Quidditch e storie intrecciate

di TatianaCovino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



“Potter, vieni. Ti stanno aspettando”, esclamò la professoressa McGranitt.
“Chi mi sta aspettando, professoressa? E per cosa?”, chiese Harry.
La McGranitt lo guardò perplessa. “Oggi si svolgerà l’ultima prova del torneo Potter, ed è prassi che, prima dell’inizio, la famiglia e i campioni possano stare insieme. Andiamo, vieni”, disse senza aspettare una risposta.
Harry la seguì spaesato: chi poteva aspettarlo? Sicuramente non i Dursley. Loro non si sarebbero mai preoccupati di andare a salutare Harry ma, soprattutto, non avrebbero mai messo piede ad Hogwarts. Seguì la professoressa per i corridoi fino ad una porta.
“Sono lì”, disse la McGranitt prima di andarsene.
Harry aprì titubante la porta e vide, con sua grande sorpresa, la signora Weasley e Bill.
“Harry! Caro! Come stai?”, chiese la signora Weasley abbracciandolo.
“Signora Weasley, Bill, cosa ci fate qui?”
“Siamo venuti per stare con te! Beh, non siamo la tua famiglia di sangue, ma ho pensato che ti avrebbe fatto piacere vederci prima dell’ultima prova.”
Harry sorrise alla signora Weasley.
“Arthur voleva venire, ma era troppo impegnato al Ministero… Bill ha preso il suo posto!”
“Grazie signora Weasley, grazie Bill!”, disse Harry, felice come non mai. Per lui, i Weasley, erano la sua famiglia.
“Andiamo a mangiare? Ho una fame…”, disse Bill.
 
Arrivati nella Sala Grande, Harry, la signora Weasley e Bill si avviarono verso il tavolo di Grifondoro.
“Mamma! Bill! Che ci fate qui?”, esclamò Ron.
“Siamo venuti per vedere Harry all’ultima prova, caro!”
“Buongiorno”, disse Hermione sorridendo.
“Buongiorno”, rispose la signora Weasley in tono gelido.
Hermione abbassò la testa, senza dire nulla.
“Signora Weasley…”, disse Harry. “Hermione non è la mia fidanzata, non lo è mai stata. Rita Skeeter ha detto un sacco di bugie in quell’articolo…”
“Ma certo caro, certo!”, rispose la signora Weasley sorridendo. Ma, da quel momento, tornò a trattare Hermione con il solito calore.
“Hei, Bill!”, esclamò Fred.
“Che ci fate qui?”, disse George.
“Harry, il torneo”, rispose Bill.
“Oh, certo! Abbiamo il pomeriggio libero, per l’ultima prova… Vi va una partita a Quidditch?”, chiese Fred.
“Si!”, esclamarono Bill, Harry e Ron.
“Io vado in bibl…”
“Eh no, mia cara!”, disse Fred. “Niente biblioteca oggi, tu vieni con noi!”
“Ma non avete bisogno di me per giocare”, protestò Hermione.
“Vuol dire che verrai a fare il tifo”, concluse Fred facendole l’occhiolino.
 
La partita a Quidditch fu molto breve, soprattutto perché Ron non riusciva a parare nessuna palla. Hermione si era seduta sugli spalti e osservava i suoi amici giocare. Dall’altro lato c’era Fleur Delacour, che continuava a guardare Bill. Hermione si chiese cosa ci facesse lì invece di essere nella carrozza a prepararsi.
“Ron, stai dormendo?!”, esclamò Ginny all’ennesima parata mancata del fratello.
“Scusa, io…”
“Ronnino Ronnuccio è troppo occupato a guardare la bella Fleur!”, esclamò George facendo scoppiare a ridere tutti.
“Ragazzi, è ora di andare!”, esclamò Hermione. “Tra un’ora inizia la seconda prova.”
“Okay, andiamo”, disse George affranto.
Scesi dalle loro scope, Hermione li raggiunse nel campo, seguita dalla signora Weasley che, nel frattempo, aveva fatto un giro nel castello in onore dei vecchi tempi.
“Oh Bill, hai i capelli davvero troppo lunghi, dovresti tagliarli un po’…”
“No, mamma. Vanno benissimo così.”
“Ma solo un pochino…”
“No”, disse Bill in tono definitivo.
Fleur osservò la scena dagli spalti e sorrise. Lei pensava che quei capelli erano perfetti così, lunghi al punto giusto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


“Bill, che ci fai qui?”, chiese Ginny abbracciando il fratello maggiore.
Lui le scoccò un bacio sulla testa. “Ho chiesto un trasferimento alla Gringott a Londra, così posso stare vicino all’Ordine.”
“Oh, come sono felice di averti di nuovo qui, Bill caro”, disse la signora Weasley mettendo sul tavolo la colazione.
“Giorno”, disse Fred e George apparendo sulla soglia della cucina.
“Voi due.” La signora Weasley puntò l’indice contro i gemelli. “Io e vostro padre oggi saremo a pranzo con alcuni pezzi grossi del Ministero. Quando torno voglio vedere la casa ancora tutta intera. Intera, capito? Altrimenti vi farò pentire di essere nati.”
“Mamma, questa tua mancanza di fiducia mi ferisce”, disse Fred in tono offeso.
Hermione scoppiò a ridere. Sapeva benissimo cosa potevano combinare i gemelli in assenza dei signori Weasley e aveva un po’ paura a restare in quella casa senza la sorveglianza degli adulti.
“Io vado mamma. Ci vediamo stasera.”
“Non fai colazione, Bill? Neanche un pezzo di pane con la marmellata?”
“No mamma, davvero. Non voglio essere in ritardo il mio primo giorno.” Detto questo scoccò un altro bacio sulla testa di Ginny e rivolse un cenno di saluto a Hermione e ai suoi fratelli.
 
