In-versi

di susiguci
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Rivelazione ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Turbamenti ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Attrazione ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV - Speranza ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - Rivelazione ***


Capitolo I

 

Rivelazione













 

Lo sguardo del suo re vagava intorno

fiero ma malinconico sui prati

di Camelot sognando già il ritorno.

 

Si volse a lui con occhi dolci e grati

col capo accennò un saluto al servo,

il miglior tra i suoi uomini fidati.

 

"Tranquillo, che stavolta non ti osservo,

mi fido più di te che di me stesso:

con te al mio posto, Camelot conservo.


Stavolta non verrai a me appresso;

mi mancherà, lo sento, la tua gioia

e l'arroganza che un po' ti ho concesso."

 

"Non posso: porterebbe troppa noia

non poter celiarmi di vostra maestà.

Verrò con voi, non importa che muoia.


Non c'è nessun bisogno di me, qua.

Il mio destino è stare accanto a voi.

Portatemi! E sarà quel che sarà."

 

"Va bene. Farò quello che tu vuoi,

ma sii prudente caro amico mio:

non ci sarà motivo che ti annoi.


Decidere di noi, starà a quel dio

che i nostri fati, non so quando, ha unito.

Che tu rimanga in vita è mio disio.


Il tuo parlar di morte mi ha atterrito:

il tuo viver è il mio" disse al ragazzo

che di emozione il volto avea arrossito.


Il re si appressò a lui senza imbarazzo

con la mano alla nuca lo attirò a sé

baciando la guancia a Merlin, paonazzo.

 

Il servo si perse in un sogno, poiché

immaginò di spostare la bocca

verso le labbra amate del proprio re.

 

Da sempre sa che quell'amor lo tocca,

lo brucia, lo conduce a quel punto

di non ritorno che sempre lo sciocca.

 

Merlino si chiede allora se è giunto

l'istante di dire al re, la verità

di sua magia, ma teme il disappunto.

 

Sta per parlare, stavolta lo dirà

ma vengono interrotti da un soldato:

"Morgana si è mossa e tra poco verrà."

 

Artù si è accorto che il servo è turbato

ma pensa che sia per ciò che ha sentito

dal cavalier che la notizia ha dato.

 

"Ho un segreto per il quale ho patito

moltissimo, ma non ve l'ho mai detto.

Riguarda la magia e vi ho mentito."

 

Il volto del suo re pare interdetto:

lo sguardo su Merlino sembra incerto.

"Che cosa stai dicendo, giovinetto?


Io so tutto di te, sei un libro aperto.

Che conosci, ch'io non so, di magia?"

S'avvede poi del viso ricoperto


di lacrime del servo. "È una bugia!"

s'infuria il re che forse ha già capito.

"Io lo saprei. Perché questa eresia?


Lo vedo dal tuo sguardo: sei impazzito!"

"Perdono, mio signore. È tutto vero!

Non ho avuto il coraggio e son pentito.


Io sono uno stregone per davvero.

Possiedo la magia: la usai per voi,

e per voi solamente mago ero.


Ma sono sempre io, siam sempre noi

e spero nel vostro perdono, mio re!"

"Io non ti crederò: dì quel che vuoi!"

 

Il braccio allungò in su Merlino perché

mostrar voleva al re l'antica arte

e che potesse credergli da sé.

 

Ed un draghetto di fuoco diparte

dalle sue mani e volando sorprende

come mai il re, che trema in disparte.

 

Ha quasi un mancamento e il corpo pende

da un lato e Merlin afferra il suo sire.

"Perché l'oro negli occhi tuoi si accende?


Il tradimento che forse a morire

per mano mia ti porterà al rogo,

anche la vita mia vuol fare finire."

 

"Accetterò di tutto: il fuoco, il giogo,

tutta l'umiliazione e le frustate.

Ma a udire il vostro detto, io m'affogo.


Non sia per colpa mia che voi moriate!"

