Hands

di Iliveonlyforthemanga
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


 
Hands
 
 
I capitolo
 
Rating: verde
Coppia: Castiel/Dean
Parole: 1770
Summary: le mani di Castiel e Dean sembrano fatte per incastrarsi perfettamente le une con le altre
Avvertimenti: sarà una raccolta di 3/4 massimo One-shots, scollegate tra loro per quanto riguarda la trama ma avendo come filo conduttore le mani di Dean e Cass. 
 


 
A Castiel non importa come siano le mani di Dean.
Seppur piene di vecchie e nuove cicatrici e calli, salde quando impugnano coltelli e pistole, sono capaci di sfiorarlo con la delicatezza che si riserva a qualcosa di estremamente prezioso e sacro.
Delicate quando, al sicuro della loro camera nel bunker, Dean gli sfiora il viso, cominciando dalle palpebre, per scendere poi verso il naso, le guance e le labbra, dove si fermano per accarezzarle lente con i pollici.
Lo venera, lo sfiora come se da un momento all'altro dovesse scomparire per sempre nel Vuoto, che solo pochi mesi prima glielo aveva portato via e dal quale credeva che non avrebbe più fatto ritorno.
Castiel sospira piano sotto quei tocchi delicati, stendendo le labbra in un sorriso mal celato. Aggiusta la testa sul cuscino ed apre gli occhi, sbattendoli per abituarsi alla luce dell'abat-jour posta sul comodino alla sua destra.
"Sai che non è così, vero?" chiede divertito. Allunga la mano e la fa combaciare con la gemella del compagno, che la stringe forte di riflesso. Gli fa male, ma non osa muoversi: sa quanto l'altro abbia bisogno di contatto e quante cose gli stia dicendo pur restando in silenzio.
Castiel si alza ed appoggia la schiena alla spalliera del letto, tendendo la mano libera verso Dean. Gliela appoggia sul petto, nel punto esatto dove batte il cuore, disegnando ghirigori stilizzati con le dita. Una risata mal trattenuta è quello che ottiene, prima che l'altra mano si appoggi alla sua e la trattenga sul petto.
Una domanda muta negli occhi e un cenno affermativo con la testa è la conferma di cui ha bisogno. 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***


Hands
II capitolo
 
Rating: giallo
Coppia: Castiel/Dean
Parole: 4256
Summary: le mani di Castiel e Dean sembrano fatte per incastrarsi perfettamente le une con le altre
Avvertimenti: sarà una raccolta di 3/4 massimo One-shots, scollegate tra loro per quanto riguarda la trama ma avendo come filo conduttore le mani di Dean e Cass.
 
