In Wonderland

di LieblingsLebe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What's your pourpose, why were you put on Earth? ***
Capitolo 2: *** Getting to know you ***
Capitolo 3: *** Whatever it takes ***



Capitolo 1
*** What's your pourpose, why were you put on Earth? ***


 What's your purpose, why were you put on Earth?


 

" You don't have to be like everybody else
  You don't have to fit into the norm
  You are not here to conform
  I am here to take a look inside myself
 Recognize that I could be the eye, the eye of the storm "

 



La giornata non era iniziata particolarmente bene. Sentiva che la  sua testa stava per scoppiare per l’emicrania. Non ne aveva di così  forti da tempo, e ogni volta che muoveva il capo troppo in fretta - quindi ad una velocità normale per chiunque altro - si sentiva  perdere i sensi. Quel giorno le dosi di teina sarebbero aumentate in  attesa di comprare dell’Almogram. Sarebbe voluta rimanere a letto,  magari tornare a dormire, ma non era una buona idea: anche il  suono del suo respiro le dava fastidio, e lanciare un incantesimo di  silenziamento non sarebbe stato utile. 

Il rumore esterno copriva il frastuono che erano i suoi pensieri,  evitandole di concentrarsi su di loro. 

Sperava di trovare una farmacia aperta. 

 

Aprendo gli occhi si accorse di non essere nel solito posto.  Guardandosi le mani si accorse di essere nel solito posto. Che  seccatura. 

Le unghie sulle sue mani erano ancora troppo lunghe: sembravano  davvero gli artigli di un gatto. 

Non era nel solito posto in cui si svegliava; generalmente si trovava  sul suo comodo albero. In alto. Con una bella vista. 

Ora era a terra, aveva sentito la terra bagnata prima ancora di  vederla. Riusciva a scorgere la chioma viola del suo albero. Era nello stesso posto, ma molto più distante dal solito. Che grande seccatura.
 

 

Il tragitto per andare al lavoro era normalmente molto rilassante.  Camminare per delle strade, per lo più silenziose, magari  lentamente, senza il fastidio che causavano gli spintoni degli  studenti babbani che correvano a scuola o degli uomini d’affari a cui  il suo passo rilassato non andava bene. In questo seppur breve  lasso di tempo, tutto era perfetto: la luce non troppo accesa evitava  il dover socchiudere gli occhi; i marciapiedi quasi deserti le davano 

la possibilità di guardarsi attorno e concentrare la sua attenzione  dove voleva, non dove doveva; poteva godersi l’odore dei dolci  appena sfornati. Quello la metteva sempre di buon umore,  specialmente se oltre a sentirne l’odore poteva anche gustarsi il  sapore. 

 

Le facevano male i piedi. Non sapeva da quanto tempo cercava di  avvicinarsi al suo albero, ma sapeva che non stava facendo il  minimo progresso. 

Era bloccata nello stesso punto. Dalla sua stessa testa. Esisteva  qualcosa di più irritante? 

Con uno sbuffo particolarmente frustrato si lasciò cadere a terra.  « Va bene » appoggiando le braccia sulle ginocchia rilasciò un altro  sbuffo « Hai la mia attenzione. Cosa devo fare? »   

Ma nessuna risposta giunse alle sue sensibili orecchie. « Fantastico. Davvero. Fottutamente. Fantastico » 

 

« Sinceramente non ti capisco»  non era ancora orario di apertura ma  Jahee Obaasan aveva un debole per lei, ogni volta che qualcuno  chiedeva, la presentava come sua nipote « è il tuo giorno libero, ma  invece di divertirti con i tuoi amici o uscire con il tuo fidanzato, ti  presenti qui. Prima dell’apertura. A studiare »  le aveva riempito la  tazza di tè nero e avvicinato un cornetto vuoto appena sfornato.  « Questo è l’unico posto in cui riesco a studiare con calma, anche  mentre sto male. Potrei direttamente trasferirmi qui, no? »  Le  rispose sorseggiando il suo tè « Inoltre sai benissimo che io e la  socievolezza viaggiamo su due binari separati » 

 

Aveva continuato a fissare il suo albero. Non era l’unico della foresta, e di certo non era neanche l’unico viola. La sua era una  foresta piuttosto colorata e fantasiosa, con molte possibilità di  perderti se non conoscevi il luogo. Alcune volte alcune cose  cambiavano posizione o forma; il tulipano con i petali al contrario  l’ultima volta era vicino alla Quercia Gigante Nana. Ora era più  vicino al Pino Picchiatore. 

Se si fosse concentrata avrebbe potuto sentire lo scorrere  dell’acqua. Chissà se oggi sarebbe stato un fiume normale;  probabilmente però il flusso d’acqua era al contrario. Le sue orecchie da gatto non sbagliavano quasi mai. Quando captarono un suono particolare Minori sperò di sbagliarsi. Quel suono era familiare, pur non sentendolo da tanto. Se non lo  aveva sentito per un bel po’ un motivo c’era. 

