Sotto le foglie d'Autunno

di cassiana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una sorpresa inaspettata ***
Capitolo 2: *** Un principe sotto l’albero ***
Capitolo 3: *** Una mano tesa ***
Capitolo 4: *** Rock sulla pelle ***
Capitolo 5: *** Reazioni a catena ***
Capitolo 6: *** Il vestito perfetto ***
Capitolo 7: *** Memoria in scatola ***
Capitolo 8: *** Sguardi rubati ***



Capitolo 1
*** Una sorpresa inaspettata ***


Per il Writober di quest’anno ho deciso di partecipare scrivendo di questa coppia (ma anche su loro da soli) e su questo fandom relativamente nuovo per me. Ovviamente saranno tutte storie piene di what if, AU, headcanon, probabilmente anche imprecisioni. Spero di far rimanere tutti abbastanza IC e insomma cercherò di fare del mio meglio!



Disclaimer: i personaggi e i luoghi non sono miei, ma dei rispettivi autori. Questa storia è scritta per puro divertimento e senza scopo di lucro.



Titolo: Una sorpresa inaspettata
Fandom: Stranger Things
Rating: G
Personaggi: Eddie Munson, Wayne Munson
Note: Storia scritta per l’iniziativa writober @ fanwriter.it blank list
Prompt: Walkman @vaportober 2023
Warning: pre show, slice of life, backstory, family fluff
Sinossi: Eddie ha completamente dimenticato il suo compleanno, ma Wayne no.




Una sorpresa inaspettata




Sedevano al bancone della cucina, era così presto che potevano sentire i primi trilli degli uccellini più mattinieri e le tazze di caffè fumavano tra le loro dita. Eddie era di cattivo umore. Odiava svegliarsi così presto, soprattutto perché la sera prima si era perso nella scrittura del suo personaggio per la nuova campagna D&D ed era andato a dormire solo poche ore prima. Ma lo zio era appena rientrato dal lavoro e aveva insistito per svegliarlo.

"Ho pensato che volevo darti questo, ma non volevo farti fare tardi a scuola."
"Già."

Rispose scontroso Eddie e sbadigliò scomposto: chissenefrega della scuola. Poi drizzò la schiena quando il significato delle parole dello zio filtrò attraverso il sonno e il malumore. Intanto Wayne si era alzato ed era andato a prendere qualcosa. Ora il cervello di Eddie era tornato in piena attività:

"Volevi darmi una cosa, che cosa? Perché?"
"Tieni, per il tuo compleanno. Poi stasera, uhm mangiamo un dolce, credo."

Eddie guardava il piccolo pacchetto confezionato con cura su cui spiccava l’adesivo del logo Radio Shack con occhi grandi come piattini. Era il suo compleanno oggi, giusto: quindici fottuti anni! Se lo era totalmente dimenticato, ma Wayne no:

"Dai, aprilo. Così posso andare a dormire e tu prepararti per la scuola."

Ma Eddie stava già strappando la carta per scoprire la scatola con la dicitura Sony. All'interno c'era un walkman: la versione basica nera con i tre tastini grigi e un paio di cuffie di plastica leggera anch'essa nera. Wayne aveva fatto qualche ora di straordinari per poterlo comprare, non era proprio l'ultimo modello, ma sapeva che al ragazzo sarebbe piaciuto. Ora però non ne era tanto sicuro, si era aspettato una delle solite reazioni scomposte di Eddie e si passò una mano sulla nuca in un gesto insicuro. Eddie si limitava ad accarezzare la plastica opaca del walkman e stringeva le labbra. Wayne riempì il silenzio:

"Non ti piace? Possiamo cambiarlo con un altro o con un'altra cosa: Newby capirà. Ho pensato che potesse andare bene visto che ascolti quella musica assordante tutto il giorno e almeno non mi rimbambisci."

Finalmente Eddie sollevò gli occhi lucidi, le labbra aperte in un sorriso storto:

"È il regalo più figo!"

Saltò su e corse ad abbracciare lo zio che gli diede un paio di manate imbarazzate sulla schiena. Ma era contento, quel ragazzino se lo meritava dopo tutto quello che aveva passato e non era colpa sua se si era trovato a vivere con uno zio burbero come lui.

"Va bene, va bene! Staccati ora, su!"

Con uno slancio Eddie si catapultò verso la porta della sua camera:

"E tu sei il più figo!"

Wayne represse uno sbadiglio:

"Si, come no. Ora vado a dormire, tu fila a scuola!"

Ma Eddie era già scomparso canticchiando in camera.

