IL SAPORE DELLE LACRIME

di damaristich
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1: dolore e scoperta ***
Capitolo 2: *** la lettera di edward ***
Capitolo 3: *** pianoforte ***
Capitolo 4: *** la visione di alice ***
Capitolo 5: *** la mia famiglia ***
Capitolo 6: *** il simbolo del SI ***
Capitolo 7: *** le ricerche ***
Capitolo 8: *** la radura ***
Capitolo 9: *** pelle ***
Capitolo 10: *** urlare ***
Capitolo 11: *** risposte ***
Capitolo 12: *** caramelle gommose ***
Capitolo 13: *** la mia principessa ***
Capitolo 14: *** fuoco e oscurità ***
Capitolo 15: *** occhi rossi ***
Capitolo 16: *** interferenze ***
Capitolo 17: *** sogni ***
Capitolo 18: *** una camera buia ***
Capitolo 19: *** identità ***
Capitolo 20: *** verità ***
Capitolo 21: *** visione ***
Capitolo 22: *** buona idea Alice ***
Capitolo 23: *** due fronti ***
Capitolo 24: *** senza lacrime ***
Capitolo 25: *** violenza ***
Capitolo 26: *** Bella attira disgrazie ***
Capitolo 27: *** dead ***
Capitolo 28: *** ritrovarsi ***
Capitolo 29: *** il racconto Pt 1 ***
Capitolo 30: *** il racconto Pt 2 ***
Capitolo 31: *** mani ***
Capitolo 32: *** non voglio ***
Capitolo 33: *** confession ***
Capitolo 34: *** un nome ***
Capitolo 35: *** Avviso ***
Capitolo 36: *** Telefonate e specchi ***
Capitolo 37: *** I denali ***
Capitolo 38: *** la richiesta di Bella ***



Capitolo 1
*** 1: dolore e scoperta ***


un saluto a tutti quanti! questa è la prima FF che scrivo.. ne ho lette e commentate varie e sono totalmente persa nella saga della mayer. Spero che questo racconto sia di vostro gradimento.. è sulla coppia più bella che c'è EDWARD E BELLA! si tratta solo del primo capitolo.. ho una scaletta in testa.. vorrei continuarla.. ma vorrei sapere prima il vostro parere!! commentate.. anche per dei consigli... scrivere le mie idee mi appassiona... spero anche a voi leggermi! 

 

MI SCUSO IN ANTICIPO PER GLI ERRORI DI TRASCRITTURA

Il sapore delle lacrime

capitolo 1: dolore e scoperta

 

Edward

 

.......Come sempre le sue guance erano rigate di lacrime.

Ognuna di loro trafiggeva come un pugnale il mio gelido cuore immobile. Inveendo inutilmente su un cadavere martoriato quale ero diventato negli ultimi due mesi senza di lei.

Un raggio di luna baciava le sue labbra appena schiuse nel sonno...

Avrei voluto poggiare le mie gelide sulle sue calde, ero certo che avrebbero incendiato la mia pelle dura,il mio cuore spento, la mia mente, ma anche riacceso il mostro che avevo tentato di incatenare in quasi cento anni di esistenza.

Questo ero ciò che succedeva ogni volta che, assaporando la sua dolcezza, mi lasciavo trasportare totalmente dal mio amore per lei.

Perdevo ogni ragione e il mostro si risvegliava, inondandomi i denti di veleno, tramutando i miei occhi da oro liquido a dura, nera pietra, e rendendo il mio volto quello di un assassino.

Si...l'avrei voluta baciare...non desideravo altro che baciarla e vederla sorridere..L'avrei fatto...se non fossi stato sopraffatto dal terrore di dissanguare l'unico sorriso che mi rendeva vivo. Scossi la testa tornando a perdermi tra le sue palpebre che vibravano per gli incubi.

L'avrei baciata e svegliata eppoi? Cosa avrei potuto dirle?

< Eccomi amore mio... sono tornato... sei tutta la mia vita e non ti abbandonerò mai.. >.Ridicolo, l'avevo appena fatto. Lasciata in balia di se stessa...

Sorrisi... e parve una smorfia anche a me.

Parole egoiste..ECCO COS'ERANO. Non potevo, avevo promesso, Sarei scomparso per sempre. Glielo dovevo. La sua vita doveva essere perfetta, e di certo non lo sarebbe stata con un vampiro dannato che per metà desiderava ucciderla, che non avrebbe mai potuto donarle figli, che continuamente la esponeva alla morte, che era freddo, gelido e non avrebbe mai potuto regalarle la vera felicità: qella di una vita normale.

Mi strinsi la testa con le mani in un gemito silenzioso.

Disperazione meritata.

L'inferno era sprofondato nella sua vita sotto le vesti di un angelo. e quell'angelo ero io! Ero un angelo caduto, e non potevo sfruttarla per redimere il mio cuore. non l'avrei condotta all'inferno con me. meritava di meglio. lei meritava il paradiso.

Se fossi stato certo che quella con me era la miglior vita per lei, non avrei mai pronunciato le parole che distrussero tutto.

bella intanto stringeva le braccia al petto sempre più.. aveva i pugni serrati.

Erano passati due mesi da quando ero fuggito e esse rieccheggiavano ancora nella mia testa, insieme alle immagini del suo sguardo distrutto...

La stavo assassinando, ne ero certo,ma lo facevo per il suo bene. Stavo proteggendo la sua anima dalla dannazzione eterna. Tentavo di non essere egoista, di non essere un mostro.

eppure ogni sera che venivo a guardarla nel suo letto, giacere carponi, con le braccia strette al petto come se volesse proteggersi, le mie certezze vacillavano.

Due mesi...

e guardandola nel bosco avevo trovato la forza di voltarmi e fuggire via, ma la mia determinazione non riuscì a chiudere la mia mente ai suoi strazianti richiami.

< Edward... edward > urlava il mio nome con tutto il fiato che riusciva a prendere correndo nel bosco, inseguendo una scia che non c'erache ero tanto abile da celare.I suoi urli mi giungevano sempre più tenui, finchè scomparvero a non so quanta distanza perchè il mio nome, anche solo sussurrato da lei, l'avrei potuto ascoltare distintamente da chilometri, con chiarezza come se fossi stato accanto al suo letto mentre sognava me, come se fosse stato il battito prezioso del suo cuore...tanto ero in sintonia con la sua voce.

Ogni richiamo, ogni lacrima sgorgata da quei dolcissimi occhi di cioccolato mi distruggeva e mi trafiggeva la mente con lame incandescenti. Mai avrei immaginato di poter resister alla sua voce straziata.

Mi persi tra i ricordi...Aveva le sopracciglia corrugate, tanto a formarle una rughetta tra occhi e naso...Sembravano passati pochi giorni da quando aveva pronunciato quelle parole < edward sa fare tutto > :

Mi uscì un sorriso amaro al ricordo di quella frase timorosa detta quando le feci conoscere esme, carlisle, emmette, rose..eppoi alice e jasper... Altri ricordi

La prima volta che la baciai e lei quasi mi assalì... altro sorriso... scoprii di essere bravo anche nelle faccende umane...

Sapevo di poter fare di tutto..e lei ne era convinta più di me.

Quest'ultima prova che stavo vivendo m'aveva fatto comprendere che aveva ragione.

Edward, IO, ero capace di amare l'unica umana il cui sangue mi faceva impazzire. ero capace di tenere a bada il mostro qual'ero, eppoi ero anche capace di lasciarla... perchè non avevo il coraggio di distruggere la sua anima..

Ironico...

Ma i miei pensieri furono interrotti

< edward.. no edward ti prego... non mi lasciare > E Bella ruppe in singhiozzi mentre la guardavo dormire. La cosa peggiore? IO, EDWARD CULLEN ero la causa delle sue sofferenze, delle sue lacrime, delle sue crisi di panico, della distruzione della sua felicità.

La guardai. Era perfetta, era perfetta anche con gli aloni scuri attorno agli occhi, era perfetta. pallida, con le labbra rosse per le ferite inflittegli dai suoi stessi deboli denti, stupenda anche con gli zigomi pronunciati dalla mancanza di cibo e dallo stress.. perfetta, con i capelli disordinati e senza cura, in quei pantaloni che non cambiava da giorni, e che le stavano larghi. Era perfetta.

Lentamente.. persi il controllo e mi avvicinai a lei, a catturarle con una pallida mano una ciocca ribelle che le copriva il viso e lei risussurrò

< perchè... non c'è più, non c'è più> altri singhiozzi. Bloccai la mano. La tormentavo anche mentre dormiva. non le davo pace.

Il mio viso divenne una maschera di antico dolore. NO..non potevo stare lì, non potevo cedere. Chiusi gli occhi, corrugai le labbra in un ringhio cupo dentro di me.

Ancora una volta. non seppi con quale forza, con quale determinazione... ma uscii da quella finestra mentre la luna indisturbata continuava a bagnare le sue labbra che un tempo potevo rivendicare come mie...

altri sussurri.. ancora il mio nome dalle sue labbra:

< edward.. edward >

Bella

Avevo freddo, mi sentivo immersa in un lago ghiacciato, ma negli ultimi mesi avevo imparato a apprezzare queste sensazioni nonostante fino a un anno prima ogni cosa fredda e bagnata sviluppasse in me repulsione...Ora come ora mi sarei gettata io stessa di mia volontà in un lago ghiacciato solo per immaginare che fosse il suo corpo a strin.... no...

DEVO PENSARE A ALTRO. Dovevo impedire che il mio petto si lacerasse.

Iniziai a riflettere...come cambia facilmente la vita.

Un giorno vivi al caldo...poi ti trasferisci nella zona più piovosa d'america, e finisci per amare il ghiaccio. La motivazione la sapevo.. e insieme alla conoscenza della motivazione la familiare voragine prese a aprirsi nel mio petto. Mi strinsi forte abbracciandomi e ricacciando indietro i singhiozzi. Ma non potei niente contro gli occhi chiusi che mi si riempirono di lacrime. NO... preferivo gli incubi alla realtà, ma ormai il dolore del risveglio aveva cancellato ogni parvenza di sonno.

Avevo immaginato un vento gelido sulla guancia, forse me l'ero sognato... non volevo aprire gli occhi, eppure lo feci. Le pupille si abituarono velocemente all'oscurità perchè la stanza era rischiarata dalla luna. Il cielo non era coperto, a malapena ci feci caso... La finestra era spalancata. Ero sicura di averla chiusa. Stavo chiaramente impazzendo.... Avevo la gola secca ma non volli constatare se avessi o meno la voce. Non mi serviva... i lamenti potevano essere anche muti, tanto nessuno li avrebbe ascoltati. mi alzai. La testa girava vorticosamente.

Caddi a terra, le gambe non mi sostenevano e scoppiai a piangere in modo convulso, quasi fino alla nausea. Sentivo che charlie si era svegliato perchè non russava più. Di certo tentava di origliare, ma non aveva il coraggio di affrontare il mio dolore: non era mai stato bravo in queste cose e il mio non era un semplice dolore di perdita, era come se fosse morto qualcuno, no... meglio.. ero morta io. Solo che il mio corpo non me ne voleva dare atto.

La testa urtò violentemente contro il pavimento in uno spasmo mentre la crisi raggiungeva picchi considerevoli. Udì solo un tonfo sordo che mi riscosse per un attimo dal dolore.

Tamburellai sulle assi del pavimento, c'era un punto in cui il suono era diverso. Non c'era altra motivazione se non la follia per quello che feci ma cominciai a raschiare con le unghie il pavimento, avevo ancora le dita ferite dal tentativo di sdradicare l'autoradio dal pick up, ma non mi importava, avevo il cuore cosi lacerato che il dolore fisico era diventato irrilevante. Stranamente l'asse venne via con facilità. Sotto c'era una zona cava.

La luce della luna illuminò l'unico sguardo che popolava i miei sogni da due mesi a questa parte e nonostante la vedessi giorno dopo giorno, mi tolse come sempre il fiato. Cessai di respirare.

no... c'era una prova. non mi ero inventata tutto. non ero impazzita. Lui era li e mi guardava. un ondata anomala di lacrime mi colse di sorpresa. mi inginocchiai su me stessa disperata.

incapace di guardare l'unico viso che desideravo. Il dolore era insopportabile. si propagava in ogni parte del mio corpo. la testa pulsava.

< respira bella! respira ! > Pensai. e rialzai lo sguardo.

la foto di edward giaceva sotto le assi del pavimento insieme a un foglio bianco piegato in due.

le mani mi tremavano.. usciva sangue ma non me ne curai... Tesi la mia vita verso quell'unico appiglio...

lo aprii lentamente...

 

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Capitolo 2
*** la lettera di edward ***


wow! ho trovato 3 recensioni! grazie a tutte e tre per l'incoraggiamento! sono contenta che il primo capitolo vi sia piaciuto... cosa accadrà poi, cosa c'è scritto nella lettera? eheh Lasciate altre recensioni.. mi serve incoraggiamento per il terzo capitolo:)

E ora buona lettura

Edward

Dovevo allontanarmi dalla tentazione, avevo giurato a me stesso che mai e poi mai sarei stato la causa di una sua ulteriore tristezza.

Mi lasciai alle spalla la sua camera e Bella che dormiva.

Non mi restava che soffrire per tutto ciò che la mia natura non poteva darle.

Il vento mi fischiava forte nelle orecchie per la velocità. Andavo così veloce che i miei piedi toccavano terra di rado.

Sorrisi.. Bella avrebbe avuto paura se avesse corso cosi con me.. sarebbe stata una scusa per consolarla... per abbracciarla e sentire il magnifico odore dei suoi capelli soffici...per sussurrarle parole d'amore... mi fermai di scatto e mi guardai intorno: senza rendermene conto ero giunto alla nostra radura. Ero esausto, avrei voluto esserlo fisicamente; avrei voluto dormire e non pensare invece no! la mia mente era sovraccarica di dolore, era esausta eppure non la smetteva di pensare.. m'accasciai sull'erba inspirando odore di terra per riacquisire lucidità.

Come può un vampiro giungere a questa sofferenza! Dovrei essere un mostro senza anima. incapace di udire i propri istinti umani, incapace di tendere la mano verso carne umana se non per prenderne e cibarmene.

Inclinai il viso, impercettibili fili d'erba mi sfiorarono le guance che avrei voluto essere rigate di lacrime. Fui assalito dai ricordi. Bella... Bella che senza paura aveva teso una mano verso di me e mi accarezzava lasciando scie di fuoco sul mio braccio e si chinava a odorarmi...Ah ero ancora incapace di credere in me stesso quel giorno. Era lo stesso giorno in cui feci l'errore più grande della mia vita: desiderai la dolcezza delle sue labbra più di quanto desiderassi il suo ancor più dolce sangue. I miei pensieri divagarono al giorno prima che la lasciai...

Ero in camera mia, sul divano, con uno sguardo truce sul volto. Jasper era distrutto per quello che aveva fatto ed era dovuto andare a stare un po con Alice nel clan dei Denali. Mi dispiaceva. lo sapevo che non era colpevole della sua natura, ma non trovai la forza di andare da lui a parlargli; affogavo nei miei pensieri, cercando di essere lucido e di riflettere su cosa fosse giusto o meno. Ma ad ogni proposta pensavo:  <  come posso vivere senza di lei! >  Digrigavo i denti contro questa eventualità. Eppoi capi che di me non mi sarei dovuto curare.. ma solo della piccola dolce indifesa Bella. Io.. in qualche modo sarei sopravvissuto senza la luce della mia..esistenza.

Fu in quel momemento che decisi.

Presi un foglio e una penna e le scrissi...

 

Bella

Tesi la mano verso quel foglio impolverato sotto l'asse del pavimento. Mi ferii con una scheggia.. ma non me ne curai. Jasper o nessun altro vampiro si sarebbe avventato su di me. Loro non c'erano più. Edward non c'era più. Non mi sarei più dovuta curare degli effetti del mio sangue. MI riscossi da quel dolore mentre la voragine minacciava ancora di aprirsi come ogni volta che lo ricordavo. Quel foglio era estremamente prezioso. Quando lo afferrai pensai che potesse scomparire in una nuvola di fumo e invece rimase intatto anche quando lo aprii. Era carta dura, spessa, tanto che aprendosi scricchiolò leggermente.

Altre lacrime mi scesero giù per le guance. Fui attenta a non lasciare che confondessero la sinuosa calligrafia del mio amato con nere macchie.

Tesi un dito.. ancora prima di iniziare a leggere, soffermandomi a accarezzare le parole scritte dalla fredda mano che un tempo stringeva la mia. Ebbi una stretta al cuore, scossi la testa. NO questo era un momento importante < ...cosa mi hai scritto edward...? > sussurrai al buio.. e presi a leggere:

''amore mio...

non so se riuscirai mai a trovare queste poche parole che ti scrivo. E non so perchè lo sto facendo .Lasciarti questa lettera accanto, mentre io dovrei essere lontano da te è un grosso errore ma non ti nascondo che una parte di me spera che tu non creda mai in tutte le menzogne che ti dirò per lasciarti. Esse sono solo dettate dal mio infinito amore per te. Non smetterò mai di amarti per tutta la mia esistenza. Con uno sguardo hai accecato la mia vita, e senza di te niente avrà più senso se non la tua felicità. Cerco di convinvere me stesso che starai bene, che ti riprenderai. Sto selezionando le parole giuste per allontanarti da me con il minor dolore. Anche se il semplice allontanarmi da te è una bestemmia impronunciabile. Peccherò. Perchè sono dannato e non dannerò anche te.

Ti amo. Ti amo d'un amore che non si può contenere in un corpo umano, Ti amo più di qualunque cosa al mondo. ti amo, e non so se davvero riuscirò a trovare la forza di abbandonarti totalmente. Forse sarò lì.. nascosto vicino a te.. a osservarti e a sperare che tu stia bene. ma sarà come se non fossi mai esistito. Perchè i nostri corpi, che combaciano cosi perfettamente non possono coesistere.

Ti prometto amore mio, che mai più ti farò del male, domani... domani nel bosco distruggerò me stesso per salvarti la vita. Spezzerò il mio cuore già morto spezzando il tuo. E nessuna dannazzione sarà pari a quella per me.

Me stesso per te. E' questo il prezzo. e non esiterò a pagarlo

ti amo. Bella ti amo.... Per sempre. ""

Non riuscivo a piangere. non riuscivo a respirare... non riuscivo a pensare. La lettera mi cadde dalle mani. avevo lo sguardo fisso davanti a me, ma non vedevo niente. Quelle parole continuavano a prendermi a schiaffi.Gelidi schiaffi. Era stata una secchiata d'acqua fredda tra lacrime bollenti.

Edward... lui.... ERA UN FOLLE! lo urlò prima la mia mente, e poi le mie labbra.

LA RABBIA SI IMPADRONI' DI ME. INIZIAI A URLARE DISPERATA, all'inizio furono bisbigli e poi si trasformarono in urli.

< EDWARD SEI PAZZO! SEI PAZZO! EDWARD! SEI UN FOLLE! DEVI TORNARE EDWARD! >

Se era vicino avrebbe dovuto sentirmi, necessariamente. Mi aveva sentita tutto il vicinato. Ma edward non venne. in compenso Charlie irruppe nella mia stanza. Dovevo essere sconvolta. scommetto che avevo il viso rosso, gli occhi fuori dalle orbite, come una folle. Povero Charlie.. glielo leggevo in viso, pensava fossi impazzita. Erano giorni che non parlavo e le mie prime parole erano state urlate in piena notte dal pavimento della mia stanza. Lui avrebbe sicuramente scelto qualcosa di diverso.. qualcosa tipo < EDWARD SEI UN BASTARDO, SE TI AVVICINI ANCORA A MIA FIGLIA TI SPARO > Si sarebbero state diverse. Sorrisi. Ero impazzita. Si lo ero. Charlie mi guardava sconvolto ridere. Eppure il mondo era diventato leggero negli ultimi minuti grazie alla consapevolezza che lui mi amava! si mi amava... mi stavo proteggendo...

folle.. dolcissimo amore mio.

In quel momento decisi che l'avrei riportato a me. Perchè due corpi che combaciano perfettamente devono coesistere, non possono vivere l'uno senza l'altro.

Le lacrime che mi rigavano ancora il viso scesero fino alle labbra. le assaporai.. sale...Il sapore del dolore.. ma anche il sapore della gioia.. e della nuova speranza.

sorrisi ancora, eppoi guardai mio padre. e gli dissi: <  Sto bene.... davvero > eppoi di nuovo silenzio.

 

 

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Capitolo 3
*** pianoforte ***


 

Ciao a tutti! questa storia sta appassionando me prima di tutto! wow! Mi sto emozionando a scriverla eheh:)

ringrazio tutti quelli che mi hanno messa tra i preferiti!

 

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e soprattutto chi ha recensito! e rispondo a

Bell: NON VEDO L'ORA PURE IO :D ma chissà come andrà a finire... ehehe

ora vi lascio alla lettura di questo nuovo capitolo

 

Edward

Assorto nei miei pensieri, con la testa tra la gambe apparivo molto più umano di sempre. Solitamente la mia apparenza altera allontanava chiunque fosse tanto curioso da tentare di avvicinarsi a me. Tranne Bella ovviamente. Lei non aveva mai avuto paura di me..Se non paura di vedermi scomparire.. sorrisi... quanto era dolce il ricordo dei suoi occhi. Non aveva timore di avvicinarsi ai miei denti affilati... amava anche la mia forza. amava il mostro perchè era parte di me. NO non potevo lasciare che ogni piccolo stupido pensiero fosse legato a lei. Artigliai il terreno con la mano creando una piccola voragine. Chiunque avesse attraversato la radura in quel momento avrebbe pensato a me come a un disperato, ed era cosi, ma non potevo piangere. Era un'altra condanna della mia dannazione.

Il sapore delle lacrime potevo assaporarlo solo catturando quelle di Bella tra le mie mani. e questo non mi sarebbe stato più possibile ora che avevo fatto in modo di allontanarla da me. Un'altra smorfia sul mio viso. Ero un folle.. masochista.. già.. lo ero stato dal momento in cui mi ero innamorato di lei. il lupo innamorato dell'agnello. Mi alzai di scatto, un nuvolo di uccelli si alzò dagli alberi circostanti.. probabilmente per lo spostamento d'aria.. e forse fui cosi fulmineo da far rumore.Non mi importava. Quasi senza pensarci tornai a casa Cullen. Impiegai pochissimo. Ero veloce.. molto più dei miei fratelli. Che dolore avevo inflitto anche a loro. Per la mia bramosia. per il mio egoismo, li avevo sdradicati dalla loro vita tranquilla. Sapevo che Forks gli piaceva. Ci eravamo integrati perfettamente. Carlisle era fiero del suo lavoro lì. Avevo distrutto loro.. Alice non m'avrebbe mai perdonato per non averle permesso di salutare la sua migliore amica. Le voleva tanto bene.

Quanti errori. Quanto dolore a causa mia. Mi balenarono in mente mille sguardi tristi. E mi odiai ancora di più.

La casa era vuota... si sentiva l'odore della polvere... potevo vederne infiniti granelli galleggiare nell'aria. I fiori di Alice nei vasi erano secchi, mancava il tocco di Esme e c'era silenzio. L'assenza di pensieri era così insolita....pensai tra me e me. Mi diressi verso il pianoforte che era coperto come ogni mobile da un telo bianco.Lo spostai fino a lasciare scoperta solo la tastiera. In un angolo era ancora poggiato il tappo simbolo del suo "si". Avevo suonato per la prima volta la sua canzone guardandolo.. aveva accettato di uscire con me per la prima volta.. dovevamo andare a seattle, invece gli feci vedere la mia mostruosità alla luce del sole nella raduna.Scossi la testa per liberarmi da quell'agonia ma non servì.Fui preso da un'altra fitta al petto: poteva un cuore morto dolere? poteva riprendere a battere e smettere continuamente per lacerarmi il petto? evidentemente si.. lo stava facendo. Ogni ricordo pareva far rivivere la mia vita e poi strapparla dolorosamente via. Meritavo quel dolore.. me lo ripetevo continuamente.

Mi sedetti e presi a suonare la sua ninna nanna... immaginando che fosse lì accanto a me. immaginando di poterle baciare i capelli, la punta del naso. Pareva quasi di sentire le ondate di calore emanate dal suo cuore al mio fianco. Il suo odore.. pungente e dolce mi raschiava la gola perfino nei ricordi. Mi girai di scatto. Speravo davvero che fosse lì? Era cosi reale quel profumo... eppure no.. lei non c'era. a attendermi c'era la mia stessa aria truce allo specchio. Avevo uno sguardo terribile. ero emaciato.. gli occhi infossati e scuri per le occhiaie.. le iridi nere come la pece. Avevo sete. eppure non me ne curavo. Era più di un mese che non mangiavo, forse più. avevo perso il conto. Decisi di andare. Stavo morendo lentamente come lei. Mi sforzai di credere che se io avessi mangiato l'avrebbe inconsciamente fatto anche lei. Che stupidi pensieri... Ma forse sottovalutavo il filo invisibile che ci univa.

Non toccavo il pianoforte da quando ci avevo poggiato i regali di compleanno di bella il 13 settembre.

Mi alzai e uscii lasciandolo scoperto.

Fu anche questo un grosso errore..

Bella

Ero uscita dalla mia stanza la mattina dopo. Charlie ne parve sconvolto. Quanto dolore gli recavo..

< Bella... buongiorno > mi disse.Pareva timoroso...

< Vuoi qualcosa per colazione? Ho ancora un pò di tempo prima di andare a lavoro >

Che gentile. Non mi aveva mai chiesto della colazione. Evidentemente voleva fare qualcosa di carino per me. Corrugai la fronte stringendo le labbra e scossi il viso lentamente. Non avevo fame. Eppure mi venne una sensazione particolare. Dovevo mangiare. mi stavo lentamente lasciando morire. Non avrei potuto impegnarmi nella ricerca di Edward se le gambe non m'avessero retta. Eppoi dovevo farlo per Charlie.. Il suo sguardo era cosi triste. Non gli avrei provocato altro dolore.

Mi avvicinai lentamente al tavolo e lui sorrise .Mi schiarii la gola:

< va bene. mangio qualcosa > Era strano risentirmi parlare. La mia voce suonò... morta ma Charlie sorrise lo stesso e si mise a lavoro.

< sono contento che sei scesa oggi... è la prima volta che mi dici qualcosa >

< mmm.. > rispondevo a mugugno e monosillabi... Lui dopo poco si arrese. Mi misa davanti un piatto. presi a mangiare lentamente senza curarmi di cosa fosse. La mia gola faceva fatica a accettare di nuovo il cibo. Assumevo per lo più liquidi...Il brodo caldo mi metteva apposto lo stomaco dopo i conati di vomito causati delle crisi di pianto.

Lo sentii parlare

< io vado a lavoro. torno stasera.. mi dispiace lasciarti sola... >

mi persi nel discorso.. avevo altro in testa. La foto di Edward era stretta nella tasca dei jeans insieme alla sua lettera. Oggi avrei iniziato il mio progetto.

Non sentì nemmeno quando mio padre uscì. posai il piatto nel lavello. Vi feci correre l'acqua e uscì. Rientrai nel pick up, non stavo andando a scuola... non lo usavo da... quel giorno maledetto.. guardai i cavi dell'autoradio penzolanti.. Ricacciai indietro i ricordi. Una crisi mentre guidavo non era proprio il massimo.

Non avevo ben idea di dove andare ma guidando mi trovai ad imboccare il vialetto mezzo nascosto di casa Cullen.

< Respira Bella > mi sforzavo di farlo...

Mi fermai davanti all'ingresso. aspettando di dover, boh, rompere qualcosa per entrare invece la porta era socchiusa.

Lentamente entrai spingendola. Avevo paura. Sentivo il cuore battere.. era da tanto che non lo sentivo.. da quando ero con lui nel bosco e... chiusi questi pensieri dentro il cassetto della mia mente.

Il salone era ampio.. disabitato. Tetro. drappi bianchi coprivano ogni cosa. Non ce la feci e crollai a terra, sdraiata sul pavimento, respirando polvere e lacrime. Ci rimase per un tempo lunghissimo, mi parve infinito.

Il petto squarciato. Non riuscivo a respirare. I singhiozzi mi laceravano e facevano tremare il mio corpo.

Ma poi vidi riflesso nello specchio il suo pianoforte e volli alzarmi. La lettera nella tasca divenne pesantissima. Potevo sentirla premere sulle mie membra.

Il pianoforte.. era per metà scoperto.

rimasi interdetta. mi avvicinai piano... Perchè non era coperto? guardai il seggiolino... qualcuno ci si era seduto recentemente! in parte non era coperto di polvere.

Fui inondata di emozioni forti! speranza, rabbia, e amore.. incalcolabile amore. in un angolo era poggiato il tappo che si era rubato in mensa quando mangiammo insieme... lo presi.. e lo strinsi tra le mani per poi farlo unire al proprietario... nella mia tasca.. accanto alla foto del suo viso.

Uscii di corsa, inciampando sui gradini dell'ingresso, intrecciandomi con i miei stessi piedi,sbucciandomi le mani sulla breccia della strana ma non importava. Edward era lì. L'avrei trovato in qualche modo.. Lui voleva evitarmi per il mio bene. Sorrisi... Folle come non ero mai stata.. Avevo dalla mia parte che non poteva sentire i miei pensieri...

< Edward... TI AMO QUANTO MI AMI TU > Urlai, e le mie parole rieccheggiarono nel bosco.

Chissà se mi aveva sentita.. Chissà se era li a guardami. Non importava. Avrei architettato qualcosa perchè lui mi voleva ancora! Aveva paura. Ma avrei dato tutto: me stessa, la mia vita, la mia anima... per lui.

La dannazione eterna non mi faceva paura.. se eternità significava stare con lui per sempre.

 

to be continued....

 

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Capitolo 4
*** la visione di alice ***


Ecco il quarto capitolo.. Oggi non mi sento bene :( e nonostante ho un esame tra qualche giorno mi concedo comunque di scrivere:) Ringrazio tutti! sono contenta che vi sia piaciuta questa idea! In questo capitolo ci sarà una bella svolta.. fatemi ancora sapere con le vostre recensioni!

Buona lettura!

 

Edward

Avevo già iniziato a correre su per i boschi per cercare cibo, ma mi parve di sentire la sua voce rieccheggiare. e il vento sembrò trasportare il suo profumo. Digrignando i denti accellerai. Un ringhio cupo mi sorse nel petto.

Forse se mi fossi concentrato sulla caccia avrei smesso di illudermi che lei non fosse chiusa come sempre nella sua stanza al buio, in silenzio, distrutta. Per colpa mia.

Bella

Risalii sul pick up. Di edward nessun'altra traccia. Avevo bisogno di informazioni. Dovevo trovare la seconda persona che m'aveva fatta soffrire... avevo bisogno di Alice.

La mia migliore amica, che non m'aveva salutata, che si era dimenticata di me, che mi aveva lasciata come aveva fatto Edward. Ma lei?? Che motivazioni aveva?

Mi venne un'idea improvvisa e senza pensarci inchiodai. Il vecchio pick up rosso vibrò violentemente sotto la debole forza del mio piede. Urtai con la testa contro il parabrezza. ovviamente... Il veicolo sbandò e si fermò sul ciglio della strada. scesi, guardai in alto... inspirai tutta l'aria che potevo contenere e urlai al cielo. Avevo già le corde vocali tese dagli ultimi strilli...parlare con un tono normale non mi parve un vincolo corretto per il messaggio..

< ALICE DECIDO DI VENIRE DA TE > Sapevo che m'avrebbe vista...

e cosi fu: a molti di km di distanza alice sobbalzò staccandosi improvvisamente dalle labbra di Jasper.

ALICE

< Alice!! che succede!!? > Jasper sopra di me mi guardò interdetto. Avevamo entrambi i respiri affannati, eravamo intrecciati da ore,e il mio respiro si bloccò.

Dovevo avere la faccia scioccata e più pallida del solito. Jasper mi scosse:

< Alice! tesoro che c'è? ho fatto qualcosa di male? > Il mio piccolo innamorato aveva frainteso...ma incapace di sorridere a quell'incomprensione scossi la testa..Ero ancora preda della mia visione.

Ma poi fu lui a scuotermi.

Mi prese per le spalle con le sue forti mani e mi distolse da quell'immagine.Dovevo dirglielo:

< Jasper, ho visto Bella! > ero sconvolta.

< Alice hai promesso a Edward che non l'avresti fatto!!! abbiamo promesso che ne saremmo rimasti fuori! > era irritato.. per la mia visione e soprattutto per ciò che aveva interrotto.

< ma non hai capito! non ho cercato niente! è stato involontario! l'ho vista in mezzo la strada urlare il mio nome, eppoi l'ho vista arrivare in città! questa città! >

Jasper rimase in silenzio. Prese un cipiglio interdetto e disse.

< alice... > mi diede un dolce bacio sulla fronte. < non è possibile che Bella riesca a trovarci qui. questa città è gigantesca, dove vuoi che inizi? non abbiamo un indirizzo che sia possibile reperire, nessuno sa dove viviamo e se fosse nelle vicinanze... pensi che non riusciremmo a sentire il suo odore? ci abbiamo convissuto per un anno.. e lo sai anche tu che è particolare.. >

Non mi piacque come le sue iridi si annerirono leggermente e lui dovette leggerlo nella mia espressione...

< Alice dai.. non mi guardare cosi.. lo sai che non mi è indifferenze. Scatena reazioni anche in me, e > si rabbuiò... < devo rammendarti cosa successe al suo compleanno? >

Il suo viso si addolorò... mannaggia a me! Dovevo evitare questo discorso con lui.. ma come potevo..

< jasper... >

< mmm... > e riprese a baciarmi dietro l'orecchio muovendosi piano su di me. Uffa cosi mi distraeva! Lo fermai con uno strattone.

< Jazz!!! smettila! Bella ha deciso di raggiungere Carlisle in ospedale!!!

oh

ecco aveva capito.. si alzò di scatto da me con una smorfia rimettendosi apposto i vestiti, quei pochi che gli erano rimasti. lo stesso feci io. In un secondo eravamo presentabili.Uscimmo di casa e entrammo in macchina per raggiungere gli altri.Io guidavo. Jasper prese il cellulare e chiamò l'ospedale di Forks. Due squilli e risposero dal vecchio ufficio di Carlisle.

< Ospedale di Forks. posso esserle utile? >

< Buongiorno Ted sono Jasper >

< ehi Jasper dimmi! tutto ok? come sta Carlisle? > ovviamente si ricordava del figlio del suo magnifico ex collega.

< Bene bene... > Jazz taglò corto concitato

< senti volevo chiederti se recentemente hai dato informazioni su dove lavorasse ora Carlisle, in particolare su quale ospedale... >

< sisi, è venuta proprio stamattina Bella Swan.. la figlia dell'ispettore a chiedermi... > Rimanemmo in silenzio. Il nostro sangue da gelido che era si trasformò in duro ghiaccio. < le ho detto del nuovo ospedale, mi ha detto che avrebbe portato i miei saluti al dottor Cullen e è andata via di corsa. Perchè? Ci sono problemi? >

Merda! jasper chiuse la chiamata senza preoccuparsi di salutare. Se Edward ne fosse venuto a conoscenza ci avrebbe staccato la testa a morsi! Fortunatamente non avevamo alcuna idea su dove fosse.Dovevamo fare in modo di non incontrare Bella.

In poco fummo da Esme, Aggiornammo la famiglia sulle novità. Rimasero scioccati, come noi, in silenzio tranne Emmett che dopo un lungo fischio soffocato disse:

< wow.. quella ragazza è proprio forte. non capisco perchè Edward non la voglia vampirizzare. sarebbe perfetta! >

pf.. sbuffai. Emmett e le sue idee.. aveva ragione. lo sapevo anche io. Ma conosceva i fatti! e sapeva le motivazioni. Lo guardammo in cagnesco... un po come se fossimo lupi e il suo ilare sorriso si raggelò in una smorfia.

Esme parlò:

< Carlisle è a lavoro. è sempre in ospedale in questo periodo. Rimane fino a tardi. Dobbiamo raggiungerlo e avvertirlo! >

Mi presi la testa.. un'altra visione. Dovevamo muoverci!

< l'aereo di Bella sta per atterrare!! >

Scattammo tutti insieme alla volta dell'ospedale. Dovevamo modificare quel futuro con le nostre scelte!

Cosa le avrei detto? Come avrei potuto guardarla negli occhi dopo essere fuggita senza salutarla?

Ogni tanto la vedevo nelle mie visioni, distrutta. Sembrava una di noi per quanto era pallida. Ma piangeva..ciò significava che nessuno l'aveva vampirizzata.

Durante il viaggio Esme continuava a chiamare Carlisle che non rispondeva. E non succedeva mai per così tanto tempo. Che fosse arrivata?

Emmett accellerò.

Arrivammo dopo poco tempo. Obbligavo me stessa a camminare piano. in modo umano.Ma era faticoso molto più che sfrecciare a 300 all'ora in un bosco. L'ascensore era lentissimo!

Mi guardai intorno. Perfino Rosalie aveva un'espressione tesa. Ma Esme sorrideva.

< Esme...> La scossi dai suoi pensieri. Mi guardò e capi perchè l'avessi chiamata..

< Alice.. è che Bella mi manca molto. è diventata una figlia per me. e da una parte vorrei tanto riabbracciarla... >

Con quelle poche parole colse i pensieri di tutti quanti. Abbassammo gli sguardi. Si. Bella ci mancava eccome. Ci sentivamo tutti in colpa.Ma poi un viso arrabbiato mi balenò in testa. Edward.

non potevamo permettere che Bella ci vedesse.

Arrivati nel reparto chiedemmo di Carlisle. Era in sala operatoria. Non restava che attendere. Aguzzando l'olfatto alla ricerca di un dolcissimo profumo di fiori.

Bella

Ero a Ithaca. Fino ad ora era stato tutto più semplice di quanto pensassi. Ero molto debole e ogni volta che i ricordi mi assalivano venivo scossa da tremore tanto che la hostes vedendomi in quello stato mi chiese se avevo bisogno di qualcosa. Avrei voluto risponderle < si! dimmi dov'è la mia vita! non la trovo più > invece avevo scosso la testa e rivolto lo sguardo fuori dal finestrino. vedendo città e boschi perdersi sotto di me.

Scesa dall'aereo feci tappa in profumeria, presi il primo profumo che mi capitò sotto mano e correndo verso la navetta per l'ospedale me lo spruzzai addosso:

< uhm > feci un'espressione schifata. era orribile! ma sicuramente sapevano che sarei arrivata. non avrei usato il mio odore per farli fuggire da me.

Giunta sotto l'ospedale chiesi informazioni. Iniziai a salire le scale. Presi l'ascensore affollatissimo. Ero appiattita tra un dottore e un uomo grassoccio che puzzava di sudore. Avrebbe contribuito a rendermi irriconoscebile ai loro olfatti perfetti. Sorrisi tra me e me portandomi addosso gli sguardi straniti delle persone. Sbucai silenziosamente in chirurgia generale. Era lì che lavorava Carlisle. Avevo scelto l'ospedale perchè a Forks ero certa che avessero informazioni sul trasferimento del loro dottore preferito, infatti così era stato.

Mancava poco all'incontro. dovevo essere cauta. Il cuore batteva fortissimo... Alice alice. cosa avrei fatto quando l'avrei visto. La rabbia mi pizzicava negli occhi.

La porta della sala ascensori era vetrata. Dall'altro lato lo sguardo di un folletto mi incrociò terrorizzato. Le labbra a formare una parole inconfondibile:

< merda >

Alice

< no! mi ha trovata! e ora!? che faccio?! la sala è piena di persone!! non posso scappare! No NO NO! >

Pensai questo nei pochi attimi in cui si aprì la porta a vetri. Mi guardava con uno sguardo strano. Caspita, era cadaverica più che nelle mie visioni! Aveva le occhiaie pronunciate, le tremavano le labbra... Dovevo fare una ramanzina a Edward. cosi non poteva funzionare. Peggiorava.. non si riprendeva.

Bella mi fu davanti. Rimase immobile e scoppiò in un pianto forte.. potente. impetuoso e mi abbracciò

La strinsi a me accarezzandola

< shh bella tranquilla > le sussurravo tra i capelli ma lei non la smetteva

< Alice, Alice, mi sei mancata da morire > sorrisi... non era arrabbiata con me

< anche tu, tantissimo > e rimanemmo abbracciate finchè qualcuno si schiarì la gola alle mie spalle.

Ci girammo. C'erano proprio tutti. E le sorridevano. Ci fu un grandissimo abbraccio di gruppo, perfino Jasper partecipò. Che dolce. Aveva smesso di respirare. ma anche lui teneva a lei.

Le volevamo bene.

E ora che fare??

 

Edward interruppe la caccia e decise di tornare a Forks. Cosa avrebbe trovato?

to be continued....

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Capitolo 5
*** la mia famiglia ***


ecco a voi il quinto capitolo! Oggi sono proprio in vena di scrittura... il sesto è in cantiere:) c'è poco da attendere! buona lettura

Bella

 

Non riuscivo a smettere di piangere! avevo la sensazione che se avessero potuto l'avrebbero fatto anche loro! Era stupendo risentire ancora una volta quelle fraganze perfette, stringere il ghiaccio della loro pelle e sentire conforto, i campanelli che suonarono quando Alice rise mi risvegliarono dal terribile torpore. Era come tornare a casa dopo un lungo e terribile viaggio. Sentivo di essere almeno in parte ancora viva, non ero morta.

Dopo l'ennesimo abbraccio Esme mi allontanò da se:

< Tesoro.. ma che hai combinato!? hai un aspetto..... stanco > aveva titubato prima di descrivere la mia condizione. Alice la corresse.

< Bella è distrutta, non è stanca.. > mi guardò un po triste.. Pensava che fossi arrabbiata con lei. era dispiaciuta...

< Alice.. > le dissi < lo so che è stato Ed... lui a impedirvi di salutarmi > non ero capace di pronunciare il suo nome e loro se ne accorsero.Lessero in questo piccolo particolare il mio grande dolore. Mi rabbuiai e jasper si avvicinò. Lo sentii solo quando mi tocco la spalla. Non disse nulla. Rimase li. a toccarmi. con lo sguardo dolorante.

< Jasper che hai! > esclamò Alice e tutti si voltarono verso di lui, che non si degnava di parlare

< è che.... > ancora silenzio < i sentimenti di Bella sono... scusate devo spostarmi da qui > e se ne andò. Alice mi lanciò uno sguardo spaventato e lo seguì.

Io guardai gli altri..

< che ho fatto a jasper ? >

Intervenne Carlisle: < Bella.. jasper avverte in modo particolare le sensazioni delle persone. riesce a stare a contatto con chi è felice, perchè la sua felicità diventa parte di lui, ma il dolore, lo prende totalmente se è troppo forte, e non resiste, sta male... evidentemente tu, stai molto peggio di quanto abbiamo mai pensato.. avremmo dovuto agire prima.. ci dispiace... >

Non lo feci concludere: < no Carlisle... Voi non mi dovete delle scuse, lo so che ve l'ha chiesto lui. e... > un lampo mi scosse la mente. un pensiero su cui non avevo riflettuto. E se edward in questi mesi non fosse tornato perchè realmente non mi amava più? e se le cose erano cambiate? Era riuscito a sopportare guardarmi morire lentamente senza muovere un dito. Forse ci aveva ripensato... Fu un attimo.

Piombai nel baratro più nero. Non feci in tempo a stringermi le braccia al petto per ricacciare in dietro il dolore, la voragine si aprì, grande come la bocca dell'inferno e mi inghiottì. L'ultima cosa che potei sentire fu Emmett che pronunciava il mio nome e poi più niente.

buio

Piano piano come se qualcuno stesse lentamente girando la manopola dell'audio iniziai a risentire i suoni intorno a me. C'erano sussurri velocissimi e concitati. Erano i vampiri che parlavano tra loro.. solo loro potevano produrre un suono cosi melodioso.

Una mano gelida mi accarezzava i capelli, consolante. Riuscii a carpire qualche frase del loro discorso.

< Bella sta male. mi meraviglio che sia riuscita a arrivare fin qui da sola. E' denutrita, ho chiamato il suo dottore a Forks e mi ha parlato di catatonia, mia ha detto che si è offerto di visitarla ma che era cosi traumatizzata e sconvolta che il padre ha preferito di no > era Carlisle a parlare < una sorta di fortissimo esaurimento nervoso, è un genere di shock che cambia totalmente le persone. Solo con una grandissima forza di volontà tornerà a sorridere come un tempo. A quanto pare, si è risvegliata dopo due mesi questa notte, e ci ha raggiunti. >

Esme sussurrava < è una situazione incresciosa. Forse Edward ha sbagliato, le ha tolto se stesso e l'ha condotta a un'altro tipo di morte >

stranamente Roselie partecipò al discorso: < sapete come la penso a riguardo, io avrei voluto scegliere e sarei rimasta umana, ma non ero innamorata di un vampiro.. Se Emmett mi avesse lasciata cosi dal nulla...probabilmente sarei diventata come lei. Ma non riesco a immaginare cosa le abbia potuto dire per andare via... >

< Mi ha detto che non ero la persona per lui, e che non mi voleva con se > avevo aperto gli occhi e sussurrato questo parole.

Il gruppo attorno a me fu percorso da un brivido. Avevano ascoltato le mie parole e ne erano rimasti sconvolti..

< bella oh bella! ti sei svegliata, ma che hai avuto?! eri esausta... >

< no Alice.. io... mi succede quando penso che... lui non... non c'è più con me > una lacrima mi rigò il viso. quanto era amara. forse era vero. Edward non mi voleva più. Cercai di ricacciare indietro il dolore.

< mmm... Bella. non possiamo scegliere noi per Edward... ne informarti dei suoi pensieri se lui non te li vuole far presenti ma... oddio, mi staccherà la testa lo so! ma davvero Bella..> mi prese il viso tra le mani costringendomi a guardarla negli occhi < lui è impazzito quando ha compreso che eri eternamente in pericolo con lui e quando gli abbiamo posto davanti l'idea di trasformarti.> alice scosse la testa < non sopporta nemmeno l'idea che tu perda l'anima. Non dubitare del suo amore, tutto questo dolore è sbagliato, ma Ti ama.> si morse un labbro.. forse pensava di aver detto troppo.

Una lacrima dolce mi scese nella gola.. Mi amava ancora, ma non volevo cibarmi di finte speranza, La verità poteva dirmela solo lui. Dovevo vederlo, Dovevo parlagli. Se avesse voluto. non avrei esitato a stringerlo a me e...

strinsi il colletto della camicia di Alice più forte che potevo

< Alice, devi dirmi dove sta Edward! > lei mi scrutò con i dorati occhi sinceri di sempre, senza ironia. Ascoltava la mia voce ferma.

< lo vorremmo sapere tutti. > guardai gli altri.. erano sinceri quanto lei e mi annuirono. < E' scomparso dopo 2 giorni dalla nostra partenza e non l'abbiamo più rivisto. Il suo cellulare è continuamente spento. forse l'ha buttato, non lo sappiamo. e io non lo vedo.. Mi sento cieca con lui. ma è come se non prendesse mai una decisione. Vive in sospeso. E tu sai come funzionano le mie visioni. Vedo le conseguenze delle scelte. La mia idea è che non sa cosa fare. Non sa se lasciarti andare e renderti la vita migliore, come lui pensa oppure, tornare da te e vivere da egoista, che è sempre un suo pensiero. Bella.. credo che sia rimasto a Forks. ma non ne ho la certezza. >

Mi alzai. Carlisle mi fu subito vicino per sostenermi, pensava non mi reggessi in piedi, in effetti mi sentivo cosi debole...

< Devo andare dove è lui... Alice.. sforzati di vedere dove si trova, e chiamami se hai notizie > mi spinsi verso la porta. Jasper stava ancora lontano da me, con una mano sulla pancia. pareva angosciato. Lo guardai, ricambiò il mio sguardo e una pò di pace mi rinvigorì. Anche il suo viso si rilassò leggermente.

Andai verso l'uscita e mi seguirono.

< no... andrò da sola > dovevo farlo.. era una cosa mia e sua. li avevo già coinvolti troppo, non volevo che passassero guai con Edward per colpa mia. erano la sua famiglia. < grazie di tutto...Alice tranquilla... ti darò mie notizie > e mi incamminai.

mentre uscii sentì jasper sussurrare: < Bella è come morta, le sue sensazioni mi hanno terrorizzato, scusate >

Alice lo abbracciò guardandomi andare via alla ricerca della mia vita. con il mio destino ancora non scritto.

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Capitolo 6
*** il simbolo del SI ***


ho ancora la febbre oggi:( quindi si continua con la storia! wow. sono arrivata a 39 preferiti! grazie a tutti! vuol dire che qualcuno è interessato alla mia storiella (eh... è palese che io jacob in mezzo a loro non l'avrei mai voluto!!! in questo modo l'ho "cancellato"... i fan di jacob non me ne vogliano! eheh:)..

Edward

Era calata la sera. Correvo veloce. Probabilmente verso casa di Bella. Avevo bisogno di poggiare il mio sguardo sul suo viso e le gambe mi conducevano lì.. verso la mia fonte di sostentamento. Verso la mia unica ragione di vita. Il vento mi fischiava nei capelli. Se fossi stato un semplice umano a quella velocità non sarei riuscito a ascoltare nulla, invece potevo sentire i rumori attorno a me. Udivo gli animali fuggire dall'assassino che viveva in me..

Ero nei pressi della sua casa, riuscivo a scorgere il limite del bosco che si apriva per dare spazio a Forks quando udii distintamente un urlo straziante.

era Charlie!

Accellerai follemente

< no bella no! bella! >

Cosa diavolo era successo! no.. bella no.. che era successo! Fui assalito dal panico, d'un tratto la velocità a cui ero giunto mi pareva troppo poca. dovevo giungere. avevo in mente solo il suo nome.

BELLA BELLA. maledizione! Non comprendevo più niente. pensavo solo a raggiungerla per sapere cosa fosse successo. i denti stretti, i pugni serrati. Giunsi in pochi attimi. fui sull'albero davanti alla sua stanza con un unico balzo e vidi Charlie, chino sul pavimento dove tante volte avevo visto piangere lei con un biglietto in mano. Non riuscivo a vedergli il volto. ma tremava.

Per me era facile leggere quell'unica parola anche a metri di distanza:

< RITORNERO' >

era la sua scrittura. cosparsa di lacrime cadute. lacrime e inchiostro a cancellare quella parole.

mi bloccai. divenni pietra arida.Mille pensieri mi si catapultavano nella mente e ognuno mi urlava addosso COLPEVOLE

l'avevo lasciata sola per cibarmi. e ora?!

Dove era andata bella???

ma un particolare mi spezzò il cuore già morto, lo sentii tranciarsi fisicamente nel mio petto. il tappo. Il tappo del "si" era poggiato sul suo letto sfatto. Come poteva essere lì?!?

maledizioni!! mi torsi le mani in modo furioso. Entrai nella stanza in una folata di vento, presi il tappo, e uscii. Charlie non s'accorse nemmeno del suo ingresso. Il cellulare gli squillò: una voce dall'altro parlò

< Ispettore swan. C'è giunta ora una chiamata. sua figlia è stata vista stamattina sulla statale. Il pick up era fermo sul ciglio della strada, e lei era fuori. guardava fisso davanti a se. Mandiamo qualcuno a controllare in quel punto, forse le si è fermata la vettura... >

< no vado io! > urlò Charlie nel telefono e corse giù per le scale.

Con il tappo ancora stretto in mano corsi verso casa mia. Dov'era Bella?! la dovevo trovare. no... non potevo vivere senza di lei! Giurai a me stesso che avrei torturato lentamente fino alla morte chiunque l'avesse toccata, anche se lei m'avesse implorato di non farlo. Ero un mostro.. glielo avrei mostrato.. cosi si sarebbe convinta.. Avrebbe ripreso a vivere...mi avrebbe volontariamente allontanato...Ma la mia mente si incastrò, solo il suo viso era capace di lasciarmi inebetito...

Il suo sguardo di cioccolato balenò nella mia testa e fece vacillare questo mio proposito.. la mia Bella.. la mia Bella amava anche il mostro che ero...gli si sarebbe gettata fra le braccia senza un pizzico di paura. Ero un folle, l'avevo sempre avuta vicina a me, con la certezza che piano piano sarebbe stata meglio, ma era lì viva... anzi.. sopravviveva ma il suo cuore batteva, la sua anima era lì.

Questo era importante no? ma ora.. ora che non sapevo dove fosse compresi in minima parte come si sentisse lei quando l'avevo abbandonata.

Altra fitta al cuore.. quanto dolore sopportava un corpo morto. Lei non sapeva dove ero...per di più era certa che io non l'amassi più e che mi stessi distraendo...

chiusi gli occhi...

ero un vero mostro a averle fatto vivere due mesi nell'orrore...

io almeno sapevo che non aveva mai smesso di amarmi.

non l'avrei più permesso.

potevo scegliere per lei la sua felicità? Forse no... forse poteva essere felice con un mostro....

Questi dolci pensieri come sempre presero la mia mente mentre correvo alla volta del luogo dove era stata vista.

< Sei un illuso! > ruggii a me stesso. < la porterai alla morte con la tua ignobile esistenze, saresti dovuto morire 100 anni fa! > Come sempre la mia mente era spezzata in due. Niente decisioni. Rimanevo sospeso.

Ma nella mia testa una domanda continuava a cercare risposte: PUOI SCEGLIERE COSA SIA GIUSTO PER LEI?

Continuavo a correre. Ripercorsi la strada, sentento il suo odore peggio di un segugio ma di Bella e del pick up nessuna traccia.Il suo profumo conduceva a casa mia.

Si era diressa proprio lì. < Dolce.. dolcissima bella. Non merito il tuo amore. Perchè non capisci che sono un mostro!! > accompagnai questo pensiero scaraventando via la porta di casa mia. e venni inondato dal suo odore.

Quanto era rimasta lì?! il salone ne era impregnato. lo attraversai lentamente.. come se il mio passaggio potesse cancellare la sensazione della sua presenza.

MI illusi... e se fosse qui?! Aguzzai l'olfatto... no... il profumo si disperdeva fuori dal salone.. lei non era lì.

e lo vidi.

vidi ciò che la mia saggia mente aveva tralasciato.

il pianoforte era in parte scoperto... il sediolino URLAVA con la sua mancanza di polvere che qualcuno ci si era seduto recentemente.

Piccole impronte di dita nella polvere del pavimento, miste a qualcosa di liquido erano davanti ai miei piedi.

la verità mi colpì con un pugno.Lacrime... le doloranti lacrime di bella giacevano sul pavimento. il freddo non le aveva cancellate.

e io non ero riuscito a mantenere la promessa.

Bella sapeva che ero ancora lì.

dovevo prendere una decisione.

ma quale?!

MI PRESI LA TESTA TRA LE MANI, SE AVESSI POTUTO MI SAREI STRAPPATO I CAPELLI AD UNO A UNO PER INFLIGGERMI UNA PICCOLA PARTE DEL DOLORE CHE AVEVO PROVOCATO A LEI.

ma ora dovevo riuscire a trovarla... mi catapultai fuori dalla mia casa...

to be continued!

se siete stati pazienti fino a questo capitolo attendete un po.. tra poco arriva il settimo! cosa organizzerà Bella? a presto! e recensite!! voglio sapere cosa ne pensate sempre!!

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Capitolo 7
*** le ricerche ***


Vi avevo detto che non avreste dovuto attendere molto:) solo qualche ora... ehehe Scrivendo questo capitolo ho avuto il fiato sospeso da sola-.- chissà se vi darà la stessa sensazione... cmq al solito.. scriverò presto il prossimo tranquilli! Però recensite, mi incoraggiate tantissimo! prendo spunto dai vostri pensieri...

Edward

Bella si era volatilizzata nel nulla e io ero disperato. Ogni secondo che passava mi obbligavo a continuare a vivere solo con la speranza di poterla ritrovare.

Il bisogno di stringerla a me mi squarciava la mente tanto che le mani mi tremavano. Il dolore era estenuante. Continuavo a chiedermi come potessi soffrire cosi tanto.

Forse avevo un'anima. forse anche lei era innamorata di Bella e stava morendo di mancanza e sensi di colpa come me. Forse forse...erano tutte possibilità.. tutte le possibilità erano contro di me...SEMPRE. non potevo affidarmi a una semplice possibilità per scegliere di togliere o meno l'anima alla mia dolce e calda Bella

Scossi il volto. Questi pensieri era folli, perchè stavo impazzendo dal dolore. Dovevo concentrarmi, dovevo trovarla. avrei pensato dopo a cosa fare. Avevo solo bisogno di trovarla e sapere che il suo cuore batteva.

Mi guardai intorno, i colori erano cambiati...la sera era calata. Il crepuscolo. era un giorno intero che non sapevo dove fosse.

Con la fortuna che aveva era plausibile persino che gli alieni fossero scesi e l'avessero rapita.

Sorrisi della mia cruda ironia e desiderai di poter piangere. Mi sarei trafitto gli occhi in quel momento per poter veder scenderne qualcosa, mi bastava piangere sangue. Sarebbero state lacrime al sapore di ruggine e sale. Le avrebbero fatto venire la nausea come quel giorno a scuola........

< BELLA BELLA BELLA AMORE MIO DOVE SEI?! > se mi fossi accecato non avrei potuto rivedere il suo viso. NO...

Volevo piangere. Strinsi gli occhi, ma ovviamente nessuna lacrima scese. Dannazione eterna. Era questa la mia vita.

Ripresi a correre verso casa sua per avere nuove notizie. Almeno i boschi li avevo setacciati tutti.

Giunsi al limitare del bosco e vidi suo padre parlare concitato al telefono

< siete sicuri che è la sua? >

< si ispettore swan abbiamo preso la targa. è il suo pick up rosso... è parcheggiato poco lontano dall'aeroporto, forse ha preso un aereo >

< UN AEREO!? ARRIVO SUBITO! >

Bella aveva preso l'aereo da sola?! cosi? di punto in bianco!? e per dove?! l'ispettore aveva chiuso il telefono e era entrato nella sua auto. lo seguivo come un'ombra per le strade notturne di Forks.. magari lo avrebbero ritelefonato per informazioni. Dovevo sapere dov'era! maledizione!

Alice

< secondo te charlie sa qualcosa? forse dovremmo avvertirlo.. Bella ha con se un telefono ora ma è sconvolta.. se le accadesse qualcosa, almeno il padre saprebbe dov'è! >

< si Carlisle... penso che dovrei chiamarlo. in quelle condizioni è poco probabile che lo abbia avvertito >

Presi il cellulare. Trovai il numero di casa. Squillava ma non rispondeva nessuno. al decimo squillo riattaccai.

< non risponde a casa > caspita.. a quest'ora!!! < forse la stanno cercando!!!! > i volti di tutti erano tesi.

< prova sul cellulare > mi incitò jasper

Uno squillo..

< pronto!? > wow.. era stato velocissimo

< ehm.. Charlie... sono Alice >

< alice chi?! > aveva una voce arrabbiata....

< Cullen... >

< ah.. tu... Alice non è il momento >

< perchè cosa è successo!?!? > glielo chiesi anche se lo sapevo.

< Bella è scomparsa! la stiamo cercando.. pare abbia preso un volo.. >

< si charlie.. Bella è stata qui poche ore fa >

Edward

< BELLA COSA?!!?!? > persi talmente la concentrazione che quasi mi precipitai nell'abitacolo di charlie, tanto che lui si girò verso di me: doveva aver sentito il mio urlo.

Cosa diavolo ci faceva Bella a ithaca! Pensava ci fossi io con la mia famiglia forse.. cercava me! una goccia calda mi rinquorò...

si ok... CONCENTRAZIONE. e ora dove era?! cosa le avevano detto!

Provai istinti omicidi per Alice. Se avesse distrutto tutti i miei sforzi se la sarebbe dovuta vedere con l'edward mostruoso e non con suo fratello.

Era sola.. la mia Bella sola.. ma almeno sapevo che era viva.

Il discorso con alice durò poco... Charlie la invitò a chiamarla in caso di novità e l'intimò di tenermi fuori dall'informazione che Bella era andata lì visto che almeno io non c'ero.

Me lo dovevo aspettare. Io stesso mi odiavo... il padre di Bella doveva per lo meno volermi uccidere per come l'avevo resa negli ultimi due mesi.

Alice.. non avevo tempo per reperire un cellulare... ma quanto prima lo avrei fatto..

Intanto sfrecciavamo verso l'aeroporto. eravamo quasi arrivati.

Avvistai il pick up di Bella in lontananza.Mi appostai in un luogo protetto per guardare e sentire cosa accadeva. Dentro di me c'era un tumulto di emozioni. Desideravo vederla uscire da quelle porte scorrevoli e abbracciarla...baciarla... farla mia per sempre.

Questi pensieri fecero gioire il mio cuore per un bel po.

Nel frattempo l'ispettore Swan aveva mandato via tutti quanti i suoi colleghi. Aspettava Bella arrivare.. Alice gli aveva detto che aveva ripreso l'aereo per Forks.

Dopo un tempo che parve illumitato... le porte scorrevoli si aprirono, e un gruppo di persone uscì.

Prima ancora di vedere il suo viso nelle menti di chi le stava intorno, ancora prima di vederla inciampare tra un gruppo di valigie, fui colpito alla gola dal suo odore.

Fu come un balsamo, come olio dolce, come il miele, come tanti fiori... dolce come la sua mano che accarezza le mie.

Poi apparve, con i lunghi capelli castani mossi dal vento notturno.

Non mi importava. l'avrei riabbracciata. ero un egoista

SI

UN MOSTRO EGOISTA

Bella era arrivata quasi a Charlie che crollò in un pianto dirotto gemendo < non c'è, non c'è > e mi bloccai.

Immobile.

come una statua, guardai Charlie abbracciarla, desiderando che fossero le mie le mani che le toglievano via le lacrime dal volto.

Lo sguardo di Charlie da tranquillo che era quando vide la figlia, si tramutò in uno di odio profondo a udire le sue parole.. sapeva che si trattava di me..

ma non fu quello a bloccarmi. Sarei passato sopra l'odio del mondo per lei ma...

Bella continuava a stare male per me. non potevo tornare cosi da lei... no... non potevo sbucare dal nulla nella sua vita come niente fosse. Dietro quell'amore doveva odiarmi. per forza!

Ero una bestia, un animale. Voltò il viso nella mia direzione. La statua che ero si sciolse e mi nascosi. NO... non mi aveva visto.

Bella.. quanto ti amo... non lo sai nemmeno tu.

Bella

Ti ho visto sai... come potrebbe sfuggirmi un movimento cosi fulmineo..

sono sconvolta.. ma è te che cerco, te che vedo...e ti vedrei anche alla velocità della luce.

Ma tu... come puoi rimanere cosi impassibile vedendomi soffrire,

sto morendo edward, lo vedi!?

Sei tu la mia vita, ogni attimo mi strazi, mi distruggi, e ogni attimo ti amo più di prima... Forse ho ragione io... forse non mi ami più. ti curi solo che io mi sia allontanata dalla tua famiglia...

Volevo scuotere la testa da questi pensieri malvagi, ma mi faceva male tutto. ero a pezzi.

Devo scoprirlo...

Altre lacrime mi scesero sulle guance però solo il pensiero che tu eri a pochi metri da me le rese dolcissime.

Non era quello il momento. Se solo mi fossi avvicinata a te.. lo sapevo.. saresti fuggito, come avevi appena fatto dal mio sguardo.

 

Il mio cuore continua a sanguinare per te

Edward..

quanto ti amo.. non lo sai nemmeno tu

 

 

to be continued..

 

RECENSITE RECENSITE!!! :)

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Capitolo 8
*** la radura ***


sono arrivata a 54 preferiti! e molti hanno recensito! continuate cosi! buona lettura...

 

Alice


< Edward giuro che non le ho detto niente!!!!! > Tenevo stretto il cellulare aspettando la sua sfuriata. Edward aveva trovato un telefono purtroppo!.. fortunatamente ero a molti chilometri da lui.

< Vorrei essere lì per leggerti nel pensieri e scegliere se crederti > mi ringhiò cupo...APPUNTO!!! mi veniva da ridere...

< non avresti niente di strano da leggere stai tranquillo! > gli dissi con il tono più sincero che potevo trovare. Esme accanto a me faceva smorfie di disapprovazione. Poi mi tese il braccio indicandomi di volere il telefono.

< Ehm.. edward.. ti passo Esme.. ti vuole parlare... >

< No Alice! non ho finito con te... !!! > non gli feci finire la frase e diedi il cellulare a Esme.. meno male! guardai Jasper, ovviamente aveva avvertito la mia tensione. Mi abbracciò e il mondo divenne sereno e tranquillo.

< Edward, avresti potuto farti sentire. non avevamo idea di dove fossi... NON SAI quanto fossi preoccupata!! >

Sentivo la conversazione da lontano mentre jasper mi accarezzava.. era difficile concentrarmi in quel modo!! Ad ogni modo... edward le stava facendo le sue scuse.. Esme era stata davvero in pensiero!! Combinava un guaio dopo l'altro quel ragazzo... Niente da fare.. non ci sapeva fare con i sentimenti lui... < nè con gli umani ne con i vampiri... > mi venne da pensare!e ringraziai ancora la mia buona sorte perchè non era lì vicino a ascoltare la mia mente e quindi infuriarsi!

< cosi non va proprio... > ora esme aveva attaccato con il discorso Bella < l'ho vista proprio distrutta... e Edward.. forse hai fatto la scelta sbagliata pensaci... A malapena si reggeva in piedi da sola.. ci è svenuta tra le braccia... > attese una sua risposta...

< uhm.. quindi sei rimasto lì con lei a attendere... mmmm e è migliorata? Ecco.. no... figliolo.. voglio bene a te e a lei, te lo dico con tutto il mio affetto, state morendo entrambi.. risolvi questa situazione caro ... ti voglio bene.. pensaci seriamente e dammi tue notizie >

 

Edward

Attaccai il telefono, e lo gettai nel primo cestino che mi trovai davanti..Avevo troppi pensieri per riportarlo al reale possessore. Prima di tutto: Alice ero certo che mi aveva mentito. Aveva sicuramente detto qualcosa a Bella. ma cosa?! quale informazione poteva esserle utile o rilevante: i fatti erano che io l'avevo abbandonata. punto...Bella era distrutta come sempre al suo ritorno, nessun cambiamento, tranne che camminava e era uscita di casa.

Diventava sempre più debole.. moriva in agonia per colpa mia. Avevo le nocche cosi strette che dovetti scaricare la tensione su un albero, che vibrò poderoso smuovendo quelli nelle vicinanze.

Maledizione... Maledizione. non sapevo cosa fare! Infilai la mano nei pantaloni. Il tappo era lì... Era un pò il simbolo del nostro amore... sorrisi.. ero capace di sminuire cosi tanto l'incommensurabile amore che avevo per lei.! paragonarlo a un tappo! ridicolo... Me lo rigirai tra le mani...guardavo lui e vedevo i suoi occhi.. la ciocca di capelli che le cadeva sul viso, il rossore sulle guance, le nostre labbra vicine. Fui percorso da un brivido lungo la schiena. Non ce la facevo più. Ne avevo abbastanza di nascondermi agli occhi di tutti. Bella sicuramente era rinchisa nella doccia, con la sua privacy.. che non avrei mai violato. Violavo la sua vita, la sua felicità, volevo violare la sua anima ma no...la sua privacy era tabù. Feci una smorfia. Ero ridicolo.. ridicolo.

Corsi verso casa. Nella notte avrei pensato a cosa fare, mi sarei crogiolato nelle mie colpe, nel mio dolore e l'avrei raggiunta alle prime luci dell'alba. Dovevo vedere come stava, sentire il suo respiro.

Bella

Ero rimasta nella doccia perdendo la cognizione del tempo, lasciando che le lacrime si confondessero con l'acqua scrosciante insieme ai singhiozzi e ai lamenti così che Charlie non mi potesse sentire.Forse ero riuscita nel mio intento. Povero papà...Quanti guai gli procuravo... Eppure cercavo di non farlo preoccupare. Se solo avesse potuto sentire, come Jasper, cosa avevo dentro, sarebbe fuggito terrorizzato anche lui.

Sospirai, questo inferno sarebbe mai finito? Fino ad ora non avevo mai pensato di uccidermi, ora l'idea pareva allettante. Stavo cosi male che finirla sarebbe stata cessazione del dolore... Il nulla era molto più felice, se avessi potuto mettere in scala le sensazioni. Senza rendermene conto mi ero vestita e guardavo dalla finestra. No... non potevo morire... avrei dovuto scoprire cosa pensava Edward. Dovevo parlargli. Dovevo trovarlo.

Presi velocemente un pezzo di carta e scrissi un messaggio a Charlie

< Faccio una passeggiata. stai tranquillo.... davvero... "bella" > mi parve abbastanza tranquillizzante. Avevo anche enfatizzato con il "davvero". Lo lasciai sul tavolo della cucina. l'avrebbe notato al suo risveglio.

Il cielo era ancora scuro quando misi piede fuori dalla porta e inspirai l'aria gelida.. Mi provocò una fitta alla gola e brividi sulla pelle. Infilai la giacca e mi guardai intorno.

Come avrei fatto a trovarlo?? Caspita... il cuore divente ancora più pesante. Era pressocchè impossibile.

Magari mi stava guardando in quel momento, voltai la testa di scatto in varie direzioni e il mio sguardo non notò nessun impercettibile movimento sospetto.. Forse non c'era, approfittai di questa piccola condizione per incamminarmi.

Avrei provato a cercare nei luoghi più probabili...Una forte folata di vento mi scompiglio i capelli trascinando via un gruppo di foglie. Le nuvole stavano correndo via nel cielo. sarebbe stata una bella giornata.

 

Edward

Il cielo era limpido. PROPRIO OGGI DOVEVA USCIRE IL SOLE!? maledizione! i primi raggi si scontravano con la vetrata di casa Cullen. Dovevo muovermi. Corsi verso casa sui, mi arrampicai sull'albero.Il suo letto era integro e soprattutto vuoto.

< NO! ANCORA! > dove era andata? entrai di soppiatto, guardai in tutte le stanza ma di lei nessuna traccia, alla fine un foglio scosse la mia attenzione, era poggiato sul tavolo della cucina: un messaggio.. sentivo charlie russare nella sua stanza:

< < Faccio una passeggiata. stai tranquillo.... davvero... "bella" >

era uscita... un moto d'ansia prese il mio corpo. La volevo. Dovevo trovarla. Ancora una volta.. e forse.. mi sarei arreso. Avevo tutta la forsa che mi attribuivano? Avevo seri dubbi a riguardo.

Il sole iniziava a alzarsi, dovevo fare in fretta. Percorsi le strade di Forks prima che gli abitanti si svegliassero. Ma con il consueto orrore la mia pelle prese le sembianze di quella di un assassino: iniziava a produrre i primi bagliori.

