LA MIA VITA SENZA TE

di ValeAlcazar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap.1 ***
Capitolo 2: *** cap.2 ***
Capitolo 3: *** cap.3 ***
Capitolo 4: *** cap 4 ***
Capitolo 5: *** cap.5 ***
Capitolo 6: *** cap.6 ***
Capitolo 7: *** cap.7 ***
Capitolo 8: *** cap.8 ***
Capitolo 9: *** cap.9 ***



Capitolo 1
*** cap.1 ***


Capitolo 1 Rivivo ogni istante il momento in cui te ne sei andata...è come un incubo. Il tuo sguardo ferito, i tuoi bellissimi occhi arrossati dal pianto sono vividi nella mia mente. Mi hai lasciato ed è tutta colpa mia, hai ragione a chiamarmi "bastardo psicopatico", era troppo presto. Hai conosciuto il "MOSTRO", non volevo che tu lo conoscessi, non adesso almeno. Ho violato la tua innocenza nel peggior modo possibile, non immaginavi sicuramente di cosa la mia Tenebra è capace di fare quando viene fuori...cosa farò adesso. Sei l'unica donna che mi fa sentire bene, non mi sono mai sentito così, come quando tu mi sei accanto. Che cos'hai di diverso da tutte le altre? I tuoi occhi mi scavano dentro, a volte ho la sensazione che arrivino a leggere la mia anima nera. Ma devo lasciarti andare, non posso tenerti legata a me, non è giusto. Hai una vita meravigliosa davanti Anastasia, vivila appieno, sii felice. Mi fa un male cane pensare che un giorno amerai un altro uomo che non sono io, che sarà lui a renderti felice, a godersi della tua presenza accanto a lui, a farti godere e a godere di te, del tuo meraviglioso corpo che è stato mio per la prima volta. Mi manca tutto di te, la tua presenza, la tua fresca risata anche la tua lingua biforcuta che mi faceva sorridere e anche incazzare. Oddio! Devo smetterla o impazzirò. Sono trascorsi pochi giorni da quando sei uscita dalla mia vita e il tuo odore è ancora qui con me. Come farò ad andare avanti...sto da schifo. E tu? Stai soffrendo come me o mi hai già dimenticato? Mi ricorderai? Sì che lo farai, anche solo perché sono stato il primo di cui ti sei innamorata e a cui ti sei donata. Sì, tu sei un dono, il mio dono più bello. Avrei voluto che tu fossi per sempre "mia". Sei speciale Ana, proprio per questo dovrò lasciarti andare. No, non posso farlo, devo riaverti, devo tentare, non ce la faccio a vivere senza di te. Ma come posso convincerti a tornare da me. Giuro che se torni smetterò con tutta questa merda. Farò tutto quello che vuoi tu, ma ti prego torna. Ora devo pensare a come riconquistarti. Chissà cosa starà facendo Christian in questo momento, sicuramente sarà in ufficio ad occuparsi dei suoi affari, mentre io sono qui sdraiata sul mio letto a piangere tutte le mie lacrime per lui, sono stata una stupida a chiedergli fin dove si poteva arrivare, ma dopo nei suoi occhi ho visto la soddisfazione che ha provato nell'avermi punita, per cosa poi, per aver fatto qualche domanda? Per aver voluto sapere qualcosa di più su di lui? Sulla sua vita? Cosa ho sbagliato? Basta non devo pensarci, devo andare avanti con la mia vita...devo pensare a me. So che sarà dura ma devo farlo, mi butterò sul lavoro. Lui troverà in un'altra quello di cui ha bisogno, io non sono quella che lui vuole. Avrà sempre un posto nel mio cuore, la mia persona speciale...devo dimenticarlo. Non posso andare avanti così...devo vederla, sapere se sta bene, mi manca come l'aria. Non vivo più da quando è andata via, i miei incubi sono peggiorati, quando c'era lei qui con me, nel mio letto, non ne avevo più avuti, dormivo bene con lei accanto, lei è il mio posto felice. Sono le 5.30, non ho dormito niente stanotte, vado a fare una corsa magari passerò davanti al suo appartamento e se avrò fortuna potrei anche vederla, anche se è troppo presto per una dormigliona come lei, faticavo non poco per svegliarla, la invidio pure per la velocità che ha nell'addormentarsi...la mia bellissima e dolcissima Ana. Sono arrivato fino al suo appartamento, mi nascondo nell'androne di un palazzo di fronte a fissare quelle che presumo siano le sue finestre...sono aperte, tranne una che ha una tenda tirata, forse è la sua camera, starà dormendo. Sarà sola o ci sarà qualcuno con lei, nel suo letto, magari quel suo amico fotografo. No, è troppo presto, non può avere già un altro, poi non lo farebbe con lui, mi ha detto che è come un fratello per lei, non va a letto con chi non ama, la "mia Ana" non è così...ha aspettato che arrivasse la persona giusta per donarsi pienamente ed ero io quella persona. Ma che cosa sto facendo? Che pensieri ti vengono in mente Grey, datti una calmata. Sento il dolore che mi attanaglia le viscere, sicuramente tornerò qui solo per sbirciare da lontano la ragazza che è stata mia. So cosa fare. Qualche giorno fa mi aveva detto timidamente che quel suo amico fotografo farà una mostra a Portland, potrei andarci, parlarle...lo devo fare, la devo convincere. Deve darmi un'altra possibilità, la mia vita non è più la stessa da quando è entrata nel mio ufficio, sono nulla senza di lei. Chiamo Andrea per avvertire Stephan di preparare Charlie Tango per dopodomani, chiamo Taylor nel mio ufficio "Sì signor Grey, mi dica" "Taylor dopodomani andrò a Portland con Charlie Tango, mi porterò Stephan che poi lo riporterà qui a Seattle, tu dovresti venire a prendermi con il Suv, diciamo, verso le 21.30. Ti manderò un messaggio con l'indirizzo." "Agli ordini signor Grey." Tornando in macchina avrò più tempo per stare con lei per assaporare e godermi la sua presenza per tutto il viaggio di ritorno a Seattle. Sono felice. Spero solo che accetti di parlare con me, il resto lo farà la chimica e l'attrazione che c'è tra di noi, non può essere sparita e sono sicura che se anche si è assopita si riaccenderà appena i nostri occhi s'incroceranno. Sì, sarà così. Ha detto di amarmi e anche se non so bene come funzioni, non penso che un sentimento sparisca nel giro di pochissimi giorni. Non vedo l'ora di rivederla, non ho mai provato niente del genere in vita mia. Finalmente oggi è il giorno decisivo. Ho dormito tutta la notte e non ho avuto incubi, anzi, ho fatto un bellissimo sogno, noi due felici in una grande casa sulle rive del Sound, un grande e bellissimo giardino, ecco cos'è capace di fare la mia Ana. Mancano poche ore, chiamo Andrea che dopo pochi istanti si affaccia nel mio ufficio "Andrea, vado via prima oggi, avvisa tu Ros e cancella tutti i miei impegni del pomeriggio, avvisa Bastille di trovare in mattinata del tempo per un po' di allenamento." "Sì signor Grey" Volevo rimanere fino al primo pomeriggio ma sono troppo eccitato per stasera non riesco a stare rinchiuso qui dentro un minuto di più...devo scaricare un po' di energia. Il mio amico Josè ha organizzato tutto con estrema cura, le sue fotografie sono spettacolari. Tantissima gente è venuta a vedere la mostra, se lo merita. Ma che cos'hanno da guardarmi tutti in quel modo? Oh mio Dio ma ci sono delle mie foto appese alla parete, ma come... "Anastasia, sei qui! Pensavo che non venissi." "José, ma quelle foto?" "Sono apprezzatissime e la mia curatrice mi ha appena informato che una persona le ha acquistate tutte. Sono il mio lavoro migliore. So che avrei dovuto chiederti il permesso, ma so anche che mi avresti detto di no." "Già!" "Perdonami." "Be', se è servito a farti conoscere penso che potrò perdonarti" "Grazie Anastasia, sei un angelo." "Sì, ma non farci l'abitudine." "Perdonami devo allontanarmi un attimo." "Va pure, ti aspetto qui" Mi muovo in galleria guardando i lavori di José, sono bellissimi soprattutto i paesaggi...oh mio Dio, Christian. Finalmente, eccola la mia ragazza. È più magra, da quando non mangia, ha delle occhiaie che non aveva prima. Oh Ana, allora anche tu stai soffrendo come me e tutto questo per colpa mia. Perdonami, ti prego. Anche se sofferente è bellissima, è una visione celestiale, Dio mi manca il fiato...mi avvicino a lei "Anastasia!" "Christian! Perchè sei qui!" Che diavolo! Non mi aspettavo una reazione di questo tipo...mi chiede perché sono qui? Non è evidente il perché? Non sono qui certamente per il suo amico! Calmati Grey, diglielo che sei qui per lei. "Sono qui per te! Possiamo parlare in privato?" "Non ho niente da dirti Christian." "Ti prego, voglio solo parlarti. Mangiamo qualcosa e parliamo, ok? Sei pallida, hai mangiato oggi?" "Non è affar tuo! Non sono una tua proprietà e non puoi controllarmi. Lasciami in pace te ne prego." "No Ana non respingermi, non farlo, non vivo più senza di te. Hai detto di amarmi. Se provi ancora un briciolo d'amore per me ti prego dammi una seconda possibilità" "Devo proteggermi Christian, lo capisci! Non voglio soffrire più di quanto non faccio già. Io non posso essere la persona che tu vuoi che io sia." "Ana, come ti ho detto prima che tu te ne andassi dal mio appartamento tu sei tutto ciò che voglio. Sto bene quando tu sei con me. Non ho mai voluto riprovare ancora, te ne prego, sto soffrendo anch'io come te. Mi dispiace per quello che ti ho fatto, non succederà più, te lo giuro, mi dispiace per il dolore che ti ho inferto, per come stai...ti prego perdonami." "Sono addolorata per come stai Christian, ti credo quando dici che stai soffrendo, vorrei tanto poter dimenticare tutto e ricominciare, ma non posso. Non posso correre il rischio di andare avanti, innamorandomi sempre più di te per poi ritrovarmi ad affrontare una situazione più grande di me che non saprei come gestire. Se tu un giorno volessi tornare alla tua vecchia vita io ne uscirei distrutta. Non me la sento di rischiare. Ti amo e per questo devo allontanarmi da te. Me lo hai detto anche tu che non sei l'uomo per me, che dovrei starti lontana, be' lo sto facendo Christian. Addio signor Grey." No, non è possibile! Non posso crederci, mi ha lasciato definitivamente. Cosa farò adesso. Cosa ne sarà di me. Non posso vivere senza di lei. Questa è la fine. Mi rimangono solo le tue foto, ora so che ti amo, ma questo non lo saprai mai, per questo devo lasciarti andare. Oh Ana! Esco dalla galleria afflitto, non era questo che mi ero immaginato. Grey, devi dimenticarla, sibila come un serpente l'altro me, non sei stato tu a dirle che non avresti mai potuto darle una relazione romantica? L'avevi avvisata che non cercavi una storia d'amore, che cuori e fiori non sono cose che conosci. Zitto, stai zitto! Hai rovinato tutto, brutto "bastardo psicopatico", è colpa tua. La mia vita era più bella con lei. Mi manchi Ana! In questi giorni nella mia solitudine mi sento perso, come un naufrago che ha perduto la rotta. Sto cercando di farmene una ragione, di combattere questo sentimento che tu mi hai fatto conoscere, ma non ce la faccio, la sofferenza mi dilania il petto, sono senza fiato. Solo la sofferenza sarà la mia compagna. Avrò le sue foto, quando le guarderò rivedrò la mia Ana, il mio dolce angelo dagli occhi blu cobalto, l'unica sola donna che ho mai desiderato. Tutto questo si sta riversando anche sul mio lavoro. I miei collaboratori mi guardano strano, soprattutto Ros si è accorta che c'è qualcosa di diverso in me, sono più cupo di come sono solito essere e che nelle ultime settimane invece ero più gioviale con una luce diversa negli occhi...era per via della mia ragazza, della mia Ana, era lei a rendermi felice...lei sarà sempre "mia". Devo tornare ad essere quello di prima mi butterò sul lavoro, non darò pace a nessuno. Anche qui nel mio ufficio il pensiero corre a lei, alla prima volta che la vidi, che incontrai i suoi meravigliosi occhi. Non mi sarei mai immaginato che mi sconvolgesse la vita, tutto quello in cui credevo fino a quel momento è stato stravolto. Torno nel mio appartamento è cosi buio, triste e vuoto, tanto, troppo. Vado a fare la doccia, l'acqua calda scorre sul mio corpo come a voler cancellare il suo ricordo, ma inutilmente, poggio la fronte alle parete, le mie mani toccano le piastrelle, sono fredde come il mio cuore, il pensiero mi dilania, solo qualche giorno fa era qui con me. Il getto caldo m'investe il viso, mi abbandono per la prima volta in vita mia alle lacrime.

