Ocean's Eleven

di ChemistryGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prologo (2° Parte) ***
Capitolo 3: *** Prologo (3° Parte) ***
Capitolo 4: *** Selezione Oc ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 
 
11 Aprile 2025,
Berlino
 
 
Nel distretto di Mitte, uno dei più lussuosi e ricchi di Berlino, sulla balaustra di uno dei numerosi edifici che lo caratterizzavano, si trovava un uomo accovacciato, incurante dell’aria fredda che gli pungeva la pelle del viso e dei nove piani che lo separavano dal suolo. Sotto di lui la luce dei lampioni e l’allegria del venerdì sera gli arrivava lontana, come se provenisse da un’altra realtà. Le tenebre lo avvolgevano, rendendolo invisibile a chiunque decidesse di guardare fuori dalla finestra. Si sporgeva verso il vuoto con una tale non curanza che, se anche qualcuno fosse riuscito a notarlo, lo avrebbe scambiato per un gargoyle di pietra.
In perfetto equilibrio, la figura misteriosa portò le dita inguantate sul lato destro degli occhiali per zoomare e scorgere meglio cosa accadeva nell’attico del palazzo di fronte. Vide la guardia di sicurezza fare il suo giro di perlustrazione e notò con piacere che si atteneva allo schema che aveva osservato nelle settimane precedenti. Attese con pazienza che l’uomo concludesse la sua ispezione e uscisse; poi, con un fluido movimento, si alzò in piedi in tutto il suo metro e ottantasette. Si sollevò il collo del maglione nero fin sopra il naso e cominciò a sciogliersi i muscoli, mentre calcolava la distanza tra i due edifici: vi erano poco più di quattro metri, ma bisognava tenere conto che l’attico si trovava un piano al di sotto rispetto a lui, quindi tre metri di caduta libera. 
<< Devi prendere la rincorsa. >> la voce proveniente dall’auricolare destro gli arrivò forte e chiara, ma non lo spaventò e non lo fece nemmeno sobbalzare << Hyun, non puoi pensare di poter fare un salto del genere da fermo. >> 
<< Lo so. >> il mago, come se scendesse da un gradino, scivolò sul tetto e iniziò a indietreggiare << In realtà la distanza si accorcia visto che c’è il terrazzo… se solo non avessero messo così tanti incantesimi di sicurezza ci sarei potuto arrivare con la scopa. >> 
Raggiunto praticamente il lato opposto, si fermò, prese un profondo respiro e scattò: corse con il cuore leggero e con gli occhi scuri che brillavano di divertimento e aspettativa, incurante del fatto che si stesse per gettare nel vuoto. Usando la bassa balaustra come trampolino si lanciò oltre il bordo; per un attimo rimase sospeso nell’aria, poi la gravità lo ghermì con prepotenza e lo trascinò verso il basso. Atterrò con un leggero tonfo sul pavimento di pietra, fece una capriola e, sfruttando la spinta, si ritrovò in piedi come se nulla fosse successo. Estrasse fulmineo la bacchetta e disegnò una runa nell’aria, una saetta attraversata da una freccia, che gelò gli incantesimi di protezione e rese visibile la barriera magica che attorniava l’appartamento, apparendo come un velo nebuloso. Per un attimo il tempo parve dilatarsi, i rumori attutirsi, il battito cardiaco rallentò come anche il respiro, mentre la realtà parve distorcersi. La runa sfarfallò e, come accade quando si tira troppo un elastico, all’improvviso si udì uno schiocco, il tempo parve fare un balzo in avanti, ogni cosa corse per riprendere il giusto ritmo e uno squarcio apparve sulla barriera. L’uomo ci si infilò senza indugio e, appena passato, le difese si richiusero alle sue spalle, tornando a essere invisibili insieme alla runa, come se nulla fosse accaduto. 
Un ghigno soddisfatto si delineò al di sotto del collo del maglione, che aveva tirato su fino al ponte del naso per nascondere parte del volto, intanto che rimetteva al suo posto la bacchetta << Puoi aprire gli occhi, Ivy. >> 
<< Odino grazie. >> mormorò la sua partner, facendolo sorridere del tutto << Stavo per morire soffocata. >>
<< Hai anche trattenuto il respiro? >>
<< Ovviamente, se anche tu soffrissi di acrofobia(1) mi capiresti. >> 
<< Se avessi la tua assurda fobia non sarei riuscito a fare quel salto. >> le fece presente, estraendo, da una delle numerose tasche dei suoi pantaloni, un piccolo astuccio nero, per poi inginocchiarsi di fronte alla porta scorrevole del terrazzo. 
<< Non è assurda la mia fobia, è assolutamente normale essere terrorizzati dall’idea di cadere da nove piani d’altezza. >> la replica piccata della ragazza fece scuotere la testa al compagno, che si trattenne, stoicamente, dal ridacchiare mentre armeggiava con la serratura.
Dopo un paio di minuti di silenzio, giunse all’orecchio di Hyun un sospiro spazientito << Noto che sei ancora parecchio incapace nello scassinare una semplice serratura. >> 
<< È dura, se non avessi dovuto usare la runa Chinc(1) avrei potuto aprire questa maledetta porta con un colpo di bacchetta. >> 
<< Non ti lamentare e muoviti, abbiamo meno di trenta minuti prima che la guardia torni a fare il suo giro di controllo. >> 
Il rumore soddisfacente degli ingranaggi che si aprivano, fece sobbalzare di gioia il mago << Ta-daaan! Donna di poca fede, ammira il mio meraviglioso operato. >> 
<< Sì-sì, bravissimo. Quando torni di premierò con un biscotto. Ora trovami il computer e inserisci la chiavetta che ti ho dato, abbiamo poco tempo a disposizione. >> 
<< Non ti devi preoccupare, la nostra guardia non ricomparirà prima di un’ora o forse più. Sta per iniziare la partita in diretta per lo scudetto tra gli Fiegende Bären e i Messingknöpfe(4). >>
L’enorme studio in cui si introdusse silenziosamente il ladro, era elegantemente arredato: il centro della stanza era occupato da basso tavolino di vetro attorno al quale erano disposti due lussuosi divani e tre poltrone che si sposavano alla perfezione con il resto; la parete di destra e parte di quella di fronte alla vetrata erano arricchiti da diversi quadri, tutti dell’epoca dell’astrattismo (solo uno di quelli sarebbe valso una piccola fortuna); piante esotiche e piedistalli su cui erano posizionati altre opere d’arte erano stati disposti con ricercata cura per tutto l’ambiente. L’uomo lanciò un’occhiata verso la porta a due ante e tese l’orecchio, ma non udì nessun rumore sospetto, quindi si diresse verso il lato sinistro dello studio, dove campeggiava una libreria a muro e una massiccia scrivania del settecento che stranamente si armonizzava alla perfezione con il resto degli oggetti più moderni, ivi compreso il pc, con l’inconfondibile logo della Howard Company(3) sul dorso, che svettava sul ripiano di legno lucido. 
Hyun si sedette sulla poltrona di pelle, accese il computer e inserì la chiavetta nera al lato dello schermo, poi rimase a osservare Ivy prendere, senza difficoltà alcuna, il controllo della situazione da remoto e, in meno di un minuto, individuare la password per accedere alla schermata principale; come da prassi, lo schermo divenne nero e una serie di scritte verdi, azzurre e talvolta rosse cominciarono ad apparire, come una cascata incontrollata. Il mago vide la lucina della webcam accendersi e vi si rivolse come se avesse di fronte l’amica << Quanto credi che ci vorrà? >> 
<< Devo superare tutte i firewall di protezione, evitare gli allarmi, trovare i documenti di nostro interesse e scaricarli… ho bisogno di tutto il tempo possibile e di assoluta concentrazione. >> 
Capita l’antifona, Hyun appoggiò i palmi delle mani sulla scrivania e si diede una leggera spintarella per allontanarsi da essa << Va bene, io intanto guardo se c’è qualcosa di interessante tra i documenti cartacei. >> 
Il mugugno che ricevette in tutta risposta lo fece sogghignare. Si spostò dunque verso la libreria e accese le luci integrate negli occhiali, in quanto la stanza era completamente al buio, se si escludeva la fioca illuminazione che penetrava attraverso la vetrata. Il silenzio calò con estrema naturalezza sul duo, gli unici rumori udibili erano il ticchettio ritmico prodotto dalla tastiera intervallati da quelli del mouse e il rigirare delle pagine. 
Hyun, fino a qualche anno prima, non avrebbe mai creduto possibile che sarebbe arrivato a intrufolarsi illegalmente in un’abitazione per derubarne il proprietario. Ora, però, lo trovava naturale e i sensi di colpa, che una volta lo attanagliavano, erano andati scemando, fino a scomparire del tutto. Ogni volta che commettevano un colpo per lui era semplicemente una nuova sfida, un’ennesima dimostrazione delle sue capacità e un passo in avanti per raggiungere il loro scopo. Gli era stato affibbiato un ruolo e, dopo inutili tentativi di scrollarselo di dosso, lo aveva accettato ed era stata la scelta migliore che avesse mai fatto.
Stava sfogliando un fascicolo, cercando di capire la serie di numeri riportati all’interno, quando i peli sul retro del collo si rizzarono, facendogli arricciare il naso e contrarre ogni muscolo. Spesso Ivy lo prendeva in giro affermando che avesse dei sensi superiori a quelli di chiunque e lo accumunava, con ironia misto a un religioso rispetto, a un ninja per le sue doti straordinarie. Sta di fatto che prenderlo di sorpresa o alle spalle era impensabile per chiunque, soprattutto per una guardia con il passo pesante. Attese, facendo finta di non essersi reso conto della sua presenza, poi si lanciò di lato all’ultimo secondo, evitando per un soffio uno schiantesimo, che andò a colpire gli scaffali davanti cui si trovava poco prima, intanto che lui rotolava via. 
<< Non sono passati neanche dieci minuti! >> la voce di Ivy si inasprì, mentre il rumore dei tasti diventava più frenetico << Tienilo occupato più che puoi. >> 
<< Fosse facile. >> sibilò l’uomo spegnendo le luci dei suoi occhiali, mentre una serie di incantesimi gli venivano lanciati vicino << Ti ricordo che io non posso usare la magia. >> 
<< Allora disarmalo! >>
Hyun si ricacciò in gola la lamentela stizzita che gli si formò sulla punta della lingua, e, con un gesto secco della mano destra, si ritrovò un lungo e acuminato spillo nero stretto fra le dita. Sempre accucciato si mosse per la stanza, usando il mobilio come scudo dagli attacchi del rivale che, a causa della scarsa visibilità, non riusciva a individuarlo. Giuntogli alle spalle emise un basso fischio facendolo voltare e, prima che l’altro potesse fare alcun ché, lanciò con precisione il bō shuriken(5) che si piantò nel polso dell’avversario, facendolo ruggire di dolore e costringendolo a lasciare la presa sulla bacchetta. Hyun gli si avventò addosso e, nonostante l’altro fosse decisamente più massiccio, lo afferrò per il braccio ferito, lo torse e, con un gesto fulmineo, sfruttando la mole dell’altro, lo ribaltò oltre le sue spalle. Quando fu a terra, inerme, gli assestò un pugno sul viso, facendogli perdere i sensi. 
<< Merda, merda, merda! >> 
La serie di improperi di Ivy si fecero strada nella sua mente annebbiata << Cosa succede? >>
<< Nulla di buono. Ti ricordi quando mi hai dato della paranoica perché ho esteso l’incantesimo gnaulante per dodici chilometri in ogni direzione dalla nostra base? >> il mago non ebbe modo di dire alcunché visto che la partner non gliene occasione << Ebbene un gruppo di simpatici Auror si è appena smaterializzato qui vicino e, visto che altre tre squadre stanno convergendo da te, suppongo che i cinque appena comparsi qui siano venuti per me. >>
Il palpabile panico nel tono della voce della ragazza fece scattare tutti gli allarmi di Hyun che, senza esitare, prese in mano la situazione << Passiamo al piano “doppia fuga”, allora. >> 
L’uomo udì distintamente un tonfo, seguito da un’imprecazione e qualcosa che cadeva, poi la voce irritata di Ivy << Ogni volta che uso le cuffie con il filo mi dimentico di staccarle. In ogni caso non dimenticarti la chiavetta, cercherò di lavorare con quello che sono riuscita a scaricare. Ti ho mandato la piantina dell’edificio sul telefono, hai meno di tre minuti prima che arrivino gli sbirri. Ci rivediamo al punto d’incontro. >> 
Il secco e improvviso rumore della chiamata interrotta lo sorprese più di quanto non si aspettasse: era la prima volta, in tre anni, che lui e Ivy dovevano separarsi per cavarsela da soli. Lui era certo di farcela, non poteva fare altrimenti, ma lei… il suo istinto protettivo si risvegliò, facendogli vagliare l’idea di ignorare il piano di fuga che avevano così dettagliatamente organizzato. 
Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, calmando il battito cardiaco accelerato. Quando sollevò le palpebre il suo sguardo rifletteva una fredda determinazione: doveva avere fiducia nelle capacità di Ivy. Ora aveva un solo obbiettivo: scappare e velocemente anche. 
Strappò la chiavetta dal computer e senza guardarsi indietro uscì fuori dallo studio, correndo per il lungo corridoio. Dopo aver estratto, da una delle decine di tasche, il cellulare, lo accese e guardò la piantina: gli Auror si sarebbero di certo divisi, una parte sarebbe entrata dall’ingresso principale e l’altra dall’uscita di servizio; a lui non rimaneva altro che la terza opzione, ovvero le scale anti-incendio. Arrivato alla fine del corridoio, ignorando la confusione che giungeva dabbasso e dopo aver rimesso in tasca il cellulare, aprì la finestra e, prestando molta attenzione, posò i piedi sullo stretto cornicione. La sua impresa da funambolo, per fortuna, ebbe vita breve perché dovette percorre poco più di un metro prima di poter afferrare l’inferriata della scala d’emergenza. Spiccando un balzo, si aggrappò alla ringhiera, la scavalcò e poté cominciare così a scendere velocemente i gradini. Aveva da poco superato la metà quando udì degli urli e delle imprecazioni in tedesco giungergli alle orecchie, seguite da delle luci che puntavano contro di lui dalla stessa finestra da cui era scappato. Sapendo di non avere più tempo, l’uomo scese gli ultimi scalini, poi fece uno scatto verso il lato opposto dell’impalcatura, appoggiò una mano sul parapetto e si buttò dall’altra parte. La caduta venne attutita con qualche difficoltà, ma il mago si riprese in fretta e si diresse spedito verso la fine del vicolo. Doveva andare a recuperare la sua bambina, parcheggiata a due strade di distanza, dunque non aveva tempo da perdere.
Uno stridio di gomme interruppe la sua corsa e da un SUV nero, marcato Hyundai, scesero tre figure. Il guidatore, in particolare, attirò la sua attenzione: i capelli corvini, con riflessi blu, erano scompigliati, come se ci avesse passato in continuazione le mani in mezzo, un ghigno sarcastico gli aveva fatto comparire un’adorabile fossetta sulla guancia e gli occhi scuri parevano tizzoni ardenti. Fin dalla più tenera età, l’uomo aveva sempre catalizzato l’attenzione di tutti e anche in quel caso non fu altrimenti: Min Joon Bahk in quel momento pareva un angelo vendicatore. 
<< Che ne dici, Gumiho, ti va di arrenderti? >> 
<< Magari la prossima volta, grazie. >> detto questo fendette l’aria con la bacchetta, da cui scaturì un’onda d’urto che fece cadere all’indietro i tre Auror. 
Non attendendo che questi si rialzassero, riprese la sua corsa, dirigendosi verso la stradina che fiancheggiava l’alto edificio da cui era saltato per raggiungere l’attico e lì trovò la sua amata Yamaha MT 09. Si infilò il casco, inserì le chiavi e partì a tutto gas, tenendo contemporaneamente la bacchetta ancora nella mano destra. Appena si immise nella strada si ritrovò tallonato dal SUV di Joon, da cui venivano lanciati a ripetizione incantesimi e fatture. Sapendo che non poteva continuare all’infinto a evitarle, soprattutto perché la sua fortuna non era così sconfinata, si inserì nelle affollate strade berlinesi, consapevole del fatto che i suoi inseguitori non avrebbero potuto usare la magia di fronte ai babbani. 
Cominciò a zigzagare in mezzo agli autoveicoli ad alta velocità e, nonostante cambiasse all’ultimo la direzione, la sirena spiegata gli ricordava costantemente che gli erano alle costole. Uno sparo improvviso gli fece gelare il sangue, per un secondo temette di essere stato colpito. Il dolore però non arrivò, quindi guardò nello specchietto retrovisore e notò così un foro nella cromatura della sua adorata moto.
<< Baby! Avete colpito Baby, mostri! >> tuonò, per poi accorgersi che lo stesso che aveva ferito la sua amata bambina stava riprendendo la mira. Con un basso ringhio, Hyun torse il busto e, con gesto deciso della bacchetta, lanciò uno schiantesimo che colpì in pieno viso l’Auror << Eccoti servito, stronzo. >> 
Con la coda dell’occhio, il mago si accorse di una strada pedonale, ma ancora più importante vide l’ingresso per la metropolitana. Sterzò bruscamente e passò in mezzo a due bassi pilastri. Le persone, notando il suo gesto avventato, iniziarono a urlargli dietro e, i più vicini a lui, a togliersi dalla sua traiettoria. Ignorando gli improperi e le maledizioni a lui rivolte, l’uomo inchiodò di fronte alle scale della metropolitana e scese dalla moto, che ridusse alle dimensioni di un giocattolo picchiettando due volte la bacchetta sopra di essa. 
Mettendo al sicuro la sua Baby in una tasca interna del suo giubbotto insieme al casco, anch’esso rimpicciolito, vide Joon e una sua collega fendere la folla con aria determinata << Maledizione, ma non mollate mai? >> 
Fece i gradini tre alla volta, rischiando anche di cappottarsi alla fine, superò i tornelli con un salto da prestazione olimpica e si diresse spedito verso una delle banchine. Il rumore di passi frenetici alle sue spalle, gli diede la spinta necessaria per fare un ultimo sforzo, facendo di volata gli ultimi cento metri. Proprio all’ultimo secondo riuscì a infilarsi nel vagone giallo e udì chiaramente le porte chiudersi alle sue spalle. Dopo aver preso un paio di profondi respiri si sollevò e guardò oltre il vetro: sul marciapiede, diritto come una lancia, si trovava Joon che, con la mandibola serrata, lo studiava con rabbia. La metropolitana si mosse e Hyun si esibì in un cenno con la mano, a mo’ di saluto, intanto che anche la sua altra inseguitrice lo raggiungeva. Prima che li perdesse di vista, il mago li vide parlottare tra di loro, in particolare notò il primo estrarre il suo cellulare per abbaiare ordini e comprese che non si poteva ancora rilassare, non era ancora in salvo. 
Ignorando le occhiate curiose che gli venivano lanciate dagli altri passeggieri, Hyun cominciò a ravanare nelle sue numerose tasche finché non individuò l’oggetto che stava cercando: un piccolo rettangolo nero, all’incirca grande quanto il suo palmo, e con tre antenne sulla cima, di altezza decrescente. 
Scese alla prima fermata e, tenendo a mente quello che gli aveva detto Ivy quando gli aveva consegnato l’oggetto, si mise subito alla ricerca di una centralina. Impiegò fin troppo tempo per i suoi gusti, ma alla fine la individuò. Forzò la serratura e si ritrovò di fronte a una moltitudine di fili, a cui attaccò il disturbatore di frequenze, dopo di che sollevò l’interruttore sul lato sinistro e vide con soddisfazione le lucine verdi lampeggiare allegramente. Richiuse con attenzione lo sportello e alzò lo sguardo sulle telecamere di sicurezza: queste vibrarono per una frazione di secondo, poi si spensero. Da quanto gli aveva detto Ivy, il disturbatore che aveva creato avrebbe messo fuori gioco tutte le telecamere di quella stazione della metropolitana per circa venti minuti.
Hyun si abbassò il collo del maglione, rivelando un sorriso sardonico. Consapevole del fatto che gli Auror erano a poca distanza da lui, si nascose in un angolo, lontano dagli occhi indiscreti dei babbani. In una manciata di minuti, grazie alle sue abilità in Trasfigurazione, cambiò il suo abbigliamento: i pantaloni neri vennero sostituiti da dei jeans, il giubbotto di pelle divenne un trench color cammello e, per completare il look e coprirsi i capelli, fece comparire un berretto nero. Fatto questo, si infilò con naturalezza fra la folla di babbani e chiese addirittura indicazioni a un controllore su quale metro dovesse prendere per raggiungere la stazione di Berlin Ostbahnhof(6).
Si trovava nuovamente sulla banchina, quando notò con la coda dell’occhio un gruppo di individui farvi irruzione e guardarsi intorno con sospetto. Hyun rimase rilassato, le mani sprofondate nelle tasche del trench e lo sguardo rivolto alle porte della metropolitana che si aprivano lentamente di fronte a lui. Scivolò all’interno del vagone e si sedette nel primo posto libero, dando le spalle alle lunghe vetrate. Quando le ante si furono richiuse e il metrò cominciò a muoversi lentamente, volse leggermente il capo verso la banchina e vide il gruppo di Auror ancora intento nelle sue ricerche. Un sospiro di sollievo gli sfuggì dalle labbra e sperò che anche Ivy fosse al sicuro. 
 
