Blue Ego Box

di MusicAddicted
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I: The Meeting ***
Capitolo 2: *** II: Over the moon and beyond ***
Capitolo 3: *** III: It’ll always be worth it ***



Capitolo 1
*** I: The Meeting ***


Setting: verso la fine della terza Stagione per ‘Doctor Who’, Absolution Era per i Muse

 

Pairing: BellDom, Matt/Gaia e un mini accenno Doctor/Master e all’inizio uno ancora più lieve di Ten/Rose (solo perché purtroppo è canon, non certo perché mi piaccia!)

Disclaimer: il Decimo Dottore, la TARDIS e tutto quello che li circonda è proprietà della BBC e dei vari autori, i Muse e chi li circonda appartengono solo a sé stessi, la follia invece è mia e ne vado fiera, anche se non ci guadagno nulla XD

 

Riassunto: Il Dottore è un po’ giù di morale e la sua TARDIS sa come aiutarlo… anche se servisse attraversare gli universi paralleli!
Quattro ignari Terrestri non possono nemmeno immaginare che cosa li attende!


 

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BLUE EGO BOX

Chapter I: The Meeting

 

Alla fine è successo.

Martha lo ha lasciato, ha scelto di sua spontanea volontà di allontanarsi da lui, di non seguirlo più nelle sue avventure attraverso il tempo e lo spazio.

E il Dottore non deve nemmeno interrogarsi più di tanto per trovare le risposte, sa di non averla sempre trattata nel migliore dei modi: a nessuno piace sentirsi messo in confronto con qualcun altro, qualcun’altra, per la precisione, a nessuno piace vivere nella sua ombra, a nessuno piace sentirsi una sorta di rimpiazzo.

 

Il Dottore sa che Martha ha preso la giusta decisione, non può fare a meno di ammirarla per questo, fatto sta che ora si ritrova nella condizione che più detesta in assoluto: la solitudine.

 

Il Dottore ha bisogno di muoversi, di svagarsi, di fare nuovi incontri, ma soprattutto ha bisogno di qualcosa che ha sempre contribuito a risollevare l’umore: la buona musica.

Torna a bordo della sua TARDIS, andando verso la console.

“Lascio fare a te, mia cara, basta che mi porti a un bel concerto… qualsiasi pianeta tu preferisca.”

Il tempo di dirlo e la TARDIS emette il suo caratteristico suono, mettendosi in viaggio, senza perdere occasione di tormentare un po’ coi suoi scossoni chi è a bordo.

Ad atterraggio concluso, rocambolesco o non sarebbe la TARDIS, il Dottore si precipita di fuori, aprendo le porte di quella che all’esterno appare a tutti come una cabina blu telefonica vintage della polizia.

 

“Oohh, Italia, grazie, Sexy, è da un po’ che volevo tornarci.” sorride il Dottore, chiudendo a chiave la cabina alla quale ha appena parlato.
Fortunatamente nessuno sta prestando attenzione a lui per potergli dare dello strambo.

 

Il Dottore, che ha già capito di trovarsi a Pordenone, città del Nord Italia, perchè quando hai quasi mille anni come lui ormai conosci ogni luogo della Terra a memoria, approfitta per fare un giro sul suggestivo ponte, le cattedrali i musei e per assaporare la cucina tipica locale.

In questo suo girovagare una locandina appesa lo informa non solo di quale sia il periodo storico, ma anche della scelta della sua astronave: 

 

31 Oct 2003

Palazzetto dello Sport
Muse

 

“Uhmm sì, ho già sentito qualcosa e non mi dispiacciono affatto, anzi, ne approfitto per approfondire un po’ di più la mia conoscenza della loro musica. Ad ogni odo, so già che ci sarà da divertirsi.” commenta tra sé e sé il Dottore.

 

Non ha il biglietto per entrare, è vero, ma quando hai la fortuna di possedere una carta psichica dove all’interno la gente può leggerci tutto quello che tu vuoi far credere loro il problema nemmeno sussiste.

 

E mentre lui attende che i primi supporter si affaccino sul palco, la band protagonista si gode un po’ di relax nel camerino.

 

“Avete visto? Il locale si sta riempiendo,” commenta soddisfatto Chris, “Mi sa che vado a tenere a bada Tom, prima che broccoli troppe ragazze!”

 

“Uh-uh, ma tu guarda che fortunata coincidenza, abbiamo il camerino tutto per noi,” ridacchia Dom, salendo sul grembo di Matt, che è seduto sul divanetto, ma il moro lo respinge al primo tentativo di baciarlo.
 

“Dommeh, no. Sai che adoro le sdolcinatezze pre show, ma.. Non qui,” borbotta Matt, un po’ agitato.

 

“Perché hai paura che la tua bella fidanzatina Italiana possa entrare da un momento all’altro?” sbuffa il biondo.

 

“Sì, mi ha detto che si è presa mezza giornata libera apposta e che mi avrebbe raggiunto…” tenta di giustificarsi l’altro, grattandosi la nuca.

“Matthew, lo sai che non puoi portare avanti due relazioni, una alla luce del sole con lei e una, da molto più tempo, nascosta con me?” lo scruta serio, Dominic.

 

Matthew gli è subito vicino, accarezzandogli il volto con reverenza, prima di stringerlo a sé.

 

“Dominic, non puoi nemmeno cominciare a immaginare quanto vorrei che le cose fossero diverse, che non ci fosse bisogno di nasconderci. Ti amo e lo sai che a te non rinuncerei mai, ma amo anche Gaia, mi sento tra due fuochi, anche se tu sei quello che brucia di più.”

 

Dominic annuisce, prima di allontanarlo da sé, seppur in modo gentile.

 

“Lo so, Bells, questo discorso lo abbiamo fatto più volte. Avere qualcosa a metà è meglio che non averla affatto,” ammicca verso il suo amato. “E, poi chi lo sa, forse un giorno mi troverò nella tua stessa situazione e amerò una ragazza, oltre che te. Non è che Gaia ha un’amica?” lo fa ridere, anche per stemperare un po’ la tensione.

“Dàì, scemo! Non ti ci vedo proprio a vivere in Italia.” lo canzona Matt. “Io però potrei, vicino a dove vive Gaia c’è un lago così stupendo…”

 

 “Per me ti ci puoi anche trasferire a vivere con lei, ma almeno prima dovresti essere onesto, glielo devi, non credi?”

“Hai ragione. Le parlerò, anche se, acuta com’è, sospetto che qualcosa lo stia capendo già… così la prossima volta ci penso due volte, prima di innamorarmi di una futura brillante psicologa!”

 

“Dàì, usciamo a raggiungere gli altri, così se la tua brillante futura psicologa arriva non vedrà nulla di sconveniente." propone Dom e Matt accetta.

 

Quando Gaia arriva li trova tutti e quattro nel camerino, mentre i supporter stanno per concludere l’ultima canzone.

 

“Scusa il ritardo, amore, ma non hai idea del traffico che c’era per strada!” gli corre incontro la bella Italiana, baciandolo. “Ciao, Chris, ciao Tom, che bello rivedervi!” sorride al bassista e al fotografo, senza per questo separarsi da Matt.

 

“Dom.”

“Gaia.”

Difficile stabilire chi dei due abbia usato il tono più glaciale, degno di una Guerra Fredda.

 

Matthew preferisce non pensare a quando dovrà affrontare le conseguenze delle sue scelte e si concentra più sul concerto che devono iniziare.

 

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Finiti i due bis, salutando il caloroso e partecipe pubblico con una superlativa 'Stockholm Syndrome’ , i Muse si intrattengono un po’ sul palco per qualche foto e per regalare plettri o bacchette, prima di avviarsi verso il camerino.

 

Sul tragitto però trovano, oltre a una schiera di ragazze urlanti che agitano i loro CD o qualche loro poster, un uomo poco più grande di loro, dai grandi occhi vispi e dai capelli scombinati.

 

“Hey, mi piace il tuo look!”approva Matthew, indicando il suo completo blu gessato.

 

“E a me siete piaciuti voi, ogni vostra canzone, quello di cui parlano!” si congratula il bizzarro individuo, con un entusiasmo travolgente. “Cerco dei nuovi Companion per i miei viaggi e voi siete decisamente i candidati ideali.”

“Sei un tour operator?” lo scruta stranito Chris.

 

“Chiunque tu sia, hai un carisma che ti seguirei ovunque!” ci flirta un po’ Dom, lusingandolo.

