da Junior."

Elly rimase come stordita:

"Stai... Stai scherzando, non è vero?"

Kamhara sentì la coda agitarsi dentro la gonna e fu costretta a tenere fermo il capo di vestiario con entrambe le mani.
Odio il fatto che nella divisa non ci siano dei pantaloni, ma dei pezzi di stoffa così striminziti!, si lamentò mentalmente.

"No", rispose, mordendosi il labbro inferiore nervosamente, "Junior è l'erede al trono di uno dei più spietati e potenti eserciti dell'universo, quello dei demoni. Credimi, ho provato a capire fin dove potesse spingersi, ma... Non ci sono riuscita."

"E... E questo che vuol dire?" chiese Elly.

Kamhara si muoveva agitata, con gli evidenti segni dell’imbarazzo sul volto.

"Che se per adesso ti sta alla larga, forse dovresti renderti conto di quanto ti stia facendo del bene. La componente demoniaca di Junior è incredibilmente potente. Fa fatica a gestirsi, fa fatica anche il Supremo dentro di lui. Non sottovalutare lo sforzo che sta facendo per proteggerti, Elly. Io so com'è negli Inferi."

"E com'è lì?» chiese intimorita Elly. 

"È... Un concentrato di potenza pura", rispose Kamy sovrappensiero, rapita dal ricordo di quei luoghi, "un conglomerato di auree altissime, esplosive... E tra quelle, Junior possiede la più elevata."
 

Elly rimase come intontita: com'era possibile che Junior custodisse tutto quel potenziale riuscendo a tenerlo nascosto? Si sentì immediatamente in colpa: per mesi, forse anni, ormai, lo aveva silenziosamente colpevolizzato per non aver mai provato a sfiorarla al di là di un abbraccio o di un bacio, convinta che gli mancasse la voglia di farlo e di vincere gli istinti violenti. Ora scopriva dalla sua amica che i suoi sforzi erano notevoli e che, probabilmente, gli facevano anche del male. 

"Non sentirti in colpa", la confortò Kamhara. 

"Ti prego, Kamy, chiudi il canale telepatico quando penso a queste cose."

"Scusami, è che siamo troppo vicine per riuscirci bene, sono poteri nuovi per me. Non volevo spaventarti, comunque. Quello che volevo sapessi è che sei al sicuro. Junior è molto potente in questa fase della sua vita, e non è impossibile per lui controllare gli istinti demoniaci. È solo che.."

"È solo che amare me gli scatena un senso di possesso che non gli appartiene", la interruppe Elly giocando con le scarpe della divisa, "e finché non sarà pronto a gestire entrambe le sue dimensioni alla pari, non sarà in grado di amarmi normalmente."

Kamy sospirò, mormorando:

"Mi spiace molto che le cose siano così difficili."

"Le cose con lui non sono mai state facili".

Elly fece un mezzo sorriso e proseguì:

"Ma è Junior. È la persona che mi conosce più di chiunque altro al mondo. Quella senza la quale io non sarei la stessa."

Kamy sorrise:

"Ne varrà la pena, vedrai. A mio parere, il modo in cui Junior ti ama adesso, è il più bello."

Elly annuì e scostò la treccia bionda dalla spalla destra alla sinistra: 

"Forse hai ragione. Coraggio, inizia la lezione, andiamo."

 

***

 

Trovarono posto nelle prime file, come al solito.
Nonostante non fossero troppo entusiaste di frequentare l'Università come i loro Sensei avevano chiesto perché si costruissero una vita da ragazze normali, il rendimento di Kamy ed Elly era davvero notevole e i loro voti erano altissimi. Elly rendeva molto di più di Kamy, anche negli sport, ma la Saiyan poteva contare sulla sua memoria da strega e la vasta cultura di base ottenuta negli Inferi.

Davanti alla cattedra, quel giorno, regnò il silenzio finché una voce non risuonò tutt'intorno nell'aula, in filodiffusione: 

"Buongiorno a tutti, studenti e studentesse", disse la voce, che sembrava arrochita dalla vecchiaia e un po' traballante, ma gentile e cordiale. Kamy ed Elly si guardarono intorno, senza trovare riscontro: 

"Perché mai un professore dovrebbe parlare dall'esterno dell'Aula?" s’interrogò la strega.

"Vi chiederete come mai sentite soltanto la mia voce", ridacchiò il nuovo docente, "vi dirò che al momento sono molto malato e preferisco evitare i contatti con terze persone. Potrei peggiorare."

Elly socchiuse gli occhi e guardò Kamy:

La cosa mi puzza, le disse telepaticamente, è probabile che sapessero sin da subito che fosse malato, ma sembra che abbiano stabilito questa modalità soltanto all'ultimo minuto. Se fosse stato affetto da una patologia immunodepressiva, non avrebbero considerato di renderlo docente. Tutti questi segreti e ora questo nuovo comportamento insolito.. Quando si fanno troppi misteri, non è mai un buon segno.

Il brusìo perplesso del pubblico di studenti tacque quando il professore proseguì: 

"Mi presento, fanciulli: sono il Professor Akane Obata, e sostituirò il Professor Toshiba per qualche settimana."

"Come mai?" chiese una ragazza tra l'uditorio. 

"Il Professor Toshiba si trova a Sasebo, nel Continente Meridionale, per un importante convegno al quale, a dire il vero, avrei dovuto partecipare anch'io", replicò Obata e, nel dire questo, tossì con forza. 

Anche il suo malessere sembra studiato. Sembra fin troppo controllato, proseguì Elly nelle sue deduzioni.

"Ma", proseguì la voce del professore, "considerate le mie condizioni di salute.. ho preferito rendermi utile sostituendo il caro collega."

I ragazzi parvero entusiasti di questo nuovo ingresso, del resto la voce del nuovo docente era calda e gentile.

Kamy lesse i pensieri di Elly e subito le afferrò il braccio: 

"Non pensarci neanche", l'ammonì mentre le sue iridi diventavano rosse, "non puoi andare a conoscere il professore. Hai sentito cos'ha detto, è malato. Non possiamo sapere che effetti potrebbe avere una patologia così rara su di te."

Elly sospirò, la motivazione di quella preoccupazione di Kamy era chiara: sapeva di essere particolarmente fragile. Elly Apparteneva a un ristretto gruppo di Saiyan che avevano portato avanti un esperimento a dir poco rischioso: la trasformazione in Super Saiyan quando ancora, di questo ‘stato’, non si parlava neppure ad alta voce sul Pianeta Vegeta. 

Suo nonno, Aedon il Saggio, un uomo dall'intelletto fine e dalla grande potenza, era il Consigliere di guerra del Re Vegeta, e aveva coinvolto tutto il suo ramo familiare nella sua personale ricerca del Super Saiyan. 

Quello che purtroppo non sapeva era che quel tipo di trasformazione, che li teneva costantemente a contatto con apparecchiature lesive per il sistema immunitario, era che la sua famiglia stava lentamente cedendo: al prezzo di una potenza mai vista prima, la famiglia di Aedon aveva sviluppato un sistema immunitario sempre più debole, che diventava più fragile via via che le generazioni aumentavano. Non se ne avvidero, anche perché la loro potenza era tale che riuscirono a spazzare via qualunque forma di vita, più o meno potente di loro.

La condanna sopraggiunse dopo qualche anno, quando Aedon, la sua famiglia e altri Saiyan del pianeta Vegeta furono mandati a conquistare la Terra e a farlo per mezzo della trasformazione in Super Saiyan: il gruppo riuscì nell'impresa e tutti raggiunsero un livello di energia incredibile, ma morirono uno ad uno, in brevissimo tempo, a causa dell'irrimediabile quadro immunitario compromesso che la trasformazione aveva comportato. 

Il danno fu ulteriore, perché i membri della famiglia di Aedon acquisirono in via definitiva i tratti distintivi del Super Saiyan, gli occhi azzurri e i capelli dorati, senza riuscire più a tornare indietro allo stadio originale. 

Sconfortati e indeboliti, rimasero sulla Terra per ciò che rimaneva loro da vivere, senza mai fare ritorno sul pianeta Vegeta per vergogna. 

Lì furono dati per spacciati. Solo dopo diversi anni, una volta giunto sulla Terra insieme a Vegeta, Nappa scoprì che c'era uno sparuto gruppo di Saiyan albini dall'enorme potenza che dimorava sul pianeta. 

Fece a se stesso la promessa di confessare a Vegeta la questione appena possibile, ma morì decisamente molto prima. Così, diversi anni più tardi, Vegeta venne coinvolto da Aedon in persona nell'allevamento di quella che era la piccola Elly: l'Ultima Stella del Pianeta Vegeta, la sola Saiyan al mondo al perenne stadio di Super Saiyan, una rarità incalcolabile... Afflitta, tuttavia, dalla minaccia di qualunque malattia, perfino di un raffreddore, che avrebbe potuto ucciderla da un momento all'altro. 

"Datti tempo", l'ammonì Kamy, "dubito che tarderà a farsi conoscere. Non puoi esporti con la gente ammalata, lo sai. Rischi grosso."

"So che il vostro docente vi aveva raccomandato la consegna di alcuni progetti", disse ancora la voce del professore sovrastando quella di Kamhara, "vi chiedo la cortesia di consegnarli entro domani, in modo che io possa darci un'occhiata."

Elly e Kamy si guardarono, il loro progetto era pronto già da qualche giorno. Elly si alzò dalla sedia, facendo ondeggiare la lunga treccia bionda, tirò fuori un plico da una cinquantina di pagine e lo poggiò sulla scrivania, non sapendo bene a chi rivolgersi. 

"Ah, ehm… Professore, noi… Io e la mia amica abbiamo appena consegnato l'elaborato. È sulla sua scrivania."

"Chi è la giovane voce che parla?" chiese allegro il professore. Elly schiarì la gola: 

"Ahm... Mi chiamo Elyanor, professore. E la mia amica, nonché collega, è Kamhara."

"Oh, che nomi singolari."

"La- La ringrazio, signore".

Non sembrava un complimento, ma sarà meglio far credere che lo fosse.

"Bene, Elyanor e Kamhara, spero di potervi presto conoscere. Grazie per il vostro contributo!"

Meno convinta che mai, Elly fece un rapido inchino e tornò al proprio posto, sentendosi strana. 

Provò ad aprire il contatto mentale con Junior, ma lo trovò blindato. Di certo era già dentro la Stanza dello Spirito e del Tempo che per l’energia vitale valeva come un altro universo. 

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Capitolo 4
*** Conti in sospeso. ***


«Accidenti a quell'imbecille. Dove diavolo è andato a ficcarsi?».

Vegeta sfondò a pugni l'attrezzatura di ultima tecnologia della Capsule Corporation, mentre Bulma dietro di lui sbraitava:

«Ti sei bevuto il cervello?!», il suo viso divenne paonazzo, «Hai idea di quanto costi questa roba?!».

Vegeta ruggì in risposta. 

«… E poi», chiese Bulma, «Si può sapere di chi stai parlando?».

«Di Junior!» urlò Vegeta, «Ogni volta che lo cerco non lo trovo mai».

«Dove vuoi che sia?» sbottò Bulma di rimando, raccogliendo pezzi di lamiera tutt'intorno, «Sai che si sta allenando per gestire l'istinto demoniaco».

Vegeta si sfregò il naso e ringhiò:

«Oh, andiamo, tutte balle. Elly non gli lascerebbe campo libero».

Bulma alzò le spalle:

«Scusami, ma ne dubito». 

«È una Saiyan!» precisò infastidito Vegeta con una punta di orgoglio, «… ma che accidenti vuoi saperne, tu».

"Ne ho sposato uno e partoriti due. Tu che dici?!» sbraitò Bulma. 

Vegeta arricciò il labbro superiore con accresciuto fastidio e si allontanò, cercando Goku. Lo trovò sotto un albero, con un filo d'erba in bocca e le mani dietro la testa, ad osservare le nuvole. 

«Hai concluso qualcosa, oggi, Kakaroth, a parte battere la fiacca? Qualcosa tipo parlare con Junior?» chiese Vegeta sgarbato. 

«Uh? Direi di no», rispose Goku levandosi a sedere, «Junior è sempre stato difficile da rintracciare. Credo che adesso, se volessi parlargli, l'unica persona che potresti interpellare è Elly».

A dir poco contrariato, Vegeta afferrò il cellulare e compose il numero della ragazza, che vide immediatamente il nome Vegeta comparire sullo schermo. Sbuffò, sentendo gli squilli che si susseguivano.

«Cosa c'è?» rispose annoiata Elly dall'altra parte. 

«Non osare rispondere così al tuo Principe, mocciosa pezzente dei bassi ranghi» sbottò il principe. 

Elly roteò gli occhi: 

«D'accordo, d'accordo. In cosa posso servirla, mio Principe?».

«Smettila!» strillò Kamy incredula davanti alla poca compostezza della sua amica. 

«Dov'è Junior?» la interrogò Vegeta. 

«Ti sembro la sua segretaria?» replicò Elly. 

«State insieme o sbaglio?».

«Scusa, conosciamo lo stesso Junior? Sai com'è fatto. Se vuole sparire, sparisce anche per me». 

«Sì, ma tu sei l'unica sulla faccia della Terra che a quanto pare sia degna della sua preziosa attenzione. Perciò dimmi dove si trova, ora».

Elly sospirò: 

«Al Palazzo, probabilmente nella Stanza dello Spirito e del Tempo. A combattere contro la voglia di uccidermi».

«Ho bisogno di parlargli».

Elly fece spallucce: 

«Puoi andare quando vuoi. Credo che gli farà bene vedere una faccia amica».

 

***

 

«Che diavolo ci fai qui?» chiese bruscamente Junior a Vegeta infilando la testa sotto un getto d'acqua fredda. 

«La tua donna mi ha riferito che avresti gradito la visita di una faccia amica», ribatté Vegeta con le braccia incrociate sul petto. 

«Ah, davvero?» rispose Junior alzando un sopracciglio e mettendo via l'asciugamano, «Beh, direi che è il caso di farle un ripassino su chi è e chi non è una faccia che gradisco».

«D'accordo, apri bene le orecchie: la perdita di tempo della lotta contro i demoni può aspettare. Ne abbiamo abbastanza dei tuoi ritiri spirituali».

Junior strinse gli occhi, domandando: «Ho dimenticato di chiederti il permesso?».

«Sai di cosa sto parlando» lo incalzò Vegeta.

«Di che ti preoccupi? Il portale infernale che hanno aperto Elly e Kamy è stato richiuso. Niente che fosse fuoriuscito dagli Inferi è rimasto sulla Terra. Qual è il tuo problema?».

Vegeta distolse lo sguardo da Junior, la sua voce si fece più bassa: «Qualcosa non va».

Junior si voltò aggrottando le sopracciglia.

«Che intendi?».

«Stanotte… Ho fatto un sogno strano. Era come... Era come rivivere un evento passato svoltosi pianeta Vegeta».

Junior lo ascoltò con più attenzione e Vegeta proseguì: 

«Era il tempo delle grandi conquiste. Il tempo di mio padre. Il tempo di Aedon».

«Non starai parlando di…».

«Già».

«Credevo fosse una leggenda del vostro popolo».

«Conosci Aedon meglio di me. Sai che non esistono leggende, quando c'è di mezzo lui» gli ricordò Vegeta e i suoi capelli si tinsero per qualche secondo dell’oro del supersaiyan.

«C'era lui, in questo sogno? C'era Aedon?».

Vegeta sciolse le braccia dal petto: 

«Sì. I contorni erano molto sfumati, avevo come la sensazione di aver bevuto. Non c'era niente di nitido. Lui era… Era con mio padre».

Junior ebbe una strana sensazione. 

«È successo altro?».

«No. Ma ti cercavo per questo. Devi andare più a fondo. Tu sai come fare».