 
§§§
 
 
Distretto di Friedrichshain-Kreyzberg
 
 
Scostando leggermente la tenda, di un verde slavato, Ivy setacciò con gli occhi chiari la via al di sotto e, con suo sommo orrore, vide comparire, dai vicoli circostanti, cinque figure. Palesemente degli Auror per come erano vestiti e per come si atteggiavano, in particolare notò che si attardavano nel piccolo spiazzo del marciapiede dall’altra parte della strada: dovevano aver ricevuto una soffiata su dove lei fosse, ma non in quale edificio di preciso. Con estrema lentezza, per timore che un movimento repentino potesse attirare la loro attenzione, si ritirò dalla finestra. Quando la tenda fu rimessa al suo posto, fece un paio di respiri profondi mentre stringeva al petto il suo orsacchiotto di pezza. Appena la sua respirazione si stabilizzò, afferrò uno zaino di tela grigio, sui aveva imposto anni prima un incantesimo di estensione irriconoscibile, lo aprì e lo pose al centro della stanza. Dato un bacio sul capo del suo amato peluche, il quale indossava la divisa di un sottotenente della marina militare americana, lo ripose con cura all’interno della sacca, dopo di che estrasse la bacchetta da una tasca dei pantaloni e la fece rotare. Grazie a una magia non verbale tutti gli oggetti presenti nella stanza iniziarono a fluttuare, a disporsi in fila indiana e a depositarsi dentro lo zaino. 
Canticchiando distrattamente << Hockety pockety, wockety wack. Abra, cabra, dabra, da. Se ciascun si stringerà, il posto a tutto si troverà. Higitus figitus, figitus sbum. Presti-digi-toriuuum… >>(7) la strega indossò una mascherina chirurgica nera e si legò i lunghi capelli biondi alla bell’e meglio, che coprì con un berretto scuro. Indossò anche un paio di guanti spaiati da tempo immemore, il destro giallo canarino e il sinistro bianco con sottili righe blu, e, infine si tirò su il cappuccio della felpa. Afferrò appena in tempo lo skate, colorato e pieno di stickers, prima che questo si lanciasse all’interno dello zaino e, quando tutti gli oggetti personali suoi e di Hyun furono al suo interno lo richiuse. 
Dopo aver riposto la bacchetta nella tasca sinistra dei suoi pantaloni ed essersi messa in spalla lo zaino, uscì cautamente dall’appartamento e perlustrò il corridoio, ma nessun essere vivente vi fece capolino. Chiusasi la porta alle spalle, si diresse in fretta verso un’uscita di sicurezza che non era segnata nelle planimetrie dell’edificio. Quando aveva dovuto scegliere dove ubicare la loro base aveva optato proprio per quel quartiere perché era sovraffollato ed estremamente povero, qui la polizia non era ben accetta e la criminalità dilagava sotto la luce del sole. I numerosi palazzi erano accatastati gli uni sugli altri, le norme di sicurezza non erano seguite dagli anni novanta e, nel corso del tempo, erano stati costruiti dei piccoli ponti che collegavano gli stabili, in modo da fornire vie sicure in caso di retate. 
Pose la mano sulla maniglia e, per un minuto, esitò, vagliando seriamente la possibilità di lasciarsi catturare perché l’idea di attraversare un ponte traballante a circa dieci metri d’altezza le faceva contorcere le budella dal terrore. I suoi pensieri successivi si indirizzarono al suo adorabile Hyun, che avrebbe lasciato solo e in balia di un triste futuro senza di lei, ma, soprattutto, avrebbe passato il resto dei suoi giorni con una tenuta arancione flash, cosa impensabile con la sua carnagione lattea: il suo ego non lo avrebbe mai tollerato. Prese quindi un profondo respiro, aprì la porta e, tenendo lo sguardo puntato verso il cielo pressoché invisibile, attraversò correndo i due metri in apnea. Andò praticamente a sbattere contro l’uscio dall’altra parte e, dopo aver trovato a tentoni il pomello, lo girò e si lanciò all’interno del corridoio. Fece un cenno di saluto a due donne sconosciute, ferme sulla soglia di uno dei numerosi appartamenti, e percorse nuovamente il lungo corridoio. 
Dovette ripetere la procedura altre due volte, prima di raggiungere il palazzo da lei desiderato, ovvero quello che aveva un’uscita che dava sulla strada principale. Con lo stomaco serrato in una presa ferrea causata dall’ansia e dalla paura per le altezze, iniziò a scendere le tre rampe di scale, tenendosi ovviamente rasente al muro. Aveva appena svoltato l’angolo e si trovava sul ballatoio tra il primo e il pian terreno quando si trovò faccia a faccia con un uomo alto almeno il doppio di lei e con un lungo soprabito nero. 
Ivy di norma era una che passava inosservata, non solo per la sua bassa statura, ma anche per il fatto che non dimostrava i suoi ventisei anni d’età, venendo scambiata costantemente per un’adolescente, con suo grande disappunto. In quel momento però desiderò ardentemente che anche l’energumeno che aveva di fronte decidesse di ignorarla, ma per sua grande sfortuna così non fu, probabilmente a causa del suo abbigliamento peculiare o per gli occhi sgranati e spiritati. 
<< Halten Sie an und heben Sie Ihre Hände(8)! >> tuonò infatti l’uomo, tentando contemporaneamente di afferrarle il braccio. 
Schivando le lunghe dita, Ivy estrasse la bacchetta e lo schiantò. L’Auror, per il contraccolpo, rotolò giù per le scale, per poi finire steso sul pavimento. Ovviamente il trambusto non passò inosservato e una serie di persone si affacciarono lungo la tromba delle scale; una sequela di ordini urlati con fare perentorio però attrassero la sua attenzione e la spinsero ad alzare lo sguardo: due piani più su, vide sporgersi uno dei colleghi di quello che aveva appena schiantato. Senza attendere oltre fece di volata l’ultima rampa, si lanciò verso l’uscita sulla sinistra e, una volta in strada, fece scivolare per terra lo skate, su cui salì sopra. 
Ignorando le urla alle sue spalle, si mosse velocemente fra le persone che si accalcavano sul marciapiede, ma non ci volle molto tempo prima che si ritrovasse i quattro Auror superstiti alle calcagna. Aggrottando la fronte, afferrò con la mano destra un palo della luce così da riuscire a effettuare una curva stretta ed entrare in un piccolo parco che sapeva essere bazzicato da delle gang di baby criminali, arrabbiati e sempre pronti a fare a botte. Inchiodò proprio di fronte a uno di essi e, in maniera concitata, indicò alle sue spalle << Hilf mir! Hilf mir! Die Polizei jagt mich!(9) >>
Fu sufficiente quella richiesta di aiuto, espressa in un tedesco traballante, perché una decina di ragazzi si dirigesse verso i suoi inseguitori; ovviamente non attese l’epilogo della rissa, ma salì nuovamente sul suo skate e sfrecciò via il più velocemente possibile. 
Si trovava a pochi chilometri di distanza dalla stazione dei treni di Berlino Est quando, sbucando da una galleria medievale, si ritrovò in un cortile interno e lì, ad attenderla, vi erano tre degli Auror che pensava di aver seminato. In un battito di ciglia si ritrovò circondata e, sollevando lo sguardo, vide una telecamera di sicurezza che zoommava su di lei; dunque era così che l’avevano seguita, si ritrovò a pensare stringendo la mascella infastidita.  
Per qualche istante scese sul ristretto gruppo un silenzio e una tensione irreale. Sopra di loro una coppia di pipistrelli sfrecciò veloce nel cielo notturno e, dalle finestre ad arco che davano sulla corte, nessuno si affacciò. 
Il petto le saliva e abbassava freneticamente, mentre il cuore le batteva violentemente contro le costole. Ignorando il dolore, Ivy rinsaldò la presa sulla bacchetta e inclinò il capo di lato << Volete giocare? Allora, giochiamo. >> 
Il sibilo di un incantesimo squarciò l’aria. 
In pochi secondi il piccolo spiazzo silenzioso e scarsamente illuminato si animò di lampi di colori e grida. La ragazza sapeva di aver poco tempo a disposizione, probabilmente un'altra squadra di Auror era diretta in supporto dei colleghi proprio in quel momento. Schivò e deviò una serie di fatture, poi, mosse il braccio a formare un arco, facendo così calare sui tre una nebbiolina stordente, che per un paio di secondi li rallentò e li confuse, ma per lei fu più che sufficiente: sfruttando le finestre intorno a loro, scagliò nuovamente uno schiantesimo che, rimbalzando, colpì uno alla volta i suoi aggressori che caddero svenuti. 
Per un istante, osservò con maligna soddisfazione il suo operato, dopo di che si voltò verso la telecamera di sicurezza e, mentre la nebbiolina si diradava, sollevò entrambi i diti medi nella sua direzione: gesto infantile, ma che le provocò un’enorme soddisfazione. Recuperato lo skate, che aveva lanciato da parte durante il duello, scavalcò uno dei corpi riversi a terra e trotterellò verso una delle stradine che davano sul cortile interno. Quando si trovò in un punto cieco, lontana da ogni genere di telecamera, si smaterializzò all’interno di uno dei bagni meno frequentati della stazione. 
Come lo sapesse? 
Semplice, il suo lato manicale e ossessivo l’aveva portata a studiare pure la frequenza con cui venivano usati i vari bagni di servizio, individuandone uno perfetto: lontano dalle banchine dei treni e imbucato in un punto oscuro, che ogni donna, con un minimo di sale in zucca, avrebbe evitato in quanto dava l’idea di un luogo ideale dove essere assalita. 
Siamo tutti d’accordo nell’affermare che quella non era la serata di Ivy, difatti, non appena fu comparsa, con un sonoro schiocco, all’interno del luogo ameno, si trovò sotto lo sguardo terrorizzato di due signore che si stavano lavando le mani. Prima che queste potessero iniziare a strillare, con un sospiro, la giovane le obliviò, facendo dimenticar loro la sua peculiare entrata in scena. Le due, con aria inebetita, tornarono a chiacchierare dei fatti loro, mentre la strega scivolò alle loro spalle, infilandosi all’interno di uno dei cinque stretti cubicoli. Dopo aver chiuso la porta, tirò giù la tavoletta del water su cui appoggiò lo zaino, in cui ripose lo skate e gli indumenti che man a mano si toglieva. Grazie poi all’utilizzo dell’incantesimo accio, estrasse invece un maglione di lana a collo alto color panna, che si infilò con non poche difficoltà, un cappotto della stessa tonalità e una parrucca bruna. 
Udì distintamente le due donne finalmente uscire e così fece anche lei, felice di essere da sola e di potersi cambiare con più facilità. Trasferì le sue cose sul ripiano dei lavandini e, guardandosi allo specchio, indossò con gesti esperti la parrucca e il soprabito. Trasfigurò lo zaino in una borsa a tracolla di cuoio e, tenendo la bacchetta stretta in mano, uscì dal bagno, pronta a schiantare chiunque le si fosse avvicinato troppo. 
Per fortuna non venne infastidita e, una volta arrivata in un punto più illuminato, si sentì abbastanza tranquilla da nascondere la bacchetta nella tasca del cappotto. 
La stazione di Ostbahnhof, benché fosse da poco passata la mezzanotte, era discretamente affollata e questo andava a vantaggio della giovane, che si mescolò in mezzo alla gente, dirigendosi con sicurezza alla biglietteria. Il soffitto a cupola, interamente di vetro, permetteva di vedere il limpido cielo notturno berlinese e, mentre studiava le poche stelle che vi facevano capolino, Ivy sentì un braccio cingerle le spalle con delicata dolcezza. Non sobbalzò e non si spaventò, perché, ancor prima di vederlo in viso, riconobbe il suo odore: sapone misto a un aroma indefinito, ma che, se chiudeva gli occhi, le ricordava il mare, il sole e la spiaggia calda. 
Un mezzo sorriso le incurvò le labbra quando sollevò lo sguardo verso Hyun, che la studiava divertito << Tutto bene? >>
<< Tutto bene. >> confermò l’uomo, per poi spostare la sua attenzione al grande tabellone delle partenze << Allora, dove siamo diretti? >>
La persona in fila prima di loro si spostò di lato e si ritrovarono così di fronte al bigliettaio che domandò, in un inglese con forte accento tedesco, cosa desiderassero.
Ivy sorrise cordialmente all’uomo stempiato ed estrasse il portafoglio dalla tasca destra del suo soprabito << Due biglietti per Poznań, Polonia. >>  
 