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Capitolo 2
*** Un principe sotto l’albero ***


Titolo:Un principe sotto l’albero
Fandom: Stranger Things
Rating: G
Relazione: Eddie Munson/Chrissy Cunningham
Note: Storia scritta per l’iniziativa writober @ fanwriter.it PumpFic list
Prompt: fluff
Warning: fluff, slice of lice, everybody lives nobody dies AU, canon divergence, what if?
Sinossi: Quella che era nata come una strana amicizia si era presto trasformata in qualcosa di più o anche Eddie e Chrissy condividono un dolce momento al Lover's Lake.




Un principe sotto l’albero




Durante lo Spring Break, il Lover’s Lake era abbastanza frequentato dai ragazzi che approfittavano di quel periodo per divertirsi sguazzando nelle sue acque, giocando o rilassandosi sulle sue rive. Chrissy e Eddie avevano trovato un angolino riparato sulla riva più a nord, dove avevano steso una coperta sull’erba alta punteggiata da fiori, sotto l’ombra di un albero. Quella che era iniziata come una strana amicizia, si era trasformata presto in qualcosa di più. Eddie sedeva con una chitarra acustica tra le braccia e suonava una melodia dolce e malinconica, diversa dalle sue solite canzoni adrenalitiche. Le api ronzavano felici e le foglie che frusciavano delicatamente al vento accompagnavano i suoi accordi. Chrissy sedeva scalza accanto a lui e ascoltava rapita le parole della canzone. Nel frattempo, intrecciava una coroncina di fiori e, quando la canzone terminò, andò a posarla delicatamente sui capelli di Eddie. Lui aprì le labbra in un largo sorriso, le prese una mano e se la portò alle labbra. Chrissy osservò il risultato e sentì il cuore batterle forte:

“Una corona per il mio principe.”
“Il tuo principe, eh?”

Chrissy annuì mordendosi il labbro inferiore ed Eddie si avvicinò a posarle un bacio lieve sulle labbra.

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Capitolo 3
*** Una mano tesa ***


Titolo: Una mano tesa
Fandom: Stranger Things
Rating: G
Personaggi: Chrissy Cunningham, Max Mayfield
Note: Storia scritta per l’iniziativa writober@ fanwriter.it PumpNight list
Prompt: cura
Warning: h/c, slice of life, pre canon
Sinossi: Max ha un incontro ravvicinato con l'asfalto, Chrissy le dà una mano.




Una mano tesa




I passi veloci di Chrissy sbattevano contro il selciato, l’aria iniziava a farsi tiepida e lei si tolse la felpa della Hawkins High con uno sbuffo. Era nella sua divisa da cheerleader perchè quel pomeriggio aveva gli allenamenti e anche se era in anticipo voleva arrivare presto per poter studiare la coreografia e evitare di mangiare con gli altri. I suoi pensieri furono interrotti quando sentì un tonfo dietro di lei e un grido di dolore. Si girò per vedere Max Mayfield a terra che si teneva un ginocchio, lo skate rovesciato al suo fianco, due ruote che giravano a vuoto. Chrissy sentì un brivido di preoccupazione attraversarle la schiena e senza esitazione si diresse verso Max, chiedendo a voce alta:

"Stai bene?"

Max si alzò a fatica, ma sogghignò stoica:

“Si, si. Non è niente.”

Si calcò il cappello sui capelli rossi e raccolse lo skate. Chrissy però si era accorta della brutta escoriazione sul suo ginocchio:

“Aspetta, dobbiamo fare qualcosa per quella.”

Max sbuffò: doveva cadere proprio di fronte alla reginetta della scuola, ma il tono di Chrissy era stato così gentile che a malincuore zoppicò verso una panchina. Chrissy la seguì e tirò fuori un astuccio rosa dalla sua capiente borsa sportiva verde e bianca. Notando l’occhiata interrogativa di Max spiegò:

“Salviette disinfettate e cerotti.”
“Sei un infermiera part time anche?”

Nulla di più plausibile conoscendo il tipo, pensò Max, ma Chrissy sogghignò:

“No, ma non sai quante botte prendono le cheerleaders durante gli allenamenti! Ora, aspetta un attimo…”

La ragazza più grande passò con delicatezza la salviettina sulla ferita e poi applicò un cerotto sul ginocchio di Max che si agitò sotto le sue cure gentili. Chrissy sollevò il viso con un sorriso:

“Ecco fatto. Spero che tenga per un po’!”
“Ora devo andare.”

Bofonchiò Max rimettendosi sullo skate. Fece qualche metro, poi si fermò e tornò indietro:

“Dico davvero. Se dovessi avere bisogno di me, per qualsiasi cosa…ecco…Ok, ci vediamo in giro.”
“Lo farò… Max, giusto? Sta attenta!”

La salutò Chrissy guardando la ragazzina filare via sullo skate. Raccolse la borsa e si affrettò verso la palestra.