La mia vita maledetta mi impediva perfino di ritrovare lei. Ironia della sorte...I nostri corpi combaciavano sul serio in modo perfetto?

Mi dovetti nascondere nel fitto del bosco. Camminavo velocemente, la mia ricerca sarebbe continuata lì. Ero totalmente sovrappensiero, sfrecciavo accanto agli alberi senza quasi rendermene conto, davanti ai miei occhi avevo solo i suoi.la sua pelle.. il ricordo del suo odore tra le labbra...

Preso da sogni senza realtà non m'accorsi d'essere giunto alla radura, la nostra radura. Avevo già fatto qualche passo nella luce del sole quando un suono troppo familiare mi colpi l'udito. mi bloccai. non feci in tempo a riflettere. Fu immediato perfino per i miei sensi.

tum.. tum.. tum... il battito di un cuore

 

Bella

Ero giunta fin lassù con la speranza che lui avesse ancora nella mente i nostri momenti passati lì.. il nostro primo abbraccio.. il nostro primo appuntamento...sognavo.. mi illudevo del suo amore...Ma c'era una buona possibilità che fosse lontano da lì.. con i suoi passatempi.

Sognavo e speravo.. finchè sull'erba accanto a me vidi dei bagliori, scintillanti come quelli emessi da un diamante. Sorrisi da sola e alzai il capo senza girarmi...

< Edward... lo sapevo che ti avrei ritrovato >

 

 

ehehehe FACCIAMO LA OLAAAA! ECCOLI :D

e ovviamente TO BE CONTINUED!

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Capitolo 9
*** pelle ***


 

eccomi qui! ringrazio per tutte le recensioni del vecchio capitolo! sono stata perfida! mi scuso!! :) Buona lettura

Edward

Il sole accarezzava la sua morbida schiena e baciava anche me. Il vento faceva muovere i capelli castani in lunghe ciocche, Non si girò, lo sapevo che mi aveva sentito, come poteva non aver visto il bagliore della mia pelle..

<

Edward... lo sapevo che ti avrei ritrovato >

Sospirò.. avrei potuto avvertire il suono del suo sospiro anche a chilometri.

Ma...sentire il mio nome ancora una volta pronunciato dalle sue labbra sveglie fu come un balsamo nella mia gola arsa. Ero imponizzato dall'ondeggiare dei suoi capelli, non riuscivo a riflettere, non riuscivo a parlare, non riuscivo a agire. Continuavo a respirare il suo profumo come se fosse l'unica cosa che potesse tenermi ancorato a quella realtà.

O era illusione ? le mie promesse erano decadute. Eravamo nella nostra raduna. io e lei... e lei era cosciente.

Lentamente si girò.

I nostri occhi si incontrarono: dolce cioccolato in caldo miele. In un balzo di lucidità fui contento di essermi cibato e che lei nn potesse vedermi di nuovo con gli occhi neri.

Gli alberi attorno a noi si muovevano tempestosi dibattendo le loro chiome.

Non parlavamo. eravamo immobili. Ci scrutavamo a vicenda come si scruta un tesoro incommensurabile. Adoranti.

Lei si alzò e lentamente prese a camminare nella mia direzione. Ero come bloccato.

Edward!! EDWARD fai qualcosa! ma le mie capacità soprannaturali non mi vennero in aiuto. Ero lì bloccato, senza prendere una decisione. Immobile a scrutare la cosa più preziosa al mondo che si avvicinava a me.

Una nuvola oscurò il sole e la scena divenne tetra. Il vento si alzò potente. Io rimanevo immobile.

Bella camminava fissandomi negli occhi, ne ero completamente immerso, non c'era cosa più bella che stare li a guardare lei persa nel mio sguardo.

Era vicina, molto vicina, troppo vicina

EDWARD MALEDIZIONE REAGISCI

Alzò la mano a toccare il mio braccio... Mi voltai verso il punto del contatto, e la nuvola si spostò lasciando uno spiraglio di sole libero.

La mia pelle brillava, ultraterrena, la sua pallida e perfetta era....

calda e umana.

In un lampo mi scostai, non dosai la forza. ero a metri da lei. lontano.

I nostri corpi che combaciavano perfettamente non potevano coesistere. Non potevano! Lei aveva un'anima.

La guardai ancora una volta.

La mano sospesa in aria, tesa... E negli occhi....aveva la morte.

In quel momento..Io morii insieme a lei e fuggii.

 

ehm... NON MI UCCIDETE!!! SI LO SO.. MA EDWARD è UN PO STRANO SU... EHEH A PRESTO IL PROSSIMO CAPITOLO :)

to be continued...

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Capitolo 10
*** urlare ***


68 PREFERITI? 2000 VISITE? CHE ONORE!

mi scuso con tutte le persone alle quali ho provocato un infarto:) sono tornata subito con il capitolo come promesso!

PRONTI?!

Bella

 

...non avevo percepito il suo spostamento, sapevo solo che la mia mano destra toccava l'aria e che lui era molti metri lontano da me. le labbra contratte, gli occhi scioccati; potevo vedere distintamente anche a quella distanza la mandibola serrata sporgere sotto le guance dure... gelide...

Lo guardai per alcuni attimi, non ebbi la forza di farlo oltre...

effettivamente non avevo la forza nemmeno di tenere la mano alzata. La testa mi pesava. Sentì distintamente il petto lacerarsi, e caddi nella fredda oscurità, ma

la mia solita sfortuna non mi permise di perdere i sensi, sarebbe stato troppo semplice... No.. dovevo stare male.

Mi accasciai al suolo. poggiai le ginocchia, poi i palmi delle mani, finchè il mio viso fu intriso d'erba.

No... non piansi...ero disidratata, stavo seccando lentamente come un inutile filo d'erba.

Il sole era scomparso, faceva freddo.. il vento soffiava forte fischiando nella radura, alzai leggermente il capo sapendo che lui non sarebbe stato lì.Infatti solo vuoto, e l'ombra risposero al mio sguardo.

Avevo trattenuto il respiro fino a quel momento. Ma il vuoto mi fece esplodere, respirai in un rantolo e con un lamento straziante piansi, tossendo: era come se delle mani mi stringessero il collo, non riuscivo a prendere aria, odiavo il mio cuore che batteva, volevo strapparlo via e non sentirlo mai più, per smettere di soffrire.

Piansi, urlai, mi disperai, graffiando la terra con le dita già ferite, odiandomi per quel pizzico di speranza che mi ero concessa.

Dunque..

avevo ragione... lui non mi voleva più.

Non mi aveva nemmeno permesso di sentire la sua voce.

Allora mi bloccai... smisi di lamentarmi... Non avevo più un posto su quella terra. Spinsi il viso nell'erba, chiusi gli occhi, e aspettai di morire..Passarono ore, giorni, mesi, anni, avevo perso la concezione del tempo. Attendevo la morte.

 

 

 

ma quella non arrivò.

 

 

Un soffio mi sfiorò l'orecchio.

< non rimarrai ancora una volta sola nel bosco... >

Sognavo, era evidente... ero morta...

Mani gelide mi spostarono via i capelli. Avevo terribilmente freddo, decisi di vedere che succedeva. Si era fatto scuro, ma un chiaro angelo riluceva davanti ai miei occhi.

Aveva lo sguardo d'oro.. e le sue labbra erano dolci come il miele. I tratti perfetti giungevano fino ai capelli morbidi dai riflessi brillanti.

Era l'essere perfetto che mi guardava,L'ESSERE, l'unico essere perfetto... che poggiava le sue mani sui miei capelli indegni, orridi davanti a quella divina bellezza.

Rimasi ferma, se mi fossi mossa sarebbe scomparso. il mio cuore cominciò a battere furioso, terrorizzato.

< Bella... sono io... >

Maledizione.. lo vedo che sei tu!!! silenzio...

< Bella... parlami ancora una volta ti prego.. ne ho bisogno >

 

Edward

Parlami amore mio, per favore! ma come potevo esprimerle un mio bisogno dopo quello che avevo fatto. Avevo atteso ore! ore prima di tornare da lei. Ed era immobile come l'avevo lasciata, ferma.. a faccia in giù sull'erba Se non avessi sentito il suo debole battito avrei pensato che era morta.. e allora davvero avrei dovuto combinare qualcosa in italia.

< Bella... > la invitai ancora una volta. Mi guardava con uno sguardo strano, misto tra l'orrore, il sospetto, e la morte. Poi parlò:

< ho paura > no... aveva paura.. paura di me.. finalmente! avevo raggiunto il mio obiettivo. Era riuscita a vedere il mostro che era in me.. Ero giunto al mio proposito!

allora perchè mi bloccai? perchè desiderai di fuggire da quell'orrore e morire? Abbassai lo sguardo.

< Andrai via vero? sei venuto a controllare se fossi morta... puoi andare sai? ... non serve molto tempo, qualche altra ora e sarai libero da questo falso legame... >

Quell'affermazione mi colpì in modo così violento da sentirne il dolore alla testa, al cervello, sul viso, nel cuore già morto che continuava a risvegliarsi e morire a ogni suo sguardo solo per farmi del male.

Lei aveva paura non che la uccidessi io... ma che me ne andassi ancora una volta.

Mostro... mostro.. sei un mostro... ma le mie difese caddero.. come erano cadute quando non sapevo dove fosse, ancora più di quando avevo risentito il suo battito ore prima.

Non pensai più.. presi solo ad agire..

La rialzai dalla terra, era inerme come una bambola e la strinsi a me, ma non mi abbracciò anzi.

Prese a piangere e sussurrare < no ti prego.. non lo fare... ti prego >

COSA?! COSA NON DEVO FARE BELLA! SONO QUA. mi controllai e le dissi piano

< cosa non devo fare >

< non mi uccidere >

.... era terrorizzata dal mostro? da me? dal mostro e me insieme?! qual'era il problema!?

< non lo farò... > lo dissi scandendo le parole.. lentamente.. misurando i gesti mentre la allontanavo.

< lo stai facendo, mi stai uccidendo attimo dopo attimo, fingendo di.... > e prese a urlare.. mi pareva cosi debole. dove la trovava la forza?

< FINGENDO DI CURARTI DEL MIO STATO DI SALUTE, CURARTI DEI MIEI CONTATTI CON LA TUA FAMIGLIA,

QUANDO NON TE NE è MAI IMPORTATO NIENTE DI ME!

NON TE NE è MAI IMPORTATO NIENTE DEI MIEI SENTIMENTI IN QUESTI DUE MALEDETTI MESI IN CUI HO DESIDERATO OGNI ATTIMO DI MORIRE! OGNI MATTINA, SPERAVO DI NON RISVEGLIARMI E INVECE DOVEVO ODIARE I MIEI OCCHI PERCHè S'APRIVANO E MI MOSTRAVANO L'ORRORE DELLA MIA VITA!

E TU! TU! SEI TORNATO PER ABBRACCIARMI E POI SCOMPARIRE!?! SOLO PER DARMI UN PRETESTO PER NON MORIRE IN QUESTO PRECISO ISTANTE! VUOI UCCIDERMI? FALLO ORA! DISSANGUAMI! MORIRò LENTAMENTE DALLE TUE LABBRA ! NON CHIEDO ALTRO!>

lasciai che quella valanga mi travolgesse pienamente ma alle ultime parole, non potei resistere. la scossi e sovrastai i suoi strilli con il mio.

< TI AMO BELLA! TI AMO! SONO ANDATO VIA SOLO PERCHè LE MIE LABBRA NON TI UCCIDESSERO>

avevamo i respiri affannati, e ci guardavamo, scioccati, io la tenevo ancora stretta tra le braccia.

< prenditi la mia vita con le tue labbra edward > fu un soffio tra bocche troppo vicine < la mia vita da sola è morte. senza di te non vivo >

E ci baciammo.

sentire le sue labbra bollenti sulle mie mi incendiò la testa.il cuore, le membra, ero vivo. vivo ancora una volta. Lei non fu delicata, mi teneva le mani tra i capelli, e quel tocco, per me leggero, era manna.

Io ero preso da una frenesia incontrollata, la strinsi a me convulsamente, non ero mai sazio della sua vicinanza, la volevo più vicina a me, non mi bastava, e lei non si lamentò. Le scendevano lacrime copiose sulle guance ma io stesso ne sentivo la dolcezza! Il sapore delle sue lacrime era dolce come il cioccolato dei suoi occhi. Se avessi potuto avrei pianto insieme a lei.

Ogni notte... avevo desiderato le sue labbra schiudersi insieme alle mie, avevo assaporato il suo respiro caldo diffondersi e intrecciarsi nel mio freddo.

La sentivo intorno a me, ogni senso in quel momento era preso da Bella

Bella bella bella, lei era ovunque, era fuoco che divampava, era sorsate di vita, che si diffondevano tra le mie membra.

avevo bisogno dei suoi occhi.

La scostai da me. E mi persi in quell'oceano senza fondo, lei nei miei, ma non riuscivo a essere tanto lucido da accorgermene.

< edward, ti prego, non mi lasciare ancora, per favore >

La tristezza che venne sprigionata dai suoi occhi mi tolse ogni dubbio. AVEVO SCELTO.

< no amore mio.. mai più ti lascerò da sola >

Sorrise. OH CHE GIOIA, IL SUO SORRISO POTEVA DARMI LA VITA E TOGLIERMELA, POTEVA UCCIDERMI E RISVEGLIARMI, AVEVA IL POTERE DI FAR CROLLARE IL MIO MONDO E RICOSTRUIRLO

< ti amo edward > e mi strinse a se.

La cullai..ero consapevole che non avrei mai potuto fare a meno di quel calore. mai più. avevo scelto di essere egoista.

< perchè sei tornato? > mi chiese tra le mie braccia... sentivo il soffio della sua vita vicino al mio polso

< non sono mai andato via > le baciai i capelli.

< perchè? > Sbuffai...< perchè ti amo più di qualunque cosa al mondo >

Rimase in silenzio.

< amore mio.. chiedimi tutto ciò che vuoi > sapevo che aveva bisogno di risposte.. gliele avrei date.. ero stato un folle...

 

 

ehm... to be continued! ehehehehehe eehehehehe sto piangendo da solaaaaaaaaa

dovete necessariamente recensire!!! ci ho messo un secolo a progettare questo incontro:)

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Capitolo 11
*** risposte ***


15 recensioni all'ultimo capitolo e 76 preferiti! ringrazio tutti quanti per aver letto questa FF e per come ne avete parlato! per ora.. buona lettura!

 

Bella

Sentire le sue forti braccia stringermi...

Era come se non fosse mai andato via.. era la cosa più semplice del mondo. Più che respirare.. anche i soffi d'aria mi parevano poter guastare quel momento perfetto.

Avevo tante domande che mi vorticavano in testa, ma nessuna di loro era importante quanto lo stare in sieme a lui. Avrei voluto non parlare ma sapevo che dovevo capire..

Un abbraccio non significava che fosse tornato da me per sempre no?

Stupida Bella! non è il momento di fidarsi delle speranze!

sospirai

< perchè.... >

< cosa amore mio? > mi prese il mento tra due dita toccandomi come se fossi fatta di cristallo, cosi leggero... così dolce

< perchè sei andato via? > in parte lo sapevo, in parte no. ma volevo che fossero le sue labbra a spiegarmi, ne avevo bisogno. Edward si rabbuiò. mi guardava ancora negli occhi e ora il suo sguardo era dolorante, sofferente

< Amore mio.. potrai mai perdonarmi per averti amata così tanto da non aver saputo gestire tutto l'amore per te? > parlava velocissimo.. dovetti impegnarmi per distinguere le parole tra loro < ho avuto paura, una paura FOLLE di poter essere io la causa della tua morte, e lo so! lo so che tu stessa vuoi che io ti trasformi, ma ho avuto il terrore di renderti come me, ti costringerti a forza a una vita di dannazzione, e seppure tu non diventassi come me, saresti reclusa in una vita anormale e... >

Di colpo non volli sentire più niente... non mi importava

< non mi importa >

< Io.. >

< no Edward basta >. Mi guardò spaventato..< è un'altra la domanda che voglio porti >

lui annuì silenzioso. fissandomi.

< Hai intenzioni di andare via, hai intenzione di rimuginare ancora sul giusto e sbagliato della mia vita e scegliere per me? ha intenzione ancora di scusarti perchè mi ami? HO bisogno che tu sia sicuro di questo. >

< Io no ho intenzione di abbandonarti nemmeno per un momento, non ho tutta la forza che mi attribuisci Bella. non ce l'ho mai avuta, in questi due mesi è morto tutto di me, vorrei che tu potessi sentire ciò che sento in questo momento, quanto io TI AMO e.... >

Sorrisi, non mi importava dell'inferno in cui ero crollata, nè del paradiso forse illusorio che mi stava abbracciando, mi interessava solo vivere per sempre con lui. Scoppiai a piangere.

Piangevo e ridevo insieme, e erano lacrime calde, dolcissime, che avevano il sapore della rinascita mentre mi stringevo forte a lui e sentivo la vita scorrere ancora una volta nelle mie vene.

Mi scostò piano piano e mi posò un bacio dolcissimo. Le nostre labbra si muovevano lente, in sincrono. Ci lasciammo andare.

Lui mi accarezzava i capelli, dal collo fino alle punte e poi da lì lasciò scivolare la mano sulla base della schiena avvicinandomi ancora di più a se. Il contatto si approfondiva e io respiravo il suo odore come aria... Prese a baciarmi il profilo del viso, poi il collo, rabbrividivo ai suoi sospiri freddi. Quando giunse all'orecchio sussussò < non avrò mai più la forza di lasciarti amore mio, non sono capace di spiegarti quanto tu mi sia mancata, non trovo le parole >

Le mie guance si tinsero di rosso come non accadeva da tanto tempo. MI posò un dolce bacio sul naso e me le accarezzò asciugandomi i rivoli di lascrime semplicemente salate.

< queste mi mancheranno davvero quando diventerai come me... > guardava il rossore... mentre io lo stavo guardando scioccata. lui si riprese < beh sempre se tu ancora vuoi diventare come me... perchè se vuoi rimanere come sei per me.. cioè.. mi interessa solo che tu sia felice e.. > lo interruppi poggiandogli una mano sul petto

< Lo faresti davvero per me?! >

< Qualunque cosa per te >

Poteve essere la vita cosi perfetta? poteva l'inferno tramutare in paradiso e i demoni divenire dolci come angeli? stava accadendo sotto i miei occhi. Non volevo pensare che era un sogno e sorrisi! sorrisi gettando via i cattivi pensieri e ancorandomi a quello splendido momento

< Io voglio rimanere con te, per sempre Edward, non mi basta una sola vita >

I nostri corpi ripresero subito confidenza. Mantenendomi dolcemente la schiena con le sue mani mi poggiò sull'erba fresca ma io non riuscivo a riflettere nemmeno sulla sua consistenza , avvertivo solo la gioia del suo dolce peso su di me. era come riprendere a respirare, come bere dopo un'estenuante corsa. Passarono ore finchè fummo sazi di carezze, baci, sussurri, promesse eterne. Ma l'amore non sazia mai. Io ero completamente persa nei suoi occhi, non sarei mai voluta uscire da quel mare, ma iniziava a fare davvero freddo... e lui di certo non contribuiva a migliorare la temperatura...

< bella stai tremando >

< non fa niente... > sorrisi trasognata ma di tutta risposta mi rialzò mantenendomi stretta a se come una bambola e accompagnando il movimento con tanti piccoli baci.

< Torniamo a casa? >

< no! no! no! non voglio! voglio rimanere qua! > faceva molto capriccio da bambina piccola ma avevo paura di perderlo.paura che il sogno finisse..Quinfi probabilmente avevo lo sguardo terrorizzato dall'idea di tornare in quella stanza dove ero rimasta senza vita per due mesi, e lui l'avverti. Mi strinse ancora di più a se.

< vieni da me ok? Troviamo un telefono e chiami Charlie...>

L'idea mi parve ragionevole e annuì. Lui sorrise sgembo, come amavo tanto. Ero in paradiso.

 

Edward

Sfrecciavo con lei sulle spalle come desideravo da mesi. Dentro di me sentivo un fuoco crescere, la speranza rinascere. Avrei pagato per quell'errore, ma sarebbe tornata come un tempo. Era debole, molto più leggera di un tempo, Sentivo le ossa che sporgevano e digrignai i denti al pensiero che fossi io la causa ma non diedi tempo all'angoscia di raffiorare perchè tutta la mia mente fu presa da lei.

< Ti amo > mi sussurrò all'orecchio dandomi un leggero bacio sulla clavicola

Dolce.. dolce bella non merito tanto amore.

< Invece si che lo meriti! > sobbalzai...

< cosa fai leggi nella mente ora?! >

< No! > avvertivo che rideva < ma i tuoi muscoli si sono contratti... ti conosco bene sai... >

Si.. lei mi conosceva perfettamente, e mi perdonava per il dolore che le avevo portato.. perchè sentiva quanto l'amavo...

Forse anche per me esisteva il paradiso... Il mio paradiso era lei!

< Bella dobbiamo avvicinarci a Forks per prendere un telefono.. perchè la linea a casa mia è bloccata e io... non ne ho uno con me >

Intanto lei era scesa dalle mie spalle e mi guardava...

< Edward.... ma che hai? >

< Perchè?? > perchè mi fissava?

< sei... mmm... non ti ho mai visto cosi! > continuava a guardarmi accigliata. E il mio sguardo setacciò i miei vestiti. Erano logori..strappati.. Al tatto i capelli erano arruffati, e pieni di foglie e pezzettini di legno..

< ehm... non mi sono dedicato molto a me stesso...>

< noto > e sorrise.. quanto era bella...era come il sole, stupenda

< Sei bellissima, sei... sei... incantevole > Era arrossita, come sempre.. come Bella... QUANTO L'AMAVO!!!! l'abbracciai ancora, per non abbandonarla mai più

< e si Edward... odori proprio di bosco! >

scoppiammo a ridere, lei era cristallina. Mai suono rese il mio cuore tanto leggero.

< Dai.. troviamo un telefono, anzi.... > pensava di farmi una sorpresa.. illusa! < ora qualcuno ce lo porterà > e in pochi secondi Alice sbucò da dietro l'angolo.

< Vi serve un telefono? l'ho appena visto nella mia visione! > Bella era sbigottita.. io sorridevo... si abbracciarono forte.

- se le fai ancora del male giuro che ti faccio a pezzi e brucio i tuoi resti edward-

< Non servirà Alice > risposi ai suoi pensieri e lei si rilassò. - ci conto.. se no la promessa vale-

< Ehi voi due! rendetemi partecipe! > Bella imbronciata

E la nostra risata riempì l'aria

< tranquilla Bella.. stavo semplicemente mettendo in guardia il mio folle fratellino > poi si avvicinò al suo orecchio sussurrandole piano < ti avevo detto che ti amava > ma ovviamente io la sentivo con facilità

< Alice, ma tu non eri quella che non aveva detto niente di niente a bella > sottolineai il "niente di niente".

< TU! INGRATO! > mi puntò il piccolo indice contro con fare minaccioso, chiunque avrebbe arretrato a quel gesto. < MI DEVI... NON SO... MI DEVI, UN REGALO MOLTO GRANDE!!! >

< Si amore.. glielo devi! >

< BElla che fai ti allei con lei!!!! >

rise.. e io mi persi nel suo viso.

< ehi voi due.. non vi serviva un telefono!? > alice lo porse a bella, che in imbarazzo per il mio sguardo dolce su di lei, compose il numero di Charlie.

uno squillo...

< PRONTO!!!! >

< papà.... >

< Bella!!! stai bene?!? >

< si papà sono con.. > ci guardò. indugiò su di me e con sguardo affranto disse < Alice > . Aveva fatto bene... avrei dovuto parlare con Charlie ma ora non mi andava di riflettere su cosa gli avrei detto...

< Alice?! Cullen?! >

< si... >

< e c'è anche LUI!? > ecco... e ora? bella non sapeva mentire... mi guardò supplichevole e la incoraggiai a parlare.

< si... > .Dall'altro capo del telefono ci fu silenzio

< isabella marie swan! ti ordino di tornare immediatamente a casa e di farti accompagnare da ALICE! ALICE ! >

< Papà ora non torno > oh oh oh.... forse questa non la doveva dire.

< TI VENGO A PRENDERE! DOVE SEI!! FACCIO RINTRACCIARE LA POSIZIONE DEL TELEFONO, E LO AMMAZZO! > potevo distintamente sentire che afferrava il fucile e lo caricava... beh...almeno non provava a mani nude.. in quel caso si sarebbe fatto male!

< PAPA' NO! IO E EDWARD... NOI... NOI >

< VOI!?! ORA C'è UN VOI!?! ANCHE! MA TI RENDI CONTO BELLA TU... >

< PAPà SMETTILA! decido per la mia vita io! > no.. la situazione stava degenerando.. le chiesi di passarmi il telefono e lei mi guardò smarrita... rincalzai la richiesta e mi passò il telefono.

< signor swan... sono edward cullen >

< TU!!!! CON CHE CORAGGIO TORNI A PARLARE CON LEI!!!! DOPO COME L'HAI RIDOTTA!? > wow.. che carattere.. charlie ululava dall'altro lato del ricevitore, sbattendo un oggetto non determinato.. forse il fucile.. ma aveva ragione.

< signor swan.. ha pienamente ragione.. no.. mi faccia parlare! > continuava a strepitare epiteti... sovrastai la sua voce con la mia.

< NON LASCERO' PIU' SUA FIGLIA E QUESTA è UNA PROMESSA, PENSAVO DI FARE LA COSA GIUSTA E HO SBAGLIATO, MA NON LA LASCERO' PIU' E CREDO NEMMENO LEI LO VOGLIA, LA PORTERò A CASA SE è QUESTO CHE VUOLE MA NON LA FARò PIù SOFFRIRE >

rimase in silenzio. beh almeno l'avevo zittito.

< mmm... > mugugnava < alice è davvero con voi? >

< si è qui >

< ok... Bella può rimanere ma ti avverto edward... al prossimo passo falso, non importa che io sono un ispettore di polizia, la prossima volta TI SPARO! >

Alice tentò di soffocare una risata... e venne da ridere anche a me a immaginare charlie che mi imbracciava contro un fucile. Bella chiedeva informazioni su cosa accadesse.

< non sarà necessario... mi prederò cura di lei >

< Questa solfa l'ho già sentita edward. Prima possibile faremo un discorsetto io e te > Voleva essere minaccioso ma ovviamente.. non mi spaventai...

< Le riporterò sua figlia appena vorrà >

< Va bene, ripassamela > Diedi il cellulare a bella che lo prese tremante.

< pa..pà.. >

< Bella, se ti fa soffrire me lo dirai ok? io voglio che tu sia felice. e non m'importa sinceramente come.. ma me lo dirai? > Bella era accigliata...

< si papà... >

< ok torna presto > e si salutarono.

Bella si voltò verso di me e mi chiese:

< perchè vuole sapere se mi fai soffrire?? >

< perchè ha promesso di spararmi in quel caso! >

bella aveva uno sguardo inorridito! io e alice ridevamo di gusto...

la scossi...

< bella.. come se un proiettile possa farmi qualcosa! >

< mmm... già... > disse pensierosa...

< allora andiamo a casa? >

< passiamo prima al supermercato però.. > disse alice

< perchè? > dimmo all'unisolo io e bella..

< perchè vedo bella che propone di venire a caccia con noi per la fame che ha! >

a quel punto sentimmo distintamente il suo stomaco gorgogliare e lei arrossire.

Scoppiammo ancora una volta in una grossa risata.

 

spero vi sia piaciuta! non so se continuarla o meno con un nuovo intreccio.. voi che dite? commentate a questo proposito!!!

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Capitolo 12
*** caramelle gommose ***


okok!! continuo! i vostri commenti mi hanno convinta:) ecco il nuovo capitolo..(questa storia mi sta costando la bocciatura all'esame di geologia!!!:( ) buona lettura e

fancy 79, cloe cullen, bibina 88 e tutti gli altri che ne hanno parlato, tranquilli.. con tutto il rispetto ma pulcioso jake lo tengo fuori!!! mi piace solo con renesmee lui:)

Bella

 

Alice era venuta con una fiammante macchina rossa, ne ignoravo il modello ma per come la elogiava Edward, doveva essere qualcosa di molto potente...e costoso! Alice guidava come una freccia per le stradine costeggiate dal bosco. Io e edward eravamo sul sedile posteriore. Lui non si staccava un attimo da me e io non riuscivo a smettere di guardarlo. Mi stringeva la mano disegnando cerchi sul dorso con il pollice, era estremamente rilassante. Sarei potuta rimanere lì a guardarlo per ore. Ero persa tra i riflessi dei suoi capelli, nella curva delle labbra mentre parlava, nel modo in cui gli occhi si accigliavano alle battutine irritanti della sorella.

Si girava continuamente verso di me mentre discuteva con Alice, e accompagnava quel gesto con un bacio sui capelli, o un sorriso di quelli che adoravo. Era splendente come il sole.

Ma di colpo mi venne un morso allo stomaco: Edward sarebbe andato via, sarebbe riaccaduto. Fu un pensiero che mi scosse dal sogno che stavo vivendo. fu una fiammata divampante di dolore. Gli strinsi convulsamente la mano. il battito del mio cuore era impazzito e lui doveva averlo avvertito. Si volse di botto verso di me guardandomi:

< Bella.. che hai? >

< nie...nte > ma le lacrime affiorarono. Quanto potevo essere stupida!! non mi bastava averlo lì?

La causa del mio dolore doveva trasparire palesemente dai miei occhi perchè Edward mi strinse forte a se e mi sussurrò:

< stai tranquilla non me andrò.. te lo giuro >

< non fare promesse che non puoi mantenere > dissi piano tra i singhiozzi..il pensiero mi uscì incontrollato, non avrei dovuto dirlo..ERO VERAMENTE UNA STUPIDA, come facevo a non credere in quello sguardo?? Però aveva già promesso di non lasciarmi, mi aveva detto che mi amava e era scomparso nel nulla. altre promesse implicavano necessariamente altra sofferenza?dovevo credergli? Lo riguardai negli occhi e mi bloccai. Aveva uno sguardo distrutto, era un dolore che mi spezzò il cuore. Stupida bella! non ti lascerà,credici...

E lo feci.. credetti nel suo sguardo. gli posai una mano sulla guancia sorridendo. il peso al cuore era andato via quando lui mi accennò un sorriso.

< ti credo >

< e fai bene bella! > Alice era ancora lì, dimenticavo la realtà quando ero con lui < lo vedo! starete sempre insieme! è quello che volete no? > e ci mostrò un grosso sorriso furbetto nello specchietto retrovisore che non potemmo rifiutare: ci unimmo a lei.

Mi aggrappai ancora di più a Edward.Saremmo stati sempre insieme! nessuno avrebbe mai potuto separarci!

< e ora spesa! dicci bella.. cosa vuoi? >

< uhm non lo so... qualcosa di dolce! > al diavolo la dieta!!! ora che era di nuovo con me il digiuno involontario di due mesi si fece sentire

< uhm per quello non ti basto io? > mi sussurrò edward accarezzandomi la gola con la punta del naso. Divenni di fuoco.

< eddai bella!!! > uffa ridevano della mia reazione!misi un finto broncio < okok!! prendiamo dei dolci! >

Girare per il supermercato con un vampiro piccolo e malefico dalla parlantina inarrestabile, e uno alto e statuario che mi fissava, non era il massimo della normalità!!

Alice mi confondeva... Edward mi abbagliava e alla fine uscimmo con una busta colma di schifezze, e qualche trancio di pizza. Ma ci divertimmo. Sembrava di essere tornati alla normalità, e l'inferno che avevo vissuto fino alla mattina apparteneva a secoli prima. era solo un brutto ricordo. Mi ero svegliata dall'incubo tra le braccia del mio amore.

Risi tra me e me mentre passeggiavamo, come una perfetta idiota

< dai.. rendici partecipe. ti è venuta in mente una battuta divertente? >

Di tutta risposta li abbracciai forte facendo urtare le loro teste tra loro, si sentì un sonoro tonfo. NO! gli avevo fatto male!?! mi portai le mani alla bocca

< scusate!!! vi siete fatti male? >

< bella > dissero in coro guardandomi come se fossi scema < vampiri ricordi? >

< ah.. già > sisi bella.. sei proprio stupida è confermato!

Risero... < è tornata la nostra Bella!! > Edward si finse arrabbiato e ringhiò contro Alice

< ok! ok! la tua! > e mi fece l'occhiolino.

< ecco.. ora va meglio! >

Era impossibile non ridere! continuammo a scherzare fino alla dimora Cullen.

Quando arrivammo, alice e edward sorridevano. Edward mi aiutò a scendere:

< ma perchè sorrid... > e mi bloccai.

La porta dell'ingresso si aprì e ne uscirono tutti i Cullen. Esme ci si fiondò incontro abbracciando prima edward, poi me, poi di nuovo edward, poi me.. e infine si ricordò anche di Alice inbronciata! Jasper le fu vicino e dopo averle dato un leggero bacio, si avvicinò a Edward e l'abbracciò.

Tutti si bloccarono.. non era da Jasper fare una cosa simile! e quando si staccarono edward disse solo:

< lo so > e sorrise. Mi avrebbe spiegato in seguito. Doveva esserci stata una conversazione silenziosa.

Per ora ero occupata a rimanere sospesa tra le braccia di Emmett che rideva tonante. Perfino Rosalie si avvicinò a me sussurrandomi uno stiracchiato < grazie per aver riportato mio fratello > ma lo apprezzaì.

Edward mi fece l'occhiolino mentre salutava Carlisle.

Eravamo tutti insieme! era perfetto.. tutto perfetto.. tutto TROPPO perfetto.

Entrammo in casa che era stata miracolosamente tirata a lucido. Esme era stata velocissima. Sembrava che non fossero mai usciti da lì.

MI accoccolai tra le braccia di Edward mentre tutti parlavano tranquillamente sul divano, sembravano comuni mortali. Stavo per addentare una caramella gommosa quando l'avvicinai alla bocca di edward

< vuoi assaggiare? >

< ehm.... Bella.... ti devo ricordare della mie particolare dieta? > era accigliato

< eddai! ma possibile che ti fanno schifo anche le cose dolci! le caramelle dai! piacciono a tutti! >

con aria ributtante la prese tra le dita.. Tutti guardavano la scena. Edward gettò uno sguardo riluttante e avvilito alla piccola platea, e se la mise in bocca. Probabilmente se fosse stato umano sarebbe diventato verde dalla nausea.

< BELLA QUESTA COSA è ORRIBILE!!! >

< EDWARD CULLEN NON INSULTARE GLI ORSETTI GOMMOSI!!! > mi guardò implorante.

< mi rimarrà un saporaccio terribile in bocca finchè non andrò a caccia!! >

< aaaa quanto ti lamenti.. per un orsetto! a emmett piacciono vero? >

< sisi.. dai edward.. gli orsetti su! >

e ridemmo. Era assurdo... era una conversazione banale.. sugli orsetti gommosi in una casa che era sporca e disabitata fino a qualche ora prima, con un gruppo di vampiri che si reputava famiglia, tra la braccia del mio ragazzo, vampiro anch'esso dopo che per due mesi ero stata come morta. e ridevo.. come se niente fosse.. con un pacco sacchetto di caramelle colorate tra le mani.

La vita era perfetta. Si voltò verso di me sussurrandomi.

< avrei qualche idea per mandare via il cattivo sapore.. > avvampai.. ma ormai vedevo solo lui. il dio greco forte e luminoso che mi stringeva a se per non lasciarmi mai più. gli poggiai la testa sulla spalla e rimanemmo così, per ore...

 

NO! stavo dormendo! maledizione!! era un sogno, no... non voglio alzarmi. voglio morire in questo letto. Sentivo molto caldo. Era asfisiante. Le lacrime mi riempirono gli occhi ancora chiusi.

Devo staccarmi da quel sogno.. devo fare per Charlie. eppoi stavo bollendo dal caldo. Morire di dolore ok.. ma di caldo no. Mi permisi di guardare alla realtà, riluttante.

Sbattei un pò gli occhi, che strano. Vedevo solo coperte. Ero sotto un piccolo cumulo di plaid e piumoni tanto che feci fatica a districarmene. l'aria frizzante della mattina mi svegliò completamente quando il viso fu libero dal groviglio. Guardai in preda allo shock davanti a me.

< quanto mi mancava poterti parlare appena sveglia, ogni mattina era l'inizio di una tortura >

< edward!!!!!! > non stavo sognando era lì con me!!

< maledette coperte!! > non riuscivo a uscire! e edward in un balzo fu accanto a me.. e mi estrasse dall'intreccio

< ehi! avevi caldo? sei fradicia! >

< mi ero abituata alla tua temperatura ormai! >

< addirittura > sorrideva.. quanto era bello!!!

< sisi > e lo baciai. Rimanemmo a abbracciarci e soffocarci di coccole per.. non so.. tanto tempo, non riuscivo a rimanere attaccata alla realtà quando mi baciava cosi. avrei potuto fare tutto ciò che voleva.. pendevo, letteralmente dalle sue labbra...Era troppo dolce.. troppo.. e io stavo lentamente avvampando.

< ehi ehi! stai andando a fuoco!! > mi scostò da lui per guardarmi in viso, risposi con un mugolio di dissenso per il distacco improvviso e lui rise

< e io che mi ero preoccupato che prendevi freddo, sono stato alla ricerca di coperte per un'ora! la casa era fredda... >

< mi hai lasciata sola per un'ora eh?! > dissi puntandogli il dito contro. lui lo prese delicatamente e vi pose sopra un bacio. Chiusi gli occhi assaporando i brividi che quel contatto mi portava.

< che cos'è un'ora in confronto all'eternità? > Non riuscii a meravigliarmi per quella frase, perchè non aveva nemmeno finito di pronunciarla che prese a baciarmi in un modo che dovrebbe essere definito illegale.

La mia mente, la mia ragione, andarono via lasciando il posto alla beatitudine e a un'emozione tanto forte che sarebbe stata capace di risvegliare un cuore morto..

Il bacio si approfondì. Le sue labbra si schiusero accompagnando le mie allo stesso gesto. Soffi gelidi e bollenti si unirono a formare un tepore perfetto. Brividi mi percorrevano come scosse lungo la schiena e fu inaspettato, completamente inaspettato ciò che fece. Non si era mai spinto così, aveva sempre avuto paura delle conseguenze. Non so cosa lo convinse. Non riuscivo a pensare coerentemente: sentii la sua lingua fredda accarezzarmi il labbro inferiore mentre mi adagiava lentamente, come aveva fatto nella radura,con la schiena sul divano, e si poggiava su di me. Mi disegnava con una mano il profilo del fianco mentre con l'altra si teneva sospeso... aveva paura di pesare su di me. Le lingue presero a muoversi insieme. giocando. fu dolcissimo. lo strinsi forte e me. Con qualche piccolo bacio rese sopportabile la distanza tra le nostre labbra quando si scostò per sussurrarmi

< ti amo >

Non riuscii a parlare... mi venne fuori una sorta di tenue gorgoglio estasiato. Dovette capire che gli avrei detto la stessa cosa che aveva detto lui se fossi stata capace di collegare il cervello alla bocca

< ma come tesoro.. non riesci a parlare? mmm strano... dovrebbe riuscirti bene > e sorrise ammiccante

Gorgogliai ancora indignata e lui chinò in dietro il capo abbandonandosi a una grassa risata. Colsi l'occasione per stampargli uno schioccante bacio sul collo e gli sussurrai

< vendetta!! >

< mmm lo sai? mi piacciono le tue vendette >

E rimanemmo così per lungo tempo come non avevamo mai fatto per la sua paura di perdere il controllo e di farmi male. Ma era palese che la mancanza che sentivamo l'uno dell'altra era estenuante, molto più forte di qualsiasi timore, molto più forte di lui: il che è tutto dire!

 

Qualche bacio dopo mi scostai di colpo lasciandolo interdetto

< che c'è! >

feci uno sguardo dolorante

< Bella!!! ti ho fatto male!!? > e scostò le mani dai miei fianchi.

< no... > mostrai una smorfia < CHARLIE!!! >

< aaa mi hai fatto preoccupare! dai che sarà mai.. male che va ci aspetta con il fucile >

< EDWARD!!! NON C'è VERAMENTE NIENTE DA RIDERE! >

Con il broncio mi ricomposi e mi alzai dal divano. rideva ancora mentre mi prendeva per mano conducendomi alla porta. Prima di uscire però mi guardò bene e disse..

< Bella. se tuo padre ti vede con quei capelli mi uccide davvero! >

mi portai le mani alla testa mi uscì un lamento... sembrava avessi in testa una balla di fieno!

< dieci minuti umani! aspettami fuori >

mi scoccò un bacino e mi incamminai a districare la matassa informe che avevo in testa. Se m'avesse vista charlie avrebbe imbracciato il fucile di certo!

 

 

 

recensite!!!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** la mia principessa ***


Chiedo umilmente perdono! non aggiorno da tantissimo nonostante i vostri commenti!! Ma il primo anno di università mi sta spiazzando! oggi ho dato l'ultimo esame.. inglese.. c'è stato da ridere! ma ve lo risparmio!

Torniamo a noi! Finalmente la coppia più bella del mondo si è ritrovata! Nell'ultimo capitolo abbiamo visto un primo stralcio di vita quotidiana. Non so se sono stata proprio capace di scriverne.. solitamente i brani introspettivi mi escono meglio (infatti avete potuto vedere che tengo molto in considerazione edward e il suo continuo arrovellarsi!)

Pronti?

 

Bella

 

Non feci in tempo nemmeno ad aprire la porta che un turbine dai capelli corvini mi travolse trillando qualcosa che somigliava a DARTI UN'AGGIUSTATA -MIO BAGNO. Inutile dire che l'uragano in questione era Alice. Fu così veloce che mi sentìì volare lungo il corridoio.

Una porta sbattè fragorosamente, seguita da una serie di tonfi

< Alice fammi entrare! >

Edward!! siiiii! il mio salvatore bussava insistentemente!!! Ma lei fece come se niente fosse. Saltellava qua e la per il bagno, che era grande quanto la cucina di charlie a dire il vero, raccimolando flaconi e asciugamani, UN Incubo!

All'ennesimo richiamo giunse un ringhio, e alice si bloccò

< Dai fratellino, ha veramente bisogno di un pò di relax! >

< provato a chiederlo a lei? eppoi non direi che "tu" e "effetto relax" siate compatibili... > ecco infatti! aprii la bocca per dire la mia

< in effetti penso che... > Ma un asciugamano mi raggiunse in pieno viso soffocandomi

< Vedi ed? Bella è pienamente consenziente! >

< pf sorellina non direi... visto che l'hai appena soffocata con un asciugamano o quello che è > io tentavo ancora di districarmi e finì rumorosamente per terra. Fuori dalla porta scoppiò a ridere. rossa come un peperone sbucai dalla trama a nido d'ape.

< edward! guarda che non fa proprio ridere! >

< scusa amore... > se fosse stato umano ero certa avrebbe avuto le lacrime agli occhi < è che vederlo daglio occhi di Alice è stato.. > e riprese a ridere, incrociai le braccia. era impossibile.

< susu fratellino lasciaci lavorare >

< SISI EDWARD FACCI LAVORARE > mi uscì... ero proprio arrabbiata ma uno sguardo estasiato di Alice mi fece morire in gola la voce:

< ROSALIE!! BELLA HA ACCETTATO! VIENI A DARCI UNA MANO! > istantaneamente la porta si aprì e s'affacciò rose.. bella come sempre.. incorniciata dalla sua nuvola di capelli d'oro, a fare capolino sulla sua spalla c'era lui, con il suo sorriso sghembo che mi fece sfumare via la rabbia in un secondo.. rabbia? chi era arrabbiata e perchè?

< tesoro... ora te la sei proprio cercata! > ecco il motivo della rabbia...Detto questo non ebbi il tempo di vederlo andare via che era già scomparso.. vampiri!.. approposito di vampiri... Mi voltai lentamente e lo sguardo dorato di due vampire famelice colse i miei occhi..

< o no.... > gemetti sconfitta!

< O SIIIIIIIIIIIII > e in un attimo fui nella vasca colma d'acqua calda.. mmm mica male però....

Quando uscii da quel bagno, mi sentivo un'altra persona.

Scesi le scale lentamente, avevo pregato Alice di farmi indossare qualcosa di comodo, dovevo andare a parlare con Charlie, non a un ricevimento! Un ringhio di Edward dalla sua stanza l'aveva convinta a accettare la proposta jeans e maglioncino. Però era da dire.. sapevano cosa fare con tutti quei, pennelli, ombretti e matite che gli trafficavano tra le mani... Rosalie si era occupata dei capelli.. Li aveva fatti di un mosso naturale. erano proprio belli! non c'era che dire.. e per di più si era anche lasciata scappare che le ero mancata.. Iniziavo a sentirla come una sorella... una sorella molto molto pericolosa, ma una sorella!

All'ultimo gradino mi fermai, Edward mi attendeva davanti alle scale... Perfetto come un Dio greco.. mi persi nei suoi occhi...I riflessi sui capelli erano...E la sua pelle.. il suo naso.. le sue labbra.. erano.. erano...

< chiudete le bocche a quei due... non vorrete che Esme debba pulire la loro bava dal pavimento! >

< EMMETT! > Lo urlammo all'unisolo..Ma ormai il salone si era unito alle risate! Dopo aver chiuso le bocche. no.. non avrei proprio voluto costringere esme a.. ma cosa andavo a pensare Mi guardai intorno. Erano tutti lì, Carlisle guardava esme disegnare poggiandole una mano sulla spalla, Alice trafficava con un vaso colmo di rose bianche, rosalie raggiungeva emmett sul divano dove era spaparanzato insieme a jasper a guardare il baseball. MI erano mancati!

< Bella? > Edward mi attendeva alla porta.

< arrivo! > dissi immediatamente... Dovevo velocizzare i pensieri! ero poco reattiva!

La sua volvo ci attendeva fuori

< rose l'ha rimessa in riga > mi informò edward e mi aprì lo sportello

< Prego signorina.. può salire > Accompagnò la frase con un pomposo gesto del braccio

< pff vecchio > sorrisi...

< vecchio? non le garbano i miei modi? vorrebbe che le parlassi come il caro Newton? >

scoppiai a ridere al suo sguardo serio

< amore le galanterie vecchio stampo ti si addicono e mi piacciono anche! >

< mmm.. lo dici per chiudere il discorso.. > assottigliò lo sguardo

< lo dico perchè ti amo... > Aveva già aperto la bocca per controbattere ma la richiuse.

< pericolosa.. ecco cosa sai! >

sogghignai e mi appoggiai sulla sua spalla assaporando il suo profumo dolce, non me ne sarei mai stancata!

Ma ogni accellerata significava: più vicini alla vendetta di charlie. il cuore prese a battere veloce.

< ehi.. che succede? se vuoi decellero... > ovviamente se ne era accorto...

< no è che... charlie..... > ero terrorizzata altro che!!!

< Non devi avere paura... me ne occupo io... risolvo io ok? > mi alzò il viso con un dito guardandomi fisso negli occhi. E ovviamente io annuii. Non sapevo più nemmeno quale mozione stessi approvando in quel momento.. e non mi interessava minimamente! Soprattutto quando appoggiò le labbra sulle mie delicatamente, le mie difese crollarono inesorabilmente. Sussurrò:

< non che mi dispiaccia rimanere cosi.. ma siamo arrivati.. se Charlie ci vedesse penso che dovrei solo chiamare Jasper per calmarlo! >

Sbuffai e un ciuffo di capelli s'alzò, Edward scosse la testa, Nemmeno era uscito, già mi aveva aperto la portiera...

< Prego... non ho a disposizione tappeti rossi per lei >

< smettila edward! > la sua risata riempì l'aria, evidentemente qualcuno, uno in particolare l'aveva sentita...

< SIGNORINELLA, VIENI SUBITO DENTRO! > mi voltai di scatto, charlie percorreva il vialetto come un bufalo inferocito. Strano che non gli uscissero nuvolette di fumo dalle narici. Vista la scena dall'esterno l'avrei immaginato con un anello al naso e lo zoccolo che raspa il terreno, ma era con me che ce l'aveva, e non riuscii propriò a ironizzare, anzi uscì fuori una sorta di pigolio spaventato che voleva essere un < IO... IO.. >

< ehm papà veramente... > Ma edward mi sussurrò all'orecchio.

< fidati di me, entra dentro.. > < ma....! > non potevo lasciarlo solo... Vampiro o meno, charlie aveva la sua pistola lì a pochi cm dalla mano e era arrabbiato nero!

< fidati bella! > pareva insistente..La furia negli occhi di Charlie mi convinse del tutto.

M'incamminai come una condannata al rogo verso il bufalo.

< FILA DENTRO! >

< ok! > e corsi dentro. Ovviamente la mia goffaggine ebbe la meglio.I piedi si intrecciarono nel tappetino all'ingresso, e sbattei fragorosamente la testa contro la porta in un tonfo sordo

< au! > Mi voltai verso di loro.. erano a nemmeno di un metro l'uno dall'altro, a guardarmi con una strana espressione sul viso. Edward aveva il sorriso rassegnato di uno che oramai sa di stare con una ragazza che cade sempre e ci ha fatto l'abitudine! Charlie era combattuto tra il ridere e il continuare a essere arrabbiato, il tutto coronato da una strana smorfia, direi buffa! Buon segno... significava che c'era speranza!

mi infilai nell'ingresso, lasciando uno spiraglio di porta aperta. Questo era di certo uno di quei momenti in cui sarei voluta essere un vampiro. Non sentivo una parola. Li vedevo solo intenti in un'animata conversazione. La pistola era ancora li, altro buon segno, Lo sguardo di Edward afferrò il mio nello spiraglio della porta e un angolo della bocca si incurvò.. decisi che, visto che il labbiale non sapevo leggerlo e non individuavo nemmeno una parola del loro discorso, avrei assecondato il mio stomaco gorgogliante. Mi diressi in cucina,

Mi versai un bel bicchiere di latte, e mi feci un panino con qualcosa di verde dentro. Doveva sempre esserci diceva mamma reneè.

Ero a metà del panino, mi era venuto gigante, quando charlie entrò in cucina, ma con lui nessuno, mi venne spontaneo chiedere:

< edward? > sbuffò..

< è andato, ha detto che tra un po ti viene a prendere >

< e dov'è andato >

< mah.. ha detto qualcosa a proposito di un tappeto rosso > mi scappò un sorriso, e il panino mi andò di traverso. Charlie mi allungò un bicchire d'acqua.. salva. Mentre respiravo libera dalle foglie di insalata charlie mi osservava pensieroso:

< ti vedo bene... >

< si Alice e rosalie si sono dedicate a me oggi e.. >

< no non parlo di quello, hai sorriso prima... >

< ah > feci un debole sorriso... Ero al settimo cielo! certo che ridevo, ma mi limitai..

< ora sto meglio >

< ti sei anche fatta un panino da sola.. >

< beh si.. bisogna mangiare sai.. per vivere >

< ti aveva uccisa. lui... > ecco a cosa voleva parare

< no charlie.. era un'incompresione, ora l'abbiamo risolta >

< Bella,,, io voglio che tu sia felice, non mi interessa se sia un mostro oppure un umano > Sbarrai gli occhi, COSA GLI AVEVA DETTO EDWARD!

< in che... senso? >

< Nel senso che non è la bellezza che guardo! > aaaaaaaaaaaaa ecco! < può essere la persona più bella del mondo ma se ti fa stare male, se non ti tratta da principessa, è un mostro e gliel'ho detto sai! > no!!! che gli hai detto!! Colse il mio sguardo scioccato

< sisi.. gliel'ho detto eccome! > Smise di parlare e corse ad abbracciarmi, Dopo un attimo di panico ricambiai affettuosamente la stretta e gli dissi sulla spalla;

< papà... io lo amo >

< e lui ama te.. me l'ha detto > anche questo aveva detto.. bene! < ma non ti sopporterei ancora in quello stato.la mia bambina deve essere felice >

< lui mi rende felice > ero commossa

< allora hai la mia benedizione > Mi staccai inorridita!

< per cosa?!!? > prese a balbettare qualcosa..

< per voi, per beh.. il futuro.. per.. questo! per te e lui! >

sorrisi.. era proprio tenero charlie quando si agitava.. figurarsi.. benedizione mi aveva fatto pensare che in quel discorso avessero accennato al ma... no! non volevo nemmeno pensarlo! non poteva essere vero...

< ti voglio bene papà! >

< anche io bells! >

Poi bussarono al campanello e mi illuminai.. IL MIO PRINCIPE!! DOVEVA ESSERE LUI DI CERTO! scoccai un'ultimo bacio sulla guancia a charlie e corsi ad aprire la porta. Forse avevo esagerato con i sogni: dalla porta fino alla volvo c'era un lungo tappeto rosso e edward mi attendeva a metà strada, con una rosa rossa in mano, e un sorriso serafico sul volto. Rimasi a bocca spalancata... era già la seconda volta oggi! Dietro di me udìì charlie ghignare.

< fa le cose per bene il ragazzo.. >

< mantengo la promessa signor swan! >

< vedo vedo... non fate tardi! > non lo sentii nemmeno, avevo occhi solo per lui

quando mi sedetti in macchina mi voltai... guardava la strada attento...

< che gli hai promesso? >

il suo sorriso si ampliò...

< edward!! >

< cosa? > perchè faceva il finto tonto < la promessa! >

inchiodò di colpo e mi mantenne per non farmi fare male. Il cuore non prese a battermi furiosamente per la frenata.. no.. tutt'altro, a un centimetro dal mio viso Edward contemplava i miei occhi e mi allontanava i capelli dal profilo

< ho promesso... > scandìì tornando ai miei occhi < che saresti diventata la mia principessa.. > come non sorridere... < ti amo bella >

Lo abbracciai stretto a me

< ma io sono già la tua principessa! > Improvvisamente si fece pensieroso...

< Allora dovrò far arrivare la carrozza bianca con i cavalli in tempi più brevi. non si addice a una principessa andare in giro su una macchina qualsiasi >

scoppiai a ridere...

< figurati! > ma lui mi guardava serio.. troppo serio.. FIN TROPPO SERIO

< ed... scherzavi.... > Il suo sorriso sardonico si riaprì

< arriva dopodomani >

terrore!!!!!!

 

ecco il nuovo capitolo... vorrei che mi diceste come vengono gli spaccati giornalieri.. se sono noiosi o meno! ovviamente presto inizierà un pò di azione, se la storia continua a piacervi.. quindi recensite!

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Capitolo 14
*** fuoco e oscurità ***


rigrazio tutti per i commenti! sono contenta che vi piacciano anche gli spaccati di vita..

Bella POV

Mi ero svegliata da un incubo terribile,questa era l'unica spiegazione. Ogni mattina, aprendo gli occhi, osservavo attraverso la finestra della mia stanza i brutti nuvoloni neri che facevano da cielo alla buia Forks, e non mi rattristavano. Cosa avrebbe potuto farlo se giorno dopo giorno c'erano a risvegliarmi le sue fresche braccia? Ancora intorpidita e con la voce impastata dal sogno, biascicavo uno sconnesso < Buongiorno > e lui rispondeva, etereo, con il sorriso scintillante e mille bacini accompagnati da altrettanti "ti amo".

Mi amava, l'avevo riportato da me. Io piccola umana ero riuscita a combattere contro un vampiro complessato.. il MIO vampiro complessato! Edward mi amava, io amavo lui... e non sarebbe mai più andato via da me. Almeno questo era ciò che prometteva costantemente, ma era difficile credergli.

Avevo cacciato gli artigli, avevo mostrato una forza che non credevo di possedere, ero riuscita a correre da lui con un pugnale conficcato nel cuore, senza aria,ma con un chiodo fisso.

Eppure la ferita sanguinava ancora, ed io non potevo farci niente. Ogni volta che si allontanava da me, ero presa da crisi di panico inaudite e immotivate. Non riuscivo a smettere di piangere. Cercavo di convincermi che no! lui non era andato via, erano solo questioni familiari, o piccoli impegni a tenerlo distante qualche ora da me ma la mia coscienza ferita mi remava contro e continuava a farmi girare un coltello nel petto a ricordarmi che avrebbe potuto andare via da me appena gli fossero balenate in testa le motivazioni che l'avevano spinto a farlo mesi prima.

E non servivano le sue promesse..come le sue mille parole di convincimento... Semplicemente ero terrorizzata e non riuscivo a fidarmi dei suoi discorsi. Dopotutto.. era stato l'amore a allontanarlo da me. E l'amore stava crescendo sempre di più. Perchè questa volta sarebbe dovuto essere diverso?

Queste domande mi lasciavano sempre con l'amaro in bocca.. e non volevo porgliele nonostante me le leggesse negli occhi, sapevo che era dispiaciuto per come stavo.. mi aveva detto che "solo il tempo mi avrebbe potuto far comprendere che sarebbe rimasto con me " e l'idea del tempo non mi dispiaceva affatto!

Le mie crisi di panico l'avevano costretto a rimanere costantemente accanto a me in ogni momento del giorno e della notte: se non l'avevo vicino mi sentivo morire. Questo l'aveva obbligato a tralasciare la caccia tanto che i suoi occhi erano diventati neri come la pece. Aveva cosi fame evidentemente che un giorno me lo chiese lui stesso. Eravamo sul letto a baldacchino che aveva fatto mettere nella sua stanza apposta per me. Stavamo ascoltando della musica classica. Io ero appoggiata al suo petto e distrattamente giocano con i suoi capelli quando mi chiamò:

< Bella >

< mmm >

< guardami > mi voltai verso di lui e lo guardai attentamente, sfiorandogli le occhiaie profonde e scrutando i suoi occhi, neri.. neri.

< ma... hai fame! > erano proprio NERI! non li avevo mai visti cosi. Lui sorrise.. esitante..

< si...Bella.. avrei bisogno di andare via nel fine settimana > no.. no.. fuori no! tutto ma non andare via!

< Non sopporto questo sguardo, non ce la faccio, non riesco a vederti soffrire > disse lui con un chiaro tono di sofferenza nella voce. Caspita.. si doveva essere vista la mia espressione dolorante..< ma è un mese che non mangio.. Bella, anche starti vicino sta diventando difficile e non voglio che lo sia.. lo capisci questo? >

< si... e.. > scoppiai a piangere, potevo essere cosi insensibile?! Lui ovviamente mi prese teneramente fra le braccia, accarezzandomi i capelli

< shh.. ti giuro che torno, te lo giuro, porto il cellulare con me, ti chiamo ogni quanto vuoi tu, ti prometto che torno! > possibile che non capisse, poteva andare, non mi importava di stare male senza di lui, ma ero stata una egoista, lui stava male e non me ne ero resa conto, come avevo fatto! ero una stupida, STUPIDA! e questi pensieri mi fecero piangere ancora più forte tanto che lui si spaventò..

< bella... cosa devo fare dimmelo tu... ti prego > no angelo mio tu non devi essere triste.. sono io il problema, riuscii a prendere aria e a parlare tra un singhiozzo e l'altro:

< no.. non... è que..quello il proble.. ema, ma sono iooo > niente da fare.. piangevo troppo per riuscire a parlare, lui mi strinse più a se.

< perchè sei tu il problema? non capisco > mi allontanò piano da se, baciandomi le lacrime e alzandomi il mento con un dito. Mi scrutava attentamente triste, non sopportava le mie lacrime, il mio dolore.. soprattutto se era lui a causarlo.

< pe.. perchè io dovevo a..accorgermene, che tu stavi ma.ale, e invece pensavo s..solo a me e a quanto avessi bisogno di te, perdonarmi edward, sono stata una stupida! > sorrise, e io abbassai la testa.

< piccola folle! > mi baciò la punta del naso < amore mio se non ti ho detto niente fino ad ora era perchè non potevo farne a meno, e non mi pesava assolutamente rimanere con te, anzi... era ciò che volevo.. ma ora che non posso più te lo dico... non sei insensibile..! > mi rialzò il viso < capito mia Bella principessa!? > sorrisi facendo segno di si con il viso. Se avessi detto qualcosa sarei di nuovo scoppiata in lacrime per la gioia forse.

Rimanemmo stretti, a ascoltare l'uno il respiro dell'altro.. o meglio.. lui ascoltava il mio respiro regolarizzarsi insieme al cuore, e io.. pesavo i miei respiri sui suoi, tranquilli, dolci e freschi. Mi cullò tra le sue braccia finchè non mi rilassai. Il cd ripartì più volte ma non ce ne curammo. Il resto della famiglia probabilmente aveva sentito le nostre parole, e nessuno ci venne a disturbare.

< quando? > gli chiesi. Aveva capito a cosa mi riferivo, senza smettere di solleticarmi il collo con le labbra fresche mi rispose

< Emmet pensava di partire questa sera, a qualche ora da qui hanno problemi con gli orsi, e LUI vorrebbe dare una mano.. > Immaginavo la mano di emmet stritolare i colli dei poveri orsi..

< ho capito... > rimasi in silenzio

< con te rimarrà alice, poi ci saranno esme e carlisle, per qualsiasi evenienza. Porto il cellulare con me, cosi quando hai bisogno di sentirmi mi chiami, anche sempre, ne porto due ok? cosi evito la questione batteria... >

sorrisi e interruppi la sua scia di precauzioni con un bacio

< posso rimanere a dormire qui almeno? non voglio stare in camera mia senza di te.... >

< alice ti aveva già vista mettere in borsa il cuscino e il pigiama infatti esme è andata a fare la spesa, cosi se vi va, preparate una torta al cioccolato insieme, che ne dici? > storse il naso.. ovviamente il cioccolato non era di suo gradimento ma la cosa mi rialzò il morale e mi inginocchiai sul letto facendo traballare tutto

< sisi! ci sto! > Mi abbracciò ristendendomi sul letto con il suo peso

< golosa che non sei altro! > mi teneva il polsi leggermente con le sue mani, era con il viso a qualche centimetro dal mio

< mmm si in realtà mi andrebbe di assaggiare qualcosa di dolce > dissi con fare finto provocante, non ero capace..... tanto che lui si mise a ridere e si avvicinò ancora di più. Le nostre labbra appena si sfioravano:

< tipo? > I suoi occhi neri erano profondi e misteriosi, attiravamo inesorabilmente i miei come calamite. Ero incapace di articolare frasi sensate..

< ehm... ehm.. > distolsi lo sguardo, sicuramente ero rossa come il fuoco, e lui mi baciò.

Ci perdemmo tra fuoco e oscurità. Ci unimmo in una danza maledetta intrisa d'amore e passione. Spire di calore ci avvolgevamo, mentre il ghiaccio si scioglieva in lacrime e il fuoco divampava sempre più forte incendiando le guance. Le sue mani ormai tiepide si insinuavano tra lembi di pelle come soffi leggeri, leggeri e non mi opponevo, non solo perchè non mi era rimasta un filo di forza di volontà ma perchè ogni piccola parte di me gli apparteneva, ero sua, incondizionatamente. Il vento del desiderio ci governava. Non desideravo che lui e lui non desiderava altro che me. Le dita percorrevano lente i profili dei nostri corpi indugiando sui particolari. E le labbra giocavano lente, fin troppo lente, eccessivamente lente. Era di un estenuante sublime, non avrei retto ancora per molto. I respiri erano rotti, corti, non bastavano mai.. Il cuore parve uscirmi dal petto quando con un gesto fluido mi sfilò la camicia. Fuoco e ghiaccio ci imperlavano le mente. Brividi di freddo correvano lungo la schiena. I baci sapprofondirono, voloce, voraci, insaziabili ma tutta la magia si spense di colpo quando lui si staccò da me.

Fu come rimanere senza ossigeno, boccheggiavo in cerca della sua presenza

< scusa... > Mi mise seduta tenendomi abbracciata.

< pe..per cosa edward? > avevo ancora il respiro ansante ma quando mi accorsi di essere in reggiseno davanti a LUI avvampai e mi coprì alla bell'emmeglio con le braccia. Lui sorrise voltandosi, e mi allungò la camicia.

< per questo... non avrei dovuto.. e ehm.... sono un pò fuori controllo quando non mangio... >

< mmm.... che ne dici se andassi a caccia tra un'altro mese o due? > si voltò sconcertato e la sua espressione mutò:

< beh se proprio insisti... >

< vai a mangiare edward > scoppiò a ridere fragorosamente e mi abbracciò stretta.Poi mi prese il viso tra le mani cosi velocemente che sussultai, con gli occhi nei miei disse:

< ti amo più di ogni altra cosa, non andrò mai via da te, sei tutto ciò che da senso alla mia esistenza lo capisci!? > Lo disse con occhi così sinceri che non potei che credergli. Di risposta gli diedi un bacino

< Sai... quando sei... andato via e... insomma quello che mi dissi > preferivo non ricordare le parole con cui mi aveva abbandonata < mi era parso cosi assurdo che non potevo crederci.La mia mente si bloccò, non riuscivo a pensare, perchè la principale verità della mia vita era crollata. Eri, e sei, l'unica certezza della mia esistenza, e non mi avevi mai mentito. Quindi sapevo, ero certa, ci dovesse essere una spiegazione. E ogni giorno lontano da te l'ho vissuto a chiedermi il perchè, perchè fossi cambiato cosi di colpo. Quando trovai la tua lettera fu come se in un attimo il mondo si fosse ricostruito, niente era crollato definitivamente, c'era ancora una possibilità,perchè mi amavi davvero e la tua folle testa voleva proteggermi > gli diedi qualche colpetto sui capelli < ho combatutto per quella certezza > mi abbracciò stretta a se... senza dire niente, era senza parole il mio edward

< e questa è la motivazione del mio terrore... io sono certa del tuo amore, morirei per questa certezza... ma anche prima lo ero eppure sei andato via...cosa è cambiato ora edward? > Senza pensarci rispose

< è cambiato che io vivo per te... per la tua felicità, e mi sono reso conto che posso distruggermi quanto voglio allontanandomi da te, ma tu non sarai mai felice >

< quindi stai con me solo per la mia felicità? > no.. questo non mi piaceva..

< no.. sto accanto a te perchè non posso fare a meno di te, e tu non puoi fare a meno di me.. siamo una cosa sola io e te.. inscindibile >

< è cosi? >

< si... veramente principessa >

Come non credergli.. non dovevo avere paura... non dovevo.

La sera stessa Edward partì...

 

e... to be continued..

 

 

sorry!!! sono in ritardo e non posso finire a scrivere.. ma intanto vi posto questo pezzetto! scrivo presto il continuo.. promesso!

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Capitolo 15
*** occhi rossi ***


scusate per l'interruzione di oggi ma ero davvero di fretta! ecco il continuo

 

 

Ero in cucina con Esme a preparare la torta al cioccolato come premeditato. Edward non aveva voluto che lo seguissi allontanarsi con lo sguardo, diceva che mi avrebbe turbata ma aveva provocato l'effetto contrario. La scomparsa improvvisa mi ricordava maledettamente quel terribile giorno nel bosco quando lui si volatilizzò dopo avermi spezzato il cuore. Scossi la testa come a scacciare questi brutti ricordi. NON ACCADRA' DI NUOVO BELLA! Rimuginavo con le mani impastate nel cioccolato avvolta in una nuvola di cacao in polvere. Apprezzavo che Esme non parlasse, evidentemente aveva compreso che volevo stare sola con i miei pensieri e non mi assillava. Finita la torta la informai che andavo a fare una doccia, almeno sfruttavo l'attesa della cottura per eliminare l'odore di cioccolato dai capelli, non che mi dispiacesse la fragranza.. ma li sentivo sporchi.

Mi asciugai con cura, mi rivestii e tornai in cucina dove Esme m'accolse con un dolcissimo sorriso, sembrava proprio una mamma:

< tesoro l'ho appena sfornata, si sta raffreddando, appena è tiepida la guarniamo. Che cosa ci vuoi? Panna e cioccolato con le nocciole? > wow!!! esme sei il mio idolo. gli occhi dovevano avermi scintillato perchè lei sorrise

< deduco che l'idea ti piaccia! >

< oh esme non sai quanto! >

< mi fa piacere > sorrise, dolce come il cioccolato con il suo delicato viso a cuoricino.. Ma.. dov'era la sua metà?

< esme.. dove sono Carlisle e Alice? > si voltò con un grosso barattolo di cioccolata in mano

< Carlisle ha avuto un'emergenza in ospedale, hanno trovato alcuni corpi nelle vicinanze,umani.. deceduti.. >

< a... e come sono morti? >

< la polizia parla di un branco di animali... ma ovviamente.. è probabile che ci sia qualche neonato nei paraggi, bisogna tenere gli occhi aperti > rabbrividii impercettibilmente.. Qualche giorno prima Jasper in uno sbalzo di confidenza mi aveva narrato di quanto potessero essere temibili i vampiri appena creati

< e Alice? >

< alice è uscita poco fa, ha detto che aveva da comprare delle cose giu in città, non impiegava molto! >

< ah.. ok.. > Lo dissi tristemente.. mi mancava alice, esme era tanto cara, ma era un po la mia mamma, lei invece era la mia migliore amica. Esme mi posò delicatamente una mano sulla spalla.

< che ne dici di metterti il pigiama? io intanto guarnisco la torta e ti faccio un thè caldo.. cosi vai a dormire rilassata.. > l'idea mi allettava. Acconsentii e mi andai a vestire. Poco dopo ero a gambe incrociate sul baldacchino a ingozzarmi di torta al cioccolato. Era paradisiaco, ed era stata un'idea fantastica, non mi faceva pensare, o forse era il sonno perchè avevo ancora il piatto in mano che gli occhi mi si chiusero. pesanti. Riuscì solo a biascicare < esme non riesco a stare sveglia... > e udì la sua voce lontana e consolante < tranquilla bella, è solo un pò di sonnifero.. cosi dormirai tranquilla. > Non ebbi il tempo di controbattere.. ma nella mente formulai il pensiero "edward la pagherai". Nemmeno finì a pensarlo che già dormivo.

 

"passeggiavo leggiadra nel bosco, ammirando i grandi alberi e il sole che filtrava tra le foglie, ma il mio sguardo colse uno strano bagliore sull'erba, mi voltai immediatamente, forse edward era tornato da me. Ma non era lui a attendermi, era un bambino, immobile, con lo sguardo serio, e gli occhi chiusi. Piccolo... emanava mille cristalli di luce, mi avvicinai, sapevo che si era perso.. era solo.. dovevo aiutarlo, ma quando tesi la mano, lui di scatto aprì gli occhi, e il cielo si oscurò: erano rossi malvagi, e mi fissavamo famelici. Aprì la bocca in un ghigno e io arretrai per poi prendere a correre più che potevo, inciampavo continuamente tra le radici e le felci. Lui rideva, aveva una risata terribile, non era quella di un bambino, Udivo solo questo.. sapevo che mi seguiva.. che mi avrebbe presa... e quegli occhi rossi mi terrorizzavano..."