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Capitolo 2
*** cap.2 ***


LA MIA VITA SENZA DI TE Capitolo 2 Sono trascorsi pochi giorni da quando ho rivisto Christian alla mostra di José. Mio Dio non l'ho mai visto, nel breve tempo che ci siamo frequentati, in quello stato. Ho capito che anche lui sta soffrendo, e non credo perché gli manca una donna da possedere, ma perché gli manco io. Non so, ma ho la sensazione che provi qualcosa di diverso nei miei confronti da tutte le donne che ha avuto prima d'incontrarmi. Anche lui mi manca terribilmente ma io so di amarlo, ho provato a essere come lui mi vorrebbe, ma non ce la faccio. Non capisco il perché delle punizioni, perché punirmi? Per cosa? Se tieni a qualcuno, non vuoi fargli male, vorresti vederla felice e non intimorita. A volte avevo paura di come avrebbe potuto reagire se avessi chiesto qualcosa, anche solo per parlare, se lo avrebbe fatto infuriare. Non posso stare con una persona e non essere me stessa, non posso annullarmi solo perché provo dei sentimenti forti nei suoi confronti. Sono stati meravigliosi i momenti che abbiamo trascorso insieme, il suo sguardo su di me, mi faceva sentire amata, adorata, speciale. Mi mancano i suoi occhi, le sue mani sul mio corpo che sapientemente sapevano come accendere il mio desiderio di lui. C'è una chimica tra di noi che mi spaventa, sarò in grado di riprovare tutto questo con un altro uomo? Come mi comporterò se dovessimo rincontrarci. Lui troverà un'altra che lo compiacerà come lui vuole, io non sarei mai stata in grado di farlo, non come lui si sarebbe aspettato che facessi comunque. Basta! Non voglio impazzire al suo ricordo. Gli ho detto di no perché devo proteggermi dalla sua "Tenebra", come la chiama lui e pensare a me. Da quando Ana se n'è andata e ha chiaramente detto di non volerne più sapere di me, cerco in qualsiasi modo di provare a dormire, quel poco di riposo che si concede il mio corpo è senza requie. Apro gli occhi nel cuore della notte, mi giro dal lato dove dormiva la mia splendida donna, ed è vuoto e desolato, così realizzo ogni attimo che non sarà più qui accanto a me. Fisso il soffitto, ma i pensieri vanno costantemente a lei. Cosa starà facendo? Mi penserà ancora? Perché dovrebbe, non può pensare ad un "MOSTRO", gli Angeli devono stare con gli Angeli e non con il Diavolo. Grey, fattene una ragione, ti eri imbarcato in un qualcosa più grande di te. In ufficio erano abituati ai miei cruenti e repentini cambiamenti d'umore, adesso risulto irascibile più del solito e sta veramente diventando difficile ai miei collaboratori trattare con me. Andrea mi chiama "COSA C'È!?" "Mi perdoni signor Grey, volevo ricordarle il suo appuntamento tra 10 minuti in sala riunioni con Ros e Marco." "Grazie Andrea, perdonami non volevo essere brusco, e che..." "Non si preoccupi signore, perdoni me per averla disturbata." "Non è colpa tua Andrea, hai fatto il tuo lavoro, grazie e scusami ancora. Avvisa Ros e Marco che tarderò qualche minuto." "Sì signore." Ros il mio vice, mi ha comunicato di aver concluso le trattative per l'acquisizione della Seattle Indipendence Press, la società editoriale che ho comprato e dove Ana lavora. Manca solo l'incontro con l'amministratore delegato, Jerry Roach, per definire i termini dell'affare. Ho preteso che l'incontro si tenesse nella sede della SIP, invece che alla Grey House, un pretesto, magari se ho fortuna posso rivedere Ana. Se dovesse vedermi come si comporterà? Mi eviterà? O come spero la chimica che c'è tra noi due farà quello che mi auguro faccia!? Oh Ana, mi manchi da morire, hai avuto tempo per pensare a noi, rifletti sulla tua decisione e torna da me. Sono impaziente, oggi pomeriggio sarò alla SIP, dopo l'allenamento con Bastille nel seminterrato della GEH, faccio una doccia e indosso sul mio completo la cravatta grigia, sì, proprio la preferita di Ana. Sono disposto anche ad inginocchiarmi di fronte a tutto l'intero corpo impiegatizio della SIP per riaverla con me...Grey ricomponiti. Taylor mi aspetta all'uscita, Ros e gli altri del mio staff si sono già avviati. Non vedo l'ora di arrivare, sono certo che Ana non mi degnerà di uno sguardo, ma il mio abbigliamento le farà capire che non demordo. Scendo dall'auto, Taylor mi apre la porta per entrare alla SIP, sulla mia faccia appare la maschera da impassibile amministratore delegato, ma dentro sono in fermento. Mi accompagnano dirigendomi verso un lungo corridoio che porta ad un'ascensore. MALEDIZIONE! Chiedo dove mi stanno portando, mi rispondono che non vogliono che nessuno sappia di questa acquisizione, non vogliono mettere in allarme ne gli impiegati, ne gli autori, che scapperebbero a gambe levate se capissero che la SIP è in crisi. Tutti sanno chi sono, se mi vedessero nell'edificio in quattro e quattr'otto la notizia si diffonderebbe a macchia d'olio, traendo le dovute conclusioni...e io che speravo di rivedere la mia Ana. Intanto acquisendo la società posso tenerla sott'occhio e sapere tutto di lei, cosa fa e chi frequenta, non voglio agevolare la sua carriera, non ne ha bisogno, è in gamba, intelligente e capace di farcela da sola, voglio solo tenerla al sicuro e se dovesse succedere qualcosa saprò come proteggerla. Dopo ore di trattative finalmente l'affare è concluso, hanno preteso che la notizia non venga fuori prima di un mese. È già ora di andare e non ho avuto modo di vedere la mia Anastasia, è soave il suo nome per intero anche solo a pensarlo, lei si ostina a farsi chiamare Ana, non si rende conto di quanto bello e angelico sia. Oh mio Dio! Eccola, e lì fuori l'edificio che sta parlando con dei colleghi, sei più bella di quanto ricordassi...chi è quello che le sta così attaccato? Accidenti Ana, mi hai già dimenticato? Sei già tra le braccia di un altro uomo? No, non ci credo! Il tuo sguardo non è bello come quando guardavi me. "Taylor..." "Sì signore" "Voglio sapere chi è quell'uomo che sta accanto alla signorina Steele!" "Sì signore, sarà fatto!" "Bene!" Salgo in macchina guardo ancora nella sua direzione...sta guardando l'auto, avrà capito che ci sono io dentro seduto sui sedili posteriori? Mi manchi, non sai quanto! Anch'io ti manco Angelo mio? Il lavoro oggi è stato scorrevole, ho letto un intero manoscritto di un giovane autore Boyce Fox...non riuscivo a smettere. È coinvolgente, potrebbe essere un ottimo Best seller se venisse pubblicato, ne parlerò al mio capo. Mi trovo bene qui alla SIP, è un bell'ambiente, i colleghi sono simpatici, soprattutto Hanna e Lorence, lui è uno spasso. Quando vado in pausa con Hanna lo chiamiamo sempre perché con le sue battute e barzellette ci rilassa e ci fa divertire...credo ci sia del tenero tra di loro. Devo chiedere ad Hanna se gli piace, penso che a lui piaccia parecchio. Vedo un Suv nero con i vetri oscurati e alla guida c'è Taylor. Chissà se dietro c'è Christian. No, cosa ci fa lui da queste parti. Magari Taylor aveva delle commissioni da fare e per caso è passato di qui per evitare le vie principali e fare prima evitando il traffico caotico di quest'ora. Mi manchi Christian, mi manchi tanto, ma devo resistere, non posso stare con te anche se ti amo Torno all'Escala, una sensazione di panico mi assale, come un automa mi dirigo nella mia stanza, mi spoglio e raggiungo lentamente il bagno, apro l'acqua della doccia, ho bisogno di questo getto freddo che mi scuote le membra e mi aiuta a tornare padrone di me. Anche Mrs Jones, mi guarda in maniera strana, sarà per tutto quel cibo che lascio nel piatto, non è da me, odio lo spreco di cibo. "Jason, che succede al signor Grey" "Che intendi Gail" "Intendo ciò che ho detto. Tu sai che sta succedendo. Il signor Grey sembra distrutto. Non l'ho mai visto in quello stato, non ho più visto la signorina Steele qui. Sono almeno tre settimane. A parte un paio di giorni due settimane fa quando il sig. Grey sembrava tornato come quando c'era qui lei, non l'ho mai visto così abbattuto. Tu devi sapere qualcosa." "Oh Gail, sembra che Ana abbia lasciato il signor Grey e che non voglia saperne più di lui. Da quando l'ho portato indietro da Portland è sempre scuro in volto e più taciturno del solito. Ho provato a farlo parlare ma inutilmente. Sai com'è fatto ormai. L'unico che può aiutarlo è il dott. Flynn." "Sono senza parole Jason, pensavo che la signorina Steele fosse quella definitiva. Era felice quando c'era lei qui in casa." "Sì lo so. Da quando lavoro per lui, ho visto completamente un'altra persona quando stava con Ana. Mi piaceva anche lei. È fresca, gioviale, spiritosa, ha fatto emergere in lui la sua parte giovanile, non era così con le altre." "È vero Jason, era tutt'altra persona con lei. Spero che cambi idea per il suo bene, nei loro occhi vedevo che avevano un rapporto speciale, fatto di complicità e di amore." "Non lo so Gail, ci spero anch'io, ma Ana è anche parecchio determinata. Se lo ha lasciato definitivamente è successo qualcosa di grosso...ce lo dirà il tempo se cambierà idea oppure no. L'unica cosa che so e che il signor Grey sta male, ha lo sguardo spento e triste" Sono stanchissimo, ma prima di andare a dormire sistemerò le foto di Ana, che sono state consegnate oggi. Ne prendo una in mano, e ne resto rapito mentre controllo dove poterle appendere. Ana, la mia Ana, guardandoti in questi ritratti vedrò impressa la tua radiosa bellezza.