Nota Autrice:

In quanto Reginetta del Ballo immagino che Crissy debba avere anche “doveri instituzionali” o quantomeno avere un comportamento consono al ruolo (un po’ come Miss America? Boh! XD). Però penso che sia così anche di natura e mi piaceva vedere un primo contatto tra le due ragazze anche prima di quello che abbiamo visto nello show.

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Capitolo 4
*** Rock sulla pelle ***


Titolo: Rock sulla pelle
Fandom: Stranger Things
Rating: G
Personaggi: Eddie Munson
Note: Storia scritta per l’iniziativa writober @ fanwriter.it blank list
Prompt: bat @textober2023
Warning: uso ricreativo di droghe, slice of life, backstory, pre-canon
Sinossi: Eddie sfida le convenzioni facendosi fare un tatuaggio




Rock sulla pelle




Eddie si osservò il braccio, la parte del nuovo tatuaggio era ancora arrossata e i contorni dei pipistrelli erano un po' gonfi dove stavano iniziando a formarsi le crosticine. Con due dita pescò dal vasetto della Nivea un po' di crema grassa e bianca, se ne spalmò un abbondante strato sull'avambraccio e si sdraiò sul letto, facendo attenzione a non sporcare la coperta. Il giorno precedente era seduto nella cucina del cugino di Gareth, Stan che abitava due roulotte più in là rispetto a quella dei Munson. Sapeva che stava iniziando a lavorare come tatuatore anche se ancora non aveva la licenza e un vero e proprio negozio, gliel’aveva detto Gareth questo. Ecco perchè per il momento tatuava ancora illegalmente, ma questo a Eddie andava più che bene, anzi aggiungeva fascino a tutta la situazione. Mentre Stan preparava tutto l’occorente, Eddie non smetteva di parlare e far saltare la gamba su e giù per il nervosismo: avevano iniziato a chiacchierare di rock e Eddie aveva confessato la sua venerazione per Ozzy Osbourne. Stan aveva sorriso e aveva risposto:

“Oh, si: ha staccato la testa di un pipistrello a morsi, vero? Cristo, è fuori di testa!”
“Già… una figata!”
“Senti, che ne pensi se ti faccio un pipistrello da qualche parte?”
“Perchè non ne fai tre o quattro? Sei in grado?"

Stan accese la macchinetta e fece un sorriso storto:

“Preparati bello: stai per avere un pezzo d’arte rock sulla pelle.”

Quando lo aveva visto Wayne non era stato esattamente entusiasta, ma Eddie gli aveva spiegato che tutte le rockstar avevano dei tatuaggi al che lo zio aveva risposto:

“Si e anche i delinquenti…”

Ma Eddie gli aveva fatto una linguaccia e si era chiuso in camera sua. Ripensandoci, tutti quei pipistrelli erano stati forse un po’ ambiziosi per un primo tatuaggio soprattutto perchè Stan era alle prime armi, ma in virtù di questo aveva ricevuto un bello sconto e anche se aveva dovuto privarsi di quasi metà della sua riserva personale di erba, ne era valsa la pena. Si rotolò sulla pancia e accese la radio facendo risuonare le feroci note distorte di Paranoid a tutto volume. Eddie sorrise, si accese un joint e inalò il fumo arromatico. Non vedeva l’ora di sfoggiare il nuovo tatuaggio a scuola: avrebbe fatto venire un colpo al Preside! E forse avrebbe attirato l’occhiata interessata di una certa piccola cheerleader…



Nota:

Si, ancora una storia su Eddie! Ho ipotizzato (anche leggendo le parole della truccatrice che i pipistrelli erano volutamente grezzi) che fosse il suo primo tatuaggio.

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Capitolo 5
*** Reazioni a catena ***






Titolo: Reazioni a catena
Fandom: Stranger Things
Rating: G
Relazione: Eddie Munson/Chrissy Cunningham
Note: Storia scritta per l’iniziativa writober @ fanwriter.it PumpInk list
Prompt: bianco
Warning: fluff, mutual pining (accennato), slice of lice, everybody lives nobody dies AU, canon divergence, what if?
Sinossi: Durante un compito di chimica, Eddie e Chrissy si uniscono inaspettatamente, scoprendo una connessione speciale mentre lavorano insieme su un esperimento.