 
Bill entrò alla Gringott in perfetto orario. Sapeva che i folletti erano creature molto precise e non voleva farsi prendere in antipatia già il primo giorno. Soprattutto perché avrebbe avuto bisogno di molti permessi quando l’Ordine avrebbe dovuto compiere missioni. Perciò doveva cercare di dare nell’occhio il meno possibile.
Si diresse con passo spedito verso il suo ufficio. Vi trovò davanti la porta un folletto che lo stava aspettando, con una bellissima ragazza bionda al suo fianco.
“Buongiorno signor Weasley”, disse il folletto.
“Salve”, rispose Bill guardando prima lui e poi la ragazza, non sapendo bene cosa fare.
“Lei è la signorina Delacour. Viene dalla Francia ed è qui per imparare la nostra lingua. Le farai da mentore”, spiegò il folletto e, prima di aspettare una risposta, se ne andò.
“Bonjour”, disse la ragazza tendendogli la mano. “Je suis Fleur.”
“Ciao, io sono Bill. Bill Weasley.”
Si strinsero la mano e Bill, adesso che poteva concentrarsi sul suo volto, pensò che quella fosse la ragazza più bella del mondo.
“Io ti conosco…”, disse Fleur scrutandolo. “Tu eri a Hogwarts… Al torneo Tre Maghi.”
“Io... si, è vero. Ero lì”, disse Bill.
“Io ero una delle campionesse”, spiegò lei. Bill pensò che quell’accento fosse il suono più dolce che avesse mai sentito.
“Vieni, ti faccio vedere il mio ufficio. Anzi, il nostro ufficio a quanto pare”, disse Bill.
Fleur gli sorrise e lo seguì oltre la porta.
 
 
 
“Oggi arriva Harry”, buttò lì Hermione.
“Davvero? Lo avevo dimenticato”, disse Ginny mentre sbucciava le patate per preparare il pranzo.
Hermione sorrise. “Allora, glielo dirai finalmente?”
“Dirgli cosa?”
“Che ti piace!”
“Lui non mi piace!” disse lei con troppa enfasi, arrossendo fin sopra le orecchie.
“Oh Ginny, si vede lontano un miglio che ti piace!”
Lei non disse nulla per qualche secondo, poi: “Dici che Harry potrebbe ricambiare i miei sentimenti?”
“C’è un solo modo per saperlo. Dirgli quello che provi.”
In quel momento si sentì la porta della Tana aprirsi e una civetta urlare.
“È arrivato! Vado a salutarlo!”, disse Ginny lasciando coltello e patata sul tavolo.
“No Ginny! Non puoi lasciarmi a cucinare da sola!”, piagnucolò Hermione, ma l’amica non la sentì neanche.
“Harry, sei arrivato!”, disse Ginny gettandogli le braccia al collo.
Harry ricambiò l’abbraccio. “Non vedevo l’ora, stare con i Dursely stava diventato una tortura.”
“Sono felice che sei qui. Mi sei mancato”, disse la ragazza arrossendo.
“Anche tu mi sei mancata Ginny.”
“Harry io… quando hai tempo… si, vorrei… insomma vorrei parlarti, devo dirti…”
“Harry!”, urlò Ron, apparso improvvisamente sulle scale. “Sei arrivato finalmente! Vieni, andiamo in camera, devo raccontarti le novità!”
“Arrivo. Ginny, ci vediamo dopo?”
“Certo…”, disse Ginny. “Stupido Ron!”, sussurrò tra sé prima di uscire in giardino.
 
“Chi ha avuto la brillante idea di lasciarti da sola in cucina?”, disse Fred.
“Tu sorella.”
“Oh, no. Cosa gli abbiamo fatto? Perché vuole farci avvelenare?”
“Ah-ah-ah”, fece Hermione. “Molto divertente.”
“Dai, non prendertela Granger, stavo scherzando. Anche se lo sappiamo tutti che in cucina sei una frana.”
Hermione arrossì e provò a ribattere, ma non trovò nulla da dire. Era vero, lei in cucina era davvero un disastro.
“Finalmente sono riuscito a zittirti!”
“Non esultare troppo, Weasley!”
“Non esultare troppo? Finalmente c’è qualcosa in cui sono più bravo di Miss Perfettina! Questo e in pozioni. Perché diciamocelo, Granger, sarai anche la strega più brava del tuo anno, ma le invenzioni mie e di George non sono alla tua portata!”
“Sarei molto più brava di voi a inventare stupidi scherzi.  Solo che io, a differenza vostra, preferisco usare la mia intelligenza per cose più importanti. Come studiare.”
“Tu pensi troppo allo studio e troppo poco alla vita, Granger.”
Hermione non disse nulla per qualche minuto, osservando Fred che aveva preso il suo posto e adesso stava buttando in una padella le patate.
“Fred, devo chiederti un favore.”
“Un favore? A me? Questo è il giorno più bello della mia vita!”
“Come non detto, lascia stare”, disse lei indispettita.
“Dai Hermione, smettila di essere così permalosa. Dimmi tutto.”
Hermione lo guardò male, poi disse: “Insegnami a giocare a Quidditch.”
“A giocare a Quidditch? E perché?”
“Perché… perché si. Voglio imparare.”
Fred la scrutò per qualche secondo, soppesando le parole. “Va bene. Stasera, in giardino. Ti aspetto alle 20.30, non fare tardi.”
“Io sono sempre puntuale, Weasley”, disse prima di scomparire oltre la porta della cucina.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


“Questo arrosto è ottimo! Chi lo ha preparato?”, chiese il signor Weasley.
“Hermione”, rispose subito Fred.
La ragazza lo guardò.
“Davvero?”, chiese incredula la signora Weasley.
“Davvero mamma. Ne sei sorpresa?”
“No, io… pensavo… Qualcuno vuole altre patate?”, rispose Molly distogliendo lo sguardo da Hermione.
Fred si avvicinò all’orecchio della ragazza. “Prenditi il merito della cena, Hermione. Anche se l’ho cucinata io. Così nessuno penserà più che non sai cucinare.”
 
