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Differenza sottile
Tra il fare e il dire
So che c'è di mezzo un mare
E ci puoi morire
Ho tracciato un confine
Sono solo linee
E camminato mille strade
Per non farmi scoprire
In questo piccolo spazio
In una piazza così grande
La mia vita mi sorprende
E mi riempie di domande…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni/Madame)
La vita nei Sette Regni non poteva
assolutamente essere priva di complicazioni, tanto meno se vi si aggiravano
individui come Theon e Ramsay e perciò, sebbene la minaccia degli Estranei e
dei non-morti fosse stata ormai sgominata una volta per sempre (o almeno così
tutti speravano!), rimaneva ancora una cosa molto importante da risolvere,
ossia sconfiggere Cersei e trovare qualcuno di più assennato da piazzare sul
Trono di Spade.
Beh, a dirla tutta a Ramsay Bolton non
fregava un accidenti di chi sedeva sul Trono di Spade, per lui ci si sarebbe
potuto sedere anche Lord Walder Frey, l’unica cosa che voleva era, finalmente,
tornare a Pyke con Theon e vivere là tranquillo insieme a lui… ma Theon, usando
i suoi metodi, gli aveva fatto
promettere che prima avrebbero combattuto a fianco degli Stark contro i
Lannister e che solo una volta ottenuta la pace sarebbero tornati insieme alle
Isole di Ferro.
Ramsay non capiva bene perché dovesse
combattere proprio contro i Lannister, che bene o male un tempo lo avevano
sostenuto per prendere il Nord, e a fianco degli Stark che detestava
cordialmente di un odio personale molto vicino alla gelosia… però erano così
tante le cose che il giovane Bolton non capiva che una in più non gli faceva
poi tutta quella differenza, quindi si limitò ad aggiungerla alla pila dei
fatti inspiegabili per lui e per il
suo neurone e adattarsi a quello che voleva Theon, che alla fine era quello che
andava bene anche per lui visto che stare con Theon era diventata la sua unica
ragion d’essere!
Il problema, però, era che adesso non c’era
più un nemico comune pericoloso come gli Estranei e, pertanto, le antipatie
personali cominciavano di nuovo a farsi sentire e le alleanze scricchiolavano.
Era vero che Cersei Lannister poteva essere considerata il nemico comune, ma
non era comunque il Re della Notte e magari, per qualcuno a caso, anche Daenerys Targaryen poteva essere considerata
altrettanto insopportabile… Insomma, quando fu il momento di pianificare una
strategia comune, si sentiva la tensione talmente alta che qualcosa sarebbe
potuto esplodere e Sansa Stark non nascondeva per niente il fatto che, per ciò
che la riguardava, sarebbe stato molto meglio se durante la battaglia contro
gli Estranei qualcuno avesse fatto fuori la Targaryen invece del povero buon
vecchio Jorah Mormont! Comunque, nonostante i Consigli di Guerra piuttosto
burrascosi e la possibilità sempre più concreta che Daenerys e Sansa finissero
per saltarsi agli occhi e prendersi per i capelli se la convivenza a Grande
Inverno si fosse protratta ancora a lungo, alla fine le decisioni furono prese,
anche in mezzo a mugugni, borbottii e malcontenti vari. Si stabilì che l’esercito
degli Stark sarebbe partito per dirigersi verso Roccia del Drago guidato da Jon
Snow, il quale aveva scelto di onorare gli accordi presi con Daenerys anche se
Sansa si era opposta, obiettando che i soldati avevano già affrontato una
battaglia fin troppo dura contro gli Estranei e che avrebbero avuto bisogno di
alcuni giorni di riposo per riprendere le forze.
Beh, diciamo che, forse, Jon aveva deciso di
obbedire ai voleri di Daenerys anche perché era molto meglio che i vari
eserciti partissero il prima possibile: pur non essendo un’aquila, si era
accorto anche lui che, se Daenerys e Sansa fossero rimaste troppo a lungo sotto
lo stesso tetto, le cose sarebbero andate a finire parecchio male ancor prima
di iniziare la guerra contro Cersei!
Tyrion e Varys, invece, avrebbero portato la
flotta di Daenerys verso Roccia del Drago per poter organizzare meglio
l’attacco ad Approdo del Re. Con grande sorpresa di tutti (ma non di Theon e
Ramsay che li avevano già sgamati qualche notte prima!), Jaime annunciò invece
che sarebbe rimasto a Grande Inverno al fianco di Brienne, che avrebbe
continuato a proteggere Lady Sansa così come aveva promesso a Catelyn molto
tempo prima. E, a dirla tutta, neanche Tyrion si stupì poi tanto per la scelta
del fratello: sicuramente vi aveva pesato non solo l’affetto che aveva scoperto
di provare per Brienne, ma anche la volontà di non schierarsi in nessuna delle
due fazioni, non a favore di Cersei (dalla quale era rimasto amaramente deluso)
ma neanche in un esercito che l’avrebbe combattuta. Tutto sommato era la scelta
più logica per Jaime e Tyrion era molto felice per lui.
Ma il bello doveva ancora venire!
Come ho già accennato prima, Ramsay aveva
accettato la decisione di Theon di combattere al fianco degli Stark anche se la
cosa non lo rendeva felice… ma perfino il suo neurone solitario cominciò a
porsi delle domande quando Theon, invece di schierarsi, appunto, al fianco dei
soldati degli Stark guidati da Jon Snow, dichiarò che si sarebbe imbarcato con
la flotta della Regina Daenerys.
“Senti, Theon, non che la cosa mi dispiaccia,
anzi a dire il vero mi sembra molto più divertente viaggiare per mare guidati
dalla Regina dei Draghi piuttosto che farsi tutto il percorso a cavallo
seguendo quel bastardo di Jon Snow”
disse quindi Ramsay al compagno, alla vigilia della partenza per Roccia del
Drago, “ma l’hai menata per tanto tempo con quella storia straziante di voler
combattere con gli Stark, di sentirti onorato di lottare per gli Stark e
scemenze simili e adesso non ti unisci al loro esercito?”
Theon, che aveva dovuto sviluppare una
pazienza incommensurabile nello stare con Ramsay, si limitò a scuotere il capo,
divertito dalle polemiche inutili del giovane Bolton, e gli spiegò le cose al
meglio delle sue possibilità.
“Beh, in realtà combatterò comunque al fianco
degli Stark, visto che mi schiererò contro i Lannister” rispose, “ma ho preso
questa decisione dopo quello che abbiamo sentito da Lord Varys: Yara ha
riconquistato le Isole di Ferro per la Regina Targaryen e manderà una flotta in
suo appoggio, mentre mio zio Euron ha donato la sua Flotta di Ferro a Cersei.
Io voglio combattere per gli Stark, ma in questo modo combatterò anche per i
Greyjoy, perché sosterrò mia sorella contro il nostro folle zio.”
Theon era davvero entusiasta e commosso nel
dire queste parole, insomma, lui ci credeva davvero nel fatto di essere un
Greyjoy e uno Stark e tutte quelle faccende là. A Ramsay non sarebbe potuto
fregare di meno di tutto ciò, però trovava il lato positivo in questa scelta di
Theon (oltre al fatto che, comunque, non si sarebbe separato da lui per tutto l’oro
del mondo anche se non lo aveva ancora capito…).
“Ah, va benissimo, il mio non era certo un
rimprovero, anzi, a me faceva pure schifo pensare di dover seguire Jon Snow e
invece così avremo i Draghi a guidarci! Pensi che la Regina Daenerys mi farà
fare un giro su uno di loro?” fu il suo commento, fuori luogo e infantile come
al solito.
Theon scoppiò a ridere e ricordiamo che, ogni
volta che rideva, affascinava ancora di più Ramsay e gli faceva sentire
incredibili sconvolgimenti nel cuore, nel sangue e nell’unico neurone che
aveva!
“Questo proprio non lo so, dovresti chiedere
a lei e poi… vedere se i Draghi sono d’accordo o se invece non preferirebbero
mangiarti” replicò il giovane Greyjoy, scherzoso.
“Ma uno dei Draghi ha accettato di farsi
cavalcare dal bastardo Snow! Perché
non dovrebbe volere me?” protestò
Ramsay. E qui neanche Theon seppe rispondere, perché nessuno dei due sapeva
che, in realtà, Jon Snow era figlio di Rhaegar Targaryen e di Lyanna Stark e
che per questo i Draghi lo avevano riconosciuto e accettato. E, visto che la
cosa al momento doveva rimanere più o meno segreta, era davvero un bene che
nessuno dei due lo sapesse perché Ramsay lo avrebbe immancabilmente esclamato
ai quattro venti, sottolineando oltre tutto che Jon rimaneva comunque un
bastardo, anche se di un Targaryen, perché comunque Rhaegar aveva poi sposato
Elia Martell ed era lei la legittima Principessa, il matrimonio con Lyanna
Stark era rimasto segreto e dunque da considerarsi non del tutto legittimo! Insomma,
era molto meglio che la notizia non fosse arrivata alle orecchie del giovane
Bolton…*
E così il giorno seguente l’esercito degli
Stark partì da Grande Inverno e Theon e Ramsay seguirono invece Daenerys
Targaryen con i suoi Draghi e i suoi Immacolati… e diciamocela tutta, anche
Theon era ben felice di poter viaggiare per mare, in fondo era pur sempre un
Uomo di Ferro o qualcosa del genere! Per non parlare di Ramsay che, pur avendo
pensato bene di lasciar perdere il sogno di volare in groppa a un Drago, rimaneva
estasiato per ore durante la navigazione ad ammirare Drogon e Rhaegal che
guidavano la loro flotta, enormi e spaventosi, con Daenerys che cavalcava
Drogon. La flotta era partita da poco e si stava avvicinando a Roccia del Drago
quando, una sera, appena prima del tramonto, venne avvistata una piccola e
malridotta barchetta con a bordo tre uomini ancora più malridotti. Varys
pensava che potesse trattarsi di spie (era commovente
la fiducia che Lord Varys aveva nel mondo circostante, anche se in realtà il
più delle volte aveva ragione lui), ma Tyrion giudicò che fossero talmente
messi male che, in ogni caso, non avrebbero potuto combinare molto. I tre
furono dunque accolti nella nave ammiraglia e chiesero di poter parlare
immediatamente con Theon Greyjoy, visto che avevano saputo che combatteva per
la Regina Daenerys.
Tyrion rimase stupefatto.
“E perché volete parlare proprio con Theon
Greyjoy?” domandò. Nonostante tutto, lui continuava a pensare che il ragazzo
fosse ben poco importante per la causa, che fosse piuttosto presuntuoso e,
sostanzialmente, un incapace.
“Siamo Uomini di Ferro, siamo riusciti a
fuggire dalla Flotta di Euron perché non vogliamo più seguirlo, noi vogliamo
Yara come Regina e sappiamo che Theon combatte per lei” disse uno dei tre.
“Abbiamo delle informazioni importantissime
da dargli!” soggiunse un altro.
“E non potete darle direttamente a me invece
che a Theon?” obiettò Tyrion, vagamente infastidito. “Sono io il Primo
Cavaliere della Regina Daenerys e, se c’è qualcosa che la minaccia, è a me che
dovete dirla e non a un Theon qualsiasi!”
Sì, appunto, Tyrion non aveva poi quella
grande stima per il giovane Greyjoy…
“Siamo Uomini di Ferro e non serviamo i
Signori di Westeros” ribadì uno dei marinai. “Quello che facciamo lo facciamo
per Yara e quindi non diremo niente a nessun altro se non a Theon!”
“E va bene, e va bene, mandate a chiamare
Theon!” dovette cedere Tyrion, così un servo partì alla ricerca del giovane
Greyjoy mentre altri portavano cibo e birra per i tre.
Alla resa dei conti, però, Tyrion si trovò a
ringraziare i Sette Dei per aver ceduto ai capricci di quei testoni di Uomini
di Ferro, perché ciò che avevano da dire era una notizia epocale che avrebbe
cambiato le sorti di tutti i Sette Regni… o, quanto meno, il finale deciso
dagli autori della serie TV!
“Principe Theon” iniziò uno degli Uomini di
Ferro quando il giovane giunse finalmente nella cabina dove i tre erano stati
portati, “innanzitutto chiediamo il tuo perdono, perché inizialmente abbiamo
scelto di seguire Euron ed eravamo nella Flotta di Ferro che lui ha portato ad
Approdo del Re.”
“Va bene, avete il mio perdono” tagliò corto
Theon, a cui non interessavano tanto le motivazioni di quegli uomini quanto ciò
che avevano da riferire.
“Credevamo che Euron fosse il Re più adatto
per le Isole di Ferro, ma ci sbagliavamo di grosso, lui non è nemmeno un vero
Uomo di Ferro, infatti ha usato la sua Flotta per mettersi al servizio della
Regina Cersei e questo per noi è imperdonabile!” riprese un altro marinaio.
“Non volevamo una donna come capo, ma Yara è
un Uomo di Ferro molto più di Euron ed ha veramente a cuore le nostre Isole”
ribadì il terzo. “Così ci siamo ribellati, eravamo più di dieci ma… beh, gli
uomini di Euron ci hanno sopraffatti e così abbiamo cercato di fuggire, ma non
solo per salvarci, anche per dirvi una cosa importantissima…”
Theon si trattenne a fatica dall’urlare: E allora ditela, questa cosa
importantissima, cosa aspettate???, ma aveva imparato ad esercitare la
pazienza dopo tanto tempo trascorso con Ramsay…
“Euron ha portato la Compagnia Dorata di
Essos con la Flotta di Ferro e vi sta tendendo un’imboscata a Roccia del Drago”
rivelò finalmente uno dei marinai. “Vi attaccheranno a sorpresa e sarà un
massacro, anche perché ogni nave della Flotta di Ferro ha un’arma speciale, una
specie di balestra che scaglia dardi in grado di uccidere i Draghi. La chiamano
Lo Scorpione e…”
“Ma queste sono notizie davvero importantissime!” esclamò Tyrion. “Che questi uomini
abbiano tutto quello che desiderano, portate loro i cibi e le bevande che
chiederanno, fateli lavare e donategli degli abiti nuovi, insomma, trattateli
con riguardo, perché ci hanno appena salvato da un disastro. Nel frattempo io
parlerò con Daenerys e ci organizzeremo per contrastare l’imboscata di Euron.”
Così dicendo, Tyrion uscì dalla cabina più in
fretta che poté per raggiungere la prua della nave e riuscire a chiamare la sua
Regina, che guidava la flotta cavalcando Drogon e con Rhaegal al fianco.
“Non vogliamo nessuna ricompensa” chiarì uno
dei marinai, guardando con disprezzo la porta da cui Tyrion era uscito e poi
Lord Varys. “Non lo facciamo per voi, noi siamo Uomini di Ferro e non
combattiamo per Westeros. Ma la nostra vera Regina, Yara, ha riconquistato le
Isole di Ferro in nome di Daenerys Targaryen perché la Regina dei Draghi ci
concederà l’indipendenza, e per questo noi combatteremo: per Yara e per la
libertà delle Isole di Ferro!”
“Combattete per chi vi pare, a noi non
importa” intervenne Ramsay che, come sempre, aveva seguito Theon e non poteva
certo evitare di dire la sua su quella faccenda. “Quello che conta è che ci
avete avvertito, così l’imboscata di Euron fallirà e, anzi, quel grassone
tracotante avrà proprio una bruttissima sorpresa!”
Come ricorderete, Ramsay e Euron si erano
accapigliati non poco durante l’Acclamazione di Re a Pyke e, adesso che c’era
la possibilità di farla pagare a quel bisonte impazzito, il giovane Bolton era
fuori di sé dalla gioia. Così ci avrebbe pensato due volte a mortificare e
minacciare Theon e anche a cercare di uccidere quei meravigliosi Draghi…
La scena che si presentò agli occhi incantati
e sbigottiti di Ramsay pochi giorni dopo fu da standing ovation: la Flotta di Ferro di Euron aveva, appunto, teso
un’imboscata alla flotta di Daenerys presso Roccia del Drago e attendeva di
partire all’attacco. Le vedette di Euron avevano già annunciato l’arrivo delle
navi della Regina e la Compagnia Dorata si preparava al combattimento, ma Euron
attendeva, sghignazzando tra sé. La sua non sarebbe stata una semplice
imboscata, no, prima avrebbe usato gli Scorpioni per abbattere i Draghi e
uccidere Daenerys e poi avrebbe guidato la Flotta di Ferro all’arrembaggio.
Sì, però qualcosa non stava andando nel verso
che lui si era aspettato.
Le navi di Daenerys si facevano sempre più
vicine, ma dov’erano i Draghi che avrebbero dovuto guidare la flotta?
Ad un certo punto il cielo parve oscurarsi,
come se grosse nuvole nere fossero passate davanti al sole.
Drogon e Rhaegal, guidati da Daenerys,
avevano preso alle spalle la Flotta
di Ferro.
“Presto, girate gli Scorpioni! Lanciate i
dardi, presto!” urlò Euron, sentendosi gelare il sangue.
“Dracarys”
esclamò Daenerys.
Drogon e Rhaegal volarono sopra la Flotta di
Ferro, scatenando il fuoco sulle navi, distruggendo tutti gli Scorpioni e
annientando l’intera Compagnia Dorata e la flotta nemica, Euron compreso.
“Quel grasso maiale è finito arrosto proprio
come meritava” commentò Ramsay, soddisfatto, ammirando la potenza in battaglia
dei suoi adorati Draghi.
Accanto a lui, Theon preferì non commentare,
ma questa volta era perfettamente d’accordo con il suo compagno ed era
soddisfatto quanto e più di lui: Euron non sarebbe stato più una minaccia e il
Trono del Mare, adesso, era ancora più sicuro per Yara. Nonostante tutto, aveva
mantenuto la promessa fatta alla sorella di appoggiarla nella riconquista delle
Isole di Ferro…
Fine capitolo primo
* Con buona pace di Jon Snow, questa è anche la mia posizione. Lui è in parte Targaryen
e mi va bene, tuttavia è nato da un matrimonio segreto che è poi stato
invalidato da quello legittimo con Elia: pertanto, Jon per me potrebbe anche
sedere sul Trono di Spade, ma Ramsay ha tutti i diritti di chiamarlo bastardo! XD
Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che
Amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però
Se tu non ti dai limiti e smetti
di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)
La Flotta di Ferro di Euron Greyjoy era stata
del tutto distrutta e questo aveva provocato grande soddisfazione in tutti
coloro che avevano assistito, soprattutto, come ho già specificato, in Ramsay
che aveva detestato Euron fin dal primo istante in cui l’aveva visto!
Tuttavia anche Theon era particolarmente
felice: Euron si era alleato con Cersei ed era dunque un nemico per gli Stark e
per Daenerys Targaryen, ma rappresentava anche una minaccia sempre incombente
su Yara e sulla sua rivendicazione del Trono del Mare. Il giovane Greyjoy non
aveva dubbi sul fatto che, prima o poi, Euron avrebbe deciso di lasciar perdere
Cersei e il Trono di Spade e di far ritorno alle Isole di Ferro di cui si
riteneva il Re… e allora Yara avrebbe dovuto combatterlo e chissà come sarebbe
potuta finire. Ora, invece, quella minaccia non esisteva più, Euron era morto e
Yara sarebbe stata l’unica e incontrastata Regina di Pyke e di tutte le Isole
di Ferro.
Daenerys Targaryen e i suoi alleati, dunque,
poterono tranquillamente raggiungere Roccia del Drago e riorganizzarsi per
pianificare le mosse future. E, visto che non avevano dovuto affrontare una
vera battaglia (perché erano stati i Draghi a incendiare completamente le navi
di Euron, il lavoro sporco era toccato a loro!), ne approfittarono per riposare
e festeggiare questa prima vittoria che sembrava veramente di buon auspicio.
Naturalmente Approdo del Re era ancora in mano a Cersei, ma tutto sommato la
Regina Lannister aveva perso in un sol colpo due punti di forza non
indifferenti, la Flotta di Ferro e la Compagnia Dorata, che Euron era stato
incaricato di portare al completo e che, altrettanto al completo, era andata
distrutta insieme alle navi. Al contrario, le forze di Daenerys non erano
diminuite neanche di un’unità e entro due settimane si sarebbero ricongiunte
con l’esercito degli Stark guidato da Jon Snow. Insomma, la guerra non era
ancora stata vinta, ma erano stati fatti diversi passi avanti e a Roccia del
Drago c’era più di un motivo per brindare e sperare per il meglio.
Era ormai sera e i festeggiamenti stavano
finendo. Theon aveva intenzione di festeggiare a modo suo con Ramsay nella loro camera e quindi, ad un certo
punto, se lo era portato via, anche per evitare che magari il giovane si
mettesse a dire le prime bestialità che gli passavano per il vuoto siderale del
suo cervello, come troppo spesso accadeva. Quella era una serata di
celebrazioni e tale doveva restare, senza equivoci e imbarazzi.
Tuttavia, mentre i due si dirigevano verso la
stanza che era stata loro assegnata, passarono accanto alla Sala del Trono
della fortezza e sentirono che, all’interno della vasta sala, Tyrion e Varys
stavano parlando. La cosa poteva essere anche normale, in fondo erano i
consiglieri della Regina, ma Ramsay si entusiasmò subito all’idea di ascoltare
di nascosto per scoprire una cospirazione,
o almeno così disse lui. A Theon, per qualche motivo, non sembrava una buona
idea, però doveva riconoscere che, a volte, proprio queste intuizioni geniali (o colpi di fortuna?) di Ramsay avevano portato
alla rivelazione di cose interessanti che poi erano state molto utili, in un
modo o nell’altro e così… beh, si mise ad origliare anche lui, sentendosi molto
poco nobile in quel momento.
Varys e Tyrion stavano parlando, come ci si
poteva aspettare, delle mosse da pianificare per proseguire la guerra ora che,
praticamente, Cersei Lannister aveva perso metà del suo esercito e tutti gli
assi nella manica che credeva di avere, nella fattispecie la Flotta di Ferro di
Euron Greyjoy e gli Scorpioni per uccidere i Draghi. Proprio per questo Tyrion
insisteva sul fatto che, più che a un’azione di guerra, si doveva pensare a un
accordo di pace che permettesse a Daenerys di conquistare Approdo del Re senza
arrostire nessuno.
“Tua sorella non si arrenderà mai senza
combattere, anche se il nostro esercito è molto più forte e numeroso del suo”
disse Varys. “Hai visto cosa ha fatto? Ha aperto i cancelli della Fortezza
Rossa a tutta la gente della capitale, sperando che Daenerys non oserà mandare
i suoi Draghi a massacrare e bruciare vivi donne e bambini innocenti.”
“E Daenerys non lo farà, infatti” replicò
Tyrion, convinto. “Lei non è un tiranno, non è un mostro, è gentile e generosa
e dovunque è passata ha liberato gli schiavi e i prigionieri, ha salvato la
gente, è stata acclamata come un’eroina. Parlerò io stesso a Cersei e la
convincerò a consegnarsi, così nessuno si farà male. Anche lei si sarà resa
conto che non ha possibilità di vincere, ormai, e non vorrà perdere la vita.”
“Ho conosciuto bene molti tiranni e ho
conosciuto bene Cersei” riprese Varys. “Non credo assolutamente che accetterà
di consegnarsi, a lei non importa se tutti i cittadini di Approdo del Re
bruceranno, li odia e loro odiano lei. Il vero problema, piuttosto, è capire
che cosa farà Daenerys in questo caso. Tu sei davvero così sicuro di lei? Pensi
davvero che farà di tutto per evitare un massacro? E, cosa ancora più
importante, pensi davvero che sia lei la persona giusta per il Trono di Spade?”
“Cosa dici, Varys? Questo è tradimento”
mormorò Tyrion, allibito. “Nessuno più di Daenerys merita quel trono, ha sofferto
e lottato tutta la vita per giungere a questo punto, è l’ultima dei Targaryen,
è il suo destino.”
Varys osservò a lungo Tyrion. Non sapeva fino
a che punto credesse a ciò che diceva, ma di sicuro stava difendendo Daenerys
per qualcosa di molto più personale del Trono di Spade, tanta era la sua foga e
la luce nei suoi occhi. Proprio per questo il Lord Consigliere non poteva
fidarsi di lui, era troppo coinvolto: da una parte c’era una sorella a cui,
nonostante tutto, era legato e dall’altra c’era una giovane donna che aveva
imparato ad amare… non proprio come ci si aspetterebbe da un Primo Cavaliere!
“Non è l’ultima dei Targaryen e non è neanche
l’erede” ribatté Varys. “Jon è il figlio di Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark, è
un uomo e già questo lo pone in vantaggio, inoltre è saggio, prudente,
altruista e la sua gente lo ama. Sarebbe un Re sicuramente più giudizioso ed
equilibrato e, inoltre, in questo modo riunirebbe il Nord al Trono di Spade,
mentre Lady Sansa non accetterà mai di sottomettersi a Daenerys.”
“Beh, anche Joffrey era un uomo” fece Tyrion,
caustico. “Non mi sembra che sia una condizione sufficiente per essere un buon
sovrano. E, comunque, Jon non vuole il Trono di Spade, perciò ha accettato di
sottomettersi a Daenerys.”
“In genere i Re migliori sono proprio quelli
che non vogliono il trono” iniziò a dire Varys e, a quel punto, Theon dovette
praticamente saltare addosso a Ramsay e mettergli una mano sulla bocca prima
che cominciasse a dare in escandescenze… cosa che, sinceramente, anche lui
stesso era molto tentato di fare dopo ciò che aveva appena ascoltato. Jon era
dunque il vero erede di Rhaegar Targaryen? E Lord Varys stava davvero pensando
di mettere lui sul Trono di Spade al posto di Daenerys? A dirla tutta, anche
lui aveva molta voglia di mettersi a urlare, le cose per una volta non potevano
essere semplici? Eh no, troppo bello! Ma non poteva permettere che Ramsay li
facesse scoprire e, quindi, lo trascinò lontano, sempre più lontano dalla Sala
del Trono e più in prossimità della loro stanza. Solo allora ritenne che fosse
possibile togliergli la mano dalla bocca e lasciarlo sfogare almeno un pochino.