Dean ama cucinare. Diamine, è una delle poche, l'unica, che lo fa rilassare e che gli riesce anche piuttosto bene.
Del resto Sam non è diventato un ragazzone di quasi due metri mangiando solo insalata e ceci, e di questo Dean si vanta sempre, sogghignando compiaciuto.
A casa, quel giorno, l'atmosfera è particolarmente tranquilla: il suo adorabile fratellino è andato a fare la spesa e Castiel si trova nella sala principale, dove è concentrato nella lettura di un libro che ha tutta l'aria di essere un tomo gigantesco.
Si respira già aria di primavera, gli uccellini cinguettano sui rami e l'aria comincia ad essere frizzante.
Dean si sente bene, è tranquillo e sta preparando la Ricetta: la torta di mele che faceva sua madre.
Mentre prepara gli ingredienti e li dispone sull'enorme banco della cucina fischietta un motivetto sentito per caso un giorno alla radio, muovendo i fianchi a ritmo di musica.
Rompe le uova, le versa in una ciotola a cui aggiunge acqua e farina, uniti ad un pizzico di aroma all'arancia, suo personale ingrediente segreto.
Mentre si appresta a tagliare grossolanamente il burro per farlo sciogliere a bagnomaria, il grosso coltello utilizzato gli scivola dalle mani, cadendo per terra con un tonfo sordo.
"Merda! Che male" esclama stizzito, osservando la ferita fattosi sul polpastrelli dell'indice della mano destra.
Si china a terra per raccogliere l'oggetto incriminato e con la coda dell'occhio vede Castiel, appoggiato allo stipite della porta, che lo guarda con preoccupazione.
L'Angelo gli si avvicina, sollevando con due dita la mano ferita ed osservandola da vicino.
È piena di farina e scivolosa per i tuorli che ha rotto poc'anzi, ma a Castiel non importa: infila in bocca il dito e succhia piano, come Sam e Dean gli hanno dato di fare in caso di ferite superficiali.
È una sensazione strana: per quanto sia un gesto assolutamente innocuo e volto al curare al meglio il suo protetto, sembra suggerire un qualcosa di intimo, di speciale, un qualcosa che condividi esclusivamente con qualcuno di significativo.
Castiel continua a suggere il dito con dovizia, cercando di disinfettarlo al meglio. Del resto è un Angelo del Signore e, se ha una missione, la deve portare a termine.
"Cristo Cass, cosa fai?" - sbotta Dean apparentemente infastidito dal gesto - "bastava che lo mettessi sotto l'acqua corrente". Ma la leggera sfumatura porpora sulle guance tradisce le sue parole.
L'Angelo si apre in una smorfia divertita mentre lascia andare la sua mano, non prima di averla accarezzata lievemente.
Con passo dinoccolato si avvicina al cacciatore, che lo sta osservando con le braccia incrociate sul petto e la gamba sinistra appoggiata su uno degli scalini della stanza.
"Lo so che avrei potuto metterlo sotto l'acqua, ma così è stato molto più divertente" sussurra, prima di superarlo con un fruscio d'abiti quasi impercettibile.
Dean quasi inciampa sui suoi stessi piedi quando cerca di sciogliersi dalla posizione che ha assunto per correre dietro a Castiel e chiedergli di ripetere ciò che ha appena sentito. Vuole essere sicuro che quello sia il suo vero angelo e non uno scherzo di qualche demone, o qualsivoglia persona, malato di mente che si sta divertendo a giocare con i suoi ormoni e relative fantasie.
Corre in sala cercandolo trafelato. Lo trova seduto su una delle poltrone verde scuro con le lunghe gambe accavallate, un libro tra le mani e una delle lampade di vetro accese, per ricreare un'atmosfera intima.
Sa che non sta leggendo davvero dal modo in cui è seduto: le spalle leggermente contratte, il rumore che le pagine producono, troppo frettoloso per poter permettere una lettura accurata del testo e le occhiate di sottecchi che gli scocca sono elementi assai eloquenti. E Dean sorride sornione, sa di essere lui la causa di tutto quello e se ne compiace.
Come un felino fa con la propria preda, si avvicina mellifluo alla postazione di Castiel, sovrastandolo ed andando ad sovrapporre le proprie mani alle sue per aiutarlo a reggere il peso di quel libro troppo pesante e divenuto ormai ingombrante.
Senza perdere il contatto con esse si allunga verso di lui, andando ad oscurare un poco la tenue luce della lampada.
L'Angelo produce un verso infastidito a causa dell'interruzione che gli ha fatto perdere il filo logico di ciò che stava leggendo, ma una frase concisa e pronunciata con un tono modulato appositamente per risultare seducente gli fa improvvisamente ingoiare la saliva in eccesso.
"Oh, sono sicuro che tu lo sappia, e credevi di giocare sporco, non è così, Cass?" gli chiede Dean, un soffio caldo nell'orecchio sinistro a calcare sulle lettere finali del nome.
Sorride sornione e raddrizza la schiena in modo leggiadro non prima di aver scoccato un'ulteriore occhiata carica di significati all'altro, il cui pomo d'Adamo si alza e si abbassa visibilmente.
"Sono di là" gli annuncia prima di scomparire lentamente dalla sua visuale, diretto nuovamente in cucina.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***


