Una storia complicata

di Sarahjanecovey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi ***
Capitolo 2: *** Imbarazzo ***
Capitolo 3: *** Tradimenti ***
Capitolo 4: *** Che ti succede, Vegeta? ***
Capitolo 5: *** La proposta ***
Capitolo 6: *** Qualcosa è andato storto ***
Capitolo 7: *** Il Super Sayan ***
Capitolo 8: *** La decisione ***
Capitolo 9: *** Perdono ***
Capitolo 10: *** Vendetta ***
Capitolo 11: *** Rivelazioni ***
Capitolo 12: *** L'arrivo dei Cyborg ***
Capitolo 13: *** Tregua ***
Capitolo 14: *** L'intervento di Goku ***
Capitolo 15: *** Tua per sempre ***
Capitolo 16: *** Sotto un cielo di stelle ***



Capitolo 1
*** Ricordi ***


Era una bella mattina di Maggio e la nostra eroina stava seduta sotto un albero di ciliegio in fiore. Mentre leggeva il suo romanzo preferito, Bulma, non si accorgeva del tempo che passava. "Ah, che bella giornata! Caspita, il sole è abbastanza forte. Avrei dovuto mettere la crema solare. Beh, non importa, tra poco tornerò a casa." "Ehi, mamma!" Bulma udì una vocina arrivare dietro le sue spalle. Era sua figlia, Bra. "Dimmi tesoro." "Che stai facendo?" La piccola aveva quasi nove anni ed era la sua esatta copia. "Sto leggendo un libro, siediti qui accanto a me." La invitó Bulma. La bambina si sedette al suo fianco. "Raccontami come vi siete innamorati tu e il papà." Disse improvvisamente Bra. "Oh, tesoro, lo ricordo come se fosse successo ieri. All'inizio non è stato semplice, sai? Lui è un uomo molto orgoglioso e ha dovuto combattere con se stesso prima di accettare che provasse qualcosa per me." Bulma con la mente iniziò allora a ripercorrere un periodo della sua vita di tanti anni prima. Raccontando alla piccola ogni cosa. "Dunque, da dove posso cominciare..vediamo.." La bella ragazza dai capelli turchini iniziò a pensare al passato. Tutto ebbe inizio in una giornata simile, era Maggio anche allora e si prospettava un bel pomeriggio in compagnia del suo ragazzo di un tempo, Yamcha. "Cosa ti va di fare stasera?" Le chiese Yamcha, mentre entrambe erano sdraiati su delle sdraio a prendere il sole. "Mi piacerebbe andare al cinema, tu che dici?" "Per me si può fare. Che film avevi in mente?" "Potremmo vedere quel film romantico con un bel lieto fine, che dici?" Rispose Bulma con gli occhi a cuoricino. "La solita romantica. Nah, non fanno per me questo tipo di film, sono più un tipo da azione io!" D'un tratto sentirono un boato provenire dal retro della casa e si precipitarono a vedere cosa fosse accaduto. "Che sta succedendo?" Chiese Yamcha, allarmato. Videro molto fumo e non appena la polvere e il fumo si propagarono, videro una navicella. "No, non è possibile!" Disse Yamcha . Il portellone si aprì e dalla navicella uscì una persona che conoscevano bene. "Ve Vegeta!?" Disse Bulma, sorpresa quanto Yamcha di vederlo. "Dov'è Kaaroth? È tornato sulla terra?" Chiese il principe dei Sayan. "Che ci fai tu qui? Non sei gradito!" Disse allora Yamcha, furioso. "Qui le domande le faccio io, sporco terrestre." Rispose Vegeta e li guardó con disprezzo. "Come? Pensavo lo avessi già trovato!" Disse Yamcha. Il giovane fece un salto e atterrò sul prato, guardandosi attorno. Fu allora che a Bulma venne in mente un idea malsana. "Ehi, tu. Perché non ti fermi qui ad aspettarlo? Ti ospito a casa mia se vuoi " Disse la ragazza. "Ma Bulma! Sei impazzita per caso? Vuoi dare asilo politico ad un assassino? Ti sei dimenticata che è stato lui a farmi fuori?" Chiese Yamcha, prendendosela con la ragazza. "Lo so, Yamcha. Non me lo sono dimenticata, ma Vegeta non ha un posto dove andare, sarebbe costretto a vagare sulla terra per chissà quanto tempo!" "Beh, è un porblema suo, per quanto mi riguarda " Vegeta nel frattempo, aveva sentito tutto e si mise a pensare alla proposta di Bulma. "In fin dei conti cos'ho da perderci? Se mi stabilissi qui potrei continuare ad allenarmi. In fondo, suo padre è una specie di genio in grado di creare un sacco di cose. Cose che potrebbero tornarmi utili come una stanza gravitazionale. D'accordo, accetto." Pensò tra sé e poi disse: "D'accordo, donna. Accetto la tua proposta. Sia chiaro però, che non voglio nessuno tra i piedi." Disse. "Ma come si permette?" Si infuriò Yamcha. "Su, su Yamcha. Lascialo perdere." Disse Bulma al compagno e poi pensò tra sé: "Spero di aver fatto bene." La ragazza non sapeva che da lì in poi la sua vita sarebbe cambiata.

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Capitolo 2
*** Imbarazzo ***


"vieni, ti mostro la casa." Disse Bulma al Sayan che senza dire nulla la seguí, sotto gli occhi esterrefatti di Yamcha. "Qui c'è la tua stanza. Non è molto grande ma è confortevole e di lí c'è il bagno, caso mai volessi farti una doccia." Vegeta entrò in bagno e aprí il rubinetto della doccia, nel mentre Yamcha era entrato in casa. "Credo siano arrivati i tuoi genitori. Io devo andare ora, ma ci vediamo stasera, ok?" Disse a Bulma "Come? Di già? Sapevo che sarebbero stati fuori ancora per un po' e ora che faccio?" Disse la ragazza, pensando al fatto che aveva appena dato ospitalità ad un potenziale assassino. Yamcha nel frattempo se ne era andato. "Bulma? Tesoro? Siamo tornati!" Disse la signora Brief entrando in casa. "Oh, e adesso? Che faccio? Non posso dirgli come se niente fosse che Vegeta è tornato." Senza pensarci due volte entrò in bagno anche lei, proprio mentre Vegeta era già sotto la doccia. Tra loro c'era solo una tenda a separarli e si sentiva il rumore dell'acqua scrosciare. "Tesoro? Sei qui dentro?" Chiese la signora Brief mettendo una mano sulla maniglia della porta. "Ehm, si! Sto facendo una doccia!" Rispose Bulma e in un attimo si precipitò nella doccia assieme al Sayan che giratosi per il rumore si stupí di vederla, tra l'altro con ancora indosso i vestiti. "Ma cosa?" Disse Vegeta, ma Bulma prontamente gli mise una mano sulla bocca e gli fece cenno di tacere. La signora Brief entrò in bagno e disse. "Tesoro, c'è per caso qualche novità?" "No, no, nessuna!" "Capisco, allora me ne vado in cucina a preparare qualcosa di buono, magari un budino! Che ne dici?" Le chiese. "Si, si, va benissimo!" "Molto bene, ci vediamo dopo tesoro." E se ne andò. Non appena si chiuse la porta Vegeta sbottò. "Che diavolo ti è saltato in mente?" "Ecco, ehm...mi dispiace, i miei non sanno che sei arrivato, non se ne sono ancora accorti e devo prepararli all' idea che tu sei qui." Poi, in un attimo, Bulma si ricordò di essere nella doccia assieme a lui, completamente vestita e con le scarpe bagnate, mentre lui stava di fronte a lei senza vestiti. Divenne rossa come un peperone al pensiero e si coprí gli occhi istintivamente con una mano e uscí dalla doccia in un attimo. Vegeta nel frattempo si era coperto con la tendina. "Esci subito di qui!" Le urlò con rabbia. "Si, si, va bene, vado!" Disse Bulma e uscí di scatto dal bagno. "Tesoro ti sei già vestita? E come mai hai le scarpe bagnate?" Chiese suo padre appena la vide. "Ehm... è una lunga storia, papà." "A proposito, ho notato una navicella nel nostro giardino. Vegeta è tornato, vero?" Chiese il signor Brief. "Ehm, stavo giusto venendo a dirvelo, si, è tornato, ma non preoccupatevi, il suo obiettivo è solo Goku, non credo ci farà del male!" "Ho capito, vado ad avvisare Bunny, allora. Quel giovane sarà affamato." E detto ciò, il padre si diresse verso la cucina. "Però, l'ha presa bene!" Pensò Bulma tra sé. Venne la sera e Bulma stava per mettersi a dormire, ma prima, si accorse che non aveva ancora fumato una sigaretta. "Poco male, la fumerò adesso." Disse tra sé. Uscí sulla terrazza prendendo il pacchetto di sigarette e dopo averla accesa si accorse di non essere la sola ad essere fuori. Vegeta stava nell'altro terrazzo e stava guardando il cielo. "Dove sei Kaaroth? Ti ho cercato ovunque ma è come se ti fossi volatilizzato." Pensò tra sé il Sayan. "Oh, ciao, Vegeta, non ti avevo visto." Esordí Bulma. Il ragazzo non rispose. "Ti chiedo ancora scusa per oggi, non so cosa mi sia saltato in mente in realtà." Continuò Bulma. Il Sayan ad un certo punto si mise a fissarla, con quegli occhi neri così profondi ma con lo sguardo minaccioso che lo contraddistingueva. Bulma arrossí e non capiva il perché. "Perché mi sta fissando? Cosa diavolo gli passerà per la testa?" Pensò la ragazza. "Stai alla larga da me, donna!" Disse con fare minaccioso Vegeta. Detto ciò giró sui tacchi e se ne andò. Bulma rimase in silenzio e d'un tratto si mise a pensare a quello che era successo nel pomeriggio. "Certo che ha proprio un bel fisico, d'altronde si allena tutti i giorni. E poi, che sguardo, quegli occhi non mi hanno fatto paura, anzi...inizio a pensare che sia affascinante." Subito dopo aver pensato queste cose scosse la testa. "Ma che mi passa per il cervello? Quello se volesse potrebbe farmi fuori in ogni momento! Eppure .." continuò a pensare. "Eppure anche oggi avrebbe potuto farlo, ma non lo ha fatto." Nel frattempo Vegeta nella sua stanza era in preda ad un altro tipo di pensieri. "Quella terrestre mi farà impazzire. Ma che le sarà saltato in mente oggi? C'è da dire comunque che in un primo momento non mi è dispiaciuto che fosse entrata nella doccia, certo sarebbe stato meglio se non avesse avuto indosso i vestiti.." subito dopo aver pensato queste cose anche lui scosse la testa. "Ma che mi salta in mente? Devo essere pazzo a pensare una cosa del genere, o probabilmente sono solo stanco." Il ragazzo, dopo essersi sdraiato sul suo letto si addormentò all' istante. Il giorno dopo, tutti si erano recati in un punto preciso poiché avevano avvertito un aura purtroppo familiare. Come tutti temevano, Freezer era tornato, ma al tempo stesso era stato sconfitto, insieme a suo padre, da un misterioso ragazzo con i capelli lilla. Poco dopo era arrivato Goku ed era atterrato nel punto preciso in cui il ragazzo dai capelli lilla aveva detto. Il giovane parlò con Goku degli avvenimenti che sarebbero accaduti fra tre anni e tutti decisero di mettersi al lavoro. Vegeta, che non era ancora riuscito a trasformarsi, voleva a tutti i costi raggiungere il suo obiettivo e quando tornarono alle rispettive case, il Sayan si mise subito di impegno. "Che strano, quel ragazzo aveva qualcosa di familiare." Pensò tra sé, mentre si allenava nella Gravity room. Nel frattempo, qualcuno lo spiava. "Certo che è proprio cocciuto. Vuole a tutti i costi superare Goku." Pensò Bulma, mentre lo guardava dall'oblò della capsula in cui si stava allenando. "Ehi, che fai?" Chiese Yamcha, che nel frattempo era arrivato. "Ehm, niente...ma tu piuttosto, non dovresti essere ad allenarti?" Chiese Bulma. "Oggi volevo prendermi un giorno di riposo, perché non ci spostiamo altrove?" Si sdraiarono su un prato, non molto lontano da casa. Parlarono dei cyborg e di quanto si dovessero allenare per impedire i loro piani, poi Bulma chiuse gli occhi, per rilassarsi. Ad un certo punto si sentì osservata da Yamcha. "Che c'è, Yamcha? Qualcosa non va?" "S-stavo pensando che probabilmente noi dovremmo sbrigarci.." "Sbrigarci a fare cosa?" "B-beh ecco io...pensavo..a mettere su famiglia. Insomma, stiamo insieme da molto tempo e pensavo che.." Bulma si allarmò all'istante. "Ma che cosa dici?" "Sì, insomma, non ti andrebbe di fare insieme un bel bambino?" Detto ciò, Yamcha si avvicinò a lei e le mise una mano sul seno. "Yamcha, cosa stai facendo?" "Dai, non ci vede nessuno!" Rispose e con un balzo si mise sopra di lei. In un primo momento decise di lasciarsi andare, ma successe qualcosa di inaspettato. Mentre il ragazzo le baciava avidamente il collo, la ragazza chiuse gli occhi per godersi il momento, ma quando lui tornò a guardarla in viso, lei al posto di vedere Yamcha vide un'altra persona. Riconobbe il suo ghigno malefico e per un attimo si immaginò che fosse proprio il Sayan a baciarla in quel modo. Nel suo corpo iniziarono a scorrere brividi lungo la schiena e il cuore iniziò a batterle forte. "Che mi sta succedendo?" Pensò. E di nuovo, il volto di Vegeta la fissava, con un sorriso a mezza bocca e quegli occhi neri penetranti. Bulma si ridestò e disse: "basta, ti prego!" Si spostò di lato rimase a fissare il vuoto con incredulità. "Ma che cosa mi salta in mente? Sono forse impazzita?" Si domandò e lasciò Yamcha confuso accanto a lei. "Credevo lo volessi anche tu.." disse il ragazzo. "Io ...devo andare!" Disse Bulma e così fece. Si alzò e se ne andò. Distesa sul suo letto, si mise a pensare a ciò che era appena successo. Voleva davvero un bambino? Era pronta a una cosa del genere? E poi, ecco che quegli occhi neri penetranti le tornarono alla mente e le venne un idea. Si slacciò i pantaloncini, si mise una mano nelle mutandine e chiuse gli occhi. Pensò al suo fisico scultoreo, a quelle mani che avrebbero potuto sgretolarla in un attimo se solo avesse voluto, ma che si posarono su di lei per tenerla ferma. Pensò a lui mentre le percorreva con la lingua l'incavo del collo, le spalle, spingendosi sempre più in giù. I brividi si fecero sempre più potenti e quando arrivò all'apice gemette e subito dopo, con molta calma estrasse la mano. "Vegeta, perché mi fai questo effetto?" Pensò. "Non dovrà mai saperlo nessuno." Detto ciò, si girò su un fianco e si mise a dormire.

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Capitolo 3
*** Tradimenti ***


Il giorno dopo Bulma si alzò e si vestí. Scese in cucina e vide che non c'era nessuno a parte sua madre che lavava i piatti. "Buongiorno, mamma." Disse "Buongiorno tesoro, dormito bene?" Chiese la madre, ma Bulma sembrava assorta nei suoi pensieri. "Chissà dov'è Vegeta, forse si sta già allenando." Pensò. Nel mentre guardava fuori dalla finestra. "Bulma, ci sei?" Chiese allora la madre, che nel mentre le aveva fatto un'altra domanda. "Ehm, come? Hai detto qualcosa?" "Si, ti ho chiesto se vuoi il caffè. Ti vedo distratta, tesoro. Non starai forse pensando a quel bel Sayan, vero?" Chiese maliziosa la madre, centrando il punto. "Ma figurati, mamma. Non sto affatto pensando a quello scimmione." "Peccato, è così affascinante. Fossi in te gli avrei già chiesto di uscire." Concluse così Bunny. Più tardi Bulma decise che si sarebbe dedicata del tempo andando in centro a fare un giro per negozi e così fece. Parcheggiò l'auto e si avviò per le vie del centro. Dopo aver fatto shopping, decise di andare al suo bar preferito a prendere un caffè, ma una volta arrivata di fronte alla vetrina del bar, vide qualcosa che non si sarebbe aspettata di vedere. Qualcosa che la turberà per il resto della giornata, forse anche di più. Vide Yamcha, il suo Yamcha, con un'altra donna. Stavano seduti uno di fronte all' altro e si tenevano per mano. Bastò quel dettaglio a fare affiorare in lei diversi stati d'animo, primo fra tutti la rabbia, poi subentrò la tristezza e infine, la disperazione. Non poteva ovviamente sentire cosa si stessero dicendo, ma già se lo immaginava. "Sei tutto per me", "sei unica", "sono così fortunato ad averti". Tutte cose che aveva detto a lei non molto tempo prima e che ora, forse, stava dicendo a lei. Decise che non avrebbe fatto lí una scenata, no, lo avrebbe affrontato non appena si sarebbero visti. Il suo cuore si spezzò in mille pezzi e si accorse che le lacrime le stavano rigando le guance. Con il morale a pezzi si avviò verso la macchina, dove si appoggiò con la fronte al volante e pianse. Pianse fino a farsi rossa in viso, poi si mise in moto e tornò a casa. Più tardi nel pomeriggio, come previsto, Yamcha andò a casa della ragazza e lei non lo fece nemmeno entrare in casa. Lo affrontò in giardino. "Come hai potuto farmi questo?? Come hai potuto?" Urlò Bulma, in preda alla rabbia e alle lacrime. "Ma Bulma, tu non capisci! Io quella la conosco appena! Non stavamo facendo nulla di male!" "Ah no?? Ne sei proprio convinto? Allora spiegami cosa ci facevi con lei e per giunta le tenevi la mano!" "È solo un'amica!" Nel frattempo Vegeta, spazientito per le urla che si potevano udire anche dalla Gravity room uscì fuori e urlò a sua volta "Ehi, la volete smettere? Quí c'è gente che si vuole allenare!" "Fatti gli affari tuoi, tu!" Rispose Yamcha con rabbia. "Non mentirmi, Yamcha. Tu mi hai tradito!" Sbraitò Bulma, nel mentre il Sayan decise di assistere alla scena. "No, te lo giuro!" Disse Yamcha, ma in tutta risposta si beccò uno schiaffo in piena faccia. Assistendo a quella scena il Sayan fece un sorriso a mezza bocca, divertito e Yamcha se ne accorse. "Che hai da sorridere tu? Si può sapere?" Chiese allora Yamcha. "Mi diverte qualsiasi scena di violenza, se proprio vuoi saperlo." Vegeta restò ad assistere all' intera scena, Bulma sbraitava e Yamcha cercava di giustificarsi. "Devo ammettere che quella donna ne ha di carattere." Pensò Vegeta tra sé. Il litigio si concluse con Bulma che diceva a Yamcha di andarsene e lui con la coda tra le gambe se ne andò. Quella sera Bulma non dormí, ma pianse ancora. "Come ha potuto farlo? Yamcha io ti odio...ti odio!!" Pensò, stesa sul letto aggrappandosi al cuscino con tutte le forze che aveva. Nel frattempo però, non si era accorta che qualcuno era nascosto dietro la porta ad ascoltare. "Guarda quante lagne per un buono a nulla. Come fa una come lei a starci così male per uno così, proprio non me lo spiego." Pensò tra sé Vegeta. La ragazza per un momento si calmò e udí un rumore di passi appena fuori la porta. "Chi c'è?" Chiese. "Dannazione mi ha sentito! Ora mi toccherà entrare." Pensò Vegeta, arrabbiato con sé stesso. Entrò nella stanza e intravide Bulma sdraiata sul letto, dato che la luce era spenta i due giovani erano rischiarati solo dalla luce della luna. "Non riesco a dormire con i tuoi piagnistei." Disse lui, infastidito. "Ah, sei tu Vegeta, scusami se ti tengo sveglio, non riesco a smettere di piangere." "Si può sapere che ti prende? Oggi gli hai dato il benservito e ora ti metti a piangere per lui!" La rimproverò il Sayan. "Ma..ma io.." "Stai sprecando il tuo tempo, piangere per un buono a nulla come quello è da sciocchi! Lui non ti merita e lo sai anche tu." Bulma rimase immobile a udire quelle parole. Davvero le aveva sentite? Da lui? "Vegeta tu..stai dicendo che.." "Che quello non vale niente, è soltanto un miserabile e tu lo sai bene! Allora perché non reagisci, dannazione?" Possibile che si stesse davvero prendendo a cuore la situazione? "Oh, Vegeta.." pensò Bulma, meravigliata. Non credeva che il Sayan potesse provare emozioni, anzi, pensava che niente potesse toccarlo. "Non farti illusioni, lo dico solo perché altrimenti non riuscirei a dormire. Faresti meglio a farlo anche tu." Detto ciò, uscì dalla porta e si diresse in camera sua. Il solito Vegeta. Figurarsi se non ci fosse stato di mezzo un altro motivo, magari più profondo. Eppure, pensò Bulma, perché preoccuparsi così tanto per quanto successo? In fondo Vegeta aveva davvero un cuore? Da lì in poi, i rapporti con il Sayan sarebbero cambiati, lui sarebbe cambiato, in un modo che lei non poteva nemmeno lontanamente immaginare.