 

In una qualsiasi occasione, Matthew sarebbe geloso a mille, ma è troppo intrigato da quello sconosciuto e da quello che ha detto.

 

“Compagni.. Viaggi… sembra quasi di avere a che fare con ‘ Doctor Who’” ridacchia, Matt.

“Cosa?! Tu… tu… tu sai chi sono?” sgrana gli occhi il Dottore.

 

“Un momento. Tu saresti il Dottore?” si entusiasma Matt. “Però non sembri L’Ottavo, neppure il Settimo…”

“Sono il Decimo. Puoi chiamarmi Ten.”

“Cosa? Andranno avanti con la serie fino ad arrivare al Decimo?” si entusiasma Matt.

“Cosa? Fanno una serie su di me?” si entusiasma Ten.

“Sì, e la sigla è così bella, potrei fare qualcosa di simile in una canzone,” gli rivela Matt, mentre Ten è preso nei suoi pensieri


- Quindi la TARDIS mi ha fatto fare un viaggio così extra-dimensionale da farmi approdare in una specie di universo parallelo dove le mie gesta sono narrata in una serie TV? Una serie TV che per l’anno in cui siamo si è fermata all’Ottavo Dottore? Significa che qualcuno poi un giorno interpreterà il mio ruolo?

 

“Matt non so di cosa tu e lui stiate blaterando, ma ci sono altri fan che aspettano, muoviamoci!” lo strattona per la camicia Chris, in procinto di  portarlo verso il gruppetto dominato dalle ragazze.

 

“Non muoverti di lì che dopo torno!” si raccomanda Matt con Ten, prima di seguire l’amico.

 

Nel giro di dieci minuti si liberano dei fan accorsi a salutarli e Matt ritrova Ten esattamente dove lo ha lasciato.

 

“Ce l’hai in tasca… vero?” gli domanda il frontman, su di giri.

 

Non c’è nemmeno bisogno che chiarisca cosa, Ten lo ha capito al volo ed estrae dalla tasca il cacciavite sonico.

“Oooohh, è anche più figo di quello dell’Ottavo Dottore!” si esalta Matt.

 

“Andiamo, Matt, è solo un giocattolo." cerca di razionalizzare Chris.

 

Il tempo di dirlo e Ten punta il cacciavite sonico, ora illuminato della sua classica luce blu,  dritto sul cellulare che il bassista sta tenendo in mano, che poco dopo riceve un SMS.

 

“‘Giocattolo a chi?’” legge, esterrefatto.

 

“Io ancora non ho capito che stia succedendo, ma con quell’affare in mano sei ancora più figo!” ammicca Dom in direzione di Ten.

 

Matthew però non ha proprio tempo per eventuali gelosie.

 

“Succede che stiamo per andare nello spazio e nel tempo a bordo dell’astronave più figa che sia mai esistita!” anticipa agli altri componenti, con un sorrisone estasiato. “Ten, mi dài un attimo? C’è qualcun’altro che dobbiamo assolutamente portare con noi!” aggiunge, sparendo come un razzo, prima che Ten abbia il tempo di annuire.

 

“Amore, dove vai così di fretta?” lo incrocia Gaia sulla soglia del camerino.

 

Per tutta risposta Matthew la tira a sé, dandole un bacio impetuoso.

 

“Wow, devo venirti a trovare più spesso dopo un concerto!” sorride lei, soddisfatta.

 

“Gaia, tesoro mio, ti amo così tanto e mi mancherai, non posso spiegarti dove e come, ma potrei anche stare via per dei mesi…” la informa lui. “Però, in effetti credo che ci rivedremo fra cinque minuti.” rettifica, correndo via perché non ha trovato chi stava cercando.

 

- No, forse è meglio lasciarlo solo dopo i concerti… è anche più svalvolato del solito!- riflette Gaia, perplessa.
 

 

“Eccoci, ora ci siamo tutti!” torna dagli altri Matt, trascinando con sé un Tom indispettito.

 

“Bells, accidenti a te, una ragazza così carina stava per darmi il suo numero…”

“Dàì, che se le cose vanno bene, magari fra poco potrai flirtare con una bella Venusiana o Saturniana o chissà che altro!” controbatte Matt, mentre Ten fa strada verso la sua TARDIS che ha parcheggiato fuori dal palazzetto.

 

“Per un attimo ho creduto che volessi portare con te Gaia,” bisbiglia Dom al suo partner, mentre si incamminano.

 

“Gaia è importante per me, ma, Dommeh, è soltanto il nostro amore che merita di sconfinare nell’Universo.” mormora Matt, prendendolo per mano.

 

“Bene, gran bella cabina telefonica vintage, posso tornare dalle ragazze?” borbotta Tom.

 

Ten si scambia uno sguardo di intesa con Matt, aprendo le porte della TARDIS.

 

“Ma.. cosa?” si domanda perplesso Chris, prima che Matt lo spinga dentro, facendo la stessa cosa con Tom.

 

A Dom basta vedere Matt entrare per raggiungerlo, lui lo seguirebbe ovunque.

 

Iniziano gli entusiasti: ‘Ma è più grande all’interno!’ di rito, con Dom, Tom e Chris che continuano a entrare a uscire, mentre Matt ammira ogni angolo della console.

 

“Deduco che nella serie TV facciano vedere anche questo.” commenta Ten, divertito.

 

“Sì, ma non rende minimamente l’idea confronto allo stare davvero qui dentro!”
 

“Ora però son curioso, poi dovrai farmi vedere qualche episodio.”

 

“Certo, Ten, nel tour bus ho qualche dvd, quando torniamo sarai mio ospite.” annuisce il pianista. “Però… tu prima hai detto che le nostre canzoni ti hanno convinto che potevamo essere i tuoi Companion, però..non mi sembra che nessuna di quelle in playlist parlasse di spazio o cose simili..” 

 

“Ma quelle che scriverai sì … già a partire dal prossimo album, io lo so!” ridacchia Ten con fare furbetto.

 

“Oh.” è tutto quello che riesce a rispondere il cantautore, mentre gli altri tre si decidono a rientrare una volta per tutte.

 

“Quindi siamo su un’astronave…” riepiloga Tom, guardandosi attorno.

 

“Proprio così. Io sono un Signore del Tempo e questa è la TARDIS, acronimo per ‘Time and Relative Dimension in Space’… non vi va di approfittarne fino in fondo?” propone il Dottore. “A chi va un bel viaggio?”
 

“Nello spazio?” domanda Tom, eccitato al solo pensiero.

 

“Non solo, Tom, anche nel tempo. La TARDIS può viaggiare nel passato, presente e futuro di qualsiasi pianeta o dimensione… ho detto bene, Ten?”
 

“Non avrei saputo dirlo meglio, Matthew!” lo fa gongolare il Dottore.

 

“Ah, giusto… e prima che lo chiediate, possiamo assentarci col Dottore anche per giorni e giorni e non salteremo una sola data del tour, perché è come se il tempo qui si fermasse, quindi nessuno noterà la nostra assenza.”
 

“Il crimine perfetto.” approva Tom.

 

“Proprio così, non ho ancora capito se mi piace il fatto di aver un Companion già tanto informato su tutto o mi toglie il divertimento di spiegarlo io,” si accarezza il mento Ten. “Naahh, in fondo è divertente!” ridacchia.

 

“Daì, Ten, facci vedere cos’è capace di fare la TARDIS, che ne dici se andiamo a spiare gli Zetas e magari a sventare qualche loro malefico piano?” lo sprona impaziente Matt.

 

“Io non credo che esistano…” mugugna il Dottore.

 

“Cosa?!” si allarma il frontman.

 

“Voglio dire… non credo esistano sistemi efficaci per restare nascosti ai loro occhi, meglio non rischiare di avvicinarci troppo a loro.” si corregge all’istante il Signore del Tempo, tranquilizzandolo.

“Hai ragione, meglio non avere a che fare con loro. Allora, scegli tu.”

“Non credo di doverci pensare molto. Voi musicalmente siete geniali, forse è il caso di farvi incontrare un altro tipo di genio.”

 

La TARDIS emette il suo suono caratteristico e chi è all’esterno probabilmente avrà come l’impressione che un’insolita cabina telefonica stia come per svanire, ma è imputabile al fatto di quanto abbiano bevuto dopo, durante e forse anche prima del concerto.

 

“Vi consiglio di tenervi stretti!” si raccomanda Ten.

 

Per tutta risposta Matt e Dom si abbracciano stretti fra loro.
 

