Cuori in fiamme

di Alex Ally
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La riunione del consiglio. ***
Capitolo 2: *** Young-Mi ***
Capitolo 3: *** Tomoki e Mai ***
Capitolo 4: *** Partenze rimandate. ***
Capitolo 5: *** Incontri indesiderati ***
Capitolo 6: *** Proposta. ***
Capitolo 7: *** Il consiglio di Ursa. ***
Capitolo 8: *** Un visitatore inaspetato. ***
Capitolo 9: *** Riapacificarsi. ***
Capitolo 10: *** Di nuovo assieme. ***
Capitolo 11: *** Verità e conseguenze. ***
Capitolo 12: *** Madri ***
Capitolo 13: *** La trappola. ***
Capitolo 14: *** Il nostro lieto fine. ***



Capitolo 1
*** La riunione del consiglio. ***


La riunione del consiglio.

Il sole stava tramontando sulla capitale della Nazione del Fuoco e se i cittadini si preparavano alla fine di quella giornata all'interno del palazzo i consiglieri si preparavano per iniziare una riunione di massima importanza.
A quel punto mancava solo la presenza del Signore del Fuoco per dare via ufficialmente alla riunione e non solo perchè era il sovrano della nazione, ma anche perchè era proprio lui il motivo della riunione.
Zuko entro nella sala del consiglio e prese posto continuando a chiedersi perchè fosse proprio lui l'argomento principale, ovviamente la sua mente aveva già immaginato vari scenari di complotti o di un possibille ritorno di Azula, ma mai avrebbe immaginato che il vero motivo fosse di ben altra natura.
«Signore del Fuoco Zuko.» inizio un consigliere, e se Zuko si ricordava bene si chiamava Fukata o qualcosa di simile, era il più anziano del gruppo tanto che era in carica anche prima che Ozai salisse al trono e anche il più attacato alle tradizioni. «Dobbiamo discuttere di una cosa importante per quanto riguarda il futuro della Nazione del Fuoco.»
«Se c'è una minaccia allora sono pronto per...» inizio Zuko per poi venire interroto.
«Non stiamo parlando di una vera e propria minaccia.» continuo il consigliere leggermente accigliato per via di quell'interuzione. «Ma di una questione più personale possiamo dire.»
«Ormai sono passati quasi cinque anni da quando è stato incoronatto.» intervenne un altro consigliere. «Per quanto sia stata un buon Signore del Fuoco molte persone, sopratutto i nobili, si stanno chiedendo quando... insomma quando si potrà dare il benvenuto ad una nuova Signora del Fuoco.»
«Per farla breve stiamo parlando del fatto che dovrebbe sposarsi.» proclamo il consigliere Fukata.
Zuko guardo i suoi consiglieri e le guardie presenti alla riunione metabolizando ciò che aveva appena sentito.
Si alzo di scatto sbattendo i pugni sul tavolo.
«Volete dire che questa riunione riguarda la mia vita sentimentale!» urlo con gli occhi che gli bruciavano di rabbia.
«Riguarda il futuro della nostra nazione!» sottolineo il consigliere Fukata. «Avete bisogno della moglie adatta a guidare con voi la Nazione del Fuoco, inoltre c'è anche la facenda degli eredi da considerare.»
Zuko stava per ribattere che aveva solo vent'uno anni e che per trovarsi una moglie c'era tempo anche perchè c'era solo una ragazza al mondo che avrebbe volutto sposare, ma sapeva che lei purtroppo non la pensava più allo stesso modo.
«Signore del Fuoco prima di dire qualsiasi cosa le consiglierei di non nominare la figlia di quel traditore di Ukano.» continuo il consigliere Fukata interrompendo sul nascere qualsiasi protesta di Zuko. «Una ragazza come quella non è adatta a salire al trono della nostra nazione perciò farebbe meglio a togliersela dalla testa una volta per tutte.»
Zuko strinse i pugni non era più un ragazzino incline agli scopi d'ira, ma in quel momento sentiva la rabbia ribolirgli dentro.
Non gli erano mai piaciutte le persone che parlavano di Mai in quel modo come se la conoscessero quando invece non sapevano niente di lei e poi quello sguardo di disgusto sul viso del consigliere mentre parlava se non avesse abolito da anni la regola in cui bisognava battersi quando si era in disacordo durante una riunione di stato avrebbe sfidato il consigliere ad un Agni Kai proprio lì.
«Mai non è...» inizio Zuko.
«La ragazza che ti ha scaricato anni fa?» conclusse il consigliere Fukata. «Forse in passato i cittadini potevano anche accetarla, ma adesso... vuole che il popolo si rivolti contro di lei? Qui non si tratta di un semplice matrimonio, ma di scegliere qualcuna che sia adatta per la Nazione del Fuoco.»
Zuko si risedette senza ribattere.
Era vero era stata Mai a lasciarlo dicendogli che lui amava i suoi segreti più di quanto amava lei e a volte Zuko si chiese se avesse ragione anche quando avevano affrontato assieme il probelmma delle Kemurikage sembrava che nonostante avessero ritrovato la loro vecchia armonia Mai preferiva stare con un altro piuttosto che con lui.
D'altraparte la ragazza non aveva mai amesso di aver smesso di amarlo e questo gli faceva sperare che prima o poi sarebbero riusciti a sistemare le cose tra loro.
Però... e se il consiglio avesse ragione?
Lui amava Mai, ma era davvero adatta ad essere la Signora del Fuoco?
Non ci aveva mai pensato a questo nemmeno quando stavano assieme.
«E allora secondo voi chi potrebbe essere adatta per questo ruolo?» chiese sperando che il consiglio non trovase il suo modo di parlare troppo deluso... o troppo infantile.
«Conosce il generale Akiharu?» domando il consigliere Fukata.
«Certamente.» rispose Zuko. «È uno dei generali che hanno partecipato alla guerra sotto mio zio.»
«Bene, il generale ha una figlia Young-Mi noi pensiamo che sarebbe una perfetta Signora del Fuoco... volete organizzare un incontro?» chiese il consigliere.
Zuko sospiro chiedendosi cosa esattamente per il consiglio significasse adatta visto che alcuni avevano anche lavorato sotto suo padre, ma quelli che aveva tenuto nel consiglio avevano anche l'approvazione di suo zio cosi si constrinse a rispondere.
«Si.» disse setendo il proprio cuore spezzarsi.

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Capitolo 2
*** Young-Mi ***


Capitolo due: Young-Mi.

Stava iniziando a pentirsi di questa sua decisione.
Seduto lì nel salotto di quella casa aspettando l'arrivo di Young-Mi continuava a chiedersi il perchè avesse acettato tutto questo. Infondo considerando com'era finito il matrimonio combinato dei suoi genitori avrebbe dovutto rifiuttare quell'idea all'istante, ma ormai non poteva più tirarsi indietro e avrebbe dovutto arrivare almeno alla fine di quella giornata.
Si guardo attorno vedendo come la casa apparisse pulita e inmacollata in ogni angolo e non potè fare a meno di chiedersi se questo era l'aspetto che aveva di solito o se per caso fosse stata tirata a lucido a causa della sua visita.
«Signore del Fuoco.» disse quella che doveva essere una domestica mentre appoggiava sul tavolino un vassoio con del thè. «Lady Young-Mi sta per arrivare.»
Zuko si limito ad annuire tornando poi a fissare la porta nell'attessa della ragazza. Non ci volle molto perchè pochi minuti dopo il generale Akiharu entro assieme a colei che doveva essere sua figlia.
Era una ragazza non molto alta, con lineamenti del viso molto delicati, lunghi capelli castani e occhi ambratti.
Anche Zuko doveva ammettere che Young-Mi era molto carina.
«Signore del Fuoco benvenuto nella nostra umile dimora è un onore averla qui.» disse il generale sedendosi con la figlia davanti a Zuko.
«L'onore è mio per essere stato invitato generale.» rispose Zuko per poi guardare la ragazza. «Tu sei Young-Mi, vero?»
«Si, Signore del Fuoco.» rispose lei facendo un breve inchino. «Per favore non essere cosi formale e chiamami semplicemente Zuko.» disse il ragazzo, Young-Mi gli sorrise, un piccolo sorisso che la fece somigliare ad una bambola.
«In questo caso posso chiederle... chiedertidi raccontarmi qualcosa sulle tue impresse di guerra, Zuko?» chiese Young-Mi in tono educato.
Zuko sorisse e inizio a raccontarle di ciò che aveva fatto durante i viaggi con suoi zio mentre cerccava l'Avatar, la ragazza sembrava interessata a tutto ciò che diceva si poteva dire che pendeva dalle sue labbra interompendolo solo qualche volta per fargli delle piccole domande.
Ad un certo punto il generale Akiharu se n'è andò lasciandogli soli, ma Zuko era cosi preso dal suo racconto che a malapena se n'è accorse. Anche Young-Mi racconto qualcosa di sé, ma rispetto ai racconti di Zuko disse decisamente poco. Il Signore del Fuoco scopri che aveva vissuto per un periodo a Ba Sing Seng durante la guerra, ma a parte questo e qualche annedotto sul lavoro del generale Akiharu alla fine di quell'incontro non sapeva nulla in più su Young-Mi di quanto ne sapesse prima.
Al massimo aveva capito che alla ragazza piacevano le cose dolci visto tutto lo zucchero che aveva messo nel thè prima di berlo.
«So che tuo zio possiede una sala da thè.» disse Young-Mi sorsegiando la sua tazza. «Un giorno mi piacerebbe vederla.»
«Se l'occassione capita sarei felice di fartela vedere.» disse Zuko poi però gli venne un dubbio. «Scusa se te l'ho chiedo, ma mi sono appena reso conto di una cosa... come hai fatto a vivere a Ba Sing Seng durante la guerra?»
Young-Mi lo fisso in modo strano come se stesse osservando il vuoto mentre le sue labbra si piegavano in una piccola impercetibille smorfia di cui Zuko non ci fede caso.
«Dopo la caduta del re della terra ovviamente.» rispose la ragazza con la voce che le tremava leggermente. «Sapete quando voi e vostra sorella avete aiutato le truppe ad entrare in città.»
Zuko abbasso lo sguardo, non gli piaceva ricordare ciò che aveva fatto quella volta.
Era stato grazie a lui se Azula era riuscita a far cadere la città nelle mani della Nazione del Fuoco e sempre grazie a lui Azula era riuscita a ferire quasi a morte Aang.
No, quel giorno era un momento che preferiva dimenticare.
«In ogni caso penso che il tuo risultato più spettacolare sia stato l'Angi Kai contro la principessa Azula.» disse Young-Mi cambiando in fretta argomento e di questo Zuko glien'è fu grato.
Zuko allora racconto della sua incoronazzione e di ciò che era successo dopo, sia il problemma sorto con le colonie sia il viaggio che aveva fatto per ritrovare sua madre.
Alla fine era quasi il tramonto quando Zuko si rimesse in cammino per il palazzo, ma si accordo con il generale Akiharu per un nuovo incontro.
Non era ancora molto sicuro di questa faccenda, ma voleva conoscere bene Young-Mi prima di prendere una qualunque decisione definitiva.