 

Quando aprì gli occhi il sole doveva essere già alto perchè filtrava dalle tende della camera di edward. Era una bella giornata, almeno meteorologicamente parlando, e significava anche "l'ultimo giorno senza il mio amore", nella notte sarebbe tornato, l'aveva promesso. Ma avevo il battito accellerato, come anche il respiro. Perchè mai? Forse avevo fatto un brutto sogno. Cercai di ricordare, e mi vennero in mente solo due terribili occhi rossi. Balzai giù dal letto, non volevo stare da sola, misi la vestaglia e chiamai a voce normale alice, certa che m'avrebbe sentita e si sarebbe fiondata sul mio letto in pochi istanti, ma alice non venne. Scesi le scale, all'ultimo gradino mi bloccai.

Carlisle e Esme erano fermi davanti a me. Lei non sorrideva, e lo sguardo serio non le donava affatto. che succedeva?

< cosa è successo? >

< Bella, ora ti spieghiamo, vieni, sediamoci sul divano > presi a respirare velocemente e bloccai carlisle stringendogli il braccio statuario con la debole mano

< carlisle che succede? >

< Alice non è tornata a casa questa notte, non abbiamo idea di dove sia > Alice sapeva badare a se stessa, forse aveva trovato molti negozi aperti e aveva fatto una full-immersion

< sicuri che non stia facendo shopping? al cellulare avete provato? >

< non risponde.. e.. > si scambiarono uno sguardo veloce ma lo notai

< cosa mi nascondete? > avevo un orrendo presentimento

< La polizia ha ritrovato la sua macchina, nei pressi di forks con una portiera sdradicata e per terra c'era la sua giacca strappata e il cellulare distrutto >

Il mondo mi sprofondò sotto i piedi. Alice non avrebbe mai rotto la SUA COSTOSISSIMA MACCHINA, LA SUA COSTOSISSIMA GIACCA E IL SUO COSTOSISSIMO CELLULARE. Afferrai carisle per il colletto della giacca:

< carlisle CHIAMA EDWARD! fallo tornare!!! fallo tornare >

< Bella.... > bella cosa.. bella che cosa?! perchè mi guardava in quel modo... perchè non mi rispondeva

< carlisle... dov'è edward? > tremavo

< l'abbiamo sentiti prima e... >

< carlisle > ripetei < dov'è edward? > mi stavo spazientendo, allora lo urlai < CARLISLE FAMMI PARLARE CON EDWARD! >

< bella... non ci rispondono al cellulare da quando li abbiamo avvertii di alice, non sono raggiungibili >

no... no.. no.. edward l'avevi promesso, l'avevi promesso che non saresti andato via

Presi a respirare difficilmente, e mi accorsi di aver smesso di farlo solo quando mi sentii volare per la stanza tra le braccia fredde di uno di loro due, mi dicevano qualcosa. < RESPIRA, RESPIRA > urlavano ma io non ne trovavo il motivo. L'incubo stava tornando: Edward che andava via senza veri motivi, alice che non mi salutava, flash mi balzarono davanti agli occhi in pochi istanti, e un'orribile verità si fece strada nella mia mente. stavano architettando di nuovo di scappare! esme e carlisle sarebbero ripartiti di certo con qualche scusa tipo cercare Alice e io sarei rimasta sola per sempre... sola

sola.. edward no! no! perchè mi fai questo no! affondai nell'oscurità.

 

< carlisle, perchè non si sveglia? >

< l'avvenimento deve aver riportato a galla lo shock di edward che andava via, non è stato facile per lei.. ricordi quando è venuta in ospedale a cercarci >

< si.. ma è molto che è in questo stato, deve capire che edward non vuole assolutamente lasciarla, deve essere successo qualcosa.. >

quelle ultime parole fecevo risvegliare la mia mente assopita

< quando si sentirà prontà si sveglierà, non possiamo fare molto, non so nemmeno se ci ascolta in questo momento. Bella. se ci senti, edward tornerà, dobbiamo sapere cosa è accaduto, forse hanno perso i cellulari, sono fuori campo... >

aprii lentamente gli occhi.

< quindi non state cercando scuse per andarvene via un'altra volta? > Esme mi abbracciò con amore

< no tesoro no. non potremmo mai.. e edward meno di tutti, vedrai tornerà >

Mi rialzai velocemente, tanto che la testa mi girò. Ok.. non erano scuse, ma allora dov'era Alice? dov'era edward? dov'erano tutti quanti? Carlisle era attaccato al telefono a parlare fitto fitto con chissà chi, e esme mi teneva ancora stretta a se.

< esme ho bisogno di uscire fuori, di prendere un pò d'aria > Ne avevo davvero bisogno, ero troppo scossa.

< ok tesoro > sciolse l'abbraccio < ma tieni questo cellulare con te... cosi se edward o alice riescono a contattarci, oppure c'è qualsiasi novità,sarai la prima a saperlo. >

< grazie.... mamma > Esme spalancò gli occhi e mi strinse al suo petto, sapevo che se fosse stata umana avrebbe pianto. La gioia della maternità di cui era stata privata, la faceva ancora soffrire molto, e sentirsi chiamare mamma da me doveva averla fatta felice, ma era vero.. per me lei era una mamma. Non l'avevo detto solo per un suo sorriso. Uscii piano dalla casa e mi incamminai verso il bosco. Presa dai pensieri mi ritrovai circondata da grandi alberi. Mi ero inoltrata nel fitto del bosco, lontano dal sentiero. Il sole alto filtrava tra le foglie..Ma... un momento.. questa scena l'avevo già vissuta..

l'erba scintillante... il bambino.. gli occhi rossi...

prima che potessero venirmi i brividi per quell'immagine orribile il cellulare squillò, risposi:

< bella dove sei?! >

< edward!!! come stai?! dove sei!? >

< rispondimi, BELLA DOVE TI TROVI!? >

< nel bosco stavo passeggiando ma... > in quel momento udì distintamente la voce di jasper che urlava vicino ad edward < DILLE DI SCAPPARE! >

< BELLA BELLA SCAPPA! VELOCE CORRI! TORNA DA CARLISLE! CORRI! > ma mentre diceva queste parole.. vicino ai miei piedi apparvero mille riflessi. Il cellulare mi scivolò dalle mani e caddè con un tonfo nell'erba insieme alla voce di edward. Mi voltai lentamente

occhi rossi

una lunga maligna risata pervase l'aria

 

 

to be continued

 

ehi ehi ehi! un pò di commenti non mi dispiacciono eh?! mi fa piacere se in tanti mi fate sapere cosa ne pensate... ora inizia l'azione! pronti? :) al prossimo capitolo...

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Capitolo 16
*** interferenze ***


 

 

 

edward pov

un'ora prima:

< edward se continui a cacciare un questo modo sarà il puma a uccidere te! >

Gettai distrattamente la carcassa dell'animale alla base di un grosso albero dopo averlo prosciugato. Lo guardai giacere con la testa inclinata in una curva innaturale:se non fosse stato per quella sarebbe parso come un grosso gatto addormentato. Ero così distratto dai miei pensieri che avevo permesso a una deliziosa goccia di sangue di scivolare via dalle mie labbra, la presi con il dito e l'assaggiai, svogliatamente. Emmett non capiva proprio. Ero in pena per Bella. La caccia era l'ultimo dei miei problemi al momento. Non riuscivo a divertirmi, nemmeno un pizzico di quanto stava facendo lui con quel grizzly enorme. Con un balzo gli era saltato al collo, si era cibato di lui mentre quello tentava di disarcionarlo con poderose zampate che ebbero effetto solo sulla sua maglietta:

< cavolo, la maglietta che mi aveva regalato rose! mi ucciderà di certo! >

< si.. emmett, sai quanto mi piaceva vedertela addosso! > Rose era sbucata da dietro un albero con le mani sui fianchi, e su emmett balenò un'espressione di terrore... Sua moglie era l'unico essere capace di incutergli terrore.sorrisi.

< no tesoro... ehm.. la ricompro ok? >

< ERA UN PEZZO UNICO!! DOVREMMO CHIAMARE LO STILISTA IN PERSONA E FARCELA CONFEZIONARE! >

MI allontanai e li lasciai a battibeccare, non mi importava della caccia, figurarsi di una stupida maglietta. Non avevo più fame, ma avevo promesso agli altri che sarei rimasto con loro fino alla sera... ancora qualche ora e avrei abbracciato la mia Bella. Tutti i miei pensieri si concentrarono su di lei: chissà quanto era triste in questo momento. La immaginavo accucciata nel mio letto. Quel letto..sorrisi. Mi balerarono alla mente le immagini della sera precedente e rabbrividì: io abbracciato a lei, io su di lei, le nostre labbra che si muovevano, la sua pancia scoperta a contatto con la mia, il fuoco e il ghiaccio mescolati in una danza sensoriale da togliere il fiato.. Ero andato vicinisso a farla mia. Mi ero fermato per miracolo. Fortuna che con lei ultimamente era la mia umanità a vincere. Sorrisi tra me e me. Era una vittoria. Ieri sera non era stato il suo collo caldo a tentarmi...ma tutt'altro...mi vennero in mente i morbidi profili delle sue forme. Chiusi gli occhi e li riaprii, CONTEGNO EDWARD, hai più di cento anni, non sei un ragazzino in piena crisi ormonale! Sarebbe stato assolutamente perfetto se una mia carezza incontrollata non avesse potuto spezzarla. Bella era grandiosa, stava mettendo a tacere il mio mostro e a pensarci bene, forse aveva ragione... forse la mia anima era ancora qui, con me, nascosta in qualche anfratto di questo corpo innaturale dai caratteri umani. Tutti gli istinti che pensavo fossero ormai morti e seppelliti riaffioravamo con maggior veemenza ogni qual volta i miei occhi incontravano i suoi magnifici color del cioccolato. Era sempre diverso, sempre emozionante, sempre perfetto. Come può esistere un'amore così forte, un bisogno cosi incondizionato, un.. un.. un.. un... un quello che eravamo io e lei ! Era inspiegabile, unico, perfetto e lei doveva saperlo.. doveva sentirlo, doveva vederlo nei miei occhi. Non ero riuscito a convincerla ieri sera. Ero stato uno stupido a lasciarla, ovvio che fosse terrorizzata da un ulteriore abbandono... ma con il tempo avrebbe compreso che non l'avrei più lasciata, mai più. Come avrei potuto? Ero troppo egoista da una parte, il mostro dentro di me urlava fame di possesso, ma anche sete di lei... e lei, la mia piccola principessa era felice solo guardandomi, come potevo negare la luce nei suoi occhi.. ma tanto lo sapevo, che in fondo ero un egoista! Inutile continuare con questi complessi...Come lei mi ricordava ogni volta che avvertiva angoscia in me: "io ti amo, tu mi ami, cosa c'è di più semplice?" La sua voce dolce risuonò nella mia testa. Dovevo velocizzare i tempi, avevo bisogno che si fidasse ciecamente di me, ma soprattutto avevo bisogno di lei.

Mi alzai dal prato su cui ero disteso per raggiungere gli altri. Sentivo i loro pensieri: jasper era intento a seguire un gruppo di cervi immaginando fossero umani, scoppiai a ridere.. era sempre il solito. Analizzai i pensieri di Emmett ma dovetti subito distogliere l'attenzione. A quanto pare lui e rose avevano più che fatto pace.. stavano "stipulando" un bell'armistizio.

Appena "messe le firme" li avrei richiamati... volevo tornare a casa.. al diavolo le ore in più di caccia, avevamo mangiato a dovere.

Il cellulare prese a squillare, Bella si doveva essere svegliata, risposi al secondo squillo:

< pronto >

< edward >

< carlisle dimmi > mi era parso teso < tutto ok? Bella? >

< Bella sta bene, dorme, senti volevo chiedervi, ma Alice è li con voi? >

< no.. non c'è perchè? >

< perchè è scomparsa, la polizia ha ritrovato la sua macchina con una portiera sdradicata e nelle vicinanze il cellulare a pezzi >

< COME ALICE è SCOMPARSA! QUANDO!? > in un attimo jasper mi fu accanto, aveva uno sguardo preoccupato, gli tesi il cellulare, tanto potevo udire quello che dicevano

< CARLISLE? SONO JASPER! CHE SUCCEDE? DOV'è ALICE? >

< jazz, l'ho detto ora a edward, alice è uscita ieri sera per andare a forks a comprare delle cose per bella e non è tornata. Abbiamo provato a chiamarla sul cellulare ma era spento, allora sono uscito per cercarla e charlie mi ha chiamato dicendo che avevano ritrovato la sua macchina vicino Forks, a nord, con la portiera staccata.> Jasper aveva smesso di respirare < per terra c'era la sua giacca e il cellulare,distrutto, La sua borsa era in macchina, non l'ha portata con se ovunque sia. Sono andato di persona a controllare, per sentire il suo odore, e quando la polizia è andata via ho iniziato la ricerca ma era come se fosse scomparsa, nella macchina si sentiva forte la sua presenza ma fuori niente. in nessuna direzione, non so cosa pensare, è come se fosse stata.... risucchiata, jasper, non so cosa pensare! > Jasper mi tese il cellulare e prese a correre

< Carlisle sono edward, stiamo tornando a casa, tienici informati >

Emmett e rose ci furono subito accanto. Correvamo velocissimo, e in un'ora eravamo alla macchina di Alice, Jasper aveva gli occhi neri di rabbia, ma eravamo tutti fuori di noi dalla preoccupazione, non sapevamo cosa pensare. Rose era assolutamente distrutta e se ne stava in silenzio, a odorare e riflettere su cosa fosse potuto accadere, Emmett fletteva i muscoli e pensava a come avrebbe potuto torturare più dolorosamente l'autore di quella follia. Ci separammo in due gruppi di ricerca, io e jasper, edward e rosalie, promettendoci di stare in contatto. Inoltrandoci nel bosco presi a avere una strana sensazione, e così pure jasper, lo sentivo teso, lo sentivo agitato, un momento dopo non lo sentivo più. Ci voltammo l'uno verso l'altro con gli occhi spalancati:

< non avverti le mie sensazioni vero? >

< e tu non avverti i miei pensieri? > come era possibile? afferrai il cellulare per chiamare Carlisle, magari si poteva collegare alla scomparsa di Alice, ma non c'era campo, niente. Poi contemporaneamente lo sentimmo forte, e scattammo in avanti, in un istante, era il suo odore.. ALICE, ALICE, era lei, era vicina. dopo nemmeno un chilometro scorsi da lontano una figurina piccola, ai piedi di un albero, abbracciata a se stessa, con le mani sulla testa e una smorfia di dolore sul viso, non avvertivo nessun suo pensiero, solo i suoi lamenti. Qualche balzo e le fummo accanto. Jasper l'abbracciò stretta:

< alice alice, che hai?! che succede?! >

< Jazz.. sei tu.. mi.. mi fa male troppo la testa, non vedo, non vedo niente >

< cosa? cosa non vedi? > mi inginocchiai anche io accanto a lei

< niente, non vedo, non vedo che succederà. io ero in macchina e di colpo non ho visto più niente e.. jazz jazz sento che la testa mi esploderà.. >

Ma con un niente tutto fece silenzio e come se qualcuno avesse girato la manopola dell'audio i loro pensieri mi scrosciarono in mente, la preoccupazione di jasper, l'incredulità di alice, e vidi un flash, nella sua mente... "bella che camminava lentamente nel bosco" presi il cellulare e composi il suo numero:

Uno squillo, bella rispondi! due squilli

< pronto? >

< bella dove sei?! >

< edward!! come stai?! dove sei? > non importava questo!!

< rispondimi, BELLA DOVE TI TROVI >

< nel bosco, stavo passeggiando ma... > mentre diceva quelle parole accadde tutto in un attimo: vidi nella mente di Alice Bella distesa per terra, morta in un lago di sangue, jasper avvertì il suo terrore e urlò:

< DILLE DI SCAPPARE!! >

< BELLA BELLA SCAPPA! VELOCE CORRI! TORNA DA CARLISLE! CORRI! >

Udì distintamente il suo respiro spezzarsi e un tonfo netto,il cellulare le era caduto dalle mani. Poi una risata gelida mi impietrii. Solo una cosa avrebbe potuto squotermi. Un urlo...agghiacciante, un urlo di Bella.. Bella che gemeva il mio nome:

< EEEEDWAAAAARDDDD NOOOOOO >

 

 

ok.. vi ho messo in testa ancora più dubbi suppongo!!! mi dispiace!! :D ma piano piano dovete capire cosa succede! a presto, e recensite!

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Capitolo 17
*** sogni ***


 

 

 

 

...mi voltai lentamente. Avevo la mano ancora aperta come a mantenere il cellulare stretto, ma quello era affondato tra i fili d'erba.

Vidi la scena a rallentatore: alberi, foglie, alberi, il cuore batteva veloce, poi vidi in sequenza un piede nudo e sporco, una gamba fasciata da pantaloni macchiati d'erba e terra e addominali scolpiti: una lama di luce gli trafiggeva il petto infrangendosi in mille riflessi. Salii a scrutare il viso dell'essere, non di certo umano, che mi stava davanti:aveva le labbra tese in un sorriso,i denti bianchi scintillanti, la carnagione pallida e candida, i capelli lunghi, neri. Infine mi soffermai sugli occhi: quelli mi provocaro un brivido lungo tutto il corpo, quasi uno spasmo, tanto che sussultai e presi a tremare come una foglia. Erano rossi, di un rosso forte, vermiglio.. erano del colore del sangue che scorre dalle ferite, dello stesso colore del sangue che aveva incrostato ai lati della bocca.

Aveva mangiato da poco, e non di certo animali, tremai più forte: mi scrutò con la testa leggermente inclinata e gli occhi spalancati, folli, assetati. Muoveva impercettibilmente il volto mantendendo il collo teso. Era di una bellezza non descrivibile, ma gli occhi, non mostravano alcuna parvenza di anima, erano letteralmente iniettati di sangue. Avevo davanti una bestia. Un flash mi colpì in pieno:

un bimbo mi guardava con gli occhi rossi

il sogno! maledizione.. ma questo non era un bambino, o meglio, era un neonato,ne ero certa e in quel caso, la mia morte era molto vicina. Lui inspirò forte e poi rise. Era una risata maledetta che non aveva niente di gioioso, era gelida e terribile come i suoi occhi, ma allo stesso tempo limpida come un canto d'uccelli. Mi raggelai. Senza nemmeno pensarci mi chinai repentina per prendere il cellulare ma con un balzo mi fu addosso: mi trovai schiacciata dal suo peso e urlai con quanto fiato avevo in gola tastanto l'erba in cerca della mia unica ancora di salvezza. Un artiglio gelido mi bloccò il polso e sentì uno scricchiolio sinistro accompagnato da un dolore inaudito: mi aveva spezzato qualcosa, urlai ancora di più e le lacrime presero a scendermi. Ma lui rise ancora e mi strinse la mano al collo premendo leggermente: non potevo respirare.. rantolai

< edward nooooo > ma ne uscì un sibilo leggero. Lui mi avrebbe trovata, sarebbe tornato a prendermi e mi avrebbe portata via. Cercai di pensare a questo quando il suo viso fu a pochi centimetri da me, il sangue negli occhi rossi vorticava, rise ancora e mi strinse il polso, gemetti ancora, avevo come mille lame conficcate nella mano, non avevo aria, lui allentò la presa dal collo e scoppiai in un pianto disperato, con la bocca aperta in cerca d'aria, scossa dai singhiozzi. In un istante si spostò da me. Mi guardava dall'alto soffrire con il sorriso sul volto. Ero ancora a terra incapace di muovermi, mi diede un piccolo calcio al polso e urlai di dolore e disperazione.

Ma inclinando il viso di lato lo vedi: il cellulare era a nemmeno un metro dalla mia mano. Mi lanciai su di lui, sentì la mano pendere a peso morto ma non vi badai, afferrai il cellulare e urlai < EDWARD SONO NEL BOSCO OLTRE IL FIUMEEE > ma il cellulare rimase muto.

Lo guardai: non c'era campo. no... non era possibile... no

Mi voltai. Era accanto a me, non l'avevo sentito. Mi strinse il viso con una mano: le sue unghie sporche affondarono nelle mie guance incidendole leggermente:

< Non penserai davvero che ti faccia chiamare il tuo amichetto carina! > Era la prima volta che lo sentivo parlare, aveva una voce profonda e limpida ma poi fece una smorfia, staccando la mano dal mio viso e osservando le sue unghie, c'era sangue, il mio sangue. NO NO! ora mi uccide. Perso per perso dovevo reagire, se fossi morta l'avrei fatto almeno tentando di salvarmi. Cosi mi alzai di colpo e presi a correre, ignorando il tremore. Non lo sentivo dietro di me, ma sapevo che i loro movimenti erano impercettibili, cosi continuai la mia fuga: inciampai dopo pochi passi e caddi sul polso rotto. Il silenzio venne squarciato da un mio urlo. Strinsi i denti più forti e annaspando tra l'erba mi rialzai e corsi. Poi riudìì quella risata:

< pensi davvero che ti lascerei andare via carina? > Continuavo a correre, voltai solo poco il viso per vederlo...Era una decina di metri dietro di me, camminava tranquillo mani in tasca. NO NO! urlai:

< AIUTOOO AIUTATEMIII EDWAAAAARD EDWAAAARD TI PREGOOOO NOOOOOO > correvo correvo, e la sua risata mi inseguiva. Mi stavo addentrando sempre più nel bosco: la luce del sole non filtrava più. ritentai

< aiutoooooo AIUTOOOOOOOO > e una mano mi tappò la bocca: sentii il suo corpo aderire alla mia schiena. Poi un soffio vicino all'orecchio mi fece venire i brividi: subilò:

< shhhh, niente di personale, fosse per me saresti già dissanguata, sai di buono sai? direi di fiori... ma non posso ucciderti > mi bloccai, tentavo di respirare ma ero in totale iperventilazione: il terrore, la corsa, la sua mano che mi impediva di prendere grossi respiri: non avevo più scorte d'aria. Qualcosa di freddo mi sfiorò la gola: gemetti e le lacrime scesero copiose: < si.. hai proprio un buon odore di fiori senti? > e mi premette le dita intrise del mio sangue sotto le narici. NO NO avevo bisogno di aria, annaspavo in cerca di ossigeno ma l'odore ferroso del sangue mi invase la gola: repressi la nausea crescente ma dopo pochi attimi, crollai, nell'oblio, divenne tutto buio.

 

< Bella amore mio... >

Edward mi accarezzava il viso, ero sdraiata sull'erba.. sentivo i fili scrocchiare sotto le mani. Lui era chino sopra di me, il suo morbido peso era un piacere. E dietro la sua schiena si stagliava immenso il cielo azzurro. Quale visione celestiale!

< principessa, perchè mi guardi così? mi stai mangiando con gli occhi! > sorrideva.. "perchè sei incantevole" avrei voluto dirgli, ma il momento era troppo perfetto per rovinarlo con inutili parole. S'accigliò in attesa di una mia risposta, l'espressione tranquilla e serena; io invece ero angosciata: non sapevo perchè eppure quel sorriso, quel sorriso sghembo aveva il potere di cancellare ogni dolore.

Il bagliore dei suoi denti candidi mi accecava. Desiderai le sue labbra per suggellare la realtà con un tocco. Tesi la mano ma lo trapassai come fosse fatto di vapore... Il cielo s'oscurò e dai suoi occhi scese una lacrima che s'infranse su una mia guancia... Prese a scomparire lentamente..

< no edward no! ti prego non mi lasciare! non ancora! > lo dissi gemendo, mi mancava l'aria, non poteva lasciarmi, non poteva sarei morta. La famosa voragine parve riaprirsi nel mio petto alla sola idea

< resisti principessa... resisti per me > ma a cosa dovevo resiste!!! niente aveva senso se lui non era con me. preferivo morire!

< NOOOO EDWARD NO PER FAVORE NO! NON MI FARE QUESTO > non potevo crederci, non ancora, NO, non avrei retto!

< non posso rimanere qui... > era affranto.. la sua voce scemava nel silenzio

< perchè!?? ti prego non farlo... amore mio no!! no!!! > tendevo le mani spasmodicamente per stringerlo ma era come afferrare il fumo...

< principessa.... > era un sussurro lontano...

< nooooooooooooo noooooooooooooooo EDWARD RIMANIIII NOOOOOOOOOO > URLAVO MI DIMENAVO

Sbattei le mani sull'erba e un atroce dolore mi mozzò il respiro..

il polso, era il polso, faceva male.. tanto male ma perchè? perchè? Poi... capi

gli occhi rossi, la sua risata, lo scricchiolio del polso, la corsa per il bosco, la sua mano che mi stringeva il collo..

no

 

no

non è vero, avevo gli occhi chiusi, un dolore cieco alla mano ma non volevo guardare la realtà.. no... non volevo davvero. ma dovevo. Contai fino a tre.. UNO edward...so che sei qua con me DUE edward.. ti amo edward TRE

aprì gli occhi ma...

era tutto nero, tutto completamente buio

 

< ben svegliata... > da un punto indistinto dell'oscurità venne la voce di un uomo... gelida, tagliente, spaventosa...

 

 

 

 

 

scusate! è corto questo capitolo lo so... ma è stato complesso scriverlo.. rendere la paura etc...spero di essere riuscita.e spero vi piaccia comunque... fatemelo sapere:) chi sarà questo misterioso personaggio?! vediamo un pò se avete qualche idea!

Ringrazio tutti voi che avete commentato lo scorso capitolo: 15 recensioni! quasi 150 preferiti CHE ONOREEEE... mi fa troppo felice vedere quanti siete a seguire la mia fan fic! eheh.. non vorrei farvi venire un infarto con queste suspance!:) ma è divertente daaaaaaiii :D A presto per il prossimo capitolo!promesso ma ormai lo sapete... cerco sempre di aggiornare prima che posso (tranne per ehm.. (colpi di tosse a caso) il periodo di esami all'università!) eheh a presto!

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Capitolo 18
*** una camera buia ***


eccomi qui con l'aggiornamento.. spero di scrivere un po di più stasera ma non vi prometto nulla.. sono stanchissima! posto quello che riesco:)

si inizia! ah e ultima cosa: forse qualche scena risulterà un pò.. violenta!

 

Presi a tremare... quella voce aveva un che di familiare, ma non riuscivo a ricordare a chi appartenesse. Era come chiusa in un cassetto che non aprivo mai. Celata dalla mia stessa mente.Ero certa di averla sentita ma non sapevo a che volto attribuirla e di certo l'oscurità non aiutava. Era completamente buio. Non si distinguevano profili o ombre. Era un muro impenetrabile. Silenzioso. Nero. La voce di colui che mi aveva portata li aveva eccheggiato. Quindi dovevo trovarmi in una stanza ampia e vuota. Lui probabilmente era ancora li dentro. Non avevo sentito nessuna porta aprirsi o chiudersi ma se era un vampiro, come probabile, questo non significava nulla. Probabilmente stava passeggiando ma non potevo ne udirlo, ne vederlo. E il gelo della sua voce non era l'unica cosa ad avermi fatto venire i brividi. Faceva molto molto freddo. Avevo la pelle gelata e la testa mi girava.

Ma soprattutto avevo un'insana, folle, maledetta paura che non mi faceva ragionare.

Tremavo, avevo la fronte imperlata di sudore ghiacciato. Non riuscivo a riflettere consciamente e quel buio era terribile perchè ero certa che celasse un mostro, o più di uno: per quanto potevo saperne potevo essere attorniata di mille vampiri assetati del mio sangue. Per quanto potevo saperne la mia ora sarebbe potuta scattare da li a qualche secondo, e non potevo farci niente.

Ero cieca, sorda, incapace di pensare, privata del mio amore, sola.

Avrei desiderato che quello fosse il buio della mia cameretta, quando da piccola ero terrorizzata che la mamma spegnesse la luce, ma non lo era. Non ero nella mia stanza a Phoenix, non c'era Renee a darmi il solo bacio della buonanotte, ne Esme. No. se ci fosse stata Renee mi avrebbe detto di avere paura. Mi avrebbe avvertita del pericolo come ogni madre. Perchè questa volta era diverso. Quel buio doveva far paura.. e per quello era ancora più spaventoso.

Dopo il < ben svegliata > non aveva pronunciato più niente e quella frase continuava a rimbombare nella mia mente: vuota senza un vero significato. Me ne giacevo immobile, con un dolore atroce al polso, sdraiata su qualcosa che doveva essere vagamente un letto. Non avevo il coraggio di dire nulla per dare voce alle mille domande che avevo in testa: dove ero? chi era lui? perchè ero li? ma soprattutto dov'era Edward!?! Al solo pensiero di lui ebbi una fitta lancinante al petto: il sogno.. edward che scompariva via, edward al telefono che mi chiedeva dove fossi. Sicuramente mi stava cercando..Dovevo fidarmi di lui.. Ma se non fosse riuscito a trovarmi? Magari in pochi attimi sarei morta dissanguata, o peggio.. torturata e non l'avrei mai più rivisto. Non avrei più potuto guardare quegli occhi dorati dentersi un sorriso solo per me, non avrei assaporato il suo dolce odore di sole e lillà, non avrei più udito la sua voce rassicurante sussurrare di amarmi, Non avrei visto la mia nuova mamma Esme, Carlisle, non avrei più sentito la trillante risata della mia migliore amica. Sarebbe potuto scomparire tutto in un attimo. Una lacrima muta mi scese giu per la guancia.

Una mano gelida la spostò:

< sento l'odore della tua paura > sussultai, e smisi di respirare. Spalancai gli occhi per captare almeno la sua ombra ma niente, non vedevo nulla. Di certo era un vampiro, aveva le mani troppo fredde. Fui scossa da un'altro fremito.. Mi avrebbe uccisa. Altre lacrime scesero. E la sua voce mi colpì terribile come una lama sul collo, ma debole come un soffio:

< ma che begli occhioni! è un peccato che tu li rovini con queste lacrime.. ti diventano rossi sai, non ti donano.. anche se > rise appena < se ti trasformassi dovresti abituarti a quel colore >

trasformarmi? lui?

< NO! > lo urlai con quanto fiato avevo in corpo, e fu la prima parola che dissi.

< oh oh oh... la piccola si agita! > mi afferrò lievemente il polso < non devi mai contraddirmi, hai capito? > no.. non avrei ceduto < RISPONDI! HAI CAPITO? > questo lo urlò e io trasalii, mi morsi il labbro forte, non avrei ceduto. mai! ma lui... mi strinse il polso. No.faceva troppo male, la pressione aumentava, e sentìì un grido provenire da me < RISPONDI! NON MI CONTRADDIRAI MAI > aumentò la stretta tanto che mi venne un canato di vomito < NOOOOOOOOO >

Staccò la mano dal mio polso.

< ah no? Bene, sarà tutto molto più divertente... io lo dicevo per te BELLA > Il mio nome pronunciato da lui mi portò un moto di rabbia. < io per te sono isabella > Sibilai a denti stretti

< Pizzica la bambina eh? > rise sprezzante < e sentiamo, perchè mai tutti possono chiamarti Bella e io no? eppure ci conosciamo.. da tempo direi > tutte le mie risposte malvagie sfumarono via a quell'affermazione. Quindi avevo ragione.. ci conoscevamo.

< n..noi ci conosciamo? > glielo chiesi tremante

< ma certo "cherie" > Aveva un accento francese e questo pizzicò ancora più i miei ricordi.. ma niente, non ricordavo.

< non so chi sei. dimmelo. fatti vedere >

< lo saprai a tempo debito ISABELLA > accentuò l'ultima parola con una risata.

Poi mi strinse la testa tra le mani, quel gelo mi provocava una repulsione inaudita, non ricordava quello della mia famiglia. Sentivo il suo respiro sferzarmi le labbra. Cercai di voltarmi ma non mi era possibile. ero bloccata nella sua stretta ferrea, Gli strinsi un braccio con la mano buona per spingerlo via. L'altra giaceva sul materasso: evitavo di spostarla. Spinsi più che potei ma non lo mossi di un millimetro. Non parve nemmeno accorgersene.

< Hai davvero un'odore incantevole piccola, i miei ricordi non ti fanno giustizia > inspirò < davvero buono, Ma non desidero ucciderti, non ora almeno > sogghignò. tremavo come una foglia. Non volevo, non dovevo dargliela vinta, non dovevo mostrare la mia paura ma non riuscivo a trattenermi < sai... la tua paura rende l'odore ancora più buono, l'adrenalina è estremamente eccitante sai > qualcosa di freddo mi sfiorò il collo, era il naso, perchè sentivo l'aria spostarsi < si.. davvero sublime >

< non mi toccare > lo dissi prima piano, e lui non cesso di sfiorarmi, cosi lo urlai:

< NON MI TOCCAREEEE > l'urlo rimbombò forte nella stanza. Lui rise, estremamente divertito:

< saranno dei giorni molto belli con te, mi piaci, cosi ribelle, cosi coraggiosa, renderai tutto molto divertente sai? Ma questo carattere non ti manterrà tanto in vita sai? > Poi qualcosa di gelido mi premette sulle labbra, NO, NON LO STAVA FACENDO.

Provai a sforzarmi, serravo le labbra, lui cercava di schiuderle. Strinsi i denti cosi forte che le mandibole mi facevano male. Non, non gliel'avrei permesso mai. Mai! Si staccò, ridendo:

< hai anche un buon sapore sai ISABELLA? il tuo sangue deve essere sublime, peccato non lo possa assaggiare >

< sei una bestia > Gli sputai in faccia, o almeno, dal rumore dovevo averlo centrato. Mi assestò uno schiaffo sulla guancia che mi fece voltare

< imparerai le buone maniere piccola umana impertinente > con una manata mi spinse sul letto che cigolò furiosamente. Avevo il cuore impazzito, ero impietrita, La guancia scottava tremendamente e il polso era un dolore sordo.

< Se non mi servissi per separare i cullen ti terrei qualche giorno per appagare i miei desideri e poi ti dissanguerei, ma sei necessaria: si separeranno per cercarti, e saranno deboli, cosi deboli che farli a pezzi e bruciarne i resti sarà solo un gioco divertente > Rise.. con quella sua risata gelida che sapevo, avrebbe abitato fino alla mia notte i miei peggiori incubi. Poi una porta si aprì e una lama di luce e lo investii. Fu solo un attimo: voltai il viso per vederlo, ma la luce ne disegnava solo i contorni: era di spalle; alto, aveva i capelli scuri, lunghi, legati con una coda bassa, ma non avevo idea di chi fosse. Chiuse la porta e fui nuovamente immersa nell'oscurità.

 

Rimasi con gli occhi spalancati probabilmente per ore. Ero atterrita, terrorizzata. Ancora di più ora che sapevo le motivazioni del rapimento. Il loro amore per me li avrebbe portati alla morte. Stavo desiderando di non aver mai ricondotto Edward a me. In quel caso loro sarebbero stati lontani, in salvo, non si sarebbero separati e soprattutto non l'avrebbero fatto per me. Li stavo lentamente conducendo alla distruzione.

Rosalie aveva ragione dall'inizio, non avrei creato che guai. E cos'ero io per loro? Non ero altro che una semplice umana, niente a confronto della loro magnificenza, brutta rispetto alla loro divina bellezza, incapace rispetto alla loro forza, cieca per la loro vista, e infine ero inutile. Una stupida inutile umana avrebbe distrutto la famiglia più bella che esisteva. No.. non me lo sarei potuto mai perdonare. Ma come avrei fatto? I loro sforzi non sarebbero valsi a niente, tempo qualche giorno la bestia mi avrebbe uccisa, e mi ero comportata troppo male perchè lui lo facesse velocemente. l'aveva detto, me l'avrebbe fatta pagare. Non avevo bisogno di essere una veggente, o di leggere nel pensiero per sapere che m'avrebbe torturata finchè il dolore non m'avesse tramortita; mi era bastato sapere che per ottenere un semplice "si" mi aveva stretta il polso fino alla nausea. Rabbrividì e i singhiozzi si tramutarono in un pianto convulso. Mi accucciai su me stessa cercando di rendere silenziosi i miei fremiti con poco successo. Anche perchè il movimento aveva fatto spostare la mano e quindi il polso: non potrei contenere uno strillo di dolore. Edward di certo mi stava cercando... Non avevo dubbi, mi amava.. e per questo avrebbe distrutto la sua esistenza. Il dolore al petto divenne insostenibile. Le lacrime non bastavano, Era tutto inutile, ero inerme. Dovevo solo attendere la loro morte, la mia tortura e infine l'agognata fine della mia esistenza che m'avrebbe ricondotta dal mio amore, questa volta per sempre. Non mi accorsi di gemere il suo nome, nel buio, per ore..

Edward

Sferrai un pugno alla porta che saltò via dai cardini per schiantarsi contro il tavolo di cristallo di Esme che si frantumò, ma parve che nessuno ci badò.

I loro pensieri mi innervosivano

Calma fratello cosi non risolvi niente

. MA COSA NE SAPEVA EMMETT! AVREI VOLUTO VEDERE COSA AVREBBE COMBINATO SE QUALCUNO AVESSE PRESO ROSALIE E LUI NON AVESSE IDEA DI DOVE FOSSE! E SE POI ROSALIE FOSSE STATA UNA FRAGILISSIMA UMANA? Mi tremavano le mani, ma prenderlo a pugni non avrebbe risolto nulla, dopotutto anche lui era preoccupato, le voleva bene.

L'ansia mi stava distruggendo lentamente. Non potevo perderla ancora, non l'avrei permesso.

Jasper mi guardava fisso, lo sentivo, tentava di calmarmi ma non ne era capace. Tutta la mia famiglia era raccolta in salone. Alice appollaiata sul divano con le mani sulla testa tentava di vedere qualcosa ma non faceva che lamentarsi per il forte mal di testa. Ogni qual volta tentasse di focalizzare Bella, non vedeva altro che buio. La supposizione era che colui che l'aveva rapita doveva avere qualche particolare potere, perchè Alice non vedeva, io non leggevo i pensieri, e gli odori scomparivano come chiusi in una bolla: solo se vi si entrava si riusciva a sentire qualcosa, motivo per cui carlisle non era riuscito a trovare alice e io e jasper si perchè ci eravamo avvicinati. Evidentemente lui era lì vicino. Un ringhio mi proruppe in petto: se solo l'avessi notato l'avrei lacerato lentamente e dolorosamente in mille pezzi, gli avrei strappato gli occhi solo per aver guardato Bella e pensato di rapirla, ma ero stato un'incapace e ora lei chissà dov'era, chissà come stava, perchè.... era viva, ne ero certo, e la speranza sarebbe morta solo quando avrei visto il suo corpo esanime. Ma questo, ovviamente. non sarebbe mai accaduto:

< .... evidentemente deve avere il potere di generare una sorta di campo magnetico, o qualcosa di simile, infatti mi avete detto che i cellulari non prendevano > era carlisle a parlare

< si.. niente campo, Hanno riiniziato a prendere nel momento in cui edward ha sentito i pensieri di Alice e io ho avvertito i loro sentimenti, infatti Ed ha chiamato subito Bella e lei ci ha risposto >

< non avrei mai dovuto permetterle di andare a fare una passeggiata > esme era pienamente distrutta, ma non riuscivo a consolarla, e mi sentivo uno schifo per questo, eppure ce l'avevo con lei, era vero, non avrebbe dovuto. Ma il mio silenzio la stava dilaniando.

Singhiozzava incapace di piangere, Carlisle la stringeva a se

Edward, dovresti dire qualcosa a tua madre

, Carlisle lo pensò ma io non potevo, non ce la facevo a andare da lei. Una parte di me la riteneva responsabile, ma dall'altra sapevo che era solo colpa mia e della mia natura animale: non avrei dovuto abbandonarla, gliel'avevo promesso, eppure l'avevo fatto. Ora lei era in pericolo, e io non potevo fare niente. Rimasi immobile, stringendo i pugni. Lessi una grande delusione mista a dolore nella mente di mio padre ma rimasi impassibile.

< quali sono le ultime cose che avete sentito al telefono con bella? > l'avevamo ripetute mille volte. Rimasi in silenzio, Jasper parlò per me:

< Bella ha detto che si trovava nel bosco, poi è rimasta in silenzio e abbiamo sentito un tonfo, quindi probabilmente il cellulare le era caduto per terra >

< non poteva essere altro quel rumore? > chiese emmett

< no... perchè non si sentiva più il respiro di Bella vicino al microfono quindi non lo aveva più appoggiato all'orecchio >

< mmm... poi? >

< poi abbiamo sentito che tratteneva il respiro, lo scricchiolio dell'erba, quindi dei passi, e una risata di un uomo, la voce limpida pareva quella di una vampiro, ma non era una risata gioiosa... > no.. infatti era la risata di una bestia, mi maledissi ancora più per la mia negligenza.

< poi abbiamo sentito un'altro tonfo, e l'urlo di Bella... era... > questa volta finii io per lui

< era terrorizzata > Esme alzò gli occhi incrociando i miei e io abbassai lo sguardo, ruppe in un'altro singhiozzo < poi si è sentito lo scricchiolio di un osso che si rompeva > strinsi i denti ringhiando, non ero capace di continuare, l'ultima cosa che avevo sentita non l'avevo detta, annuii quando jasper mi chiese mentalmente se poteva dirlo lui, quindi parlò:

< ehm.. alla fine s'è sentita la voce debolissima di bella che, mmm... diceva il nome di edward, pianissimo, probabilmente era schiacciata, o aveva una mano sulla bocca, poi... ha preso a singhiozzare e li la chiamata si è interrotta > non potevo stare ancora li senza far niente. Esplosi. presi i resti della porta e li scaraventai contro il muro, si fecero mille scheggie. Mi inginocchiai a terra, le mani sulla testa. Maledizione!!!!! che dovevo fare!!! non sapevo dove cercarla, avevamo setacciato il bosco per ore ma del suo odore nessuna traccia.. Tutti erano rimasti in silenzio dopo il racconto di jasper, in rispetto al dolore. Si udivano solo i singhiozzi di mia madre. Un'altro dolore la cui fonte ero io. Poi carlisle parlò:

< il vampiro controlla questo potere, visto che all'inizio era accanto a bella ma il cellulare prendeva ancora e voi potevate sentirlo. E ora, dato che alice non la vede,lui deve essere ancora accanto a lei e sta sfruttando il suo potere.l'unico modo per trovarla è individuare questi buchi tra le tue visioni alice... >

< vi giuro che ci sto provando... > aveva ancora le mani sulla testa, e avvertivo il suo dolore atroce per lo sforzo. Andai alla finestra e strinsi il davanzale fino a sbriciolarlo. Dove sei amore mio?

 

allora? è più chiaro di chi si tratta? ci sono un paio di indizi che lasciano capire proprio tutto :D vediamo un pò chi indovina!? E proponetemi anche un nome da uomo che vi pare "cattivo" sarà usato per un nuovo personaggio probabilmente! :) quindi REEECENSITE!

A PRESTO!

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** identità ***


 

 

 

Vediamo un pò se avete capito.. in questo capitolo si svelerà l'identità del misterioso vampiro dalla risata gelida BRRRRR

buona lettura!

Lo sapevo, non avrei resistito ancora per molto, mi ero svegliata da pochi minuti, dopo un tempo indefinito popolato da incubi vividissimi e l'aria iniziava a mancarmi. Avevo il respiro pesante, irregolare, come se potesse venirmi una crisi respiratoria da un momento all'altro. Il battito del cuore rimbombava, e il pensare di rallentarlo non faceva altro che accellerarne l'andamento. Era inutile... tanto, anche se fosse stato tenue, per il vampiro che avevo vicino non avrebbe fatto alcuna differenza: l'avrebbe trovato gustoso e irresistibile. Il buio era pesante, opprimente, forse ero sola, forse no. Poteva essere passato un minuto o un'ora da quando mi ero assopita, non ne avevo idea, ma la coperta sulla quale ero sdraiata in corrispondenza del mio viso era completamente bagnata. Nello sonno avevo pianto,quindi era passato del tempo. Frse avevo anche gridato: vedevo continuamente il viso di edward scomparire lentamente, la sua voce affievolirsi, e sentivo quella maledetta risata rimbombare: malvagia, gelida. Edward. edward amore mio vienimi a prendere! Lo urlavo nei pensieri con la speranza che potesse udirlo ma tanto non mi avrebbe mai sentita,la mia mente gli era preclusa e chissà quanto era lontano, sicuramente disperato, alla mia ricerca. Ero inerme, inerme alla mercè di un mostro che li voleva uccidere tutti quanti. Iniziai a piangere forte involontariamente, ma il solo pensiero di scendere da quel letto e affrontare l'oscurità bloccava ogni mia volontà: cosa c'era intorno a me? Cercai di muovere la mano ferita ma faceva eccessivamente male: pareva essere piena di scheggie. Evidentemente l'osso s'era completamente fratturato. Dovevo fasciarla in qualche modo, almeno per tenerla immobile e evitare che fuoriuscisse sangue: mancava solo un'altro motivo a tentare di più la sete del vampiro. Ma come potevo farlo? Solo la stoffa non bastava.. maledizione! Evitai di muoverla ulteriormente, e con l'altra mano, quella buona, cercai a tentoni nell'oscurità nelle mie immediate vicinante.

Tastai il piano su cui ero adagiata analizzandone il profilo: ero su una coperta probabilmente di lana infeltrita, era dura, grinzosa. Il letto era grande, e io dovevo essere giusto in mezzo perchè dovetti sporgermi per toccarne i bordi, ero sdraiata longitudinalmente. Mi spostai di poco, non c'era la testiera. Al suo posto gelido muro. Il letto quindi era appoggiato alla parete della "stanza" . Con le dita sfiorai qualcosa di gelido, umido, pareva pietra. Di tanto in tanto nelle insenature c'era qualche batuffolo di muschio. L'oscurità aveva fatto acuire i miei sensi: l'udito e il tatto. Mi erano rimasti solo quelli. Mi sentivo uno di quei pesci abissali, soli, nell'oscurità in balia di chissà quale mostro. Percorsi la pietra fino a che potevo senza scendere dal letto, ma era completamente nuda, non c'era niente. Ne cemento, ne qualche pensile, nulla.

C'era un silenzio pesantissimo, s'udiva il mio respiro affannato, il cuore che martellava velocissimo nel petto, e di tanto in tanto qualche singhiozzo che mi sfuggiva. Poi nient'altro: nè il suono del vento, ne degli uccelli, ovviamente non uno spiraglio di luce, niente. Molto probabilmente ero in qualche cavità sotterranea: si sentiva odore di terra umida recentemente vangata. Il tempo passava inesorabile senza che io potessi calcolarlo... ma... mi venne un'idea, spostai la manica dal polso dolorante con un gemito, e eccolo li! l'orrendo regalo di compleanno di charlie. Avrei voluto piangere anche per la contentezza: l'orario riluceva nell'oscurità: erano le 4 del mattino! Ma ciò che mi interessava maggiormente non era l'orario, quello non mi serviva più di tanto, bensì la mia attenzione si concentrò sul lato destro dell'orologio dove sapevo esserci un pulsante. Mi vennero in mente le parole di Charlie:

< lo so che non è il massimo della bellezza questo orologio ma è molto utile, perchè vedi, se premi qui lui emette un fascio di luce, è comodo la sera quando vuoi prendere qualcosa sul comodino, o magari leggere > che stupida.. avevo pensato che non mi sarebbe mai servito visto che edward era con me ogni notte, lo mettevo solo per far contento mio padre: ebbi un'altra fitta al petto al pensiero della condizione in cui mi trovavo ora rispetto a qualche ora prima. Come avrei potuto sapere che in un momento come questo avrei amato mio padre per quel regalo? Con mano tremante poggiai il dito dove sapevo essere il pulsantino, e davanti a me si proiettò un breve cono di luce, si affievoliva a nemmeno un metro da me, ma era gia tanto:

Con la mano buona mi tenevo quella che pendeva dal polso spezzato, dove si trovava l'orologio: spostai la direzione del raggio. Avevo ragione, ero su una coperta di lana, ma il letto non era altro che una rete, c'era solo l'intelaiatura. Mi spostai leggermente al bordo del materasso nudo e puntai la luce verso il terreno, come pensavo era di terra, piano piano spostavo la luce, fortuna che la batteria si ricaricava con i movimenti della mano..

Ma... il cono di luce portò alla mia vista un piede nudo, Trattenni il fiato, il battito accellerò. In un istante spostai il polso, provocandomi un atroce dolore. Il piccolo farò illuminò due accesi occhi rossi. Un viso malvagio sorridente.

Lanciai un urlo e la mano mi cadde a peso morto sul letto, gridai ancora di più, NO, NO NON LUI, NON LUI, NON LUI!

< e cosi, hai trovato il modi di capire chi sono eh.. piccola ISABELLA? > Una stretta gelida mi strinse il collo. Ero ricaduta nell'oscurità

< ti ricordi di me? > non risposi, ero scioccata, il dolore al polso non era niente rispetto a quello del mio petto schiacciato dal suo gomito di pietra < rispondi, sai chi sono? > allentò la presa solo per permettermi di parlare:

< la..laurent > Bisbigliai il suo nome tremando. Lui rise forte, senza gioia. Mi tolse la mano dalla gola, ma lasciò il gomito conficcato al centro del petto, poggiandovisi con tutto il peso. Mi sfuggi un gemito di dolore.

< e brava... bene.. ti ricordi di me! ma questo non cambierà assolutamente nulla, anzi, sarà solo un piacere per me >

< perchè? > riuscì solo a pronunciare questa parola. Rise ancora

< lo saprai presto > Ripiombai nel silenzio, lui tolse il peso dal mio petto, e presi di nuovo a respirare convulsamente, lacrime mi scendevano per le guance, ma a malapena me ne accorsi. Perchè lui? Ci aveva avvertiti del pericolo di James, era stato cortese a casa cullen, e ora? Perchè voleva distruggere la mia famiglia perchè???? edward aiutami, edward! voglio tornare a casa! questi pensieri non fecero altro che acuire il mio dolore. Piansi più forte.

Una mano mi tappo la bocca e un sussurro mi giunse alle orecchie.

< non sopporto le tue lacrime, se prometti di stare calma renderò il tuo soggiorno più confortevole, hai capito? Tolgo la mano ma tu devi stare in silenzio > poi urlò: < HAI CAPITO? > Annuii lentamente e lui tolse la mano. Restai in silenzio. Mi morsi il labbro per non piangere.

< bene, vedo che inizi a comprendere come funziona >

pochi attimi dopo una luce mi accecò e dovetti coprirmi gli occhi con la mano buona.

< Qualcuno verrà a portarti da mangiare, non vorrei che morissi proprio ora > rise di gusto < non lo dico di certo per te ovviamente, mi servi, per MOLTI scopi > sottolineò il "molti" con la voce. Perchè cos'altro voleva da me?? Poi non udii più niente.

Sbattei piano piano le palpebre per mettere a fuoco il luogo in cui mi trovavo ma l'oscurità assoluta aveva fatto dilatare totalmente le mie pupille. La luce mi feriva gli occhi dolorosamente. Impiegai qualche minuto per poter distinguere gli oggetti attorno a me.

A illuminare la stanza era una lampadina nuda che pendeva dal soffitto. Mi trovavo in una stanza sotterranea. Le pareti erano di pietra, come avevo immaginato e il pavimento lo era anch'esso anche se ricoperto in molti punti da terra. Non c'era nulla nella stanza se non un vecchio tavolo senza sedie e una poltrona sfondata nel punto da cui proveniva la voce di Laurent la sera prima: al suo pensiero fui percorsa da un brivido ma non ci badai. Inoltre dal lato opposto della porta da dove era uscito il vampiro, ce ne era un'altra aperta che lasciava intravedere un bagno. C'era solamente un lavello con un pezzo di specchio appoggiato sopra e il water. La stanza era disseminata di detriti, pezzi di legno, botti rotte, spazzatura. Un'asta di legno attirò la mia attenzione e mi venne un'idea. Mi alzai, attenta al polso offeso. Le gambe mi tremavano violentamente. Traballante andai verso un mucchio di spazzatura e presi quel pezzo di legno, era piatto, spesso vari centimetri. perfetto! Mi strappai un bel lembo della maglia. Con un gemito appoggiai la mano sul pezzo di legno. Era curvata con un angolo innaturale e pendeva inerme. Presi un respiro aspettandomi il dolore, e misi dritta la mano. Urlai con quanto fiato avevo in gola. Cavolo!!! faceva un male tremendo. Ma l'urlo fu breve, cercai di stare zitta per evitare che laurent tornasse, ma le lacrime scendevano copiose. Con la stoffa strappata iniziai a creare una fasciatura come meglio potevo. Imitai i movimenti che avevo visto fare mille volte da carlisle e da molti altri dottori ad ogni mia caduta. Lo legai stretto. Orgogliosa di me stessa guardai il lavoro, Faceva meno male. Almeno una cosa buona ero riuscita a farla. Respirai a fondo cercando di calmare il battito del cuore. E mi guardai intorno. Andai verso il bagno. Era lercio. Sussurrai: < speriamo almeno che ci sia acqua > . Cosi ruotai la manopola del rubinetto. Era cosparsa di una sostanza viscida, repellente, mi venne in mente il bagno della scuola ma questo era "leggermente" più sporco. I tubi fecero un rumore sinistro, batterono qualche colpo e dal rubinetto fuoriuscì qualche pezzo di terra, poi della melma e infine acqua gialla ricca di pezzettini di qualcosa di indefinito. Ogni tanto sbucava il cadavere di un ragno o di un'altro insetto. Mi allontanai e lasciai scorrere l'acqua. Lentamente divenne sempre più chiara fino a che, quando la toccai, risultò pura. Avevo una gran sete, cosi misi la mano a coppa, e presi un goccio d'acqua ma fortunatamente prima di avvicinarla alle labbra l'annusai. Storsi il viso in una smorfia: sapeva terribilmente di ferro! Promemoria... evitare di bere quell'acqua. Ci mancava solo che mi sentissi male e prendessi la dissenteria.

Mi sciacquai le mani, il viso. Evitai di bagnare i vestiti. Li dentro faceva freddissimo tanto che ogni respiro si condensava in piccole nuvolette davanti al mio viso. Alzai lo sguardo e incontrai i miei occhi nel frammento di specchio.

Ero più bianca del solito, avevo profonde occhiaie e i capelli sconvolti. Me li tirai indietro e li legai con un elestico che avevo sempre in tasca. Mi pulii meglio che potei e tornai sul letto. Presi la coperta e mi ci avvolsi come un bozzolo: un ricordo mi strappò il cuore a metà:

< rimani con me? >

< certo principessa, sarò sempre qui con te >

< non mi lascerai mai!? >

< te lo prometto > edward mi sfiora le labbra con un bacio.

una lacrima mi percorse il viso, prepotente. Mi aveva lasciata sola...

mi stringo forte a lui. Adoro il freddo della sua pelle, adoro il caldo della sua voce, adoro il suo profumo, adoro il suo tocco. Edward mi allontana da sè, lo guardo imbronciata. Che sarà successo ora! Lui mi osserva divertito:

< piccola.. ti gelerai se mi stai cosi vicina! >

< no non mi stacco, se no poi tu scappi via da me > lo so, ho l'espressione triste dei bambini. Lui si fa nero in volto, non sa come convincermi che non mi lascerà. Mi stringe forte.

< no che non scappo.. dove potrei andare? il mio posto è qui.. con te.. fino a quando vorrai > sorrido

< cioè sempre! > sorride anche lui. Forse riuscirò a convincerlo a trasformarmi. Il pensiero addolcisce la mia espressione, e lui lo vede. Mi dà un dolce bacio sulla fronte.

< su su.. ora a dormire > prende una pesante coperta e mi ci avvolge come un bozzolo. Non posso muovermi!

< edward non cosi stretto, NON RESPIRO!! > allenta la coperta e io mi accoccolo così infagottata sul suo petto.

< buonanotte principessa, fai bei sogni... >

< sognerò te... >

Mi strinsi forte alla coperta infeltrita piangendo lacrime amare. Mi sentivo cosi sola, ma dovevo essere forte, dovevo essere forte per lui. Per tutti loro: per carlisle, esme, Alice, Jasper, Emmett, Rosalie. Dovevo esserlo per Charlie e Renee. Chissà quanto erano preoccupati. Ma dovevo avere fiducia in loro. Una scintilla di speranza mi animò il cuore: non si sarebbero separati, Alice avrebbe sicuramente previsto qualcosa, magari erano già sulle mie tracce e tra qualche ora edward sarebbe sbucato da quella porta e sarebbe corso ad abbracciarmi. Fissai intensamente la porta per lunghi minuti ma quella rimase immobile. Nessuno apparve sulla soglia. Niente di niente. Poi una vocina maligna si insinuò tra i miei pensieri: e se Laurent avesse avuto qualche jolly nascosto? se le sue risate malvagie erano date da qualche strana certezza di vittoria? e se Alice non avesse avuto una visione e tutti brancolassero alla cieca, separandosi per venire facilmente attaccati e distrutti?.......... tutto ciò per colpa mia. Una lama mi trafisse il petto.. un unico ricordo mi gelò l'espressione in un urlo angosciato e silenzioso:

il vampiro che mi aveva rapito... lui non era Laurent, era un'altro.Quindi Laurent aveva degli alleati, non era solo! Lui mi aveva detto: < non posso ucciderti! > E questo gli era stato ordinato. Chi era a capo di tutto? Laurent!? che stava succedendo e perchè?! Mille domande mi ferivano come pugnali e la vocina malvagia nella mia testa diventata sempre più insistente. Cosa diavolo potevo fare?! Li avrei portati tutti alla morte! Mi maledissi per questo. Ma una cosa era certa, non sarei rimasta li inerme a piangermi addosso, avrei fatto qualcosa, avrei agito, e l'avrei fatto per tutti loro. Non restava che capire cosa fare.

 

angolo dell'autrice

E QUINDI SIII ERA LAURENT!! complimenti a tutti quelli che l'avevano capito..cioè:

 

 

 

aliceundralandi

UN APPLAUSO!! è STATA LA PRIMA E SENZA INDUGIO! AHAHAHA

 

 

Ashlein

 

 

ale03

 

 

mistica88

 

 

AmyGoku

 

 

kiarab

 

 

mileybest

 

 

keska

 

 

Noemix

 

 

cullengirl

Gli indizi erano "cherie" "accento francese" e ovviamente il fatto che lei l'aveva già visto e si trovava in un cassetto dei ricordi che "non apriva mai" ovvio... l'esperienza james-victoria-laurent non era proprio carina! :D bravi bravi! come sempre mi fa estremamente piacere leggere tutti i vostri commenti! Il prossimo capitolo arriva presto.. La storia la sto costruendo mano a mano quindi non saprei nemmeno dirvi qualche SPOILER ehehe.. chissà come andrà a finire.. sono curiosa anche io!!!!! la mia mente malata partorirà qualche altra pazzità! comunque.. se vi fa piacere... posso far durare per un pò di capitoli questa fic perchè mi sta piacendo. che ne pensate? svolgimento lungo? come sempre.. fatemi sapere!!!

al prossimo aggiornamento! (e proponete altri nomi da UOMO PERFIDO E CATTIVO! sto ancora scegliendo:D )

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Capitolo 20
*** verità ***


wow!!! siamo arrivati al capitolo 20!! e anche a 150 preferiti belli tondi! grazie grazie a tutti quelli che leggono la mia fic, e soprattutto a quelli che commentano! ho scelto il nome perfido e lo troverete in questo capitolo (che spero vi piacerà).

BELLA POV

 

Erano più di tre ore che ero ferma in quella posizione, l'orologio segnava quasi le nove. Ero immobile, avvolta nella pesante coperta umida che aveva un forte odore di muffa. Mi vennero in mente le mie parole durante l'ora di Biologia più di un anno prima quando Edward mi chiese cosa pensassi della pioggia < le cose fredde e umide proprio non mi vanno giu > gli dissi . Risi tra me e me tremando. Meglio non pensarci. Quei giorni erano troppo lontani e sereni anche solo per ricordarli. Stringevo le ginocchia al petto con le braccia e ci poggiavo sopra la testa. La guancia premeva contro l'osso.

Mi sfiorai con un polso le labbra: bruciavano. E di certo non perchè ero ferita nè perchè le avevo strofinate e strofinate con litri d'acqua per ore. Lo erano perchè il contatto con Laurent era ancora vivido. Le avevo lavate insistentemente per togliermi di dosso la sensazione di lui che mi baciava ma non ci ero riuscita. Ero nauseata da quel ricordo. Mi bastava chiudere gli occhi per ricordare il buio pesante, il mio terrore nell'incoscienza di cosa avessi intorno, l'angoscia assoluta che non mi faceva ragionare, lui che mi teneva bloccata, il suo peso gelido che mi schiacciava, le sue labbra che premevano insistenti sulle mie tentando di schiuderle. Mi ero sentita violata, ancora più inerme di quando mi stringeva il polso per farmi obbedire e io strillavo di dolore. In quel momento non mi era stato possibile urlare ne muoverli, il mio scansarlo non gli era giunto che sotto forma di carazze. Era stato orribile. Le mie labbra erano state contaminate dal sangue di chissà quanti innocenti. Le labbra che avevano succhiato via la vita da infiniti corpi per secoli avevano toccato le mie. Un brivido di ribrezzo mi scosse e storsi la bocca in una smorfia: sarebbe stato un'altro ricordo che non avrei facilmente rimosso.

Il polso fortunatamente andava molto meglio con quella fasciatura improvvisata. Non faceva cosi tanto male. Avevo il viso voltato contro l'unica via d'uscita dalla mia prigione. Fissando per tutto il tempo la porta da cui Laurent era uscito mi ero ingegnata a escogitare mille strategie di fuga, una più folle e improbabile dell'altra: non avevo con me mezzi di comunicazione, il cellulare era rimasto lì tra l'erba nel bosco; urlare era inutile, avrebbe attirato i vampiri ed ero certa che ce ne fosse più di uno li fuori a sorvegliare la porta: ragione per cui era inutile cercare di fuggire quando qualcuno di loro l'avesse aperta per entrare: cosa poteva fare una misera umana contro un branco di vampiri famelici? Laurent e il vampiro che mi aveva rapita nel bosco, di cui il nome mi era ignoto, avevano entrambi degli spaventosi occhi rossi. Ciò voleva dire che di certo non seguivano la particolare dieta Cullen. Tra l'altro sapevo che Laurent doveva essere a Denali dalla famiglia di Tanya. Il fatto che fosse lì in quelle condizioni voleva dire che il sangue animale non gli era andato a genio. Ma perchè poi aveva deciso di vendicare i suoi compagni? Ero certa che tra loro ci fosse stato solo un legame di utilità, certo non d'affetto. Questa domanda rimaneva irrisolta. La prossima volta che fosse entrato non avrei avuto timore. Non mi sarei prostrata ai piedi del mio carceriere. Avrei tenuto la testa alta e questo mi avrebbe permesso di capire meglio cosa stava succedendo. La stanza non aveva nessuna finestra, il bagno si collegava all'esterno con una piccola ventola: inutilizzabile: a malapena ci entrava il mio braccio. Niente da fare: ero in uno schifo di prigione a prova di evasione. Avevano fatto le cose per bene.

Una voce conosciuta mi riscosse dai miei pensieri:

< sto entrando > Non risposi ovviamente. La porta si aprì lo stesso. Sapevo chi stesse entrando ma ebbi ugualmente un moto di timore e un brivido mi percorse tutta la schiena. Gli occhi e il sorriso malvagio che lo caratterizzavano non li avrei dimenticati facilmente se fossi uscita viva da li dentro.

Il vampiro che mi aveva rapita era in piedi, davanti alla porta che era giù chiusa alle spalle. Probabilmente l'aveva spinta con il piede perchè le sue mani erano occupate. Una teneva una bottiglietta d'acqua e l'altra un fagotto: dalla forma doveva essere un panino. Il mio stomaco alla vista di quell'immagine mormorò sonoramente. Ma la mie mente non fu d'accordo. Non avrei ceduto... Avrei barattato la mia vita con delle risposte:

< non ho fame > dissi freddamente fissandolo negli occhi, Ero rimasta immobile.

< non dire idiozie > non c'era nessuna traccia di sorriso, la sua espressione era una maschera fredda < sono un vampiro, il tuo corpo non la pensa in quel modo > ovvio.. aveva sentito il mio stomaco gorgogliare!

< non importa, non mangerò > i suoi occhi lampeggiarono fuoriosamente. Si avvicinò a un centimetro dal mio viso ringhiando

< tu adesso prendi questo cibo nauseante e lo mangi fino all'ultima briciola, se no te lo caccio io in gola, hai capito > rimasi ferma e impassibile continuando a fissarlo.

< no. non lo farò > Lanciò il panino in un angolo furiosamente e mi prese la gola.

< forse non hai ben capito chi comanda qua dentro, tu ora mangi quel panino. Di certo sarà un piacere staccarti la testa e dissetarmi del tuo sangue, ne avrei proprio bisogno > Io deglutii rumorosamente, non poteva ammazzarmi, le minacce non mi avrebbero corrotta:

< non puoi uccidermi me l'hai detto tu stesso nel bosco, o sbaglio? > Mi alzai in piedi sul letto, in quella posizione ero alta solo qualche centimetro più di lui, ma mi diede un certo tono, e una sensazione di superiorità anche fisica. Mi venne voglia di indicarlo con un dito, ma mai tentare eccessivamente la sorte: forse non mi avrebbe uccisa, ma non avrebbe esitato a staccarmi un dito o una mano se l'avessi avvicinati a quella tagliola di denti affilati come rasoi..Mi aveva già dimostrato di non curarsi affatto del mio dolore.

< no... vorrei tremendamente > inspirò forte il mio odore deliziato < ma non posso ucciderti, hai ragione. Però posso forzarti a mangiare > I suoi occhi scintillarono maligni, In un attimo strappò il rivestimento del panino e ne prese un pezzo: con una mano mi stringeva la mandibola per aprirmi la bocca ma io la tenevo serrata, l'avrebbe dovuta spezzare per ficcarci il cibo che mi premeva sulle labbra. Provò per quache secondo ma poi tolse il pezzo, ormai maciullato. Si ritrasse guardandomi nauseato.

< Fai come vuoi,sei solo una pazza.Deperirai lentamente, ma di certo non morirai per mancanza di cibo, ho sentito dire che gli umani possono rimanere senza mangiare per settimane senza spirare > sghignazzò quando un brivido mi percorse. Cercai di nascondere i miei fremiti. < e quando finalmente di te resterà solo un cadavere, ce ne sazieremo davanti al tuo caro Edward > BASTARDI BASTARDI! voleva provocarmi, era chiaro. Ma non avrei ceduto, mi servivano risposte:

< mangerò se risponderai alle mie domande >

< sciocca... quanto vuoi che me ne importi se tu mangi o meno > ma pareva vacillare. Dovevo battere il ferro ora che era caldo:

< ti importa.. perchè ti è stato ordinato no? tu non comandi niente.. sei solo una pedina, uno schiavo.. come me > Dalla sua espressione dovevo aver centrato il segno. bene bene..continuai < e ti è stato ordinato che io mangi a ogni costo suppongo... > Non lasciava un attimo i miei occhi: mi fissava silenzioso. Bene.. avevo centrato anche questa ipotesi.. Bella:2 ,vampiro cattivo:0 < quindi. rispondi alle mie domande! > Il suo silenzio urlava la mia vittoria:

< sentiamo > disse in un sussurro.

< come ti chiami? > Glielo chiesi, l'odiavo ma dovevo in qualche modo organizzare il campo di battaglia. Sbuffò

< e tu.. con tutte le domande che potevi farmi, mi chiedi il mio nome? > sembrava allibito

< certo.. voglio sapere il nome del bastardo che mi fa da carceriere > Rimase in silenzio qualche secondo

< Lestat > (

eheheheheh RAGAZZE QUESTO NOME M'E' PIACIUTO!!! eppoi è un nome storico per i vampiri no? mi ricorda anche intervista col vampiro. adoro quel film!)

< dunque Lestat.. perchè lavori per Laurent > lui s'incupì.

< non lavoro per quella feccia > ah!!!!! centro pieno! MILLE PUNTI!!! Laurent era una pedina. Il vampiro capì di aver detto troppo perchè tornò sui suoi passi.

< hai avuto le tue risposte, ora mangia >

< no! ho altre domande!! > Si avvicinò pericolosamente < hai ottenuto anche troppo, tu non sei niente, non camandi niente ti è chiaro? Qui gli ordini li dò io, ora mangia! Non devo ucciderti... ma non è detto che la morte sia l'unica pratica dolorosa che io possa applicare con te. > ghignò malvaggiamente < vivo da molto tempi su questa terra, ho visto generi di torture che nemmeno riesci a immaginare > Mi guardò famelico, decisi che era meglio mangiare e stare zitta, almeno per ora. Quelle torture non volevo nemmeno sentirle nominare. Tesi la mano visibilmente tremante. Era difficile mantenere la calma mentre quegli occhi rossi mi fissavano. Lui si voltò e mi lanciò il cibo che cadde ai piedi del letto. Camminò verso la porta. Poi mi tornò in mente il sogno che avevo fatto: Lestat doveva essere un neonato! E i neonati non resistevano al sangue degli umani.

< Lestat > lo chiamai debolmente. Si fermò continuando a rivolgermi la schiena.

< ma tu non sei un neonato? > si voltò lentamente leggermente scioccato.

< se lo fossi stato tu saresti solo un corpo dissanguato. Come ti vengono in mente queste idiozie > Aveva ragione.. Evidentemente il mio era solo un sogno.

< dì a chi mi tiene qui, chiunque sia, che voglio parlargli> ghignò.

< Penso che a breve sarà lui a venire da te > uscì ridendo sguaiatamente. Nemmeno la porta riuscì a coprire quel suono atroce. Mi dava i brividi. Guardai il panino per qualche attimo e il mio stomaco protestò: lo afferrai e diedi un morso. uhm... non era secco, e non sapeva di veleno. Tanto.. non volevano uccidermi. Almeno quello.

Mi alzai dal letto per schiarirmi un pò le idee e i legamenti mentre mangiavo il panino. Le dita delle mani e dei piedi erano così gelide e bianche che se non avessi sentito il cuore battere, guardandole avrei detto che ero diventata una di loro. Il che, non sarebbe stato poi così male. Pensai tra me e me osservando un pezzo di prosciutto penzolare dal panino. Non avrei rischiato più di morire.. a meno che non avessero acceso un falò e ci avessero gettato il mio corpo ridotto a pezzetti. Che pensieri macabri. Ma con la forza da neonata mi sarei potuta libellare. Avrei sfondato con un calcio la porta, e in qualche modo sarei tornata da lui. E oltre alla fuga avrei realizzato il mio sogno: vivere per sempre con il mio amore.. edward.. la mia luce, la mia aria, il senso della mia esistenza. Non avrei dovuto tentare di convincerlo a mordermi. Non avrei dovuto combattere contro tutti i suoi sensi di colpa.

