Sehnsucht

di Nemesis01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** p r o l o g ***
Capitolo 2: *** / kapitel e i n s ***
Capitolo 3: *** / kapitel z w e i ***
Capitolo 4: *** / kapitel d r e i ***



Capitolo 1
*** p r o l o g ***


/ p r o l o g


James aveva la cattiva abitudine di fumare. Aveva cominciato durante il suo quarto anno a Hogwarts: lo aveva visto fare a uno studente più grande e gli era sembrata una cosa figa. Si era sentito sexy con una sigaretta tra le dita, gli piaceva essere guardato dalle matricole ed essere considerato uno figo. Soltanto che, com’era prevedibile, era diventato un vizio. Non era riuscito a smettere nonostante le forti pressioni dei suoi genitori, di suo fratello, di sua sorella, dei nonni, insomma, le forti pressioni di tutta la famiglia. Fumava almeno un pacchetto al giorno e, di tanto in tanto, anche qualche canna. Ma quello lo faceva soltanto quando voleva sentirsi davvero trasgressivo o quando avvertiva l’esigenza di rilassarsi.
E in quella domenica pomeriggio berlinese, James aveva davvero bisogno di rilassarsi. Lo spinello gli si era spento a metà del tiro e allora aveva tirato fuori l’accendino per riaccenderlo.

- Quindi sei scappato qui. -
- Non sono scappato, James, mi sono trasferito. - Scorpius aveva sbuffato esausto. In piedi dietro al bancone del bar, si era portato una mano tra i capelli per pettinarsi un ciuffo di capelli ribelli. Aveva poi preso un canovaccio bianco e aveva iniziato ad asciugare dei bicchieri appena usciti dalla lavastoviglie. 
- Sei fuggito, Malfoy. -
- James, basta, - si lamentò il ragazzo. - Ho deciso di trasferirmi a Berlino, non ci trovo nulla di strano. -
- Hai lasciato Londra per… Berlino? - domandò James inarcando un sopracciglio. 
- Berlino è una città meravigliosa, ricca di opportunità, esattamente come Londra. -
- Con la comunità magica più piccola d’Europa, - commentò Potter. Fece un altro tiro. - E va bene, facciamo che ti credo. Hai deciso di trasferirti a Berlino. Per quale motivo? -
- Perché mi piace il tedesco. -
James soffocò una risata. - Ok, facciamo finta che credo anche a questo. Perché non me lo hai detto? -
- Non l’ho detto a nessuno, è stata una decisione improvvisa. -
- Non lo hai detto nemmeno a tuo padre, Scorpius. Non hai nemmeno scritto per far sapere ai tuoi amici dove trovarti. -
- Avevo bisogno di stare da solo per un po’. -
- E ti sei messo a fare un lavoro babbano? -
- Basta, James. -
- Lo sanno almeno che sei un mago? -
- James… -
- Cioè, ti sei messo ad asciugare bicchieri Scorpius, ti sembra normale? -
- Ho detto basta!!! - Scorpius aveva alzato la voce. 
- Alles gut, Scorpius? (1) - chiese un collega.
- Ja, tut mir leid, es ist mein Fehler. (2) - rispose James.
Scorpius lo fissò a occhi sgranati. - E da quando parli il tedesco? -
- L’ho studiato a Hogwarts, al corso di Babbanologia. Si imparano tante cose interessanti. Ho studiato anche l’italiano e lo spagnolo. Avrei voluto imparare anche il francese ma mi sembrava troppo gay, non so se mi spiego. -
- Quanto sei rozzo e omofobo, - commentò Scorpius. - Entschuldigung, Florian, ich wollte nicht schreien. (3) -
- Kein Problem, (4) - rispose il collega sorridendo. 
Scorpius mise a posto l’ultimo bicchiere e poi poggiò lo strofinaccio sulla spalla. Rivolse, infine, uno sguardo all’amico. - Se hai finito l’interrogatorio, puoi anche andare. -
James respirò l’ultimo tiro della canna e poi spense il cicchetto nel posacenere. Se c’era una cosa che apprezzava di Berlino, forse l’unica, era che si poteva fumare nei locali. E quello in cui era finito, nei pressi di Hackescher Markt, era talmente tanto underground che farsi una canna era quasi un obbligo morale. - Ma io volevo un cocktail! -
- Bene, - sbuffò Scorpius. Prese uno dei menù e glielo lanciò. - Quando hai scelto, chiedi a Florian. -
- Ma come, non ti piaceva fare il bar tender a Berlino? -
Malfoy si limitò a lanciargli uno sguardo di fuoco e poi si allontanò dal bancone.
James restò seduto lì, indeciso se ordinare davvero o meno un cocktail, ma alla fine decise di arrendersi. Si mise in piedi e osservò l’amico mentre prendeva delle ordinazioni al tavolo. Scorpius poteva dire quello che voleva, ma lui era fuggito. Un bel giorno, di punto in bianco, era scomparso: i suoi lo avevano cercato in lungo e in largo, avevano chiesto a ogni comunità magica, avevano contattato le testate giornalistiche più famose, ma nulla. Sembrava che si fossero perse le tracce del giovane Malfoy. Poi, un giorno, James si era ritrovato a doversi esibire in un locale di Berlino. I babbani la vedevano come una vecchia birreria dismessa mentre per i maghi la Kasselhaus era un punto di ritrovo. Era lì che tutta la comunità magica tedesca si riuniva e faceva festa. L'energia pulsante della vita notturna della capitale tedesca lo aveva sempre affascinato e sapeva che questa performance sarebbe stata speciale, quindi bisognava prepararsi bene per evitare di fare delle figuracce, e presentarsi ubriaco sul palco non era l’atteggiamento giusto.