«Finalmente è andato via!» sbotto Young-Mi dopo che la carozza fu fuori dalla vista sua e di suo padre. «Mai incontrato un ragazzo più noioso di lui!»
«In ogni caso l'hai nascosto abbastanza bene.» disse Akiharu mettendo un braccio attorno alle spalle della figlia.
«Grazie papà.» disse Young-Mi. «Mi è bastato farlo parlare di se stesso e fingere interesse. C'è l'ho già nel sacco vedrai.»
«Di questo n'è sono sicuro.» disse Akiharu ridacchiando.

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Capitolo 3
*** Tomoki e Mai ***


Capitolo tre: Tomoki e Mai.

Senti qualcuno continuare a scuotterla cosi alla fine apri gli occhi per vedere suo fratello in cima al letto che la chiamava.
«Tom-Tom cosa c'è?» chiese Mai mettendosi a sedere.
«Ti ho già detto che sono troppo grande per quel sopranome.» si lamento il bambino di sette anni gonfiando le guancie.
«Allora dimmi perchè mi hai svegliatta cosi presto Tomoki.» disse Mai facendo un piccolo sorisso al fratello, da quando aveva iniziato ad andare regolarmente a scuola Tom-Tom aveva iniziato a pretendere di essere chiamato con il suo nome completo e non con il sopranome che tutti usavano per lui quando era ancora un bambino piccolo.
«Hai promesso che oggi ci saremmo allenati, dai Mai andiamo!» disse Tomoki ribalzando sul letto eccitato.
Mai rotero gli occhi se avesse saputo che insegnare a suo fratello il lancio dei coltelli non le avrebbe più permesso di dormire in pace la mattina non l'avrebbe mai fatto in primo luogo.
Fece uscire Tomoki dalla stanza in modo da potersi cambiare, era ancora presto e visto che era estate opto per un vestito leggero anche se come tutti capi d'abbigliamento che possedeva aveva le maniche lunghe.
Ormai averle era diventata un'abitudine altrimenti dove avrebbe potutto nascondere le sue lame?
Quando fu pronta si assicuro che sua madre e zia Mura stessero ancora dormendo, sua madre non era mai stata favorevole al fatto che avesse imparato a lanciare i coltelli e di sicuro lo sarebbe stata ancora meno alla possibilità che lei lo insegnasse a Tom-Tom. Per fortuna dietro al negozio di fiori c'era un giardino abbastanza grande per essercitarsi, non era grande come quello della vecchia villa in cui vivvevano, ma nessuno dei due sentiva la mancanza di quel lusso.
A Mai di tutto il “prestigio” della sua famiglia non era mai importato trovando incredibilmente noioso mentre Tomoki era troppo piccolo per ricordare bene, dal suo punto di vista quella casa modesta in cui vivvevano adesso era sempre stato il suo mondo.
Già, Tomoki non sarebbe mai stato costretto ad essere il “perfetto” figlio della nobiltà com'era successo a lei, era libero di essere un bambino normale e felice senza obbligi o responsabillità andava persino in una scuola pubblica al contrario di Mai che era andata alla Royal Fire Academy per ragazze.
Era stato in quella scuola che aveva conosciutto Ty Lee e Azula a dimostrazione che ogni caso aveva i suoi lati positivi e negativi.
Erano stati i suoi genitori ad insistere che diventasse amica della principessa e lei aveva fatto come richiesto... ed era stato grazie a ciò se aveva conosciutto Zuko.
Scosse la testa, non voleva pensare a lui in questo momento, non voleva più pensare a lui però era difficile riuscire a farlo. Perchè non riusciva a dimenticare quell'idiota una volta per tutte?
Ci aveva provato con tutte le sue forze eppure non riusciva a farcela, le aveva spezzato il cuore due volte eppure quello stesso cuore batteva ancora per lui. Aveva anche provato ad andare avanti con Kei Lo, non l'aveva mai amato quanto aveva amato Zuko o quanto lo stesso Kei Lo amava lei se per questo, ma gli piaceva e questo la rassicrava perchè dopo Zuko aveva iniziato ad avere paura.
Paura che il suo cuore potesse spezzarsi di nuovo e aveva pensato che uscendo con Kei Lo questa possibilità non si sarebbe mai presentata, ma alla fine il ragazzo aveva capito che non era ancora andata completamente avanti e l'aveva lasciata.
Mai aveva sofferto, ma alla fine doveva dargli ragione e ammettere che lasciarsi era stato per il meglio. Ma perchè allora non riusciva a convincersi che era lo stesso per quanto riguardava Zuko?
L'aveva lasciato lei e a giusta ragione, quell'idiota la stava tagliando fuori dalla sua vita e se all'inizio Mai l'aveva sopportato sapendo quanto fosse stressante la nuova carica di Zuko alla fine la sua pazienza si era esaurita.
Aveva addiritura preferito confidarsi con suo padre tra tutte le persone piuttosto che con lei la sua ragazza.
Nonostante tutto però lei continuava ad amarlo... ma amare cosi tanto qualcuno non portava altro che sofferenze.
E certe volte la paura era più forte dell'amore.

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Capitolo 4
*** Partenze rimandate. ***


Capitolo quattro: Partenze rimandate.

Zuko e Young-Mi stavano apssegiando per il giardino reale e ancora una volta era il ragazzo a portare avanti la maggior parte della conversazione mentre la ragazza si limitava a sorridergli e ad annuire.
Ormai i due si “frequentavano” se cosi si poteva dire da almeno una settimana e il consiglio, specialmente Fukata, spingevano in modo che Zuko prendesse una decisione riguardo Young-Mi.
Il problemma era che Zuko non sapeva cosa fare e non aveva nessuno lì che potesse consigliarlo sulla situazione... forse poteva chiedere consiglio a sua madre o a Noren però considerando ciò che avevano passato forse parlagli di un suo possibille matrimonio combinato non era l'idea migliore.
Alla fine decise di parlarne con suo zio anche se ciò significava andare con un aereonave fino a Ba Sing Seng, questa decisione era troppo importante per non discutterne con lui di persona.
Certo c'era una parte di lui che voleva confidarsi con Mai, ma alla fine ricordava le parole del consiglio sul fatto che fosse stata lei a lasciare lui quattro anni prima e se in tutto quel tempo la situazione tra loro non era cambiata che speranza aveva adesso... forse renderla gelosa, ma gli sembrava qualcosa che Mai non si meritava sopratutto dopo tutto ciò che le aveva fatto passare lui.
Non avrebbe coinvolto Mai finchè non fosse stato sicuro di ciò che voleva veramente, non voleva farla soffrire inutilmente.
Non l'avrebbe fatto di nuovo.
«Perchè fai le valigie?» chiese Kiyi entrando nella stanza di Zuko.
«Devo andare nel regno della terra per qualche giorno.» rispose Zuko.
«Posso venire anch'io?» domando la bambina di otto anni.
«No, ho bisogno di parlare con zio Iroh di facende importanti, mi spiace.» disse Zuko inginochiandosi al livello di Kiyi la qualle aveva messo su il broncio.
«Per caso sono io la facenda importante con cui devi parlare con tuo zio?» domando una voce e voltandosi i due trovarono Young-Mi sulla porta che gli guardava leggermente divertita.
«Chi sei?» chiese Kiyi avvicinandosi a Young-Mi.
«Mi chiamo Young-Mi sono un'amica di tuo fratello.» rispose la ragazza cercando di mantenere il sorisso e la voce calma. «E a questo propostio dovrei parlare con lui ti dispiace alsciarci soli.»
Kiyi annui e usci dalla stanza lasciando i due da soli, Zuko non si sentiva molto a suo agio in quella situazione. Immaginava che come il consiglio anche Young-Mi volesse una risposta per quanto riguardava le nozze.
«Avevamo un'incontro oggi?» chiese Zuko preoccupato di essersene dimenticato.
«No, volevo farti una sorpressa.» rispose lei avvicinandosi e accorciando la distanza tra loro.
«Scusa, ma devo assolutamente andare.» disse Zuko allonatandosi di qualche centimetro dalla ragazza.
«Non sono offessa capisco che hai bisogno di parlare di tutto questo con una persona fidata.» lo rassicuro Young-Mi mettendogli una mano sul braccio in un gesto fin troppo intimo per i gusti del ragazzo.
Conosceva a pena Young-Mi e non gli piaceva quando gli estranei si prendevano cosi tanta confidenza con lui.
«Anche se mi stupisce che tu voglia abbandonare il tuo popolo cosi all'improvisso.» commento Young-Mi allontanandosi di scatto da lui. «Ma non è la prima volta, giusto?»
«Cosa intendi?» domando Zuko.
«Solo bè sei già partito per vari viaggi: cercare tua madre oppure aiutare il Polo Sud perciò andartene di nuovo non è una novità.» spiego Young-Mi. «Sono certa che non dispiacerà a nessuno infondo delegerai a qualcuno come al solito, mi chiedo se ci sia qualcuno che dubitti di te a questo punto.»
«Dubitare di me?» disse Zuko stringendo i denti. «Sono il Signore del Fuoco e il bene della nazione è la mia massima priorità.»
«Nessuno lo mette in dubbio solo che ad alcuni potrebbe non sembrare.» continuo la ragazza riavvicinandosi a lui e mettendogli le mani sulle spalle. «Forse questo viaggio non è cosi indispensabille dopo tutto ciòè non stai solo lasciando il tuo popolo, ma sembra anche che tu non sia in grado di prendere una decisione da solo.»
Zuko non disse niente, ma penso alle parole di Young-Mi... che potesse avere ragione?
Infondo la faccenda non era cosi grave o urgente da giustificare un suo viaggio fino alla capitale del Regno della Terra poteva benissimo risolvere questa faccenda da solo senza l'aiuto di suo zio o di qualcun'altro.
«Scusa devo andare a fare una cosa.» disse Zuko uscendo dalla stanza in modo da avvisare il commadante che il viaggio era annulatto.