E il pianto disperato del valletto

all'altro smuove cose mai provate.

 

Dolore e pena e rabbia dentro il petto

al re fan scender lacrime sul viso

e suo malgrado sente grande affetto.

 

Sul volto del re affiora un sorriso.

"Non ti guardar da me. Mi è già passata.

Sei puro come un giglio, un fiordaliso.


La vita mia ancor sarà affidata 

a te, perché comprendo il tuo dolore

di celar la magia che ho rifiutata.


Lasciami il tempo di capir col cuore

nessuno saprà mai del tuo segreto.

Io ti proteggeró con molto ardore."

 

Il viso di Merlino apparve lieto 

e illuminato da grande dolcezza.

"Non occorre, dato che non c'è veto, 


visto che ormai sapete, vostra altezza.

Degli altri non m'importa quasi niente 

ma il vostro dire il cuore m'accarezza"

 

"Con questo tuo spirito irriverente 

che sempre ho visto te adoperare

e che purtroppo ti rende piacente


ma che per me è un dispetto tollerare, 

dirò che preferisco questo modo 

che gli altri leccapiedi sopportare."

 

Merlino dritto in gola sentì un nodo

per ciò che il re gli aveva appena detto.

"Signore, la vostra grandezza lodo: 


siete così magnanimo e il rispetto,

la fiducia, l'amor, la devozione

aumentan nel cuor del vostro valletto."

 

"Non far l'umile e neanche il pappone

Non è proprio da te, non ti si addice."

"Come a voi non si addice l'emozione


aulica che tutto, in voi, contraddice"

Scoppiò il sovrano allora in gran risata.

"La tua natura non adulatrice


rende la mia mente più stimolata

dal tuo acume ciarliero e mai ruffiano."

"Non tramo per avere vita agiata.


Gli adulatori vi terrò lontano,

sebbene anch'io il vostro sarcasmo adori."

Il re coprì la bocca con la mano


per le parole al servo uscite fuori.

Scosse la testa alquanto divertito

ma serio ritornò "I traditori


sono vicini, il nemico è partito

e giunta è l'ora che lo combattiamo."

Artù si mosse verso l'aspro sito


incitando i cavalieri: "Andiamo

miei prodi, per l'onore di Camelot,

per cui disposti a dar la vita siamo!"






 

 














 

Ciao a tutti

 

Da sempre volevo sperimentare una storia in versi, anche se in formato minilong. Non sapevo fosse così difficile. O segui le rime o scrivi la storia. Poi cercando di scrivere in italiano comprensibile è quasi impossibile😁 infatti è pieno di errori (che però chiamerò licenze poetiche.) Non ho tenuto conto degli accenti (non mi sono neanche posta il problema).

Siate comprensivi. 


Metro: terzine di endecasillabi
Rima baciata/alternata ABA - BCB ...
 

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Capitolo 2
*** Capitolo II - Turbamenti ***


Capitolo lI 

 

Turbamenti
















 

Gli uomini rimasti son sfiniti,

tanti tra gli altri han trovato la morte 

e tra i vivi assai ce n'è di feriti.

 

Ma il trono è rimasto al re della corte.

Morgana e pochi altri son scappati.

per salvarsi, ché il mago era più forte.

 

"Cari amici" disse il re ai suoi soldati 

"La guerra non è finita, eppur l'onda

di questa vittoria ci ha incoronati.

 

Camelot al momento non affonda,

in futuro non saprem se lo farà:

Morgana era del tutto furibonda.

 

Ma ora sapete che un amico userà

per voi, la grande magica potenza.

Perché non disse a voi la verità?

 

Voi dovrete capirlo con pazienza.

La mia reazione è stata eccessiva

quando stamani ei s'aprì con prudenza.

 

Io voglio cambiare la repressiva

legge che fa magia di un sol colore

e non distingue tra buona e cattiva.

 

La qualità dipende dal creatore.