Lasciò una banconota da venti euro sul banco, salutò Florian con un cenno della mano e uscì. Scorpius non solo non voleva farsi trovare, ma non voleva avere nulla a che fare con il suo passato. E James questo doveva rispettarlo, che gli piacesse o meno. 


/ auf i t a l i e n i s c h


1: "tutto bene, Scorpius?"
2: "sì, scusa, è colpa mia." 
3: "Mi dispiace, Florian, non volevo gridare." 
4: "nessun problema!" 




/ ndA
In realtà non so dove andrà a parare questa fanfiction. Qualche giorno fa ero a Berlino, in un locale nascosto tra le stradine e in cui era proibito far foto, e mi è venuta in mente questa scena dal nulla. So di avere tanti progetti ancora in sospeso, ma l'ispirazione va assecondata. E dopo anni davvero poco produttivi, non posso dire di no. 
 

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Capitolo 2
*** / kapitel e i n s ***


kapitel  e i n s


Scorpius aveva vissuto tutta la sua adolescenza sotto pressione. Da un lato c’erano le autorità che, in maniera passivo-aggressiva, lo tenevano sotto controllo “perché non si sa mai”, dall’altro c’erano i suoi genitori che lo spingevano a eccellere. Non lo facevano nemmeno con cattiveria, aveva pensato lo Scorpius del futuro, ma perché volevano mostrare al mondo che essere un Malfoy non equivaleva a essere un mago oscuro. E allora ecco che Scorpius studiava il doppio delle ore per non prendere mai un voto che andasse sotto la “E”. Poi, quando sua madre morì, le pressioni raddoppiarono. Non bastavano più i voti più alti e le lodi dei professori, no, doveva imparare tutto prima che i professori lo spiegassero, doveva seguire tutte le materie e fare parte di tutti i club. 
Il giorno dei suoi M.A.G.O. aveva fatto fatica a riconoscersi allo specchio. Aveva delle occhiaie tanto profonde che quasi si confondevano con le scavature nelle guance, la sua pelle era pallidissima, i suoi occhi spenti. 
A cosa avrebbe portato prendere tutte “E” se poi non aveva mai potuto giocare, uscire, divertirsi, vivere, fare sesso? 
Era quella la faccia con cui si sarebbe dovuto scontrare ogni giorno della sua vita?
Ne valeva davvero la pena?
No.