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Capitolo 3
*** cap.3 ***


Capitolo 3 Le foto di Anastasia, che ho comprato alla mostra di Josè le ho appese in varie stanze del mio appartamento, le guardo incantato...è veramente splendida in questi scatti, una bellezza eterea. La mia meravigliosa Ana, l'unica che ha scardinato le mie convinzioni, la sola che avrei voluto accanto a me per la vita. Grey rassegnati, vai avanti mettiti in testa che è finita. Squilla il telefono, lo afferro all'istante come faccio negli ultimi giorni con la speranza che sia una chiamata di Anastasia, rimango deluso è Elena...che diavolo vuole. "Ciao Elena, come stai?" "Christian sei sparito, che succede? Ti sento strano dalla voce. Perché non passi da me stasera prima della chiusura, così poi andiamo a bere qualcosa e parliamo...o se preferisci vengo io da te." "No Elena, non ho voglia di parlarne, non ancora almeno." "Riguarda quella ragazza che frequenti? Non fa parte del tuo mondo, ti lascerà prima o poi, vedo che tieni a lei, ti ferirà e ti farà soffrire. Chiudi con lei prima che sia troppo tardi, io so chi va bene per te, ho giusto una ragazza che potrebbe fare al caso tuo, è tranquilla e farà tutto ciò di cui tu hai bisogno...fidati di me. Ti ho mai deluso?" "Lo ha già fatto" "Cosa?" "Mi ha lasciato un paio di settimane fa e non vuole più saperne di me." "Mi dispiace Christian, davvero, anche se immaginavo che prima o poi sarebbe successo. Non era adatta alle tue esigenze, credimi Christian è stato meglio così." "Smettila Elena, tu non sai niente di lei. Non sai quanto mi faceva stare bene, non mi ero mai sentito così prima con nessuna, lei è speciale, lei..." "Christian ma ti stai ascoltando? Non ti sarai per caso innamorato di lei?" "E anche se fosse, a te cosa importa, eh!" "Dammi retta Christian, dimenticala. Starai molto meglio dopo. Riprendi in mano la tua vita, torna ad essere il Signore del Tuo Universo. Fai un tentativo con questa ragazza, te la porto il prossimo fine settimana, vedrai è perfetta per te." "No! Non voglio più nessuna donna qui nel mio appartamento. Devo pensarci. Mi farò vivo io. Ciao Elena" "Chri..." Ma chi diavolo crede di essere per dirmi chi va bene per me e chi no. Sono giorni che rifletto sulla proposta di Elena, devo riprendere in mano la mia vita, anche se sarà difficile seguirò il suo consiglio devo avere una nuova Sottomessa. Non ho intenzione di portare le possibili candidate nella Sala dei Giochi qui da me. Nel mio attico non voglio che nessun'altra occupi gli spazi dove ha vissuto Anastasia, ogni cosa in queste stanze è ancora intrisa dal ricordo e del profumo di lei, di noi. Eléna mi ha proposto di incontrare la mia nuova Sottomessa, in un pied-à-terre di sua proprietà nella prima periferia di Seattle, una zona di lusso. "Ciao Christian" "Ciao Elena" "Lei è Abby Preston, ha 23 anni, vive qui da poco più di 2 anni. Lavora presso un'azienda logistica che si occupa di spedizioni per l'Alaska." Ci accomodiamo nel salone e sul tavolo vedo già il contratto e l'accordo di riservatezza che Elena ha preventivamente fatto preparare dal nostro avvocato. È una bella ragazza, anche se ha esagerato un po' con il trucco, niente di paragonabile alla mia Anastasia. Gliel'ho fatto notare e la cosa l'ha messa in imbarazzo...non m'importa, non mi piace tutto quel trucco e le ragazze appariscenti non fanno per me, questo Elena lo sa. Ci passerò sopra per questa volta, magari lo ha fatto per fare colpo o quelli che ha avuto prima gli piaceva il trucco esagerato, non credo che lo farà la prossima volta. Ci accordiamo sugli incontri, sembra timida e taciturna, a parte il saluto e qualche convenevole scambio di parole non ho quasi sentito la sua voce, l'avrò intimidita, la mia Anastasia non smetteva mai di chiedere, la sua curiosità m'intrigava parecchio, dovevo dirle io di stare zitta. Chiamerò Welch e chiederò di trovarmi tutte le informazioni su di lei. Siamo rimasti soli io ed Eléna, Abby è andata via. "Allora Christian, che ne pensi di Abby? Vedrai che ti troverai bene con lei" "Vedremo Elena, non ha parlato molto e non so quasi nulla di lei per il momento. Vedremo come si comporterà." "Allora, vuoi dirmi cos'è successo con Anastasia?" "Non sono affari tuoi Elena, smettila di chiedermi di lei e di cosa sia successo tra di noi, va bene!" "Va bene, ok calmati per favore...scusami" "Scusami tu. Non volevo essere così brusco ma non voglio ne parlarne ne pensarci, quindi chiuso l'argomento." "Ok come vuoi. Non ti farò più domande su di lei." Saluto Elena e mi dirigo verso il Suv. Taylor mi apre la portiera e silenzioso come sempre si mette alla guida, non è un uomo di molte parole, non fa domande ma ha capito che non sto passando un bel periodo, è abituato ai miei continui cambiamenti di umore..ma non mi ha mai visto in una condizione simile. È cosi evidente? Sì Grey, ti si legge in faccia il tuo stato d'animo "Taylor..." "Sì signore, mi dica" "Da venerdì sera della prossima settimana fino a domenica pomeriggio mi trasferisco qui. Nessuno conosce questo posto a parte la signora Lincoln, quindi ritieniti libero di trascorrere del tempo in più con tua figlia." "La ringrazio signore, ma se avesse bisogno di qualcosa? Non voglio lasciarla senza un minimo di sicurezza." "Non preoccuparti, in caso di bisogno chiamerò Smith. Voglio che trascorri più tempo con Sophie." "Signore, mi perdoni se glielo chiedo. Perché non vuole stare nel suo appartamento?" "Taylor, so che sei una persona leale, affidabile e discreta." "Grazie signore per la stima." "Hai notato che la signorina Steele, Anastasia, non viene più da me. Non ci frequentiamo più, mi ha lasciato e non voglio portare nessun'altra nel mio appartamento...lei era speciale. Non riesco a dimenticarla, non so cosa effettivamente provo per lei so solo che non voglio nessuna donna stia o dorma a casa mia." "La capisco signore e mi perdoni se gliel'ho chiesto. Non volevo farla star male, piaceva anche a me la signorina Steele e anche a Gail...era come una nipote per noi." "Non preoccuparti Taylor. Grazie comunque." "Di nulla signore." Chiamo Welch, il mio consulente della sicurezza e chiedo di procurarmi qualche informazione su Abby Preston, presto saprò tutto di lei...sono poco convinto di tornare a quella vita, ma le mie certezze sono state sgretolate da un angelo dagli occhi blu. Grey, smettila di rinvagare il passato, lei se n'è andata per sempre..non puoi continuamente crogiolarti in questi pensieri su Anastasia, fattene una ragione! Gail ha preparato maccheroni al formaggio, la mia preferita. Ultimamente non fa altro che prepararmi i piatti che preferisco di più. In qualche modo mi sta coccolando, anche lei sicuramente sa o ha capito che tra me e Anastasia è finita. Come Taylor è molto discreta, sono proprio una bella coppia. Si meritano di essere felici almeno loro, io avevo trovato la persona giusta e ho rovinato tutto. "Signor Grey, tutto bene?" "Sì Gail, grazie." "Ha bisogno di qualcosa? La vedo stanco e anche sciupato...è sicuro di star bene? Mi perdoni signor Grey, non la vedo in forma ultimamente, se c'è qualcosa che posso fare per lei non esiti a chiedermelo." "Grazie Gail, ma non credo possa fare niente purtroppo. L'unica persona che può farmi tornare com'ero prima non vuole saperne niente di me." "Mi dispiace, davvero. La lascio cenare, se ha bisogno di qualsiasi cosa sono di là." "Grazie ancora Gail" Dopo cena vado nello studio e Welch mi invia le notizie che ha trovato su Abby Preston, c'è anche una foto di lei senza tutto quel trucco che aveva quando me l'ha presentata Elena. È carina, come vedo ma niente di che...neanche un minimo paragonabile alla mia Anastasia. Vedo ancora lo sguardo affranto della mia dolce Ana, dopo che l'ho colpita e quelle parole "bastardo squilibrato" che mi ridondano nelle orecchie...sì, è questo che sono, un demonio, non la merito. SCORDATELA GREY!!!

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Capitolo 4
*** cap 4 ***


LA MIA VITA SENZA TE Capitolo 4 Non è neppure l'alba quando mi sveglio di soprassalto sopraffatto da uno dei miei soliti incubi. Tento di riprendere sonno inutilmente, non riesco a evitare questi terribili sogni, nelle notti che Anastasia passava con me erano spariti. Mi rassegno a non riposare, per calmarmi decido di allenarmi così mi dirigo nella stanza allestita a palestra, inizio a fare pesi e addominali, l'unico modo per cercare di tornare padrone di me. L' attività fisica mi aiuterà a distendere i nervi. Nel primo pomeriggio, alla GEH, avrò un ulteriore seduta con il mio personal trainer Bastille. "Ehilà Grey! Era ora che ti facessi vedere! Sono settimane che non butto quel tuo culo da amministratore delegato giù su questo ring." "Sono io che sbatterò quel tuo culo atletico giù per terra Bastille." "Vedremo mammoletta...fatti sotto." Bastille mi assesta due colpi ma non riesce a buttarmi giù. Sono talmente incazzato e carico che reagisco e sono io a buttare il suo culo a terra. "Che ti succede Bastille, non fai più lo sbruffone, eh!" "Non credevo avessi tutta questa energia Grey! Cosa ti è successo per essere così carico? Non sei riuscito a soddisfare la tua ragazza e sei incazzato perché te lo ha fatto pesare?" "Infilati quella lingua in culo Bastille e accetta di essere stato sconfitto." "Sono più le volte che ti batto io, quindi ci sta che ogni tanto tu abbia fortuna e mi metta giù al tappeto...non farci l'abitudine." Andiamo ancora avanti a calci e pugni per mezz'ora ma nessuno dei due molla. "Ok Grey! Per oggi abbiamo finito. Ottimo lavoro comunque. Spero di vederti più spesso nei prossimi giorni." "Grazie Claude. Ci vediamo all'inizio della prossima settimana." "Ci conto. Buon weekend allora." Sono giorni che non penso a Christian, il lavoro mi assorbe e non ho tempo per pensare. Credo di averlo sognato un paio di volte eravamo felici in una grande casa con un bellissimo ed enorme giardino. Chissà cosa starà facendo a quest'ora. Avrà trovato sicuramente un'altra donna e si preparerà per il suo arrivo nell'appartamento. Perché stai pensando a lui Ana?! Devi dimenticarlo, devi andare avanti con la tua vita. Non vedo l'ora che torni Kate dalla sua vacanza. Già Kate, che sta frequentando Elliot, fratello di Christian. Mi capiterà di certo d'incontrarlo, anche se sono sicura sarà lui ad evitare che c'incontriamo in qualche uscita con il fratello. Oggi George, mi ha invitata ad uscire con lui per una passeggiata, ho declinato l'invito, è un bel ragazzo, simpatico e divertente ma non ho voglia di uscire per un appuntamento adesso, non me la sento ancora. Anche questa settimana lavorativa è finita, mi avvio verso l'uscita dell'azienda e Taylor mi aspetta fuori dal Suv, mi apre lo sportello, salgo sul sedile posteriore, senza dire una parola mi conduce a destinazione. Sa dove sono diretto, sono titubante a riprendere quel genere di vita. Cosa mai direbbe Anastasia se solo immaginasse? Arrivo in anticipo al pied-a-terre, non c'è ancora traccia di Abby. Ne approfitto per guardare fuori dalla finestra, il tramonto è imminente, mi ricordo del volo su Charlie Tango, la prima volta che ho portato Anastasia all'Escala...sembra un ricordo lontano. Sento arrivare un'auto, Abby è arrivata. Le offro del vino per allentare la tensione e scambiare qualche chiacchiera. Come immaginavo si è truccata meno stavolta, sembra molto più piccola senza tutto quel trucco sul viso. Mi racconta della sua famiglia, anche se io già conosco tutti i suoi componenti e cosa fanno. Mi racconta che questa è la sua seconda esperienza come Sottomessa, la prima è durata un anno e mezzo o poco meno, si è conclusa circa 3 mesi fa per via del trasferimento in un altro stato, per motivi di lavoro, del suo dominatore. Si trovava bene e avevano un'ottima intesa. Le premesse che la cosa tra noi due possa funzionare ci sono...vedremo. Spero tanto di uscire dal tunnel che ho imboccato. Com'è sempre successo non dormirò con lei, non voglio che nessun'altra stia accanto a me nel mio letto...non succederà più, se non con la mia Anastasia. Rimango in conversazione con Abby per un po'. Non devo darle troppe istruzioni, avendo letto e firmato il contratto sa già tutto ciò che accadrà, sa delle safeword. Fa già uso di un anticoncezionale orale facendo parte del mio mondo. Ho preteso che prima d'incontrarci la visitasse il mio ginecologo di fiducia, mi ha portato i risultati degli esami per scongiurare probabili malattie del sangue e anche veneree, tutto è risultato a posto. Con Anastasia a parte la prescrizione dell'anticoncezionale non ho preteso le facesse essendo vergine. Mi sento strano, c'è qualcosa che mi frena, Grey, torna ad essere quello di un tempo e smettila di rinvagare il passato, ti fai solo del male. Il pied-a-terre ha tre camere con bagno e le cabine armadio annesse, di cui una è la stanza dei giochi, un salone e la cucina. Le pareti di colore rosso della stanza dei giochi mi rimandano, anche se in maniera molto ridotta, a quella che ho allestito all'Escala, non sapevo che Elena avesse anche qui un'altra camera per i suoi incontri. Dico ad Abby di prepararsi ad accogliermi nella stanza dei giochi. Non indosserò più i miei jeans da Dominatore, l'ultima volta li ho indossati è stato con Anastasia la sera prima che mi lasciasse quando tornò dalla Georgia, ne ho portati un altro paio. Trovo Abby inginocchiata con lo sguardo basso e le mani aperte sulle cosce accanto alla porta, bene. La faccio alzare e la conduco in fondo alla stanza, qui non c'è una croce di legno, quindi per legarla le allaccio le manette di cuoio bloccandola con le corde a degli anelli fissati alla parete in alto e in basso, poi le bendo gli occhi. Prendo un frustino e la colpisco...mugugna, lo faccio più volte sembra che vada tutto bene. La slego, le tolgo la benda solo perché la sistemo nel grande letto con le mani legate alla testata così eviterò che mi tocchi, non voglio che mi guardi quindi le rimetto la benda. Dopo qualche preliminare sono pronto ad entrare in lei lo faccio con un colpo rapido e deciso...geme. Inizio a muovermi, chiudo gli occhi ed eccola davanti a me la mia Anastasia, bellissima che mi guarda con i suoi meravigliosi occhi blu...oh Anastasia. Sento dei forti gemiti ma non è la sua voce, apro gli occhi e vedo Abby...mi fermo di colpo. Mi ritraggo e grida un forte NO di disapprovazione. Credo che fosse quasi arrivata all'apice. "Scusami Abby, mi dispiace." "Non fa niente signore." Non è giusto che debba essere lei a pagarne le conseguenze. Da una cassettiera prendo un vibratore così da stimolarla e farle raggiungere il piacere. Ho lasciato Abby nella sua camera, così dopo la doccia potrà sistemare le sue cose, le comprerò dei vestiti un po' più carini di quelli che ha, glieli farò trovare la prossima settimana...dirò a Taylor di ordinare un'auto per lei. Mi fiondo sotto il getto dell'acqua bollente ripensando a prima. Com'è potuto succedere? Anastasia che cosa mi hai fatto? Mi hai stregato! Mi sei entrata dentro, nell'anima, nel cuore e in ogni fibra del mio corpo. Forse sarà perchè era la prima volta dopo essere stato con lei. È una discreta cuoca Abby, facciamo conversazione durante la cena, mi racconta un po' della sua famiglia, del suo lavoro, di come è arrivata qui a Seattle proprio per lavoro, di come è entrata a far parte di questo mondo che ha conosciuto tramite una coppia di amici, proprio all'inizio del suo trasferimento qui da un piccolo centro dell'Oregon precisamente Brownsville di quasi 2000 anime, anche se la descrive come un posto magnifico lei aveva voglia di uscire da quella piccola città e trovare la sua strada e così che è approdata qui a Seattle, è piacevole parlare con lei. La cena è stata intervallata da lunghi silenzi. Dopo la cena io vado nel salone mentre Abby rassetta la cucina. So che non chiuderò occhio stanotte, mi sento inquieto. Non mi era mai successo di avere un momento di défaillance. Sono le 3 di notte, come immaginavo ho trascorso le ultime ore a rigirarmi nel letto e a guardare il soffitto. La mia Tenebra è più presente che mai devo tenerla buona. Busso alla porta di Abby che prontamente mi apre, sa che deve tenersi pronta in ogni momento Ritorniamo nella stanza dei giochi La bendo e la lego al letto, uso il flagello sul suo corpo minuto e tonico, non si dimena più di tanto ma geme e mugula. La penetro da dietro, le do dei colpi rapidi e decisi e in pochi minuti lei viene, penso alla mia Anastasia, voglio lei accidenti, solo così riesco a venire anch'io, solo pensando a lei...oh Ana! Spossato moralmente, dopo essermi assicurato che Abby stia bene, mi richiudo in camera e mi ributto sotto il getto dell'acqua rimanendo seduto per non so quanto tempo. È già domenica pomeriggio, ci prepariamo per lasciare questo pied-a-terre. Taylor sarà qui a momenti con il Suv. Le do le istruzioni per la prossima settimana e le dico che mi farò sentire via mail. Arrivati nel mio appartamento vado in camera mia, sento ancora il tuo odore Anastasia come se vivessi ancora qui. Ripenso a questi ultimi due giorni che sono stati un inferno...quando finirà tutto questo. Sono uscita con George questo fine settimana, mi sono divertita, sono stata bene con lui. È carino, gentile e anche un bel ragazzo, ma il mio pensiero corre sempre a te Christian. Cosa starai facendo in questo momento, sicuramente avrai un'altra donna, ti auguro di essere felice, davvero. Sei una bellissima persona, a dispetto di quello che tu pensi di te stesso, meriti tutto l'amore di questo mondo. Se non fosse stato per quella spudorata che si è approfittata di te, delle tue fragilità di ragazzino, chissà come sarebbe andata tra noi. Spero che il dottor Flynn, "il ciarlatano costoso", possa aiutarti a farti capire che ti meriti tutto quello che di bello ti arriva. Devo mettere a posto, tra poco più di una settimana arriverà Kate, non voglio che trovi ancora scatole da svuotare in giro per casa, a parte le sue cose personali che metterò nella camera che occuperà...su Ana muoviti o farai tardi a lavoro, a questi ci penserai stasera.