Reazioni a catena




Il laboratorio di chimica odorava di detergente al limone e grafite con un vago sentore di bruciato. Era vuoto a quell’ora a parte un unico studente che sedeva scomposto su uno dei tavoli facendo dondolare una gamba. I capelli neri gli ricadevano in onde scomposte sulle spalle coperte da una maglietta dei Metallica, i jeans sdruciti gli pendevano sui fianchi ossuti. Cercava di tenere in equilibrio sull’altro ginocchio una bizzarra struttura fatta di penne, ovviamente non riuscendo nell’impresa. Le penne caddero con frastuono e Eddie sogghignò, scivolò a terra e si mise a girellare tra i vari banchi del laboratorio, toccando una provetta qua, spostando qualche becco di bunsen là, gli anelli che tintinnavano contro il vetro. Stava aspettando il compagno che gli era stato assegnato dalla Signora Davies per quell’esperimento. Sbuffò annoiato, come se avesse il minimo interesse per la chimica: le uniche reazioni che gli interessavano erano quelle di sorpresa delle sue pecorelle quando avrebbe svelato il prossimo tranello della campagna D&D che stavano giocando, ma quella era la sua ultima possibilità per migliorare i suoi voti e non essere bocciato di nuovo, come gli aveva chiarito la professoressa. Era chinato a osservare una capsula di petris quando fu distratto dalle voci che provenivano dalla porta del laboratorio. Eddie alzò lo sguardo e vide Chrissy Cunningham che aveva uno zainetto rosa appeso ad una spalla e alcuni quaderni stretti al petto. Eddie non poté fare a meno di notare come i jeans le fasciassero le cosce in maniera deliziosa. Stava discutendo con Jason:

“Te l’ho detto: devi farmi respirare.”
“Ma siamo la coppia d’oro della Hawkins High!”
“Ho bisogno di spazio, di altro...”

Ooops, problemi in paradiso! Pensò con una punta di soddisfazione Eddie, ma si accigliò quando vide Jason fare un passo in avanti e prendere Chrissy per un braccio:

“Certo, certo sei sotto pressione, lo capisco. E’ un momento delicato, con la finale del campionato e le nostre candidature per il ballo di fine anno e tutto il resto.”

Chrissy si morse il labbro inferiore; Jason proprio non capiva. Aveva riflettuto tanto nell’ultimo anno e anche se era stata convinta di essere innamorata di lui, ora non era più tanto sicura. Jason la cinse per la vita con un braccio cercando di avvicinarla a sè. Chrissy si divincolò e fece cadere i quaderni a terra. Nel frattempo Eddie si era avvicinato perplesso alla coppia e aveva raccolto i guaderni porgendoli alla ragazza con il cuore che gli martellava nel petto:

“Hey, tutto a posto Chrissy?”

Lei annuì ringraziandolo con voce sommessa. Sospirò e si passò una mano tra i capelli biondo fragola, raccogliendoli in una coda bassa. Jason si frappose fra i due minacciando:

“Sta lontano da lei, mostro!”
“Jason! È meglio che te ne vai adesso. Dico sul serio.”

Jason alzò le mani in segno di resa vedendo la determinazione negli occhi della ragazza e se ne andò a passo di carica, bofonchiando tra sè. Eddie scosse la testa facendo sobbalzare i riccioli scuri:

“Che coglione.”
“Mi dispiace che abbia dovuto assistere a tutto questo.”
“Nessun problema, principessa. Stai aspettando anche tu il tuo compagno di laboratorio? Io il mio se non arriva fra due secondi lo mollo qui e me ne vado. Mi sono rotto e ho da fare.”

Ammiccò da dietro i capelli mentre Chrissy ridacchiava:

“Ma Eddie, sei tu! Non hai sentito la Signora Davies che lo diceva?”

L'espressione sbalordita sul suo viso fece scoppiare a ridere Chrissy e Eddie fu pervaso da un calore inusuale. Vedere ridere la ragazza lo rimescoló tutto e gli fece provare una bizzarra sensazione di orgoglio: non avrebbe avuto nessun problema a continuare a fare il buffone se il risultato fosse stato quello di far ridere ancora Chrissy. Lei stava sistemando le penne e i quaderni sul banco:

"La Davies ha detto che avrebbe accoppiato uno bravo con uno con i voti bassi. Non tiri fuori il tuo quaderno? "
“Non ce l’ho…immaginavo che il secchione assegnato a me ne avrebbe avuto uno in più?”

Chrissy non rispose subito e Eddie si morse il labbro inferiore, forse si era spinto troppo in là, maledetta la sua boccaccia! Chrissy aveva gli occhi bassi, l’ombretto blu che contrastava col chiarore della pelle e le labbra arcuate all’ingiù e fece spallucce.

“Ti presto uno dei miei, in fondo dobbiamo lavorare alla stessa cosa.”
“Sai che? Sono bravo anche io in chimica: guarda qua!”

Eddie aveva trovato un filamento di alluminio tra gli oggetti di laboratorio e gli diede fuoco con l’accendino. Una vampata bianca e luminosa si sprigionò dalle sue dita.

“Eddie!”

