L'ultimo avatar

di KushinaKurosaki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Bloodbenders ***
Capitolo 3: *** La verità ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


La maestosa luna splendeva alta in cielo, i suoi raggi illuminavano il paesaggio circostante. Erano passati sette anni dalla fine della guerra dei Cent'anni, il mondo grazie all'ultimo dominatore dell'aria aveva trovato un nuovo equilibrio anche se la sua scomparsa prematura aveva generato non poco scompiglio.Il silenzio di quella notte era irreale, persino le civette avevano smesso di intonare il loro pianto. L’uomo dai lunghi capelli neri abbracciò a sé la ragazza minuta dai capelli castani mentre le asciugò una lacrima. « Andrà tutto bene, non preoccuparti. » cercò di rassicurarla il signore del Fuoco mentre i loro occhi si incrociarono.  « Mi sento così inutile, loro rischiano la vita ed io…io non riesco neanche a usare il  mio dominio. » singhiozzò la giovane. « Ti resta il tuo portentoso fulmine, no? » cercò di tirarle su il morale mentre la sua sorellina portò la mano sul suo torace, all'altezza dello stomaco. « Non ho alcuna intenzione di ricorrere al  dominio dei fulmini. » mormorò mogia. « È il tuo talento, perché non dovresti usarlo? Sono in pochi a poter creare un fulmine  e lo sai…» spiegò lui mentre alzò lo sguardo ambrato alla luna. « È la tua migliore allieva, di cosa ti preoccupi?  » chiese Azula cercando di sembrare sicura cambiando argomento mentre l’uomo fece scontrare le loro ambre. « Si hai ragione.» ammise lui per poi guardare la luna alta.  « Questa notte mi ricorda tanto la quiete prima della tempesta. » esclamò Azula guardando l'esercito pattugliare le strade del regno.  « Azuzu, ce la caveremo. » esclamò lui in un tono dolce. « Ma io sono debole e impotente…non posso nulla in questa condizione. » affermò affranta mentre Zuko provò a dirle qualcosa.

 

« A volte i deboli possono diventare più forti, a volte devi solo dargliene occasione. Lo hai detto tu stesso, non è vero Zuko?» ricordò l'uomo anziano sulla sessantina mentre Zuko sorrise. Quelle parole le aveva dette a suo padre, quando si era presentato al suo capezzale a chiedergli di lasciarsi alle spalle le debolezze,  e di lasciare che la quarantunesima divisione  di soldati morisse invano. Lui lo aveva bandito, imponendogli di portare il plotone per il quale aveva sacrificato tutto; era bello vederli  pattugliare le vie della città nell’uniforme di guardiani supremi. Erano gli unici in cui riponeva la massima fiducia. Quei soldati erano stati i primi ad accettarlo come sovrano, nonostante i suoi brutti e rozzi modi per i quali più volte in seguito si era scusato, non poteva dimenticare quanto accaduto quella notte. Era tornato sulla sua nave, stremato e ferito. Lo sguardo felice con cui suo zio aveva ricambiato il suo incredulo, aveva riempito il suo cuore di gioia. Aveva camminato sul sentiero formato dalla loro lealtà, dalla loro gratitudine e ancora oggi erano pronti a dare la propria vita per lui. « È ancora strano pensare che in questa guerra combatteremo tutti dalla stessa parte.  » ammise Azula mentre Ty Lee, rimasta nell'ombra uscì allo scoperto. « Sei tu ad essere dal lato giusto stavolta, comunque noi guerriere Kyoshi non abbiamo riscontrato nulla di anomalo. » confessò la giovane mentre Azula si voltò a guardarla. Si era struccata. Era stata una sorpresa sapere che lei si era unita alle guerriere Kyoshi, l'ultima volta che si erano viste era al funerale di Mai.