Buona se buono, bruta se bruto è

chi la utilizza e chi ne è fautore"

 

Merlino seguì il discorso del suo re

di molto retrocesso sulla landa

per troppa tema di veder da sé

 

le reazioni dell'amata banda.

Artù gli s'avvicina: "Son contento 

tu viva dopo l'aspra scorribanda,

 

e con il cuore di parlarti tento."

"Potete dirmi tutto Artù, mi appresto

ad ascoltar, ché son curioso e sento

 

di voler sapere di quello e questo."

"Non hai temuto di usar la magia

davanti a tutti e mostrar il tuo gesto,

 

per contrastare la sorella mia.

Lei ora sa che sei tra i più potenti 

stregoni che in tutto il mondo ci sia.

 

Gli amici san di te e de' tuoi talenti.

E sembrano felici del tuo fato:

sta sicuro che nessun dei presenti

 

ti tradirà poiché sei molto amato.

Or vorrei star lontano da ciascuno

per riposar del faticoso stato."

 

"Mi reco subito all'altrui raduno,

ma prima il letto vado a preparare

Farò che non vi disturbi nessuno"

 

"Non credo che ciò tu debba imparare:

Merlino non a te mi riferisco

se dico di voler da solo stare

 

perché se stai con me lo preferisco!"

E Merlin col sorriso abituale  

ma ironico rispose: "Non capisco, 

 

se mal vi spiegate, babbeo reale!"

"Siccome tu la vita m'hai salvato"

rispose Artù con modo assai regale

 

come chi grande concessione ha dato

"più d'una volta ed anche poco fa,

da traditore non verrai trattato.

 

Ma bada che passata la novità 

mi attenderà un compito sfizioso

che porterò al fine con gran voluttá:

 

ti addomesticherò, servo scleroso!"

Al che Merlin, basito "Non temete,

la magia contro voi terrò a riposo,

 

anche se un po' mi spiace e lo sapete."

"Guarda ben di non farlo o saran guai.

I miei ragli ed altre cose inconsuete

 

i rutti, tali che mi imbarazzai

or so che ci fu dietro il tuo zampino.

Con quali e tali scherzi ti deliziai!"

 

"È vero, ma ero ancora ragazzino, 

come quando mi portavate a caccia

e delle prede cambiavo il destino

 

salvandole dalla vostra minaccia."

"E così mi menavi per il naso …"

E sull'altro viso il rosso s'affaccia.

 

"Ma non era mia intenzione in quel caso

di farvi sentire sempre più fesso:

ero da sincera pietà pervaso

 

per le povere prede, lo confesso.

Fedele mi son sempre ritenuto

ed altre volte, pure, sottomesso."

 

"Non creder che non ne sia compiaciuto."

"E ancor di più se di voi si trattava!"

Il senso delle cose che taciuto


avea Merlin, e le magie che usava,

erano tante e al re vennero in mente:

più ci pensava e più le afferrava.

 

"Le volte che agivi magicamente,

 Merlin, quante sono state in realtà?"

"Man mano le dirò compiutamente:

 

forse neanch'io le ricordo tutte, ma

mi sforzerò, cosicché capirete 

che incantesimi usai per vostra maestà.

 

Però, vi chiedo scusa, ma dovrete

presenziare alla solenne cena 

e accanto ai vostri uomini starete."

 

"Speravo in una serata serena,

ma do ragione al tuo parlare onesto 

che al dover mi riporta, pur con pena.

 

Se mangerai con me, passerà presto

il tempo e certo con maggior piacere

il desinare, il bere e tutto il resto."

 

"Non cucino e son pronto per godere

della cena: per me sarà un incanto!"

"È ciò che meriti. È mio parere 

 

che la tua condizion cambierà intanto 

che ti sappiamo potente stregone.

Per te sarà sicuramente un vanto

 

conoscer su te la mia decisione:

farai parte del consiglio di corte

sarà se vuoi la tua nuova missione."