“Ma… ma… hai sentito che cosa dicevano Lord
Varys e Tyrion?” domandò Ramsay, sconcertato, e la domanda era quanto mai
assurda visto che lui e Theon erano stati ad origliare insieme e quindi il
giovane Greyjoy aveva udito le stesse cose! Ma forse era una figura retorica…
“Dunque quel bastardo di Jon Snow
alla fine sarebbe un bastardo Targaryen
e quindi avrebbe diritto al trono quanto Daenerys? E quel tizio pelato e senza le palle vorrebbe proprio il bastardo Jon sul Trono di Spade?”
Theon era rimasto sconvolto quanto Ramsay,
tuttavia si rendeva anche conto che non era il caso che il suo eccentrico
compagno continuasse a ribadire il concetto ad alta voce per i corridoi della
fortezza (soprattutto visto il modo in cui si ostinava a chiamare Jon e l’espressione
assolutamente non politically correct con
cui aveva definito Varys…): chiaramente la vera origine di Jon doveva restare
segreta e tanto meno si doveva venire a sapere che loro due avevano scoperto
tutto, comprese le riserve di Lord Varys, ascoltando una conversazione privata.
Pertanto si affrettò a condurre il giovane Bolton verso la stanza che era stata
loro assegnata per quella notte, sperando che nessuno avesse sentito quello che
stava ripetendo con la sua voce squillante e senza la minima prudenza.
“Sì, ho sentito” gli rispose a voce bassa,
mentre si affrettava a dirigersi con lui nella loro camera, per poi chiudere
bene la porta e sperare che le mura fossero abbastanza massicce da evitare che
le esternazioni di Ramsay
raggiungessero l’intera fortezza. “Tuttavia non credo che Jon, anche se figlio
di Rhaegar Targaryen, abbia più diritti di Daenerys che è erede diretta di Re
Aerys ed è legittima… Certo, se la cosa si venisse a sapere, forse gli eserciti
deciderebbero di seguire Jon, chissà? È per questo che non dovresti continuare
a gridare ai quattro venti quello che
abbiamo appena scoperto!”
“Ovvio, lo so anch’io che Daenerys è la
legittima Regina Targaryen e Jon, invece, è pur sempre un bastardo” ripeté il giovane Bolton, caso mai non si fosse capita la
sua posizione al riguardo. “Però anche i bastardi possono essere legittimati,
guarda me, e sembrava proprio che quel tizio senza le palle volesse fare appunto questo. Non credi che dovremmo
fare qualcosa? Io non voglio il fottutissimo
bastardo Jon-Snow-Targaryen come Re del Trono di Spade, tu sì? E… a
proposito, ma a Lord Varys hanno tagliato solo le palle o anche tutto il…”
Theon, esasperato, mise di nuovo una mano
sulla bocca di Ramsay per zittirlo. Di sorprese per quella sera ne aveva già
avute abbastanza e di sicuro non voleva impegnarsi in una discussione per
stabilire quanta parte di genitali fosse rimasta a Varys… la cosa lo disgustava
non poco e aveva ben altre cose a cui pensare. Fece sedere Ramsay sul letto e
si mise accanto a lui, pensando di distrarlo nel modo che gli riusciva tanto
bene… il giovane Bolton, tuttavia, sembrava davvero particolarmente preso da
questa nuova scoperta e aveva ancora qualcosa da dire. Theon, dunque, lo lasciò
parlare ancora una volta, pregando intensamente il Dio Abissale che non
chiedesse altri particolari dettagliati sull’evirazione di Lord Varys…
“Ma tu non sei sconvolto dopo quello che hai
sentito? Theon, non mi hai risposto. Vuoi davvero che sul Trono di Spade ci finisca
quell’idiota di Jon?” insisté.
“Io e Yara ci siamo schierati fin da subito
con Daenerys Targaryen” spiegò allora il giovane Greyjoy, cercando di essere
pacato, esaustivo e di chiudere l’argomento una volta per tutte, “per cui la
mia lealtà va ancora a lei, che ha promesso l’indipendenza alle Isole di Ferro.
E ammetto che Jon non mi è mai stato simpatico neanche quando eravamo ragazzi a
Grande Inverno, perciò il fatto che ora si sia scoperto che è un mezzo Targaryen
non me lo fa piacere di più.”
“Ah, certo, se sul Trono di Spade ci può
andare Jon Snow allora qualunque
imbecille passi per la strada può averne diritto, potresti diventare anche tu il Re sul Trono di Spade,
Theon!” commentò Ramsay, con la solita delicatezza e rifiutando ostinatamente
di considerare Jon un vero Targaryen.
Theon scosse decisamente il capo, avvertendo
un leggero brivido corrergli per la schiena. In realtà non era tanto il modo cosìgentile
con cui Ramsay gli aveva parlato a turbarlo, quanto il fatto che aveva
pensato concretamente al Trono di Spade e la prima cosa che gli era venuta in
mente era il fatto che, appunto, era stato forgiato con mille spade e che
quindi chi vi si sedeva rischiava ogni volta di tagliarsi. Lui di dita ne aveva già perdute abbastanza e non aveva
intenzione neanche di avvicinarsi a quel trono maledetto!
“Tuttavia non è una questione che riguardi me
o te” riprese Theon, dopo quel comprensibile attimo di smarrimento. “Io
combatterò contro i Lannister per pagare il mio debito ma, fatto questo, non mi
interessa chi siederà sul Trono di Spade. Noi Uomini di Ferro siamo sempre
stati indipendenti e non riconosciamo la sovranità dei Signori di Westeros
perciò, una volta sconfitta Cersei, io e te ritorneremo a Pyke come consiglieri
di Yara, e se la sbrigheranno loro su chi scegliere come sovrano. Ti avevo
promesso che questo sarebbe stato il nostro ultimo impegno, no? E sarà così,
stavolta sul serio. Noi torneremo alle Isole di Ferro insieme e che i Signori
di Westeros si arrangino, la cosa non ci riguarderà più.”
Theon voleva concludere il discorso e
possibilmente distogliere il neurone di Ramsay dalle strabilianti scoperte di
quella sera, tuttavia le sue parole erano anche sincere: aveva salvato Yara,
aveva aiutato gli Stark a eliminare gli Estranei e protetto Bran, adesso
avrebbe contribuito a sconfiggere Cersei Lannister… il resto gli interessava
poco. Avrebbe preferito che fosse Daenerys a regnare perché era colei che aveva
promesso l’indipendenza agli Uomini di Ferro ma, tutto sommato, se fosse stato
Jon non gli avrebbe certo cambiato la vita, lui sarebbe comunque tornato a
Pyke, con Yara… e Ramsay, ovviamente!
Si distese sul letto con il giovane Bolton e
si diede da fare per fargli dimenticare del tutto le sconvolgenti rivelazioni
appena scoperte. Lo baciò a lungo, iniziando a togliergli gli abiti e a
spogliarsi, accarezzandolo dolcemente e stringendolo a sé. Mentre
Ramsay perdeva ogni minimo contatto con il mondo reale tra le sue braccia, anche
Theon si rese conto che aveva bisogno di Ramsay, di sentire la sua morbidezza e
il suo abbraccio e dimenticare tutte le battaglie, gli intrighi e le
cospirazioni che cominciavano seriamente a esasperarlo. Così anche Theon si perse nella dolcezza del contatto sempre più intimo con Ramsay,
un contatto che riempiva entrambi di serenità, calore, luce e passionalità, mentre
i loro corpi si fondevano insieme e tutto il resto dei Sette Regni svaniva.
Nell’intensità appassionata del loro amplesso, Theon si rese conto che era
tutto vero ciò che aveva detto a Ramsay, che anche lui desiderava soltanto
chiudere i conti con i Lannister per poi essere libero di vivere felice a Pyke
senza più pensare a niente… e, per quanto possa sembrare assurdo, il merito era
in buona parte di quel ragazzotto strambo e piuttosto squilibrato che adesso
stringeva forte tra le braccia!
Se tu non ti dai limiti e smetti
di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te
Perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo)
Mi fiderò delle tue labbra che
parlano (mi ami un sacco ma)
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)
A dirla tutta, Tyrion non era per niente
tranquillo dopo la conversazione che Theon e Ramsay avevano tanto bene
origliato e, quindi, aveva deciso di parlare con Daenerys per cercare di
convincerla a tenere dei colloqui di pace con Cersei Lannister prima di andare
dritta alla Fortezza Rossa con i suoi Draghi e farla arrosto… cosa che,
chiaramente, a Daenerys sarebbe piaciuta molto di più!
Così, qualche giorno dopo, Theon e Ramsay si
trovarono per caso ad ascoltare
un’altra importante conversazione, questa volta tra la Regina dei Draghi e il
suo Primo Cavaliere. Beh, in realtà Ramsay, che aveva la simpatica abitudine di
ficcare continuamente il naso nelle cose che non lo riguardavano, aveva visto
Tyrion bussare alla porta di Daenerys e, immaginando che ne sarebbero venute
fuori cose molto interessanti, era andato immediatamente a cercare Theon e se
lo era portato davanti al portone, in pieno stile da cospiratori.
“Ramsay, gli affari di Stato tra la Regina
Daenerys e Tyrion non ci riguardano, noi siamo qui solo per combattere” aveva
cercato di protestare Theon.
“E magari parleranno proprio delle prossime
battaglie, no? O forse del fatto che tra pochi giorni arriverà il bastardo Jon Snow Targaryen e dovranno
decidere cosa farne, visto che c’è anche chi pensa che dovrebbe andarci lui,
sul Trono di Spade. Ma davvero esiste gente così fuori di testa?” replicò
Ramsay, tutto emozionato e curioso.
Eh, sì, di gente fuori di testa ne esiste tanta, proprio
tanta…, avrebbe voluto dire Theon. Ma si limitò a
scuotere il capo con rassegnazione.
“Finirai per farci scoprire” commentò, più
per un pro forma che per altro, perché poi si mise anche lui ad ascoltare
attentamente il colloquio tra Tyrion e Daenerys. Tuttavia non era poi così
facile nemmeno origliare insieme a Ramsay, perché lui non riusciva a stare
zitto nemmeno in quella situazione e quindi finiva che: primo, Theon non
sentiva quasi niente del dialogo tra la Regina e il suo Primo Cavaliere e
secondo, il continuo blaterare del giovane Bolton rischiava di farli scoprire
in qualsiasi momento! Spazientito, Theon finì per zittire il suo compagno
coprendogli la bocca con una mano (con la mano che aveva tutte e cinque le dita e quindi era più efficace allo scopo…), e
così fu in grado di sentire almeno l’ultima parte del confronto fra i due.
“Ti prego, permettimi almeno di tentare un
colloquio di pace con Cersei” diceva Tyrion. “Mia sorella è orgogliosa e
testarda, ma non è una stupida, si rende conto benissimo di aver perduto tutta
la sua forza dopo che la Flotta di Ferro di Euron e la Compagnia Dorata sono
state distrutte. Quando arriverà anche l’esercito degli Stark non avrà più
alcuna speranza, la sua unica possibilità è negoziare se vuole salvarsi la
vita. Credo che Arya e Sansa non aspettino altro che di assistere alla sua
esecuzione!”
“Ma hai visto anche tu che ha aperto i
cancelli della Fortezza Rossa per farsi scudo del suo stesso popolo” replicò
Daenerys. “Non mi sembra il gesto di qualcuno che pensi anche solo lontanamente
ad arrendersi.”
“Mia Regina, Cersei è sempre stata spietata e
odia il suo popolo, ma tu… tu sei diversa da lei, tu devi salire sul Trono di
Spade perché sarai una Regina giusta che farà del bene alla gente, che libererà
gli schiavi, aiuterà i poveri, sarà amata da tutti. È per questo che io ti ho
seguita, per ciò che hai fatto a Astapor, Yunkai e Mereen, è per questo che
Yara e Theon Greyjoy combattono per te, perché darai l’indipendenza alle Isole
di Ferro come nessun Re ha mai voluto fare prima” insisté Tyrion, con un tono
così intenso e appassionato da colpire Daenerys, che da troppo tempo non
sentiva qualcuno parlarle con tanta devozione. Sì, i suoi Immacolati e i suoi
consiglieri sembravano sostenerla, ma alla fine chi le era davvero vicino, chi
l’appoggiava e la incoraggiava quando si sentiva sola? Nessuno le aveva più
parlato così da quando Jorah Mormont era morto, lui che sarebbe stato disposto
a tutto per lei, che le aveva donato la vita, che l’aveva amata fino alla
morte…
Possibile che Tyrion…?
Daenerys cercò lo sguardo del Folletto, ma
lui abbassò gli occhi e continuò come se non avesse capito che l’atmosfera
nella stanza era cambiata.
“Io sono stato costretto a combattere per i
Lannister, per Re Joffrey, e temevo che il mio destino sarebbe stato per sempre
trovarmi dalla parte sbagliata, ma quando, per la prima volta nella mia vita,
ho potuto scegliere chi servire, ho scelto te, Regina Daenerys” riprese Tyrion.
“So che tu sarai una grande Regina e che sarò sempre orgoglioso di essere al tuo
servizio. Dimostra ancora una volta che sei giusta, ma che sai anche essere
misericordiosa con chi si pente.”
Daenerys non era tanto convinta dalle parole
di Tyrion, ma era stato il tono con cui le aveva pronunciate a commuoverla e a
riscaldare quella parte del suo cuore che aveva cercato di mettere da parte
dopo la morte di Ser Jorah. Lo aveva perso prima di potergli dire quanto gli
fosse grata, affezionata, quanto lo amasse (anche se non nel senso che avrebbe
voluto lui), adesso aveva una seconda possibilità con Tyrion e non l’avrebbe
sprecata, non avrebbe perso anche lui, poteva anche fargli la concessione che chiedeva,
non sarebbe cambiato poi molto visto che Cersei Lannister non aveva più nessuno
che combattesse per lei e aveva già perso.
“Va bene, ti concedo di organizzare un
colloquio di pace con Cersei” dichiarò dunque, “ma non illuderti troppo,
Tyrion. Io sono certa che lei non accetterà mai di arrendersi e non mi giurerà
mai fedeltà.”
Theon capì che il colloquio era quasi finito,
così afferrò Ramsay e se lo portò via, prima che Tyrion uscisse dalla stanza e
li sorprendesse. Per fortuna il giovane Bolton non aveva capito molto del
discorso e si lasciò condurre senza fare storie, visto che il suo unico neurone
era impegnato con tutte le sue forze a cercare di decodificare ciò che aveva
appena ascoltato! Theon ebbe così tutto il tempo di portarselo in camera, dove
almeno, anche se avesse detto le sue solite cretinate a voce alta, nessun altro
avrebbe potuto udirlo.
Ramsay guardò perplesso il suo compagno.
“Theon, ma… tu hai capito cosa hanno detto?
Tyrion ha fatto un sacco di nomi strani e poi che cosa? Cersei Lannister si
arrenderà ora che non ha più eserciti? Non ho capito…” disse, sgranando gli
occhi.
Beh, non sarebbe la prima volta, pensò Theon tra sé, ma quel Ramsay spaesato e attonito
lo inteneriva e lo eccitava.
“Tyrion ha convinto la Regina Daenerys a tentare
un colloquio di pace con Cersei” gli spiegò. “Se Cersei accetterà di arrendersi
senza condizioni e si consegnerà, le sarà risparmiata la vita… almeno credo,
perché dubito che gli Stark tollereranno che sia lasciata vivere, ma la cosa
non ci riguarda.”
“Quindi i Draghi non daranno fuoco a tutta la
Fortezza Rossa?” domandò Ramsay, con una punta di delusione nella voce. A
quanto pareva, lui e Daenerys avevano diversi punti in comune!
“Beh, spero proprio di no!” replicò Theon.
“Immagino che ci siano altri mezzi un tantino meno drastici per sconfiggere
Cersei nel caso fosse tanto sciocca da non arrendersi.”
“Ah, vabbè, sì, era tanto per dire…” commentò
il giovane Bolton, che continuava comunque a sperare in uno show dei Draghi…
Così, la mattina di due giorni dopo, Tyrion
si ritrovò alle porte di Approdo del Re per parlamentare con Qyburn, il
portavoce di Cersei, e cercare di negoziare la pace. Cersei assisteva al
colloquio dagli spalti sopra le mura per non perdersi neanche una parola, e
accanto a sé aveva una specie di bestione non meglio identificato che
probabilmente era Gregor Clegane, diventato sua guardia del corpo. Theon e
Ramsay, invece, si trovavano insieme a Daenerys, Varys, Missandei * e all’esercito degli Illuminati,
guidato da Verme Grigio. Nessuno sapeva come sarebbe potuta andare a finire
quella trattativa: la logica avrebbe voluto che Cersei si arrendesse, non
avendo più eserciti su cui contare, ma allora perché aveva fatto entrare la
popolazione dentro le mura della Fortezza Rossa? Chiaramente aveva l’intenzione
di usarli come scudi umani contro i Draghi di Daenerys e gli eserciti degli
Stark, e già da questo si capiva che razza di persona fosse, no? Il vero
problema sarebbe stato comprendere se Daenerys si sarebbe messa sul suo stesso
piano oppure no.
A dirla tutta, Ramsay avrebbe voluto partecipare personalmente al colloquio
di pace, come ci si poteva aspettare da lui: aveva un sacco di cose da dire e
intendeva proprio dirle, ma esattamente per questo motivo Tyrion si guardò bene
dal portarlo con sé e Theon si diede da fare con tutti i suoi metodi persuasivi per distrarre il
giovane Bolton e lasciare che quello che doveva essere un accordo diplomatico
fosse, appunto, tale. La diplomazia Ramsay non sapeva nemmeno dove stesse di
casa e la situazione era già abbastanza drammatica così, senza che lui ci
mettesse del suo!
Tuttavia Ramsay oltre alla diplomazia non
conosceva bene neanche la pazienza, visto che dopo pochi minuti dall’inizio del
colloquio si era già stancato.
“Ma insomma, quanto ci mette Tyrion a
convincere quel vecchio avvoltoio che fa da ambasciatore a Cersei? Non mi
sembra ci siano poi tante cose da dire: Cersei non ha più eserciti, a parte
quello personale delle Guardie Reali, non ha più una flotta e invece noi
abbiamo i Draghi, gli Immacolati e tra pochi giorni arriverà un altro bel
battaglione di soldati degli Stark. Ma chi è quel rincoglionito che sta a
blaterare con Tyrion? Non lo sa come stanno le cose? Cersei non aveva uno meno
vecchio e rimbambito da mandare a parlamentare?” si mise a protestare, come al
solito con un tono di voce niente affatto discreto, in modo che sia Daenerys
sia tutti coloro che erano da quelle parti lo udirono benissimo.
Verme Grigio gli lanciò un’occhiata di
disapprovazione, ma poi si accorse che Missandei, accanto a lui, si tratteneva
a stento dallo scoppiare a ridere e allora lasciò perdere, pensando che, quanto
meno, le esternazioni di Ramsay sarebbero servite a sdrammatizzare una
situazione che non aveva niente di allegro, nonostante loro si trovassero
evidentemente in vantaggio dal punto di vista militare.
Dal canto suo, Theon si sarebbe volentieri
cercato una pala per andare a sotterrarsi, visto che Ramsay non aveva il minimo
ritegno e parlava in questo modo anche di fronte alla Regina dei Draghi. Lui e
Yara avevano fatto di tutto per conquistarsi la stima e il rispetto di Daenerys
e cosa avrebbe pensato lei vedendo che si accompagnava a uno che, di certo, le
cose non le mandava a dire?
“Quello è Maestro Qyburn, Cersei Lannister lo
ha incaricato di parlamentare con Tyrion per raggiungere un accordo” provò a
spiegare Varys.
“E un altro un po’ meno rincretinito non lo
trovava?” lo interruppe Ramsay. “Chiunque capirebbe che Cersei non ha modo di
vincere questa guerra. Insomma, non ha neanche il modo di combatterla, visto che non ha più eserciti. L’unico modo che ha di
uscirne viva è arrendersi, l’ho capito anch’io!”
Eh, appunto…
“Non credo che Qyburn sia uno sciocco, sono
anzi certa che è stata la stessa Cersei a istruirlo perché non accetti le
nostre offerte” intervenne Daenerys, che a quanto pare aveva ascoltato con
attenzione quello che Ramsay aveva detto e lo aveva pure preso sul serio. È
vero che i Targaryen sono sempre stati famosi per non avere una gran sanità
mentale ma, ecco… a quanto pareva lei e Ramsay erano riusciti a trovare dei
punti in comune! “Lei non ha alcuna intenzione di arrendersi, anche perché sa
che con ogni probabilità non ne uscirà viva comunque. Se pure io decidessi di lasciarla
libera, gli Stark pretenderebbero di giustiziarla per aver fatto uccidere i
loro familiari e certo non potrei dare loro torto. Sta solo cercando di
prendere tempo, magari sperando che siamo noi a compiere qualche errore… ma
questo non succederà.”
“Ah, beh, la fanno fuori comunque” commentò
Ramsay, lasciando che il suo neurone solitario riflettesse su quella notizia. “Ecco
perché non si vuole arrendere… tutto sta nello scegliere se vuole morire
decapitata da uno degli Stark o arrostita viva. Sarà interessante!”
Theon si mise le mani nei capelli e soffocò
un gemito. Eppure quello che aveva detto Ramsay, in poche parole, era la pura e
semplice verità: per quanto Tyrion potesse cercare di convincerla ad arrendersi
per avere salva la vita, lei sapeva bene che, una volta giunti gli Stark con i
loro uomini, non ci sarebbe stato scampo. Sansa e Arya avevano visto uccidere
il padre per suo ordine e come minimo si sarebbero litigate il privilegio di
impugnare la spada per farle fare la stessa fine di Lord Eddard! In realtà non
è che avesse poi tutta quella scelta…
“Ecco, adesso Tyrion ha deciso di lasciar
perdere il vecchio rincoglionito e di parlare direttamente con Cersei” riprese
Ramsay, tutto emozionato, che, visto che non poteva partecipare al colloquio,
aveva deciso di farne almeno la radiocronaca
o qualcosa del genere! “Ma, se le cose stanno come ha detto la Regina
Daenerys, allora Cersei non lo ascolterà, tanto sa che l’ammazzeranno comunque
vada.”
“Potrebbe avere un piano di fuga e magari per
questo finge di ascoltare Tyrion?” domandò Daenerys a Varys. “Tu conosci tutti
i passaggi segreti della Fortezza Rossa. Cersei ha modo di fuggire? Potrebbe
avere qualche complice che l’aspetta in un luogo che non sappiamo?”
“Beh, se i Draghi dessero fuoco a tutta la città,
di sicuro Cersei non avrebbe nessun posto in cui scappare e neanche nessun
complice che non sia finito arrosto come quel maiale di Euron Greyjoy!”
sghignazzò Ramsay.
Ecco, appunto, come dicevo… a Daenerys
mancava giusto un compagno di merende
come Ramsay!
Varys si preoccupò molto quando vide una
certa luce di interesse nello sguardo della Regina a quelle parole del giovane
Bolton; ma ancora di più si preoccupò Theon. Per la prima volta in tutta quella
grande e incredibile avventura cominciò a pensare che mettere insieme Ramsay e
Daenerys avrebbe potuto davvero causare una reazione a catena… insomma, fuoco e fiamme! Doveva fare qualcosa per
evitare una catastrofe e sperò con tutto il cuore che Tyrion tornasse al più
presto da quella che ormai appariva chiaramente come un’inutile chiacchierata.
Theon era in grado di fermare Ramsay e di farlo stare zitto, ma di certo non
poteva fare lo stesso con Daenerys e, forse, Tyrion era davvero l’unico in
grado di smorzare i bollenti spiriti
della Regina (era proprio il caso di dirlo!).
E poi… cosa sarebbe successo davvero quando
fossero giunti anche gli Stark e Jon Snow con il loro esercito? Peggio ancora,
se qualcuno fosse venuto a sapere della vera identità di Jon?
Le cose si facevano sempre più preoccupanti e
il giovane Greyjoy si ritrovò a pensare che, al confronto, la battaglia contro
gli Estranei e perfino contro il Re della Notte era stata una barzelletta!
Fine capitolo terzo
* Non
sono mai stata una grande fan di Daenerys, ma sinceramente dopo tutto quello
che ha passato mi sembra il minimo darle il beneficio del dubbio: nella mia
storia, quindi, lei ha perduto solo Jorah Mormont e Viserion, Missandei non
muore e neanche Rhaegal, mentre invece ho fatto in modo che Tyrion inizi a
provare qualcosa per lei. Dunque, mettendola in una situazione diversa da
quella della serie TV, voglio provare a darle un diverso destino.
Mi fiderò perché mi tiene sicuro
In un giorno qualunque, un'ora prima del buio
Mi fiderò perché non è una promessa
E nessuno dei due ha mai detto lo giuro
Mi fiderò del tuo coraggio più
del mio
Quando per paura l'ho nascosto pure a Dio
Mi fiderò, ma non sarà senza riserve
Temere di amare o amare senza temere niente
Mi fiderò
Senza temere niente
Mi fiderò
Senza temere niente!
