Dopo di me

di acciugas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Poco dopo il tramonto decido di stapparmi una bottiglia di rosé ed accoccolarmi vicino al divano. Uno step ormai quotidiano ma oggi quanto mai necessario: la brezza di questo pomeriggio invece di scaldami mi ha infreddolito come se non fossimo ad inizio estate. 

Stavo pure pensando di accendere il camino.

Mi avvolgo nel cardigan di lana e lascio che la mia pelle nuda e già un pochino abbronzata trovi riparo e conforto serale. 

 

Questi primi due mesi a Cousins sanno di quotidianità, quella che a New York forse non ho mai davvero sentito. La casa profuma come le estati con Susanna e se non avessi quei 10 anni in più sulla carta d'identità mi sentirei come se non fosse passato un secondo.

Due mesi necessari, fatti di solitudine - in fondo ero sola anche quando stavo con Chris -, mare, vento e pensieri. Un vero toccasana che mi piacerebbe diventasse vita.

 

La casa mi era mancata, sembra sempre così famigliare e accogliente nonostante non respiri le sue mura da oltre... Una vita fa.

Ho ritrovato tutto uguale, le lenzuola sempre nell'armadio della sala, la dispensa quasi piena, Junior sul letto della mia camera. Nonostante questo la casa sembra essere sola - come me - da mesi. Provo a pensare alle abitudini del sig. Fisher negli anni trascorsi qui ma scuoto la testa. Mi sento ormai un'estranea.

L'ultima estate passata insieme è stata la prima estate senza Susanna, l'estate della conquista della casa. Il 4 luglio e poi il ritorno a Philadelphia con Jer. Davvero una vita fa, mille drammi fa, ma anche tanta felicità fa.

 

Non voglio riaprire certe ferite ormai sedimentate quindi raduno i pensieri e mi bevo un altro goccio di vino.

 

Accendo una candela profumata proprio sopra al camino e metto una playlist rilassante. Apro l'iPad e rileggo gli ultimi 3 capitoli che ho scritto di getto questa mattina. Iniziano a funzionare e ne sono entusiasta. 

 

I miei respiri si confondono con le onde del mare che questa sera si sentono fino a qua, guardo la fiamma della candela illuminare il camino e decido di sdraiarmi sul tappeto a terra. Che stupidata! Questo punto della casa è sempre stato un tabù per me, il centro nevralgico di tutti i ricordi più belli ma anche dolorosi. Succede tutto sempre quando sono ferma qui. Se chiudo gli occhi potrei sentire ancora la voce di Susanna che mi convince a riguardare Accadde una notte, i rimproveri di Lauren ogni volta che rientravo dal bagno di notte zuppa fradicia, potrei persino risentire il respiro di Conrad quella prima volta d'inverno...

 

Eh no! Mi alzo, mi verso un nuovo bicchiere di vino e cambio subito playlist. Spengo anche la candela e abbandono la zona camino a favore dell'intera casa.

 

I feel the rain on your skin - canticchiò nel mio completino di seta color salvia trascinandomi il lungo cardigan come fosse un mantello fino a quando sento delle risate, scattare la serratura e in men che non si dica ci ritroviamo in 6 anime sotto lo stesso tetto.

 

***

 

- Ehm Con, non siamo soli

- Non che mi dispiaccia

Succede tutto in qualche frazione di secondo e non penso di realizzare in tempo reale.

Un ragazzo alto e biondo sorride con in mano il mazzo di chiavi della casa, dietro di lui un altro ragazzo più bassetto si trascina con in mano una bottiglia di tequila quasi vuota. Le risate iniziano a riempire la casa e la porta spalancata porta con sé un vento freddo che mi accarezza la pelle.

Appoggio il bicchiere di vino sulla mensola del camino e aspetto che tutto il gruppo arrivi in casa. Non ho tempo di essere confusa, ne di essere agitata. Mi sistemo i capelli e cerco di incasellare i volti degli uomini all'ingresso.

 

- Connie abbiamo visite

- Mi sembra più che sia il contrario, non pensi?

Il biondo fa spallucce, mi sorride e trascina il bassetto e altri due ragazzi verso la porta finestra che da sulla piscina. Noto che indossano tutti la stessa t-shirt come fossero reduci da una partita di football.

- L'ultimo che si tuffa paga un giro di shot!

 

Il diradarsi degli invasori lascia quindi lo spazio a Conrad Fisher.

 

Li, davanti a me dopo 10 anni. Pam Pam Pam. 

 

Così senza frasi di senso compiuto, più che altro versi, sospiri e urla nella mia mente ovviamente.

 

Li con una camicia bianca tutta stropicciata dentro e fuori dai pantaloni eleganti dell'abito che indossa sicuramente da questa mattina, la giacca appoggiata su una sola spalla. Un mezzo sorriso abbozzato, la mano sulla nuca imbarazzato.

 

- Belly?

- Conrad

In mezzo istante i nostri sguardi si incrociano come un rewind, siamo davanti al camino e scoppiamo a ridere.