Magari avrei potuto in qualche modo tentare Laurent a mordermi. E se non avesse retto? Se la frenesia, come la chiamava edward, fosse stata più forte della sua forza di rispettare i piani? Potevo rischiare così tanto? La risposta veniva da se.. No non potevo.. Inoltre.. solo l'idea di attraversare tre giorni di trasformazione senza Edward con me mi terrorizzava. Alice.. la mia sorellina, mi aveva raccontato dell'atroce dolore che si provava, o meglio.. lei l'avevo sentito dire perchè non ricordava davvero nulla, tutta colpa della reclusione nel manicomio e di James. Quel bastardo era morto, ora c'era Laurent a volere la mia vita. Ma perchè tutte le disgrazie venivano a ossessionarmi? La mia vita doveva finire in qualche modo evidentemente. Il mio destino non era sopravvivere. Forse il fato mi riservava una nuova vita in cui il mio cuore era immobile e lei mie mani fredde. Una vita in cui avrei dovuto uccidere animali con la stessa facilità con cui stavo mangiando quel panino.

Improvvisamente mi diede la nausea e lo gettai a terra, nella polvere.

Un dolore mi trafisse il cuore, potente tanto da levarmi il respiro. Edward, edward, dove sei? Il senso di mancanza era giunto come una pugnalata. Improvviso, inaspettato. Se fosse stato qui con me a stringermi avrei sopportato qualsiasi sofferenza e anche la morte. Avevo così paura di non rivederlo più. Provavo terrore per la loro sorte che dipendeva dalla mia stupida vita. Il dolore m'indebolì e caddi a terra, in ginocchio. Le mani strinsero spasmodicamente la terra. Non mi ero accorta di singhiozzare. Vedevo tutto sfocato. L'immagine della stanza sporca era inondata dalle mie lacrime. Come potevo vivere lontano da lui? Una lama aveva tranciato il mio cuore di netto. Mi sentivo come quando mi aveva abbandonata. L'impossibilità di ricongiungermi volontariamente a lui era una condanna troppo grande per essere sopportata. In piena crisi di nervi presi a urlare disperata. Mi alzai, spinta solo dalla forza del dolore e mi scagliai sulla porta che tremò. La presi a calci e pugni: il polso ferito faceva un male spropositato, ma non me ne importava: DOVEVO USCIRE DA LI DENTRO! NON POTEVO STARE CHIUSA! NO!!

< FATEMI USCIRE BASTARDIIIII FATEMI USCIREEEE > sbattevo infuriata come un toro contro il legno massiccio della porta. Non vedevo più niente, volevo solo risposte, volevo solo rivedere edward

< edwaaaardddd edwarddddd torna da me ti pregooo >

In un attimo mi ritrovai scagliata sul pavimento della stanza. La porta si era spalancata di scatto rivelando Laurent

< stupida sgualdrina, stai zitta! non voglio sentire una parola uscire da quelle labbra! >

< SEI UN BASTARDO LAURENT! TU E QUELLI CHE MI TENGONO QUI! NON POTETE FARLO! VI TROVERANNO E VE LA FARANNO PAGARE! > Ero arrabbiata, non ragionavo.

< BEN VENGA MIA CARA, quando saranno qui troveranno una bella sorpresa a attenderli. Non vogliamo altro, stiamo solo aspettando che vengano qui. Prima arrivano, prima muoiono, prima la tua prigionia finisce >

< mi lascerete libera? >

< ma certo mia cara... > si avvicinò al mio viso. Non potevo far altro che fissare quegli occhi cremisi che mi terrorizzavano < .... ma non credo che potrai vivere la tua liberazione visto che sarai morta > ovvio... non mi avrebbero lasciata vivere.. Ma senza edward che senso avrebbe avuto la mia esistenza? Meglio morire, e ricongiungermi a lui che vivere un solo momento con la consapevolezza che lui aveva cessato d'esistere. Con questi pensieri in mente non feci una piega. Rimasi impassibile davanti alla dichiarazione della mia futura morte per mano sua. Mi sfiorò la guancia con una mano, e mi voltai per non permetterglielo, mi faceva ribrezzo.

< vedi.. è questo che mi piace di te, non dimostri la paura, anche se io la sento, il suo odore rende il tuo piacevolmente dissetante... > odorò la mia guancia e io rabbrividii:

< ho sentito Lestat parlarti, e non sei stupida > sussurrava vicino alla mia clavicola < so bene che hai capito che non sono il mandante di tutto.. Quella feccia pagherà cara l'informazione che ti ha dato, anche se, non cambia molto. Saresti presto venuta a conoscenza che in realtà, io non sono interessato a loro. Come puoi pensare che degli insulsi vampiri mi attirino > rise sguaiatamente... ma allora? cosa voleva?

< no.. di certo. Non faccio tutto questo trambusto per una famiglia di vampirelli che rinnega la propria natura per cibarsi di sangue animale. Cosa nauseante davvero, non so cosa facciano > respirò ancora l'odore del mio collo < peccato che tu non possa capire quanto il caldo sangue umano sia eccitante: non c'è niente di più bello che sentirlo scorrere nella gola arsa e scendere lentamente, viscoso, mentre il corpo dell'insulso essere che hai riverso tra le braccia muore lentamente, perdendo le forze e afflosciandosi come una foglia secca e inutile. Perchè precludersi questo piacere. Non c'è piacere più forte. Anzi.. forze uno c'è, ed è il motivo per cui tu sei qui >

Che voleva dire? Non ero l'esca per la mia famiglia? Aveva detto che non gli interessavano loro.. ma allora cosa..? Rimasi immobile... lui era poggiato al mio collo e dovevo evitare di fare movimenti bruschi, a meno che non avessi voluto la testa staccata dal corpo. Rimasi in silenzio.

< starai pensando dunque, qual'è la motivazione per cui sei qui. Molto semplice, sei qui da esca, ma questo è solo il motivo per cui LORO ti hanno presa. Io sono qui, semplicemente per te. E' te che voglio > Le ultime parole le sussurrò appena.

Me? Che voleva dire? Risposi lentamente...

< che significa? >

< Significa che mi attiri a te. > sgranai gli occhi < Quando ti ho vista la prima volta con James e Victoria con la tua stupida famigliola niente è stato più come prima. Sei diventata un'ossessione. Sono grato al tuo vampiro per aver ucciso James. Mi ha solo facilitato il compito. Se non l'avesse fatto lui sarei stato costretto a farlo a pezzi di persona così da scatenare l'odio della sua insulsa compagna. Invece ora la tua famiglia pagherò per aver permesso a un'umana di entrare nei suoi ranghi. Lo capisci vero, che non posso resisterti? sei una droga per me. La migliore preda che esista. Sono stato abile a nascondere i miei pensieri a Edward a casa sua quando sono venuto a avvertirlo di James.Bella mossa non trovi? James era cieco. Voleva ucciderti e dissanguarti solo per ripicca contro i Cullen. Aveva un buon fiuto ma calcolava male la sua posizione. Io sono astuto. Ho aspettato un anno e mezzo ma ho avuto la giusta ricompensa: Victoria ammazzerà presto il tuo ragazzo e la sua famiglia. E tu sei qua con me. E sono libero di usarti a mio piacimento. Ho ottenuto ciò che voglio. Sei una preda succulenta ISABELLA, il tuo sangue ha un odore che fa venire voglia di berti. Ma il richiamo più forte viene dal tuo corpo... >

Sentii le sue mani scorrere sui miei fianchi sopra i jeans. No.. questo no, non poteva volere questo. Rimasi impietrita, avevo ancora il suo fiato sul collo.

< non dirmi che non lo senti anche tu il richiamo. E' cosi forte.. C'è un solo unico piacere più forte del sangue umano.. > qualcosa di umido e freddo mi toccò la giugulare, Era la sua sporca lingua, intrisa del sangue di innocenti. Reagii:

< toglimi le mani di dosso, essere immondo, sei spregevole, tu non avrai mai niente da me! >

< ah davvero? > strinse più forte la presa e mi spinse sul pavimento facendomi sbattere la schiena contro la pietra, ero sdraiata sotto di lui, tentavo di spingerlo via ma era troppo forte, troppo pesante.

< no no no ti prego no non lo fare > Mi sentivo debole, incapace di reagire, avrei voluto urlare ma non trovavo la forza di farlo. Mi mancava l'aria. Edward edward! liberami, ti prego, arriva ora, torna da me, ammazza questo animale.

< ah! mi preghi? questo non fa che aumentare la mia voglia di te piccola > no no.. non potevo reggere questo. Le mie mani erano deboli. Il suo petto duro. Spingevo con le gambe contro le sue per spostarlo ma era come fare pressione su un muro

< vatteneeeeeee > gemetti e presi a piangere e singhiozzare ma lui non la smetteva. Sentivo le sue mani scorrere sulla mia pelle, alzarmi la maglia e insinuarsi sui miei fianchi scoperti. tenevo la testa voltata, scuotendola per levarmi di dosso la sensazione della sua presenza. Tentava di baciarmi ma le sue mani sul mio corpo non gli permettevano di fermare il mio volto. Mi strappò la maglia di netto e sentì la sua pelle gelida premere sulla mia. Era finita, non potevo oppormi. Piangevo solo, in silenzio. avevo anche smesso di singhiozzare. Non sapevo che fare. Alla fine le sue labbra premetterò fredde sulle mie e io non riuscii a oppormi. Poi suo peso scomparve da sopra di me.

Quella risata maledetta esplose fragorosa rimbombando in tutta la stanza.

< peccato non possa finire ora ciò che vorrei, ma avverrà presto. la prossima volta tieniti pronta ai miei servigi >

La portà sbattè e fu il silenzio.

Dunque... non ero solo un'esca che al momento propizio sarebbe stata gettata via. Sarei stata l'oggetto dei piaceri di quella bestia.

In testa mi rimbombarono le parole di Lestat: < Penso che a breve sarà lui a venire da te >

Rimasi sdraiata sul pavimento gelido per ore.inerme, immobile, mezza nuda, con la mente a pezzi e il cuore distrutto.

 

uhm... pesantino questo capitolo.. ora sono chiare altre cose.... povera bella:( lacrimuccia :( che brutto futuro che le si prospetta... -.- ma poi sono io quella che scrive QUANTO SONO MALVAGIA!!!!!!! non mi linciate eh.. se no poi non potete sapere come va a finire la storia! ( io perfida ehehe) ps.. potrebbero esserci errori grammaticali.. ma sono stata tutto il giorno in facoltà e ora ho SONNO per rileggere, magari domani correggo gli errori.. intanto posto. quindi perdonatemi per eventuali imperfezioni!

cosa importante.. siccome come avete visto ci sono delle scene un pochino violente non so se è il caso di passare a rating arancione. Io credo di no! anche perchè non sono eccessivamente esplicite ma non vorrei che qualcuno ci rimanga male leggendo quindi fatemi sapere...

infine

CONGRATULAZIONI A MAZZA! mi è piaciuto il nome LESTAT (cioè.. lei veramente aveva detto lestal... ma io mi ricordavo lestat! ehehe bello bello! )

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Capitolo 21
*** visione ***


Bella POV

Erano passati due giorni ora più ora meno. Ero in un angolo della mia prigione, avvolta dalla coperta di lana lurida. Me ne stavo con la testa appoggiata al muro, senza toccarmi. Il mio corpo mi nauseava come le mani che l'avevano toccato. Ero solo in attesa che il mio carnefice tornasse per finire il peggiore dei lavori. Volevo morire, volevo finirla lì. Non potevo reggere quella condizione. Edward non arrivava, trambusto non ce n'era. C'era sempre e solo silenzio. I miei singhiozzi non facevano più rumore ormai. Mi scuotevano, mi facevano vibrare le ossa ma niente più. Da me non proveniva che il soffio del mio respiro. Debole. In un angolo c'era il cibo che Lestat mi aveva portato e era rimasto lì. Sulla guancia avevo ancora il segno della mia disobbedienza.

Lestat era venuto varie ore dopo che che Laurent aveva lasciato la stanza, per portarmi del cibo; gli era stato ordinato. Sinceramente non avevo visto nemmeno cosa fosse. Quando era arrivato io ero ancora sul pavimento. Le lacrime erano già finite. Me ne stavo lì, in silenzio, sconvolta. Mi aveva guardata dall'alto verso il basso stando in piedi mentre io rimanevo accucciata su me stessa. Aveva ripetuto varie volte di mangiare ma non avevo risposto: non solo perchè l'idea di aprire la bocca per ingurgitare qualcosa mi nauseava, ma soprattutto perchè pensavo che la voce non sarebbe mai più uscita dalle mie labbra se non per pronunciare il nome del mio salvatore che non arrivava mai. Laurent mi aveva intimato varie volte di mangiare. Quando si era accorto di parlare contro un muro era andato su tutte le furie. Mi aveva alzata per il braccio ma le gambe non mi sorreggevano così mi ero accasciata. Avevo gli occhi bassi e non potevo vedere che i suoi piedi. Quelli dopo un pò scomparvero. La porta sbattè due volte. Non avevo ben capito come avevo fatto, forse mi aveva nuovamente sollevata, ma mi ero ritrovata appoggiata in un angolo della stanza con una felpa in grembo. Ero in reggiseno. La mia camicia giaceva strappata nella terra, ma ero talmente sconvolta che non riuscivo a vergognarmi della mia nudità. Pensavo solo a due cose: ai desideri di Laurent che non sapevo quando si sarebbero avverati e a edward, alla sua reazione se fossimo sopravvissuti, alle mie condizioni, alle sue. Avevo questi due concetti che mi turbinavano in testa e non pensavo ad altro. I miei pensieri si erano bloccati quando un grosso ceffone mi era arrivato in pieno viso. Non mi lamentai. Alzai solo gli occhi e incontrai i suoi, neri come la pece. Ebbi un pò paura. ma nemmeno tanta... Se mi avesse uccisa avrei smesso di soffrire... Non sapevo perchè mi avesse picchiata. Forse mi aveva parlato e io non l'avevo sentito. Ero in una bolla, proteggevo la mia mente con il silenzio. Non udivo nulla.

E cosi avevo continuato a sopravvivere per due giorni. Mi alzavo solo di tanto in tanto per andare in bagno e tornavo poi lì a sedermi. Non sentivo niente, non dicevo niente, non facevo niente. Pensavo alla mia famiglia e a Edward. Ogni tanto alzavo lo sguardo verso la porta con la pace e il terrore nel cuore: Quella porta di legno logora aveva due significati: salvezza e dolore.

Chinque l'avesse aperta avrebbe segnato la mia vita per sempre.

Fortunatamente di Laurent non c'era traccia. Per un giorno intero Lestat non era entrato, o almeno non me ne ero accorta, e i fagotti di cibo sul pavimento erano sempre gli stessi: il loro numero non era aumentato. Si era aggiunta solo una coperta. Era appoggiata sul letto. Evidentemente era entrato, forse lui, forse qualcun'altro mentre dormivo. Decisi di andare a prenderla. Faceva sempre freddo lì dentro. Troppo per un'umana. Non mi sentivo bene...Ogni tanto tossivo. Mancava solo che mi ammalassi. Con due coperte addosso mi sentivo meglio. Presi un fagotto di cibo dall'angolo e lo aprii. Non pareva marcio, anche perchè il freddo della stanza l'aveva mantenuto intatto. Diedi qualche morso, giusto per sopravvivere e lo rilanciai per terra. Non avevo voglia di mangiare. Non avevo voglia di vivere. Speravo.. attendevo che edward venisse. Ma lui non arrivava.

La porta si aprì e io pensavo ancora a lui. Edward.. edward.. edward... Era un chiodo fisso. Lentamente alzai lo sguardo. Era Lestat. Trassi un respiro di sollievo. in un balzo mi fu a pochi centrimetri dal viso.

< NON SOPPORTO PIU' DI SENTIRE QUEL NOME, LA DEVI SMETTERE! > lo guardai appena allibita. Che nome? io non avevo proprio parlato.. almeno.. non me ne ero accorta.

< SI CHE PARLI! TU PARLI CONTINUAMENTE,LO DICI CONTINUAMENTE! EDWARD, EDWARD, EDWARD. BASTA! EDWARD NON ARRIVERA' FATTENE UNA RAGIONE! > sgranai gli occhi... non era possibile... non era davvero possibile. come faceva?

< come faccio? semplice.. riesco a leggere nella mente.. dovresti essere a conoscenza di questi poteri o sbaglio? >

La mia bocca pendeva aperta, scioccata come la mia mente:

< t... tu riesci a.. a leggere i miei pensieri? >

< direi di si... > ero allibita. Come faceva a leggere i miei!?

< perchè non potrei leggere i tuoi? >

< perchè edw... lui non ci riesce, la mia mente gli è preclusa > non potevo pronunciare il suo nome, faceva troppo male.

< il mio potere è superiore sciocca umana > il suo potere?

< si.. il mio potere, perchè pensi che nessuno riesca a venire a prenderti. oh! si stanno ingegnando.. dovresti vederli tutti disperati > rise forte < cercano bella, dov'è bella? come sta bella? che ingenui.. come se quella sciocca della loro vampira possa riuscire a vedere dove sei > rise ancora.. non capivo! che significava? loro sapevano cosa stavano facendo i cullen? li controllavano!? e perchè alice non aveva visioni? era lui che...

< esatto.. sono proprio io. Mi basta volerlo e i loro poteri diventano inutili. Alice non potrà mai sapere dove sei, edward pure avvicinandosi non sentirà mai i nostri pensieri, i nostri odori, niente di niente.. non ti troveranno mai!! > rideva ancora. Ora era tutto chiaro. Era lui! ecco perchè lo usavano, per il suo potere. Di colpo sentii una stretta sul collo:

< no... non mi usano, io non vengo usato da nessuno. Questo per me è lavoro. Non mi importa niente nè di te, ne dei cullen, ne dei loro scopi, finito il lavoro avrò la mia ricompensa e me ne andrò. ma non IO servo nessuno! > mi guardò fisso, gli occhi erano di nuovo rossi < CAPITO? > aumentò leggermente la stretta e io annuii < bene > mollò la presa e tornai a respirare. Si allontanò da me.

< presto Laurent sarà da te... > ghignò di fronte alla mia espressione terrorizzata < spero ti divertirai con lui > detto questo uscì lasciandomi a pezzi.

Alice non mi avrebbe mai vista, nemmeno se si fossero avvicinati edward avrebbe avvertito la mia presenza. Ero spacciata e per di più a momenti Laurent sarebbe tornato. Mi guardai intorno. Doveva esserci un modo per farla finita.

 

Edward POV

< Alice maledizione! Come fai a non vedere niente! > Sbattei la mano sul muro. Dal punto del contatto si diramarono una serie di crepe. Erano passati tre giorni e Bella pareva essere stata inghiottita dalla realtà. Alice non vedeva assolutamente nulla e non serviva saper leggere nella mente per comprendere quanto fosse sconvolta. Non riusciva a collocare quei buchi neri nel tempo e nello spazio.

< scusa edward, scusami ma... > Jasper le strinse le spalle in un abbraccio guardandomi in cagnesco e mi rivolse i suoi pensieri

Lo guardai in viso, aveva ragione. Ero completamente inutile. Ma non sapevo dove cercare, non sapevo che fare, stavo solo distruggendo l'unità della famiglia. Andai nella mia stanza e mentre salivo le scale udii i pensieri di Alice.

Lo spero davvero Alice.. lo spero davvero. Ma i loro pensieri di consolazione non facevano altro che innervosirmi di più. Ero totalmente inerme. Bella era come un piccolo ago nell'universo. Non potevo avvertirla, non sapevo dov'era, non sapevo se stesse bene, Niente! Non sapevo niente! Mi sentivo soffocare per l'assenza dell'aria di cui non avevo bisogno perchè in realtà.. era bella la mia aria. E nella nullità della mia esistenza l'unica cosa che riuscivo a fare era criticare gli altri che si stavano impegnando nelle ricerche. Facevo a pezzi casa, mi lamentavo e basta. Senza Bella mi pareva di vagare nell'etere: i fili che ancoravano la mia essenza alla realtà erano stati recisi dalla mano di un uomo senza volto. Non potevo trovarlo, non sapevo chi era. E Bella stava soffrendo, era sola, pensava a me quanto io pensavo a lei e stava vivendo un incubo terribile da cui, ero certo, l'avrei svegliata presto. L'avrei stretta a me e cullata dolcemente tra le mie braccia. Avrebbe dimenticato tutta la sofferenza che stava vivendo. Lo promisi a me stesso. Pensai alla condizione in cui si trovava: l'immagine della mia piccola, fragile principessa con il volto disperato, accasciata al suolo mi lacerava. La mia mente non poteva contenere tutto quel dolore. Il mio cuore morto era stato strappato via dal mio petto. Al suo posto c'era un vuoto incolmabile, grande quanto la mancanza che avevo di lei. Sospirai per calmarmi. Jasper non avrebbe retto ancora tutto il mio dolore.

In quei tre lunghissimi giorni non avevo ancora trovato il coraggio di rivolgermi a Esme. Lei era a pezzi per Bella e aveva preso a odiarsi. Era chiusa nella sua stanza da due giorni senza uscire. Non sopportava di dover incrociare il mio sguardo e sentirsi addosso

il dolore di tutta la famiglia. Cosi si era rintanata lì ma i suoi pensieri mi ferivano. Carlisle d'altro canto era profondamente deluso da me. Non si aspettava questo mio comportamento. Dopo tutto.. loro erano la mia famiglia. Ma Bella.. lei era la mia vita. Il mio cuore morto era spezzato in mille frammenti: i sensi di colpa, il dolore, la delusione dei miei familiari. Decisi in un attimo. Esme era la mia mamma.. esme si era presa cura di me. Dovevo andare da lei: era passato anche troppo tempo. Mi fiondai fuori dalla mia stanza e incontrai Carlisle

 

 

 

Edward...

 

tentava di nascondere la tristezza. Non ci pensai due volte, gli poggiai le mani sulle spalle e lo guardai fisso negli occhi:

< mi dispiace papà, scusa, mi dispiace per il mio comportamento. Ma senza Bella mi sembra di bruciare vivo >

< lo so figliolo lo so >

 

sono contento che sei tornato in te,

Mi diede un bacio sulla fronte e una pacca sulla spalla

< lo sono anche io.. ora devo andare a parlare con lei > Mi sorrise

< vai... non desidera altro > annuii e mi avviai verso la camera di Esme udendo ancora i pensieri di mio padre:

finalmente è tornato in se, ora dobbiamo concentrarci a ritrovare Bella

Bussai. Una voce dolce e sconsolata giunse dall'interno.

< avanti > Entrai e chiusi la porta. Era in piedi, davanti alla grande vetrata, e guardava il cielo. Pioveva ininterrottamente da ore, e il cielo era terso, nero e minaccioso. Lei fissava le nuvole vorticose, stava pensando al mio sguardo arrabbiato, mi sentìì ancora più in colpa:

< carlisle non ho voglia di parlare ora... >

< mamma... > Esme si voltò, con gli occhi spaventati, brillavano.. se avesse potuto avrebbe pianto:

< edward > fece un passetto avanti ma si bloccò.. tentennava tormentandosi le mani.

< mamma mi dispiace tanto, non è colpa tua, non ti ritengo responsabile davvero! > annullai lo spazio che ci divideva con pochi passi e l'abbracciai forte, la tenevo stretta a me accarezzandole i capelli, lei si aggrappava alle mie spalle

< edward OH EDWARD perdonami > un singhiozzo le uscì soffocato < io non sapevo, mi dispiace immensamente, non so cosa fare e.. >

< shhh mamma, non hai nulla per cui chiedere perdono, anzi sono io quello che si deve scusare, quello che è successo mi sta facendo impazzire! Ma voi insieme a Bella siete le persone più importanti della mia vita, non potrei mai arrabbiarmi > Esme mi stringeva forte a se.. I suoi pensieri mi laceravano. Non avevo fatto niente per lei, ma mi amava di un amore puro, incommensurabile, come se fossi davvero suoi figlio.. Ma per me.. lei era davvero la mia mamma. La porta sbattè di colpo e ci trovammo soffocati da tante braccia

< edward edward! finalmente sei tornato in te > era Alice, Avevano ascoltato tutta la conversazione e si erano precipitati nella stanza. Carlisle stava in un angolo con gli occhi che gli brillavano per la commozione e un grande sorriso. Emmett mi diede una pacca sulla spalla, seguito da Jasper, Alice saltellava contenta. Rosalie si avvicinò prendendomi una mano:

< Ed, Bella starà bene.. quella ragazza è forte, la sua mente è invalicabile, ce la farà. Ci starà aspettando,però dobbiamo sbrigarci! > stavo per risponderle ma la concentrazione di tutti si spostò su Alice. Aveva gli occhi appannati, guardava il vuoto, stava per avere una visione. Sussultai quando le immagini nella sua testa si riversavano nelle mie:

Alice combatteva inisieme a jasper emmett e rosalie contro un numero indefinito di vampiri dagli occhi rossi. Erano nelle vicinanze di un casolare lungo una strada di campagna: il cartello indicava VIA BOLOGNA, era piena notte. Rosalie era a terra con i capelli biondi sparsi nell'erba. Due vampiri erano intenti a staccarle la testa. Emmett non riusciva a togliersene di dosso una decina: urlava il nome della sua amata

< NOOOOOOOOOOOOOO > Alice urlò inginocchiandosi e la visione finì: Io ero totalmente scioccato. Tutti le furono subito vicini chiedendole che avesse visto ma lei non riusciva a parlare. Come me.. non voleva rievocare quella visione, non voleva che accadesse. Carlisle si rivolse a me:

< edward.. cosa ha visto Alice > Deglutii

< una battaglia con un gruppo di vampiri, c'erano alice jasper emmett e rosalie.. > non volevo raccontare i dettagli. Papà li lesse nei miei occhi.

< non riuscivano a resistergli vero? >

< no... > tutti abbassarono lo sguardo... Jasper era inginocchiato accanto a Alice e l'abbracciava sostenendola. Carlisle cingeva le spalle di Esme. Rosalie e Emmett si stringevano le mani convulsamente. Poi Alice parlò:

< è in italia.. via bologna. C'era un casolare in campagna. Forse Bella è nascosta lì >

 

Ehi ehi ma non commentate più?!?! :( io triste.. In questo capitolo è tornato l'edward Pov.. pov che sta per POVERACCIO! dilaniato per la mancanza del suo amore.. poveeerini!!! chissà come si risolverà questa storia!! ma non è che sto diventando monotona? presto torna un pò di azione PROMESSO!!! aH..ovviamente via bologna è puramente inventata-.- non se se ne esista una in campagna:D

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Capitolo 22
*** buona idea Alice ***


 

 

Bentornati!! ecco.. sono contenta che il numero di commenti sia tornato stabile! mi ero rattristata perchè si stava abbassando la media. 600 ingressi e 9 commenti in un capitolo. !!!!!!!!!! pensavo di essere diventata monotona! NOOOO lungi da me questo abominio.. cerco di tendere all'originale.. per quanto possibile!! Cmq ok.... mi sono arrivate un pò di minacce di morte ma vi ripeto.. NON VI CONVIENE UCCIDERMI! poi non sapete se i cullen muoiono o no... ehehehehehehehehehehehheheh io perfida!! Eppoi come ho già detto.. questa storia è decisa giorno per giorno-.- non ho idea nemmeno io di come finirà! Dipende tutto da come gira la mia mente folle! Bene bene... si inizia!

 

Bella Pov

 

In quella stanza mi sembrava di impazzire e a pensarci bene, forse stavo impazzendo sul serio. Passavo le ore camminando avanti e dietro,e misurando a piccoli passi il perimetro della mia cella sotterranea: andavo in bagno, osservavo dettaglio per dettaglio ogni angolo ma non trovavo niente che potesse fungermi utile nella fuga. Le assi di legno stipate in un angolo si sarebbero ridotte in mille pezzi se solo avessi avuto la forza di scagliarle addosso a uno di loro. Mi persi anche in particolareggiate descrizioni della mia fuga se i vampiri fossero stati come nei film: mi sarei costruita una croce gigante e un pò di panetti di legno e li avrei bruciacchiati o impalettati tutti quanti per poi scappare via dal mio Edward. Invece la realtà era ben diversa:quelli con cui avevo a che fare erano essere malvagi, invincibili, niente poteva oltrepassare la loro pelle se non i loro stessi denti. La luce del sole li rendeva solo più belli e l'aglio, puzzava per loro come per me. Figurarsi.. con l'acqua santa potevano anche farsi il bagno. Per non parlare del fatto che erano terribilmente assetati del mio sangue. Unico punto a favore di tutta la faccenda? per il momento mi volevano viva. Anzi, fino a che non avessero ucciso i Cullen sarei rimasta cosi. E quando sarebbero entrati nella mia cella, annunciando la mia morte, l'avrei accettata come il più bel dono. Vivere non avrebbe più avuto alcun senso. Questo in parte mi consolava. Non avrei dovuto combattere contro il mio istinto di sopravvivenza.

Questi macabri pensieri non mi avevano abbandonata una attimo, nelle lunghe ore di solitaria prigionia. C'era sempre silenzio. E questo mi faceva pensare che in realtà i vampiri lì fuori non fossero tanti: forse era tutta una messa in scena e c'erano solo quei due bastardi: Laurent e Lestat. La scoperta che quest'ultimo sapesse leggermi nella mente mi aveva ben scioccata. Ma non cercavo di controllare i miei pensieri. Alla fin fine.. io non sapevo assolutamente niente di importante.

Sognavo Edward, pensavo alla mia futura morte.. e questo a lui non poteva importare. Lo irritava.. come mi aveva mostrato, ma niente più. Me l'aveva detto: lui era lì per la ricompensa, non per me. Era lavoro. Forse sarei morta per mano sua... Sicuramente lo preferito rispetto alle sudicie mani di Laurent.

Al solo pensiero presi a tremare. I ricordi del nostro ultimo incontro erano ancora vividi nella mia mente, e non sarebbero andati mai più via. Ne ero certa. Non volevo pensare alle sue parole < torno presto.. > cosi aveva detto: NO.. non potevo pensarci. Iniziai a ricordare i momenti più belli con Edward per calmarmi: la radura.. il nostro primo bacio, le sue carezze dolcissime, i suoi Ti amo appena accennati mentre nell'oscurità avvertivo il suo profumo, le lunghe notti passate insieme stando abbracciati, e l'ultima.. incredibile notte prima che andasse a caccia e iniziasse l'incubo.

Le lacrime iniziarono a sgorgare e scendere copiose giù per le guancie infrangendosi nella coperta in cui ero ancora avvolta. Questi ricordi, cosi dolorosi, erano l'unica cosa a cui la mia mente potesse aggrapparsi per mantenersi integra e non frantumarsi nel dolore. Rimanevo vigile e lucida grazie ai suoi occhi d'oro che vorticavano tra i miei ricordi. Altrimenti la follia m'avrebbe consumata in un attimo. Come il fuoco con un fiammifero. Sarei bruciata per pochi attimi nelle fiamme dell'inferno se lui non fosse stato con me eppoi sarei crollata, in una voluta di cenere.

Del mio corpo sarebbe rimasto il torso di un fiammifero immerso nelle ceneri del mio cuore e della mia mente.

Ma avevo mille vividi ricordi di lui, che mi proteggevano dal fuoco. I flash dei momenti più belli della mia esistenza non mi avrebbero mai abbandonata. Edward stesso non mi stava abbandonando. Avrebbe trovato il modo di giungere a me anche se Alice non poteve vedermi, anche senza riuscire a sentire i miei pensieri, senza il mio odore. Mi avrebbe trovata perchè noi ci appartenevano. La certezza del suo amore era balsamo per i miei occhi arsi dal sale delle lacrime, acqua per la mia gola infiammata dalle urla, pace per il mio cuore tormentato.

Qualcosa improvvisamente mi urtò il petto, guardai a terra: era del cibo. Sapevo chi fosse entrato. ero preparata:

< che patetica ragazzina, i tuoi ricordi hanno una dolcezza nauseante.. > mi voltai infastidita da quella voce, la odiavo. Con il viso di edward in mente respirai a fondo e lo guardai fisso negli occhi rossi. Non avevo paura

< oh, non hai paura? Dovresti averne perchè non sono come il tuo caro edward. Io voglio ucciderti >

< anche edward lo voleva, ma l'amore è più forte degli istinti >

< ah! l'amore! Che sciocchezza, L'amore non esiste.. è solo una parola per giustificare la necessità di avere qualcuno accanto! Serve per sopravvivere in compagnia e giustificare le paure > rispose arrogante.

< no... invece. L'amore non non è legato alla sopravvivenza. Io morirei per lui, e lui per me > MI guardò fisso per qualche attimo.

< ah davvero? E se il tuo caro edward fosse costretto a scegliere tra te a la sua famiglia cosa pensi farebbe? Quello che tu chiami amore non salverà nessuno di loro, MORIRANNO TUTTI PER IL LORO AMORE, cercando di salvare gli altri invece che se stessi in nome di in valore che non esiste! > Lo guardai allibita.

< e sentiamo, quali sono i valori che esistono? Cosa ti porta a sopravvivere? > mi avvicinai a lui. I suoi occhi lampeggiarono pericolosi. Quel vampiro non mi faceva più paura, mi dava i nervi, era cosi irritante!!

< il potere, il denaro. Cosa dona più felicità dell'innalzamento di se stessi, dell'essere superiore agli altri! vivere l'immortalità in nome del potere! > Che persona riprovevole..

< e quando sarai arrivato in cima, e potrai comprare tutto ciò che vorrai, cosa ti rimarrà altre te stesso, con chi condividerai tutto quello che hai. La gioia nei tuoi occhi non potrai vederla. Non troverai pace in quest'eternità.. non ti basterà mai! >

< brava umana! hai centrato il segno! non mi basterà mai e non mi stancherò mai di vivere.. non giungerò mai alla fine. questo è il senso della mia esistenza > Rimasi in silenzio. Il senso logico delle sue parole era disarmante eppure mi faceva ribrezzo: mille volte meglio morire che vivere un'eternità inseguendo la solitudine del potere

Stavamo uno davanti all'altro a fissarci. Dovevo avere uno sguardo disgustato perchè lui rise e mi prese il mento. Cercai di divincolarmi ma ovviamente fu inutile:

< sai.. se fossi una vampira potrebbe anche piacermi una notte con te > NO NON ANCHE LUI DIAMINE! < certo, anche ora non sei male, come ti ho già detto il tuo sangue ha un odore estremamente dissetante, ma una notte con te, nel senso che intendo io non sarebbe possibile, finiresti dissanguata in un battito di ciglia >

< preferirei morire che stare una sola notte con te > Sputai questo parole con quanto più disgusto potessi mostrare

< non lo capisci che questo tuo essere coraggiosa e fragile allo stesso tempo ci attira ancora di più? Mi immagino quanto edward si possa divertire con te >

< NON AZZARDARTI A PARLARE DI EDWARD IN MIA PRESENZA! TU NON SAI NIENTE DI NOI! NON SAI COS'è L'AMORE! VIVI PER I TUOI SOLDI, E IL TUO POTERE. SEI RIPROVEVOLE! NON PUOI PERMETTERTI DI PARLARE DI CIO' CHE NON CONOSCI! >

< ma io vi conosco bene, piccola Bella > prese a imitare la voce di edward < Bella ti amo, sei la mia principessa > Lo guardai schifata mentre rideva sguaiatamente.

< i tuoi ricordi sono interessanti. Peccato che la tua prima volta debba essere con Laurent, edward avrebbe dovuto agire prima, forse non era abbastanza uomo per.. > Non riuscii a finire la frase perchè non ne potei più e gli tirai uno schiaffo. O meglio tentai. Avevo le lacrime agli occhi per la rabbia. Caricai tutta la forza che avevo sulla mano e gliela fiondai in pieno viso. Lui con naturalezza la bloccò nella sua e mi rigirò il polso così forte da farmi cacciare un urlo. Mi trovavo appoggiata di schiena a lui. Il mio braccio era stretto tra i nostri corpi mentre lui mi manteneva il polso. Con l'altra mano spostò i capelli dal mio collo e annusò. Ero totalmente esposta. Mi avvicinò ancora di più a se. Tentavo di divincolarmi ma a ogni strattone aumentava la presa: sibilai tra i denti spostando una ciocca di capelli che mi era finita davanti alle labbra:

< lasciami immediatamente >

< e perchè mai? >

Una voce irruppe nella stanza, e presi a tremare appena la udii

< perchè lei è mia! >

 

 

Edward POV

Eravamo tutti in salone. Jasper aiutava Alice a mantenere la calma mentre lei tentava di invadere la bolla che nascondeva Bella alle sue visioni. Io emmett e rosalie invece eravamo immersi nella ricerca su internet di Via bologna. Avevamo scoperto che in Italia ne esistevano tantissime, quasi una per ogni città italiana. E il mio morale crollava rovinosamente nonostante gli aiuti non richiesti di Jasper. Rimasi ugualmente in silenzio, non volevo farli agitare. La tensione era l'ultima cosa che ci serviva. Dovevamo rimanere calmi, e uniti. Il cerchio delle ricerche si era ristretto ma rimaneva comunque molto ampio. Cercavamo le strade di campagna. Ma alcune vie erano molto lunghe e attraversavano sia ambienti cittadini che aree coltivate. Brancolavamo ancora nel buio ma non ci saremmo arresi. Continuavamo le nostre ricerche. Eravamo vampiri, non avevamo bisogno di dormire. Carlisle era al telefono da un'ora buona. Tentava di contattare il Clan di Denali. Non si trovavano, probabilmente erano a caccia. Il gruppo di vampiri faceva parte della nostra famiglia, forse ci avrebbero potuto aiutare. Carlisle inizialmente era stato restio. Non voleva chiamarli perchè diceva che si sarebbero sentiti in dovere di aiutarci anche se non avessero voluto. Esme era riuscita a convincerlo premendo sul fatto che noi per loro l'avremmo fatto senza indecisioni. E era vero. se fossero stati nei guai non avremmo esitato. Cosi lui aveva accettato di chiamarli. Udì una voce rispondere dall'altro lato del ricevitore.

< pronto? > Ci voltammo tutti verso Carlisle

< Eleazar? >

< carlisle sei tu? >

< si, sono io > La voce di Eleazar suonò poderosa e allegra:

< E' un piacere per me risentirti amico mio, era molto che non avevamo vostre notizie, da quando siete dovuti..ehm andare via da Forks > si riferiva a quando avevo dovuto lasciare Bella, che idiota che ero stato. Chiusi gli occhi cercando di non pensarci e continuai a ascoltare

< si.. infatti.. > Carlisle non riusciva a chiedergli aiuto, tentennava. Era un peso per lui coinvolgere altre persone in quella faccenda. Fui tentato di afferrare la cornetta e parlare io stesso.

< Amico mio.. ti sento esitante, qualcosa non va? >

< si.. in effetti > dai Carlisle! lo invitai con uno sguardo < ok..in realtà ho una questione di cui parlare con te > oh! meno male.. si era sbloccato

< dimmi tutto >

< però prima di parlartene voglio dirti che non siete assolutamente obbligati a aiutarci, non dovete sentirvi in dovere.. >

< carlisle.. ci conosciamo da secoli... dimmi! >

< ok... Bella, è stata rapita, non sappiamo da chi nè perchè. Ma colui che l'ha presa ha un potere particolare che blocca i nostri. Alice non ha visioni su di lei, Edward non legge nel pensiero, Jasper non avverte le sensazioni di chi gli sta intorno. Crea una sorta di bolla: finchè non ci si è dentro scompaiono anche gli odori. >

< questo quando è accaduto? >

< sono passati tre giorni... ma di lei nessuna traccia. Abbiamo setacciato tutta l'area qui intorno ma la scia di Bella si blocca in un punto dove abbiamo rinvenuto il cellulare che aveva con se e nient'altro. E' stato il luogo dell'aggressione probabilmente. Ma circa un'ora fa Alice ha avuto una visione! Ha visto alcuni di noi combattere contro un gruppo di vampiri in una strada di campagna dal nome italiano.. >

< mmm e l'odore del vampiro nel punto dell'aggressione? >

< ovviamente non si sente niente Eleazar... Si sono volatilizzati nel nulla. Ora stiamo facendo delle ricerche per localizzare la strada della visione... >

< Carlisle, non temere la tua richiesta, anzi è inutile che tu me la faccia. Abbiamo udito tutti quanti la chiamata, e siamo d'accordo nel venire a darvi una mano > Tirai un sospiro di sollievo.. non eravamo soli...

< Eleazar, non dovete sentirvi in obbligo >

< Non è un obbligo e lo sai, siamo una famiglia, e ci sosteniamo l'uno con l'altro.. Bella, anche se non la conosciamo è una di casa.. Edward l'ama? l'amiamo anche noi.. quindi, non ti fare problemi. Entro qualche ora saremo lì.. >

< non so come sdebitarmi per quello che state facendo per noi... >

< Carlisle... se continui a farti tutti questi problemi rischi che i capelli ti diventino bianchi sul serio > Nonostante l'atmosfera tesa tutti quanti ridemmo della faccia sbalordita di Carlisle.

< Qualche capello bianco ci vorrebbe amico mio... Allora a più tardi > Si salutarono e carlisle chiuse il telefono voltandosi verso di noi.

< Non dobbiamo separarci per nessun motivo al mondo, la visione di Alice non deve avverarsi. La raggireremo. Intanto i numeri saranno dalla nostra parte. Saremmo noi sette più Eleazar Carmen Irina Kate e tanya. Mi ha detto Eleazar che hanno accettato tutti. Quindi in totale dodici membri. >

Tutti parevano sollevati. In dodici saremmo stati abbastanza forti da fronteggiare un gruppo ben tornito di vampiri.Io alice Eleazar Kate e Jasper avevamo poteri extra. Emmett era molto forte, Carlisle e Eleazar essendo i più grandi avevano da parte loro l'esperienza. Jasper, dal canto suo aveva combattuto per secoli contro vampiri adulti e neonati, e le cicatrci che gli deturpavano il corpo ne erano la prova. Ce l'avremmo fatta. Avrei ritrovato la mia principessa, e tutto sarebbe tornato alla normalità.

Guardai fuori dalla finestra pensando a lei. Forse guardava il cielo insieme a me. Forse stava piangendo. Piccola mia.. mi manchi da impazzire. Se le fosse successo qualcosa di grave, come me lo sarei potuto perdonare? Come avrei fatto a sopravvivere con il rimorso? Avrei reciso la vita di coloro che le avevano fatto del male nel più doloroso dei modi. Avrebbero pagato amaramente i loro atti. Nel mio cuore non c'era spazio per il perdono, ma solo per una cieca vendetta.

Era proprio in questo momenti che un essere come me dimostrava di non avere l'anima. Non potevo credere che un mostro tale, capace di odiare, capace di uccidere, e desideroso cosi tanto del sangue dei rapitori della Bella, potesse avere un'anima. Era inconcepibile. Ero destinato a bruciare nel fuoco dell'inferno per l'eternità. Ed ero pronto se questo significava salvarla. Mi presi la testa tra le mani. Ero disperato. Gli occhi mi pungevano ma non ne usciva una lacrima.Perchè? Perchè! non era mai abbastanza! La mia dannazione continuava a punirmi. Non ero libero di soffrire. Non ero libero di amare. Non ero più libero di scegliere il bene o il male per la mia anima. Potevo solo cercare di migliorare le atroci condizioni in cui vivevo rendendo migliore la vita di chi mi circondava. Nient'altro. E l'avrei continuato a fare per lei, per il mio Amore, le avrei dato tutto ciò che voleva. E se voleva un mostro.. Per la mia splendida principessa tutto. Sorrisi tra me. Voleva concedermi ciò che il mio essere egoista desiderava. Qual dono più dolce? Mi ero arreso alla sua volontà, perchè era anche la mia. Tesoro.. presto sarai tra lei miei braccia e mai più nessuno ci dividerà. Rialzai lo sguardo alla vetrata. Emmett e rosalie continuavano con la ricerca.. Alice era sempre intenta a scrutare il futuro

Il cielo nero venne squarciato in due parti da un fulmine che illuminò tutto il bosco come un faro gigante accendendone i colori per me già vividissimi. La mia attenzione però si concentrò su un punto molto lontano dalla casa. L'occhio umano non l'avrebbe mai scorto nemmeno con un bicolo ma io per un attimo avevo visto qualcosa di rosso scintillare dietro una selce. Acuì lo sguardo, ma non vidi nient'altro.

Probabilmente si trattava di qualche animale. Era troppo lontano perchè il mio olfatto potesse avvertirlo. In effetti era troppo lontano anche per la mia vista. Era un chilometro o più. Evitai di pensarci. Voltai lo sguardo verso il mio pianoforte nero, lucido, che faceva bella mostra di se al centro del salone. Guardai i riflessi delle luci sui tasti.

Sembrava passata qualche ora da quando era seduta lì sul seggiolino, accantro a me con la testa poggiata alla mia spalla e i capelli sparsi fino ai miei fianchi. Le suonavo la sua ninna nanna e lei incantata sorrideva, e mi dava di tanto in tanto un tenero bacio sulla spalla. Erano baci innocenti, ma lasciavano una scia bollente. Era incredibile come giungessero fino al mio cuore morto e parevano risvegliarlo dal torpore. La mia Bella... La Mia principessa.... Giocherellava con il tappo della sua bottiglia. Quello era un oggetto insulso agli occhi di chiunque ma per noi significava un mondo: l'inizio della nostra storia e il simbolo del ricongiungimento. Andai al piano e alzai la coda. Era lì. Lo afferrai e avvicinai al naso. Forse era la mia immaginazione a galoppare ma il tappò pareva conservare ancora il suo dolcissimo odore. Lo inalai lieve. E mi parve di averla accanto. Abbracciata stretta me.

edward...

Mi voltai verso Jasper che si era rivolto a me con i pensieri.

fratello..il tuo dolore è immenso, e sai che posso avvertirlo, ma se continui a pensare a lei è peggio. Impegnati nelle ricerche.. Distogli i pensieri

Annuii debolmente.. aveva ragione. Continuavo a deprimermi e diventavo inutile. Mi stavo dirigendo verso il computer per aiutare Emmett e Rosalie quando Alice sobbalzò:

Due figure sfilavano veloci nel bosco. Avevano passato da poco il cartello "benvenuti a Forks". In lontananza era chiaramente visibile tra gli alberi secolari la nostra casa. Avevano l'ordine di spiare i nostri movimenti. Ma non potevano avvicinarsi molto, Gli era stato detto che un vampiro dai capelli rossi del clan sapeva leggere i pensieri.

 

Gli occhi di Alice diventarono di nuovo lucidi specchiandosi in quelli di Jasper.

Mi fiondai vicino a lei.

< alice! quando! > Mi guardò con una luce furba negli occhi.

< tra due ore massimo >

ok.. saremmo stati solo noi. I denali avrebbero impiegato più tempo a raggiungerci. Ma tanto erano solo in due. Che potevano farci.

Alice stava raccontando la visione e infine disse:

< HO UN'IDEA GRANDIOSA! > Gliela lessi in mente e sorrisi. Buona idea Alice!

 

TO BE CONTINUED!

ecco a voi un'altro capitolo! E' di transizione, ma necessario! Spero vi sia piaciuto, e come sempre, continuate a commentare in taanti!

 

aaaa dimenticavo.. in conclusione un grazie speciale a

 

Mel

perchè non si lamenta mai nonostante la stia ammorbando con questa fic da mesi! spero che le piaccia davvero! Non è che mi dici BELLA BELLA solo perchè sei mia cognata? eh melà? :)

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Capitolo 23
*** due fronti ***


 

 

EDWARD POV

 

Avevo una sorellina geniale!

La mente diabolica di Alice aveva escogitato un piano perfetto! Aveva pensato di sfruttare le due spie inviateci dai rapitori di Bella, come guide per condurci al covo dove era tenuta prigioniera. Sotto tortura avrebbero confessato l'ubicazione del loro "covo". Ripeto, GENIALE! Perchè non ci avevo pensato subito? L'idea era stata accolta da un'ovazione generale, aveva lasciato solo Carlisle un pò perplesso. lui preferiva non considerare la violenza come mezzo. Ma a mali estremi...Dal canto mio,il piano lo trovavo perfetto . Quale aiuto poteva esserci più proficuo se non quello di coloro che cercavamo? Avremmo fatto a pezzi lentamente le due spie fino a che le loro sudicie labbra non avessero sputato la verità. Ero imbambolato nel mezzo del salone a immaginare il sangue di tutti gli innocenti che quei due avevano barbaramente trucidato, scorrere dalle loro vene morte lento sulle mie mani. E questo calmava la mia rabbia. Ero una bestia senza dubbio. Ma quel gesto mi pareva corretto. Era come vendicare mille anime, e significava anche vendicare il dolore inflitto a Bella e a tutti noi.

Emmett, seduto sulle scale con rosalie tra le gambe sullo scalino più basso, si scrocchiava le nocche delle mani preparandosi allo scontro sotto gli occhi scocciati di sua moglie. Gli leggevo in mente il compiacimento della prossima vittoria: adorava mostrare la sua prestanza fisica dimostrando di essere incredibilmente forte:

< Emmett, niente violenza > carlisle lo guardava torvo

< eddai papà, ma ti rendi conto che hanno preso Bella? come puoi parlare di "niente violenza"!! > Un ringhio mi salì in gola solo al pensiero.. se non ci fossero serviti come informatori sarebbero morti istantaneamente, non avrebbero avuto nemmeno tempo di riflettere su cosa stava accadendo.

- calma edward -

Jasper aveva avvertito il mio scatto d'ira e aveva agito prontamente. Non riuscivo a arrabbiarmi nemmeno per il suo intervento. Ero come sedato quando usava il suo potere.

< non servirà violenza per avere informazioni, edward leggerà nelle loro menti tutto ciò di cui abbiamo bisogno > Carlisle era categorico ma non potei fare a meno di leggere tra i pensieri di Emmett il fatto che avrebbe disubbidito a fine confessione. Era vero, sarebbe stato istantaneo trafugare le informazioni dalle loro menti malvagie. Ma l'idea di non poterli fare a pezzi e sentire le loro urla di dolore mentre richiedevano gemendo una grazia che non gli era dovuta.. ah! Digrignai i denti, MI DOLEVA ALQUANTO!

Emmett la pensava allo stesso modo perchè grugnì deluso dall'impossibilità di far soffrire coloro che avevano rapito Bella. Mio fratello la vedeva come una sorella, e questo mi colmava il cuore di gioia.

Da quando Alice aveva avuto la visione delle due spie, l'atmosfera si era alleggerita anche grazie ai poteri di Jasper che riusciva a tenere meglio sotto controllo i nostri animi. Pensare che a breve avremmo saputo dove si trovava e saremmo corsi da lei, rendeva gioiosi tutti quanti. In più sarebbero presto arrivati gli altri da Denali, e saremmo diventati un bel numero. Il futuro si prospettava roseo anche se Alice continuava a non riuscire a vedere nulla riguardo Bella. Evitavo di pensarci per non cadere nell'ansia più nera e perdere lucidità. Non era davvero il momento, ma ogni tanto, il pensiero della condizione della mia principessa mi trafiggeva il petto come una spada.

Era avvolta in una bolla di oscurità a cui tutti cercavano di non pensare, per mantenere la calma; ma ogni tanto Rosalie si lasciava predere da pensieri orrendi che mi distruggevano: immaginava come sarebbe stato se Bella fosse morta. Erano pensieri involontari, non poteva contenerli e non potevo arrabbiarmi per questo. La vedeva riversa al suolo in una pozza di sangue; vedeva me, chino su di lei disperato, vedeva la distruzione della famiglia che amava. Ogni singola immagine mi lacerava le membra quasi fossero vive. Dal mio canto, mi opponevo mentalmente e fisicamente alla loro eventualità. Bella non era morta, era viva, stava bene o almeno lo speravo e presto sarebbe stata con me. Questo mi bastava. Se le fosse successo qualcosa l'avrebbero detto: non conoscevamo le loro intenzioni, ma se eravamo noi quelli che volevano, come ipotizzava Carlisle, annunciandoci la sua morte ci avrebbero solo attirati di più spingendoci alla vendetta. Quindi.. Bella doveva essere viva.. doveva.

Scandagliavo con la mente tutto il perimetro circostante alla nostra casa, per sondare l'eventuale presenza delle due spie se Alice non avesse avuto una pronta visione del loro arrivo, anche se, almeno a quanto aveva visto la prima volta, avevamo un limite temporale, che sarebbe scattato di lì a un quarto d'ora circa. Le visioni di alice però erano soggettive, variavano con le scelte dei diretti interessati. I due vampiri sarebbero potuti giungere prima, dopo, o non giungere affatto ritirati da un cambio dei piani. Dovevano stare all'erta. Alice in primis.

Eravamo tutti usciti fuori dalla villa e guardavamo verso il bosco, posti in posizioni strategiche in modo da osservare bene ogni angolatura.

Nella mente di Alice si crearono nuove immagini. Stava avendo una visione:

I due avevano deciso di separarsi, sarebbero giunti uno da est e uno da ovest.

La voce squillante di alice avvertì tutti: < tra 2 minuti. Dobbiamo dividerci si sono separati. > Formammo velocemente due gruppi. Uno conteneva Alice con Jasper, Carlisle e Esme, e l'altro me con Emmett e Rosalie in modo che avremmo potuto avvertire bene l'arrivo dei vampiri su entrambi i fronti grazie ai nostri particolari poteri.

Al cenno di carlisle ci dividemmo posizionandoci bene in zone strategiche. Era un assalto in piena regola: li avremmo dovuti catturare prima che avessero potuto avvertire i nostri odori.

Il cielo stava schiarendo. Era l'inizio di un nuovo giorno, un giorno di vittoria, un giorno nuovo. Tra qualche ora sarebbero arrivati quelli di denali e con le nuove informazioni avremmo raggiunto Bella. Il mio cuore morte pareva scoppiare per la gioia. Bella amore mio.. arriviamo presto.

I pensieri di Alice mi giunsero nitidi: < UN MINUTO >

Guardai emmett e rosalie mimando con le labbra ciò che alice mi aveva fatto sapere. Loro annuirono mettendosi in posizione di attacco. Erano tesi. Non potevamo sbagliare. Ma erano due miseri vampiri contro sette. Non c'era nulla da temere.

Scrutavamo tra gli alberi bagnati appena dalla luce del giorno. Sarebbe stato uno spettacolo incantevole guardare i raggi infrangersi nelle gocce d'acqua lasciate sulle foglie dalla pioggia se fossi stato con lei..a accarezzarla.. a amarla...Bella bella bella. il suo nome rimbombava nella mia testa

< 10 secondi, arriva prima dalla vostra parte edward >

Aguzzai gli occhi, ma prima che potessimo scorgerlo ne udii i pensieri. Correva velocissimo zigzagando tra gli alberi. Lessi nella sua mente:

- Mandarci in due è un suicidio, spero vivamente che quella massa di vampiri degenerati non ci scopra, saranno pure deboli perchè non bevono sangue umano, ma sono pure sette! Maledetti loro e i loro piani >

Ah! bene.. erano preoccupati! Un punto a nostro favore. Continuai a ascoltare i suoi pensieri mentre in lontananza avvertivo Alice.

< edward, dovresti vederlo ora. Tra 20 secondi lo potremo scorgere anche noi, ti voglio bene fratello! si inizia! e andrà tutto bene. l'ho visto! > Sorrisi e annuii tra me e me.

Con un cenno a emmett e rosalie, iniziammo a muoverci silenziosamente per accerchiarlo. Non sarebbe potuto fuggire. Ci spostavamo scivolando morbidi sul letto d'erba e foglie. Assolutamente silenziosi. Ci fermammo simultaneamente ognugno sulla fronda di un albero a circa 100 metri da lui. Con un balzo gli saremmo stati addosso. Decisi che era il momento giusto quando udìì i suoi pensieri:

< cos'è questo odore? non possono essere le loro scie! sono troppo forti! > Scattai e con me lo fecero anche i miei fratelli. Lo vedevo avvicinarsi come a rallentatore nonostante la velocità. Con uno spintone fu a terra, ero troppo veloce anche per lui ma non mi aspettavo la sua forza. Non l'avevo preso alla sprovvista infatti ebbe la prontezza di riflessi di spingermi via. Con un calcio in piena pancia fui sbalzato a vari metri di distanza atterrando sul tronco di un albero che si staccò di netto ma a quel punto Emmett lo aveva bloccato. Gli teneva le braccia strette al petto in una presa ferrea mentre quello si dimenava ormai inutilmente cercando di azzannargli le braccia. Gli balzai di nuovo addosso bloccandogli le gambe

rosalie esultò: < PRESO! > sorrisi:

< oh! ma chi siete! cosa volete! lasciatemi andare immediatamente! > Il vampiro tentava di staccarsi dalla nostra presa invano. Rosaliie gli tiro un ceffone in pieno viso, non abbastanza forte da stordirlo. Gli leggevo tra i pensieri il disprezzo.

< Animale, sai benissimo chi siamo! > Il vampiro ringhiava e Emmett lo minacciava.

< se non stai zitto e calmo questa splendida fanciulla qui ti strappa via un braccio. Non lo faccio io giusto perchè ho le mani occupate >

Non badavo più a loro. Sondavo la scena a ovest dagli occhi dei miei familiari. Carlisle lo spingeva avanti tenendogli le mani dietro la schiena. Jasper lo minacciava per non farlo fuggire

- edward, se mi stai ascoltando, qui tutto ok, l'abbiamo preso. Ora lo portiamo a casa. Siamo vicini alla soluzione di questo mistero-

Si, eravamo molto vicini. Ma qualcosa non mi quadrava. Chiunque l'avesse presa era stato cosi stupido da aver mandato due vampiri sapendo che noi eravamo sette? Avevo già iniziato a sondare la mente nel nostro prigioniero quando irrompemmo nell'ampio salone dove Carlisle e gli altri tenevano il loro vampiro fermo sul divano.

Quando tutti fummo dentro lui prese a parlare. Le due spie dovevano pensare al nascondiglio perchè io potessi vederlo nelle loro menti. Carlisle prima ci guardò tutti:

< state bene? >

< perfettamente > < sisi > < tutto ok > Era più calmo sapendoci al sicuro.

Poi si voltò. Aveva sul viso una maschera di determinazione e potere. In questi momenti era palese la sua grande maturità. La saggezza racchiusa in un corpo da ventottenne si sprigionava dai suoi occhi come bianca luce. Vidi per un attimo l'antico compagno dei volturi, il grande vampiro trecentenario che era mio padre. Osservai la scena con orgoglio. Si pose davanti ai due vampiri, ognuno era retto da tre di noi. Io mi affiancai a Carlisle.

< Sappiamo perchè siete qui, sappiamo chi vi manda > no.. questo non lo sapevamo, ma faceva parte del piano, dovevano credere che noi fossimo a conoscenza di tutto < Non vogliamo applicare violenza su di noi. Ma lo faremo se sarà necessario. Quindi il mio consiglio è che rispondiate alle nostre domande senza tentare la fuga. Come vedete siete in minoranza e non ce la fareste. Spero vivamente che seguirete i nostri consigli > ok.. li aveva messi in guardia. Iniziava l'interrogatorio.

< Noi non sappiamo chi siete! > Sputò il vampiro sulla destra. Aveva i capelli nero corvino e gli occhi scarlatti. Emmett che lo teneva gli torse un braccio e sibilò al suo orecchio

< NON HAI SENTITO COSA HA DETTO?? evita bugie a meno che tu non voglia perdere il tuo braccio > e aumentò la torsione. Carlisle non era contento della piega che aveva preso la discussione ma sapeva che era necessario. Carlisle continuò a parlare:

< Dovete dirci dove si trova bella > No! maledizione! Lessi nelle loro menti che non l'avevano mai vista, avevano solo associato il nome visto che sapevano che era stata rapita una ragazza.

< carlisle, non l'hanno vista > I volti di tutti si rabbuiarono delusi.

< Forse no.. ma vengono da dove è tenuta rinchiusa, Dove sono coloro che vi hanno dato gli ordini? > Questa volta fu il secondo vampiro a parlare, quello dai capelli rossi.

< Non vi diremo niente! razza di vampiri degenerati, non meritate di esistere, e la vostra debole umana morirà presto!!!! > Rosalie reagì prontamente colpendolo con un ceffone ma ormai le loro menti avevano già pensato al luogo dove si trovava.

Ma.. Maledizione! venivano da due luoghi diversi!!!! si erano incontrati per strada! E ora?! ci saremmo dovuti dividere! Ricacciai indetro un fiotto di veleno dalla rabbia.

< Firenze, e perugia > tutti si voltarono a guardarmi. La mia famiglia scioccata. I due vampiri con il panico negli occhi. I loro pensieri mi inondarono la mente:

-come da due posti!- -e ora? come si fa!- -cavolo! ma legge nel pensiero- -ci ammazzeranno tutti!-

< Si, si sono incontrati per strada. Sanno chi è Bella solo per sentito dire. Erano incaricati di osservare i nostri movimenti. >

< e ora cosa ne facciamo di loro? > Esme si chiedeva dove li avremmo tenuti.. ci avrebbero intralciato. Oramai sapevamo ciò che ci serviva. Loro erano diventati semplicemente pesi inutili.

alice ebbe una visione sul futuro dei due nel momento in cui io e emmet avemmo la stessa idea. Era l'unica soluzione. Non potevamo portarli con noi < oh... beh... penso sia inevitabile... > Disse cercando di trattenere la gioia per la loro morte.

< cosa alice...? > Carlisle la guardava e io parlai.

< Dobbiamo farli a pezzi Papà > Lessi nella sua mente la mia stessa conclusione, ma nel suo caso venne accompagnata da un grosso senso di colpa. Non voleva ucciderli. Carlisle era buono. Era incredibile pensare che uno come lui non avesse l'anima. Varò eventuali piani ma nessuno di loro era compatibile con il restare in vita delle due sporche spie quindi... sospirò:

< e sia >

I due vampiri presero a contorcersi e imprecare contro di noi ma erano tenuti stretti. Non potevano fuggire. Il loro destino era segnato. Vennerò trascinati in giardino. Vidi Rosalie accendere un fuoco. Io e carlisle, rimasti dentro in salone udimmo le urla di terrore dei due vampiri e i suoni metallici del loro smembramento. Poi il crepitare del fuoco silenzioso riempì l'aria insieme al dolciastro odore di incenso che proveniva dalla pira. Erano morti. E la loro malvagità con loro. Sarebbero continuati a bruciare per l'eternità tra le fiamme dell'inferno.

Lessi il disappunto in Emmet e sorrisi: era terribilmente affranto perchè la loro morte era stata istantanea. Continuava a pensare che avrebbero dovuto soffrire amaramente a causa delle loro azioni. Ma ora non mi importava più. Tempo un'ora e quelli di denali sarebbero arrivati a Forks. Saremmo partiti velocemente. Ma dovevamo dividerci. I luoghi erano due. Se fossimo arrivati per primi nel luogo sbagliato, l'altro covo sarebbe stato avvertito e Bella sarebbe stata uccisa istantaneamente. Ciò significava che dovevamo agire contemporaneamente su due fronti. Ma non sapevamo quanti vampiri c'erano da affrontare. Divisi saremmo stati più deboli.

La visione che aveva avuto Alice mi tornò in mente:

Rosalie riversa al suolo, i suoi capelli biondi tinti di sangue. Emmett che urlava il suo nome

cavolo... Come facevamo a dividerci se questo significava assecondare la visione?

 

Eccomi qua! ho impiegato un secolo a scrivere questo capitolo e non mi piace per niente!! Uffa.. un'altro noioso capitolo transitorio. MI DISPIACEEEE! non mi piace scriverli.. se non ci sono bella e edward insieme sigh! sob! diventa tutto monotono... Però necessario. I'm so sorry..Nel prossimo capitolo ci sarà più movimento... Promesso!!

commentaaaate please!!!

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Capitolo 24
*** senza lacrime ***


Invoco umilmente il vostro perdono!! ehm... sono in ritardissimo per la pubblicazione del capitolo ma è stata una settimana abbastanza impegnata! non ho avuto un attimo di pausa!! Dunque dunque... ho 3000 idee che mi frullano in testa per lo svolgimento di questa fic e non so cosa scegliereee ME CONFUSA! OKOK... vediamo un pò come fare... non vorrei annoiarvi! (gli scorsi capitoli non mi sono piaciuti:( )

In questo capitolo ci sarà una bella sorpresa!

 

eheh guardate chi torna???

EDWARD POV

Eravamo atterrati da poco a Roma insieme al clan di Denali. Usciti da Fiumicino avevamo preso una stanza al primo Hotel che ci era capitato davanti, L'hilton era ben visibile perfino dalle piste. Ma un albergo valeva l'altro: saremmo rimasti lì solo qualche ora. Il tempo di decidere le ultime cose. Quella stessa notte ci saremmo divisi per ritrovare Bella..Avevamo deciso all'unanimità di farlo nonostante le visioni di alice. Avevamo rafforzato il gruppo che conteneva Rose per essere scrupolosi.

Eravamo giunti alla conclusione che dare alle spie due locazioni diverse per il covo era stata sicuramente una mossa tattica. Volevano dividerci per indebolirci e ci stavano riuscendo ma sicuramente non avevano considerato che non saremmo stati solo noi Cullen.

Non avevo letto nella mente della mia famiglia alcun tentennamento. Tutti loro non si sarebbero mai tirati indietro. Ogni tanto Rosalie pensava di farlo solo per me, non avrebbe sopportato un eternità del mio dolore perchè avrebbe anche distrutto il nostro equilibrio familiare, ma nei suoi pensieri era ben chiaro anche un filo di affetto per Bella. Più che altro era rimasta turbata dalla visione di Alice. Per quando riguarda gli altri.. SI.. lo facevano per me, ma lo facevano soprattutto per lei. le volevano un bene immenso. Era diventata parte della famiglia.

In questo momento Esme abbracciata a Carlisle, stava pensando all'ultimo momento in cui l'aveva vista.. Bella l'aveva chiamata mamma. E questo mi riempiva di gioia. Esme l'amava... Bella l'amava.. Presto sarebbe tornata tra le mie braccia.

< Dunque... abbiamo organizzato tutto. penso sia meglio andare. Non abbiamo tempo da perdere > Carlisle voleva arrivare il prima possibile. Stavamo per voltarci verso la porta quando gli sguardi di tutti si posarono su Alice:

Era immobile, lo sguardo vitreo, la bocca appena aperta: stava per avere una visione.

Una serie di immagini mi sfilò davanti agli occhi e crollai sul pavimento.

forse da li, non mi sarei mai più rialzato.

 

 

 

 

BELLA POV... eravamo rimasti qui

" Tentavo di divincolarmi ma a ogni strattone aumentava la presa: sibilai tra i denti spostando una ciocca di capelli che mi era finita davanti alle labbra:

< lasciami immediatamente >

< e perchè mai? >

Una voce irruppe nella stanza, e presi a tremare appena la udii

< perchè lei è mia! > "

 

Laurent si stagliava bianco cadaverico nel riquadro di luce disegnato dalla porta. Se non fosse stato il mio peggiore incubo l'avrei potuto scambiare per un quadro rinascimentale, tanta era la perfezione del suo corpo. Ma lui non era il modello di un famoso pittore: era un mostro, un mostro malvagio che desiderava il mio corpo più del mio stesso sangue. I suoi occhi vermigli lampeggiarono furiosi mentre scrutava Lestat avvinghiato a me. Potei vedere chiaramente i suoi occhi percorrere i nostri corpi indugiando sulla mano che premeva il mio bacino al suo. Un ringhio proruppe dal suo petto facendolo tremare impercettibilmente. Le labbra di Laurent scoprirono i denti brillanti e affilati come rasoi, lo stesso fecero quelle di Lestat che aumentò la stretta tanto che lanciai un gemito: si era sentito distintamente lo scricchiolio di qualcosa nei pressi dello sterno, probabilmente mi aveva incrinato una costola. Ma quello era l'ultimo dei miei problemi: ero attorniata da esseri che volevano violentarmi fino a uccidermi. Chi dei due riuscisse a prendermi non avrebbe cambiato la mia orribile sorte. Desiderai morire. Quale tortura era peggiore di questa? Dagli occhi mi scese una lacrima mentre Laurent si avvicinava pericolosamente sibilando:

< Lestat, lasciala immediatamente, conosci bene gli accordi. lei è MIA > Le parole quasi impercettibili di Laurent portavano con se una rabbia inaudita. Nei pochi attimi in cui i loro sguardi infiammati si dichiararono guerra silenziosa la mia mente fu presa da mille idee: immagini dei due che si uccidevano tra loro selvaggiamente mentre io fuggivo libera mi apparvero tra i pensieri come flash. Ma sapevo che anche se fosse successo, non sarei mai riuscito a scappare da quella maledetta prigione. Probabilmente ora avevo anche una costola rotta, oltre al polso. Era tutto inutile.

< LESTAAAAT > il ruggito di laurent eccheggiò nella piccola stanza premendomi sui timpani. < LASCIALA IMMEDIATAMENTE >

< NO!!! > Lestat era un folle, continuava a stringermi ancora di più. avevo gli occhi rossi per lo sforzo di respirare. < ora la voglio io! la desideri vero? lo sento nei tuoi pensieri > La voce gli divenne untuosa < oh si che la desideri, la immagini urlare il tuo nome mentre la fai tua da mesi vero? > Tremai a quelle parole. Era l'inferno, ero esattamente al centro dell'inferno tra le braccia del peggiore dei demoni! I due presero a ruotare come attorno a un asse invisibile. E io con loro venivo trascinata come una bambola di pezza. Ero l'oggetto del desiderio di due bestie. Respiravo affannosamente, se non mi avesse lasciata andare subito sarei andata in iperventilazione. Chiusi gli occhi per calmarmi ma li riaprii di scatto. Dovevo rimanere vigile. Il cuore frustava furioso nel mio petto. Continuavano a fissarsi malvagiamente. Ma lestat era cosi sicuro, la sua voce era affilata a nauseante. Conosceva tutti i suoi pensieri. Sapeva cosa dire, sapeva come agire

< no... non puoi attaccarmi, ucciderai anche lei > evidentemente gli stava leggendo l'intenzione di agire. Lestat rise vicino al mio orecchio. Fortunatamente aveva allentato la presa, respiravo un pò meglio. La sua risata sguaiata continuava a ruggire tra quelle quattro mura: < no... nemmeno così puoi: la ucciderei prima che tu possa arrivare a prenderla vedi? Basterebbe una piccola stretta così..... > le sua braccia aumentarono la presa a io aprì la bocca per urlare ma non uscì alcun suono, mi stava stritolando, sentivo il sangue alla testa, poi lasciò la presa < vedi? una piccola stretta e il centro dei tuoi perversi desideri morirebbe. > Laurent digrignava. I pugni stretti. < ma, caro laurent, la cosa più importante sarebbe che se mi uccidessi? saresti il primo a morire? Come potresti spiegare la mia assenza agli altri? MM? come faresti? finiresti bruciato all'istante.. e non vuoi questo vero? quindi... ti consiglio di lasciarla a me... >

Chi erano gli altri?! I mandanti del piano? Fissavo atterrita il viso di Laurent su cui appariva chiaramente il suo combattimento interiore: Se mi avesse avuto per se sarebbe morto ucciso da coloro che volevano i cullen morti. Bastardo. Bastardi tutti!!!! Dovevano marcire nelle fiamme dell'inferno. Dovevano morire lentamente e dolorosamente.

