Il tesoro più prezioso

di Marlena_Libby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


- Hai proprio voglia di farle un regalo in grande stile!
- No Genio, non un regalo qualsiasi, te l'ho detto - sussurrò Aladdin all'orecchio dell'amico. - Voglio regalare a Jasmine il tesoro più prezioso che esista!
- Ah, la lista dove cercare è lunga, figliolo: grotte impervie, forzieri nascosti, navi affondate, castelli diroccati, numeri di conti segreti presso le banche... No, questa è la guida aggiornata, non c'entra!
Aladdin sospirò.
Ogni volta che intendeva fare un regalo alla bella principessa, conscio del fatto che lei era abbastanza ricca da possedere praticamente tutto, inevitabilmente finiva per scervellarsi su qualcosa che non era possibile ottenere per denaro.
E se, per ottenerla, bisognava correre qualche rischio... meglio ancora!
In fin dei conti, Al era fiero della sua abilità come cacciatore di tesori. Un motivo in più per mostrare a Jasmine quanto effettivamente tenesse a lei, al punto da commettere ogni genere di follia.
Non sapendo però quale tesoro cercare con precisione, che fosse però così straordinario da lasciare la principessa a bocca aperta, aveva deciso di chiedere il parere di un esperto in materia.
- Genio, possibile che, in migliaia di anni, tu non abbia mai visto qualcosa di così bello da mozzarti il fiato?
- Ma sicuro!
Frizzante ed esplosivo come sempre, il Genio prese Aladdin e lo trasportò magicamente all'interno del palazzo reale. Qui, nascosti dietro ad una delle colonne del corridoio, entrambi videro Jasmine che sorrideva raggiante assieme alla sua fida tigre da compagnia. Qualunque oro o gemma, per quanto di incalcolabile valore, impallidiva di fronte alla luce del fiore più bello di Agrabah... o forse addirittura del mondo intero.
- Dimmi tu, se con una ragazza così, devi andare a cercare chissà cosa!
- Non hai capito niente! - sussurrò Aladdin. - Lo so anch'io che Jasmine è il tesoro più bello che esista al mondo, ma è anche la mia ragazza e per questo vorrei poterle regalare qualcosa degno di lei... Mi vuoi aiutare, sì o no?!
- Beh, certo, contaci - annuì il Genio, seppur con una certa perplessità. - Però, secondo me, non hai bisogno di tutto questo; non ti è bastata l'esperienza di quando ti sei spacciato per un principe?
- E questo che cavolo c'entra?
- Al, Jasmine è innamorata di te, non di ciò che puoi o non puoi regalarle. Perché vuoi stupirla con altre bravate? Non ha senso fare cose assurde per una persona, quando questa ti ama già alla follia; non è che ti amerà di più o di meno, semplicemente ti vorrà bene sempre allo stesso modo e allora... che motivo hai per farlo?
- Genio, Jasmine è una principessa. Non posso regalarle fiori o cioccolatini, non vanno bene...
- Ma a lei tutto questo non importa, te l'ha detto!
- Importa a me, invece! Per me, Jasmine è la cosa migliore che mi sia mai capitata: farle un regalo adeguato è l'unico modo che ho per dimostrarglielo, per dirle quanto le voglio bene, insomma!
Genio non era molto convinto ma, conoscendo la suscettibilità di Aladdin, sapeva che era meglio non contraddirlo. Quello che Aladdin intendeva come regalo, doveva avere le seguenti caratteristiche: bello, prezioso e difficile da trovare; un classico gioiello leggendario, magari da sottrarre a qualche mago oppure incorrendo a insidie e trabocchetti di vario genere...
- Mi sembra di ricordare qualcosa ma, dopo diecimila anni rinchiuso, la mia memoria non è più quella di una volta!
- Dimmi quello che puoi, allora - lo incoraggiò Aladdin.
- E va bene - sospirò il Genio rassegnato. - Ricordo che un mio collega, secondo la volontà del suo padrone di allora, si occupò di nascondere un rubino di inestimabile valore nelle viscere di una montagna sacra...
- Vai avanti - disse Aladdin con occhi ispirati.
- Beh, c'è poco da dire: esaudito il desiderio del padrone, il rubino venne collocato dove questi voleva ed è assai probabile che lì sia rimasto!
- Perfetto, allora andiamo a dare un'occhiata! - disse Al eccitato
- Se fossi in te ci penserei due volte!
- Perché?
- La montagna è un vulcano - puntualizzò Genio serissimo. - E poiché il proprietario del rubino voleva essere sicuro che nessuno glielo rubasse, ne ha scelto uno in piena attività!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Inutile illudersi che un misero vulcano, con tanto di lava e relativi optional, potesse scoraggiare Aladdin dal desiderio di mettere le mani sul rubino.
Grazie ai poteri del Genio, raggiungere la bocca del cratere fu un gioco da ragazzi.