Avete presente quei video recap super veloci con i suoni storpiati dalla velocità delle immagini? Più o meno così, senza un senso logico, senza nessuna fitta allo stomaco solo calma, pace e casa.

- Avrei dovuto avvisarti 

- Avrei dovuto farlo io, è casa tua!

- È anche tua lo sai. Solo, non immaginavo neanche lontanamente di incontrarti... di ri-incontrarti proprio qui... oggi.

Istintivamente chiudo il cardigan, raccolgo il mio telefono, la coperta, i cuscini, il vino e sistemo come se qualcuno mi avesse redarguito.

Come se non volessi sentire i suoi occhi su di me per più di 5 secondi consecutivi.

 

- Belly, ma cosa fai? Rimani!

- Ma figurati, sistemo e domani me ne vado

- Non scherzare, noi rimarremo qui solo qualche giorno

Si avvicina e mi abbraccia

- Ciao Belly

Il suo profumo misto tequila è inconfondibile.

- Connie dai che palle vieni! Dobbiamo finire le bottiglie

- Scusa il dovere chiama

 

 

E si allontana buttando a terra la giacca e iniziando a sbottonarsi la camicia. Scuoto la testa, chiudo gli occhi e deglutisco. 

La situazione non mi sconvolge. Belly, ragiona.

Sistemo il mio vino e il bicchiere, recupero il telefono e scrivo a Taylor. Guardo l'ora e sospiro. Dalla vetrata guardo i ragazzi divertirsi in piscina.

 

- Quindi tu sei la famosa Belly 

- Ero famosa - rispondo al giovane con gli occhiali

- Sono Tim, testimone di Conrad

- Porca troia

- Cosa?

- Niente! Che festeggiate?

- Gli ultimi giorni da uomo libero di Connie bello!

- A Cousins?

- Sì a Cousins, lui nemmeno voleva venire ma siamo una tribù e domani c'è il festival quindi 

- Giusto, il festival

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Quando decisi di lasciare Chris ero al supermercato a comprarmi le candeline colorate per la torta del MIO compleanno. Ero in fila alla cassa quando ricordo nitidamente di aver pensato "Quando torna a casa lo lascio". Senza batticuore, ansia e lacrime. Un pensiero sereno, normale e decisivo.

 

Lo stavo aspettando già da più di un'ora.

Lo stavo aspettando come un giorno normale, con la cena pronta e le candele accese. Questa volta però sarebbe stata l'ultima cena e le ultime candele. Le mie valigie erano pronte e l'uber prenotato. 

 

Chris, già mi manchi e non ti ho ancora lasciato.

 

Dentro a questa attesa ci sono 8 anni di amore, odio, corteggiamento, solitudine e progetti andati in fumo. 8 anni di nottatacce, di viaggi e di fiori. Bianco e nero, luci e ombre che mi hanno cresciuta, ci hanno cresciuti e fatti vivere un amore maturo, sincero e autentico.

 

Chris è ed è stato l'amore sicuro, l'abbraccio sempre confortante, lo stipendio sicuro nel giorno di paga dell'affitto. Chris c'era, sempre. Anche in quelle notti insonni al pronto soccorso, anche quando mi ritrovavo da sola per giorni a causa dei suoi doppi turni.

 

Come oggi, il mio 27 compleanno con un messaggio in segreteria "Amore sarò a casa presto scusa". Probabilmente se n'è addirittura dimenticato.

E giuro non gliene faccio una colpa, l'ultimo anno è stato come vivere con un coinquilino, entrambi troppo concentrati su altro per dare senso alla nostra relazione.

Mamma me l'aveva sbattuto in faccia al giorno del Ringraziamento, l'ennesimo trascorso da sola con la mia famiglia, come se fossi fidanzata con un fantasma.

 

Eppure siamo stati affiatati, soprattutto i primi anni, ma la quotidianità ha rapito l'innamoramento e la cosa peggiore è che ce la siamo fatta andar bene, fino ad oggi.

 

Il fuoco non l'avevo mai provato con lui.

 

***

In sella all'uber prenotato verso la meta, Chris mi chiama:

- Dove sei? Perché non sei a casa?

Non dico niente.

- Perché non ci sono più le tue cose? Bels lo so che è il tuo compleanno, non me ne sono dimenticato, ma oggi è stata una giornata assurda in reparto

- Amore, Chris, non devi giustificarti - prendo fiato - me ne sono andata, sono in macchina verso l'aeroporto, mi dispiace ma è la cosa giusta, per entrambi

- Ti amo Bels

- Anch'io ma non è abbastanza

Chiudo la chiamata, in attesa di un groppo in gola... niente.

 

Mi ritrovo rovinosamente a pensare alla rottura con Jeremiah anni e anni prima e constato che infondo nemmeno li ho versato troppe lacrime. 

Mi rendo improvvisamente conto di come entrambe queste storie d'amore - per quanto agli antipodi - hanno avuto un epilogo pacato, senza drammi... una fine "giusta".

 

Scuoto la testa come a cancellare i pensieri e liberare la mente e apro Google Maps, destinazione Cousins Beach, mancano solo 5 ore e torno a casa, nell'unico posto in cui mi sia sentita davvero a casa. 

