The War Of The Dragons

di 8Kanemi8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Epilogo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** L'inizio del racconto ***
Capitolo 4: *** Alla ricerca! ***
Capitolo 5: *** So chi sei! ***
Capitolo 6: *** Nuova casa ... Nuova vita ... Nuova speranza! ***
Capitolo 7: *** Finalmente! ***
Capitolo 8: *** Fantasma ***
Capitolo 9: *** Finalmete ti ho trovato! ***
Capitolo 10: *** Mi posso fidare di lei? ***
Capitolo 11: *** Promessa fatta! ***
Capitolo 12: *** Ritorno al villaggio ***
Capitolo 13: *** Nuove sorprese ***
Capitolo 14: *** Bacio e rivelazione ***
Capitolo 15: *** partenza imprevista ***
Capitolo 16: *** Battaglia imminente ***
Capitolo 17: *** Sogni e speranze ***
Capitolo 18: *** Solo Sbagli! ***
Capitolo 19: *** Ora si fa sul serio! ***
Capitolo 20: *** Kagome! ***
Capitolo 21: *** Ritorno sul campo di battaglia! ***
Capitolo 22: *** la tristezza non finisce! ***
Capitolo 23: *** Utopia! ***
Capitolo 24: *** Felix! ***
Capitolo 25: *** Prima della fine! ***
Capitolo 26: *** La prima fine ***



Capitolo 1
*** Epilogo ***


il narratore

The War Of The Dragons

Prologo

Il  narratore

 

Questa è una storia dove si narra

Di un epica battaglia.

Non è una bugia

Ma pura e semplice magia.

È una storia tramandata

E dall’ antica gente raccontata.

Credete nelle fiabe?

Nelle storie d’ amore?

Allora questa storia è adatta al vostro cuore.

Di demoni coraggiosi

E draghi valorosi qui si parla.

Di giovani guerriere

E più di un cavaliere,

di un' amore proibito

e del dolore che i due amanti han subito.

Questa è la storia di valorosi guerrieri e di leggendari draghi!

 

-Le fiabe non sono solo storie inventate per i bambini. Sono storie che dipingono la realtà in modo bello. Trasformando la cattiveria che ti riserva la vita in strega, la bellezza in una fanciulla, il coraggio in un principe.
Questa che vi racconto non è una fiaba ne una favola, ma  la vita di una giovane contadina vissuta in un' epoca difficile. Un' epoca mitologica, dove creature mitologiche erano quasi estinte, le guerre erano epiche, l’ amore era puro e la morte era vicina.
Ma adesso da buon narratore inizierò a raccontarvi questa storia. Le domande a fine racconto e se starete in silenzio, piccoletti, scoprirete che la magia esiste davvero.-

                                                                                                             ____________________________________

 

 

 

Eccomi ritornata con una nuova storia. Questo è solo il prologo ma spero che sia comprensibile e piaccia. Volevo chiedere scusa per l’ altra storia e degli errori( di scrittura) che ho commesso… sorry!J. Ok vi lascio al prossimo capito fatemi sapere se vi piace vi aspetto in tanti! Un kizzulo fortissimo 8Kanemi8.

 

P.s. ringrazio tutti quelli che hanno recensito gli ultimi capitoli di Angel-Devil, tutti quelli che l’ hanno letta e chi ultimamente l’ ha aggiunta tra i preferiti. Un kizzulo. Grazieeeeeeeeee!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


migliorato

Ok l’ ho aggiustato un po’. Spero che gli errori siano stati aggiustati. Comunque chiedo scusa. Perdonatemi.

 

         

 

           The War Of  The Dragons

                           Capitolo  1

 

 

- Totosai?- lo chiamo a voce alta entrando nella sua fabbrica.

- Entra pure… è pronta!- mi risponde.

Mi dirigo nella direzione da dove proveniva la voce. Ed eccolo lì mentre ripulisce la mia spada.

- C’è ne hai messo di tempo-

- Era ridotta male!- si lamenta lui.

- Certo certo- rispondo annoiata.

- Io non capisco perché fai questo Kagome. Sei una bella ragazza, potresti diventare una moglie umana perfetta. Ma tu lavori nei campi, preghi, studi e ti alleni con la spada perché?- mi guarda in cerca di una risposta, porgendomi la spada.

- Grazie per averla riparata- rispondo soltanto.

- Di nulla è un piacere- si rassegna lui.

Lo saluto alzando una mano. Prima di uscire, però, avvolgo la mia spada in una coperta. Nessuno sa come sono realmente escluso Totosai.

Di fronte agli altri sono la dolce Kagome, la contadinella. Di fronte a Totosai sono la vera Kagome. Odio essere protetta dagli altri. Odio dipendere dagli altri.

Mi dirigo verso casa, lì nessuno attende il mio ritorno. La mia famiglia  è stata sterminata durante la guerra, solo io sono sopravvissuta.

Avevo solo 2 anni all’epoca, adesso ne ho 17. Arrivo, apro la porta, entro e mi dirigo in camera dove nascondo la spada. Nessuno deve sapere di lei, non è normale che una ragazza abbia una spada in casa. La nascondo sotto il letto, lì c’ è una botola segreta. Quando mi rialzo vedo riflesso il mio volto in un vaso di ferro.

Ho i capelli neri, occhi grandi di un grigio quasi bianco e intorno alla pupilla e al contorno dell’iride il colore e azzurro. Ho labbra carnose e rosee, sono alta, snella e la mia pelle è candida. Tutte le ragazze del villaggio mi invidiano, ma a me non interessa come sono fatta.

Esco di nuovo e mi dirigo verso i campi dove aiuto una vecchietta nelle faccende domestiche. Poveretta è rimasta sola… anche lei. La causa? La stessa della morte dei miei genitori. Lo ricordo come se fosse ieri quel maledetto attacco. Odiosi traditori, seguaci di Naraku. Maledetto. È anche per lui che mi alleno… un giorno lo ucciderò.

- Signora? È permesso?- chiedo.

- Goccia sei tu?- mi chiede. Sorrido a quel soprannome. Mi chiama così perché dice che sono la sua goccia di luce nel buio della sua vita.

- Si signora- rispondo raggiungendola.

- Meno male sei arrivata, mi sentivo sola- cerca di sorridere, ma ormai ha perso quasi tutti i denti… è la più vecchia del villaggio. Alcuni credono che sia una strega, per questo nessuno le si avvicina.

- Scusi il ritardo-

- Tranquilla cara- mi rassicura.

- Allora mi metto all’opera cosa le va di mangiare?- chiedo mettendo un pezzo di stoffa sopra la gonna del mio vestito per non macchiarlo.

- Avrei voglia di un po’ di formaggio e del pane fresco- dice pensierosa.

- Allora vado a prendere il necessario- dico.

- Torna presto-

- Certo-

Esco mi dirigo verso il pastore lui ha sempre tutto. Lui crede di essere in debito con me e non mi fa mai pagare, ma non capisce che non è così.

-Kagomeeeeeeeeeeeeee!- riconoscerei quella voce ovunque.

- Ciao Rin!- è una bambina di otto anni. È dolce come sua madre e coraggiosa come il padre.

- Dove stai andando?- mi domanda curiosa.

- Da tuo padre… ho bisogno di alcune cose- rispondo sorridendole.

- Ti accompagno- durante tutto il tragitto mi parla dei fiori che ha raccolto, dei giochi che ha fatto con i suoi amici e di come si è divertita.

- Tieni questo è per te- mi porge un fiore bianco con petali lisci e a forma di cuore.

- Grazie-

- Di nulla…oh ecco mio padre-

Guardo Rin correre da suo padre. Bell’uomo peccato per quella cicatrice. Veterano di guerra anche lui.

Il signore abbraccia la figlia, che dopo mi indica. Lui si alza e mi guarda dritto negli occhi con un’espressione incomprensibile. Mi avvicino senza distogliere lo sguardo.

-Come posso aiutarti?- mi domanda.

- Mi serve del formaggio e del pane fresco- sospira scontento.

- Quando mi darai l’opportunità di scontare il mio debito con te- mi chiede.

- Mai… non ho fatto nulla, era dovere-

- Se tu non avessi conosciuto le piante medicinali Rin avrebbe perso il braccio- mi risponde serio come se volesse rimproverarmi della mia cocciutaggine.

- Come ho detto prima Morden, era mio dovere-

- Aspetta… vado a prendere ciò di qui hai bisogno- si gira arrabbiato. Ogni giorno è sempre la stessa storia.

- Ecco tieni, c’è anche del latte fresco- mi porge un sacchetto.

- Quanto ti devo?-

- Non essere stupida- dice allontanandosi e tornando al lavoro. Sorrido e saluto Rin.

 

- Sono tornata-

- Goccia quanto hai speso i soldi sono nel baratt…- non le lascio finire.

- Non si preoccupi ecco adesso mangi… Morden mi ha dato anche del latte fresco-

- Grazie-

Inizia a mangiare. Mi fa pena. È piccolina ed è sempre seduta sulla sedia. Gli occhi sono celesti come il cielo e sottili, a causa delle numerose rughe. Mangia lentamente, assaporando tutto. Torno in cucina e mi metto a lavoro. Riempio la botte di acqua. Lavo il pentolone. Tolgo la cenere dal camino. Ecc. Mangio anche io qualcosa poi saluto la vecchina e me ne torno a casa. Il sole è alto in cielo. Saranno intorno alle quattro. Arrivo a casa, apro un sacchetto dove c’ è un completo blu. Lo indosso, poi metto anche gli stivali coordinati (regali di Totosai). La tuta è aderente e fascia perfettamente il mio corpo. Lego i capelli in una treccia tenendo coperte sempre le mie orecchie. Poi prendo la spada ed esco di casa. Per fortuna la mia è vicino al bosco.

Mi dirigo verso la radura circondata dagli alti alberi.

Mi posiziono al centro estraendo la mia spada dalla coperta.

Chiudo gli occhi.

 Respiro a fondo e mi metto in posizione di attacco.

Creo nemici immaginari e inizio ad attaccarli.

 Nella mia mente combatto contro i nemici, ma se qualcuno mi vedesse mi prenderebbe per pazza. Forse lo sono.

Agito la spada, affondo un colpo nel cuore del mio nemico.

Danzo tra i nemici colpendoli e uccidendoli.

Ascoltando il fruscio della mia spada, distinguendolo dal fruscio, provocato dal vento, tra i rami degli alberi.

-Kagome!-

Mi blocco.

 Il mio respiro aumenta, il battito del cuore accelera.

Mi guardo attorno…niente!

Ancora quella voce… sono mesi che mi tormenta. Ogni volta che mi concentro o dormo quella voce arriva.

Mi arrabbio e pianto la spada nella terra. Questa vibra creando, con il sole, giochi di luce sull’erba. Una ciocca di capelli si è sciolta dalla treccia ed scivolata sulla spalla. La porto dietro all’orecchio, scoprendolo e mostrandolo.

Non è un orecchio normale.

Non sono normale, come non lo è Totosai.

Lui è un demone, esistenti ancora oggi. Invece la mia razza è estinta, sono l’ultima sopravvissuta …l’unico elfo esistente.

 

                                          ________________________________

 

-MIOROKUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU- eccoli ricominciano.

- Sango ma tu ti metti in quella posizione, io mi sono sentito attratto…non ho resistito e…- solito porco.

- SEI UN DEPRAVATO!- povera Sango.

- Inuyasha aiutami!- non questa volta. L’ultima volta le ho prese io al posto tuo.

- no! Meriti di essere ucciso!- rispondo alzandomi e dirigendomi fuori.

Mi dirigo verso le “stalle” del castello attraversando l’enorme giardino. Sono un soldato della corte di Sougar. Capitano, in realtà di una squadra.

C’è stata assegnata una missione strana: trovare il drago nero e chi è destinato a essere il suo padrone. Ma non è facile i draghi neri sono estinti e i destinati impossibili da trovare. Mi avvicino alle stalle, sono enormi e numerate. Io mi avvicino alla numero 1.

“Arel posso?” penso. Per qualche secondo nessuna risposta poi…

“entra!” risponde. Sorrido la sua voce esprime tutta la sua forza e la sua maestosità.

Entro spingendo la porta piccola. Appena entro lo vedo in tutta la sua grandezza accovacciato sulle zampe, quelle anteriori incrociate l’una su l’altra. Arel è una femmina di drago. Il lungo collo e dritto e la testa è alta, che completava l’effetto di maestosità. Le sue squame blu cobalto brillano sotto la luce delle torce. I suoi occhi sono bianchi come la neve e le sue corna sono lunghe e argentate. Involo le su ali sono enormi e sputa fuoco azzurro…bhè è normale è un drago del nord…un drago di ghiaccio.

 “Litigano di nuovo?”mi chiede mentalmente.

- Sono impossibili…o forse è meglio dire Miroku è impossibile- spiego scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

“Però si vogliono bene” dice cacciando dalla bocca degli sbuffi di fumo e un suono gutturale che mi fa intuire che sta ridendo.

-Tu stai diventando troppo romantica… non è che ti sei innamorata?- gli chiedo sospettoso.

“Mpf…Behiro è innamorato di Lumì” wow con più disprezzo quel nome non si può pronunciare.

- Gelosa?- si è tradita da sola!

“ Ma che blateri”

- Comunque spiegami Behiro il drago di Miroku è innamorato di Lumì drago di Sesshomaru?- chiedo sorpreso.

“Sì perché?”

-Perché Sesshomaru è geloso del suo drago e se lo scopre impedirà a Lumì di uscire ( se non con lui) e picchierà Miroku!- mi scappa da ridere.

“ Hahah non l’ avrei mai detto che Sesshomaru fosse geloso” ride.

Mi siedo vicino alle sue enormi zampe e la fisso negli occhi.

“Che ti preoccupa?” mi conosce troppo bene.

-Domani inizieremo quella missione impossibile-

“Ci riusciremo”

-No! lo sanno tutti che i draghi neri sono estinti-

“Non dire stupidaggini”

-Non lo sono-

“È  l’ultimo drago che manca”

-Abbiamo quello di ghiaccio, di fuoco, di montagna, di acqua e ci manca quello nero- li elenco tutti.

“Esatto”

-Ma non riesco a capire…perché il nero? Non appartiene a nessuno elemento-

“Ai metalli non ci hai pensato?”

-Certo! ma non capisco lo stesso-

“ Raccontano che sputi fuoco di color oro”

-Appunto “raccontano”-

“ E dai Inuyasha!  Sei o no il mezzo demone più forte che ci sia? Allora non abbatterti!”  mi dice guardandomi severa.

-Hai ragione. Ma come è già il tramonto?- intravedo il cielo rosa da una delle finestre posizionate in alto.

“Si”

-Domani partiremo presto perlustreremo tutto il lato est a volo-

“Va bene”

-A domani Arel -

“Ciao Inuyasha” mi saluta rispettoso.

Gli accarezzo il muso ed esco raggiungendo i miei compagni nel castello.

 

                                      _________________________

 

Cavolo ho fatto di nuovo tardi! Povera vecchina starà morendo di fame! Mi devo sbrigare ad arrivare a casa.

Corro arrivo a casa mi cambio e torno dalla vecchina.

-Goccia?-

-Si signora sono io scusi il ritardo-

-Figurati… come mai hai fatto tardi?- mi chiede. E adesso che le dico.

-Ho lavorato un po’ nei campi- ottima scusa.

-Non è vero- cavolo!

-Si che è vero- ripeto.

-Se avessi lavorato nei campi odoreresti di terra –

-Oh!- ma come fa? Io stò in cucina e lei in camera e poi è mezza cieca!

- Lo sai che puoi parlare con me-

-Allora…- cavolo - ho studiato- forse ci casca.

-Cosa?-

Ma che ha stasera? E poi perché sono nervosa?

-Medicina, sono andata nel bosco per vedere se riuscivo a ricordare i nomi delle piante medicinali-

-Ti credo-

Fiù me la sono cavata. Mi affretto ad accendere il fuoco nel camino, a riempire il pentolone e a metterlo sul fuoco.

-Cosa ti preoccupa cara?-

-Niente…aglia- cavolo mi sono bruciata .

 già sera?-

-…si…- me lo doveva per forza ricordare?

- Hai paura?-

- No- so che riavrò di nuovo quel sogno.

-Se avrai di nuovo quel sogno ti darò una cosa-

-Qualche rimedio?-

- No –

-Cosa?-

-Domani-

-Va bene- imbattibile e pure sono io la più testarda.

Finito di cucinare mangiamo insieme e poi la porto a letto. Esco da casa e mi dirigo verso la mia. Non riesco a non ripensare alla voce del pomeriggio.

Sono arrivata e come ogni sera mi lavo, mi metto quella veste che uso per dormire, e con paura mi addormento sognando per l’ ennesima volta la stessa cosa.

 

Un’ombra nera sovrasta la mia figura. Un ruggito riempie l’aria. Il mio nome gridato nella mia testa. Occhi come l’oro mi scrutano.

“Kagome cercami” mi ripete.

“Siamo vicini” ancora.

“Cerca nel bosco…cerca…cerca” la voce si affievolisce sempre di più finche non scatto a sedere.

Chi è quell’essere che mi chiede, da più di un mese, di cercarlo? E perché?

Sbuffo accorgendomi che è ancora notte. Ripenso al sogno. Il bosco… e se devo ritornare lì?

Ho deciso, infilo il mio completo, prendo la spada ed esco di casa. Corro nella radura. Mi guardo intorno ma non vedo nulla. Forse devo concentrarmi.

Chiudo gli occhi e tutto intorno a me tace. Mi concentro sul silenzio. I miei occhi si perdono nel buio più fitto. Respirando a fondo l’aria fresca di primavera.

Resto immobile aspettando la voce, ma niente neanche un sibilo.

Quando riapro gli occhi mi accorgo che l’alba è prossima. E di conseguenza inizierà la mia routine.

Ma non perdo tempo, devo andare dalla vecchina. Lei sa qualcosa… ne sono sicura!

-Kagome- mi aspettava, è seduta sulla sedia.

-Si signora?-

-Hai avuto lo stesso sogno vero?-

-Si- è una strega davvero! Sa sempre tutto.

-Vieni ti devo dare una cosa-

Mi avvicino sospettosa. Mi porge una lettera e un sacchettino. Sulla lettera c’è il mio nome. Mi agito, guardo la vecchina che tiene puntato il suo sguardo sul muro. Guardo di nuovo la lettera e la apro.

 

Ciao Kagome,

So che sei sorpresa e spaventata ,ma sapevo che questo giorno sarebbe arrivato presto.

Ho scritto questa lettera prima di morire. Io e tu padre sapevamo che ci stavano cercando per sterminarci , ma per fortuna non erano a conoscenza della tua esistenza.

Piccola , leggi attentamente… il sogno che stai avendo da un po’  , non è un caso.

 Tu sei una prescelta! Tu sei destinata a guidare un drago e non uno qualunque , ma il drago nero.

Lo devi cercare e trovare ! lui cresce come te. Pensa come te. È come te. Insieme vi completerete. Come tua nonna diventerai un cavaliere. Onora questa tradizione e portala avanti. Ti amiamo piccolina e non aver timore! Ricorda che sei un elfo.

 

                                                                                  Con affetto

                                                                         Mamma e Papà.

 

Stringo la lettera con forza. Senza versare una lacrima, io non piango mai.

-Ne eravate a conoscenza…perché non me ne avete mai parlato?- sono arrabbiata.

-Mi avevano chiesto di aspettare… e così ho fatto-  calma…sorride.

-Io non capisco-

-Il mio tempo qui è finito. Il mio compito è stato portato al termine. Adesso posso andare- continua a sorridere.

-Cosa significa che il suo tempo è finito qui?-

-Come te io non sono un essere umano…strano che non te ne sia mai accorta-

-Non sei…?- o gli occhi spalancati non ci capisco più niente.

-Sono lo spirito di un’antica quercia evocata da tuo padre – spiega.

-Mio padre- sussurro.

- Sì, per sorvegliarti e far in modo che tu ricevessi questa lettera-

La fisso, incredula.

-Nel sacchettino troverai dell’ambra particolare, portala a Totosai lui saprà cosa fare. Ah mi raccomando la tua spada tienila al sicuro è stata costruita con il metallo degli elfi ed è potente. Adesso devo proprio andare. Addio Goccia mi mancherai-

Non mi ha lasciato il tempo di risponderla, ne di salutarla. È stato un attimo. L’ ho vista scomparire sotto i miei occhi. Ha lasciato solo una cosa… una foglia secca.

 Adesso sono sola davvero.

 

 

                                                   _____________________

 

Ok è finito anche questo primo capitolo. Che ne pensate? Vi affascina? Spero di si.

Che tensione! Fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando.

Ah vi volevo dire che scriverò i capitoli ogni fine settimana. L’ unico modo per poter studiare, allenarmi, leggere e scrivere un po’. Un kizzulo fortissimo.

8Kanemi8

Ps sono super emozionata!  

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Capitolo 3
*** L'inizio del racconto ***


1.1

                                                                                                         The War Of  The Dragons

                                                                                                                        Capitolo 1.2

                                                                                                                  Inizio del racconto

      

 

Se in silenzio resterete

La magia sentirete

E se fantasia voi avete

Questa storia capirete.

Adesso basta parlare

Ma il racconto iniziare!

 

 

 

 

 

 

 

…Adesso era sola…

 

_________________________

Guardò ancora la lettera e qualcosa dentro di lei scattò, come una molla. Avrebbe voluto prendere a pugni un muro!

Aveva deciso… doveva andare da Totosai.

Raccolse la spada che aveva lasciato cadere e la mise tra la cintura e il fianco poi uscì di casa, correndo. I primi raggi del sole spuntavano da dietro la montagna. Questa volta la giornata sarebbe stata diversa.

La sua vita era cambiata.

Arrivò da Totosai. Non bussò neanche. Entrò e raggiunse la camera da letto.

-Totosai!- ringhiò.

-Ancora due minuti- disse Totosai girandosi dall’altro lato del letto.

- Totosai alzati- urlò prendendolo per il colletto del suo camice.

Mai farla aspettare quando era arrabbiata.

-Kagome? Ma…?-

-Cosa devi fare con queste?- gli mise il contenuto del sacchetto nella mano.

Totosai rimase stupito.

-E quindi è andata via- non era una domanda.

Kagome lo guardò alzarsi e dirigersi verso il forno dove lavorava. Accese il fuoco e si mise al lavoro. Silenzioso.

-Totosai si può sapere cosa stai facendo?- chiese impaziente Kagome..

- Aspetta fuori-

-Cosa?-

-Ci vorrà tempo- non si voltò neanche a guardarla.

-Per far cosa?- richiese.

-Per favore Kagome esci fuori-

Kagome avrebbe voluto colpirlo, ma facce come le aveva richiesto.

Quando uscì e si sfilò la spada per sedersi, si accorse che aveva strappato la divisa! Che grande idea mettere la spada nella cintura… senza fodero.

Osservò il cielo azzurro, il sole era ben visibile. Brillante come sempre.

Kagome ripenso a tutto quello che le era successo e pensò a cosa sarebbe potuto accadere. E soprattutto ripensava a quelle stupide parole di quella lettera.

“-Sei la prescelta- Sì ma a soffrire.”

“-Sei destinata a guidare un drago nero- I draghi non esistevano più”

“-Diventerai un cavaliere- E la mia damigella? Non dovrò mica cercare anche lei?!” pensava Kagome guardando il cielo.

“Se è vero che sono un elfo perché non ho poteri? Forse sono un elfo con qualche problema.”

“Mentali!” no,no,no,no, no! Di nuovo quella voce no!

“Perché ti spaventi ogni volta?”

-Non mi parlare- bisbigliò Kagome tremando.

“ ma…!”

- Tu non esisti. Sei solo una mia immaginazione. Solo una fantasia-

“STUPIDA!”

-Potrei sapere cosa vuoi da me?- Urlò al vento.

“Che mi cerchi!”

-Chi sei?- chiese.

Non smetteva di guardarsi intorno, con la speranza di trovare in giro la fonte della voce.

“ La tua coscienza! Stupida, sono Blakert!”

-Oh! sì certo! Adesso mi è tutto più chiaro!- disse ironicamente.

“ SONO IL TUO DRAGO STUPIDA!” ruggì tanto forte che Kagome dovette mantenersi la testa per paura che le sarebbe esplosa.

-Hei calmati! Cosi mi fai male-

“ Proprio tu dovevi essere il mio cavaliere?” brontolò Blakert.

Kagome a quelle parole si paralizzò. Anche lui non la voleva.

- Sei libero di trovarti qualcun altro- bisbigliò.

“Si… Se solo potessi”

-Sì, vattene anche tu. Stò meglio da sola-

“Cosa fai piangi?”

-Io non piango mai- lo disse stringendo forte i denti.

“Allora sei perfetta per me”

-Ti stai contraddicendo sai? E poi non dovresti saperlo…visto che sei il mio drago?-

“Tu sei speciale”

-Certo-

“Lo sei davvero”

-Allora perché sono sola?-

“Scoprirai presto perché sei speciale”

-Sarà…ehi Blakert perché non mi dici dove sei di preciso?-

“Perché non lo so!”

-Come non lo sai?-chiese sorpresa … iniziava ad abituarsi all’ idea dell’ esistenza dei raghi.

-Cioè mi chiedi di cercarti, mi dici che sei nel bosco e non sai dove sei di preciso? Questa me la spieghi!-

“So solo che ogni volta che sei nel bosco io ti sento vicina”

-Come fai a sapere che sono nel bosco allora?-

“Perché vedo le immagini proiettate nella tua mente”

-Allora perché stanotte non ti sei fatto sentire- incredibile! Non riusciva proprio a capirlo!

“Quando hai chiuso gli occhi cosa hai visto?”

-Niente!- rispose sincera.

“Esatto! Ecco cosa vedo io… Il niente”

-Stupido- sussurrò.

“Il fatto che tu sussurri non vuole dire che io non ti senta!”

-Anche tu prima mi hai chiamato stupida!-

“ Ma è diverso”

-Diverso un corno!- gli urlò scocciata.

-Blakert?!-

-Ma come se ne è andato? STUPIDOOO!-

-Kagome con chi parli?- Kagome si bloccò a quella voce.

-Con nessuno, Totosai- sbuffò.

- Su, vieni ti devo mostrare una cosa-

Entrarono e tornarono al forno.

-Allora erano già pronti, ci mancavano solo alcune rifiniture- inizio a parlare, Totosai.

-Rifiniture?-

- Sì, dovevo saldare le pietre che ti ha dato la vecchia- Totosai prese qualcosa da terra e la passò alla ragazza.

Era un fodero per una spada. Ideale per la sua spada. Kagome lo guardo meglio… era davvero bello. La punta e il bordo erano decorati con delle foglioline dorate e da un fiore del medesimo colore, ma al suo centro c’era un piccolissimo rubino. Anche sull’elsa della spada c’erano dei rubini. Ma Kagome non capiva… Nel sacchettino non c’ era soltanto ambra?

-Totosai, ma nel sacchettino non c’ era soltanto ambra?- chiese guardandolo.

-La vecchia avrà dimenticato di dirtelo o voleva farti una sorpresa- rispose il vecchio sorridendo.

Lei tornò a guardare il fodero, poi prese la spada e la infilo all’interno. Erano perfette.

-E anche questa è tua Kagome-

Kagome spalancò gli occhi, incredula. Totosai indicò accanto al forno un’ altra spada. Ed era bellissima.

-Perché?- chiese, lei, mettendo da parte la prima spada e prendendo l’altra tra le mani.

L’elsa aveva la forma della testa di un drago e incastonati nei suoi occhi c’era l’ambra. Ed era tutta nera. Anche il fodero era tutto nero, ma le decorazioni  floreali erano in argento e i pezzi di ambra brillano tra i petali dei fiori.

-Sapevo che tu potevi tenerla tra le mani!- disse felice.

-Cosa significa?-

-Vedi, la spada che hai tra le mani non è una spada qualunque. Era di tua nonna, la costruì uno gnomo per lei- spiegò – su, avanti estraila!- la incitò.

Kagome obbedì. Afferrò l’elsa e la estrasse dal fodero. La lama di ferro aveva lo stesso colore dell’ elsa… Nero.

Kagome guardò stupita la sua nuova spada. Continuava a rigirarsela tra le mani. Era leggera e dava l’ impressione che si sarebbe spezzata da un momento all’ altro. Poi qualcosa attirò la sua attenzione… c’ era un incisione lungo la lama.

                          Due corpi un solo  cuore e un solo spirito

-Cosa vuol dire quest’ incisione?- chiese Kagome rivolgendo lo sguardo su Totosai.

-Tu e lui siete una sola cosa- rispose con un’ alzata di spalle.

-E se fosse una lei?- chiese Kagome. Quel vecchio sapeva troppo.

-Potrebbe-

-Mi dai sui nervi quando fai così! Lo sai?- Kagome infilò, di nuovo, la nuova spada nel fodero.

-Totosai mi spieghi una cosa?-chiese Kagome un pò accigliata

-Certo-

-Perché dicevi che dovevo smetterla di allenarmi e adesso invece mi dai questa?- disse indicandola spada.

-Vedi, avevo abbandonato l’idea di te cavaliere ma una parte di me era sempre convinta che ci saresti riuscita!- spiegò felice Totosai.

Kagome sbuffo. Quel vecchio era incredibile.

-Adesso cosa farai?-

-Non lo so… Credo che andrò a cercare Blakert, ma dopo non so cosa farò-

-Lo sapevo che era un maschio! Comunque una volta che l’ avrai trovato, ti devi dirigere al sud. Devi arrivare alla corte di Sougar. Lì ti addestreranno per bene. Tu e il tuo drago siete speciali, importanti,fondamentali. Siete…-

-Ok basta Totosai. Prima cercherò prima capirò di più di questa storia.- Kagome raccolse le sue spade e cercò di infilarle nella cintura, ma le davano fastidio.

-forse sarà più comodo se le porterai sulle spalle no?- disse Totosai con il suo sorriso che diceva: ho pensato anche a questo!

 

                                                       _______________________

           

-Allora ci divideremo. Seshomaru tu cercherai lungo i fiumi e i laghi. Tu Sango cercherai  lungo la spiaggia. Miroku, tu cercherai sulle montagne e io cercherò nei boschi. Chiaro?-

-Chiaro- risposero i tre ragazzi.

-Inuyasha ma come faremo? Cioè dall’alto vedremo solo parzialmente! Io non voglio esplorare tutte le grotte… da solo.-

-Miroku lo so che sarà stancante e che Behiro ti potrà seguire solo in volo, però prima iniziamo e prima capiremo di più di questa storia. Adesso andiamo- Inuyasha era evidentemente scocciato da quella situazione. Per lui era impossibile trovare il drago nero… eppure si sbagliava.

I quattro ragazzi si avviarono ai loro “mezzi di trasporto”. Arrivarono nel prato centrale dove delle guardie controllavano se gli unici draghi rimasti sulla terra fossero in ottima saluta.

-Capitan Inuyasha qui è tutto pronto- disse un soldato a Inuyasha.

-Grazie- rispose soltanto.

I quattro cavalieri salirono sul dorso dei propri draghi, con eleganza.

“Quando vuoi Inuyasha” La voce di Arel risuonò nella mente di Inuyasha che si risvegliò dai suoi pensieri.

-Andiamo!- esclamò.

I quattro draghi spalancarono le ali e riempirono l’ aria dei loro ruggiti. Poi con grande abilità  presero a volare mentre i loro cavalieri si apprestavano a mantenersi per non scivolare.

 

                                           _________________________

“Totosai è un genio” pensò Kagome camminando.

Aveva abbandonato il villaggio non appena Totosai le aveva sistemato una cinghia di cuoio dietro la schiena per le spade. In questo modo era più comodo portarle.

Aveva lasciato il villaggio ormai da ore. Girava il bosco, in cerca di un posto dove era possibile poter trovare un drago. E inoltre Blakert non accennava neanche a farsi sentire per aiutarla.

-Stupido drago- disse a denti stretti mentre si sedeva su un masso.

-Cinque minuti di riposo, poi ricomincio- disse a se stessa.

Kagome chiuse i suoi occhi di cristallo e respirò a fondo. Concentrò la sua mente sui rumori del bosco. Sentiva il leggero venticello tra le foglie degli alberi, un ruscello poco lontano e un piccolo scoiattolo, su un albero alle sue spalle, che rosicchiava una ghianda. Poi fece un’ altro respiro e sentì i diversi profumi delle piante selvatiche.

Si stava rilassando quando improvvisamente scattò in piedi sul masso… Voleva provare la sua nuova spada. Tornò a chiudere gli occhi e con un sorrisetto sghembo iniziò a creare immagini. Afferrò la nuova spada dietro la schiena con una mano e se la portò d’avanti al viso.

Con eleganza iniziò a volteggiare dando l’ impressione che stesse ballando. La spada era leggera e le permetteva di muoversi più agilmente e di estrarre facilmente la lama dai corpi dei nemici. Quella spada le piaceva e anche tanto. Poi un’idea le balenò nella testa.

Adesso che aveva provato la spada nuova… Perché non provare a combattere con due spade?

Velocemente afferrò l’ altra spada da dietro la schiena e la estrasse. Si fermo e si mise in posizione di attacco. Fece un’ altro respiro e con grazia inizio a far volteggiare le due spade. Nella sua mente, in quel modo, riusciva a colpire più nemici alla volta e ciò aumentava di più la voglia di combattere realmente.

“Io non vedo niente”

-Blakert?- Kagome si era bloccata sentendo quella frase. Però era strano… Quella voce era strana.

“Non sarebbe meglio se tu scendessi e controllassi da terra mentre io controllo dall’ alto”

Kagome spalancò gli occhi… Quella voce non era Blakert. Improvvisamente qualcosa di scuro e grande passò sulla sua testa. Alzò gli occhi al cielo e ciò che vide la lasciò senza fiato.

-Non ci credo- farfugliò.

                                                     _______________________

 

“Non sarebbe meglio se tu scendessi e controllassi da terra mentre io controllo dall’ alto?”

-Arel! Non fa nessuna differenza. Il motivo? Perché i draghi neri sono estinti!- si lamentò Inuyasha.

“ io dico che…” Arel si blocco.

-Arel?- Inuyasha la guardo sospettoso. Non si era mai comportata così.

“…”

-Arel adesso basta scherzare!- la rimproverò.

“Chi sei?” la voce di Arel era curiosa, ma allo stesso tempo timorosa.

-Ma cosa dici?-Inuyasha non capiva più niente. Il suo drago era impazzito.

“ Da dove vieni…Kagome?”

-Kagome?-questo era troppo!

 

                           ________________________

 

-Non hai risposto alla mia domanda… Chi sei?- Kagome continuava ad avere gli occhi spalancati.

“Io sono Arel. Un drago del ghiaccio” la voce nella testa di Kagome parlava tranquilla, ma si capiva che cercava di non far sentire la sua tensione.

-Io non capisco più niente. Mi sento male i-io…- Kagome iniziava ad agitarsi.

Aveva paura non perché il drago le facesse paura, ma per la consapevolezza che da quel momento non sarebbe più stata la vecchia Kagome.

“Stai calma. Dove ti trovi?”

-Sono n-nel bosco vicino al ruscello …- Kagome tremava.

“Calma adesso io e il mio padrone arriviamo ok?” la voce del drago iniziava a essere preoccupata.

Kagome cadde in ginocchio con lo sguardo perso nel vuoto. Quella situazione la pietrificava.

 

                                    ___________________

“Stiamo arrivando!”

-AREL! MI VUOI SPIEGARE CHE SUCCEDE?- gridò Inuyasha esasperato.

“Sta male!”

-Chi?- chiese Inuyasha arrabbiato. Quella situazione non gli piaceva.

“Kagome!” rispose Arel virando e tornando indietro.

-Cosa fai? E chi è Kagome?-

“ Torno in dietro ha una crisi o almeno così credo. E non so chi è Kagome! So solo che ha comunicato con me e che in questo momento sente ciò che dico!” Arel aumentò la velocità, si era allontanata troppo dal ruscello.

-È Impossibile! Nessuno ti può parlare se non io! Tu non stai bene!-

“IO Stò BENE. L’HO SENTITA DAVVERO! E HA BISOGNO DI NOI! TIENITI FORTE CHE SCENDIAMO!” Arel si era arrabbiata e per far un dispetto a Inuyasha era atterrata con forza.

-Ma cosa ti succede? I-io non ti riconosco- Inuyasha era sceso da Arel e le si era posizionato d’ avanti.

“Segui le mie indicazioni. Prosegui in quella direzione la troverai lì” Arel fece finta di non averlo sentito.

-Io non ci vado! Ti rendi conto che è IMPOSSIBILE? Nessuno al di fuori di me ti può sentire!-

“ Vai e vedrai che IO ho ragione! Ti prego” Arel lo guardava dritto negli occhi con un espressione di supplica.

-Io non ti capisco- fu la frase di Inuyasha prima che si inoltrasse nel bosco.

                                         _______________________

 “Kagome, Inuyasha sta arrivando. Tranquilla!”

-Non ti crede eh?- Kagome aveva chiuso gli occhi cercando di tranquillizzarsi.

“Kagome che ti succede?” no anche lui no! Due erano troppe.

-Blakert?-

“Si sono io? Che succede?”

-Non lo so Blakert! Ho sentito prima nella mia testa una voce, era la voce di Arel un drago!- Kagome parlava mentre cercava di tranquillizzarsi.

“Un drago?” chiese Blakert sorpreso.

“Kagome ma cosa dici? Inuyasha muoviti” la voce di Arel era più preoccupata.

-Vi prego basta! Non c’è la faccio più- Kagome si stringeva la testa tra le mani.

Cosa le stava succedendo? Non resisteva a tutte e due le voci. Non capiva più niente.

 

                                    _______________________

-Arel che succede?- chiese preoccupato Inuyasha fermandosi e girandosi nella direzione di Arel.

“Inuyasha io credo che lei sia…” disse Arel. Voleva spiegargli tutto ma cercava di capire anche cosa stava succedendo alla misteriosa ragazza.

-Lei chi è?- Inuyasha tornò a correre nella direzione della ragazza. Aveva un sospetto.

“ Inuyasha corri sta per svenire. Continua a ripetere che non resiste a sentire due voci e ha chiamato anche un certo Blakert io credo che sia un…” per l’ ennesima volta Arel si bloccò.

-Drago?- chiese Inuyasha correndo ancora più veloce.

-Blakert ti prego vai via ci sentiamo dopo. Non riesco a sopportare tutti e due!- era lei? La ragazza di cui parlava Arel?

“Arel è lei?” chiese mentalmente Inuyasha.

“Si!” rispose il drago più rilassato.

Inuyasha superò gli ultimi metri che lo dividevano dalla ragazza, con un salto. Si bloccò quando la vide. La testa stretta tra le mani, inginocchiata e tremolante.

-Ehi stai bene?- le chiese una volta vicino.

-Ti prego mandala via!- bisbiglio Kagome.

-Arel allontanati. Io cerco di tranquillizzarla ci sentiamo dopo va bene?- chiese Inuyasha guardando in direzione di Arel.

“va bene! Prenditi cura di lei…Kagome sei in buone mani” disse Arel prima che la sua voce svanisse.

-Kagome giusto?- Inuyasha le chiese tenendo una mano appoggiata sulla spalla.

Kagome annuì.

-Va meglio adesso?- chiese ancora allontanandole le mani dalla testa.

Kagome annuì un’altra volta.

-Perfetto. Adesso fai un bel respiro. Le voci le senti più?- chiese ancora facendola sedere meglio.

-No Blakert se ne è andato- rispose lei iniziando a tranquillizzarsi.

-Chi è Blakert?-

-Blakert è il drago che stò cercando. Lui è il mio drago!-

 

 

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PERDONOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!  Scusate l’ assurdo ritardo ma si era rotto il pc e ho dovuto aspettare quello nuovo! Scusate!!!!!! Però ecco finito un’ altro capitolo. Ho seguito molto i consigli che mi avete lasciato nelle recensioni e avevate ragione. Raccontare una storia in prima persona è molto difficile e quindi ho fatto in modo che a raccontarla fosse il narratore. Vi ringrazio tanto  per i consigli.

Comunque vi chiedo un altro aiuto: secondo voi devo cambiare anche il primo capitolo?

Fatemelo sapere. Presto.

 

Angoletto dei ringraziamenti

 

Blackvirgo: Ciao! Spero che questo capitolo non abbia degli erroracci come il precedente. Sono molto imbarazzata mi dispiace. Inoltre spero che adesso la storia sia più scorrevole. E si è vero ho preso spunto da Eragon ma solo per i draghi se ci sono cose simili o uguali mi dispiace tanto e provvederò a cambiare la storia se è così, ma non sono riuscita mai a vedere ne il film ne a leggere il libro. Per quanto riguarda le cronache del mondo emerso ho letto solo l’ ultimo libro(bellissimo) quindi non so come gli altri siano e di cosa parlino. E poi mi fa super piacere che la poesia ti sia piaciuta e io che credevo che non era adatta, che avrebbe dato noia a leggerlo. Comunque spero che questo ti piaccia un kizzulo ciao!

 

 

KAGOlove: ciaoooooooooooo Ramooo! Mi fa piacere che la storia ti piaccia e chiedo scusa anche a te per gli erroracci. Comunque ho modificato la storia per quanto riguarda chi il tempo e chi la narra. Purtroppo scrivere una storia in prima persona è difficile! Spero che continuerai a seguire questa ff e grazie mille per il tuo incoraggiamento!!!! Kizzulo.

 

Alia_chan: ciaoooooo! Ecco un nuovo capitolo spero che anche questo ti piaccia! Hehehe sono contenta che l’ idea di Kagome come elfo ti piaccia! Un kizzulo tau!!!

 

Lorimhar: ciaooooo! Grazie mille per i consigli come vedi ho cambiato^^… per quanto riguarda il beta-reader sto provvedendo anche perché con il computer nuovo posso fare più cose. Comunque ancora grazie e spero che così la storia vada meglio e se ci sono ancora errori fammi sapere :D ;). Un kizzulo tau!

 

KaDe: ahhhhhhhhhhhhhhhhhh quanto hai ragione sono una super frana ma come ho detto Lorimhar provvederò! Sperò che così la storia sia più scorrevole. E comunque non sei affatto cattiva anzi sono felicissima quando mi fai notari gli errori mi dici il tuo parere perché ti stimo molto (amo le tue storie!) comunque sperò sempre che tu legga il continuo ella storia! Un kizzulo! Ciao!

 

 

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Capitolo 4
*** Alla ricerca! ***


2.1

The war of the dragons

Capitolo2

Alla ricerca

 

 

Qual segreto si cela dietro i tuoi occhi?

Dolcezza trabocca

Ma tristezza si nasconde dietro questi.

È infinita dolcezza e guerriera tremenda,

Musa ispiratrice e Dea protettrice,

Abile cacciatrice e Ninfa felice.

Leggenda è la sua esistenza

Mito il suo valore

Ma triste è il suo cuore.

 

 

 

Inuyasha era sorpreso mai avrebbe immaginato che ciò che stava cercando l’avrebbe trovato al primo tentativo.

-Aspetta di che razza è il tuo drago?-chiese Inuyasha ancora sorpreso.

-Perché?- Kagome non capiva cosa volesse da lei quel ragazzo.

-Tu rispondi- ordinò.

-È un drago nero - balbettò .

-Impossibile!- Inuyasha scatto in piedi. Non ci credeva  o meglio non ci voleva credere!

Tutto ciò che lui credeva inesistente, finto e leggenda era vero! O forse era la ragazza che mentiva?

-Menti!- disse girandosi e guardando la ragazza negli occhi.

-Anche io non ci credevo, come non credevo  nei draghi ma me ne sono fatta una ragione- fece spallucce Kagome.

-È uno scherzo. Ti prego dimmi che è uno scherzo-

-Ma perché?- Sbuffo esasperata.

- Perché trovare l’ oggetto di una ricerca al primo tentativo è impossibile! Come, in questo caso, è impossibile trovare l’oggetto perché inesistente!- Inuyasha continuava a guardare fisso gli occhi di quella ragazza . Solo allora notò la sua bellissima sfumatura e si incantò, ma fu risvegliato dalla sua voce squillante.

-Senti  non so chi tu sia e non mi interessa! Da quel che ho capito cerchi il mio drago e se non mi credi che sei libero di tornartene da dove vieni. Io ho il compito di trovarlo e di andare a Sougar. Quindi Addio!- Kagome si alzò e si diresse verso la foresta passandogli  accanto.  Era offesa, quel ragazzo le aveva  dato della bugiarda come osava?

 

Dall’ altro canto Inuyasha, per la seconda volta, era rimasto impietrito quella ragazza aveva detto Sougar.

-EHI TU ASPETTA!- le urlò dietro raggiungendola con un balzo.

-Cosa vuoi ancora? E il mio nome è Kagome non ehi tu!- disse accigliata.

-Come conosci Sougar?-

-Me ne ha parlato un amico – non voleva andare nei particolari e Inuyasha se ne accorse, ma lasciò perdere. Ci pensò su, forse doveva arrendersi e accettare che la fortuna l’aveva baciato.

-Ok , ammettiamo che tu abbia ragione … - iniziò Inuyasha ma si bloccò visto che Kagome lo incenerì con lo sguardo.

-Okok  mi arrendo … dov’è il tuo drago?- chiese incrociando le braccia.

- Non lo so-

-Come non lo sai? Ecco lo sapevo era impossibile!- esclamò esasperato.

-Ehi ma tu chi sei? Perché cerchi Blakert?- adesso si era scocciata davvero.

-Sono Inuyasha capitano della squadra speciale della corte di Sougar-  Inuyasha lo disse  con un accento solenne, come una promessa.

-No! Tu no!- rise Kagome.

-Che hai da ridere?-

-Non credevo che facessero capitano anche uno stupido come te!-

-Ehi ragazzina potrei anche arrestarti!- la schernì.

- Certo certo - senza smettere di ridere Kagome tornò a camminare poi si fermò improvvisamente - Inuyasha?-

-Cosa vuoi?- sbuffo.

-Sei davvero della corte di Sougar?-

- Si te l’ho detto! –

-Allora perché non mi credi?-

-Non è che non ti creda, capiscimi si non ho trovato il drago è mero ma ho trovato te … -

-Non cercavi solo il drago?- chiese incredula Kagome.

-No, l’ordine era di trovare anche chi avrebbe guidato il drago-

-Già … Allora mi darai una mano!- non era una domanda.

- Bhè devo pur lavorare no? Cioè non è che la fortuna ci sia sempre- sorrise lui.

-Vero- Kagome sorrise quel ragazzo non era poi così antipatico.

_____________________________

Nella corte di Sougar,nel frattempo, due dei  quattro cavalieri erano seduti a un tavolo e giocavano a scacchi. Entrambi concentrati su quale pedina dover muovere. Poi Sesshomaru sorrise.

-Ehi  ragazzi secondo voi perché Inuyasha non è ancora tornato?- chiese  Sango preoccupata.

Lei era l’ unica ragazza che faceva parte di quel gruppo. Era bella. Aveva lunghi capelli del color della terra e occhi grandi del medesimo colore. Era alta e snella e con le curve al punto giusto. Era molto voluta tra gli uomini e soprattutto  da Miroku uno dei cavalieri, dongiovanni di natura e impossibile da guarire.

-Vedrai che tra poco arriva sai com’ è no?- Miroku: aveva due bellissimi occhi blu oceano e un sorriso che faceva sciogliere anche le pietre. Aveva capelli corti e neri come il carbone e come il suo viso anche il corpo non era niente male. Era alto e aveva muscoli al punto giusto ,era coraggioso e pronto a battersi in qualsiasi momento soprattutto se doveva salvare delle damigelle. Ottimo amico e sempre pronto a consolare e a dare una mano.

- Si, ha ragione lui Sango. Sarà in giro a sbollire la rabbia per non aver trovato il drago - Il terzo cavaliere che aveva parlato era Sesshomaru alto e muscoloso. I suoi occhi nonostante fossero del colore del sole erano pezzi di ghiaccio puro e aveva una cascata d’ argento come capelli. Era seducente e al contempo tenebroso. Era molto ricercato dalle dame di corte ma lui non si perdeva in  “quelle stupidaggini” come era suo solito dire. Lui amava la battaglia e soprattutto la caccia essendo un demone cane.  Non rivolgeva mai la parola a nessuno se non ai suoi compagni di squadra. Con loro giocava e rideva erano la sua famiglia, erano quelli che lo conoscevano davvero, conoscevano il suo io interiore. Gli altri si limitavano solo a giudicarlo esteticamente e per questo non li sopportava.

-Si avete ragione … allora chi sta’ vincendo?-chiese sorridendo.

-Ma amore secondo te  il bamboccio qui potrebbe mai vincere? Scacco matto!- chiese Sesshomaru sorridendo a Sango per poi fare la mossa vincente.

- Come osi chiamare la mia ragazza in quel modo?- Miroku era scattato in piedi quando Sesshomaru chiamò in quel modo Sango infischiandosene di aver perso.

-Non mi pare che io sia la tua ragazza!- rispose Sango.

-Lo sei … Ma non lo sai!- spiegò sorridendo Miroku.

-Ma tu sei stupido e cre … - Sango pronta a colpire Miroku si blocco sentendo e riconoscendo un rumore o meglio dire tonfo … Inuyasha era tornato.

-Eccolo, su andiamo a vedere- disse Sesshomaru che era già sulla porta.

Si affrettarono per chiedere spiegazioni ma rimasero spiazzati quando videro che su Arel non c’era nessuno.

-Ehi cos’è questa storia?- sussurrò Miroku. Era successo qualcosa a Inuyasha?

Arel capì la preoccupazione dei cavalieri e con un brontolio cercò di far capire che andava tutto bene anzi alla perfezione.

- Sesshomaru perché Inuyasha non c’è?- chiese Sango continuando a guardare l’norme drago azzurro.

-Non lo so, ma sono sicuro che sta bene-

-Io credo che sia meglio andarlo a cercare- suggerì Miroku dirigendosi verso le stalle.

 -Non cre … -

- Io vengo con te Miroku – lo seguì Sango.

- Sango si ragionevole se Arel è tranquilla significa che sta’ bene!- Sesshomaru cercò di fermarli ma quando quei due decidevano di fare una cosa … .

Arel iniziò ad agitarsi. Inuyasha le aveva detto di stare lontana e che l’ avrebbe chiamata lui. Ma i cavalieri sapevano dove cercarlo anche senza di lei così decise di andarlo ad avvertire. Spiegò le sue enormi ali e fece un salto per poi spiccare il volo. Miroku, Sesshomaru e Sango si accorsero di Arel che si stava allontanando e lo interpretarono come un segno.

-Te l’avevo detto Sesshomaru!- gli urlò contro Sango per poi correre verso il suo drago.

I cavalieri fecero uscire  i loro draghi e salirono sulle loro schiene. Partirono e una volta in vololi fecero accelerare.

__________________________

Per l’ ennesima volta Kagome sbuffo era mai possibile che nel momento del bisogno quel drago non c’era mai?

- La smetti per favore di sbuffare?- chiese un Inuyasha esasperato.

- Mi devi subire! Senti fermiamoci un attimo queste spade dopo un po’ sono fastidiose-

- Mi chiedevo come facessi sopportarle devono pesare tanto- disse Inuyasha osservando Kagome che sbottonava la cinghia che manteneva le spade e le appoggiava a terra.

Kagome fece spallucce  -Non sono pesanti, ma ci devo fare l’abitudine- chiarì.

-Nella mia squadra c’è una ragazza, brava spadaccina -

“Non ha conosciuto me” si vantò Kagome mentalmente.

-Come mai quel sorriso?-

-Niente niente! Senti se troveremo Blakert cosa mi farete fare? Entrerò nella tua squadra non è così?-

- Sei perspicace. Si entrerai nella mia squadra, Sango ne sarà felice. Comunque ti alleneremo. Sesshomaru, mio fratello, ti insegnerà a svuotare la mente e concentrarti solo sugli obbiettivi. Miroku ti allenerà a montare alla perfezione sul drago. Sango si occuperà soprattutto del tuo drago ti insegnerà come insegnargli delle tecniche- spiegò contando gli allenamenti sulle dita.

-Gioco da ragazzi- sorrise Kagome.

-Anche io lo dicevo sai?- le fece capire che sarebbe stata più dura del solito.

-E tu cosa mi insegnerai?- fece finta di non aver visto l’ occhiataccia di Inuyasha.

-Io ti insegnerò a usare quelle- indicò le due spade.

- Le so già usare- disse Kagome facendo un sorriso sghembo.

-Io non credo- la punzecchio Inuyasha.

- Dici?... Vuoi provare?- chiese Kagome indispettita.

-No adesso no. Concentrati e cerca di trovare il tuo drago- le disse.

-Ai suoi ordini!-

-Senti mentre ti concentri posso vederle?- si riferiva alle spade.

Kagome lo guardò indecisa poi annuì.

Inuyasha prese prima la spada dal fodero di rubini.  La rigirò tra le mani. Fece passare le dita sulla lama  e sull’elsa seguendo ogni curva.

-Ferro elfico sorprendente! Spade così sono leggenda! Dove l’ hai presa?-chiese facendola tintinnare e soffermandosi ad ascoltare il rumore.

Kagome che aveva gli occhi chiusi in cerca di un segnale da Blakert.

-Come fai a sapere che è ferro elfico se spade così sono leggenda?- domando utilizzando le sue stesse parole.

-Dai libri. Dove l’hai trovata ?-

-Shh mi sto concentrando- Non voleva dirgli la verità non voleva fargli spere che lei era un elfo. Anche se mezzo demone  era lento a capire le cose.

-Sai ho impressione che tu sia diversa dalle altre ragazze … hai qualcosa di diverso!- continuò Inuyasha.

-In che senso? Scusa ma non ti capisco- disse nervosamente Kagome. “mi rimangio ciò che ho detto prima. È più sveglio di quanto pensassi”.

-Non lo so … Ehi ma questa già l’ho vista … -

Inuyasha prese l’altra spada era pesantissima  e affascinante. Una spada nera non l’aveva mai vista … O forse si.

-Wow come fai a sopportare un peso così?- chiese incredulo.

-Non dire sciocchezze non è affatto pesante- Kagome continuava a tenere gli occhi chiusi, tesa come una corda di un arco.

-Ma se anche io la riesco a tenere a stento!-

-Uff  mi sa che mi sono allontanata troppo … Non avverto niente - Kagome sbuffo riaprendo gli occhi.

-Senti Inuyasha se hai detto al tuo drago di andarsene come farai a richiamarla?- ci pensava da un po’.

- Quando  entrerai in squadra Sango e Sesshomaru ti spiegheranno- rispose senza staccare gli occhi dalla spada.

-È bella vero?- chiese poi osservando la spada tra le mani di Inuyasha.

-Già. Che materiale è?-

-In realtà  … -

Inuyasha mi senti? Dove sei? Se mi senti ti devo avvertire che stanno arrivando! Quegli idioti non capiscono niente!”

Com’era il detto? Parli del diavolo e spuntano le corna? Forse era meglio dire: Parli del “drago” e spuntano le corna!

Kagome spalancò gli occhi e Inuyasha guardò verso l’alto, ma le cime degli alberi gli impedivano di vedere.

-È ... il tuo drago vero?- balbettò Kagome.

-Si - ringhiò a denti stretti.

-Chi sono gli altri?- chiese preoccupata guardando anche lei le piante.

-Degli stupidi!- ringhiò a denti stretti.

- E ora? Io non voglio stare di nuovo male!-

- Stai tranquilla … Tu Arel cerca di allontanarli io ti raggiungo tra poco-

Va bene!” Arel cambiò direzione per tornare dai cavalieri.

- Kagome trova una grotta e rifugiati li io vado a fermare i ragazzi e torno. Non ti allontanare troppo non posso perderti !- e detto questo le restituì la spada poi si dileguò.

Kagome era arrossita a quelle ultime parole anche se sapeva che lui intendeva  che non voleva ricominciare da capo. Dopo un minuto si riprese e fece come Inuyasha le aveva chiesto. Trovò una grotta e rimase li ad aspettare.

Kagome!”

- Blakert?-

Si

-Finalmente ma dove ti eri cacciato? Sono ore che cercavo i sentirti!-

Chi era quel ragazzo?”

-Come? Lo sentivi?-

Certo … Allora chi era?”

 Inuyasha il capitano della squadra ufficiale della corte di Sougar-

Perfetto adesso mi devi solo trovare

-Già è un giochetto …  Uffa! Mi senti vicina o distante?-chiese Kagome sfregandosi le mani.

Non so  ti sento vicina ma anche lontana

-Wow che indizio!- si lamentò.

hai sentito?”

-No cosa?-

Draghi!”

-Cosa?-

Sono lontani abbastanza per non farti male ma stai attenta

-Ok! ma non te ne andare!- lo pregò.

No, resto con te piccola!”

-Come fai a sentire i draghi?- chiese.

Non so dirti ma li sento vicini

-Ciò vuol dire che sei nei dintorni … Forse ho capito chi erano gli “stupidi”- sospirò terrorizzata.

Piccola non temere non ti accadrà niente

-Lo spero e spero di trovarti presto- sospirò, ma questa volta di frustrazione.

Presto staremo insieme lo sento

Kagome sorrise quel drago infondo era davvero dolce e protettivo.

______________

Corri Inuyasha sono difficili da trattenere!”

“Sto’ correndo più veloce che posso!”

Puoi fare di meglio … Oh No Sango è riuscita a passare

“ Ci sono quasi …  Ti vedo!”

-Ehi Ragazzi!!!!!!!!- Inuyasha li chiamò.

-Ma quello non è Inuyasha, Sesshomaru?- urlò Miroku verso l’ amico.

-Ve l’avevo detto che stava bene!- si lamentò Sesshomaru.

Poco più lontano trovarono una radura e i draghi atterrarono lì facendo  vibrare la terra.

-Ma dico siete stupidi?- Chiese Inuyasha.

-Ma … - Miroku guardò confuso prima il capitano poi Sesshomaru che ricambiò lo sguardo.

-Sperate che non si sia persa!- li minacciò Inuyasha.

- Inuyasha la smetti di parlare e spiegaci perché ti stai lamentando!-

-Ho trovato il padrone del drago Nero … - iniziò

-COSAAAAAAAAAAA?- urlarono contemporaneamente i due cavalieri.

-Si! Purtroppo è molto sensibile cioè riesce a sentire ciò che i nostri draghi dicono e … -

-Impossibile- esclamò Sesshomaru.

-Lo credevo anche io, ma … -

-Solo noi possiamo sentire i nostri draghi!- lo interruppe Miroku.

-Si ma lei è pur sempre … -

-Non ci credo … - continuava Miroku.

Inuyasha Sa..”

-MI LASCIATE FINIRE DI SPIEGARE?-

-si scusa … - disse Miroku grattandosi la testa dispiaciuto.

-Allora è il padrone del drago Nero ed è particolare ci avevano avvisato no? –

I cavalieri annuirono.

-Bene ecco perché sente i nostri draghi. Non è in grado di controllare tutte le voci e così rischia di farsi del male … -

Inuayashaaaaaa…” Arel continuava a chiamarlo in ansia.

-Aspetta!- le disse –per questo ho ordinato ad Arel  di allontanarsi e di farvi stare lontano-

Inuyasha mi ascolti?” si arrabbiò il drago blu.

-Aspetta un secondo- le disse ancora una volta Inuyasha.

Arel si infuriò e spiccò il volo. Inuyasha non voleva ascoltarla? Bene sarebbe andata da sola a fermare Sango!

Volava più veloce che poteva.  Le enormi ali fendevano l’aria e provocavano un vento che faceva muovere le cime degli alberi sotto di lei. Poco dopo riuscì a intravedere Sango su Karaius il suo drago di terra. Appena li vide Arel cercò di volare ancora più veloce per superarli. Lanciò un ruggito per farsi sentire e vi riuscì.

Infatti il drago di Sango si fermò.

-Ma cosa prende a Arel?- Sango guardava il drago blu avvicinarsi.

Forse sa dov’ è Inuyasha!” la voce possente del drago di terra rimbombò nella testa di Sango ma ciò non la distrasse.

-Tu credi?- chiese ansiosa.

Non so, ma proviamo a seguirla” così dicendo il drago verde si avvicinò ad Arel che sospirò di sollievo.

Arel fece dietro front e fece strada a Sango che sul dorso del suo drago si agitava impaziente di trovare il suo amico. Ma mentre sorvolavano il lago qualcosa attirò la sua attenzione. Un gruppo di demoni si dirigeva verso qualcosa o meglio verso qualcuno. Infatti dei bambini stavano giocando sulle rive del fiume.  Ma i demoni erano abbastanza lontani.

-AREL ASPETTA! GUARDA Lì Giù!- Sango urlò attirando l’attenzione di Arel.

Arel non sapeva cosa fare voleva portare lontano Sango da lì ma non poteva abbandonare qui bambini. Con un ruggito fece capire a Sango di procedere e attaccare quei demoni e salvare quei ragazzini. Karaius fece uno sbuffo ma Sango sapeva che era una “risata” finalmente c’era un po’ di movimento. Arel invece si diresse verso Inuyasha per informarlo.

______________

Nel frattempo nella grotta Kagome continuava ad attendere il ritorno di Inuyasha. Con lei c’era sempre  Blakert che le teneva compagnia almeno mentalmente.

-Perché ci mette così tanto?- ormai scocciata Kagome si alzò e uscì dalla grotta.

Dove vai?” chiese Blakert.

-Vado a bere. C’è un fiume che scorre a ovest, non ci metterò niente sarò qui prima che Inuyasha torni- era una specie di promessa. Doveva sgranchirsi un po’ le gambe, una corsetta non le dispiaceva.

Stai attenta!” Blakert era evidente mente preoccupato.

-Tranquillo! Ma tu resta con me!- Kagome  fece un respiro profondo e sorridendo iniziò a correre. Era aria tra le piante, una saetta. Era così veloce che sembrava che i piedi non toccassero terra. La sua risata cristallina riempiva l’aria, si sentiva così bene quando correva. Aveva gli occhi chiusi ma riusciva a evitare tutti gli alberi e le radici. La cosa che amava di più nel suo corpo era appunto la velocità e il vento tra i capelli e il fruscio delle foglie sul terreno al suo passaggio.

Bene sei anche veloce” disse fiero Blakert.

-Come fai a sapere che sto correndo? Ah si dimentico sempre che tu vedi coni miei occhi e senti con le mie orecchie!- continuava a correre ma questa volta a occhi aperti.

Esatto

-Comunque non dimenticare che sono un elfo! È nel mio DNA correre-

Giusto! …  Perché ti sei fermata?”

Kagome si era bloccata di scatto e aveva voltato lo sguardo verso il lato destro della foresta. Prese a camminare verso quella direzione con calma, ma aveva uno sguardo strano … uno sguardo cattivo. Agrottò  le sopracciglia e gli occhi nonostante il color ghiaccio, bruciavano.

Kagome che ti prende?”Urlò Blakert.

-Non senti? Sono demoni  e non hanno buone intenzioni. Si stanno dirigendo verso il fiume! Hanno fame e li c’è qualcosa che soddisferà il loro bisogno. Ma qualunque cosa sia non permetterò a quelle bestie di MANGIARLO!- Kagome non aveva mai combattuto realmente ma non aveva paura anzi, era eccitata all’idea di un combattimento.

Coma fai a sapere tutte queste cose?” Chiese Blakert.

-Gli alberi emanano vibrazioni sono vivi anche loro-  sorrise  - Adesso sta zitto- Kagome dopo aver impartito quell’ ordine tornò a correre ma più lentamente e raggiunse i mostri a metà strada tra il fiume e il bosco.

-Salve signori  mi spiace informarvi che la vostra passeggiata finisce qui- Kagome era terrificante un volto d’angelo macchiato da una tremenda espressione.

I demoni di fronte a lei erano dei lupi enormi. Era un piccolo branco composto da cinque maschi. Avevano zampe enormi e musi lunghi. Le zanne ingiallite erano enormi e la bava colava come acqua. Ma Kagome non aveva paura.

Uno di loro ringhiò e l’aggredì.

-Stupido lupo che non sei altro- Sussurrò Kagome.  Velocemente portò la mano in dietro alla schiena e afferrò la spada d’argento e con una giravolta colpì il lupo uccidendolo. Altri due lupi ringhiarono e andarono all’attacco. Kagome mantenendo il suo sguardo  afferrò anche la spada nera e andò incontro ai due lupi che caddero a terra senza vita. Gli altri due lupi ulularono ma non scapparono.

Hei  Sango guarda il branco si è arrestato! Aspetta cos’è quella? È una ragazza ed ha fatto fuori già tre dei demoni!” Nella testa di Kagome quella frase le provocò brividi lungo la schiena. Non era Arel, no di sicuro quella era una voce più possente ma non era neanche Blakert.

“Chi sei?” Domandò Kagome senza distogliere lo sguardo dai lupi, che continuavano a ringhiare.

Cosa? Come fai a sentirmi?” la voce non rispose alla domanda. Era incredula come quella di Arel quando sentì la prima volta Kagome.

“Senti  sei un drago giusto? Conosci Inuyasha?” Kagome non era più spaventata, ma pregava che Blakert non parlasse. Così fu. Di sicuro il drago nero aveva sentito e conoscendo la situazione sapeva che era meglio tacere.

Si! Tu come lo sai?” Chiese ancora la voce.

“È una storia lunga! Per favore cercalo e avvisalo. I lupi hanno chiamato rinforzi!” Kagome continuava a parlare mentalmente.

Se ne sta’ occupando Arel , adesso arriviamo noi” esclamò il drago. Pochi secondi dopo un ombra calò su Kagome. Il drago era atterrato alle sue spalle  spazzando  gli alberi con il suo peso.  Kagome si girò un po’ per osservare l’enorme bestia.

-Allora è così  un drago!- esclamò.

-Ehi eri tu quella che parlava con il mio drago?- Una voce femminile attirò l’attenzione di Kagome.

Una ragazza dai capelli castani scese dal drago e le si avvicinò.

-Si! È una storia lunga te lo spiegherà  Inuyasha - disse Kagome tornando a fissare i lupi.

-Allora sta bene?!-

-Si! Adesso mi daresti una mano a eliminare quelli?- Kagome indicò i lupi che crescevano di numero. L’intero branco si era riunito ed erano tutti affamati.

-volentieri!- sorrise Sango estraendo la sua spada.

“Ah tu drago …” si rivolse Kagome.

Mi chiamo Karaius” si presentò il drago.

“Bene Karaius tu allontanati fra poco arriverà anche Arel e io non riuscirò a sopportare entrambi”

Io non me ne vado!” ringhiò minaccioso il drago.

-Perché se ne deve andare? Può aiutarci a far fuori questi mostri in un attimo!- esclamò Sango contando i lupi. 18 .

- Primo perché non sopporterei ne lui ne Arel.  Secondo se il tuo drago sputasse del fuoco brucerebbe l’intera foresta. E terzo non abbiamo bisogno di lui se sei davvero brava come dice Inuyasha … Vi prego.-

Sango ci pensò su quella ragazza la stava sfidando?! Bene gli avrebbe dato una bella lezione.

-Fa come dice lei Karaius. Più tardi avremo spiegazioni-

Il Drago ruggì di rabbia poi spicco il volo.

-Dopo voglio delle spiegazioni-  disse Sango  - Ma adesso pensiamo a non farci uccidere-

Kagome sorrise e senza perdere tempo  attaccò i lupi.

 

 

___________

 Ok ok  avete assolutamente ragione! Sono di un ritardo pazzesco e non ho scuse. Ma ecco un altro capitolo spero che sia migliorato anche questo! Lo spero con il cuore!

Un ringraziamento a:

Lorimhar: grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee! Sono contenta che sia andata meglio l’altro capitolo! Si è vero adesso mi rendo anche io di quella ripetizione che stupida ^///^ … scusa per il ritardo sono imperdonabile! Aspetto la tua prossima recensione con le tue opinioni! Un kizzullo e grazie ancora!

Vanessa_91:Scusaaaa per il ritardo come ho detto anche a Lorimhar sono imperdonabile … Comunque sono contenta che ti sia piaciuta oddio degli erroracci ci sono, ma sto cercando di aggiustare e scrivere meglio che posso! Un kizzullo spero che tu continui a leggere!

Angelik16: perdono! Perdono! Perdono!  Come vedi ho aggiornato ma non presto … Perdono! Contentissima che la mia storia ti piaccia e spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento! Un kizzullo.

Un grazie specialissimo va a chi ha messo la mia storia tra i preferiti grazie milleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee! E un Scusa a tuttiiiii!

Baci 8kanemi8

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Capitolo 5
*** So chi sei! ***


2.2

The War Of The Dragons

Capitolo 2.2

So chi  sei !

 

Basta  un  battito  d’  ali   di  colibrì

E  la  tua  vita  può  cambiare

 

 

Sango rimase spiazzata … Quella ragazza era veloce è forte, ma non si perse d’animo. Strinse di più la sua spada e attese il lupo che era in posizione di attacco. Non la fece attendere un attimo, infatti il lupo le corse incontro e Sango sferrò il suo corpo. Poi sorrise e si preparò per affrontane altri due.

____

 

Arel volava veloce ma quella volta per raggiungere di nuovo Inuyasha e avvisarlo. Arrivata alla radura si preparò ad affrontare la furia di Inuyasha.

- Arel ma cosa fai? Perché sei fuggita? - Urlò Inuyasha.

“Scusa Inuyasha ma ti eri dimenticato di Sango e io l’ho fermata per non farle incontrare Kagome ma …”

-Cavolo mi ero dimenticato di Sango. Ma ora dov’è?- chiese Inuyasha.

Nel frattempo Sesshomaru e Miroku attendevano che la conversazione tra i due finisse.

“Ecco vedi c’era un gruppo di demoni che stava raggiungendo dei bambini sul fiume e lei mi ha chiesto il permesso e io l’ho accettato. Ho pensato a tutto, Kagome non era nei paraggi perché non la sentivo. E poi sono tornata da te! Ma bisogna sbrigarsi perché non ce la farà da sola!” disse tutto d’un fiato.

-COSA??? Sei matta?!- Sbraitò Inuyasha –Ragazzi preparatevi Sango ha bisogno del nostro aiuto!- disse salendo in groppa ad Arel.

-Cosa è successo a SANGO?- Miroku era partito sentendo il suo nome.

-Quella stupida è andata da sola a battersi con dei demoni per salvare dei bambini … Dobbiamo sbrigarci!-

-Quella testarda mi sentirà … - sussurrò Miroku mentre si accingeva a salire sul drago ma un ruggito lo bloccò, come bloccò anche Sesshomaru e Inuyasha.

Si voltarono contemporaneamente e interpretarono male ciò che videro. Karaius era atterrato furioso perché Sango l’aveva mandato via. I tre cavalieri invece pensarono che fosse successo qualcosa di grave a Sango.

- Noooooooo!-  Urlò Miroku salendo sul suo drago.

-Merda- sussurrò Sesshomaru imitando Miroku.

Inuyasha invece fece partire Arel come una furia.  Per fortuna che i draghi erano fortissimi.

Nonostante il primo a partire fu Inuyasha  Miroku lo aveva superato di molto. Karaius li seguì, degli ordini che Sango e quella straniera gli avevano impartito non gli importava. Voleva battersi, voleva dimostrare ancora una volta il suo valore anche se come avversari c’erano degli stupidi demoni. Non era preoccupato per Sango perché conosceva bene la sua forza e poi c’era anche quella ragazza.

Arel ruggì appena vide in lontananza il fiume e gli altri capirono che erano quasi arrivati.

___

Kagome combatteva tranquillamente senza pensieri. Aveva eliminato sette lupi  e quando vedeva che Sango era in difficoltà l’aiutava, ma la ragazza sapeva come difendersi.

Mancavano pochi lupi ormai, ma non accennavano a smettere di attaccare. Era la fame a spingerli a continuare, probabilmente perché erano giorni che non mangiavano carne prelibata come quella degli uomini. Kagome si stava preparando ad attaccare un altro lupo quando voci irruppero nella sua testa, troppe voci.

Cadde in ginocchio e iniziò a respirare affannosamente. Sango si accorse che c’era qualcosa che non andava e velocemente eliminò il lupo che stava per attaccare Kagome.

-Ehi cosa ti prende? Non è il momento di riposarsi. Forza ne mancano pochi!” la incitò cercando di farla alzare.

-MANDALI VIA!- Urlò Kagome.

Caos, ecco cosa c’era nella sua testa. Sentiva quelle voci eccitate che dicevano di voler combattere ma al contempo preoccupate per Sango.

-Ma che dici?- chiese Sango preoccupata pronta ad attaccare uno dei quattro lupi rimasti.

-NON RESISTO! VIA VIA ANDATE VIA!- Kagome continuava ad urlare mentre le lacrime di terrore e dolore scendevano dai suoi occhi. Era così insopportabile quel dolore che le fece scendere le sue prime lacrime. Se essere speciali e cavalieri significava provare quelle sensazioni … Allora preferiva morire.

-COSA TI STA SUCCEDENDO?- Sango si stava spaventando .

__________

“Ecco Sango” disse Behiro il drago di Miroku.

-Sta bene per fortuna!- Sospirò di sollievo Miroku.

-Ma chi è quella?- chiese Sesshomaru.

Sesshomaru sento una voce! È tremenda, sta malissimo!” lo informo Lumì.

“ Forse è …” Sesshomaru ci pensò su e capì. Doveva informare Inuyasha . Ma quando lo raggiunse stava già scendendo dal Arel.

Proprio in quel momento Arel ruggì disperata e Inuyasha si blocco.

“ Perdonami Inuyasha non l’avevo sentita … Non so perché! Ti prego aiutala!”

-No! Ti prego no!- Inuyasha raggiunse in mezzo secondo Sango che stava cercando di uccidere un lupo poco più lontano. Si bloccò improvvisamente. Fu superato da Miroku che andò ad aiutare Sango.

- Inuyasha AIUTALA TI PREGO STA MALE, NON SO COSA ABBIA!- Sango urlava mentre cercava di difendersi dall’ultimo lupo, che venne ucciso da Sesshomaru.

Inuyasha non perse altro tempo. Appoggiata a una roccia c’era Kagome che aveva affondato le unghia nel terreno e singhiozzava sonoramente.

-KAGOME!!!!-urlò Inuyasha raggiungendo.

-ANDATE VIA!!!!!!!!!!-

-SESSHOMARU PORTA VIA I DRAGHI  E ANDATE VIA ANCHE VOI! MUOVETEVI!-Urlò stringendo al suo petto Kagome.

I Cavalieri obbedirono immediatamente. Miroku e Sesshomaru avevano capito chi era quella ragazza e per questo obbedirono. Sango si limitò ad annuire, aveva una ferita al braccio e doveva farla vedere, ma aveva capito anche che Inuyasha non avrebbe accettato obbiezioni.

Kagome continuava a piangere disperata.

“Chi è quella?”

“Perché la sento? E perché lei mi sente?”

“Cosa sta succedendo?”

“Perdonami Inuyasha! Perdonami Kagome”

“Non ci capisco più niente!”

“ Ma si certo lei deve essere la ragazza di cui ci ha accennato Inuyasha”

“ Sono una stupida”

Ecco cosa dicevano quelle voci che la stavano consumando. Continuava ad agitarsi stringendo forte la stoffa della divisa di Inuyasha, mentre lui le sussurrava di calmarsi e le accarezzava la testa.

- Shhh tranquilla. Non ti preoccupare. Tutto passera. Te lo prometto- continuava Inuyasha.

- Inuyasha non mi sento bene … Ho paura … Non voglio … Non mi abbandonare ti prego!- Kagome sussurrò le ultime parole con disperazione prima che perdesse i sensi.

-Resto qui non preoccuparti … Kagome?KAGOME? Merda è svenuta!- Inuyasha diede un pugno alla roccia dove Sango aveva poggiato Kagome .

-È Tutta colpa mia non avrei dovuto lasciarla da sola!- improvvisamente si alzò e prese in braccio Kagome. Ci avrebbe messo molto ad arrivare al palazzo correndo, ma non poteva torturarla con i draghi. Non sarebbe sopravvissuta a una terza crisi.

Correva veloce raggiungendo i limiti del suo corpo.  Con il suo udito particolare teneva sotto controllo il respiro di Kagome che pian pino si regolarizzò. Attraversò l’intero bosco e tutta la contea e quando arrivò al castello era notte fonda. Fortunatamente le stalle erano al lato apposto al castello. Anche se notte in quel castello i servi lavoravano. Quando arrivò, Sango Sesshomaru e Miroku gli andarono contro felici di rivederlo ancora vivo.

-Chiamate il medico di corte!- ordinò Sesshomaru a dei servi che guardavano curiosi.

-Come sta?- Sango era preoccupata. Anche lei adesso era a conoscenza dell’identità della ragazza. Miroku le aveva raccontato tutto.

- Male!- rispose cattivo Inuyasha senza guardarla. Le passò accanto e iniziò a risalire le scale per portare Kagome nelle sue stanze.

Sango si rattristo, infondo era colpa sua se quella ragazza adesso stava male, se fosse rimasta a corte tutto ciò non sarebbe accaduto. Una mano si posò sulla sua spalla cercando di confortarla.