 
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Distretto di Mitte
 
 
Min Joon aveva la mandibola talmente serrata che percepiva un sottile e costante dolore provenire dall’arcata dentaria, ma questo veniva del tutto spazzato via dall’ira funesta che lo stava pervadendo. Le immagini che scorrevano sul laptop, appoggiato sul cofano del suo SUV, lo fecero ulteriormente irrigidire e quando vide Imp, una degli hacker più ricercati al mondo, mostrargli i due medi, seppe con assoluta certezza che, sotto la mascherina, stava sogghignando tutta tronfia. 
Se li era fatti sfuggire. Di nuovo
La rabbia che lo pervadeva aumentò a dismisura, tanto che non riuscì più a mantenere il suo autocontrollo, quindi, in preda alla frustrazione, diede un pugno al cofano. Al suo fianco una giovane collega, di cui non si ricordava il nome, sobbalzò spaventata da quell’inconsueto sfogo iracondo. 
Portandosi una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio, la donna deglutì rumorosamente intanto che cercava di evitare con tutte le sue forze di incontrare lo sguardo duro e freddo del coreano << Abbiamo foto di ogni sua angolazione e con esse stiamo setacciando ogni registrazione disponibile: i software stanno lavorando a pieno regime. La troveremo. >> 
Stringendosi il ponte del naso, per trattenere la voglia di urlare contro chiunque gli si fosse avvicinato anche solo di tre metri, Joon parlò con voce chiara e fredda << Invece non ci riuscirete, ci hanno fregati. >> di fronte allo sguardo spaesato della strega, indicò il laptop << Si è sicuramente smaterializzata in punto a lei congeniale, senza telecamere o testimoni, che, se anche ci fossero, avrà oblivato. Si sarà cambiata in modo che qualsiasi informazione potessimo avere su di lei, colore dello zaino e abiti, saranno del tutto inutili. >>
La strega si incassò nelle spalle e non seppe cosa aggiungere, visto che era consapevole anche lei che la missione era stata un completo disastro. Quindi iniziò a dondolarsi sui piedi e a guardarsi freneticamente intorno, nella speranza di trovare uno spunto di conversazione che potesse distrarre l’attenzione del suo spaventoso superiore o, ancora meglio, in un miracolo che le concedesse la grazia di allontanarsi il più possibile. 
Min Joon estrasse dalla tasca interna del soprabito un pacchetto di Parliament Night Blue e, grazie ai suoi centottanta centimetri di altezza, la scrutò dall’alto verso il basso con profonda irritazione << Sparisci. >> 
Il freddo comando non dovette essere ripetuto una seconda volta: la giovane si dileguò alla stessa velocità con cui un coniglio scappa dopo aver fiutato un pericolo.
Con un gesto secco del polso, l’uomo fece scattare l’accendino e portò la fiamma alle labbra, tra cui era trattenuta la sua agognata sigaretta. Presa una profonda boccata, la lasciò andare lentamente e insieme ad essa buona parte del nervosismo che lo pervadeva. 
Sapeva benissimo cosa lo aspettava da lì a poche ore: un resoconto dettagliato al comandate degli Auror di Berlino, con annessa spiegazione su cosa fosse andato storto e, con molto probabilità, avrebbe pure ricevuto qualche insulto visto che non avrebbe avuto alcuna remora nel sottolineare le manchevolezze sia del corpo Auror che del loro leader. Sperò solo che la cosa si concludesse in fretta e che, nel giro di un paio di giorni, avrebbe potuto riprendere la sua caccia all’uomo. 
Chiuse il portatile e lo consegnò in mano a un sottoposto che passava lì vicino, non desiderava più vedere i video in cui gli sfuggivano nuovamente due dei criminali più ricercati al mondo. 
Un’antica rabbia, mai del tutto repressa, tornò a bruciargli le viscere e la costante fitta al cuore tornò a farsi beffe di lui. Benché fossero passati quattro anni non aveva bisogno di una foto o di un video per ricordare le fattezze e men che meno il volto dell’uomo che aveva ucciso a sangue freddo suo fratello minore: Do Hyun Kim. Lo avrebbe catturato a ogni costo e lo avrebbe rimesso in prigione, il luogo giusto per un mostro come lui; magari, grazie ai nuovi reati che stava collezionando, avrebbe ricevuto la condanna a morte. Il solo pensiero gli fece sorgere un ghigno, con conseguente fossetta sulla guancia destra, assumendo l’aspetto di un bel demonio, seppur sempre sinistro e spaventoso.
Appena avesse avuto sotto custodia Do Hyun lo avrebbe interrogato senza sosta, finché non avesse avuto le risposte che voleva, in particolare in relazione ai mandanti dell’omicidio di suo fratello: gli Apicoltori. Un ente criminale così potente e pericoloso di cui non si sapeva praticamente nulla, solo che poteva fare il bello e il cattivo tempo in ogni ambiente e che le vite per loro non valevano niente. Nel corso degli anni erano  riusciti a catturare dei tirapiedi, ma come in ogni istituzione piramidale chi si trovava alla base non sapeva nulla ed erano facilmente rimpiazzabili. Quindi il fatto che fossero riusciti a individuare un loro sicario, nonché infiltrato, era qualcosa d’incredibile, una svolta fondamentale per le indagini, ma se lo erano fatti sfuggire, più volte. 
Sprofondando le mani nelle tasche dei pantaloni su misura, Joon volse lo sguardo verso il cielo notturno, la sigaretta ancora in bilico fra le labbra carnose: benché avesse sempre detestato le lezioni di Astronomia quando frequentava Mahoutokoro, qualcosa aveva imparato e non ebbe difficoltà a individuare Venere e Siro, ma a causa dell’inquinamento luminoso non poté distinguere nessuna costellazione. Per una frazione di secondo si chiese se anche loro stessero guardando il cielo come lui, se dopo essere sfuggiti alla cattura si fossero fermati a riprendere fiato e ammirare quello che altrimenti non avrebbero più potuto contemplare per il resto dei loro giorni, perché lui si sarebbe assicurato che fosse così. 
Per raggiungere il suo obbiettivo ormai si era reso conto che non poteva più pensare di farcela da solo; questo continuo inseguimento stava assumendo delle connotazioni macchiettistiche, oltre a procurargli una profonda e persistente frustrazione e probabilmente anche un’ulcera. Ci stava rimuginando già da parecchio tempo e l’idea di creare una task force, con gli elementi più capaci dell’intero globo, gli sembrava sempre più allettante; in fondo non era il solo a desiderare la caduta degli Apicoltori, doveva solo trovare il modo di convincere i vertici dell’Interpol Magica. Questa volta un vero sorriso gli incurvò le labbra, mentre rifletteva sul da farsi, spegnendo la sigaretta e gettandola in un pattume lì vicino. 
Salito in auto sentì una nuova energia percorrergli i muscoli, sapeva già da chi andare per ottenere il consenso al suo piano e l’idea lo fece fremere dalla voglia di iniziare quanto prima. Si avviò dunque verso il Ministero della Magia Tedesco, desideroso di liberarsi al più presto dei suoi doveri e dirigersi appena possibile a Londra. 
 
 
§§§
 
 
Brandeburgo(10), Germania
 
 
Il paesaggio scorreva come una macchia indistinta oltre i finestrini del treno, un turbinio di ombre e figure che si rincorrevano continuamente. Hyun, appoggiato al sedile, teneva il viso rivolto verso quello scenario, ma senza vederlo realmente, troppo assorto dai suoi pensieri e dalle sue elucubrazioni.
<< Giuro che se non la smetti, ti strappo quella maledetta penna di mano e te la conficco nella giugulare. >> 
Il sibilo furioso di Ivy lo riportò alla realtà, facendogli sbattere le palpebre un paio di volte, del tutto spaesato. Abbassando lo sguardo si rese conto di tenere fra le dita una penna con cui stava giocando distrattamente, premendo a ripetizione il bottone su una delle estremità per far uscire ed entrare la punta. Abbandonò la possibile arma del delitto sulla settimana enigmistica, appoggiata sul tavolino che li divideva, e si passò una mano sul capo coperto dal berretto. Benché si fosse liberato del cappotto appena si era seduto, non aveva potuto fare la stessa cosa con il cappello. Nel timore che gli Auror stessero setacciando le videocamere di tutti i treni partiti dalla stazione di Ostbahnhof nelle ultime ore, i due fuggiaschi avevano deciso che fosse meglio essere prudenti, quindi il mago si era dovuto coprire i capelli e indossare una mascherina chirurgica; se c’era qualcosa di buono lasciato dal COVID era il fatto che non era più strano vedere qualcuno portare una di quelle maledette protezioni. 
Ivy, al contrario, non essendo schedata in alcun modo, poteva rimanere a volto scoperto, anche se ovviamente non si era tolta la parrucca. 
Massaggiandosi lo sterno, la ragazza si appoggiò allo schienale del sedile e lanciò un lungo sguardo al compagno da sopra il bordo dello schermo del suo computer << Non ritengo che il colpo sia stato un completo fallimento, insomma qualcosa siamo riusciti a recuperare. >> 
Hyun ricambiò l’occhiata, evidentemente irritato ed esasperato << Oh sì, effettivamente ci saranno molto utili dei documenti frammentari e crittografati. >> 
<< Ehi, ti ricordi con chi stai parlando? >> la strega si scostò una lunga ciocca bruna dietro la spalla con fare altezzoso << Sono al quarto posto nella classifica globale degli hacker e, per inciso, sono l’unica donna nella top ten. Se c’è qualcuno in grado di decodificare questi file sono io. >> 
<< Non sto mettendo in dubbio le tue abilità. >> l’uomo, dopo essersi guardato in torno ed appurato che erano ancora da soli nel vagone, si sporse verso l’amica << Sto dicendo che dopo la nostra incursione, come minimo, aumenteranno la sicurezza e, così, attuare il nostro piano sarà ancora più pericoloso e difficile. >>
<< Dì pure impossibile. >> 
Hyun guardò di traverso l’hacker, che si strinse nelle spalle << Che vuoi? È la verità, ora come ora noi due da soli non siamo sufficienti per realizzare i colpi che abbiamo progettato. >>  
<< Non vorrai di nuovo suggerire di… >>
<< Aumentare il numero dei giocatori? >> Ivy concluse per lui la frase, intrecciando poi le dita e appoggiando i gomiti sui braccioli del sedile << Mi pare evidente che sia la cosa più sensata da fare e la nostra unica possibilità di successo. >>
Vedendo come l’uomo si muoveva infastidito, neanche avesse dei tizzoni ardenti sotto il sedere, e come la sua espressione si fosse fatta corrucciata, la strega fissò i suoi penetranti occhi verdi in quelli di lui << Non sei l’unico a cui gli Apicoltori hanno stravolto la vita. Capisco la tua diffidenza, ma abbiamo bisogno di aiuto e chi c’è di meglio di un criminale motivato dalla vendetta e incentivato dal guadagno come alleato? >>
<< Potrebbero tradirci, come ha fatto, con grande probabilità, uno degli informatori che abbiamo contattato per fare questo colpo. >> 
<< Sei un vero cucciolo, mi viene voglia di strizzarti le guance da quanto sei dolce. >> 
Hyun, di fronte a tale affermazione strampalata e priva di senso, aggrottò ancora di più la fronte << E questo che c’entra? >> 
<< Mi pare evidente: mi fai tenerezza. Insomma sei nell’ambiente criminale da quanto? Tre anni? E ancora ti stupisci che gli informatori facciano il doppio gioco? >> Ivy lo guardò con compassione e con un velo di derisione << Adorabile. >> 
Il mago roteò gli occhi al cielo, per poi iniziare a massaggiarsi la tempia sinistra afflosciandosi contemporaneamente contro il sedile << Mettiamo caso che io sia d’accordo con questa tua idea sconsiderata, chi vorresti contattare? >> 
<< Ho qualche nome in mente, ma per il resto dovrò spulciare in rete. Abbiamo bisogno di un paio di ladri esperti, insomma non delle mezze calzette alle prime armi. Sarebbero molto utili dei truffatori, qualcuno in grado di mettere in ombra anche il miglior attore di Magiwood; se poi fossero belli e pieni di talento come Noah Hansen(11), non me ne lamenterei di certo. Ci sarebbe molto utile un falsario… Per Odino, la lista è lunga, ma per fortuna, oltre che bella, sono anche intelligente e mi sono già messa alla ricerca di qualche nominativo, ti mando quello che ho trovato sul cellulare. >> 
Hyun, per un attimo, rimase inebetito dal fiume di parole della ragazza, solo lei era in grado di dire così tante cose insieme senza neanche prendere fiato. Alla fine però il senso del suo sproloquio venne immagazzinato dal suo cervello e, in risposta, si drizzò, scrutandola con sguardo severo << Credevo che stessi cercando di decodificare quei pochi documenti di cui siamo entrati in possesso. >> 
<< Ma sei scemo? >> Ivy non staccò gli occhi dallo schermo del suo portatile << Credi che potrei mai mettermi a fare un lavoro così importante in un vagone del treno dove chiunque può spiarmi? >> 
<< Come se la maggior parte delle persone fossero in grado di capire quei codici alfanumerici. >> 
<< Non serve capirlo, basta che uno intraveda una schermata piena di codici e subito si autoconvince, grazie alle serie TV di cui ha fatto binge watching, che io sia una terrorista. Le persone sono davvero paranoiche. >> 
<< Ah! >>
<< Cosa “ah”? >> 
<< Il bue che dà del cornuto all’asino. Vorrei solo ricordarti che tu sei la stessa persona che, credendo di essere pedinata, ha aggredito un pover’uomo con un ombrello, accusandolo di essere un’agente MSI(12). >> 
Ivy si infossò nel sedile e incrociò le braccia al petto << Ma mi stava davvero seguendo. >> 
<< Solo perché voleva restituirti il portafoglio che ti eri dimenticata sul tavolo del bar. >> 
<< E tu non lo trovi sospetto? >> 
<< Che una persona si comporti gentilmente? >> 
<< Sì. >>
Hyun osservò esterrefatto l’amica per una manciata di secondi, poi alzò le mani al cielo, arrendendosi di fronte alla sua contorta mentalità << Hai detto che mi hai mandato dei nominativi? >> domandò, allungandosi verso il cappotto, appoggiato al suo fianco, per prendere lo smartphone che si trovava in una delle tasche. 
Ringalluzzita per essere tornati alla questione che le premeva, Ivy sorrise contenta << Controlla le tue email. Comunque è davvero fico, mi sembra quasi di essere in un film. Come Ocean’s Eleven, hai presente? >> 
<< Mh? >> 
<< Sì, dai il film con quei manzi stratosferici di George Clooney, Bratt Pitt e Matt Damon, senza poi parlare della favolosa Julia Roberts! Non una delle sue performance migliori, ma pur sempre meravigliosa. >> 
Hyun, concentrato a leggere i file che gli aveva mandato, si limitò a scuotere la testa e a borbottare un diniego, che venne accolto da un’espressione di puro orrore dalla ragazza. 
<< Com’è possibile che io non ti abbia fatto vedere quella serie di film favolosi?! Dobbiamo subito porvi rimedio! >> 
Detto questo, la giovane recuperò il suddetto film dalla sua raccolta personale, dopo di che si posizionò al suo fianco, girando il computer verso di loro.
<< Ehi! >> esclamò il mago quando gli venne sottratto il cellulare di mano << Non mi avevi detto che dovevo leggere ciò che mi avevi mandato? >> 
<< Può aspettare, questo invece no. >> Ivy fece partire il video, che cominciò con l’iconico logo della Warner Bros.
Accettando le cuffiette bluetooth che l’amica gli allungava, Hyun si lasciò andare in un lungo sospiro: era davvero una fortuna che fosse un uomo paziente. Notando poi il sorriso allegro della ragazza, non poté trattenersi dal ricambiarlo, quindi si sistemò meglio e concentrò la sua attenzione sullo schermo.  