Berlino era la città ideale per ricominciare; un posto come quello, abituato a ricostruirsi, era ciò che gli serviva. Ed era proprio per questo che Scorpius aveva deciso di stabilirsi lì, per ricomporsi, per darsi la possibilità di una nuova vita in una città in cui avrebbe potuto essere se stesso, senza nascondere le proprie inclinazioni sessuali e senza dover per forza darsi un'etichetta. E a lui quella libertà piaceva da impazzire.
Non c'era una grossa comunità magica, su questo James aveva ragione, ma lui la vedeva come un’opportunità, poteva non essere parte di qualcosa ed essere solo Scorpius. 
Aveva fatto davvero carte false: aveva incantato qualche documento per ottenere tutte le Anmeldungen (1) necessarie (e in Germania in quanto a burocrazia non erano secondi a nessuno), aveva studiato tutti i procedimenti babbani per l'assistenza medica, l'istruzione e le finanze, ma alla fine ci era riuscito. Aveva ottenuto, alla fine, una Ausweise (2) e i visti necessari per il lavoro, e poi aveva cercato un impiego. Non parlava molto bene il tedesco, ma a Berlino nemmeno questo importava: riusciva a cavarsela con l'inglese, anche se si stava impegnando per imparare la lingua del posto. Certo, c'era da ammettere che la vicinanza di Florian era senza dubbio un ottimo incentivo per imparare il tedesco... 
- Scorpius, va tutto bene? - chiese Florian ancora una volta. 
- Sì, Florian, scusa, - sbuffò Scorpius. Non c'erano tanti clienti, era ancora troppo presto, per cui si accomodò su uno sgabello. A lui, tutto sommato, piaceva la vita da babbano. Poi aveva trovato un buon lavoro: poteva svegliarsi tardi al mattino, godersi le attività socioculturali il pomeriggio e osservare la vita degli altri la notte. Era affascinato da tutto quello che i babbani gli raccontavano dopo un paio di drink. 
- Ma chi era quel tipo? -
- Un... un mio ex compagno di scuola, - si limitò a dire Malfoy. - Non so come abbia fatto a trovarmi in un bar senza nome in una città a lui sconosciuta. -
Florian non rispose. Scorpius non parlava mai del suo passato. A onor del vero, un paio di volte Florian aveva provato a chiedergli qualcosa: era curioso di scoprire le origini del suo ragazzo, di sapere qual era la strada che lo aveva condotto a Hackescher Markt in cerca di un lavoro, ma lui aveva sempre ignorato il discorso. Florian aveva intuito che non era una cosa di cui parlava volentieri e aveva deciso di lasciargli il tempo necessario affinché potesse elaborare i suoi traumi per poi parlargliene in maniera spontanea. Anche quella volta, Florian restò in silenzio e si limitò a sorridere comprensivo. 
Scorpius, invece, poggiò la fronte sul bancone del bar. Incontrare James era stato uno shock; tutto il groviglio che aveva occultato a se stesso era risalito a galla e ora gli stava provocando una forte acidità di stomaco.
- Scorpius, mein Liebling (3), se non ti senti bene puoi andare a casa… -
- Sto bene, ho solo bisogno di un minuto. -
Florian gli si avvicinò e gli accarezzò la testa con dolcezza. Scorpius lo lasciò fare e si sentì subito meglio. Checché ne dicessero i maghi, i babbani erano in grado di suscitare magie come quelle: una carezza, un bacio passa-bua, un massaggino che lava via il mal di pancia, un abbraccio ristoratore. Erano davvero ingegnosi. 
- Scusa, Florian, sono un cretino. -
- Non sei un cretino! Perché dici così? -
- Perché è bastato vedere James solo un attimo e io… - Poi Scorpius sbuffò di nuovo, incazzato. - Non capisco come abbia fatto a trovarmi! -
- Scorpius, le persone trovano questo locale per caso, come hai fatto tu. -
Scorpius non sembrava credere troppo al caso: la sorte era un concetto aleatorio, troppo anche per un mago. Scrollò le spalle ancora una volta e si mise in piedi. Non avrebbe concesso altro tempo al rimuginare sulla sua vita passata. 
Florian era andato a ripulire il bancone e aveva trovato un cartoncino bianco sotto al posacenere usato da James. Aveva la dimensione di un biglietto da visita ma era totalmente bianco, non c’era stampato nulla sopra, nemmeno un carattere. - Was seh ich da? (4) - mormorò il ragazzo. - Scorpius, il tuo ex compagno di scuola è un tipo strano. -
- Ah beh, lo so. Ma perché lo dici? -
- Ha lasciato un biglietto bianco, - commentò Florian e gli allungò il cartoncino in questione.
Scorpius lo prese e gli diede uno sguardo: non era bianco, era incantato. Solo i maghi potevano leggerlo. C’era scritto: “O'DJames - Kasselhaus, Berlin - 11 June". Non era solo un invito o un volantino pubblicitario, era un biglietto d’ingresso elargito a titolo gratuito. Scorpius lo stropicciò ma la carta non sembrava rovinarsi. Maledetta magia. Mise il cartoncino in tasca e tornò a lavoro in silenzio.


