Entropia

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incubi dal principio ***
Capitolo 2: *** Io sono il Creatore ***
Capitolo 3: *** La Parola è Musica ***
Capitolo 4: *** La Domanda ***
Capitolo 5: *** Senza permesso!! ***
Capitolo 6: *** L'inferno ***
Capitolo 7: *** Un dio in cui nessuno crederà ***
Capitolo 8: *** L'amore scritto da Uskebasi ***



Capitolo 1
*** Incubi dal principio ***


"No, no, no, non può essere.. Non può.."

Una voce stranamente famigliare in quella foschia nera e grigia.
"Voglio tornare indietro."

Quelle parole.. Dette come una sentenza. Decise, determinate, disperate.. Che ferivano le orecchie, se a dirle era LUI.

"Io non sapevo.. Non avevo capito che cosa stavo facendo.. Ti prego.. No!!"
La voce si era fatta più disperata e spaventata.
Fruscii. Folate di vento.

"No!! Sono stato arrogante, io non credevo, non pensavo.."

Un rumore simile alla voce di un serpente, al ringhio di una tigre.. All'ululare del vento.
"NO!!! TI CHIEDO SCUSA, HO SBAGLIATO!! NOOOOOOOOOOOO!!!"

L'uomo gridò in mezzo al turbine della foschia che si era trasformata in un mulinello spaventoso, una gigantesca tempesta di sabbia, un uragano. Era come se l'universo ce l'avesse con quell'uomo che osava sfidarlo, rimangiarsi la parola, trattare!
Un urlo spaventoso e lacerante costrinse Sam a uscire dalla sua camera nel bunker e correre a perdifiato in quella del fratello.

Fece di corsa a piedi nudi la distanza che lo separava. I piedi sul freddo pavimento erano sensibili sul marmo. Una delle tante cose di cui non ti accorgi durante l'infanzia, una delle tante cose che non rifarai durante l'età agilità, quando tutto cambia e ti infastidisce.
Il corpo diventa più sensibile o lo diventa di meno, a seconda della visione.

Entrò dentro la camera, spalancando la porta, trovandosi davanti l'agghiacciante visione del fratello, che si contorceva, come preda delle convulsioni.
 
“DEEEAN!”
 
Corse davanti a lui, cercò di fermarlo, di fermare quei tremiti convulsi, di calmarlo, ma niente sembrava funzionare. Il fratello sembrava preda di un terribile incubo.
 

Dio, fa che non sia ancora il marchio..
 
E la risposta gli arrivò, per miracolo, dalla bocca di Dean, come se gli avesse letto nel pensiero..
 

Chuck…
 
Aveva capito bene?






















Note dell'autrice:  salve ragazzi!! Non ve l'aspettava una storia nuova da parte mia ormai?? Ahahahah ma dovete ormai avere imparato che io.. Sorprendo.. E proprio quando si pensa che sono "finita" faccio come la fenice che risorge dalle sue ceneri lol Ecco mi dispiace di averci fatto pensare che magari non fossi più come una volta.. Ma.. Mi dispiace per voi, ma non ho nessuna intenzione di smettere di scrivere, anzi non voglio neanche tornare com'ero prima, ma voglio essere MEGLIO di com'ero prima xd non mi è passata la voglia di scrivere di Sam e Dean e forse non mi passerà mai ^^ e adesso vediamo di concentrarci sulla storia. L'idea è nata credo da un giorno solo, ma già non potevo resistere più e ho dovuto scriverla.. Questa storia avrà un po' il sapore antico delle mie prime storie.. Non ci saranno troppi personaggi come nelle mie storie più nuove, ma comunque ci saranno.. Il fulcro della storia però, sarà rimettere al centro Sam e Dean, che, come saprà chi mi ha seguito fino adesso, lo stavo un po' perdendo questo centro, avendo inserito tre milioni di personaggi e poi facendomi sfuggire la situazione di mano xd sarà una storia con un mistero da risolvere, l'ambientazione è situata nella tredicesima stagione ma smontando tutta la storyline che ci sta dietro che mi avrebbe rovinato i piani. Via quindi anche Mary che non l'ho mai potuta vedere e via anche quell'odiosi mondo alternativo

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Capitolo 2
*** Io sono il Creatore ***


“Sono il tuo Signore e Padrone. Ti ho donato la vita. Ti piace quello che vedi, Adam?”
Adam rispose, facendo un verso che a suo dire, Dio credette che volesse esprimere un assenso.

“Non mi piace come ti esprimi, Adam, ma il linguaggio lo vedremo più avanti. Sono contento che ti piace quello che vedi, Adam. Sai una cosa? Questo..tutto QUESTO..l’ho creato io!” disse Chuck, sbracciandosi per mostrare quell’enorme distesa di cielo azzurro.

Adam fece un altro grugnito. Chuck lo ignorò.

“Questo è solo un granello delle meraviglie che IO ho creato e che POSSO creare. Perché IO e solo io sono il CREATORE. E posso mostrarti tante altre meraviglie, se tu mi rendi FELICE. Ora se TU vai a..” si interrompe, pensando che Adam era un essere appena nato e come tale ci metteva un po’ a capire un ordine. Creò dal nulla, un bastoncino e lo buttò in quella larga distesa che era il MARE.

“Se tu vai a prenderlo, mi renderesti molto FELICE!” si entusiasmò.
Adam non si mosse di una virgola.
Eppure gli ho creato delle orecchie ben funzionanti..
“Adam!! Devi andare a prendere il bastone nell’acqua e riportarmelo. HAI CAPITO?”
“Sì.”

“ALLORA VAI!”Se creare qualcosa che ti obbedisse era così faticoso, comprendeva perché l’Universo non aveva mai voluto saperne e doveva arrivare LUI per assumersi quell’incombenza, quel compito ingrato.

Ci provo!” disse Adam, disorientando Chuck in maniera irrimediabile.
Ci provo
Ci provo
Ci provo
 
Quello fu il momento in cui Chuck comprese che c’era una falla nella sua creazione.

Il momento in cui comprese che le sue creazioni potevano mettere in dubbio il fatto di poter fare qualcosa.
Le aveva create per FARE, agire, muoversi..aveva dato loro la vita aspettandosi che facessero quello che lui gli ordinava.

Ora aveva compreso che quello che lui desiderava facessero, loro mettevano in dubbio di poterlo fare.
Era talmente scombussolato, che non si accorse neanche di Adam che nel tentativo di prendere il bastone, stava annaspando nell’acqua. Alla fine glielo portò, portandolo in bocca, respirando con affanno.
“Forse ho sbagliato qualcosa nella progettazione..credevo fossi più capace.” Allungò la mano, ma non riuscì a far sparire l’oggetto che rimase nella bocca di Adam.

“DAMMELO!” disse in allarme. Alzò la mano e un fascio luminoso colpì il ramo, ma non accadde nulla.
Chuck spalancò la bocca e lo fece cadere a terra. Il rametto si contorse e si amalgamò con il terreno, trasformandosi in una piccola radice, come a non voler più essere toccato.

Chuck ancora più allibito, si allontanò dalla nascente radice e corse via a perdifiato.
 
 
*

Qualche ora più tardi, Amara andò a trovare suo fratello sul suo Trono.
“Sei desolato, fratello mio..eppure hai fatto delle GRANDI creazioni..dovresti essere FELICE. Delle creazioni PARLANTI, con della vita che pulsa in loro..che si muovano..come me e te!”
“Loro non sono come me e te, Amara.”

“Allora sono come gli angeli?”
“Non sono neanche come loro. Loro..ho sbagliato qualcosa.”
“Mi dispiace..l’arte della creazione non è una cosa semplice..ed è tutto tranne che perfetta.”
“Non per me. Io sono il Creatore..non posso accettare il fatto di aver fallito..se queste non sono perfette, lo saranno quelle dopo..”
“Quelle dopo?”

“Creerò altri esseri viventi e prima o poi troverò..la razza Giusta. Voglio creare anche una compagna per Adam, ma dovrà essere più INTELLIGENTE di lui.”
“Fratello mio, non farlo!”
Chuck la guardò stupito.
“Non penserai che abbia creato un mondo così grande per queste poche creature. Non valgono la fatica.”

“Fratello, non ho potuto fare a meno di notare, che hai creato un sacco di cose identiche alle altre..rocce, distese di prato..distese d’acqua..esseri viventi..”
“Il pianeta deve essere popolato…ed è più facile creare cose che si somigliano, piuttosto di inventarne sempre una nuova..”
“Fratello, se è la perfezione e la luce quella che cerchi, dovresti fermarti!”

“Che cosa vai cianciando? Non ha senso! CONTINUARE è l’unico modo per creare cose sempre più belle, sempre più PERFETTE!”
“No! Ogni cosa che cerchi di replicare, avrà MENO della cosa precedente. La prima cosa è la MIGLIORE..non esisterà niente che sia meglio della PRIMA..quello che verrà replicato, sarà peggiore. Siamo stati avvertiti.”

“L’Universo parla ma non sa di cosa parla. Come può parlare di qualcosa se non l’ha mai vista neanche nascere? E pretende di immaginare come reagiranno..comunque se ti fa stare più tranquilla..inventerò ogni specie immaginabile..che si arrampichi sui rami, che strisci, che salti, che viva nel mare..così non saranno uguali, no?”
“Ma partiranno comunque tutti dalla stessa base.”

“Ma saranno DIVERSE. Sorellina, non devi preoccuparti..so quello che faccio.” Disse Chuck alzandosi dal masso e posandole una mano sulla spalla.
“Ti ho visto prima..”
Chuck si fermò.
“Non sei riuscito a far sparire quel tronco..”
“Sì..devo ancora capire perché..forse una volta che crei qualcosa, poi non puoi più farla sparire.”

“Potrebbe esistere un altro modo per farle sparire.”
“Tipo?”
“Nnnn..no, niente. Non lo so. Era solo un pensiero così.”
Chuck la fissò e lei si avvicinò ancora a lui.
“Ho visto anche quel rametto diventare radice e appropriarsi del terreno.”
“Sì, appena nato, già diventato prepotente.”

“Fratello..questo non ti fa capire niente?”
“Cosa dovrebbe farmi capire?”
“Quando crei qualcosa..quel qualcosa sfugge poi al tuo controllo, agendo di volontà sua.”
Chuck la fissò sconvolto.
“No..ti sbagli..”
“Penso di no, fratello.”

Chuck si mise una mano sulla bocca.
“Io sono il Creatore..niente sfugge al mio controllo. NIENTE!”
Amara si inchinò davanti a lui e lasciò la sala.

