In un'altra vita, forse

di KurryKaira
(/viewuser.php?uid=123499)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Resta con me ***
Capitolo 2: *** Il mio bisogno di te ***
Capitolo 3: *** Il domestico fantasma ***
Capitolo 4: *** Una bella famiglia ***



Capitolo 1
*** Resta con me ***


Era una serata di fine autunno, il traffico era particolarmente rumoroso, tanto da destare alcuni sospetti alle orecchie dei due giovani detective Kudo e Hattori. Ma non vollero prestarci troppa attenzione, non volevano ammetterlo, ma nella residenza Suzuki, davanti ad un camino e alcuni giochi da tavolo si stavano divertendo, ogni tanto un po' di relax lo meritavano anche loro, o no?
La proprietaria di casa, al solito, era estremamente rumorosa ma tutto sommato la sua allegria, doveva ammetterlo anche Shinichi, metteva di buon umore tutti quanti. Il suo ragazzo, il burbero più impacciato che avessero mai conosciuto, parlava poco ma la guardava di sottecchi profondamente innamorato, non doveva essere facile starle accanto, ma forse valeva altrettanto per la bella Sonoko. Aveva invitato in casa solo coppiette, che cosa aveva in mente quella pazzerella? Disse a Ran che in realtà aveva invitato anche Sera ma aveva rifiutato l'invito.
- Ah, e come mai?- Chiese incredula con la sua spudorata ingenuità la bella del cuore di Shinichi.
- Non mi ha detto perché, evidentemente non era in vena!- Rispose l'amica.
- Uff- sbuffò Shinichi indispettendola:- E' chiaro che ha intuito fosse una serata tra coppie e si è sentita a disagio!-
Heiji e Kazuha sussultarono:- Serata tra coppie?!- Heiji guardò Shinichi come a dirgli "fa' silenzio, quella scema di Kazuha non l'aveva ancora capito!" e la ragazza invece vistosamente imbarazzata guardò le amiche che le fecero cenno di farsi avanti col suo amato.
Sonoko si intromise, cinica:- Senti carino- a Shinichi:- Se così fosse, perché invece la tua amichetta ha accettato di venire eh? Che poi, chi è? Ran, io al posto tuo mi preoccuperei!-
Ran sussultò imbarazzata. Shinichi, nervoso per essere stato smentito da una gallina, si voltò a guardare la donna sul divano. Se ne stava seduta non molto elegantemente, le gambe affusolate ricoperte da collant occupavano quasi tutta la superficie, e le sue scarpe erano quelle più in disordine lasciate all'entrata. Beveva del vino direttamente dalla bottiglia visto che Sonoko (nonostante le accuse) glielo aveva gentilmente offerto.
- Shiho- disse Shinichi, lei si voltò:- Mm?-
- Tutto ok?-
- Certo- rispose lei dal divano tornando a bere.
Sonoko nell'orecchio a Ran:- Si è trovato un'amante che è la copia di tuo padre in questo momento!-
Ran si alterò, Shiho la sentì e non riuscì a trattenere una risata sporcando un po' il divano con degli schizzi di vino:- Oh scusa- chiese poi a Sonoko cercando qualcosa per pulire.
Sonoko:- Lascia stare, non preoccuparti- le disse, cinica ma sempre molto gentile.
Heiji guardò Shinichi, i due si capirono con il solo sguardo.
Il giorno prima, a casa del professor Agasa, Conan e Ai mangiarono qualcosa che fece loro male, stettero tutta la notte a casa del professore con i brividi e il giorno dopo si svegliarono adulti. Avevano dormito vicini, senza darci peso, ma svegliarsi nel loro corpo ufficiale, mezzi nudi, li lasciò in un imbarazzante disagio. Soprattutto Shinichi, cercò qualcosa per coprirsi e poi per coprire lei.
- So vestirmi da sola- disse lei ridendo di lui:- Calmati, non stai mica tradendo Ran- gli disse con quel suo modo di fare, odioso, ed estremamente sensuale.
Shinichi la ignorò scuotendo la testa:- Sai spiegarmi cos'è successo?-
Shiho:- Di solito sei tu a capire tutto.-
Shinichi:- E piantala!- Voleva una spiegazione.
Shiho si infilò uno dei camici del professore e lanciò a Shinichi una maglietta e un pantalone di quest'ultimo, indossandoli notarono, come ovvio, che gli andavano larghissimi e Shiho per questo non riusciva a smettere di ridere. Shinichi:- Chi ti capisce è bravo- Shiho gli ticchettò la fronte:- Oh, più bravo di te. Incredibile- continuava a prendere in giro la sua modestia. Il professor Agasa entrò nella stanza, visto il rumore, e rimase così colpito che quasi ebbe un attacco di cuore.
Shiho, bagnando la fronte del vecchietto con un fazzoletto umido:- Deve essere la solita reazione chimica. Saranno le cose che abbiamo mangiato.-
Shinichi:- Ma non è permanente vero?- Sarebbe troppo bello crederci. Shiho fece due calcoli, sarebbero rimasti con quel corpo una settimana circa! Era tantissimo tempo, Shinichi sorrise, Shiho no.
- Sarai felice, vai a goderti la tua fidanzata- sorrise la donna ma i suoi occhi erano vuoti.
- Shiho- le si avvicinò:- Sei spaventata?-
- Sì- tremò appena:- Per loro sarà più facile trovarmi se questo è il mio aspetto!-
Agasa si intromise:- Magari invece cercano una bambina e non danno più peso a un'adulta!-
Ignorarono la sua inutile uscita, lei nascose il volto tra i capelli, lui, in un riflesso incondizionato, le scostò quei ciuffi accarezzandole il viso. Lei sollevò lo sguardo. - Ehi- le disse delicato:- Andrà tutto bene finché sarai con me.-
Lei sbuffò nel suo solito sorriso cinico:- Il solito modesto.-
Il telefono di casa suonò, il professore andò a rispondere. Era Ran. Cercava Conan, il professore inventò una scusa e la mise in vivavoce. - Ah, quindi rimarrà da lei tutta la settimana? Sicuro che non sia un problema?-
Agasa:- Ma no, è un così caro bambino!- Shiho guardò Shinichi prendendolo in giro.
Ran:- E' vero, Conan è adorabile!- Shiho continuava a prenderlo in giro, Shinichi la odiava quando faceva così.
Ran:- Comunque grazie, ero preoccupata perché non rispondeva al telefono.-
Shinichi guardò il cellulare di Conan e in effetti aveva un po' di chiamate perse.
Ran:- Per giunta non risponde nemmeno Shinichi! Ma immagino lei non abbia anche sue notizie. Ehehe.-
Shinichi guardò l'altro cellulare e in effetti aveva un po' di chiamate perse, inarcò un sopracciglio, Shiho lo strattonò.
Il professore guardò il ragazzo che fece lui cenno di no.
Agasa:- Eh no, chissà che combinerà quel mattacchione!- Involontariamente indispettì la fidanzata al telefono, indispettì Shinichi e rallegrò Shiho che rise in maniera sguaiata quasi facendosi scoprire.
Chiusa la chiamata col professore Ran tentò di nuovo di chiamare Shinichi, al che lui rispose e le disse di essere in città. Dopo una prima litigata sul perché non gliel'avesse detto subito lei gli propose di venire alla festa che il giorno dopo Sonoko avrebbe organizzato, sarebbero venuti anche Heiji e Kazuha, si sarebbero divertiti!
Shinichi:- Io e te, Heiji e Kazuha, e Sonoko e Makoto... mm...- che serata noiosa doveva venire fuori? Ma Shiho lo strattonò, era nel suo corpo, non lo sarebbe stato a lungo, doveva approfittare. Aveva ragione, riuscire a guardare Ran dall'alto era un'occasione che non andava sprecata, anche se avrebbe avuto per tutta la sera gli sghignazzi di Sonoko nelle orecchie. Quanto amava Ran, quanto avrebbe voluto stringerla più che poteva ora che il corpo glielo permetteva. Poteva abbracciarla anche come Conan sì, ma da Shinichi era tutta un'altra cosa.
Si ritrovò con le gote arrossate e, ancora una volta, una Shiho che lo prendeva in giro.
Il giorno dopo Shinichi si preparò:- Allora vado alla festa- disse sull'uscio.
Shiho:- Certo che ci devi andare- ma il suo sguardo era di nuovo spento.
Shinichi le sfiorò il braccio:- Vieni- le disse e lei si illuminò:- Andrà tutto bene finché sarai con me- ripeté la stessa frase del giorno prima, lei annuì e corse a prepararsi, per fortuna il professore Agasa aveva preso un po' di vestiti per entrambi.
In effetti però, non fu facile spiegare chi diamine fosse l'amichetta che Shinichi si era portato alla festa. Fu sincero:- E' una ragazza che sto seguendo per un caso. E' stato al momento accantonato ma... non ha amici in città e...-
Sonoko lo guardava malissimo, ma anche Ran sospettava. Shinichi guardò Shiho sospirando, lei sorrise alzando le spalle ed entrando in casa senza nemmeno aspettare il permesso.
Sonoko:- Ehi!- Le urlò Sonoko.
Shiho:- Se farò qualcosa di sbagliato ci penserà il tuo uomo a mettermi in riga, no?- Diede due pacche al petto di Makoto che imbarazzato e incredulo se ne stava come uno stoccafisso nel centro del salotto. Sonoko ora era distratta dalla bellezza e stazza del suo ragazzo e accettò la situazione, Ran invece si convinse per il semplice fatto che si fidava di Shinichi. Sorrise vedendolo ancora lì sull'uscio e piena di gioia gli si lanciò al collo.
Quando arrivarono Heiji e Kazuha il ragazzo dovette prendere Heiji in disparte e spiegargli la situazione, perché che quella era Ai gli era stato chiaro da subito.
E adesso giocavano chi più e chi meno allegramente attorno a quel lungo tavolo scaldati dal camino. I suoni dei clackson li infastidivano non poco.
Sonoko mise a posto il gioco una volta terminato, che poi, non c'era gusto a giocare con Shinichi e Heiji. - Ma avete notato?- Disse la biondina:- Non assomiglia moltissimo ad Ai?- Guardando la donna mezza brilla e tutti si soffermarono a guardarla.
- Vero- disse Heiji, Shinichi sbuffò.
Kazuha:- Ora sappiamo che Ai crescendo diventerà proprio una bella ragazza!- Cercava di essere gentile con l'ospite ma Ran venne colpita in pieno.
Sonoko:- Eh sì, Shinichi ha una bella amante!- Mise il braccio attorno al collo dell'amica:- E piantala Sonoko!- Indispettendola.
Kazuha:- Ran, sai che non è quello che penso!- Si scusò e Ran ridacchiando la perdonò.
Heiji:- Shinichi, dovresti essere tu ad obiettare!- Lo prese in giro ma Shinichi voleva ignorare tutto ciò che secondo lui era stupido, e accasciato stanco su quel tavolo si limitò a guardare Shiho che aveva sempre lo sguardo perso nel vuoto e le labbra ancora umide dall'ultimo sorso.
Il ragazzo di Osaka si avvicinò all'orecchio dell'amico:- Non credi che l'alcool possa farle l'effetto collaterale di farla tornare bambina?-
Shinichi:- Spero sappia quello che fa. Anche se, tornare bambina, credo sia quello che voglia.-
Heiji:- Mm...-
Shinichi continuò con sguardo serio:- A volte penso che lei voglia tornare bambina a tutti gli effetti.-
Heiji:- Tornare indietro nel tempo eh...-
Shinichi:- Ci deve essere stato un tempo in cui si sentiva sicura e felice. Ci deve essere stato per forza, no?-
Heiji portò le braccia dietro la nuca respirando profondamente:- Purtroppo non si può scappare dai problemi rifugiandosi nel passato.-
Shinichi continuava a guardarla:- Non si può rimediare ai propri sbagli scappando, lo sa benissimo.-
Shiho si voltò e i loro sguardi si incrociarono. Heiji strofinò i capelli di Shinichi innervosendolo ma riportandolo alla realtà. Sonoko cercava di parlargli, e in effetti subito dopo il gesto di Heiji quello di Makoto fu più chiaro, diede una botta al tavolo così forte che quasi sembrò un terremoto.
Kazuha:- Ok ok, la ascoltiamo la tua ragazza...- bofonchiò.
La proprietaria di casa salì sul tavolo lasciando tutti sconcertati e prese in mano una bottiglia di plastica ormai vuota:- Cambiamo gioco!- Disse con aria truce.
Ran e Kazuha la capirono al volo diventando rosse:- Che gioco vuoi fare?!-
Sonoko:- Avete capito bene! Il gioco della bottiglia, ovvio!-
Ran l'acchiappò riportandola a terra, in tutti i sensi:- Sei pazza?!-
Sonoko, sussurrando al suo orecchio:- Perché?! Magari quell'addormentato di Shinichi si deciderà a baciarti!-
Ran:- Ma il gioco della bottiglia è casuale! Potrei capitare col tuo ragazzo sai??-
Sonoko furba:- Faremo in modo che le cose sconce capitino solo coi rispettivi partner, tranquilla!-
Kazuha si intromise furiosa:- Ma io non ho nessun partner qui!-
Sonoko ridacchiò:- Suvvia, questo gioco è quasi più per te che per Ran. Magari vi date una mossa tutti e due!-
Heiji si sentì preso in causa visto che le tre lo guardavano sogghignando, rabbrividì.
Non si sa come, Sonoko convinse tutti, anche il suo ragazzo. - Cosa? Il gioco di che?- - Della bottiglia.- - Si beve?- - Non si beve, è un gioco dove si danno bacetti o scherzi, roba simile- Makoto si irrigidì ancora di più sia all'idea che lui dovesse baciare Sonoko e sia all'idea che qualcun altro dovesse farlo, squadrò con sguardo assassino tutti i presenti in sala, donne o uomini, non faceva differenza, Sonoko era sua! Poi tornò a parlare con la ragazza:- Sei troppo esuberante! A volte sembra che cerchi i problemi!- La ragazza alzò gli occhi al cielo, ogni tanto sembrava uscito dal secolo scorso quell'uomo, lo ignorò completamente, e fece sedere tutti in cerchio vicino al camino. - E tu signorina?- Chiese alla ragazza sul divano:- Vuoi giocare con noi?- Shiho le sorrise:- Sei tanto carina- le disse sincera visto che nonostante il sospettato adulterio di Shinichi la biondina la trattava comunque con estremo garbo, e lo stesso faceva Ran, in effetti la giovane Mouri era andata a prendere alcune coperte per porgergliele:- Mi sembrava che avessi freddo- le disse:- Sono sicura che Sonoko non si farà problemi a prestarti qualche coperta- e infatti Sonoko alzò le spalle assecondandola. Ran sorrise:- Sai, lei è un po' così. Ma è una della donne più in gamba che conosco! Anche Kazuha ovvio.-
Heiji ridacchiò visto che Kazuha era stata aggiunta solo per gentilezza, lei lo strattonò talmente forte che quasi lo gettò nel camino, Makoto ancora era distratto da quel "sei tanto carina" che era pronto a tenersi stretto la sua donna con le unghie e con i denti. Shiho prese volentieri le coperte dalle mani di Ran, sapeva benissimo quanto quella donna fosse altruista, aveva avuto modo di dimostrarlo più e più volte ad Ai e mai avrebbe smesso di esserle grata. A volte, in realtà spesso, pensava che Shinichi non la meritasse affatto una come lei. Bella, affettuosa, forte, coraggiosa e sensibile, Ran non aveva un difetto, pensava. Si voltò a guardare Shinichi che annoiato continuava a posare il suo sguardo su entrambe:- Facile Shinichi eh...- gli disse essendo poco chiara. Facile innamorarsi di una come Ran. Ma a pensarci, a parte quel suo caratteraccio, anche Shinichi era un uomo meraviglioso e mai si era sentita protetta come quando lo aveva accanto. Chissà cosa pensavano veramente di lei invece? Si guardò attorno, l'alcool non aiutava la sua lucidità. A pensarci ancora meglio, erano tutti ragazzi straordinari, tra intelligenza e forza fuori dal comune, e tutti avevano un grande grande cuore. Ne era certa, nessuno di quei ragazzi, in nessuna vita, avrebbe commesso i suoi stessi errori. Chissà perché le venne in mente Akemi? Che domanda sciocca, le veniva sempre in mente Akemi. Si lasciò scivolare su quel divano rannicchiandosi in quelle coperte, sfiorò la mano di Ran che la aiutava a rimboccarle e rispose dolcemente a Sonoko:- No grazie, divertitevi anche per me, mi raccomando.-
E così fecero i ragazzi, si prepararono a giocare costretti dalla svampita proprietaria. Heiji guardò Shinichi sapendo bene che continuava, di tanto in tanto, a guardare la triste ex componente di quell'organizzazione malavitosa.