Esclamò Chrissy con voce spaventata. Lui lasciò cadere il filamento ormai carbonizzato sul pavimento:

“Woah, che figata! Rifacciamolo!”

Si voltò a prendere un altro filamento di alluminio, ma Chrissy lo bloccò:

“Qui dice che dobbiamo creare una soluzione di solfato di bario, per cominciare.”

Eddie sbuffò e si avvicinò alla ragazza con occhi maliziosi:

“Siamo proprio costretti a seguire le regole? E se scoprissimo una nuova reazione o facessimo qualcosa di stupido o pazzo?”
“Stupido, sicuro. Dai, Eddie: non voglio prendere una D. Puoi metterti seduto e concentrarti cinque minuti? Per favore?”

L’espressione da cucciolo smarrito negli occhi grigi di Chrissy quasi uccise Eddie che con un sorriso storto fece un mezzo inchino:

“Se me lo chiedi così gentilmente…”

Per un po’ i due ragazzi lavorarono insieme, Eddie prendeva appunti nella sua grafia sgraziata mentre Chrissy riuniva tutti i elementi necessari all’esperimento. Ogni tanto le sfuggiva una piccola occhiata in tralice verso di lui e si rese conto che non era più spaventata, anzi era curiosa. Sotto tutta la sua esuberanza e atteggiamento ribelle Eddie sembrava essere molto solo, proprio come lei.

“Allora, qui dice di prendere il solfato di bario…questa polvere qui e scioglierlo lentamente nell’acqua distillata.”

Chrissy era così vicina che Eddie poteva sentire il suo profumo dolce di vaniglia e talco e quasi andò fuori di testa: cercava di seguire le indicazioni che lei leggeva ad alta voce, ma l’unica cosa su cui riusciva a concentrasi era la morbida linea delle labbra e il riflesso ramato dei capelli biondo fragola.

“Eddie, l’acqua distillata!”

La voce di Chrissy lo richiamò al presente e Eddie con fare maldestro colpì il bunsen pieno d’acqua versandone una buona parte sopra la maglietta rosa di Chrissy.

“Cazzo, oh merda! Scusascusascusa…aspetta ti aiuto!”

Come una specie di trottola impazzita Eddie si agitò scomposto intorno a Chrissy che cercava di asciugarsi alla meglio, le passò la propria bandana e qualche tovagliolino che aveva strappato dal rotolo che avevano a disposizione nel laboratorio. Chrissy non sapeva se era più affranta per essersi inzuppata la maglietta o se mettersi a ridere per la tenerezza che le faceva Eddie.

“Va tutto bene, ok. Guarda!”

Si era arrotolata la parte umida della maglietta sulla pancia ed Eddie si morse il labbro inferiore: quella ragazza sarebbe stata la sua morte. Poi si accasciò con fare melodrammatico su una sedia:

“Senti, non importa. Sono troppo stupido perfino per un esperimento semplice come questo. Vai avanti tu. Ti meriti un bel voto dopotutto.”

Chrissy aggrottò le sopracciglia e strinse le labbra in una linea decisa:

“No! Lo faremo insieme.”

La reazione decisa di Chrissy stupì Eddie che si strinse nelle spalle: a volte si demoralizzava quando si rendeva conto che non riusciva a incanalare tutta quell’energia che sembrava ribollirgli dentro fino a lasciarlo poi per giorni completamente annichilito. Ma Chrissy gli stava porgendo con un sorriso una provetta e la sua espressione così fiduciosa lo convinse a avvicinarsi al bancone. A poco a poco mentre aggiungevano il solfato di bario all’acqua la sospensione diventava sempre più bianca ed opaca. Per un attimo entrambi osservarono la provetta piena di liquido lattiginoso: dove prima c’erano stati due elementi apparentemente incompatibili ora c’era una soluzione omogenea e armoniosa.

“Ci siamo riusciti, hai visto?”
“Hai fatto quasi tutto tu, ma si. Grande!”
“Lo abbiamo fatto insieme…proprio come una squadra.”

Chrissy sorrise colta da un improvviso imbarazzo e si appuntò una ciocca di capelli ribelli dietro un orecchio. Eddie allargò le labbra con dolcezza e si mordicchiò la punta dei capelli:

“Siamo una buona squadra Cunningham.”
“Si, lo siamo.”

I loro sguardi si incrociarono in un silenzio improvviso e per un attimo sembrò che il tempo si fermasse. Un brivido di possibilità attraversò entrambi mentre si perdevano negli occhi l'uno dell'altra, come se il mondo intero si fosse dissolto, lasciandoli soli in quell'attimo sospeso. Chrissy sentì il sangue rombarle nelle orecchie e Eddie pensò che il battito del suo cuore fosse così forte che lei l’avrebbe sicuramente sentito. Con un gesto drammatico si portò le mani al petto e cadde in ginocchio, imitando un gesto di sottomissione:

“Da questo momento sono pronto a servirti, oh gloriosa Regina della Chimica!”