È estate inoltrata, il sig Fisher è tornato a vivere a Boston, e io ho un libro da consegnare entro 2 mesi.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Questa notte ho dormito come un ghiro. Non mi facevo una dormita simile da settimane. La luce entra forte e decisa dalla mia finestra ma la casa è silenziosa. È gia mezzogiorno.

Ieri sera dopo l'arrivo del gruppo di ragazzi - e si, anche di Conrad - ho finito la bottiglia di vino in compagnia di Tim, il fantomatico testimone di Conrad, e mi sono trascinata a letto abbastanza ubriaca, stordita e incredula. In piscina gli schiamazzi sono continuati fino all'alba.

Tim pare essere il fratellastro di Amber, la futura sposa di Conrad.

Mi gira ancora la testa, sembra una fiction da quattro soldi, di quelle di cui non danno nemmeno le repliche e che tranciano alla fine della prima stagione. Solo a sentire il nome della fidanzata di Conrad mi si alzano le sopracciglia. Amber. 

Peggio di una fiction da quattro soldi, decisamente. Non vedo l'ora di raccontare tutto a Taylor. Pregusto già i suoi commenti acidi.

 

Nel tentativo di annullare le ultime ore e cercare di dare un senso alla situazione, recupero il costume e decido di andare a farmi una nuotata nell'oceano. Scendendo le scale in religioso silenzio, mi ritrovo in cucina da sola con Conrad. I capelli stropicciati, gli occhi ancora socchiusi.

- Buongiorno Belly

- Ciao! Nottata difficile?

Sta preparando la centrifuga che Jer gli rifilava ogni mattina post sbornia

- Ne vuoi un po'?

Alzo le spalle e mi copro con l'asciugamano. Ritrovarmi mezza nuda davanti a lui mi agita. Indossa solo degli shorts celesti e la camicia bianca di ieri - penso se la sia infilata al contrario  - è lasciata aperta facendo intravedere gli addominali. Ecco mi sento proprio una tardona che scruta il vicino di casa. 

Conrad non ha mai avuto gli addominali, neanche quando giocava a football, e invece eccolo qua. 30 anni suonati e più bello che mai.

"Isabel Conklin datti una calmata".

 

- Non ricordo nemmeno di aver dormito se ti devo dire la verità 

- Ti sei divertito, no? Non è a questo che servono gli addi al celibato

Intravedo il suo mezzo sorriso ma non alza lo sguardo dal frullatore

- Le notizie girano veloci

- Quel Tim è un tipo okay, soprattutto dopo metà bottiglia di rosè

- Auch! Tagliente la piccola Belly questa mattina

Si avvicina con il beverone maleodorante e mi da un buffetto sulla spalla. Risento il suo profumo.

- Vado, ciao

La faccio davvero breve e sbatto la porta sul retro. Lascio i miei pensieri all'oceano freddo e rumoroso.

 

***

 

Conrad è sempre stato così. Una sfida vivente, un'altalena bellissima ma costosissima. Ho impiegato più di metà della mia esistenza a comprenderlo, viverlo... amarlo. Anche quando c'era Jer, quando avevo scelto lui, Conrad era sempre dietro all'angolo del cuore, un posticino piccolo e buio ma costantemente presente.

Poi gli anni passano, i chilometri tra noi sono diventati muri di cemento, nuove persone hanno fatto capolino nella mia vita e il primo amore è rimasto nel cuore per quello che effettivamente è. Un ricordo.

Oggi se faccio due conti sono davvero passati 10 anni dall'ultima volta che ci siamo visti, incontrati - amati - e tutto sembra cambiato. 

Ci ho scritto un libro, per ragazzi ma pur sempre un libro.

"Disse quella che l'aveva superata". 

Sorrido tra me e me e torno a concentrarmi sul nuoto.

 

La rottura con Chris e il mio ritorno a Cousins sono gli ingredienti per consegnare il secondo libro che il mio editore sta aspettando da mesi. Il fatto che ci sia qui Conrad potrebbe essere positivo. Il fatto che sia qui per festeggiare il suo addio al celibato... anche.

 

Rientro a casa e trovo Tim sdraiato sul divano con un braccio rovinosamente a penzoloni sulla testa.

- Sono devastato

- Riprenditi, questa sera c'è il festival - irrompe Andrew, il tizio alto e biondo 

- Ci aspettano ancora 3 giorni di assoluto divertimento, non fare il vecchio

- Connie bello dove sei? Andiamo a surfare?

Mentre cerco di asciugarmi in salotto, lo vedo sbucare da bordo piscina. Anche lui ha sentito il bisogno di una nuotata dopo il nostro incontro.

- Belly rimani con noi? - chiede con quel suo tono divertito misto presa in giro

- Certo che rimane! Stasera white party! - mugugna Tim dal divano

- Non lo so ragazzi non voglio rovinarvi la festa 

Diciamo che rivedere Conrad dopo 10 anni e trovarmi al suo addio al celibato non era proprio quello che mi ero immaginata.