 
“Hermione, che ci fai qui qui?”
La ragazza sobbalzò. “Oh Harry, sei tu! Niente, sono uscita a prendere una boccata d’aria.”
“Domani si torna ad Hogwarts, eh?”
“Già. Chissà cosa ci aspetta quest’anno.”
Harry rise. “Già. Non abbiamo passato un anno tranquillo noi tre, eh?”
“Le cose potrebbero cambiare, no?”
“Che intendi dire?”
“Nuovo anno, nuova vita, magari nuovi amori…” La ragazza ammiccò verso il suo amico.
Harry arrossì. “Non capisco cosa intenti…”
“Certo, non capisci. Sai, neanche Ginny capisce…”
“Si vede così tanto?”
Hermione scoppiò a ridere. “Mettiamola così, soltanto un cieco non lo capirebbe.”
“Non so cosa fare…”
“Perché non ti fai avanti? Lei è innamorata di te dal primo anno, sono sicura che farebbe i salti di gioia sapendo che finalmente i suoi sentimenti sono ricambiati!”
“Ron…”, sussurrò Harry.
Hermione gli prese la mano. “Sono sicura che Ron capirà. Te l’ho detto, le cose quest’anno potrebbero cambiare.”
“Emh…”, fece una voce.
“Fred!”, squittì Hermione lasciando improvvisamente la mano di Harry.
“Disturbo?”
“No, io stavo andando… Devo finire di fare le valigie…”, disse Harry alzandosi. “Beh, buonanotte, ci vediamo domani.”
“Notte”, disse Fred con la scopa in mano.
“Buonanotte Harry.”
“Sai Hermione, credo davvero che le cose possano cambiare quest’anno. Anche per te”, disse Harry facendole l’occhiolino prima di andarsene.
“A che si riferiva?”, chiese Fred.
“Niente, niente. Sei in ritardo.”
“Beh, non mi sembra che tu stessi aspettando da sola…”
“Allora, iniziamo?”, disse Hermione ignorandolo.
“Ancora non mi hai detto perché vuoi imparare a giocare a Quidditch. Vuoi entrare nella squadra per caso?”
“Non ci penso nemmeno! Solo che… non mi piace non saper fare una cosa…”
Fred scoppiò a ridere. “Devi avere proprio tutto sotto controllo tu, eh? Allora, iniziamo dalla teoria. Ci sono tre palle…”
“No, la teoria la conosco”, lo interruppe Hermione. “E’ la pratica che…”
“La pratica sta tutto nel saper volare bene”, disse Fred.
Hermione arrossì.
“Hermione…”, lui la scrutò. “Sai volare su una scopa, vero?”
“Certo che so volare su una scopa!”, disse lei stizzita. “Solo che… Non mi sento a mio agio a volare, ho paura di cadere…”
“Oggi ho scoperto ben due difetti della Granger! Non sa cucinare e ha paura di volare! E io che pensavo che fossi perfetta!”
“Non siamo tutte brave a volare come la tua fidanzata!”, disse lei sempre più stizzita.
“Angelina non è la mia fidanzata, non più. Adesso sta con George”, disse Fred come se nulla fosse.
Hermione arrossì. “Beh, hai capito cosa intendevo…”
“Vieni.” Fred le tese una mano.
“Che vuoi fare?”
“Ti fidi di me?”
“Neanche un po’ Weasley.”
“Beh, dovrai fidarti se vuoi il mio aiuto Granger.”
Hermione, titubante, prese la mano di Fred.
“Adesso voliamo.”
“Cosa? No! Non mi penso nemmeno a salire su quella vecchia scopa con te!”
“Per imparare a volare bene devi superare la tua paura di cadere. E per farlo devi volare. Adesso, se preferisci farlo da sola…”
“No, no!”
“Bene, allora smettila di lamentarti e sali. Ti prometto che voleremo piano e che non ti farò cadere.”
Hermione non disse nulla e salì sulla scopa, dietro di Fred.
“Tieniti a me.”
Hermione si strinse al petto del ragazzo. Si sentiva un po’ in imbarazzo per quella vicinanza così intima. Chiuse gli occhi e ispirò il profumo del ragazzo. Quando la scopa si sollevò da terra sentì il vento tra i suoi capelli, mentre quelli di Fred le solleticavano il viso. Piano piano sentì i suoi muscoli rilassarsi. Volare con Fred non era così male. Anzi, doveva ammettere che era molto piacevole. Il ragazzo sapeva cosa faceva e questo la faceva sentire al sicuro. Sapeva che con Fred non le sarebbe potuto accadere nulla di male.
“Allora, com’è stato volare?”, chiese Fred scendendo dalla scopa.
“Non è stato così… male.”
Fred sorrise. “Tutto merito mio, Granger. Dovresti ringraziarmi!”
“Grazie Weasley. Ma non montarti troppo la testa. Sono comunque più intelligente di te.”
“Su questo non posso controbattere!”
Fred scoppiò a ridere e Hermione lo seguì.
“E’ meglio rientrare adesso”, disse Hermione.
I due entrarono alla Tana cercando di non fare troppo rumore. Non volevano svegliare la signora Weasley, che si sarebbe arrabbiata tantissimo se avesse scoperto che avevano volato a quell’ora di notte.
“Grazie ancora, Fred.”
“Quando vorrai volare, Hermione, sai dove trovarmi.”
Lei arrossì.
“E’ meglio andare a dormire. Buonanotte Hermione”, disse il ragazzo dandole un bacio sulla guancia.
“Buonanotte Fred”, disse lei arrossendo e sperando che il ragazzo non se ne accorgesse.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


“Il tuo inglese è migliorato molto, Fleur.”
“Grasie, Bill. Tutto merito tuo. Sei un bravo insegnante.” Sorrise osservando il volto del ragazzo. Era davvero molto e, passando così tanto con lui, Fleur si era resa conto che era anche molto gentile. Era stato uno dei pochi a non prenderla in giro per il suo accento francese e a non guardarla con pregiudizio per il fatto di essere per metà Veela.
Bill le sorrise di rimando e si concentrò su alcuni documenti che aveva davanti. Dopo qualche minuto alzò di nuovo lo sguardo verso la ragazza. “Emh.. Fleur?”
“Oui?”
“Stavo pensando… Ti andrebbe di venire a cena con me?”
“A cena? Insieme?”
“Si. Ho pensato che… beh, sarebbe carino vederci fuori dalla Gringott. Ma solo se vuoi!”, si affrettò ad aggiungere.
“Mi farebbe molto piacere”, disse sorridendo soddisfatta. Si stava proprio chiedendo quando le avrebbe chiesto di uscire. Erano settimane che il ragazzo continuava a guardarla in modo diverso e, Fleur lo sentiva, tra di loro stava nascendo qualcosa di diverso di un semplice rapporto lavorativo.
 