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Capitolo 4
*** Che ti succede, Vegeta? ***


Era tardi e Bulma stava ancora cercando di riparare i robottini messi fuori uso da Vegeta e nel frattempo non smetteva di pensare. "Perché mi avrà detto quelle cose? Non credo che lo abbia fatto solo perché lo stavo disturbando, dev'esserci di più." Pensò. "Però è anche vero che non si è smentito e ha concluso il discorso con una delle sue solite frasi arroganti." Guardò l'orologio, erano quasi le due del mattino. "Cavoli, non ho ancora terminato ed è già così tardi, credo che mi farò una tazza di caffè, stanotte la passerò qui." Detto ciò, si alzò e andò verso la cucina. Mentre si preparava il caffè vide qualcosa che la fece sobbalzare. In penombra una figura si ergeva di fianco alla porta d'ingresso intenta a guardare fuori, era Vegeta. "Vegeta, non pensavo fossi ancora sveglio, stai bene?" Chiese allora Bulma, ma il ragazzo non rispose. "Senti, volevo ringraziarti per quello che mi hai detto ieri sera." "Guarda che non l'ho detto per farti un piacere..." Si fermò di colpo dal continuare. In cuore suo sapeva di avere ragione, il Sayan sapeva che lei, Bulma Brief in realtà meritava di più di quello sciocco terrestre ed era sul punto di ribadirglielo ma si fermò appena in tempo. "Che mi sta succedendo?" Pensò, "Mi sono rammollito tutto d'un tratto?" Anche in quell' occasione i due si trovavano al buio, illuminati solo dalla luce chiara della luna. "Vegeta, secondo me...anche tu sei molto di più di quello che vuoi fare sembrare!" Disse Bulma, buttando fuori le parole tutte d'un fiato. "Anche tu hai un cuore, in fondo. Non negarlo!" Riprese. "Ha! Io un cuore, ma sentitela, questa sì che è bella! I Sayan non provano niente, né la pietà, né alcun tipo di sentimenti, mettitelo bene in testa Bulma!" Detto ciò se ne andò. Aveva capito bene? L'aveva chiamata per nome? Beh era già qualcosa, una gran cosa! Bulma si ritrovò ad esultare per quel piccolo passo in avanti fatto dal Sayan. Nonostante quella scorza durissima alla fine sapeva di avere ragione e lo avrebbe dimostrato. Passò un mese e una sera Bulma era di nuovo alle prese con l'aggiustamento dei robot, ma quella volta decise che non avrebbe passato tutta la notte a farli funzionare, ci avrebbe pensato il giorno dopo e così fu. Vegeta tornò ad allenarsi come suo solito ma quel giorno sarebbe successa una cosa inaspettata. Innanzitutto Yamcha si presentò con un bouquet di rose in mano, rose per Bulma ovviamente, voleva scusarsi con lei ma soprattutto cercare di riappacificarsi. "Sei ancora arrabbiata?" Chiese alla ragazza "Certo che sí, mi pare ovvio! E a te ci vorrà molto di più di questo per farti perdonare, mio caro." "Vorrà dire che mi impegnerò di più." Detto questo i due stettero in silenzio per un po' finché non udirono un boato e si precipitarono verso la Gravity room che Vegeta aveva appena distrutto. Vedendo quello spettacolo agghiacciante, Bulma si precipitò a cercare a mani nude tra le macerie della stanza appena esplosa in cerca del Sayan. "Dove sei, Vegeta? Ti prego, non dirmi che.." D'un tratto, una mano spuntò dalle macerie e Vegeta a fatica uscì, senza forze, allora Bulma gli mise un braccio dietro la schiena per sorreggerlo. "Devo...devo riuscire a superare Kaaroth..io...devo farcela!" Disse il Sayan a fatica. "Non dire assurdità Vegeta, sei ridotto male, devo portarti immediatamente in infermeria!" Disse Bulma, ma il giovane continuò imperterrito. "Non dire sciocchezze...io devo andare avanti...non mi farò fermare da uno stupido incidente...io riesco...benissimo a..." Non riuscì a concludere la frase che si accasciò a terra di lato e perse i sensi. In infermeria, Bulma, la signora e il signor Brief vegliarono su di lui. "Oh, povero Vegeta, speriamo ce la faccia!" Disse la signora Brief. "Vegeta...non lasciarmi!" Pensò Bulma, mentre il signor Brief era preoccupato anche lui per la salute del giovane. "Lasciamo che si riposi adesso." Disse il signor Brief e tutti si diressero alla porta, finché.. "Kaaroth...io...ti raggiungerò.." Disse Vegeta, con un filo di voce. Bulma si fermò di colpo e vedendolo in quello stato decise di fermarsi ancora un po' a vegliare su di lui. Più tardi, in preda ai peggiori incubi, Vegeta si svegliò e si trovò steso su un letto, con le ferite medicate. Si voltò alla sua destra e vide con stupore che la ragazza dai capelli turchini si era addormentata china sulla scrivania. Qualcosa in lui si fece largo, un piccolo sussulto, quasi impercettibile, lo colse di sorpresa. "Che mi succede? Perché d'improvviso mi sento così?" Si chiese, senza sapersi dare una risposta. Vedendo Bulma che si dava pena per lui aveva provato qualcosa, per la prima volta nella sua vita e quel qualcosa era destinato a farsi largo sempre di più dentro di lui. Qualche giorno dopo, con ancora le bende sull'addome e sulle braccia, Vegeta riprese i suoi allenamenti. Bulma lo redarguí ma il Sayan fece finta di non sentirla. "Quello zuccone, quando lo capirà che se continua così si farà di nuovo del male? Io proprio non lo sopporto quando fa così!" Disse Bulma a Yamcha. I due avevano apparentemente fatto pace, ma Bulma non si fidava del tutto di lui e aveva deciso di prendersi una pausa di riflessione, nonostante il ragazzo continuasse come se nulla fosse a frequentare casa sua. "Non capisco perché tu te la prenda tanto, in fondo si tratta di Vegeta! Sai come è fatto." Disse Yamcha. "Devo forse pensare che tra voi due ci sia dell'altro?" Chiese, ad un tratto. "Altro? Ahahah ma è ridicolo, come ti viene in mente?" Rise Bulma, nervosa. "Comunque, ero seria quando ti ho chiesto una pausa di riflessione, ho bisogno di riflettere su un po' di cose." "Quali cose? Oh, andiamo! Non starai ancora pensando a quella storia?" "Certo che ci penso! E non solo a quello.." Bulma si morse la lingua. Non voleva dirgli che i suoi pensieri e il suo cuore ormai appartenevano al Sayan. Non era ancora pronta e lui ne sarebbe uscito distrutto. Promise di dirgli che lo vedeva solo come un amico ormai, ma quando sarebbe arrivato il momento giusto. Una sera, molto tempo dopo, successe qualcosa di inatteso. Bulma era sdraiata a letto a leggere una rivista, quando, come suo solito, decise di uscire sul terrazzino a fumare una sigaretta. Indossava una maglia lunga senza i pantaloncini, nonostante facesse già freddo. "Brr, che freddo fa! Faccio giusto una boccata e poi rientro." Non si accorse che qualcuno la stava osservando da lontano. Qualcuno stava sospeso a mezz'aria e osservava attentamente le nuvolette di fumo che uscivano dalla sua bocca. Bulma non si accorse di niente, spense la sigaretta nel posacenere ed entrò in camera. Quel qualcuno sospeso in aria era Vegeta e quella fu la prima volta che si soffermò a osservare quella terrestre, così fragile ma al tempo stesso così forte e tenace. Quella donna che gli sapeva tenere testa e che non gli era più del tutto indifferente. Per la prima volta, ripensando a lei con la sigaretta tra le labbra, si era domandato che sapore potessero avere. Entrò in casa e aprì la porta della camera da letto della ragazza. Bulma non si accorse di niente. Le si avvicinò molto lentamente, con passo felino e attento a non fare rumore. Si fermò a pochi passi da lei, la quale, nel frattempo, dormiva tranquilla. "Ma che sto facendo? Devo essere diventato matto, meglio che me ne vada." Il coraggio gli venne a mancare ma quelle labbra erano lì, a pochi passi da lui e lo stavano invitando ad avvicinarsi. Bulma si mosse e una ciocca di capelli le ricadde sul viso. Vegeta istintivamente avvicinò una mano al suo volto e le spostò la ciocca di capelli di lato, accarezzandola con una delicatezza di cui non sapeva nemmeno di avere. "Devo smetterla, non ho tempo per queste cose!" Pensò con rabbia, ma ormai, in cuor suo, sapeva che non c'era più nulla che potesse fare per impedire quello che più temeva. Lui, il principe dei Sayan, interessato ad una terrestre. Più che interessato, lo sapeva, ma non voleva pensarci. La sola idea di poter provare qualcosa lo disgustava. Si fermò a guardare il suo corpo, quelle forme voluminose e che avevano iniziato ad attrarlo. "Mio padre si rivolterebbe nella tomba." Pensò. Ma intanto, sempre in maniera molto delicata e silenziosa, aveva allungato la mano verso quelle forme circolari. Con un dito tracciò il profilo del seno della ragazza, toccandola impercettibilmente. Si spostò poi sempre più in basso, seguendo la linea dei suoi fianchi. Se non ci fosse stato il lenzuolo a separarli, le avrebbe già alzato la maglietta per tastarne la pelle nuda e morbida, ma non voleva certo che si svegliasse e così si accontentò di quei piccoli tocchi appena percettibili, ma che gli diedero un'idea di come fosse il corpo di Bulma. Esile ma allo stesso tempo contornato da dolci curve che avrebbe esplorato volentieri. Bulma nel frattempo continuava a dormire, ignara che lui fosse lí, a toccarla e a bramarla. In un attimo, gli fu chiaro che voleva quella donna e l'avrebbe avuta, ad ogni costo. Dopo aver riflettuto su questo, decise di ritirarsi in camera sua. Da quella notte, il principe dei Sayan aveva un nuovo obiettivo. Il giorno dopo Bulma si alzò, ma qualcosa la turbò. "Mi sento strana, ma perché?" Scese dal letto e mentre si dirigeva verso la cucina continuava ad avere un senso di turbamento. "Che strano, devo aver fatto un sogno particolare per sentirmi così oggi." Il sogno al quale si riferiva era a sfondo sessuale e non riguardava Yamcha. "Ricordo solo che qualcuno mi stava toccando ma che non riuscivo a vederlo bene. Beh, chissene importa, è stato solo un sogno." Si sedette al tavolo dove la aspettava una tazza di caffè fumante. Quel pomeriggio passò in tranquillità, Yamcha sembrava finalmente aver capito le intenzioni della ragazza e non si fece vedere. Quella sera però sarebbe accaduto qualcosa, qualcosa che avrebbe cambiato le carte in tavola e sconvolto la sua vita. Era tardi, quasi ora di andare a dormire, eppure non aveva sonno. Decise di uscire a fumare una sigaretta prima di coricarsi e così fece. Mentre fumava, non si accorse che Vegeta la stava di nuovo osservando. "Chissà se Vegeta sta già dormendo a quest' ora." Disse fra sé, ma non fece in tempo a finire la frase che il Sayan si materializzò sul suo terrazzo, facendole prendere un colpo. "Vegeta! Mi hai spaventato, cosa ti salta in mente di venire qui in questo.." Bulma non finí la frase poiché lui le aveva messo un dito sulle labbra per farla tacere. Pian piano, sempre tenendole un dito sulla bocca, la sospinse in camera sua, chiuse la porta finestra e spense la luce. Ora si trovavano al buio faccia a faccia da soli.

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Capitolo 5
*** La proposta ***