Guardai il viso di Laurent e capii che no...non avevo scampo... Era finita. Edward non mi avrebbe trovata. Il suo pensiero mi colpì come un coltello nel cuore... Se fossi morta in quel momento i miei pensieri sarebbero stati tutti per lui.. uno a uno. Avrei guardato il suo sorriso scintillare nei miei ricordi mentre mi accarezzava dolcemente una guancia. Avrei ricordato il leggero tocco delle sue labbra e i nostri visi vicini. Inebriandomi del suo splendido odore mi sarei annegata nel suo allegro sguardo d'oro attendendo la morte. Non mi interessava più per mano di chi.

Sarei rimasta con lui nella morte, o in qualunque cosa mi aspettasse. Qualunque cosa mi avessero fatto mai avrebbero preso il mio cuore e la mia anima. Quella apparteneva a lui. Mi afflosciai tra le braccia di Lestat attendendo il verdetto. La lama del boia era vicino al mio collo...

non c'era scampo.

Edward... edward... Dovunque tu sia, dovunque io sia, Ti amo. Chiusi gli occhi pensando ai suoi e in quel momento sentii un urlo agghiacciante.

 

Un dolore lancinante mi esplose nella testa. Tentai di guardare cosa succedeva ma una sostanza calda e vischiosa che mi gocciolava sul viso, me lo impediva. Vedevo tutto rosso. Tutto girava. C'era dolore, tanto dolore insieme a uno stridio sinistro, simile a quello provocato dalle lamiere che sfregano tra loro a trapanarmi i timpani. Sanguinavo copiosamente. Ciò era chiaro dall'odore di ferro e sale che impregnava l'aria e tutto intorno a me sentivo dei rumori assurdi seguiti da ringhi spaventosi. Il pavimento tremava. Con un lembo della maglia mi tolsi il sangue dagli occhi e la scena che mi si parò davanti mi lasciò senza fiato, sbigottita:

Ero in un angolo della mia prigione, per terra. Avevo sbattuto violentemente la fronte perchè mi usciva molto sangue e mi faceva malissimo la testa! Evidentemente mi ci avevano lanciata iniziando a combattere tra loro. Quanti altri colpi poteva subire il mio corpo prime di morire? Ero a pezzi.. se anche solo avessi potuto scappare non sarei riuscita a fare un passo. Mi faceva male ovunque! Ma... poter scappare era veramente ridicolo, considerando la scena che avevo davanti a me: nella stanza non c'erano laurent e lestat! Si, c'erano ANCHE loro ma a lottare come belve inferocite c'erano circa una decina di vampiri. Quindi avevo visto bene. Non eravamo soli! I miei occhi non riuscivano a distinguere tutte le sagome perchè si muovevano troppo velocemente per gli occhi umani: spesso diventavano semplici macchie di colore quando scattavano. Mandavano fendenti a destra e a manca. Uno era a terra, o almeno, il suo corpo c'era. La testa era rotolata chissà dove ma in quel groviglio di corpi non si capiva niente! Cercai di guardare meglio e ciò che compresi mi scioccò ancora di più: in realtà.. combattevano tutti contro Lestat!! La cosa più impressionante era come riuscisse a deviare ogni loro colpo, era solo contro dieci vampiri famelici! Anzi nove visto quello a terra che sicuramente era stato lui stesso a decapire. Era anziano, e molto saggio nel combattimento evidentemente: sapeva sfruttare la lettura del pensiero perfettamente in battaglia. Guardandoli atterrita mi chiesi se anche Edward sapesse difendersi allo stesso modo.. in quel caso forse sarebbe riuscito a trovarmi e portarmi via con se.. Non dovevo crearmi false speranze.

Presi a guardare la scena nella speranza di trovare un varco e arrivare alla porta. Ma la massa di vampiri in lotta occupava tutta la stanza. Il mio angolo era immune per miracolo e per di più, l'unica via d'uscita era bloccata da altri tre vampiri che non si univano al combattimento: erano in dodici, lestat non aveva scampo e nemmeno io. Mi guardai intorno. Vicino ai miei piedi c'erano molte scheggie di pietra. Ne afferrai una particolarmente appuntita. Non sarebbe servita a molto ma avevo un'arma. Si... sapevo che era inutile... Più che altro era rassicurante l'idea di non essere teoricamente inerme. Anche se nella pratica.... Rimanevo una piccola umana davanti a un branco di vampiri.

Uno stridio lancinante riempì l'aria e qualcosa rimbalzò sulla parete dietro di me per cadermi davanti. Era un braccio, grondava sangue dall'estremità strappata, e si muoveva appena. Ritrassi le gambe abbracciandole con le braccia provocandomi una fitta alle costole.

Era di Lestat!!!! Il suo braccio!!Mi venne un conato di vomito nonostante la repulsione per quell'essere malvagio. L'avevano preso. lo stavano smembrando. Mi tappai le orecchie cercando di soffocare gli strilli e i rumori. Poi una voce sovrastò tutti quei terribili suoni:

< portate i pezzi fuori!! Bruciatelo!!! >

< si signore > La porta sbattè e fu silenzio.

Alzai lo sguardo lentamente e incontrai gli occhi rossi dell'unico vampiro che temessi realmente. Colui che non voleva semplicemente uccidermi stava dritto davanti a me con un sorriso beffardo sul volto. Non aveva un capello fuori posto nonostante la lotta. Trattenni il fiato.

Era arrivava la mia ora...

Edward... stai con me.. non mi abbandonare.

Una voce nella mia testa parlò... e seppi che era solo immaginazione ma mi imposi di credere che stesse davvero con me

< amore mio.. mia principessa... non ti abbandonerò mai >

Strinsi la pietra tra le mie mani e decisi che non avrei potuto resistere a quella violenza.

no... amore mio... non mi abbandonare...

Alle mie narici giunse un odore acre... dolciastro... Lestat fuori era morto definitivamente. I suoi resti stavano bruciando.

Strinsi ancora di più la pietra. Una goccia di sangue colò dal polso sano. Presi una boccata d'aria e feci per premere di più sulla carne tenera.

Laurent non avrebbe resistito al mio sangue.

 

 

Alice Pov

 

poi... la vidi:

Bella, aveva deciso di uccidersi, aveva una pietra in mano e guardava il vampiro davanti a se.. LUI!! LAURENT!!

Mentre ancora scrutavo nella mia mente il volto di quel bastardo udii un urlo di dolore. Mi ridestai

< NOOOOOOOOOOOOOOOOO BELLA NO!! TI PREGO! NO! NOOOOOOOO >

Edward mi aveva letto nella mente! Era in ginocchio per terra,singhiozzava come un bambino, urlando come se non avesse fiato in gola. Si teneva la testa tra le mani

< AIUTATELAAAAA!!! FATE QUALCOSAAAAAA, PER FAVORE! PER FAVOREEEEE! > Tutti si erano chinati per rialzarlo, ma Jasper e Carlisle erano girati verso di me. Jasper mi scuoteva con forza

< alice!!! alice!!! cosa hai visto!!!! >

Lo guardai e lessi nel suo volto la distruzione del mio sguardo:

< e è Firenze, si sta uccidendo >

Nella stanza calò il silenzio.

Si sentivano solo i singhiozzi disperati di Edward.

 

 

 

to be continued..

OVVIAMENTE!!! avevo detto che ci sarebbe stato un pò di movimento. BASTA?!?! EH? che ne pensate? mmmm però....

state calmi! gettate a terra coltelli.. pietre.. forconi.. mazze da baseball e quant'altro.. vi ricordo.. che se mi uccidete... non saprete MAAAAAI cosa succederà!!

ehehehehehhehehehe

a presto presto!

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Capitolo 25
*** violenza ***


 

 

 

 

BELLA POV

" Strinsi ancora di più la pietra. Una goccia di sangue colò dal polso sano. Presi una boccata d'aria e feci per premere di più sulla carne tenera.

Laurent non avrebbe resistito al mio sangue "

 

Ero immobile, volevo farla finita... volevo perchè quello che si prospettava nella mia vita era un incubo. Ma tentennavo, con la pietra sporca nella mano e le lacrime agli occhi. E la motivazione era racchiusa in una unica piccola fiammella di speranza che brillava nel mio cuore ormai arido. Baluginava debole, eppure la mia volontà la adorava come una farfalla adora la luce. Ci svolazzava intorno, leggera, codendosi il calore delle visioni che la costituivano:

edward... edward con me nel futuro, felici, sorridenti. Io abbracciata a Alice, Mio padre.. mia madre felici. Tutti insieme.. sempre.. per sempre...

Danzavo attorno a queste speranze godendone le gioie. E la mia mente macchinava, velocissima, in quegli attimi che sarebbero stati fatali per la mia vita. Pensavo... sognavo...Se fosse stato possibile? se Edward fosse arrivato in tempo a sgozzare quella bestia? E piano piano.. orribili pensieri, come tarli si insinuarono nella mia mente: se Laurent avesse abusato di me senza uccidermi??? Sarei stata capace di combattere? Sarei riuscita a sopportare il dolore, i ricordi, in un futuro in cui edward sarebbe stato con me?

Le immagini della mia speranza divennero sempre più nitide. La farfalla si stava avvicinando pericolosamente alla luce...

Ma si sa cosa accade quando le leggere ali sfiorano il calore... Si bruciano, in una piccola scintilla.. e la farfalla.. rovina al suolo.. Morta...

La fiammella di speranza si spense quando senti un urlo e un dolore alla guancia:

< SEI UNA STUPIDA!!!! COSA CREDEVI DI FARE!?! NON PUOI MORIRE! NON MORIRAI SE NON PER MANO MIA! QUANDO IO LO DECIDERO'! SEI MIA ISABELLA! MIA! E NELLE MIE MANI E' LA TUA INSULSA VITA!!!! > Le stupende immagini di speranza che affollavamo la mia mente scomparvero in un istante lasciando posto al viso di Laurent contratto dalla rabbia. Nonostante la smorfia era comunque bello... Assurdo. Il vampiro teneva ancora la mano alzata, mi aveva tirato un ceffone sulla guancia che mi bruciava e sbraitava come un ossesso a pochi centimetri dal mio viso, eppure non mi sconvolse. Ero impassibile. Lo guardavo negli occhi, e nel malvagio vermiglio trovai la forza di fare ciò che dovevo. La decisione del mio futuro divenne chiara.

Doveva finire lì! Basta! Non c'era futuro per me. solo morte e dolore.. e la mia vita.. non era nelle sue mani! Mai lo sarebbe stata!!! Io ero la padrona della mia vita!! Trassi un profondo respiro.. uno degli ultimi.

Andai per premere la pietra, con violenza cotro la vena per lacerarla ma... la pietra non era più tra le mie mani.

< noooooooooooooooooooooooo > il mio urlo giunse disperato perfino alle mie orecchie

< VOLEVI UCCIDERTI!? E PENSI CHE TE L'AVREI PERMESSO!? NON TI SEI NEANCHE ACCORTA CHE TI HO TOLTO LA PIETRA DALLA MANO! COME SOLO PUOI PENSARE DI RIUSCIRE A SCAMPARE A ME EH?! COME?! >

Scoppiai in un pianto amaro. Laurent era accovacciato davanti a me, in equilibrio sulle pute dei piedi, le mani sulle ginocchia, il viso leggermente inclinato in una espressione curiosa. No... tutto ma non quello che voleva lui.

< UCCIDIMI!!!! UCCIDIMI ORAAAAAA > glielo urlai afferrandogli le spalle!! gli avrei reso la sua impresa impossibile. Non avrebbe retto nemmeno al poco sangue che avevo addosso!

< bevi da me! lo so che ti tenta! bevi!!! > Parlavo singhiozzando. Le avrei tentate tutte. Avvicinai pericolosamente il collo in parte insanguinato davanti alla sua bocca e lo senti grugnire

< hai un odore.... un odore.... > Tentennava. Avevo smesso di sentire il suo fiato sul collo. Aveva cessato di respirare.. Male...

< è dissetante vero? sa di fresia.. e fiori.. sbaglio? > Mi ricordavo perfettamente le mille volte che edward me l'aveva detto. Al suo pensiero mi venne un conato di vomito che repressi. Non l'avrei più visto. Sarei morta li per sfuggire a un destino mille volte peggiore della morte.. Empasse... chissà cosa accadrà.. ma quel pensiero fu interrotto dalle parole di Laurent

< si.. odori di fiori, incantevole.. il tuo sangue mi tenta bambina > rabbrividii a quell'aggettivo < ma il tuo corpo... oh... > posò le mani sui miei fianchi < il tuo corpo scommetto che è un piacere ineguagliabile >

no no no.. voltai il viso ancora di più mettendo a nudo la vena sul collo al cuo interno il sangue pulsava frenetico. Il mio cuore pareva impazzito, era ironico come negli ultimi momenti della sua vita si impegnasse cosi tanto.. probabilmente voleva sfruttare tutta la forza che ancora aveva...

Mi senti alzare da terra e cadere bruscamente su qualcosa di morbido e cigolante. il letto. NO IL LETTO NO!!!! Sentii il peso del vampiro su di me. Cercai di scostarlo con le mani ma pareva roccia. Tenevo le labbra serrate se no avrei vomitato. Non resistevo più a quell'orrore. Il mio corpo non lo reggeva.. quando sarebbe finito?

Le mani con cui lo spingevo vennero spostate bruscamente.. strette tra le sue. Il polso mi faceva troppo male, la fasciatura si era spostata. Sentii degli urli. ero cosi scioccata che non mi accorsi che in realtà ero io a urlare. Urlavo e mi dimenavo impazzita e lui rideva e mi diceva di stare zitta, perchè sarebbe stato meglio, più facile. COSA!!! COSA SAREBBE STATO PIù FACILE!! ESSERE VIOLATA IN SILENZIO!?! O CHE?! Ero all'inferno. Era tutto troppo terribile per poter appartenere alla realtà. Ero scossa da fremiti. Mi alzò le braccia sopra la testa.

Aprì gli occhi, terrorizzata da ciò che avrei visto.

E lui mi guardava fisso. con uno sguardo famelico. Gli occhi non più rossi ma neri come la pece. Due profondi buchi senza un barlume di luce, leggermente venati da striature rossastre erano immobili su di me. Le palpebre non si chiudevano mai. Erano spaventosi. Voltai il capo. Non sopportavo quella vista e senti qualcosa di gelido e rasposo passare sul collo.

Era umido, era la sua lingua.

< oh... il tuo sangue è... > mi diede dei baci sul collo < il tuo sangue.. sulla tua pelle e un afrodisiaco potente sai piccola > Lo disse con voce roca, mi fece salire brividi di ribrezzo. Gli sputai in viso e lo centrai con soddisfazione.

< BASTARDO SCHIFOSO!!! TU NON SARESTI MAI DOVUTO VENIRE AL MONDO!!! sei l'essere più spregevole che esista sulla faccia della terra, mi fai schifo!!!! > rise sguaiatamente

< dillo a coloro che 320 anni fa mi concepirono, e dillo anche a chi 300 anni fa decise di mordermi e lasciarmi a questa tortura! tu sarai il premio per tutti gli anni che ho passato qui, certo... non basterà... sarà per questo che alla fine di tutto berrò il tuo sangue... oppure... >

mi sfiorò la pancia alzandomi la maglia fino ad arrivare all'orlo del reggiseno, piangevo disperata cercando di liberare la braccia ma erano bloccate come le gambe, ferme sotto le sue pesanti come due macigni. < oppure potrei tenerti con me, legata... a soddisfarmi >

Mi fermai di dibattermi... Quindi era questo che voleva... ma avrei trovato il modo di uccidermi. E se mi avesse tenuta in vita, edward prima o poi mi avrebbe trovata... Ma tra i due destini, forse.. preferivo morire.

< cos'è? non combatti più? oh.. ma non è divertente cosi, forse dovrei andare più avanti... > la sua mano mi strappò via la cinta dei jeans e ruppe il primo bottone

< noooooooo nooooooooo non farlo noooooooo farò tutto quello che vuoi ma non questo! non questo!!! >

Mi ritrovai di nuovo sospesa in aria e poi scaraventata vicino al muro. La testa subì il contraccolpo dell'urto. Altro dolore. Avevo i piedi che penzolavano nel vuoto e oscillavano. I talloni sbattevano continuamente alla parete perchè Laurent mi ci teneva premuta contro. Il suo bacino gelido a contatto con mio era la cosa più vomitevole che potessi concepire.. e il suo odore mi dava la nausea. Cercavo di spostarmi per evitare che le sue labbra venissero a contatto con le mie. Aveva una mano vicino alla cinta dei pantaloni, infilata tra il tessuno e il mio fianco. Mi dava i brividi.

< shh shhh bella.. non fare cosi... cediti a me > NO NO. La sua voce untuosa mi soffiava vicino all'orecchio

< maiiiiiii > piangevo convulsamente. Sentii le sue labbra piene sulle mie. FREDDE FREDDE.. AVEVO FREDDO. lO VOLEVO LONTANO DA ME! LONTANO!! Non reggevo più il senso di repulsione. Cercavo di spostare la testa ma non ci riuscivo, era tutto inutile.. Perchè!! Perchè non finiva tutto!! Sentii un colpo forte alla porta e le sue labbra si allontanarono dalle mie, respirai profondamente, scossa dai singhiozzi che mi provocavano un dolore terribile al busto.

< LAURENT! DEVI VENIRE! > Una nuova voce sconosciuta proruppe nell'ambiente ostile in cui ero rinchisa.

< NON ORA! > Mi teneva ancora sospesa in aria.. una mano era stretta al mio collo a dimezzarmi l'aria. Stavo per andare in iperventilazione. Lo spinsi con la mano dolorante provocandomi solo altra sofferenza

< è UN'EMERGENZA!!! > aprii gli occhi e mi voltai. Un vampiro era fermo sulla porta, gli occhi rossi, mi fissava famelico. Era chiaramente combattuto dalla mia presenza, avido del mio sangue. Forse era un neonato... Le parole di laurent furono un sibilo minaccioso

< forse non è chiaro qui chi dà gli ordini. Non vedi che mi sto intrattenendo con l'umana!? > un ringhio emerse dal petto del vampiro sulla porta.

< non sarei venuto se non me l'avessero ordinato. sai bene che non comandi tu qui! sarò alle tue dipendenze.. ma tu lo sei a quelle di altri, non dimenticare > Lo sguardo malvagio negli occhi del mostro che mi teneva stretto si raggelò:

< cosa vogliono? > In quel momento altri due vampiri arrivarono.

< MUOVETEVI!!! DOBBIAMO ANDARE > Laurent mi lasciò improvvisamente. e caddi rovinosamente sul pavimento, avevo la schiena ancora poggiata al muro, ma stavo in ginocchio. Laurent si abbassò e mi alzò il viso con la mano. Mi rifiutavo di guardarlo negli occhi così strinse forte il mento tra pollice e indice. Gemetti:

< mi dispiace dolcezza.. ma dobbiamo rimandare a dopo >

< TI AUGURO DI MORIRE, BASTARDO!! > glielo sputai in viso con rabbia e mi giunse un ceffone.

< la prossima volta che ti rivedrò sarai all'inferno con me Isabella, è una promessa >

< LAURENT! CHIAMANO! > I tre vampiri sull'uscio erano visibilmente agitati. Anche il tono delle loro voci tradiva l'emozione.

< LO SENTO!! andiamo >

I vampiri si volatilizzarono sbattendo la porta cosi forte che mille granelli di polvere caddero dalla parete su cui si era chiusa. Mi inclinai in avanti poggiando le mani per terra. Nei palmi si conficcarono tante pietroline. I capelli mi ricaddero sul viso. Avevo la fronte imperlata di sudore e quelli vi si attaccarono. La lotta mi aveva lasciata senza forza. Mi sciolsi in un pianto disperato e liberatorio. La costola mi faceva malissimo. Respiravo affannosamente per il panico, l'angoscia e il terrore provocati dalla situazione . Ancora una volta ero riuscita a scampare all'orribile destino che si prospettava. Rimasi appoggiata al muro. Avevo trovato una pietra vicino a me e me la rigiravo tra le mani senza accorgermi della fitta al polso, incerta sul da farsi. La testa mi pulsava dolorosamente come se soffrisse nel riflettere su quelle atrocità. Di certo il futuro non volevo che fosse come Laurent me l'aveva mostrato. Ma non riuscivo a decidermi a farla finita. Avevo il viso dei miei familiari e di Edward davanti agli occhi. E non potevo.. non potevo non abbracciarli più. Questa idea era legata a una sofferenza che non volevo vivere. Gettai la pietra via. Rimbalzò con un tonfo ai piedi del letto. Osservai la spessa porta dalle vernice scrostata.

Perchè Laurent era dovuto fuggire via?! Non mi desiderava più di ogni cosa?! Cosa stava accadendo? e chi erano coloro per cui lavorava!? Per tutto il tempo che rimasi lì ferma sentii delle urla fortissime attorno alla stanza. Le parole erano velocissime e non le riuscii a distinguerle tra loro. Tipico dei vampiri. Ma appartenevano a molte persone. C'erano porte che sbattevano, forti rumori, ringhi spaventosi. Era stranissimo. I vampiri erano delicati in ogni movimento. In casa Cullen c'era il massimo silenzio. Il ricordo fece scendere una lacrima. I vampiri non facevano tutta quella confusione. Perchè allora c'era quel baccano? Erano nervosi.. chiamaramente stava succedendo qualcosa di grave! L'avevo visto negli occhi dei tre vampiri che erano irrotti nella stanza. Sperai vivamente che qualunque cosa stesse arrivando li avesse ben presto trucidati.

Intanto gli equilibri all'interno del "branco" erano diventati tesi. Questo era certo. Lestat era stato brutalmente ucciso. Doveva essere sicuramente un membro importante se era stato incaricato di venirmi a rapire. Era anziano, aveva grandissimi poteri. Rivestiva un ruolo importante nel piano, e anche i mandanti di ciò che stava accadendo dovevano averlo di buon occhio. A quanto aveva detto Lestat stesso, gli era stata promessa una ingente ricompensa! I capi, chiunque fossero, non dovevano essere contenti della sua morte. Forse quella era la causa del trambusto. Avevano scoperto la morte del loro prezioso alleato e si volevano vendicare. Magari li avrebbero uccisi tutti!!!

Persa in questi pensieri non mi accorsi che le urla fuori dalla mia porta erano cessate. C'era un silenzio irreale. A malapena sentivo con i miei occhi umani il battito forsennato del mio cuore. Mi alzai dolorosamente in piedi e accostai l'orecchio alla porta per udire meglio ciò che accadeva fuori. Smisi di respirare cosi da percepire anche il minimo soffio di un respiro che indicava la presenza di una guardia appensa fuori.. Ma.. come mi appoggiai al legno consunto.. quella si spalancò. Fuori, nessuno....

Avevano dimenticato la porta aperta!!!!

 

TO BE CONTINUED!

 

 

 

 

Avete viiiiisto?! non l'ho fatta morire! quindi giù tutte le armi! :) mi aspetto ringraziamente e ovazioni! :P scherzo! cmq.. il prossimo capitolo lo sto iniziando.. verrà pubblicato a breve.... A PRESTO! E COMMENTATE!!!! appena raggiunte un buon numero di recensioni pubblico l'altro (noooo non è un ricatto!!! ) MUAHAHAHA

Cmq visto che nello scorso capitolo ho superato il record recensioni (17 wooooooow! e anche 182 preferiti ) ho deciso di rispondervi.. non l'avevo mai fatto!

 

 

mazza:GRAZIE A QUESTA GRANDISSIMA SCRITTRICE PER I SUOI COMMENTI!!! seguo sempre sempre le tue storie! cmq.. no dai.. la tastiera non me la tirare! se no poi come fai a scrivere (aimè!vitale pc!).... io non ce l'ho X NIENTE con bella:) certo... in eclipse mi ha un pò urtata.. mentre leggevo ogni tanto sbottavo e lanciavo il libro via (vedi quando bacia il cane) eheh.. cmq bu, non so perchè tutte a lei, però pure edward sta soffrendo tanto! piccolo lui:(

makycullen

:sei una new entry e wow! l'hai letta tutta di un fiato! mica poco..è lunghetta.spero di continuarla ancora per un pò quindi la fine avverrà non a breve e ehm.. non so se siete contente!.. le long fic mi appassionano!continua a farmi sapere cosa ne pensi eh!

sabry87

: tranquilla! anche io finito di scriverlo ho pensato WOW CHE CAPITOLO. spero sia abbastanza movimentato da risultare interessante:) cmq spoilerino.. a breve si ritroveranno, TRANQUILLE!

3things

:questa era una recensione costruttiva!!grazie!ti confesso che ho pensato che qualcuno avrebbe ritenuto superfluo lo spargimento di altro sangue (povera bella in effetti)ma le motivazioni per cui bella lo fa sono due. La prima è che comunque la ferita alla testa non fa scorrere tanto tanto sangue.a un certo punto si ferma..e bella sa bene invece che alle braccia esce moooolto sangue (vedi new moon:)quindi.. questo renderà difficilmente realizzabili i desideri di laurent. secondo motivo è che lei si vuole uccidere..non ne può più e quando ti tagli una vena non basta un panno arrotolato per fermare l'emorragia.. metodo sicuro:)questi sono i motivi.

michelegiolo

:NON TI FACCIO MORIRE!! anche questo sulla coscienza no... ho già molti infarti da farmi perdonare eheh

Xx scrittrice88 xX:

wooow! che orgoglio leggere commenti come questo!!! ho delle fan vere!! :D :D :D :D :D

ale03

:io penso che sia un bene che sia morto.. quando scrivevo di Lestat mi venivano i brividi!xk è una persona veramente senza nessun sentimento. gelida proprio!! laurent beh.. fa schifo peggio xo, sempre meglio uno in meno! (ma che bei personaggi che invento-.-)

noemix:

sei una veterana ormai:D cmq si, ordine recepito.. posto presto:D

keska:

AAAAAAAAAH HO PAURAAA :(:(:( mi minaccia! proteggetemi! eheh cmq non penso che la trasformerò in vampira. o meglio... non a breve. xo non si sa mai, come ho spesso detto la mia storia è scritta di getto.. non ho proprio idea di cosa succederà!!! cmq.. hai ragione.. da umana è tutta un'altra cosa, motivo x cui la saga è finita con breaking down secondo me.. non sarebbe stato + interessante!

nihal-soana93

: lo dico anche a te! tranquilla! un pò di suspance fa bene! riattiva la circolazione sanguigna.. ti sveglia.. positivo no? :P

mistica 88

: il tuo commento anche se di poche parole mi ha fatta ridere 10 minuti. HAI RAGIONE!!! ALTRO CHE SORPRESA.. EHEH ma io quando ho iniziato il capitolo non sapevo che sarebbe andato a finire cosi (scrivo di getto qll ke mi viene in mente come ho già detto:) Cmq la sorpresa era il ritorno di BELLA POV! era un pò che non ne avevamo più notizie.. ma c'era bisogno che i tempi della narrazione di EDWARD POV e bella pov andassero alla pari...

mileybest:

ecco..TU mi hai dato DELL'INSENSIBILE E MINACCIATO DI UCCIDERMI..HO QUALCHE FAN CHE MI PROTEGGE?!?! PLEEEASE AIUTATEMI!!! ehehehe ma se mi uccidi poi non sai se lei muore o meno pappappero (a 20 anni ancora a fare la stupida sto-.-)

cloe cullen:

un'altra veterana.. infatti tu mi proteggi! e non vuoi uccidermi! grazie grazie:D

elena pg:

ma complimenti!!! il tuo è stato il 17esimo commento!!! mi hai fatta battere il record!! :D come premio ci sono i boxer di edward... xo puliti eh! spero li gradirai! a quanto leggo li vogliono tutti.. beh.. io preferirei lui intero intero...... però non si può avere tutto dalla vita! cmq NON MI DIVENTARE ISTERICA! non fa bene! :)

ee bene. RICHIESTINA! ORA MI FATE DI NUOVO BATTERE IL RECORD?!? TAAAAAANTE RECENSIONI PER QUESTO CAPITOLO... spero che vi sia piaciuto

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Capitolo 26
*** Bella attira disgrazie ***


Eccomi qua!! Perdonate ancora il mega ritardo ma durante le vacanze si sa, si è un pò impagnati! E a dir la verità sono stata anche in crisi da pagina bianca (come dice la Mayer) . Non ero ben sicura di come far continuare la storia al meglio. Fortunatamente oggi mi è scattato il lampo di genio! La mia malata mente ha partorito una ideuccia! Spero questo capitolo vi piaccia e meriti l'attesa.. Ehm... come al solito, vi chiedo di non uccidermi per il finale.. Posto presto! promesso!

Dove ci trovavamo? Ah si! La porta è aperta!

Bella POV

La porta si spalancò con un cigolio sinistro: io mi drizzai, nonostante il dolore alla costola, e rimasi qualche secondo immobile, impalata, a addocchiare dubbiosa un vecchio muro consunto che faceva da sfondo alla mia libertà.

Come era lontanamente possibile che la porta fosse aperta? L'unica motivazione plausibile era che se la fossero dimenticata.

Anche se, i vampiri non dovrebbero mai dimenticare! Sono capaci di pensare contemporaneamente a più cose. Forse..

Forse, pensai, la situazione in cui si erano venuti a trovare e che aveva coinvolto Laurent, era davvero grave da permettergli questa terribile negligenza.

Dopo tutto, io gli servivo, e nel momento in cui non gli fossi più stata utile sarei diventata il giocattolo della bestia che aveva appena lasciato la mia prigione.

Al pensiero allontanai le mani dal mio corpo, mi sentivo sporca. La mia pelle era stato marchiata a fuoco. Come avrei cancellato quelle cicatrici? Per ora non era un mio problema. Dovevo pensare a cosa fare!

Stavo ancora lì ferma, a osservare la parete fuori dalla stanza. Immobile e dolorante.

Sarei scappata! Nonostante il corpo tumefatto e i dolori ovunque sarei fuggita da lì, ma sarei stata lenta,estremamente lenta. C'era un dubbio però che ancorava i miei piedi al suolo quasi portassi delle scarpe piene di biombo: se i vampiri fossero stati ancora li fuori? Attesi qualche minuto in ascolto di un qualsiasi rumore ma quello non venne.

Era tutto muto, irrealmente silenzioso, il che non era assurdo per i vampiri. Magari ce n'era uno appena dietro l'angolo che non respirava per evitare di essere tantato dal mio sangue.

Cosa ne potevo sapere?!

Riflettei cercando la massima lucidità. E scelsi: avevo una possibilità, l'avrei presa al volo, sfruttandola bene, evitando stupidaggini. Dovevo essera cauta. Tanto, se mi avessero catturata ancora, sarei tornata nella stanza. Peggio di così non poteva andare.

Nel momento in cui feci un passo avanti, forte della mia decisione, sentii una voce e mi immobilizzai. MALEDIZIONE!! Erano lì fuori! Smisi di respirare per cercare di capire cosa dicessero. Parlavamo velocemente, le voci erano concitate, agitate.

Ma l'accento era strano, non ci avevo fatto caso fino a quel momento. Dopo tutto, avevo avuto a che fare solo con Laurent e Lestat. Il loro inglese aveva una forte cadenza straniera, forse.. italiana? Colsi qualche sprazzo del loro discorso:

< Lex dobbiamo andare anche noi!! >

< Ma sei folle!? ti è stato espressamente ordinato? e l'umana! Non possiamo lasciarla qua, se le succedesse qualcosa Laurent ci farebbe fuori!! > AH! Parlavano di me!

< SEI UN IDIOTA! E' una umana! presente la forza degli umani!? Dove credi che possa andare?! Siamo rimasti solo noi due qua dentro! Ci dobbiamo sbrigare > LORO DUE, LORO DUE! SOLO LORO! Iniziai a pregare mentalmente che andassero via senza venire a controllare. Strinsi forte gli occhi, il viso stretto in una smorfia di supplica. Senti un ringhio sommesso.

< Non provare mai più a darmi dell'idiota, chiaro? altrimenti la paghi cara! E cosa ti avrebbero detto sentiamo!? chi ti ha chiamato! > Altro ringhio.

< Vedi di stare calmo, qua dentro siamo nella stessa situazione. Comunque non lo so! hanno detto solo di spostarci e creare un fronte più a sud, e di andare TUTTI! > aveva sottolineato l'ultima parola < E NON ME NE FREGA NIENTE CHE LAURENT HA DETTO DI RIMANERE A CONTROLLARLA ok?! Questi ordini sono superiori.. superiori anche a lui, lo sai bene. Se prova a dire qualcosa gliela facciamo pagare. Ma se non ci muoviamo da qui e gli altri vengono a sapere che abbiamo disubbidito agli ordini, finiamo al rogo all'istante! >

ti prego ti prego! fà che vadano via! Non sapevo nemmeno a chi mi stavo appellando, ma lo desiderai con tutta me stessa, come se i miei pensieri potessero influire sulla realtà.

< umh, vado a controllarla e andiamo anche noi.. > mi irrigidii. smisi di respirare e spalancai gli occhi maledicendo il mio cuore che batteva all'impazzata. NO PERCHE'! ERO A UN PASSO DALLA LIBERTA!! perchè perchè stava andando tutto in fumo! Gli occhi presero a bruciare. Stavo per piangere. Se avessi chiuso la porta mi avrebbero sentita e addio fuga!

< ma che controlli a fare!!!! gli altri saranno già arrivati, dobbiamo sbrigarci! >

< ok ok! VA BENE.. ANDIAMO. poi che me ne frega di quella lì, è un'esca e serve ai giochini di Laurent >

< infatti..> Giunse fino a me una grassa risata < ha solo un odore invitante.. peccato non potercela dividere > Rabbrividì. Almeno l'ossessione di Laurent per me non gli permetteva di farmi diventare il loro cibo. Ma non gli fui grata. Udii altre risate allontanarsi e poi..

tacito silenzio.

Rimasi in attesa qualche minuto, ma di presenze non se ne scorgevano. Il loro discorso era chiaro. Ero sola, la porta era aperta, ERO LIBERA! LIBERA! sempre se fossi riuscita a uscire da quel luogo, si intende. E non era da poco visto che a pensarci bene, non avevo alcuna idea su dove mi trovassi.

Presi un grosso respiro, era giunto il momento di farsi forza! dai Bella! ce la puoi fare.

Sgattaiolai fuori lentamente. Cercavo di moderare la respirazione ma il mio battito cardiaco non la voleva sapere di decellerare. Il cuore era come impazzito, strimpellava nella mia cassa toracica come un folle.

Trecento battiti per ogni respiro, mille battiti ogni passo. Tum tum tum.

Percorsi lentamente un lungo corridoio mal illuminato. C'era solo una lampadina nuda che pendeva nel mezzo creando un cono di luce intermittente. A rendere la scena ancora più tetra era lo stridio sinistro della lampadina che si accendeva e spegneva. Sembrava uno di quei vecchi film horror. E io non li sopportavo! Scacciai quel pensiero e passai avanti sperando che la luce non si spegnesse totalmente lasciandomi nel buio. Probabilmente in quel caso mi sarei seduta per terra e messa a piangere.

Intanto i miei passi rimbombavano come colpi di fucile tra le strette pareti sporche. Strinsi i denti evitando di gemere per il dolore che mi provocava ogni singolo movimento.

Giunsi a un angolo e mi fermai. Al rumore dei miei piedi si sostituì quello del mio cuore. Sbirciai lentamente. C'era un'ampia stanza vuota con un solo divano in pelle consunto simile alla poltrona della mia prigione. Un vecchio televisore stava poggiato su un tavolo malconcio insieme a qualche giornale. La camera era vuota.

Girai velocemente l'angolo maledicendomi per aver schiacciato la carcassa di un topo: avevo fatto un balzo non indifferente a causa dello scricchiolio delle fragili ossa che si spezzavano. Osservai meglio la stanza. Nessuna finestra. Eravamo realmente sottoterra allora!

Infondo sulla sinistra c'era una scala a chiocciola di ferro, nera. Mi ci avvicinai cautamente e urtai contro il tavolino con lo stinco. Mi morsi la lingua evitando di urlare per l'ulteriore dolore. Osservai bene le riviste che c'erano sopra e mi accorsi di non riuscire a comprendere cosa ci fosse scritto. Che lingua era? uhm il prezzo era in euro. Ero in Europa quindi! ok. ma in quale stato? Forse era italiano, Italia! Si l'accento dei vampiri aveva quella cadenza. Come avrei fatto a chiedere aiuto una volta scappata?

Cacciai indietro i cattivi pensieri e mi diressi verso la scala. In qualche modo mi sarei arrangiata. Ogni gradino che salivo, faceva tremare vigorosamente l'esile struttura di ferro dando l'idea che sarebbe crollata da un momento all'altro. La salii tutta più in fretta che potei, per quanto il mio corpo martoriato me lo permetteva, sperando che non cadesse giù sotto i miei piedi. Fortunatamente non avvenne. Mi ritrovai in un'ampia stanza piena di calcinacci. L'aria era più leggera. Respirai a pieni polmoni. AHI! La costola mi faceva malissimo!

I muri mettevano a nudo i mattoni giallini. L'intonaco era rimasto in pochi punti. Le finestre erano rotte e da fuori si vedevano chiaramente le impalcature dei muratori, ma di loro nessuna traccia. La casa, o quello che era, pareva abbandonata. Esultai! Evitavo di pensare ai mille dolori che avevo addosso ma ad ogni passo quelli si acuivano. Perfino i respiri mi facevano gemere. Probabilmente la costola era proprio rotta, non incrinata. Guardai la porta, che giaceva sul pavimento pieno di polvere e improvvisamente ebbi paura: ero in un'area aperta.

C'era solo qualche albero in lontananza. Se fossi uscita, qualunque vampiro mi avrebbe vista nell'arco di uno, forse due chilometri! Presi a tremare, ma dovevo fare qualcosa. Il cielo era coperto da uno spesso strato di nuvole dai colori accesi: padroneggiavano il rosa, il lilla e il blu. Quest'ultimo mi preoccupò. Era il crepuscolo. E la notte era più vicina di quanto pensassi. Dovevo sbrigarmi a giungere in un centro abitato prima che non fossi più riuscita a vedere niente. La zona era isolata, niente lampioni. In quelle condizioni sarei stata una preda estremamente facile.

Uscii piano e una brezza mi accarezzò il viso dandomi la forza. Raggiungevo la libertà! Raggiungevo il mio amore e la mia vita!

Ero riuscita a uscire ed ero pressochè indenne! Ora avevo bisogno di un telefono per rintracciare Edward e lui sarebbe venuto da me. Il cuore mi si riempì di gioia e le lacrime debordarono per scendere sulle guance. Respirare finalmente l'aria.

Pensare che avevo una reale possibilità di non morire dentro quella buia prigione era cio che di meglio potevo chiedere. Fermai la mia fantasia. Non dovevo aspirare a qualcosa di più. Se non fossa accaduto ciò che speravo, ero certa ,quella volta ne sarei morta.

Scivolando vicino al muro della casa analizzai bene il paesaggio. C'era una lunga strada che si diramava per la campagna. Era stretta, ci passavano a malapena due macchine. Ma come le facevano le strade in Italia? C'erano un cartello insieme a tanti altri che non avevo idea cosa indicassero che citava:

"Firenze 20 km". Ok, non avevo idea di dove fosse situata quella città nel paese. Ma 20 km erano tanti! Sarebbe diventata notte fonda finchè l'avessi raggiunta. Però avrei trovato delle case di certo nella periferia! Quella cifra indicava il centro no? Mi incamminai in quella direzione raccimolando ogni forza che potevo trovare e era una bella impresa. Mi faceva male tutto. Avevo la gola arsa e addosso solo una camicetta mezza strappata. Con la notte stava scendendo anche il freddo. La strada era tetra, faceva terribilmente paura. Si vedevano solo distese di campi che coloravano le colline, a separarli breve file di alberi.

Camminai forse per un'ora. Il viola era quasi scomparso dal cielo lasciando il posto a un blu brillante, preludio della notte fonda. La strada, già da un pò aveva preso a salire, e di case nessuna traccia. Non era passata nessuna macchina. Il nulla! Ma come era possibile? Ero davvero terrorizzata! Che potevo fare? Era tutto desolato! Solo campi! campi! non una fontana, non un telefono, niente di niente! Avevo incontrato qualche costruzione in legno piena di attrezzi, non c'era anima viva, e fortunatamente.. nemmeno morta. Avevo perso molto sangue e le forze stavano venendo meno. GLi occhi erano pesanti. Ma cercai di farmi forza. Pensai a Edward, a quanto l'amavo. Lasciai l'immaginazione a briglia sciolta evitando cio che mi ero ripromessa. Avevo bisogno di energia. Avevo bisogno di dimenticare l'orrore della realtà. Improvvisamente il vento si alzò. O fu solo una mia impressione? Il sudore sul collo si era ghiacciato. I miei pensieri mi abbandonarono insieme alle ultime forse. Mi trascinai sul ciglio della strada dove c'era un albero solitario e vi poggiai la schiena. Avevo il respiro pesante. Il dolore ogni volta che inspiravo era atroce. Avevo una strana sensazione addosso. Come se ci fosse qualcuno che mi osservava. Mi alzai di scatto scrutando l'orizzonte ma la luce era andata quasi tutta via. Era una notte senza luna, senza stelle e non riuscivo a vedere niente. Acuii lo sguardo con scarsi risultati perchè non vidi alcun movimento. La paura mi stava facendo brutti scherzi?.

< tranquilla, tranquilla, non è niente! > lo dissi ad alta voce per convincere me stessa. Poi sentii un soffio vicino all'orecchio:

< oh.. ma io non direi... >

Di scatto mi voltai e il respiro mi si mozzò:

Accadde tutto velocemente. Un paio di fari emersero dal buio illuminando la maestosa figura che avevo davanti.

L'incubo che mi aveva perseguitata per mesi era lì. Ed ero perfettamente sveglia.

Una massa di capelli rosso fuoco le si aggrovigliava attorno allo splendido viso contratto in una smorfia. Gli occhi neri, cerchiati da profonde occhiaie scure, lampeggiavano furiosi. Un ghigno le sconvolgeva le labbra facendo scintillare i denti affilati come rasoi.

Victoria, victoria li. no!! Urlai spingendomi al centro della strada e la macchina inchiodò. Chiunque fosse mi avrebbe aiutata. Non ero sola!

Lei mi raggiunse in un istante perchè sentii qualcosa di freddo e duro stringermi i polsi. Urlai dal dolore. E sarebbe stato cosi per ogni parte del mio corpo che avesse toccato .

< ti ho trovata finalmente! > Victoria aveva uno sguardo da folle, un misto tra estasiato e assassino.

Non potevo credere che fossi riuscita a scappare da Laurent per trovarmi tra le sue grinfie! Edward aveva ragione! Io attiravo disgrazie!

< Vi..ctoria > lo dissi cercando di non far tremare la voce

< mi fa piacere che tu ti ricordi di me > Sentii una portiera sbattere e una voce maschile. Parlava una lingua che non conoscevo, sembrava irritato. Non aveva capito cosa stava succedendo

Distolsi lo sguardo da quegli occhi neri per puntarlo sul proprietario della voce. Era un ometto basso, un pò tarchiato. E era anche arrabbiato. Il mio sguardo implorante lo distrasse dal suo monologo nervoso e lo vidi osservare la scena e aprire la bocca a formare una "O" silenziosa come se avesse capito la situazione. Disse qualcos'altro, con più calma, avvicinandosi. Cosi io urlai, lo dissi in inglese, non conoscevo una parola di italiano tranne il mio nome, sperai che conoscesse la lingua:

< CHIAMI LA POLIZIA! POLIZIA! AIUTO! > non pareva aver capito, perchè si avvicinò con le mani alzate, come a volerci dividere e Victoria si voltò verso di lui. Gli parlò in italiano perchè l'uomo sbarrò gli occhi e la sua espressione mutò in una di terrore. Iniziò a arretrare. Tentai il tutto per tutto e urlai di nuovo:

< POLIZIA! VELOCE! > Lui fece uno scatto e rientrò in macchina. Sentì victoria sbuffare quando lo vide chiudere le sicure e prendere il cellulare. No pazzo! doveva andare via! Lo urlai ancora:

< SCAPPA!!! > l'avrebbe ucciso, glielo leggevo negli occhi famelici. Mi trovai sbattuta contro l'albero che tremò. Ma vidi chiaramente Victioria scattare verso la macchina e sdradicare la portiera. Lo sguardo atterrito dell'uomo che lasciava cadere il cellulare mi sarebbe rimasto impresso nella mente per tutta la vita. Lei gli piegò la testa di lato e a quel punto mi alzai dolorosamente lacerandomi la pelle quando usai l'albero come leva: non volevo vedere cosa accadeva, non l'avevo mai visto, e mai avrei voluto.

Cercai di fuggire ma sapevo che sarebbe stato inutile. Un passo dopo l'altro mi allontanai delle urla dell'uomo in agonia:

In pochi secondi victoria sarebbe venuta da me.

Edward, amore mio dove sei? Presi a piangere e il respiro si fece più pesante. Avevo gli occhi inondati. Vedevo confusamente la strada, l'erba, il buio.

L'uomo non urlava più.

Attesi qualche attimo e caddi al suolo a pancia in giù. Mani fredde mi voltarono. E incontrai il suo sorriso estasiato.

< Pensavi di riuscira a scappare da me? Ma non è cosi semplice, non lo sai? Mi servi. Quell'idiota incapace ha permesso che fuggissi, la pagherà cara per questo. > Rise forte < lui è solo una semplice pedina, gli avevamo promesso che avrebbe potuto abusare di te come ricompensa. Ci è riuscito? > Voltai il viso e il ricordo delle sue mani su di me rese minore lo shock di comprendere che in realtà c'entrava anche Victoria con il mio rapimento. Mi strinse la mandibola tra le mani constringendomi a guardarla.

< oooh sii! ci è riuscito! com'è? stai soffrendo? Piccola umana.. > disse con finta dolcezza < o magari, ti è anche piaciuto.. Hai pensato ci fosse Edward al suo posto in quel momento vero? Magari lui si stava sbattendo qualcun'altra... > Un moto di rabbia mi infiammò:

< NON CI E' RIUSCITO E MAI ACCADRA'! E EDWARD MI AMA! HA FATTO A PEZZI IL TUO SCHIFOSO COMPAGNO PER PROTEGGERMI >

victoria digrignò i denti. Sapevo che sarei morta da lì a poco, ma l'avrei fatta soffrire almeno un centesimo di quanto ero stata male io:

< JAMES TE LO RICORDI? IO HO SENTITO LE SUE URLA MENTRE LO SGOZZAVANO, CHIEDEVA PIETA' E.. > non potei continuare perchè un dolore lancinante mi occupò la mente. Avevo la guancia in fiamme e il collo dolorante. Uno schiaffo? Perchè ero ancora cosciente? Avrei dovuto avere il collo spezzato!

< ragazzina.. > Victoria mi sibilò a un centimentro dall'orecchio < tutto questo è per fargliela pagare. A tutti i cullen. Compagna per compagno. Mi pare un'equa vendetta. Ma fortunatamente è stato tutto molto più facile di quanto pensassi. La famiglia del tuo adorato vampiro non va a genio a molte persone. Mi hanno aiutata tanto sai? Mi hanno procurato un pò di aiutanti. Ora io ho te. Loro hanno i Cullen. Siamo tutti contenti! >

Rise e io la guardai scioccata.

< chi? > Parve pensierosa:

< Non dovrei dirtelo, ma morirai tra poco quindi dubito che l'informazione possa creare problemi. Ma sai, c'è un gruppeto italiano di vampiri a cui i Cullen non piacciono proprio > avvicinò ancora le labbra al mio orecchio e sussurrò:

< tra poco berrò il tuo sangue e nello stesso istante ogni adorato membro della tua famiglia preferita verrà fatto a pezzi e bruciato > sussultai < tranne edward ovviamente.. lui incatenato vedrà il tuo corpo esanime perdere le ultime gocce di sangue, senza poter fare niente.. così, la mia vendetta, sarà compiuta! >

Guardai quegli occhi neri mentre la sua risata malvagia eccheggiava nell'aria e non potei che crederle.

ecco.. questo era il motivo per cui vi ho anticipatamente chiesto di non desiderare la mia morte. NON FATE LE VICTORIA DELLA SITUAZIONE!! NIENTE DESIDERI DI VENDETTA PLEASE!

Il capitolo scorso era l'avviso, lo cancello, e questo diventerà il capitolo 26. Ma voglio ringraziare MISTICA88, KESKA, ALE03 E NOEMIX che mi hanno compresa e consolata e anche tutte quelle che mi hanno mandato email di richiesta:) Grazie ragazze per la vostra presenza fissa!!! e soprattutto un GRAZIE gigante a MAZZA che non solo mi segue sempre,ma mi ha anche fatto battere il record nel capitolo 25!!:D cara non essere modesta! sei una grande scrittrice eheh

A presto

..Damaristich..

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Capitolo 27
*** dead ***


Tornata! Sono stata una settimana in crisi da pagina bianca! Potete crederci?! non mi era mai successa una cosa simile! Non sapevo come scrivere bene questo capitolo, e penso che sia uscita una schifezza. APPUNTO!! PIANGOOO (scusate vengo fuori da una crisi) . Non vorrei deludere tutte le persone che leggono, e quindi mi ci sono impegnata ma niente! ogni giorno tentavo di scrivere e la sera cancellavo tutto. Alla fine ho deciso di pubblicare. Non potevo lasciare la storia sospesa!!!!!!!!!! :( che tristezza. Quindi non vi arrabbiate troppo se questo capitolo non era come desideravate.. ho fatto tutto quello che potevo per esprimere ciò che avevo in testa!

Ehm.. sono in giornata fa tutto schifo (Mel.. capisc a me!)

BUONA LETTURA!

(però per i prossimi penso di sapere cosa scrivere:) niente paura.. sempre se dopo questo non togliete tutti la storia dai preferiti )

Bella POV

 

" Guardai quegli occhi neri mentre la sua risata malvagia eccheggiava nell'aria e non potei che crederle. "

Avevo resistito fino a quel momento, ero stata forte. Non ero crollata davanti al rapimento, alla solitudine, alla paura folle di non sapere con chi avevo a che fare, al terrore nell'attesa di Laurent che sarebbe venuto a violentarmi, alla fuga, alla notte, al buio. Avevo attraversato tutte queste cose coraggiosamente. Avevo dimostrato di essere forte. Avevo stretto i denti e mi ero aggrappata prepotentemente ai miei sogni: ogni volta che la paura diventava troppa e ogni volta che il cuore impazziva nel mio petto, chiudevo la mia mente a tutto e sognavo che sarei tornata fra le sue braccia.

Solo così ero riuscita a sopravvivere all'orrore, alla sofferenza, e al dolore che insieme a tutte le sue cause mi attanagliava mente e corpo. Ogni schiaffo, ogni colpo, ogni ferita che mi era stata inflitta nei giorni di prigionia era il prezzo che pagavo per il mio futuro con lui. Ne ero cosciente. Ma quest'ultima notizia, era peggiore di ogni terribile tortura subita. Avrei voluto urlare: "strappami gli occhi e risparmia loro! " Ma ero certa che non sarebbe servito a nulla. Glielo leggevo nella perversa gioia che brillava nell'oscurità del suo sguardo.

A chè continuare a vivere se vivere significava sacrificare ciò che amavo?

A chè continuare a resistere a quell'inferno se non c'erano gioie future a cui aggrapparsi?

Dove avrei trovato la forza di resistere a un'altra ferita inferta? Perchè avrei dovuto soffocare le urle mentre Victoria mi stava incidendo il fianco già martoriato con un'unghia?

E se pure avessi resistito, avrei incontrato la morte davanti agli occhi di Edward, cosciente che Alice, Jasper, Rose, Emmett, Esme e Carlisle non esistevano più.

Niente più sorrisi, abbracci, giornate felici. Niente. Ciò che mi attendeva era dolore eterno.

< Uccidimi victoria. uccidimi ora > Aprii gli occhi per incontrare i suoi quando glielo sussurrai con un filo di voce. Mi era rimasta solo quella.

Un barlume di dubbio le attraversò il volto.

< e perchè mai dovrei tesoro? > la sua mano mi accarezzò falsamente il volto. < Risparmiarti il dolore non è tra i miei piani, ma soprattutto desidero ardentemente vedere la morte negli occhi del tuo Edward mentre ti ucciderò! > Rise sguaiatamente davanti alla morte nei miei di occhi.

< non mi fare quello sguardo! > poi la stupida dolcezza della sua voce si tramutò in un sibilo < non mi pare che i Cullen si siano fatti scrupoli mentre facevano a pezzi il mio James. Hai idea di quanto l'amassi? Hai una lontana idea di cosa significhi vivere la propria esistenza senza colui che si ama sapendo che chi l'ha ucciso è in vita, eh? > Lo sapevo.. certo che lo sapevo. E non c'era dolore peggiore. Lei sarebbe vissuta in eterno. Cercai di immaginare come sarebbe stato vivere in eterno senza Edward. Solo il pensiero mi dilaniava. Sillabai un lento < lo so > lei parve udirno.

< NON SAI NIENTEEE! > fu un urlo che lacerò il silenzio della campagna addormentata < quel bastardo del tuo ragazzo ti ha lasciata per qualche mese e non ti sei disturbata a capire perchè! James invece non c'è più! Non c'è! E niente lo potrà riportare indietro perchè dei bastardi l'hanno ucciso!! e moriranno! Moriranno nel modo più doloroso possibile! E dopo forse.. chiederò io stessa di essere uccisa. Perchè niente avrebbe più senso.. >

La guardai negli occhi e per un misero attimo provai pena per lei. Ma il ricordo del viso di quell'animale, che mi torturava raccontandomi l'orrore della vita di Alice, fece fuggire via ogni tentennamento. E glielo dissi:

< ERI INNAMORATA DI UN ANIMAL.. > Nemmeno finì di pronunciare l'ultima parola che mi si mozzò il respiro per un colpo imprecisato all'addome. Un gemito squarciò l'aria. Non avevo forza neanche per tirare un respiro. Mi gettò noncurante a terra e sentii distintamente il bip di alcuni tasti premuti. Alzai dolorosamente lo sguardo e la vidi intenta al telefono, ma non parlava. Evidentemente stava chiamando.

< Maledizione come fa un vampiro a non sentire il telefono! > Nonostante la situazione assurda, notai che rimaneva immobile. Qualunque umano nervoso avrebbe battuto il piede,fatto scricchiolare le dita. Invece lei era una statua splendida e malvagia. Abbassò il telefono guardandomi sprezzante. Cliccò quanche altro tasto e lo riavvicinò all'orecchio. Chi stava chiamando? Più di tanto non mi importava. Mi sentivo vuota, vuota.

La vita era difficile, e me ne ero resa conto troppo tardi. Non pensavo che tante sofferenze potessero essere concentrate nell'arco di una vita, figurarsi qualche mese. Era come se mi avessero estratto il cuore dopo averlo maciullato. Avevo il petto vuoto e dolorante. I respiri faticavano a uscire. Era rimasta solo la mia mente a governare il mio corpo. E essa era padrona della realtà. Padrona di un corpo martoriato e violato da un animale, padrona di un'anima dannata insieme al suo dolore, di un cuore lecerato, di una vita distrutta. Con quale forza poteva sorreggermi quando davanti agli occhi avevo la mia morte e quella dei miei cari. Sentii un brusio maschile. E voltai lentamente il viso per guardare quello della vampira.

< LAURENT! L'hai fatta scappare. INCAPACE! Fortuna che l'ho recuperata. Devi venirci a prendere con qualche guardia. Dobbiamo tornare a.. > Improvvisamente la sua espressione divenne una maschera di rabbia.

< come a Volterra! Avevi il compito di... > La sua bocca si aprì in una smorfia. Che succedeva?

< DOVE!? > e quello fu un urlo. < Li hanno fatti fuori tutti? > il cuore mi si bloccò! NO

NO NO!!!! NON POTEVA ESSERE!

Perchè non era contenta? perchè invece che impregnato di malvagia gioia, il suo viso era puro terrore e i suoi occhi lampeggiavano furibondi?

Un motivo c'era. Se era arrabbiata voleva dire solo una cosa: che non avrebbe più potuto avere la sua vendetta perchè Edward era...era...

Tutti erano...

< NON HO UNA SCORTA! DEVI VENIRE IMMEDIATAMENTE, ME NE INFISCHIO DEGLI ORDINI!! > Sentii distrattamente delle parole ma erano lontane come ero lontana io da quell'orrore. Sentii vagamente lo scricchiolio del mio braccio che si rompeva quando venni strattonata da Victoria. Mi accasciai al suolo, le ginocchia premettero sull'erba rinsecchita e umida dalla notte. Il dolore era forte, molto, ma non riuscii nemmeno a urlare. O lo feci e non me ne accorsi. Ciò che vedevo era buio. Perchè erano morti. morti. Tutti morti.

morti

morti

Ero io a pronunciare quella parola? Chi la stava ripetendo?

m o r t i

la mia mente lo sillabò

Che significava? Non poteva essere. Non poteva succedere, no, non a loro, non a loro,

NON A LORO!!!

Gli occhi mi si riempirono di lacrime, le orecchie pulsavano e sentii una ormai dimenticata voragine squarciarmi il petto mentre il dolore mi inondava l'anima in modo devastante.

Con forza sovrumana spazzava via ogni parlume di speranza arenato negli anfratti del mio cuore. Indomabile, Assassina. Era un dolore crescente, che si gonfiava impetuoso come le onde del mare in tempesta e mi soffocava. Premeva alla base della gola impedendo il sopraggiungere di ogni sorsata di vita. Gliene fui inconsciamente grata. Il corpo si autotifendeva da un dolore che l'avrebbe condotto lentamente alla morte peggiore. Non passava aria, non c'era più vita, non c'era più alcun senso di sopravvivere.

Mi stavo squarciando in mille brandelli. Niente mi teneva più insieme. Le braccia che un tempo usavo per costringermi a ricompormi, non le sentivo neanche più. Forse non c'erano. Mi erano state strappate via dalla rabbia dell'animale che aveva distrutto la mia vita? Forse.

I pezzi della mia anima erano sparsi in luoghi a me sconosciuti, forse vicini, forse lontani: ognuno di loro bruciava in una pira esalante dolce incenso. Una pira per ogni parte della mia vita, una pira per ogni membro della mia famiglia.

Scendevo giu, sempre più giu nel baratro di quella che sapevo, sarebbe stata la mia morte fisica e mentale.

Come flash, sorrisi e attimi mi passarono davanti agli occhi e la mia mente indugiò su colui che aveva reso gli ultimi anni della mia esistenza una favola al di là d'ogni umana immaginazione. I suoi sorrisi brillarono intorno a me. Il nodo che avevo alla gola era cosi stretto che parve squarciarmi la pelle. Mi sembrò quasi di udire la sua voce urlare parole di speranza nella mia testa. Ma era lontana, come uscita da una radio mal sintonizzata.

Non l'avrei rivisto mai più.

Non l'avrei sentito sussussare mai più.

L'angoscia era impossibile di sostenere, bruciavo nel fuoco dell'inferno. Non avrei sopportato altri secondi cosi. Perchè non morivo, PERCHE'?!

Dio perchè permetti tutto ciò? Ferma il mondo, e getta la tua ira su di me. Uccidimi perchè ho desiderato il peccato, uccidi e poni fine al questo dolore, ma fai cessare questa tortura, non posso sostenerla!

Urlai al cielo, o fu solo la mia mente a farlo, non lo seppi.

Le sue mani che avevano gelidamente sfiorato la mia pelle, in quel momento stavano ardendo su una pira di legno. Lo sapevo.

Amore mio, mi stai pensando? Sono io il tuo pensiero mentre esali gli ultimi inutili sospiri? O il dolore del fuoco è troppo forte?

Io penso a te mentre muoio. Forse stiamo morendo insieme, legati dal filo dell'amore. Per l'ultima volta vicini anche se lontani.

Ero accasciata al suolo mentre lui moriva, impotente. PERCHE' PERCHE'. Ero all'inferno!

La mia vita era l'inferno! Non servivano universi paralleli demoniaci e città di pace eterna per me. Il mio inferno lo stavo vivendo perchè lui non avrebbe più sfiorato la mia pelle.

Mi maledissi per non avergli detto più volte quanto l'amassi. Avrei dovuto passare i miei giorni con lui dicendogli solo quello:

TI AMO, TI AMO EDWARD, SEI TUTTO PER ME, Ma non era stato cosi.

Lui era andato via per la caccia quell'ultima maledetta notte, mentre dormivo, e ora nell'oscurità scivolava via dalla mia vita.

Silenzioso, come silenzioso era entrato una notte nella mia camera e non era andato più via,

Aprii gli occhi e sentii il vuoto sotto di me. Qualcuno mi teneva in braccio. Tentai di alzare lo sguardo e una massa di capelli rossi mi offuscò la vista.

Era finita, finita. Perchè non mi lasciava li a morire? Non sapeva che la morte sarebbe stata solo un dono ora che tutto aveva perso ogni senso?

Mi sballonzolava qua e là come un sacco di patate marce. Non che avesse importanza, il dolore non lo sentivo più. Pregavo Dio che la morte sopraggiungesse velocemente ma soprattutto che al di là del sottile confine della vita, ci fosse per me il luogo dove viveva l'anima di Edward. Perchè inferno e paradiso sarebbero divenuti la stessa cosa senza di lui: un tormento eterno che io non potevo sostenere.

sussurrai:

< uccidimi victoria, è finita, non avrai la tua vendetta, tanto vale farmi fuori.. >

Mi ritrovai sdraiata a terra.

< VUOI MORIRE!? è CIO' CHE VUOI INSULSA UMANA!? BENE.. TI ACCONTENTO SUBITO >

Guardai con una strana gioia i suoi occhi vermigli sotto i quali brillavano le armi che avrebbero posto fine alla mia vita. Pochi attimi e l'avrei raggiunto. Edward amore mio sto venendo da te.

Un ringhio terribile squarciò l'aria, quasi familiare in quello strano torpore di irrealtà che aveva pervaso la mia mente. I ringhi non finivano e la morte non arrivava. Perchè? Perchè la vita anche in punto di morte doveva farmi attendere? Aprii gli occhi leggermente e vidi il cielo sopra di me. Le sfumature rosate e le striature d'arancio lo rendevano splendido. Era l'alba. Forse la vita mi stava facendo un ultimo dono. Lacrime scesero mentre in sottofondo i ringhi erano diventati un brusio ovattato. Sentii sussurrare dolcemente il mio nome:

< Bella... >

Non capivo niente, forse avevo perso troppo sangue, oppure in me non c'era più forza di combattere.

< Bella... > ancora il mio nome nella nebbia. Chi era? Quella voce la conoscevo. Forse ero morta, ecco.. ero morta e stavo andando da lui. Mi chiamavano dal cielo. Stranamente trovai le labbra per parlare. C'era tanto dolore ma non era cosi male essere morti. Mi sentivo leggera e quella voce era rassicurante.

< sono morta, e ora tornerò da lui > Lo sussurrai con un filo di voce, ero debole, cosi debole.

Che strano qualcosa mi sfiorava le guance, stavo piangendo. Poteva un'anima piangere? Sentii nuovamente quella voce:

< Bella amore mio resta con me, ti prego resisti > Perchè era cosi triste? Quella voce che mi chiamava..

amore mio... amore mio.

Sentivo la voce gemere, udivo ringhi lontani. Che succedeva? La morte era strana:

< principessa, non mi lasciare, non posso vivere senza di te! TI PREGO non farmi questo, resta Bella, resta con me.. >

...

principessa?

I gemiti non cessavano

principessa?

Dovevo aprire gli occhi, dovevo. Non capivo ma dovevo.

Li cercai nel mio corpo e li trovai quando vidi uno spiraglio di cielo infrangersi in due gemme dorate.

I suoi occhi.

Erano i suoi. Inconfondibili. Ciocchè ramate svolazzavano nella brezza leggera scintillanti sotto il bagliore dell'alba, accarezzando i lineamente del mio angelo. Quello era il dono più bello che la morte poteva concedermi. Perdermi ancora in quell'oro fuso era più di ciò che potevo desiderare. Per sempre, per sempre persa in quegli occhi.

Per sempre

Erano tristi, perchè? Cercai di parlare. Forse le parole uscirono dalle mie labbra, o magari, erano solo nella mia testa:

< Edward amore. st..sto venendo da te. n..non piangere.. ti. a.. >

ma lui completò per me

< shhh, ti amo Bella >

e divenne tutto buio.

 

ehm... ok.... ecco... non commento va:) al prossimo capitolo!

to be continued

 

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Capitolo 28
*** ritrovarsi ***


 

Toc toc........ sono tornata! Chiedervi perdono è poco me ne rendo conto! Ma non avete idea della fatica per scrivere questo capitolo (che come al solito non mi piace!!!!!) non mi veniva davvero l'ispirazione! l'avrò iniziato dieci volte minimo, ma niente! Alla fine ho trovato la canzone che mi ha ispirata. IN THE ARMS OF AN ANGEL.. per chi volesse ascoltarla durante la lettura il link è questo

http://www.youtube.com/watch?v=BDkcJ-62uuY

l'ho suonata al piano per un'ora cantando (i vicini mi odiano) eppoi ho iniziato a scrivere. Comunque...

Penso che i ringraziamenti siano d'obbligo! Grazie a tutte le 20 persone che hanno commentato lo scorso capitolo, ai 7 che mi hanno dato man forte quando ho scritto l'avviso e a tutti quelli che mi hanno mandato email! Ragazze siete fantastiche! ho trovato la forza di continuare a scrivere grazie a voi. Non potevo lasciarvi! Spero comunque che un pochino gradirete questo capitolo. Spero che la scrittura dei prossimi avvenga più facilmente! Grazie anche agli oltre 200 preferiti e ai 24 lettori che seguono la mia piccola storia!

Ok.. ora basta! buona lettura. aaaa e auguro il ben tornata anche a keska che era scomparsa ma tornata mi ha fatto una breve e concisa ramanzina! :)

 

Bella POV

Sentivo tanto freddo. Era come se nella mia pelle fossero infilati infiniti e finissimi cristalli di ghiaccio. Avvertivo un freddo pungente, come quello del mattino presto quando si esce di casa mentre albeggia, ma molto più intenso. Cosa stava succedendo? Provai a cercare nella mia mente informazioni utili. Nessun risultano. Più cercavo e più le immagini svanivano. I ricordi erano nebulosi, confusi. Macchie di colore e sensazioni forti si alternavano a grandi sprazzi di oscurità. Ero intorpidita. Stavo sognando? Mi pareva come di dondolare nel vuoto. Eppure la forte sensazione di freddo stava a testimoniare che, ancorato alla mia mente, c'era ancora un corpo.

Poi, come in risposta alle mie domande, una cascata di suoni mi invase la testa. Primo fra tutti quello del vento impetuoso. Lo sentivo fischiare nelle orecchie. I capelli si muovevano furiosamente sul mio viso ma giunti in prossimità della fronte vi rimanevano incollati. C'era uno strano odore metallico nell'aria. Sangue? Perchè c'era odore di sangue? Ero così poco lucida che la nausea non sopraggiunse come al solito ma potevo sentire distintamente una sostanza vischiosa colare lentamente dalla fronte fino a sfiorare le labbra. Sanguinavo, e non poco. Provai a concentrarmi sul brusio che faceva da sottofondo al vento: di certo erano voci, e avevano un chè di familiare. Non riuscivo a distinguerle, anche se lentamente diventavano come più nitide per poi sfumare di nuovo. Pulsavano.

Sembrava che una avesse detto < "quindici secondi" > ma non ne ero proprio sicura quindi tentai di aprire gli occhi: quel semplice movimento mi provocò una fitta lancinante alla testa. Fu proprio il dolore a darmi quel pizzico di lucidità necessaria per ricordare. Come con una valanga, la mia mente fu invasa da mille immagini dai colori vividi:

rividi il bosco dove fui rapita; provai il terrore come fossi ancora prigioniera nella stanza buia; mi parve di sentire le mani di quella bestia su di me. Eppoi la fuga, la notte nella campagna e l'incontro con Victoria. Tutti quei terribili ricordi sfilarono veloci nella mia testa in pochi attimi. Il respiro mi si mozzò quando ripensai alle parole di Victoria. Edward era morto, erano tutti morti eppure, prima di perdere i sensi l'avevo visto sopra di me, mentre il sole sorgeva.

Ero forse morta e il suo viso era stato l'ultimo dono della mia mente prima che la vita mi abbandonasse?

Aprii gli occhi incurante del profondo dolore che il movimento mi provocava. Il paesaggio fuggiva via veloce attorno a me in una massa di colori indefiniti. Era tutto sfocato se non per l'unica certezza della mia esistenza: quei contorni non avrei mai potuto scambiarli con nient'altro al mondo se non lui, fossero stati anche celati da una nebbia profonda come quella che mi appannava lo sguardo.

Ero tra le braccia di un angelo, il mio angelo, la sua figura mi sovrastava protettiva.

Cercai di convincermi che quella fosse la realtà. Non avrei resistito a un'altra illusione. Bella... credici, credici...

Mi abbandonai all'idea che non fossi più sola, che mi avesse trovata davvero, mi ci aggrappai con tutta la forza che la mia mente poteva trovare dopo le torture subite. Se anche fosse stata un'illusione, sarei affondata nel nulla con lei, quando fosse scomparsa. Ora avevo bisogno di crederci, avevo un vitale bisogno di ancorarmi al mio amore ancora.. e ancora.. e ancora... per sempre.

I capelli scomposti sfolazzavano nel vento, il mento fiero e pallido sorreggeva le labbra perfette e sopra di loro due occhi d'oro fuso si immersero nei miei.

Edward. Era lui, era davvero lui, non stavo sognando, mi aveva trovata, mi aveva salvata!

Iniziai a singhiozzare forte, ogni respiro era un dolore lacerante al petto. Le lacrime sgorgarono copiose dai miei occhi.

Tentai di parlare. Volevo, incurante che le mie parole avrebbero potuto cancellare il sogno. Aprii la bocca ma la voce non usciva, piangevo solamente. L'aria non si incanalava in parole. Piangevo come una folle, ridendo per quando mi era possibile. Piangevo, ma non di sofferenza, no. Quella era niente in confronto alla mia gioia. Ero felice finalmente. Sicuramente se non ci fosse stato quell'angelo, avrei creduto di essere all'inferno, sentivo troppo dolore. Edward chinò il viso lentamente verso il mio, continuava a guardarmi, aveva le labbra schiuse, come a tentare di dire qualcosa, ma le parole forse non servivano, mi bastava sentire le sue braccia sotto di me. Continuavo a piangere incurante degli spasmi che ogni singhiozzo mi provocava. Non potevo smettere, non potevo! Quella lacrime avevano il sublime sapore della gioia. Avevano il dolce sapore della felicità. Volevo dirgli quanto lo amassi, quanto era tutto per me, volevo farglielo capire ma lui, come se avesse letto le mie intenzioni nella mia mente, parlò e potei udire ancora una volta la perfezione della sua voce. La più potente delle sinfonie.