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Capitolo 5
*** cap.5 ***


Buon pomeriggio Ecco il 5° capitolo di LA MIA VITA SENZA DI TE scritto con Musa Urania Buona lettura LA MIA VITA SENZA DI TE Capitolo 5 Non ho chiuso occhio, sono ormai diverse notti che trascorro pressoché insonni...dormire è divenuto un ricordo. Quelle pochissime ore che il mio corpo si concede, è costellato da incubi che mi spossano e mi debilitano. Ana ormai è un pensiero costante...mi abbandonerà mai il rimorso ed il senso di colpa? Guardo le pareti del mio appartamento, sono fredde e cupe come il mio umore, solo fino a qualche settimana fa erano piene delle risate di Anastasia...mi faceva sentire così vivo. Ormai esco frequentemente con George, sto bene con lui, è divertente e piacevole stare in sua compagnia, ma il mio cuore non è ancora pronto per una storia d'amore, non per il momento. Smetterò mai di pensare a te Christian? Mi manca, non so come mi comporterei se dovessi rivederlo. Credo che succederà prima o poi se Kate ed Elliot continueranno a frequentarsi, sarà inevitabile. Per fortuna ho il mio lavoro che mi distrae e vorrei tanto che Kate fosse qui. La mattina appena metto piede in ufficio, Andrea mi illustra il piano della giornata. Devo concentrarmi a concludere l'ultimo affare che sta trattando la GEH...ho la testa che mi scoppia e non vedo l'ora di scaricarmi in palestra con Bastille. La sera è il momento peggiore della giornata mi ritrovo solo, mi rinchiudo nello studio attendendo che la signora Jones mi chiami per la cena, apro la mia casella di posta e contatto Abby con le direttive per il prossimo fine settimana. <> La risposta non tarda ad arrivare. Ed eccoci arrivati tra riunioni di lavoro ed incontri con i miei collaboratori al fine settimana. Taylor è pronto per portarmi dove sa. Trovo Abby che ha già preparato la cena, non ho molta fame, ma devo quanto meno onorare la sua cucina quindi mangio. Abby cerca di assecondare i miei desideri, ma io non riesco totalmente a lasciarmi andare, solo pensando alla mia Anastasia godo...è frustrante. La mia vita è tornata ad essere monotona, grigia e piatta...Anastasia aveva iniziato a dare un po' di colore, era tutto così vivo con lei. Non vedo l'ora che arrivi domenica sera per tornare al mio attico. La settimana inizia con una esagerata mole di impegni, forse dedicandomi appieno al nuovo progetto sulla fibra ottica, riuscirò ad uscire dal torpore che mi affligge. In sala conferenze, Ros e Marco mi scrutano, sono taciturno e dal mio viso faccio chiaramente intendere che il mio umore è nero. Non mi va di continuare con Abby, è una brava ragazza, sarebbe stata una buona sottomessa ma devo chiudere con lei. Ho chiesto troppo, a lei, ma soprattutto a me stesso, questo solo perché credevo di far bene così presto a riprendere la mia vecchia vita. Mentre Ros e Marco discutono di alcuni dettagli mi allontano un momento e mando un messaggio dal mio BlackBerry ad Abby. 《Abby, devo parlarti possiamo vederci domani sera sul tardi al pied-a-terre? C.G》 Rientro in sala riunioni e mi arriva la risposta di Abby...ci vedremo domani sera alle 21. Taylor mi accompagna al pied-a-terre per chiudere con Abby. La trovo che mi aspetta già dentro casa. È così carina senza trucco e quando glielo faccio notare abbassa gli occhi. "Abby, ti ho fatta venire qui per dirti che non riesco a continuare il nostro rapporto. Non è colpa tua, questo voglio che tu lo sappia. Sono stato bene con te sei un'ottima Sottomessa, per me questo non è un buon periodo. Ti auguro di trovare un nuovo Dominatore che ti apprezzi per la persona che sei e che sai dare. Per qualsiasi cosa tu abbia bisogno contattami pure quando vuoi. Puoi tenerti i vestiti e tutto il resto." "Come vuole lei signore. Sono stata bene anch'io. Mi perdoni se glielo dico, ma ho capito che sta male per un'altra donna. Le auguro di cuore di poterla riconquistare. Buona fortuna signor Grey." "Lo auguro anche a te Abby, grazie." Ripenso ad Abby...è proprio una brava ragazza, non volevo farle perdere tempo con uno che non apprezza la sua compagnia, non se lo merita davvero. Questo appartamento è sempre più vuoto e triste. Mi chiedo quando smetterà questo inferno. Quanto vorrei rivederla, sapere se sta bene, se mangia abbastanza, era così magra l'ultima volta che l'ho vista. Devo vedere Flynn, è necessario, chiederò ad Andrea di prendermi un appuntamento il più presto possibile. Spero che lui trovi il modo per farmi capire di poter andare avanti, sono distrutto ed è tutta colpa mia. Sono passate un paio di settimane da quando ho rotto con Abby, le giornate sono scandite dalla solita routine. Anche Flynn mi ha consigliato, per adesso, di lasciar perdere per cercare di metabolizzare la mancanza di Anastasia, non è facile ma devo riuscirci. Taylor bussa alla porta del mio studio. "Mi perdoni signore se la disturbo. Ho le informazioni che mi aveva chiesto su quel ragazzo con cui parlava la signorina Steele" "Grazie Taylor" gli dico mentre mi porge la cartellina. Rimane nella sua posizione ed inizio ad agitarmi, la mia Tenebra mi assale "C'è altro Taylor?" "Veramente sì signore." "Dimmi" "Ecco...lui non ha una relazione con la signorina Steele ma ho scoperto che sta frequentando una persona. Mi dispiace signore." No, no, no. Anastasia, la mia Anastasia tra le braccia di un altro. Il mio incubo si è materializzato, stai andando avanti con la tua vita. So che è giusto così, ma fa male, come andrò avanti adesso. Mio Dio perchè? Perché, non mi hai dato una seconda possibilità, sarei, sono cambiato Anastasia, per te, solo per te. Non sono più quello che tu hai conosciuto. Ti voglio disperatamente, voglio te e nessun'altra. "Trovami tutto su questa persona Chi è, cosa fa, da dove diavolo viene, che frequentazioni ha avuto prima di mettere le mani su Anastasia...TUTTO CAPITO!!!" "Sì signore sarà fatto." Mando una mail ad Andrea dicendole che per qualche giorno lavorerò da casa, di spostare le riunioni e delegare quel che può a Ros, non ho voglia di vedere nessuno in questo momento, tanto meno gli occhi del mio staff che mi scrutano e cercano di capire che mi sta succedendo. Ho paura che al minimo accenno potrei scattare e sbraitare come non mi hanno mai visto, non voglio dare adito a nessuno di poter fare commenti sul mio stato. Squilla il telefono e scatto sperando sempre che la mia Anastasia cambi idea e torni da me, non è lei ma mia madre. "Ciao mamma" "Ciao tesoro, tutto bene? Non ti sei fatto vedere al ballo di beneficenza di sabato scorso, non ti sei neanche fatto sentire, avrei tanto voluto partecipassi. Ah, grazie tesoro per aver messo a disposizione la tua casa di Aspen per l'asta, se la sono aggiudicata per 30 mila dollari." "Sì scusami mamma ma ho avuto parecchio da fare e poi sono stato fuori per degli affari. Sono contento che l'asta sia andata bene." "Ti sento giù Christian mi stai facendo preoccurare, che succede? Come sta Anastasia? Speravo di vedere anche lei al ballo" Diglielo Christian che ti ha lasciato "Non stiamo più insieme da settimane ormai, so che sta bene però." "Oh tesoro mio, mi dispiace. Ti vedevo così felice con lei." "Lo ero. Mamma ti prego, non ho voglia di parlarne per adesso, un'altra volta magari. Stai tranquilla, sto bene. Mi dispiace ma devo lasciarti ho una chiamata urgente avevi bisogno di qualcosa? In caso ti richiamo dopo" "No tesoro, era solo che non vedendoti al ballo mi sono preoccupata e a ragione a quanto pare. Ti lascio. Lo sai che ti voglio bene, vero?" "Grazie per la telefonata mamma, ti voglio bene anch'io" Oh Grace sapessi veramente come sto. Mi sta crollando il mondo addosso, mi sento annientato, sono dentro ad un tunnel buio da cui non riesco ad uscire. Solo una persona può farmi trovare la via d'uscita, ma non lo farà. Guardo la mia bellissima Anastasia dalla foto che ho appeso nel mio ufficio, mi sorride, ha un sorriso stupendo, la luminosità dei suoi occhi traspare anche dalla foto in bianco e nero...è meravigliosa. Ripensaci, torna da me, ti prego! Sono rientrata a casa dopo il lavoro, non avevo voglia di uscire stasera con George. Mi chiedo se sto facendo bene a frequentarlo, non voglio illuderlo. Ho provato a lasciarmi andare iniziando un leggero approccio ma, non riesco neanche ad avvicinarmi per baciarlo che mi ritorna in mente Christian...il mio Christian. Oh Christian, ti dimenticherò mai? Elena continua a tartassarmi di telefonate e messaggi proponendomi possibili Sottomesse, sono stufo della sua insistenza.