Erano uno di fronte all'altro, in penombra. Bulma stette in silenzio, sorpresa da quel piccolo tocco sulle sue labbra. Sorpresa di vedere il Sayan con quello sguardo, quegli occhi neri penetranti, quei due pozzi neri che la fissavano con un espressione che non gli aveva mai visto prima di allora. Lui le si avvicinò e la fece indietreggiare lentamente, senza staccare il dito dalla sua posizione. Poi, le prese i lembi della maglietta e fece per togliergliela, al che lei alzò le braccia in aria e lo lasciò fare. Si ritrovò solo con le mutandine, ma non ne fu imbarazzata, anzi, era quello che voleva, era eccitata. Dentro di sé, sentiva i brividi scenderle lungo tutta la schiena. Avrebbe voluto buttarsi su di lui, ma sapeva che forse il Sayan non avrebbe gradito e quindi lasciò perdere. Ormai aveva imparato a conoscerlo, non era amante di certe cose, anche se in quell'istante apprese qualcosa di nuovo sul suo conto. Non sapeva potesse avere certi istinti, d'altronde arrivava da un altro pianeta. Lui si tolse la maglietta scura, poi i pantaloni, il tutto sempre con molta calma e senza staccare gli occhi da lei. Lesse nel suo sguardo qualcosa che non si aspettava. Desiderio. Lui la voleva e l'avrebbe ottenuta. Si avvicinò ancora di più e iniziò a sospingerla verso il letto. Quando le fu sopra, le loro labbra si unirono in un bacio passionale. Finalmente il Sayan saggiava quella bocca tanto bramata e si accorse che non era minimamente come se l'era immaginata. Le sue labbra erano sottili, ma morbide e succose e lui le assaporò delicatamente. Le loro lingue iniziarono a danzare, l'una in cerca dell' altra, aggrovigliandosi e assaggiandosi sempre di piu. Iniziò poi ad esplorarla con la bocca, centimetro dopo centimetro. Le mordicchiò il collo facendola sussultare, poi iniziò a percorrerla lungo il corpo con la lingua. Nel mentre lei ansimava e sentiva i brividi farsi sempre più forti lungo tutto il corpo, dalla testa ai piedi. Il cuore le martellava nel petto e intanto lui continuava a percorrerla, piano piano. Assaporò il gusto della sua pelle, così bianca e vellutata. Girò attorno ai seni, percorrendone il profilo e tastandone la morbidezza, poi le sfilò le mutandine e le gettò a terra, come se fossero un ostacolo al suo obiettivo. Bulma nel mentre si lasciava inebriare da quella dolce tortura, affondando le mani nei capelli del ragazzo che nel mentre la stava esplorando in quel punto dove il piacere arriva all'apice, partendo dai fianchi fino ad arrivare alla meta. Quando ci arrivò lei gemette, stringendo la presa delle sue mani nei capelli, ma senza fargli del male. A quel punto, Vegeta si tolse i boxer ed entrò dentro di lei. Cercò di non usare troppa forza, altrimenti avrebbero spaccato le pareti, da tanta che era la passione tra i due. Chiuse gli occhi e diede la prima spinta, tenendola per la vita. Poi arrivò la seconda e man mano aumentò la velocità, stando sempre attento a non esagerare. Fece uno sforzo immane, non essendo abituato a controllarsi. Nel frattempo Bulma gemeva silenziosamente e gli prese le braccia per aggrapparsi, sentendo sotto le sue mani quei possenti muscoli. Quello che si immaginava da troppo tempo ormai stava succedendo davvero e stentava ancora a crederci. Non voleva pensare a cosa stesse esattamente succedendo, se fosse solo sesso o addirittura amore. Decise di godersi il momento e di rimandare a un altra volta quei pensieri. Un ultima spinta e sentí dentro di lei una vampata di calore e il tutto terminò. In silenzio. Madida di sudore riprese fiato, nel mentre lui si accasciò di fianco a lei, ansimante. Una mano sul suo addome, calda e rassicurante. Lei gli mise sopra la sua ma con sua sorpresa il Sayan la ritirò subito. Delusa da quell'episodio, Bulma si girò di lato dandogli le spalle, offesa. Voleva aspettare un suo tocco, un qualsiasi segno da parte sua di avvicinamento ma non avvenne. "Bulma, sei una stupida. Proprio una stupida!" Si rimproverò. Ma il tutto era stato così dannatamente bello che non si era pentita di averlo fatto e scacciò immediatamente quei pensieri. Poco dopo si addormentò. Il mattino dopo, aprì lentamente gli occhi. "Era tutto un sogno?" Si chiese, ma poi, alzò le lenzuola e scoprì il suo corpo nudo. La maglia e le mutandine ancora a terra. "No, è successo veramente!" Pensò, senza trattenere un sorriso. Si girò lentamente verso l'altra parte del letto ma era vuota. Il Sayan se ne era già andato. Si mise seduta e guardò fuori dalla finestra, il sole splendeva alto nel cielo. "Queste sarà meglio cambiarle." Disse in merito alle lenzuola. Tolse il lenzuolo e si accorse che qualcosa quella notte era cambiata. Delle piccole gocce di sangue. Aveva perso la verginità e non con Yamcha ma con addirittura il principe dei Sayan. Era una cosa assolutamente incredibile ma al tempo stesso eccitante. Non aveva provato dolore come le avevano detto le amiche ai tempi in cui lo avevano fatto anche loro per la prima volta, ma assoluto piacere. Il Sayan aveva usato la giusta dose di attenzione nei suoi riguardi e questo le era parso straordinario. Ora ne era sicura, anche se lo nascondeva e lo avrebbe nascosto ancora per chissà quanto tempo, il Sayan provava qualcosa per lei e questo le scaldò il cuore. "Yamcha, mi dispiace. Tra di noi non può più funzionare. Vorrei che potessimo essere solo buoni amici." Erano passati tre mesi da quella notte bollente e Vegeta e Bulma avevano continuato a vedersi a e dare vita ad un rituale notturno del quale entrambe non potevano più fare a meno. Nel frattempo, la ragazza si era decisa ad incontrare Yamcha e a lasciarlo, non poteva più nascondere i suoi sentimenti per il Sayan e molto presto anche lui si sarebbe accorto di provare qualcosa. "Mi dici cosa è cambiato? Posso ancora rimediare se stai pensando ancora a quel giorno! Posso farlo, Bulma!" Yamcha aveva il cuore spezzato e tentava invano di avere una seconda possibilità, ma Bulma rimase ferma nella sua decisione. "Mi dispiace, Yamcha. Ho preso una decisione ed è quella di rompere con te. È la cosa più giusta, visto come stanno le cose." "Vuoi almeno dirmi il motivo? C'è un altro, non è vero?" Bulma rimase in silenzio. Non si sentiva ancora pronta a spargerlo ai quattro venti, anche perché finora lei e il Sayan non avevano ancora neanche ufficializzato la cosa. Erano solo andati a letto insieme svariate volte, ma a parte questo ognuno viveva la propria vita e a lei per il momento stava bene così. "Non c'è nessun'altro, Yamcha. Cerca di capirmi, per me è già molto difficile vederti soffrire ed è l'ultima cosa che vorrei, credimi!" Disse la ragazza, con un filo di disperazione nella voce. "Ho capito. Allora, vorrà dire che saremo solo amici da ora in poi." "Ti ringrazio!" Disse Bulma e abbracciò il giovane dal cuore distrutto. Quella sera, Bulma decise che si sarebbe fatta un bagno caldo e che si sarebbe dedicata del tempo ed un po' di sano relax. Accese il rubinetto della vasca, spostò la tenda e si tolse i vestiti. Quel giorno i suoi erano partiti per un weekend fuori città e c'erano solo lei e il Sayan in casa. "Aaaah, quest'acqua è meravigliosa. Dovrei farlo più spesso un bagno caldo." Disse tra sé, ma poi, sentì la porta del bagno aprirsi e nonostante il fumo del vapore emanato dall'acqua vide il Sayan entrare. "Oh, Vegeta, sei tu! Hai bisogno di qualcosa?" Chiese la ragazza. "C'è dello spazio anche per me in quella sottospecie di vasca?" Chiese. La ragazza rimase in silenzio per un attimo. Non gli aveva mai fatto una richiesta di quel genere, anzi, finora non avevano nemmeno trovato il tempo di parlarsi. Lui preso dai suoi allenamenti, lei dalle sue invenzioni e nuovi progetti per il laboratorio. Ora, lui stava lì in piedi e nonostante lo sguardo austero voleva godere della sua compagnia? "Allora? Ti decidi a rispondermi?" Chiese, spazientito. "Oh, si si certo che c'è! Accomodati pure, ti faccio spazio." Il Sayan si tolse i vestiti ed entrò nella vasca, mettendosi di fronte a lei. In un primo momento non parlarono, poi Bulma si decise a rompere il ghiaccio. "A proposito, ho inventato un aggeggio che ti piacerà tantissimo, devo solo finire di collaudarlo ma ti aiuterà a raggiungere livelli che nemmeno ti puoi immaginare!" Vegeta non rispose, se ne stava con gli occhi chiusi apparentemente a godersi il tepore dell' acqua calda con le braccia conserte. Bulma allora decise che era arrivato il momento di farsi avanti con una richiesta. "Magari mi risponde di no, ma almeno potrò dire di averci provato!" Pensò. "Senti, dato che è da un po' di tempo che noi due...ecco, insomma...hai capito, no? Stavo pensando che forse sarebbe carino uscire una sera io e te da soli." Il Sayan aprì gli occhi e la guardò con sguardo confuso. "Uscire, hai detto?" "Sì, esatto, potremmo andare al cinema o a bere qualcosa, che te ne pare?" Il Sayan ci pensò sopra, lasciando Bulma ad attendere la sua risposta con trepidazione. "Come ti pare, ma non ci penso nemmeno a mettere piede in una di quelle stupide sale che voi chiamate cinema." Rispose alla fine. Bulma, nonostante la risposta burbera, aveva ottenuto quello che voleva e non stava più nella pelle dalla gioia. Sarebbe finalmente uscita con Vegeta. Presa dall'entusiasmo, si avvicinò di impeto al corpo del ragazzo, poggiando i seni nudi sul suo petto e lo abbracciò. "Ci divertiremo, vedrai!"

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Capitolo 6
*** Qualcosa è andato storto ***


Il giorno seguente, Bulma si ritrovò davanti al suo armadio, intenta a scegliere cosa mettersi per quell'occasione. Dopo aver passato due ore a decidere, optò per un tubino nero con décolleté dello stesso colore. Passò l'intero pomeriggio a prepararsi, lavandosi, pettinandosi e truccandosi per il fatidico momento, stndo attenta a non esagerare in nessun caso. "Sono una bella ragazza anche così, al naturale, non voglio che Vegeta mi trovi diversa da ciò che sono." Disse tra sé. Venne la sera e arrivò il momento di uscire. I due si misero in macchina e arrivarono a destinazione, ossia in un bar che lei frequentava di tanto in tanto. "Non è grandissimo, ma fanno dei cocktail da urlo!" Disse lei al Sayan, mentre entravano. La cameriera arrivò e chiese prima a Bulma cosa volesse ordinare: "Un Sex on the beach!" Disse, molto sicura di sé. Dopo aver segnato l'ordinazione, la ragazza chiese anche a Vegeta cosa volesse e lui rispose:. "Quello che prende lei." "Perfetto, arrivano subito." Disse la cameriera e se ne andò. Poco dopo arrivarono i cocktail e i due iniziarono a bere. "Quí i cocktail sono fantastici, anche se sono un po' troppo carichi a mio parere, mi sono scordata di dirtelo prima, spero non sia un problema!" Disse Bulma al Sayan che le rispose con un ghigno. "Ma figurati, questo è niente in confronto a quello che si trova sul mio pianeta." "Davvero? A me inizia a girare la testa. Quindi tu sei uno che regge bene l'alcool?" Chiese Bulma. "Puoi contarci." Disse lui, spavaldo. La serata procedette bene, anche se fu più lei a parlare rispetto a lui, anzi, ad un certo punto l'alcool iniziò a fare effetto e Bulma iniziò a sentirsi poco bene. "Oddio sono ubriaca con un solo dannatissimo cocktail. Mi gira la testa e sto facendo una pessima figura!" Pensò tra sé, dopo che aveva finito il cocktail. Vegeta invece era tranquillo, anzi, per lui fu come bere acqua colorata. "Mi gira la testa, ti dispiace se torniamo a casa? Devono aver esagerato con il quantitativo di alcool." Disse Bulma, tenendo a fatica gli occhi aperti. "Dilettante." Rispose Vegeta, al che si alzarono e si diressero verso l'uscita. Bulma stava a malapena in piedi e il Sayan se ne accorse. "Non puoi guidare in quello stato, lo sai." Le disse lui. "Ma no...tranquillo...me la cavo...benissimo!" Disse Bulma, strascicando le parole e facendo fatica a muoversi. "Devo solo...trovare le chiavi ... Ma dove sono?" Continuò lei, frugando nella borsetta. Il Sayan decise di prendere in mano la situazione e la sollevò, prendendola tra le braccia. "Vegeta...davvero...non serve...io...ce la posso fare benissimo..." Protestò Bulma, ma dal canto suo Vegeta le disse solo: "Non dire assurdità, non ti reggi nemmeno in piedi." "E la macchina? Come ...come faccio a..." Non finì la frase che Vegeta aveva già la soluzione. "Tornerai a prenderla domani." Detto ciò, si mise in volo e tornarono a casa. Tornati a casa, Vegeta aprì la porta della camera da letto di Bulma, sempre tenendola in braccio, mentre lei pian piano si lasciava andare sempre di più verso il mondo dei sogni. Il Sayan la distese sul letto e poi iniziò a frugare nel suo armadio. "E questa che roba è?" Si domandò, tenendo in mano una maglietta dai colori sgargianti e un enorme unicorno rosa sul davanti. Bulma nel frattempo dormiva, ignara di quello che le stesse succedendo intorno. Dopo aver trovato qualcosa di anche solo lontanamente adatto, il Sayan prese a spogliarla. Le tolse il vestito, che aveva di nascosto ammirato per tutta la sera e le scarpe. Le infilò delicatamente la maglia, come se stesse vestendo una bambola inanimata e quando ebbe finito la sollevò di nuovo. "Guarda cosa mi tocca fare." Disse tra sé. Appoggiò Bulma sulle lenzuola e poi la coprí con la trapunta. Prima di andarsene si mise a guardarla e si rese conto che aveva di fronte a sé una donna bellissima. Conosceva bene il suo corpo, lo aveva saggiato più e più volte e ogni volta era come se fosse la prima, come se tutto ricominciasse da capo e per lui era davvero insolito. "Forse non dovrei lasciarla da sola." Pensò e si meravigliò di sé stesso. Per la prima volta in vita sua, si preoccupava per qualcun'altro, cosa che finora non aveva mai nemmeno pensato di fare, se non puramente per i suoi oscuri scopi. Decise che quella notte l'avrebbe passata lì, in quella stanza, al che si avvicinò alla parete della camera, accanto alla porta, si sedette con le braccia conserte a terra e chiuse gli occhi.

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Capitolo 7
*** Il Super Sayan ***


Il giorno dopo, Bulma si svegliò con un cerchio alla testa davvero fastidioso. "Oh, mamma, sono esausta. Dormirei per tutto il giorno se solo potessi." Ma non poteva, anzi, doveva rimettersi subito al lavoro, dato che Vegeta era piuttosto esigente e richiedeva sempre nuovi marchingegni da distruggere. Si alzò dal letto e andò in cucina, le serviva subito una tazza enorme di caffè senza zucchero per partire, ma mentre si avviava verso la stanza si accorse di un particolare. "Oddio, la macchina!" Si ricordò di averla lasciata parcheggiata davanti al bar e che doveva recuperarla, non ci avrebbe messo molto, il centro era piuttosto vicino. Più tardi uscì di casa e si incamminò verso il centro, dove trovò la sua auto. "Bene, eccola qui. Meno male, è ancora tutta intera." Disse, ma non appena vi entrò per mettersi al volante, ebbe un amara sorpresa. Un fogliettino le era stato posato sotto i tergicristalli. "Oh, no. Ho preso una multa.." disse, sconsolata. "Vegeta, è tutta colpa tua!" Si arrabbiò e non vedeva l'ora di dirgliene quattro al Sayan, dato che era stata sua l'idea di lasciare lì l'auto. Tornò a casa, furiosa non solo con il giovane ma anche con sé stessa per aver ceduto e ascoltato il suo consiglio. Arrivata a destinazione, scese e si diresse con passo svelto verso la Gravity room. Bussò energicamente ma nessuno le rispose, forse il Sayan faceva finta di non averla sentita. Guardò allora dentro la stanza tramite l'oblò e lo vide intento a concentrarsi. La gravità era ad un livello normale, perciò poteva entrare tranquillamente e così fece, si ricordò di un pulsante di emergenza che poteva aprire la camera dall' esterno e lo cliccò. "Vegeta! Perché non mi hai risposto mentre bussavo? Per colpa tua ho preso una multa ieri sera!" Urlò Bulma, ma il ragazzo non le rispose. Stava immobile con i pugni chiusi e le dava le spalle. "Insomma! Vuoi deciderti a rispondermi?" Sbraitò di nuovo Bulma, al che Vegeta si spazientí e le urlò: "STAI ZITTAAAAA!!" Improvvisamente un lampo di luce gli si formò intorno al corpo, i suoi muscoli si ingrossarono e gli occhi si dilatarono, diventando azzurri come il cielo. I capelli si tinsero di biondo e Bulma capì che era appena successa una cosa incredibile. Dopo tanti sacrifici e sforzi, Vegeta si era trasformato in Super Sayan. "Non ci posso credere, ce l'hai fatta!" Disse Bulma, esultando. Gli corse incontro e lo abbracciò da dietro le spalle. "Sapevo che ce l'avresti fatta, prima o poi." Continuò lei, ma lui non disse nulla. Pian piano, il Sayan si rilassò e tornò normale. "Kaaroth, finalmente ti ho raggiunto!" Pensò il giovane, mentre Bulma continuava a cingerlo per la vita. Restarono così per un po', poi il Sayan sciolse la presa della ragazza e si voltò verso di lei. "Che sei venuta a fare qui?" Chiese, ma Bulma era troppo felice e aveva già scordato di essere arrabbiata con lui. "Niente di importante, ma tu hai raggiunto il tuo obiettivo, sono fiera di te!" Disse Bulma, raggiante. "Sono diventato Super Sayan, è vero, ma non sono ancora del tutto soddisfatto." Vegeta, in cuor suo, sapeva che aveva ancora del lavoro da fare se voleva superare Goku e stava ponderando una decisione che avrebbe sicuramente complicato le cose. C'era un lato di lui che ormai era legato alla ragazza, anche se tentava a tutti i costi di ignorarlo ed essere razionale e che avrebbe reso difficile la situazione. Decise quindi di prendere tempo e non dirle nulla, per il momento. "Ho bisogno di una doccia. Sono esausto." Disse tra sé e si avviò verso la porta. "Che fai, tu? Non mi segui?" Chiese beffardo il Sayan. Bulma sorrise, nonostante il suo tono di voce aveva capito che Vegeta voleva passare del tempo con lei. Fecero l'amore sotto la doccia e una volta finito i due ripresero fiato, godendosi il getto d'acqua e il vapore che li avvolgeva. Bulma era felice come non mai, la sua relazione con Vegeta stava andando a gonfie vele e non vedeva l'ora di vuotare il sacco con le sue amiche, soprattutto con Chichi. Rivolse lo sguardo verso Vegeta ma si accorse che qualcosa non andava, aveva lo sguardo perso e non capiva il perché. "Vegeta, va tutto bene?" Il Sayan non le rispose, anzi, spense il rubinetto della doccia e uscì senza dire niente. Bulma si preoccupò, non aveva mai visto quello sguardo prima d'ora e si allarmò. "E se si fosse stancato di me?" Pensò e nel frattempo sentí un nodo allo stomaco. "Va tutto bene?" Gli chiese di nuovo, sperando non si spazientisse, ma lui stranamente le rispose: "Si, si, benissimo." Evasivo. Bulma era sempre più confusa, a che stava pensando di così importante? Qualche giorno dopo, Bulma si svegliò dolorante. Aveva i brividi ovunque e non si sentiva troppo bene. "Oh, cielo, ma che mi succede?" Decise di chiamare il dottore che venne a visitarla. "Signorina, lei ha la broncopolmonite. Deve stare ad assoluto riposo e prendere questa pillola per almeno quindici giorni." Il dottore le porse l'antibiotico e si congedò. Bulma, fece come disse il dottore e stette per qualche giorno a riposo. Il Sayan, nel frattempo, era rimasto a vegliare su di lei tutte le notti, finché una mattina decise che era il momento di dirle la verità. Bulma si svegliò e vide che Vegeta era di fianco a lei che dormiva. Era la prima volta che capitava e la cosa la lasciò piacevolmente sorpresa. Quel giorno, aprí gli occhi e il malessere era appena percettibile. L'antibiotico aveva fatto effetto. Anche lui aprì gli occhi e la vide già sveglia, intenta ad osservarlo. "Buongiorno, Vegeta. Oggi mi sento decisamente meglio." Gli sorrise Bulma. Lui le si avvicinò e la baciò sulla bocca. Si mise sopra di lei e iniziò a spogliarla. Fecero l'amore con l'alba che filtrava dalle tende della porta finestra, ma qualcosa non andava. Vegeta era insolito, sembrava distratto da qualcosa. Qualcosa lo tormentava. Lei se ne accorse e decise di affrontare l'argomento. Mentre la stava baciando sul collo, lei gli mise una mano sotto al mento e lo costrinse a guardarla. "Mi vuoi dire cosa c'è che non va?" Lui la guardò, in un primo momento senza dire niente ma poi decise che era arrivato il momento di dirglielo. "Devo andarmene da qui."