 

"È tutto molto bello ma la sorte

mi vuole accanto a voi, solerte e buono 

ed è ciò a cui tengo in modo più forte"

 

"Non dubitare: io non t'abbandono.

Avrai un compito in più da terminare,

sia nelle stanze mie, che accanto al trono

 

con la magia e servi ad aiutare

un buon doppio servizio tuo prevedo

ed io prometto a te di pazientare"

 

"Grazie, ma questo proprio non lo credo

Neanche voglio che cambiate per me, 

ma se é ciò che desiderate, cedo.

 

C'è una cosa che devo dirvi, mio re

Siete stato gentile a perdonarmi

ma io mi sento ancora male, ahimè!" 

 

Morgana è riuscita ad evitarmi,

nonostante la magia mia e la sua,

all'ultimo ce l'ha fatta a scapparmi."

 

"Per quella strega la colpa non è tua. 

Di lei tutti eravam responsabili"

"E tutti i cavalier morti oggi qua?

 

Erano di certo vulnerabili

a paragone di vostra sorella

e per me pochi furono salvabili."

 

"Anche qui si tratta solo di iella.

Destino, sfortuna o chiamalo fato.

Ogni discorso è inutile favella."

 

"Siete sicuro di avermi perdonato?

Come può esser successo in tal fretta?"

"Per un istante di te ho dubitato

 

pur avendo conoscenza diretta

della tua indole e del tuo buon cuore.

Io non credea nella magia corretta,

 

specie dopo che un vecchio truffatore

approfittando della mia urgenza

donò la morte al mio re genitore."

 

Merlin cadde in ginocchio con violenza.

"Non dite ciò, vi prego, non sapete

chi fosse quel tal vecchio in apparenza.

 

Non fu colpa sua. A Gaius chiedete.

Lui voleva salvare Uther, lo so

La mortale pietra con orride mete

 

l'incantesimo di vita rovesciò.

Fu Morgana la sola colpevole

ma il vedervi soffrir così m'angosciò."

 

"Merlin, c'é qualcosa di sgradevole

che devi dirmi ancora sul tuo conto?"

E il servo disse a lui supplichevole.

 

"Vi prego, non vorrei più farvi affronto

ma per essere del tutto sincero

finire dovrò tutto il mio racconto.

 

Quel Dragoon, quel vecchio mago, io ero!

Mi fingevo sarcastico e odioso

solo per non svelare il mio mistero."

 

Artù rimase muto e pensieroso.

Merlino ancora a terra: "E tra i maghi

mi distinguo per un tratto ombroso:

 

sono l'ultimo signore dei draghi!

Seppi che Balinor, mio padre, viveva

solo tramite alcuni accenni vaghi

 

dati da chi bene lo conosceva."

Arthur era scosso da quei discorsi.

Ricordò Merlino quando piangeva:

 

nello stomaco ebbe dei rimorsi

perché l'aveva creduto debole.

Ma sentì anche della rabbia i morsi.

 

Nell'animo di Artù troppe nuvole

s'addensavano. Che c'era di vero 

nel servo dal sorriso amichevole?

 

"Ho bisogno di adunar il pensiero

ti chiesi tempo per capire il tutto."

disse il re freddo e s'avviò nel sentiero.

 

Merlin comprese e lo seguì, distrutto.





 

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Capitolo 3
*** Capitolo III - Attrazione ***


Capitolo III



Attrazione









 

















Circa tre lune erano già passate

dalla battaglia di Artù con Morgana.

Era una notte di quelle stellate

 

e calde d'agosto, tersa e pagana.

Merlino solamente non dormiva

Era preso da un'emozione strana.

 

Camminava lentamente sulla riva

di un fiume che scorreva tumultuoso.

E proprio come il fiume si sentiva.

 

Forse per il segreto scandaloso

di quell'amore ingiusto che provava,

di quell'amore vano e indecoroso

 

che invece di scemare, aumentava.

Forse per la sconfitta di quel giorno

della quale lui non si perdonava.