Malfoy non riusciva a dormire. Erano da poco passate le undici, si era messo a letto mezz’ora prima ma non aveva proprio chiuso occhio. 
La visita di James lo aveva turbato così tanto che a un certo punto si era ritrovato a vomitare anche l’anima nei bagni del locale dove lavorava, e Florian lo aveva supplicato di andare via perché non era il caso di lavorare in quelle condizioni. 
Scorpius si era talmente rassegnato al suo malessere che ora fissava il soffitto inerme, nella speranza che la stanchezza lo avrebbe travolto e gettato tra le braccia di Morfeo. 
Ma niente. Il sonno non arrivava e lui non riusciva a smettere di farsi trascinare nell’abisso dei ricordi. Stanco e demotivato, recuperò il biglietto e lo lesse di nuovo: "O´DJames - Kasselhaus, Berlin - 11 June"
Era a cinque minuti da casa sua. 
James era a cinque minuti da casa sua.
A cinque minuti.
Il suo cuore perse un battito e lui si sentì stupido.  
Soffocò un paio di urla nel cuscino che poi scaraventò contro la parete e, in preda alla frustrazione, si alzò e si diresse verso l’armadio. Uno a uno, cominciò a tirare fuori ogni vestito e non smise fino a quando tutto il suo guardaroba giaceva sul pavimento. Sembrava quasi un’opera d’arte, avrebbe potuto intitolarsi “furia su parquet”. La sua attenzione fu colpita da un piccolo scatolo che giaceva nell’angolo più remoto dell’armadio. Lui ne ricordava il contenuto, l’aveva nascosto lì perché non voleva più vederla. Eppure, in quella sera in cui la nostalgia faceva da padrone, ne avvertì la mancanza. Lo recuperò e soffiò via la polvere prima di aprirlo. 
La sua bacchetta. Bella, era bella. L’estrasse e la strinse forte tra le mani; forse si trattava solo di suggestione, ma parve avvertire un qualcosa ribollirgli nelle vene. E, in virtù di questo fervore, recuperò un paio di jeans e una canotta e uscì. 
 


auf i t a l i e n i s c h


1: Anmeldungen: sono le iscrizioni, per esempio, al comune.
2: Ausweise: carta d'identità
3: "tesoro" 
4: "ma che cosa..." 




/ ndA
Ormai sono nel flusso, devo per forza continuare a scrivere. Scrivo scrivo scrivo. E comunque, questo Scorpius mi fa allo stesso tempo tenerezza e simpatia. Che vorrà mai raccontarci? Lo scopriremo nei prossimi capitoli (forse). 