Young-Mi sorrise mentre vedeva Zuko andarsene, manipolarlo era stato fin troppo facile. Conosceva la reputazione di suo zio e non avrebbe permesso che quell'uomo si mettese in mezzo ai piani della sua famiglia per fortuna aveva ascoltato le storie di Zuko cosi spesso che non era stato difficile trovare il suo punto debole.
La paura di non essere all'altezza del suo ruolo.
Inizio a girovagare per la stanza finchè il suo sguardo non cade su un ritratto.
Vedendo l'immagine di Zuko assieme a quella di una ragazza capì che c'era un altro ostacolo da eliminare per ottenere ciò che voleva.

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Capitolo 5
*** Incontri indesiderati ***


Capitolo cinque: Incontri indesiderati.

Senti la porta del negozio aprirsi alle sue spalle e voltandosi Mai vide davanti a sé una ragazza con lunghi capelli castani, non l'aveva mai vista ma a giudicare dai vestiti che portava doveva far parte dei nobili della nazione.
«Posso esserle d'aiuto?» chiese Mai facendo finta di non vedere come gli occhi di quella ragazza la stessero fissando come a studiarla.
«Mi chiedevo voi qui vendete solo fiori oppure vi occupate anche di decorazioni?» domando la ragazza sorridendole con finta innocenza.
«Solo a volte, ma per questo dovreste rivolgermi a mia zia Mura non a me.» rispose Mai.
«Sei molto gentile.» disse la ragazza. «Capisco perchè Zuko mi ha consigliatto il tuo negozio.»
Mai apri gli occhi di scatto per poi assotigliargli subito dopo, sapeva che c'era qualcosa che non andava in quella ragazza, ma adesso si chiedeva cosa c'entrasse Zuko.
«Zuko ti ha consigliatto il negozio di mia zia?» chiese Mai.
«Certamente, ha detto che qui si potevano trovare i fiori migliori.» continuo la ragazza. «Non n'è vorrebbe altri per il nostro matrimonio.»
Per la prima volta in vita sua Mai fu certa di sentirsi mancare tanto che dovette afferare il bordo del bancone per non cadere a terra.
«Tutto bene?» chiese la ragazza. «Zuko ti ha avvertito di questo vero?»
«Posso sapere come ti chiami?» chiese Mai con il tono più educato che poteva.
Se c'era una cosa che sapeva era che mai in nessuna circostanza doveva permettere agli altri di vedere la sua debolezza perciò non poteva far vedere a quella ragazza quanto ciò che aveva detto l'aveva ferita.
«Mi chiamo Young-Mi.» si presento lei. «Tu invece sei Mai la figlia dell'ex governatore Ukano.»
«Si, sono io.» disse Mai, ma non le piaceva il modo in cui aveva tirato fuori il nome di suo padre anzi non le piaceva niente di quella ragazza.
«Wow sei ancora più carina di come apparivi su quel ritratto nella stanza di Zuko.» le disse Young-Mi. «Peccato che l'abbia butato via.»
Mai strinse i pugni, non aveva ancora chiaro dove volesse andare a parare Young-Mi, ma le era chiaro che stava cercando di farle perdere la calma.
Buona fortuna allora, Mai non era tipa da perdere le staffe facilmente una delle poche cose positive che aveva guadagnato dalla sua rigida educazione. Niente le assicurava che ciò che diceva quella ragazza fosse vero, ma non significava che si sentiva ferita nel sentire ciò.
Zuko che si sposava con un'altra senza nemmeno dirglierlo, forse non era la persona più sensibille del mondo però non era tipo da fare una cosa del genere.
«Non stiamo più assieme può fare quello che vuole con quel vecchio ritratto.» disse Mai.
Young-Mi non disse niente e inizio a girare per il negozio come se stesse scegliendo cosa comprare, a volte le lanciava qualche altra occhiatta però continuava a non dire niente.
Una parte di Mai, una parte molto grande, voleva cacciarla dal negozio, ma non poteva perchè in fin dei conti non aveva fatto niente per giustificare questo comportamento con sua madre e sua zia perciò decise di ignorarla a sua volta e di concentrarsi su i nuovi clienti che entravano e uscivano mentre Young-Mi continuava a fissare i vari fiori in silenzio tranne quando faceva qualche commento con gli altri clienti in alcuni casi consigliava loro anche cosa comprare.
Sembrava cosi gentile e disponibille, ma a Mai continuava a non piacere.
«Allora il tuo negozio è disposto a fornirmi i fiori per le nozze?» chiese Young-Mi all'improvisso quando furono di nuovo sole.
«Te l'ho già detto chiedilo a mia zia.» rispose Mai.
«Non credi che io ti stia dicendo la verità, giusto?» domando Young-Mi. «Se vuoi puoi chiedere conferma a Zuko, ma rischi di fare la figura della fidanzata gelosa tranne che... tu non sei più la sua fidanzata dico bene?»
«Compri qualcosa oppure no?» ribatte Mai stringendo i pugni.
«Provi ancora qualcosa per lui? Che tenerezza.» disse Young-Mi. «Non speravi in un ritorno di fiamma, vero? Cioè tu sei solo la figlia di un traditore e inoltre sei stata tu a lasciarlo quindi spiegami: perchè il Signore del Fuoco dovrebbe interessarsi a te?»
«Io...» inizio Mai, ma fu interrota.
«Forse però non gli sei mai interessata, forse gli ha semplicemente fatto pena per questo stava con te, chissà magari quando l'hai molatto si è persino sentito... solevatto.» continuo Young-Mi. «Ora che ci penso i tuoi fiori non sono cosi belli... ci vediamo.»
Detto questo la ragazza usci dal negozio lasciando lì Mai a fissarla con il cuore che le batteva in gola per il nervosso.
«Mai che ti è successo?» comando sua madre adando da lei.
All'inizio Mai non capì il suo tono ansioso finchè non vide il sangue che aveva sulla mano, incosciamente aveva preso uno dei suoi coltelli e l'aveva stretto cosi forte da ferirsi il palmo della mano.
Mentre Michi fasciava la ferita della figlia, quest'ultima non poteva fare a meno di pensare a ciò che aveva detto Young-Mi e quelle parole stavano iniziando ad avvelenarle la mente.

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Capitolo 6
*** Proposta. ***


Capitolo sei: Proposta.

Non avendo impegni Zuko decise che avrebbe passato la giornata da solo nei suoi alloggi per poter finalmente mettere in chiaro i suoi sentimenti per Young-Mi. In realtà alla fine si accorse che non c'era molto su cui pensare: non amava la ragazza e anche se una parte di lui doveva ammettere che raramente aveva visto ragazza belle come lei questo non cambiava i suoi sentimenti.
Decise che quella sera al consiglio avrebbe detto che non intendeva sposarsi e dopo... forse dopo sarebbe finalmente andato da Mai per parlare con lei.
Stava per uscire, ma prima che potesse afferare la maniglia della porta essa si apri di colpo facendogli trovare davanti proprio Young-Mi.
«Scusa ti disturbo?» chiese la ragazza.
«No, ma stavo per uscire.» rispose Zuko leggermente irritato dal fatto che Young-Mi fosse entrata nella stanza nonostante ciò che le avesse appena detto.
«So che stai per dare al consiglio una risposta riguardo... bè a noi.» comincio Young-Mi sedendosi sul letto. «Non vorrei sembrare invadente, ma credo che sia mio diritto conoscere la risposta in anteprima.»
«Certo.» convenne Zuko per lo meno per buona educazione. «Mi dispiace, ma io non posso...»
«Sei ancora innamorato della tua ex, lo capisco.» lo interruppe Young-Mi alzandosi e avviandosi verso la porta. «In ogni caso è stato un vero piacere e un vero onore passare del tempo con voi.»
Zuko sorisse non si aspettava una reazione cosi tranquilla e aveva apura di dire qualcosa che potesse ferirla e invece Young-Mi l'aveva presa molto bene.
«Però mi chiedo una cosa.» disse la ragazza fermandosi sulla soglia della porta. «Vorresti provare a riallaciare i rapporti con la tua ex, giusto?»
«Perchè me l'ho chiedi?» domando Zuko alzando un sopraciglio.
«No, perchè avresti un bel coraggioso a farlo.» rispose Young-Mi. «Ma infondo quando si è felici a chi importa dell'opinione pubblica... o di ciò che i cittadini potrebbero fare per mostrare il loro malcontento.»
«Non... non capisco che intendi?» domando Zuko sentendo che il suo disagio aumentava.
«Solo, bè il consiglio ti ha spiegato che in molti non vedono più di buon occhio la famiglia dell'ex governatore Ukano e perciò rendere Signora del fuoco la figlia... bè immagino che causerà molto astio tra queste persone.» spiego Young-Mi. «Forse, e speriamo che non accada mai, alcuni potrebbero diventare violenti o peggio.»
«Spiegati.» disse Zuko e dal tono era chiaro che non si trattava di una domanda, ma di un ordine.
«Cosa c'è da spiegare mi sembra di essere stata abbastanza chiara.» disse Young-Mi. «Se, e sottolineo se, dovessi ricostruire la relazione con Mai la gente, il tuo popolo ti si rivolterebbe contro e potrebbe anche agire in maniera violenta, sopratutto verso la famiglai di Mai... ha un fratellino giusto?»
Zuko sgrano gli occhi per poi serare la mascela e stringere i pugni, da un lato non poteva nagare che ciò che Young-Mi stava dicendo potrebbe effetivamente accadere.
C'erano persone che ancora non erano d'accordo con il modo in cui lui governava la nazione in maniera cosi diversa da suo padre, ma per Zuko ciò faceva solo parte del lavoro come Signore del Fuoco aveva sopportato il disprezzo degli altri su di sé per anni durante il suo esilio... non poteva, non voleva che Mai fosse coinvolta. Sapeva che la ragazza era in gado di diffendersi, era uno dei motivi per cui le piaceva tanto il fatto che non fosse la solita ragazzina indifessa che contava solo sullo status sociale della propria famiglia, ma come aveva giustamente fatto notare Young-Mi non era detto che lo scontento si sarebbe manifestato direttamente verso di lei e che non fosse invece rivolto alla sua famiglia.
Sua madre, Noren e Kiyi erano protetti della guardie come mebri della famiglai reale, ma la madre, la zia e il fratello di Mai non lo erano.
«In ogni caso ti auguro buona fortuna.» disse Young-Mi voltandosi, ma Zuko al fermo afferandole un braccio.
«Young-Mi aspetta...» inizio Zuko abbasando lo sguardo. «Avrei uan proposta per te.»
Anche se il suo cuore sanguinava doveva tenere al sicuro la famiglai di Mai e poi... e poi doveva sempre mettere la sua nazione al primo posto.
Anche se ciò non lo rendeva felice.

