For The Eternity

di Cam_Durin04
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


“Matteo!”

Quello di Marcello è un urlo disperato.

Suo fratello si immobilizza sul momento. L'uomo davanti a lui ha la pistola puntata, la distanza non è molta, non sbaglierà. Si sente il click del caricatore. Non c'è tempo per pensare. Una frazione di secondo e parte un colpo, Macello si lancia sul fratello nel tentativo di scansarlo dalla traiettoria del proiettile. Non può perderlo, non anche lui, non dopo che...

Finiscono rovinosamente a terra, nell'aria il rumore delle sirene della polizia che si avvicina. Qualcuno deve aver dato l'allarme. I due malviventi non ci pensano un attimo ad avviare il motore e filarsela.

“Stai bene?” è l'unica cosa che il giovane imprenditore riesce a dire.

“Si... Si... Sto bene... Mi hai salvato” Matteo è scosso, sotto shock, il terrore di quel momento che gli scorre imperterrito nelle vene.

“Beh... è anche a questo che servono i fratelli no?”

Il ragazzo gli sorride porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi, ma un dolore lancinante al fianco lo costringe ad accasciarsi malamente a terra, un dolore che parte dal fianco e col tempo si irradia su tutto il corpo come una scossa elettrica. Sulla la camicia, un tempo bianco candido, si allarga una macchia color cremisi. In quell'attimo la realizzazione: sangue. Sangue che esce sempre più copiosamente dalla ferita lasciata dal proiettile.
Come abbia fatto a non accorgersene subito non è chiaro, sarà stata la preoccupazione, l'adrenalina... ma non se n'era assolutamente reso conto.

Matteo non ci pensa un attimo ad affiancare il fratello, nel panico e ancora provato cerca con quel che può di tamponare la ferita, senza particolare successo.
Il volto del maggiore perde man mano colore, la vista gli si annebbia... le palpebre diventano più pesanti...il respiro sempre più lento... ma la ferita inizia a fare sempre meno male.

“No...No...No...Non t'azzardare” è la frase che il contabile del Paradiso ripete come un mantra.

Marcello sussurra a fatica il nome del fratello che fa scattare lo sguardo su di lui. Sta tentando in tutti i modi possibili di rimanere sveglio, di essere forte, ancora, adesso come mai prima d'ora, ma è difficile quando tutto il tuo corpo lotta contro di te.

“Stanno arrivando Marcello, resisti. Devi...”

“Adelaide...” Il nome della Contessa di Sant'Erasmo fugge dalle labbra di Marcello come un lamento, trattenuto nella sua mente per troppo tempo.

Il pensiero di lei è l'unica cosa che lo sprona a non arrendersi, a non lasciarsi andare. Quella donna che gli ha cambiato la vita in meglio, l'unica persona che ha creduto in lui fino in fondo senza mai nessun ripensamento. Lei, che gli è stata accanto... Che gli ha fatto scoprire cosa sia l'amore, quello vero. Quello che va oltre i pregiudizi, le malelingue, i pensieri bigotti di una società ancora troppo legata al passato. Un sentimento forte, puro, indissolubile, che non ha paura di nulla. Si è ripromesso che l'avrebbe vista di nuovo, che si sarebbe perso in quegli occhi profondi color del cielo, che avrebbe riassaporato la sue morbide labbra... Non può permettersi di perdere tutto questo, non vuole farlo. Non è giusto. Finalmente ha la vita che ha sempre desiderato.
Ma a volte il destino è beffardo.

“Cosa?... La contessa... Che c'entra la contessa ora!?” Le lacrime scendono copiose dagli occhi del minore, che finalmente ha lasciato da parte tutto l'orgoglio e si permette di mostrarsi vulnerabile.

“Shh... Adelaide... dille... dille che l'amo. Prometti”. In quel momento tutto nella testa di Matteo diventa chiaro: l'ammirazione e la passione con cui parlava di lei, l'enfasi nel difenderla davanti a tutto e tutti, il suo cambio d'umore da quando se n'è andata. Quel “cara amica” non l'aveva mai convinto del tutto, ed ora sa il perché.

“Prometti...” Ripete, con voce roca. Se proprio dev'essere questo il momento della sua dipartita, vuole essere sicuro che lei sappia che non l'ha dimenticata, che l'ha amata fino alla fine e continuerà a farlo in eterno. Fissa il fratello con sguardo implorante, sa, sente che non resisterà ancora a lungo.

“Prometto”. Mormora Matteo, stringendo le mani del fratello.

È il lascia passare definitivo.

Un ultimo sospiro e tutto diventa improvvisamente buio. Il corpo si rilassa... Sollevato e sereno si permette di chiudere gli occhi.

Nel suo volto un sorriso e il fantasma dell'ultimo bacio di lei sulle sue labbra.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Al loro arrivo le forze dell’ordine e i medici si trovarono davanti ad una scena a dir poco straziante.