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)
Passarono ancora alcuni giorni e niente
succedeva: da una parte Cersei aveva ammucchiato
i cittadini dentro la Fortezza Rossa come scudo umano, sapendo che era l’unica
mossa che le avrebbe permesso di non farsi bruciare viva dai Draghi di Daenerys
(forse…); dall’altra Daenerys e i suoi alleati attendevano l’arrivo
dell’esercito degli Stark guidato da Jon Snow per poi decidere come proseguire
la battaglia. Nel frattempo avevano fatto ritorno a Roccia del Drago e
continuavano a riunirsi per discutere di battaglie, scontri, strategie e
quant’altro…
E Ramsay si annoiava! Non si divertiva più
neanche a origliare le conversazioni altrui e lo innervosiva soprattutto il
fatto che dovesse annoiarsi tanto per aspettare quel bastardo di Jon Snow e quegli antipatici degli Stark… sì,
continuava ad essere allegramente geloso di loro e non sopportava che avessero
tanta importanza agli occhi di Theon. Cominciò a convincersi che doveva trovare
qualcosa da fare, possibilmente senza tagliare mani, piedi o dita alla gente
ma, al contrario, proponendo una mossa geniale che avrebbe fatto vincere la
guerra contro Cersei Lannister e lo avrebbe mostrato ai Sette Regni come un eroe: sì, lui sarebbe dovuto essere l’eroe che avrebbe aiutato Daenerys e i
suoi alleati, non certo quegli snob degli Stark o, peggio ancora, l’odiosissimo
Jon-Bastardo-Snow-Targaryen! Allora
sì che Theon avrebbe guardato lui e solo lui con ammirazione e stima (sì,
perché a Ramsay non fregava un beneamato dei Sette Regni, di Daenerys, di
Cersei o di chicchessia, lui voleva solo che Theon ammirasse e amasse lui).
Proprio per questo impegnò al massimo il suo unico neurone, gli fece fare
proprio gli straordinari, cercando di approntare uno dei suoi folli piani che
già non funzionavano granché quando era a Grande Inverno, ma che questa volta
sarebbero dovuti funzionare!
E, proprio ricordando quei lontani giorni in
cui si era tanto divertito a scrivere lettere a destra e a manca (anche
totalmente assurde visto che aveva informato Sansa Stark di tenere Rickon in
ostaggio, se ben ricordate!)*, il suo neurone solitario ma ben concentrato non poté fare
a meno di notare che c’era qualcun altro, a Roccia del Drago, che si stava
altrettanto divertendo nello scrivere lettere… a non si sapeva bene chi. Insomma,
Varys passava gran parte del suo tempo nel suo studio a scrivere e scrivere e,
a meno che non avesse intenzione di esibire al mondo la sua autobiografia, cosa che però a quei
tempi non andava di moda, di sicuro quello che scriveva era qualcosa di
pericoloso e compromettente e Ramsay era seriamente intenzionato a scoprire di
cosa si trattasse. E, un bel giorno, ebbe l’occasione perfetta. Varys stava
parlando con una giovanissima sguattera di nome Martha e, a quanto pareva,
quello che i due si dicevano doveva essere molto importante perché il Lord
eunuco aveva, anche se per pochi minuti, lasciato incustodito il suo studio e
le sue carte per discutere con la ragazzina.
Ramsay che, quando voleva, riusciva anche a
essere molto astuto, finse di passare lì per caso e, udendo qualche parola tra
Varys e Martha, in particolare qualcosa relativo alla possibilità di avvelenare Daenerys, si disse che doveva
fare più in fretta che poteva, prima che fosse troppo tardi. Si infilò nello
studio del Lord Consigliere e, vista una lettera a caso, la prese e se la portò
via, senza tanti complimenti. Tanto, che cosa poteva fargli Varys? Se quella
lettera fosse stata davvero compromettente, non avrebbe certo potuto venirla a
cercare o accusarlo di averla rubata!
Beh, che dire? Evidentemente l’aria di mare
di Roccia del Drago faceva bene al neurone di Ramsay…
Il giovane Bolton, dunque, una volta uscito
precipitosamente dallo studio di Varys senza nemmeno preoccuparsi del fatto che
il Lord potesse vederlo, corse subito da Theon con la lettera in mano: voleva
leggerla insieme a lui e dimostrargli quanto fosse stato bravo a impossessarsene!
Theon si preoccupò subito quando vide il suo
compagno con quell’aria folle e compiaciuta negli occhi e si chiese che cosa
avesse combinato stavolta. Tanto per non sbagliare, decise di portarselo
immediatamente in camera, così qualsiasi stupidaggine Ramsay avesse detto non
sarebbe risuonata per tutta Roccia del Drago!
“Guarda cosa ho preso dallo studio di Lord
Varys!” gli disse Ramsay tutto orgoglioso e contento, porgendogli la lettera
che, in realtà, non aveva nemmeno letto e che, per quanto ne sapeva, poteva
essere anche solo una missiva di auguri natalizi alla famiglia (ah già, nei
Sette Regni non c’era il Natale e Varys non aveva una famiglia…).
“Cosa hai combinato stavolta? Lo sai che non
puoi entrare nelle stanze della gente e prendere quello che ti pare, magari
questa è una cosa personale” tentò di rimproverarlo Theon ma, siccome anche lui
aveva ascoltato il discorso di Varys a Tyrion qualche giorno prima, non si
fidava di quel Lord e pensò bene di prendere la lettera e di leggerla con
attenzione.
Ah, ecco, a quanto pareva stavolta il Voltagabbana era proprio Lord Varys!
“Ma guarda questo vigliacco traditore…”
mormorò il giovane Greyjoy, scorrendo la missiva.
“Cosa dice, cosa dice? È una cosa importante,
vero?” faceva intanto Ramsay, tutto emozionato.
“Come, non lo sai? Sei stato tu a trafugarla
e a portarmela e non sai cosa c’è scritto?” trasecolò Theon.
“Certo che no, non avevo mica il tempo di
mettermi a leggerla, tanto lo avremmo fatto insieme, no? Allora, è importante,
vero? Sono stato bravo?” ribatté il
ragazzo, che non stava più nella pelle.
“Direi di sì, è molto importante. Varys stava
scrivendo questa lettera alle casate del Nord per dire a tutti loro che Jon
Snow è in realtà un Targaryen e per spingerli a una rivolta contro Daenerys per
mettere Jon sul trono” spiegò Theon, ancora esterrefatto. Doveva ammettere che,
per una volta, Ramsay aveva dimostrato di essere davvero tagliato per le
missioni di spionaggio! “Qui dice di
aver già scritto a Jon per convincerlo a rivendicare il trono… sicuramente
quella lettera è già in mano a Jon, ma non importa, qui c’è abbastanza per
accusare Varys di alto tradimento contro la Regina Daenerys.”
A dirla tutta, anche Theon cominciava a
emozionarsi ed era felice di sentirsi utile, una volta tanto!
E il Voltagabbana era un altro, che
soddisfazione per lui!
Del resto, Jon era sempre stato sulle scatole
a Theon, con quel suo essere perfettino-faccio-bene-solo-io
e col cavolo che lo avrebbe voluto sul Trono di Spade, tanto più che Daenerys
aveva invece promesso a lui e a Yara che, sotto il suo Regno, le Isole di Ferro
sarebbero state indipendenti. A quanto pareva, dunque, anche stavolta Ramsay
gli aveva fatto un favore, anche se di sicuro non lo aveva fatto apposta, e
Theon si sentì improvvisamente molto eccitato
oltre che emozionato, soprattutto vedendo il giovane Bolton che continuava a
sorridere tutto contento con quel facciotto buffo e l’espressione del gatto che
si è appena mangiato il canarino. Visto che tanto erano già nella loro stanza
non ci stette a pensare due volte, gli saltò addosso e lo strinse forte a sé,
affondandogli una mano nei capelli e cingendolo con l’altro braccio; premette
le labbra sulle sue e iniziò a baciarlo sempre più profondamente, con passione
e intensità, lo sospinse delicatamente sul letto e continuò a baciarlo,
mettendosi sopra di lui, premendogli una mano sulla sua nuca per attirarlo
sempre più contro di sé; con l’altra mano iniziò a frugarlo sotto le vesti, fino
a spogliarlo e a liberarsi anche dei propri vestiti. Ramsay, che non si
aspettava da Theon una reazione del
genere, restò confuso e imbarazzato, comunque ricambiò i suoi baci e si
abbandonò a lui, abbracciandolo forte. Poi i loro corpi si unirono e iniziarono
a muoversi insieme, prima lentamente e poi con sempre maggiore intensità fino a
restare entrambi travolti dall’emozione e dall’estasi di quel contatto che
incendiava il sangue nelle vene a tutti e due.
Naturalmente ci volle un po’ di tempo prima
che Theon e Ramsay riprendessero coscienza del mondo e della realtà… a dire il
vero Ramsay non riprese proprio un bel niente, ma tanto non era diverso dal
solito per cui andava bene anche così. La scoperta della lettera, una tra
tante, scritta da Varys per incitare alla ribellione contro Daenerys era molto
grave e restava la questione di come fare per denunciare il tradimento del Lord
Consigliere. Dovevano andarci direttamente loro due? Ma in quel caso la Regina
dei Draghi li avrebbe presi sul serio, sebbene la lettera parlasse chiaro già
da sola? Theon analizzò con sguardo critico Ramsay e il suo entusiasmo al
pensiero di aver scoperto un intrigo
e comprese che no, loro due da soli non sarebbero stati le persone adatte,
sarebbe stato meglio rivolgersi a qualcuno che Daenerys considerasse degno di
fiducia e, soprattutto, in pieno possesso delle sue facoltà mentali, cosa che
non si sarebbe mai potuta affermare del giovane Bolton!
“Credo che dovremmo mostrare questa lettera a
Tyrion e lasciare che sia lui a denunciare alla Regina il tradimento di Varys”
disse Theon.
“Ah, per me va bene, però voglio essere
presente anch’io quando Tyrion gli mostrerà la lettera, tu no?” suggerì Ramsay,
che non voleva certo perdersi lo spettacolo! “In fondo me lo merito, sono stato
io a scoprire che quel senza palle è un traditore!”
Come sempre, Ramsay dimostrava un adorabile
tatto e senso della diplomazia! Sì, sarebbe stato veramente utile avere Tyrion
come portavoce…
Tyrion restò piuttosto sorpreso nel vedersi
piombare la strana coppia nella sua
stanza, non sapeva ancora bene cosa pensare di loro, tuttavia doveva
riconoscere che in più di un’occasione erano stati molto utili alla causa. E lo
sarebbero stati anche stavolta.
Era stato deciso che sarebbe stato Theon a
parlare con il Lannister e a mostrargli la lettera, ma a quanto pareva la
decisione non era stata condivisa da Ramsay che, non appena si trovò davanti a
Tyrion, strappò la lettera di mano al compagno e la consegnò al Folletto con un
grandissimo sorriso soddisfatto.
“Ho trovato questa lettera nello studio di
quello senza l’uccello, Lord Varyscomesichiama, e l’ho portata a
Theon e abbiamo visto che lui vuole tradire la Regina Daenerys e dare il Trono
di Spade a quel mezzo bastardo Targaryen di Jon-cazzutissimo-Snow!”
esclamò il giovane Bolton senza neanche fermarsi a riprendere fiato.
Tyrion era ancora più perplesso e guardò
Theon che, con l’espressione di chi deve sopportarne tante, annuì.
“Ramsay ha ragione, Varys stava scrivendo
quella lettera nel suo studio quando è stato interrotto e lui ne ha
approfittato per trafugarla” spiegò. “Quando l’abbiamo letta ci siamo resi
conto del fatto che rappresenta un atto di alto tradimento: chiaramente Lord
Varys non ha più fiducia nella nostra Regina e, anzi, sta cercando di
mobilitare le armate del Nord perché mettano Jon sul trono.”
Ancora una volta Tyrion si limitò a fissare
lungamente e in silenzio i due. Innanzitutto si chiedeva come facessero a
sapere che Jon era anche lui un Targaryen… ma poi decise che preferiva non
sapere in che modo Ramsay e Theon venissero a conoscenza dei fatti, sperava
solo che non lo avessero spiattellato in giro. Però, se quello che dicevano era
vero, ci aveva pensato Varys a spiattellare ai quattro venti la storia della
vera identità di Jon. Cosa importava, alla fine, se il bastardo di Bolton e il Voltagabbana
avevano spiato e origliato? A quanto pareva la loro curiosità poteva portare
alla scoperta di un tentativo di ribellione contro Daenerys. Il Folletto lesse
la lettera con attenzione e non ebbe più dubbi: quella era sicuramente la
calligrafia di Varys, lui la conosceva bene dopo tanti anni, e quello che
scriveva era ancora più cristallino, dubitava della capacità di Daenerys di
regnare e stava cercando di mobilitare i Sette Regni e chissà chi altri perché
fosse Jon Snow il nuovo Re.
Eh sì, era alto tradimento, non c’era un
diverso modo di chiamarlo. Ironico che fossero stati proprio il Voltagabbana e il
figlio bastardo di Roose Bolton (che avrebbe vinto l’oro, l’argento e il bronzo
alle Olimpiadi dei Traditori se mai ci fossero state…) a smascherare Varys,
forse era proprio vero che i due ragazzi erano cambiati e maturati e che adesso
potevano più o meno rendersi utili per la causa!
“Va bene, vi ringrazio per aver dimostrato
lealtà e devozione alla nostra Regina” disse dunque Tyrion. “Da questa lettera
si capisce che Varys aveva già scritto anche a Jon per chiedergli di
rivendicare il Trono di Spade, ma per caso sapete anche se ci siano state altre
missive di questo tipo?”
Ramsay rispose subito, tutto emozionato all’idea
di essere utile, eroico e importante proprio come aveva sognato… e a quanto
pareva anche Theon era molto contento di lui visto quello che gli aveva fatto
in camera poco prima!
“Quando sono stato nel suo studio non ce n’erano
altre, ma sono sicurissimo che ne abbia scritte e inviate di più. Quando ero a
Grande Inverno io ne avrò scritte almeno una decina perché volevo che…”
“Sì, beh, adesso le tue esperienze a Grande
Inverno non sono pertinenti” lo interruppe Tyrion. “Sarebbe interessante sapere
cosa ha risposto Jon alla lettera di cui Varys parla qui... comunque la cosa più
urgente, adesso, è consegnarla alla Regina e denunciare il tradimento di Varys.”
“E possiamo venire anche noi con te, vero? Vero?” insisté Ramsay, con gli occhi che
gli brillavano per l’aspettativa.
Tyrion lasciò andare un lungo sospiro: doveva
pensare che stava facendo il bene di Daenerys, lo stava facendo per Daenerys…
e, in fondo, era davvero merito del
giovane Bolton e del suo compagno se tutta quella faccenda era venuta alla luce
in tempo.
“Certo” rispose dunque il Folletto, “venite
anche voi al cospetto della Regina. Ma, per favore, lasciate che sia io a
spiegare la situazione e voi due parlate soltanto se sarà lei a farvi qualche
domanda.”
“Per me va benissimo” replicò Ramsay, che
aveva già ottenuto il suo scopo. “Vieni, Theon?”
Il giovane Greyjoy seguì Tyrion e Ramsay
trattenendosi a stento dal mettersi le mani nei capelli.
Doveva ripetersi che non importava il metodo, Ramsay aveva comunque scoperto un tentativo di
ribellione nei confronti della Regina, non doveva soffermarsi troppo sui
dettagli, l’importante era salvare il trono di Daenerys…
Più facile a dirsi che a farsi!
Fine capitolo quarto
* Qui
mi autocito! Il Ramsay che si mette a scrivere lettere a destra e a manca è
nella mia versione di GoT e in particolare nella mia prima parodia su di loro, Non si torna indietro!
E tu non hai risposte
Ma sorridi al momento giusto
Da farmi incazzare e poi dal niente
Ridere di gusto
Mi fiderò delle tue labbra che
parlano
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo
Mi fiderò del tuo coraggio più
del mio
Quando per paura l'ho nascosto pure a Dio
Mi fiderò, ma non sarà senza riserve
Temere di amare o amare senza temere niente…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)
In realtà possiamo dire che Daenerys la prese bene, beh, insomma, più o meno…
Come prima cosa squadrò Tyrion e poi Theon e
Ramsay con espressione piuttosto incavolata.
“Molto bene, a quanto pare devo ringraziare
Ramsay Bolton e Theon Greyjoy per aver sorpreso il mio consigliere mentre scriveva lettere per fomentare una
ribellione contro di me” disse con evidente nervosismo. “E sono grata a loro,
infatti, ma perché devono essere proprio due giovani che, pur essendo miei
sudditi, non sono certo i miei amici e confidenti più cari a prendersi cura di
me meglio di quanto facciano quelli che dovrebbero avermi a cuore?”
Tyrion si sentì molto imbarazzato a quelle
parole. Sì, Daenerys aveva ragione, sarebbe dovuto essere lui a scoprire il
tradimento di Varys e non quel ragazzetto mezzo psicopatico e il suo amichetto
Voltagabbana! Sicuramente se al suo posto ci fosse stato ancora Jorah Mormont
avrebbe smascherato Varys immediatamente, Ser Jorah era davvero devoto alla
Regina e lui invece…
“E, comunque, a questo punto devo arguire che
praticamente tutti i Sette Regni sanno che anche Jon Snow è un Targaryen”
sbottò ancora Daenerys. “Di questo, invece, chi dovrei ringraziare? Insomma, Jon
lo ha saputo da quel suo fratellastro veggente che parla con i morti o che so
io ed è venuto a dirmi che tanto il Trono di Spade non gli interessava e che mi
avrebbe servita come sua Regina, eppure poi tutti hanno saputo la verità. Tu
come l’hai saputo, Tyrion?”
“A me l’ha detto Sansa” ammise il Folletto,
confuso e in preda ai sensi di colpa. “Però, mia Regina, non è detto che sia
stato Jon a dirlo a lei. Visto che Bran è stato il primo a saperlo, magari lo
ha raccontato a tutta la famiglia Stark e Sansa lo ha saputo da Bran.”
“Ma tu l’hai saputo da Sansa” ripeté
Daenerys.
Il tono con cui lo disse fece ancora più male
a Tyrion, era come se sottolineasse una certa intimità che sussisteva tuttora
tra lui e Sansa, visto che per un po’ erano stati sposati. Ma Tyrion non voleva
che Daenerys pensasse questo e tanto meno di Sansa, che le era apertamente
ostile. Tyrion non voleva Sansa, non pensava più a lei, lui pensava solo a… a
Daenerys!
“Mia Regina, può anche essere che Sansa mi
abbia rivelato la verità perché sperava che io, come tuo consigliere, potessi
fare qualcosa tipo convincerti a lasciare il Trono di Spade a Jon o che so io,
ma di certo non ha ottenuto il suo scopo, anzi ha ottenuto l’esatto contrario”
ribatté Tyrion con ardore. “Sono felice di sapere la verità perché, se non ne
fossi stato al corrente, adesso non potrei essere qui a proteggerti da un
tradimento.”
“Ma sei stato tu a rivelare a Varys la vera
identità di Jon, no?” lo provocò Daenerys. “Forse non ci sarebbe stato alcun
tradimento se tu non avessi detto a Varys quello che avevi saputo.”
Tyrion chinò il capo, ma poi lo rialzò e
fissò la Regina negli occhi, deciso a discolparsi e a farle capire quanto
invece tenesse a lei e come avrebbe fatto di tutto per proteggerla.
“È vero, forse sarebbe andata così. Oppure
Varys lo avrebbe scoperto comunque, in qualche modo, lui scopre sempre tutto e
ha spie ovunque. In tal caso, avrebbe potuto tranquillamente tramare contro di
te e noi non avremmo saputo niente… finché non fosse stato troppo tardi!”
Daenerys, ancora una volta, si sentì in
qualche modo protetta dall’ardore che
traspariva dalle parole di Tyrion. Forse era stata troppo dura con lui, troppo
sospettosa? Stava esagerando, certo, e non voleva farlo di nuovo. Ricordava
quante volte si era mostrata dura e severa con Ser Jorah quando lui voleva solo
aiutarla e lei non si fidava e com’era finita? Ser Jorah era morto per lei e
lei non era mai riuscita a dirgli quanto gli fosse grata e quanto gli volesse
bene, anche se non come avrebbe desiderato lui.
Ancora una volta si ripeté che non avrebbe
commesso lo stesso errore con Tyrion, non avrebbe scavato un abisso tra loro
per poi perderlo: pur essendo un Lannister, aveva dichiarato e provato la sua
fedeltà, la sua lealtà e forse anche qualcosa di più verso di lei.
“Va bene, Tyrion, credo che tu abbia ragione
e ti ringrazio di essere al mio fianco in questo momento” disse allora la
Regina, con voce addolcita. Poi si rivolse a Theon e Ramsay perché restava
ancora qualcosa che non le era chiaro… “Ma… voi due, piuttosto, come facevate a
sapere che Jon Snow è un Targaryen? A voi chi lo aveva detto?”
Theon non sapeva come rispondere, ma Ramsay
non si fece alcun problema.
“È molto semplice, mia Regina: abbiamo
origliato le conversazioni più interessanti qui a Roccia del Drago e così
abbiamo sentito quando Tyrion lo diceva a Lord Varys” spiegò con un’invidiabile
faccia tosta e un gran sorriso soddisfatto. “È per questo che ho deciso di
tenere d’occhio Varys. Sai, mia Regina, in quella conversazione era proprio il senza pal… ehm, il Lord Consigliere
Varys a insistere sul fatto che Jon sarebbe stato un Re migliore, che lui è un
uomo, che è più saldo e valoroso e tante altre bestialità del genere. Tyrion,
al contrario, continuava a sostenere te e a dichiarare che solo tu sei la sua
Regina!”
Theon si sarebbe voluto buttare da una delle
finestre della sala e sfracellarsi sulle rocce sottostanti per la figura appena
fatta: Ramsay aveva ammesso candidamente che loro due, d’abitudine, origliavano
le conversazioni altrui! Cosa avrebbe pensato Daenerys di loro?
Poi però si rese conto che, in quella sorta
di lucida follia che gli passava per il vuoto siderale della testa, Ramsay
aveva anche sottolineato la fedeltà e l’amore di Tyrion verso la Regina…
Daenerys, infatti, pareva aver dimenticato
ogni nervosismo e sospetto. Era scoppiata a ridere di cuore quando Ramsay aveva
spiegato tranquillamente di aver spiato Tyrion e Varys e poi, quando aveva
parlato di come Tyrion l’avesse difesa, lo aveva ascoltato con molta attenzione
e con una nuova luce negli occhi.
“Bene, devo dunque ringraziare la curiosità
del giovane Lord Bolton” commentò, ormai rasserenata, con un sorriso.
“Per me è stato un piacere, mia Regina, è un
vero onore servirti e poi a dirla tutta io non ho mai sopportato Jon Snow e non
voglio proprio che conquisti il Trono di Spade!” replicò Ramsay, sempre con la
solita sincerità e faccia da schiaffi.
A quel punto Theon avrebbe tanto voluto avere
un badile per potersi sotterrare seduta stante, al contrario Daenerys dimostrò
ancora una volta di apprezzare la schiettezza di Ramsay e scoppiò di nuovo a
ridere; era da molto tempo che non la si vedeva così allegra.
A quanto pareva Ramsay aveva il dono di
divertire la Regina, avrebbe avuto successo come buffone di Corte, ma non andateglielo a dire, per carità, se ci
tenete alle dita e a tutti gli arti del corpo!
Tuttavia, nonostante Daenerys avesse
riacquistato il buonumore, non aveva la minima intenzione di farla passare
liscia a Varys e al suo tradimento.
“Lord Varys dovrà essere giustiziato” ordinò,
“e in modo esemplare, così che tutti sappiano qual è la fine che attende chi
osa tradirmi o chi pensa che non sia adatta a sedere sul Trono di Spade.”
Il verdetto era stato stabilito, dunque, e l’esecuzione
di Varys avrebbe avuto luogo quella sera stessa. Theon e Ramsay si congedarono
dalla Regina che restò sola con Tyrion per organizzare, appunto, l’esecuzione
di Varys, ma anche per preparare le difese contro eventuali rivolte e
tradimenti. Era chiaro che, a quel punto, il nemico non era più soltanto Cersei
ma poteva nascondersi anche tra gli stessi alleati di Daenerys e su questo
bisognava riflettere e prendere provvedimenti.
Ramsay era tutto soddisfatto e compiaciuto
mentre percorreva i corridoi al fianco di Theon: aveva fatto una bella figura
con la Regina e ottenuto la sua gratitudine, aveva messo i bastoni tra le ruote
all’odiatissimo Jon e, cosa che lui riteneva più importante e preziosa di tutte
le altre messe insieme, era stato un eroe davanti a Theon, il salvatore della
Regina.
Inoltre, come ciliegina sulla torta, quella
sera avrebbe assistito a una bella esecuzione!
“Theon, secondo te come verrà giustiziato
Varys?” domandò al compagno mentre si recavano nella loro stanza.
Evidentemente l’argomento era particolarmente
affascinante per il giovane Bolton, ma non lo era altrettanto per Theon…
“Non lo so” rispose con un sospiro. E non mi interessa saperlo, farei anche
volentieri a meno di assistere, avrebbe voluto aggiungere, ma preferì
sorvolare. “A Grande Inverno era Lord Stark in persona che decapitava i
condannati, ma non so come funzionino le cose a Roccia del Drago. Perché,
intendevi offrirti volontario?”
“Ma no, no, lo sai che ormai non mi diverto
più a fare certe cose, preferisco stare a guardare, era solo per curiosità”
rispose Ramsay ridendo (mentre Theon non aveva nessuna voglia di ridere). “Probabilmente
la Regina Daenerys ha un suo boia personale, chissà, magari è il comandante degli
Illuminati, quel tale Verme Grigio, ce lo vedrei bene! Ma chissà, forse, prima
di farlo giustiziare, la Regina vorrà fargli tagliare tutte le dita con cui ha scritto quelle lettere di
tradimento, sarebbe divertente, no?”
Dall’espressione sul volto di Theon, il
giovane Bolton capì subito che per lui l’idea non era affatto divertente!
“Ma dai, Theon, stavo solo scherzando, non le
capisci mai le mie battute” esclamò Ramsay, scoppiando a ridere di nuovo.
NO. In effetti Theon non capiva le battute di
Ramsay e non lo divertivano affatto, potete forse biasimarlo per questo?