 

Non era una vittoria ma uno scorno

non essere riuscito a levarla,

Morgana perfida strega, di torno.

 

Non tutto andava male a ben guardarla

Rispetto alla magia era contento:

tutti erano disposti ad accettarla.

 

Vedeva Artù e il suo comportamento:

verso di lui sempre uguale sembrava 

eppure notava quell'elemento

 

che non tornava: il re non lo guardava.

Mentre prima, Artù sempre nei suoi occhi 

i suoi, più del dovuto, concentrava. 

 

Mentre pensava un rumore di ciocchi*

Merlin sentì dietro di sé e si voltò

ma gli tremava il retro dei ginocchi.

 

La gran luna d'agosto il re illuminò:

bello e sconvolgente come ogni volta.

Era serioso e Merlino cominciò:

 

"È un po' presto per la caccia stavolta

o eravate in cerca proprio di me?"

"Sì, Merlino devo parlarti: ascolta.

 

Vedo che non mangi, né dormi granché.

Forse son stato troppo sulle mie

e pensi che non mi importi più di te?

 

La liberazione delle magie

nel discorso che hai potuto udire,

ieri, speravo ti desse più euforie.

 

C'è rimasto qualcosa che vuoi dire?"

Merlino vedeva i begli occhi di Artù

finalmente il suo sguardo inseguire,

 

così da mischiare i due toni di blu

che per tanto erano stati lontani.

Una cosa c'era ancor da dire in più

 

ma Merlin non riuscì: era da insani.

"Non c'entra la magia ma c'é una cosa

che non vi dirò oggi né domani,

 

poiché é ingiusta, abietta e dolorosa.

Il vostro perdono supplico e prego

anche se non sapete la dannosa 

 

causa del mio parlar che non vi spiego."

"Io credo di saper di cosa parli."

E il mago chinò il capo con sussiego.

 

"Merlin, anch'io ho in testa strani tarli.**

Non devi creder di essere il solo

ad aver cercato di superarli"

 

"Ma per voi, su tutto questo, sorvolo."

"Non voglio sia così. Basta mentire.

Anche se so che il tuo riserbo violo.

 

Ora è giunto il momento di chiarire.

Merlin, credo che ormai sia fattibile

e sai che un po' ci toccherà soffrire."

 

"Ma la rovina sarebbe inevitabile.

Son con voi per il motivo contrario.

E non son d'accordo: è impossibile!" 

 

Due passi avanti il re fece, bonario.

"Mi aspettavo da te questa risposta"

"Vi prego di tacere il mio calvario!"

 

Due passi ancora e indietro si sposta

il servo : "Sarà più semplice per me,

se rimarrete alla distanza giusta." 

 

"Io non voglio che sia facile per te.

Credi per me lo sia? Non l'hai capito?"

"Torniamocene a dormire!" disse al re.

 

"Speravo non saresti più fuggito!"

"Ma io non fuggo: ho un ruolo accanto a voi!"

Artù, con fare svogliato e avvilito 

 

si volse e tornò indietro sui passi suoi.

Il servo in panico, urlando lo chiamò

"Arthur, aspettate!" "Merlin cosa vuoi?"

 

"Siete arrabbiato e deluso, lo so.

Volevo solo che voi lo sapeste,

ma già sapevate e mai più lo dirò.

 

Ora conoscete le cose oneste

e le disoneste del vostro paggio

così che in me piena fiducia aveste."

 

"Sì, son deluso: ti manca il coraggio,

nascondi la testa sotto la sabbia;

mi sembri pure molto meno saggio."

 

Merlin sentì dentro una gran rabbia.

"Non merito un simile trattamento. 

A volte mi sembra d'essere in gabbia:

 

vi ho dato tutto, senza mai un lamento: 

magia, fedeltà, stima e fervore.

La vita vi ho donato e non mi pento

 

perché l'ho fatto solo per amore!"

"Quindi tu non vorresti in cambio niente?

