In principio

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizia il viaggio ***
Capitolo 2: *** Lo smistamento ***
Capitolo 3: *** A Diagon Alley con i malandrini ***
Capitolo 4: *** Severus e Lily - prima parte ***
Capitolo 5: *** Qualunque cosa possa dirti oggi, non servirà a salvarci ***
Capitolo 6: *** Regulus - conoscerti ***
Capitolo 7: *** Il molliccio ***
Capitolo 8: *** Regulus scopre la verità ***
Capitolo 9: *** Regulus, Piton e il platano picchiatore ***
Capitolo 10: *** Il bacio fra Sirius e Regulus ***
Capitolo 11: *** La scoperta dei malandrini - prima parte ***
Capitolo 12: *** La scoperta dei malandrini - seconda parte ***
Capitolo 13: *** Severus e Silente a Hogsmeade ***
Capitolo 14: *** Severus e Silente a Hogsmeade - seconda parte ***
Capitolo 15: *** Albus e James osservano i Black a Hogsmeade ***
Capitolo 16: *** Fare la morale a Peter ***



Capitolo 1
*** Inizia il viaggio ***


Era notte e solo la luna illuminava la foresta proibita. I ragazzi si stavano preparando al viaggio più importante di tutta la loro vita, accanto a loro avevano già portato le loro valigie.

“Stavo pensando, Jamie..una volta credevo che il viaggio più importante fosse la nascita, poi ho creduto che fosse la morte…sono stato poi altrettanto sicuro che in realtà fosse la trasformazione in animali, e infatti la luna sarebbe stata testimone della trasformazione in animali dei malandrini..e di Remus in lupo mannaro..adesso credo che il viaggio più importante sia quello attraverso il tempo!” disse Albus.

“Io credo che viaggiamo costantemente attraverso il tempo, Al..è solo che non ce ne accorgiamo, lo facciamo con la mente.” Disse James.
“E adesso lo farete con il corpo!” disse un’altra voce arrivando da loro.

Albus e James si girarono e videro il professore Philip arrivare con il suo lungo mantello e due grosse sacche.

“Professore, che cosa sono quelle robe?” domandò Albus.

“Solo delle precauzioni.. avete fatto le valigie con il materiale che vi ho dato, ma vi manca tanto altro, soprattutto il vestiario e credo non avrete molto tempo per pensare a queste cose, una volta nel passato e non vorrei mai faceste delle figuracce e finiste per farvi scoprire. Qui dentro ci sono alcune delle cose che non attireranno l’attenzione su di voi..e questo è un quaderno con le mie istruzioni.” Disse dando a James un libricino.

“Ci conferma che potremo fare più di un viaggio nel tempo e non ci accadrà nulla?” domandò Albus.

“Certo! È proprio questo lo scopo! Tuttavia devo ribadirvi ancora una volta, l’estrema importanza di segnare con una tacchetta rossa, l’epoca che state lasciando, se avete intenzione di fare un salto immediatamente precedente a quella, dopo.”  Disse indicando una freccia rossa.

“La tacchetta ci servirà per rendere permanente il futuro che abbiamo appena lasciato, se dovessimo poi viaggiare ad un’epoca immediatamente precedente.” Snocciolò Albus a memoria.
“Esatto, vuoi dirmi cosa questo significa, Albus?”

“In poche parole, se noi torniamo indietro a quando i nostri genitori vanno a scuola, cambiamo qualcosa, e poi vogliamo tornare a..forse quando i nostri nonni andavano a scuola, tornando in quel passato, qualunque cosa facciamo in quell’epoca, alla fine torneremo comunque al futuro che abbiamo appena lasciato..”

“Esatto, ma non proprio preciso. In sostanza la tacchetta comincerà a suonare, in pratica come una sorta di strillettera impazzita, se quello che vorrete fare nel passato, sarà un paradosso per il futuro!”

“In breve, se andiamo in un passato in cui i nostri genitori sono ragazzini, non possiamo di fatto andare nel passato e uccidere i nostri nonni da giovani, perché altrimenti i nostri genitori non sarebbero mai nati e sarebbe un paradosso!” disse James.

“Esatto, James, esatto! Ad ogni modo, l’intelligenza artificiale che ho applicato alla giratempo, insieme alle nostre comunicazioni, vi impedirà di fare qualcosa di assolutamente pericoloso e di restare intrappolati in un continuum spazio temporale! Ho pensato a tutto, non dovete preoccuparvi e adesso venite qui. Ho bisogno di un abbraccio.” Disse il professore.
 

I due ragazzi lo abbracciarono e lui li strinse forte.
“Professore, stia attento.” Disse Albus.

“Ripongo estrema fiducia in voi e per questo sono disposto a rischiare anche la prigione. Adesso andate e non deludetemi!”

I due ragazzi sciolsero piano l’abbraccio e poi con un’ultima occhiata e seguendo delle indicazioni in un biglietto, cominciarono a far girare la giratempo.
Un vento fortissimo cominciò a girare tutto attorno a loro e i ragazzi cominciarono a gridare.

State tranquilli, è tutto normale!” gridò il professore.
 
“Ho paura, James!!”
“Sta tranquillo! Ti tengo, Al! Sono con te! Sempre sarò con te!”
Dopodichè i due ragazzi scomparvero.

Il professore guardò scioccato il punto in cui i due ragazzi erano spariti.

Questo era diverso che guardare un punto vuoto, dove una persona era appena andata via, oppure riflettere sul fatto che non avresti più visto quella persona lì, in quel luogo. In quel caso quel punto vuoto stava a indicare che prima c’erano due persone, che ora non ci sono più, perché risucchiate momentaneamente dallo spaziotempo.
Che senso aveva tutto questo?





















Note dell'autrice: Ciaooooo!!!! Allora, so cosa starete pensando, ma vi assicuro che questa non è una scopiazzatura della maledizione dell'erede xd che poi non ho mai capito perchè è stato tanto criticato quel povero libro..ma pazienza xd questa storia la pensai, che neanche mi ricordavo che effettivamente nell'ottavo libro succedeva anche li un viaggio nel passato, ora, sarete liberi di crederci o no, a me non cambia nulla ahhah LOL comunque, tornando a noi, a distanza di un anno, ritorno con il sequel, l'idea era quella di aspettare di finire prima tutte le mie storie più vecchie! Ma non ce l'ho fatta ad aspettare di più, sia perchè fremevo letteralmente, sia perchè la passione per qualsiasi cosa, è una cosa che purtroppo scema con il tempo e più i mesi passavano, più avevo il terrore che questo sequel non avrebbe mai visto la luce perchè io per prima non avrei voluto più scriverlo! Bisogna SEMPRE fare le cose quando hai la passione di voler fare, perchè quando ti va via, essa non torna più çççç oppure torna con grande fatica, e quindi..eccovi a voi il sequel! Godetevelo perchè sarà una cosa incredibilmente fluff <3333

Ps: il TITOLO NON È UN CASO! Volevo qualcosa che si ricollegasse al titolo della storia precedente! Ahahah

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Capitolo 2
*** Lo smistamento ***


“James, guarda. GUARDA!” furono le prime parole di Albus, quando videro il castello.

“È la NOSTRA Hogwarts, Albus.” Disse James, gli occhi che brillavano.

Il castello scintillava al sole, più bello che mai, mentre i ragazzi si nascondevano alla vista per non farsi trovare.

“Presto, Al, prendi il mantello che rende invisibili!”

Al stava già per abbassare la cerniera quando si bloccò smarrito.
"Che c'è?" Disse James spazientito.

"Non possiamo muoverci con il mantello se dobbiamo spingere le valigie. Dobbiamo prima portare queste!" Disse Albus sconfortato. A passo spedito quindi camminarono verso la foresta proibita, dopodiché aprirono lentamente le loro valigie che contenevano anche le sacche che il professore aveva dato loro.

"Guarda qui che assortimento che ci ha messo! Era proprio sicuro che non doveva lottare troppo per convincerci eh?" Disse James con un sorrisetto.
Al gli riservò un sorriso di ricambio.

“Qui ci sono anche molti dei nostri effetti personali..sarà semplice passare per studenti.” Disse James.

“Non resteremo comunque molto a lungo.” Disse Albus.

“Al, io…io non so se ce la faccio.”

“Oh, andiamo, non sei forse il Serpeverde più coraggioso che il mondo mago abbia mai conosciuto?”

“Credo che..credo che dovremmo informare il prof, che siamo arrivati sani e salvi.” Disse James.

“Già..ehm, a proposito, credo che dovremmo aspettare che si metta in contatto con noi.” Disse Al.

“Ahhh, buona attesa allora.” Sbuffò James.

Albus sorrise.

“Sai che sei tanto carino quando sei scorbutico?”

“Lo so, per questo lo faccio, perché so che ti piace, quando sono stronzo. E non mi riferisco solo a questa vita.

“Ecco come sono, stronzo e adorabile! Chissà perché però tutti gli studenti non la pensavano così.” Disse Albus abbracciandosi le gambe.

“Mi importa che lo pensassi tu.” Disse James.

Albus lo attirò a sé per un lungo bacio.

“Forse dovremmo provare ad entrare..no?”

“Mmmm..aspetta, voglio provare a vedere una cosa.”

“Al? Che fai? Ma..che diavolo..combini?” disse vedendo che Albus gettava alla rinfusa le cose che erano dentro la sacca.

“Solo..un’intuizione!”

“Al, io tutta questa roba non la rimetto dentro, poi!” disse James.

Albus aveva tirato fuori due lenzuola, uno spazzolino, delle tuniche di Hogwarts, dei libri, e voleva ancora tirare fuori cose.

“ECCO! TROVATO!”

James strabuzzò gli occhi.

“Che diavolo è?”

“Sembra..una vecchia radio d’epoca. Fa strane bizze. Ma..non ho mai imparato come farle funzionare!” disse Al battendo un pugno e accostandolo all’orecchio. “C’è nessuno?”

“Dà qua!” disse James, gli diede due sonori colpi , girò tre manopole e poi la picchiò per terra.

“JAMES!!”

“Bzzzzzz tutto bene ragazzi?”

“PROFESSORE!” dissero loro in coro.

“Cominciavo bzzz a preoccuparmi.”

“James, non funziona ancora bene. SENZA PICCHIARLA A TERRA.” Lo avvertì.

James sbuffò e spostò di poco le manovelle.

“Ragazzi? Ci siete?”

“Certo! E lei..è un pazzo! Perché non ci ha avvisato che ci aveva dato questo mezzo per comunicare?”

“Mi dispiace, mi sono dimenticato di avvertirvi, ma comunque l’avete trovato, no? Mi avete fatto stare in ansia, quando ho notato che non mi rispondevate! Dove siete??”

“Professore, siamo poco distanti dal castello, nel parco. Non sappiamo che fare!” disse Albus.

“Davanti alla scuola? Molto bene! Ci siete riusciti, ragazzi. Ora..ENTRATE!”

Albus e James si guardarono smarriti.

“Professore, con tutto il rispetto, ma..se entriamo adesso..non capiranno che siamo degli invasori? Non abbiamo fatto lo smistamento!” disse James.

“Ne abbiamo già parlato. Chiamate SILENTE e presentate al professore, la vostra lettera firmata dal preside di Durmstrang con l’accettazione del cambio tra studenti di Durmstrang e Hogwarts. È sempre stato uno scambio frequente e quindi il preside non farà domande. Ma dovesse fare domande, usate l’incantesimo confundus. Le lettere sono nella borsa, voi dovete solo prenderle e ANDARE!” parlava piano come se avesse davanti a sé due deficienti, fu il pensiero comune dei due ragazzi.

Albus e James cominciarono a cercare le lettere e ne trovarono diverse, lessero distrattamente quelle che appartenevano a quell’epoca.

Albus si mise le mani nei capelli.

Non crederà mai a questa lettera falsa e lo so, perché IO non ci crederei mai!”

“Ormai la decisione è presa, non abbiamo altra scelta, Al.”

“Esatto, senza contare che, seppur l’altro TE si accorgesse del tranello, sarebbe troppo curioso di sapere chi siete davvero, per intervenire.” Disse il professore.

“Al, ha ragione.” Disse James.

Albus sospirò.

“E va bene, andiamo.”

“Ricordatevi di ripetere a memoria quello che abbiamo concordato, dovete dire che siete venuti a bordo di una MACCHINA VOLANTE che adesso è sparita nel nulla.”

“Sì, sì, abbiamo capito. Adesso basta. Lasciaci concentrare.” Disse James.

Bzzzzzzzzzzz.

“Ohh, mi ha ascoltato!” disse stupito e compiaciuto.

“No, Jamie, credo sia caduta la linea, o magari ha messo giù lui, ma smettiamo di pensare alla radio. Mettiamo dentro tutta questa roba, e entriamo!”

“Al, io mi sento già stressato, ancora prima di cominciare..e tu?”

“A chi lo dici, Jamie!”

 

 

Una volta che ebbero rimesso tutto dentro con sé, entrarono nel salone, che sembrava un tantino più lucente e diverso da come ricordavano.

“Questi ragazzini..mi mettono angoscia..forse perché siamo dentro letteralmente il passato?” disse Albus, schivando i ragazzini che correvano.

“Cerca di trattenerti o ci farai scoprire. Dai, dammi la mano.” Disse James, prendendogliela, facendolo avvampare.

“Scusi, potremmo parlare con il professor Silente?” domandò James a un ragazzo che avanzava con l’aria di essere un prefetto.

Il ragazzo sembrò stranito.

“Perché lo cercate?”

“Jamie, aspetta un momento...“ Albus sbarrò gli occhi e cercò di parlare, ma James non lo ascoltò.

“Siamo dei nuovi studenti, veniamo da Durmstrang, ma abbiamo deciso di venire qui..” disse James.

“Adesso? Siamo a FEBBRAIO.”

“Sì, beh, ecco..le pratiche sono state molto lunghe.”

Il ragazzo li guardò come si guarda qualcuno di sospetto e bizzarro.

“ Il professor Silente adesso sta facendo lezione, ma comunque..per queste cose dovete chiedere al preside, non a lui.”

“Non capisco..Il preside non è il professor Silente??” domandò James.

“Buon Dio, no! Chiunque ve l’abbia detto, vi ha informato male. Il preside è il professor Dippet!” disse il ragazzo.

James spalancò gli occhi, sbiancando, mentre Albus si metteva le mani sugli occhi. Fortunatamente il ragazzo non ci badò, forse non gli sembrava strano che i ragazzi fossero un po’ spossati.

“Come siete arrivati qui? Non di certo con il treno.”

“Ehm..con una macchina volante, ma adesso..dobbiamo andare. Puoi dirci dove si trova il professor Dippet? Sempre allo stesso posto? Ehm..voglio dire, tutti i presidi stanno sempre allo stesso posto?”

Il ragazzo sembrava pensare a quel punto che sì, i due dovevano essere proprio svitati.

“Siete babbani?”

“Cos’hai contro i babbani??” gli chiese James infervorato.

“James, calmati!” disse Albus, di certo un' espulsione per rissa ancora prima di entrare, era l’ultima cosa di cui avevano bisogno adesso.

“Niente! Solo che mi hanno detto che loro vendono roba buona, ma che non ti fa ragionare bene!” disse il ragazzo.

Di bene in meglio. Il ragazzo li aveva presi per due drogati.

“Non siamo drogati!” disse infatti James. “I nostri neuroni funzionano bene!”

“Non lo metto in dubbio. Comunque non c’è motivo di prendersela così tanto, dicono che comunque perdiamo lo stesso 100.000 neuroni al giorno, una volta raggiunti i trent’anni. E vale anche per i maghi!”

“Possiamo vedere il professor Dippet, adesso?” gli chiese Albus stremato, prima che James si lanciasse in un’altra filippica e a giudicare dalla sua espressione, un pensierino se lo era fatto.

“Certo! Vi accompagno!”

Questa non ci voleva e a giudicare dall’occhiata assassina che gli lanciò James, suo fratello sembrava pensare la stessa cosa.

“Peter?? Ma che stai facendo? Ti muovi o no?” disse una voce sconosciuta.

Ad Albus si rizzarono i capelli in testa, ma era una coincidenza, si diceva. Non gli piaceva sentire quel nome, ma d’altronde quanti Peter c’erano nel mondo?

“Accompagno questi due dal professor Dippet, poi arrivo, sono dei nuovi studenti e sono arrivati con una macchina volante!” disse l’altro.

“Ma dai, che figata! Mi stanno già simpatici, dov’è? Posso vederla?” disse un ragazzo con i capelli sparati in tutte le direzioni e gli occhiali.

Albus aveva gli occhi fuori dalle orbite, James dall’altra parte li aveva stretti così forte che era un miracolo se ci vedeva ancora.

“No, che non puoi, James, TE LO PROIBISCO!” disse un altro ragazzo dai capelli color cioccolato al latte.

Un’allucinazione..di certo ha appena detto Gennaro..o Jenny!”

Vicino a lui, James aveva il pugno che stringeva convulsamente. Pregò che gli altri non se ne accorgessero.

“È…è sparita..ci ha lasciati.” Disse Albus.

“Come?” Perfino il ragazzo saggio era impressionato.

“Beh..lei..era stufa, visto che abbiamo rischiato anche diversi incidenti, quindi..ha aperto le portiere e ci ha fatto cadere fuori sul prato, a poca distanza da Hogwarts! Poi..è sparita a tutto gas, verso la foresta.” Disse Albus.

Ci fu un lungo silenzio, sufficiente a far venire voglia a entrambi di scappare a gambe levate, poi esplosero in risate di giubilo tutti quanti.

“Mitico!” disse il ragazzo che pareva chiamarsi James.

“Super fantastico!” disse quello dai capelli color cioccolato.

“Mirabolittico!” disse il ragazzino che non aveva ancora parlato, con i ricci neri.

“Davvero bello.” Disse semplicemente Peter.

“Sì, è davvero fantastico rischiare la vita ancora prima di entrare, ma adesso dovremmo proprio ANDARE..non possiamo stare qui..nell’ingresso..” disse James spazientito.

“Già, anche noi dovremmo andare a..a fare quella cosa.” Disse l’altro James facendo l’occhiolino ai suoi amici.

“Bene, non vi tratteniamo olt..” provò Albus, ma il ragazzino di nome Peter li seguì.

“Vi accompagno.” e i due dovettero fare un grande sforzo per non alzare gli occhi al cielo.

“Peter!!

In quel momento successe qualcosa di eccezionale, Albus infatti nella sua precedente vita, non poteva dire di aver MAI, mai visto, suo fratello, dare ragione a Black - se aveva immaginato giusto, e fosse lui – invece adesso, gli parve di notare una traccia di stima nel suo sguardo, per aver richiamato l'amico.

“Li accompagno e sono da voi!” rispose lui.

“Ah no, noi non ti aspettiamo, Peteruccio, ti arrangi e quando avremo finito, non rimarrà neanche un dolce per te!” disse James sorridendo.

Suo fratello sembrava combattuto, in preda a un doloroso conflitto e Albus capì che forse un conto era essere grato a Sirius, un conto era il suo compare.

“ Non sanno dove si trova l’ufficio del preside.” Si giustificò.

“Neanche noi lo sapevamo, ma dopo varie malandrinate, lo abbiamo imparato a memoria!” disse Sirius.

“Lo impareranno anche loro, se continueranno a prendere macchine che volano.” Disse James.

Finalmente avevano voltato l’angolo e non dovevano più starli a sentire.

James MORIVA dalla voglia di parlare con suo fratello a proposito del GUAIO in cui si erano andati a cacciare, ma sfortunatamente c’era proprio L’ULTIMA PERSONA con cui avrebbero mai voluto avere a che fare.

“Dovete scusare i miei amici. Hanno sempre voglia di combinare marachelle, per questo si fanno chiamare malandrini.” Disse Peter.

“Scommetto che avevano in mente di svaligiare le cucine di Hogwarts di dolcetti e altre cose.” Disse Albus.

Peter si illuminò.

“Sì, proprio così. Come avete fatto a indovinare?”

“Anche nella nostra ex scuola, c’è molta gente che lo fa.” Intervenne James.

Albus non sapeva se considerarlo un passo falso, il primo di una lunga serie. La caratteristica che dominava i malandrini, era quella di sentirsi speciali e unici. Certo, dire che quello che facevano non era poi così raro, non era esattamente un buon passo, ma Peter sembrò non farci più di tanto caso.

“Ecco, siamo arrivati. Vi auguro buona fortuna e benvenuti.”

“Ci vediamo.” Dissero loro in coro.

 

“Che ne pensi?” chiese Albus.

“Che non posso credere di aver appena incontrato quel RATTO e che mi sto trattenendo a stento dal schiacciarlo come l’insetto che è.” Disse James, poi sembrò valutare l’ipotesi e si voltò per tornare indietro.

Albus dovette trattenerlo.

“Che diavolo fai? Abbiamo una missione qui, noi.”

“Perché uccidere Peter non può essere catalogata come una delle buone azioni che vogliamo fare??”

“Il prof ci disse che non possiamo usare la giratempo per fare del male!”

“Probabilmente mentiva.” Disse James.

Albus lo guardò con un sorriso triste.

"Ha solo quindici anni...non è ancora al servizio di Voldemort. È innocente.

James perse le parole per qualche secondo, poi borbottò.

"Siamo tutti innocenti, prima di diventare diavoli. " ma accettò di essere trascinato da Albus verso la scala mobile.

“Fa il bravo, ti prego.” Disse Albus.

“Io? Se lo facessi, non ti piacerei più.” Disse malizioso.

“Sbagli. Ti ho amato e ti amo, perché ho visto del BUONO in te.” Disse Albus dolcemente, prima di dargli un dolce bacio.

Ora si trovavano davanti la porta del preside.

“Coraggio.” Disse Albus tenendogli la mano.

Bussarono, pregando che tutto andasse bene.

“Avanti.” Fu la voce del loro destino.

 

 

 

 

*

Parlare con Dippet non fu minimamente meno spiacevole che se avessero parlato direttamente con il professor Silente. Il preside sembrava molto restio a fidarsi di loro e continuava a leggere le lettere come se si aspettasse che sbucasse la scritta BUGIARDO dalla carta. Nonostante il professore li avesse rassicurati più volte sul fatto che non correvano alcun rischio e che era una procedura che era molto abituale, qualcosa doveva essergli sfuggito per forza, visto che il preside sembrava convinto che non attendeva studenti di Durmstrang da lì a breve, e che non aveva mandato nessuna lettera di recente a quella casa.

Alla faccia della cosa abituale!

“Il vostro preside dice proprio che io avrei mandato questa lettera addirittura l’estate SCORSA.” Continava a ripetere.

“Sì.” Risposero loro, adoperando la loro migliore faccia da schiaffi.

“Molto bene, non vi dispiacerà dunque se glielo chiedo direttamente.” Disse, facendo per incamminarsi verso il camino.

“A dire la verità, signore..” cominciò James.

Il preside non fece neanche in tempo a voltarsi che venne colpito dall’incantesimo CONFUNDUS di James.

“Lo sapevo, lo sapevo che non ci avrebbe creduto..” disse Albus.

“Professore, mi ascolti bene, non ha alcun senso sprecare tempo inutile per chiarire qualcosa che è già molto chiaro, mi segue?”

“Sì..non ha senso chiarire qualcosa che è già così chiaro..” disse l’altro con sguardo vacuo.

“ Un ricordo vago gli attraversa la testa, ricorda effettivamente di aver mandato una lettera..anche se non si ricorda a chi..evidentemente era la lettera a Durmstrang, anzi, probabilmente è così!”

“Sì, era la lettera a Durmstrang.”

“È stressato, adesso si farà un bel riposino e la prossima volta si farà un post scriptum sugli studenti che aspetta di ricevere per gli scambi.”

“Sì, lo farò. Dopotutto l’età avanza.”

James fece finire l’incantesimo, ora il preside sembrava avere un gran sonno.

“Siamo a posto allora?” chiese James.

“Direi di no.”

I ragazzi impallidirono.

“Dovete ancora fare lo Smistamento, subito dopo pranzo. Vi aspetto nella sala grande tra due ore esatte.”

“Tanto per non attirare l’attenzione eh?” chiese James.

“Non lamentarti, poteva andare anche peggio.”

 

 

Due ore dopo, si presentarono sotto gli occhi di tutti, a provare il cappello parlante, che sembrò capire subito chi aveva davanti.

“Ma guarda..una testa che non dovrebbe esserci qui sotto, perlomeno non ancora..non in questo tempo dico bene?”

“Non so di cosa tu parli.” Disse Albus tremando.

“Non pensavo di vederne uno a scuola..uno studente che usa una giratempo..dovrei proprio dirlo al preside, sì.”

“Ti prego, non farlo. Non abbiamo intenzioni cattive. Vogliamo solo..salvare delle persone.” Lo pregò il biondo.

“È un' arroganza tipica degli umani pensare di poter salvare gli uomini dal suo destino, ma mi hai acceso la curiosità..vediamo se ci riuscirete. Di certo il tuo coraggio va premiato. GRIFONDORO!” disse il cappello parlante, spiazzandolo alquanto. Credeva ormai che dopo tutto quello che gli diceva, lo avrebbe mandato ad Azkaban!