 

 

La speranza non è la convinzione che ciò che stiamo facendo avrà successo. La speranza è la certezza che ciò che stiamo facendo ha un significato.- Vaclav Havel  

 

Spero tanto che tu non ti sia sbagliato, amore mio. Tutto ciò che stiamo vivendo è il frutto di una realtà contorta che non dovrebbe esistere. E tu, piccola stella, dovrai affrontare ardue situazioni molto più grandi di te. Pensò la giovane donna dagli occhi color ghiaccio posando lo sguardo sulla bambina che dormiva. Non era stato facile dirle che lei era la speranza del mondo, a Izumi non era stato concesso vivere la sua infanzia. Il destino le aveva imposto una rapida crescita, era un portento con il dominio del fuoco e sicuramente non avrebbe avuto problemi con gli altri ma aveva poco tempo. Condurla nel passato, farla crescere come Avatar contemporaneamente ad Aang, era un grande rischio ma era l’unica soluzione affinchè potesse apprendere innanzitutto il dominio dell’aria e, poi gli altri, in totale sicurezza. « Shine, dove siamo?» chiese la bambina aprendo lentamente gli occhi mentre la giovane dai capelli ramati si guardò intorno. « Tempio dell’Aria del Sud, se ben ricordo. » affermò la ragazza mentre si guardava intorno. Era ancora destabilizzata dall’aver ceduto, seppur per poco tempo, il dominio del proprio corpo allo spirito ancestrale dello Spazio-Tempo. Era il più potente di tutti, e l’aveva scombussolata per bene. La sua testa girava, seppur riuscisse ancora a mettere un piede davanti all'altro, non sapeva per quanto tempo avrebbe retto tuttavia Izumi, era l'ultimo avatar. Se lei fosse morta, nessun dominatore dell’aria avrebbe potuto sostituirla.  

 

Zuko restò fermo a guardare la sua mano con uno sguardo sconsolato, era riuscito a mandare all’aria tutto ciò che aveva fatto. Era la prima volta che feriva qualcuno con il suo dominio e si sentiva morire, era perfettamente conscio del dolore che il fuoco causava. Era stato istintivo, e non importava quante scuse avrebbe profuso, lui non sarebbe stato perdonato facilmente e a maggior ragione ora che aveva ferito l’unica dalla sua parte. « Toph, sei tu?» domandò mentre scorse la slanciata figura di una ragazza dai capelli rossi,un colore molto strano in realtà. « Mi dispiace mio signore, il mio nome è Ako e non voglio farvi alcun male. » esclamò cercando di tranquillizzarlo. Sapeva bene che, sia Ozai che Azula, stavano cercando di sbarazzarsi di lui dato che era la vergogna della famiglia.  « Tu come sei giunta qui?  » esclamò guardingo Zuko mentre la ragazza continuò ad avvicinarsi con in braccio la bambina. Ora che lei si era allontanata dall’ombra degli alberi il principe poté guardare con minuzia la donna sui vent’anni dalla candida pelle perlacea. Ciò che lo colpì profondamente erano quei rari occhi ghiacciati che lo scrutavano come se si conoscessero da sempre. Una scarica elettrica gli attraversò la spina dorsale. Aveva un brutto presentimento e non poteva immaginare ciò che di lì a poco sarebbe avvenuto.


 

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Capitolo 2
*** Bloodbenders ***


« Lui non è cambiato! Non può cambiare! » esclamò seccata Katara mentre Toph li guardò in silenzio. « È stato un incidente! » esclamò ancora lei guardando i due fratelli mentre Aang sospirò. « Lui non può essere un insegnante! » dichiarò seccato Sokka mentre Katara sospirò indecisa. « In base a cosa state decidendo? » chiese ancora Toph chiudendo gli occhi. Alle volte non li comprendeva, era lei l’unica a guardare con chiarezza quella situazione? « Noi lo conosciamo… »
« Cosa sapete su di lui? » chiese allora la giovane ragazza mentre Katara abbassò lo sguardo. Lei effettivamente sapeva che lui aveva inseguito l’avatar in lungo e in largo, gli aveva complicato la vita però non riusciva a esprimersi. Lui aveva scelto di allearsi con Azula, adesso era tornato lì come se nulla fosse e si era preso gioco di lei. « Katara diglielo anche tu! » sbottò alla fine Sokka cercando di far ragionare Toph, che nonostante fosse stata ferita restava dalla parte del principe Zuko. La giovane ragazza della Tribù dell’acqua si allontanò da loro esausta, non voleva più sentire la discussione. Aveva in testa il suo sguardo, quello che non era riuscito a decifrare. Gli occhi ambrati si erano incupiti, la mano portata istintivamente alla cicatrice…gliel’avrebbe guarita se non fossero stati interrotti e a quel punto per Aang sarebbe stata la fine. « Cosa vuoi ancora da noi…» chiese rivolta alla luna piena che splendeva in cielo, consapevole che lei non avrebbe risposto.
 