- Effettivamente dovremmo essere solo uomini

- Ma che te frega! Belly è un'amica, mi fa piacere che sia qui a festeggiare con me, con noi

Bam bam bam. Conrad entra in casa e mi mette il braccio intorno al collo. In un attimo torniamo ad avere 15 anni, io con gli occhi a cuoricino, sempre sull'attenti, lui bello come il sole, stronzo e bello (l'ho già detto?).

 

In questo momento vorrei essere di nuovo su quell'Uber di 2 mesi fa e cambiare direzione.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Trascorro la restante parte della giornata ad assaporare la salsedine sul molo con il portatile fedele compagno cercando di dare un senso alla revisione del mio secondo libro.

 

Prima di uscire mi sono preparata un the freddo e un sandwich dopo di che ho lasciato i ragazzi in piscina con le loro sfide di beer pong infinite e mi sono chiusa sulla bozza del libro.

 

Conrad era sempre in costume, incredibilmente sorridente e con una birra in mano.

Sorrido di riflesso e mi dedico alla solitudine del molo.

 

Era questo che immaginavo dal mio divano di New York, sempre acida ed indispettita perché non trovavo un senso alla trama che avevo in testa. Chiudevo gli occhi e mi trasportavo a Cousins, sul molo dove mia madre anni prima aveva scritto il libro dedicato a Susanna.

 

Quanto è bello essere tornata. Fino a ieri era un misto di nostalgia, pace e tranquillità. Dopo l'arrivo di Conrad sembra... giusto.

 

Sorrido e continuo a picchiettare le parole sulla tastiera, sembrano uscire come un fiume! Dio quanto sono contenta!

 

Alzo gli occhi sentendo scricchiolare le assi del molo e ritrovo Tim con due calici e una bottiglia di vino. Lui è completamente ricoperto di glitter e indossa un berretto al contrario.

- Adoro il tuo look

- E io adoro i tuoi capelli, per il party di questa sera posso farti delle trecce? Saresti una bomba

Sorrido e stappo la bottiglia, versando ad entrambi un generoso bicchiere. Brindiamo e mi giro verso la piscina. I ragazzi si stanno divertendo, la musica è alta e l'atmosfera sa davvero di estate.

- Che fai qui tutta sola da ore?

- Sto cercare di dare finite il mio libro, ma forse ci siamo - sorrido - voi invece?

- Stiamo festeggiando Connie -

Abbasso lo sguardo e smetto di sorridere. In fondo non penso di aver ancora realizzato che Conrad sia qui con i suoi amici perché tra poco si sposa.

- Il matrimonio è tra una settimana - sottolinea Tim leggendomi i pensieri

 

Chissà cosa ne pensa Jeremiah, chissà dov'è, chissà se ha conosciuto Amber. Che assurdità, è ovvio che la conosca e che gli piaccia, se piace a Conrad deve essere sicuramente una bella e brava ragazza. Scuoto la testa e finisco il bicchiere in un sorso.

 

- Il mood mi sembra quello giusto - alza le braccia Tim e mi riempie di nuovo il bicchiere

- Quale mood?

- Della festa di stasera

- Io non vengo

- Tu vieni, non mi lascerai mica da solo con tutto questo testosterone

- Non credo di sentirmi a mio agio

- Io mi toglierei di dosso tutto questo pantofolare da grattara solitaria nel villone di famiglia e approfitterei di questo gruppo di maschioni, ma quando ti ricapita? Ma quando ci ricapita!

 

Scoppio a ridere e Tim si allontana sulla passerella sculettando e urlando verso i ragazzi con la bottiglia di vino in mano. Chiudo il portatile e mi accoccolo sulla panchina guardando il tramonto. Andrò avanti domani con il libro, ora finisco il bicchiere e rientro in casa. Andrò al festival. 

Mentre raduno le mie cose, le assi di legno del molo tornano a scricchiolare.

- Tim che stress, ok vengo stasera! Stavo giusto andando a farmi una doccia... oh Conrad pensavo fossi Tim

 

Ed eccolo, il mio equivalente emotivo al crollo del 1929. Sta sorridendo divertito, dietro di lui la luce del tramonto, come una visione.

Scuoto la testa per togliermi questi pensieri da ragazzina dalla mente e mi appoggio alla sponda del molo, promettendomi di guardare l'orizzonte e non incontrare il suo sguardo. Come la sera del Ringraziamento, Conrad si mette nella mia stessa posizione al mio fianco destro.

 

- Così tra una settimana ti sposi - dico senza pensarci - stiamo diventando grandi?

- Tu hai scritto un libro, un gran bel libro

- Come lo sai?

- Lauren

- Ah - sospiro - sei felice? 

 

Penso sia l'unica vera domanda alla quale vorrei rispondesse. L'unico vero pensiero che mi accompagna da 10 anni. Nelle notti più buie il mio orgoglio è stata l'unica forza in grado di tenermi lontana dal telefono per scrivere questa domanda a Conrad. Anno dopo anno.