< Amore mio, non parlare, ti stiamo portando da Carlisle, andrà tutto bene > Allungai una mano verso il suo viso per accarezzarlo, lui la prese delicatamente e vi pose un bacio.

< non sforzarti ti prego > Aveva la voce completamente rotta da lacrime che non poteva versare < si sistemerà tutto, ci sono io con te hai capito? Non ti lascerò mai più >

Avrei voluto confortarlo, ma non ne avevo la forza, ero cosi felice di essere tra le sue braccia che sarei anche potuta morire in quel momento. Ero con lui e non era morto. Era con me. Sorrisi, e il viso mi fece un male cane. Strinsi gli occhi. Maledizione, faceva male!

< shhh, bella per favore non sforzarti.. stai perdendo molto sangue > No. dovevo porlare. Dovevo dirglielo ancora una volta.

< Edwa.. > La sua mano mi accarezzò una guancia facendomi malissimo, e nei suoi occhi lessi il dolore dei miei:

< dimmi >

< edward.. io.. ti amo > Un singhiozzo proruppe dal suo petto.

< Amore, Dio solo sa quanto ti amo, pensavo che tu fossi... che.. > Non riuscì a completare la sua frase. Essa era impregnata di una sofferenza inaudita. Chiuse gli occhi e mi avvicinò ancora di più a se lasciandomi immergere il volto nel suo petto, e inspirai il suo dolcissimo profumo. Il mio cuore sussultò: quanto mi era mancato! Quell'odore mi infondeva sicurezza, mi ricordava pace, protezione e momenti felici. Lacrime continuava a sgorgare copiose dai miei occhi per poi bagnarmi il viso e venivano spinte dal vento tra i miei capelli insanguinati. Probabilmente Edward stava correndo velocissimo con me tra le braccia, non avevo una chiara percezione della realtà. Stava diventando tutto sfocato, non riuscivo a pensare lucidamente.

Ecco, stavo per perdere conoscenza. Prima che il buio mi inghiottisse nuovamente sussurrai

< ti.. ti prego... non m...mi lasciare più > Non potevo vivere ancora una attimo senza di lui. Non avrei potuto mai.

Qualcosa di morbido mi sfiorò la fronte, forse le sue labbra.

< principessa starò sempre con te, non ti abbandonerò mai più, non piangere! ora sei al sicuro, mi capisci? andrà tutto bene >

Cullata dalle sue forti braccia. la mia coscienza volo via nel vento. Udì solo un'altra voce cristallina li vicino.

< edward. si sta per addormentare, tranquillo, andrà tutto bene > Era Alice? Non riuscivo a tenere gli occhi aperti. non riuscivo a essere vigile, Edward mi cullava dolcemente, il vento fischiava e persi i sensi.

 

< ... è meglio che noi andiamo di là, vorrà vedere solo te appena si sveglierà, noi passeremo dopo >

< tra quanto Alice? >

< uhm.. probabilmente ci sente già quindi circa un minuto >

< Mi raccomando figliolo, non farla agitare, ha il torace fasciato... >

< si. tranquilli, potete andare, vi chiamo appena se la sente >

< vado a prepararle da mangiare, avrà fame, povera piccola >

< grazie mamma >

< ok, allora andiamo, a dopo Edward >

< amore mio... mi senti? > Uhm, cos'erano quelle voci? Era un sogno? Mi sentivo così stanca... < amore? Bella? > Sbaglio o qualcosa mi stava accarezzando la guancia. < Piccola, apri gli occhi >

Un momento. Quella voce, era QUELLA voce?? Aprii gli occhi per poi richiuderli velocemente accecata dalla luce intensa; quando tentai di riaprirli eravamo in penombra. Ma come...? Oh, non importa. L'immagine che avevo davanti stava andando a fuoco lentamente, e ciò che vidi mi occupò totalmente la mente.

< I ricordi non potranno mai rendere giustizia alla bellezza dei tuoi occhi >

Edward era a qualche centimetro dal mio viso, bello come il sole, con un sorriso che avrebbe fatto incendiare il mondo. Era li davanti a me.

Cercai di allungare una mano tremante per accarezzarlo e assicurarmi che non era solo uno splendido sogno, ma non ci riuscii. Era pesante e dolorante. Lui la prese delicatamente, avvertendo ciò che volessi, e pose un bacio su ogni dito per poi inspirare profondamento il mio profumo appoggiandovi la fronte. La mano era ingessata. Un dolore intenso mi squarciò il petto quando mi resi conto della realtà dei fatti: gli occhi mi pizzicavano di lacrime respresse che velocemente ruppero gli argini e sgorgarono sulle guance. La voce mi uscì rotta:

< E.. Edward > Lui alzò lo sguardo e baciò le mie lacrime. Le palpebre, la fronte,e fu delicato come se fossi stata fragilissimo cristallo.

Continuavo a ripetere il suo nome come una cantilena. EDWARD EDWARD EDWARD

< no.. non piangere, sono qui con te amore mio > I suoi occhi non abbandonarono mai i miei.

< Edward, abbracciami, ti prego > Avevo un bisogno tremendo di sentirlo attaccato a me. Le sue braccia mi strinsero delicatamente, e con quel tocco tornarono anche tanti dolori ma non me ne curai. Sentivo un'emozione cosi'intensa da non poter non singhiozzare. Ero salva, era finita, ero tra le sue braccia. Viva! Lui era vivo, e le voci di prima dimostravano che la mia famiglia stava bene.

Il pianto liberatorio a cui mi lasciai andare era come una doccia calda che lava via tutta l'ansia, l'angoscia e la sofferenza per lasciarmi in una pace celestiale. Mentre io continuavo a piangere e singhiozzare sulla sua spalla lui mi accarezza la schiena lentamente, leggero come le ali di una farfalla, su e giù, e lo scalino che c'era a metà schiena mi fece capire che ero fasciata. Intanto mi sussurrava all'orecchio dolcissime parole di conforto.

< shhh piccola mia va tutto bene, è finita, sei con me, è finita > Mi sentivo come una bambina piccola che piange disperata dopo essere caduta, ma tutta la tensione accumulata nella prigionia, il terrore, la paura e il senso di morte che mi avevano accompagnata nell'esperienza infernale vissuta, erano troppi per poter essere ancora contenuti. Mi strinsi ancora di più a lui, come a voler diventare parte di quella pelle gelida che tanto amavo.

Edward mi accarezzava i capelli. Mi riempiva le guance di baci. La pelle fresca accompagnata dal suo dolcissimo odore mi era mancata in modo indescrivibile, più dell'aria, più di... non lo so! Più di qualunque cosa. Mi era mancata come l'acqua quando si è nel deserto da giorni senza bere. Ero certa che non avrei potuto fare più a meno di lui nemmeno per un misero istante. mai e poi mai. Prolungai quell'abbraccio per minuti, ore, forse giorni e avrei voluto che continuasse in eterno. Non che lui avesse problemi a riguardo,ovviamente: continuava a stringermi delicatamente a se mentre io lo costringevo, con la mia poca forza, in una morsa da cui facilmente si sarebbe potuto liberare. Ma non lo fece, nemmeno quando le lacrime finirono e i singhiozzi cessarono. Rimanemmo abbracciati così, nella penombra, a riscoprire l'estasi del ritrovarsi.

Posai un bacio sul suo collo fresco.

< edward... non posso vivere senza di te, non mi lasciare mai, nemmeno un momento >

< perdonami Bella, ti prego perdonami, non ti avrei dovuto lasciare da sola, per favore perdonami > sentii distintamente le sue mascelle contrarsi sulla mia guancia < mi rendo conto di non essere nella posizione di pretendere perdono, ma questo peso mi distrugge, potrai ancora una volta perdonarmi per averti fatto cosi male? > Spostai il viso, scostandomi dopo ore da quell'abbraccio per affondare i miei occhi nell'oro fuso dei suoi.

Alzai l'altra mano, pareva ridotta meglio della prima. La usai per percorrere lentamente il profilo del suo viso e la forma delle labbra dove poi posai un bacio leggero, stavo per allontanarmi quando lui improvvisamente, poggiandomi una mano sulla nuca, avvicinò il mio viso al suo e prese possesso delle mie labbra in un bacio struggente che di casto non aveva proprio nulla. Era un bacio avido, bisognoso, doloroso per la grande carica emotiva che recava. Mi abbandonai a quella dolcezza, bevendo la gioia che mi infondeva. Per una volta fui io a staccarmi con il respiro ansante.

Mi guardò intensamente prendendo il mio viso tra le sue mani.

< perdonami, per favore, non posso vivere senza di te >

< edward.. > sorrisi, questa cosa era ridicola. Scoppiai a ridere di gioia respressa. Dopo tutto quel pianto e il bacio, ero cosi felice che non potevo fare altro, ridevo! Con le lacrime agli occhi osservavo la sua espressione perplessa sui cui stava nascendo anche un'ombra del sorrisetto sghembo che tanto adoravo, influenzato dalla mia ilarità.

< perchè ridi? > Aveva uno sguardo interrogativo che provocò in me un'altra scarica di risate, erano convulse e mi facevano anche un gran male al petto. Forse parevo una pazza in preda a una crisi isterica. Tentai quindi di calmarmi e gli posai un'altro bacio sulle labbra

< rido perchè sono felice! perchè sono di nuovo con te, perchè è tutto... finito > il termine tutto fu accompagnato da un brivido < rido perchè sono tra le tue braccia, perchè sei vivo e pensavo fossi morto e io con te, e rido perchè tu mi fai ridere! >

Ok, l'avevo spiazzato, mi guardò ancora più perplesso

< e perchè ti faccio ridere? non che mi dispiaccia eh, ma almeno vorrei sapere perchè sono diventato l'Emmett della situazione > e si abbandonò al sorriso sghembo che adoravo anche se il fremito della sua voce nascondeva l'ansia per la sua precedente richiesta di perdono:

< perchè sei uno sciocco! Non puoi vivere in simbiosi con me, anche se vorrei, e non è colpa tua se sono una calamita per le disgrazie, direi che dopo questa storia avete proprio ragione a dirlo. E non ti perdono Edward!! > Il dolore si fece strada sul suo viso raggelandolo in una smorfia irreale. Tentai di squoterlo ma era come smuovere una statua, quindi gli diedi un'altro bacio, lo sentii sciogliersi sotto le mie labbra. Mi allontanai di qualche millimetro e sussurrai < non ti perdono perchè non c'è niente da perdonare! In questo momento voglio te, e solo te, per sempre! non mi serve nient'altro. Sono l'incarnazione della pace! E TU NON DEVI INCOLPARTI DI NIENTE! TI AMO EDWARD! mi sei mancato in modo indescrivibile io non riesco a.. a farti capire quanto io... > e le risate si tramutarono di nuovo in pianto. Ogni volta che pensavo al senso di mancanza che mi aveva distrutta nei giorni passati, alla tortura, la gola mi si stringeva in un nodo e non riuscivo a fermare le lacrime. Edward mi strinse forte a se, forse un pò troppo perchè lo sterno mi fece un male cane, ma non mi lamentai! la passione dei suoi gesti era ciò che più desideravo.

< Bella lo capisco, io.. Alice ha avuto una visione di te che ti uccidevi e io ti ho vista per terra.. e c'era sangue.. e.. > Edward non riusciva a parlare e nelle sue poche parole vidi l'immagine di me, a terra nella prigione con la pietra in mano, pronta a morire. Singhiozzai nuovamente e lui mi accarezzò consolandomi.

< E' stato atroce Bella, non solo pensare di perderti ma vederti... > esitò < ... morire... davanti ai miei occhi mentri eri a migliaia di chilometri da me e io non potevo fare proprio nulla, è stato orribile, e ora che sei qui, tra le mie braccia posso darmi solo dello stupido per > ringhiò < aver permesso a quelle bestie > a quel punto nascose il volto nel mio collo sicuramente per celarmi il suo sguardo < per avergli permesso di avvicinarsi a te, ma moriranno tutti, dolorosamente >

Mi gelai, bloccandomi, e lui avvertì sicuramente il mio respiro accellerare paurosamente insieme al battito del cuore.

Erano vivi? Mi avrebbero ancora cercata? Edward mi guardò il volto, e lesse sicuramente terrore nei miei occhi.

< Bella, tesoro, non avere paura, ci sono io qui con te capito? Ci sono io, nessuno mai più si avvicinerà a te ok? Calmati ti prego >

Calmarmi? Non riuscivo, il respiro aumentava, il petto mi faceva malissimo, i singhiozzi erano un rumore sordo nel silenzio della stanza, la vista mi si appannava. Strinsi spasmodicamente la maglia di Edward. Lo senti urlare qualcosa e mi trovai sdraiata sul letto,

< che è successo edward? > era la voce di Carlisle

< si è agitata, è una crisi di panico, non riesce a respirare > la voce di Edward era agitatissima, Sentivo mani fredde che mi sfioravano il viso, poi il mio campo visivo venne occupato da Carlisle.

< Bella cerca di respirare tranquillamente, segui il mio respiro ok? Non succederà nulla stai buona. > NO! NO! EDWARD DOVE SEI?

Cercai di dire il suo nome ma uscì un suono strano;

< edwea.. > però parvero capire lo stesso perchè al posto di Carlisle sbucò Edward che mi prese il viso tra le mani guardandomi fisso negli occhi.

< Bella scoltami, respira con me, devi calmarti, perchè hai una costola rotta, e una incrinata. Non devi agitarti! Siamo lontanissimi da loro capito? Non verranno, siamo in tanti, siamo al sicuro ok? Respira >

Il suo sguardo deciso mi fece dimenticare ogni preoccupazione. La respirazione rallentò insieme al battito del mio cuore mentre mi persi nel suo sguardo dolce. Mi abbandonai alle coperte mentre respiravo lentamente per far andare via il dolore al torace e sussurrai:

< non mi lasciare da sola ti prego >

< non lo farò > mi accarezzò la guancia < staremo tutti con te >

Annuii piano con il viso e lui parve rilassarsi. Ancora con la mano poggiata sul mio viso mi disse.

< so che sei stanca, ma sono tutti impazienti di salutarti, te la senti? > La mia espressione dovette illuminarsi perchè lui sorrise con me e prima che potessi dire di sì, si udì un grand trambusto, una porta venne spalancata velocemente e fui inondata di capelli corvini

< Bella Bella Bella! lo sapevo che avresti detto di si! >

< Alice! mi soffochi! >

< scusa! > la sua voce trillò festosa < è che mi sei mancata tantissimo sorellina! >

Una voce tuonò forte e giocosa alle sue spalle.

< Già, Bellina sempre nei guai! Ci sei mancata un casino! >

< Emmett! > Si chinò a abbracciarmi delicatamente, uhm.. probabilmente Edward l'aveva messo in guardia, dovevo essere conciata davvero male!

Uno a uno vennero Rosalie, Jasper e Carlisle. Infine vidi Esme tentennare sulla porta, la fissai e gli sguardi di tutti si voltarono verso di lei. Non accennava a smuoversi dalla sua posizione quindi la chiamai:

< Mamma... > Alzò lo sguardo di colpo, con una strana luce negli occhi e a velocità vampiresca si avvicinò a me per poi abbracciarmi dolcemente

< Piccola mia mi dispiace tanto di averti lasciata sola > le accarezzai i capelli incontrando lo sguardo commosso di Edward, evidentemente leggeva nella sua mente quanto fosse dispiaciuta

< ma qui tutti si sentono in colpa? > sorrisi e Edward con me < la prossima volta che qualcuno mi dice che gli dispiace per questa storia lo mordo! > Un coro di risate si diffuse per la stanza e anche Esme si unì a noi!

Si sedettero tutti sul mio letto, e questo mi fece pensare a guardarmi in torno.

Ok. Stavano tutti bene, ma, dove eravamo?

< ehm... ma > guardai Edward < dove siamo? > Rispose Carlisle.

< Siamo in Alaska, a Denali, a casa del Clan che vive qui, loro ci hanno aiutati a ritrovarti. >

< ah.. > Li guardai uno a uno. Alaska. Uhm...

< Raccontatemi... >

 

To be continued!

ps.. ho cancellato l'avviso, cosi questo sarà il capitolo 28! Andranno via anche i commenti di endif, ladycat, jadis96, nessie93, ale03, noemix e keska. grazie per il vostro supporto! A PRESTO! (Spero-.-)

 

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Capitolo 29
*** il racconto Pt 1 ***


Non ci posso credere! Ma credeteci voi! A quanto pare l'ispirazione è tornata. Ho scritto questo capitolo a raffica! Ma l'ho dovuto dividere perchè tutto era troppo lungo. O almeno, ho preferito postare questo pezzo subito cosi siete più contenti spero! :) Il restanto lo scrivo con più calma perchè sarà più complesso (credo). Cerco di farmi perdonare!! Che brava che sono eh?! eheh

Voglio fare un mega gigantesco ringraziamento a tutti quelli che hanno commentato il capitolo "ritrovarsi". Vi ripeto. E' STATO UN GROSSO SACRIFICIO SCRIVERLO. Era un capitolo importante.. Finalmente dopo tanti macelli questi due benedetti ragazzi si ritrovano e volevo scriverlo bene, ma niente da fare! A quanto pare però avete apprezzato! ve ne sono grata! (faccio finta che la vostra non sia stata opera di compassione! :)

aaa dimenticavo! Questa volta dò il ben tornata a mazza! CI SEI MANCATA CARA!

Vi auguro una buona lettura! e reeeecensite!

 

Bella POV

Si guardarono tutti negli occhi, per lo più le occhiate si incentravano su Carlisle. Così mi trovai anche io a fissarlo. Lui sospirò, senza scomporsi ma si voltò verso Edward soffermando intensamente il suo sguardo su di lui. Stavano comunicando mentalmente.

< si, penso di si Carlisle > Edward rispose ai suoi pensieri. Annuirono insieme e Carlisle invitò tutti a uscire fuori dalla stanza. Alice mi scoccò un'altro bacio sulla guancia, Emmett mi fece una carezza sulla spalla invece del solito pugno scherzoso, e con l'ultimo abbraccio di Esme ci trovammo nuovamente soli.

Edward si voltò verso di me distanziando di poco i nostri corpi ma annullò ogni distacco prendendomi le mani calde tra le sue gelide.

< cosa ti ha detto Carlisle? > Sorrise.

< ha pensato che era meglio che a raccontare ci fossi solo io visto che ho un buon influsso su di te > Arrossii, era vero, mi bastava guardarlo negli occhi per calmarmi. Era la mia medicina naturale! Il suo sguardò si addolcì compiaciuto della mia reazione di assenso.

Guardai le nostre mani intrecciate per quanto gesso e fasciature potessero permetterlo e sussussari.

< Edward raccontami > Prese un profondo respiro e iniziò a parlare con la sua splendida voce.

< Come sai, ero andato a caccia con Jasper, Emmett e Rosalie. Ma.. > Immerse lo sguardo nel mio < mi mancavi terribilmente e avevo deciso di tornare. Non ne potevo più di quei tre! > sorrise e io con lui < Ma proprio in quel momento Carlisle mi ha chiamato dicendo che Alice era scomparsa, e che di lei si era ritrovata solo la macchina >

Ricordavo perfettamente quando Carlisle me l'aveva detto e io ero impazzita pensando che lei e Edward erano fuggiti ancora una volta senza dire niente, lasciandomi sola.

< qualcuno l'ha strappata dalla macchina e le ha fatto perdere i sensi. Non sappiamo come, i vampiri non svengono! Doveva trattarsi di un vampiro con qualche dote particolare. >

Sapevo benissimo di chi si trattava, era Lestat,ma non lo interruppì, non avevo assolutamente voglia di parlarne

< Comunque, l'ha portata nel bosco e lasciata lì. Dopo un pò l'abbiamo trovata. La cosa strana è che lei non riusciva a avere visioni, io non sentivo i suoi pensieri, nè Jasper le emozioni. Niente di niente! Perfino i cellulare non avevano campo. C'era una sorta di strana interferenza. E' durata un bel pò! Ma qualche minuto dopo che l'abbiamo trovata, questa sorta di bolla è scomparsa e ho visto nei suoi pensieri te... > strinse forte i denti digrignando appena le labbra e io gli accarezzai le mani, si rilassò leggermente < te.. sola nel bosco in pericolo. Ti ho chiamata al cellulare, eppoi... > fece un grosso respiro chiudendo gli occhi, sentivo che cercava in ogni modo di non esplodere a quei dolorosi ricordi. Riviverli dai suoi occhi era ugualmente terribile.

< ...eppoi ti hanno presa. Non riuscivo a vedere niente Bella, le visioni di Alice erano completamente scomparse e non avevamo idea di dove fossi. Siamo tornati a casa con Alice che era in stato di shock, lei non ricordava nulla dell'accaduto. Nemmeno ora. > si fermò a guardarmi < tu sai qualcosa di questo? >

Sospirai < si.. so chi è > Edward si raggelò, ero certa che tutti stessero ascoltando la nostra conversazione anche non volendo, il loro super udito era infallibile. Ero pronta a raccontare cosa mi fosse accaduto? Ripensai alla cella buia e il battito del mio cuore accellerò di colpo. Sentì Edward abbracciarmi. Mi sussurrò all'orecchio.

< piccola non piangere, non devi raccontarmi niente se non vuoi ok? Quando sarai pronta lo farai > Piangere? non mi ero nemmeno accorta che le lacrime avessero debordato. Annuii debolmente cercando di ristabilire una normale respirazione. L'avrei affrontato quando sarei stata pronta. sarebbe arrivato mai quel giorno? Ma quello non era il momento di rifletterci. Appena mi calmai lo pregai di continuare il racconto. Riprese le mie mani tra le sue e la sua dolcissima voce invase ancora la stanza.

< I giorni successivi sono passati in modo... > inspirò ancora una volta < terribile. Eravamo totalmente ciechi. Pensavo di impazzire. Non sapevamo dove fossi, Alice non aveva visioni. Abbiamo setacciato il bosco per giorni cercando il tuo odore, ma spariva nel nulla nel punto in cui sei stata rapita. C'era solo il tuo cellulare e tracce di... sangue > Ripensai a Lestat che mi afferrava, al polso rotto, al dolore delle sue stretta al petto. Istintivamente ritrassi il polso avvicinandolo a me. Edward notò il mio movimento e mi sfiorò la mano:

< è successo lì? Il polso intendo.. > lo disse con una voce dolcissima ma piena di dolore, guardandomi triste. Sospirai senza guardarlo negli occhi.

< in parte > Non sarei mai stata capace di raccontargli come Laurent avesse continuato a martoriarmi la mano stringendola fino a darmi la nausea mentre tentava di farmi obbedire. Edward prese delicatamente la mia mano tra le sue e pose un leggero bacio sul gesso candido. Poi tornò ai miei occhi. Non disse altro, continuò solo a raccontare.

< Poi il quarto giorno dalla tua scomparsa Alice ha avuto una visione >

< cosa ha visto? > Edward tentennava.

< Ha visto una battaglia. Era in campagna vicino a un casolare > subito le immagini della casa in ristrutturazione da dove era fuggita mi tornarono alla mente, rabbrividii < cosi abbiamo capito che eri in Italia, perchè c'era un cartello con scritto Via Bologna. Però non sapevano dove fosse questo posto > Edward non mi aveva raccontato tutto. Perchè titubava?

< Dimmi della battaglia > Abbassò lo sguardo. Uhm cattivo segno.

< Non è avvenuta in quel modo, quindi non è importante > cattivissimo segno!

< Edward... > volevo saperlo! Lui sospirò e con un mezzo sorriso tornò a guardarmi.

< Sempre cocciuta tu eh!? Nella visione si vedevano Emmett e Rosalie combattere, e... > tentennava ancora < la battaglia non andava molto bene, c'erano molti vampiri, e Rosalie in particolare non ce la stava facendo. >

Trattenni il fiato. Se non avessi visto pochi minuti prima la splendida Rosalie vicino a me pensavo che mi sarei sentita male. Ma potevo ben capire cosa era significato per loro sapere che lei sarebbe stata ferita. Ma poi pensai:

< Edward e voi siete venuti in Italia lo stesso nonostante la visione? > Ero sconvolta. Sapevano che lei poteva morire!!

Edward mormorò qualcosa che non capii e mi afferrò il viso cosi velocemente che non pensai a soffocare il gemito di dolore per il contatto, mi faceva un gran male la testa, cosi lui spaventato allontanò le mani. Gli sorrisi. Si preoccupava troppo.

< allora?! perchè avete fatto questa follia? > Scosse la testa

< Sciocca! Prima di tutto tu eri li, e dovevamo trovarti, secondo, fammi raccontare! > Feci finta di chiudermi le labbra con una cerniera e lui rise. Mi incantai a guardarlo. Era splendente come il sole!

< ehi Bella! vuoi sentire la storia o no? > Annuii vigorosamente e mi venne la nausea. La testa mi pulsava. Ahi! Lui me l'accarezzò.

< sei stanca, dai ne parliamo domani, ora dormi! >

< No! sto bene > mentii.

< Bella lo sai che non sai mentire! > gli feci la linguaccia. Mi guardava fisso negli occhi e io non riuscivo a staccare i miei dai suoi.

< mi sei mancata infinitamente amore mio > Si avvicinò lentamente fino a che guardai i suoi occhi aperti a un centimentro dai miei. Li chiuse e le nostre labbra si incontrarono. Mi sentì immergere in acqua calda. La calma scendeva in me come balsamo. Troppo presto si staccò, accompagnato dal mio mugugnare lamentoso e continuò come niente fosse sorridendo.

< comunque.. Dopo la visione Carlisle ebbe l'idea di chiamare il Clan di Denali. Sono come una famiglia per noi, te ne avevo parlato. Ora siamo nella loro depandance. Ci sono stati di grande aiuto. Hanno accettato subito la nostra richiesta. Mentre li attendevamo Alice ha avuto un'altra visione, ora solo ricollego lo scintillio rosso che avevo visto nel bosco! > parve illuminarsi di comprensione < erano i loro occhi!! I tuoi rapitori avevano inviato due spie per controllarci ma si appostavamo troppo lontano perchè io potessi sentirli. Alice li ha visti arrivare. Per farla breve li abbiamo presi e sfruttati come informatori. Ma... > La sua espressione si indurì di colpo < avevano fatto le cose per bene. Uno veniva da Firenze, l'altro da Perugia e in realtà non ti avevano mai vista. > A meno che non fossero tra quelli che avevano ucciso Lestat dubitavo fortemente che mi avessero vista. Erano solo due quelli che entravano nella mia cella. E li conoscevo bene. Cercai di non pensarci.

< Che ne è stato delle due spie? > Edward voltò lo sguardo verso la finestra.

< sono morti > Li avevano uccisi. Per Carlisle doveva essere stato difficile porre fine all'esistenza dei suoi simili. Già lo era stato con James che aveva tentato di uccidermi. Non volli approfondire il discorso.

< continua > lo incitai.

< Avuta l'informazione di dove fossi, partimmo per l'Italia con il clan di Denali. Eravamo un buon numero, ero certo che sarebbe andato tutto bene. E... stavo impazzendo senza di te. > mentre parlava mi disegnava cerchi immaginari sulle mani non distogliendo quasi mai lo sguardo dai miei occhi.

< edward.. > mi sfiorò la guancia

< dimmi >

< quanto tempo sono stata... via? > Non ne avevo idea, il tempo non aveva senso in quella prigione. Edward strinse un pò la presa sulla mia guancia e appoggiò la fronte alla mia. Sentivo il sapore del suo respiro vicino alle mie labbra.

< dieci giorni, dieci interminabili e terribili giorni senza di te > Mi irrigidii immediatamente sussultando. Mi staccai da lui che mi guardò allarmato.

< tesoro che c'è! >

< edward! > gli afferrai la maglia provocandomi un dolore atroce alla mano. < Charlie cosa sa?! > Cosa si erano inventati? O pensava fossi scomparsa?

< tranquilla, Carlisle ha risolto la situazione, io non ero in grado di riflettere, perdonami, ero sconvolto. Gli ha detto che io e te eravamo andati a fare un viaggio a sorpresa, che tu non sapevi niente ma che era tutto apposto. E' un pò arrabbiato perchè non ti sei fatta sentire. Più che altro ce l'ha con me... > corrucciò la fronte < come sempre, perchè ti impegno troppo e non hai tempo di chiamarlo. Ma penso di meritare la sua rabbia, anche se per altri motivi > Lo guardai imbronciata.

< Ma per favore, mi hai salvata! Non ti meriti nessuna rabbia! >

< si.. ma se non mi fossi stupidamente allontanato tutto sarebbe... > Prima che finisse la frase mi gonfiai di rabbia pronta a allungargli un destro dritto in faccia: certo, sarebbe stato doloroso solo per me. Notando il mio sguardo omicida alzò le mani in segno di resa.

< ok!! CALMA calma!! NON LO DICO! > Con aria altezzosa e compiaciuta risposi:

< buon per te, non vuoi assaggiare il sapore di un mio destro eh? > Mise sù uno sguardo malizioso e afferrò una ciocca dei miei capelli. Annusandola si avvicinò pericolosamente al mio viso per mettermela dietro l'orecchio e sussurrò:

< in realtà il tuo sapore non mi dispiace sai? Che sia il tuo destro o le tue labbra.. nessun problema > Un brivido mi corse lungo la schiena, dal collo in giù, e avvampai chinando il viso.

< dai Edward... > Esplose in una grossa risata che fece tremare il letto e mi abbracciò delicatamente

< mi sei mancata principessa > Ancora stretto a me disse:

< che ne dici, appena te la senti chiami Charlie ok? > Annuii, altro dolore alla testa. AHI! Cercai di ignorare il cerchio alla testa.

< Continua a raccontare >

< Ok! > prima di allontanarsi da me mi posò un bacino sul collo soffiandoci appena, per i brividi dovetti chinare la testa sulla spalla. Avevo la pelle d'oca alla guancia. Mi riprese le mani sorridendo appena e tornò nella sua posizione da narratore. Fino a ora ero stata calma, Carlisle aveva avuto ragione. Come sempre d'altronde.

< ok, dicevo. Siamo arrivati a Roma e lì... > i suoi tratti si indurirono di colpo e il viso si rabbuiò. < Alice ha avuto un'altra visione e.. > Edward non riusciva a raccontarlo. Era rimasto con la bocca leggermente aperta e gli occhi persi in brutti ricordi. Strinse un pò di più le mie mani tra le sue come a accertarsi che fossi lì. Avevo capito di cosa si trattava: era la visione del mio tentato suicidio. Sentii il mio stomaco contrarsi quando ci ripensai. Gli accarezzai le braccia rassicuramente.

< ho capito cosa hai visto Edward, non devi raccontarmelo > Lui inspirò un pò d'aria guardandomi fisso negli occhi. Cercai di dargli forza con il mio sguardo e forse ci riuscii perchè parve tranquillizzarsi.

< Dopo quella visione credo di essere impazzito. > lo guardai scioccata. Impazzito come?

< Si > rispose alla mia espressione interrogativa < Carlisle non se lo spiega, in realtà non sappiamo bene cosa sia accaduto ma sono entrato in uno stato catatonico > Di colpo fu a un centimetro da me e io sussultai < Bella non posso perderti, solo l'idea per me è... inconcepibile. Niente, niente avrebbe più senso per me, lo capisci? Preferirei la morte, e forse sarebbe anche quella una tortura perchè starei lontano da te, ma vivere ancora su questa terra > scosse il viso e poi immerse ancora lo sguardo nel mio < sei tutta la mia vita, ti amo di un amore che non si può descrivere a parole, non credo che nessuno abbia mai amato qualcuno quanto io amo te* > E fu il fervore di quelle parole, e l'estrema verità che ci lessi a farmi sciogliere. Era esattamente quello che sentivo io per lui, Non sarei stata capace di esprimerlo diversamente. Edward era tutta tutta la mia vita. Non potevo farne a meno. Era aria, cibo, sole, terra. Era tutto. Lo abbracciai solamente. E rimanemmo così per qualche minuto senza dire niente assoporando l'uno il profumo dell'altro. Solo io potevo capire cosa significava sapere che colui che ami più di te stesso sta morendo. L'avevo vissuto. E quella sensazione non volevo neanche ricordarla. Ancora abbracciata a lui gli chiesi.

< come hai fatto a risvegliarti dallo.. stato in cui eri caduto? > Inspirò forte, udì l'aria spostarsi all'altezza dell'orecchio...

TO BE CONTINUED

.

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Capitolo 30
*** il racconto Pt 2 ***


Buon sabato a tutti! A quanto pare sono uscita dalla crisi, quando posso riesco a scrivere quindi sono contentissima di questo! ero davvero entrata in paranoia! Bene, spero che questo capitolo vi piaccia! Ancora non si comprenderà tutto quanto, ma accadrà nei prossimi capitoli!

Buona lettura!

 

Bella Pov

< è stato solo grazie alla speranza > Continuavo a accarezzargli lentamente la schiena ma a quelle parole la mia mano si fermò.

< in che senso speranza? > sussurrai piano all'altezza del suo orecchio. Avevo il viso poggiato sul suo collo. Ma Edward non mi rispondeva. Sentii solo la stretta farsi più forte, bisognosa, avida, cosa era successo?

< Edward, sono qui con te ora. > Sentivo il suo bisogno di me in quel momento come forse non l'avevo mai sentito. Ma non riuscivo a capire cosa avesse scatenato una reazione simile in lui. Era sempre stato forte, invincibile, capace di affrontare ogni cosa e ora si aggrappava a me come un bambino.

< Non lasciarmi andare più Edward, voglio rimanere per sempre così tra le tue braccia. Ti amo lo sai? > La stretta aumentò impercettibilmente ancora un pò, non mi faceva male ma di colpo lo sentii irrigidirsi e si staccò da me guardandomi con il viso sconvolto:

< Bella ti ho stretta troppo!!? > sorrisi accoccolandomi ancora tra le sue braccia.

< no amore, non stringevi troppo > presi le sue braccia, le avvolsi ancora intorno a me e mi lasciò fare. Mi beai del suo profumo. Dopo un pò iniziò a giocherellare con i miei capelli e ritenni si fosse rilassato abbastanza per continuare a parlare.

< Amore >

< Mmm > Era cosi rilassato che rispondeva mugugnando? Bene.

< Dimmi cosa è successo > Ancora una volta si irrigidii ma senza staccarsi da me parlò.

< Alice non sapeva collocare bene nel tempo quella visione, era stata la prima che aveva avuto su di te da giorni, inspiegabilmente, e era abbastanza confusa > Mi schiarii appena la voce.

< Avevano ucciso chi la bloccava > lui mi scostò appena dal suo petto e con la voce volutamente calma e dolce chiese:

< chi? > Incapace di guardarlo negli occhi spostai lo sguardo verso la finestra aperta e parlai:

< era un mio... > come definirlo? < ... carceriere >

Sentii le mani di Edward sul mio viso a asciugare qualcosa di umido. Stavo piangendo ma il dolore dei ricordi aveva cancellato anche quelle semplici sensazioni.

< perchè l'hanno ucciso? > Ripensai a quando Lestat si era ribellato perchè voleva anche lui me, alla botta contro il muro quando ero stata scaraventata via dalla lotta tra i vampiri, all'odore di incenso e allo sguardo famelico di Laurent. Mi scoprii a singhiozzare quando le immagini finirono. Ancora una volta ero tra le braccia del mio amore. Ma ero io ora a stringerlo spasmodicamente a me mentre lui sussurrava dolcemente:

< shh, non devi raccontarmi niente che tu non voglia. Scusa se ti ho chiesto. > Costrinse il mio viso davanti al suo. Mi baciò le lacrime ad una ad una. < vuoi che continui a parlare di quello che è successo? >

Annuii e lui sorrise stordendomi. Come si poteva essere tristi davanti a tanto splendore?

< Alice non sapeva quando sarebbe accaduto ciò che aveva visto e io non riuscivo a reagire, ricordo vagamente di essere crollato a terra. Ma non riuscivo a riflettere, vedevo solo il tuo viso, e sentivo la tua voce come se fossi accanto a me > mi accarezzava il viso, e tracciava con le sue dita affusolate e gelide la forma delle mie labbra < ma la visione di Alice parlava di morte. > sospirò < Eppure, non saprei come spiegarti, dentro di me c'era una sensazione forte. Una piccola scintilla luminosa nell'oscurità che aveva irretito la mia mente. C'era speranza. Ancora. Il futuro può sempre cambiare no? Cosi sei stata solo tu... > rapita dal dolore di quelle parole mi accorsi appena del bacio a fior di labbra che mi diede < ...sei stata solo tu a darmi la forza di risvegliarmi da quello stato. Siamo partiti immediatamente appena ho riacquistato un pizzico di lucidità. Alice aveva continue visioni lungo il viaggio da Roma, vedeva il futuro mutare ma quando ti ha vista ancora viva uscire da una casa deserta non so descriverti la gioia che abbiamo provato! >

Il suo viso si illuminò in modo spropositato. Parve irradiare luce in tutta la stanza.E le sue labbra si incurvarono in un sorriso sconvolgente.

< Eri viva! Viva! > Vidi nei suoi occhi la gioia di quel ricordo < Ti vogliono tutti bene angelo mio sai? Esme particolarmente > Perchè il suo sguardo si era rabbuiato. Accarezzai le piccola ruga di tristezza che si era formata tra le sopracciglia tentando di distenderla, facile a dirsi.

< Perchè sei triste? > La sua espressione era mutata in un lampo.

< Mi sono comportato malissimo con Esme. Ero cosi sconvolto per la tua scomparsa che non capivo più nulla. Senza di te io non ragiono, impazzisco! Mi sentivo in colpa per averti lasciata sola, ancora una volta. E la mia rabbia si era anche incentrata su Esme.Non volevo eppure non riuscivo a allontanare dalla mente il pensiero che ti avevo lasciata sotto la sua supervisione e invece tu eri da sola nel bosco > Aprii la bocca per dibattere. Ma non era colpa sua! Ero io che ero voluta uscire:

< So cosa vuoi dirmi Bella, che non era colpa sua >

< ma che fai mi leggi nella mente ora? > mugugnai e si lasciò andare a una risala liberatoria.

< ma no, sei prevedibile, sempre pronta a difendere gli altri, a perdonare, a giustificare. > Prese un respiro. < mi rendo conto però che questa volta hai ragione. Non è stata colpa di Esme ma mia e.. >

Edward non riuscì a bloccare in tempo le mie parole infatti gli puntai un dito al petto:

< Edward Cullen la finisci di incolparti di ogni cosa che accade sulla faccia della terra? Non vedo un mantello rosso quindi non mi pare tu sia superman! E se anche il mio criceto, che non ho ma potrei volerlo!, muore, non è colpa tua! Al massimo di Emmett che se l'è mangiato! Il tuo bisogno di mangiare penso che sia anche normale, cosa dici?! Vuoi morire di fame per non abbandonarmi un secondo? > Edward mi guardò con gli occhi spalancati; udimmo una risata cristallina e una tonante all'unisolo dal piano di sotto: Alice e Emmett. Sentii le guance avvampare. Era ovvio che l'udito vampiro fosse capace di percepire il nostro discorso anche a distanza. Edward affinò lo sguardo, stringendo le labbra in una finta espressione riflessiva.

< Quindi vuoi un criceto? > Spalancai la bocca e gli diedi uno schiaffetto sul petto, mi feci un male cane,

< aaaaaaaaaaah che male!!! > Si poteva essere cosi scemi!?

< Bella! Ma sei pazza! Hai il polso rotto! > Una lacrima mi scese dagli occhi mentre lui mi prendeva la mano per guardarla con occhio medico.

< è tutto apposto > Vi posò sopra un bacio leggero e poi scosse il viso.

< tu dici stupidaggini! Che c'entra il criceto! > Misi il broncio e lui sorrise.

< ma sei tu che ne hai parlato! > Beh in effetti...

< Ho capito quello che volevi dirmi Bella, ma è difficile per me non incolparmi comunque, lo sai. Non posso sopportare la tua sofferenza. Quando ti ho ritrovata stavi per essere uccisa da quella bestia, stavo per non arrivare in tempo > Il suo viso si contrasse ancora. Probabilmente se avesse potuto avrebbe pianto.

< ma sei arrivato, e mi hai salvata. Ora sono qui con te. > Sorrise

< Si, ho salvato la principessa. Sono un buon cavaliere non trovi? > Si si, e bello come un dio! Non glielo dissi ma evidentemente lo lesse nei miei occhi.

< sisi, e sono anche bello lo so! > Spalancai la bocca sconvolta e mi ricomposi.

< Spaccone > La sua risata tonante era perfetta ma come faceva?

< tanto lo so che lo hai pensato, ecco, infatti le tue guance sono diventate rosso fuoco >

< uhm.. eddai Edward > Mi nascosi nella sua spalla stemperando i bollori del viso sulla sua pelle fresca a profumata. Lui mi accarezzava delicatamente la testa, percorrendo i capelli lungo tutta la loro lunghezza. Era rilassantissimo.

< edward >

< dimmi >

< io non ricordo quasi niente di quei momenti, solo vagamente la tua voce > avevo bisogno di sapere < che fine ha fatto Victoria? >

< è morta > Sussultai. Era morta! Non c'era più! Non mi avrebbe mai più cercata! Inspiegabilmente iniziai a piangere. Non sapevo perchè lo facevo, era un misto tra tranquillità e gioia: come risvegliarsi da un terribile incubo e vedere che la realtà è totalmente diversa. Edward mi stringeva a se mentre avevo ancora davanti agli occhi il viso crudele di Victoria, le sue unghie sulla mia pelle. Gli occhi rossi, il dolore, il sangue.

< non ho potuto farlo io, dovevo prendermi cura di te, con me c'erano Jasper e Alice, l'hanno... uccisa loro > Come un lontano sogno risentii dei ringhi forti intorno a me.Quindi erano stati loro due!

< Edward, io ti sentivo sai, eri triste, all'inizio non riuscivo a capire chi fossi. Sentivo tanto.. dolore, mi ero arresa, perchè > tentennai < pensavo foste tutti morti > L'ultima parola la dissi in un singhiozzo. Era straziante.

< mi sentivi davvero? Ogni tanto riacquistavi un pò di lucidità, aprivi gli occhi ma parevi non vedere davvero, poi però > lo vidi sorridere appena nell'incubo di quel ricordo < hai detto che non dovevo piangere e che mi amavi > Sorrisi anchio piangendo e sentii il sapore salato delle lacrime sulle mie labbra.

< si, ti sentivo Edward, e ho visto i tuoi occhi. erano stupendi. La cosa più bella che c'è al mondo > lo guardavo adorante rivedendo il suo sguardo d'oro tra i ricordi

< non se al confronto ci sei tu > Arrossii. Pensavo che non lo avrei più rivisto. Invece era lì con me. Fui riempita da una gioia e una pace sconfinati.

< Edward, quanto... mi sono fatta male? > Lui inspirò

< non credo sia stata tu a farti male > abbassai lo sguard e lui prontamente mi rialzò il viso. < non nascondermi i tuoi occhi per favore,mi sono mancati troppo > Ressi quindi il suo sguardo.

< hai una costola rotta, una incrinata, il polso e un dito rotti,un trauma celebrale perchè hai preso un colpo molto forte alla testa, un grosso ematoma sulla schiena e lividi e graffi ovunque >

Ogni sua parole era un ricordo doloroso, una violenza, una piccola parte di tortura. Quelle fasciature coprivano le cicatrici dell'abominio in cui ero vissuta. La voce di Edward mi riscosse dai pensieri.

< Amore, che ne dici di mangiare qualcosa? Esme sotto dice che è pronto, poi ti continuerò a raccontare eh? > Alle sue parole udii lo stomaco brontolare e lui sorrise con me.

< Aspetta, vado a prenderti qualcosa da mettere >

Edward uscii velocemente dalla stanza e io mi guardai attorno. Ero in una camera dai colori rosati.Molto luminosa per il grande lampadario sul soffitto. C'erano mobili in legno scuro a dargli un tono antico. Un gigantesco armadio faceva bella mostra di sè sulla parete davanti al letto e ero certa fosse colmo di vestiti. Quanto a me ero sdraiata su un ampio letto a baldacchino dalle coperte rosa. Mi voltai verso la finestra: fuori aveva preso a nevicare. Mi vennero i brividi. L'Alaska era anche più fredda di Forks.

< Allora che ne pensi della nostra camera? > Sussultai voltandomi verso la porta. Edward sorrideva sornione. Si avvicinò al letto con una vestaglia blu tra le mani.

< da quanto sei lì? >

< uhm beh da due secondi dopo che sono andata via > Ovviamente, era veloce.

< non ti avevo sentito > in un lampo fu a un centrimetro da me.

< quando voglio so essere molto veloce mia Bella >

Il suo odore mi stordiva, il suo sguardo era magnetico. Non riuscivo a non guardarlo estasiata. Colmai lo spazio che ci separava con un bacio. All'inizio fu lento. Erano piccoli bacini dolci, dati a fior di labbra. Ma diventavano sempre più veloci e bisognosi. Le sue mani percorrevano delicatamente i miei fianchi. Sentivo il cuore rimbombare nel petto e sperai che Edward non se ne accorgesse. Il bacio si appronfondì e io vi annegai aggrappandomi febbrilmente alle sue spalle forti. Ma poi una sua mano finì lentamente sotto il pigiama, a toccarmi il fianco nudo. Quello che accadde dopo non lo avrei mai immaginato. Un tempo mi sarei infiammata e l'avrei stretto ancora più a me, invece fui scossa da un brivido, ma non di piacere.

Era paura. Fastidio. Non volevo le sue mani su di me, nè le sue labbra sulle mie. Come potevo avere paura di lui? In un attimo mi allontanai e abbassai lo sguardo cercando di riprendere fiato. Lui rimase in silenzio. Ero certa che non stava staccando gli occhi dal mio viso. Non volevo che vi leggesse quello che stavo provando. Non capivo nemmeno io cosa stava accadendo. Mi strinsi con le mie stesse braccia e mormorai.

< Andiamo sotto? Esme ci starà aspettando >

La sua mano dolcemente mi alzò il viso appoggiandosi sotto il mio mento. Mi guardò negli occhi per svariati secondo. Non avevo idea di cosa vi lesse ma annuii e mi aiutò a infilare la vestaglia. Era bellissima. Morbida e blu con una trama a fiocchetti e i bordi arricciati. C'era di certo lo zampino di Alice. In silenzio mi prese tra le braccia e uscì dalle camera.

Perchè quel distacco? Cosa c'era di sbagliato? Ero sbagliata io. Non dovevo comportarmi cosi. Lo strinsi forte e me mentre scendevamo le scale sperando che dimenticasse la mia reazione e mi appoggiai al suo petto inspirando il suo dolce profumo. Lui parve traquillizzarsi e lasciò la posa rigida in cui si era gelato. Intanto giocherellavo con la T-shirt nera che portava osservando la casa. Era molto colorata, diversa dallo stile di Esme ma comunque gradevole. L'odore di cibo mi avvolse e mi venne l'acquolina in bocca.

Si! Avevo davvero fame!

I gridolini di Alice mi investirono in pieno,

< Bella Bella! Lo sapevo che questa vestaglia ti sarebbe piaciuta! >

Guardai il piccolo folletto esultante

< si grazie Alice è molto Bella >

< Sisi lo penso anche io, vero Edward? > Lui mi guardò con occhi dolci ma ci vidi un piccolo sprazzo di sconforto

< lei è bella con tutto > Alice sbuffò

< sisi certo, dai Edward mettila qui, ci ho messo i cuscini cosi starà più comoda >

Edward mi adagiò dolcemente su una sedia sedia imbottita in cucina.

< Ti fa male la costola? > mentii:

< No, non fa male > invece faceva un male cane, quello stare piegata sul letto a parlare mi aveva spossata.

< uhm, va bene, ma dopo mangiato ti porto a letto, hai bisogno di riposo ok? > Gli accarezzai il viso

< va bene >

Intanto arrivò Esme e mi mise sul tavolo ogni genere di cibo immaginabile: rimasi a bocca aperta

< Esme! ma non ce la farò mai a mangiarlo tutto! >

< tesoro mangia quello che ti va, non preoccuparti! > Osservai le pietanze colorate davanti a me e dopo una breve scansione mi fiondai direttamente sui dolci, ne avevo veramente voglia, dopo aver mangiato per giorni solo panini, avevo una fame indicibile.

< ehi ehi calma! non vorrai sentirti male amore! >

< è umpfpò che non mmanggfio > Lo vidi rattristarsi. Inghiottii l'enorme boccone di torta al cioccolato e gli sorrisi.

< Bella che ne dici più tardi di conoscere il clan di Denali? > trillò Alice. Emmett proruppe in cucina.

< sisi cosi le presentiamo Tanya! > Udii un ringhio salire dal petto di Edward. Perchè si era innervosito? Mi voltai verso di lui.

< chi è Tanya? > Emmett rise

< E' solo la più accanita pretendente del caro Eddino! >

La forchetta con la torta mi cadde nel piatto sparando cioccolato addosso a Alice che imprecò:

< no! la camicia di Gucci!!! >

Guardai Edward a bocca aperta.

< in che senso? >

< ma no niente, Emmett scherza > Mugugnò ma parve in imbarazzo. Perchè? Udì una sedia grattare al mio fianco e Emmett vi ci si appollaiò sopra con grazia nonostante la stazza considerevole. Il suo sorriso divertito mi fece agitare ancora di più

< ma che scherzo! non lo stare a sentire Bellina! Dovevi vederlo quando Tanya è entrata in camera sua in camicia da notte > La sua risata tonante rimbombò in cucina. < davvero impagabile! >

Ok, avevo smesso di respirare, dovevo avere uno sguardo sconvolto

< Emmett sei veramente un cretino! Ma ti pare che proprio questa storia dovevi dirle! > Alice era contrariata < magari descrivile anche che il baby-doll era completamente trasparente e sotto non portava niente e stiamo apposto! >

Alice si voltò verso di me con la mano sulla bocca.

Ero completamente scioccata. Una vampira sicuramente stupenda era entrata nella stanza di Edward in baby-doll e nient'altro e Edward non me ne aveva mai parlato?! Perchè! Mi sentii sprofondare. Perchè la terra non mi inghiottiva? Io goffa e brutta a breve avrei dovuto incontrare un essere perfetto che voleva il mio Edward. Continuavo a spostare lo sguardo da Edward sbigottito e Alice finchè non fissai il piatto e la cioccolata mi diede la nausea.

< Penso di essere stanca > Mi tentai di alzare ma Edward non me lo permise. Mi prese tra le braccia e ringhiò

< questa me la pagate davvero >

Alice scoppio a ridere.

< Emmett dì addio al tuo fuoristrada! L'ho visto a pezzi e bruciato! > ma poi la sua risata si bloccò e lo sgurdo divenne vaquo: il viso si trasformò in una maschera di terrore:

< Edward non puoi farlo! >

< oh si che posso > La sua bocca si curvò in un ghigno.

< no dai perfavore, le scarpe no!!! ci ho messo mesi a trovare quel paio di cavalli! >

Edward iniziò a camminare e io tra le sue braccia rimanevo immobile, toccandolo il meno possibile. La gelosia mi stava divorando e sentivo gli occhi pizzicare. Sapevo che di certo qualche vampira gli aveva fatto la corte, era bello e perfetto, ovvio che fosse accaduto! Ma avere le prove cosi, davanti agli occhi era diverso! Cosa c'era stato tra loro! Perchè non me ne aveva parlato?I miei pensieri erano accompagnati dagli strilli di Alice

< edward nono! ti prego mi dispiace! Edward! >

< troppo tardi Alice! >

 

To Be continued

 

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto,ma volevo dire solo una cosa. Ho notato che i commenti sono diminuiti e mi dispiace tanto tanto, certo, questi capitoli non sono avvincenti come i precedenti ma io adoro bella e Edward insieme. Voi no? quindi..se c'è qualcosa che non vi piace fatemelo sapere. Accetto sempre consigli costruttivi dalle mie splendide lettrici!

Buon sabato pomeriggio a tutti!

Damaristich

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Capitolo 31
*** mani ***


 

Prima di tutto! Grazie per i commenti! Mi hanno tirata molto su di morale! Comunque per chi non lo avesse capito, la motivazione per cui Bella rifiuta Edward è il trauma del rapimento e delle violenze. Io almeno, penso avrei reagito cosi, non è un fatto da niente! Immaginate se fosse la realtà! Questo capitolo è più lungo del solito, spero apprezzerete! (io adoro leggere i capitoli lunghi, quelli brevi mi innervosiscono:) Allora a presto! Buona lettura...

Bella Pov

Ero tra le braccia di Edward che camminava a passo umano verso la nostra camera. Ogni tanto mi lanciava sguardi proccupati e speravo vivamente che ciò che provavo in quel momento non fosse visibile dalla mia espressione. Nemmeno un minuto e fummo nella stanza dove mi ero svegliata: ovviamente non ero un peso per Edward che, anche se lentamente, non aveva impiegato molto a arrivare. L'atmosfera però era totalmente cambiata. Le pareti avevano una tonalità più scura, perfino la luce era drasticamente diminuita. Era una mia impressione ovviamente ma di certo la gioia che avevamo provato poche ore prima nel ritrovarci dopo tanto dolore , aveva abbandonato la scena per far spazio e tutt'altro: dentro di me sentivo un doloroso groviglio di sentimenti ostili: confusione, ansia, sconforto, delusione e rabbia. Come aveva potuto Edward, la persona precisa e perfetta per antonomasia, omettere una informazione cosi importante? L'unica motivazione che mi veniva in mente per giustificare tale negligenza mi spaventava terribilmente: la storia con Tanya in realtà doveva essere più di un volgare spogliarello, perchè cosi avrei definito ciò che mi avevano appena raccontato Alice e Emmett. Chissà poi quant'altro c'era da dire! Questi pensieri bui mi terrorizzavano.

Mille pensieri mi annebbiarono la mente nei pochi attimi che Edward impiegò a adagiarmi delicatamente sul letto. Non gli rivolsi uno sguardo nonostante mi mancasse da morire ogni cosa di lui, ma ero cosi arrabbiata! Come aveva potuto! Ma chi era questa qui poi! Aveva avuto occasione di parlarmene quando mi aveva raccontato del Clan di Denali, allora perchè? Perchè non dirmi che una di loro gli faceva una corte spietata?

Per di più avevo un terribile senso di angoscia per ciò che era accaduto prima di mangiare: il rifiuto e la paura provata mentre il nostro bacio si approfondiva mi turbavano. Non avrei mai pensato che i giorni di prigionia e le violenze subite avessero potuto scatenare in me sensazioni simili anche con Edward. Possibile che non esisteva un momento di pace per noi due!? Ora doveva sbucare anche questa maledetta vampira stupenda a stressare la mia vita già di per se non proprio facile? Sbuffai.

Nella stanza c'era un pesante silenzio. Io guardavo il muro, il muro guardava me e ero certa che Edward stesse guardando le mie spalle. Che situazione! Lui era completamente in silenzio, e ciò stava a significare che c'era qualcosa a cui non voleva far avvicinare un eventuale discorso.

Gli occhi iniziarono a pizzicarmi. Il battito aumentava insieme alla respirazione. Stavo per scoppiare. Mi avrebbe sentita, ne ero certa. Ma non riuscivo a contenere l'angoscia. Potevo sostenere tutto, l'avevo dimostrato, ma anche questo no! Edward tra le braccia di un'altra era un incubo. Sentii le guance rigate da qualcosa di umido. Perfetto, ora avevo iniziato anche a piangere. Cercai di mantenere i singhiozzi nel petto ma questo mi procurò un lancinante dolore alla costola. Involontariamente portai la mano a toccare il punto dolorante. Ovviamente in un battito di palpebre Edward fu su di me:

< Bella! Ti fa male! Che hai? > Idiota, ma secondo lui che avevo! Continuai a guardare il muro.

< Bella per favore rispondimi > Avevo cosi voglia di abbracciarlo. Ero combattuta perchè mi aveva mentito ma allo stesso tempo avevo un urgente bisogno di lui. Mi sentii voltare il viso dalle sue mani fredde e i miei occhi non proprio obbligati, si trovarono a fissare i suoi. Erano tristi, e splendidi come sempre:

< Amore, ti prego non piangere, non riesco a vederti soffrire senza fare nulla, per favore > Mi toglieva nervosamente le lacrime dale guance ma quelle impertinenti, continuavano a debordare. Di slancio lo abbracciai maledicendo quella vampira.

< Edward perchè mi nascondi le cose... > Singhiozzai sul suo collo. Lui sbuffò.

< Quei due sono degli idioti Bella, non li stare a sentire, lei non è mai stata niente per me! > Si certo, a chi la vuoi raccontare..

< E che ci faceva in camera tua mezza nuda? > La frase mi venne fuori stridula e alterata. Lui mi allontanò da se e scrutandomi sbuffò ancora una volta, tanto che il ciuffo di lucidi capelli ramati che gli scendeva sul volto, si spostò leggermente.

< Ma sul serio, io non sapevo che sarebbe venuta quel giorno... Eppoi è stato trent'anni fa o giu di lì! > Quindi erano più di trent'anno chi gli faceva la corte, mica una sciocchezza!

< Non inventare storie Edward,TU leggi nella mente! > Rimase in silenzio. Ecco, colpito e affondato. Ma a quel punto la verità fece prepotentemente capolino tra i miei pensieri gelandomi.

< Edward.... spero vivamente che tu non mi stia mentendo > Sul suo viso apparve un'espressione nervosa.

< Non ti sto mentendo! Tanya, è vero, ha sempre avuto un debole per me, ma io non sono mai stato interessato! Te lo giuro! Cercava in tutti i modi di farmi... > mise sù una smorfia ansiosa < cedere.. E uno di questi metodi l'ha attuato nell'occasione che ti hanno raccontato Alice e Emmett > questa volta l'espressione divenne furiosa e la voce si assottigliò fino a diventare un sibilo < che la pagheranno molto cara... >

< uhm, non direi che devono pagarla cara, visto che tu non me ne avevi mai parlato e loro sì! Al massimo dovrei essergli grata! > La mia voce era tagliente, ma non volevo che lo fosse. Non avrei voluto discutere con lui per nessun motivo al mondo. figurarsi per una vampira sicuramente con poco cervello. Cercavo di convincermi di essere superiore ma sapevo che quando l'avrei vista ogni mia barriera sarebbe crollata rovinosamente davanti a tanta bellezza.

< Non te ne ho parlato perchè non c'è stata occasione e io non ci penso proprio a lei! L'ho ritenuta un'informazione superflua, Principessa, esisti solo tu lo sai! Sei tutto per me: la mia luce, la mia vita, come potrei guardare un'altra che non sia tu? >

Edward aveva un'espressione esasperata e mi guardava supplichevole:

< ti amo più di ogni cosa al mondo, come puoi dubitarne? >

Di tutta risposta continuai a avere il battito accellerato anche se mi ero leggermente calmata. Altre lacrime scesero sulle mie guance

< piccola... piccola dai! non piangere >

< edward! > tirai su col naso, sembravo una bambina < ho paura >

Mi strinse teneramente a se. Lo afferrai cosi forte da farmi male ma non mi importava, non l'avrei diviso con nessuna!

< di cosa?! Non permetterò che nessuno ti faccia del male, te lo giuro! > ringhiò < nessuno si avvicinerà a te, MAI > Sapeva di imperativo categorico. Non aveva capito però la fonte delle mie paure:

< non ho paura di questo > Era sbigottito.

< e allora di cosa? > Avvampai di vergogna, non potevo dirglielo!

< amore perchè sei arrossita? >

Silenzio

< uhm, c'è qualcuno qui che ha da dirmi qualcosa o sbaglio? > La voce di Edward divenne melliflua e carezzevole. Mi vennero mille brividi sul collo. Nonono! Mi opponevo categoricamente all'esposizione dei pensieri che mi vorticavano per la mente.

< non vuoi dirmelo? > continuava a soffiarmi sul collo. Piccoli baci presero il posto degli sbuffi d'aria. Andai in tilt in pochi attimi e il mio cervello disse addio alla razionalità. Mi percorreva la clavicola di una scia bollente di baci, avanti e dietro, dall'orecchio alla spalla, sfiorandomi con il naso freddo la pelle calda. Stavo impazzendo. Il criceto nella mia testa aveva ormai abbandonato la ruota esausto.

< di cosa hai paura? > Sussurrò l'ultima domanda a un millimetro dalla mia bocca tanto che le labbra muovendosi sfiorarono le mie. Non ragionavo più.

< dimmelo Bella > La voce era cosi roca e profonda che ogni mia difesa crollò in un vortice di brividi.

< Lei è più bella di me > La magia finì nel momento in cui pronunciai le fatidiche parole e mi resi conto di aver espresso le mie paure più recondite davanti a lui. Ora avrebbe riso, me lo sentivo! E sarebbe andato da lei che lo aspettava in baby-doll con nient'altro sotto! Nononono! Non volevo vedere la scena! Chiusi gli occhi più che potevo attendendo lo scroscio di risate, ma quello non avvenne:

< Piccola, apri gli occhi > Ne aprii prima uno e poi l'altro, mezza impaurita per la reazione che avrei scatenato in lui. Ma quello che vidi non fu assolutamente ciò che avevo immaginato. Edward mi guardava con un'espressione dolcissima, come quando si osserva qualcosa di tenero e indifeso. Era cosi che mi vedeva? Le sue dita affusolate furono sul mio viso.

< Tu sei l'essere perfetto, la ragazza più dolce e pura che esista al mondo! Ti ho aspettata per un secolo e ti amo più di ogni cosa. Come puoi anche solo pensare che io possa essere attratto da una vampira come lei? Aggressiva e volgare. Bada bene, non è mio uso parlare in questi termini delle ragazze, ma visto che vuoi spiegazioni, te le darò >

Lo guardavo a bocca aperta incapace di fare realmente mie quelle informazioni. Mi vorticava solo in mente l'immagine di una ragazza bellissima mezza nuda davanti a lui.

< Nessuna può reggere il tuo confronto, nessun corpo, che sia fasciato con i pizzi più pregiati, o nudo, può essere paragonato alla sensazione che mi da il solo sfiorare con le dita le tue labbra > Assieme alle ultime parole appena sussurrate mi percorse con un dito freddo il labbro inferiore. Tremai.

< ...o sfiorare la tua guancia... > le sue labbra furono accanto alla mia bocca

< ...o sussurrare sulle tue labbra... > A quel punto non ci vidi più e lo baciai con passione. Aria! Respiravo ancora. Non letteralmente, ma l'energia che proveniva dalle sue labbra mi riempiva il cuore come le sorsate d'aria davano vita ai polmoni. La mano fasciata fu tra i suoi capelli morbidissimi. Dopo un tempo troppo breve si staccò da me per lasciarmi respirare. Ci osservanno per qualche secondo, ognuno perso negli occhi dell'altro. Lentamente però il suo viso lasciò l'espressione estasiata e si tramutò in un ghigno divertito per poi dare spazio al sorriso sghembo che tanto amavo:

< Devo ammetterlo, riesci a essere ancora più bella del solito quando sei gelosa > Avvampai guardando il copriletto rosa con estrema attenzione.

< eddai Edward > Rise ancora.

< Ti amo piccola adorabile e estremamente sensibile principessa >

Sorrisi continuando a guardare la coperta.

< Edward com'è Tanya > Dovevo saperlo prima di incontrarla faccia a faccia e morire di gelosia, ma non ce la facevo a guardarlo negli occhi mentre me ne parlava. Ero terrorizzata dal vederci un qualche sprizzo di attrazione per lei:

< uhm, mi pare di avertela descritta con un paio di aggettivi calzanti >

< ma io dicevo realmente, com'è? E non mi dire brutta, perchè mi fai arrabbiare! > A quel punto lo fissai e fece la finta faccia spaventata facendomi ridere:

< nono per carità! Arrabbiata no! >

< dai sul serio > mi accoccolai sul suo petto in cerca del suo contatto, gli afferrai una ciocca ramata giocandoci e beandomi della sua morbidezza in attesa del verdetto:

< capelli biondo rossicci, pelle chiara, fredda .... le solite cose > certo certo

< hai omesso: fisico perfetto, bella da far impazzire chiunque > Rise, no non ci trovavo niente di divertente! Ero serissima!

< sinceramente non sono stato a guardarla, ti ho detto che non mi interessa! >

< Edward! >

< si? >

< l'hai vista con praticamente niente addosso e vuoi dirmi che non sai bene com'è? > Ecco, ora cosa mi avrebbe risposto? Aprì la bocca titubante come a voler dire qualcosa e la richiuse. Poi si illuminò in volto:

< E' ora di riposarsi! A LETTO SU! SU! > Mi trovai tra le sue braccia mentre scopriva il letto!

< edward no! Rispondimi!!! > Combattevo una battaglia persa contro le lenzuola.

< uhm, sisi, siamo proprio stanche! una bella dormita ci farà bene! > lo sentii sghignazzare.

< NO! non ho sonno!! Edward! rispondimi!! > Ormai ridevo anche io aggrovigliata tra le coperte con le sue braccia che delicatamente tantavano di tenermi ferma. Mi ritrovai al caldo nel letto, con lui accanto sdraiato fuori per non raffreddarmi. Mi dava piccoli bacini sulla guancia.

< sleale! >

< splendida... >

< perfido! >

< stupenda.... >

< uffa Edward!! >

< si amore? >

< ti amo, non lasciarmi mai, ne morirei > Ero stanca di discutere, non mi importava niente di quella vampira. Lui era mio, e di nessun'altra. Chiusi gli occhi sonnacchiosa, in realtà ero davvero stanca. Mi faceva male tutto come se mi fosse passato sopra un autotreno in corsa.

< mai principessa, sei tutta la mia vita, dove me ne andrei lontano da te? >

Sorrisi, e lui baciò il mio sorriso.

Stavo per addormentarmi, ma avevo ancora una cosa da dirgli.

< Edward > biascicai

< dimmi piccola >

< se ti si avvicina le butto addosso una tanica di benzina e le dò fuoco > Sentii la sua risata tonante rimbombare per la stanza.

< va bene, farò in modo che non si trovi nel raggio di dieci metri da me! >

< ma perchè tieni alla sua incolumità?! > Ora sghignazzava.

< dormi Bella > i suoni diventavano indistinti, mi parve di sentire un:

< Alice vedi di non fare in modo che ci siano liquidi infiammabili in giro >

ma non ebbi tempo di rifletterci che caddi tra le braccia di morfeo. Quella divinità aveva tanto le sembianze di Edward, chissà perchè....

 

 

< Edward forse dovremmo svegliarla >

< lo so Carlisle ma è molto stanca, si è addormentata da nemmeno sei ore... >

< pensi che se la medicassimo mentre dorme si sveglierebbe? > Come se non li potessi sentire...Ormai mi avevano svegliata, non avevo cosi tanto sonno.

< Penso che mi innervosirei e mi sveglierei comunque! > Aprii gli occhi e vidi davanti a me Edward e Carlisle che portava con se una valigetta:

< Amore! scusaci non volevamo svegliarti > il viso dell'essero più bello che possa esistere al mondo si illuminò. Tesi le braccia verso di lui come una bimba e mi ritrovai un attimo stretta al suo petto fresco, che bello! Era un piacere per la testa dolorante. Due colpi di tosse interruppero le nostre coccole del buongiorno. Arrossendo mi staccai prontamente dalle braccia del mio angelo personale che posandomi un bacio sulla fronte e ridacchiando, mi aiutò a stare seduta sul letto, con le spalle poggiate alla testiera.

< Ben svegliata Bella! >

< grazie Carlisle! > Gli sorrisi.

< Scusami se ti ho svegliata, mi ha detto Edward che hai dormito poco > Sempre a preoccuparsi quello lì.

< nono, non ero cosi stanca.. davvero >

< va bene, comunque ero passato per controllare le ferite. A medicarle ci pensa Edward se vuoi, ma io vorrei dare un'occhiata alle costole > Voleva visitarmi quindi mi sarei dovuta spogliare davanti a lui. Che vergogna! Avvampai, ovviamente se ne accorsero ma non dissero nulla

< V..va bene > Edward mi accarezzò la guancia per tranquillizzarmi.

< Mettiti sdraiata > Feci come mi disse guardando Edward che mi sorrise rassicurante. Cercai la sua mano e la strinsi con la mia sana. Carlisle mi tolse delicatamente la maglia. Avevo quasi tutto il busto fasciato.

< Ora slego la fasciatura per controllare ok? Edward aiutami >

Mi misero seduta delicatamente e cominciarono a slegarmi. Li lasciai fare nonostante, allentando la fasciatura il dolore aumentava.

< Bella senti male? > Non volevo lamentarmi. Mentii

< nono... tutto bene > Vidi Edward sbuffare.

< Amore non devi minimizzare, dobbiamo capire come stai.. >

< ok, senza fasciatura mi fa un pò più male... >

< E' perchè il peso grava sulle costole > spiegò Carlisle con fare medico < ma tranquilla, non ci vorrà tanto a guarire. La frattura non è composta, e la costola incrinata lo è solo leggermente, tra una settimana, due, sarai come nuova > Poi Carlisle si rivolse a Edward. < Rifalla sdraiare > Mi ritrovai nuovamente a guardare il soffitto del baldacchino

L'ultimo strato di fasciature andò via e vidi Edward trattenere il fiato e girarsi verso Carlisle che scosse la testa impercettibilmente. Lo notai comunque. Il battito accellerò quando Edward di scatto lasciò la mia mano e si voltò verso il muro con i pugni stretti. Probabilmente se avesse avuto qualcosa tra le mani si sarebbe polverizzato istantaneamente.

< Bella... > Era stato Carlisle a parlare, abbandonai le spalle del mio amore per guardare altri occhi d'oro.

< Bella chi ha fatto questo? > Edward si voltò verso di noi attento alle mie parole. Ma di cosa parlavano?

< C..cosa? Fatto co..sa? >

Lui indicò la mia pancia cosi allungai il collo per capire di cosa parlassero. Era piena di graffi, ma di certo non solo a quello si riferivano: sui miei fianchi bianchi, indelebili, facevano bella mostra due grosse e precise impronte fatte di lividi: erano mani. Sapevo bene chi era stato a imprimerle mentre mi stringeva tantando di violentarmi. Abbassai lo sguardo verso le coperte e le strinsi tra le mani mentre gli occhi mi si inondavano di lacrime.

Non volevo ricordare.

 

To be continued

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Capitolo 32
*** non voglio ***


Tornata. Perdonate il ritardo, ma sono stata tutti i giorni all'università. Volevo ringraziarvi per i tanti commenti degli ultimi due capitoli! Nel penultimo ho raggiunto anche il recordo dei 21:D che bello! Però Noemix che si stampa il capitolo per leggerselo a scuola è il massimo!!! Grazie a tutti!! (volevo informarmi che siamo giunti a 220 preferiti e 41 seguiti! wow:D sempre onorata!)