Comunque, quella sera, l’esecuzione di Varys
colse di sorpresa anche Ramsay che di certo non si faceva scandalizzare da
morti violente, torture, scuoiamenti e altre amenità del genere. Eppure neanche
lui poteva aspettarsi ciò che realmente accadde: la Regina Daenerys proclamò
pubblicamente il verdetto di colpevolezza e la conseguente condanna a morte di
Lord Varys e… e poi si spostò e dietro di lei, dal buio, apparve Drogon che si
avvicinò al condannato.
Ramsay rimase estasiato.
“Dracarys” disse Daenerys, e Varys scomparve
in una vampata di fuoco.
Questa esperienza risultò davvero
elettrizzante per Ramsay che sul momento non riuscì neanche a reagire come
avrebbe voluto (chissà, probabilmente con applausi a scena aperta e grida di
giubilo!). Tuttavia sfogò poi tutta la sua emozione e il suo entusiasmo più
tardi, parlando e riparlando di ciò che aveva ammirato, in camera con Theon.
“Ma hai visto che bellezza? Daenerys merita davvero di essere la Regina dei Sette
Regni! Le sue esecuzioni saranno tutte spettacolari come questa? È veramente
tanto creativa e originale, non mi
sarei mai aspettato che…”
Theon era esausto. Quella era stata una
giornata davvero faticosa e pesante per lui, anche se avevano sventato un
complotto contro la Regina dei Draghi, e di sicuro non aveva nessuna intenzione
di passare il resto della serata ascoltando Ramsay che continuava a lodare e
elogiare la stupenda esecuzione alla
quale aveva appena assistito. Decise quindi di togliersi anche lui qualche
sfizio e di incanalare le energie e l’entusiasmo del giovane Bolton in tutt’altre attività… Lo strinse tra le
braccia e cominciarono a baciarsi, accarezzarsi, perdersi e inebriarsi
dell’odore e del sapore l’uno dell’altro, di quel contatto dolce e appassionato
allo stesso tempo, dei loro corpi che si fondevano diventando uno. Theon si
liberò velocemente dei suoi abiti e spogliò Ramsay con una certa urgenza,
rendendosi conto che da una parte voleva zittirlo e non sentire più tutte
quelle chiacchiere sull’esecuzione di Varys, ma dall’altra quel suo modo di
fare lo eccitava, lo aveva sempre eccitato anche quando, forse, ancora non se
ne accorgeva perché era suo prigioniero e troppo terrorizzato per pensare a
qualsiasi altra cosa. Theon si insinuò nel corpo di Ramsay e lo fece suo,
muovendosi ritmicamente con lui fino a raggiungere insieme l’apice del piacere
più e più volte, senza mai stancarsi ma anzi desiderando che quell’amplesso potesse
durare per sempre.
Molto tempo dopo, la gioia e l’estasi di
appartenersi in ogni senso lasciarono spossati i due amanti che, alla fine
dell’amplesso, rimasero abbracciati attendendo che il sonno li vincesse. Ramsay
a quel punto era talmente esausto e confuso da non rendersi più bene neanche
conto di cosa fosse successo e quindi non poteva più esasperare Theon con i
suoi discorsi assurdi, si limitava a rimanere stretto a lui finalmente in silenzio.
Soddisfatto in tutti i sensi, Theon pensò
ancora una volta che aveva trovato un modo per impedire a Ramsay di
innervosirlo e sfinirlo e che era un modo estremamente piacevole per entrambi!
Ma si rese anche conto, adesso che non c’era più il continuo chiacchiericcio di
Ramsay a dargli alla testa, che non era stata una cosa da poco quella che il
suo compagno aveva fatto quel giorno: Varys era davvero un traditore e, se la
cosa non fosse venuta alla luce, forse le armate del Nord sarebbero giunte non
per appoggiare Daenerys contro Cersei Lannister, ma per combatterla e mettere
Jon sul trono.
Insomma, alla fine il giovane Bolton aveva
davvero reso un gran servigio alla Regina e alla loro causa, anche se nel suo
modo assurdo e demenziale e sicuramente per ragioni tutt’altro che altruistiche…
ma ciò che contava era il risultato.
Theon si strinse più forte il suo buffo e
pazzoide compagno, già profondamente addormentato, tra le braccia e anche lui,
rasserenato, poté prendere sonno.
Se tu non ti dai limiti e smetti
di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te
Perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo)
Mi fiderò delle tue labbra che
parlano (mi ami un sacco ma)
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)
Le armate del Nord e l’esercito degli Stark
guidato da Jon Snow arrivarono due giorni dopo e, per fortuna, nessuno fece parola
delle famose lettere che erano costate la vita a Lord Varys (con grande
soddisfazione di Drogon e anche di Ramsay, che si era proprio divertito a
quell’esecuzione!). Nella missiva rubata da Ramsay, Varys faceva riferimento a
una lettera precedente inviata a Jon stesso in cui lo esortava a rivelare a
tutti la sua vera identità e proclamarsi Re… ma a quanto pareva il giovane non
era interessato alla faccenda, i soldati erano venuti con lui per combattere
Cersei Lannister e tanto bastava a tutti.
A tutti… o quasi. Sì, perché Daenerys era
ancora inquieta e tesa a causa del tradimento di Varys e, anche se
apparentemente Jon non sembrava voler reclamare il Trono di Spade, lei si era
resa conto del fatto che nei Sette Regni lui era molto più amato e popolare:
insomma, se si fosse trattato di una puntata del Grande Fratello Vip, Daenerys avrebbe avuto molte più probabilità
di essere eliminata a favore del
Targaryen più amato dal pubblico (e dal televoto…). Daenerys aveva dalla sua
parte gli Immacolati, i Dothraki sopravvissuti alla battaglia contro gli
Estranei, Theon Greyjoy con la sua Flotta di Ferro, purtroppo abbastanza
esigua, Ramsay Bolton che però non aveva uno straccio di niente e valeva quanto
il due di coppe quando la briscola è bastoni e Tyrion, anche lui tuttavia senza
un esercito né alleati potenti. Gli Stark appoggiavano chiaramente Jon e loro
sì avevano invece tutte le armate del Nord oltre ai propri soldati. Certo,
visto che a Cersei non rimaneva che un pugno di guardie o poco più non ci sarebbe
stato problema a sconfiggerla, però alla fine chi sarebbe stato il vero
vincitore? Daenerys Targaryen o Jon Snow con tutti i suoi uomini?
Così, mentre i soldati giunti dal Nord si
disponevano per l’assedio ad Approdo del Re e si preparavano a fare irruzione
nella città quando fosse stato il momento, la Regina dei Draghi decise di
tenere un incontro privato per decidere il da farsi. Ovviamente Varys non c’era
più, perciò il Concilio ristretto di Daenerys era ancora più ristretto del
solito, contando i soli Tyrion, Verme Grigio, Missandei e Davos Seaworth.
“Tyrion” ordinò la Regina al Folletto non
appena entrò nella sala del trono, “vai a chiamare anche Theon Greyjoy e Ramsay
Bolton. Sono stati loro a scoprire il tradimento di Varys e mi hanno dimostrato
lealtà, perciò li voglio nel mio Concilio. Del resto, anche quando non ne
facevano parte finivano per origliare e sapere sempre tutto, almeno così
avranno le informazioni in modo ufficiale!”
Tyrion, sulle prime, restò interdetto, ma poi
si rese conto che Daenerys aveva ragione: quei due avrebbero comunque trovato
il modo di ascoltare la discussione del Concilio e allora tanto valeva che vi
prendessero parte!
E infatti non dovette faticare troppo per
trovarli, visto che Ramsay girellava per i corridoi attigui alla sala del trono
con aria indifferente, aspettando il momento giusto per andare a chiamare Theon
e mettersi a spiare. Quando vide Tyrion, Ramsay gli rivolse un sorriso con la
sua solita faccia da impunito, come se veramente si trovasse a passare di là
per puro caso!
“Buongiorno, Lord Primo Cavaliere” gli disse.
“Va tutto bene? Ho visto che le armate del Nord si stanno preparando ad
assediare Approdo del Re e quindi…”
“Non farmi perdere tempo, giovane Bolton, vai
a chiamare il tuo compare e venite
subito nella sala del trono: la Regina Daenerys vuole che partecipiate al suo
Concilio ristretto” tagliò corto Tyrion.
Ramsay si illuminò tutto di luce propria.
“Davvero vuole proprio noi?” domandò, incredulo.
Sì, vuole proprio voi, quanti altri deficienti conosci a
Roccia del Drago che origliano praticamente tutte le conversazioni altrui?
“Eh sì, a quanto pare ha pensato che, visto
che voi due spiate sempre le nostre riunioni, allora tanto vale che vi
partecipiate personalmente” rispose il Lannister, caustico, ma la sua
disapprovazione non intaccò la rifulgente luce di Ramsay.
“Vado subito a chiamare Theon, tanto era qui
a due passi” rivelò, ammettendo implicitamente che, appunto, erano lì per
spiare! Corse tutto contento fino ad una stanza vicina e chiamò il suo
compagno. “Vieni, Theon, presto, la Regina ci ha convocati al suo Concilio
ristretto per ringraziarci di averla salvata da quel senza palle traditore!”
Tyrion nascose la faccia tra le mani e
trattenne un gemito.
Theon, ovviamente, era davvero a due passi da
lì e così in breve tempo il Concilio ristretto si riunì nella sala del trono,
con un Ramsay talmente tronfio e emozionato che continuava a muoversi sulla
sedia come se avesse bisogno di correre urgentemente al gabinetto…
“Quello che è accaduto con Varys dimostra
chiaramente che non ha importanza se vincerò questa guerra” esordì Daenerys.
“Il popolo non mi ama, se sapesse la verità acclamerebbe Jon Snow come Re di
Westeros, anche se fossi io a liberarlo dalla tirannia di Cersei.”
“Mia Regina, non è così” intervenne
Missandei. “Il popolo di Westeros adesso non ti conosce ed è solo per questo
che non ti ama, ma se li libererai come hai fatto a Yunkai e Meereen anche loro
ti acclameranno, lo so, ne sono certa, io ero lì.”
“A Yunkai e a Meereen era diverso” replicò
Daenerys, “gli schiavi si sono ribellati ai loro padroni e io sono accorsa in
loro aiuto, sono stati loro a conquistarsi la libertà. Ma in questo caso non c’è
alcuna ribellione: la gente di Westeros ha accettato di entrare all’interno
delle mura perché pensa che Cersei li proteggerà da me. Nonostante sappiano chi è Cersei, preferiscono comunque la
sua protezione perché mi temono, non mi vogliono qui. Perciò non c’è ragione di
mostrare compassione per loro: faranno la fine della loro Regina, moriranno
insieme a lei, così almeno avranno un motivo per temermi davvero!”
“Mia Regina, non puoi dire sul serio!”
esclamò Tyrion, sconvolto, mentre Ramsay si voltava verso Theon con una strana
espressione sul volto.
“Ho capito bene? La Regina dei Draghi vuole distruggere con il fuoco tutta Approdo
del Re e i suoi abitanti?” e non si capiva bene se fosse allibito o se, al
contrario, la ammirasse!
Theon aveva la faccia di uno che vorrebbe
essere in qualsiasi altro posto al mondo. Iniziava a temere che lui e Yara si
fossero in realtà alleati con una Regina che era quasi più psicopatica del
ragazzo che lui si portava a letto! Evidentemente i Greyjoy avevano qualche
problema nel valutare le persone…
“Cersei ha ingannato quella gente, ha detto
loro che li avrebbe protetti, ma in realtà si sta facendo solo scudo di loro,
di donne, di anziani, di bambini innocenti. Sono migliaia di persone che non ti
hanno fatto alcun male e tu vuoi ucciderle tutte? Non posso crederci, tu non
sei così, tu sei pietosa, sei gentile, sei venuta per regnare su Westeros con
giustizia. Altrimenti in cosa ti distingueresti da Cersei? Mia Regina, tu non
puoi metterti al suo livello” la scongiurò ancora Tyrion.
“Moriranno degli innocenti, certo, non
succede sempre nelle guerre? Ma poi Approdo del Re sarà ricostruita e le
generazioni future vivranno in un mondo più giusto e più libero” dichiarò
Daenerys.
“Scusa se mi permetto di interromperti, mia
Regina, ma… quali generazioni future se pensi di distruggere tutta Approdo del
Re con le persone dentro? Cioè… finiresti per regnare su un mucchio di cenere e
rovine, no?” intervenne a sorpresa Ramsay, tanto che l’intero Concilio
ristretto ammutolì, chiedendosi quale sciagura universale sarebbe mai scaturita
mettendo insieme il suo unico neurone e le idee un tantino estreme di Daenerys Targaryen. “Hai detto che il popolo
di Westeros non ti ama ma ti teme. Beh, questo lo capisco benissimo perché
anche a me succedeva lo stesso quando ero Lord di Grande Inverno, nessuno mi
voleva e mi consideravano un traditore, e allora io li scuoiavo vivi, però così
facendo mi amavano ancora meno… insomma, forse non era proprio il sistema
giusto, quello, per farsi amare dai sudditi.”
No, in effetti non era per niente quello il sistema, non
è poco che adesso te ne sia reso conto, pensò
Theon, che aveva assunto un colorito cadaverico.
“Regina Daenerys, io ti conosco da poco, ma
penso di aver capito che tu non vuoi essere temuta, non vuoi essere ricordata
come quella che scuoia, o taglia, o brucia la gente, come era per me” riprese
Ramsay, lanciatissimo in questo suo discorso motivazionale. “In effetti, a pensarci adesso, è una cosa un po’
triste essere conosciuti solo per queste cose, ma io ho sentito raccontare di
come hai salvato gli schiavi a Yunkai bruciando e distruggendo solo gli schiavisti, i cattivi, e di
come tutto il popolo ti ha acclamata e lodata e ti chiamava… beh, insomma, ti
chiamava in qualche modo…”
Il bel discorso di Ramsay rischiava di
incepparsi sul più bello, ma per fortuna intervenne Missandei proprio al
momento giusto!
“La folla degli schiavi liberati di Yunkai ti
ha acclamata e ti ha chiamata Mhysa,
Madre” disse la ragazza. “Ricordi quel momento, mia Regina? Ricordi come ti sei
sentita? Ebbene, non vuoi che questo accada anche con il popolo di Approdo del
Re? Non vuoi che anche loro ti acclamino come loro madre e salvatrice?”
Per un lungo istante Daenerys tacque, e chi
le era più vicino vide che i suoi occhi si riempivano di lacrime al ricordo di
quei momenti e di come il cuore le si era riempito di gioia nel sentire tante
persone chiamarla Mhysa. Era stato
uno dei momenti più felici della sua vita e forse, in qualche modo, aveva
sperato di trovare la stessa accoglienza a Westeros e adesso si sentiva tradita
e frustrata perché non era andata così.
“Certo che lo ricordo” disse infine, “e
vorrei davvero con tutto il cuore che anche qui accadesse lo stesso. Ma
purtroppo non è possibile. Come ho detto, il popolo di Westeros mi odia, è
stato riempito di bugie su di me e adesso quella traditrice di Sansa Stark
starà sicuramente incitando i suoi eserciti perché acclamino Jon Snow come Re.
Non c’è un modo per cambiare le cose, qui non sarà mai come a Yunkai e a
Meereen.”
E quindi allora tanto vale dare fuoco a tutta Approdo del
Re con la gente dentro?, pensò Theon, che si
sentiva sempre peggio.
“Potrebbe esserlo, invece” disse Ramsay, e
ancora una volta tutti si voltarono stravolti verso di lui. Che cosa poteva
suggerire una mente malata come la sua? “Questa cosa mi è venuta in mente
quando ho visto com’è stata bella e
istruttiva l’esecuzione di Varys: noi eravamo tutti lì, ma Drogon ha dato
fuoco solo a lui, non ha dovuto incendiare mezza Roccia del Drago per
ucciderlo! Io credo che tu possa condurre i tuoi due Draghi verso la Fortezza
Rossa e far loro indirizzare il fuoco soltanto
contro la residenza di Cersei, mentre gli Immacolati, le armate del Nord e
tutti gli altri faranno irruzione ad Approdo del Re e aiuteranno la gente a
fuggire. Così ad andare arrosto saranno solo Cersei e quei quattro coglioni
delle sue guardie personali mentre tu potrai dire a tutto il popolo che sei
arrivata per salvarli e liberarli dalla tirannia o qualcosa del genere!”
Tyrion colse la palla al balzo per cercare di
dare una forma un po’ più elegante alla proposta che il giovane Bolton aveva
appena suggerito nel solo modo in cui sapeva farlo, ossia parlando in fretta e
incasinando il tutto… però l’idea di base non era per niente male.
“Mia Regina, il consiglio del giovane Bolton
è… beh, ragionevole e sensato” disse,
sforzandosi non poco di pronunciare quelle due parole riferite a Ramsay… “Puoi
apparire come la salvatrice di Westeros e farti amare dalle folle proprio come
a Yunkai e Meereen. Vedo già la scena: tu sulla schiena di Drogon, con Rhaegal
al seguito, atterrerete nella piazza principale di Approdo del Re e annuncerai
a tutta la gente che sei giunta per liberarli dalla tirannia di Cersei
Lannister; i tuoi Draghi bruceranno le porte della città e le persone innocenti
potranno uscire sane e salve. A quel punto anche Cersei avrà la possibilità di
arrendersi, se vuole salvarsi la vita…”
“Su questo non conterei tanto” commentò
Daenerys, ma sembrava sempre più interessata al piano che prima Ramsay e ora
Tyrion (in modo molto più comprensibile) proponevano.
Tyrion non replicò su questo. Aveva provato a
convincere Cersei ad arrendersi ma sapeva che non lo avrebbe fatto, anche
perché non si sarebbe salvata comunque: se pure Daenerys avesse deciso di
risparmiarla (ipotesi estremamente improbabile), gli Stark avrebbero comunque
reclamato la sua testa per vendicare le morti di Eddard, Robb e Catelyn. Per
Cersei sarebbe stato comunque più onorevole morire cercando di resistere
piuttosto che arrendersi e finire decapitata dagli Stark.
“Beh, allora a quel punto potrai ordinare ai
tuoi Draghi di incendiare la Fortezza Rossa, quando dentro saranno rimasti
soltanto Cersei e i suoi fedelissimi: la guerra sarà vinta, tutti avranno avuto
giustizia, il popolo sarà libero e tu sarai ancora una volta acclamata come
madre” concluse il Folletto, sperando che le sue parole suonassero più
convincenti di quelle deliranti di Ramsay. “Le armate del Nord e gli Stark
possono anche volere Jon sul Trono di Spade, ma la gente di Approdo del Re non
lo conosce e non lo ama, come ancora non conosce e non ama te. Se apparirai
alle folle come loro salvatrice, tutta Approdo del Re sarà dalla tua parte e
poco importerà quello che vogliono gli eserciti del Nord. Anzi, io ho vissuto
ad Approdo del Re per anni e posso dirti che né il popolo, né la nobiltà di qui
ama la gente del Nord, li considera una specie di bifolchi e quindi non avrebbe
alcun motivo per preferire Jon a te, se fossi tu a liberarli.”
E Tyrion aveva ragione anche su questo perché
sappiamo bene che tutti sono più che pronti a salire sul carro del vincitore e
a danzare come banderuole verso la parte da cui spira il vento!
Daenerys era ancora perplessa, ma Missandei le
si avvicinò e le prese affettuosamente una mano.
“Mia Regina, sarà esattamente come a Yunkai e
a Meereen, il popolo ti vedrà come un’eroina, come una dea” mormorò, commossa.
“E sia, allora, farò come mi hai consigliato,
Lord Primo Cavaliere” dichiarò la Regina dei Draghi. “E spero che il risultato
sarà quello che tutti noi auspichiamo. Ad ogni modo, se andrà tutto come
vogliamo, dovrò pensare a una ricompensa speciale per Ramsay Bolton, perché l’idea
in realtà è stata la sua, anche se espressa in modo… ecco, come dire… un po’
confuso.”
“Una ricompensa? Per me? Davvero, mia Regina?
Ti ringrazio, ti ringrazio di cuore, sei davvero tanto generosa!” esclamò
Ramsay, risplendendo ancora una volta di luce propria. Chiaramente lui e
Daenerys non si erano capiti: la Regina intendeva ricompensarlo con terre e
denaro, mentre lui aveva semplicemente pensato a una lunga cavalcata su uno dei
Draghi… ma ci sarebbe stato tempo per spiegarsi meglio!
Nel frattempo, tuttavia, Ramsay ottenne una
ricompensa più immediata: Daenerys rimase nella sala del trono insieme a
Tyrion, Davos, Missandei e Verme Grigio per curare i dettagli del piano, mentre
Theon si affrettò a congedarsi e se lo portò via. Vederlo così entusiasta e
luminoso lo aveva eccitato non poco e poi c’era da considerare che era vero,
era stato lui, con l’aiuto del suo unico ma indaffaratissimo neurone, a
partorire la bozza dell’idea che probabilmente avrebbe portato a una rapida e
indolore fine della guerra… meritava di essere ringraziato anche da lui, no?
Theon scomparve con Ramsay nella prima stanza
trovata libera a Roccia del Drago e… lo ricompensò molte volte e molto bene!
In questo piccolo spazio
In una piazza così grande
La mia vita mi sorprende
E mi riempie di domande
E tu non hai risposte
Ma sorridi al momento giusto
Da farmi incazzare e poi dal niente
Ridere di gusto
Mi fiderò delle tue labbra che
parlano
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni,
Madame)
Per quanto possa apparire sorprendente e
fuori dall’umana comprensione, Daenerys seguì veramente il piano che era stato
abbozzato in modo delirante da Ramsay e poi rimesso insieme e organizzato più
razionalmente da Tyrion. La Regina dei Draghi, cavalcando Drogon e seguita da
Rhaegal, superò tranquillamente gli eserciti riuniti dei suoi uomini e degli
Stark e anche le mura di Approdo del Re. Ovviamente le guardie sugli spalti
iniziarono a lanciare frecce contro i draghi, ma non fecero loro neanche il
solletico e Daenerys era ben protetta in groppa a Drogon. I due draghi si
appollaiarono sulle mura della Fortezza Rossa e da lì Daenerys parlò alla gente
del popolo che si trovava riunita nella piazza.
Oddio, in realtà parecchi avevano cercato di
scappare vedendo arrivare quei due bestioni, ma quando si accorsero che i
draghi non attaccavano e che, anzi, in sella a uno di loro c’era una giovane
donna che voleva parlare, la gente prese a tranquillizzarsi e ad avvicinarsi
per ascoltare.
Potete immaginare quanto Ramsay avrebbe
voluto essere lì in quel momento? Purtroppo per lui non poteva partecipare e la
cosa lo aveva reso nervoso e malinconico. Si aggirava con un broncio lungo fino
ai piedi in mezzo agli uomini degli Stark, gli Immacolati e i Dothraki che
erano rimasti nell’accampamento davanti alla cittadella di Approdo del Re e
Theon si mise subito all’erta, perché sapeva bene che, quando Ramsay era di
cattivo umore, potevano accadere delle cose molto spiacevoli.
“Ramsay, sai bene che non saresti mai potuto
stare in prima fila mentre la regina Daenerys faceva il suo discorso al popolo
di Approdo del Re” cercò di spiegargli, confidando in una possibile reazione
del suo unico neurone. “Nessuno di noi può, in realtà: anche i soldati dei vari
eserciti sono rimasti alle porte della cittadella e il loro compito sarà
esclusivamente quello di aiutare le persone a uscire dalle mura proteggendole
dalle guardie di Cersei.”
Inaspettatamente lo sguardo di Ramsay si
illuminò. Dunque aveva capito davvero
quello che Theon aveva cercato di spiegargli? Incredibile ma vero…
“Quindi neanche il Re dei Cazzuti Jon-Bastardo-Snow-Targaryen è andato con lei? Anche
lui dovrà semplicemente aiutare la gente a scappare da Approdo del Re?” domandò
con un sorriso soddisfatto che gli andava da un orecchio all’altro.
“Certo che no. Anzi, Jon dovrà volare molto
basso in questo periodo, se vuole davvero essere fedele al giuramento fatto
alla Regina. Dovrà sembrare che Daenerys e solo Daenerys sia la salvatrice di
Approdo del Re e di tutti i Sette Regni” rispose Theon che, a dirla tutta, era
pure lui molto compiaciuto pensando che alla fine Jon non avrebbe raccolto
alcuna gloria. Sebbene non si esprimesse nei toni coloriti di Ramsay, anche
Theon non l’aveva mai sopportato, sempre perfettino e che faceva bene soltanto
lui! “Anzi, guarda, è proprio laggiù adesso, ad accogliere la carrozza degli
Stark che è appena arrivata, dunque non si occuperà neanche di proteggere i
cittadini di Approdo del Re.”
Era vero, la carrozza che portava Sansa, Bran
e Rickon era appena giunta, scortata da un nutrito gruppo di soldati guidati da
Brienne, e Jon era andato ad accogliere la sorella… sorellastra… beh, insomma,
quello che era!
A quella vista Ramsay scoppiò a ridere
divertito e il suo malumore svanì all’istante: vedere che anche il
maledettissimo Jon Snow non aveva alcun ruolo nella conquista di Approdo del Re
gli bastava e poteva anche soprassedere sul fatto di non poter vedere la
Fortezza Rossa che andava a fuoco, il che per lui era un sacrificio non
indifferente…
“Oh, il grande eroe deve fare da scudiero
alla sorella, lei sì che è una tosta, merita di essere la Lady di Grande
Inverno, mica come quel coglione che sa prendersela solo con i più deboli come me, che mi ha lussato la spalla che ancora mi fa male, lo sai che a
volte la notte mi si intorpidisce tutto il braccio? Ed è colpa sua, è colpa
sua, sai? Adesso almeno sta al posto che gli merita! E poi guarda, ci sono
anche i due fratelli minori, Rickon è solo un ragazzino ma quell’altro è
inquietante, io me lo sogno di notte e mi fa paura, non potevano lasciarlo a
Grande Inverno? Figurati, se c’era lui nessuno osava avvicinarsi o tentare di
assaltarlo, chi mai si avvicinerebbe a uno così spaventoso che ti dice le cose
strane e ti guarda con quegli occhi? Ma non c’è l’altra sorella, quella con le palle quadrate che ha fatto fuori il Re
della Notte?”