 

Jahee la scrutò, poi scosse la testa sospirando, dirigendosi invece  dietro al bancone « Eppure quando sei di turno non sembra. È  sempre l’orario più frequentato. I clienti sono sempre ben disposti a  chiacchierare con te. C’è chi viene soltanto quando ci sei tu, non  credere non me ne sia accorta »  «Sono affabile ed educata, è il mio  lavoro, non lo definirei essere socievole. Seconda cosa, credo che  quello che intendi tu si chiami ‘stalking’, e non ne deriva mai nulla  di positivo » « Non dovresti limitarti a queste quattro mura e allo  studio. Il mondo fuori è meraviglioso e tu dovresti sognare più in  grande, ne hai il diritto » 

 

‘Quello’ era la ragione per cui il giorno dopo Minori avrebbe avuto  un gran mal di testa. ‘Quello’ era uno squarcio nel terreno. Da lì si  potevano scorgere alcuni luoghi, alcuni che conosceva fin troppo  bene, altri in cui non si era avventurata, con ovvie ragioni; ogni  tanto, dalla sicurezza del suo albero, qualche squarcio lo apriva lei,  giusto per controllare che andasse tutto bene, ma lo ricuciva subito  dopo. Tra le varie cose che vide una la preoccupò particolarmente:era il mondo del Ciciarampa, cioè, quello che ne rimaneva integro.  Quel mondo non era mai stato ben curato, anzi, dire che era  disastrato era un complimento, ma adesso era completamente  distrutto. Gli squarci gli facevano da padrone, con tutto quel buio. Quel panorama indicava tre cose: prima, l’instabilità del  Ciciarampa; seconda, quanto Minori avesse fallito nel suo ruolo di  custode; terza, bisognava intervenire in fretta se non volevano  ritrovarsi come l’ultima volta, o peggio, visto che non erano più il  vecchio gruppo. 

 

A Minori piaceva lavorare al bar. Non molti capivano quanto potesse aiutare avere qualcuno che cordialmente ti augurava una buona  giornata o ascoltava i tuoi drammi. 

A Minori piaceva sentirsi accolta. Jahee era quanto di più vicino  avesse ad una famiglia. 

Minori non capiva perché la gente non apprezzasse la  preoccupazione altrui. Quello non era indice di interessamento? Minori avrebbe fatto carte false per avere qualcuno che si  preoccupasse per lei, e poi c’era qualcuno che buttava al vento  tutto ciò. 

Era proprio vero che al mondo c’era chi aveva tutto e chi non aveva  niente. E poi c’era gente come Minori, che doveva sopportare il  peso del mondo sotto forma di emicranie grandi quanto oggi e  domani quando andava bene, e come un pazzo fuggito dal  manicomio quando andava male. 

Il mondo era proprio un posto crudele.




Angolo Autrice

Salve a chiunque sia arrivato qui giù o in generale si è degnato di leggere questa cosa qui.
Prima di tutto devo rimgraziare _Dreamer97 per aver controllato gli orrori presenti in questo prologo.
Dunque, non so se si è capito, probabilmente no, ma questa storia si ambienta tra la vita reale e i sogni; questi sogno sono in realtà parti del Paese delle Meraviglie. La storia prende ispirazione, per chi ha presente, dal gioco di Alice Madness Return, in cui Alice si ritrova a viaggiare in diversi mondi collegati ad uno o più personaggi per evitare che lo stesso Paese delle Meraviglie venga distrutto. 
Quindi il principio è semplice : il vostro Oc ,nel mondo dei sogni, incarna un personaggio dei romanzi, e attorno a lui si crea il suo mondo dei sogni. Più sotto vi lascio alcune idee sui personaggi che mi potete mandare e le caratterisiche che potrebbero avere, ma siete liberissimi di mandarmi anche personaggi che io non ho nominato o anche di distaccarvi dalle idee che vi ho proposto io. 
Ci tengo a sottolineare che il mondo dei sogni è una rappresentazione, a contrasto o meno sta a voi deciderlo, dell'inconscio dei vostri Oc; per questo stesso motivo il loro aspetto all'interno di questo mondo può cambiare rispetto alla vita reale

- Potete mandarmi massimo tre Oc, entro le 20 del 20 Maggio, ma ovviamente se discusse per tempo si possono fornire delle proroghe
- Potete mandarmi Legilimens e Occlumanti, ma sappiate che in caso potrei dover chiedere a qualcuno di rinunciare a questa capacità , se dovessi ritrovarmi con troppi Oc di questa tipologia.
- Essendo un'interattiva, ovviamente, potrei ritrovarmi a farvi delle domande e gradirei delle risposte; ovviamente se ci dovessero essere problemi non esistate a contattarmi.

In generale se doveste avere domande o dubbi potete contattarmi sia su Efp che su Instagram.
Vi lascio giù con la scheda e altre piccole Info
Kiss
Lith

 

Nome e Cognome:

Soprannome:

Età e data di nascita: (dai 23 anni in su)

Nazionalità:

Orientamento sessuale:

Stato di sangue:

Ex scuola (ed eventualmente la casa):

Pv:

Aspetto fisico ( sia nella vita reale che in Wonderland) e segni particolari ( movenze specifiche, voglie o cicatrici, tatuaggi, modo di camminare o parlare, tutto quello che vi sembra rilevante):

Abbigliamento (link ben graditi):

Carattere ( il più dettagliato che potete):

Storia personale:

Background (con particolare attenzione alle problematiche che interessano l’Oc):

Famiglia e rapporto con essa ( con particolare attenzione alle problematiche che interessano l’Oc):

Pregi e difetti:

Ruolo che ricopre e perchè( spaziate quanto volete, io ho le mie idee, ma sono aperta a particolari interpretazioni):

Com’è il loro mondo e com’è collegato alla sua persona? ( se volete potete inserire dei link)

Da quanto tempo fanno questa tipologia di sogno e cosa fanno normalmente:

Conoscono Minori? L’hanno incontrata nel mondo reale o nei sogni? Cosa pensano di lei se la conoscono

Di cosa si occupa nel mondo reale?

Hobby/Passioni/ Cosa ama:

Debolezze/Paure/ Cosa odia:

Abilità:

Con quali personalità potrebbe andare d’accordo? Con quali invece potrebbero nascere dissapori?

Relazione ( ne vuole una? che genere di persona potrebbe interessargli? E’ già impegnato?)

