Flower Bouquet.

di KH4
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Crisantemo. ***
Capitolo 2: *** Bucaneve. ***
Capitolo 3: *** Fiordaliso Blu. ***
Capitolo 4: *** Lisianthus. ***



Capitolo 1
*** Crisantemo. ***


Il punto focale voleva essere - o per lo meno avrebbe dovuto essere - che di quella faccenda gli importava meno di niente.

Maledetto lui, la sua accondiscendenza, e, più di qualunque altra cosa, quella altrettanto infida predestinazione che per lui aveva scelto un ruolo senza possibilità di opposizione!

Lo aveva detto, illustrato dapprima con plausibili motivazioni dalla sua parte e successivamente sottolineato con tanto di turpiloqui infarciti da una ragione escludente qualsiasi replica al riguardo, che ai futuri sposini - compressi nel bucolico epitomo dei melensi fidanzatini - non sarebbe convenuto coinvolgerlo in quella farsa istrionica comunemente denominata Matrimonio, poichè lui, di ammattire per ridicolaggini quali la scelta della chiesa, della location per il ricevimento, il menù, l’addio al celibato, il numero degli invitati o la musica, non aveva né il tempo né il senno per sostenerlo.

Peccato soltanto che la squilibrata consorteria di profili scevri di un qualsivoglia rispetto per la privacy perseverasse da eoni nel coinvolgerlo in qualsiasi iniziativa propinata dai loro cervelli consumati da acidi satanici, compreso lo sposo - storico per l’essere stato uno dei primi a fondare il gruppo al liceo- e ancor di più la sposa, il cui sangue si ergeva a solo spartiacque a un legame fraterno quanto quello del futuro consorte.

- Devi solo andare dalla fioraia e farle confezionare il mio bouquet seguendo le indicazioni del bigliettino. Una cosa facile, no? -

Facile quanto sarebbe stato strangolarla o - per non imbrattare la pinta materialità della sua fedina penale - prendere una delle torte di prova e spappolargliela in testa.

Più di una volta, nella sequela di un ritornello introdottosi senza che le circostanze fossero incorniciate da disutili sofismi, aveva interpellato la propria coscienza su cosa si fosse sempre interposto fra lui e l’ammaliante brama di sedare Cathy, colei che il fato - per la pura compiacenza di percularlo fino alla totale implosione dell’universo - aveva prescelto così da esasperarne ogni neurone che non fosse prossimo alla psicosi, ma dovendo anch’egli addempiere alla sua parte - che, per quanto imposta e malvoluta da una donna chiaramente inabile a organizzarsi, non avrebbe delegato a nessun’altro pur di mettere in chiaro che lui, il suo dovere, quale che fosse, lo portava sempre a termine -, aveva infilato il quadretto di carta dentro il portafoglio limitandosi a far collassare il proprio malumore nella calotta cranica.

Così eccolo lì, appena oltre un ciglio incorniciato da una coppia di vetrate sfoggianti arcobaleni floreali ripartiti in eleganti composizioni, pronto a imprecare mentalmente su uno stupido mazzolino che la sposa avrebbe retto per una manciata di secondi prima di lanciarlo a un manipolo di bisbetiche disperate.

- Buongiorno e bevenuto, come posso aiutarla? -

Alden dovette abbassare un poco il mento.
Le minute proporzioni della fioraia con il quale si approcciò parevano caldeggiare i poetici e graziosi requisiti che un simile negozio avrebbe richiesto.
Era quanto di più simile a un scricciolo dalle mani vellutate, un volto morbidamente roseo, i capelli di un mieloso marrone ordinati in una pratica treccia, il tutto vergato da un grembiule azzurro sopra cui, oltre a una margherita cucita a mano, spiccava una targhetta metallica.

“Evelyn” era il nome riportato sopra.

- Avrei bisogno che mi confezioni un bouquet da sposa -, rispose nel far scorrere sul bancone di legno il foglietto.

Aprendolo, la ragazza se lo portò vicino prendendosi un paio di secondi per soppesare la richiesta effettuata, al che aggrottò la fronte.