In quello stesso istante il telefono di Kogoro Mouri suonò, se ne stava mezzo addormentato con un boccale di birra ancora mezzo pieno in mano, lo squillo lo fece sussultare tanto che se ne versò un po' addosso, imprecando alzò la cornetta.
- Si può sapere chi è a quest'ora?!- Urlò, ma in realtà non era così tardi, erano appena le 21.
- Goro- disse una voca preoccupata, una voce che conosceva benissimo, tanto che si calmò all'istante sentendola con un groppo in gola.
- Eri, che è successo?!-
- Stai tranquillo- gli disse ma lui si agitò ancora di più.
- Dov'è Ran?- Chiese la donna:- E' con te?-
- No... no è a casa di Sonoko con i suoi amici, c'è anche Shinichi con lei. Dormiranno lì.-
La donna sospirò sollevata:- Ottimo, se Shinichi è con lei sono più tranquilla.-
Goro si agitava più che mai, sbraitò colpendo la scrivania facendone rovesciare qualche oggetto:- Vuoi essere chiara Eri?! Ran è in pericolo?!-
- No, stai tranquillo. Lei non è in pericolo. E' con me che l'ha.-
Il detective impallidì:- Questo non mi tranquillizza- disse.
Eri:- Senti le sirene della polizia vero?-
Goro:- Sì, sia dalla tua parte del telefono che qui da me. Sei vicina?-
Eri:- Sono con dei poliziotti adesso.-
Goro:- Vuoi essere chiara maledizione?!-
Eri:- Sì, non volevo rovinarti la serata, un tizio che ho fatto carcerare è evaso e...-
Goro:- Oh dannazione- aveva già capito, voleva vendicarsi:- E' armato?-
Eri:- Sì. Ti ho chiamato solo per assicurarmi che non prenda di mira te o Ran, fate attenzione.-
Goro strinse i pugni:- Farò mandare una pattuglia anche verso casa Suzuki, penso che lì la sorveglianza sia già abbastanza.-
Eri:- E tu?-
Goro:- Io me la cavo.-
Eri rise nervosamente:- Ah sì?-
Goro:- Con quale squadra sei? Dove ti trovi? Ti raggiungo.-
Eri:- No no, volevo solo assicurarmi che stessi attento, tutto qua. Non ho bisogno di te.-
Goro:- Non costringermi a rintracciare la chiamata!-
Eri si innervosì:- Sono circondata da poliziotti, non ho bisogno di uno stolto detective per sentirmi al sicuro!-
L'uomo si innervosì ancora di più, gettò di peso tutta la scrivania. La chiamata cadde sull'ultimo tonfo proveniente da casa Mouri. Eri:- Quello scemo finirà per farsi scoprire. Perché l'ho chiamato?!-

- Quante sirene- disse Ran un po' preoccupata sentendole lungo la strada. Shinichi che se n'era già accorto da un pezzo annuì. La voglia di scoprire cosa succedeva era tanta, e lo stesso valeva per Heiji, ma la voglia di passare una serata tranquilla con Ran era anche di più. Le sfiorò la mano rassicurandola:- Abbiamo bravi poliziotti.-
Ran sorrise:- E' vero!-
Cominciarono a giocare e Sonoko fece roteare la bottiglia, il detective di Osaka si irrigidì, aveva realizzato veramente solo adesso di quello che poteva capitare, guardò timido Kazuha, voleva farle una bella dichiarazione, superiore a quella che Shinichi fece a Ran a Londra, non poteva sprecare il suo momento così, maledetta Sonoko e le sue idee! Certo però che... baciare Kazuha... iniziò a ridacchiare da solo come uno stupido tanto che sia Shinichi, che la sua amata Kazuha lo guardarono con profondo imbarazzo.
Shiho si addormentò subito, nemmeno il tempo che la bottiglia finisse il suo primo giro. Kazuha, la prima "vittima" designata dalla bottiglia. Heiji cominciò a sudare freddo, a Shinichi venne da ridere. Ran strinse le mani emozionata come se fosse al posto dell'amica. Kazuha la guardò con occhi preoccupati, il cuore le balzò in gola.
Ran:- Allora Sonoko? Dovresti dire cosa dovrà fare? O no?-
Sonoko:- No no, deciderò cosa deve fare solo quando sarà stato scelto l'altro giocatore dalla bottiglia!-
Shinichi:- Ma non funziona così!- Heiji tirò lui un pugno nel fianco talmente forte che il detective si ammutolì per un bel po'. Guardò il suo carnefice che lo fulminò "lascia giocare Sonoko come meglio crede!" Era ovvio che la ragazza avrebbe fatto capitare le coppie di proposito. E casualmente (in realtà Sonoko si era impegnata tantissimo per farlo capitare, sfidando il destino) la bottiglia indicò proprio Heiji. Kazuha urlò e Heiji deglutì. Sonoko sogghignò soddisfatta.
Ran:- Tu sei magica Sonoko!-
Sonoko fiera:- Lo so!-
Makoto ridacchiò e Shinichi dovette fare altrettanto, doveva ammettere che Sonoko come Cupido se la sapeva cavare.
La bionda si alzò di scatto pronta a dire l'obbligo che i due giocatori avrebbero dovuto affrontare:- Alzatevi, alzatevi!-
Heiji:- Perché mai?!- Urlava senza nemmeno rendersene conto, e in tutto ciò ubbidiva, anche Kazuha si alzò tremando.
Sonoko prese la mano di lei e la mano di lui:- Allooooora...-
Heiji:- Quanto la tiri per le lunghe.-
Sonoko:- Calmati carino, tra un po' oltre le sirene della polizia sentiremo anche un'ambulanza per il tuo attacco cardiaco.-
Kazuha lo guardò, è vero, Heiji era agitatissimo, perché mai? Si colorò ancora di più all'idea che lui fosse agitato perché moriva dalla voglia di baciarla.
Ma no, non poteva essere così, sicuramente era tutto il contrario!
Sonoko sempre più sghignazzante li strattonò per farli avvicinare ancora di più e fece loro tenere le mani:- Su, scambiatevi un lungo baaa...-
Ok, era vero, avrebbero avuto entrambi un attacco di cuore. Ma per loro sfortuna, o fortuna, Sonoko venne interrotta dall'urlo di Shiho. Si voltarono, che era successo? Respirava agitata su quel divano. Kazuha prese la palla al balzo, lasciò subito le mani di Heiji per correre dalla ragazza:- Hai avuto un incubo?- Chiese cercando di aiutarla, Ran fece altrettanto avvicinandosi.
- Shinichi- disse lei tra le lacrime, in quello che era visibilmente un attacco di panico:- Voglio Shinichi- disse alle ragazze. Ran strinse i pugni, un po' gelosa forse, ma capì, e fece cenno al suo ragazzo di raggiungere la giovane. Shinichi non se lo fece ripete, le si accovacciò accanto, mentre gli altri gli erano intorno.
Shinichi:- Calmati Shiho, hai solo sognato.-
Shiho si alzò dal divano traballando, si aggiusto appena la corta gonna di flanella lungo i fianchi e prendendolo per la giacca lo strattono verso il bagno.
Ran strinse ancora i pugni, Sonoko la consolò:- Si chiudono in bagno insieme?- Male, la consolò male.
Heiji voleva seguirli. Kazuha:- Dove vai?- Heiji:- Voi restate qua, sono un detective no? Scoprirò se i due hanno una relazione nascosta!- Disse ridendo prendendo in giro Ran ma voleva solo una scusa per seguirli. Infatti rimase fuori dalla porta del bagno cercando di origliare.