“Ehm, io intendevo aggrappatevi a qualcosa di saldo…” li guarda perplesso Ten, attendendo che afferrino qualche sbarra o colonna come hanno fatto Tom e Chris. “Anche se adesso credo di aver capito qualcosa in più su di voi.” sorride alla coppia di amanti segreti, ora molto meno imbarazzata.

 

La TARDIS fa il suo dovere e fra scossoni e atterraggi un po’ rocamboleschi arriva a destinazione.

 

“Questa è fra le mie parti preferite,” trotterella il Dottore verso le porte, aprendole, “Dopo di voi.”

 

Difficile immaginare chi sia più stupito fra i suoi nuovi Companions e l’individuo che vede materializzarsi una cabina telefonica nel suo ufficio a Berna, dalla quale escono più persone di quelle che sarebbero scientificamente consentite.

 

Senza contare che l’individuo in questione è Albert Einstein.

 

“Non scherzavi quando hai detto che ci avresti portato da un genio!” bisbiglia Matt a Ten.

 

“Io non scherzo mai… tranne quando scherzo!” replica il Dottore nello stesso modo.

 

“Oh Mein Gott! Forse sto lavorando troppo e ora ho le allucinazioni.” borbotta lo scienziato, perplesso.
 

“Perchè riusciamo a capirlo?” bisbiglia al Dottore Tom.

 

“Uh, beh, è un’altra delle cosucce che sa fare la mia cara TARDIS, allo stesso modo lui capirà voi.” informa i suoi compagni Ten, nonostante Matt sapesse già anche questo.

 

“Uh, no, posso spiegare, Professor Einstein.” interviene Ten.

 

“Uh? Lei mi conosce?”

 

“Sono un professore anche io, il Professor Smith,” si inventa il Dottore, al momento. “Questi sono i miei allievi e quello a cui ha assistito è un mezzo di trasporto in fase ancora molto, molto sperimentale!”

 

"Mi sembrate un po’ grandi, giovinotti, per essere ancora degli studenti!”

 

Matt deve controllarsi per non scoppiare a ridere, Chris e Tom sono troppo emozionati per poter dire qualsiasi cosa, Dom aggiunge istantaneamente Einstein alla sua blacklist personale.

 

- Non è possibile che questo vecchio bacucco non mi abbia preso per un ventenne!-
 

“Sono studenti fuori corso… ma non è questo il punto. Non è che possiamo semplicemente osservarla mentre fa i suoi calcoli? Sono certo che stava lavorando a qualcosa di grosso…” lo sprona Ten.

 

Sottilmente inorgoglito dall’avere un pubblico così interessato, Einstein non si fa pregare e si rimette alla lavagna.

 

“In effetti, Signori miei, quello a cui ho appena assistito rinforza il mio convincimento: l’energia è massa, rapportata alla velocità della luce.”
 

E mentre lo dice si lancia in calcoli ed equazioni che poi lo portano a scrivere come risultato finale una delle più famosa formule che siano mai esistite:

 

E=mc2

L’applauso collettivo che ne consegue è tanto spontaneo quanto inevitabile e lo scienziato gongola felice.

“Niente male, geniaccio, però preferisco i principi della Termodinamica. Forse un giorno ci scriverò qualcosa,” lo lascia basito Matthew, prima di salutarlo e rientrare nella cabina blu.

“Io non vi ho detto niente… ma sappiate che lo farà!” anticipa Ten ai restanti Companion, prima che tutti salutino Einstein, che rimane sconcertato a guardare la cabina svanire sotto i suoi occhi, così com’è apparsa.

“Quindi.. Tu fai questo tutti i giorni?” domanda esaltato a Ten Chris.

“Da quasi mille anni? Sì .. vero che è uno stile di vita che non annoia facilmente?” ridacchia Ten, mettendosi alla console. “Allora, qualcuno vuol proporre il prossimo viaggio?”
 

TBC

Anche se questa storia non piacerà  a nessuno, come sempre ^^', appuntamento al prossimo capitolo

questo di Einstein era un prompt che mi ha dato la fatnatstica Clau Albertini, ma er il resto andrò a ruota libera.. e sì, potrebbe essere un avvertimento! XD
avete già qualche idea di dove potrebbero andare?

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Capitolo 2
*** II: Over the moon and beyond ***


Grazie mille a chi ha letto il primo capitolo, spero vi sia piacuto, ma l'assenza di commenti mi fa pensare l'esatto opposto sigh... vabbè, continuo comunque...

 

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II: Over the moon and beyond



“Davvero ci sarà un altro viaggio?” chiede conferma Tom, cercando di non mettersi a saltellare.

 

“Certo che sì, so che uno non basta mai.” ridacchia Ten. “Facciamo così: voi siete quattro. Accontenterò ognuno di voi.” 

“Okay, ragazzi, non c’è bisogno che facciamo una rissa per decidere chi sarà il primo: mi offro io!” decide per tutti Matthew.

“Ma che pensiero gentile, Matt!” ringhia Chris.

Incurante dell’energia negativa che avverte su di sé, il frontman trotterella verso Ten.

“Prima però ho bisogno di saperlo: la TARDIS ha anche una Stanza della Musica, vero?”

Ten annuisce fiero, per poi offrirsi di accompagnarlo.

“Vi posso lasciare un attimo soli, vero? Non è che mi dirottate la mia astronave?”

“Dico sempre ai miei bambini che non devono toccare nulla quando sono a casa di altri… sarei un ipocrita se lo facessi io, ti pare?” gli fa notare Chris.

“Anche volendo… non ho la più pallida idea di come si faccia!” fa spallucce Dom.

“Io ci capisco abbastanza di tecnologie…” riflette ad alta voce Tom, sentendo gli occhi indagatori del Dottore su di sé. “Ma non toccherò nemmeno una leva, lo prometto.”

Più o meno tranquillizzato, Ten accompagna Matthew lungo i corridoi.

“Gli sceneggiatori della serie non si sono nemmeno lontanamente avvicinati a quanto sia ancora più ricca e straordinaria la TARDIS al suo interno!” commenta il frontman, con la meraviglia negli occhi, attraversando stanze piene di cose sconosciute agli occhi umani.

Quando arrivano a destinazione, Matthew non può trattenersi dal fargli una domanda.

“Scommetto che tu conservi anche strumenti musicali di altri pianeti, non è così?”

“Sì, ma ho già imparato a conoscerti e so già che andresti troppo in iperventilazione se te li mostrassi… quindi vedi di accontentarti di quelli Terrestri. Anche se devo dire che a Gardenya 4EG hanno un ottimo gusto musicale… anche gli Sweetoniani sono notevoli, ma quando vanno in tour sugli altri pianeti troppo spesso i fan mangiano i loro strumenti!” 

“In che senso… se li mangiano?” sgrana gli occhi Matt, sgomento.

“Non te lo dirò mai!” sogghigna dispettoso Ten. 

“Non vorrei mai che qualcuno si mangiasse la mia chitarra. O il mio piano!” commenta Matt con ansia crescente. “Magari potrei sopportare che qualcuno si mangi uno dei miei plettri, anche se non è una scelta salutare!”

“Per Gallifrey! Pensavo di essere io quello che parla a raffica!” Ridacchia Ten. “Ti assicuro che nessuno si mangerà alcunché di tuo. Quindi me lo vuoi dire dove vi devo portare?”

Ora è Matthew quello che sogghigna.

“Se è vero che hai imparato a conoscermi secondo me lo hai capito già, però non diciamolo ai miei amici.”

I due fanno ritorno dagli altri, con aria complice.

“Cosa state complottando voi due?” aggrotta le sopracciglia Dominic.

“Lo vedrai,” ammicca Matt, reggendosi, in attesa dei nuovi scossoni.

Quando Tom, Chris e Dom si affacciano dalle porte aperte della TARDIS non credono ai loro occhi.

Del resto quel suolo grigiastro, la roccia polverosa e i suoi caratteristici crateri sono inconfondibili.

“Ma siamo… sulla Luna!” esclama Chris, stropicciandosi gli occhi per accertarsi che non sia un sogno.

“Proprio così. E non è tutto. Indossiamo i caschi che sta per darci il Dottore e poi diamoci un gran da fare, perché terremo un concerto.” annuncia a tutti un più che entusiasta Matthew, mentre il Dottore provvede a teletrasportare fuori gli strumenti. 

