• Scritta per la Countdown Challenge ⏳ del gruppo Hurt/Comfort Italia

• Prompt Capitolo I: Rimboccare le Coperte

(L’ho scritta dopo aver visto le saghe del Festival scolastico e dei Pro Hero, quindi non ci sono riferimenti a eventi successivi e anche Izuku e il suo potere sono in linea con quelli dei primi archi narrativi.)

Shōto ai tempi dello Yuei si era abituato a vedere Izuku dolorante, a pezzi (nel vero senso della parola) e bisognoso di cure. Nessuno si faceva male più di lui, nessuno si era rotto più ossa di lui. Per fortuna, col tempo, le cose erano migliorate, era diventato sempre meno spericolato, anche grazie ai continui richiami di chi gli voleva bene e ai costanti rimproveri di Recovery Girl.

Peccato che, da quando aveva realizzato il suo sogno, diventare il Number One Hero, non aveva più dedicato un solo attimo a se stesso, sempre devoto a proteggere, salvare, rassicurare. A volte al limite delle forze, al limite delle energie, ma sempre sorridente, come il miglior erede di All Might. Shōto era uno dei pochi che vedeva quanto questo costasse a Izuku, quando lo vedeva crollare sfinito sul letto o quando si sfogava in un pianto liberatorio per non essere riuscito a salvare qualcuno.

Quando si prese una terribile influenza, il dottore colse l’occasione per ordinargli riposo totale. Non fu facile convincerlo, ma All Might dette una mano nel persuaderlo.

Shōto ne approfittò per prendersi una settimana di ferie dall’attività di hero per dedicarsi completamente a Izuku.

Era bello riuscire a prendersi cura di lui ed essere uno dei pochi a vedere il lato umano dell’eroe Deku: l’Izuku che aveva bisogno di essere coccolato e protetto, non troppo diverso per una volta dall’Izuku bambino, sempre indietro rispetto ai compagni con un quirk.

Izuku era stanchissimo e dolorante, ma non poteva che sorridere di fronte alle mille attenzioni che Shōto gli riservava. Come quando gli appoggiava delicatamente la fredda mano destra sulla fronte se la febbre saliva troppo, allontanando subito il dolore, o quando gli rimboccava le coperte e rimaneva qualche minuto in piedi a fissarlo, indeciso sul da farsi, per poi scivolare sotto alle lenzuola e tenere Izuku stretto a sé.

Izuku, accoccolato nell’abbraccio dell’altro, pensò che il mondo forse poteva cavarsela qualche giorno senza il Number One Hero e che lui forse lo meritava qualche momento per godersi l’eroe Shōto tutto per sé.

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• Prompt Capitolo II: Sarò sempre al tuo fianco

La seconda notte fu particolarmente intensa, nonostante gli antidolorifici.

La febbre, il dolore, gli incubi, la stanchezza, si mischiavano ai ricordi di mille scontri e di mille paure. In mezzo al sonno, Izuku chiamava il nome di All Might disperato, e Shōto lo abbracciava più forte: sapeva quanto Izuku fosse costantemente preoccupato per la salute del suo mentore e poteva solo immaginare quali orrendi incubi stesse affrontando. In mezzo al sonno, chiamava poi il nome di Shōto, piccole lacrime agli angoli degli occhi serrati, senza rendersi conto che era lì, accanto a lui.

«Izuku... Izuku... Izuku...» sussurrò piano Shōto all’orecchio dell’altro. La sua voce sembrò calmarlo. Con le labbra posò piccoli cristalli di ghiaccio sulla fronte di Izuku.

Il più forte eroe del mondo, ora solo una massa di dolore e brividi tra le sue braccia, aprì lentamente gli occhi.

«Shōto...Avevo sognato che ti avevano sconfitto...Un attimo prima eri accanto a me, combattevamo insieme...E poi...» la voce roca, gli occhi liquidi, il terrore era reale nel suo sguardo. Izuku serrò gli occhi per una fitta lancinante alle tempie.