Non ho molto tranne forse il mio cuore"

 

gli disse il re con uno sguardo ardente

"che forse é la cosa più degna che ho."

Ora Merlin capiva veramente

 

che il re lo ricambiava, o forse no?

Un terrore ancor più forte lo scuotè:

"È un rischio troppo grande. Non si può!"

 

"Ma è tutto ciò che desidero per me

al di fuori del ruolo di sovrano."

"Sire, una moglie ed anche un figlio c'é 

 

nel vostro futuro non troppo lontano." 

"Senti. Nessun monarca é obbligato   

ad accettare un matrimonio vano.

 

E molti re un erede hanno adottato."

"Ma è una scelta che al popolo non piace!"

"Qui, il mio volere è uguale al mio fato.

 

Nessuno può opporsi: il regno tace.

Il tuo destino è il mio e il mio è il tuo."

"Ditemi perché o non avrò pace."

 

Arthur rise: "L'amor mi ha fatto suo!"

Ma Merlin obiettò "Se vi intrigano

gli uomini, sceglietene uno equo."

 

"Brutto idiota. Gli altri non mi attirano!

Mi attiri tu, soltanto tu. Lo confesso."

L'altro turbato, chiese ancora, piano:

 

"Ma eravate triste, che vi è successo?"

"Non una, ma troppe bugie ho pensato

Non capivo che tutto era connesso."

 

"Mi perdonate per ciò che son stato?

 O per l'attrazione che dite, per me?"

"No. L'attrazione è un fatto ormai datato

 

ma l'ho compresa tardi, fintanto che

non è diventata chiara e lampante.

Ti ho perdonato solamente perché

 

sei puro e prezioso come un diamante.

Non voglio più aspettare. Non è giusto

specie per te, che non conosci amante."

 

"Chi ve l'ha detto?" sbottò Merlin frusto.

Arthur tacque col viso sorridente.

Merlin scosse la testa al bellimbusto.

 

"Finirà male: la mia magia lo sente." 

"Credo che prima o poi lo accetteranno"

"Parlavo di me, Arthur, non è evidente?"

 

"Non ti fidi? Vedrai si spiaceranno

se un tuo capello oseranno torcere" 

"Non alludo a ciò che loro faranno."

 

Merlin non riuscì a farsi comprendere

E Artù ch'avea di error la testa piena***

pensava al modo con cui proteggere

 

il suo servo, dalla chiacchiera oscena

che avrebbe portato maggior offesa 

al mago che a lui, e assai più pena.


















 





*ciocchi (dialettale) rumori secchi.

** da Uomini soli dei Pooh "A volte un uomo è da solo perché ha in testa strani tarli…"

*** frase adattata tratta dal versetto 31 del III canto dell'Inferno della Divina Commedia - Ed io ch'avea d'error la testa cinta…-

Ciao, doveva essere l'ultimo capitolo ma rischiava di diventare troppo lungo per cui l'ho suddiviso in due parti. Buon ferragosto!




 

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Capitolo 5
*** Capitolo IV - Speranza ***


Capitolo IV

 

 Speranza















 

"Se poi mi lasciaste, potrei morire."

dice col viso pieno di lacrime

fissando il re per farsi ben capire.

 

Artù sbarra gli occhi e stupore esprime:

"Ma non mi hai detto che tu sei immortale?"

"Si può morire, e questo mi deprime,

 

in modi assai diversi e il più letale

è continuare ancora a respirare

come un fantasma, nel sembiante uguale

 

a ciò che si era stati, ma cercare

un modo di riunirsi ai nostri amati

e la sfuggente morte vagheggiare."

 

Vide gli occhi del re addolorati 

a quelle parole e gli si avvicinò.

"Scusate ma son pensieri insensati."

 

Il re sorrise "Non devi dire ciò.

Io non ti lascerò. Tu non morirai.

E di averti accanto non mi stancherò."

 

Merlino non ne poteva più ormai.

Certe azioni non gli erano concesse:

voleva stringerlo senza lasciarlo. Mai.