-Tranquilla Sango è solo preoccupato vedrai che passera!- Miroku era anche un maniaco, ma come vi ho detto prima, c’era nel momento del bisogno. Era sempre pronto a confortare chi ne aveva bisogno.

-Si hai ragione- gli sorrise la brunetta.

-Su andiamo a vedere il medico cosa dice! –Miroku dolcemente prese per mano la manca di Sango poiché l’altro braccio era fasciato.

- Inuyasha per cortesia fermati!- gli ordinò Sesshomaru seduto su una poltrona nel corridoio.

- Qui gli ordini li do io!- disse guardandolo furioso.

Sesshomaru sbuffo.

- Scusami Inuyasha. È stata tutta colpa mia – cercò di attirare l’attenzione Sango.

“ L’ hai capito eh?!” pensò Inuyasha.

Sango non ricevendo risposta si strinse di più sul petto di Miroku che a sua volta la strinse di più, lanciando occhiatacce di fuoco a Inuyasha.

-Non dovevo lasciarla sola … - Sussurrò Inuyasha.

- Inuyasha la colpa non è ne tua ne tanto meno di Sango o mia o di Miroku. È successo, basta, non dobbiamo piangere sul latte versato!- sbuffo scocciato Sesshomaru.

- SE FOSSTE STATI AL VOSTRO POSTO IO NON L’AVREI LASCIATA E SAREMMO RIENTRATI SENZA PROBLEMI … NO INVECE AVETE VOLUTO FARE DI TESTA VOSTRA!- sbraitò Inuyasha dicendo cosa pensava.    

-Cosa avremmo dovuto fare Inuyasha? Abbiamo visto rientrare Arel da sola! Ci siamo preoccupati!- Miroku aveva perso la pazienza. Non gli piaceva essere incolpato per niente!

Inuyasha lo affrontò con lo sguardo. Troppo orgoglioso per ammettere che non aveva tutti i torti. Poi la porta della stanza si aprì e il dottore si accinse a spiegare la situazione.

-Allora come sta?-

- Sta bene. È solo molto stanca. Sentire i pensieri dei draghi, tutti insieme le hanno tolto tutte le forze. Lasciatela riposare le ho dato un sedativo per alleggerirle il mal di testa.  Più di questo non posso fare. Per le ferite alle dita che si è provocata graffiando la terra non ho potuto far niente … - il dottore spiegava guardando i ragazzi che a loro volta ascoltavano curiosi.

- Perché?- chiese Sesshomaru.

-Perché si stanno rimarginando da sole!-

I ragazzi rimasero a bocca aperta, increduli.

-Lo sapevo!- Sorrise Sesshomaru.

-Cosa?- chiese Inuyasha.

-Quella non è una ragazza comune … la sua aura è molto forte l’ho sentita quando ho raggiunto Sango - spiegò.

-Si è vero quando combatteva era molto veloce e forte- confermò Sango.

-Come è possibile?- si rivolse al dottore Miroku.

- Caro ragazzo i tuoi amici hanno ragione.  Vedi non so perché il re vi abbia nascosto l’identità di quella ragazza … -

- Aspettate! Lei sta dicendo che il re sapeva già chi era il prescelto?- lo interruppe Miroku.

-Non chi! Ma la natura di chi! Vedete una profezia parlava di voi cavalieri e la vostra natura- spiegò.

- Natura?- chiese Sango.

-Si! Un mezzo demone, un demone, una donna, un uomo  e … -

-Perché nessuno ci ha detto di questa profezia?- Chiese Inuyasha neutro. La sua voce non esprimeva emozioni, proprio come la sua espressione.

-Voleva riunirvi prima tutti. Ma non sono io a dovervi delle spiegazioni … Quando quella creatura si riprenderà il re vi spiegherà tutto! Adesso scusate devo andare a dormire domani mi aspetterà un intera giornata di ricerche per non dire un’intera vita. Fortunatamente  sono un demone. L’avevo avvertito che doveva addestrare dei dottori speciali, ma lui non ha voluto ascoltarmi.- borbottò infine l’anziano dottore dirigendosi verso le sue stanze.

-Ragazzi io non ci capisco più nulla!- disse Miroku.

-Già – confermò Sango.

-Ragazzi voi andate a dormire io resto con Kagome.- Inuyasha aveva lo sguardo fisso nel vuoto, come se stesse ricordando qualcosa. Infatti la sua mente stava viaggiando nel passato.

Flash Back

Era il suo primo giorno in quel castello. Da poche ore aveva scopertola sua nuova vita ed era pronto ad affrontarla pur i scappare dal suo passato! Stava seguendo il re quando si fermò in una stanza con un enorme tavolo posto al centro della sala. Su una parete un enorme quadro lo ricopriva tutto. Erano ritratti gli ex cavalieri della corte e i loro draghi. Quel giorno Inuyasha si incantò ad osservare una donna. Aveva capelli neri e lunghi poco più sotto le spalle, gli occhi erano di un particolare bianco e i contorni erano color turchese. Chi avrebbe mai potuto dire che sotto quell’armatura c’era una donna giovane, ma molto molto forte. E poi  … La spada che manteneva per l’elsa e la punta era conficcata nel terreno. Non era una spada normale come quella degli altri cavalieri … Era nera.

-Che cosa guardi ragazzo?- la voce cortese e forte del re lo aveva risvegliato dai suoi pensieri.

-Lei, signore- disse indicando la donna.

-Oh! Sai e grazie a lei che il nostro mondo è ancora salvo … Sai era speciale!- spiegò

-Speciale?- chiese Inuyasha.

-Si vedi lei era un elfo!-

Fine flash back

- Inuyaaaaaaaasha! – Lo chiamò  Miroku.

-Scusate stavo pensando- si giustificò.

-Senti perché non vai tu a riposarti nella mia stanza, penso io  sorvegliare la ragazza- si offrì Sesshomaru.

-No! Non sono stanco. Voi due andate, però Sesshomaru puoi aspettare finché non torno devo fare un salto in biblioteca.- disse distrattamente.

-Si certo-

-Bene. Buona notte.- e così dicendo percorse tutto il corridoio e arrivò in biblioteca. Prese dei libri:

Leggende sugli elfi.

Ferro elfico.

Come riconoscere un elfo.

Persecuzione degli elfi.

La leggenda degli elfi.

Tutti libri che potevano aiutarlo a dare delle risposte alle sue domande. Presi questi tornò da Sesshomaru che lo aspettava.

-Hai scoperto qualcosa non è vero?-

-Non ne sono sicuro, ma vedremo il re cosa ci dirà! Buona notte.- lo salutò.

- Un’ultima cosa Inuyasha – lo fermò.

- Si dimmi-

- Sango non ha colpa è davvero dispiaciuta-

-Buona notte Sesshomaru - lo salutò senza guardarlo.

Sesshomaru sbuffo e tornò nella sua camera.

_________

Mancava poco all’alba e Inuyasha continuava a leggere quei libri che aveva preso. Ogni tanto si fermava e controllava che la misteriosa ragazza respirasse ancora.

“Non è possibile che non ci sia scritto niente … aspetta aspetta … già e vero ci fu una persecuzione contro gli elfi … ma qui dice che non sono rimasti sopravvissuti. Quindi i conti non tornano … uff … Però come ha fatto ad ottenere quelle due spade? La spada di ferro elfico e quella nera, sono sicuro che è la stessa del quadro. Un secondo, lei ha detto che un amico gli aveva raccontato di Sougar … e se quell’ “amico” l’avesse allevata? Così le cose sarebbero più chiare. Ecco perché il re era fiducioso della ricerca!”

-Dove mi trovo?-

Inuyasha si girò di scatto. Finalmente si era svegliata.

-Ehi ciao!- la salutò avvicinandosi al letto.

-Dove sono?- sussurrò stancamente Kagome.

-Ti ho portata al castello,eri svenuta e avevi bisogno di cure- spiegò sedendosi sul letto accanto a lei.

-Mi fa malissimo la testa-

-Si lo so, il dottore lo aveva immaginato. –

-Dottore?- chiese preoccupata.

-Si! Che ti prende … ehi torna a sdraiarti – Kagome si era alzata di scatto peggiorando i mal di testa.

- Lu-Lui ha … - Kagome era agitata.

- Si lui ha scoperto chi sei. Anche il re già lo sapeva e adesso anche io so chi sei – spiego facendola stendere.

Kagome aveva gli occhi spalancati … Cosa sarebbe accaduto adesso?

-Tranquilla non ti faremo del male –

-Il dottore ti ha detto chi sono?-

- Mi ha aiutato, ma l’avevo già capito. Le tue spade, la tua forza! Quella spada nera pesa davvero!-

-Cavolo! È vero! Dove sono le spade?-

-Calmati le ho recuperate prima di portarti qui, sono sulla scrivania.- disse indicando con il pollice la scrivania dietro di lui.

Kagome sospirò di sollievo.

- Kagome posso farti una domanda?-

-Ormai non ho più nulla da nascondere.- la sua voce era sempre bassa. Si vedeva che si stava sforzando di restare sveglia.

-Se sei veramente l’ultimo elfo dove e chi ti ha cresciuta?-

Kagome guardò la finestra coperta dalle tende e chiuse gli occhi.

-Ci fu una persecuzione contro la mia razza senza un motivo. La mia famiglia scappò ma vennero scoperti. Poiché chi li cercava non conosceva la mia esistenza i miei genitori mi affidarono a uno spirito albero e a un demone. Loro mi hanno allevata e educata a leggere e scrivere in elfico e nella vostra lingua grazie a dei libri che mio padre portò con se prima di morire. Questo è ciò che mi ha raccontato Totosai.-

-Immagino che Totosai sia il demone che ti ha allevato-

-Si. Per quanto riguarda le spade quella di ferro chiaro era di mio padre, la costruì lui. Quella nera era di mia nonna anche lei un cavaliere della corte di Sougar.-

Inuyasha sorrise. Le sue supposizioni erano giuste.

-Grazie mille per la spiegazione. Adesso torna a dormire.- Kagome annuì.

- Inuyasha come farò con i draghi e Blakert?-

-A questo ci penseremo dopo … Dormi-

Kagome non se lo fece ripetere. Inuyasha le sistemò le coperte e con un sorriso uscì dalla stanza. Adesso doveva aspettare solo le spiegazioni del re quando sarebbe rientrato dal suo viaggio, e ciò significava aspettare un’intera settimana.

____

Erano le undici del mattino e il sole riscalda l’aria quasi autunnale. I raggi penetrano nelle grandi finestre della palestra del castello e rumori di spade rimbombano tra le pareti.

- Miroku cavolo mettici un po’ d’impegno - si lamento Sango.

-Ma come posso farlo? Ti ricordo che hai un braccio fasciato per di più il braccio che tu di solito usi per combattere- Spiegò Miroku bloccando un colpo di Sango e avvicinando il suo volto a quello di lei.

Sango sbuffo e con forza lo respinse facendolo indietreggiare.

-Se ci fosse Inuyasha. Lui avrebbe combattuto anche se ho questo stupido graffio- sbotto.

-Io un taglio che per chiuderlo ci sono voluti sette punti di sutura non lo chiamerei graffio- raggiungendo la spada che Sango aveva gettato poi la raggiunse.

-Non è nulla ti ripeto!-

-e io ti ripeto che se non fossi stata così avventata non avresti quel taglio e a quest’ora ci staremmo allenando davvero-

-se non fossi stata così stupida adesso Inuyasha mi parlerebbe ancora-

-Sai Sango è da un po’ che ci rifletto … Non è che ti sei innamorata di Inuyasha?-

Sango non si aspettava una domanda del genere, e in un secondo avvampò diventando un pomodoro.

- M-ma che dici? Stupido a me piace un’altra persona- disse senza rendersene conto.

-E chi?- a Miroku luccicarono gli occhi. Le probabilità che fosse lui erano molte.

- Chi?Chi?- fece finta Sango.

-Come chi? Tu hai detto che c’è una persona che ti piace-

-Davvero? A me non pare- Sango si grattò il mento come per ricordarsi qualcosa.

-Si tu hai detto … -

-Per favore la smettete voi due?-

-Oh Inuyasha … Come sta la ragazza?- chiese Miroku.

Sango nel frattempo guardava con tristezza Inuyasha. Odiava che lui la schivasse così,odiava quando non le parlava.

-Prima dell’alba si è svegliata adesso riposa di nuovo, ma sta bene.- Inuyasha sembrava guardasse Miroku ma in realtà guardava Sango.

- Bene. Hai scoperto qualcosa su di lei?- chiese ancora.

-Ne parleremo con il re. Senti Sango potrei parlarti un attimo?- si rivolse alla ragazza.

- S-Si certo- Sango si avvicinò al sua capitano con sguardo basso.

Miroku dal canto suo lanciava fulmini contro Inuyasha che se ne accorse e sorrise per tranquillizzarlo. Poi si concentrò su Sango quando lo raggiunse.

-Senti  sai che non sono bravo a scusarmi quindi … - Iniziò Inuyasha impacciato.

Sango sorrise felice .

-Non ti preoccupare va bene così. E poi ti devo anche io delle … -

- No. Infondo tu volevi proteggere quei bambini. Arel mi ha spiegato tutto.-

- Bene- disse Sango

-Bene- confermò Inuyasha sorridendo.

Era impressionante quanto quel ragazzo fosse bello.

-Senti più tardi potrei andare a trovare …  Kagome giusto?-

-Certo, ci andremo tutti insieme- specificò guardando Miroku. Non si fidava a mandarlo da solo in quella camera con una ragazza su un letto.

Miroku come se fosse stato scoperto iniziò a fischiettare.

-È irrecuperabile - sussurrò Sango guardandolo anche lei.

-Però ti piace- sussurrò  Inuyasha nel suo orecchio.

- Co-come fai … -avvampò ancora una volta.

-Si vede lontano un miglio-

-Ti prego n … -

-Tranquilla non dirò niente- le disse facendole l’occhiolino.

- Grazie -

-Allora ti va di fare un po’ di movimento?- le chiese .

-Certo!- esclamò contenta.

-Ma Inuyasha è ferita!- protestò Miroku.

-Vuol dire che anche io non userò la mano destra … Pronta?-

-Prontissima!-

______________

Fine!

Ecco un nuovo capitolo! Ho aggiornato prima che ho potuto ^^. Spero anche questo vi piaccia e spero che di errori ce ne siano pochissimi, ma se ci sono vi prego ditemelo e accetterò i vostri consigli.

Un ringraziamento va a :

Kaggy95: grazie mille!!! Hai visto ho aggiornato :D. Sono felice che la mia storia ti piace, sono tanto contenta! Un kizzullo.

Vanessa_91_: Ciao mi fa piacere che  la mia storia ti coinvolga! E grazie perché continui a leggere questa fic ^^ un kizzullo. Tauuuu!

Angelik16: Eccomi!!!!  Sono stata così contenta di sapere che il capitolo precedente vi  è piaciuto che mi sono rimboccata le maniche e ne ho scritto uno nuovo! Grazie anche a te che continui leggere … Un kizzullo ciao!

E un grazie particolare va a tutti i lettori e a chi continua a mettere la mia storia tra le preferite^^.

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Capitolo 6
*** Nuova casa ... Nuova vita ... Nuova speranza! ***


3.1

The war of the dragons

Capitolo 3.1

Nuova casa … Nuova vita … Nuova speranza!

 

Guarda la sua danza

Dà una nuova speranza.

Ascolta la sua voce

Che nel buio della notte è una luce.

Senti il suo odore

E allora capirai che lei è il tuo cuore!

 

 

 

 

Un sottile raggio di sole passò tra uno spiragli della tenda e si andò posò delicatamente sulla sua pelle candida. Le palpebre si aprirono lentamente e i suoi occhi misero a fuoco la stanza.

Si alzò lentamente e si guardò a torno. Era una stanza enorme di un caldo color rosso, le tende erano del medesimo colore. Il letto dove era seduta era a baldacchino e le lenzuola erano rosse con bordi dorati. Nella stanza c’erano due porte una era a due ante ,di sicuro era la porta d’ ingresso e si trovava sulla parete alla destra del letto. L’altra era di fronte al letto e doveva essere quella del bagno.

-Dove mi trovo?- si chiese continuando a guardare la stanza.

“Oh certo che stupida … Inuyasha mi ha portato al castello, questa deve essere la stanza della ragazza. Ah! Che mal di testa!” Kagome  scese dal letto e si diresse verso la poltroncina dove c’erano poggiati i suoi indumenti.

Li guardò e improvvisamente si guardò a dosso. Indossava una camicia da notte bianca a giro maniche. Improvvisamente divenne della stessa tonalità delle pareti. Chi l’aveva spogliata? Di chi era quella veste? Di certo non sua visto che aveva lasciato tutto al villaggio.

Toc Toc

Kagome sobbalzo dallo spavento. Era strano di solito avvertiva qualsiasi movimento.

- A-avanti - balbettò imbarazzata guardando la porta aprirsi.

-Oh! Noto con piacere che si è alzata come si sente mia cara?- chiese un anziano signore entrando. Aveva una barba lunga ed era quasi del tutto calvo e aveva un paio di occhialetti tondi sul’enorme naso.

-Mi fa male ancora la testa … Scusi l’impertinenza  ma chi siete?- chiese guardandolo con un sopracciglio alzato e un sorrisetto, quell’uomo era buffo.

-Oh sono il dottore che ieri ti ha curato … sono venuta a controllarti- le fece segno di avvicinarsi al letto.

-Oh!-

-Allora come si sente?-richiese il dottore prendendole le mani e osservandole. –Straordinario, Straordinario- sussurrò.

-Come vi ho detto prima mi duole ancora la testa-

-Normale. Ti senti stanca?-

-No-

- Bene. Ti fa male qualche altra parte?-

-No-

-Cara ascoltami so cosa sei, e ho capito che c’è qualcosa che ti preoccupa … Cosa c’è piccola?- le chiese paternamente.

Improvvisamente si ricordò del breve discorso affrontato con Inuyasha quella mattina prima che si riaddormentasse.

-Me l’ aveva detto. Beh sono un po’ preoccupata perché di solito riesco ad avvertire e sento anche a 100 metri, ma quando lei ha bussato io non l’avevo sentita- spiegò guardando il pavimento di legno scuro e portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, scoprendolo.

Il dottore non rimase sorpreso alla vista dei quel particolare orecchio poiché non molto diverso da quello di un demone.

-Non ti preoccupare cara, ieri ti ho dato un sonnifero per farti dormire più tranquilla, l’effetto svanirà presto-

-Meno male- soffiò contenta, si sentiva un po’ sorda senza il suo udito così fine.

-Per quanto riguarda il mal di testa ti faccio preparare una tisana e te la faccio portare. Di sicuro vorrai fare un bagno ristoratore –

-Oh sarebbe l’ideale- sorrise Kagome.

-Heheh, avvertirò il signor Inuyasha. Sarà contento di sapere del suo risveglio ieri era davvero preoccupato- sorrise malizioso.

-Già- “come se fosse preoccupato della mia salute. Non pensa altro che a portare a termine la sua missione” aggiunse mentalmente.

-Allora vi lascio. Buona giornata e buona fortuna- Sorrise il vecchietto.

- Grazie- sorrise.

 Rimasta sola Kagome si stese sul letto pensando al giorno precedente. Avrebbe dovuto cercare Blakert, abituarsi a tutta quella ricchezza che a dirla tutta non le dispiaceva.  Sorrise e si rialzò ed andò ad aprire le tende. Una luce accecante la travolse, il sole splendeva alto … come inizio non era male. Rimase sorpresa a vedere il panorama su cui si affacciava la stanza. Infatti questa si affacciava su un giardino del castello, di sicuro si estendeva per chilometri.  Era verde e qua e là c’erano degli alberi con foglie quasi rose e gialle, tipici colori dell’ autunno. Quel posto in primavera doveva essere stupendo pieno di fiori di tutti i colori e vari profumi. Al solo pensiero ispirò profondamente immaginandoli. Poi sorrise sentendo dei passi, il rimbambimento stava scomparendo e con lui anche il mal di testa.

-Avanti- disse prima che bussassero.

-È permesso?- chiese una ragazza entrando.

- Certo entra pure –

-Ben svegliata! Le preparerò la vasca per il bagno e le ho portato qualcosa da indossare –

-Oh, grazie mille- sorrise Kagome.

-Dovere- rispose  la ragazza dirigendosi nel bagno.

Quando la serva se ne andò Kagome si immerse nell’acqua calda rilassandosi annusando gli aromi dei vari oli naturali. Dopo essersi goduta pienamente il bagno e dopo essersi asciugata tornò in camera per vestirsi. La cameriera le aveva portato un vestito troppo da dama e lei non era abituata, così indossò la sua tuta.

Era concentrata a guardarsi allo specchio e a pettinarsi i capelli quando sentì dei passi. Non era una sola persona ma quattro. Poco dopo qualcuno bussò.

-Avanti- li invitò.

La porta si aprì e tre magnifici ragazzi accompagnati da una ragazza entrarono nella stanza.

-Buon giorno- salutò Inuyasha sorridendo.

-Buon giorno- salutò Kagome rivolgendosi anche agli altri che salutarono con un sorriso.

-Mi fa piacere vedere che ti sei ripresa –disse Inuyasha.

-Grazie- disse arrossendo Kagome.

-Sono venuto non solo perché il dottore mi ha avvertito del tuo risveglio ma anche per presentarti gli altri cavalieri- Kagome sorrise.

-Allora lei già la conosci, avete combattuto insieme contro qui demoni, è Sango -  La indicò.

-Ciao sono felice che nel gruppo ci sia un’altra ragazza- sorrise.

-Piacere mio- rispose Kagome –Ah grazie per avermi ospitato nella tua camera e per la camicia da notte- ringraziò in imbarazzo.

-Oh non devi ringraziare me per la camera. Vedi è di Inuyasha – Spiegò.

-Allora grazie Inuyasha – si corresse.

-Dovere. Lui è mio fratello Sesshomaru, demone, te ne ho già parlato- ricominciò con le presentazioni.

Sesshomaru si limitò solo a fare un cenno della testa. Non conoscendola non sapeva come comportarsi.

Kagome ebbe un fremito quando la guardò, ma lei sostenne lo sguardo e infine riuscì a strappare al demone un sorriso.

-Infine, lui è Miroku –

-Piacere. I tuoi occhi sono incredibilmente stupendi e … rari se non unici-

Kagome per scherzare lo gelò con lo sguardo e lui di conseguenza si irrigidì. Tutti i presenti risero tranne Inuyasha che guardava Kagome.

-Allora quando iniziamo?- chiese Kagome dopo aver smesso di ridere.

-No,no. Il dottore ha detto che devi stare a riposo tutto il giorno- spiegò Inuyasha.

-Il mal di testa è passato, riesco di nuovo a percepire le cose. Mi sono ripresa- lo informò.

- Non si discute-

-Dai Inuyasha lo vedi anche tu che è in ottime condizioni. E poi non mi dispiacerebbe vedere come se la cava con le spade- Sesshomaru era curioso di scoprire tutto di quella ragazza e soprattutto come lottava, poiché Sango gli aveva raccontato di come era veloce.

-Ma si Inuyasha. La vedo in ottima forma. Facciamo così oggi ci divertiremo un po’ e domani inizieremo l’allenamento- lo pregò Sango.

  -Si! Un po’ di riposo anche a noi!- esclamò Miroku.

Inuyasha guardò i suoi amici e poi Kagome che era sorpresa che quei ragazzi l’assecondassero anche se non la conoscevano. Sorrise e annuendo accettò la proposta.

-Grazie- disse Kagome.

-Allora per non farti stancare porterò io le tue spade- Si offrì Miroku accarezzando la mano a Kagome.

-Non so se … - si bloccò vedendo Inuyasha fare segno di tacere. – Va bene d’accordo-

Miroku si avvicinò alle spade poggiate sulla scrivania di legno. Prese la prima quella di ferro elfico leggera quasi come una piuma.

-Wow mai vista una spada così- disse ammirandola. Poi con l’altra mano cercò di prendere la spada nera. La riuscì a sollevare di poco ma ci rinunciò subito dopo il secondo tentativo.

-Ehi! Ma è pesantissima!- esclamò sorpreso  guardando sospettoso Kagome e Inuyasha.

-Lascia provare me!- disse Sango sorridendo dell’incapacità di Miroku, ma se ne pentì poiché neanche lei vi riuscì.

- Sango lasciala a me- disse Sesshomaru spostando lateralmente Sango.

 Lui ci riuscì a sollevarla ma dopo un po’ dovette posarla.

-Cosa cavolo è?- chiese accigliato.

-Vedi non so di che materiale sia. So solo che Kagome è l’unica che riesce a maneggiarla – Spiegò facendo spallucce Inuyasha.

-Perché lei si e io no? Cioè è solo una ragazza umana non un demone. No non ci credo è incredibile- disse scuotendo la testa in segno di negazione, Miroku.

Kagome si sentì un po’ offesa e così senza degnarlo di una risposta si avvicinò alla spada e con agilità ed eleganza la prese. Sorrise alla faccia da pesce lesso di Miroku e prendendo l’altra spada, che lui continuava a tenere in mano, le incrociò dietro la schiena grazie alla cinghia che aveva indossato prima che arrivassero.

-Allora andiamo?- Domandò guardando i cavalieri stupiti.

-1 a 0 per le donne- Disse Sango raggiungendo la ragazza e dando una pacca sulla spalla a Miroku al passaggio.

-Quella ragazza è straordinaria- Sorrise poi seguendole.

 

Kagome era un po’ in agitazione ed era esterrefatta dalla magnificenza del castello. I corridoi, le scale, i corrimano tutto era in marmo rosa. Le finestre erano enormi  e numerose.

Inuyasha si accorse che il nervosismo era anche per un altro fattore.

-Non preoccuparti la palestra è lontana dai draghi – le sussurrò all’orecchio.

Lei sospirò di sollievo.

Dopo un  po’ arrivarono nella palestra. Era enorme e piena di attrezzi per allenarsi, tiri a bersaglio, archi e frecce, utensili vari per lucidare la spada e tante altre cose.

-Allora che ne pensi Kagome?- chiese Sango.

- Mmm carina- fece spallucce.

-Come solo carina?- chiese Inuyasha.

- Si, non ti sta bene il mio parere?- chiese lei.

-Ehi calma!- protestò Inuyasha.

-Altrimenti?- lo provocò.

-Non sai con chi stai parlando … Il tuo futuro dipende da me!- Kagome lo incenerì con il suo sguardo. Gli occhi bruciavano e le mani le prudevano.

-Il mio futuro dipende solo da me e da nessun’altro!- ringhiò a denti stretti.

-Sei solo una … -

-Ok ok basta adesso!- li interruppe Sesshomaru.

-tu fatti gli affari tuoi!- lo scostò Inuyasha.

-Ehi vuoi traumatizzarla? O cosa?-

-Hai ragione! Scusa sua … unicità … -la prese in giro.

-Scuse … non accettate! Allora chi è il primo?- chiese sorridendo.

-Ma io la strangolo!- sussurrò  arrabbiato Inuyasha.

-2 a 0 per le donne. La prima sono io!- disse Sango passando accanto a Inuyasha.

-Ahhhh! Sono fantastiche!- disse Miroku osservando il fondoschiena di Sango.

Sbang

-Maniaco!- lo rimproverarono Sesshomaru e Inuyasha.

-HEI! Non mi venite  dire che non le osservate pure voi perché vi noto sa!- Miroku li guardò  arrossire li aveva sgamati.

-Allora … Mettiamo le cose in chiaro devi batterti realmente … Sono informa e non ho bisogno di aiuti- precisò Kagome prendendo la  spada del padre.

-Ok come vuoi- sorrise Sango sfilando la sua dal fodero.

-Quando vuoi- le disse Kagome socchiudendo gli occhi.

  Sango fu veloce ma non per Kagome, le corse in contro  ma lei la bloccò. Kagome scansò e parò tutti i colpi di Sango, fino a che quest’ultima non si fermò per la stanchezza.

-Come sei già stanca?- chiese Kagome  a occhi spalancati.

-Sei tu che non sei normale!- disse scherzando Sango.

-Già – Kagome volse altrove lo sguardo. “Non è nemmeno un giorno che sono qui che tutti mi ricordano che non sono normale” sospirò.

-Ci voglio provare io – si offrì Miroku.

-No mi dispiace. Sei  poco più restituente di Sango verrai battuto subito. Con permesso provo io - Si offrì Sesshomaru.

Kagome sorrise e gli fece un inchino esortandolo.

Si misero in posizione. Fu un secondo che entrambi, dopo aver sorriso, scomparvero.

-Cavolo!- fischiò Miroku.

Nell’aria si sentiva il tintinnio delle spade e si vedevano solo immagini sfocate. Tutti i presenti erano increduli, compreso Inuyasha. Non credeva ai suoi occhi, la ragazza che piangeva dal dolore era così veloce è forte tanto da bloccare tutti i trucchi di Sesshomaru. Improvvisamente una risata riempì l’aria. Le orecchi di Inuyasha si drizzarono improvvisamente, mai sentito un suono così melodioso e dolce. Sorrise inconsciamente.

Improvvisamente uno schianto fece voltare lo sguardo ai presenti. Sesshomaru steso a terra e con la lama della spada puntata al collo.

-Aspettate quella non è la spada di Sesshomaru?- chiese Sango incredula.

Inuyasha spalancò gli occhi e poi sorrise.-Ehi Sesshomaru! Ti sei fatto battere da una ragazza!-, lo provocò Inuyasha.

-Zitto!- ringhiò a denti stretti. Si alzò e strappo di mano la spada a Kagome, era offeso e imbarazzato.

-Forza Inuyasha adesso tocca a te- lo incitò Kagome.

-Lascia perdere sarai stanca. Non mi piace vincere facile!-

-Non sono stanca! Avanti o porti il tuo bel fondoschiena qua o vengo io la- lo stuzzicò.

-Ti aspetto- sorrise lui aprendo le braccia.

Kagome scomparve e un secondo dopo si ritrovò faccia a faccia con Inuyasha.

-Allora! Sei sicura?- chiese sorridendo e indietreggiando per prendere distanza.

-Più di prima!- ghignò lei.

-Ma mi dispiace. Ti sei divertita abbastanza. Hai avuto quello che volevi meglio se non esageri- scosse la testa.

-Ma … -

-Niente ma e poi i ragazzi si devono allenare, studiare e compiere i loro doveri con il paesino e i draghi- disse guardandoli con  la coda degli occhi.

-Ma come Inuyasha io pensavo che avremmo avuto un giorno di riposo- protestò Miroku.

-Hai pensato male- Inuyasha fece il suo sorriso sghembo.

-Ma tu hai detto … -

-Io ho acconsentito per far divertire Kagome, ma non a farvi rilassare- continuò a sorridere.

-Tu … Tu sei di ghiaccio altro che Sesshomaru!- continuò a lamentarsi.

-Ehi! – lo riprese gelandolo con lo sguardo Sesshomaru.

-Smettete di fare i bambini. Il capo ha dato gli ordini e noi dobbiamo rispettarli. Forza andiamo- Sango salutò con la mano Kagome e poi prendendo sotto braccio Miroku e Sesshomaru uscì dalla palestra.

-  Sai che sei un guasta feste?- chiese Kagome guardando Inuyasha.

-Sai che noi cavalieri abbiamo dei doveri?- la prese in giro imitando la sua voce.

Lei gli fece la linguaccia.

-Dai vieni ti mostro il castello-

-Non … -

-Non ti preoccupare so che per il momento i draghi sono tabù per te- la rassicurò.

-Va bene-acconsentì.

Passarono molto tempo insieme. Inuyasha le mostrò le stanze reali, le cucine, la sala del trono, quella da ballo. E ancora la torre più alta del castello dove si vedeva tutto la contea, il bosco e le grandi montagne.

-Sono impressionata- disse Kagome camminando sul prato dell’enorme giardino ovest. Il castello possedeva ben quattro giardini che si allungavano per kilometri. Li avevano chiamati con i nomi dei punti cardinali. Il giardino nord era il giardino che ritrova di fronte al portone di ingresso del castello. il giardino sud era quello alle sue spalle dove il re passava molto tempo con le sue rose e altri vari fiori. Il giardino est o giardino dei draghi era il posto dove si trovavano le stalle dei draghi. E infine il giardino ovest il più grande e meno visitato, ma il più bello perché molto più avanti c’era un enorme lago e quando il sole tramontava creava un bellissimi giochi di luce e colori. Inuyasha le aveva promesso che una volta che le cose si fossero sistemate l’avrebbe portata li.

-Su cosa?- chiese distrattamente.

-Su tutto. Questo posto è enorme e anche questo giardino. Non credevo che ce ne fosse uno così … Enorme-. Inuyasha sorrise.- Inuyasha posso farti una domanda?-

-L’hai appena fatta!- le fece notare.

-Smettila! è una cosa seria-

-Sputa il rospo-

-Ecco se è vero che mia nonna era un … cavaliere, anche voi discendete dagli ex cavalieri?-

Inuyasha sospirò e si sedette all’ombra di un salice.

-Si. Vedi mio nonno era un ex cavaliere ed essendo io e Sesshomaru fratelli abbiamo ereditato il gene di cavaliere. A Miroku è capitato lo stesso, l’unica eccezione è Sango –

- Sango?-

 - Si. Il re è un discendente dell’ ultimo cavaliere, ma lui non ha ereditato niente come suo fratello che morì giovanissimo –

-Non capisco Sango cosa c’entra. Cioè ho capito che ha qualcosa di particolare essendo un cavaliere … -

-Lei è la nipote del re!-disse bloccando Kagome e guardandola.

-Oh capisco! Quindi è imparentata. Ma perché non il re?- chiese sorpresa della notizia.

-Io so o almeno così mi hanno riferito perché l’ultimo cavaliere era una donna e quindi il suo discendete doveva essere donna-

-Per questo si spiega perché il re non è un cavaliere! Ma quindi il re è il nonno  di Sango! Cavolo deve essere molto giovane!- Kagome fece un rapido calcolo rimanendo a bocca aperta.

-SI, è molto giovane. I suoi genitori sono morti dopo poco che lei era nata e il re l’ha cresciuta come una figlia, dopo la morte dei genitori. C’è una cosa ci accomuna tutti e cinque-  chiarì contemplando il cielo.

-Nessuno di noi ha i genitori-  era vero la cosa che più li accomunava era quella. Inuyasha le aveva spiegato un po’  come aveva conosciuto Miroku e Sango e le aveva spiegatola loro storia.

  triste, ma tutti insieme formiamo una famiglia … la nostra famiglia- sorrise guardando il cielo.

Kagome sorrise. Quante volte aveva immaginato una famiglia? Una casa? Tante e tante volte. Era riuscita a tenere nascosta la su natura per ben diciassette anni per paura di essere schernita, messa da parte. E adesso aveva paura che anche quei ragazzi la tenessero a distanza nonostante fosse un elfo.

-Avevi ragione sei brava con le spade – la voce di Inuyasha la distolse dai suoi pensieri.

-Te l’avevo detto!- disse con una nota di vanto.

-Si ma devi fare pratica. Però per una che si è allenata da sola … Non è niente male.-

- Grazie – si sentiva così fiera.

 -Su andiamo, il dottore ti voleva controllare ancora-

-Ma non ne ho bisogno-

- Lo so-

- E allora perché non hai voluto combattere contro di me?-

- Perché? È meglio se non sprechi le forze- disse incamminandosi verso il castello.

In realtà Inuyasha vedendola “divertirsi” combattendo contro i suoi amici aveva avuto  paura che si facesse del male. Era ansioso e timoroso.

- Beh! Che fai? Non vieni?- le chiese voltandosi a guardarla.

Lei sorrise e lo seguì.

 

 

Eccomi! Con un nuovo capitolo tutto per voi! Che ne pensate? Visto che forza ha Kagome?  

Vi lascio una piccola anticipazione del prossimo capitolo: - Sesshomaru scoprirà la come risolvere la capacità di Kagome di leggere i pensieri dei draghi.

Mi sa che così dicendo vi ho detto tutto … Ma ripensandoci non proprio tutto.

Lascio un ringraziamento  a:

-Angelik16: sai appena postai la prima pagina pensai che questa storia sarebbe stata un fiasco … ma leggendo le vostre recensioni ci ho ripensato. Con questo volevo dirti grazie mille! Un kizzullo.

-Marta94: grazie per i complimenti! Molto gentile! Spero che anche questo cap sia stato di tuo gradimento. Un Kizzullo. Alla prossima.

Ringrazio infine tutti quelli che leggono! Grazie grazie mille!!

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Capitolo 7
*** Finalmente! ***


3.2

The war of the dragons

Capitolo 3.2

Finalmente!

 

È  strano come le cose che abbiamo

sotto al naso sfuggano

all’occhio umano.

Concentrati solo un istante

E tutto non appare più distante!

 

 

 

-Questa è la cosa più strana. Arel mi ha continuato a ripetere che non ti sentiva mentre era in volo … perché?- domandò per l’ennesima volta Inuyasha.

Kagome, Sango, Miroku, Sesshomaru e Inuyasha si  erano riuniti in camera di Sango per cercare di capire per quale motivo i draghi non avevano sentito Kagome nella foresta.

-Anche Lumì dice lo stesso-

-Anche Behiro -

-Si anche Karaius – sospirò Sango.

I ragazzi rimasero in silenzio cercando una risposta.

-Aspetta. Eri concentrata a combattere e non pensavi a nient’altro giusto?-improvvisamente Sesshomaru si drizzo sulla sedia.

-Si- rispose Kagome.

- A cosa pensavi?- le chiese ancora.

-Avevo svuotato la mia mente come faccio ogni volta che mi alleno- spiegò.

-Non pensavi a niente in particolare per questo i draghi non ti sentivano! Giusto Sesshomaru?- intervenne Inuyasha.

-Esattamente! Forse abbiamo trovato il modo per non farti soffrire! Devi esercitarti a svuotare la mente e dirigere i tuoi pensieri solo verso il drago con cui vuoi comunicare. E credo anche che, quando avrai acquisito esperienza, potrai gestire tranquillamente le voci ignorandole semplicemente- sorrise Sesshomaru fiero di aver trovato una soluzione.

-E chi può aiutarti se non Sesshomaru?- domandò Sango sorridendo a Kagome.

-Ti ricordi che ti avevo detto che Sesshomaru ti avrebbe insegnato a svuotare per bene la mente?- chiese Inuyasha dando il cinque al fratello.

-Si- sorrise debolmente.

- Ei tesoro che ti prende?- chiese Miroku vedendo la reazione di Kagome.

-Niente sono solo preoccupata di non riuscirci-

-Ci riuscirai- la consolò Sango guardando di sottecchi Miroku.

-Grazie ragazzi- sorrise più tranquilla. Li osservò uno ad uno, imprimendosi nella mente quei volti sorridenti. Quella adesso era la sua famiglia. -Allora cosa aspettiamo?- chiese poi alzandosi.

-Non preferisci aspettare il re? Mancano tre giorni ormai e poi è il tramonto- Miroku indicò la finestra.

-No voglio iniziare adesso - confermò.

-Ok ! Ma per il momento ti eserciterai con un solo drago. Sesshomaru porta Lumì  nel giardino ovest e digli di non pensare a niente anche se sente i pensieri di Kagome - ordinò.

-Agli ordini- e sorridendo uscì.

-Perché non Arel?- chiese Kagome stupita seguendo anche gli altri fuori dalla stanza.

-Perché non smetterebbe di parlare per chiederti scusa. Non mi ascolterebbe se gli dicessi di tacere-

-Capisco. Mi dispiace che si senta in colpa. Le puoi dire che non è cosi?-

-Certo-

Raggiunsero il giardino ovest  dove due giorni prima aveva passeggiato con Inuyasha. Da quel giorno aveva solo osservato i cavalieri  lavorare e addestrarsi, poiché Inuyasha le aveva ordinato di non far niente finché il re non fosse ritornato. Con i consigli di Sango si era fatta cucire una nuova tuta e degli abiti per i giorni di riposo. Ma come i cavalieri non erano sempre a lavoro? Si certo ma anche loro una volta ogni tanto era concesso anche loro un giorno di riposo sia fisico che mentale.

-Sicura?- chiese Inuyasha guardandola negli occhi.

Ogni volta che la fissava non riusciva a non incantarsi. I suoi occhi lo imprigionavano e la sua bellezza gli mozzava il fiato. I raggi del sole, che stava tramontando,le accarezzavano delicati la pelle troppo candida per un’umana e riempiva di riflessi blu i suoi capelli corvini. La nuova divisa quotidiana da lavoro le fasciava il corpo in modo perfetto evidenziando le curve del seno e dei fianchi. Gli occhi di quello strano bianco contornati dal turchese erano resi, se possibile, ancora più chiari.

-Si - Inuyasha vi colse una nota di incertezza ma sapeva che sarebbe passata.

Poi nell’aria si sentì un fruscio. Delle enormi ali bianche creavano raffiche di vento nel tentativo di far scendere l’enorme corpo in modo più delicato possibile. Con un tonfo “leggero” vi riuscì. Lumì era a dir poco una creatura meravigliosa. Era un giovane drago femmina si notava dai movimenti più aggraziati. Le sue squame erano bianche come le nuvole mentre i suoi occhi erano verdi come smeraldi. Le lunghe corna sulla testa , gli artigli e  l’osso a forma di freccia come punta della coda erano color avorio .  Nonostante fosse un drago aveva dei lineamenti delicati degni di una femmina.

-Wow- sussurrò Kagome osservando l’enorme drago che la osservava dall’alto.

Sesshomaru era molto fiero del suo drago non solo perché molto bello ma anche perché, nonostante giovane e femmina, era forte.

- Kagome ti presento la mia Lumì!- disse Sesshomaru scendendo dal drago con un balzo.

-Piacere mio – sorrise ampiamente Kagome. Lumì in risposta abbassò la testa in segno di saluto. Avrebbe voluto salutarla con il pensiero ma gli ordini di Sesshomaru erano stati chiari.

-Bene. Kagome sei pronta?  Adesso la farò “parlare”- Kagome annuì e si concentro.

“Ciao Kagome” la salutò Lumì al segnale di Inuyasha. E sia Kagome che Sesshomaru la sentirono.

-Ciao- la salutò Kagome sorridendo lievemente.

Inuyasha guardò Sesshomaru come a chiedere conferma, e lui annuì.

“Tu non sei umana vero?”

-No, non lo sono - confermò continuando a sorride leggermente.

“Si vede dai tuoi occhi. Che cosa sei?”

- Lumì!- la rimproverò Sesshomaru. Gli altri lo guardarono per chiedergli cosa stesse succedendo.

-Non ti preoccupare Sesshomaru - “Sono un elfo” si rivolse poi mentalmente a Lumì.

“Perdonami non volevo essere insolente”

-Figurati-

“Sesshomaru mi ha detto che sei l’unica che può sentire i pensieri di noi draghi oltre ai nostri cavalieri … Come fai?”

“Non lo so” le sorrise Kagome.

“Lumì basta fare domande!” la riprese Sesshomaru.

-No non ci sono problemi Sesshomaru lasciala continuare- Kagome spostò lo sguardo dal drago a Sesshomaru.

-Come?- chiese lui.

-Tu le hai detto di non farmi domande!-

-Ma io l’ho solo pensato- sussurrò rivolgendo subitolo sguardo a Inuyasha.

-Incredibile- sussurrarono Miroku e Sango.

-Sente anche i nostri pensieri adesso?- Chiese Miroku.

-No no credo … Kagome senti ciò che noi pensiamo?-

-No … Ho sentito solo la voce di Sesshomaru che rimproverava Lumì -

“Lo senti adesso?” chiese immediatamente Lumì con la sua voce dolce ma forte.

-Ripete che è straordinario-

-Infatti lo stavo pensando - “E anche adesso mi senti Kagome?” chiese Sesshomaru.

-Si!- esclamò sobbalzando dalla sorpresa.

- Percepisce i miei pensieri tramite Lumì – spiegò dopo averci riflettuto su.

“Sei il migliore Sesshomaru” lo lodò contenta Lumì.

Kagome sorrise divertita.

-Grazie- sorrise lui –Ma Kagome non ti do fastidio, cioè non ti senti male?-

- No. La tua voce rispetto a quella dei draghi è più bassa e … lontana come se fosse un sussurro-  spiegò cercando gli aggettivi adatti. Tutti, poiché si erano irrigiditi prima, si rilassarono alla risposta.

-Ma perché io non ti sento?- si domandò.

-Forse perché i suoi pensieri non possono essere intuiti da esseri “inferiori”?- Lo provocò Miroku.

-Parli di te “testa sparti orecchie”?-lo prese in giro.

-No mi riferivo … -

-Va bene basta dopo ci penseremo a questo particolare. E voi smettete di fare i bambini!- disse Sango con voce più alta. 

-Ha ragione Sango … Sesshomaru adesso tocca a te!- Inuyasha si avvicinò ai suoi due amici e si sedette sull’ erba mentre il sole scendeva pian piano e il blu tappezzato di stelle colorava il cielo.

-Bene … Kagome adesso senti i suoi pensieri giusto?-

-Si-

“E anche tu la senti giusto?”

“Si Sesshomaru”

-Allora Kagome rilassati e cerca di chiudere la tua mente- le disse avvicinandosi.

Kagome sospirò e chiuse gli occhi cercò di liberare la mente immaginando il nulla.

-Non ci riesco- disse improvvisamente demoralizzata.

-Ce la puoi fare!- la sollecitò Sesshomaru.

-No-

-Ci hai provato davvero?- le chiese severo.

Kagome sospirò e tornò a chiudere gli occhi.

“So che puoi farcela”

“Grazie Lumì”

“Mi sei simpatica” le disse dolcemente.

“Anche tu grazie” le rispose felice.

-Concentrati Kagome - la incitò Sesshomaru.

Kagome annuì e si concentrò di più. Nella sua mente apparve una fiamma bianca e si sorprese non poco.

“Kagome quando non sentirai più i nostri pensieri alza la mano “ le disse Sesshomaru, Kagome annuì.

Kagome tornò a concentrarsi mentre nella sua mente sentiva le voci del drago e del cavaliere. Rivide di nuovo quella  fiamma bianca proiettata nella sua mente, ma accanto a questa c’era una fiamma più piccola e argentata . Improvvisamente capì che si stava concentrando, da due fattori.

Primo. I suoi sensi si stavano affinando ancora di più. Riusciva a distinguere i respiri e i battiti del cuore di Inuyasha, Miroku e Sango che erano a 70 metri di distanza da lei. Sentiva un topolino uscire dalla sua tana per andare a cercare del cibo a 200 metri di distanza e i profumi erano più “chiari” e distinguibili.

Secondo. Le voci nella mente si stavano pian piano affievolendo e le due fiamma stavano scomparendo.

Improvvisamente nella sua mente piombò il silenzio. Era così piacevole, così … Rilassante. Poi si ricordò cosa le aveva detto Sesshomaru e alzò la mano.

-Fantastico- sussurrò Miroku.

-Va bene Kagome riesci a mantenere il controllo aprendo gli occhi? E puoi parlare?- le chiese gentilmente per non spaventarla o distrarla.

-Certo che posso io sono allenata- disse aprendo gli occhi e guardando gli altri. Si accorse che Lumì guardava Sesshomaru di sicuro le stava dicendo qualcosa.

-Cosa ti sta dicendo Lumì?- chiese incuriosita.

-Che è affascinata da te-

-È … - non riuscì a completare la frase che la sua mente perse la concentrazione e tornò a sentire la voce del drago. Fu un attimo e si ritrovò in ginocchio ansimante.

- Kagome!- Inuyasha la raggiunse in un secondo.

-Perché non sono riuscita a tenere la concentrazione?- chiese rivolgendosi a Sesshomaru.

-Questa è la realtà Kagome. Non stai immaginando e “giocando”. Tu ti stai allenando e la tua mente si può essere anche allenata ma non per cose così … difficili. Ma sono sicuro che pian piano riuscirai a resistere sempre di più … Sei unica e sei spettacolare!- Kagome osservò gli occhi color miele si Sesshomaru e vi lesse fiducia ma anche delusione. Si sentiva inferiore a lei.

Sospirò staccandosi da Inuyasha che la reggeva per precauzione.

-Sai nella mia mente ho visto una fiamma bianca e una più piccola argentata, poi quando mi sono concentrata sono scomparse e non vi ho più sentiti – spiegò.

-Mmm … Hai detto che quando sono scomparse loro sono scomparse anche le voci giusto?- le chiese Sango incrociando le braccia e assumendo l’espressione di chi pensa.

Kagome annuì.

-Forse le fiamme erano Lumì e Sesshomaru – spiegò.

-Si e se ci riesco posso far scomparire anche solo una fiamma e quindi dirigere i miei pensieri verso Lumì poiché solo lei mi può sentire ma  posso evitare di ascoltare i pensieri di Sesshomaru!-

-Il ragionamento fila- intervenne Miroku.

-Tu che pensi Inuyasha?- gli domandò Sesshomaru.

-Si può essere vero ma … -

-Voglio provare- lo interruppe Kagome.

-Non se ne parla – esclamò duro.

-Fatti da parte Inuyasha! Non ti preoccupare sopravvivrò per altri 5 giorni … - lasciò il discorso in sospeso, ma il messaggio a Inuyasha era chiaro. Con il ritorno del re lui non si sarebbe più dovuto preoccupare della sua salute poiché la sua missione era completata con successo. Si arrabbiò e guardandola con astio indietreggiò alzando le mani in segno di : “ fai quel che ti pare a me non importa!”.

Kagome sorrise beffarda, ma in realtà era triste,era così brava a fingere che aveva imparato a mentire a se stessa. Non riusciva ad andare proprio d’accordo con quel ragazzo.

“Sei triste?” chiese Lumì sentendo i suoi pensieri.

-NO!-  rispose rabbiosa e Sesshomaru la guardò.

- Che c’è? Iniziamo!- lo fulminò con i suoi occhi che in quel momento erano freddi come il ghiaccio.

-Come desideri- disse alzando le mani e avvicinandosi al suo drago.

“Io credo che sia meglio smettere. Inuyasha ha ragione!” si agitò Lumì sbattendo le grandi ali.

“Lasciala provare è abbastanza forte”disse Sesshomaru guardando Kagome concentrarsi.

“Si io sono forte” Lumì capì che Kagome parlava a se stessa.

“Cosa dice Lumì?” le chiese Sesshomaru.

“Che lei è forte” disse fissandolo negli occhi.

“Lo è!”

Sesshomaru si girò a guardarla e infatti aveva la mano alzata e gli occhi chiusi. Poi improvvisamente abbassò la mano e guardò Sesshomaru.

-Pensa a qualcosa- gli ordinò sempre con lo sguardo di ghiaccio.

“Che dovresti smettere adesso!” pensò il demone.

“Ha ragione lui” disse Lumì.

-Perché cosa ha detto? Lumì?- sorrise fredda rivolgendo poi lo sguardo di ghiaccio su Inuyasha che, con le braccia incrociate al petto, la guardava ancora arrabbiato.

- Kagome non mi senti più?-chiese Sesshomaru sorridendo. Aveva ragione quella ragazza era un mito.

Kagome annuì ma non distolse lo sguardo da Inuyasha poi le forze vennero meno e svenne.

________________

Perché quella stupida non l’ascoltava? Sapeva che sarebbe finita così e lo sapeva anche lei! Continuava ad andare avanti e indietro nella sua stanza aspettando che Sango lo informasse.

Inizio Flash Back

Lei lo guardava con astio sorridendo e lui corrispose lo sguardo. Era ancora più bella al chiaro di luna ma quell’espressione gli rovinava il volto da ninfa cha aveva. Poi i suoi occhi divennero vitrei e il suo corpo perse le forze rischiando di cadere rovinosamente a terra. Ma lui, come un lampo, l’aveva presa in braccio. Poi iniziò ad avviarsi verso il castello.

- Sesshomaru riporta il tuo drago alle stalle. Miroku tu vai dagli altri draghi e controlla  la situazione. Sango tu vieni con me- disse tutto senza voltarsi mentre i tre cavalieri portandosi le mani sulla fronte risposero con:

-SI signore-

Fine flash back

- Entra Sango -

-Non ci farò mai l’abitudine … Adesso anche Kagome mi da il permesso prima che io bussi- disse entrando.

-Come sta?-

- Si è ripresa – lo rassicurò –Inuyasha perché la tratti così?-

-Così come?-

- Come se fosse fragile-

-Certo perché lei è di marmo!- fece del sarcasmo.

-Non volevo dire questo!- lo fulmino – dico perché la proteggi così? È a corte non le succederà niente!-

-Certo. Infatti adesso è in camera con il dottore- ricambiò lo sguardo.

-E pensare che il ghiacciolo era tuo fratello- sbuffo sedendosi su un poltroncina.

-Cosa vuoi Sango?- chiese intuendo dall’espressione di Sango una richiesta.

-Che inizi a trattarla come noi … Così lei si sente esclusa- gli disse.

-Esclusa?-

-Si … Così mi ha detto. Inuyasha lei è sola come lo siamo stati noi! Mi ricordo ancora quando ci incontrammo tutti e quattro un paio di anni fa già il primo giorno tu ci desti degli ordini e noi li accettammo. Già il primo giorno ci radunammo in camera tua e ci raccontammo le nostre vite. Lei è il terzo giorno e non le permetti di entrar a far parte della nostra vita. Lei che è più sola di noi. Lei non ha più una famiglia, qualcuno della sua stessa razza … Così le fai capire che la disprezzi come essere!-

-Io non la disprezzo affatto. Anzi mi affascina! Come può pensare … -

-È quello che dimostri Inuyasha – lo freddo.

-Io la volevo solo proteggere. Io non so come comportarmi con lei … - si agitò.

-Trattala come noi, come essere umano e non essere unico e magico- concluse dolcemente Sango.

Inuyasha fece un respiro profondo e ripensò alle parole di Sango.

-Hai finito?- le chiese poi.

- Si. Buona notte Inuyasha ti voglio bene- disse sorridendo aveva capito che aveva accettato la sua proposta.

- Si ciao- disse sorridendole.

____

-Non ti voglio parlare. Vattene Inuyasha –

-No!- rispose entrando.

-Questa è la mia camera e io non ti voglio qui- lo incenerì.

-Senti volevi iniziare a lavorare e a ricevere ordini no? Allora taci e lasciami parlare- ricambiò lo sguardo.

Kagome  continuò lo scontro di soli sguardi poi abbassò la testa.

-Fa come vuoi?- si rassegnò.

-Allora perché hai detto a Sango che io ti disprezzo?-

-Perché è la verità!-

- No che non lo è! Sei una stupida a pensarlo. Come potrei disprezzarti se l’essere proibito e repellente tra i due sono io?- chiese avvicinandosi con velocità demoniaca al letto dove Kagome era seduta.

Kagome ebbe un sussulto ritrovandoselo di fronte a lei che la guardava in modo strano.

-Che c’è adesso non parli più? Il lupo ti ha mangiato la lingua?- Era furioso!

-Stai … stai delirando Inuyasha!- soffiò spaventata.

-Ti faccio paura? – le chiese stringendole un polso e inchiodandola con i suoi occhi color sangue. –Ti faccio schifo?-

“ Kagome scappa!” urlò Blakert.

- Blakert aiutami!- urlò Kagome cercando di liberarsi dalla presa.

- Kagome ascolta la forza dentro te! E accedi ai tuoi poteri- la incitò Totosai.

- Totosai aiutami!- lo supplicò.

- Tu non sai cosa sono!- .Inuyasha continuava a parlarle sempre più furioso.

-Bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!-

- Kagome! Kagome svegliati!- la scossero due mani forti.

-aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa- urlò lei coprendosi con le braccia il volto.

-KAGOME!- la richiamò.

- I … Inuyasha?- domando spiando da dietro le braccia.

-Si – sospirò lui – Stai tranquilla era solo un incubo-

- C-Cosa ci fai qui?- chiese riprendendosi dal tremore che l’ incubo le aveva provocato.

-Volevo parlarti … Ma stai bene?- le chiese osservandola.

-No … Cioè si. Di cosa volevi parlarmi? – chiese nascondendole mani che tremavano ancora.

-Perché menti?- Kagome lo guardò sorpresa.

-Non guardarmi così! Cosa stavi sognando?- chiese cupo.

- I-Io … - abbassò gli occhi.

- Tu cosa?- la incitò improvvisamente nervoso.

- Inuyasha  tu ti senti davvero un mostro?- chiese lei fissandolo.

-Come?-

- Ho sognato che mi continuavi a ripetere che il mostro tra i due il mostro eri tu! Avevi gli color del sangue. Sentivo le voci di Totosai e Blakert che mi dicevano di dover scappare e che dovevo dar vita ai miei poteri -.

Inuyasha la guardava con occhi spalancati. Possibile che quella ragazza sapeva anche della sua Furia? Già Furia appellativo che Sesshomaru e gli altri gli avevano dato, perché ogni volta che la parte demoniaca prendeva il sopravvento era un furia.

-Ma era solo un sogno. Vedi sono scossa solo da questo- spiego cercando di fare un sorriso ma senza successo.

-Già solo un sogno- ripeté con lo sguardo perso Inuyasha.

- Inuyasha cosa mi volevi dire?-

-Domani inizierai a lavorare e guai se ti lamenti- la guardò truce. Non aveva alcun motivo di essere arrabbiata con lei, ma la cosa lo sconvolgeva. Non era possibile quella ragazza lo aveva visto nei suoi sogni sotto l’aspetto di Furia. Aspetto che da tanto non appariva. Si era sentito nudo appena lei gli aveva rivelato del sogno  perché era l’unica cosa che non diceva a nessuno, i cavalieri lo sapevano solo  l’avevano visto in quelle condizioni e avevano giurato col sangue di non dire nulla. Ma lei scopriva sempre troppo di lui anche quando non le parlava della sua vita.

-Ma Inuyasha … - cerco di fermarlo lei.

-Da oggi sono Signore per te … - e lanciandole un ultimo sguardo di ira, se ne andò lasciando Kagome spiazzata.

___________

Fine! Ok anche questo capitolo è terminato! Che ne pensate? Avete visto che genio che è Sesshomaru? Kagome riuscirà a controllare la sua mente? E Inuyasha come si comporterà con lei? E quando tornerà  il re cosa succederà? Wow quante domande e menomale che sono io l’autrice di questa fic hahah.

Passo ai ringraziamenti!

Kaggy95: hahahahahah per quanto riguarda le storie d’amore sarà un vero dilemma e un intreccio! Ma dovrai essere paziente pian piano si vedrà! E grazie per il complimento! Comunque piaciuto questo capitolo? Spero che sia all’altezza delle tu aspettative. Un Kizzullo al prossimo capitolo.

Angelik16: ^^ ciao eccolo qui il capitolo che ne pensi? Aspetto un tuo parere un kizzullo ciao!

Marta94: Ciao grazie molte per i tuoi complimenti ^^. Ed ecco il nuovo capitolo! Spero di sapere anche le tue opinioni un kizzullo ciao!

Un ringraziamento speciale va anche a chi legge soltanto! Grazie mille ^^ un kizzullo 8Kanemi8!

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Capitolo 8
*** Fantasma ***


4.1

The war of the dragons

Capitolo 4.1

Fantasma!

 

Uno spettro, ecco cosa sogno la notte.

È chi  condannai a morte.

Spettro di un passato

Che non ho mai dimenticato.

 

 

Kagome non era riuscita a chiudere occhio ripensava alle parole di Inuyasha. Ma cosa gli era preso? Aveva detto qualcosa di male e offeso? Eppure non le veniva niente in testa. Si alzò dal letto e indossò la tuta. Erano solo le cinque del mattino ma era una regola dei cavalieri. Si apprestò ad andare nel’atrio del palazzo e vi trovò Sesshomaru appoggiato a una colonna.

-Buon giorno- lo salutò. Lui le rispose facendole un sorriso. Si stava abituando alla sua presenza.
-Ciao Kagome … Benvenuta in squadra! - la salutò Sango scendendo dalle scale.
-Buon giorno, Ciao Miroku … Grazie- salutò anche gli altri due.

-Bene siete qui – disse Inuyasha arrivando – Allora Sesshomaru tu vai in paese, c’è stata una lite nella taverna di Ginevra fatti descrivere i due, acciuffali e mettili in prigione una notte al fresco gli schiarirà le idee. Miroku tu fai un giro di perlustrazione qui al castello e anche fuori e portati i segugi. Sango tu e Kagome aiuterete a ricostruire il tetto di una casa che è crollata un paio di ore fa e i padroni sono troppo anziani per riuscirlo a costruire da soli, li ad aspettarvi vi sono altri due uomini. Tieni c’è segnata la via e poi andate a ritirare da Koga i rapporti di entrate e di uscita dalla contea - disse porgendole un foglietto.

-E tu dove andrai?- chiese Miroku guardandolo.
-Io farò un perlustrazione con Arel –
-Ma Inuyasha! Kagome … - intervenne ancora Miroku.
- Sarà solo Arel non avrà problemi – disse senza guardarla. –Adesso andate-
- Si signore – dissero i cavalieri. Quello di Kagome fu un sussurrò tra i denti.

Non l’aveva guardata neanche, parlava come se lei non ci fosse stata. “Non avrà problemi!” quelle parole non le avevano fatto niente ciò che le aveva dato fastidio era il modo in cui l’aveva pronunciate. La schivava e durante la notte l’aveva tratta malissimo. Bene desiderava questo? Tenerla lontana? Ogni desiderio del signore era un ordine. Girò le spalle e seguì Sango e Sesshomaru all’esterno.
 Era ancora notte e un venticello freddo scompigliava i capelli alle ragazze che, chi per un motivo e chi per un altro, erano abituate a sopportarlo. Si diressero verso la casa e vi trovarono i due uomini. Erano due soldati del castello che avevano il turno di notte.

-Salve – disse Sango.
-Ho signore siete arrivate – le accolsero i due vecchietti. La voce che c’era un nuovo cavaliere era girata velocemente e Kagome era stata accolta calorosamente. Solo di una cosa era ancora all’oscuro quella gente e cioè che Kagome era di un’altra specie.
-Benvenute Signore - le salutarono i due soldati con un inchino. I soldati della corte erano dei sottoposti ai cavalieri, che erano sullo stesso livello del re, ma meno importanti. In poche parole i soldati dipendevano non solo dalle labbra del re ma anche da quelle dei cavalieri.
- Salve- salutarono le due.
-Signora non per offenderla, ma come farete a sollevare le travi? Il Capitan Inuyasha perché non ha mandato gli altri due?- chiese uno dei due soldati che stava letteralmente congelando.
- Dubitate della nostra forza? Essendo dei cavalieri abbiamo anche più forza di 3 di voi messi insieme, perché i nostri Draghi ci donano una minuscola parte della loro forza, poiché siamo un tutt’uno – Spiegò Sango accigliata, odiava che le donne fossero reputate sempre il sesso debole.
-Mi scusi di averla offesa non volevo. Ma tutti sappiamo che il nuovo cavaliere non ha ancora un drago e di conseguenza non sappiamo se sia un vero cavaliere. Molti di noi dubitano .- disse ancora quello rivolgendo uno sguardo indagatore a Kagome, che lo fulminò.
 -Soldato la sua vostra ostilità nel credere che la ragazza qui presente non sia il nuovo cavaliere mi irrita. È un cavaliere ed ha un drago! Il problema tocca cercarlo ecco perché non è qui. Quando lo troveremo lo vedrà con i suoi occhi. E poi Kagome è molto più forte di me. Adesso basta ciarlare e iniziamo – lo congelò Sango. Aveva già avuto a che fare con quel soldato e non l’era mai piaciuto. Troppo ficcanaso e stupido.

-Si signora- borbottò quest’ultimo.

Si misero all’ opera e i soldati rimasero sorpresi di come le due ragazze riuscivano ad alzare cose molto pesanti.

“Inuyasha io non vedo nulla è tutto in ordine”
“Ciao Arel” la salutò Kagome sentendo la sua voce.
“Ciao Kagome, mi disp …”
“Arel torna a controllare non ti distrarre per delle sciocchezze” l’ammonì Inuyasha.
“Ha ragione il capo Arel. Ciao e buon lavoro” la salutò Kagome accigliata.

-  Arel è qui vicina – disse poi  Kagome rivolgendosi a Sango che istintivamente sentendo un ruggito guardò il cielo e vide il drago poco lontano.
-Hai ragione! Sei formidabile. Ah ti volevo chiedere una cosa-
-Dimmi ti ascolto- disse Kagome sollevando una trave con il soldato impertinente.
-Ecco … Perché Inuyasha c’è l’ha con te?- chiese mentre sistemava la trave aiutata dall’altro soldato.
-Io non gli ho fatto niente. Gli ho raccontato dell’ incubo che ho avuto e lui se ne è uscito che lo devo chiamare Signore -  disse .
-Se non sono indiscreta potrei sapere il sogno?- Kagome annuì e gli raccontò del sogno a bassa voce a Sango in modo che i soldati non sentissero.
-Capisco, senti Kagome dopo ti devo dire una casa su Inu … -
-No Sango non mi interessa. Qualunque cosa ho fatto l’ha presa male e non voglio sapere per cosa se l’è presa. Non mi interessa niente di lui- disse gelida.
-Ma … -

-Niente ma, Sango. Ha preso una decisione quella di trattarmi da estrania, quale sono, e io non ho nulla di qui  protestare perché anche lui per me è un estraneo e non voglio avere nulla a che farci! Sono sempre stata sola e perché adesso sono qui non significa che abbia qualcuno. Non mi  cambia niente se ci siete voi o Blakert perché io sono UNICA e SOLA. Adesso continuiamo che è il sole sta per sorgere e dobbiamo andare anche da Koga -

Sango la guardò confusa e indecisa se dire qualcosa. Ma lei era stata chiara niente “ma”. Aveva preso la sua decisione comunque se avesse cambiato idea la porta era sempre aperta. Era pur sempre un cavaliere e forse anche il più importante.

- Ei! Tu molla la mia spada se non ti vuoi ritrovare con la mano spezzata!- minacciò Kagome il soldato ficcanaso, che terrorizzato tornò a lavoro. La giornata si presentava alquanto storta.

Finito di sistemare il tetto le due giovani e dopo aver ricevuto tanti ringraziamenti dai vecchietti, si diressero verso una piccola casetta dove ad attenderle c’era Koga.

- Ecco perché oggi il sole brilla di meno … Una stella più brillante è venuta a trovarmi- l’Accolse il demone quando Sango entrò nella stanza.
-Sempre il solito eh Koga? Come stai?- chiese Sango sorridendogli amichevolmente.
-Entra Sango … È sempre un piacere vederti! Finalmente capitan Inuyasha ti ha lasciata libera! – esclamò porgendole una busta contenente i rapporti che Inuyasha aveva chiesto.
-Mi ha dato poco lavoro perché sono qui con il nuovo cavaliere-
-Ne ho sentito parlare. Mi hanno detto anche che è di una bellezza divina-
-Chiunque te l’abbia detto non ha tutti i torti-
-Ma dov’è?-
-Ha voluto aspettare fuori vieni te la presento- 

Kagome guardava il cielo per essere autunno il cielo era sereno e il sole riscaldava l’aria fredda. Aveva ascoltato la conversazione tra Sango e Koga distrattamente poiché ripensava solo a Inuyasha.

-Eccola … Kagome lui è il capitano dei lupi Koga – Presentò Sango. - Koga lei è Kagome –

Koga era rimasto a bocca aperta abbaiato da tanta bellezza. Kagome faceva lo stesso effetto su tutti, infondo chi poteva compatirli?

-P-piacere – disse Koga.
-Salve- lo salutò Kagome con un piccolo sorriso.
- Koga asciuga la bava!- scherzò Sango ridendo.
-È difficile sai?!  Soprattutto sei hai  di fronte due bellezze così!- disse sorridendo il demone.
-Tu passi troppi turni notturni con Miroku!-

-Credo che tu abbia ragione – mentre lui e Sango continuavano a scherzare Kagome ebbe l’impressione di essere osservata e guardò in ogni direzione sperando di trovare qualcuno. Non fu difficile infatti c’era una bambina che teneva stretto al petto una bambola di pezza e la guardava timidamente. Kagome ebbe un fremito guardandola era molto simile alla piccola Rin. Le si avvicinò sorridendole ma la bambina indietreggiò.

-Non avere paura- disse Kagome inginocchiandosi – Non ti farò nulla- .
- Kagome!- Kagome sentendosi chiamare si girò verso l’ amica.
-Cosa fai?- chiese Sango avvicinandosi.
- Cerco di parlare con questa bambina- disse .
-Quale bambina?- chiese Sango preoccupata.
- Quest … a- ma quando si girò la bambina non c’era più. Si alzò e guardò in torno, ma non c’era ne il suo profumo e non avvertiva la sua presenza.
-Credo che tu sia stanca- intervenne Koga.
-No affatto . C’era davvero una bambina!-
- Io non sento nessun odore – disse Koga annusando l’aria.
-E io non ho visto nessuno Kagome -
-Vi dico che c’era. Aveva capelli neri e occhi scuri e stringeva al petto una bambola di pezza!- perché non le credevano?
-È impossibile che sia lei!- si arrabbiò Koga guardando Sango.
- Cosa?- chiese non capendo Kagome.
- Kagome quella bambina morì molto tempo fa- disse Sango.
- Perché non mi credete?! Era identica a Rin!-  altrettanto esasperata.
- Mi dispiace. La vide solo una volta Inuyasha e poi nessuno  altro … - Disse Sango con lo sguardo basso e voce flebile.
- Sango fai silenzio sai che il re non vuole che si parli di questa faccenda!- la rimproverò Koga.
-Si scusa hai ragione … Mi dispiace Kagome non posso dirti niente è una promessa è un ordine-

-Capisco. Bene allora possiamo tornare anche al castello . Sesshomaru mi deve addestrare! Addio Koga buona giornata- Kagome era stanca di tutti quei segreti. Perché non poteva sapere niente? Eppure aveva visto un fantasma! Adesso l’avrebbero considerata pazza? Eppure quella bambina era li … Era Rin! Ne era sicura. Sango la raggiunse ma a stento riusciva a tenere il suo passo troppo veloce. Le dispiaceva tenerla all’oscuro di tutto, le dispiaceva vederla amareggiata, le dispiaceva vederla ancora sola ma gli ordini erano  pur sempre  ordini.

Arrivate al castello ritrovarono gli altri tre cavalieri ad aspettarle e subito dopo aver consegnato i rapporti gli furono affidati altri compiti. Li svolsero egregiamente e alle sei di sera tornarono al palazzo. Sango anche se abituata era un po’ stanca mentre Kagome, che per tutta la giornata era stata muta, era ancora in forze.

- Sesshomaru se non sono di disturbo mi potresti allenare?- chiese Kagome senza guardare nessuno ma tenendo lo sguardo fisso sul pavimento della cucina reale, dove si erano radunati per fare uno spuntino.

-Capo?- chiese Sesshomaru rivolgendosi a Inuyasha.
-Si potete andare, Sango e Miroku voi con me in palestra- acconsentì.
-Come non vuoi assistere all’allenamento di Kagome?- chiese sorpresa Sango.
-No!- unica risposta che uscì dalle sue labbra. Kagome sorrise soddisfatta finalmente poteva organizzare tutto.

Tutti e cinque fecero un tragitto insieme poi si separarono. Kagome per un po’ rimase sola poi Sesshomaru ritornò con Lumì che contenta la salutò.

“Ciao Kagome”
- Ciao Lumì! – sorrise. – Bene prima di iniziare devo chiedervi un favore-
-Dipende da che favore si tratta- sorrise Sesshomaru.
-Ti piacerebbe violare un po’ le regole e disubbidire agli ordini di Inuyasha?-chiese facendo un sorriso sghembo.
-Guarda guarda l’angelo dagli occhi di ghiaccio in realtà non è altro che una ribelle- ricambiò il sorriso Sesshomaru – allora dimmi di che si tratta-
-Prima voglio sapere se Lumì è d’accordo- disse Kagome guardando l’enorme drago bianco.
“Se Sesshomaru ha detto si allora io accetto!”
-Bene … Un’ultima domanda ma voi draghi non potete comunicare tra di voi?- chiese sinceramente curiosa.

“Certo che comunichiamo tra di noi ma non sempre anzi forse è più coretto dire che comunichiamo quando vogliamo noi. Non preoccuparti gli altri non verranno a sapere del tuo piano.” La tranquillizzò.

-Grazie. Ma quindi significa che io ho una mente come un drago devo imparare solo a gestirla?- si rivolse a Sesshomaru.
-Giusta osservazione! Si possiamo dire che la tua mente è come quella di un drago. Comunque spiegaci il piano. Sono curioso-

- Beh io devo trovare il mio drago sono stufa di essere reputata un’impostora. Giù al villaggio molte persone non mi credono e a me da fastidio! Quindi devo trovare Blakert. Allora domani notte alle due quando Inuyasha andrà a dormire porta Lumì qui dopodiché andremo nel bosco dove mi avete trovata. E li che sentivo la sua voce- rispondendo a una domanda che Sesshomaru aveva solo pensato.

-Va bene ma perché non subito?-
-Perché devo fare delle ricerche-
-Va bene ci sto. Adesso iniziamo altrimenti non finiremo mai- Kagome sorrise grata a quel demone che l’aiutava.
-Sono in debito con te- gli disse.
-Puoi Giurarci!- rise.

Si allenarono per molto tempo. Kagome svenne un paio di volte ma si riprese immediatamente. Riuscì a tenere la mente chiusa molto più tempo del previsto, infatti, Sesshomaru era impressionato. Parlarono anche della mente di Kagome che funzionava come quello di un drago, infatti Lumì gli diede dei consigli. Li adoperò e riuscì a prolungare ancora di più il tempo del controllo.

-Domani proveremo con due draghi. Così saremo pronti per l’incontro con il tuo drago- spiegò.
-Perfetto- disse alzando lo sguardo verso Lumì.
“Stai male vero? Sento il battito del tuo cuore meno veloce rispetto al solito. Il tuo cuore batte più veloce rispetto agli altri esseri viventi” Sesshomaru si girò di scatto.
- Sto bene non preoccupatevi- disse guardandoli.
- Lumì ha ragione stai male- si affrettò a raggiungere Kagome.
-No davvero mi sento bene. Tra un secondo tornerà a battere veloce- disse lei sorridendo tristemente. Ma la sua previsione si avverò.
-Come facevi a saperlo? – chiese stupito Sesshomaru. Quella ragazza non smetteva mai di meravigliarlo.
-Semplice perché ho perso la concentrazione. Quando mi concentro tutto nel mio corpo si rilassa e tutto si concentra. Quando sono in stato normale il mio corpo è in stato di allerta e freme, dovrebbe essere il contrario ma funziono così- disse facendo un’alzata di spalle.
“Sei …”
-Sono cosa Lumì? Un mostro? Pazza? Bugiarda?- la gelò.
“No ma cosa dici! Stavo dicendo che sei spettacolare non ho mai visto nulla del genere!”
-Scusa non volevo ho perso il controllo mi dispiace è stata una giornata dura- disse dispiaciuta.
- Kagome sei stanca. Dirò a Inuyasha che l’allenamento è stato duro e che … -
-Tu non dirai a niente a Inuyasha!-
-Come vuoi. Tu inizia ad andare in palestra io ti raggiungo-
-Va bene- “A domani Lumì!Mi fido di te”
“Ciao Kagome”

Kagome guardò l’enorme drago sollevarsi in volo poi si avviò in direzione del castello. Sentiva l’aria fredda sulla pelle e capì che non mancava molto all’arrivo della neve. Improvvisamente si bloccò sentiva la stessa presenza del pomeriggio. Scrutò le ombre dinanzi a se ma non c’era nulla, annusò l’aria per sentire qualche profumo ma niente. Ispirò e si girò trovando la bambina del pomeriggio. Tremò ma non di paura, quella bambina non la spaventava affatto anche se aveva capito che non era viva.

-Ciao- le disse accovacciandosi.La bambina la guardò ma non proferì parola.
-Chi sei? Perché sei scappata oggi?- le chiese.

-Ciò che cerchi troverai

Nel bosco dove andrai.

Attraversa la cascata della vita

Ci riuscirai hai un’anima pulita.

Percorri la via da sola

E non con il demone e l’amica che vola.

Non aver paura di ciò che vedrai

Non è morto lo sentirai.

Poggia il tuo capo sul suo

E sentirai il battito del cuore suo

Delle parole sentirai uscire dal tuo cuore

È una formula magica pronunciala senza timore

È così che lo sveglierà dal suo sonno!-

Kagome ascoltò attentamente la voce di quella bambina era bassa e dolce. Ma ciò che la colpì furono le parole che lei pronunciò. Come sapeva di Blakert? E come conosceva il luogo dov’era.

-Come lo sai?- Chiese Kagome. La bambina non rispose ma poggiò la sua piccola manina sul volto della ragazza. Kagome chiuse gli occhi cercando di sentire il contatto della mano sulla sua pelle ma non c’era … Era aria. Quando riaprì gli occhi la bambina non c’era più. Ripresasi si diresse a gran velocità verso il castello, doveva parlare con Sango doveva scoprire chi era quella bambina e perché la perseguitava. Arrivata in palestra entrò come un furia sbattendo le ante della porta.