"Amara!"

"Sì, Chuck?"

"Forse se saranno altri dopo di me a creare altri esseri, le cose andranno MEGLIO. Sì, farò così. Perché devo essere solo io a creare il mondo e la vita?? Che ci pensino loro e dimostrano di guadagnarsi il regalo che ho fatto loro!"

"Chuck, se tu stesso che hai creato il mondo, non riesci a creare delle creature perfette, come puoi pretendere che lo facciano queste creature??"

Chuck la guardò con rabbia malcelata, per poi sorridere amabile
"Ma è chiaro, sorellina. Perchè meno per meno fa più. Da due particelle negative, quello che si ricaverà sarà per forza positivo."

"Ma quante particelle negative ci saranno bisogno per farne solo UNA, giusta??"
Chuck stavolta perse la pazienza.
"Mi hai stancato! Tu sei solo.. GELOSA. Gelosa perché io sono capace di creare la vita e tu no! Allontanati dalla mia vista, non voglio che i miei figli siano condizionati dalla tua negatività e dalla tua gelosia!!"
"Non venire a piangere da me quando le cose andranno a rotoli!" disse lei andando via, guardandolo con odio.

Qualcuno però aveva assistito a tutto il diverbio, invisibile, non visto, nascosto dietro una colonna. Era l'angelo Lucifero.






















Note dell'autrice:  ciao ragazzi! Finalmente aggiorno!! Scusatemi tanto ma questa storia non è facile! Ora avete capito presumo, su cosa verterà la storia ma immagino che NON avete capito, dove voglio andare a parare xd lo scoprirete presto e non ci sarà bisogno di aspettare troppo, prometto. Mi rendo conto che certe espressioni sembrano troppo moderne.. Me ne rendo conto ma non posso farci niente, se le penso in questo modo preferisco essere spontanea piuttosto che sforzarmi di usare un linguaggio aulico, che non mi esce spontaneo.. Verrebbe su una schifezza xd cmq su che dimensioni e fattezze hanno le due divinità, farò poi degli accenni. Non preoccupatevi per Dean e Sam.. Sapremo presto che fine hanno fatto xd

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Capitolo 3
*** La Parola è Musica ***


"Sorellina, sorellina, Adam ed Eva hanno creato a loro volta degli esseri viventi. Sono così carini e minuscoli. Voglio farteli vedere."
"Tu vuoi troppe cose fratello."
"Mi piacerebbe. Lo desidero. E dai non tenermi il broncio."
"Se non ricordo male, mi avevi detto che non volevi vedermi più."
"Ero arrabbiato, ma sei sempre mia sorella, no? E dai, fammi un sorriso. Ti vedo diversa. Cosa ti è successo?"
Amara fece un sorriso sarcastico.
"Vieni, voglio farti vedere una cosa."

Chuck si entusiasmò. Amava vedere cose nuove che lo stupivano. Una volta arrivato davanti alla cosa che Amara voleva mostrargli però, rimase disorientato.
"Cos'è questo?" chiese, guardando il masso pieno di strane linee nere e piccolissime. Non aveva mai visto niente di simile prima d'ora.

"Questo, mio caro fratello, l'ho fatto io."
"TU?? Come hai fatto?" Chuck era sbalordito. Sua sorella aveva fatto qualcosa che lui non conosceva. Era diviso tra l'orgoglio bruciante e la stima per la genialità della sorella.

"Non lo so. O forse sì. Ho pensato se ci fosse una possibilità di capire, captare il linguaggio dell'universo e senza capire perché, mi sono ritrovata a muovere queste linee con questo carboncino qui."
"Hai reso VISIBILE LE PAROLE DELL'UNIVERSO."
"Sì, ma non entusiasmarti, non sono parole belle perché.."

Chuck aveva smesso di ascoltare. La possibilità che ci fosse un modo per creare le PAROLE e i PENSIERI era assolutamente stupefacente.
"Chuck, mi stai ascoltando?"
"Credi che riusciresti a riportare sulla stessa roccia anche le mie parole?"
"Io.. Non lo so. Non è così semplice."
"Desidero un linguaggio che tutti possono comprendere!! Un linguaggio altisonante e bellissimo, che tutti quelli su cui posano lo sguardo ne rimangano così ipnotizzati che non possono più distogliere lo sguardo!"

"Non so se saranno belle come pensi tu."
"Cosa? Metti in dubbio che le mie parole siano belle? Forse non mi ritieni abbastanza potente per tracciare dei pensieri luminosi! È COSÌ?"

Amara lo guardò e cambiò subito tono.
"L'universo è potente e immenso. Anche più di noi..ma le parole che ho tracciato non sono positive."

"No! Cosa dicono?" chiese Chuck esprimendo per la prima volta curiosità per le parole dell'universo. Amara ritornò triste.
"Dice di fermarci."
"Che cosa??? Fermarci dove??"
"Nella Creazione. Stai creando troppo e troppo freneticamente. Disperdi troppa energia nel cosmo."
Chuck sbuffò. Ora pure l'universo voleva comandare su di lui. Se non si ribellava, pure le scimmie parlanti gli avrebbero dato degli ordini.

"Più crei cose e più disperdi energia nel mondo, fratello.. E l'energia si trasformerà in Entropia."
"Entropia?? Cos'è questa novità?"
"Vedo che ho attirato la tua attenzione."
"PARLA."
Amara sospirò. "Ogni cosa nuova genera un cambiamento che ne genererà un altro e un altro ancora e un altro ancora. Il meccanismo che regola questo processo è l'energia che ci metti, ma anche quella tende a non restare ferma e immobile, ma si trasforma anche quella."
"Diventando cosa?"

"Entropia. È una specie di energia disordinata che si autoalimenta e che finisce per avere vita propria,generando il caos nell'ordine prestabilita." "Ci sarà un modo per fermarla. Il caos non può assolutamente primeggiare rispetto all'ordine, dopo tutta la fatica che ho fatto per dare un ordine a tutto."

"Non puoi. Chuck, qualunque azione tu farai, qualunque azione tu compirai, per distruggere l'entropia, non farà altro che aumentare l'entropia nel mondo, perché si scatena quando immetti energia e devi mettercela per distruggerla ma in questo modo, ne creerai altra dove prima non c'era! "
" Ahhh.. Beh, allora lasciamo che dilaghi libera nel mondo. È abbastanza grande per tutti. Noi non disturbiamo lei e lei non disturberà noi. "

" Tu non capisci, fratello! L'entropia non è soltanto il grado di un disordine del sistema. Ma la distruzione di quel sistema. Più qualcosa è disordinato, più muore.

"Muore?"

Amara prese una foglia da terra e la bruciò, appiccandole fuoco

"AMARA!!"

"Che dire. Questa in parole povere, è l'entropia!"

"Hai distrutto una mia creazione!! Riportala indietro!"

"Non posso.. Una volta che qualcosa viene toccata dall'entropia, non torna più indietro."

"Ma prima c'era! Deve pur essere andata da qualche parte!!"

"Chi lo sa. Forse dove eravamo noi prima di esistere. Tu sai che posto è?"

"No."

"Neanch'io. Ma a quanto pare ci finiremo tutti. Anche le creature che hai creato."

"Ti sbagli."

"Hai visto cosa è successo a quella foglia."

"L'HAI FATTO SPARIRE TU QUELLA FOGLIA!"

"Chuck, guarda." Amara prese un bastone e lo bruciò con il fuoco.

Gli indicò il ramo che non era sparito, solo annerito.

"Amara!! La devi smettere di distruggere le mie creazioni o presto avremo un problema!!"

"È peggio di come credevamo, Chuck.. L'entropia non fa sparire le cose, ma le riduce così.. In polvere. Ed è questa la fine che faranno tutte le tue creature. Le nostre creature,se la lasciamo serpeggiare. "

"FINORA L'UNICA CHE STA DISTRUGGENDO SEI TU. "

"Apri gli occhi, Chuck! Le creature che tu hai creato, vengono trasformate dal tempo. Crescono e si trasformano. L'entropia nasce d calore, l'energia che tu impieghi per creare si trasforma in calore, CALORE, Chuck, FUOCO.. E il fuoco distrugge! L'entropia è calore. Significa distruzione. Hai visto cosa può fare il FUOCO e se l'entropia è il fuoco sono fatti della stessa sostanza...le trasforma e presto o tardi, quando sarà troppa, sarà potente quanto questo fuoco e tutti finiranno così! Io ti ho mostrato un assaggio del futuro. L'universo me l'ha detto chiaramente. Io ci ho parlato. "

Chuck rimase sbalordito.
"Dev'esserci un modo per fermarla. Un'energia simile è per forza malvagia e sbagliata."
"Esiste! Solo fermandoci, l'entropia smetterà di aumentare! Facciamo come dice, Chuck, non possiamo distruggerla ma possiamo impedirle di aumentare."

"In che modo? In che modo posso fare? Aiutami, sorella. Non posso rinunciare al mondo che io stesso ho costruito."
Amara ci pensò su.

"L'unico modo sarebbe di imbottigliare in qualcosa di fisico, il cambiamento. L'entropia."

"Ma così non potrò creare più cose nuove. Tutto resterebbe com'è."
"Esatto."
"Per quanto tempo?"
Amara si aggrappò a lui.
"Non lo capisci, Chuck? Per sempre! O l'immobilità o la degradazione fisica di tutto quello che hai creato! SCEGLI."

Chuck restò attonito.
"Ma fallo in fretta. Il tempo scorre e rovina ogni cosa."
Questo fece scattare qualcosa in Chuck.
"Il tempo.. Ma certo.. Devo fermarlo."
"Come??"
"Non importa.. Vedrai..ho intenzione di parlare all'universo, chiedergli un accordo."
*
Tempo dopo, Chuck stava creando un albero che avrebbe avuto il potere di imbottigliare il Tempo.
"Da quest'albero nasceranno dei catalizzatori. Saranno dorati e con la loro luce respingeranno l'entropia nel mondo."
"Ma..che succede se queste cose rotonde vengono distrutte?"
Chuck la fissò orripilato.
"Non dirlo mai più. Non pensarlo neanche! Una simile eventualità non dovrà mai verificarsi. Mai. D'altronde è proprio per quello che ho costruito questa meraviglia."

"Se questa cosa è così preziosa, deve essere protetta da qualsiasi cosa possa distruggerla. Se l'entropia è così potente, non permetterà di farsi bloccare così."