Seduta fuori dalla sala di riunione del consiglio Young-Mi aspettava solo che le porte si aprissero confermando la sua vittoria e la riuscita del loro piano.
Era stato tutto più semplice del previsto sia Zuko che la sua ex erano stati incredibilmente facili da manipolare che quasi non ci credeva.
“Ingenuo e cosi di buon cuore... proprio il mio tipo.” penso la ragazza ridacchiando tra sé.

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Capitolo 7
*** Il consiglio di Ursa. ***


Capitolo sette: Il consiglio di Ursa.

Non aveva mai visto sua sorella cosi, molto spesso Mai non sorrideva non era una novità, ma Tomoki sapessa che qualcosa non andava.
Si comportava in maniera anche più fredda e distaccata del solito e il ragazzino pensava che fosse dovutto alla notizia delle nozze del Signore del Fuoco. Era molto piccolo quando Mai e il Signore del Fuoco avevano iniziato a frequentarsi perciò non comprendeva tutto ciò che era successo tra di loro o perchè non stavano più assieme, ma una cosa la capiva il pensiero che lui si spossase con un'altra ragazza faceva soffrire sua sorella e questo non andava bene perchè Tomoki sapeva che Mai era ancora innamorata.
Lo faceva quando credeva di essere sola, ma Tomoki a volte l'aveva vista mentre guardava sorridente il ritratto fatto con il ragazzo e quel sorisso era uno di quegli genuini di Mai cosi rari e che Tomoki credeva fossero riservati solo a lui.
Si sbagliava, ma come uomo di casa era suo dovere prendersi cura della sorella maggiore e aiutarla a sentirsi meglio.
«Lo sai c'è ancora tempo per andare a parlargli.» disse Tomoki mentre lui e Mai si trovavano in negozio da soli un pomeriggio dopo che era tornato da scuola.
«Non capisco di cosa tu stia parlando.» obbietto Mai continuando a sistemare i fiori.
«Il Signore del Fuoco non è ancora sposato potresti parlargli e dirli come il pensarlo ti fa sorridere.» continuo Tomoki.
Mai lancio uno sguardo mortale al fratello, ma il ragazzino non si fece intimidire continuando a insistere sul fatto che sarebbe dovutta andare da Zuko per parlargli.
Una parte di lei, una parte nemmeno cosi piccola, voleva farlo però continuava a dirsi che non erano fatti suoi. Zuko poteva fare ciò che voleva e lei non aveva il diritto di obbiettare perciò non sarebbe andata da lui a supplicarlo per qualcosa che non sarebbe mai successa.
Voleva tenersi stretta almeno la sua dignità.
«Ma ti piace vero?» insistete Tomoki non volendo arrendersi e Mai si chiese da chi suo fratello avesse preso la testardaggine. Probabilmente dal padre, ma sperava fosse l'unica cosa che avesse in comune con Ukano.
«Non è questo il punto.» rispose Mai.
«Perchè voi grandi dovette sempre rendere le cose cosi complicate?» domando Tomoki sbuffando.
«E perchè voi bambini non capite che non tutto è cosi semplice?» rispose secca Mai.
«Forse perchè i bambini vedono le cose più chiaramente di noi.» disse una voce di donna.
Mai si volto verso l'ingresso e vide che a parlare era stata la madre di Zuko.
«Principessa Ursa è un'onore averla qui al nostro negozio.» disse Mai facendole un inchino cosa che fu subito immitata da Tomoki.
Erano anni che non parlava con la madre di Zuko, fin dal giorno in cui aveva lasciato la capitale anche quando era tornata e Mai stava aiutando Zuko con la Nuova Società di Ozai e le Kemurikage non aveva mai rivolto la parola ad Ursa che dal canto suo non interagiva con Mai da quando ella era una bambina.
Perciò vista anche la situazione attuale la ragazza penso che un'attegiamento formale era il modo più corretto di comportarsi in sua presenza.
«Non ti sembra di essere un po' troppo formale Mai infondo ti conosco da quando era piccola.» disse Ursa.
«Immagino sia qui per comprare dei fiori.» disse Mai come se niente fosse. «Posso consigliarle qualli sono i migliori da regalare a dei novelli sposi se vuole.»
«Grazie per l'offerta, ma sono cresciutta nella sera di mia madre penso di essere in grado di trovargli da sola i fiori migliori per quest'occassione.» disse Ursa sorridendo poi per il suo sorisso divenne malinconico e guardo Mai con un'espressione dolce. «Anche se Young-Mi non è la ragazza a cui immaginavo di darli.»
«Le cose cambiano.» rispose Mai.
«E lo stesso si può dire per i sentimenti, ma questo non si applica a te e a ciò che provi per mio figlio, giusto?» continuo Ursa.
Mai fece un respiro profondo per mantenere la sua solita compostezza e decise di cambiare argomento chiedendo di nuovo ad Ursa i fiori che voleva acquistare.
Con uno sguardo triste la madre di Zuko fece il suo ordine dicendo che sarebbe venuta a ritirargli il giorno prima delle nozze.
«Lo sai forse non sono la persona migliore per darti consigli in ambito sentimentale.» inizio Ursa mentra stava per uscire.
“Infatti non lo sei.” penso Mai ben attenta a non cambiare espressione o ad esternare i suoi pensieri.
«Però vorrei darti un consiglio.» continuo Ursa. «Devi imparare a guardare la paura con sguardo lucido.»
Mai la osservo andarsene pensando che forse la madre di Zuko doveva passare meno tempo con Iroh visto che stava iniziando a parlare come lui. In ogni caso non poteva fare a meno di pensare a ciò che le aveva detto, forse non era un consiglio cosi assurdo... ma allo stesso tempo sapeva che era troppo tardi.
Non sarebbe andata all'ultimo minuto a supplicare Zuko di tornare con lei.
Ingoio il groppo che aveva in gola a torno a lavorare.
Era troppo tardi punto e basta.

Tomoki guardo sua sorella e il modo in cui il suo volto si contraeva ,seppur quasi indistintamente, per la tristezza.
Ma perchè doveva sempre essere cosi testarda?
Bè se sua sorella non voleva fare niente allora ci avrebbe pensato lui. Prima di finire in prigione suo padre gli aveva chiesto di prendersi cura di sua madre e di Mai. Ed era proprio ciò che Tomoki aveva intenzione di fare.

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Capitolo 8
*** Un visitatore inaspetato. ***


Capitolo otto: Un visitatore inaspettato.