«Sai quanto metta a rischio il gruppo e l'intero pianeta, il fatto che io vada e torni dagli Inferi come se fosse una gita fuori porta».

Vegeta strinse il pugno: 

«Accidenti, Junior, pensaci! Quando Aedon appare in sogno a me, te o Kakaroth, non è mai per caso. Lo abbiamo stabilito prima della sua morte, ricordi? Quando abbiamo scelto di prenderci cura di Elly».

«Certo che lo ricordo», sbottò Junior, risentito. "Ecco perché è così su di giri, oggi. Quando bussa il ricordo del suo passato, del suo regno perduto, diventa una fiera in gabbia».

«… E allora fallo! Se ignoriamo i segnali di Aedon, per quanto confusi ancora siano, è probabile che ignoreremo anche una possibile, enorme minaccia per la salvezza del mondo».

Gli si avvicinò a un palmo dal viso e ringhiò: 

«Se non ti va di farlo per noi o per il mondo, fallo almeno per lei. Perché sai che è la persona che rischia più di tutti».

Quella frase lasciò Junior con l'angoscia addosso: se c'era qualcuno che doveva essere protetto a ogni costo, quella era Elly. 

Era una Saiyan incredibilmente potente, a soli quindici anni aveva sconfitto Devil, l'erede di Freezer, e sviluppato un nuovo, devastante colpo - il Cannone del Drago; il suo potere era difficilmente calcolabile con qualsiasi dispositivo tecnologico e c'erano ottime probabilità che lei e Kamy sarebbero diventate, negli anni, molto più potenti di Goku, Junior e Vegeta stessi. Specialmente da quando Elly aveva raggiunto il secondo livello del Super Saiyan e si apprestava ad allenarsi per conquistare il terzo, era evidente che quel momento fosse sempre più vicino; la sua condizione di Super Saiyan perenne la rendeva già incredibilmente potente anche senza bisogno di trasformarsi; ciononostante, essendo una discendente diretta di Aedon, possedeva un patrimonio genetico fragile come un calice di cristallo.

Leggeva la tensione in ogni fibra del corpo del principe di fronte a lui, doveva averlo compreso anche Dende se gli aveva permesso di entrare in quella Stanza quando la sessione era già iniziata. Una cosa era certa, ultimamente anche Vegeta era in grado di fare cose a dir poco insolite.

«D'accordo», si arrese infine Junior, «Ci torno. Farò un sopralluogo e vedrò cosa non quadra».

«Bisogna sempre minacciarti che Elly possa morire per farti alzare le dannate chiappe», brontolò Vegeta. 

«Falla finita, è già difficile così».

Vegeta fece una pausa, poi si ammorbidì: 

«Già. Posso immaginarlo».

Junior lo guardò e gli fu grato per non averlo messo nella condizione di dover specificare la natura dei problemi tra lui ed Elly. Era il lato di Vegeta che preferiva: la discrezione. 

«Avvisa Goku», propose Junior. Vegeta fece un cenno affermativo con la testa, poi si voltò e sparì dal Palazzo del Supremo volando via alla velocità della luce. 

Junior lo guardò allontanarsi, poi si voltò verso la Stanza dello Spirito e del Tempo e abbassò la testa, sospirando: 

«D'accordo, padre», disse a bassa voce, «… è chiaro che non si possa fuggire per sempre».

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Capitolo 5
*** "Metti al riparo il tuo cuore." ***


La discesa agli Inferi era qualcosa che Junior aveva imparato dopo la sua morte apparente per mano di Devil. Era una tecnica alla quale ricorreva con molta cautela e parsimonia, un po' perché non andava troppo fiero dell'essere così legato al mondo dei morti e un po' per non fare quegli incontri spiacevoli di cui però, in quel momento, non poteva proprio fare a meno. 

Seduto nella Stanza dello Spirito e del Tempo, rilassò le spalle, chiuse gli occhi, si alienò dal mondo che lo circondava e, come sempre quando entrava in contatto con gli Inferi, si sentì come avvolgere da un manto di ghiaccio. Cercò di non concentrarsi sui brividi che avvertiva e, in meno di qualche secondo, era al centro del regno infernale. 

Alzò lo sguardo al cielo e sospirò: buio tutt'intorno, proprio come lo ricordava. 

Stalattiti e stalagmiti rosso sangue accompagnavano il suo percorso, che aveva una meta ben precisa. Serrò la mascella e deglutì. Percepì intorno a sé le auree brillanti dei demoni che lo accoglievano con rispetto e benevolenza. Strinse gli occhi ricacciando indietro la sensazione di sporco che gli procurava quel suo legame con gli Inferi, quella di sentirsi ben accolto in un mondo colpevole. 

Quando sentì le anime dei dannati premergli sulla testa come se fosse metri e metri sott'acqua, capì di essere arrivato a destinazione. 

Davanti a lui brillava il trono di ossidiana nera di suo padre, Al Satan, che lo fissava con consueta ostilità. 

"Sapevo che saresti tornato", disse cupo il Signore dei Demoni. 

"Ma non mi dire", lo canzonò Junior. 

"Non sei il benvenuto, qui."

"Ah, no? Beh, dillo alle tue anime dannate, che celebrano il mio arrivo come quello di un dio."

"Non ti conoscono", lo ammonì Al Satan alzandosi e andandogli incontro, "non sanno chi sei veramente."

"Ad ogni modo", cambiò discorso Junior, "non sono qui per visite di cortesia."

"Oh, lo credo bene. So perfettamente cosa ti tormenta."

Junior roteò gli occhi:

"Non prendo alla leggera i nostri incontri, padre. Sai quanto mi pesi essere al tuo cospetto."

Senza muoversi, Al Satan scatenò un violento vento bollente su Junior, che rimase immobile e si limitò a chiudere un occhio: 

"Hai finito?" chiese con fastidio.

"Non voglio sentirti parlare", replicò Al Satan.

"Beh, lo farai lo stesso. Che ti piaccia o no, il trono che sta dietro di te mi appartiene di diritto. O per genetica, se preferisci. Riflettici, padre: quale credibilità può vantare un Re dei Demoni che rifiuta di dialogare con il loro Principe?"

Al Satan, con gli occhi pieni di odio, strinse le labbra fino a serrarle e, suo malgrado, con un gesto seccato della mano acconsentì a lasciare la parola a suo figlio. 

"Avanti, parla", gli intimò Junior incrociando le braccia, "che sta succedendo, da queste parti?"

"Non so di cosa parli", sbottò Al Satan voltandogli le spalle. 

"Oh, sì che lo sai. Aedon è apparso in sogno a Vegeta."

"Ah, lo scimmione dorato. Come gli va all'altro mondo, ora che finalmente è riuscito a morire?"

Junior lo afferrò con violenza per il bavero: 

"Bada a come parli", ringhiò minaccioso incrementando la propria aura, mentre i suoi occhi assumevano un intenso colore vermiglio.

Al Satan fece una risatina rauca: 

"Già", replicò crudele, "lo stesso, triste destino della tua amata Elyanor."

Junior serrò gli occhi sentendo la furia aumentare. 

"E dimmi, figliolo: nelle sue condizioni e nelle tue, riuscite a stare più vicini di un chilometro?" canzonò Al Satan, "lei così fragile e tu così potente: l'hai già ferita a morte? Hai martoriato il suo corpo? O il vostro prezioso filo rosso vi farà comunicare soltanto telepaticamente, finché lei non sarà morta e sepolta?"

Senza battere ciglio, Junior afferrò la testa del padre e la affondò con violenza nella parete di pietra lavica, che si spaccò in mille pezzi. 

Il rombo feroce attirò tutte le anime dannate presenti nel circondario, Junior avvertì perplessità, rabbia, tensione. Rimase impassibile e guardò dietro di sé con la coda dell'occhio ammonendo con la mente i demoni urlanti, finché questi non tornarono ai propri posti intimoriti, rispettando la gerarchia. 

"Non nominarla neanche", gli intimò mentre Al Satan si rialzava da terra a fatica. Junior poggiò un piede avvolto dal pesante stivale nero sulla schiena di Al Satan schiacciandolo di nuovo al suolo. Suo padre emise un gemito di rabbia e dolore. 

"Ti consiglio di non fare l'idiota con me", gli raccomandò Junior spingendo il piede sulla schiena ossuta del vecchio Namecciano, "prova anche solo a parlare ancora di Elly, e ti giuro sul mio onore che tornerai a sederti su quel trono un pezzo alla volta."

Al Satan lo guardò con odio e sofferenza finché Junior non decise di lasciarlo andare. La lunga e pesante giacca nera che indossava frusciò all'altezza dei polpacci quando tolse il piede dalla sua schiena. Al Satan si risollevò a fatica e con le ossa scricchiolanti, terrorizzato dall'aver percepito, tutt'intorno a lui, un concentrato di ostilità: gli rodeva ammetterlo, ma gli Inferi parteggiavano per Junior. 

Molto più potente, molto più giovane, forse probabilmente anche molto più spietato di lui: era vero. Le anime e i demoni degli Inferi erano ben lieti delle seppur sporadiche visite di Junior, e non si davano alcun da fare per andare in soccorso di Al Satan, Re dei Demoni ancora in carica. 

Il vecchio Namecciano era furibondo: anni prima Junior lo aveva tradito passando dalla conquista del mondo alla sua protezione, ma mai avrebbe potuto immaginare che, alla fine, si sarebbe innamorato proprio di una Saiyan, una esponente di quella razza tanto odiata e combattuta da lui. Una creatura tanto potente quanto irritante, quella Elly, che a momenti lo spaventava e a momenti gli scatenava una rabbia senza pari: lei e Junior erano destinati l'uno all'altra sin dalle reciproche nascite, lui avvertiva perfino dolore fisico quando lo avvertiva lei, e viceversa. E il Signore dei Demoni non era per nulla intenzionato a farsene una ragione. 

Puntò un dito ossuto e tremante contro Junior:

"Sei bandito da questo Regno! Sparisci immediatamente!"

Junior gettò indietro la testa e scoppiò in una fragorosa risata, poi lo guardò con le pupille color del sangue e ringhiò: 

"Pensi di bandirmi dal mio Regno, padre?"

"Questo non è il tuo Regno!" tuonò Al Satan, "odi questo posto, odi questo potere! Tu non sei degno di un'arte tanto nobile e oscura! Sei innamorato di una sporca Saiyan!"

"Oh, ti assicuro che ne sono degno, eccome.. E sono certo che tu non voglia davvero scoprire quanto."

Al Satan increspò il labbro superiore e sistemò il mantello, voltandosi: 

"Consiglio ai tuoi compari di coprirsi le spalle", disse minaccioso, "sta finalmente per giungere qualcosa che vi segnerà per sempre."

"Di che stai parlando?" chiese Junior avvicinandosi a lui. 

Al Satan sorrise malefico: 

"E consiglio a te, figlio traditore, di mettere a riparo il tuo cuore.. Perché la tua fragile principessa ci sarà dentro fino al collo."

Junior strinse i pugni e avvertì un peso sul petto.

"Forze oscure di un tempo dimenticato stanno per scatenarsi", predisse solennemente Al Satan, "e quando il mondo sarà imploso.. Finalmente mi sarà dato l'enorme piacere di vedere implodere anche te, distrutto da un'assenza che non potrai mai più colmare con nient'altro al mondo! Nient'altro, Junior!"

Junior caricò un potente ki-blast nero al centro della mano, ma quando fece per scagliarlo contro suo padre, Al Satan scomparve nel nulla, portandosi dietro una risata che riecheggiò lungo tutte le pareti della sala. 

Il Namecciano ringhiò di rabbia, scagliò a terra il ki-blast, si spalancò una voragine di lava e fulmini che mise in allarme i demoni. 

Un istante più tardi, riapriva gli occhi nella Stanza dello Spirito e del Tempo, reggendosi il collo con la mano e respirando affannosamente. 

Recuperò fiato, poi si guardò intorno: la luce bianca della Stanza gli ferì la vista, ormai abituata alle tenebre degli Inferi. Scosse la testa velocemente, la sua mente visualizzò il viso e la voce di Elly. 

Una paura innaturale s'impadronì di lui, diede un pugno secco sul pavimento che s'incrinò. Si teletrasportò all'esterno della Stanza dello Spirito e del Tempo e vide con sconforto che mancavano ancora troppe ore al ritorno di Elly. 



 

***


Junior volò fino alla Capsule Corporation atterrando sul prato con violenza e scalzandone metà. Dall'altro lato dell'edificio, Bulma impazzì a vedere la sua amata erbetta scavata in grandi solchi. 

"Junior!!" sbraitò gesticolando, "ma che diavolo ti salta in mente?!"

"Dov'è Vegeta?" chiese Junior come se niente fosse. 

"Il mio povero prato! Accidenti a voi!"

Junior si voltò verso la capsula potenziata alla sua destra, rintracciando l'aura di Vegeta. Raggiunse l'area di allenamento, afferrò la pesante porta d'acciaio e la strappò via. 

Dentro la capsula, Vegeta si stava allenando con una gravità insopportabile che, al contatto con l'atmosfera esterna, calò improvvisamente. 

Il Principe dei Saiyan cadde di schiena, distratto, i suoi polmoni si contrassero e respirò a fatica per qualche secondo a causa del pesante impatto. 

Si voltò con un occhio chiuso verso Junior riconoscendone il profilo sbiadito. 

"C-che cazzo di modi sono?!" sbraitò furibondo alzandosi in piedi, "hai idea di quanto ci ho messo per ricreare quella gravità, pezzo di imbecille?!"

"Ehi, ehi, andiamo, ragazzi", intervenne Goku alle spalle di Junior tentando di placare gli animi, "che cos'è questo baccano?"

"Parla con lui!" ruggì Vegeta sparando un potente e luminoso ki-blast contro Junior. Il Namecciano si spostò di lato e l'onda di energia impattò contro la parete della Capsula, facendola esplodere. Mentre del fumo nero e nauseabondo si levava per aria, Goku riprese: 

"Junior, che sta succedendo?"

"Vegeta ha sognato Aedon", tagliò corto Junior, "sono sceso negli Inferi da mio padre, per capire di cosa si trattasse."

Vegeta regolarizzò il respiro, si calmò, rilassò i muscoli: 

"Ti.. Ti ha detto qualcosa?" chiese sbigottito. 

"Ha detto che forze oscure dal passato stanno per abbattersi sulla Terra", rispose Junior, "e ha detto che ci segnerà per sempre."

"Uuuurcaaa", commentò Goku grattandosi la testa, "beh, questo cambia tutto."

"Tutto cosa?" chiesero Junior e Vegeta ringhiando all'unisono. 

"Beh", rispose Goku alzando le spalle e contandosi le dita, "dovremo di nuovo difendere il mondo, perciò salteranno tutte le gite che avevo programmato con Goten, le commissioni con Chichi, dovrò prendere più ferie al lavoro e.."

"Ah, piantala con queste idiozie, Kakaroth!" tuonò Vegeta, "hai sentito che accidenti ha detto?!"

"Beh, di certo ha capito che niente sarà più come prima", aggiunse Junior, "e mio padre ha.."

S'interruppe, sovrappensiero. 

"Tuo padre ha cosa? Parla!" gli intimò Vegeta. 

"Ha detto che Elly sarà coinvolta", disse Junior d'un fiato, "e molto, anche."

Goku e Vegeta ammutolirono. 

"Sappiamo di che tipo di minaccia si tratta?" chiese il Son. 

"Riguarda una questione molto antica, che si svolse sul pianeta Vegeta diversi anni fa. Pensavamo si trattasse di una leggenda, ma.. a quanto pare non è così", replicò Junior. 

Vegeta sentì montare una rabbia indicibile nel petto: nessuno poteva osare minacciare i suoi guerrieri. 

"Ho bisogno di un allineamento con Kamy, appena possibile", disse, "dobbiamo studiare un attacco. Non possiamo aspettare."