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Capitolo 8
*** La decisione ***


"che significa che te ne devi andare?" Chiese Bulma, confusa. Il Sayan si alzò in piedi e le diede le spalle. "Non posso rimanere qui a farmi distrarre da te." Lo disse a denti stretti e questo atteggiamento, oltre alle parole, ferí Bulma. "Ah, quindi, mi stai dicendo che è colpa mia? Hai proprio una bella faccia tosta!" Rispose Bulma, arrabbiata e triste al tempo stesso. "Tu non capisci, io non voglio solo raggiungere il livello di Kaaroth, io desidero oltrepassarlo!" Disse, alzando lo sguardo verso il soffitto con i pugni chiusi. "Ma è mai possibile che tu non pensi ad altro? Non pensi a me, a noi, a quello che abbiamo creato?" Il Sayan non le rispose, aveva altro per la testa, il suo obiettivo non era ancora stato raggiunto, non del tutto e questa era l'unica cosa al quale pensava. Bulma, vedendo che le sue parole non sortivano alcun effetto, si mise a piangere. Certo, lui la pensava in quel modo, ma al tempo stesso sapeva che stare lontani non avrebbe fatto del male solo a lei. Era il suo orgoglio a parlare e ancora una volta gli stava dando ascolto. "Ascolta, se te ne vai le cose tra di noi si complicheranno!" Disse Bulma, con un filo di disperazione nella voce. Non voleva separarsi da lui. "Starai benissimo anche senza di me." Rispose lui, guardando in basso. Non osava guardarla negli occhi e Bulma pensò che fosse anche un po' vigliacco da parte sua. "Sei tu quello che non riesce a capire, io non voglio che te ne vai! Per favore, pensaci! Promettimi che ci penserai!" Disse Bulma, appigliandosi ad una speranza che forse neanche esisteva. Il Sayan non le rispose, rimase immobile a fissare il pavimento. "Perché sta succedendo tutto questo? Capisco il suo punto di vista, ma pensavo che tra noi tutto stesse funzionando, che non ci fossero problemi." Pensò Bulma, nel mentre le lacrime avevano iniziato a scenderle copiosamente sulle guance. Vegeta, dopo un lungo attimo in cui i due non parlarono, si rimise la maglietta e i pantaloni, poi si avviò verso la porta e uscí, senza dire altro. Bulma restò immobile con lo sguardo perso nel vuoto. Non voleva crederci, non stava succedendo davvero. Dove sarebbe andato e per quanto tempo? Decise che era il momento di parlarne con qualcuno. Non poteva tenersi quel grosso peso dentro, doveva condividerlo. Condividere le sue paure e le sue insicurezze, così prese la macchina e si diresse a casa di Chichi. Arrivata a destinazione, la donna la accolse con gentilezza e Bulma si sentí come a casa. "Ciao, Bulma! Quanto tempo che è passato, come stai?" Chiese Chichi. "Ciao, ecco io..devo raccontarti un po' di cose." "Ti vedo turbata, qualcosa non va? Entra pure, accomodati." Le due donne si sedettero al tavolo. "Ti va una tazza di caffè? L'ho appena preparato." Disse Chichi. "Oh, si! Ti ringrazio!" Bulma bevve un sorso di caffè, mantenendo un' aria cupa e triste. "Allora, raccontami. Cosa c'è che ti turba?" Chiese Chichi e Bulma iniziò a raccontarle tutto dall'inizio, senza tralasciare nessun dettaglio. Quando ebbe finito, Chichi era sconvolta. "Che cosa??? Tu e Vegeta avete una relazione???" Chiese, con enorme stupore. "Sì, esatto, ma ora sembra che a lui non vada più bene. Insomma, oggi se n'è uscito con il fatto che vorrebbe andarsene, ma io non voglio questo, non lo sopporterei, capisci?" Disse Bulma. "Andarsene? E dove?" Chiese Chichi. "Non lo so, non me lo ha detto." Le due stettero in silenzio per un po', poi Chichi esordì: "Beh, magari nel frattempo ha cambiato idea, non puoi saperlo. Prova ad aspettare questa sera e affrontalo di nuovo. Digli ciò che provi, magari funzionerà." Disse, speranzosa. Bulma in cuor suo sapeva benissimo cosa provava per il Sayan, ma non aveva ancora avuto il coraggio di dirglielo, anche lei possedeva un po' di orgoglio e si era messa in testa che non avrebbe corso, che le cose si sarebbero fatte serie con il tempo. Ben presto le cose erano cambiate, lei e Vegeta avevano iniziato a frequentarsi seriamente e in più non aveva tenuto conto di una cosa: del suo cuore. Il suo cuore ormai batteva all'impazzata ogni volta che lui era con lei, ogni volta che la spogliava o anche solamente quando era nei paraggi. Bulma non poteva più mentire a sé stessa. Se gli avesse rivelato ciò che provava, forse non sarebbe partito. Come aveva detto Chichi, forse avrebbe cambiato idea e così decise che quella sera avrebbe affrontato di nuovo il Sayan. "Ti ringrazio, Chichi. Salutami Goku e Gohan, d'accordo?" Si congedò Bulma. Rinfrancata nello spirito, si avviò verso casa. Ormai era giunta la sera ed era quasi ora di cena. Tornata a casa, notò che Vegeta non c'era e che non era nemmeno nella sua stanza, così decise di cenare da sola. I suoi genitori erano di nuovo fuori città e sarebbero tornati l'indomani mattina. Dopo cena, andò nella sua stanza a mettersi il pigiama e mentre si stava vestendo, Vegeta entrò silenziosamente, senza bussare. Bulma si voltò e vide che teneva una sacca in mano, allora capì. Aveva deciso di andarsene. "E così hai deciso. Te ne vai." Gli disse, il Sayan non rispose ma piuttosto si diresse verso la porta finestra e la aprì. Bulma allora si precipitò verso di lui e disse: "No, aspetta, ti prego!" E gli si gettò con le braccia intorno alla vita. "Ti prego, non andartene..io..io ho bisogno di te.." disse, con le lacrime che avevano iniziato a scenderle dagli occhi. "Ascoltami, possiamo risolvere la situazione insieme, posso lavorare ad altri progetti e tu potrai continuare ad allenarti qui, senza dovertene andare. Io ti starò alla larga, te lo prometto! Ti lascerò in pace, ma ti prego, non lasciarmi!" Disse, in lacrime. Il Sayan seguitava a non risponderle. Bulma lo strinse un po' di più. "Ti prego...non lo fare! Io...io ti.." Le parole le morirono in gola. "Ma perché non riesco a dirglielo?" Pensò. "Lasciami." Disse il Sayan, con un tono che non ammetteva repliche. Bulma, riluttante, lo fece. Lo vide volare fuori, ma fermarsi a mezz'aria. "Tornerai, non è vero?" Gli chiese, allora. Lui rimase in silenzio. Si voltò a guardarla, senza però proferire parola. "Tornerai?" Gli chiese, alzando di più la voce. Il Sayan si voltò e volò lontano. Bulma rimase sola a guardare il cielo. Rimasta sola, si sedette a terra e pianse tutte le sue lacrime. Non poteva essere finita così. Stentava a crederci. "Forse è stata tutta colpa mia. E se gli fossi stata troppo addosso? Eppure non mi sembra di aver fatto qualcosa di sbagliato o eccessivo nei suoi confronti. L'ho sempre rispettato, nonostante il suo carattere scorbutico, perciò non capisco." Pensò. Nel frattempo, qualcuno aveva bussato alla porta. Andò ad aprire e si ritrovò davanti Yamcha. "Yamcha, che ci fai qui a quest' ora?" "Ehi, Bulma! sei sola...per caso?" Yamcha biascicava le parole e lei comprese subito che era ubriaco. "Yamcha, ti prego, non è il momento adatto." Stava per chiudere la porta ma lui la prese per un braccio e la fermò. "Non..non vuoi che entri?" "Yamcha, per favore! Sei ubriaco, vattene! Torna quando sarai tornato in te." Ma il giovane non le diede retta e la spinse all'interno, facendola quasi cadere a terra dalla forza. Bulma rimase pietrificata dalla paura. "Non dovresti essere così scortese...gli ospiti si fanno entrare." Disse Yamcha e così facendo entrò in casa. Bulma tentò di indietreggiare, ma il ragazzo la raggiunse e la prese per un braccio. "Yamcha, lasciami! Mi fai male!" Urló Bulma, ma il ragazzo non la lasciò. La fece indietreggiare e poi la scaraventó sul divano. "Adesso ci penso io a te...sei pronta?" Le chiese, con un ghigno sulla faccia, beffardo. "Cos'hai intenzione di fare?" Chiese lei, spaventata. Lui era incontrollabile e la guardava famelico, lei incapace di muoversi, terrorizzata. Le andò sopra e le strappò la maglietta, lasciandola solo con il reggiseno. "Non sai quanto ti desidero, Bulma." Disse e le tenne ferme le braccia. Nel frattempo la ragazza si dimenava, invano. "Yamcha, smettila! Basta! Lasciami andare!" Ma lui non le diede ascolto. Con una mano le teneva le braccia, mentre con l'altra le strappava le mutandine. Bulma ricominciò a piangere e lui non si fermò nemmeno di fronte alle sue lacrime. "Stai un po' ferma, dannazione!" Imprecò Yamcha, poi si slacciò i pantaloni ed entró dentro di lei. Bulma lanciò un urlo e subí quella tortura per un tempo che le parve lunghissimo, ma erano passati solo dieci minuti. Quando ebbe finito, Yamcha si ricompose e la lasciò andare. "Ora sì che sono soddisfatto." Disse. Bulma continuava a piangere e singhiozzare. Yamcha aveva approfittato di lei in quel modo ed era sola, completamente sola. "Vegeta, dove sei? Perché non sei qui a proteggermi?" Pensò e nel frattempo continuava a piangere. Yamcha si diresse verso la porta, lentamente, per non perdere l'equilibrio. "Ti ringrazio, Bulma. È stato un vero piacere vederti." Poi chiuse la porta e lei rimase sola, in quella grande casa, a disperarsi. Guardò a terra la sua maglietta strappata e le sue mutandine ormai distrutte e continuò a piangere. Aveva appena vissuto un incubo e una cosa del genere non l'avrebbe mai scordata. "Oh, Vegeta, se solo tu fossi stato qui, tutto ciò non sarebbe successo!" Disse tra sé. Si mise le braccia intorno alla vita e nel frattempo avvertiva un dolore lancinante dentro di sé. Yamcha era stato peggio di un animale e non se lo sarebbe mai aspettata da lui. Le aveva fatto violenza, una violenza che finora aveva visto solo nei film, anzi, nemmeno in quell'occasione erano stati così brutali. "Dannazione, Yamcha! Cosa ti è venuto in mente?" Pensò e lentamente si alzò, stando attenta a non perdere l'equilibrio. "E adesso? Che cosa faccio?"

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Capitolo 9
*** Perdono ***


"Ho bisogno di una doccia." Disse tra sé Bulma e si diresse verso il bagno. Il dolore era molto forte e faticava a camminare. Entrò in bagno, accese l'acqua e si tolse ciò che le era rimasto degli indumenti. Nel frattempo continuava a piangere e ad arrovellarsi: "Ma perché capitano tutte a me? Che cosa ho fatto di male? Yamcha, sei stato davvero crudele!" Il viso le era diventato rosso e i singhiozzi si fecero più rumorosi. L'eco della sua voce disperata si disperse nella stanza e tutto intorno a lei iniziò a girare. "Mi fa male la testa." Disse, poi si alzò a fatica e si mise sotto il getto d'acqua. "Voglio assolutamente togliermi di dosso tutto quello che mi ha lasciato, mi sento sporca e non mi piace." Disse tra sé e iniziò a frizionarsi le gambe e le parti intime con una spugna e del sapone. "Brucia da morire!" Pensò, quando il sapone raggiunse la zona che era appena stata martoriata. Intanto le lacrime continuavano a scenderle dalle guance. Dopo essersi insaponata tre volte anche il resto del corpo, si accorse che Yamcha le aveva lasciato dei brutti segni viola sulle braccia. "Non ci voleva, devo pensare ad una soluzione." Pensò e subito le venne in mente cosa fare: "Basterà indossare delle magliette con le maniche lunghe. Sì, non se ne accorgerà nessuno." Pensò e uscì dalla doccia. Andò in camera e prese un pigiama pulito e poi si sedette sul letto a guardare fuori. "Oh, Vegeta..." Pensò e si rimise a piangere, pianse per la vergogna, per il danno enorme subito e soprattutto perché si sentiva dannatamente sola. Perché era successo tutto questo? Qualcuno da lassù le voleva così male da meritarsi un trattamento simile? Quella notte non dormí, cercò di farlo ma i flashback di quella sera le attraversarono la mente e non la lasciarono in pace un solo attimo. Non dormí neanche le notti seguenti, ma nonostante questo riuscì tranquillamente a dissimulare e a non fare scoprire a nessuno il suo segreto. Yamcha, nel frattempo, qualche giorno dopo, decise di passare a trovarla, ignaro di ciò che aveva fatto. A causa dell'alcool la sua memoria era offuscata e ricordava solo a tratti cosa era accaduto quella brutta notte. "Ciao Yamcha!" Salutò la signora Brief. "Salve, signora Brief! Come va? Bulma è in casa?" La signora Brief stava seduta al tavolino esterno della casa, nel giardino, a leggere una rivista. "Oh, si, Bulma è in casa. A proposito, vorrei parlarti di lei, ti dispiace sederti, caro?" Gli chiese la signora Brief. "Ma certo, mi dica pure." "Sai, da quando Vegeta se ne è andato mia figlia non è più la stessa, è tanto giù di morale." "Come? Vegeta se ne è andato?" Chiese il giovane, sorpreso. "Sì, esatto. Vegeta se ne è andato e non le ha nemmeno detto se tornerà. La mia bambina è tanto sconvolta, glielo leggo negli occhi. Perché non le fai un po' di compagnia? Potreste ricominciare ad uscire insieme!" Yamcha divenne rosso per l'imbarazzo al pensiero. I due si erano lasciati in buoni rapporti e ora che Vegeta era fuori dai piedi, pensò di poter tornare alla carica, proprio come gli aveva suggerito la signora Brief. "Vedrò cosa posso fare, grazie signora Brief." Si congedò ed entrò in casa. Bulma era sul divano anche lei intenta a leggere e quando si trovò davanti Yamcha quasi le venne un colpo. "Che diavolo sei venuto a fare qui? Vattene via!" Lo affrontò a muso duro la ragazza, alzandosi in piedi. Yamcha era confuso. "Che significa? Che ti prende, Bulma?" "Non fare il finto tonto con me, sai benissimo quello che hai fatto! Stai lontano da me!" Gli intimò la ragazza, Yamcha continuava a non capire. "Non ti capisco, cosa è successo, si può sapere?" "Ah, ora fingi anche di non saperlo, vorrà dire che ti rinfrescherò la memoria. Questi me li hai fatti tu!" Disse la ragazza e si tirò su le maniche della maglietta, scoprendo i lividi viola. "Come sarebbe? Io non ti farei mai del male...io.." "E invece ti sbagli, mi hai fatto del male eccome! Eri ubriaco e hai abusato di me!" Yamcha a quelle parole rimase sbalordito. "A - abusato? Hai..hai detto?" Chiese, balbettando. Bulma iniziò a piangere e Yamcha le si buttò ai piedi, in ginocchio davanti a lei. "Ti prego, Bulma, perdonami. Non ero in me quella sera, non ricordo neanche quello che ho fatto, non pensavo a una cosa del genere! Credimi!" Il giovane iniziò a singhiozzare, disperato. "Come ti è venuto in mente, Yamcha?" Chiese lei, con le lacrime agli occhi. "Io..io davvero non lo so...non so cosa mi sia passato per la mente. Credimi! Sono mortificato, te lo giuro!" "Mi dispiace, Yamcha, non posso perdonarti una cosa del genere. Vattene via, ora, per favore." Disse Bulma, categorica. "Troverò il modo di farmi perdonare, te lo prometto." Passarono alcuni giorni e Bulma aveva iniziato di nuovo a sentirsi male. Aveva la nausea praticamente ogni giorno e non le erano arrivate le mestruazioni. "Non sarà che..no, non può essere!" Pensò e si precipitò dal medico di famiglia, il quale la visitò e le prescrisse degli esami specifici. Dopo aver fatto e ritirato gli esami, tornò dal medico, il quale le disse: "Signorina, lei è incinta!" "Incinta?" Chiese lei, stupita. "Ma certo, lei aspetta un bambino, congratulazioni!" Bulma si domandò come fosse possibile, dato che era stata previdente e aveva assunto regolarmente la pillola. "Ha sospeso la pillola per caso? O ha assunto degli antibiotici?" Continuò il dottore e allora Bulma si ricordò di quando era stata poco bene e aveva bevuto l'antibiotico. "Non penserà che sia stato quello a..." Non finì la frase la ragazza che il medico le diede subito la conferma. "Sì, è possibile. Gli antibiotici abbassano i livelli di protezione della pillola e di conseguenza espongono la persona ad un rischio maggiore di incorrere in gravidanze indesiderate. Lei è al secondo mese, se non vado errato." "Il secondo mese..." Pensò Bulma e coincideva con il giorno in cui sia Vegeta che Yamcha avevano avuto rapporti con lei. Di chi era il bambino? "Per sapere chi è il padre bisogna aspettare che il bambino nasca e poi fare il test del DNA." Continuò il dottore, il quale le spiegò anche come poterlo fare. "Cosa vuole fare, signorina? Portare avanti la gravidanza o abortire?" Chiese il dottore. "Ho bisogno di pensarci, quanto tempo ho?" "Non molto, in realtà. Conviene che ci ragioni in fretta. Questione di giorni." "La ringrazio, dottore." Disse Bulma e uscí dall'ambulatorio. "Incinta...io aspetto un bambino.." pensò, mentre tornava a casa. "Se fosse di Vegeta non ci sarebbero grossi problemi, ma se fosse di Yamcha? Oddio, non ci voglio pensare!" Pensò. "Ho deciso di tenerlo." Disse Bulma, il giorno seguente, seduta di fronte a Yamcha in un bar del centro. "Un figlio...maledizione, l'ho fatta veramente grossa, stavolta." Disse Yamcha. "Comunque non temere, Bulma. Io mi prenderò le mie responsabilità di padre e ti starò vicino, se lo vorrai." "Ne parli come se fosse tuo e se invece fosse di Vegeta?" Chiese lei. "Beh, allora vorrà dire che dovrà essere lui a prendersi le sue responsabilità. Non sai nemmeno dove si trova, come farai a farglielo sapere?" Chiese Yamcha. "Lui tornerà, tra me e lui c'è un legame." "Davvero? E sentiamo, perché se ne sarebbe andato? Andiamo, Bulma, a lui non interessa davvero di te, altrimenti non se ne sarebbe andato." La ragazza si infuriò. "Che ne sai tu di lui? Lo conosci a malapena, non quanto lo conosco io!" "Sarà, ma io resto della mia idea. Non tornerà e francamente sono contento che sia così." Disse Yamcha. Bulma era su tutte le furie. Vegeta non l'aveva lasciata, aveva solo bisogno di un po' di tempo per stare solo e poi sarebbe tornato da lei. Lei che lo avrebbe riaccolto a braccia aperte. Lei che lo aspettava con trepidazione, che si sentiva mancare l'aria da quando lui se ne era andato via. Lei che non pensava ad altri che a lui e che le mancava tanto. Dove si trovava adesso? Perché tardava tanto a tornare? Cosa stava facendo? Tutte queste domande tormentavano Bulma ogni sera, la quale, prima di dormire, si affacciava alla finestra a guardare il cielo, in cerca di lui, in attesa del suo ritorno. Anche quella sera lo fece, mentre il tramonto tingeva di rosso l'orizzonte, lei stava ferma sul suo letto, seduta ad aspettare e lo avrebbe aspettato ancora e ancora, finché non sarebbe tornato da lei. Con un ultimo sguardo all'orizzonte, chiuse la portafinestra, lasciando che la luce del tramonto riempisse la stanza di un bagliore caldo e fugace, un dolce preludio alla notte che stava per arrivare. Un'altra notte, sperava l'ultima senza di lui. Passarono altri due mesi e la pancia nel mentre era cresciuta. Bulma era felice, nonostante tutto. Sentiva il suo piccolo crescere sempre di più e aveva iniziato ad amarlo con tutta se stessa. Giunse la sera e lei come al solito stava sul letto seduta fino a tardi ad aspettare che il Sayan facesse ritorno e pregando che non si fosse fatto del male. La luce era già spenta e solo la luna la illuminava. Sentì bussare alla porta: "Sei tu, mamma?" Chiese Bulma. "No, sono io!" Disse Yamcha. "Yamcha che ci fai qui a quest' ora?" Chiese Bulma, senza staccare gli occhi dal cielo stellato. "Lo stai ancora aspettando, eh?" Chiese Yamcha, con un tono leggermente deluso nella voce. "Lui tornerà, ne sono sicura!" Disse Bulma. "Posso sedermi accanto a te?" Chiese il ragazzo. "Stai lontano da me, Yamcha! Non mi fido di te dopo quello che hai fatto!" "Andiamo, Bulma. Voglio solo sedermi di fianco a te, non ti farò niente, promesso." Mentre Yamcha si avvicinava, Bulma si allontanava, rimanendo però seduta sul letto. "Esigo almeno un metro di distanza, grazie! E non osare avvicinarti o te ne pentirai!" Disse lei a denti stretti. "Tranquilla, non ho intenzione di farti nulla." Rispose Yamcha, che nel frattempo si era seduto anche lui sul letto. "Dimmi una cosa. Se per caso il bambino risultasse essere di Vegeta e lui non ne vorrebbe sapere di lui, cosa farai?" Chiese Yamcha. "Beh, è semplice. Crescerò questo bambino da sola." Disse Bulma, guardandosi i piedi. "È molto coraggioso da parte tua. Ne sei proprio sicura? Non vorresti l'aiuto di nessuno?" "Ci sono anche i miei genitori che possono aiutarmi a tenere il bambino mentre lavoro, mia madre è al settimo cielo." "Capisco, ma.." D'un tratto, la porta della camera si aprì ed entrò qualcun'altro nella stanza. Yamcha non fece in tempo a voltarsi per vedere chi fosse che Bulma era già corsa verso la figura che era entrata. Gli occhi del giovane assistettero ad uno spettacolo agghiacciante.