 

Fu il turno di James, che non riusciva proprio a capire come mai il fratello gli aveva mandato quello sguardo così allarmato quando aveva lasciato il cappello. Con una strana sensazione addosso, si sedette sotto il cappello e il cappello sembrò più divertito stavolta.

“Ma guarda, ce n’è un altro qui. Siete per caso una squadra di Quidditch?”

“Senti, diamoci una mossa, ok?”

“Sulla difensiva come il tuo compagno eh? Così uguali che sono sicuro provenite dallo stesso tempo..forse siete amici? Amanti? FRATELLI?”

James rabbrividì.

“La vostra testa turbina di un sapere che avete raccolto in un altro tempo, vedo anche oscurità che come il tuo amico, ne siete pieni, luci e ombre. Avete vissuto molto di buono e di cattivo..forse azzardo a pensare che c’entra anche più di una vita.”

“Ma non dovevamo scegliere la mia casa?? Cos’è questo comizio?”

“Una decisione è NECESSARIA, il mio sapere mi dice che siete già stati qui e mentre per il tuo compagno è stato facile assegnarlo a una posizione che era la stessa di allora, per te è più difficile. Sento che la tua lingua lunga in un tempo che non mi è facile definire, ti avrebbe assegnato a Serpeverde..”

James rabbrividì di nuovo.-

“Ma qualunque cosa tu abbia vissuto, mi dice che dovresti stare a Grifondoro..”

Questo fece venire in mente a James un ricordo.

“Karkaroff vuole fuggire se il marchio si accende.” Disse Piton.

“Davvero? E tu sei tentato di fare lo stesso?” chiese Silente.

“No. Non sono così vigliacco!”

“No. Sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto…"


 

Quel giorno lo desiderò veramente. Lui che pensava, che era sempre stato convinto che non lo MERITASSE, che addirittura disprezzava i Grifondoro, sentendo Albus dire quelle parole, lui in quel momento, lo desiderò.

Ma apparteneva a un’altra vita ormai.

“Non Grifondoro..non Grifondoro, ti prego.”

“Mh? È davvero il tuo desiderio? Il tuo cuore lo sento combattuto, giovanotto. Perché?”

“Serpeverde, ti prego, Serpeverde. Serpeverde!”

“Capisco..stai combattendo una crociata, non è vero? E per te questa crociata è tutto, beh, nonostante questo ti renderebbe meritevole di andare a Grifondoro..buona fortuna! SERPEVERDE!”

Tutto frastornato, James gettò appena un’occhiata ad Albus, che lo guardava smarrito e confuso, si era addiruttura alzato in piedi, ma lui sfuggii lo sguardo. Non poteva sopportare quello sguardo tradito.

Tuttavia non poteva andare via senza neanche un abbraccio.

Spiazzando tutti, andò ad abbracciare il fratello, vide che i malandrini lo guardavano perplessi e lo strinse ancora più forte, ma riuscì comunque a intravedere il suo se stesso guardarli e a quel punto sprofondò la testa contro il suo collo.

 
“Jamie..perchè?”

“Il piano non può funzionare se restiamo entrambi a Grifondoro..”

“Ma io non posso farcela senza di te!”

“Sì invece. Sei il mago più coraggioso e più abile del mondo. Più forte anche di me..e poi comunque ci vedremo durante i pomeriggi. Promesso.” disse prima di sciogliere l'abbraccio e andare via.

“E dire che mi stava simpatico.” Disse Sirius.

“Anche a me.”

James represse a fatica la tentazione di attaccar briga con quei due, già il primo giorno e non si voltò.

 

 

Dopo cena, Albus riuscì a intercettare suo fratello, quando stava già camminando verso i dormitori.

“Albus, ma sei pazzo?” gli disse mentre il biondo lo trascinava in una stanza deserta.

“Sì, di te!” rispose lui e in quel momento si baciarono. James prese il controllo del bacio, così rovente, così incandescente, ora che dovevano separarsi per la notte. Lo attaccò al muro, respirando con affanno, in preda a un doloroso sentimento.

“Al..mi dispiace..stavo quasi per cedere, io..il cappello me l’ha chiesto, sai? Mi ha chiesto se volessi andare a Grifondoro.”

“Che cosa?”

“Me l’avevi detto una volta, ti ricordi, Al?” gli disse, appoggiando la fronte contro la sua. “Mi avevi detto che pensassi che lo smistamento avveniva troppo presto..”

“Oh, James..”

“Ero tentato..ero così..così tentato..ma non ho potuto. Il ragazzo..non riusciremmo a salvarlo, se io venissi nella tua stessa casa.”

“È per i malandrini, non è vero?” gli chiese Albus, stringendo la sua maglia con ardore. “Oh, James, quand’è che riuscirai ad andare avanti??”

“Forse mai..” disse lui, ma poi si addolcì. “Però, amore mio, non è stato questo l’unico motivo che mi ha spinto a fare questa scelta..ma il ragazzo..il ragazzo che dobbiamo salvare..”

“Stai parlando di..”

“Non riusciremmo mai a salvarlo, se io resto a Grifondoro! Io devo restare a Serpeverde! Per ottenere la sua fiducia, capisci? È una speranza un po’ flebile, ma forse posso..”

Albus gli prese il viso tra le mani e lo guardò con adorazione.

“Otterrai la sua fiducia, come ai tempi, acquisisti la mia. So che ce la farai.”

“Ti..ringrazio..Al..” disse James dandogli un lungo, lento, bacio.

“Coraggio, non dovremmo stare qui comunque molto a lungo.” Disse Albus.

“Non mi preoccupa questo..ma quello che accadrà tra tre giorni.” Disse lui.

“Pensi di poterlo reggere? Forse abbiamo sbagliato, avremmo dovuto sorpassare quell’avvenimento.”

“No, no, è l’ultima volta che…” si zittì e lo guardò con una profonda tristezza. “Mi sono sempre chiesto come ci si sente a rimediare a un rimpianto. Forse adesso avrò la risposta, ma anche quando l’avrò, non smetterò di amarti, Al.”

Albus lo abbracciò teneramente sentendosi ancora una volta, più felice che mai, ad averlo nella sua vita. Forse qualcosa di buono, aveva fatto in fondo.



Poco dopo, James stava entrando nella sala comune ed era ancora perso a ripensare all'abbraccio del suo fratellino e ai suoi baci, rimpiangendo di non poter dormire con lui quella notte, si sarebbe sentito molto solo, quando sul divano intercettò un ragazzo che leggeva un libro.

"Ciao Reg.." lo salutò e a giudicare dallo sguardo stralunato che fece l'altro, il pesciolino aveva appena abboccato alla presa.

 
 



















Note dell'autrice:  ciao ragazzi, allora, so che molti di voi ora saranno stralunati e avranno critiche da muovere ahhaha so che in realtà la giratempo non permette, almeno credo, di rimanere troppo tempo nel passato, ma io..ci ho provato a restare fedele al canon, ma la trama non me lo permetteva! Vi spiego, avrei anche potuto fare che i due fratelli si muovessero nel tempo in continuazione, ed era la scelta più logica, ma oramai mi ero immaginata l'incontro con i malandrini, ma anche se non fosse avvenuto, ho controllato quanti studenti ci sono a Hogwarts, e mi sembrano davvero pochi per riuscire a passare inosservati come studente, gli studenti si sarebbero accorti che loro non ne facevano parte! E io invece ho comunque BISOGNO che interagiscono con gli studenti, per far funzionare la storia, insomma devono fidarsi di loro. Anche per questo ho dovuto fargli fare lo smistamento e pensare ai bagagli e tutto, a questo proposito, ho modificato leggermente il primo capitolo, solo la parte in cui il prof parla con loro del materiale scolastico. Ha pensato lui a tutto, l'unica cosa è che non hanno ancora un animale, quindi è un'altra cosa a cui dovranno pensare da soli, ma se la caveranno.

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Capitolo 3
*** A Diagon Alley con i malandrini ***


Albus e James passarono la notte separati e non chiusero occhio.

Non avevano nemmeno gli specchi gemelli per poter anche solo vedersi. Quella era un privilegio di James e Sirius.

Albus al loro pensiero, sentì una stretta al cuore. Si girò verso i letti dei suoi due “compagni.” Vicini.

Era facile dimenticare che James era suo nonno, e che Sirius era la stessa persona che aveva passato tutti quei momenti bruttissimi, ad Azkaban e anche dopo, accusato di un delitto tremendo, il più tremendo di tutti, capace di spezzare un cuore nel profondo.

Era facile dimenticarlo, ora che li vedeva così giovani, così spensierati.

Chissà se l’avrebbe mai pensato, James, che nel futuro si sarebbe prospettata una visione così orribile per loro e soprattutto per lui. Chissà cosa avrebbe pensato a immaginare che il suo migliore amico sarebbe stato accusato di averlo ucciso e che sarebbe finito ad Azkaban, che Minus li avrebbe traditi..

Era facile dimenticare chi erano e i loro tristi destini, quando li vedeva così spensierati, così teneri, che dormivano placidamente nei loro letti.
Albus avrebbe voluto che restassero sempre così. In barba alle conseguenze, al futuro..al destino..
Tutti. Perfino Peter.
Anzi, forse..soprattutto lui.
 
Ma non era possibile.





 



*

Quando arrivò il mattino, Albus pensò che fu l’attesa del domani, più lunga del mondo. Aveva anche visto l’alba, alla finestra.
Intercettò James, nei corridoi, mentre si dirigeva verso la Sala Grande e gli corse incontro.
“ AL!” disse lui, abbracciandolo.

“Come stai? Come hai passato la notte?” gli chiese subito Albus.

“Secondo te? Da dove dormivo vedevo sia Piton che BLACK. Scappo da una casa per non vederlo e mi tocca guardare dormire la sua fotocopia.”

“Preferivi forse guardare James e Sirius dormire?”
“Bleah!”

“Sembrano davvero due angioletti mentre dormono!”
“Bando alle ciance, hai già fatto amicizia con i nostri compagni?”
Albus all’improvviso era imbarazzato.
“Ehm..”
“Albus..”

“Ho paura di tradirmi, Jamie! Sai come siamo noi ragazzi..facciamo domande per conoscerci..tutto molto bello, ma..ehm..scoprirebbero che ho qualcosa da nascondere!”

James sbuffò.

“Se non parli di te, capiranno già che hai qualcosa che nascondi, testone! Poi non dobbiamo passare per asociali, o ci emargineranno..non che mi importi molto, dopotutto, ma..DOBBIAMO fare amicizia, o verremo esclusi, e non potremo aiutare NESSUNO.”

“Ok..”

“NE-SU.NO. Se vuoi ti faccio lo spelling!”
“Ok, va bene, ho capito!!”
“Bene!”
“Bene!”
James sorrise.
“Andiamo a fare colazione?”

“Jamie, ma ti sei dimenticato che dobbiamo andare a comprare i nostri animali??”
“Oh..ehm, è vero. Beh, dopo colazione, no?? Tanto è sabato!”
Albus però lo prese per la manica della veste.

“Possiamo farla a Diagon Alley, così non attiriamo l’attenzione!” disse Albus.

“Guarda guarda chi non vuole attirare l’attenzione!” disse una voce che conoscevano da poco, ma già molto bene. Quella di JAMES POTTER.
“Oh no!” disse Albus.

Oh sì!” disse la voce di Sirius.
“ Dove pensavate di scappare senza farvi sgamare da noi?” chiese James.

“Mi dispiace, ho cercato di fermarli, ma quando vedono uno che cerca di essere più furbo di loro..vanno in escandescenze. Devono avere una specie di RADAR.” Disse Remus.

Albus pensò fosse una fortuna che James non facesse battute sul fatto che il loro radar non gli serve a molto, considerando le loro compagnie, ma a giudicare dalla faccia, avrebbe tanto voluto.
“Va bene, volete venire con noi? E va bene! Tanto Jamie mi stava dicendo che dobbiamo fare amicizia, vero Jamie?”

James grugnì e il suo doppio rispose: “Lo prendiamo per un sì!” con un’espressione raggiante.
 
 
 
 
*

Una volta ottenuti i permessi per lasciare il castello temporaneamente – ma con la presenza di un insegnante – i ragazzi usarono il camino per andare a Diagon Alley, mentre la professoressa di Erbologia, li incitava a non allontanarsi, mentre lei andava a chiacchierare nel pub della sua cara amica Rosmerta.

In fin dei conti, era un bene che i malandrini fossero venuti con loro. Socializzare avrebbe forse reso più facile il compito.

“Sai, ho..uhm..conosciuto tuo fratello nella Sala Comune, ci siamo scambiati qualche parola.” Disse James Sirius a Sirius.
“Questo è un punto a tuo sfavore.” Disse l’altro.

Suo fratello non parve soddisfatto della risposta, mentre Albus lo guardava con uno sguardo un po’ tradito. Aveva parlato con REGULUS e non gliel’aveva detto? Ma suo fratello evitava lo sguardo.
Forse la missione sarebbe stata più difficile del previsto.

“Nevica tanto qui? Penso che venire qui a Natale a giocare a palle di neve in quel parco sarebbe un ottimo modo per passare il tempo!” disse James, cercando di cambiare discorso.
“Davvero? Finora l’abbiamo sempre fatto al castello.” Disse James sorpreso e affascinato da quell’iniziativa.

“Dopo un po’ farlo nello stesso posto, è noioso! Ma io rilancio e dico che Hogsmeade è la scelta migliore. Vi immaginate lanciare palle di neve e subito dopo rimpinzarci di dolci squisiti di Mielandia?” disse James Sirius.

Albus lo guardò felice. Sapeva quanto difficile doveva essere per suo fratello, ma si stava impegnando davvero!
“Possiamo provare la prossima volta che andiamo. Se avete i permessi!” disse Sirius con un sorriso furbo.
“Certo che li hanno, Sirius!” disse Remus per lui.

“In effetti ce li abbiamo da sempre. Diamo così filo da torcere che non ci vogliono al castello neanche quando non c’è lezione.” Disse Js.

“Davvero?? E cosa fate per farvi così benvolere?” chiese Remus che tutto era tranne che un angioletto.
“Beh, una volta abbiamo rotto un vaso che era pieno d’acqua, dove gli uccellini facevano il bagno..” disse Js.
Rimasero tutti senza fiato.

“E abbiamo deciso di sostituirlo con una FONTANA che ci piaceva di più e che diventò subito l’attrazione della scuola, gli uccellini andavano lì, poi. Ma la fontana è stata tolta dopo un giorno, dicevano che era ABUSIVA, ma il preside e gli stessi insegnanti non sapevano se punirci o premiarci.” Disse Albus.

“Soprattutto però ci hanno punito quando tutti gli studenti usavano la fontana per farsi il bagno.” Rincarò Js.
Albus lo guardò raggiante. Stava cominciando a divertirsi e doveva ammettere anche lui che era piuttosto divertente.

“State per diventare i nostri MIGLIORI AMICI!” disse James gagliardo, che non notò l’occhiata fulminea che gli lanciò Sirius, evidentemente geloso dell’amico.
 
 
 
 
 
La gita a Diagon Alley fu divertente e spensierata come speravano tutti quanti e anche i due fratelli riuscirono pian piano a distendere i nervi e a rilassarsi.
Avevano preso il gelato nella migliore gelateria di Diagon Alley, quella di Fortebraccio, seduti sui tavolini fuori con gli sgabelli, godendosi la bella giornata di sole e poi erano entrati nel negozio degli animali.

Albus riflettè sul fatto che sembravano sapere troppo bene come muoversi a Diagon Alley, ma fortunatamente gli altri ragazzi non ebbero sospetti o non ci pensarono su.

Albus sospirò di sollievo. Era una cosa bella della gioventù, forse, riflettè, prima di rendersi conto che loro erano effettivamente giovani, pensò con un certo rammarico.

Non che rimpianse di aver ricordato, ma a volte desiderava solo per lui e per suo fratello una vita normale da ragazzi normali.
Già, ma una vita normale avrebbe incluso non essere innamorati e quindi forse andava bene così in fondo.

Si domandò cosa avrebbero pensato i malandrini della loro storia..di quanto si amavano.
Ma che mi sta succedendo?? Devo piantarla! Non sono nostri amici e non potranno mai esserlo. Non affezionarti, Al!!
 
Nel frattempo erano già entrati nel negozio e Sirius e James stavano come al solito facendo caciara nel negozio, mentre Peter guardava uno stuolo di topolini in una gabbia. Intercettò suo fratello troppo tardi, prima che potesse fermarlo e Peter cadde a terra come un sacco di patate.
SBADABAM.
“Peter, sei proprio un elefante, lo sai, vero??” lo rimproverò Remus, tirandolo su con un braccio, come se non avesse peso. In effetti Peter era magrissimo, anche se davvero maldestro. Sirius pensò a tirare su i libri che Peter aveva fatto cadere, franandogli addosso.

Albus fulminò con un’occhiata suo fratello, facendogli capire che l’aveva visto, fargli lo sgambetto, ma l’altro nascose il sorrisino, cominciando a fischiettare e guardando da un’altra parte.
 
“Guardate che bei gufi! Ve ne serve uno, no?” disse James, notando le civette.

“Ma non avevate un gufo dove stavate prima??” domandò Sirius.

A questo non avevano proprio pensato, i due fratelli si guardarono imbarazzati e non sapevano più cosa dire.
A dire la verità, i loro gufi erano rimasti al presente, ma come potevano fare a spiegarglielo? Non potevano!
“Ehm..ecco..sono rimasti a Durmstrang!” disse Al.
“Perché?” chiese Sirius insospettito.

“Non..ci sono stati dei disguidi e non abbiamo potuto portarli con noi, i gufi..hanno preso un virus e hanno avuto bisogno di essere accuditi.” Disse sempre Al.
“Non sono in pericolo di vita, spero.” Chiese Remus.

“No, no..però..dovranno rimanere in osservazione per qualche mese..e non possiamo..restare senza gufi per tutto quel tempo.” Disse James Sirius venendogli in aiuto.
“E voi volete già sostituirli?? Dopo tanti anni?” chiese James. “Io non potrei mai separarmi dalla mia civetta!”

“Non erano proprio sempre con noi..erano pestiferi..scappavano sempre dalla guferia, anelavano la libertà!” disse James Sirius.
“C’è qualcosa di strano in voi.” Disse Sirius guardandoli.

“Ehm, ehm..volete scegliere un animale o no?” chiese il signore al negozio.
“Sì, ci scusi!” disse subito Albus. “Vorremmo guardare quelle civette.” Disse indicandole.
 
Il commesso li accompagnò davanti a delle civette molto carine, candide. Albus scelse una civetta bianca come la neve, e James Sirius invece scelse quella con un manto nero e bianco.

Per fortuna Sirius sembrò dimenticarsi di quella stranezza. Ritrovarono la professoressa che li aveva accompagnati, al parco e le dissero che avrebbero fatto una partita a gobbiglie, se ne avevano il permesso e la donna, tutta intenta a chiacchierare con le sue amiche, acconsentì.
 
Era ancora pomeriggio presto, erano passate da poco le 16:30 quando i ragazzi e la professoressa uscirono da Diagon Alley.

“Volete fare un giro per Londra, prima di tornare al castello?” chiese Bianca.
La professoressa era insegnante di Erbologia e sembrava molto simpatica.
“Sì, la ringraziamo molto!” disse Sirius entusiasta.
 
Albus e James si guardarono straniti. Non si sarebbero mai aspettati che la loro gita sarebbe durata così tanto.

“Io ho un po’ paura a girare con i gufi, nella londra babbana.” Confessò James Sirius.
“Oh non preoccuparti, giovanotto, questo incantesimo celerà i gufi per almeno due orette.” Disse la signora, trasfigurando le gabbie in due borse.
 
"Ohh questo non causerà disagio ai vostri gufi. Questi forellini sono fatti apposta." Disse, notando le loro facce costernati e indicando i bizzarri forellini sulla borsa che avrebbero in teoria dovuto consentire ai gufi di respirare.

I malandrini sembravano curiosi di tutto. Osservavano i parchi come se non li avessero mai visti prima, compresi le statue e i monumenti, si divertivano a commentare i palazzi e la segnaletica stradale, e i negozi.
“Magari per le visite ai negozi, facciamo la prossima volta.” Disse Bianca.

James e Albus restavano un po’ in disparte, fino a quando James non fece cadere l’altro James quasi di faccia, spingendolo.
“Ma sei..cretino??” disse lui, sistemandosi i vestiti.
“Pensavo che sembravi troppo sulle nuvole e ho voluto riportarti sulla terra.”
“Ma non sono io quello che mangerà la polvere.” Disse James Sirius e cominciò a rincorrerlo.

Albus non ebbe il tempo neanche di sorridere, che Sirius gli gettò una valanga di foglie dentro la felpa.
Sussultò per la sensazione improvvisa mentre appena resosi conto di cosa fosse successo, cominciò a rincorrerlo.
“Ah, beata gioventù!” disse Bianca, mentre Remus si divertiva a far ballare Peter sulla pista ciclabile come fosse una ballerina.
 
 
“Ci siamo divertiti, no?” gli chiese Albus quando tornarono al castello.
“Sì e adesso abbiamo anche Neve e Manto. Mi sento in colpa. “ disse James.
“Non sembra dal sorriso che hai.”
“Beh, forse..dopotutto è stata una giornata divertente. Ma non dobbiamo dimenticare la nostra missione.”

“Hai avuto anche tu la sensazione che i malandrini volessero dirci qualcosa quando ci siamo lasciati?” disse Albus pensieroso.
“Chiaramente volevano chiederci di unirci a loro per combinare qualche combriccolata.”
“Forse la prossima volta dovremmo essere più disponibili e meno schivi.”

“Meglio di no! Se siamo tropo complici, non ce li leveremo più di torno.”
“Non sembravi infastidito oggi.”
James Sirius sospirò.
“Non è male come sembra.”
“O-oh!!”

“Però non possiamo permettercelo! Più li lasciamo avvicinare, più rischiamo che la nostra copertura salti! Se ci stanno sempre intorno non potremo fare quello che dobbiamo..e abbiamo maggiori probabilità di essere scoperti!”

“Potrebbe non essere male..per una volta..condividere dei segreti con qualcuno.” Disse Al.
James lo guardò.
“ Ti sei tenuto i tuoi segreti per una vita…”

“E l’ho odiato ogni singolo giorno..” disse Al, cercando un abbraccio che non tardò ad arrivare.
“Non sei solo..non lo sei mai stato e non lo sarai mai più.” Disse James dandogli un bacio sulla guancia, ma molto sentito e indugiando su di essa.






















Note dell'autrice: lo so, vi ho fatto attendere..perdonatemi, ma non è facile aggiornare questa storia e in più ho anche un'altra da portare avanti che sto facendo fatica a finire..cmq a breve torniamo con la trama, non vi preoccupate! 

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Capitolo 4
*** Severus e Lily - prima parte ***


Erano passati alcuni giorni dalla loro gita a Diagon Alley e da quando stavano nella Hogwarts dei loro nonni. Non era sempre facile. Si sentivano spaesati, si sentivano in colpa nei confronti della loro famiglia che probabilmente li stava cercando ed erano disperati, stavano con la costante paura di essere recuperati in qualche modo da degli “agenti del tempo” e riportati a casa.

“Tu vedi troppi film di fantascienza babbani.” Lo aveva rimbrottato James.

Ma soprattutto avevano parlato della questione Regulus, il giorno stesso che erano tornati da Diagon Alley, ma anche nei giorni successivi.

James gli aveva rivelato che Regulus non sospettava nulla, era stato soltanto sorpreso che conoscesse il suo nome, ma lui gli aveva risposto che aveva intuito che fosse suo fratello, dalla loro incredibile somiglianza.

“Non era parso contento della cosa.” Ridacchiò James ancora al pensiero, mentre passeggiavano nel parco di Hogwarts.

“E quando gli hai detto che Sirius di tanto in tanto lo nomina?” ridacchiò Albus.

“Sorpreso e sospettoso! Avrebbe voluto sequestrarmi per costringermi a dire tutti i dettagli, ne sono certo.” Disse James al pensiero ridendo.

“Non mi piacciono questi paragoni, lo sai.”

“Hai ragione, scusa, fratello.”

“Non è che..insomma, lo so che lo dici per scherzare, ma..”

“Considerato quello che diventerà c’è poco da scherzare, lo so.”

“Ma torniamo alla sua faccia!” lo incalzò Albus ridendo.

“Ah sì. Si vedeva che era in conflitto, ma molto elegantemente, è rimasto composto e ha fatto come se la cosa non gli importasse. Io credo però che aveva timore di crederci, poi si sarà chiesto in che modo parla di lui. Se bene o male. Pochi giorni e me lo cucino come un pollo allo spiedo.”

“James!!”

“E dai, una battuta..che c’è di male..”

Albus scosse la testa sorridendo, suo fratello non sarebbe mai cambiato.