-Ehi  Kagome finito l’allenamento?- chiese Miroku avvicinandosi ma lei lo scostò con una spallata.
-SANGO DEVI DIRMI TUTTO!- urlò avvicinandosi a lei.
-Ma cos … - Sango era sorpresa non riusciva a capire di cosa parlava.
- Kagome calmati- La chiamò Inuyasha.
- Tu non intrometterti!- gli ringhiò contro –Sango io non sono pazza l’ho rivista!- Sango spalancò gli occhi e di scatto si girò verso Inuyasha.
- Kagome i-io non posso parlare! Ti prego non chiedermelo di nuovo- la pregò. Kagome si girò in direzione dove Sango continuava a guardare e incontrò lo sguardo di Inuyasha.  Si allontanò da Sango che fu raggiunta da Miroku.
-Si può sapere cosa accidenti vuoi Kagome?- chiese Inuyasha a voce bassa ma con uno sguardo duro.
-Voglio la verità. Io l’ho vista per la seconda volta- Kagome stava per perdere il controllo.
-Chi hai visto un fantasma? Dal tuo sguardo sembrerebbe di si!- scherzò.
-Hai fatto centro Inuyasha e tu ne sai qualcosa vero?- Disse comparendo di fronte a lui.
-Se non te lo dico che fai Kagome? Eh? Rispondi! Ricorda che chi ha il comando tra i due sono IO!- la gelò.
- Inuyasha tu non mi fai neanche lontanamente paura! Dimmi chi è quella bambina!-
-Mai!-
-Non mi sfidare Inuyasha! Non mi piace essere presa per il culo! Io non sono pazza!-
-Oh si lo sei! Se dici di aver visto un fantasma- le sussurrò cattivo.

Kagome non ci vide più il suo corpo iniziò a tremare e Inuyasha indietreggiò. Infondo non conosceva i veri poteri di quell’essere. Ma improvvisamente Kagome fu bloccata.

- Kagome calmati!- Le sussurrò una voce. –Ascolta il tuo cuore stai perdendo il controllo senti come batte! Concentrati ritrova il controllo!- Kagome si lasciò cullare da quei sussurri e piano piano iniziò a tremare di meno e il suo battito tornava  “normale”.
- Sesshomaru?- chiese con voce tremante.
-Si- disse lasciandola e guardando storto il fratello che aveva assistito a tutto la scena –Sango accompagna Kagome in camera sua, non ti farà nulla non ti preoccupare … Non è un mostro, non è differente da noi!- disse rabbioso.

Sango annuì  e si avvicinò a Kagome che non la guardava. –Kagome io …- iniziò a dire.

- Sesshomaru non ho bisogno della scorta. Mi sono calmata.- disse tenendo lo sguardo basso. Aveva vergogna di se stessa, aveva spaventato tutti, aveva perso il controllo. Se non fosse arrivato Sesshomaru non sapeva cosa avrebbe fatto a Inuyasha.
- Kagome ti prego … - rimase la frase in sospeso Sesshomaru. Lei capì che lui era preoccupato  e che voleva parlare con Miroku e Inuyasha da solo.
-Va bene- disse uscendo sempre con la testa bassa e seguita da Sango che la guardava altrettanto triste.
- Inuyasha emerito idiota si può sapere COSA CAZZO TI è SALTATO IN MENTE? PROVOCARLA COSì? Ti avrebbe potuto ammazzare!- Gli ringhiò contro una volta che furono uscite, Sesshomaru.
- Io … non lo so. Sesshomaru lei sa cosa sono senza che nessuno gli e l’abbia detto! Come mi dovrei sentire?- Chiese altrettanto alterato Inuyasha.
-Ma ti senti Inuyasha? Senti le cazzate che dici? Tu non la sopporti solo perché è più forte di te! Lo so , perché anche io ne sono geloso, ma l’ho accettato! Inuyasha lei si sente un’estranea! E tu che fai? Peggiori la situazione. Infondo siete uguali, visto che anche lei può perdere il controllo? Ti ho salvato la vita, fortunatamente avevo letto qualche libro sui poteri degli elfi, e sono riuscito a calmarla ma la prossima volta non la fermerò! Anche tu Miroku sei deficiente! Perché hai difeso Sango si vedeva lontano un miglio che non le avrebbe strappato neanche un capello. Lo so che lo sai perché Sango era calma ma era sorpresa per quello che Kagome le aveva chiesto. L’unica intelligente è lei … ha capito che Kagome non è pericolosa! Ripensateci e soprattutto tu Inuyasha fatti un esame di coscienza e accettala una volta per tutte.-Finito il discorso Sesshomaru si affrettò ad uscire dalla palestra ma arrivata alla soglia della porta si fermò – Ah Inuyasha stasera non seguirci!- e uscì.

____________

Sango e Kagome camminavano in silenzio lungo il corridoio che portava alle loro stanze, senza proferire parola. Kagome camminava lontano da Sango non volva spaventarla.

- Kagome io non ho paura di te!- le disse come se l’avesse letta nel pensiero.
-Non ti credo … Io sono un mostro Sango ecco perché hanno sterminato la mia razza, Io sono pericolosa!-
-Non è affatto vero! Sai che non è per questo che hanno sterminato la tua famiglia ma perché avevano paura della vostra intelligenza. L’ho letto in un libro Kagome dico davvero! Non avevo paura di te stasera, ma ero sorpresa, avrei voluto dirti tutto ma non potevo! Mi dispiace-
-Caspisco-
-No Kagome ti prego guardami. Tu sei mia amica!- le sorrise.
-Grazie – disse Kagome guardandola negli occhi e cercando di sorridere ma senza riuscirci.
- Kagome, Sango!- le chiamò Sesshomaru raggiungendole.
-Hai fatto un bel discorsetto a quei due?- chiese arrabbiata Sango.
-Si ma se vuoi continuare vai pure!- le sorrise.
-Con piacere. Kagome?- la chiamò.
-Dimmi-
-Ti voglio bene e non mi fai paura!- poi correndo se ne andò. Kagome era rimasta bocca aperta era la prima che qualcuno l’aveva accettata veramente in quel luogo.
- Sango è dolcissima e molto coraggiosa! Credile davvero si è affezionata a te-
-Si forse hai ragione- gli sorrise.
-Senti Kagome lo so che sei stanca ma dobbiamo partire adesso!-
-Si lo credo anche io! Adesso so dov’è Blakert me l’ha detto quella bambina!-
-Bambina?-
-Il fantasma della discussione!-
-Si era arrivato qualche secondo dopo di te ho sentito tutto. A diavolo gli ordini ti racconterò tutto dopo aver trovato Blakert!-
-Grazie Sesshomaru! Sai il capo ti aveva descritto come un mostro di ghiaccio!-
-Cosa vorresti dire che sono buono?- le chiese con un sopracciglio alzato.
-No! Sei un angioletto! Va bene basta prima me ne vado da questo posto per un po’, prima mi riprendo mentalmente- sorrise.

 

Fineeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!
OKOK! Cosa è successo a Sesshomaru? E a Inuyasha? Ma vi pare normale? Cioè dico e mai possibile che quello stupido sia così deficiente?! Che rabbiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

Ringraziamenti!

Angelic16: grazie milleeeeeeeeeeeeeeeeeee^^. Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento!!!. Sono felice che l’altro ti sia piaciuto! Continua a recensire un kizzullo!

Un saluto anche ai tantissimi lettori e chi ha aggiunto la mia ff tra preferiti … Un kizzullo ciao!

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Capitolo 9
*** Finalmete ti ho trovato! ***


4.2

 

The war of the dragons

Capitolo 4.2

Finalmente ti ho trovato!

 

Parole che conosco escono dalle mie labbra,

ma son parole che non avrei mai pensato di dire.

Dormivi profondamente in questa valle incantata

Ma con un mio tocco la tua anima si è risvegliata.

E finalmente sei con me.

E Noi  Siamo Due Corpi Un Solo Cuore

E Un Solo Spirito!

 

 

Per la seconda volta nella stessa giornata Kagome si ritrovò ad aspettare Sesshomaru in quel prato da sola. Il sole era calato da molto e la notte era arrivata portando con sé aria più fredda rispetto al mattino mentre il vento frusciava tra i rami spogli degli alberi e tra le foglie dei sempre verdi. Strinse le braccia al petto cercando di riscaldarsi se in quel momento faceva freddo chissà  in pieno inverno come si sarebbe stati. Alzò di scatto la testa sentendo i pensieri di Sesshomaru e Lumì che volava proprio sulla sua testa per poi atterrare con grazia dinanzi a lei.

“Pronta a volare?” le chiese Lumì.

-Emozionata ma pronta- sorrise avvicinandosi. Nei giorni di allenamento non le si era mai avvicinata era come dire … intimorita da quel “animale” se era possibile definirlo tale. Lumì vedendola arrivare abbassò l’enorme testa bianca e avvicinò il muso alla mano alzata di Kagome.

-Su Kagome che fai perdi tempo? Se Sango non riesce a trattenere Inuyasha non andremo più da nessuna parte- la richiamò Sesshomaru scendendo da Lumì.

-Si hai ragione- poi si avvicinò alle ali di Lumì che si accovacciò del tutto per permetterle di salire.

-Aggrappati bene alla sella Kagome. Aspetta ti aiu … Ok non ne hai bisogno- si corresse subito quando vide Kagome salire con grazia e abilità sul drago.

-Ti ho osservato-  rispose Kagome prima che Sesshomaru porgesse la domanda.

-Ehi ma adesso sei diventata anche veggente?- Le chiese salendo anche lui e mettendosi dietro lei.

-Spero di no!- disse facendo ridere Sesshomaru che le poggiò un mantello sulle spalle.

-Per riscaldarti. Adesso tieniti forte … Lumì?- disse sorridendo e aggrappandosi a una briglia del collare di cuoio al collo di Lumì.

Lumì spalancò le ali bianche e dandosi una spinta con le zampe balzò in aria e agitando le ali iniziò a volare.

Kagome aveva chiuso gli occhi ma un secondo dopo li aveva riaperti. Era emozionante sentire quella sensazione di vuoto allo stomaco. Le piaceva. Rise mentre il vento freddo le pizzicava la faccia. Se prima sentiva un po’ freddo anche se abituata, adesso stava congelando ma non le importava stava volando sul dorso di un drago, stava andando alla ricerca del suo drago e si sentiva benissimo, ecco cosa le importava.

__

- Inuyasha hai sentito cosa ti ho detto?-

- Sango dove sono Kagome e Sesshomaru?- chiese con sguardo perplesso.

- Inuyasha ma tu … Non hai ascoltato nulla di quello che ho detto!-si disperò Sango.

“Ah Inuyasha stasera non seguirci” … Cosa voleva dire Sesshomaru? Inuyasha ebbe un brivido lungo la schiena. Si accigliò e senza dire una parola iniziò a correre verso le stalle. Corse senza fermarsi e dietro di lui Sango e Miroku che cercavano di tenere il suo passo.

 -Cavolo Sango aspetta … Non mi dire che … -le chiese Miroku fermandola per un braccio.

- Miroku non so niente ho lasciato quei due nel corridoio e … -

-E?-

- Miroku sono andati fuori dal castello!- le tremò la voce svelandola verità.

Inuyasha era nero in volto e spalancò la porta della stalla del drago di Sesshomaru con molta forza. Ciò che vide non fece altro che aumentare la sua rabbia … Il drago non c’era e chi sa quei due dove erano andati a finire. Oh! Erano nei guai e come se lo erano, come minimo niente riposo e lavoro extra per tutta la loro vita!

-Lumì atterrà accanto alla cascata!- disse Kagome osservando la terra scorrere sotto di loro.

“Agli ordini Kagome”

-Fino a prova contraria sono io che detta gli ordini!-

-Si ma sono io che sa dove si trova il drago- rise mentre Lumì atterrava sull’erba.

-Hai vinto… Allora piaciuto il giro?- Chiese porgendo una mano a Kagome per scendere.

-È stato strepitoso! –  esultò.

-Lo sarà ancora di più quando monterai il tuo drago … Tornando appunto al tuo drago hai detto che avevi degli indizi-

-Si … Senti Sesshomaru da qui in poi vado da sola – disse diventando seria.

-No aspetta! Tu non vai da nessuna parte da sola!-protestò.

-Lo devo fare- disse con una nota di supplica.

-No! Senti Kagome già ho infranto un ordine di Inuyasha, stasera avevo io il turno notturno quindi cerca di capire,  al nostro ritorno mi vorrà ammazzare e se ti succede qualcosa mi fa prima a pezzi e poi mi mangia! Non posso! E inoltre dopo tutto questo casino che abbiamo provocato non ho voglia di stare qui ad aspettarti!-

-Sempre a pensare a voi stesi! Sei come tuo fratello … Senti tu fai quello che vuoi, torna al castello,aspettami qui , vai a fare un giro non mi interessa! Ma io devo cercare il mio drago da sola, ci vediamo dopo!- senza aggiungere altro girò le spalle e si diresse verso la cascata.

- “Cosa vuole fare adesso?” … Dai Kagome aspetta non ti poso lasciare da sola!- le urlò dietro raggiungendola.

- Sesshomaru per favore non mi accadrà niente, lo so! Stai tranquillo. Bada a Lumì e se arriva Inuyasha, e lo farà, non dirgli niente!- gli spiegò con calma.

-Come fai a sapere che non ti succederà niente?-

-Lo so e basta … Ci vediamo dopo Sesshomaru – questa volta non si voltò quando lui per la terza volta la richiamò. Chiuse anche la mente in modo da non sentire ne Lumì e ne Sesshomaru, anche se le costava molto sforzo non voleva sentire nulla. A venti metri di distanza dove il potente getto della cascata sprofondava nel fiume c’era un enorme masso su cui, con molta agilità, Kagome vi salì sopra. E ora?Cosa doveva fare? Era quella no la cascata che la bambina le aveva detto? Erano troppe le domande che vagavano nella sua testa facendola agitare ma fece un profondo respiro per calmarsi. Funzionò. Improvvisamente, con sua sorpresa e con sorpresa del demone e del drago alle sue spalle, sulla roccia si disegnarono dei ghirigori luminosi. Poi la roccia iniziò a tremare e  l’acqua, che si infrangeva sulla roccia schizzava bagnandola. Kagome era intimorita e al contempo preoccupata,cosa le sarebbe successo?

-Salve Kagome -  la ragazza sentendo quella voce iniziò a guardarsi in torno cercando la fonte. Poi improvvisamente dalla cascata apparve una figura, una donna  fatta di acqua.

-Non aver timore di me ... Finalmente sei arrivata- quella donna le si avvicinò camminando sull’acqua. Faceva uno strano effetto guardarla poiché l’acqua che formava il corpo scivolava nel fiume per poi risalire su.

-Non la temo!- si affrettò a dire Kagome – Mi perdoni ma lei chi è?-

-Sono la ninfa protettrice del portale, il mio nome è Sefora – le rispose raggiungendola.

-Lieta- fece un inchino Kagome. – Io sono qui per  il mio drago, una persona mi ha detto che l’avrei trovato qui.-

-Lo so perché sei qui… Ma è mio compito porgerti una domanda per quanto inutile io la consideri-

-Sono pronta-

- Hai paura?- domando quasi cantando la ninfa.

Kagome la guardò spaesata … Perché quella domanda? Che significava?.

-Si ho paura. Temo quello che dovrò affrontare ma è affrontando le mie paure che finalmente non le temerò più- rispose sicura di se.

-Giusta è la tua risposta … Sei pronta per affrontare la tua nuova vita e le battaglie che ci saranno … Entra pure il tuo cuore è puro!- queste furono le ultime parole pronunciate dalla ninfa prima di scomparire sotto forma di gocce che si mischiarono con l’acqua del fiume. Per un istante tutto tacque era udibile solo il respiro di Lumì, poi la cascata iniziò a spaccarsi in due parti mostrando le ante di una porta che si apriva e l’acqua del fiume divenne sempre più bassa mostrando il fondale. Kagome era immobile osservando il portale poi facendo un respiro saltò giù dal sasso e si incamminò.

“Kagome?” Quanto le era mancato quel suono? Tantissimo.  E pensare che inizialmente lo odiava ma in quei quattro giorni aveva capito che da quel momento in poi non avrebbe potuto fare più a meno.

- Blakert - disse in un sussurro.

“Oh Kagome Finalmente! Ma dove eri finita stupida? Mi hai fatto preoccupare! Ho provato a chiamarti ma non tu non rispondevi! Come stai? Cosa ti è successo?E adesso dove sei? E…”

-Shhhh!Sto bene Blakert dopo ti spiegherò tutto… Blakert?-

“Dimmi”

-Ti ho trovato!-

 

__________

 

- Inuyasha aspetta! – lo bloccò Miroku prendendolo per una spalla.

-Cosa devo aspettare Miroku? Mi hanno disubbidito …-

-E allora? Quando tornano gli farai fare quello che ti pare tanto sono loro in torto! È inutile inseguirli non sai neanche dove cercarli-

-Si lo so dove sono!- sbraitò il mezzo demone.

-Davvero?- chiese sorpreso.

-Sono andati alla ricerca di quel maledetto drago! Di sicuro sono andati nel bosco di Kagome!- rispose liberandosi dalla presa di Miroku e dirigendosi verso la stalla di Arel.

-Oh! Aspettaaa!- disse fermandolo di nuovo – Perché li vuoi inseguire? Lascia un po’ di spazio a Kagome. Ricorda ciò che le hai fatto passare … Non ha tutti i torti se è scappata- Miroku aveva fatto centro, infatti Inuyasha si calmo.

-E dimmi cosa dovrei fare adesso? Aspettarli qui?- gli domando con voce gelida.

-Credo che sia una buona idea così ti schiarirai anche un po’ le idee!-  gli rispose altrettanto gelido.

- Inuyasha, Miroku ha ragione … Noi rientriamo farò io il turno di Sesshomaru, mentre Miroku farà il tuo- intervenne Sango in modo di dar fine anche a quella discussione prima che si fosse tramutata in uno scontro.

- Fate come volete- rispose voltandosi e raggiungendo la stalla di Arel. I due cavalieri si fissarono increduli non era da Inuyasha arrendersi così facilmente. Che veramente avesse capito che doveva starsene buono? Non riuscivano a darsi risposta e con un’alzata di spalle si diressero all’interno del palazzo.

_____________

Kagome aveva raggiunto il portone e dando un ultimo sguardo  a Sesshomaru che sospirò rassegnato. E prima che le porte si chiudessero con un cigolio e la cascata tornare a gettarsi nel fiume, l’ultima cosa che udì fu il ruggito di Lumì dopodiché fu inghiottita dal nulla. Alla chiusura delle porte si accesero delle fiaccole appese alla parete rivelando una lunga ed enorme galleria in discesa. Iniziò a camminare guardandosi in torno osservando ogni piccolo particolare e concentrandosi in modo da evitare brutte sorprese.

“Kagome ma dove sei?”

-In una galleria-

“Dove?” chiese Blakert con una punta di emozione nella voce.

-Emozionato? Anche io- sorrise Kagome.

“Finalmente staremo assieme”

-Se prima non ci sia qualcuno che mi ammazzi!-

“Non dirlo neanche per scherzo!”

-Dai facevo solo un po’ di ironia, questo postò mette i brividi- sussurrò.

__________

“Ehi Inuyasha che brutta cera!”

-E chi sa perché?- sbuffò.

“Dimmelo tu!”

-Si certo come se tu non sapessi niente… Lo so dove sono andati!- disse sedendosi e appoggiando la schiena sul torace del suo drago blu.

“Mi dispiace… Però…”cercò di dire ma fu interrotta.

-Ti prego Arel! Almeno tu risparmiami!- disse scocciato.

“Va bene … Allora cosa farai adesso?” gli chiese dolcemente invitandolo in quel modo ad aprirsi con lei.

-Non lo so Arel! Miroku dice che è meglio aspettarli qui e schiarirmi le idee-

“Quel ragazzo a volte mi stupisce! Sono d’accordo con lui” disse con voce stupita e divertita.

-Arel!-la rimproverò guardandola con un sopraciglio alzato.

“Che vuoi? Dico solo la verità!Tu avvolte sei troppo impulsivo Inuyasha, giudichi senza conoscere e sbagli. Tu odi quando ti giudicano perché allora tu puoi farlo?”

-Perché dici questo?- gli chiese facendo un sorriso triste.

“Perché è la verità. Adesso ti faccio una domanda… Perché odi Kagome?”

-Ma io non la odio! Perché tutti dite la stessa cosa?-

“Perché è quello che dimostri idiota!”

-Scema non parlarmi così!-

“Ecco vedi sei un permaloso!” disse con voce rassegnata.

-Non è vero! … Ok non guardarmi così- disse vedendo lo sguardo di fuoco di Arel – forse lo sono!-

“Forse?”

-Ehi non è abbastanza che già lo abbia, diciamo, ammesso?- la rimproverò.

“Hai ragione. E allora?”

-Te l’ho detto io non la odio ma vicino a lei mi sento strano. Lei mi ha sognato sotto formi Furia-

“ E allora?”

-Come e allora?-

“Scusa Inuyasha infondo adesso fa parte della squadra lo deve sapere no?”

“Inuyasha?!”

-Cosa?- chiese distrattamente. I pensieri si affollavano uno dietro a l’altro confondendolo e precisando cose.

“Niente! A cosa pensi?”

-A che sono un deficiente!-

“No non lo sei” disse cercando di sdrammatizzare, Infatti Inuyasha la guardò con un sopraciglio alzato.

“Io Inuyasha non ti capisco!Cioè io ti dico che sei stupido e te la prendi dico che non lo sei e mi guardi in quel modo! Guarda chi ti capisce è brava!”

-Ahahahah sei buffa quando fai così!-Di risposta Arel fece uscire del fumo dalle narici.

-Ohohoh scherzavo, fa la buona- disse scherzando e dandole un pugno su una zampa.

“È bello vederti ridere!” disse facendo una smorfia che doveva essere un sorriso, per quanto un drago poteva sorridere.

-È bello farlo- le rispose guardandola – Grazie Arel -

________________

 -Wow- sussurrò Kagome guardando avanti a se. Aveva raggiunto la fine del lungo corridoio ed era arrivata in un luogo illuminato e “verde”, infatti c’era un prato su cui sparpagliati qua e là c’erano dei fiori bellissimi di ogni tipo e colore e profumo, delle lucciole svolazzavano sotto all’unica quercia presente, di sicuro secolare. La cosa più strana di quel luogo è che la luce proveniva da delle sfere trasparenti , che come delle stelle, brillavano di luce propria. Era un posto magico Kagome lo percepiva, e sentiva anche di essere guardata e seguita. Intravide delle piccolissime ombre ma poi la sua attenzione fu catturata da quella sagome nera che, al centro del prato e si alzava e abbassava a un ritmo regolare.

“Kagome sei vicina… Sei vicino me!”sussurrò Blakert emozionato.

Kagome non lo ascoltò e timidamente si avvicinò a quella sagoma. Doveva averci fatto l’abitudine ma era impressionata, lui non era come gli altri era “magnifico”. Era una creatura stupenda le sue squame erano nere  come la pece, gli artigli delle possenti zampe erano di avorio e appuntite come le lunghe corna sul suo capo e la punta a forma di piuma alla fine della sua lunga coda. Le ali erano piegate e coprivano metà muso come a proteggerlo dal freddo e lungo tutta la schiena c’ erano piccole ossa a punta che si alternavano ritmicamente. Kagome gli si avvicinò ancora un po’ continuando a osservare quella creatura, la sua creatura che pacatamente dormiva mentre il suo torace si alzava e abbassava a un ritmo lento e tranquillo. Per tutto il tempo che aveva guardato il drago Kagome era rimasta a bocca aperta e con gli occhi sgranati, ma poi quell’espressione stupita fu sostituita da un ampio sorriso.

-Blakert sei magnifico e.. e enorme!- sussurrò rompendo il silenzio sacro che si era formato.

“Grazie” rispose. “Kagome prima non me ne ero accorta ma sei molto forte” le disse cercando a sua volta di farle un complimento.

-Grazie- gli rispose con un sorriso. Kagome fece il giro intorno al drago per ben tre volte osservando ogni minimo particolare notando che le luci facevano uno strano gioco con le sue squame infatti creavano riflessi dorati su queste.

-Come hai fatto a sopravvivere tutto questo tempo senza nutrirti? E io che credevo di trovarti ancora nell’uovo- scherzo ma rimanendo sempre a distanza.

“Il mio uovo si è schiuso nel momento in cui ci siamo sentiti la prima volta. Forse non te ne sei accorta ma la mia voce era diversa, ma noi draghi cresciamo velocemente. Adesso  non so dirti il perché, ma io non ho fame ne sete”

-Deve essere questo luogo. È zeppo di magia- spiego tornando  a guardare intorno. Poi notò ancora quell’ombra e si avvicinò ad un fiore che scostò delicatamente, ma ciò che si nascondeva dietro era sfrecciato via. – Chi sei?- chiese ad alta voce Kagome guardandosi alle spalle.

“Tranquilla Kagome sono innocui” la tranquillizzò Blakert.

-Chi sono?- Blakert non rispose ma le risposte alla domanda si fecero avanti uscendo dai loro nascondigli. Erano piccoli e graziosi o meglio dire graziose. Erano delle piccole fatine ognuna di un colore diverso ma tutte avevano capelli lunghi e ali diafane e il loro corpo era lasciato libero dagli indumenti.

-Fate- disse infine raggiungendole. Le piccole fatine riempirono il prato incantato con le loro risate e iniziarono a toccare i capelli e le guance di Kagome con delicatezza.

-Ho letto di loro. Sono creature adorabili e molto protettrici. Amano giocare e ridono spesso. Hanno poteri straordinari soprattutto curativi, ma guai a chi le fa arrabbiare infatti, sotto questo viso da angelo,si nasconde un  terribile diavoletto. Nonostante ciò sono sempre calme e pacifiche.- spiego accarezzando la testolina a una.

“Davvero?”

-Si. Blakert sai avevo timore prima ma appena ho messo piede in questo prato  è come dissolta, sparita. Credo che questo luogo annulli qualsiasi cosa dalla paura alla fame. Per questo non senti il bisogno mangiare- spiegò alzandosi e tornando a Blakert.

“Come lo hai capito?” le chiese veramente stupito.

-Sono un’ ottima osservatrice-  ma nel momento in cui si voltò verso il drago il panico si fece strada nelle sue viscere. –E ora?-si chiese.

“Allora ti muovi e vieni a svegliarmi!” disse con impazienza.”Spezza l’incantesimo!”

-Come con un bacio? Stupido non so che fare altrimenti ti avrei già svegliato no?- si irritò non poco la ragazza.

Odiava quando qualcuno le dava fretta! Ma in quel momento anche se il tempo si fosse fermato non sarebbe bastato, non aveva idee. –Forse quella del bacio non è stupidaggine- si disse.

Poi come un lampo un flash back: il prato di corte,il fantasma,le parole, la carezza, gli indizi. Tutto fu chiaro, aveva la soluzione e si sentiva come rinata e più forte e determinata. Si avvicinò a Blakert salì sulla tavola di pietra proprio dove era poggiata la testa e prese un bel respiro.

“Speriamo funzioni”penso a occhi chiusi.

“Ci sono io con te in due ce la faremo!” gli rispose Blakert.

Kagome timidamente allungò una mano verso la fronte nera e quando i polpastrelli delicatamente toccarono le squame, ghirigori brillanti si disegnarono sull’intero corpo di Kagome e su quello di Blakert. Kagome improvvisamente sentì fluire dentro di un ondata di forza incredibile e sentiva che qualcosa si stava svegliando dentro di se.

Poi tutto accadde velocemente. La mano si era completamente appoggiata e Kagome si avvicinò sempre di più, ma la terra iniziò tremare facendo crollare delle rocce che, a contatto con il terreno, si sbriciolarono creando una nube di polvere.

“Kagome che è successo?” grido Blakert.

-Non l-lo so – cercò di dire tra i colpi di tosse. – Blakert senti? O MAMMA MIA!!!-urlò spalancando gli occhi.

“CHE …”

Dalla polvere erano usciti due enormi bestie. Sembravano tigri o cani o entrambe le cose ed erano grandi e di pietra.

“E adesso cosa faccio?” pensò Kagome guardando quei mostri. “È magia oscura”

Flash back

-Kagome, bambina vieni qui!-

-Si Totosai?-chiese distogliendo l’attenzione da una piccola fiammella blu che lievitava sulla sua mano.  

-Vedo che fai progressi!-disse  accarezzandole la testolina con la sua mano rugosa .

-SIIIIII! Guarda cosa ho imparato! E pensare che non ho neanche letto la formula!- disse eccitata girando le spalle e puntano la mano verso un masso.

Totosai la guardò ma qualcosa gli diceva che non gli sarebbe piaciuto. Fu così. Infatti dalla piccola mano di Kagome uscì un lampo che andò a scontrarsi con la roccia disintegrandola e creando un enorme cratere. Kagome si girò verso Totosai con un sorrisetto di vittoria dipinto sulle labbra ma appena notò lo sguardo di Totosai, svanì.

-Chi te l’ha insegnato Kagome?- le urlò afferrandola per un braccio.

-Nessuno, te l’ho detto. L’ho sperimentato solo ieri quando un demone orso mi ha attaccato- balbetto spaventata dalla reazione del vecchio.

-Kagome non lo fare mai più! È magia nera, oscura. È magia dei cattivi! Non.lo.usare.mai.più capito?- le disse strattonandola. Negli occhi di Kagome si leggeva tensione,paura,disagio, ma non una lacrima, neanche l’ombra.

-Giura Kagome! Giura!- le urlò ancora contro Totosai.

-Giuro!- disse strattonando il braccio dalla presa del vecchio e guardandolo con dispiacere e tensione.

-Da ora in poi ti insegnerò io la magia e così ti terrò sotto controllo- disse riprendendo il controllo.

Fine flash back

Kagome si riprese dal trans in cui era caduta. Da quel giorno utilizzò solo magia curativa e nient’altro,anche se a lei non serviva. Ma aveva timore di quello che avrebbe potuto combinare utilizzandola. Tornò a fissare i  due animali di pietra, sapeva solo che per combattere la magia nera si doveva utilizzare la stessa. Ma lei l’aveva giurato sia a se stessa che a Totosai. Così afferrò la spada nera, non sapeva cosa fare,ma non si sarebbe abbassata ad utilizzare quella magia. Improvvisamente uno delle due tigre/cane la attaccò, lei riuscì a schivare ma il secondo attacco la colpì giusto allo stomaco. Cadde a terra rovinosamente e alzandosi sputò del sangue.

-Maledizione!- imprecò a denti stretti.

“Kagome come stai?”

-Tu che dici? Sputo sangue, ho una costola incrinata di sicuro e non so cosa fare- disse fra i denti  arrabbiata.

“MALEDIZIONE “ urlò Blakert. Si sentiva inutile, Kagome era ferita e lui non poteva fare niente.

-Qualcuno ha innescato questi due cosi sapendo che ti sarei venuta a prendere, e chiunque fosse non aveva di certo buone intenzioni e di sicuro non ti voleva proteggere.- disse alzandosi a fatica e mentre con un braccio stringeva il busto con l’altra trascinava la spada che tracciava una striscia nel terreno. Si posizionò avanti a Blakert e con uno sforzo enorme afferrò la spada anche con l’altra mano e la puntò contro i due mostri.

-Allora mettiamo bene in chiaro una cosa … razza di stupidi mostri, prima finiamo prima esco di qui, prima esco di qui prima questa costola guarisce!- disse tra un respiro affannoso e l’altro.

“Kagome invece di perdere tempo vieni qui!”

-Taci Blakert- sussurrò. Prese un respiro profondo e sentendo uno dei due titani ruggire si preparò all’attacco. Strinse di più l’elsa e appena pronta sferrò l’attacco. Riuscì a staccargli una zampa che si sbriciolo diventando polvere.

-Vedi? Non ci vuole molto!- sbuffò rivolgendosi sia ai mostri che a se stessa.

“Kagome smettila! Vedi come stai? Vieni qui!” ordinò quasi ruggendo.

-Non urlare Blakert! I-Io non sono in grado di svegliarti… Io non posso- disse con voce fiacca dando l’impressione che stesse piangendo.

“Non dire stupidaggini … Ehi Kagome ascoltami!Tu sei forte e puoi spezzare l’incantesimo ma…”

-Scusa Blakert ma sono un po’ … impegnata- disse scansando un attacco.

“ Ce la possiamo fare Kagome, ma devi venire qua. Cerca solo di rallentarli un po’, poi corri qui” le suggerì.

-Sono esausta io non…- stava per cedere lo sentiva, quel dolore al torace non faceva che consumarla e in più in quel momento la spada sembrava più pesante che mai.

“Ce la puoi fare …FORZA”

Kagome che era caduta in ginocchio si rialzò a fatica, spronata dalle parole di Blakert. Aveva ragione lui, lei era forte e non doveva fermarsi. Osservò le due tigri aveva notato che facevano una pausa dopo ogni attacco. Quello ferito restava fermo quaranta secondi mentre l’altro trenta, perché? Dovevano riacquistare le forze? Qual’era la loro fonte di energia? Guardò bene ma non trovò nulla, la testa le doleva e non capiva più nulla, cosi vi rinunciò. Si preparò per l’attacco del mostro ferito riuscì solo a farlo indietreggiare poiché una fitta tremenda la bloccò. Dopo pochi secondi ci fu l’altro attacco del mostro sano. In quel momento aveva venti secondi da uno e trenta secondi dell’altro di tempo, quello era il momento giusto. Alzandosi camminò più velocemente possibile trascinandosi la spada dietro e si avvicinò a Blakert.

“Brava ci sei!” esultò quest’ultimo.

Kagome non  rispose. Rinfoderò la spada velocemente e con non poca fatica risalì sulla lastra di pietra. Mancava poco all’attacco del mostro, appoggiò la mano sul capo nero di Blakert e di nuovo quei ghirigori si disegnarono sui loro corpi. 15 secondi all’attacco e lei appoggiò la testa, dentro di se sentì fluire una forza nuova e potente, proprio come era accaduto prima. 10 secondi, qualcosa premeva ad uscire dalle sue labbra. 8 secondi e quelle parole finalmente uscirono.

-Souma daite  corpe a cada mere ta a cada sperit   … Taka dourba* – non sapeva come aveva fatto ma era successo, quelle erano parole elfiche e conosceva il loro significato.

I ghirigori divennero di un dorato brillante e riempirono l’intero prato di luce, poi scomparvero. Kagome alzo lentamente la teste e guardò il muso del drago. Blakert fece un respiro e poi aprì gli occhi rivelando il loro bellissimo colore a Kagome. Erano d’oro,lo stesso colore dei ghirigori di prima, lo stesso colore del sole, del miele, di Inuyasha.  Perchè? Che c’entrava lui? Scosse la testa e di colpo si girò versò il mostro, sembrava essere passato qualche minuto ma tutto si era svolto in una manciata di secondi.

“Ce l’hai fatta visto?” le sussurrò dolce. Kagome sorrise poi crollò a terra.

-Non ce la faccio più-  disse stremata.

“Ce la fai a salire in groppa? Ci penso io a questi mostriciattoli” Kagome lo guardò poi si alzò e si arrampicò sul suo dorso  aiutata da Blakert che la isso con il muso. Un secondo dopo il mostro attaccò ma Blakert si alzò e gli ruggì contro.

“Tieniti forte” disse a Kagome prima di colpire il mostro mordendolo alla gola ed eliminandolo completamente. Ma improvvisamente l’ammasso di sabbia si unì all’altro mostro senza zampa facendolo aumentare di grandezza e di forza.

-Esci di qui- biascicò Kagome -Non puoi abbatterli!- .

“Hai ragione ma dove vado adesso?” chiese frettoloso.

-Da dove sono arrivata sulla destra c’è una grotta. Non so se riuscirai a volare ma di sicuro potrai passarci bene dentro- sussurrò.

“Bene. Ti porterò fuori di qui Kagome, lo prometto” e ruggendo si precipitò nella grotta

______________________

 “Smetti di agitarti Sesshomaru mi innervosisci!”

-Mi dispiace e solo che se le è successo qualcosa io ne sarei responsabile!- disse fermandosi e sedendosi a terra.

“Non ti ho mai visto così agitato per nessuno… che ti prende? Non è che…” chiese lasciando in sospeso la frase.

-Smettila Lumì! È una di noi adesso e il mio comportamento nei suoi confronti è uguale a quello che ho con Sango. Sono due sorelle- spiego lanciando un sassolino lontano.

 “Sarà…” disse sogghignando.

“Mi sono giunte voci che Behiro ti fa il filo” disse mentalmente lanciandole uno sguardo indagatore.

“M-ma cosa dici. Non è-è vero niente, lui non mi piace affatto è come il suo cavaliere. No a me non piace assolutamente …”

-Allora è vero! Se non era cosi allora perche sei nervosa?... Hai sentito?- Sesshomaru scatto in piedi e afferrò l’elsa della sua spada al fianco destro ma senza estrarla. Si guardò in giro ma non vide nulla.

“Non vedo nulla” disse con voce tesa Lumì guardando attenta intorno. Poi un boato, il portale che si apriva, la cascata che veniva spezzata da un corpo nero e lungo, un ringhio e fiamme color dell’oro.

“Sesshomaru credi che?”

-Si Lumì… C’è l’ha fatta-  le rispose. Ma qualcosa lo agitava. Improvvisamente  una bestia tentò di afferrare il drago nero per la gola e il drago lo scaraventò nell’acqua.

“Kagome fai un piccolo sforzo! Usa quella maledetta magia!” urlò Blakert nella mente di Kagome che sentì anche Sesshomaru.

“Non ce la faccio, non ho più forze!”pensò, ma anche se era un pensiero si sentiva che faticava a rimanere sveglia.

“Non ho scelto un cavaliere debole…  Kagome ti prego solo tu puoi eliminarlo, so che puoi farcela! Tu sei Forte”  come aveva fatto nel prato magico, Blakert cercò di spronarla  e come prima vi riuscì. Kagome si mise seduta meglio e raccogliendo le ultime forze punto le palme delle mani contro il mostro che ruggì nuovamente.

-Mustared ecuto**-  dalle sue mani uscì una scia azzurra simile a un fulmine e colpì il mostro che si sbriciolò finendo nell’acqua del fiume. Kagome fece solo un debole sorriso prima di accasciarsi sul dorso di Blakert.

“Brava piccola c’è l’hai fatta!” disse dolcemente, mentre atterrava di fronte a Sesshomaru.

-Perché riesco a sentirti?- chiese guardandolo con astio. Non sapeva il perché ma quel drago non gli piaceva.

“Bella domanda … Forse è lei che permette ciò. È capace di tutto” disse Blakert indicando con un cenno della testa Kagome sulla sua schiena.

-Già. Come sta?- domandò ancora.

“Sesshomaru comportati bene!” lo rimproverò Lumì.

“Non preoccuparti bellezza “ disse Blakert in modo da far innervosire Sesshomaru, neanche a lui stava molto simpatico.

-Ehi calma! E poi non hai risposto alla domanda … Lucertola bruciata- pronunciò quelle parole a bassa voce anche se sapeva che era inutile, che l’avrebbe sentito lo stesso.

“È stanca morta, ha una costola incrinata ma io credo che ne siano di più e aveva una ferita sul braccio che già si è rimarginata. Senti sei tu Inuyasha?” chiese scocciato.

-No. Sono suo fratello, Sesshomaru. Perché lo voi sapere?- chiese  ancora più indispettito e preoccupato per le notizie sulla salute di Kagome. Era conciata male.

“Sesshomaru per favore smettila di perdere tempo! Kagome ha bisogno di cure!” lo riprese ancora una volta il drago dagli occhi verdi.

“Nulla era per curiosità. Senti anche se mi da fastidio chiedertelo, ma credo che sia meglio che sia tu ha portare Kagome non vorrei che cadesse in volo” disse osservando i suoi simili occhi con astio.

-Va bene- disse solamente , senza aggiungere nulla si avvicinò a Blakert che si abbassò. Una volta presa in braccio una morsa gli strinse lo stomaco. Aveva tutto il viso sporco e a un lato della bocca c’era del sangue secco. Era inerme nelle sue braccia, l’unica cosa che pesava era la spada nera ma non così pesante, come quando l’afferrò lui la prima volta, probabilmente perché era a contatto con il corpo di Kagome. Scese dal dorso nero di Blakert e salì su quello di Lumì.

“ Andate avanti io vi seguirò. Grazie … Come ti chiami dolcezza?”

“Lu-Lumì. Ma io non ho fatto niente” lo informò.

“Già, ma trasporterai Kagome al posto mio” spiegò con calma lui, provocando ancora Sesshomaru.

“Ma è Sesshomaru che…”

-Andiamo Lumì! Non vorrai perdere tu,adesso, il tempo?- brontolò stringendo Kagome e afferrando le briglie.

“Ha ragione il cane mal riuscito Lumì, andiamo!” e aspettando che Lumì partisse dopo aver sghignazzato, spalancò le ali e ruggendo contro la luna spicco il volo.

 

 

 

Fineeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

Traduzione

* Nadu Souma daite  corpe a cada mere ta a cada sperit   … Tacia efa dourba : Noi siamo due corpi un solo cuore e un solo spirito …  Il tempo è finito.

** Mustared ecuto: distruzione acuta.

________

Cavolo ci sono riuscita a finire questo capitolo!!!!! Ci ho messo un eternità un po’ per mancanza di ispirazione, un po’ perché durante le feste ho avuto il pc (ancora una volta) rotto e un po’ perché mi sono goduta le feste ^^ . Comunque auguri di buon anno a tutti!!!

Beh che ne dite siete soddisfatti? Contenti che Finalmente Blakert è libero? E che Kagome sia riuscita ad utilizzare dopo molto la magia? Beh che dire non  ho niente da aggiungere lascio a voi i commenti spero siano tanti. Un kizzullo enorme a tutti ciao!!

Un ringraziamento va a:

angelik16: eccomi qui! Scusa il ritardassimo. Spero che ti sia piaciuto questo capitolo soprattutto perché finalmente Kagome ha trovato Blakert! Che ne pensi? Un kizzullo aspetto la tua recensione ciao!

Lorimhar: Ciaooooooooooooooooooo!sono stata contentissima di leggere la tua recensione!!!! E sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente. Si forse hai ragione Kagome è troppo “forte” però non mi piace che sia sempre la debole della situazione che deve essere sempre protetta. Comunque vedrai più avanti cosa accadrà! Spero che anche questo cap ti piaccia. Un kizzullo ciao!(grazie per la recensione, di nuovo).

E un grazie va a tutti quelli che leggono e seguano la mia ff un kizzullo anche a voi ciao!

Ps:lo prometto aggiornerò presto!

 

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Capitolo 10
*** Mi posso fidare di lei? ***


5.1

The War Of The Dragons

Capitolo 5.1

Mi posso fidare di lei?

 

Siamo due facce della stessa medaglia

Siamo come il sole e la luna

Siamo come la luce e il buio

Siamo così diversi ma tanto uguali

Siamo uniti da forti legami!

 

Il silenzio regnava a corte, era udibile solo qualche volta dei passi dei soldati che facevano la ronda notturna e del vento che giocava tra i rami spogli degli alberi. Le sentinelle postate sulle alte torri controllavano che sul territorio non ci fossero estranei e in qualunque caso erano pronti a dare segnale di pericolo. Erano anni che di nemici potenti non se ne vedevano . Diciotto anni che nessuno attaccava corte, tranne i piccoli demoni che cercavano di addentare carne umana. Non si sa il motivo quale fosse ma era tutto così surreale, tutto così … finto.

Stava letteralmente congelando,il motivo del perché non avesse concesso a Miroku di fare la ronda esterna era perché quel dongiovanni la riteneva debole. infatti quando lui insisteva dicendo che era debole,  lei rispondeva sempre che avrebbe fatto le cose più difficili, anche se controllare non era difficile però faceva freddo.

-Ehi Sango! Perché non entri?- una voce la distolse dai suoi pensieri e per poco non andò a sbattere contro uno dei Segugi. Erano dei cani troppo cresciuti e spaventosi che tutti avevano soprannominato lupi mannari, ma non erano niente di simili. Erano ottime guardie e anche se il loro aspetto era terrificante, erano molto affettuosi e ubbidienti.

-Fermi!- ordinò ai Segugi – E tu che ci fai qui? Non devi fare il giro interno?- chiese avvolgendosi di più nel suo mantello.

-Inuyasha  ha detto che l’avrebbe fatto lui … Sai che si annoia se non fa niente e quindi ha deciso di far scorrere il tempo così- rispose il giovane che le sorrideva.

-Nessuna notizia di quei due?- chiese ancora.

- No. Ma non preoccuparti saranno di ritorno tra poco, lo sento. Tu perché nel frattempo non torni dentro e ti riscaldi un po’ ? Non vorrei che quando il re torni mi metta ai lavori forzati perché la sua bella nipotina si è buscata un raffreddore!- Sango erra arrossita non solo perché le aveva detto che era bella, implicitamente ma l’aveva detto, ma perché tutti la consideravano la cocca del re o… Nonno.

-Miroku! TU sai bene che ODIO quando mi dite queste cose! IO NON NESSUN favoritismo dal re! È vero sono sua nipote e allora? Non mi pare che voi siate trattati da schiavi mentre io da principessa!No! Perché se vi viene assegnato un compito difficile viene assegnato anche a me! Quindi smettila di dire queste cose!- urlò rossa in viso dalla rabbia.

-Vabbene! scusa Sango non lo dirò più. Ma calmati hai spaventato persino i lupi man…  - ma lasciò la frase a metà vedendo lo sguardo di fuoco di Sango – E va bene i Segugi- terminò con un sospiro.

-Comunque non fa ridere. Torna dentro io ho quasi finito, gli altri soldati hanno già iniziato a fare il giro quindi non preoccuparti- disse superandolo.

-Come vuoi. Ti aspetto dentro!- le disse urlandole dietro prima che sparisse nel buio con le due bestie. “Non capirò mai come fa a camminare tranquillamente con quei cosi” pensò incamminandosi.

__________________

-Ehi tu?!- chiamò una voce superiore a un soldato che scendeva dalla torre ovest.

-Mi dica comandante Inuyasha – si rivolse il soldato sbadigliando.

-Nessun avvistamento? Cioè nessun drago di ritorno?- chiese con voce rassegnata poiché sapeva che la risposta era no.

-Mi dispiace Signore. Nessuno ha visto nulla- spiegò ancora con uno sbadiglio.

-Grazie lo stesso soldato.  Vai a riposarti lo meriti- gli disse dandogli una pacca sulla spalla.

-Si Signore!- disse salutandolo con le solite pose d’onore e andandosene con un sorriso.

“Se entro l’alba non tornano giuro che li vado a cercare io!” pensò frustrato.

Tornò a controllare ogni corridoio chiedendo ogni tanto a soldati, che facevano la ronda, se era tutto in regola. Passò un’ora intera a passeggiare per il castello e tornato nel vasto atrio incontrò Sango che ritornava dal suo giro.

-Ehi la Inuyasha! Come va?- chiese strofinandosi le mani. Anche se era molto grande il castello era riscaldato dai numerosi e grandi camini sempre accesi e scoppiettanti. Il tepore dell’ambiente era tanto piacevole che faceva rilassare al solo pensiero.

-Mmm… Tu piuttosto come stai? Tremi e hai il naso e le guance rosse dal freddo- le disse con fare fraterno. Era stata la sua prima amica e adesso la sentiva come una sorella.

- È vero fuori fa freddo l’inverno è alle porte, ma non preoccuparti sto bene. Nessuna notizia?- chiese lei ancora cedendo il suo mantello a uno dei servitori notturni.

-No nulla, ma se entro l’alba non sono qui io…-

-Li andrai a cercare. Lo so ma non puoi. Quest’oggi torna il nonno e tuo dovere accoglierlo. Andrò io, tu devi anche svolgere le tue mansioni no? Ci penserà Miroku a fare tutti i nostri lavori- disse sghignazzando seguita da Inuyasha che rideva per un altro motivo. Infatti  Miroku aveva sentito tutto essendo entrato proprio in quel momento. Sango non l’aveva sentito, così gli si posiziono dietro di lei.

-Chi è che farà i vostri lavori?- domando facendola sobbalzare.

-Miroku! Idiota ma ti pare il modo? Mi hai spaventato!- protestò lei dopo essersi ripresa dallo spavento.

-Regola numero 5 dei cavalieri: Non abbassare mai la guardia. Numero 7: I cavalieri non possono addossare il proprio lavoro agli altri cavalieri – le ricordò sorridendo.

-E la regola numero 2 che dice: non abbandonare un cavaliere in difficoltà? Dove la metti?- gli chiese facendogli la linguaccia.

-Hai dimenticato la postilla che dice: in caso che il cavaliere sia ferito o in caso di …emh…-

-Ti sei scavato la fossa da solo!- rise Inuyasha.

-Ma queste regole sono contraddittorie!- si lamentò lui come un bambino.

-Mi dispiace Miroku ma è il tuo dovere!- rigirò il coltello nella piaga Sango.

-Smettila principessina- la prese in giro, ma se ne pentì subito.

Sango stava per ribattere ma un suono di uno dei corni di guardia suonò, poi si sentirono delle voci provenire dall’esterno e poi la porta che si aprì sbattendo.

-Soldato che succede?- chiese Inuyasha.

-Il guardiano della torre ovest ha avvistato due volatili in quella direzione. Non è possibile specificare cosa siano perché troppo lontani. Si richiede la presenza di una trentina di soldati e di voi cavalieri!- esclamò con il fiatone.

-Riprendi fiato. Sango e Miroku andiamo, credo siano arrivati!- rivolse uno sguardo al cielo da dietro la porta e una piccola sfumatura azzurra apparve all’orizzonte. Il sole stava sorgendo.

Arrivarono di corsa al prato, trovandovi  una trentina di soldati affannati dalla corsa e pronti a sguainare le armi. Molti erano giovani si vedeva dalla loro corporatura sottile altri erano esperti guerrieri ben visibile anche a loro dalla corporatura massiccia. Altri erano demoni di vario genere.

-Signore cosa pensiate che sia?- chiese un signore in uniforme,alto e muscoloso e con la pelle bruna.

-Lo vedremo tra poco Generale. Ma se è ciò che credo non si deve preoccupare- disse tenendo il naso all’insù verso quei due punti che man mano si facevano sempre più grandi.

-Inuyasha guarda! È un drago quello?- domandò Sango sbalordita.

-SONO DUE DRAGHI!- urlò la sentinella dalla torre. – UNO è BIANCO L’ALTRO è… O MIO DIO è UN DRAGO NERO!!!- urlò euforico.

-Un drago nero?- era la domanda che si ponevano tutti  i soldati. Le voci iniziarono ad alzarsi finché qualcuno non iniziò a esultare – Si è un drago Nero! Esistono! Esistono veramente! – urlò un soldato –I CAVALIERI SONO AL COMPLETO!LA PACE TRIONFERà  PER SEMPRE!- urlò un altro.

Sango, Miroku e Inuyasha si guardarono in torno. Perché esultavano? Cosa sapevano? Cosa gli avevano nascosto?

-Avete chiamato un medico?- chiese il generale a un cadetto.

-Si signore! E proprio li lo vede?- disse indicando il vecchietto dai buffi occhiali e degli infermieri in piedi col naso all’insù.

-Capitano li c’è il medico- lo avvisò il Generale.

-Bene. Sango, Miroku venite con me- li disse facendo un cenno con la testa e si incamminarono a passo svelto, attraversando la folla esultante, cercando di raggiungere il medico poco distante.

-Dottore!- lo chiamò Sango una volta raggiunto.

-Oh Salve! Non credete che sia eccezionale?- chiese tornando a guardare i draghi avvicinarsi, dopo averli salutati.

-Si- sorrise Sango.

Inuyasha non rispose, ma iniziò a riflettere. Tutta quella gente adesso adorava Kagome, prima tra i vicoli della paese si sentiva bisbigliare cose di ogni genere e accadeva anche tra i soldati. Invece adesso esultavano e gridavano il suo nome. Ma perché credeva che qualcosa non andasse?

-Inuyasha! Stanno atterrando andiamo!- lo richiamò Sango, mentre Miroku si avviava superando la folla che era aumentata.

Riscosso dai suoi pensieri seguì Sango. I draghi enormi atterrarono nel momento in cui arrivarono nel punto libero. Il drago nero era bellissimo, possente e giovane. Tutti rimasero a bocca aperta e non si sentiva più volare una mosca. Sango, Miroku e Inuyasha erano rimasti a fissare il drago… Sbalorditi, mentre la fiocca luce del mattino creava giochi di luce sulle sue squame. Ciò che credevano leggenda era li dinanzi a loro, in carne e ossa, grosso e forte.

Inuyasha non ci credeva. Non poteva essere vero, i draghi neri erano estinti. Lui ne era convinto! Eppure era li. Si riscosse quando vide Lumì stendersi e far scendere per la prima volta Sesshomaru in quel modo, che di solito scendeva con un balzo. Qualcosa non quadrava. Lo sentiva.

Poi la vide. Abbandonata tra le braccia di Sesshomaru che diceva qualcosa ma lui non lo ascoltava. Kagome era immobile e sporca di terra e nell’aria un leggerissimo odore di sangue. Poi vide correre Miroku, Sango e il medico con gli infermieri verso di loro. Cosa le era successo? Era morta? No impossibile. Era un elfo non poteva morire.

“Accidenti!” pensò raggiungendo anche lui la barella dove era stata appoggiata.

-Che le è successo?- domandò ma nessuno rispose –COSA LE È SUCCESSO?- sbraitò afferrando per un braccio Sesshomaru.

-Ha tre costole incrinate, una cicatrice di un taglio sul braccio probabilmente si è rimarginato da solo ma non completamente e ha preso una brutta botta allo stomaco e alla schiena- disse con voce calma e pacata il dottore mentre continuava a visitarla. –Dobbiamo portarla dentro- disse infine riponendo i suoi strumenti nella sua valigetta.

-Si riprenderà?-chiese Miroku guardando la scena.

-È una ragazza forte e il suo sangue l’aiuterà. L’unica cosa che mi preoccupa di più sono che ha perso tutte le forze e le bruciature sulle mani- spiego guardando i due infermieri alzare la barella.

-Perché vi preoccupano quelle bruciature?- chiese Sango non capendo.

-Vedete principessa, sono bruciature magiche e non una magia qualunque ma oscura- termino facendo un sospiro.

Tutto intorno ai quattro Cavalieri si fermò. Non poteva essere… Era stata bandita prima della sua nascita. Ameno che non avesse quarant’anni era impossibile. Tutti i libri furono bruciati, ogni pergamena, ogni foglio sospetto.

“Guariranno le sue mani vero?”

Una scarica di brividi passò sulla schiena dei tre cavalieri. Di chi era quella voce? Non la conoscevano eppure era rimbombata nella loro mente!

-Ti avevo detto di tacere!- disse a denti stretti Sesshomaru.

-C-Chi ha parlato?- chiese ancora Sango. Il dottore nel frattempo guardava i cavalieri sconcertati.

-È lui!- disse Sesshomaru indicando il drago.

“Smettila di parlare e chiedi a quel vecchio se le sue mani guariranno!” tuonò e cacciando delle nuvolette di fumo dalle narici e facendo un passo avanti.

-Io non capisco più nulla!- sussurrò fissando il drago Miroku.

-Tu sei nei guai… Eccome se lo sei- disse Inuyasha puntando il dito contro suo fratello che lo guardò con aria di sfida. Poi si rivolse al dottore – Le sue mani guariranno?-

-Ci metterò un po’ , però sono fiducioso- sorrise prima di dare un segno agli infermieri che annuirono.

“Ehi dove la portano? EHI VOGLIO SAPERE DOVE LA PORTATE! AVETE SENTITO? DOVE LA PORTANO CANE??”disse rivolgendosi a Sesshomaru.

-Abbassa il tono oltre a noi non ti sente nessuno. La portano nell’infermeria del castello li la cureranno- rispose il ragazzo preso in questione –Vuoi che guarisca no?-

-Sango occupati di lui portalo alle stalle. Miroku tu segui il dottore. Io e TE dobbiamo fare una bella chiacchierata- disse poggiando il suo sguardo furioso  ai suoi occhi gemelli.

______

I raggi del sole già alto in cielo entravano dai finestroni della grande sala ovale dei cavalieri. Il silenzio che vi regnava fu spezzato dai passi di Inuyasha e Sesshomaru. Sesshomaru era apparentemente tranquillo anche se sul suo volto c’ era  un’espressione di  fastidio. Invece Inuyasha era furioso, eccome se lo ere.

-Sai che sei nei guai?- gli chiese con voce bassa.

-Lo so- disse sbuffando,Sesshomaru e sedendosi su una delle sedie.

-Adesso spiegami cosa è successo- disse sedendosi di fronte a suo fratello.

Sesshomaru sospirò. Sapeva che avrebbe dovuto dare delle spiegazione e sapeva che Inuyasha non si sarebbe mosso da quella posizione finché lui non avesse finito tutto il racconto.

Inizio spiegando che arrivati alla cascata lei gli aveva chiesto di non seguirla. Spiegò anche che lui si era rifiutato ma che lei aveva insistito. Gli raccontò che salita sulla roccia dei simboli strani si erano illuminati. Gli raccontò della ninfa, della domanda ridicola e strana,del portone apparso dalla cascata, del fermarsi del corso del fiume. In’altre parole gli fornì tutti i particolari fin quando lui aveva assistito. Poi gli spiegò di quando lei era uscita, del mostro o demone che fosse, del drago e del raggio blu.

Inuyasha osservò Sesshomaru, senza muoversi, senza proferire parola. Lo osservava distrattamente poiché la sua mente era ritornata alle parole del dottore. Aveva detto magia nera. Kagome capace di utilizzarla. Troppi eventi tutti insieme, la testa gli doleva. Non capiva più nulla.

Senza dire nessuna parola si alzò e uscì dalla sala. Si incamminò verso una delle torri non utilizzate per ordine del re. Il permesso di entrarvi era concesso solo a lui e al re stesso. Andava li solo quando aveva bisogno di risposte. Entro e si sedette su uno sgabello di legno polveroso era da un po’ che non vi entrava. Aveva dei dubbi da quando aveva incontrato Kagome e adesso la sua mente voleva risposte. inspirò l’aria polverosa e quando riaprì gli occhi chi cercava era di fronte a lui.

-Ciao- salutò tranquillo.

-Ciao Inuyasha – sorrise la piccola bambina.

-È da un po’ che non ci si vede- disse abbassando le sue orecchie canine e lo sguardo rattristato.

-Mi sei mancato- rispose la bambina dalla pelle bianca  quasi ad apparire trasparente, sorridendo.

-Ho bisogno delle risposte- disse tornandola a fissarla.

-Sono qui per questo no?- gli si avvicinò passando attraverso un raggio di sole e scomparendo per un millesimo di secondo per riapparire nell’ombra.

La bambina lo guardo e il suo viso angelico fu attraversato dalla rabbia.

-Inuyasha ci stai ripensando di nuovo vero? Quante volte ti devo dire che non è stata colpa tua e che era il mio destino? – lo rimproverò.

-Non posso farci niente Elen. Ogni volta che ci penso sto male. E colpa mia se sei morta. Sarei voluto morire io- spiegò tristemente stringendo i pugni.   

La bambina strinse i denti e cercò di dare uno schiaffo a Inuyasha. Ci provava ogni volta, lui ormai si era anche abituato a guardarla negli occhi mentre ci provava e se anche lo schiaffo non arrivava lui lo sentiva, pungente sulla guancia.

-Accidenti Inuyasha se sei venuto qui a ricordarmi che ti senti in colpa, li c’è la porta!- disse indicandola.

-No. Perdonami Elen- rispose sempre calmo.

-Già l’ho fatto. Allora ponimi le tue domande- disse con tono ancora arrabbiato.

-Cosa ci nasconde il re?- chiese dopo averci pensato.

-Lo scoprirai tra poco- rispose lei acida.

-Quindi immagino che ci dirà anche della profezia- la bambina annuì.

-Chi è Kagome?-

-Un elfo molto potente- rispose sorpresa. Ma che domanda era?

-Ha utilizzato la magia nera. Dobbiamo star attenti o fidarci di lei?-

-Tu ti fiderai molto di lei- rise coprendosi la bocca gesto che faceva sempre da piccola –comunque non è malvagia. La magia l’ha utilizzata solo per salvarsi la vita non la userà per altri scopi- concluse.

-Perché hai detto che mi fiderò di lei e poi ti sei messa a ridere?-domando curioso.

-Nulla. Lo capirai poi pian piano. Su continua- lo incitò.

-Guarirà?- ricominciò.

-Si. Adesso è molto stanca dormirà per un giorno e mezzo intero. Veglierò io su di lei-

-Grazie. Ma se la magia nera è stata cancellata per sempre come è possibile che lei la conosca?-

-In alcune specie le conoscenze si  trasmettevano tramite il sangue. E poi Inuyasha ricorda che nulla è per sempre- lo osservò seria.

-Lo so. Me lo dici sempre. Eppure tu sei qui- sorrise.

-Quando il mio lavoro qui sarà finito anche io me ne andrò- sorrise.

-Cosa è successo quando ha trovato il drago?- cambiò discorso.

-Te lo spiegherà lei- disse giocando con una ciocca di capelli, come se quelle domande l’annoiassero perché troppo facili.-Posso farti io una domanda?- chiese infastidita.

-Tutte quelle che vuoi- rispose lui sorridendole alla faccia buffa che aveva fatto.

-Perché hai detto a Kagome che era pazza e perché non gli hai detto che sono…  “reale”? Lei adesso crede di essere anche pazza! Ha paura di parlare e dire qualcosa di sbagliato. Lei ha paura di restare sola, e adesso che ha trovato una nuova casa tu la tratti male. Perché?  Non ha senso prendertela con lei- lo rimproverò.

-Mi fai domande di cui già conosci le risposte… E non mentire- la accusò.

-E se anche fosse?  Inuyasha mi hai offeso. E guai a te se non la tratterai come gli altri- lo minaccio conuna mano sul fianco e il dito dell’altra mano contro di lui.

-Perché che farai?- rise.

-Ti farò avere gli incubi peggiori della tua vita-lo minaccio. Lui  deglutì rumorosamente ma scherzando poiché sapeva che scherzava.

-Il re sta arrivando. Vai io gli parlerò più dopo- disse guardando il muro come se fosse capace di penetrarlo e vedere l’esterno e il mondo intero. Era stata sin dalla nascita un bambina prodigio, una veggente.

Inuyasha ricordava ogni istante del giorno della sua morte anche se erano passati tre anni. Lei era stata affidata alla sua protezione, le si era affezionata molto anche se non lo dimostrava ma lei lo sapeva. Era un giorno come un altro, era estate e faceva caldo. Per il momento c’erano solo due cavalieri e lui aveva solo 16 anni e Sango ne aveva 15. La bambina giocava sul prato, era un’orfana e il re l’aveva adottata poiché era a conoscenza dei suoi poteri. La giornata si prospettava positiva, ma qualcosa sul volto della bambina lo insospettiva. Anche se rideva un velo di paura si celava nei suoi occhi scuri. Poi lei gli si avvicinò, con la sua bambola di pezza stretta al petto, e le parole che gli disse furono come un pugno nello stomaco.

“Ti voglio bene Inuyasha e veglierò sempre su di te” dopo quelle parole lo abbraccio forte. Inuyasha in un primo momento non capì quelle parole. Poi trasalì e la strinse terrorizzato.

“Tu hai visto la tua morte vero?”gli chiese. La bambina annuì e scoppiò in lacrime, infondo era pur sempre una bambina. Lei gli diceva sempre tutto , ma quella volta gli aveva nascosto una cosa importante…  Lei sarebbe morta per mano sua.

“Ho lasciato una lettera al re. Non temere Inuyasha lui ti crederà e anche gli altri”

“Cosa vuoi dire?” disse guardandola negli occhi.

“Nulla” disse scuotendo la testa “Mi abbracci un altro po’?” domando con voce dolce tornando a piangere e singhiozzare. A Inuyasha gli si strinse il cuore e con tutto l’affetto che poteva la strinse a se cullandola fraternamente.

“Grazie fratellone. Non provare a chiedermi se puoi fare qualcosa perché non puoi… È il mio destino” lo anticipò. Rimasero nel prato per un po’ poi rientrarono.

Quando arrivò la sera accadde ciò che la bambina aveva predetto. Un ribelle era entrato di nascosto al castello. Era un uomo a cui era stato predetto da Elen la sua morte e quella del suo amico per accusa di omicidio.  Era entrato con l’intento di eliminare la bambina ma Inuyasha l’aveva sorpreso. L’uomo iniziò a insultarlo perché era un mezzo demone dicendogli che avrebbe fatto una brutta fine come le razze estinte. Sarebbe stato pestato e torturato per poi essere ammazzato con frecce incandescenti. Nel corpo di Inuyasha il sangue iniziò a ribollire, era lava incandescente che scivolava nelle vene. Dopo poco perse il controllo e fu accecato dalla rabbia. Elen proprio i quel momento intervenne per cercare di far ragionare Inuyasha e se da un lato aveva sperato che la sua visione cambiasse, in quel momento aveva perso ogni speranza. Si posizionò avanti all’uomo ed essendo accecato dalla rabbia Inuyasha trafisse con la spada lei anziché l’uomo che fuggì spaventato. Prima di morire Elen,stringendo una bambola di pezza tra le braccia, riuscì a farlo ritornare in se e pronunciò quelle ultime parole che si inchiodarono nell’animo di Inuyasha.

“Veglio su di te Inuyasha. Ricordalo ti voglio bene fratellone” e poi lo abbandono per sempre, candendo in un sonno eterno.

Dopo poco lei gli si rivelò con il suo corpo trasparente alla luce del sole, ma con gli stessi colori da viva. Capelli lunghi e neri, occhi scuri senza pupilla, era sempre la stessa, strana bambina di otto anni. Ma il re, che era a conoscenza di tutto poiché rivelato tutto dalla bambina nella lettera, successivamente gli spiegò che essendo legata a quel luogo ed non avendo finito il suo lavoro a corte non poteva andarsene. Inoltre lo aveva obbligato a parlargli nella torre abbandonata come punizione, poiché Inuyasha implorava di essere punito.

-Fratellone vai… Forza ci vediamo da Kagome- lo salutò.

Lui la guardo e gli sorrise-Ciao strega- e ridendo uscì. Si sentiva meglio.

 Percorse le scale di corsa, le trombe già squillavano e lui doveva arrivare nell’atrio del castello. Li vi trovò Sango, Sesshomaru e Miroku impostati e con le mani sulle else delle spade e tutti i servi in fila che aspettavano il re. Si affiancò ai tre cavalieri . Dopo che il re fu salutato da tutti i servi con un profondo inchino, arrivò ai cavalieri che estrassero le loro spade e poggiando la punta a terra si inginocchiarono e pronunciarono le parole solenni dei cavalieri.

-Serviamo la corona con Lealtà, Giustizia e Coraggio. La solenne promessa noi manteniamo, la nostra anima doniamo e con i nostri draghi il regno proteggiamo!-  terminarono all’unisono. Il re gli sorrise e poggiando la mano sulla spalla di Inuyasha diede il permesso di alzarsi.

-Bentornato Sire- sorrise Inuyasha.

-Salve ragazzo ti vedo in forma, anche voi  vedo in ottima salute- sorrise rivolgendosi anche a Miroku e Sesshomaru. – Sango piccola mia diventi sempre più bella e grande- disse abbracciandola.

-Ciao Nonno- lo salutò con un sussurrò e sorridendo.

Il re era un bell’uomo. Alto e capelli castani come quelli di Sango tranne per qualche ciocca bianca sparpagliata, erano lunghi e legati da un nastro e la sua carnagione dorata risaltava i suoi bellissimi occhi blu e il suo sorriso perfetto.

-Allora mi avete fatto chiamare no? Mi è arrivata voce che hai compiuto con successo la tua missione Inuyasha. Sono fiero di te ragazzo. Ma… Dov’è la nuova arrivata?- chiese sorpreso guardando ad uno ad uno i cavalieri.

-Riposa. È una storia lunga, vi racconterà tutto Sesshomaru – disse indicando il fratello alla sua destra.

-Oh! Allora cosa aspettiamo? Su andiamo nella sala ovale- disse sorridendo. La cosa più bella del re e che aveva sempre il sorriso sulle labbra.

Camminando il re raccontò del suo viaggio, della povera gente che aveva dovuto attraversare un periodo buio per la siccità, ma che con il suo aiuto erano riusciti a ritrovare la forza di reagire. Raccontò anche di vicende divertenti, pose domande e si fece spiegare da Inuyasha del suo incontro con Kagome.

Gli raccontò tutto, anche della sua capacità di sentire tutti i draghi e di udire i loro pensieri attraverso questi e gli racconto che con un allenamento era riuscita a controllare quella capacita.

Poi arrivati alla sala Sesshomaru iniziò il resoconto di ciò che aveva visto e del ritorno al castello, facendo partecipi anche gli altri due cavalieri. Come Inuyasha il re era caduto nel vortice dei suoi pensieri mentre giocava con la fede al suo anulare.

-Ora come sta?- chiese il re a Inuyasha.

-Non lo so- rispose facendo spallucce.

-Come non lo sai?-chiese sorpreso guardandolo -È il tuo dovere informarti-

-Bhè… dopo aver  ascoltato il racconto di Sesshomaru dovevo mettere ordine nella mia mente- disse guardando dritto negli occhi il re e spiegandogli tutto , solo con lo sguardo. Gli altri sapevano della storia del fantasma ma non vi credevano per questo Inuyasha non aveva raccontato nulla a loro.

-Capisco. Miroku tu hai notizie?-

-Si Signore. Purtroppo per eliminare i residui di magia il dottore ha dovuto utilizzare una magia che ha causato altri tagli. Fin quando non riprenderà le forze ci metteranno un po’ a guarire, ma il dottore dice che il suo sangue accelererà il processo di guarigione e ripresa della forza.  Le costole stanno ritornando a posto pian piano ma anche per queste fin quando non recupererà le forze non guariranno al ritmo normale per la sua razza- spiegò.

-Grazie ragazzo- sorrise il re.

-Dovere- rispose Miroku con fare solenne.

-Del drago chi mi sa dire?- domando poi.

-Io. Era agitato non voleva separarsi da Kagome, continuava a ripetere che non voleva stare lontano da lei adesso che l’aveva trovata. Ho fatto fatica a tranquillizzarlo le sue urla mi hanno massacrato la testa, ma l’ho convinto. Lui starà tranquillo e io gli porterò  notizie di Kagome ogni tre ore- sorrise fiera di se.

-Ottimo lavoro bambina- disse fiero anche il re.

-Aspetta hai detto che continuavi a sentire la sua voce anche quando Kagome e stata portata al castello? Io e Blakert credevamo che fosse lei la fonte che ci permettesse di comunicare- disse sorpreso Sesshomaru.

-Vedete non è poi così strano- Intervenne il re, - Ognuno di voi  ha delle capacità. Kagome e il suo drago riescono a parlare con voi e a sentirvi. Inuyasha comunica a distanze enormi con il suo drago. Certo solo se si concentra ma pian piano imparerà e non avrà più bisogno di concentrarsi. Miroku, Sango e tu ragazzo dovete ancora trovare la vostra specialità ma la acquisirete presto. Abbiate fiducia in voi e nei vostri draghi e vedete che ciò accadrà presto- disse paternamente guardandoli uno ad uno. Li aveva visti crescere e ora erano dei cavalieri saggi e giusti e più avanti lo sarebbero diventati di più.

-Mi è tutto più chiaro- rispose Sesshomaru guardando altre la finestra.

-Comunque rimane il fatto che hai infranto le regole e dovrai scontare la tua punizione. Lascio il compito a Inuyasha, io vado a parlare con il dottore e ho dei lavoretti da fare e da un po’ che manco. Spero che i capi del consiglio si siano comportati bene!- esclamò.

-Sono stati buonissimi- rise Sango, sapendo che quei vecchi non erano molto graditi al re perché attaccati alle regole stupide come l’etichetta delle presentazioni. Monologhi lunghissimi solo per dire il nome e la famiglia di provenienza.

-Bene! A dopo cavalieri- disse alzandosi.

-Che il bene e la luce sia sempre con voi!- esclamarono tutti e quattro portandosi la mano alla fronte.

-E il coraggio e la giustizia con voi- li salutò per poi uscire.

-Allora Sesshomaru stanotte e domani farai i turni di Sango e il mio. Adesso recati  in paese e controlla che sia tutto in ordine,poi passa da Koga e fatti consegnare i rapporti. Tornato qui vedrò qualcos’altro da assegnarti- spiegò .

-Si Signore- sbuffo scocciato Sesshomaru prima di uscire.

-Miroku tu vai dalle sentinelle e fatti dare i rapporti di avvistamento. Poi portameli mi troverai nell’ufficio. Dopodiché alle due passa dai soldati che tornano dai paesi circostanti e fatti consegnare anche da loro i rapporti-

-Si Inuyasha – e anche lui uscì.

-E io?- chiese Sango.

-Tu passa dal sarto dovrebbe aver finito i nuovi mantelli. Passa anche dal fabbro e rammentagli che deve passare qui a corte. Poi vieni ad aiutarmi in ufficio- quel giorno cerano tante cose da fare ma solamente di ufficio, poiché la questione “Kagome” aveva portato via molto tempo.

-Va bene a dopo Inuyasha- lo saluto sorridendo e uscendo anche lei dalla sala.

Rimasto solo Inuyasha guardò il quadro enorme sulla parete. Eccoli lì. Tutti e cinque gli ex cavalieri.

Tolem con il suo drago di fuoco, Mena con il suo drago di terra, Gewen con il suo drago d’acqua, Rekul con il suo drago di ghiaccio e infine Eiden con il suo drago nero. Infila, con la punta delle spade appoggiate a terra e  gli sguardi fieri e forti. Li guardò uno ad uno ed era impressionante come Miroku, Sango,Sesshomaru, lui e Kagome assomigliassero a qui cavalieri. Un brivido gli percorse la schiena e sospirando decise di andare a dare un’occhiata a Kagome.

Il dottore in un primo momento aveva esitato a farlo entrare, voleva che la ragazza stesse isolata fin quando non si fosse ripresa, ma poi lo lasciò andare.

Entrando nella camera la prima cosa che colpì Inuyasha fu l’odore di sangue. Adesso che ci pensava era un odore diverso. Non sapeva molto di ferro ma di un odore dolce e al contempo aspro, era… Buono. Osservò l’intera stanza il camino era acceso per riscaldare la stanza. Sulla scrivania era poggiata la spada elfica, mentre la nera era stata appoggiata a terra. Di sicuro non erano riusciti ad alzarla.

-Ci hai messo poco- sussurrò una voce che proveniva dal letto.

-Come sta?-domandò guardando verso il letto e vedendo Elen che accarezzava le ciocche corvine della frangia di Kagome.

-Dorme. È esausta- rispose guardandolo e notando che guardava le bende intono alle mani. – Non preoccuparti sono già in via di guarigione, anche se quando si sveglierà gli faranno molto male- se gli spettri fossero stati in grado di rabbrividire lei lo avrebbe fatto. Aveva visto il suo risveglio e la faccia che faceva per trattenere l’urlo di dolore quando provò a stringerle. Lo disse a Inuyasha che, alla sola descrizione, rabbrividì al suo posto.

-Non oso immaginare- rispose avvicinandosi al letto.- Mi sono comportato davvero male con lei. Mi dispiace- sussurrò.

-Lei lo capirà. Vuoi che ti avvisi dell’ora in cui si sveglierà?- chiese tornando ad accarezzare la fronte bianca imperlata di sudore.

-Si. Gli impedirò di muovere le mani- disse mentre strizzava una pezza in una bagnarola di acqua posata su un tavolino li vicino.

-Sai che non puoi- sospirò lei.

-Io ci proverò- disse lui appoggiando la pezza sulla fronte diafana.

-Fa come ti pare- disse alzando le spalle Elen –ho parlato con il re-

-Cosa ti ha detto?- chiese distrattamente.

-Che è contento che sei venuto da me. E mi ha chiesto del perché non sei venuto a chiedermi se Kagome e il suo drago esistessero veramente e quando li avresti trovati- disse lei guardandolo.

-E tu cosa gli hai risposto?- domandò improvvisamente curioso.

 -Che non sei venuto perché eri convinto che era impossibile, poiché sei orgoglioso e convinto dei tuoi pensieri- rise lei.

-Mmm Grazie, sempre gentile. Adesso devo andare se sai quando si sveglia avvertimi un ora prima- le raccomandò.

-Tranquillo-

Passò la giornata aiutato da Sango a controllare e firmare i rapporti. Aveva assegnato altri lavori a Sesshomaru come far prendere aria ai draghi, controllare la condizione delle stalle, lucidare le loro spade. Tutte cose futili, ma a lui andava bene così almeno non l’aveva messo ai lavori forzati. Ma quando Inuyasha gli disse che il turno notturno lo avrebbe fatto prima in basso con i Segugi e poi in alto con Arel, si rabbuiò. Non perché sarebbe stato troppo stanco o perché aveva freddo ma perché si annoiava. Il re invece aveva passato tutto il tempo nel suo ufficio per riceve il resoconto di ciò che era accaduto quando lui non era stato a corte.