 
“Cosa sta succedendo qui?”, disse Hermione entrando in sala comune. Davanti a lei si stava svolgendo quella che poteva definirsi una festa in piena regola.
“Festeggiamenti per l’inizio del nuovo anno!”, esclamò George.
“Voi non potete…”
“Non iniziare Hermione”, la bloccò Fred. “Abbiamo bisogno di divertirci e questa è una festa. Quindi rilassati e mangia qualcosa.”
“Dove avete preso tutto quel cibo?”
“Non fare domande…”, disse Fred.
“E non ti mentiremo”, concluse George.
Hermione si allontanò dai due gemelli, consapevole che litigare con loro non avrebbe portato a nulla. Aveva passato tutto il pomeriggio tra lezioni e biblioteca, era molto stanca e non aveva voglia di far ragione quei due sull’importanza del rispetto delle regole.
“Hermione, vieni a mangiare qualcosa con noi”, disse Neville facendole un cenno.
“Dove eri finita?”, chiese Ron.
“Ero in biblioteca.”
“Già, avrei dovuto immaginarlo…”
Hermione si guardò intorno: sembravano tutti così felici di festeggiare. Ma festeggiare cosa, poi? Voleva soltanto andarsene a dormire, ma sapeva che i gemelli la stavano guardando. Non voleva che pensassero che fosse una guastafeste, perciò decise di restare per qualche minuto, mangiare qualcosa, e poi rintanarsi nel silenzio della sua stanza.
Si guardò intorno: non c’era nulla che volesse davvero mangiare. Ma doveva fingere di apprezzare questa festicciola, così decise di servirsi di uno dei cioccolatini nel vassoio sul tavolo. Ne prese uno e se lo cacciò in bocca: era buono ma aveva un retrogusto strano, un po’ amaro.
“Cosa sta succedendo?”, urlò Ron.
Hermione si voltò nella direzione in cui stava guardando il suo amico e vide Ginny che, in uno slancio improvviso, aveva gettato le braccia attorno al collo di Harry e lo stava guardando.
“Quella è Ginny? Che bacia Harry?”, farfugliò Ron.
“Si, Ronald.”
“Ma… cosa… come…?”
“Beh, non lo sapevi? Sono anni che Ginny è innamorata di Harry!”
“Lo sapevo, ma…”
“E anche Harry è innamorato di lei.”
Dopo un attimo di pausa Ron disse: “Beh, se proprio deve baciare qualcuno, meglio che sia Harry, no?”
Hermione annuì. Con la coda dell’occhio vide i gemelli ridere e scambiarsi il cinque.
Con fare minaccioso si avvicinò a loro: “Cosa avete combinato?”
“Noi? Nulla!”, disse George.
“Non mentite! Avete la faccia di chi ne ha combinata una!”
“Come ci conosci bene!”
“Allora, cosa avete combinato?”
George non rispose.
“Fred?”
“Nulla, abbiamo solo dato una spintarella a nostra sorella…”
“Una spintarella? Cosa avete combinato?”
“Lei è innamorata di Harry, e Harry di lei. Li abbiamo solo aiutati un po’”, disse George con tono innocente.
“Ditemi subito cosa avete fatto!”
“Le abbiamo dato una pozione di nostra invenzione. Una sorta di Amortentia, solo che invece di creare l’amore, accentua quello che già provi e ti dà il coraggio di dichiararti all’altra persona.”
“Voi cosa? E Ginny ha accettato di prendere la pozione?!”
“No, certo che no. Lei non sa di averla presa. L’abbiamo messa nei cioccolatini”, disse Fred.
“È bastato offrigliene uno e…”, continuò George.
“Cioccolatini? Quali cioccolatini?”, chiese Hermione allarmata.
“Quelli”, disse George indicando il vassoio da dove, pochi minuti prima, Hermione ne aveva mangiato uno.
“Ma siete pazzi? Li avete lasciati lì, alla portata di tutti?”
“Questa è stata un’idea geniale. Perché farlo mangiare soltanto a Ginny quando…”
“… potevamo vedere gli effetti sulla metà dei Grifondoro?”
“Voi… siete pazzi…”. Hermione iniziò a sentirsi strana. Non riusciva a staccare gli occhi da Fred, che le stava sorridendo. Aveva una fossetta al lato della bocca e Hermione ebbe voglia di gettarglisi addosso e baciarlo.
In un impeto di forza si trattenne, ma sapeva che non poteva opporsi ancora a lungo.
“Per quanto dura l’effetto?”, chiese fingendo indifferenza. Iniziò a toccarsi i capelli, nervosa.
“Per un paio d’ore”, rispose George.
“Bene”, disse Hermione rendendosi conto di essere nei guai. “Devo andare.” Se ne andò il più in fretta possibile, sperando che nascondersi nel dormitorio l’avrebbe salvata dal voler baciare Fred davanti a tutti.
“Hei, ma che le prende?”, chiese George.
“Prima l’ho vista mangiare uno di quei cioccolatini”, rispose Fred.
“Quindi, vuoi dire che…?”
“Che è innamorata di qualcuno, ma non vuole farci sapere chi.”
“Chi credi che possa essere? Ron?”
“Non ne ho idea, George. Ma lo scoprirò. Fosse l’ultima cosa che faccio.”