“Forse c’è qualcun altro che sta invece per essere umiliato come un maiale!” disse James indicando il centro del parco.
 
 
Albus alzò la testa e notò il giovane Severus a testa in giù, colto di sorpresa dal gesto del giovane James Potter.

“Mi sono chiesto sempre dove fossi quel giorno..se solo fossi intervenuto..se solo mi ricordassi..” disse Albus.

“Non importa, non ha più importanza.” Disse James.

“Ne sei davvero sicuro?” gli chiese Al.
 
  «Lascialo STARE!»

    «Ti credi divertente, Potter» disse gelida Lily. «Ma sei solo un bullo arrogante e prepotente. Lascialo stare».

    «Solo se esci con me, Evans» replicò rapido James. «Esci con me, e non alzerò mai più la bacchetta su Mocciosus».

I due ragazzi rimasero ipnotizzati ad ascoltare quelle battute, come un film di cui avevano tanto sentito parlare, e che solo adesso potevano guardare. Quando avevano visto TITANIC per la prima volta, per esempio. Ma questo..era cento volte meglio del Titanic.

«Sempre a spettinarti i capelli perché ti sembra affascinante avere l’aria di uno che è appena sceso dalla scopa, sempre a esibirti con quello stupido Boccino e a camminare tronfio nei corridoi e lanciare incantesimi su chiunque ti infastidisca solo perché sei capace… sei così pieno di te che non so come fa la tua scopa a staccarsi da terra! Mi dai la NAUSEA».

    Lily si voltò e corse via.
   
Albus e James si sentivano oramai totalmente dentro una di quelle sitcom per ragazzi scolastiche, così tanto che per qualche attimo ebbero l’impulso di correre dietro alla ragazza per consolarla.


    «Ma che cos’ha?» bofonchiò James, tentando — senza riuscirci — di comportarsi come se la risposta non avesse per lui alcuna importanza.

    «Leggendo fra le righe, amico, direi che secondo lei sei un po’ presuntuoso» rispose Sirius.

    «Bene» disse James, che sembrava furibondo. «Bene…»
    Saettò un altro lampo di luce, e ancora una volta Piton si ritrovò a mezz’aria, a testa in giù.

    «Allora… chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?»

“FINITE INCANTATEM!” urlò Albus e Piton si ritrovò nuovamente a terra, intanto la potenza inaspettata del colpo fece cadere a terra James Potter e Piton approfittò della situazione per attaccarlo a terra, avendo incredibilmente una volta tanto il controllo sul nemico di sempre.
“Ma..perchè lo hai fatto?” chiese Js stupito.
“Me lo chiedo anch’io.” Disse Sirius.

Albus che sapeva probabilmente di aver rovinato tutto, si strinse nelle spalle, mentre i professori arrivavano a sedare la lotta.
“Non volevo che avessi anche questa umiliazione.” Gli disse Albus all’orecchio.

“Mi sarei liberato!” disse Js scattoso, ma qualcosa nel suo tono di voce non lo convinse.
 



Era passato quasi l’intero pomeriggio e Albus e James non avevano smesso un attimo di tenere sotto controllo Piton.
“Mi fa quasi senso spiare me stesso!”

“È quasi divertente.” Commentò Albus, mentre camminavano sotto il mantello.


“Nonostante papà ci abbia sempre detto che il mantello non è un normale mantello e che copre interamente chiunque ci stia sotto, ho sempre paura che si possano vedere le scarpe o altri particolari.” Disse James.

“Sta tranquillo. È magico, appunto.” Disse Albus.

“Comunque dicevo, non credo sia così divertente. Potrebbe capitare a chiunque di noi. Pensa. Uno crede che sia un fantasma e invece è un viaggiatore del tempo che ci spia. Terribile!”
“Non pensare a queste cose, Jamie..concentrati!”

“Difficile farlo.” Disse James, mentre guardavano Piton leggere un libro.

“Jamie, ADESSO. Dopo sarà troppo tardi!” disse Albus, mentre vedevano Piton continuare a camminare nei corridoi con la faccia affondata nel libro che stava leggendo. Faceva quasi senso vederlo così piccolo.

“Va bene. Ciao Piton.” Disse James mentre si toglievano il mantello poco distanti da lui.

Lui alzò lo sguardo e si limitò a guardarli come due grandi cimici scadute e puzzolenti.
 
“Ahh..siete voi. Che cosa volete?”
“Chiederti come stavi..dopo oggi pomeriggio..” esordì Albus.


“Volevi venire a pavoneggiarti, immagino. O forse pretendi una medaglia per aver anche solo osato ad andare contro a quel maiale.” Disse con voce strascicata.
Loro non seppero che cosa dire e Piton continuò:

“Non me ne occupo io. Se vai dai prefetti, potresti convincerli a dare qualche punto a Grifondoro.” E riaprendo il suo libro sembrò volerli congedare definitivamente.

“Ohh, smettila di far finta di leggere quel libro. Sappiamo che sei preoccupato perché hai litigato con la Evans!” lo attaccò James.

Piton fece una faccia atterrita e chiuse il libro con un colpo secco.

Come ti permetti?? Come osi impicciarti in cose che non ti riguardano?”
“Il mio amico vuole solo aiut..” disse Albus.

Ricevere un aiuto da uno che ha lo stesso nome di quel lurido maiale e anche del suo degno compare? Mi fa schifo anche solo guardarti, pensa! Non che il tuo sia meglio..forse mi hai aiutato per uno strano segno di narcisismo. Comunque non mi interessa. Voi siete loro amici e degli schifosi doppiogiochisti. State alla larga da me!!

“Aspetta..Piton..aspetta! Chi l’ha detto che non si può essere amici di persone di case diverse? Cos’ha a che fare questo con l’amicizia..la lealtà..l’onore??” gli diceva Albus mentre Piton accelerava il passo.

“Tu pensi che tutti ti odiano..e anche chi ti aiuta, lo detesti, perché non credi che sia sincero..d’altronde..come darti torto, chi ti ha messo il mondo e avrebbe dovuto amarti, non lo ha fatto proprio per com’eri fatto..e quando chi dovrebbe amarci, ci delude..pensiamo che tutto il mondo ci odiii..” diceva James Sirius.

Piton gli lanciò uno sguardo spaventato. Si vedeva che voleva chiedere spiegazioni o insultarli, ma accelerò il passo.
“Piton..Severus..fermati, per favore..vogliamo solo aiutarti con Lily!”

Ma Piton non si fermava. Non accettava l’aiuto di nessuno. Amici?? Non esistevano amici, eccetto Lily. Solo lei lo aveva aiutato, nessun altro. Una volta persa lei, avrebbe perso tutto.

“Conoscevo un amico che ha litigato con una sua amica. Non ha avuto l’opportunità di farsi perdonare da lei, prima che prendesse una brutta strada. Ha rimpianto per sempre quell’ultima volta che poteva abbracciarla e non l’ha fatto!!! Lui era un vigliacco, proprio come te!!!”
 
Piton miracolosamente si fermò, prima di scomparire, svoltando l’angolo.
“Ma che hai detto?” gli sussurrò Albus.

“Quando non puoi vincere il nemico, feriscilo nel suo punto debole.” Disse Js.

IO – NON SONO – UN VIGLIACCO.” Disse lui e dalla sua voce trasudava un dolore fortissimo, ma anche tanta fierezza.

Albus aprì la bocca per parlare, probabilmente per dirgli che lui lo sapeva. Js gli diede una botta al gomito prima che mandasse tutto all’aria.

“Dimostralo, allora!”

“COME??? Gli ho dato della sanguemarcio!! Da questo non si torna indietro! Lei..non mi perdonerà mai.” Disse Severus.
“Abbracciala.” Disse Albus.
Severus rise.

“Hai sentito cosa ho detto? Non mi vuole più parlare!”

“Oh, piantala, Severus..sappiamo benissimo che nonostante il tuo orgoglio, andrai da lei a chiederle scusa. E questo è capibile. È quello che faremo noi.” Disse James.

“Se sapete già cosa farò, che senso ha fermarmi? Solo per farmi perdere tempo?” disse Severus.

“Volevamo solo dirti..che se le cose dovessero andare male..sarebbe..una bella cosa..abbracciarla. Questo farebbe bene.” Disse James Sirius.

“Lily non mi lascerà abbracciarla. “ disse lui tremando al pensiero.”Quando è arrabbiata, è terribile. Oh, è un angelo..ma è terribile.”
“Severus..ascoltami..”

Smettila di chiamarmi per nome! Non ti ho dato questa confidenza!”

“Ascoltami, idiota! Questo mio amico..non si è mai riappacificato con questa mia amica..mi disse in seguito..che durante l’unico loro ultimo confronto, il suo più grande rimpianto non era quello di non aver fatto abbastanza per riuscire a farsi perdonare da lei. Lui sapeva che non avrebbe potuto fare niente per convincerla. No.. lui..rimpianse per sempre l’opportunità che avrebbe potuto avere..quella di abbracciarla un’ultima volta..e non averlo fatto.” Disse Js.

Questo spiazzò Severus per lunghi attimi, poi riuscì a riprendere il controllo.

“Curioso che pensi che ci siano delle similitudini, visto che non mi conosci.”

“Il mio amico ha ragione..tu credi che il tempo non scorrerà mai, che sarà eterno, ma non è così..il tempo passa..le persone vanno e vengono..e non si può mai sapere..quanto tempo ancora potremo vederle..o toccarle..dobbiamo sfruttare il tempo che ci è concesso.”
Fu difficile per Albus non cedere all’emozione.
Severus lo guardò e qualcosa sembrò cogliere. Lo videro nel suo sguardo.

“Le tue parole sembrano sagge..troppo sagge per l’età che hai. “ disse Severus.
“Siamo dovuti crescere entrambi troppo in fretta.” Disse Js.
“Se vi aspettate un ringraziamento, mi avete corso dietro invano.”

“Per prima o per adesso? Non ce lo aspettavamo.” Disse Js.


“Bene!” disse Severus, ma li guardò con una strana espressione, come se avesse voluto aggiungere qualcosa. Forse avrebbe voluto dire grazie, ma non parlò, sebbene lanciò loro un'ultima occhiata prima di voltare l'angolo.






















Note dell'autrice:  ciao ragazzi, le frasi di Lily e Piton e James durante il famoso scontro canonico, sono prese dal sito POTTERPEDIA xd

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Capitolo 5
*** Qualunque cosa possa dirti oggi, non servirà a salvarci ***


Albus e James stanno assistendo a uno dei momenti più drammatici dell’amicizia di Lily e Severus.

Apparentemente era tutto come al solito, non c’era niente di anormale, tra loro, ma non era proprio così e loro lo sapevano bene.

La differenza stavolta, era che James sotto il mantello, nascondeva un oggetto particolare.
L’oggetto, l’avevano trovato nelle loro valigie. Ne avevano uno ciascuno ed era stato consigliato a loro dal professore, con un biglietto che spiegava tutto.

Aveva la forma di due orecchie oblunghe enormi, come quelle che utilizzavano Fred e George Weasley.

La differenza stava nel fatto che non serviva ad ascoltare normalmente, ma ad un livello più PROFONDO..

Quelle orecchie andavano collegate al torace come fossero un pacemaker e serviva per collegarsi con la mente del loro doppio.

Con solo il loro doppio e con nessun altro.

E era importante che il loro doppio si trovasse davanti di lui di pochi metri.

James avrebbe sentito tutto quello che sentiva Severus, avrebbe provato quello che avrebbe provato LUI.

Per questo, James all’inizio aveva rifiutato di indossarlo.

Anche adesso stavano facendo storie.

“Al, non capisci..io non sentirò solo i suoi pensieri…proverò ESATTAMENTE quello che proverà lui, come se fossi ancora io..ancora lì!”

“Ed è esattamente questo lo scopo!”

James lo guardò stranito.

“Non ti addolora che io potrei provare dei sentimenti per Lily, nel mentre?”

“No. Semplicemente perché so che questi sentimenti, ti hanno portato da me! E io sarò per questo, sempre grato a questi sentimenti!”
“Sei..meraviglioso.”

“Sì, ma adesso basta, prima che ci ripensi!” disse, facendolo ridere.

Si voltarono e videro che Lily era finalmente uscita dal ritratto.
“Presto, Jamie! Mettitelo!”
“Aiutami..non si vuole infilare!”

“Sei un impiastro, lo sai?”
“Sì, ma tu, aiutami!”
 
Per fortuna ci riuscirono appena in tempo.


  «Sono uscita solo perché Mary mi ha detto che minacciavi di dormire qui».

   «L'avrei fatto. Non volevo chiamarti schifosa Sanguemarcio, mi È...»

Non è vero che mi è scappato! Non lo è mai stato! Volevo dirtelo, volevo ferirti! Lo pensavo. Ma in quel momento era troppo importante che mi credessi

 «... scappato?» Non c'era pietà nel tono di Lily. «Troppo tardi. Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola. Tu e i tuoi cari Mangiamorte... vedi, non lo neghi nemmeno! Non neghi nemmeno quello che volete diventare! Non vedi l'ora di unirti a Tu-Sai-Chi, vero?»

Confusione aleggiava dentro il sangue di James. Tanto che dovette sforzarsi per rimanere lucido, al presente. Dentro di sé fluiva la consapevolezza di ciò che sarebbe avvenuto, assieme all’ignoranza di ciò che sarebbe stato. Ora poteva ricordare anche tutta l’incertezza. C’era incertezza dopo la domanda di Lily. Non era sicuro! Dentro di sé aveva molti dubbi. Faccio bene o faccio male? Questa era la verità.

  Lui aprì la bocca, ma la richiuse senza aver parlato.

Ovviamente lei aveva preso per assenso, quel silenzio.
“Vedi solo quello che vuoi vedere!” sbottò Severus e anche James sussultò come Lily. Non si aspettava quella risposta, ma anche James era sorpreso. Che i suoi pensieri fossero riusciti a far reagire il suo sé stesso del passato?
“Come, scusa?”

“Ah, sei te che chiedi scusa? Bene! Mi faciliti il compito!”
“Non fare lo spiritoso. Qua non c’è niente da ridere..”
“ Beh, io..”
“Non posso..”

“Non mi hai mai visto come un mangiamorte fino adesso! Mi hai..sempre difeso!”

James non avrebbe saputo dire se era più sconvolto lui o Lily. Era come partecipare a una commedia in cui già sapevi le battute, poi un attore decide di cambiare il copione e all’improvviso..anche l’altro attore si ritrova spiazzato.

 «Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua strada, io la mia».

Mi chiedo se la vita non sia tutto un copione, in fondo..e se non siamo tutti attori, che nonostante quello che sentiamo, non siamo costretti comunque ad attenerci a quel copione..anche se non siamo d’accordo. E fermala, idiota, ti avevo detto di fermarla, non puoi farti bloccare solo perché non ti piace come risponde!! Sei così influenzabile???

Nel momento in cui lo pensò, si rese conto che sì, lo era! Se non lo fosse stato, non si sarebbe mai unito a Voldemort, in fondo..no??
 
“Io…io..”

Severus sembrava confuso, preda di uno sconvolgimento che era difficile da interpretare.

Lily sembrava ancora più scocciata di prima.
“Che c’è? Il gatto ti ha morsicato la lingua?? PARLA!!”

Ma Severus non sembrava in grado di farlo e anche i due ragazzi nascosti sotto il mantello, capirono che c’era qualcosa di strano. A questo punto Lily avrebbe dovuto sbottare e andarsene via infuriata. Invece restava lì!

“Sai una cosa, potresti anche solo provare a negarlo! Potresti anche solo giustificarti, invece rimani lì come un baccalà, zitto e mi fai arrabbiare ancora di più! Sono uguale a tutti gli altri che tu disprezzi? Oh, lascia stare!

Lily stava per andare via e James avvertì un moto di panico e in quel momento Severus le fermò il braccio.
“Non sei uguale a tutti gli altri. Tu sei mia amica..”
I grandi occhi di Lily si ingrandirono.

“La verità è che sei sempre stata diversa e come guardo te, non guardo tutti..perchè tu sei speciale. Sei come il SOLE, Lily e mi illumini.”

“Severus..ma..che stai dicendo..” disse Lily e sotto la luce del sole sembrava arrossita.

“In questo momento, ti direi tutto..tutto quello che tu vorresti sentire..ti direi che posso essere buono, che mi impegnerò..che mi impegnerò per esserlo meglio..ma siamo ciò che siamo..”

“Non è vero..non è vero..” disse Lily con le lacrime agli occhi, cercando di divincolarsi, ma non gli aveva detto di lasciarlo. Come se sapesse..

Come se sapesse che non mi rivedrà più…. Pensò James con il cuore straziato.
“Lily, la verità è che..”
“Smettila, smettila!!” ora si stava agitando.

“La verità è che…qualunque cosa io posso dirti oggi, non servirà a salvarci!”
Lily si bloccò, gli occhi sgranati, come immobilizzati.

Forse non aveva capito. Non davvero, ma un moto di allarme era di sicuro montato in lei. Un presentimento di qualcosa di molto nefasto.

Ma non ebbe modo di fare niente, che Severus si buttò tra le sue braccia e la abbracciò fortissimo.

Così forte da fargli male, ma Lily non fece nulla per mandarlo via. La sua faccia si distorse in una smorfia in cui poco dopo le lacrime furono inevitabili. Pianse con singhiozzi, stringendolo.

James invece si era coperto il volto pieno di lacrime con le mani, mentre Albus lo stringeva, tenendogli un braccio attorno al collo.



Restarono lì in un tempo che sembrò interminabile, come due danzatori a un ballo.
Quando finalmente Severus la lasciò.

Perdonami.” Disse dandogli un bacio sui capelli.
“Io..io non..”



Sembrava come se Lily non riuscisse a parlare o a mettere ordine nei pensieri. Albus e James sapevano solo che, Lily continuò a guardare Severus andare via, fino a quando i suoi occhi non incrociarono quelli di lui, prima di voltare l’angolo.

Allora, lei crollò, cadendo in ginocchio, con le mani sul viso, piangendo e singhiozzando disperata.

Così disperata che i due ragazzi si domandarono se non avessero per caso incasinato il passato, ma poco dopo sentirono una voce in lontananza.

“LILY!! LILY!!”
Era James.
“Che cosa gli avete fatto??”

Erano così sconvolti che non si erano accorti di non avere il mantello. A quanti errori erano arrivati?
“Non c’entriamo noi.” Disse James.

Ma James solo parzialmente dava retta a loro. Non aveva cercato di alzarla, ma si era seduto per terra con lei, l'aveva presa tra le braccia e la cullava dicendole parole di conforto, fino a quando lei non si calmò, lasciandosi cullare da lui.
 
Albus e James erano basiti. Capirono in quell’istante, quello che davvero significava quando dicevano che c’erano certe cose che erano destinate ad accadere e tu non potevi fare nulla per evitarle.

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Capitolo 6
*** Regulus - conoscerti ***


“Mi chiedo se quello che abbiamo fatto con il piccolo ME, abbia davvero un senso, oppure no..” disse James Sirius.

“Jamie..ti sei forse scordato perché abbiamo parlato con Severus?” chiese Albus.
“No, no..”

“Se non ti fosse già chiaro, te lo ricordo io. La nostra intenzione non è mai stata quella di cambiare il passato, ma solo quella di dare a Severus, cioè a te, un dolce ricordo..il ricordo di un ultimo abbraccio.”
James si volse verso Albus e sorrise dolcemente. Albus pensò che il suo era un sorriso magnifico.

“Hai ragione e te ne sono grato. Davvero. Entrambi noi, te lo siamo.”
“Bene. Adesso sarà meglio pensare al fratellino dell’altro tuo omonimo, invece.” Disse Al.
“Intendi…?”

“Sì, mio caro fratello. Sì.”
 
 
 
 
 
REGULUS
 
Regulus era un adolescente affascinante, aveva i lineamenti molto simili a quelli di suo fratello maggiore Sirius, ma con la differenza che i suoi erano appena più delicati, quasi femminili e aveva lunghe ciglia che gli rendevano un aspetto ancora più affascinante.

I riccioli gli ricadevano sempre sulla faccia, ma lui non ci badava, anzi, sembrava che lo specchio non gli interessasse chissà quanto. A dispetto di suo fratello, non ci teneva a pettinarsi o a mettersi uno di quei gel che andavano molto di moda tra babbani e maghi. Nonostante questo, aveva sempre un aspetto molto affascinante.

Era introverso, non era socievole come suo fratello, non voleva mettersi in mezzo alla scena, era perlopiù solitario, ma non infelice. Come se stare da solo, gli facesse piacere.

Non era arrogante, era cauto, chiuso in sé stesso, ma senza darne troppo l’impressione. Mai una volta si era lasciato scappare una lamentela, sulla sua famiglia o su suo fratello.
Per certi versi era un vero mistero. James lo prese immediatamente in simpatia.

Si era mosso a piccoli passi. All’inizio si limitava a sedersi vicino a lui, sui divanetti della sala comune o nella sedia vicino alla biblioteca. Regulus lo guardava con aria di diffidenza, lanciandogli occhiatacce, ma James si ostinava a non guardarlo mai, a non ricambiare mai quelle occhiate. Sapeva che era un’ottima mossa.

Regulus, spiazzato infatti da questo strano contrasto, cominciò a parlare, a interessarsi ai libri che leggeva, a fare domande.
James scoprì che Regulus AMAVA gli animali, soprattutto i draghi, ma fu con gli elfi, che seppe di aver fatto centro.
“Un libro sugli elfi? Davvero?” gli domandò un giorno, in sala comune.

“Parla della storia degli elfi domestici fino ad adesso. Lo sapevi che una volta gli elfi erravano per la terra? Prima di diventare schiavi degli umani!”
“Ohh, davvero?” chiese Regulus, mentre un sorriso gli illuminava il volto.

“Erano molto più vivaci di adesso e avevano anche un colorito più sano. Ecco, guarda.”
Gli mostrò il libro, ma poi lo levò, quando vide che Regulus si adombrò.
“Si dice che..erano anche molto amici dei draghi!!”

“Sul serio? Non riesco a immaginarlo.” Disse Regulus, sempre con quel sorriso.
“In Irlanda gira voce che ci sono ancora molti elfi selvatici..liberi..e alcuni si può vederli ancora in compagnia dei draghi.”
“Mi stai prendendo in giro.”

“Vorrei andare a vederli un giorno..se ti interessa, puoi venire..con me.”
Regulus lo guardò con un mix di speranza e gioia che non riuscì  a dissimulare.
“Ma..cosa dici?” chiese Regulus, confuso e spiazzato.

La sua fiducia fece sentire James, una merda. Si vergognava e si sentiva uno schifo a tradire così la sua fiducia.
“È un no?”
“Io..non lo so. E poi dove andremmo?” chiese. Sembrava tormentato.

“Non lo so..dovunque vogliamo. In fondo, che hai da fare?” lo spronò.
Regulus si tormentava le mani e i suoi occhi sembravano ingrandirsi per la paura e il conflitto.
“E..e quando vorrai andarci?”
“Forse quando sarà finita la scuola..”

“Io..non lo so. Quando sarà finita la scuola, avrò altre cose da fare.”
“Davvero? Cosa?”

“Ma mi prendi in giro? TUTTI avremo cose da fare..progetti..ma magari..un giorno..quando sarò libero.”

Tu non sarai mai libero, Regulus, dovrai entrare nel gruppo dei mangiamorte, avrai molto da fare e non avrai tempo né per i draghi né per gli elfi.

“E comunque, per allora avrai già dimenticato questa proposta e anche ME” disse Regulus con un sorriso triste.
Senza neanche trovare una scusa, si allontanò e James divenne triste.

Si parlerà di te per anni e anni..non verrai dimenticato come credi..Regulus.
Aveva visto del conflitto negli occhi di quel ragazzo.

Il suo cuore confuso gli aveva suggerito di lasciar perdere l’oscurità, per inseguire la gioia che anelava il suo cuore, la prospettiva felice che lui gli proponeva, ma i suoi DOVERI lo avevano spinto a rifiutare. Non si fugge dalle prigioni. Era quello che lui aveva imparato fin da piccolo. Non quando cresci nella famiglia dei Black.
 
 



***

Regina mangia alfiere bianco!” disse Regulus con una strana inflessione della voce.

“Ti dispiaceva mangiare il mio cavallo?” lo stuzzicò Albus.
“Ma che cavolo dici.” Disse lui.
“Andiamo, hai fatto un sacco di giri per non prenderlo e alla fine ti sei arreso.” Disse James.
“E va bene, volevo darvi un piccolo vantaggio, perdenti.”

“Raccontala a un altro. Perchè non ci dici la verità?” chiese James.
“La…verità..” disse Regulus e in quel momento sembrò in trance.
“Reg? ehi, ma che ti prende?” chiese James schioccando le dita.
“Io scusate, stavo pensando..”
“A cosa?” chiese Al.

“A niente di particolare! Comunque io adoro gli animali, non mi piace..fare loro del male.” Disse in imbarazzo.
“Ma questo è un gioco!” disse Al.
“Grazie tante. Se non me lo avessi detto non me ne sarei accorto!” disse Regulus. “Comunque mi sono stancato di giocare, continuate voi!”