Junior avvertì il proprio cuore accelerare di paura:

"Io penserò a tenere d'occhio Elly", disse Junior, "non lasciate trapelare niente con lei. Se saprà di essere in pericolo, vorrà combattere. Non dobbiamo permetterglielo, non dobbiamo esporla. Se davvero queste forze del male stanno cercando lei, dovranno trovarla il più tardi possibile."

"D'accordo", si fece serio Goku, "raduno gli altri e ne parlo con Gohan e Goten. Vegeta, tu allerta Reghina. E se qualcuno di noi rivedrà Aedon in sogno, avrà l'obbligo di avvisare gli altri due. Sarà l'unica informazione che non scambieremo con il gruppo. Siamo intesi?"

Vegeta e Junior annuirono. Junior fece per voltarsi e andarsene, ma Vegeta lo fermò. 

"Ehi", gli disse. 

Junior si voltò e Vegeta lo fissò incrociando le braccia al petto: 

"Non le succederà niente", concluse.

Junior sospirò pensieroso e uscì dalla capsula, ma prima di volare via lanciò un'occhiata al prato di Bulma dietro di sé e, con la mente, lo rimise a posto esattamente com'era prima. 



 

***


Elly atterrò al Palazzo del Supremo inspirando l'aria fresca portata dall'altitudine, avvertendo qualche lieve brivido sulla pelle. Espirò e si diresse verso l'ingresso, poggiando la borsa sul pavimento. Sciolse i muscoli delle spalle e sorrise: avvertiva la presenza di Junior. 

"Com'è andata oggi?" le chiese il namecciano seduto su una poltrona dorata, col suo libro di poesie in mano. 

Elly piegò la testa da un lato:

"Giornata tranquilla", replicò avvicinandosi a lui, "e tu?"

Junior chiuse il libro e lo mostrò alla Saiyan: 

"Molto proficua, direi."

"Davvero? Ti piacciono quelle poesie?"

"Già. Alcune le conoscevo già. Quelle italiane, intendo. Ma è stato un bel ripasso."

Elly sorrise e giocò con la lunga treccia bionda, Junior capì che voleva avvicinarsi di più, ma non lo faceva per non rendergli le cose troppo complicate. Il namecciano perciò si alzò dalla poltrona, le prese il viso tra le mani e lo sollevò, studiandone attentamente tutti i lineamenti. I brillanti occhi azzurri di Elly lo rapirono e quei capelli d'oro che prima di lei aveva imparato ad associare solo ai Super Saiyan gli piacevano sempre di più. Sentì il cuore accelerare battito dopo battito, un impulso crudele lo raggiunse, ma si fece violenza e lo ignorò. 

Elly poggiò timidamente le mani su quelle di Junior, che erano caldissime. 

"Va.. Tutto bene?" gli chiese guardandolo negli occhi. 

Junior sorrise, annuì e le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio: 

"Mi sei mancata."

Elly sentì il fiato spezzarlesi: non aveva mai visto Junior così emotivamente vicino a lei.

"A-anche tu", rispose stranita, "ma sei.. Sei sicuro di star bene?"

"Vuoi che mi allontani?"

"Cosa? No!" rispose Elly scuotendo la testa, ci mancherebbe altro, pensò poi, non è mai stato così.. Così..

"Così come?" ridacchiò Junior leggendole nella mente. 

"Ehi, non frugarmi nella testa!", lo ammonì la ragazza con un sorriso poggiandogli le punte delle dita sulle labbra.

Junior rise di cuore e chiuse gli occhi: di quanti momenti speciali si era sempre privato insieme a Elly per colpa delle sue paure? E quanta pazienza aveva avuto la ragazza nei suoi confronti, senza mai mollare il colpo, sperando che un giorno la situazione sarebbe cambiata in meglio? 

Vegeta aveva ragione: ogni volta che Elly era in potenziale pericolo, lui si muoveva in qualsiasi modo verso di lei. Ma era sbagliato, non poteva avvicinarla di più soltanto per paura di perderla definitivamente.

"Vieni qui", le disse Junior stringendola a sé. Elly trasalì, Junior le cinse i fianchi con forza e delicatezza e la baciò a lungo. La ragazza toccò il petto di Junior con entrambe le mani e sentì il suo cuore battere a un ritmo insostenibile. Junior continuava ad avvertire la solita sensazione di sadismo impossessarsi di lui, il desiderio e l'amore divennero un tutt'uno con il bisogno demoniaco di ferirla, ma il suo animo nobile prevalse. Così i graffi sulla pelle di Elly furono più leggeri del solito, il sangue alla schiena e dal labbro della ragazza rimasero contenuti e le mani di Junior che intrecciavano le sue non erano più così forti e non facevano male. 

Junior serrò gli occhi quando, lasciandosi andare al tocco delicato di Elly, rischiò di perdere il controllo. Deglutì, tremò per un istante, Elly lo tenne stretto, lui si calmò. Respirò affannosamente per qualche secondo, poi affondò il viso nella curva del collo di Elly.

Se perdo il controllo adesso, pensò, se.. Se mi lascio andare del tutto io.. Io..

Ma Elly fece in tempo ad intercettare quel pensiero impaurito. Lo guardò negli occhi e incrementò leggermente l'aura: 

"Non mi farai del male", sussurrò, "io so chi sei."

Junior premette la fronte contro quella di Elly, già stanco. 

"Se.. Se vuoi..noi.." cominciò la ragazza. 

"No", la interruppe Junior, "non voglio."

Elly fu più felice che mai di quella risposta. Forse egoisticamente, forse no, ma ne fu immensamente felice. Trattenendo il fiato, fermò le sue mani sotto l'addome di Junior che tirò indietro la testa: la lotta contro sé stesso diventava insopportabile. Elly tirò via le mani, spaventata all'idea. 

"Ti.. Ti sto facendo.. M-male?" sussurrò sentendosi in colpa. Per tutta risposta Junior prese fiato, la spinse con delicatezza sul letto, si strappò via la casacca della battle suit nera che indossava, le afferrò il mento e sussurrò:

"Mai stato meglio."

Gli occhi di Elly divennero liquidi, la ragazza subì di nuovo il fascino di Junior senza riuscire a opporsi. Disegnò con gli occhi il suo corpo muscoloso e definito mentre Junior abbassava la spalla della maglietta bianca di lei, i suoi canini divennero più aguzzi, la baciò senza morderla, ma lo sforzo di trattenersi cominciò a indolenzirgli il petto. 

Un'assenza che non potrai mai più colmare con nient'altro 

La voce dura di suo padre riecheggiò nella sua testa già affollata dai pensieri. 

La tua principessa ci sarà dentro 

Fino al collo 

Metti al riparo 

Il tuo 

Cuore

Junior

Mentre i jeans di Elly scivolavano via, il suo seno candido rifletteva la luce della Luna e stringeva le gambe dietro la schiena di Junior, il namecciano strinse i denti, ruggì rabbioso, strappò le coperte del letto con un graffio, rivide suo padre ridere del pericolo che Elly correva. 

"No!" ringhiò sentendo la sua stessa eco. 

Elly lo guardò intensamente, la sua aura dorata calò quasi del tutto.

"Junior.." cominciò. 

Ma lui non sentì ragioni, per l'ennesima volta. 

Afferrò delicatamente il collo della ragazza e la baciò intensamente, chiuse gli occhi sperando di non morire e scivolò dentro di lei con una dolcezza che credeva non avrebbe avuto mai. 

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Capitolo 6
*** "Non le succederà niente." ***


Junior volò fino alla Capsule Corporation atterrando sul prato con violenza e scalzandone metà. Dall'altro lato dell'edificio, Bulma impazzì a vedere la sua amata erbetta scavata in grandi solchi. 

«Junior!!» sbraitò gesticolando, «ma che diavolo ti salta in mente?!».

«Dov'è Vegeta?» chiese Junior come se niente fosse. 

«Il mio povero prato! Accidenti a voi!».

Junior si voltò verso la capsula potenziata alla sua destra, rintracciando l'aura di Vegeta. Raggiunse l'area di allenamento, afferrò la pesante porta d'acciaio e la strappò via. 

Dentro la capsula, Vegeta si stava allenando con una gravità insopportabile che, al contatto con l'atmosfera esterna, calò improvvisamente. 

Il Principe dei Saiyan cadde di schiena, distratto, i suoi polmoni si contrassero e respirò a fatica per qualche secondo a causa del pesante impatto. 

Si voltò con un occhio chiuso verso Junior riconoscendone il profilo sbiadito. 

«C-che cazzo di modi sono?!» sbraitò furibondo alzandosi in piedi, «hai idea di quanto ci ho messo per ricreare quella gravità, pezzo di imbecille?!».

«Ehi, ehi, andiamo, ragazzi», intervenne Goku alle spalle di Junior tentando di placare gli animi, «che cos'è questo baccano?».

«Parla con lui!» ruggì Vegeta sparando un potente e luminoso ki-blast contro Junior. Il Namecciano si spostò di lato e l'onda di energia impattò contro la parete della Capsula, facendola esplodere. Mentre del fumo nero e nauseabondo si levava per aria, Goku riprese: 

«Junior, che hai?».

«Vegeta ha sognato Aedon», tagliò corto Junior, «sono sceso negli Inferi da mio padre, per capire di cosa si trattasse».

Vegeta regolarizzò il respiro, si calmò, rilassò i muscoli:

«Ti… Ti ha detto qualcosa?» chiese sbigottito. 

«Ha detto che forze oscure dal passato stanno per abbattersi sulla Terra», rispose Junior, «e ha detto che ci segnerà per sempre».

«Uuuurcaaa», commentò Goku grattandosi la testa, «beh, questo cambia tutto».

«Tutto cosa?» chiesero Junior e Vegeta ringhiando all'unisono. 

«Beh», rispose Goku alzando le spalle e contandosi le dita, «Prima di tutto spiega l’aria seria di Vegeta, poi dovremo di nuovo difendere il mondo, perciò salteranno tutte le gite che avevo programmato con Goten, le commissioni con Chichi, dovrò prendere più ferie al lavoro e...».

«Ah, piantala con queste idiozie, Kakaroth!» tuonò Vegeta, «hai sentito che accidenti ha detto?!».

«Beh, di certo ha capito che niente sarà più come prima", aggiunse Junior, «e mio padre ha...» s'interruppe, sovrappensiero. 

«Tuo padre ha cosa? Parla!» gli intimò Vegeta. 

«Ha detto che Elly sarà coinvolta», disse Junior d'un fiato, «e molto, anche».

Goku e Vegeta ammutolirono. 

«Sappiamo di che tipo di minaccia si tratta?» chiese Son Goku.

«Riguarda una questione molto antica, che si svolse sul pianeta Vegeta diversi anni fa. Pensavamo si trattasse di una leggenda, ma... a quanto pare non è così», replicò Junior. 

Vegeta sentì montare una rabbia indicibile nel petto: nessuno poteva osare minacciare i suoi guerrieri. 

«Ho bisogno di un allineamento con Kamy, appena possibile», disse, «dobbiamo studiare un attacco. Non possiamo aspettare».

Junior avvertì il proprio cuore accelerare di paura:

«Io penserò a tenere d'occhio Elly», disse Junior, "non lasciate trapelare niente con lei. Se saprà di essere in pericolo, vorrà combattere. Non dobbiamo permetterglielo, non dobbiamo esporla. Se davvero queste forze del male stanno cercando lei, dovranno trovarla il più tardi possibile».

«D'accordo», si fece serio Goku, «raduno gli altri e ne parlo con Gohan e Goten. … E se qualcuno di noi rivedrà Aedon in sogno, avrà l'obbligo di avvisare gli altri due. Sarà l'unica informazione che non scambieremo con il gruppo. Siamo intesi?».

Vegeta e Junior annuirono. Junior fece per voltarsi e andarsene, ma Vegeta lo fermò. 

«Ehi», gli disse. 

Junior si voltò e Vegeta lo fissò incrociando le braccia al petto: 

«Non le succederà niente», concluse.

Junior sospirò pensieroso e uscì dalla capsula, ma prima di volare via lanciò un'occhiata al prato di Bulma dietro di sé e, con la mente, lo rimise a posto esattamente com'era prima. 

 

***



 

Elly atterrò al Palazzo del Supremo inspirando l'aria fresca portata dall'altitudine, avvertendo qualche lieve brivido sulla pelle. Espirò e si diresse verso l'ingresso, poggiando la borsa sul pavimento. Sciolse i muscoli delle spalle e sorrise: avvertiva la presenza di Junior. 

«Com'è andata oggi?» le chiese il namecciano seduto su una poltrona dorata, col suo libro di poesie in mano. 

Elly piegò la testa da un lato:

«Giornata tranquilla», replicò avvicinandosi a lui, «… E tu?».

Junior chiuse il libro e lo mostrò alla Saiyan: 

«Molto proficua, direi».

«Davvero? Ti piacciono quelle poesie?».

«Già. Alcune le conoscevo già. Quelle più antiche, intendo… Ma è stato un bel ripasso».

Elly sorrise e giocò con la lunga treccia bionda, Junior capì che voleva avvicinarsi di più, ma non lo faceva per non rendergli le cose troppo complicate. Il namecciano, perciò, si alzò dalla poltrona, le prese il viso tra le mani e lo sollevò, studiandone attentamente tutti i lineamenti. I brillanti occhi azzurri di Elly lo rapirono e quei capelli d'oro che prima di lei aveva imparato ad associare solo ai Super Saiyan gli piacevano sempre di più. Sentì il cuore accelerare battito dopo battito, un impulso crudele lo raggiunse, ma si fece violenza e lo ignorò. 

Elly poggiò timidamente le mani su quelle di Junior, che erano caldissime. 

«Va... Tutto bene?» gli chiese guardandolo negli occhi. 

Junior sorrise, annuì e le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio: 

«Mi sei mancata».

Elly sentì il fiato spezzarlesi: non aveva mai visto Junior così emotivamente vicino a lei.

«A-anche tu», rispose stranita, «ma sei... Sei sicuro di star bene?».

«Vuoi che mi allontani?».

«Cosa? No!» rispose Elly scuotendo la testa.

Ci mancherebbe altro, pensò poi, non è mai stato così... Così... 

«Così come?» ridacchiò Junior leggendole nella mente. 

«Ehi, non frugarmi nella testa!», lo ammonì la ragazza con un sorriso poggiandogli le punte delle dita sulle labbra.

Junior rise di cuore e chiuse gli occhi: di quanti momenti speciali si era sempre privato insieme a Elly per colpa delle sue paure? E quanta pazienza aveva avuto la ragazza nei suoi confronti, senza mai mollare il colpo, sperando che un giorno la situazione sarebbe cambiata in meglio? 

Vegeta aveva ragione: ogni volta che Elly era in potenziale pericolo, lui si muoveva in qualsiasi modo verso di lei... Ma era sbagliato, non poteva avvicinarla di più soltanto per paura di perderla definitivamente.

«Vieni qui», le disse Junior stringendola a sé. Elly trasalì, Junior le cinse i fianchi con forza e delicatezza e la baciò a lungo. La ragazza toccò il petto di Junior con entrambe le mani e sentì il suo cuore battere a un ritmo insostenibile. Junior continuava ad avvertire la solita sensazione di sadismo impossessarsi di lui, il desiderio e l'amore divennero un tutt'uno con il bisogno demoniaco di ferirla, ma il suo animo nobile prevalse. Così i graffi sulla pelle di Elly furono più leggeri del solito, il sangue alla schiena e dal labbro della ragazza rimasero contenuti e le mani di Junior che intrecciavano le sue non erano più così forti e non facevano male. 

Junior serrò gli occhi quando, lasciandosi andare al tocco delicato di Elly, rischiò di perdere il controllo. Deglutì, tremò per un istante, Elly lo tenne stretto, lui si calmò. Respirò affannosamente per qualche secondo, poi affondò il viso nella curva del collo di Elly.