« Sembri afflitta… » la sorprese una voce femminile di una giovane che non conosceva. « Ci conosciamo? » chiese la ragazza dai capelli castani. « No, non credo. Però mi sembravi un po’ triste e mi sono incuriosita. La luna stasera è bellissima, molto più di un cuore spezzato. » esclamò la donna nel tentativo di indurre la ragazza castana a parlare. Il passato era cambiato nel momento stesso in cui lei e la bambina avevano messo piede in quella linea spazio temporale. Era suo il compito quello di evitare un altro paradosso, i nodi cruciali dovevano restare intatti. « Non è questo! » esclamò lei con un tono decisamente frustrato. « Cosa ti turba? » domandò la ragazza mentre Katara si morse un labbro indecisa se fidarsi o meno. « Se una persona che in passato ti ha ferito tornasse da te, chiedendo di essere perdonato ma poi ferisse una persona a te cara cosa faresti? » chiese allora Katara guardando la giovane donna che non conosceva. « Ho capito, stiamo parlando di Zuko, vero? » chiese la ragazza con uno strano sorrise. « Come..ma tu… » la ragazza si allontanò con fare sospetto. « Non sono una nemica, ma comprendo le tue emozioni. La mia nazione ti ha strappato tutto, il principe vi ha fatto attraversare momenti difficili, ma chi più di te può comprendere ciò che lui ha nel cuore? » chiese la ragazza puntando i gelidi occhi sui suoi azzurri. « Per quale motivo io dovrei comprenderlo ? » chiese dubbiosa la ragazza dai capelli castani. « Zuko ha sofferto tanto. È stato esiliato dalla sua nazione, l’unico modo per tornare a casa era catturare l’avatar. Però lo ha capito, adesso finalmente può fare la cosa giusta. » iniziò lei tentando di farle comprendere la verità. « Tu…sembri conoscerlo molto bene. » ammise la ragazza mentre la donna sorrise. « Mi ha salvato la vita » spiegò lei con semplicità.
 
 
 « Papà! » Zuko sorrise accarezzando la testa della bambina che dormiva tranquilla sulle sue gambe. Era appena una bambina eppure aveva sofferto tanto, la giovane donna si era allontanata con l’intento di controllare se vi erano nemici. Non riusciva a credere che qualcuno volesse uccidere una bambina, soprattutto dato che era così piccola. Iniziò a guardarsi intorno con discrezione, avvertiva la sensazione di essere osservato. «È il nostro giorno fortunato! » la voce gracchiante di una donna lo fece preoccupare. Decisamente non era una persona che poteva definire amica. Dal suo sguardo erano evidenti le sue ostili intenzioni ma non poteva combatterla, altrimenti Izumi sarebbe stata in pericolo perché quella donna non era sola. La convinzione con cui osservava divertita la scena, non contemplava nei suoi piani il fallimento. Aveva la tipica espressione che si formava sul volto di Azula ogni qual volta lo deridesse. « Non ti sarà così facile avvicinarti a lei. » affermò senza esitazione stringendo a sé la bambina. 
 
