Il Ritorno di Dhaitus (III parte)

di paiton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The tale of Sir Bran Lathewind ***
Capitolo 2: *** salvatore, il coltivatore ***
Capitolo 3: *** Spie a casa propria ***
Capitolo 4: *** L'incontro con Maverik ***
Capitolo 5: *** L'Eremita della Foresta Antica ***
Capitolo 6: *** Il primo libro è terminato ***



Capitolo 1
*** The tale of Sir Bran Lathewind ***


Si apre un portale all’interno della foresta, proprio nel bel mezzo del villaggio in costruzione, esattamente tra l’armeria e la tenda delle pozioni.
Una bambina, figlia dell’armaiolo, sta rincorrendo una farfalla che cambia direzione ad ogni battito d’ali. I contorni delle sue forme sono neri, ornati da numerosi e piccoli pallini argentati. L’insetto è capace di modificare il suo colore tanto che acquisisce quello del tronco d’albero, del filo d’erba o del fiore su cui si posa.
La piccola si guarda attorno perché le è sfuggita: si appoggiata alla sua gonna drappeggiata e rossa.
Vede una persona molto alta che veste un saio semplice di colore bruno. L’uomo sta aprendo un grosso forziere pieno di monete d’oro; la piccina si nasconde dietro al cespuglio per osservare meglio.
Subito dopo appare un guerriero con una spessa armatura, ha una faretra appesa allo zaino e un fodero da cui fuoriesce l’elsa di uno spadino: anche lui sta trasportando un altro scrigno, aiutato da un draconide.
Sente una voce femminile compiaciuta: “Ce l’abbiamo fatta!”  poi abbraccia il draconide.
Frittun si guarda attorno, vuole parlare coi proprietari di quelle abitazioni: “C’è qualcuno?” la bimba si nasconde meglio nel cespuglio e sposta qualche rametto.
Darean la nota con la coda dell’occhio: “Ma chi c’è qui dentro? Uno scoiattolino?” va a prendere il danaro dalla saccoccia e lo appoggia sul terreno “Se mi dici come ti chiami e dove ci troviamo ti posso regalare una grande ricompensa.”
La bimba percepisce le buone intenzioni dell’Elfa ed esce allo scoperto: “Siamo sull’isola di Garring signora.” le dice guardandola negli occhi, poi indica le cinque monete.
“Non mi hai ancora detto come ti chiami”
“Mi chiamo Brilledelle signora”
“Tieni cara, ma non chiamarmi signora che mi fai sentire troppo adulta” e dona l’oro alla bambina scompigliandole i capelli con la mano; lei corre via dopo averla ringraziata con un saluto della mano, i loro sguardi si incrociano.
 
Arriva l’armaiolo con passo lento e parla da lontano, a voce alta: “Mi ricordo chi siete! Vi ho visto salpare dal porto con il veliero. Dov’è il resto della spedizione?”
Frittun: “Alcuni non ce l’hanno fatta, siamo stati attaccati da un grande drago d’ossa. Il veliero sta arrivando via mare, purtroppo… sicuramente… verrà preparata una cerimonia funebre tuttavia… siamo riusciti ad ottenere un ingente prestito di denaro che aiuterà tutto il Regno”
Il nano rimane pensieroso e il suo viso serio: “Vi faccio chiamare una carrozza, anche mio figlio vi scorterà.”
 
La compagnia, assieme al tesoro, attraversa in gran fretta il villaggio che stanno costruendo tutt’attorno al vecchio castello nel quale furono imprigionati.
Anche le guardie all’entrata li riconoscono all’istante e li lasciano attraversare il portone.
“Salve soldati! Dove troviamo Re Garring e Yugi, il gran consigliere?” chiede Frittun
“All’ultimo piano. Vi imbatterete in altri ufficiali a cui chiedere informazioni”
“Grazie molte” e gli fa un cenno di saluto militare
Trasportano i forzieri su per i piani di scale, altre guardie li indirizzano fino alla sala reale, bussano.
“Un attimo!”
Dopo cinque minuti esce un nobile seguito da quattro guardie personali
Si sente urlare: “Prego, entrate pure!”
Appena Garring vede i due forzieri fa un salto dal trono: “Ci siete riusciti allora! Le previsioni sul vostro successo erano scarse, i pericoli ingenti. Il fato ha giocato contro i nostri bisogni. Complimenti per la tenacia, per la vostra fermezza e temperanza nello svolgere il compito assegnato!” il Re appoggia le sue grosse mani sulle spalle di Bran e Darean che sono i più vicini a lui nella stanza.
“Voltok, i miei guerrieri e gli arcieri stanno ancora sistemando l’imbarcazione?”
“Qui abbiamo le vostre trecentomila monete sire” Bran apre il forziere e la lucentezza dell’oro illumina i loro volti stanchi. “Per quanto riguarda i vostri uomini… molti non sono arrivati a Garrisland. Voltok sta ritornando con i superstiti e il veliero, noi abbiamo utilizzato la passaporta per evitare che il tesoro venisse rubato di nuovo”
 
Per filo e per segno i quattro amici raccontano a Garring tutte le vicende accadute dalla loro partenza, del mercante di creature di Reichenab che li ha marchiati con i tatuaggi, dei draghi, del portale di Ugora’tz e anche del bottino recuperato nella caverna. Frittun, alla fine, chiede all’imperatore delle condizioni fisiche di Yugi e se possono intrattenere un colloquio con lui.
“Certamente, è ancora in convalescenza ma sta molto meglio al momento, ha riacquistato pienamente tutti i suoi poteri! E non preoccupatevi, restituiremo il dovuto a quegli strozzini di Reichenab.”
 
Tutti sostano sul portentoso e prezioso tappeto ricoperto di fibre d’oro, anche il vecchio stregone è molto contento di rivederli: “Bravi i miei ragazzi! Siete tornati vittoriosi! Ovviamente Garring mi ha informato della vostra spedizione, ho scommesso sulle persone giuste!” lui sta coricato nella branda ed è ancora ben evidente la tumefazione sulla sua fronte “Ho rischiato di andare anche io all’altro mondo” indica le ferite che non sono ancora chiuse del tutto.
“Riposatevi qualche giorno perché ho un altro paio di favori da chiedervi, adesso andate dove volete e curatevi bene le contusioni, quando sarete pronti ritornate qui a trovarmi”
 
I quattro amici, esausti, lo ringraziamo e si concedano.
Due guardie mostrano loro la stanza, che si trova sullo stesso piano rispetto a quella del Re e di Yugi: “Abbiamo sistemato il vostro tesoro dentro l’armadio ma non è un luogo di massima sicurezza”
Draco si mette davanti a loro e li fissa negli occhi con fare minaccioso, la sua indisposizione è incrementata dalla stanchezza e dalla fame: “Non è stato facile guadagnare queste monete, a scanso di equivoci vorrei che rimanessero al sicuro altrimenti potreste essere i primi indiziati e voi non volete essere presi in mezzo vero?” estrae dalla saccoccia dieci monete d’oro per ogni guardia e le appoggia nelle loro mani “Mi raccomando, al nostro ritorno il denaro deve essere sempre lì! Avrete una ricompensa” alcune fiamme gli escono dal naso.
“Non vi preoccupate, noi Nani non siamo ladri!” lo rassicura il giovane ufficiale.
 
Tutti si mettono a riposare nella stanza comune con quattro letti, dormono il sonno dei giusti e si risvegliano la mattina seguente. Draco parte all’alba in cerca di un’armatura più resistente, Frittun va a farsi forgiare un nuovo martello, Darean si reca in arcieria per far rafforzare l’arco ed aumentare la gittata dei suoi tiri e Bran va a raccattare Burum il Bardo; dopo una breve ricerca lo trova, come al solito, ubriaco da far schifo: è appoggiato ad un albero fuori dalla locanda ancora in costruzione.
Lo scuote più volte: “Burum, hei amico!” lui resta incosciente
Il guerriero entra alla locanda e compra due bicchieri d’acqua, se ne tracanna uno  mentre versa totalmente l’altro sulla sua testa.
 