- Senti le sirene, le senti?- Diceva agitata con le lacrime.
Il ragazzo cercava di calmarla:- Non sono qui per te. Shiho, calmati, sei ubriaca e hai un attacco di panico. Cerca di ragionare, non sei stupida. E sai quanto ti ammiro per questo- le afferò le braccia nel tentativo di calmarla.
La ragazza agitata si lasciò scivolare verso di lui tirandogli qualche ceffone di panico sul petto:- Aiuto. Aiutami Shinichi. Dormi con me sta notte, non lasciarmi sola.-
- Non sei sola. Ero con te Ai.-
Lei lo guardò. - Scusa, Shiho. Ero con te. Ero a pochi metri.-
Lei continuava a piangere perdendosi nella maglia di lui:- Eri troppo lontano. Resta con me.-
E il ragazzo non seppe replicare, la tenne stretta tra le braccia aspettando che si calmasse. "Resta con me" pensò che quella notte non l'avrebbe dimenticata così facilmente. "Resta con me, dormi con me" ingoiò saliva stringendo i pugni e stringendo lei ancora di più, sembrava una bambina solo adesso, raramente lo sembrava sotto l'aspetto di Ai.
- Sono qui.-
- Resta con me- il detective si chiese se questa frase avesse un significato più profondo, era ubriaca, o forse solo sincera?
- Sono qui- ribadì. Heiji aprì piano, non si stupì a trovarli abbracciati mentre lui le accarezzava i capelli come si farebbe con un animale impaurito. Si limitò a guardare Shinichi con aria sconfitta, avrebbe voluto aiutarli, avrebbe voluto aiutare entrambi; Shinichi ricambiò lo sguardo, fece un cenno come a ringraziarlo e tranquillizzarlo.
- Dì a Ran che mi dispiace- gli disse Shinichi continuando a stringere Shiho:- Avrei voluto davvero giocare insieme a lei, ma Shiho ha bisogno di me, a volte più di quanto non ne abbia bisogno lei...-
Heiji assecondò e richiuse la porta lasciandoli soli.
Ai ragazzi che aspettavano nel salotto disse la verità, cioè, non tutta la verità:- La ragazza è nel panico, si sente perseguitata e ha bisogno di Shinichi. Rimarrà con lei fino a quando non le sarà passata, ok?- Sfiorò la spalla di Ran come se aspettasse conferma solo da lei. Ran annuì, con estrema grazia, gentilezza e educazione. Ran:- Sono molto preoccupata per lei- disse sincera la donna dal cuore d'oro. Raccolse le coperte da quel divano:- Sonoko, sono un po' stanca, posso andare già in camera?- Disse sorridendo ma i suoi occhi erano lucidi.
Sonoko annuì. Kazuha:- Vengo con te- e Sonoko disse altrettanto:- Anche io.-
Ran:- Che dite? Divertitevi un altro po'! Dove eravate rimasti?- Ridacchiò guardando Kazuha che imbarazzata volle cambiare discorso.
Heiji sbuffò:- Andiamo tutti a letto dai, continueremo a chiacchierare nell'attesa di Morfeo.-
Sonoko guardò i due maschietti rimasti, visto che non avrebbero certo dormito in coppia, il papà di Sonoko non lo permetteva, le ragazze in camera con le ragazze e i ragazzi in camera con i ragazzi. Sonoko sbuffò:- Kyogoku, non mettere in imbarazzo Heiji visto che praticamente siete solo voi due finché quella non si riprende lasciando libero Shinichi.-
Il karateka si limitò a fissare Heiji mettendolo in un profondo imbarazzo. Heiji si pentì amaramente di essere venuto, per l'ennesima volta in quel giorno.
E ognuno raggiunse la propria camera, a parte Shiho e Shinichi che per un po' rimasero accovacciati in quel bagno dalle bianche piastrelle e la luce luminosa, prendere sonno lì non era facile. Shinichi sorrise sconfitto dalla situazione nell'attesa che quelle sirene si spegnessero calmando il cuore impaurito di Shiho Miyano.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il mio bisogno di te ***


- Sei proprio uno stupido!- L'avvocato diede dei colpi al petto dell'ex poliziotto esperto di Judo:- Metti che parta qualche proiettile!-
Kogoro prese il volto della moglie tra le mani:- Sai che non temo questo. Avessi una pistola dovrebbe preoccuparsi quel delinquente, altroché.-
Eri Kisaki si scostò liberandosi:- Ma non capisci che mi metti in agitazione?!-
Goro:- E perché mai? Sono qui per difenderti!-
Eri:- Ho smesso di aver bisogno di te molto tempo fa- puntualizzò.
- Tu non hai mai avuto bisogno di me- rispose schietto il marito ma non abbandonando la postazione, parlò con alcuni colleghi per capire al meglio la situazione.
Constatarono che non era prudente portare Eri né a casa sua né a casa del marito, colui che attentava alla sua vita l'avrebbe certamente cercata in quei posti. Kogoro Mouri insieme ad altri poliziotti la scortarono fino alla centrale.
L'ispettore Megure sapeva ogni cosa:- Non preoccuparti, lo prenderemo Mouri.-
Goro:- Non lo metto in dubbio- guardò severo l'amico:- Se così non fosse dovreste vedervela con un altro problema- riferendosi chiaramente a sé stesso. L'avvocato seduto su una panca li ascoltava nervosa, sbuffò con le mani al petto. Il marito, da cui era da tempo separata, la raggiunse accomodandosi al suo fianco.
- Perché diavolo ti comporti così?!- Le disse nervoso ma a voce bassa, la donna si limitò a guardarlo con sguardo truce.
- E' inutile che mi guardi così- aggiunse lui:- non ci arrivo, mi hai sempre guardato così- fece notare e allora a lei venne da ridere, si rilassò lasciando cadere il volto sulla spalla di lui con fare affettuoso, e lui le circondò la spalla protettivo.

- Allora...- cercava di rompere il ghiaccio il ragazzo che proprio non aveva sonno.
- Mm?- Rispose il fidanzato della bella Suzuki. Erano ognuno nei propri letti a guardare il soffitto.
- ...eeeeh- concluse così il discorso Heiji Hattori che a volte intelligente non lo sembrava affatto.
- Pensi che stia succedendo qualcosa di pericoloso qua fuori?- Chiese allora il principe del Karate.
Il detective lo guardò:- Come posso saperlo, sono qui con voi.-
Makoro ricambiò lo sguardo, serio:- Voi due sapete sempre tutto. A volte mi fate paura- disse e a Heiji venne da ridere:- Non pensavo che uno come te potesse avere paura!-
Il ragazzo si tolse gli occhiali ridacchiando timido e li posò sul comodino:- Ho paure di molte cose in realtà- disse delicato.
Heiji assecondò:- Ti capisco.-
Kyogoku:- Ad esempio ho spesso paura che Sonoko venga presa di mira da qualche malintenzionato. Sai, è molto ricca e anche molto bella.-
Heiji sorrise tornando a guardare il soffitto:- Sì, lo so. Ma sono certo che tu non temi di difenderla.-
Kyogoku:- Quello mai, non c'è avversario che tema.-
Heiji:- Io pratico Kendo, sai? Però non sono coraggioso come te, ad esempio, Kazuha la temo tantissimo!- Rise di gusto e anche l'altro scoppiò a ridere.
Finito di ridere il ragazzo robusto disse:- Scusa per Sonoko, non voleva mettervi in imbarazzo. Ma crediamo tutti che tra voi due ci sia qualcosa e lei non sa darsi tempo.-
Heiji non rispose subito ma rimase col sorriso stampato sul volto:- E' rassicurante quello che voi pensiate di noi. Vorrei poterlo pensare anche io!-
Kyogoku:- Non sei così intelligente se non arrivi a una cosa simile...-
Il detective si indispettì e iniziò ad attaccare briga noncurante della stazza dell'altro, in realtà il coraggio non mancava nemmeno a lui, ma soprattutto non gli mancava l'impulsività:- Ehi! Parla quello che sembra veramente un tonto nel relazionarsi con gli altri!-
Kyogoku alzò le spalle:- So di esserlo- per fortuna non si lasciò colpire dalle parole di Heiji e si voltò verso il muro provando a dormire. Heiji sospirò, per fortuna Makoto sapeva mantenere la calma, il più delle volte; tornò a guardare il soffitto ma proprio non riusciva a prendere sonno.