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Capitolo 6
*** cap.6 ***


LA MIA VITA SENZA DI TE Capitolo 6 Finalmente la SIP è mia. Darò un'occhiata a tutti i dipendenti, voglio scoprire chi cazzo è questo George Maxwell che sta con la mia Anastasia. Taylor mi ha detto che lavora lì da poco più di un anno e che ha già avuto due fidanzate che lavorano lì. Non mi piace, non voglio che la mia Anastasia venga presa in giro da un dongiovanni da strapazzo. Lei merita una persona che la ami incondizionatamente, e non uno che vuole solo scoparsela per il suo piacimento. Ora ho poteri decisionali che nessuno può contestare. Non ho più avuto modo di vederla dal giorno in cui la intravidi fuori dal suo ufficio, il giorno degli accordi finanziari. Quanto mi manchi Anastasia, non puoi nemmeno immaginarlo. Sono trascorsi quasi 2 mesi da quando te ne sei andata e ogni giorno è stato infernale. Vibra il telefono...che sia lei? No, non credo visto che sta con un altro, perché dovrebbe cercarmi. Merda, ancora Elena. Le ho detto chiaramente di lasciarmi stare, ma non la smette di mandarmi messaggi che io puntualmente ignoro, come non rispondo alle sue chiamate. Bussano alla porta dell'ufficio...è Andrea. "Signor Grey, c'è sua madre in linea" "Grazie Andrea, passamela" "Sì, subito signore." "Ciao mamma, come stai?" "Ciao tesoro, bene, tu come stai?" "Abbastanza bene" "Ti ho chiamato per dirti che Elliot è rientrato dal suo viaggio di lavoro, dopo essere stato alle Barbados con Kate. È tanto che non stiamo un po' tutti insieme, che ne dici se domani sera venissi qui a cena da noi, mi farebbe un immenso piacere." "Mamma no, non ho voglia di vedere gente soprattutto l'amica di Anastasia. Mi tempesterebbe di domande su di noi e non ho voglia di parlarne...lo capisci vero?" "Sì tesoro, lo capisco. Mi dispiace che ci stai ancora male. Non c'è nessun'altra possibilità per voi? Anche Elena è preoccupata per te. Ci siamo visti per un tè qualche pomeriggio fa e mi ha detto che non rispondi né ai suoi messaggi né alle sue chiamate." "Sono stato parecchio occupato e mi è passato di mente. Mamma scusami ma ho una riunione tra 5 minuti." "Sì, perdonami tesoro. Però promettimi che passerai a trovarci. Ho voglia di vederti anche solo per un saluto." "Sì Grace lo farò, te lo prometto. Ciao" "Bene, ciao tesoro mio. Ti voglio bene." "Ti voglio bene anch'io." Cazzo! Elena non impara mai. Prendo il telefono e la chiamo "Christian, final..." "Perché cazzo non ti fai gli affari tuoi Elena, smettila di parlare di me con mia madre CAPITO! Stai mettendo a dura prova la mia pazienza. Non voglio che parli di me con nessuno, come devo dirtelo." "Calmati Christian, ero solo preoccupata per te. Non rispondi ai miei messaggi e neanche alle mie chiamate, volevo solo sapere come stavi. Da quando quella ragazza ti ha lasciato, non sei più tu. Torna ad essere il PADRONE DEL TUO UNIVERSO. Non mi hai detto neanche il perché hai mandato via Abby. C'entra lei in tutto questo? Ci pensi ancora?" "Lascia fuori Anastasia da tutta questa storia. Non sono affari tuoi ti ho detto." "Va bene, va bene. Ascolta potrei avere un'altra ragazza sottomano." "Non sono interessato al momento. Mi farò vivo io, e smettila di tartassarmi di messaggi e chiamate INTESI?" Le chiudo bruscamente la chiamata senza darle la possibilità di replicare. È esasperante, non ne posso più della sua invadenza. "ANDREA" urlo da dentro il mio ufficio, non volevo essere brusco "Sì signor Grey" "Scusa se ho urlato, non volevo." "Non si preoccupi, signore" "Puoi vedere se Bastille ha un momento per me? E, ah! Senti se posso anticipare il mio appuntamento con il dottor Flynn per favore, grazie. E scusami ancora" "Certo, subito signore" Elena è capace di mandarmi fuori dai gangheri. Andrea è preziosa. Dopo un po', mi dice che Bastille può vedermi tra mezz'ora, Flynn invece che venerdì può vedermi già domani sera. La ringrazio immensamente per quello che fa, devo aumentarle lo stipendio. L'allenamento è stato intensivo ne avevo proprio bisogno per scaricare la rabbia. La riunione con il mio staff tecnico è stata proficua e soddisfacente. Mi piace come lavoriamo in sintonia troviamo sempre una soluzione ai problemi, le idee non ci mancano. Esco dall'ufficio e Taylor mi accompagna da Flynn "Ciao John" "Ciao Christian, accomodati pure. Dunque...intanto dimmi come stai? Non hai una bella cera, sicuro di star bene? "Non lo so John, non riesco a dimenticarla. Mi è entrata nell'anima, era la Luce che teneva a bada la mia Tenebra, mi sento perso, la mia vita non ha più senso senza di lei." "Hai provato a ricontattarla, a parlarci?" "Sta frequentando un'altra persona, questo mi manda in bestia. Saperla tra le braccia di un altro mi fa stare sul baratro. Che devo fare! Ci si mette anche Elena ad assillarmi con le chiamate e i messaggi, affinché conosca un'altra possibile sottomessa, ma io non voglio nessuno che non sia la mia Anastasia...voglio solo lei John." "Ascolta Christian. Mi hai appena detto che sta con un altro, credo che a questo punto non ci siano speranze per voi. Dovresti seguire il consiglio di Elena e andare avanti con la tua vita. Non è semplice lo so, ma devi farlo. Pensa a quello che hai costruito, pensa al tuo lavoro, fai un viaggio, allontanati per un po' da Seattle, non potrà che farti bene." "Mi sento annientato. La mia vita si è fermata dal momento in cui lei ne è uscita definitivamente, vivo solo del suo ricordo, i miei demoni si sono impadroniti delle mie notti senza lasciarmi tregua. Tutte le mie certezze sono andate via con lei." "Non puoi andare avanti così Christian, te ne rendi conto? Ti stai autodistruggendo." "Sì, lo so. Non voglio dare un dolore così grande a Grace principalmente, non dopo tutto quello che ha fatto per me, per avermi salvato. Cosa ne sarebbe di tutti quelli che contano su di me. Devi aiutarmi, non so come, ma fallo ti prego...aiutami." "Non preoccuparti troveremo una soluzione...c'è sempre una soluzione, ricordalo. Ci dobbiamo vedere più spesso. Non voglio perderti d'occhio. Sei più fragile di quando ti ho conosciuto." "Va bene John. Grazie." "Bentornato signor Grey" "Grazie Gail, buonasera." La cena sarà servita tra 20 minuti, va bene?" "Non ho molta fame, ma sì, grazie." "Signore mi perdoni, deve nutrirsi, non sta bene. Cosa posso fare per farla stare meglio." "Non c'è niente che lei possa fare. Chi potrebbe farlo non è più con me. Vado a fare una doccia. Grazie." "Mio Dio Jason, è tremendo vederlo in quello stato. Non puoi in qualche modo contattare la signorina Steele e dirle come sta! Io credo che se lo sapesse correrebbe qui da lui." "Non posso farlo Gail. La signorina Steele sta con un'altra persona e poi, il signor Grey si arrabbierebbe moltissimo se sapesse che l'ho contattata per dirglielo. Non credo voglia la sua pietà." "Allora cosa possiamo fare?" "Nulla temo, dobbiamo solo aspettare che il tempo faccia il suo lavoro." Oggi il mio capo mi ha fatto i complimenti per il lavoro svolto. Sono contenta, spero mi rinnovino il contratto dopo quello da stagista. Ho visto parecchio fermento tra gli impiegati chissà che succede. Sono stanca ho bisogno di riposare. Per fortuna Kate è tornata, ha fatto qualche colloquio e in questi giorni ha da fare, ma verrà a trovarmi e starà un po' con me, non sa ancora che io e Christian abbiamo rotto. Devo prendere una decisione per quanto riguarda George, ci ho provato ma non ce la faccio, l'unica persona con cui voglio stare è Christian ma non posso tornare da lui. Invece che assopirsi, dopo tutto questo tempo, sembra che il mio sentimento per lui cresca sempre di più. Kate, ho bisogno di parlare con te. NO, ANASTASIA NOOOOO! Mi sveglio nel cuore della notte in preda agli incubi, stavolta non c'era la prostituta drogata stesa su quel tappeto appiccicoso ma c'era la mia Anastasia, fredda come il marmo, ho fatto di tutto per svegliarla ma non sono riuscito a farlo, intorno loschi individui ridevano. La mia bellissima Anastasia cosa ti è successo?! Chiamo Taylor risponde al secondo squillo "Tutto bene signore?" "Perdonami Taylor, domani potresti accertarti se la signorina Steele sta bene?" "Certo signore, non ne dubiti." "Grazie Taylor buonanotte, e scusa se ti ho svegliato." "Non si preoccupi signore, sono qui se ha bisogno. Buonanotte." Devo sapere se sta bene...Anastasia, la mia Anastasia. Sono seduto al bancone della cucina, mentre la signora Jones mi sta preparando la colazione, non sa piu cosa mettermi nel piatto. "Signor Grey, mi permetta di prepararle qualcosa per pranzo da portare in ufficio. Deve pur mangiare qualcosa" "La ringrazio Gail, non è necessario" Mentre finisco di malavoglia un toast, il mio BlackBerry si mette a vibrare. Lo prendo dalla tasca della mia giacca, è mio fratello Elliot "Ciao Elliot" "Ciao Fenomeno come butta? Mamma mi ha accennato che tu e Anastasia avete rotto, se vuoi parlarne oggi sarei libero a pranzo." "Elliot, non sono in vena di vedere nessuno...magari un'altra volta" "Christian...se hai bisogno di qualunque cosa, puoi contare su di me." "Grazie Elliot...credimi, non sarei una compagnia giusta in questo momento" "Va bene fratello. A presto allora." "Sì Elliot, grazie e a presto." Riaggancio, non mi va che Elliot mi veda in questo stato, soprattutto perché non sa tenere la bocca chiusa con quella "simpaticona" della sua fidanzata, la giornalista in erba Kate Kavanagh...cosa mai ci avrà trovato in lei? Continuo a chiedermi come può essere amica della mia Anastasia. Il pensiero che quel cazzone di George Maxwell, mette le mani addosso ad Ana, mi fa scoppiare il cervello. Sapere che può godere del suo corpo, ascoltare i suoi gemiti di piacere, mi fa perdere il lume della ragione. Grey, accetta la realtà non è più tua! "Taylor possiamo andare" dico mentre mi dirigo nell'atrio, rivolgo un cenno di saluto alla signora Jones, che contraccambia con un sorriso. Sono in macchina, mentre ci avviamo alla GEH, mi chiama Ros, con tono euforico mi annuncia che uno degli affari a cui lavoriamo da un po', sull'acquisizione di nuovi cantieri di Taiwan, sta prendendo il verso giusto...gli asiatici hanno accettato le nostre proposte. Ma io non sono dell'umore giusto per partecipare all'entusiasmo "Christian? Mi stai ascoltando.?" chiede "Sì Ros, ho sentito...mi aggiornerai dei dettagli quando arrivo in ufficio" dico secco e riaggancio. Dopo la lunga giornata di lavoro, tra le riunioni con Ros e lo staff tecnico, mi dirigo fuori dall'edificio dove Taylor mi sta già aspettando per portarmi a casa. Salgo in macchina e dopo aver preso il suo posto al volante, Taylor mi guarda dallo specchietto retrovisore. "Ho quell'informazione che mi ha chiesto stanotte signore." Drizzo le orecchie. "Mi sono appostato all'ora di pranzo, nei pressi dell'ufficio della signorina Steele, accertandomi di non essere visto e sperando di avere fortuna...l'ho vista signore." "Dimmi tutto Taylor, come l'hai vista! Come sta?" "Se devo essere sincero signore, l'ho trovata dimagrita, il viso triste, ma tutto sommato bene." Cazzo, sei dimagrita Anastasia, non mangi mai abbastanza. Il viso triste? Perché? Se sei innamorata dovresti essere solare come una giornata d'estate. Cosa succede tra te e quel George. Non ti rende felice Anastasia? Non voglio pensare che sia ancora io la causa di tutto il tuo malessere. Non puoi pensare ancora a me." "Taylor..." "Sì signore" "Sai per caso se sta ancora con quel Maxwell?" "Sì, signore mi dispiace." "Ok! Grazie Taylor" "Dovere signore" Se vengo a sapere che soffri per colpa sua gliela farò pagare...lo spedirò dall'altra parte del mondo, quanto è vero che mi chiamo Christian Grey.