Colore preferito e frase che lo rappresenta:

Bacchetta:

Altro:

 

Ogni descrizione che vi fornisco è un miscuglio delle caratteristiche generali dei personaggi con la mia personalissima visione,che spesso potrebbe risultare particolarmente critica, sì…mi rendo conto sia difficile credere il mio affetto per questi personaggi per i motivi sotto citati, lo capisco.

Ovviamente, essendo queste le mie personalissime macchinazioni siete liberissimi di modificare a vostro piacimento letteralmente la qualunque, basta mi rendiate chiaro il ragionamento per cui il vostro Oc rientri in un determinato ruolo.

Nota Bene: il ruolo che può avere il vostro Oc non deve per forza rientrare tra quelli da me citati, potete benissimo propormi la vostra versione del valletto Rana o Pesce se riuscite a renderli fattibili, sono davvero aperta a qualunque opzione





 

Bianconiglio: ci sono due tipi di personalità che definirei da “Bianconiglio”, quelli stressati dalla loro vita in ogni singolo momento del giorno e soprattutto della notte, quando i loro pensieri li seguono costantemente, non riuscendo a vivere piacevolmente il presente e quelli che invece sembrano essere sempre calmi in qualunque circostanza ma poi risultano essere i più attenti ai dettagli loro e degli altri, quasi in maniera snervante. Personalmente non credo questa tipologia di individui si renda totalmente conto di quanto ansiosi e stressati possano essere, forse ne hanno una leggera intuizione ma non ne sono troppo sicuri. Concentrarsi sui problemi che li circondano, o possono circondarli, è infinitamente più semplice e meno problematico 

Alice: sono persone che si adattano a situazioni fuori dalla loro “zona di comfort” più perchè trascinate dalle situazioni che per reale capacità di mettersi in gioco. Nonostante questo sono persone naturalmente curiose e di conseguenza hanno sempre domande da porre, eppure non si sa come, non si sa il perchè riescono sempre a mettersi nei guai, forse è proprio per questo che riescono ad adattarsi così velocemente. Sinceramente, secondo me si tratta di quelle persone estremamente intelligenti che pur sapendo di stare facendo qualcosa di stupido, loro lo fanno

Cappellaio Matto: queste potrebbero essere persone di grande talento, che ne siano consce o meno è un'altro discorso, ma che spesso vengono fraintese.Magari hanno dei modi un po’ bruschi e si spiegano come le mie traduzioni di greco, ovvero male e in maniera confusa, oppure hanno un caratteraccio per motivo X. Sono animali sociali con scarsissima capacità relazionale, e non se ne rendono minimamente conto

Brucaliffo: Persone estremamente consapevoli di sè e degli altri, sono quelli che ti fanno sentire perennemente imbecilli gli altri, anche se magari non lo sono sul serio. Nonostante questo credo siano persone che non sanno come porsi con gli altri o magari cercano di proteggersi da loro. Vogliono cercare di essere di aiuto e supporto, ma i loro modi non propriamente cordiali non gli rendono la vita facile

Regina di cuori:  Come per il Bianconiglio ho due idee ben distinte per questo ruolo:A)Per loro il mondo o è nero o è grigio, non esistono vie di mezzo neanche a pagarle oro. Sono particolarmente carismatiche ma sono ancora più spaventose se fatte arrabbiare. Che si accendono praticamente con nulla e allora diventano ingestibili B) Sotto tutte le urla in realtà sono fortemente insicure e l’unico modo in cui riescono ad andare avanti è fare finta di essere forti, urlando e sbracciando per farsi ascoltare,quando in realtà vorrebbero solo essere comprese e accolte, ma siccome il mondo sembra sempre contro di loro allora loro saranno contro il mondo 

Duchessa: Non so se sia il caso di parlare di bipolarismo o doppia personalità, sta di fatto che questa tipologia di persona ha preso troppo alla lettera il concetto pirandelliano della maschera. Sono persone estremamente volubili, in praticamente ogni campo, è davvero difficile stare dietro ad ogni incontro con loro. Se esistono persone capaci di causare crisi nervose, sono loro: possono dire una cosa e poi smentirla il secondo dopo, negando di aver mai fatto quell’affermazione in primo luogo. Credo che il modo migliore per convivere con loro sia capire come funzionano i loro cambi d’umore, come per i meteoropatici.

Lepre marzolina: persone gentili di natura sono quelle per cui una cattiva influenza può essere fatale. Inizialmente si saranno costrette ad assomigliare a qualcuno della loro compagnia o a modificare qualche loro atteggiamento, ma a lungo termine quella modifica è diventata parte integrante della loro personalità

Re di cuori: Questa è la generalmente la voce della ragione, quella che pone quesiti che mettono in dubbio il giudizio altrui semplicemente riflettendo logicamente sulla situazione. Piuttosto distratto e infantile, riesce a moderare queste caratteristiche quando si rende conto di essere la persona matura del gruppo. E’ una personalità pacata e gentile, che cerca di mettere tutti d’accordo, o almeno ci prova.

Ghiro: il” bullizzabile”del gruppo. E’ una di quelle personalità gentili non tanto perchè facciano qualcosa di buono, ma perchè rispetto agli altri non fanno nulla di brutto. Poco socievole ma gentile, si espone poco sia per sè che per gli altri, ma se ti vuoi sedere al tavolo con lui sarà disposto ad ascoltarti, ma non è detto ti darà anche un consiglio.

 

 Minori Hamabe 

Minnie

27 anni, purosangue, barista
     

 

Minori è una ragazza che sa esattamente cosa la gente si aspetta da lei, come si dovrebbe comportare e come dovrebbe reagire. E quindi lo fa. Indossa perfettamente la sua maschera da bimba perfetta qualunque sia la circostanza. Ma a dirla tutta è incredibilmente a disagio nel fare qualunque cosa che coincida con l’avere un contatto umano, e il tutto le causa grandi problemi di autostima, il che fa molto ridere viste che lavora in uno dei bar più frequentati di Londra.