Il punto era se calarsi o meno tra le rocce, dato che il calore e i vapori asfissianti rendevano difficile respirare all'esterno...
Figuratevi dunque all'interno!
- Al, per l'amor di Allah, non fare il pazzo - supplicò il Genio, quasi sciogliendosi di sudore. - Non c'è bisogno che tu vada a friggerti là dentro...
- È quello che si saranno detti tutti - rispose il ragazzo ostinato, calandosi tra le rocce proprio dentro la grande imboccatura del rosso cratere fumante. - Dunque il rubino sarà ancora qua dentro!
- È una pazzia - insistette Genio. - Se questo coso si mette ad eruttare per capriccio, facciamo la fine della crème brûlée... Andiamo, non essere testardo!
Niente da fare.
Aladdin non ne voleva sapere di dare ascolto alla voce della ragione.
Da una parte Genio si sentiva addirittura in colpa, per essersi lasciato sfuggire di bocca la storia di quel rubino... ma come poteva immaginare che il suo giovane amico fosse tanto incosciente da lasciarsi bruciare vivo per averlo?
- Ehi Al, ascolta - disse Genio mettendosi gli occhiali e materializzandosi in divisa da bookmaker. - Posso darti una dritta: ho un dromedario vincente sull'ottava corsa delle dune, più gli Sfrega e Vinci della Lampada di Capodanno; vinciamo tipo un miliardo e mezzo di rupie e inviti Jasmine a cena... Ti prego, dammi retta, o qui va a finire male!
- Secondo te dove può aver collocato il rubino?
Il Genio si coprì la faccia con la mano, rassegnato.
Mentre entrambi si addentravano sempre di più nelle viscere del vulcano, e dal magma sottostante riecheggiavano sinistre le bolle di lava, il giovane ladro sconsiderato si guardava attorno. Una fiammata alta più o meno dodici metri schizzò crepitando verso l'alto, mancano Genio per un soffio, tuttavia Al non si scompose nemmeno.
- Oh beh - commentò il Genio, approfittandosi dell'occasione per rosolarsi giusto un paio di salsicce allo spiedo. - Almeno servirà a qualcosa...
Così com'era venuta, la fiamma scomparve.
- Ehi, dico - protestò il Genio irritato. - L'ho pagata la bolletta del gas, che diamine!
Fatti pochi passi ancora, Aladdin si fermò di scatto.
Davanti a lui, una parete di fuoco magico proibiva di procedere oltre. Il giovane sbarrò gli occhi, cercando un modo per superare l'ostacolo, ma invano.
Inutile chiedere aiuto al Genio: avrebbe subito colto al volo il pretesto per costringerlo a tornare indietro.
Ma non aveva la minima intenzione di tornare da Jasmine a mani vuote.
Ignorando il baratro che si affacciava sopra una fossa incandescente, Al si arrampicò dunque lungo le rocce friabili cercando di aggirare l'ostacolo.
Genio lo vide incespicare, battendo i denti e tremando per lui dalla paura, urlandogli disperatamente di stare attento.
- Ehi Al, che diavolo hai in mente di fare?!
- Secondo te?! - sbuffò Aladdin, sentendosi sbiancare le dita per lo sforzo di rimanere aggrappato. - Visto che se qui, potresti anche darmi una manooo!
Purtroppo la pietra lavica non era il massimo della solidità.
Al si staccò dalla parete e sotto di sé vide con orrore dove stava precipitando. Prima che il Genio potesse salvarlo, allungò le braccia in cerca di un altro appiglio. Della lava gli schizzò sul braccio destro e la pelle sfrigolò dolorosamente, ciononostante i piedi ed il braccio sinistro si irrigidirono per consentirgli di incastrare i muscoli dentro una provvidenziale conca.
Per ora era salvo.
La lava era poco più sotto ma, alzando appena lo sguardo, subito si accorse di essere cascato ben due volte nella fortuna.
- Non posso crederci.
Proprio davanti a lui, al centro di un'isoletta distante meno di un palmo dal punto in cui si trovava, una piccola pietra rossastra brillava di riflessi color del fuoco.
Aveva trovato il tesoro che stava cercando.
- ALADDIN!!! - strillò ancora il Genio sopra di lui.
- Sto bene Genio, non preoccuparti - rispose il ragazzo. - Piuttosto, vieni giù ad aiutarmi, l'ho trovato!
All'inizio il Genio pensò che fosse impazzito.
Tuttavia, scendendo a riprenderlo sotto forma di montacarichi magico con gli occhi, dovette ricredersi e spalancò la bocca per lo stupore.
- Il rubino leggendario - esclamò Aladdin trionfante. - Pensa alla faccia che farà Jasmine quando lo vedrà!
- Oh, sono certo che farai un figurone - commentò il Genio senza entusiasmo.
Dal momento che i trabocchetti erano tutti alcuni metri più in alto, nonostante il forte bruciore alla spalla, ad Aladdin bastò allungare appena il braccio per stringere la rossa pietra tra le dita e rimirarla in tutto il suo straordinario splendore.