"Hai ragione. Quest'entità, qualsiasi cosa sia, è malvagia! Ho bisogno di un luogo sicuro.. Che ne dici di un giardino?"





***
Chuck aveva pensato per tutta la notte a come fare in modo che tutti potessero vedere le sue Parole. Passò tutta la notte a sognare linee intrecciate, rotonde e ricce, che si muovevano creando archi bellissimi. Erano brillanti, piene di vita e movimentate come Lui.

Il mattino dopo aveva affisso quelle parole sulle rocce, nel fango, in mezzo all'acqua. Con suo grande disappunto si accorse che più parole trovava, più le parole suonavano disordinate.
L'entropia cercava di sabotarlo.
Con il morale a terra, ritornò in Paradiso.

A Mezzogiorno, gli Angeli e gli umani guardavano quelle parole con ammirazione e venerazione e Chuck si sentì un po' meglio.

Non l'hai avuta vinta tu, entropia di sta ceppa. Disse sogghignando.

"Papà, sei stato grande, maestoso. Le tue parole sono meravigliose."disse un Angelo di nome Mirton.

Chuck le osservò nel mare. Disordinate e non così belle come pensava all'origine.

"Non vedo l'ora che l'albero produca quei catalizzatori. Ogni cosa che creo, l'entropia la rovina. Però..non sono male neanche così d'altronde." osservò, guardando le lettere giganti, galleggiare nell'acqua.

Chuck ordinò una festa per festeggiare la nascita della Parola. Cielo e Terra per la prima volta riuniti, anche se distanti. Eppure, anche se lontani, respiravano la stessa aria Gioiosa e festosa.

Sulla Terra, Adam ed Eva festeggiavano, riempiendo il terreno di lanterne luminose e apprendendo forme sfere fisiche morbide sull'acqua per festeggiare la Parola. Avevano perfino chiamato persone degli altri villaggi e si erano uniti tutti intorno a fare casino. Parlavano, gridavano, c'era tanto RUMORE e per la prima volta Chuck pensò che forse l'entropia non era cosi tanto un male se creava tanta GIOIA.

Vedere gli esseri che lui aveva creato, così felici, rendeva felice lui più di tutti. Non si era reso conto che si potesse essere così felici semplicemente moltiplicandosi. Per la prima volta realizzò che gli esseri umani potevano essere MOLTO FELICI godendo della reciproca compagnia il più possibile. Era giusta quindi la moltiplicazione. Tutti gli uomini e gli esseri viventi avrebbero dovuto vivere come fratelli.

"Andate figli miei, andate e moltiplicatevi e siate felici come noi in Paradiso! Così in cielo è così in Terra. Ahhah." disse brindando sul suo trono di ghiaccio.

In Paradiso, le sue parole erano luminose e brillavano in Paradiso, unite, oppure staccate, che giravano, vorticavano e si abbracciavano l'un l'altre o creavano fasci luminosi come tante piccole stelle. Come un piccolo sole nascente. Le parole generavano calore e una nenia come un organismo appena nato.

La Parola, si rese conto Dio, era come una creatura innocente che tentava di farsi comprendere da una creatura sconosciuta. Parole che arrivavano dritte al cuore, che facevano piangere, parole che parlavano di Pace, di ordine e fratellanza. Parole che bruciavano dentro e parole che chiedevano di essere coccolate. Parole che avrebbero creato costellazioni. Parole che facevano piangere gli angeli.
Parole bagnate e parole volubili, parole Amiche. Parole ETERNE.

Gli Angeli sembravano entrare in comunione con la Parola come fosse stato un altro Angelo. Come fosse stato qualcosa che funzionava dentro di loro. Qualcosa da proteggere, custodire e capire. Li ascoltavano sussurrare e li guardavano agitarsi, ipnotizzati.

i suoi figli avevano cominciato ad agitarsi così tanto per la manifestazione fisica della Parola, che avevano cominciato a muoversi freneticamente, senza riuscire a smettere, facendo graziose piroette.

"Ancora. Bravi, ancora. Non smettete." disse lui, applaudendo. I loro figli presero a pronunciare la Parola, gorgheggiando, lasciandolo basito, intonando un nuovo modo di comunicare. Più dolce, e allegro. Avevano visto la Parola e la stavano trasformando e si muovevano freneticamente, festeggiandola.

Cambiamento. Amara aveva detto che il cambiamento era distruzione e l'immobilità era la salvezza, ma non era questo anch'esso un cambiamento? Se l'entropia poteva creare questo, forse non era così malvagia, dopotutto.

"Fratello, è meraviglioso.." disse sua sorella.
"Amara.. Sorella.. Stai.. Piangendo?"
"Io.. Mi dispiace. È che è così bello.."
"Sorella.. Tu mi rendi così felice con le tue parole. Vieni qui!"

Prese la sorella e le fece fare un grazioso giro. Avrebbe dovuto trovare il nome per questi bei movimenti. Meritavano una nuova parola.

"Sai, sorella mia, forse mi sbagliavo. C'è posto per una nuova divinità nel nostro mondo." disse lui al colmo della gioia.

"Tu riesci a malapena a sopportare me!" disse Amara, asciugandosi un occhio.

"Non dire così..tu sei mia sorella. Siamo gemelli noi due. Un'unica entità e io non potrei mai odiare una parte di me stesso." disse facendola ridere.

"Ma io sono oscurità e tu sei sei la luce." disse lei.

"La luce serve per illuminare l'oscurità e sono perfette insieme. Questo connubio meraviglioso mi ha permesso di creare LE STELLE. Tu mi hai ispirato, sorella mia." disse Chuck, attirandola a sé e facendola muovere assieme a lui.

"Che stai facendo? Sono capace di fare da sola questi movimenti." disse lei divertita.
"È divertente. A te piace?"

"Intendi se mi piace essere presa e buttata come una cosa inanimata che non riesce a muoversi da sola? Potrebbe piacermi." disse lei divertita. "Guarda." disse indicando gli angeli che avevano preso a imitarli. "
"Chuck.."
"È così bello. Lo chiamerò BALLO."
"E hai anche un nome per tutto il casino che stanno facendo i nostri figli, pronunciando la Parola."

Chuck ci pensò su un attimo.

"Questo nuovo modo di comunicare, verrà chiamato musica. La mia magia più bella e la mia creazione più grande. Non riuscirò a fare mai niente di più tanto grande.. Mai, sorella. "

Amara appoggiò la testa sulla sua spalla.

"Alcune delle tue parole sono cambiate.."

"Cambiate?? In che senso?" disse lui irrigidendosi.

"Hanno cambiato forma, colore.. Significato.. Quelle che erano luminose, sono cambiate di colore, altre lettere che erano grandi, sono diventate piccole, alcune rotondeggianti sono diventate ovali e alcune frasi si sono staccate. Prima erano unite e ora sono divise. Erano parole che parlavano di idee, emozioni, convinzioni...la cosa non ti preoccupa?"

Chuck esitò, ma poi la sua presunzione ebbe la meglio.

"Non importa quanto le mie idee possono cambiare. Saranno sempre geniali, come lo sono io."

Amara si morse il labbro. Quella volta ebbe un'intuizione, una paura indecifrabile, ma non voleva turbare il fratello. Si stava bene tra le sue braccia, lasciando che la cullasse con parole bellissime, quindi decise di chiudere gli occhi.

Erano ancora giovani e innocenti per comprendere che, delle idee volubili erano pericolose e delle parole che cambiavano erano parole che potevano anche morire




















Note dell'autrice:  ciao ragazzi! I palloni che stanno nell'acqua è un riferimento al mondo delle idee, di Platone. Tra oggi o domani, allegherò anche delle foto. L'entropia è reale e da quando ne ho studiato il processo, ne sono ossessionata xd

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Capitolo 4
*** La Domanda ***


Chuck era molto contrariato. Aveva realizzato il suo grande progetto di costruire l'albero della vita, ma mentre il tempo restava immobile e cristallizzato, le loro creature sembravano sempre più Incapaci di capire la sua Parola.

Desiderava che crescesse in fretta, eppure un sentimento del tutto nuovo, si era preso possesso di lui, ricordando com’era quando aveva piantato il primo, piccolo seme.

Ricordò che in principio ne rimase deluso e pensò che qualcosa di così piccolo non avrebbe mai potuto contenere l’entropia.
Non successe nulla per alcuni giorni e grande fu la sua sorpresa, quando, con un sussulto, notò che dove aveva piantato il seme, crebbe una radice.

Passarono i giorni e le settimane e il seme non mancò di trasformarsi sempre di più, diventando sempre più grande, alternando colori così diversi tra loro, da sembrare amalgamarsi deliziosamente.
Verde e marrone.

Ora che stava diventando grande, provava un sentimento triste e gioioso insieme nel ricordare il seme quando era solo all’inizio. Era così bello da giovane. Ora era ancora bello, ma qualcosa era perso. Perduto per sempre.
“Universo, perché se io sono il Creatore, non posso controllare le creature che creo, e non posso comandarle di restare così come sono in quel momento, per sempre? Perché cambiano?”

“Perché finchè restano dentro di te, sono tue. Nel momento in cui escono fuori da te, non sono più tue, e quindi finiscono per appartenere a sé stesse. Non è possibile impedire a qualunque cosa che esca fuori da te, di cambiare.”
“Per colpa dell’entropia. “ disse lui furibondo.
Avrebbe fatto qualunque cosa era in suo possesso, per intrappolarla e impedirle di continuare a nuocere e in ogni caso, quello che aveva creato, ERA SUO, non importava cosa l’Universo ne pensasse.

Adesso però aveva altri problemi di cui occuparsi. Cioè, la Parola.
 
Quando l’albero finalmente crebbe, era  meraviglioso e dalle sue fronde erbose, spuntavano graziosi frutti dorati. Chuck ne era incantato.

“Tanta fatica per renderlo incapace di cambiare, e poi alla fine, rimanere incantato proprio dai suoi cambiamenti. A volte mi chiedo se sto facendo la cosa giusta, Universo. A volte i cambiamenti sembrano così belli..a volte rimpiango che ci sono stati e desidero che tutto torni come prima, all’origine. Prima di essi. Quando erano solo all’inizio.” Chuck ci pensò su e poi rivelò la cosa che lo angustiava di più.