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Capitolo 7
*** cap.7 ***


LA MIA VITA SENZA DI TE Capitolo 7 Ho chiamato George, gli ho dato appuntamento dopo il lavoro per andare a prendere qualcosa alla caffetteria. Non posso andare avanti con lui, è un bravo ragazzo ma non provo niente nei suoi confronti tranne che amicizia, non c'è chimica tra noi, almeno io non la percepisco. Non è come tra me e Christian, con lui l'ho sentita all'istante, al primo sguardo, non mi sarei mai concessa totalmente se non fosse stato così, come non era successo con tanti altri ragazzi che ci avevano provato, come anche con George...Christian era quell'attrazione speciale che aspettavo. Proverò ancora quella chimica con qualcun altro? Chissà, magari con il passare del tempo. Christian, quanto vorrei che tra noi non fosse finita, ma tu hai delle esigenze, dei bisogni che io non sarò mai e poi mai capace di darti. Devo dimenticarti lasciarti andare...sii felice amore mio. Inizia una nuova settimana. Per tenere la mente occupata, a parte allenarmi in palestra, mi sono portato avanti con il lavoro. Stavo pensando se sia il caso o no di dare retta a Flynn e chiamare Elena per trovarmi un'altra possibile Sottomessa. Se non voglio impazzire devo tentare...sono parecchio titubante. Ci provo, la chiamo. "Christian, ciao. Come stai caro?" "Ciao Elena, bene grazie. Ho deciso di avere un'altra Sottomessa, hai qualcuna da propormi?" "Finalmente ti sei deciso? Così mi piaci." "Hai qualcuna da propormi oppure no!" "Christian! Non sei mai stato così brusco con me, si può sapere che ti ho fatto?" "Lascia perdere Elena, fai finta che non ti abbia chiamato" "Aspet..." Le sbatto per l'ennesima volta il telefono in faccia Non la reggo più con i suoi giochetti mi manda fuori dai gangheri. Squilla il telefono...è lei. "PRONTO!" "Christian sei intrattabile da quando hai conosciuto quella donna, posso sapere cosa ti ho fatto per essere trattata in questo modo, eh?" "Il tuo sarcasmo mi dà sui nervi, la devi smettere va bene? E finiscila di dare la colpa per ogni cosa che riguarda me ad Anastasia, non tollero più queste tue insinuazioni." "Puoi dire ciò che vuoi ma è così, sono sincera. Non ti riconosco più. Tu non sei così, non con me almeno." "Dobbiamo continuare o vuoi che richiudo la chiamata? A te la scelta!" "Ok! Ho capito! Non parlerò più di lei, va bene così?" "Sarà meglio Elena" "Quindi sei interessato a conoscere una possibile Sottomessa?" "Sì!" "Bene, perché ne ho proprio una che fa al caso tuo. Te la porto nel tuo appartamento stasera, va bene?" "Non stasera, facciamo venerdì dopo il lavoro, e ti ho già detto che a casa mia non ci voglio più nessuna." "Ok, allora facciamo al mio pied-a-terre? Dimmi a che ora e l'accompagno." "Va bene per le 20" "D'accordo allora. Venerdì alle 20." Mi dà qualche fugace informazione su questa ragazza, poi taglio corto e chiudo la chiamata. "Se è tutto io dovrei andare. Ciao Elena a venerdì." "Va bene Christian, a venerdì. Ciao." A Taylor lo dirò quando verrà a prendermi per portarmi a casa. Spero di non pentirmi d'averla chiamata per conoscere questa ragazza. Mi ha detto che si chiama Shirley Davis, ha 25 anni ed è di Delridge, uno dei sobborghi di Seattle. Ha da poco un lavoro stabile come responsabile di un grande magazzino. Welch, mi informerà come sempre di ogni dettaglio della sua vita. Trovo già George che mi aspetta seduto al tavolo della caffetteria ad un isolato dall'ufficio, io mi sono dovuta trattenere un momento per finire la relazione sul monascritto che sto esaminando. Quando arrivo mi viene incontro, mi bacia su una guancia, sembra strano, ma non ci siamo mai dati un bacio in questo periodo che ci siamo frequentati...non ci sono riuscita a lasciarmi andare, ecco perché devo chiudere con lui. Mi guarda interrogativo, probabilmente dal mio sguardo ha capito qualcosa. Mi siedo al tavolo, ha già ordinato un tè per me e una birra per lui. Gioco con la tazza, sono nervosa, non so come iniziare il discorso...mi dispiace ma devo farlo. Faccio un sospiro, sto per dirglielo quando mi sento chiamare a gran voce "Ana! Ana, ma sei tu?" è Mia, la sorella di Christian, corre tra i tavoli verso di me e mi butta le braccia al collo. Mia è adorabile, le ho voluto bene dal primo momento, è un vulcano di simpatia. "Ciao Mia, che vi fai tu qui?" "Sto aspettando un'amica per andare a fare shopping in un negozio qui in zona, è in ritardo così invece che aspettarla fuori ho pensato di prendere un caffè." "Vieni accomodati con noi" Accidenti e adesso come lo presento George "Oh! Lui è George Maxwell." Mia sembra più imbarazzata di me, gli stringe la mano ma lo guarda torva "Ciao George." lo saluta a malapena poi si rivolge a me "Come stai Ana? Ti vedo dimagrita e il viso stanco." "No, sto bene Mia, grazie. Il lavoro mi assorbe parecchio, ma dimmi tu come stai? Ti trovo bene!" "Sto facendo uno stage di qualche settimana in un'azienda di catering, spero tanto che poi vada in porto con un contratto di lavoro. Mi piace l'ambiente, posso fare un po' di esperienza in questo campo, e tra qualche anno magari avviare un'attività tutta mia." "Te lo auguro Mia, davvero." "Grazie, Ana." Vorrei chiederle di Christian, sapere come sta ma, non mi sembra il caso, ad un tratto Mia si rivolge direttamente a George. "Ti dispiace se te la rubo un attimo?" George fa un sorriso e Mia mi prende per mano e ci allontaniamo, cosa vorrà dirmi? Come se mi avesse letto nel pensiero mi parla di Christian "Ana, so dalla mamma che Christian non è più lui da quando vi siete lasciati. Noi non lo vediamo da quando siete venuti a cena al mio rientro da Parigi, lo ha sentito per telefono...è parecchio abbattuto. Scusami se ti dico queste cose, non ho mai visto la mamma così preoccupata per mio fratello. Non è venuto neanche al ballo di beneficenza che mamma e papà organizzano tutti gli anni per l'associazione che hanno fondato dopo la sua adozione, sicuramente gli manchi Ana, e tanto. Sei stata la sua prima ragazza e credo che la vostra separazione non l'abbia presa bene. Forse non dovevo dirti nulla. Tu stai con un'altra persona e non è giusto che ti turbi in questo modo. Magari se gli facessi solo una telefonata potrebbe aiutarlo, non so." "È complicato Mia, tengo anch'io a lui ma non credo sia una buona idea chiamarlo, se non sta bene per via della nostra separazione, se lo chiamassi potrebbe nutrire false speranze." Mi guarda come a supplicare, gli vuole bene, come tutti del resto, solo Christian non vede quanto tutti tengono a lui e quanto amore lo circonda. Le squilla il cellulare, risponde "Perdonami Ana, ma devo lasciarti, la mia amica è arrivata." "Certo Mia, mi ha fatto piacere rivederti." "Ha fatto tantissimo piacere anche a me, perdonami per averti parlato di Christian." "A dire il vero volevo chiederti anch'io come sta, non mi sembrava giusto nei confronti di George, ma mi devi promettere una cosa" "Dimmi!" "Promettimi di non dire a Christian che abbiamo parlato di lui, ok? Potrebbe rimanerci male o addirittura arrabbiarsi. Sai com'è fatto quando si parla della sua vita privata." "Va bene, come vuoi." "Promettimelo Mia, ti prego!" "Ok Ana, te lo prometto. Non dirò nulla a Christian. Ti devo lasciare, spero di rivederti presto." "Lo spero anch'io Mia...e salutami tanto tua madre." "Solo lei?" "Mia!!!" "Va bene, ok, ho capito!" Mi abbraccia forte, fa un cenno di saluto con la mano a George ed esce dalla caffetteria. Sento una fitta dolorosa al petto...Christian sta male, vorrei tanto parlargli, vederlo, ma non posso farlo non sono ciò di cui lui ha bisogno...il tempo lo aiuterà. Torno al tavolo da George e mi chiede chi era, che cosa aveva da dirmi in privato. Anche se questo suo interrogatorio è parecchio irritante, gli dico che era la sorella di un mio amico...non posso dirgli che è la sorella del mio ex. Mento dicendogli che il fratello sta male per via della storia finita con la sua ragazza storica, se potevo andarlo a trovare insieme a lei per fargli un po' di compagnia e tirargli un po' su il morale. Lui non sa niente di Christian e me. Poi mi chiede perché gli avevo dato appuntamento. Già, mi era passato di mente dopo l'arrivo di Mia e della nostra chiacchierata. Prendo il coraggio a quattro mani e gli dico che non possiamo continuare a vederci, che io ci ho provato a lasciarmi andare, ma provo solo un sentimento di amicizia nei suoi confronti e nient'altro...mi dispiace. Sembra che avesse capito che lui per me non era altro che un amico. Bene sono più in pace con me stessa per quanto riguarda lui, un po' meno per Christian. Che ti sta succedendo amore mio...reagisci ti prego. Basto io a soffrire per entrambi, vai avanti con la tua vita. Stasera incontrerò Shirley, ha già avuto esperienze come Sottomessa, quindi non devo aggiungere niente; conosce già tutto ciò che si pretende dal suo ruolo. Elena, le ha già fornito l'accordo di riservatezza e anche il contratto. Non è poi così attraente, forse sono io che nella mia testa non riesco a trovare qualcuna che eguagli la bellezza innocente acqua e sapone di Ana, ma forse è meglio così. E' alta, troppo magra, con un caschetto di capelli mossi che arrivano alle spalle, occhi scuri. È molto loquace...la scruto silenzioso, i pensieri che mi frullano in testa, sono immancabilmente da un'altra parte, a quello "stronzo" di George Maxwell che in questo momento potrebbe godere e far godere la mia Ana. Lo ucciderei con le mie mani quel cazzone, se solo mi capitasse a tiro. Elena se n'è andata, accompagnerò io Shirley dove vive. Facciamo un po' di conversazione...veramente è solo lei a parlare, io mi limito ad ascoltarla e ad annuire...mi racconta delle sue esperienze. È entrata in questo mondo con il suo primo ragazzo che, aveva iniziato a fare pratica come Dominatore in uno dei locali di Seattle. Non è necessario che le dia le direttive per l'anticoncezionale e per le analisi che pretendo dalla mia ginecologa, si è premunita di farlo Elena. Il fine settimana è trascorso lento e monotono. Sono tornato a lavoro e la mia giornata si alterna nel grigiore che mi assale, sono perso, un'anima in pena...sono ricaduto nel buio dopo aver trovato la luce...la vedo la mia luce, Ana, raggiante come un limpido raggio di sole che brilla. La ritrovo in quei ritratti che tornato dall'ufficio fisso in continuazione, mentre mi abbandono sulla sedia nello studio del mio appartamento. Tento di leggere le ultime proposte dei nuovi contratti che mi ha inviato Ros per email. Lavorare mi aiuta a mantenere il controllo e a non pensare. Da quando ho rivisto Mia le mie notti sono insonni, sto male, piango tutte le mie lacrime abbracciando l'unica cosa che mi ricorda un momento felice con Christian, il palloncino a forma di elicottero che mi ha regalato quando io e Kate ci siamo trasferite qui a Seattle. In uno dei miei romanzi preferiti di Hardy, ho conservato qualche rosa e il bigliettino scritto a mano da lui che mi ha fatto recapitare, come augurio, per il mio primo giorno di lavoro presso la SIP. Che devo fare, sono demoralizzata, uscirò da tutto questo dolore? Riuscirò a rifarmi una vita tranquilla dopo di lui? Dio Christian quanto mi manchi? Sono seduto al bancone della cucina, cercando di mangiare qualcosa, ho un nodo alla gola che non mi permette di ingerire niente. Questo dolore mi strazia, alzo gli occhi sentendo tossire Taylor... "Signor Grey, Elliot sta salendo" "Che diavolo vuole mio fratello" Cazzo! Ci mancava anche lui, non ho voglia delle sue battutine Non faccio in tempo a terminare il pensiero che l'ascensore si apre e mio fratello avanza nell'atrio. "Ciao Elliot che ci fai qui?" "Ciao asso, mamma e papà sono molto preoccupati, ero in zona e mi sono permesso di venire a vedere come stavi?" "Come vedi sto bene Elliot." "Dal tuo aspetto non si direbbe, non ti ho mai visto in questo stato Christian...anche Mia è in pensiero...come lo sono io del resto." "Elliot davvero, non c'è niente di cui stare in apprensione. Mi dispiace che anche mamma e papà stiano in pena per me." "Christian, tra te e Ana è finita da un po' e mi dispiace...hmmmm...non so se devo dirtelo fratello...forse è meglio di no." "Cosa vorresti dirmi Elliot?" "Non so se faccio bene, ma Mia ha incontrato Ana qualche giorno fa per caso...era con un ragazzo." "Non mi dici niente che non sappia già Elliot...e ora se vuoi scusarmi, sono stanco e avrei bisogno di riposare" "Va bene me ne vado. Ah Christian..." "Dimmi, che c'è ancora!" "Se vuoi parlare o altro io ci sono, ricordalo." "Grazie Elliot" Prima di uscire cerca di abbracciarmi ma, io allungo le braccia e gli stringo i bicipiti così non gli do modo di avvicinarsi più di tanto. Poi si dirige verso l'ascensore e se ne va. Rimango nel salone, guardo il pianoforte, da quando Ana è andata via non l'ho più toccato. Neanche la musica, che è sempre stata il mio rifugio, potrebbe calmare questa mia inquietudine. Senza quasi più forze mi trascino in camera mia...quanto deve far male ancora. Avrei voglia di farla finita, ma non posso darle questo dolore, si sentirebbe in colpa, non voglio che soffra per il resto della sua vita per colpa mia...oh Ana! Non immaginavo nemmeno di riuscire a provare un sentimento così forte e intenso in vita mia...Dio quanto ti amo Anastasia, non ne hai idea. Eri tutto ciò di cui avevo bisogno, di te, del tuo amore, della tua anima che teneva a bada la mia tenebra e che rischiarava la mia anima nera. Avevi ragione quando con le lacrime agli occhi, nella Stanza dei giochi, mi hai chiamato "bastardo squilibrato". Perché dovresti continuare ad amare uno incasinato come me. Io ti porterò sempre con me amore mio. Potrò forse avere altre Sottomesse ma, non le amerò mai, solo te Ana, io amo solo te. Devo vedere Flynn...al più presto non posso aspettare altri quattro giorni, a costo di pagare la parcella doppia devo vederlo, e subito.