- È veramente una gemma degna di una principessa! Non sei d'accordo, Genio?
Nessuna risposta.
In realtà Genio avrebbe voluto rammentargli quanto già detto in precedenza ma, visto com'era contento al pensiero di regalare quella pietra a Jasmine, di certo non lo avrebbe ascoltato.
Purtroppo Al era fatto così.
Quando si intestardiva su qualcosa, non c'era verso di fargli cambiare idea.
L'unica cosa positiva era che, recuperato finalmente ciò che cercavano, adesso entrambi potevano ritornare magicamente ad Agrabah e lasciarsi alle spalle quel posto orribile.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Mentre rimirava il favoloso rubino, Aladdin era impaziente di vedere la reazione di Jasmine.
Nessuna donna poteva resistere al fascino di un gioiello del genere, figuriamoci una principessa.
Quel rubino faceva parte di una serie di tesori antichi che, opportunamente nascosti nei luoghi più impervi ed inaccessibili, erano entrati a far parte delle leggende più disparate... tanto che molta gente dubitava che esistessero.
Neppure dando fondo all'intera cassaforte del Sultano suo padre, Jasmine avrebbe potuto fregiarsi di un simile ornamento. Aladdin contava proprio su questo, crogiolandosi ancor più nel proprio eroismo, convinto che Jasmine lo avrebbe ammirato immensamente di più per quella bravata assurda.
Durante il viaggio di ritorno, Genio non aveva più detto una sola parola.
Evidentemente non approvava il modo di comportarsi di Al che, nonostante le sue dolcissime e romantiche intenzioni, pareva invece sottolineare quanto lui ritenesse Jasmine una ragazza vuota e superficiale al pari di molte altre.
Il giovane galletto aveva ancora molto da imparare sulla psicologia femminile.
Ad ogni modo, una volta giunti di nuovo al palazzo reale di Agrabah, Aladdin si diresse verso le stanze private della sua amata. In mano recava il rubino, bellissimo e luccicante come non mai, e già non stava più nella pelle all'idea di consegnarglielo. Come Jasmine gli diede il permesso di entrare, Aladdin fece il suo ingresso stile playboy, e si avvicinò alla fidanzata sfoderando il suo bianco sorriso larghissimo e seducente.
- Posso avere l'onore di portare un dono alla più bella fanciulla d'Oriente?
- Aladdin, ma cos'hai fatto al braccio?!
- Beh, veramente io...
Jasmine non degnò neppure di un'occhiata lo sfavillio del rubino, preoccupata com'era dai segni dell'ustione ancora in parte visibile sul braccio del fidanzato. Subito si occupò di avvolgerglielo strettamente con un bianco fazzoletto di lino, ignorando le timide proteste dell'altro, e di nuovo gli chiese che cosa avesse mai combinato per ridursi così.
Al era confuso.
Probabilmente si aspettava di sentirle dire cose del tipo "mio eroe", "quanto sei coraggioso" o "hai fatto questo per me".
Invece Jasmine era molto più interessata a lui che al rubino, che ora miseramente per terra dove Aladdin lo aveva lasciato cadere per sbaglio. Dal momento che il giovane esitava a rispondere, Jasmine lo abbracciò per istinto, onde rassicurarsi di averlo lì accanto a sé sano e salvo.
- Dovresti vergognarti a farmi prendere simili spaventi... Se ti succedesse qualcosa, mi spezzeresti il cuore!
Finalmente Aladdin capì quanto fosse stato stupido a pensare che Jasmine potesse apprezzare il suo voler fare il macho a tutti i costi. Non erano l'oro o le pietre preziose ad interessarle, quanto il calore e l'affetto del suo giovane innamorato, e di fatto era Aladdin stesso l'unico tesoro che lei desiderava per sé.
Genio aveva proprio ragione.
- Jasmine - mormorò Aladdin con un filo di voce, stringendole la mano. - Mi dispiace, volevo regalarti qualcosa di unico e straordinario, invece ho sbagliato tutto... come al solito!
Jasmine sorrise comprensiva.
- Lo so che mi vuoi bene, però hai sempre quel brutto vizio di esagerare: ti cacci nei guai, sei un attaccabrighe e non ti fermi a riflettere quasi su nulla!
- Già! - ammise lui tristemente.
Jasmine gli accarezzò una guancia.
- E non immagini nemmeno quanto ti amo per questo - disse buttandogli le braccia al collo. - Sei tu il mio tesoro più prezioso, dolcissimo stupidone che non sei altro!
- Oh, Jasmine...
Sbirciando di nascosto tutta la scena dalla finestra, il Genio non poté fare a meno di commuoversi per la gioia.
Aladdin e Jasmine erano proprio una bella coppia.
Un loro bacio era senza dubbio più affascinante di una qualsiasi favola o leggenda nata e custodita sotto l'incanto esotico dei cieli d'Oriente.

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