“Per gli Dei! È arrivato un acquazzone!”
 
“Devo raccontarti una storia, una vicenda che dovrai cantare per tenere in vita le memorie delle nostre gesta!”
 
“Con calma fratello, ho un gran mal di testa… poi sta iniziando a piovere… è meglio andare al riparo.” Il suo fiato è intriso di alcol ancora da digerire.
 
“No no tranquillo, era solo un goccino d’acqua che ho usato per svegliarti”
 
“A! Grazie molte allora… ti ringrazio per avermi fatto ridestare altrimenti avrei sprecato tutta la giornata” si mette in piedi, ondeggia ad occhi chiusi, poi fa qualche passo verso la panchina “Gira tutto!” infine si siede e tenta di leggere il cartello che ha ancora la pittura fresca: “BaaaaR … L…U…M…E”
 
“Barlume! Questo è il nuovo nome della locanda!” L’oste umano, con i suoi folti baffi marroni, ha gli occhi sprizzanti di orgoglio per aver ideato il secondo gioco di parole della sua vita, sta lì davanti a loro impettito, veste una salopette marrone e una camicia bianca.
 
“Complimenti vecchio amico! Sei silenzioso come una spia, non ti avevo notato!” Bran va ad abbracciarlo
“Pensavo di non rivederti più, girava la voce che fossi rimasto bloccato all’interno del castello”
 
Bran lo osserva sospettoso, ora che non sa effettivamente chi sia davvero l’oste, ma inizia a fingere: “Me la sono vista brutta! Ho la pellaccia dura, per fortuna!”
 
“Ti offro una delle migliori birre che mi sono rimaste, la maggior parte della mia cantina è andata perduta, inesorabilmente… è rimasta a Illigar…”
 
“Grazie molte, se hai qualcosa da mangiare per tutti e due ti sarei molto grato, deve riprendersi dalla sbornia” dice indicando ripetutamente col pollicione Burum il Bardo, mentre appoggia sul tavolo dieci monete d’oro.
 
“Per questa lauda ricompensa vi preparerò la più deliziosa delle mie leccornie!”
 
Il bardo, inizialmente, non capisce bene cosa gli stia succedendo tuttavia è molte lieto di avere un buon pasto in arrivo. A lungo i due conoscenti rimangono a parlare delle vicende accadute, anche Frittun si unisce in un secondo momento; Burum si interessa molto alla faccenda e chiede tutti i particolari dei fatti accaduti, poi si mette a comporre il suo pezzo. Si immagina le ballerine danzanti del mare.
 
Cantatemi, o Muse del mare
tutte le gesta eroiche
e di Bran Latewind in particolare!
 
Nella sanguinosa battaglia di Illigar
protessero le nostre monumentali mura
un salato prezzo fu da pagar
 
Bran finì schiacciato, infine incendiato
incolpate le bestie de la foresta antica
manovrate dagli stregoni, per giorni abbandonato
 
Oltre l’oceano di Cristallo si recarono tre
in compagnia del Generale e delle guardie, sul veliero del Re
giunsero a Reichenab per contrattare
 
Al ritorno via mare una creatura li squassa
dalla nebbia compaiono scheletri maledetti
e un possente, immenso drago d’ossa
Cantatemi, o Spiriti del mare
tutte le gesta eroiche
e di Bran Latewind in particolare!
 
I nemici li assaltarono da una nave fantasma, nella notte
il guerriero comparve e combatté
come sia arrivato fin là nessuno ancora lo sa
un miracolo degli Dei, il destino o chissà
 
Con incantesimi, spadate e frecce avvelenate
protessero il forziere stracolmo di ricchezze
per ricostruire la ridente e prospera città
 
Ucciso il grande drago furono attaccati dai suoi figli
gettate di acido paralizzarono il plotone
dopo morsi, incantesimi lanciati ed artigli
ecco che il veliero venne squarciato da una collisione  
 
Cantatemi, o Elementali del mare
tutte le gesta eroiche
e di Bran Latewind in particolare!
 
Col cuore pieno di collera e profondo coraggio
Bran si aggrappò al drago che reggeva i tesori sotto braccio
volò via con lui attaccato alla sua coda
e per salvare gli amici perse, in mare, la spada
 
Sulla cima della montagna venne sbattuto sul tronco
restò aggrappato all’albero, ad un ramo monco
si addentrò, infine scalò la caverna oscura
e riconquistò i tesori grazie alla fortuna
 
Gli abitanti di Illigar acclamano e applaudono la compagnia appena salita sul palco mentre gli Elementari dell’acqua continuano a danzare. Burum il Bardo si inchina davanti a tutti e fa gli ossequi al Re, a Yugi e agli altri generali.
Garring alla fine sale sul palco e parla pubblicamente agli eroi: “La vostra lealtà non ha eguali, per questo motivo farò in modo che i canti non smettano mai di riecheggiare al di sopra delle nostre terre assieme alla memoria degli ufficiali caduti” passa la parola a Voltok che abbassa lo sguardo prima di iniziare: “Hanno combattuto con valore, la nostra salvezza è la loro beatitudine nel paradiso dei guerrieri valorosi. Le loro tombe saranno scavate domattina nella pietra, e le loro gesta resteranno vive per i secoli dei secoli!” Con gli occhi lucidi alza l’ascia al cielo, verso gli spettatori ammutoliti e commossi.

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Capitolo 2
*** salvatore, il coltivatore ***





In riva al mare, l’ultima tomba è stata riempita di terra e i componenti delle famiglie colpite dalla sciagura tornano verso la loro nuova, precaria abitazione nella foresta di Garrisland, con la medaglia d’oro al valore ben stretta tra le mani.

Bran Latewind è presente alla commemorazione e riesce a riconoscere, tra i presenti, coloro che hanno ancora fede e credono nell’esistenza dopo la morte; gli altri sono maggiormente affranti, rassegnati, versano tristi lacrime per i loro cari. In cuor suo sa che questo rito è tutto una messa in scena, stanno vivendo in un mondo parallelo.
 
“Poveri bambini. Noi siamo la loro speranza” dice Darean con un filo di voce
“Siamo stati fortunati, tutto qui” ribatte Draco “se il drago avesse sputato l’acido su di noi saremmo sotto due metri di terra”.
Il guerriero ascolta le parole poi gli lancia uno sguardo di sufficienza: “La vita è veramente imprevedibile, penso che tutti noi giochiamo una parte piccolissima nel decorso della nostra esistenza. Tuttavia con la volontà si può raggiungere qualsiasi meta, possiamo davvero stravolgere il destino”
 
Mentre passeggiano sugli scogli scorgono Grullo che pesca a bordo della sua barchetta: “Ci dovremmo scusare con lui” consiglia Frittun cercando la complicità degli altri.

“Magari gli portiamo un regalo questa sera, quando tornerà al Castello per la notte”

“Avete notato quelle capanne?” chiede Bran “Hanno le porte barricate!”

“Una giusta protezione dai demonietti, ricordi?”

“Già… avranno passato notti insonni”
 
Gli avventurieri si dirigono al castello per conto loro, due carrozze continuano a viaggiare avanti e indietro per trasportare il pesce e altri materiali da costruzione. Prima che arrivino alla Fortezza si fa sera e gli ultimi raggi del Sole vengono filtrati dalle fronde degli alberi.