«Izuku.» Shōto avvicinò il suo viso a quello dell’altro. «Sarò sempre al tuo fianco. Sarò sempre a combattere accanto a te. Ti troverò ovunque sarai e ti proteggerò sempre.»

Appoggiò le sue labbra con tenerezza su quelle di Izuku, che si lasciò andare nel suo abbraccio e riuscì a riaddormentarsi, confortato dalla sua presenza rassicurante.

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• Prompt Capitolo III: Difficoltà a urinare

Izuku stava diventando impaziente. Adorava le attenzioni di Shōto, ma detestava sentirsi così debole, gli faceva ripensare a tutti gli anni che avevano preceduto l’incontro con All Might: quanti anni passati a sentirsi patetico, debole, inutile.

«Oggi ce la faccio ad alzarmi per mangiare.»

Shōto lo scrutò, con aria poco convinta. Izuku era ancora tremendamente pallido, per quanto si sentisse molto meglio rispetto ai giorni precedenti.

«Ti porterò qualcosa qua, non importa che ti alzi.»

«Ti sto dando troppo disturbo! Ho recuperato le forze, ce la posso fare!»

«Che dici, Izuku... Mi fa piacere prendermi cura di te, non essere testardo come sempre.»

Izuku cercò di tirarsi sù, ma Shōto lo spinse con mano delicata ma ferma verso la testiera del letto. Izuku sbuffò.

«È imbarazzante. Sono il Number One Hero e mi sento debole come un gattino.»

«Andiamo, Izuku. Non fare così. Lo sai che mi piaci anche quando sei così indifeso.» Shōto sorrise e gli fece un grattino dietro all’orecchio, poi prese la tazza di tè che aveva posato sul comodino e stringendola tra le mani la portò alla giusta temperatura, per poi porgerla all’altro.

Izuku bevve il suo tè, un po’ imbronciato.

Shōto gli scompigliò i capelli con dolcezza: “Ho scelto di stare con te sempre, sia nelle tue vittorie che nei tuoi momenti di debolezza. Non dovresti sentirti in imbarazzo. È normale, no? Faresti lo stesso per me. Abbiamo tutti i nostri momenti imbarazzanti. »

«Mi sento patetico.»

Shōto lo guardò e sospirò: «Andiamo, Izuku. Mi hai visto in condizioni peggiori.»

«...» Bè, certo, come poteva dimenticare. «Quando quel villain con quel quirk assurdo ti provocò un’orrenda cistite?»

Shōto l’aveva detestato, gli effetti ci avevano messo una settimana a sparire. «Sì, e tu venivi a fare il tifo oltre la porta tutte le volte che andavo in bagno. Io, io non ero patetico?»

«No, affatto.» Izuku sorrise. Shōto doveva volergli davvero molto bene per tirare fuori quel ricordo per fargli sentire il suo supporto. «...Non...non è poi così male essere malato, posso stare tutto il giorno con te.»

Shōto sorrise e gli dette un buffetto su una guancia.

«I villain possono aspettare qualche altro giorno» commentò Izuku.

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• Prompt Capitolo IV: Culofic

«Ammetti che ti stai divertendo a fare l’infermiere, Shō.» Izuku tirò su con il naso e prese l’ultimo fazzoletto dalla scatola accanto sul comodino.

«Un po’, e poi sei carino quando sei bisognoso di cure.» Shōto si alzò dal letto per andare a prendere una nuova scatola di fazzoletti e gliela porse.

«E devo ammettere che è bello essere di nuovo più forte di te, anche se è solo per qualche giorno.» Izuku stava decisamente meglio e Shōto poteva divertirsi a provocarlo.

«E tu dovresti riconoscere che non è poi tanto male farsi curare» sorrise il ragazzo, sicuro di sé. Porse una tazza di tè a Izuku e ne prese una per sé, cominciando a sorseggiarla.

«No, infatti. Mi piace quando mi riscaldi se ho freddo e quando mi baci la fronte.»