 

- Ora, si - dice girandosi verso di me - ora, qui, a Cousins, con loro, e te, si. Ora che so che stai bene, che ti ricordi ancora di me, si. Sono felice

 

Mi giro verso di lui e sento di nuovo il suo profumo inconfondibile. Ha i capelli bagnati e gocciolano sul suo viso, è di nuovo a petto nudo, abbronzato, davanti a me.

 

- Io sono qui da due mesi

- Lo so - afferma facendomi sgranare gli occhi

Lo sapeva.

- Mi ci sono voluti due mesi per organizzarmi e convincere i ragazzi a venire qui

 

Sento il sole sul viso che sta per abbandonarsi all'infinito dell'orizzonte, davanti a me gli occhi blu di Conrad che non sanno mentire.

In un attimo è come se non ce ne fossimo mai andati da qui, come se fossero passati sì ben 10 anni ma trascorsi qui, fermi, occhi negli occhi.

Sento di nuovo qualcosa allo stomaco. 

Mi giro, raccolgo il computer e abbandono il molo, e Conrad nello stesso momento in cui il sole scavalca l'orizzonte.

 

***

 

- Quindi, White Party? - chiedo a Tim ancora avvolta nell'accappatoio - sembra fatto apposta 

- Vuoi metterti il velo e lo strascico, io ci sto - scherza facendomi sorridere

 

Tiro fuori dall'armadio un mini dress color avorio, a maniche lunghe, in cotone leggero e leggermente trasparente. La sua gonna è corta ma asimmetrica grazie a dei lembi di tessuto che danno dinamicità ad ogni mio movimento. La schiena è scoperta e lascia intravedere la mia abbronzatura sana. Decido poi di indossare le slingback avorio con un bel tacco per slanciare la mia figura esile.

La Belly di 10 anni fa avrebbe urlato al solo pensiero di calzare dei tacchi del genere per una festa in riva al mare ma la Belly di New York ha imparato a volare sui trampoli e non vede l'ora di farlo vedere a Conrad. 

Ho raccolto i capelli in una coda per sopravvivere al caldo e Tim ha iniziato a riempirmi di glitter spruzzandomeli sulla schiena, sui capelli e sulle gambe. 

 

Mi sento bella! E sento che questa camera non ha mai visto tutta questa moda in una sola sera. 

 

- Sei uno schianto tesoro!

Sorrido e mi ci sento. Tim e io scendiamo al piano di sotto e a metà scala riconosco Conrad che si sta allacciando un paio di Gazzelle nere e bianche. Indossa dei pantaloni neri morbidi che disegnano la sua figura, abbinati ad una canottiera a costine color ghiaccio. Il suo colorito e i suoi nuovi muscoli risaltano e mi fanno sorridere. Mai avrei creduto di vedere Conrad Fisher con una canottiera ma che sia benedetta!

 

Scendo i gradini passandogli a fianco, sfiorando il suo viso con le mie gambe. Ho sentito una scossa senza pari. Mi volto e mi guarda, non dice nulla ma sento il suo sguardo non abbandonarmi per tutto il percorso fino al bancone della cucina dove gli altri stavano preparando lo shot prima dell'uscita.

 

- Belly sei tu? - sghignazza Andrew il biondo - porca miseria, se vieni e stai con noi non ci filerà nessuna donna 

Parte una risata collettiva che sfocia poi nel brindisi con la tequila: - A Conrad!

 

Sulla porta, prima di salire in macchina lo sguardo di Conrad sul mio corpo diventa un tocco da dietro sulla schiena nuda. È lui che mi sussurra all'orecchio:

- Wow

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


La musica alta inizia ad annebbiare i miei pensieri. Oltre ai tre shots di tequila e a due bicchieri di gin tonic. Tengo in mano il terzo appena rabboccato da Tim.

Siamo su una pista in mezzo alla spiaggia, ci sono lucine e gonfiabili, strobo colorate e fumo artificiale.

Poco più in là un gruppo di ragazzi ha acceso un falò, dall'altra parte un altro team sta giocando senza dubbio ad obbligo e verità.

Ho perso di vista quasi tutti gli altri, ma con un occhio cerco di seguire i movimenti di Conrad e sono davvero felice di vederlo sempre sorridere. È una novità per me ma penso sia davvero in pace con il mondo. O meglio questo è quello che mi dice il suo sorriso. Tiene in mano una birra, mentre scherza con Andrew al bancone del bar, vicino alla pista.

- Adoro questa canzone! Balliamo

Tim mi trascina in mezzo alla pista e mi lascio trasportare dalla musica. Mentre Tim accenna una coreografia io scoppio a ridere e lo abbraccio cambiando la visuale. E così incrocio lo sguardo di Conrad. Mi fa cenno con la bottiglia come per un brindisi e mi sorride compiaciuto. I suoi occhi sono più espressivi di mille parole. Sento sul mio corpo un misto di eccitazione, paura e affetto.

Mi stacco da Tim e dallo sguardo:

- Com'è Amber?

- Cosa? - strilla Tim - stiamo ballando come delle pazze e mi chiedi della mia sorellastra?

Alzo le spalle e faccio un nuovo sorso del mio cocktail.