“Guardate quella luce viola” dice Frittun: un’aurea violetta ondeggia lentamente in alto e in basso senza rivelare cosa o chi sia a produrla.
“Muoviamoci, non vorrei incappare in qualche altra creatura pericolosa o, ancor peggio, velenosa!” Darean fissa gli amici con gli occhi spalancati “Dobbiamo ancora parlare con Yugi!”
 
 
Il silenzio permea i corridoi, sembra che tutti stiano cenando; Draco sta salendo le scale, vuole assicurarsi che il loro tesoro non sia stato rubato. Scorge un candelabro d’argento, lo colpisce veloce con l’unghia e viene prodotto un suono squillante e acuto: “È proprio argento” pensa tra sé, poi lo scardina dal muro usando la magia e lo nasconde nella saccoccia.
 
 
La tavola è imbandita di specialità marinare, il vino scarseggia ma gli oste appoggiano varie caraffe di infusi. Loro tre stanno seduti vicini a Garring e al maestro Yugi, ogni generale è circondato dai soldati, nel proprio tavolo; in quello di Voltok presenziano meno uomini rispetto agli altri banchetti.
Draco si accomoda nell’unica sedia rimasta libera e resta in silenzio con lo sguardo fisso nel vuoto.   

Il Re sta cercando consigli su come riequilibrare le squadre e sulle possibili strategie da mettere in atto per il prossimo futuro.
“Allora Draco? Tutto a posto?” chiede Frittun
“Draco? Ci sei?” domanda Darean
“Non c’era più niente nel forziere.” Lui è rigido, impietrito
“Il forziere era vuoto?!” domanda ancora Darean incredula
“Esatto, neanche una moneta. Nemmeno una pietruzza”
“Ma non dire fesserie Draco! Non vi preoccupate, sta solo scherzando! Chi sarebbe così imprudente da mettersi contro di noi?!” le considerazioni di Bran, effettivamente, non fanno una piega.

Draco aspetta qualche altro secondo per osservare meglio le facce del Monaco e dell’Elfa, poi si mette a ridere: “Dovevate vedere le vostre espressioni! Nella nostra camera è tutto come l’abbiamo lasciato, ho dovuto perfino dare la mancia alle guardie. Però ho sgraffignato un candelabro d’argento, dovrei riuscire a rivenderlo dopo averlo fuso.” Si rende conto di essere al tavolo dell’Imperatore, allora si tappa la bocca con entrambe le mani; per fortuna nessuno dà segnali di averlo sentito, hanno cose ben più importanti di cui occuparsi.

Quando arriva la seconda portata Yugi interpella gli eroi, i loro racconti continuano a fluire fin quando gli chiedono delucidazioni sul portale in cui è entrata Plaudirin; lui alza il sopracciglio e conferma ciò che già avevano intuito.
“Non illudetevi. I mercanti di Reichenab non sono interessati al denaro, lo usano come uno specchietto per le allodole. Avevano riconosciuto il vostro potenziale e volevano impossessarsi di voi. Quando ottieni la maggior parte dell’oro di queste terre il gioco cambia.
L’obbiettivo fondamentale delle loro esistenze è diventato un mero esercizio di potere, una sfida. Ma non possono combattere apertamente tra loro, sono avversari troppo temibili l’uno per l’altro, rischierebbero di autodistruggersi.
Allora duellano esercitando il dominio su chiunque gli capiti a tiro. Ora vogliono ottenere un’entità che vale molto di più: il tempo.” Yugi ha esposto le sue considerazioni senza quasi respirare, si ferma a prendere fiato meditando “È probabile che Ugora’tz sia dalla loro parte”
 
“Due di noi sono stati marchiati” lo informa Draco

“Non so se vi avrei lasciati partire, tuttavia non si può tornare indietro nel tempo e dopotutto siete stati fortunati. Loro sono di parola, vi lasceranno tre mesi per riportare il danaro ma faranno tutto ciò che è in loro potere per mettervi in difficoltà. Purtroppo non posso sciogliere quei sigilli.”  
 
Draco gli consegna una delle pozioni verdi che comprò a Reichenab, oltre alle foglie trovate nella cucina della barca, che hanno un odore e un sapore molto simili: “Ho notato anche io la presenza di queste nuove erbe aromatiche in città, pare che aumentino momentaneamente la forza fisica e la concentrazione… tuttavia non abbiamo ancora scoperto dove vengono coltivate e neppure chi le produce, tantomeno gli effetti collaterali. In ogni caso devo chiedervi un ultimo favore.

Riuscireste a tornare sul continente per comprare animali e sementi? Qui non abbiamo molti prodotti… oltre a questo dovreste fare un’incursione, senza farvi notare, a Illigar” lo stregone attende la loro risposta.

Frittun cerca conferma negli sguardi degli altri poi inizia a parlare: “Accettiamo anche questa missione” tutti annuiscono “Ma partiamo tra un paio di giorni per Illigar, dobbiamo ritirare attrezzature, armature e pozioni”
“Certo, nessun problema. Fate pure con calma”.

Durante la serata Re Garring continua, aiutato dai sui collaboratori, a cercare delle soluzioni per risolvere i problemi che stanno prendendo forma dopo il loro sbarco sull’isola; un compito arduo che sta prosciugando le sue energie mentali, giorno dopo giorno.
 
 
La mattina del terzo dì sono riuniti in cerchio, vicino all’arceria, esattamente dove si sono trasportati con il portale la prima volta; con loro ci sono due manovali che hanno muniti di cariole di mattoni e pietre per circoscrivere la zona del portale.

“Mi raccomando, fate una porta d’ingresso abbastanza grande. Devono passare grossi erbivori!”

Un umano molto umile prende la parola togliendosi il cappello, lo tiene fra le mani: “Certamente. Quanto lo dobbiamo fare alto questo muretto?”
“Quanto ritenete necessario” Risponde Frittun “Non deve esserci nessuno quando noi ritorneremo. Sarebbe un grosso rischio per coloro che si troveranno qui dentro al nostro ritorno, non so se mi sono spiegato!”

“Certamente sua grazia. In nome di Hula, le prometto che in un paio d’ore avremo finito il lavoro. Mi fermerò io stesso a controllare, magari manderò il mio collaboratore a castello per chiamare una guardia armata”

Draco inizia a concentrarsi, vogliono arrivare sulle colline al di sopra di Urum Voldran, Darean si ricorda di aver comprato qualche gallina in quella zona, coi suoi genitori, quando era ancora un’adolescente.
Dopo dieci minuti il portale si apre e tutti ci entrano.

Si ritrovano in un campo di granoturco e piano piano cercano la via d’uscita spostando i fusti; Draco, con la sua imponenza fisica passa al di sopra di molte piante che sono quasi mature e hanno raggiunto un paio di metri d’altezza.
Le orecchie appuntite dell’Elfa captano delle vibrazioni, sembra una canzone:

“E noialtriii lavoratoriii,
e noialtriii lavoratoriii
ooiliii ooiiilaaa
vogliam la libertà…”
 
“C’è qualcuno da questa parte.” Dice sicura ai compagni e prova a seguire le parole nella brezza; In breve tempo anche gli altri odono la cantilena:
 
“Sebben che siam donneee
paura non abbiamooo
teniam buonee linguee
e ben ci difendiaamooo”
 
Escono tutti e quattro dal campo di granoturco, stando attenti a non distruggere, per quanto possibile, la piantagione; tuttavia l’imponente Draco schiaccia tre o quattro steli e un grillo salta in faccia a Bran, che ghermisce prontamente la spada e colpisce davanti a sé tagliando di netto altri fusti rigogliosi.
 
Adesso c’è un silenzio di tomba, anche il vento si è placato e svariati contadini vestiti di stracci li stanno squadrando ammutoliti, forconi in mano, stavano ammucchiando l’erba tagliata. Uno prende coraggio e inizia ad urlare: “Orca ballosa! Ma chi siete voi? E chi vi ha dato il permesso di passare attraverso il campo! Il nostro padrone ci punirà per questo!”