“Arya è… è arrivata con l’esercito degli
Stark qualche giorno fa insieme a Sandor Clegane, non ha viaggiato in carrozza”
riuscì a rispondere Theon in un attimo in cui Ramsay dovette fermarsi per
riprendere fiato.
“Ah, ecco, chissà se incontrerà Gendry in
mezzo ai soldati” commentò Ramsay che, a quanto pareva, adesso si interessava
anche ai pettegolezzi dei Sette Regni e chissà, magari un giorno avrebbe
diretto il primo Gazzettino scandalistico
di Westeros! “Quello è proprio scemo, le deve parlare e dirle che vuole
stare con lei e non rinchiuderla in un castello come Lady. Se non si sbriga a
farsi avanti finirà che qualcun altro gliela porterà via, magari proprio quel
Sandor Clegane con cui ha viaggiato!”
Theon non sapeva se mettersi a ridere o
strapparsi i capelli. Cioè, la regina Daenerys era davanti alla Fortezza Rossa
con i suoi Draghi, era un momento chiave per il futuro dei Sette Regni, chissà
se Cersei si sarebbe arresa o avrebbe preferito morire nella sua Fortezza e
chissà chi avrebbe regnato sul Trono di Spade… e Ramsay si preoccupava delle
eventuali relazioni tra le ragazze Stark e i loro spasimanti? Ma sul serio?
“No, non credo che Clegane si interessi ad
Arya, quando eravamo a Grande Inverno l’ho visto spesso parlare con Sansa e…”
suo malgrado il giovane Greyjoy doveva rispondere, tanto Ramsay non avrebbe
smesso di chiacchierare e fare domande.
“Ma dai, e tu non mi avevi detto niente? L’altezzosa
Lady Sansa potrebbe decidere di sposarsi con un semplice cavaliere? Beh, è
proprio vero che l’amore è cieco” disse Ramsay, che a quel punto aveva già
dimenticato anche la battaglia finale e la conquista del Trono di Spade.
Oh sì, l’amore è cieco, ma è anche sordo, scemo e
psicopatico visto che io, a quanto pare, mi sono innamorato di te e, nonostante
tutto, tu mi fai sentire importante, mi fai sentire bene e con te mi diverto, pensò Theon, però non lo disse perché come
dichiarazione d’amore non gli pareva tanto azzeccata e Ramsay avrebbe anche
potuto prenderla nel verso sbagliato: meglio non rischiare mai equivoci con
Ramsay Bolton!
“Beh, immagino che tu ora vorrai andare a
salutare i tuoi amici Stark” fece poi
il giovane Bolton con un tono a metà tra la stizza e la delusione. “In fondo,
anche se non lo sono, ti hanno accolto e ti considerano come se fossero la tua
famiglia, no?”
“È vero, ma dimentichi che Sansa ha riconosciuto
la tua importanza nel proteggere Bran e nel lottare contro gli Estranei e
quindi sono sicuro che vorrà salutare anche te” gli disse Theon in tono
paziente e dolce, cercando di smontare quell’assurda gelosia che sembrava
artigliare sempre Ramsay quando c’erano di mezzo gli Stark. “Vieni, andiamo
insieme a salutarli.”
In qualche modo Theon riusciva sempre a
rabbonire Ramsay, diciamo che ormai lo conosceva bene e sapeva come addomesticarlo. Così i due giovani si
avviarono insieme verso la carrozza degli Stark.
“Va bene, però io non voglio che Bran mi
parli, quello mi mette ansia!”
E, almeno per il momento, Ramsay poté stare
tranquillo visto che Bran era rimasto in carrozza ed era Sansa a monitorare la
situazione, seguita da Rickon, Brienne e alcune delle sue guardie. Fu molto
felice di vedere Theon e lo salutò con calore, salutò gentilmente anche Ramsay
(ormai aveva accettato il fatto che Theon se lo sarebbe portato sempre dietro,
ma aveva anche capito che il Ramsay attuale era del tutto innocuo!) e poi
chiese di poter parlare con i capi degli eserciti che erano giunti ad Approdo
del Re nei giorni precedenti per capire come evolveva la situazione. Sì,
decisamente una tipa tosta, in questo Ramsay aveva perfettamente ragione!
“Oh, ma che umiliazione deve essere per il
grande eroe Jon-Bastardo-Snow vedere
che non serve più a un accidenti: gli eserciti saranno guidati da Clegane, da
Brienne e probabilmente anche da Lady Sansa, la vera signora di Grande Inverno,
e magari prima di dare il comando a te preferiranno concederlo anche ad Arya.
Come ti senti, grande eroe? Facile
fare il prepotente con chi non sa combattere, come me, vero? Lo sai che mi fa ancora male la spalla che mi hai
lussato due anni fa? Ma, a parte quello, non hai saputo fare di meglio, vero?”
non avendo altro da fare, Ramsay aveva deciso di divertirsi un po’ a tormentare
Jon che era già tormentato di suo e, almeno stavolta, Theon lo lasciò fare, perché
anche lui a volte era un bello stronzetto e non gli dispiaceva troppo che
qualcuno rompesse le scatole al Bastardo dei Targaryen (e meno male che Ramsay
non si era lasciato sfuggire niente sulla vera identità di Jon, evidentemente
il suo unico neurone era tutto concentrato nello sforzo di non far sapere a
nessuno che anche Jon era un Targaryen, non fosse mai che qualcuno potesse
volerlo sul Trono di Spade!).
Jon, che già aveva diversi problemi per conto
suo, era esasperato e pensò che due anni prima avrebbe fatto meglio a lussargli
la testa, a Ramsay Bolton, così
adesso se ne sarebbe stato zitto, e già che c’era a eliminare anche quel leccapiedi di Theon che adesso si era
accaparrato tutta la simpatia e la gratitudine degli Stark, come se avessero
dimenticato che era stato lui a tradire Robb e a cercare di conquistare la
fortezza… ma, alla fine, quello era successo ormai tanto tempo prima e Jon, pur
non essendo un’aquila, doveva ammettere che Ramsay non aveva tutti i torti.
Theon e lo stesso Bolton ne avevano fatte di ogni, ma poi in qualche modo si
erano riscattati ed erano stati al posto giusto nel momento giusto, salvando
Bran e permettendo ad Arya di uccidere il Re della Notte, mentre lui dov’era? Si
era fatto spaventare da un Drago non-morto e non era riuscito a liberarsene,
arrivando sulla scena quando tutto era ormai risolto! E, sebbene avesse giurato
più e più volte la sua devozione e fedeltà alla Regina Daenerys, le lettere di
Varys lo avevano messo in una brutta posizione suo malgrado e Daenerys adesso
vedeva in lui un pericolo mentre, a quanto pareva, trovava divertenti e utili i
consigli di Ramsay Bolton e aveva stima di Theon Greyjoy…
Jon meditò sul fatto che la sua vita era
stata tutta un enorme fallimento… Chissà, forse avrebbe davvero fatto meglio a
tornare alla Barriera, quando tutto si fosse sistemato, almeno là era Lord
Comandante, a meno che nel frattempo non avessero scelto qualcun altro!
“Hai ragione tu, Ramsay, non sono servito a
niente in questa guerra e la Regina Daenerys merita di essere acclamata da
tutto il popolo” disse, sperando che questo bastasse a farlo stare finalmente
zitto. “Il mio ruolo è solo quello di guidare un contingente dell’esercito
degli Stark e adesso andrò a vedere se è tutto a posto e se hanno già iniziato
a evacuare le persone dalla cittadella, se non ti dispiace.”
“No, certo che no, vai pure, eroe” lo congedò Ramsay con una risatina
alla quale, dispiace dirlo, partecipò anche Theon. Eh, beh, alla fine quei due
qualche punto in comune dovevano pur averlo, altrimenti come avrebbero fatto a
stare insieme? E anche Theon era piuttosto maligno quando ci si metteva d’impegno.
Poi l’attenzione di Ramsay, che generalmente
vagava da una parte all’altra seguendo le circonvoluzioni del suo neurone,
venne attratta da Brienne di Tarth che aveva scortato la sua Lady e gli altri
Stark ma che, ora notava, era sola.
Beh? Che fine aveva fatto Jaime Lannister?
Ovviamente Ramsay non poteva resistere,
doveva soddisfare la sua curiosità a tutti i costi e poco importava che proprio
in quel momento si decidesse il destino dei Sette Regni: lui voleva sapere perché Jaime non era insieme a Brienne.
Insomma, sarebbe veramente potuto diventare un ottimo giornalista di tabloid o magari un opinionista del Grande Fratello VIP, se queste cose
fossero esistite già allora!
“Brienne di Tarth, benvenuta ad Approdo del
Re” la salutò. “Sono dispiaciuto però di non vedere Jaime Lannister al tuo
fianco. Gli è forse accaduto qualcosa?”
Theon non riusciva a star dietro ai continui
cambi di posizione di Ramsay e, alla fine, si era rassegnato a seguirlo e, caso
mai, a cercare di rimediare alle figure di merda che faceva e che faceva fare
agli altri, e anche in quel caso arrivò per secondo.
Brienne, comunque, non sembrava offesa, solo
molto rattristata.
“Ben trovati, miei Lord. Avete ragione, Jaime
Lannister non è qui, è… alla Barriera” rispose.
“Cosa??? Non avrà deciso di diventare uno di
quei corvi tristi e malinconici,
spero!” esclamò Ramsay con la solita diplomazia.
“No, almeno per il momento, e spero con tutto
il cuore che non prenda quella decisione” spiegò la donna. “Prima che gli
eserciti degli Stark partissero per raggiungervi, ha lasciato Grande Inverno
diretto alla Barriera e mi ha detto che era l’unica possibilità che aveva, che
non avrebbe combattuto al fianco di Cersei perché ormai si sentiva uno di noi,
ma anche che non sarebbe mai riuscito a combattere contro di lei… o a vederla morire, giustiziata dagli Stark, magari.
Credo che in realtà Jaime ami ancora Cersei e che, pur non facendo niente per
aiutarla, si sia reso conto che… che non può stare accanto a me. Forse alla
fine deciderà veramente di prendere il nero…”
“Ma insomma, sono tutti così coglioni qui?” esplose Ramsay, senza più
freni, facendo girare verso di sé metà dell’accampamento. “Prima Gendry e ora
Jaime. Meno male che sono io quello pazzo! Quell’idiota di Jaime Lannister è
andato alla Barriera invece di stare con te perché il suo cuore sanguina ancora
per quella zoccola della sua gemella?
A parte il fatto che mi ha sempre fatto anche schifo questa cosa dei gemelli
che scopano, ma non lo voglio dire troppo forte perché lo facevano anche i
Targaryen, però insomma, Jaime si è trovato una compagna perfetta, forte,
decisa, simpatica, intelligente, coraggiosa e anche non male di aspetto, se non
ti offendo, e la lascia per andare alla Barriera perché è ancora innamorato di
quella gran puttana di Cersei? Ma non
lo sa che, nel frattempo, quella si è fatta scopare anche da quel maiale presuntuoso di Euron Greyjoy, lo
zio del nostro Theon, qua? Per gli Dèi Antichi e Nuovi, che gente strana c’è al
mondo!”
E, così dicendo, Ramsay si allontanò
scrollando la testa disgustato, dopo una stretta di mano consolatoria a
Brienne. Ora tutto l’accampamento taceva e lo fissava, riflettendo sui
retroscena intriganti e inaspettati di quella battaglia; Theon lo seguiva con
le mani tra i capelli e una grandissima voglia di farsi bruciare dai Draghi di
Daenerys, mentre Brienne continuava a fissarlo.
Nessuno aveva mai difeso il suo onore né le
aveva mai detto delle cose così belle, anche se con la consueta mancanza di
tatto del giovane Bolton, e le sue parole avevano fatto rinascere in lei la
speranza. Chissà, forse Jaime avrebbe cambiato idea se avesse saputo che, in
sua assenza, Cersei si era concessa perfino a Euron Greyjoy, mentre lui
rischiava la vita contro gli Estranei?
Per la prima volta dopo giorni, Brienne
vedeva una possibilità di essere felice… e alla fine era tutto merito di Ramsay
Bolton!
Ho tracciato un confine
Sono solo linee
E camminato mille strade
Per non farmi scoprire
In questo piccolo spazio
In una piazza così grande
La mia vita mi sorprende
E mi riempie di domande
E tu non hai risposte
Ma sorridi al momento giusto
Da farmi incazzare e poi dal niente
Ridere di gusto…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni,
Madame)
Theon si vide passare
accanto Ramsay con lo sguardo brillante e eccitato e il suo miglior sorriso da
psicopatico sulle labbra, diretto verso una delle tende dell’accampamento fuori
da Approdo del Re, senza degnare di uno sguardo niente e nessuno. Pareva
investito da una sacra missione e,
siccome Theon sapeva fin troppo bene quali fossero le sacre missioni di Ramsay, si preoccupò subito e lo inseguì cercando
di fermarlo.
“Ramsay, aspetta,
dove stai andando? Cos’è successo?”
“Devo trovare
immediatamente tutto l’occorrente per scrivere una lettera importantissima e un
corvo da mandare alla Barriera prima che sia troppo tardi” rispose
frettolosamente Ramsay, tutto concentrato nel suo compito. “Ma ti rendi conto?
Quel grandissimo coglione di Jaime
Lannister ha deciso di ritirarsi alla Barriera perché, poverino, non se la
sentiva di venire ad Approdo del Re insieme a Brienne per ritrovarsi dalla
parte dei nemici di quella grandissima puttana
di sua sorella Cersei!”
Theon rimase
sbigottito, poi si guardò intorno e, vedendo che gran parte dell’accampamento
stava ascoltando con vivo interesse le esternazioni
di Ramsay (e del resto che altro avevano da fare? Non potevano combattere
perché si stava occupando di tutto Daenerys con i suoi Draghi e alcuni degli
uomini degli Stark e così si stavano appassionando a quella intrigante telenovela), lo prese per le spalle e lo
infilò nella prima tenda libera che trovò. Certo, l’accampamento era composto
da uomini che odiavano i Lannister, anche se diversi di loro avevano combattuto
al fianco di Jaime e Brienne contro gli Estranei, tuttavia sentire Ramsay che senza
tanti complimenti apostrofava Jaime e Cersei come un coglione e una puttana
non era il miglior modo per mantenere calmi gli animi.
Solo quando furono
dentro la tenda e al riparo da orecchie indiscrete Theon si azzardò ad
approfondire la questione.
“Stai dicendo che
Jaime ha lasciato Brienne ed ora è alla Barriera? Per il Dio Abissale, non
vorrà prendere il nero, mi auguro!”
“Sarebbe ancora più
da coglione, ma adesso ci penso io.
Spero solo che il corvo arrivi in tempo alla Barriera, altrimenti…” e qui
Ramsay apparve minaccioso come ai bei
vecchi tempi e Theon fu molto felice che fosse infuriato con Jaime e non
con lui! “I Lannister sono proprio una famiglia di imbecilli, devono avercelo
nel sangue!”
Senti
da che pulpito viene la predica, come se i Bolton fossero una schiatta di brave
persone, pensò Theon, ma ritenne assai più prudente tacere,
visto anche lo stato d’animo del giovane Bolton in quel momento.
Nel frattempo, mentre continuava a brontolare, Ramsay aveva trovato finalmente
una pergamena, una penna e un calamaio e si stava sistemando più comodamente
che poteva per elaborare una lettera che fosse il più convincente possibile.
“Ma ti pare? Quell’idiota
di Jaime ha avuto la fortuna di trovare per la prima volta nella sua vita una
donna di quelle toste, coraggiosa, simpatica, forte, sinceramente innamorata di
lui e… e la lascia perché non vuole schierarsi contro quella schifosa della
sorella gemella che già è una gran troia
che la dà a tutti, è stata anche con quel cinghiale malriuscito di tuo zio Euron,
no? E poi questa cosa tra fratello e sorella è anche una perversione, mi si
rivolta lo stomaco solo a pensarci” continuava Ramsay. “Ma ora gli scriverò io
e vedrai che capirà cosa deve fare, basta solo che quell’uccellaccio sia
abbastanza veloce. Oh, per carità, ma si può essere più cretini?”
Era incredibile
vedere che Ramsay, che nella sua vita non si era fatto scrupolo di scuoiare
vivo, cacciare, mutilare e uccidere chi non gli andava a genio, adesso era così
sensibile alla triste storia di Brienne e scandalizzato al pensiero
dell’incesto tra Jaime e Cersei! Davvero non si finisce mai di conoscere una
persona, pensava Theon, e nonostante il modo di fare trovava anche buffo e
tenero che Ramsay volesse, a modo suo,
aiutare Brienne. Forse davvero stava iniziando a sviluppare un infinitesimo
briciolo di qualcosa che poteva anche somigliare a una coscienza?
Il giovane Bolton scrisse con molta
attenzione e determinazione la sua bella letterina, la rilesse e poi decise di
leggerla anche a Theon, tanto per assicurarsi di essere stato chiaro.
“Allora, ascoltami e poi dammi il tuo parere,
va bene? Mio Lord Jaime Lannister,
grandissima testa di cazzo, cosa pensi di fare lassù tra quegli imbecilli
vestiti di nero? E, cosa ancora più grave, come hai potuto abbandonare una
donna speciale, generosa e forte come Brienne, che è l’unica cosa buona che ti
sia capitata in tutta la tua vita da presuntuoso idiota? A dirla tutta non te
la meriti neanche, ma Brienne ti ama, ti ama veramente, non come quella tua
gemella troia e sgualdrina che l’ha data praticamente a tutti quelli che le
sono capitati a tiro nella Fortezza Rossa. A me non importa un accidenti di te,
per me puoi anche crepare, ma Brienne non merita di stare così male e quindi
ora ascoltami bene, Lord Imbecille di Casteldelcazzo: lascia perdere la
Barriera che tanto gli Estranei non ci sono più e porta le tue nobili chiappe
qui ad Approdo del Re il più velocemente possibile, altrimenti… Beh, altrimenti
troverò il modo di venire IO alla Barriera e ricordati bene che sarebbe meglio
per te se non lo facessi, perché lo so che una mano te l’hanno già tagliata
altri fortunati, ma hai sempre un’altra mano e due piedi e se non torni subito
da Brienne io ti spellerò e ti taglierò TUTTE le dita che ti rimangono, e
allora ringrazierai di avere una mano sola! Cordiali saluti, Ramsay Bolton. Ecco,
che te ne pare? Pensi che dovrei aggiungere qualcosa?” domandò poi il giovane,
evidentemente molto compiaciuto del suo lavoro.
Theon dovette respirare a fondo per ritrovare
una certa padronanza di sé. Ovviamente non si aspettava certo una lettera diplomatica da parte di Ramsay e, da una
parte, pensava che proprio perché la lettera era così apertamente insolente e
offensiva avrebbe sicuramente dato una bella scossa a Jaime Lannister
inducendolo a partire subito per Approdo del Re… anche solo, magari, per
prendere Ramsay Bolton a calci nel sedere! Però la parte relativa a dita
scorticate e tagliate lo aveva colpito in un punto particolarmente sensibile,
beh, lo si può capire, in fondo, no? Quell’argomento in particolare era sempre
un tasto dolente per il giovane
Greyjoy e non riusciva a mantenersi lucido quando Ramsay ne parlava con tanto
entusiasmo.
“No, penso che sia… ecco, che sia perfetta così com’è” rispose dunque, non
appena riuscì a ritrovare l’uso della parola. “Sei stato molto… chiaro, non credo proprio che ci sia
bisogno di aggiungere niente. Anzi, vado subito a cercare un corvo da mandare
alla Barriera.”
Sì, Theon aveva bisogno di uscire da quella
tenda e prendere una boccata d’aria e la scusa del corvo cadeva proprio a
fagiolo. Per fortuna riuscì a trovarne uno in tempo utile e lo portò a Ramsay
che, mentre gli legava accuratamente la missiva alla zampa, pensò bene di fare
un bel discorsetto motivazionale anche
al corvo stesso.
“Bene, amico pennuto, questa lettera deve
arrivare nelle mani di Jaime Lannister il prima possibile, per cui non sognarti
neanche di prendertela comoda o di fermarti con altri corvi o che so io” gli
disse, convintissimo che l’uccello potesse comprendere le sue parole. “Voglio
Jaime Lannister ad Approdo del Re entro tre/quattro giorni al massimo,
altrimenti ti ritroverò, ti spennerò ben bene e ti farò allo spiedo, mi hai
capito bene?”
Un naturale mancamento colse Theon, ma si
riebbe subito, per sua fortuna. E chissà, forse il corvo in questione non
poteva capire le parole di Ramsay, ma il tono e lo sguardo con cui le aveva
pronunciate erano stati sufficienti. L’animale si alzò in volo il più in fretta
che poté cercando di battere tutti i record di velocità della sua specie nella
tratta Approdo del Re/ Barriera. Chissà poi se Jaime Lannister avrebbe fatto lo
stesso in senso inverso, usando i cavalli più veloci e sfiancandoli tutti per
arrivare a percorrere più di mille miglia in un paio di giorni o poco più?
Theon riteneva che fosse altamente probabile,
visto il tono della lettera che Jaime avrebbe ricevuto.
Tuttavia, passato il primo e
comprensibilissimo momento di disagio e turbamento, il giovane Greyjoy si
ritrovò a pensare a quello che gli era venuto in mente non appena Ramsay aveva
iniziato a parlargli di quanto fosse preziosa Brienne e di quanto, al
contrario, fosse idiota Jaime a lasciarsela sfuggire. Gli tornò in mente quello
che aveva notato subito, ossia che Ramsay, forse per la prima volta in tutta la
sua esistenza, si era infuriato per qualcosa che non riguardava direttamente
lui e nemmeno Theon (che, a quanto pareva, Ramsay riteneva sempre più o meno
parte di lui): il ragazzo se l’era presa tanto perché aveva visto Brienne
sconvolta, insomma, aveva provato compassione
e simpatia per lei e aveva deciso di fare qualcosa per risolvere il suo
problema. Insomma, per quanto potesse sembrare assurdo, pareva quasi che Ramsay
stesse iniziando a provare dei veri sentimenti
umani… per quanto li esternasse sempre a modo suo… ma era già un enorme
passo avanti, per lui e per l’umanità, molto più del primo passo sulla Luna di
Neil Armstrong (che, ovviamente, né Theon né Ramsay potevano conoscere)!
Theon rifletté sul fatto che Ramsay era
cambiato davvero dallo psicopatico di Forte Terrore che si divertiva solo a
cacciare la gente nei boschi, e anche dal sociopatico che avrebbe volentieri
raso al suolo tutti i Sette Regni per vivere beato e tranquillo a Pyke in sua
compagnia. Per la prima volta aveva provato solidarietà per un’altra persona e
si era adoperato per lei.
Beh, ovviamente per il neurone solitario non
c’era niente che si potesse fare, ma a livello caratteriale era una bella
evoluzione per Ramsay Bolton!
E questo pensiero dapprima intenerì Theon, poi
pian piano iniziò a fargli provare una certa qual tensione calda e pesante un
bel po’ più in basso del cuore. Si guardò rapidamente intorno e valutò che
quella tenda appartata, che era stata così comoda e utile per scrivere la
lettera di Ramsay a Jaime, poteva essere usata altrettanto bene per scopi ben diversi. Si avvicinò al
giovane Bolton, che continuava a guardare verso il cielo nel punto in cui era
scomparso il corvo, come se in quel modo potesse incitarlo ad andare più
veloce, e lo riportò dentro la tenda, chiudendo bene l’apertura per evitare
interruzioni.
“Sai, Ramsay, sono molto orgoglioso di te”
gli disse, prendendola alla lontana. “Non avrei mai pensato che ti importasse
davvero di Brienne e che fossi disposto a impegnarti per aiutarla, è stato un…
un bel gesto, ecco, davvero generoso!”
Ramsay, già abbastanza euforico di suo,
sentendo quei complimenti provenire da Theon si illuminò ancora di più, il suo
sorriso divenne raggiante, sembrava quasi innalzarsi a qualche piede da terra
per la gioia e l’entusiasmo.
“Lo pensi davvero?” chiese, incredulo. “Sei
fiero di me?”
“Ma certo, mi hai stupito in un modo molto
piacevole che non mi sarei aspettato e penso… beh, penso che meriteresti un bel
ringraziamento da parte mia” riprese Theon, facendosi sempre più vicino.
Strinse Ramsay tra le braccia e si buttò con
lui su un pagliericcio che stava nell’angolo della tenda, iniziando poi a
baciarlo e ad accarezzarlo sempre più profondamente e intensamente senza
perdere tempo a liberarsi delle vesti, ma solo slacciandosi quello che era
strettamente necessario. Lo ricoprì di baci sempre più appassionati facendogli
perdere il controllo anche dell’unico neurone funzionante, lo coccolò e se lo
spupazzò ben bene perché gli aveva fatto anche tenerezza e poi, finalmente, si
unì a lui perdendosi nel suo corpo e sfogando tutta l’eccitazione che provava.
E mentre lo baciava e lo possedeva, Theon si rese conto che quello che stava
crescendo in lui giorno dopo giorno non era solo desiderio, non era più
semplicemente la soddisfazione di aver trovato qualcuno che, anche nel suo
strano modo, lo apprezzava e lo faceva sentire importante. No, ora capiva che c’era
di più e che in quei lunghi mesi che aveva trascorso con Ramsay, soprattutto da
quando lui aveva cercato di salvarlo a Grande Inverno dal Re della Notte, i
sentimenti erano diventati sempre più veri e profondi, non era più solo piacere
sessuale o un tentativo di alleviare la solitudine. I loro corpi si fondevano nell’amplesso
come se fossero nati per quello, una luce calda e dolcissima li invadeva e
Theon provava una sensazione di appartenenza e di tenera pacificazione che
faceva svanire sempre di più tutto ciò che gli era accaduto in passato, non
solo le torture subite da Ramsay stesso, ma anche tutte le altre delusioni e
mortificazioni della sua esistenza. Paradossalmente e nel modo più folle che
esistesse al mondo, a quanto pareva, Theon aveva trovato in quel ragazzotto
scombinato tutta la sua vita e la sua gioia, come non avrebbe mai neanche
potuto immaginare.