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Capitolo 3
*** / kapitel z w e i ***


kapitel  z w e i

 

Scorpius era entrato quando la serata era quasi volta al termine. La musica elettronica non era la sua preferita, ma James... lui era bravissimo, oltre che bellissimo.
Pensava a questo tra i sensi di colpa e un sorso di Straßenbräu (1) mentre, incollato alla parete, non riusciva a staccare gli occhi da Potter. Lo sentiva cantare tra i beat, le persone ballavano e strillavano i suoi testi. Che poi, erano anche profondi. Peccato che James fosse una testa di cazzo. Era certo che tutte quelle parole non fossero proprio farina del suo sacco, ma funzionavano lo stesso. La gente era felice mentre saltava o alzava le braccia al cielo. Scorpius, invece, cercava solo di passare inosservato. Stringeva tra le mani il bicchiere, certo che il look total black lo avesse tenuto al sicuro da tutti i maghi e le maghe che facevano festa.
Per un attimo pensò a Hogwarts, a tutte le feste che si era perso a causa dello studio, ai ricordi dei suoi compagni che raccontavano di sbaciucchiamenti e dei loro primi approcci al sesso, e si sentì stupido. Lui non aveva mai baciato nessuno prima di fingersi un babbano a Berlino, né aveva mai fatto sesso prima di trasferirsi in Germania. L’unica cosa che aveva fatto durante l’adolescenza era quella di scoprire la propria sessualità, proprio grazie a James. Quante notti aveva trascorso a immaginare una vita in cui loro due avrebbero potuto stare insieme, rotolarsi tra le lenzuola ogni notte, raccontarsi ogni giorno, abbracciarsi sul divano nelle noiose giornate di pioggia... Ma Scorpius lo sapeva che quello era un amore che non avrebbe mai visto la luce. James era poco gay e troppo rubacuori per una relazione del genere, e così Malfoy si era accontentato delle briciole d’attenzione che ogni tanto gli buttava addosso.
Solo che, dopo un po’, gli avanzi non erano più sufficienti. Lui voleva qualcosa di vero, qualcosa che non fosse solo una fantasia di un adolescente in piena crisi ormonale; lui desiderava un amore travolgente, voleva assaggiare le labbra di James, voleva affondare le unghie nella sua pelle, voleva incrociare le gambe nude con quelle del ragazzo dopo una sana scopata, voleva rimanere poi a dormire accanto a lui. Ma non poteva farlo.

Mentre rimuginava sulle vestigia di un amore che non si era mai consumato, Scorpius finì con lo stringere il bicchiere con così tanta forza che si ruppe.
- Scheiße, (2) - commentò a voce bassa. Le schegge di vetro gli erano finite tra le dita, ma forse lui reputava peggiore il fatto che la birra fosse finita in gran parte sul pavimento. In men che non si dica, un mago gli si era avvicinato e con un incantesimo aveva ripulito tutto, perfino i suoi vestiti.
- Vielen Dank. (3) -
- Gerne. Entschuldigung Sie, sind Sie Herr Scorpius Malfoy? (4) -
- Ja, bin ich. Was kann ich für Sie tun? (5) -
- Für mich nicht, aber Herr Potter möchte Sie treffen. Könnten Sie mir bitte folgen? (6) -
Scorpius annuì, nonostante il cervello gli avesse chiesto di dire "nein, nie, nein!" (7). Eppure il suo corpo si era mosso da solo: aveva annuito e poi aveva seguito quel mago dall’aria inquietante che gli aveva ripulito i pantaloni. 
Una volta dietro le quinte, Scorpius fu lasciato da solo in quello che corrispondeva al camerino di James. Sembrava devastato da un tornado: c’erano vestiti ovunque, cartacce, mozziconi di sigarette, l’incarto di un preservativo, un tritino e penne e matite sparpagliate sulla piccola scrivania. Malfoy sorrise con una nota di amarezza.
Cosa ci faceva lì? 
Non era il suo posto. 
No. 
Avrebbe dovuto restare a casa, al massimo raggiungere Florian. Invece aveva seguito le orme del sentiero dei ricordi e si era lasciato trasportare nel museo dei cimeli da una cicatrice ancora aperta.  Che coglione che era.

