Amore brevettato Weasley

di TatianaCovino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pozione d’amore ***
Capitolo 2: *** Qualcosa di inaspettato ***
Capitolo 3: *** Polvere Buiopesto ***
Capitolo 4: *** Così è sempre stato ***



Capitolo 1
*** Pozione d’amore ***


Il Natale alla Tana era stato meraviglioso come sempre, pieno di regali e del buon cibo preparato dalla signora Weasley.

Dopo essersi scambiati i regali, “i grandi” erano rimasti di sotto a parlare di affari del Ministero, mentre tutto gli altri erano saliti in camera dei gemelli per vedere le loro nuove invenzioni.

“No Hermione, quello lo poserei fosse in te”, disse George togliendole dalle mani quelli che sembrava un cannocchiale.

“Ancora non capisco cosa ci trovi Bill in quella Fleur”, disse Ginny.

“Oh, è semplicemente meravigliosa!”, ribattè Ron.

“Per te chiunque è meravigliosa, basta che ti sorrida”, disse Ginny pungente.

“Da quando LavLav ti ha lasciato non fai altro che pensare alle ragazze”, ribattè Fred.

“Non mi ha lasciato, sono io che ho lasciato lei!”, disse Ron, rosso in viso.

“Certo, certo”, confermó George.

Harry rise, ma non troppo forte, per evitare che Ron lo sentisse.

“E questa cos’è?”, disse Ginny mostrando una fialetta ai gemelli.

“Pozione d’amore brevettata Weasley”, disse George.

“E funziona?”

“Certo. La durata varia a seconda dell’intensità del desiderio e della bellezza della ragazza. Ma non la vendiamo a nostra sorella!”, affermò George.

“E neanche alle amiche di nostra sorella”, disse Fred. “Non che tu ne abbia bisogno”, sussurró all’orecchio di Hermione, mentre le toglieva dalle mani la fialetta con la pozione d’amore.

Senza rendersene conto, Hermione arrossì.

“Hei, vi va una partitina a Quidditch?”, urló dabbasso la voce di Bill.

“Arriviamo subito”, esclamarono Ron e Ginny insieme.

“E tu, non vieni?”, chiese Fred a Hermione.

“Oh no, non mi piace molto volare…”

“Puoi sempre venire a fare il tifo per me”, le rispose lui facendole l’occhiolino.

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Capitolo 2
*** Qualcosa di inaspettato ***


La partita stava andando molto bene per Fred, Harry e Ginny. Per Ron, George e Bill un po’ meno.
Hermione doveva ammetterlo, Fred era davvero bravo a giocare. Sicuramente più di Ron, che continuava a mancare qualsiasi colpo. Faceva davvero freddo lì fuori, e la ragazza di avvolse ancora di più nella sciarpa. Ma perché si era lasciata convincere ad uscire fuori? Neanche le piaceva il Quidditch! Non lo aveva mai capito.
“Hei, Granger! Non ti sento fare il tifo per me!, le urlò Fred, mentre le passava vicino con la scopa.
“Accontentati del fatto che io sia qui con questo freddo!”, disse di rimando la ragazza.
“Fred, ma cosa stai facendo? Siamo nel mezzo di una partita di Quidditch!”, urlò adirata Ginny.
“Non preoccuparti sorellina, siamo in vantaggio, e poi Ron è una schiappa a parare! Diamogli un po’ di vantaggio!”. Poi si rivolse di nuovo a Hermione: “Tu perché non vuoi giocare?”
“Te l’ho detto, non mi piace il Quidditch, e poi… volare mi fa paura.”
“A questo dobbiamo rimediare”, disse Fred e, prima che Hermione se ne rendesse conto, l’afferrò e la fece salire sulla sua scopa.
“Fred, mettimi giù!”
“Ma cosa stai facendo?”, urlò Ginny.
“Sto insegnando a volare a Hermione!”
In quel momento George Ginny colpì Ron in testa con un bolide e Hermione fu salvata dalla voce della signora Weasley: “Adesso basta! Tornate tutti dentro!”
“Dai mamma…”, disse George.
“Non voglio sentire nulla. Avanti, filate tutti a letto.”
Hermione non disse nulla, ma non fu mai così grata alla signora Weasley per averla salvata da morte quasi certa.
Fred atterrò dolcemente a terra e fece scendere Hermione: “Non è finita, Granger. Prima o poi ti insegnerò a volare.”
“Io so volare! Ho solo paura.”
“Con me non devi avere paura”, le rispose Fred ammiccando.
 