Sa di avere dei problemi ma non ne parlerà, a meno che non ti reputi degno di moltissima fiducia; in compenso se qualcuna delle persone a cui tiene ha anche il minimo problema, lei è sempre lì, pronta ad aiutare con i suoi modi forse troppo diretti, sarcastici e senza filtri con la costante paura di offendere

 


 

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Capitolo 2
*** Getting to know you ***


Gettin to know you

 

Getting to know you
Getting to know all about you
Getting to like you
Getting to hope you like me



Sistemandosi una ciocca sfuggita al suo messy bun Gregory rilasciò uno sbuffo, alternando lo sguardo tra la tazza take away sul bancone e il resto del locale.

Era una tarda mattinata di metà luglio a Londra e pioveva. Era assolutamente normale piovesse, ma quel giorno c’era proprio aria di tempesta.

Ovviamente il nubifragio universale avveniva durante il primo dei suoi giorni liberi, impossibile sbagliarsi. A saperlo prima non avrebbe portato la macchina a lavare, ma era inutile piangere sul latte versato.

Ma Gregory non era persona da lamentarsi; di certo non come l’uomo in completo che da una buona mezz’ora continuava ad inveire contro qualcuno al telefono facendo avanti e indietro, zigzagando tra i tavoli e beccandosi le occhiatacce degli altri clienti, e che aveva rischiato più volte di inciampare sui suoi piedi, tanto era la rabbia.

Entro la fine della giornata quell’uomo non avrebbe avuto voce, non che fosse un problema di Gregory.

No, i suoi problemi erano ben altri. A cominciare dalla tazza take away che lui non aveva ordinato, per finire con la barista di turno quel giorno.

Seriamente, la donna lo usava come cavia per i nuovi prodotti - senza degnarlo di sapere che cosa gli stesse facendo ingerire -  gli chiedeva favori che potevano metterlo a rischio in ogni modo possibile e immaginabile e poi non lo degnava neanche di mezzo saluto.

<< Se continui a lanciare quello sguardo gelido sarò costretta ad alzare ancora di più il termoregolatore, e sinceramente non mi va di morire di caldo o di prendermi un malanno per colpa tua >>

<< Ciao anche a te Minnie. Io potrei decisamente stare meglio, sai avevo fatto appena lavare la macchina e piove. Tu come stai? Oh capisco, sì quei documenti sono stati davvero difficili da reperire, ma per gli amici questo e altro >>

Per tutto il discorso Minori aveva indossato una poker face encomiabile, e ogni tanto aveva ruotato gli occhi per la drammaticità dell’amico. Finito il discorso sorrise nella maniera in cui rispondeva ai clienti insistenti e si rivolse nuovamente a lui

<< Grisha, tesoro,ti ho salutato quando sei entrato da quella porta, esattamente come saluto tutti i clienti. Se avessi guardato il meteo come fa la gente normale avresti evitato questa situazione. Ti ho chiesto di trovare quei documenti proprio perchè erano difficili da trovare e quello >> fece un segno con la testa alla tazza << è un omaggio della casa, così non puoi dirmi che non ti voglio bene, e inoltre ti avrei offerto il pranzo per ringraziarti. Uomo di poca fede >>

Finito il piccolo monologo la donna tornò ad indossare il solito amabile sorriso e si diresse alla cassa dove la aspettavano dei clienti.

Nel frattempo Gregory iniziò ad ispezionare il contenuto della tazza, non era il suo solito frappuccino, - nonostante l’inquietante quantità di panna montata potesse trarre in inganno - era cioccolata quella che sentiva?

<< E’ un mocaccino >> gli arrivò la  voce piuttosto seccata di Minori << e se non lo vuoi me lo porto via. Razza di Auror ingrato >>

Ogni tanto Gregory si chiedeva come la gente non avesse paura di quel mostriciattolo che era la sua amica. Lui aveva avuto a che fare con maghi oscuri decisamente meno spaventosi di uno sguardo minaccioso della donna.

Un’altra cosa che non gli era propriamente chiara era il perchè dal nulla gli avesse chiesto di recuperare documenti più o meno riservati di gente relativamente normale, sì certo, c’erano dei casi particolari, ma recuperare informazioni sugli altri non poteva essere così difficile da dover chiedere a qualcun altro di prenderli.

Gregory sospirò pesantemente, quella di quel giorno non sarebbe stata una notte tranquilla.

Era il suo istinto da Auror a suggerirlo e raramente si sbagliava. 

Questo era un grande problema: se si fosse sbagliato il suo ego ne avrebbe risentito,ma avrebbe dormito tranquillo, se avesse avuto ragione il suo ego si sarebbe gonfiato, ma probabilmente avrebbe aumentato la sua quota di notti insonni.

Quelle erano anche considerabili notti insonni?

Gregory Adam Volkov
Grisha
23 anni 

 

 

Calypso’s Heart era considerato un negozio intriso di magia, perfino dai babbani, e anche coloro che non credevano affatto nella magia non potevano negare che ci fosse qualcosa di particolare in quel posto.

Quel posto, Calypso’s Heart, è un negozio di fiori piuttosto rinomato a Charing Cross. E’ gestito da generazioni dalla famiglia McCoin, ed entrarci è considerabile un’esperienza mistica, magica per alcuni.

I fiori hanno il pieno controllo del luogo, dal pavimento in legno, con distese di fiori e piante ordinatamente sistemate, passando per i muri, nei quali si possono ammirare diverse piante rampicanti, fino ad arrivare al soffitto, dove ad accogliere chi entra si trovano diversi mazzi di fiori in stato di essiccazione. 

Nonostante la massiccia presenza di verde in quasi ogni angolo libero del negozio, non si ha mai quella sensazione di confusione che crea il mal di testa.