Hands
III capitolo
Rating: giallo
Coppia: Castiel/Dean
Parole: 7735
Summary: le mani di Castiel e Dean sembrano fatte per incastrarsi perfettamente le une con le altre
Avvertimenti: sarà una raccolta di massimo 3/4 One-shots, scollegate tra loro per quanto riguarda la trama ma avendo come filo conduttore le mani di Castiel e Dean
Questa è la penultima one-shot. L'ultima arriverà nei prossimi giorni.
Un bacio xx


"Avanti Dean, non dirai sul serio!" chiede sbigottito Sam, gli occhi grandi quanto due piattini da the e l'espressione interrogativa in viso.
Il diretto interessato annuisce vigorosamente, prima di alzarsi dal tavolo e lasciare una lauta mancia alla cameriera così carina che li ha serviti.
"Sammy non farmelo ripetere: tra me e Cass non c'è niente. Cristo, ti immagini me e lui, assieme? Assieme assieme?" - le sopracciglia che fanno su e giù in un movimento ammiccante - "sai che le ragazze in gonnella sono il mio unico credo e Cass... Beh, Cass è Cass" termina, agitando la mano nell'aria come a voler scacciare una mosca invisibile.
Non sembra voler tornare sull'argomento e il fratello sospira sconfitto, prima di seguire il suo esempio ed uscire dalla tavola calda.
Sam alza gli occhi al cielo, godendo della bella giornata: il sole caldo che gli picchia in volto, le persone più disparate che vanno e vengono, dirette chissà dove, ed incuranti dei pericoli che si celano nel buio.
"Alle volte vorrei una vita normale..." dice fra sé e sé, sospirando ancora una volta.
Vita normale tradotto in 'vorrei non rischiare la pelle un giorno sì e l'altro pure. Ah sì, e vorrei anche che mio fratello si togliesse le fette di prosciutto che ha sugli occhi e vedesse davvero il modo in cui Castiel lo osserva'. Ma dato che la fata madrina ancora non l'hanno incontrata, si accontenta di mantenere fede alla prima parte del discorso.
Anche perché così ho più possibilità per rompere i coglioni a Dean... Sogghigna malefico.
Si riscuote dai suoi pensieri solo al momento di entrare in macchina, dove il maggiore lo aspetta impaziente, con le dita che tamburellano sul volante in pelle nera.
"Ehm senti un po'... Hai contattato Castiel? L'ultima volta che l'ho visto è stato due settimane fa".
"Nah Sammy, ti sembro la sua balia? Non scherzare. Si sarà preso una pausa lontano da noi e sarà tornato col culo su una nuvoletta soffice" risponde piccato Dean, avviando il motore. Il ricordo di cosa sia effettivamente successo due settimane fa è ancora molto vivido nella sua mente e a nulla servono gli sforzi attuati, se non a peggiorare ulteriormente la situazione.
Le nocche gli si sbiancano a causa della presa eccessivamente forte sul volante e un improvviso calore gli sale alle guance.
La posizione in cui è all'improvviso appare troppo scomoda e si dimena un poco per tentare di calmare la sensazione di bruciore che sente irradiarsi in tutto il corpo.
Sente gli occhi di Sam che lo guardano, curiosi come una pettegola a cui è stato rivelato chissà quale segreto.
"Tutto ok...?"
Annuisce, non trova le parole. Ancora il bruciore non accenna a fermarsi, ma lui sì. Accosta bruscamente a lato della strada e scende di corsa dalla macchina, copiato immediatamente dal fratello.
Sam gli mette una mano sulla spalla, sfiorandolo appena. Era da tempo immemore che non lo vedeva in preda ad un attacco di panico. Li hai e li nascondi... Quando imparerai, Dean, a lasciarti voler bene?
Si ritrova le chiavi della macchina in mano senza neanche sapere come.
"Guida tu" - "Sei sicuro? Perché l'ultima volta hai minacciato di appiccare il fuoco al mio PC..." - "MUOVITI E STAI ZITTO"
Santo Signore, che pazienza.
"Va bene, va bene! Ho capito" sbuffa esasperato Sam, alzando le mani al cielo in segno di resa, aprendo la portiera dell'Impala.
Il silenzio scende pesante nell'abitacolo, interrotto dalla musica rock che, stranamente, è tenuta ad un basso volume.