“Sono molto turbato…ero così entusiasta quando ho creato la Parola. Dentro di me sognavo i miei seguaci che la cantassero giorno e notte, senza stancarsi mai e che l’avrebbero fatta illuminare così forte e vivacemente da creare tramonti e albe quante volte volessero..o anche per creare nuove stelle, chi lo sa. Ma le mie creature sembrano aver perso il POTERE DI CAPIRE LA PAROLA. La venerano, ma NON la capiscono. Quando cerco di spiegarla, io fallisco. Quando loro chiedono di farmi sentire con la mia presenza, io PARLO, ma loro NON MI SENTONO. È così frustrante, Padre. Perché se ho creato IO la Parola, non riesco a farmi capire? Perché non mi sentono?”

“Finchè le cose restano dentro di te, Chuck, sono belle, perfette e infinite, ma quando le porti al mondo esterno, sono destinate al cambiamento e alla rovina..è l’Entropia che fa sì che sia così. Ogni cosa che si trasforma in qualcos’altro, si trasformerà a sua volta all’infinito, e tu non potrai fermarla, perché dovresti fermare il TEMPO.”

“Ma cos’ha a che fare tutto questo con la MIA Parola? Io credevo..sì, credevo che una volta che avessi costruito l’Albero..loro..avrebbero..”
“L’Albero non li aiuta a comprendere la Parola, ma non fa che peggiorare la loro mancanza di comprensione.”
“Come? Non capisco!”

“Se le tue creature CAPISSERO, evolverebbero e cambierebbero e finirebbero nella distruzione. Tu hai voluto che così NON fosse, impedendo loro di cambiare…hai ottenuto quello che volevi, Chuck, ma per fare questo, loro devono perdere la facoltà di capire, altrimenti non avrebbero più scampo dall’entropia. L’incapacità di cambiare, è l’unica cosa che li rende incapaci di invecchiare e quindi morire. Se qualcosa non cambia mai, non può deteriorarsi e quindi morire.”

“E se..se non ci fosse alcun modo di spiegare niente, se le mie creature potessero comprendere la mia Parola, in altro modo? Se quello che sbaglio è il metodo di trasporto? Se esistesse un qualcosa che..consentisse di capire, senza sapere di aver capito? In questo modo le mie creature capirebbero il mio linguaggio, senza accorgersene!”
“A che scopo diffondere qualcosa che non può essere capita?”

“Lo scopo è grande e nobile, se accende lo spirito..se fa quello che ha fatto a me..sto parlando di un’energia più grande..un’energia che non so da dove è nata..non so neanche se sono stata io a crearla..ma è successo. Non so cosa sia, ma mi fa stare bene!”
 
 
*

"Padre, abbiamo individuato un'energia diversa dall'entropia, di uguale grandezza e potenza.."
"Quanto potente?"
"Potente quanto la LUCE, padre. Se vuoi, posso farti vedere il grafico. Io e Aldebaran siamo molto emozionati."
Gli fecero vedere il grafico. L'energia sconosciuta era di un colore chiarissimo rosa brillante. Fluiva dalle rocce e dall'acqua dei fiumi e dei mari e anche dal terreno, poi scompariva come se volasse.

"Non vola ma diventa invisibile. Come noi. "disse Chuck stupito.
"Siamo riusciti a imbottigliarne qualche centilitro." disse uno di loro.
Chuck lo assaggiò e fu scosso dai brividi. I suoi occhi divennero gialli e luminosi. Il suo corpo divenne luminoso e anche le sue mani. Abbracciò tutti gli angeli che c'erano lì.

"Cosa mi è successo? Sono stato investito da un'emozione fortissima."
"Questa è un'energia potentissima che è in grado di farti sentire come quando voli."
 
 
 
  ***  
"Questa energia è così potente, luminosa e viva, che non ci sarà bisogno di cercare parole più specifiche. Questa energia quando arriverà agli esseri umani, renderà talmente felici che non avranno bisogno più di altro. QUESTO sarà il mio linguaggio. Altisonante e potente come la musica. Grande come me! "
 
“Hai appena creato la RISPOSTA.” Disse l’Universo.

“La..risposta? Cos’è?” chiese, ma l’universo non rispose. “Oh, non importa! Se non vuoi dirmelo, non fa niente. Sembra così..così IMPORTANTE..sì..sarà così che si chiamerà..RISPOSTA. Sarà qualcosa che tutti vorranno e non ci sarà alcun bisogno di capirla, per gioirne! Non avrà bisogno di parole..non ci sarà bisogno di cercarla, si troverà direttamente e basta!”
 
“L’entropia distruggerà la tua risposta, come farà con tutto il resto.”
 
“Ho pensato anche a questo! Io..creerò qualcosa, dentro le mie creature. Qualcosa che vivrà DENTRO DI LORO..non un qualcosa di fisico, ma molto più leggero..non si accorgeranno neanche di averlo! E quel qualcosa sarà in grado di comprendere il linguaggio, la mia Parola, anche se loro non lo sapranno..dopodichè questa sostanza diventerà un tutt’uno con la creatura stessa, in modo che quello che sa lei, lo saprà anche la creatura..ma non lo saprà con il cervello..ma ad un livello più profondo..sarà un luogo così segreto e inespugnabile che non lo saprò nemmeno io!” si esaltò.
 
Chuck era così gasato che gli sembrava una grande idea.
 
“La chiamerò Anima.
 
“Pensavo che odiassi che quello che crei, sfugga al tuo controllo e ora vuoi creare addirittura volontariamente, qualcosa che, neanche tu, potrai mai vedere e raggiungere?”
 
Chuck sembrò disorientato.
 
“Mi interessa che capiscono il mio Messaggio.”
 
“E poi non ti interesserà più.”
 
“Ti sbagli. È la cosa che mi interessa di più in assoluto.”
 
“Ogni cosa passa, quando finisce per uscire fuori da noi..perchè finisce.”
 
“Non più quando riuscirò ad intrappolare l’Entropia!”
 
 
 
*
Anche quella volta l’Universo ebbe avuto ragione e questo fece infuriare Chuck.
 
Aveva creato il potere di qualcosa che sarebbe stato così impenetrabile da non poter essere trovato. Questo e soltanto questo avrebbe avuto un’energia di tale potenza per fare quello che aveva in mente di fare. Solo quello avrebbe avuto il potere di recepire la Parola.
 
Ma Chuck non capiva la portata di quello che stava costruendo fino a che non l’ebbe costruito!
 
Con il tempo, non vedere mai il prodotto di quello che aveva creato, non aver modo di trovarlo, né tenerlo tra le mani o assistere al lavoro compiuto per contemplarne la magnificienza, oppure essere sicuro che avesse funzionato, lo rendeva nervoso e irritabile.
 
“HO SBAGLIATO TUTTO. HO SBAGLIATO. HO CREATO UN MONDO IMPERFETTO. IO..VOGLIO ELIMINARLO. Distruggere ogni prova di questo fallimento, di questo mondo sbagliato.”
 
Quel pensiero però, lo rendeva triste, ogni volta che passava accanto a ognuna delle sue creazioni.
 
“Non ce la faccio più, Padre. Continuo a creare, creare, creare, ma TUTTO si rovina, non vedo l’ora che quest’albero cresca e cominci a germogliare, per poter finalmente imbottigliare l’entropia. Perché? Perché deve essere così..perchè questa divinità mi ostacola? Non l’ho creata io. Eppure ESISTE. Perché, Padre?”
 
"Perché TU hai creato ogni cosa dal nulla, ma il nulla traspare! Perché anche quello che pensi non dipende da te, dipende da te. E se non lo capisci, è perché non guardi. Hai perso la capacità di vedere davvero.”
“Universo, io non capisco.”
Non ti sei accorto che anche Amara contiene dentro di sé l'entropia? "Lei è fatta di questa sostanza."
 
Chuck sbarrò gli occhi, guardando sua sorella che era terrorizzata quanto lui.
 
“Non te l’ha detto? Eppure lei lo sa da tanto tempo!”
 
"Stai mentendo."
“Tipico di te, Chuck! Pensi che tutti ti mentano..eppure SAI che sono Verità Assoluta. Forse è per questo che le tue creature non riescono a leggerti! Forse sai che sei come ME e non ti è possibile MENTIRE, per questo dentro di te vuoi renderti illeggibile. Perché HAI PAURA!
 
 
“NON SONO IO CHE HO CREATO UN FIGLIO PER FARE QUALCOSA CHE NON HO IL CORAGGIO DI FARE, PERCHÈ SONO TROPPO CODARDO PER FARLO! SE QUESTO MONDO ESISTE È PERCHÈ IO L’HO CREATO!”
 
“A che prezzo hai creato tutto, Chuck? Forse dimentichi, che come essere COMPLETO, non potevi creare NIENTE. Per poter creare hai dovuto dividerti da lei. Ma nonostante questo, il caos regna, perché fa parte di te. Per poter ottenere tutto, devi dare qualcosa in cambio. Vuoi un mondo perfetto senza disordine? Non puoi salvarne una fetta, perché quella fetta lo infetterà sempre."
 
Amara si accorse del lampo negli occhi del fratello che la fissava.
Amara si avvicinò al fratello che la osservava.
"Vuoi distruggermi per salvare il mondo?"
"Io.."
Amara lo schiaffeggiò. "
"Sorella.."
Chuck tentenna. È una decisione difficile da prendere per un Dio...
 
“L’entropia resta..Amara resta. Tutti noi restiamo e saremo VIVI. Per sempre. Il tempo sarà nostro amico. Tutti noi ci ameremo, grazie all’amore. Io farò in modo che sia così. Troverò un'altra decisione. Una soluzione che vada bene per tutti. E ora se a voi non dispiace, ho un albero da coltivare e far crescere."
 
“A che prezzo hai creato tutto, Chuck? Forse dimentichi, che come essere COMPLETO, non potevi creare NIENTE.
 
Quel giorno Dio comprese che, la Verità feriva.
 
SAI che sono Verità Assoluta.
 
Chuck comprese quel giorno che la verità era qualcosa di cui avere paura.
 
Non avrebbe mai rivelato la Verità..non avrebbe mai insegnato il Verbo a nessuno..che la cogliessero da soli, la verità, le loro creature.
 
Sempre che a qualcuno di loro sarebbe mai importato.
 
 

 
 
*
“Non cancellerò il Mondo. “
“E domani avrai di nuovo cambiato idea.” Disse l’Universo.
“NO!! No..io..ho deciso. Una decisione definitiva, stavolta.”
“Non sai quanto.”
 
Chuck non pensò a quella frase criptica. Aveva altro per la testa.
 
“Non posso rinunciare all’Amore…non so neanche come è nata..e quindi non saprei come replicarla.”
 