“Reg, aspetta, oggi..sai..faremo un’incursione nelle cucine.” Disse James.
“Ahhh..beh, tanti auguri con le vostre missioni da idioti assieme a quell’altro scemo di mio fratello!” disse scattoso.
“Se vuoi, possiamo prendere qualcosa per te..” disse Albus.
“Non ho bisogno di cibo, io!”

“Ma il tuo elfo? Sarebbe contento se gli portassi un regalino dalle cucine di Hogwarts? Un panino? O una torta forse?” chiese James.
Regulus si ghiacciò e non parlò più.
“Ma..come vi permettete di dire una cosa del genere.” Disse Regulus.
“Vogliamo solo essere gentili.” Disse Albus.
Regulus guardò in basso, combattuto.

“B-beh..non lo direte a mio fratello, vero? E neanche ai miei genitori?”
“Giurin giurello.” Disse Al.
“Allora..una fetta di torta andrà bene. E anche un panino.” Sorrise.
“Credi che puoi convincere Kreacher a venire qui al castello?” chiese James.
“Sì..”

“Benissimo! Ci sentiamo stasera!” disse Al, alzandosi insieme a suo fratello.
“ragazzi!”
“Sì?”
“Perché siete così gentili con me?”
“Perché ci piaci, Regulus.” Disse Al.
“Davvero? Ma..perchè? Sono così..anonimo.”

“Tu non ti rendi conto delle tue qualità vero?” chiese James.
Regulus lo guardò stranito.
“Lascia perdere. Ci sentiamo dopo.” Disse James.






















Note dell'autrice: eccomi qui! Dopo quasi un mese, rieccomi qui xd scusatemi tanto, ma ero occupata con altre ff, che ora ho concluso! La parte su Regulus è molto complicata, quindi spero non ce l'abbiate con me se risulta un po' imprecisa..il mio scopo non è certo quello di scrivere un libro, o di essere in una grammatica perfetta, importa solo che bene o male riesco ad arrivare alla trama che desidero arrivare :)) ho davvero una predilezione per questo giovane ometto! Ci saranno diverse parti che coinvolgeranno Regulus, vedrete.

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Capitolo 7
*** Il molliccio ***


“Non è vero! È una bugia!!”

“Sai quello che può fare, e le sue idee! Perché ti stupisci?” domandò James.

“No..il Signore Oscuro non farebbe mai una cosa del genere..” disse Regulus in stato di shock.

“Oh, davvero? Perché, secondo te, è un buon samaritano che va a portare doni ai bambini il giorno di Natale?” chiese Albus.

Regulus lo guardò storto.
“Il Signore Oscuro può avere i suoi metodi..”

Molto discutibili, se ci pensiamo bene!” disse Albus sarcastico.

“Ma non farebbe mai una cosa del genere! Tradire in questo modo i suoi seguaci più fedeli..no, non lo farebbe mai! Lui ci tiene a loro! Sono suoi amici!

“Voldemort non ha amici, ma seguaci e se pensi che sia la stessa cosa, sei uno sciocco.” Disse Albus risentito.

“Come hai detto?”

“Albus ha ragione! Voldemort non ha pietà per gli elfi. Ne ha lasciati morire parecchi, per i motivi più futili, spesso solamente perché erano di intralcio alla recluta dei suoi mangiamorte..”

“Basta..”

“Perché li tenevano aggrappati alla sua parte umana!!” disse Albus.

“HO DETTO BASTA!!!” urlò Regulus.

“Qual è il problema? Hai una crisi isterica, fratellino?” la voce di Sirius arrivò a interrompere il tutto.

“Beh, fatti dare una pozione calmante dal professor Vitkin, no?” disse Sirius sorridendo per poi andare via senza aver ricevuto risposta.

“Senti, Reg, noi..” disse Albus.

“ZITTI! Ditemi solo una cosa..qual è il vero motivo per cui Vold..il Signore Oscuro, avrebbe ucciso questi elfi? Ci deve essere un motivo, vero?”

“Loro..beh, ecco, loro..” iniziò Albus guardando suo fratello.

“Sono TRADITORI, vero? Traditori del loro sangue..”

“Questo non significa che..” iniziò James.

“E questa grotta? Quale grotta? DOVE?? Di COSA state parlando??” gridò sempre Regulus e i due fratelli notarono che lacrime caddero dalle sue guance.

Un terribile sospetto cadde sulle loro menti.
Regulus forse ricordava la grotta?

Ricordava di esser stato tradito? Di esser stato ucciso?

Ma no, non poteva essere. Non era ancora successo. In teoria. In quella linea temporale.
Lui non poteva sapere..

“Questo tizio di cui parlate..era un traditore anche lui vero?” chiese amareggiato ed arrabbiato.

I due ragazzi restarono in silenzio.
Regulus annuì.

“Se Il Signore Oscuro ha punito dei traditori..ha fatto solo che bene..lui ci da fiducia e ci chiede solo lealtà in cambio e noi non dovremmo..”

“Che colpa ne hanno dei poveri elfi innocenti? Perché prendersela con delle creature che non sanno difendersi? Lasceresti che uccida anche Kreacher, allora?” chiese James.
Regulus lo guardò pallidissimo.

“Kreacher? Ma cosa..cosa c’entra lui? Lui non..non osare neanche nominarlo! Come ti permetti?

“Il mio amico voleva solo dire..” disse Albus.

“E poi..mi state accusando di voler diventare un mangiamorte? Ma cosa..potreste finire in carcere anche solo per averlo pensato, vero? Lo andrò a dire a Silente!” disse indietreggiando.

Loro sapevano che non lo avrebbe mai fatto. Avrebbe potuto chiedere aiuto a Silente anche in passato, ma non lo aveva mai fatto.

STATE LONTANO DA ME!” disse poi scappando via.
I fratelli sospirarono.

“Beh, l’ha presa più male di quello che credessimo.” Disse James.
“Oh no, l’ha presa  a meraviglia.”
“Ma sei impazzito? Hai visto come..”

“Dovevamo spaventarlo e ci siamo riusciti. Tutto sta procedendo secondo i piani. Ora..si passa al piano B.” disse sempre Albus.
 
 
 


*****

Albus e James si stavano incamminando nei dormitori di Serpeverde sotto il mantello.

“Se ci beccano, non sarai il solo a essere sbattuto fuori.” Bisbigliava James.

“Così finalmente UNA VOLTA saremo in casa insieme.” Disse Albus.

“Molto spiritoso. Farò perdere anche un mucchio di punti a Serpeverde!” disse sempre James.
Albus ridacchiò e James se ne accorse.
“Ohh, trovi la cosa divertente?”

“Tantissimo! Beh, puoi sempre chiedere al giovane Piton di ridartene qualcuno o puoi farlo tu, come facevi quando insegnavi.”

"Ah, era per questo che hai riso? Beh, io di sicuro ne avrò tolti molti a Grifondoro, ma è niente in confronto a quanti ne hai DATI TU."

Finalmente erano arrivati. Si avvicinarono cautamente, notando il letto di Regulus.

Evitarono di parlare per non svegliare gli altri, ma guardandosi, sembrava che volessero dire la stessa cosa.
Sembra così innocente..
 
Albus fece scivolare una polverina gialla sulla sua testa e Regulus si mosse un po’, ma non si svegliò.

Durante la cena, avevano infilato di nascosto nella sua cena, una pozione che gli avrebbe fatto avere degli incubi sulle cose pensate il giorno stesso. Incubi che si potevano radiocomandare, con una polverina.

Appena fatto, aspettarono, e dopo pochissimo, Regulus cominciò ad agitarsi.

“No..no..ti prego..TI PREGO..fa del male a me, ma non a lui..NO..no….no..”

I due fratelli si guardarono e il loro cuore si ruppe più di una volta. Dovevano essere felici che il loro piano stesse funzionando, ma sentire la voce di Regulus incrinata in questo modo, era davvero troppo straziante da reggere.

“Andiamo via..” disse James, prendendolo per un braccio.
L’altro annuì e lasciarono il dormitorio.
 



  *****

La mattina dopo, Regulus aveva profonde occhiaie e l’aria di non aver dormito. Neanche la colazione riuscì a metterlo in sesto e si avvicinò a loro solo per digrignargli contro:
“Gli incubi che ho avuto stanotte..sono stati colpa vostra!”

Albus e James impallidirono, anche se presumibilmente, non per il motivo che pensava lui.
Regulus notò il loro sguardo e fraintese.

“Sì, per colpa vostra. Andate all’inferno!
E dicendo così si allontanò.
 
 


**

Quello stesso pomeriggio, nonostante Albus volesse aspettare un po’ per passare alla prossima mossa, pensando che fosse controproducente, proseguirono comunque.

“Sarà stata una mossa giusta mandare quella lettera a Regulus?" chiese Albus.

“Era l’unico modo per attirarlo qui.” Disse James, passeggiando in tondo nel corridoio deserto..
“Se capisse che è opera nostra, ci ucciderà.” disse Albus, guardando un curioso cestino che James teneva tra le mani.

“Non lo capirà e adesso sta fermo.” Disse James, mentre erano sotto il mantello.

Regulus arrivò all’orario previsto, sbuffando e tirando calci a qualunque ostacolo trovasse, come il portaombrelli nel corridoio.

All’improvviso si vide arrivare Voldemort davanti a lui.
“Ma cosa..no..”
“Ciao, Regulus. Sono qui per il tuo elfo.”

Regulus si voltò e vide che a sorpresa, Kreacher era dall'altro lato del corridoio, in un angolo.

“No..questo non può essere vero.”

“È stato un elfo cattivo e sai che fine fanno gli elfi cattivi, no?” prese la bacchetta e la puntò contro Kreacher.

Regulus si agitò subito.

“No, tu non sei reale..non puoi esserlo..Kreacher va via. Via!”
“Kreacher non abbandonerà il padroncino!”

“Va VIAAAAAA. “

“Ma che fai, giovane Black, vuoi metterti in mezzo ai miei ordini? Sei un traditore anche tu?”

“La prego, il mio elfo non ha fatto nulla di male..è un buon elfo..è innocente.”
“Parli come un traditore. Vorrà dire che dopo mi occuperò di te!”

“Poi la sua voce si fece più terrorizzata.
“ No.. Lo lasci stare..la prego.”
Voldemort alzò la bacchetta.

 “NO. LASCIALO STAREEE!”

"AVADA KEDAVVRA!!"

"NOOOOO!!" gridò Regulus e le sue grida attirarono numerosi passi che cominciarono a correre nella loro direzione.

I due fratelli sapevano di avere poco tempo. Non si aspettavano una reazione così drammatica.

"Regulus.." lo chiamarono simultaneanente.

"V-voi??? Cosa fate qui? ANDATE VIA!" disse piangente.

"Regulus..quello non è Voldemort! è un molliccio, puoi sconfiggerlo!" disse James.

"Non essere ridicolo..non può essere.." disse Regulus.

Intanto il falso Voldemort era andato dal falso elfo e l'aveva spostato con un piccolo calcio.

"è un molliccio e Kreacher non è reale. è solo una manifestazione della tua più grande paura, ma puoi sconfiggere entrambi. Ridicolizzalo, Regulus!" disse James.

"Ma cosa dite..non ha senso.."

"FALLO!!" gridò Albus e cercò di metterci dentro tutta l'autorità possibile. Anche se non era più un preside. anche se era difficile influenzare chiunque o convincere qualcuno a fare qualsiasi cosa a quell'età.

Seppur Regulus era sconvolto e in lacrime, qualcosa scattò in lui. Chiuse gli occhi e cercò di prendere dal suo corpo tutta la potenza da cui poteva attingere e poi..

“RIDDIKULUS!” gridò con quanto fiato aveva in gola, nel momento stesso in cui cominciavano ad arrivare i primi studenti e sia Voldemort che Kreacher scomparvero. Al loro posto c'era un Capitan Uncino con una sontuosa parrucca verde e vestito da Capitan Uncino che lo guardava stranito.

Regulus si alzò, anche se gli tremavano le gambe.

"Non so chi sei, nè cosa pensi, ma una volta lessi che l'infanzia crea dei mostri...chissà che infanzia devi aver avuto tu, per essere come sei adesso. Una brutta, brutta infanzia..ma tu non sei certo Peter Pan..ma una sua caricatura..e se non sei Peter Pan, sei CAPITAN UNCINO!"gridò.

Albus e James non sapevano se essere più strabiliati che Regulus conoscesse la favola di Peter Pan, che avesse intuito in maniera assai stravagante che Voldemort avesse avuto un'infanzia disastrosa, o che per "ridicolizzarlo" lo avesse immaginato con un grosso coccodrillo sulla sua schiena, che a mò di seconda pelle e con il tic tac rumoroso come sveglia, cercava di divorare Capitan Uncino.

"Non sei un rivoluzionario, nè così geniale come credi. SEI SOLO UN BAMBINO CATTIVO!" gridò Regulus.

Dopo quell'affermazione, il piccolo molliccio si sgonfiò, fuggendo per i corridoi di Hogwarts.

Si precipitarono subito da Regulus che piangeva afflitto seduto per terra. L'illusione di Kreacher, svanita.

"Un..bambino cattivo." ripeteva Regulus come in trance.

Intanto fuori si era radunata una piccola folla, tra cui anche i malandrini e Sirius in particolare assisteva alla scena impietrito. C'erano molte persone e sia Albus che James sospirarono di sollievo all'idea che Regulus avesse immaginato Capitan uncino con la sua faccia e non con quella di Voldemort, o Regulus, in quella scuola, avrebbe avuto una vita difficile dopo quella scena.

“Reg..andiamo..era solo un molliccio..Reg..” diceva Albus, cercando di tirarlo su.
“Penso io a lui.” Disse a sorpresa Sirius, suo fratello.

“No..no..” disse Regulus scuotendo la testa e cercando di andare via.

“Fermo là, dove pensi di andare? Una bella visita in infermeria non te la toglie nessuno.” disse suo fratello, prendendolo per un braccio.
“Toglimi le mani di dosso!” disse Regulus ma non fece nulla per scrollarselo via.

“E poi..vuoi continuare a mettere tutti in imbarazzo?” disse Sirius, portandolo via.
“Vaffanculo.” Disse e i fratelli pensarono che era così strano che un vaffanculo producesse un sorriso così genuino.

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Capitolo 8
*** Regulus scopre la verità ***


“SIETE DEI…VILI TRADITORI!” sputava fuori Regulus con ravbbia.

“Piano con le parole..” diceva James Sirius.

“E perché?? Voi mi avete mandato quell’insulsa lettera per attirarmi lì, voi mi avete fatto trovare il molliccio sapendo cosa avrebbe scaturito in ME, voi mi avete indotto quegli incubi…”

“Hai delle prove per dire questo?” chiese Albus.

Voi avete finto di essere MIEI AMICI!

“Non mi sembra che tu ci abbia mai ritenuti tali.” Disse James.

“Vaffanculo! Voglio solo che voi mi dite perché lo avete fatto! Cosa vi ho fatto per meritare tanto odio??”

James e Albus lo guardarono stupiti.
“Tu credi davvero che noi ti odiamo?” chiese James.

“Perché mai avreste dovuto farmi quello che avete fatto altrimenti?? E non mentite, so che siete stati voi!!”

“Okay, vediamo di calmarci un attimo..adesso ti spieghiamo tutto..” disse Albus.

“Bene! Alla buon’ora! Sto aspettando!” disse Regulus a braccia incrociate.

Albus però non riusciva a trovare le parole.
“Complimenti, Al..” disse James.

“Va bene, adesso vado dal preside e poi dagli insegnanti..” disse Regulus apprestandosi ad uscire dal bagno al terzo piano.
“NO!! Aspetta, Reg!” disse James.
“Parla.” Disse lui minaccioso.

“Noi..l’abbiamo fatto per proteggerti.” Disse James.
Regulus fece una faccia disgustata.

“Gli unici da cui avreste dovuto proteggermi siete voi due.”
“Reg, ascolta..” disse Albus.

“Ancora?? Proteggermi DA COSA?? Gli unici che mi hanno fatto del male siete stati voi due! Avete ancora intenzione di sparare altre stronzate o volete finalmente dirmi la verità??”

“Va bene..va bene..la verità è che..tu sei in pericolo.” Disse Al.
James si mise una mano sugli occhi.

Inaspettatamente però Regulus dopo un attimo di smarrimento, disse:

“Voi..venite davvero dal FUTURO?
“COSA???” i due ragazzi erano basiti.
È così ?”

“Ehmmm..”
Regulus li guardò con impazienza.

“Inutile mentire. È così. Non chiederci nient’altro però, ti prego. Non possiamo dirlo! Ma come lo sapevi?” chiese James.

“Ohhh voi non volete darmi i dettagli, io invece dovrei darveli. Molto conveniente.”
“Ti prego, Reg, so che non è facile..ma devi fidarti di noi.” Disse Albus.
Regulus sembrava combattuto.

“Non è stato difficile scoprirvi..la favoletta che avete raccontato, dicendo che venivate da Durmstrang, non stava in piedi..ci ho messo poco tempo a sincerarmi che non esistevano studenti con dei nomi così che avevano partecipato a quella scuola.”

“Hai fatto delle indagini sul nostro conto??” chiese Albus scioccato.
“Ho pensato a un possibile errore di burocrazia..capita..ma poi i fatti strani erano davvero troppi.”
“Tipo?” chiese James.

“Siete..così..spaesati. SEMPRE! Di continuo! Come se non sapeste niente del mondo..delle usanze, delle mode o anche solo della SCUOLA! Con il passare del tempo siete diventati più attenti, ma sembrava sempre come un copione imparato a memoria nei libri di testa. A un occhio attento si capisce come non abbiate mai vissuto le stesse cose che avete studiato a memoria, come un compitino..e poi..sparite in continuazione..avete delle valigette strane che proteggete come se fosse un tesoro da non far vedere a  nessuno..vi ho visti parlare da soli e spesso di magie di cui non ho mai sentito parlare.”

“E tutto questo, oltre a essere scorretto, ti ha convinto che siamo dei viaggiatori del tempo? Un po’ poco, no?” chiese James.

“Non è solo questo..” disse Regulus tormentandosi le mani. “Io..vi ho osservato a lungo..in questi giorni..e nei vostri occhi..nel vostro modo di guardare..ho rivisto me stesso..” disse Regulus.
Questo li scioccò oltre ogni umana ragione.
“Che cosa intendi dire?” chiese Albus.

“C’è una capacità di cui io non ho mai parlato..non lo sa neanche mio fratello. Io..sento delle cose..non so come..nè perché..non è propriamente come se vedessi il FUTURO..l’ho..sempre avuta..ma dopo il vostro arrivo..si è intensificata. Questa volta sotto forma di SOGNI. Io..vedevo un LAGO..una caverna..e mi vedevo..affogare. Chiamavo Kreacher e dicevo delle cose che non ricordo. Come se vanneggiassi. Doveva proteggere un oggetto. Non si capiva da chi o da che cosa. Quando poi mi avete fatto avere quelle allucinazioni, ho capito qual era la minaccia da cui dovevo guardarmi. Ma non volevo crederci.”

I due fratelli continuarono a guardarlo basiti e Regulus li incitò.
Io morirò, non è vero? E sarà LUI a uccidermi. A uccidere me e il mio elfo!”

“Schhhhhh!! Sei pazzo a dire queste cose ad alta voce?” disse James.
“Voi non volete dirmele e quindi lo faccio io.”

“Senti, siamo stati degli idioti e sì, è vero, siamo stati noi a farti avere quelle allucinazioni..ma l’abbiamo fatto per una buona ragione.”disse Al.
“Sono proprio curioso di capire quale!”

“Al, pensa bene a quello che fai..” disse James terrorizzato.
“Oh, al diavolo..tanto ci ha già scoperti..le cose non possono andare peggio di così.”
“Su questo ho dei forti dubbi, comunque vieni, Reg, dobbiamo raccontarti una storia.” Disse James.
 
 
  *****

Qualche minuto più tardi..
“Voldemort ha creato sette horcrux mettendoci dentro la sua anima??” Sembrava che Regulus avrebbe dato di stomaco molto presto.
“Sembra pazzesco ma lo ha fatto.” Disse Al sospirando.
“Ma perché?? Era già invincibile!! Si è montato la testa fino a questo punto??”

I due ragazzi ridacchiarono davanti alla sua sfrontatezza. Regulus piaceva a loro sempre di più.
“C’è stato un avvenimento che lo ha spaventato molto..e lo ha fatto temere per la sua vita.” Disse Al.
“Quale??”
“Questo non possiamo dirtelo.” Disse James, ottenendo uno sbuffo rassegnato da lui.
“E io..mi trovavo in questa grotta perché..”

“ Ti sei reso conto di quanto fosse pericoloso e volevi distruggere l’horcrux.” Disse James.
“Ma..perchè io? Avrebbe potuto esserci chiunque..perchè un ragazzo giovane come me e soprattutto perché proprio io sapevo dell’ubicazione del posto? Aspetta..ero un mangiamorte vero? Per questo lo sapevo.”
Loro annuirono.

"Ma lui non mi ha mai chiesto.."

"Non ancora. Ma lo farà." disse Al.

Regulus si alzò sconvolto e dando loro le spalle, iniziò a camminare, mettendosi una mano sulla faccia, poi si girò, disperato.

“Non riesco a immaginare di tradire il Signore Oscuro, i miei genitori, la mia famiglia. È tutto così pazzesco.”
“È a questo che pensi??” chiese Albus arrabbiato.

“Buono, Al..Regulus non sa ancora tutto quello che c’è da sapere..è solo un ragazzo.” Disse James.
Regulus rise.
“Ah, perché voi siete adulti? Aspetta, mi state celando la vostra vera identità??”
“Assolutamente no!” disse Al.
“Ma cosa ti viene in mente.” Disse James.

“Mi vengono in mente tante cose strane..voi non siete chi dite di essere..”
“Neanche tu lo sei. Sei migliore di così.” Disse Al appassionato.
“Pfff.”
“È vero! Noi veniamo dal futuro e quindi lo diciamo per certo!” disse James.

“Come fate a sapere del mio destino? Da chi l’avete saputo? Aspetta..conoscete la mia famiglia?” Regulus era attonito.
Loro si paralizzarono.
“Mio fratello eh? Magari ve lo ha detto lui. Certo, molto comodo elogiare la mia morte, quando lui non ha mosso un dito per salvarmi! Ha lasciato che mi vendessi al nemico e poi mi ha lasciato lì a morire!”

“Lui non ha fatto niente del genere!” disse Al.
“Zitto!" disse Reg, puntandogli un dito contro. " Non provare a difenderlo..posso capire i miei genitori..le loro idee..ma lui..nobile Grifondoro di cui si vanta tanto d’essere..avrebbe dovuto proteggermi. Avrebbe dovuto salvarmi E INVECE NON C’ERA!!

“NON ERA COLPA SUA!! LUI NON ERA Lì!!” ora anche James gridava.

“E DOVE DIAVOLO ERA??”

“ADAZKABAN!!” gridò Al facendo piombare tutti e tre in un silenzio tombale.
“Non avresti dovuto dirlo, Al..” disse James.
“Sì, invece.” Pensò lui triste.
 



*****

Dopo circa dieci minuti di silenzio tombale, dove si erano raggomitolati tutti sul pavimento del bagno. Regulus riuscì a parlare, ma aveva la voce rotta.
“Come…come…come c’è finito lì?”

“Tuo fratello è stato tradito, Reg. è stato tradito da qualcuno di cui si fidava. Lavorava per Voldemort.”disse Al.
“Non sono io, vero?”
“No..non sei tu.” Disse James.
“Quanto tempo è stato lì?”
“Dodici anni. Poi è evaso.” disse Al.

Regulus sbarrò gli occhi fissandoli nel vuoto, poi si mise le mani sugli occhi.
“Perché io non l’ho fatto uscire? La mia anima era annerita a tal punto allora?”

“Non sappiamo cosa ti è passato per la mente..o se anche solo tu lo sapessi..” disse dolcemente Albus. “Sappiamo solo che l’ultima cosa che tu hai fatto è stata ravvederti cercando di evitare che altre persone venissero uccise per mano di Voldemort.”
“Quindi lui ha ucciso me..mi ha ucciso.”

“No..Voldemort non si sporcato le mani. Ha semplicemente lasciato che..i cadaveri del lago ti prendessero.” Disse James.
Regulus tremava, poi si alzò.

“Perché mi state raccontando queste cose? Lo so come funzionano le regole! I viaggiatori del tempo non possono interferire! E io per voi sono solo un estraneo! Perché fate questo per me??”
Li guardò negli occhi e capì.

“Non lo fate per me vero? Ma per qualcun altro..per..mio fratello? Conoscete mio fratello?”
Loro abbassarono lo sguardo a terra e Regulus boccheggiò.

“Non lo conoscete davvero..allora..” poi capì. “Lui è morto. È morto anche lui. Avete sentito parlare di lui. E DI ME!”