Dean sospira pesantemente, tenendosi le mani in grembo e torturandosi le pellicine delle dita. Getta uno sguardo fugace fuori dal finestrino prima di riportare gli occhi sulla testa del fratello, concentrato sulla guida.
"Ci siamo quasi baciati, due settimane fa" è l'unica frase che esce dalla sua bocca.
Il minore sussulta lievemente ma non si scompone: quei due sarebbero capaci di strapparsi le mutande a morsi in qualsiasi occasione, strano che ancora non fossero giunti ad una conclusione.
"È strano, Sammy. È naturale perché è con Cass, ma al contempo mi terrorizza. Ed è un uomo. Cioè, non uomo uomo, però insomma ha le sembianze di un uomo e ha il pene anche se sicuramente non sa come funziona e dovrò spiegargli tutto e però magari non gli interessa fare quelle cose lì"
Dean è un fiume in piena. Parla e si sfoga agitando le mani e diventando tutto rosso, per lo sforzo e l'imbarazzo di aprire il suo cuore al fratello come mai aveva fatto.
E Sam lo ascolta e annuisce e lo conforta e gli dà le pacche sulle cosce per fargli capire che lui c'è e che non se ne andrà mai.
E chiacchierano ancora mentre entrano nel bunker con un sospiro di sollievo per essere tornati a casa sani e salvi e lì, bello come Apollo, li aspetta Castiel.
Dean si ammutolisce, bloccandosi in corridoio e sentendo il cuore fare su e giù nella cassa toracica.
"Dean" - "Cass" e in quei nomi c'è un intero Universo, parole non dette ma pensate, sentimenti in ballo che fremono per uscire allo scoperto e prendersi quello che spetta loro.
Si avvicinano quasi in sincrono, come due calamite che si attirano inevitabilmente l'una all'altra.
E al diavolo ciò che possono pensare Sam o gli altri o gli angeli, se mai ce ne fosse qualcuno che li sta osservando: Dean prende il viso del suo Angelo tra le mani, impaurito come se avesse paura di amarlo. E Cass lo copia, con dolcezza, per fargli capire che di lui può fare quello che vuole.
Sospira piano prima di appoggiare le labbra su quelle piene del compagno, che si lascia andare ad un pigolio sorpreso, prima di rispondere impacciato.
Castiel, spinto da un moto di coraggio, afferra saldamente la camicia di flanella blu che indossa il cacciatore, facendo sì che aderisca maggiormente a lui. Porta una mano alla vita e l'altra dietro al collo come se volesse impedirgli di fuggire e rompere l'idillio che si è creato.
Oh, ma Dean non ha nessuna intenzione di fuggire, non ora che ha assaggiato le sue labbra zuccherine. Gli stringe forte le guance, portandolo un po' più vicino, sì così, per fondere insieme i due corpi.
Sam è sparito, andato in chissà quale stanza del bunker per non sentirsi di troppo. Ci sarà tempo per sedersi tutti e tre attorno ad un tavolo e spettegolare come delle ragazzine alle prese con le loro prime cotte.
Il cacciatore fa scendere una delle mani fino alla mano sinistra di Castiel, che stringe forte e passando col pollice sul dorso liscio ed incredibilmente morbido. Un fremito lo percuote ed è sicuro che anche Cass possa percepire i suoi pensieri e provare le stesse sensazioni.
I capelli corti della nuca gli si rizzano non appena la bocca birichina del moro si poggia leggiadra nel punto di congiunzione tra la spalla e il collo, soffiando in modo appena percettibile.
"So a cosa stai pensando, Dean"
Mille brividi percorrono chilometri sulla sua pelle. Si sfrega vigorosamente le braccia con le mani, tornate momentaneamente libere, facendo schioccare la lingua contro il palato nel sentire il tono con il quale si è rivolto Castiel.
Solleva appena il mento per riuscire ad incrociare il suo sguardo.
"Dimostrami che stiamo pensando alla stessa cosa, allora" lo stuzzica, lo sguardo lussurioso e un sopracciglio alzato.
Ride di cuore, sentendosi leggero per la prima volta in tutti i suoi 35 anni di vita.
La risata gli si spegne di colpo quando l'angelo lo afferra saldamente per un braccio e lo trascina verso la camera da letto, lasciandogli a malapena il tempo di capire dove lo stia sospingendo con una certa urgenza, cercando di non inciampare sui suoi stessi piedi. 