"Se perdo il controllo adesso", pensò, "se... Se mi lascio andare del tutto io... Io…".

Ma Elly fece in tempo ad intercettare quel pensiero impaurito. Lo guardò negli occhi e incrementò leggermente l'aura: 

«Non mi farai del male», sussurrò, «io so chi sei».

Junior premette la fronte contro quella di Elly, già stanco. 

«Se... Se vuoi... noi…» cominciò la ragazza. 

«No», la interruppe Junior, «non voglio».

Elly fu più felice che mai di quella risposta. Forse egoisticamente, ma ne fu immensamente felice. Trattenendo il fiato, fermò le sue mani sotto l'addome di Junior che tirò indietro la testa: la lotta contro sé stesso diventava insopportabile. Elly tirò via le mani, spaventata all'idea. 

«Ti-Ti sto facendo... M-male?» sussurrò sentendosi in colpa. Per tutta risposta Junior prese fiato, la spinse con delicatezza sul letto, si strappò via la casacca della battle suit nera che indossava, le afferrò il mento e sussurrò:

«Mai stato meglio».

Gli occhi di Elly divennero liquidi, la ragazza subì di nuovo il fascino di Junior senza riuscire a opporsi. Disegnò con gli occhi il suo corpo muscoloso e definito mentre Junior abbassava la spalla della maglietta bianca di lei, i suoi canini divennero più aguzzi, la baciò senza morderla, ma lo sforzo di trattenersi cominciò a indolenzirgli il petto. 

Un'assenza che non potrai mai più colmare con nient'altro 

La voce dura di suo padre riecheggiò nella sua testa già affollata dai pensieri. 

La tua principessa ci sarà dentro 

Fino al collo 

Metti al riparo 

Il tuo 

Cuore

Junior

Mentre i jeans di Elly scivolavano via, il suo seno candido rifletteva la luce della luna e stringeva le gambe dietro la schiena di Junior, il namecciano strinse i denti, ruggì rabbioso, strappò le coperte del letto con un graffio, rivide suo padre ridere del pericolo che Elly correva. 

«No!» ringhiò sentendo la sua stessa eco. 

Elly lo guardò intensamente, la sua aura dorata calò quasi del tutto.

«Junior...» cominciò. 

Ma lui non sentì ragioni, per l'ennesima volta. 

Afferrò delicatamente il collo della ragazza e la baciò intensamente, chiuse gli occhi sperando di non morire e scivolò dentro di lei con una dolcezza che credeva non avrebbe avuto mai. 

 

***
 

Si svegliò nel bel mezzo del solito disastro, che di volta in volta veniva rimesso in sesto da lui stesso con alcuni miglioramenti. 

Il letto della camera matrimoniale del Palazzo del Supremo era pieno di graffi, le piume dei cuscini erano sparse dappertutto, i delicati veli iridescenti del baldacchino completamente strappati, il legno della testiera era distrutto, caduto per metà. 

Junior si guardò intorno sollevandosi a sedere sul letto, strinse gli occhi. Le tempie gli pulsavano dolorosamente, si portò le mani alla testa avvertendo fitte lancinanti. Si voltò di scatto, col cuore in gola, verso Elly che ancora dormiva, terrorizzato all'idea di cos'avrebbe potuto trovare sul suo corpo. S'immaginò di tutto, dai lividi ai graffi lungo la schiena, ma quando la vide sgranò gli occhi: 

Elly dormiva serenamente sul fianco sinistro, voltata verso di lui. Un braccio sotto il cuscino e l'altro a fiancheggiare il viso, il suo corpo nudo, candido e sottile era completamente intatto: neanche l'ombra di una ferita, nemmeno una goccia di sangue, le sue cosce erano intonse. Junior chiuse gli occhi, emise un sospiro:

"Grazie al cielo sta bene", pensò. Si lasciò cadere sul letto all'indietro e, finalmente, ebbe il tempo di ripercorrere la notte appena trascorsa e pensare con un sorriso a quanto fosse stato incredibilmente bello. 

Elly era riuscita a gestirlo perfettamente. Non gli aveva lasciato tregua, il suo desiderio era quasi folle e nonostante questo, Junior aveva percepito un amore fuori dal comune nei suoi confronti. Era una vera Saiyan: forte, orgogliosa, resistente. Non gli aveva lasciato margine, gli aveva tenuto testa, mostrava la propria potenza con delicatezza. Lui aveva fatto del suo meglio per non perdere il controllo e, chissà per quale assurdo miracolo, ci era riuscito. 

Fece un sorriso obliquo a mo' di sfottò pensando a suo padre: 

Adesso magari ti è più chiaro che posso riuscire in tutto quello che mi parepensò sprezzante. Sperò che quel momento magico condiviso con Elly la notte appena trascorsa non fosse solo un episodio sporadico, che gli avrebbe lasciato la porta aperta per poterci riuscire di nuovo. 

Chissà se questa potrà diventare la normalitàrifletté guardando Elly e accarezzandole dolcemente una guancia con l'indice e il medio, lei potrebbe finalmente avere la vita che desidera e io... Io potrei liberarmi della paura di ucciderla. Forse per sempre

Elly aprì dolcemente gli occhi e fece un sorriso disteso. 

«Scusami», disse Junior, «non volevo svegliarti».

Elly scosse la testa e si raggomitolò tra le coperte: 

«È ok. Ero abbastanza stanca da aver dormito come un sasso», rispose ammiccante strizzandogli un occhio. Junior fece una risatina imbarazzata, Elly portò le lenzuola al petto e si sedette a cavalcioni su di lui guardandosi attorno: 

"Questa stanza è il solito disastro", osservò ridendo. 

"Ci penserò più tardi, quando uscirai per andare a lezione", rispose Junior raccogliendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

«Stai bene?» le chiese. 

«Mai stata meglio»rispose Elly ingrossando la voce e imitando quella di Junior la sera prima. Il namecciano sorrise e la guardò intensamente, improvvisamente incupito dal ricordo della minaccia di suo padre:

Come può esistere un mondo in cui lei non c'è? pensò, ma Elly fece in tempo ad intercettare quel pensiero: 

«Perché ti preoccupi di un mondo in cui io non ci sarei?» chiese ridendo. 

«Ah», disse Junior in contropiede, «no, è che... Io stavo... Pensando in generale. Niente di... Niente di specifico, ecco».

Elly alzò un sopracciglio e non gli credette, ma per nulla al mondo avrebbe rovinato con dubbi idioti quel momento perfetto, che aveva seguito una notte altrettanto perfetta. 

"Come hai fatto, stanotte?» gli chiese poggiandogli le mani sul petto e lasciandole scivolare fino all'addome scolpito. L'autocontrollo di Junior cominciò a vacillare, dopo un'intera notte passata a trattenersi.

«A fare cosa?» chiese. «Beh", disse Elly alzando le spalle e lasciandogli un bacio sulle labbra - il mal di testa di Junior aumentò -, «è stato… È stato sempre molto difficile. Fare questo in particolare, intendo».

«Mi sto allenando molto», tagliò corto Junior, «Sono semplicemente buoni frutti di un impegno costante».

«Stai bene?» gli chiese a sua volta Elly percependo un cambio nella sua voce. Junior deglutì, cominciò a sentire la temperatura del suo corpo aumentare a contatto con la voce dolce e il corpo perfetto della Saiyan. Il suo addome scolpito e la sua vita stretta attiravano morbosamente l'attenzione di Junior e l'impatto delle gambe calde di Elly contro la sua cominciava a fargli dare i numeri. 

«Sì, sto bene», disse in un tono più freddo. Distolse lo sguardo e avvertì una delusione cocente: 

Che idiotasi rimproverò, come ho potuto pensare che potesse passare tutto così, da un momento all'altro, come un raffreddore? È stata solo fortuna. Nient'altro che sfacciata fortuna

«Ehi», lo confortò Elly leggendogli nella mente, «Non potresti… Non potresti semplicemente goderti quello che è successo? Esserne felice?».

«Lo sono», rispose bruscamente Junior, «Ma non ti ci abituare. Non sarà così per sempre. Va bene?».

«Se pensi che questa cosa possa deludermi, ti sbagli di grosso».

«Quello che è successo stanotte...».

«Quello che è successo stanotte è stato perfetto», ribatté Elly con forza, «… e non ho addosso nemmeno la puntura di uno spillo. Non mi hai ferita, non mi hai uccisa. Mi hai solo sfinita. E questo… Questo potrà succedere di nuovo anche tra un anno. A me basterà».

Junior fissò Elly intensamente: 

«Andiamo, Elly», le disse, «Sul serio? Non prendiamoci in giro. Una volta l'anno? Per favore. Ti ascolti quando parli?».

Elly non si fece intimorire dal tono duro di Junior: lo conosceva bene e sapeva che era tutta scena, quel tanto che gli serviva a non illuderla. 

«Sì», rispose la Saiyan sprezzante, «… E ti assicuro che non sto mentendo. Preferirei farlo comunque una volta l'anno con te che dieci volte al giorno con chiunque altro».

Junior sentì il cuore spaccargli il petto. D'improvviso la sua dimensione demoniaca si ridimensionò come un palloncino sgonfio: quella era, con ogni probabilità, la cosa più bella che avesse mai sentito in tutta la sua vita. 

Ne rimase così spiazzato che, per la prima volta, non seppe cosa rispondere. 

Elly percepì di aver preso Junior in contropiede, pensò di avere definitivamente campo libero. Strinse le gambe intorno alla vita stretta di Junior, lo baciò sul collo, con una mano gli toccò il bacino. 

Nello stesso istante una voragine rossa si aprì nella testa di Junior, il namecciano agì più velocemente che poté, afferrò il polso di Elly che stava scendendo troppo lungo il suo corpo e respirò affannosamente: la testa gli scoppiava. 

«D-d'accordo», mormorò a fatica, «per oggi basta così».

Elly fece un mezzo sorriso, gli lasciò un innocente bacio sulla guancia e si staccò da lui:

«Grazie», gli disse sottovoce. 

Si alzò dal letto lasciando cadere le lenzuola:

«…ma dovrò andare in bagno così», gli disse in tono imperioso, «Perché mi hai strappato tutti i vestiti».

Junior fece una smorfia, la guardò apprezzando il panorama e distolse lo sguardo dopo pochi secondi: 

«Che simpatica», borbottò incrociando le braccia al petto mentre una goccia di sudore gli scavava la tempia.

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Capitolo 7
*** Mirena. ***


"Hai qualcosa di strano, stamattina", osservò Kamy guardando Elly con gli occhi socchiusi e la coda che si dimenava dentro la divisa. 

"E-eh?" chiese Elly distratta inciampando per l'ennesima volta all'ingresso dell'Aula, "qualcosa di strano in.. In che senso?"

"Percepisco felicità in te", rispose la strega Saiyan, "ma allo stesso tempo un'esaltazione.. strana."

Elly ridacchiò isterica: 

"È che.. È che ieri, con Junior.."

Kamhara sgranò gli occhi: 

"Lo avete fatto?!"

"Beh, sì, era da un po' che non.."

Kamy l'afferrò per le spalle ispezionandola ovunque: 

"Ma.. Ma com'è possibile? Non hai un graffio, addosso."

"Non è straordinario?!" la incitò la bionda con gli occhi che brillavano e guardandosi le braccia rosee, "non mi ha fatto niente, Kamy! Niente! E.. E lui stamattina stava benissimo."

Kamy alzò un sopracciglio: 

"Sicura che non avesse nemmeno un po' di mal di testa?"

"Perché avrebbe dovuto averlo?"

"Lo sforzo per trattenersi dev'essere stato importante. Probabilmente ha una cosa del tipo.. Non so, dei postumi."

"Non ci ho fatto caso. Dovrò chiederglielo, quando tornerò."

"Beh, però è una buona notizia", osservò Kamhara mentre i suoi occhi tornavano di un placido color nocciola, "vuol dire che gli allenamenti stanno dando i suoi frutti."

"Non lo so", replicò Elly, "sentivo il suo cuore battere in modo strano. Percepivo la sua anima. Era.. Era in tormento per qualcosa."

Kamy assottigliò gli occhi, l'attimo dopo il suo telefono squillò. 

Lo afferrò in fretta e furia prima di entrare in Aula, era un messaggio da parte di Vegeta. 

Devo parlarti, diceva, appena possibile torna alla Capsule Corporation. Bada che Elly non sia con te. 

Kamy ebbe una pessima sensazione: Junior in tormento, Vegeta che aveva bisogno di lei. Senza Elly, per giunta. Qualcosa non tornava.

Fece finta di niente con la sua amica, si rificcò in tasca il cellulare e giunsero in Aula. 

Presero posto, convinte che quel giorno avrebbero conosciuto di persona il nuovo professore, ma di nuovo fu la voce a tenere la lezione. 

"Buongiorno, cari e care", disse gentilmente il professor Obata, "il mio raffreddore non dà tregua, vi prego di avere pazienza."

Elly e Kamy percepirono qualcosa di strano, opprimente. Qualcosa che non andava. 

Non se lo dissero reciprocamente, poiché entrambe pensavano fosse a causa delle rispettive preoccupazioni. Attesero la fine della lezione con pazienza, interessate all'argomento - che quel giorno erano i componimenti di Guido Guinizzelli, gli stessi che Junior stava leggendo la mattina precedente - e si alzarono solo dopo due ore. 

"Bene, ragazzi", disse entusiasta la voce fuori campo del professore, "vi ringrazio moltissimo per l'attenzione, ragazzi, e a presto."

Gli studenti fecero per alzarsi, ma Obata parlò di nuovo: 

"Ah, un'ultima cosa", disse, attirando l'attenzione dei ragazzi, "devo davvero fare i miei complimenti alle coppie che hanno consegnato le loro ricerche. Davvero un ottimo lavoro, ragazzi. Mi complimento in particolare con Tsugumi e Richard, Belle e Yumi e Kamhara ed Elyanor."

Elly e Kamy batterono un cinque, ringraziarono e uscirono dall'aula. 

"Dove vai adesso?" chiede Elly alla rossa addentando una mela in pausa. 

"Ah", rispose Kamy tentando di nascondere le iridi che si tingevano di rosso per la bugia, "vado a.. A prendere Bra a scuola."

Elly assottigliò gli occhi: 

"Ahm.. D'accordo. Vuoi che ti accompagni?"

La coda di Kamy s'ingrossò di paura dentro la gonna: 

"No no no no no", disse agitando le mani in avanti, "non preoccuparti, io, ehm.. Vado e torno! Lo giuro! A più tardi!"

Elly alzò le spalle: 

Probabilmente John è tornato di nuovo dagli Inferi, riflettè. 


***


Pianeta Vegeta, anno 808 dall'avvento degli Dèi Polpi. 

 

"Aedon, sei proprio certo di quello che stai facendo?" Chiese Mirena preoccupata. 

"Parla più piano", l'ammonì il saggio a denti stretti, "se ci sentissero, salterebbero le teste a tutti e due."

"A tutti e tre, vorrai dire."

"Di lui non avrebbero avuto pietà nemmeno adesso, Mirena. È per questo che ho bisogno del tuo aiuto."

Mirena, la più potente strega Saiyan sul pianeta Vegeta, sospirò con fare materno e sollevò un lembo del lenzuolo morbido che Aedon stringeva tra le braccia: lì sotto riposava beato il neonato Ephialtys, ignaro di essere sfuggito a una morte atroce. La strega ebbe un sussulto: il bambino era terribilmente deforme. Non aveva mai visto un Saiyan così mal composto: la gobba sulla sua schiena era imponente e ricurva, gli fagocitava le piccole braccia e parte della testa; i suoi capelli, inconfondibilmente neri, erano moltissimi e tutti appiccicati alla fronte, che presentava degli orribili rigonfiamenti rossastri. Uno dei suoi due occhi rimaneva perennemente aperto ed era opaco come il vetro, le sue labbra erano innaturalmente carnose e ricurve. 