 
(1)Acrofobia: paura delle altezze
(2)Runa Chinc: è una runa di mia invenzione e che serve ad aprire uno spiraglio momentaneo nelle barriere messe a protezione di un luogo. Chi usa questa runa però perde i suoi poteri, almeno fintanto che rimane all’interno della barriera su cui è stata imposta la runa. Appena ne esce la runa si spezza e il mago ritorna a poter utilizzare efficacemente la bacchetta. Inoltre la suddetta runa ha una durata di tempo in cui funziona, all’incirca un’ora, dopo questo tempo si dissolve e gli allarmi si attivano indicando la presenza di un intruso. 
 (Chiedo scusa per la resa, ma l'ho disegnata io a mano e non mi è proprio venuta benissimo >.<'')
(3)Howard Company: leader del settore della tecnologia magica
(4)Fiegende Bären (= Orsi Volanti) e i Messingknöpfe (= Bottoni d’ottone): sono due squadre tedesche di Quidditch (ovviamente inventate di sana pianta da me) 
(5)Bō shuriken: sono delle specie di pugnali o dardi da lancio di origine giapponese e ne esistono di diverse forme e misure; i Bō sono appunto simili a lungi spilli, mentre gli Hira sono delle lame a forma di stella (insomma quelli che si vedono di solito lanciare negli anime)
(6)Berlin Ostbahnhof: stazione ferroviaria di Berlino nel quartiere di Friedrichsain
(7)Higitus Figitus: canzone tratta dal film Disney “La Spada nella Roccia”, se non la conoscete andate a recuperarla perché merita => https://www.youtube.com/watch?v=Qe24i0xZ8Rc
(8)Halten Sie an und heben Sie Ihre Hände!: Fermati e alza le mani! (si ringrazia Google traduttore)
(9)Hilf mir! Hilf mir! Die Polizei jagt mich!: Aiutatemi! Aiutatemi! La polizia mi sta inseguendo!  (come sopra)
(10)Brandeburgo: è uno dei sedici stati federati della Germania
(11)Noah Hansen: Oc della meravigliosa Bri e facente parte della mia interattiva “The Royal Residence Park”
(12)MSI: acronimo per Magic Secret Inteligence

 
 

Angolo Autrice:

 
Salve a tutti! 
Io non dovrei assolutamente essere qui, ne sono perfettamente consapevole, ma giuro di essermi trattenuta più che ho potuto: avevo questa idea in cantiere da circa un anno fa e alla fine ho dovuto pubblicarla perché non riuscivo più a trattenermi. Mea culpa. 
Per prima cosa vorrei ringraziare chiunque abbia deciso di dare una possibilità a me e a questa storia e farvi poi i miei più sentiti complimenti per essere riusciti ad arrivare alla fine di questo prologo, che è il più lungo che io abbia mai scritto oltre a essere parecchio caotico.
Voglio poi mettere le mani avanti e sottolineare che ho preso ispirazione dalla saga degli “Ocean’s” (come si può intuire dal titolo dell’interattiva e dal riferimento di Ivy), ma anche da molti altri film che trattano di furti messi in atto da ladri con grande carisma o in generale di pellicole d’azione. Ho una grande passione per questo genere di film, tanto che ho sempre desiderato scrivere qualcosa su questo tema e alla fine ci sono riuscita con mia immensa gioia; quindi spero che possa piacere anche a voi o che vi intrighi abbastanza da voler partecipare. Sono consapevole che non sarà facile gestire le scene d’azione, che di per sé sono difficili da descrivere, come anche la “veridicità” delle scene, ma tenterò di fare del mio meglio, mi auguro che basti.
L’intera vicenda si svolgerà nel 2025, in giro per il mondo (quindi i personaggi non si muoveranno all’interno di un’unica città e nemmeno in un solo continente, ma si sposteranno parecchio) e all’interno della “linea temporale” delle mie altre interattive, quindi è possibile che io faccia riferimento a Oc o eventi che si ricollegano al Sottosopra e al Royal Residence Park (magari anche a qualche storia non mia, ovviamente con previa autorizzazione dell’autrice). All’interno del mio universo la magia e la tecnologia sono intrecciate, grazie soprattutto alla Compagnia Howard che ha inventato il prototipo di base per far coesistere queste due realtà insieme (quindi i maghi possono finalmente usare computer, smartphone, tablet, etc.)
Dopo questo piccolo preambolo, è giunto il momento di spiegarvi qualcosa sulla vicenda vera e propria, visto che il prologo inizia in medias res. 

 
Contesto
 
Credo che sia necessario spiegarvi innanzitutto chi siano gli Apicoltori: essi sono un ristretto gruppo di individui, estremamente potenti, il cui intento è quello di creare un mondo perfetto e che rispecchi i loro desideri, arricchendosi sempre di più nel mentre; insomma uomini d’élite che vogliono mantenere il potere e averne sempre di più nelle loro mani. Vedono i poveri e le persone meno facoltose come erbacce da estirpare o da usare a loro piacimento per i loro piani, indifferenti che muoiano o meno. Sono talmente potenti da poter far crollare un regime in una notte, se solo lo desiderano, oppure possono far crollare le azioni di decine di aziende mettendo in ginocchio un intero paese, se ritengono che questo sia utile per i loro scopi. Tirano i fili da dietro le quinte, riuscendo a manovrare intere nazioni, utilizzando ogni mezzo a loro disposizione: tangenti, ricatti, omicidi… 
Il vero potere però di questo gruppo è nell’anonimato, nessuno sa chi sia al vertice di questa organizzazione e le “persone comuni” non hanno la minima idea che esista; tant’è che solo nell’ultimo decennio gli Auror hanno scoperto dell’esistenza di questo ente, ma a oggi hanno raccolto poche informazioni su di esso, benché esista da una cinquantina di anni. Nello stesso ambiente criminale, nonostante sia decisamente più conosciuta, si sa poco o nulla, giusto qualche indiscrezione, ma solitamente chi sa tace per paura di ritorsioni oppure fa pagare cifre esorbitanti per le sue informazioni. 
Il management di questa azienda è composto da circa otto dirigenti e a capo di tutto vi è un CEO; nessuno è conoscenza delle loro identità, neanche i loro subordinati più fedeli e nemmeno fra di loro si conoscono, in modo tale che, se qualcuno venisse catturato, non possa svelare l’identità degli altri. Gli Apicoltori per non doversi sporcare le mani hanno fondato l’Arnia, un’organizzazione, gestita da quella che viene chiamata l’Ape Regina (anch’essa sconosciuta).
In questa realtà si inseriscono i miei personaggi, in particolare Do Hyun che, prima di diventare uno dei criminali più ricercati al mondo, era un Auror del Ministero della Magia Coreano. Durante un’indagine con il suo partner, Min Ah Bahk, fa una scoperta non intenzionale proprio sull’Arnia, ma prima che possano comunicarla ai loro superiori, Min Ah viene ucciso proprio dai sicari del gruppo e la colpa viene fatta ricadere su Hyun. 
A questo punto intervengono Ivy Bane, che “salva” Hyun facendolo però diventare poi un criminale a tutti gli effetti, e Min Joon Bahk, che dedica la sua vita alla cattura dell’assassino di suo fratello minore. 
 

Personaggi
 
Ora che vi ho delineato per sommi capi il contesto e le vicende che hanno portato al prologo, vi spiego meglio di quali Oc avrei necessità. Sono di due tipologie: Criminali e Auror dell’Interpol Magica.
 
1)Criminali: devono essere grigi (né buoni né cattivi; si muovono dunque in quel confine sottile di dubbia moralità), tra i migliori del loro settore (spiegando come sono diventati così bravi) e, soprattutto, devono essere entrati in contatto in qualche modo con l’Arnia o direttamente con gli Apicoltori (devono quindi voler distruggere questo gruppo).
 
Ruoli per i criminali:
  1. Mente = Hyun
  2. Hacker = Ivy
  3. Truffatori (2 posizioni libere) = devono essere abili nel travestimento e camaleontici, dei veri attori che sanno interpretare ogni ruolo a loro assegnato. Particolarmente versati nella Trasfigurazione. Abili oratori e imbonitori, in grado di convincere chiunque delle loro parole e dei loro raggiri, senza destare alcun sospetto. 
  4. Ladri (2 posizioni libere) = dei veri e propri fantasmi, particolarmente versati negli Incantesimi, estremamenteagili, abili nel combattimento corpo a corpo e nei duelli. Il punto di forza di questi Oc non è solo la loro capacità di non lasciare alcuna traccia dietro di sé, ma soprattutto il loro sangue freddo nelle situazioni critiche, permettendo loro di pianificare una via di fuga in pochi secondi.
  5. Falsario (1 posizione libera) = deve essere un esperto d’arte, in ogni sua forma, e deve essere in grado di riprodurre fedelmente qualsiasi oggetto (quindi non per forza un pezzo d’arte). Particolarmente versato in TrasfigurazioneIncantesimi e Storia della Magia e Babbana. Questo genere di personaggio (come anche l’artigiano) ha un lavoro di copertura, quindi non vive nella clandestinità, tanto da essersi integrato perfettamente nella comunità in cui conduce la sua quotidianità. Spetta poi a voi decidere se volte che il vostro Oc prenda parte attivamente ai vari piani o rimanga nell’ombra come farà Ivy.
  6. Artigiano (1 posizione libera) = una sorta di tutto fare unito a uno scienziato pazzo, in grado di costruire o inventare dal nulla ogni genere di arma o veicolo. I criminali si rivolgono a lui/lei per avere attrezzi particolari per i loro colpi, armi mai viste prima, macchine per la fuga, etc. Particolarmente versato in IncantesimiPozioni e Alchimia. Questo genere di personaggio (come anche il falsario) ha un lavoro di copertura, quindi non vive nella clandestinità, tanto da essersi integrato perfettamente nella comunità in cui conduce la sua quotidianità. Spetta poi a voi decidere se volte che il vostro Oc prenda parte attivamente ai vari piani o rimanga nell’ombra come farà Ivy.
  7. Banca (1 posizione libera) = è sicuramente il ruolo più particolare. Questo Oc non deve per forza essere un criminale. La cosa più importante è che abbia un cospicuo conto in banca a cui attingere e che sia disposto a metterlo a disposizione per i colpi che deve mettere in atto il gruppo. Per questo personaggio è fondamentale il perché voglia distruggere gli Apicoltori visto che mette a disposizione tutto il suo patrimonio per aiutare dei ladri. Può essere chiunque: la proprietaria di un’azienda, un giovane erede, un nobile, etc. Per quanto riguarda le abilità personali potete fare come meglio credete, magari potete sceglierle a seconda se vogliate che prenda parte attivamente ai colpi o meno.
 
2)Interpol Magica: sono Auror che agiscono a livello internazionale e si occupano appunto di criminali ricercati da più nazioni.
Questo ente di polizia magica agisce sostanzialmente come quello babbano: non ha degli agenti propri, ma sono tutti in “prestito” dai vari Dipartimenti Auror che hanno aderito a questa collaborazione fra governi. In ogni Stato aderente vi è una sede dell’Interpol Magica, ma quella centrale è a Vienna, che a differenza dell’Interpol babbana non si è spostata a Lione. L’intero complesso viene gestito da un Segretario a capo di un Comitato esecutivo composto da 13 membri. 
Prenderò da 3 a 5 Oc, anche se ovviamente il gruppo di agenti che seguiranno il caso sarà decisamente più ampio. I personaggi che selezionerò saranno, insieme a Min Joon, i detective a capo delle indagini
Devono essere abili a duellare e a combattere nel corpo a corpo. Particolarmente portati in Difesa contro le Arti OscureIncantesimi. Devono tutti saper parlare l’inglese e almeno un’altra lingua, esclusa la loro lingua madre. La specializzazione (es: profiler, detective della omicidi, negoziatore, investigatore informatico, sezione anti-frode, etc.) è a vostra discrezione, ma siate esaurienti nella scheda, non buttatemi lì il ruolo senza spiegarmi nulla per piacere.
 
Spero di essere stata chiara nelle mie spiegazioni, ma se aveste qualche dubbio o perplessità non esitate a scrivermi qui o anche su Instagram. 
 
A questo punto passiamo alle solite formalità.
 

Regolamento
 
  • Le schede vanno inviate entro il 5 Aprile alle 18 per messaggio privato, con oggetto: Nome del vostro Oc – Ocean’s 9. Sono ben felice di concedere una proroga di una manciata di giorni qualora ne aveste bisogno, purché venga richiesta per tempo (quindi non il giorno prima o addirittura il giorno stesso della scadenza). --> Proroga: 12 Aprile alle 18
  • Nel commento avrei bisogno che mi indicaste: sessotipologia (se Criminale o Auror), specialità (es: ladro, truffatore, profiler, informatico, etc. ) e nazionalità. Se vi fosse necessità potrei dovervi chiedere di cambiare uno o più di questi aspetti, nel caso avessi sovrabbondanza o fossi in penuria di qualcosa.
  • Essendo un’interattiva vi chiedo il favore di essere partecipi e con questo non voglio che mi recensiate per forza, per quanto mi riguarda potete scrivermi anche per messaggio privato qui su EFP o su Instagram (sono ben felice anche se mi mandate degli audio). Spero però che vi rendiate conto che dovendo gestire personaggi che non sono miei ho bisogno di un feedback e non di due parole in croce buttate lì perché io ci metto davvero molto impegno nello scrivere i vari capitoli e nel rendere al meglio i vostri pargoli. Per tale ragione dopo due capitoli di assenza, al terzo il vostro Oc non comparirà e, se il problema persiste, al quarto verrà eliminato.
  • Nel caso aveste qualche problema che vi impedisca di stare dietro agli aggiornamenti, basta che mi avvertiate e non succederà nulla di male al vostro piccolo. Per chi non mi conoscesse io sono estremamente lenta nell’aggiornare, che è sia un bene che un male, quindi non dovete temere aggiornamenti lampo.
  • Prenderò da un minimo di 10 a un massimo di 12 personaggi così suddivisi: 7 Criminali e dai 3 ai 5  Auror
 
Accetto

 
  • Massimo 3 personaggi a testa, purché di sesso e ruoli diversi
  • Oc provenienti da tutto il mondo e da qualsiasi scuola magica. Quindi non mandatemi solo Inglesi o Americani, se possibile. Possono provenire da ogni parte del globo: Cile, Congo, Emirati Arabi, Nuova Zelanda, Grecia, Italia, etc. Questo vale sia per i Criminali che per gli Auror. 
  • In misura limitata, accetto AnimagusMetamorfomagusLegilimens e Occlumanti (vi chiederei di indicarmelo nel commento). 
  • Se volte rendere il vostro personaggio imparentatoamico o che in qualche modo è già entrato in contatto in maniera stretta (es: ex collega) con uno dei miei mi scriva in privato, così ne possiamo discutere e posso girarvi alcune informazioni extra suoi miei OC.
  • Ogni genere di orientamento sessuale. Io cerco sempre di dare un lieto fine a tutti i personaggi e, là dove posso, di creare delle coppiette (sì, sono una romanticona). Questo però non vuol dire che riuscirò ad accasare tutti (non essendo questa una storia con tale finalità), però se volte avere maggiori possibilità in tal senso vi consiglio di rendere il vostro bambino bisessuale o pansessuale.
  • Personaggi con nevrosi o manie particolari, purché ben delineate nella scheda e non buttate lì a casaccio.
 
Non Accetto
 
  • Mary Sue e Gery Stu.
  • Personaggi imparentati con i Canon (non voglio vedere figli illegittimi di Hermione e Draco). 
  • Chiaroveggenti o con altri poteri, a meno che non siano ben delineati e previa mia autorizzazione in privato.
  • Oc con disturbi mentali gravi; niente psicopatici, borderline o disturbi dell’identità e compagnia cantate (non ci tengo ad avere dei Kevin Wendell Crumb all’interno della mia storia).
 

Schede
 
Scheda Criminale
 
Nome e Cognome: 
 
Soprannome*:
 
Pseudonimo con cui viene indentificato nell’ambiente criminale e dagli Auror: 
 
Nazionalità: 
 
Stato di Sangue: 
 
Età (dai 24 ai 45 anni) e data di nascita: 
 
Orientamento sessuale:
 
Ex Scuola (eventualmente anche Casa):
 
PV: 
 
Aspetto fisico (potete anche indicarmi come cammina, che genere di voce ha, etc.): 
 
Segni particolari (es: cicatrici, voglie, tatuaggi) e abbigliamento (sarebbe utile se allegaste foto o link)*
 
Carattere
 
Pregi e Difetti (lista)*:
 
Background
 
Famiglia e rapporto con essa*
 
Scene legate al suo passato (potete scrivermi quello che volete)*
 
Specialità (truffatore, ladro, falsario, ecc.) e il suo modus operandi:
 
Perché e come è diventato un criminale:
 
Che genere di informazioni hanno gli Auror su di lui/lei? (Conoscono il suo vero nome? Sanno che scuola ha frequentato? Etc. Per esempio di Hyun sanno praticamente tutto; al contrario su di Imp non hanno praticamente nulla, conoscono solo i suoi crimini e il suo sesso):
 
Che legami ha con l’Arnia e gli Apicoltori? Perché desidera distruggerli?
 