“Noi veniamo da Illigar, qual è il tuo nome buon uomo? Il vostro padrone chi sarebbe?” domanda Frittun “E la vostra canzoncina sulla libertà?”
Una donna dalle braccia forti risponde “Noi siamo braccianti e lavoriamo i terreni di Thokom il nano. Io sono Francesca e lui è Salvatore.”
“Fatemi capire… siete gli schiavi di un nano?” Chiede Bran Latewind

“Queste terre sono sempre state sue, noi le coltiviamo, ci prendiamo ciò che ci serve per vivere e diamo il resto a lui che si occupa della vendita dei prodotti e della nostra protezione.”

“Facciamo così: a noi servono delle sementi, molte galline e qualche quadrupede per il latte e per i formaggi. Vi paghiamo tutto in monete d’oro sonante. Mi dovete promettere che ve ne andrete da questo posto e userete l’oro per diventare indipendenti.”
I lavoratori si guardano a vicenda, un ometto più basso degli altri e con la barba irsuta va a parlare con Frittun mentre i suoi compagni braccianti si mettono a confabulare: “quante galline vi servono? E di sementi… quante ne volete?”
 
Dopo varie trattative riescono ad ottenere tutto ciò che vogliono ad un prezzo stracciato e pagano a quella povera gente il doppio del prezzo richiesto.
Draco apre nuovamente il portale e riescono a trasferire tutta la merce direttamente su Garrisland mentre i contadini lì osservano increduli.
Le tre famiglie di braccianti ascolteranno le parole di Bran e supereranno le montagne prima dell’arrivo dell’inverno, si accamperanno nelle vallate più a nord, ma questa è un’altra storia e verrà raccontata un’altra volta.
 
L’attenzione di molti abitanti dell’isola e anche quella di Darean si sofferma su un pollo, che è rimasto incastrato nella parete appena costruita dai muratori; è come se l’animale sia stato trasferito nello stesso spazio dove esiste già il muro, è vivo ma glitchato.


Nota dello scrittore: Questi primi due capitoli introduttivi non presentano molta azione proprio perchè fungono da introduzione, da ripasso e anche da spiegazione di ciò che è accaduto precedentemente, ed è pensato e ideato per quando uscirà appunto la versione commerciale del terzo capitolo della saga e i miei milioni di lettori non si ricorderanno bene cosa era successo nei primi due libri. Detto questo sottolineo che alcune delle immagini inserite qui provengono dall'intelligenza artificiale mentre nella parte I e II i disegni sono rigorosamente fatti a mano, solo che al momento la mia disegnatrice sta studiando. Arriveranno anche le realizzazioni vere, spero a breve. Vi ringrazio molto per aver letto fin qui, i commenti sono sempre ben accetti! 
 


 

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Capitolo 3
*** Spie a casa propria ***




“Finalmente sono riuscito ad incantare questa freccia; ora è in grado di scatenare potenti scosse elettriche” Yugi tiene la faretra di Darean “Al momento viene rigenerato solo quel dardo magico” appoggia la mano sulla sua spalla “Non so quanto ti convenga utilizzarlo vicino all’acqua.”

Darean osserva la punta barbigliata da vicino, poi infila il suo viso sotto il mantello per creare una zona d’ombra; vede piccolissime scintille diramarsi tutt’intorno.
“Grazie molte maestro Yugi, userò il mio arco solo se necessario” fa un piccolo inchino in segno di saluto e riverenza, prima di andarsene di corsa.
 

È quasi ora di partire e manca solo Frittun al punto di ritrovo, allora Bran passa per il negozio di pozioni, che sembra più la bancarella della fiera; sente chiaramente la voce del Monaco: “Allora prendo anche questa!”

“Se vogliamo aggiungere un altro po’ di clandestinità al nostro scambio le consiglio questa lozione per la crescita dei capelli, anche se il Re ne proibisce la vendita”

“O beh… l’abito non fa il monaco ma la chierica si, questa mi serve per essere più credibile! Poi ci saranno dei motivi validi se il Re la vieta!”

“Non volevo di certo offenderla signore, dicevo solo che… se magari le serve un buon travestimento può contare su questo metodo! L’ho già testato io stesso e le posso assicurare che funziona! Eccome se funziona!”

Bran sfodera la sua lama lucente e la indirizza verso il commerciante abusivo: “Da dove vieni ficcanaso? Dimmi! Mi ricorderò la tua faccia, quindi farai meglio a tenere per te tutto ciò che ti è stato riferito dal mio amico” poi si rivolge a Frittun: “Ti aspettiamo per la cena amico, vieni con noi oppure vuoi restare qui?”
 

 
È l’imbrunire, terminato il pasto a base di pescato e bacche Draco inizia a concentrarsi; pochi minuti dopo, l’erba all’interno del muretto inizia a muoversi sospinta dal vento incantato, un puntino nero si espande e diventa grande: “Possiamo entrare ragazzi, dovremmo arrivare in una zona isolata, nelle campagne.”
Bran Latewind non se lo fa dire due volte, avanza camminando tranquillo, passo dopo passo, finché salta con entrambi i piedi nell’oscurità.
Darean lo segue, Frittun si guarda attorno e controlla che nessun altro sia presente lì con loro, cerca di rilevare la presenza del magico ma non percepisce nulla così avanza verso il portale.
 
Il guerriero si trova sospeso nel vuoto a un paio di metri d’altezza; scende in picchiata trascinato dalla forza di gravità e affonda nel fango fino alle ginocchia, intravede ciuffi d’erba che spuntano dalle pozzanghere tutto attorno a lui.
Darean sta per cadergli in testa ma con leggiadria riesce a spingersi sulle sue spalle per rimanere in piedi.
Frittun precipita già bello sdraiato e i due amici lo prendono al volo. Draco invece non pensava che il portale arrivasse dritto in un acquitrino, viene preso alla sprovvista e si ode una spanciata fragorosa: è tutto completamente bagnato, la faccia sporca di terra; il baccano è stato udito anche dalla casa adiacente.
Darean aveva già notato la piccola abitazione nelle vicinanze e scorge una luce che si accende, una fiaccola viene intinta nelle braci e prende fuoco. La porta di legno si apre e la loro vista non è pronta per quel bagliore.
In un attimo si alza un fortissimo vento, un muro di aria scompiglia le fronde della vegetazione e una folata si abbatte sulla casa, l’anta si chiude con forza e arriva dritta in faccia al suo proprietario.
Bran sta col braccio destro allungato in avanti, si pulisce il viso concentrato e sputa una zolla: “Andiamo senza farci notare, non ci ha visti. Veloci!” Corre verso il bosco buio e tutti lo seguono.

“Dove accidenti siamo?” Chiede Bran mentre tutti si fermano e scompaiono nel sottobosco.

“Dobbiamo passare per questa boscaglia e trovare un sentiero, da qui non si scorge nemmeno il vulcano.”
 
Appena arrivano al limite delle mura Draco vede una guardia “Forse ci conviene aspettare la prossima notte, dobbiamo elaborare un piano”

“Buona idea, io voglio interrogare qualcuno per capire cosa sta succedendo”

“Vengo con te Darean”

“Grazie della tua disponibilità ma devo andare sola. Tu dai troppo nell’occhio, rischi di essere riconosciuto.”

“Se proprio non mi vuoi con te, andrò a cercare un nascondiglio in cui riposare.” il draconide sa dove trovare un rifugio sicuro, il fiume ha scavato grotte sotterranee in quel territorio carsico.
Frittun si schiarisce la voce, sente ancora qualche granello di sabbia che scricchiola tra i denti: “Va bene, noi non ci muoveremo fino al tuo ritorno. Se tra due ore non sei ancora tornata veniamo a cercarti.”