Quella notte Hermione non riusciva a dormire, aveva lo stomaco in subbuglio. Decise di scendere in cucina a prendere un bicchiere d’acqua e, sul tavolo, vide una fiala di “pozione d’amore brevettata Weasley”. La prese e se la rigirò tra le mani.
“Che fai Granger? Vuoi rubarla per caso?”
Hermione sobbalzò: “Fred! No, io non volevo…”
“Te l’ho già detto. Non la vediamo a nostra sorella, o alle amiche di nostra sorella.”
Hermione arrossì. Non voleva rubarla, la stava soltanto guardando, ma Fred faceva sembrare tutto così contorto.
“Capisco che non vogliate venderla a Ginny, ma cosa vi importa delle sue amiche?”, disse.
“Oh, non tutte le sue amiche. Quella sarebbe una perdita troppo grande. Non la vediamo soltanto a te.”
“E perché mai?”, esclamò la ragazza. Ricordava cosa avevano detto poco prima in camera: funziona a seconda della bellezza della ragazza. Fred stava forse insinuando che non era abbastanza bella e che la pozione con lei non avrebbe funzionato?
“Che ti importa? Vuoi forse far innamorare qualcuno?”
“No, certo che no. Però vorrei sapere perché a me non volete venderla.”
“Primo perché sei una strega brillante e saresti in grado di preparare una pozione meglio di me e George. Secondo, da quanto ho sentito, non ne hai bisogno.”
“Cosa hai sentito?”, chiese Hermione andando in panico.
“Non sei andata con McLaggen alla festa di Lumacorno?”, chiese Fred.
Hermione fece uno sguardo disgustato: “Oh, non ricordarmelo per favore… è stato… orribile!”
Fred sorrise. “Beh, non mi aspettavo diversamente. McLaggen è uno stupido, non può competere con te.”
Hermione arrossì ancora di più, se possibile.
“Come ti è venuto in mente di invitare proprio lui?”
“Io avevo bisogno di un accompagnatore…”, adesso Hermione fissava il pavimento.
Fred le si avvicinò: “E c’è anche un terzo motivo per cui non la vediamo a te.” Le prese il viso tra le mani e la costrinse a guardarlo negli occhi. “Come ti ho detto prima, tu non hai bisogno di una stupida pozione d’amore per far innamorare un ragazzo, Granger.” E prima che Hermione potesse dire qualcosa la baciò dolcemente sulle labbra.

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Capitolo 3
*** Polvere Buiopesto ***


Le lezioni erano finite e tutti erano sul treno per far ritorno a Londra. Di solito Hermione tornava dai suoi genitori per le vacanze estive, ma quell’anno avevano deciso di andare in Australia ed Hermione avrebbe passato la prima parte di quelle vacanze a casa Weasley.
Al solo pensiero le si stringeva lo stomaco: l’ultima sera delle vacanze di Natale Fred l’aveva baciata e, da allora, Hermione non l’aveva più visto o sentito. Non sapeva cosa pensare: probabilmente era soltanto uno stupido scherzo di Fred, o magari dei due gemelli insieme, ma lei si sentiva molto in imbarazzo a doverlo rivedere. Ron le aveva detto che il negozio di scherzi stava andando molto bene, quindi probabilmente avrebbe avuto poco tempo per vedere i gemelli, impegnati nei loro affari: questo pensiero doveva tranquillizzarla, eppure la faceva sentire molto triste.
Dopo aver raccolto i loro bagagli, i ragazzi scesero dal treno e si guardarono intorno alla ricerca di Molly.
“Hei, siamo qui!”, urlò una voce.
“Fred, George, che ci fate qui? Dove sono mamma e papà?”, esclamò Ron.
Hermione, vedendo Fred, arrossì. Non era pronta ad un incontro così presto.
“Non preoccuparti Ron, stanno bene”, disse Fred. Poi guardò Hermione e le sorrise.
La ragazza abbassò lo sguardo.
“Siamo venuti noi a prendervi perché volevamo prima mostrarvi le nostre nuove invenzioni!”, esclamò George. “Venite, andiamo al negozio.”
 
 
“E’ qui nel retro che si fanno i veri affari!”, esclamò George. “Harry, tu puoi prendere tutto ciò che vuoi, gratis ovviamente.”
“Hei, perché Harry può prendere quello che vuole gratis e io no? Io sono vostro fratello!”
“Perché Harry ci sta più simpatico di te, Ron!”, rispose George.
Hermione si guardava intorno in imbarazzo. Non sapeva cosa fare, come muoversi. Prese tra le mani una fialetta e lesse l’etichetta “Polvere Buioposto”.
“Quella è ottima per scappare dalle lezioni”, le disse George.
“Granger, una costatina alla crema?”
A quelle parole la ragazza sobbalzò: “No Fred. Non mangio nulla di quello che è passato tra le vostre mani.”
“Non le abbiamo stregate!”, il ragazzo le sorrise. “Pensavo che mi avresti scritto.”
Hermione aveva pensato di mandare una lettera a Fred durante il soggiorno a Hogwarts, ma poi aveva cambiato idea. Non voleva sembrare stupida, quel bacio era solo stato uno scherzo, uno dei tanti che le avevano fatto. E poi neanche Fred le aveva mai scritto, né tanto meno aveva chiesto sue notizie a Ron o a Ginny.
“E perché avrei dovuto scriverti?”
“Pensavo che dopo il bacio…”, Fred allungò una mano per posare il vassoio con le crostatine alla crema e sfiorò, per sbaglio, la mano di Hermione.
La ragazza fece inavvertitamente cadere la polvere buiopesto a terra. Il buio invase l’intero magazzino: non si vedeva nulla, a stento si riconoscevano le sagome delle persone.
“Oh no, Hermione!”, esclamò Ginny.
“Scusate, non volevo, mi è scivolata…”
“Sapevo di piacerti, ma non pensavo di farti questo effetto Granger”, le sussurrò Fred a un orecchio. Poi la baciò, come la prima volta.
 