Questo luogo è considerato “magico” dai babbani perchè, semplicemente, una volta entrati non si viene affatto investiti da una cacofonia di odori che si mischiano tra loro, no. Appena si entra si viene accolti dal profumo che più tranquillizza e rilassa la persona, un po’ come una sorta di Amortentia. Generalmente non si riesce a distinguere altri odori, quindi per ognuno è un’esperienza un po’ speciale.

Ma non è solo questa sensazione idilliaca a far entrare così tanta gente in questo posto.

Questo posto, Calypso's Heart, è diventato in poco tempo uno dei maggiori fornitori per pozionisti a prescindere che fossero o meno professionisti o studenti che volevano mettersi alla prova

Per chiunque non fosse abituato, entrare nell’erboristeria era decisamente difficile.

Se entrare nella parte floreale era un caldo abbraccio, entrare lì dentro era come ritrovarsi in una tempesta

Lo spazio ridotto permetteva ai vari odori di fondersi in un conglomerato difficile da identificare, ma qui non c’era alcun incantesimo che potesse far percepire un singolo odore.

Mettersi a lanciare incantesimi avrebbe distrutto, potenzialmente, ogni singola pozione presente lì dentro e, sicuramente, avrebbe indisposto l’adorabile regina di quel posto.

 In quel momento la suddetta regina stava lavorando ad un composto che non aveva assolutamente nulla di magico ma la proprietaria, la signora Agatha, le aveva detto che le era arrivata una proposta interessante da qualcuno e pensava che lei avesse le capacità per realizzarla.

Il solo fatto che non le avesse detto chi aveva ordinato quello che stava preparando e soprattutto per quale scopo aveva insospettito Celia.

Per quanto ne sapeva la maga dai capelli rossicci, poteva anche star preparando un impacco suicida.

Almeno potevano darle qualche indizio.

Con quel pensiero le sue guance leggermente rosse si gonfiarono, facendola sembrare quasi una bambina.

Con un sospiro la donna tornò a concentrarsi sul suo compito: sminuzzare i petali di rose.

Le mancavano ancora tre rose e poi sarebbe potuta passare a tutt’altro, infondo la lavanda era praticamente pronta, l’odore calmante sulle sue mani lo poteva dimostrare, e finchè non arrivavano i gerani non poteva fare molto altro per quest’ordine.

Tra l’altro chi era il pazzo che chiedeva qualcosa così fuori stagione come i gerani? DI tutte le cose che c’erano di stagione per creare quello che le avevano richiesto, proprio i gerani dovevano essere obbligatori.

Quando Celia avesse incontrato questo individuo lo avrebbe di sicuro interrogato, ma al momento si sarebbe concentrata sul finire il suo compito e magari non avrebbe urlato contro il tipo che da almeno mezz’ora stava trovando una maniera interessante per chiederle di uscire.
 

          Celia Pollux McKinnon
Lia
27 anni

 

 

<< Color geranio! Ovvio, è così semplice! Come non pensarci prima ! Perchè ovviamente sono di un solo colore, i gerani! >>  Elian rilasciò l’ennesimo sbuffo che gli sollevò qualche ricciolo castano.

Non che fosse una cosa buona. I riccioli spostati facevano intravedere le occhiaie, anche al di sotto degli occhiali.

Il personale non si azzardava ad avvicinarsi, l’uomo era spaventoso quando era in queste condizioni - quindi il 90% del tempo- e nessuno lo invidiava affatto.

Nonostante lavorassero per un grandissimo stilista nessuno poteva negare che il suddetto fosse eccentrico, forse fin troppo, e rimanere al passo con lui e tutto quello che succedeva nella sua testa era impossibile per molti di loro.

Ma non per Elian.

<< Ovviamente di tutti i fiori stagionali lui cosa deve scegliere come tema principale della stagione i gerani. D’estate. Dei fiori autunnali. Il tutto ha perfettamente senso >>

Elian stava saltellando in giro per la boutique, borbottando lamentele e chiedendo in giro dove accidenti fosse nascosto Mason.

<< Stilista Affermato! Estro fuori dal comune! Provate a lavorarci un’ora >> 

Doveva incontrarsi con Mason tre ore prima, ma l’altro uomo sembrava completamente scomparso, lasciando al povero Elian tutti i problemi che lui , lo stilista affermato dal grande estro, avrebbe dovuto risolvere. E invece no, lasciamo tutto in mano al povero Elian che tanto non dorme da una settimana. 

“Dovresti rilassarti un po’” era facile per quel dittatore che lo aveva rapito e costretto a lavorare come suo assistente fin dalla fine della scuola, tanto lui non aveva problemi.

Elian li risolveva prima ancora che avvenissero.

<< Nella prossima vita rinasco gatto. Che bella deve essere la vita di un gatto >>

Proprio mentre si accasciava vicino ad uno dei muri un particolare gatto persiano era venuto ad accoccolarsi vicino le sue ginocchia, miagolando insistentemente. 

Neanche il felino sembrava troppo contento della sua situazione…Elian non poteva che trovare una certa similitudine tra loro

<< Immagino tu sappia dove sia quel dittatore del tuo padrone >> disse rivolgendosi alla gatta che indossava un nastro color salmone con una serie di pezzi di organza sistemati a forma di fiore.

Il gatto miagolò nuovamente

<< Sono d’accordo con te Minori. Quest’idea è tremenda >> Elian scosse la testa mentre scioglieva lo strano collare dalla micia, che una volta liberò diede un’occhiataccia alla strada da cui era arrivata.