 
« Dove stiamo andando? » chiese leggermente preoccupata Katara mentre davanti a sé vide il corpo di Zuko accasciato con una bambina fra le mani. « Un…blood bender? » sgranò gli occhi realizzando che il ragazzo fosse sotto l'effetto di quel dominio. « Fidati di me e corri verso di lui. » esclamò la ragazza mentre Katara annuì iniziando a correre. « Va via! » urlò il principe mentre la ragazza gli fu vicina ma prima che potesse fare qualcosa la terra li avvolse in una cupola. « Tu guarda, chi non muore si rivede. » esclamò divertita la donna dai capelli neri avanzando sicura. « Onestamente preferivo fossi morta, invece sei riuscita a seguirci nel passato. » constatò lei scagliandole contro delle rocce. La ragazza le schivò attaccando a sua volta con il dominio della terra ma la guerriera della nazione del fuoco riuscì a contrastare l'attacco con la sua forza fisica unita al dominio dell'aria. « Ti ucciderò mocciosa. » esclamò la donna irata per l'umiliante sconfitta avvenuta poco prima di balzare al suo inseguimento nel portale. « Non posso lasciarti vivere. » Hinaka sgranò gli occhi, c'era qualcosa di diverso nel suo tono.
Tremò. La situazione era cambiata, si era fatta catturare dai pilastri di terra come una principiante. Lei che aveva combattuto molte battaglie era in ginocchio dinanzi a quella ragazza che aveva la metà dei suoi anni. Era frustrante, perdere la vita senza essere riuscita neanche a neutralizzarla. « Tu non sai nulla della guerra, sei solo una mocciosa. » Era stata la guerra dei cent'anni a strappare via da quel mondo i suoi affetti più cari, nessuno la comprendeva. In quei maledetti dirigibili, il giorno in cui la guerra finì, suo marito e suo figlio avevano perso la vita. Al mondo non c'era giustizia. « Una mocciosa? Si, forse sono giovane ma anche io porto su di me le pesanti cicatrici della guerra. Tu non sei l'unica a soffrire, tutti abbiamo perso qualcosa ma rifiutare la pace e la tranquillità…voi avete scatenato una nuova guerra e le quattro nazioni ora che hanno saldi legami si sono unite per fronteggiare. Non vincerete.» esclamò toccando con il pollice la sua fronte e facendole perdere i sensi. Cercò di comprendere dove fosse il dominatore del sangue attraverso il suolo, proprio come Toph le aveva insegnato ma fu inutile. 

 

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Capitolo 3
*** La verità ***


« Vorrei delle spiegazioni…» chiese Katara confusa cercando di comprendere da dove fosse saltata fuori la barriera di  terra. « Lunga storia. » ammise la bambina stringendosi all'uomo dai capelli neri. « Avatar, questa non la passerai liscia.» Sibilò la ragazza guardando con astio la giovane dai capelli rossi. «Certo, potete provarci. Io vi abbatterò costi quel che costi.» affermò decisa puntando il pollice contro sé stessa. « Non importa se puoi viaggiare nel tempo, ti uccideremo. » sbottò lei mentre la donna si avvicinò, nei suoi occhi vi era la luce dello stato di avatar. « Tranquilla ti rispedisco a casa, peccato che non potrai più usare il tuo dominio. Saresti stata un'ottima combattente. » la ragazza venne completamente assorbita da una coltre di fumo. « Ako! » la voce preoccupata del suo insegnante giunse alle sue orecchie ovattata e distante. Katara  inorridì vedendo i rivoli di sangue colare dalla sua bocca, le ginocchia cedettero facendola ritrovare a terra. « Grazie » Mormorò la ragazza guardando l'uomo che l'aveva presa in braccio, ancora una volta. Si sentiva così bene fra quelle braccia, che alle volte era difficile non provare invidia per la giovane della tribù dell'acqua. « Posso curarla. »


«Katara! » la chiamò Sokka a gran voce, quella notte non era tornata a dormire e perciò iniziava a preoccuparsi. Anche perché con Zuko nei paraggi temevano l'attacco della Nazione del Fuoco. « Katara!» chiamò a gran voce Aang, Toph sospirò usando il suo dominio l'avrebbe sicuramente trovata in un battibaleno.   « L’ho trovata, sta bene…è con Zuk..» quel nome bastò affinché Sokka la prendesse per il colletto ed iniziasse a scuoterla per farsi dire dove fosse sua sorella.

 

« Izumi, cosa intendeva quella donna? » chiese Zuko guardando la bambina mentre la voce urlante di un ragazzo la fece spaventare. Corse a nascondersi dietro le spalle del dominatore del fuoco, Katara sorrise. Quella bambina le ricordava lei quando si nascondeva dietro la gonna di sua madre perché aveva paura di qualcosa. « È Aang, tranquilla è l'attuale avatar. » Spiegò Katara mentre continuava a curare la ragazza che era decisamente messa in pessime  Seduta accanto a lei, Izumi guardava la giovane usare il suo dominio dell'acqua con maestria, manipolando con delicatezza il liquido per guarire. La sua espressione era concentrata, gli occhi fissi sul suo corpo mentre le sue mani muovevano l'acqua con precisione. Il calore dell'acqua curativa emanava un senso rassicurante, avvolgendola in un abbraccio lenitivo. Katara, con la sua esperienza di guaritrice e la sua natura compassionevole, trasmetteva calma e fiducia alla giovane paziente. Non c'era fretta nelle sue azioni; ogni gesto era deliberato e intenzionale, finalizzato ad alleviare il dolore e favorire la guarigione. Zuko, osservando Katara in quel momento, non poteva fare a meno di ammirare la sua gentilezza. In quei gesti di cura, vedeva riflessa la forza interiore di Katara e il suo desiderio innato di aiutare gli altri. Era una visione toccante, che lo faceva riflettere sul potere del bending e sulle persone straordinarie che aveva incontrato nel suo viaggio. Soprattutto per quanto riguardava suo zio, un uomo saggio di cui solo ora aveva compreso il valore.