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Capitolo 4
*** Così è sempre stato ***


“A che gioco stai giocando?”
“A cosa ti riferisci?”, chiese Fred.
“Avanti Fred, lo sai benissimo a cosa mi riferisco, non fare il finto tonto!”
“Davvero non so a cosa ti riferisci, George”, disse il ragazzo con indifferenza.
“A Hermione Granger!”
Fred lo guardò.
“Ti ho visto stamattina, nel magazzino. Ti ho visto baciarla.”
“Oh, quello… è stato solo uno stupido scherzo.”
“Fred, sono tuo fratello gemello. Ti conosco, conosco il tuo modo di fare con le ragazze. Quello non era uno scherzo. E soprattutto, ho visto come la guardi.”
“Cosa vuoi che ti dica George? Che mi piace? Perché si, Hermione mi piace. E anche da tanto tempo. Forse troppo.”
“Hai mai pensato di dirglielo?”
“Dirle cosa, precisamente?”
“Dirle i tuoi sentimenti.”
“Non c’è nulla da dire.”
“E invece si. Hai aspettato tutto il semestre sperando che ti scrivesse. E non pensare che non abbia capito perché hai tanto insistito con la mamma per andare a prenderli alla stazione!”
Fred non disse nulla. Si limitò a guardare George.
“Devi dirglielo, devi! Non puoi continuare così, non è giusto. Rubarle dei baci appena ne hai la possibilità. Deve saperlo Fred!”
“Hai ragione George, devo proprio dirglielo.”
“Certo che ho ragione, io sono quello intelligente tra i due!”
Fred sorrise: “Si, ma io sono quello più bello!”
 
 
Fred bussò alla porta di Hermione.
“Avanti”, disse la ragazza. “Fred, sei tu…”
“Ciao Granger, non volevo disturbarti.”
“No, stavo soltanto scrivendo delle lettere”, rispose lei in imbarazzo.
“Ah, allora sai scrivere!”, disse Fred con solo una punta di amarezza nella voce.
“Cosa vorresti dire con questo?”, sbraitò Hermione.
“Niente Granger, era solo una battuta! Allora, a chi stai scrivendo?”, disse rubandole di mano la pergamena.
“Ridammela Fred! Non sono affari tuoi!”
Fred si rabbuiò: “Scrivi a Krum. Non sapevo foste ancora in contatto.”
“Siamo amici…”, rispose Hermione cercando di trovare un certo ritegno.
“Strano. Anche io e te siamo amici, ma non ho ricevuto nessuna lettera da parte tua mentre eri a Hogwarts”, rispose il ragazzo.
“Neanche tu mi hai scritto! E poi, cosa avrei dovuto scriverti…”
“Non so, qualsiasi cosa. Ci siamo baciati la sera prima che tu e gli altri partiste e pensavo…”
“Tu mi hai baciato!”
Fred sembrò colto sul vivo. Non si aspettava una risposta del genere.
“Non mi sembra che tu abbia opposto resistenza, Granger. Neanche oggi, al negozio di scherzi.”
Hermione arrossì: “Vorrei che la smettessi.”
“Di fare cosa?”
“Di baciarmi. Non è divertente, Fred. Fine dello scherzo.”
“Non è uno scherzo”, rispose il ragazzo.
“Ah no? Allora come me lo spieghi…?”
Prima che la ragazza finisse la frase Fred la baciò di nuovo. Questa volta non fu un bacio a stampo, ma un bacio intenso, pieno di foga.
“Questo ti sembra uno scherzo, Granger?”
La ragazza lo fissò, senza dire una parola.
“Sono anni che aspetto di baciarti, Granger. Per me non è uno scherzo, non lo è mai stato.”
Fred la baciò nuovamente, con ancora più foga: voleva farle capire quanto aveva desiderato quel bacio, quelle labbra. La strinse ancora più forte a sé e affondò le sue mani nei capelli. Non voleva staccarsi mai più da quelle labbra. Erano quello che aveva sempre voluto.

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