Chissà, pensò vagamente Theon stringendo il
suo compagno tra le braccia, magari Ramsay teneva tanto alla felicità di
Brienne perché, in qualche modo, loro due si erano trovati anche in una
situazione estrema e allucinante e adesso riteneva che tutti quanti dovessero
essere felici e trovare l’anima gemella,
per quanto difficile o pazzo potesse sembrare.
Del resto, Theon Greyjoy e Ramsay Bolton non
si erano forse riconosciuti come anime gemelle?
Cosa questo potesse voler significare per la
sanità mentale di entrambi era tutt’altro discorso, fatto sta che le cose
stavano così…
L’importante, adesso, era che lo capisse
anche Jaime, grazie o forse nonostante
la lettera di Ramsay!
Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che
Amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però
Se tu non ti dai limiti e smetti
di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te
Perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo mi ami un sacco ma)…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)
Il giorno successivo era già tutto finito. Il
popolo di Approdo del Re era stato portato al sicuro negli accampamenti degli
uomini del Nord e Sansa aveva organizzato servitori e scudieri perché si
prendessero cura principalmente di donne, bambini e anziani in attesa che i
soldati controllassero le case e verificassero che la gente potesse rientrare
in sicurezza. Con grande soddisfazione di Ramsay (ma, diciamocelo, un po’ anche
di Theon…), Jon era stato considerato alla stregua di uno scudiero qualsiasi e
Sansa lo aveva incaricato di verificare che tutta la gente fosse realmente
uscita dalle mura e che potesse avere riparo e un pasto caldo.
“Hai visto il grande eroe Jon Snow? Credeva di venire qui a combattere
valorosamente contro Cersei Lannister e i suoi soldati e invece sta facendo il
servo per la popolazione di Approdo del Re! Senza contare che Sansa Stark lo
comanda a bacchetta… un vero guerriero, non c’è che dire” disse Ramsay a Theon,
ridacchiando tutto contento.
E Theon, senza darlo troppo a vedere, rise
con lui. Davvero paradossale la vita, no? Lui, Theon, considerato da tutti i
Sette Regni e anche dalle Terre Libere un codardo, un inetto e un voltagabbana
adesso era uno degli uomini di fiducia della Regina dei Draghi e anche
considerato con rispetto e stima dagli Stark, mentre il prode e valoroso Jon
Snow si rendeva utile come una servetta qualsiasi… Era vero che nemmeno lui
aveva partecipato alla guerra finale, ma in realtà nessuno lo aveva fatto, la
cosa era stata risolta in modo definitivo
tra Daenerys e i suoi due Draghi e Cersei…
Quello stesso pomeriggio la nuova Regina di
Approdo del Re convocò tutte le sue armate, i suoi alleati e consiglieri e
tutta la popolazione nella piazza di Approdo del Re, dove lei si presentò sul
dorso di Drogon e con Rhaegal a fare da scorta (evidentemente anche Daenerys
amava le entrate a sensazione come Ramsay che, in effetti, si emozionò
tantissimo a quella vista!). Per prima cosa ringraziò coloro che l’avevano
sostenuta e aiutata fin dal principio, ossia i Dothraki e gli Immacolati,
parlando loro in Dothraki e in Alto Valyriano e dicendo loro che erano stati al
suo fianco e che, grazie a loro, il popolo di Approdo del Re e tutti i Sette
Regni erano liberi dalla tirannia di Cersei.
“Non sarò ingrata e vi ricompenserò per tutto
ciò che avete fatto per me” disse ai Dothraki. “So che voi desiderate più di
ogni altra cosa tornare alle vostre terre e che per voi è stato un sacrificio
seguirmi nella mia impresa. Ebbene, da oggi in poi siete liberi: potrete
scegliere un nuovo Khal tra di voi e tornare a cavalcare nelle praterie di
Essos. So che, in qualsiasi momento, sarete pronti a tornare a sostenermi, ma
adesso potete ritornare alla vita per la quale siete nati.”
I Dothraki scoppiarono in grida di giubilo e
acclamazioni per la loro Khaleesi, spronando le cavalcature, roteando le armi,
chiamandola madre e Regina, ringraziandola con tutti i
termini che conoscevano e promettendo che la loro vera Khaleesi sarebbe stata
sempre e solo lei. Anzi, qualcuno di quegli uomini duri e impenetrabili pareva
avere addirittura le lacrime agli occhi… ma forse era solo la polvere sollevata
dai cavalli.
Ramsay, ovviamente, non aveva capito un bel
niente di tutta la faccenda e non solo perché non conosceva la lingua dei
Dothraki…
“Theon, ma che sta succedendo? Tu la capisci quella
accidenti di lingua?” domandò al compagno che gli era al fianco.
“Non ho capito quello che Daenerys ha detto,
ovviamente, ma immagino che abbia ringraziato i suoi cavalieri e abbia dato
loro il permesso di tornare alle loro terre di origine” rispose Theon, che
aveva ben interpretato la scena.
“Oh, meno male! Sinceramente quei selvaggi mi
mettevano ansia e sarò molto felice di sapere che se ne andranno il più lontano
possibile” commentò Ramsay, e per sua fortuna i Dothraki non capivano lui
esattamente come lui non capiva loro, altrimenti non sarebbe finita bene!
La maggior parte dei Dothraki aveva l’aria più normale e
tranquilla di quei pendagli da forca che ti tenevi per servitori a Grande
Inverno, pensò Theon fissando stranito Ramsay, ma
non disse niente, anche perché nel frattempo era passata molta acqua sotto i
ponti e in realtà il giovane Bolton era parecchio diverso da allora.
Nel frattempo Daenerys aveva parlato in Alto
Valyriano ringraziando gli Immacolati.
“Voi siete stati strappati alle vostre madri
e cresciuti come schiavi, ma ora siete dei liberatori” disse, provocando un’altra
acclamazione (anche se più ordinata e contenuta di quella dei Dothraki!). “Vorrei
poter rimandare anche voi alle vostre terre, ma l’unico luogo che conoscete è
quello in cui siete stati schiavi. Perciò, se lo desiderate, potrete restare
con me come Guardia Speciale della Regina.”
Gli Immacolati esultarono, riconoscenti dell’onore
che la Regina faceva loro.
Poi Daenerys si rivolse a Verme Grigio e lo
chiamò accanto a sé, davanti a tutti.
“Tu sei stato il più fedele e il più valoroso
dei soldati, così da oggi io ti nomino Comandante Supremo della Guardia della
Regina” dichiarò, ancora una volta tra le acclamazioni degli Immacolati. Verme
Grigio chinò il capo per ringraziare, ma Daenerys non aveva finito e proseguì
con un sorrisetto. “So che è tradizione ormai da secoli che il Comandante della
Guardia non possa sposarsi e avere una sua famiglia, ma… adesso la Regina sono
io e il mio primo ordine è che questa regola sia cancellata. Verme Grigio,
sarai il Comandante della mia Guardia, ma potrai anche sposare Missandei, se lo
vorrai e se, ovviamente, lei vorrà te!”
Con le lacrime agli occhi, Missandei, che era
stata fino a quel momento al fianco della sua Regina, si gettò tra le braccia
di Verme Grigio e quell’abbraccio dolcissimo fu la risposta migliore alle
parole di Daenerys. A quel punto non furono solo gli Immacolati a esultare, ma
tutti i presenti, commossi nel vedere finalmente una scena d’amore e felicità
dopo tanto orrore: la vita stava davvero per ricominciare e si riaffermava
sulla guerra e la morte.
“Non so a te, ma a me sono piaciute un sacco
le prime decisioni della nuova Regina” commentò Ramsay, chiaramente pensando
che a tutti interessasse la sua opinione. Theon, tuttavia, era d’accordo e
annuì.
“Adesso mi rivolgo a Lady Sansa Stark”
riprese Daenerys, sapendo bene che la giovane non era punto soddisfatta di come
fossero andate le cose. “So bene che Cersei Lannister aveva commesso dei
gravissimi crimini contro la tua famiglia e che avresti voluto che fossero i
tuoi uomini a sconfiggerla e, secondo la tradizione, che fosse uno della tua
famiglia a giustiziarla, io però ho scelto diversamente e non per recarti
offesa. Ho deciso di affrontare con i miei Draghi Cersei e le poche guarnigioni
che aveva ancora a sua difesa perché ci sono già state troppe morti, è vero che
gli Uomini del Nord, i Dothraki e gli Immacolati avrebbero facilmente avuto la
meglio sulle poche armate di Cersei, ma qualcuno di loro sarebbe comunque
potuto rimanere ucciso e io sapevo di poter proteggere tutti i soldati e
ottenere lo stesso risultato.”
Non aveva tutti i torti, principalmente
perché, a quanto pareva, la guardia del corpo di Cersei Lannister era un Gregor
Clegane ancora più mostruoso del normale, che pareva non poter essere ucciso e
che, quindi, avrebbe potuto mietere numerose vittime tra i soldati e gli
alleati di Daenerys. Praticamente era come se fosse un Estraneo e non c’era
davvero un modo per ucciderlo.
“Con i miei Draghi ho eliminato gli arcieri e
i soldati di Cersei e poi le ho dato la possibilità di arrendersi e consegnarsi
alla famiglia Stark. Le ho intimato una resa senza condizioni, altrimenti avrei
dato fuoco all’intera Fortezza e per lei non ci sarebbe stato scampo, ma la sua
risposta è stata chiara: lei non si sarebbe mai arresa e, piuttosto, preferiva
che Approdo del Re fosse distrutta insieme a tutti i suoi abitanti. Così ho
ordinato ai miei Draghi di incendiare la Fortezza Rossa e lei è morta tra le
fiamme e la distruzione con i suoi fedelissimi.”
Il che era anche l’unico modo per eliminare
una volta per tutte quella cosa che
era diventata Gregor Clegane.
Un mormorio di orrore si propagò tra la
popolazione e anche tra alcuni degli Stark. Tyrion, ancora una volta deluso
dalla sorella, chinò il capo: era addolorato per la sua morte, ma allo stesso
tempo agghiacciato all’idea che lei avrebbe lasciato tranquillamente che tutta
la città fosse rasa al suolo, preferiva morire in un olocausto generale che
arrendersi… Per lei non c’era mai stata alcuna speranza di redenzione,
nonostante tutti gli sforzi del fratello.
“Ha dimostrato fino all’ultimo di essere
malvagia e senza cuore, oltre che troppo orgogliosa per rispondere dei suoi
crimini” replicò lapidaria Sansa. “Ha avuto ciò che si meritava, anche se avrei
desiderato essere io stessa a decapitarla.”
“Ah, beh, non è che si può avere sempre tutto
dalla vita” commentò Ramsay, rivolgendosi sempre a Theon ma in un tono di voce
così squillante che praticamente lo sentirono tutti, e anche Daenerys e Sansa
si bloccarono per ascoltarlo, allibite. “A me per esempio sarebbe piaciuto un
casino vedere la Fortezza Rossa che andava a fuoco e magari Cersei e Clegane
che si dibattevano tra le fiamme, eppure non ho potuto. Ogni tanto qualche
sacrificio bisogna pur farlo… e poi figuriamoci, Lady Sansa magari meritava
anche la sua vendetta, però ci mancava solo che fosse quel cazzone di Jon-Snow-sono-bravo-solo-io a
sconfiggere l’esercito dei Lannister, ce l’avrebbe menata per gli anni a
venire! No, no, molto meglio così!”
Ramsay non si era nemmeno accorto che tutti
si erano ammutoliti per stare a sentire i suoi discorsi deliranti, frutto del
neurone che si dava alla pazza gioia nel vuoto abissale della sua mente, e
comunque non gliene sarebbe fregato un accidenti perché lui diceva sempre
quello che pensava. Theon, al contrario, era rimasto sconvolto dal fatto che
tutti avessero udito Ramsay e si sarebbe volentieri fatto arrostire da uno dei
Draghi…
E qui bisogna ammirare la freddezza e la
capacità diplomatica sia di Daenerys sia di Sansa che, dopo un comprensibilissimo
primo momento di incredulità, ripresero a parlare da vere Regine, cercando di
far dimenticare al resto degli uditori le sparate di Ramsay Bolton.
“So che è tuo desiderio chiedere l’indipendenza
per il Regno del Nord, Lady Sansa, e fino ad ora non mi ero trovata d’accordo
con te su questo, ritenevo che i Sette Regni dovessero essere uniti sotto il
mio dominio” riprese la Regina, “tuttavia sono stata io stessa a Grande Inverno
e ho visto che i costumi e le tradizioni del Nord sono diverse da quelle di
Approdo del Re e degli altri posti che ho conosciuto. Credo che una Lady nata e
cresciuta in quelle terre possa governare con più saggezza e lungimiranza
rispetto a una Regina che vive lontano e non è pratica di quel mondo. Lady
Sansa, tu sarai la Regina del Nord che, da oggi in poi, diventerà un Regno
indipendente… a patto che, ovviamente, tu sia disposta a giurare che il tuo
Regno sarà sempre mio alleato.”
Sansa, che non si aspettava una simile
concessione, si inchinò e la sua abituale maschera di freddezza parve
incrinarsi.
“Ti giuro alleanza e fedeltà ora e per sempre,
Regina Daenerys” rispose. “Non dimentico che sei stata pronta a portare il tuo
esercito in soccorso al Nord quando gli Estranei ci minacciavano nonostante
avessi la tua guerra da combattere. Io farò lo stesso con te se dovessi averne
bisogno e ti ringrazio per l’onore che mi concedi.”
“Molto bene” sorrise Daenerys, soddisfatta. “Del
resto ho concesso l’indipendenza anche alle Isole di Ferro e, anche in quel
caso, a regnare è una donna. Sono convinta che un mondo retto da Regine
manterrà più facilmente la pace e la concordia tra i popoli.”
Tutti applaudirono ed esultarono.
Tutti meno Jon Snow che sì, era contento per
Sansa e per l’indipendenza del Nord, ma si sentiva ancora umiliato dalle parole
di Ramsay. Uno potrebbe dire che le esternazioni di Ramsay non sono certo una
base solida sulla quale puntare per la propria autostima, ma il fatto è che Jon
già si sentiva inutile di suo, e poi aveva notato che in diversi, tra gli
uomini del Nord e altri, avevano ridacchiato tra sé quando il giovane Bolton
aveva fatto quel commento…
“Questa sera voglio che sia allestito un
grande banchetto per festeggiare la nostra vittoria” disse ancora la Regina dei
Draghi, “e per celebrare la nostra alleanza e la nostra amicizia. So che la
Fortezza Rossa è distrutta, ma da domani sarà ricostruita perché non sia più
simbolo di oppressione e tirannia bensì di libertà e pace per tutti i popoli.
E, nel frattempo, il banchetto sarà allestito nelle strade e nelle piazze di
Approdo del Re affinché tutti, nobili, regnanti, soldati, comandanti o gente
del popolo, possa partecipare, mangiare, bere e brindare alla vittoria!”
E questa fu la cosa che più fece nascere l’amore
e la fedeltà assoluti verso Daenerys da parte di tutti i presenti. Eh, già,
perché quando si offre da mangiare e da bere si trovano subito un sacco di amici!
Dothraki, Immacolati e uomini del Nord
collaborarono per trasportare tavole e panche per tutte le vie e le piazze
della città, i servitori imbandirono i tavoli e i cuochi si davano da fare per
cucinare abbastanza da sfamare tutta quella gente, mentre le botti dei migliori
vini dei Sette Regni venivano aperte perché tutti potessero brindare.
In tutta questa gioia, pochissime persone non
si sentivano a loro agio. Di Jon Snow abbiamo già detto, ma c’era anche
Brienne, che pur essendo fiera e orgogliosa della sua Lady Sansa, provava anche
un profondo senso di solitudine perché Jaime non era tornato (chissà se aveva
letto la lettera di Ramsay?); c’erano Arya e Gendry che non si erano ancora
chiariti e continuavano a evitarsi per poi guardarsi da lontano e innervosirsi
perché l’altro non faceva la prima mossa; e c’era Sandor Clegane, che nutriva
da sempre un sentimento tanto speciale quanto senza speranza per Sansa Stark
ma, ora che lei era diventata Regina del Nord, vedeva il suo sogno andare
ancora più definitivamente in mille pezzi e si dava del coglione per aver anche solo osato pensare a una futura Regina, lui
che non era stato altro che il cane di
Joffrey e poco più.
Si sarebbero risolte anche queste questioni
nei giorni successivi?
Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però
Se tu non ti dai limiti e smetti
di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo mi ami un sacco ma)
Mi fiderò delle tue labbra che
parlano
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)
Trascorsero un paio di giorni, giusto il
tempo per rimettere a posto la Sala del Trono (o almeno la parte di essa che
non era andata distrutta…) perché Daenerys potesse sedere sul Trono di Spade e
incoronare ufficialmente Sansa Stark come Regina del Nord. Era un giorno di
grande aspettativa ed emozione per tutti, specialmente per gli Stark e anche
per Theon… e Ramsay se ne accorse ben presto.
I due si erano separati per qualche minuto
perché Ramsay aveva visto in prima fila Arya e Gendry che si tenevano per mano
e, tutto soddisfatto, era andato a parlare con loro. A quanto sembrava, ormai
si riteneva personalmente responsabile di ogni storia d’amore dei Sette Regni…
buffo pensando a quando era famoso per scuoiare e tagliare a pezzi la gente, ma
non è bello come le persone possano cambiare?
“Allora, a quanto pare avete trovato il modo
di fare pace” disse ai due giovani, non appena li raggiunse, col suo sorrisetto
compiaciuto di chi sembra dire Se non ci
fossi stato io non avreste mai risolto niente. “Cosa avete deciso? Vi
sposerete?”
Arya guardò Gendry con un sorriso da birbante
e il ragazzo ricambiò il sorriso.
“Per adesso no, e non diventeremo neanche Lord
e Lady di Capo Tempesta. Il titolo resta mio, come figlio naturale di Robert
Baratheon” e qui Ramsay apprezzò non poco la delicatezza di Gendry, che aveva
trovato un modo più gentile per definire i bastardi
come loro due, “ma ho detto alla Regina Daenerys che, al momento, non
voglio rimanere fermo in un posto e fare il castellano. Con il suo permesso, ho
affidato la reggenza della fortezza al giovane Rickon, il fratello minore di
Arya, e io e lei invece partiremo per esplorare le Terre sconosciute dell’Ovest.”
“La Regina sta facendo allestire una flotta
per noi e partiremo subito dopo l’incoronazione di Sansa” spiegò Arya. “Magari
torneremo, prima o poi, quando saremo vecchi e stanchi di viaggiare, tanto Capo
Tempesta non scappa!”
“In quanto al matrimonio, per adesso Arya e
io abbiamo deciso di aspettare, magari chissà, troveremo un rito sponsale che
ci attira particolarmente proprio in questi luoghi sconosciuti e allora ci
sposeremo là” concluse Gendry, che sembrava molto felice. “Ad ogni modo quello
che conta è stare insieme, non importa dove e come, quando ci si ama davvero.”
Ramsay strinse la mano ad entrambi e li
lasciò a godersi la cerimonia e le prospettive luminose del loro futuro d’avventura
e d’amore.
“Gendry ha detto delle cose molto giuste”
disse poi Ramsay tra sé e il suo neurone solitario mentre tornava verso Theon.
La gente lo sentiva parlare da solo, ma ormai nessuno si stupiva più delle
follie di quel ragazzotto, bastava che non tagliasse qualcuno… “Certo, però,
che se non ci fossi stato io a dirgli di non fare il cretino e di correre
dietro alla sua Arya per dirle che amava lei e non Capo Tempesta o il titolo di
Lord, a quest’ora chissà come sarebbe finita? Ah, meno male che almeno ci sono
io ad insegnare alla gente a ragionare!”
Oddio, detto da lui era una specie di eresia,
ma tant’è…
“Però alla fine ha dimostrato di essere un
bravo ragazzo, mi è piaciuto quello che ha detto sul fatto che non importa dove
siamo o come quando accanto abbiamo la persona che amiamo e…” e mentre
rifletteva su questo alzò gli occhi per guardare Theon (ovviamente, parlando di
persona amata non aveva potuto farne a meno, sebbene il suo obnubilamento
mentale non gli permettesse di capirlo) e si fermò di botto vedendolo ammirare
incantato Sansa che si avviava verso Daenerys per ricevere la corona del Nord
dalle sue mani.
Improvvisamente fu come se le mura rimaste in
piedi della Fortezza Rossa gli crollassero definitivamente in testa. Quello
sguardo… ecco, lui aveva sempre sospettato che Theon provasse qualcosa per
Sansa e, ora poi che era Regina del Nord, sposarla avrebbe significato anche
diventare Principe consorte, Lord di Grande Inverno e tante altre cose che
Theon aveva sempre desiderato. Del resto, non era per quello che aveva fatto
quella cazzata anni prima cercando di conquistare la Fortezza e facendo la
figura dell’inetto coglione che era? Ancora una volta devastato dalla tristezza
e dalla gelosia, Ramsay pensò che, forse, non avrebbe dovuto lasciarsi
indebolire dall’attrazione per lui e tagliarlo a striscioline sottili quando
era ancora suo prigioniero, come faceva con gli altri, oppure, ancora meglio,
andare adesso lì da lui, tagliargli le mani e i piedi e offrirli alla Regina
Daenerys come pegno del suo affetto e della sua fedeltà…
Eppure, stranamente,
questi pensieri non lo facevano sentire meglio, non lo entusiasmavano e il
tarlo doloroso della gelosia continuava a scavargli nel cuore.
Assurdo, vero?
Sballottato tra due sentimenti opposti,
rabbia e disperazione, Ramsay riprese a camminare verso Theon, senza sapere
bene cosa avrebbe fatto una volta arrivato accanto a lui, ma tanto si era reso
conto che tagliargli qualche altro dito o arto non lo avrebbe reso più felice,
anche se Theon se lo sarebbe meritato, e quindi…
Fortunatamente per Theon, questo confronto
drammatico non ebbe luogo perché, proprio mentre Ramsay era ormai a pochi passi
dal giovane Greyjoy, si udirono delle voci concitate, una guardia degli
Immacolati si precipitò verso il Trono di Spade mentre Verme Grigio si metteva
in posa da combattimento e richiamava le guardie personali di Daenerys.
“Mia Regina, abbiamo cercato di fermarlo, ma
lui ha tramortito due soldati e poi…” disse la guardia, e in quel momento Jaime
Lannister fece il suo ingresso nella Sala del Trono, scuro in volto, con due
occhi da far paura, ma… dopo un iniziale e comprensibile momento di smarrimento
e terrore, ben presto si capì che l’uomo non era venuto giù dalla Barriera per
cercare di riprendere il Trono di Spade per i Lannister o per vendicare la
morte di Cersei e il tradimento di Tyrion.
No, non esattamente.
“Dov’è quel maledetto bastardo? Dov’è quel
cane rognoso che si è permesso di mandarmi una lettera piena di ingiurie e di
minacciarmi?” esclamò, saettando tutt’intorno occhiate da far spavento. “Dov’è
quel folle capace solo di insultare e mancare di rispetto alle persone più
degne di lui? Che venga qui e mi ripeta in faccia quello che ha scritto in
questa vergognosa missiva!”
“Ehm, credo che ce l’abbia con te” mormorò
Theon, avvicinandosi a Ramsay.
E qui bisogna concedere al giovane Bolton l’onore
delle armi! Insomma, chiunque altro si sarebbe terrorizzato nel vedere lo
Sterminatore di Re in persona entrare in una sala e chiedere a gran voce la sua
presenza per un duello o qualcosa del genere. Ramsay, invece, non fece una
piega, anzi. Con il suo solito sorrisetto a presa di culo, si staccò da Theon e
si avviò tranquillamente verso Jaime, mentre tutti avevano ritenuto opportuno
allontanarsi da lui che, va bene, non ce l’aveva con loro, ma vai a sapere…
“Ah, sei venuto, proprio come ti avevo ordinato nella lettera, mio grandissimo
Lord Coglione di Lannister” disse, lasciando a bocca aperta tutti i presenti,
compreso appunto il Lord Coglio… ehm, Jaime Lannister in persona. “Hai fatto
bene, altrimenti avresti dovuto farti forgiare una seconda mano d’oro. Vuoi che
ripeta quello che ti ho scritto davanti a tutti? Beh, ora non credo di
ricordare esattamente tutto a memoria, a
volte mi capita che la mia mente sia poco lucida, però immagino di riuscire
a ricostruire il senso. Anzi, mi fa piacere che tutti i presenti, compresa Sua
Maestà la Regina, sappiano che grandissima testa di cazzo sei. Ti ho scritto
quella lettera proprio perché mi sembrava un’immensa idiozia aver lasciato una
donna coraggiosa, leale e intelligente come Brienne di Tarth solo perché non te
la sentivi di venire a combattere contro quella grandissima puttana di tua sorella, che già era uno
schifo che se la facesse con il fratello, ma questo non lo posso dire perché lo
fanno anche i Targaryen, anche se la nostra Regina no. Comunque ora che quel gran troione è morto bruciato dai Draghi
o qualcosa del genere, magari riprenderai a ragionare come si conviene, che
tanto, che ti credi, quella zoccola
si è sbattuta mezza Guardia Reale quando tu non c’eri e anche quel cinghiale patetico e imbecille dello zio
di Theon, Euron Greyjoy!”
Jaime Lannister rimase così allibito dalla
sfacciataggine e dalla temerarietà di Ramsay che, in effetti, era andato
davanti a lui a ripetergli più o meno quello che aveva scritto nella lettera,
che per alcuni secondi non riuscì neanche a respirare, a muoversi o a fare
alcunché.