Le ragazze anche faticavano a prendere sonno.
- Ran, come va?- Chiese la migliore amica rannicchiandosi nello stesso letto della mora, pronta ad abbracciarla nel caso di un attacco nevrotico da cui nemmeno la dolce Ran era sempre esente.
- Va bene!- Disse lei con vivacità facendo spazio a Sonoko, Kazuha le guardò rimanendo nel suo letto, non era convinta.
Sonoko:- Se Sera fosse qui forse gliene direbbe quattro a Shinichi, e farebbe bene!-
Ran:- No no, che colpe ha Shinichi? Si sta solo comportando da buon amico e professionista!-
Kazuha annuì ma non riusciva a trovare giusta la situazione. Non a caso a Ran, poco dopo, venne da piangere, e si accovacciò tra le braccia della bionda che la strinse forte più che poteva.
La ragazza di Osaka si avvicinò, mettendosi a sedere vicino le due:- Oh Ran...-
Sonoko non riuscì a trattenere a sua volta le lacrime vedendola così:- Ran! Ran, io scherzo! Sono sicura che Shinichi non sia un traditore! Lui ti ama tantissimo!-
- Lo so- disse Ran tra i singhiozzi:- Non sto piangendo per quello!-
Kazuha:- E per cosa allora?-
Ran si asciugò le lacrime, anche se era inutile visto che ne uscivano di nuove:- E' che... Sonoko, tu lo sai bene, anche con Kyogoku è così, le occasioni per vedersi con i nostri ragazzi sono talmente poche e... ogni volta succede qualcosa e io...-
Sonoko le accarezzava la testa consolandola:- E tu non riesci mai a stare sola con Shinichi. Hai ragione, hai ragione, sfogati!-
Kazuha strinse le coperte trattenendo a sua volta le lacrime.

Heiji:- Ma le senti piangere anche tu le ragazze di la?- Nemmeno il tempo di dirlo che Makoto si era già alzato, cupissimo, quasi ruppe la porta e le raggiunse.
Heiji:- Quello è un pazzo, io sto dormendo con un pazzo- si alzò seguendolo.

Quando Kyogoku spalancò senza ritegno la porta le ritrovò tutte e tre abbracciate, ma prese dalla paura che il ragazzo li aveva causato avevano smesso di piangere e si limitarono e lanciarli cose addosso, come abat jour e quant'altro, che lui abilmente parò.
Sonoko:- Ma sei impazzito Kyogoku??-
Kyogoku:- Vi ho sentite piangere.-
- Oooh- allora dissero in coro innamorate di lui all'istante.
Heiji apparse alle sue spalle, saccente:- Anche io vi ho sentite piangere.-
Kazuha:- E scommetto che non ti stavi scomodando affatto!-
Heiji:- Sono qui mi pare.-
Kyogoku:- Non stava venendo.-
Le ragazze:- Oooh- a Makoto e guardarono Heiji stizzite che sconcertato se ne tornò nervoso e con la coda tra le gambe nella sua stanza.

Piano a piano il pianto isterico di Shiho si calmò, respirava piano ma si stava calmando. Si staccò dal petto di Shinichi, si avvicinò al water e vomitò.
Il ragazzo le si avvicinò per aiutarla.
Shiho:- Sto bene- disse respirando piano, lui le passò qualcosa per pulirsi.
Shinichi:- Va meglio?-
Shiho:- Scusa.-
Shinichi:- Hai bevuto troppo.-
Shiho:- Non ho bevuto troppo, è stata l'agitazione.-
Shinichi:- Come vuoi tu. Non rischi di tornare Ai? L'alcool, il vomito. Tu ne capisci più di me.-
Lei lo guardò soddisfatta, era raro che Shinichi dicesse a qualcuno "ne capisci più di me".
Shiho:- Chissà- rispose semplicemente la ragazza. Rimasero seduti in quel bagno ancora un po', ma lei non abbracciava più lui, ora abbracciava il water.
Shinichi:- Non farti scoprire da Ran Shiho, è importante per me.-
Shiho:- Lo so, sciocco.-
Poco dopo la ragazza scoppiò a ridere.
Shinichi:- E ora che c'è?-
Shiho si guardò attorno:- C'è che non è la più romantica delle situazioni.-
Shinichi arrossì:- Perché dovrebbe essere romantica?-
Shiho:- Non doveva esserlo per te- sorrise, e Shinichi non capiva come riuscisse a trovarla attraente anche mentre era abbracciata a della fredda porcellana sporcata di vomito. Il ragazzo si limitò a ricambiare il sorriso guardano le piastrelle del pavimento.
La donna si alzò, si sentiva meglio, e anche il panico era diminuito, si lavò per bene il viso al lavandino, Shinichi si alzò da terra seguendola.
Shiho:- Vai da Ran, e scusa per tutto.-
Shinichi:- Sei sicura?-
Shiho lo guardò:- Sono sempre sicura.-
Shinichi:- Non sembra. Mi hai chiesto di dormire con te.-
Shiho lo spintonò continuando a prenderlo in giro:- Ehi, non con la tua fidanzata a un muro di distanza.-
- Piantala, cretina!-
- Ero solo ubriaca Shinichi, l'hai detto anche tu.-
- Ma magari proprio per questo eri sincera.-
Si strofinò l'asciugamano tra le mani e poi lo mise a posto:- Sincera? Che cosa vuoi dire mr.simpatia? Che voglio dormire con te ma non te l'ho mai detto?-
Il ragazzo sbuffò:- Spaventata Ai.-
- Shiho- lo corresse.
- Shiho. Oggi sembro quello scemo di Heiji che confonde i nomi- guardò in aria e poi continuò:- Con sincera intendevo spaventata. Ti mostri forte, a volte troppo, e poi crolli come oggi.-
- Vai da Ran.-
- Io non ti lascio.-
Rimasero in silenzio diversi secondi fino a quando lei, ridacchiata ancora, continuò:- Vuoi dormire qui? Nel bagno? Fa un po' freddo non credi?-
Shinichi in effetti non sapeva rispondere.
- Andiamo da Ran insieme?- Propose e allora la ragazza accettò alzando le spalle.
Bussarono alla porta delle ragazze.
Sonoko:- Chi è?-
- Sono Shinichi, c'è anche Shiho.-
Le ragazze si alzarono tutte e tre per andare ad aprire. I due ragazzi si stupirono nel vedere che Makoto era lì con loro.
Shinichi:- Ma scusa, tuo padre non aveva vietato tutto questo?-
Sonoko:- Non ci sta mica controllando, entra e fai un po' il cattivo ragazzo anche tu!- Lo prese per il colletto trascinandolo dentro.
Shinichi:- Ma Heiji?-
Kazuha:- Ehhh, Heiji. E' acqua passata ormai!- Shinichi, per la prima volta nella sua vita, non capiva.
Ran fece accomodare Shiho sul suo letto e le si sedette accanto:- Come stai? Meglio?-
Shiho annuì sorridendole poi si guardò attorno:- Sentite, io non voglio rovinare nulla, ho già fatto troppi danni. Che ne dite se vado in camera con l'altro ragazzo? Shinichi, rimani con Ran- ribadì ancora lo stesso concetto, che a pensarci, anche Heiji poteva farla sentire al sicuro. Shinichi la guardò non convinto. Kazuha esplose:- Cosa?! Con l'altro ragazzo?? Intendi Heiji?? Non sarai interessata a lui?!- Nel panico e Shiho scoppiò a ridere:- Non è colpa mia se avete dei gran bei ragazzi!- Si alzò raggiungendo la porta, Shinichi bofonchiò non trovandola divertente, Kazuha stava per avere un attacco isterico ma Shiho le disse, prima di uscire dalla stanza:- Vieni anche tu, no Kazuha?- La giovane di Osaka guardò le sue amiche, che annuirono, e allora saltellando nevrotica raggiunse Heiji insieme a Shiho.
Shinichi rimase a guardarle un po' scocciato mentre andavano via, con il cuore in mano continuava ad essere in pena per Shiho.
- Lei ti piace però, dì la verità.-
Shinichi allora si voltò:- Cosa?- Era Ran ad aver parlato.
Aveva gli occhi tristi e uno sguardo arrabbiato, quello che lui tanto temeva.
- Lei ti piace- si alzò raggiungendolo mentre Sonoko andò di corsa a rannicchiarsi vicino Makoto osservando tutta la scena come se fosse una trasmissione in tv.
- Non mentirmi Shinichi, io ti conosco!- Sembrava arrabbiata. Ran era molto gentile con Shiho, era un'estranea e lei era educata, ma con Shinichi non era così placida.
Il ragazzo, mise le mani in tasca e rimase con la schiena dritta, temendo profondamente la sua fidanzata.
- Non venirmi a dire che è una che hai appena conosciuto per cui stai lavorando! Sembra che vi leghi un affetto profondissimo!-
- Non lo neghi?!- Urlò anche Sonoko rimanendo al suo posto, sempre come se guardasse un film.
" Come posso negarlo?!" pensò unicamente Shinichi non sapendo che dire.
Ran non trattenne le lacrime spingendolo:- Capirei se fosse un'amica! Ma tu non hai mai detto che siete amici! Nemmeno con Sonoko ti ho mai visto così apprensivo!-
Shinichi guardò Sonoko e allora seppe difendersi:- Lo sarei!- Disse:- Sarei apprensivo anche con Sonoko!- Ammise, perché questa sarebbe stata la verità:- Non mi è simpatica, è vero, ma è mia amica, e sarei stato apprensivo con lei tanto quanto con Shiho.-
Ran:- Quindi siete amici?- Non tratteneva le lacrime.
Shinichi:- Sì, siamo amici. E lei non sta passando un bel momento, tutto qua.-
Ran cercava di calmarsi:- Quindi non c'è niente tra di voi?!-
Sonoko borbottava col suo ragazzo:- Il bello è che lei poco fa ha detto che era sicura che Shinichi non la tradisse...-
Shinichi:- Non c'è niente, te lo giuro. Nemmeno da parte di lei, credimi. Ha altro a cui pensare.-
Ran non riusciva a non crederli e si calmò asciugandosi le lacrime, chiedendo scusa a tutti per la scenata.
Sonoko allora si intromise lasciando il braccio di Makoto per andare a picchiettare la fronte del detective:- Sai cosa però Shinichi?-
- Cosa?- Sbuffò lui.
- Nemmeno Ran passa bei momenti quando tu non ci sei!- Volle difendere l'amica, Ran sorrise riscaldata dall'affetto di Sonoko, ma mai si sarebbe permessa di dirlo.
- Non è la stessa cosa Sonoko- disse però Shinichi e questo un po' la ferì. - Il dolore che tu provi Ran- disse però poi il ragazzo:- E' lo stesso che provo anche io!-
Sonoko mugugnò lasciando passare l'amico per permettergli di raggiungere la fidanzata. - Ah sì?- Disse Ran:- Perché allora non ti fai vivo mai?- Aveva ancora gli occhi così tristi e Shinichi non sapeva che rispondere se non con le solite scuse.