Lei annuisce col capo e scompare veloce tra i vicoli senza farsi notare; riesce ad arrivare nei pressi della grande entrata del Castello Reale. Vede due guardie, dal saio che indossano e dal bastone a cui si appoggiano sembrerebbero due sciamani di alta estrazione.
Nel tragitto di ritorno corre rasente al muro e si trova faccia a faccia con una donna; ella ghermisce un cesto stracolmo di erbe, lo accerchia con le braccia per evitare di ribaltarlo.
“Mi scusi, non l’avevo proprio vista!”

“Colpa mia, ero di fretta! È andata a raccogliere le aromatiche?”

“Certo che no! Come fai a non riconoscerla?! È l’erba sgrassa con le piante magre, coltiviamo solo queste da mesi… sei una di quelle nuove allora.”

“Si certo, sono arrivata da poco in città, inizio oggi.”

“È meglio se ti fai trovare direttamente al Tempio di Hula, devi essere addestrata.”

“Grazie molte signora, buona giornata.” Le fa un inchino.
Ecco le informazioni che cercavo. Coltivano queste spezie per un motivo, è evidente; forse vogliono controllare i cittadini, devo correre ad informare gli altri. Tuttavia il grande Tempio, situato sulla piccola collina a nord, è separato dal resto della Città per mezzo del fiume Gangia; la leggenda narra che tale corso d’acqua era utilizzato dai nativi della zona, lungo le sue rive venivano svolti rituali sciamanici e cerimonie di purificazione. Vuoi vedere che stanno tendando di riportare in auge l’antico credo?!
 
L’Elfa si fionda su per la collina, dopo aver guadato il fiume in un tratto lontano dal ponte dello Spinello e dal traghettatore, ogni tanto si ferma attenta ad ascoltare e subito riparte veloce.
È arrivata quasi in cima quando nota un paio di torrette di avvistamento ben mimetizzate, costruite con la legna; tenta cautamente di aggirarle senza farsi notare e raggiunge il limite della foresta. Davanti a lei vede donne, uomini e ragazzi che trasportano e trapiantano arboscelli in file precise, per formare rette perfette. Le piante vengono messe a dimora in buchi già scavati.
Ecco. Stanno creando queste coltivazioni per diffondere le pozioni in tutto il regno, e non solo… a quanto pare le stanno vendendo fino a Reichenab.
Accidenti! Saranno passate quasi due ore!
 
Frittun e Bran stanno riposando ai piedi di una grande quercia, si sono coperti con rami e foglie a ridosso di un cespuglio.
“Hei, dove vi siete cacciati?” chiede Draco senza alzare troppo la voce; Alcune ramaglie si spostano di lato e Frittun fa un lungo sbadiglio, ha gli occhi ancora mezzi chiusi: “Che ore sono?”

“Non ne ho idea, ormai è passato troppo tempo e Darean non è ancora tornata.”
Il monaco alza leggermente una chiappa da terra e si ode una fragorosa flatulenza.
“Che schifo!” Bran rotola veloce dall’altro lato e si allontana
“Devono essere quelle strane bacche che ho mangiato prima.”
“Non potevi farla distante da me?!”
“Scusa, mi è scappata!”
“Ti è scappata un corno! L’Hai fatto apposta!”
 
Darean atterra di fianco al draconide: “Mentre voi stavate qui a scoreggiarvi addosso a vicenda ho perlustrato la città: devo raccontarvi un po' di cose. Per la cronaca… le vostre voci si sentono da lontano.”
“Stavamo appunto decidendo di venire a cercarti ma direi che non c’è bisogno di farlo!” Draco ha un bel sorriso stampato in faccia.
“Ci sono molte guardie in città che controllano le vie principali, quelle secondarie invece si attraversano con facilità, basta un minimo di accortezza.”

Bran la interrompe mentre si toglie alcune foglie secche dalla cotta di maglia: “Io non stavo partecipando alla battaglia di peti, per la cronaca… sono stato aggredito mentre ero ancora in dormiveglia, in maniera molto vigliacca.”

“Abbassa i toni Latewind, non è morto nessuno.”

“Davanti al castello sostano due stregoni che fanno la guardia, sinceramente eviterei di scontrarmi con loro. Poi dobbiamo capire bene tutta la questione delle pozioni che avete bevuto anche voi, sono fatte con le erbe, è necessario approfondire: ho incontrato una donna che ne trasportava un cesto pieno.”

“Allora ti hanno visto.” presume Frittun preoccupato

“Pensava che io fossi una lavoratrice, a quanto pare stanno assoldando moltissime persone per coltivare erbe e piante su larga scala. Sono salita sulla collina ove sorge il Tempio di Hula. Hanno già abbattuto molti alberi del bosco per far spazio alla nuova flora.”

“Hula non l’avrebbe permesso” Risponde il monaco “Tuttavia noi sacerdoti non sappiamo nulla di tutto ciò.”

“Qui ti potresti sbagliare caro mio. Era molto lontano, quindi non posso assicurarti con assoluta certezza quello che ti sto per dire.” Dopo una breve pausa in cui si guardano negli occhi con apprensione continua a parlare: “Mi sembra di aver visto proprio il tuo maestro che dava indicazioni ai lavoratori sulle posizioni in cui collocare le piante.”

“Il vescovo Nucifer non ci ha informato, qui si tratta di alto tradimento.”

“Potrebbe agire semplicemente sotto l’effetto di queste erbe.”

“La situazione è molto più grave del previsto, se anche lui è immischiato, la faccenda va molto al di là di una semplice contesa di territori.” Frittun si siede a terra “Devo contattare tutti gli altri guardiani.”

“Prima ci conviene capire cosa sta succedendo”

“Se ci fanno fuori nessuno saprà alcunché.”

“Vero anche questo” si intromette Bran “Resta il fatto che noi non sappiamo più di chi possiamo fidarci. Forse la cosa migliore è entrare nel castello di soppiatto per approfondire le nostre ricerche. Dopotutto Yugi ci ha indicato precisamente come possiamo introdurci utilizzando i passaggi sotterranei.”

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Capitolo 4
*** L'incontro con Maverik ***


Stanno avanzando per le fogne della città, la galleria sotterranea è stato scavata da una diramazione del fiume Gangia, attraverso il lentissimo scorrere del tempo. Camminano su umide rocce piatte, probabilmente posizionate dai primi abitanti della città. Draco marcia per primo e produce una luce magica mentre gli altri hanno acceso le fiaccole.

Sono coscienti di aver intrapreso la più pericolosa e difficile delle missioni, stanno in silenzio, focalizzati sul loro obbiettivo quando all’improvviso un arpione viene sparato fuori dall’acqua e colpisce Bran sulla guancia, passando il suo viso da parte a parte; viene tirato a terra ma prima di svenire cerca di tagliare la fune che sta attaccata al suo corpo con una spadata, senza successo. Darean è la prima a voltarsi indietro e vede chiaramente che la corda è tesa e proviene dal fiume.

“Allontanatevi dalla sponda!” Prende la mira e spara la sua freccia nel canale. Migliaia di piccole saette si diffondono nell’acqua, dopo pochi secondi il corpo di un grosso anfibio viene a galla, mostrando la pelle rugosa della sua schiena, ha branchie ben sviluppate.