Vive nella clandestinità o ha una vita parallela che gli consente di muoversi tranquillamente nel mondo rispettabile?
 
Dove si trova e cosa sta facendo quando Hyun e Ivy lo vanno a reclutare? Come reagirà alla loro comparsa? (potete anche indicarmi chi preferite che lo vada a trovare, se solo Hyun, Ivy oppure entrambi)
 
Conosce Hyun o Ivy personalmente? Se sì come e che genere di rapporto hanno? Se no, cosa pensa di loro in base alla loro fama (se ovviamente ha sentito parlare di loro)? Potrebbe lavorarci bene assieme o potrebbero nascere dei conflitti?
 
Abilità (es: abile nel primo soccorso; esperto erborista; maestro di capoeira; etc.): 
 
Che rapporti ha con la tecnologia?
 
Sa lavorare in squadra o è un lupo solitario che avrà delle difficoltà con i suoi compagni?
 
Hobby/Passioni/Cosa ama: 
 
Paure/Debolezze/Cosa odia: 
 
Personalità con cui va d’accordo e quelle con cui ha degli attriti: 
 
Relazione (indicare le sue esperienze pregresse, se è interessato ad averne una e che genere di persona potrebbe piacergli; se è già impegnato raccontatemi con chi e com’è la loro relazione):
 
Colore preferito e frase che lo rappresenta:
 
Bacchetta:
 
Altro*
 
 
Scheda Auror 
 
Nome e Cognome: 
 
Soprannome*:
 
Nazionalità: 
 
Stato di Sangue: 
 
Età (dai 27 ai 45 anni) e data di nascita: 
 
Orientamento sessuale:
 
Ex Scuola (eventualmente anche Casa):
 
PV: 
 
Aspetto fisico (potete anche indicarmi come cammina, che genere di voce ha, etc.): 
 
Segni particolari (es: cicatrici, voglie, tatuaggi) e abbigliamento (sarebbe utile se allegaste foto o link)*
 
Carattere
 
Pregi e Difetti (lista)*:
 
Background
 
Famiglia e rapporto con essa*
 
Scene legate al suo passato (potete scrivermi quello che volete)*
 
Lavoro (ruolo che ricopre nel corpo Auror del suo paese, le sue capacità, ecc.): 
 
Qual è stato il caso più importante che abbia risolto (il fiore all’occhiello della sua carriera e per il quale è conosciuto)? 
 
È per caso entrato in contatto con l’Arnia o con gli Apicoltori? Perché desidera distruggerli?
 
Perché decide di unirsi alla Task Force di Joon?
 
Conosce Joon? Se sì, che genere di rapporto hanno? Se invece ne ha solo sentito parlare, cosa pensa di lui? Potrebbe lavorarci bene insieme o potrebbero nascere dei conflitti?
 
Abilità (es: abile nel primo soccorso; esperto erborista; maestro di capoeira; etc.): 
 
Che rapporti ha con la tecnologia?
 
Hobby/Passioni/Cosa ama: 
 
Paure/Debolezze/Cosa odia: 
 
Personalità con cui va d’accordo e quelle con cui ha degli attriti: 
 
Relazione (indicare se è interessato ad averne una e che genere di persona potrebbe piacergli; se ne ha già una in corso raccontatemi con chi e com’è la loro relazione):
 
Colore preferito e frase che lo rappresenta:
 
Bacchetta:
 
Altro*
 
 
 
Legenda:
  • Le sezioni marcate con * sono facoltative (potete non rispondere, anche se più informazioni ho e meglio è).
  • Le sezioni sottolineate sono quelle per me più importanti e a cui vorrei prestaste più attenzione.
 
 
 
 
Bene, con questo penso di aver concluso tutto quello che vi volevo dire. Torno però a ripetere che se aveste bisogno di chiarimenti o se voleste farmi delle domande potete scrivermi in ogni momento.
A questo punto vi lascio agli specchietti dei miei Oc e vi auguro una buona serata. 
A presto,
Chemy
 
 
 
 
 
Do Hyun Kim
Gumiho
Ladro, sicario e cecchino
Coreano, Mezzosangue, 30 anni, ex alunno di Mahoutokoro, Bisessuale 
 
Quintessenza del magnetismo, Hyun attira facilmente chiunque lo circondi a sé ed è pressoché impossibile resistergli. Leader nato e con una personalità allegra e giocosa, sa come farsi ben volere e, contemporaneamente, come ingannare magistralmente ogni suo obbiettivo. Dietro il suo atteggiamento scanzonato si nasconde un sicario spietato e infallibile, disposto a tutto per raggiungere il suo obbiettivo e senza mai provare un briciolo di senso di colpa per le sue azioni. Gli piace dire che è semplicemente diventato il mostro che era stato ingiustamente tacciato di essere. Bisogna riconoscergli però che è un molto leale e protettivo, sarebbe infatti disposto a scendere pure negli inferi per salvare o vendicare un suo amico. 
 
 
Ivy Bane
Imp
Hacker
Americana, Nata Babbana, 27 anni, ex-Serpecorno, Pansessuale
 
Per descrivere Ivy sono sufficienti due aggettivi: geniale e folle. È indubbio il fatto che sia oltremodo intelligente (il suo QI è uno dei più alti al mondo) e che abbia una velocità d’apprendimento e di risoluzione dei problemi che farebbe impallidire qualsiasi super computer, ma è impossibile ignorare il fatto che sia completamente matta. Non è ancora chiaro come funzioni il suo cervello e flusso logico dei suoi pensieri, ma è in grado di passare da una discussione interiore sul condimento della pizza a come costruire una bomba con solo del sapone, cotone e del detersivo. La sua paranoia e le sue manie di persecuzione la rendono un taaaantino diffidente, senza poi contare che ha un ego smisurato e capacità di socializzazione pari a 0. Tutto sommato però ha anche dei difetti.
 
 
Min Joon Bahk
Auror dell’Interpol Magica
Coreano, Purosangue, 35 anni, ex alunno di Mahoutokoro, Eterosessuale
 
Viene definito ironicamente “Bloodhound” per via delle sue doti infallibili da segugio e anche perché, quando punta a un latitante, non demorde finché non l’ha catturato. Uomo freddo, solitario e burbero: non è molto bravo a collaborare con gli altri, soprattutto se costretto da terzi, ma quando è necessario sa giocare in squadra, riuscendo a valorizzare e incentivare ogni componente. Non è un tipo orgoglioso, sa ammettere i propri errori e fare ammenda, ma ha una grande tenacia, che lo aiuta a rialzarsi dopo ogni battuta d’arresto. Visto il suo aspetto impassibile è difficile avvicinarlo, ma appena si riesce a entrare in confidenza si scopre essere una persona molto ironica e inaspettatamente divertente. Estremamente vendicativo e rancoroso, è sconsigliabile stuzzicarlo o, peggio ancora, farselo nemico (chiedete a Hyun come ci si sente ad averlo perennemente alle costole). 

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Capitolo 2
*** Prologo (2° Parte) ***


Prologo
- parte 2 -

 
 
23 Aprile 2025,
Danimarca
 
 
Silije Jørgensen, direttrice della filiale della Nationalbanken a Odese, picchiettava le unghie laccate contro il tavolo della scrivania << Lo so tesoro, purtroppo però non posso fare altrimenti, è un corso di formazione obbligatorio per tutti i direttori… anch’io avrei preferito passare il fine settimana con te e i bambini, non puoi nemmeno immaginare quanto sia infastidita. >> un sorriso compiaciuto si delineò sulle labbra morbide della donna quando suo marito sospirò dall’altro capo del telefono, accettando il fatto che lei sarebbe stata via da casa per tre giorni << Vi porterò tantissimi souvenir, promesso. >> 
Messa giù la chiamata, la donna si affrettò a scrivere un’email al suo amante per confermare il loro weekend lungo nella sua villetta sull’isola di Bornholm. Non ci vollero neanche cinque minuti e, nella casella di posta elettronica, comparve la risposta entusiasta del suo ultimo toyboy. Si adagiò soddisfatta contro lo schienale della poltrona e iniziò a fantasticare sulla piccola vacanza che si sarebbe presa, lontana da tutto e tutti e con un fidato amichetto che avrebbe scodinzolato felice a ogni sua richiesta. Chi affermava che il potere non era la cosa più importante nella vita era un povero illuso: un sempliciotto che, per accontentarsi di quel poco che aveva, andava avanti con frasi fatte e una becera filosofia da due soldi. 
Non provò neanche un filo di dispiacere né nei confronti di suo marito né dei suoi due figli piccoli, di cinque e otto anni. In quanto donna le era stata inculcata la convinzione che dovesse dare tutta sé stessa alla sua famiglia, ma la cosa non le era mai andata giù: perché doveva sacrificare la sua felicità e soddisfazione personale per qualcuno che già si era preso molto di più di quello che gli spettava? Non solo il suo aspetto fisico, che aveva impiegato mesi a riportare al peso forma iniziale, ma soprattutto il suo tempo, così prezioso e poco. Arricciando il naso infastidita si ritrovò a pensare che di certo il suo istinto materno faceva a dir poco cilecca. Se non fosse stato per l’insistenza di Mikkel, il suo zerbino-marito, non li avrebbe mai avuti dei bambini.
Spostandosi una ciocca bionda dal viso, la quarantenne si voltò verso l’interfono e ascoltò la sua segretaria annunciarle che il suo appuntamento di mezzogiorno era arrivato. Dopo averle comunicato di farlo entrare, Silije si alzò dalla poltrona, si sistemò i risvolti della camicetta e atteggiò il bel volto in un’espressione di falsa cortesia, mentre una piccola parte della sua mente volava a più di 300 kilometri da lì: a Rønne, una cittadina di Bornholm, dove era appunto situata la sua amata villetta con vista mare. La direttrice però non poteva immaginare che il suo rifugio, in quel preciso momento, fosse stato occupato da due inquilini abusivi.
Ivy, che si trovava nella graziosa sala da pranzo che dava sulla spiaggia privata, inclinò la testa di lato mentre leggeva l’email che la proprietaria di casa aveva mandato al suo amante.
<< Tra due giorni dovremo andarcene. >> disse, alzando lo sguardo sulla cucina open space e aumentando di qualche decibel il tono della sua voce.
Hyun, che stava trafficando ai fornelli, lanciò una breve occhiata alle sue spalle << Perché? >> 
<< La Signora Jørgensen ha deciso di venire qui per il fine settimana. >> arricciando il naso e picchiettando velocemente sulla tastiera, borbottò << Merda, quanto odio i fedifraghi. >> 
Disponendo le fettine di pollo ai ferri sui piatti, il mago si ritrovò a pensare che gli sarebbe mancata quella casa: era raro che riuscissero a trovare posti così belli in qui stare. Il dispiacere però ebbe vita breve, Hyun non era il tipo che si lasciava sconfortare facilmente ed era un fervente sostenitore che, per ogni problema, c’era sempre una soluzione.
Prendendo i due piatti, si voltò con un sorriso allegro verso la sua compagna di avventure << Vieni, il pranzo è pronto. >> 
<< Evviva! >> l’hacker si districò dalla posizione assurda che aveva assunto sulla sedia, spostò l’orsetto di pezza dal suo grembo al tavolo e si diresse saltellando verso l’isola della cucina. 
Una volta giunta però non si accomodò sull’alto sgabello, ma rimase a osservare disgustata il piatto << Che cosa sono quelli? >> 
Il cuoco guardò le palline verdi indicati della bionda e sollevò le sopracciglia, già sapendo che cosa sarebbe accaduto da lì a pochi secondi << Cavoletti di bruxelles. >> 
<< Cavoletti di bruxelles, petto di pollo e riso? Che sono diventata? Una body builder senza saperlo? >> 
Del tutto abituato alla cosa, Hyun si sedette e si versò un bicchiere di acqua dalla caraffa << Chiamasi pasto sano. >> 
<< Tu mi odi. >> 
<< In realtà no, visto che cerco di farti mangiare in maniera corretta in modo che tu possa vivere più a lungo. >> vedendola dirigersi verso la dispensa, un sorrisetto divertito gli si delineò sul volto mentre si portava il bicchiere alle labbra << Non ci sperare, li ho nascosti. >> 
Ivy si voltò di scatto con gli occhi talmente sgranati da assomigliare a dei dischetti da hockey << Le mie patatine? I biscotti? Pure i miei amati noodles istantanei e la pizza surgelata? >> 
Al cenno affermativo dell’uomo, la strega tornò sui suoi passi e si fermò di fronte a lui con un’espressione orripilata a deformarle i bei lineamenti << Ma sei un mostro! >> 
Dopo essersi tagliato un pezzo di pollo e averlo masticato lentamente, Hyun sollevò lo sguardo annoiato sull’animale domestico più difficile che avesse mai avuto << Che esagerata… facciamo così: se mangi quello che ti ho messo nel piatto, sta sera ti concedo la pizza. >>
Gli occhi chiari della giovane si strinsero in due fessure e sollevò la mano sinistra tenendo le dita ben distese << E cinque biscotti. >> 
<< Due. >> 
<< Quattro! >>
Hyun studiò divertito il volto disperato dell’amica << Uno. >> 
Sbattendo i piedi per terra con esasperazione, la ormai ventisettenne si vide costretta a cedere: era infatti consapevole che, se avesse continuato a mercanteggiare, c’era la seria possibilità che non avrebbe avuto alcun dolcetto post-cena << Allora vada per due. >>
<< Brava bambina. >> poi le indicò con il coltello il posto davanti a lui << Ora ti siedi, per piacere? >>
Mormorando qualche imprecazione contro di lui e contro lo sgabello decisamente troppo alto per le sue corte gambe, Ivy si accomodò con non poche difficoltà e, con un’espressione a dir poco sconsolata, si mise a mangiare.
Soddisfatto del suo operato tagliò a metà un cavoletto della discordia << Come siamo messi dal punto di vista delle finanze? Visto che ce ne dobbiamo andare via prima del previsto e dobbiamo anche cominciare il nostro girovagare alla ricerca di alleati, è indubbio che abbiamo bisogno di soldi. >>
<< Grazie alla donazione inconsapevole della nostra padrona di casa, ora il nostro salvadanaio è bello pieno. >> 
<< Spero che tu non l’abbia lasciata in rosso, non sarebbe carino visto che ci ha ospitato. >> 
<< Considerando il fatto che tradisce il marito e che ha un conto segreto se lo meriterebbe, ma non voglio allertarla né voglio attirare l’attenzione della polizia prima del dovuto. >> infilzando un cavoletto con la forchetta, Ivy se lo avvicinò al viso e lo studiò con fare schifato << Ho sottratto qui e là un totale di otto mila euro e ho in serbo un bello scherzetto per lei quando tornerà a casa dal suo “viaggio di lavoro”. >> 
Di fronte alla perplessità del compagno, la bionda fece roteare la forchetta << Piazzerò delle microcamere in giro per la casa in modo da registrare tutto quello che accade qui dentro. Appena avrò le prove le manderò al marito e indovina un po’? Lui la spennerà viva: hanno firmato un contratto prematrimoniale e se uno dei due viene beccato a tradire dovrà pagare non solo gli alimenti all’altro, ma anche una simpatica penale a quattro zeri. Inoltre, in questo modo, lui avrà la custodia dei bambini, che di certo non si meritano una madre del genere. >>
<< Sei diabolica. >> 
<< Grazie. >> soddisfatta del suo piano, l’hacker si mise sovrappensiero in bocca il cavoletto, il cui sapore la paralizzò dopo solo un morso.
Vedendo la sua espressione nauseata, Hyun l’additò << Se lo sputi avrai un biscotto in meno sta sera. >>
Ivy rimase ferma per un paio di secondi, poi lentamente masticò il boccone amaro e, in fine, lo inghiottì << Ora sono certa che mi odi. >> 
Hyun, che per un momento aveva seriamente temuto che l’amica glielo sputasse addosso, liberò il respiro che aveva trattenuto e le sorrise brevemente. Il trillo di un messaggio distrasse la sua attenzione e lo portò a guardare lo schermo del telefono che sostava vicino al suo piatto. La sua allegria venne presto rimpiazzata da fredda determinazione e, quando sollevò lo sguardo, i suoi occhi scuri si fissarono sul capo chino di Ivy che stava spostando da una parte all’altra del piatto le odiate verdure. 
<< Quindi andrai ad Amburgo. >> 
Per nulla sorpreso che lei sapesse quali fossero le sue intenzioni, prese una forchettata di riso e pollo e la mandò giù con gusto << Devo farlo. Dobbiamo pareggiare i conti ed evitare che qualcuno pensi di poterci fregare di nuovo. >> 
L’hacker lo scrutò con palese scetticismo << No, non lo devi fare per forza. Te l’ho detto: gli informatori sono delle banderuole. >> 
<< Vero, ma lui non è stato costretto a rivelare le nostre posizioni a Min Joon perché scoperto: l’ha fatto solo per guadagnarci di più. >> gli occhi si fecero ardenti per la rabbia repressa << Sai anche tu cosa fa, come sfrutta il suo lavoro da dipendente comunale e accetta mazzette qui e là. Il suo “chiudere un occhio” ha portato alla morte di otto innocenti. >> 
Ivy arricciò il naso << Ti prego non dirmi che ti sei messo in contatto con le famiglie delle vittime. >>
L’uomo si strinse nelle spalle << Occhio per occhio. >> 
Roteando gli occhi al cielo, la strega tagliò con fare indispettito il suo petto di pollo << Se ti catturano sappi che non ti vengo a recuperare. >> 
<< Sono troppo bravo, è impossibile che mi prendano. >> dopo di che si allungò oltre il tavolo e le diede un buffetto << Poi lo so che non potresti stare troppo tempo senza di me e che correresti subito a salvarmi. >> 
A causa della bocca piena Hyun non comprese appieno quello che gli disse l’amica, ma non ebbe alcun problema a immaginare che fosse un insulto a dir poco colorito. 
Passati una decina di minuti, dove l’unico rumore era quello delle posate, il coreano si appoggiò allo schienale dello sgabello e prese in mano il bicchiere di vetro smerigliato << Quindi cosa facciamo? >> 
<< Mi sembra ovvio: tu vai dove vuoi, mentre io inizio la mia peregrinazione per il globo. >> 
<< Da sola? >> 
<< Perché quel tono sorpreso? >> 
L’uomo inarcò entrambe le sopracciglia << Non sei esattamente una persona socievole. >> 
<< Non devo mica farmi dei nuovi amici. >> Ivy prese coraggio e masticò velocemente un altro cavoletto, per poi buttarlo giù con un lungo sorso d’acqua << Dio, sono ributtanti. >>
Hyun, riappoggiato il bicchiere sul tavolo dopo aver bevuto a sua volta, guardò con severità l’amica << Non sarebbe male però se ti mostrassi educata e tenessi un minimo sotto controllo il tuo ego smisurato. >> 
<< Vedo che potrò fare. >> la giovane aggrottò la fronte << Se non verrai arrestato ti darò qualche nominativo da cui andare, poi magari ci incontreremo a metà. >> 
Il mago scrollò le spalle << Per me va bene. >> 
Dopo una manciata di secondi, Ivy piantò i suoi occhi chiari in quelli del suo aguzzino << Ti prego, non riesco a mangiarne altri. >> 
Hyun studiò il piatto della bionda e notò con piacere che il pollo e il riso erano scomparsi, a differenza dei cavoletti di cui ce n’erano più della metà << Almeno altri tre. >> 
La strega si accasciò sul tavolo, come un palloncino sgonfio << Ti odio. >> 
<< Lo so, l'hai già detto diverse volte. >> 
Ignorando una specie di suo scimmiottamento, Hyun l’osservò prendere un altro cavoletto e infilarselo in bocca con fare scocciato. Accarezzandole con dolcezza il capo, che era ancora appoggiato sul ripiano, le promise un biscotto in più quella sera. 
 