Intanto Heiji:- Shiho- disse sollevato:- Come ti senti?-
Kazuha rispose al posto suo ancora un po' nervosa:- Sta meglio.-
Shiho confermò:- Sto meglio- si sedette accanto al ragazzo:- Scusa, preferisco dare fastidio a te più che a Shinichi.-
"Quanta confidenza" pensò Kazuha iniziando a pensare che questa ragazza fosse in realtà solo una poco di buono. Non era riuscita a rimorchiare Shinichi e allora ci stava provando col suo Heiji?!
- Ah sì? E da quando?-
- Scusa, ma vi conoscete?- Chiese Kazuha visto lo strano dialogo, Heiji sussultò, a volte la faceva più scema di quanto in realtà non fosse.
La ragazza, che di solito aveva i capelli raccolti, continuò:- Cosa sei? L'amante segreta di tutti i detective liceali?-
Heiji rise di gusto nervoso e Shiho prese in mano la situazione, visto che il genio, in presenza di Kazuha, regrediva:- Scusa, posso sembrare così. Ma credimi l'ultima cosa a cui sono interessata è un fidanzato. Non vi conosco, ma conosco Shinichi e so per certo che lui e Ran non si vedono mai. Ho dato per scontato, affiatati come siete, che voi due invece vi frequentiate molto! Tutto qui! Per questo preferisco essere la vostra candela, anziché la loro.-
Kazuha:- Non stiamo insieme!!- Urlò allora nel panico, e rossa in viso si rifugiò nel primo letto trovato per nascondersi sotto le coperte.
- Ehi ehi ehi- disse Heiji geloso:- Quello è il letto in cui stava dormendo quell'energumeno tutto muscoli! Non puoi stare nel suo stesso letto!-
- Quante storie Heiji- lo guardò di sottecchi sbirciando da quelle lenzuola.
Shiho:- Tu sei matto- si intromise e lui:- tu pensa per te!- Andò a recuperare la ragazza di peso trascinandola via da quel letto e sbattendola sul suo.
- Ma sei pazzo?!- Gli urlò lei con la nuca spiaccicata sul cuscino di lui che ancora la afferrava per le braccia. - E poi scusa, sul tuo letto invece posso stare?!-
- Noi ci conosciamo da tanto, è diverso!-
- Ma stai zitto!-
Shiho si limitava a guardarli poggiata sulla parete della stanza, però volle interrupperli per divertirsi un po', era sadica a volte:- Siete consapevoli entrambi, vero... che se lei avesse voluto, esperta com'è di Karate, non si sarebbe fatta afferrare da te così facilmente? Ditelo e basta che vi piace toccarvi a vicenda.-
Li zittì, soddisfatta, lasciandoli seduti su quel letto a pensare in preda all'imbarazzo. Shiho, orgogliosa, si limitò a coricarsi nel famoso letto condannato, quello che inizialmente era di Kyogoku Makoto.
- Ehi- disse poi, dopo molto tempo Kazuha:- Ma come fai a sapere che sono esperta di Karate?!-
Shiho che dormicchiava:- Shinichi mi ha raccontato un po' di cose. Buona notte.-
- B... buona notte- ricambiò ancora rossa in viso con le mani tra le cosce, proprio come lui.

Nello stesso tempo, in centrale, il pazzo che non aveva più niente da perdere, riuscì a evitare la sorveglianza e proprio quando Eri si alzò per andare a prendere qualcosa da bere alla macchinetta, spuntò fuori, lei urlò. Voleva difendersi ma doveva ammetterlo, non aveva le capacità fisiche di suo marito e di sua figlia. Il malavitoso sparò con l'intento di eliminare dalla faccia della terra Eri Kisaki. Ma Kogoro Mouri si sbagliava, Eri aveva avuto bisogno di lui tante volte nella vita, e questa era una di quelle. Non l'aveva lasciata sola per un solo istante, è sbucò all'improvviso beccandosi il proiettile al posto della moglie.
- Goro!!- Urlò nel panico. Ma non era un proiettile a fermare la sua ira, bloccò il braccio dell'assassino, storcendolo in maniera tale da fargli cadere la pistola. Sentì le forze mancare però e il ragazzo riuscì a liberarsi, Eri fu più veloce prendendo la pistola da terra.
L'assassino si mise a correre lontano da lì.
Goro:- Passami la pistola, posso fermarlo- affannato.
Eri:- Non sei in grado in questo momento- non riusciva a fermare le lacrime:- Non stai bene Goro, dobbiamo chiamare un'ambulanza.-
Goro:- Non finché tu sei in pericolo!- Ebbe la forza di urlarle.
Ma i poliziotti riuscirono a fermare il bastardo. Eri se ne accorse:- Lo hanno fermato. Lo hanno fermato. Ora calmati- cercava di aiutarlo a camminare, lo fece sedere e guardandolo ebbe la conferma che il proiettile lo aveva colpito in pancia, la speranza è che non fosse un punto vitale.
Eri cercava di tamponare la ferita mentre Megure chiamava i soccorritori. - Kogoro Mouri, dannazione!- Si limitò a dire l'ispettore.
Eri:- Stai calmo!-
Goro:- Sto calmo, tu non sei calma- sorrise.
Eri:- Sta arrivando l'ambulanza. Ce la farai, stai calmo.-
Lui le accarezzò la guancia per fermarle le lacrime, ma la sporcò involontariamente di sangue. Lei strinse quella mano per lasciarla sul suo volto e poi si chiuse tra la spalla e il collo di lui:- Non dovevo chiamarti! Perché sono stata così stupida?!-
Goro:- Ti avrebbe colpito se non ci fossi stato io.-
Megure:- E non lo avremmo nemmeno preso. Non sei più un poliziotto, ma rimani il migliore Mouri- sorrideva aiutando l'avvocato a tamponare la ferita.
Eri:- Ha colpito te, dannazione! Ha colpito te! Cosa cambia?!-
Goro ridacchiò:- E' un buco in pancia, mi servirà per smaltire un po' di birra, no?-
Lei rise sfiorando con la sua la fronte di lui, annuì. Ma lui chiuse gli occhi poco dopo.
- No... no, no, no, no! No, Ran ha bisogno di te! E anche io ho bisogno di te, no ti prego!-
Megure la allontanò lasciando spazio ai dottori che lo trascinarono sulla barella.
Megure:- Non è finita Eri, non è finita.-
Eri gli accarezzò la mano prima di lasciarlo andare via:- Ti prego, ti amo, non lasciarmi. Non lasciare Ran- la mano si allontanò e lei rimase a piangere sulla spalla dell'ispettore mentre l'ambulanza lo portava via.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il domestico fantasma ***


Era da poco passata la mezzanotte in quella nottata di fine autunno.
Alcuni domestici della casa avevano scoperto che i ragazzi si erano scambiati le camere e, anche se non stavano facendo niente di male, riportarono l'ordine, maschi con maschi, femmine con femmine. Alla fine, un poco per volta, tutti erano riusciti a prendere sonno.
La luce dei lampioni esterni entrava appena nella camera delle ragazze, illuminando di un rosso scarlatto il muro e le spalliere dei letti.
Ran venne svegliata all'improvviso dal suono di un ambulanza. Fu un attimo, e già la sentiva in lontananza. Si accorse allora che quelle della polizia non si sentivano più.
Provò dispiacere per il povero mal capitato a bordo della vettura bianca ma si rasserenò pensando che il peggio forse era passato.
Si accorse di dover fare pipì e si alzò delicata dal letto, Sonoko dormiva accanto a lei come una bambina, ridacchiò. Poi si soffermò su Shiho, la luce fioca le illuminava appena il viso; Sonoko aveva ragione, assomigliava tantissimo ad Ai, così come Conan assomigliava a Shinichi, questo avrebbe spiegato la loro amicizia così profonda, pensò. Provava un sincero affetto per la piccola Ai, la simpatia per questa Shiho invece, per colpa di una piccola gelosia, non era altrettanta.
Uscì dalla camera evitando di fare rumore per andare verso il bagno, solo due porte più avanti. Incontrò fuori un domestico, era lì, da solo e al buio. Forse era lì per evitare che rifacessero la bravata di scambiarsi le camere. Ran gli sorrise:- Scusate ancora per prima- disse imbarazzata rivolgendosi al personale in generale:- Vado a fare pipì.-
- Prego- le disse il ragazzo indicandole la porta che Ran conosceva bene. Finito tirò lo scarico nella speranza non facesse troppo rumore. Uscì e chiese:- Spero il suono non fosse forte all'esterno!-
- Si è sentito appena!- La rassicurò, lei sorrise dirigendosi di nuovo verso la camera. - Signorina Ran Mouri...- le disse però il domestico facendola sussultare.
- Sì?-
Vide il sorriso così bianco che quasi l'accecò:- Chiami mai la mamma?-
La ragazza non capiva, percepì un brivido lungo la schiena, avrebbe voluto accendere la luce, ma farlo era fuori luogo. - C... certo- rispose la ragazza per poi correre a letto. 
Si rimboccò le coperte fino al naso e controllò che la porta si fosse chiusa con cura, le venne il dubbio che quell'uomo fosse in realtà un fantasma e quasi non chiuse più occhio.