“Ce ne sono altri in agguato” Frittun si concentra fino a generare una forte corrente di vento ascensionale tutto attorno a loro “Guardaci le spalle Draco, noi dobbiamo stabilizzare Bran”
l’Elfa avvicina la fiaccola al suo volto, assieme lo girano a pancia in su: “Come facciamo? Se tiriamo l’ardiglione gli squarciamo la faccia.” Il sangue fuoriesce dalle ferite e inizia a colare sulle rocce.
“Cerchiamo di tamponarlo, se gli finisce in gola rischia di soffocare.” Il monaco estrae dallo zaino una pezza pulita e lo asciuga con cautela.
“Non saprei proprio come risolvere questa brutta situazione.” Afferma Darean pensierosa, anche se è evidentemente preoccupata riesce ancora a mantenere la calma: “Speriamo che non si svegli, l’unica soluzione è riportarlo sull’isola. Là hanno gli strumenti per sistemarlo, basta togliere le parti di ferro sporgenti con una tenaglia ed estrarre questo maledetto arpione.”

“Restiamo solo noi due contro Maverik il Malvagio?”

Draco inizia ad esporre il suo punto di vista “Qua sotto mi sembra tutto calmo… il nostro amico non è in fin di vita anche se, di sicuro, non vincerà il premio per l’esploratore più fortunato del mondo! Se mi date dieci minuti apro il portale, affido Bran a chiunque ci sia nei paraggi e cerco di rituffarmi qui. Sappiate che se non riesco nell’impresa mi serviranno almeno otto ore di riposo per recuperare il mana.”

“Sempre meglio essere in tre che in due tuttavia non possiamo aspettare così tanto per perlustrare il castello, siamo sulla terraferma già da un intero giorno.”

“Non so, questo colpo basso non ci voleva proprio. In due sarete anche più veloci e avrete meno probabilità di essere scoperti.”

“Tenteremo. Con o senza di te saliremo nel castello, che Hula ce la mandi buona.” Frittun si mette a pregare “Non abbiamo molto tempo, le ferite di Bran vanno disinfettate e se tu rimani chiuso dall’altra parte andrai direttamente ad informare il Re in persona e nessun altro. Promettilo sul tuo onore.”
Draco mette la mano sul cuore: “Lo prometto, parola di ladro. Dirò la verità solo per te Darean. Solamente per questa volta.”
 
Il portale si apre nuovamente mentre Bran resta senza sensi, Draco viene aiutato nel trasporto dell’infermo e varca il confine.
 
Un minuto dopo è di ritorno: “C’era una guardia appostata fuori dal muro circolare, ricordate?! L’avevamo richiesta noi, gli ho affidato il nostro guerriero! Comunque ho parlato con l’ufficiale, gli ho accennato solamente delle coltivazioni che abbiamo visto, niente di più.”

“Ottimo Draco, troviamo il passaggio per entrare nel castello” Darean avanza per prima, estrae il secondo dardo caricato di elettricità dalla sua faretra magica e lo scocca nell’acqua, più avanti, per evitare altre sorprese.
Salgono verticalmente per una scala di ferro a pioli, in cima c’è una botola.
Frittun si adopera per scovare nuclei di creazione magica: “Non ci sono stregoni nelle vicinanze.”
Darean spinge verso l’alto ma dalla fessura non entra luce, solo polvere nei suoi occhi.
“Siamo sotto al tappeto.”
Scoperchia completamente la botola e gattona fino ad uscire allo scoperto, si ritrova nella stanza di Yugi e vede altre due gobbe che fanno il suo stesso percorso; i letti sembrano utilizzati di recente, tutto sommato è rimasta molto simile a come la ricordava. Frittun cammina veloce in punta di piedi fino alla porta: “Adesso sento qualcosa.” Spia dalla serratura per qualche secondo poi si decide a spingere la maniglia di ferro verso il basso, sembra che abbiano appena spalmato l’olio sui cardini, nessun cigolio.

Due teste sporgono sul corridoio: “Proviene da là” informa Frittun indicando l’entrata della sala reale. “Vado io, statemi appiccicati.”
Si sporge e nota due figure, in fondo vicino al trono, che stanno confabulando; una ha un vestito lungo, è incappucciato, ha appiccicati addosso foglie e rami secchi.
“Pronti ad intervenire.” Sussurra Darean guardando i suoi amici negli occhi, esce allo scoperto quel tanto che le basta per estrarre la freccia dalla faretra, mirare e scoccarla diritta nella sua direzione.

Incredibile vedere lo strale cambiare improvvisamente direzione come se avesse colpito una cupola di cristallo invisibile. Il rumore dell’impatto cattura l’attenzione di Maverik che prontamente alza un braccio verso il dardo pieno di saette, modifica la sua traiettoria di un mezzo cerchio e la rispedisce a gran velocità verso il mittente. L’Elfa sta correndo avanti verso di loro ma prima di raggiungere la colonna dietro la quale voleva proteggersi, viene colpita.
Draco è subito dietro di lei, la vede volare in preda a tremiti e convulsioni, sbatte la schiena a terra; adocchia lo stregone che si avvicina, ha già caricato una sfera di energia verde brillante, i fulmini neri ci girano attorno e la scaglia verso Darean.
Draco si mette in mezzo per proteggerla, interpone il suo scettro con il quale riesce a trattenerla per qualche secondo, poi si spezza; Il colpo viene assorbito dal suo corpo e finisce a terra esamine.

“Basta!” Entra nella stanza Thormec Frittun con le mani rivolte al cielo “Ci arrendiamo ma mi lasci curare i miei amici!”

Maverik è ancora infervorato, i suoi occhi verdi luccicano d’odio: “Mi avete attaccato alle spalle e adesso osate chiedere pietà!?”

“Loro hanno attaccato, non si sono confrontati con me.”

“Cosa ci fate qui dentro!?” Lo stregone punta lo scettro in direzione del suo viso.
“Il nostro compito era solamente quello di perlustrare la zona.”
“Per ordine di chi?!”
“Re Garring.”
Maverik si volta in direzione della ragazza bionda, che ha assistito immobile a tutta la scena, le fa un cenno col capo. Lei apre un portale e scompare assieme ad esso.
“Era proprio Plaudirin.”
“Esatto, la conosci?” Un lampo nella sua memoria “Voi siete quelli sventurati della locanda.”
“Esatto, ci hai drogato tu.”

“Scusate. Non era mia intenzione mettervi nei guai e difatti è andato tutto bene: il singolo si può sacrificare per la salvezza dei molti.” Osserva Draco a terra “A lui è andata male; se avessi capito prima chi eravate e se non aveste cercato di uccidermi si sarebbe tutto risolto in una chiacchierata. Fai Rinvenire la ragazza… per il draconide non c’è più nulla da fare…” sbuffa, gli volta le spalle e si va a sedere sul trono.
Frittun evoca una cura rigenerante, poi estrae un’ampolla dallo zaino, la stappa e la passa sotto il naso di Darean; i fumi giallognoli vengono inspirati dalle sue narici, si mette a tossire, infine si risveglia. Le gira un poco la testa e si sente confusa.
Un colpo al cuore. Si accorge che Draco è a terra immobile, il monaco può curarlo e invece si sente il suo sguardo triste addosso. Corre verso di lui e si inginocchia a lato, appoggia una mano sul suo petto e con l’altra gli prende il viso e tenta di risvegliarlo.
Non c’è nulla da fare.
Si mette a piangere dalla disperazione e continua finché Maverik punta il suo bastone, allora lei si fa seria, l’espressione del suo volto diventa apatica, si sdrai e inizia a dormire con la freccia ancora conficcata nella coscia.

“Spiegami Monaco, cosa pensavate di trovare qui? Qual era il vostro vero obiettivo? Volete farmi credere che il vecchio Yugi sia stato così sprovveduto e così rimbambito da farvi arrivare fin qui senza informarvi sui miei poteri?”