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Capitolo 10
*** Vendetta ***


Alla luce fioca della luna, in penombra, due sagome erano attaccate l'una all'altra. Yamcha non poteva crederci. Sbalordito, assisteva inerme alla scena che gli si era parata davanti. Bulma con le braccia attorno al collo di uno spietato assassino. Lo stesso assassino che qualche tempo prima lo aveva mandato all'altro mondo. Si, Vegeta era tornato ed era tornato per lei. Yamcha si sentiva sconfitto un'altra volta e rimase pietrificato da quella scena. Il Sayan si ergeva con le braccia conserte di fronte a loro mentre Bulma, abbracciata a lui, singhiozzava rumorosamente. "Sei tornato...sei qui..." Disse Bulma con le lacrime agli occhi. Yamcha, capendo di essere di troppo in quell'assurdo quadretto decise che era meglio lasciare la stanza: "Tolgo il disturbo..." Disse e se ne andò, di nuovo con il cuore spezzato. Rimasti soli, Vegeta e Bulma rimasero in quella posizione per un po' e dapprima il Sayan non rispose all'abbraccio della donna, finché non sciolse la postura e le mise le mani sulla vita. Erano passati quattro mesi e non aveva idea di cosa si fosse perso durante quel lungo periodo. "C'è una cosa che devi sapere.." esordì Bulma, a un certo punto. "Dammi la mano." Continuò, lui, confuso, gliela porse. Lei allora la indirizzò verso la sua pancia e Vegeta scoprì la verità. "Ma come è possibile?" Pensò, terrorizzato. "Immagino che sarai sorpreso, ma posso spiegarti tutto." Bulma allora prese fiato e raccontò al Sayan di quando si era recata dal dottore e di come aveva scoperto di essere rimasta incinta. "Ma non è possibile! Non stavi prendendo quella che voi terrestri chiamate 'pillola'?" Chiese Vegeta, sempre più sbalordito. "Si, infatti, ma come mi ha spiegato il dottore è possibile che l'antibiotico l'abbia indebolita e perciò sono incappata in una gravidanza." Disse Bulma, guardando in basso. Per tutto il tempo in cui aveva parlato si era guardata i piedi, temeva una sua reazione, ma tutto ciò non accadde. Non gli disse subito che poteva non essere suo, si era focalizzata sul suo ritorno, ma sapeva che avrebbe dovuto rivelarglielo. Presto o tardi, avrebbe saputo di quella terribile notte e non sarebbe stato piacevole conoscendo la natura violenta del Sayan. Da un lato, temeva appunto che potesse arrabbiarsi a tal punto da mandare di nuovo Yamcha all'altro mondo, ma dall'altra non poteva tenerglielo nascosto, non sarebbe stato giusto nei suoi confronti. Bulma, ad un certo punto, fece spazio alla rabbia dentro di sé e si sfogò con il ragazzo. "Perché mi hai lasciata sola? Perché te ne sei andato?" Chiese disperata e nel frattempo batteva i pugni contro il petto del Sayan, mentre lui rimaneva immobile. "Perché mi hai fatto questo? Io non me lo meritavo!" Continuò e ad un certo punto alzò il braccio in aria pronta a schiaffeggiare il Sayan ma lui la fermò, mettendole una mano sul braccio ma senza usare la forza, lasciando quell'azione sospesa nel vuoto. "Ho dovuto farlo, tu non capisci. È stato necessario." Disse il Sayan, tenendola ferma. Bulma ricominciò a singhiozzare. "Tu non sai cosa ho passato in tutto questo tempo. Tu non ti rendi conto di quanto ho sofferto la tua mancanza. A te importa solo di te stesso, non ti importa di me!" Disse lei, continuando a piangere e stavolta guardandolo diritto negli occhi. "Questo lo dici tu." Disse lui e lei rimase sorpresa dalla sua risposta. Si aspettava che cedesse al suo orgoglio ben radicato invece non fu così, non lo fece. Bulma ad un certo punto si arrese e gli appoggiò la testa sul petto. Il Sayan, sempre con sua grande sorpresa, le mise una mano sotto il mento, alzandole il viso e poggiò le labbra sulle sue. Poco dopo i due si spostarono verso il letto e fecero l'amore. Lei lo stringeva forte affondando le dita nella sua schiena mentre lui le baciava il collo, scendendo sempre di più, stando attento alla pancia, arrivando delicatamente verso il suo punto debole. All'apice del piacere Bulma si morse le labbra per non urlare, poi i due si separarono e ripresero fiato. Le era mancato e Dio solo sa quanto. Ma ora era tornato, per lei. Il giorno dopo, Bulma decise che era giunto il momento di dirgli il suo segreto. Non poteva aspettare, altrimenti sarebbe stato peggio e così, mentre i due erano nella vasca da bagno, pensò che quello fosse il momento migliore per poterne parlare. "C'è un altra cosa che non sai." Esordí lei, mentre lui le passava la spugna umida sui seni. Prese un momento per pensare esattamente cosa dire e poi disse: "Il bambino potrebbe non essere tuo..." La spugna cadde nell'acqua, lei lo sentí irrigidirsi di colpo dietro di lei. "Cosa stai insinuando?" Chiese lui, furioso. "È successa una cosa il giorno in cui te ne sei andato..." Mentre parlava le lacrime avevano iniziato a scenderle dalle guance e ad incrinarle la voce. Lui la lasciò parlare. "Yamcha è venuto qui e...e...ha abusato di me!" Dopo averlo detto esplose in un pianto isterico. Lui aveva gli occhi iniettati di sangue e al pensiero che lui, quello sporco terrestre, si era permesso di fare una cosa simile gli veniva voglia di distruggere tutto. A partire dal suo stesso rivale. "Come ha potuto? Quel maledetto, me la pagherà!!" Pensò Vegeta e subito dopo si alzò, uscì dalla vasca e si rivestì in fretta. Bulma se ne accorse e disse: "Cos'hai intenzione di fare?" Chiese, allarmata. "Quello che avrei dovuto fare tempo fa!" Disse lui a denti stretti. Poi si diresse verso la porta di corsa e uscì. Bulma era decisamente preoccupata, conoscendo l'indole del Sayan, ma al tempo stesso era felice che si fosse preso a cuore la situazione. Vegeta nel frattempo volava a una velocità impressionante, intento a cercare il suo obiettivo e non si sarebbe fermato finché non lo avesse trovato. "Che tu sia maledetto, sporco terrestre!" Pensò il Sayan, continuando a volare velocissimo. Avvertì la sua aura da lontano e capì di essere nel posto giusto "Eccoti, finalmente. Ora vedrai!!" Disse a denti stretti e scese in picchiata verso il centro della città. Lo scorse in un bar a chiacchierare con una ragazza e decise di entrare. "Ehi, tu! Dico a te, esci immediatamente, ti devo parlare." Disse Vegeta e Yamcha riconobbe subito la voce. Il ragazzo si voltò e vide l'espressione del Sayan, era furibondo e tratteneva a stento la rabbia. "Che cosa vuoi?" Chiese Yamcha, mentre uscivano dal bar. "Come hai potuto fare una cosa simile?" Ringhiò Vegeta e allora Yamcha capì immediatamente che cosa stava succedendo. Aveva scoperto di quella notte. "Mi sono già scusato con lei, cos'altro vuoi che faccia?" Disse allora Yamcha. "Che faccia tosta!" Pensò il Sayan. "Non ti azzardare mai più ad avvicinarti a lei, hai capito? Bulma è roba mia, ti è chiaro?" Disse a denti stretti Vegeta. Yamcha iniziava a preoccuparsi ma non si fece prendere dal panico. "Ma ti senti quando parli? Bulma non è un oggetto che ti appartiene, lei è una donna eccezionale e tu non la meriti!" Disse Yamcha. "Come ti permetti di parlarmi in questo modo, sporco terrestre, ti farò pentire di essere nato!" Detto questo, Vegeta fece uno scatto in avanti e sferrò un fortissimo pugno nello stomaco di Yamcha. Il ragazzo si piegò dal dolore, sputando sangue. "Oh, no, Yamcha!" Urlò la ragazza che era in compagnia del giovane. Il Sayan gli diede poi una gomitata e lo spedí lontano, non contento però, Vegeta lo raggiunse e iniziò a tempestarlo di pugli. Yamcha tentò di difendersi come poté ma il Sayan era velocissimo e lo colpí sul viso, sulle braccia e di nuovo all'addome. Con un pugno lo fece poi volare a terra, spaccando la strada sottostante, creando un'enorme nuvola di fumo e pezzi di cemento si sparsero ovunque. Vegeta tornò a terra e rimase in attesa, godendosi quello spettacolo infernale. Yamcha riemerse dall'asfalto con molta fatica e sanguinante mentre il Sayan lo guardava compiaciuto del suo operato. "Ti avverto, se ti avvicinerai di nuovo a lei per te sarà la fine! Stai lontano da lei, hai capito?" Urlò il Sayan, poi prese il volo, soddisfatto e se ne andò. Lasciando Yamcha ridotto male. "Yamcha! Stai bene?" Chiese la ragazza, preoccupata. "Sto bene." Disse il ragazzo, infine. Ma non era così. Soffriva a causa delle numerose ferite e realizzò di essere stato sconfitto per l'ennesima volta. Questo però non lo avrebbe fermato. No, lui non si sarebbe arreso. Tornato alla Capsule Corporation, Vegeta raggiunse Bulma che lo aspettava in giardino, in apprensione. "Allora? Che è successo? Cosa hai fatto a Yamcha?" Chiese la ragazza. "Gli ho dato quello che si meritava." Disse Vegeta, sorridendo beffardo. "Oh, no! gli hai fatto del male?" "Sta tranquilla, è ancora vivo." Disse Vegeta. La ragazza tirò un sospiro di sollievo, poi si avvicinò al Sayan e nonostante tutto lo abbracciò. Nonostante detestasse la violenza, non fece a meno di pensare che Yamcha, qualunque cosa Vegeta gli avesse fatto, se lo fosse meritato. Venne la sera e Bulma si stava preparando per andare a dormire, quando sentì la porta della sua stanza aprirsi. Era Vegeta. "Ehi, che ci fai ancora in piedi?" Chiese lei, ma lui non le rispose. Le si avvicinò e si distese su un fianco sul suo letto, dandole la schiena. Bulma allora capì che da quella sera non avrebbe più dormito sola.

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Capitolo 11
*** Rivelazioni ***