Era davvero felice di aver lasciato a Young-Mi tutta l'organizzazione del matrimonio almeno in questo modo poteva continuare a concentrarsi solo e unicamente su affarri a suo avisso molto più importanti.
Le nozze ci sarebero state alla fine dell'autunno cioè tra un mese sotto consiglio del consigliere Fukata. Zuko pensava fosse troppo presto, ma per far tacere qual vecchio aveva acconsentito tanto ormai aveva già deciso che alla fine dell'anno l'avrebbe estromesso dal consiglio.
Forse una parte di lui ammetteva che spingere per questo matrimonio sotto un certo aspetto era la cosa giusto, ma lui si era stancato di quel vecchio consigliere che ancora lo trattava come un bambino e non come il Signore del Fuoco che era adesso.
All'improvisso le porte della sala del trono si spalancarono e un bambino di circa la stessa età di Kiyi entrare di corsa con il fiattone. Per qualche motivo gli pareva famigliare, ma non ebbe tempo di pensarci troppo perchè un paio di guardie fece irruzione inseguendo il bambino che torno a scappare per tutta la sala finchè non fu acchiappatto.
«Cosa succede qui?» chiese Zuko alla fine.
«Questo mocciosso si è introdotto nel palazzo.» disse uno delle guardie mentre il bambino si dimenava nella presa.
«Come hai fatto ad entrare?» domando Zuko al bambino.
«Non è colpa mia se le tue guardie sono un gruppo di idioti incompetenti!» sbotto il bambino. «Sono qui per parlarti! È urgente!»
«Il Signore del Fuoco non ha tempo per i mocciossi inrispettosi e pestiferi come te.» disse la guardia mentre iniziava a trascinarlo fuori.
«Zuko sono io Tom-Tom!» strillo a quel punto il bambino. «Ti devo parlare di Mai!»
Zuko sgrano gli occhi capendo finalmente perchè il bambino gli risultasse cosi famigliare, non vedeva il fratellino di Mai da circa tre anni ed era cresciutto parecchio in quel lasso di tempo per questo non era riuscito a riconoscerlo subito.
«Fermatevi!» ordino Zuko alle guardie. «Lasciate qui il bambino.»
«Ma vostra altezza...»
«È un'ordine!» ribate Zuko.
Le guardie lasciarono andare Tom-Tom con quest'ultimo che faceva loro la linguaccia mentre uscivano.
«Allora Tom-Tom di cosa volevi parlarmi?» chiese Zuko inginocchiandosi davanti a lui in modo da poterlo guardare direttamente negli occhi.
«Prima di tutto gradireri che ti rivolgessi a me con il nome “Tomoki”, non sono più un bambino.» disse lui gonfiando le guance.
«D'accordo.» rispose Zuko sorridendogli. «Allora Tomoki... hai detto di volermi parlare di Mai, vero?»
«Mai è triste, non l'ho ammetterà mai però io so che l'ho è.» inizio Tomoki. «Devi andare da lei a parlarle.»
«Io... non credo che sarei d'aiuto.» rispose Zuko. «So che forse pensi che con il mio ruolo posso risolvere tutti i problemmi, ma la verità è che io non possono fare proprio niente per far felice Mai.»
«Si invece!» grido Tomoki. «Perchè voi adulti siete tutti cosi maledettamente testardi! Lei è triste perchè ti sposi! Perchè ti ama! E lo sapresti se invece di tenervi il muso a vicenda vi parlaste!»
«Ho provato a parlare con lei...» protesto Zuko.
«Quando stava con un altro ragazzo. Non proprio il miglior tempismo se me l'ho chiedi.» fece notare Tomoki.
«Non sto parlando di questo con un bambino.» disse Zuko cercando di contenere il volume della voce. «Vuoi sapere se mi dispiace com'è finita tra me e tua sorella? Si, e mi dispiacerà sempre, sarà un rimosso che avrò per il resto della vita, ma non importa perchè ora sto facendo ciò che è meglio per la mia nazione il resto non conta.»
«Prima di essere il Signore del Fuoco tu sei una persona! Dovresti pensare a cosa sia meglio per te!» sbotto Tomoki per poi fare la linguaccia a Zuko e correre fuori dalla sala del trono.
Zuko rimase lì un attimo non sapendo bene cosa fare, ma all'improvisso scoppio a ridere.
Quel bambino gli aveva parlato in una maniera cosi diretta, una maniera che gli era mancata da quando era salito al trono. E inoltre ciò che aveva detto gli dava da pensare... forse avrebbe veramente dovutto iniziare a chiedersi cosa volesse lui davvero e non come Signore del Fuoco, ma come Zuko.
Perchè era vero che aveva dei doveri verso la sua nazione però n'è aveva anche verso se stesso.
Di certo non si meritava di essere infelice per il resto della sua vita.

«Tu hai fatto cosa?!» grido Mai quando il fratello torno a casa per poi raccontarle come si era intrufolatto nel palazzo per poi procedere ad urlare contro Zuko.
«Stavo cercando di aiutarti!» rispose Tomoki che stava iniziando a stuffarsi di queste faccende tra “adulti”.
«Non ho bisogno del tuo aiuto Tomoki e poi...» inizio Mai.
«Basta!» l'ha interruppe il fratellino. «Mai ti volgio bene, ma ora voglio farti una domanda cosa ti ferma da andare là tu stessa?»
«Forse... forse la paura di venir ferita di nuovo.» confesso Mai abbassando lo sguardo e stringedo i pugni.
«Allora cos'è più importante? La tua paura e il tuo orgoglio oppure anche solo una minima possibilità di essere di nuovo felice?» chiese Tomoki.
Mai guardo il fratellino, le sembrava molto più adulto di quanto avrebbe dovutto essere. A quel pensiero scoppio a ridere forse era proprio vero che i bambini certe volte vedevano le cose in maniera più chiara rispetto agli adulti.
E forse era arrivato il momento di essere coraggiosa.

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Capitolo 9
*** Riapacificarsi. ***


Capitolo nove: Riapacificarsi.

I corridori, le mura, i giardini... tutto in quel palazzo le era famigliare.
Ci aveva passato cosi tanto tempo che poteva benissimo considerarla una seconda casa e quando la presa dei suoi genitori diventava troppo soffocante nella sua mente quel luogo diventava solo “casa” e basta. Sapeva già come sarebbe finita quella visita: con dolore e molto probabilmente con il cuore che le si spezzava di nuovo, ma non le importava più.
Sarebbe stata coraggiosa avrebbe visto tutto con sguardo lucido e se non fosse servito a niente... bè l'avrebbe acettato.
Affrontare tutto questa era qualcosa che doveva fare per se stessa o non avrebbe mai trovato una chiusara. Qualunque essa fosse destinata ad essere. Fece un respiro profondo per calmarsi infondo era arrivata a destinazione: la stanza di Zuko.

Non aveva visto Zuko per tutto il periodo dell'invasione, secondo Azula non era andato al bunker sotteraneo in cui lei e il Signore del Fuco Ozai si erano nascosti.
“Forse è rimasto al palazzo a rimuginare.” penso Mai, dopo il consiglio di guerra a cui aveva partecipato Zuko sembrava più cupo del solito e si rifiuttava di parlarle di ciò che lo angosciava. Mai voleva fare qualcosa, ma se Zuko non si apriva con lei poteva fare ben poco.
«Zuko, sei qui?» domando bussando alla porta della stanza del ragazzo.
Non sentendo risposta busso un'altro paio di volte alla fine di stuffo e stava per andarsene quando notò che la porta era aperta. Entro nella stanza trovandola vuoto tranne che per una pergamena sul letto. Spinta dalla curiosità l'ha apri vedendo che si trattava di una lettera per lei da parte di Zuko.
La lesse una, due, tre volte e ogni volta sperava di aver letto male. Alla fine accartocio la lettera e spinta da rabbia e tristezza lancio i suoi coltelli tagliando in due il ritratto che rappresentava lei e Zuko che era appesso sul muro della stanza.
Crollo inginocchio mentre le lacrime le rigavano il volto.


Scaccio quel ricordo, non era il momento di soffermarsi sul passato. Busso alla porta attendendo una risposta.
«Entra pure Young-Mi.» senti la voce di Zuko da dentro la stanza.
Di certo questo non aiutava la situazione.
Predendo coraggio apri la porta ed entro prima di rischiare di cambiare idea e tornarse a casa sua seduta stante.
«Mai.» disse Zuko sorpresso. Aveva pensato spesso a lei dopo la visita, se cosi si poteva chiamare, di Tom-Tom però non si aspettava che venisse lì da lui.
«Dobbiamo parlare.» esordi Mai. «O meglio io ti devo parlare. Quando ti penso provo rabbia per ciò che mi hai fatto passare, ma anche tristezza perchè non riesco a non pensarti e poi... e poi non riesco a far smettere al mio cuore di battere per te in ogni momento della giornata.»
«Mai io...» disse Zuko con un filo di voce.
«Non interrompermi.» disse Mai. «Ciò che sto cercando di dire è che per quanto io ci provi non... non riesco a smettere di pensarti, di... di amarti e so! So che non ho alcun diritto di dirti queste cose, ma ogni volta che ti ho aperto il mio cuore tu hai finito per spezzarlo eppure per quanto vorrei che non fosse cosi non ho mai smesso di provare qualcosa per te.»
Zuko la fisso non sapeva come rispondere a ciò che Mai gli aveva appena detto, gli sembrava quasi inrealle che la ragazza avesse confermato di amarlo ancora sembrava un sogno che si reallizzava, ma allo stesso tempo non aveva mai visto Mai reagire in maniera cosi poco controllata e questo lo preoccupava.
Però c'era una domanda che lo assilava da anni e voleva una risposta.
«Se provi ancora tutto questo per me allora perchè non me l'hai mai detto prima?» domando Zuko e Mai lo fisso con uno sguardo che sembrava un misto tra tristezza e dolore.
«Mi hai esclusso dalla tua vita.» rispose Mai. «Mi hai fatto sentire come se non ti importasse di me e questo mi ha ferita e... spaventata. È stato doloroso e non volevo provare di nuovo qualcosa che faceva cosi male. Perderti mi fa paura Zuko e avvicinarmi a te significa solo aumentare questa mia paura.»
«Se mi avessi detto tutto questo prima allora...» inizio Zuko, ma Mai lo interrupe di nuovo.
«Allora non mi avresti ordinato di rimanere.» disse Mai sottolineando la parola. «Sai era disposta a parlare, a darti la possibilità di scusarti, ma...»
«Sono stato un idiota.» conclusse Zuko.
Sapeva di aver sbagliatto quel giorno... in realtà aveva sbagliatto molto anche prima escludendo Mai come la ragazza lo stava accusando, invece di aprirsi con lei con la ragazza che amava aveva preferito farlo con suo padre di tutte le persone.
Si, aveva datto Mai per scontata e di questo se n'è pentiva amaramente.
«Non sto dicendo che sono senza colpe.» continuo Mai. «Anch'io dopo che ci siamo lasciati ho fatto degli erorri e di questi mi dispiace, stavo cercando di andare avanti, ma adesso posso vedere che lo stavo facendo nel modo sbagliatto. Non volevo ferirti nel processo.»
«Forse un po' me l'ho sono meritato... visto come ti ho ferito io per primo.» disse Zuko.
Tra i due calo il silenzio, Mai si sentiva stranamente più libera e più leggera... sarebbe dovutta venir a parlare con Zuko molto prima.
«Grazie per avermi ascoltata.» disse Mai inchinandosi a lui e voltandosi per andare via.
«Aspetta!» disse Zuko fermandola afferandole l'avanbraccio. «Te l'ho già detto: mi sei mancata e anch'io come te non ho mai smesso di amarti.»
«Ti stai per sposare...» disse Mai con un piccolo sorisso triste in volto.
«Non sposerò più Young-Mi. Io ti amo e vorrei... vorrei riprovarci se tu sei d'accordo.» disse Zuko.
«Non hai paura di ciò che potrabbe pensare il consiglio o... il tuo popolo?» domando Mai. «Infondo io sono la figlia di un traditore.»
«E io sono il fratello di Azula.» rispose Zuko. «Non m'interessa cosa pensano gli altri. Voglio essere felice e so che tu sei l'unica con cui posso esserlo davvero.»
«Questa è l'ultima possibilità che ti concedo, ok?» disse Mai sorridendogli.
«D'accordo.» accosenti Zuko ricambiando il sorisso.
I due si abbraciarono per poi baciarsi come desideravano fare da molto tempo.