“Reg..” James cercò di afferragli un braccio ma lui si divincolò.
è così ???”
James si morse il labbro.

“Ascolta, Reg..se siamo tornati nel passato..è per evitare che tante persone innocenti muoiano per colpa sua..” disse Al.

“TANTE?? Nella mia scuola?? Oh dio. Quante delle persone che conosco, moriranno per colpa di Voldemort?” disse Reg.

“Questa è un’informazione che non possiamo darti!” disse James.

“Non hai ancora vissuto queste cose e potremmo..” disse Al.

VI SBAGLIATE, IO LE HO VISSUTE!”

Lo guardarono allibiti.
“Cosa?" chiese Al.

“Io..so che può sembrare assurdo ma è come se io avessi già vissuto tutto questo..non so cosa accadrà, ma allo stesso tempo, è come se rivivessi la mia vita come se l’avessi già vissuta..e questo da prima di conoscere voi due!”

I due fratelli si guardarono.
“Può succedere, Jamie?”
“Non lo so, Al..”

“Sapevo che c’era qualcosa di strano in voi due, ben prima di averne delle prove..e poi vi ho sentiti..tu l’hai chiamato FRATELLO una volta.” Disse guardando Al.
Al sbiancò, così come l’altro.
“Non provate a negarlo. “

“È un modo di dire, è un po’ come dire..” iniziò James.
“Non prendetemi per il culo. Voi siete fratelli e l’avete tenuto nascosto perché..siete amanti. Vi ho visti.”
James e Al chinarono il capo.

"E alzate gli occhi, santo cielo! Siete solo amanti. Non siete mica degli assassini!" disse con un sorriso amaro.

"Gentile da parte tua.." disse Al sorridendo.

"Nel mio tempo libero, sono una persona gentile." disse Reg.

“Non ci vergogniamo dei nostri sentimenti.” Disse James.
“Sembra di sì.." obiettò lui.
“Sentite, qui c’è molto altro in ballo, non stiamo parlando di noi!” disse Al.

Ma certo che stiamo parlando di voi!” disse Reg e notarono una voce disperata nella sua voce.
“Voi volete aiutarmi perché sono il fratello di Sirius e voi in quanto fratelli, empatizzate e vorreste salvarmi solo per quello!”
“Adesso sei ingiusto..” disse Al.

“Noi volevamo salvarti anche da prima e ora che ti conosciamo..” disse James.

“Cosa?? COSA?? Credete di cambiare il destino? E come?? Se una cosa è scritta non può essere cambiata! E poi perché vi importa tanto del mio rapporto con Sirius? Guardate che vi ho visto..come avete sorriso quando lui mi ha abbracciato e mi ha portato in infermeria.”
“Stai sbagliando..” disse Al.

“No, io non credo proprio! Apprezzo tanto quello che state facendo, nel vostro..modo contorto di agire, e confusionario..credete di aiutare..ma state solo peggiorando le cose..non vi giudico per quello che fate..ho stima di ogni forma di amore, ma noi non siamo voi..e soprattutto IO NON SONO INNAMORATO DI MIO FRATELLO!

Sotto il loro shock, Regulus scappò dal bagno come avesse il sale alle calcagna.
“Perché ogni volta che siamo con lui, scappa?” chiese Al.

“Non lo so, ma sta diventando un’abitudine. Così come che ci faccia fare sempre la figura dei coglioni.” Disse James.

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Capitolo 9
*** Regulus, Piton e il platano picchiatore ***


“Senti, devi convincere Severus a lasciar stare i malandrini..” disse James Sirius a Regulus in biblioteca.

“Io non gli dirò un bel niente.” Disse Regulus, poi lo guardò di sbieco. “Che cosa c’è, volete salvare anche lui adesso?”

James Sirius cercò di dissimulare meglio che poteva i suoi sentimenti. Non ci riuscì molto bene.

“Lui ti mette a disagio, vero? Chi è per te? Come mai abbassi sempre lo sguardo quando c’è lui?”

“Non lo faccio..senti, c’è una cosa parecchio importante..so che Severus sta cercando di scoprire dove vanno i malandrini di notte quando escono dal castello..”

Che cosa??” chiese Regulus basito.

“Devi assolutamente impedirgli di seguirli. Regulus, mi hai capito?”
“Che cosa fanno?”

“Questo non è importante. Ma è qualcosa di pericoloso. Lui..deve restarne fuori, ok?”

“Sì, okay, lo convincerò a lasciar perdere.” Disse Regulus.
“Davvero?”

“Sì, ma devo trovare una scusa..non posso dirgli così o per ripicca ci andrà di proposito. Adesso, scusami, vado a studiare il piano.”


Regulus si allontanò rapidamente e al suo posto Albus sbucò fuori da un angolo e si mise seduto al suo posto.

“Almeno questa volta non se n’è andato via scappando.” Disse Al.
“Solo perché non c’eri anche te.” Disse James.

“Idiota.” Disse Albus ridendo e facendo ridere anche il fratello.
“Dici che ha abboccato?” chiese Albus al fratello.
“Non saprei..e se fosse sincero? Magari abbiamo sbagliato.” Disse James mordendosi il labbro.

“Non resta che vedere la prossima notte di luna piena.” Disse Albus.
“Albus, non lo so..”

“Ehi? Hai dei ripensamenti? Ricordati che se papà e gli zii avessero avuto ripensamenti durante i loro piani, Voldemort li avrebbe fatti fuori al primo anno. Noi non saremmo mai nati.” Disse Al.

“Non è questo..è che..ci sono un mucchio di cose che possono andare storte! Dobbiamo anticipare le mosse di tutti! E se non riusciamo a fermarli in tempo? E se non riusciamo ad avvisare quegli altri in tempo?”

“Jamie..”

“Mio dio! Rischiamo di ferire Regulus! Non me lo perdonerò mai se lui..”

“Jamie..” disse Al coprendogli le mani con le sue.
“Presente.”

“Reg non è destinato a perdere la vita laggiù..e se dovesse essere in qualche modo ferito, noi ci prenderemmo le nostre responsabilità. Lo prometto.”

“La fai facile tu. Non credo che l’attuale preside sia come te, che possiamo farla franca senza essere mai espulsi.” Sbuffò con un sorriso.
“E già..chi c’è come me? Forse solo un altro me.” Disse Albus.
 
 
 
  ****

Al, Al, Al, svegliati, maledizione!!” lo chiamò James battendogli il libro sulla testa.
“AHIO! Ma sei..scemo??” disse massaggiandosi la testa e mettendosi seduto sul divano.

“Lo scemo sei tu! Non ti avevo detto che dovevamo stare vigili TUTTE LE NOTTI?? Non eravamo d’accordo che non dovevi perdere di vista i malandrini?”

“Credo di aver perso il conto a forza di aspettare la luna piena. Non arriva mai!”

“Beh, mio caro smemorato, guarda che caso. Dopo tanta attesa ha deciso di arrivare STANOTTE!”
“Che cosa?? E Piton? Regulus?”

“Piton è andato via spedito senza dire a nessuno dove andava e Regulus era alle sue calcagna. Stanno andando lì, ho guardato il calendario lunare e stanotte c’è luna piena!! Al, che fai? Non hai capito?”

Albus era appena sceso dalla scala dei dormitori da cui era corso velocemente.

“i malandrini non sono qui, devono essere già scesi.”
“Oh, porca putt..” disse James.

“DOBBIAMO CORRERE!”disse Al.
 
 
  *****  
Albus e James stavano correndo, cercando disperati i malandrini, ma non erano nella sala comune, quindi sperarono che non si fossero già trasformati per raggiungere Lupin.

“Sta andando tutto storto, lo sapevo..” disse Al.

“forse no! Guardali, sono lì. Stanno ancora parlando con Lily!” disse James.

Si fermarono con una brusca frenata, davanti alla rossa e a un inebetito James Potter che baldanzoso continuava a chiacchierare, mentre Sirius alzava gli occhi al cielo e Minus ridacchiava.

“Ti assicuro che non volevamo fare niente di male, Lily..” diceva James Potter, ma Albus si mise a gridare.

“Si può sapere che cosa state facendo qui? Tuo fratello e Piton si stanno dirigendo verso la stamberga strillante, sotto il platano picchiatore!”

“Cosa hai detto?” Ebbe appena il tempo di dire Sirius, poi cominciò una invettiva velocissima verso l’esterno.

“Vai a chiamare gli insegnanti. Sbrigati!” disse James a Lily.
“Ma..”
“CORRI!” disse James rincorrendo Sirius affiancato da Minus e i fratelli.
 
 
Erano tutti fuori e lo spettacolo fece davvero paura. L’enorme platano picchiatore si era alzato e minacciava di frustare i due sfortunati estranei, sotto la luce della luna.

Molto coraggiosamente, Regulus aveva evitato che il Platano si accanisse contro il giovane Piton, prendendolo di lato e buttandosi a faccia in giù.

“REGULUUUUUUS!” fu il richiamo di Sirius e il suo urlo agonizzante sembrava come quello di un lupo ferito.

In quel preciso momento, il Platano attaccò di nuovo e riuscì a ferire Regulus che gridò di dolore.

 “NOOOOO!”

A complicare il tutto c’era Remus che diventato lupo mannaro, si era buttato su Piton, graffiandolo in maniera superficiale.

James e Sirius senza più aspettare, si trasfigurarono in animali e senza neanche consultarsi, agirono come se sapessero già dove muoversi.

Sotto gli occhi esterrefatti di Lily Evans e dell’insegnante, i due animagus andarono ognuno verso una vittima.

Sirius andò da suo fratello e lo portò lontano dal platano, afferrandolo per le fauci, mentre Regulus faceva fatica a stare sveglio, mentre James in forma di cervo, aveva allontanato bruscamente Severus da lui e aveva fatto un verso come di un predatore e lottava per tenerlo lontano.

“BASTA! BASTA!!BASTAAA!” urlò una voce. Era quella del professore di Difesa contro le Arti Oscure.

James sbuffò e si allontanò. Il lupo mannaro sembrava voler attaccare ancora, ma sembrava sinceramente confuso. Si appiattì contro il suolo.

“Bravo, bravo lupacchiotto. Non è successo niente. Adesso tutta questa gente andrà via, ok? Andrà via e ti lascerà in pace.“diceva il professore.

Albus e Severus trovarono che assomigliava quasi al professor Lupin.
Il lupo guaì.

“Capisco che tutto questo frastuono ti abbia fatto innervosire, ma adesso dormirai..ok? Dormirai.” Disse , puntandogli una siringa nel pelo folto e facendolo ululare per poi addormentare.

Tirarono tutti un sospiro di sollievo.

“Presto. Portiamo immediatamente questi due ragazzi in infermeria.” Disse la mc Granitt, poi si rivolse a Black che continuava a leccare i graffi sulle braccia di Regulus e sulla schiena. “Black, lascialo. Ci penso io. BLACK. Potter, anche tu??”

Il lupo ringhiò minacciosamente. Non ne voleva sapere di lasciare il fratello. Per quanto riguardava Potter, non aveva fatto lo stesso, fino a quando per voler imitare l’amico fraterno, aveva sollevato Severus di peso.

“Oh, e va bene, ma tornate almeno umani, prima!” disse la Mc Granitt. “Non potete entrare al castello così! Ve lo proibisco!”
“Con tutto il rispetto professoressa, ma hanno fatto a pezzi i loro abiti per trasformarsi..lei sa cosa succede se tornano umani d’un tratto, sì?” chiese Peter.

“Cosa? Che stai dicendo, Minus?? Ti spiace essere più chiaro??” chiese lei spazientita.
“Ehm..credo che Peter intenda che a meno che non voglia che entrino nudi o restino nudi qui, sarebbe meglio che entrino da animali.” disse Albus.

La Mc Granitt guardò il suo collega professore, scioccata.
“Credo che abbia ragione lui, Minerva.” disse il prof.
Era possibile che un cervo e un cane esprimessero il loro assenso? A quanto apre sì.

“E va bene! Ma dopo dovrete darmi delle spiegazioni. TUTTI QUANTI! E state pur certi che qualcuno pagherà per questo! Un cervo e un cane nel mio castello! Che cosa ho fatto di male!”

Mentre tornavano tutti al castello, Albus e James pensavano con un sorriso, che Minerva avrebbe avuto ben di peggio che due animali nel castello. Tra qualche anno avrebbe avuto addirittura Voldemort, ma in fondo era bello che almeno per quanto ancora potesse farlo, si lamentasse di cose sciocche. Era in fondo tenero anche questo.

Così come era tenero vedere Sirius trasportare Regulus come un piccolo cucciolo d’uomo, mentre il ragazzo sembrava curiosamente stringersi attorno al cane. Solo paura di cadere o bisogno d’affetto?

Chissà se Mowgli faceva lo stesso con i suoi amici animali.
Forse Regulus non era innamorato di suo fratello..ma indubbiamente gli voleva molto bene.
Forse non erano stati poi così pessimi in fondo, a ideare quel piano!

E mentre camminavano nel castello notavano come i due animali portavano i due feriti, notando i diversi comportamenti Sirius con un atteggiamento estremamente protettivo di chi difende un suo cucciolo e James come un alpha dominante. Severus malgrado ferito infatti, non accennava a smettere di insultare James e a chiedergli di mollarlo, ma l'altro non ne voleva proprio sapere.

Certe cose non sarebbero mai cambiate, pensavano con un sorriso.




















Note dell'autrice: ciaooooooo ragazziiii!!! MAMMA MIA QUANTO STO AMANDO QUESTA STORIAAAA!!!! la sto amando davvero tanto e sento anche di meno i sensi di colpa per il fatto che non ho ripreso, almeno per il momento, le mie storie di Spn! Regulus è un batuffolo carino tutto da coccolare **__* mi sono sentita taaanto in colpa, perchè pensavo di essere cattiva a far ideare un piano del genere ai ragazzi, ma alla fine si è rivelato un buon piano no? Severus era comunque destinato a rincorrere i malandrini, per chi non lo sapesse, era canon che finisse quasi ucciso dal Platano, l'unica cosa che ho cambiato è che ora c'era anche Reg xd e lo so che con tutte ste cose che gli combinano, pare che lo odino ahha ma davvero i ragazzi hanno fatto tutto questo per avvicinarli. Chissà se ci riusciranno? xd

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Capitolo 10
*** Il bacio fra Sirius e Regulus ***


“Ma che fai?” era la voce costernata di Sirius, un po’ imbarazzata, dopo che Regulus gli era comparso dietro a sorpresa, mentre era seduto sul divano nella sua sala comune a leggere un libro.
“Volevo solo constatare se puzzavi ancora di cane bagnato. Sì, puzzi.” Disse Regulus.

“Non ti permettere, io ho un buonissimo odore!” disse Sirius cercando di acchiapparlo, ma Regulus era stato più svelto ed era sfuggito dalle sue grinfie.

“Non ti è permesso stare qui!” lo aveva redarguito.
“Ah, davvero? Beh, mandami via, allora.”

“È una sfida?” gli aveva chiesto Sirius, cominciando a inseguirlo e atterrandolo infine, tenendolo a terra.

“Credo che la lezione non ti sia ancora servita! Sfidare un altro cane, dopo quello che hai rischiato la volta scorsa. Non sai cosa rischi!”

“Perché non me lo mostri tu?” gongolò Regulus, muovendo appena i fianchi contro di lui.

Se la cosa sembrò ambigua a Sirius, non lo fece notare.
Invece  cominciò a ringhiare e gli fece un piccolo morso, stando attento a non ferirlo con i denti.

Regulus si immobilizzò, per poi gemere appena quando quel morso si trasformò lentamente in un succhiotto.

“CHE SCHIFO! LEVATI!”

Sirius con un sorriso, lo mollò subito, pulendosi la bocca.
“Che schifo, Sirius!” commentò di nuovo.

“L’hai voluto tu. Sono pur sempre un cane! Ringrazia che non ti abbia leccato la faccia.”
“Ti piacerebbe!”
“Come hai detto?”

Regulus lo spinse per evitare di rispondere e poi andò via correndo, anche se Al e James erano pronti a scommettere che stavolta era più divertito di quanto non voleva ammettere.
 
 
 
 
 
 
  *****  
“Perché tu e Sir siete così distanti?” chiese Albus un giorno mentre lo intercettavano prima di andare a colazione.
“Ma voi state svegli la notte a pensare a come braccarmi?” sbuffò Regulus.
“E dai, Reg..” disse James.
“Dicci perché non gli parli più.”

“Lasciatemi fare colazione in pace e tra parentesi, siete fortunati che non parli più anche con voi dopo quello che avete fatto! Anzi siete fortunati che non vi denuncio e faccio scoprire la vostra vera identità!”

Sirius e Albus lo presero da parte scaraventandolo contro il muro, con le mani sulla bocca.
“Mmmmm.”
“Che ti prendi a parlare così ad alta voce? Vuoi farci scoprire?” chiese James.
“Ve lo meritereste!”

“Ascolta, ci dispiace per quello che è successo sotto il Platano Picchiatore..” disse Al.
“Scusa?? Scusa?? Pensate che delle scuse bastino?”

“Sapevamo che non eri in pericolo.” Disse James.
“Oh, e così oltre a quello..ora siete anche veggenti!”

“Ma è andata bene no? Il piano ha funzionato..tuo fratello si è preoccupato e vi siete avvicinati..ci è parso che fossi contento.”
“ANCHE E SOTTOLINEO ANCHE se lo fossi, non è per niente questo il modo..chiaro?” disse senza guardarli.

“Ma adesso vi siete allontanati di nuovo..perchè?” chiese James.
“Dovete smetterla di spiarmi..”
“Reg..” disse Al, mettendogli una mano sulla spalla.

“Voi pensate che noi siamo come voi..vi sbagliate.” Disse Reg.
“Al non intendeva..”
“Forse solo io sono come voi..” disse Regulus prendendosi la testa tra le mani come un cucciolo ferito.
Al e James si guardarono.
“Cosa abbiamo fatto, Jamie?”

“Non pensiamoci adesso, Reg ha bisogno di noi.” Disse James e così tutti e due si sedettero in ginocchio ad abbracciarlo per consolarlo, mentre lui piangeva.
“Ci dispiace.” Dissero in coro.
 
 
 
 
Gli studenti delle Case stavano facendo una specie di festa scalmanata in un’aula vuota. Un festino privato all’insaputa degli insegnanti. C’era la musica, c’era da mangiare e da bere e i soliti studenti burloni che facevano scherzi e si divertivano.
Avevano insonorizzato tutto con la magia per non farsi sentire dagli insegnanti.

Era stata un’idea di Albus e James che, per farsi perdonare dai malandrini, per essersi avvicinati troppo ai Serpeverde, avevano proposto quell’idea in gruppo.
I malandrini erano saltati dalla gioia all’idea e avevano perdonato i due ragazzi all’istante, mentre venivano coinvolti nei preparativi della festa.

L’idea di invitare i ragazzi di ogni Casa, all’inizio era stata presa con scetticismo e incredulità da loro, ma quando i due furbetti avevano detto loro, che era un’idea che non aveva mai avuto nessuno e che sarebbero diventati ancora più popolari in questo modo, accettarono con grande entusiasmo!
 
La festa si rivelò un successone e i Grifondoro quasi non ci credettero quando i Serpeverde cominciarono a correre da un corridoio all’altro, per portare le poltroncine verde della loro sala comune.

Due o tre incespicarono mentre correvano nei corridoi, insultandosi l’uno con l’altro, perché rischiavano di farsi scoprire, ma ridevano nel mente e quindi era difficile prenderli sul serio.

I Grifondoro dissero che non potevano essere da meno e da orgogliosi quali erano, cominciarono a portare via dalla loro Sala Comune, tutte le lampade che riuscivano a trovare per illuminare la stanza.
I Tassorosso depredarono i quadri della loro Casa per portarli lì e trasferirli nell’aula.

I Corvonero si occuparono degli uccelli. Li liberarono dalla Guferia e li portarono con loro, perché anche loro dovevano divertirsi, dicevano-
A quel punto, Albus prese da parte James – suo nonno – e gli sussurrò qualcosa che lo fece saltare di gioia.
“Ma dici che accetteranno? Non è che..insomma..”

“Ti dico di sì. Presto muoviamoci!” disse Albus ridendo a più non posso mentre correva, richiamando alcuni Tassorosso.
“Che c’è? Che succede?” chiese un Tassorosso.

“Dovete aiutarci a trovare i dormitori degli elfi!” disse James quasi urlando.

“Ma come. Pensi di sapere tutto di questa scuola e non sai dove dormono? Vergogna su di te, Jamie!” disse Remus mentre continuavano a correre.
Albus e James risero.

“Se non fosse che hanno organizzato questa festa, paghereste questa risata.” Disse James ma non era arrabbiato veramente.
I due ragazzi evitarono di dire che avevano riso per il nomignolo. Era lo stesso che Albus usava per chiamare il fratello..soprattutto..in certi momenti. Questo però era meglio non dirlo.
 
L’idea di Albus si rivelò ancora più eccitante. Avrebbero potuto derubare la cucina, ma era molto più appagante chiedere agli elfi di cucinare per loro e poi di unirsi alla festa!

Intanto i Corvonero e i Tassorosso avevano unito il loro ingegno, per costruire scivoli ad aria e ad acqua facendo un grosso pasticcio per terra.
 
Dopo spuntini a base di pizza e altre cose, ci fu il momento discoteca con tanto di luci abbassate.
 
 
 
C’era Piton che disse qualche commento sprezzante al suo indirizzo.

E davvero Sirius stava davvero per alzarsi per fargli un incantesimo, ma Regulus gli intimò di stare zitto e fermo.

“Regulus, io davvero non credo che sia stata una buona idea venire qui..forse è meglio che io vada….sì, è meglio..”
“Schhh..”

Poi successe qualcosa e la luce svanì, restarono nel buio completo e delle luci  al neon illuminavano a scatti la sala, danzando.

“Rilassati, Sirius, goditi la musica.” Disse Regulus sussurrando, cominciando a ballare.
 
Sì, perché nonostante il buio, poteva vedere il fratello minore ballare.

E qualcosa di quella scena, forse era il suo ancheggiare, lo metteva a disagio.

“Bel movimento di bacino!” disse Sirius, con la gola un po' secca.

Se solo avessero acceso la luce…
“Ti piace come ballo?.” Disse Regulus.

E Sirius poteva sentirlo sorridere, si, anche senza vederlo.
Che diavolo avrà da sorridere?

La gola gli si fece arida, percepiva la presenza del fratello davanti a lui, che era seduto sul divano, vicinissimo a lui.
“B-beh..non fai proprio schifo. Ma piacermi? il record da seduttore ce l’ho sempre io.”

Deglutì.
“Tu dici?”

E stava ancora ballando!

Le braccia di Regulus caddero sui fianchi di Sirius e il maggiore in automatico appoggiò le mani sui fianchi di suo fratello minore e giù per le gambe nella tacita richiesta di un abbraccio.

Regulus sorrise, malizioso.

“Chi ti ha detto di toccarmi?” gli chiese provocatorio Regulus.
Sirius sobbalzò agitato e allontanò le mani.
Regulus ridacchiò.

“Sei sempre il solito, Sir, non sai mai tenere le mani a posto.”

Poi, prima che Sirius potesse replicare, le mani delicate di Regulus lo avevano spinto fino a poggiarsi con la schiena al divano e Sirius rilasciò un sospiro.

Regulus nel frattempo riprese a ballargli sensualmente davanti per poi alzarsi e sedersi a cavalcioni su di lui con la stessa sensualità, inclinando un po' la testa.

“Reg..” disse Sirius strozzandosi con la sua stessa voce. “Regulus..”

“Che c’è, Sirius? Hai perso la voce?” gli chiese languido all’orecchio il minore.
“Sc-sce.”

“Come? Non ti sento, Sirius.” Disse Regulus, strusciandosi su di lui in modo inequivocabile con il bacino.
“Scen..”

“Non ti sento, Sirius. Parli – troppo – piano.” Disse pianissimo scandendo le parole e strusciandosi di nuovo in avanti su di lui in modo osceno.

Sirius emise un suono strozzato. Le sue mani erano appoggiate alle gambe del minore, che seguì lo sguardo con malizia quando quelle mani risalirono lungo i suoi fianchi fino a fermarsi li, traditrici del desiderio che pure consumava il più grande.

“Regulus…”

“Dimmi, Sirius..” disse, mentre le mani di Sirius si erano fermate sulla porzione di pelle sotto la sua maglietta.

Regulus represse un ansimo alla sensazione di quelle mani su di lui, coprì le mani del fratello con le sue, stringendo le dita tra le sue, intrecciandole, bloccandole sul posto.

Quel gesto fece ansimare Sirius e quegli ansimi fecero eccitare di più Regulus.


Avvicinò la bocca al più grande che quando vide quella del minore andargli incontro, si lasciò andare del tutto, rinunciando a ogni blocco.
Si baciarono e fu un bacio subito passionale.

Non ci fu bisogno di convincere l’altro ad aprire la bocca perché erano tutte e due aperte e già pronte, vogliose, bisognose.
Fu un bacio bagnato, passionale, eccitante.
 