Tutti nella Sala del Trono erano impietriti,
salvo… Brienne, appunto.
“Oh, Lord Bolton, davvero hai fatto questo
per me?” disse, commossa. In quel momento era al fianco di Sansa, che era stata
appena incoronata Regina del Nord, e di certo non si sarebbe mai aspettata il
ritorno di Jaime. “Perdonami, mia Signora, posso chiederti il permesso di
raggiungere il Lord di Lannister?”
“Vai pure, Brienne” rispose Sansa. La donna
non se lo fece ripetere due volte e si precipitò verso l’uomo che amava e che,
forse, era davvero ritornato da lei.
“Jaime, non so se tu sei qui solo per
vendicarti di ciò che il giovane Lord Bolton ha scritto in quella lettera o se…
se forse sei stato spinto anche dal desiderio di sapere se stessi bene, se
fossi sopravvissuta alla battaglia…” gli disse quando fu davanti a lui.
Jaime era ancora comprensibilmente scosso.
Una parte di lui avrebbe voluto afferrare Ramsay su due piedi e tagliargli la
testa, anche se avrebbe dovuto usare la mano sinistra, ma magari sarebbe stato
anche meglio perché così lo avrebbe ferito e gli avrebbe fatto male più a lungo…
ma una parte, ritrovandosi davanti Brienne che lo guardava con un sorriso
luminoso e gli occhi pieni di gioia e aspettativa, sentì che pian piano la
rabbia sbolliva e che ben altri sentimenti stavano prendendo il suo posto.
“Brienne, io… io… lo so, non merito il tuo
perdono!” esclamò, lasciando che fossero i sentimenti più nobili e puri a
parlare. “Ti ho abbandonata prima della partenza per Approdo del Re, ti ho
detto che non volevo combattere contro mia sorella ma neanche al suo fianco e
che avrei atteso l’esito della battaglia alla Barriera, ma… ma una parte di quello che dice la lettera
è vero, credevo di amare ancora lei, ero quasi convinto che sarebbe stata
sconfitta e avevo deciso di restare alla Barriera e di prendere il nero perché
ero convinto che non avrei mai potuto superare la perdita di Cersei e che non
avrei amato mai più un’altra donna. E ora che sono qui e tu sei davanti a me mi
rendo conto che… che…”
Cadde in ginocchio, sopraffatto. Era vero che
i suoi sentimenti per Cersei erano stati forti e autentici e che adesso soffriva
per la sua morte, ma era anche vero che il ricordo di Cersei era più forte
quando non c’era Brienne a guardarlo così, quando non gli era così vicina. In
quel momento la sua mente e il suo cuore furono invasi da altri ricordi, non
più quelli che lo legavano a Cersei, ma tutti quelli che ripercorrevano il suo
rapporto con Brienne. Il modo in cui si erano attaccati e battibeccati fin dal
primo giorno, il viaggio verso Approdo del Re, l’aggressione e il rapimento da
parte dei Guitti Sanguinari (tra l’altro, uomini di Roose Bolton… non è
divertente, a volte, la vita?), la prigionia dolorosa a Harrenhal che gli aveva
fatto capire quanto la donna valesse, le infinite volte in cui si erano salvati
e protetti l’un l’altra fino a maturare un sentimento sempre più forte, un
amore vero, l’emozione di entrambi quando lui l’aveva nominata Cavaliere e la
loro prima notte insieme… l’onda emotiva nel rivivere questi momenti finì per
far svanire la figura di Cersei dalla mente e dal cuore di Jaime, mentre la
rabbia veniva sostituita dalla vergogna per ciò che aveva fatto a Brienne, l’unica
che lo avesse amato e accettato veramente, l’unica degna del suo amore ma che
lui aveva tradito e abbandonato, come sempre aveva fatto con le persone davvero
importanti della sua vita.
“Solo adesso capisco quanto male ti ho fatto
e che io… che io…” mormorò, vinto dal dolore, dall’amore, dalla mortificazione,
senza riuscire a finire quello che voleva dire perché nessuna parola sarebbe
stata abbastanza per ottenere il perdono di Brienne.
“Che tu sei un grandissimo coglione proprio come ti ho scritto nella lettera,
appunto, perché hai offeso questa donna meravigliosa che è pronta a perdonarti
e riabbracciarti invece di prenderti a calci nelle palle come farei io” terminò
per lui Ramsay.
Qualche risatina soffocata si fece udire in
mezzo ai tanti presenti nella Sala del Trono. Sansa e Daenerys erano entrambe
sbalordite e si chiedevano come sarebbe finita, mentre Tyrion non sapeva se
preoccuparsi o ridere, visto che il fratello aveva trovato finalmente qualcuno
che non gliele mandava a dire! In quel momento la stima di Tyrion per Ramsay
aumentò, del resto lui stesso era l’unico (prima del giovane Bolton) a non
temere Jaime e a dirgli sempre le cose in faccia, ma lui era suo fratello e
sapeva che Jaime in fondo lo amava e lo apprezzava perché era sincero con lui.
Ramsay, invece… come sarebbe andata a finire adesso?
E, mentre tutti osservavano e trattenevano il
fiato, Jaime alzò lo sguardo verso Brienne, restando ancora in ginocchio
davanti a lei.
“È vero quello che ha detto questo pazzoide?
Tu saresti… veramente disposta a perdonarmi e riaccogliermi dopo tutto ciò che
ti ho fatto?” chiese, pieno di vergogna.
Brienne non rispose a parole, ma si
inginocchiò anche lei e lo prese tra le braccia, stringendolo forte a sé. Aveva
temuto per così tanto tempo che non lo avrebbe mai più rivisto…
“Brienne, ti amo, ti amo come non sapevo
neanche si potesse amare. Il tuo perdono è l’unica cosa che desidero” mormorò l’uomo,
stringendola anche lui.
“Non c’è niente da perdonare, tu sei qui”
rispose Brienne. “E anch’io ti amo.”
Un bacio lunghissimo e appassionato chiuse la
questione una volta per tutte, mentre tutti i presenti applaudivano felici ed
emozionati e anche Daenerys e Sansa sorridevano, battevano le mani e parevano
commosse. Tyrion, poi, sembrava il più contento di tutti: aveva perduto una
sorella folle, ma aveva ritrovato suo fratello e da quel momento sarebbero
stati insieme, finalmente uniti come una vera famiglia.
Quando Jaime e Brienne si staccarono dal loro
bacio e ripresero consapevolezza del luogo in cui si trovavano, parvero un po’
imbarazzati.
“Mio Lord di Lannister, sei disposto a
giurare fedeltà alla tua nuova Regina? Sappi che già tuo fratello e la donna per
la quale sei tornato sono miei affezionati consiglieri” disse Daenerys, per
spezzare la tensione e il disagio. “Sarei onorata di avere anche te nella mia
Guardia Personale, al fianco della valorosa e leale Brienne di Tarth.”
Jaime prese per mano Brienne e si avviò verso
il Trono di Spade, chinando leggermente il capo davanti a Daenerys. Sì, per
Brienne e per la pace avrebbe giurato fedeltà, ma non intendeva umiliarsi
troppo di fronte a colei che, tutto sommato, aveva sconfitto la sua famiglia e
ucciso Cersei.
“Giuro di esserti fedele e leale, Regina
Daenerys, ma il mio desiderio non è restare ad Approdo del Re” disse. “Ora che
ho capito, finalmente, chi conti davvero nella mia vita, voglio solo tornare a
Castel Granito, di cui sono l’erede, sposare Brienne, se lei mi accetterà, e
vivere in pace al suo fianco.”
“Così
sarà, allora” rispose Daenerys, con un sorriso. “Ad una sola condizione, però:
che le vostre nozze siano celebrate qui, ad Approdo del Re, perché tutti noi
possiamo partecipare alla vostra unione e augurarvi tanta felicità.”
Altri applausi risuonarono per la Sala del
Trono. Ramsay sorrideva compiaciuto e soddisfattissimo di sé, convinto ancora
una volta di essere l’unico e il solo artefice di questo lieto fine… e forse,
in parte, aveva anche ragione di pensarlo!
Passandogli accanto, sempre tenendo stretta
la mano di Brienne, Jaime si chinò verso di lui.
“Dovrei ammazzarti, lo sai? Per come hai
insultato me e mia sorella e anche perché, ora che ci penso, i Guitti
Sanguinari che mi hanno tagliato la mano erano uomini di tuo padre” gli disse
in un sussurro a metà tra il minaccioso e il divertito.
“Beh, dev’essere una cosa di famiglia,
allora. Peccato che quella scena me la sono persa, all’epoca, ma forse è stato
meglio così, no? Anche nel tuo caso hai avuto bisogno di perdere una parte di te per ritornare alla
ragione, come è successo a Theon” replicò Ramsay senza scomporsi. “Mi sembra
sempre di più che le persone siano come le piante: più le poti e più crescono bene!”
Jaime lo fissò allibito, poi si strinse nelle
spalle. Va bene, quel ragazzo era un folle, ma alla fine gli aveva davvero
fatto un enorme favore…
“Tuttavia perdonerò la tua arroganza, perché
a quanto pare lo hai fatto a fin di bene, perché tenevi alla felicità di
Brienne” riprese, “e perché in fondo avevi ragione, sarei stato un pazzo a
perdere l’unica donna che potrà rendere felice la mia vita.”
Ramsay li guardò allontanarsi. In quel
momento si sentiva davvero contento di sé, ma ora che tutta l’emozione stava
svanendo iniziava anche a ripensare a Theon, a come lo aveva visto guardare
Sansa e al dolore che gli aveva fatto provare.
Non fece in tempo a dire o fare niente, però,
perché Theon giunse improvvisamente al suo fianco e, afferrandolo per un
braccio, lo portò fuori dalla Sala del Trono. Non sapeva dell’assurda gelosia
del suo sciroccato compagno, ma averlo visto affrontare con tanta incoscienza e
sfacciataggine un tipo come Jaime Lannister gli aveva risvegliato certe voglie
sotto la cintura e non aveva intenzione di aspettare il momento di andare a
dormire! Si infilò con Ramsay nella prima stanza non del tutto distrutta e
vuota che trovò nella Fortezza Rossa e, senza tanti complimenti, lo spinse su
un divano impolverato e bruciacchiato e lo prese più e più volte, sempre più
convinto che la sua vita al fianco di Ramsay sarebbe stata molto eccitante.
E il giovane Bolton, travolto dalla passione
improvvisa di Theon e completamente perso nel suo abbraccio, dimenticò Sansa
Stark, la gelosia e i brutti pensieri e lasciò che il suo unico neurone
partisse per galassie lontane, felice semplicemente di avere Theon con sé perché
tutto il resto non contava più.
Mi fiderò del tuo coraggio più
del mio
Quando per paura l'ho nascosto pure a Dio
Mi fiderò ma non sarà senza riserve
Temere di amare o amare senza temere niente
Mi fiderò
Senza temere niente
Voglio qualcosa per cui soffrire
Che niente per cui vivere
Voglio qualcosa che non puoi capire
Che qualcosa che puoi solo dire
Dirò che amarti è facile e impossibile
La tua vita è un'area inagibile
Io posso entrare solamente però, però…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)
Sembrava proprio che le cose stessero andando
bene, o almeno così pensava Ramsay quel mattino, passeggiando per la Fortezza
Rossa e assistendo ai lavori di ricostruzione che si stavano svolgendo più
velocemente del previsto, forse anche perché coloro che erano incaricati di tali
ricostruzioni erano costantemente sorvegliati da Drogon e Rhaegal… o forse solo
perché erano entusiasti di contribuire alla riedificazione dei Sette Regni!
Chissà?
Bene, Daenerys regnava sui Sette Regni, uno
più uno meno, visto che la Regina del Nord era adesso Sansa Stark, comunque le
due Regine sembravano andare d’accordo e quindi non c’erano problemi. Il giorno
precedente era stato celebrato il matrimonio tra Jaime Lannister e Brienne di
Tarth e c’erano stati festeggiamenti, banchetti e giochi per tutto il popolo
fino a tarda notte; l’indomani, i due sposi sarebbero partiti per Castel
Granito dove avrebbero vissuto come Lord e Lady… e il giovane Bolton non poteva
fare a meno di ritenersi orgoglioso pensando che quell’unione era stata tutto merito suo e della simpatica letterina
che aveva inviato a Jaime alla Barriera. Beh, non aveva tutti i torti, no?
Il giorno successivo sarebbe stato davvero
caotico, visto che era prevista anche la partenza di Arya e Gendry con la
flotta che la Regina aveva donato loro per esplorare terre sconosciute e vivere
una vita di avventure e anche Sansa (o meglio, la Regina del Nord Sansa Stark!)
sarebbe ripartita con i suoi uomini per far ritorno nel suo Regno, dove il
popolo del Nord l’attendeva per acclamarla. Ramsay non poteva in tutta onestà
non essere contento che Sansa ripartisse perché, comunque fosse, aveva sempre
il sospetto che Theon avesse un qualche interesse per lei. Altrimenti perché
non gli aveva più proposto di partire con lui per Pyke? Era quello che gli aveva
promesso ogni volta prima di imbarcarsi in una nuova battaglia contro qualcuno,
che fossero gli Estranei o i Lannister o chi altri, ma adesso che tutto era
sistemato pareva averlo dimenticato. Forse Ramsay avrebbe dovuto tagliargli il
mignolo della mano sinistra per par
condicio e per fargli ricordare la sua promessa? Un tempo questa
prospettiva lo avrebbe riempito di entusiasmo, ma ora non era più così. Certo,
l’idea che Theon fosse più equilibrato senza
entrambi i mignoli era allettante, ma il giovane Bolton cominciava a ritenere
che non sarebbe stato risolutivo e che, se Theon non voleva più partire con lui
per Pyke, se aveva altri progetti, tagliargli un dito non avrebbe cambiato
niente… a parte per Theon stesso, ovviamente!
Mentre era immerso in queste profonde riflessioni su dita in meno e
quant’altro, Ramsay fu distratto dal passaggio di una persona che non si
aspettava di vedere in quel luogo e in quel momento e, proprio per questo,
decise di seguirla per scoprire cosa avesse intenzione di combinare, visto che,
come sappiamo ormai benissimo, Ramsay Bolton si faceva d’abitudine i fatti
degli altri! Così, senza tanti complimenti, lo seguì e gli rivolse la parola.
“Salve, Messer Clegane, non mi aspettavo di
rivederti qui. Eri a combattere gli Estranei con gli Stark, quindi penso che ti
sia unito al loro esercito” disse, senza fare caso al fatto che Sandor lo
guardava come si guarderebbe una robaccia appiccicosa sotto lo stivale. “Qui
però non c’è stato da combattere, hanno fatto tutto i Draghi e la loro Regina!”
“Sentimi bene, tanto per cominciare non
chiamarmi Messere, o Ser o qualsiasi altra cazzata. Non sono un cavaliere e non
voglio esserlo, sappiamo bene tutti e due che io sono stato il cane dei
Lannister e ora combatto per chi mi pare, così come tu non sei un Lord ma solo
un bastardo, anche se quel Re bambino che ora è morto ti aveva legittimato”
replicò l’uomo. “Vuoi qualcosa da me? Sennò non rompere le palle e vattene a
scocciare qualcun altro.”
Beh, il Ramsay di un tempo si sarebbe potuto
anche offendere a quelle parole, ma prima di tutto non aveva nessuna intenzione
di mettersi contro Sandor Clegane, che era il doppio di lui, e ad ogni modo
apprezzava le persone che sapevano tenergli testa e che parlavano chiaro, come
del resto faceva sempre lui. Quindi la schiettezza di Clegane gli piacque
ancora di più.
“Hai ragione, quindi è inutile fare tante
cerimonie tra noi, non siamo nobili e non parliamo nei loro toni ipocriti e melensi”
tagliò corto il giovane Bolton. “Tu hai seguito l’esercito degli Stark perché
volevi combattere per Sansa, non è così? Però non hai potuto farlo, gli uomini
degli Stark non sono serviti. È per questo che ora cerchi di andartene senza
farti neanche vedere da lei, perché pensi di non essere servito a niente?”
“Ma che cazzo di domande mi fai, si può
sapere? Guarda, non ti spacco la faccia solo perché mi sono troppo divertito
nel vederti parlare in quel modo a Jaime Lannister l’altro giorno, dando a lui
del coglione e alla sua Cersei di puttana… Per i Sette Inferi, non mi ero mai
fatto tante risate e devo ammettere che in quel momento ti ho ammirato
davvero!” fu la risposta di Clegane. “Non sono venuto qui per nessuno, solo per
me stesso, come al solito. Volevo ammazzare con le mie mani quel mostro di mio
fratello Gregor, ma anche lì sono arrivato tardi, ci hanno pensato i Draghi e
lo hanno incenerito con quella troia di Regina Lannister e tutta la Fortezza
Rossa. Una morte proprio adatta, direi, i Draghi sono stati più bravi di me a
vendicarmi.”
Con un sorrisetto amaro, Sandor si passò la
mano sulla parte di faccia sfigurata dalle fiamme.
“Lo sapevi, vero, che quel pezzo di merda mi
schiacciò la faccia sul braciere quando ero ancora un bambino di sette anni e
solo perché avevo preso un suo vecchio giocattolo? Gregor era uno stronzo e un
folle fin da ragazzo e c’è una certa giustizia poetica nel fatto che sia morto
bruciato, non ti pare?”
“Beh, sì, avevo sentito raccontare qualcosa
di simile” disse Ramsay, pensando che alla fine lui non era poi così terribile,
anche se scuoiava e tagliava le persone fino a qualche anno prima, visto che
c’era gente che bruciava la faccia al proprio fratellino! “È una bella merda
quando si vive con persone che non dovrebbero avere fratelli… o figli, tanto
per dire. Io ne so qualcosa, anche essere cresciuti da Roose Bolton non è stata
una passeggiata di salute. Comunque adesso sei libero da tutto, no? Per questo
te ne vai invece di parlare con Sansa Stark e dirle quello che provi per lei?”
“Oh, ragazzino, allora sei davvero quel
demente con un solo neurone che dicono tutti” reagì Sandor. “Cosa cazzo dovrei
dire a Sansa Stark, o meglio, alla Regina
del Nord? Era già fuori dalla mia portata quando si comportava ancora da
uccelletto spaurito, alla mercé di quel pervertito di Joffrey, e dovrebbe prendermi
in considerazione adesso che è una Regina? Sei ancora più idiota di quanto dica
la gente…”
“Va bene, lei è la Regina del Nord e tu sei
un cazzone qualsiasi, lei è bella e elegante e tu sei un mezzo mostro e pure
stronzo, ma parliamoci chiaro, tra me e te: Sansa ti sembra felice? L’hai mai
guardata negli occhi? Teoricamente adesso dovrebbe essere soddisfatta: ha
ritrovato i suoi fratelli, ha riavuto Grande Inverno ed è stata addirittura
eletta Regina del Nord, che sarà un Regno indipendente… ma ti sembra felice? La
vedi sorridere? La vedi illuminata da dentro?” neanche gli Dei Antichi e Nuovi
sapevano da dove il neurone di Ramsay avesse tirato fuori quelle perle di
saggezza, ma fatto sta che pronunciò proprio queste parole e Sandor Clegane
rimase sconcertato. In parte perché credeva che nel cervello di Ramsay passasse
l’aria e basta e in parte perché quello che aveva detto il giovane Bolton lo
stava facendo riflettere, e parecchio. No, Sansa non era felice.
Paradossalmente, l’aveva vista più luminosa e piena di speranza ad Approdo del
Re, prima che succedessero tutte le tragedie che l’avevano colpita ma, a volte,
anche dopo, ad esempio quando sperava di diventare amica di Margaery Tyrell e
di sposare suo fratello. Era ancora un uccellino che credeva nei sogni e nel
lieto fine. Ora, in qualche modo, aveva avuto un suo lieto fine e non era più
un uccelletto indifeso, questo era un bene, ma… ma aveva perso anche la luce
che la illuminava da dentro, aveva perso la voglia di sognare, di credere, di
sperare. Non era felice, anche se aveva la sua famiglia. Non era felice, anche
se aveva Grande Inverno e il Regno del Nord. Non era felice. No, per niente.
“Va bene, mettiamo che tu abbia ragione, ma
quale parte della tua mente malata ti fa pensare che potrei essere proprio io a renderla felice?” ribatté,
caustico.
“Ah, non lo so di certo, magari è mezza pazza
anche lei, chi lo sa? Però se non glielo chiedi non lo saprai mai, non credi? E
sarebbe un peccato, perché se va avanti così è probabile che impazzisca davvero,
che diventi una di quelle che vive solo per il potere, o per la vendetta o che
so io, gelida, inattaccabile, e che un giorno si accorga di non essere neanche
più capace di sapere come si fa ad essere felici. Non credo che tu voglia
questo per lei. E poi che ne sai? Succedono cose incredibili ultimamente,
perché la Regina del Nord dovrebbe rifiutarti se un giovane nobile, bello e
coraggioso come Theon Greyjoy ha deciso di tenermi con sé anche se sono un
bastardo, un folle e un sadico e ho l’aspetto del mezzo contadino che sono in
realtà?” Ramsay si sentiva stranamente a suo agio parlando con Clegane, forse
perché davvero con lui non c’era bisogno di filtri e, proprio come lui, Sandor
diceva esattamente quello che pensava e provava.
“Insomma, se non ci provi non lo saprai mai,
che vuoi che succeda? Al massimo ti manderà affanculo” concluse Ramsay,
pratico, “ma tu avrai fatto tutto quello che potevi per lei. E comunque, è una
Regina e in caso ti manderà affanculo con molta classe.”
“Sai, ragazzino bastardo? Alla fine sei
davvero meno odioso di quello che pensassi” sghignazzò Clegane. “Del resto uno
che dà di coglione in faccia a Jaime Lannister… resterà uno dei miei più bei
ricordi. Però ora non ti aspetterai mica che ti ringrazi, vero?”
“Ah, no di certo” replicò Ramsay, “tra quelli
come noi non ci si ringrazia. Però se ti ho dato una mano mi fa piacere.”
“Bah, l’importante è che non sia io a dare una mano a te!” ridacchiò di nuovo l’uomo e anche il giovane Bolton
si unì alla risata. Evidentemente i due avevano trovato dei peculiari punti in
comune e, per certi versi, magari si somigliavano.
Ramsay guardò Sandor Clegane allontanarsi e
sperò davvero che trovasse le palle per parlare chiaro a Sansa. In fondo era
anche nel suo interesse, visto che continuava a temere che Theon potesse
abbandonarlo e scegliere di seguire lei. Non che Sansa si sarebbe mai abbassata
anche solo a pensare di sposare Theon Greyjoy, è vero che adesso lo aveva
riaccolto in famiglia e lodato per il suo coraggio contro il Re della Notte, ma
alla resa dei conti lo considerava sempre poco più di un idiota. Ramsay pensava
che Sansa avesse sempre avuto un debole per Clegane e chissà, forse questa
sarebbe stata la volta buona per entrambi: soprattutto ora che lei era Regina
del Nord e quindi una Lady con i controcazzi, avrebbe avuto bisogno di un
marito cazzuto accanto e non di quella mezza sega di Theon.
Però, se non avesse sposato Sandor, Theon
avrebbe sempre potuto continuare a sperare per il resto dei suoi giorni, o
anche solo desiderare di non tornare a Pyke per seguirla a Grande Inverno e
restare come un suo vassallo… e mutilarlo non sarebbe servito a niente!
Già, l’unica speranza era che Sansa
accettasse le proposte di Sandor, sarebbe stato il finale migliore per tutti. Ramsay
non seppe mai cosa Sandor disse a Sansa quella sera (anche se sarebbe stato ben
felice di origliare!), ma evidentemente le sue parole furono abbastanza
incisive e convincenti, o forse la nuova Regina del Nord non aspettava altro da
anni… Fatto sta che, il mattino dopo, alla partenza degli Stark e dei loro
uomini per Grande Inverno, al fianco di una Regina Sansa finalmente radiosa e
sorridente cavalcava un Sandor Clegane che nessuno aveva mai visto così sereno
e contento. *
“Beh, sono contento che ci sia Sandor Clegane
accanto a Sansa” disse, inaspettatamente, Theon a Ramsay mentre insieme agli
altri guardavano sfilare gli Uomini del Nord con la loro Regina e quello che
sarebbe diventato, probabilmente, il suo Principe
Consorte (ma, mi raccomando, che nessuno glielo vada a dire in faccia!)
lungo le strade di Approdo del Re, pronti a una lunga cavalcata verso Grande
Inverno. “Lei è maturata tanto, è forte, ha imparato a superare tante
difficoltà, ma ora si sarebbe trovata sola a Grande Inverno, visto che Arya è
partita con Gendry, Bran resterà qui, Rickon è diventato Lord di Capo Tempesta
e Jon chissà cosa farà. Con Sandor al suo fianco sarà felice e lui si prenderà
cura di lei.”
Ramsay guardò il suo compagno con gli occhi
sgranati e con un’espressione ancora meno intelligente del solito.
“Vuoi dire che… tu… a te non dispiace che
Sansa sposi Sandor Clegane? Che non avresti voluto sposarla tu?” domandò,
boccheggiando come un pesce fuor d’acqua.
Theon scoppiò a ridere e, come sempre, la sua
risata squillante e spensierata causò un fermento di strane eccitazioni e
calori in pancia a Ramsay…
“Ma dai, sei proprio fissato con questa
storia! È vero che, quando vivevo a Grande Inverno come ostaggio degli Stark,
mi immaginavo che un giorno Lord Eddard mi avrebbe offerto Sansa in moglie e mi
avrebbe fatto erede di Grande Inverno… chissà perché, poi, visto che il suo
erede allora era Robb. Comunque era lo stupido sogno di uno stupido ragazzino
presuntuoso e arrogante e credo… beh, di essere cambiato parecchio da allora.”