“Hai rinunciato a distruggere tua sorella..”
 
“E sono schiavo dell’amore. È una energia che mi ha fatto suo schiavo. Ho addirittura litigato con un mio figlio perché ho chiesto a tutti gli angeli di amare anche loro, di amare tutti gli esseri viventi.”
 
“Perché l’hai fatto?”
 
“Perché io non posso salvare il mondo, ma quest’energia forse potrà farlo..resisterà a tutto, anche quando io non ci sarò più..e i miei figli avranno bisogno di un leader, un giorno. Qualcosa che sopravvivi all’entropia.”
 
“Sei diventato molto saggio.”
 
“No. È la disperazione di essere diventato schiavo a farmi parlare così. Ho creato un linguaggio che nessuno capirà mai, venero un’energia che non posso neanche possedere..e l’ho fatta custodire a delle creature in un luogo impenetrabile a loro stessi, così impenetrabile che non so neanche se riusciranno a SENTIRLA..e ora non riesco a tornare indietro..è svanita..svanita per sempre ai miei occhi..non capirò mai se la sentiranno, la mia Parola, perché non potranno saperlo neanche loro. Dimmi, Universo, perché impegnare tutto me stesso in qualcosa che ho perso, perso per sempre?”
 
L’Universo stette zitto.
 
“Perché prima credevo fosse una cosa tanto meravigliosa e adesso non riesco a vedere più il progetto finale? Perché investire tutto nell’amore se non è mai stato davvero mio? E come ho fatto a pensare che lo fosse? Perché se non è mia, fa soffrire così tanto e allo stesso tempo fa sentire così bene? Io volevo che capissero la Parola, ma non la troveranno mai da me! Dovranno recepirla dall'AMORE. Come potranno fidarsi dell'Amore?? Come fidarsi di qualcosa che non puoi vedere ne toccare ne capire? Come solo capirla?"
 
 
“Hai appena creato la Domanda.” Disse l’Universo.
 
E come la volta della risposta., Chuck non ebbe bisogno di chiedere. Sapeva, senza sapere come, di non avere bisogno di farlo. La domanda non interroga sé stessa.
 
Avrebbe avuto Tempo, dopo, dopo il crollo di tutto, di continuare a ripetersi “Perché.”
 
 
 
 
  Dietro una roccia, invisibile e non visto, qualcuno che non era appartenente di quel tempo, assisteva a tutto.

Dean.

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Capitolo 5
*** Senza permesso!! ***


Quel giorno Dean sembrava esausto ma anche diverso in un certo senso, come se fosse più..in forma.
Sam non l’avrebbe mai detto davanti di lui, ma forse, sì, in quel momento, mentre trangugiava il suo cappuccino, al tavolo del bunker, con la fronte corrucciata e quegli occhi grandi e verdi di sonno, sembrava…bellissimo.

Sam si rese conto della stranezza di quel pensiero. Suo fratello era sempre stato bello, ma con gli anni, la stanchezza della caccia, lo stress delle battaglie, le delusioni, le perdite e i rancori, era invecchiato anche lui, come lui stesso, d’altronde. Le rughe sulla fronte si erano fatte più evidenti, gli occhi meno grandi di prima, le pupille meno vivaci, il sorriso sempre meno frequente.

Sam non gliel’avrebbe mai detto, ma la perdita del suo sorriso, era come vedere morire le stelle. Accendeva anche lui di riflesso, facendolo sembrare una supernova.
Dean quando sorrideva era meraviglioso. Ma con gli anni, il suo sorriso aveva perso quella brillantezza ed era diventato sempre più simile al sorriso del joker e insieme al suo sorriso, anche il suo era svanito.

E tutte le stelle si erano spente.
Quella mattina, lo vedeva diverso.
Emanava un’aurea diversa, una energia diversa, più attiva, più..sveglia. Come se avesse appena affrontato una caccia, come se fosse appena tornato da una caccia..quel mix di adrenalina che restava dentro di loro, dopo che avevano combattuto contro qualcosa, visto TROPPO.
Dean si era appena svegliato, eppure sembrava come se non avesse dormito, ma non era assonnato, tutt’altro..

“Come sta il mio fratello preferito?” chiese una voce.
Dean allungò le braccia e venne fuori il suo sorriso. Non sembrava il sorriso da poker.
“Non dicevo a te.” Disse Adam, il loro fratello minore.
Dean gli arruffò i capelli e ancora seduto, lo attirò prepotentemente a sé, costringendolo in un abbraccio stritolatore, facendolo ridere, dopodiché, Adam riuscì a liberarsi della morsa ferrea e corse a versarsi il caffè che era nella brocca trasparente.
Sam sorrise, quasi commosso.
Riavere Adam era stato un regalo insperato e un miracolo, da parte di Amara, che per ringraziarli del fatto che l’avevano aiutata a far pace con suo fratello, gli aveva restituito Adam.

Un fratello per un fratello… pensò Sam.

Dean ce l’aveva avuta con Adam, all’inizio. Avrebbe preferito riavere indietro i loro genitori..o magari anche Bobby e il fatto che fosse stato lui e non loro ad avere una seconda possibilità, lo aveva caricato di rabbia, anche se Adam non c’entrava niente. Credeva che fosse dovuto al fatto che “un fratello per un fratello.”
Ma poi Amara aveva spiegato loro che non era stato quello il metodo di valutazione. Semplicemente erano stati i loro cuori a deciderlo. A decidere lui.

Dean aveva obiettato. Era impossibile che lo avessero preferito a Bobby.
Invece era stato proprio così. Alla fine lo avevano compreso. Anche se amavano Bobby, Adam era stato il loro grande rimpianto. Non si erano mai perdonati di averlo lasciato a morire in una gabbia.

Comprendere questo aveva cambiato di molto anche l’atteggiamento di Dean nei confronti del loro fratellino. Quasi come se rendersi conto che lo amava più di quello che pensava, avesse spinto Dean a arrendersi a un lato di sé, più amorevole, che finora aveva manifestato solo con lui.
Sam sperava solo che non diventasse TROPPO amorevole e subito si preoccupò. Era forse GELOSO? Dean non avrebbe dovuto mai saperlo!

“Oggi non ci siamo.” Dichiarò Adam. “Io e Jack.” Puntualizzò.
L’amicizia tra i due piccoli di Casa Winchester era diventata un’altra cosa positiva del ritorno di Adam.

Jack, il loro nuovo fratellino acquisito, aveva BISOGNO di un amichetto con il quale giocare.
“E dove andate?” chiese Dean con disappunto.
“Con Castiel a fare un picnic! Volete venire?” chiese per non sembrare un maleducato.
“Sia mai! Non avete bisogno di un altro terzo incomodo!” disse Dean.
Adam prese il cuscino che c’era sul divano e glielo lanciò. Dean rise mentre lo schivò prontamente.

Avrebbe preferito che Dean non facesse battute in merito. L’omosessualità non era cosa facile da accettare per ragazzi così giovani e Adam avrebbe potuto prendere male queste allusioni. Finora erano state solo battute innocenti, però..
“No, davvero, divertitevi..noi..ce ne andremo a vedere un film al cinema!” disse Sam.
Dean lo guardò strabuzzando gli occhi, sentendosi tradito e Sam fece una faccia divertita.

“Perfetto! Grazie Sam per aver deciso di far uscire quest’orso di nostro fratello!” disse Adam.
“È uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo!” dichiarò Sam.
“D’accordo, ma niente film da femminuccia, Sammy!” disse Dean.
Anche questo era strano. Non si era lamentato più di tanto, non aveva protestato, aveva semplicemente..accettato.
Dean era diverso..sembrava più leggero in un certo senso.

Ma Sam sapeva che c’era qualcosa che lo turbava. In un certo senso notava delle similitudini con altre situazioni.
E comprendevano TUTTE, il ritorno alla realtà dopo un mondo alternativo.
Era successo dopo che erano tornati dal Paradiso, dopo essere morti.
Era successo dopo che era tornato dal mondo creato da Zaccaria, del futuro o quello dove erano persone normali.

Era successo dopo che era tornato dal mondo creato dal djinn.
Ogni volta che Dean tornava da un mondo alternativo, aveva un’energia diversa, più viva..come se fosse ringiovanito.
Sam credeva che tornare nel mondo reale dopo aver vissuto in un mondo che “non era il tuo mondo”, risvegliava i tuoi sensi, rendendoti più vivo e percettivo nel mondo attorno a te. Restare lontano da quello che era a tutti gli effetti, il tuo mondo, te lo faceva percepire in maniera diversa, eri meno “apatico.”

Era qualcosa che non percepiva più di tanto quando erano tornati insieme da quei mondi, ma lo vedeva in Dean, quando era l’unico a fare quei viaggi.
Ora però lui non era tornato da “nessun viaggio”. Quindi forse si sbagliava? Vedeva cose che non esistevano?
 
 
 
*

“Soffri di incubi notturni?” gli chiese Sam a bruciapelo.
Dean lo guardò a bocca aperta, mentre teneva in mano ancora una maglietta sull’orlo di metterla.
Era una maglietta verde come i suoi occhi, solo più scura.
“Come ti viene in mente una cosa del genere?”
“Lo dico perché ieri notte ti ho sentito gridare..e non era neanche la prima volta.”
“Davvero? Io..non mi ricordo.”

Mentiva e Sam riconosceva quando mentiva. Non osava guardarlo negli occhi.
“Dean, sai che puoi parlare con me..”
“Ricominciamo..Sam, non ho NIENTE da raccontarti..e poi stiamo parlando davvero di incubi? Se avessi un incubo perché non dovrei dirtelo? Non significherebbe comunque NULLA.”
“Boh..io..”

“Dai, andiamo..non vedo l’ora di vedere questo film da femminucce che hai scelto!”
 
 
 
 

 
 
*

Sam non aveva saputo darsi pace e alla fine aveva ottenuto, mentre erano in viaggio, da suo fratello, una mezza confessione. Il fratello ultimamente faceva dei sogni che lo lasciavano perplesso e agitato per la vividezza con cui si manifestavano. Non aveva voluto dirgli che genere di sogni fossero, ma si rifiutò di ammettere che fossero incubi. Poi gli aveva chiesto di non parlarne più.
 
Ora si stava trovando nel bagno del cinema dove si era rifugiato durante l’intervallo, discutendo con un angelo, della questione “incubi di Dean.”
“Sam, hai la vaga idea che se Dean per caso decidesse di fare un salto qui e ci becca a parlare di lui, succede un’altra apocalisse?” chiese Castiel, come se stesse parlando ad un bambino.
“Lo so benissimo..come anche chiunque ci sentisse, ci prenderebbe per pazzi..o per deficienti!”