“Non saranno le nostre Manson o la TAMA o il Kawai, ma direi che non è male, no?” commenta Chris, mentre ognuno si avvicina ai rispettivi strumenti.

“Non vedo l’ora di picchiare un po’ queste monellacce!” sfodera un sorrisone Dominic, impugnando le bacchette e sedendosi alla batteria.

“E io riprenderò fedelmente ogni istante; con quello che ho pagato questo gioiellino come minimo deve funzionare anche qui!” commenta Tom, sfoderando il suo iPhone di ultima generazione. “No, non è vero, non si accende nemmeno più.” denota sconsolato.

Ten non perde tempo e punta il cacciavite sonico in direzione dell’apparecchio.

“Ora sì!” gli sorride, con Tom che scorre entusiasta fra tutte le funzioni ottimizzate del suo telefono. “Divertitevi quanto volete, ma confido nel fatto che questi video non li divulghiate mai.” si raccomanda.

“Puoi contarci!” garantisce Matt, infilando la tracolla della chitarra. “Volevo che la mia band fosse la prima a suonare sulla Luna e così sarà. Che noi siamo i soli a saperlo poco importa!” sorride dando vita al primo riff, che fa a capire agli altri che la canzone con cui inizieranno è ‘Plug in Baby’.

Il Dottore si appresta a godersi quel concerto che è in suo onore, come unico spettatore presente.

E non serve nemmeno dirlo, ma l’acustica sulla Luna è un qualcosa di spettacolare.

L’intesa fra i tre, come sempre, è perfetta e Tom riesce a far dei video eccezionali, con effetti che forse nemmeno trent’anni più tardi saranno possibili.

Un altro ‘piccolo’ regalo del Dottore.

Tra successi, canzoni più recenti e b-side e altre rarità mai fatte live, un’ora di concerto sembra volare come se fosse una manciata di minuti.

“E con questa concludiamo. Non la facciamo da anni, almeno credo, la mia memoria fa schifo. Si chiama ‘Pink Ego Box’ ma per l’occasione, in onore tuo e della TARDIS la ribattezzo ‘Blue Ego Box’,” ammicca Matt, facendo gongolare il Dottore, prima che si mettano a suonare.

“Fantastici, meravigliosi. Ancora meglio del concerto che ho visto sulla Terra ed era già a un livello altissimo!” si complimenta Ten, con una scrosciata di applausi.

“Vero che la TARDIS ha anche una doccia, anche più di una?” domanda Dom, stanco , ma felice.

“Certo che sì, nell’Area Bagno troverete tutto quello che vi serve, anche un cambio d’abiti che dovrebbe incontrare i vostri gusti.” annuisce il Dottore.

“Dominic, accidenti a te; perchè rovinare così questo momento epico?”

“Perchè già hai evitato di farti la doccia alla fine del primo concerto, Bells, ora è proprio il caso che affronti uno o due getti d’acqua, altrimenti il sottoscritto ti starà a debita distanza!” sentenzia Dom, scansando ogni suo tentativo di abbracciarlo.

“Nessuna possibilità che il sottoscritto possa affrontare quell’uno o due getti d’acqua a stretto contatto col suo Mr. Schizzinoso?” insiste Matt, ammiccando verso l’amato in modo sexy.

“So che mi pentirò di averlo detto, ma sappiate che ho anche una vasca idromassaggio per due con vista Luna… e che, se è dell’umore giusto, la Tardis vi indicherà appena entrate.” li informa Ten.

“Che stiamo aspettando?” afferra per mano Matt il biondo, correndo dentro.

“Ten, basta che a noi garantisci che le docce sono molto, ma molto distanti da quella vasca!” si accerta Chris.

“Farò in modo che lo siano!”

I quattro, una volta pronti, fanno ritorno verso la console, Chris ancora impegnato a frizionarsi i capelli in un asciugamano.

“Mentre vi aspettavo ho già allestito le vostre stanze, perché ho detto che vi avrei accontentati tutti, ma questo non esclude che fra i viaggi ci sia anche bisogno di un po’ di riposo.” li avvisa Ten, non riuscendo a reprimere uno sbadiglio.

“Immagini giusto,” approva Tom, seguendo il suo esempio.

“Bene, Chris, Tom, le vostre stanze sono in fondo al corridoio, una a sinistra, una a destra,” li istruisce il Dottore. “Matt, Dom, la vostra è in fondo al corridoio opposto… e per qualche strana ragione immagino non vi dispiaccia condividerne una assieme!”

“Immagini giusto, caro il mio Ten!” sorride Dom, passando una mano attorno al collo di Matt per stringerlo a sé.

“Molto bene. Ah ho anche parcheggiato la TARDIS in mezzo all’Universo e le porte le ho lasciate aperte, così… nel caso vi andasse di godere del panorama, buonanotte.” aggiunge, prima di ritirarsi nella sua di stanza.

Il tempo di dirlo e i quattro si precipitano sulla soglia, sedendosi per ammirare estasiati lo spettacolo più unico che raro che hanno di fronte ai loro occhi.

Tom è già impegnato a riprendere tutto, per poi dare il via a un giro collettivo di selfie e foto, singole o di gruppo.

“Come vorrei condividere tutto questo con la mia Kelly e i bambini,” sospira Chris.

“Ma non puoi, non puoi nemmeno dirlo a nessuno. Questo deve restare un segreto solo fra noi quattro. Per sempre.” ribadisce Dom.

“Per te è facile parlare, tu lo stai già condividendo tutto questo con l’amore della tua vita!” ribatte il bassista, forse un po’ sottilmente invidioso, ma di certo felice per i suoi migliori amici.

“Giusto, a questo proposito, Tommy caro, tu che hai l’unico telefono funzionante, le puoi fare un po’ di fotine carine-ine-ine a me e Matteh?” domanda il batterista.

“Se togli tutto quei vezzeggiativi da voltastomaco nella tua domanda, magari ti accontento!” alza gli occhi Tom.

“Non badare a quanto sa esser sdolcinato Dom, e poi non è che ne vogliamo molte: una abbracciati, una tempia contro tempia, una mentre ci teniamo per mano, una mentre ci guardiamo, una mentre ci baciamo…” comincia l’elenco Matt.

“Io mi rifiuto di guardare certe cose, a domani!” si dilegua Chris.

“Temo che sarà una lunga notte…” borbotta Tom, mettendosi al lavoro.

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Per Dominic il solo aprire gli occhi il mattino seguente e ritrovare Matthew che dorme accanto a lui è la conferma che non è stato solo un sogno, ma una meravigliosa quanto incredibile realtà.

Perchè se fossero stati in Italia di certo Matthew a fine concerto sarebbe andato via con Gaia.
Invece si trova lì in quel letto con lui, girato sul fianco, in una posizione scomoda per chiunque, ma probabilmente non per lui, il volto rivolto verso il biondo, gli occhi ancora chiusi e la bocca distesa in quello che sembra un sorriso sereno.

Dominic non resiste alla tentazione di chinarsi verso di lui e catturare quel sorriso in un bacio.

Questo porta inevitabilmente Matthew ad aprire gli occhi, approfondendo il bacio quando mette a fuoco chi ha davanti.

“Allora è tutto vero! Tu, io, gli altri, il Dottore, la TARDIS dove siamo ora!” si accende di entusiasmo.

“Sì, è tutto vero e fantastico.” mormora Dom, poggiando la testa sul petto denudato del compagno e tracciandone i contorni con le dita. “Matteh, ma dobbiamo proprio tornare sulla Terra? Non possiamo starcene qui per sempre tu ed io? Non c’è nemmeno il problema della musica, perchè lo hai sentito il Dottore, no? Ci sono i tour per i vari pianeti, cambierebbe solo la tipologia di fan…”

“Non sai quanto la cosa mi tenti, Dommeh, ma lo sai meglio di me che non possiamo. Va bene goderci il più possibile questa vacanza galattica, in tutti i sensi, ma poi dobbiamo tornare alle nostre vite.” replica il moro, accarezzandogli i capelli. “Perchè noi non troviamo scappatoie, non lo abbiamo mai fatto, né mai lo faremo.”

Dominic si solleva quanto basta per affrontare lo sguardo di Matt.

“Significa che dirai a Gaia di noi?”

“Sì, magari non subito appena torniamo, ma sì, te lo prometto.” dà la sua parola Matthew, con una serietà che raramente si vede nei suoi occhi cerulei. “Tu però potresti fare la tua parte…”

“E cioè?”