- Alla fine sei venuto. -
Scorpius si voltò di scatto, James era alle sue spalle. - Sei stato subdolo, James. Perché lo hai fatto? -
- Cosa? -
- Cercarmi. -
- Ti ho trovato per caso! -
- Sei un bugiardo, - sentenziò Scorpius. - Ti conosco abbastanza da sapere che tu non fai mai le cose per caso. Cosa vuoi da me? -
- Va bene, lo confesso. Mi era arrivata voce che tu fossi a Berlino, e visto che mi era stato proposto di fare un paio di serate qui ho pensato di cercarti. -
Scorpius infilò le mani in tasca. - Il motivo, James. Che cosa vuoi? -
- Non può essere perché mi mancavi? -
Malfoy gli rise in faccia, gonfio di disappunto. - Il motivo, James. Der Grund. (8) -
Potter sbuffò sonoramente. L’adrenalina dell’esibizione appena finita stava già sciamando a causa dell’atteggiamento negativo dell’altro ragazzo. - Sono serio, Scorpius. Eravamo amici. Sono quasi cinque anni che non ti vedo, mi mancavi. Puoi concedermi almeno questo? -
- No! - rispose Malfoy.  - No, non posso. E non eravamo amici. -
- Ma che cosa dici Scorpius? Stavamo sempre insieme! -
- Vedo che la tua memoria ha distorto un bel po’ di dettagli, James. Io ero tuo amico, ma tu non eri amico mio. Era un amicizia a senso unico. -
- Davvero pensi questo di me? -
- Sì. Sì, James, sì. Penso questo. -
James parve intristirsi e si accomodò sul divano. Accese una sigaretta. - E quindi sei scappato per questo? -
- Cazzo, James, non sono scappato. Forse la tua mente bacata da Grifondoro non può capirlo. -
- Anche le menti Serpeverde di tuo padre e di mio fratello non sono arrivate a una conclusione. Illuminami. -
Scorpius avrebbe voluto tirare un pugno contro il muro. - Te l’ho già detto, avevo bisogno di una boccata d’aria. -
- Scorpius, tu non hai deciso di fare un viaggio. Un giorno c'eri e quello dopo, puf, scomparso. Non un messaggio in bottiglia, non una lettera, nemmeno un vaffanculo. -
- Ero stanco, James, - ammise Scorpius. Iniziò a tremare; la voce vibrava dal nervoso, le parole volevano essere vomitate fuori senza controllo. - Mi sono guardato allo specchio e mi facevo schifo. Troppo pallido, troppo spento, le occhiaie lunghe. E mio padre, lui e quei M.A.G.O. a cui non potevo rinunciare, sempre i voti migliori, mai una distrazione, mai. Dovevo indossare una maschera di accondiscendenza costantemente e solo per coprire la mia, anzi, le mie frustrazioni. A questo aggiungici un amore impossibile... -
- ...aspetta, Scorpius, eri innamorato?! E perché non me lo hai detto? Chi era la fortunata? -
- Ma sei proprio un coglione, James! - rispose Scorpius in uno slancio di spontaneità. - Ero innamorato di te! -
James rimase allibito. La bocca spalancata lasciava intendere tutto il suo stupore. - Di me? -
- Sì, coglione! - ripeté Scorpius. - E tu non hai mai capito un cazzo! -
Dopo qualche attimo di silenzio, in cui era quasi udibile il rumore delle rotelle presenti nel cervello di James, Potter riuscì solo a porre una domanda: - Quindi sei gay? -
- Davvero, James? Davvero? È questa la domanda che mi poni? -
- Beh... -
- Sì, sono gay. E ora? -
- Ah... ma... non lo avevi mai detto... -
- Perché, tu hai mai detto di essere etero? -
- Che c’entra! Non è la stessa cosa. -
- Invece sì. Non vedo perché dagli omosessuali bisogna aspettarsi il momento dell’outing, non capisco la necessità per noi di dover sbandierare i cazzi nostri soltanto per sentirci ancora più diversi. Siamo nel XXI secolo, la sessualità non dovrebbe essere un problema. - 
- E io come faccio a sapere cosa ti interessa?! Che ne so, anche solo per farti da spalla... -
- James, - sospirò Scorpius, - non voglio che tu mi faccia da spalla. Non mi interessava prima e men che meno mi interessa adesso. Sto bene qui, ho un fidanzato e sono contento. -
- Il fidanzato sarebbe quel coso, lì, Florian? -
Scorpius annuì.
- Quello nemmeno sa chi sei! -
- Perché, tu lo sai? - chiese Malfoy. James non rispose, per cui Scorpius proseguì. - Come sapevi che sono gay, come sapevi che ero un fantasma, come sapevi che mi sentivo solo e triste. Giusto? -
- Ok, hai ragione, sono un coglione. Ti senti meglio? -
- No, James, non mi sento meglio manco per il cazzo! - gridò Scorpius. La rabbia gli stava cuocendo il sangue come se fosse fegato alla veneziana, tanto che iniziò a lacrimare senza quasi accorgersene. - Perché sei venuto a cercarmi? -