 

"Non potete fare queste promesse:

voi passerete a miglior vita un giorno;

sull'Olimpo vi porterà il calesse

 

ed avrò sempre e solo il vuoto intorno.

Questo in un baratro mi precipita."

"Mi spiace di non esser unicorno

 

che per un gesto buono, risuscita.

Devi sapere che gli esseri umani

preferirebbero aver la tua vita

 

che passar l'eterno con dèi arcani.

Anch'io non mi sottraggo a questa voglia:

l'età non cambia e si resta giovani,

 

vivi per sempre con gioia e con doglia."

"Ogni persona che conosci e ami

ti lascerà con la tua vita spoglia."

 

"È proprio per questo che i tuoi legami

vanno vissuti nel presente, semmai 

per non aver, un dì, rimpianti grami.

 

E poi anch'io ho i miei dubbi e i miei guai.

Tu resterai giovane e bellissimo

mentre io gracile e rugoso, lo sai

 

mi ridurrò in uno stato pessimo.

Chissà se mi vorresti così messo?"

"Non vi sembra di correre al massimo?"

 

chiede il servo sorridendo sommesso.

Pensa al "bellissimo" per lui usato

che gli fa battere il cuore all'eccesso. 

 

"Sei tu che già mi pensi trapassato:

non vedi che son vivo di fronte a te?

Che attendo un cenno? Non sono spirato!"

 

Merlin pensa guardando davanti a sé:

un'idea folle alla mente s'affaccia.

E non s'accorge di ciò che ha detto il re.

 

Quel sogno meraviglioso abbraccia:

vivere e amarsi tutta l'eternità

con quella potenza che il male scaccia.

 

'Allora il resto che importanza avrà?

Non più di tanto almeno: avrei già tutto. 

Fare di Artù un' immortale si potrà? 

 

O dèi, fate che si possa anzitutto!

La cosa è da studiar con strategia,

se non voglio avere un futuro brutto.

 

Ci proverò anche contro la profezia:

forse quel sogno potrò realizzare

se è vero che ho la più grande magia.'

 

Artù con il broncio lo sta a guardare:

"Merlin, continua pure col tuo andazzo!

Se proprio non riesci, lascia stare"

 

mormora il re con ira ed imbarazzo.

"Scusate ma pensavo a un'altra cosa.

Come dicevate?" "Non so se il pazzo

 

sono io, che m 'illudo senza posa

e senza orgoglio ormai, oppure sei tu

la cui mente finge o fa la ritrosa."

 

Merlin ride: "Facciamo a metà, Artù?"

Quell' allegria del mago si diffonde

come una scia di languore, sempre più

 

dentro al petto e tra le ciocche bionde

la mano di Merlino si avventura

lieve e calda che il cuore del re fonde.

 

Quello che prova è una dolce tortura.

Deciso, le spalle al servo ha carpito

negli occhi pari ai suoi non c'è paura,

 

ma avverte lo stesso un forte tremito.

Tocca il viso che di rosso si tinge   

poi la bocca del servo, con un dito

 

che a lasciar un sospir Merlin costringe.

Giran per il mago il cielo e la terra:

l'improvviso capogiro lo spinge

 

ad appoggiarsi al sovran che l' afferra

e con le braccia la sua vita avvolge.

Merlin più non si oppone a questa guerra.

 

Le labbra con le sue sfiora e sconvolge:

il lieve e casto bacio del suo servo 

ricambia il re più volte e lo travolge.

 

Poi si carica di sangue e di nervo:

emozioni strane e sublimi in testa

e il contatto è forte, rude e protervo.

 

Un bacio e un'altro, di fuoco e tempesta,

capelli, mani, respiri mischiati.

Merlin beato, confuso lì resta. 

 

Può e vuole ancora i baci vietati

e forse per questo ancora più belli

che per tanto non avea considerati.