Izuku sorrise, arrossendo, poi rifletté, e riprese, tutto serio... «E non credevo che qualcuno potesse rendere piacevole inserire una supposta. Le tue dita sono sempre alla temperatura giusta, il tuo è un quirk davvero versatile.»

Shōto per quasi non si strozzò con il tè e il suo viso diventò dello stesso colore della cicatrice che aveva sul volto.

«I-I-IZUKU!»

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• Prompt Capitolo V: Fiocco di Neve

Izuku si stava perdendo a guardare Shōto, nel letto accanto a lui, che controllava scartoffie burocratiche e rileggeva rapporti sui villain. Prendersi questa settimana libera dal lavoro chissà quanti arretrati gli avrebbe comportato.

Shōto si girò verso di lui, i fogli ancora in mano, e gli spostò una ciocca ribelle dalla fronte: «Come ti senti?»

«Sento ancora la gola un po’ secca, mi fa male la schiena...»

Shōto scese dal letto, rimise a posto i fogli e tornò da Izuku con un piccolo bicchierino.

«Prendi un po’ di miele.»

Izuku obbedì subito, con un’espressione beata mentre il morbido balsamo sembrava calmare quell’opprimente fastidio che sentiva in gola.

«E per la schiena...», Shōto strinse Izuku a sé, facendo scivolare nel frattempo la mano sinistra via via più calda sui muscoli della schiena dell’altro, che sembrarono sciogliersi sotto le sue dita.

Izuku sospirò, beato...Poi prese la mano destra di Shōto e vi posò piccoli baci, accarezzò il suo braccio, facendo scorrere la punta delle dita lungo le vene con delicatezza, sapeva quanto lui lo amasse e Izuku adorava quello che sarebbe successo di lì a poco. Shōto si rilassò a quel tocco leggero e un piccolo brivido gli percorse la pelle.

Piccoli cristalli di ghiaccio, che sembravano seguire la trama di tanti minuscoli fiocchi di neve, cominciarono a comparire sulla pelle esposta del lato destro del ragazzo, Izuku poteva perdersi a guardare quell’opera d’arte e la gioia che provava, sapendo di esserne la ragione...! Oh, quanto amava Shōto e i suoi quirk!

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• Prompt Capitolo VI: Happy Ending

Quel mattino Izuku si sentiva pieno di energie, forse avevano ragione a dirgli che doveva fermarsi un po’ ogni tanto: si sentiva davvero rigenerato dalla settimana di riposo e cure amorevoli.

Si guardò allo specchio senza maglia, i muscoli meno tesi di una settimana prima...sicuramente aveva perso un po’ di peso...Illuminò per qualche secondo la sua pelle con la forza del One for All e quel luccichio accese la stanza.

Shōto comparve sulla soglia della stanza, sorrise vedendo il quirk che prendeva vita sui muscoli di Izuku, caricando l’aria attorno a lui di elettricità.

«Te la senti di rientrare?» gli domandò, con un po’ di apprensione, mentre inclinava la testa per scrutarlo meglio, scostandosi una ciocca di capelli rossi dal viso.

«Sì, sono prontissimo! Mi sento benissimo! Ho proprio voglia di raddrizzare qualche villain con un bel Delaware Detroit Smash!»

Shōto poteva sentirsi rassicurato, poteva rilassarsi.

In un attimo entrambi avevano indossato i costumi, pronti per tornare alle loro quotidiane attività da heroes.

Prima di uscire di casa, come faceva ogni volta, Shōto baciò la mano destra di Izuku e le sue cicatrici, e lo lasciò uscire per primo. Adorava vederlo camminare davanti a sé, nella sua fulgida gloria, simbolo della pace anche per lui, oltre che per il Paese.

Si affrettò a raggiungerlo, gli sorrise: «Bentornato, eroe Deku.»

Izuku era raggiante, con quel sorriso capace di scaldare ogni cuore: «Grazie, mio hero, Shōto.»

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