All'alba poi ricevette una chiamata. Era sua madre.
" Chiami mai la mamma?" le tornarono in mente quelle parole, tremò un po'. Uscì nuovamente dalla porta per non disturbare le altre ragazze che ancora sonnecchiavano, il domestico fantasma per sua fortuna non era più lì! Il corridoio era vuoto. Rispose.
- Mamma! Perché mi chiami a quest'ora? Problemi??-
La voce dall'altra parte del telefono tardò a farsi sentire:-... Tesoro- disse infine pesante.
- Mamma. Mi fai preoccupare!- Iniziava a tremare davvero adesso.
- Non allarmarti- le disse la donna allarmandola ancora di più:- Sei a casa di Sonoko?-
- Sì.-
- Shinichi è con te?-
- Mamma sì. Che sta succedendo?!- Andava avanti e dietro lungo tutto il corridoio nervosamente.
- Non so come dirtelo. Tu stai tranquilla che ancora niente è perduto.-
Ran non ce la faceva più, entrò nella camera dei ragazzi e strattonò Shinichi che innervosito si svegliò, poi vedendola con quegli occhi intuì il dramma e si alzò di scatto.
Shinichi:- Che succede?- Disse a voce bassa per non svegliare gli altri. Ran fece cenno di no con la testa, d'altronde ancora sua madre non le aveva detto niente.
Eri alla cornetta:- Un uomo che ho fatto carcerare è evaso e ha cercato di vendicarsi. Voleva uccidermi.-
Ran non trattenne la voce:- Cosa?!- Svegliando anche gli altri ragazzi nella stanza. - Le sirene questa notte erano per te?! Stai bene mamma?!-
- Io sì. E' stato preso, non mi farà più male. Non credo abbia complici. Siamo al sicuro.-
Ran sospirò sollevata ma poi:- Io sì? Che vuol dire io sì?-
- Si tratta di papà amore mio- non riuscì a trattenere un groppo nella voce e Ran tremando si lasciò cadere sul letto di Shinichi che subito le si sedette accanto. Heiji e Kyogoku anche le si avvicinarono cercando di capire.
- Mi ha difesa, è grazie a lui che sono viva. Ma un proiettile l'ha colpito.-
- No no no no no- ripeteva Ran nel panico al telefono.
- E' stato portato in ospedale verso mezzanotte.-
- Era lui l'ambulanza?!- Pensò ad alta voce non riuscendo più a trattenere le lacrime. Shinichi era in crisi quanto lei ma non riusciva ancora a capire.
- Io sono in ospedale, lo stanno operando, ma ancora non ho notizie. Sono in attesa da alcune ore- cercava di mantenere la calma ma ogni tanto la voce singhiozzava.
- Vi raggiungo- si alzò di scatto per tornare in camera e prendere qualcosa ma la mamma la interruppe subito:- Non c'è bisogno. Ti ho avvisata perché ho ritenuto che tu dovessi saperlo ma ora come ora non puoi nemmeno vederlo, stai lì con Shinichi. Ti chiamerò appena avrò notizie. Verrai solo quando potrai vedere papà, ok?- Le disse con voce dolce e speranzosa.
Ran non seppe rispondere:- Va bene...- le disse ma in realtà aveva tutta l'intenzione di raggiungerla lo stesso. Chiuse la chiamata.
Shinichi:- Ran, che è successo?- La ragazza scoppiò a piangere come una bambina gettandosi tra le braccia del suo ragazzo.
- Voglio papà!- Disse però piangendo. " Voglio papà?" Non gliel'aveva mai sentito dire così, senza un motivo.
Heiji e Shinichi si guardarono. - E' successo qualcosa a Goro?!- Intuirono.
Shinichi la fece sedere di nuovo. Makoto andò a svegliare le ragazze nell'altra stanza, magari potevano fare qualcosa, pensò.
Sonoko allora arrivò di corsa, seguita dalle altre e la trovò disperata mentre cercava di spiegare la situazione a Shinichi.
- Le sirene- diceva:- Le sirene sta notte. Erano per mia madre!-
Sonoko le si sedette accanto dall'altra parte rispetto a Shinichi:- E' successo qualcosa a tua madre?!-
- Un criminale voleva vendicarsi di lei, ha tentato di farle del male.-
- Eri sta male?!- Continuava Sonoko, ma Shinichi che aveva già capito fece cenno di no e Ran lo seguì:- Papà l'ha difesa- disse in un sorriso:- Hai visto che la ama?- Disse sorridendo tra le lacrime al suo ragazzo che annuì.
Sonoko:- E allora?-
Ran:- E' stato colpito da un proiettile- Sonoko e le altre portarono le mani alla bocca, i ragazzi strinsero i pugni.
Ran continuò:- Non so nemmeno dove. So solo che è in ospedale ed è ore che lo operano! Nemmeno la mamma è riuscita a vederlo! Devo andare in ospedale!-
Sonoko:- Ti faccio accompagnare!-
Shinichi:- No- le fermò:- Non potresti comunque vederlo, rimani con noi, ti accompagneremo quando Goro si sveglierà.-
Ran strinse i pugni:- Ha detto la stessa cosa la mamma. Si sveglierà vero?- Annegava nelle sue stesse lacrime.
Shinichi sorrise:- Tuo padre ha la pellaccia dura- voleva crederci tantissimo.
Heiji:- Un criminale voleva vendicarsi di tua madre- disse più cinico il detective di Osaka, addolorato quanto gli altri per Kogoro Mouri.
Ran fece cenno di sì:- Ha detto che è evaso.-
Shinichi:- E non ha complici?-
Ran:- Pensano di no.-
Shinichi:- Pensano?!-
Il karateka le si piazzò davanti:- E se qualcuno volesse fare del male anche a te. Rimani qui finché non si saranno calmate le acque. Sei al sicuro con noi- strinse il pugno destro come se quello da solo bastasse a fermare il male nel mondo. Sonoko si avvicinò al suo ragazzo, si strinse al suo braccio e lo assecondò.
Shiho sorrise a Shinichi, lui la notò. "Che c'è?" Le fece cenno e lei rispose a voce alta:- Pensavo di essere io quella in pericolo- si avvicinò alla bellissima donna dai lunghi capelli scuri e l'abbracciò.
- Tu non mi conosci- le disse:- Ma Shinichi mi ha parlato tanto di te. Tu sei forte Ran, la donna più forte che abbia mai conosciuto.-
- Ma tu non mi conosci- ribadì a citare le sue stesse parole la giovane, con stupore e delicatezza.
- Oh, io ti conosco- le sorrise:- tu sei il tipo di donna che supera ogni cosa. Dio, quanto ti invidio donna perfetta- la rassicurava in modo strano ma Ran si lasciava cullare dalle sue parole come se lei fosse in effetti una di famiglia. - Se tuo padre vale almeno la metà di quanto vali tu, supererà ogni cosa anche lui! Ne sono certa!-
Ran annuì e Shinichi sorrise a Shiho, "grazie" le disse. "Grazie è quello che mi restava da dire a Ran" pensò invece lei "ma era troppo sospetto" ridacchiò.
Ran, ora era un po' più lucida e ricordò:- Ragazzi...- si avvicinò a Shinichi:- sta notte mi sono svegliata per andare in bagno...- aspettarono il seguito:- ...lungo il corridoio c'era un domestico.-
Sonoko:- Allora?-
Ran strinse i pugni spaventata:- Avete parlato di complici. Non lo so, è stato strano.-
Shinichi si interessò immediatamente:- Perché? Che ha fatto?-
Ran:- E' quello che ha detto. Sapeva il mio nome e il mio cognome... ma quello- guardò Sonoko:- ho dato per scontato lo sapesse in quanto tua amica.-
Shinichi ed Heiji non erano convinti. Shinichi:- E cos'altro?-
- Mi ha chiesto se chiamassi mai la mamma, con un sorriso che inquietante è dir poco.-
Shinichi corse subito fuori la stanza seguito da Heiji:- Che aspetto aveva?! Sonoko, raduna tutti i domestici! Non farlo da sola.-
Makoto quasi la prese di peso:- Vado con lei.-
Fu chiaro subito ai detective che l'uomo che aveva sparato a Kogoro Mouri avesse certamente almeno un complice, e quel complice era in quella casa. Era stato con loro tutta la notte e non se n'erano accorti! Che stupidi!

Eri Kisaki, seduta in sala d'attesa, giocava nervosamente con un fazzoletto, spezzettandolo e lasciando cadere i pezzi in mezzo ai suoi tacchi.
Juzo Megure le si avvicinò, la luce fioca e bianca dell'ospedale rendeva l'aria ancora più pesante. Erano soli in quel corridoio, a rovinare il silenzio solo qualche medico che ogni tanto passava di corsa.
- Ci sono novità?- Chiese l'ispettore con riguardo rimanendo in piedi accanto a lei.
La donna scosse la testa:- E' ancora dentro. Ogni tanto esce qualche dottore dalla sala operatoria, ma vanno di corsa e non chiedo mai nulla.-
Gli occhi di Eri erano asciutti e un po' rossi, quasi non sbatteva le palpebre.
Megure:- In centrale ci stiamo occupando dell'imputato. Ci stiamo anche assicurando che non avesse complici.-
L'avvocato lo guardò e dopo un po' assecondò con un cenno.
L'ispettore posò una mano sulla spalla della donna:- Non doveva andare così. Ho intenzione di prendermene la responsabilità.-
- Non è quello che Goro vorrebbe- disse lei.
- Lo so- sorrise Megure:- Ma è quello che mi sento di fare io.-
La donna sfiorò con la sua la mano dell'altro con due pacche di ringraziamento:- Andrà tutto bene. E' anche inutile affrontare certi discorsi.-
L'ispettore ricambiò:- Hai perfettamente ragione.-
Un dottore aprì la porta della sala operatoria, questa volta non era di corsa e guardò la donna che prontamente si alzò in attesa di notizie.

I domestici di casa vennero radunati nel salotto. La notizia sconvolgente è che nessuno di loro era l'uomo che Ran aveva incontrato durante la notte.
Heiji impulsivo quasi la strattonò:- Ne sei sicura Ran?!-
Kazuha lo spinse violenta sgridandolo per il gesto. - Trattala con riguardo, sta vivendo già una situazione piuttosto difficile, non credi?!- Borbottò. - Hai ragione, scusa- disse lui nervoso.
Shinichi non disse nulla, era già sicuro che quel finto domestico all'appello non si sarebbe presentato.
Le luci nella casa si spensero all'improvviso, lasciandoli completamente al buio. Ran, Kazuha e Sonoko non trattennero un urletto, con loro anche alcune domestiche. Makoto, istintivamente portò Sonoko dietro di sé e si avvicinò a Ran pronto a proteggerla in caso di necessità. - So che sei forte- le disse come a scusarsi con l'orgoglio di lei. - Non importa- gli disse Ran:- So che tu lo sei più di me.-
I domestici corsero ad aprire le persiane per far entrare la fioca luce del sole. Sonoko:- Forse è solo scattata la corrente. Siamo solo molto tesi...-
Shiho, come i due detective, non era convinta. La sorveglianza della villa Suzuki si dava da fare per scovare l'intruso.
I ragazzi pensarono di spostarsi nuovamente nelle camere per stare più vicini. Qualche guardia li raggiunse per proteggerli, come se la presenza di Kyogoku Makoto non bastasse. Shinichi ed Heiji però trovarono un escamotage per sgattaiolare via dalla stanza e cercare per conto loro il colpevole.
- Mi ha lasciata di nuovo eh- disse Ran stesa su uno dei letti guardando il soffitto con occhi spenti e un lieve sorriso.
Sonoko:- Dobbiamo avvisare tua madre?- Era seduta sul pavimento ma le stava accanto, al contrario di Shinichi a cui frecciatina era dedicata, e le stringeva la mano.
- No. No!- Disse Ran:- E' già distrutta per via di papà. Non deve pensare ad altro adesso. Siamo in tanti, siamo forti e con Shinichi ed Heiji insieme abbiamo poco da temere!- Sonoko e Kazuha annuirono tristemente.
Shiho si soffermò a guardare quella donna ancora un po' e poi guardò fuori dalla finestra, la polizia era fuori, ovunque fosse il malintenzionato, era circondato. Poi pensò a Shinichi ed Heiji, doveva raggiungerli, sgattaiolò via anche lei.
Le urla fuori la stanza erano tante, il padre di Sonoko non si tratteneva mai. C'era confusione, forse più all'esterno che nel cuore di Ran.
Sonoko ora aveva raggiunto Makoto, erano in disparte, in una delle grandi cabine armadio delle stanze. Sfogliava, senza un motivo e nervosamente, tutti quei vestiti sgargianti appesi e farfugliava tanto:- Queste cose capitano sempre a lei. Non è giusto.-
- Ogni tanto capitano anche a te.-
- Solo perché sono con lei- scherzò cinicamente. Lasciò stare quei vestiti per correre a piangere tra le braccia del suo ragazzo che un po' imbarazzato l'accolse.
- Aiutala ti prego. Tu sei Superman.-
Lo disse così seriamente che, dopo un sorriso timido, lui si sentì di replicare:- Non sono Superman. Ma proverò a proteggerla con tutto me stesso se è quello che vuoi.-
Lei lo guardò con quelle ciglia bagnate, quanto sapeva essere bella. - Non devi proteggerla come Goro ha fatto con Eri. Tu devi proteggere lei ma anche te stesso. Perché tu puoi. Perché sei Superman- ribadì e lui in una risata quasi si lasciò convincere. La strinse a sé ancora più forte, ma così delicato da non farle alcun male. - Grazie- le disse lui. - Di cosa?- Chiese con totale ingenuità. - Di esserci nella mia vita.-
Lei si colorò di rosso sbattendo più volte quegli occhioni che si perdevano in quelli impacciati dell'altro. Lui continuò:- So di non essere un buon fidanzato. Di non essere troppo presente e di sembrare un po' tonto ogni tanto.-
- Mi sembra la giusta descrizione di Superman, che dici?- Lei ridacchiò non dando peso alle parole di lui.
- Non so se sono la persona che una ragazza come te merita di avere accanto.-
- Non merito Superman?-
- Meriti di più- rispose così sincero da farla ridere di gusto imbarazzata, si asciugò le lacrime e lo abbracciò forte lei adesso, tanto che avrebbe voluto fargli male, ma era impossibile.
- Ti amo, sciocco.-
Lui non rispose, si limitò a sorridere sembrando un adorabile tontolone.