Il sole era tramontato ed erano solo le cinque. L’inverno era arrivato e mancava poco che la neve cadesse. E Sango e Inuyasha trovarono un po’ di tempo per andare dai loro draghi e concedergli un po’ di coccole.

Infatti li coccolarono facendoli uscire anche se l’aveva già fatto Sesshomaru. Gli lucidarono le corna, controllarono che ci fosse abbastanza acqua e controllarono le zampe. Fino a quando non fu tempo di rientrare.

-Sango andiamo?- chiese Inuyasha entrando nella stalla di Karaius.

-Si un attimo. Ciao Karaius comportati bene con gli stallieri e non farmi sentire più che hai bruciacchiato i capelli a qualcuno- lo rimproverò.

“Non te lo posso permettere. Vai prima che bruciacchi Inuyasha. Mi rende nervoso!” disse con la sua voce possente facendo ridere Sango.

“Ti voglio bene” gli disse mentalmente.

“Anche io Principessina” solo lui aveva il permesso di chiamarla così perché lo diceva sempre con affetto e non per accusarla.

-Eccomi- disse raggiungendo Inuyasha che la aspettava fuori. –Che ne dici se andiamo anche da Blakert?- propose. –Infondo Kagome non può venire al momento… Ti prego- lo pregò.

-Va bene ma per poco stanotte faccio io il turno di Miroku- disse  girandosi e andando all’ultima stalla.

-Come mai così buono?- Chiese sorridendo.

-Perché se lo merita nonostante sia  demente come uomo è un ottimo cavaliere e anche tu. Quindi avrete la serata libera- disse fermandosi – Prima tu. Hai più confidenza – disse indicandogli la porta.

Sango entrò sorridendo e sorrise dolcemente quando iniziò a sentire i suoi pensieri.

“Che ci fate qua?” Era girato di spalle alla porte ed era seduto mentre osservava il paesaggio da una finestra in alto.

-Siamo venuti per farti compagnia. Ed ho anche notizie di Kagome- rispose lei facendo cenno a Inuyasha di entrare.

“Sei in ritardo di due ore… Mi hai deluso” brontolò.

-Perdonami ma avevo un servizio da fare- arrossì imbarazzata.

“Non preoccuparti. Il re è passato di qua e mi ha detto tutto” la rassicurò girando un po’ la teste per guardala.

-Bene. Blakert  lui è Inuyasha era lui che volevi conoscere giusto?-disse indicandolo.

Blakert si alzò e si girò per posizionarsi di fronte a loro per guardarli meglio. Ma mentre si girava un rumore di catene riempì l’ambiente.

-Cosa ti hanno fatto?- chiese Sango incredula.

-Ti hanno messo delle catene! Chi è stato?- domandò Inuyasha sconcertato. Lui non aveva dato ordine di incatenarlo. Anche se non lo conosceva come drago non l’avrebbe mai fatto incatenare.

-Quando sono venuta io non c’erano!- disse Sango guardando Inuyasha.

“Se e per questo neanche quando è venuto il re. Sono stati degli stallieri o come li chiamate che mi hanno incatenato per mettermi l’acqua. Io non avevo intenzione di far loro del male. Diversamente dal mio aspetto non sono un mostro” disse mostrando la zampa posteriore con la catena.

-Non preoccuparti vado a prendere le chiavi. Devono solo farci l’abitudine- gli rispose Sango prima di uscire.

“È una brava ragazza” disse Blakert.

-Si. Sesshomaru ti ha fatto uscire?- gli chiese poiché non aveva visto il fratello per tutto il giorno.

“No. Mi sono rifiutato io di uscire. Preferisco aspettare Kagome”disse sdraiandosi creando uno spostamento di aria che fece ondeggiare i capelli di Inuyasha.

“Le catene le avrei potute spezzare anche da solo e che volevo parlare con te da solo” spiegò il drago.

-Di cosa vuoi parlare?- disse ammirandolo incantato. Neanche Behiro era così… Drago!

“Si, volevo vedere chi e che aveva portato via Kagome quando aveva perso i sensi. Ti volevo ringraziare per averla fatta curare”

-Dovere- rispose Inuyasha sorridendo beffardo.

-Eccomi- disse Sango agitando le grosse chiavi.

“Sei troppo lenta” la prese in giro.

-E tu troppo burbero. Sei completamente diverso dal tuo cavaliere- rispose scherzando infilando la chiave nel lucchetto.

“Io e il mio cavaliere siamo come il sole e la luna. Lei e il mio sole e io la luna. Io brillo solo grazie a lei. Noi ci completiamo” spiegò con voce saggia e profonda.

-Anche poeta!- rise Sango mentre Inuyasha osservava la scena stranito. Come drago era abbastanza gentile.

-Dai Sango e ora di andare- disse poi.

-Ti porterò notizie di Kagome domani all’alba. Ciao Leggenda- l’aveva soprannominato così poiché tutti credevano che lui fosse ormai solo leggenda.

“Ciao impiastro” rise allegro ritrovando il buon’umore.

 

Fineeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!

Ooooooooooooook  anche questo capitolo è terminato. Visto questa volta sono stata veloce! Il prossimo sarà in arrivo presto penso entro sabato, ma non faccio promesse. Che ne pensate? Piaciuto? Aspetto i vostri commenti!!

Ringraziamenti a:

 lola2: Ma ciao! Si anche io amo le cronache del mondo emerso e soprattutto l’ultimo libro che è Leggende del mondo emerso. Bellissimooooooooooooooooooooo! Comunque grazie per i tanti complimenti mi hai fatto arrossire! XD ^\^… È bello sapere che la mia storia piaccia così tanto… Avevo dei dubbi all’inizio. Beh ecco il nuovo capitolo spero che ti piaccia fammi sapere! Un kizzullo 8kanemi8.

Angelik16: Beh quanti rivelazioni in questo capitolo! Hai visto che Inuyasha conosceva il fantasma? Che storia triste… Ed hai visto come è dolce Blakert? Io mi sono innamorata di lui!!!!XD. Beh questo è stato un capitolo diciamo di “riposo” il prossimo sarà pieno di rivelazioni. Aspetto la tua recensione un kizzullo ciao!

Le_montagnine: Ma ciao! Sono contentissima che vi sia piaciuta! E spero che vi continui a piacere! Per quanto riguarda Kikyo non ho intenzione di farla intromettere in questa storia… Ma nulla è da scontare. Può capitare che improvvisamente appare dal nulla! Come fa sempre -.-… Comunque un kizzullo anche a voi tau!

Un bacio va a chi legge continuamente la mia storia anche se non recensisce e un bacione va a chi ha aggiunge la mia storia ancora tra i preferiti! Ciao!

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Capitolo 11
*** Promessa fatta! ***


5.2

The War Of The Dragons

Capitolo 5.2

Promessa fatta!

 

Basta con i misteri

E basta ricordare chi eri

Adesso sei qui e ti dico:

Benvenuta nel mio mondo!

 

 

 

 

Aveva dato la serata libera a Miroku facendogli promettere di portare Sango a bere qualcosa e lui aveva accettato con grande piacere. Era la terza volta che faceva  il giro dei corridoi sullo stesso piano ed era tutto così silenzioso e calmo che sembrava surreale ma era anche così rilassante, però c’era sempre la sensazione che tutta quella pace non sarebbe durata molto.  Sbuffando risalì le scale e percorse i corridoi superiori ricevendo saluti dai soldati di guardia alle stanze delle figure più importanti di corte. Passò anche nella zona imperiale dove chiese se tutto fosse tranquillo e come sempre riceveva risposte affermative. Gli mancava un po’ di azione, qualche volta il re li aveva spediti a bloccare qualche conflitto tra villaggi ma era cosa da nulla, poiché a sol vedere i draghi gli uomini smettevano di litigare e si rifugiavano nelle proprie case.

-Capitano ancora in giro?- sentendosi chiamare si fermò e si girò.

-Sono di turno! E lei che ci fa a quest’ora sveglio? – domando avvicinandosi alla persona con cui parlava.

-Non sono poi così vecchio ragazzo!- esclamò finto offeso l’uomo dagli occhiali buffi. –Ogni  due ore devo controllare la ragazza e adesso sto andando proprio lì… Vuoi seguirmi?- Inuyasha annuì.

-Come sta?- domandò serio camminando con il dottore.

-Da quel che ho capito due ore fa, il suo processo di guarigione e più veloce, segno che le forze stanno tornando- spiegò.

-Le mani?- chiese ancora Inuyasha anche se sapeva già tutto.

-Beh quelle non le potrà muovere per un po’. Sto andando a cambiargli le bende, il sangue non accenna a smettere di uscire. La cosa più sorprendente e l’odore di quel sangue. Quella ragazza per me è una continua scoperta- parlò continuando a camminare velocemente. Ecco scoperto perché nella stanza c’era l’odore di sangue che Inuyasha aveva sentito.

-Ha avuto qualche esito dalle sue ricerche dottore?-

-Non molte ragazzo. Alcuni libri furono bruciati e le testimonianze sono poche e poco attendibili. Su un libro si diceva che addirittura bere del sangue elfico rendeva eternamente giovani. Fandonie naturalmente. Purtroppo posso solo bendarla e darle qualche tranquillante ma non posso fare altro. Non conosco nulla sulla medicina elfica. Come magia conosco solo quella che ho usato su di lei per eliminare le tracce dell’altra magia, ma non l’avrei dovuta usare- disse tristemente svincolando in un corridoio.

-Si spieghi-  lo incitò Inuyasha.

-Vedete la sua pelle ha reagito male. Sì, le tracce della magia che ha usato sono scomparse del tutto, ma quella che ho usato ha avuto un effetto collaterale su di lei. E quindi ho scoperto che una magia del genere non la posso utilizzare sulla pelle elfica- continuò.

-Quindi ogni volta che le accade qualcosa lei non può aiutarla con le arti curative perché potrebbe subire danni peggiori. Ho capito bene?- chiese grattandosi il mento pensieroso Inuyasha.

-Esatto ragazzo. Entra-  gli disse facendo un cenno con la mano verso la camera dove Kagome era curata.

Inuyasha si spostò ai piedi del letto in modo da lasciare libero movimento al dottore. Il vecchio le si avvicinò e dopo avergli controllato le pulsazioni e la febbre iniziò a sciogliere le bende della mano destra.

-Ah ragazzo vieni qui ho bisogno del tuo aiuto- lo chiamò sorreggendo a mezz’aria la mano di Kagome. -Prendi quella bacinella sul tavolo e riempila d’acqua fredda. Su forza fa presto!-

Inuyasha fece tutto velocemente e arrivato affianco d dottore e appoggiò la bacinella sul letto proprio sotto la mano. Il dottore lo ringraziò e pian piano tolse completamente le bende sporche di sangue e adagiò la mano di Kagome nell’acqua che divenne subito rosa. Inuyasha sentì il vuoto sotto di lui. Se Kagome si trovava in quello stato era solo colpa sua. Se non avessero litigato, lei non sarebbe scappata a cercare il drago da sola. Osservò ancora il dottore mentre asciugava delicatamente la mano di Kagome.

-Il sangue esce più lentamente, segno che le ferite stanno guarendo- sorrise contento e più tranquillo.

Inuyasha sentì di nuovo la sensazione di vuoto sotto di se quando vide le condizioni delle palme delle sue mani. Erano piene di tagli profondi e non aveva più uno strato di pelle e per questo,il dottore, non aveva applicato dei punti di sutura. Finito di fasciare la mano il dottore utilizzò la stessa procedura per l’altra mano.

Inuyasha la guardò sudata e con il respiro affannoso e gli ritornò in mente Elen. Sarebbe potuta morire per colpa sua! No, non poteva permettere che un’altra persona morisse. Le si avvicinò e accarezzandole la fronte si promise che non le sarebbe più accaduto nulla.

-Bene ho finito!- disse il dottore sospirando.- La buona notizia e che il sangue a quasi smesso di uscire…-

- La cattiva e che deve ancora stabilizzarsi del tutto- concluse Inuyasha.

-Io sono fiducioso. Anche se ha utilizzato una magia tanto malvagia non credo che lei lo sia- rispose prendendo tutto quello che doveva buttare e lo mise in un contenitore di paglia. –A questi ci penseranno i servi.-

Inuyasha e il dottore uscirono dalla stanza e arrivati a un corridoio si salutarono. Inuyasha fece altri giri e dopo aver costatato che c’erano abbastanza guardie a controllare, poteva ritirarsi per riposare. Così si diresse verso i suoi alloggi e si stese sul letto cadendo in un sonno senza sogni.

La mattina seguente si risvegliò nella stessa posizione in cui si era addormentato. La causa del suo risveglio? Un bussare incessante alla porta. Sapeva chi era ed era meglio che avesse avuto un buon motivo per svegliarlo.

-Cosa vuoi?- borbottò girandosi su un fianco.

-Dai dormiglione! Alzati devi lavorare!- lo chiamò il disturbatore.

-Ricorda che io ho fatto il tuo turno!- continuò a brontolare con la voce impastata dal sonno.

-E che sarà mai!Dai Capitano hai anche del lavoro da fare!-

-Miroku ma che fai?- intervenne un’altra voce. – Lascia riposare il Capitano sono tre notti consecutive che fa il turno!- continuò a rimproverarlo la voce femminile. –Inuyasha riposa penserò io al lavoro e anche a Sesshomaru. Prendilo come un ringraziamento- esclamò prima di portarsi via un Miroku piagnucolante. Di sicuro lo stava tirando per un orecchio.

Inuyasha ringrazio non una, ma mille Sango che finalmente aveva portata via Miroku. Però prima o poi si sarebbe dovuto alzare. I primi raggi invernali del sole iniziarono a fare capolino da dietro le montagne ed a illuminare leggermente la stanza rossa. E  Inuyasha si beò del timido calore di quelli che gli accarezzavano il viso. Era da tanto che non si concedeva un riposo adeguato. Era stremato per i diversi eventi accaduti, per i turni, per i ricordi. Probabilmente ricadde nel sonno che durò un’ora al massimo, quando fu richiamato da una sensazione con cui aveva imparato a convivere.

-Perché questa mattina non mi volete lasciar riposare? Infondo credo di potermelo concedere no?- chiese scocciato aprendo un occhio.

-Ma io non ti volevo svegliare- rispose la persona con cui stava parlando.

-E allora cosa sei venuta a fare Elen?- chiese grattandosi la testa.

-Sono venuta a controllarti. Sango ha detto al re che stavi ancora riposando e lui mi ha chiesto di assicurarmi che stessi bene- la voce proveniva dalla stanza ma non si poteva dire da quale punto precisamente.

-Non giocare a nascondino Elen!- la rimproverò –Comunque non c’era bisogno che venissi- si riferiva al suo potere di vedere le cose.

-È vero! Ma è anche vero che controllo Kagome, quindi non posso distrarmi - spiegò lei apparendo ai piedi del letto quando una nuvola ostacolò il passaggio dei raggi.

-Hai ragione scusa- si scusò mettendosi a sedere. – Quanto manca?- le chiese.

-Si sveglierà quando la meridiana segnerà le tre- disse guardando un punto fisso e Inuyasha capì che stava controllando una visione. –Il re ha detto che puoi prenderti la giornata di riposo- disse quando vide che Inuyasha si era alzato dal letto.

-Ho dei doveri- rispose semplicemente lui entrando nel bagno.

-Ieri ho avuto un’altra visione. Ma non molto chiara… Cosa hai giurato Inuyasha?- chiese curiosa raggiungendolo.

-Ho promesso di comportarmi bene con Kagome e di proteggerla non voglio che qualcun altro soffra a causa mia- spiegò asciugandosi il viso dopo esserselo sciacquato con dell’acqua gelida. Elen non gli rispose, lo fissava semplicemente.

- Cos’è che ti preoccupa?- le chiese guardandola.

-Sei ancora convinto di poterla fermare oggi? Dico nel muovere le mani- precisò.

-No. Sai ieri ho visto le sue ferite… Non ha neanche più la pelle- quell’ultima frase gli procurò un brivido lungo la schiena.

-La magia che va usata sugli elfi è particolare e Kagome la conosce- disse arrabbiata e Inuyasha la guardò sbalordito.

-Perché ti arrabbi?- le chiese dopo essersi ripreso e rientrando in camera.

-Perché non ho il permesso di rivelarmi a quel vecchio citrullo di un dottore e non l’ho potuto avvisare. Però prima che accadesse tutto questo, mentre svolgeva le ricerche, tante volte gli avevo fatto trovare al suo tavolo di studio,dei libri dalle copertine blu che parlavano di tutto ciò che doveva sapere per non commettere questi errori! Ma lui che faceva?Li ignorava perché non avevano titoli!-  esclamò piena di ira.

-Perché non sei venuta da me?- chiese fissandola incredulo. Lei sapeva e non gli aveva detto niente?!

-Perché? Non lo so Inuyasha! Mi ostino ancora a crede di poter cambiare le mie visioni sapendo già che non posso! E che è la stessa cosa che dico a te e che continuo a rimproverarti!- continuò iniziando ad andare avanti e indietro per la stanza.

-Prima hai detto che  Kagome conosce la magia elfica- le chiese indossando una camicia pulita.

-Non elfica, ma che non danneggia gli elfi. Lei ha molti libri a casa sua su questi argomenti. Tutte magie con parole elfiche, sconosciute ai nostri dottori- spiegò fermandosi e iniziando a torturare le mani invisibili.

- Quindi elfica- precisò lui.

-Chiamala come vuoi- brontolò scocciata Elen.

-Senti il dottore ha detto che il sangue stanotte stava cessando di uscire… Ha smesso?- chiese cambiando discorso.

-Le bende continuano ad essere sporche, ma sempre meno- lo informò

-Voglio quei libri che davi al dottore. Più argomenti trovi sugli elfi, anche fiabe, meglio è .-

-Va bene. Adesso vai non hai molto da fare oggi. Sii puntuale- raccomandò.

-Certo. Ah Elen?- la chiamò.-Chi ci sarà nella stanza con me?- domandò.

-Io in un angolo di sicuro. Sango e Miroku. Il re arriverà quando si sarà calmata. Inuyasha ti prego aiutala a calmarsi- lo supplicò con lo sguardo.

-Non posso cambiare ciò che vedi, lo hai detto anche prima. Ma se posso tranquillizzarla lo farò- rispose lui mentre Elen lo fissò e annuì.

-Già. A dopo.-

Inuyasha uscì dalla sua stanza e si diresse nell’ufficio del re per gli ordini. Non gli affidò nulla, solamente di controllare i vari rapporti che erano arrivati nel suo ufficio. Ma quando arrivò pensò di trovare enormi pile di scartoffie e invece non vi trovò nulla.

-Ci ho pensato io, Inuyasha - disse Sango chiudendo l’anta di un armadio.

-Grazie, ma non dovevi era il mio lavoro- le disse.

-Quello che ha fatto Sesshomaru ieri sera era il mio e tu gli hai alleggerito il lavoro facendo quello di Miroku. Questo è dovere- rispose sorridendogli.

-Miroku e Sesshomaru?- chiese lui ricambiando il sorriso e sedendosi dietro la scrivania.

-A Miroku è stato assegnato un lavoretto in paese. Sesshomaru è andato a fare un controllo a Dhuame-

-Come mai?- chiese distrattamente.

-Attacco da parte di un gran numero di demoni. Con lui è stato mandato anche Koga- disse alzando le spalle.

-Demoni eh?-

-Soliti demoni minori- rispose alzando le spalle.

-Bene. Senti sei andata a controllare il drago?- le domando prendendo un foglio sulla scrivania.

-Stavo per andare vuoi venire anche tu?- propose.

-No. Devo andare in paese, ma che ore sono?- chiese guardando la finestra.

-Mancano venti minuti alle due- Inuyasha si stiracchiò.

- E io che credevo di essermi riaddormentato per una sola ora- Sango rise divertita.

-Se Miroku non ti fosse venuto a disturbare avresti dormito tutto il giorno- continuò a sorridere divertita.

-Non credo. Tra poco Kagome si sveglierà-  Sango lo guardò non capendo.

-Come lo sai?- chiese con un sopracciglio alzato.

-Sesto senso- le rispose facendo un ghigno furbesco.

-Inuyasha tu non parli con i fantasmi- gli disse intuendo tutto.

-Tu non sai niente Sango- disse tornando serio e poggiando i piedi sul tavolo.

-Allora cosa dovrei sapere?- gli chiese adesso scocciata e arrabbiata.

-Nulla! Sono affari miei- disse acido.

-Allora dimmi perché io non la vedo?- disse sbattendo le mani sul legno freddo.

-Perché le è stato proibito!-

-E allora perché Kagome l’ha visto?- chiese ancora.

-Destino! Sango hai un lavoro da fare. Devi andare!- cambiò discorso.

Lei lo guardò  con rabbia. Era stanca del suo comportamento, era stanca di tanti misteri in quel castello! Non lo salutò neanche e se ne andò sbattendo la porta. Inuyasha dal suo canto non gli piaceva tenere segreti con i suoi compagni ma gli era stato ordinato dal re. Si alzò e andò in paese. Passo per la locanda di Ginevra che gli offrì da bere. La ragazza era sempre stata molto gentile con lui e si vedeva lontano un miglio che era attratta da lui, ma lui non ci badava molto.

-E allora caro Capitano che ci fa da queste parti?-  chiese posando il boccale sul bancone.

-Oggi non c’è molto lavoro e ho un po’ di tempo libero- spiegò sorseggiando il liquido giallo.

-Alcuni soldati hanno detto che il nuovo membro ha trovato il suo drago ed è maestoso-

-Si hanno ragione. Ma trovarlo è costato molto. Kagome non sta molto bene- continuò bevendo ancora.

-Cosa le è successo?- domandò lei sorpresa, pulendo il bancone con il grembiule. Non sapeva di quel particolare.

-Non lo sappiamo. Stiamo aspettando che si risvegli per poter capire. Adesso ha delle ferite gravi alle mani- spiegò poggiando i soldi sul bancone una volta finito.

-Oggi offre la casa. Spero che si riprenderà siete la nostra salvezza- Inuyasha la guardò in un modo indescrivibile. Tutti contavano su di loro non potevano sbagliare.

-Devo andare. Grazie Ginevra ci si vede- la salutò allontanandosi.

-Inuyasha?- Inuyasha si girò a guardarla e vide che era arrossita.

-Ti va se… ti va di uscire qualche volta insieme?- balbettò. Inuyasha la guardò era così dolce, ma per lui non era che una semplice amica.

-Sono in ritardo. Ciao Ginevra - la salutò nuovamente uscendo dal locale. Gli dispiaceva ma meglio mettere in chiaro le cose.

Arrivato al castello andò dritto verso la stanza dove Kagome era ricoverata. Bussò alla porta ma non ebbe nessuna risposta segno che non c’era nessuno. Entrò senza fare alcun rumore  e si avvicinò al letto. Mentre aspettava che si svegliasse osservò la stanza. Le pareti erano di roccia in fondo alla stanza c’era un caminetto scoppiettante e su un lato tre finestre chiuse da tende pesanti. Il letto era grande e ricoperto da coperte bianche, sui comodini delle lanterne ad olio accese. Sulla parete dove si trovava anche la porta c’erano delle mensole con tante ampolle e contenitori , e su un tavolo dei libri.

Osservò anche Kagome. Rispetto alla notte respirava normalmente e non sudava più, le bende erano leggermente rosa segno che il sangue non aveva cessato di uscire come sperava il dottore. Era stesa sempre nella stessa posizione. I capelli erano sparpagliati sul cuscino, la frangia ricadeva ribelle sulla fronte e aveva la bocca semichiusa. Le coperte erano tirate fin sotto le ascelle e lasciavano intravedere la veste da notte e le bende della fasciatura al torace. Si sedette sul letto e incrociando le mani aspettò. Dopo poco Elen arrivò avvisandolo che Sango e Miroku stavano arrivando, per poi scomparire in un angolo.

-Oh sei qui!- disse entrando Miroku.

-Allora?- chiese Sango riferendosi a Kagome.

-Ancora niente. Ma rispetto a come l’ho vista questa notte, sta bene- disse girando la testa per guardarla.

- Allora è una buona notizia- esclamò Sango prendendo una sedia e sedendosi accanto a Inuyasha.Non era più arrabbiata con lui, l’aveva già perdonato quando era uscita dalla porta. Stavano discutendo a bassa voce della giornata quando Kagome  finalmente aprì gli occhi.

-Ehi ciao!- la salutò dolcemente Sango alzandosi e avvicinandosi di più al letto. Kagome la guardò cercando di mettere a posto le idee poi sorrise debolmente.

-Ciao- la salutò con voce flebile.

-Splendore come stai?- la salutò Miroku sorridendo e mettendo un braccio sulla spalla di Sango.

-Ciao Miroku. Sinceramente non lo so come mi sento- disse chiudendo gli occhi e sorridendo.

-Ciao Kagome- la salutò infine Inuyasha. Lei aprì gli occhi e lo fisso.

-Ciao…- lo salutò con voce bassissima quasi non udibile, ma per Inuyasha non fu un problema sentirla. Si guardarono per attimi eterni poi lei abbassò lo sguardo e sospirò.

-Sai dove ti trovi?- chiese Sango.

-Al castello. Ma non so come ci sono arrivata sinceramente e…- poi tutti i ricordi prima di svenire corsero nella sua mente. Tutte le immagini tornarono vivide e soprattutto quella di Blakert. -… Dové Blakert?- chiese improvvisamente spaventata. E se fosse stato tutto un sogno? Se non l’avesse mai trovato?

-Tranquilla sta benone. Sai è preoccupato molto per te- rispose Sango. Kagome fece un respiro profondo, ma quel gesto gli provocò una fitta alle costole mozzandogli il respiro.

-Ah!- si lamento stringendo i denti.

-Fai piano Kagome hai tre costole incrinate- le disse Inuyasha.

-E io che credevo ne fosse solo una- sorrise amaramente. – Sango aiutami ad alzaremi non ce la faccio a stare così- gli costava molto chiederlo ma sapeva mettere da parte l’orgoglio quando voleva. Sango andò all’altro lato del letto e l’aiutò a sedersi con Inuyasha.

-E queste cosa sono?- chiese guardandosi le mani sorpresa.

-NO NON LE MUOVER...- Inuyasha aveva cercato di impedirle di farle fare quel movimento ma era troppo tardi.

Infatti Kagome cercò di stringere le mani ma un dolore violento la colpì. Un dolore diverso rispetto a quello provato poco prima alle costole. Erano come se miliardi di aghi incandescenti si conficcassero nella carne. Un urlo tremendo riempì l’aria. Sango si coprì le orecchie spaventata mentre guardava la sua amica urlare di dolore. Miroku fece lo stesso mentre Inuyasha scattò verso di lei prendendole le spalle.

-KAGOME!- la chiamò mentre lei stringeva i denti per trattenere altre urla agghiaccianti e stringendo al petto le mani.

-Kagome! Ascoltami, ASCOLTAMI! Respira lentamente. Tranquilla ci sono io qui!- le disse. Sentire quelle urla era diverso da come se le era immaginate. Fu come aver ricevuto una pugnalata allo stomaco. –Miroku corri a chiamare il dottore. Sango?- la chiamò ma lei continuava a guardare l’amica spaventata. –SANGO DANNAZIONE ASCOLTAMI!- le urlò contro e finalmente lei lo guardò. –Corri ad avvisare il re. ORA!- le ordinò. Lei dopo aver dato un ultimo sguardo a Kagome uscì di corsa.

-Kagome, ti prego ascoltami- le disse prendendole il viso tra le mani –Tutto deve partire da te! Respira piano e cerca di rilassare i muscoli- le disse asciugandole il sudore dalla fronte e due piccole lacrime sulle guance mentre lei continuava a tenere gli occhi chiusi e i denti stretti.

-Ma fa male!- disse tra i denti pronta a dare un altro urlo.

-LO SO ACCIDENTI! KAGOME ASCOLTAMI… Se non ti rilassi il dolore non passa- le disse ma lei non accennava ad ascoltarlo.- ELEN COSA DEVO FARE?- urlò apparentemente al nulla.

-Falle mettere le mani nell’acqua fredda senza toglierle le bende c’è troppo sangue. Aspetta il dottore.- Inuyasha la guardò e annuì. Prese tutto quello che gli serviva e riempita la bacinella la mise sulle gambe di Kagome. Le prese le mani e, sussurrandole di stare calma e che tutto sarebbe finito presto, le immerse nell’acqua. Dopo qualche secondo Kagome iniziò a respirare lentamente come Inuyasha le aveva chiesto.

-Brava così- la incito accarezzandole i capelli e tenendo entrambe le mani di Kagome immerse nell’acqua con la sua destra. –Perché ci mettono tanto dannazione!- imprecò guardando la porta.

-Toglimi le bende- Inuyasha si rigirò verso di lei che aveva smesso di digrignare i denti ma respirava ancora con affanno.

-No! Come ti senti?- le chiese subito dopo.

-Inuyasha  togli queste maledette bende!- si arrabbiò lei guardandolo. Inuyasha la guardò indeciso. Cosa doveva fare? Elen aveva detto di no, ma se lei lo guardava così arrabbiata ma con una preghiera negli occhi non poteva resistere.

Sospirò pesantemente e immergendo anche l’altra mano iniziò a sciogliere le bende mentre l’acqua, leggermente rosata prima, diventava rossa come una rosa poiché i tagli avevano iniziato a sanguinare di nuovo quando lei aveva provato a muovere le mani.

Kagome alzò una mano e si sentì male. Le sue mani erano martoriate. Le veniva la pelle d’oca, mai le era successo una cosa del genere. Sentì le forze venire meno ma le raccolse tutte per non cedere.

-Cosa mi è successo?- chiese con voce incrinata.

-Il dottore ha usato una magia per eliminare le bruciature di quella che tu avevi usato, solo che ha avuto un effetto collaterale. Perché non mi avevi avvisato che delle magie su di te non possono essere utilizzate?- le chiese guardandola tra il dispiaciuto e l’arrabbiato.

-PERCHè NON PENSAVO FOSSE NECESSARIO!- urlò furiosa, ma Inuyasha non ci badò -Guariranno vero?- domando poco dopo essersi calmata.

-Si. Il dottore dice che adesso che sei sveglia guariranno entro qualche giorno- la guardò mentre lei immergeva per pulire la mano e poi la issava per osservarla ancora. –Ti fanno male?- le chiese.

-Un po’- sospirò sconsolata. –Inuyasha non punire Sesshomaru per colpe che non ha- disse.

-Ha già scontato la sua punizione- le sorrise. Kagome lo osservo era così bello quando sorrideva.

-Cosa ci fai qui? Credevo che mi odiassi- abbassò gli occhi di nuovo sull’acqua.

-Non l’ho mai detto- rispose deciso.

-Ma lo hai dimostrato- lo guardò dispiaciuta.

-Perdonami.- Kagome continuò a guardarlo –È colpa mia se ti trovi in questo stato. Se non fossi stato duro con te io ti avrei potuto accompagnare e adesso non avresti le mani ridotte in questo stato- spiegò guardando l’acqua.

-Sarebbe successo lo stesso – sorrise tristemente.

-Kagome ti prometto che non ti accadrà più niente- ancora una volta Kagome lo guardò sorpresa.

-Non c’è bisogno Inuyasha, non devi sentirti in colpa- tornò a guardarlo.

Inuyasha stava per ribattere ma il dottore entrò sbattendo la porta seguito da Miroku.

-Ce ne avete messo di tempo!- brontolò Inuyasha.

-Non lo trovavo- spiegò Miroku.

-Fammi vedere le mani cara- disse il dottore agitato. Kagome ubbidì e adagiò le mani sull’asciugamano che il dottore teneva tra le mani. – Cosa è successo?- domando a Inuyasha che gli spiegò tutto. Dopo aver bendato nuovamente le mani il dottore la visitò e dopo aver fatto uscire i ragazzi le cambiò anche le fasciature alle costole.

-Inuayasha!- lo chiamò Sango affannata – Come sta?- chiese.

-Si è calmata, ma i tagli hanno iniziato a sanguinare di nuovo, adesso il dottore le sta cambiando le bende per le costole. Ma tuo nonno?- chiese.

-Sta arrivando- disse guardando Miroku.- Ti senti bene?- gli chiese.

-Perché il dottore può vedere e io no?- chiese serio. Per un momento Sango non capì poi lo colpì.

-Ti pare il momento di scherzare?- Miroku negò con il capo. Aveva ragione Sango.

-Inuyasha- sentendosi chiamare Inuyasha si girò e facendo un inchino salutò il re.

-Allora come sta?- chiese ma nello stesso momento si aprì la porta rivelando il dottore.

-Salve sire. Adesso potete entrare- acconsentì.

Il re sorrise e aspettando che fossero entrati tutti li seguì. Osservo solo per un istante la stanza perché la sua attenzione fu catturata da Kagome.

-Ehi come stai?- chiese Sango sedendosi accanto a lei.

-Un po’ scossa- disse guardandosi ancora le mani. Aveva sentita una nuova presenza ma le era indifferente.

-Mi dispiace per quello che ti è successo- le disse tristemente spostandole una ciocca corvina dietro l’orecchio lungo. Kagome sorrise amaramente.

-Kagome voglio presentarti una persona- disse Inuyasha attirando la sua attenzione. –Lui è il re Taeko –presentò.

-Conosciuto anche come il nonno di Sango - disse riuscendo a strappare un sorriso sincero a Kagome. Kagome lo guardò era davvero giovane.

-Salve Signore- salutò.

-Finalmente sei arrivata- sussurrò dolcemente il re facendola arrossire. –Magnifico! E gli occhi! Dottore avete visto i suoi occhi? Magnifico!- al re brillavano gli occhi. Era come un bambino che vede per la prima volta la neve.

-Si sire li ho visti- rise divertito il dottore seguito dai cavalieri.

-Sango fammi sedere- disse facendo alzare la nipote.

-Ti prego raccontami della tua vita!- la pregò. Kagome non smise di sorridere le era molto simpatico quel signore che tutto sembrava, in quel momento, tranne che un re.

-Beh non c’è molto da dire- si rabbuiò improvvisamente.

-Dimmi anche le cose più futili. Ma ho bisogno di sapere- disse poggiando delicatamente la sua grossa mano su quella piccola e fasciata di Kagome. Lei ci pensò un secondo e poi decise di parlare, si fidava di quell’uomo e comunque faceva parte di quel mondo non poteva mentre.

Il re passò l’intera giornata con Kagome che continuava a raccontare della sua vita. Sango e Miroku dovettero andare a svolgere dei compiti, mentre Inuyasha  era rimasto a sentire tutto. Era strano pensare che Kagome aveva passato tutta la sua infanzia a studiare e a nascondere la sua vera natura.

Parlò anche dell’incontro con Inuyasha e la sua impressione. Parlò della decisione di andare a prendere il suo drago, del fantasma, della scoperta del portale e del demone che voleva ostacolare il suo obbiettivo. E disse che non avrebbe mai voluto utilizzare quella forma di magia, ma il re la tranquillizzò dicendo che nessuno l’avrebbe saputo solo lui, i cavalieri e il dottore con i due infermieri.

-Si è fatto tardi- disse guardando una finestra. Era il tramonto. –Mi dispiace avervi fatto perdere tempo- si scusò lei arrossendo.

-Non avevo nulla da fare e poi la tua storia mi ha affascinato! Sei la benvenuta Kagome!- le disse abbracciandola e facendola arrossire di più.

-Grazie- rispose lei.

-Beh credo che questo giovanotto alle mie spalle ti debba dire due cose- Inuyasha aprì gli occhi sentendosi interpellato. –Allora vado. Io verrò da te domani.-

-È stato un onore averla conosciuta sire. Grazie per avermi ascoltato-

-No. Grazie a te Kagome di essere qui- e guardandola un’ultima volta se ne andò.

-Allora sentiamo cos’è che mi devi dire- chiese rivolgendosi a Inuyasha.

-Nulla di importante- mentì.

-Inuyasha?!- lo ammonì lei guardandolo severa.

-Come vuoi. Però non mi ammazzare- anticipò lui sedendosi sulla sedia accanto al letto.

-Non sono nelle condizioni di farlo- Inuyasha capì che alludeva alle mani.

-Allora mi ritengo fortunato. Comunque ricordi la storia del fantasma?- lei annuì con un sopracciglio alzato.-Ecco… Come dire… Esiste davvero- sibilò imbarazzato. Kagome lo guardò senza proferire parola aspettando che lui continuasse. –Mi ascolti?- lei annuì.  –Non sei arrabbiata?- le domandò.

-Ti strapperei la carne a morsi!- sibilò fra i denti provocando un brivido a Inuyasha per il modo in cui l’aveva detto.

-Ti avevo detto di non arrabbiarti!-

-Come posso non arrabbiarmi Inuyasha? Tu mi stai dicendo che il fantasma esiste e che tu mi hai fatto pensare che stessi diventando pazza!- disse mentre la sua voce saliva di un ottava. Poi fece un respiro profonde e lo guardo frustrata. –Perché mi hai mentito? Perché non mi hai detto la verità?-

-Ti temevo. Tu hai visto ciò che sono! E quel che sono è tremendo!- lei lo guardò con sguardo infuocato dal furore.

-Non venirlo a raccontare a me! So cosa significa e anche tu hai visto cosa sono, no? Sei come me? Si? Beh allora non sentirti l’unico cane bastonato Inuyasha. Non sentirti l’unico in compreso!- la guardò smarrendosi nei suoi occhi intrisi di tante emozioni che era impossibile decifrare.

-Voglio presentatela- disse distogliendo lo sguardo.

-Chi?- chiese lei ingenuamente – Come lo conosci?-

-Si lei è parte del mio passato, presente e futuro- disse avvicinandosi alle finestre e chiudendo le pesanti tende, mentre lei seguiva ogni suo movimento.

-Lei si chiama Elen. Poi ti spiegherò come la conosco- disse fermandosi.

-Come? È qui?- domandò sorpresa Kagome.

-Gli effetti dei medicinali hanno bloccato i tuoi sensi- Kagome guardò l’angolo buio da dove proveniva quella voce sottile che aveva già sentito, poi guardò Inuyasha che con le braccia incrociate al petto guardava l’angolo.

Pian piano un’aura bianca si fece avanti fino a far apparire un corpicino da bambina graziosa. Kagome sussultò ancora una volta, la somiglianza con Rin la impressionò.

-Ciao- salutò ancora la bambina – Non ti faccio mica paura?- chiese coprendosi le labbra con le mani per non ridere. Kagome scosse la testa mentre la osservava avvicinarsi e salire sul letto.

-Kagome lei è Elen- presentò Inuyasha.

-Ciao- sussurrò Kagome per poi sorridere. – Non sai che sollievo rivederti e sapere che anche Inuyasha ti veda!-

-Si lo so!- sospirò –Non cambierà mai!- le sorrise poi –Su fammi la domanda-la incitò.

-Perché riesci a stare sul letto e non riesci a sfiorarmi?- domandò sicura. Aveva capito che quella bambina aveva qualcosa di magico l’aveva sentito durante il secondo incontro. Ma sapere che leggeva nel pensiero le faceva venire i brividi.

-Ma io vi tocco. Siete voi che non sentite me.  È no, io non leggo nel pensiero ma prevedo il futuro. O visioni ogni manciata di secondo se sono in stretto contatto con una persona. Per questo sapevo che volevi chiedermi qualcosa-

-Straordinario- sorrise. –Ti chiami Elen vero?-

-Sisi… Ma sarà Inuyasha che ti racconterà di me… Adesso devo andare a parlare con il re. Ciao Kagome –

-Ciao- sussurrò vedendola scomparire quando Inuyasha aprì le finestre.

-Ti odio quando fai così!!- si lamentò Elen.

-Ciao strega- la saluto lui. Non ricevette nessuna risposta, se ne era sicuramente andata.

 -Voglio sapere tutto- lo guardò lei stringendo leggermente i denti.

-Ti fanno male vero?- costatò Inuyasha.

-Che importa? Voglio sapere tutto- Inuyasha vide la determinazione nei suoi occhi e l’accontentò. Iniziò a raccontarle ogni cosa tralasciando le parti più banali e personali. Kagome ascoltava dal suo sguardo non si leggeva nulla. “Chi sa a cosa pensa” si domandava Inuyasha osservandola. Qualche volta notava che tornava a stringere la mascella segno che l’effetto dell’antidolorifico stava svanendo del tutto.

Anche quando il racconto finì, Kagome continuava a tacere. Rifletteva. Non poteva capire cosa provava Inuyasha, non aveva provato un simile dolore. –Mi dispiace- disse infine.

-Ormai ho imparato. Vivo con il senso di colpa-

-Ma non è stata colpa tua- Inuyasha la osservò il buio era calato e le candele illuminavano il suo viso delicato.

-Se non fossi nato tutto ciò non sarebbe successo- disse guardandosi i piedi.

-Se non fossi nato i cavalieri non sarebbero al completo-

-Devo andare sarai stanca. Riposa io torno domani. Buona notte-

- Inuyasha io… No niente, buona notte- lo salutò. Gli avrebbe voluto dire per qualsiasi cosa lei c’era sempre, ma non voleva rendersi ridicola. Poi ci pensò, perché ridicola? –Inuyasha?- lo chiamò prima che chiudesse la porta.

-Dimmi- la riaprì.

-Per qualsiasi cosa io ci sono sempre- arrossì leggermente ma era determinata.

-Grazie- le sorrise e chiuse la porta. Quando era così Inuyasha era un buon ragazzo.

Chiuse gli occhi per resistere alla tentazione di sciogliere le bende e vedere le ferite stavano guarendo. Poi si stese e si addormentò sognando Totosai e il suo villaggio

 

Fineeeeeeeeeeeee.

Ok anche questo è andato. Che bello leggere i vostri commenti!!!Mi sento tanto lusingata quando mi fate i complimenti grazie.

Ringrazio:

-Angelik16: Ciao! Si davvero è un amore Blakert lo adoro anche io!!! Ecco qui il capitolo che aspettavi^^ spero come sempre che non sia deludente… ^^ Povera Kagome che dolore che ha sopportato rileggendo mi sentivo anche io male… Un kizzullo tau!

Lola2: ciao!Grazie per i complimenti -^^-… purtroppo Kagome ha sofferto tanto hai visto? Che pena. Si Elen e molto carina io l’adoro è un mito per me!!!! Hahahah ok basta fammi sapere se ti piace un kizzullo tau!

Le_montagnine: Ecco il nuovo capito!!! Sapete mi diverto molto a leggere le vostre recensioni hihihihi… Comunque ripeto: niente Kikyo! C’è ne sarà una o uno più cattivo… mmm meglio tacere altrimenti spiffero troppo hihihihih un kizzullo grazie mille per le recensioni tau!!!

Un kizzullo a tutti i lettori che seguono la mia ff!!!

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Capitolo 12
*** Ritorno al villaggio ***


6.1

The war of the dragons

Capitolo 6.1

Ritorno  al villaggio.

 

Basta ricordare i pochi attimi di pace

Per ritornare a sorridere.

 

 

 

-Hanno distrutto metà villaggio. Dieci uomini sono morti e un bambino. Signore erano demoni semplici ma avevano qualcosa che non andava. Mi sono scontrato con loro erano più forti di come ricordassi-

-Si signore, ha ragione Sesshomaru. Mi sono imbattuto anche io in uno ed era forte. Erano in troppi  per un villaggio di medie dimensioni e inoltre erano più grossi del normale-

- Le condizioni del villaggio?- si rivolse al primo.

-Pessime  Signore. Come ho detto e quasi del tutto distrutto i danni sono gravi. Le case sono distrutte e molte famiglie non sanno dove alloggiare e anche i campi sono distrutti. Hanno bisogno di aiuto Signore-

Il re guardava fisso un punto impreciso sulla parete, le mani incrociate sotto il mento e le labbra ridotte a una linea. Rifletteva sul da farsi. Non era una situazione semplice , da tanto non accadeva qualcosa del genere, che fosse una coincidenza o la profezia si stava avverando?

-Capitan Koga porti i suoi uomini al villaggio e portate il necessario per un accampamento. Porti con se anche dieci dottori e fate in modo che ogni singola persona sia visitata anche cinque fabbri, vi aiuteranno a ricostruire le case e vi affiderò anche due squadre del mio esercito partirete domani mattina all’alba-

-Si signore- rispose Koga portandosi la mano destra alla tempia.

- Sesshomaru quanto riguarda te andrai con Miroku a perlustrare le condizioni degli altri villaggi sotto la nostra protezione. Poi vai sulle montagne di Kurebea li abitano degli anziani, di che sono richiesti a corte sotto il mio ordine. Poi tornate immediatamente qui vi aspetta un duro allenamento. Partirai anche tu all’alba- fissò Sesshomaru con tale intensità che il demone pensò che stesse leggendo i suoi pensieri. Annuì con il capo e prima di uscire con Koga si voltò.

-Signore?-  il re alzò il capo e tornò a fissarlo – Kagome come sta?- chiese.

-La ragazza sta bene. Guarisce velocemente anche se le ferite si sono aperte di nuovo. Credo che adesso stia riposando ma puoi andarla a trovare prima di partire-

-Grazie Signore. Buona notte-salutò sorridendo.

 Il re, rimasto solo, pensò a cosa avrebbe dovuto fare. Aveva detto di portare gli anziani a corte perché dovevano addestrare i Cavalieri e per quel periodo doveva trovare un modo per controllare il regno. Poi doveva pensare all’addestramento di Kagome con il suo drago e anche per le arti magiche. Troppo tempo.  Poi qualcosa si illuminò nella sua mente e fece chiamare Inuyasha.

-Signore- salutò il capitano entrando.

- Inuyasha domani dovrai portare Kagome al suo villaggio per recuperare i libri di magia e per darmi le coordinate precise del posto. Lo metteremo sotto protezione, anche se è un peso in più e pur sempre il luogo dove è cresciuto un cavaliere.-

-Va bene. Devo far sellare Blakert signore?-

-Non credo che sia in grado già di cavalcare e volare su un drago. Aspetteremo che le sue ferite guariranno.-

-Sa che lei si opporrà?- domandò Inuyasha.

-Vedo che hai imparato a conoscerla molto bene in poco tempo- sorrise il re.

-Ho avuto un piccolo aiuto- sorrise anche lui.

-Il tuo piccolo angelo, già. Se si opporrà la farai salire con la forza sul tuo drago- tornò serio –Inuyasha al ritorno la aiuterai per l’addestramento che faceva con Sesshomaru. Poi tu e Sango le insegnerete a cavalcare il Drago Nero, però questo tra un paio di giorni.-

-Come mai tutta questa fretta Signore?- domando sospettoso.

-Dobbiamo essere pronti Inuyasha. Quando Kagome sarà pronta vi dirò una cosa- lo guardò.

-La profezia- sussurrò in modo da non farsi sentire.

-Adesso vai, ci vediamo domani- lo salutò il re.

-Buona notte- e uscì un po’ imbronciato per non aver capito tutta quella fretta.

 

____

Aveva incontrato suo fratello durante il giro di ricognizione e avevano chiacchierato su quello che era accaduto. Un’ora dopo si diressero nella stanza di Kagome trovandola già sveglia.

-E noi che credevamo di buttarti giù dal letto- scherzò Sesshomaru entrando.

-Ehi ciao! Ti vedo in forma quindi credo che la punizione inflitta da Inuyasha non sia stata poi così dura-

-No infatti. Scocciante ma non dura. Però vedo bene anche te-

-Si. Un po’ indolenzita ma bene- sorrise – Allora? Come mai i due fratelli sono qui?- chiese guardandoli.

-Io sono venuto a vedere come stai prima di partire visto che non avevo tue notizie-

-Partire?- domandò curiosa.

-A fare una perlustrazione. Un villaggio è stato attaccato da demoni semplici ma che sono diventati più forti. Koga deve essere già partito per istallare un accampamento per i sopravvissuti e ricostruire il villaggio. Io e Miroku invece andiamo a controllare la situazione degli altri villaggi e a prendere delle persone che ha richiesto il re- concluse.

-Capisco. Spero che per domani le ferite si siano richiuse così vi posso aiutare- si sentiva inutile.

-Prima devi fare un addestramento.- rispose Inuyasha –Il re ha detto che appena sei pronta andremo al tuo villaggio perché devi recuperare i tuoi libri, poi con me seguirai l’addestramento di Sesshomaru e appena sarai guarita con me e Sango imparerai a cavalcare Blakert. E solo dopo potrai avere il tuo primo e vero incarico.-

-Che sciocchezze! Sono in grado di cavalcare il mio drago e so anche gestire le voci dei draghi! So anche combattere e usare le spade! E i miei libri sono inutili!- si lamentò arrabbiata.

-L’essere salita su un drago per poco non vuol dire che sai cavalcarlo. L’addestramento lo farai perché ti serve per potenziare la tua tecnica. Saprai pur combattere ma hai duellato con Inuyasha?- chiese Sesshomaru indicando il fratello.

-Non sarà poi così diverso da voi- lo congelò.

-Oh e come se lo è. Mi duole dirlo, ma è così- disse serio.

-Vedremo. E dai spiegami cosa servono i miei libri. Per i dottori? Non capirebbero anche se gli insegnassi a leggere l’elfico. Sono formule contorte non semplice magia!-

-Per questo non ti so rispondere il re non mi ha detto il perché- disse Inuyasha. – Faccio venire Sango ti aiuterà a vestirti. Prima andiamo prima capiamo cosa succede-

-Ciao bei occhi. Quando torno voglio duellare ancora con te- la salutò Sesshomaru.

-Contaci- ridacchiò. Era così buono ma i suoi occhi erano tanto glaciali.

Sango arrivò poco dopo e l’aiutò a indossare la divisa, prima di andarsene il dottore gli cambiò le bende e costatò che dei tagli erano rimasti solo delle strisce rosa e la pelle si stava rigenerando. Le costole invece erano tornate al loro posto in una sola notte. Indossò un pesante mantello e uscendo vide una leggera nebbiolina e lo schiarirsi del cielo all’orizzonte. Sango l’accompagno nel punto di decollo per i draghi e vi trovò Sesshomaru, Miroku e Inuyasha intenti a discutere dei viaggi.

Miroku salutò Sango con un bacio sulla fronte e Kagome guardandola gli fece capire che doveva spiegargli un po’ di cose. Sesshomaru salì su Lumì e fece segno a Miroku di muoversi, dopo salutò con un gesto le due ragazze. Kagome, poco prima che i due draghi partissero, riaprì la mente e iniziò a sentire solo le voci dei draghi e gli augurò un buon volo. Lo spettacolo della partenza fu emozionante. I draghi si accovacciarono di più sulle zampe e improvvisamente spiccarono un salto per poi dispiegare le ali e volare veloci oltre le montagne.

-Sei pronta?- Kagome distolse lo sguardo dal cielo per guardare Sango chiacchierare con Arel, mentre la dragonessa le sfiorava con il muso la piccola mano.

-Dice di si- rispose Kagome per Arel. Non aveva avuto problemi nel mantenere il controllo in presenza di tre draghi e non avvertiva nessun segno di cedimento nell’ascoltare due draghi contemporaneamente. Ciò significava che nonostante la pausa, l’allenamento aveva avuto i suoi esiti e che quindi non aveva bisogno di altri allenamenti. –Quando potrò vedere il mio drago?- chiese poi a Inuyasha.

-Quando torneremo. Dai vieni -  rispose Inuyasha.

Kagome si avvicinò e accarezzò le squame del drago e sentì il calore che emanavano attraverso le bende.

“Sono felice di vederti” le disse Arel.

-Anche io- sorrise lei. Inuyasha disse ad Arel di abbassarsi di più in modo da poter facilitare la salita a Kagome, ma dopo un paio di riflessioni la strinse per la vita e spiccò un balzò.

-Ehi so saltare anche da sola!- si lamentò lei dopo che la fece sedere sull’enorme sella.

-Lo so. Solo che dopo ti saresti dovuta aggrappare alla sella e ciò significa piegare le mani e quindi il dolore e tu…-

-Va bene ho capito! Basta con inutili parole-

-Che c’è ti innervosisco? La mia presenza ti fa agitare?- sussurrò malizioso per stuzzicarla un po’ . Kagome strinse i denti e si maledisse per non poter utilizzare le mani.

-Ma falla finita cucciolo!- lo prese in giro. Occhio per occhio dente per dente.

-Ehi!Brutta…-

“Se non la finite mi incenerisco!” li schernì Arel.Nel frattempo Sango rideva a crepapelle mantenendosi la pancia.

-Con te ne discutiamo dopo- la minacciò Kagome. –Cosa fai?- chiese poi a Inuyasha.

-Vuoi cadere mentre voliamo?- le chiese mentre stringeva intorno ai suoi polpacci e alle caviglie delle cinghie di cuoio.

-Quando sono andata con Sesshomaru lui non le aveva- rispose lei osservandolo.

-Beh, era la prima volta che ti portava con se credo che abbia usato le briglie- lei annuì –Vedi noi non le utilizziamo ci impediscono di fare dei movimenti ed alcune volte non ci leghiamo neanche alla sella. Quando combattiamo specialmente- spiegò allacciando l’ultima cinghia. – ecco perché ti abbiamo detto che non sai cavalcare- si mise dietro di lei e si strinse anche lui le cinghie alle caviglie.

-Bastava spiegarlo- rispose.

-Bene. Infila il cappuccio ti terrà un po’ più calda e non sforzare le mani ti reggo io- le disse.

-Va bene- sapeva che doveva ascoltarlo anche se l’idea che lui la reggesse le dava fastidio.

“Reggetevi si parte” rise felice di volare, Arel. Dal basso Sango sventolava la mano e sorrideva. Kagome ricambiò il saluto e trasse un respiro profondo e si preparò per il vuotò.

Arel imitò i due draghi che avevano spiccato il volo prima di lei. Si accovacciò e con un balzo spicco il volo. L’aria gelida della mattina resa ancora più pungente dall’inverno le colpì la faccia. Chiuse istintivamente gli occhi e strinse al petto le braccia per riscaldarsi di più. Nel frattempo si beò della sensazione di vuoto nello stomaco che le piaceva tanto. Improvvisamente sentì il cappuccio scivolar via per poi risentirselo in testa, con un gesto da cavaliere Inuyasha lo aveva alzato e aveva stretto Kagome di più a se  per riscaldarla. Lei arrossì un po’ poiché quella era una situazione nuova, mai provata in diciotto anni.

“Digli grazie Arel” disse aprendo la mente completamente e facendo apparire due fiamme azzurre di cui una era più piccola. Voleva sentire cosa diceva Inuyasha.

“Dovere” rispose lui. Era sempre la solita risposta che dava a ogni ringraziamento. Dovere. Come se nella sua vita non ci fosse altro che servire ogni persona. Era delusa dalla sua risposta e sospirando guardò il paesaggio sotto di loro. Il sole stava sorgendo e il paesaggio si colorava di mille colori, passando dal blu a un azzurro poi grigio e infine arancione. Il rumore prodotto dalle ali di Arel  ricordava il rumore del vento che penetrava attraverso un foro nel muro ed era piacevolmente rilassante.

-Vedi quelle Kagome?- urlò Inuyasha indicando delle strisce grigie.

-Si. Cosa sono?- chiese guardando e cercando di capire di casa si trattasse.

-Sono le mura che segnano la fine del castello - le spiegò. Kagome rimase a bocca aperta tutto quel territorio era solo del castello. – Fra mezzora di viaggio ti farò vedere quelle che segnano la fine dell’intera Corte di Sougar- Kagome era sempre più affascinata da tanta grandezza.

-Ma se Koga lavora alle mura come mai io e Sango ci mettemmo così poco ad arrivarci?- chiese.

-Koga lavora a uno dei muri! A Sougar ci sono ben sette villaggi tutti delimitati da mura. Inoltre il re ha altri villaggi al di fuori di queste terre! Ne ha quattro sui monti Kurebea- disse indicando delle piccole punte che spuntavano a ovest. – Altri sette sulle terre vicino al Grande Oceano- indicò a est. –Altri sette a nord verso la Grande Foresta Millenaria e infine a sud due villaggi nella terra dell’ Oceano rosso. Sono tutti villaggi che si sono alleati a noi! Ci forniscono eserciti nel caso del bisogno e noi proteggiamo loro! Inoltre il re ha deciso di porre sotto la nostra protezione anche il tuo villaggio!- spiegò continuando a urlare per farsi sentire.

-Perché?- domandò Kagome.

-Perché è il luogo dove sei cresciuta. Vedi ogni villaggio sotto la protezione del re si trovano nella zona dove ognuno di noi, Cavalieri, siamo cresciuto e se noti ogni nostro Drago possiede la natura del nostro luogo di origine. Cioè Miroku viene dal sud dove c’è l’Oceano rosso ovvero il deserto l’elemento del suo drago è il fuoco. O come Sango che nativa del Grande Bosco Millenario il suo drago è un drago di terra e così via- spiegò.

-L’unica eccezione sono io!- rispose lei, per poi ingoiare poiché la sua gola si era seccata.

-Esatto! Ecco guarda il confine!- indicò altre mura più spesse.

Per il resto del volo non parlarono. Kagome nel frattempo si allenava ad aprire e chiudere la mente mentre Inuyasha osservava il paesaggio sottostante per  incidere nella mente il luogo.

-Come mai ci mettiamo più tempo rispetto a quando andai alla cascata?- chiese Kagome.

-Perché facciamo il giro più lungo. Devo capire meglio dove ci troviamo- spiegò. Kagome annuì e spontaneamente si strinse di più a Inuyasha quando Arel scese un po’ in modo da evitare delle nuvole che coprivano la visuale.

-Siamo arrivati!- le disse Inuyasha indicando il bosco dove si erano incontrati –Adesso tocca te guidarci-

-Bene! Arel vai verso ovest, ma non passare sopra il villaggio – disse al drago e preparandosi alla virata. Per un momento pensò di cadere ma i lacci alle gambe la tennero stretta come le braccia di Inuyasha. Kagome iniziò a pensare che infondo se avesse conosciuto prima Inuyasha così com’era non avrebbero mai litigato. Le scappo un sorriso ripensando a quando Inuyasha gli raccontò di suo fratello, che si era dimostrato un agnellino.

“Dove posso atterrare?” chiese Arel.

-Lì, dove c’è quella radura tra il bosco-Sospirò.

“Perché così lontano Kagome? Per arrivarci dovrete correre!”

-Lo so. Ma meno gente ci nota meglio è. E poi avrebbero paura di te sai non hanno mai visto un drago-

“Sarà, ma credo che sia una sciocchezza” non aggiungendo altro Arel atterrò nella radura. Ancora una volta la sensazione di vuoto pervase lo stomaco di Kagome facendole risalire lungo la schiena tanti brividi. Inuyasha, che non aveva proferito parola sulla decisione, sciolse i lacci ad entrambi e dopo che Kagome scese lui la seguì. Kagome si guardò a torno, inspiro profondamente e tutti i profumi invernali la pervasero.

-Questo è il posto dove mi allenavo- si rivolse a Inuyasha che annuì.

-Allora andiamo?- domandò lui.

-Si! Sai forse questo è l’unico posto che mi è mancato realmente- sorrise poi iniziò a correre senza preavviso. Kagome aveva imparato a essere lenta come gli umani per confondersi con loro ma spesso aveva visto che Inuyasha notava certi suoi gesti  troppo veloci, tanto che un uomo non se ne sarebbe accorto. Ma quando correva si sentiva così bene che non le sarebbe importato se qualcuno l’avesse notata.

Dopo qualche secondo Inuyasha la seguì facendo mille raccomandazioni a Arel, la raggiunse a breve e sorrise al pensiero di riuscire a stare fianco a fianco con una razza che era campione della velocità. Ci impiegarono dieci minuti a raggiungere il villaggio. Kagome si fermò e comprendosi di nuovo con il cappuccio, che era caduto, uscì dai cespugli con Inuyasha. Non passarono del tutto inosservati infatti attirarono molti sguardi da uomini che portavano sulle spalle fasci di legna secca per il fuoco, di donne che erano andate a prendere l’acqua e di un uomo in particolare che Kagome pregò che non la riconoscesse.

-Chi siete stranieri?- Kagome guardò Inuyasha che annuendo  si tolse il cappuccio.

-Sono un soldato della corte di Sougar sono qui per parlare con una persona. La mia amica qui sa dove trovarlo. Speriamo di non disturbare- si presentò Inuyasha.

 -Un soldato e sempre ben venuto qui tra noi. Io sono il Capo villaggio posso esservi di aiuto- si presentò l’uomo porgendo inaspettatamente la mano che Inuyasha strinse.

-Come ho detto la mia amica sa dove trovare questa persona, ma dopo vorrei scambiare delle parole con voi ho un messaggio da parte del re- continuò Inuyasha. Nel frattempo intorno a loro si erano radunate molte persone curiose di capire chi fossero  gli stranieri.

-Certo. Posso far venire mia figlia con voi resterà fuori dai vostri affari ma dopo vi potrà accompagnare al tempio- Inuyasha guardò Kagome che annuì.

-Grazie- rispose Inuyasha.

-È un piacere. Rin!- esclamò – Piccola vieni qua. Vai con il signore e dopo accompagnali al tempio- spiegò Morden alla figlia.

-Va bene- poi fece un inchino al ragazzo e alla misteriosa fanciulla.

Attraversarono la folla curiosa e passarono tra le case con le canne dei camini fumanti. Svoltarono in un vicolo e Kagome tirò un sospiro di sollievo.

Inuyasha nel frattempo guardava la bambina e confermava le parole di Kagome. Elen e Rin erano due gocce d’acqua, ciò gli procurò un brivido lungo la schiena.

-Avevi ragione è identica ad Elen - si rivolse a Kagome che sorrise –L’unica differenza e che oggi Elen avrebbe undici anni, lei ne dimostra otto- continuò. – Adesso mi chiedo se non si appartengano-.

- Come mai ti sei presentato come “soldato” e non cavaliere?- chiese cambiando discorso per non far preoccupare la bambina.

-Beh se hai deciso di non far vedere Arel un motivo c’è non so qual è, ma c’è. Allora ho deciso che sarebbe stato meglio presentarmi da soldato- fece spallucce Inuyasha.

-Siamo arrivati- disse lei fermandosi e guardando la porta dove bussò tre volte prima di ricevere risposta.

-Avanti è aperto!- urlò qualcuno da una stanza. Kagome e Inuyasha entrarono, ma Kagome vide che la bambina rimaneva ferma sulla porta mentre si sfregava le mani per il freddo.

-Non c’è bisogno che resti fuori Rin non ho segreti. Vieni entra-  le disse. La bambina la fisso. Solo una persona pronunciava il suo nome in quel modo. Dopo un po’ entrò sorridendo timidamente alla ragazza.

-Chi siete?- domandò di nuovo la voce ovattata dalle pareti .

-Vecchio almeno ci potresti  degnare della tua presenza-  in breve tempo il vecchio comparve e sorridendo accolse i ragazzi.

-Che bello! Ciò significa che sei riuscita ad arrivare a Sougar. Ma certo! Tu devi essere il capitan Inuyasha, sa molti viaggiatori di quelle terre parlano molto di voi e del suo drago- Rin trasalì.

-Si sono io. Non sapevo che raccontassero di me- disse Inuyasha.

-Si è vi descrivono anche molto bene, soprattutto le donne- disse facendo ridere gli ospiti. – Suvvia Kagome togli quel cappuccio mi pare di averti allevato bene e non da scostumata- la rimproverò.

-Hai ragione Totosai- si levò il cappuccio mostrando così le bende alle mani e il suo volto. Rin spalancò gli occhi e iniziò a balbettare. –Ciao Rin- la salutò Kagome sorridendole e abbracciandola a sua volta quando la piccola la abbracciò. –Sai sei molto cresciuta. Come stai?-

-Bene- sorrise la bambina – Ma Kagome perché te ne sei andata e senza salutarmi?- domandò imbronciandosi.

-Avevo un lavoro urgente da fare. Sono qui solo per prendere delle cose e poi devo ripartire- le diede un bacio sulla fronte.

-Cosa hai fatto alle mani Kagome?- chiese serio Totosai.

-Risultato di un imprevisto per incontrare il Drago- sorrise lei facendo spallucce.

-L’hai trovato?- domandò con occhi che luccicavano Totosai. Kagome annuì sorridendo.- Su descrivilo- la incitò.

-Non ti so dire. Lo visto solo mentre era assopito poi sono stata impegnata a lottare- con lo sguardo Totosai  la incitò a continuare e così fu. Gli raccontò tutto tralasciando la storia di Elen, il litigio con Inuyasha e la magia che aveva utilizzato per eliminare il mostro.

- Quindi quelle te le ha procurate il dottore con la sua arte magica- ripeté. –Voglio vederle. Vediamo  se posso fare qualcosa- Kagome annuì e Inuyasha la osservò mentre con l’aiuto di Rin scioglieva le bende. Quando mostrò le ferite Inuyasha si incupì e Totosai iniziò a esaminarle e dopo un’attenta analisi si arrabbiò con Kagome.

-Perché non hai avvertito i dottori che certe formule non vanno utilizzate su di te?- le urlò contro.

-Te l’ho detto non credevo che fosse necessario- borbottò.

-Sei sempre la solita stupida Kagome. Le ferite all’interno non si sono chiuse del tutto! Posso fare solo in modo che si chiudano ma la pelle ricrescerà da sola entro domani. Sei fortunata che posso guarirti anche se apparentemente i tagli sembrano guariti non è così e se la pelle fosse cresciuta a ogni sforzo i tagli si sarebbero riaperti e sotto la pelle si sarebbero formate delle chiazze di sangue e sarebbe stato davvero doloroso- si lamentò e Inuyasha trasalì. Avrebbe fatto due chiacchiere con il dottore.

Totosai si sfregò le mani e le tenne sospese su quelle di Kagome poi intonò una cantilena di parole strane. Inuyasha capì che si trattavano di parole elfiche. Kagome strinse i denti  e le ferite tornarono a riaprirsi senza far uscire una goccia di sangue. Rin chiuse gli occhi mentre Inuyasha guardava attento la scena. Pian piano le ferite iniziarono a richiudersi e non rimase neanche un solo segno rosa ma soltanto il rosato della pelle fresca. Kagome si rilassò e respirò profondamente per recuperare il controllo.

-Ecco. Rin rimettile le bende. Ragazzo dimmi coma mai siete qui?-

-Siamo qui su richiesta del re per recuperare i libri di Kagome - spiegò – E per chiedere al capo villaggio se accettano la protezione della Corte-

-E a cosa vi servono i libri?- Inuyasha scosse la testa per intendere che non sapeva nulla. – Kagome li ho rimasti a casa tua nessuno ci entra mai-

-Immagino che continuino ad avere timore di me anche se non ci sono- sorrise amaramente.

-Dicono che hai messo delle trappole e che ci sono dei fantasmi- rise Totosai alla stupidaggine seguito da Rin.

-Allora qui ho finito è stato bello rivederti Totosai - si alzò dallo sgabello dove si era seduta.

-Già vai via?- lei annuì.

-Si. Ho vari allenamenti da fare e io e Inuyasha vogliamo capire cosa vuole il re dai miei libri-

- Kagome - la ragazza si voltò a guardare il vecchio – Un giorno me lo farai vedere?- Kagome sorrise e annuì poi uscì dalla casa.

-Passiamo prima per casa mia  e poi Rin ti accompagnerà da Morden- Inuyasha annuì e silenziosamente la seguì osservandola mentre chiacchierava con la bambina.  Svoltarono in un vicolo e si trovarono di fronte a una casetta piccola. –Benvenuti nella mia dimora- disse aprendo la serratura con un incantesimo. –Rin non dire a nessuno della magia capito?- la bimba annuì felice di conservare un segreto per la sua amica.

-Allora fanno bene a temere la tua casa- Kagome guardò Inuyasha con un sorriso sghembo.

-Ah fanno molto bene- ed entrò. –Su via Inuyasha hai paura?- lo prese in giro –Casa dolce casa-

-Io non ho paura di niente!- e la seguì. Non c’era nulla di particolare solo mura spoglie una cucina piccola e una stanza con un letto e un armadio.

La vide avvicinarsi al mobile ed estrarre una sacca poi si avvicinò al letto e lo spostò. Sotto questo c’era una botola, la aprì e pian piano estrasse cinque pesanti volumi.

-Ecco qui i famigerati libri-disse inserendoli nella sacca. Si soffermò a guardare l’ultimo su cui c’era scritto in argento  “Taremere negruda”. Le tocco leggermente e poi lo infilò nella sacca.

-Cosa significa?- chiese Inuyasha. Lei lo guardò poi appoggiò una mano sulla testa di Rin.

-Scusa Rin adesso non sentirai per un minuto va bene?- la bambina timorosa annuì – Petrha- pronunciò e poi guardò Inuyasha. –C’è scritto Incantesimi di salvezza– disse, ma vide che Inuyasha non capiva e continuò –Formule per la mia salvezza. Tutti gli incantesimi che posso utilizzare per guarirmi e quelli che mi fanno del male- spiegò.

-È scritto in elfico?- chiese lui.

-Si. Li ha scritti personalmente mio padre in modo che non cada in mani sbagliate, almeno e ciò che mi ha detto Totosai- sospirò.

-Insegnami l’elfico!- Kagome lo guardò sbalordita.

-Perché dovrei farlo? Ti ho spiegato che se te lo insegnassi comunque non capiresti!- esclamò lei accigliandosi.

-Hai mentito. Perché allora Totosai lo conosce?- chiese lui prendendola per le spalle e guardandola con intensità.

-Perché vuoi farlo?- domandò in un sussurro.

-Non voglio che ti accada più nulla! Non voglio che succeda ciò che è accaduto ad Elen!- le urlò in faccia. Kagome lo fisso indecisa cosa fare poi annuì.

-Sarebbe comunque inutile sei incapace di utilizzare la magia e poi io so badare a me stessa!- scostò malamente le mani di Inuyasha dalle sue spalle.

-Si ho visto. Infatti le tue mani sono perfette!- lei lo guardò e con uno scatto gli si parò di fronte.

-Inuyasha tu non sei nessuno e non voglio essere l’oggetto dei tuoi sensi di colpa! Mettiti l’anima in pace quello che è accaduto è colpa mia non tua! Quindi non sentirti in dovere con me!-

-Sai ti ho capita!- fece una breve pausa –Hai paura di affezionarti alle persone!- lei si accigliò.

-Tu non SAI NIENTE DI ME!- gli urlò contro scandendo le parole.

-Smettila di fare così! Cerco solo di aiutarti!-

-Io non ti ho chiesto aiuto!- chiarì.

- Kagome ascoltami. So come ti senti! Sei come me all’inizio, ma pian piano capirai. Adesso hai noi. Vedi anche io sono cambiato ero scontroso e ribelle ma sono cambiato, prima non sarei riuscito a chiederti scusa adesso l’ho fatto- spiegò lui.

-Se è così vedremo in futuro. Adesso fai solo il tuo compito quello di allenarmi e farmi diventare un cavaliere.- Si avvicino a Rin e appoggiando una mano sulla testa disse –Senctra- e annullò l’incantesimo. LA bambina sorrise e lei guardò Inuyasha dopo di che uscirono. –Io vado da Arel tu Rin accompagna Inuyasha da tuo padre non fare parola di me capito?- la bambina annuì.

-Non voglio che vada da sola!- protestò lui.

-Ci vediamo li- tagliò corto lei senza rispondergli e dopo aver abbracciato Rin e fatte mille raccomandazioni se ne andò correndo.

Inuyasha si voltò furioso e con la bambina andò al tempio.

__________

“Perché mi comporto così? Infondo non mi aveva chiesto nulla di male”

“Beh forse ha ragione Inuyasha non ti fidi delle persone?” le chiese Arel.

“IO non mi fido neanche di me stessa”disse lei. “Mi dispiace lo avevo accusato del suo comportamento e  io mi sono comportata nello stesso modo… Ah sono un idiota”

“No che non lo sei .Vedi Kagome ognuno di voi umani ha delle paure. Tu hai paura di legarti troppo alle persone. Inuyasha ha paura di far del male alle persone che gli stanno accanto” tacque per un secondo “Sai credo che lui non ti farebbe mai del male per questo ti ha chiesto di insegnargli l’elfico. Per proteggerti.” Concluse con tono amorevole.

-Esci da lì l’ho so che sei arrivato- disse Kagome.

-Giuro che non ho ascoltato i vostri discorsi- disse uscendo da dietro a un albero con le mani alzate e un sorriso.

-Non mentire. Comunque se hai ascoltato meglio mi risparmi di ripetere il discorso- disse lei scendendo dal masso su cui era seduta.

-Contenta tu- disse lui avvicinandosi e accarezzando il muso ad Arel. –Ma voglio dirti che per qualsiasi cosa io ci sono sempre- Kagome lo fisso aveva pronunciato la stessa frase che il giorno prima aveva detto a lui.

-Può darsi- rispose lei salendo sul drago e ripartire. Meta: casa.

____

Il viaggio di ritorno parve più breve. Forse era la voglia di vedere il suo drago.

-Quando torniamo voglio iniziare l’addestramento per il volo!- grido per farsi sentire da Inuyasha.

-Non se ne parla! Devi fare l’allenamento per mantenere il controllo!- gli ricordò lui.

-Se Sango prende il suo drago e tu Arel mi potrei  esercitare contemporaneamente!- Inuyasha tacque.

- Non so vedremo meglio a casa- rispose lui. Kagome guardò il mondo scorrere sotto di lei e una domanda gli balenò nella mente.

-Capitano- disse per la prima volta – Quando torneranno Sesshomaru e Miroku?-

-Dipende se non hanno problemi tre o quattro giorni- spiegò. –Come mai mi hai chiamato Capitano?-

-Sei pur sempre un mio superiore no?- lui annuì anche se lei non lo vedeva.

Durante il resto del viaggio Kagome capì che Inuyasha e Arel stavano parlando di cose private visto che lei non riusciva a sentire Arel poiché aveva chiuso la sua mente. Il sole era ancora alto in cielo quando rientrarono a Corte. Lasciata Arel a un soldato si affrettarono ad andare dal re per far rapporto.

-Oh! Che gioia vedervi- esclamò il re. Inuyasha si inginocchiò e Kagome lo imitò ma il re si avvicino e li fece alzare. –Kagome ti vedo molto bene- le disse paternamente.

-Si Sire. Ecco ho portato i miei libri, ma se non sono indiscreta potrei sapere a cosa vi servono?- chiese lei anticipando la domanda di Inuyasha.

-Non servono a me. Servono a te per delle lezioni e anche agli altri cavalieri- Inuyasha fece un sorriso di vittoria. Se lei non gli avrebbe insegnato l’elfico l’avrebbe fatto qualcun altro.

-Non capisco- si accigliò lei.

-Lo capirai quando finalmente tutti e cinque sarete pronti- ripeté per la millesima volta il re. –Inuyasha allora sai dirmi dove si trova il villaggio e se hanno accettato la proposta?-

-SI Signore. Hanno accettato e ho disegnato una mappa dove si trova il luogo-

-Bene manderò dei soldati lì- disse grattandosi il mento pensieroso.

-Sire vorrei che trovaste qualcuno più capace di curare Kagome - disse a sorpresa Inuyasha.

-Ho già provveduto. Kagome conosco una persona che da anni studia la tua razza e conosce molte cose e i tuoi libri possono aiutarlo ancora di più. È un mago aiuterà anche voi altri cavalieri a imparare qualche trucco magico. Ci sarà anche una persona che vi allenerà alla battaglia e verrà anche il migliore dei fabbri al mondo- spiegò. Kagome annuì contenta della notizia e lo stesso fece Inuyasha contento dei provvedimenti.

-Signore posso andare dal mio drago?- il re annuì sorridendo –E potrei iniziare l’addestramento per il volo?-  Il re guardò Kagome sorpreso.

-Ma le tue ferite non sono ancora guarite- le ricordò.

-Non ho bisogno delle mani- si affretto a dire.

-Mi dispiace dirlo, ma la risposta è no. Preferirei aspettare ancora- Kagome delusa annuì senza proferire parola. Inuyasha era sorpreso perché era convinto che Kagome avrebbe insistito e invece…  Qualcosa non lo convinceva soprattutto per il sorriso che le era spuntato sulle sue labbra.

-Chiedo il permesso di andare Signore- disse lei facendo un aggraziato inchino.

-Andate pure ragazzi. Ah Inuyasha da oggi in poi non preoccuparti dei lavori impegnati solo ad allenarti-

-Come voi desiderate- e guardando di sottecchi Kagome che ancora sorrideva uscì dalla stanza.

______

-Mi dici cosa hai in mente?- le chiese una volta fuori al castello.

-Cosa ti fa pensare che abbia qualcosa in mente?-chiese.

-Il tuo sorriso. E non rispondermi con altre domande-

-Suvvia Capitano cosa c’è di male? Oh ecco quella è la sua stalla!- disse sorridendo. Inuyasha non riuscì a ribattere che lei era già corsa in direzione della stalla numero cinque.