Buona lettura! ps.. questo capitolo è lunghetto. contente!?

Bella Pov

Mi sdraiai sul letto e tentai di accucciarmi su me stessa a creare un rifugio sicuro che mi avrebbe protetta dalla situazione che si era instaurata. Il dolore alle costole però, era troppo forte da sostenere senza fasciatura, così voltai solamente il viso immergendolo per quanto potevo nel cuscino.

Udii la porta della stanza chiudersi lentamente, con un leggero cigolio, ma non mi voltai per capire chi fosse andato via. Speravo entrambi. Non volevo parlare: solo il ricordo bastava a condurmi nel buio di quel sotterraneo. Sentii l'aria mancarmi. Volevo dimenticare e mai più rivivere quei momenti. Volevo andare avanti come se non fosse successo niente fingendo che quel maledetto giorno in cui Edward aveva deciso di andare a caccia, io fossi rimasta in casa a attenderlo.

Sapevo perfettamente che tutto ciò era impossibile. Non c'era nessun modo per cancellare il terrore di quei momenti. Ero sicura che la mia famiglia, soprattutto Edward, avrebbe preteso spiegazioni che io non volevo assolutamente dare. Non ero pronta. Non sapevo quasi niente di cosa fosse accaduto prima che giungessero a salvarmi mentre ero in fin di vita nelle grinfie di Victoria. Sapevo che quest'ultima era morta, e ciò mi consolava enormemente. Ma che fine avevano fatto tutti gli altri e soprattutto Laurent? Mi chiedevo se i Cullen erano a conoscenza del fatto che dietro coloro che mi tenevano prigioniera, si celava un folto clan di vampiri che voleva crudelmente la loro morte. Ero conscia che per poterli rendere partecipi di queste informazioni avrei dovuto parlare dell'accaduto ma ero certa di non averne la forza. Non volevo leggere il disgusto negli occhi di colui che amavo. Ero terrorizzata dalla possibile reazione di Edward. Il mio essere sciocca desiderava enormemente annegare nel pesante silenzio che si era creato nella camera.

I miei pensieri erano scanditi dal ticchettio fastidioso di un orologio sul comodino. Pareva ricordarmi che il tempo passava, e urgeva una scelta. Nonostante ciò me ne stavo immobile sul letto, cercando lo forza di sollevarmi.

Non sapevo se Edward era li con me, e non avevo il coraggio di aprire gli occhi per incontrare i suoi. Mi sentivo sporca, violata, indegna. La mia pelle era macchiata, le mie labbra erano state profanate da quelle di un assassino. Come avevo potuto baciare Edward dopo ciò che era accaduto? Eppure nonostante il disprezzo per me stessa, continuavo egoisticamente a avere un bisogno vitale di lui. Avrei desiderato infinitamente tacere la storia di quei giorni per sempre, e tornare alla normalità, ma probabilmente non era possibile. A occhi chiusi sul letto dove giacevo, mi parve per qualche secondo, di ritornare al gelo della mia prigionia, quando attendevo un destino peggiore della morte. Non potevo sopportare quei ricordi. Strinsi i denti per soffocare gli urli che mi laceravano il petto sgomitando per venir fuori. Volevo urlare al mondo e stare totalmente in silenzio; volevo piangere, e sfogarmi, ma allo stesso tempo agognavo rimanere zitta per sempre. Sotto la mia guancia sentivo distintamente il cuscino bagnarsi sempre di più. Piangevo senza singhiozzare, in grossi lacrimoni che rotolavano giù per le guance a causa di un dolore più profondo di qualunque lamento.

Come potevano dieci giorni avermi segnata cosi tanto? Mi sentivo sporca. Mi sentivo nuda alla mercè della cruda realtà. Ma improvvisamente mi resi conto che non lo ero solo mentalmente:

Carlisle mi stava visitando e io portavo solo il reggiseno, che lasciava in bella mostra i grossi lividi sui fianchi, prove inconfutabili delle violenze subite.

Probabilmente ne avevo molti altri sparsi per tutto il corpo perchè mi sentivo indolenzita ovunque. Speravo vivamente che Edward non li avesse visti, anche se la sua reazione poteva solo significare che non ne era a conoscenza. Forse potevo coprirmi finchè i lividi non si fossero assorbiti celando così, almeno agli altri, i miei sporchi ricordi.

Però Edward, ne ero certa, non avrebbe dimenticato quelle mani incise a fuoco sulla mia pelle. Potevo inventare menzogne su menzogne. Dire di essere stata semplicemente afferrata per i fianchi da mani indelicate, troppo forti per il mio corpo fragile. Ma la mia reazione sconsiderata non avrebbe retto a tali bugie e soprattutto, non sarei riuscita a mentire a lungo, almeno non a lui.

Edward.

In quel momento il suo nome rimbombava nella mia mente alternandosi con il ticchettico della sveglia in una cantilena ipnotica. Avevo bisogno delle sue braccia a stringermi, bramavo il suo corpo gelido sul mio bollente e martoriato, per coprirlo con il nostro amore. Aprii gli occhi lentamente. Come avevo potuto pensare che lui fosse andato via dalla stanza? Non mi aveva forse promesso di restare per sempre accanto a me?

Edward era seduto per terra, accanto al letto, precisamente davanti a me. Guardava il pavimento con le mani aperte poggiate sulla bocca, giunte come in una preghiera silenziosa, con i pollici a sorreggere il mento. Lo sguardo era perso. Stava pensando, ma era visibilmente tormentato. Lo chiamai in un sussurro che lui avverti immediatamente:

< Edward... > La voce venne fuori molto più fine di quanto immaginassi. Alzò gli occhi a incrociare i miei. Erano doloranti, di un colore splendido che sfumava dall'oro al nero. Era arrabbiato o forse affamato. Ma avevo tanto bisogno di lui. Strinsi le labbra per non esplodere in singhiozzi e, desiderando che lui capisse il mio tormento, mormorai :

< Edward ti p.. prego > non avevo resistito, fui scossa dagli spasmi del pianto che mi fecero balbettare < abbracciarmi per favore.. > avvertii le ultime parole a una tonalità alta, quasi stridula, rotta dal pianto. Ma non ebbi tempo di ascoltare ciò che dissi che le sua braccia si chiusero attorno a me in un rifugio tranquillo. Edward baciava ogni parte di me che poteva raggiungere con le sue labbra, smasmodicamente mentre io singhiozzavo senza remore.

< piccola piccola, perdonami > scossi il volto, non riuscivo a parlare, di cosa doveva scusarsi poi?

< perdonami per aver reagito così, ma sapere che ti hanno picchiata tanto da lasciare le impronte delle mani su di te... io... la pagheranno cara per questo > le ultime parole le disse in un ringhio spaventoso. < ed è ancora peggio non sapere chi è stato a ridurti in questo stato, su di te non c'era solo l'odore di Victoria, ma tanti altri >

Cercai di prendere aria ma quella arrivava a scatti a causa degli spasmi che il pianto mi provocava, così non parlai e continuai a piangere sempre più forte, cercando di affogare il dolore nelle sue braccia. Edward pensava mi avessero semplicemente picchiata. Oh, se fossero stati solo i calci e i pugni a farmi male. No, le mie non erano ferite superficiali. Erano marchi indelebili.

Presi a tremare e non solo per il suo respiro freddo sulla mia pelle. Lo sentii allontanarsi per un frazione di secondo, ma fu cosi veloce a tornare che non mi sbilanciai nemmeno dalla mia posizione. Aveva con se la mia maglia. Mi aiutò a infilarla, e a ogni movimeno mi posava un piccolo bacio sulle mani, sulle braccia. tra i capelli. Quando fui al caldo sentii le sue labbra sulla fronte e chiusi gli occhi, esausta dal pianto. La mia respirazione era quasi tornata alla normalità. Rimanevo leggermente affannata ma il suo odore mi stava calmando. Gli tenevo la testa sul collo. Completamente abbandonata tra le sue braccia, mi appoggiavo a lui, in ogni modo. Le costole mi facevano male, e Edward, premuroso come sempre, evidentemente lo suppose.

< Bella devo rifarti la fasciatura e medicare le ferite... Ho paura che si infettino > Dal canto mio sentivo il bisogno di lavarmi. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che mi ero immersa nell'acqua calda?

< Edward, voglio farmi una doccia prima > Non era solo lo sporco fisico che volevo eliminare dalla mia pelle,ma ero convinta che nemmeno mille doccie avrebbero mandato via ciò che era entrato a far parte di me, indelebile.

< Sì, hai ragione, cosi poi è anche più facile medicarti > La voce di Edward era diventata pacata. Che volesse dimenticare tutto anche lui? O aveva deciso che non me ne avrebbe più parlato finchè fossi stata pronta per farlo? Non ero certa che lo sarei mai stata.

Mi allontanò leggermente da sè per alzarsi.

< vado a chiamare qualcuno per farti aiutare.. > Il terrore mi travolse. Non volevo andasse via, non volevo stare da sola nemmeno un momento. Scattai involontariamente verso di lui.

< NO TI PREGO NO! NON ANDARE VIA! > Afferrai spasmodicamente la sua camicia con la mano, non potevo permettere si allontanasse da me. Mi prese il viso tra le mani gelide scrutando l'agonia del mio sguardo e lo vidi sospirare.

< non vado via ok? Rimango qui con te, ma a meno che tu non voglia che io entri con te nella vasca... > avvampai furiosamente all'idea. Sorrise della mia espressione < quindi che ne dici, chiamo Alice cosi ti aiuta? Io rimango qui in camera. Il bagno è lì > mi indicò una porta a pochi metri da noi sulla parete alla destra del letto. Come un flash mi venne in mente la conformazione della mia prigione. Il bagno era nello stesso punto. Iniziai a tremare:

< ehi hai freddo? > Scossi la testa in segno di diniego.

< perchè tremi? > Mi ripoggiai nuovamente a lui per riacquisire lucidità.

< Edward mi potresti prima accompagnare a vedere il bagno e poi far venire Alice? > Aggrottò le sopracciglia non capendo la mia domanda assurda. Ma era importante entrarci con lui, avevo come l'impressione che aperta quella porta, mi sarei trovata davanti un lavandino logoro da cui usciva acqua gialla e pezzi di terra.

< Certo tesoro > La sua voce era perplessa, ma non titubante. Mi prese tra le braccia e io gli cinsi il collo con le mie. Spalancò la porta del bagno mentre il mio cuore accellerava i battiti paurosamente ma quello che vidi, ovviamente, non aveva nulla a che fare con la latrina buia dei miei ricordi. Era un bagno ampio dalle tonalità rosate. Al centro faceva bella mostra di se una vasca gigante. Aleggiava un vago profumo, probabilmente di lavanda. Sorrisi e allentai la stretta al collo di Edward,tranquillizzata.

< Bella? > Risposi con un gorgoglìo.

< Perchè volevi che ti accompagnassi? > Mi bloccai e decisi che non potevo mentirgli su ogni cosa che riguardasse il rapimento, per quanto fossero stupide le mie paure. Presi un respiro.

< il... sotterraneo dove ero tenuta aveva il bagno nello stesso preciso punto e > mi bloccai incerta se continuare e lui mi diede un bacino sui capelli invogliandomi < non sono impazzita.. davvero > ci mancava solo che mi prendessero per pazza < ma avevo paura che entrandoci senza di te avrei ricordato cose che non volevo... e... > Non dissi altro e lui nemmeno. Ma mi strinse ancora più a se avvicinandosi alla grande vasca.

Mi accorsi che mi reggeva con un braccio solo quando lo vidi armeggiare per far uscire acqua calda. Si sedette con me sulle gambe, a terra, accanto alla parete in ceramica dove scrosciava acqua calda. La stanza si stava lentamente annebbiando. Prese un flacone, anch'esso rosa, poggiato sul bordo, e svuotò metà del suo contenuto nell'acqua che si riempii di bolle. Come una bimba sorrisi alla scena ricordando quando Reneè ogni volta che ero agitata, mi riempiva la vasca di casa, che però era un decimo di quella lì, con acqua calda e bolle: estremamente rilassante.

Mi accucciai ancora di più al petto di Edward, senza pensare al dolore delle costole mentre lui mi coccolava. Non parlavamo, ma quel silenzio era terapeutico. Il mio cuore era tornato a ritmi umani e anche la respirazione. Edward, dolcissimo mi accarezzava i capelli: scoprii a breve che il contenuto del flacone era di essenza di rose. Il grande bagno ne era pervaso.

< Bella > alzai il viso per incontrare i suoi occhi < Alice, Esme e Rose sono uscite a caccia, e non mi va che tu rimanga da sola a fare la doccia, sarei più tranquillo... > pareva titubante < se ti aiutassi io > Gli occhi magnetici di Edward mi intrappolarono e io rimasi tre secondi con la bocca spalancata, poi arrossi furiosamente. Io e Edward nella vasca?! Nudi? Il cuore da calmo che era mi prese a martellare come un pazzo nel petto. Lo vidi scoppiare a ridere ma ero cosi sconvolta che non registrai il magnifico suono della sua risata.

< amore, non ho idea di quali pensieri stia formulando la tua testa folle, visto che il tuo viso è di un bel rosso brillante, non che ti stia male, penso che saresti splendida anche in verde sai? Ma Alice prima di andare via mi ha lasciato un costume da bagno per te, non avevo idea a cosa potesse servire perchè nella sua mente ho visto solo l'immagine di lei e Jasper e... ehm ho evitato di sbirciare, quindi evidentemente aveva previsto una situazione come questa ma non voleva farmelo sapere > Edward sorrise sardonico:

< a ehm... in costume, o..ok > Balbettai. Cercavo di mantenere la calma ma ero completamente in preda all'imbarazzo. Il sorriso scomparve dalle labbra di Edward. Mi afferrò da sotto le braccia come una bimba per alzarmi a livello del suo viso. Mi scrutava ansioso:

< amore, se ti da fastidio, tu.. sai che non sei obbligata vero? Magari aspettiamo che torni Alice >

< nono.. > non volevo che pensasse mi desse fastidio, soprattutto dopo il mio atteggiamento di qualche ora prima, quando l'avevo letteralmente rifiutato. Edward continuava a guardarmi negli occhi ma quando probabilmente vi lesse solo un pò di imbarazzo sorrise.

< vado a prenderti il costume > e in un lampo fu di ritorno, non aveva nemmeno finito a dire la frase, impressionante. Quando vidi la bustina che lo conteneva tra le mani il terrore si impadronì di me. Speravo vivamente che non fosse "alla Alice", perchè non potevo più tirarmi indietro. Se era succinto giurai a me stessa che avrei acceso un bel falò in giardino con i vestiti di quell'arpia!

Fortunatamente scoprii, rigirandomelo tra le mani, che era bell'accollato, di un verde speraldo acceso. Carino. Misi in promemoria di ringraziare la mia sorellina.

Alzai lo sguardo in imbarazzo. Edward era davanti a me.

< oh, ehm... io mi giro, o preferisci vada di là? >

< nono.. girati solo > Tanto mi avrebbe vista a breve in costume. Tolsi dolorosamente i pochi vestiti che avevo addosso e mi infilai il costume, taglia perfetta. Osservai per qualche attimo il mio corpo e una fitta di paura mi percorse la spina dorsale. Ero piena di lividi e graffi. Come avrebbe reagito Edward? Speravo avrei avuto tempo per farli guarire prima che lui vedesse la mia pelle. Ma ormai era tardi. Nel momento in cui ero pronta Edward si voltò, evidentemente aveva sentito la stoffa frusciare, i loro sensi erano perfetti.

Quando si volse lo vidi sgranare gli occhi per qualche attimo e ricomporsi immediatamente. Chinai il capo e arrossii. Era la prima volta che mi vedeva in costume, con il freddo di Forks era normale. Mi tormentai le dita imbarazzata e udii il suo respiro accanto all'orecchio

< Bellissima > Disse solo questo ma con la voce roca e secca, leggermente tormentata. Non disse niente della pelle macchiata. Mi poggiò le mani precisamente sulle impronte dei lividi che avevo sui fianchi, combaciavano. Mi avvicinò a se. Rabbrividii al contatto con la pelle fredda delle sue braccia e gli baciai il petto poggiandovi poi la fronte. Non volevo pensare al freddo sentito nella prigionia e il fatto che le sue mani me lo ricordassero mi dava la nausea, non doveva accadere.

Edward senza dire niente mi prese tra le braccie e mi immerse delicatamente nella vasca. Le bolle nascondevano completamente il mio corpo. Di colpo un getto d'acqua calda mi tolse l'aria. Lo sentivo ridere come un pazzo

< ed..wgar..d > Cercavo di parlare ma l'acqua mi entrava in bocca impertinente, venne fuori un gorgoglio irritato. Quando aprii gli occhi lui era davanti a me.

< Bella sei stupenda > lo disse ridendo ancora e io strinsi le braccia al petto facendo finta di essere imbronciata.

< sleale > tossicchiai altra acqua che mi era finita in bocca.

< Trattieni il respiro > lo feci, meglio seguire le sue direttive pensai. Infatti mi trovai sprofondata in acqua. Venni fuori in nemmeno due secondi. Era tutto pieno di bolle e Edward in quel paradiso dai colori rosa era l'angelo più bello. Con il getto d'acqua calda mi lavò i capelli delicatamente. Il suo gesti ero così casti e tranquilli che mi sentii in pace. Non ero turbata da quel contatto. Le sue mani erano diventate calde e ancora più profumate. Non toccò mai il mio corpo. Si limitò a passare una spugna sul viso, sul collo e sulle braccia. Mi massaggiò la cute dei capelli e nient'altro. Dal canto mio mi rilassavo sempre di più. Era tutto stupendo, perchè lui era stupendo. Ero cosi rilassata che sentii appena quando mi tirò fuori dall'acqua per avvolgermi con un telo caldo. Il suo respiro freddo sulla pelle accaldata del viso mi dava i brividi ma non me ne curavo. Volevo vivere e dimenticare tutte le torture che avevo subito. Edward mi teneva tra le braccia quasi fossi una bambina, cullandomi con il suo amore.

< ti amo Edward > Lo sentii avvicinarmi al suo viso.

< sei tutta la mia vita Bella > e ci scambiammo un bacio delicato, pieno di mille promesse.

Lo sentii adagiarmi sul letto.

< Bella, ora devo rifarti la fasciatura e medicare le ferite. Ci sono i vestiti puliti, Alice ha lasciato anche quelli, mentre svuoto la vasca tu vestiti ok? >

Annuii prendendo gli abiti che mi porgeva. Era un pigiama carino, con gli orsetti. Aveva i pantaloncini corti e la maglia a mezze maniche. Evidentemente serviva per dar modo a Edward di medicarmi. Mi misi l'intimo asciutto, poi il pigiama e mi sdraiai sul letto. Dopo qualche secondo Edward fu accanto a me. Aveva con se una piccola valigetta con disegnata su una croce rossa: perfetto! Quella conteneva gli strumenti di tortura.

< cos'è quella faccia? > Edward aveva notato la mia espressione.

< mmmm quella valigetta del pronto soccorso mi fa paura! > Arriccio le sopracciglia.

< e perchè mai? >

< Perchè il disinfettante mi brucerà tantissimo! > Rise forte.

< ne hai passate di peggio, ne sono certo, non avere paura.. sono qui con te > Mi accarezzò delicamente il viso. Con lui accanto a me potevo sopportare ogni cosa.

< Prima devo disinfettare, ti prometto che sarò delicato, ti fidi di me? > Come se ci fosse qualcuno di cui mi fidassi di più? Annuii e lui sorrise. Prese dell'ovatta sterile e la imbevve di un liquido chiaro: sentii distintamente l'odore pungente di disinfettante.

Come se stesse toccando un oggetto di cristallo Edward mi spostò un ciuffo di capelli dal viso. Il movimento sulla cute mi provocò un dolore bruciate: strinsi gli occhi gemendo.

< shhh, faccio subito > Poggiò il cotone sulla ferita delicatamente. Mi stava disinfettando il taglio che mi ero procurata sulla testa quando Lestat e Laurent mi avevano lanciata contro il muro.

< fatto > sospirai.

< allora fatto male? > mi chiese gentile. Misi il broncio:

< si tanto! > La sua espressione si fece subito seria.

< uhm, avrei qualche idea per far passare il dolore > Edward si avvicinò lentamente a me. Guardavo alternativamente gli occhi caramellati e le labbra carnose sempre più vicine. Il cuore accellerò vertiginosamente i suoi battiti. Edward splendeva più del sole, era di una bellezza disarmante e io ne ero completamente soggiogata. Dimenticai il dolore, i ricordi; avrei dimenticato perfino il mio nome se lui non me l'avesse sussurrato continuamente con voce roca. Rabbrividii a quel suono che mi pizzicava un punto indefinito del cervello lasciandomi senza fiato. Si avvicinò a me lentamente fino a poggiare con la delicatezza di un soffio, le sue labbra sulle mie. Era fuoco e ghiaccio in una danza primordiale dei sensi. Le mie mani furono tra i suoi capelli meccanicamente, era quello il loro posto. Edward mi sosteneva i fianchi per non far gravare il mio peso sulle costole ferite. Mi sdraiò sul letto tenendomi con una grande mano la schiena: i miei capelli si sparsero sulla coperta rosa inondando la stanza di essenza di rose.

Con grazia si chinò su di me, senza mai staccare le labbra dalle mie. Il suo petto era a contatto con il mio ma non pesava. Si allontanò di qualche centrimetro osservandomi mentre percorreva con un dito gelido il profilo della mia guancia. Aveva uno sguardo estasiato:

< sei così bella > Arrossi e non mi impegnai a contraddirlo, l'aveva detto in modo disarmante, con una dolcezza e un ardore ineguagliabili:

< sei così calda... > poggiò la sua guancia fredda sulla mia inspirando l'odore della mia pelle.

< così morbida > sentii la sua mano scivolare sui miei fianchi. Ogni suo tocco mi incendiava la pelle. La mano saliva sempre più su arrampicandosi per i miei fianchi con una leggera pressione, finchè non mi raggiunse le labbra, erano leggermente dischiuse. Vidi le sue dita tramanti accarezzarmi il labbro inferiore quasi terrorizzate di poterlo ferire. Quando lo percorsero tutto al loro posto giunsero le labbra marmoree. Assaporava prima i labbro inferiore, poi il superiore, poi di nuovo l'inferiore in piccoli baci che mi stavano portando via tutte le forze. Una mano mi racchiudeva la guancia quasi a non volermi far andare via. Chiusi gli occhi. Quel bacio era cosi diverso dal solito. Cosi travolgente e passionale da annullare ogni mia remora, ogni mia minima difesa. Sospiravo nell'assoluto silenzio della casa e lui con me. Stretta tra il suo corpo e il letto desiderai di poter rimanere cosi per sempre. Le labbra si spostarono lente verso il collo, trascinando con loro una scia di baci infuocati fin dietro l'orecchio. Edward nascose il viso nel mio collo. Lo sentii respirare in modo irregolare. Non ero l'unica a essere rimasta senza parole per quel bacio quindi. Era stato sconvolgente, travolgente. Lo abbracciai stringendolo a me e cullandolo come potevo tra le mie braccia. Era ancora appoggiato su di me ma il suo peso era tutto ciò che desideravo. In quel momento non era un vampiro di oltre un secolo, era solo un ragazzo, il mio ragazzo. Nient'altro.

Lo sentii tranquillizzarsi piano piano e io con lui.

< Bella > Gli accarezzai leggermente la guancia che non era nascosta tra i miei capelli per fargli capire che lo ascoltavo.

< non rifiutarmi più te ne prego ne morirei... > lo strinsi ancora più forte a me < ho bisogno di te, di ogni piccola parte di te, lo so, sono egoista ma non posso farne a meno > La sua voce era rotta dalla forte emozione che recavano le sue parole. Cercai di alzargli il viso e lui mi lasciò fare, avvertendo il mio tocco caldo. Lo guardai fisso negli occhi cercando di non farmi distrarre dalla loro disarmante bellezza.

< non volevo rifiutarti, non accadrà più... > Come potevo farglielo capire? < non sei tu il problema. >

< ti prego Bella, dimmi cosa ti è successo > Inspirai. Avevo deciso.

 

to be continued

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Capitolo 33
*** confession ***


Buongiorno! Come ogni fine settimana mi trovo sempre a avere più tempo per scrivere cosi ecco a voi il prossimo capitolo, dal titolo avrete già compreso cosa accadrà. Non vi nascondo che per me era il capitolo più atteso! Non so se sono stata in grado di scriverlo proprio come avevo intenzione di fare, ma mi sono commossa io stessa soprattutto alla fine. Vi prego quindi di essere magnanimi:) Basta parole. Buona lettura e recensite.. fatemi sapere cosa ne pensate.

Bella POV

< E..edward io non so se ce la faccio > Chinai il capo. Ero combattuta: da una parte avrei voluto rivelargli ogni cosa per liberarmi definitivamente da quel peso che mi opprimeva il cuore impedendomi di vivere; dall'altra ero terrorizzata, e non sapevo precisamente da cosa: probabilmente avevo paura che Edward non mi avrebbe più accettata. L'idea di poter cambiare davanti ai suoi occhi trasformandomi in qualcosa di sporco e violato era terribile. Non avrei più potuto reggere il confronto con la sua perfezione. Non mi avrebbe più amata allo stesso modo. Quel pensiero mi tolse il respiro:

< piccola stai tremando > Le braccia di Edward mi accolsero dolcemente, inspirai il suo odore inebriandomene. Le sue mani gentili scorrevano sulla mia schiena delicate cercando di tranquillizzarmi, e in parte riuscivano nell'intento. Adoravo quando lo faceva, mi scioglievo come morbida creta.

< Amore mio ascolta, qualunque cosa sia accaduta in quei giorni devi capire, anzi no... devi credere che non accadrà mai più. Non ti succederà mai più niente, sarò vicino a te ogni momento. Non ti lascierò mai. MAI, HAI CAPITO! > annuii lievemente cercando di fissare le sue parole nella mia anima per non dimenticarle. < Ma non puoi, non devi permettere che dei fantasmi ti continuino a terrorizzare. In casa non c'è nessuno, siamo soli io e te, non ci ascolta nessuno. Ciò che mi dirai rimarrà chiuso qui dentro,tra noi > Le mie difese stavano lentamente crollando sotto la dolcezza della sua voce e il suo sguardo mi diede il colpo di grazia.
Quando mi prese il viso tra le mani per incatenarmi all'oro liquido dei suoi occhi, sentii come un velo scivolare via dal mio corpo. Volevo parlargliene, volevo buttare via tutto il marcio che quei giorni mi avevano lasciato addosso. Poggiai la fronte sulla sua chiudendo gli occhi. Inspirai ancora una volta il suo odore magnifico.

< Edward,non ho paura che quello che è successo riaccadrà, perchè non ho intenzione di allontanarmi mai più da te > Edward non mi interruppe, cosi ripresi < ma mi terrorizza... > mi strinse di più a se.

< cosa piccola.. > Una lacrima mi scese giù per la guancia, la sentii infrangersi sulla mia gamba nuda

< ho paura che per te non sarò più la stessa > Ok, l'avevo detto e ora? Avrei avuto la forza di raccontargli cosa era successo?

< Bella guardami > Scossi il volto. Non ce la facevo, no. non potevo!

< Bella guardami... > Il tono questa volta fu supplicante, non sopportavo tanto dolore misto alla sua voce, mi trafiggeva il cuore, così aprii gli occhi e incontrai i suoi a un centimetro dai miei, ero ancora con la fronte poggiata alla sua. Si distaccò di pochissimo.

< Niente, amore mio... NULLA DI CIO' CHE MI DIRAI potrà cambiare mai quello che sento per te. Noi ci apparteniamo, siamo una cosa sola io e te, NIENTE > mi scosse leggermente il capo facendomi sbattere i denti < potrà mai scalfire in alcun modo i miei sentimenti per te, capito? > Tirai su con il naso annuendo e mi gettai su di lui abbracciandolo più forte che potevo. Lo udii sorridere

< ti amo >

Rise ancora < lo so >

< Edward, però promettimi lo stesso > Ne avevo bisogno:

< tutto quello che vuoi principessa >

< promettimi che non te ne andrai da me dopo quello che ti dirò > La sua voce divenne esasperata.

< ma come devo farti capire che non è possibile che io vada via da te? > ruggì < Sei il centro della mia esistenza! >

< perchè non sai cos'è successo > borbottai a bassissima voce,più a me stessa che a lui. Ovviamente udì distintamente le mie parole e sbuffò.

< raccontami > Lo allontanai da me. Chiusi gli occhi e respirai a pieni polmoni. Ero pronta.

< Edward, voi sapete chi mi ha rapita e perchè? >

< Victoria per vendicarsi no? E l'abbiamo uccisa. Aveva fatto le cose per bene. Si era creata una piccola armata di neonati. C'è stato un grosso scontro con una quindicina di loro,ma abbiamo idea che ce ne fossero degli altri > aprii la bocca scioccata, mi aveva parlato di una battaglia ma non di quelle dimensioni! < tranquilla, come ti ho detto stiamo tutti bene, il clan di Denali ci ha dato man forte e con l'esperienza di Jasper è andato tutto bene. Un giorno ti racconterà la sua storia. Mentre combattevano Alice ha visto in una visione, te sola, più a nord e siamo corsi, siamo arrivati appena in tempo... > Vidi il segno della sua mandibola che si stringeva pronunciandosi sulle guance. Quindi non sapevano nulla. Gliene dovevo assolutamente parlare.

< Victoria era una pedina Edward, l'armata non era la sua, e lei non mi teneva prigioniera. > Presi aria osservando la sua espressione allibita < il progetto in realtà era molto più grande. Volevano tutti voi, Edward! Hanno preso me come esca per attirarvi. Hanno sfruttato vari elementi come Victoria e... > non dissi i loro nomi, non riuscivo davvero. Il suo vio sbiancava sempre più < ..altri, per deviare la vostra attenzione, ma in realtà i mandanti erano tutt'altri > Edward era immobile.

< Bella, sai chi? >

< ... Victoria lei, me l'ha detto perchè pensava che mi avrebbe uccisa > la voce si ruppe nelle ultime parole. Il viso di Edward era imperscrutabile, non si aspettava questo, figurarsi quando avrebbe saputo tutto!

< non mi ha fatto nomi, ma ha parlato di un clan Italiano, e in precedenza mi era stato detto che volevano punirvi perchè avevate permesso a.. a.. una umana di entrare nel vostro mondo e... > Venne fuori un singhiozzo < è tutta colpa mia, mi dispiace Edward, mi dispiace cosi tanto >

Al suono della mia voce rotta Edward si risvegliò dallo stato di shock in cui era caduto e mi avvicinò al suo petto delicatamente.

< non devi incolparti di nulla > mi sussurrò con voce dolce < Ho capito a chi si riferiva Victoria ma di questo ci occuperemo a tempo debito. >

Cercai di respirare normalmente e quando riacquisii un pizzico di tranquillità mi allontanai dal suo petto, dovevo essere lucida per parlare e il suo odore mi stordiva.

< Bella, dimmi cosa è successo quando eri rinchiusa. > Sussultai e il cuore riprese a battermi forte per la paura ma dovevo necessariamente superarla, qualunque cosa sarebbe accaduta. Così poggiai le mani sulle gambe di Edward e strinsi tra i pungni la stoffa dei suoi jeans. Mi lasciò fare.

< Come ti ho detto, le pedine che erano state scelte avevano tutte forti interessi e motivazioni valide per far parte del piano > inspirai < Victoria si voleva vendicare, ma gli era stato ordinato di non uccidermi, cosi come a tutti gli altri. Non sapevo della sua presenza prima dell'incontro la mattina in cui mi avete salvata, perchè a tenermi prigioniera erano altre persone. Erano obbligate a mantenermi in vita ma... > a quel punto tentennai incapace di parlare o semplicemente guardarlo negli occhi; cosi osservai il paesaggio fuori dall'ampia finestra. Era il crepuscolo.

< Ma? > Edward mi incitò:

< Ma le condizioni in cui dovevo sopravvivere non erano importanti. > Ricordai tutti gli schiaffi e i colpi che mi erano stati inferti, la stretta ai polsi, la schiena dolorante, il buio e soprattutto ciò che volevano farmi. Per qualche attimo trattenni il fiato terrorizzata

< amore respira > cosi feci. < Cosa ti hanno fatto? > La sua voce ora era intrisa di antico dolore, voltai nuovamente il viso per incontrare i suoi occhi. L'oro che solitamente vorticava nelle sue iridi s'era raggelato, pietrificato. Io cercavo le parole adatte ma non ero sicura ce ne fossero.

< Edward... > pronunciai il suo nome per darmi forza < chi mi teneva prigioniera lo faceva a una condizione. >

< Bella dimmi quale, il tuo non parlarmi mi fa impazzire, te ne prego! > Sentii gli occhi che mi si riempivano di lacrime, la voce mi sarebbe uscita rotta. Così fu:

< la condizione era che potevano... abusare di me. >

Edward raggelò. Il suo viso rimase immutato ma vidi i pugni serrarsi, i tendini divennero visibili a fior di pelle e i muscoli sulle braccia si contrassero insieme alla sua mascella. Ciò che disse fu un soffio ma lo compresi ugualmente.

< Erano umani? > Strinsi forte gli occhi, non volevo vedere ancora la sua reazione.

< no > sussurrai con un filo di voce che mi era rimasta e nascosi il volto nelle mani. Non ce la facevo. Ero al limite. I miei nervi non ressero più e scoppiai in un pianto devastante. Quello che non mi sarei mai aspettata fu ciò che accadde dopo. Pochi attimi dalla mia ultima parola e udii un rumore assordante come di legno che si spacca. Sentii aria sotto di me e capi di non essere più sul letto: ero tra le sue braccia fredde che mi stringevano spasmodicamente senza farmi male, forti e delicate. Ero pressata contro il suo petto su cui poggiavo la guancia rigata di lacrime. Aprii gli occhi e vidi il letto completamente spaccato in due giacere a terra al centro della stanza. Edward tremava, sentivo i suoi pugni serrati sulla mia schiena. Nonostante la scena assurda non riuscivo a smettere di piangere, ero terrorizzata da quello che mi avrebbe detto, e il fatto che mi tenesse tra le braccia voleva solo dire che almeno non desiderava vedermi spezzata insieme al letto e non provava tanto ribrezzo per me da non farcela a abbracciarmi.

Lentamente Edward si sedette a terra, mi depositò in ginocchio davanti a lui, delicatamente. Tremavo anche io e ero scossa da mille brividi. Nel petto, proruppero singhiozzi silenziosi che cercai di nascondere. Volevo fuggire da lì, ma dove potevo andare? Il mio posto era quello, accanto a Edward, accanto alla ragione della mia esistenza, se lui mi avesse rifiutata la mia vita sarebbe finita, per me l'universo sarebbe divenuto qualcosa di informe e vuoto, senza alcun senso.

Alzai lo sguardo dal pavimento incontrando per la prima volta dalla mia rivelazione, i suoi occhi.

Erano neri come la pece, e bruciavano come carboni ardenti dalle striature d'oro. Vidi le sue mani alzarsi come a rallentatore e giungere sul mio viso. Spostò le ciocche di capelli che mi ricadevano sugli occhi poggiandomele dietro l'orecchio. Con i pollici asciugò le lacrime e lasciò le mani percorrere le guance, il collo, le spalle e le braccia fino a giungere alle mie mani che strinse tra le sue portandosele al viso. Inspirò forte il mio odore e poggiò la fronte sui nostri pugni chiusi intrecciati. Io continuavo a tremare ma non piangevo più, la sua vicinanza in ogni caso era il più potente dei calmanti.

Edward mi baciò le mani, la fasciatura al polso,e le nocche ad una ad una, fino a far schiudere i pugni per baciare i palmi che poggiò sul suo pettò facendomi chinare verso di lui.

Mi baciò la fronte e le guance con dolcezza estenuante per poi guardarmi negli occhi. I suoi ora erano tristi e mostravano un'angoscia che forse era umanamente insostenibile.

< Ti amo Bella > chiusi gli occhi respirando a scatti. Mi aveva detto che mi amava, non mi avrebbe gettata via < ma quelle bestie, moriranno lentamente tra le peggiori torture > Ringhio e io sussultai.

< no! tu devi rimanere con me! Non puoi andartene! l'hai promesso Edward non puoi! > Strinsi le sua camicia tra le mani che erano ancora sul suo petto marmoreo. Ero terrorizzata, la mia voce tremava. Non poteva andare via.

< ti prego Edward non andare... > mi accasciai su di lui senza forze sussurrando < ti prego.. ti prego.. >

Come una bimba piccola mi sentii issare sulle sue ginocchia e cullare tra forti braccia.

< no mia principessa, non ti lascerò mai più sola > Edward mi accarezzava i capelli ma lo sentivo rigido e teso come una corda di violino. Era necessario che sapesse tutto. Con un filo di voce glielo dissi.

< Edward > Mi strinse ancora di più a se:

< shhh, piccola non devi dirmi altro se non te la senti .>

< no... io devo > Le sue labbra fredde incontrarono i miei capelli donandomi forza.

< loro non ci sono riusciti > balbettai < non completamente > Lo sentii sospirare sollevato.

< Sono... lieto di questo e non perchè sia importante il fatto di per se, a me andresti bene comunque Bella, in ogni modo, saresti sempre la stessa davanti ai miei occhi, perchè tu sei Bella, e sei tutto il mio mondo. Era questo che ti terrorizzava? > Ora aveva capito. La sua voce si era addolcita forse anche grazie al fatto che avessero solo tentato senza riuscire nel loro basso e volgare intento. Annuii sfregando la guancia sul suo petto gelido. Sentii una fine risata nervosa.

< Tu sottovaluti il mio amore per te Bella, non c'è niente che abbia la forza di allontanarmi da te, non accadrà più > Sospirò < Prima le mie mani fredde ti hanno ricordato le loro vero? >

Non risposi, Edward aveva capito la fonte del mio rifiuto. Se non ci fosse giunto da solo probabilmente non gliel'avrei spiegato. Vedevo come una grossa bestemmia il paragonare le sue mani a quelle di due bestie come Lestat e Laurent, anche se le mie reazioni erano involontarie. I loro nomi sarebbero rimasti celati ancora per un pò. A tempo debito ne avrei parlato, tutte quelle confessioni mi avevano scombussolata, mi sentivo esausta tanto che rilassai i muscoli adagiandomi tra le sue braccia. Udii il suo respiro vicino all'orecchio.

< ti farò dimenticare amore mio, fosse l'ultima cosa che faccio. > Un'altra lacrima scese impertinente sulla mia guancia. Gliel'avevo detto e lui era rimasto li con me.

< E.. edward > dissi con il respiro ancora ansante per il pianto.

< dimmi piccola >

< non voglio che gli altri lo sappiano > Non ce la facevo a guardare i loro occhi. Edward mi amava ma loro come avrebbero reagito?

< TI prometto che non dirò niente, se vorrai sarai tu a farlo. Probabilmente però Alice ha visto questa conversazione, infatti ha portato tutti via da casa a caccia prima. > Sospirai < Ma Bella, lei ti vuole bene, sai che non farebbe mai niente che tu non voglia. > Si era vero, Alice era la mia sorellina, lei mi avrebbe capita. Annuii.

Inspirai un soffio d'aria.

< ora va meglio > Dissi.

< ne sono felice >

< Edward avevo cosi paura che ti saresti allontanato da me, lo so che sembra assurdo, non potrei mai dubitare del tuo amore, davvero, ma io mi sento... sporca > Mi trovai a guardarlo negli occhi. Lui scandì le parole:

< n o n d e v i > mi accarezzò il viso con dolcezza e sguardo sofferente < sei l'essere più puro e dolce che possa esistere,sei il mio angelo, il mio tutto > scoppiai a piangere.

< Edward! Le loro labbra era sporche! > la voce divenne stridula, iniziai a urlare < sporche del sangue di persone innocenti! e quel sangue ha toccato le mie labbra, e il mio corpo, mi fa schifo, non posso toccarmi, non posso pensarci! Io.. > gemetti chinandomi sul suo petto < ...non lo sopporto > Ormai singhiozzavo senza controllo.

< Bella, il nostro amore lenirà ogni ferita e con le mie labbra... > Avvicinò delicatamente il mio viso al suo dandomi un leggero bacio < ...laverò via ogni brutto ricordo, te lo prometto > Udii il suo soffio leggero schiudere la mia bocca tremante. Lacrime salate colavano giù per le guance rotolando sulle nostre mani intrecciate,come perle scintillanti.

< Edward, come puoi baciarmi?! Sono stata... violata da essere immondi! > Tenendo gli occhi chiusi gemetti queste parole.

< Posso perchè sei pura come il nostro amore, non c'è macchia in te, non c'è ferita, e ti Amo di un amore incommensurabile > Altri baci a fior di labbra < Quando sei tra le mie braccia non posso che tremare, il mio corpo inumano non riesce a contenere tutta questa passione, questo ardore, Bella ti amo, ti amo così tanto! Vorrei piangere perchè tutto questo amore mi distrugge, mi sconvolge, preme e fa male, mi confonde e mi... mi fa impazzire, mi ridà vita! Bella io sono vivo ancora una volta grazie a te.. > le sue mani mi accarezzavano il viso tentennanti, sfiorandolo appena come se da un momento all'altro potessi rompermi. Dentro di me le emozioni vorticavano impetuose: ciò che sentivo era troppo perchè imperfetti vocaboli umani potessero narrarlo. Tutto quella passione mi toglieva il fiato ma sarei rimasta per sempre lì, poggiata con la fronte sulla sua a ispirare il suo dolce profumo di sole e lillà ascoltando, come solo lui riusciva a descrivere, la misura del nostro amore, che era senza misura alcuna.

< ti amo Edward > lo dissi in un soffio, piangendo, e perfino alle mie orecchie parve un suono dolcissimo. Forse tre semplici parole potevano essere l'alfa e l'omega del nostro sentimento. Erano gli estremi di un insieme al cui interno era racchiuso il mondo, il nostro mondo.

To be continued

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Capitolo 34
*** un nome ***


Questo capitolo è dedicato a Mel ! Miss bua al pollicione:D cosi avrà qualcosa da fare in convalescenza!

 

Bella PoV

< Basta piangere Bella .> Non mi ero accorta che le lacrime nonostante la grande gioia, continuassero a gocciolare via dai miei occhi. Ma forse era proprio quella magnifica sensazione di pace a far si che non smettessi di piangere: il mio cuore non riusciva a contenerla. La voce di Edward era dolce e pecata, con le dita gelide mi tolse le ultime gocce scintillanti dalle guance sorridendo. Sembrava tranquillo nonostante le terribili rivelazioni delle ultime ore. Mi accarezzava guardandomi rapito, come se fossi qualcosa di prezioso e magnifico, un dono, era cosi che mi vedeva. Eppure non sentivo di esserlo, nonostante il nostro amore, ero io a dovergli essere grata perchè si accontentava di una fragile e imperfetta umana quel'ero.

< Piccola, mi ascolti? > Mi riscossi dai miei pensieri arrossendo.

< scusa ero.. distratta > affogando tra i tuoi occhi d'ambra, ma non lo dissi. Lui sorrise dolcissimo, aveva capito perfettamente cosa, o meglio, chi mi aveva distratta mandando in tilt il mio sistema nervoso già di per sè provato.

< Ti avevo chiesto se eri stanca, forse vuoi dormire un pò.. > mi accarezzò le occhiaie lievemente < gli ultimi giorni ti hanno provata molto, hai bisogno di pace > Scossi il volto.

< Edward, non voglio dormire > non ero stanca, o almeno mi imponevo di non esserlo. Mi diede un gentile bacio sulla guancia.

< ma Bella, ne hai bisogno > Sbuffai e un senso di angoscia mi pervase il cuore.

< Edward voglio stare con te, non voglio dormire, mi sei mancato troppo, non voglio sprecare tempo.. tu.. tu vuoi andare via? > Ecco perchè sentivo ansia, avevo come la sensazione che si volesse allontanare da me dopo ciò che gli avevo detto. Probabilmente il mio viso era uno specchio aperto su cui apparivano chiaramente le mie emozioni perchè lui si affrettò a parlare nervoso.

< Bella, amore, se fosse per me starei ogni momento della mia vita con te! I miei unici bisogni sono, beh.. > si soffermò a riflettere < il bisogno è uno, sei tu... > Poggiai le mani sul suo petto per sentirlo più vicino a me ispirando tranquillità. Non dovevo agitarmi cosi per niente. Non mi avrebbe più lasciata, me ne dovevo fare una gioiosa ragione!

< ok, Edward... >

< dimmi >

< ti devo chiedere un favore > La sua espressione si fece attenta.

< che succede? Puoi chiedermi tutto ciò che vuoi > Chinai il capo, non volevo sembrare debole ma non ce la facevo più.

< Edward puoi farmi la fasciatura, m..mi fanno male le costole > Più che semplice male, era un dolore lancinante che mi toglieva quasi il fiato, però non volevo che lui si preoccupasse, apprensivo com'era. Ovviamente lo fece. Le sue mani scattarono repentine verso la cassetta medica e mi ritrovai in un attimo a osservare il soffitto della stanza. Ero sdraiata a terra su una pila di morbide coperte, d'altrondo il letto era distrutto. Ma come aveva fatto a fare cosi veloce? Ero scioccata, non mi ero resa conto di nulla!

< Bella perdonami, mi era sfuggito, sono un idiota, come ho fatto a non pensarci? > Armeggiava con delle fasce bianche mugugnando a raffica. Sghignazzai.

< Edward non fa niente davvero... > Lui sbuffò squotendo il capo.

< tu stai male e io non ci penso... > Si era rabbuiato. Scoppiai a ridere e lui alzò il capo fino a guardarmi interdetto. Poi si illuminò.

< stai ridendo? > Aveva lo sguardo a metà tra lo scioccato e l'estasiato, io cercavo di smettere di ridere ma il suo modo di fare mescolato alla gioia provocata dal fatto che mi aveva accettata nonostante tutto, erano esplosi in me così, impetuosi come una valanga, in una fragorosa risata le cui ripercussioni sul mio viso ancora non cessavano.

< s.. si rido, sei buffo quando ti preoccupi così tanto per me! > Sul suo viso si spalancò un grosso sorriso, e Edward divenne abbagliante come il sole, pareva splendere di luce propria in quella stanza praticamente sconosciuta.

< Edward > tentennai < che succede? sei felice? > La mia voce uscì perplessa.

< si amore mio lo sono > esclamò afferrandomi repentino le mani tra le sue < perchè tu lo sei! E non ti vedevo sorridere da così tanto! >

< oh beh.. > dissi imbarazzata cercando di evitare il suo sguardo < è che sono felice ora. > Era vero, avevo avuto un grosso peso dentro di me: un macigno impressionante mi gravava sul cuore, ma ora che avevo confessato quasi tutto a Edward mi sentivo leggera come un palloncino lanciato nel cielo in un tramonto rosa e lilla.

Sentii le sue mai fredde voltarmi il viso e le nostre labbra si incontrarono in un bacio impetuoso tanto che quando lui si allontanò da me avevamo entrambi il fiatone. A fior di labbra bisbigliò:

< se sei felice tu la mia vita ha un senso >

Come potevo non sorridere a parole del genere? Il mio cuore era gonfio di gioia, ero immersa in un mare di pace che vorticava attorno a me rilassandomi. Edward baciò ancora il mio sorriso e si distaccò velocemente.

< signorina! Lei è fonte di distrazioni, mi fa dimenticare i miei doveri > Reclinando la testa all'indietro sulla pila di coperte su cui giacevo, scoppiai a ridere ancora una volta alla sua espressione falsamente indignata e il suo sguardo si illuminò ancora più di quanto credevo fosse possibile.

Edward era in ginocchio accanto a me con la cassetta per le medicazioni sulle gambe.

< Bella, posso? > Disse occhieggiando la mia maglia sui cui lembi inferiori stavano le sue mani. Ovviamente dovevo toglierla per la fasciatura. Avvampai inspirando leggermente. Lui era Edward, l'amore della mia esistenza perchè mia auguravo di amarlo per più di una semplice vita, non potevo avere paura del suo tocco. Annuii senza dire nulla e lui che come avvertendo i miei pensieri si chinò su di me sussurrandomi.

< sono io, e ti amo, lo sai questo? > Sorrisi in modo nervoso. Edward capiva ogni mio gesto, ogni mia reazione. Lentamente mi tolse la maglia, attento a non farmi male al polso ferito. Non volevo dovesse ancora vedere quelle orme sui miei fianchi e desiderai che la doccia che mi aveva fatto le avesse cancellate via come orme di sporcizia, ma una vocina malevola nella mia mente mi suggeriva che non era cosi.

Sussultai quando inavvertitamente senti qualcosa di freddo sfiorarmi la pancia che a confronto con quella bassa temperatura, risultava rovente.

Erano le sue labbra che baciavano i miei lividi. Sentendomi irrigidire udii il respiro gelido di Edward sulla pelle accaldata:

< Amore, dimenticherai > Non disse più niente. Mi pose un ultimo bacio sull'ombellico solleticandolo tanto che mi scappò un risolino. Quando potei osservare il suo viso, lontano dai miei fianchi, l'ansia e il dolore immenso che avevo udito nelle sue ultime parole, erano scomparsi per lasciar posto al mio adorato sorriso sghembo. Mi chiesi se c'era qualcosa di più bello di Edward che ride con la camicia bianca appena sbottonata. Forse no, era la cosa più bella al mondo, da mozzare il fiato. Mentre mi perdevo nella sua immagine serafica Edward delicatamente mi fasciava, scusandosi ogni tanto quando doveva stringere un pò di più, ma mi spiegò che era meglio, mi aiutava a stare ferma. Non mi lamentai mai nonostante il dolore sporadico, il suo tocco dolce placava ogni mia reazione, lasciandomi in una anormale e paradisiaca pace .

< fatto! > Esclamò posandomi un'altro bacio sulla fasciatura e mi ritrovai tra le sue braccia gelide, il mio rifugio sicuro. Lo strinsi più che potevo.

< ti aaaaaaaamoooo > Urlai fortissimo ridendo come una completa pazza < sono cosi contenta in questo momento Edward! Sono di nuovo con te! >

Edward sorrideva con me. Era bellissimo. Gli diedi un gioioso bacio di prepotenza, non che lui volesse opporsi, ma la mia prepotenza era solamente teorica. Ero felice! Tanto che mi venne fame e il mio stomaco brontolò.

< Ehi! qualcuno qui ha fame! > Arrossii guardandomi le gambe.

< ehm.. io veramente... > Una fragorosa risata rimbombò nella stanza.

< Andiamo subito a mangiare qualcosa, tranquilla, penso che Esme abbia lasciato pronto sai? Ma prima devo fare una cosa importantissima.. >

< cosa? > Mi incuriosii. E vidi i suoi occhi guizzare verso un punto alla mia destra. Seguii il suo sguardo ancora stretta tra le sue braccia e vidi a cosa si riferiva:

< oh.. quello... >

< già! Quello! > Il letto giaceva distrutto in mezzo alla stanza. Il materasso curvato in una posizione innaturale e privato delle sue coperte che erano ai miei piedi.

< è morto! L'hai ucciso Edward! > feci finta di asciugarmi lacrime invisibili e lui sbuffò.

< Penso che bisogni comprare un nuovo telaio > disse arricciando le labbra in segno di disappunto. Mi depositò delicatamente a terra, lasciando che continuassi a abbracciarlo in piedi mentre lui afferrava il piccolo cellulare. Compose velocemente il numero.

< Alice... > Sentii trillare la voce della mia migliore amica dall'altra parte del telefono ma non capivo cosa stesse dicendo, udivo solo un brusio dalle tonalità molto alte, forse stava parlando troppo veloce per le mie orecchie. Edward intanto rispondeva ai suoi sproloqui.

< si, ma tanto l'hai visto no? > < si, grazie Alice > < ok, te la passo > Edward mi tese il telefono e io staccai di malavoglia la guancia dal suo petto fresco per poggiarmelo all'orecchio.

< Alice... >

< Bella! > trillò lei cosi forte che sobbalzai, avrebbe potuto rompermi un timpano! Edward sghignazzò. < Sono così contenta che stai meglio! Tra qualche ora torniamo, fate i bravi, non penso che Esme vi perdonerà un'altro letto! >

Mi gonfiai di rabbia:

< Alice sai benissimo che.. > ma la mia voce si sovrappose a quella tonante di Emmett

< hai capito i fratellini! li lasci qualche ora soli e... aiah Rose. ma che ho fatto! >

< sisi Bella, certo che lo so, beh ora devo andare se no si fa tardi! Ciao sorellina! > non mi diede nemmeno modo di ribattere, il tempo di udire Emmett urlare qualcosa del tipo "ti prego Rose, dai! ti amo!" che la chiamata finì.

Rimasi interdetta a guardare torva il cellulare che avevo in mano. Sbuffai.

< incredibile! Cosi piccola e cosi fastidiosa! > Edward rise e mi attirò ancora a sè. Mi accoccolai tra le sue braccia sospirando mentre mi baciava dolcemente la ferita che avevo sulla fronte.

< Bella, questa come te la sei fatta? > Ora erano le sue dita fresche a accarezzarla dandomi sollievo. Sussultai. Perchè me lo chiedeva? Voleva gli raccontassi l'episodio. Non sapevo se sentivo di raccontare i particolari, ma non volevo che esistessero segreti tra noi. Inspirai:

< mi hanno... > cambiai idea < ho sbattuto contro il muro > Ma ovviamente lui capì che stavo mentendo.

< Bella, sai che a me puoi dirlo.. >

< ok.. mi hanno scaraventata contro il muro dopo un bel volo, saranno stati tre, quattro metri > Ricordai la stanza fredda dove mi trovavo, la lotta tra i vampiri ma stranamente non ebbi paura, l'odore di Edward mi confortava, cosi continuai a parlare anche se lo sentivo rigido tra le mie braccia.

< non ho visto chi è stato, erano in... molti >

La sua posa gelida si frantumò: < molti? Vampiri? Dalla ferita deve essere uscito molto sangue Bella, è profonda sai. Per quello te lo chiedevo. Come hanno fatto a resistere? > Il tono di Edward era sorpreso. Sicuramente dentro di lui c'era un tumulto irrefrenabile di rabbia e odio per quelle bestie che volevano abusare di me, ma quei brutti sentimenti non facevano breccia sulla sua espressione:era imperscrutabile come sempre. Comunque ricordavo bene perchè fossero stati distratti.

< C'era una... lotta tra loro nella stanza in cui mi trovavo, è successo appena prima che Alice mi abbia vista... > tentennai incerta se parlare in modo palese, ovviai < ...uccidermi tagliandomi le vene > Sentii Edward stringermi più forte accarezzandomi la schiena ma quei ricordi continuavano a non farmi male. Era strano. Ogni parola fluiva via da me e sentivo meno dolore. Mi allontanai da lui, volevo parlarne. Volevo, mi sentivo bene. Posai le mani sul suo petto marmoreo fasciato della sola stretta camicia e mi scostai, mi lasciò fare ma lo vidi turbato cosi gli feci un mezzo sorriso. Forse parve una smorfia ma volevo essere rassicurante.

< Edward voglio parlarne. C'è una cosa importante che non ti ho detto > Lui seguiva con lo sguardo ogni mio minimo movimento.

< va bene... ma se non te la senti, non sei obbligata in questo momento Bella, lo sai.. >

scossi il capo in segno di diniego.

< No! > esclamai categorica con una voce sicura che non mi apparteneva, da dove veniva quella forza? < è davvero importante Edward. > Presi a camminare piano per la stanza, riabituando le gambe intorpidite al movimento. Avevo bisogno di stare lontana dal suo odore e dal suo corpo per avere un minimo di lucidità e ripensare ai fatti che si erano susseguiti.

< Edward io conoscevo le persone che mi hanno rapita, e le conosci anche tu, o almeno, una di loro > Sbarrò gli occhi, non me ne curai. Guardai fuori dalla finestra e continuai a parlare.

< Nel bosco mi ha raggiunta un vampiro che si chiama Lestat, anzi, chiamava > Fortunatamente era morto < non l'avevo mai visto prima. Era lui la causa per cui Alice non aveva visioni, lui la causa per cui non riuscivate a trovarla nel bosco. Lui bloccava i poteri quando voleva, leggeva nelle menti come te.. > A quel punto strinsi i pugni per la rabbia. Sentii Edward cercare di parlare:

< che fine ha fa... >

< per favore.. preferisco parlare.. poi puoi chiedermi tutto ciò che vuoi > Non mi rispose, e lo presi come un assenso.

< il suo unico scopo nella missione, se vogliamo definirla cosi, era il potere. Gliene era stato promesso molto e a lui non interessava altro. Me l'ha confessato lui stesso. E' stato lui in parte a spezzarmi il polso, non so, forse me l'ha spezzato del tutto e poi c'è stato il colpo di grazia durante la.. prigionia, non saprei. > Ricordai la fuga sull'erba nel busco vicino casa Cullen, la caduta sul polso,il dolore lancinante, lui che mi afferrava e me lo stringeva, ma le immagini erano permeate da una rabbia insana, perfetta e non da dolore

< sono svenuta e mi sono risvegliata in una stanza buia. E ci sono rimasta per molto, al buio intendo. >

Chiusi gli occhi e inspirai una grossa quantità d'aria poi li riaprii,mi morsi le labbra e guardai il soffitto. Mi voltai a fissare Edward incerta su quali informazioni omettere. Era immobile, in piedi, il viso forzatamente calmo, disteso. Mi obbligai a fissare il cielo ormai scuro.

< non vedevo chi fosse, non vedevo niente. E' durato per molto tempo, non saprei dirti quanto. Ma se fossi stata da sola sarebbe stato molto più semplice. Invece nel buio un vampiro veniva da me e tentava di.. di... > Nonostante le mie raccomandazioni Edward si avvicinò in un attimo a me cingendomi le spalle. Potei afferrare una sua mano e stringerla spasmodicamente nella mia per scaricare la rabbia, cosciente che almeno a lui non avrei potuto fare male. Poi posai un bacio dove l'avevo stretto a lui si allontanò da me. Era incredibile come mi capisse. Inspirai ancora una volta.

< Lui lo conosci molto bene Edward, come lo conosco bene anche io. Ed è questa l'informazione importante. >

< Bella chi? > Lo guardai negli occhi che ormai non nascondevano l'ansia.

< Laurent > Edward si irrigidì e sibilò.

< Laurent? Bella... ne sei certa > Dalle mie labbra uscì una risata amara.

< Pensi che potrei dimenticare la persona che mi ha baciata quasi spezzandomi i polsi per allontanare le mie mani dal viso, e ha inciso le SUE mani sui MIEI fianchi? > enfatizzai le parole < Dimenticare chi mi ha sbattuta contro un muro per violentarmi? Non credo.. > Le parole vennero fuori dure, taglienti, crude come le mie labbra non ne avevano mai conosciute. Avevo la voce agra, aspra, non sembravo nemmeno io a parlare, sentivo rabbia nei loro confronti. Respiravo affannosamente in preda a sentimenti di cui non ero a conscenza: la rabbia era qualcosa di nuovo, che raramente provavo con tale intensità. L'immensa gioia che Edward mi aveva donato accettandomi mi aveva dato la forza di reagire. Ora le lacrime erano finite, e il dolore si era nascosto per lasciare spazio all'ira. Probabilmente però, dopo questa confessione non ne avrei più voluto parlare.

Mi abbracciai in cerca di altra forza ma sentii delle braccia fredde cingermi i fianchi e alzarmi da terra. Sorrisi, e lo feci perchè ne avevo voglia. Il mio umore era totalmente fuori controllo! Stavo impazzendo.

< Edward sei certo che siamo sicuri qui? Lestat è morto, l'ha fatto uccidere Laurent, ed è per questo che Alice ha avuto la visione, ma Laurent è ancora vivo, e tu stesso mi hai detto che ha vissuto qui, dai Denali >

< Si Bella, Laurent è vissuto qui, ed è anche stato il compagno di Irina. > Sussultai.

< Lei chi è? > Non ne avevo mai sentito parlare.

< E' la sorella di... Tanya > Ah ecco, ci mancava solo questa. < Ma possiamo stare tranquilli, conosco i loro pensieri dal primo all'ultimo. Sono apposto, Laurent è vissuto qui ma non è riuscito a diventare vegetariano e per questo è fuggito. Da allora nessuno ha avuto più sue notizie. > Edward era calmo pacato. Come faceva?

< Edward, come fai a essere cosi calmo dopo ciò che ti ho detto? > Le emozioni intorno a noi erano folli, inspiegabili incontrollate. La totale gioia, la totale rabbia, la calma perfetta di Edward: tutte mescolate e confuse in una matassa che nemmeno un empatico probabilmente avrebbe saputo districare.

< Perchè ho te tra le braccia, sei viva, e mi hai detto di essere felice. Questo non è il momento di pensare a... > ringhiò lasciando trapelare per un attimo i suoi veri sentimenti < quelle bestie. > ma si ricompose subito. < Ci serve come informazione, ma arrabbiarsi non serve a nulla. E' passato, il futuro ciberà se stesso, per ora, voglio solo te accanto a me. Bella, devo saperlo, come stai? > La sua spiegazione non faceva una piega, sicuramente aveva omesso da gentiluomo qual'era, il fatto che non volesse turbarmi. Il suo volto tormentato mentre mi chiedeva come stavo mi fece riflettere: cercai di capire cosa sentivo, frugai tra le mie emozioni e vi trovai solo caos eppure...

< E' strano Edward, ma io sto bene, non capisco, sono così... > cercai il termine adatto < ...arrabbiata con loro! Eppure dall'altra parte sono felice, felice che tutto sia tornato apposto. Sono felice di poter ripensare a quei momenti senza piangere e senza sentirmi male! Con te accanto è tutto perfetto Edward! >

Alle mie ultime parole il suo viso si rilassò visibilmente aprendosi in un dolce sorriso.

< ti amo > Gli sorrisi di rimando.

< Ti amo! > Mai parole furono più vere.

< quindi sei sicuro che... siano affidabili > Mi prese le mani guardandomi negli occhi.

< sicurissimo! Se non lo fossi al cento per cento non staresti ancora in questa camera. Bella, devi fidarti di me, non permetterò mai più a nessuna di toccarti, capito? >

Annuii.

< Amore, so che hai fame, ma forse prima di mangiare dovresti fare una telefonata... >

< Chi devo chia... CHARLIE!!! > Spalancai gli occhi. Ora ero davvero terrorizzata!

To be continued!

lo so che questo capitolo è brutto:( ;( ma spero sia meglio di niente!

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Capitolo 35
*** Avviso ***


Odio scrivere AVVISO al titolo dei miei capitoli perchè quando lo leggo nelle fan fiction altrui che tanto mi piacciono rimango malissimo! Ma questa volta (scusatemiii) è d'obbligo! Prima di tutto un grazie gigantesco a tutti quelli che mi hanno scritto per sapere quando avrei aggiornato! siete fantastici, ma il problema è che sto nel pieno degli esami! Torno ogni tanto su efp per leggere le vostre storie e rilassarmi in pausa studio, ma capite bene che scrivere un capitolo è tutt'altro che semplice!Questa università mi uccide, altro che esame di stato! ho paleontologia, analisi1 e geologia per un totale di tipo 6500 pagine(si salvi chi puòòòòò) e finisco il 28 luglio..... :( aiuto! però probabilmente ritaglierò un pò di tempo per aggiornare tra analisi e geologia.Mi impegnerò a riguardo ma non vi posso promettere nulla. Mi dispiace tantissimo non poterlo fare ma sto davvero incasinata! Spero di risentirvi al più presto possibile! Damaristich

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Capitolo 36
*** Telefonate e specchi ***


Toc toc… Posso entrare? Ehm.. sono tornata! Dopo quasi due mesi di assenza! Chiedo venia! Ma sono ancora in periodo di esami, anzi lunedì ne ho un altro e mancano ancora 500 pagine, vi rendete conto?! Fa caldissimo!…….. Però avevo voglia di scrivere! Questa storia mi mancava proprio e ecco qui! Un nuovo capitolo! I prossimi aggiornamenti non prima di dieci giorni, mi dispiace!!! Ma ho voluto pubblicare un po’ prima dell’inizio delle mie vacanze e  okok! Posso sentirmi un momento orgogliosa di me stessa??? Ho preso 27 a analisi1 !!! (che se ci penso piango!) e un 28 ieri a paleontologia che non è proprio da buttare che dite? Vabbè… la finisco di rendervi partecipi della mia vita che non vi interessa minimamente!:) quindi vi lascio alla loro! Spero di risentirvi tutte nelle recensioni! Alla prossima! Ps questo capitolo è lunghetto! spero mi faccia perdonare:)

 

Erano passati ben quindici minuti da quando Edward mi aveva inoltrato la chiamata a Charlie e io terrorizzata l’avevo annullata.

Ora avevo il cellulare in bilico tra le mani, quasi fosse un oggetto molto pericoloso: in realtà lo era data la situazione!

< Edward dai! Non so cosa dirgli! >  Mi lamentai con tono infantile, lui rise.

< Dai amore mio, devi semplicemente dire che stai… bene > lo guardai torva e sbuffai.

< La metti facile tu che sei antiproiettile! > Alzò le sopracciglia divertito.

< Bella, non credo che Charlie ti sparerà mai! E in tal caso lo sai che ti proteggerei a ogni costo! >

Ammiccò e mise sù il suo sguardo tentatore che… stava lentamente cambiando in divertito, e.. ok.. perché Edward stava ridendo?

< Amore chiudi la bocca > Avvampai. Ovviamente ero rimasta incantata, come al solito, davanti alla sua incredibile bellezza. Chiusi la bocca di scatto. Fortuna che non avevo sbavato!

< Uffa > Incrociai le braccia lasciando con finta distrazione il cellulare sul piumone del letto:

< guarda che è solo colpa tua! I tuoi sguardi dovrebbero essere dichiarati fuorilegge Edward!! >

< Ah si? > finse di essere pensieroso accigliandosi. Le sopracciglia si arcuavano in modo perfetto sul suo viso splendente, e le labbra, erano sublimi, rosate, appena schiuse e... Controllo Bella! Dovevo concentrarmi altrimenti avrei rischiato di  incantarmi nuovamente davanti all’eterea bellezza del suo viso. Spostai lo sguardo lontano dalle sue labbra e la trans fu interrotta dalle sue parole:

< E come sarebbero questi sguardi? > Ovviamente lo disse inclinando appena il viso e fissandomi senza sbattere le ciglia, quasi volesse ammaliarmi e ci riuscì pienamente. Presi di nuovo coscienza di me stessa solo quando lo vidi storcere la bocca in un sorrisetto divertito.

< EDWARD FINISCILA!!! >  il suo sorriso divampò in una fragorosa risata.

< Perdonami!!! > Disse fingendo di asciugarsi le lacrime dal ridere. A volte sembrava proprio Emmett! Misi su il broncio e incrociai le braccia al petto fingendo di non guardarlo, ma con la coda dell’occhio ero attenta ad ogni suo movimento. Non ero però preparata alla sua straordinaria velocità: senza che avvertissi il minimo spostamento d’aria me lo trovai accanto a me. Con il viso a un centimetro dalla mia guancia. Avvertivo il suo respiro gelido dietro l’orecchio… lungo le pulsanti vene del collo… sulla clavicola…

< uhm… > rabbrividì quando le sue corde vocali vibrarono in un profondo sospiro

< sai amore > parlava lentamente prendendo a sfiorarmi il collo con le labbra fresche, ogni sua parola era un sussulto < il tuo profumo irretisce i miei sensi > altri brividi, le sue labbra si fecero  più insistenti dietro il lobo dell’orecchio mandandomi in estasi. Mi posava piccoli baci sulla pelle liscia dietro l’orecchio accarezzandomi i capelli teneramente con la punta del naso.  Ma ciò che è bello, si sa, non dura a lungo: la magia finì in un attimo, frantumandosi come una bolla di sapone con un sonoro pluf: mi ritrovai il viso ghignante di Edward davanti e il cellulare in mano.

< MA LO SAI AMORE CHE NON E’ FACILE FARMI DISTRARRE!  >

Restai qualche secondo scioccata alternando lo sguardo da lui al cellulare finchè mi resi conto di cosa fosse accaduto

< Edward! >  Lo minacciai brandendo il cellulare  < SEI MESCHINO!!! >

A sua volta si puntò il dito contro: < chi io!! >

< si tu! > riflettei e poi mugugnai < UFFAAAA! >

< Adoro questo tuo piccolo broncio > Alzai lo sguardo e mi immersi nell’oro vorticoso del suo sguardo < sei bellissima > Disse dolce e meccanicamente io arrossii. Poi sentii la sua voce farsi seria.

< Amore, chiama Charlie, era molto preoccupato. Carlisle l’ha sempre tranquillizzato quando chiamava dicendogli che stavamo bene, che aveva nostre notizie di tanto in tanto > Era molto serio. Inspirai cercando coraggio. Lui mi accarezzò il viso delicatamente.

< sono qui con te… sempre. > Sorrisi, ma forse parve una smorfia. Inspirai ancora una volta. Stringendogli la mano e afferrando il cellulare.

< ok, lo chiamo > Il suo sguardo tranquillizzante non mi abbandonò nemmeno un attimo mentre componevo il numero. Appoggiai il cellulare all’orecchio: uno squillo… due squilli.

<  Pronto? > Aveva la voce strascicata, in effetti era sera, forse si era appisolato sul divano. Mi venne nostalgia per un attimo del salone con la tv, della partita, della pizza da asporto, dei nostri piccoli gesti, ma lo strano peso sul cuore che avvertivo scomparve per lasciare spazio alla determinazione. Risposi con voce debole.

< Papà… > uno, due, tre secondi di silenzio:

< Bells!! Sei tu! > Sorrisi della sua gioia.

< si papà… sono io. tutto ok?  >

Mi sarei aspettata tutto, urla, rabbia minacce ma non quella voce: Charlie rispose triste, e affranto, quasi volesse piangere.

< ti sei dimenticata di me > Sussultai e fissai Edward che ovviamente aveva sentito e mi strinse leggermente la mano disegnandoci cerchi immaginari con il pollice.

< scusami papà > Dall’altro capo, solo silenzio.

< Papà… > Ripetei, dall’altro capo udii solo un sospiro. Provai ancora:

< Papà davvero mi dispiace è che… > guardai Edward in cerca di una scusa ma lui finalmente rispose:

< Tranquilla Bella, è ok! Capisco che il ritorno di Edward ti abbia scombussolata, e che volevi stare con lui… ma > un’altra nota di dolore incrinava ulteriormente la sua voce < sparire così! Senza dirmi niente! Se non fosse stato per Carlisle che di tanto in tanto aveva tue notizie mediante Edward, ti avrei dato per dispersa >

Rimasi muta, aveva pienamente ragione! Ma come potevo spiegarglielo? Non potevo assolutamente! Non sapevo cosa fare. Stringevo convulsamente la mano di Edward.