Albus e James guardavano a bocca aperta e con un mix di gioia e felicità i due fratelli baciarsi.
“Siamo terribili, Al..”
“Lo so.” Disse il fratello.
“Quindi avevamo ragione? Si amano? Quindi abbiamo fatto bene?”
“Jamie..io non lo so..”
“Cosa? Cosa c’è che non va?”

"Ma come cosa. Sono fratelli. Non staranno mai insieme e ognuno andrà per la sua strada o pensi forse che Sirius.."

Albus si bloccò subito vedendo la faccia ferita di James.

"Non..non intendevo che.."

"Non intendevi ma l'hai fatto!"

"Andiamo, Jamie..noi siamo diversi!"

"Se noi abbiamo avuto una possibilità, perchè loro no?"

"Non conosco molti fratelli che si amano e vanno contro i pregiudizi pur di stare insieme...volevamo unirli e se avessimo invece distrutto il rapporto per sempre?”
“Non è così..guardali.”
“E se dovessero ripensarci? Magari penseranno che è stato un errore e noi saremmo colpevoli di averli allontanati per sempre..”

“Al..sta zitto e baciami!”
“Mpf..la fai facile tu.”
“Forse viaggiare nel tempo mi ha montato la testa. Puoi farmene una colpa?”
Al fece spallucce, poi si buttò tra le sue braccia, baciandolo con passione.
 
Era vero, erano stati incoscienti, ma si sentivano FELICI.
E non era poi questo l’importante?
Ai fratelli Black avrebbero pensato dopo e avrebbero preso a calci nel sedere Black se avesse fatto soffrire il fratellino.
Al era sicuro che suo fratello gli avrebbe dato manforte in quel senso.






















ciaooo ragazzi. Allora, so cosa penserete..eccola lì, un'altra coppia di fratelli xd ragazzi che vi devo dire..io AMO Sir e Reg xd e quindi li voglio insieme LOL l'alternativa sarebbe stata far finire Sirius con James ahhah non sarà neanche l'unica altra coppia di fratelli, ma vi PROMETTO che saranno così intense le storie che non avrete tempo o modo di lamentarvi pensando che le situazioni sono poco credibili. Insomma, cercate di godervi il tutto con spensieratezza xd

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Capitolo 11
*** La scoperta dei malandrini - prima parte ***


La frizione era stupenda. Faceva sentire bene.
Il corpo di suo fratello sul suo..

I suoi capelli neri, scintillanti, ricci come i suoi, ma di un riccio più grazioso, quasi infantile.

Lo attiravano molto. Come i suoi occhi grigi, come della vernice sull’asfalto appena verniciata.

Si sarebbe detto impossibile che una tale bellezza fosse già così maliziosa, che quel corpo così elegante stesse strusciando in quel modo sul suo, mentre erano sul divanetto della sala di Grifondoro.

“Non pensavo fossi così rigido, sai?” gli disse Regulus, prendendolo in giro.

“Ah sì? E come mi immaginavi?” gli domandò Sirius malizioso.

“Più…animalesco.” Disse Regulus con una sorta di miagolio, avvicinandosi di più al suo viso e al suo collo, mentre le mani di suo fratello salivano ad accarezzargli la schiena in una sorta di morbido abbraccio, come a tenerlo più vicino.

“Sei mio fratello..che uomo sarei..se non fossi..gentile?” gli chiese respirando il suo odore.

Regulus rise.
“Non sei mai stato gentile con me..”
“E tu? Ti DIVERTI  a provocarmi..”

“Se avessi saputo che bastava così poco..così…poco..” disse Regulus cercando le sue labbra di nuovo.

Sirius gli andò incontro, baciandolo morbidamente, in maniera vellutata, assaporando ogni attimo, poi gli prese il mento con le dita, succhiandogli più volte il labbro.

Regulus fece un verso che sembrò un miagolio soddisfatto.
Sirius rise compiaciuto.
“Senti..senti..rifallo..”

“NO!” disse Reglus imbarazzato ma non si oppose quando Sirius lo prese per un braccio per fargli appoggiare la testa contro il suo collo.

“Sei attratto da me?”
Regulus non rispose. Sembrava pensieroso.
“Rispondimi..” disse Sirius, accarezzandogli i riccioli.

“La cosa ti stupisce?”
“Sì..abbastanza. Credevo che mi odiassi…”
“Non ti ho mai odiato, Sirius..”

“Con mamma e papà…non mi hai mai difeso..”
“Mi dispiace..io..”
“Ehi..” disse alzandogli il mento. “Va tutto bene..è solo che non capisco perché..”

“Io non sono come te, Sir..”
“Come..ME?”
“Come te..e James..non sono un Grifondoro..non sono..coraggioso.”

Quella parola sembrava carica di parole e frasi non dette, come un lungo viaggio che conosceva solo lui..o gli esseri superiori.
Sirius ne fu attratto e affascinato.

“Non lasciare che nessuno definisca chi sei. Neanche i nostri genitori.”

“Ma loro sono la mia famiglia!”
“E io? Io non lo sono?”
“Certo..che cosa stai dicendo?”
“E mi vuoi bene?”

“Sir, adesso piantala!” disse cercando di spostarsi. Ma Sirius glielo impedì, tenendolo fermo per il polso.
“Mi vuoi più bene che a loro?”
Il labbro di Regulus tremò.
“A dire la verità, NO. Ti odio!”

Sirius sorrise e se lo rimise a forza in braccio, baciandogli il collo.

“Adesso ti odio solo di più!”
“Ho capito che è l’unico modo per sottometterti a me!” disse Sirius ridendo, toccandogli il sedere.

Regulus si divincolò di nuovo e Sirius si preoccupò.
“Perché fai così? Sto facendo qualcosa che non vuoi?”
“Sir..ma che cosa dici..NO! NO!” ribadì.

“Allora..perchè..”
“Sir..non hai paura che ci vedano?”

“Un po’..è vero..ma..finalmente ti ho tutto per me!” disse Sirius abbracciandolo di nuovo, facendolo ridere.
Regulus stropicciò i suoi capelli.

“Mi sei sempre piaciuto..”
Sirius si stupì.
“Da quando?”
“Bo..un paio di anni.”

Sirius strabuzzò gli occhi e l’altro rise.
“Suppongo di dover essere lusingato.”
“E io?”
“Ehm..beh..”
“Non ti piacevo, vero?” disse un po’ deluso.

“Quando avevi tredici anni? No! Eri poco più che un bambino!” disse scandalizzato.
“Ma neanche adesso?”

“Non nego che sei bello..no..ma non ho mai pensato a te così..ti ho sempre visto come il mio fratellino..”
“Ma quando ti ho baciato non ti sei opposto..”
“No, è vero..”
“Quindi?” lo incalzò Regulus.

“E va bene. Forse il tabù non mi ha permesso neanche di farci un pensierino su..ma quando tu hai cominciato a comportarti così..a stuzzicarmi..” disse Sirius.
Regulus si accoccolò ancora di più contro di lui.

“Non ho saputo resistere.” Disse accarezzandogli la schiena sotto la maglietta.
“Non ti pentirai, vero?”
“Te l’ho già detto..no!”
“Prima o poi lo farai..e mi dirai di no.”

“Finora l’unico che mi rifiuta sei tu.”
“Non direi..che stronzo.”
“Finalmente adesso ti riconosco!” disse Sirius, baciandolo di nuovo.

Regulus respirò sulle sue labbra.
“La tua fortuna è che sei bello!”
“Lo so. Almeno ho una qualità, no?” disse Sirius ma Regulus vide l’accenno di un sorriso triste sul suo volto, poi Sirius si alzò, stropicciandosi e allungandosi.

“Dovremmo andare giù, tra un po’ ci sono le lezioni. Ho rinunciato addirittura a mangiare per stare con te, cosa vuoi di più?”
“Stare con te!”
Sirius lo guardò scioccato.

“Sirius, io…sei mio fratello e..non è l’unica qualità che hai, in realtà..io..ti voglio bene!”
“Reg..”

“Se quello che ho fatto..averti baciato..e..tutto questo..rovinasse il nostro rapporto..io starei di merda.”
“Regulus, ti ho già spiegato che non si rovinerà niente!”

“E mi dispiace di non averti mai difeso con mamma e papà quando ti trattavano male..ma quando tu non c'eri, l’ho fatto..a volte..ho provato a farli ragionare..ma loro..”
Sirius andò subito ad abbracciarlo.
“Non preoccuparti, lo so..scusami.”

“Sirius..non abbandonarmi..non lasciarmi.” Disse con la testa sul suo petto.
Sirius lo guardò disorientato.

“So che vuoi andare a vivere a casa di James..se lo facessi..io ti perderei.”
Silenzio.

“Vedi? Non provi neanche a negarlo! Ti odio!!” disse battendo i pugni sul suo petto.
Sirius si allontanò da lui e si voltò.
“Calmati adesso. Non lo so ancora.”
“Che ne sarà d NOI se tu vai a vivere da loro?”
“Beh, potremmo sempre alloggiare una locanda..”

Regulus fece per dargli uno schiaffo ma lui gli bloccò la mano.

“Quanto sei stupido. Non mi riferivo a questo! Ma al NOSTRO FUTURO! A me come persona..e a te come persona..”

“Perché penso che non ti stai riferendo a noi come coppia, Reg?”
Reg lo fissò.

“Reg, cos’hai intenzione di fare? Mi devo preoccupare? REG!!” lo scosse.
Regulus lo guardò con i suoi grandi occhi liquidi.

“Un destino triste e OSCURO attenderà me e te, se non staremo insieme..vivremo una vita infelice..sia te che io..ci capiteranno cose brutte e sarà troppo tardi per tornare indietro..troppo tardi..”

“Reg, mi stai facendo paura..”
Regulus si chinò sul suo petto. Tremava.
“Vedo delle cose..premonizioni..a volte preveggenza..sotto forma di sogni..sogni che possono svelare il futuro..”

“Non me l’hai mai detto..cosa vedi, Regulus? Cosa vedi fratellino?”

Regulus, le lacrime agli occhi, disse.
“Io vedo..vedo..la sofferenza..e LA MORTE!”
Sirius sbarrò gli occhi.

“A me mi raggiungerà subito..tra due o tre anni..tu invece VIVRAI..ALTRI QUATTORDICI ANNI…e poi morirai..attraverserai un arco..e poi non ne uscirai mai più..”

“Un arco? Ma che stai dicendo? Tutto questo non ha senso..Reg…Regulus..” disse ancora prendendogli il viso tra le mani. “A te cosa accadrà? Perché dici che morirai prima di me? Cosa ti succederà?”

Ma Regulus scosse la testa.
“No, tu devi dirmelo..devi!”
“Mi importa solo che tu rimanga in vita! Se non puoi amarmi, consentimi almeno di restare con te! Perché non posso sopportare che tu..non posso. “

“E va bene..va bene..ma c’è un piccolo problemino.”
“Quale?”

“La faccenda dell’amore..credo sia già troppo tardi per quello.”  
“Ah sì??”
Un altro bacio, più morbido di quello precedente.

“Ewwww, prendetevi una stanza, almeno!” fu la voce vispa che li raggiunse in quel momento.
Regulus si ritrasse così repentinamente che stava per cadere all’indietro, mentre Sirius si sbrigò a reggerlo con le sue braccia.

Le sue forti braccia, pensò Regulus.
“Sta calmo, è solo quella spina al fianco di James.”
“S-solo??” balbettò lui.

“E quella palla di pelo spelacchiata di Remus.” Disse il lupo mannaro.

“E quel topolino mansueto di Minus.” Disse anche l’altra voce.
Regulus si guardò attorno e realizzò con orrore di essere circondato.

“Sta per venirgli un attacco di panico, Lunastorta?” domandò James a braccia conserte.

“Sta per venirgli un attacco di panico, Ramoso! Vuoi che prenda un materasso?” rispose Remus.
“Lasciami andare!!” si agitò Regulus.

“È tutto a posto, i miei amici lo sanno.” Disse Sirius.
“L-lo sanno??” chiese lui allibito.
“Sì e come vedi non giudicano!” disse Sirius.

“Quando sei amico di un lupo mannaro accetti qualsiasi cosa, QUASI. Direi. Non mi chiedete di accettare Piton!” disse disgustato. “Neanche tra mille anni. Neanche se salvasse la vita di mio figlio.”

“James, tu NON HAI un figlio.” Disse Sirius esasperato.

“Ma lo avrò! Un figlio dalla Evans, ti immagini quanto sarà bello con i miei geni e i suoi?”
“Spero non prenderà da te anche la tua modestia.” Disse Sirius.

“Oh, andiamo! James ha anche tante belle qualità. Come il cuore nobile per esempio!” disse Remus.
Non si aspettava che l’amico gli saltasse quasi le braccia al collo, stringendolo a sé.

“Tu sì che sei un vero amico. Hai sentito Sirius? PURO DI CUORE!”

“Ha detto NOBILE, testa di rapa.” Disse Sirius che  non amava sentirsi secondo.

“E dove starebbe la differenza?”
“Se fossi davvero puro di cuore non avresti pensieri maliziosi per la Evans!”

Che cosa? Non dovrei averli? Ma questo è uno scandalo, un abominio! Non sono mica un angelo!”
“Dove pensi di andare??” fu la voce che suonò rimbombante da tutti e tre nel momento in cui Regulus cercò di fuggire.
 
Due secondi dopo che la voce moltiplicata per tre, lo raggiunse, si sentì atterrato a pancia in giù da tre ANIMALI. Era davvero sicuro che lo avessero fermato in versione animale, che si fossero trasformati, gli sembrava di sentire addirittura le zampe sulla schiena ma quando si voltò, lo stavano semplicemente tenendo fermo. Era pazzesco quello che il cervello riusciva a immaginare.
 
“Pensavi di svignartela eh?” disse Sirius.

“Credevo foste troppo occupati a litigare tra di voi per notarmi!”

“Ma noi notiamo TUTTO, anche quello che stavate facendo prima tu e il MIO caro amichetto Sirius.” disse James sorridendo maliziosamente.

Sirius notò il pronome possessivo ma non commentò, anzi fece fatica a trattenere uno strano sorriso compiaciuto.
"Peccato che non è tuo.” disse Remus scocciato. “ É NOSTRO.” Replicò.

Sirius cercò di non ridere. Quanto amava la possessività dei suoi amici.
“Ma cosa stavamo facendo? NIENTE!”
“Ormai gliel’ho detto, Reg..inutile negare!”
“SEI UN BASTARDO!” disse Regulus.

“Su questo concordo, vedi che cominciamo ad andare d’accordo?” disse James, mollando la presa e aiutandolo a mettersi su.

“Allora..prima di tutto, chiariamo una cosa, vuoi? Allora..Sirius, come tu puoi vedere..è ahimè, mio fratello per scelta! Ed è molto più grave che averlo per obbligo..però siamo entrambi suoi fratelli..mi segui fin qui?”
“C-credo di sì.”

“Tu mi hai sempre odiato, non negarlo. So che è così. La novità però è che ora FINALMENTE so perché.” Disse James euforico come se gli avessero appena rivelato come vincere alla lotteria. “Volevi fartelo e pensavi che anche io volessi farmelo eh??”
Regulus diventò di tutti i coloriti di viola possibile.

JAMES, ti sembra il modo di parlare??” Lo rimproverò Remus.

Ha ragione, è mio fratello, TESTA DI RAPA!” disse Sirius.

“Non mi sembra così ingenuo da scandalizzarsi per una semplice parola..allora, Reg..pensavi che volessi rubartelo eh?”

“Sì.-sì.-..ciioè NO! NON IN QUEL SENSO! MA CHE DICI!” Regulus voleva davvero scomparire.
James si illuminò.

“Bene! Allora adesso che abbiamo risolto che non siamo rivali in amore, possiamo diventare fratelli tra di noi.  Ma perché non mi hai detto subito che era questo il problema?”

“Io…beh..io..uff..certo che sei un bel tipo tu.”
“Hai sentito, Sir? Un BEL TIPO!” gongolò.
“Ohh, piantatela un po’. Ascolta, Regulus..non badare tanto a James..fa così per metterti a tuo agio, ma è innocuo.” Disse Remus.
“Ah sì?”

“ La cosa importante è che vogliamo che tu sappia che sei accettato nella FAMIGLIA.”
“F-famiglia?”
“Ma sì, la famiglia dei MALANDRINI è una famiglia. Pensavamo di essere completi in quattro, ma chi ama Sirius, è un altro cavaliere in più che si aggrega a noi. Che ne dici, ti va? Perché se non ti va..”

“Voi..mi accettate così..senza insultarmi..nè disprezzarmi..dopo quello che ho appena fatto..con lui..”
“Beh, sì.. in fin dei conti abbiamo visto molte volte James slinguazzare chicchessia, ed è uno spettacolo molto più riprovevole..” disse Remus.

Regulus gli gettò le braccia al collo lasciandolo basito, poi si fiondò ad abbracciare suo fratello, Remus e infine, anche se un po’ imbarazzato, Minus.
“Grazie.” Disse asciugandosi gli occhi.

“Ehm..prego. Se ti piace quando insultiamo Jamie, possiamo farlo più speso. È uno dei miei passatempi preferiti.” Disse Sirius.
 
 
 



















come avete visto, in questo capitolo non compaiono Albus e Jamie, ma compariranno nel prossimo..visto che c'è una seconda parte ^^

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Capitolo 12
*** La scoperta dei malandrini - seconda parte ***


Albus e James si erano allontanati dai malandrini il più velocemente possibile. Anche se indossavano il mantello, avrebbero potuto sempre scoprirli, soprattutto perché i malandrini usavano anch’essi un mantello invisibile e avrebbero avuto più facilità a scoprire altri che lo usavano!
Mentre uscivano dalla sala comune, continuavano a ridacchiare e a gioire di quello che era appena successo.
 
“Ti rendi conto? Quante probabilità c’erano al mondo che ci fossero ben DUE generazioni di fratelli amanti, quante?” chiese Albus.
“Non dovremmo gioire di vivere nel peccato, fratello.” Disse James che sembrava tutto fuorchè preoccupato.
“Quando l’Amore è così forte, tutto sembra più giusto, fratellino.” Disse Albus.
“Speriamo che continuino anche LORO  a pensare che tutto sia giusto, come dici te.”
Albus si fermò e studiò a fondo il fratello.
“Perché qualcosa mi dice che non stai parlando dei fratelli Black?”
“È inutile, mi conosci troppo bene.” Disse James.
“Parli dei malandrini, vero? Tu..pensi che potrebbero accorgersi di qualcosa.”
James sospirò.
 
“Al..dovremo fare avanti e indietro nel tempo, come faremo a giustificare le nostre assenze ai malandrini? Come faremo a sparire senza che se ne accorgano?”
 
 
“Hai sentito il professore. Ci ha assicurato che non avrebbero fatto domande. Non si accorgeranno di niente. Non si accorgeranno che non ci saremo e quando torneremo, sarà come se saremmo sempre stati QUI.”
 
“Non sono sicuro che sia così, Al..insomma, come cavolo fanno a non accorgersi che non ci siamo? È IMPOSSIBILE!”
 
“Beh, se ce lo dice un professore, io mi fido!” disse Al.
 
“Cioè, se dovessero rimembrare i ricordi di certi avvenimenti, si ricorderanno per forza che non c’eravamo! E quando si chiederanno dov’eravamo, non riusciranno a darsi risposta!”
 
“Beh, IO MI FIDO, OK?”
 
James lo fissò stupito e Albus si scusò subito.
 
“Scusami, fratellino..non volevo gridare..” disse Albus e James si fiondò subito ad abbracciarlo Gli diede teneramente un bacio sui capelli, poi lo guardò in viso e gli diede un dolcissimo bacio sulle labbra.
 
“Scusami tu, è solo che..sei strano..tu ti fidi. Semplicemente TI FIDI.” Disse James guardandolo, con una nota di stima e ammirazione nello sguardo.
 
“Forse è perché nell’altra vita, quando ero..Silente..” disse a bassa voce. “Non mi fidavo di nessuno.”
 
“Però ti fidavi di ME.” Gli disse, sempre con quella nota di orgoglio.
 
Albus gli prese i capelli tra le dita e glieli strinse per farlo abbassare e baciarlo meglio, James gemette nella sua bocca.
 
"Comunque hai ragione! Quello che abbiamo visto poco fa..È straordinario, Al.."
"Sì, ma io inizio a sentirmi un po' come uno stalker, Jamie."disse Albus.
 
"Ma ti rendi conto che siamo RIUSCITI a far entrare Regulus nei malandrini??? REGULUS!! Ti rendi conto?"gli disse James.
"Sì, ma non cantiamo vittoria troppo presto, tutto può ancora cambiare da un momento all'altro!"disse Albus.
"Sì, ma chi dice che non possono cambiare in meglio??"gongolò James.
"Come fai a essere così ottimista?"gli chiese Albus.
 
"Forse sarà perché QUALCUNO mi ha salvato, tanto tempo fa!"disse James, riservando al suo ragazzo uno sguardo talmente pieno d'amore che si sentì incendiare.
"Dovevo.. Perché sei sempre stato TUTTO per me."disse Albus, accarezzando la guancia di suo fratello.
 
Si mossero simultaneamente tutti e due per baciarsi e avevano appena cominciato, quando una trottola di nome Regulus Black, non decise di correre verso di loro.
"Attento, fratello, un CICLONE in arrivo!" disse Albus.
Fece appena in tempo a dirlo che Regulus si fiondò ad abbracciare James e poi Albus subito dopo.
"Ehi, che ti prende? Stavi cercando di toglierci di mezzo con un nuovo metodo?" scherzò Albus.
 
"James e i suoi amici ci accettano! Ci accettano, capite?? Oh, e poi, Sirius e io ci siamo baciati, ma questo voi lo sapete già, vero???"
Albus e James strabuzzarono gli occhi e si guardarono con sguardo colpevole. Regulus scoppiò a ridere.
"Vi ho visti che mi guardavate, che mi spiavate mentre io e mio fratello ci baciavamo!!"
"Reg, ascolta.." cominciarono loro.
 
"No, no, no! Ascoltate voi me!! Voi avevate RAGIONE!! Non volevo ammetterlo, non volevo ammettere che eravamo come voi, ma avevate RAGIONE!! Io non so come avere fatto a capirlo, non so se il vostro scopo sia fondare un'associazione di fratelli che stanno insieme.. O chissà che altro. Non mi importa perché lo fate, ma voi ci avete visto lungo. E ora anche James e i suoi amici lo sanno e mi vogliono bene come se avessi appena dichiarato loro un nuovo passaggio segreto! Ma questa cosa la sapete già, anche questa vero? Ho notato dei strani movimenti tra le tende.. Eravate sotto un mantello invisibile, vero?"
 
James e Albus lo guardarono senza fiatare.  
 
"James non presterebbe MAI il suo mantello a nessuno, eccetto a mio fratello e a Remus..quindi..dev'essere un mantello simile al suo!" disse ancora.  
 
"Sei incredibile. Sei intelligentissimo. "disse James.
"Perdonaci, non volevamo spiarti, volevamo solo accertarci che andasse tutto bene fra di voi.. E se tuo fratello osa fare qualcosa che ti faccia soffrire, diccelo che ci pensiamo noi."
"Lui?? "disse Reg." Sono IO che devo averlo fatto soffrire in passato.. Deve esser stara dura accettare di avere un fratello mangiamorte."all'improvviso divenne triste." Non posso ricordare tutto.. Ma ho addosso dentro una strana tristezza.. Angoscia.. Solitudine.. Io sento che sono vissuto ancora.. E che è andato tutto storto. Sono morto, lo so..e adesso mi sento così pieno di VITA, come se avessi avuto una seconda possibilità.. E non voglio sprecarla. Non voglio morire.. Non voglio che mio fratello muoia. E per qualche strana ragione so che neanche voi lo volete.. Voi che avete deciso che le vite mie e di mio fratello sono importanti, non so perchè, ma io.. Vi voglio bene per questo."
 
I due fratelli lo abbracciarono insieme.
"Ti vogliamo bene anche noi, Reg."disse James.
"Non puoi saperlo, ma tu nel nostro tempo sei una specie di eroe. Ti sei ribellato."disse Al.
"Allora voglio farlo ancora. Voglio farlo prima. Voglio farlo meglio. Aiutatemi a salvare le persone con voi."disse a sorpresa.
James e Albus lo guardarono ancora più sbalorditi dopo quell'esclamazione.
"Ma che cosa stai dicendo?"dissero in coro.
 
"Non vorrete farmi credere che siete venuti solo per me e mio fratello. Non ci crederò mai. Uno non fa un viaggio del passato solo per due persone!"
"Ehi!!"
Era stato James senior a parlare. Fischiò al loro indirizzo, mentre Sirius al suo fianco aveva un paio di occhiali da sole e Remus un cappello da texano.
 