Aveva chiuso la mente appena aveva iniziato a sentire le voci possenti dei tre Draghi presenti e i mal di testa. Aveva rimasto accesa nella sua mente quella fiamma dorata che illuminava il buio della sua mente regalandole un senso di felicità. Prima di arrivare la chiuse completamente sperando che Blakert non l’avesse sentita e bussò forte, dall’interno arrivò un brontolio sorpreso.

-Posso entrare?- chiese sorridendo aprendo la mente al SUO Drago.

“Oh Kagome!” esclamò felice vedendola entrare della piccola porticina per uomini. Sembrava un cane quando vedeva il padrone. Lei lo guardò un istante ammirandolo alla luce in tutta la sua maestosità. Poi gli corse incontro abbracciandogli l’enorme muso squamoso.

-Ciao- disse lei continuandolo a stringerlo. Non si era comportata mai con nessuno in quel modo, ma si sentiva troppo legata a lui.

“Ciao” fece le fusa lui beandosi del contatto con il suo cavaliere. Poi Kagome si staccò e lo guardò negli occhi color sole in contrasto con il colore buio delle sue squame. “Sei così… diversa. Non offenderti diversa nel senso che non sei come ricordavo sei… Elfica e Bellissima. Adesso capisco perché tutti i soldati sono innamorati di te” disse facendola ridere.

-Tu invece sei così grosso e… Bello-

“Solo?” chiese sedendosi e gonfiando il petto.

-No sei altro molto altro ma non so definirti sei così… così- disse lei indicandolo con le braccia aperte.

“Grazie per la tua illuminazione adesso mi è tutto chiaro” rise il Drago cacciando delle nuvolette di fumo.

-Sai mi sei mancato. E pensare che inizialmente ti odiavo- gli disse tornando seria.

“Anche tu piccola… Stiaref” sussurrò l’ultima parola facendo impietrire Kagome.

-Come sai?- chiese ancora sconcertata.

“Sono parte di te conosco molte cose e anche tu scoprirai di sapere molte cose di me” le spiegò.

-E se ti avessero sentito?- si rabbuiò lei.

“Che c’è di male? Infondo è il tuo nome elfico e poi non mi ha sentito nessuno” disse.

-Non voglio che le persone sappiano tutto di me e poi quel nome non va mai detto! Va utilizzato solo per fare cose importanti!-

“Come lo sai?” le domandò curioso.

-Non avevi detto che conoscevi molte cose di me?- Blakert sbuffo –Scoprii poco tempo prima di partire in uno dei miei libri una seconda lettera scritta da mio padre dove spiegava tutto. Dopo l’ho bruciata come lui chiedeva ma non ha mai citato questo nome l’ho sempre saputo che era mio. Lo sussurravo nella mia mente continuamente, è parte di me. Ecco adesso sai tutto contento?-

“Molto grazie Cristallo” lei lo fulminò “Suvvia Kagome almeno così lo posso dire”

-No!-

“Strega!” si lamentò lui facendo ridere di nuovo  Kagome.

__

Inuyasha era rimasto all’esterno non voleva disturbare Kagome. Ma aveva sentito tutto quello che diceva Blakert e si era sorpreso molto quando il Drago le aveva mentito dicendo che nessuno l’aveva sentito. Che l’avesse fatto di proposito? Scosse la testa gli e l’avrebbe chiesto in seguito. Si avviò verso la stalla di Arel  ponendosi tante domande ma senza trovare risposta.

 Arel si agitava sempre quando si parlava di Behiro e ciò faceva sorridere Inuyasha, stavano parlando un po’ dei vari avvenimenti quando qualcuno busso  al portone d’acciaio. Inuyasha guardò Arel per capire se era Kagome ma lei scosse la testa in segno di negazione.

-Avanti- disse Inuyasha curioso di scoprire chi fosse.

-Ma come non mi hai sentito arrivare Inuyasha ?- disse entrando sorridendo Kagome.

- Kagome?! No non ti avevo sentito e poi neanche Arel. Ti tieni in allenamento?- le chiese alzandosi.

-Si. Domani voglio iniziare con l’allenamento per volare. Ciao Arel -

- Kagome hai sentito il re- si lamentò lui poi aggiunse – Arel ti saluta-

-E tu hai sentito Totosai-  disse accarezzando il muso blu della dragonessa.

-E se si sbagliasse- le chiese poggiando una mano sul muso di Arel e fissando Kagome negli occhi.

-Non si sbaglia mai!- Sorrise beffarda –Vedrai domani-

-Hai già finito con il tuo Drago?- le chiese ancora.

-A te che importa?- lo guardò e sorrise –Andiamo? Ho un po’ fame- lui sorrise e annuì e salutando mentalmente Arel si avviarono a palazzo.

 

Fine!

Eccomi qui completato anche questo. Beh che ne pensate aspetto i vostri commenti in tanti… e stasera metterò anche l’altro capitolo già pronto^^.

Ringrazio:

angeli16: allora eccomi qui? Lo so l’incontro è un po’ troppo breve ma ce ne saranno di altri^^. E si è vero Kagome e Inuyasha iniziano ad andare d’accordo anche se… heheheheh non dico nulla  =^-^=  si vedrà dopo :P… ok un kizzullo ciao!

Le_montagnine: Ciaoooo! Hihihi come va? Allora sono contenta che a molti il cap precedente sia piaciuto! Anche io adoro Elen credo che sia così… tenebrosa e ha un bel ruolo! Beh aspetto altre vostre recensioni al prossimo cap ciao!

Achaori: Ciao grazie mille per il complimento ^///^ sono contenta che ti piaccia la storia. Si hai ragione Inuyasha è dolcissimo e come se lo è!!!!!! Come ho detto prima anche io adoro Elen è un personaggio molto importante, sai non credo che anche gli altri la vedranno ma mai dire mai… posso anche cambiare idea ^^ è tutto da vedere ancora. Ok un kizzullo al prossimo ciao!!!

Ringrazio anche i tanti lettori un kizzullo ciao!!

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Capitolo 13
*** Nuove sorprese ***


6.2

The war of the dragons

Capitol 6.2

Nuove  sorprese

 

Questa è la via che ho scelto

Proteggere il mio popolo anche a costo della vita.

Non ho paura, non ho ragione per cui averla

Sono quel che voglio essere

Temuto, odiato, amato, mancato.

Sono io che scelgo il  cammino

Sono io che scrivo il mio destino.

Sono io che faccio la differenza

Sono io la differenza!

 

 

 

 

 

 

“Behiro tu va verso est noi andremo a nord”

“Va bene. A più tardi Lumì!”l’enorme drago rosse insieme a quello bianco, che volavano al centro di una tempesta, si divisero volando in direzioni opposte. Aveva iniziato a piovere da qualche ora ed era impossibile vedere il territorio sottostante a causa del buio della notte e delle nuvole. Lumì era riuscita a capire dove si trovavano e così Sesshomaru aveva dato l’ordine di dividersi. Era una giornata intera che volavano e avevano solo controllato i villaggi dell’ Oceano rosso e mancavano ancora i villaggi della Grande Foresta Millenaria, del Grande Oceano e dei monti Kurebea dove dovevano trovare anche gli anziani richiesti dal re.

Le condizioni degli altri villaggi erano buone ma Sesshomaru temeva in un attacco quando se ne fossero andati. Ciò era possibile ma il re aveva detto che avrebbe provveduto a mandare degli eserciti adeguati.

Quanto potevano reggere?C’era bisogni di numerosi maghi per avvertire corte degli attacchi ma il re ne aveva solo una dozzina e non conoscevano altro che solo tecniche di comunicazione, se fossero stati feriti non si sarebbero potuto curare e ciò era grave! Non potevano permettersi di perdere maghi ne soldati!

“Lumì vola più velocemente” ringhiò mentalmente. Non vedeva nulla, sentiva freddo e la pioggia picchiava duro.”Sali più in alto!”

“Ma Sesshomaru starai male!” protestò il drago.

“Dobbiamo far presto! Muoviti” Digrigno i denti quando Lumì salì ancora di più per oltrepassare le nuvole. Fu un ottima idea, sopra non c’era pioggia gli unici disagi erano che non vedevano nulla e l’aria era rarefatta così da rendere più faticoso per Sesshomaru respirare.

“Ecco adesso sono fatti tuoi” si arrabbiò Lumì e senza più spicciare parola aumentò la velocità.

___

Mentre infilava in bocca un pezzo di carne, Inuyasha fissava Kagome che con molta delicatezza mangiava tutta la verdura che aveva nel piatto lasciando solo la carne all’interno.

-Perché non la mangi?- le chiese dopo aver bevuto un po’ di vino.

-Io non mangio carne!- esclamò offesa per la domanda .

-Beh scusa!-disse  addentando un altro pezzo di carne e continuando ad osservarla.  Era seduta scompostamente sulla sedia, aveva le lunghe gambe che penzolavano da un bracciolo della sedia, la schiena appoggiata sull’altro e guardava la carota trapassata dai denti della forchetta. Aveva uno sguardo vacuo, pensava. Inuyasha si chiese più volte a cosa stesse pensando fino a quando, dopo aver ingurgitato l’ultimo boccone decise di parlare. – A cosa pensi?-

Kagome destata dai suoi pensieri lo guardò alzando le spalle. –Pensavo che non è stagione delle carote, ma di sicuro provengono da qualche villaggio alleato- addentando la piccola verdura arancione e si mise a sedere composta.

-Non ti fanno male se le stringi?- erano costantemente nei suoi pensieri. Kagome sbuffo non faceva altro che chiederle delle sue mani.

-Danno solo un po’ di noia. Prudono perché la pelle sta ricrescendo. E comunque non ti devi preoccupare- disse lei fissandolo con i suoi occhi glaciali.

-Sai metti i brividi- le disse sorridendo mentre appoggiava i piedi sul tavolo della saletta accanto alla cucina.

-Lo prendo come un complimento- disse indifferente.

-Lo era- rispose malizioso. Kagome sorrise e sporgendosi dal tavolo si avvicinò a Inuyasha che si trovava di fronte a lei.

-Come mai così gentile e galante?- chiese a bassa voce. Mentre anche Inuyasha si sporgeva in avanti.

-Io sono sempre galante e gentile. Solo che lo dimostro solo con le persone che mi stanno simpatiche-

-Ah! È cosi allora?- sorrise beffarda e Inuyasha capì che tramava qualcosa – Kvytuno- disse lei toccando con l’indice il bicchiere sotto la faccia di Inuyasha che preso alla sprovvista non riuscì ad evitare la bolla di vino che si frantumò sulla sua faccia macchiandolo. Kagome non riuscì a trattenersi dal ridere, e scoppiò in una fragorosa risata per la faccia incredula di Inuyasha.

-Ehi non è giusto!- ribadì lui facendo il finto offeso ma sorridendo vedendo che Kagome finalmente rideva.

-Beh te la sei cercata- rispose lei riprendendosi.

- Che combinate voi due?- una ragazza entrando era rimasta sbalordita dalla scena. Che ci faceva Inuyasha macchiato e Kagome che rideva?

-Ciao Sango! Ti sei persa un spettacolo- disse Kagome trattenendo altre risate. Sango fu coinvolta da quella e sorrise tornando a guardare Inuyasha.

-Cosa è successo racconta!- la incitò lei sedendosi a capo tavola.

-Se vuoi te lo faccio rivedere-

-NOOOO!!- gridò Inuyasha facendo ridere di nuovo Kagome che fu seguita subito da Sango.

-Dai che scherzavo… Ah! Mi sento proprio bene- disse Kagome sprofondando nella sedia e guardando Sango.

-Si soprattutto adesso che noi avremo tempo per riposarci almeno finche Sesshomaru e Miroku non tornano- Sango guardò la finestra alle spalle di Inuyasha e sbuffo.

-Nevica- dissero poi in coro Kagome e Inuyasha.

-Ci metteranno più del previsto- si rabbuiò Sango.

-Conosci Sesshomaru e Miroku non si fermeranno per un po’ di neve- le ricordo Inuyasha.

Poi tutti stettero in silenzio. Con il loro udito finissimo Kagome e Inuyasha sentivano il fischiare del vento che trasportava con se i fiocchi di neve, mentre Sango giocava distrattamente con una gocciolina sul tavolo.

-Ehi che ne dite di andare ad allenarci con le spade? Infondo non abbiamo nulla da fare ed è troppo presto per andare a letto- propose Kagome.

-Ci sto. Tu Inuyasha?- il mezzo demone guardò le due ragazze e sospirando accettò la richiesta.

-Perché no… Su andiamo! Ma non mi batterò con te Kagome non con le mani in quelle…- ma si bloccò per evitare che un calice lo colpisse.

-Sono in grado di maneggiare le mie spade… O forse la tua e solo paura?- e ridendo uscì dalla stanza per recuperare le sue spade.

___

“ Ecco la foresta!” esclamò Lumì sorvolando la distesa verde.

“Bene! Gli abitanti dei villaggio principale devono aver già ricevuto il messaggio” il Drago annuì e planando raggiunse il gran villaggio e dove delle torce azzurre brillavano anche durante la tempesta, Lumì atterrò li venendo subito raggiunta da dei giovani stallieri che gli indicarono la strada per le stalle costruite per loro. Sesshomaru dopo aver fatto mille raccomandazioni accompagnato da un anziano servo entrò nella Villa.   Fu accolto da inchini da parte di tutti i servi, dottori e riconobbe due maghi presenti per ordine del  re.

-Da questa parte Signore, il padrone l’attende- disse il vecchio indicando una porta.

-Grazie- disse prima di bussare e entrare –Scusi il ritardo Signor Otrenea- disse Sesshomaru facendo un inchino.

Il signore del villaggio fece altrettanto guardandolo. –Non si preoccupi Cavaliere Sesshomaru. È un onore avervi qui! Beh cosa aspettiamo mettiamoci a lavoro- Sesshomaru annuì e sedendosi alla scrivania iniziò a leggere i vari rapporti dei villaggi.

Qualche volta guardava di sottecchi il Capo villaggio. Era sempre stato un uomo di poche parole e mai molto simpatico. Da quando era entrato aveva detto solo – Ecco… Questo e di pochi giorni fa… Tenga…- e  ciò faceva innervosire Sesshomaru.

-Bene. Presto arriveranno dei soldati. Riunite anche i vostri soldati ne abbiamo bisogno- disse Sesshomaru parlando per la prima volta dopo ore.

-Io credo che questa storia sia stata vista con troppa gravità. Erano solo pochi demoni- disse il re sbadigliando scocciato.

-Che hanno distrutto un villaggio intero- rammentò Sesshomaru.

-È colpa dei villani che non hanno un esercito a dovere- protestò il signore.

-C’erano anche soldati della Corte Signore e alcuni sono gravemente feriti. Le consiglio di non sottovalutare la situazione è più grave di quanto voi pensiate!- sibilò fra i denti irritato dalla situazione.

-Come lei desidera Signor Cavaliere- disse con finto dispiacere per ciò che aveva detto e facendo un profondo inchino. Sesshomaru lo guardò con disprezzo e salutandolo con un cenno del capo se ne andò. Uscì velocemente e notò che aveva smesso di piovere ma che delicati fiocchi di neve scendevano.

-Portami il mio drago- disse a un servo di passaggio. Dopo esser risalito sulla groppa di Lumì le diede l’ordine di sorvolare i villaggi per vedere se effettivamente era tutto in ordine come aveva letto.

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Kagome camminava tranquilla per i corridoi quando un odore familiare la colpì e svoltando nel corridoio opposto a quello in cui doveva andare, vide Koga che chiacchierava con un soldato.

-E tu che ci fai qui? Non dovevi essere con i tuoi soldati al villaggio distrutto?- chiese avvicinandosi.

-Sono contento di vedere che stai bene Kagome. Sai c’era da informare il re ed i cavalli sono troppo lenti così sono venuto di persona, essendo molto veloce- Kagome sorrise, Koga si vantava un bel po’.

-Capisco. Quando avrai tempo libero voglio fare una gara con te- Koga sorrise beffardo capendo le intenzioni di Kagome.

-Dove vai?- le chiese subito dopo notando che stringeva al petto le spade.

-Il re ci ha esonerato dai lavori, così ci annoiavamo e abbiamo deciso di allenarci un po’ con queste- le guardo con orgoglio e vanto vedendo come Koga le osservava.

-Hanno un’aria pesante, come fai a tenerle?- chiese.

-Non sono per nulla pesanti. Forse per te ma non per me, su vieni anche tu… Oh forse devi lavorare- aveva dimenticato che Koga era un capitano e che era tornato per lavoro, gli era simpatico anche se l’aveva visto una sola volta.

-Ho qualche minuto libero- sorrise seguendola.

-Sento puzza di lupo- disse Inuyasha girandosi verso la porta e guardare i due giovani che entravano in quel momento.

-Oh salve “Capitano”- disse l’ultima parola in modo beffardo, Koga – Vedo che stai bene botolo ringhioso-

-Ehi! E mai possibile che litighiate anche quando manca Sesshomaru?- domandò Sango grattandosi la fronte.

-E io cosa mi sono persa?- si intromise Kagome mentre infilava le spade con i foderi nella cinghia di cuoio alle spalle –Su Inuyasha iniziamo?- Koga si girò di scatto a guardarla incredulo.

-Tu non puoi contro di lui e poi le tue mani… – Kagome lo guardò ma non riuscì a decifrare la sa espressione.

-Koga tranquillo- lo rassicurò Sango – Guardali- disse indicandoli. Kagome passo di fronte a Koga camminando elegantemente e sensualmente tanto che l’ occhio lupesco cadde sul suo fondoschiena e la mano di Sango sulla sua nuca lasciando un segno rosso.

Una volta posizionati uno di fronte all’altro Kagome sorrise a Inuyasha che la guardò incerto.

-È una stupidaggine!- protestò lui.

-Non sono delicata. Suvvia Inuyasha così mi fai credere che hai paura!- dal fondo della sala arrivò una risata mal trattenuta da parte di Koga e ciò fece scattare Inuyasha.

-Va bene. Facciamo come vuoi- trasse fuori la sua spada e la punto verso Kagome facendo un cenno con il capo. Kagome capì il messaggio e annuendo afferrò la sua spada elfica ma senza estrarla corse versò Inuyasha che l’attendeva. Koga fischio quando tra le due lame, che si scontrarono, apparve una scintilla. Kagome guardò negli occhi Inuyasha e sorridendo si allontanò.

Inuyasha la guardo poi con eleganza attaccò, ma Kagome schivo gli attacchi con una serie di salti all’indietro.  Si portò una ciocca corvina dietro l’orecchi e continuando a sorridere attaccò lei. Questa volta non si fermarono, i colpi si susseguirono uno dietro all’altro, movimenti puliti e precisi. L’aria si tagliava in due come una ferita per rimarginarsi velocemente una volta che la lama era passata. Andarono avanti così tra le risate cristalline di Kagome che si stava divertendo tantissimo, le mani le prudevano ma non le interessava. Poi improvvisamente si allontanò in un lampo facendo indietreggiare di poco Inuyasha che le stava dando non poco filo da torcere. Rimase accovacciata con la spada in orizzontale di fronte al suo viso, Inuyasha la osservò era… incantevole ma al contempo tenebrosa. Improvvisamente fu ghiacciato dal suo sguardo, infatti Kagome lo osservava da sotto le sue lunga ciglia, uno sguardo felino lo stesso sguardo di un gatto che nella notte si prepara ad attaccare un topolino ignaro del pericolo che corre. Inuyasha inclinò leggermente la testa studiandola e sorrise quando capì le sue intenzioni.

-Non sei leale- le disse.

-Chi ha parlato di lealtà?!- sorrise divertita dalla situazione. Poi portò la mano sinistra alla spalla ed estrasse la Nera. La lama contro la custodia creò uno stridio che le procurò brividi sulla schiena. Portando le due spade lungo i fianchi scattò verso Inuyasha che riuscì a parare i colpi a stento. Kagome continuò ad attaccare girando su se stessa facendo indietreggiare Inuyasha che sbuffando aumentò la forza e riuscendo a far indietreggiare Kagome, che contenta rise.

-Vedo che ti diverti- disse Inuyasha parando un colpo dalla spada argentata.

-Perché tu no?- chiese lei.

Inuyasha aveva capito che Kagome voleva che lui si impegnasse di più e così si convinse. Mettendo più forza nelle braccia riuscì a respingere Kagome facendola, questa volta, indietreggiare di molto.

-Vuoi il gioco duro? Va bene, ti accontento-  impugno meglio la sua spada e la strinse come per dargli energia, la spada improvvisamente si riempì di segni luminosi.

-Wow- disse Kagome impressionata. –Finalmente- sentiva una potente aurea emanata dalla spada e aveva capito che adesso si faceva sul serio.

Inuyasha scatto verso di lei più velocemente di prima, infatti iniziarono ad essere più veloci del solito. Nonostante ciò Kagome era delusa, si aspettava più forza ma poco dopo fu accontentata. Infatti i colpi erano più duri e difficili da parare e le occasioni di rispondere erano poche, così adotto una tecnica. Si lasciò attaccare e nel momento opportuno lanciò in aria la Nera e lei schizzò alle spalle di Inuyasha che per un pelo riuscì a parare il colpo. Inuyasha aveva capito solo in quel punto che per “davvero” Kagome intendeva “senza esclusioni di ferite”.

-Non credi di esagerare?- chiese Inuyasha parando l’ennesimo colpo.

-No- rispose lei affondando.

Erano velocissimi, Kagome era ritornata all’azione e Inuyasha continuava a parare, così strinse di nuovo l’elsa della spada e i segni luccicarono di più. Tutto questo accadde in pochi secondi e improvvisamente si bloccarono , con le spade incrociate a fissarsi negli occhi poi un tonfo riempì l’aria. Inuyasha osservò Kagome che guardava alle sue spalle così si girò per osservare, ma senza abbassare la guardia, notò che la spada nera di Kagome si era conficcata nel pavimento creando una crepa.

-Ci vorrà molto per sistemarlo lo sai?- le chiese tornando a fissarla e notando il suo sguardo come a fargli ricordare che aveva dimenticato qualcosa –Magia- disse sconsolato. Come aveva fatto a dimenticarlo?

Kagome fece un salto in aria e Inuyasha la seguì creando altre scintille. Kagome con molta eleganza e furbizia riuscì a portare Inuyasha dove la Nera era conficcata la afferrò facendo un giro su se stessa e lanciando l’altra spada contro Inuyasha che portò la sua all’altezza della gola e riuscendo a bloccare la spada di Kagome. Ma Kagome gli fu a dosso in un attimo e con velocità gli puntò la spada Nera alla guancia. Sorrise soddisfatta del suo lavoro ma anche per la situazione: aveva lasciato che anche Inuyasha le puntasse la spada alla guancia e ad entrambi scendesse una piccola lacrima di sangue.

-Potevi disarmarmi perché non l’hai fatto?- chiese lui perplesso.

-Perché anche tu potevi e non l’hai fatto- Inuyasha abbassò lo sguardo sorridendo  per poi tornare a fissarla. –Contenta?- le chiese.

-Molto- rispose ma senza abbassare la spada. Poi lentamente la scostò e lo stesso fece Inuyasha.

Lui stava per allontanarsi ma Kagome lo fermò prendendolo per mano e avvicinò la mano destra alla sua guancia. Inuyasha sorpreso tornò a fissarla, lei gli stava guarendo la ferita. Il tocco della mano era leggero così delicato e senza peso e senza pensarci Inuyasha appoggiò la sua mano su quella di Kagome che aveva già finito l’incantesimo.

-Kagome! Sei… Formidabile! Sei riuscita a bloccare Inuyasha – intervenne Koga avvicinandosi e sorridendo a Kagome.

-Qualche dubbio?- chiese lei allontanandosi da Inuyasha che rimase fermo.

-Sai sei nuova e…- Koga arrossi non trovando le parole giuste.

-Tranquillo capisco- sorrise lei recuperando le spade e mettendole nei foderi. Poi si avvicinò alla crepa provocata dalla spada e puntando le mani sopra pronunciò l’incantesimo che la chiuse. – Bene- disse a opera finita.

-Vedo che sei soddisfatta Kagome –disse Sango.

-Molto, non capisco perché non voleva giocare un po’- Sango la guardò sorpresa indicandole la guancia.

-Ah è vero! Manca questa – e premendosi la mano sulla guancia guarì il piccolo taglio.

-Visto che abbiamo finito perché non andiamo a riposare? Domani inizieremo l’allenamento per volare, Kagome- disse Inuyasha rompendo il silenzio che si era creato.

-Ah che bello- esclamò contenta Kagome.

-Ah Kagome!-la fermò Koga – Che ne dici se… Quando tutta questa storia sarà finita… Qualche volta verresti con me  a bere qualcosa?- chiese arrossendo, Kagome lo guardò incerta poi accetto volentieri rendendo molto felice Koga.

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I tre giorni passarono velocemente tra allenamenti e divertimento. Quella pausa ci voleva anche se qualche volta tornavano a pattugliare le strade come semplici soldati. Kagome fu impegnata con gli allenamenti di volo, la prima lezione fu quella più bella e lei si sentiva sempre più in sintonia con Blakert. Inoltre si era divertita molto a volare in compagnia di Karaius che diventava un cucciolo quando stava con Sango.  Fuori nevicava e i tre ragazzi erano seduti vicino a uno degli enormi camini nella biblioteca intenti a leggere, Kagome rileggeva un suo libro elfico, Sango uno sulla sua famiglia e Inuyasha un libro che aveva richiesto ad Elen prima di partire.

-Che ora sarà?- chiese Sango sbuffando per l’ennesima volta.

-Sango calmati tra poco arriveranno- disse distrattamente Inuyasha mentre girava una pagina.

-Se lo dici tu. Io vado da mio nonno se avete notizie sapete dove trovarmi- disse mettendo al suo posto il libro e uscendo. Kagome alzò lo sguardo per  vederla uscire, le aveva raccontato che Miroku le aveva detto che teneva molto a lei e adesso lei si preoccupava per lui.

-Elen adesso puoi uscire- disse poi Kagome tornando a leggere.

-Ciao- salutò la bambina apparendo accanto a Kagome che sorrise.

-Notizie?- chiese Inuyasha senza guardarla.

-No nessuna. Sono contenta che hai tolto finalmente le bende- disse la bambina a Kagome.

-Si anche io. Non capisco perché il dottore abbia deciso di farmele togliere solo adesso-brontolò scocciata.

-È uno stolto- ringhiò Elen che abbassò lo sguardo quando Inuyasha la fulminò.

Passarono altro tempo in silenzio mentre Elen giocherellava con le scintille del fuoco, poi improvvisamente si blocco e sorrise.

-Sono arrivati!- esclamò facendo scattare i due giovani che abbandonando i libri uscirono di corsa.

-Elen avvisa il  re che sono arrivati e digli di avvisare Sango- disse Inuyasha che seguito da Kagome arrivarono al portone e infilarono i nuovi mantelli rossi per poi tornare a correre nella neve.

Arrivarono quando le sentinelle iniziarono a suonare le trombe e in breve furono raggiunti da Sango che sorrideva. I due draghi batterono con forza le ali per atterrare più piano possibile e appena atterrati furono circondati da soldati che aiutarono tre figure scendere dalla loro groppa e senza che i cavalieri le vedessero le portarono nel castello. Poi altre due figure scesero e Sango si precipitò verso la figura sulla destra, Inuyasha e Kagome invece  aspettarono che quelle si avvicinassero. Sesshomaru si avvicinò sorridendo stancamente al fratello e stringendogli la mano mentre abbracciò Kagome che presa alla sprovvista rimase immobile e lo stesso fece Miroku dopo poco.

-Miroku sicuro di star bene?- chiese Sango guardandolo non convinta.

-Solo congelato- scherzò lui cingendole le spalle con un braccio facendola arrossire. Kagome sorrise alla scena stavano così bene insieme!

-Allora occhi di ghiaccio tutto bene?- la richiamò dai suoi pensieri Sesshomaru.

-Molto bene grazie!- disse mostrandogli le mani.

-Ne sono felice. Su andiamo che non resisto un minuto di più qui fuori!- e facendosi sorreggere dal fratello entrarono nel palazzo che ai due giovani parve il luogo più caldo del mondo.

Non sprecarono nemmeno un minuto, si diressero subito verso le cucine dove venne servito loro le cose più prelibate. Si ingozzarono come maiali e Sango qualche volta urlava a Miroku di masticare prima di mangiare o rischiava di restare a letto per indigestione.

-Suvvia Sango lascialo stare. Miroku ha uno stomaco di ferro- rise divertita Kagome.

-Sono d’accordo con lei- rispose a bocca piena il moro. Sango rinunciò alla protesta e lo lasciò mangiare in pace.

-Avanti- dissero all’unisono Kagome e Inuyasha prima che qualcuno bussasse alla porta.

-Scusate il disturbo- disse una ragazzetta entrando imbarazzata, -Il re ha chiesto la vostra presenza nella sala del trono appena possibile.

-Va bene grazie- rispose Sango dolcemente sorridendole e venendo ricambiata dalla ragazza. –Sentito no? Muovetevi!- li rimproverò Sango. Inuyasha, Kagome Miroku e Sesshomaru si guardarono perplessi poi scoppiarono a ridere facendo innervosire Sango che non aveva capito perché di quelle risate.

Finalmente sazi i due ragazzi si riposarono qualche minuto poi insieme agli amici si diressero verso la sala del trono.

-Signore sono arrivati i Cavalieri- li annunciò un servo anziano.

-Bene! Cari ragazzi come state?- chiese abbracciando paternamente i due avventurieri , felice di rivederli.

-Stanchi Signore- rispose Sesshomaru.

-Beh avrete due gironi interi per riposarvi ve lo siete meritato!- disse notando che Kagome guardava le tre figure che erano sedute su delle poltrone. –Kagome, cara vieni c’è una persona che non vede l’ora di conoscerti- le sorrise Kagome aveva capito che parlava del ricercatore che studiava la sua razza. Guardò Inuyasha come per ricevere il consenso e quando lui annuì le prese la mano che il re le porgeva e elegantemente raggiunse i tre uomini, mentre gli altri rimanevano indietro.

Era agitata i suoi battiti già veloci aumentarono ancora di più. Non sapeva perché quella reazione ma era  come se stesse per incontrare un suo simile, peccato che nell’aria ci fosse solo odore di umano oltre al suo e quello dei due fratelli.

-Mio caro amico eccola. Non è bellissima?- chiese all’anziano dagli occhi verdi e facendo arrossire di poco Kagome. L’uomo nonostante la sua età era ancora alto e non aveva bastoni come appoggio. Aveva occhi spalancati dalla felicità e sorrideva.

-È più che bellissima è meravigliosa- esclamò l’anziano prendendo la mano di Kagome.

-Sono d’accordo- sussurrò Sesshomaru a Inuyasha che si accigliò per ciò che aveva detto.

-Non sai quanto ho sognato di vederti! Grazie- disse il vecchio guardandola negli occhi.

-Io non so cosa dire… Non ho fatto nulla- disse Kagome impacciata  non sapeva come comportarsi.

-Mi hai reso felice- disse il vecchio rendendo più nervosa Kagome che chiese aiuto al re che sorridendo accettò la richiesta.

-Kagome lui è Grukex la sua famiglia studia da tempo la tua razza, parla anche L’elfico- Kagome fu sorpresa poi sorrise e tornando a guardare il vecchio, che con ostinazione continuava a tenere la mano della ragazza, e volle provare le sue capacità.

-Kretae musta rok ven- disse elegantemente.

-Il piacere è mio – disse il vecchio accennando un inchino e facendo sorridere Kagome. Inuyasha osservava la scena studiando i tre uomini e in particolare quello che parlava con Kagome che chiacchieravano in elfico alternandosi a rispondere e domandare in lingua umana per far capire di cosa parlavano anche agli altri. Quell’uomo lo avrebbe aiutato.

-Bene vedo che andate d’accordo, ma Kagome ti presento Gergrid lui vi costruirà le armature per i vostri draghi e per voi e infine Rotgan che vi aiuterà ad imparare nuove tecniche di combattimento. Signori lei è Kagome delle terre ignote- poi fece cenno agli altri di avvicinarsi – Loro li conoscete già sono Sesshomaru dei monti Kurebea e lui è Miroku dell’Oceano Rosso . Loro invece sono Inuyasha del Grande Oceano e infine la mia cara nipote Sango della Grande Foresta Millenaria-

-Lieto di fare la vostra conoscenza principessa- e fecero un inchino alla ragazza che si acciglio.

-Anche per me lo è ma io sono un Cavaliere come i miei compagni, quindi credo che se vi inchiniate a me anche ai miei compagni lo dovreste fare-disse acida.

-Sango non credo che… -intervenne Miroku ma fu interrotto.

-Ha ragione mia Signora vi chiediamo perdono per l’offesa recatavi e anche ai suoi compagni- disse Grukex inchinandosi per la terza volta e salutando anche i cavalieri.

-Scuse accettate- disse ancora acida e ricevendo un’occhiataccia da tutti.

-Sire le chiedo perdono, ma vorrei chiedere il permesso per mio fratello e Miroku di andare- intervenne Inuyasha.

-Ma certo andate pure tutti- e avendo avuto il consenso uscirono.

---

-Buona notte Sesshomaru -

-Ciao occhi di ghiaccio, ciao Inuyasha - disse il demone entrando nella sua camera per riposare dopo tanto tempo.

-Bene. Allora buona notte Inuyasha - disse girandosi verso il ragazzo.

-Aspetta! Ti volevo chiedere una cosa- le disse prima che lei si allontanasse.

-Dimmi pure- disse lei.

-Cosa vi siete detti tu e il vecchio ?- lei lo guardò incerta ma perche non sapeva cosa rispondere.

-Beh come hai sentito mi ha fatto delle domande e io ho risposto, e io ho detto anche che ero contenta di conoscere qualcuno che parlava la mia lingua… Anche se devo essere sincera molte cose non le conosce e non utilizza i termini giusti però… Mi capiva e non volevo offenderlo- sorrise timidamente e Inuyasha rimase incantato aveva visto Kagome sorridere in ogni modo ma mai così.

-Avevi detto che nessuno poteva impararla. MA come vedo ci sono due persone che la parlano perché io non posso?- chiese corrugando la fronte dalla frustrazione.

-Totosai non la parla conosce solo delle formule, il vecchio? Si la parla ma neanche correttamente e mi chiedo anche dove abbia imparato. E poi hai visto come è vecchio? La studia da quando era bambino- spiegò velocemente.

-Non ha risposto a una domanda- disse lui guardandola intensamente.

-Senti Inuyasha sono stanca ne riparliamo poi va bene? Buona notte- e senza aggiungere altro si avviò per la sua stanza.

-Si ne riparliamo- e mordendosi il labbro inferiore entrò nella sua stanza che era vicina a quella di Sesshomaru. Entrando sbatté la porta odiava quando quella ragazza non gli rispondeva. –Elen!- urlò furioso.

-Cosa vuoi?- chiese lei scocciata già dalla richiesta.

-Dimmi perché non mi risponde mai!- ordinò.

-No- disse lei rimanendo di stucco Inuyasha che si infuriò di più. –Che permaloso che sei Inuyasha. È un segreto che non ti posso rivelare!- disse lei mettendo le mani sui fianchi.

-Oh non lo sai?- disse improvvisamente calmo Inuyasha. Sapeva come farla arrabbiare.

-SI che lo so!- protestò lei capendo il trucco di Inuyasha – E no, non ci casco nel tuo stupido trucco-  e dicendo questo sparì. Inuyasha sbuffo, era inutile doveva aspettare già ma quanto? E senza accorgersene si addormentò e passò ancora una notte senza sogni.

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-Kagomeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!- una furia dalla folta chioma castana entrò nella camera di Kagome che troppo rilassata e non l’aveva sentita arrivare.

-Cosa vuoi Sango?- mugugnò infilando la testa sotto il cuscino. Non era nulla di cui preoccuparsi visto che la mora rideva contenta.

-Kagome! Kagome! Kagome!- la chiamò ancora saltando sul letto della ragazza che sbuffando si mise a sedere.

-Cosa è successo? Cosa è successo? Cosa è successo?- chiese velocemente imitandola e facendola ridere di più.

-C’è un ballo stasera!- disse forgiando uno dei suoi più bei sorrisi.

-Un… Un ballo?- chiese Kagome sbadigliando – E cosa vuoi da me?- chiese stendendosi di nuovo.

-È per noi il ballo Kagome, per tutti noi Cavalieri! E tu hai bisogno di un vestito!-

-No aspetta aspetta! Io non so ballare!!- andò ammise Kagome.

-Non è importante ti insegnerò qualcosa io oggi. Adesso alzati dobbiamo trovare il vestito per te!- e tirandola dal letto la spinse verso il bagno.

La voce del ballo fece il giro del castello e dell’intera contea. Furono invitati tutti i nobili e a corte c’era un via vai di servi che portavano vasi e tende nuove. Servi che ripulivano la cenere dai camini, mentre i cuochi erano all’opera per preparare il banchetto. I tre giovani passarono  la mattinata a farsi risistemare le divise da cerimonia e su richiesta del re fecero un assaggio dei vari piatti preparati. Mentre le ragazze passarono la mattinata  a scegliere l’abito giusto per Kagome, gli oli profumati, collane e orecchini.

Kagome appena ebbe un po’ di tempo libero corse da Blakert per raccontargli un po’ di tutto quello che era successo e per chiacchierare un po’.

“Ahahahah  hai paura di un ballo? Ahahaha  che stupida” la risata di Blakert tuono nella testa di Kagome mentre lo guardava truce.

“Grazie per la consolazione Blakert!Sempre molto di aiuto” sbuffo appoggiando il mento sul pugno.

-Kagomeee!-la chiamò qualcuno all’esterno.

-Oh no! Le prove di ballo!– piagnucolò facendo ridere di nuovo Blakert che sbatté pesantemente una zampa al suolo facendo tremare il capannone. Lei lo fulmino e uscì chiamando Sango per avvisarla che si trovava lì.

Il cielo era sereno e il sole alto, il terreno era tutto imbiancato e luccicante. Kagome e Sango rientrarono e spinta sempre da Sango, lei e Kagome andarono nella sala del trono dove non c’ era nessuno.

-Allora Kagome pronta?- le chiese euforica Sango.

-Perché devo imparare a ballare infondo non sono obbligata- rispose lei incrociando le braccia la petto.

-Oh si che lo sei!- disse Sango – Ogni dama è obbligata a ballare!-

-Davvero? E chi lo dice?-

-L’etichetta! Su dai Kagome che ti costa tanto impari in fretta- le disse facendo occhi da cerbiatto.

-Va bene. Come faccio a dirti di no- disse Kagome lasciandosi andare e sorridendo iniziarono.

Sango le spiegò un paio di balli poi le spiegò qualcuno con cui doveva ballare solo con un uomo. Passarono il tempo così, Sango era contenta perché Kagome era un’ottima allieva e non aveva problemi con lei.

-Ehi eccovi ragazze!- disse entrando Miroku.

-Grazie!- sospirò Kagome quando vide i ragazzi entrare.

-Siete arrivati nel momento giusto- Kagome a quella frase ingoiò facendo ridere Sesshomaru e Inuyasha.

-Vedo che ha sottoposto anche a te alla tortura- disse Miroku beccando un’occhiataccia di Sango.

-Ti prego dimmi cosa ha intenzione di fare- chiese a bassa voce Kagome a Sesshomaru  per non farsi sentire.

-Adesso ci farà ballare tutti insieme come sempre prima di un ballo- sussurrò all’orecchio di Kagome che per la seconda volta arrossì leggermente.

 -Su Inuyasha tu e Sesshomaru farete i cavalieri del cambio tu Miroku… farai la donna- disse facendo impietrire il ragazzo e scoppiare a ridere gli altri tre.

-Ma…ma perché?- chiese lui.

-Dai Miroku non fare il bambino e mettiti in posizione.- disse spingendolo e mettendolo davanti a Sesshomaru e Kagome davanti a Inuyasha e lei guardava.

-Ciao- salutò Inuyasha fissando Kagome lei di risposta sorrise.

-Su iniziate! 1… 2…3…4…- iniziò a contare Sango. I ragazzi iniziarono a danzare. Miroku e Kagome facevano dei giri su se stessi mentre i ragazzi aspettavano tendendo la mano.

-Sei bravo  Miroku!- lo prese in giro Kagome afferrando la mano di Inuyasha e facendo un altro giro su se stessa

-Gvazie cava!- disse facendola ridere.

Inuyasha sorrise a quel suono cristallino e notò che anche suo fratello faceva lo stesso. Perché? E come mai si stava aprendo così tanto? Scosse la testa non voleva pensarci fece un giro con Kagome e cambiò “dama” e appena prese la mano di Miroku scoppiò a ridere. Se l’ immaginò con un vestito lungo e i capelli lunghi e non riuscì proprio a trattenersi.

-Inuyasha? Dai forza continuiamo!- lo rimproverò Sango che iniziò a contare dopo le scuse del mezzo-demone.  Si calmò solo quando tornò Kagome a ballare con lui che a stento anche lei riusciva a non ridere. Inuyasha era contento di vederla così perché significava che finalmente si era inserita e si trovava bene. Poi mentre la guardava gli venne in mente una cosa e sorridendo furbescamente fece incuriosire Kagome in cerca di risposta ma lui scosse la testa, le fece fare un altro giro e la fece sedere sulla sua gamba dopo essersi messo in ginocchio.

-Balli bene per essere la prima volta- le disse malizioso per provocarla un po’.

-Sai Inuyasha  mi hai stupito non sapevo che anche i cuccioli sapessero ballare- e dicendo questo gli accarezzò la testa facendo ringhiare.

-Come osi!!- urlò.

-Dai Inuyasha non te la prendere su facciamo un altro ballo- disse indicando Sango che rimproverava Miroku di essere una pessima dama.

-No questa volta sei la mia dama!- intervene Sesshomaru tirandola e facendola fare un giro per poi cingerle le spalle con un braccio. Inuyasha lo fulminò ma parve che Sesshomaru non l’avesse notato era quasi pronto ad attaccare il fratello poi si fermò a riflette a cosa pensava?Scosse la testa e disse a Sango che avrebbe portato lui il tempo al posto suo.

Così  le coppie furono Sesshomaru-Kagome e Sango-Miroku che felice iniziò a ballare decentemente. Fecero altri balli più allegri e altri lenti poi si separarono e si andarono a preparare.

 

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Scusate avevo detto che avrei aggiornato la sera stessa ma ho avuto un piccolo imprevisto. Beh che dire? Chi sarà mai quel vecchio che conosce l’elfico? Cosa vorrà fare Inuyasha? E poi un ballo!!! Cavolo che bello!!(non sto bene lo so! T^T nda)spero che vi abbia incuriosito questo capitolo hehehe il prossimo è pieno di sorprese!!!! Hihihih non immaginate quante :P va beh vi lascio. Spero di trovare presto un idea per la parte iniziale del prossimo cap così aggiorno presto! Un kizzullo!

Ringrazio:

angelik16: ciao sono sempre contenta di leggere le tue recensioni ^///^ e contentissima di sapere che la mia storia continua a piacerti. Per quanto riguarda Blakert lo vedrai nel prossimo capitolo!!!!  

 

Le_montagnine: bene vedo che il capitolo è stato interessante e questo credo che sia abbastanza :interessante :P beh aspetto altri vostri post un kizzullo.

achaori : ho notato che la parte dove Inuyasha chiede a Kagome di insegnargli l’elfico è  piaciuto molto… e non immagino cosa direte del prossimo ….muhahahahah … ci vediamo presto :P:P un kizzullo!!!!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Bacio e rivelazione ***


7.1

The War Of The Dragons

Capitolo 7.1

Bacio e rivelazioni

 

Dalla pagina del diario di Kagome:

Un giorno un vecchio signore mi disse:

“la vita è un romanzo e lo scrittore sei tu”

Voleva dirmi che il destino è scritto da noi,

Ma in questo momento con l’esistenza di Elen non ne sono più sicura.

 

 

-Kagome aspetta vieni qui ti sistemo i capelli- le disse Sango facendo accomodare Kagome sullo sgabello di fronte al suo specchio.

-Sono… Emozionata- disse Kagome guardandosi allo specchio mentre la mora le alzava i capelli imprigionandoli in fermagli colorati e brillanti.

-Il primo ballo è sempre così… Ricordo il  mio… Haha ero così emozionata che non spicciai parola per tutta la sera, molti credevano che fossi muta- disse facendo sorridere Kagome che abbassò gli occhi. –Guardati Kagome sei bellissima!- le disse guardandola dallo specchio.

-Io non voglio che si vedano- disse sorridendo imbarazzata e a Sango parve di vedere un luccichio nei suoi occhi. Non voleva che si vedessero le sue orecchie come se fossero proprio quelle che la identificavano come diversa.

-Kagome tu sei una leggenda! Le persone che sono lì, in quella sala da ballo non vedono l’ora di vederti e non per prenderti in giro o per dirti cose brutte! Ma perché sei un elfo, un magnifico elfo e addirittura un Cavaliere, cosa vuoi? Perché hai paura?- le chiese arrabbiata, Kagome abbassò lo sguardo e scosse la testa.

-Non lo so. Quando ero al villaggio i bambini e i loro genitori mi schernivano perché i miei occhi e le mie orecchie facevano paura. Le bambine mi invidiavano, i bambini mi prendevano in giro per la mia natura sconosciuta e io non sapevo che fare. Iniziai a farmi crescere i capelli, a quel tempo li portavo corti, e coprii le mie orecchie poi a dieci anni scappai per un po’ di tempo. Nessuno mi rivide più, nessuno mi cercò mai, poi Totosai mi trovò e mi disse che aveva una cosa da farmi vedere… I libri di mio padre e così tornai.- sorrise amaramente –Nessuno mi riconobbe ero cambiata, cresciuta… Diversa, infondo erano passati tre anni. Non so Totosai come mi riconobbe, ma fu l’unico. Nonostante il mio cambiamento molti parlavano alle mie spalle, ma ero cresciuta e non mi importava. Poi un giorno, avevo sedici anni, la figlia del capo villaggio fu ferita da un demone ad un braccio e i dottori non sapevano cosa fare. Così entrai nella casa dove la bambina era stata adagiata e dissi al padre di mandare via tutti. Lo fece, non so perché mi ascoltò forse era disperato. Rimase da solo con me, la bambina era svenuta e poteva perdere il braccio. Così gli chiesi di promettermi di non dire nulla e lui giurò. Guarì la bambina con la magia poi cancellai la memoria dell’uomo ma da allora quell’uomo fu l’unico a parlarmi. Voleva sdebitarsi ma io gli dissi che non doveva, ma ogni volta che andavo da lui a comprare qualcosa non prendeva mai i miei soldi.  La gente poi iniziò a capire chi fossi e non mi davano confidenza-  sorrise – Ho paura di non piacere- disse alzando le spalle capendo la sua paura.

A Sango erano scese due lacrime, non credeva che Kagome avesse avuto un infanzia così difficile l’abbraccio da dietro e le ripeté che lei sarebbe stata sempre sua amica.

-Non temere Kagome qui sono tutti più saggi non ti tratteranno mai male… Per loro sei importante- le sorrise Sango facendo sorridere anche Kagome.

- Se lo dici tu!- disse alzandosi. –Mi aiuti a indossare il vestito?-

---

-Capitan Inuyasha che piacere rivederla- un uomo alto e muscoloso si avvicinò al mezzo demone intento ad osservare la sala.

-Oh piacere mio signor Bruden. Come va al villaggio?- chiese sorridendo Inuyasha. Da lì iniziò una lieta conversazione mentre nella sala entravano gli ospiti. Un brusio echeggiava nella sala e molte persone andarono a salutare i tre cavalieri chiedendo anche della principessa e del nuovo arrivo.

-Mi chiedo quanto ci vorrà ancora- disse Miroku a Inuyasha.

-Come mai tutta questa fretta?- chiese Sesshomaru ridendo divertito.

-Devo chiedere una cosa a Sango – disse sorridendo malizioso.

-Ehi ma…- Sesshomaru non finì la frase ma puntò il dito verso l’entrata della sala.

Due dame entrarono nella sala attirando gli sguardi degli ospiti. Una delle due dame indossava un vestito con maniche lunghe che lasciavano solo le spalle nude, la gonna era lunga fino a terra e di uno splendido rosso. Il busto e i bordi della gonna erano rifiniti da fili d’oro, i capelli castani erano mossi e sulla testa portava un piccolo diadema anch’esso dorato. La ragazza accanto però attirava più attenzione. Indossava un vestito blu con disegni argentati sul busto, due strette spalline poggiate sulle spalle e da due spille, applicate su di esse, scendevano due veli lunghi quanto le braccia. I capelli ebano erano legati, tranne qualche ciocca ondulata le ricadeva sulle spalle lasciando scoperte le sue orecchie a punta, le labbra erano rosse come una rosa e il blu del vestito risaltava la sua carnagione chiara e i suoi occhi color neve. Aveva abbassato sguardo imbarazzata.  Vederla così era come vederla per la prima volta. Inuyasha la vide timida e dolce, se non fosse stato per i suoi occhi e il ritmo sfrenato del suo cuore, che avrebbe sentito anche a decine di chilometri, non l’avrebbe riconosciuta. Era sempre stata bella, non l’aveva mai negato, ma la in quel momento era ancora più bella e in quello stesso preciso momento Inuyasha capì che quella ragazza le piaceva, nonostante il suo comportamento insolente. 

-Buona sera signori benvenuti a corte- disse Sango facendo un inchino, Kagome la imitò.

-Buona sera principessa- dissero gli ospiti inchinandosi e sorridendo, dopo di che ricominciò di nuovo il brusio, ma continuarono a fissare la ragazza dalla bocca di rosa.

-Vieni Kagome ti presento delle persone- le sussurrò, mentre la ragazza annuì.

Inuyasha la guardò mentre faceva inchini e chiacchierava mostrando la sua splendida dentatura ai nobili. Sentì un bruciore allo stomaco mentre vedeva  gli uomini che le baciavano la mano e la lodavano per la sua bellezza.

-Non credi che siano splendide?- disse Miroku colpendo Inuyasha a un braccio.

-Si- disse solamente massaggiandosi il braccio distrattamente. Poi una voce richiamò tutta la sala che si voltò verso il trono.

I cinque cavalieri si avviarono verso il trono e quindi verso il re. Saliti i tre ragazzi mi misero in fila e attesero le ragazze che non tardarono molto e, scambiato sorrisi con i ragazzi, si misero in fila alla destra del re.

-Miei cari sudditi, sono lieto di avervi qui nella mia dimora e nel mio regno. Questa sera è una sera speciale ho approfittato dell’arrivo dei miei cari amici Grukex, Gergrid e Rotgan per dare questa festa- disse presentando i tre anziani sulla sinistra e un applauso generale partì dai presenti. –Miei cari amici sapete che ormai che i Cavalieri sono tutti riuniti. E con onore e gioia ve li presento.- Continuò sorridendo all’applauso di gioia poi tornò a parlare –Il Capitan Inuyasha, suo fratello Sesshomaru, Miroku, mia nipote la principessa Sango- i cavalieri interpellati fecero un inchino ricevendo altri applausi – E in fine…- continuò il re –…Con mia somma gioia vi presento l’ultimo dei Cavalieri e l’ultimo degli elfi, la bellissima Kagome- un ohh riempì la sala e seguito da un applauso. Finalmente avevano capito chi era quella ragazza. Kagome timidamente fece un inchino e guardò sorridendo la folla.

Poco dopo il re diede il via alle danze e prendendo sua nipote per mano si avviò alla pista, dove molti avevano iniziato a danzare un’allegra ballata.

-Signor Sesshomaru potrei chiederle un ballo- chiese una giovane ragazza.

-Veramente io...- stava per andare da Kagome ma vedendo il dispiacere della ragazza ci ripensò – Volentieri- e prendendola sotto bracciò anche loro si avviarono alla pista.

Miroku nel frattempo stava ballando con una donna anziana che parlava, ma lui era concentrato ad ammirare Sango. Poco più lontano concentrata a parlare con un signorotto, Kagome sorrideva imbarazzata ma contenta. Inuyasha che la stava osservando si avviò verso di lei e la chiamò schiarendosi la voce e sorridendole.

-Scusi signore posso rubarle Kagome?- chiese da gentiluomo avendo il permesso dal basso signore.

-Ciao- disse lei arrossendo.

- Ciao. Sei… Bellissima- le disse sinceramente.

-Grazie- sussurrò  rossa. Era strano non era mai stata così timida prima di incontrare tutti i cavalieri, si era sciolta e questo la spaventava, le dava fastidio ma le faceva anche piacere.

 -Ti va di ballare?- le chiese porgendole la mano. – Questo ballo lo conosci- le disse.

-Sai Inuyasha mi stupisci sempre- disse ma continuò quando vide la faccia perplessa del mezzo-demone –I tuoi cambiamenti di umore… Mentre sei severo dopo diventi dolce e… Affascinante- disse pensando all’aggettivo adatto.

- Lo prendo come un complimento- disse – Allora che fai?- lei sorrise e prese la sua mano.

Il primo ballo lo fece con Inuyasha il secondo invece lo fece con Sesshomaru che si mostrò un cavaliere formidabile. Ciò la confondeva ancora di più perché le avevano detto che era un ghiacciolo vivente. Dopo il secondo ballo si fermò e costringendo Sesshomaru a ballare con qualche altra fanciulla uscì dalla folla, cercando un po’ di pace ma  si ritrovò a parlare con dei signori di un villaggio. Dopo un po’ capì per trovare un po’ di pace doveva uscire da lì e così fece. Andò verso la sala dei cavalieri poco distante da li e avvicinandosi a una finestra osservò la neve che continuava a scendere.

-Perché mi hai seguita?- sorrise voltandosi a guardare il suo interlocutore.

-Ti ho vista andar via e così ti ho seguita… Non ti divertivi?- le chiese rimanendo fermo al suo posto nel buio.

-Oh si molto. Ma non sono abituata quindi non ho resistito molto- disse tornando a guardare all’esterno.

-Kagome hai qualcosa che non va?- chiese.

-Ho la strana sensazione che domani sarà una giornata pesante. Tu che dici?-

-Si hai ragione. E non sarà solo domani- disse sospirando.

-Cosa vuoi dire Elen?- Kagome si girò a guardare la bambina.

-Lo scoprirete domani. Comunque sei stupenda- disse cambiando discorso.-Oh scusa vado, ci vediamo ciao-

-Ciao- disse alzando la mano Kagome e guardando subito dopo la porta che si apriva.

-Kagome? Che ci fai qui?-

-Io sono venuta per rilassarmi un po’ e tu Inuyasha?- chiese sorridendo.

-Lo stesso. Allora da quanto sei qui?- chiese avvicinandosi.

-Sono entrata poco prima di te. Come fa Sango a resistere?- chiese.

-Credo che si stata “addestrata” da piccola- disse scherzando.

-Lo credo anche io!- sorrise Kagome. Poi scese un imbarazzante silenzio e Inuyasha iniziò a intonare una musichetta lenta e dolce.

-Ti va di ballare?- chiese prendendo alla sprovvista Kagome che lo guardò non capendo.

-Come? Qui? E senza musica?- chiese Kagome sorridendo imbarazzata ma anche divertita da quella strana richiesta.

-Si… E caspita Kagome hai un udito formidabile se ti concentri riesci a sentire anche la musica nella sala da ballo- disse lui.

-Va bene ci sto- e prese la mano di Inuyasha che strinse delicatamente e la trascinò verso di se. Iniziarono a ballare un lento, la stanza era buia tranne che per la luce emanata dal camino.

-Ci avevo creduto quando Sesshomaru aveva detto che eri più forte di me- disse per parlare di qualcosa e guardando oltre Kagome.

-Davvero l’ha detto?- rise divertita.

-Si. Quando vi venne la brillante idea di andare a prendere il tuo drago- disse accigliandosi al ricordo.

-È vero sono forte, ma sono allo stesso vostro livello cioè tuo e Sesshomaru. Anzi più di Sesshomaru io realmente l’ho battuto a duello, ho forse faceva finta? Beh vedremo la prossima volta. Comunque anche Miroku e Sango sono forti hanno qualcosa nascosto dentro di loro. Ho questa sensazione.- disse.

-Sai sei così diversa. Credo che la vera Kagome sia così- disse fissandola finalmente negli occhi. Lei si fermò bloccando la loro danza.

-Che ne sai  tu?- chiese indispettita.

-Ecco vedi? Io ti faccio un complimento e tu te la prendi. Ti stavo per dire che sei un’altra persona stasera e sei stupenda anche se la determinatezza e la forza rimangono nei tuoi occhi sempre-  le disse prendendole un braccio delicatamente e riavvicinandola.

-Perché mi dici questo?- chiese lei abbassando lo sguardo.

-Non lo so- sussurrò lui. –So solo che ho sentito una voglia di starti accanto quando ti ho vista entrare e di proteggerti anche dall’aria- continuò a sussurrare. Poi lui rise scuotendo la testa – Tre anni fa non avrei mai detto certe cose- disse.

-Perché?- chiese lei –Oh!- disse poi –Me ne hai parlato- e fu abbagliata dal sorriso del ragazzo.

-Ti conosco da poco, ma è come se ti conoscessi da sempre. Prevedo ogni tuo gesto e ogni tua risposta- disse lui accarezzandole la guancia dove l’aveva tagliata e sorridendo sentendo solo la pelle liscia.

Lei questa volta arrossì realmente e distolse lo sguardo dalle due pozze dorate. Sentiva come il bisogno di dire qualcosa ma non sapeva cosa.

Inuyasha fece scendere la mano sul mento e le alzò il viso incrociando gli occhi nei suoi.  Si scambiarono mille emozioni di mille significati. Sapevano entrambi cosa stava per accadere ma cercavano di fingere di non capire. Kagome si sentiva persa, si sentiva strana in presenza di Inuyasha. Sentiva nel corpo espandersi una scarica elettrica provocandole brividi, non sapeva cosa stava provando in quel momento, la sua mente viaggiava oltre il cielo, oltre le stelle. Odiava il comportamento di Inuyasha ma in quel momento non contava più nulla. Erano lì, insieme, da soli e vicini. Forse Inuyasha si sarebbe preso gioco di lei ma finalmente lei voleva fidarsi di lui, di quella strana squadra che era piombata nella sua vita. Allora perché sentiva che se ne sarebbe pentita? Se ciò fosse successo ci avrebbe pensato. Adesso era Kagome “la notizia nuova”, aveva uno stupendo abito ed era vista come una donna attraente e per tutta la sera sarebbe rimasta tale. Inuyasha la guardò indecisa ma pronta, era stupenda. Non resistette più e con delicatezza appoggiò le sue labbra a quelle di Kagome. La strinse di più tenendola con un braccio per la vita e con l’altra mano la tenne sulla sua nuca. Un bacio delicato ma carico di qualcosa che loro ignoravano. Si lasciarono trasportare da quelle intense sensazioni poi si separarono.

-Oh- disse Kagome arrossendo.

Inuyasha non disse nulla continuava a guardarla e a sorridere. Si sentiva stranamente felice e sapeva il perché tornò ad avvicinarsi a Kagome e a baciarla di nuovo. Lei prima accettò quel contatto poi si stacco fissandolo negli occhi.

-S-sono confusa- balbettò –Cosa sta succedendo-

-Lo sai cosa sta succedendo- rise allegro Inuyasha.

-No… Si lo so. Cioè… Cavolo noi non ci conosciamo neanche e tu mi sei antipatico!- disse lei.

-Oh anche tu molto- tornò a sussurrare e ad avvicinarsi.

-Davvero?- chiese lei dispiaciuta.

-No- e la baciò una terza volta.

-Credo che sia tempo di ritornare in sala- disse staccandosi e guardandolo negli occhi con una nuova luce.

-Si lo credo anche io. Su andiamo- e continuando a sorridere come un ebete, tornò in sala.

Dopo poco furono raggiunti da Sesshomaru che li osservava con un sopracciglio alzato.

-Ehi dove siete stati?- chiese.

-Eravamo qui a ballare – rispose Kagome come se non fosse accaduto nulla.

-Mmmh non vi ho visti. Comunque Kagome ti va di ballare?-

-Volentieri- e senza guardare il mezzo-demone alle sue spalle seguì il fratello.

I festeggiamenti finirono quando la luna era alta nel cielo. I cavalieri esausti dopo aver salutato gli invitati e esser stati avvisati dal re che il giorno dopo li avrebbe aspettati nella sala dei cavalieri, tornarono nelle proprie stanze. Per tutta la notte Kagome ripensò ciò che era successo con Inuyasha quella sera, che avesse bevuto un po’ troppo di sidro? Nonostante questo dubbio si addormentò con il sorriso sulle labbra.

 

____

Il giorno dopo come richiesto i Cavalieri raggiunsero la sala  e mettendosi nei loro posti intorno alla tavola aspettarono il re. Poco dopo arrivarono i tre uomini che senza dire nulla si misero ad osservare l’enorme quadro. Sesshomaru e Inuyasha si scambiarono uno sguardo, entrambi avevano dei dubbi su quei tre e voltandosi vide che anche Kagome come gli altri due li guardavano come a memorizzare ogni loro movimento. Inuyasha notò che nell’aria era cambiato un ritmo, un suono  sfrenato si era addolcito… Kagome si stava concentrando. Poi il ritmo del suo cuore tornò veloce, la vide voltarsi e guardandolo  si sfiorandosi l’orecchio e capì che Kagome voleva dire che i tre anziani non parlavano o se lo facevano era mentalmente. Vide anche Sango con uno sguardo truce, aveva capito sin dall’ inizio che a Sango non piacevano. Poi entrò il re e i Cavalieri ripetendo la solita frase salutarono il re.

-Bene eccovi qui- disse il re osservando i cavalieri uno ad uno – Tutti insieme e pronti- i tre anziani si avvicinarono al re rimanendo sempre in silenzio–Ho una cosa da rivelarvi ragazzi miei. C’è una profezia che parla di voi cinque, una profezia che io e altre persone abbiamo tenuto segreto per molto tempo a voi e agli abitanti. Vi prego seguitemi- disse. I ragazzi si guardarono confusi e seguirono il re oltre una porta nascosta della sala dei cavalieri.

Era una stanza tutta in legno, grande e illuminata da finestre piccole. Al centro c’era un tavolo che reggeva un vaso vecchio, il re fece disporre tutti i presenti in circolo intorno al vaso e prima di parlare toccò il vaso dal quale uscì una fiammella blu.

-  Quando i cavalieri e i loro draghi dei cinque elementi saranno riuniti il passato ritornerà. Solo unendo le forze del bene il male sconfiggerete e il bene trionferà ancora. Un pegno da pagare ci sarà ma ciò poi si vedrà.- disse il re.

-Cosa vuol dire?- disse Sesshomaru.

-Questa è solo una parte della profezia continua dicendo che scoppierà una guerra tra luce e tenebre- disse il re appoggiandosi al tavolino.

-E quando?- chiese Sango facendo un passo avanti e guardando suo nonno con uno sguardo deluso per quel segreto.

-Anche adesso- disse sconsolato –Io… Io credo che l’attacco di quei demoni sia stato un avviso che la profezia si stia avverando-

-E cosa significa che c’è un prezzo da pagare?- chiese ancora Miroku.

Il re non rispose ma li guardò uno per uno, nei suoi occhi c’era odio, terrore, pentimento e frustrazione. Sango, Sesshomaru, Miroku e Inuyasha fissarono il re che taceva ma si girarono di scatto verso Kagome che iniziò a parlare.

-Significa che uno di noi ha i giorni contati… Non è vero Sire?- disse squadrando il re che la fissava. Sorrise ancora scuotendo la testa –Ha altro da dirci?- aveva capito che nascondeva altro.

-Si da oggi inizierete un nuovo addestramento e siate pronti per ogni evenienza!- ordinò serio affrontando lo sguardo di Kagome che non credeva che quella fosse l’ultima cosa. – Adesso andate con i miei amici, portate all’esterno i vostri draghi Gergrid prenderà le misure per le loro armature. Kagome tu starai con Grukex ti aiuterà ad utilizzare la magia poi raggiungerai i tuoi compagni. Voi altri invece starete con Rotgan. Confidiamo tutti in voi ragazzi!- e dicendo questo uscì.

  assurdo-sibilò Sango.

-Avete sentito il re no? Muoviamoci- ordinò Inuyasha. Aspettò che tutti uscissero dalla stanza e quando Kagome uscì si scambiarono uno sguardo, ma lei lo distolse subito. Ecco la Kagome di sempre.

Fecero come gli fu ordinato i cinque draghi in fila si scambiavano frasi mentali e zampate. Kagome aveva imparato a gestire la mente così ascoltava solo i pensieri di Blakert anche se qualche volta ascoltava anche gli altri. Non nevicava anche se il cielo era grigio era uscita senza mantello, era troppo concentrata e persa nei suoi pensieri per sentire freddo.  I cavalieri osservavano l’uomo che osservando i draghi prendeva le misure. Poi Kagome fu separata dai suoi compagni .

Passò metà giornata a fare incantesimi sciocchi e a parlare in elfico. Parlava troppo veloce e spesso il vecchio chiedeva di ripeterlo in lingua umana. Dopo di che andò dai suo compagni che si allenavano nella neve.

-Oh Kagome vieni- le fece segno di avvicinarsi l’altro signore meno anziano rispetto agli altri due.

-Ho portato le spade come hai chiesto- disse porgendogliele e guardando poi i suoi compagni che in coppia affondavano, paravano e attaccavano con le loro spade il loro compagno.

-Dove l’hai trovata questa?- chiese l’uomo cercando di alzare la spada nera ma senza successo.

-Me l’ha data una persona era di mia nonna- disse guardandolo mentre osservava attentamente la spada.

-Sai di  cosa è fatta questa spada?- le chiese senza distogliere lo sguardo e leggendo la frase incisa su di essa.

-Pietra nera o ferro nero?-  butto a indovinare.

-Squama di drago!- affermò e Kagome si fece più attenta. –Si è proprio squama di drago!-

-Come lo sai?- chiese lei.

-Per vari motivi. Prima di tutto non esiste nulla del genere questa non è  pietra e ne metallo. Poi solo tu riesci a tenerla e per ultimo c’è scritto il nome del drago- disse sorridendo.

-Dove? Fa vedere?- chiese incredula lei afferrando la spada.

-Ecco qui- disse Rotgan ammirando come Kagome reggeva la spada come se fosse una spada qualunque.

Era vero, alla base della lama tra questa e l’elsa c’era inciso “Murestan” le ricordava qualcosa. Elen gli aveva raccontato dei cavalieri in passato e dei loro draghi e tra esse c’era Murestan il drago nero di sua nonna.

-Ha dei poteri distruttivi! L’hai mai utilizzata?- chiese.

-Ma certo che l’ho utilizzata-

-Dico utilizzando il suo potere… La tua spada e quella di Inuyasha hanno dei poteri che potrete utilizzare in caso di pericolo.- Inuyasha sentendosi interpellato bloccò l’attacco di Sango e guardò verso i due. –Ma a questo ci penserà Grukex adesso tu ti allenerai con me- e cosi fece si alzò e iniziò a spiegare delle tecniche molto utili per difesa e attacco.

-Per oggi può bastare- disse Rotgan.

-Era ora!- brontolò Sango. –Ragazzi io vado dentro sto congelando- disse scocciata. Perché proprio fuori dovevano allenarsi?

-Vengo con te. Voi che fate?- chiese Miroku agli altri.

-Io vado da Blakert- disse Kagome raccogliendo le spade e avviandosi senza aggiungere nulla.

-Anche io vado da Arel- disse Inuyasha.

-Sesshomaru tu rimani con me devo mostrarti una cosa- disse Rotgan.

-Va bene. Ci vediamo dopo- disse salutando i ragazzi.

___

-Kagome si può sapere che ti prende?- chiese Inuyasha fermandola.

-Perché me lo chiedi?- disse lei guardandolo passiva.

-Perché? Da quando hai saputo della profezia sei intollerabile-

-Tu scopri che la tua vita è segnata e ne rimani indifferente?- chiese ironica lei.

-Hai detto che nessuno può decidere del tuo futuro allora perché te la prendi?- chiese accigliato.

-Lasciami passare Inuyasha- ordinò.

-Gli ordini li do io- sussurrò severo.

-Non adesso!- disse lei incenerendolo.

-E perché mai?- chiese curioso sorridendo.

-Perché voglio stare sola con il mio drago- cercò di superarlo, ma lui la rifermò avvicinandola a lui.

-Io e te abbiamo una cosa in sospeso- le disse.

-No nulla!- rispose tranquilla.

-Come sei cambiata rispetto a ieri sera… non dirmi che non hai provato nulla -

-Ne parliamo dopo- disse lei fissandolo. Lui si avvicinò al suo volto sfiorandole quasi le labbra.

-Contaci … Stiaref- sussurrò

-Come lo sai?- scattò lei staccandosi.

-Magia- disse sorridendo e andando via.

-Blakert- ringhiò tra i denti e corse dal suo drago –Tu brutto traditore e bugiardo che non sei altro!- urlò puntando il dito verso il drago, furiosa.

“Cosa ho fatto?” chiese.

-Tu avevi detto che nessuno ti aveva sentito! Perché hai permesso a lui di conoscerlo? Perché non ti rendi conto che è pericoloso? E se lo spifferasse in giro?Sai cosa accadrebbe ?Io potrei essere utilizzata a piacere loro!- continuò a urlare furiosa.

“Non credevo che fosse così importante e poi mi hai mentito anche tu!” avvicinò il muso alla ragazza e guardandola negli occhi.

-Ah Si? E quando? Sentiamo-

“Tu mi hai mentito mi avevi detto che eri un elfo con problemi perché non avevi poteri! Perché non mi hai detto la verità? Eh? non ti fidavi di me?” urlò anche lui.

-Si non mi fidavo! Tu eri solo una voce che mi massacrava la testa! Credevo che fosse qualcuno che stesse cercando di controllarmi! E sai quando ho iniziato a fidarmi di te? Quando hai detto il mio nome e ho sbagliato perché l’hai spifferato!-

“Non ti fidi di me?” chiese stupito.

-No, non mi fido di te! Io non mi fido di nessuno!E pensare che ieri sera avevo deciso di sciogliermi, di fidarmi!- sbraitò  –E faccio bene se non mi fido! Il re, tanto una cara persona ma tanto schifosa sai ci ha tenuto nascosto che uno di noi  ha la vita segnata!-

“Cosa?” era sconvolto.

-Si lo dice una profezia- disse lei calmandosi.

“Kagome il destino te lo scrivi tu” disse serio “Comunque ne voglio sapere di più”

-Non ne sono più sicura!- sussurrò.

“Vieni qui” disse Blakert sdraiandosi e indicando con il muso lo spazio tra le sue zampe. Kagome non se lo fece ripetere due volte, e sedendosi tra i due enormi arti appoggiò il capo sulle squame del collo. Si, era scomodo ma si sentiva così bene e poi la temperatura alta del drago la teneva calda. “Sei uscita senza mantello” costatò lui.

-Non fa poi tanto freddo- disse lei rilassandosi.

“Non fare la dura! So che sentivi freddo” le disse rimproverandola dolcemente.

-Un po’, ma adesso sto bene-

“Davvero non ti fidi di me Kagome?” domandò.

-Non lo so Blakert. Mi hai deluso se fossi stato sincero forse ti avrei perdonato e avrei chiarito con Inuyasha- disse giocherellando con una ciocca di capelli.

“Rimedierò Kagome. Mi farò perdonare e riuscirò a farti fidare di me” disse deciso facendo sorridere Kagome.

-Senti casa dice Inuyasha?- chiese alzando il viso per guardarlo.

“Solo Lumì. Parlano di te e del ballo di ieri. Oh Inuyasha gli sta mostrando come eri ieri sera dice che sei bellissima. Su questo non avevo dubbi, però vorrei tanto vederti anche io” disse guardandola. “Eh!” tuonò improvvisamente. “Vi siete baciati?” Kagome scattò in piedi poiché il drago iniziò ad agitarsi.

-Cosa ti prende?- chiese Kagome intimorita dal comportamento del drago. –Calmati!- gli ordinò.

“Io lo polverizzo!” ringhiò il drago agitando la coda.

-Tu non fai niente! È vero ci siamo baciati ma è finita lì e poi a te che importa? Su calmati che non è successo nulla- disse poi più dolcemente avvicinandosi a Blakert e accarezzandogli una zampa.

“Si tienimi fuori dalla tua vita privata tanto io chi sono?! Nessuno. Kagome che tu lo voglia o no fai parte di me…  TU SEI MIA- disse marcando l’ultima frase.

-Non sono di nessuno- lo fulminò con lo sguardo e lui si calmò – Sei così stupido Blakert! Stavamo così bene e tu per una sciocchezza rovini tutto! E per fortuna che si dice che i Cavalieri vadano d’accordo con i loro draghi! Sei ancora un cucciolo Blakert quando ti riterrai veramente cresciuto fammelo sapere- e senza aggiungere altro uscì.

“Kagome… Kagome aspetta… Perdonami, hai ragione… Kagome!!” la voce di Blakert si affievoliva sempre di più fino a scomparire. Era delusa da tutto e da tutti ancora una volta era sola.

___

“Cosa vuoi moscerino?”

-Kagome dov’è?- chiese Inuyasha al drago.

“ È andata via” disse artigliando il suolo. “Si è arrabbiata”

-E perché mai?-

“Perché ha scoperto che tu hai sentito il suo nome. Senti moscerino non potevi startene buono e zitto? No dovevi dirlo e si ì arrabbiata con me… A causa tua non si fida più di me! Ah è un’altra cosa non toccarla più!” lo minaccio.

-Altrimenti lucertola cosa fai?- lo provocò.

“Vuoi provare?” chiese preparandosi a lanciare una palla di fuoco.

-Stai calmo. Ci parlerò io e poi a me Kagome piace e se a te da fastidio a me non interessa, fattene una ragione!-disse calmo Inuyasha.

“Non me la porterai via!”

-Non ho intenzione di portartela via, ma solo di condividerla- ammise.

“Non voglio lei è s…”

-Non dire ch e è tua, lei non vuole.- lo interruppe -Lei non appartiene a nessuno! La conosci così poco? Eppure dovreste essere una sola cosa- disse Inuyasha sempre calmo. – Adesso vado. Tieniti pronto per ogni evenienza e domani farete allenamenti con noi- disse.

“Inuyasha di a Kagome che mi dispiace” disse senza guardarlo troppo orgoglioso. Inuyasha non disse nulla ma annuì e poi uscì.

___

Toc Toc

-Kagome posso entrare?- chiese Inuyasha ma nessuno rispose così decise di entrare e controllare. Nella stanza non c’era nessuno ma il suo profumo la inondava  quindi doveva per forza essere lì. Poi guardò verso la porta del bagno e capì che probabilmente era lì.

-Non credi che se una persona non risponde vuole che nessuna la disturbi?- infatti Kagome uscì dal bagno avvolta solo da un grande telo e i capelli legati. Le goccioline sulle spalle donavano alla sua pelle un effetto  vellutato e alla luce delle candele rendevano la sua pelle brillante. Rimase a fissarla incantato non sapendo che rispondere. –Entri senza permesso e adesso non provi neanche a scusarti- disse andando all’armadio e cercando qualcosa di ideale da indossare.

-Scusa e che sei…- ma si interruppe – Niente. Ho parlato con Blakert- si fermò per vedere la sua reazione ma lei continuava a scartare i vesti –Non è colpa sua. Sono stato io uno stupido a non stare zitto in fondo lui si era fidato di me- continuò. - È dispiaciuto anche per averti detto che tu gli appartieni- concluse.

Kagome questa volta si fermò, poi prese una tuta verde messa da parte e facendo segno a Inuyasha di girarsi iniziò a vestirsi.

-Vedi Inuyasha io non so cosa fare. L’ ho detto anche a Blakert che ieri avevo deciso di fidarmi, ma… - disse.

-Cosa vuoi dire? -chiese lui senza girarsi.

-Non so se posso fidarmi di tutti voi. Infondo oggi ho avuto troppe sorprese tutte insieme- disse sciogliendosi i capelli.  

-No tu sei spaventata della profezia- affermò lui voltandosi.

-Assolutamente no! Non ho paura di morire- protestò alzando di poco la voce.

-Allora se hai qualche problema non prendertela con gli altri, ma parlane con qualcuno!-

-Il mio problema sei tu!- ammise – La giornata era iniziata già male, poi tu te ne esci con quel… Nome e hai peggiorato tutto e poi racconti tutto al tuo drago su ciò che è accaduto tra noi!-

-Io dico tutto al mio drago, con lei non ho segreti e se il tuo drago è geloso sono cavoli tuoi! È vero hai ragione sul nome, ma se hai paura che lo dica a qualcuno stai tranquilla non lo farei neanche sotto tortura- si riferiva al nome, davvero credeva che l’avrebbe detto a qualcuno?

-Giuralo!- lo prese alla sprovvista ma con orgoglio continuò a guardarla.

-Lo giuro sulla mia vita- confermò.

-Sarà… Ma non mi fido- Inuyasha distolse lo sguardo sorridendo sconsolato.

-Quando inizierai a fidarti?- chiese sempre sorridendo.