“Bene, visto che hai capito, direi che è meglio interromp..”
“ASPETTA!! Non puoi andartene così, dopo quello che mi hai detto!”
“Ho detto anche troppo..davvero vuoi continuare a parlarne?”
“Non puoi dirmi che Dean ha parlato con una mietitrice in un inquietante paradiso adibito a libreria, e che poi ha continuato a tornarci in sogno, probabilmente per leggere a caso dei libri segreti all’interno e poi andartene via!”

“Non l’ha fatto PER CASO, ma perché è uno stupido idiota ficcanaso! Quella è una biblioteca SEGRETA!”
Castiel era arrabbiato, ma Sam non aveva intenzione di cedere senza dare battaglia.
“Castiel, sei nostro amico..”

“Per mia sfortuna.” Disse l’angelo, alzando gli occhi al cielo.
“Perché non mi hai detto che Dean stava avendo degli incubi su un libro che ha letto mentre si trovava con un mietitore?”
Castiel ora lo guardava con rabbia.
IO NON LO SAPEVO, SAM!”
“Ma..hai appena detto..”

“Io SAPEVO che QUALCUNO stava continuando a fare visita alla BIBLIOTECA, un luogo accessibile a pochissimi eletti! Perfino a noi angeli è proibito andarci. Un allarme speciale scatta se questo luogo viene profanato. È successo diverse volte e alla fine noi angeli ci siamo riuniti per cercare di capire il responsabile. Puoi immaginare il nostro sconcerto quando si presenta a noi Jessica, dicendo che era tutta colpa sua, perché aveva permesso a un essere umano, di vedere la BIBLIOTECA. E indovina la reazione di Raphael, a questo?”
 
“Winchester!! ANCORA LORO!!” urlò Raphael battendo un bugno su quel preziosissimo tavolo di vetro. “Quel figlio di puttana che ha DECISO le loro nascite, lo voglio identificato e sbattuto nelle prigioni celesti, insieme a quella stronza!!!"
 
“Io ho bisogno che tu capisca, Sam. Per diverso tempo questo allarme è scattato, ma noi angeli non abbiamo avuto modo di capire il perché questo succedeva..e non potevamo montare LA GUARDIA, perché neanche a noi è permesso entrare. Abbiamo chiesto un’autorizzazione per farlo, ma nel momento in cui l’abbiamo ottenuta..PUFF..niente più allarme. È tutto finito.”
 
“Se non sapete il motivo, come fai ad essere così certo che mio fratello è tornato lì, e ha letto i libri che c’erano lì? Se dici che è impossibile per un umano entrare lì spontaneamente..magari è stata Jessica a farlo e adesso vuole scaricare la colpa su mio fratello!”

“Infatti volevo aspettare a parlarvene per questo motivo..volevo esserne SICURO..ma poi tu mi hai chiamato..mi hai detto che Dean ha degli incubi..e non posso fare a meno di collegarlo alla visita della biblioteca dei MORTI. Sam, entrare in quel luogo è proibito! Non ci sono solo libri sulle date di nascita e di morte di tutti gli esseri viventi, ma risposte ANCESTRALI, che non sono permesse di essere lette neanche a NOI! Posso solo immaginare cosa può succedere a un umano che li legga SENZA PERMESSO. Mi stupisco che tuo fratello sia ancora vivo.”

“Dai per scontato che abbia LETTO qualcosa..ma non credo che..potrebbe benissimo non averlo fatto!”
“Se non credi a me, forse crederai a QUESTO!”
Gli mostrò un bracciale dorato che brillava come fosse stato creato dal sole.
“E questo cos’è?”
“Un bracciale incantato!! Seguirai le istruzioni che io ti darò..e poi dovrai trovare il modo di farlo indossare a Dean..”
“Cosa?? No! Non se ne parla!”

“Ascoltami, è l’unico modo! Con questo bracciale e questo..” gli mostrò un anello viola. “Potrai ripercorrere i sogni di qualunque essere vivente! Ma vale solo per l’ultimo mese della vita del soggetto..non può andare più indietro.”
“No, no, no, è sbagliato! Immorale!”
“Si tratta solo dell’ultimo mese, Sam..”
“No!! Dean non me lo perdonerà MAI!!”
Castiel lo guardò e poi si inginocchiò davanti a lui.

“C-Castiel?? Ma che stai facendo? Siamo in un bagno pubblico. Alzati, accidenti o qualcuno comincerà a pensare male.” Ridacchiò Sam, per stemperare il tutto.

“Ora tocca a me, pregare TE. Dean è anche mio amico e non hai idea..cose terribili possono capitare a chi si appropria di qualcosa che non gli è permesso. Vengono custoditi in luoghi segreti per un motivo! Io non so cos’abbia letto Dean che ora lo sconvolge tanto..ma dobbiamo scoprire che cos’è..o potrebbe essere in pericolo. Ora ha degli incubi..ma domani cosa potrebbe succedergli?”
“Cas, io..”

“Le maledizioni non sono semplici malattie..non sono a decorso lungo..come stai bene adesso, domani puoi morire..ti prego, Sam..”
“Basta, basta! Non dire un’altra parola..io..lo farò!”
Castiel lo guardò.
“Davvero?”

“Sì, mi hai convinto! Anche se guardare questi cosi..sembra di essere precipitato nella saga del signore degli anelli..ma lo farò! E poi..se qualcosa va storto, posso sempre dare la colpa  a te.”
“Sono un angelo..non può farmi niente.”
“Non direi visto quello che è successo a Jessica.”
“Deve ringraziare che se l’è cavata così. Se osa minacciarvi un’altra volta..non dovrà più avere paura delle prigioni celesti.” Disse con sguardo duro e Sam ringraziò Chuck di aver creato un Angelo tanto buono che aveva concesso loro la grazia di essere loro amico.
 

















Note dell'autrice: ciao ragazzi! Questo capitolo può sembrare un po' noioso, ma dovevo introdurre il capitolo che dava l'opportunità a Sam di indagare sulla questione xd mi dispiace per Ciuffettina che mi aveva chiesto di far tornare in vita Bobby sotto ordine di Amara, ma..ormai avevo deciso questa storyline xd però quello che ha detto mi ha fatto pensare e se è possibile, forse farò tornare anche lui xd :*

Ps chi si chiede dove sia Jack, sta ancora dormendo lol e per quanto riguarda Raphael, nella versione della mia storia, non è mai morto.

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Capitolo 6
*** L'inferno ***


"Papà...io volevo solo dimostrarti di quanto sono imperfetti e sciocchi gli esseri umani."
Lucifer sembrava un bimbo che chiedeva scusa, un bimbo che sapeva che dopo la marachella e una punizione, sarebbe stato perdonato dal padre.
Stava solo da capire quale fosse la punizione e quanto dovesse durare.
"Papà.. Ti prego! Voglio tornare a casa!" disse Lucifer.
Il Paradiso era chiuso e sbarrato.
Lucifer si appoggiò al cancello.
 
"Mi mancano i miei fratelli. La mia casa. Ti prego. Io.. Io ti chiedo scusa!"
"SCUSA NON È ABBASTANZA!" gridò Chuck dopo che un grosso uragano fece cadere Lucifer.,allontanandolo dai cancelli.
"Mi dispiace! Ma puoi creare altre mele! Non infastidirò mai più i tuoi protetti, lo giuro!"
"SEI PROPRIO UN BAMBINO, LUCIFER. UN BAMBINO CATTIVO."
"Ma.."
"Le mele dell'albero della vita sono perse. Perse per sempre."
"Ma tu sei Dio! Puoi farle tornare!"
 
"Ci sono cose che una volta giunte non posso fare tornare mai più." disse, poi guardò le sue ali, perplesso.
"Cosa sta succedendo alle tue ali?"
Lucifer guardò l'attaccatura della sua schiena che sembrava bruciacchiata.
"Niente! Ho fatto un bagno nel fango!" e cercò di tornare in paradiso.
Ma Chuck lo fece volare a terra con un gesto della mano.
"Non tornerai mai più in Paradiso!"
"Cosa?? NO!!"
 
"Per quello che hai fatto, Lucifer, non rivedrai mai più i tuoi fratelli!"
"Ti prego, No! Non ho un posto dove andare!!"
Lucifer fu invaso da una coltre nera e scura che lo avvolse, spingendolo in un gorgo.
"Papà, papà, ti prego, non farmi questo!"
"Non sono io a farlo." disse Chuck, guardando sbalordito la coltre nera avvolgerlo.
"Aiutami!!"
 
Chuck indietreggiò.
"Ti prego!!" disse Lucifer.
"Non avresti dovuto tradirmi, Lucifer."
Una singola lacrima scese dalla sua guancia mentre Lucifer veniva rinchiuso in un gorgo che sputò pece nera e fuoco ardente di lava rossa.
Amara singhiozzava.
"Come hai potuto fare questo a tuo figlio?"

Chuck si voltò verso di lei, l'odio negli occhi.

"L'albero della vita è andato avanti su TUO VOLERE. Bisognava avere fiducia negli umani hai detto. Permetti agli esseri umani di condividere il paradiso con altre creature. Bisogna promuovere la differenza tra RAZZE.,dicevi."
Chuck si volse verso di lei e dal suo tridente, fece scaturire una grossa luce accecante che la colpì, facendola gridare.
"QUESTA SOFFERENZA È TUTTA COLPA TUA!!"gridò Chuck annientato dal dolore.
 
Sam guardava la scena dall'alto, basito.
Aveva visti tutto quello che aveva visto Dean, eppure ogni volta era sempre più sorpreso che il fratello avesse visto tali cose e fosse riuscito a tenersele dentro.
"L'entropia che c'è dentro di te, ha distrutto il mio regno. "disse andando da lei e brandendo il tridente come arma.
Amara era a terra.
"Sono tua sorella.. "
 
Chuck ebbe un attimo di esitazione.
"Non voglio vederti mai più!"
"E dove andrò."
Chuck mosse le dita e dei lacci comparsi dal nulla, la sollevarono e la tennero legata.
"Spero nello stesso posto di quel traditore!"
"Chuck, no, ti prego, Chuck, NOOOOOOO!"
 