I giorni trascorsero tranquilli e la gravidanza procedette bene. Bulma nel frattempo stava pensando ai possibili nomi da dare al piccolo: "Mi piacerebbe tanto Trunks, è un nome insolito ma che ha il suo fascino, secondo me." Pensò tra sé. Nel frattempo, il Sayan non l'aveva lasciata mai sola, almeno durante la notte, poiché durante il giorno riprendeva gli allenamenti. I genitori di Bulma erano euforici e non vedevano l'ora di abbracciare il loro nipotino. Arrivò il giorno fatidico, la data prevista per il parto e puntuale come un orologio svizzero il piccolo era pronto per uscire. "Mamma, papà! Ci siamo! Dobbiamo correre in ospedale!" Disse Bulma tutto d'un fiato. Le acque si erano rotte e di lí a momenti sarebbe nato suo figlio. Le contrazioni divennero sempre più frequenti e il viaggio in macchina le parve interminabile, nonostante fosse distante dall'ospedale solo pochi minuti di macchina. Arrivati, Bulma venne caricata su una barella e trasportata subito in sala parto. "Spinga forte, signorina!" Le disse a un certo punto un'infermiera. Bulma iniziò a spingere con tutta la forza che aveva. "Ci siamo, vediamo la testa. Sta andando benissimo!" Disse un altro dell'equipe. "Un paio di spinte e sarà fuori! Forza!" Bulma allora spinse ancora e spinse così forte che le sembrò per un momento di stare per perdere i sensi. "Trunks, bambino mio, esci fuori, ti prego!" Pensò, mentre seguitava a spingere. Dopo un ulteriore spinta finale, finalmente, si udì un pianto. Il piccolo era nato. "Ecco qua, signorina. Complimenti, è stata bravissima!" Le disse una delle infermiere e le porse il bambino. Bulma si trovò davanti un paio di occhi azzurri come i suoi, una faccia paffuta e un ciuffetto sbarazzino lilla. Era il suo bambino. Suo figlio. "Oh, amore. Sei bellissimo! Proprio come la tua mamma!" Gli disse e il piccolo si mise ad osservarla, incuriosito. Più tardi, anche i genitori di Bulma conobbero il piccolo Trunks e ne furono entusiasti. Tornati a casa, Bulma diede da mangiare al piccolo e nel frattempo pensava al fatto che di lì a poco avrebbe dovuto sottoporlo al test del DNA. In cuor suo sperava fosse del suo amato Vegeta, ma aveva anche il timore che fosse nato da un grosso errore di Yamcha e quel pensiero la tormentava in ogni momento. Arrivò il giorno in cui dovette sottoporre il piccolo al test e si sentiva agitata come non mai. "Devo stare calma." Si disse. Ma fece fatica ad ascoltarsi. "Oh mio Dio e se fosse di Yamcha?" Pensò e subito andò nel panico. "Se fosse così cosa farò? Come la prenderà Vegeta? Oh, giusto, Vegeta!" Pensò e si diresse verso la camera gravitazionale. Voleva sapere il suo parere al riguardo, anche se iniziava a temere che a lui non importasse per nulla del bambino, conoscendolo. Il suo cuore era più duro di una pietra e il suo orgoglio ancora di più. Aspettò che uscisse dalla Gravity room. Il piccolo dormiva e nel frattempo ci stava pensando sua madre a occuparsene. "Ti aspettavo. C'è una cosa che devo chiederti." Esordí Bulma, non appena il Sayan fu uscito dalla camera gravitazionale. "Prima di tutto devo dirti una cosa, una cosa che non sai." Continuò lei. Vegeta si era fermato ad ascoltarla. "Io ti amo..." Disse, con una tale naturalezza che la spiazzò. Non si aspettava alcuna reazione da parte sua e difatti non avvenne. Sapeva benissimo che il Sayan non era un tipo sentimentale. "Ti dico questo perché è quello che sento e poi per farti sapere che, qualunque sarà il risultato del test del DNA io non ho intenzione di tornare da Yamcha. Voglio stare con te." Disse. Il Sayan non le rispose ma Bulma notò che stava riflettendo. Guardava verso il basso, assorto. "Chissà a cosa starà pensando." Pensò e in quel momento voleva essere nella testa del Sayan per saperlo. "Qualora non fosse tuo, tu..." Continuò Bulma ma lui la interruppe. "Se anche dovesse essere mio non me ne importa." Disse lui, asciutto. Fu come se le avessero gettato dell'acqua gelata addosso. Bulma immaginava che avrebbe risposto in una maniera simile ma nonostante ciò ci rimase molto male. "Benissimo. Vorrà dire che lo crescerò da sola, senza il tuo aiuto." Disse, arrabbiata e ferita. "Fanne quello che ti pare." Le disse Vegeta e poi se ne andò. Bulma rimase immobile e iniziò a piangere. Si accasciò a terra e pianse. "Oh, Vegeta...come puoi essere così tanto crudele?" Pensò e rimase in quella posizione per molto tempo ad autocommiserarsi. Sentì un rumore di passi alle sue spalle e si voltò. "Che ci fai a terra?" Era Yamcha. La aiutò ad alzarsi e si ritrovarono l'uno di fronte all' altro. "Yamcha, che ci fai qui? Se Vegeta ti vede ti spedirà all'altro mondo!" Disse Bulma, allarmata. "Tranquilla, ho azzerato la mia aura. Non scoprirá mai che sono qui." Disse lui. "Ti va di fare due passi? Ho bisogno di parlarti." Bulma si alzò da terra e lo raggiunse. I due camminarono per un po' in silenzio e raggiunsero un parco giochi per bambini. "Allora, come ti vanno le cose?" Chiese Yamcha. Si erano seduti su una panchina e il sole stava per tramontare. "Abbastanza bene, il piccolo Trunks è un tesoro." Disse Bulma. "Non posso dire lo stesso di Vegeta, a lui non importa nulla del bambino. Me lo ha detto chiaramente e ci sono rimasta molto male." "Me l'ero immaginato." Parlarono poi dell' imminente test del DNA. "A proposito di quello...volevo dirti che non importa se non dovesse essere mio figlio, desidero aiutarti a crescerlo comunque." Disse Yamcha, Bulma rimase stupita da quelle parole, ma ancora più stupita a sentire le seguenti. "Che ne dici se andassimo a vivere insieme?" "Che cosa? Io e te? A vivere insieme? Sei diventato matto per caso? O ti sei già scordato quello che mi hai fatto?" Chiese Bulma, arrabbiata. "Non me lo sono dimenticato, credimi se ti dico che non me lo scorderò mai. Però, ti posso assicurare che non accadrà mai più, ho definitivamente chiuso con l'alcool, sono mesi ormai che non tocco un cocktail e sto benissimo. Puoi di nuovo fidarti di me, Bulma. Insieme potremmo essere una famiglia!" Continuò Yamcha, guardandola dritto negli occhi, serio. Bulma continuò a rimanere del proprio parere, dicendogli che se la sarebbe cavata benissimo anche da sola. "Ma è proprio questo il punto, Bulma. Tu non puoi cavartela da sola, è una situazione difficile, lo sarebbe per tutti. Invece se avessi qualcuno che ti dà una mano, allora sarebbe diverso." Continuò Yamcha. "Io ho già chi mi dà una mano e sono i miei genitori!" Disse Bulma, alterandosi ancora di più. "Ho capito, immagino non ci sia modo di farti cambiare idea, eh?" Disse Yamcha. "Esatto. Ad ogni modo ti ringrazio per aver pensato a me, Yamcha. Ma non credo che sia una buona idea quella di andare a vivere insieme, non sarebbe nemmeno giusto nei tuoi confronti, se ci pensi." Disse alla fine Bulma. I due stettero per un po' in silenzio, ognuno con i propri pensieri, poi Bulma si alzò. "Devo proprio andare adesso, la mamma mi starà aspettando con il piccolo Trunks e non voglio che Vegeta ci scopra." Disse. Yamcha la osservò mentre stava per andarsene, ma poi si alzò anche lui e le andò incontro. "C'è un'altra cosa che devo dirti, Bulma. Una cosa che non ti ho mai detto, ma che ho sempre saputo." Disse lui, lei si voltò a guardarlo, in attesa. "Io sono innamorato di te...lo sono da sempre, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo. Per me sei eccezionale, Bulma e sei la donna più straordinaria del pianeta." Bulma rimase in silenzio, stupita però da quelle parole. Parole che aveva sempre sperato di sentirsi dire quando stavano insieme, ma che ora non avevano alcun significato per lei. Una domanda le sorse spontanea: "Perché me lo stai dicendo proprio ora, Yamcha?" Chiese Bulma. "Vuoi davvero saperlo?" Chiese Yamcha e lei fece cenno di sì con la testa. "Perché sono disperato e non so più come fare per farti tornare da me. Ho deciso che avrei giocato quest' ultima carta al momento opportuno e questo mi sembrava quello adatto." Disse Yamcha e a Bulma si strinse il cuore. Una parte di lei, seppur molto piccola a causa di quello che era successo, voleva ancora bene al ragazzo, ma come ad un semplice amico. "Ti ringrazio per avermelo detto, Yamcha, ma io amo Vegeta e questo non cambierà le cose." Disse Bulma. "Capisco, allora, vorrà dire che resteremo amici. Ma sappi che se dovessi avere bisogno di aiuto io ci sarò sempre." Lei sorrise e poi si incamminò verso casa. Passarono i giorni e il test del DNA era avvenuto. Bulma doveva solo attendere i risultati che le sarebbero arrivati in una busta sigillata per posta. "Tesoro? È arrivata una lettera per te!" Disse sua madre una mattina e Bulma capì subito di cosa si trattava. "Grazie, mamma." Disse la ragazza, dirigendosi verso la cucina. "È sul tavolo, tesoro." Le disse sua madre e Bulma vide una busta sigillata gialla con sopra scritto il suo nome. "È il momento della verità." Pensò. Aprì la busta e lesse velocemente i risultati. "Ne ero sicura!" Si disse e un sorriso le apparí sul volto, sollevata. "Devo dirglielo, è giusto che lo sappia." Pensò e si diresse immediatamente in giardino. "Che vuoi? Che c'è di tanto urgente?" Chiese il Sayan, innervositosi poiché qualcuno lo aveva appena interrotto negli allenamenti. "Sono arrivati i risultati del test." Esordí Bulma. Fece una pausa poi riprese a parlare. "Il bambino è tuo." Vegeta non rispose ma la ragazza capì che stava pensando alle sue parole. "Un figlio..." Pensò Vegeta. "Sappi che non ho intenzione di chiederti nulla a riguardo. Come ti avevo già detto, lo crescerò da sola. Volevo solo che tu lo sapessi." Disse Bulma e poi se ne andò. Il Sayan invece rimase immobile, sconvolto da quella notizia. "Io ho un figlio...un erede della mia stirpe." Pensò e solo per un momento abbozzò un sorriso compiaciuto. "Un altro super Sayan." Venne sera e Bulma stava dando da mangiare a Trunks, nel frattempo le passavano per la testa mille cose. Sarebbe stato difficile crescere quel bambino da sola ma era l'unica cosa da fare e l'avrebbe fatto, con mille difficoltà ed enormi sacrifici, ma di una cosa era sicura: ce l'avrebbero fatta. "Io e te, piccolo Trunks, ce la faremo, vedrai. Ne sono sicura!" Disse al bambino, che nel frattempo si stava per addormentare. "Sì, io e te ce la caveremo benissimo anche senza di lui." Pensò e da quel momento guardava fiduciosa al futuro. Un futuro non facile ma sicuramente bello e ricco di emozioni. Grazie a quel piccolo fagottino, Bulma si sentiva una donna diversa, più matura e responsabile e sapeva che quel bambino era speciale. "D'altronde, sei figlio del principe dei Sayan! Mi aspetto grandi cose da te, piccolo mio." Disse tra sé e la notte trascorse movimentata. Il piccolo Trunks era affamatissimo e chiedeva il latte praticamente ogni ora, ma a Bulma non importava, per la prima volta in vita sua era felice anche così. Quella meraviglia le aveva letteralmente cambiato la vita ed era al settimo cielo per questo. Sapeva a cosa andasse incontro con la decisione che aveva preso e che era stata in parte costretta a prendere, ma non le importava. La vita pareva sorridergli e mentre il piccolo finalmente si addormentava, si immaginava una vita piena di amore. Amore per quel bambino così piccolo e fragile, ma che sarebbe sicuramente cresciuto forte e sicuro di sé, come suo padre. Mentre il sole ormai sorgeva all'orizzonte, un nuovo capitolo della storia del piccolo Trunks cominciava a scriversi, con pagine ancora bianche pronte ad accogliere ogni singola avventura.

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Capitolo 12
*** L'arrivo dei Cyborg ***


Lo stesso giorno in cui Bulma apprese i risultati del test del DNA, decise che sarebbe stato meglio dirlo subito anche a Yamcha, così gli telefonò: "Pronto? Ciao, Yamcha, sono io, Bulma! Ti disturbo per caso?" Chiese la ragazza. "Ciao, Bulma! Non mi disturbi affatto, tranquilla, che succede?" "Ho i risultati del test del DNA. Non vorrei parlartene al telefono ma di persona, sei libero questo pomeriggio?" "Certo! Ci vediamo al solito posto?" "D'accordo, ci vediamo alle tre al solito bar. Grazie mille, Yamcha." Disse Bulma e riattaccò. Quel pomeriggio i due si trovarono al bar del centro e si sedettero ad un tavolino. "Vengo subito al dunque, Yamcha. Il piccolo Trunks è figlio di Vegeta." Disse tutto d'un fiato Bulma, che non stava più nella pelle. "Capisco. Sai, ora che me l'hai detto mi sento addirittura sollevato. Non fraintendermi, sai che cosa avrei fatto se fosse stato mio, ma dato che non è così.." Disse Yamcha, senza finire la frase. "Tranquillo, anche io al tuo posto mi sentirei così." "E ora, che hai intenzione di fare? Lo hai detto a Vegeta che è suo figlio?" "Sì, ne è al corrente e non è cambiato nulla. Per fortuna ci sono i miei genitori ad aiutarmi, se non ci fossero loro non so che cosa avrei fatto, davvero." I due parlarono del più e del meno, ma in un attimo il tempo passò e Bulma dovette tornare a casa dal piccolo. Le giornate trascorsero velocemente. I giorni diventarono mesi e il piccolo Trunks cresceva a vista d'occhio. Una notte, mentre Bulma cercava di dormire però, qualcuno entrò nella stanza che condivideva con suo figlio, anche lui apparentemente nel mondo dei sogni. Vegeta aprì la porta della stanza lentamente, cercando di fare meno rumore possibile. Era curioso di vedere da vicino quel piccolo essere che si prendeva tutte le attenzioni di Bulma. La culla del piccolo era davanti a lui e il bimbo dormiva sonni tranquilli. Si avvicinò alla culla e nonostante ci fosse solo la luce della luna ad illuminare la scena, Vegeta si mise ad osservarlo. "E così questo sarebbe mio figlio, il piccolo Trunks. Sangue del mio sangue." Il bambino non si accorse di nulla e continuava a dormire. Vegeta osservò attentamente quel piccolo fagottino, dalla testa ai piedi. "È cresciuto parecchio dalla prima volta che l'ho visto. Dev'essere una prerogativa dei Sayan quella di crescere alla svelta. Comunque non noto chissà quale somiglianza con me." Pensò tra sé e non si accorse che il bambino, in quel momento, aveva appena aperto gli occhi e lo stava fissando. Quando se ne rese conto, ormai era troppo tardi e il bimbo scoppiò a piangere. "Maledizione!" Pensò Vegeta. Bulma si svegliò di soprassalto: "Che succede? Trunks?" Chiese, allarmata. "Oh, tesoro, vieni qui. Guarda che cosa hai fatto, Vegeta! Lo hai fatto spaventare!" Disse Bulma, infuriata, prendendo in braccio il piccolo. "Guarda che io non ho fatto proprio niente!!" Disse Vegeta, arrabbiandosi a sua volta. Ormai erano giorni che lui e Bulma non si sfioravano. Lei era sempre alle prese con il bambino e lui si sfogava negli allenamenti e il giorno dell' arrivo dei cyborg era quasi arrivato. Vedendola cullare il piccolo si rese conto che la maternità le aveva proprio fatto bene, era addirittura più bella di prima. I contatti tra loro si erano ridotti a meno di zero e questo lo innervosiva parecchio. "È tutto a posto, tesoro. Ora c'è la mamma. E tu, perché sei qui? Hai bisogno di qualcosa?" Gli chiese Bulma, ma Vegeta fece finta di niente e se ne andò. "Che strano, chissà cosa è venuto a fare qui dentro. Magari mi sbaglio, ma era venuto per Trunks." Pensò Bulma, mentre teneva ancora in braccio il piccolo. "Tesoro, sai cosa significa questo? Che il tuo papà non ti è del tutto indifferente e quindi non tutto è perduto. C'è speranza!" Disse al piccolo che nel frattempo sorrideva alle parole di sua madre, come se avesse capito quello che gli stava dicendo. I giorni passarono ancora e arrivò il fatidico 12 Maggio. Quel giorno Bulma era convinta di voler vedere i cyborg da vicino e così si organizzò per raggiungere il suo scopo. Si erano tutti incontrati a casa del Genio delle tartarughe e siccome non voleva stare da sola sul velivolo, costrinse Jirobai a seguirla e così i tre partirono per la spedizione. "Ehi, Bulma, tuo figlio continua a piangere, come si spegne?" Disse Jirobai, infastidito dal pianto del bambino che aveva in braccio. "Non c'è un interruttore per spegnerlo, mi dispiace." Disse Bulma, senza staccare gli occhi dal cielo. "E se lo buttassi fuori dal finestrino?" Chiese lui. "Beh, fai pure, ma dovrai vedertela con suo padre, poi. È il figlio di Vegeta." "Il f-figlio di V-Vegeta?? Oh, ma che bello questo bambino, è proprio carino!" Disse Jirobai, cambiando immediatamente tono di voce dal terrore. "Guarda, laggiù c'è stata un esplosione! Dev'essere quello il campo di battaglia dove stanno combattendo." Disse ad un certo punto Bulma e si diressero verso la nuvola gigantesca di fumo che si era creata all' orizzonte. Arrivati sul posto, da lontano, Bulma scorse il malvagio Dottor Gelo e cercò di avvicinarsi più che poteva. Il Dottor Gelo per poter scappare dal gruppo di combattenti che lo stavano circondando, lanciò un raggio verso il velivolo e questo prese fuoco ad un ala e iniziò a precipitare. Fortunatamente con un balzo, il ragazzo venuto dal futuro, ovvero Trunks, prese Bulma e il piccolo prima che potessero saltare in aria con il velivolo. "Ti ringrazio tantissimo, non ce l'avremmo fatta senza di te." Disse Bulma al ragazzo che però guardava in una direzione precisa. Vegeta, sopra di loro, si guardava attorno per scovare il Dottor Gelo che nel frattempo era fuggito. Trunks adulto lo raggiunse e gli disse: "Perché non sei intervenuto a salvarli?" "Salvarli?" Chiese Vegeta, confuso. "La tua compagna e tuo figlio, stavano per schiantarsi!" Disse Trunks, a denti stretti. "Ah, beh, non che me ne importi." Disse Vegeta e volò via. Trunks rimase senza parole. Più tardi Bulma scoprì che il ragazzo venuto dal futuro altri non è che Trunks da adulto e rimase stupita. "Oh, quindi, quello è l'aspetto che avrà mio figlio tra qualche anno?" Chiese Bulma. "Esatto." Le rispose Crilin. "Tesoro, da grande diventerai un ragazzo bellissimo e tutte ti cadranno ai piedi!" Disse gioiosa al piccolo Trunks. Qualche giorno dopo, Bulma, Gohan e Trunks adulto scoprirono la navicella che aveva usato Cell per arrivare nel presente in un angolo remoto del pianeta, vicino a Ginger Town. Bulma non vedeva l'ora di scoprire a chi appartenesse quello strano uovo trovato sulla navicella e sapeva che avrebbe dovuto fare affidamento sui suoi genitori per badare al piccolo Trunks e poter lavorare. Nel frattempo, non vedeva Vegeta da giorni e si domandava come stesse, preoccupata. "E ditemi, come sta Vegeta? È ferito, per caso? Gli è successo qualcosa?" Chiese a Trunks. "Sta bene, ma è testardo, non vuole darci una mano e vuole a tutti i costi sconfiggere i tre cyborg da solo." Bulma, sentendo quelle parole ebbe un tuffo al cuore e sorridendo rispose: "Il solito testone." Si era fatto tardi e lei doveva andare subito al laboratorio e tornare dal piccolo, ma prima di andare disse: "Trunks, vieni da me qualche volta, i tuoi nonni sarebbero felicissimi di conoscerti!" Salutò e se ne andò. Tornata a casa, trovò sua madre in cucina, mentre cullava il piccolo Trunks e nel frattempo preparava un caffè. "Tesoro, sei tu?" Chiese la madre. "Si, mamma! Trunks è con te?" Le chiese, Bulma. "Si, tesoro. Si sta addormentando. Dove sei stata tutto questo tempo?" "Non ci crederai, ma ho avuto un appuntamento con mio figlio da grande!" Disse lei, sorridendo. Sua madre fece una faccia perplessa e parve non capire, allora Bulma le raccontò tutto. "Capisco e dimmi, com'è? È affascinante come suo padre?" Chiese la signora Brief. "Anche di più, mamma, dovresti vederlo, è proprio un bravo ragazzo!" Disse Bulma, orgogliosa. Poi, prese suo figlio tra le braccia e gli disse: "Un giorno diventerai un eroe!"