-Quando avrò la prova che siete tutti sinceri!- disse avvicinandosi a lui. – Allora non avevamo un discorso da finire?- rammentò.

-Oh è vero!- sorrise contento che lei ne avesse parlato – Per ieri sera io non ho dormito tutta la notte- disse sorridendo malizioso.

-Che strano io invece ho dormito una meraviglia- lui si avvicinò ancora di più prendendola per i fianchi, lei lo fulminò.

-Sei ancora più bella quando mi guardi così- continuò a sorridere. Sentiva il suo profumo invaderlo e accarezzarlo, avvertiva tutta la sua forza e il suo potere, sentiva che la con lui lei era rilassata –Allora quel bacio non era affatto sufficiente- ammiccò.

-No, lo credo anche io- sussurrò lei persa. Le faceva uno strano effetto stare tra le braccia di quel ragazzo, la intrigava le piaceva.

-Eppure adesso ti stai fidando di me- disse mentre si avvicinava di più a quelle labbra rosse e vedeva lei che socchiudeva gli occhi.

-No che non mi fido. Immagino solo che in questo momento tutto sia solo un sogno che tutta la mia vita sia un sogno-

-Allora continua a sognare per sempre- soffiò sulle sue labbra prima di baciarla.

-Sta arrivando Sango- disse Kagome staccandosi poco dopo.

-Si ho sentito- le diede un ultimo bacio e si staccò portando via con se la magia del sogno.

-Tre…- disse Kagome sospirando.

-Due…- contò Inuyasha.

-Uno- sorrise lei quando lui le fece l’occhiolino. –Entra Sango-

-Kagome un giorno mi concederai la gioia di poter bussare almeno una volta alla tua porta? Ciao Inuyasha i ragazzi ti cercavano- disse entrando sorpresa di vederlo lì. –E pronta la cena- avvisò.

-Io vengo subito ho una cosa da fare, voi andate- disse Kagome.

-Va bene, a dopo- la salutarono i due ragazzi uscendo.

-Che ci facevi in camera di Kagome?- chiese Sango una volta lontani dalla sua stanza.

-Nulla ero andato a chiedere spiegazioni- spiegò.

-Ieri a un certo punto non vi ho visti più dove siete stati?-

-Strano siamo stati tutto il tempo nella sala- disse guardandola.

-Mmm questa storia mi puzza- disse lei tornando a camminare.

-Come stai?- le chiese Inuyasha.

-Bene!- ma sospirò vedendo lo sguardo indagatore di Inuyasha –Sono confusa e delusa. Come tutti infondo-

-Già- disse aprendo la porta della cucina dove mangiavano sempre – Hai chiesto al dottore un antidoto?-

-Per cosa?- chiese.

-Per la febbre- le disse.

-Non ti sfugge niente eh? Comunque no e non capisco il perché fare un allenamento all’aperto se disponiamo di una palestra!- brontolò – Ciao ragazzi- disse aprendo la seconda porta dove c’era il loro tavolo ricoperto di delizie e i ragazzi che parlavano.

-E Kagome dov’è?- chiese Sesshomaru.

-Perché lo vuoi sapere?- chiese acido guardandolo con sguardo omicida.

-Hei calmo, mi stavo solo informando- i due fratelli si guardavano e nell’aria c’era un odore di sfida. Miroku aveva capito che Sesshomaru era attratto dall’ elfo ma non pensava così tanto e inoltre aveva capito che anche Inuyasha non era indifferente alla ragazza.

-Ragazzi calmi adesso che ne dite di mangiare?- chiese Sango massaggiandosi le tempie.

Iniziarono a mangiare senza proferire parola gli unici rumori che si sentivano era i graffi provocati dalle forchette contro i piatti. I due fratelli si sarebbero chiariti? Avrebbero fatto pace? In quel momento la risposta sembrava … No!

-Ehi come mai tutto questo silenzio?- chiese Kagome entrando.

-Nessun argomento su cui discutere- intervenne Sesshomaru guardandola con tale intensità che Kagome non riusciva a capire cosa voleva. –Dove sei stata?- chiese distogliendo lo sguardo.

-Dovevo parlare con Blakert- ammise sedendosi e venendo subito servita.

-Di cosa?- Kagome lo guardò stupita.

-Come mai tutte queste domande? Una cosa importante e privata- sottolineò l’ultima parola.

-Come mai tanti segreti?- chiese lui guardandola. Era così freddo che adesso capiva il perché venisse definito ghiacciolo.

-Visto che tutti hanno dei segreti ho deciso di averne anche io!- lo rispose calma ma con una punta di acidità.

-Bene- rispose soltanto.

Tutti si scambiarono uno sguardo ma non dissero più nulla. Finito di mangiare Kagome e Miroku andarono a perlustrare il palazzo per ordine del re, mentre Sango e Sesshomaru perlustrarono il villaggio e Inuyasha dovette fare il giro delle stanze degli ospiti. Appena finito si diresse in camera sua e tornò a leggere i libri sulle formule, creature e scritture appartenenti a popoli magici come quella di Kagome. Lesse della persecuzione degli Elfi fatta da un re malefico che portò povertà nel regno. Fece uccidere gli elfi che stavano stringendo una forte amicizia con i demoni e se fossero nate creature tra demoni e elfi il mondo sarebbe stato sotto il loro controllo. Creature dai poteri mostruosi sarebbero nate, creature bellissime ma troppo forti da eliminare. Ma non furono uccisi solo per quello, una leggenda girava su la loro razza: una creatura della loro razza sarebbe nata e avrebbe cambiato la storia e sarebbe diventato il governatore di tutti.

Avrebbe fatto altre ricerche ma doveva fare una cosa. Chiuse i libri e uscì dalla sua stanza e velocemente si diresse di nuovo nella camera di Grukex.

-Signore posso entrare?- chiese bussando.

-Entra pure giovanotto- disse il vecchio.

-ho una cosa da chiedervi- disse entrando. Il vecchio era alla scrivania e scriveva qualcosa su una pergamena.

-Ti ha detto no vero?- chiese improvvisamente senza staccare gli occhi dalla pergamena.

-Si- rispose osservando dubbioso il vecchio. Che li spiassero? Non si fidava di lui, ma era l’unico che poteva aiutalo.

-Beh non so a cosa ti servi parlare l’elfico, ma ti aiuterò. Per la magia non avrò grandi difficoltà da voi perché i vostri draghi, nel momento che vi legate definitivamente, vi cedono della magia. Bene, domani inizieremo la prima lezione di magia, dopo che ti sarai allenato con Rotgan vieni qui e inizieremo.- disse guardandolo.

-Grazie-

-Ragazzo rimanete uniti voi siete la nostra speranza-

-Fidatevi di noi- e dando la buona notte si diresse verso le sue camere.

Camminava tranquillo e soddisfatto quando sentì dei lamenti provenire dalla stanza di Kagome. Si accostò alla porta per ascoltare e capì che con lei c’era anche Sango.

-È normale tranquilla tra qualche giorno il bruciore sparirà- Sango la stava rassicurando.

-Perché non mi avevi detto che quel segno sulla tua nuca significava questo?- chiese lamentandosi.

-Credevo che il bruciore delle tue mani fosse segno del vostro legame e invece mi ero sbagliata- disse.

-Si ma non spiega il perché non me l’avete detto-

-Credevo che Inuyasha te ne avesse parlato- ammise.

-E invece no. Sentite domani sera mi direte tutto quello che devo sapere!-

-Per me va bene- disse.

-Brucia- sibilò Kagome.

-Scusa ma oltre a darti un po’ di sollievo con l’acqua non posso far niente, ti dico solo che è bellissimo!- Inuyasha aveva ascoltato tutto ma non aveva capito di cosa parlavano, così decise di entrare.

-Sango, Kagome posso entrare?-

-Entra pure- disse Kagome. Entrò e vide Kagome stesa sul letto a pancia in giù, con la schiena nuda e Sango seduta al suo fianco che strizzava una pezza in una bacinella.

-Cosa è successo?- chiese ancora non capendo.

-Kagome ha il segno- sorrise Sango.

-È una ottima notizia, significa che hai chiarito con Blakert e adesso siete una cosa sola- disse Inuyasha sorridendo e avvicinandosi al letto per ammirare il segno. Al centro della candida schiena di Kagome c’era una figura a forma di testa di drago ardente come il fuoco, pian piano il segno sarebbe diventato solo una macchia più scura una specie di voglia.

-Solo che brucia- sorrise lei.

-Kagome scusami ma devo andare- disse Sango tossendo.

-Si vai a riposarti grazie di tutto, sulla scrivania trovi l’antidoto prendilo domani starai meglio- le disse.

-Grazie, a domani- disse sorridendole e uscendo.

-Allora quando ha iniziato a bruciare?- chiese Inuyasha una volta che Sango se ne andò e prendendo la pezza iniziò a passarla sulla pelle di Kagome.

-Quando sono andata a parlare con Blaker. C’è stato come un fuoco dorato che ci ha avvolto e dopo la schiena ha iniziato a bruciarmi.- disse chiudendo gli occhi e beandosi del fresco che l’acqua le dava.

- Eppure a tavola sembravi star bene- disse Inuyasha.

-Appunto sembravo… Stavo morendo e subito dopo aver fatto il controllo del castello ho chiamato Sango e mi sono fatta dare spiegazioni- disse.

-Pensavo che te ne avessero parlato- disse lui.

-Guarda caso tutti lo pesavano-

-Perdonami- sussurro.

Kagome aprì gli occhi e dopo un minuto di silenzio rispose –Non hai nulla da farti perdonare, credo che il primo ad avere il segno sei stato tu e hai dovuto sopportare il dolore da solo, infondo sei stato tu il primo ad avere un drago e se l’hai sopportato tu posso farlo anche io e poi sei tu che hai scoperto tutte le cose per primo. Voglio dire che se ci sono altre cose che mi devono accadere con il mio drago tu le hai sopportato da solo che fossero state belle o dolorose o sbaglio?-

-No non sbagli. Poi sono arrivati Sango e Miroku e io gli ho spiegato che sarebbero accadute delle cose e loro hanno avuto il mio sostegno. Ecco perché non ti hanno detto nulla credevano che l’avessi fatto io, ho sempre parlato io di queste cose- disse.

-Quante sorprese mi mancano ancora?- chiese.

-Solo tre ma te le spiegherà Sango. Sei stanca riposa hai perso tante energie resterò io qui- le disse.

-Grazie… E non rispondere “dovere” che ti caccio!- disse sorridendo.

-Stavo rispondendo… Prego- sorrise lui. Kagome non rispose più ma si addormentò subito.

 

Fineeeeee

Ecco qui finito! Cavolo è vero Kagome è sempre l’ultima a sapere le cose uffaaaa! E poi il bello che ne pensate???? Ma avete visto Inuyasha e Kagome!!!!  E chi se l’aspettava????? Cavolo che emozione e poi che dolci!!!!! Ma la storia durerà??? Hehehhehe e poi si vedrà. E Sesshomaru?

Ma in questo capitolo ci sono state tantissime sorprese e soprattutto per Kagome. Il bacio, la profezia, la spada, il nome svelato,il segno e poi prima ancora il signore che parla elfico. Povera Kagome! Ma aspetto vostre recensioni voglio sapere cosa ne pensate anche se so cosa mi direte!!!!! Hihihihih un kizzullo

Ringrazio:

achaori: e allora???? Contenta della coppietta… però non finisce qui! Però dai stanno bene insieme  no? Cosa ne pensi? E soprattutto anche del resto… ti lascio a presto un kizzullo!

Angelik16: hehheheeh visto cosa è successo? Un bel po’ di cose e non del tutto positive però quella di Blakert e Kagome poi è finita bene… no? Un kizzullo a presto.

Le montanine: e si è vero proprio un triangolo!!!! Per il momento Koga non si vedrà tanto quindi rimaniamo al triangolo! Per il ballo ci sono rimasti tutti a vedere Kagome e soprattutto Inuyasha va beh si sapeva :P… che dire aspetto un vostra recensione kizzullo anche a voi!

Okkiverdi: contentissima di sapere che ti piace e grazie molte per il complimento spero di leggere anche altre tue recensioni!

Pulce852004: ciao Eva contentissimissima che la mia ff ti piaccia tanto! E si sembra che Sesshomaru sia molto attratto da Kagome, e no Inuyasha non ha detto DOVERE! Per fortuna XD!!! Elen ha affascinato molto e sono molto contenta di questo perché ci tengo molto a lei, l’adoro!!! Bene spero di vedere anche altre tue recensioni un kizzullo grande!!!!

Un bacio enorme anche ai tanti lettori, grazie mille!!!!!

8kanemi8        

 

   

 

 

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Capitolo 15
*** partenza imprevista ***


7.2

The War Of  The Dragons

Partenza imprevista!

 

Tutto ciò che riguarda la vita

È una musica suonata da violini

Arpe , flauti e altri strumenti leggiadri

E ogni conflitto che sia tra uomini , razze diverse  o interiori

Sono note stonate all’  interno dello spartito della vita.

 

 

Flash back

“Cosa ci fai qua?”

“Dovrei essere io quella offesa,Blakert” disse entrando e guardandolo con le braccia incrociate.

“Dovresti essere a mangiare devi recuperare le forze” rispose angosciato Blakert rimanendo di spalle e dondolando un po’ la coda.

“Sono venuta a parlarti, non riesco a essere arrabbiata con te e poi Inuyasha mi ha spiegato tutto, anche se non mi convince molto il discorso”disse addolcendo lo sguardo quando vide Blakert girare un po’ la testa per guardarla da un solo occhio.

“Hai ragione se sei arrabbiata con me!”ammise il drago girandosi per guardarla meglio e fece attenzione nel non colpire Kagome con la coda.

- Blakert sei ancora un cucciolo- disse ad alta voce accusandolo. Il drago abbassò la testa colpevole e Kagome si sentì sciogliere il cuore. – Improvvisamente so di sapere cose su di te che tu non mi hai mai raccontato, è strano e spaventoso ma anche bello. E adesso ho compreso che nonostante la tua statura sei ancora immaturo.- disse.

“Te l’avevo detto che avresti saputo tante cose di me” disse con la sua voce apparentemente  possente.

-So che c’è un modo per far crescere voi draghi velocemente ma qual è?-

“Legarci!” disse deciso. Lei lo guardò in quegli occhi dorati simili a quelli di Inuyasha e arrossì.

-Cosa significa “legarci”?- domandò ancora, voleva sapere tutto.

“Significa diventare definitivamente un'unica cosa. Io potrò sentire le tue emozioni e tu le mie, se tu ti ferisci io sentirò il tuo dolore e se io sarò confuso tu lo sarai con me. Non è bello Kagome è… doloroso e io non voglio che tu soffra anche se ciò significa essere un'unica cosa, proteggerti meglio e sapere sempre dove sei. Avrai metà del mio cuore e io metà del tuo e ciò porta un vantaggio per te sarai più forte, evocherai nuovi incantesimi ma il battito del tuo cuore sarà lo stesso non preoccuparti. Ma non posso, anche se significa diventare definitivamente adulto e acquisire tutti i poteri!” disse il drago scuotendo il capo.

-Come possiamo legarci?- Blakert sbalordito la guardò.

“Ma mi hai ascoltato?” le urlò contro “E poi avrai un segno che brucerà tantissimo!”

-Blakert a me non interessa, non ho paura di patire le pene dell’inferno se ciò significa essere eternamente un'unica cosa- sorrise lei.

“Ma…” cercò di obbiettare ma Kagome gli abbracciò l’enorme muso.

-Voglio fidarmi di te!-disse lei e lui chiuse gli occhi riflettendo. Kagome ascoltò e vide tutte le immagini nella sua testa.

“È una specie di giuramento che si fa” lei annuì e lui proseguì “L’unica cosa che devi fare e concentrare la mente nella mia e pronunciare: Io Stiaref mi lego a te Blakert. In elfico credo che sia meglio” sussurrò non convinto.

Kagome si avvicinò, poggiò la testa su quella di Blakert come aveva fatto quando l’aveva svegliato e di nuovo si illuminarono poi dopo aver preso un respiro e unito la sua mente definitivamente con quella del drago, pronunciò decisa le parole dette da Blakert  in elfico poi fu il turno di Blakert e improvvisamente furono avvolti da una lingua di fuoco dorata. Kagome non sentì più il suo corpo e aprì gli occhi e rimase spiazzata, di fronte a lei c’era… lei più piccola e con occhi dorati che le sorrideva.

-Sono Blakert- sentì pronunciare dalle sue stesse labbra e rimase ancora per un po’ a guardarlo poi chiuse gli occhi improvvisamente e nel riaprirli si ritrovò il muso di Blakert. Le fiamme erano sparite e si sentì nuova e più forte.

-Cos’è successo?- chiese ancora con gli occhi spalancati.

“Ci siamo scambiati per un po’ i corpi. Mi dispiace che ti sei spaventata” disse con una punta di felicità negli occhi.

-Cosa è successo alla tua voce?- disse guardandolo con un sopracciglio alzato, la sua voce era così carica e... forte era diversa.

“Adesso sono cresciuto Kagome sono un Drago a tutti gli effetti!” rise spalancando le ali e gonfiando il petto. Kagome si sentì così felice nel vederlo così bene e capì che adesso sentiva le sue emozioni. Poi improvvisamente sentì la schiena bruciarle come se mille ferri infuocati le bruciassero la pelle.

-Cosa diavolo succede- disse accovacciandosi a terra.

“Kagome è il “segno” te l’avevo detto che avrebbe bruciato!” disse Il drago sentendo il dolore di Kagome, ma in confronto a quello che stava provando lei era una scottatura lieve.

-Allora posso resistere- disse alzandosi a fatica- Sono contenta Blakert e sto bene e non preoccuparti. Adesso torno al castello ci vediamo domani. Ciao Murestan!- e uscì sentendo la gioia di Blakert nel sentirsi nominare con l’altro nome. Aveva avuto una visione quando durante il giorno aveva letto il nome del drago sulla spada e aveva capito che Blakert era la reincarnazione del drago nero della nonna.

 Fine flash back

-Kagome devi trasferire la tua magia all’interno della spada come fa Inuyasha e lo stesso procedimento di quando usi la magia- stavano facendo una lezione su come utilizzare il vero potere delle spade in possesso di Inuyasha e Kagome. Avevano scoperto che anche la spada di Inuyasha era di squama di drago anche se poteva essere impugnata da tutti,una spada che gli fu donata dal re in persona che gli aveva detto che era destinata solo a lui. Era una bella mattina di pieno inverno e la neve luccicava sotto i deboli raggi del sole che in cielo brillava riscaldando di poco l’aria fredda.

-Va bene- disse Kagome e portandosi la lama all’altezza degli occhi e in orizzontale si concentro. Accadde ciò che succedeva alla spada di Inuyasha si illuminò di segni dorati e una potentissima energia uscì da essa. Non seppe perché lo fece, ma Kagome conficcò la spada nel terreno provocando una profonda e lunga crepa che trovato come ostacolo un enorme albero, lo distrusse.

Tutti rimasero a bocca aperta compresa Kagome, se quello era uno dei poteri della spada i suoi nemici dovevano pregare di non incontrarla. Inuyasha volle provare la forza della sua spada così si concentro portando l’energia al suo interno e colpì il vuoto avanti a se senza che apparentemente succedesse nulla. Poi pensando di aver fallito si girò, ma un boato riempì l’aria un albero poco più lontano di quello distrutto da Kagome, era stato tagliato orizzontalmente in due parti.

-Questa è la forza delle vostre spade!- spiegò contento il vecchio mago poi guardò Inuyasha –Tu ragazzo mio sei in grado già di utilizzare la magia! Devi solo imparare qualche formula e sarai completo! Voi Sango, Miroku e Sesshomaru ho una sorpresa per voi. Voi tre siete gli unici a non possedere le spade dei vostri avi, ma ho una bella sorpresa per voi ho individuato i luoghi dove sono nascoste- improvvisamente vide i volti dei tre cavalieri illuminarsi –Partiremo appena il re ci darà il permesso-

I cavalieri contenti della notizia si impegnarono di più e iniziarono ad avere i primi risultati nella magia. Poi passarono all’addestramento con i Draghi.

“Salve Cavalieri” salutò con voce nuova Blakert.

-Ehi cosa ti è successo?- chiese Miroku osservando il drago in tutta la sua nuova maestosità. –Sei cambiato!-

“Sono solo adulto”disse fiero.

-Ciao ragazzi- salutò Kagome gli altri draghi che ricambiarono il saluto.

-Kagome spiegaci- si rivolse a lei Miroku visto che Blakert non parlava.

-Ci siamo legati- disse semplicemente e raggiungendo il suo drago che accovacciato aspettava che lei salisse.

-Davvero?- lei sorrise sincera e improvvisamente le piombarono a dosso tanti complimenti da parte di tutti e quattro i draghi e dai due cavalieri ignari.

Come sempre una volta pronti i draghi spiccarono il volo e questa volta i cavalieri dovettero volare senza sella, imparare tutti i trucchi per rimanere sul dorso del proprio drago quando questi viravano o giravano su se stessi e non fu facile, infatti rischiarono più volte di cadere.

“Ehi Behiro cos’hai?” chiese Kagome una volta tornati in terra. Aveva notato uno strano comportamento da parte del drago rosso.

“Nulla Kagome” sospirò  desolato.

“Non ti credo” disse poi notò che il drago guardava Lumì che parlava con Sesshomaru. “Ti ha respinto” affermo e il drago si rabbuiò amcora di più “Senti Behiro apri gli occhi non esiste solo Lumì”

“Ti rammento che siamo gli ultimi draghi” disse lui guardandola.

“Si ma non c’è solo Lumì, quando aprirai gli occhi capirai. Ci vediamo dopo Fiamma” lo salutò con il soprannome che gli avevano dato.

“Ciao occhi di ghiaccio” ormai tutti la chiamavano così e se inizialmente le dava fastidio adesso le piaceva.

-Andiamo?- chiese ai cavalieri che salutavano i loro draghi.

-Si- e tornarono al castello.

___

-Mi ha fatto chiamare Signore?-

-Si entra pure Kagome . Ho sapute che hai il segno complimenti bambina disse dandole un bacio sulla fronte-

-Grazie- disse arrossendo un po’.

-Beh volevo dirti anche che sono contento dei tuoi miglioramenti. Grukex mi ha detto che stai imparando a controllare le tue forze e sono entusiasta di questo. Ormai sei un cavaliere a tutti gli effetti e sei come una nipote per me, sai hai conquistati i cuori di tutti gli uomini di questa corte e soprattutto hai rubato il cuore di una persona in particolare- le sorrise complice poi diventò serio –Kagome so che il segno brucia e che hai gli allenamenti ma domani devi partire. Con Inuyasha andrai al villaggio attaccato dove sono radunati i soldati del comandante Koga che vi aspetta. Dovrete solo controllare la zona e vedere se sono a rischio di attacco e resterete li solo per due giorni. Ti mando lì anche per aiutare i dottori che non riescono a guarire tutti e credevo che con la tua magia potresti…-

-Lo faccio con piacere signore aiutare la gente è il mio mestiere- disse e sorrise, sembrava proprio Inuyasha.

-Bene vedo che sei già pronta ed Inuyasha è stato informato, ma  fa attenzione-

-Sono l’ultima di cui si deve preoccupare- disse fiera e al contempo offesa che il re la credesse che fosse debole.

-Non mi riferivo a ciò che pensi… ma non sono cose che mi riguardano. Va pure ci vediamo domani mattina- Kagome fece un inchino e con il dubbio delle parole del re uscì.

___

-Ti fa male?-

-Miroku sono abbastanza forte da sopportare il dolore, non preoccuparti- disse massaggiandosi il ginocchio –Senti tu non noti niente di strano tra Kagome, Sesshomaru e Inuyasha?-

-Se l’ho notato? Sesshomaru è innamorato di Kagome ma tra lei e  Inuyasha c’è qualcosa lo so- disse grattandosi il mento.

-Già- sospirò lei –Avanti- disse quando qualcuno bussò alla porta.

-Ciao Sango, ciao Miroku- salutò Kagome entrando.

-Ciao occhi di ghiaccio- salutarono entrambi.

-Sono venuta per stare un po’ con voi vi dispiace?- chiese sorridendo.

-No figurati, vieni- disse Sango facendole segno di sedersi accanto a lei.

-Oh visto che ci sei Kagome potresti controllare il ginocchio di Sango, visto che è troppo orgogliosa per farsi visitare?- chiese Miroku indicando la ragazza che sbuffo scocciata.

-Certo- disse iniziando a esaminare il ginocchio di Sango –Devo partire domani mattina-

-Dove vai?- chiese sorpresa Sango.

-Io e Inuyasha dobbiamo andare al villaggio attaccato dove c’è Koga, l’ha ordinato il re- disse poi sussurrando un incantesimo e la sua mano si illuminò di verde.

-Ma Kagome tu hai il segno ed è ancora fresco!-

-Lo so, ma gli ordini sono ordini- disse battendo la mano sul ginocchio guarito.

-Grazie- disse Sango –Ma perché ci devi andare?- chiese.

-Vedi i dottori non sono in grado di guarire tutti e tutte le ferite, sono a corto di medicinali e la mia conoscenza magica può essere utile- spiegò.

-Perché non ha mandato altri maghi allora?- Miroku cercava di capirci qualcosa, ma le domande erano tante e altrettante erano le risposte.

-Voi vivete qui più di me e non vi siete resi conto che i maghi di corte non sono altro che delle persone che riescono a richiamare incantesimi sciocchi come quello del poter comunicare mandando messaggi magici e basta. Le loro competenze mediche sono inutili. Mentre io conosco incantesimi elfici, molto più potenti dei loro- spiegò calma.

I ragazzi la guardarono e capirono che lei avrebbe seguito l’ordine anche se ci fossero state altre strade.

-Ragazzi è il mio primo incarico!- sorrise contenta che fosse finalmente arrivato. Avrebbe portato con se le sue spade, avrebbe volato con Blakert, avrebbe utilizzato la magia e poi avrebbe dato gli ordini ai suoi sottoposti.

-Ti vedo emozionata- disse Miroku –Sei ancora più bella quando sorridi- disse sincero ma ricevette un pugno da Sango. –Ma Sango che cosa ho detto di male?- si lamentò facendo ridere Kagome, lei non rispose ma lo trucidò con lo sguardo –Tu sei sempre più bella!- sussurrò facendola arrossire.

-Va bene, io vi lascio soli ci vediamo dopo a cena- li salutò, aveva capito che volevano rimanere da soli.

Andò in camera sua dove iniziò a preparare tutto ciò che poteva servire lì e lucidò anche le sue spade e i loro foderi. Si fece un bagno ed esaminò il segno sulla schiena che bruciava come fuoco. Sospirò doveva trovare almeno qualcosa per alleviare un po’ il bruciore, così una volta indossati i vestiti si diresse verso la sala dei medici, dove venne accolta da dottori e maghi che lavoravano per creare medicine.

-Possiamo aiutarla?- chiese un giovane mago.

-Si ho bisogno di due ciotole, acqua distillata, contenitori per le trasfusioni e delle erbe- disse proseguendo ad elencare i nomi delle erbe. Il mago fu contento di servirla e andò a prendere tutto l’occorrente, nel frattempo Kagome diede vari consigli ai dottori.

-Ecco Signora- disse il ragazzo mettendo tutto su un tavolo libero.

-Grazie- disse e iniziò a spezzare le erbe all’interno di una ciotola e iniziare a macinarle. Dopo aggiunse l’acqua distillata e sussurrò vari incantesimi durante il lavoro. Creò due antidoti che mise in due contenitori per le trasfusioni, poi con quello che avanzò creò un altro antidoto che sarebbe servito per recuperare più velocemente le forze e anche qui riuscì a fare due dosi.

-Signora scusi l’impertinenza, ma potrei sapere a cosa servono?- chiese il ragazzo vedendo che Kagome infilava un tubicino provvisto di ago in un contenitore per le trasfusioni e infilava lago in una vena del braccio destro.

-Questo serve ad alleviare le bruciature e dolori per un periodo di tempo. Senza incantesimi è possibile utilizzarli anche sulle persone normali- spiegò mentre sentiva il liquido scorrergli nel sangue.

-Perché senza incantesimi?- chiese ancora curioso.

-Sono incantesimi che posso utilizzare solo su di me o demoni. Sono troppo potenti per un essere umano- spiegò –Potrebbe causare la loro morte- il ragazzo ingoiò rumorosamente spaventato da quella rivelazione e dalla tranquillità con cui Kagome lo spiegava. –Hai visto il procedimento puoi iniziare a creare qualche dose saranno utili, per il secondo antidoto che ho creato non azzardarti a farlo che ti spello vivo- lo minacciò fredda e il ragazzo rabbrividì e spaventato indietreggiò.

-P-perché?- chiese timoroso della risposta.

-Non conosci le formule che ho utilizzato e il loro significato e se le ripeti a memoria e senza seguire l’ordine giusto puoi morire sia tu che chi ti sta intorno. La magia non è un gioco, è potere, è forza vitale se la prosciughi sei morto!- disse guardandolo e notando che la trasfusione era quasi finita, sentiva già il bruciore diminuire. –Mi hai capito?- chiese poi guardandolo.

-S-si Signora- balbetto il mago.

-Bene, sei in gamba… -

-Kent, Singora- si presentò.

-Sei in gamba Kent, so che ascolterai i miei consigli- disse poi estraendo l’ago e il ragazzo rimase sbalordito nel vedere che sul braccio non c’era il buco dell’ago –Bene ho finito, arrivederci signori- salutò l’intero apparato di medici e il ragazzo che, la salutò con un inchino. Forse era stata un po’ troppo dura ma sapeva che era giovane e che avrebbe sperimentato di sicuro ciò che aveva imparato e spaventarlo era l’unico modo.

Mise il mantello e uscì per andare da Blakert. Il tempo rispetto al mattino era peggiorato, nevicava e un vento tremendo fischiava e batteva contro le forti mura del castello, ma nonostante ciò incontrò anche dei soldati che facevano la ronda accompagnati dai Segugi. Arrivata raccontò tutto al drago che accetto entusiasta, Kagome gli raccomandò di mangiare tutto quello che i soldati gli avrebbero portato perché il volo sarebbe stato lungo e non potevano fare soste. Voleva mettersi subito all’opera.

Andò a mangiare e trovò i ragazzi già a tavola tranne Inuyasha. Stavano aspettando lei per mangiare e quando entrò sentì che stavano parlando della loro avventura per trovare le spade.

-Inuyasha?- chiese sedendosi e afferrando del pane.

-Aveva da fare- disse Sesshomaru prendendo anche lui del pane.

-E non lo aspettiamo?- chiese ancora.

-No, mi ha detto che non avrebbe mangiato con noi- sorrise Sesshomaru a Kagome che iniziò a mangiare.

___ 

 -Ho sentito che domani  parti- stavano camminando per un controllo dei corridoi.

-Si, il mio primo incarico- rispose Kagome salutando con un cenno della mano dei soldati.

-Complimenti! Beh che dire tante belle notizie tutte insieme- disse Sesshomaru svoltando in un corridoio.

-Si, se prima ce ne sono state di brutte adesso tutte belle- gli sorrise.

-Allora quindi ti mancano solo tre “prove” per legarti completamente al tuo Blakert- Kagome si fermò.

-Ecco cosa mi sono dimenticata di chiedere a Sango… Beh me le potresti dire tu?- aveva dimenticato che quel giorno era andata a trovare Sango anche per quel motivo, ma la notizia della partenza gli e l’aveva fatta dimenticare.

-Beh certo. Allora  non vengono tutte nello stesso ordine e non sono dolorose. La prima è venire a conoscenza del passato del tuo drago, una volta saputo non sarai ne in grado di dirlo ne di scriverlo- spiegò

-Come è possibile?-chiese Kagome.

-Non lo sappiamo, ma ogni volta che ci proviamo dimentichiamo tutto. La seconda prova riguarda il tuo Drago , infatti, sarà lui a conoscere il tuo passato, i tuoi sogni e desideri… tutto. Solo che lui se vuole potrà rivelare tutto, ma poiché siete legati non dirà nulla- fece una pausa aspettando qualche domanda di Kagome, ma non ricevendone continuò –Infine la terza prova lui ti donerà una parte del suo cuore e tu una parte del tuo cuore. Questo vi legherà completamente e se tu muori lui morirà-

-E se muore lui?- chiese quasi incerta.

-Non lo sappiamo. Il diario dei Cavalieri si interrompe proprio qui-

- No aspetta,un Diario scritto dai cavalieri? E poi non le fasi non le  aveva scoperte Inuyasha?- ancora altre sorprese.

-Si Inuyasha è stato il primo ad avere tutte le “fasi” – non ci capiva nulla – Ma un giorno è tornato con un libro, diceva che lo aveva ricevuto da Elen una bambina morta poco prima che io arrivassi lo credevamo pazzo,ma il re lo credeva- disse scettico –Comunque il libro lo abbiamo chiamato così perché c’erano le firme di tutti gli ex Cavalieri e c’erano scritte tutte le fasi e cosa succedeva e coincideva con ciò che era successo a noi- sorrise.

-Adesso mi è tutto più chiaro- annuì e proseguì con il controllo.

___ 

-Non credo che sia una buona idea- si stava asciugando i lunghi capelli argentati con un asciugamano mentre guardava la bambina seduta sul suo letto.

-Ma come no Inuyasha?!-esclamò stufa –Tanto so che farai come dico io!-

-Bimba!- la schernì.

-Cane- rispose lei facendo la linguaccia.

-Fantasma-

-Cucciolo- urlò Elen.

-Piagniona-

-Io non sono piagnona!- batté i piedi a terra a modo di bambina.

-Si che lo sei!- iniziò a ridere Inuyasha.

-No!-

-Si!-

-Kagome!!!- disse la bimba correndo verso la porta e gettandosi sulle gambe di Kagome.

-Cosa succede?- disse guardandola e cercando in vano di toccarla.

-Inuyasha ha detto che sono una bimba!- piagnucolò facendo nuovamente la linguaccia a Inuyasha che ghignò divertito.

Kagome lo trucidò e lui perse il sorriso e rabbrividì, improvvisamente nella stanza era sceso il gelo totale.

-Inuyasha?- lo chiamò ma lui fece finta di non sentirla e tornò ad asciugarsi i capelli guardandosi allo specchio. –Inuyasha?- lo richiamò lui mosse le orecchie nella sua direzione. –Inuyasha girati!- niente, non l’ascoltava –Destram- disse puntando la mano contro lo specchio che ruppe.

-Cosa fai?- chiese furioso

-Odio essere ignorata!- disse calma.

-E vai distruggendo gli specchi di chi ti ignora?- si era arrabbiato davvero.

-Se mi capita quello si altrimenti spezzo un arto di chi mi ignora!- era così spaventosamente calma.

-Scherzi vero?- chiese con voce molto bassa.

-Io non scherzo mai!- disse incamminandosi mentre Elen le prese la mano. –Ero venuta per chiederti a che ora partiamo domani-

-Il re ti ha convocato?- chiese fissandola sempre in quel modo indescrivibile.

-Si, visto che tu eri occupato- mise una mano sul fianco e senza timore sostenne il suo sguardo.

-Alle dieci partiremo – disse girandosi e superando le schegge di vetro.

-Non ti sembra troppo tardi?- chiese ancora.

-Hai fretta di vedere il tuo corteggiatore?- chiese duro.

-Anche- disse ammiccando con lo sguardo, facendo ridere Elen. – Per quanto riguarda la questione di Elen se la prossima volta la fai piangere preparati che piangerai tu- e con un contro incantesimo mise a posto lo specchio.

-Non farlo mai più- l’aveva raggiunta in un attimo e l’aveva presa per un polso stringendolo, ma non le  fece nulla. Lei lo guardò tranquilla aspettando che continuasse.

-Altrimenti che fa Capitano? Mi fa torturare o cacciare?- disse.

-Molto peggio. Odio le persone che mi sfidano!- ribadì.

-Allora preparati che non mi fai paura- sorrise lei.

-Davvero?-

-Si- lui la baciò. Kagome Sì aspettava di tutto ma non un bacio, avevano appena litigato. Ma se quelle erano le punizioni che lui pensava avrebbe spaccato altri mille specchi.

-Cosa fai?- chiese lei ansimando per il bacio.

-Mi sembra chiaro, ti bacio- sorrise lui.

-Sai avevo creduto davvero che ti fossi arrabbiato- disse tra un bacio e l’altro.

-Non mi conosci, e poi non mi spavento per delle schegge- sorrise lui guardandola. In realtà era veramente arrabbiato ma quando si era trovato a pochi centimetri da lei aveva dimenticato tutto.

-Meglio se non diciamo nulla di questi incontri- disse lei sorridendo e contagiando Inuyasha.

-Si sono d’accordo. Sei bellissima quando sorridi- le disse.

-Ero venuta a dirti anche un’altra cosa- disse staccandosi dall’abbraccio.

-Cosa?-

-Ho superato già tutte le fasi- disse sedendosi sul letto seguita da Elen che era svanita per lasciarli un po’ soli.

-Cosa?-

-Dai che hai capito- rise sotto i baffi.

-Non è possibile- ribadì lui sorpreso guardandola come se avesse detto che era un uomo.

-Si, è successo tutto ieri quando mi sono legata a Blakert- annuì chiudendo gli occhi e aspettando che Inuyasha parlasse.

-Io ci ho messo quasi undici mesi per capire il passato di Arel e lei il mio, invece tu?... nell’arco di una  settimana- sorrise lasciando perplessa Kagome che si aspettava che non la credesse –Lo sapevo che nonostante non sia più forte di me, sei più speciale di tutti noi- lei sorrise ammaliando Inuyasha che moriva dalla voglia di baciarla nuovamente.

Le si avvicinò la fece alzare e la baciò nuovamente. Non sapeva quante volte si era posto la domanda come aveva fatto ad innamorarsi improvvisamente di lei, aveva perso il conto ormai. Sapeva solo che adorava stare con lei, abbracciarla, accarezzarla e soprattutto baciarla, baciare quelle labbra soffici, carnose e rosse. Accarezzare quella pelle liscia come seta, bianca e calda, abbracciare quel corpo esile e perfetto. Si gli piaceva molto tutto quello. Infilò le mani nei capelli ebano di lei e approfondì il bacio.

-A-aspetta Inuyasha- disse lei staccandosi.

-Che c’è? – chiese lui.

-Io… noi… senti Inuyasha io ho la sensazione che ciò che facciamo sia sbagliato- disse abbassando lo sguardo.

-No che non lo è!-  disse lui abbracciandola –Perché dici questo?-le chiese scostandogli la frangia dalla fronte.

-Non lo so. Ho come la sensazione che ciò non piacerà-

-A chi ?- chiese baciandole la fronte.

-Al re, ai maghi,ai vecchi- disse sorridendo per le attenzioni di Inuyasha.

-Elen cosa succederà?- chiese Inuyasha guardando Elen che giocava con il vestito.

-Tranquilla Kagome – furono le uniche parole di Elen che sembrarono tranquillizzare Kagome, ma in realtà il suo timore restava.

-Sei tranquilla adesso? E comunque come ho detto prima non diciamo nulla a nessuno- la baciò un ultima volta e si staccò.

-Si, forse è meglio. Va bene io devo andare, ci vediamo domani mattina alle otto- disse.

-Avevamo stabilito alle dieci- lei lo guardò con occhi che lo fecero sciogliere. –Si Signora- e la vide uscire.

-Ne sei innamorato- disse Elen sorridendo.

-Sai non ci avevo fatto caso- sorrise lui inginocchiandosi in modo da guardare Elen negli occhi.

-Hai letto i libri che ti portato?- chiese.

-Si ho imparato tutto devo solo imparare a utilizzare la magia-

-E con le lezioni come va?-

-Bene, sono a un buon punto, Grukex dice che ho imparato molto più velocemente rispetto a lui- si vantò.

-Sai che non posso venire con te Inuyasha e sai che non posso avere una visione per vedere cosa accadrà lì non conosco il luogo, quindi fai attenzione la storia non mi piace- disse seria.

-Neanche a me, ma stai tranquilla so badare a me stesso- lei lo accarezzò.

-Non fatevi beccare insieme, i timori di Kagome non sono infondati il re sospetta qualcosa e ciò gli da fastidio il vero motivo non lo so, ha imparato a controllare troppo bene la sua mente- disse infastidita.

Inuyasha annuì –Si me ne sono accorto anche io e Kagome ha capito che stavamo mentendo. Fatto sta che devi tenere sotto controllo quei tre vecchi, Grukex sa troppe cose e ciò che mi preoccupa è le sue conoscenze elfiche e le magie- Elen annuì.

-Agli ordini- disse portandosi la manina alla tempia.

-Bravo soldato. Ora va ci vediamo prima di partire- Elen gli baciò la guancia e scomparve mentre nella stanza si diffuse la sua risata da bambina che fece rabbrividire Inuyasha.

____ 

-Fai attenzione- disse rivolgendosi al fratello.

-Sesshomaru stai parlando con il tuo Capitano- disse controllando la sella di Arel.

-Parlavo di Kagome, non mi piace Koga- disse.

-Cosa provi, Sesshomaru, per lei?- chiese con una punta di rabbia nella voce.

-Lo stesso che provi tu per lei!- sussurrò.

-E cosa proverei io? Sbagli Sesshomaru, io non la sopporto-disse.

-Non mentirmi Inuyasha, ho sentito il tuo odore su di lei- Inuyasha si fermò poi con sguardo feroce lo guardò.

-Stai lontano da lei- ringhiò.

Poco lontano Kagome vide tutta la scena e riuscì a sentire  qualcosa. Stavano litigando per lei, ciò non andava bene. Salì in groppa a Blakert dopo aver salutato Sango e Miroku.

“Cosa succede Kagome?” le chiese Blakert.

“Ciò che non doveva succedere!” urlò dalla rabbia.

“Calmati Sesshomaru capirà” le disse per tranquillizzarla, ma falli.

“Ti giuro Blakert non ero a conoscenza dei sentimenti di Sesshomaru”

“Kagome ti ho già detto che si sistemerà tutto!” ripeté.

“Come mai non fai più il geloso?” chiese per cambiare discorso.

“Sono maturato e poi ho capito che sei attratta da quel… cagnolino” disse grugnendo.

-Già- disse e vide poi Inuyasha stringere la mano a Sesshomaru e salire su Arel.

“Pronta occhi di ghiaccio?”le chiese la dragonessa, lei annuì e poi fisso Inuyasha e sospiro.

 A un segnale di Inuyasha i draghi spiccarono il volo.

___

Faceva freddo, lo odiava. Non riusciva a sopportare il bisogno di stringersi a quel mantello e non godersi il volo.

“Ci siamo quasi” la fievole voce di Inuyasha entrò nella sua mente risvegliandola dai pensieri di rabbia.

Sotto di loro si estendevano tanti puntini verdi e dorati e tante rovine, poco distante c’era una zona pianeggiante tante torce brillavano per segnalare il luogo di atterraggio. Avevano volato per cinque ore senza sosta e ora i draghi iniziavano a sentire la stanchezza invaderli e vedere l’accampamento sotto di loro gli sollevo il morale. La vista di quel villaggio distrutto fece rabbrividire i due cavalieri, era una scena terrificante mai vista una cosa del genere. Blakert  ruggì avvisando i soldati e la gente del loro arrivo, virarono e atterrarono.

Furono raggiunti da due maghi, riconoscibili dalle tuniche bianche e rosse che portavano e due soldati che avevano lo stemma della famiglia reale sul petto d’acciaio.

-Vi aspettavamo fra qualche ora!- disse Koga raggiungendoli.

-Ciao Koga- lo salutò Kagome con un sorriso.

-Si ma Kagome ha deciso di partire prima!- disse Inuyasha aspettando che Kagome scendesse da Blakert.

-Si volevo mettermi subito a lavoro- sorrise raggiungendo i due capitani.

-Sono contento di rivederti- sorrise Koga a Kagome.

-Blakert e Arel voi andate pure a caccia fra un ora vi voglio qui-

“Agli ordini Capitano” dissero i due Draghi che con un balzo volarono via. Avrebbero prima mangiato e poi si sarebbero riposati.

-Koga portaci dai feriti- disse Kagome.

Koga annuì e la accompagnò alla tenda dei dottori. Durante il tragitto spiegò i miglioramenti e i problemi ancora da risolvere. Mostrò ogni tenda e chi ospitava e spiegò che in ogni tenda c’erano tre famiglie, ognuna composta da cinque persone. Videro anche i soldati che ricostruivano le case aiutati dagli uomini che non erano stati feriti.

-Ecco questa e la tenda-disse – Io vorrei darti una mano, ma aiuto i miei uomini nella ricostruzione delle case-

-Vai tranquillo- sorrise lei.

-Bene. Buon lavoro allora-

-Anche a te- disse Inuyasha osservando di sottecchi il lupo.

Entrarono e Kagome iniziò a studiare la situazione. C’era così tanta gente ancora da curare e molta era adagiata su coperte per terra. Non gli piaceva quella situazione.

-Oh! Miei Signori siete arrivati- disse un vecchio inchinandosi. Di sicuro era un dottore visto che aveva la sua veste sporca di sangue.-Sono Metron, un medico vi aspettavamo- disse rivolgendosi a Kagome.

-Va bene. Metron adesso ascoltami voglio che tutta questa gente venga messa in un’altra tenda- disse iniziando a piegarsi le maniche della tuta.

-Ma signora siamo a corto di tende- balbetto il vecchio.

-Inuaysha chiedi a Koga se hanno un’altra tenda abbastanza grande da montare, se non è possibile torna da me- Inuyasha annuì e uscì. –Metron di ai tuoi uomini di dividere gli uomini dalle donne e i bambini e i vecchi dagli adulti, poi digli di mettere un segno sui più gravi la precedenza ai bambini e alle donne- ordinò

-Si Signora- disse il vecchio raggiungendo un gruppo di medici.

-Hei tu come ti chiami?- Kagome aveva bloccato un mago che portava in mano delle erbe mediche.

-String Signora- disse riconoscendola e inchinandosi.

-Bando alle formalità. Libera tutti i tavoli e porta tutte le erbe mediche che avete, poi di ai tuoi compagni di far accomodare fuori tutta questa gente e fa portare e riscaldare dell’acqua, molta acqua- gli ordinò e anche lui annuì e scomparve.

-Kagome!- la chiamo Inuyasha ritornando.

-Allora- chiese lei.

-Nulla. Non hanno più tende- disse fissandola dispiaciuto.

-Non è colpa tua- gli disse per tranquillizzarlo –Staserà parlerò con il re!- disse iniziandosi a incamminare verso il retro della tenda seguita dal Capitano. Si bloccò quando uscendo vide la situazione. Ancora tanta gente era li che doveva ricevere delle cure, alcuni molto gravi altri erano in condizioni di rischiare infezioni.

-O mio spirito!- sussurrò Kagome. –Come è possibile che dopo due settimane e mezzo questa gente e ancora in queste condizioni?- si sentiva lo stomaco sottosopra e a stento riuscì a trattenere un conato di vomito dovuto alla rabbia che stava crescendo dentro di lei.

-Kagome! Stai bene?- chiese Inuyasha sorreggendola.

-Va tutto bene? Come può andare bene! Voglio subito Koga qui e tutte le donne che non devono badare ai bambini!- disse incamminandosi come una furia oltre la folla dove vedeva uno spazio verde.

-Hai sentito? Chiama il tuo capitano e fa come dice lei- ordinò Inuyasha a un soldato. –Cos’hai intenzione di fare Kagome?- le urlò dietro.

-Ciò che deve essere fatto!- sussurrò. Raggiunto lo spazio si guardò intorno e prendendo un respiro chiuse gli occhi. Inuyasha sentì il suo cuore rallentare ma non capiva cosa voleva fare.

Kagome allargò le braccia e iniziò una cantilena in elfico poi congiunse le mani e urlò – Metra Crumen- improvvisamente la terra iniziò a tremare e la gente a urlare. Dalla terra pian piano si innalzava una struttura in legno grande tre tende da soccorso provvista di porta e finestre.

-Portate tutti quelli già stati visitati qui dentro, dite alle donne di portare tutta la stoffa che hanno all’interno e di preparare dell’acqua calda per consentire a tutti di lavarsi! Inuyasha appena i Draghi arrivano digli che si riposeranno più tardi, vedi di trovare contenitori abbastanza grandi e dì loro che al primo fiume che trovano di riempire i contenitori e ritornare! ADESSO!- urlò furiosa.

Inuyasha annuì e iniziò a dare ordini a destra e manca, prima di girarsi vide Kagome ansimare pesantemente e guardarlo, ma a un suo cenno del capo tornò al suo compito.

-Voglio tutti i più gravi dentro,e radunate  tutti i maghi!- ordinò ancora e iniziò a visitare e vedere i più gravi che fece portare all’ interno mentre altri uomini, dall’altra entrata, portavano nella casa di legno tutti gli uomini già curati. I più gravi erano gli uomini che rischiavano di perdere un arto o due, così li curò per primi.

I bambini e le donne ferite erano pochi e avevano qualche graffio e di loro se ne potevano occupare benissimo i dottori meno esperti. Gli uomini erano più numerosi e i più gravi. Li operò a mani nude utilizzando strumenti e anche la magia per bloccare il sangue che usciva o per sterilizzare gli strumenti. Fu costretta anche ad amputare gambe e braccia andate in cancrene, utilizzò incantesimi che non aveva mai utilizzato ma che con sua gioia funzionarono e avvolte fu costretta ad utilizzare incantesimi curativi per lei ma moderando la forza della magia. Ogni volta che finiva di operare correva da un altro e qualche volta vedeva Inuyasha che entrava e usciva per aiutare i pazienti ad uscire.

-Perché il tuo capo non è ancora arrivato!- chiese a un soldato di passaggio.

-Signora e occupato- disse spaventato dallo sguardo e la rabbia con cui aveva pronunciato la frase.

-Di che se non viene qui tra de minuti rischia di non vedere l’alba!- gli ringhiò contro e il soldato corse fuori.

Tornò a curare gli altri uomini, erano ore che continuava così, le forze iniziavano a mancare e il “segno” era tornato a bruciare e a pulsare. Era il tramonto e fuori pioveva, una cosa positiva di quel luogo era che non c’era neve almeno quei poveretti non erano morti congelati, si asciugò la fronte con la mano imbrattandosi di sangue.

-Signora di gravi non ce ne sono più- disse un giovane mago di cui non ricordava il nome.

-Grazie al cielo- disse sedendosi su uno sgabello .

-Signora sta bene?- chiese.

-Si. Fa entrare gli altri – disse rialzandosi. Il suo sguardo per tutto il giorno era stato sempre lo stesso duro e freddo.

-Kagome!- quella voce riaccese la fiamma di rabbia che aveva cercato di reprimere.

-Koga mi dici perché sei arrivato solo adesso? Perché tutta quella gente era in quelle condizioni? E perché non hai avvisato corte della mancanza di tende e medicine? Rischiavano di morire! Ho dovuto amputare anche e non è una bella cosa Koga!- urlò furiosa contro il demone lupo, che indietreggiò di un passo. Inuyasha sentendo le urla era corso nella tenda e vide Kagome sull’orlo di attaccare di Koga.

-Kagome calmati!- cercò di calmarla Koga ma non fece che aggravare la situazione. –Senti ho inviato un ambasciatore ieri, ma credevo che fosse arrivato e avesse avvisato!- disse lui cercando ancora di parlare.

-Trova un’altra scusa!- ringhiò lei.

-Davvero Kagome! Forse ha incontrato altri demoni e si è nascosto questo non lo so, ma l’ho inviato- disse indietreggiando ancora.

-Kagome calmati- disse Inuyasha mettendole una mano sulla spalla della ragazza. –Ha ragione Koga- le disse.

-Comunque rimane il fatto che avete dei maghi per avvisare!- disse moderando la rabbia.

-Il fatto e che c’è stato un altro attacco nel bosco- disse Koga sconvolgendo i Cavalieri. –Alcuni uomini,soldati e i maghi ambasciatori che erano in cerca di erbe mediche sono morti ecco perché non abbiamo avvisato prima- spiegò tutto guardando una volta Kagome e una volta Inuyasha.

-Perché non sei andato tu?- chiese Kagome calma.

-Ho preferito aiutare qui- rispose sincero lui.

-Signora!- la chiamò un soldato che reggeva un uomo ferito alla gamba.

-Eccomi- disse lanciando un ultimo sguardo a Koga e curando l’uomo.

Quando curò l’ultimo uomo era notte fonda e pioveva ancora. La casa di legno era piena e anche la tenda e i suoi ordini erano  stati accuratamente seguiti. Si accertò che fosse tutto a posto, chiese hai dottori di fare dei turni e di preparare degli antidoti, poi andò nelle cucine e chiese alle donne che cucinavano di preparare qualcosa per lei e Inuyasha.

Trascinava i piedi aveva utilizzata troppo la magia e aveva dovuto utilizzare troppa energia, se non fosse stato che aveva anche l’energia di Blakert sarebbe crollata. Le girava la testa e non sentiva più le gambe e le braccia, si appoggiò a un muro e iniziò a respirare a ritmo.

-Cavolo- disse guardandosi le mani che tremavano vistosamente.

-Kagome ti ho cercato ovunque, dov’eri finita?- chiese avvicinandosi –Kagome che cos’hai?- chiese preoccupato vedendo le sue mani.

-Senti Inuyasha, io non ci riesco ma in questa sacca c’è un flacone prendimelo- disse continuando a respirare.

-Mi dici cos’hai e a che cosa serve questa?- Chiese mettendola nella sua mano tremante.

-Ho speso troppe energie e questa serve per recuperarle velocemente- disse premendo lago nella vena del polso.

-Ti sei stancata troppo – disse Inuyasha fissandola preoccupato.

-Cosa avrei dovuto fare? Lasciare che quelle persone morissero?- chiese staccando la siringa e mettendola nella sacca.

-Vuoi una mano?- le chiese alzandole il viso.

-Si grazie- Inuyasha prese il suo braccio e se lo mise intorno al collo e la mantenne per il fianco. –Non rispondere dovere- disse quando vide che la stava per rispondere.

-Di nulla- rispose lui sorridendo.

La portò nella tenda e la fece accomodare sulla branda. La vide prendere un contenitore per le trasfusioni dalla sua sacca adagiata accanto al letto.

-E quello?- chiese Inuyasha Sedendosi sul letto di fronte a lei.

-Serve per alleviare il bruciore del segno. Arel e Blakert come stanno?- chiese iniziando la trasfusione.

-Stanno bene erano contenti di andare a riposare e Blakert era preoccupato per te- le disse.

-Immagino. Tu come stai?- gli chiese guardandolo.

-Stanco, è stata una giornataccia per tutti- disse continuandola ad osservare –Tremi ancora- le fece notare.

-Ho utilizzato troppo energia- apriva e chiudeva la mano libera sospirando quando sentiva tirare i tendini.

-Devi riposare- le disse serio.

-Devo fare il turno di sorveglianza- disse lei altrettanto seria.

-Se non riposi domani non sarai utile a niente, lascia che se ne occupino i dottori di turno- si iniziò a togliere la parte superiore della tuta e la camicia.

-Fa freddo per dormire senza nulla- gli disse osservandolo da sotto le sue lunga ciglia. Lui le sorrise e lei ricambiò, la risposta alla sua domanda era : “sono pur sempre metà demone”. –Quello è il tuo segno?- chiese ammirando alla macchia scura che ricopriva completamente la sua schiena. Era un drago seduto, la testa si trovava sulla spalla sinistra con il muso girato verso chi lo guardava, il corpo si estendeva su tutta la colonna vertebrale e le ali  semi chiuse coprivano i lati della schiena e la coda era piegata verso le zampe anteriore che a malapena si vedevano.

-Si- rispose lui alzando le spalle.

-Non oso immaginare come hai sofferto- sussurrò tristemente e Inuyasha si girò per guardarla.

-Non più di voi- disse.

-Non mentirmi-

-Ho rischiato di uscire pazzo dal dolore- ammise mentre si avvicinava a una bacinella dove c’era dell’acqua per sciacquarsi il viso. – Ma sono troppo forte- disse per sdrammatizzare ma Kagome non si mosse. –Kagome?-

-Tieni prendi questa, darà un po’ fastidio ma ti riprenderai più velocemente- disse lanciandogli l’altro flacone che aveva da parte.

-Serve più a te- disse serio guardando il liquido all’interno della boccetta.

-No- rispose semplicemente staccando poi lago.

-Mi dici a cosa serve quello?-

-Per alleviare il bruciore del segno. Se ieri non ne l’avessi già preso uno oggi sarei crollata, il segno spende troppe energie- spiegò.

-Tu conosci una pozione per alleviare il bruciore del segno?- chiese sorpreso, quella ragazza era una continua scoperta.

-Si- rispose secca. Kagome notò che le sue spade erano appoggiate su una sedia e ricordò che le aveva date a Inuyasha quando gli aveva ordinato di andare a chiedere a Koga delle tende. –Come sei riuscito a portarla?-

-Non lo so- fece spallucce e la guardò –Io vado da Koga, tu rinfrescati un po’ e cambiati ci vediamo dopo- e senza aggiungere altro uscì.

Kagome fece come lui aveva detto. Si lavò per bene passando più volte la spugna sul corpo per eliminare l’odore del sangue il solo pensiero di quella giornata la fece tremare. Si cambiò e indossò l’altra tuta e poi lavò quella sporca. Poco dopo arrivarono le donne con il cibo, ma decise di aspettare il ritorno di Inuyasha. Si osservò le mani e notò che non tremavano più ma doveva riposare, si stese sul letto iniziando a cantare in elfico. Era una canzone che aveva sempre saputo, parlava di una ninfa, di un dio e del loro amore.

Quando tornò alla tenda pensò di trovarla addormentata invece era stesa sul letto che canticchiava serena. Le si avvicinò e le accarezzò una guancia, ma lei continuò a canticchiare.

-Che ne dici se mangiamo?- chiese poi aprendo gli occhi e fissandolo.

-Ottima idea- rispose lui. Mangiarono in silenzio e finito si diedero la buona notte e si addormentarono.

Si alzò all’alba e senza far rumore uscì, voleva lasciarla riposare ancora un po’. Andò da Arel e fece una perlustrazione dall’alto e trovando la situazione tranquilla tornò all’accampamento. Ordinò a dei maghi di recuperare altre erbe curative e li fece accompagnare da Blakert,e  anche lui aiutò i soldati nella ricostruzione. Il cielo era nuvoloso ma non avrebbe piovuto era un villaggio molto vicino al Grande Oceano dove non c’erano stagioni tranne che l’estate, e quindi nel villaggio esisteva solo l’estate e una sorta di primavera che c’era in quel momento.

-Inuyasha?- lo chiamò Koga raggiungendolo.

- Koga- lo salutò alzando, con l’aiuto di un uomo, un’asse di legno.

-Come sta Kagome?- Inuyasha non rispose.

-Io arrivo tra poco- disse al soldato – Sta dormendo. Ieri era esausta così lo lasciata dormire ancora un po’- disse.

-Hai fatto bene. Mi dispiace di non avervi detto della situazione- disse realmente dispiaciuto.

-Anche a noi- rispose soltanto –Koga ti dico una cosa da… “amico” non farti vedere da Kagome- gli disse.

-Perché mai?- chiese offeso.

-Hai visto la sua reazione di ieri… si è vero si è calmata ma potrebbe arrabbiarsi nuovamente e io l’ho vista quando si arrabbia- disse serio.

-Va bene- annuì il lupo –Solo perché tengo a lei- quella frase fece ribollire il sangue nelle vene di Inuyasha e se non fosse stato che dovevano tenere segreta la relazione lo avrebbe picchiato.

---

-Inuyasha- sussurro aprendo appena gli occhi e guardando la tenda, ma non sentiva ne il suo profumo ne il suo respiro, gli unici rumori erano le voci all’esterno della tenda. Si alzò con tutta la calma, si sciacquò il viso e si pettinò i capelli. Uscì dalla tenda e notò che erano già tutti a lavoro.

-Buon giorno Signora- disse una ragazza facendo un inchino.

-Buon giorno a te- le sorrise Kagome, poi notò la benda intorno al collo –Ti riconosco sei la ragazza ferita al collo. Come va?-

-Bene Signora- disse la ragazza contenta che Kagome si ricordasse di lei.

-Vieni qui fammi dare un occhiata- disse e la ragazza obbedì –Bene, passa fra qualche ora nella tenda di soccorso ti passerò un unguento calmerà il bruciore. Avvisa anche le altre donne e che portino anche i bambini li visiterò- disse.

-Certo Signora- disse incamminandosi verso il sentiero.

Kagome si guardò in giro e poi si avviò verso la tenda di soccorso. Visitò quelli al suo interno e anche quelli nella sua costruzione, poi iniziò a preparare unguenti, medicine e altro. Come richiesto la ragazza della mattina si presentò da lei seguita da altre donne. Kagome passò gli unguenti sulle donne e i bambini e ordinò agli altri medici di fare lo stesso con gli uomini. Finito con loro andò da chi aveva subito un amputazione e alleviò le loro pene con la magia. poi gli fece bere del latte caldo misto a una polvere che aveva con se, erano foglie di Olmo che aveva fatto essiccare con la magia, visto che il sole non c’era e poi ci avrebbe messo troppo tempo, poi le aveva ridotte in polvere.

-Bevilo tutto, mi raccomando- disse a un uomo.

-Grazie mille Signora, è grazie a lei che siamo tutti vivi se non fosse stato per lei i nostri figli e le nostri mogli sarebbero morti. Ma lei ci ha aiutato le sarò devoto per la vita- disse lo stesso uomo tenendole la mano. Kagome era stupita da quelle parole e gli sorrise. Poi uscì di corsa dalla tenda, non sapeva neanche lei cosa le era preso ma voleva stare da sola, prese a correre nel bosco e raggiunse un precipizio che dava su una vallata dove scorreva un fiume, dove dei cervi pascolavano liberi e dove un falco volava alto nel cielo nuvoloso riempiendo l’aria del suono del suo richiamo.  Perché continuava a pensare alle parole di quell’uomo? Cosa l’aveva colpita? Eppure l’aveva ringraziata… no quell’uomo le aveva giurato di esserle devoto per la visto, ciò significava che se lei avesse dato l’ordine di combattere lui, anche se privo di un braccio, avrebbe impugnato una spada e sarebbe andato alla riscossa e non potendo mantenere uno scudo  le probabilità di morte erano alte. Ma no, non era neanche quello… e non c’era neanche un problema reale, l’aveva sconvolta il fatto che anche quell’uomo le aveva giurato di starle accanto… ma se non fosse stata un Cavaliere lo avrebbe fatto lo stesso? O l’avrebbe emarginata come i suoi compaesani? Tirò un pugno all’albero accanto a lei provocando un buco.

___

-Avete visto Kagome?- chiese Inuyasha al primo medico che vide, ma l’uomo scosse il capo e tornò al suo lavoro –Dove si sarà cacciata?- ringhiò tra i denti.

-Mi cercavi?- chiese entrando e sorridendogli.

-Si- la fisso aveva qualcosa che non andava –Stai bene?- le chiese.

-Benissimo, mi sono ripresa-disse. Poi lo guardò –Tu stai bene? Hai una faccia-

-Nulla e che sei diversa- disse sorridendo.

-Sarà. Posso aiutarvi con le case?- Inuyasha annuì e le fece strada.

Lavorarono insieme e riuscirono a metà giornata a costruire un’altra capanna. Inuyasha continuava ad osservarla c’era qualcosa che la rendeva più bella ma al contempo troppo diversa. La osservo meglio e solo in quel momento si accorse del piccolo particolare che la rendeva tanto diversa, aveva una treccia e l’aveva fermata con una foglia di erba selvatica e tra essa c’era una piuma di Falco.

Kagome aveva trovato la piuma quando colpendo l’albero questa era scivolata dai rami e oscillando si era poggiata sui suoi stivali. L’aveva raccolta e fattasi la treccia l’aveva fissata tra i capelli e il filo d’erba, si era sempre sentita come un falco era il suo simbolo e le aveva portato sempre fortuna.

-Cosa guardi?- chiese vedendo che Inuyasha la fissava.

-La piuma ti rende più… bella- sussurrò così a bassa voce che parve non muovere neanche le labbra e in quel preciso momento su di loro, in alto nel cielo, un falco volava.

 

 

 

 

Buona sera eccomi ritornata con un nuovo capitolo più lungo di tutti gli altri, mi sono sorpresa da sola!XD. scusate se aggiorno ogni morte di papa ma manca poco alla fine della scuola ( che bello!!!!ndme) e sto impazzendo tra interrogazioni e compiti in classe (che p***e ndme)comunque spero che nelle vacanze di pasqua riesca ad aggiornare almeno un paio di capitoli. Spero che questo capitolo sia piaciuto un kizzullo.

Le_montagnine: salve!!! Eccomi qui con il nuovo capitolo. Purtroppo il triangolo c’è, eccome se c’è avete visto? Una dichiarazione faccia a faccia tra i due fratelli che casino!!!!!!! E Kagome come si comporterà? E Blakert poi?! È cresciuto, è maturato e non è più geloso!!!!! O almeno così dice… io credo… heheh non dico nulla :P. Comunque che ne pensate della stupidaggine di Koga, è un demente di prima categoria io credo e voi? Ma è possibile non avvisare che è successo una cosa così grave??? E poi ci va sempre  Kagome di mezzo, poverina ç_ç mi dispiace per lei!!! Ba beh aspetto impazientemente un’altra vostra recensione! Un kizzullo!!!!!

Achaori: Ciao! Eccomici qua. Si Sesshomaru e Kagome potrebbero essere una bella coppia la storia deve ancora finire quindi tutto è possibile chissà forse anche Miroku… hahah no su Miroku scherzo o forse ripensandoci… Ba beh ci devo pensare un po’:P heheh si vedrà. Anche io scrivendo mi sono sorpresa del bacio tra quei due ( e mi stupisco io che sono l’autrice… ho detto tutto di me ovvero: sono idiota -.-) e in questo capitolo la loro attrazione sembra più nitida, più chiare ma al contempo anche i sentimenti di Sesshomaru e poi cosa intendeva il re con stai attenta? Mah non lo so... Sul sacrificio beh non posso accennare niente altrimenti non c’è più sfizio nel leggerlo e come ho detto Sesshomaru non si arrende quindi… mi dispiace non poterti rispondere ma è tutto da scrivere :P un kizzullo aspetto altre recensioni!

Laretta: Grazie mi fa piacere che la fic ti piaccia. Anche io adoro il modo in cui si è evoluta la storia ma è anche vero che Sesshomaru continua ad esserci e come si è visto… spero che continuerai a recensire un kizzullo ciao!

Pulce852004: Ciao  volevo scusarmi per non aver risposto alla tua domanda su ogni quanto tempo recensisco, beh vedi non ho tempi stabili dipende tutto dalla scuola. Un kizzullo ciao!!

Ringrazio soprattutto chi legge la mia storia e tutti quelli che la continuano ad aggiungere tra i preferiti. Grazie, grazie mille siete favolosi un kizzullo!

8kanemi8     

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Capitolo 16
*** Battaglia imminente ***


7.3

The War Of The Dragons

Battaglia imminente!

 

La mente è vuota priva di pensieri

L’unico obbiettivo è abbattere i guerrieri.

La spada silenziosa e veloce colpisce

E gli uomini con dolore ferisce.

Sopravvivere, aiutare, difendere e proteggere è l’obbiettivo

Questo è il nostro destino.

Non importa come ci sentiamo

O se mostri sembriamo

Proteggere è il nostro scopo perché Cavalieri noi siamo.

 

 

 

-Ciao piccolino mi fai vedere la ferita?- chiese Kagome a un bambino che la fissava incantato e al contempo impressionato dagli occhi e le orecchie di Kagome, ma poi annuì allungando il braccio verso Kagome che alzò la manica iniziando a levare le bende. Dopo un attenta osservazione e mormorato una canzone in elfico per tranquillizzare il bambino iniziò a sfilare i punti con delicatezza. Il bambino non fece altro che guardare Kagome e ascoltando quella soave canzone che lo calmava, poi improvvisamente il ritmo cambiò e il bambino notò che la mano destra di Kagome si era illuminata e chiuse gli occhi e sorrise quando iniziò a sentire la pelle solleticare. Kagome lo vide e sorrise, le piacevano i bambini soprattutto per la loro ingenuità.

-Ecco fatto- disse aiutandolo a scendere da tavolo su cui era seduto.

-Grazie signorina Signora- disse il bimbo sorridendole e Kagome rise divertita per il modo con cui l’aveva chiamata.

-Di nulla adesso va a giocare, ma non nel bosco- lo avvisò e il bambino annuì uscendo di corsa dalla tenda.

-Signora ha fatto un ottimo lavoro- disse un giovane medico.

-Grazie, ma anche voi siete stati bravi mi congratulo- sorrise –Oh, posso chiederti di portarmi uno specchio o anche un pezzo di vetro nella mia tenda?- chiese ricordandosi di una cosa che la sera precedente non aveva fatto.

-Certo mia Signora- disse il ragazzo e poi uscì.

Anche lei uscì dal lato opposto rispetto al ragazzo e respirando l’aria di primavera che alleggiava in quel luogo si stiracchiò. Notò come gli alberi in una sola notte avessero fatto sbocciare così tanti fiori di ciliegio, e di come il sole riscaldava quel luogo. Era passata da poco l’ora di pranzo ed era andata a controllare i suoi pazienti mentre Inuyasha continuò con le case. Si diresse verso la casa dove l’aveva lasciato ma al suo posto trovò Koga che la notandola abbassò lo sguardo.

-Ciao- la salutò timido.

-Dov’è Inuyasha?- chiese impassibile.

Koga indicò il cielo e un puntino lontano che volava in circolo.

-Fanno una perlustrazione- disse tornandola a guardare e arrossendo.

-Grazie ci vediamo dopo- disse e lo superò senza degnarlo di uno sguardo. Koga sospirò pensando a un modo per farsi perdonare.

Camminava tranquilla per andare a trovare il suo Drago. Pian piano che si avvicinava sentiva una confusione provenire dalla zona di atterraggio e più si avvicinava più iniziava a sentire i pensieri di Blakert.

“Ehi marmocchio scendi di li ti potresti far male! Ehi non azzardarti a salirmi sul muso! Scendiiiiiii!”

Kagome sentendo quelle frasi accelerò il passo e quando arrivo non riuscì a trattenere un sorriso. Una decina di bambini si arrampicavano su di Blakert rischiando anche di farsi male. Vide uscire delle nuvolette di fumo dalle nere narici di Blakert e ciò fece ridere un gruppetto di tre bambini più piccoli rispetto agli altri.

“Kagome aiutami!”la pregò quando la sentì vicina.

“Ma sei così tenero!” disse coprendosi con una mano le labbra per non ridere.

“Smettila… ti prego” la supplicò con lo sguardo.

“Ma tu guarda un Drago grande e grosso come te in difficoltà con dei bambini… va bene ti aiuto” acconsentì sentendo le emozioni di Blakert che temeva veramente che quei bambini si facessero del male.

-Ehi bambini venite qui vi voglio dire una cosa- li chiamò facendo loro segno di avvicinarsi a lei.

-Ciao signorina Signora- dissero tutti in coro facendo ridere Blakert che tossicchiò per riprendere il controllo.

-Ciao a tutti. Ho una bella idea per stasera ma mi dovrete aiutare- disse guardandoli e vedendo le loro facce divertite –Vorrei organizzare una festa- disse improvvisamente tutti i bambini iniziarono ad urlare dalla gioia – Ascoltatemi voi andate ad avvisare tutto il villaggio ma lasciate che pensi io a parlare con il capitan Koga e le donne in cucina va bene?- chiese e tutti i bambini annuirono iniziando a correre e a urlare dalla gioia.

“Tu si che sai come prenderli” disse Blakert ammirandola.

-Basta saperli comprendere- sorrise e gli si avvicinò accarezzandogli il muso e grattandolo sotto la mascella.

“Come va con i feriti?” chiese beandosi delle carezze della sua padrona.

-Bene per fortuna. Se fossimo arrivati un po’ più tardi molti sarebbero morti- sospirò.

“Ma ci sei riuscita” disse e lei sorrise baciandolo.

-Sai come ti chiamano qui al villaggio?- gli chiese per cambiare discorso.

“Ho sentito qualcosa come: squama nera ” disse vantandosi del suo nuovo nome.

-Quello definitivo è Occhi di Sole- disse osservandolo.

“Mi piace” disse contento.

“Ehi Kagome” disse Arel atterrando accanto a Blakert.

“Ciao Arel come stai?” le chiese mentalmente.

“Non mi lamento” disse facendo sorridere Kagome.

-Kagome- la salutò Inuyasha.

-Capitano- rispose lei.

I due si fissarono e i lo stesso fecero i loro draghi ma scambiandosi un occhiata complice.

“Ho sentito di una festa e che è una tua idea Kagome” disse Arel.

-Si, i bambini sono rinchiusi in queste macerie e non possono giocare  e la festa è un ottimo motivo per farli divertire e poi anche a tutti loro serve una tregua- disse indicando i soldati e uomini che lavoravano senza tregua.

-È un ottima idea- disse Inuyasha – Ma hai dimenticato che sono a corto di cibo?- le disse.

-Lo so già ho in mente tutto, devo chiederti solo di avvertire Koga della mia decisione- disse diventando seria.

-Come desideri- disse Inuyasha alzando le spalle.

-Bene poi cerca due archi e frecce andremo a caccia- disse.

-E tu cosa fai – le chiese.

-Avverto le donne che dovranno cucinare e poi devo parlare con il re- disse.

-Va bene- sorrise Inuyasha divertito dall’idea di cacciare. 

Kagome si avviò verso la tenda trovando un pezzo di specchio poggiato sul letto di Inuyasha, il giovane medico era stato molto gentile. Lo prese e iniziò a recitare un incantesimo in elfico, sapeva che il re l’avrebbe risposta ovunque fosse aveva sempre uno specchio con se e un mago e poi le aveva detto, prima di partire, che l’avrebbe risposta sempre.

Attese qualche secondo e la superficie del vetro iniziò a ondeggiare come se fosse stata dell’acqua increspata, poi pian piano tornò liscia e la faccia del re apparve.

-Salve Sire- disse Kagome.

-Mia cara Kagome che piacere vedervi! Come vanno le cose li?- chiese con un sorriso.

-Adesso bene sire- rispose lei invece seria. Gli raccontò tutto quello che era accaduto e il re ascoltò in silenzio corrugando la fronte sempre più. Quando Kagome concluse il re chiuse per un secondo gli occhi poi li riapri.

-Manderò stanotte stessa un altro gruppo di soldati di al capitan Koga di preparare degli uomini, tutti i dottori e maghi per il ritorno, manderò altre tende e altri medici e maghi. Appena le nuove truppe arrivano loro partiranno-

-Si Signore- disse Kagome.

-Tu e Inuyasha resterete fino a quando pensiate sia opportuno, nel frattempo manderò gli altri cavalieri alla ricerca delle spade- disse cercando di riorganizzare al meglio la situazione.

-Sire servono anche delle armi e una decina di Seguaci- disse.

-Bene- disse annuendo il re –Altro?-

-Si Sire, serve del cibo i campi sono distrutti io posso fare qualcosa per risistemarli ma il raccolto non crescerà prima di tre mesi-  spiegò Kagome.

-Ci penserò io cara. Mi raccomando tenete gli occhi aperti, se l’ambasciatore non è tornato le probabilità che sia stato ucciso dai demoni sono alte. Spero che i festeggiamenti siano tranquilli, ossequi mia cara Kagome e saluta Capitan Inuyasha- disse il re sorridendo debolmente.

-Certo Signore, la prego di salutare i miei compagni- disse Kagome senza sorridere.

-Sarà fatto- Kagome appoggiò un dito sul vetro che tremolò nuovamente spazzando via l’immagine del re. Sospirò e si diresse verso le cucine dove avvisò le donne e gli uomini che accettarono entusiasti. Il sole stava calando e quando uscì dalla tenda delle cucine notò che i lavori erano stati sospesi e gli uomini erano intenti a costruire tavoli e panche, le donne erano andate a imbellirsi e i bambini giocavano correndo tra le tende. Guardò il cielo e vide che diventava sempre più rosa mentre il sole diventava un piatto disco rosso fuoco.

Girò per le varie tende in cerca di Inuyasha ma poi decise che era meglio aspettarlo vicino ai draghi, infatti dopo poco la raggiunse lì.

-Una cosa che mi chiedo e perché vuoi andare a caccia se tu non mangi carne?- chiese Inuyasha passandole l’arco e la faretra.

-Io non mangerò carne ma voi si e ne siete tanti- disse infilandosi la faretra –Blakert seguici  dall’alto da soli non riusciremo a portare tutto.

Blakert annuì con l’enorme capo e balzò in aria iniziando a volare in circolo.

-Gona!- urlò Kagome a un bambino che si nascondeva dietro a un muro per non farsi scoprire dagli amici.

-Si signorina Signora?- disse saltellando verso di lei.

-Di a tutti gli uomini di portare le panche ei tavoli qui e che costruiscano un falò senza accenderlo va bene?-

-Si – il bambino sorrise e corse scomparendo tra le tende.