“Trovati una fidanzata fissa anche tu. Una che però piaccia anche alla mia. Così tanto che non solo diventino migliori amiche, ma che proprio si innamorino anche fra loro.. Così, boh, magari un po’ riuscirebbero a capirci.”

“Bells, non so se prenderti a schiaffi per quanto sei idiota… o mangiarti di baci per quanto sei dolce,” si intenerisce Dominic.

“Facciamo una versione ampliata della seconda, qui sotto le coperte?” lo invita Matthew, alzando il lenzuolo.

Inutile dire che l’altro accetta, ma proprio quanto le cose cominciano a farsi un po’ più bollenti…

“Buongiornooo, Companions!” trilla felice il Dottore dagli altoparlanti. “Direi che è mattino sufficientemente inoltrato per far tutti colazione assieme. Vi do tempo per prepararvi e poi vi aspetto nella Sala da Pranzo, appena uscite dalle stanze  la TARDIS ve la indicherà.”

Tutti fanno come indicato e nel giro di venti minuti si ritrovano nella stanza designata.

“Bentrovati, amici miei! Forse non è paragonabile alle Valli di Sleeponya, ma spero abbiate dormito bene!” li saluta festoso il Dottore.

“Non ho mai dormito meglio; anzi, la notte mi ha portato consiglio, so dove vorrei andare,” sorride Chris. “Ovvio, se prima qualcuno non mi vuole precedere.”

Tom e Dom scuotono la testa in segno negativo.

“Sono curioso di scoprire dove, Chris, ma prima serve un’abbondante colazione…non sapendo quale preferite ho pensato di proporvele tutte!”

Guardandosi attorno i quattro ospiti si accorgono che il Dottore dice il vero, non tanto a livello di colazioni continentali, ma proprio planetarie, perchè ogni angolo della stanza fa bella mostra di quello che probabilmente dev’essere l’elemento caratteristico del luogo, a un tavolino si vedono scariche elettriche, a un’altro del materiale che sembra aver la consistenza di una nuvola, a un altro i quattro amici giurerebbero di aver visto dei sassi.

“Ehmm.. grazie per la generosità, Ten, ma credo che la scelta più audace che possa fare sia una colazione Tedesca,” ridacchia nervosamente Tom, per poi servirsi di affettato, uova e formaggio.

“Io se posso onorerò sempre la nostra Patria!” proclama Chris, prendendo bacon, pomodori e funghi grigliati.

“A me un po’ ispirano quelle scariche elettriche…” bofonchia Matt, prima di ricevere una gomitata nel fianco da parte di Dom. “Ma credo che opterò per una colazione Italiana!” si corregge, riempiendosi una tazza di caffè espresso e prendendo dei biscotti.

“Io non posso resistere a un Croissant Francese!” commenta Dom, accompagnandolo a del succo d’arancia.

“Io le ho provate un po’ tutte, ma niente batte i pancake alla banana!” si riempie il piatto il Dottore, con un sorrisone. “E, Matt, se ci tieni a saperlo, le scariche elettriche sono molto saporite, ma anche parecchio indigeste.”

“Non è una gran idea inserirle nella mia dieta allora…” borbotta il frontman, mentre Dom è intento a osservare il padrone di casa… o astronave che dir si voglia.

“Hey, Ten, mi piaceva il tuo completo blu, ma con questo marrone stai ancora meglio, ti mette in risalto quei begli occhioni color cioccolato…” si complimenta.

“Uh grazie. Per rendere giustizia ai tuoi così indefiniti dovrebbero inventare un abbigliamento color tempeste dei deserti ghiacciati!” lo adula Ten.

“Ma i deserti ghiacciati nemmeno esistono!” gracchia Matt.

“Perché non sei mai stato su Par4d0x1caL!” ridacchia Ten.

“E comunque voi due vi fate un po’ troppi complimenti a vicenda.” borbotta il pianista, infastidito.

“Ah, Bells, ma allora sì che sei geloso, ora ti riconosco!” si rallegra Dom.

“Matt, ti assicuro che non ne hai motivo. Ho smesso di cercare di avere storie con i Terrestri, non vanno mai a finire bene.” si incupisce Ten.

“Oh, mi spiace.” mormora Dom. “E qualcuno della tua razza, invece? Non ti offendi se dico ‘razza’, vero?”

Per tutta risposta Ten ride.

“E perché dovrei? E comunque no, sono l’unico rimasto della mia razza… senza contare che l’ultimo rimasto oltre a me, piuttosto di farmi compagnia ha preferito rinunciare a rigenerarsi… Matt ve lo puo’ spiegare cos’è la Rigenerazione.”

“E lo farò, ma non ora… piuttosto dimmi più su di lui, sembri parecchio coinvolto.”

“Oh, beh, posso anche esserlo, ma non c’è molto da dire, quando era vivo cercava sempre di uccidermi, non mi sembra ci siano i presupposti per una storia idilliaca!”

“Eh no, Ten, su questo ti posso rassicurare: Matt cerca sempre di uccidere me, lanciandomi le sue stra dannate chitarre a fine concerto…” spiega Dom, facendo una pausa per fulminare con lo sguardo Matt. “Eppure guardaci, innamorati più che mai!”

“Già, è il mio modo per dirgli ‘Amore, sei sempre nei miei pensieri,’ in più gli ricordo che l’amore è anche sofferenza!” si giustifica Matt.

 

“Uhmm quindi dite che anche far invecchiare qualcuno di secoli fino a ridurlo come una larva è un modo per corteggiarti? Come a dire: ‘Hey, la vita è troppo breve per non passarla insieme a me!’!” si tira su di morale Ten, anche se nessuno capisce che voglia dire.

“Per quanto trovi molto interessante la vostra rubrica sentimentale, posso dirvi che destinazione avrei scelto per il prossimo viaggio?” si intromette con la giusta discrezione Chris, che non si è perso un singolo scambio di battute.

“Sono tutto orecchi, amico mio. Tanto direi che la colazione l’abbiamo finita, è tempo di andarcene da qui.” decide per tutti Ten, facendo strada alla console.

“Allora, dimmi tutto, Chris, dove siamo diretti?”

“Dubito che tu possa saperlo, ma sono un grande appassionato di calcio, in special modo della nazionale Inglese… ti prego, mi porti a vedere quando vinceranno la prossima Coppa del Mondo?” gli domanda il bassista, con gli occhi che scintillano sognanti.

-Oh, accidenti, con che cuore gli dico che almeno entro i prossimi vent’anni non posso portarlo da nessuna parte? Anche fargli vedere quanto vanno vicini alla coppa d’Europa nel 2021 gli farebbe solo male…- rimugina il Dottore, preparandosi a giocare d’astuzia.

“Chris, non è che io non ti ci voglia portare, solo che pensavo… in quanto tifoso appassionato, non credi che sarebbe controproducente rovinarsi la sorpresa di una futura vittoria?”

“Beh, sì, forse un pochino sì…” borbotta l’interpellato, un po’ amareggiato.

“Però ti faccio una controproposta: stadio Wembley, 30 Luglio 1966?”

A Chris per poco non viene un colpo.

Quella vittoria dei Mondiali? Oh mio Dio, assisteremo davvero alla finale contro la Germania dell’Ovest?”

Ora è lui quello che deve trattenersi dal mettersi a saltellare sul posto, fallendo però miseramente.

“Certo che sì, andiamo a sgolarci facendo un po’ di sano tifo!” imposta le coordinate il Dottore.

“Quindi i Signori del Tempo tifano la Nazionale Inglese?” lo scruta attonito Tom.

“Beh, diciamo che se mai esistesse la squadra di calcio del Gallifrey, che è il mio Pianeta d’origine, me la immagino molto simile alla Nazionale Inglese!”

“Che figo! Vedremo l’Inghilterra del passato!” sorride Dominic.

“E il vecchio stadio del Wembley, quello per cui ora sono in corso i lavori di ristrutturazione. Ragazzi, ma ve lo immaginate suonare lì come sarebbe?” sogna ad occhi aperti Matt.

Il Dottore se la ride di nascosto mentre aziona la TARDIS.

Ormai i quattro si stanno abituando a quei viaggi tumultuosi e non si scompongono più di tanto nemmeno in fase di atterraggio.

“Nel guardaroba della TARDIS in fondo a quel corridoio troverete tutto quello che vi serve. Lo capite da voi che non avete un abbigliamento consono agli anni sessanta, vero?” commenta Ten. “Il glitter è fuori contesto, Matt, i Queen devono ancora formarsi, Dom e, Tom, temo che la tua T-shirt con l'iPhone sia un po’ troppo futuristica. Chris, tu sei l’unico che andrebbe anche bene, ma se vuoi divertirti a provare vestiti accomodati pure.”