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Capitolo 13
*** Tregua ***


Passarono i giorni e i nostri eroi erano alle prese con un nuovo nemico molto potente di nome Cell. Questo essere era riuscito ad assorbire il corpo dei Cyborg 17 e 18, diventando un mostro ancor più spaventoso. Dopo giorni in cui si sono susseguite numerose lotte per distruggerlo, il mostro aveva deciso di organizzare i cosiddetti "Cell games", dove si sarebbe scontrato con tutti i più valorosi guerrieri della terra. Cell aveva concesso nove giorni di tregua, così che i nostri eroi potessero allenarsi e sperare di riuscire a salvare il pianeta da quella minaccia enorme. Durante quel periodo, Vegeta e Trunks del futuro tornarono alla stanza dello Spirito e del Tempo e poi, decisero di spostarsi alla Capsule Corp, nella camera gravitazionale per continuare gli allenamenti. Mentre i giorni passavano e si avvicinava sempre di più il giorno stabilito dal mostro, Vegeta, durante una notte piovosa, sembrava assorto nei propri pensieri. La notte era calata lentamente sulla città dell' Ovest, avvolgendo le strade e le case con il suo manto scuro e silenzioso. Illuminato solo dalla piccola luce del giardino esterno della Capsule Corp. Vegeta guardava il cielo. Il silenzio veniva interrotto solo dal ticchettio della pioggia che batteva sui vetri della casa, una pioggia forte e incessante che non dava segno di volersi fermare. Pensava a come si fossero evolute le cose, sapeva che la situazione era precipitata in parte per colpa anche sua e questo lo tormentava. Con suo grande stupore, adesso il Sayan aveva instaurato dentro di sé un legame con suo figlio e di conseguenza aveva iniziato ad interessarsi anche del futuro del piccolo Trunks. Man mano si fece largo nella sua mente una nuova sensazione, a lui quasi sconosciuta e provata con emorme disprezzo: la paura. Come un'onda che minacciava di travolgerlo. Come qualcosa che non poteva controllare. Paura del futuro, che si prospettava difficile e pieno di insidie sia per Trunks che per Bulma. Si, Bulma. La sua Bulma. Sarebbe stata abbastanza forte? Cell le avrebbe fatto del male se non ci fosse più stato lui o gli altri a proteggerla? Se la sarebbe cavata? E il piccolo Trunks, come avrebbe reagito a tutto questo? Quali ostacoli avrebbe incontrato lungo il suo cammino? Tutte queste domande lo tormentavano e si stupí di sé stesso. Per la prima volta in vita sua si preoccupava per la pelle di qualcun'altro. Un altro che non fosse lui. "Ah, sei qui. Non sapevo dove fossi, ti ho cercato dappertutto." Disse Bulma, che nel frattempo lo aveva raggiunto sotto un ombrello. "C'è qualcosa che non va? Ti vedo pensieroso." Continuò. Lui intanto seguitava a pensare e a guardare il cielo. "Il futuro della terra è nelle nostre mani. Che ne sarà di Trunks se non riuscissimo a sconfiggere Cell?" Pensò. Bulma gli si avvicinò e gli mise una mano sul viso. "Sei preoccupato per il torneo, non è vero?" Vegeta non si mosse. Quel tocco lo riportò alla realtà e si mise a guardare intensamente Bulma negli occhi. "Anch'io sono preoccupata. Quel mostro è davvero molto forte, ma non dobbiamo perdere la speranza." Disse lei. "Speranza, hai detto? Tutte scemenze, persino Kaaroth ha detto che non è in grado di sconfiggere quell'essere e nemmeno io ne sono stato in grado." L'ultima frase la disse a denti stretti, con molta rabbia in corpo. Per la prima volta nella sua vita, Vegeta aveva messo in dubbio sé stesso e la cosa non gli piaceva affatto. "Ma vi siete allenati parecchio, mi sembra. Quel mostro non è invincibile!" Disse lei, per cercare di rassicurarlo. Non lo aveva mai visto così fragile e così vulnerabile. La cosa le fece un certo effetto. "Tu non capisci, quell'essere dopo di noi distruggerà tutto quello che gli capiterà a tiro e allora che ne sarà di te e di Trunks?" Il cuore di Bulma ebbe un sobbalzo. Davvero stava dicendo quelle cose? Davvero Vegeta, il grande Vegeta, si stava preoccupando per lei e per il loro figlio? "Oh, Vegeta.." Disse, sospirando e sentendo le lacrime agli occhi. Gettò a terra l'ombrello e gli cinse la vita con le braccia. Il suo cuore batteva forte e lo sentiva chiaramente nel petto. Era felice, ma al tempo stesso soffriva nel vederlo così. Aveva deciso di mostrarle un lato di lui che mai avrebbe pensato di vedere un giorno. Un lato più umano. Un lato che non sapeva potesse possedere. Lo amava, più di ogni altra cosa e quella notte sentì di amarlo ancora di più. "Il destino della terra è nelle vostre mani, non dimenticarti chi sei. Io so che ce la farete, ne sono più che sicura!" Disse lei, con il cuore pieno di speranza. Mancavano tre giorni alla data fatidica e Bulma decise di recarsi a casa di Son Goku per parlargli. Vedere Vegeta in quello stato l'aveva profondamente turbata, tanto da non riuscire a dormire la notte. "È davvero molto forte questo essere?" Chiese Bulma a Goku, mentre si trovavano in giardino, anche se già conosceva la risposta. Quest'ultimo e Gohan avevano concordato di svolgere tre giorni di allenamento e sei di riposo. "Eh, si. Temo proprio di si. È diventato molto più forte di quando lo avevo incontrato la prima volta. Perché me lo chiedi?" Chiese Goku. "Ecco, vedi, Vegeta è piuttosto turbato, è la prima volta che lo vedo così pensieroso, sta così a causa del torneo." Disse Bulma. "Capisco." "Magari potresti parlarci tu, io non gli sono granché di aiuto, purtroppo, ma tu potresti rassicurarlo!" "Potrei fare un tentativo. Anche se non ammetterà mai di avere un problema, piuttosto passerebbe all' altro mondo. È molto orgoglioso." "Però, potresti fare un tentativo no?" "Proverò a parlarci." "Ti ringrazio molto, Goku. A proposito, come stanno procedendo gli allenamenti con Gohan?" Goku parve assorto nei propri pensieri, poi rispose: "Procedono, anche se ora mi importa che passi più tempo possibile con sua madre. Non so come andrà a finire il torneo, sono sincero." Disse Goku, serio. "Sei anche tu preoccupato?" "Più o meno. Ma abbiamo ancora un asso nella manica e se tutto va secondo i miei piani, abbiamo buone possibilità di riuscire a battere quel mostro." "Asso nella manica? Di cosa stai parlando?" Goku sorrise, beffardo. "Ma di Gohan, naturalmente."

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Capitolo 14
*** L'intervento di Goku ***


Quella stessa sera, Goku decise che avrebbe parlato a Vegeta. Intanto, quest'ultimo, era di nuovo assorto nei propri pensieri e guardava da lontano la luce che proveniva dalla stanza in cui si trovavano Bulma e il piccolo Trunks. Tutto taceva. Il sole aveva lasciato spazio alla luna e le stelle, le quali brillavano come non mai. Era incredibile pensare che di lì a poco, forse, non avrebbero più goduto di uno spettacolo simile. Vegeta si tormentava di aver causato lui, con la sua superbia, quel disastro annunciato e tutto ciò lo divorava dall' interno. "Come è potuto succedere? Io, il Grande Vegeta, sono stato battuto da quell' essere! E ora minaccia di distruggerci tutti. Non mi sono mai sentito tanto umiliato in vita mia." Pensò e nel frattempo aveva staccato un ramo dall'albero a cui era poggiato con la schiena. Lo prese e lo sgretolò, con rabbia. D'un tratto avvertì una presenza alle sue spalle. Era Goku. "Buonasera, Vegeta." Disse Goku. "Che sei venuto a fare qui, Kaaroth?" Chiese Vegeta, con tono minaccioso. "Bulma mi ha detto che sei preoccupato per il torneo e così sono venuto qui per parlarti." "Che pettegola! Quando imparerà a tenere la bocca chiusa?" Pensò, a denti stretti. "Anche se fosse, questi non sono affari tuoi! Tornatene da dove sei venuto!" Ringhiò Vegeta. "Sarà, ma visto che parteciperemo entrambe al torneo, l'affare è anche mio, se permetti." Rispose Goku, pacato. "Ascolta, fai bene a preoccuparti, dopotutto ora hai anche tu una famiglia, o mi sbaglio?" Vegeta a quelle parole si infiammarono gli occhi. Come si permetteva di parlare così? Della sua famiglia? Una famiglia che a malapena aveva considerato ma che ora era diventata qualcosa di importante anche per uno come lui. Quella frase lo colpì nell'orgoglio, sapeva che Goku aveva ragione e detestava con tutto sé stesso ammetterlo. "Comunque sia, forse abbiamo una possibilità contro quel mostro. Abbiamo un'arma segreta." Continuò Goku. "Un'arma segreta, hai detto? E sarebbe?" Chiese Vegeta, curioso. "Non mi va di sbilanciarmi e ti dico solo che è un'ottima risorsa. Ma lo vedrai con i tuoi stessi occhi al torneo." Rispose Goku, facendo crescere sempre di più la curiosità di Vegeta. "Stai bleffando, non è vero, Kaaroth?" Chiese Vegeta. "No, non sto bleffando, è la verità." Disse Goku, con tranquillità. "A proposito di famiglia, quasi dimenticavo." Disse Goku, ad un certo punto. "Perché non te la sposi? Sto parlando di Bulma, naturalmente. Ne sarebbe felicissima." Vegeta sgranò gli occhi. Una cosa del genere non gli era nemmeno mai passata per la testa. "Sposarla?" Chiese, incredulo. "Certo, così lei e il piccolo Trunks diventerebbero legittimamente tuoi. Che ne dici?" L'idea non lo aveva mai sfiorato e ancora una volta, forse, se possibile, ancora più di prima, detestava con tutto sé stesso ammettere che Goku aveva ragione. Il piccolo Trunks meritava di essere riconosciuto come suo figlio e quella poteva essere una soluzione da prendere in considerazione. "Bene, è tutto quello che avevo da dirti. Ci si vede al torneo." Disse Goku e si teletrasportò a casa. Vegeta nel mentre continuava a pensare. "Un' arma segreta...che hai intenzione di fare, Kaaroth?" Pensò e poi la mente gli fece tornare il pensiero del matrimonio. "Non c'è tempo, devo agire in fretta!" Pensò e così volò sulla terrazza della stanza dove Bulma aveva appena messo a letto il loro figlio. La portafinestra era aperta ed entrò. "Bulma, esci. Devo parlarti." Disse. Bulma lo guardò con sguardo interrogativo. "Dimmi. Che succede?" Chiese. "Come faccio a dirglielo? Di sicuro non mi metterò in ginocchio, è troppo umiliante." Pensò, nel frattempo Bulma lo guardava, confusa. "Kaaroth mi ha detto che c'è un modo affinché tu e il piccolo Trunks possiate diventare legittimamente miei." Disse Vegeta, cercando le parole giuste. "Si, in effetti c'è un modo." Disse Bulma, poi, d'un tratto, si rese conto di cosa stava per accadere. "Oh mio Dio...stai facendo sul serio? Vorresti chiedermi.." Chiese Bulma, incredula. Vegeta annuí, senza aggiungere altro. "Oh, mio Dio...oh, mio Dio! Sta succedendo davvero? Tu..tu vorresti.." Iniziò a balbettare lei dall'emozione. "Se ti aspetti che te lo chieda direttamente e mi metta in ginocchio te lo puoi scordare!" Disse Vegeta, con il suo solito tono arrogante. "Non serve, sei stato chiarissimo! E ti dico si. Si! si! mille volte si!" Disse lei, sprizzante di gioia. Gli corse incontro e lo abbracciò forte. "Certo che ti voglio sposare.." Disse. "Il torneo è tra due giorni, quindi conviene sbrigarci." Disse Vegeta. "Fammi capire, tu vorresti sposarti subito?" Chiese Bulma, sorpresa. "Esatto. Non abbiamo molto tempo." Disse Vegeta. "Devo avvisare i miei genitori. Potrebbe svolgersi qui, direttamente. Oddio, sono così emozionata!" Disse Bulma, in preda alla felicità più assoluta. Alla fine glielo aveva chiesto, in un modo tutto suo, ma lo aveva fatto e non stava più nella pelle. Non c'era molto tempo e avrebbe dovuto organizzare il tutto nel giro di sole ventiquattro ore. "Devo pensare a un sacco di cose. Oddio, ce la farò in un solo giorno? Ma che importa, sono troppo felice!" Pensò e nel frattempo era già corsa a dirlo ai suoi genitori. "Come? Volete sposarvi? Subito?" Chiese incredulo suo padre. "Sì, esatto. Non c'è un minuto da perdere!" Disse Bulma, determinata. "Bene. Domattina avviserò il sindaco, è un vecchio amico e non sarà difficile convincerlo a sposarvi con così poco preavviso." Disse il signor Brief. "Ti ringrazio, papà. Nel frattempo io e la mamma penseremo al resto!" Doveva occuparsi di tutto e in così poco tempo. Doveva pensare al vestito, il suo bouquet, le fedi e a qualche decorazione da mettere in giardino. "Sarà una cerimonia molto intima, dato che non c'è tempo per invitare nessuno. Ci saremo solo noi due, mamma, papà, il piccolo Trunks e Trunks da grande. Sarà comunque stupendo!" Pensò, in visibilio. Bulma non stava più nella pelle. Sognava il matrimonio da quando era solo una ragazzina e mai avrebbe pensato di unirsi un giorno proprio con qualcuno come Vegeta. Dentro di sé avvertiva un turbine di sensazioni, come l'euforia, l'eccitazione e l'ansia. Ansia per i preparativi e iniziava a domandarsi se tutto sarebbe andato secondo i suoi piani. Nonostante questo, si sforzava di pensare positivo, infondo lei e Vegeta stavano per sposarsi e questo era ciò che più contava. "Tesoro, che ne dici se Vegeta indossasse uno dei miei smoking? Dovremmo avere la stessa taglia." Disse il signor Brief. "È un'ottima idea, papà! Al vestito di Trunks adulto ci penserò io. Non vedo l'ora!" Disse Bulma e corse a dirlo a suo figlio grande. "Come? Papà ti ha chiesto di sposarlo?" Chiese incredulo, Trunks. "Non me lo ha espressamente chiesto, sai come è fatto tuo padre, ma l'intenzione è quella!" Trunks nonostante al primo impatto fosse stupito della cosa, in cuor suo era felice per i suoi genitori. "Strano, nel futuro non siete mai riusciti a sposarvi, ma sono felice per voi, mamma." Disse. Bulma era in preda all'euforia. Non stava più nella pelle e non vedeva l'ora che arrivasse quel giorno. "Sarà tutto perfetto! Oh, mio Dio. Stento ancora a crederci!" Ma era tutto vero. Di lì a poco lei e Vegeta si sarebbero sposati e si sarebbero uniti per sempre. Decise di fare una lista dei luoghi in cui si sarebbe dovuta recare, ma fu più difficile del previsto. Fortunatamente il piccolo Trunks dormiva tranquillo e non poteva assistere alla crisi di nervi che stava avendo sua madre. "Dunque, vediamo. Potrei passare da qui per le decorazioni, ma anche qui non sarebbe male. Oh, accidenti, è così complicato scegliere il posto giusto per queste cose!" Disse tra sé, scoraggiata. Fortunatamente entrò sua madre in quel momento. "Tesoro, sei ancora sveglia? Che ci fai a terra con tutti quei fogli?" Chiese la signora Brief. "Ecco, vedi mamma, sto facendo un elenco delle cose che ci servono per organizzare il matrimonio, ma sto letteralmente andando nel pallone. Ci sono un sacco di posti che vorrei visitare per questa o quell'altra cosa, che devo fare? Non posso ancora sdoppiarmi!" Disse lei, demoralizzata. "Ma tesoro, non serve che tu vada da tutti quanti. Ci divideremo e andremo da chi ci ispira di più!" Disse la madre e Bulma fu d'accordo. "A proposito, come mai Vegeta ha tanta fretta di sposarsi?" Chiese ad un certo punto la madre. "Francamente non ne ho idea, ma è un comportamento che non mi stupisce più di tanto, lui è abituato ad avere tutto e subito e penso sia questa la ragione." Disse Bulma. "O magari semplicemente non vede l'ora di sposarti, tesoro. Sei così fortunata, un marito così affascinante non si trova facilmente oggigiorno. Pensa a quanto saranno invidiose le tue amiche!" Disse la signora Brief, ridendo ed uscì dalla stanza. Bulma effettivamente non aveva riflettuto sul perché tanta fretta di sposarsi, ma poi un pensiero la colpì e gli tornò in mente l'espressione del Sayan mentre la sera prima parlavano in giardino. "E se fosse la paura a spingerlo ad un'azione simile?" Pensò. "No, è impossibile. Vegeta non ha paura di niente e di nessuno." Continuò a pensare. "Ma se invece fosse così? Se addirittura uno come lui ha paura del futuro, allora.." Esitò, ma aveva già la risposta. "Allora per tutti noi sarà la fine."

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Capitolo 15
*** Tua per sempre ***