Intanto l'ex donna in nero scovò i due detective, come entrò nella stanza dove confabulavano già sicuri di aver scoperto il luogo del colpevole venne però catturata proprio da quest'ultimo. Le mise una mano sulla bocca in maniera tale da evitare le sue urla e davanti ai due giovani la minacciò con un coltello alla gola.
Heiji:- Esattamente dove pensavamo che fosse- disse ridacchiando nervoso.
Shinichi:- Shiho, hai rovinato i nostri piani- ma glielo disse con affetto. Cercò spontaneamente la cinta ai suoi pantaloni dando due colpi di punta in terra. Ma si rese conto di non essere Conan, né tantomeno di avere i suoi gadget. Il suo essere un campione di calcio non gli era in alcun modo utile in quel momento, dannazione!
Il campione di Kendo invece? Poteva fare qualcosa?
Lo guardò ma Heiji non sapeva cosa fare, anche se avesse impugnato qualcosa, Shiho era troppo nelle grinfie dell'assassino ormai.
- Ai- disse di nuovo confondendosi Shinichi con un groppo in gola:- Lasciala stare! Lei non ha nulla a che vedere con Eri Kisaki!-
- Allora ti propongo un cambio Shinichi Kudo. Ran Mouri è innamorata di te. Ma da come ho potuto osservarvi sta notte tu provi sentimenti per questa ragazzina invece.-
Heiji li guardò rimanendo in silenzio, lo stesso fece Shinichi dopo un tic nervoso. - Sentiamo- disse al nemico il giovane Kudo.
- Non torco un capello a questa bellezza se al suo posto l'ostaggio diventi tu.-
Shiho strinse denti e pugni, i suoi occhi dicevano "non farlo" a Shinichi.
"Io un giorno morirò prima o poi" sembrò dirgli con gli occhi. A Shinichi venne da ridere e senza esitazioni accettò lo scambio.
Si avvicinò al delinquente lasciandosi catturare, come promesso il tizio lanciò Shiho tra le braccia di Heiji. La donna e il detective di Osaka si guardarono negli occhi, rimanendo in silenzio, cercando uno negli occhi dell'altra un piano.
Shinichi:- Che intenzioni hai? Uccidermi?- Chiese col coltello alla gola. Il tizio non rispose, lo trascinò via da lì, sparendo nell'ombra così come era apparso.
Heiji e Shiho erano rimasti soli.
- Un piano, genio?- Chiese la ragazza.
- Mi prendi in giro? Ti ricordo che lo avevamo in pugno se non fosse per te.-
- Molto carino. I sensi di colpa possono portare alla morte sai?-
- Scusa- disse ma lei ridacchiò. - Perché ridi?-
- Perché io un piano ce l'ho- cacciò dalla giacca un piccolo ricevitore. - Mi sento perseguitata, credi che esca di casa senza nulla che può essermi d'aiuto? Non mi chiamo Shinichi Kudo, lui è uscito di casa solo pensando di passare una bella serata con Ran, a buon intenditore.-
Heiji ridacchiò tra l'imbarazzo e non so cos'altro.
Nel momento in cui era stata catturata la donna aveva attaccato un sensore sui pantaloni del colpevole e ora sapeva come rintracciarlo. Era sicura che Shinichi se ne fosse accorto. Avevano fatto un bel lavoro di squadra, anche se lei davvero non voleva che lui fosse l'ostaggio. Non voleva mettere a repentaglio la sua vita. Il mondo aveva bisogno di Shinichi Kudo. Guardò poi il ragazzo rimasto al suo fianco impugnare un bastone come una spada e mettersi furbamente già sulle tracce del nemico. Shiho sorrise, per fortuna il mondo aveva anche Heiji Hattori.

Eri Kisaki entrò nella stanza dove Goro riposava. L'intervento era riuscito, ora bisognava aspettare che l'uomo si svegliasse. Il rischio di perderlo c'era ancora ma i dottori erano speranzosi. L'uomo respirava piano tra tubi e fili freddi. Eri gli strinse la mano proprio come prima che l'ambulanza lo portasse via.
Mandò un messaggio a Ran spiegandole la situazione e poi mise il cellulare nella borsa sedendosi, su un'apposita sedia, accanto al marito.
- Sei uno stupido- gli disse:- So che mi stai sentendo. Sei davvero uno stupido- la sua voce era sicura, respirò affannosamente però, come quando si piange, anche se non stava piangendo:- Non ho altro da dirti. Non mi riconosceresti.-
Non gli lasciava la mano, la stringeva forte.
Megure si affacciò al vetro, lei lo guardò e lo rassicurò con lo sguardo per poi riprendere il suo dialogo.
- Odio insultarti senza ricevere una sciocca risposta! Non sei mai stato bravo a controbattere, solo a sbraitare.-
Si soffermò a guardare i suoi occhi chiusi. Respirò di nuovo a fatica:- Su, urlami qualcosa contro. Ti prego.-

Ran pianse sollevata leggendo quel messaggio. I presenti se ne accorsero e disse loro tutto:- Non si è svegliato ma i dottori sono speranzosi- Kazuha l'abbracciò e Sonoko si asciugò una lacrima dicendole:- La pelle dura, come ha detto Shinichi.-
Ran ridacchiò:- Sì, lo conosciamo bene!- Ma Ran, subito dopo, ricevette un messaggio da un numero sconosciuto, per l'esattezza una foto. Era Shinichi tramortito e un messaggio citava le parole "vieni a cercarlo, figlia di Eri Kisaki".

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una bella famiglia ***


L'ispettore Megure ricevette una chiamata, un complice c'era ed era stato anche rintracciato. Dalle parole ricevute capì che Ran Mouri era in pericolo ma guardando Eri Kisaki oltre il vetro preferì non dirle nulla. Promise solo una cosa a Kogoro Mouri:- Lo giuro sulla mia vita, non verrà torto un capello alla tua bambina.-
Ran, con gli occhi di una bambina e il cuore di un leone, raggiunse il criminale dove le era stato detto. Sembrava sola, proprio come le era stato chiesto.
- Ti hanno fatta davvero venire tutta sola nella tana del lupo?-
- So essere convincente.-
Shinichi era lì, svenuto, a pochi metri da loro. Lui le si avvicinava con il coltello.
- Hai le palle di tua madre- le disse ma in realtà sottovalutandola.
- Ho anche quelle di mio padre- rispose fiera colpendo con un calcio quel coltello che scivolò dalle mani del killer.
Si precipitò a riprenderlo ma appena lo impugnò si trovò davanti Heiji Hattori che impugnava un bastone come si fa nel Kendo.
Il delinquente provò a contrastarlo ma il ragazzo gli fece di nuovo saltare via il coltello e lo spinse nelle grinfie di Ran che con un pugno lo scaraventò contro il muro.
- Come avete fatto a trovarmi?-
Heiji:- Non farmi così stupido.-
Shiho apparve vicino a Shinichi, cercava si svegliarlo:- E' stato merito mio.-
Heiji:- Ci sarei arrivato anche da solo e lo sai benissimo- non a caso il ragazzo, con vanto, cominciò ad elencare uno a uno quelli che sarebbero stati i prossimi piani del nemico. Fece capire lui che non avrebbe avuto via di scampo, perché sia lui che Shinichi avevano previsto ogni sua mossa e sapevano già bene come contrastarla, come aveva ben visto.
L'uomo strinse i pugni, sentì le sirene della polizia avvicinarsi. Megure era già fuori la villa Suzuki, diceva ai suoi uomini come muoversi perché aveva ricevuto le indicazioni da Shinichi Kudo, e si fidava ciecamente di Shinichi Kudo. Strinse i pugni l'ispettore guardando i suoi uomini in azione:- Andrà tutto bene Goro, te lo prometto.-
- Pensate di essere più furbi di me?!- Disse asciugandosi il sangue che colava dalle labbra.
- Oh lo siamo- disse Shinichi riprendendosi, perché sì, era stato tramortito davvero tra una furbata e l'altra:- Non avevi nemmeno capito che io e Ran fossimo fidanzati. Sei un pessimo detective- lo guardò con aria di sfida e poi guardò Ran innamorato:- O forse io un pessimo fidanzato.-
Shiho gli medicò la ferita, Shinichi ringraziò sgridandola per essere stata così imprudente e lei gli rispose:- Da che pulpito.-
Ran sorrise a Shinichi mentre Shiho amorevolmente gli fasciava la testa. Quanto li ricordavano Ai e Conan, non riuscì a non provare un calore nel cuore. Ma proprio questo la fece distrarre e il criminale, ormai cieco di vendetta, cacciò dalle tasche la sua pistola sparandole.

Sonoko Suzuki nello stesso tempo indicava ai poliziotti la strada per raggiungere l'assassino. Quando sentirono lo sparo il cuore le si fermò, portò le mani al petto e guardò il suo ragazzo, poco distante da lei con Kazuha. Makoto la guardò e serio gettò via i suoi occhiali, un ciuffo di capelli gli scivolò sull'occhio.