“Certo che sì!” annuisce esaltato Chris, “Ragazzi, chi arriva ultimo paga da bere al Dottore!” scatena una corsa di gruppo Chris.

Il problema per Ten non è tanto portarli al Guardaroba, quanto farli uscire da lì, perchè si mettono a provare abbigliamenti di qualsiasi epoca o pianeta, divertendosi come bambini.

-Meno male che prevedevo qualcosa del genere e sono atterrato due ore prima che la partita cominci!- fa le sue considerazioni il Signore del Tempo.

Quando riesce finalmente a farli uscire da lì, opportunamente vestiti per l’occasione, c’è tempo a sufficienza per far la fila ed entrare con la sua carta psichica, un’altra delle ingegnose invenzioni che è più che fiero di mostrare a Dom, Chris e Tom, mentre Matt può finalmente vederla da vicino.

Per Chris, che quella partita la conosce a memoria fotogrammo per fotogrammo, è comunque un’emozione immensa vederla dagli spalti di quello stadio così pieno di storia.

“Vero che poi ci fermiamo anche per i festeggiamenti?” supplica con lo sguardo il Dottore alla ripresa del secondo tempo.

“Ovvio, quella è la parte migliore!” ridacchia Ten. “E poi Matt mi deve offrire da bere!”

“Grazie per aver ricordato a tutti quanto io sia poco atletico!” brontola il frontman. “Siccome cambiate gusti a ogni Rigenerazione… cosa gradisce Signore del Tempo?”

“Un daiquiri alla banana andrà benissimo!”

Matthew si accende di entusiasmo.

“Piacciono le banane anche a te?”

Mai quanto si accende Ten.

“Esiste qualcosa di meglio delle banane?”

Dominic alza gli occhi.

“Accidenti, li abbiamo persi entrambi… ragazzi, andiamo a farci un giro fra gli spalti, forse quando torniamo avranno finito di osannare le stra dannate banane!”

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“Mi sono avvicinato a Bobby Moore! Gli ho parlato.. E lui ha parlato a me!” deve ancora riprendersi dallo shock Chris mentre tornano a bordo della TARDIS.

“E io senza farmi notare ho ripreso tutto!” gli fa una piacevole sorpresa Tom, mostrandogli foto e video, dopo aver dato la sua parola al Dottore che non diffonderà mai quei contenuti.

“E vogliamo parlare di che schianto fosse la Regina?” dice la sua Dom.

“Bene, ragazzi. Prossimo viaggio?” si interessa Ten.

“Tom, Dom, mi raccomando.. Restano solo due viaggi... Almeno uno di voi vada nel futuro. Io vorrei scoprire che combinerò fra dieci o quindici anni!”

“Speriamo che faremo ancora musica!” si augura Chris.

“Certo che deve essere così, non ci provate nemmeno a sciogliervi! E io devo continuare a farvi video, con effetti sempre più spettacolari!” ribatte Tom.

“A me non dispiacerebbe avere anche una seconda casa, magari in Francia, amo così tanto quel paese!” sogna ad occhi aperti Dom.

“Io dovrei puntare in alto: vivere in America, magari assieme a un’attrice di Hollywood o una modella, mi ci vedreste?” ridacchia Matt. “Ovvio che spero che ci sia sempre Gaia al mio fianco… magari, ecco, è lei che avrà un successo enorme come psicologa delle Star e allora ci trasferiremo lì.”

“Spiacente di deludere le tue aspettative, Matt, ma niente futuro, almeno non da parte mia. Io scelgo ancora un viaggio nel passato.” sentenzia Tom.

“Uh, bello, mi piace. Vediamo se indovino: la nascita della prima macchina fotografica?” azzarda il Dottore.

“Interessante, ma no. Devi sapere che ho anche altri hobby, uno ad esempio è pescare. Quindi.. Perché non andare a bordo dell’Andrea Gail, il più famoso peschereccio che sia mai esistito?”

“Quello de ‘La Tempesta Perfetta’ ? Ho visto il film!” si agita Chris.

“Io no, ma il titolo non mi piace per niente…” si preoccupa Dom.

“Io conosco la storia reale, Tom, davvero vuoi salire su una barca che è destinata a non far mai più ritorno?” lo guarda stranito il Dottore.

 

TBC

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Capitolo 3
*** III: It’ll always be worth it ***


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III:  It’ll always be worth it 

“COSA?! Tom, non se ne parla! Io voglio fare uscire almeno altri quindici album prima di andarmene all’altro mondo!” scalpita Matt.

“Calmatevi, tutti quanti! Non ho mai detto di voler vedere quel peschereccio proprio in quella data; è stato attivo per più di un decennio, non vorreste essere parte di qualcosa di così epico? Basterebbe anche un anno prima…” precisa Tom.

“Sì, quello si può fare,” acconsente il Dottore, impostando una data adatta.

“Dottore, ma tu volendo… potresti salvare quelle persone da quella tempesta?” gli si avvicina Tom, parlando a bassa voce.

“Oh, Thomas… se potessi fare tutto quello che voglio!” risponde con un sorriso triste il Dottore. “Purtroppo devo sottostare a leggi dell’universo che non piacciono nemmeno a me.”

Una volta ultimato l’atterraggio, c’è giusto il tempo di vestirsi come i pescatori degli anni ‘80, prima che le porte della TARDIS si aprano direttamente a bordo dell’Andrea Gail e il Dottore avanzi verso l’equipaggio, munito della sua fidata carta psichica.

In breve sono tutti arruolati come nuovi aiutanti, mentre i pescatori e marinai più esperti mostrano ai nuovi arrivati come gettare le reti.

“IT’S A PWOPAH FISH!” esulta Matthew, appena si accorge di essere riuscito a catturare nella sua rete un pesce spada piuttosto grosso.
“Non badare a lui, Ten, fa sempre così quando pesca.” borbotta Chris.

“Io lo trovo divertente.” sorride Ten.

“Ma quanto è figo stare su una barca? Dovremmo farlo anche in un videoclip, prima o poi…” propone Dom, affacciato a godersi il mare verso il tramonto.

E anche condividere la cena a base di pesce con tutto l’equipaggio è un’esperienza unica, con i cinque ‘clandestini’ che ascoltano entusiasti le avventure di mare che vengono loro narrate.

“Non trovate che sia splendido pescare quando ci sono queste bellissime giornate? Se fossi in voi eviterei di andare al largo, se anche solo vedo una nuvola in cielo un poco minacciosa…” commenta casuale Tom.

“Novellino! Che marinai saremmo se non sfidiamo sempre quelle onde? Il lavoro è lavoro sempre!” ridacchia il capitano.

“Tom, lo so cosa stai cercando di fare… è ammirevole, davvero, ma no, non si può.” commenta serio il Dottore, facendosi sentire solo da lui.

“Lo sapevo, ma ho voluto comunque provarci.” replica nello stesso modo Tom.

“Lo so, amico mio, e questo ti fa onore.” fa un sorriso dolce amaro Ten, per poi alzare il volume della voce. “Ragazzi, non so voi, ma io comincio a essere un po’ stanco… e se ci ritirassimo nella nostra cabina?”

I Companions capiscono al volo e annuiscono, alzandosi.

“Ma non vi abbiamo dato nessuna cabina. La lettera che ci avete mostrato prima diceva che siete arrivati per mezzo di un’altra scialuppa…” fa notare loro uno dei pescatori.

“Cabina, scialuppa… poco cambia, il punto è che ce ne dobbiamo andare. La scialuppa verrà a prenderci a breve…” spiega il Dottore.

“Con questo buio?” domanda perplesso un altro dei pescatori.

“Sì, la mia scialuppa è abituata a ogni tipo di recupero, ad ogni ora… non vi accorgerete nemmeno di noi.” controbatte il Dottore.

Dopo un giro di saluti e ringraziamenti, Tom, Chris, Matt e Dom si avviano in direzione della TARDIS.

“Capitano Tyne, volevo dirti che…” è tentato di poter cambiare le sorti il Dottore.

“Sì?” gli sorride il buon’uomo.

“Che… è stato bello conoscerti.” si arrende alle crudeli leggi del destino, raggiungendo gli altri.