“Lui ci aveva detto solamente di perlustrare la zona, niente di più.”
“E voi credete ancora alle fandonie che vi raccontano?! Noi stiamo solo ripiantando qualche specie del sottobosco per ridare spazio alle antiche foreste. Grandi alberi pieni di vitalità che furono dati alle fiamme per far spazio alla città. Pensate di essere i padroni di quelle terre ma non è così! Noi siamo i guardiani della foresta e la salveremo ad ogni costo. Inchinatevi al Profeta che ha tradotto il Volere Degli Antichi Dei. Noi non possiamo sbagliare, siamo sicuri di stare dalla parte corretta. Pensate che se avessimo voluto annientarvi sareste ancora vivi?! Ma per favore… La nostra forza aumenta ogni giorno di più.”

Frittun rimane di sasso: Allora non è stato tradito il sacro credo di Hula, il mio maestro era nel giusto. Siamo noi che abbiamo combattuto dal lato sbagliato.

“Quei segni con cui vi hanno marchiati sono molto pericolosi. Non potete neanche immaginare in che guaio vi siete cacciati. I sigilli dei Signori di Reichenab. Non è nemmeno colpa vostra, non volevo nuocere alla vostra salute. Vi faccio un’offerta.”

Il monaco non sa più a cosa credere e necessita di confrontarsi con i suoi compagni per capire cosa pensano della faccenda.

“Passate dalla mia parte, ci informate sulle mosse di Garring e io vi spiegherò dove dovete andare per togliervi quei dannati Sigilli. Questa è la vostra priorità al momento.”
 
Darean sta vagando lentamente nello spazio aperto, sente tutta l’immensità del creato attorno, lei, piccolissima entità vivente in un mare di nulla, tutte le stelle nello sfondo dell’universo, le galassie e i mondi. Piccola creatura vivente in balia di forze assolutamente incontrollabili. Vaga lentissima nella sua direzione, senza poter decidere, pare immobile, distanze senza confini.
Una cometa luccicante la colpisce nella gamba.
Apre gli occhi, Frittun le mette una mano sopra la fronte: “Ho già fatto tranquilla, dovevo estrarre la punta, ti darà noia nei prossimi giorni, la ferita è profonda. dobbiamo parlare.”

Nota per i lettori: Questo capitolo viene pubblicato esattamente al termine del mio secondo anno qui su EFP, grazie molte a tutti perché ho visto che in migliaia avete letto le mie storie, spero che siano piaciute anche a chi non ha lasciato commenti o che almeno vi abbiano fatto sorridere! Il libro sta per giungere al termine ma la storia continuerà. Buon anno nuovo

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Capitolo 5
*** L'Eremita della Foresta Antica ***


Sono entrambi al cospetto di Maverick e Plaudirin, Darean fatica a trattenere la rabbia, un odio quasi incontrollabile, ma le parole di Frittun erano vere.
"Ebbene? Cos’avete deciso? Chiede il grande stregone.

"Vogliamo riporre la nostra fiducia in te e conoscere più informazioni su ciò che hai accennato prima, dove dobbiamo recarci?"

“Una cosa alla volta. Mi serve prima un'illuminazione sui piani di Garring."

"Giustamente. Certo." Il Monaco si schiarisce la voce con un leggero colpo di tosse: "Il Re ha utilizzato la prima settimana per costruire abitazioni, barchette per la pesca..." già conosciamo il resoconto che viene narrato con qualche omissione; dopo aver terminato, Frittun lo prega "mi raccomando, lei non sembra essere la stessa persona che viene dipinta, in una così brutta maniera, dalle voci attualmente circolanti. Non faccia un’altra strage, pensi ai civili."

Maverik fa un lungo sospiro: "La verità, se esiste, non è mai quella che sembra. Un processo sperimentato può essere il ricordo di esperienze passate, ma può anche essere un'illusione. Non posso mai sapere in quale senso Esso Esiste. Credi che i civili non abbiano ciascuno la loro piccola porzione di colpa?"

Monaco: "Non credo di avere inteso ciò che ha appena affermato."

"Oh! Lasciamo perdere, non è cosa per tutti. Dobbiamo sempre purificare all’osso tutte le informazioni che udiamo e che leggiamo, perfino ciò che vediamo potrebbe essere solamente un miraggio.”

“Si riferisce al vulcano apparso la scorsa settimana?”

“Si si certo, ma non solo quello. Dirigetevi verso Fordan e passate la notte nella Foresta Antica, non è poi così pericolosa come vi vogliono far credere, una bugia detta mille volte finisce per diventare una verità agli occhi degli stolti. Bisogna toccare sempre con mano.”

“Come faccio ad essere sicuro che non ci stia mandando alla morte?”

“Dicevi di voler riporre la tua fiducia in me. Se non vi fidate, provate a fare un tentativo. Con o senza di voi vincerò la mia guerra. Gli Dei mi hanno nominato per portare a termine il loro disegno. Nessuno può fermare la Luce di questo mondo. Attendete nella foresta e lui vi troverà. Vi aspetterò qui tra qualche giorno.” A quelle parole Maverik scompare in una nube di fumo nero, profumo di resina si espande nella sala reale.
 
Frittun ha aperto una voragine nel terreno usando i suoi poteri, poi ha allargato il buco e gli ha dato una forma adatta al corpo del defunto. Darean sta raccogliendo qualche fiore rosso, ha trovato un roseto nelle vicinanze; appena ritorna trova il Monaco seduto a terra con il fiatone.

“Siamo sicuri di volerlo sotterrare? Bran è rinvenuto dall’oltretomba per qualche misterioso allineamento degli astri.”

“Anche io fatico ad accettarlo, ormai Draco non è più tra noi. La cerimonia deve essere svolta rispettando il Rito di Hula, non possiamo tirarci addosso l’ira degli Dei.”

“Se poi riacquista i sensi e si ritrova sotto terra? Questo pensiero mi provoca non poca preoccupazione, in verità anche un forte senso di claustrofobia. Se non sopravviverò, dovrai gettarmi nel mare o lasciarmi nel sottobosco. Preferisco essere sbranata dalle bestie che rosicchiata lentamente dai vermi. La mia energia ritornerà comunque in circolo, promettilo.”  

Lui fa un cenno di affermazione col capo “Per Bran non potevamo fare nulla, i dettami recitano chiaro. Non rischiare la tua vita per quella di un morente. La situazione era troppo pericolosa in quel caso, non saremmo mai riusciti a portarlo fuori dal castello e le Divinità gli hanno dato una seconda possibilità, forse è stato merito del suo coraggio, lo hanno ripagato in questa maniera.”

“Lo hanno premiato proprio restituendogli la sua vita, avrebbero potuto donargli una vita differente.”

“Non possiamo comprendere le decisioni delle Divinità. Hanno sempre un significato che vive al di fuori della nostra limitata visione.”
Dopo il rito e i canti iniziano a coprire il corpo dell’amico, sgretolano con le mani l’ultimo strato di terra mischiando il tutto con la sabbia e una  particolare foglia velenosa, cosicché gli animali selvatici non andranno a dissotterrarlo.
 
Camminando per le vie di Illigar, come se nulla fosse successo, come se nessuna battaglia avesse devastato mezza città, si fermano ad una bancarella per comprare le provviste; mantengono un profilo basso. Dopo un giorno di cammino stanno per arrivare ad Urum Voldran quando decidono di fermarsi e pernottare nel bosco, la loro presenza non deve essere notata. Il mattino seguente, prima del sorgere del Sole, si stanno già allontanando lasciandosi alle spalle le mura difensive. Esiste un unico tracciato per arrivare a Fordan, non possono sbagliare anche se in alcuni punti il percorso non è più tanto evidente come lo era in passato.

“Sono tre giorni di cammino per Fordan.” Asserisce Frittun

“Conviene fermarsi a metà strada.”
Un’ora prima del tramonto trovano un bivio.
“Hai mai sentito parlare di Farein?” Il Monaco alza un sopracciglio mentre presenta la domanda.