- C’è qualche problema? - In cuor suo, Alden appellò tutte le sue speranze a un diniego, che quel cruccio riconducesse esclusivamente alla calligrafia arzigogolata di Cathy.
- E'...Davvero sicuro di volere questi fiori? -, titubò la fioraia, sbirciando da sotto la frangetta gli effetti delle sue parole.
- Per quale motivo? - Indagò lui - Cos’hanno di male i Crisantemi? -
- In questo specifico caso sia il colore che il significato. Non riesco a immaginare il perché di una tale scelta, ma, seppur il Crisantemo nella sua generalità sia considerato un simbolo di gioia e prosperità, è più riconosciuto per le sue accezioni negative. E’ più consono ai defunti, mi segue? - Cercò di fargli comprendere - Certo, il Crisantemo Rosso vuole esprimere amore, ma la sua controparte bianca, quella che è stata richiesta per questo bouquet, è tanto nota per la gioia e la vitalità quanto per il dolore o un cuore in cerca di consolazione, perciò...Sì, se desidera per la sua sposa dei fiori più consoni all’occasione... -
- Non sono io a sposarmi, ma una mia amica -, tagliò corto Alden, con la mano già in procinto di scorrere la rubrica dello smartphone - Mi dia un minuto. -

La fioraia annuì stringendosi nelle spalle.
Considerato il sospetto che quel cliente potesse fomentarsi per un nonnulla si avvalette di tutto il suo buon senso per non ritrovarsi fra le mano una bomba in procinto di esplodere.

D’altra parte, per Alden il tempo non scorreva di certo a profusione: fosse stato un completo menefreghista avrebbe tirato diritto per il solo piacere di essere sollevato dall’incombenza, ma c’erano troppi fattori in gioco, primo fra tutti il suo essere un perfezionista, con la sua connaturata predisposizione a portare a termine ogni compito al meglio delle sue prestazioni.

Inoltre, la stessa Cathy gli aveva ribadito di contattarlo qualora fossero sorti dei problemi.

- Pronto, Cat? Si, sono io. Ascolta, la fioraia mi ha detto che i Crisantemi vanno bene per un funerale. Devi cambiarli. -

Un deluso chiosare si elevò da un brusio piuttosto concitato sopra cui il giovane uomo non volle indagare.

- Lo so che li adori e che erano studiati per essere coordinati con il tuo vestito, ma non credo che tu voglia sfilare fino all’altare con dei fiori che rimandano alla morte. -

Altre parole, altri strilletti e indefiniti tintinni impegnatisi a rendere quella già dolosa conversazione difficile da recepire.

- Devi solo provarci a darmi il tormento! - Fu il sibilò che Alden compresse con tono di voce quasi impercettibile - Se ci tenevi tanto saresti dovuta venire tu, quindi adesso ti beccherai quello che passa il convento! Ovvio che non ho idea di quale significato abbiano le piante, per questo c’è apposta la fioraia! -

E sbattè giù la telefonata fumando dalle narici, maledicendosi ancora e ancora.

Dall’altra parte del bancone, Evelyn, rimasta in attesa, sciorinò un sorriso compassionevole.

- Suppongo che a questo punto tocchi a me, giusto? -


Note di fine capitolo: Da tuguri che ho lasciato impolverare e ammuffire ho trovato alcune storie a breve termine, tra cui questa, che ho pensato di portare qui sul sito. Piccoli parti con personaggi originali da me inventati e che spero possano piacere. Mi impegnerò quanto meno a pubblicare almeno una volta alla settimana essendo già complete! Buon weekend a tutti!

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Capitolo 2
*** Bucaneve. ***


- Benvenuto. Alden, giusto? -
- Esatto. Lei confeziona anche dei centro tavola? -

Era chiaro, se non lapallissiano, la combutta ordita a suo carico, così come non c’era nulla che potesse indurlo ad imbonire quella pagliacciata.

Una sola visita in quel negozio gli era bastata per realizzare che il creato pullulava di tanti fiori quanti erano i casi umani così bacati da affibiare a mille boccioli diversi per colore e dimensione il medesimo significato, peccato soltanto che dal compimento del matrimonio si fosse profusa una scia endemica che aveva bandito ogni suo tentativo di alienazione.

Stavolta gli era toccato il battesimo del figlio del fratello di Cristopher - di nome quasi ignoto sicchè fra i visi che si scapicollavano per sprimacciare ogni secondo libero della sua vita era uno dei pochi a vantare incontri pressochè sporadici -, per cui Cathy e Clancy avevano appositamente posticipato la partenza per la già breve luna di miele.