"Re Vegeta voleva che lo gettassi giù dalla Rupe", mormorò Aedon. 

Mirena assunse un atteggiamento più solenne e scosse i lunghi capelli neri dai riflessi violacei: 

"È la legge, Aedon. Non mi sorprende."

"La legge dovrebbe essere equa e giusta", ribattè il saggio, "non macchiarsi di mostruosi delitti."

"Cosa vuoi che faccia?" chiese Mirena, "forza, non ho tutto il giorno."

"Tienilo con te", disse Aedon porgendole il fagotto, "mi occuperò io di lui, ma tu tienilo al sicuro. Sei una strega, saprai di certo come fare."

"Sei impazzito, Aedon? E se il Re ci scoprisse?"

"Non ci scoprirà, ti dò la mia parola."

Mirena guardò il neonato con diffidenza, poi si rivolse a Aedon: 

"Va bene", acconsentì raccogliendo il fagotto con esitazione, "gli creerò una dimensione alternativa a Vegeta in cui vivere. Il Re non lo scoprirà mai."

Aedon s'illuminò:

"Grazie, Mirena. Sapevo di poter contare su di te."

"Non dormire troppo sugli allori, Aedon", lo ammonì Mirena puntandogli contro gli occhi che divennero vermigli e un dito guastato di viola, "il bambino resta sotto la tua responsabilità."

Aedon annuì: 

"Contaci. Ci penserò io. E quando sarà adulto, lo porterò su un altro pianeta, uno a caso che possa accoglierlo e dove potrà vivere in pace."

Mirena sospirò rassegnata: 

"Ci vediamo, Aedon", disse voltandogli le spalle, "mi aspetto che tu mantenga la promessa."

"Lo farò", rispose Aedon guardandola svanire nel vuoto della dimensione parallela. 



 

***



 

Elly si diresse verso l'uscita dell'Università distrattamente, pensando a tutt'altro che agli studi, quando qualcosa attirò la sua attenzione nel cortile. 

Assottigliò gli occhi e si sforzò: in lontananza c'era qualcuno, sembrava un uomo molto basso, che tentava di aprire un'auto senza successo. 

Si avvicinò togliendo lo zaino da una spalla. 

Sì, era un uomo. Ed era molto, molto basso. 

Elly strinse gli occhi cercando di mettere bene a fuoco quello che stava vedendo e, quando capì, trasalì travolta dalla compassione: 

Davanti a sé c'era un uomo con una grossa e ingombrante gobba sulla schiena, la testa piena di capelli neri sottili come spaghetti, che ricadevano sulle spalle coperte dalla gobba - nel tentativo, forse, di nasconderla; aveva cortissime braccia, con le quali stava tentando disperatamente di aprire la portiera dell'auto, troppo alta per lui. 

Elly sentì il cuore incrinarlesi alla vista di quella persona tanto sfortunata e in difficoltà. Non ci pensò due volte e gli corse incontro. 

"Signore, aspetti!" disse afferrando la maniglia della portiera, "la.. L'aiuto io!"

L'uomo prese fiato, si riposò un momento, tirò fuori dalla tasca della giacca nera un ampio fazzoletto col quale si asciugò la fronte imperlata di sudore e gli angoli della bocca. Poi si voltò verso Elly e le sorrise per come poteva: 

La ragazza vide il volto di quell'uomo, orribilmente sfigurato e sovrastato da pesanti rigonfiamenti rosso-violacei. I capelli sottili ricadevano sul suo viso, la fissò con uno dei due occhi, nero come la notte, poi scostò un ciuffo di capelli dall'altro occhio, che era talmente opaco da sembrare vitreo. 

"Oh", replicò l'uomo gentilmente, "g-grazie, signorina, la.. La ringrazio molto. È davvero gentile."

"Ma le pare!" esclamò Elly ridendo per non metterlo a disagio, "per così poco".

Inavvertitamente Elly spalancò la portiera dell'auto con un colpo secco. 

"Oh, cazz.. Cavolo, mi scusi tanto", disse Elly a denti stretti. 

L'uomo ridacchiò di cuore scuotendo la testa: 

"Però", commentò entusiasta, "complimenti, hai una gran forza! Ti invidio, beata gioventù."

Elly si grattò la nuca imbarazzata: 

"Ah.. Ehm, grazie! Ha bisogno di altro, signore?"

L'uomo le sorrise con dolcezza e scosse la testa: 

"Di nulla, mia cara. Vorrei solo conoscere il nome della mia salvatrice."

"Mi chiamo Elly. Cioè, volevo dire.. Elyanor."

L'uomo spalancò l'occhio buono in un moto di stupore: 

"Oh, Elyanor! Sei la ragazza del progetto su Guido Guinizzelli!"

"Ci.. Ci conosciamo?" chiese la ragazza alzando un sopracciglio. 

L'uomo le tese una mano storta e tremante: 

"Io sono il professor Obata", disse in tono melodioso, "lascia che te lo dica, mia cara: il progetto tuo e della tua amica mi ha lasciato senza parole. Complimenti a entrambe, sul serio!"

Elly s'illuminò: 

"Professore! Ma.. Ma è un piacere conoscerla. Non l'avevo ancora.. Mai vista."

"Già", rispose Obata, "vi chiedo perdono. Ho una malattia che non mi lascia scampo."

Elly sentì una fitta al petto: lei non poteva stare a contatto troppo ravvicinato con persone ammalate. Fu combattuta a lungo: quell'uomo aveva bisogno del suo aiuto. Aveva fatto bene a fermarsi? Ma certo che sì! Che domande idiote andava a farsi. Però, se Junior, Goku e Vegeta lo avessero saputo..

Istintivamente fece un passo indietro. 

"Posso offrirti un caffè per ringraziarti della tua gentilezza?" chiese il professore cortesemente. La ragazza guardò il cellulare e lo rimise nella tasca posteriore dei jeans replicando con un sorriso: 

"Ahm, professore, la ringrazio molto, ma.. Devo proprio scappare. Sarà per la prossima volta!"

"Ci conto", rispose gentilmente Obata salendo in auto a fatica. 

Elly fece un mezzo sorriso, corse via, appena il tempo di appartarsi dietro un palazzo isolato e spiccare il volo verso la Capsule Corporation. 

Che tipo strano, pensò col vento che le scompigliava i capelli, gentile, certo. E bisognoso di una mano. Ma.. Strano. 


***


"E questo è quanto", disse Vegeta lasciandosi cadere su una poltrona e accavallando le gambe, "ora sai tutto."

Kamy camminava nervosamente su e giù per la stanza, con gli occhi bassi e le braccia conserte, la lunga coda rosa svolazzava nervosa ovunque. 

Vegeta le aveva appena raccontato del sogno che aveva fatto e Goku ascoltava la storia ormai per la seconda volta di fila alla presenza di Gohan, Crilin e Junior. Fuori in giardino, Trunks e Goten si allenavano dandosele di santa ragione. 

"Accidenti, si mette male", sentenziò Kamhara. 

"Non c'è niente che tu possa fare con la magia?" chiese Vegeta impaziente, "un varco temporale, un cataclisma magico, qualunque cosa?"

"Se non è riuscito a estorcere nulla Junior negli Inferi, io non ho nessun'altra possibilità di sapere cosa stia succedendo", rispose Kamy sconfortata. 

"Beh, mio padre è stato di poche parole come al solito", disse Junior incrociando le braccia al petto, "forze oscure dal passato stanno per scatenarsi, ha detto. Specificando che Elly ne verrà travolta."

Kamhara cercò di ricorrere alla propria memoria magica, ma dovette cedere alla frustrazione di non riuscire a capirci un accidente. 

"Monitoriamo la situazione", suggerì, "cercherò di non lasciare mai Elly da sola quando saremo fuori insieme, e.. 

"Aspetta", la fermò Junior con la mano, "Elly è qui."

"Cosa?!" esclamò Goku, "che ci fa qui?"

"Non era previsto!" replicò Kamy. 

"Fate finta di niente", consigliò Vegeta rabbuiandosi. 

"Ehi!" li interruppe Elly buttando per terra lo zaino e poggiando i pugni sui fianchi, con lo sguardo rivolto verso Trunks e Goten, "stronzi! Vi allenate senza gli amici, eh?"

"Eri a lezione!" rispose Goten alzando le spalle. 

Elly incrementò l'aura che esplose tutt'intorno e raggiunse rapidamente il secondo livello del Super Saiyan. Tre sottili ciocche di capelli color dell'oro dal taglio molto definito le sfioravano gli occhi blu, mentre le altre si muovevano morbide al tocco della sua aura circondata da piccoli fulmini bluastri.

Spiccò il volo e finì in mezzo a Trunks e Goten, attaccò per prima. Scoppiò a ridere mentre i due ribattevano con colpi fermi, l'aria esplodeva tutt'intorno. La potenza dei tre giovani Saiyan era straripante. 

Combatterono divertendosi e spaccando di tutto per qualche minuto, finché il gruppo non uscì in giardino e li richiamò a terra. 

"D'accordo, ora basta fare i pagliacci", li rimproverò Vegeta mentre i tre atterravano. 

"Oh, andiamo", si lamentò Elly, "non mi alleno da una vita!"

"Da tre giorni", la corresse il Principe dei Saiyan. 

"Appunto, una vita!" 

"Tu non avevi l'esame di statistica da preparare?" la riprese Junior poggiando una spalla alla porta. Elly roteò gli occhi: 

"Sì, dopo", replicò sventolando la mano con noncuranza e voltandosi verso Trunks e Goten, "forza, ragazzi, riprendiamo."

Junior si teletrasportò tra lei e Trunks e Goten, i ragazzi levarono uno strilletto spaventato. 

"Cosa c'è, adesso?!" protestò Elly. 

"L'esame di statistica."

"Ma avevi detto che avresti fatto tu gli esercizi al posto mio!"

"Non ci provare neanche, non ho mai detto niente del genere. Ho detto che ti avrei aiutata."

"È l'unico dannato esame di matematica di tutto il corso", si lamentò Elly allargando le braccia, "io studio Letteratura, accidenti! È solo un esame integrativo da due crediti e tu hai un quoziente intellettivo che inizia con 300. Che ti costa?"

"Scordatelo."

Elly assottigliò gli occhi, tornò allo stadio normale e i suoi capelli ritornarono a cadere morbidamente sulle sue spalle. 

È sempre così affascinante vederla tornare allo stadio originale.. Pur rimanendo sempre uguale, pensò Goku con un sorriso, la forma dei suoi capelli cambia radicalmente, e così anche il taglio dei suoi occhi; ma i colori, quelli restano così come sono. È davvero pazzesco, Aedon. 

"Va bene, hai vinto", disse minacciosa Elly puntando un dito sul petto prominente di Junior, "ma tu mi aiuterai, chiaro?"

Junior sospirò, poi Elly si voltò verso Kamy: 

"Che ci fai tu qui?", le chiese, "non eri andata a.."

"Ma sì certo!" esclamò Kamy abbracciandola isterica per distogliere l'attenzione, "anch'io devo preparare statistica! Ti va di studiare insieme?"

Elly sospirò rassegnata e guardò Junior furibonda: 

"Ti odio", borbottò. 

Il namecciano fece una risatina, le sollevò il mento e le baciò l'angolo della bocca: 

"Ti prometto che, se ci tieni tanto, dopo lo studio ci penso io a umiliarti in combattimento."

"Ah-ah-ah. Molto divertente."

 

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Capitolo 8
*** Adya. ***


Junior batté a ritmo il tallone sul pavimento, il piede avvolto nel pesante stivale nero aveva, sorprendentemente, un tocco molto leggero. 

Scorreva gli occhi velocemente sul testo dell'esercizio, mentre Kamy ed Elly lo fissavano a braccia incrociate. 

Non ce la farà mai, comunicò la bionda alla strega telepaticamente, questa roba è troppo perfino per lui. 

Tu dici? Rispose Kamy. 

Junior si grattò distrattamente una guancia e prese a scrivere rapidamente con la matita. Dopo qualche secondo aveva scritto più di metà pagina, fece cadere la matita sul tavolo e si alzò sciogliendo i muscoli del collo. 

"Come fate a stare comodi su queste sedie?" brontolò facendo scricchiolare le ossa. 

"Non ci credo", commentò Elly, "non puoi esserci riuscito."

"Già, come hai fatto?" rilanciò Kamy, ci avrai messo sì e no tre minuti, andiamo, Junior."

Junior afferrò le teste delle due Saiyan e le spinse contro il foglio, su cui puntò un dito: 

"Il problema qui è il cambio di valuta", spiegò mentre Goku entrava nella sala sbadigliando, "dovete rapportare tutte le valute in una soltanto e strutturare la conversione. Poi ogni singola valuta può valutare i rispettivi debiti in base a quella in comune."

Elly e Kamy spalancarono le bocche che crollarono a terra con un tonfo sordo: 

"C-che roba è questa?!" strillò Kamy sventolando quel foglio pieno di caratteri incomprensibili, "elfico? Namecciano antico?!"

"No", rispose Junior, "è matematica finanziaria."

"Non passerò mai quest'esame", sospirò Elly scivolando sulla sedia e lanciando per aria la penna. 

"D'accordo, per oggi va bene così", aggiunse Junior muovendo la mano verso di loro, "filate ad allenarvi, è ora."

Le ragazze si scambiarono uno sguardo felice, corsero fuori e incrementarono le rispettive auree. Quella di Kamhara brillava di una forte luce rosata, i lunghissimi capelli rossi erano scompigliati lungo tutto il corpo e fluttuavano sinuosi per aria; l'aura di Elly, nuovamente quella da Super Saiyan di secondo livello, era completamente dorata e circondata da sottili lampi di un azzurro accecante. Batterono il cinque e schizzarono in volo mentre Goku, Junior e Vegeta sospiravano guardandole da terra: 

"Pronti?" chiese Goku. 

Vegeta emise un sospiro seccato in risposta, si trasformò in Super Saiyan e raggiunse Kamy, cominciando a colpirla. La strega Saiyan rispose prontamente agli attacchi del Principe, scansando abilmente i suoi colpi, incassandone e restituendone. Una folta luce rosata avvolgeva Vegeta ogni volta che un colpo di Kamy lo raggiungeva, la giovane strega volava circondata da lievi fiori di pesco. 

Goku si trasformò in Super Saiyan e raggiunse sua sorella in volo, Kamy si trovò attaccata su entrambi i fronti. Goku ridacchiava, orgoglioso dei colpi di Kamhara: 

"Sei incredibilmente migliorata!" gongolò. 

"Devo pur starti dietro, fratello!" replicò Kamy sorridendo. 

Junior si tolse di dosso la pesante giacca nera che arrivava fino ai polpacci, sciolse i polsi e spiccò il volo avvolto da una luminosa aura nera e violacea. Raggiunse Elly teletrasportandosi immediatamente alle sue spalle, la ragazza lo percepì, si voltò di scatto, parò col gomito un calcio del Principe dei Demoni. Si guardarono negli occhi per un istante, si sorrisero in tono di sfida. Elly soffiò sui capelli che le ricadevano sul viso e cominciò a colpire Junior con potenza e velocità. 

Diventa ogni giorno più potente, pensò Junior senza lasciarsi intercettare da lei, e non ne è neppure lontanamente consapevole. Se un giorno, di punto in bianco, raggiungesse il terzo livello del Super Saiyan, non me ne stupirei affatto. 

Junior schivò un pugno della ragazza, le afferrò il braccio, lei si voltò completamente, pronta a sferrargli un calcio dritto nello stomaco; Junior fece una capovolta per aria tornando esattamente davanti a lei: 

"Andiamo, non vedevi l'ora di allenarti?"

"Mi stai sfidando?"