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


“Granger, ti va un giro sulla scopa prima di partire?”, chiese Fred avvicinandosi alla ragazza china sui libri, seduta sugli spalti dello stadio di Quidditch.
L’allenamento della squadra era appena finito: Angelina era stata odiosa, continuando ad urlare ordini a tutti. Voleva vincere il torneo e non accettava che una cosa come il Natale potesse distrarre i suoi giocatori. Hermione aveva assistito all’allenamento per metà: si era portata dietro un libro e aveva passato la maggior parte del tempo con il naso tra le pagine impolverate.
“Perché no”, rispose chiudendo il libro e riponendolo in borsa.
Fred le sorrise: “Vedo che la paura di cadere ti sta passando.”
“Un po’.”
“Non c’è di che, Granger.”
“Nessuno ha detto che è merito tuo.”
“Ma entrambi sappiamo che è così.”
Hermione sorrise: era solo grazie a Fred se aveva preso il coraggio di salire su una scopa così spesso, ma questo non lo avrebbe mai ammesso davanti al ragazzo.
 
Il giro sulla scopa con Fred era diventato quasi un rito per Hermione: non si sentiva più a disagio o in imbarazzo ad aggrapparsi a lui. Anzi, la trovava una cosa naturale.
“Allora, me lo dici chi ti piace?”
“Sono mesi che me lo chiedi, Fred. Non mi piace nessuno.”
“Lo so che ti piace qualcuno. Sei scappata via dopo aver saputo cosa faceva la pozione nei cioccolatini.”
Hermione sospirò. Da quando era scappata in camera per non baciarlo Fred non la lasciava in pace. Voleva sapere di chi fosse innamorata, ma non poteva dirglielo, no? Come faceva a dirgli che era lui?
“Non te lo dirò mai.”
“Allora c’è qualcuno che ti piace!”
“Ci vediamo alla Tana, Fred”, disse lei prendendo la sua borsa e dirigendosi verso il castello.
 
Avvicinandosi alla porta della sua stanza sentì le voci di Lavanda Brown, Katy Bell e Parvati Patil.
“Sapete cosa ho visto? Hermione Granger su una scopa. Con Fred Weasley!”, esclamò Lavanda.
“Cosa?”, rispose insieme le altre due ragazze.
“Lo giuro. Erano proprio lì, sorvolavano il campo da Quidditch.”
“Ho sempre saputo che Hermione puntava ai ragazzi belli e famosi, ma Fred… Come ha potuto?”, chiese Parvati Patil.
“Oh, sono sicura che è solo un equivoco”, rispose Katy Bell.
“Se avessi visto quello che ho visto io non la penseresti così. Erano vicini. Davvero molto molto vicini.”
“Lavanda, ma sei sicura che fosse Hermione Granger?”, chiese Parvati ancora incredula.
“Sicurissima.”
“Qualsiasi cosa hai visto ti sbagli. Sai, io e Fred abbiamo avuto degli… incontri… all’inizio dell’anno.”
“Incontri? Che tipo di incontri? Siete fidanzati?”
“Diciamo che… ci frequentiamo. Ma in segreto.”
“Ma se sta sempre appiccicato alla Granger!”, esclamò Lavanda.
“Qualsiasi cosa stia facendo Fred deve essere qualche stupido piano tra lui e George, non c’è nulla di cui preoccuparsi”, concluse Katy.
“Già, forse hai ragione…”, disse Parvati poco convinta.
“Ceto che hai ragione! Come potrebbe mai piacergli la Granger?”, esclamò Lavanda. “Insomma, lui è Fred Weasley! Mezza scuola gli va dietro e lei è… beh, Hermione Granger. Così insopportabile e così bruttina.”
Hermione spalancò la porta della stanza.
“Oh, Hermione!”, esclamò Lavanda diventando rossa in volto.
“Passato un bel pomeriggio?”, chiese Parvati.
Hermione le ignorò del tutto e si avviò in bagno con aria altezzosa. Appena si chiuse la porta alle spalle scoppiò a piangere.
 
 
Il treno che li portava a Londra arrivò il perfetto orario. Per tutto il viaggio Fred non si era fatto vedere e Hermione non poteva esserne che sollevata. Le parole di Lavanda e Katy continuavano a ronzarle in testa. Un piano tra Fred e George. Così insopportabile e così bruttina.
Alla stazione trovarono il signor Weasley ad aspettarli. “Fatto buon viaggio ragazzi?”
“Una meraviglia!”, disse Ginny stringendo la mano a Harry. I due non avevano smesso di sbaciucchiarsi per tutto il tempo, sotto lo sguardo disgustato di Ron.
“Hermione, tutto bene?”
“Si, signor Weasley.”
“Bene, allora andiamo. Molly vi sta aspettando. Vi avviso, è molto nervosa.”
“Nervosa? Perché?”, chiese Fred.
Sentendo la voce del gemello Hermione ebbe un sobbalzo.
“Stasera vengono a cena Bill e… la sua fidanzata.”
“Cosa? Bill ha una fidanzata? E chi è?”, esclamò Ron.
“Non lo so, ma speriamo che tua madre non faccia una delle sue scenate…”
 