Per farla breve, la coppia aveva organizzato un piccolo ricevimento in un ristorante i cui posti a sedere penavano per l’assenza di un centro tavola idoneo alla modestia della cerimonia e il suo ruolo in suddetto quadro avrebbe continuato a occupare lo spazio prefissato a un margine mangiucchiato, se la boccaccia larga di Cat non lo avesse trascinato dentro per il suo conoscere personalmente la fioraia che si era occupata del confezionamento del suo bouquet.

Il cessare della sequela di turpitudini che aveva contribuito a seccargli la gola era raggiunto dopo che Clancy, appellandosi alla sua misericordia, gli aveva promesso che il suo equilibrio esistenziale non sarebbe stato più deteriorato da lì fino all’eternità, se non oltre.

Pena, il libero arbitrio nel scegliere il modo più creativo per portare lui e quella sciroccata della moglie sin dentro la tomba.

Accompagnato il preambolo con una polifonia sbuffante di pieno astio non ancora digerito, Evelyn si permise di illustrargli le molteplici possibilità di scelta, allegando alla mostra degli esemplari floreali più idonei una spiegazione che includesse nei suoi parametri concisione ed esaustività.

Trascorsa mezz’ora, la scelta cadde sulla modesta eleganza dei Bucaneve e considerando che erano stati i primi fiori proposti, la faccenda si sarebbe potuta anche risolvere in un manciata di minuti, compresi i secondi che sarebbero occorsi per scarabocchiare la scelta sul foglietto ben ripiegato nel portafoglio.

Neppure se lo avessero minacciato di estrargli tutti i denti senza anestesia avrebbe ammesso che tale dilungazione dei tempi era scaturita inaspettata, da un non ancora del tutto focalizzato desiderio di lasciarsi annebbiare dal suono allegro della voce di Evelyn.

 

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Capitolo 3
*** Fiordaliso Blu. ***


- Fammi indovinare: il cugino di Cat. -
- Quasi: Ben con la cugina di Cat. -

Evelyn abozzò un lieve sorriso nel bagliore pallido di un pomeriggio particolarmente freddo.

I boccioli con i loro strascichi variopinti erano roridi d’acqua, con alcuni vasi più vuoti degli altri, i rotoli di carta crespa e quelli trasparenti ben disposti nei contenitori cilindrici che affiancano il tavolo da lavoro, i nastri arrotolati con un’asticella di legno a sostenerli sopra di esso, predisposti in ordine di gradazione.

Con in sottofondo la quiescenza a intonare il ritmo del pomeriggio anche il più incessante dei chiacchiericci si sarebbe affievolito in un superfluo sussurro e Alden fu grato che il silenzio gli arridesse così da predisporre quella visita secondo i suoi canoni.

Da un tempo sopra cui non si era prodigato a indagare a fondo, Ben - un altro compare prima del liceo e poi dell'università mai presosi la briga di eclissarsi, tanto per cambiare -  stava cercando di barcamenarsi in una proposta che desse fine al dolce sciabordio dei suoi sospiri nei confronti di Ariella, cugina di Cat.

Voci di corridoio avevano decantato un dolcissimo idillio verbale durante il pranzo di nozze di quest'ultima e Clancy, conclusosi con un ballo a piedi scalzi che la sfortuna non aveva arriso a sufficienza da sostenere un ulteriore proseguimento.

Maturata l’idea della dichiarazione che ne avrebbe sancito la felicità - o l’esilio sul divano - dopo tanto rifocillarsi di altrui sapienze, fra le ultime particolarità da definire rientrava la composizione di un piccolo bouquet che esulasse dal classicismo dettato dalle rose rosse.

- Fiordaliso Blu. - Prima ancora che ad Alden venne permesso di accorgersene, Evelyn depose sul bancone un vaso di ceramica bianca con i suddetti fiori a effondere il loro squisito effluvio. La sua voce gli giunse come un sussurro, un mormorio -Per un gesto d’amore che vuole essere fresco e delicato. -
 

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Capitolo 4
*** Lisianthus. ***


 - Ciao.-
- Ti prego, dimmi che non sei qui perché la madre dello sposo ha espresso l’ennesimo disappunto su come i fiori non siano coordinati a sufficienza con le tovaglie e che quest’ultima sta per varcare la soglia con l’intento di rivoluzionare l’intero allestimento. -
- A dire il vero sono qui per te. -
- Come? -

Si evinceva dall’evoluzione conseguita in quegli ultimi mesi che la faccenda avesse ormai assunto una piega alquanto ridicola.