auf i t a l i e n i s c h

1: Straßenbräu: è una birra artigianale locale.
2: Scheiße: imprecazione, come dire "merda!" o "cazzo!".
3: Vielen Dank: grazie mille.
4: Gerne. Entschuldigung Sie, sind Sie Herr Scorpius Malfoy?: Prego. Mi scusi, lei è il signor Scorpius Malfoy?
5: Ja, bin ich. Was kann ich für Sie tun?: Sì, sono io. Cosa posso fare per lei?
6: Für mich nicht, aber Herr Potter möchte Sie treffen. Könnten Sie mir bitte folgen?: Per me nulla, ma il signor Potter vorrebbe incontrarla. Potrebbe seguirmi, per favore?
7: Nein, nie, nein!: No, proprio no, no!
8: Der Grund: la ragione.




/ ndA
Scusate l'assenza, ma ero via per le vacanze che - ahimè - sono già finite ç_ç. E per consolarmi, ho deciso di aggiornare questa storia. Grazie a tutti <3

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Capitolo 4
*** / kapitel d r e i ***


kapitel  d r e i

 

Potter lo fissò in silenzio per dei secondi che sembrarono durare ore. Tempo infinito in cui mille pensieri lo trascinavano verso il baratro e gli ricordavano che sì, era un coglione, che aveva sbagliato tutto, ma che non poteva fidarsi di nessuno se non di Scorpius. E che aveva bisogno di lui, ma non voleva metterlo in difficoltà, non dopo le ultime cocenti rivelazioni. Per questo ingoiò un boccone di saliva e amarezza, e rimase in silenzio. 
- Sei solo un coglione, James, - ribadì Scorpius. - E sei anche un codardo. -
- Questo mai! - ruggì Potter. Andavano bene gli insulti, ma lui non era mai stato un vigliacco. Le bugie no. Quelle non poteva tollerarle. 
- E allora dimmi che cazzo vuoi e facciamola finita! -
- Ho una bambina, - disse James a bruciapelo. - Cioè, non è mia figlia. È mia nipote, è la figlia di Lily. -
Scorpius incrociò le braccia e si poggiò contro il muro. Sentiva di star perdendo l’equilibrio e il controllo di sé. Aveva bisogno di star seduto e riprendere fiato, c’erano troppe emozioni per viverle tutte in una sola giornata.  - E? -
- Non so che farci. -
- …James, che cazzo dici, ma porca puttana, è una bambina, mica una bambola! -
- Lo so, Scorpius, ma io sono la persona meno adatta al mondo per prendermi cura di una bambina! -
- E per quale motivo tua sorella l’ha affidata a te?! -
- Lei… lei non c’è più, Scorpius, - ammise James. Abbassò lo sguardo e assunse le sembianze di un cucciolo abbandonato. Era evidente che stesse cercando di trattenere le lacrime. - Non è morta o, almeno, è quello che spero. Lei e suo marito sono stati fatti prigionieri durante una retata al Ministero. Albus è uscito fuori di testa, non è in grado di occuparsi della bimba, e poi io sono il padrino ed è chiaro che tocchi a me... -
La prima cosa che Scorpius avrebbe voluto dire era "povera bambina", ma in realtà era rimasto molto colpito dalla notizia su Lily. Lui la adorava, più di quanto voleva bene a tutti i Potter; Lily era speciale: lei aveva capito tutto, lo aveva sempre sostenuto, era stata come la sorella che non aveva mai potuto avere. Strinse le mani sulla parete sperando di potervisi aggrappare. - Come è successo? -
- Lei e Amycus erano a lavoro. Stavano lavorando su un caso molto importante, papà non mi ha detto quale, ma c’entra un mago molto pericoloso. Mio padre è stato gravemente ferito, mentre Lily e Amycus... loro... - James abbassò lo sguardo. Le parole faticavano a uscire dalla sua bocca. Sputarle al vento voleva dirle rendere la scomparsa un concetto reale. Potter nascose la testa tra le ginocchia assumendo la forma di un uovo e si accovacciò sul divano. 