"Così mi rivelerete anche perché mai guardate Peter in quel modo ogni volta che lo vedete."
"Cosa? Guardarlo come?" chiese James imbarazzato.
"Come se voleste ucciderlo."disse lui come se fosse una cosa normalissima.
"Chi è che volete uccidere?" chiese James saltando tra loro.
"Secondo me vogliono uccidere Piton!" disse Sirius scrollando I capelli al suo migliore amico.
"Ehi!!" disse James Sirius. Non gli piaceva che parlavano di sè stesso in quel modo.
 
"Potrei dare loro una mano." disse James con gli occhi che gli brillarono.
"Ma se fino a pochi giorni fa gli stavi salvando la vita!" disse Remus addentando uno stuzzicadente.
"Quell'ingrato.. Il suo terribile fetore dentro la mia bocca.. Che schifo! E non mi ha neanche ringraziato!!"
"Una scena memorabile, tu con in bocca Piton.. Speravo sempre che lo mordessi." disse Black.
 
"Quell'ingrato. Come strillava! Eppure avrebbe dovuto sentirsi onorato di fare il giro panoramico del castello. Tu.." disse all'improvviso indicando Reg. "Dovrai scontare la tua penitenza!"
"Non sono stato io a dirgli di Remus!!" si ribellò Regulus.
"Per avermi costretto a salvarlo, ora dovrai entrare per forza dentro i malandrini e non in termine sessuale"
"Perché no? Sì invece, ti obblighiamo a baciare ognuno di noi. È il pegno per entrare!" disse Remus. James lo fissò stupito, forse incredulo che Remus se ne uscisse con una simile cosa..così malandrina. Sorrise malizioso.
 
"Assolutamente no!! Non vi vergognate??" si ribellò Sirius.
"Perché tu puoi farlo e noi no? Siamo i tuoi amici e dobbiamo condividere!" disse James. "Avanti!" Non voleva davvero farlo, stava solo provocando, come era suo solito fare, non si aspettava davvero che il fratello di Sirius accettasse.
 
"Io.. Io.. Non voglio farlo...ma loro sì! !! Loro vogliono farlo da quando vi conoscono!" disse Regulus da buon serpeverde, indicando i due fratelli Potter.
 
James e Albus si guardarono. Il loro primo impulso fu quello di SCAPPARE, ma poi il desiderio di rendere loro pan per focaccia era troppo allettante, quindi si guardarono maliziosamente e annuirono in accordo, quindi si lanciarono sui malandrini. James si fiondò a baciare James,che cadde all'indietro per lo stupore, Albus si fiondò a baciare Sirius che cadde sopra James. Approfittando di quella confusione, li agguantarono per il colletto e si scambiarono, finendo Albus per baciare James e James baciare Sirius e poi entrambi baciarono, sempre a stampo, Remus a stampo sulla bocca e poi scapparono a per di fiato.
"Hai visto cos'hanno fatto.. "disse James.
"Inseguiamoli, presto, dobbiamo vendicarci"disse Sirius. Una fiamma divertita nelle pupille.
Ed ecco che i malandrini presero a inseguirsi l'un l'altro. La risata di Regulus che li rincorreva.
 

















buongiorno, ragazzi. Difficile è ricominciare dopo un anno, ma io questa storia la voglio PORTARE A TERMINE..quindi lotterò per farcela. Non importa quanti sacrifici dovrò fare. Scusate davvero. Riguardo alla menzione sui salti temporali, era una precisazione che dovevo fare per forza..non mi ricordo nemmeno se l'ho puntualizzata nei capitoli precedenti, ma a scanso di equivoci, e fraintendimenti, ho puntualizzato che loro saltano di anno in anno - altrimenti Regulus non potrebbe avere già una relazione con il fratello se erano ancora al primo anno!! E Lily non avrebbe già litigato con Piton! -

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Capitolo 13
*** Severus e Silente a Hogsmeade ***


"Siamo al sesto anno dei malandrini?? Ma...non avremmo dovuto essere al quinto? Lily e James non litigano al quinto anno?" chiese Albus con orrore, mentre passeggiavano a Hogsmeade.
"Gli eventi sono cambiati. Per qualche motivo, si sono spostati al sesto anno.. In effetti se Reg è così disinibito..Anche io mi sento un po' strano ultimamente." disse James.
"Eh!? Strano in che senso?"
"Tipo come.. PITON.."
 
In effetti Piton sembrava parecchio scontento di aver dovuto subire l'umiliazione di ritrovarsi suo padre a Mielandia che non perdeva tempo di rimbrottare su tutto. Andava poco meglio con sua madre, che vestita con un vestitino leggero di azzurro, continuava a visitare tutte le vetrine dei negozi, ridendo come una fatina.
 
"Severus si sente in imbarazzo per via dei suoi genitori..a ben pensarci non capisco proprio cosa gli sia venuto in mente agli INSEGNANTI di permettere loro di visitare Hogsmeade." disse Regulus.
"Forse sperano di farlo sclerare e di farlo così espellere dalla scuola. Io farò il tifo perché questo avvenga."disse James allegro.
"Non mi piace che lo prendiate in giro. È mio amico."disse Regulus,sbalordendo i fratelli Potter.
 
"Perché chi ci piace a noi, è sempre amico di quello lì?" chiese James.
"Dev'essere una specie di maledizione!" disse Sirius.
"Tu potresti dirgli qualcosa. La Evans è un'estranea ma lui è tuo fratello."
"E cosa pensi che potrei fare!"
"Fallo tornare in sé! Gli piaci, è attratto da te, quindi ti darà ascolto!" gli disse James.
 
"Certo, perché a te va piuttosto bene con la Evans!"
"Ma lui è TUO FRATELLO."
"Proprio per questo mi darà ancora meno ascolto!"
"Ma tu gli piaci!"

"Ehi, lo sapete che io sono proprio qui davanti a voi eh??" gli disse Regulus. "E comunque…sempre meno quando si comporta così."disse Regulus andando via impettito.
James, Sirius e Remus si guardarono.
"Dovresti essere più gentile con tuo fratello."gli disse Remus.
 
"Ehi, lui mi conosce così, con i miei genitori sono anche peggio, fidati che se mi ama, continuerà ad amarmi anche se sono uno stronzo. Non devo cambiare."

Albus e James sgranarono gli occhi, in apprensione, ricordandosi bene come il menefreghismo di Sirius e il dare troppe cose per scontate avesse rovinato per sempre il rapporto tra i due fratelli e portato Regulus a un triste destino.

"Io sono d'accordo con Sirius. Anzi, vado subito a dirlo alla Evans."
James e Albus li guardarono strizzando gli occhi per poi dare loro una scapocciata sulla testa che li fece ribaltare sul carrello dei dolci.
 
 
 
 
 
 
 
*

“Com’è la tua cioccolata?” gli chiese Albus, mentre erano al pub di Madama Piediburro.
“Io..non mi sento bene. Forse è stato uno sbaglio venire qui.”
“Scusami, io..non pensavo ti mettesse a disagio. Usciamo, dai.”
“Ma che stai dicendo, Al, non fare lo stupido, non mi riferivo al locale.”
“E a cosa allora?”
“A Piton!!”
“Cosa? Ancora lui??”

“Sono io, qualora te lo fossi scordato.”
“Scusami, non volevo essere insensibile..quindi, uhm..senti i suoi sentimenti, anche senza le orecchie oblunghe?”
“Qualcosa percepisco, un mix di ansia, frustrazione..e qualcos’altro che non so definire.” Disse James.
Anche dopo che uscirono, il malumore di James continuò.

Albus cercò di abbracciarlo, ma James si divincolò.
“Avevo ragione allora!! È una cosa personale con me.”
“Non è vero!”
“Tu ce l’hai con me! Non provare a negarlo! Mi hai mandato via!” lo accusò Albus.

“Io..non ce l’ho con te..ma LUI ce l’ha con te.”
Albus lo guardò interrogativo.
Piton?? Non gli ho fatto NIENTE.”
“Tu a lui no..infatti lui non ce l’ha con te..ma con il tuo te stesso di questo tempo!” disse, scioccando Albus ancora di più.
 
 
 
*

“Dimmi che lo vedi anche tu.” Sussurrava James a suo fratello.
Si trovavano in un pub texano. Il giovane Piton era con suo padre al tavolino mentre beveva. Sempre più spesso Piton lanciava occhiate al professor Silente, che chiacchierava amabilmente al tavolo seduto con altri insegnanti. Sembrava guardarlo con una certa apprensione e frustrazione.
“Non fa che fissarlo..hai ragione.” Disse Albus stranito.

“Posso sentire quello che lui prova.” Disse James sussurrando. “E so che..sembra assurdo..ma…desidera attenzioni da Silente.
Albus lo fissò senza fiato.
“Dici sul serio?”
Disperatamente, Albus..”

“È solo un ragazzo di sedici anni!” disse Albus guardandolo con timore e orrore.
“Ohhh..no! Non in quel senso. Non intendevo in quel senso, dai, Al!!”
“Quali altri attenzioni potrebbe volere da un professore molto più grande di lui?”

“Senti, io..io non lo so…ma è così, ti dico..io SENTO quello che sente lui..non chiaramente, ma lui desidera che Silente si accorga di lui, che si PRENDA CURA DI LUI.”
“Credi che..credi che sia come per Regulus? Che percepisca il futuro?” chiese Albus spaventato ed elettrizzato insieme.

“Se mi chiedi se lui inconsciamente, senza neanche capire perché, SENTE di avere un legame con Silente? Oppure avverte che lo avrà? Cavolo, Albus, quello che sento..è..molto forte. Non è solo la ricerca di attenzioni di un ragazzino che non ha nessuno al mondo e che cerca un tutore, una guida, un padre. È molto più di questo! Quando tu mi hai abbracciato prima..ero..cavolo, ero ARRABBIATO con te! E non avevo motivi per esserlo..ma è così..io provo quello che prova Piton perché io sono lui! E lui è arrabbiato con te..cioè con LUI, perché si sente ignorato!”

“Non riesco a immaginarmi Piton che soffra perché si sente ignorato da Silente..” Albus ridacchiò, poi lo fissò. “Ehm, scusami..ma questo..non ha senso..tu dovresti saperlo!”
“Proprio perché sono lui, ti dico che è così!”
“Cosa? Mi stai dicendo che ti sentivi ignorato da me??” chiese Albus.
James sorrise e gli diede un bacio sulla bocca.
“Come avrei potuto?”
“E allora..”

“Ricordi come il nostro rapporto fosse lastricato da pettegolezzi da parte di tutti, come a chiunque piacesse spettegolare e disquisire sul perché e il percome tu ti spendessi così tanto per garantire per me, proteggermi e giustificarmi qualsiasi cosa facessi?”
“Certo..diventava anche urticante dopo un po’..oh, non tu..gli altri che continuavano a chiedersi che tipo di rapporto avevamo e perché ti difendevo sempre!”

“Prova a immaginare come deve essere stato per me..per Piton..avere qualcuno così vicino ad un amico..dopo Lily..se lei per lui era importantissima, e lei non era disposta ad accettare il suo lato oscuro, pensa come deve essere stato per ME, avere al mio fianco qualcuno che sapesse esattamente chi sono, che cos’ho fatto…e che nonostante tutto, mi proteggesse, mi giustificasse..mi volesse con lui, nella sua scuola..che mi dava FIDUCIA. Hai idea di come questo mi facesse sentire?

“Non riesco a immaginarlo.” Ammise Albus.

“Io non volevo che tu lo immaginassi! Sono sempre stato costretto a nascondere i miei sentimenti! Avevo il TERRORE che Lily scoprisse cosa provavo per lei..e poi a maggior ragione avevo il terrore di cosa tu avresti pensato se avessi anche potuto lontanamente immaginare…” si fermò e lo fissò. “Ma non potevo impedirmi di amarti, Albus. È stato un amore puro..trascentale..quasi di..spirito..di anime..non mi sono mai sentito così prima d’ora..neanche con Lily..cioè..io mi sentivo felice solo nel starti vicino, o a sapere che tu VOLEVI che io ti stessi vicino!”

“È un modo per dirmi che ero un vecchio bavoso e che non conservavo nessun'attrattiva?” gli chiese gongolando.
“Piantala!” gli diede un buffetto. “E poi non so se tu ci avessi provato.se ti avrei respinto..sei sempre Silente..come fare a dirti di no?”

“Non riesco proprio a immaginarlo..ma non ti avrei toccato, mai..”

“Non avevi bisogno di farlo per tenermi stretto a te..”
“Questo lo sapevo..” disse Albus gongolando.
“E ricomincia a fare il vanesio! Lo sapevo che è colpa mia..ti faccio sentire troppo importante!”
“Non posso dire che la cosa mi dispiaccia!”

“Tornando all’altro me stesso..ovviamente adesso non hanno quel tipo di rapporto..sono studente e alunno, quindi non c’è quell’intimità che avranno nel futuro..e Piton chissà come, lo sente! Non so se lo percepisce per colpa mia..o se è solo estremamente percettivo o ancora se è come la fata Morgana! So però che percepisce che non è così che deve andare…perché nel futuro non sarà così..”

“Percepisce un rapporto che ancora non c’è, ma lui lo avverte e ne sente la mancanza..ma non ha i mezzi per capire cosa sta provando e pensa solo che vuole attirare la sua attenzione, come se gli fosse dovuta..che in un certo senso gli è dovuta davvero..solo non adesso.”

“Esatto.”

“Quindi..se è stato così per Regulus, potrebbe essere la stessa cosa per Piton..potrebbe essere precognizione? Sentono che certi fatti sono accaduti o accadranno, anche se non sanno spiegarselo?”
“Potrebbe essere..è una cosa pericolosa..se i malandrini dovessero sentirlo anche per quello che riguarda Peter..pensa  cosa potrebbe succedere!” disse James.

“Ma TU hai più visto Peter in giro con loro di recente?”chiese Albus.
“Io no e tu?” gli chiese James.
I due fratelli si guardarono sempre più preoccupati.
 

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Capitolo 14
*** Severus e Silente a Hogsmeade - seconda parte ***


“C’è qualcosa che ti angustia, Piton?”
Il Preside!
“C-cosa? N-no, preside. È tutto a posto.”

“Mi pareva che ti fossi incantato a guardare le scale. Eppure, non sono quelle che sono solite cambiare.” Disse con un sorrisetto.

“Lo so benissimo!”disse Piton, con uno scatto, per poi pentirsi. “Mi scusi, preside. Io..”
“Che ti succede? Dormito male? Vuoi che ti accompagni in infermeria?”

“No..io..credo di aver fatto dei brutti sogni.”

“Capisco. I sogni della notte sono come creature mantide che ti avviluppano e approfittano dei tuoi più torbidi desideri e delle tue più oscure paure, per assoggettarti. Se non sono indiscreto, Piton, e perdonami se lo sono, da quale dei due tu sei stato così spiacevolmente colpito?”
Piton avrebbe voluto dire a quel vecchiaccio di farsi gli affaracci suoi, ma..era pur sempre un ragazzino e i ragazzini in fondo, desiderano quello che desiderano tutti, solo sono più deboli al riguardo. Comprensione. E sostegno.

“Da entrambi, signore.”
Silente questa volta stette zitto, meditabondo.
“Mettiamo caso che mi piacesse..u-una ragazza..”
“Mettiamo caso.”

“I miei sogni d’amore..per questa ragazza, sono però come il bacio di un pesce…irrealizzabili e vuoti, inconsistenti, sfuggenti. Nel mio sogno, li guardavo svanire. Li accettavo con dolore e andavo oltre. Su una strada. Dentro di me..avrei voluto che i sogni mi avessero impedito di percorrere quella strada, ma continuavo a camminare.”
“Che strada era, Severus?”

“U-una strada buia. Oscura, piena di notte e di corvi che volavano intorno. C’erano dei cartelli segnaletici ma non li guardavo. Sapevo che dovevo andare dritto.”

Silente si avvicinò a lui.
“L-la prego, non dica  a nessuno quello che le ho raccontato.”

“E perché dovrei, Severus? I sogni sono quanto di più intimo c’è nella nostra psiche, non è nostro diritto, invaderli con il nostro giudizio o giudicarli, sono di quanto più prezioso e nostro possediamo, forse sono l’unica cosa veramente nostra. E se il proprietario di questi sogni li condivide con noi, possiamo solo essere grati di tanta fiducia e ricompensarlo, custodendoli e proteggendoli gelosamente.”

Piton quasi arrossì e abbassò lo sguardo.
“Lei è troppo buono.”

“Tuttavia, devo darti un avviso, Severus. Due perle di saggezza, anzi. Vorrei che le ascoltassi.”
“S-sì.”

“La prima: è un augurio. Non sempre quello che desideriamo così ardentemente nel profondo del nostro cuore, equivale a quello che davvero ci renderebbe felici. Anzi! La maggior parte delle persone che ha avuto la sfortuna di realizzare i propri desideri, in futuro, ha avuto poi un solo e unico desiderio e rimpianto. Non averli desiderati MAI.”

“Temo di non capire, professore.” Disse Piton in maniera stizzita.

“Oh so che adesso non lo capisci, Severus. Sai, l’essere umano ha un inconfondibile talento nel desiderare quanto è sempre peggio per esso.”
“Professore..” Piton stava per dire altro, probabilmente per discutere l’arroganza del preside ma esso ancora lo fermò con una mano.

“Il mio augurio per te oggi, è che tu non dimentichi mai queste parole.
Severus deglutì.
“La signorina Evans non vorrebbe mai che tu..”
“Non è lei la ragazza del sogno!” disse Piton quasi urlando.
Silente rimase basito.

“Naturalmente. Intendevo dire che la signorina Evans non vorrebbe mai vederti struggere per una ragazzina che non può compensare il tuo amore.”
“Ahhh..io..mi scusi.”
“Non è niente. E arriviamo alla seconda perla: “ disse Silente con uno strano luccichio negli occhi.
Piton lo osservò molto attentamente.

“Le nostre paure sono quanto di più angoscioso noi possediamo, spesso le rinneghiamo e ne proviamo disgusto, esse portano oscurità e terrore, ma poi quando un giorno, riusciamo a trovare delle lanterne e illuminiamo il sentiero tracciato, ci rendiamo conto che, esse possono darci un grande coraggio. La mia preghiera, Severus, è che tu ricorda sempre che quello che ti spaventa oggi, potrà farti diventare un uomo coraggioso, domani.”

“Con tutto il rispetto, professor Silente, ma dubito fortemente, che qualcosa che mi spaventa, possa aiutarmi a diventare coraggioso! Se fossi coraggioso, non ne avrei paura no??”
“Vedi, Severus, è un vecchio pregiudizio, ma quando crescerai, capirai che coraggio non è assenza di paura, è avere paura ma andare avanti lo stesso. Non avere paura della tua ombra, Severus, perché è proprio lì che si nasconde la LUCE.”

“È..tutto?”
“Sì, è tutto." disse Silente tornando inaspettatamente allegro. " Devo andare a preparare le lezioni del pomeriggio! Buona giornata, Severus.” disse infine con uno di quei bruschi congedi che tanto lo avrebbero reso famoso in futuro.
 
Severus andò nella sua stanza e versò le lacrime sul cuscino.
Maledetto …con quale diritto mi parla in questo modo..con quale diritto e arroganza CREDE di conoscermi..non sa niente di me..DI ME..DELLA MIA VITA..

Io non gli permetterò..non gli permetterò di dirmi più cosa devo fare.
Mai..mai più..
 
 


 
 
Severus Piton non aveva mai più scordato quelle parole, proprio come aveva chiesto Silente.
Ed eccolo adesso lì a struggersi per un uomo a cui non importava niente di lui. Era stato in qualche modo un illuso a pensare che per lui fosse uno studente diverso dagli altri. Silente trattava tutti i suoi studenti in modo uguale, non aveva preferenze per nessuno.
Lui era solo e soltanto una stella nera e oscura che non brillava nel cosmo. Non era neanche una Supernova, non era niente. Non avrebbe fatto nessuna differenza nell’asettico mondo delle cose, era una presenza marginale di cui non si sarebbe accorto mai nessuno, che non avrebbe portato mai nessuna utilità alla società, nessun contributo alla causa..neanche il signore Oscuro lo avrebbe mai visto come un lumicino diverso in una notte di oscurità.
Il vecchio non avrebbe dovuto abbandonarlo in quel modo..gli aveva fatto credere di essere speciale, gli aveva fatto credere che ci tenesse a lui, per poi praticamente dimenticarsi di lui e Severus non riusciva proprio a capire perché. Non gli pareva di avergli fatto NIENTE, eppure lui non faceva altro che ignorarlo.

Aveva addirittura fatto arrivare i suoi genitori a Hogsmeade! Era l’unico della sua Casa, assieme a quel poveraccio di Malfoy. Non era unico neanche in questo.
Forse Silente lo odiava. Ma certo. Lo odiava perché aveva scoperto il segreto di quegli stronzi e voleva fargli fare la figura dell’idiota.

Il padre seguitava a bere e a maltrattarlo, a riempirlo di insulti e a dirgli che quello non era posto per lui..non era posto per NESSUNO.
Era ubriaco. Lo odiava quando era ubriaco.
Se i babbani erano tutti così, poteva capire quel pazzo esaltato che si divertiva a torturarli.
Forse tra qualche anno avrebbe potuto dargli una mano..e pazienza se Silente sosteneva che non era giusto, che doveva rincorrere la LUCE..

La luce era casino, era fuoco, fiamme ed ESPLOSIONE..lui anelava la pace, la calma e la quiete che portava solo l’Oscurità.
Non voleva essere una stella danzante, voleva solo pace, calma..
Un giorno…
 
“E cerca di camminare dritto!! Possibile che non sei buono neanche a camminare?? Che figura mi fai fare?”
Non si era accorto di aver gareggiato con suo padre nella gara di bere, fino a sfinirsi..nel tentativo molto ridicolo di attirare l’attenzione di quel professore, aveva esagerato.
“Sciocco, sciocco ragazzo, se non riesci neanche a reggere un po’ di alcol, come puoi pensare di diventare UN VERO UOMO.

Suo padre aveva cercato di tirarlo su, ma non ce la faceva, perché era molto ubriaco anche lui.
“E tirati su, non sei più un bambino. Non farmi vergognare!”
Severus cominciò a pensare a come poterlo fare, senza svenire, quando la voce di Silente lo raggiunse:
“Abbiamo idee molto diverse su ciò che disonora il nome di mago, signor Piton!” disse Silente.
 
Da qualche parte Severus udì una voce famigliare. Lucius.
“Hai visto cosa gli ha detto, Weasley? Non si può dire che il nostro professore non abbia Stile. Dovresti segnarti questa frase, Weasley, così magari impari a parlare!”
“PENSA A FARE SILENZIO TU, LUCIUS!” lo rimbrottò suo padre.

Che idioti, pensò Severus, per poi venire afferrato con una forza incredibile da una mano che riconobbe essere quella del preside.
“Mi metta giù!”
“lasci subito mio figlio!”

“Suo figlio ha bisogno di andare in infermeria e mi sembra che lei sia un po’ troppo cresciuto per questo. Posso però farle avere una pozione contro la sbornia.”
“COME SI PERMETTE. RITORNI SUBITO QUI.”
“Minerva, porti al signore anche una tisana per i suoi nervi.” Disse Albus mentre portava Severus via in braccio.
Mi lasci immediatamente!!”

“Ho fatto gara di resistenza con le sirene..potremmo andare avanti fino a domani e le assicuro, signor Piton, che alla fine l’avrei vinta io.”
“Mi sta facendo fare la figura..dello stupido..davanti a tutta la scuola.”
“Davvero? Credevo che ci stessi riuscendo molto bene da solo.” Disse Silente in tono divertito.

Albus e James assistevano a quella scena con sgomento.

“Sembra che alla fine il piccolo Piton è riuscito a farsi notare da Silente..ma non sembra molto felice della riuscita dell’impresa.” Disse Albus.
“Tu dici? È tutta una finta..in realtà gongola.” Disse James ridacchiando.
“Tu dici?”
“Fidati, fratello..io sono LUI.”
“Che significa CHE SEI LUI?”chiese Regulus.

“Ma tu compari all’improvviso come gli elfi domestici?” chiese Albus.
“Certo che sono LUI. Noi serpeverde siamo tutti uguali..ehm, intendo in tema di malizia.”
Regulus lo guardò sempre più sospettoso.
“Voi mi state nascondendo qualcosa..e riuscirò a scoprire COSA!”
“È Piton quello??” chiese la voce di James Potter.

I malandrini e buona parte della scuola erano tutti lì a fissarli. Alcuni con sgomento, altri con incredulità, mentre il preside percorreva il viale alberato ancora pieno di neve, con un ragazzino in braccio.
“La prego, mi metti giù..ci stanno fissando tutti..”
“E non sei contento? Dici sempre che vuoi farti conoscere e a guardare da tutti. Sei stato accontentato. Te l’ho sempre detto, Severus..bisogna stare attenti a quello che si chiede.”
“Perché Silente porta Piton in braccio?? Perché??” chiese James con fare sconvolto.