 

“Questo è stato bello, intenso, ma anche molto triste allo stesso tempo,” commenta il Dottore.

“Già, ma qualcosa mi dice che tu sei abituato a questi scenari,” intuisce Tom.

“Oh, anche ben più impegnativi di così.” sospira l’interpellato. “Okay, serve subito qualcosa per tirarci un po’ su…”

“Già, Dommeh, e visto che manchi solo tu, lascia perdere cose tipo andare a vedere nella preistoria gli antenati dei leopardi prima che si estinguessero, perché ci deprimerebbe ancora di più!” lo anticipa Matt.

“Per quanto sia allettante, non ho intenzione di portarvi lì, tutto il contrario direi,” lo informa il batterista.

“Dimmi tutto, dove ti posso portare, Dom?” gli sorride affabile il Dottore.

“Mi piacerebbe andare su un pianeta mai visto, magari nel futuro. E mi piacciono i motori. Riesci a fare qualcosa a riguardo?”

“Okay, non dire altro. WildWh3375 è la risposta.” imposta le coordinate il Dottore.

“Wild che?” domanda confuso Matthew, ma potrebbe fare benissimo da portavoce per i suoi tre amici.

La TARDIS inizia il suo viaggio rocambolesco e stavolta i quattro Companions sono ancora più impazienti di vedere cosa li attende.

Certo, non prima di essersi dati alla pazza gioia nel guardaroba, dove se ne escono con abiti lucenti, pieni di neon, occhiali luminosi e appariscenti, giubbotti con LED incorporati e altri accessori piuttosto appariscenti.

Il Dottore ha già dato una sbirciata nel loro futuro e ha riconosciuto pressapoco l’outfit di un loro album, ma preferisce non anticipare loro nulla.

“Ma.. sembra di stare al circuito di Abu Dhabi.” mormora Dom, guardandosi intorno mentre muovono i passi su quel terreno sabbioso simile alla sabbia dei deserti, verso l’enorme e complessa struttura da design più che moderno.

“Già, esclusi quei robot, quei tizi col collo lungo, quegli altri con sei braccia e un occhio , quelli che sembrano masse di energia fluorescenti e fluttuanti, sì, sembra proprio di essere ad Abu Dhabi.” lo corregge Matt, estasiato quanto lui.

“In effetti questo è un piccolo pianeta ma è ufficialmente utilizzato come autodromo. Dal 3000 in poi ogni anno si tiene una gara di velocità e tutti i partecipanti di ogni pianeta o galassia si danno appuntamento qui.” li erudisce il Dottore. “Seguitemi, una navetta ci porterà ai nostri posti per assistere alla gara.”

"Perché ovviamente noi abbiamo i biglietti, vero, Ten?” comincia a capire come funziona Chis, sogghignando.

“Ovviamente!” sorride furbetto il Dottore, agitando la sua carta psichica

I quattro terrestri non saprebbero dire cosa li ha entusiasmati di più: la navetta che li ha portati a destinazione a velocità supersonica, gli spalti che fluttuano in mezzo a quello che sembra un buco nero, ma che noon risucchia niente e nessuno o la gara in sé, fatta di navicelle spaziali una più aerodinamica e stravagante dell’altra, o il pubblico che li attornia, composto da ogni immaginabile e inimmaginabile forma di vita.

Inoltre scoprono che pure i pianeti più impensabili in qualche cosa si accomunano, perchè anche su WildWh3375 è possibile fare scommesse, senza contare quanto Matthew va su di giri per la moneta locale, che è molto simile alla polvere di glitter, dove ogni colore rappresenta un valore, l’equivalente di cento sterline o dollari è proprio il glitter rosso, cifra che si divertono a spendere a testa, ciascuno su un veicolo diverso.

A gara iniziata, seguirla sulla pista è quasi impossibile, data l’assurda velocità; per questo motivo, sparsi per ogni dove, sorgono dei maxi schermi che permettono di vedere le azioni rallentate, da ogni angolazione.
Uno spettacolo nello spettacolo.

Tutti e quattro perdono la scommessa, ma è comunque divertente averci provato.

Quanto alle previsioni di Matthew all’inizio dei loro viaggi nello spazio e nel tempo, lui ci ha visto giusto, perché nel corso della gara Tom è riuscito a flirtare con una bellissima Venusiana e una specie di cigno femmina antropomorfa.

Forse è per questo che è il più restio di tutti quando giunge il momento di risalire sulla navicella che li riporti alla TARDIS.

“Io non ci voglio più tornare nel presente, se non può essere così ultra figo come questo futuro!” borbotta Matt, ma in fondo è felice per l’esperienza vissuta.

Tutti loro lo sono.

Un po’ a malincuore, il Dottore li riporta a casa.

Si è già affezionato molto a loro, ma sa anche di non poterli tenere con sé per tutto il tempo, come sa che troverà di certo un altro o un’altra Companion ai quali spetta questo destino.

Ovviamente prima di riaprire le porte, tutti devono tornare al Guardaroba per rimettersi i vestiti che avevano alla fine del loro concerto.

Dominic è il più veloce a rivestirsi e raggiunge il Dottore.

Ci sono cose che non possono sfuggire allo sguardo attento di un Signore del Tempo e l’espressione di Dom è fra queste.

“Dominic, correggimi se sbaglio, ma quando è stato il tuo turno di scegliere una meta, mi hai detto forse la prima cosa che ti è venuta in mente, ma tu non volevi davvero andare lì.” commenta Ten e la sua non è nemmeno una domanda.

Dominic si sente come un cervo sorpreso dai fari di un auto… o forse più come un leopardo sorpreso dai fari della TARDIS.

“Ma tu come…”

“Secolo dopo secolo, credimi, si tende a diventare piuttosto empatici!” schiocca la lingua il Dottore. “Coraggio, dimmi tutto.”

“Hai ragione, per quanto sia stato bello ed entusiasmante, non è quello il posto dove sarei voluto andare. Non so nemmeno se mi ci puoi portare, e di certo non avrei voluto portarmi appresso anche loro tre.” comincia la sua confessione Dominic, prendendo un profondo respiro. “Io sarei voluto andare nel futuro, ma non di un altro pianeta e non secoli avanti, semplicemente nel mio, diciamo .. fra circa quarant’anni?”

“Immagino, tutti sono curiosi di vedere il proprio futuro, ma..”

“Non è corretto, Ten. A me interessa il futuro mio e di Matt, di noi.” puntualizza il batterista. “Ora siamo giovani ed è facile, le ragazze vanno e vengono, anche se questa Gaia sembra una cosa seria per Matt…” 

Sentendolo sbuffare nell’ultima parte, Ten non può reprimere una risatina.

“Voglio dire, a me sta anche bene, vedo Matt felice con lei e lei sembra trattarlo bene… ma il punto è… poi cosa succederà? Prima o poi lui o io, o entrambi non avremo più solo ragazzi, ma ci saranno matrimoni, figli e chissà cos’altro… quindi non posso fare a meno di chiedermi se il nostro amore sarà più forte anche di questo.”

“Capisco… tecnicamente ho già garantito un viaggio a ciascuno di voi e poi portarti in quel tipo di futuro è troppo pericoloso, si creerebbe un paradosso, e se inavvertitamente tu e il te del futuro vi toccaste.. No, non ci voglio nemmeno pensare…” borbotta Ten e, pur non capendo tutto, Dom annuisce triste.

“D’altro canto, tu sei così carino che…”

Dom sorride imbarazzato.

“No, non fraintendermi, è che mi ricordi un po’ lui… fisicamente eh, per i colori, biondo.. Occhi così indecifrabili…”

“Oh beh, se è per questo tu hai i capelli ingestibili come Matt e sei magrolino come lui… ma non è un buon motivo per continuare a fare quello che stiamo facendo.” arretra di qualche prudente passo Dominic, dato che inconsapevolmente i due si sono fatti un po’ troppo vicini.

“Giusto. E comunque era solo a livello d’aspetto. Caratterialmente… no, non c’entrate nulla, e meno male, altrimenti per Matt saresti un costante pericolo.” si ravvede il Dottore.

“Come lui lo è per me? Hai idea di quante chitarre ha cercato di tirarmi addosso quel bastardo e di quante volte ci sia riuscito?” lo fa ridere Dom. “E comunque, queste ore che abbiamo passato con te mi hanno insegnato che tutto è possibile, quindi, chissà, magari incontrerai di nuovo questo qualcuno tanto importante per te.”