< Io… Io… mi >

< Bells! È ok! > Di colpo il dolore scomparve dalla sua voce < sono contento di risentirti, non fa niente, però la prossima volta pensaci ok? Non far spaventare il tuo vecchio >

Edward mi sorrise e io sorrisi di rimando a lui e alle parole Charlie.

< Grazie Ch.. papà! > Dall’altro ricevitore arrivò tonante una risata.

< Non ti abituerai mai a chiamarmi papà eh?.. va bene tesoro, ci sono abituato ormai. Ora dove sei? >

Edward mi afferrò il viso costringendomi a guardarlo e grave mimò con le labbra di dire che eravamo in giro per l’Europa

< ehm.. A…Al momento siamo in… in > Perché non ero capace di inventare bugie!?

< Dove siete Bella? >

< siamo in….. Islanda! Sì. Siamo in Islanda! > Vidi Edward arcuare le sopracciglia e poi poggiarsi una mano sulla pancia mimando una grassa risata, di rimando lo guardai torva. Era un posto stupendo!

< In Islanda?! E… come… PERCHE’?? > Era incredulo! Ma cosa avevano tutti contro l’Islanda!?

< E’ un posto bellissimo e ci sarei sempre voluta andare, allora abbiamo allungato il viaggio per qui. E’ tutto così calmo papà! Davvero.. si sta benissimo > Ok, il mio tono di voce parve quasi convincente, mi stavo riscoprendo abile nelle bugie, ecco cosa succedeva a frequentare i vampiri! Charlie imputò il mio precedente tentennamento alla precedente conversazione dai toni tristi.

< Ma tu non amavi i luoghi caldi una volta? > Colpita,

< Ehm… >

< Bells mi nascondi qualcosa? > Affondata. Mi ripresi giusto in tempo, prima che la modalità sceriffo si attivasse.

< Ma no papà! Che dici, io amo il freddo > Lanciai uno sguardo a Edward che aveva una mano sul viso. Non ero brava a mentire, cosa potevo farci uffa. Continuai la falsa < Lo sai! Forks è fredda eppure mi piace! >

< No Bells, ti piace Edward non Forks > Ricolpita! Ma cosa aveva Charlie? La vena della perspicacia?

< Ma no papà che dici?? Non è assolutamente vero cosa vai a pensa… C… cioè, si mi piace Edward…ma….ma a..anche Forks > Stavo balbettando. Niente da fare, la copertura era saltata.

< Uhm > Charlie mugugnava, cattivo segno < Fammi ricapitolare, sei in Islanda > sottolineò la parola e io tremai, non ci aveva creduto < da sola suppongo, con un ragazzo, non mi hai fatto sapere niente per tutti questi giorni, e io sono tue padre >

Oh oh.. altro cattivo segno, detto in questo modo sembrava uno dei peccati capitali.

< Bells >  Tremavo. Edward era serio, il non poter leggere i pensieri di Charlie evidentemente lo metteva a disagio, sicuramente si sarebbe sentito in colpa anche per questo: storsi la bocca in attesa del verdetto.

< s…si papà >

< Bells, nonostante tutto io mi fido di te, so che sei una persona responsabile e si…  > sospirò < mi fido anche di lui, nonostante tutto quello che ti ha fatto. > Sussultai. Ok, cos’era il mio compleanno? Dove era finiro Charlie infuriato? Anche Edward era allibito.

< Quindi sono certo > continuò < che ti comporterai bene, e pretendo che tu torni in tempo per la scuola e che mi chiami! Almeno una volta ogni due giorni intesi? E chiama anche tua madre ogni tanto! Il fatto che ci sia Phil non vuol dire che non le manchi! > ….. < Bells? >

< Si papà >  Avevo la bocca spalancata e Edward me la chiuse con un dito sotto il mento soffocando una risata.

< Non te l’aspettavi eh? So essere un padre ragionevole, e tu sei grande abbastanza da saper badare a te stessa, e Edward mi ha anche promesso che non ti farà più soffrire >

Di colpo mi venne in mente il giorno in cui quei due parlarono dopo che Edward tornò da me. Sembrava appartenere a un passato lontano eppure non era che un paio di mesi prima. I miei ricordi furono spezzati dalla risata di Charlie soffocata dai baffi

< tanto lo sa che in tal caso gli sparo prima che sia capace di dire A >

Non sussultai nemmeno, il tempo di dire “A” probabilmente sarebbe bastato a Edward per percorrere un chilometro. Risi nervosa.

< Eh già >

< Va bene piccola, aspetto tue notizie e mandami una cartolina….. dall’Islanda >

< ok, ma papà sul serio guarda che sto qui! >

< Certo tesoro, certo… saluta Edward >

< vabbè.. ok. Ciao papà, buonanotte >

< Notte >

Clic. Chiuse la chiamata. Allontanai il cellulare dall’orecchio lentamente, e guardai Edward allibita.

< Bella te lo devo dire non sei proprio capace di mentire > Sbuffai

< La fai facile tu! Che sono cento anni che menti! Io sono una novellina > Mi ritrovai improvvisamente tra le sue braccia fredde.

< Una novellina dolcissima direi > Arrossii. Edward mi accarezzava gentilmente i capelli lasciandomi calmare.

< E’ andata bene comunque, hai sentito no? Non si è arrabbiato! >

< Si si.. > Edward annuì ma in modo strano e io capii istantaneamente. Scattai:

< Edward finiscila! > Urlai e la sua mano si bloccò di colpo sui miei capelli allontanandosi.

< ho fatto qualcosa che non va? > Sembrava un cucciolo spaesato. Che bello. Era stupendo con ogni espressione, in ogni modo. Ma senza lasciarmi distrarre mi fiondai sul suo collo mordendolo.

< Aiaaaa > Perché dimenticato sempre quanto fosse duro? Mi massaggiai la mandibola.

< Bella ma sei pazza! Mi hai morso! >

< Sisi! > Annuii decisa

< E perché? >  Scossi il capo.

< Tu non ascolti ciò che dico! Io l’avevo detto che se qualcuno si fosse sentito ancora in colpa per me, io l’avrei morso con questi denti > mi picchiettai con l’indice un canino. Edward spalancò lo sguardo. Eppoi la sorpresa andò via lasciando posto all’amarezza.

< Io, avrei potuto fare di più. Avrei dovuto… > Mi misi le mani sulle orecchie.  Non volevo sentire una parola di più.

< Edward puoi fare una cosa per me? >

Alzò lo sguardo

< Tutto quello che vuoi amore mio. > Era ancora affranto io respirai a fondo per rispondergli:

< Edward, ho bisogno di dimenticare, ho bisogno di allontanarmi da questa angoscia, e per farlo ho bisogno che tu sia felice, ho bisogno del riflesso della tua gioia >

Chinai il capo e lui dolcemente mi strinse al suo petto. Mi poggiò le labbra sulla fronte.

< Ok, non leggerai più angoscia sul mio viso > Alzai lo sguardo.

< non voglio che ce ne sia dentro di te > Lo dissi guardando nell’ambra scintillante del suo sguardo. Lui non rispose, mi avvicinò ancora una volta a se e capii che dentro di lui sarebbe albergato sempre quel sentimento. Sospirai affranta. Cosa potevo fare? Il mio monologo interiore fu interrotto dal suo sussulto.

< Bella, gli altri stanno tornando > Gli sorrisi, Alice mi mancava, ma il mio sorriso morì davanti alla titubanza del suo sguardo.

< Edward che c’è? >

< mmm > stringeva le labbra < con loro c’è il clan dei Denali. Farebbe loro molto piacere conoscerti > Mi raggelai terrorizzata

< No! Piccola, davvero non avere paura, loro sono come noi, sono vegetariani, e poi, ok… non fa niente, dirò loro che non è il momento > Gli strinsi la camicia prima che potesse alzarsi e scendere di sotto.

< Non ho paura di loro > si volse verso di me

< E di cosa? > Cincischiai con qualche mugugno, non volevo dirglielo.

< Bella sei arrossita, che c’è? > Con un filo di voce risposi.

< C’è anche Tanya con loro? > In un batter di ciglia mi ritrovai a svolazzare per la stanza tra le braccia del mia amore che mi cullava per non farmi male alle costole doloranti.

< Piccola… > Bacio sulla fronte  < Adorabile… > Bacio sul naso < Sciocca! > tesi le labbra e lui me le baciò per poi accarezzarmi dolcemente il viso ponendomi i capelli dietro l’orecchio. < come se potessi vedere qualcun altra che non sia tu! > Sorrisi intimidita e trionfante.

< Non devi sentirti in soggezione, io sono tuo, tu sei mia, per sempre, e tra l’altro lei proprio non mi piace > Il mio sorriso si allargò.

< Davvero? > Mi diede un altro bacio.

< Si gelosona, davvero > Lo strinsi fortissimo quasi a volerlo chiudere nella prigione del mio cuore, ma lui c’era già. Non sarebbe mai potuto uscire da lì, nemmeno con la sua forza titanica, nemmeno con qualche strana strategia di abbandono. Era mio. Due semplici parole mi gonfiarono letteralmente il cuore: che strana sensazione quella di possedere qualcosa solo per se stessi: aveva un sapore dolcissimo. Lo sentii sbuffare tra i miei capelli.

< Prima che Alice irrompa con un uragano nella stanza, ha deciso di venirti a aiutare a vestirti, perché a quanto dice ha già previsto che tu avresti risposto di si alla sua richiesta. > Sorrisi scotendo il capo, Alice, la mia sorellina folle.

< Tra quanto arriva? >

< Tre, due, uno… >

< Bellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa > Eccola, appunto. Era appollaiata sulle spalle di Edward, in bilico sulle ginocchia come se fosse una gesto normalissimo. Io la guardavo dal basso.

< Si Alice mi ha già avvertita Edward, va bene! > trillò una delle sue risate coinvolgenti. L’entusiasmo di Alice era  impagabile.

< Si lo so! L’avevo visto! Ora sciò! Noi dobbiamo farci belle! > Edward mi poggiò sul letto che fece un rumore sinistro.

< Si lo so, lo metto apposto io il letto… tranquillo >

< Grazie sorellina! >

< Si si si, certo > disse impaziente con un leggero movimento della mano per indicargli la porta < ora vai dagli ospiti su… >

Ospiti? I Denali? Tanya? Sbiancai.

< Bella ma che..? >  Prima che Alice potesse finire la frase mi ritrovai le labbra di Edward incollate alle mie: mi abbandonarono solo quando fui senza fiato. Scostandosi mi prese il viso tra le mani incatenando gli occhi ai miei:

< ci sei solo tu > Annuii pienamente convinta. Forse per via del suo sguardo magnetico. Ero completamente imbambolata

< Siiii Certo, li fate dopo i piccioncini! Esci Edward! > La sua mano scivolò via dalla mia. Ma prima di uscire le disse guardandola in cagnesco:

< Alice, guai a te! Sai che sente dolore, niente cose strette, niente cose scomode! >

< Uffa! Quanto sei pesante! Lo so bene! > La porta si chiuse mentre Alice si voltava raggiante verso di me fiondandosi tra le mie braccia. Mugugnai di dolore: dritta sulla costola dolorante. Una voce tuonò da fuori la porta

< ALICE TI AVEVO AVVERTITA! >

< Che noiosooooo. Edward! Sta bene, vero Bella? > Il suo sguardo mi incenerii, così risposi con voce alterata e stridula >

< Si si! >

< visto? > Trillò lei. Da fuori la porta nessun suono, avevo però la netta impressione che lui fosse ancora lì a controllare! Alice tornò a concentrarsi su di me, ma la anticipai.

< Alice che dici di un bel jeans e un maglioncino caldo? > Lei aprii la bocca indignata ma la precedetti ancora una volta:

< PuoiInserireAccessoriConStrass!! > Dissi tutto di un fiato e lei si illuminò!

< Siiii vedi? Questo è il mio influsso! Jeans e strass! Che accoppiata! > E si fiondò cosi velocemente sull’armadio che nemmeno la vidi. Un secondo dopo avevo sulle gambe un jeans chiaro e un maglioncino bianco.

< e per gli strass? >

< post trucco! > Rabbrividii, mi pareva strano che Alice non dovesse trattarmi con la Barbie di turno.

< Su,su! Vestiti! > Afferrai i lembi della maglia del pigiama, titubante, e lei si bloccò di colpo, gli occhi vitrei. Poi si ridestò e mi guardò all’altezza della pancia:

< Mentre ti cambi vado in bagno a prendere i trucchi >.

Feci appena in tempo a sentire un bacio sulla guancia che la porta  della camera sbattè e mi ritrovai sola: che dolce. Aveva sicuramente visto che avrei preferito non spogliarmi e mostrare i segni delle.. violenze davanti a lei quindi era andata via. Alice, la mia sorellina. Lei sapeva. E mi stava bene, non avrei dovuto avere segreti con lei. Ma non volevo che altre persone sapessero. Ero certa di poter stare tranquilla però. Alice era capace di celare segreti a Edward che leggeva nella sua mente, figurarsi al resto del mondo!

Mi infilai velocemente i vestiti, e mi girai verso la porta ma quello che non avevo considerato era lo specchio che c’era accanto,

Rifletteva una immagine terribile: me, con il viso gonfio, e la fronte ancor più delle guance, su cui si allungava una lunga linea rossa fin quasi al sopracciglio. Alzai la mano per toccarmi la fronte e quella era fasciata: ruppi in un singhiozzo silenzioso, ma non abbastanza tale da non scatenare la reazione a catena che ci fu dopo: un colpo alla porta, un chiavistello che gira e Alice mi stringeva tra le sue braccia. Poi un pugno fragoroso alla porta mi fece sussultare:

< Bella? Tutto ok? > La voce di Edward era ansiosa e tesa, quasi spaventata. Le lacrime scendevano sul mio viso. Ero orrenda, come faceva Edward a guardarmi ancora? Alice mi accarezzava.

< Edward tranquillo ci sono io, va tutto bene >

< Alice, fammi entrare! > Altri colpi sulla porta. La sua voce divenne autoritaria.

Scossi la testa impaurita facendole capire che non volevo, e i colpi cessarono immediatamente. No! Mi maledissi per la mia negligenza. Edward le aveva letto nella mente e ci aveva visto il mio non volerlo con me. Trovai la forza per sussurrare, conscia che lui poteva sentirmi:

< Edward, è tutto ok… voglio stare un po’ con Alice ora >

< va bene, io sono qui, chiamami per qualunque cosa > Mi costò dirlo ma lo feci:

< scendi sotto dagli altri… a dopo >

< va bene. A dopo >

Mi accucciai tra le piccole braccia di Alice, le lacrime erano finite, ma sentivo un grosso peso sul cuore. Ero mostruosa, non potevo scendere giù dove c’era quella vampira bellissima che faceva la corte al mio Edward! Sarei rimasta chiusa lì dentro fino a perfetta guarigione.

< Bella, puoi parlare con me tranquillamente, Edward è sceso giù e gli ho chiesto di non leggere i miei pensieri. Non lo farà, ne sono certa, quindi stai tranquilla… e non c’è motivo perché tu rimanga segregata in questa stanza > Sbuffai.

< che succede eh sorellina? > Mi chiese dolce.

< Alice, guardami! > bisbigliai, non volevo farmi sentire < hai visto la mia faccia? Sembro un, un… un pallone gonfio e ricucito > Lei rise, e mi innervosii ancora di più.

< Alice non è divertente! >

< Rido perché non è vero, e poi non hai considerato la mia valigetta miracolosa! > E mi mise davanti al naso il suo kit di trucchi. Inspirai.

< una possibilità, ma ti avverto. Se non sono presentabile, non metterò piede fuori da questa stanza prima che il mio viso non abbia raggiunto una dimensione decente e umana >

< Fidati di me! >

 

Circa un’ora e mezza dopo ero davanti allo specchio con un bel ciuffo di capelli a coprire la cicatrice orrenda sulla fronte, e il viso era tornato a dimensioni quasi decenti grazie all’effetto miracoloso degli impacchi di Alice. Non sembravo più un pallone! Mi voltai per ringraziarla ma lei già aveva sul viso un sorriso vittorioso.

< Sisi! Lo so! Prego! Sono una maga in queste cose! >

< Si alice > Aveva pienamente ragione < Ci sai fare! >

< L’hai detto! Ora però dobbiamo andare giù, devi conoscerli, ti saranno simpatici!

< Certo… > Dissi sarcastica, soprattutto Tanya.

Alice mi guidò fuori, prima di voltare l’angolo e scendere le scale presi un grosso respiro e strinsi la mano della mia sorellina… Su bella, su! Che sarà mai! E’ una vampira come tutte le altre! Che sarà mai….

Ma non potei finire di formulare quei pensieri, perché quando giunsi in salone mi resi conto che era vero, era una vampira come tutte le altre. Appunto, bella come una divinità greca!

Improvvisamente ebbi il feroce impulso di tornare di corsa in camera mia.

 

To be continued!

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Capitolo 37
*** I denali ***


Lasciatemi non commentare la mia assenza dai dai daiJ.

 

Siccome sono mancata per un po’, vi faccio una breve ricapitolazione per farmi perdonare, però vi consiglio ugualmente di leggere la storia se ancora non l’avete fatto. E lo dico perché se no capirete poco e niente! Io mi sono appena emozionata nel leggerla ancora una volta… (e non badate ai primi capitoli, sono pieni di errori, che prima o poi correggerò!) Se conoscete bene la storia saltate tutta la seguente parte in corsivo:

 

Il sapore delle lacrime: riassunto capitoli 1-35

 

Edward ha lasciato Bella dopo il suo compleanno, ma non è completamente fuggito. E’ rimasto a osservare il dolore della sua amata da lontano. Dopo mille sofferenze i due si riuniscono. Bella ha sofferto moltissimo della separazione e non riesce a staccarsi  da lui neanche un attimo. L’unica volta che Edward l’ha abbandonata per andare a caccia è successo il patatrac! Bella viene rapita da un vampiro con strani poteri: è uno scudo potentissimo che blocca l’azione di ogni tipo di altro potere. Bella viene rinchiusa in Italia, in un sotterraneo, e rimane lì, subendo violenze sessuali dal suo rapitore (Lestat) e dal commissionario del rapimento, che si scopre essere Laurent. Grazie ai poteri di Lestat, i Cullen non riescono a vedere dove si trovi Bella nè cosa le sta accadendo ma riescono comunque a entrare in contatto con due spie inviate dagli organizzatori del rapimento, dalle quali comprendono che Bella si trova in Italia. Quindi, insieme al Clan di Denali si dirigono a Roma.

Ma, tumulti interni nel gruppo dei vampiri carcerieri, portano alla morte di Lestat. Finalmente Alice riesce a vedere dove si trova Bella. Tutti i vampiri avvertiti dell’arrivo dei Cullen, si preparano a combattere uscendo velocemente dalla casa. Laurent esce dalla camera di Bella appena prima di violentarla, lasciando la porta aperta con l’intenzione di rientrare ma gli vieni impedito da una chiamata urgente dei “ piani superiori”. Bella rimane a essere sorvegliata dalle altre guardie, le quali ignorano la porta aperta, vanno in aiuto dei loro simili nella battaglia contro Cullen/Denali. Bella, rimasta sola fugge. E’ notte fonda, e la città è lontana. Incontra un altro commissionario del rapimento cioè Victoria. Mentre lei la tortura picchiandola le rende più chiaro il quadro della situazione, conscia che l’avrebbe uccisa di lì a poco. Le spiega che i veri mandanti di tutto sono i Volturi, che l’hanno usata come esca per giungere ai Cullen e le fa credere che i Cullen sono morti. Bella è distrutta dal dolore e supplica la vampira di ucciderla ma COLPO DI SCENA! Arriva Edward che la salva mentre lei perde i sensi. Bella rimane incosciente fino al suo risveglio. Si trova a Denali, in una casa vicino a quella del Clan. Edward non sa niente dell’accaduto, ma Bella porta i segni fisici e psicologici delle violenze subite. Dopo un po’ riesce a raccontare al suo amato cosa è realmente accaduto in quella prigione. A questo punto, i Denali vogliono incontrarla, cosa accadrà?

Inizio capitolo 26: Buona lettura!

 

Ma il mio piano d’evasione venne troncato ancora una volta sul nascere dalla stretta di una fredda mano attorno al polso. Non mi serviva guardare il viso di Alice per vedere che grazie al suo dono,  mi aveva vista fuggire da quel salone  a gambe levate per mai più tornarci.

Presi un altro grosso respiro e girai completamente l’angolo, conscia che tutti i vampiri presenti, grazie all’udito particolarmente sviluppato, avevano di certo sentito l’incedere affannato del mio cuore e i miei passi incerti e zoppicanti da umana.

Tanya, la venere bionda dei miei incubi-ero certa fosse lei- se ne stava abbarbicata su un bracciolo del divano di casa, accanto ovviamente al mio Edward che era l’unico a non aver finto di non avermi udita arrivare. Quanto a me, dovevo avere uno sguardo alquanto deluso per via della loro vicinanza, perché vidi nei suoi occhi una scintilla di tristezza, eco della mia.

Ciò però non smorzò il suo entusiasmo. Edward si alzò fulmineo dal divano con un grosso sorriso luminoso stampato sul volto: era così radioso che parve illuminare tutta la stanza. Mi tese  dolcemente e con fare galante, una mano che io, nonostante la gelosia che mi infiammava la gola, afferrai come niente fosse.

Si schiarì la voce e con mio rammarico anche quel semplice suono apparve dolce e sensuale: tremai. Bruciante di gelosia. Non poteva darmi fastidio perfino questo! Ero da curare.

< Vi presento la mia fidanzata, Isabella > Disse Edward orgogliosamente, e la cosa non potè che riempirmi di una malcelata gioia. Tutti quanti si voltarono, smettendo di conversare tra loro.

< Piacere… di conoscervi > Sussurrai sommessamente alzando lo sguardo dal pavimento, e quando vidi che avevo l’attenzione di tutti addosso, sentii le guance avvampare: perfetto! Avevo fatto la figura della bambina timida, per di più umana, davanti a un gruppo di vampiri centenari.

< Oh che dolce! E’ arrossita >  Edward ridacchiò avvicinandomi ancora di più a sé con fare protettivo.

Ad aver parlato era una donna che stava abbracciata a un grosso vampiro dagli occhi d’oro. Mi accorsi che non solo Tanya, ma tutti loro irradiavano una bellezza inaudita, paragonabile a quella dei Cullen. La vampira si avvicinò a me lentamente, ed era chiaro che lo faceva in modo cauto, senza perdere l’innata eleganza che contraddistingueva quelli della sua specie: probabilmente era stata messa in guardia, sapeva che ero rimasta molto scossa dai recenti incontri con vampiri sconosciuti. Rabbrividii al solo pensiero. Mi tese la sua mano pallida ed io l’afferrai, ovviamente era gelida, ma liscissima.

< Piacere io sono Carmen, e lui.. > fece per indicare l’uomo da cui si era allontanata < è Eleazar > Aveva un viso rassicurante che scintillò di gioia quando mi vide sorriderle. Per un momento mi parve Alice, allegra e spensiera.

< e loro invece sono.. > Inizio a dire indicando con un ampio gesto della mano le altre due componenti della famiglia, ma non potè finire. di parlare che sopraggiunsero le dirette interessate: Tanya e un’altra vampira bellissima, dai folti capelli mori

< Io sono Tanya piacere > dunque avevo maledettamente ragione <  …e lei è Kate >

La vampira era più bella di quanto pensassi. Sentii un grosso peso gravarmi sul cuore all’idea che quell’essere perfetto fosse stato nudo davanti ad Edward con solo una trasparente camicia da notte a fingere di celare il suo corpo statuario. Come aveva potuto Edward, scegliere una umana goffa come me davanti a cotanta perfezione? Quasi non feci caso alla presentazione dell’altra vampira, Kate, a cui strinsi anche la mano. Continuavo a fissare Tanya, scioccata, assorbendo la perfezione del suo volto. Il suo viso era alla mia altezza, ma lo splendore che irradiava era folgorante.

 Sentii la mano di Edward stringere la mia con delicatezza mentre rassicurante, ne sfiorava con il pollice il dorso. Al suo gesto mi accorsi di tremare:

< Pia.. piacere mio > Sussurrai cercando di trattenere i fremiti.

In me sentivo aggrovigliarsi un mucchio di sentimenti: gelosia, tristezza e angoscia principalmente bruciavano all’altezza del cuore come tizzoni ardenti tanto che non riuscivo più a mantenere un filo di razionalità.

Perché un angelo come Edward stava ancora con me? Avrebbe dovuto abbandonarmi per stare con una al suo livello. Con una vampira bella e forte, come Tanya. Cosa potevo donargli io che non fossero problemi su problemi? Era palese, non ero abbastanza, non ero degna di quell’angelo la cui mano marmorea stringeva la mia. Mi si mozzò il respiro e a quel punto, sopraggiunse ancora una volta il terrore dell’abbandono. I ricordi della mancanza di Edward nella mia vita erano ancora vividi:

i mesi dopo il mio compleanno e le notti di prigionia mi passarono davanti agli occhi come terribili fotogrammi: il dolore lancinante nel petto ogni volta che pensavo a lui, l’aria che entrava nei polmoni ma che non mi dava vita, e le lacrime, fiumi di lacrime che non avevo neanche la forza di asciugare brillarono vivide davanti ai miei occhi, nei ricordi. Strinsi i denti, erano passati pochi attimi dal mio saluto a Tanya, eppure erano bastati a prendermi ed a gettarmi in un baratro buio. Sarei morta, se lui mi avesse abbandonata ancora una volta, la mia vita avrebbe perso ogni valore, per me l’universo sarebbe divenuto qualcosa di informe e vuoto, buio. Senza luce, senza gioia, Senza vita. Mi voltai verso Jasper, certa che stesse sondando il mio animo. Infatti lo vidi in un angolo, mano per mano con Alice che l’aveva raggiunto. Mi guardava con uno sguardo preoccupato, stringendo i denti per non farsi coinvolgere dai miei sentimenti, mentre Alice alternava lo sguardo tra me e lui, preoccupata anch’essa. Di certo Edward sentiva ciò che io provavo mediante Jasper e questo fece crescere in modo esponenziale la mia angoscia. Quando pensai di dover fuggire da quel luogo per evitare di scoppiare in lacrime davanti a tutti, vidi Alice scattare, insieme a Edward che, con finta naturalezza,  abbandonò la mia mano per cingermi con un braccio le spalle,. In realtà, ne ero convinta, cercava di non farmi fuggire. Alice aveva visto, Alice vedeva sempre.

A quel punto,  avvertii chiaramente come una nuvola di pace avvolgermi calmandomi: riconobbi il potere di Jasper su di me. Chiusi per un attimo gli occhi. Pochi altri attimi e non tremavo più. La vampira di nome Carmen parlò ancora facendo distogliere la mia attenzione della due splendide vampire che avevo davanti.

< Spero che la stanza sia di tuo gradimento > Le annuii convinta, cercando di non scoppiare a ridere per la sorte del povero letto. Il mio umore era cambiato radicalmente. Mai prima d’ora avevo avvertito il potere di Jasper così intensamente su di me.

< grazie, è veramente splendida! >  Le risposi sorridendo.

< Carmen dovresti vedere come hanno apprezzato quei due! > Tuonò Emmet. Ma prima che il mio sguardo potesse incenerirlo e il ringhio di Edward avvertirlo, continuò < Il letto è già andato! Si sono dati da fare i piccioncini! >

< EMMETT! > Un coro non proprio soave di voci lo ammonì rimbombando nel salone: io Esme Alice e Rosalie al suo fianco che gli aveva anche assestato un bel pugno sulla spalla, lo guardavamo in cagnesco mentre lui se ne stava immobile e accigliato: sembrava un cagnolino spaesato in formato armadio.

< Aia amore!! > Emmett, grande e grosso com’era si massaggiava il braccio. La cosa mi avrebbe fatta ridere se non avesse fatto, CIO’ CHE AVEVA APPENA FATTO.

< te lo sei meritato Emm! > gli rispose irosa Rosalie < Non puoi dire certe cose.. lasciagli la loro privacy no? Se gli piace essere “vivaci” in quel frangente chi siamo noi per… > La guardavo scioccata! Cosa diceva! Sentivo il mio viso avvampare ogni momento di più:

< Rosalie! Insomma! > Questa volta Edward esplose mentre lei lo guardava scioccata!

< Dai Ed, capisci cosa intendo, noi ne abbiamo demolite di case! > Edward si coprì gli occhi con una mano squotendo il capo.

< Si Rosalie, va bene… > Assentì arreso.

Nel mio piccolo però, tentai di difendermi. Non avevamo certo distrutto il letto per… insomma… atti impropri!

< Carmen.. i…io cioè. Noi non.. > chinai lo sguardo osservandomi i piedi < … non è che, ehm.. stavamo… non è stato per… > Balbettavo senza requie, e la mia arringa di scuse venne interrotta da una fragorosa risata: alzai il viso. Ridevano tutti quanti, perfino Carlisle, l’uomo, beh.. vampiro, più pacato del mondo si reggeva la pancia con una mano.

Mi voltai verso Edward stizzita, aspettandomi da lui un po’ di serietà e invece era lì, a cercare di tenersi una risata tra le labbra, che proruppe ugualmente quando lo guardai supplicante.

< Tesoro tranquilla > Mi disse dolce, ancora con residui di ilarità del tono, stringendomi a se. Incrociai le braccia.

< Scusami Carmen > La sua voce angelica vibrò in prossimità della mia testa < è stata colpa mia, l’ho rotto in uno scatto di rabbia, ma Alice ha già provveduto a prenderne un altro, arriverà domani.

< Ma tranquillo Edward, nessun problema >

< TUTTE SCUSE! > Ruggì Emmett ancora una volta. Oh! Ma era troppo! Questa volta fui io a scattare.

< Emmet! Finiscila > Silenzio generale. Mi guardarono tutti a bocca spalancata, evidentemente non si aspettavano una mia reazione dato che fino a quel momento avevo solo balbettato monosillabi incomprensibili. < non vorrei essere costretta a raccontare a Rosalie di certi siti salvati tra i tuoi preferiti sul pc >  Risi orgogliosa mentre tutti scoppiarono ancora una volta a ridere e il sibilo di Rosalie vibrò nella stanza.

< Emmett. Quali siti? >

< no Rosie… è che > Ma ancor più bello fu vedere Rosalie che si congedava stringendo per il gomito Emmett, che grande e grosso la seguiva docile cercando di dare spiegazioni, mentre lei lo guidava fuori dal salone.

Una risata trillò per la stanza, era di Tanya, sussultai, quando rideva era ancora più bella. Maledizione. MALEDIZIONE! “aiuto Jasper” Pensai tra me gettando uno sguardo fugace verso di lui:

< ti stimo Isabella! > Mi disse Tanya raggiante:

< Bella > Risposi automaticamente ancora scioccata perché mi rivolgeva la parola. Mi sorrise. Perché era cosi stupenda!! Perché!

< Bella. > Ammiccò < Nessuna aveva mai messo in riga il caro Emmett in quel modo! Bravissima >

< oh beh > risposi intimidita < Grazie.. >

Sentii le labbra di Edward posarsi sui miei capelli:

< E’ anche per questo che la amo immensamente >

Ok, i criceti nella mia testa erano svenuti. Mi sentivo le guance in fiamme.

< Edward, cosi la imbarazzi! > Esme,era sempre amorevole, proprio una mamma. Le sorrisi e lei mi restituì il gesto, dolce come sempre.

< Allora tesoro, come ti senti oggi? > Ci interruppe Carlisle, chiaramente per stemperare la tensione.

< Mi sento meglio, grazie Carlisle, sono solo beh.. solo  un po’ stanca > In effetti stare in piedi non giovava per niente alla mia constola malconcia.

< Vieni > Edward mi condusse sul grande divano facendomi accomodare sulle sue gambe, mi appoggiai automaticamente al suo petto.

< E’ normale, se senti qualche dolore più forte dillo a me o ad Edward, ci sono gli antidolorifici, li ho presi per te >

< ok, grazie Carlisle >  Ero certa non ne avrei usufruito. Probabilmente Edward sarebbe impazzito d’ansia se gli avessi detto: sento dolore! Non faceva che chiedermi continuamente della costola, del polso, della testa. Se non l’avesse fatto con tanto amore avrei sicuramente sbottato ad ogni sua richiesta! Ma era Edward, e l’amavo con tutta me stessa.

< Tesoro la vuoi una fetta di torta? > Annuii vigorosamente a Esme che sorrise radiosa. Come rifiutare un suo dolce?

 Dopo pochi secondi avevo tra le mani un piattino con una fetta gigante di torta al cioccolato ricoperta da una montagna di panna.  Di certo i vampiri non avevano  beh chiaro il concetto di porzione di cibo, ma in quel frangente non mi dispiacque.Senza far caso a ciò che avevo intorno immersi il cucchiaino in quel capolavoro e lo indirizzai verso la bocca, ma lo strano silenzio che avevo intorno mi fece alzare lo sguardo.

Con il cucchiaino a mezz’aria guardai i vampiri che avevo intorno: mi fissavano tutti quanti. Alternai lo sguardo sui loro visi imbarazzata.

< Ehm… vi da fastidio che mangio io.. posso andare… di là >  Probabilmente veniva fame anche a loro, e non mi andava di essere appetibile ai loro occhi, erano pur sempre vampiri!

< No amore… > Edward mi accarezzò dolcemente una guancia. Eleazar interruppe la sua spiegazione.

< Ci dispiace di averti messa in imbarazzo, vedi, nonostante siamo vegetariani, lo siamo da meno tempo e per noi risulta ancora complesso vivere a stretto contatto con gli umani, ed era molto che non vedevano qualcuno mangiare cibo, perdona la nostra invadenza >

< oh… > sussultai < Ok, no, voglio dire,  non c’è problema, pensavo che la cosa vi facesse… insomma.. venir fame, per questo io… ecco… > Tutti quanti risero e sentii Edward baciarmi la spalla e sussurrarmi un dolce “ti amo” che fece andare in corto il mio sistema nervoso. Quando finirono di ridere Tanya parlò con la sua voce sensuale che mi irritò non poco, infatti vidi Jasper sussultare e di conseguenza Edward prese a accarezzarmi un fianco. Dolce, protettivo.

< No cara, non sei appetibile per noi, non che tu abbia un cattivo odore.. >

< Tanya! > Vidi sussurrare Carmen.

< No tranquilli, intendevo che, probabilmente se un pensiero del genere venisse in mente a qualcuno di noi Edward ci farebbe fuori in un istante > Lui sghignazzò.

< Quanto meno, la porterei molto lontano da voi. > Sorrisi.

< Comunque.. Bella > Mi voltai verso Tanya che mi indicava < La tua torta sta…> Ossrvai il cucchiaino che grondava panne e lo portai al volo alle labbra. Wow. Chiusi gli occhi assaporandone il gusto.

< Buonissima Esme >

Mentre tutti discorrevano tranquillamente delle novità, della vita a Denali, di pettegolezzi sui vari clan di vampiri in giro per il mondo,io finii di gustarmi la torta di Esme, eppoi rimasi abbracciata ad Edward, a godere delle sue carezze, e dei sui baci, rubandogliene di tanto in tanto uno sulle labbra perfette, sulle quali le mie si modellavano. Dopo un po’ mi ritrovai a guardare fuori dalla grande vetrata. Si affacciava sul giardino. Il cielo era completamente bianco.  Nevicava abbondantemente e ciò rendeva il paesaggio simile ad un mondo fatato. Tutti intorno alla casa, gli alberi erano ricoperti da una spessa coltre di neve argentea e brillante e perfino i piccolissimi rami, grazie probabilmente all’assenza di vento, ne ospitavano su di loro vari centimetri. Tutta quella neve era caduta in poche ore. Non per caso, ci trovavamo in Alaska. Osservavo il paesaggio incantata, rapita da tanta bellezza. I discorsi dei vampiri erano diventati un brusio di sottofondo, basso e ovattato. Edward mi fece riscuotere dall’atmosfera idilliaca in cui mi trovano, parlandomi all’orecchio:

< Amore vuoi uscire fuori? > Gli sorrisi raggiante.

< Lo sapevo > Disse contento Edward per poi rivolgersi agli altri. < Scusate, noi usciamo un po’ fuori, faccio vedere a Bella quanto è stupendo qui intorno >

< Certo caro! Andate! > Ci disse Carmen. Prima che però potessi alzarmi dalle sue gambe Edward mi prese in braccio.

< Edward mettimi giù > Sussurrai arrossendo.

< Che fai amore, ora ti vergogni di me, uh? > Sillabò lentamente vicino al mio orecchio facendomi salire i brividi.

< uhm, io.. io… > Pigolai e lo vidi sorridere. Mi accucciai sul suo petto. Mi sentivo protetta, mi sentivo felice, era quello il mio posto.

< Edward, ci sono cappotto, sciarpa e cappello poggiati sul letto di bella >

< QUALE? IL LETTO CHE AVETE SFONDATO? > la voce di Emmett sopraggiunse dall’altra stanza e Edward scosse il viso senza badarci. L’esclamazione venne seguita da un “Aia! Rosy cavolo!!! Hai colpito sul punto di prima!” “ sta zitto Emmett” Ridemmo tutti. L’angoscia di prima pareva un ricordo stando tra le braccia del mio angelo protettore.

< Grazie Alice > Fece Edward scotendo la testa.

 

 

E tra le sue braccia ci incamminammo su per le scale, verso la camera… dal letto sfondato.

Edward mi depositò delicatamente sulla poltroncina, accucciandosi ai miei piedi, con i gomiti poggiati sulle ginocchia, mi osservava e io deviavo puntualmente il suo sguardo.

< uhm uhm… dobbiamo fare un discorsetto io e la piccola qui presente > Mi canzonò. Non potei fare a meno di sorridere. Quando mi chiamava piccola le mie labbra si tendevano automaticamente in un sorriso. Gettai uno sguardo al suo viso: gli occhi d’oro stillavano una dolcezza disarmante. E le labbra rosate erano… no! Ferma. Non guardare le labbra! Distolsi lo sguardo e  mi morsi il labbro per nascondere l’atroce desiderio di lui.  Sentivo il cuore in gola, così, di colpo, come raramente era successo.

< ah! Ti ho vista sorridere > Il mio sorriso si allargò completamente, fui incapace di trattenerlo. Fortuna che non aveva letto il desiderio nei miei occhi. Il bruciante bisogno che avevo di sentire la sua pelle gelida sulla mia calda mi lacerava. Mi strinsi le ginocchia al petto.

< piccola? > Lo guardai, e questa volta, inevitabilmente, mi persi.

Annegai nei suoi occhi con un groppo alla gola che mi tolse il fiato. Era così, perfetto che avrei voluto piangere, e ridere, e gridare. I capelli erano splendenti, ogni piccolo frammento della sua pelle mi emozionava, mi chiamava, mi invitava a accarezzarlo, a baciarlo. Avrei voluto parlare, ma cosa c’era da dire? Era davanti a me, in tutto il suo splendore eterno. Di colpo la brama di lui divenne veramente troppo forte. Era così intensa che faceva male. Mi tesi, verso di lui, con le mani tremanti.

< Bella… Amore > Edward mi guardava con uno sguardo sorpreso, gli occhi spalancati, lo sopracciglia arcuate, le labbra appena aperte. I miei occhi ne registravano la bellezza ma non riuscivano a comprenderla completamente

< Amore… > Soffocai le sue parole accarezzandogli le labbra: e una scossa di pura elettricità mi fece tremare. Lo sfioravo e non riuscivo a parlare. Lasciavo  solo scorrere le mani lungo il suo viso. Estasiata, perché c’era così tanto che, le parole divenivano solo suoni superflui.

< piccola… stai tremando.. > Ero incantata dalla sua voce, dalla sinuosità delle sue labbra. Tutto quello era troppo, troppo per poter essere assorbito.

< Ehi… > le sue mani mi strinsero dolcemente i polsi e il mio cuore si fermò,  singhiozzando un battito dopo l’altro mentre, occhi negli occhi, sentii una lacrima scendermi sulla guancia.

< Edward io… > volevo spiegargli cosa sentissi, quanta confusione avvertivo. Volevo, dare un senso a ogni sensazione, ma non riuscivo a trovare le parole per descriverle

< ti amo così tanto che… guardarti mi toglie il respiro. > Sussurrai. < Non riesco a ragionare, non riesco a pensare, è semplicemente, Troppo. Non riesco.. non riesco a… >

Ma lui, senza dire una parola, mi circondò con le sue braccia, forse aveva capito, forse in minima parte sentiva ciò che sentivo io. In piccola parte. Edward mi cullava, dolcemente, senza dire una parola. Quanto a me respiravo rapita il suo profumo. E nel profondo, sentivo la brama crescere. Il bisogno di lui mi strappava via ogni forza. Mai! Mai come quel momento l’avevo desiderato così tanto. Sentivo il cuore battermi nel petto. Rimbombare. E l’udiva chiaramente anche lui.

 Dopo un tempo che parve infinito lo sentii sussurrarmi all’orecchio

< Amore, ho bisogno di parlare con te, da solo. Vuoi ancora uscire? Ti terrò in braccio, non ti stancherai > Sorrisi posandogli un bacio sul collo, dove il mio capo si era rifugiato.

< Usciamo > Assentii.

 

 

To be continued

 

 

 

 

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Capitolo 38
*** la richiesta di Bella ***


Eccola eccola!!!! È tornata l’ispirazione! Sii! Finalmente! Vi ho fatto dannare credo L mi Dispiace molto! Dunque prima di lasciarvi alla lettura del capitolo 37, vi ringrazio per le recensioni. Alcune mi hanno chiesto degli esami, sono andati bene! Grazie!Venerdi ho dato l’ultimo, informatica! MALEDETTO! E ora mi godo la vita fino all’inizio delle lezioni. E a questo proposito vi dico che mercoledì parto per l’inghilterra, e quindi sorry! Per il prossimo capitolo se ne parla tra una decina di giorni. Spero che comunque questo qui vi piaccia! Ok… dato che comunque della mia vita non vi interessa, Buona lettura, e  recensite!! Ho bisogno di sapere cosa ne pensate della storia!

 

 

Infagottata peggio di un omino della Michelin, me ne stavo rannicchiata tra le braccia protettive di Edward, mentre lui, scendeva con leggerezza le scale. Ero così tranquilla e rilassata che non provai alcuna vergogna a presentarmi davanti a tutti con un osceno cappello rosa in testa – scelto ovviamente da Alice: la mia folle, sorellina vampira. Salutammo i vampiri che ancora conversavano nel salone e in un batter d’occhio mi trovai fuori. La prima cosa che avvertii, insieme alla leggera brezza gelida, furono i fiocchi bianchi di neve che mi si poggiavano sul viso. Edward si era immobilizzato al centro di un ampio letto di neve a un centinaio di metri dalla casa. Tutto scintillava alla fioca luce proveniente dalle finestre illuminate. Lui osservava me, io mi beavo del magnifico paesaggio. Mi sfilai un guanto, anch’esso rosa, e allungai la mano verso il cielo terso cercando di afferrare i fiocchi , come una bambina che vede la neve per la prima volta. Sorrisi entusiasta della sensazione della soffice neve sul viso.

< Non eri tu quella che odiava le cose fredde e bagnate? > La voce di Edward giunse come un soffio gelido vicino al mio capo, ma ebbe il potere di infiammarmi le guance come solo lui era capace.

< oh, beh, penso di aver cambiato idea da quel giorno sai? >  Risposi ironica ricordando la nostra prima lezione di biologia, quel ricordo pareva appartenere a un’altra vita ormai.

< E sentiamo, come mai ha cambiato idea, mia principessa? > Sorrisi.

< Perché per esempio… la neve è bella. E’… bianca, fredda e scintillante > osservai i piccoli e leggeri cristalli che si scioglievano sulla mia mano, conscia che a Edward non sarebbe sfuggita l’analogia legata alle mie parole < poi li vedi meglio di me. Questi cristalli sono perfetti! > Sospirai voltandomi verso di lui, ancora più incantata dal suo viso che dai piccoli fiocchi.

 < sono… > deglutii < …bellissimi come …come te > Dissi in un sussurro.

Mi parve di vedere l’oro dei suoi occhi scintillare e vorticare alle mie parole, come se perfino quelle magnifiche iridi si fossero emozionate di riflesso al suo animo.

< tu sei molto più bella di me >  Sussurrò. Lo osservai, abbagliata da quella dolorosa perfezione e deviai lo sguardo, incapace di sostenere l’intensità del suo. No. Io non ero come lui. Niente in me era perfetto, o scintillante, o degno di qualsiasi nota. Io, Bella Swan, ero solo una semplice ragazza. Niente più.  E il fatto che lui continuasse a mentire sul mio aspetto mi irritava non poco. Non mi sentivo felice, o rincuorata ascoltando i suoi complimenti. E mi rendevo conto che non doveva essere quella la mia reazione. Ma lui era così bello, ed io così imperfetta, che accettare le sue parole per me era impossibile.

< Sei triste. > Mi disse improvvisamente. Non era una domanda ma una semplice constatazione, Edward mi conosceva, ma allora, perché non capiva la fonte del mio tormento?

Improvvisamente iniziò a correre e io, presa alla sprovvista dal suo gesto, lanciai uno strillò strozzato, che si perse soffocato nella neve. Mi strinsi  automaticamente a lui.

Il vento, impetuoso, fischiava nelle orecchie. Sembrava adirato, pareva urlare rabbioso contro di noi mentre Edward lo fendeva senza problemi. Quanto a me, ero protetta nel mio rifugio felice: le sue braccia marmoree mi cullavano, mi proteggevano, mi amavano.

Edward non faceva alcun rumore, correva leggiadro tra gli alberi, mancandoli per un soffio. Non avevo paura, ero abituata ormai alle folli corse sulle sue spalle. La neve neanche scricchiolava sotto i suoi piedi. Era tutto indistinto, tutto silenzioso, tutto bianco, gelido e incantato. Chiusi gli occhi nascondendo il naso sotto il suo braccio, per evitare di finire ibernata e per nascondere la mia inadeguatezza davanti a una tal esaltazione di forza e perfezione. Mi strinsi ancora di più a lui facendomi piccola piccola tra le sue braccia. Il suo corpo non donava calore.

Ed in quel momento desiderai ardentemente d’essere come lui. Per non sentire freddo, per poterlo amare in modo totalizzante, per non costituire un peso nella sua esistenza, per non essere inferiore, per potermi considerare almeno.. degna, si questa era la parola esatta, degna di un angelo come lui. Lentamente il vento smise di fischiare e il mondo prese di nuovo forma.

Edward si sedette ai piedi di un grosso albero, dalle fronde alte e verdi. Sotto di esso la neve non cadeva. Me ne stavo aggrappata a lui, accoccolata tra le sue braccia, con uno stretto nodo in gola e una immensa tristezza nel cuore.

< Perché? > La voce di Edward era angosciata, il cuore mi si strinse. Mi allontanai dal suo petto accarezzandogli il viso. Non volevo fosse triste, non perché io lo ero! La mia mano libera dal guanto era fasciata. Le dite erano rossastre a causa del freddo. Cercai di essere confortante con quel gesto, ma come sempre, fu lui a confortare me. Prese quella mia mano gelida tra le sue sfregandomela per provare a creare  un po’ di calore. Sospirò, capendo che non ci sarebbe riuscito e chiuse gli occhi. Ancor più avvilito a causa della sua natura. Si poggiò la mano sulle labbra e baciò ogni dito con una calma disarmante. Lo guardavo, incantata e estremamente triste. Perché non mi rendeva come lui? Dovevamo essere uguali. Dovevamo. Era ovvio che ci dovesse essere una certa parità in una coppia! Soprattutto nel nostro caso, in cui le divergenze erano così considerevoli. Quando le palpebre si riaprirono, i suoi occhi d’oro mi apparvero terribilmente afflitti.

< Dimmi cosa posso fare per te > Chiese implorante. Sospirai

< Perché me lo chiedi? > La richiesta che volevo porgli mi rimbombava per la testa ormai da qualche ora, insistente, ma sapevo che non l’avrebbe accettata, ne ero certa.

< Perché sei triste amore mio! Ed io non so cosa fare per aiutarti. Farei qualunque cosa pur di renderti felice. Qualunque. Puoi chiedermi tutto ciò che vuoi > Chinai il capo.

< Mi.. Mi dispiace Edward io… >

< Spiegami, ti prego. > Continuò abbattuto < Ho sentito prima, attraverso Jasper cosa stavi provando in salone. Cosa ti è successo? Lo sai che non ti abbandonerò mai, io sono solo tuo! Perché ti senti così sola? >

Oh. Jasper quindi aveva interpretato in modo corretto le mie sensazioni.

< io… io ho paura Edward > Confessai. Le sue mani gelide mi afferrarono il viso, dandomi i brividi. Lo vidi stringere i denti perché aveva compreso che era lui a farmi quell’effetto, eppure non lasciò la presa. Pose il mio viso all’altezza dei suoi occhi.

< di cosa? > Chiese con enfasi. Potevo dirglielo? Decisi che dovevo essere sincera. Avevo imparato negli ultimi giorni che la sincerità era solo di aiuto, alleviava il dolore e a volte, riusciva perfino a guarire.

< Ho paura che un giorno ti allontanerai da me, sento che scomparirai > Vidi una scintilla di dolore attraversare il suo viso.

< Amore mio, ti ho promesso che non accadrà mai più. Rimarrò con te fino a quando vorrai, quello di abbandonarti, è stato un… > scosse il viso chiudendo gli occhi amareggiato < …un terribile errore che non commetterò più. Ho sbagliato e non c’è giorno che io non mi incolpi per questo. Ma mai, mai ti abbandonerò ancora. Non dubitare di me amore mio, te ne prego >

 Lo ascoltavo parlare rapita, cercando di convincere me stessa, ma il viso di Tanya mi danzava ancora davanti agli occhi. Non era più solo semplice gelosia. No.  La perfezione della vampira mi aveva mostrato la grande differenza che viveva tra me ed Edward. C’era solo un modo per scavalcare quel baratro di perfezione che ci separava. Ma lui non avrebbe mai acconsentito. Mai.

< Accadrà un giorno, che ti stancherai di me > Confessai abbattuta.

< IO TI AMO! > Ruggì Edward scotendomi appena. < COME PUOI! SOLO LONTANAMENTE CREDERE CHE POTREI VIVERE SENZA DI TE! COME POTREI STANCARMI DI TE?! TU SEI LA MIA VITA! > sospirò < Solo tu… solo tu sei la mia vita. Bella, ti amo.. ti prego credimi > Le ultime parole si erano trasformate in un dolce soffio che portò con se dolci baci, uno dopo l’altro, come a imprimere a fuoco la sua dichiarazione d’amore. < ti amo, ti amo Bella, ti amo > ancora sussurri. Brividi mi attraversavano il corpo, e non era il freddo a provocarmi.

< Edward > sussurrai. Parlando le mie labbra sfioravano le sue, l’emozione mi mozzava il respiro, e gli confessai ciò che volevo. Il mio più grande desiderio

< Trasformami Edward, è questo ciò che voglio. Rendimi come te, voglio essere come te, sempre… per sempre >

E a quelle parole, come una voluta di fumo, l’idillio che stavo vivendo si infranse. Edward raggelò, e io mi maledissi per la mia negligenza. Perché glielo avevo detto in quel modo? Perché non avevo ben riflettuto? Eppure era la pura verità.

Sentii le sue braccia cercare di allontanarmi ma mi strinsi più forte a lui, aggrappandomi alle sue spalle con quanta più forza avevo. Volevo renderlo mio, legarlo a me con corde indistruttibili, per impedirgli di fuggire. Non ancora una volta. Con un ultimo respiro gli dissi tremante.

< non allontanarmi da te, ti prego… > E la sua spinta si arrestò, cambiando direzione. Edward mi avvolgeva con le sue forti braccia stringendomi a se, mentre le sue mani mi accarezzavano i capelli

< no che non ti allontano da me piccola, volevo solo guardarti negli occhi >

< Perché? > chiesi titubante

< Per leggere le motivazioni della tua richiesta > La sua voce era calma, tranquilla. Troppo tranquilla.

< Non sei arrabbiato? >

< no > Disse semplicemente < Perché dovrei? >

< beh…. > tentennai < per la mia richiesta, mi aspettavo che saresti scappato da me a velocità supersonica > sorrisi < per quello io non.. te l’avevo detto >

Continuava a accarezzarmi gentilmente i capelli, in silenzio.

< Era da un po’ che ci pensavi? >

< Si io… ci pensavo da un po’ >

< Lo sai che puoi dirmi ogni cosa, non voglio che tu abbia paura di me > Me ne stavo ancora stretta tra le sue braccia, con la testa nascosta nel suo collo. L’odore di Edward era magnifico, perfetto per lui. Mi rilassava.

< non ho mai avuto paura di te Edward, lo sai. Al massimo ho paura che scapperai > Sbuffò

< Perché dovrei??! >

< Non è ovvio? >

< Certo che no! Ti amo! Non posso vivere senza di te. Perché pensi questo? >

< Perché… > Avevo preso a tremare. Possibile che era così difficile dirgli cosa sentissi? Mi strinsi più a lui. Avevo paura di conoscere i suoi pensieri a riguardo, paura di udire solo bugie. Infilai il naso gelato dietro il suo orecchio.

< Perché sono diversa > Conclusi. E lui di rimando scoppiò apertamente a ridere.

< che c’è!! > Risposi infastidita.

< scusami ma qui, quello diverso sono io, non certo tu! E non perché nella casa in cui viviamo siamo tutti vampiri, significa che tu sei quella diversa. Sono io quello diverso nel mondo, non certo tu. Tu sei normale Bella > Ecco, l’ultima parola era stata una lama nel cuore.

< APPUNTO! > proruppi < SONO > pugno sulla sua schiena < MALEDETTAMENTE > altro pugno < NORMALE! > Conclusi. < tu invece sei perfetto! > aggiunsi.

< non sono perfetto Bella > Nella sua voce c’era una nota di malinconia. < Sono un mostro. E’ questo che vuoi? Diventare un mostro come me? >

< Tu non sei un mostro!!! Come puoi dirlo!? > Presi a accarezzare i suoi capelli con le mani tastandone la morbidezza. Parlare senza guardarlo negli occhi era molto più semplice. Lì, stretta tra le sue forti braccia ero pronta a affrontare qualsiasi cosa.

< il mio desiderio è stare per sempre con te Edward, non chiedo altro. > Lui sospirava

< Hai idea delle conseguenze di questa decisione? Hai idea del dolore? Dovrai lasciare tutto e tutti, abbandonare la semplice vita di tutti i giorni. Dire addio a tutto ciò che ti è familiare per vivere una vita di oscurità e sangue. > Enfatizzò l’ultima parola, tristemente.

< Edward, io non guardo questo, perché non è niente in confronto al premio che riceverò. > inspirai aria estasiata al solo pensiero < Te, per sempre. Insieme. Non dovrai essere costretto a trattenerti mai più con me, diventerò uguale a te, non sarò più brutta e goffa, ma potrò vivere accanto a te come una tua pari. Cosi come sono, goffa, brutta e umana, io invecchierò, sto già morendo in questo corpo! Ogni giorno mi avvicino alla morte! >

< Tu non sai cosa mi stai chiedendo Bella > Il dolore nella sua risposta era tangibile.

< Ti sto chiedendo di voler vivere per sempre con me. Non vuoi? > Questa volta la mia forza non servì a nulla. Edward mi scollò, senza il minimo sforzo dal suo petto per guardarmi negli occhi.

< E’ il mio più grande desiderio Bella. Ma non posso assecondare il mio volere, se ciò significa toglierti egoisticamente la vita! Io ti amo! Te ne rendi conto? Tu potresti mai uccidermi anche se solo te lo chiedessi? > Mi domandò ed io gli sorrisi teneramente. I suoi occhi abbattuti erano i più belli del mondo. Scintillavano tenerezza, dolore, forza, amore, in una intensità disarmante.

< Non morirò. Mi toglierai questa vita imperfetta, per donarmene un’altra Edward, una con te, per sempre, è una rinascita. Non è morte. >

La passione che viveva nelle mie parole infiammò la mia mente e il mio cuore, mentre una serie di immagini prendevano vita e iniziavano a scorrermi davanti agli occhi: immagini di un futuro insieme, io e lui, sempre uguali, sempre perfetti, innamorati. Mai più un addio, niente più pericoli, sempre. Per sempre. Sentivo il cuore scoppiarmi nel petto. Perché? Perché Edward non voleva accettarlo?

< Amore ascoltami > mi inginocchiai tra le sue gambe ignorando una leggera fitta alla costola. Mi avvicinai al suo viso, guardandolo intensamente negli occhi, prima uno, poi l’altro, e inspirai il suo profumo.

< Edward, immagina per un solo attimo come sarebbe. Fai questo per me, immagina. Io e te, uguali, liberi di amarci come vogliamo! Sarebbe perfetto! > Ma mentre parlavo vidi la sua espressione mutare e  un lampo di sofferenza attraversargli il volto angelico. Perché non lo accettava. Perché! Lo colpii sul petto con uno schiocco, ma non mi curai del dolore alla mano, no. C’era ben altro da dire:

< Edward dimmi perché! PERCHE’ NON VUOI? Non sei pronto a tenermi con te per sempre tu… tu… non… > quella nuova verità si fece strada come veleno nel mio cuore. Lui non voleva vivere per sempre con me! Questo era il problema.. Ma prima che quell’idea malsana potesse togliermi la vita Edward mi venne in soccorso.

< Ho paura Bella! Ho terribilmente paura di immaginare quanto sarebbe perfetta con te l’eternità. Sono terrorizzato all’idea di non poter più fare a meno di quel pensiero. E ne morirei  se tu, ti pentissi di quella scelta! Io… non saprei come perdonare me stesso per averti inflitto un dolore così grande! Io lo so amore mio, l’eternità con te, sarebbe tutto ciò che ho sempre desiderato… >

< Ma?! >  Non rispose eppure. < Edward… immaginaci, immagina come sarebbe! > Gli accarezzai il viso marmoreo e di colpo qualcosa nella sua espressione cambiò.

Era la prima volta. Mai, mai era successo che Edward non avesse parole. Mi guardava, intensamente ma era come se non mi vedesse realmente.

Allora capì, che  non erano le parole a mancargli, capì che quello non era silenzio: lui finalmente vedeva! Vedeva ciò che vedevo io.

Vedeva un nuovo noi, un noi eterno, indissolubile, perfetto, lessi nel suo sguardo la meraviglia e un amore così intenso da lacerarmi. Vedevo in lui la rivelazione di un sogno, lo sentii trattenere il fiato e stringermi le mani sui fianchi, e come a rallentatore, la mia schiena si trovò schiacciata sulla neve bianca e soffice su cui i miei capelli si sparsero. Ero sovrastata dal dolce peso di lui, ed era tutto perfettamente giusto. I suoi baci impetuosi erano ovunque. Edward mi baciava l’anima, baciava la me dei nostri sogni. Ed era fuoco. Fuoco che bruciava e non faceva male, fuoco che toglieva il respiro e dava la vita. La sua passione prorompente mi avvolse. Le sue mani erano ovunque, lui era ovunque. Le sue labbra disegnavano scie incendiate sul mio corpo acerbo mentre parole sconnesse e promesse d’amore aleggiavano attorno a noi senza riuscire a essere assorbite dalle nostre menti. Pura frenesia. Bisogno, di sentirsi vicini, di sentirsi amati dallo stesso amore che si provava per l’altro.

Avvertivo i suoi capelli tra le mie dita, sentivo il suo soffio gelido sulle mie labbra tra un bacio e l’altro.

< Bella, ti amo così… > un singhiozzo proruppe dalle sue labbra mentre quelle mi sfioravano le guance, accarezzandole. Una due, mille volte e si spostavano giù per il collo. < Ti amo, da… morire… vorrei che tu potessi comprendere, la complessità… di ciò che sento > Sospirava e piangeva senza lacrime, tremando tra le mie braccia, incapace di esprimere i suoi sentimenti se non con i propri gesti. Ed io non riuscivo a parlare, soffocata dall’intensità del suo bisogno, puro riflesso del mio.

Lui aveva visto, finalmente aveva visto il nostro futuro e aveva creduto nella sua possibilità, ed ora non mi avrebbe più abbandonata, mai più.

Sentii la cerniera della mia giacca lentamente scendere e le sue labbra cercare la mia scapola. La baciava lentamente, con tenerezza. Sospirai a quel tocco e mi aggrappai al suo collo immergendo una mano nei suoi soffici capelli ramati.

< Edward > Il suo nome rimbombò nel silenzio del bosco addormentato. Sulla neve, tra le foglie degli alberi, su di noi, mentre le sue labbra giungevano alle mie, già arrosse di lui.

< Edward > Ancora e ancora, non riuscivo a dire altro. Lo amavo, lo amavo alla follia.

Ma poi i suoi baci rallentarono, diventando semplicemente tanto tanto dolci e casti. La cerniera della mia giacca tornò sù, delicatamente.

I nostri respiri rallentarono pian piano. Mi ritrovai abbracciata stretta a lui, sotto il grande albero, le gambe a circondargli la vita, abbandonata sul suo petto con il capo poggiato sulla sua spalla.

< Shhh amore…. > mi disse con dolcezza, e io mi accorsi di piangere. Edward mi accarezzava i capelli e la schiena attraverso la pesante giacca, con le sue grandi mani perfette: era leggero come le ali di una farfalla. Tutta quella passione che ci aveva coinvolti, mi aveva destabilizzata completamente, tutto il nostro amore era esploso così intensamente da non permettermi di contenerlo ed era fuoriuscito sotto forma di lacrime. I momenti di prigionia e la sofferenza apparivano un lontano e non più così doloroso ricordo.

< shhh, piccola…. Ehi > lo sentii sorridere e lo guardai negli occhi, certa che se avesse potuto li avrebbe avuti lucidi anche lui. Chinai il capo di lato, accennando appena un sorriso.

< Ti amo Edward > Tesi le labbra, come una bambina e lui sorridendo me le baciò.

< ti amo anche io piccola > altro bacio < più di qualunque altra cosa al mondo, sei l’unica ragione delle mia esistenza. E… > sospirò < Perdona la mia irruenza, ti ho fatta raffreddare vero? >

Scossi il capo, ma quale raffreddare, avrei voluto dirgli che semmai aveva sortito l’effetto contrario! Ma di colpo mi resi conto della posizione in cui ci trovavamo e avvampai. Fino a quel momento non c’era mai stato un contatto del genere tra noi. Edward non si lasciava mai andare in modo cosi… audace.

< Ehm, Edward io… > mi morsi un labbro nervosamente. Lui sorrise e come se niente fosse, afferrandomi per un polpaccio mi portò semplicemente seduta sulle sue gambe. Risi sommessamente. Lui comprendeva sempre ogni mio bisogno.

< Comunque la mia risposta è si > Alzai il capo a guardarlo.

< si cosa? >

< ehi, di cosa siamo stati a discutere fino ad ora?! >

Proprio discussione quella non mi pareva, più che altro era stata una chiacchierata molto molto interessante e approfondita!

< Isabella cosa pensi!?! > Fece, indignato. Cos’è ora sapeva leggermi nella mente?!

< No.. no.. cioè, che credi, io non… > gesticolavo e lui scoppiò a ridere stringendomi a se di slancio.

< Quanto ti amo! QUANTO TI AMO! Sei troppo! Troppo bella! E quando ti imbarazzi sei magnifica lo sai? > Accompagnò le ultime parole con una carezza sulla mia guancia arrossata.

< Si vabbè > sussurrai chinando il capo.

< Appunto… più che magnifica > e mi baciò la guancia dove prima poggiava la sua mano. < Quindi hai capito Sì a che cosa? >

< Ehm… A cosa? > Non volevo cantare vittoria, mai darsi false speranze.

< ti trasformerò Bella, ti renderò come me >

Oh oh…Avevo sentito bene? Mi voltai di scatto verso di lui incapace di credere in ciò sentivo. Era serio. Serissimo! Non potei contenere la gioia. Esplosi in un urlo di giubilo che si perse tra gli alberi. Soffocato dalla neve:

< SI!! Edward ti amo!! Ti amo troppo troppissimo troppissimissimo! > E lui sbuffò divertito ma anche leggermente indispettito.

< Stai saltellando di gioia perché devi morire? Se non lo vedessi non ci crederei > C’era una nota di irritazione nelle sue parole.

< Dai sciocco! Devo ripetertelo? Non morirò, sarà una nuova vita con te, non sei felice? >

< Amore mio… con te sarei felice anche di morire per sempre >

< Cosa!?!? > risposi fintamente indignata < vuoi lasciarmi da sola?! >

 

E Suggellammo la nostra promessa con un altro intenso bacio, che Edward, a mio malincuore, interruppe perché secondo lui mi stavo raffreddando troppo. In effetti quando mi prese nuovamente in braccio e iniziò a camminare verso casa notai che la mano che non era coperta dal guanto tendeva a una certa tonalità bluastra. Come se niente fosse tentai di nasconderla nella tasca ma ovviamente, lui se ne accorse, e partì con la solita arringa di scuse. Eppure, amavo anche questa parte di lui: il suo essere protettivo, il suo amarmi tanto da riuscire a promettermi ciò che mi aveva promesso nel bosco, mi rendevano felice. Probabilmente non potevo lontanamente immaginare la sofferenza celata dietro una decisione del genere: il dovermi uccidere andava contro quello che era stato il senso della sua vita dell’ultimo anno e mezzo: salvare Bella Swan da ogni piccolo infortunio. Figurarsi dalla morte! Probabilmente non era neanche in programma!

Sospirai accoccolandomi meglio tra le sue braccia. Sarei diventata una vampira, saremmo stati per sempre insieme. E delle conseguenze negative non volevo curarmi, almeno per ora. Volevo vivere felice. C’erano già tanti problemi intorno a noi! Le ultime ore passate erano state una oasi di pace dopo il caos degli ultimi tempi. Avevamo bisogno di tempo per noi, di pace. Ma c’erano altre situazioni incresciose a incombere nella nostra bolla di tranquillità: primi tra tutti i Volturi.

Edward era rilassato a riguardo, diceva che il fatto che non volessero me in prima persona era positivo, ma io non ero dell’avviso.

Non volevano me, VOLEVANO TUTTI LORO! Cosa c’era da stare tranquilli? Lui mi tranquillizzava come sempre, dicendo che erano forti, e non temevano un gruppo di vampiri millenari, ma erano pur sempre una sorta di casata Reale! O qualcosa del genere.

E Laurent, colui che viveva nei miei incubi, era ancora in vita. E lui, lui… voleva me. Probabilmente a Edward questo non era ancora ben chiaro, e non era il momento di farlo allarmare, protettivo com’era. Non temevo particolarmente per la mia incolumità, io ero ben protetta nascosta in un folto clan di vampiri. Più che altro ero preoccupata per la sua reazione. La distruzione del letto doveva essere stata una minimo accenno dei sentimenti che vigevano nel suo cuore: davanti a me non perdeva mai compostezza, ormai avevo imparato a capirlo: era pur sempre un uomo d’altri tempi! Ma se avesse saputo che Laurent aveva partecipato al piano solo per poter avere me, non credo avrebbe atteso molto per andarlo a fare a pezzi. Ed io avevo bisogno di lui lì, accanto a me, per rimettere apposto i cocci della mia esistenza.

Ero egoista? Forse si. L’avevo già detto, non sono perfetta!

Eravamo ormai giunti davanti alla casa del clan di Denali, i miei pensieri mi avevano accompagnata lungo tutto il lento ritorno. Era chiaro che Edward voleva godersi gli ultimi minuti solo con me perché aveva camminato lentamente: se non avessi avvertito la leggerezza con cui mi sosteneva, e la bellezza impossibile del suo viso avrei  di certo detto di essere tra le braccia di un umano.

Ad accoglierci ci fu Esme, che rimproverò Edward per avermi fatta gelare. Cercai di difenderlo, ma come potevo visto che lui continuava a ripetere a Esme che aveva pienamente ragione, che era un incosciente e via di seguito.

< Basta Edward! > Sbuffai quando raggiungemmo la camera. Mi guardò con sguardo dubbioso.

 < non costringermi a morderti un’altra volta! Mi fanno ancora male i denti > Dissi indignata e infastidita.

Lui scoppiò a ridere, ed era magnifico, stupendo, perfetto, indescrivibile,

< Ok ok! La smetto, però hai ugualmente bisogno di una doccia calda! Ti faccio raggiungere da Alice, ho alcune questioni di discutere con Carlisle nel frattempo >

< Va bene, allora a dopo. >

< Ti amo principessa > Sorrisi e gli soffiai un bacio che lui prontamente afferrò. Sembravamo due bambini a volte e il fatto che lui avesse più di cento anni rendeva ciò davvero ironico!

Edward uscì dalla stanza e io cercai di ricompormi. Fortuna che non se ne era accorto! Quando aveva citato la doccia il cuore mi era saltato in gola. Il ricordo dell’assolutamente casta doccia che mi aveva fatto all’arrivo in questa casa era ancora vivido, e nella mia fervida immaginazione perdeva i suoi tratti casti acquisendone altri ben più arditi. Immaginavo tutt’altro! Ah! Ma che mi succedeva? Ero completamente scombussolata. E il nostro ultimo bacio era stato… WOW! Non trovavo altra descrizione. Mi  strofinai gli occhi per cancellare via quelle immagini a dir poco irreali e quanto li riaprii, il viso di Alice sorrideva a pochi centimetri dal mio.

< Alice! > strillai con una mano sul cuore < mi hai fatto prendere un colpo! >

< Perché? A cosa pensavi sorellina uh? > Mi disse ammiccante. Sentii chiaramente il viso andare a fuoco ma cercai di mantenere un certo tono.

< Niente in particolare, è che ancora non sono abituata a quanto siete silenziosi. >

< Uhm certo > Rispose dubbiosa. Mi illustrò i capi di abbigliamento per il dopo doccia e poi mi condusse nel bagno portando con se una infinità di flaconi, perché a detta sua, i miei capelli erano proprio un “orrore” e continuò con “ chissà chi te li ha strapazzati in questo modo” .

Cercai di non far caso alle sue allusioni. Maledizione! Alice vedeva sempre! E la cosa iniziava a essere irritante!

Entrai nell’acqua calda e profumata da strane essenze a dir poco rilassanti e mi sdraiai. Se non fosse stato per le successive parole di Alice sarebbe stata una doccia perfetta.

< Comunque Bella, dì a Edward di finirla di farti i succhiotti sul collo, perché si vedono! E ti stanno meglio le maglie senza collo alto! > Tossì bevendo un po’ d’acqua. Edward mi aveva….COSA?!

< ah! E un’altra cosa… se vuoi farla con lui la doccia basta dirlo! >

Alice uscì indispettita lasciandomi a bocca aperta.

Ma come?!? Poi un pensiero mi mise KO

E se Edward l’avesse sentita? Sprofondai completamente nell’acqua calda sperando come non avevo mai fatto, che il mio bel vampiro fosse MOLTO lontano da casa.

 

 

To be continued

 

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