<< Immagino ci stiamo dando il cambio >> le accarezzò la testa << qualche critica da fare allo stilist-ahia! >>

E mentre la gatta si allontanava quasi sdegnata Elian si guardò l’indice che la suddetta gli aveva morso

<< Immagino passerò il messaggio >>

E alzandosi si diresse verso la direzione da cui veniva Minori e arrivando di fronte all “Angolo SuperSegretoSegretissimo di Mase” la voglia di piangere fu molto forte. Ma anche quella di ridere per il nervoso lo era.

Dalla porta erano appena usciti dei rotoli di stoffa.

Prima la gatta e ora i tessuti. Tutti cercavano di scappare da lì. 

L’ennesimo sospiro stanco venne rilasciato

Elian continuava a chiedersi quando un aneurisma l’avrebbe colpito. Perchè non era affatto questione di “se” gli fosse mai venuto un aneurisma, lui sapeva che prima o poi sarebbe avvenuto.

Se per caso gli fosse arrivata in mano una giratempo aveva un paio di viaggi in mente da fare

Elian Edison Rabbit 
Lian
23 anni

 

 

 

L’odore di carta avrebbe fatto pensare che ci si potesse trovare in una qualche biblioteca, probabilmente nel reparto più antico e dimenticato possibile, e invece era solo lo studio di Glimmer.

La stessa Glimmer che stava cercando di organizzare un numero indefinito di  documenti da una buona oretta. 

Le sue deadlines si stavano avvicinando più in fretta di quanto avesse previsto, ma forse, essendo lei un’indecisa cronica, poteva - doveva- aspettarselo, ma non per questo il suo modus operandi agiva di conseguenza.

Troppo facile così.

Non riusciva a decidere cosa dovesse venire prima, infondo questo non riguardava solo lei. 

No, riguardava lei, il suo lavoro, il possibile tirocinante che le avrebbero assegnato e in pratica tutto quello per cui aveva lavorato da quando aveva lasciato Hogwarts.

Quindi era una cosetta da niente.

Rilasciando un sospiro la donna si guardò attorno.

Non erano solo le copie di quei documenti che occupavano gran parte del suo pavimento; no, c’erano anche i moduli di applicazione dei tirocinanti che avevano fatto richiesta, per non parlare dei post it sparsi su ogni foglio e superficie possibile, le varie richieste di inserimento di altri studenti e le esercitazioni e i test d’ingresso per i suddetti, che la osservavano minacciosamente dalla sua scrivania

Una delle sue colleghe era quasi saltata in aria quando, aprendo la porta dello studio di Glimmer, la suddetta l’aveva gentilmente accolta intimandole di non muoversi troppo in fretta da creare correnti d’aria e di non camminare sui fogli sapientemente organizzati per terra.

<< Abbiamo una bacheca a muro per organizzare queste cose cara >>

<< Non c’è abbastanza spazio per tutto >>

<< Se scegliessi un ordine da cui iniziare, invece di fare tutto insieme... >>

Glimmer aveva riso al suggerimento << Il pavimento è più comodo, dovresti provare >>

Con uno sbuffo e uno scuotimento di testa la sua collega le consegnò un’altra pila di documenti e uscì.

Sollevandosi dal pavimento, perchè le gambe iniziavano a farle male a furia di assumere posizioni più o meno comode - la sua circolazione sanguigna ringraziava - Glimmer si diresse versò la nuova pila di documenti.

Se le avessero detto in cosa consisteva  il “lato oscuro” di essere un’insegnante forse avrebbe iniziato a prepararsi mentalmente già dai tempi di Hogwarts, almeno avrebbe avuto un percorso chiaro da seguire, invece di ritrovarsi sepolta tra mille progetti senza sapere a quale dedicarsi prima.

Ma a quanto pare qualcuno aveva deciso di imporsi nel suo scadenziario: era una busta che le stava volando attorno da quando l’avevano consegnata, presumibilmente.

Non era la prima volta che le consegnavano posta più o meno permalosa, ma quella busta stava battendo ogni record. 

Continuava a passarle davanti gli occhi mentre lei cercava di concentrarsi su tutt’altro, quasi a dirle in maniera minacciosa - per una busta che non è un Strillettera d’intende- “Aprimi”.

Considerato che sembrava venire dal Ministero, forse era effettivamente il caso di aprirla, non ne era troppo sicura.

Quelle lettere erano decisamente minacciose ai suoi occhi. 

Glimmer Elizabeth Jones
Glim 
31 anni

 

 

<< Quindi stavo pensando >> iniziò Quin al telefono, mentre masticava un lollipop arcobaleno pastello - non sapeva esattamente di cosa dovesse sapere, ma sicuramente quello era il sapore degli arcobaleni pastello - << Potremmo provare a fare un giro per i Sexy sho->> 

<< No. >> 

Anche se il suo interlocutore non poteva vederlo, Quin mese su un adorabile broncio, che ebbe l’effetto di farlo sembrare ancora più piccolo di quanto non fosse.

Vabbè,ormai era abituato a girare con i documenti a portata di mano.  Lo avevano fermato solo qualche minuto prima per chiedergli se si fosse perso o se la sua mamma lavorasse in zona

 Perdersi in un quartiere a luci rosse era decisamente una proposta allettante per le sue orecchie.