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Capitolo 4
*** Capitolo quarto ***


 
Hands
                                                 IV capitolo
 
Rating: arancione 
Coppia: Castiel/Dean
Parole: 10438
Summary: le mani di Castiel e Dean sembrano fatte per incastrarsi perfettamente le une con le altre
Avvertimenti: sarà una raccolta di massimo 3/4 One-shots, scollegate tra loro per quanto riguarda la trama ma avendo come filo conduttore le mani di Castiel e Dean.
 
Questa è ufficialmente l'ultima One-shot
Mi sono estremamente divertita a scriverle e spero che siano piaciute anche a chi di voi ha letto. 
Ho in cantiere altre storie, di cui una sul cast di Supernatural ed altre originali. 
Un bacio enorme e ancora grazie <3
 
 
Le mani di Castiel sono calde e lisce, inesperte ma incredibilmente curiose. 
Vagano sul corpo di Dean come se stessero tracciando sentieri misteriosi su una mappa invisibile. 
Stringono, toccano, afferrano e rilasciano porzioni di pelle e capelli, si intrufolano curiose sotto strati di vestiti che sono oramai diventati ingombranti. 
Dean sospira tremulo, stretto ancora all'angelo che lo sta trattenendo contro lo stipite della porta della sua camera. Si sente il cuore in gola e le gambe molle come delle caramelle di gelatina. 
Ridacchia nervoso agitandosi un poco quando la mano del moro va a pizzicare leggermente il fianco, uno dei suoi punti deboli. 
"Mi.. Mi fai il solletico, piantala" gli comunica infatti. 
Castiel lo stringe solo più forte, spostandola sulla parte bassa della schiena, in prossimità delle reni. Gli morde giocosamente il mento, non riuscendo ad arrivare a nessun altro punto del viso, data la differenza sostanziale di altezza. 
Gli occhi verdi di Dean si stringono in una fessura, come se lo vedesse per la prima volta e non sapesse come comportarsi. 
Una risata fanciullesca prorompe dal petto, sconquassandolo tutto e mandando in estasi Castiel, che beve questo suono come un assetato nel deserto. 
La mano che sta tenendo sotto la maglia comincia a muoversi piano, ad accarezzare porzioni di pelle sempre più ampie e sempre con maggior insistenza; la sua gemella si posa invece alla base del collo del cacciatore. 
Dean, dal canto suo, immerge le mani nella cascata di capelli nero corvino e si attorciglia alcune ciocche attorno all'indice. 
Castiel sibila e si contorce, stringendo la carne che ha sotto le mani. 
L'uomo di fronte a lui lo guarda allucinato "Cas" - chiede spaventato- "che c'è?" 
"Quando... Quando mi hai toccato i capelli ho sentito una scossa"
Oh. Ops
Dean sorride furbescamente prima di ripetere una seconda volta lo stesso gesto, solo per vederlo di nuovo in quello stato. 
E una terza. 
E una quarta. 
"Vai a farti fottere. Sei esasperante" un paio di occhi celesti vengono alzati al cielo 
"Beh, sicuramente non sono qui in questa stanza per giocare a briscola" controbatte una voce piccata.
È naturale per loro baciarsi. È naturale stringersi più di quanto sia umanamente possibile e cercare di fondersi l'uno dentro l'altro.
È Dean che li guida entrambi sul letto, dove Castiel si siede, non interrompendo mai il contatto con lui.
Il biondo intrufola un ginocchio tra le sue cosce, poggiandogli le mani sulle spalle, per tenersi in equilibrio e non 
gravargli addosso.
L'angelo ride sotto i baffi e si lascia cadere all'indietro, trascinando anche Dean, che emette un verso di sorpresa.
Il collo bianco di Castiel sembra che stia invitando il cacciatore a morderlo e marchiarlo e lui non si lascia sfuggire questa occasione.
Con la mano sinistra gli tira i capelli, affinché sia ben esposto e teso. 