“No di certo. Non ricordo nemmeno quanto tempo è passato dall’ultima volta che percorsi questa strada.”

“Il cartello dice quarantacinque minuti.”

“Cosa? Di certo impiegheremo più tempo, non mi fido mai delle indicazioni.” L’Elfa si appoggia al segnale facendo pressione con il palmo della mano, per assicurarsi che non si tratti di un’illusione.

“Se trovassimo un affittacamere dormiremmo comodi almeno questa notte.”

“Ci precludiamo la possibilità di incontrare l’Eremita.”

“Io andrei a cercare informazioni, magari scopriamo qualcosa in più.”

“E va bene. Andiamo va, che stiamo perdendo tempo prezioso.”
Il sentiero si interrompe e intravedono un piccolo borghetto, formato da poche abitazioni seminascoste da grandi alberi da cui pendono numerose liane:
“Senti questo profumino, qualcuno sta cenando! Sono giorni che mangiamo solamente cibi di fortuna…”

“Possiamo permetterci una bella scorpacciata!”

“Ffumm! Pfumm! Ffummm!” I due guardano verso il cielo: una grossa creatura alata sta atterrando a una decina di metri da loro.
“Un altro ippogrifo!” Darean imbraccia subito l’arco e lo tende, Frittun è pronto a lanciare l’incantesimo.

“Siamo noi!” Draco scende dalla bestia “Tadaaan” Indica Bran che mugugna qualcosa, ha la faccia piena di bende. “L’ho riportato sano e salvo, visto?”
Darean corre ad abbracciarlo, lacrime scendono copiose sulle sue guance.

“Te l’avevo detto” rivolta al Monaco “Sta succedendo qualcosa di strano.”

“Certo, è successa una cosa più incredibile che rara! Ho trovato altri giocatori.” Li informa il draconide indicando l’ippogrifo su cui siedono due persone.

“Piacere di conoscervi!” Urla quello davanti mentre saluta con la mano “Siamo i fratelli Metallion.”

“Stanno avvenendo molti eventi insoliti, non vedevo una di quelle bestie da tempo, forse da tre decenni. Che significa altri giocatori?” Frittun non vuole pronunciare altre parole e resta in ascolto.
“Aveva ragione Bran e noi non l’abbiamo voluto ascoltare.” Continua Draco

“Che è successo? Avanti sputa il rospo!”

“Siamo in missione speciale.”

“Questo lo sapevamo già.”

“No. Ve lo siete dimenticati invece… ci era passato di mente. Siamo pagati per trovare Dhaitus, dobbiamo parlare con lui.”

“Dove diavolo avete preso gli ippogrifi ammaestrati?”

“Ha ha ha! Lo vuoi sapere davvero amico?! Ci resterai di sasso!”

“Avanti, non sto più nella pelle.”
Nel frattempo i due fratelli hanno legato il loro mezzo di trasporto alato ad un arbusto; dopo un paio di secondi è stato sradicato, dopo aver alzato le braccia al cielo si sono avvicinati per presentarsi; danno la mano a tutti i presenti:

“Rebis Metallion”

“Ochin Metallion. Piacere di aver fatto la vostra conoscenza” dice il più attempato dei due.

Draco indica lo zaino: “Rebis, potresti far vedere ai miei amici come funziona il libro?”

“Certamente!” dopo aver estratto un manoscritto uguale identico a quello che Draco ha sempre custodito gelosamente e non ha voluto scambiare per nulla al mondo, preme un tastino sulla parte destra e questo si illumina. “Vedi, abbiamo inserito il codice della carta di credito di Bergon, poi abbiamo comprato quello che ci pareva. Se leggi qui in basso ci sono scritte le caratteristiche, la dieta e tutto il resto…”

Frittun legge dallo schermo luminoso “Ma questi ippogrifi mangiano i cavalli.”

“Esatto… questa è la nota dolente; spendiamo un sacco di soldi in equini, tanto non sono le nostre pecunie… comunque è un bel mezzo di trasporto veloce. Direi il più veloce dei Regni.”
Un signore brizzolato, capelli corti ben acconciati, incuriosito dalla loro conversazione, con una mano tiene il polso dell’altra dietro alla schiena e sorride con aria divertita, aspettando di essere notato dondola la testa avanti e indietro.
Darean lo vede “Ci stanno ascoltando.”

“Buonasera signora e signori, avete prenotato alla nostra locanda? Non sapevamo del vostro arrivo.”

“E lei chi è?”

“Mi chiamo Culos” si mette a posto il papillon.
Draco si appoggia una mano davanti alla bocca e fa finta di tossire ma Darean vede benissimo che è in procinto di sbellicarsi.
“Di solito, quando mi presento, la gente
ride, sarà per la mia cravatta a fiocco.”

Draco continua a fingere di tossire: “Scusate, arrivo subito…” si allontana ed entra nel bosco; quando è abbastanza lontano da non essere udito inizia a ridere talmente tanto che finisce a rotolare per terra.
 

Davanti ad un tavolo imbandito stanno tutti a mangiare e parlare, i camerieri arrivano con portate di cappellacci di pasta viola ripieni di formaggio fuso e tè alla melissa appena raccolta dal sottobosco come bevanda, visto che il proprietario non ama servire gli alcolici.
Dal dialogo emerge che i due gruppi di giocatori non si sono mai incontrati eppure molte parti delle loro avventure e dei luoghi che hanno visitato combaciano, altre invece no.
“Adesso capisco! Ecco come mai il pollo è rimasto incastrato nel muretto! Era semplicemente un bug del sistema, potevamo arrivarci subito.” Ricorda Darean

“È vero, anche Bran è ritornato in vita. Non ci saremmo mai arrivati da soli perché questo gioco ti assorbe la memoria.”

“Volete anche il dolce?” Culos è proprio davanti a loro e accarezza la schiena di Rebis Metallion.

“Certo! Cosa propone la casa?”

“Mi è rimasto solamente dello zucchero sfuso in granelli piccoli.”  
I commensali si guardano accigliati fra di loro e annuiscono.
“Adesso arriviamo al dunque.” Dice Rebis con gli occhi che sprizzano di stupore “C’è un albero gigantesco al centro della foresta, monumentale, grande come una montagna. Ci siamo appollaiati sui rami più alti ma non siamo riusciti ad arrivare alla sua base, la vegetazione sottostante è troppo fitta. La corteccia non si riesce a scalfire con la spada, neppure con il fuoco. Quel legno non brucia. Ma ci è apparsa una scritta usando i nostri poteri magici. R&S.” incide sul tavolo di legno la sigla, utilizzando un pugnale di ferro “sapete cosa significa?”. 

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Capitolo 6
*** Il primo libro è terminato ***


Ho terminato la prima stesura del racconto un paio di giorni fa, scrivere un romanzo è davvero un lavoro duro (tre anni), ci vuole costanza, concentrazione, creatività, davvero è stata dura ritagliarsi tutto il tempo che è servito per completarlo ma la soddisfazione adesso è davvero grande. 

Al momento lo lascerò riposare per un mesetto poi partirò con la revisione e quindi con le modifiche: ampliamento caratteriale dei personaggi e introduzione di dialoghi maggiormente verosimili, creazione iconografica di alcune scene. Gli ultimi due capitoli "Dhaitus e l'Albero Magico" e "La Dimensione del Cristallo Lucente" non verranno mai pubblicati qui ma si potranno trovare solamente nel libro che dovrebbe uscire a settembre.

In contemporanea continuerò a lavorare sul secondo libro di cui ho scritto solo una quindicina di pagine. Grazie molte a tutti coloro che mi hanno sostenuto e a quelli che si prenderanno la briga di interessarsi al mio lavoro. Grazie di cuore!

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