Il mattino dopo Bulma lasciò il piccolo Trunks a suo padre e andò con la madre più in fretta che poté in centro. Aveva pianificato tutto la notte prima, senza chiudere occhio, in parte per il piccolo Trunks e in parte per organizzare la giornata seguente, pregando di non tralasciare nulla. Come prima tappa andarono dal fioraio per scegliere le decorazioni e il bouquet. Una volta lì, optarono per un mazzo di rose bianche, le sue preferite e due piccoli vasi di margherite. Poi, passarono alla volta dell'abito e Bulma decise che avrebbe indossato qualcosa che le avrebbe ricordato per sempre quel giorno. "Questo qui è perfetto!" Disse, tenendo in mano un abito da cerimonia che l'aveva molto colpita. Più passava il tempo e più l'eccitazione cresceva. Mancava ancora qualche dettaglio e poi avrebbero concluso la corsa all'organizzazione. Decisero di concedersi una pausa e andarono al loro bar preferito per bere un caffè. "Yamcha, anche tu qui? Come stai?" Chiese Bulma, vedendo il ragazzo seduto ad un tavolino. "Ciao Bulma, signora Brief. Io sto bene e voi?" "Non dovresti essere ad allenarti per il torneo?" "Oggi ho deciso di riposarmi. E voi? Che state combinando?" Bulma arrossí un poco in volto. "Beh, ecco..noi stiamo organizzando il mio matrimonio." Disse la ragazza, un po' emozionata. "Come? Vegeta ti ha fatto la proposta? Non ci posso credere..." Disse Yamcha, con un filo di delusione nella voce. "In effetti è così, vuole che ci sposiamo domani." "Domani, hai detto? Ma è davvero tra pochissimo! Cosa gli è saltato in mente?" A quel punto Bulma arrossí ancora di più. Nemmeno lei lo sapeva, ma era quello che desiderava e più di ogni altra cosa. "Ora dobbiamo andare, Yamcha. Il tempo stringe e noi abbiamo ancora un sacco di cose da fare!" "Capisco...allora, ci si vede. Ah e Bulma?" Disse d'un tratto Yamcha, prima che la ragazza andasse via. "Si?" Chiese lei. "Congratulazioni...davvero. Sono felice per te." Disse lui, con tono sincero. "Ti ringrazio, Yamcha. Vedrai, un giorno troverai anche tu la persona giusta! Ne sono più che sicura!" "Credevo di averla già trovata, ma poi le cose sono andate diversamente.." Disse lui, con una punta di malinconia. "Pazienza, arriverà anche per me il momento del riscatto. Ci vediamo!" Continuò e poi le salutò con un cenno della mano. "Povero Yamcha, si vede che è ancora cotto di te, tesoro." Intervenne la signora Brief, dopo che si erano allontanate. "Già, l'ho notato anche io...beh, io non posso farci nulla, mamma. Vedrai che con il tempo gli passerà! O almeno, lo spero..." Detto ciò, tornarono alle loro commissioni. Il giorno speciale arrivò in men che non si dica e Bulma era più nervosa che mai mentre si preparava. "Bene, ci siamo! Oddio e se ho dimenticato qualcosa? Qualcosa di fondamentale? No, credo di aver pensato a tutto." Disse tra sé e poi guardò il piccolo Trunks, anche lui vestito di tutto punto per l'evento. "Tesoro mio, sei bellissimo!" Disse al bambino, prendendolo in braccio. "Tesoro, posso entrare?" Chiese la madre, bussando alla porta della sua stanza. "Si, certo!" "Volevo farti avere una cosa." Disse la madre e le porse un ciondolo a forma di rosa. "Questa me la regalò tuo padre prima che ci sposassimo. A me ha portato bene, sono sicura che anche per te sarà la stessa cosa!" Bulma se lo mise subito, estasiata. "Che te ne pare, mamma?" Chiese. "Sei un incanto, tesoro. Vegeta rimarrà a bocca aperta!" Rispose la signora Brief, scacciando via una lacrima che le era scesa sulla guancia. Arrivò il fatidico momento e Bulma si recò in giardino con a fianco suo padre, il quale la prese sottobraccio. Il suo vestito rispecchiava tutto ciò che aveva sempre desiderato indossare per il proprio matrimonio, un abito semplice, color perla, senza spalline, il quale seguiva perfettamente ogni forma del suo corpo e si stendeva lungo dietro di lei. Il bouquet di rose bianche completava quello spettacolo per gli occhi. Era emozionatissima. Quando vide Vegeta rimase senza parole. Non lo aveva mai visto in smoking ed era davvero uno schianto. Lei e suo padre arrivarono all'altare improvvisato entrambe emozionati, poi, lui la baciò sulla guancia e la lasciò andare. "Siamo qui riuniti oggi, per celebrare l'unione di questa coppia." Iniziò il sindaco, procedendo con il discorso di rito per la cerimonia. "Bulma, ripeti dopo di me. Io Bulma.." "Io, Bulma.." Ripeté la ragazza. "Prendo te, Vegeta..come mio legittimo sposo." "Prendo te, Vegeta..come mio legittimo sposo." Quest'ultima frase la ripeté con non poca emozione nella voce. "Per amarti e onorari tutti i giorni della mia vita, finché morte non ci separi." Concluse Bulma e una lacrima le scese lungo la guancia. Quando fu il turno di Vegeta le cose non andarono esattamente come previsto. "Ora, tocca a te Vegeta ripetere dopo di me." "Sta scherzando, spero. Non dirò niente del genere!" Disse il Sayan, stizzito. "È la prassi, ragazzo mio. Altrimenti il matrimonio non potrà essere valido." Disse il sindaco e Vegeta si irritò ancora di più. "Forza, papà. Puoi farcela!" Disse Trunks adulto. "Non ti immischiare, tu!" Rispose Vegeta. Il sindaco riprese la cerimonia. "Io, Vegeta.." "Quanto è umiliante tutto ciò." Pensò e riluttante ripeté la frase. "Prendo te, Bulma come mia legittima sposa." Anche qui il Sayan, sempre a denti stretti, ripeté la frase. "Per amarti e onorari tutti i giorni della mia vita, finché morte non ci separi." In quel momento Vegeta perse le staffe. "Questo mai! Non mi potete costringere! Non dirò mai una cosa simile, io sono il grande Vegeta, dannazione!" Il sindaco rimase perplesso e non seppe più come riprendere in mano la situazione. "Posso continuare io al suo posto?" Chiese Trunks, venendo in aiuto di suo padre. "Beh è un po' insolito. Non mi era mai capitato prima una situazione del genere!" Disse il sindaco, sempre più perplesso per la piega che avevano preso le cose. "Se è possibile sono pronto a fare le veci di mio padre." Disse educatamente Trunks. Vista la situazione, il sindaco si arrese e disse al ragazzo di concludere lui la frase al posto del padre. Bulma, nonostante ciò era comunque felice di stare per sposare quell'uomo tanto orgoglioso e pieno di sé. Si ricordò di quando era stata a casa di Chichi e la donna le aveva chiesto cosa l'avesse fatta innamorare del Sayan e lei rispose: "Per il suo essere così orgoglioso. È testardo e arrogante ed è proprio per questo che mi sono innamorata di lui!" Tornata alla realtà, Trunks adulto prese in mano la situazione e disse: "Per amarti e onorari tutti i giorni della mia vita, finché morte non ci separi." Bulma, vedendo quella scena comunque tenera si fece prendere di nuovo dall'emozione. "Grazie, tesoro." Disse lei, con le lacrime agli occhi. "Con i poteri conferitomi dallo Stato, io vi dichiaro: marito e moglie. Puoi baciare lo sposo." Bulma non se lo fece ripetere e si gettò al collo del Sayan, il quale rimase palesemente sorpreso da quell'azione ma non si ritrasse. Alla cerimonia seguì un pranzo in giardino tutto preparato dalla signora Brief e i pochi presenti pranzarono tutti insieme. Il sole del mezzogiorno lasciò spazio ben presto ai caldi colori della sera e mentre tutti si alzavano, Bulma notò che Vegeta si era allontanato e si era poggiato con la schiena ad uno dei salici piangenti del giardino. "Ehi, che fai qui tutto solo?" Chiese Bulma, ma Vegeta non rispose. Aveva di nuovo quell'aria cupa e la ragazza capì che stava pensando al torneo. Ad un tratto si voltò a guardarla. "Dov'è il piccolo Trunks?" Chiese e la ragazza si meravigliò che volesse saperlo. "È con mio padre, perché?" "Vieni con me." Le disse e le tese una mano. Lei gli porse la sua e lui la prese in braccio per poi mettersi in volo. "Dove stiamo andando?" Chiese lei, confusa, ma non ottenne risposta. Arrivarono poco dopo su una piccola isola deserta, dove i colori del cielo si riflettevano sulle acque tranquille e limpide dell'oceano. "Oh, che meraviglia! Non avevo mai visto quest'isola prima d'ora!" Disse Bulma. "È qui che mi sono allenato per un po', quando me ne sono andato." Disse Vegeta. "È stupenda!" Disse lei, entusiasta. Lui le si avvicinò e le slacciò l'abito aprendole la zip dietro la schiena. Bulma si irrigidì. "Aspetta un attimo, non vorrai farlo qui? All'aperto?" Chiese lei, turbata. "Tranquilla, non verrà nessuno." Disse lui, con tono distaccato, ma che lei trovò comunque rassicurante. Bulma lasciò cadere l'abito ai suoi piedi e rimase in intimo, intanto anche lui aveva iniziato a spogliarsi. Non le era mai capitato di fare l'amore all'aperto, era la prima volta per lei, ma fu comunque eccitante. Il Sayan le stava sopra e saggiava ogni centimetro del suo corpo. Quel corpo che era da mesi che non assaporava e che suo malgrado gli era mancato. Fecero l'amore e poi rimasero sdraiati ad ammirare l'orizzonte. Poco dopo, Vegeta si rivestì. "Bulma, alzati. Dobbiamo andare." Disse e Bulma si alzò un po' riluttante, voleva stare ancora un po' sdraiata a godersi lo spettacolo. Dopo essersi rivestita si avvicinò al Sayan, ma lui non si mosse. "Devo dirti una cosa." Disse lui e Bulma riuscì a malapena a sentirlo parlare da quanto aveva abbassato la voce. "Dimmi. Che succede?" Chiese lei. "Ti devo le mie scuse." Disse lui, in tono asciutto, guardando verso il basso. "Cosa?" Chiese lei, sorpresa. "Non costringermi a ripeterlo!" Disse lui, a denti stretti. "No, no. Ho capito benissimo. Sono solo un po' sorpresa, tutto qui." Disse lei. Vegeta, il grande Vegeta, il principe dei Sayan, stava chiedendo scusa per qualcosa e a Bulma bastò questo per rimanere senza parole, ma poi si rirpese. "Mi stai chiedendo scusa per cosa, esattamente?" Il Sayan dapprima non rispose, forse perché stava cercando le parole giuste da usare. Bulma restò in attesa, incuriosita. "Non sono stato un buon padre per il piccolo Trunks. Ma le cose cambieranno, te lo prometto." Bulma ebbe un sussulto. Aveva veramente detto ciò che aveva sentito? Parole che mai e poi mai si sarebbe aspettata di udire da un uomo tanto orgoglioso e pieno di sé. In più le aveva fatto una promessa e se c'era una cosa che aveva imparato dai Sayan è che mantengono sempre la parola data. "Oh, Vegeta.." Sospirò Bulma e gli si avvicinò, lo cinse con le braccia e si abbandonò a quel tenero gesto. Lei alzò lo sguardo su di lui, intento ancora a guardare verso il basso. Le sue parole furono come una ventata di aria fresca in una giornata afosa, ma il peso di tutti quei giorni di assenza pesava ancora sulle sue spalle. Lui si sentì strano, diverso. Come se si fosse levato un peso dal petto che lo stava opprimendo. Sapeva che le scuse da sole non sarebbero bastate a cancellare il passato, ma era pronto ad impegnarsi e a prendersi le proprie responsabilità. Era solo l'inizio di un lungo viaggio che lo avrebbe portato alla redenzione, ma per la prima volta, forse, c'era speranza nel loro futuro. Per la prima volta, si era reso conto che le sue azioni avevano una conseguenza e che ora non era più il momento di pensare solo a sé stesso, ma anche a Bulma e al piccolo Trunks, che finalmente poteva contare anche su un'altra persona nella sua vita: suo padre.

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Capitolo 16
*** Sotto un cielo di stelle ***


Il torneo era iniziato. Nonostante qualche intoppo iniziale, Goku era stato il primo a voler salire sul ring. Seguí una lotta senza esclusione di colpi e dopo vari scontri tra Cell e Goku, quest'ultimo aveva lasciato tutti a bocca aperta: si era arreso. Al suo posto aveva chiamato il piccolo Gohan a combattere e così fece. Gohan si dimostrò subito in svantaggio contro quel mostro, ma quando Cell aveva distrutto brutalmente C 16, il piccolo Gohan aveva dato libero sfogo alla propria rabbia e aveva raggiunto un livello incredibile di forza e agilità, mettendo Cell in seria difficoltà. Con un calcio era riuscito a fare espellere C 18 dal corpo di Cell e il mostro si era dovuto gonfiare come un pallone per poter eliminare definitivamente la Terra e tutti i suoi abitanti. Goku decise di sacrificarsi stupendo tutti i presenti, teletrasportandosi assieme al mostro sul pianeta di Re Kaio del Nord e rimase, insieme agli altri abitanti del piccolo pianeta, coinvolto nell' esplosione del malvagio Cyborg. Poco dopo, Cell era tornato sulla terra poiché non era stato completamente distrutto dall' esplosione e qui aveva osato eliminare un membro ormai caro a Vegeta: suo figlio adulto, Trunks. Dopo quel fatto, Vegeta aveva perso la ragione e aveva attaccato Cell, invano, ma era stato sconfitto di nuovo. A quel punto al Sayan non rimase altro che sperare in un miracolo. Stupendo il piccolo Gohan, il Sayan aveva chiesto perdono a quest'ultimo, per non essere riuscito a distruggere Cell un'altra volta. Gohan, ferito ad un braccio, tentò il tutto e per tutto, lanciando un onda energetica contro quella lanciata dal mostro e alla fine, con l'aiuto di suo padre dall'aldilà, era riuscito a disintegrare Cell e finalmente il torneo era giunto al termine. Vegeta era rimasto attonito, di nuovo Goku e Gohan avevano dimostrato di essere ad un altro livello rispetto a lui e aveva preso un amara decisione: "Basta, non combatterò mai più." E detto ciò, era tornato alla Capsule Corp. Bulma nel frattempo stava giocando con il piccolo Trunks in giardino. Il sole splendeva alto nel cielo e tutto tacque. Portò il piccolo in casa da sua madre e si mise a sedere fuori al tavolo del giardino. "Oddio, sono così in ansia! Chissà cosa sarà successo! Gli ultimi istanti del torneo non sono stati ripresi dalla telecamera.." Disse tra sé, in ansia. Poi, da lontano, vide una figura avvicinarsi alla sua casa. Era proprio Vegeta e Bulma tirò un lungo sospiro di sollievo. Appena il Sayan fu atterrato, lei gli si gettò con le braccia intorno al collo, sollevata nel vederlo. "Oh, mio Dio, stai bene? Ero così preoccupata! Trunks? È con te, non è vero?" Chiese lei, impaziente di sapere la risposta. Vegeta non rispose, anzi, abbassò lo sguardo e questo fece capire a Bulma che era successo qualcosa. La ragazza scoppiò a piangere e si accasciò a terra. "Il mio Trunks...mio figlio... perché?? PERCHÉ?" "Calmati!" La rimproverò Vegeta, poi continuò. "Non c'è motivo di disperarsi. I tuoi amici terrestri mi hanno detto che potrà tornare in vita grazie alle sfere del Drago." Bulma, sentendo quelle parole, alzò lo sguardo verso Vegeta e le lacrime a poco a poco si dissiparono. "Davvero?" Chiese lei, con rinnovata speranza e lui annuí. "Oh, sia lodato il cielo!" Disse la ragazza, rimettendosi in piedi. "C'è un'altra cosa che devi sapere." Disse lui, con tono deciso. "Rinuncio definitivamente a lottare. Io non combatterò mai più, per nessuna ragione!" Disse a denti stretti. Bulma spalancò gli occhi. "Stai scherzando, vero? Non puoi dire sul serio!" Disse lei, allarmata. "Ti sembro in vena di scherzi? Sto parlando sul serio!" "Ma perché dici questo? Cos'è accaduto?" Vegeta rimase per un attimo in silenzio, poi chiuse gli occhi e continuò: "Kaaroth e Gohan si sono dimostrati molto più forti e in gamba di me. Io sono sempre un passo indietro e questa cosa mi ha stancato. Per questo voglio gettare la spugna, non sono altro che un fallito!" L'ultima frase la disse con un tono disperato. Ferito nell'orgoglio, Vegeta non era più lo stesso. Bulma non rispose, ma poi fece un gesto che Vegeta non avrebbe mai dimenticato. Alzò in aria una mano e lo colpí in pieno volto. Vegeta, preso alla sprovvista, non riuscí a fermarla e rimase sorpreso dell'accaduto. "Ma che fai? Sei impazzita?" Chiese lui, stupito. "No, non sono pazza, ma tu ne avevi bisogno." Disse lei, guardando in basso. "Prima del torneo ti avevo detto di non dimenticare chi sei e invece non mi hai dato ascolto. Tu sei il grande Vegeta, sei il principe dei Sayan e basterebbe questo a incutere timore nei nemici." Vegeta rimase in silenzio. "È vero, Goku e Gohan si sono battuti valorosamente, ma anche tu e Trunks non siete da meno, siete anche voi molto potenti e potreste addirittura superarli se solo lo voleste." Per un attimo entrambe rimasero in silenzio, poi lei continuò: "Dimmi, dov'è adesso l'orgoglioso principe dei Sayan? L'uomo più forte che abbia mai conosciuto e del quale mi sono innamorata? Dov'è finito?" Quelle parole riecheggiarono nella testa di Vegeta in modo chiaro e con tono arrabbiato. Bulma aveva di nuovo le lacrime agli occhi e il fatto che fosse a causa sua lo detestava. Ma Vegeta era più testardo di un mulo e continuò: "Quell'uomo non esiste più." Disse a denti stretti e allora Bulma alzò la testa e gli si avvicinò, con aria furiosa. "E invece si che esiste ed è proprio qui, davanti a me!" Vegeta vacillò, quella donna così esile e fragile aveva una forza straordinaria dentro di sé e questo lo sorprendeva ogni volta. "Fossi in te, date le circostanze, mi metterei subito sotto con gli allenamenti, di certo non resterei qui ad autocommiserarmi! Reagisci, maledizione! Torna in te!" Vegeta rimase stupito dalla determinazione con cui Bulma lo aveva rimproverato e in quel momento parve tornare sé stesso. "Ha ragione. Detesto ammetterlo, ma Bulma ha dannatamente ragione su tutto." Pensò tra sé. Abbassò lo sguardo e senza dire una parola fece per allontanarsi, ma poi si fermò. "Dí un po', la stanza gravitazionale è ancora in funzione?" Chiese e Bulma fece un sorriso. Era tornato quello di sempre. "Certamente e la gravità può arrivare anche ad altri livelli molto più elevati se lo desideri." Era quello che Vegeta voleva sentirsi dire. Sorrise beffardo tra sé e pensò: "Bene, proprio quello che speravo." Una sera, qualche mese più tardi, Vegeta aveva finito presto gli allenamenti e aveva trovato Bulma intenta ad osservare il cielo stellato. Trunks dormiva tranquillo nel suo lettino e tutto intorno c'era silenzio. Vegeta si avvicinò alla ragazza, incuriosito. "Ma che diavolo sta facendo? Perché resta impalata a guardare il cielo?" Pensò e nel frattempo l'aveva raggiunta. "Oh, ciao! Hai finito presto, come sono andati gli allenamenti?" Chiese lei, senza staccare gli occhi dal cielo. "Che diavolo stai facendo, si può sapere?" Chiese lui. "Sto aspettando di vedere una stella cadente, sai, qui sulla Terra ogni anno in questo giorno se ne vedono molte, ma finora non ne ho vista nemmeno una, accidenti!" Disse lei, sconsolata. "Perché non provi a cambiare posto?" Chiese lui. "In che senso?" Lui non rispose, le cinse la vita e la sollevò in aria, portandola con sé. Arrivarono in cima ad un altura e da lì il cielo sembrava molto più grande. "Ehi, da qui si vedono molto meglio, sembra quasi di poterle toccare." Passarono alcuni minuti ed entrambe erano seduti sotto un albero con lo sguardo rivolto al cielo, ma delle stelle cadenti nemmeno l'ombra. Bulma si spazientí. "È inutile, non riusciremo mai a vederne una. Vegeta torniamo a casa." Disse lei, con voce delusa. "Chiudi gli occhi." Disse lui, cogliendola di sorpresa. "Perché?" Chiese lei, curiosa. "Fallo e basta, Bulma!" Disse Vegeta a denti stretti. "Va bene, va bene. Lo faccio." Disse lei e chiuse gli occhi. Vegeta prese la mira e lanciò una sfera luminosa contro un punto preciso. In un attimo mille scintille di luce e piccoli frammenti iniziarono a illuminare con le loro scie il cielo. "Ora puoi aprirli." Disse lui. "Oh, mio Dio, ma è meraviglioso! Grazie, Vegeta!" Disse Bulma, con gli occhi che le brillavano per la meraviglia. "Non saprà mai che ho dovuto frantumare Venere solo per vederla contenta." Pensò tra sé ed entrambi rimasero a godersi lo spettacolo.

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