 -Pronta?- le chiese Inuyasha e lei annuì.

-Arel fai la guardia, noi non ci allontaneremo troppo- la dragonessa ruggì in segno di assenso.

Kagome si voltò verso la foresta e fece cenno a Inuyasha di seguirla. Iniziarono a correre tra i grossi tronchi secolari degli alberi e tra le radici. Corsero come Dei nell’aria che diffondevano le loro risate divertite.

-Kagome ma non ti darà fastidio uccidere degli animali?- chiese Inuyasha correndo ancora.

Kagome inizialmente tacque e continuò a correre schivando  sempre all’ultimo secondo ogni albero.

-Si , ma loro sanno che è per una buona causa. Si sono offerti volontari perché il giorno in cui si rincarneranno diventeranno spiriti della loro stessa foresta, liberi dalla paura di morire, liberi dal doversi nascondere, felici di essere vivi- disse seria Kagome  esplodendo poi in una risata cristallina per aver sfidato ancora una volta la velocità. Inuyasha era allo stesso tempo sempre più attratto da quella risata ma al contempo lo spaventava, anche Kagome spesso lo spaventava per la sua voglia di sfidare sempre tutto rischiando realmente di farsi del male.

Corsero ancora un po’ arrivando su un dirupo che dava su uno splendido lago illuminato dagli ultimi raggi del sole.

-Come facevi a sapere che era qua?- chiese Inuyasha sorpreso.

-Ho molte cose da insegnarti Inuyasha e imparerai ad ascoltare la natura- gli disse e prese a camminare per una discesa naturale. Lui rimase impietrito con impressa la faccia da ninfa che aveva quando gli aveva detto di insegnargli ad ascoltare la natura, poi un ruggito di Blakert lo fece rinvenire e si affretto a seguirla.

Si nascosero tra i cespugli osservando un branco di cervi che si stavano abbeverando Kagome agile come una lince e silenziosa come il vento tirò la corda dell’arco finche le piume della freccia non le toccarono la guancia poi la lasciò e la freccia invisibile e silenziosa tagliò l’aria e prima di conficcarsi nel petto dell’animale Kagome mormorò una parola.

-Cosa hai fatto?- chiese Inuyasha sconcertato nel vedere come quella freccia era passa  silenziosa fra il branco uccidendo solo quello che sembrava il più anziano dei cervi.

-Pregato che non sentisse dolore- disse lei senza guardarlo.

Inuyasha annuì comprendendo quello che Kagome provava in quel momento e senza aggiungere altro la osservò ancora.

-Inuyasha devi imparare ad utilizzare la tua magia, sei riuscito con la tua spada puoi farcela anche con una freccia. Immagina – caricò un’altra freccia – Che sia dell’acqua e modella la tua magia a tuo piacere, fa scorrere la tua forza dal tuo corpo nella punta della freccia- la scoccò colpendo un altro cervo senza che il branco se ne accorgesse. –Su provaci- lo incitò, lui annui e tese l’arco.

“Nella punta della freccia” si disse chiudendo un occhi e puntando verso una cerva.

-Pensa alla tua forza che scorre come acqua dentro te- gli sussurrò Kagome dolcemente.

Inuyasha sentì quella forza che aveva sentito quando aveva utilizzato il potere della sua spada e con grande fatica cercò di modellarla nella freccia, ma improvvisamente perse il controllo e la freccia si conficcò silenziosa in un albero alle spalle della cerva.

-Accidenti- imprecò tra i denti.

-Ci sei stato vicino – gli disse Kagome sorridendo e questa volta puntò verso il lago. Inuyasha la guardava senza capire le sue intenzioni poi la vide espirare e scoccare la freccia. Questa saettò nell’aria  veloce provocando però un fruscio nell’aria e colpì un pesce che in quello stesso istante era saltato fuori dall’acqua per mangiare una falena che imprudente si aggirava sulle acque scure del lago. La freccia e il pesce ancora vivo si conficcarono poi in un albero.

-Come hai fatto a sapere che sarebbe saltato fuori in quell’istante?- chiese Inuyasha accigliato anche lui voleva saperlo fare.

-Quando imparerai ad ascoltare la natura ci riuscirai- sorrise lei compiaciuta di aver impressionato il suo capitano.

Poi offeso Inuyasha provò a scoccare altre frecce e al sesto tentativo ci riuscì soddisfatto sorrise a Kagome che gli fece l’occhiolino ammaliandolo. Lui contento tornò ad abbattere un altro cervo ma Kagome fece scoccare una freccia rumorosa e li fece scappare.

In tutto avevano ucciso tre cervi maschi e due femmine, Kagome aveva catturato una decina di grossi pesci e un fagiano.

Blakert atterrò nel grande prato dove poco prima c’erano i cervi e aspetto che i due cavalieri issassero le loro prede sulla sua schiena legandole con delle corde. Poi Blakert volò via lasciando i due cavalieri da soli.

-Cosa fai?- chiese Inuyasha guardandola andare verso il lago.

-Nulla- e senza aggiungere altro si tuffo in acqua per poi riemergere dopo poco. Il sole era calato e il cielo era illuminato da deboli raggi che stanchi pian piano si ritiravano.

-Stupida adesso come fai? Sei tutta bagnata e anche se sei un elfo un malanno lo prenderai lo stesso- la rimproverò Inuyasha.

-Dai mi volevo rinfrescare un po’- disse sorridendo uscendo dall’acqua aiutata da Inuyasha che la strinse a se.

-Sono bagnata- gli ricordò lei fissandolo.

-Lo so- rispose lui avvicinandosi per baciarla ma lei si allontanò. –Perché?- le chiese spiazzato.

-Inuyasha… ho sentito la conversazione tra te e tuo fratello e non trovo giusto che noi ci vediamo- disse scura in volto.

-Ma cosa… Kagome non ti preoccupare Sesshomaru capirà- cercò di convincerla.

-Non credo. Non voglio che litighiate a causa mia- spiegò liberandosi del fardello che portava in se.

-Non accadrà Kagome, non preoccuparti- disse tornandola a stringer e baciandole la testa –Non preoccuparti- lei sospirò e si abbandonò in quell’abbraccio che la riscaldava.

__

Tornarono veloci al villaggio e Kagome si asciugò durante la corsa. Quando arrivarono in cielo c’erano miliardi di stelle e la gente aspettava il loro arrivo.  I cuochi avevano iniziato già a preparare la selvaggina portata da Blakert, gli uomini finivano di sistemare i tavoli e le torce mentre le donne mettevano a posto le ultime scorge di vino e birra rimasti. Al centro del prato c’era un falò pronto ad essere acceso e Blakert e Lumì erano andati a cacciare appena avuto il loro permesso.

-Signora- la chiamarono delle giovani ragazze sulla sua età e le fecero segno di raggiungerle.

-Vai tranquilla io vedo se riesco a trovare qualcosa da indossare- disse Inuyasha quando lei lo guardò come se volesse il permesso, lei sorrise e con la sua elegante camminata raggiunse le ragazze. Lui la guardò e la vide una ragazza normale quando fu presa per mano da quelle fanciulle che non la temevano ma l’ ammiravano.

__

-Inuaysha- lo chiamò Koga raggiungendolo vicino a un tavola, tutto era pronto ma tutti aspettavano Kagome prima di mangiare.

-Allora la nostra Signora quando arriva- Inuyasha cercò tutto l’auto controllo per non assalirlo lo infastidiva il mondo in cui la chiamava.

“Sta per arrivare” disse Blakert alle spalle di Inuyasha.

-Bene- disse attirando l’attenzione di Koga –Sta per arrivare – disse infastidito.

Poi lei arrivò attirando come sempre gli sguardi su di se. Le ragazze le avevano prestato un vestito osa pallido, la gonna un po’ gonfia a causa dei pizzi arrivava fin alle ginocchia e il busto lasciava vedere lo spacco del seno e sulle spalle c’erano delle maniche corte un gonfie. Aveva due treccine legate dietro la testa e il resto dei capelli erano lasciati liberi. Non era per nulla volgare anzi era molto elegante e delicata come un petalo di ciliegio.

Attraversò tutta la gente che le fece i complimenti imbarazzandola e arrivò ai due capitani. Koga era a bocca aperta e per poco non iniziava a sbavare  mentre Inuyasha la guardava, ma non riusciva a leggere le sue emozioni.

-Buona sera- disse guardandoli e facendo un inchino da vera dama.

-Buona sera- la salutarono gli altri due con un inchino.

-Beh credo che sia il momento di banchettare- disse sorridendo. “Blakert e Arel a un mio segnale accendente il falò” –Signori buona sera – salutò tutta la gente che ricambiò il saluto – Ho pensato questa festa per distrarci un po’ dai vari avvenimenti che sono accaduti e per festeggiare la quasi finita ricostruzione del villaggio- disse e molti batterono le mani e risero –Beh che si dia inizio ai festeggiamenti- poi chiuse le sue mani a coppa, le portò alla bocca e mormorando qualcosa le riaprì e due uccellini di un bellissimo azzurro brillante volarono in cielo cinguettando poi scomparvero in mille scintille.

Era il segnale e Blakert e Arel sputarono il loro fuoco contro la catasta di legno bruciandola con due fuochi di colore diverso, uno azzurro come gli uccellini e l’altro color oro colato. Tutti alzarono i calici ricolmi e brindarono in nome di Kagome e Inuyasha, di Blakert e Arel e alla corte di Sougar.

A metà cena alcuni villani iniziarono a intonare un’allegra musica con i loro flauti e violini e le donne accompagnate dagli uomini iniziarono a ballare, Kagome quella sera si voleva divertire così guardava le donne e memorizzò ogni passo. Quando una ragazza poi la venne a chiamare lei accetto volentieri. Tutte le ragazze più giovani si misero intorno all’enorme falò e iniziarono a ballare a  piedi scalzi. Inuyasha fissò Kagome come mai aveva fatto, era così fanciulla in quel momento come se tutta la sua vita fosse stata così a ballare con le sue amiche attorno al fuoco mentre i giovani la fissavano attirati dalla sua bellezza. Quel viso illuminato dal fuoco azzurro e dorato, la gonna che a ogni giro si alzava e i suoi capelli che brillavano di un tenue blu la rendevano l’essere che era… un elfo, l’ultimo elfo più bello al mondo.

La guardò ballare con diversi soldati e ragazzi che la corteggiavano e lei senza preoccuparsene, senza rendersi conto che stava facendo una strage accettava ogni invito, fino a quando perso la pazienza anche lui le si avvicinò e iniziò a ballare con lei. Iniziarono a ballare divertendosi come non mai e liberandosi dal peso del sangue, dal timore di una guerra… e di un sacrificio.

Ballarono quasi tutti i balli ma i bambini iniziarono a insistere nel vedere i trucchi magici di Kagome che divertita accetto. Creò tanti animaletti colorati e luminosi che poi scoppiavano, come gli uccellini, in mille scintille. Si stava divertendo e questo era l’importante, a tarda notte i bambini si ritirarono nelle proprie tende mentre gli uomini e le donne continuarono a festeggiare, Kagome però doveva fare una cosa importante e prese da parte Koga sentendo lo sguardo vigile di Inuyasha seduto.

-Dimmi tutto- le disse Koga.

-Ho parlato con il re, stanotte altre truppe partiranno e porteranno altre tende e viveri, tu devi radunare gli uomini che hanno bisogno di più riposo e appena quelli saranno arrivati voi partirete. Io e Inuyasha abbiamo l’ordine di restare fin quando riteniamo opportuno e quindi non ti devi preoccupare- gli spiego calma.

-Bene appena la festa sarà finita radunerò i più stanchi ma io resterò qui- lei annuì e sentì un formicolio dietro la nuca quando lui le  accarezzò una guancia.

-Cosa…- iniziò lei ma lui la interruppe.

-Devo dirti una cosa Kagome. Da quando ti ho vista la prima volta ho sentito il mio cuore accelerare e ho capito adesso che…- lei allontanò la sua mano dalla guancia e lo fisso tra un misto di dispiacere e tranquillità.

-Koga ti prego non lo dire e non lo pensare neanche… Tu non sei innamorato di me tu sei attratto da me per la mia natura, ma se mi conoscessi meglio mi temeresti e avresti paura di me- lui però scosse il capo, ma lei continuò -… e poi io penso ad un’altra persona- sorrise imbarazzata.

-Non ti renderà felice come lo farei io- rispose fiero e deciso a vincere quella battaglia.

-Probabile, ma per il momento non voglio staccarmi da lui- rispose addolcendo lo sguardo e incantando il capitano lupo.

-Dimmi chi è- disse tra i denti.

-No- disse scuotendo il capo – Cerca la tua compagna ideale Koga e guarda me solo come un tuo superiore- disse poi con voce e sguardo duro. Le dispiaceva avergli detto quelle cose, ma era ciò che sentiva.

Tornò alla festa e vide che molti iniziarono a ritirarsi, così aiutò le donne a sistemare, anche se queste la pregarono di non preoccuparsi ma lei insistette, poi qualcuno le si avvicinò e l’aiuto a pulire un tavolo.

-Cosa ti ha detto Koga?- chiese Inuyasha senza guardarla.

Lei non rispose ma gli inviò tramite Blakert, che giocherellava ancora con Arel, tutte il discorso fatto con Koga. Inuyasha corrugò la fronte in una smorfia di fastidio e tacque per tutto il tempo. Quando andarono a dormire la luna aveva già finito il suo corso e mancavano poche ore all’alba ma abbastanza per recuperare le poche energie spese.

Il giorno dopo fu un giorno movimentato infatti le truppe arrivarono prima del previsto poiché il re aveva mandato demoni lince, più veloci rispetto ai lupi, e ci fu la partenza dei lupi feriti e che avevano bisogno di ritornare dalle loro famiglie. Ci furono anche lacrime da parte di ragazze che salutarono i soldati di qui si erano innamorate e ricevendo come consolazione promesse di ritorno. Dopo che questi furono partiti sotto ordine di Inuyasha montarono altre tende dove radunarono le persone curate in modo da eliminare la casa di legno costruita da Kagome. Sprecò altre energie nel far ritirare il legno nel terreno, ma aveva un’altra fiala pronta per recuperare le forze inoltre il segno sulla sua schiena non bruciava quasi più e ciò la sollevò.

Con l’aiuto dei demoni lince riuscirono a ricostruire anche le parti distrutte delle mura a protezione del villaggio e molte famiglie poterono ritornare nelle proprie case. Anche quel giorno se ne andò e Kagome preferì fare un volo di perlustrazione con Blakert anche per passare un po’ di tempo da sola con lui.

“Cos’hai Stiaref” chiese chiamandola con il suo nome elfico, ma lei non si arrabbiò.

“Nulla volevo passare un po’ di tempo con te” gli disse accarezzandogli la base del collo.

Il drago ruggì contento e iniziò a volare sul bosco illuminato dai raggi del sole che tramontava. Videro fiumi argentati e animali ritirarsi per riposare, videro le stelle comparire una ad una e videro il sole salutarli  e baciarli con due raggi per poi svanire all’orizzonte oltre il nulla.

“Sai Kagome stavo pensando tu possiedi due spade, una ha il nome del drago che ha donato la squama per forgiarla ma l’altra come l’ai chiamata? Si da sempre un nome alla propria spada” disse Blakert mentre tornavano al villaggio.

“Non lo so… tu hai un idea?” gli chiese interessata dall’argomento.

“Beh è di ferro elfico, forgiata da un elfo che era anche tuo padre, ha un incisione in elfico, quindi ha bisogno di un nome elfico… Non è  facile ma che ne pensi di Fardentur…”

“Perché proprio Petalo?” domando curiosa.

“Perché è leggerissima, allora che ne pensi?”

“Fardentur… Petalo… si mi piace” sorrise e allargò le braccia quando Blakert scese in picchiata.

“Piaciuto?” rise divertito per le sensazioni provate da Kagome.

“Non hai sentito? Allora te lo dico… È stato magnifico!”  rise divertita e sincera e gli alberi sotto di loro frusciarono felici per quelle emozioni.

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“Inuaysha cos’hai” chiese Arel che era distesa sul prato a Inuyasha che stava dall’altra parte dell’accampamento nella tenda aspettando Kagome che rientrasse.

“Ripenso alle parole di Koga, di Sesshomaru, alle sensazioni di Elen e ripenso ai miei sentimenti per Kagome” penso con lentezza e malinconia.

“Non vuoi più bene a Kagome?” gli chiese dolcemente.

“Questo è il problema e che le voglio troppo bene, ma Koga ha ragione io non posso dargli nulla oppure se stesse con Sesshomaru starebbe meglio… però non riesco a privarmene e questo mi distrae dalle missioni” disse stringendo i pugni fino a conficcarsi le unghia nella carne.

“Non lo dire! Sai bene che Kagome sta bene con te!” esclamò lei inviperita per i pensieri del suo amato Cavaliere.

“Si sta allontanando, Arel forse non l’hai notato ma è così” rispose lui tristemente.   

Arel non rispose ma si alzò dal suo giaciglio e raggiunse attraversando la strada sgomberata dalle tende quella di Inuyasha e infilò il muso all’interno. Inuyasha la fisso nei suoi occhi e sentì tutte le sue emozioni, vide tutti i suoi pensieri e la sentì più vicina che mai le accarezzò il muso e lei mugugnò.

“Ma io ti starò sempre accanto Inuyasha” gli disse dolcemente toccandogli la fronte con il muso.

“Ne sono felice” sorrise lui. –Credo che sia meglio che vai a riposare domani ci serve il vostro fuoco e faremo spostare anche la tenda più vicini a voi- disse ad alta voce.

“Si cucciolo”disse e tornò al prato.

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Si diresse con lentezza verso il suo provvisorio alloggio, salutò le guardie di turno e gli uomini ancora svegli, per dormire.

-Dove sei stata?- le chiese quando entrò e sfilò le due spade per appoggiarle sul letto.

-Ho fatto una perlustrazione sembra tutto tranquillo. Io credo che dovremo spingerci oltre la Grande Foresta Millenaria per assicurarci che sia tutto tranquillo- Inuyasha non la rispose.

Lei lo guardò poi capì che non l’avrebbe risposta così si andò a sciacquare un po’ il viso e poi disse: - Inuyasha la tua spada ha un nome?-

-Si, sulla lama c’è inciso Isidrae è il nome di Arel- spiegò.

-Sono tutti nomi che derivano dall’elfico- disse apparendo da dietro il paravento. –Isidrae significa Acqua che purifica- spiegò.

-Acqua che purifica…- sussurrò –Le tue come si chiamano?-

-Lei Murestan- disse indicando la Nera come l’avevano soprannominata –Significa flagello nero. E  Fardentur che significa petalo- disse indicando la spada luccicante.

-Fardentur-  ripeté Inuyasha –Perché così?-

- Perché è leggera come un petalo, silenziosa e delicata- spiegò soddisfatta di quel nome. –Chi sa quelle degli altri come si chiameranno- si domandò.

-Già- sospirò Inuyasha stendendosi sulla branda e mettendosi di spalle rispetto a Kagome.

-Inuyahsa- sussurrò delicatamente e vide le sue orecchi muoversi nella sua direzione – no niente- disse e spense la candela.

Inuyasha stava pensando quando sentì un fruscio di vestiti e capì che Kagome si stava cambiando, arrossì non capendo perché non si fosse spogliata dietro al paravento, poi sentì che si stava rivestendo e si tranquillizzò, sentì anche le leggera lenzuola frusciare e in quel momento si alzò e la fermò prima che si stendesse. Kagome rimase immobile non voleva parlargli, sentiva il suo profumo e il suo respiro e la sua calda mano sul polso, quando iniziò a parlare lo ascolto in silenzio e attentamente.

-Kagome scusami per come mi sono comportato, ma stavo ripensando a come mi eviti e diciamo che volevo fartela pagare- spiegò tutto d’un fiato.

-Io non ti evito- sussurrò senza convinzione. Era vero lo evitava, cercava sempre un modo per non restare soli perché continuava a ripensare al discorso tra i due fratelli.

-Dimmi il perché- non era una domanda.

-Dirti cosa?- Inuyasha si infuriò e la giro per guardarla negli occhi, nonostante fosse buio, la vedeva bene.

-Perché mi eviti-

-Perché ho sentito cosa tu e Sesshomaru vi siete detti e… Non lo so Inuyasha non voglio che litighiate a causa mia- spiegò con una punta di rabbia nella voce.

-Sei una sciocca- disse attirandola a se – Non succederà, Sesshomaru capirà- le disse.

- L’ho già sentita questa- disse ricordando le parole di Blakert.Inaspettatamente le prese il viso e la baciò con passione.

-Non parlare più con Koga- le ordinò baciandola ancora –Altrimenti sarei costretto a torturarlo finche non mi giura che non ti guarderà più- e la baciò una terza volta lei sorrise e approfondì il bacio.

___

Trombe. Urla. Ordini. Cotte di ferro che tintinnavano. Passi veloci. Ruggiti.

Spalancò gli occhi sicura di aver sognato tutto, ma  quando qualcuno all’esterno urlò ancora capì che non era un sogno si alzò di scatto e corse fuori e vide le donne che correvano disperate all’esterno delle tende e Koga che urlava di portarle in salvo.

-Koga cosa succede?- chiese Inuyasha raggiungendola fuori.

-Attaccano di nuovo- urlò.

Un istante. Si guardarono. Come lampi rientrarono nella tenda indossarono velocemente solo le maglie di ferro conservate nelle sacche, presero le loro spade e tornarono fuori. Videro gli arcieri tirare frecce a qualcosa di invisibile sul lato est del villaggio. Corsero però nella direzione ovest andando verso i propri draghi.

“Arel dove siete”urlò mentalmente Inuyasha.

“Stiamo sopra di voi” e atterrarono con un tonfo avanti a loro distruggendo delle tende e Inuyasha imprecò sotto voce.

-Portate tutti su quella montagna- urlò Kagome a un soldato lupo indicandogli la montagna a ovest.

-Si Signora- disse il soldato – Portate tutti sulla monta è un ordine della Signora, muovetevi!- urlò ai suoi compagni.

Salirono in groppa ai loro draghi senza averli sellati e questo preoccupò un po’ Kagome che aveva volato senza sella solo due volte, ma se all’inizio ebbe esitazione questa scomparve.

“Due volte sono abbastanza” si disse e salì su Blakert che appena la sentì seduta volò e Kagome si tenne a una punta cervicale che spuntava dal serpentino collo di Blakert.

I due draghi volarono oltre l’accampamento mentre vedevano la gente correre per rifugiarsi. Arrivati sul campo videro tutti i soldati schierati in file ordinate con lance, spade e archi pronti. Erano guerrieri misti tra umani, lupi e linci che avevano seguito un addestramento con Koga per prevenire qualche problema come quello.

I draghi atterrarono avanti alla schiera di soldati accanto a Koga che li guardò.

-Dove sono?- chiese Kagome.

-Stanno arrivando. Un mago che era andato a fare una perlustrazione li ha visti avvicinarsi e prima di nascondersi ci ha avvisato- spiegò.

-Bene. Koga fai spostare gli arcieri sulla parte più alta del villaggio e quelli che si trovano a cavallo di passare in prima linea- ordinò Inuyasha squadrando la situazione. Di fronte a loro c’era un vasto prato che si estendeva per chilometri  ottimo perché potessero combattere anche i draghi l’unico problema e che potevano attaccare da più lati.

Koga iniziò a urlare ordini a destra e a manca come aveva chiesto Inuyasha e dopo si posizionò di nuovo accanto ai cavalieri.

-Arel fai un giro e spiegami la situazione, fai però in modo che non ti vedano utilizzeremo l’effetto sorpresa, non si aspettano di trovarci qui!- disse Inuyasha scendendo dalla sua groppa e sorridendo eccitato per l’imminente battaglia.

“Si Inuyasha” poi la dragonessa volò via.

-Cosa faremo Inuyasha?- chiese Kagome preparandosi anche lei eccitata.

-Ascoltami, se proprio dobbiamo combatteremo sulla terra ferma e se i draghi non potranno sputare fuoco utilizzeranno gli artigli, ma- poi si rivolse a Blakert e ripetendo anche mentalmente le parole in modo che anche Arel lo sentisse disse: -fate attenzione ai nostri uomini!-

“Non preoccuparti” gli rispose Blakert che muoveva freneticamente la coda per l’eccitazione della sua prima battaglia.

“Inuyasha è impressionante… sono più di noi!” disse Arel a Inuyasha.

“Quanti precisamente?”

“Direi cento in più a noi” spiegò.

-Accidenti- disse a denti stretti.

-Cosa succede?- Koga era evidentemente preoccupato e Inuyasha lo fisso in modo impassibile.

-Sono più di noi almeno cento in più- disse guardando poi Kagome che scrutava l’orizzonte.

“Non sono demoni Inuyasha ma hanno qualcosa che non  è normale! Sono… uomini protetti da incantesimi!” urlò sorpresa.

Inuyasha prima rimase a bocca aperta senza reagire, ma Kagome scese da Blakert e lo raggiunse scuotendolo.

 -Cosa succede?- gli chiese calma lui la fisso e si riprese ma aveva iniziato a sudare.

-Non sono demoni… ma uomini armati e protetti non solo da armature ma anche da incantesimi- disse ripetendo le parole di Arel.

Kagome si bloccò anche lei ma si riprese e annuì –Voglio tutti i maghi più esperti qui! Ora!- Urlò e vide un soldato correre verso il villaggio e ritornare di corsa.

-Fatti dire da Arel fra quanto tempo ci raggiungono- e corse incontro ai maghi.

-Distano quasi cento metri- la informò.

-Allora ascoltatemi conoscete magie di protezione?- chiese ai più anziani. Alcuni annuirono e si fecero avanti. –Perfetto in qualunque lingua lo diciate fate in modo che proteggano la maggior parte dei soldati- questi annuirono.

-Signora ma noi utilizziamo la lingua Etrghinda- disse un uomo.

-L’importante e che sia simile all’elfico e questa lo è!- disse e ritornò verso i suo compagni di battaglia.

-Blakert vai anche tu da Arel e iniziate a colpire- gli ordinò Inuyasha ma il drago esitò e guardò Kagome.

“Fa come dice!” e Blakert si alzò in volo raggiungendo Arel che era visibile.

-Guardate- gridò un uomo a cavallo indicando la pianura. Pian piano in una lunga fila gli elmi degli avversari brillavano ai primi raggi del sole erano così tanti che Kagome e Inuyasha sentirono la terra tremare sotto i piedi. Poi improvvisamente Due lampi di luce azzurro e dorato piombarono sui soldati e i soldati alle spalle dei Cavalieri esultarono quando videro Blakert e Arel lanciare altre fiamme, ma il loro entusiasmo scemò quando videro i soldati rialzarsi e continuare il loro cammino. Sui volti di Kagome e Inuyasha, su cui era apparso un sorriso, era svanito lasciando un espressione di tensione.

“Inuyasha non muoiono” urlò Arel.

-Preparatevi alla battaglia- Urlò Kagome rivolta più ai maghi che iniziarono a cantilenare formule in una lingua senza senso.

-Arcieri!- urlò Koga quando l’esercito fu abbastanza vicino per le frecce -…puntate e fuoco!- le frecce sibilarono nell’aria come uno sciame di api pronte ad attaccare insieme un orso che tentava di prendere il loro miele. Colpirono i nemici che, come colpiti da spasmi violenti, caddero a terra e ancora sui volti dei soldati apparve un ombra di speranza che scomparve quando, ancora una volta quelli si rialzarono.

-Non muoiono- sussurrò Koga –Come potremo sperare di batterli- non era una domanda.

-Koga smetti di fare il cane impaurito e prepara i tuoi uomini all’attacco- disse Inuyasha.

-Ma Inuyasha non muoiono ne con il fuoco ne con le frecce e sono in numero maggiore rispetto a noi, come pensi di batterli?- chiese arrabbiato il Lupo.

-Noi abbiamo una cosa che loro non hanno. Ma a un mio segnale partiremo all’attacco- disse e guardò Kagome.

“Arel quando ci vedi andare all’attacco tu e Blakert mordete e squartate quei luridi!” lo disse con tale crudeltà che fece venire i brividi ad Arel.

Kagome sfoderò le due spade e le portò ai fianchi e Inuyasha prese la sua.

-Kagome?- le chiese Inuyasha aspettando che i maghi avessero eretto una barriera di protezione.

-Ora- disse lei tenendo lo sguardo omicida sui nemici.

-ORA!- urlò Inuyasha e sia lui che Kagome partirono come schegge contro i nemici e furono seguiti dagli altri.

La prima a scontrarsi fu proprio Kagome che decapito con le spade incrociate un uomo. Blakert e Arel si scagliarono contro gli uomini in retrovia che  urlavano ogni volta che erano presi tra le loro fauci. Kagome continuò a ferire e uccidere uomini senza esitazione seguita a ruota da Inuyasha, ma un urlo la fece voltare. Gli incantesimi dei loro maghi non funzionavano e allora capì che le armi di quegli uomini che erano potenziati da magia troppo potente e non loro. Ringhio quando un uomo cerco di colpirla ma lei troppo veloce lo blocco e lo stese a terra puntando la Nera al suo collo e levandogli l’elmo, voleva vedere l’uomo che osava sfidarla. Rabbrividì quando vide che il soldato aveva le iridi bianche e rideva in modo agghiacciante come se non temesse di morire o essere ferito. Kagome si chiese il perché ma poi con Fardentur gli trapassò il collo e il sangue macchiò la lama.

-Inuyasha i nostri incantesimi non bastano!- urlò ammazzando un altro uomo che rideva.

-Me ne sono accorto!- disse allontanando da se con un calcio un soldato.

-Non sono umani!- urlò quando vide che un altro uomo era come quello precedente.

-So anche questo- si girò per guardare Kagome che veniva colpita da uno dei soldati e rimaneva immobile. –Kagome!- urlò quando vide che non si muoveva, poi lei si tocco il braccio e vide che sanguinava. Non l’aveva neanche visto quell’uomo eppure era stata attenta. Ringhiò di rabbia e impugnò meglio Murestan che  piantò nel terreno tutti gli uomini che si trovarono sulla sua traiettoria furono tagliati in due parti.

-Hai notato anche che sono veloci quanto me!- Urlò furiosa, poi fu catturata da un ruggito di Blakert che morse due soldati insieme.

“Kagome c’è qualcosa che non va!” disse Blakert scamazzando sotto il suo peso altri soldati che sembrava non finissero mai.

“Lo so” pensò uccidendo ancora e ancora, se prima aveva ferito adesso non voleva più risparmiare nessuno. Anche Inuyasha fu ferito e anche Kagome fu colpita al fianco e alla gamba destra. Poi tutto successe a rilento, uomini sia amici che nemici urlavano per i colpi, sangue ovunque, i ruggiti dei draghi che squartavano i nemici e animali argentati con ali simili a uccelli, con un becco lungo e la pelle di acciaio li attaccarono.

Erano tre e ciò non sembrò un problema, ma quando capirono che non era possibile ucciderli con le armi i draghi abbandonarono il campo di battaglia e iniziarono a lottare contro gli uccelli corazzati. Kagome cercava di parlare con Blakert, uccidere, aiutare i suoi compagni e cercare un modo per abbattere le loro difese.

-Utilizzate le loro armi!- urlò Kagome ai soldati alle sue spalle, almeno in quel modo anche loro erano difesi da spade magiche. Poi guardò in cielo quando sentì il dolore di Blakert che fu morso alla gola. Kagome si fermò iniziando a tremare, le forze la stavano abbandonando e i soldati continuavano ad attaccare e in più i draghi erano feriti. Decise che era arrivato il momento, si concentrò ancora di più e punto la mano contro uno degli uccelli che attaccava Arel.

“Spostati” le urlò mentalmente e lei allontanò con un calcio l’uccellò.

-Trande smerunt- e improvvisamente l’uccello fu scosso da spasmi muscolari e poi gli esplose la testa  in mille pezzi di carne, sangue e metallo. “Blakert il loro punto debole e la testa. Con il fuoco dovreste essere in grado di  ammorbidire il metallo e poi colpite con le zane”

“Grazie Kagome… stai attenta!” e poi ruggendo si scontro con un altro uccello.

La battaglia continuò per molto e molti erano i morti tra compagni e nemici. Un urlo di gioia esplose quando Blakert riuscì ad abbattere un uccello e andò ad aiutare Arel che era in difficoltà.

-Voglio almeno un prigioniero- urlò ancora Kagome in modo che la sentissero.

Poco dopo si ritrovò spalle a spalle con Inuyasha che sudato, stanco e ferito continuava a combattere senza sosta.

-Ne mancano pochi- le disse respirando a fatica.

-Ma siamo comunque in minoranza… facciamo un ultimo sforzo- disse guardando i draghi che eliminarono anche l’ultimo uccello e soccorrevano in loro aiuto.

Altri fendenti, altri attacchi, altre urla e risate gelide poi improvvisamente tutto tacque e i due cavalieri e i pochi sopravvissuti, compreso Koga, si guardarono intorno. La valle che era stata verde, era ricoperta di corpi, sangue e parti bruciate che fumavano ancora. Kagome guardò Inuyasha con occhi spalancati ma quando lo vide annuire sorrise e si girò di spalle dove anche gli altri ansimando sorridevano.

-Signora Kagome… abbiamo… un prigioniero- disse un soldato lupo ansimando.

-Ottimo- rispose lei- Legatelo e datelo ai maghi che lo imprigioneranno. Radunate tutti i feriti e portateli al villaggio, avvisate che non facciano scendere ancora nessuno dalla montagna- disse, il lupo anche se stanco annuì e fece come gli fu ordinato. La cosa positiva c’era il villaggio non era stato attaccato, gli uomini portarono i feriti nelle tende di soccorso dove i medici iniziarono a mettersi all’opera.

Inuyasha diede l’ordine sia ad Arel che a Blakert di bruciare tutti i corpi e poi di andare a bere e a mangiare.

Sia Kagome che lui osservarono la valle di corpi sia di amici e nemici bruciare mentre alte colonne di fumo offuscavano l’aria. Kagome si tappo la bocca con la mano e andò ad aiutare i medici.

I feriti erano pochi ma erano gravi e i sopravvissuti sani erano una decina, così oltre alla fatica della battaglia Kagome dovette sopportare altra fatica nel guarire utilizzando la magia. In quei giorni aveva utilizzato più magia che in tutta la sua vita e poteva rischiare di esaurire tutta la sua energia e morire. E in più l’incantesimo che aveva utilizzato era una magia oscura ma non riuscì a capire come era riuscita a mantenere il controllo senza bruciarsi le mani e perdere i sensi, che l’addestramento di Grukex avesse effetto? Non era il momento di pensare così si ritornò a medicare e guarire.

Fu raggiunta da Inuyasha quando tutto finì. Si trovavano nella tenda illuminata da fiaccole magiche, lei lo guardò con gli occhi cerchiati e sentiva le palpebre chiudersi ma lei non si sarebbe tranquillizzata se prima non l’avesse medicato, così iniziò a curargli le ferite con la magia. Quando finì Inuyasha la guardò e dopo un istante di esitazione la strinse contro il suo petto e Kagome si abbandonò in un vero pianto per la prima volta. Era sconvolta, aveva ucciso persone, aveva sentito il piacere scorrergli nelle vene quando una delle due spade affondava nella carne e ammazzava un uomo, le era piaciuto. Ma era anche spaventata non aveva mai pensato che una battaglia significasse quello e inoltre si sentiva colpevole per non essere riuscita a proteggere i suoi compagni. Inuyasha la strinse ancora di più quando i suoi singhiozzi aumentarono e anche a lui scivolarono sulle guance ancora sporche di terreno e sangue rappreso lacrime di sollievo, stanchezza e dolore.

-Shhhh- disse cullandola e cercando di tranquillizzarla –va tutto bene, tranquilla-

-No- singhiozzo –sono un mostro ho ucciso- disse tornando a piangere.

-No non lo sei, tutti abbiamo ucciso e tu ci hai salvato da qui mostri… tu non lo sei, tu sei la salvezza Kagome- le baciò la testa.

-Ho provato gioia nell’uccidere, ero contenta di vederli morire- singhiozzo ancora più forte.

-Ti rivelo una cosa Kagome- le sussurrò all’orecchio –Anche io l’ho provato, e lo stesso è accaduto a Sango, a Miroku e a Sesshomaru. Tutti lo proviamo in ogni battaglia, ma non deve spaventarti perché questo è dovuto al fatto che adesso possiedi parte del tuo drago- le continuò a sussurrare e a cullarla e sembrava che ci stesse riuscendo.

-Io… mi dispiace- sussurrò ancora.

-Non preoccuparti Kagome. Hai bisogno di riposare, che ne dici se andiamo a dormire?- le chiese sorridendole e asciugandole il viso senza staccarla da se.

-Devo curare Blakert e Arel- disse sussurrando sul punto di cedere alla stanchezza.

-Ci penseranno i maghi non sono poi così gravi non preoccuparti. Tu ti sei curata?- le accarezzò la testa e lei annuì debolmente. Lui senza aspettare altro la prese in braccio e uscì dalla tenda e si incamminò verso la loro.

-Come sta?- chiese Koga a nome di tutti i soldati e gli abitanti.

-Ha bisogno di riposare è… distrutta. Ho bisogno anche di un mago ogni tre ore che la venga a controllare accompagnato da un dottore. E vorrei che le procuraste vestiti nuovi e dell’acqua calda per lavarla, e non muovete le spade dalla tenda e… due donne che la lavino… e un letto per dormire insieme voglio un letto per due- disse balbettando, cercare di ricordare tutto e non dimenticare nulla e deciso quando chiese il letto. Koga lo guardò comprensivo e esaudì i suoi desideri. Quando la vasca con l’acqua fu pronta Inuyasha la portò nella tenda, fino a quel momento l’aveva tenuta in braccio seduto su una panca.

-Kagome mi senti?- lei in risposta batté stancamente gli occhi –Ci sono delle donne che ti aiuteranno a lavarti va bene- lei lo guardò quasi ricadendo nel mondo dei sogni, ma si riprese e annuì con la testa e lui la fece sedere sul suo letto, poi uscì.

-Inuyasha nella mia tenda ho fatto preparare una vasca anche per te- disse Koga toccandogli il braccio e lui lo guardò spaesato, senza comprendere le sue parole. Tutti guardarono Inuyasha e tutti videro il terrore nei suoi occhi, la paura, la tensione. Tutti videro come una sola battaglia riducesse a quello stato anche un Cavaliere dei Draghi. ma nessuno poteva comprendere che loro sentivano anche il dolore dei propri draghi e le loro preoccupazioni, sentivano quella strana gioia nell’uccidere che nessuno poteva provare neanche Koga. Inuyasha aveva già combattuto ma non a quei livelli e adesso comprendeva le parole dei Cavalieri nel loro Diario: “[…]è impossibile eliminare la sensazione di soddisfazione nell’uccidere i propri avversari, quindi non bisogna combatterla ma bisogna conviverci”.

Koga lo spinse verso la sua tenda e lì Inuyasha prese a lavarsi e a vestirsi poi tornò alla tenda di Kagome e lì trovò le due donne che la dovevano aiutare.

-Voi cosa ci fate qui?- chiese stancamente.

-La Signora ha voluto fare da sola- dissero imbarazzate.

-E adesso…- ma loro scossero la testa e lui si accostò alla tenda –Kagome… Kagome posso entrare?- le chiese aspettando la sua risposta.

-Si- disse lei e lui entrò. La vide seduta sul suo letto che indossava un vestito simile a quello della festa, le si sedette accanto e si guardò i piedi senza parlare. –Sto bene- sussurrò poi si schiarì la gola – Tu?- e lo guardò.

-Bene- sorrise debolmente –Kagome io credo che tu debba vedere Blakert, ti farà bene- le disse e vide le sue mani tremare.

-Lo credo anche io- fece per alzarsi ma crollò e Inuyasha la prese in tempo.

-Ci sono io- le sussurrò e le baciò dolcemente le labbra poi la prese in braccio. Quando uscì tutti erano fuori la tenda ad aspettare notizie e molte donne erano afflitte sia per la perdita dei loro mariti, figli ma anche per i Cavalieri.

-Inuyasha dove la vuoi portare?- chiese Koga accigliato non capendo cosa quei due pazzi volessero fare.

-Abbiamo bisogno di vedere i nostri Draghi e se sei stanco vai a dormire, e se quando torno non trovo il letto che ho chiesto andremo nella tua tenda!- ringhiò.

Furono scortati dalla gente che rimasero ai margini delle tende e guardarono la scena.

“Kagome” sussurrò Blakert avvicinando il suo muso alla sua fronte “Cosa ti è successo mio cristallo?” nella sua voce si sentiva chiara la tristezza nel vederla in quelle condizioni.

-Nulla Blakert devo solo riposare quando avrò più forze ne parleremo anche con Inuyasha- disse non riuscendo a pensare altrimenti si sarebbe addormentata.

“Tu Inuyasha come stai?” gli chiese Arel visibilmente preoccupata.

-Meglio di Kagome. Ma voi come state hanno guarito bene le vostre ferite?- chiese accarezzandola spalla di Kagome.

“Stiamo bene Inuyasha e Kagome non ti preoccupare di noi riposa adesso mia piccola Stiaref” lei gli baciò il muso e si accoccolò sulla spalla di Inuyasha.

“Anche tu cucciolo va e riposa” e lo toccò con il suo muso.

Senza aggiungere altro allo stremo delle forze Inuyasha ritornò verso la tenda e con sollievo trovò il letto richiesto adagiò con calma Kagome e la coprì  le baciò la fronte.

-Sento ancora l’odore del sangue- sussurrò e tremò.

-Anche io- rispose le prese la mano e caddero addormentati in un sonno senza sogni.

___

Si svegliava ogni tre ore per controllare che il dottore e il mago venissero e ogni volta gli dicevano che Kagome si stava riprendendo e che le ferite  che non aveva voluto curare si erano già risanate e le sue forze stavano tornando velocemente.

Inuyasha sapeva che più combattevano con i loro draghi meno sarebbe stata la stanchezza, ma vederla in quello stato non sembrava Kagome, crollò di nuovo e si svegliò soltanto la sera del giorno dopo.

___

-Maestà sono distrutti e non si sono svegliati ancora- disse Koga allarmato.

-Non vi preoccupate capitano è tutto sotto controllo. Una domanda: avete interrogato il prigioniero?- aveva uno sguardo così serio che metteva i brividi.

-Si, ma non risponde Signore. Abbiamo utilizzato anche la magia ma niente- disse avvilito.

-Ci penserà Kagome quando si sveglierà- si grattò il mento e aveva lo sguardo perso.

-Koga posso?- chiese una voce dall’esterno.

-Oh Inuyasha vieni entra. Sire Inuyasha si è svegliato- annunciò contento mentre faceva entrare il so compagno.

-Che bella notizia. Grazie al cielo- disse sospirando anche lui contento.

-Salve Maestà- lo salutò Inuyasha chinando il capo.

-Salve ragazzo mio, come stai?-

-Adesso bene grazie- rispose sincero.

-E Kagome?- Inuyasha si rabbuiò e scosse la testa –Spero che si riprenda presto- sussurrò perdendo il sorriso.

-Anche io- rispose Inuyasha –Sire Sango e gli altri?-

-Oh sono contento che me l’abbia chiesto! Miroku ha trovato la sua spada ed è già di ritorno, mentre Sesshomaru sembra avvicinarsi sempre di più- spiegò sorridendo e muovendo le braccia in gesti ampi.

-Sono contento- sorrise Inuyasha poi guardò verso la tenda e ascoltò ciò che un soldato diceva a Koga.

-Inuyasha io vado ad aiutare- lo informò Koga e lui tornò a guardare lo specchio.

-Sire mi sembra strano che abbiano attaccato tre volte lo stesso villaggio, io credo che la gente nascondi qualcosa che loro vogliono- il re annui incitando Inuyasha a esporre i suoi sospetti –Ci ho pensato bene, ma è questo il mio sospetto. È innaturale che attacchino un villaggio così piccolo per tre volte se ci volevano procurare un danno avrebbero dovuto attaccare la Grande Foresta Millenaria o il Grande Oceano-

-Anche io la penso come te. Capitan Inuyasha quando Kagome si sarà ripresa interrogate il prigioniero e fatemi sapere se ci sono risultati. Poi investigate e vedete se ci sono conferme alla tua supposizione e infine fate emigrare tutto il villaggio verso il Grande Oceano parlerò io con il sovrano- ordinò continuando a grattarsi il mento.

-Ma signore dopo tutta la fatica per ricostruire le case e le spese come…- chiese incapace di capire.

-Lo so, ma se hanno attaccato una terza volta chi ci dice che non ce ne sarà una quarta?- Inuyasha annuì.

-Si signore- disse solennemente –Se non le dispiace andrei a controllare che Kagome stia bene-

-Vai pure ragazzo e abbracciala da parte mia- sorrise paternamente.

-Si Signore- poi lo specchiò tremolò e la figura del re scomparve.

Lungo il tragitto donne, uomini e bambini nel vederlo si inchinavano e lo ringraziavano per averli salvati lui sorrideva contento di vedere che quella gente non lo considerava un mostro per aver ucciso tutti quegli uomini.

Entrò nella tenda e con gioia la vide seduta che indossava la sua divisa mentre ripuliva la sua Murestan, quando lo sentì arrivare lo guardò. I suoi occhi erano quelli di prima della battaglia, accesi dalla stessa luce di sempre e non spenti come quando l’aveva vista sudata e sporca mentre curava i feriti. Gli sorrise e gli fece segno di avvicinarsi.

-Come stai?- le chiese sorridendo contento di vederla come sempre.

-Bene- disse lei continuando a pulire la spada –Ho recuperato le energie e sono pronta- disse sempre sorridendo.

-Pronta per cosa?- le chiese non capendo.

-C’è da interrogare il prigioniero no?- lo guardò sorpresa.

-Si certo ma preferirei che riposassi ancora un po’- lei scosse la testa.

-Sto bene Inuyasha e te lo posso dimostrare- prima gli mostrò le mani che non tremavano più poi evocò un incantesimo –Non lo so perché Inuyasha ma mi sento ancora più forte anche più di quando mi sono legata a Blakert- sorrise –Sono riuscita ad evocare un incantesimo oscuro durante la battaglia senza crollare e ferirmi. Mi sono fatta una ragione e se anche continuo a sentirmi un mostro so che l’ho fatto per difendere la gente del villaggio, me e te- disse guardandolo con occhi che brillavano.

-Sono contento- disse abbracciandola e lei ricambiò.

-Su voglio sentire quel lurido verme dirmi tutto- e alzandosi posizionò le spade dietro alla schiena. –Pronto?- gli chiese.

-Pronto- sorrise beffardo e insieme uscirono e toccati dal chiarore delle stelle furono salutati con gioia da tutti gli abitanti che ringraziarono il cielo, la luna e le stelle per il loro aiuto e per vederli ripresi e salvi. Kagome sorrise sincera sentendosi bene con se stessa.

-Signorina Signora- disse una bambina abbracciandole le gambe.

-Ciao- le sorrise accarezzandole la testa.

-State bene?- chiese preoccupata.

-Benissimo grazie- e si allontano. Il suo obbiettivo era quello di torturare il suo nemico.

Inuyasha la guidò verso la tenda grigia dove stava e all’interno trovò tre maghi che lo tenevano fermo con un incantesimo.

Lo fisso con cattiveria ma in risposta l’uomo dagli occhi bianchi le sorrise maligno e divertito.

-Cosa vuoi fare adesso?- le chiese Inuyasha lei in risposta gli fece segno di tacere e si avvicinò all’uomo.

-Allora ascoltami bene io ti faccio delle domande e tu rispondi- lui sputo per terra e sorrise ancora –Come desideri- sospirò Kagome si allontanò un po’ e guardò fisso l’uomo.

Lo attaccò mentalmente con una forza tale che l’uomo urlò poi tornò a sorridere.

-Come ti chiami?- gli chiese sia mentalmente che con la voce, ma l’uomo non rispose.-Non rispondi allora scaverò nella tua mente- chiuse gli occhi e viaggiò nella mente dell’uomo guardando la sua vita riuscì a sapere il suo nome, che era stato arruolato da un sovrano sconosciuto e che era stato protetto da incantesimi che Kagome non riuscì a capire a cosa servissero. –Alan- disse rivelando il nome a tutti.

-Mentr orta muringast et bresta oring- Kagome non svelò emozioni e guardò fisso l’uomo che sorrideva.

-Sai cosa ha detto Kagome?- chiese Inuyasha.

-Ha utilizzato la lingua Trenstac  una lingua antichissima che è alla base dei miei incantesimi e della mia lingua. È la lingua di tutte le razze vivent,i non è possibile impararla ma bisogna risvegliarla e lui c’ è riuscito- disse a denti stretti.

-Tu sai cosa ha detto vero?- disse guardandola meravigliato.

-Ha detto: la vostra fine è vicina sporchi elfi- e con uno scatto colpì con un pugno il volto dell’uomo –Sei arrivato in ritardo schifoso verme, sono rimasta sola- e lo colpì ancora. –Dimmi chi ti manda e ti ucciderò senza farti soffrire- gli sussurrò all’orecchio. Inuyasha non riusciva a comprendere come poteva diventare così gelida come Sesshomaru da un momento all’altro, ma ci avrebbe pensato dopo perché se quel suo comportamento portava a dei risultati… beh che continuasse.

-Il mio Signore si è risvegliato e il suo Tormento è rinato. Lunga vita a Greston!- urlò scoppiando a ridere, ma la smise quando fu trafitto dalla nera lama di Murestan.  

-Lo conosci?- si rivolse a Inuyasha.

-No, chiederemo al re- disse guardando l’uomo morto.

-Bene… ma cosa?- notò che dietro la nuca del morto c’era un segno di bruciatura che via via scompariva, lo memorizzò e guardò Inuyasha che aveva notato anche lui il segno.

-Vado a parlare al re, vieni con me?-chiese tornando a fissare l’uomo lui annuì e andarono verso la loro tenda.

 

 

Fine!

Wow capitolo ancora più lungo e ricco di eventi. Che ne pensate piaciuto? Hehe sono contenta anche di esser riuscita a scriverlo in due giorni e credo che domani ne posterò anche un altro :P.

Ringraziamenti:

le_montanine: heheheh hai visto ele che Koga si è “dichiarato”? contenta della risposta di Kagome? Per me è un genio! Mi dispiace deludervi ma Koga non sarà lui a morire e no ù-ù! Dai che a me Koga mi sta simpatico (please non uccidetemi :Sndme) e ho aggiornato presto proprio per sapere cosa ne pensate. Un kizzullo ciao!

Achaori: ciao achaori ho aggiornato presto visto? Per far contente voi e perché ho avuto un ispirazione!XD. che dire la love story continua e come se continua, ma ci saranno altri colpi di scena. Beh mi dispiace che non riesco a scrivere sempre molto ^///^ ma sono sempre ansiosa di leggere le vostre recensioni un kizzullo ciao!

 

Un kizzullo a tutti!!!!

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Capitolo 17
*** Sogni e speranze ***


8.2

The War Of The Dragons

Capitolo 8.2

Sogni e speranze!

 

Sapere che siete lì mi riempie il cuore

Sono contenta e ho di nuovo il buon umore.

Presto con il mio drago io partirò

E da voi ritornerò.

Il nemico insieme sconfiggeremo

E insieme noi in eterno vivremo!

 

 

-Non riesco a capire perché hanno protetto le armature dal fuoco, Koga non ha mai utilizzato il fuoco nel precedente scontro- disse Kagome al re.

-Credi che fossero a conoscenza dei Draghi?- chiese quest’ultimo.

-Si Signore- intervenne Inuyasha – è l’unica giustificazione. È probabile che alcuni dei demoni che attaccarono la prima volta il villaggio sono sopravvissuti e hanno riferito tutto visto che Sesshomaru attaccò con Lumì - spiegò pensieroso e il re sospirò afflitto.

-Quindi dici che i demoni sono collegati agli uomini di questo scontro?- Inuyasha annuì.

-Signore chi è Greston?- chiese poi Kagome.

Ma il re scosse la testa e disse: -Non lo so Kagome, metterò i miei consiglieri a lavoro e vi farò sapere, ma nel frattempo voi cercate quello che cercavano- i due cavalieri annuirono e poi Kagome sciolse l’incantesimo.

Uscirono dalla nuova tenda e andarono da Koga per informarlo che i lavori erano bloccati e che presto sarebbero emigrati verso la Grande Foresta Millenaria.

_._._._

-Potrebbe essere pericoloso- chiarì Kagome –ma dobbiamo farlo se vogliamo proteggere questa gente- il lupo annuì e la guardò dolcemente come per assicurarsi che stesse bene, poi ricordò le sue parole e annuì.

-Io inizio a interrogare un po’ di gente- disse Inuyasha guardando in torno.

-Io devo parlare con Blakert- disse Kagome rivolgendosi a Inuyasha –Ci vediamo dopo nella tenda- Koga li guardò e si sentì di troppo, aveva capito che Kagome si riferiva a Inuyasha e aveva capito che non poteva competere, ma ciò non significava che si sarebbe arreso.

-Signori con il vostro permesso vado ad informare i miei soldati- disse portandosi la mano alla tempia.

-Vada pure capitan Koga- disse Kagome guardandolo come un soldato qualunque.

-Come mai capitano?- chiese Inuyasha divertito una volta che Koga fu lontano.

-Mi andava- rispose lei alzando le spalle e andando verso Blakert.

___

Inuyasha interrogò, chiese, cercò e ascolto tutti gli anziani per scoprire se nascondessero qualcosa ma in quel villaggio non c’era nulla. Allora cosa volevano quei soldati?

Scosse la testa esausto non era possibile, sembrava tutto così stabilito come le regole di un gioco. Stava camminando tra le tende quando sentì qualcuno piangere e girando attorno a una tenda notò una ragazza che stringeva i lembi del suo vestito e piangeva disperata. Per un momento Inuyasha pensò di lasciarla da sola poi ci ripensò e le si avvicinò e le disse: -Ciao- la ragazza non lo guardò ma si blocco.

-Posso aiutarti?- la ragazza scosse la testa e si coprì il volto tornando a piangere. Inuyasha si preoccupò di più e si inginocchiò di fronte. – Su dai hai voglia di raccontarmi cosa ti è successo?- la fanciulla smise di piangere e si asciugò la faccia annuendo e poi Inuyasha le prese le mani. –Come ti chiami?- le chiese sorridendo.

-Merion- balbettò lei.

-Allora cosa ti affligge? – la ragazza lo guardò e gli indicò l’occhio destro, era bianco e senza pupilla di sicuro era ceco – E allora?- la ragazza lo guardò sconcertata.

-E allora? Non ci vedo più con un occhio e adesso sono brutta!- urlò tornando a piangere –Ganter non mi vorrà più vedere- pianse ancora di più.

-Chi è Ganter?- chiese Inuyasha non badando alle sue urla.

-Il mio fidanzato- singhiozzò disperata.

-Merion- la chiamò alzandole il volto in modo che lo  guardasse – Se non ti vorrà con te sarà Ganter il ceco e non tu perché sei bellissima anche così- le riuscì a strappare un debole sorriso – Come te lo sei fatta?- le chiese poi indicando con un cenno della testa l’occhio.

-Una scheggia di qualcosa infuocata mi è entrata nell’occhi mentre ci rifugiavamo sulla montagna- spiegò mentre altre lacrime scendevano e rigavano il suo volto dai lineamenti dolci.

-Chi ti ha curato?- lei scosse il capo.

-Non lo so, ma mi hanno detto che non si poteva far nulla- Inuyasha annuì e le prese anche l’altra mano alzandola di peso.

-Cosa?- chiese la ragazza non capendo.

____

“Se è così li troveremo Kagome pur di disobbedire al re e essere puniti” disse solennemente Blakert alzandosi sulle zampe posteriori allargando le ali e posando una zampa sull’ampio petto. Kagome sorrise e dopo che Blakert ritornò a terra gli accarezzo il muso.

“Arel” chiamò poi l’altro drago che non aveva sentito nulla.

“Dimmi Kagome” aprì gli occhi per guardarla visto che si era appisolata.

“Sei sicura di star bene?” la dragonessa infatti continuava a leccarsi la zampa sinistra e a riposare come se avesse la febbre “Non è che hai la febbre?” chiese infatti.

“Noi non prendiamo la febbre”intervenne Blakert.

“Ha ragione Blakert. Non ti preoccupare Kagome sto bene” ma lei non la credette e le si avvicinò con sguardo indagatore.

“Inuyasha lo sa?” chiese costringendola a fargli vedere la zampa con uno sguardo.

“Lo sospetta, ma davvero Kagome sto bene!” insistette.

Kagome guardò l’interno della zampa e notò un grosso taglio che si stava rimarginando ma con lentezza.

“Arel mi dici perché non me l’hai detto?” la rimproverò.

“Eri stanca e lo sei ancora volevo aspettare che ti riprendessi un po’ di più” ma Kagome la rimproverò con lo sguardo. Le posò la mano sulla ferita e cantilenando in una lingua diversa le curò la ferita, finito il lavoro Arel aprì e chiuse la zampa e il dolore era scomparso come la ferita. “Grazie”

“Prego” sospirò lei e poi le sorrise.

-Kagome- si voltò a guardare Inuyasha che arrivava mano nella mano con una ragazza che aveva lo sguardo basso come se fosse imbarazzata.

-Inuyasha dimmi- disse guardando prima le due mani unite  e poi Inuyasha.

-Ti presento Merion- la ragazza si nascose dietro la spalla di Inuyasha timorosa e Kagome rimase sorpresa.

-Salve- la salutò poi guardò Inuyasha e prima che parlasse disse: -Arel era ferita e tu lo sospettavi perché non me l’hai detto?- la voce era severa ma il suo volto era calmo come un lago di montagna.

-Perché sospettavo soltanto- rispose lui –Adesso come sta?- chiese imbarazzato aveva ragione lei.

- Sta’ bene ma impara a capire di più il tuo drago- lo rimproverò e poi tornò a guardare la ragazza –Allora?-

-Ha un problema e tu sei l’unica che può aiutarla- spiegò studiando il volto di Kagome.

-Allora andiamo nella tenda- poi si rivolse hai draghi –Andate a cacciare vi voglio qui fra un ora, non fate più tardi- i draghi ringhiarono spaventando di più la ragazza e spiccarono il volo.

Entrati nella tenda Inuyasha notò che aveva un unico grande letto come aveva richiesto poi vi fece sedere la ragazza che non ne voleva sapere di lasciare la sua mano.

-Spiegami- disse Kagome che era in piedi di fronte a loro con le braccia incrociate al petto.

-Si è ferita durante la fuga sulla montagna e un dottore le ha detto che non si poteva far nulla, speravo che tu potessi…-

-Certo che lo speravi- lo bloccò avvicinandosi alla ragazza –Dove ti sei ferita?- le chiese dolcemente e lei, come aveva fatto con Inuyasha, indicò l’occhio. Kagome  gli diede uno sguardo e poi disse: -Qualcosa posso fare ma non ti posso restituire completamente la vista, se fossi venuta da me dopo la battaglia avrei potuto curarti- le disse la ragazza annuì con un debole sorriso. –vedrai per lo più solo ombre però il tuo occhio ritornerà ad essere quello di prima- e lì il sorriso della ragazza divenne smagliante.

Ci vollero una ventina di minuti prima che Kagome completasse l’operazione, ma sopportabili perché l’occhio tornò azzurro come era prima.

-Bene abbiamo finito- per il momento dovrai tenere una benda, tra due giorni torna da me e vediamo il risultato- le sorrise e la ragazza le baciò la mano imbarazzandola e poi abbracciò Inuyasha.

-Grazie- gli sorrise.

-Quando Ganter tornerà sono sicuro che ti  chiederà di sposarlo- le disse all’orecchio e lei lo strinse di più.

-Lo sperò- sorrise di più e salutando con un inchino uscì dalla tenda sorridendo.

Kagome sospirò e andò verso la sua borsa ed estrasse un libro dove scrisse qualcosa.

-Cos’è?- domandò curioso Inuyasha.

-Un diario- alzò lei le spalle continuando a scrivere.

-E cosa ci scrivi?- domando ancora e lei lo guardò.

-Tutto quello che mi va di scrivere- rispose brusca poi sospirò e disse: -Per lo più porto il conto di quante volte utilizzo la magia- spiegò con più calma.

-Perché?-

-Perché ho utilizzato più magia in questi giorni che in tutta la mia vita- disse tornando scontrosa.

-Ehi calmati- le disse, ma lei non rispose e continuò a scrivere. –Ho notato che non sempre hai utilizzato l’elfico mentre curavi la ragazza era il Trenstac?- chiese quando ebbe finito.

-Si- rispose poi lo guardò – che ne sai che non ho usato sempre l’elfico?-

-Intuito- disse alzando le spalle.

-Inuyasha?!- lo canzonò e lui sorrise.

-Hemetra curo stenta mera Stiaref- le sussurrò all’orecchio quando la raggiunse.                                                          (Ho studiato molto Cristallo)

Lei scosse la testa e lo all’allontanò –Perché? Ti avevo detto che non dovevi!- gli urlò contro.

-Ma Kagome cosa c’è di male?- chiese lui disperato perché non la riusciva a capire.

-Perché no!- lui si accigliò.

-Che risposta è!?- sbuffò cercando di raggiungerla ma lei si scansò.

-Perché non voglio- disse disperata iniziando ad ansimare come fosse impaurita.

-E perché non lo vuoi?- disse ancora più accigliato.

-Perché…- esitò -… potresti utilizzarla male e…-

-Ne sei gelosa- costatò Inuyasha e lei scosse la testa –Dimmi la verità Kagome!-

-Vuoi la verità?- disse guardandolo negli occhi con un fuoco che bruciava –Bene. Si ne sono gelosa voglio solo che il mio popolo parli la mia lingua! Odio Totosai perché la usa per gli incantesimi, odio Grukex perché lo parla e anche male! Odio l’idea che Grukex voglia farvi utilizzare l’elfico per la magia quando potete usare benissimo il Trenstac basta solo che scopriate voi chi veramente siete! E siete avvantaggiati perché i vostri draghi vi possono aiutare io invece ho imparato chi sono scappando dal villaggio per anni!- disse andando avanti e indietro –Chiamami bambina, ragazzina, sciocca, stupida o gelosa ma è questo quello che penso e voi dovreste capire e rispettare ciò che penso. Non sfruttate le cose degli altri!- e uscì dalla tenda fermandosi sul prato dei draghi i due draghi.

Inuyasha rimase nella tenda guardando il punto dove prima c’era Kagome. Era gelosa della sua natura nonostante aveva capito che al contempo la odiava, ma aveva anche capito che lei la odiava perché era l’unica e non era ne temuta ne rispettata come invece era la sua razza. Decise di lasciarla sola e uscendo dalla tenda la guardò solo per un istante poi andò da Koga.

___

-Bene domani prepariamo dei carri e fra due giorni saremo pronti a partire- informò Koga.

- Ottimo, fa armare tutti gli uomini in grado ancora di combattere-

-Si Signore- Inuyasha gli diede una pacca sulla spalle e poi se ne andò.

___

Quando entrò non vi trovò nessuno e sospirò di sollievo. Non l’aveva sentito uscire ma era meglio così voleva stare ancora da sola, ripensò alla sfuriata di poco prima e arrossì. Era vero era gelosa della sua lingua e della sua cultura e perché non poteva esserlo? Era l’unica a parlare bene l’elfico e se era destino che doveva essere l’ultima allora solo lei doveva parlare la sua lingua. Come ragionamento andava bene ma si sentiva una sciocca, infondo che male c’era?

-Sono una stupida- sospirò affranta crollando sul letto e poggiandosi il braccio sugli occhi, senza accorgersene, si addormentò.

Quando Inuyasha rientro, infatti, la trovò addormentata aveva ragione Arel era ancora stanca. Il suo candido braccio copriva il suo volto disteso e calmo. Sorrise nel vederla e rimase a guardarla per un po’ fin quando lei non si stiracchiò e aprì i suoi occhi di cristallo.

-Ciao- sussurrò lui.

-Ciao- ricambiò lei alzandosi piano –Mi sono addormentata- disse con la voce ancora impastata dal sonno, lui annuì e sorrise.

-Hai dormito bene?- le chiese avvicinandosi.

-Abbastanza- si stiracchiò nuovamente poi lo guardò –Ho sognato che litigavamo…- ma si blocco -…Ma noi abbiamo litigato- disse ricordandosi.

-Già- rispose lui avvicinando una mano per accarezzarla ma lei si scansò abbassando il volto –Perché?- le chiese in un sussurrò.

-Mi hai dato ancora la prova che non mi posso fidare di te- sussurrò anche lei guardandolo tristemente.

-Ma…- cercò di replicare ma si sentì la gola asciutta e mille farfalle svolazzare nel suo stomaco… paura.

-Perché Inuyasha? Perché non mi ascolti mai?- chiese guardandolo.

-Non ti ho ascoltato e ho voluto imparare l’elfico perché così potevo parlare con te tranquillamente senza aver paura che qualcuno a corte ci sentisse e capisse!- improvvisamente gli era ritornata la voce e la forza per risponderle –Avevi ragione quando hai detto che a qualcuno di corte non sarebbe piaciuta la nostra storia, Elen mi aveva avvisato e io già l’avevo capito in precedenza!- disse prendendole il volto tra le mani –Ti prego Kagome credimi e fidati di me- lei lo guardò e abbassò lo sguardo ma lui la costrinse a rialzarlo.

 

-Lotre wyan elfetran- disse lei in elfico mettendolo alla prova.                                                                                                                                                      (Dimmelo in elfico)                               

Inuyasha la guardò e annuì e disse: -Stiaref te chientr tare kurest mond- aveva ripetuto l’ultima frase e la guardò aspettando che lei dicesse qualcosa.

-Giurami in elfico che hai intenzione di utilizzarla solo per parlarmi!- disse lei guardandolo con intensità.

-Kuntrentia- rispose lui e lei sospirò di sollievo.

-Hai giurato in elfico- ripeté lei e lui capì che non pota venir meno al giuramento –e un’altra cosa non chiamarmi Stiaref!- lui la guardò non capendo – è un nome che si utilizza solo in casi particolari- ma si fermò senza aggiungere altro.

-Bene- le sorrise –Pace fatta?- lei scosse la testa sorridendo.

-Perché non mi ascolti mai?- domandò lei.

-Perché gli ordini li do’ io!- e lei sorrise.

-Inuyasha mettiamola così… Tu dai l’ordine che chiunque disobbedisca ai tuoi ordini sarà frustato e quando ci troviamo nel mezzo di una battaglia, tu mi ordini di portare in salvo tutta la gente scappando verso ovest- lui annuì – ma io cambiò direzione e vado verso est ma la gente si salva lo stesso. Finita la battaglia scopri del mio rifiuto nel seguire il tuo ordine tu cosa faresti?- chiese e vide Inuyasha pensarci.

-Ti farei frustare perché era il mio ordine- lei annuì lo voleva proprio lì e lui capì abbassando la testa. –Kagome…-

-Cosa dovrei fare io adesso? Non dovrei parlarti mai più- disse – ti rendi conto che se continui così io potrei odiarti?- lui annuì non avendo parole. Lei lo baciò di slanciò cogliendolo in sorpreso, ma quando sentì che lei voleva approfondire il contatto lui l’accontentò. –Questo è un motivo per cui adesso non posso odiarti-sussurrò venendo baciata poi da Inuyasha.

-Allora sono fortunato- sorrise abbracciandola.

-Già- sorrise pensando che ogni volta che litigavano finivano per far sempre la pace così coccolandosi.

-Fra due giorni partiremo- cambiò argomento.

-Bene, dobbiamo tornare presto a palazzo e continuare il nostro allenamento e se non ci sono problemi io…- ma si bloccò era meglio non parlare.

-Tu?- ma lei scosse la testa.

-Devo fare delle ricerche- sorrise e Inuyasha la credette. –Allora io vado a vedere i feriti come stanno- lui gli diede un ultimo bacio e la lasciò uscire. “E se cercavano lei?” si domandò ma scosse il capo scacciando quel pensiero.

___

I due giorni volarono, furono costruiti carri per trasportare gli anziani, feriti e bambini purtroppo le donne dovettero camminare ma spesso i bambini preferivano camminare e cedere il loro posto, mentre Kagome e Inuyasha in groppa ai loro Draghi guardavano la situazione dall’alto. Era diretti verso nordovest per raggiungere la foresta che Inuyasha aveva descritto come un enorme oceano verde. Troppo stanca di restare sulla groppa di Blakert lo fece atterrare e proseguì a piedi insieme agli altri mentre Inuyasha preferì restare in alto.

-Volete salire su un cavallo signora?- chiese un uomo toccandole il braccio.

-No grazie per l’interessamento- e l’uomo fece un inchino e tornò sul retro della fila – È una fortuna che non ci sia l’inverno qui- si rivolse a Koga che fino a quel momento aveva ignorato.

-Si è vero, ma tra poco il sole raggiunge il punto più in alto dovremmo fermarci- lei annuì e parlò con  Blakert che camminava di fianco a lei. “Di a Inuyasha che i vecchi e le donne sono stanche e appena avvista un luogo sicuro e all’ ombra di avvisarci, ci fermeremo qualche ora.” il drago nero annuì e le sue squame scure scintillarono d’oro.

-Perché le sue squame si illuminano d’oro?- chiese Koga curioso.

-Non lo sa neanche lui- sorrise divertita dalla situazione.

-Molto bene- ricambiò il sorriso divertito ma anche felice che Kagome fosse tornata a parlare con lui in modo normale.

Dopo poco Blakert ruggì e Kagome corse più avanti per arrivare sulla cima della piccola collina e osservare il panorama, poi tornò indietro e informo Koga e due uomini che diffusero la notizia.

-Koga ho un pensiero che mi assilla- lui la guardò e gli fece cenno di porre la domanda. –Inuyasha mi ha parlato della Grande Foresta Millenaria, dei monti Kurebea, del Grande Oceano e dell’ Oceano Rosso ma non ha mai accennato a un unico nome che comprenda tutto. Cioè Sougar è formata da tante parti ma tutto l’insieme forma Sougar-

Koga la fermò e sorridendo le disse: -Ho capito cosa vuoi sapere. Molto ma molto tempo fa quando c’erano i primi Cavalieri tutto si chiamava Trenstac- Kagome lo guardò era la lingua antica.

-Di quali Cavalieri parli?- chiese Kagome.

-Non dei vostri nonni ma quelli risalenti alle origini della nostra terra- Spiegò poi fece una pausa e ordinò a un soldato di avanzare con tutta la carovana.

-Inuyasha non me l’aveva detto!- lui la guardò.

-Beh forse credeva che sapessi di questa storia visto che chiunque lo sa, sinceramente mi sono sorpreso anche io- la guardò e la vide pensierosa.

-Continua- lo incitò lei.

-Bé ci fu una guerra e Trenstac fu divisa e ancora oggi e rimasta così, anche se il nostro re cerca di riunirla- Kagome annuì avendo le idee ancora più chiare.

-Vado a ispezionare- si congedò, ma in realtà voleva pensare e veloce scappo via seguita da Inuyasha sopra di lei.

___                                                                                                              

-Dai ragazza mia ci devi riuscire- la incitò Grukex.

-Ma non ci riesco!- brontolò lei accasciandosi su un masso.

-Ci è riuscito il tuo ragazzo e Sesshomaru. Su bambina ascolta la voce dentro di te e quella del tuo drago- Sango arrossì quando il vecchio disse “il tuo ragazzo” anziché Miroku, ma si riprese  chiuse gli occhi e si concentrò.

____

-Quanto tempo impiegheremo ad arrivare?- chiese Kagome osservando la gente che si apprestava ad abbeverarsi a una sorgente.

-Altri due giorni se nessuno ci ostacola- lei annuì e poi guardò Inuyasha. –Tutto bene?- le chiese –Ti vedo pensierosa- ma lei scosse la testa.

-No sto bene- disse alzando le spalle e poi raggiunse la sorgente per abbeverarsi anche lei.

-Portata questa gente al sicuro torneremo a casa- la rassicurò, ma lei non interessava tornare a casa voleva esplorare ogni parte di quel mondo e cercarli!

Si asciugò le labbra con la mano e disse: - Ho tanta voglia di rivedere gli altri- mentì anche se una parte di lei voleva rivederli e soprattutto Elen doveva chiederle molte cose.

Poi la loro attenzione fu catturata dalla risata di alcuni bambini che giocavano a rincorrersi e Kagome fu presa dalle loro risate e avvicinandosi senza attirare l’attenzione prese una bambina che dalle risate non riusciva più a correre e iniziò a correre rincorsa dagli altri bambini. Quanto cristallina poteva essere la risata fanciullesca non superava mai quella di Kagome che era superiore al canto di un usignolo e che contagiò tutti quelli che li guardavano. Presto ripresero a viaggiare e Inuyasha e Kagome si alternavano per perlustrare la via dall’alto per consentire anche ai draghi di riposare. Appena fu calata la sera si accamparono e si organizzarono per i turni di guardia e alle prime luci dell’alba ripartirono.

“Inuyasha io ho bisogno di mangiare” disse Arel atterrando per far scendere il suo cavaliere.

-Va bene ci accampiamo qui, voi andate pure ma non allontanatevi troppo- acconsentì scendendo dal drago blu.

“D’accordo” ed entrambi volarono via come sempre.

-Kagome mi insegni qualche magia?- chiese sedendosi accanto a lei.

-Sai che mi duole insegnartelo in elfico, ma va bene a patto che tu inizi a chiederti chi sei- lui assentì con la testa e lei gli insegnò a richiamare la magia e vi riuscì egregiamente, così gli insegnò delle formule e ad applicarle. Perlopiù erano incantesimi come plasmare l’acqua o a creare animaletti coma aveva fatto lei durante la festa. Parlarono anche in elfico attirando l’attenzione di molti che non avevano mai sentito quelle parole, e se Inuyasha sbagliava lo correggeva. Mentre parlavano sentirono l’eccitazione e la felicità dei draghi nel seguire, catturare e divorare le loro prede e Kagome ebbe un fremito.

-Ti da fastidio?- le chiese sempre in elfico.

-Mi dispiace sentire la vita volar via- e dicendo questo si illuminò – Ecco cosa ti insegnerò! Imparerai ad ascoltare la nature e al contempo mediterai. I draghi hanno ancora molto tempo quindi vieni con me- lo prese per mano e lo fece sedere sotto un albero lontano dagli altri. –Adesso chiudi gli occhi e utilizza l’udito e l’olfatto della mente-

-Ma come faccio?- chiese incerto.

Lei ci pensò poi disse:- Quando parli con Arel utilizzi la voce della mente giusto?- lui ci pensò e annuì.

-Va bene ho capito-

-E nel frattempo poniti la domanda: chi sei?- gli rammentò lei poi si allontanò senza far rumore.

Inuyasha ampliò la sua mente sfiorando quella di Arel ma lei in un sussurrò gli disse di concentrarsi e la chiuse, lui rimase solo con il silenzio. Dopo poco riuscì però ad ampliare il suo udito e ad ascoltare uno scarafaggio sul tronco dell’albero e si pose la domanda – Io chi sono realmente?- rimase a meditare fin quando Arel non gli disse che stavano ritornando e ritornò all’accampamento.

__

-Lupo!- urlò un uomo di guardia svegliando l’intero accampamento. Kagome corse sospettosa cosa ci faceva un lupo in una valle? Corse accanto all’uomo che indicava una macchia scura nella notte con occhi gialli. Inuyasha bloccò un uomo che aveva preso un arco e si accingeva a caricarlo, Kagome fu lieta nel vedere che Inuyasha iniziava a capirla un po’ e così si avvicinò all’animale che appiattì le orecchie contro il cranio e le ringhiò contro. Inuyasha era pronto a scattare anche se sapeva che Kagome se la sarebbe cavata anche da sola.

- Buono- gli disse inginocchiandosi.

“Fa attenzione Kagome” le disse Blakert che la guardava.

“Tranquillo non mi farà del male è solo spaventato” lo rassicurò –Cosa ti porta qui?- gli chiese e il lupo smise di ringhiare e avvicinò il muso alla mano protesa di lei –Bravo così-disse accarezzandolo. Tutti rimasero a bocca aperta nel vedere come il lupo scodinzolava come un cane e si lasciava accarezzare da Kagome, poi la videro afferrare la zampa del lupo e levargli qualcosa, l’animale gli lecco la mano e corse via.

-Cosa ci faceva qui?- chiese Inuyasha una volta che lei fu ritornata.

“Sei stata bravissima” si congratulò Blakert.

-Grazie… Aveva una scheggia di ferro nella zampa e si trovava qui perché voleva essere aiutato- spiegò.

-Come ci sei riuscita?- le chiese ancora.

-Ho parlato nell’antica lingua ed ho capito cosa voleva perché ho imparato a conoscere la natura e gli animali- spiegò guardando tutti gli altri e facendo loro segno di tornare a dormire perché il pericolo era passato… anche se non c’era stato nessun pericolo.