 
§§§
 
 
Londra, Sede dell’Interpol Magica
 
 
Min Joon, elegantemente seduto su di una bassa poltrona, studiava l’ambiente che lo circondava e che non era molto cambiato dall’ultima volta in cui ci era entrato. 
Spesso le donne che si conquistavano posti di potere prettamente maschili cercavano di attenuare la loro femminilità, prediligendo atteggiamenti duri, inflessibili e concedendo al prossimo rari sorrisi; la stessa cosa poi si evidenziava nel modo di vestirsi e di arredare il proprio studio. Lisanne Thompson, membro del comitato esecutivo dell’Interpol magica, però era una magnifica eccezione: invece di nascondere quello che era evidente lo sottolineava e lo valorizzava. Il suo ufficio era caratterizzato da colori chiari che contrastavano armonicamente con tonalità più scure, ma sempre soft. La scrivania di legno di noce, come anche il piccolo tavolino rotondo che si trovava di fronte, si contrapponeva alla poltrona bianca dall’alto schienale e alle più basse poltroncine color salvia. L’enorme lastra di marmo bianco, abbellita da venature dorate che formavano quella che pareva una farfalla, svettava imponente e regale dietro la scrivania, mentre degli scaffali a muro, ognuno illuminato magistralmente, la incorniciavano come un’opera d’arte. La parete di destra, alle spalle di Min Joon, era costituita da un’intera vetrata che mostrava lo skyline londinese, precisamente il Big Ben e London Eye, di fronte a lui invece si trovava la porta sempre di legno di noce, le cui ante arrivavano fino al soffitto.
Inclinando il capo annoiato, l’Auror notò che il quadro vicino allo stipite era cambiato: l’anno prima c’era un’opera cubista, ora invece la tela che occupava gran parte del muro era di matrice chiaramente impressionista. L’occhio d’artista che aveva sviluppato negli anni grazie alla sua grande passione per la pittura, approvò la scelta: il nuovo quadro si armonizzava decisamente meglio con l’ambiente. 
L’uomo spostò nuovamente l’attenzione dal dipinto alla porta che si era aperta per lasciar passare l’alta e slanciata figura di Lisanne, avvolta da un completo color panna. I corti capelli marroni le enfatizzavano il volto squadrato, mentre gli occhi scuri, caldi e tranquilli, mostravano una risolutezza senza pari.
<< Per favore Emily, lasciaci da soli. >> la voce cristallina e pacata del suo superiore portò Min Joon ad alzarsi e inclinare il busto in un perfetto inchino.
Intanto che si rialzava, l’Auror intravide l’occhiata diffidente della segretaria della donna mentre l’anta si richiudeva << Non capisco come mai la tua assistente mi guardi sempre male. >>
Sfilandosi la giacca, che era semplicemente appoggiata sulle spalle, Lisanne sollevò una mano e l’agitò debolmente, come a voler scacciare una mosca << Fa così con tutti, è semplicemente molto protettiva. >> 
<< Se non sbaglio è un ex agente del MSI. >>
<< Già. >> posta la giacca sullo schienale della poltrona color salvia, disposta di fronte a quella di Min Joon, la quarantanovenne si sedette e, contemporaneamente, lo esortò a fare lo stesso con un semplice cenno del capo << Mi auguro che tu sia qui per dirmi che rinunci al caso di Do Hyun Kim e dell’hacker Imp. >>
Nessuna emozione passò per il viso dell’uomo, che accavallò le gambe e intrecciò le lunghe dita sul ginocchio destro << No, sono qui per richiedere una squadra che mi aiuti a catturarli. >> 
Il Capo della sede londinese dell’Interpol magica si lasciò sfuggire uno sbuffo di rassegnazione, mentre intrecciava le caviglie e appoggiava gli avambracci ai braccioli della poltrona << Spiegati meglio. >> 
<< So perfettamente che la mia caccia infruttuosa degli ultimi tre anni è un problema per i vertici e che non possiamo sprecare altre risorse per inseguire solo due latitanti. >> l’Auror, tenendo gli occhi a mandorla fissi in quelli del suo superiore, non esitò << La fonte anonima che mi ha dato le informazioni su Berlino mi ha anche detto che i nostri due criminali hanno in mente qualcosa di grosso. Non mi ha saputo dire molto, ma è sicuro che Do Hyun stia macchinando qualcosa di grosso e che c’entri l’Arnia. >> 
Lisanne inclinò il capo di lato e i suoi occhi non mostrarono alcuna emozione << Lo sai anche tu che non è sufficiente, non posso autorizzare una task force solo su delle supposizioni. >> 
L’uomo strinse brevemente la mascella, poi drizzò la schiena << L’informatore si è dimostrato molto attendibile e anche tu sai che c’è qualcosa che non va. Le mosse del Gumiho e di Imp, negli ultimi tempi, sono state a dir poco insensate: sottrarre dei documenti in un centro d’accoglienza di rifugiati in Spagna, rubare la planimetria di un casinò demolito tre anni fa ad Atlantic City, sequestrare un orafo in pensione per una semplice chiacchierata e, per ultimo, introdursi in casa di un organizzatore d’eventi d’élite. >>
La donna, prendendosi il mento tra l’indice e il pollice della mano destra, rimase in silenzio per un paio di minuti, guardando un punto oltre le spalle del suo interlocutore e riflettendo sulle sue parole. Dal canto suo l’Auror rimase in silenzio, sperando che di essere riuscito a instillare in lei anche solo l’ombra del dubbio.
Improvvisamente lo sguardo della strega si spostò su di lui e lo scrutò con attenzione, sapeva che la sua decisione era a dir poco azzardata e che avrebbe dovuto dare un sacco di spiegazioni al resto del comitato, ma il suo sesto senso sfrigolava e non la lasciava in pace: c’era davvero qualcosa che non quadrava << Va bene, hai il mio via libera. >> prima che il mago potesse esultare internamente, le sue successive parole lo paralizzarono << Ho però delle condizioni. >> 
<< Era troppo bello per essere vero… >> arricciando le labbra in una parodia di un sorriso, l’agente inclinò il capo di lato << E quali sarebbero? >> 
<< Decideremo insieme i componenti della squadra, condividerai il comando con una persona da me designata e, se vi ordinerò di fermarvi, voi lo farete senza fiatare. >> 
Gli occhi scuri di Min Joon sfavillarono per un breve istante, poi annuì con fare regale << D’accordo. >> 
 
 
§§§
 
 
27 Aprile 2025,
Amburgo, Germania
 
 
La piazza Rathausmarkt, dalla forma rettangolare, quella fresca mattina di marzo era gremita di persone che come al solito si avviavano, chi con passo lesto e chi più lentamente, verso i propri uffici. In mezzo a loro, Klaus Richter, un uomo sulla cinquantina, dai folti capelli ricci e con un lungo soprabito grigio, nelle cui tasche aveva infilato le mani, si dirigeva tranquillo verso il municipio di Amburgo, del tutto inconsapevole del fatto di avere un bersaglio sulla fronte. Ogni cosa pareva procedere normalmente almeno finché un fischio acuto spezzò l’allegro chiacchiericcio dei passanti e zittì il cinguettio degli uccelli. La testa di Klaus fece uno scatto all’indietro, lo schizzo di sangue si sparse per una decina di metri dietro di lui e, dopo un istante che parve infinito, il corpo cadde pesantemente sui mattoni rossi.
Al dodicesimo piano di un hotel a tre stelle, a più di quattromila metri di distanza, Hyun osservava attraverso il mirino la folla disperdersi e, benché non potesse udire le urla di terrore, ebbe quasi la sensazione di sentirle come un’eco lontano o un ricordo sfocato. Il cecchino rimase fermo nella sua posizione, studiando l’informatore steso per terra, con le gambe e le braccia spalancate rassomigliando, in una maniera sinistra, a una stella marina, tant’è che lo strano paragone gli strappò un sogghigno obliquo. Nessun senso di colpa o vago dispiacere lo pervase, al contrario una piacevole soddisfazione gli avviluppò il cervello e i muscoli: probabilmente quella era una delle distanze maggiori che avesse mai tentato ed era riuscito a fare un centro perfetto, a dir poco impressionante. Sapendo che non aveva tempo per crogiolarsi nell’autocompiacimento, spostò il viso dal fusto del fucile, fece scattare la levetta e, dal serbatoio, saltò fuori il bossolo del proiettile che prese al volo. Scivolò giù dal tavolo che aveva disposto di fronte alla finestra e, proprio sul cornicione, appoggiò il piccolo oggetto di metallo. 
Probabilmente un abile strizzacervelli avrebbe affermato che quel puerile gesto di sfida era una manifestazione del suo ego e del suo desiderio di provocare l’autorità e non avrebbe avuto torto: in fondo era conosciuto come il Gumiho, una creatura malvagia della tradizione coreana che si faceva beffe, raggirava e alle volte si cibava degli esseri umani. Era decisamente in linea con il suo personaggio, si ritrovò a pensare mentre dava le spalle alla finestra. Al mago però interessava di più la velata minaccia e l’ammonimento implicito che si celava dietro quel piccolo gesto, ovvero che il tradirlo e il provare a fregarlo comportava un’esecuzione in piena regola.
Senza ulteriori indugi, il cecchino si mise all’opera con fredda efficienza: smontò il fucile di precisione che ripose con cura in una normalissima ventiquattr’ore, con un colpo di bacchetta sistemò i mobili che aveva spostato e, infine, prese una delle ultime ampolle della su scorta di pozione Polisucco, la stappò e la ingollò in un unico sorso. Nonostante avesse bevuto diverse volte quell’orribile brodaglia non era ancora riuscito ad abituarsi del tutto al terribile sapore, per tale ragione un verso disgustato gli sfuggì dalle labbra mentre le sue fattezze si modificavano; la parte peggiore fu ovviamente il rimpicciolirsi di statura, ebbe quasi l’impressione che le sue ossa venissero compresse con violenza. 
Appena la trasformazione fu conclusa, come anche i suoi giramenti di testa, Hyun sostituì gli abiti che aveva addosso con un anonimo completo color antracite che meglio si addiceva al suo nuovo aspetto. Ripiegati con attenzione i vestiti e sistemati nella valigetta, per nascondere il fucile, il mago si avvicinò allo specchio della stanza e studiò brevemente il suo riflesso: ere diventato un uomo bianco, di mezza età, con i capelli brizzolati e una simpatica pancetta da birra che faceva capolino poco sopra la cintura. Annuendo alla sua immagine si sentì estremamente compiaciuto: era un perfetto e assolutamente anonimo uomo d’affari.
Chiusa la ventiquattr’ore e fatte scattare le due sicure, il mago afferrò il manico e uscì con passo tranquillo dalla stanza. Si infilò all’ultimo all’interno dell’ascensore, fece un sorrisetto imbarazzato ai presenti e un cenno del capo, a mo’ di saluto, poi si voltò verso le porte che si chiudevano. Una volta giunto al pian terreno, si diresse verso la reception e, con atteggiamento educato, richiese il pagamento per il suo breve soggiorno. Scambiò qualche breve battuta con un giovane dai folti capelli rossi e dagli occhi dolci, che era palese che fosse nuovo del mestiere, quindi Hyun cercò di metterlo a suo agio quando sbagliò la procedura e lo rassicurò dicendo di non avere fretta. Inclinando il capo di lato, l’uomo si ritrovò a pensare che sarebbe stato il suo tipo e che se avesse avuto tempo gli sarebbe piaciuto conoscerlo, ma ovviamente non poteva quindi, quando lo salutò, gli regalò un sorriso pieno di rammarico.
Attraversando l’enorme hall, la sua attenzione venne attirata da un maxischermo che trasmetteva la notizia della sparatoria avvenuta nella piazza centrale della città. Lanciando una breve occhiata al suo orologio da polso, il mago sollevò entrambe le sopracciglia impressionato: non erano neanche passati dieci minuti e il notiziario aveva già fatto un servizio.
Uscito dalla porta girevole, il finto imprenditore non notò nulla di strano: le persone si comportavano normalmente e nessuna vettura della polizia passò sgommando, udì solo vagamente una sirena spiegata che si allontanava. Salutò con un cenno cordiale il portiere, scese i tre gradini che separavano l’hotel dal marciapiede e sollevò il braccio destro per richiamare un taxi. 
Una volta seduto sul sedile posteriore snocciolò le indicazioni al guidatore che, dopo avergli lanciato un’occhiata perplessa, fece inversione e si diresse verso ovest. Il viaggio, di breve durata, ebbe il suo termine di fronte al mercato centrale e, pagata la corsa, Hyun scese dal vicolo. Rimase qualche secondo fermo, risaltando come una mosca bianca in mezzo all’andirivieni dei soliti acquirenti che erano vestiti in maniera decisamente più casual, finché non individuò l’entrata giusta. Ignorando le occhiate dei curiosi, l’uomo si addentrò nel padiglione dal tetto ondulato, che risaliva al 1962; con passo tranquillo si mosse fra i vari banchetti, arrivando anche a fermarsi per studiare con interesse la merce. Dopo aver girovagato un po’ in mezzo alla folla si arrestò di fronte a una donna di circa trentacinque anni, dalla pelle color caffè e gli occhi di un blu oltremare. 
<< Desidera? >> 
L’uomo, con un sorriso cordiale a incurvargli le labbra, infilò la mano destra nella tasca interna della giacca e le allungò un biglietto da visita << Mi è stato detto che voi vendete i miglior madd(1) del mercato. >> 
La senegalese, dopo essersi pulita le mani sul grembiule ed essersi stretta il foulard con cui teneva indietro i folti capelli ricci, afferrò il pezzettino di carta e lo analizzò con attenzione. Dopo pochi secondi sollevò gli occhi da cerbiatta su di lui e gli fece cenno di seguirla. Lo condusse a una delle celle frigorifere dove entrarono insieme, lasciando la pesante porta socchiusa. 
<< Sei arrivato giusto in tempo. >> la donna gli allungò il frutto dalla scorza dura << Buon viaggio. >> 
<< Grazie. >> 
 