- Ti somiglia, fisicamente avete gli stessi colori, non mi sorprende 

- Cosa?

- Ora che ti vedo finalmente capisco che gli standard di Conrad sono questi

- Non dire stronzate

- È una specializzanda e ha conosciuto Conrad al Boston Hospital 4 anni fa, è vegana, ascolta Taylor Swift ed è negata in tutti i tipi di sport. Vuoi anche sapere il suo gruppo sanguigno?

Alzo le mani e scoppio a ridere. Conrad si è laureato a Stanford e poi è tornato a lavorare a Boston, tutte informazioni svelate di tanto in tanto da mia mamma. 

Tim mi abbandona e Andrew gli da il cambio:

- Più tardi beviamo qualcosa insieme - ammicca prendendomi la mano e facendomi fare una giravolta

- No grazie 

Mi divincolo e cerco Conrad ma non lo trovo. Me ne vado verso il mare togliendomi i tacchi.

- Dove stai andando?

La sua voce alle mie spalle è calda e accogliente, sicura. Mi giro e lo vedo, le guance rosse dal caldo, la bottiglia di birra quasi vuota, gli occhi che brillano nel buio.

Come ho fatto a farne a meno per 10 anni?

 

- Cerco un po' di pace, mi gira la testa - sorrido fermando la mia camminata e buttando a terra le scarpe 

- Hai bevuto?

- Anche tu o sbaglio?

- È la mia festa o sbaglio? - sorride malizioso lasciando anche lui cadere la birra dalle mani.

Cala silenzio e di nuovo mi sembra che la realtà dei fatti mi travolga. Conrad si sposa con una ragazza che non sono io. Avrà pianificato la proposta, sarà andato a comprare l'anello di fidanzamento, sarà andato in giro a cercare la location perfetta, avrà provato i menu per scegliere il catering, andrà scritto le promesse...

Mi volto e gli do le spalle. Mi sta per scendere una lacrima.

 

- Mi dispiace non avertelo detto prima, da una parte speravo lo facessero Lauren o Steven per me

- Hai pensato male ma non mi devi niente, sono contenta per te. Sono sicura che Amber sia quella giusta

- Non dire così, lo sai che non lo potrà mai essere - afferma scavalcandomi e rimettendosi davanti ai miei occhi. A davvero pochi centimetri di distanza.

 

- Il tuo fidanzato?

- A New York

- E tu qui...

- Ci siamo lasciati, non funzionava più, da tempo. Non deve essere stata la mia strada, e poi sono venuta qui

- Perche questa è la tua strada

- Forse si - sospiro - torniamo a ballare? C'è un matrimonio da festeggiare

Cerco di spezzare una conversazione molto intima, troppo. Sono su di giri, Conrad anche. Un mix letale... lo sento.

Mi prende la mano, mi accarezza il braccio e sale fino alla spalla. Sfiora la mia guancia sinistra e mi sposta un ciuffo dagli occhi.

- Belly

- Connie - ripeto sotto voce e scuotendo la testa

- Non chiamarmi Connie non siamo più bambini

- Giusto, ti stai per sposare 

Si avvicina all'orecchio.

- Torniamo a casa? Io e te

E mi prende la mano e andiamo verso il parcheggio cercando di ignorare la festa. 

 

***

 

Ricordo tutto del viaggio fino a casa eppure mi sento assuefatta. In questo momento abbiamo appena aperto la porta continuando a sfiorarci, a guardarci e a toccarci. 

Come una calamita ci ritroviamo davanti al camino.

- Succede un casino ora

- Io lo voglio, io ti voglio Belly

- Sei una droga

- Sei mia, lo sei sempre stata

I sussurri tacciono quando le nostre labbra si sfiorano. Sento un brivido percorrermi tutta la schiena. Sembra tutto così giusto. Avvicina la sua mano alla zip dell'abito e io gli alzo la canotta. Voglio sentirlo di più!

 

Il sapore di Conrad è diverso, il suo respiro più affannato, il suo profumo dolce e inconfondibile.

Per anni ho pensato di risentirlo in giro per le strade, nei negozi, in biblioteca ma questo è il profumo del mio Conrad.

I nostri corpi si vogliono, si sentendo, si ascoltano.

 

- Hey Hey Hey! Sono tornato! -

Il tempismo di Jeremiah Fisher!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Con Jer è stato facile, fin dall’inizio.

È stato facile innamorarsi, è stato facile scegliere la strada più safe, tranquilla, pulita. È stato ancora più facile vivere insieme nei primi anni al college. È stato facile innamorarsi, fare l’amore, rifarlo subito. È stato ancora più facile dirlo a mia mamma, passare il ringraziamento insieme. È stato incredibilmente facile.

Così come è stato incredibilmente semplice lasciarci. 

 

Era la settimana dopo la sua laurea, i festeggiamenti si erano finalmente affievoliti e la pace aveva fatto pulizia nella mia testa. Gli ultimi mesi sono stati un’altalena di emozioni, ma tutte estremamente pacate. Nessun pianto, niente rabbia ma nemmeno gioia immensa e risate senza fine.