 

Un pensier ebbe: 'Inversi e ribelli,

Se siamo questo, allora è più che giusto

allontanarsi dai duri modelli

 

che la morale impone con "buongusto"

a chiunque esca fuori dai dettami.'

Si attacca all'altro con le braccia e il busto

 

quasi che amore pretenda e reclami.

Nessuno l'aveva baciato così

con la sconvolgenza dello tsunami*

 

e la delicatezza di un colibrì.

Poteva la carne esser sì soave?

Nessuno l'aveva toccato così,

 

con mano leggera eppur così grave.

Se anche fosse stato, non era Artù,

l'unico che ha del suo cuor la chiave.

 

Ora Arthur é intriso dal capo in giù

da un desiderio così grande e forte

che lo spaventa come prima mai fu

 

ma poi si lascia andare: è la sorte,

perché stringer di Merlin la figura

lo fa arrendere e aprir tutte le porte.

 

Merlin viene portato a una radura

nascosta da alti cespugli in fiore.

Ora di Artù ha di nuovo paura

 

ma ne avverte da vicino l'odore

che per lui è ora irresistibile

e lo stringe cercando il suo calore.  

 

Quella stretta per il re è invincibile. 

Lo ama e vuole dirglielo: "Ti amo"

Lo ripete in modo incontrollabile, 

 

che Merlin scoppia a piangere: "Vi amo!

Vi amo tanto anch'io, vostra altezza!"

"Solo Arthur, visto ormai cosa siamo"

 

Si spogliano l'un l'altro con lentezza

per non sciupare il più piccolo gesto

"E cosa siamo?" chiede con dolcezza

 

"Sei tutto ciò che voglio, solo questo"

"Penso che sia il caso di accontentarsi"

Ridono. L'ironia come pretesto

 

per vincer l'imbarazzo e rilassarsi. 

Arthur si sente vivo come non mai 

vedendo l'altro ormai nudo sdraiarsi.

 

Ma si sente responsabile assai

per il dolore e il piacer del valletto.

È lui il più esperto e il più grande. Guai 

se dovesse sentirsi malaccetto,

il suo Merlin, già così spaventato.

Anche il suo corpo merita rispetto.

 

Ma il servitore dà e prende, grato, 

un po' inesperto ma con grande ardore.

E Arthur cede, dall'altro esaltato

 

e stranamente accetta con favore

che il controllo non sia soltanto suo.

Qualche singhiozzo, un po' di dolore

 

Merlin li aveva previsti: "Sono tuo!"

dice sorridendo di gioia vera.

"Anch'io. Siamo una coppia, un gran bel duo!"

 

dichiara il re con voce calda e fiera.

Dopo che il piacere é giunto, violento

languida e soddisfatta è l'atmosfera.  

 

Il servitore abbraccia il re, contento

non pensa più che tutto ciò sia impuro

mentre il suo amante l'accarezza lento.

 

Ciò che riserverà loro il futuro

con certezza non possono sapere

sia di quello prossimo che venturo.

 

Merlin, Artù immortale può rendere?

Il re otterrà il giusto posto per loro?

Per il momento tutto può attendere.

 

"Fare l'amore è una cosa che adoro!"

"Ma solo con me, Merlin! Solo con me!"

Il re fa il geloso e il mago ha l'oro

 

negli occhi. "Usi un incanto sul tuo re?"

"Non credo che ci sia la necessità

ma la magia stavolta ha agito da sé!"

 

Artù lo bacia ancora con voluttà,

cade nella squisita tentazione,

che tanto Merlin null'altro aspetta già.



















   

* Tsumani. Lieve anacronismo😄

Ciao! Sinceramente ringrazio chi ha letto sin qui. Per la prima volta, nel mio caso, siete pochissimi e da qui a dire che la ff si è dimostrata un bel 'flop' é un attimo.

Mi sono divertita ma ho faticato e va bene così! Ma almeno per me, basta Dante. Un abbraccio

La cascata di miele finale è soffocante, lo so. 😆







 

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