Ma lo sparo non colpì mai Ran. Pensò a suo padre, aveva difeso la sua amata col suo corpo. Shinichi? Ti prego, non Shinichi!
Ma Shinichi era ancora lì, debole e stanco, era a malapena in piedi poggiato sul muro. Shinichi non era impulsivo, ma piuttosto intuitivo, sorrise a Ran, al solito forse aveva previsto tutto.
Ma chi si era beccato il proiettile? Shiho?!
Shiho era a terra. Era questo il piano di Shinichi?!
Il criminale non ci pensò due volte a tentare un altro colpo, la polizia era ancora lontana, la sentiva correre lungo le scale. Puntò la sua pistola. - Pensavate avessi un colpo solo, detective?-
- No- Rispose Heiji sbruffone:- Ma noi abbiamo molti amici- lasciò scivolare il cellulare nella tasca, cellulare che aveva appena mandato un messaggio a una preoccupata Kazuha, che fece la spia a un supereroe, rivelando la precisa posizione del colpevole.
L'uomo tremando guardò la porta pronto a sparare, non c'era nessuno sull'uscio, faceva in tempo a sparare un colpo e uccidere colei che Eri Kisaki più amava al mondo, tutto il resto poi, non era importante. Ma non era dell'uscio che doveva preoccuparsi, il muro alle sue spalle si sgretolò e una mano lo afferrò per la testa strattonandolo con violenza tra le braccia di quello che non poteva essere un terrestre; un braccio intorno al collo e l'altro al polso, la pistola gli cadde subito dalle mani.
Shinichi sospirò:- Makoto. Sei un mostro- gli disse con estrema ammirazione:- Grazie.-
Il principe sorrise orgoglioso e appena i poliziotti varcarono la porta consegnò il criminale nelle loro mani.
Sonoko e Kazuha li raggiunsero con le lacrime. La ragazza di Osaka strattonò Heiji sgridandolo per la solita impulsività.
Sonoko non riusciva a dire nulla, abbracciò Ran e guardò il suo uomo che le disse solamente:- Scusa, per il muro- nel dirlo scostò lo sguardo anche verso il padre di lei appena arrivato che sconvolto guardava le macerie nella sua casa. Sonoko rise di gusto piena di gioia non lasciando mai la migliore amica dal suo abbraccio:- Non venirmi mai più a dire che non sei Superman!- Non riusciva a smettere di piangere. Kazuha si avvicinò all'omone porgendogli gli occhiali:- Tieni, non devi svelare così la tua identità- ridacchiò e il ragazzo timidamente se li ripoggiò sul naso.
Ran però riportò tutti alla realtà:- Ma Shiho?!- Chiese allarmata a Shinichi e quest'ultimo ridacchiando si avvicinò alla donna tramortita col caschetto. - La farsa è finita, alzati scema.-
La donna stesa a terra allora rise:- Scema, scema. Vedi che ha fatto male- cacciò da sotto la sua maglietta un vassoio da portata:- Scusa anche per questo signor Suzuki.-
Ran:- Avevate previsto anche questo?-
Shinichi aiutò Shiho ad alzarsi e rispose alla sua ragazza:- Io prevedo sempre tutto, ricorda.-
Ran si innervosì, era odioso quando faceva così, e poi si avvicinò alla donna ormai in piedi che però si teneva le costole con la mano, era comunque un proiettile e aveva fatto molto male.
Ran:- Perché hai fatto questo per me?-
Shiho:- Sarebbe più facile dirti che l'ho fatto perché Shinichi mi ha chiesto di farlo.-
Shinichi:- Ma non sarebbe la verità.-
Shiho:- Te lo dovevo Ran.-
Ran:- Ma perché??-
Shiho:- Io lo so il perché, non è importante che tu lo sappia- le sorrise ripensando a tutte le volte che Ran aveva salvato Ai incurante del pericolo.
La ragazza dai lunghi capelli mori non riusciva a capire, portò la mano al petto. Sonoko non si fece problemi a pensar male:- Non sarà perché è andata a letto con Shinichi e ora ha i sensi di colpa nei tuoi confronti?-
Ran e Shinichi, completamente rossi in viso, esplosero ma Shiho invece rise di gusto, lo stesso fece Heiji ma Kazuha tirò lui un pugno ricordando a tutti che anche lei era cintura nera.
Shinichi si giustificò:- Non è come dice lei! Io...-
Ran:- Tu?-
Heiji sogghignando:- Sì, tu?-
Shinichi sbuffò e voltandosi dall'altra parte lo disse davanti a tutti:- Io ti amo e lo sai che non farei nulla per ferirti.-
Ran gli credette subito spintonando, tra le risate, la sua migliore amica malalingua. Corse ad abbracciare Shinichi e diede lui un bacio, si asciugò una lacrima poi e davanti a un fidanzato ancora intontito dal gesto disse:- Voglio andare in ospedale da papà- ricordando dove avesse lasciato l'altro pezzo del suo cuore.

Eri Kisaki stringeva ancora lui la mano quando riaprì gli occhi anche prima di quanto i medici avevano previsto, che pellaccia dura!
- Goro!- Esclamò con una voce così alta da non sembrare nemmeno la sua:- Goro!- Quasi gli si gettò sopra, ricordandosi poi che poteva ferirlo.
- Eri...- disse con voce debole:- Dov'è Ran?-
Che padre premuroso, tutto sommato, pensò e lo rassicurò:- Sta venendo qui. Mi ha scritto che sta venendo qui! Non sa che sei sveglio, le faremo una sorpresa!- Portò le mani alla bocca non trattenendo un singhiozzo e alcune lacrime.
- Perché piangi?...-
- Sei serio?!- Lo guardò da capo a piedi:- Ti sei reso conto di dove ti trovi?!-
- Piangi perché non sono all'altro mondo?- Sogghignò ironico e lei rise di gusto perdendo il volto nell'incavo del suo collo.
Lui provò delicatamente ad accarezzarle i capelli. - Ehi... quanto tempo è passato da quando è successo?-
- Poche ore, solo poche ore, sei un tipo tosto, devo ammetterlo. Tanto stupido quanto duro a morire.-
Si lasciò prendere in giro:- Avevi detti ti amo.-
- Cosa?- Cercava di fare mente locale lei, imbarazzata.
- Mentre mi portavano via, hai detto che mi ami.-
- Lo avrai sognato cretino.-
Lui non le rispose, respirò a fatica e le strinse la mano:- Lo avrò sognato- ribadì poi:- Ma è stato bello sentirtelo dire.-
Lei si asciugò ancora una volta le lacrime lasciandosi stringere forte.

Due taxi portavano i ragazzi all'ospedale. Nel primo Ran, sul sedile davanti, che nervosamente intrecciava le mani e al telefono con l'ispettore Megure spiegava cosa le era capitato nei dettagli. Al sedile dietro Shinichi e Shiho, quest'ultima sarebbe andata anche al pronto soccorso visto il colpo ricevuto, alzò la maglia per mostrare il rossore vicino alle sue costole, Shinichi guardò ma poi rosso scostò lo sguardo:- non spogliarti- le disse.
Nell'altro taxi Sonoko e Makoto ed Heiji e Kazuha. Quest'ultima coppia non faceva che litigare. - Sei sparito all'improvviso come tuo solito! Mi hai fatta preoccupare!- - So badare a me stesso, lo sai!- - No, non lo so!- Gli diede piano una testata:- A volte sei davvero un bambino!- Lui scostò lo sguardo imbarazzato. Makoto sul sedile davanti li ignorava guardando fuori dal finestrino, Sonoko invece seduta accanto alla ragazza rise di gusto:- Ragazzi, dove eravamo rimasti ieri col gioco della bottiglia??-
Urlarono entrambi:- Non lo avevamo nemmeno iniziato il gioco si può dire! Non parliamone più!!- Nascosero entrambi la testa guardando i piedi, mani in mezzo alle cosce ed estremo silenzio, solo la risatina maliziosa di Sonoko faceva compagnia al tassista.

- Tu non morirai.-
- Eh?-
Ran ancora al telefono li sentiva appena, ogni tanto guardava i due sul sedile posteriore, era evidente il loro reciproco affetto. Sorrise, non era importante, si fidava di Shinichi e tutto sommato anche questa Shiho non era male, proprio come la sua Ai.
- Non morirò dici?- Continuò il discorso la donna dai capelli chiari, a voce bassa.
- Prima, nelle grinfie di quel pazzo mi hai guardato come se dicessi "io un giorno morirò prima o poi".-
Rise lei:- Perché? Non moriremo tutti prima o poi?-
- Poi. Poi sì- la guardò:- Pensavo ti fidassi di me- le sfiorò la mano.
- Io mi fido di te. E non voglio morire.-
- Bene.-
- Bene- ripeté sogghignando la ragazza stringendo lui la mano:- Quel pazzo era anche convito che tu fossi innamorato di me.-
- Era pazzo, appunto- guardò altrove e lei rise di gusto lasciandoli la mano, lui la guardò appena un'altra volta.
- In un'altra vita- le disse.
- In un'altra vita?-
- In un'altra vita, forse, chissà- concluse tornando a guardare avanti, cercò gli occhi di Ran, che voltandosi si persero nei suoi.
" Ma in questa vita c'è solo lei" pensò sorridendo alla sua amica d'infanzia, quanto l'amava. Ran ricambiò quel sorriso e anche quel sentimento.

In ospedale Ran ricevette la più bella delle sorprese, suo padre era sveglio! Corse ad abbracciarlo facendogli male tra le risate di tutti. Poi fece qualche moina a entrambi i genitori:- Ammettete che siete ancora innamorati e basta!-
- Dov'è il moccioso?- Chiese Goro non vedendolo da un po' e Shinichi quasi si commosse, a modo suo, lo zio Goro gli voleva un gran bene sotto sotto.
- E' con il professor Agasa!- Prese la palla al balzo:- Mamma, papà, fatemi un fratellino e chiamatelo Conan!- I genitori le urlarono contro.
Il cuore di Shinichi e Shiho ebbe uno strano battito, si guardarono nel panico. Heiji li notò e intuì, Shiho si sbagliava, l'effetto stava finendo prima del previsto! Dovevano inventare una scusa e scappare via o Conan Edogawa e Ai Haibara sarebbero comparsi all'improvviso davanti agli occhi dei presenti.
- Vai da Ran- le disse ancora una volta la donna:- Abbiamo ancora diversi minuti. Va' da Ran e salutala per bene!- Lo minacciò e lui si lasciò convincere.
Ran e Shinichi rimasero soli, nel giardino dell'ospedale, sotto un grande albero. Il vento era leggero ma faceva un po' freddo.

- Vuoi dirmi che dovrai andare via di nuovo, vero?-
- Scusa Ran. Tu non sai quanto io vorrei starti accanto- le accarezzò una guancia.
- Lo so.-
- Lo sai? Davvero?-
- Lo so- ribadì dolce:- Non hai bisogno di darmi spiegazioni.-
Il respiro di Shinichi diventava più pesante, temeva che presto Conan avrebbe preso il sopravvento rovinando tutto, come sempre.
- Ti amo- le ripeté col cuore in mano e gli occhi tristi.
- Lo so. Ma io forse un po' di più- fece lui la linguaccia trattenendo a stento le lacrime.
- Non credo- le sorrise sincero e, sfiorandole la mano per l'ultima volta, la lasciò correndo via da lì.
E lei rimase sotto quell'albero ad aspettarlo, chissà per quanto ancora; rimase ad aspettarlo come aveva sempre fatto.
Quanto lo amava.

Giorni dopo Kogoro Mouri tornò a casa, ad attenderlo non trovò la moglie, come in fondo un po' aveva sperato, ma trovò la sua amata Ran e quel impertinente mocciosetto. Sorrise, gli avevano preparato un bel pranzetto. Si sedette a tavola con loro, pensando che tutto sommato erano una gran bella famiglia, anche così.
Ran strinse la mano a Conan, felice.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4055593