Esclamò con enfasi esagerata e strappando a Chrissy una risata sincera che risuonò nel laboratorio. Eddie continuò a restare in ginocchio per qualche secondo, come se aspettasse un'onorificenza, prima di saltare in piedi con sorriso contagioso quando sentì il cigolìo di scarpe sportive sul linoleum del corridoio. Jason si affacciò alla porta con un’espressione corrucciata sul bel viso:

“Avanti Chris, dobbiamo andare.”

Chrissy si lasciò prendere per la mano, facendosi trascinare via con docilità, ma non resistette a voltarsi sulla porta ancora una volta per guardare quello strano ragazzo metallaro. Eddie fece un sorriso storto e la salutò con un occhiolino.

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Capitolo 6
*** Il vestito perfetto ***


Titolo: Il vestito perfetto
Fandom: Stranger Things
Rating: T
Personaggi: Chrissy Cunningham, Laura Cunningham
Note: Storia scritta per l’iniziativa writober @ fanwriter.it pumpink list
Prompt: vergogna
Warning: slice of life, backstory, Body Image Issues, flashfic
Sinossi: Sotto pressione materna, Chrissy cerca l'abito perfetto per un gala, ma affronta l'ansia e la pressione sui suoi standard di bellezza.




Il vestito perfetto




Chrissy si osservò demoralizzata nello specchio dell’elegante boutique, dove sua madre l'aveva portata per comprare un abito per l'annuale gala di raccolta fondi della chiesa. Avrebbe preferito andare allo Starcourt con le amiche Becky e Melody, ma Laura l'aveva dissuasa con voce stucchevole:

“Sai che in quel posto ci sono solo negozi dozzinali e noi non vogliamo indossare qualcosa che non ci valorizza, vero? È già così difficile trovare qualcosa della tua taglia.”

Chrissy aveva abbassato le spalle delusa, ma la mamma aveva ragione: doveva mantenere il proprio peso sotto controllo per eccellere nelle routine di cheerleading. Tornò a osservarsi allo specchio e provò la ben nota sensazione di vergogna sotto lo sguardo critico della madre. Per quanto si sforzasse di guadagnare la sua approvazione, c'era sempre qualcosa che non andava. Chrissy deplorava le sue cosce muscolose e le spalle tornite, anche se era proprio grazie a questa struttura fisica che eccelleva nel suo sport e aveva raggiunto il grado di capitana. Tuttavia, sembrava che sua madre desse tutto ciò per scontato, concentrandosi invece sui suoi presunti difetti e facendo sentire Chrissy inadeguata e fuori forma. Il vestito che aveva scelto era rosa a piccoli pois bianchi e aderiva con grazia alle sue curve appena accennate. La gonna ampia sfiorava le ginocchia e il piccolo scollo era sottolineato da un raffinato colletto in stile 'peter pan'. Ma Laura sospirò scuotendo la testa e la chiamò accanto a sé:

“Vieni qui, girati… ora vediamo: guarda queste ginocchia, è un bene che sia abbastanza lungo da coprirle, ma forse dovremmo allargarlo un pochino in vita, vedi come ti fa difetto sul sedere e …anzi, penso che dovremmo prendere un altro abito del tutto.”
“Io credo che le vada benissimo, Laura. Ti piace Chrissy?”

Lei avvampo’ sotto lo sguardo compassionevole della commessa e annuì lentamente.

“Stai dritta, Christine. Vai in camerino e prova un altro. Scusa, Lorelay, le dico sempre che deve stare attenta a quello che mangia…”

Mentre la madre si scusava, Chrissy si chiuse la porta del camerino dietro di sé, con gli occhi pieni di lacrime. Lo stomaco dolente le ricordò che a pranzo aveva mangiato solo un piccolo yogurt e una pesca. Tolse dalla gruccia uno degli abiti infantili scelti dalla madre , sapendo che quell'ordalia sarebbe durata tutto il pomeriggio, e desiderò scomparire.

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Capitolo 7
*** Memoria in scatola ***


Titolo: Memoria in scatola
Fandom: Stranger Things
Rating: G
Relazione: Eddie Munson/Chrissy Cunningham
Note: Storia scritta per l’iniziativa writober @ fanwriter.it blank list
Prompt: polaroid #valleyofpaper @www.experience-creative.fr
Warning: fluff, domestic fluff, Slice of Life, Everybody Lives Nobody Dies AU, Canon Divergence, What If?, Not Canon Compliant - Stranger Things 4 Vol. 2, Modern AU, waffy fic, Breve menzione di disturbo del comportamento alimentare, body issue (mentioned), Established relationship
Sinossi: Mentre Chrissy sta sistemando il seminterrato per una garage sale trova una scatola pesante e inizia un viaggio sul viale dei ricordi..