Se questo non rovinasse completamente i suoi piani poteva dire che la scena davanti a lei era quasi tenera. Però visto che rovinava completamente i suoi piani avrebbe dovutto fare qualcosa.
Che quei due si godessero il loro tempo assieme, sarebbe stato di breve durata e visto che le minaccie a quanto pare non funzionavano più allora sarebbe passata ai fatti.

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Capitolo 10
*** Di nuovo assieme. ***


Capitolo dieci: Di nuovo assieme.

Il sole era appena sorto e sapendo quanto ci tenesse il Signore del Fuoco agli allenamenti matuttini all'alba una camerierra andò a svegliarlo.
Il suo bussare alla porta fece aprire gli occhi a Zuko che ancora assonato si strinse più vicino Mai, la qualle continuava a dormire tranquilla sotto le coperte. Sospiro per quanto riapacificarsi con Mai e la notte appena trascorsa l'avessero reso felice come non era da tempo sapeva bene che la giornata che gli si aspettava davanti sarebbe stata molto dura.
Doveva dire al consiglio e Young-Mi che annulava le nozze e sapeva che ciò avrebbe richiesto tutta la giornata a causa della burocrazia coinvolta nell'accordo. In ogni caso ora era meglio se si alzava e diceva alla camerierra di smettere di bussare prima che decidesse di entrare nella stanza.

Entrò nella sala del consiglio quella stessa sera dopo aver riaccompagnato Mai a casa.
In realtà prima di parlare con i suoi consiglieri avrebbe voluto farlo con Young-Mi però la ragazza sembrava introvabille. Non era a casa sua, la qualle era completamente deserta nemmeno del generale Akiharu c'era traccia perciò Zuko penso che forse erano andati a fare qualche attività padre-figlia.
In ogni caso l'avrebbe cercata nuovamente domani, meritava almeno di essere lasciata faccia a faccia e poi visto quanto era gentile e disponibille di sicuro avrebbe capito perchè stava annulando tutto.
Fu sorpresso di vedere che non c'era nessuno dei suoi consiglieri nonostante fosse stato lui stesso a richiedere la riunione invece seduta dove c'era il suo posto, quello riservato al sovrano della nazione, c'era proprio Young-Mi.
«Penso che sia ora che noi due parliamo di affari.» disse la ragazza sorridendogli in modo maligno.

Mai chiuse il libro una volta finito di leggere la fiaba al fratellino, il qualle non sembrava molto contento di dover andare a letto cosi presto.
«Visto che è grazie a me se sei tornata con Zuko non potresti posticcipare l'ora di andare a letto?» chiese Tomoki imbronciatto mentre Mai gli rimbocava le coperte.
«Nè discuttero con la mamma e zia Mura.» rispose Mai lasciando la stanza.
A quell'ora il negozio era ancora aperto perciò torno di sotto ad aiutare la madre e la zia con gli ultimi clienti.
«Tom-Tom è a letto?» chiese sua madre mentre Mai si metteva il grambiulle.
«Si, anche se vorrebe andarci più tardi.» rispose Mai.
«È ancora tropo piccolo per questo.» disse Michi per poi guardare sua figlia con affetto.
Non era stata molto contenta quando era tornata a casa dopo aver passato la notte fuori senza avvisarla prima, ma doveva ammettere che quando l'aveva vista in volto poteva dire che Mai sembrava più felice e serana di quanto non era da tempo.
Sapeva di aver fatto molti erorri con lei e stava cercando di rimediare sopratutto ora che poteva contare sull'aiuto di sua sorella. Non aveva mai capito perchè Mura avesse aperto quel negozio di fiori invece di continuare con la vita nobile da figlia di alti ufficiali come aveva fatto lei persino loro fratello si era fatto strada nella carierra militare diventando sovraitendente della Roccia Bollente.
Però adesso capiva che Mura aveva fatto la scelta giusta, vivveva una vita tranquilla e felice e vedeva che in quel negozio Mai stava molto meglio rispetto a come era sempre stata nella loro vecchia casa.
Soffocata e costretta ad un ruolo che non voleva.
Non aveva fatto domande, ma adesso che Tom-Tom non era qui forse era il momento di farle queste domande che Michi non riusciva a togliersi dalla mente.
«Mai... dove sei stata ieri?» chiese Michi.
«Da Zuko. Siamo tornati assieme.» rispose Mai continuando a sistemare i fiori senza guardare la madre.
Michi fu sorpressa di questa risposta, non pensava che la figlia potesse mai tornare assieme al Signore del Fuoco.
In passato sarebbe stata estasiata dalla notizia, ma ora...
«E... insomma sei sicura di volerci riprovare? Sai cosa significa stare assieme al Signore del Fuoco.» disse Michi.
«Lo so e sono pronta a tutto ciò che comporta.» rispose Mai.
«Anche a tornare alla tua vecchia vita?» chiese ancora Michi.
Mai non rispose alla madre limitandosi a fissarla, stava per dirle che non era cosi che a rendere quasi insoportabille la sua vecchia vita era stata lei e suo padre che pretendevano da lei un comportamento sempre impecabille e che Zuko invece la rispettava per ciò che era veramente.
Ma non ebbe tempo di dire niente quando senti odore di fumo e un forte fischio all'orecchio.

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Capitolo 11
*** Verità e conseguenze. ***


Capitolo undici: Verità e conseguenze.

«Cosa intendi con “parlare d'affari”?» chiese Zuko.
«Sai a vederti sembri un ragazzo inteligente.» inizio Young-Mi alzandosi e avvicinandosi a lui. «Eppure non riesci a mettere assieme ciò che hai proprio davanti agli occhi.»
«Non capisco di cosa parli.» disse Zuko e Young-mi sospiro prima di scoppiare a ridere.
«Pensi che i miei sentimenti per te fossero autentici?» chiese la ragazza continuando a ridere.
«Cosa vuoi dire?» domando Zuko guardandola confusso non capendo ciò che la ragazza intendeva, probabilmente anche Young-Mi lo notò perchè smisse di ridere e con voce fintamente dolce disse:
«Sei solo un'affare per me e mio padre, davvero non l'avvevi capito?»
«Quindi hai mentito solo per tuo interesse personale.» disse Zuko, non era la prima volta che qualcuno si avvicinava a lui solo per la sua corona però era la prima volta che si faceva ingannare fino a questo punto.
Si vergogniava di essere stato cosi cieco di fronte a ciò che era ovvio: Young-Mi non diceva mai niente su se stessa limitandosi a farlo parlare per poi sviolinarlo con parole dolci e tocchi che lui chiariva di non gradire, ma che la ragazza gli dava lo stesso... era stato veramente uno stupido.
«Tecnicamente non ho mai detto di provare qualcosa per te e poi non fare tanto l'offesso non è che tu ti sei comportato in maniera diversa dalla mia.» specifico Young-Mi. «Ma visto che nonostante le idee che ti ho messo in testa il “vero amore” ha trovato la sua strada direi che è il momento di giocare a carte scoperte.»
«In che senso?» domando Zuko guardandola sia accigliato che preoccupato dopo ciò che aveva scoperto non si fidava minimamente di lei.
«Nel senso che ti avevo avvertito.» continuo lei avvicinando il viso al suo. «E visto che non mi hai ascolato... temo che ci saranno delle conseguenze da affrontare.»
Zuko strinse i pugni setendosi gelare il sangue a causa del tono freddo che Young-Mi stava usando, un tono troppo simile a quello di Azula.
Afferro la ragazza sbattendola sul pavimento.
«Che tipo di conseguenze?» grido avvicinandole una fiamma al viso, non aveva intenzione di farle veramente del male, ma sperava che la minaccia la rendesse più collaborattiva. Invece Young-Mi non cambio minimamente la sua espressione.
«Pensaci... cosa ti ho detto che ti ha finalmente convinto a popormi?» disse Young-Mi.
Zuko lascio la presa sgranando gli occhi e boccegiando mentre indietreggiava.
«Cosa hai fatto?» chiese sibillando tra i denti.
«Io non ho fatto niente.» rispose Young-Mi alzandosi e togliendosi con calma la polvere dal'abito che indossava.
Gli ci volle un po' per capire cosa intendesse esattamente, ma quando lo fece corse fuori dalla sal del consiglio più in fretta che poteva.
«Ogni scelta ha la sue conseguenze, vostra maestà.» disse Young-Mi.