Albus si sporse a sussurrare all’orecchio di James:
“E non sa ancora come diventeranno intimi tra qualche anno..”
“Non diciamoglielo o perderebbe fiducia in Silente.” Disse James.  

















non ci posso fare niente..io li amo troppo Severus e Silente ç_ç e se non posso farli mettere insieme perchè uno è troppo giovane e l'altro troppo vecchio, trovo cmq il modo di farli essere vicini ahhah non sono adorabili? <333

La prima parte in corsivo è tratta da un capitolo della storia precedente a questa..allego il link per chi non ricorda:

Cap 36 Riportami all'inizio: Silente e Piton a scuola quando lui era uno studente

Avere visto il siparietto con Lucius, suo padre e la frase memorabile del secondo anno? :)) mi è piaciuto Immaginare che Lucius avesse volto riciclare questa frase perché ne era rimasto colpito, sentendola da Silente :))

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Capitolo 15
*** Albus e James osservano i Black a Hogsmeade ***


Silente si era fermato e aveva innaffiato la testa di Piton sotto la fontana per poi riprendere a camminare.
“Mi hai chiesto tu di farti scendere..ora vorresti risalire?”
“Sì, sì, la prego..”

“Più si va giù e più dopo si ritorna SU. “ disse Silente gongolando.
 
 
 
 
*

I due fratelli Black stavano discutendo animatamente davanti a un negozio di Mielandia.
Come erano passati dall’offendersi, a Sirius che cercava di avvinghiarsi al fratello mentre questi cercava piuttosto con scarsa convinzione, di spingerlo via, era un mistero, visto che era accaduto tutto ad una velocità impressionante.
“Torna da quella barbie smorfiosa!!” diceva il minore.

“Non mi piacciono le barbie, non sono mica una femminuccia come te!”diceva Sirius.
Uno schiaffo da parte del minore dei Black, lo rese attonito, ma solo per pochi secondi, poi ricomparve la sua solita verve ironica e maliziosa.
“Mmmm..come sei sexy quando alzi le mani. Rifallo, dai.” Gli disse Sirius, abbracciandolo per la vita.
“Sei un idiota..”

"Andiamo, fratellino..lo sai che mi ecciti soltanto tu!”
Regulus gli tappò subito la bocca con una mano. “Ma sei impazzito?”
Sirius gli leccò la mano che ritirò a disagio, guardandosi intorno.
“Visto? Sei tu quello che si vergogna di me, NON IO.” Lo sfidò Sirius.

“Non dirlo neanche per scherzo..se dovessero scoprirci..finiremo ad Azkaban o mamma e papà userebbero le maledizioni senza perdono, su di noi.”
“Dovevi pensarci prima, fratellino..”
“Ma perché fai così? Vuoi soffrire? È questo quello che vuoi?”

“Forse voglio essere libero di coccolare mio fratello, NON SOLO quando mi avvicino a qualche femmina per destare una sua reazione.” Disse abbracciandolo ancora di più.
“L’HAI..FATTO APPOSTA??” gridò lui.
Questa volta fu Sirius a tappargli la bocca.
“Le grida..solo a letto, fratellino.” Disse leccandogli il collo.
“Sei..un incosciente!”

“E tu sei..GELOSO..” disse per poi guardarlo ed abbracciarlo. “Come devo dirti che voglio solo te?”
“Adesso dici così ma dopo..ti stancherai di avere solo me..” disse Reg sull’orlo del pianto.
Sirius lo guardò malizioso.
“Vorresti un rapporto esclusivo, allora? Vorresti che praticassimo la monogamia, come le coppiette romantiche?”
“Tu no?”

“Non nego di non averci pensato molto in questi anni..il romanticismo non ce l’hanno certo insegnato Walburga e Orion..un certo tipo di sentimentalismo, me l’ha insegnato solo James e Remus..”
“LASCIAMI. MOLLAMI SUBITO, SCHIFOSO!”
“Aspetta..ho detto: un certo tipo. Non certo quello sessuale..ne esistono così tanti.”
Regulus adesso lo fissava con angoscia e aspettativa.

“Ci sono così tante corde nel cuore che un individuo può toccare, per farle vibrare all’altro..così tanti individui diversi..alcuni le fanno suonare..alcuni parlare…altri cantare..così tanti individui per così tante emozioni diverse..così come esistono tanti romanticismi DIVERSI.”
“Tu non mi ami, Sirius..”

“E tu sì? Rischiereresti tutto per me? Andresti contro tutto e tutti per me?”
Regulus tentennò. “Non lo so.”
“Io ti amo già adesso, Regulus..QUI E ORA..tu vuoi il per sempre? Mi hanno insegnato che il PER SEMPRE distrugge tutto quello che si affida a lui..sei così ansioso di raggiungerlo?”
“Io..”

“Ma noi siamo QUI E ORA..il qui e ora non distrugge nulla..e io ti amo ORA, Reg..non domani..nè tra dieci anni..ORA..”
“Ti amo anche io, Sirius.”
Regulus si sporse a baciarlo e Sirius ricambiò con passione.
Sirius si spostò a fatica da lui.
“Chiedere ad un uomo di amare di più, è condannarlo a morte, farlo soffrire. Vuoi che io soffra, Reg?”

“No..no..no!” disse Regulus accarezzandogli i capelli.
“Allora non farlo!” gli chiese con disperazione.
E Regulus lo baciò ancora. Con trasporto, con sentimento. Incuranti di chiunque potesse vederli.
 
James e Albus li guardavano affranti e preoccupati.

“Non lo ama..non come vorrebbe Regulus..non ancora..” disse Albus.
“Come si può convincere un uomo ad amarti di più?”
Facendolo soffrire..”
James lo guardò stupito.
“Regulus non farebbe mai soffrire Sirius!”

“Non volontariamente, magari. Sappiamo tutti e due cosa è successo tra di loro, nella timeline originale, vero? La fuga di Sirius dai Potter..Regulus che diventa mangiamorte.”
“ALBUS! Noi..stiamo cercando di risparmiare ai fratelli Black tutto questo dolore. Te lo ricordi, vero?”
Albus non gli rispose. Continuava a guardare i Black con un cipiglio pensieroso, quasi sadico.

Albus! I Black sono delle vittime! Abbiamo giurato di salvarli! Dimmi che te lo ricordi!”
“Sì..ma a Sirius non farebbe male una piccola lezione..”
“VAFFANCULO, ALBUS!”
Albus si girò, sbalordito, trattenendolo per il braccio.
“Ma che ti prende?”

“Basta, io mi tiro fuori. Se vuoi giocare al tuo vecchio TE, non avrai la mia approvazione!”
“Ma che diavolo stai dicendo?”
“Lo vedo quello sguardo..lo vedo come lo guardi…tu..sta uscendo fuori la versione del tuo vecchio te..quella macchiavellica..quella che gioca con le persone..”
“Ah, è questo quello che pensi di me?”

“È quello che pensano TUTTI, cazzo!” quasi gridò James.
Albus lo fissò stupito.
“Sei ricordato per essere un manipolatore..un sadico, vecchio, manipolatore. A cui non interessano i sentimenti degli altri. Egoista, e CRUDELE!”
“Io..non sono così!”

Certo che lo so, certo che lo so, cazzo! Ed è per quello che mi fai così tanto incazzare, perché tu non sei così..allora perché continui a fare così?”
Ora James era diventato triste.

“Mi dispiace..” disse Albus triste. “Io non lo so perché mi comporto così..ma non lo faccio con cattiveria..forse è iniziato con il piccolo Tom..io potevo FERMARLO..potevo PREVEDERE la sua malvagità adulta..l’ho conosciuto quando era ancora un bambino..eppure ho scelto di ignorarlo! E tutto il male che ne è uscito fuori..è stato  A CAUSA MIA!”
“Non sei responsabile delle azioni di Voldemort!”

“Tutto quello che ho fatto dopo, è stato perché credevo che se fossi riuscito a controllare le azioni di TUTTI, avrei evitato forse altro MALE.”
James lo guardò a bocca aperta.
“Non l’ho..mai detto a nessuno.”
“Non me l’hai mai detto..”
“James..io..mi dispiace..”
“Albus..”

Si baciarono anche loro. A poca distanza dagli altri due fratelli. Con disperazione, con amore.
Quando finirono di baciarsi, i due fratelli Black erano scomparsi.
Li cercarono. Inutilmente.
“Come due stelle nella notte..come le costellazioni da cui prendono nome..così sono i due fratelli Black..evanescenti, invisibili..sfuggenti.” disse Albus.

“Così tanto poetico, Albus. Ma non farti sentire dal traditore, o sarebbe subito pronto a cercarli per rubare un po’ della loro luce.”
“A proposito, non credi che dovremmo cominciare a preoccuparci di Minus?” chiese Albus.

E i due fratelli Potter andarono a cercarlo.

















Note dell'autrice: Lo so che stona un po' la parte iniziale e che avrei dovuto inserirla nel capitolo precedente, ma se mi è venuta in mente dopo, che devo fare? Ahahah comunque, volevo dire che la frase "più si va giù e più dopo si ritorna su" è presa dal cartone " I gemelli del destino ahahah

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Capitolo 16
*** Fare la morale a Peter ***


Dovrebbe essere una giornata di festa, siamo a Hogsmeade e i professori hanno detto che possiamo prendere tutti i dolci che vogliamo. Gratis! Forse tempo fa questa notizia mi avrebbe reso molto FELICE , ma adesso neanche il sapore incredibile dei dolci, il sapore pazzesco della cioccolata, riesce a rendermi FELICE.
 
Credevo che lo sarei stato, quando ancora dovevo cominciare la scuola e immaginavo di far parte di una cerchia popolare di alcuni tra i ragazzi più famosi e popolari della scuola, credevo che sarei stato felice.
Ma nessuno mi ha voluto, mi hanno cacciato tutti via, mi prendono in giro e adesso capisco che la felicità è solo un'illusione.
 
"Non ho mai visto qualcuno piangere a una gita a Hogsmeade." disse il ragazzo biondo che si faceva vedere sempre con i malandrini ormai. Si inchina per guardarmi visto che sono seduto sul marciapiede.
"A meno che non ti lasci la ragazza. O il ragazzo." disse il moro e ridacchiò da solo. Lui assomigliava parecchio al best friend di James Potter. Aveva anche lo stesso nome.
Il biondo lo rimproverò. Forse era il suo compagno o forse suo fratello. Non l'ho ancora ben capito. A Hogwarts girano voci contrastanti e figurati se qualcuno si dà la pena di informare il povero, sfigato, Peter Minus.
 
"Allora perché stai piangendo? Diccelo." disse il biondo che credo si chiami Albus.
"Non potreste mai capire.."
 
"Noi siamo super intelligenti, talmente intelligenti che viaggiamo attraverso il tempo! Mettici alla prova!" disse James.
"Voi non potete capire perché...siete popolari.."
I due ragazzi rimasero di stucco.
 
"Non credo che sia vero." disse il biondo stranito.
"E ad ogni modo questo cosa significa??"chiese l'altro.
"Non potreste mai capire, neanche sforzandovi, quanto deve essere dura per me, essere invisibile..in mezzo a tutti voi."
"È questo il tuo problema?"chiese Albus incredulo.
 
"Lo so, per voi è una cosa da niente, non potete capire come ci si sente..voi siete belli, popolari..tutti vi stimano, vi ammirano, vi amano.."
"Beh, tanto per iniziare, invece di piagnucolare, potresti iniziare a fare qualcosa!!"
 
"Jamie!!"
"Che c'è?? Ho detto solo la verità! Insomma, credi che la popolarità cadi giù dal cielo solo perché sei fortunato?? No, caro Peter, se non sei solare, brillante, pieno di curiosità, di energia, se non ti dimostri amichevole, amabile e con tanta voglia di ridere, scherzare e giocare e inventare cose nuove, rimarrai sempre invisibile!!" disse James.
 
"Credo che il mio amico ti stia dicendo che sembri un po' anonimo.."
"E anche apatico!!"
"Cercavo di andarci leggero, Jamie!!"
 
"Poi, a nessuno piace seguire chi non ha amici!! Tu perché te ne stai sempre da solo??"gli chiese James.
"Io..a dire la verità io ci ho PROVATO a farmi degli amici..e all'inizio ci ero anche riuscito..forse li conoscete anche voi..si fanno chiamare i malandrini !"
 
I due fratelli -non fratelli -si gettarono un'occhiata perplessa. Ma certo, li conoscevano di sicuro e si staranno di sicuro chiedendo come mai uno sfigato come me era riuscito a farseli amici.
"Perché non sei con loro allora?"chiese Albus.
 
"Io..da un po' di tempo mi hanno..allontanato!"
"Perché ?" gli chiese James.
"Io..non lo so.."
Il moro prese a scuotermi e io mi spaventai.
 
"Non ci inganni. I malandrini sono buoni e generosi!! Non ti avranno allontanato senza una buona ragione!!"
 
"Jamie, lascialo!!"
 
Uffa. Ma a loro che gli frega poi? Eppure nonostante tutto, sento il bisogno di giustificarmi.
"Io non lo so..."
"MENTI!!" disse James picchiando il pugno a terra.
 
"No!! Non lo so davvero, ve lo giuro!! È cominciato tutto all'improvviso!! All'inizio erano così gentili con me..così amichevoli!! Mi coinvolgevano nei loro giochi e poi.."
"Poi?"chiese Albus.
 
"Poi..tutto è cambiato stranamente..all'improvviso qualsiasi cosa dicessi, qualsiasi frase uscisse da me..mi lanciavano occhiate strane, come se io dicessi..chissà cosa!! Ma io non penso di dire chissà che cosa...è vero che non me la sono mai cavata benissimo a parlare, ma..."
 
"Vai avanti!!" disse il biondo impaziente.
 
"Hanno iniziato a rispondermi male, a non coinvolgermi più nei loro scherzi, nei loro giochi..a guardarmi male...a rispondermi male ,a tenermi il muso..a dirmi che facevo discorsi strani..non mi hanno più guardato al modo di prima!!"
I grandi occhi di Peter erano lucidi di lacrime e di sorpresa, lui davvero non si capacitava di quel cambiamento. Davvero ne era ferito e i due fratelli in qualche modo, provavano compassione per lui.
 
"Magari..ti sei comportato male senza volerlo. Hai detto qualcosa di brutto che a loro non è gradito.." disse James.
"No, niente di tutto questo.."negò Peter.
"Deve esserci qualcosa!!"disse James perdendo di nuovo la pazienza. "Pensaci bene, magari hai detto qualcosa che.."
 
"Jamie, piantala!" gli rispose il biondo."Ascolta me, magari non è qualcosa che tu hai fatto.."
"E cos'altro potrebbe essere??"
 
Ora Peter pendeva dalle sue labbra e aveva poche chance di riuscire a penetrare la corazza.
"Peter..vorrei che rispondessi sinceramente. Sei sicuro che la tua amicizia con i malandrini fosse sempre stata pura??"
A James si mozzò il fiato.
 
"Ma cosa stai dicendo?? Certo che è pura!" disse lui un po' troppo sulla difensiva.
"Sei sicuro che non fosse, almeno all'inizio, solo una scusa per stare con i ragazzi più popolari della scuola e magari brillare di luce riflessa sotto di loro??" chiese Albus.
 
Peter aveva la bocca spalancata. Albus credette di aver appena fatto centro.
"Non ho mai usato Sirius, James e Remus.."
"Magari non coscientemente, ma magari inconsciamente, l'hai fatto...magari non è stato sempre così ma all'inizio è nata così.." disse James.
"Insomma basta!! Siete del tutto fuori strada!" disse Peter.
 
"È un mix di cose, non è vero, Peter??", chiese di nuovo il ragazzo biondo."Magari all'inizio ti sei avvicinato a loro con quello scopo..poi certo, ti sei affezionato a loro..non sei certo una bestia senz'anima.."
Peter tirò su con il naso senza rispondere.
"Ma poi..man mano che sono passati gli anni, qualcosa di oscuro ti passava sempre attraverso, non è vero, Peter? Non sei uno stupido, di sicuro ti sei chiesto anche tu e spesso, che cosa ci fai in mezzo a loro perché tu non sei un vero malandrino. Non ci azzecchi niente. Ti sei illuso per un po', ma poi..in fondo perché no? Ti sei chiesto se dopotutto avessi sbagliato tutto..gruppo, amici, fazione, casa!! Ti sei chiesto se saresti stato meglio a SERPEVERDE!!"
 
Adesso Peter li fissava con sguardo di sfida, senza tremare più.
 
"Forse hai fatto anche qualche discorso che stonava decisamente con la nobile casata Grifondoro e i loro ideali...ed ecco che il dubbio che tu non fossi davvero uno di loro..che tu non fossi come loro, è venuto anche a loro, giusto?" chiese Albus.
 
"È COSÌ???" gridò James.
 
"Sì, sì , sì, lo ammetto, ecco, lo ammetto. E vero!!" tornò a guardarli. "Ho cercato per anni di essere come loro, ma io NON LO SONO. Non lo sono proprio. Non sono coraggioso come Sirius, né nobile come James, né forte come Remus! E sì, confesso di aver pensato che l'amicizia in fondo non sia questa gran cosa, che forse sarei stato meglio da un'altra parte...che sarei stato più APPREZZATO, PIÙ VISIBILE..ma sono certo che non ho mai detto a loro queste cose, quindi cosa.."
James aveva fatto comparire dal nulla due campanelle e le aveva suonate davanti alla sua faccia che si spaventò e si ritrasse.
 
"Svegliati, Peter!! Anche se non glielo hai detto, loro lo hanno capito!!"
"Ma..ma come hanno fatto!?"
 
I due ragazzi si guardarono come a mettere in atto una specie di conversazione silenziosa, poi il biondo parlò si nuovo.
 
"È qualcosa che sta nell'energia e nel cuore di tutti noi..qualcosa nella nostra anima." disse il biondo.
Il moro sbuffò, probabilmente ritenendolo a ragione, forse un eccesso di sentimentalismo.
 
"Peter, tu solo sai cosa hai fatto che ha fatto cambiare in questo modo i malandrini..non possiamo dirtelo noi. È qualcosa che sta nel tuo cuore, capisci?" disse Albus, toccandogli il petto, proprio nel punto che doveva risiedere il suo cuore con grande imbarazzo di Peter, poi ritirò la mano. "Solo tu puoi dirci se tu ad un certo punto ti sei sentito davvero degno di essere loro amico." disse Albus.
 
"Al.." lo richiamò sui fratello o forse il suo amante.
" Hai sempre provato amicizia vera con loro? O forse ad un certo punto ti sei sentito in colpa?"
"In colpa?? Che sciocchezze?? Di cosa avrei dovuto sentirmi in colpa?? Non ho fatto niente!!"
 
"Forse non è qualcosa che tu hai fatto, ma che hai pensato." disse Albus.
"Forse puoi aver pensato, che i malandrini sono così coraggiosi..certamente sacrificherebbero la loro vita, per i loro amici forse tu ti sei chiesto se avresti fatto lo stesso..e la tua risposta è STATA NO!" disse James, implacabile.
 
Era troppo. Sono scoppiato miseramente in singhiozzi e per non farmi vedere dai loro sguardo giudicanti, sono scoppiato in lacrime.
 
"Sì..è vero..è così..ma non li venderei mai al Signore Oscuro..o almeno non credo che lo farei..se non mi minacciassero di morte..o mi picchiassero...o mi torturassero ..non lo so. Come fare a essere coraggiosi quando la tua vita è in pericolo??" tornò a guardarli. "E allora sì, mi sono chiesto se io fossi forte come loro..se sarei capace di uccidere me stesso e la risposta era no. No, ovviamente!! Ma non voglio loro male!"
 
"Loro lo hanno capito..Peter, anche se non glielo hai detto, loro hanno capito che la tua anima..non è così pura..che c'è oscurità dentro di te. Non è così buia, non ancora, ma stai gettando il seme.." disse Al.
 
"Lo so, lo so, non sono abbastanza coraggioso per fare parte dei Grifondoro!! Me lo ha già detto il cappello! Non c'è bisogno che me lo dite anche voi!!" disse alzandosi in piedi..
 
"Il cappello...perché ti ha messo in Grifondoro se non sei degno?" chiese Albus.
"Che ne so? Era un cappello. Fa cose strane e senza senso!!"
 
"Come te!! Ti ho fatto una domanda, perché ti ha messo a Grifondoro??" chiese ancora James.
"PERCHÉ GLIEL'HO CHIESTO IO!!OK?" gridò Peter.
Rimasero sbalorditi.
"E perché volevi questo??" chiese il biondo.
"Ma che domanda è? Lo volevo e basta!"
 
"Una domanda semplice. Rispondi per favore " disse James.
"Perché io..volevo dar parte della luce.." disse Peter come se, se lo fosse ricordato solo in quel momento. "Prima credevo davvero nella luce..volevo farne parte, ma poi, mi sono reso conto che farne parte non significa esserne illuminato, non significa brillare."
"Anche nell'oscurità, non brilli." disse James.
"Io volevo essere solo degno di stare con loro..ero così felice che mi considerassero degno che non mi importava nemmeno se non brillavo all'inizio..."
 
"Ma non lo sei, non meriti la loro fiducia." disse James.
Peter lo guardò con rabbia, ma poi James aggiunse:
"Ma puoi sempre diventarlo." disse James mettendogli una mano sulla spalla.
"E come??" detesto che le mie lacrime siano tornate.
 
"Parti da una buona partenza. Il cappello non ti avrebbe mai assegnato a Grifondoro se non pensasse che, nonostante quello che tu chiedi, non avessi una chance di scegliere la strada giusta, e certamente il tuo trasformarti in un animagus per andare a fare compagnia a un grosso lupo mannaro nel pieno della notte contrasta con la definizione di vigliacchi." disse di nuovo il biondo.
 
"Ma voi..come fate a sapere queste cose?" chiesi, avvertendo le vertigini. Questi ragazzi che sembrano guardarmi ora con disprezzo e il secondo dopo come se volessero "salvarmi" mi creano molta angoscia e paura.
"Non ha importanza. Ascoltaci, Peter. Non ti mentiremo. La vita è dura, lunga e difficile, ma lo è ancora di più quando scegli la strada sbagliata, quando il tuo cuore si oscura e non puoi neanche trarre sollievo e conforto dai veri amici, dai tuoi stessi ideali..quando perdi te stesso, non esiste sofferenza più grande. Il buio distrugge tutto ma quando la luce è abbagliante non può essere paragonata a niente." disse Al.
 
"Io..perché mi state dicendo queste cose?"
 
"Noi lo sappiamo che tu non ti senti degno..che dentro di te pensi di non essere del tutto buono..ma sai una cosa?? Nessuno di noi nasce del tutto buono ..e non esiste amore più grande della bontà che arriva per scelta..perché tu lo vuoi, desideri essere buono!!"disse James.
"Se vuoi essere degno di essere uno dei malandrini..devi guadagnartelo. Non per convenienza, ne per bontà..sii l'amico che loro meritano di avere, non lo sei, non ti mentiremo su questo..ma puoi diventarlo..qualsiasi cosa tu pensi che sei destinato a essere o a diventare..puoi cambiare..sei in tempo.."
 
Peter riprese a singhiozzare e questa volta, corse proprio via. I due fratelli sospirarono.
 
Dopo pochi passi, il ragazzino si fermò e si voltò a fissarlo. "Ma voi, chi siete??" gridò loro e senza aspettare la risposta, corse via di nuovo.

"Tu di sicuro sei un idiota." disse James tranquillamente, ora che non poteva più sentirlo.

"Non lo so, Jamie ."

"Cosa?? Non dirmi che ti fa pena e vuoi concedergli il beneficio del dubbio!! Non dirmi che pensi che bastino due paroline un po' melodrammatiche per farlo cambiare. Neanche io ci ho messo così poco."

"Non lo so.." ripeté lui.

"Abbiamo fatto la cosa giusta? Forse se i malandrini l’hanno allontanato..in qualche modo le loro anime RICORDANO cosa ha fatto..o cosa farà..e noi forse non avremmo dovuto.."

"Avrebbe potuto scappare via molto prima di adesso, e insultarci, invece piange..questo malgrado non è bellissimo da vedere, induce a credere che forse non è ancora insalvabile."
 
"E poi si è voltato..cazzo, si è voltato verso di noi. Mi sento TE quando facevi discorsi del cazzo e tutti a pendere dalle tue labbra." disse James gagliardo.

"Tu non pendevi dalle mie labbra perché eri troppo occupato a stare sotto le mie sottane!"

"Mmmm..sexy.."

Albus gli diede un piccolo pugno sul braccio e poi lo attirò a sé per baciarlo.

"Sai che il vecchio Severus ti avrebbe ucciso per questa cosa che hai detto, vero?" gli disse dolcemente.

"Che sciocchezze. L'unica volta che dovevi uccidermi, ho dovuto supplicarti.." disse Al e riprese a baciarlo con più foga, forse temendo che lo strozzasse per quella battuta. A ben pensarci, il pensiero gli era venuto. James gli prese la mano nella sua.
"Sì, forse siamo degli sciocchi, ma è giusto vedere il sole, la speranza."

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