Junior alzò le spalle e scoppiò a ridere, Elly indietreggiò, lanciò una potente e brillante Kamehameha. Junior incrociò le braccia davanti al petto, parandola: l'onda di energia era veramente fuori dal comune. Non combatteva al massimo della sua forza, dopotutto era solo un allenamento; ma combattere contro Elly voleva dire potersi trattenere ben poco. 

Kamy si avvicinò con la propria schiena a quella di Elly mentre Vegeta cominciava a combattere contro la bionda:

"Andiamo, mezze calzette!" le rimproverò lanciando un calcio a Elly, "fatemi vedere quanto vi mancava allenarvi!"

Elly sferrò un pugno in pieno stomaco a Vegeta, che incassò ridendo; il Principe dei Saiyan raggiunse il secondo livello del Super Saiyan, Goku il terzo e Junior decise che era il momento di dare di più: raccolse tutta la propria energia e la sua aura esplose dappertutto, mescolandosi a quelle auree di Goku e Vegeta. 

"Ehi!", protestarono le ragazze, "così non vale!"

Goku si preparò ad attaccare, quando Kamy avvertì un pesante vuoto d'aria. Guardò Elly terrorizzata che ricambiò lo sguardo confuso e le chiese: 

"C-che stai facendo?!"

"Non sono io!" rispose la rossa. 

Goku, Junior e Vegeta avvertirono la stessa sensazione di vuoto e, improvvisamente, tutti e cinque caddero pesantemente per terra. 

"Ma che cazzo..?!" strillò Elly dolorante. 

"C-c'è un'interferenza magica", osservò Kamy rialzandosi con la coda indolenzita, "ma chi diavolo..?"

Goku scosse la testa, lui e Vegeta tornarono allo stadio originale. Junior si massaggiò il fianco, poi Vegeta disse: 

"C'è qualcuno, qui."

Junior increspò il naso: 

"Già", replicò riconoscendo quell'energia con aria seccata. 

L'attimo dopo, Adya, principessa del regno elfico di Myreen, comparve davanti a loro dal nulla. 

"Adya?!" urlarono Kamy, Elly, Goku e Vegeta all'unisono. 

"Sul serio?!" esclamarono Trunks e Goten. 

"Che ci fai tu qui?" le chiese Gohan alzando un sopracciglio. 

"Oh, mio dio, di nuovo", commentò Crilin roteando gli occhi. Intanto, Elly aveva esaurito anche la trasformazione in Super Saiyan Due e i suoi lunghi capelli biondi erano tornati a ricadere sulle sue spalle. 

La figura esile e fascinosa di Adya svettava su tutti i presenti: la splendida principessa portava lunghi capelli argentei legati in una coda abbandonata lungo la spalla, indossava un accecante abito bianco, senza spalline, con delle leggerissime maniche velate che ricadevano sulle mani pallide e affusolate. I suoi taglienti occhi viola guardavano dappertutto con rapidità e una elaborata tiara d'oro bianco sorgeva al centro della sua fronte. 

"Si piomba sulla Terra senza avvisare, adesso?" chiese brusco Vegeta portandosi in testa al gruppo. 

"Hai creato un'interferenza magica spazio-temporale", spiegò Kamy vagamente seccata, "saremmo potuti finire tutti dentro il tuo varco e poi chissà dove."

Adya piegò la testa di lato, incrociò le braccia sul ventre e sorrise: 

"Dan-ka ori, amici. Perdonate l'intrusione."

Si voltò poi verso Junior, lo squadrò da capo a piedi e gli sorrise strizzandogli un occhio: 

"Ciao, Junior", disse languida, "ti trovo davvero bene."

Accidenti, pensò Junior grattandosi la nuca, ci risiamo. 

"Cerchi grane, principessa?" La incalzò Elly gelosa, piegando la testa da un lato, "sono abbastanza malintenzionata, stamattina. Potrei accontentarti."

"Sta' calma, scimmietta", la rimbrottò la principessa, "cercavo solo di essere gentile."

"A Junior non interessa che tu sia gentile."

"Parli per lui, adesso?"

"È troppo legato agli equilibri tra Myreen e Nameck per dirtelo di persona, così lo faccio io, visto che non mi farei remora di far esplodere il vostro pianeta con lo schiocco di due dita."

"Elly!" La rimproverò Trunks mentre Kamy rideva a squarciagola. 

"Sei simpatica come ti ricordavo", commentò acida Adya. 

"E tu sempre con gli occhi sull'uomo sbagliato", sorrise Elly. 

"Sbagliato per chi?" La provocò Adya. 

"Beh, l'ultima volta che ci siamo incontrate ho peccato di ingenuità", rispose Elly indossando di nuovo i polsini blu sui guanti neri senza dita, "stavolta vedrò di essere più chiara, rispetto alla situazione mia e di Junior. Hai presente le api e i fiori?"

"D'accordo, è abbastanza!" tuonò Junior sempre più imbarazzato, "fatela finita o vi chiudo in due stanze diverse! È chiaro?"

Elly voltò le spalle all'elfa incrociando le braccia al petto e Adya sollevò il mento sprezzante. 

"Che sei venuta a fare, qui, Adya?" chiese Junior in tono duro, "sai che certe cose sulla Terra non sono ammesse di punto in bianco. Vegeta te lo aveva già spiegato."

"Siamo in mezzo ai fottuti terrestri", rincarò il Principe dei Saiyan, "non possiamo fare come ci pare. Se ti scoprissero, ci andremmo di mezzo noi."

Adya sospirò senza dar troppo peso ai rimproveri: 

"Non ho potuto fare altrimenti. Sono sorte delle complicazioni. E mi serviva consultarvi."

Goku assottigliò gli occhi: 

"Che genere di complicazioni?"

Adya lo guardò e rispose: 

"Qualcosa di strano si sta muovendo nell'orbita intorno a Myreen. I miei consiglieri hanno rilevato delle strane presenze."

Il cuore di Junior accelerò. 

Forze misteriose da un tempo dimenticato

"E quel che è peggio", riprese la principessa degli elfi avvicinandosi al gruppo, "è che la nostra atmosfera sta subendo.. Dei cambiamenti. Non era mai successo. I nostri stregoni sono abili e ricolmi di conoscenza, ma non si spiegano come mai si stiano creando delle.. Delle dimensioni parallele alla nostra. Nella nostra quotidianità, durante le nostre giornate. È come se alcuni di noi entrassero in delle dimensioni alternative, incontrassero persone che non esistono sul nostro pianeta. E poi tornassero, di punto in bianco, su Myreen."

Elly e Kamy si guardarono, poi l'Ultima Stella del pianeta Vegeta prese la parola: 

"Cioè, stai dicendo che.. È come entrare in un tunnel in cui succedono cose contemporaneamente alla vostra realtà?"

Adya annuì: 

"Proprio così. È come rimanere intrappolati in una dimensione in cui esistono le stesse cose, le stesse persone.. Ma non allo stesso modo. All'inizio non durava che pochi istanti, ma negli ultimi giorni.. Qualcuno è rimasto intrappolato nelle dimensioni parallele per ore. E non riusciamo a darci una spiegazione. Molti degli elfi coinvolti in questa storia stanno dando di matto, non riescono più a distinguere la dimensione reale da quella fittizia."

"Conosco questa tecnica magica", spiegò Kamy, "le mie antenate streghe la usavano moltissimo per la conquista dei pianeti al tempo di Re Vegeta."

Si voltò verso il Principe dei Saiyan che le lesse nel pensiero: 

"Mirena", mormorò Vegeta. 

Kamy annuì: 

"Proprio lei. Ha letteralmente inventato questa magia. Era una strega Saiyan incredibilmente potente, per non dire che era anche una delle più fidate consigliere di Re Vegeta e di Aedon."

'Ho saputo dai miei stregoni che questa era una tecnica Saiyan", replicò Adya non senza una punta di risentimento nella voce e fissando Kamy con severità, "ed è per questo che sono qui."

"E cosa vorresti da noi?" chiese Goku, "mia sorella Kamhara è l'unica strega Saiyan qui, nonché la sola rimasta in vita. E sai bene che non vi metterebbe mai in pericolo."

"Non sono qui per colpevolizzare nessuno", rispose Adya, "ma soltanto per capire cosa stia succedendo. E come poter tornare alla normalità."

Kamy sospirò, si guardò gli stivaletti della battle suit: 

"Purtroppo non ne ho idea, Adya", disse infine, "la tecnica delle dimensioni parallele ha un potenziale troppo grande. L'ho utilizzata molto poco e solo in casi di estrema necessità. Ma cercheremo di capire di che cosa si tratta."

"Non esistono più streghe Saiyan che pratichino questo incantesimo", rifletté Vegeta, "potrebbe non essere colpa nostra."

"Rimane il fatto che conosciate la tecnica più di chiunque altro", lo rimbeccò Adya, "e mi tocca ricordarvi che siete stati un popolo abbastanza spietato da utilizzarla per conquistarne altri."

Le parole di Adya cominciarono a irritare Vegeta. Kamhara gli si mise davanti e le sue iridi alternarono il colore da un rosa brillante a un nocciola chiaro: 

"Non perdere la calma", gli consigliò, "non ci conviene, non adesso."

"Kamy ha ragione", suggerì Goku sottovoce, "non è il caso di portare alla luce altri problemi. Ricorda che Elly non deve sapere niente."

Elly notò uno strano chiacchiericcio tra Goku, Kamy e Vegeta. 

Che stanno macchinando, quei tre? si chiese mentalmente, potrebbe essere il motivo per il quale ho trovato Kamy qui alla Capsule. Gatta ci cova. 

Junior intercettò il pensiero di Elly e corse ai ripari: era chiaro che Kamy avesse raggiunto Vegeta alla Capsule Corporation senza informare Elly e adesso lei stava ricomponendo i pezzi da sola. 

Fate finta di niente, comunicò mentalmente Junior a Kamy, cambiate argomento. Elly sospetta qualcosa. 

Da buon soldato, Kamy aggiustò immediatamente il tiro e si voltò nuovamente verso Adya:

"Va bene, Adya", disse, "cercheremo di scoprire cosa c'è sotto e ti terremo in aggiornamento."

Adya annuì: 

"Grazie del supporto. Lo farò presente su Myreen."

Intervenne Bulma a spezzare la tensione, urlando: 

"Principessa Adya, ma che sorpresa! Ti fermi per cena?"

La principessa di Myreen sorrise benevola:

"Mi spiace molto, Bulma. Ho ancora diversi impegni che mi trattengono su Myreen. E poi.."

Fece una pausa e sorrise in tono di sfida guardando Junior che indossava di nuovo la giacca nera, sistemandone il bavero sul petto, "il mio interesse personale qui è piuttosto.. pericolante, mettiamola cosi."

Junior fece un mezzo sorriso e incrociò le braccia al petto:

"La mia posizione è più chiara che mai", scandì con precisione, "sotto tutti i punti di vista."

Adya guardò Elly con sufficienza e la Saiyan si passò una mano tra i capelli:

"Già", disse Adya, "potrebbe risultare più problematico delle dimensioni parallele."

"Sparisci, prima che perda di vista le buone maniere", replicò Elly con un sorriso di sfida. Adya fece una risata sommessa e, voltate le spalle, in un attimo sparì dalla dimensione terrestre, lasciando un nuovo vuoto nell'atmosfera. 

"Voi ne sapevate niente?" chiese Elly al resto del gruppo indicando col pollice il punto in cui Adya era apparsa e sparita. 

"No", mentì Goku, "non avevamo, ehm.. Il minimo sospetto."

"In compenso", la riprese Junior in tono duro, "grazie per il solito, simpatico teatrino."

"Ha cominciato lei", replicò Elly borbottando, "come sempre."

"Questa era una questione chiusa due anni fa."

"Non si sarebbe mai aperta, se non fosse stato per lei."

"Non tollero che tu dia seguito a certe cose."

"Ah, dovrei lasciare che ti faccia la radiografia ogni volta che ti incontra?"

Urca, che furia, commentò Goku dentro di sé, Adya tira sempre fuori il peggio di Elly. Sono una pessima influenza reciproca. 

"Sono stato più che chiaro", ribatté Junior avvicinando il viso a quello della Saiyan, "ho ribadito la mia posizione anche oggi e non ero tenuto a farlo. La prossima volta dovrà bastarti. Sono stato chiaro?"

"Non darmi ordini."

"Allora prendilo come un consiglio!"

Dannati Saiyan, pensò Junior, sono indomabili. 

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Capitolo 9
*** Nel passato. ***


Pianeta Udel, anno 816 dall'avvento degli Déi Polpi. 


Mi serve per l'esperimento, mio Signore. 

Come aveva potuto essere così stupido? 

Che scusa idiota, per usare una navicella della flotta. 

Leanna l'aveva avvertito: mentire al Re Vegeta porterà delle conseguenze. 

Ma che importava, dopotutto. Non avrebbero più rivisto il pianeta Vegeta per mesi, forse addirittura anni. 

A breve Aedon, Leanna, i loro figli Ren e Kaera e qualche altro sparuto membro della comunità di Vegeta si sarebbe diretto verso uno strano pianeta, assurdamente lontano da quello dei Saiyan: la Terra. Il Re voleva che fosse Aedon stesso a conquistare quel popolo, visto che l'esperimento per la trasformazione in Super Saiyan era ormai completa. 

Sia Aedon che Leanna erano capaci di trasformarsi in Super Saiyan e reggere a lungo quello stadio. Re Vegeta era folle di entusiasmo per quella scoperta.. Quello che però non sapeva era che, a fronte dell'enorme successo dell'esperimento, erano sorte delle complicazioni di salute. 

Aedon e Leanna erano improvvisamente diventati molto fragili, tossivano sangue e le loro febbri cominciavano a durare troppo a lungo. 

Ti confesso che questa missione sulla Terra mi toglie un peso di dosso, aveva confidato Aedon a sua moglie, se mai ci ammaleremo di nuovo, non dovremo nessuna spiegazione al Re, né a nessun altro. 

Leanna era stata più d'accordo che mai con suo marito ed aveva accolto di buon grado l'idea di andare via dal pianeta Vegeta per qualche tempo. 

Quel giorno Aedon aveva sottratto una navicella dalla flotta con una scusa e aveva raggiunto il pianeta Udel, un luogo sconosciuto perfino ai Saiyan, dove lui aveva lasciato qualcosa. 

O meglio, qualcuno. 

Atterrò nel verdissimo panorama di Udel, circondato da farfalle giganti e alberi rosei, fece qualche passo e poi lo trovò. 

Piegò la testa di lato osservandolo: quella gobba che lo impacciava nei movimenti, quella orribile postura scomoda piegata verso il lato destro, i capelli troppo sottili fino alle spalle e quelle braccia troppo corte.. 

Aedon non credeva sarebbe sopravvissuto più a lungo di una settimana, ma Ephialtys si era rivelato un vero osso duro, attaccato alla vita e combattivo, come qualunque Saiyan. 

Gli si era perfino affezionato: Ephialtys era cresciuto sotto la sua protezione, era diventato un ragazzo buono e volenteroso, molto gentile e affettuoso.. Ma incredibilmente solo. 

Era una condizione per la quale Aedon si sentiva tremendamente in colpa, ma non aveva avuto alternative. Non si era mai pentito di aver salvato Ephialtys dalla crudeltà della morte che gli era toccata in sorte, ma il contrappasso era che il giovane sarebbe dovuto crescere da solo, lontano da un popolo fisicamente perfetto che lo avrebbe scartato come un rifiuto e che, se avessero scoperto che era ancora vivo, lo avrebbe trucidato a morte. 

Con l'aiuto di Mirena, potente strega Saiyan, Aedon era riuscito a far crescere Ephialtys su Vegeta, nascondendolo in una dimensione parallela. Da lì il bambino avrebbe potuto vedere tutto del suo pianeta d'origine, ma senza interagire mai con nessuno. Era come se fosse nascosto agli occhi del mondo. Ephialtys si era rivelato anche un ragazzo estremamente intelligente, al punto che era lui stesso a ricreare le realtà parallele per poter passeggiare serenamente tra le città del pianeta Vegeta, senza essere mai scoperto. 