Troppo tardi, era arrivato troppo tardi. Il negozio della zia di Mai era in fiamme.
«Zuko.» si senti chiamare e con sua gioia vide Mai e la sua famiglai inlessi e al sicuro fuori dall'edificio.
Andò da lei e l'abbraccio.
«Sono felice che tu stia bene.» disse Zuko.
«Si, per poco.» rispose Mai. «Se non mi fossi accorta che stavano per appicare l'incendio non saremmo riusciti ad uscire in tempo.»
«Me l'ha pagherà...» ringhio Zuko a bassa voce, ma Mai riusci comunque a sentire ciò che diceva.
«Chi?» chiese Mai in tono sospetto, in realtà lei stessa aveva un'idea di chi potesse essere stato visto il tempismo.
«Penso sia opera di Young-Mi.» rispose Zuko. «O almeno che abbia incaricato qualcuno di farlo.»
«Hai qualche prova?» domando ancora Mai.
«Praticamente me l'ha detto lei.» disse Zuko. «Ha avuto un bel coraggio, ma quando torno al palazzo io...»
«Non fare niente.» l'ho interruppe Mai. «Non abbiamo prove concrete, solo la tua parola contro la sua e anche se sei il Signore del Fuoco da fuori sembrarà che punirai una ragazza innocente per questioni personali.»
Zuko stava per ribattere, ma non l'ho fece.
Doveva ammettere che le obbiezioni di Mai erano sensate, non aveva prove tranne una confessione molto indiretta e se doveva dare credito a Young-Mi era ovvio che non c'era niente sulla scena per collegarla all'atto vandalico.
L'obbiettivo e il tempismo poteva effetivamente darle un movente, ma finchè non scropriva almeno chi fosse stato a dare fuoco al negozio non poteva punire nessuno.
«Diro alle guardie di indagare.» disse Zuko. «Nel fratempo se vuoi tu e le tua famiglia potete rimanere al palazzo.»
Mai stava per rispondere quando all'improvisso un forte grido interruppe i due amanti.
«È colpta tua!» strillo Michi avvicinandosi alla figlia.
«Mamma!» disse Mai. «Come puoi incolpare Zuko per questo?»
«Pensi che sia un caso che abbiano ridotto in cenere il nostro negozio e la nostra casa proprio il giorno in cui siete tornati assieme?» domando Michi. «Se hai davvero a cuore la felicità e il benessere di mia figlia allora sta lontano da lei!»
«Ora basta!» strillo Mai. «Mamma non puoi incolpare Zuko per ciò che è appena successo.»
Michi guardo tra i due ragazzi e dopo un lungo respiro sembro calmarsi.
«Andremo a stare dai nonni.» fu l'ultima cosa che disse prima di andarsene.
Zuko e Mai si guardarono, forse erano riusciti ad aggiustare le cose tra loro, ma entrambi sapeva che se volevano davvero stare assieme erano solo all'inizio di un percorso pieno di difficoltà.

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Capitolo 12
*** Madri ***


Capitolo dodici: Madri.

Due, tre, alla fine mise ben quattro cucchiaini di zucchero nella sua tazza con grande sorpressa di suo padre visto che disolito n'è metteva molto di più. Ma in quel momento Young-Mi non sentiva il solito bisogno di zuccherro.
Il continuo parlottare del consigliere Fukata le stava chiudendo lo stomaco.
«Non capisco come vi sia saltato in mente di fare una cosa simile!» stava urlando il consigliere mentre agitava le braccie ossutte in aria. «Il piano non comprendeva nessuna violenza!»
«Non risaliranno mai a noi.» disse Akiharu. «Inoltre ora il Signore del Fuoco sa cosa potrebbe accadere se fa qualcosa che non ci piace.»
«Attacare cittadini innocenti non è qualcosa che mi sta bene!» urlo ancora il consigliere. «L'accordo era che una volta sul trono sua figlia mi avrebbe aiutato a riportare alcune vecchie leggi nella nazione tutto qui!»
Akiharu non risposte, ma si scambio un breve sguardo con sua figlia che continuava a bere il su thè tranquillament.
«Se è cosi che la pensa allora direi che è meglio se d'ora in poi il piano lo gestiamo io e mia figlia.» disse il generale.

La casa dei suoi nonni non le era mai dispiaciutta più di tanto perciò stare qui le andava anche bene il fatto che sua madre fosse tornata ad osservare ogni sua mossa giudicandola in silenzio invece... bè quello le dispiaceva eccome.
«Per l'ultima volta tornare con Zuko è stata una mia scelta e sono felice con lui!» strillo Mai dopo l'ennessima discussione nell'ultima settimana, ormai aveva perso il conto di quante n'è avevano avute.
«Mai sto solo cercando di avertirti.» continuo sua madre. «Non voglio più vederti soffrire o costretta ad una vita che non vuoi.»
«Quello che non sopportava non era essere la figlia di un politico, ma essere figlia tua e di papà!» sbotto alla fine Mai. «Ho rispettato sempre tutte le vostre regole, non parlare se non interpellata, non esprimerti in maniera inapropriatta! Se un giorno diventerò la consorte del Signore del Fuoco allora cosi sia, ma io amo Zuko non importa il prezzo da pagare!»
Michi non sapeva cosa rispondere, sapeva di aver fatto degli erorri con Mai però non si aspettava che la figlia nascondesse cosi tanto astio nei suoi confronti.
Allo stesso tempo però a guardala cosi ad urlarle contro a dichiarare in maniera cosi forte la sua intenzione di stare con colui che amava nonostante non poteva fare a meno di vederla cresciutta. Si, Mai era cresciutta e lei non l'aveva mai notato... non voleva notarlo perchè voleva dire ammettere che sua figlia non era più “la perfetta figlia di un politico” che aveva educato e cresciutto.
Infondo al suo cuore sentiva un motto di orgoglio per questa reallizazione, in cosi giovane età Mai era diventata qualcosa che lei stessa non era riuscita ad essere fino a molto più tardi nella vita.
«Mai io...» inizio Michi.
«Lascia perdere.» disse Mai. «Non sono più una bambina, ho vent'anni perciò me ne vado.»
«Dove?» chiese Michi guardando la figlia salire in camera sua e preparare una borsa con le sue cose.
«Da Zuko.» rispose Mai continuando a fare le valigie. «Mi ha offerto ospitalità e visto che non riusciamo a trovare un'accordo penso proprio che acceterò la sua offerta.»

Zuko si lascio cadere sulla sedia della sua stanza con un sospiro frustatto.
Era passata una settimana e nessuna delle guardie aveva trovato nessun indizio che collegasse Young-Mi all'incendio per di più il consigliere Fukata era scomparso da un paio di giorni nemmeno i suoi famigliari sapevano dove fosse. Secondo il figlio maggiore del consigliere era uscito una sera con aria preoccupata e poi non era più tornato.
E se ciò non fosse già abbastanza Zuko doveva anche soportare la presenza di Young-Mi nel palazzo che si muoveva come se appartenesse tutto a lei.
Voleva tanto toglierle quel sorisetto divertito dalla faccia, ma sembrava veramente che la sua sicurezza fosse più che giustificata. Bè, poteva fingere innocenza quanto voleva lui non avrebbe mai ceduto ad alcun ricatto.
«Zuko? Posso entrare?» domando sua madre.
«Si, entra.» rispose il ragazzo e Ursa entro nella stanza con un vassoio di thè in mano.
«Vorrei far qualcosa per aiutarti.» disse la donna al figlio.
«Bè l'unico modo di aiutarmi a trovare un modo per incastrare Young-Mi.» sbotto Zuko.
Ursa non disse niente sembrando invece piuttosto pensierosa.
«Forse ti stai concentrando sulla cosa sbagliatta.» disse infine.
«In che senso?» chiese Zuko.
«Pensaci Zuko, Young-Mi e suo padre devono aver in mente qualcosa.» rispose Ursa. «Se non riesci ad implicarla per l'incendio allora forse c'è un'altro modo per capire i suoi piani.»
«E qualle?» domando Zuko.
«Lasciarla vincere.» rispose Ursa.

Setendo bussare alla pota Young-Mi mise giù il libro che stava leggendo e andò ad aprire.
«Stavo aspettando una tua visita.» disse la ragazza ad uno scontrosso Signore del Fuoco.

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Capitolo 13
*** La trappola. ***


Capitolo tredici: La trappola.

«Vuoi qualcosa?» chiese Young-Mi. «O sei solo venuto a farmi una visita perchè ti mancavo?»
«Sono venuto qui per scusarmi.» disse Zuko. «Ho capito di aver sbagliatto e se sei d'accordo allora tornero su i miei passi e le nozze ci saranno a fine mese, ma devi lasciare in pace Mai e la sua famiglia.»
«Io sono interessata a sbarazzarmi solo di coloro che ritengo un'ostacolo.» disse Young-Mi sorridendogli. «Perciò se mi giuri che la tua ex è ufficialmente fuori dai giochi sono sicura che non le accadrà più niente.»
Zuko annui.