Si visualizzò un cubo tridimensionale che la inglobò tutta e poi venne spedita come un razzo nello spazio.
Chuck cadde in ginocchio. La pioggia cadde.
Gli angeli piangevano.
Le stelle brillavano.
"È finita?" gli chiese Dean.
Chuck si volse verso di lui.
"Sì. È finito tutto."

















Note dell'autrice: allora, scusatemi se ho saltato la parte in cui Sam usa sto cavolo di rituale xd ma non è importante ai fini della storia e sinceramente mi sono decisamente rotta di fare capitoli e capitoli per arrivare ad un punto..xd voglio specificare che Amara non resterà legata per l'eternità, è stata legata temporaneamente solo per impedirle di scappare..poveraccia..ci mancava solo essere legata in eterno oltre alla prigionia xd scusate se sembra tutto così frettoloso, ma ho un po' ansia di non riuscire a gestire sta storia e quindi meno spiegazioni confuse do, - anche nel discorso diretto - meglio me la cavo , ecco. Tanto qualsiasi cosa sembrerà poco chiara, verrà comunque spiegata più avanti in un modo o nell'altro.

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Capitolo 7
*** Un dio in cui nessuno crederà ***


Dopo che l'entropia aveva preso Lucifer e rinchiuso in un buco oscuro, era scesa una cascata di pioggia torrenziale sulla Terra.
Dio non conosceva la pioggia, così come non era preparato a tutta quella sequela di avvenimenti che era capitata dopo il tradimento di suo figlio, così andò in un punto molto lontano, dove non passava nessuno. Si inginocchiò e chiamò a più riprese l'Universo.
"Smettila di chiamarmi, sono qui. Sono sempre stato qui."
"Perdonami. Io.. Avrai certamente saputo tutto quello che è successo."
"io SO TUTTO." disse l'universo.
"Beh, io NO. Quindi, avrei delle domande per te.. Se tu.. Vorrai rispondermi."
L'universo lo studiò a lungo.
 
"Hai creato la domanda e la risposta, io posso risponderti, tuttavia non posso garantirti che le risposte ti piaceranno o che anche solo tu potrai comprenderle. Le accetti comunque?"
"Sì. Sì."
L'universo fece un suono simile a un brontolo.
"PARLA."
"Ecco... Io.. Comincio dalla cosa che mi ha stupito di più. Credo che il tradimento di Lucifer, abbia in qualche modo distrutto anche i mari e i laghi che ho costruito!"
"Spiegati meglio."
 
"Io.. Non so come spiegarlo!!" disse Dio frustrato. "Tuttavia.. Dal cielo ha cominciato a cadere una sostanza! È di materiale molto simile a quella presente nei mari. E cade giù dal Cielo. Cade giù da giorni ormai. E sembra gettare un'ombra su ogni cosa. Anche sul Cielo.
" Quello non è colpa di Lucifer, ma dei tuoi stessi angeli."
"Cosa?? E perché mai dovrebbero aver fatto una cosa del genere? E senza consultarmi??"

"Non è una cosa che si sono accorti di fare! Il dolore e la sofferenza che provano nell'aver appena perso un loro fratello, ha fatto loro piangere e insieme a loro anche il cielo ha iniziato a piangere."
"Sciocchezze. I miei angeli non hanno un potere simile, quello di far lacrimare il cielo."
"Dimentichi che gli angeli sono creature del cielo e che soffrendo loro, anche il cielo soffre. Una sofferenza simile ha squarciato il velo che dimora nella casa degli angeli."

"Come.. Come posso fare per farlo smettere? Ha gettato una tristezza inesorabile, su tutta la Terra."
"È facile. Devi solo aspettare."

"Aspettare? Tu dunque credi che smetterà da solo? Perché??"
"Perchè d'ora in poi, tutto ciò che non è celeste e divino, prima o poi finirà."
"Non ti capisco.. Tutto ciò che viene creato da noi, dovrebbe essere ETERNO, per questo l'ho creato."
 
"Sei uno sciocco! Dimentichi l'entropia??"
"Ma.. Amara è stata imprigionata!!"
 
"CONTINUI A ESSERE UNO SCIOCCO, CHUCK! FORSE A TUTTO ESISTE UNA FINE, MENO CHE ALLA TUA STOLTEZZA!! TUA SORELLA È NATA DALL'ENTROPIA, MA NON È LA CAUSA DELL'ENTROPIA STESSA NÉ LA FONTE, IMPRIGIONANDO LEI E TUO FIGLIO NON HAI FATTO ALTRO CHE AUMENTARE L'ENTROPIA NEL MONDO!! "
 
"Questo è assurdo, non è colpa mia!! Loro hanno fatto del male!! Dovevano essere PUNITI per ciò che hanno fatto!!"
"Stai molto attento a ciò che dici, Chuck, la natura ti ascolta e se non ti rimangi ciò che dici.."
"Non lo farò!!"
"Quando vorrai, non potrai più farlo!!"
"Io volere una cosa del genere?? Non accadrà mai!"
"Vedo che hai smesso di credermi, e di ascoltare ciò che ti dico."
"Mi dispiace che la cosa ti ferisca."
 
"Oh, non sono io a essere spiacente. Sarà a te che dispiacerà. Hai intenzione di passare alla prossima domanda?"
"Va bene. Hai detto che d'ora in poi ogni cosa finirà. È a causa di Eva che ha mangiato la mela?"
"Sì."
Chuck rimase stupito dalla prontezza con cui l'universo gli rispose.
 
"Va bene. Uhm.. E che cosa devo fare per far sì che invece ritorni tutto com'era prima??"
L'universo sembrò sorpreso.
"Non puoi."
"Ma..questo non è possibile!!"
"Ciò che è fatto non può essere annullato, eri stato avvertito quando hai deciso di gettarti in questo progetto!"
"Ho imprigionato l'entropia una volta, posso dunque rifarlo di nuovo!! Ogni cosa che fai una volta, si può ripetere, l'hai detto tu stesso!!"
"Sì, ma non nella stessa maniera della prima volta."
"Non capisco. Basterebbe creare delle altre mele."
 
"Continui a non capire!! Il potere che era racchiuso nell'albero della vita era un potere PURO, PURISSIMO. Ed era unico. Non si può replicare la purezza. Quando è persa, è persa. Era per una volta sola e se tu l'avessi infranta, avrebbe scatenato un meccanismo irreversibile. Irreversibile come lo stesso meccanismo che tu intendevi addossare alle tue creazioni."
"Ma la legge della ripetizione stabilisce che ciò che hai fatto una volta.."
 
"La legge della ripetizione non colpisce ciò che vuoi tu, Chuck. La natura non si piega davanti al volere di nessuno, tantomeno al tuo."
"Continuo a non capire. Sostieni che questa legge ha colpito, ma allora cosa ha colpito esattamente se non posso riportare le cose com'erano prima?"
 
"Non mi chiedi cos'è questo meccanismo irreversibile di cui ho cercato più volte di avvertirti??"
Tutto all'improvviso sembrò illuminarsi.
"Hai sfruttato un potere ENORME, PURISSIMO, per costringere le tue creature ad obbedirti, ma eri stato avvertito che se i contenitori di questo potere, fossero stati mangiati, non solo sarebbe stato tutto annullato, ma l'energia in essa, si sarebbe invertita, diventando energia negativa, in pratica ENTROPIA. Sei riuscito a creare l'immortalità a un prezzo, ma hai spezzato il vincolo. Spezzare un vincolo immortale, ha un prezzo. Siccome hai distrutto l'immortalità stesso, non ti sarà concesso di averla di nuovo."
 
"Siamo già immortali."
"Le tue creature."
"Ah, loro!! Non mi importa. Hanno dimostrato di essere poco leali e ignoranti. Non meritano l'immortalità. Possono pure morire!! L'importante è che continuino a far vivere la mia Terra."
"Sei sciocco esattamente come le tue creature, Chuck, non ti rendi conto dell'irreversibilità di ciò che hai combinato. Ma te ne renderai conto molto presto!!"
"Che cosa intendi dire??"
"Ho sprecato anche troppo tempo con te!!"
 
"Aspetta, non sparire.. Ho ancora tante domande da farti.. Aspetta!!!"
 
 
 
 
 
 
 
*
 
 
Passarono le settimane e i mesi e ci fu il primo omicidio e poi quello di altri. La gente si uccideva a vicenda, uccideva gli animali per mangiarli e altri animali facevano lo stesso. Tutti si uccidevano. E morivano. Chuck era disperato. Ogni cosa sembrava destinata al decadimento, ma la cosa che disperava di più Dio, era che nessuno lo ascoltava più. Era diventato invisibile per le sue creature, così come i suoi angeli. Non solo non lo vedevano ma neanche lo sentivano.
Disperato, aveva deciso di chiamare di nuovo l'universo!!
"Padre!! Padre, ti prego!! Ho fatto tanti sbagli ma il mio linguaggio, le mie parole, sono sempre state usate per uno scopo nobile!! Volevo creare un linguaggio universale per fare in modo che capissero il linguaggio divino, che tutti gli uomini si capissero tra di loro!! Invece non solo non lo fanno più e comunicano tra di loro con versi senza senso, ma non capiscono neanche più il verbo di Dio!!"
"A causa di quello che tu hai fatto.."
"Io non ho mai voluto questo!!
 
"Hai obbligato la tua gente, a essere cieca e sorda sotto l'influenza del potere delle mele. Per far sì che ti obbedissero senza capire di essere costretti a farli. Li hai obbligati a non farsi mai domande e tutto ciò che tu hai privato loro con la forza, viene a loro restituito da quando il potere è stato distrutto. Non volevi che avessero il libero arbitrio, e adesso è proprio ciò che avranno. Privandoli di capire, hai privato loro il potere di capire il linguaggio Divino. E quindi non possono capirlo, Chuck. Che poi, è proprio quello che volevi, no?? "
"Io non ho mai voluto che non potessero più capire il Verbo!!"
 
"Hai rinchiuso tuo figlio, hai rinchiuso tua sorella e ora la tua creazione vivrà in una gabbia per l'eternità. Non hai voluto lasciare libertà di scelta e il tuo genere umano non avrà più scelta, se non quella di nascere, vivere e poi morire!! Le tue creazioni andranno per sempre avanti senza di te, e tu non potrai mai più controllarle né salvarle, solo loro potranno e passeranno LA VITA INTERA, a non capirsi a vicenda, a non capire TE, perché è quello che tu VOLEVI."
 
"Non puoi essere così cattivo."
L’Universo ruggì più forte fino a scatenare una tempesta.
 