Jer parlava di partire, di fare un’avventura in giro per il mondo. Il giorno dopo parlava di voler avere un bambino. Il giorno dopo ancora aveva prenotato un volo per l’Islanda insieme ai suoi amici.

Negli ultimi mesi della nostra storia mi sono sentita spesso sola e ancor più spesso incompresa, come se da un giorno con l’altro non parlassimo più la stessa lingua. 

Litigavamo per gli orari della spesa e per il colore della tovaglia. Mi ritrovavo spesso a pensare di voler tornare al dormitorio con le ragazze ricordando di avere solo 20 anni.

 

Jer è stato giusto in ogni momento della nostra relazione ma non ho mai infondo pensato fosse l’uomo giusto per me e me ne rendo conto solo ora. Solo ora riesco a dirlo ad alta voce.

 

Ci siamo lasciati in una domenica piovosa, mentre guardavamo un film sul divano. Sono stata la prima ad aver il coraggio di ammettere la situazione, lui ha annuito e non mi ha seguito quando con le valigie sono uscita dalla porta.

 

***

 

È abbronzato come sempre ma i riccioli sono piccoli e corti, sui lati della testa è addirittura rasato. Jer indossa una camicia di lino bianca e degli shorts verdi militare, sulla spalla il borsone della North Face.

Mentre abbraccia Conrad, io provo a sistemarmi il vestito e i capelli, sorrido e alzo la mano.

Lui come una furia affettuosa mi arpiona, mi solleva e mi fa roteare.

 

  • La mia Belly! Da quanto tempo non ci vediamo?
  • Mi stai soffocando Jer! - cerco di prendere aria - mi sei mancato anche tu - ammetto
  • Wow ma che serata mi sono perso?

Jer mi fa fare una giravolta e il vestito mi da aria… ne avevo bisogno!

  • Diventi più bella invecchiando, come il vino
  • Ah grazie!
  • Ma siete in casa da soli? - esclama avendo un’illuminazione
  • Siamo andati via dalla festa - dichiara Conrad riportando l’attenzione su di sé
  • In che sens… ah… ho interrotto qualcosa - balbetta Jer alzando le mani - io vado di là a prendermi una birra

 

Conrad mi guarda divertito, i suoi occhi sono così blu che li vedo brillare al buio e mi ci vorrei perdere. Alzo le spalle e mi infilo i tacchi cercando di rendermi presentabile. Lui rimane lì a fissarmi mentre sentiamo Jer stappare un paio di bottiglie. È come se Conrad volesse ricominciare da dove siamo stati interrotti, o almeno i suoi occhi dicono questo, eppure non muove un muscolo. E lì capisco…

 

  • Venite in cucina a fare un brindisi… possibilmente vestiti - urla Jer

 

Non stacco lo sguardo da quello di Conrad e sento un nodo in gola. 

Mi volto e decido di salire in camera abbandonando il flusso silenzioso di parole dette dai nostri sguardi, mi hanno tolto tutte le energie.

Mi chiudo in camera e inizio a piangere.

Cosa diavolo stavo facendo.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Mi sveglio con gli occhi gonfi e frastornata. Indosso ancora l’abito di ieri sera, di fianco al mio cuscino un biglietto: “Più tardi parliamo - TIM”.

 

Chiudo gli occhi e vorrei riaddormentarmi svegliandomi dopo il matrimonio di Conrad. Esatto il matrimonio di Conad è tra sette giorni ma forse non mi è chiaro visto che continuo a fare pensieri assurdi. Ieri sera se non fosse arrivato Jer sarebbe successo quello che non doveva succedere. Sarei finita tra le braccia di Conrad come 10 anni prima con la sola differenza che lui tra meno di una settimana sarà legato per la vita ad un’altra. Non un’altra a caso, ma la donna che ha scelto.

 

Io non posso avere un giudizio a riguardo, non dopo tutto il tempo che è passato, la distanza che c’è stata tra noi. Non ho alcun diritto di mettermi tra loro né col pensiero né tantomeno con i fatti. 

 

Alzo la testa e vedo che fuori splende il sole, penso che sia inutile rimanere chiusa qui. Mi do una sistemata e prendo il mio pc. Vorrei fare una nuotata ma non sono lucida in questo momento, sento solo di voler finire il libro. Sento che infondo qualcosa di buono questa situazione dovrà pur portarlo.

 

Apro la porta e scendo le scale sperando solo di non incrociare Conrad. Per fortuna la casa è di nuovo silenziosa come ieri, in cucina trovo birre aperte, delle sigarette e dell’erba. Mi preparo un caffè veloce e corro verso il mio molo.

Apro il pc e prima di buttarmi nella scrittura leggo un’email di Steven: “Belly tutto ok? Ho provato a chiamarti tutta notte. Ho bisogno di parlarti, ieri mi ha chiamato Conrad”.

 

Il tono non è da rimprovero, Steven non lo farebbe mai per Conrad ma mi sorprende che si siano sentiti proprio questa notte. La curiosità mi uccide ma apro il file del romanzo e continuo a scrivere. 