“Grazie, amico mio, ma per il bene di tutto l’Universo, devo augurarmi che non sia così. Piuttosto torniamo a noi, ti ho già spiegato i motivi per cui non posso portarti dove mi hai chiesto, ma…”

“Ma?”

“Posso mostrartelo.” gli sorride Ten, caricandolo di aspettative, che però deve disilludere.

“Ma ormai non c’è più tempo. Gli altri saranno qui a momenti…”

“Non se la mia TARDIS vuol fare un po’ la dispettosa e non farli perdere fra i corridoi, vero, Sexy?” sogghigna il Dottore. “Non mi riferivo a te, è così che chiamo la TARDIS,” si affretta a precisare. “Non che non lo sia anche tu…”

“Ten, siamo di nuovo sul sentiero del disagio, smettiamola!” decide per entrambi Dom.

“Niente più sentiero del disagio, promesso, però mi serve che tu venga qui vicino a me, per vedere in questo monitor…” lo invita il Dottore, predisponendo le giuste frequenze.

All’inizio Dominic non ha idea di cosa stia guardando, ma poi capisce: sul monitor si visualizza l’immagine di un Tour Bus, il loro, per poi mostrare chi vi è al suo interno.
I capelli sono imbiancati, un po’ più radi, le forme dei loro corpi più morbide, più rughe adornano i loro volti, ma Dominic capisce perfettamente che si tratta di lui e Matthew, perché la luce negli occhi con cui si guardano l’un l’altro è sempre la stessa.
Sono distesi sulla stessa brandina, si tengono per mano, si sorridono e sono meravigliosi.

Le immagini sul monitor svaniscono, in concomitanza con il sopraggiungere di Matt, Tom e Chris.

“Il Guardaroba a un certo punto è diventato un labirinto,” commenta Tom.

“Già, pensavamo che avremmo vagato nei meandri della TARDIS per sempre,” ribadisce Chris.

Per Matthew è più prioritario avvicinarsi all’amato, che ha gli occhi lucidi per l’intensa emozione.

“Hey, piccolo tutto bene?” gli accarezza i capelli dolcemente.

Proprio come faceva il Matthew del 2043.

“Sì, Matt, è solo un po’ di malinconia per questa incredibile avventura che è finita.” lo abbraccia Dom, celandolo così alla vista mentre dice un ‘Grazie’ al Dottore usando il labiale.

“Io lo odio il momento dei saluti,” borbotta Tom, avvicinandosi al Dottore per stringergli la mano, ma il Signore del tempo trova l’abbraccio un saluto più adeguato ed è quello che fa a turno con tutti gli altri.

“È stata un’esperienza straordinaria, di cui conserveremo sempre un ricordo indelebile, anche se non ne parleremo mai con nessuno.” assicura Dom e gli altri annusicono.

“Io ancora non ci credo a quello che ci è accaduto. Grazie, Ten, grazie davvero!” gli sorride Chris.

“Addio, Dottore, anche se io preferisco dire ‘Arrivederci’ e poi lo sai, no? Quando vuoi sei il benvenuto sul nostro Tour Bus così ti faccio vedere la serie Classica!” gli propone Matt.

“Di sicuro un’offerta assai allettante!” sorride Ten, prima di estrarre qualcosa dalla tasca della sua giacca. “Poichè tu sei stato l’unico che già sapeva chi fossi, ho pensato di lasciarti un pensierino, l’ho costruito mentre voi dormivate. Per ovvi motivi, non può fare le cose che fa il mio, ma non dovrebbe lasciarti deluso.” spiega, consegnandogli un cacciavite sonico molto simile al suo, per aspetto.

“Ten, ma è bellissimo!” fa un sorrisone Matt, azionandolo e sentendo invece del classico suono, quello di riff di chitarre, ogni volta diversi.

Chitarre davvero futuristiche.

“Wow, è ancora più figo di quello che immaginassi!” aggiunge soddisfatto.


Ten sorride, prima di aprire per loro le porte della TARDIS un’ultima volta. “Per ora vagherò un po’ per i pianeti e le epoche storiche, ma poi, chissà? Mai dire mai. Godetevi la vita e i vostri successi, ragazzi… e tutto quello che arriverà.” li saluta, rimettendosi alla console.

Matt, Chris, Tom e Dom escono nello stesso punto isolato dove erano saliti e guardano ormai con una certa familiarità quella cabina blu sbiadire col suo suono fino a svanire nel nulla.

 

Nuovamente solo, ma col cuore arricchito da quell’incontro, il Dottore si avvia ottimista verso nuove avventure.

“Grazie, Sexy,” accarezza con delicatezza la console. “Tu sai sempre quello di cui ho bisogno.”

 

I quattro amici rimangono ancora per qualche secondo a guardare quella che ormai è semplicemente aria, al di fuori del Palazzetto.

“Stiamo per tornare alla vita di sempre, ma prima che accada…” mormora Matt, guardando Dom e il biondo capisce senza ulteriori parole.

Si avvicina lento al frontman, afferrandolo per le spalle e baciandolo in modo dolce, ma prolungato.

Chris e Tom ormai sono abituati a spettacoli di quel tipo e non ci fanno nemmeno più caso, nemmeno quando le cose fra i loro amici cominciano a scaldarsi un po’ di più, prima che si ricordino della situazione corrente… e soprattutto del fatto che non sono soli.

“Ci siamo sbaciucchiati un sacco sulla Luna, al vecchio Wembley, su quella nave, alla gara di navicelle e pure sulla TARDIS, ma evidentemente non era abbastanza.” ridacchia Dom.

“Con te non è mai abbastanza, Dommeh.” mormora Matthew, baciandogli la punta del naso. “Spero solo che Gaia non riesca mai a sentire te nei miei baci, altrimenti non servirà nemmeno più farle quel discorso!”

“Dàì, ora va’ da lei, so che ne hai bisogno.” acconsente Dom, seppur non ne sia felicissimo a riguardo.

Tornati nel backstage, Matt ritrova Gaia.

“Uh, eccoti, finalmente, amore, ti stavo cercan…”

Gaia non puo’ più parlare, perché Matthew l’ha tirata a sé per un lungo bacio, appassionato.

“Mi sei mancata tantissimo, tesoro.” le sorride.

“Questi cinque minuti che ero alla toilette?” ridacchia lei.

“Mi sono sembrati molti di più.” fa spallucce lui. “Gaia, mi raccomando, studia più che puoi, prendi voti brillanti così diventi la psicologa delle Star e ce ne andiamo a Hollywood!” le parla tutto concitato.

La ragazza lo guarda confusa.

“Io dovrei fare… cosa?! Matthew, sei così strano… o, vabbé, tu sei strano sempre!” alza gli occhi, un po’ rassegnata, ma anche un po’ divertita.

Da lontano Dom li osserva e Matt se ne è accorto.

Vorrebbe tornare da lui, ma Gaia lo strattona a sé.

“Ti cercavo perché ho scoperto che al concerto stasera sono venute anche le mie cugine. Vieni che ti vogliono conoscere!”   lo trascina via con sé, mentre il pianista saluta il batterista con uno sguardo carico di scuse implicite.

Non visto da Gaia, Dom agita la mano verso Matt, in segno di saluto, con uno sguardo di scuse implicite accettate.

Dominic lo sapeva fin dall’inizio che quella sera Matthew sarebbe andato via con lei.

Certo, poi in mezzo a quella sera ci sono stati dei piacevolissimi imprevisti inimmaginabili, ma questo è un altro discorso.

Dominic sa che ci saranno molte altre sere dove Matt andrà via con lei, o comunque con una ragazza che non è lui.

Come sa che prima o poi forse anche lui si troverà nella stessa situazione del suo migliore amico e amore della sua vita.

Dominic sa quanto le cose siano difficili fra loro e probabilmente quanto più difficili si faranno col tempo.

Tuttavia Dominic sa anche che vale la pena lottare per il loro amore, ne varrà sempre la pena.

Lui non solo lo sa.

Grazie a qualcuno di molto speciale, lui lo ha visto.

--

FINE


Grazie per aver letto.. Se qualcuno ha letto..

Spero vi sia piaciuto WildWh3375, chi ha letto altre mie storie di DW lo dovrebbe sapere quanto amo inventare i pianeti XD

Anche se nessuno risponde, mi diverte lo stesso far domande, quindi… quale dei quattro viaggi vi è piaciuto di più

Mi scuso per l’eccessiva dose di BellDom… no, che dico?? NON mi scuso affatto XD

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