Scorpius non riusciva ad avercela con lui. Per quanto ostinato e testa di cazzo, James era una persona buona e mai avrebbe meritato di vivere quello che gli era successo. Malfoy gli si avvicinò e gli accarezzò la testa con dolcezza. - Mi dispiace, James. Non lo sapevo. -
- Lo so che non lo sapevi, - disse Potter tra i denti. - Tu sei scappato e mi hai lasciato da solo. -
- Ma che cazzo, ancora con questa storia, ma vaffanculo, ma hai almeno ascoltato quello che ho detto?! -
- Certo. -
- Allora mi sembra chiaro che tu non lo abbia capito! Vuoi che te lo spieghi in tedesco? Che ne so, magari ci arrivi! -
- Scorpius, tu puoi nasconderti dietro tutte le cazzate che vuoi, ma non cambia i fatti, e i fatti sono che sei fuggito. Ok, io non ho capito, e ti concedo pure di chiamarmi coglione visto che ho più volte fatto commenti che potevano sembrare omofobi, me lo merito anche perché non ho capito i tuoi sentimenti, ma io ti ho cercato, e ti ho trovato, perché per me sei importante. E tu? -
- Io cosa? -
- E tu cosa hai fatto? -
- Sono venuto qui stasera. - Scorpius deglutì. La gola gli si era seccata. Tutte le cose che aveva provato sembravano passare in secondo piano dopo le recenti scoperte. Un cuore spezzato? Si trova rimedio, prima o poi passa. Un amore impossibile? Se ne trova un altro, uno fattibile, prima o poi capita. Ma la magia oscura… quella non si può combattere davvero, e aveva rimesso tutto in prospettiva. 
- Era questo il motivo, Scorpius. Non so come fare. Come ci si prende cura di una bambina? -
- Scusa eh, ma tu hai una famiglia gigante, praticamente avete ripopolato Hogsmeade, e ora chiedi aiuto a me? -
- La mia è una famiglia bellissima, Scorpius, ma io ho bisogno di qualcuno che la possa proteggere. E il mio sangue è una responsabilità che non deve ricadere addosso a una neonata. -
Malfoy dovette trattenersi dal ridergli in faccia. - E hai pensato a me. Mi hai visto, sì? Non sono in grado di prendermi cura di me stesso, e tu hai pensato a me per proteggere lei. -
- Io... - James fece per dire qualcosa ma fu interrotto dall’arrivo del suo gufo. L’uccello sembrava essere trafelato, era ferito a un ala e si era schiantato ai piedi di Scorpius. Il ragazzo si chinò ad accarezzarlo e liberò la sua zampa dalla lettera che porse al destinatario. La bestiola sembrava star davvero male, ma per fortuna Scorpius, che era sempre stato abile con le Creature Magiche, se ne prese cura. Strano, ricordava tutto come se fosse accaduto il giorno prima, eppure erano cinque anni che non usava la magia. 
- Cazzo, - si lamentò James. - Aradia ha mal di pancia. -
Il ragazzo recuperò una canna e l’accese. Sì, aveva bisogno di rilassarsi, doveva fumare qualcosa di più pesante o avrebbe sbroccato. E non poteva permettersi il lusso di perdere la testa. 

Malfoy immaginò che Aradia fosse la figlia di Lily e sorrise. Lily gli aveva sempre detto che avrebbe voluto una figlia femmina e che le avrebbe dato il nome della prima strega al mondo. Ci era riuscita.
- Dov’è la bambina? -





/ ndA
Ogni tanto mi capita di avere l'ispirazione... anche se io, fossi in Scorpius, l'avrei preso a schiaffi!

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