Matteo era seduto a terra, in lacrime, la testa del fratello inerme sulle sue ginocchia, completamente ricoperto del suo sangue.

Non si era azzardato ad allontanarsi dal Marcello nemmeno un minuto e ci era voluto un po’ per convincerlo a lasciare la presa.

In stato di shock, lo sguardo perso… Solo una parola usciva impercettibilmente dalla sua bocca.

“Marcello… Marcello… Marcello…”

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Quella sera Matilde Frigerio si era attardata nel suo ufficio della Galleria Milano Moda per sistemare alcuni dettagli del progetto per i commerci con il Giappone. Ligia nel lavoro com’è, voleva essere sicura che tutto fosse in perfetto ordine, quando dei rumori sospetti provenienti dalla strada la costringono ad avvicinarsi alla finestra. Nella notte illuminata dai lampioni riesce a riconoscere Marcello in compagnia di un altro giovane e al loro seguito una vettura sospetta. Senza pensarci un attimo afferra il telefono.

“Pronto. Polizia…? Si, chiamo dalla Galleria Milano Moda. Venite immediatamente… e portate un’ambulanza”

Non era preparata a ciò a cui avrebbe assistito di lì a poco e quando vide Marcello agonizzante ringraziò il cielo per aver allertato anche l’ospedale. Se andrà tutto bene il giovane imprenditore le deve la vita.

Scossa e non sapendo che fare guarda impotente la scena dall’alto, come ipnotizzata. Riesce a tornare in sé solamente quando l’ambulanza inizia ad allontanarsi sfrecciando tra le strade di Milano, con un Marcello in fin di vita a carico.

Poi un flash: Adelaide.

Ignorando l’ora tarda e le ferree disposizioni della Contessa sul non essere disturbata, compone il numero e alza la cornetta. Sa cosa significhi, ma è certa che se non avvisa l’amica e Marcello non ce la fa ne porterà per sempre il peso sulla coscienza.

Uno squillo… Due… Tre… “Avanti rispondi… Rispondi Adelaide”

Matilde sta per arrendersi quando la voce sorpresa e impastata dal sonno fa capolino dall’altro capo del telefono.

“Pronto, chi parla…?”

“Adelaide, grazie a Dio hai risposto… sono io, Matilde”

“Matilde… Che devi dirmi di così importante da non poter aspettare domani mattina?”

La sicurezza della Frigerio improvvisamente viene meno. Come fare? Che parole usare?

“Allora?... Matilde ci sei?” Il tono della Contessa è chiaramente scocciato.

“Marcello…” Inizia. “Marcello è stato ferito, gli hanno sparato… è molto grave Adelaide. L’hanno appena portato via in ambulanza e…”

Matilde si stava sforzando a spiegare tutto nel modo più chiaro possibile, ma la Contessa aveva già smesso di ascoltarla dopo la prima frase.

Le parole le arrivavano come un eco lontano, incomprensibile. Poteva sentire chiaramente il battito cardiaco rimbombare nella testa, ripetutamente, inesorabilmente, sempre più forte, sempre più veloce. Gli occhi velati di lacrime. L’aria stava diventando pesante, respirare più difficile. Era un miracolo che riuscisse ancora a mantenere la presa sulla cornetta.

“No… non poteva essere vero. Non lui… non il suo Marcello”.

Si, suo. Perché nonostante tutto non aveva mai smesso di considerarlo tale. Lasciarlo andare era stata una delle cose più difficili che avesse mai fatto, ma era stato necessario, o almeno era quello di cui si era convinta per… soffrire di meno; cosa sulla quale aveva fallito miseramente. E ora… stava rischiando di perderlo davvero.

“Tu non puoi nasconderti… anche tu non vuoi perdermi…”

La loro ultima conversazione, non l’avrebbe mai ammesso, l’aveva distrutta e aveva cercato in tutti i modi di dimenticare quelle parole… ma ora le vorticavano in mente facendole perdere il senso dell’equilibrio. Cavolo quanto erano vere…

“Adelaide… Ti senti bene?” la voce preoccupata di Matilde la riporta alla realtà.

“Si… No… Matilde… Io… Non so cosa fare… Gli ho spezzato il cuore” La voce della Contessa era rotta dal pianto.

“Lui ti ama, e ora ha bisogno di te… Adelaide… Ora più che mai…”

“Hai ragione, arrivo”

Dopo essersi scusata ripetutamente con la figlia, con la quale era riuscita ad instaurare un buon rapporto, e che non aveva voluto sentire ragioni, anzi, aveva spronato ancor di più la madre a partire, la temibile contessa Adelaide di Sant’Erasmo era salita sul primo treno per Milano. Non in prima classe, non le importava. Con Marcello aveva imparato ad apprezzare anche le piccole cose della vita... Le girandole colorate, i giri in motoretta, mangiare un panino in uno dei loro preziosi punti di ristoro... Erano momenti che non avrebbe mai dimenticato e che le mancavano da morire.

No. Questa volta non avrebbe rischiato.

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