2 settimane dopo...
Riorganizzare tutto non era stato difficile anche percè in realtà non aveva mai smesso di farlo.
La cerimonia si era svolta in maniera semplice e con un veloce banchetto, anche se avrebbe preferitto una cerimonia più sparzzosa come aveva originalmente programmato sapeva che non doveva lamentarsi visto che era riuscita nel suo intento. Adesso che però era finalmente riuscita a diventare la consorte del Signore del Fuoco c'era qualcosa che doveva fare.
Il compito più importante per il qualle aveva faticato tanto.
La notte era scessa e tutti nel palazzo stavano dormendo, Young-Mi aveva detto a Zuko di non sentirsi tanto bene e che avrebbe dormito da sola nelle sue stanze private ovviamente il ragazzo pensava fosse solo una scussa per non dovergli stare vicino più del necessario.
Certo era una scussa, ma il motivo per cui l'aveva detta era tutt'altro.
Quando fu completamente certa che in giro non ci fosse nessuno tranne poche guardie che avrebbe potutto facilemnte evitare usci dalla camera dirigendosi con passo felpato verso le stanze del Signore del Fuoco.
Nessuno si sarebbe accorto di niente, una tragedia che si sarebbe aggiunta alla lunga lista di quella disgraziatta famiglia.
Apri la porta e vide Zuko sotto le coperte che dormiva profondamente, beatamente e cosi all'oscuro che non si sarebbe svegliatto il giorno dopo.
Si arrampico sul letto e passo una mano tra i capelli di Zuko, che al buio sembravano ancora più scuri del solito, da una parte era un peccato, ma infondo non era colpa sua se era nato in quella famiglia. E lei non poteva permettere che quei geni continuassere a governare la loro nazione portandola alla rovina.
Strinse i pugni ricordando gli orribilli giorni della guerra, di come al conquista di Ba Sing Seng le portò via per sempre sua madre, il dolore di suo padre quando vide ciò che la sua stessa nazione aveva fatto alla sua amata moglie e tutto perchè proveniva dal regno della terra.
Prese un respiro profondo per calmarsi, non doveva lasciarsi distrare. Prese fuori dalla manica la bochetta di veleno e inizio a voltare Zuko, ma appena gli sfioro il collo fu immediatamente bloccata sul letto con dei coltelli che le inchiodarono il vestito dul materasso.
«Ti aspettavi qualcun'altro?» chiese Mai sorridendole con i lunghi capelli raccolti in una semplice coda bassa mentre adosso aveva il pigiama di Zuko.
Young-Mi ringhio cercando di liberarsi, ma la stanza si riempi di guardie con le qualli si trovava anche Zuko.
«Devo aver sottovalutato la tua inteligenza.» disse Young-Mi guardandolo accigliatta.
«Se non ti è chiaro il nostro matrimonio non è valido e adesso tu e tuo padre passerete molto tempo in prigione per aver complotato contro di me.» disse Zuko. «Inoltre ho trovato colui che avete ingagiatto per incendiare il negozio di zia Mura.»
«Visto che ci siamo magari vorrai sapere che è grazie a noi se il consigliere Fukata non è più venito a lavoro.» disse Young-Mi pensando che tanto ormai non aveva niente da perdere.
Aveva perso.

Poco dopo la ragazza e suo padre vennero arrestati sotto gli occi di tutti coloro che abitavano nel palazzo.
Il piano di Zuko e Ursa aveva funzionato perfettamente facendo credere a Young-Mi di aver cedutto, Zuko sapeva che una volta fatto ciò la ragazza avrebbe agito subito contro di lui infondo era cosi sicura di essere al di sopra di ogni sospetto che non si sarebbe preoccupata di una possibille trapolla.
La sua troppa sicurezza era stato ciò che l'aveva portata a perdere e adesso lei e suo padre avrebbero pagato per le conseguenze delle loro azioni.
«Stavolta ci sei andato fin troppo vicino.» disse Mai.
«Ma non è successo.» disse Zuko abbraciandola. «Grazie a te.»
«Facci l'abitudine perchè non credo che lasciero il tuo fianco tanto presto.» rispose Mai.
«Non potrei chiedere nient'altro.» disse Zuko stringendola più forte a sé.

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Capitolo 14
*** Il nostro lieto fine. ***


Capitolo quattrodici: Il nostro lieto fine.

1 anno dopo...
Mai era seduta davanti ad uno specchio mentre delle domestiche le acconciavano i capelli, odiava doversi sottopore a tutto questo le sembrava di essere diventata una bambola da agghindare senza che qualcuno si preoccupasse di ciò che voleva... in pratica si sentiva tornata all'infanzia, ma n'è valeva decisamente la pena sopportare tutto ciò.
Infondo non si sarebbe potutta presentare al suo stesso matirmonio senza essere vestita in quel modo sopratutto perchè si trattava di un evento di grande prestiggio non che le importasse per lei l'unica cosa che contava era che dopo quel giorno niente avrebbe più potutto separare lei e Zuko.
«Mai sei bellissima!» eslcamo Ty Lee entrando nella stanza assieme a Katara, Toph e Suki.
L'amica d'infanzia le salto subito al collo stringendola in un'abbraccio come suo solito.
«Sono cosi felice per te e Zuko.» disse Katara unendosi all'abbraccio per poi essere seguita da Toph e Suki che imitarono il gesto delle altre. Mai sbuffo non era mai stata tipa da abbracci, ma cerco di fare uno sforzo per il bene delle amiche sapendo che questo era il loro modo per dimostarle il loro affetto per lei.
«Devo dire che non pensavo che i matrimoni qui fossero cosi sfrazzosi.» commento Suki. «Sull'isola di Kyoshi le cerimonie sono molto più semplici.»
«È cosi solo perchè Zuko è il Signore sel Fuoco, di solito non si invita mezza nazione ad assistere.» disse Ty Lee.
«Bè di sicuro ci sarà motlo più gente quando sarà il turno di piedi rapidi e Katara di sposarsi.» scherzo Toph facendo arrossire la dominatrice dell'acqua.
«Toph!» disse Katara. «Io e Aang siamo d'accordo che è ancora troppo presto per il matrimonio. Tu invece non sei venuta qui accompagnata?»
«Ho chiesto a Satoru di venire solo perchè non volevo essere l'unica senza accompagnatore, tutto qui.» si difesse Toph, ma si vedeva che era leggermente arrositta suscitando risatine alle altre ragazze, Mai compressa.
Anche dopo che le ragazze si staccarono Mai notò che Ty Lee continuava a guardala con uno strano sorisso in volto.
«Cosa c'è?» domando.
«Sai Mai non credo di averti mai vista cosi felice come oggi.» disse Ty Lee e per quanto non volesse Mai non potè fare a meno di arrossire a quelle parole.
Voltandosi per guardarsi un'ultima volta allo specchio Mai sorisse, un sorisso che si allagro sul suo viso come mai prima d'ora.
«Concordo con Ty Lee.» disse la voce di Michi mentre entrava nella stanza.
Da quando Mai era andata a vivvere a palazzo poco prima dell'arresto di Young-Mi le due avevano continuato a sentirsi, ma non in maniera troppo frequente e principalmente il motivo che le leggava ancora era Tomoki.
«Perchè sei qui?» domando Mai, la madre non aveva cambiato idea riguardo al suo rapporto con Zuko perciò anche se l'aveva invitata si stupi di vederla lì.
«Volevo scusarmi con te.» disse Michi.
Mai guardo sua madre non aspettandosi che dicesse qualcosa del genere, non l'aveva mai sentita scusarsi con nessuno e di certo non si aspettava che lo facesse con lei.
«Sono tua madre, Mai e forse non saremmo mai d'accordo su tutto, ma sappi che voglio solo il tuo bene e... e anche se non sono ancora convinta di questa tua storia con Zuko sono fiera che vai a cercare la tua felicità.» disse la donna.
Michi andò da lei e l'abbraccio e forse per la prima volta da tanto tempo Mai ricambio l'abbraccio della madre.

Zuko aveva appena finito di prepararsi quando Sokka entro nella sua stanza con la forza di un ciclone seguito da Aang.
«Allora emozionato per il grande giorno?» chiese Sokka mentre gli cingeva le spalle con un braccio.
«Potresti almeno tentare di mostrare un po' di contegno.» ribatte Zuko che ottene solo una stretta più forte da parte dell'amico.
«Non essere cosi duro con lui Zuko.» intervenne Aang. «E poi in un giorno come questo dovresti pensare solo a sorridere.»
«Forse hai ragione.» convenne Zuko.
«Quando capirai che noi due abbiamo sempre ragione?» chiese Sokka ironico mentre lasciava, finalmente, andare il Signore del Fuoco.
«Posso parlare anch'io con lo sposo?» domando Iroh. «Ho forse non ha tempo per il suo vecchio zio?»
«Certo, che ho tempo per te zio.» rispose Zuko mentre Aang e Sokka lasciavano la stanza.
«Non posso credere a ciò che vedo mio nipote che si sposa.» disse Iroh. «Credevo che questo giorno non sarebbe mai arrivato, anche l'anno scorso pensavo che mi stessi facendo uno scherzo.»
«Molto divertente zio.» commento Zuko roterando gli occhi, ma sorridendo lo stesso alla prese in giro dell'uomo che considerava un padre.
Dopo tutto quel tempo nemmeno lui si aspettava che finalmente fosse giunto quel giorno, ma era successo e non poteva esserne più felice.
«Sai nipote sono molto fiero di te.» continuo Iroh. «Hai fatto qualcosa che nemmeno io ho mai avuto il coraggio di fare: seguire l'amore.»
«Non capisco zio.» disse Zuko confusso.
«Vedi quando era giovane mi ero innamorato di una giovane ragazza, ma i saggi del fuoco e tuo nonno volevano che sposasi la figlia di un alto funzionario del governo... e bè puoi immaginare com'è andata a finire.» disse Iroh. «Ho sposato tua zia Amane come volevano che facessi, non l'ho mai amata come amavo il mio primo amore però ho imparato a volerle bene e quando è morta dando alla luce Lu Ten ho sofferto... però anche se mi manca ancora a volte mi domando come sarebbe la mia vita se avessi detto di no a quel matrimonio combinato. Forse se avessi avuto il coraggio di farlo la dolce Amane sarebbe ancora qui.»
Zuko abbraccio lo zio che ricambio il gesto con le lacrime agli occhi pensando alla moglie e al figlio che non c'erano più a causa dei suoi erorri sia nella guerra che nella vita.

La cerimonia si svolse senza alcun tipo di imprevisti cosa che non sorpresse molto la maggior parte degli invitati vedendo quante guardie erano state messe a sovergliare il palazzo, ma anche se poteva sembrare paranoico Zuko voleva essere sicuro che non ci fossero sorpresse impreviste.
Durante il banchetto in molti si avvicinarono a loro per congratularsi e con gioia di entrambi tutti sembravano sinceri nelle loro intenzioni. Zuko diede uno sguardo alla sala, vide i suoi amici al tavolo vicino e la sua famiglia assieme a quella di Mai nell'altro che chiaccheravano allegramente tra loro.
Ad un certo punto senti Mai che gli prendeva la mano da sotto il tavolo.
«Io e te, sempre.» gli sussurro ad un'orecchio.
«Sempre.» rispose Zuko.
I due si baciarono suggelando quella promessa.

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