 
“Saranno qui a momenti! Mettete tutto in ordine!”
“E’ già tutto in ordine, mamma”, disse George.
In quel momento la porta si aprì e Bill entrò, seguito da una bellissima ragazza bionda. A quella vista Ron sbiancò: quella era Fleur Delcour. La stessa Fleur a cui Ron aveva chiesto, o meglio urlato, di andare al ballo del ceppo insieme, per poi scappare prima che lei potesse rifiutarlo.
“Mamma, papà, famiglia… Lei è Fleur.”
“Piascere…”, disse la ragazza abbracciando Molly e stringendo la mano al signor Weasley. “Harry… che piascere rivederti.”
“E’ un piacere anche per me, Fleur, come stai?”, chiese Harry beccandosi una gomitata nelle costole da parte di Ginny.
“Ron, chiudi la bocca. Ti sta colando la bava”, sussurrò Fred all’orecchio del fratello.
“La cena è pronta, sediamoci a tavola”, disse la signora Weasley.
La cena non fu delle migliori alla Tana. Molly continuava a scrutare Fleur con espressione corrucciata, Ginny continuava a guardare male prima Fleur, poi Harry, Hermione non aveva spicciato parola e Ron non faceva altro che balbettare ogni volta che apriva bocca.
“Bill, caro. Dovresti proprio tagliarti i capelli.”
“No mamma. I miei capelli stanno bene così.”
“Io lo trovo bellissimo”, disse Fleur accarezzando i lunghi capelli di Bill.
Molly assunse un’espressione contrariata.
“Credo sia ora di andare a dormire”, si intromise Arthur che, conoscendo sua moglie, non voleva darle il tempo di controbattere.
I ragazzi si avviarono tutti verso le proprie stanze.
“Mamma la odia”, disse Ginny. “L’ho sentita parlare prima con papà. Pensa che lei stia con Bill solo perché è bello e non perché lo ami davvero. L’ha chiamata Flora Batterica.”
“Io non credo che sia così male”, disse Ron.
“Certo, perché non hai smesso di sbavarle dietro!”, disse George.
“Andiamo a letto Harry”, disse Ron corrucciato.
Hermione si avviò verso la sua stanza quando una voce la chiamò.
“Hermione!”
“Cosa vuoi Fred?”
“Allora, me lo dici chi ti piace?”
“Smettila Fred. Sono stanca di essere presa in giro.” E se ne andò prima che il gemello potesse dire altro.
“Ma che ha?”
“Non lo so Fred.”
“Certo che è strana…”
“Quando glielo dirai?”
“Dirgli che cosa?”
“Che ti piace.”
Fred guardò il gemello a bocca aperta. “Da quanto lo sai?”
“Da un po’ di tempo. Forse prima ancora che lo sapessi tu. Sono il tuo gemello, davvero credevi che non me ne rendessi conto? E poi, hai lasciato Katy. Non è da te lasciare una ragazza senza averne già un’altra bell’ e pronta. E non sei uscito più con nessuna da mesi. Quindi o sei impazzito o ti piace la Granger.”
Fred sorrise. “Un’analisi davvero accurata George.”
“Io sono quello intelligente. Allora, quando glielo dirai?”
“Presto. Glielo dirò presto. Adesso andiamo a dormire, domani abbiamo delle nuove pozioni da provare!”

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


“Bill, ne sei sicuro?”, chiese Molly con un’espressione che Harry giudicò nauseata. “Insomma, da quanto la conosci? State insieme da qualche mese, un matrimonio mi sembra una cosa un po’ troppo… affrettata.”
“Smettila mamma. Io sposerò Fleur, che ti piaccia o no!”
“Ma è troppo presto!!!”
“Se è troppo presto lo decido io, mamma!”
“Vieni andiamo”, sussurrò Ginny trascinando Harry in giardino. “Stanno litigando da ieri sera. Mamma non accetta che Bill si sposi. Dice che è perché è troppo presto, ma secondo me è perché non le piace Fleur.”
Harry non disse nulla. Lui la pensava come signora Weasley: come si poteva sposare qualcuno dopo solo pochi mesi? Ma non voleva dire nulla davanti a lei, a Bill o a Ginny. Harry si era sempre sentito parte della famiglia, ma riteneva che certe cose dovessero essere risolte tra madre e figlio.
“Hermione!”, esclamò Ginny.
Harry guardò nella direzione della ragazza e vide Hermione seduta a terra, dietro un albero, che piangeva.
L’amica, non appena li vide, si asciugò le lacrime in fretta e furia.
“Che succede?”, chiese Ginny.
“E’ per Fred?”, disse Harry.
“No è per Fred… cioè anche un po’ per lui.”
“Fred? Cosa c’entra Fred?”, chiese Ginny guardando prima la ragazza, poi il suo fidanzato. “Oh. Ti piace Fred?! Fred, mio fratello? Fred, il figlio di mia madre? Perché non me lo hai detto prima?”
“Per questo”, rispose Hermione alludendo alla reazione di Ginny.
Ginny cercò di darsi un contengo. “Cosa ha fatto quello stupido?”
“Non ha fatto niente”, disse Hermione. “Lui è… strano. Ma credo mi stai solo prendendo in giro. Sarà qualche stupido scherzo che ha architettato con George.”
“Hermione…”, disse Harry sedendosi vicino a lei e abbracciandola.
“Sono una sciocca, non è successo niente. Insomma, Fred neanche sa che mi piace. E poi lui è Fred e io sono… beh sono Hermione. Insopportabile e anche bruttina.”
Harry la fissò. “Okay, a volte sei insopportabile, ma non sei brutta! Vero Ginny?”
Ginny sembrava non sentirli, immersa nei suoi pensieri. “Tu piaci a Fred”, disse.
“Cosa? No Ginny, ti stai sbagliando”, disse Hermione.
“E invece no, so che è così. Adesso tutto è molto più chiaro.”
“Tutto, cosa?”
“All’inizio dell’anno Fred ha lasciato Katy.”
“Fred e Katy si sono lasciati?”, chiese Hermione ricordando le parole della ragazza. Che avesse mentito per mettersi in mostra davanti a Lavanda e Parvati?
“Si, Fred l’ha mollata. E da allora non è più uscito con nessuna ragazza.”
“E da questo deduci che… io piaccio a Fred?”, Hermione era scettica alle parole dell’amica.
“Hermione, riflettici. Hai mai visto Fred mollare una ragazza senza iniziare subito dopo a frequentarne un’altra?”
“Beh, no, ma questo non significa che…”
“E invece significa proprio questo! Fred può avere tutte le ragazze di Hogwarts. E quando dico tutte, non è un eufemismo! Tutte, tranne… te. Per questo non sta uscendo con nessuna, perché vuole te.”
“Ginny, apprezzo molto ma…”
“E’ cosi Hermione, fidati. Conosco mio fratello e se ti dico che è innamorato di te, lo è.”
“Ma è Fred, si sarebbe già fatto avanti, no?”, si intromise Harry. La teoria di Ginny sembrava sensata, ma non voleva illudere la sua amica per poi spezzargli il cuore.
“Non lo ha fatto perché so di non poterla avere con qualche stupido trucchetto che usa con le altre. E poi, lui non sa che a te piace!”
“Ragazzi, mamma dice che è pronto il pranzo!”, esclamò Fred dalla porta della cucina.
“Arriviamo!”, disse Ginny. “Amica mia, fidati di me. Fred è cotto!”
 