 

Correva a perdifiato guardandosi intorno, il sentiero tortuoso era totalmente ricoperto dalla fitta nebbia. Le nodose radici degli alberi le rendevano impraticabile la strada e nel profondo di quel mondo, che aveva già visto il giorno in cui aveva annunciato il vaticinio, qualcuno invocava il suo nome. « Kali? » domandò inchinandosi allo spirito che,  sotto forma di tartaruga le si era presentato. «Mia cara, il futuro sta cambiando. Gli esiti della guerra sono ora  incerti, la vostra venuta nel passato avrebbe dovuto lasciare inalterati gli eventi ma…il generale Iroh ora è in pericolo. » affermò lo spirito svanendo.  La ragazza si svegliò di scatto passandosi una mano fra i capelli. Respirava a fatica e questo preoccupò e non poco il ragazzo dai capelli corvini che stava in disparte rispetto alla cerchia di persone radunate attorno al fuoco. «Zuko, tuo zio è in pericolo.» affermò con una serietà unica.

 

 « Che ti ha detto Kali? » chiese Izumi alzandosi  mentre l'avatar Aang sgranò gli occhi. «Kali? » Lo conosceva, era  lo spirito del tempo ma non comprendeva come potevano sapere il suo nome. « Stanno cercando di modificare il futuro, ma non credo Aang sia in pericolo. » sospirò la ragazza dai rossi capelli guardando la precedente incarnazione di Raava. « Anche lui è un avatar!» precisò la bambina. « Si, ma il suo compito è porre fine a questa guerra. Ai blood benders dobbiamo pensare noi, Izumi.» affermò la giovane guardando la piccola ed accarezzando la sua testa. « Io non sono in grado….io» iniziò la bambina spaventata indietreggiando dietro la figura del principe.

« Izumi, a tutto ciò penseremo dopo. Ma se il generale Iroh e il Loto Bianco crollano, allora la guerra avrà esiti incerti.» sospirò la ragazza mentre guardò il fischietto che aveva in borsa. «Avatar Aang, vi spiego tutto dopo le chiedo di prestarci il suo amico Appa.» Contrariamente a quanto Katara credesse, il ragazzo acconsentì e la giovane iniziò a suonare il richiamo. « Per questo Zia Katara te l'ha dato.»

Mormorò esterrefatta Izumi mentre la ragazza sorrise, come sorprendersi? Da quando Aang era passato a miglior vita, Katara era stata aiutata dai membri della tribù del Sud che continuavano a darle una mano dato il suo gran da fare. «Avatar Aang, le presento la principessa della nazione del fuoco,  Izumi l'ultima speranza del nostro mondo.» affermò la ragazza mentre Sokka diede il comando ad Appa di volare diretti verso Ba Sing Sé. «Non è possibile…io sono un dominatore dell'aria e lei…» « Io non sono in grado di entrare nello stato di avatar, la connessione con l'avatar dell'acqua Korra uccisa a soli tre anni e l'avatar Liu morto ad un anno, è troppo potente. L'ultima volta ho quasi ucciso qualcuno. » esclamò la bambina mentre Aang impallidì. « Ako, ma tu puoi usare i quattro elementi.»

Domandò timidamente il principe del paese del fuoco accarezzando la bambina. « Ho giurato ai precedenti avatar di proteggere Izumi, perciò gli spiriti mi hanno concesso i loro poteri. » spiegò guardando di sottecchi l'uomo che in futuro sarebbe diventato il padre di Izumi. Zuko aveva compreso che fosse sua figlia, ed era certo lo avessero fatto anche gli altri.













 

 


 

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