Memoria in scatola




Chrissy si tirò su e si massaggiò la schiena stanca: era tutta la mattina che spostava casse e scatoloni nel tentativo di ripulire il seminterrato. Davvero, non si era resa conto di quante cose si fossero accumulate durante gli anni, la maggior parte sarebbe finita nel giardinetto sul retro, dove aveva intenzione organizzare una piccola vendita privata. Chrissy era sicura che i ragazzi avrebbero potuto privarsi senza troppi rimpianti delle mille cianfrusaglie che avevano accumulato negli anni e anche lei avrebbe fatto una cernita tra i suoi abiti vecchi e che ormai non le stavano più. Si guardò le cosce e il seno ormai morbidamente arrotondati e forse avrebbe potuto dare via anche tutti quei anelli che non metteva più per via delle dita più paffute. Tra le gravidanze e l’età Chrissy si era parecchio rilassata dal punto di vista alimentare e aveva messo su qualche morbidezza in più che non le dispiaceva affatto, men che meno al marito. Ecco, più difficile sarebbe stato riuscire a convincerlo a separarsi da certe sue riviste di musica, miniature e set di dadi ormai spaiati e rovinati. Giocava ancora ma ormai i videogames avevano preso il sopravvento sul vecchio D&D e trovare compagni di avventura era sempre più difficile.
Con uno sbuffo Chrissy spostò una nuova cassa: era etichettata “Archeologia” con una calligrafia netta e puntuta che la fece sorridere. Portò in casa la scatola non senza qualche difficoltà dato il suo peso e la depositò con cura davanti al divano, pronta per un viaggio nei ricordi. Una leggera nuvola di polvere si sollevò quando ne alzò il coperchio e lei si portò una mano alla bocca un po’ per soffocare la tosse, un po’ per la sorpresa del contenuto. Con cura scosse uno dei pom pom tutto stropicciato delle Hawings High School Tigers e lo mise da parte. Pian piano scavò nel contenuto della scatola con gli occhi umidi di dolce malinconia, ogni oggetto le riportava alla mente un ricordo felice. C’era un carillon che Chrissy attivò facendo risuonare le note di una canzone di Labirinth, un set di dadi rosa (ecco dov’erano finiti!), un programma per lo spettacolo teatrale di fine anno. Chrissy lesse i nomi dei partecipanti finchè non trovò il suo e sorrise. Una bacchetta da batteria, un biglietto del cinema per Top Gun (aaaah, Tom Cruise! pensò Chrissy con una punta di malizia), un volantino dell’Hideaout, una candela spezzata, diversi plettri e una busta da cui scivolarono alcune polaroid che si sparpagliarono sul tappeto. Chrissy non fece in tempo a coglierle che due braccia la cinsero da dietro facendola sobbalzare.

“Un viaggio nei ricordi?”
“Eddie, non mi ero accorta che fossi entrato!”

Eddie le diede un bacio sui capelli prima di sedersi accanto a lei aiutandola a raccogliere le foto.

“Ci credo, eri così concentrata su queste vecchie cose: non hai intenzione di venderle, vero?”

Con un sorriso indulgente Chrissy scosse la testa, i capelli ormai accorciati mandarono un bagliore ramato alla luce. Eddie indossava dei jeans sdruciti e una vecchia maglietta dei Black Sabbath tutta sporca di polvere.

“Ho quasi finito di là e mi chiedevo dove fossi scomparsa. Estate dell’86, eh?”

Disse osservando una delle polaroid che li ritraeva sorridenti, Chrissy appollaiata sulle spalle di Eddie che aveva i capelli legati alla meglio con uno dei grossi elastici di velluto rubati a lei e sullo sfondo il Lover’s Lake. In altre foto avevano la toga e il cappello dei nuovi diplomati, in una Eddie faceva il dito medio all’obbiettivo, in un’altra si baciavano. Chrissy mugolò con una nota di dispiacere malinconico:

“Quando eravamo giovani e belli.”
“Io sono ancora giovane e bello!”

Eddie rispose con voce supponente, sporgendo il petto all’infuori. Chrissy guardò la sua figura ancora magra, il viso solcato appena da qualche ruga data più dalla sua abitudine a fare smorfie che dall’età, i capelli ormai ingrigiti, ma ancora lunghi e annuì convinta:

“Mi chiedo cosa ci fai ancora con questa grassa donna di mezza età.”