Purtroppo non sarebbe durata per sempre. Una volta giunto all'età di sedici anni, Aedon aveva scelto di portar via Ephialtys da Vegeta: non poteva rischiare oltre di mettere Mirena nei guai. 

Così, lo aveva trasferito su Udel, un pianeta su cui abitavano adorabili creature amichevoli che lo avevano accolto come uno di loro. Tuttavia Ephialtys avvertiva forte la mancanza della propria identità, e Aedon non sapeva proprio come gestire tutto questo. 

"Di bene in meglio, eh?" chiese Aedon al giovane gobbo che si voltò di scatto aprendosi in un sorriso sbilenco:

"Aedon!" lo salutò con entusiasmo andandogli incontro a fatica, "oh, sono così felice di vederti!"

"Come stai, giovanotto?"

"Meravigliosamente. Sto aiutando gli Udeliani a migliorare il loro sistema di comunicazione. Li sto aiutando con la magia, sai."

Aedon annuì lentamente: 

"Mirena ti ha insegnato proprio bene."

"Già. Lei come sta?"

"Oh, non c'è male, figliolo", tagliò corto Aedon, "è lieta di sapere che te la passi bene."

L'occhio buono di Ephialtys si rallegrò, quello vitreo lo seguì rimanendo inespressivo: 

"Mi sto preparando per il grande giorno", disse emozionato il giovane e sfortunato Saiyan. Aedon aggrottò le sopracciglia e sorrise: 

"Di quale grande giorno parli, Ephialtys?"

Il ragazzo tese in avanti le mani storte: 

"Il giorno in cui tornerò con te su Vegeta, ovviamente", disse con entusiasmo, "così potrò.. Potrò vivere insieme a tutti gli altri Saiyan. Non vedo l'ora di conoscerli."

Il cuore di Aedon scricchiolò: non era previsto affatto che Ephialtys tornasse su Vegeta. Il ragazzo sentiva fortissimo l'orgoglio del suo popolo e un profondo senso di identificazione con esso, ma.. I Saiyan erano, purtroppo, fatti di un'altra pasta. 

"Ascoltami, figliolo", gli disse poggiandogli le mani sulle spalle, "devo dirti qualcosa che non ti piacerà."

Il sorriso di Ephialtys si restrinse sempre di più fino a diventare un'espressione triste: 

"C-cosa.."

Aedon sospirò: 

"Ti ho allevato e amato come un figlio, e questo tu lo sai."

"C-certo, io.. Io ti devo tutto, Aedon, ma.."

"Allora se vuoi fare qualcosa tu per me, Ephialtys.. Dovrai rimanere qui."

"Cosa?!"

"Ragazzo mio, Vegeta non è il pianeta che credi che sia."

"M-ma.. Ma è il mio.. Il mio popolo.."

Aedon scosse la testa e strinse gli occhi: 

"È un popolo crudele, Ephialtys! Un popolo che non ti amerebbe mai, non ti rispetterebbe! Non saresti al sicuro neppure per un istante, se tu tornassi su Vegeta. Lo capisci, questo?"

Il labbro deforme di Ephialtys tremolò e il cuore di Aedon s'incrinò terribilmente. 

"Lo.. Lo faccio per te, Ephialtys", mormorò il saggio, "sto cercando di proteggerti."

"Quindi dovrò.. Dovrò restare qui per tutta la vita. Non è così?" chiese risentito il ragazzo, di cui Aedon percepì improvvisamente un'aura particolarmente strana ed elevata. 

"Qui sarai al sicuro", tagliò corto Aedon, "io sono in partenza per conto di Re Vegeta, Ephialtys. Non so quando tornerò."

Il saggio si staccò dolorosamente dal giovane Saiyan deforme che tentò di corrergli incontro. 

"A-aspetta, Aedon, dove vai?! Non puoi lasciarmi qui!!"

"Non ho alternative, figliolo."

"Allora portami con te, ti prego!"

"È troppo pericoloso, Ephialtys! Non capisci quanto saresti esposto! Tutto quello che abbiamo fatto per tenerti al sicuro finora, tutto, sarebbe vano se tu uscissi allo scoperto!"

Profondamente ferito, il giovane Saiyan esiliato scoppiò in lacrime: 

"M-mi stai abbandonando anche tu.." mugolò.

"No, questo mai", disse Aedon abbracciandolo stretto, "ma proprio perché non potrei mai abbandonarti, figliolo.. Devo lasciare che tu prosegua questo cammino da solo."

Ephialtys pianse sommessamente senza più guardare Aedon. Annuì debolmente e chinò il capo, mentre il Saggio riprese: 

"Io sarò sempre con te, Ephialtys", gli disse, "non smetterò mai di supportarti. Ma non posso riportarti su Vegeta, per il tuo bene, e non posso neppure portarti con me."

"N-non ci rivedremo mai piu?"

Aedon sospirò: 

"Non lo so, figliolo. Questo non so dirtelo."

Aedon decise di non prolungare oltre quello strazio. A malincuore, mise una mano sulla fragile spalla di Ephialtys sovrastata dalla orribile gobba, gli voltò le spalle e salì sulla navicella, sparendo qualche istante dopo nel buio dell'universo. 

Ephialtys pianse ancora a lungo, abbandonato su una delle pietre violacee caratteristiche di Udel, finché non ebbe esaurito le lacrime. 

Poi alzò gli occhi, guardò il cielo furibondo. 

La sua aura crebbe vertiginosamente e, per la prima volta in tutta la sua vita, giurò vendetta. 



 

***


"Non può essere sparito nel nulla. Non è da lui."

"Senti, Vegeta, Aedon non è mai apparso in sogno ogni giorno a tutti e tre.. Direi che è il caso di calmarti."

"Non essere sciocco, Kakaroth! È già passata una settimana e non si è più fatto vivo."

"È possibile che volesse comparire in sogno soltanto a te."

Vegeta si voltò di scatto verso Junior con aria interrogativa, nel silenzio immobile del Palazzo del Supremo:

"Solo a me? E perché?" gli chiese. 

"Perché se i nostri calcoli sono esatti", replicò Junior appoggiandosi a una colonna con la spalla e le braccia conserte, "c'è di mezzo una vendetta. E probabilmente tu sei l'unico che possa tirar fuori qualcosa dai suoi ricordi."

Vegeta ci pensò su:

"Dovrò far ricorso a tutta la mia memoria riguardo Vegeta-sei", disse pensieroso, "mi serve la Stanza dello Spirito e del Tempo per un po'."

Junior gliela indicò con la mano tesa: 

"È tutta tua."

"Sicuro che non ti serva per prendere il tuo solito caffè con i demoni?"

"Non ho intenzione di lavorarci tutti i giorni. Ne farò a meno per un po'."

"Ehi, di' un po'", chiese Goku abbandonandosi sulla poltrona, "le cose con Elly migliorano?"

Junior s'inceppò: 

"Ah.. C-che intendi?"

Goku gli si materializzò accanto e gli diede una gomitata nel fianco con fare ammiccante: 

"Oh, andiamo, hai capito!"

Junior arrossì e divenne isterico: 

"M-ma che razza di domande fai?!" strillò, "ma t-ti pare che.."

"Sembrava che Adya avesse mollato l'osso, ma a quanto pare ti punta ancora."

"Che c'entra Adya, adesso?"

"Era solo per entrare nel discorso."

"Goku.."

"Sei così riservato che non c'è proprio gusto."

Junior sospirò e strinse le labbra prendendo coraggio: 

"Va tutto benissimo, chiaro?" sbottò, "benissimo! E in qualsiasi contesto!"

Goku rise estasiato: 

"Hai sentito, Vegeta?!"

"Già", commentò il Principe dei Saiyan senza entusiasmo, "sono davvero sorpreso."

"Ehi, non era per niente scontato", avanzò Goku. 

"Se Junior riesce a cedermi la Stanza dello Spirito e del Tempo e a farne a meno per un po', è perché probabilmente gli allenamenti danno i loro frutti", spiegò secco Vegeta, "è chiaro che possa stare tranquillo."

"Dobbiamo scoprire qualcosa di più", disse Junior preoccupato, "quel nome mi rimbalza in testa da settimane."

"E speriamo non si tratti di quello", aggiunse Vegeta, "perché sarebbe una situazione davvero imprevedibile."


***


La lezione del professor Obata stava per cominciare, Elly e Kamy avevano preso posto come al solito. In aula tutti si chiedevano se quel giorno il misterioso professore si sarebbe finalmente fatto vivo, ma Elly non aveva ancora raccontato a Kamy di averlo già conosciuto. 

"Oh, ehi", le disse d'un tratto, "non sai cos'è successo ieri."

"Cosa?" rispose Kamy incuriosita, ma proprio in quel momento un uomo basso, tarchiato, affetto da un'evidente malformazione entrò in Aula lasciando tutti di stucco. 

Kamy sussultò come tutti i presenti, tranne Elly, che riconobbe il professor Obata. 

"Ma.." mormorò Kamy. 

Nel silenzio generale, Obata prese il posto sulla cattedra e, dal basso della gobba che lo sovrastava, poggiò le mani tremanti con fatica sul tavolo e sorrise sghembo, smuovendo tutte le orribili chiazze rosse che aveva sul viso. Il suo occhio vitreo squadrò gli studenti che cercavano di mantenere un decoro e poi allargò le braccia:

"Grazie per la vostra pazienza, cari ragazzi", disse, "finalmente sto meglio e sono tra voi. Sono il professor Obata."

Elly sorrise e al professore non sfuggì. Kamy, però, percepì qualcosa di strano. 

Dal professore mi arriva una sensazione completamente negativa, pensò, conosco quest'aura. L'ho già sentita da qualche parte. 

La rossa si chiese come mai Elly sorridesse al professore e impiegò tutto il resto della lezione, con la magia, tentando di ripercorrere tutti i suoi ricordi, anche quelli remoti, come Mirena le aveva insegnato negli Inferi. 

Si estraniò dalla lezione rimanendo col corpo in aula e la mente altrove. Chiuse i propri occhi interiori e improvvisamente sentì l'inconfondibile odore della polvere di Vegeta-sei, la sua atmosfera compatta, l'aria pesante e non respirabile come quella della Terra. 

Ebbe delle visioni, offuscate, come se fosse stata ubriaca. Si mosse a stento nella sua stessa mente, poiché quei ricordi non erano vividi e non le appartenevano; vide la figura di Mirena e quella di Aedon, il Saggio passava qualcosa in braccio alla strega.. Ma cosa? 

Sembrava un fagotto. Qualcosa di piccolo, raccolto. Mirena trasalì non appena lo ebbe tra le braccia, poi la sua espressione si fece seria. Kamy osservò con attenzione quella scena dall'esterno, riuscendo a fatica a distinguerne le dinamiche, si avvicinò ai due protagonisti. Parlavano, ma Kamy riusciva a vedere soltanto il movimento delle loro labbra senza intercettarne le parole. 

Subito dopo vide un pianeta verdissimo, florido, udì un pianto disperato. Si voltò di scatto, ma tutto ciò che vide fu una gobba, una schiena ricurva. Le sembrò terribilmente, assurdamente familiare, perciò si avvicinò prendendo coraggio a quella figura in lacrime e tentò di sfiorarla. 

Nello stesso istante, l'uomo deforme si voltò e aveva il viso, l'occhio vitreo e la pelle arsa del professor Obata.

Kamy precipitò nuovamente in Aula, sussultò, respirò affannosamente. I presenti la fissarono, sentì la voce di Elly ovattata scandire: Kamy! Kamy, va tutto bene? 

La rossa sentì una paura folle arrampicarlesi su per lo stomaco, una goccia di sudore le scavò la tempia sinistra. 

Guardò di scatto l'uomo alla cattedra, davanti a sé, lo stesso uomo della sua visione. Obata la squadrò minaccioso, abbozzando a un sorriso: 

Bentrovata, strega Saiyan, sentì nitidamente Kamy nella testa. La ragazza strinse le labbra e afferrò il bracciolo della sedia fino a sbiancarsi le dita. Il tocco di Elly sulla sua spalla interruppe il contatto visivo con quell'uomo di cui, accidenti! Kamhara non riusciva per nulla a ricordare il nome. 

La campanella suonò spezzando l'incantesimo, tutti volarono fuori dall'Aula. 

Kamy si accasciò a terra sulle ginocchia, Elly la resse per le spalle: 

"Kamy!" urlò la bionda, "che sta succedendo? Kamy!"

Ma la strega non riusciva a concentrarsi sulla sua amica. Con il fiato spezzato alzò di nuovo lo sguardo diretta verso la cattedra, ma non appena si fu voltata verso il tavolo del professore, Obata era sparito nel nulla.

Dall'altra parte della città, Goku, Junior e Vegeta sussultarono all'unisono. 

"Merda!" disse Junior a denti stretti. 

"Accidenti", imprecò Goku con la voce tremante. 

"Lo sapevo", ringhiò Vegeta, "lo sapevo!"

Aedon era comparso nei pensieri di tutti e tre, contemporaneamente. 

E stringeva in braccio il piccolo Ephialtys.

 

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Capitolo 10
*** La verità. ***


"Insomma, vuoi dirmi che diavolo ti ha preso? Tieni, prendi un Senzu", disse Elly frugandosi nello zaino. Kamy sventolò la mano rifiutandolo e cercò di mettersi in cammino. Elly la seguì lentamente reggendole prima le spalle, poi il braccio, infine solo accompagnandola. 

"D'accordo, se proprio non vuoi rispondermi, rimani ferma qui, ti prendo una bottiglia d'acqua, ok?" propose la bionda. Kamy la guardò annuendo debolmente. Chiuse gli occhi per un istante ed Elly si voltò per recuperare lo zaino.

"Vedrai che ti rimetterai in un attimo", la confortò Elly, "non ci vorrà.."

Si voltò di nuovo verso Kamy, ma era sparita. 

"Kamy!" gridò, "ehi! Kamy, dove sei finita?"

Quando Kamhara ebbe riaperto gli occhi, Elly non era più davanti a lei. 

Scattò in piedi: non si era allontanata. Non percepiva più la sua aura. Non era più lì. 

Kamy respirò a fatica: 

"Elly! Elly! Accidenti, dove sei?!"

Kamy ci mise una frazione di secondo a comprendere. Era tutto chiaro: la visita di Adya, le visioni di Vegeta, Aedon che compariva e scompariva: 

Elly era appena scomparsa in una dimensione parallela. 

Oh, no, 
pensò Kamy in allerta, devo stare calma, calma. E concentrarmi. Goku, Junior e Vegeta si saranno già accorti che Elly non è più in questa dimensione. 

Alla Capsule Corporation Junior sbarrò gli occhi: 

"Non sento più Elly", disse funereo facendo scattare la testa a destra e a sinistra, "non riesco a sentire la sua aura."

Goku e Vegeta si accorsero della stessa cosa. 

"D'accordo", propose il Principe dei Saiyan, "non perdiamo la testa, Junior, possiamo ragionarci, riflettere da uomini razionali e.."

Non fece in tempo a dire altro che Junior era scattato in volo verso l'Università, lasciando sotto di sé un solco rovente e un'aura dai tratti viola e nerastri. 

"Dannazione!" u
rlò Vegeta furibondo battendo a terra il piede, "maledetto imbecille demoniaco!"

"Non c'è tempo da perdere", allertò Goku trasformandosi in Super Saiyan, "muoviamoci, per quanto ne sappiamo, potrebbe essere in pericolo anche Kamy."

Tutti e due volarono dietro Junior che scattava in cielo come una saetta e con il cuore che batteva all'impazzata. 