"Non sono stato io a creare questa sofferenza, Chuck. Tu l'hai fatto!!" disse l'universo puntando verso Chuck un enorme dito gigante.
Quel giorno il cielo pianse più delle altre volte. E si crearono i fulmini e i lampi.
Luce e buio che si incrociavano a vicenda, lottando per il predominio.
 
 
"Ce l'avevi una scelta, lo sai, vero, Chuck? L'universo ti stava mettendo solo alla prova." disse Dean.
"Lo so, Dean. L'ho sempre saputo. Ma non volevo." disse Chuck guardandolo con aria amareggiata.
Un fulmine colpì l'aria.
 
"Ah!! Non potresti fermare questo maledetto temporale almeno quando parliamo??"
"Ma ha smesso." disse Chuck perplesso.
"E quel tuono??"
"Quale tuono??"
Dean si guardò circospetto, poi tirò fuori uno sbalordito Sam dal cespuglio in cui era nascosto.
 
 
 
 
****
Il ritorno alla realtà fu duro come il pavimento in cui cadde Sam dopo esser caduto giù dal divano. I passi frettolosi segnalarono a Sam che pure Dean si era svegliato.
Poi Sam si sentì afferrare da un arrabbiato Dean.
"Chi ti ha detto di intrometterti nei miei sogni??"
 
"No, Dean, Castiel..io.."
Dean guardò il bracciale che indossava e il suo anello.
“Non ne avevate il diritto. Non ce l’avevate.”

"Senti. Mi dispiace, ma sei mio fratello e mi preoccupo per te se stai male e puoi star certo che non mi scuserò per questo." Dean lo mollò e fece una cosa che Sam non avrebbe potuto prevedere. Lo abbracciò.






















Note dell'autrice:  perdonatemi il ritardo..ma questa storia è molto difficile ç_ç

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Capitolo 8
*** L'amore scritto da Uskebasi ***


Erano passati secoli da quando la Terra perse il suo paradiso terrestre e Dio era molto cambiato nei confronti del genere umano, ma anche nei confronti degli Angeli.
Gli angeli sussurravano che fosse depresso. Non si era mai più ripreso dopo la grande tragedia..dalla morte di Gesù.
La sua missione, la LORO missione, di riportare l'amore e la pace sulla Terra, era fallita.
 
Ma ancora non si rassegnava. Aveva cercato le RISPOSTE.
Dov'era finito l'amore? Poteva mai ritornare? Che senso aveva l'amore! Che senso aveva il dolore? Poteva mai essere l'amore più forte di tutto?
Aveva interrogato un vecchio saggio, a cavallo di una lepre gigante e ci aveva messo ANNI per scrivere le risposte.
 
Quando infine lesse il lungo manoscritto datogli dal saggio, pianse.
Gli Angeli lo videro piangere.
L'indomani mattina, all'alba, pretese di parlare con l'universo, anche se esso non aveva più parole per lui da anni. La Parola era andata persa e se era vero che ogni azione corrispondeva a un'altra uguale, era persa anche per lui, come per gli altri.
Dio tuttavia lo interrogò e l'universo a modo suo rispose e Dio riuscì a capire anche senza parole. Come se in quel momento, solo in quel momento, gli fosse data la grazia di capire.
Eppure quello che capiva era fonte di disperazione.
 
Aveva perso per sempre l'amore e la stima degli uomini e l'amore stesso sarebbe stato fonte di dolore e sempre sfuggente. In mezzo a tutto quel dolore, aveva creato l'anima, che era una comunione proprio con il divino ma non avrebbero potuto sentirla se non quando sarebbe sopraggiunta la Morte. Ne sarebbe valsa la pena, diceva l'universo, se non fosse che le azioni che gli Uomini avrebbero fatto quando fossero stati in vita, avrebbero pregiudicato il loro spirito e quindi la loro destinazione. Lui però no, lui desiderava SALVARLI. Non poteva, disse l'altro! Una volta che una creazione viene creata da te, non hai più potere su di loro. Le creazioni possono essere perse, possono smarrirsi da sole o rompersi..possono morire. Non può fare niente per evitarlo. Lui era immortale e ha sbagliato e sbagliando ha perso la sua immortalità e il potere di decidere sugli uomini.
 
Dio perse il lume della ragione e capì che furono proprio le sue scelte, soprattutto quelle maledette mele dell'albero della vita a segnare la fine del paradiso. Chiese infine il destino dell'amore e se quello che aveva detto Uskebasi, era vero.
Le risposte non gli piacquero.
 
"No, no, no, non può essere.. Non può.."

Una voce stranamente famigliare in quella foschia nera e grigia.
"Voglio tornare indietro."

Quelle parole.. Dette come una sentenza. Decise, determinate, disperate.. Che ferivano le orecchie, se a dirle era LUI.

"Io non sapevo.. Non avevo capito che cosa stavo facendo.. Ti prego.. No!!"
La voce si era fatta più disperata e spaventata.
Fruscii. Folate di vento.

"No!! Sono stato arrogante, io non credevo, non pensavo.."

Un rumore simile alla voce di un serpente, al ringhio di una tigre.. All'ululare del vento.

"NO!!! TI CHIEDO SCUSA, HO SBAGLIATO!! NOOOOOOOOOOOO!!!"

L'uomo gridò in mezzo al turbine della foschia che si era trasformata in un mulinello spaventoso, una gigantesca tempesta di sabbia, un uragano. Era come se l'universo ce l'avesse con quell'uomo che osava sfidarlo, rimangiarsi la parola, trattare!
 
Mentre l'uomo rimaneva in ginocchio, guardò verso un punto, verso Dean, poco più di un puntino nel deserto. Dean vede Chuck piangere. Gli faceva un certo effetto vedere Dio piangere, soprattutto con il volto e il corpo di Chuck. Sapeva che non era davvero la sua vera forma, ma era piuttosto la forma che la sua mente gli concedeva di vedere, tuttavia lo turbava lo stesso.
Dean si avvicinò e prese il libro poderoso che era appoggiato sulle rocce e lesse.



"E questo è tutto." disse infine Dean. Era la mattina dopo che Dean aveva scoperto che Sam lo spiava nei sogni. Al risveglio si era piuttosto stranito di trovarlo tutto sommato calmo e disposto a raccontargli come stavano le cose.
"T-tutto?" disse Sam.
"Sì..tutto...mi dispiace ma qualsiasi cosa fosse, non ricordo che cosa c'era scritto."
"Io credo che tu stia mentendo, Dean.."

"COME OSI!! FINO A PROVA CONTRARIA QUELLI CHE COMPLOTTAVANO ALLE MIE SPALLE ERAVATE TU E CASTIEL!" disse lui furibondo.

"Hai ragione, si, hai ragione, scusa.."
 
"No, scusami te..avrei dovuto dirti tutto subito...è solo che mi sembrava così assurdo..tutto assurdo..una mietitrice che mi dice quelle cose..come facevo a dirtelo, Sam? Non..non volevo turbarti. E poi..un libro che parla dell'inizio del mondo? Volevo davvero dirtelo..volevo condividere TUTTO..ma mi sentivo come se..come se stessi tradendo il mondo intero solo a partecipare..capisci la sensazione?"
"Sì.."
 
"Per quel che ne so, sarebbe potuto succedermi di tutto, dopo aver letto e saputo..anche morire..e non volevo che tu.."
Sam lo afferrò per il collo. Dean era seduto su un grosso pouff sul pavimento e dovette tenersi per evitare che cadessero entrambi.
 
"Quando la smetterai di decidere quando e se devo vivere o no?? Lo vuoi capire che anche vivere senza di te sarebbe un inferno in terra??"
Dean sembrò imbarazzato e Sam si morse le labbra.
"Volevo dire..io non..insomma.."
"Sta tranquillo, Sam..va tutto bene..è la stessa cosa per me.."
 
"Non ricordi proprio niente di quel libro? Di quello che ha letto Chuck?" poi aggiunse più arrabbiato. "Ma quanti diavolo di libri ci sono??" chiese furioso.
"Non ricordo, ma..insomma io credo che fosse un libro più simbolico che altro.."
"Cosa intendi ?"
 
"È come con la biblioteca. Pensavo che avrei letto, ma invece ho sognato..allo stesso tempo qui, non sappiamo se quel libro fosse fatto davvero di parole..o altro..e anche se non ricordo, ho la sensazione che quanto letto abbia segnato profondamente dentro di me."
"Dean, dobbiamo contattare immediatamente Castiel!! Magari può annullare tutto!!"
 
“No!! Non capisci?? Io non voglio annullarlo.”
 
“Non sai quello che dici..questa cosa ti fa male e poi..se è come dici, non possono volere che un essere umano sappia i segreti della Creazione..”
“Chuck lo vuole. Mi ha chiamato lui. Ha voluto lui mostrarmi tutto questo.”
 
“Può essere un trucco..magari qualcuno che vuole che tu creda questo..”
“Sam…lo so che ormai siamo abituati a gente che mente, che inganna, a trucchi e menzogne..a bugie….e so che per te è difficile, TANTO DIFFICILE, credere alla verità quanto te la trovi davanti, ma CREDIMI…Sam..” Dean si piazzò davanti a lui e gli diede un bacio sulla fronte.
 
“Fidati di me, io SO..”
 
Sam rimase basito, sia dal gesto affettuoso che dalle parole di Dean. Sembrava così cambiato.
“Non è che domani ti trovo in una chiesa, convertito a prete, eh?”
Dean scoppiò a ridere.
 
“Non mi lascerebbero più cacciare, quindi fidati che non ti farò mai scherzi del genere…e poi come posso stare senza il mio fratellino da togliere dai guai?” disse, dirigendosi verso la cucina per fare colazione.






















Note dell'autrice:  Ciao ragazzi Finalmente riesco a pubblicare entropia!! pubblico questo aggiornamento due giorni prima che farò il laser agli occhi per la miopia.. ci tenevo a pubblicare prima dell'operazione perché non so quando potrò tornare al computer.. per il resto Uskebasi è un personaggio di un fumetto di Dylan Dog che scriveva un libro con scritto il senso della vita e mi è sembrato intrigante inserirlo anche qui ! Per il resto so che fino adesso non si sono visti molti sviluppi delle trame ma fidatevi che ci saranno.. ci tenevo diciamo a concludere questo che considero la prima parte, ovvero cosa succedeva all'inizio della creazione, nella seconda parte Dean comincerà a portare e a manifestare dei sintomi di una specie di cambiamento che porterà a tutta una serie di cose! Scusate la spiegazione striminzita ma non posso dire di più!

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