Dopo qualche ora, dietro di me sento la casa svegliarsi, Andrew è il primo a buttarsi in piscina silenzioso come un elefante in una cristalleria. 

È assurdo come nonostante siano passati 10 anni mi sembra di essere stata al suo fianco in tutto questo tempo, i suoi amici me li immaginavo proprio così strani, assurdi, chiassosi e lui riesco davvero ad immaginarmelo alle cene di Natale insieme loro, al pub dopo la partita, in vacanza a sciare insieme: mi sembra di averlo sempre vissuto per tutto questo tempo.

Ma non è così. Io e Conrad non siamo più nulla da quella notte al motel, quando scelsi di stare con Jer.  

 

  • Questo è diventato ormai il nostro confessionale - arriva Tim in vestaglia
  • Ho letto il tuo biglietto ma non volevo svegliarti
  • Ti avrei ammazzata
  • Vuoi un po’ di caffè? 
  • No grazie potrei vomitare da un momento all’altro! Che serata! Ma prima di buttarmi in piscina o tra le braccia di Andrew dobbiamo parlare

Abbasso lo sguardo e tolgo il sorriso che Tim mi aveva irrimediabilmente donato.

  • Che cazzo avete tutti stamattina che volete parlare con me
  • Conrad venuto da te? 

Scuoto la testa.

  • Meno male, ieri era fuori di sé. Siamo tornati dal festival che tu eri appena salita in camera e abbiamo trovato Conrad e Jeremiah in cucina a discutere. Non so quanto avessero bevuto!

Abbasso lo sguardo non voglio più sentirlo parlare. Il solo pensiero che si siano ritrovati in questa casa a litigare per colpa mia mi fa rabbrividire.

 

  • Belly è il momento giusto, è il momento di fare la tua scelta e lo sappiamo tutti che è Conrad
  • Ma quale scelta, ma quale Conad. Io sono venuta qui a Cousins per star tranquilla e finire questo maledetto libro
  • Chiamalo come cazzo vuoi, destino, fato, culo ma tu eri qui e noi siamo venuti qui. Nessuno poteva saperlo eppure dopo mille cazzo di anni lo hai ritrovato. Ti sembra che sia tutto normale?
  • A me l’unica cosa che sembra normale è che tra neanche sette giorni lui sarà un uomo sposato e non di certo con me e io sono qui a fare un casino che è più casino non si può 
  • Parli come se stesse andando al patibolo
  • E tu parli come se non fossi il suo testimone e soprattutto il fratellastro della sua futura moglie

Ho davvero alzato la voce e sento lo sguardo dei ragazzi dal giardino.

 

  • Ascolta tesoro in 10 secondi sotto questo tetto ho visto più passione tra te e Conrad che con mia sorella in 5 anni. Non venire a raccontarmela a me
  • Non mi interessa io non faccio più parte della sua vita e lui non fa più parte della mia
  • Davvero? 

Annuisco.

  • Davvero? Perché mi pare di capire che se non fosse arrivato Jeremiah ieri sera qualcuno faceva parte di qualcun altro in maniera abbastanza fisica
  • Sarebbe stato un errore ma per fortuna non è successo nulla
  • E allora rimani qui a non fare niente ancora una volta e, come hai detto tu, lo sto dicendo contro i miei interessi ma io voglio bene a Conrad e voglio ancora più bene a mia sorella

Mi ammutolisco e ritorno seduta.

  • Finisci sto cazzo di libro e vattelo a prendere

 

***

 

Torno in casa poco dopo mezzogiorno e mi accorgo che è rimasto solo Andrew in piscina a fumarsi dell’erba. La macchina di Conrad non c’è, Jer non l’ho nemmeno intravisto e Tim si sta facendo una doccia.

Questo è l’ultimo giorno dei ragazzi qui. Penso siano andati a comprare qualcosa da mangiare. Per un attimo ho quasi sperato che se ne fossero andati per evitare di pensare al prossimo passo. Per quanto abbia compreso la ramanzina di Tim non penso che nessuno di noi in questo momento sia lucido per prendere delle decisioni. Almeno, io non lo sono.

Rientro in casa e cerco di sistemarla per dargli una parvenza di Susanna. Dio quanto mi manca, quanto vorrei che fosse qui, saprebbe sicuramente darmi il consiglio migliore. Poi penso a Taylor e potrai chiamarla, poi penso a Steven gli faccio uno squillo ma senza risposta.

 

Poco più tardi, sento rientrare i ragazzi. Il primo ad arrivare in sala dove mi sono accoccolata a leggere un libro è Jer che mi abbraccia, seguito a ruota da Conrad che mi guarda sorride e distoglie subito lo sguardo.

 

  • Questa sera è l’ultima sera, deve essere epica - urla Andrew
  • Potremmo ordinare delle pizze - suggerisce Jer
  • Si certo e guardare un film, quanti anni hai?80?
  • Potremmo organizzare un falò sulla spiaggia, Connie cosa ne dici?
  • Direi perfetto, andiamo a prendere birre tequila e facciamo girare la voce

Sembra che abbia davvero voglia di divertirsi.

 

Un’ultima notte… insieme.

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