Ma Eddie sollevò il mento della moglie e la guardò con quei suoi enormi occhi bruni brillanti di un amore ancora vibrante:

“Non è vero e lo sai. Sarai sempre la mia bellissima cheerleader che mi ha rubato il cuore tanti anni fa.”
“Oh, Eddie…”

Chrissy appoggiò il viso al torace del marito lasciandosi confortare dal calore del suo amore.

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Capitolo 8
*** Sguardi rubati ***


Titolo: Sguardi rubati
Fandom: Stranger Things
Rating: G
Personaggi: Eddie Munson, Chrissy Cunningham, Dustin Henderson
Note: Storia scritta per l’iniziativa writober @ fanwriter.it blank list
Prompt: crush #maetober2023 @drawtober
Warning: fluff, mutual pining (accennato), slice of lice, everybody lives nobody dies AU, canon divergence, what if?, Not Canon Compliant - Stranger Things 4 Vol. 2
Sinossi: Dustin e Eddie stanno discutendo di importanti questioni inerenti la prossima partita di D&D quando qualcuno attira l'attenzione di Eddie.




Sguardi rubati




Il cortile della Hawkings Hight si stava svuotando velocemente per l’imminente fine dell’intervallo. Seduti su una panca Eddie e Dustin erano immersi nella creazione del personaggio di Dustin e le strategie da usare nella campagna D&D in corso. Eddie esalò una boccata di fumo mentre compulsava il manuale dei mostri, tenendolo nascosto alle occhiate curiose di Dustin. Segnò qualcosa al lato della pagina con un mozzicone di matita smangiucchiato e disse:

“Ovviamente non posso entrare nei particolari, ma ti consiglio di lavorare sulla tua abilità di movimento silenzioso: potrebbe essere cruciale per le prossime sfide.”

Dustin si grattò il mento pensieroso:

“Cosa ci aspetta ancora? Siamo in quelle maledette miniere ormai da due partite: abbiamo già affrontato goblin, troll, duergar, persino un mimic…”

Eddie sorrise in modo enigmatico:

“Quell’amuleto è ben custodito o non sarebbe così importante. Ricorda che la vita della principessina dipende dal suo ritrovamento.”

Eddie sbuffò:

“Si e anche la nostra testa visto che fuori dalla miniera ci aspettano i soldati del Re pronti ad ammazzarci come cani se non lo recuperiamo. Me l’hai già detto mille volte!”

Eddie sbattè la matita sui denti mentre le sue labbra si erano aperte in un largo sorriso:

“Impari bene e in fretta mio giovane padawan!”

In quell’istante il gruppo delle cheerleader sfilò davanti ai due per tornare nell’edificio scolastico. Chrissy stava chiacchierando con una delle compagne che fece una battuta e lei trillò una risata che risuonò nel cortile e attirò l’attenzione di Eddie che si raddrizzò. Chrissy gli lanciò appena un’occhiata curiosa e i loro sguardi s’incrociarono per un breve secondo. Chrissy arcuò le belle labbra all’insù e Eddie rimase per un momento imbambolato a guardarla mentre Dustin continuava a cianciare di drow e miniere. Annuì distratto a una domanda e Dustin saltò su:

“Ma mi stai ascoltando?”
“Mmm si, certo, certo…Non fare domande di cui non vuoi una risposta.”

Cercò di recuperare Eddie, ma Dustin aveva seguito il suo sguardo con un sorrisetto sarcastico che gli curvava le labbra all’insù:

“Guarda, guarda: non avrai mica una cotta per la capitana delle cheerleader?”
“Non ho una cazzo di cotta per nessuno.”

Rispose Eddie con le guance arrossate e lanciò il mozzicone della sigaretta in un arco scintillante che sfrigolò sulla terra battuta. Ma Dustin continuò a stuzzicarlo:

“Quindi non hai gli occhi da pesce lesso e un sorriso idiota ogni volta che passa lei!”
“Falla finita, stronzetto o ti tolgo quaranta punti vita.”

Lo minacciò Eddie con voce annoiata al che Dustin saltò su:

“Hey, ma non è giusto!”
“La vita non è giusta: così impari a tenere la bocca chiusa. Ora, fila dentro.”
“E tu?”

Dustin si alzò dalla panchina e raccolse lo zainetto da terra senza accorgersi che Chrissy era ferma sulla soglia e si era voltata a guardare nella loro direzione. Eddie si stiracchiò e rispose sibillino:

“Ho degli affari da svolgere…”
“Mi hai davvero tolto i punti vita?”

La voce di Dustin risuonò affranta e Eddie rispose sorridendo:

“Tu che credi?”
“Che sei innamorato di Chrissy Cunningham!”

Lo provocò con una risata Dustin prima di scappare via.

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