“Io credevo che Sansa ti piacesse…” fece
Ramsay, cupo.
“Mi piace infatti, le voglio bene come a
tutti gli Stark e so che questo non ti fa piacere, ma per me sono una parte
della famiglia e voglio che stiano bene e siano felici. Io ho altri progetti
per la mia vita e un’altra persona che mi interessa davvero.”
Theon guardava Ramsay con un’aria maliziosa
dicendo queste parole, ma Ramsay sembrò continuare a non capire un bel niente,
a quanto pareva il suo neurone aveva fatto gli straordinari con Sandor il
giorno prima e adesso aveva messo su un bel cartello Chiuso per ferie! Così, visto che Ramsay non capiva a parole, il
giovane Greyjoy decise di passare ai fatti:
circondò le spalle del compagno con un braccio e lo condusse alla Fortezza
Rossa in ricostruzione dove lo spinse nella prima stanza disponibile, si buttò
con lui su un divano e lo baciò intensamente, si
abbassò i pantaloni e slacciò quelli di Ramsay, poi iniziò a possederlo senza
respiro e senza limiti alla brama che voleva soddisfare. Il giovane Bolton, a
quel punto, capì ancora meno di prima e poté solo lasciare che il suo corpo si
perdesse e si fondesse con quello di Theon, ma almeno ogni dubbio,
preoccupazione e frustrazione dovuta al pensiero di Sansa o degli Stark
svanirono, dissolvendosi nell’estasi di quei ripetuti amplessi.
Solo molto tempo dopo i due riemersero dalla
loro bolla di amore e passione e Ramsay, che stava appena riprendendo la
capacità di orientarsi nello spazio e nel tempo, si accorse che Theon aveva
detto qualcosa mentre uscivano da quella famosa stanza…
“Mi stai ascoltando, Ramsay? Ti stavo dicendo
che siamo convocati al Concilio della Regina Daenerys per una questione molto
importante, credo che si tratti della successione al Trono di Spade” ripeté il
giovane Greyjoy, notando lo sguardo perso del suo compagno che vagava negli
abissi profondi dell’universo. “Ormai anche noi siamo parte di quel Concilio,
almeno fino a quando resteremo ad Approdo del Re, anche perché la Regina ha
capito benissimo che tu andresti a spiare di nascosto in ogni caso!”
“La successione al Trono di Spade?” ripeté
Ramsay, che non era ancora ben presente a se stesso… per quanto potesse esserlo
in condizioni normali, intendo. “Ma se Daenerys è appena diventata Regina! Che
c’entra la successione adesso?”
“È proprio per questo che è così importante”
cercò di spiegargli pazientemente Theon, mentre lo conduceva verso il salone
dove si sarebbe tenuto il Concilio. “Daenerys è una Regina molto giovane, è
vero, ma non ha un marito e, soprattutto, ho sentito dire che non può avere
figli, mi pare a causa della maledizione di una strega. Ma uno dei doveri di un
nuovo sovrano è quello di garantire una discendenza il prima possibile,
altrimenti potrebbero venir fuori altri nobili ambiziosi come i Lannister o i
Baratheon e tutto quello che è stato fatto finora non sarebbe servito a niente.”
“Oh, per carità! Non vorrai dirmi che la
Regina Daenerys intende nominare come suo successore quel grandissimo
rompicoglioni di Jon-Bastardo-Grande
eroe-Snow-Targaryen???” esclamò il giovane, sconvolto. Quella prospettiva per
lui terrificante era servita a riportarlo più o meno nel mondo reale.
“Temo che non ci sia altra possibilità,
purtroppo” rispose Theon. “Sai bene che Jon non è mai piaciuto neanche a me, ma
è l’unico altro Targaryen in tutti i Sette Regni.”
“No, no, no, questo non può essere, dobbiamo
andare subito al Concilio e cercare di convincere la Regina a nominare qualcun
altro, chiunque altro, ma non lo stramaledetto Jon Bastardo!” gemette Ramsay e, a quel punto, fu Theon a dovergli
correre dietro mentre lui si dirigeva in tutta fretta verso il salone del
Concilio.
Cosa avrebbe potuto combinare stavolta il
giovane Bolton?
Fine capitolo undicesimo
* Chiedo scusa a tutti coloro che amano questa coppia per
non aver rappresentato il dialogo tra Sansa e Sandor ma è stato per una buona
ragione: anch’io amo molto questa coppia, ma non ho mai scritto su di loro e
non credo di essere abbastanza brava per farlo, così lascio che tutti coloro
che li amano possano immaginare quello che desiderano nel loro cuore!
Mi fiderò perché mi tiene sicuro
In un giorno qualunque, un'ora prima del buio
Mi fiderò perché non è una promessa
E nessuno dei due ha mai detto lo giuro
Mi fiderò del tuo coraggio più
del mio
Quando per paura l'ho nascosto pure a Dio
Mi fiderò ma non sarà senza riserve
Temere di amare o amare senza temere niente
Mi fiderò
Senza temere niente…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni,
Madame)
Nella Sala dedicata alle riunioni del nuovo
Concilio Ristretto di Daenerys, Theon e Ramsay trovarono ovviamente la Regina,
Tyrion, Bran e Rickon Stark, Verme Grigio, Missandei, Davos Seaworth, il nuovo
Gran Maestro Samwell Tarly, un uomo che i due non conoscevano e… e, con
grandissimo orrore di Ramsay (e, diciamolo, anche di Theon) proprio l’odioso Jon-Bastardo-Snow-Targaryen!
“Lord Greyjoy, Lord Bolton, vi prego di
prendere posto, così potremo cominciare” esordì Tyrion. “Ci sono molte
questioni di una certa importanza da affrontare.”
Mentre si sedevano, Ramsay manifestò il suo
evidente disagio a Theon.
“A parte quel tizio con l’aria da tagliagole
che non conosco, ho una vaga idea di che cosa facciano qui tutte queste
persone” gli disse a bassa voce, “l’unico che non dovrebbe esserci è quel gran
bastardo di Jon Snow, a meno che… a meno che… Per tutti gli Dei Antichi e
Nuovi, ti giuro che se la Regina lo nomina suo successore io vomito!”
Anche a Theon l’idea non piaceva affatto,
però non si espresse con la schiettezza di
Ramsay. Ma, del resto, solo uno disconnesso dall’umanità come lui poteva avere
reazioni del genere anche davanti al Concilio Ristretto e alla Regina!
“Sì, sì, sono proprio sicuro che la Regina
Daenerys nominerà quel bastardo come
suo successore, altrimenti perché sia lei sia Tyrion hanno una faccia così
funerea? Dovrebbero essere felici, hanno vinto, sono al potere… Oh, che
stramaledetta disgrazia per i Sette Regni, o Sei o quanti ne siano rimasti!”
riprese Ramsay, dando sfogo al suo talento melodrammatico e guadagnandosi una
gomitata sul fianco da Theon e un’occhiataccia da parte di Tyrion. Lui però
ignorò tutto quanto con molta disinvoltura e nonchalance… “Magari, se tagliassi un braccio, una gamba, o anche
tutte e due al bastardo, allora
Daenerys dovrebbe pensare a un altro successore!”
Theon impallidì in volto e sembrò che stesse
per svenire, ma Ramsay non fece in tempo a chiedergli come mai si mostrasse tanto turbato, perché la regina Daenerys in
persona prese la parola.
“Siamo qui riuniti perché trovo giusto
consigliarmi con il mio Concilio Ristretto per stabilire le cariche più
importanti del Regno e… e per parlare di un’altra questione che affronteremo
poi. Molto bene, credo che tutti voi già sappiate che ho nominato Verme Grigio
Lord Comandante della Guardia Reale della Regina, lasciandogli comunque la
possibilità di sposare Missandei, come lui desidera” disse. “Sarà a capo delle
mie Guardie personali, che saranno composte principalmente dagli Immacolati, ma
anche da chiunque vorrà arruolarsi, in modo che tutti i sudditi dei Sei Regni
possano essere rappresentati. Ho anche nominato Samwell Tarly come nuovo Gran
Maestro della Cittadella e anche lui avrà la possibilità di sposare la donna
che ama e da cui aspetta un bambino, si chiama Gilly se ricordo bene.”
“Sì, ricordi bene, Maestà, ti ringrazio”
rispose Samwell, raggiante. Anche Daenerys gli sorrise, ma il suo era un
sorriso malinconico che sembrava nascondere una profonda tristezza.
“Ser Davos Seaworth sarà il nuovo Maestro
della Flotta. In realtà avrei voluto nominare Theon Greyjoy, visto che il
contributo suo e di sua sorella è stato così prezioso per la nostra vittoria,
ma so che Theon desidera tornare a Pyke come consigliere di Lady Yara” riprese
la Regina.
“È così, mia Regina, ti sono molto grato”
disse Theon chinando il capo in segno di rispetto.
Ramsay sentì che il cuore cominciava a
battergli più forte. Theon aveva rifiutato un ruolo importante ad Approdo del
Re per tornare a Pyke? Ma allora… allora forse era vero che voleva tornare con
lui alle Isole di Ferro e vivere insieme? La promessa che gli aveva fatto tanto
tempo prima era vera? In un tumulto di emozioni, con il neurone solitario che
frullava impazzito nella sua testa, il giovane Bolton si sentì felice come mai
era stato in tutta la sua vita e in quel momento, forse, non gli sarebbe
importato neanche se l’odiatissimo Jon fosse stato nominato successore della
Regina. Oh, beh, forse…
“Ser Bronn delle Acque Nere sarà il nuovo
Maestro del Conio. Devo ammettere che non conosco quest’uomo, ma il mio Primo
Cavaliere me lo ha consigliato e, in questi casi, mi fa piacere essere guidata
da chi ne sa più di me” disse Daenerys, rivolgendo uno sguardo veloce a Tyrion,
come se non volesse essere notata da lui o… chissà? Ramsay però, che era sempre
pronto a impicciarsi degli affari altrui, se ne accorse e si ripromise di dirlo
anche a Theon. Forse la Regina aveva un debole per il suo Primo Cavaliere?
Poteva essere? Perché no, in fondo anche Sansa Stark si era innamorata di un
uomo che credeva di non meritarsela come Sandor Clegane e, se Theon davvero
voleva vivere a Pyke con lui, pensò Ramsay in un raro sprazzo di lucidità
mentale, allora tutto era possibile!
“In quanto a Rickon Stark, l’ho nominato Lord
di Capo Tempesta poiché il legittimo erede, Gendry Baratheon, ha deciso di
partire per esplorare terre lontane e sconosciute con la sua fidanzata, Arya
Stark” spiegò poi Daenerys. “È per questo motivo che lui non è tornato a Grande
Inverno con la sorella Sansa, che ora è Regina del Nord.”
Rickon sembrava soddisfatto di avere comunque
una sua fortezza e un titolo da Lord, anche se non era quello della sua
famiglia. In fondo si rendeva conto del fatto che Sansa aveva meritato quei
privilegi molto più di lui, non solo per ciò che aveva passato ma anche per
aver ottenuto la fiducia degli uomini del Nord che l’avevano seguita nelle
varie battaglie.
Fino a quel momento tutto era sembrato facile
e aveva trovato d’accordo il Concilio Ristretto. Restava però una questione
cruciale che non era stata affrontata e che faceva esitare Daenerys stessa.
“Miei Lord, sono felice di vedere che tutti
voi appoggiate le decisioni che ho preso, ma adesso… adesso ho bisogno del
vostro aiuto e del vostro consiglio, oltre che dell’assoluta riservatezza che
merita questo argomento. La questione di cui parleremo adesso è qualcosa di cui
nulla dovrà mai trapelare all’esterno” riprese poi la Regina.
Chissà per quale motivo, gli occhi di tutti
si piantarono su Ramsay. Chiaramente ormai anche i muri sapevano che lui si
faceva d’abitudine i fatti degli altri e che parlava liberamente di tutto,
senza alcun collegamento tra la bocca e il cervello con le sue sinapsi
atrofizzate.
“Beh? Perché guardate tutti me?” domandò il
giovane Bolton, sinceramente sorpreso.
“Credete che io andrei a parlare di queste cose in giro? E perché dovrei farlo?
Anzi, se la cosa riguarda la successione al Trono di Spade, mi guarderò bene
dall’andare a raccontare a chicchessia che quel bastardo di Jon-Perfettissimo-Snow in realtà è sì un bastardo, ma
un bastardo dei Targaryen oltre che degli Stark! Insomma, preferirei morire che
pensare che sia quel coglione a salire, un giorno, sul Trono di Spade! Da me
non uscirà una sola parola, potete starne certi.”
Ed era verissimo, perché Ramsay si sarebbe
fatto buttare a mare piuttosto che favorire l’ascesa al Trono di Spade di Jon,
che odiava con tutte le fibre del suo essere. Tuttavia i presenti continuarono
a fissarlo, questa volta allibiti perché aveva già detto tutto lui e aveva
anche espresso il suo personale parere non richiesto sulla faccenda!
Theon si sarebbe sotterrato dalla vergogna,
tanto più che una piccola e malevola parte di lui era in totale accordo con ciò
che Ramsay aveva appena detto: anche il giovane Greyjoy detestava cordialmente
Jon e non avrebbe mosso un dito (di quelli che gli restavano…) per agevolare
un’eventuale sua incoronazione.
“A quanto pare Lord Bolton è già molto ben
informato, ma non ha intenzione di tradire la Regina” intervenne Tyrion. “Se
avesse voluto, lo avrebbe fatto da tempo, ma, stando a quello che ci ha gentilmente spiegato, è fedele a Sua
Maestà e non è un sostenitore di Jon… o meglio, di Aegon Targaryen.”
“Scusate, ma mi viene la nausea anche solo a
sentirlo chiamare così” reagì Ramsay, ormai senza più freni. “Non sembra
neanche lontanamente un Targaryen, solo un buzzurro qualsiasi, come del resto
sembro io, non per niente siamo due bastardi, è inutile infiorettare la cosa e
regalarci dei titoli. Maestà, avete davvero intenzione di nominare quello come successore? Sul serio? Ma perché?”
Insomma, pareva proprio che Ramsay vivesse
quell’eventualità come una tragedia personale!
Daenerys scosse il capo con tristezza.
“Io non vorrei nominare nessun successore, ma
sono obbligata a farlo per il bene dei Sei Regni” rispose. “Non ho un marito e,
se pure ne avessi uno, non posso avere figli, il mio grembo è stato maledetto
da una donna anni fa. Se mi capitasse qualcosa e non ci fosse già un erede
designato, chiunque potrebbe far valere le proprie ambizioni e in quel caso i
Sei Regni sarebbero nuovamente travolti da guerre e massacri.”
“Capisco il tuo punto di vista e penso che tu
sia molto lungimirante a pensarla così, ma… sei davvero certa di non poter
avere figli, mia Regina? Credo che dopo la morte del tuo sposo Khal Drogo tu
non abbia avuto altri mariti, quindi come fai a sapere che, magari, quella
donna non ti ha mentito per pura cattiveria? C’è tanta gente strana al mondo…”
disse Ramsay, e se non lo sapeva lui, della gente strana che c’era al mondo…
“Sono sicuro che molti Principi vorrebbero sposarti e, se tu avessi un nuovo
marito, potresti scoprire che non c’è nessuna maledizione. Detto tra noi,
Maestà, io non credo in queste scemenze e comunque pensa che mio padre, che non
è certo un ragazzo nel fiore dell’età, è riuscito a mettere incinta quella
vacca grassissima di Lady Walda… insomma, tutto è possibile, no?”
Theon aveva assunto un sorrisetto di
circostanza, ma dentro di sé avrebbe voluto sprofondare in un abisso. Per
fortuna, invece, Daenerys prese con molta tranquillità le parole fin troppo
esplicite di Ramsay che, anzi, le strapparono un sorriso.
“Quindi tu mi consigli di trovare un nuovo
marito e di provare ad avere un mio erede?” domandò, incuriosita. “Magari hai
anche un candidato da propormi?”
“Credo che qualsiasi tentativo sia meglio che
lasciare il trono a un bastardo,
anche se è il bastardo di tuo fratello Rhaegar. Tra l’altro non servirebbe
neanche a niente, visto che comunque quello
è il Lord Comandante dei Guardiani della Notte e quei corvi là fanno il giuramento di non sposarsi e non avere figli”
Ramsay era scatenato e dimostrava che il suo neurone conservava molte
informazioni su usi e costumi di Westeros! “Tanto vale che tu trovi un bravo
marito che ti renda felice e che cerchiate di avere dei figli vostri. Nel
malaugurato caso che questo non accadesse, avrai tempo per scegliere un
successore migliore di quel bastardo.”
Daenerys finì per lasciarsi scappare una
risata, suo malgrado.
“E quindi tu chi proporresti come marito
ideale?” domandò di nuovo.
Ramsay lanciò un’occhiata veloce a Tyrion
che, accanto alla Regina, sembrava indeciso se lanciargli una caraffa in testa
e farlo fuori sul posto oppure abbracciarlo, poi iniziò con la sua solita
parlantina sciolta e convincente.
“Mia Regina, l’uomo che può renderti felice
non è un Principe, ma questo non conta, perché è qualcuno che è stato accanto a
te per molto tempo, che ha creduto in te, ti ha seguita, difesa, aiutata a
sconfiggere i tuoi nemici e che, per stare dalla tua parte, ha anche rinnegato
la sua stessa famiglia” disse. “Non credo che possa esserci una prova d’amore
più grande, non credi? L’uomo che ti ama più di qualsiasi altra persona al
mondo è il tuo Primo Cavaliere Tyrion Lannister.”
Mille emozioni colmarono il cuore di Daenerys
e si rifletterono sul suo volto: sorpresa, incredulità, commozione e, alla
fine, un’immensa gioia. Con gli occhi pieni di lacrime la Regina si voltò verso
Tyrion.
“È vero quello che dice Lord Bolton? Tu mi
ami e saresti disposto a sposarmi?” gli chiese.
Tyrion diventò di tutti i colori, per poco
non gli prese un colpo, poi cercò di ricomporsi per quanto poteva.
“Mia Regina, cosa posso dirti? È vero, non
sono un Principe e tu potresti ambire ai migliori partiti dei Sei Regni, ma non
solo, io sono… lo vedi come sono, sono brutto, deforme, e neanche in mille anni
potrei sperare che tu possa ricambiare i miei sentimenti per te. Forse… forse
solo per gratitudine o per compassione…” rispose il Folletto.
Lo sguardo di Daenerys era intenso e pieno di
emozioni contrastanti. In quel momento era come se entrambi avessero
dimenticato di essere in presenza dell’intero Concilio Ristretto che seguiva la
scena come se fosse stata una soap opera!
“Non è gratitudine né tanto meno compassione”
replicò lei. “Io non ho mai saputo riconoscere il vero amore nella mia vita, me
ne sono accorta sempre quando era troppo tardi. Amavo il mio Sole-e-Stelle
Drogo, ma l’ho capito quando è morto. E non ho saputo ricambiare l’amore puro e
sincero di Ser Jorah, ma me ne sono pentita solo quando ho perduto anche lui. E
adesso… adesso non voglio rischiare di distruggere con le mie stesse mani anche
questa terza occasione, non sarò più così sciocca e cieca di fronte ai
sentimenti veri!”
“Non puoi essere veramente innamorata di un
mostro come me” provò a dire Tyrion, ma Daenerys lo interruppe subito.
“Mostro? Quale mostro? Io non vedo alcun
mostro, io vedo un uomo coraggioso, forte, generoso e con un cuore e un animo immensi
e sono felice e onorata che mi voglia come sua sposa!” disse, e in un impeto di
calore e affetto lo strinse tra le braccia e lo baciò. Tutto il Concilio
Ristretto applaudì, ma Daenerys e Tyrion non se ne accorsero neanche…
Quando entrambi si furono rammentati di dove si
trovavano e riuscirono a riprendere una certa dignità, fu Tyrion a parlare.
“Mia Regina, se tu vuoi donarmi il privilegio
di diventare tuo marito e quindi di governare con te quale Principe consorte,
non potrò più essere il Primo Cavaliere” disse.
“Eh, già!” esclamò Ramsay, che si sentiva
soddisfatto per aver creato una nuova coppia e non poteva più starsene zitto e
buono. “Sarebbe un conflitto di interessi!”
E chissà da dove il suo neurone asfittico e
solitario era riuscito a partorire quell’espressione? Fatto sta che sia Tyrion
sia Daenerys si trovarono d’accordo con lui e fu comunque ancora una volta il
Folletto a trovare la soluzione.
“Se mi è permesso suggerire un nome, mia
Regina, io credo che i Sei Regni non potrebbero trovare un Primo Cavaliere più
saggio e sapiente del giovane Bran Stark.”
Il ragazzo annuì con un lieve sorriso, perché
chiaramente già sapeva che quella carica sarebbe toccata a lui… certo che non
doveva essere tanto divertente la sua vita, visto che conosceva già tutti gli SPOILER! Ramsay storse un po’ la bocca e
si avvicinò a Theon per commentare.
“Per me quello è e rimane inquietante… però sempre meglio lui del bastardo Jon!”
Daenerys consegnò dunque la spilla di Primo
Cavaliere a Bran.
“Vi ringrazio di questo onore, mia Regina.
Non desideravo alcuna carica, ma farò tutto quello che posso per aiutare te e
il Principe consorte nella guida dei Sei Regni” disse il giovane Stark.
“Sì, è tutto molto bello e mi sto commuovendo”
intervenne per la prima volta il Maestro del Conio, Ser Bronn, dimostrando di
essere un uomo molto pratico, “ma anche se adesso la Regina ha trovato uno
sposo, come la mettiamo con la successione? Mi pareva di aver capito che Sua
Maestà non possa avere figli.”
Ramsay, che fino a quel momento aveva
gongolato, improvvisamente impallidì. NO! Possibile che, nonostante tutto,
esistesse ancora il pericolo inammissibile di nominare erede al Trono di Spade quel bastardo là?
“Una maledizione può anche essere spezzata,
ma per adesso non dirò altro” rispose Bran, che a quanto pareva non voleva
rovinare proprio ogni cosa spoilerando troppo!
“Posso assicurarvi che, in ogni caso, il regno di Daenerys Targaryen e Tyrion
Lannister sarà ricordato negli anni e cantato dai bardi come un lungo periodo
di pace, prosperità e felicità. In quanto a te, Jon…”
Bran si era rivolto al giovane che gli sedeva
accanto poiché, neanche a dirlo, aveva notato la sua espressione malinconica e
disillusa. Non che Jon volesse davvero sedere sul Trono di Spade o, comunque,
essere nominato erede, no, non aveva mai desiderato il potere. Era però
rattristato dal fatto che tutti, lì, avevano trovato la loro strada e il loro
lieto fine, mentre lui aveva fatto ancora una volta la figura del fesso e, cosa
ancora peggiore, l’aveva fatta sotto gli occhi di Theon e Ramsay che a fatica
dissimulavano le risatine di scherno e la soddisfazione!
“Anche tu hai un compito importante per la
pace e la tranquillità di Westeros” riprese Bran. “Tu, come Aemon Targaryen
prima di te, sei destinato alla Barriera, della quale sei comunque Lord Comandante.
Ognuno ha un ruolo che gli spetta, nella vita, perché le cose funzionino nel
modo giusto, e il tuo ruolo è quello: il Lord Comandante dei Guardiani della
Notte. Grazie a te, la Barriera sarà ricostruita e rinforzata, i Guardiani
della Notte aumenteranno di numero, il popolo dei Bruti riavrà la sua terra e
la sua pace e i Sei Regni potranno essere al sicuro.”
Sì, alla fine sembrava una specie di premio di consolazione per far sentire
importante anche Jon… ma a nessuno importava più. Furono organizzati i
festeggiamenti per il matrimonio e l’incoronazione di Daenerys e Tyrion e
banchetti e cerimonie furono ancora una volta aperti a tutti i sudditi di
Approdo del Re perché potessero partecipare alla gioia dei loro nuovi sovrani.
Una settimana dopo, Theon e Ramsay si
trovavano su una delle navi che la Regina stessa aveva messo a loro
disposizione per raggiungere le Isole di Ferro. Si erano goduti le celebrazioni
e i banchetti e finalmente era ora di tornare a casa, dove Theon sarebbe
diventato Primo Consigliere della sorella, la Regina Yara. Theon era quasi
incredulo pensando a ciò che lo aspettava e al fatto che tutti i suoi desideri
stavano per realizzarsi: se qualcuno glielo avesse detto solo un paio di anni
prima lo avrebbe preso per pazzo e adesso, invece, era tutto vero.
Ovviamente anche Ramsay era al settimo cielo,
e anche lui doveva spiegare al suo neurone che era la realtà, non un’allucinazione,
che alla fine Theon aveva veramente mantenuto le sue promesse e lo avrebbe
portato con sé a Pyke, come suo compagno! Sembrava tutto perfetto, ma… beh, c’era
ancora una piccolissima cosa di cui il giovane Bolton voleva parlare a Theon.
“Senti, Theon, io ti voglio ringraziare per
aver mantenuto la tua promessa, lo sai che tante volte non ci ho creduto e
adesso sono… sono felicissimo di venire a vivere con te a Pyke” gli disse, “ma…
ecco, senti, credi che potresti convincere Yara a modificare un po’ il vostro
castello, abbattere quegli orribili ponti
sospesi e farne costruire di normali, in mattoni e magari anche coperti con
un loggiato?”
Theon guardò incredulo il suo compagno, poi
scoppiò a ridere e poi… e poi se lo portò nella prima cabina disponibile per
baciarlo, stringerlo e farlo stare zitto come sapeva fare lui! Alla fine Ramsay
era sempre Ramsay, ma Theon si sentiva bene con lui e doveva ammettere che la
sua vita era cambiata in meglio proprio perché aveva conosciuto quel ragazzotto
buffo, pazzoide e dissociato da qualsiasi struttura di pensiero razionale. Era
folle, probabilmente erano folli entrambi, ma si erano innamorati e avevano
cambiato le loro vite per amore.