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Capitolo 8
*** cap.8 ***


LA MIA VITA SENZA DI TE Capitolo 8 Taylor, mi aspetta fuori dalla GEH, e mi accompagna al pied-a-terre. Le ombre della sera scendono silenziose, e gli ultimi raggi del tramonto illuminano un cielo fino a poco prima limpido e terso, così lucente che mi ricorda lo sguardo di Anastasia...quegli occhi blu e dolci che mi hanno incatenato a lei fin dal momento in cui è caduta nel mio ufficio, un dono unico, splendido...mi hai dimenticato Anastasia? Non voglio essere nei tuoi ricordi, ma nei tuoi pensieri. Non mi va di tornare a quello che ero, a quel diabolico individuo che non merita la tua considerazione...mi sto facendo del male lo so, ma devo continuare ad andare avanti. Il portico del pied-a-terre è illuminato, Shirley è di sicuro arrivata. Entro, la trovo seduta sul divano che occupa in tutta la sua larghezza il salone. Ha un abito succinto e attillato, che mette in mostra le sue forme, mi saluta con un abbozzo di sorriso pronta a soddisfare ogni mio desiderio. Ha preparato già la cena ed ha apparecchiato. Cucina discretamente, ho mangiato cose ben peggiori, non posso pretendere che tutte sappiano come preparare un buon pasto. La maggior parte del tempo lo passiamo in silenzio, lei prova ad intavolare un discorso ma io non ho voglia di parlare, non so cosa dirle, ho mille pensieri che sono lontani anni luce da questo posto. GREY, TORNA AD ESSERE PADRONE DI TE. Le uniche parole che riesco a far uscire dalla mie labbra, sono quelle di farsi trovare tra 10 minuti nella stanza dei giochi. Mi aspetta vicino alla porta nella tipica posizione della Sottomessa, le dico di restare in ginocchio sul pavimento di legno. Le lego le mani dietro la schiena e la bendo...mi tiro giù i jeans e i boxer, mi avvicino a lei con il mio sesso, che non ne vuole sapere di fare il suo dovere, la sua bocca me lo avvolge ma io non riesco a essere partecipe della situazione, penso ad Ana, che compie lo stesso gesto a quello che adesso è il "suo uomo" e che lui gode di lei. ERO IO IL SUO UOMO...CAZZO GREY, CHE HAI COMBINATO. Faccio alzare Shirley lasciandola ammanettata e bendata. La faccio chinare ai piedi del letto, il mio alter ego sta risalendo in superficie dopo mesi di silenzio. Bentornato amico, rieccoti finalmente...adesso ci divertiamo io e te, si torna ad essere nuovamente vivi. Penetro Shirley e lei geme, geme forte, chiede di più, ecco cosa significa avere una Sottomessa! Avere il controllo, sapere cosa ci si aspetta da te. Non le avevo dato il permesso di parlare e lei invece ha chiesto di più. Devo pensare ad una adeguata punizione...questo è quello che sono. Dopo averla slegata e sbendata, la lascio andare nella sua camera e io vado nella mia. 《Dove sono? Chi è quella donna girata di spalle? La raggiungo, la faccio girare verso di me, tiene gli occhi bassi, le prendo il mento e le faccio alzare il viso costringendola a guardarmi...ANASTASIA! Ha gli occhi rossi di pianto, è magra...troppo, si allontana da me. L'afferro per un braccio ma mi lancia uno sguardo torvo. Perché, perché mi odi? No, non odiarmi Anastasia ti prego. Io TI AMO. La stringo in un abbraccio, ho il tempo di sentire il suo dolce profumo ma, svanisce in una nuvola di fumo. No Anastasia, non andartene, resta con me.》 Mi sveglio di soprassalto, sono tutto sudato. È stato un brutto sogno...Ana, la mia Ana. Mi alzo dal letto, vado in cucina a bere e poi mi dirigo in bagno. Metto la testa sotto l'acqua fredda, devo tornare in me. Il sogno ha scosso i miei nervi, sento che sto totalmente perdendo la ragione e il controllo, la Tenebra oscura sta riemergendo. La rabbia cieca, prende sempre più impeto e con essa il desiderio di punire Shirley. GREY, NON PUOI CAMBIARE LA TUA NATURA! VEDI COME TI HA RIDOTTO L'AMORE Mi dirigo nel corridoio verso la sua camera, è ancora notte fonda, busso e senza dire una parola indico la porta di fronte...la Stanza dei giochi. Non riesco a tenere a bada l'altro me che riemerge senza freni. Le dico di stendersi sul letto e dopo averle legato le mani alla spalliera le intimo di voltarsi, ho in mano il flagello, colpisco più e più volte senza mai fermarmi. Si dimena, vedo comparire delle lunghe striature rosse, ma sono fuori controllo e continuo inesorabile a colpire sempre più forte, all'ennesimo colpo usa la safeword quasi urlando "ROSSO, ROSSO, ROSSO." A quella parola torno in me, mi fermo all'istante, la slego, ha il volto rigato di lacrime. Non è la prima volta che una Sottomessa piange dopo una punizione, lascia in me un senso di frustrazione. La congedo dopo averle asciugato le lacrime, dicendole che passerò da lei tra un po', voglio accertarmi che stia bene, le porterò un antidolorifico e una crema per lenire i segni sul suo corpo. Entro in camera di Shirley, le consegno l'antidolorifico, non mi parla, è sconvolta, alla mia domanda "Stai bene?" mormora sommessamente alcune parole incomprensibili, una sorta di muto lamento. Mi dispiace un po', non voglio farmi coinvolgere dalle lacrime, solo quando sono immerso nella solitudine della mia stanza mi lascio totalmente andare. Mi accasciò sul letto inerme, rivedo gli occhi arrossati di Ana, il suo sguardo carico di rabbia. "GREY, COSA VOLEVI DIMOSTRARE? DOPO CHE LE AVEVI PROMESSO CHE NON LE AVRESTI MAI FATTO NULLA CHE NON RIUSCIVA A TOLLERARE" sibila l'altro me Guarda come ti sei ridotto, stupido cazzone, avresti dovuto lasciarla andare fin dall'inizio. Questi pensieri mi logorano e mi frullano come un mantra nella mente Grey, ti sei innamorato, non pensavi lo avresti mai fatto e invece... 《Tutto intorno a me è buio. Vedo solo una fioca luce che cerco di raggiungere...non ci riesco. Mi sento stanco, ad ogni passo sembra che alle mie gambe ci siano dei pesi attaccati che m'impediscono di camminare. Con molta fatica finalmente riesco a raggiungere la luce. Ha le sembianze di una donna. Allungo una mano per toccarla, sento come un calore, tiepido, piacevole, rassicurante. Cerco di focalizzare il suo volto, voglio vedere bene chi è...si avvicina a malapena. Ora la vedo chiaramente...è Ana, la mia Ana. Sono felice, raggiante. È lei la mia Luce. Alla sua vista la mia Tenebra esce fuori, la sovrasta, la soffoca, l'ha spenta. È accasciata a terra, non si muove, la stringo tra le braccia. Avvicino la mia bocca alla sua per darle aria con il mio respiro...è fredda. NOOOOOO!!! MALEDETTA TENEBRA, L'HAI UCCISA. NOOOOO!!! LA MIA ANASTASIA NOOOOO!!!》 Mi sveglio di colpo, un altro incubo su Ana. La luce dell'alba filtra dalla finestra, mi ritrovo seduto sulla sponda del letto con la testa tra le mani, sono svuotato. Mi trascino verso la doccia, senza fiato, la mia immagine si riflette per qualche istante nello specchio. GREY, GUARDATI SEI L'OMBRA DI TE STESSO!! Sento alcuni rumori, forse Shirley si è già alzata e sta preparando la colazione...sarà ancora arrabbiata con me? Devo rimediare e chiederle scusa, lei non ha colpa. Ha preparato le uova strapazzate e del bacon. A voce bassa mi chiede se voglio un caffè, e anche se sembra tranquilla è ancora scossa. "Sì, grazie Shirley. Fermati un attimo, siediti, ho bisogno di parlarti." Si siede sullo sgabello accanto al mio...le prendo una mano, tiene lo sguardo basso anche se le ho dato il permesso di guardarmi. "Ascolta, mi dispiace per stanotte mi sono lasciato prendere la mano, non volevo essere così violento." "Mi dispiace signore, mi scuso se non sono riuscita a compiacerla. Volevo resistere ma non ce l'ho fatta...mi perdoni." "Shirley, non devo perdonarti niente. Hai fatto bene a fermarmi. Non è colpa tua, intesi! Le safeword si usano per questo, non voglio farti male, non più di quello che riesci a sopportare...è colpa mia." "Grazie signore." "È tutto a posto. Posso avere il caffè adesso?" le dico abbozzando un sorriso che lei ricambia, poi finiamo la nostra colazione. Il resto del fine settimana trascorre normalmente, tra un po' di lavoro e la Stanza dei giochi. Non ci sono più stati incidenti, tutto è andato bene. Dopo il pranzo domenicale, congedo Shirley dandole appuntamento al prossimo venerdì. Taylor è venuto a prendermi e mi porta a casa. La signora Jones ha preparato il pollo con le verdure e me lo ha lasciato in frigo da scaldare al microonde...finalmente qualcosa di gustoso. Mentre mangio mi rivengono in mente gl'incubi delle ultime notti...mi sento distrutto.