Senza pietà affonda i denti nella carne tenera per succhiare e lappare e lasciare ovunque i segni del suo passaggio.
Cass urla e si divincola, preda di sensazioni mai provate in tutti i suoi secoli di vita.
Il cacciatore lo issa nuovamente eretto, per poterlo guardare negli occhi, tenendo un dito agganciato al collo della maglia prima di strapparglierla quasi, ubriaco di lui.
Le unghie di entrambi si conficcano nelle schiene, lasciando segni che rimarranno evidenti per giorni, memori di ciò che stanno per compiere.
Dean ondeggia eccitato col bacino sopra quello di Castiel, continuando a marchiarlo. Collo e clavicole adesso presentano delle chiazze scure di diverse dimensioni.
"Mio, mio, mio. Sei mio cazzo" è una litania che continua a dire, incapace di allontanarsi per un un momento dal suo corpo.
L'angelo gli circonda le anche con le braccia, scordandosi per un momento che l'altro è un umano e che lo potrebbe spezzare, letteralmente, se non dosasse la forza.
Ma a Dean pare non importare, anzi, lo incita a farlo, a fargli male per fargli del bene, per espiare colpe del passato e poter essere redento.
E allora Castiel morde, allunga la lingua per tracciare i contorni della sua mascella e pungersi con la barba non fatta da qualche giorno. Succhia i capezzoli, pieni come le sue labbra, e si riempe gli occhi e le orecchie della visione che è Dean Winchester in preda ad un piacere carnale.
"Sei bellissimo. La più perfetta creazione di mio Padre"
"Non è vero, stai zitto e non osare fermarti"
"Lo penso da quando Lui ti ha messo al Mondo, Dean", una carezza gentile che si posa su una guancia.
Lui arrossisce, fermandosi e coprendosi gli occhi per non vedere il modo in cui Castiel lo guarda. Crede di non meritare un amore così puro e disinteressato, ma un becero ammasso di corpi e calore animalesco per estinguere il fuoco della passione e nulla di più.
"Ti meriti tutto: amore, amicizia, fiducia, lealtà. Sei esattamente come Lui ti ha voluto". 
Una lacrima sfugge al controllo del cacciatore, prontamente raccolta da un dito del moro. 
L'atmosfera bollente si è raffreddata di un poco, ma a nessuno dei due pare importare: si guardano negli occhi e si promettono cose sconosciute ai più ma non a loro. 
Si sfiorano le labbra in un bacio delicato, ma Dean è pronto a non lasciarsi sfuggire nuovamente l'occasione. Morde le labbra di Castiel con veemenza al fine di farlo mugolare e ci passa sopra la lingua, prima di congiungerla con la gemella. 
Si baciano a bocca aperta ma nessuno dei due vuole prevalere davvero sull'altro. 
"Ti fidi di me?" è la domanda che rivolge Castiel all'amante. 
"Non siamo mica in Titanic, e io di certo non sono la tua Rose" 
L'angelo gli scocca un'occhiata confusa, prima di stringerlo nuovamente con rinnovata forza. 
Fa stendere Dean sul letto, con la testa sul cuscino e una zazzera di capelli biondi indisciplinati come se fossero un'aureola. Castiel scuote la testa, tentando di scacciare la similitudine impura che gli ha appena fatto capolino nei pensieri. 
Si china per un attimo a coprire il corpo dell'altro con il proprio e fa strofinare i due nasi in un gesto affettuoso, prima di sedersi sui talloni. 
Il cacciatore è teso ed impaurito, sa cosa lo attende ma ha paura delle conseguenze che potrebbero sopraggiungere. E se dovesse andare tutto in malora? Se come ogni cosa bella il rapporto con Cass, Cass medesimo, dovesse andare via per sempre? Dean ne morirebbe.