 
Il ritorno ad Hogwarts era stato atteso da tutti quelli che si trovavano alla Tana. Nessuno riusciva più a sopportare le continue liti tra la signora Weasley e Bill sul matrimonio. Adesso, vicino al tepore del camino e al silenzio della sala comune di Grifondoro, erano tutti molto più rilassati.
Non c’era più nessuno nella sala comune, fatta eccezione per Harry e Ginny che continuavano a baciarsi sul divano, Fred, George e Lee che confabulavano tra di loro in un angolo e Lavanda e Parvati, che scrutavano Ron. Quest’ultimo era chino sul un tavolo, fingendo di ascoltare Hermione che gli stava spiegando le proprietà della pietra di luna: in realtà, più che ascoltarla, continuava a lanciare occhiate a Lavanda ogni cinque secondi.
“Ron! Mi stai ascolando?!”
“Si…”, disse lui distogliendo lo sguardo da Lavanda.
“Meglio per te che sia vero, però non ti lascerò copiare il mio compito!”, disse Hermione stizzita.
Ron tornò a guardare Lavanda, poi si rivolse a Hermione. “Hermione…?”
“Cosa?”
Non fece in tempo ad alzare lo sguardo dal libro che si ritrovò a pochi centimetri dalla faccia di Ron. Lui la baciò.
Dopo due secondi in cui Hermione cercò di capire cosa stava succedendo si staccò e tirò uno schiaffo al rosso. “Cosa diavolo stai facendo?”, urlò. Si rese conto che tutti la stavano fissando. Ginny e Harry erano a bocca aperta, Lavanda la stava osservando come se volesse ucciderla e Fred si era incupito.
“Io…”, provò a dire Ron. Si voltò di nuovo verso Lavanda giusto in tempo per vederla scomparire oltre il dormitorio delle ragazze, seguita da Parvati.
“Ronald Weasley!”
“Hermione scusa!”, disse lui arrossendo. “Io… volevo solo far ingelosire Lavanda… Scusami!”
“Voi Weasley siete degli emeriti idioti!” Si alzò stizzita e uscì dal buco del ritratto.
Tutti fissarono lei e poi Ron. Nessuno aveva il coraggio di seguire la ragazza, neanche Ginny.
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


“Lavanda…”
“Cosa vuoi, Hermione?”
“Posso parlarti?”
“Non ho nulla da dirti. Non parlo con le voltafaccia come te!”
“Io, cosa…?”
“Voltafaccia, si! Lo sapevi che mi piace Ron, lo sapevi benissimo! Eppure non ti sei fatta nessuno scrupolo a baciarlo! Certo, dopo Fred, ti mancava solo il portiere di Grifondoro!”
Hermione sentì la rabbia invaderle tutto il corpo. Voleva soltanto tirarle un pugno in faccia. Fece appello a tutta la sua forza e disse: “Vorrei parlarti di questo, non è come credi. Ron è uno stupido e non è affatto interessato a me.”
“Non che mi interessino le tue spiegazioni, ma vai avanti.”
“Vorrei parlarne in… emh… privato”, disse rivolgendo uno sguardo a Parvati.
“Hei, dove volete che me ne vada?”, disse lei, che non aveva nessuna intenzione di perdersi quella conversazione.
“Andiamo in sala comune?”, chiese Hermione a Lavanda, che annuì e la seguì.
Arrivate in sala comune, c’era Ron ad aspettarle.
“Ma questa è un’imboscata!”, esclamò Lavanda. “Volete prendervi gioco di me?!”
“Niente di tutto questo!”, esclamò Ron.
“Penso che dobbiate parlare. Io vi lascio soli…”, disse Hermione uscendo la buco del ritratto.
Non appena il buco si fu chiuso, Hermione sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla.
“È stato difficile portarla in sala comune?”
“Non così tanto… È bastato dirle che Ron non è interessato a me per convincerla a seguirmi.”
“Bene, speriamo che mio fratello non faccia lo stupido!”, disse Fred sorridendo.
“Tu… credi davvero che sia stata una buona idea?”
“Quando mai un mio piano non è una buona idea, Granger?”
Hermione fece una smorfia. “Credi che Ron riuscirà a dirle cosa prova? Non voglio passare per quella che non sono…”
“Stai tranquilla Hermione. Gli ho dato… una spintarella?”
Hermione lo guardò storto. “Spiegati meglio, Weasley!”
“Diciamo che era un po’ teso, così gli ho dato un po’ di quella pozione nei cioccolatini…”
“Fred! Non era questo il piano!”
“Ssh”, disse lui mettendole una mano sulla bocca. “C’è Gazza…” Le prese la mano e la trascinò dietro una statua nell’angolo, nascondendo entrambi agli sguardi di Gazza che girovagava per i corridoi nella speranza di trovare qualche alunno da punire.
Il corpo di Fred era molto vicino a quello di Hermione e il cuore della ragazza iniziò a battere all’impazzata. Da quando volavano insieme Hermione si era abituata alla vicinanza con il ragazzo, ma quella situazione era diversa. Non si erano mai trovati così tanto vicino, i loro visi a pochi centimetri di distanza.
Fred fece passare un braccio intorno alla vita della ragazza e la strinse ancora più forte a sé. I loro visi erano a pochi centimetri, ma Fred non fece nulla per annullare quella distanza e Hermione non riusciva a muoversi, persa con lo sguardo tra gli occhi e le labbra di Fred.
Restarono così per interi minuti, senza muoversi, continuando a guardarsi, a studiarsi. Gazza era andato via quasi subito, ma nessuno dei due voleva muoversi e rompere quel momento.
“Hermione…”, sussurrò Fred all’improvviso. “Penso che dovremmo davvero fare qualcosa per questa… cosa tra noi.”
“Quale… quale cosa?”, chiese lei.
“Questa cosa…”, disse avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra. I centimetri diventarono millimetri. Hermione chiuse gli occhi, pronta a sentire le labbra del gemello sulle sue. Ma qualcosa li interruppe un secondo prima che le loro labbra si toccare.
“Voi due, venite fuori”, disse Ron, la testa che spuntava dal buco del ritratto aperto.
Fred lasciò andare Hermione che, dopo essersi lisciata i vestiti, uscì da dietro la statua.
“Che ci faceva lì dietro?”, chiese osservandoli.
“Ci nascondevamo da Gazza”, disse Fred. Hermione lo ringraziò mentalmente per quella risposta: non era sicura di riuscire a parlare.
“Allora fratellino, com’è andata?”
“Bene. Io… ho detto a Lavanda quello che provo per lei, le ho spiegato del bacio e adesso… beh, stiamo insieme.”
“Finalmente! Così Hermione non dovrà più baciarti!”
Hermione sorrise.
“Già…”, disse Ron arrossendo. “Hermione, scusami…”
“Sei perdonato, Ronald.”
“Davvero?”
“Si, ma non farlo mai più! Altrimenti ti affatturo!”
“Te lo giuro, Herm!”, disse abbracciandola. Poi fece un gesto a Fred e se ne andò da Lavanda, seduta sul divanetto.
“Beh, è andata bene.”
“Non ci credevi nel mio piano, vero?”
“Neanche un po’. Ma devo farti i complimenti. Grazie alla tua pozione sono tutti accoppiati adesso. Sei un cupido, Fred Weasley.”
Il ragazzo sorrise. “Sono tutti accoppiati tranne noi due.”
Hermione avvampò, ricordandosi di quel bacio mancato di poco prima. “Buonanotte Fred”, disse.
Fece per dargli un bacio sulla guancia, ma all’ultimo cambiò idea e gli scoccò un bacio all’angolo delle labbra.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