 
§§§
 
 
Niš, Serbia
 
 
Ivy, comodamente seduta nel dehor di un bar, prese in mano il cellulare che aveva squillato in seguito all’arrivo di un messaggio. Sollevandosi gli occhiali da sole sopra il capo, lesse velocemente il testo “Viaggio con la Passaporta filato liscio. Attendo tue indicazioni.” Dopo essersi sposata i lunghi capelli neri dietro la schiena, la strega digitò in fretta poche righe, allegò un file e inviò il tutto al suo compagno, che gli rispose con un secco “OK”.
Risistematasi gli occhiali sul delizioso nasino, la giovane si mise a studiare l’andirivieni dei passanti mentre si portava la tazza alle labbra e pensava a quanti altri alleati avrebbe dovuto scovare, quanto meno un paio li aveva già depennati dalla lista. Appena il liquido caldo e forte le scese lungo la gola non riuscì a trattenere un mugolio di piacere e si dimenticò brevemente i suoi doveri: il caffè era davvero il nettare degli dei per quanto la riguardava. 
Conclusa la sua saporita colazione che, oltre alla sua bevanda preferita, comprendeva dello yogurt bianco con lamponi e scaglie di cioccolato e una fetta di ghibanizza(2), estrasse dal suo zaino grigio il suo computer portatile e si mise al lavoro. Le sue lunghe dita, dalle unghie laccate di nero, si mossero con sicurezza sulla tastiera e, in pochi minuti, l’email, con allegati i video incriminati, fu pronta. La spedì senza indugio e sperò che Mikkel Jørgensen ne avrebbe fatto buon uso. 
Il cameriere, che l’aveva servita quando era entrata mezz’ora prima, le si avvicinò con un sorriso cortese << Vuole qualcos’altro? >> 
Ivy sollevò il viso, mentre il trillo che l’avvisava che l’email era stata aperta risuonava debolmente nell’aria << No, sono a posto così. Quanto le devo? >>
<< 819 dinari(3). >>
Estratti i soldi dal portafoglio li posò sul ripiano del tavolo << Tenga il resto. >> 
Il giovane, intanto che prendeva le banconote, l’osservò con la coda dell’occhio chiudere il portatile e sistemarlo nello zaino. Prima però che se ne andasse, si schiarì la gola e le parlò in serbo, stupíto ancora dal fatto che una straniera lo sapesse parlare << Se ha bisogno di qualche consiglio su quali posti vistare mi farebbe piacere esserle utile. >> 
La donna, che per quella spedizione aveva deciso di indossare una delle sue parrucche preferite, si spostò una ciocca di capelli corvini dietro l’orecchio << Oh, ma io non so qui in veste di turista. >> 
Il cameriere sollevò entrambe le sopracciglia << E allora in quale? >> 
Mettendosi lo zaino in spalla, Ivy gli regalò un sorriso birichino << Se te lo dicessi dovrei ucciderti. >> 
Lasciandolo basito per la battuta fuori contesto e datata, la strega girò sui tacchi, uscì dal dehor e scomparve in mezzo alla folla. 
 
 
 
(1)Madd (anche conosciuto come Saba senegalensis): ha una scorza esterna gialla e dura; il frutto è riempito internamente da baccelli di semi che possono essere succhiati, similmente a quello che si può fare con il tamarindo. Il sapore è descritto come frizzante e aspro, come quello del mango o del limone. 
(2)Ghibanizza: dolce tipico serbo preparato generalmente come una torta ripiena con uova e formaggio.
(3)Dinaro (RSD): è la valuta serba (1 euro = 117 dinari).

 
 
 
 
Angolo Autrice:
 
Salve a tutti!
Eccomi qui di nuovo con la seconda parte del prologo. Non è lunga né tanto meno emozionante come la prima, ma mi sembrava giusto scrivere anche queste scene per aiutarvi a inquadrare un po’ meglio i miei bambini e le dinamiche dentro cui si muovono. 
Sicuramente Min Joon rimane quello più criptico, soprattutto perché ha decisamente meno spazio degli altri due, ma temo che all’inizio sarà così. In compenso abbiano una new entry, la mia amata Lisanne Thompson: lei sarà un personaggio secondario che avrà modo di ricomparire anche in seguito, sempre accompagnata dalla sua letalissima segretaria (meglio non scherzare con Emily). Inoltre avete avuto modo di conoscere tre grandi passioni di Ivy: il cibo spazzatura, il caffè e la sua passione smodata per le parrucche XD
Spero che questo aggiornamento vi sia piaciuto e che magari vi possa tornare utile per la stesura delle schede. Se aveste delle domande non esitate a scrivermi e, nel caso ci fosse qualche nuovo lettore, sappiate che le iscrizioni sono ancora aperte. 
Vi auguro un buon fine settimana e a presto,
Chemy
 
 
 
 
Lisanne Thompson
Capo della sede inglese dell’Interpol Magica e membro del Comitato Esecutivo
Inglese, Mezzosangue, 49 anni, ex Corvonero
 
Lisanne è una donna calma, di polso ed estremamente intelligente. Non è facile capire cosa pensi e men che meno prevedere le sue mosse; valuta sempre ogni aspetto, prima di prendere una decisione, ma allo stesso tempo dà molto valore al suo istinto, che raramente l’ha delusa. È un capo comprensivo e molto stimato dai suoi sottoposti, i quali farebbero qualsiasi cosa lei chiedesse loro di fare. Ha vena ironica molto pronunciata e la risposta sempre pronta. Si lascia chiamare Lisa solo da suo marito, i suoi parenti più stretti (almeno quelli che le stanno simpatici e che stima) e dalla sua fidata Emily. 
 
 

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Capitolo 3
*** Prologo (3° Parte) ***


Prologo
-parte 3-

 

 
23 Marzo 2025,
Londra, Regent’s Park
 
 
Seduto su di una panchina, Min Joon studiava con occhio critico il salice piangente che distava da lui una decina di metri mentre mescolava i colori sulla tavolozza. I rumori che lo circondavano come l’acqua del ruscello, le oche e le anatre starnazzanti e il chiacchiericcio dei passanti, seppur forti non lo infastidivano, anzi lo circondavano come una coperta calda e confortevole. La pittura aveva su di lui un potere calmante, poco importava che fosse nel pieno di un’indagine: l’essere lì lo aiutava a svuotare la mente e a ritrovare l’equilibrio che aveva perso dopo gli eventi catastrofici di Berlino. 
Quando ebbe ottenuto la tonalità di verde desiderata, mise a fuoco la tela sul cavalletto e iniziò a tratteggiare le foglie del salice mentre il cielo pian piano si tingeva di rosso e arancione. Una folata di vento gli scompigliò i capelli, intanto che una figura slanciata, che superava il metro e ottanta, con un lungo soprabito nero lo affiancò. 
L’artista sollevò gli occhi scuri sul nuovo venuto che si era leggermente inclinato per osservare il suo lavoro << Qualche consiglio? >> 
<< Da me? Non ti conviene, lo sai che non sono assolutamente in grado di dipingere. >> 
L’Auror l’osservò sedersi al suo fianco per poi accavallare le gambe con eleganza mentre un sorriso serafico gli incurvava le labbra << Cosa ci fai qui Aiden? >> 
<< Una passeggiata? >> lo sbuffo derisorio del coreano portò l’uomo ad ampliare il sorriso << Oh quanto sei diffidente e pensare che sei stato tu a contattarmi per primo. >> 
Intingendo nuovamente il pennello, Min Joon distolse l’attenzione dai lineamenti affilati del suo vicino per concentrarsi nuovamente sulla sua tela << Più di due settimane fa, ormai. >> 
<< Meglio tardi che mai. >> udendolo sbuffare per la seconda volta, Aiden non riuscì a trattenere una bassa risata << Allora, vuoi sapere quello che so o no? >>
<< Cosa vuoi in cambio? >> 
<< Uno scambio di informazioni. >> l’americano si passò l’affusolato e pallido indice sulla mascella glabra per poi picchiettarsi il mento intanto che studiava l’ambiente circostante con uno strano luccichio negli occhi a mandorla << In fondo sono un giornalista e il mio sesto senso mi dice che presto accadrà qualcosa di davvero interessante. >> 
Senza scomporsi, il mago continuò a tracciare con il polso fermo le minuscole foglie che venivano mosse dal debole vento che si era sollevato << Da quando ti interessano i miei ricercati? >>
<< È indubbio il fatto che abbiano un certo charme, inoltre il loro comportamento ha stuzzicato la mia curiosità. >> 
Concluso uno dei rami, il coreano dirizzò la schiena e studiò per qualche secondo il suo operato. Soddisfatto, passò nuovamente il pennello sulla tavolozza mentre lanciava un’occhiata di sfuggita al reporter << Sai, non ho mai capito come potevo categorizzarti: se come alleato o potenziale pericolo. >> 
Fu il turno di Aiden di lasciarsi sfuggire uno sbuffo derisorio << Classificare le persone in buone o cattive deve essere un vizio delle forze dell’ordine, eh? Questa narrativa è troppo semplicistica e non rientra nel mio stile. >> si passò una mano fra i folti capelli corvini per allontanarli dal viso << Fintanto che i nostri obbiettivi coincidono possiamo ritenerci a vicenda delle risorse affidabili, ma soprattutto utili. Ti consiglio di accettare, altrimenti non avrò problemi a rivolgermi a qualcun altro. >> 
La mascella del pittore si contrasse brevemente, ma mantenne la sua solita calma e continuò a dipingere << Quindi vuoi che ti aggiorni sul caso man a mano? >> 
<< Esatto, un semplice e innocuo scambio di informazioni. Un do ut des. >> 
L’Auror fissò il dipinto come se questo gli potesse dare le risposte che cercava e, dopo una manciata di minuti di assoluto silenzio, annuì con fare deciso.
Il giornalista sollevò un angolo della bocca in un mezzo sorriso soddisfatto quando vide l’altro acconsentire e continuò a osservarlo mentre tornava a muovere il pennello sulla tela con abilità << Ebbene, non sei l’unico che sta formando una sua squadra. >> 
Quelle parole fecero paralizzare Min Joon, che non riuscì a evitare di voltarsi di scatto verso l’informatore << Cosa hai detto? >> 
<< Suvvia, girati e torna a fare quello che stavi facendo. Non stavamo interpretando i ruoli di due sconosciuti che chiacchierano del più e del meno? >>
L’artista strinse la mascella, poi fece quanto gli aveva consigliato l’uomo facendo un respiro profondo per calmarsi << Come fai a saperlo? >> 
<< Conoscere cose che non dovrei è il mio lavoro. >> il reporter studiò con attenzione le persone intorno a loro per capire se qualcuno aveva notato lo scatto del suo vicino. Quando appurò che nessuno prestava loro attenzione, distese il braccio sinistro sullo schienale della panchina assumendo una posizione rilassata << Si vocifera che Imp e Gumiho stiano andando in giro a reclutare alleati. >> 
<< Per fare cosa? >> 
L’americano sollevò leggermente le spalle << Ovviamente questo nessuno lo sa, anche se si suppone che stiano pianificando un colpo bello elaborato se hanno bisogno di sette persone in più. >> 
Il pittore inarcò le sopracciglia stupito << Sette? >> 
<< Già, un bel balzo in avanti per quei due. >> il giornalista guardò da sotto le palpebre a mezz’asta il suo vicino, beandosi nel mentre degli ultimi e tiepidi raggi solari  << Questa mattina Gumiho ha giustiziato il voltagabbana che ti ha fatto la soffiata su Berlino. >> 
Questa volta l’Auror non fece una piega e continuò a dipingere senza mostrare un minimo di sorpresa. Quell’epilogo era quasi scontato, tant’è che aveva offerto protezione all’informatore di cui non conosceva l’identità, ma questo, nonostante i suoi avvertimenti, l’aveva rifiutato. Non poteva sentirsi in colpa per quanto accaduto, in fondo aveva fatto il possibile. L’unico responsabile era colui che aveva premuto il grilletto.
<< Come mai sei certo che sia stato lui? >> 
<< Per questo. >> 
Min Joon prese al volo il piccolo oggetto dorato che il suo improbabile alleato gli aveva lanciato dopo averlo ripescato dalla tasca del suo pastrano. Quando si rese conto di quello che aveva fra le mani, sgranò gli occhi e li puntò sul corvino che arricciò il naso aristocratico.
<< È una copia, l’originale è nella sede centrale tedesca degli Auror. >> 
L’agente dell’Interpol spostò lo sguardo dal piccolo oggetto all’americano << Mi spieghi come fai già ad averlo fra le mani se l’omicidio è avvenuto solo questa mattina? >>
<< Ho i contatti giusti. >> disse semplicemente l’uomo, scrollando le spalle.
Aggrottando la fronte perplesso, l’Auror si rigirò fra le dita il bossolo di metallo su cui era stato inciso un ometto stilizzato che, grazie a un incantesimo, si muoveva e pareva che non facesse altro che parlare; ruotando poi l’oggetto dalla forma tronco-conica notò chiaramente la parola Spia. L’espressione del mago non mutò mentre passava il polpastrello del pollice sulla scritta e rifletteva sul fatto che a Hyun piacesse lasciare questo genere di ricordini nei nidi da cui aveva sparato: una sorta di rivendicazione e monito al tempo stesso.
<< Quant’è prevedibile. >> 
Aiden, che aveva udito quel borbottio, gli lanciò un’occhiata perplessa per poi alzarsi << Quando avrai qualche informazione interessante contattami. >> 
<< Non lo vuoi indietro? >> 
Il reporter, che aveva sprofondato le mani nelle tasche del soprabito, non si voltò neppure per controllare cosa gli stesse allungando l’altro << Vedilo un po’ come un regalo per una felice collaborazione. >> 
L’artista annuì, seguendo con lo sguardo la figura decisamente più misteriosa del suo nuovo alleato che si dirigeva verso il piccolo ponte di legno che si trovava affianco al salice piangente. Diverse domande gli affollavano la mente, ma una fra tutte spiccava fra le altre: come faceva un babbano ad avere contatti così profondi e importanti nel mondo magico?
Quando l’americano raggiunse l’altro lato del ruscello i lampioni iniziarono ad accendersi uno alla volta come a voler seguire i suoi passi, Min Joon si rese così conto che il sole era ormai completamente tramontato e che l’imbrunire avanzava velocemente. Distogliendo lo sguardo dal giornalista, il mago ripose il bossolo nella tasca dei pantaloni e si apprestò a riporre tutto il suo materiale da pittura.
 