Chiude per un istante gli occhi e respira profondamente, combattendo contro se stesso per non scattare in piedi, giù dal letto e fuori dalla stanza. Stringe le mani sulle coperte fino a sentire male ai tendini e cerca di affidarsi completamente all'angelo. Angelo che, soventemente, sta provvedendo a farlo rilassare, accarezzandogli in punta di dita la pancia e le cosce, per scendere lentamente ancora più in basso.
Un susseguirsi di complimenti lasciano la bocca di Castiel, parole ed aggettivi che sembrano fatti di miele e che hanno lo scopo di lenire l'anima spezzata del biondo.
Un complimento e una carezza sopra le ossa dei fianchi.
Un pizzicotto e uno sfiorare leggero delle cosce tornite e dei peli biondi, che si rizzano quando la pelle viene solleticata.
Una sequenza di morsi leggeri vengono lasciati nell'interno coscia prima che l'autore di tali gesti venga interrotto da un mugolio infastidito.
"Cass andiamo, non farmi aspettare" dice Dean, agitandosi sul posto - "Non c'è bisogno di tutti questi preliminari, sono tranquillo". 
"Oh lo so, mi stavo solo divertendo" ribatte Castiel, prima di dare nuovamente un morso deciso alla pelle delicata.
Si spogliano veloci ed affamati, impazienti come due amanti che sono stati separati troppo a lungo.
È Castiel che si prende cura di Dean, fa in modo che senta meno male possibile e che si senta amato.
E anche se lui gli affonda le unghie nella schiena e urla il moro lo lascia fare, sa che è catartico. 
E a Dean viene anche da piangere e lo fa, non le trattiene: si sente completo, in pace e avvolto in un abbraccio dal quale non vuole più scappare.
Il cacciatore gli avvolge le gambe intorno, gli posa i talloni sulla parte bassa della schiena e si lascia manovrare come un burattino di pezza. 
Le luci sfarfallano e sfrigolano quando Castiel raggiunge l'apice, non prima di essersi premurato che l'abbia raggiunto la persona sotto di lui. Vuole che si ricordi di ciò che è successo e di quanto sia bello e di come lui può farlo sentire il centro del mondo. Perché è vero, Dean è il Sole e Castiel l'impavido Icaro che vuole raggiungerlo e toccarlo. 
E se il suo destino dovesse essere quello di cadere, lui lo accetterebbe senza pretendere nulla in cambio. 
Il silenzio cade nella camera, dove i due sono ancora abbracciati senza fiato. 
Il moro si sfila lentamente e si alza per sgranchirsi le gambe, prima di rivestirsi lentamente. Non guarda nella direzione di Dean, non vuole forzarlo a chiedergli di rimanere. 
Una mano si allunga timida e stringe il polso ancora nudo, prima di scuoterlo leggermente. 
Cass è sorpreso e felice di tale intraprendenza e si gira nella direzione dell'altro, che nel frattempo ha acceso l'abat-joure e lo sta guardando, con la testa inclinata. 
Vorrebbe chiedergli qualcosa ma è bloccato, l'ansia lo attanaglia e lo fa balbettare. 
"Senti, ehm. Ti va" - un colpo di tosse per riacquistare la voce - "ti va di restare?"
Le labbra di Dean tremano, così come tutto il suo corpo.
Castiel annuisce piano, per poi avvicinarsi a lui e sedersi nuovamente sulla sponda del letto.
Allunga una mano e stringe quella di Dean, sudata.
Intrecciano le dita e le tengano congiunte sulle lenzuola sfatte, impregnate dei loro odori. 
"Resterò per tutto il tempo che vorrai"
"Allora resta per sempre. E se mi abbandoni ti faccio la ceretta alle ali" lo ammonisce il biondo.
Strana similitudine, pensa l'angelo, che non ha il cuore di dirgli che, se volesse, gli basterebbe schioccare le dita per ridurlo in brandelli.
Si lascia andare ad una risata, seguita a ruota da quella di Dean.
La camera si riempie di schiamazzi ilari e lui non si è mai sentito così leggero e libero.

 

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