Quel giorno comunque, puntava a farsi chiedere i documenti almeno un’altra  decina di volte, ormai con la sua community Instagram avevano deciso di vedere quante volte lo avrebbero scambiato per un bambino e la cosa stava diventando un appuntamento fisso sulla piattaforma

<< Ma non mi hai neanche fatto finire! >>

<< Ti conosco. Cos’era questa volta? >>

Salutando un paio di ragazze poco vestite  che continuavano a fissarlo con un sguardo tra il confuso e il curioso  continuò

<< Perchè dai per scontato che non possa aver avuto un lampo di genio mentre guardavo l’ultima collezione del Mad Hatter?!>>

Dall’altro capo del telefono gli arrivò un sospiro sconsolato, se Quin doveva indovinare il suo manager stava anche scuotendo la testa

<< Quindi cos’era? >>

Quin s’imbronciò ancora di più, per poi iniziare tutto eccitato << Era un collare. Era rosa fluo. Aveva un cuoricino al centro. Ti assicuro era adorabile. E’ un po’ plasticoso, spero non mi faccia allergia, però è assolutamente comodo. Va in cima alla graduatoria… okay, non proprio in prima posizione però >>

<< Quindi l’hai già comprato? >> 

ovviamente lo avrebbe chiesto, ma Quin era una persona matura che si sapeva assolutamente controllare 

<< Ne ho comprati 5. Non preoccuparti, ti sento già disperarti, non sono tutti rosa fluo - >>

Neanche il tempo di fargli finire la frase, che la chiamata fu chiusa.

L’adorabile Alory gli aveva chiuso in faccia.

Maleducato. Assolutamente maleducato.

Uno si sforzava di trovare contenuti interessanti per il canale, e questo era il feedback che riceveva per la sua geniale proposta.

Ma tanto ne avrebbero parlato a casa, quindi con il sorriso di un bambino che ha appena saccheggiato un negozio di caramelle, Quin continuò a pattinare verso casa.

Royal non aveva possibilità di fuga da questa geniale idea, sarebbe dovuto passare sul suo corpo.

Quentin Blaise
Quin
23 anni 




 

Angolo autrice

Benvenuti in questa prima parte della selezione, sì, prima parte. In totale ho scelto 10 personaggi, ma per un paio di loro non riuscivo a scrivere un paragrafo che mi convincesse abastanza, quindi per evitare di dovervi fare aspettare chissà quanto per la selezione completa ho preferito smezzare; sì, non mi andava di farvi vedere 8 personaggi tutti insieme e poi un'intero capitolo dedicato ai due bimbi speciali così a caso.

Devo anche chiedere scusa se alcuni paragrafi sono più lughi di altri, vedrò di migliorare, prometto.

Sperando di rileggerci presto,

Kiss

Lith

 

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Capitolo 3
*** Whatever it takes ***


                                                                                          Whatever it takes
 
 
 
 
I'm an apostrophe

I'm just a symbol to remind you that there's more to see

I'm just a product of the system, a catastrophe

And yet a masterpiece, and yet I'm half-diseased
 
 
 
 
 
Royal si stava prendendo una pausa dal sistemare la sua roba nell’ufficio a cui lo avevano assegnato, e ovviamente Quin doveva contattarlo in quel momento.
 
Per carità, adorava…no, adorare sarebbe un parolone, diciamo che Quin era più sopportabile del resto dell’umanità che circondava il povero Royal,persino nei suoi momenti di completa idiozia.
 
I ricordi della malsana idea di Quin di prendere un van erano ancora vividi nella sua mente.
 
L’imbecille non aveva neanche una patente ma voleva organizzare un road trip.
 
Royal pensava che quando non lo controllava, il suo coinquilino inviasse richieste in forum dimenticati da Dio alla ricerca di gente che sapesse guidasse e lo assecondasse in questa sua malsana idea.
 
Royal voleva solo prendersi il suo caffè, amaro come la vita, annacquato perchè proveniente dalle macchinette, in santa pace, lontano dall’idiozia dei suoi colleghi senza il minimo senso dell’orientamento - e conseguentemente di ragionamento, secondo la sua umilissima opinione –
 
Chiedere informazioni quando hai una dannata mappa davanti a te può voler dire solo che il tuo indice di attenzione e comprensione sono davvero bassi.
 
Oppure che non sai leggere.
 
Entrambe sono tristemente possibili.
 
Mandando giù il suo sorso di caffè, osservando gli idioti prendere nuovamente la direzione sbagliata - vedi che erano proprio idioti anche di fatto -  finché non ricevette una chiamata dal suo adorabile coinquilino.
 
Quel bambino - neanche- troppo cresciuto non aveva un minimo di buone maniere, iniziando le conversazioni senza neanche chiedere se fosse impegnato.
 
Che Quin lo fosse o meno non avrebbe avuto comunque molta importanza
 
Era incredibile che gli avesse proposto seriamente di girare per Sexy Shop solo perché aveva comprato uno dei suoi amati choker.
 
No, giusto. Ne aveva comprati 5. Fortunatamente non tutti rosa fluo.
 
Quindi si sarebbe dovuto occupare anche di quello. Conoscendo il soggetto però non appena avrebbe avuto un attimo di pace Quin sarebbe tornato all’attacco con la sua spiegazione del perchè la sua idea fosse assolutamente attuabile. 
 
Era necessaria un’altra tazza di caffè.
 
Facciamo altre due, il rumore di vetri che cadevano non promettevano nulla di buono.
 
 
 
                                                                                                Royal De Vries
 
                                                                                                       25 Anni
 
                                                                      
 
 
 
 
 
 
<< Quindi, cosa ne pensi? >>
 
<< Meow >>
 
<< Sì, sono d’accordo troppo poco colore. Magari dovremmo metterci un po’ di viola? >>
 
<< Meow >>
 
<< Lo so! Ci serve un altro materiale. Ecco perchè sei il mio secondo in comando! Ragioniamo alla stessa maniera. >>
 
Mason stava girando per il suo piccolo covo alla ricerca di un materiale abbastanza leggero da ricordare dei petali, assecondando la sua gattina che nel frattempo stava cercando di togliersi il nastro dal collo, fallendo miseramente.
 
Sconosciuto a lui, la sua gatta, Minori, stava solo cercando di tornare a respirare, togliendosi quell'obbrobrio - in tessuto d’alta classe - che il suo padrone le aveva messo al collo. 
 
Serviva Elian; lui sì che avrebbe capito il disagio. E poi lei era stanca di fare da badante al suo proprietario, era il coniglietto che veniva pagato per farlo.
 