Sera per sera Alden era stato impossibilitato a concentrarsi allorchè la volontà premeva un po’ più forte sul tentativo di estraniarsi, dandola vinta all’assopirsi d’ogni oncia di logica ragionevolezza intestarditasi nel voler parcellizzare e ponderare con occhio clinico qualcosa che auspicava di essere accettato senza l’obbligo di una nome a etichettarlo.

L’essersi offerto di procurare i fiori per l’imminente matrimonio Derek e Louis - rispettivamente l’ex fidanzato di Ariella e un uomo la cui esistenza era stata messa in luce dopo il coming out del primo e, di conseguenza, il totale sgretolamento di una farsa che la ragazza aveva protratto in una storia troppo rocambolesca per essere riportata in maniera sintetica - aveva involontariamente scoperto tutte le sue carte a una Cathy formosa nelle curve accentuate dalla pancia sempre più rotonda che, nel rinfacciargli da tutta una vita che l’unico essere in grado di sopportarne la boria fosse il riflesso dello specchio, si era presa la libertà di bacchettarlo con una manfrina sul non ritardare la realtà della proprie opportunità.

 - Ti piace, e non provare a rifilarmi chissà quale giustificazione per ammettere il contrario, perché è dannatamente evidente con che occhi tu la guardi! Sì, lo ammetto, sono andata a dare un’occhiata alla tua bella fioraia, facciamo pure tre o quattro, e in qualità di donna posso assicurarti che non la troverai tanto facilmente un’altra persona dell’altro sesso che sappia sopportarti! -

- Senti...Non sono bravo detesto tutto ciò che concerne un corteggiamento, i formalismi e scemenze varie. Io stesso peno completamente nella materia, perciò andrò dritto al sodo. - Insufflando aria nei polmoni, addensò la crescente spinta nel contatto visivo prima che vincesse in lui la voglia di ritrarsi  - Non è che vorresti accompagnarmi al matrimonio? Anche per constatare di persona la riuscita dei tuoi centrotavola e delle corone per le navate… -
- Come...Un appuntamento? - Azzardò Evelyn.

Per un attimo Alden rischiò di impanicare.
Non aveva vagliato la possibilità che fosse fidanzata o sposata, o, nel più catastrofico dei scenari, vedova con tanto di bambini a carico.
D’accordo, l’ultima opzione forse non era fattibile e il fatto che non le avesse mai visto un anello al dito poteva voler dire che era single, ma nulla escludeva che fosse sua consuetudine riporre i gioielli per non rischiare di rovinarli. 

- Non pensi che sia un po’…Precipitoso? - Domandò lei.
 - Alden corrugò la fronte, affondando le mani nelle tasche - Lo sarebbe se decidessi di non invitarti a bere un caffè o, che so, a mangiare delle frittelle di mele visto che il matrimonio si terrà fra tre mesi. -


Non c’era bisogno di cori esterni per rendere noto quanto fosse restio riguardo le relazioni amorose, specie se a lungo termine, e non soltanto per il suo essere una persona priva di filtri, requisito che, unito alla spietatezza di una parlantina diretta, tagliente e alquanto variopinta negli epiteti, aggiungeva l’appellativo di “problematico” alla già ben nota lista che lo difettava, se paragonato a un modello più incline alle buone maniere.

Ciò nondimeno non poteva fare a meno di pensarsi con lei senza quel bancone a dividerli, con quell’allegria solita non varcare il laccio del grembiule volgersi a tenerezza per lui.

- E’ soltanto una proposta -, si affrettò ad aggiungere - Se sei già impegnata è sufficiente che tu me lo dica: i rifiuti sono roba che so gestire senza problemi e li preferisco di gran lunga a scuse che… -

Fu il palesarsi di un bianco bocciolo di Lisianthus nella di lei mano a zittirlo con il solo alzarsi del sopraciglio destro a testimoniare il suo disorientamento.

- Non ho idea di cosa significhi -, ammise infine.
- Che gradirei molto mangiare delle frittelle con le mele. -

 

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