“Quindi fammi capire… Vi siete quasi baciati. Questo tre settimane fa. E da allora…”
“Da allora niente”, disse Fred aggiustandosi la cravatta. Si sentiva molto scomodo in quel vestito così elegante, ma la mamma aveva così insistito che fossero tutti perfetti per il matrimonio.
“Fred, sei davvero un idiota”, sbottò George.
“Non sono un idiota, so quello che faccio.”
“Se lo dici tu…”
“Glielo dirò George, al momento giusto. Ma dov’è?”
“Emh… Voltati”, disse George indicando un punto dietro Fred.
Il gemello si voltò e la vide: era bellissima, avvolta in quel meraviglioso vestito rosso che le metteva in risalto le curve, i capelli sciolti sulle spalle. Fu così ammaliato da quella visione che non si rese subito conto della persona con cui Hermione stava parlando.
“E lui che ci fa qui?”
“Credo lo abbia invitato Fleur”, disse George.
In quel momento Victor Krum, in tutta la sua statura, si chinò per fare il baciamano alla ragazza, che arrossì.
“Sai fratellino, penso che a furia di aspettare hai perso la tua occasione.”
Fred non disse nulla. Si limitò a stringere i pugni e dopo un’ultima occhiata ai due si voltò e raggiunse le cugine Veela di Fleur.
 
“Adesso scambiatevi i voti”, disse il celebrante, un omino piccolo e pelato.
“Fleur, non riesco a crederci. Non riesco a credere che sei davvero mia moglie. Prima di incontrarti non avevo mai pensato al matrimonio. Avevo sempre creduto di essere un’anima solitaria. Ma adesso non posso immaginare una vita senza di te. Ti prometto che mi prenderò cura di te, ogni giorno, fino alla fine.”
La signora Weasley scoppiò a piangere e anche Hagrid, dall’altro lato della sala, si fece sfuggire qualcosa di molto simile a un latrato.
“Bill, mon amour. Sono venuta in Inghilterra senza speranza. Non volevo neanche venire. Ma il destino mi ha portata a te, e sono grata di questo. Je t’aime. Adesso, ora e per sempre.”
I pianti della signora Weasley divennero ancora più forti.
“Quella tiara gliel’ho data io!”, disse zia Muriel rivolta a nessuna. “Fa proprio una bella figura sulla sposa! Peccato che sia francese…”
Dopo i voti la festa continuò in modo molto tranquillo, nonostante la signora Weasley continuasse a piangere ogni volta che si voltava a guardare Bill o Fleur.
Hermione ballò per tutto il tempo con Krum e, quando non ballavano, se ne stavano in un angolo a parlare. Si voltò spesso a guardare Fred e ogni volta lui la stava osservando. Ma non si avvicinò mai a lei, neanche una volta.
A fine serata Hermione era molto arrabbiata con Fred. Perché continuava ad avere quell’atteggiamento così infantile? Erano settimane che non le rivolgeva la parola ma, ogni volta che si voltava, lui era sempre lì a fissarla. In qualunque angolo, in qualunque posto.
“Mi concedi un ballo?”
“E? un po’ tardi Fred, non trovi? Se ne sono andati tutti, la festa è finita, non c’è musica…”
“Non è mai tardi”, disse lui. Con un gesto della bacchetta fece diffondere nell’aria una musica dolce e romantica. Poi tese l’altra mano a Hermione per invitarla a ballare.
Lei accettò sorridendo. Finalmente si trovava di nuovo tra le braccia di Fred, il suo profumo l’avvolgeva.
“Sei bellissima.”
“Grazie Fred. Neanche tu sei così male”, disse notando la cravatta allentata e le maniche della camicia arrotolata.
Lui la strinse forte a sé: voleva soltanto tenerla tra le braccia, in silenzio, senza nessun altro intorno.
“Io e te abbiamo una cosa in sospeso.”
“Davvero?”, disse Hermione fingendo indifferenza.
“Davvero.” Il ragazzo l’attirò a sé, annullando la misera distanza. Posò le sue labbra su quelle di lei, inebriandosi del suo sapore.
Quando si staccarono entrambi avevano il fiato corto ed erano rossi in viso.
“Però, ce ne hai messo di tempo, Weasley.”
“Sono in perfetto orario, Granger. Avevo già deciso da tempo che sarebbe stato questo il momento giusto.”

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