Lei, in quanto gatta e musa d’ispirazione, doveva solo dare la sua approvazione.
 
Quando Mason l’aveva adottata non le era stato spiegato che sarebbe stata cavia dello stilista - altrimenti Minori avrebbe definito anche le sue di condizioni.
 
Però giocare con la stoffa era decisamente divertente.
 
Nel frattempo Mason stava cercando un materiale che gli ricordasse l’effettiva ispirazione per la collezione; dire che si trattava della “ragazza dei suoi sogni” avrebbe troppe implicazioni, ma la realtà era quella.
 
Alcune delle sue opere erano ispirate a questa sua “amica immaginaria” e anche il nome della sua gatta era ispirato a lei - secondo Mason le due avevano molto in comune -  ma ogni volta che provava a spiegare la situazione veniva preso per pazzo.
 
Non che potesse contraddire troppo le voci però, infondo era stata la sua visione fuori dall’ordinario decisamente eclettica a portarlo dov’era.
 
Se tutti i migliori sono matti, un motivo ci doveva essere, no?
 
 
 
 
                                                                               Mason Emilian Montgomery
 
                                                                                           Emil / Mase
 
                                                                                               31 Anni
                                           
 
 
 
 
 
 
 
 
I suoi ricci erano più indomabili del solito, e al tatto erano decisamente troppo unti.
 
Era appena tornato dal suo turno. 
 
Non era proprio il suo turno; lui aveva fatto la notte, ma  a quanto pare qualche beota aveva deciso bene di ammalarsi e non sembrava aver comunicato per tempo questa sua piccola difficoltà. 
 
Louis avrebbe volentieri rifiutato, aveva impegni piuttosto seri per quella sera, ma chi era Louis per dire di no quando era il capo reparto a pregarlo di prendere quel turno.
 
Quindi ora, Louis aveva il tempo di farsi una doccia e togliersi di dosso l’odore di ospedale, indossare il completo che aveva preparato meticolosamente, prepararsi mentalmente per la conversazione estenuante che avrebbe dovuto affrontare.
 
Louis stava cercando di farsi uno shampoo
 
Se non fosse che il suo cellulare squillava ad intermittenza da 10 minuti buoni.
 
Buona creanza vuole che se una persona non ti risponde dopo 7 chiamate magari, ma solo magari, non è disponibile.
 
Louis sapeva benissimo chi fosse al telefono, ma voleva farlo penare un pochino; se lo meritava, comunque, e il riccio non era affatto un buon samaritano.
 
 Certo, se non fosse che l’uomo stava iniziando a mal sopportare la sua stessa suoneria, e quindi ancora con i capelli bagnati e con fare piuttosto scazzato rispose
 
<< Spero vivamente per te che il motivo di questa insistenza sia degna della mia attenzione, perchè sono più che sicuro di averti specificato di non disturbarmi per cose inutili >>
 
Nessuna risposta.
 
Aveva pochissime ore di sonno, un impegno a cui non poteva mancare e quell’idiota al telefono si prendeva anche il lusso di esitare?
 
C’era davvero la possibilità che lo avesse davvero contatto per una stupidaggine.
 
Sospirò pesantemente.
 
<< Quindi hai deciso di giocare infantilmente con il mio tempo. Spero tu sia pronto a giocare molto con il tuo quando dovrai trovarti un nuovo impiego >>
 
Louis sorrise, quando finalmente ebbe risposta dall’altro capo.
 
Per ottenere risultati bastava essere gentili.

 
                                                                                     Louis Matthew Crawford

                                                                                                    Lou

                                                                                                 25 Anni
                                            



 
 
 
Angolo Autrice
Salve… siete più che liberi di insultarmi per avervi fatto attendere così tanto ( e in ogni caso io mi sto già nascondendo da Fe che giustamente mi bastonerà le manine da brava maestra perché non faccio abbastanza attenzione a come scrivo).
Dunque, mi sento in dovere, perché il senso di colpa mi divora ( sono proprio una brutta persona) di rendervi partecipi. Quando ho deciso di riscrivere la storia ero completamente in iperstimolazione, di idee da usare e scene che sarebbero risultate interessanti, già debitamente annotate; dopo aver ricevuto le schede sono entrata un pochino in burn out, ma la prima parte della selezione mi piaceva abbastanza da pubblicarla. Il burn out successivo è stato molto peggio: il solo pensiero di mettermi a scrivere per questa storia mi faceva passare la voglia, e forzarmi a scrivere non sortiva risultati decenti, anche perché un paio di Pg che avevo scelto risultavano too much rispetto a tutti gli altri; ma ho sopravvalutato le mie capacità di gestione e organizzazione. Ma comunque mettiamo questo da parte, quando entro in Burn out sono simile ad un orso in letargo, lontana dal mondo conosciuto e civilizzato. Dopo un po’ ho ripreso a scrivere, sono entrata in fissa con un’altra idea e mi sono messa a lavoro. Ricominciando a scrivere, mi sono sentita in colpa per aver lasciato passare così tanto tempo per la seconda parte della selezione, chiedo ancora scusa, così ho ripreso in mano le schede arrivate e le idee sopra citate.
Come avrete giustamente notato mancano dei personaggi, rispetto a quelli che avrebbero dovuto esserci. Bene qui torniamo ai Pg che non riuscivo ad usare al massimo. Di questa questione ne voglio discutere con gli autori dei suddetti, perché se li avevo scelti all’epoca era perché avevano qualcosa che mi piaceva e serviva e quindi vorrei parlarne in privato con i diretti interessati prima di fare “scelte avventate” e mandare tutto a sacerdotesse di Venere.
Quindi niente…scusate l’infodump improvviso e ingiustificato…
Alla prossima

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