Adya aveva ragione
ragionò Junior terrorizzato, Elly dev'essere rimasta bloccata in una dimensione parallela. Ma se si manifestano in maniera così repentina, non riusciremo mai a star loro dietro. 


***

 

"Kamy! Porca troia, quanta fretta!" si lamentò Elly allargando le braccia, "che bisogno c'era di sparire così?!"

Fece per cercare Kamy a destra e a manca, ma senza trovarla. Sospirò e cominciò a correre in mille direzioni chiamandola a gran voce, quando sentì un urlo straziante perforarle le orecchie. 

Si voltò di scatto e quello che vide la fece trasalire: una flotta di navicelle spaziali volteggiavano nell'aria, ne fuoriuscivano alcuni possenti ed enormi guerrieri da altri mondi. 

Accidenti! 
Pensò a denti stretti, ma dove si sono cacciati tutti gli altri? Questa è un'emergenza! 

Alla base dell'invasione, strisciante, c'era il corpo in difficoltà del professor Obata, che stava per essere travolto dalla folla di invasori. 

"Professore!" gridò la ragazza. Non perse tempo e si trasformò in Super Saiyan di secondo livello. Scattò in volo verso il professore proprio mentre uno degli enormi guerrieri scagliava contro di lui una potente sfera di energia. Elly la respinse con il dorso della mano restituendogliela, il guerriero venne colpito in pieno ed esplose. 

Elly si caricò sulle spalle Obata e lo portò in un luogo sicuro. 

"Rimanga fermo dov'è e non si muova da qui!", gli raccomandò. Il professore annuì stordito e la lasciò andare. Quando fu abbastanza lontana, Ephialtys fece un ghigno malefico. 

Elly fece esplodere la propria aura tutt'intorno e rimase immobile mentre veniva circondata da un esercito di guerrieri spaziali giganteschi. Li studiò tutti, uno per uno, facendo scattare gli occhi a destra e a sinistra. 

Potrebbe essere il momento giusto per la trasformazione in Super Saiyan di terzo livello, riflettè, Junior direbbe che non sono ancora pronta, ma non posso perdere tempo.

Elly incrementò l'aura e tanto bastò a spazzare va gli invasori. Alcuni di loro andarono alla carica contro la Saiyan che si mosse rapidissima, colpendoli a calci e pugni senza dar loro tregua e senza perdere un decimo del proprio fiato. 

Gli allenamenti con i pesi addosso stanno dando i dovuti frutti, 
pensò rimettendosi in posizione di attacco. Percepì dietro di sé alcune aure nemiche, si voltò, colpì immediatamente con un calcio, il pesante guerriero andò a schiantarsi contro un palazzo perforandolo di netto. Elly saltò in volo, fece in modo che i nemici si raggruppassero al centro, poi lanciò una potente Kamehameha dorata che li fece esplodere tutti. Intorno, si stagliò una luminosa aura accecante. 

È potente, la mocciosa
commentò Ephialtys furente tra sé. Elly riatterrò respirando affannosamente, si voltò verso il professore e lo raggiunse. 

"Come sta, professore?"

"N-non c'è male", rispose Ephialtys appoggiandosi a Elly, "g-grazie di cuore, Elyanor. A quanto pare, ti devo la vita più di una volta."

"Si figuri, professore. Ma dobbiamo allontanarci, adesso, non.."

Elly fu lì per aggiungere qualcosa, ma Ephialtys la bloccò. 

"Cosa c'è, professore?" chiese Elly. 

Il gobbo le afferrò entrambe le mani con le proprie. Il contatto con la pelle raggrinzita e rugosa fece sussultare Elly: 

Sembra.. Sembra di toccare un velluto molto rigido, pensò corrucciando le sopracciglia.

L'uomo la fissò intensamente, ma Elly ebbe una strana sensazione. Si sentì come se quella persona la odiasse profondamente. 

Ma che vado a pensare, 
si disse subito dopo, ha così tanto bisogno di aiuto. È una persona completamente indifesa. 

Accolse ignara, con un sorriso, la stretta di mano di Ephialtys e subito sentì uno strano calore tra le sue mani: 

"Grazie, mia cara", sibilò il gobbo nelle vesti del professor Obata facendo un breve inchino, "grazie per avermi salvato la vita."

Elly sospirò: 

"Magari potessi fare più di così, professore. Non si preoccupi, io.."

Un boato interruppe bruscamente le parole di Elly che sganciò la mano dalla presa di Ephialtys e si voltò di scatto, un'altra ondata di invasori stava arrivano. 

"Si metta in salvo!" urlò Elly a Ephialtys senza voltarsi e correndo verso i guerrieri che continuavano a distruggere la città. 

Ma dove diamine si sono cacciati?! 
Si domandò Elly, il canale telepatico di Junior è chiuso. Accidenti a questa maledetta Stanza dello Spirito e del Tempo! 

Saltò più in alto che potè, caricò un pugno, lo sferrò in faccia a uno degli invasori che schizzò a metri di distanza travolgendone altri, atterrò, gli avversari aumentavano. Prese fiato, raccolse le energie, si concentrò. 

Andiamo!

Strinse i pugni, digrignò i denti, tirò indietro la testa e lanciò un urlo che fece tremare tutta la città. La sua aura crebbe a dismisura, i suoi occhi divennero più affilati, i suoi capelli si allungarono fino a sfiorare i fianchi. Erano lunghe ciocche spesse e dorate, Elly stava diventando un Super Saiyan di terzo livello. La sua aura esplose, polverizzò gli avversari, ma non era ancora finita. Molti altri ne giungevano all'orizzonte. 

Elly strinse la mandibola, imbestialita: 

Accidenti!

Fece appena in tempo a voltarsi di scatto verso un'energia nemica che avvertiva alle sue spalle quando un altro colpo energetico, dalle sfumature nere e violacee, contrastò esplodendo l'onda di energia che la stava attaccando. Lo riconobbe immediatamente, si voltò di scatto trattenendo il fiato: 

Era Junior. 

Il namecciano si lanciò alla volta degli avversari, dietro di lui Goku, Kamy e Vegeta si occupavano di quelli rimasti intorno. 

I tre Saiyan misero al tappeto i nemici in una manciata di minuti, Junior rimase impegnato qualche istante in più. Elly li guardò combattere e poi avvertì un brivido lungo la schiena, a cui non seppe dare un nome o un'identità. Diede un colpo di tosse e la trasformazione in Super Saiyan 3 si esaurì. Elly si guardò le mani sobbalzando. 

Dev'essere perché riesco a reggere il terzo livello ancora per troppo poco tempo, pensò.

La battaglia era finita e tutti si erano radunati intorno a lei. Junior le prese il viso tra le mani e la guardò negli occhi: 

"Stai bene?" le chiese. 

Elly annuì.

"Ma dov'eravate? Ho provato a cercarvi dappertutto e, Kamy, tu sei sparita in un attimo!"

Kamy, Goku, Junior e Vegeta si lanciarono un'occhiata: 

"Elly, dobbiamo dirti una cosa", avanzò Goku. 

"Non è necessario", ruggì Vegeta a denti stretti. 

"Invece sì", intervenne Kamy, "non sono sparita, Elly. Questa non è la dimensione che conosci tu."

Elly aggrottò le sopracciglia: 

"D-dimensione che conosco io? Di che stai parlando? Che vuol dire?"

"Ascoltami", le disse Junior con calma, "Adya aveva ragione. Si stanno aprendo delle dimensioni parallele anche qui, sulla Terra. Myreen è stata un'avvisaglia."

"Cosa?! Quindi io.."

"Sì", confermò Goku, "noi non percepivamo la tua aura e tu non percepivi le nostre, perché eravamo in due posti diversi. In due realtà diverse."

"Ma.. Ma se Kamy era nella vostra realtà, allora.. Perché il professor Obata.."

"Cosa?!
sbraitò Kamy afferrandola per le spalle, "cos'hai detto? Il professor Obata?!"

Elly annuì con la testa più confusa che mai:

"Sì, era qui, era in pericolo, gli ho salvato la vita! Ma perché, cosa.."

Junior sgranò gli occhi impietrito: 

"Elly, dov'è?" gli chiese con la voce che tremava, "dov'è adesso Obata?!"

Elly si guardò intorno alla disperata ricerca del professore, ma senza trovarlo. 

"I-io n-non lo so, Junior, l'ho lasciato lì e.. E poi è sparito, io.."

Goku, Junior e Vegeta si scambiarono un'occhiata rapidissima: 

"Siamo riusciti a entrare nella seconda dimensione grazie ai poteri di Junior e Kamy", la informò Vegeta, "ma non saranno in grado di gestire mille altre dimensioni, se e quando si apriranno. Dobbiamo rimanere uniti, oppure dovrai rimanere sempre con Junior o con qualcuno di noi."

"Ma che diamine sta succedendo?!" urlò Elly spazientita, "c'è qualcosa che dovrei sapere e che non so?"

Junior si massaggiò le palpebre e sospirò: 

"Ascolta, Elly", cominciò, "si tratta di Aedon."

Elly sgranò gli occhi: 

"Di.. Di nonno?!"

"È apparso in sogno a Vegeta qualche giorno fa. E stamattina Kamy ha avuto una visione, la stessa che abbiamo avuto io, Goku e Vegeta."

"Che visione? Cosa riguardava?"

"Pare che diversi anni fa tuo nonno avesse infranto una legge dominante su Vegeta", disse il Principe dei Saiyan, "dove era previsto l'obbligo di uccidere i bambini nati deformi o non idonei al combattimento."

"Cosa?!"

"Tuo nonno venne chiamato in causa per un bambino in particolare, chiamato Ephialtys. Non fu d'accordo con la decisione di Re Vegeta di lanciarlo giù dalla Rupe degli Dèi, perciò lo trasse in salvo di nascosto", aggiunse Junior, "lo fece allevare da Mirena, la più potente strega Saiyan del tempo, e quando fu cresciuto abbastanza, ritenne opportuno trasferirlo sul pianeta Udel per consentirgli di ambientarsi con un popolo che non sarebbe mai stato quello dei Saiyan."

A Elly si riempirono gli occhi di lacrime: 

"M-ma.. Ma è terribile..", mormorò, "non avevo idea che i Saiyan fossero..capaci di tanto."

"Le buone intenzioni di Aedon, però, non hanno avuto in seguito che ci si aspettava", aggiunse Goku, "siamo tutti perfettamente consapevoli di quanto Aedon fosse.. Atipico, come Saiyan. Aveva un gran cuore e, pur essendo stato il primo Super Saiyan del nostro pianeta, non amava i combattimenti, preferendogli la scienza. Purtroppo, però, all'indomani della missione sulla Terra per la quale lui e Leanna, tua nonna, erano stati designati, dovette salutare per sempre Ephialtys, raccomandandogli caldamente di non fare mai più ritorno su Vegeta."

"Ma.. Ma come aveva fatto a sopravvivere su Vegeta fino al trasferimento su Udel?" chiese Elly. 

"Qui entrano in gioco le dimensioni parallele", spiegò Kamy, "quando Mirena ebbe preso in carico Ephialtys, lo fece vivere in una dimensione specchio del pianeta Vegeta. Lui poteva interagire col mondo esterno, conosceva il pianeta, le sue regole, le sue dinamiche, ma.. Viveva praticamente in un altro posto. Nessuno lo vedeva, nessuno sapeva chi fosse. Per i Saiyan di Vegeta-Sei lui non esisteva neanche."

"È quello che è successo su Myreen", mormorò Elly, "e.. E anche quello che è successo oggi."

Kamy annuì: 

"Conosco bene questa tecnica e so come eluderla, sebbene non l'abbia mai utilizzata più di tanto. Le streghe Saiyan la usavano per conquistare i popoli degli altri pianeti, ed Ephialtys divenne talmente esperto da poterle creare a suo piacimento."

"La solitudine estrema lo portò a strutturare Udel in un modo a dir poco strabiliante", raccontò Vegeta, "c'erano soltanto dimensioni specchio. Piani e piani di realtà parallele costruite a mo' di labirinto, entro le quali nessuno, eccetto lui, riusciva a muoversi."

"Cosa ne è stato di lui?" domandò Elly in tensione. 

"Da quel che ne sappiamo, serbò rancore per tutta la vita nei confronti di Aedon", spiegò Junior, "ma le sue condizioni fisiche gli impedivano di muoversi da Udel. Così, pare che abbia perfezionato qualche altra tecnica particolare per raggiungere la Terra."

Un fulmine attraversò il cervello di Elly lasciandola senza fiato: 

"..tornando sotto un'altra forma", disse in un sussurro. 

Lanciò un'occhiata a Kamy che fu chiarificatrice per entrambe: 

"Il.. Il professor Obata.." disse Elly. 

Kamy si limitò ad annuire.

Ora era tutto più chiaro.

Il professore misterioso e malato, la terribile malformazione che lo affliggeva, quell'occhio vitreo e la sensazione strana che percepiva da lui. 

"Cosa vuole da noi?" chiese infine Elly. 

"Vendicarsi", rispose Goku, "di Aedon e del suo presunto abbandono. Ecco perché tu potresti essere il suo bersaglio principale, Elly, ecco perché ti avevamo tenuta fuori dai giochi. Cercavamo di proteggerti."

"Ho.. Ho appena salvato la vita a Ephialtys?"

"Temo di sì. Ed è per questo che dovremo fare in modo che non vi incontriate mai più, Elly."

"Ma nelle sue condizioni, come può.. Come potrebbe attaccarmi?"

Junior le indicò lo sfacelo lì intorno: 

"Direi che non si sporcherà le mani di persona."

"D'accordo. Ho capito. Qual è il piano, adesso?"

"Tu e Junior tornerete al Palazzo del Supremo", disse Vegeta, "e lì resterete. È possibile che l'esercito di Ephialtys riuscirà a trovarti, ma non c'è persona al mondo che possa proteggerti meglio di Junior."

"Io posso combattere", protestò stringendo i pugni, "lo avete visto! Ero un Super Saiyan di terzo livello, quando siete arrivati. Posso combattere!"

"Non combatterai", la contraddisse Junior, "non stavolta."

"Che significa?"

"Nessuno qui dubita della tua capacità di proteggere il pianeta, Elly", soggiunse Kamy, le iridi che non riuscivano a decidersi se essere rosa o rosse, "ma tu.. Tu hai un problema. Ed è un problema molto serio."

"Non conosciamo le reali potenzialità di Ephialtys", spiegò Goku, "ma quel che è certo è che una persona nelle sue condizioni è abituata a gestire e affrontare qualunque tipo di situazione. Per adattamento, mettiamola così. Ephialtys non sarà il guerriero temibile a cui siamo abituati. Potrebbe giocare in modo molto sporco, scorretto, crudele e, soprattutto, imprevedibile."

"Se ti ammalassi" soggiunse Junior a braccia conserte con la voce che vibrava, "se Ephialtys scoprisse qual è il tuo punto debole, ammesso e non concesso che non lo sappia già, come pensi di poter combattere?"

Elly fece uno sbuffo sardonico:

"Sangue per sangue", mormorò, "sarebbe stato un ottimo Saiyan."

"Non c'è tempo da perdere, adesso", li incalzò Vegeta, "tornate al Palazzo, al resto provvederemo noi."

Elly lanciò uno sguardo triste a Kamy: 

"Per quanti giorni non ti vedrò?"

Kamhara l'abbracciò: 

"Pochi. Te lo prometto."

Goku le grattò la testa con le nocche: 

"Se la montagna non va da Maometto, Maometto andrà alla montagna!" disse entusiasta, "l'importante è rimanere uniti. È pericoloso per te venire giù in città in questi giorni, ma niente vieta che possiamo venire noi al Palazzo."

Elly annuì e guardò Vegeta: 

"Siate prudenti", gli disse con affetto. Vegeta annuì, le poggiò una mano sulla spalla, l'attimo dopo tutti e cinque scomparvero raggiungendo destinazioni diverse.

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