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Capitolo 9
*** cap.9 ***


Ieri sera ho chiamato Kate per chiederle se ci vedevamo uno di questi giorni, con mia sorpresa la vedo già stasera. Mi è mancata in tutto questo periodo, ho dovuto affrontare tutto da sola, rientrare a casa senza qualcuno che ti aspetta e o con cui poter parlare è stato doloroso. Finisco in fretta il mio lavoro, non vedo l’ora di rivedere la mia amica. C’incontriamo al Bunker Club “Ana” “Kate” “Oh mio Dio Ana che cos’hai? Come stai? Non sembri più tu! Amica mia, dimmi tutto! È per via di Christian? Giuro che se è colpa sua vado da lui e…” “Kate…” “Ana che c’è? Dimmelo!!!” “Io e Christian…” “Tu e Christian? Ana per l’amor del cielo, vuoi parlare?” “Non stiamo più insieme da dopo che sei partita.” “COSA? Da così tanto? Perché? Che è successo? Ana, devo tirarti le parole di bocca con le pinze? Che ti ha fatto?” “È complicato. Non poteva durare, siamo di due mondi opposti. Ho provato anche a frequentare un’altra persona per un po’ ma, non ci sono riuscita, non ho provato neanche un minimo di attrazione verso di lui. Non ci siamo neanche mai baciati...l’ho lasciato qualche giorno fa. Non c’era chimica, niente di paragonabile a quello che legava me e Christian. Io lo amo ancora così tanto. Mi ero illusa che il tempo me lo avrebbe fatto dimenticare, e invece, sono sempre lì a piangere tutte le mie lacrime, non so che fare. Sto così male. Aiutami tu ti prego!” “Hai provato a parlargli? A cercare di appianare?” “No Kate, non posso...non voglio.” “Tranquilla, ci penso io a te da adesso in avanti.” “Mi devi promettere che non dirai niente di tutto questo ad Elliot. Non dovrà sapere che sto da sola e che sto soffrendo per Christian...promettimelo Kate! Se dovesse chiederti qualcosa digli che sto con George, ok?” “Ok! Tutto per la mia meravigliosa amica. Ti voglio bene Ana. Perdonami se non ci sono stata in questo periodo, potevi dirmelo per telefono, sarei venuta prima da te e invece hai dovuto affrontare tutto da sola.” “Non volevo rovinare il tuo stato di relax post vacanza e rubare tempo a te ed Elliot, farti correre da me per i miei problemi sentimentali e poi non voglio far sapere tramite lui a Christian come sto.” “Elliot dopo che siamo rientrati dalle Barbados è stato fuori per lavoro, è rientrato solo una settimana fa ed io ne ho approfittato per trascorrere qualche tempo in più con i miei e nel frattempo fare qualche colloquio di lavoro. A proposito sarà qui a momenti, gli avevo detto di raggiungerci per un drink. Se vuoi gli dico di non venire e che lo raggiungo io.” “Non ti dispiace farlo?” “Certo che no! Tutto per la mia migliore amica.” “Non fa in tempo a prendere il telefono che Elliot è già alle mie spalle. “Ehilà bellezze! Che fate qui tutte sole?” “Elliot, sei in anticipo! Stavo per chiamarti e dirti che ti raggiungevo io.” “A quanto vedo ho fatto bene a venire prima. Non si lasciano incustodite due meraviglie come voi. Ana come stai?” “Elliot è un piacere rivederti. Sto bene, voi due state benissimo...siete super abbronzati.” “Tu invece sei pallida, che ti succede?!” “In questo ultimo periodo il lavoro è stato un po’ frenetico e pesante. Sono solo stanca, niente di grave.” “Ho saputo di te e Christian...mi dispiace tanto Ana. Eravate bellissimi insieme. Non avevo mai visto mio fratello così felice come quando stavate insieme.” Abbozzo un mezzo sorriso “Ragazzi perdonatemi, ma avevo promesso a George che sarei passata da lui dopo aver visto te Kate.” dico mentendo per uscire da questa situazione a dir poco imbarazzante. “Tranquilla Ana, spero di conoscere anche lui prima o poi.” Per fortuna Kate mi regge il gioco. “Certamente, vediamo di organizzare, ok? È stato un piacere rivederti Elliot. A presto.” Stringo a me Kate con la promessa di rivederci presto e sussurrando la ringrazio per avermi sostenuta, abbraccio anche Elliot e mi avvio verso l’uscita del locale. Sfinita mi dirigo verso casa, sto male, sto veramente male. “Kate, ma hai visto in che stato è Ana?” “A cosa ti riferisci? È più magra ma, oltre a questo non ho notato niente di diverso in lei.” “L’altra sera sono passato da Christian perché mamma era preoccupata, non sta bene neanche lui. Io credo stiano soffrendo entrambi per la loro separazione.” “Ma che dici! Ana è solo stanca e poi sta con George ed è felice! Mi ha detto che è molto premuroso che la ama e lei ama lui.” “Sarà come dici, ma quei due non me la raccontano giusta.” “Smettila! Dai andiamo.” Oh Ana, amica mia. Ha ragione Elliot, tu e Christian siete fatti per stare insieme, ti ho promesso che non gli dirò niente e lo farò. Anche stanotte ho avuto un incubo, sono distrutto, mi sento lacerato, spezzato, questi brutti sogni inclinano totalmente la mia facoltà di avere il controllo. Sono perso, ormai in preda alle tenebre che mi risucchiano nel loro vortice, sempre, di continuo. La luce che è la mia salvezza, si disperde nell’oscurità. Avevo trovato il mio luogo felice, la mia Anastasia, bella e luminosa come un cielo d’estate. La signora Jones, mi saluta abbozzando un sorriso, mentre mi serve una tazza di caffè fumante, non sono dell’umore adatto neanche per contraccambiare un semplice saluto. Arrivato alla GEH, salgo al mio piano, mi accorgo che Andrea non è ad accogliermi come sempre dalla sua postazione. Scorgo Olivia che esce dal mio ufficio e alla mia vista, come ogni giorno, mi viene incontro con quel sorrisetto da oca...non la reggo, men che meno oggi che non è proprio giornata!!! “Dov’è Andrea?” le chiedo brusco “Buongiorno signor Grey, Andrea è andata da Ros.” “Bene Olivia...portami un caffè e mandami Andrea appena la vedi.” dico seccato sbattendo la porta. Mi seggo alla mia scrivania, inizio a guardare i contratti che di solito controllo prima della firma per verificare che tutto sia scritto correttamente, anche se sono sicuro che non ci siano inesattezze, il mio staff è scrupoloso. Leggo il primo e lo firmo, leggo il secondo e anche questo è a posto. Do una letta al terzo, quello che mi preme di più, visto che riguarda un progetto per le batterie ad energia solare. Forse mi è sfuggito qualcosa...lo rileggo. No, non è possibile! Mancano i fogli dei permessi acquisiti per la realizzazione. Non faccio in tempo ad alzare la cornetta del telefono interno per chiamare che sento bussare. “AVANTI!” sbraito convinto che sia quell’oca giuliva di nome Olivia...invece è Andrea con il caffè. “Buongiorno signor Grey. Mi perdoni se non ero al mio posto, ma ho portato…” non la faccio finire. “Non importa Andrea, so dov’eri. Grazie per il caffè. Prima che tu vada ho da dirti una cosa.” “Sì signore, mi dica…” “Voglio fuori dalla mia vista Olivia. Non voglio più vedere la sua faccia da queste parti. Spostala dove ti pare ma fuori dalla mia portata o non rispondo più di me.” “Mi scusi se glielo chiedo, posso sapere cos’è successo?” “Ha stampato lei i contratti che ho trovato stamattina sulla mia scrivania, lo so perché quando sono arrivato l’ho vista uscire da qui. Si è dimenticata di allegare i permessi per la realizzazione delle batterie ad energia solare, Se non avessi controllato sarebbe partito senza quei preziosi fogli.” “Rimedio subito signore.” “Andrea…” “Sì signore?” “LA VOGLIO FUORI DA QUI” “Signor Grey mi perdoni, sta pensando bene a ciò che fa? Sa chi è!” “Sì Andrea, lo so. Non m’importa. Non può lavorare in questo ufficio senza mettere testa al lavoro che deve svolgere e passarla liscia solo perché ha qualcuno d’importante alle spalle che la copre. Rimedierò io con il Senatore, credo sappia benissimo che tipo è sua nipote. Ma devi togliermela dai piedi...mi dà su nervi.” “Come vuole signore, mi dia il tempo di trovarle un’altra sistemazione e trovare una sostituta.” “Va bene. Grazie Andrea.” “Di nulla signor Grey. Con permesso.” Iniziare così la giornata non è il massimo. Sono stanco e frustrato, la notte dormo poco e male per giunta quel poco di sonno è popolato da incubi...ho un flashback di ciò che ho sognato stanotte ‟Sono bambino, la mamma è seduta sul divano lercio in quel tugurio dove vivevamo. La chiamo “Mamma, mamma”, ma non mi guarda,la scuoto ma continua a guardare un punto fisso davanti a lei. Vado a prendere le mie macchinine, mi trovo a guardarmi riflesso in un specchio sporco e mi vedo adulto, com’è possibile! Torno da lei ma al suo posto c’è la mia Anastasia, anche lei è sporca. Guarda fissa la parete di fronte. La chiamo “Ana, amore mio sono io, rispondimi! ANASTASIA!!!” Mi guarda, ha gli occhi rossi di pianto, li chiude e si accascia sul divano.”NO ANA, NON LASCIARMI, TI PREGO ANA RIMANI CON ME. ANASTASIAAAAA!!!” Mi riprendo, mi rendo conto di aver veramente gridato il suo nome e sento bussare alla porta del mio ufficio. “È tutto a posto signor Grey?” chiede con un’espressione preoccupata stampata sul viso Cazzo! Ho rivissuto l’incubo ad occhi aperti. “Sì Andrea è tutto a posto, mi chiami il dottor Flynn per favore? È urgente.” “Subito signore.” Tengo stretta la mia testa tra le mani...devo fare qualcosa o impazzirò Squilla il telefono...è Flynn “Christian, che succede?” “John non ce la faccio più! Ho appena rivissuto il mio ennesimo incubo ad occhi aperti, qui, in ufficio, pochi minuti fa.” “Christian vieni subito da me.” “Va bene John, dammi un attimo e arrivo.” “Ti aspetto.” Chiamo Taylor “Sì signor Grey?” “Devo andare immediatamente dal dottor Flynn.” “L’aspetto fuori signore.” “Grazie.” Chiamo Andrea e le dico di spostare tutti gli appuntamenti, di delegare a Ros quelli che non richiedono la mia presenza, che la chiamerò appena posso. In meno di 20 minuti sono nello studio di Flynn. “Mio Dio Christian! Non stai per niente bene. Ora fai quello che ti dico e senza obiezioni, ok?” “Farò tutto ciò che mi dirai o non vivrò a lungo John, me lo sento.” “Bene, però calmati adesso. Dunque, per prima cosa tu verrai in clinica con me. Fammi solo organizzare un attimo. Stenditi qui e prendi queste due compresse, ti aiuteranno a rilassarti solo un po’.” Faccio come mi dice, nel giro di mezz’ora sono in macchina con Taylor diretti alla clinica di Fermont. Il posto è circondato da un parco lussureggiante che dà tranquillità, lontanissimo dai rumori molesti della città. Entriamo e mi registra sotto falso nome, è un’idea di Flynn. Da questo momento in poi, fino a tutta la durata del mio soggiorno qui, sono Robert Wellington. Mi porta, accompagnato da Taylor, in un’ala riservata con pochissimo personale qualificato e fidato. Nel tragitto dalla reception al suo studio, mi dice che solo la capo infermiera Jill Coburn saprà chi sono veramente, per evitare che gli altri membri dello staff medico vengono a conoscenza di chi sono in realtà, scongiurando così che le mie condizioni finiscono tra le grinfie di qualche tabloid a caccia di scoop. Entriamo nel suo studio e mi dà delle istruzioni che poi riferirò a Taylor. “Dunque Christian...cioè Robert.” sorride “Sei in preda ad un forte esaurimento da stress. Devi raccontarmi tutto quello che è successo nel fine settimana.” Gli racconto di Shirley, di come mi sento tutto il giorno, degli incubi che ho durante la notte e di come scatto per un nonnulla anche in ufficio. Mi ascolta attentamente e poi sentenzia. “Come immaginavo tutto è correlato alla separazione da Anastasia. Il tuo senso di colpa per come vi siete separati, ha minato in maniera incisiva il tuo stato già fragile. Dimmi...se lei non fosse legata a qualcuno, avresti tentato una riappacificazione? Devi rispondermi sinceramente.” “Non saprei. Come ti ho detto, ci ho provato qualche giorno dopo, ma è stato il suo no definitivo che mi ha fatto precipitare nuovamente nel vortice della mia oscurità. Non voglio trascinarla con me, nella mia Tenebra. Io la amo John, non pensavo di poter provare un sentimento così forte per una donna, lei è la mia luce, non posso vivere senza di lei.” “Ok! Calmati adesso. Intanto inizierai anche una terapia farmacologica e poi valuteremo passo passo. Ti do il permesso di dirlo solo ad una ristretta cerchia di persone fidate del tuo staff, e alla tua famiglia, ok? Quindi scegli tu a chi far sapere dove sei e il perché se vuoi. Agli altri dì che ti sei preso una vacanza o che sei fuori per un periodo non meglio precisato per i tuoi affari. Il tuo telefono personale, per tutto il tempo che starai qui, rimarrà spento, ti darò un altro telefono per poter interagire con le persone che hai scelto e solo loro possono chiamarti, intesi? Potrai usare il laptop per il lavoro solo tra qualche giorno. Faccio entrare Taylor...io sono di là per dare disposizioni sul tuo soggiorno e assegnarti l’alloggio.” “Grazie John.” fa un sorriso, un accenno col capo ed esce. Parlo con Taylor e decido che lo sapranno solo Andrea, Ros per curare gli affari, Welch per la sicurezza e la signora Jones ovviamente, mentre della mia famiglia lo sapranno solo i miei genitori, Elliot con la promessa che non dovrà dirlo alla sua ragazza e lascio decidere Grace se dirlo o meno a Mia. Dovranno tenere tutto nel più stretto riserbo, i miei genitori so per certo che lo faranno. Dovrò chiamare Elena e dirle che starò fuori, non voglio che sappia cosa mi sta capitando, avvertirò Shirley che il contratto è sciolto. Flynn mi accompagna nel mio alloggio situato nell’ala Est, poco accessibile, tranne che al personale addetto e dove alloggiano pazienti “particolari”. Non avrò a che fare con gli altri ospiti della clinica, anche i pasti mi verranno serviti in camera. L’ambiente è abbastanza ampio ed oltre ad una camera da letto grande, dispongo di un salottino e di un bagno privato. Dalla finestra che si affaccia sulle colline posso vedere lo Space Needle, mi dice di sistemarmi e che tornerà più tardi. Do le ultime istruzioni a Taylor con la lista di ciò che mi potrà servire, anche se Gail ormai è abituata a prepararmi i bagagli e sa esattamente cosa mettere. Prima che Taylor vada via chiamo mia madre e le spiego tutto...piange, mi strazia il cuore, la tranquillizzo dicendole che la chiamerò spesso mettendola al corrente del mio stato. Oh Grace, mi dispiace davvero darti questa preoccupazione ma, dovevo farlo. Avviserà lei papà ed Elliot e se dovesse incontrare Elena di confermare che sono fuori per un giro d’affari all’estero. Faccio il resto delle telefonate concordate e poi consegno il telefono a Taylor che lo tenga spento nel cassetto della mia scrivania, mi farà recapitare il bagaglio nel pomeriggio. “È tutto signore?” “Per il momento sì Taylor, e grazie. Ci terremo in contatto.” “Mi raccomando signore si riguardi.” gli sorrido Sta per uscire dalla stanza quando lo fermo “Taylor, un’ultima cosa.” “Sì signore, mi dica.” “Potresti a vegliare tu su Anastasia, per me?” “Certo signore, non ne dubiti.” ha gli occhi lucidi, si congeda ed esce. Ora sono nuovamente solo con i miei pensieri

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