 
§§§
 
 
Svizzera, Zurigo
 
 
Il crepitio del fuoco riempiva la stanza intanto che l’unica occupante era adagiata sul divano e non distoglieva gli occhi scuri dal danzare delle fiamme. La pelle color cioccolato veniva accarezzata dalla luce soffusa delle lampade e del fuoco facendola risplendere in una maniera sensuale e mettendo in evidenza i meravigliosi tatuaggi che le abbellivano il decolté, il collo e le braccia. Il corpo, in parte disteso, ricordava nella posa quello di una pantera, le lunghe gambe erano avvolte da pantaloni di pelle mentre un semplice top di pizzo metteva in evidenza il seno generoso.
Spostandosi alcune treccine dietro la spalla, la donna si portò alle labbra il calice di vino e ne prese un lungo sorso. La sua mente, che era sempre affollata di pensieri, venne distratta da un breve bussare alla porta, che la portò a sporsi oltre lo schienale del sofà, appoggiandosi con fare annoiato, e dare così l’ordine di entrare al nuovo venuto. Uno dei suoi uomini, alto e ben piazzato, vestito con un semplice completo scuro si fermò sulla soglia e indirizzo lo sguardo verso di lei, senza però guardarla negli occhi << Sono arrivati. >>
Savannah Knight non provò assolutamente nulla a quelle parole: né eccitazione né paura, solo uno strano intorpidimento dato dall’abitudine. Si passò la lingua rosea sulle labbra carnose, sistemò il septum che si era leggermente spostato e adagiò il calice sul tavolino che si frapponeva fra lei e il camino. Dopo di che si sollevò con grazia felina dal divano, infilò un cardigan morbido e un paio di sandali dal tacco alto, che, insieme alla sua notevole altezza, le consentivano di svettare sulla maggior parte delle persone. Superò con regalità e senza degnare di un’occhiata il biondo che era venuto a chiamarla e che si era subito spostato di lato per cederle il passo.
L’Ape Regina nell’Arnia era l’essere più temuto e rispettato di tutti, nessuno osava guardarla negli occhi o contraddirla, men che meno deluderla o anche solo infastidirla. I racconti raccapriccianti che la seguivano non erano leggende o dicerie messe in giro per spaventare i nemici e mettere a proprio posto i subordinati, ma la semplice e cruda verità. Lei, come anche quelle che avevano ricoperto il ruolo prima della sua ascesa, era stata allevata dagli Apicoltori come una macchina da guerra: spietata, priva di emozioni e con un intelletto superiore alla media, in modo da poter far fronte a ogni richiesta e situazione, senza mai vacillare. 
Chi faceva parte dell’Arnia aveva inevitabilmente le mani sporche di sangue, ma lei, lei era di tutt’altra categoria. Il primo omicidio lo aveva commesso a nove anni, uccidendo una sua compagna nonché rivale e da allora non si era più fermata. Esattamente come avveniva in un vero alveare, quelle che venivano chiamate Api Vergini dovevano combattere tra di loro per conquistarsi la corona, ma soprattutto per sopravvivere.
Lei non si era semplicemente imbrattata, lei grondava sangue. 
Savannah pensò brevemente che, da qualche parte nel mondo, in un luogo inespugnabile un gruppo di ragazzine venivano addestrate per uccidersi l’un l’altra. Una di loro, un giorno o l’altro, le si sarebbe parata davanti per destituirla e l’idea le provocò solo un lieve fastidio: l’ultima che ci aveva provato aveva fatto una brutta fine. Il suo teschio però era diventato un ottimo abbellimento per la sua scrivania.
Le treccine le sfioravano delicatamente la schiena mentre camminava per i corridoi privi di finestre dell’edificio. Quando giunse di fronte all’enorme porta di legno lucido si arrestò e attese in silenzio, dopo pochi secondi le ante si aprirono permettendole di entrare, per poi richiudersi dolcemente dietro di lei producendo un impercettibile tonfo. L’enorme sala era occupata esclusivamente da un lungo tavolo rettangolare: sui due lati più lunghi erano distribuiti gli otto Apicoltori, mentre nel capo più corto, quello parallelo a lei, troneggiava l’Anziano. Sulle pareti alle spalle di ogni scranno vi erano poi delle porte che fungevano da passaggio tra la sala riunioni e un luogo sicuro specifico per ogni Apicoltore, sconosciuto sia a lei che a ogni componente della stanza. In fondo per loro l’anonimato era la cosa più importante di tutti e per tale ragione la proteggevano con grande attenzione; infatti la porta poteva essere aperta solo dall’Apicoltore a cui era destinata e da nessun’altro.  
Poiché non vi era alcuna sedia per lei, Savannah si limitò ad accostarsi al tavolo e a fare un inchino in segno di rispetto alle donne e agli uomini che la stavano studiando da dietro le loro maschere veneziane. 
<< La nostra amata Ape Regina si è unita a noi, finalmente. >> tuonò con voce pacata l’Anziano che allargò le braccia come a volerla abbracciare da lontano. 
Savannah non sorrise, si limitò a ripetere il solito copione di sempre inclinando leggermente il capo << Grazie per avermi invitata. >> 
La donna sentì lo sguardo del suo superiore esaminarla da capo a piedi, benché non potesse esserne certa vista la distanza e la maschera che lui indossava. In ogni caso rimase perfettamente immobile e imperscrutabile, sapeva qual era il suo posto e cosa doveva fare. Sapeva anche che l’Anziano era una figura molto potente tra gli Apicoltori. Veniva eletto dagli altri e il suo ruolo era di mediatore, non aveva voce in capitolo nelle decisioni a meno che non ci fosse uno stallo e aveva il diritto di appropriarsi della sua Arnia, prendendone il comando, in caso di necessità. Insomma un re travestito da servitore.
<< Vorremmo essere ragguagliati su cosa è successo a Berlino. >> 
<< Gumiho è penetrato nell’attico di Thorsten Koch, il direttore dei nostri eventi. È stato però intercettato quasi subito dalla guardia di sicurezza e dagli Auror, non ha avuto così modo di rubare molto. >> 
Uno degli Apicoltori, dal forte accento francese, si sporse leggermente verso il tavolo in modo da vedere la sottoposta << Cosa è riuscito a prendere? >> 
Savannah si spostò alcune treccine dietro l’orecchio destro abbellito da una serie di piercing << Appena abbiamo avuto occasione di controllare la scena e il computer abbiamo appurato che hanno sottratto solo alcuni documenti di poca importanza e non legati a noi. >> 
<< Come è potuto accadere una cosa del genere? >> 
La donna spostò nuovamente l’attenzione sull’Anziano, di cui poteva vedere solo i folti capelli neri striati d’argento << Il Signor Koch non rientra tra le persone sotto la protezione dell’Arnia non avendo documenti sensibili e non rappresentando un elemento importante, per tale ragione si è rivolto a un servizio di sicurezza esterno. >> 
L’uomo annuì pensieroso per poi intrecciare le mani sul ripiano lucido del grande tavolo << Credo che sia il momento di concludere il contratto con il Signor Koch e trovare un nuovo direttore, negli ultimi tempi gli eventi a mio parere erano diventati monotoni. Siete d’accordo, miei cari? >> 
Visto che il consenso fu unanime, Savannah, che teneva le mani dietro la schiena per mantenere ancora più diritta la sua postura, non fece una piega << Comunicherò l’interruzione della nostra collaborazione al suo ufficio e le relative penali nel caso decidesse di divulgare qualsivoglia tipo d’informazione. >> 
<< Più che con il suo ufficio tratta direttamente con lui, abbiamo bisogno che capisca quanto sia importante il suo silenzio. >> 
La strega inclinò il capo in maniera regale << Certamente. >> 
Un altro Apicoltore, dalla lenta cadenza californiana, prese la parola << Credo che sia giunto il momento di liberarci di Gumiho e Imp, stanno diventando fastidiosi. >>
Una donna minuta e dai lunghi capelli neri, con una maschera rossa e dorata, si voltò verso quello che aveva appena parlato << Perché mai dovremo sporcarci le mani? Non sono una minaccia. Inoltre l’intero Interpol magico è sulle loro tracce, bisogna solo dar loro più tempo. Prima o poi li cattureranno. >> 
<< E se non lo facessero? >> 
La corvina si strinse nelle spalle << Ce ne occuperemo quando diventeranno davvero un problema. Al momento abbiamo cose ben più importanti a cui pensare. >> 
<< Per esempio? >> 
<< Forse la tua memoria inizia a perdere colpi, ma se non mi sbaglio il prossimo mese ci sarà l’asta. >>
Una serie di mormorii si diffuse per il lungo tavolo, ma che si spensero non appena l’Anziano sollevò la mano sinistra << Il nostro duo di criminali non sarà un problema fin tanto che l’agente Bahk è sulle loro tracce. Il suo desiderio di vendetta lo porterà al successo, ne sono certo. >> intrecciando nuovamente le mani, l’uomo inclinò leggermente il capo << Senza poi contare che la nostra collega ha sollevato una questione di vitale importanza per la nostra azienda. Dunque, come procedono i preparativi? >> 
<< Siamo a buon punto, molte personalità di spicco hanno accettato il nostro invito. Alcune celebrità stanno facendo carte false per potervi prendere parte. >> l’Apicoltore dal forte accento francese gonfiò il petto come un tacchino orgoglioso.
<< Bene. I partecipanti sono importanti tanto quanto i pezzi che verranno esposti, ma non abbassiamoci ad accettare dei divi, a meno che i loro conti in banca non siano degni di nota. >> l’Anziano sollevò il mento << Le opere? >> 
L’Apicoltore si adagiò contro lo schienale << Sono pronte per essere spedite. >>
<< Il diamante Blu? >> 
<< Lo porterò io stesso alla sede dell’evento. >>
L’Anziano spostò lo sguardo nuovamente sull’Ape Regina << È importante che ogni cosa fili per il verso giusto, per questo penso che la persona più adatta a gestire la sicurezza sia Jahan Ahmadi. >> 
Il volto dell’iraniano venne subito in mente a Savannah che rimase impassibile << Glielo riferirò. >> 
<< Meraviglioso. >> l’uomo si scambiò un breve sguardo d’intesa con i suoi colleghi << Credo che a questo punto la riunione si possa concludere. >> 
Al cenno affermativo di tutti i presenti, l’Anziano decretò lo scioglimento del consiglio. Savannah si portò la mano destra all’altezza del cuore e fletté il busto in segno di commiato. Nessuno ricambiò il saluto e, quando anche l’ultima porta si fu chiusa, sollevò il capo. Gli occhi scuri non mostravano nessuna emozione, semplicemente si voltò e uscì dalla stanza.
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
 
Buona domenica a tutti! 
Ammetto che non pensavo di scrivere una terza parte, ma un paio di giorni fa mi sono venute in mente queste due scene e ho deciso di buttarle giusto. Spero che possano tenervi compagnia visto che ho posticipato la scadenza della consegna delle schede al 12 Aprile. 
In ogni caso, come avrete potuto notare vi ho presentato non solo una delle grandi passioni di Min Joon, ovvero la pittura, ma anche due nuovi personaggi secondari: Aiden e Savannah. Di seguito vi metto un loro breve trafiletto. Mi auguro che vi possano incuriosire quanto hanno fatto con me mentre li ideavo. 
Suppongo che ci risentiremo con la selezione.
A presto,
Chemy
 
 
 
 
Aiden Lee
Ink
Giornalista freelance
Americano, Babbano, 34 anni, Eterosessuale
 
Uomo dalle mille sfaccettature Aiden Lee, talmente tante che non è chiaro come sia fatto realmente. L’unica cosa certa è che il suo obbiettivo è quello di portare a galla la verità, indipendentemente da quale sia. Benché babbano conosce benissimo il mondo magico, sia quello alla luce del sole sia quello più nascosto e pericoloso. I suoi elementi caratteristici sono la sua grande ironia e adattabilità, oltre alla sua incredibile sagacia. Estremamente misterioso, spesso e volentieri irritante e ingannevole. Ha un cuore tenero, ma che a causa di eventi passati si è indurito.
 
 
Savannah Knight
Ape Regina
Capo dell’Arnia
Origine e Stato di Sangue sconosciuto, 33 anni, Asessuale
 
Più che una donna Savannah è un vero e proprio automa. È stata allevata per essere l’Ape Regina dell’Arnia ed è sicuramente la migliore mai esistita fino a ora. Priva di emozioni, non sa cosa significhi provare rimorso, senso di colpa o dolore per quello che ha fatto o farà. Sa stare al suo posto, in quanto le è stato inculcato fin da piccola verso chi deve inchinare il capo, ma pensare che non abbia orgoglio è l’errore più grande che si possa commettere. Vive la sua vita con logicità e monotonia, da un po’ di tempo a questa parte prova un vago senso di noia verso ogni cosa.

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Capitolo 4
*** Selezione Oc ***


Selezione

 
 
 
Buonasera a tutti,
 
sono davvero dispiaciuta di non essere qui con il capitolo che avevo promesso, ma purtroppo sono passati quasi due mesi e ancora non sono riuscita a concluderlo a causa di impegni di varia natura. Per tale ragione ho deciso di pubblicare una mera “carrellata” di foto e non farvi attendere oltre. Spero che passata la sessione estiva io riesca finalmente a mettermi a scrivere con serenità e non solo nei ritagli di tempo che riesco a trovare. 
Voglio ringraziare tutte le persone che hanno partecipato e che mi hanno mandato i loro bellissimi ragazzi; parte del ritardo è dovuto proprio dal fatto che, per molto tempo, sono stata indecisa su chi prendere o meno, infatti ho anche aumentato i posti dei Criminali e ne ho preso due in più rispetto a quanti ne avevo preventivati (da qui il cambio del nome della storia). Ovviamente ho fatto una scrematura e ho dovuto rinunciare a molte schede che mi piacevano perché o non si adattavano agli altri Oc che avevo già selezionato o perché non si inserivano bene nella storia che ho intenzione di raccontare. 
In ogni caso grazie davvero a tutti per la partecipazione e mi scuso nuovamente del ritardo e del mancato capitolo, spero di poter rimediare al più presto. 
 
Cordiali saluti,
Chemy
 
 
 
 
Criminali
 
 
Alexander White
Ghost
Ladro
Americano, Purosangue, 27 anni, Beauxbatons, Pansessuale
 
“Tutti gli esseri umani hanno tre vite: una pubblica, una privata e una segreta”
 
 
Deslys Atle Lauridsen
Lesath
Ladro
Canadese, Purosangue, 28 anni, ex-Tuono Alato, Eterosessuale
 
“Luna piena d'autunno, bellissima semplicemente, perfettamente chiara”
 
 
Izaäk Visser
Anne Bonny
Falsario
Olandese, Purosangue, 28 anni, Beauxbatons – Ilvermorny (ex-Magicospino), Eteroflessibile-Pansessuale
 
“Ai miei occhi, la vita non è differente da un mare calmo: le onde scivolano leggere sulla spiaggia, e l'acqua scintilla delicato sotto al sole. 
Nulla può turbarlo. Nulla può turbarmi.”

 
 
Heise Riemelt
Litch
Truffatore
Tedesco, Mezzosangue, 26 anni, Durmstrang, Bisessuale
 
“…E poi è stupefacente risvegliarsi otto ore dopo e vedere che è la mattina di un nuovo giorno, e sono sempre qui. "Sono sopravvissuto a un'altra notte", penso, e mi viene da sorridere di nuovo.”
 
 
Nélida Castro
Donna Ragno
Ladra
Argentina, Purosangue, 31 anni, Privatista, Bisessuale 
 
“I’m not that nice.”
 
 
Nina Basquiat
Powder
Artigiana
29 anni, Bisessuale
 
“If dangerous ideas didn’t excite the imagination, we would never wander astray.”
 
 
Philip Derek Davenport
Filostrato
Truffatore
Britannico, Mezzosangue, 38 anni, ex-Corvonero, Eterosessuale
 
“Il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento verso il problema. Comprendi?”
 
 
Su Yusheng
Sunrise
Banca
Singaporiano-Americano, Purosangue, 34 anni, ex-Tuono Alato, Bisessuale
 
“Do not go where the path may lead, go instead where there is no path and leave a trail.”
 
 
Thandiwe Khumalo
La Moreta
Truffatrice
Sudafricana-Zulu, Purosangue, 38 anni, Uagadou, Omoromantica-Asessuale
 
“Ama tutti, credi a pochi e non far del male a nessuno”
 


 
Auror
-Sezione Interpol-

 
 
Caleb Milford
Detective informatico
Inglese, Purosangue, 27 anni, ex-Corvonero, Bisessuale
 
“Non ci è dato di scegliere la cornice del nostro destino, ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro”
 
 
Efrem Šuvalov
Detective di Furti e Rapine
Russo, Purosangue, 33 anni, Koldovstoretz, Eterosessuale
 

“During the struggle
They will pull us down
But please, please let's use this chance
To turn things around
And tonight, we can truly say
Together we're invincible.”

 

Himari Matsuda
Profiler
Giapponese, Nata babbana, 31 anni, Mahoutokoro, Eterosessuale
 
"Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere."
 
 
Xinran Liu
Analista legale
Cinese, Mezzosangue, 28 anni, Mahoutokoro, Eterosessuale
 
“The whole question here is: am I a monster or a victim myself?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Giuro che appena finisco questa sessione arriverò con il primo vero capitolo, scusatemi ancora tantissimo!

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