-Quanto ci hai messo?-

Kagome all’inizio non capì la domanda poi rispose: - Diversi anni. Ma non confrontarti con me perché siamo diversi ciò significa che potrai metterci meno o più tempo di me. Non farti prendere dal panico e lavora.- e dicendo questo tornò alla sua postazione.

-Farmi prendere dal panico… tsz!- ripeté lui offeso sedendosi avanti al fuoco e aprendo la mente.

______

“La vedo in lontananza!” disse Blakert eccitato battendo più forte le sue ali per salire più in alto, di fronte a loro un oceano verde che si estendeva per molte miglia ed era bellissimo.

“Si! Ci siamo finalmente” disse Kagome altrettanto eccitata e ridendo quando Blakert scese in picchiata regalandole quella sensazione di vuoto nello stomaco che tanto le piaceva. –Ci siamo!- annunciò rimanendo sul dorso del drago e come loro due prima il villaggio esultò, le madri abbracciarono i figli, i mariti baciarono le mogli, le giovani che gridavano di felicità. Ci avevano messo due giorni in più perché furono colpiti da una tempesta improvvisa che non accennava a dileguarsi, ma adesso erano li a poca distanza dal luogo di salvezza. Inuyasha salì sul dorso di Arel che spiccò il volo e con Blakert ruggì tutta la sua felicità, mentre Inuyasha sorrideva contento di aver portato in salvo tutta quella gente, poi guardò Kagome che era concentrata a parlare con Blakert e rideva contenta.

Giunsero al cancello al tramonto, quando questo si aprì dei soldati aiutarono il villaggio a trovare le abitazioni per loro costruite, mentre Inuyasha e Kagome furono accompagnati al castello.

-Mi sembra un posto molto accogliente- disse lei guardandosi intorno e osservando ogni pianta.

-Il luogo sì, ma lo stesso non vale per il signore di questo luogo. Io e gli altri nutriamo dei sospetti su di lui, non ci è mai piaciuto sembra pronto a tradire da un momento all’altro- spiegò Inuyasha a bassissima voce per non farsi sentire dal soldato che li accompagnava.

-Eppure ci ha accolti benevolmente- lui la guardò.

-L’abito non fa il monaco- le rispose poi non aggiunse più niente.

Quando entrarono il Signore li aspettava nel vasto atrio di marmo illuminato dagli ultimi raggi del sole che penetravano da grosse finestre a forma di archi. Il marmo  del pavimento era bianco ma i raggi lo facevano brillare di un intenso arancio e le pareti tappezzate erano di un caldo rosso. La sala era adornata con un tavolo al centro e molti quadri raffiguranti creature leggendarie facevano bella figura sulle pareti de fiori di tutti colori riempivano l’aria del loro profumo.

-Mio Signore benvenuto!- lo accolse Otrenea –Mia Signora sono lieto di averla qui! Sono affascinato dalla sua incantevole bellezza, lasciatevelo dire siete una creatura stupenda- la adulò e Kagome sorrise, ma aveva capito ciò che voleva dire Inuyasha aveva uno sguardo strano, troppo strano. –Vi prego venite nel mio studio, desiderate qualcosa?- chiese cordialmente.

-Si per favore, potrei avere un po’ di frutta? Il viaggio è stato lungo e non ho trovato molto cibo-

-Ogni suo desiderio è un ordine mia signora, ma sicuro che non volete della carne? I miei cuochi fanno un cervo squisito- disse il signorotto facendo un gesto con la mano per sottolineare le sue parole.

-No grazie, io non mangio carne- spiegò calma Kagome.

-Oh perdonate la mia offesa Signora- e Otrenea fece un inchino –Voi Signore?-

-No grazie nulla- rispose lui.

-Bene- e dopo aver ordinato ai suoi servi di portare i frutti più dolci e  prelibati condusse i due cavalieri nella camera.

Discussero dei vari preparativi per ospitare il villaggio, del lavoro che potevano offrire e di dare loro la stessa protezione degli altri.

-Questo ed altro per il mio Signore- disse e fece un altro inchino.

Quando il sole fu tramontato e le stelle comparivano come per magia nella grande volta del cielo Kagome e Inuyasha uscirono dallo studio e si recarono nelle stanze preparate per loro.

-Kagome posso parlarti?- lei acconsentì ed andò nella sua stanza. –Capisci cosa volevo dire?- lei annuì.

-Si quell’uomo ha qualcosa che non va- annuì pensieroso –Il re cosa dice?-

-Nulla. Si fida ciecamente di lui- sospirò e guardò la stanza.

-Senti Inuyasha io dormo con Blakert, non voglio stare qui dentro mi sento a disagio ma non vorrei recare offesa- Inuyasha la guardò e annuì.

-Non ti preoccupare non recherai nessuna offesa quell’uomo ti adora- le disse sorridendo.

-Già- roteò gli occhi scocciata dai tanti complimenti del signorotto.

-Kagome- lei lo guardò seria –stai attenta- lei si avvicinò e gli accarezzo la guancia, come se dovesse partire per un lungo viaggio e non vederlo per mesi.

-Anche tu- e dopo essersi guardati con intensità, uscì elegantemente.

____

“Ciao mio cuore” la salutò dolcemente Blakert e lei si sentì invadere dalla gioia. Adorava quando la chiamava in modo affettuoso e soprattutto quando utilizzava l’aggettivo possessivo “mio”.

“Ciao Blakert” lo salutò. Si trovava da solo poiché Arel si era appostata vicino al castello per stare più vicino a Inuyasha. Era bello e sotto i raggi argentati della luna sembrava finto, sorrise a pensare che solo lei aveva avuto la fortuna di averlo, solo lei poteva vantarsi del suo drago.

“Come mai sei qui?” le chiese mentre lei si appoggiava al suo caldo e ampio ventre.

“Volevo dormire qui, non mi piace l’aria che c’è nel castello” disse sincera e lui le tocco la fronte con il muso. “Blakert quando torniamo al castello come mi devo comportare con Sesshomaru?”

“Come sempre” rispose semplicemente lui.

“Ma non posso ignorare i suoi sentimenti” protestò.

“Ma non puoi evitarlo, sento cosa provi quando sei con Inuyasha il tuo cuore va tre volte più veloce del normale. Sento la tua paura di perderlo e sento la tua voglia di averlo” fece una pausa “ Ma non provi lo stesso per Sesshomaru, se non una semplice amicizia” le fece capire il suo punto di vista. “Non puoi ignorare i suoi sentimenti?! Allora parlagli, spiegati e fa in modo che capisca che tu non provi i suoi stessi sentimenti” disse dolcemente.

“Non posso dirgli neanche che io… voglio bene Inuyasha” era sconsolata e la situazione la deprimeva.

“Perché mai mio cuore?” le chiese scompigliandole i capelli con l’aria calda che uscì dalle sue narici.

“Perché a palazzo non prenderebbero di buon occhi la nostra relazione” disse vaga.

“Spiegati” lei gli raccontò tutto quello che sospettava e che anche Inuyasha ed Elen dicevano lo stesso. “Ma hai sentito anche cosa gli disse Sesshomaru a Inuyasha prima di partire” le ricordò “ Stai tranquilla mio cuore, la situazione si aggiusterà anche se odio dividerti con altri, ma sei pur sempre un essere con un cuore e anche tu ami e se tu sei felice anche io lo sono” lei sorrise “Adesso dormi che il viaggio e stato lungo e faticoso e devi ancora recuperare del tutto le forze dello scontro”la circondò con il collo flessuoso e coprì la sua testa e il corpo di Kagome con un ala nera per proteggerla dal freddo. “Dormi bene mio cuore”

“Buona notte mio Blakert” lo salutò e dopo avergli dato un bacio sulla palpebra del suo occhio dorato, si accoccolò e si addormentò.

___        

Si trovava in un bosco fitto e profumato, non c’erano stagioni e il sole non riusciva a passare tra le folte chiome degli alti alberi. Non era la Grande Foresta Millenaria ma molto simile solo… più bella. Camminava tra gli alberi toccando con la punta delle dita la loro ruvida corteccia, si sentiva a casa sua. Si la riconosceva era la sua casa. Si guardava in giro in cerca di qualcuno che le dicesse dove si trovava ma nulla, poi vide un ombra e il lupo che aveva aiutato la fissava con un sorriso. Improvvisamente il lupo divenne un giovane dai capelli disordinati e  grigi come la pelliccia, i suoi occhi erano di un marrone chiaro, il viso era perfetto e liscio e il sorriso lupesco metteva in mostra i denti appuntiti. La cosa che Kagome notò erano le orecchie a punta e la sua stessa forma di occhi. Era alto, aveva addominali e pettorali scolpiti e indossava solo un gonnellino di pelliccia grigia. lo vide avvicinarsi e inchinarsi su un ginocchio di fronte a lei senza smettere di sorridere. Si sentiva a disagio ma qualcosa dentro di lei fremeva, lo guardava e lui inchinò la testa.

-Mia signora, finalmente- disse con tono mai sentito così leggero come se fosse il vento a parlare –Ci incontreremo presto, noi la stiamo aspettando… ci cerchi- le disse e lei spalancò gli occhi.

Il bellissimo ragazzo si ritrasformò in lupo e corse via senza lasciarle il tempo di dire qualcosa.

-Aspetta!- urlò Kagome ma era troppo tardi era già scomparso nella foresta, ma lei iniziò a correre per trovarlo ma nulla era svanito. –Vi troverò- promise e improvvisamente divenne tutto buio.

___

“Kagome” la chiamò Blakert, lei aprì gli occhi e notò che era giorno. Ricordava il sogno e la prima cosa che fece fu di raccontare tutto a Blakert che esultò. “Ciò significa che ci sono Kagome!”

“Si, ma chi sa dove” sussurrò guardando il sole.

Si lavò in un ruscello beandosi della freschezza dell’acqua e si vestì con abiti nuovi e improvvisati, infatti indossava delle brache marrone scuro con i suoi stivali, una camicia e al di sopra di questa aveva un corsetto marrone chiaro scucito da un vestito regalatole dalle ragazze del villaggio. Stava comoda e quello era l’importante. Prese le sue spade e ritornando dove aveva passato la notte con Blakert iniziò ad esercitarsi con la Nera. Improvvisamente un suo affondo fu bloccata da un’altra spada di colore opposto alla sua e senza pensarci continuò ad attaccare. Inuyasha parava e colpiva ma si limitavano solo a fare quello senza esagerare. Quando si fermarono non erano stanchi anzi quel movimento li aveva risvegliati dal torpore del sonno.

-Buon giorno- la salutò Inuyasha.

-Buon giorno- sorrise lei e lui piegando un po’ la testa la osservò. –Cosa c’è?- chiese continuando a sorridere e curiosa.

-Sei bella- le disse e lei arrossì improvvisamente.

-Non dire così mi metti a disagio- non sapendo come uscire da quella situazione di imbarazzo si avvicinò a un albero e toccando delicatamente un fiore dai petali blu al centro e che si sfumava verso l’esterno e lo annusò.

-Davvero?- le chiese raggiungendola e sfiorandole la mano.

-Si- rispose lei guardandolo –Sicuro di essere Inuyasha?- chiese poi incerta.

Lui scoppiò a ridere poi disse :-Si sono io perché?-

-Perché?! Stai facendo il carino di prima mattina- lo indicò con un dito.

-Non c’è un tempo per essere carini Kagome. Solo che da quando siamo partiti non siamo rimasti più da soli- sussurrò strappando il fiore e mettendolo tra i capelli di lei.

“E non resterete soli proprio adesso!” ringhiò Blakert atterrando in quell’istante e Inuyasha sbuffò scocciato.

-Sai che sei un rompi scatole lucertola bruciata?- gli chiese irritato per essere stato disturbato.

“Cagnetto vai a piagnucolare da qualche altra parte!” lo prese in giro Blakert arricciando le labbra e mostrando i denti in quel che sembrava essere un sorriso.

-Su vieni con me- disse Inuyasha prendendo Kagome per mano.

“Ehi se tra venti minuti non siete tornati ti vengo a cercare cane!” lo minacciò Blakert.

-Tranquillo, non mi troverai così facilmente- sorrise divertito Inuyasha.

“Non fatevi scoprire” disse poi serio e Inuyasha sprofondò in quei occhi dorati simili ai suoi.

-Non preoccuparti- e senza aggiungere altro trascinò Kagome nel folto della foresta.

Si fermarono vicino a un ruscello dove si estendeva sotto agli alberi un prato punteggiato di fiori e farfalle colorate, mentre uccelli cinguettavano e cervi pascolavano tranquilli. Era un posto magico si sentiva nell’aria e le piante sembravano parlare quando senza vento le chiome si muovevano.

-Questo posto è magico- disse Kagome guardando in alto mentre un raggio solitario le illuminava il viso.

-Con te qui lo è ancora di più- lei sorrise quando lui le accarezzo la guancia.

-Ci vedranno- sussurrò lei persa.

-Tranquilla lo sentiremo se verrà qualcuno- le baciò la guancia e poi le labbra rosse. Lasciandosi trasportare Kagome rispose al bacio con delicatezza, saziandosi del suo profumo e del suo calore.

-Mi sembra sempre un sogno, non riesco a farmene una ragione che tutto questo è vero- disse Kagome scostando dalla fronte di Inuyasha una ciocca argentata e improvvisamente il ricordo del sogno ritornò e si blocco facendo preoccupare il mezzo-demone.

-Kagome cos’hai?- le chiese accarezzandola.

-Io devo…- ma scosse la testa – nulla. Non so che mi è preso- sorrise ma Inuyasha capì che mentiva.

- Kagome anche l’altra volta hai fatto lo stesso mi dici cos’hai?- chiese esasperato.

-Nulla davvero Inuyasha. Tranquillo- gli disse cercando di trovare un modo per uscire per la seconda volta da una situazione.

-No non sto tranquillo se tu mi tratti così!- esplose.

-Trattarti come?- chiese accigliandosi.

-Così, mi tieni sempre allo scuro dei tuoi problemi che ti affliggono!- si scostò da lei dirigendosi verso il ruscello.

-Inuyasha ma è mai possibile che ogni volta finiamo per litigare?- lo raggiunse facendolo voltare.

-Se tu mi raccontassi ciò che ti pesa io potrei aiutarti, come può funzionare la nostra storia se tu non ti lasci aiutare?- la fissò e Kagome si sentì sciogliere.

-Cosa?- scosse la testa forte e poi disse: -I problemi sono i miei e se non te li dico e perché non voglio darti un peso, ma davvero non è nulla di grave Inuyasha. Fidati di me, io l’ho fatto con te!- lo accarezzo ma lui la fissava sempre con freddezza. –Ti prego non guardarmi così- sussurrò e lui si sciolse.

-Perdonami- le sfiorò le labbra con un bacio e lei annuì. –Ma ti prego dimmi a cosa pensi-

-Te lo dirò, ma non adesso- lui annuì sconsolato e lei lo obbligò a guardarla –Dimmi che mi vuoi bene- arrossì mentre lo chiedeva.

-Ti voglio bene Kagome tu non puoi immaginare quanto- era sincero e l’aveva detto in elfico.

-Anche io- e lo baciò.

-Un ultima cosa Kagome… è tutto vero- la rassicurò.

____________ 

“Siete in ritardo!”li rimproverò Blakert.

“Blakert ha ragione Koga vi cercava, credo sospetti qualcosa!” disse Arel dispiegando le ali per sgranchirsi e sbadigliò.

-Cosa voleva?-chiese Kagome.

“Non lo so, ma l’avrei incenerito… ci ha presi per anima senza cervello!” disse Arel visibilmente offesa.

“Ci penso io cucciola” la rassicurò Inuyasha.

Blakert chiuse la mente a Arel e Inuyasha e si rivolse a Kagome “Gli hai detto del sogno e dei tuoi sospetti?”

“No lo farò presto ma non adesso”gli rispose tristemente.

“Su col morale” e lei sorrise.

-Beh andiamo a vedere il lupacchiotto che vuole- disse Inuyasha prendendo il sentiero che portava all’accampamento.

-Inuyasha ti ricordo che sei un capitano e come gli altri hanno rispetto di te anche tu devi averlo- lo rimproverò Kagome seguendolo.

Si diressero verso le case e trovarono tutti i cittadini impegnati a riorganizzare le case e i piccoli terreni che avevano per coltivare poche cose di sussistenza. Vennero ringraziati da tutti per averli portati li sani e salvi, e la ragazza che aveva perso la vista a un occhi l’aveva ringraziata promettendole di servirla. Poco dopo incontrarono Koga e mentirono dicendo che erano andati ad allenarsi con le spade.

-Beh non dovete dare delle scuse a me. Volevo chiedervi quando partirete- alternava lo sguardo tra Inuyasha e Kagome e soffermandosi soprattutto su di lei notando il suo abbigliamento.

-Io pensavo di partire tra due giorni se a Kagome va bene- rispose Inuyasha guardando Kagome.

-Si va bene, qui ho notato delle cose che mi piacerebbe studiare… ma come mai questa domanda?- si rivolse poi lei a Koga.

-Volevo chiedervi di portarmi con voi, il re mi ha richiesto a corte e ci metterei troppo ad arrivare da solo-

Inuyasha valutò la proposta e poi disse: -Va bene, ma i tuoi soldati?-

-Resteranno qui fino a nuovo ordine – spiegò Koga.

-Allora è tutto. Fatti trovare pronto all’alba tra due giorni- lo informò Kagome per metterlo a disagio.

-Si signora- rispose lui.

-A dopo Koga- lo salutò Inuyasha. Il demone lupo si portò una mano alla fronte e andò per un sentiero.

-Cosa devi studiare- le chiese ricordando cosa aveva detto.

-Nulla di particolare piante, alberi voglio scoprire di più su questo posto- disse facendo dei gesti con le mani.

-Bene allora io mi dedicherò alla meditazione ci vediamo dopo?- le chiese.

-Sono contenta che ti stai impegnando comunque si a dopo- lo salutò con la mano.

-Kagome?- Kagome lo guardò e lo vide guardarsi a torno poi sicuro che nessuno lo vedesse si portò due dita alle labbra e poi le portò al cuore. Era un saluto che avevano inventato per loro, lei sorrise e fece lo stesso.

___ 

Chi avrebbe mai immaginato che nel mondo ci fossero così tante creature! Era bello sentire tutti i rumori, i profumi e vedere con la mente i colori, aveva ragione Kagome non era più così difficile.  Arel era accanto a lui intenta ad osservare il prato dove due lepri che ignare scorazzavano per il prato.

-Non ci provare- le disse Inuyasha continuando a restare concentrato.

“Perché? O io o i lupi di Koga li mangeranno!” protestò lei.

-Lascia che siano loro. Arel sei ingrassata non lo vedi?- scherzò lui.

“Certo non mi reggo più in piedi… tanto che sono pelle e ossa” sbuffo e due nuvolette di fumo vagarono nell’aria.

-Hai mangiato stamattina due cervi- le ricordò –Non ti bastano?-

“Dopo aver volato e combattuto anche se mangiassi un branco intero non mi basterebbe!”

-Esagerata- sorrise Inuyasha divertito.

“Stavo scherzando solo che mi mettono appetito ecco tutto” si sgranchì le spalle nell’accovacciarsi come per nascondere, come un felino, il suo corpo nell’erba.

-Brava la mia piccolina- disse sentendola calmarsi e concentrarsi con lui.

Durante la giornata si era chiesto chi era e spesso Arel contribuiva a dargli delle risposte. il sole era allo zenit quando il suo stomaco iniziò a brontolare, cercò di ignorarlo ma Arel lo riprese minacciandolo che se non avesse mangiato lo avrebbe costretto a non mangiare per tutto il viaggio di ritorno.

Quando entrò al castello pensava di trovare Kagome che lo aspettasse ma un servo gli disse che era andata in escursione con il suo drago.

-Capitan Inuyasha!- lo accolse Otrenea.

-Signore- fece un inchino in risposta.

-Nella sala i camerieri hanno preparato il suo pranzo- disse poggiandogli una mano dietro la schiena e accompagnandolo nella sala.

 -Vuole mangiare con me?- chiese educatamente Inuyasha anche se avrebbe preferito mangiare da solo.

-Volentieri grazie- si vedeva lontano un miglio che gli doleva essere invitato a mangiare nella sua stessa casa però… tutto pur di governare e avere soldi. –Oh Signore ieri ho dimenticato di dirvi che la principessa è stata qui ed è partita un giorno prima che voi arrivaste- disse adagiando la forchetta nel piatto.

-Come stava? Ha trovato ciò che cercava? E con chi stava?- chiese guardandolo sperando in buone risposte.

-Era stanca quando tornò ma era felice e al fianco non portava più la sua vecchia spada ma una nuova e l’accompagnava un vecchio di nome… Grukex!- Inuyasha lo guardò e sorrise anche Sango aveva trovato la sua spada e suo fratello? L’aveva trovata anche lui?

-Non sapete anche degli altri cavalieri?- chiese per scoprire qualcosa di più.

-No- scosse la testa e ritornò a mangiare. –Signore è vero che ci sarà una guerra?- chiese prendendo alla sprovvista Inuyasha.

-Perché me lo chiede?-

-Per preparare i soldati- rispose balbettando e Inuyasha si acciglio.

“Credo che voglia prepararsi alla fuga” –Se ci sarà l’avviseremo- rispose semplicemente.

-Grazie signore- rispose accigliato.

___

“Kagome cosa cerchi di preciso?” le chiese Blakert per aiutarla.

-Non lo so- sospirò –nel sogno il lupo si trovava in un luogo simile a questo- si fermò e chiuse gli occhi rivedendo il volto del ragazzo –Era bello e sembrava il vento quando parlava, ma non era un elfo anche se mi somigliava molto io non sono in grado di trasmutarmi in animale- disse poi guardando Blakert.

“Totosai non ha potuto insegnarti tutto, lui non è un elfo e le cose che sapeva era perché le aveva studiate dal libro e perché aveva incontrato i tuoi genitori”

-Già è vero- si rattristò –Beh motivo in più per cercarli- sorrise subito dopo.

“Così ti voglio!” esultò il drago nero.

__

-Kagome! Finalmente dov’eri?- le chiese Inuyasha quando entrò nel castello.

-Ero andata a cercare una cosa- disse alzando le spalle.

-E l’hai trovata?- le chiese curioso e sospettoso.

Lei scosse la testa poi disse: -Non la troverò qui-

-Il re mi ha detto che Sango è stata qui… ha trovato la spada- Kagome esplose di gioia era felice che la sua amica avesse trovato la sua spada.

-La devo vedere- disse correndo all’esterno in cerca di uno specchio, quando lo trovò pronunciò l’incantesimo e nel momento che apparve la figura di un mago di corte Inuyasha la raggiunse. –Vorrei parlare con il cavaliere Sango- disse al mago che annuì e corse a chiamare la ragazza.

Poco dopo apparve Sango sorridente anche se il suo volto era un po’ sciupato era sempre bella.

-Ciao Kagome, Inuyasha che bello vedervi!- esultò Sango allargando di più il sorriso.

-Ciao ho saputo che hai trovato la spada!- le disse Kagome.

-Si è stato faticoso ma è valsa la pena. Ho imparato già a gestirla ed è molto forte, te la vorrei far vedere ma l’ho rimasta in camera-

-No, non preoccuparti la vedrò quando torno. E gli altri?- si interesso.

-Anche loro l’hanno trovata! Inuyasha tuo fratello ha una spada blu- li informo e ciò sconvolse i due cavalieri che si guardavano.

-La tua di che colore è?- chiese Inuyasha.

-Verde e quella di Miroku è rossa, gli stessi colori dei nostri draghi. Ma la tua ha il colore di Lumì e quella di Sesshomaru ha il colore di Arel secondo voi cosa significa?- era vero Inuyasha aveva una spada bianca. Scossero entrambi la testa.

-Indagheremo quando torniamo- rispose Kagome, altro mistero da risolvere.

-Tra quanto tornate?- chiese la ragazza tornando a sorridere.

-Tra due giorni- informò Inuyasha –Gli allenamenti come procedono?-

-Benissimo, siamo in grado già di utilizzare la magia e i poteri della spada e Grukex non fa che lamentarsi sul fatto che quando tornerai deve ricominciare da capo- rise sotto i baffi.

-Di al vecchiaccio che ho imparato anche io grazie a Kagome e che sto facendo un allenamento in più rispetto a voi!-

-Che allenamento?-

-Ve lo farò fare quando torneremo- le disse Kagome contenta dei progressi dei suoi compagni, ma ciò che la irritava era che imparassero incantesimi nella sua lingua –Utilizzate sempre l’elfico?- le chiese.

Sango scosse la testa sorprendendo Kagome poi disse: -No. Il re ha detto a Grukex che un uomo che avete catturato parlava il Trenstac e ci sta insegnando a utilizzare quello, anche se ammetto è più facile rispetto all’elfico- Kagome sorrise e annuì. Forse in quel modo Grukex cercava di spingere i cavalieri a ritrovare l’antica lingua.

-Molto Bene- disse Inuyasha –A corte ci sono problemi?-chiese ancora.

-No nessuno, solo qualche problema con il consiglio sulla decisione del re di spostare il villaggio nella Foresta. Dicono che adesso potrebbero insediarsi li altri soldati nemici e pian piano approfittare degli altri villaggi per raggiungere Sougar-

-Non hanno tutti i torti- rispose Kagome –Anche io ci avevo pensato ma avevo lascito perdere. Di al re di mandare qualcuno a sorvegliare il luogo con almeno un mago in modo che avvisino- Sango annuì.

-Spero che questi due giorni volino-

-Anche io- rispose Kagome –Allora ci vediamo, salutami gli altri a presto-

-Ciao occhi di ghiaccio, ciao Inuyasha- Kagome sciolse l’incantesimo e Sango scomparve.

___

Quella notte Kagome rivide il ragazzo-lupo e questa volta lui si fermò a parlare con lei.

-Sei un elfo?- domandò.

-Si e no. Io sono il tutto e il niente. Sono una animale ma anche un vegetale, sono il sole ma anche la luna. Sono acqua e sono aria, sono Elfo ma anche umano- rispose senza smettere di sorridere.

-Sei reale?- chiese lei perplessa e spaventata dalla risposta che avrebbe ricevuto.

-Si- rispose semplicemente e Kagome si rilasso.

-Ci sono altri Elfi?- chiese e il lupo non rispose –Ti prego rispondimi- lo pregò.

-Lo vedrai con i tuoi occhi- non faceva altro che confonderla e farle venire altri dubbi.

-Dove vi trovate?- chiese disperata.

-Oltre il deserto di Erba a nord troverai una foresta più grande di questa. Ma ci vorrà molto tempo per raggiungerla se non conosci la strada, ma tu chiamami e io te la indicherò- fece un inchino –Mia Signora il tempo è finito- disse guardando in alto.

-Apetta dimmi il tuo nome!- lo fermò Kagome.

-Il mio nome e Brutre, mia Signora- e senza aggiungere altro si trasformò in lupo e scomparve tra gli alberi.

___   

-Inuyasha?- stavano meditando entrambi accanto al ruscello del giorno prima, era pomeriggio inoltrate, le chiome degli alberi li proteggevano dal sole ondeggiando lentamente e cantando antiche storie in una lingua incomprensibile.

-Dimmi- disse guardandola, ma lei rimase ferma.

-Dove si trova il deserto di Erba?- ciò sorprese Inuyasha nessuno aveva mai posto quella domanda, non osavano a porla.

-Perché me lo chiedi?-

-Tu rispondi e basta- disse arrabbiata dai suoi perché. Ogni volta che chiedeva qualcosa doveva sempre sapere il motivo.

-Si trova alla fine della Foresta. È vasto e non scorre acqua ma per qualche motivo cresce l’erba, non è un bel posto chi, in passato, l’ha attraversato non è più tornato compresi… - e si bloccò.

-Gli Elfi- concluse Kagome e lui annuì –Perché è pericoloso?-

-Molti dicono che sotto il terreno abitano creature spaventose che quando escono divorano tutto quello che trovano, altri dicono che non ci sia aria mentre altri dicono che sia il confine tra la vita e la morte- concluse.

-Capito- rispose lei.

-Per…- ma fece bene a fermarsi, sapeva che avrebbero litigato se avesse continuato.

___  

“Io non ci credo” disse Blakert mentre sorvolava gli alberi.

“Neanche io, sono solo sciocche superstizioni!” si lamentò invece Kagome.

“ Se la situazione sarà favorevole a corte fra un mese partiremo, dovranno fare a meno di noi per un po’” disse Blakert facendo un mezzo giro su se stesso mentre scendeva verso terra.

“Si. Posso essere pure punita ma io li devo trovare e se davvero ci sarà una guerra avere nuovi alleati non potrebbe fare altro che aiutarci!” sorrise.

“Sono d’accordo”

___  

Quella notte non vide il ragazzo-lupo, in realtà fu un sonno senza sogni. Quando si svegliò mancava molto all’alba e Inuyasha stava montando la sella su Arel e Koga riempiva delle sacche con i viveri.

-Perché non mi avete svegliato?- chiese rivolgendosi sia ai capitani che ai draghi.

“Ho preferito lasciarti riposare sarà ancora più lungo il viaggio di ritorno” chiarì Blakert.

-Non mi stanco così facilmente Blakert e lo sai- si lamentò alzandosi. Dall’altra parte Koga guardava Kagome che si arrabbiava con il suo drago senza un motivo e Arel se ne accorse.

“Sta ripensando che siamo senza cervello!” ringhiò e Inuyasha rise “Io non lo faccio salire su di me!”

“Da quando sei diventata così suscettibile?” le chiese divertito.

“Da quando qualcuno non ci rispetta” disse guardando Koga che indietreggiò.

-Perché il tuo drago mi guarda così?- chiese spaventato.

-Perché la conosci da molto tempo ma la credi ancora priva di intelletto non è così?- lo fulminò con lo sguardo.

-N-no non è vero- mentì guardando altrove.

“Bugiardo!” lo accusò Arel.

Blakert senza motivo gli  ruggì contro mostrandogli la sua dentatura e Koga indietreggiò spaventato.

-Va bene, scusatemi- piagnucolò.

Kagome diede una pacca sul collo di Blakert per calmarlo, rimanendo impassibile alla scena.

-Koga i draghi sanno sempre quando una persona mente, quindi per il viaggio non lamentarti. Credo che Arel non ti lasci salire sul suo dorso adesso, quindi devi venire con me. ti avverto Blakert è geloso vuole che lo cavalchi solo io e sta facendo uno sforzo immane per accettarti quindi controlla le tue emozioni altrimenti…- rimase la frase in sospeso e Koga arrossì di vergogna per essere stato ammonito e per rabbia perché avrebbe fatto meglio ad andare da solo.

-Come volete- rispose poi.

Finito di preparare i draghi furono raggiunti dal re che gli augurò un buon viaggio e diede a Koga una lettera da dare al re.

-Le affido il villaggio- disse Inuyasha e il re fece un inchino per salutarli.

Salirono sui draghi e Kagome dovette aiutare Koga che si mise dietro di lei.

-Allacciati quelle alle caviglie, così non rischierai di cadere- gli indicò i lacci della sella –Non preoccuparti per me sono in grado di restare sulla sella senza cadere e poi se pure cadessi lui mi verrebbe a prendere- lo anticipò e Koga annuì.

-Siete pronti?- chiese Inuyasha e Blakert sbuffo per assentire.

Dopo un attimo i draghi presero una rincorsa e con un balzo saltarono nell’aria. Koga si sentì schiacciato e strinse i denti per il disagio che provava.

-Rilassati e non guardare giù- lo ammonì Kagome.

Prestò arrivò l’alba e quando il sole giunse allo zenit decisero insieme di non fermarsi fino alla sera, così mangiarono in groppa ai loro draghi.

-Come va?- chiese Inuyasha quando Arel si accostò a Blakert.

-Starei meglio se non fossi su un drago geloso- disse Koga e Inuyasha rise seguito da Kagome.

“A davvero? Preparati perché non salirai mai più su un drago!” disse Blakert.

-Koga mantieniti a me!- gli disse Kagome ridendo divertita da ciò che voleva fare Blakert.

-Perché?-

-Fallo e basta!- urlò Kagome così Koga abbracciò Kagome e poco dopo si ritrovò ad urlare poiché Blakert scese in picchiata girando su se stesso e appena fu vicino alla terra riprese quota.

“Così impara!” disse Arel.

“Credo che adesso non parlerà più” rise Inuyasha “Però mi dispiace!” 

-Ti prego Kagome basta- si lamentò Koga e lei annuì.

“Ha ragione Blakert basta” lo rimproverò anche se si era divertita anche lei.

“Va bene” sbuffo.

Per il resto della giornata i draghi sfruttarono le correnti d’aria per riposarsi un pochino e giunta la sera si accamparono.

 

 

 

Anche questo è finito!

Achaori: come non detto Koga rimane! Anche se ti svelo una cosa per un po’ non si vedrà più hihihihi. E poi si Inuyasha e Kagome stanno troppo bene insieme hai visto quanto sono carini? Li adoro!!!! Cosa ne pensi del ragazzo-lupo? A me piace moltissimo *_*  e poi inseguito si vedrà! Ehhehehhehehe ci sono così tante cose da vedere… beh al prossimo capitolo tau!

Le_montagnine: ele ti faccio contenta se ti dico che ci saranno altre battaglie? Ihihihih si ce ne saranno altre e poi ci sarà anche la battaglia finale ricca di sorprese. Si Koga è stato respinto ma come avete visto continua ad esserci e comunque mi dispiace in questo capitolo specie quando Blakert si prende gioco di lui io sarei morta!!!! E si gli elfi ci sono!!!! Ma la domanda adesso è Kagome riuscirà a trovarli? Al prossimo capitolo c’è il ritorno a corte e qualcosa sul diario dei cavalieri!!! Un kizzullo a presto.

Un saluto speciale a tutti un kizzullo!

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Capitolo 18
*** Solo Sbagli! ***


9.1

The War Of The Dragons

Capitolo 9.1
Solo sbagli!

 Portiamo per il viaggio

Alla ricerca di quel tesoro

Che nessun ha più cercato
Ma io non vi ho mai dimenticato
E presto sarò da voi!

 

Erano ripartiti all’alba e durante il pomeriggio si erano rifermati per riposarsi un po’. Inuyasha era seduto vicino a un masso che si ergeva dalla terra ed era concentrato e Arel era seduta accanto a lui e guardava l’orizzonte. Kagome e Koga invece mangiavano e Blakert osservava due farfalle che svolazzavano accanto alla sua zampa.

-Ci vorrà ancora molto?- chiese Kagome rivolta a Koga.

-Se procediamo di questo passo altri due giorni… almeno credo devi chiedere a Inuyasha- disse indicando il mezzo- demone che sentito nominare il suo nome aveva mosso le orecchie nella loro direzione.-Mi dispiace di aver offeso i vostri draghi non era mia intenzione- arrossì ricordandosi cosa gli era capitato.

-Non preoccuparti- sorrise lei – La cosa che mi domando e che li conosci da tanto, sai che sono importanti allora perché li credevi stupidi?- chiese Kagome lanciando un frutto a Blakert che mangiò anche se riluttante.

-Perché parlano solo con voi- Kagome lo guardò e scosse la testa. –Ma Inuyasha cosa fa?-

-Pensa- fece spallucce Kagome.

-A cosa?- insistette e Blakert sbuffo.

-Su chi lui effettivamente è- spiegò calma lanciando un’ occhiataccia a Blakert –Ti va di allenarti con la spada?- cambiò discorso, lui ci pensò e poi annuì.

Arel e Blakert li guardavano mentre Inuyasha apriva ogni tanto gli occhi per vedere cosa facevano. Quando Arel sbadigliò Inuyasha si alzò e fece segno a Kagome di fermarsi.

-Dobbiamo partire- lei annuì e mise le spade a posto poi si avvicinò a Blakert e fece segno a Koga di raggiungerla.

-No! Questa volta Koga viene con me- disse Inuyasha. Aveva l’impressione che il lupo approfittasse ogni situazione per abbracciare Kagome.

-Ma il tuo drago…- iniziò Koga ma fu interrotto.

-Non ti preoccupare per Arel si è calmata- disse dando una pacca alla spalla del drago blu.

-Va bene- rispose Koga incerto.

Kagome montò su Blakert e aspettò che anche gli altri fossero pronti e partirono. I giorni furono tre e passarono con lentezza, Inuyasha non faceva che allenarsi e lo stesso facevano Kagome e Koga anche se lei voleva potersi battere con Inuyasha e non temere di ferirlo, non che Koga fosse debole però…

Quando arrivarono ai confini del regno indossarono i mantelli poiché la temperatura era più bassa e l’avevano notato anche durante il viaggio. Il paesaggio era ancora innevato e il castello brillava nella sua maestosità sotto i raggi del sole che sbucavano dalle nuvole.

Le trombe suonarono quando furono avvistati e una folla riempì il prato di atterraggio tra quella folla c’erano anche Miroku, Sesshomaru e Sango che li salutava con la mano e sorrideva come sempre.

-Kagome!- l’abbracciò quando l’elfo toccò terra e ricambiò l’abbraccio.

-Ciao Sango, ti sei ripresa dall’ultima volta che ti ho vista- le disse sorridendo.

-Si, sto molto meglio- assentì –Inuyasha!- urlò e abbracciò il suo capitano.

-Occhi di ghiaccio ben tornata!- la salutò Miroku abbracciandola e cedendo il posto a un più che sorridete Sesshomaru.

-Ciao Kagome- la salutò e lei ricambiò l’abbraccio.

-Ciao Sesshomaru, siete anche voi in ottima forma- notò erano più muscolosi.

-Si ma mai quanto te, sei ancora più bella- le disse Miroku sorridendo furbescamente e ricevendo un occhiata di fuoco da Inuyasha alle spalle di Kagome che non notò niente.

-Capitano!- lo salutò lo stesso allegramente Miroku stringendogli la mano.

-Miroku, Sesshomaru- salutò formalmente anche il fratello.

-Salve Koga- salutò Sesshomaru.

-Piacere di rivedervi- salutò il demone con un inchino.

-Andiamo dentro che si congela qui fuori!- disse allegramente Sango prendendo sotto braccio Kagome e dirigendosi verso il castello.

_____ 

-Allora raccontateci- disse Inuyasha sorseggiando un infuso caldo.

-Non ci sono parole per descrivere ciò che è accaduto io ho impiegato tre giorni per capire come estrarre la spada, ma è stato utile ho imparato anche una lingua che non conoscevo il Trenstac- per poco Kagome e Inuyasha non si affogarono a sentire il racconto di Miroku.

-Davvero?- chiese Kagome con gli occhi fuori dalle orbite.

-Si e sono anche l’unico, infatti Sango e Sesshomaru non ci sono riusciti- sorrise fiero di se stesso.

-Mi congratulo con te Miroku- sorrise Kagome soddisfatta dei progressi del suo amico.

-Sei un genio- si complimentò Inuyasha tendendo la mano chiusa a pugno verso Miroku che ridendo la colpì.

-È molto importante quella lingua, Inuyasha la sta cercando- disse Kagome indicando Inuyasha accanto a lei.

-Davvero? E come?- chiese Sango sporgendosi dal tavolo.

-Si deve meditare, ma domani lo spiegherò anche a voi due- rispose indicando i due cavalieri che annuirono. –E tu Sesshomaru quanto ci hai messo?-

-Tutti e tre abbiamo impiegato tre giorni davvero duri, ma dopo vi mostreremo le nostre spade… ah Inuyasha io ho la spada di colore blu-

-Sì, Sango mi ha riferito. Dobbiamo scoprire il perché- Sesshomaru annuì e si voltò verso Miroku quando cambiò discorso.

-E voi? Vi siete rilassati? Oltre a lavorare per ricostruire le case non avete fatto niente eh?!- disse con sguardo malizioso Miroku, ma tornò serio quando i due giovani interessati di guardarono increduli. –State bene?-

-Il re non vi ha detto niente?- chiese Inuyasha rimanendo sorpreso quando i tre cavalieri risposero negativamente.

-Cosa è successo?- chiese Sango preoccupata.

-Abbiamo combattuto in una battaglia- disse Kagome spiazzando i cavalieri.

-Cosa?- Urlò Sango –Il re ci aveva detto solo che avevate catturato un uomo e basta!- era sconcertata.

-È invece no, era un superstite nemico della battaglia- spiegò e le immagini del sangue, dei morti, dei feriti, della valle in fiamme le tornarono a mente. Si alzò di scatto e si avvicinò alla finestra pensierosa quando Inuyasha iniziò a descrivere tutto nei minimi particolari omettendo il crollo di Kagome.

-E noi non sapevamo niente- sussurrò Miroku abbandonandosi contro lo schienale della sedia.

-Per questo la decisione di spostare il villaggio…- ripensò Sango – ed ecco perché il consiglio diceva che “altri” soldati si insediassero per conquistare il castello e io che avevo capito tutt’altra cosa, che stupida-

-È stato tremendo- disse Kagome guardandoli –Soprattutto sopportare il dolore delle ferite che ci infliggevano. Erano spade incantate e ci prosciugavano le forze- alzò la camicia e mostrò la cicatrice rosa sul suo fianco. –Non sono riuscita a guarirci del tutto- spiegò.

-La domanda è: perché il re non ci ha detto la verità? Sì è vero la battaglia era già finita ma vi avremmo potuto sostituire e voi sareste ritornati per riposare- ma Kagome scosse la testa.

-Abbiamo deciso noi di rimanere, ma il problema rimane lo stesso- la anticipò Inuyasha.

-Domani avremo tutto il tempo di ricevere risposte, ma adesso sono curiosa di vedere le vostre spade- disse Kagome cambiando discorso e mettere da parte quei pensieri funesti.

 

I ragazzi mostrarono uno ad uno le loro spade, quella di Miroku era di un rosso intenso e dava l’impressione del sangue, l’elsa era a formata da due parti intrecciate come lingue di fuoco ed erano arancio e giallo, mentre la lama non era molto lunga ed era più larga rispetto a quella di Kagome. Sango aveva invece una spada dalla lama verde come la chioma di un albero e l’elsa era decorata con fiori dipinti di rosa e sul pomolo c’era uno smeraldo. E infine quella di Sesshomaru identica a quella di Inuyasha ma di un blu cobalto, quando Inuyasha la prese tra le mani costatò che aveva lo stesso peso.

-E se fosse tua Inuyasha?- chiese Sesshomaru ma il fratello scosse la testa.

-L’hai estratta tu quindi e logico che sia tua, credo che se ci avessi provato io non ci sarei riuscito- continuò a guardare la spada e quando lesse il nome alla base della lama Sesshomaru confermò che era Lumì. – E lo stesso dilemma dei nostri draghi in quanto io ho un drago del ghiaccio e sono nato e cresciuto nelle terre del Grande Oceano e tu hai un drago di acqua e sei delle terre dei Monti Kurebea… Non ci capisco più niente- disse riconsegnando la spada al fratello.

-Comunque siete stanchi e dovete riposare- intervenne Sango –Ne riparleremo domani-

-Va bene, buona notte- salutò Kagome.

-Si buona notte- salutò anche Inuyasha ma fu bloccato dal fratello.

-Ti devo parlare- Kagome si irrigidì capendo di cosa il demone volesse parlare, voleva rimanere ad ascoltare ma Sango la spinse fuori.

 

-Allora cosa vuoi dirmi- Inuyasha si sedette sul letto guardando il fratello.

-Raccontami TUTTO quello che vi è successo senza omettere ciò che Kagome e tu avete patito- disse

-Oltre a quello che vi ho raccontato non c’è nulla- cercò di essere il più credibile possibile.

-Non ti credo- Inuyasha sbuffo.

-Perché lo vuoi sapere?- gli domandò.

-Perché la prossima volta sarò io ad andare con Kagome, la proteggerò io- disse tremendamente serio e Inuyasha capì che non scherzava.

Guardò il pavimento, sorrise amaro e disse: -Tu non puoi neanche lontanamente pensare di proteggerla, non la conosci e non puoi capire cosa prova perché tu non sei mai stato solo, non hai mai sofferto perché gli altri ti torturavano e ti dicevano cattiverie. E poi sono io che ho promesso di proteggerla e tu non ti avvicinerai a lei più del necessario- disse tutto tra i denti per non esplodere, poi finalmente lo guardò –Vuoi sapere cosa le è successo?- il demone annuì – Ha provato la gioia di uccidere…- sussurrò –ti ricordi Sango come stava?- il fratello annuì ancora –Kagome a differenza di Sango ricordava perfettamente tutto, non è caduta in uno stato di trans. Quando ha finito di combattere, nonostante fosse stanca ha continuato a lavorare, curando tutti i feriti e uccidendo coloro che non potevano sopravvivere. Quando tutto era finito io l’ho vista Sesshomaru, ho visto la Kagome spaventata e impotente- sussurrò –Aveva bisogno di conforto e io l’ho abbracciata, dopo poco ha pianto… ha pianto- ripeté sconsolato –Poi mi è crollata tra le braccia . Tu come me sei abituato a combattere e uccidere ma lei no, era persa in un mondo troppo grande per lei- si alzò e si diresse verso la porta e prima di uscire disse: - Ha sentito tutta la nostra conversazione prima della partenza e ha paura di ferirti se le vuoi bene e provi quello che io provo per lei, anche se credo questo non è possibile, sta alla larga da lei- e uscì senza aggiungere altro.

Sesshomaru rimase fermo nella stessa posizione per ore guardando la porta, rifletteva su quello che doveva fare… seguire ciò che sentiva o ascoltare il fratello? Ci pensò e decise che per un po’ se ne sarebbe stato in disparte.

___

-Cosa vi siete detti?- gli chiese Kagome quando lo vide entrare.

-Che ci fai nella mia camera?- chiese spaesato.

-Dovevo sapere- Inuyasha sospirò e le fece segno di sedersi accanto a lui sul letto.

-Abbiamo parlato su cosa ci aspetta, nel senso che ci dobbiamo preparare per altre battaglie- mentì.

-E basta?- chiese Kagome e lui annuì stancamente. –Credevo ti volesse parlare di me, di noi, di lui-sospirò sollevata. Inuyasha sorrise accarezzandole la testa era così stanca che gli credeva. –Stai bene? Sembri che ti abbiano torturato- lo guardò preoccupata.

-Sono solo stanco- lei annuì e si alzò.

-Allora dormi bene- lo salutò.

-Come te ne vai così?- chiese prendendola per un braccio e tirandola verso di se e abbracciandola.

-Giusto- costatò lei dandogli un dolce bacio –Ciao- disse poi staccandosi da lui e uscendo prima che aggiungesse altro.

-Prima o poi io muoio- sorrise Inuyasha abbandonandosi sul letto.

___ 

Nella camera di Kagome era tutto buio e silenzioso l’unico suono erano gli ululati dei Segugi. Lei stava vicino alla finestra e contemplava il cielo grigio prevedendo che l’indomani avrebbe piovuto o nevicato ancora. Neve, neve, neve sempre e solo neve lei voleva l’erba, i fiori e gli alberi a quel pensiero le tornò in mente Brutre il ragazzo-lupo. Doveva cercarli, li voleva trovare ma come avrebbe potuto lasciare i suoi compagni? Potevano essere attaccati da un momento all’altro, come poteva spiegare a Inuyasha che doveva partire? Per cercare quello che tutti credevano non esistesse più? E se non gli e l’avrebbe detto? Dopo come poteva guardarlo negli occhi? No, non poteva proprio. Quella notte fu una notte tormentata da incubi che non facevano altro che peggiorare il suo stato d’animo.

___ 

-Signore vogliamo sapere perché non ha detto tutta la verità ai nostri compagni- si rivolse Kagome al re che seduto sul suo trono tamburellava nervoso le dita sul poggia mano.

-Mia cara Kagome perché avrebbero voluto partire ed erano stanchi e non volevo che gli succedesse niente- rispose fintamente tranquillo il re e Inuyasha e Kagome si guadarono non convinti, ma annuirono.

Erano nella sala del trono, sulla destra del re c’erano i tre anziani mentre a sinistra quelli del consiglio e in ginocchio di fronte al re c’erano solo Inuyasha e Kagome. Come aveva previsto Kagome pioveva e così gli allenamenti erano stati spostati così gli altri tre si erano dedicati all’allenamento con le loro spade. Un movimento strano agitava il regno, infatti arrivavano nuovi soldati, mercenari, dottori e maghi di tutte le età. Le locande si riempivano velocemente per gioia dei locandieri e anche le caserme. Molti portavano con loro metallo per la fabbricazione di nuove armi mentre molti portavano erbe mediche.

-È tutto?- chiese il re.

-Perché avete fatto spostare il villaggio? Altri soldati possono insediarsi lì e approfittarne per conquistare altri territori e arrivare qui-

-Capitano non posso tenere sotto controllo troppi villaggi e se li unisco con altri ho meno villaggi da controllare- spiegò il re.

-Si ma saranno più grandi!- protestò Kagome.

-Questo è giusto, ma mia cara mi dici cosa posso fare?- i suoi occhi rispecchiavano il terrore di non essere all’altezza dei suoi sudditi –Ci stiamo preparando a una guerra- le ricordò.

-Avete scoperto chi è Greston?- il re scosse la testa sconsolato.

-No, nessun libro parla di lui- si arrabbiò stringendo la sedia così forte che le sue nocche divennero bianche.

-Grazie sire- Kagome capì che era il momento di fermarsi ma sarebbero tornati all’attaccò con altre domande.

-Mi dispiace- sussurrò il re facendo poi segno ai ragazzi di andare.

 

Usciti, raggiunsero i loro compagni ma non si unirono a loro e continuarono a parlare dell’argomento. Un’ora dopo Grukex entrò nella palestra e radunò i Cavalieri per gli allenamenti, Kagome gli spiegò l’allenamento che stava impartendo a Inuyasha e il vecchio mago accettò volentieri. Così Inuyasha, Sesshomaru e Sango si misero in un angolo a meditare mentre Miroku e Kagome iniziarono a conversare in Trenstac come allenamento, poi iniziarono ad allenarsi con la magia.

Quando arrivò Rotgan i tre che stavano meditando rimasero a meditare mentre gli altri due uscirono all’aperto per provare i poteri e allenarsi con le spade.

Kagome aveva affinato la sua tecnica che aveva utilizzato quattro volte durante lo scontro e Rotgan le aveva spiegato che solo per quattro volte la poteva utilizzare perché la spada traeva energia dal suo corpo, se avesse provato ad utilizzarla una quinta volta sarebbe morta.

Il potere della spada di Miroku era che la spada ogni volta che infilzava qualcosa la lama veniva avvolta dal fuoco che non solo feriva il mal capitato ma lo bruciava anche. A differenza di Kagome lui poteva lo utilizzare per tre volte.

Appena Rotgan finì di spiegare i due cavalieri iniziarono a combattere. Kagome si sorprese come Miroku fosse migliorato e sorrise divertita quando lui riuscì a  bloccarla, ma Miroku capì anche che Kagome non stava utilizzando tutta la sua energia.

-Kagome vieni qui- le fece segno di avvicinarsi Rotgan –Utilizza l’altra spada, senza utilizzare Murestan- le disse.

-Utilizzare solo Fardentur?- chiese incerta guardando preoccupata la spada di Miroku.

-Non preoccuparti Kagome ti stupirai di lei- sorrise Rotgan, rispetto agli altri tre vecchi sembrava diverso si erano sbagliati sul suo conto.

-Va bene- rispose sempre incerta.

Rinfodero la Nera e prese Fardentur, leggerissima come sempre.

-La vuoi spezzare?- rise Miroku.

-Ehi non parlare male della mia spada!- protestò Kagome attaccandolo e stupendosi quando per la prima volta si accorse che la sua spada assorbì la vibrazione dovuta al contatto con la spada rossa –Ma cosa…?-

-Ho letto in un libro che ho trovato in biblioteca che il ferro elfico a contatto con una spada di un elemento assorbe le vibrazioni del contatto e se la utilizzi contro un nemico il colpo sarà tre volte più potente- spiego e i due giovani ascoltarono attenti.

-Ma in uno scontro io non combatto contro altre spade di elemento! Le nostre sono uniche giusto?- chiese non riuscendo a capire come poter sfruttare quel potere.

-Giusto, ma se uno dei cavalieri si trova nei paraggi puoi chiedergli di dargli un colpo e poi anche tu possiedi una spada di un elemento no?- chiese sorridendo e Kagome si diede della stupida per non averci pensato. –Adesso colpisci questo masso- indicò il masso sotto di sé e spostandosi per lasciare posto a Kagome.

Kagome eseguì il comando e quando incastrò la spada nella roccia questa si spaccò in tanti pezzi e poi crollo. –Per tutti i tuoni!- esclamò Miroku.

Kagome alzò la spada e la ammirò, suo padre gli aveva lasciato un tesoro enorme e sorrise quando un sottilissimo raggio di sole riuscì a passare tra le nuvole che avevano smesso di piangere e colpì la spada che rinviò il raggio sulla fronte di Kagome come una bacio dato da una persona cara.

-Grazie- sussurrò –Allora!?! Cominciamo? – chiese allegra.

-Ai suo ordini- scherzò Miroku facendo un inchino.

 

-Ahhh io non sento niente!- urlò Sango alzandosi-Io vado a vedere quei due cosa stanno facendo- uscì stizzita.

-Che facciamo?- chiese Inuyasha fissando Sesshomaru.

-Secondo te ci sbrana?- sorrise il fratello.

-Conoscendola si, ma hai sentito no il tonfo?- lui annuì e agile come un felino si alzò.

-Su andiamo a vedere- senza farselo ripetere due volte Inuyasha lo seguì.

Quando arrivarono videro Kagome e Miroku scambiarsi fendenti, poco più lontani una montagna di sassi e Rotgan che annuiva e urlava indicazioni e annuire di nuovo quando eseguivano i suoi consigli.

-Cosa è successo?- chiese Inuyasha avvicinandosi al vecchio.

-Ho scoperto un potere nella spada di Kagome- disse e spiegò ciò che era accaduto –Va bene! Kagome porta la gamba destra avanti fai un giro su te stessa e porta la sinistra avanti e ripeti la stessa cosa per portare di nuovo la destra davanti!- urlò costringendo Inuyasha ad abbassare le orecchie.

Kagome eseguì l’esercizio perfettamente costringendo Miroku a indietreggiare e a utilizzare la spada come scudo e in un momento di distrazione Kagome gli puntò la spada al collo.

-Colpito- disse lei e lui sorrise ansimante.

-Va bene così venite qui!- li richiamò Rotgan –Miroku devi muovere di più il polso e tu Kagome che sei agile come una lince e veloce come un cervo devi utilizzare di più le tue gambe hai visto cosa sei in grado di fare?- le chiese.

-Si maestro- dissero i due.

-Visto che siete qui voglio che combattete anche voi- indicò Sango, Sesshomaru e Inuyasha –Miroku so che sei stanco ma in battaglia non hai il tempo di fare una pausa quindi combatterai contro Sesshomaru e tu Inuyasha contro Sango- i quattro cavalieri annuirono e prendendosi in giro si diressero verso o spazio verde dove si trovavano prima Miroku e Kagome.

-E io?- chiese Kagome –Non sono affatto stanca-

-Lo so infatti tu combatterai contro di me- Kagome batté tre volte velocemente gli occhi come se due moscerini le fossero entrati negli occhi. –Kagome non guardarmi così sono ancora molto agile sai! Su prestami Fardentur- Kagome fece come gli aveva chiesto e i ragazzi che avevano iniziato si bloccarono quando videro avanzare il vecchio.

Fece ruotare la spada argentata poi la posizionò di fronte a lui. –Pronta?- le chiese e Kagome che aveva capito che non scherzava assentì e lui le corse incontro sorprendendola con la sua agilità.

Parò giusto in tempo il colpo di Rotgan che rise alla faccia di Kagome stupita che non riusciva a capire nulla.

-Suvvia Kagome riprenditi per l’amor del cielo! Fai divertire questo vecchietto- Kagome scoppiò a ridere tanto che dovette riprendere fiato quando smise.

-Va bene, come desideri- e senza preavviso utilizzò la mossa che gli aveva insegnato prima mentre gli altri cavalieri li guardavano interessati.

Poi improvvisamente Rotgan fermò Kagome e si girò verso i giovani: -Cosa state facendo? Riprendete ad allenarvi- ordinò e i ragazzi colti alla sprovvista annuirono.

Si divertirono molto perché anche gli altri combatterono contro  Rotgan che si dimostro un nemico davvero duro.

-Va bene così per oggi abbiamo finito- disse ansimante, rimaneva pur sempre un uomo anziano ma anche i cavalieri erano stanchi. –Domani spiegherò altre tecniche- disse riprendendosi.

-Si maestro- non l’avevano mai chiamato così prima di quel giorno e a Rotgan non dispiaceva e anche ai Cavalieri.

-Andate pure a riscaldarvi e domani dovrete provare le nuove armature che Gergrid a finito- i giovani ringraziarono e rientrarono nel castello dirigendosi verso le loro stanze dove avrebbero fatto un caldo bagno ristoratore.

Era pomeriggio tardo e il sole era pronto ad andare a dormire lei era nella sua camera e ripensava alle cose che doveva fare. Prima di tutto parlare ad Elen, poi leggere e scoprire tutto sul diario dei Cavalieri e infine parlare e decidere con Blakert quanto partire e quella era la parte più dura.

Decise di rimanere in camera e sperare che Elen arrivasse non l’aveva mai chiamata ma era apparsa sempre quando aveva bisogno di lei. Aspetto per un’ ora proprio mentre stava per rinunciare la bambina apparve in un angolino sorridente.

-Avevi bisogno di me?- chiese avvicinandosi e rimanendo in piedi di fronte all’ elfo.

-Si sono felice che, non so come, hai capito che avevo bisogno di parlare- sorrise Kagome.

-Basta che mi pensi e io arrivo- spiegò –Ma su sono qui per rispondere alle tue domande-

-Bene. Allora hai scoperto qualcosa?- chiese riferendosi ai loro dubbi.

-Non molto. Ho scoperto che però tutto è collegato alla profezia in qualche modo, ma non chiedermi come perché non lo so- Kagome annuì –Per quanto riguarda la frase del re sul fatto di aver conquistato un cuore si riferiva a Sesshomaru- e Kagome si incupì ancora di più ed Elen se ne accorse –Tutto bene-

-Si tranquilla- rispose.

-Kagome tu ci hai sentito quando io e Inuyasha siamo rimasti soli vero? Per questo sai della mai ricerca- chiese Elen con sguardo indagatorio.

-Si, pensavo che mi avessi vista- ma la bambina scosse la testa

-No, stavo tenendo sotto osservazione troppe persone- spiegò.

-Capisco- sorrise Kagome – Eri al corrente di ciò che ci è successo? Il re ti ha parlato?-

-Si, mi ha riferito tutto. Credilo ha detto la verità sui Cavalieri- alludeva alle domande poste quella mattina.

-Va bene se lo dici tu- Elen sorrise fiera –Scoperto qualcosa su Greston?-

-No nulla. Sto facendo il possibile disse dispiaciuta.

-Lo so- le sorrise voleva accarezzarle la guancia ma sapeva che sarebbe stato inutile –Devo parlare con Inuyasha- disse alzandosi.

-Kagome gli e lo dirai vero?-domandò Elen visibilmente preoccupata Kagome sorrise tristemente e annuì.

-Certo- aveva capito che parlava della partenza –Lo faro, prima o poi- e senza aggiungere altro uscì.

 

-C’è una sala per custodirlo, sorvegliato tutte le ore- spiegò Inuyasha guidandola per i corridoi gremiti di soldati che controllavano. –Vieni entra- disse spingendola all’interno di una saletta simile alla sala della profezia tutta in legno con un tavolino al centro sul quale era adagiato un libro dalla copertina di cuoio simile  al suo diario. –Aprilo, fai tutto ciò che vuoi io ti aspetto qui- disse Inuyasha sedendosi su una poltroncina rossa accanto a una finestra e iniziò la ricerca del suo vero io. Kagome sorrise contenta del suo impegno ed era sicura che presto avrebbe capito chi fosse.

Prese il diario tra le mani sentendolo suo, toccò la copertina, seguì i suo contorni e poi lo aprì. Una calligrafia elegante presentava il contenuto del diario e diceva:

 

Siamo i Cavalieri, gli ultimi rimasti scriviamo questo diario per lasciare una parte di noi e se ci sarà un’altra generazione speriamo che possiamo facilitare il loro percorso. Saranno fortunati ma anche sfortunati. Questo è un periodo scuro e siamo incapaci di prevedere il futuro.

 

Continuava così spiegando la situazione dell’epoca, poi spiegava tutto ciò che seguiva il legame con un drago la scoperta del loro passato, il segno, i sentimenti condivisi. Poi in una pagina l’argomento cambiava e interveniva un’altra calligrafia.

Siamo stati attaccati, No-Taisho è stato ferito gravemente ma sono riuscita a guarirlo in tempo. Ho temuto il peggio  per noi. Erano nemici che non pativano il bruciore del fuoco dei nostri draghi, magia nera secondo il mio parere e anche gli altri Cavalieri sono d’accordo con me, ma gli altri continuano a negare l’evidenza. Gli Elfi  non possono più combattere con noi sono perseguitati e io non so come sopravvivrò. Spero che i miei consiglieri siano riusciti a nascondere mia figlia il destino e tutto nelle sue mani. Adesso io non posso fare altro che pregare gli dei e sperare di vedere l’alba, siamo pronti e preparati per il prossimo scontro le truppe nemiche sono ben visibili al confine. Il vero problema è capire chi è che comanda quell’esercito chi c’è dietro questo massacro! Vorrei poter continuare a scrivere a voi che leggerete il nostro diario, Sono sicura che ci sarete… i nuovi Cavalieri lo sento, ma il dovere chiama e la battaglia sta per iniziare.

P.S. Sarete voi a sconfiggere il male! Ho lasciato la mia spada a Totosai lui sa cosa fare. No, so cosa pensate non cambierebbe niente se la tenessi con me, non siamo noi destinati a trionfare.

Un saluto

Krestian regina degli elfi!

Kagome rabbrividì era scritta tutta in lingua normale tranne il Post Scriptum che era in elfico. Rilesse quella pagina più volte, era sua nonna che aveva scritto, sua nonna aveva scritto forse la sua prima ed ultima pagina. Sfiorò la scrittura e si soffermò sulla frase : […] spero che i miei consiglieri siano riusciti a nascondere mia figlia il destino e tutto nelle sue mani.

Continuò a leggere altre pagine per sapere cosa fosse successo, sospirò di sollievo quando lesse che la battaglia era stata vinta e raggelò nuovamente quando lesse che la guerra vera e proprio era pronta e loro erano in svantaggio a scrivere era stato Higor il Cavaliere dal drago rosso. La pagina concludeva con la spiegazione della morte dei cavalieri e rimaneva in sospeso come avevano detto i Cavalieri. I  Cavalieri precedenti erano convinti di dover tramandare tutto per preparare loro al loro avvenire, sapevano che la storia si sarebbe ripetuta ma non ebbero il tempo di concludere il loro lavoro. Quando sfogliò le altre pagine in cerca di altri segni non trovò nulla, evocò anche incantesimi per cercare pagine nascoste… ma nulla. Ricordava di aver letto che con un sacrificio erano riusciti a eliminare il nemico che nessuno vide, quello stesso re che governava e perseguitava gli elfi, ma da quel giorno regnò la pace.

-Inuyasha leggi questa pagina- gli porse il diario aperto nella pagina scritto dalla nonna.

Lui la lesse e poi disse: -Ecco adesso capisco cosa c’era scritto. Avevamo un indizio e non lo sapevamo, in questo libro c’era scritto di te-

-No, non di me ma della spada!- ribatté lei.

-Ma ricorda che la spada te l’ha data Totosai e se l’avessimo cercato prima avremmo trovate anche te prima- spiegò la  sua tesi.

-Sarà- sussurrò.

-Ha affidato tutto a noi- Kagome lo guardò annuendo.

-Non li dobbiamo deludere- disse lei e lui chiuse gli occhi.

-Noi siamo gli ultimi Cavalieri è nostro dovere vincere- disse –Neanche loro conoscevano il loro nemico- costatò rileggendo.

-Che fosse Greston?-

-È probabile- confermò Inuyasha poi sospirò –Hai finito?- le chiese lei annuì debolmente. –Allora possiamo andare. Ce la faremo Kagome te lo giuro, io non ti abbandonerò- sussurrò inchiodandola nel suo sguardo e lei si sentì morire… Lei? Cosa avrebbe dovuto rispondere?

-Lo so- sussurrò e Inuyasha le sorrise.

Gli avrebbe voluto rivelare le sue intenzioni subito, ma il coraggio le venne meno sapeva che si sarebbe arrabbiato, sapeva che l’avrebbe considerata una codarda e l’avrebbe odiata, così tacque.

 

Quando si avviò verso le stalle fu sfiorata dalle menti del drago rosso e quello verde che la salutarono amichevolmente per darle il ben tornato, mentre Lumì non si fece viva. Entrata nelle stalle dei due draghi e aver parlato con loro andò dal suo drago che la aspettava.

Gli raccontò della lettera nel diario, di Elen, del re e degli allenamenti. Il drago la ascoltava interessato rispondendo alle domande che improvvisamente lei poneva, ma in realtà aspettava che si calmasse e ponesse la fatidica domanda che non tardò ad arrivare.

-Quando partiamo?- chiese e Blakert le accarezzò il viso con il muso.

“Vediamo questa settimana come va, se il re ha arruolato abbastanza soldati da poter resistere senza un cavaliere allora partiremo tra un mese, altrimenti aspetteremo” Kagome annuì, Blakert aveva ragione dovevano vedere come procedeva la situazione.

-Cosa dirò agli altri?-

“Nulla partiremo senza dir niente” Kagome lo guardò schifata da quella rivelazione e si scostò da lui.

-Mai!- protestò furente.

“Ci avevi pensato anche tu!” la canzonò lui in difficoltà.

-Ma non l’avrei presa realmente in considerazione- protestò urlando.

“Abbassa la voce ho i soldati capiranno tutto!” la rimproverò e lei tacque ma continuò a guardarlo arrabbiata.

-Non voglio!- mugugnò dopo.

“Allora vai dai tuoi amici digli: sapete vi abbandono vado alla ricerca del mio popolo non so quando tornerò quindi buona fortuna per la battaglia” la imitò sbuffando fumo dalle narici.

-Saremmo dei vigliacchi se scappassimo- spiegò lei ancora contrariata.

“E saremmo ostacolati se lo dicessimo. Avanti Kagome nessuno crede che gli Elfi sono vivi tranne noi due!” la pregò con la voce e lo sguardo.

-Purtroppo hai ragione- si incupì –Se ci fosse qualcosa che giustificherebbe la nostra partenza- sbuffò sedendosi tra le zampe di Blakert.

“Abbiamo tempo per decidere cosa fare” le ricordò “non crucciarti così mio cuore!” Kagome annuì e gli baciò una squama del petto.

-Devo andare- disse poi alzandosi –Domani ne riparleremo- il dragò sbuffo in segno di assenso –Sai dirmi perché Lumì non mi parla?-

“No non lo so è chiusa anche con me” rispose.

-Va bene, a domani Blakert- lo salutò e tornò a castello.

___ 

Il giorno successivo il tempo era più sereno e la temperatura più alta dopo aver fatto lezione di magia Sesshomaru, Sango e Inuyasha con i rispettivi draghi ripresero a meditare. Mentre a Kagome era stato assegnato il compito di Insegnare a Miroku l’arte curativa e per vedere se lui avesse capito, Kagome si dovette tagliare. Inuyasha arricciò il naso nel vedere la lama sul braccio di Kagome e si irrigidì quando vide e sentì l’odore del suo sangue che era dolce. Guardò suo fratello, una maschera di indifferenza ma le sue mani strette a pugno lo tradivano.

Miroku riuscì a guarire la ferita e abbraccio Kagome quando lei, dopo aver esaminato e lasciato esaminare anche a Grukex il braccio, gli disse che era stato promosso.

-Kagome potrei parlarti?- chiese in elfico l’anziano. –Ho notato che non vuoi che i tuoi compagni utilizzino l’elfico per gli incantesimi-

“Perspicace” pensò Kagome guardandolo. –Si è così- ammise.

-Come mai?- chiese curiose il vecchio.

-Perché sono in grado di richiamare il Trenstac e utilizzare quello- spiegò.

-Ma se accadesse qualcosa non sarebbero in grado di guarirsi o utilizzare altre forme di magia- aveva un volto preoccupato e Kagome si rammaricò poiché aveva ragione.

-Sono sicura che si troveranno presto in caso contrario allora faremo come vuoi tu-

-Bene- annuì soddisfatto Grukex –Un’altra cosa- la richiamò prima che se ne andasse –Io ho insegnato a Inuyasha a parlare l’elfico- ammise dispiaciuto.

-Lo so- sorrise –Ed è molto bravo ha imparato molto e anche se commette gravi errori sta migliorando-

-Immagino-  era offeso e geloso gli si leggeva nello sguardo e Kagome rise sotto i baffi.

 

-Kagome come facciamo a sapere quando abbiamo imparato?- chiese Sango disperata.

-Primo troverai risposte ai tuoi perché e secondo perché riuscirai a capire gli animali- le disse mettendole una mano sulla spalla rassicurandola. –Adesso concentrati- lei annuì e si concentrò.

 Quel giorno misurarono le armature fatte di un acciaio molto resistente decorati con simboli dorati e sul petto c’era lo stemma del re. Poi fu il turno dei draghi e solo per far provare le armature ai draghi ci volle tutta la giornata.

-Ci vuole qualche rifinitura, ma sono pronti- disse soddisfatto Gergrid.

Il giorno successivo Grukex  gli insegnò a estrarre l’energia da tutto ciò che li circondava e recuperare un po’ di forze durante qualche battaglia, passarono l’intera settimana a esercitarsi sperando che i cavalieri riuscissero a imparare.

-Kagome vi concedo solo un altro giorno- le disse minaccioso Grukex rabbioso per il ritardo.

“Vi prego ragazzi sbrigatevi” pensò Kagome.

Inuyasha aveva sentito tutto così si riunì con suo fratello e Sango e decisero di impegnarsi e concentrarsi al massimo. Quella sera capirono chi erano, capirono cosa dovevano fare e si sentirono più saggi e esperti. Sentivano di conoscere cose nuove e avere nuovi poteri.

Loro erano i Cavalieri, gli ultimi Cavalieri e il loro compito era quello di proteggere il  mondo a costo della loro vita. Erano i discendenti dei cavalieri precedenti e nelle loro vene scorreva il sangue e la conoscenza dei loro antenati. Erano arrivati a quel risultato soltanto grazie ai draghi che avevano condiviso e riportato alla luce le loro esperienze antiche e forse grazie alla pressione delle prossime battaglie.

Era notte fonda ma lo dovevano dire a Kagome. Non riuscirono a crederci che ce l’avessero fatta era come un sogno. Quando arrivarono da Kagome lei era sveglia e guardava fuori il giardino.

-Come mai ancora svegli- chiese guardandoli.

-Potremmo fare la stessa domanda a te- le rispose Sesshomaru –ma abbiamo una cosa importante da dirti- sorrise e guardò Sango.

-Allora vi ascolto- li guardò uno ad uno chiedendosi perché di quei sorrisi e della loro stanchezza che si leggeva dal loro volto.

-Beh! Come posso dirtelo…- fece Sango –Ah ecco! Sappiamo chi siamo!- sorrise. Kagome ci mise un po’ per capire il significato di quelle parole poi strabuzzò gli occhi e li guardò.

-Davvero?- chiese in Trenstac per  confermare le loro parole.

-Assolutamente- risposero tutti e tre in Trenstac facendo sorridere Kagome.

-Ne sono contenta!- esclamò abbracciando Sango.

-Anche noi- ricambiò l’abbraccio Sango.

-Allora domani inizieremo il vero allenamento!- esclamò contenta perché non avrebbero utilizzato l’elfico. –Ma siete stanchi e dovete riposare… avete fatto un ottimo lavoro ragazzi- si complimentò ancora.

-Grazie- risposero tutti e tre e lei sorrise.

-Su andiamolo a dire anche a Miroku- propose Sesshomaru divertito dal fatto di doverlo svegliare.

-Ottima idea!- disse Sango che lo tirò per un braccio –Inuyasha vieni?-

-Sì, avviatevi io vi raggiungo subito- i due Cavalieri annuirono ed uscirono.

-Ci sei riuscito- disse Kagome guardandolo.

-Avevi ragione- sorrise avvicinandosi e guardandola –Sei strana in questo periodo, sei più distante da me- le disse dolcemente.

-No, non è vero- ma lui annuì per confermare il contrario. –Allora mi dispiace-

-Cosa ti turba?- Kagome sospirò doveva dirglielo, ma non se la sentiva.

-Era tutta questa storia che mi turbava, ma non preoccuparti adesso sto bene- mentì.

-Io raggiungo gli altri ci vediamo domani- la salutò sorridendo e lei ricambio.

-Sì, buona notte- lo salutò e lui se ne andò.

 

  

“Blakert!” lo chiamò eccitata.

“Kagome tutto bene?” chiese lui incuriosito dal sua eccitazione e perché l’aveva chiamato molto prima di raggiungere la sua stalla.

“Blakert sono riusciti a trovare loro stessi!”urlò mentalmente ma Blakert non capì “Sanno il Trenstac!”

“Ci sono riusciti? Così presto!” esultò Blakert “Ciò significa che possiamo partire anche prima!”

-Sì- rise lei abbracciando il collo di Blakert –Anche se rimane quel problema- disse ma senza perdere il sorriso. Adesso era sicura che con un giusto allenamento i suoi amici potevano contare sulle loro forze e se si fossero feriti non avrebbero avuto bisogno di lei. –Devo andare, preparati per la partenza- gli disse e lui annuì arricciando le labbra e mostrando i suo denti a punta bianche in un sorriso.

 

-Signori mi complimento con voi!- esclamò Grukex soddisfatto –Adesso potremo iniziare un vero addestramento- e così dicendo fece segno di avvicinarsi per Kagome e Miroku fu una ripetizione mentre per gli altri tre cose nuove anche se avevano imparato le formule e seguito i loro compagni.

Passarono un intero mese ad esercitarsi e miglioravano ogni giorno sempre di più. La temperatura cambiava e la primavera era vicina le piogge continue avevano sciolto la neve e i primi boccioli facevano capolino dalla terra e dagli alberi. La questione della partenza con Blakert era stata inviata a causa di alcuni falsi allarmi, ma sembrava che tutto fosse tranquillo. Fecero anche delle ricerche sulle spade e i draghi di Inuyasha e Sesshomaru ma senza alcun esito.

Era una sera tranquilla e avevano deciso di andare a bere qualcosa insieme alla taverna di Ginevra. Inuyasha non la vedeva da quella volta e sperava che non se la fosse pressa. Quando entrarono vennero accolti da acclamazioni da tutte le persone all’interno della taverna e furono immediatamente serviti da Ginevra che li salutò con un ampio sorriso.

-Salve Cavalieri era da molto che non vi si vedeva in giro. Oh tu devi essere Kagome non ho mai avuto l’onore di conoscerti- la guardò con occhi spalancati per la sua bellezza.

-Si oltre a delle missioni non sono uscita da palazzo per allenarmi- spiego sorridendo –Comunque il piacere è mio-

-Vale lo stesso- sorrise dolcemente. Ginevra era la ragazza più bella di tutto il villaggio ma Kagome la superava di gran lunga e la conferma proveniva da tutti gli occhi puntati su di lei. –Allora cosa vi porto?-

-Una birra per tutti!- disse Inuyasha e Ginevra lo guardò arrossendo.

-Ai suoi ordini capitano- rispose poi lei dirigendosi verso il bancone.

-Qui è davvero molto carino- disse Kagome guardandosi in giro ignorando gli sguardi degli uomini.

-Si, la taverna di Ginevra è la più bella di tutte e lei e la ragazza più bella di tutto il villaggio- disse Miroku – ma non tanto bella quanto Sango e te- aggiunse prima che Sango lo colpisse.

-Ecco a voi Cavalieri- sorrise Ginevra posando i boccali sul tavolo e lanciando uno sguardo malizioso a Inuyasha. –Dopo potrei parlarti?- gli chiese.

-Si certo- assentì lui guardando subito dopo Kagome che sorseggiava la birra.

-Bene allora ci vediamo dietro la taverna- diede appuntamento e se ne andò.

-Allora cosa ne pensate di questo momento di tranquillità? Non vi sembra strano?- chiese Sango.

-Più che strano ripensando alla battaglia del villaggio- disse Sesshomaru poi bevve e disse: - e come se vi avessero studiato non credete altrimenti perché non attaccare di nuovo e al cuore?-

-Beh pensate pure che abbiamo eliminato tutti i soldati- intervenne Kagome.

-Allora se erano gli unici soldati perché attaccare?- chiese Miroku pensieroso.

-Giusto- confermò Kagome – Io credo che dovremmo riunire più forze- tutti la guardarono interessati –dico tu Sesshomaru sei dei monti Kurebea conosci molti demoni più forti che non fanno parte di Sougar li potresti convincere e tu Inuyasha conosci molti mezzo-demoni. Io mi chiedo perché non tutti hanno partecipato alle alleanze- disse pensierosa.

-Vedi i demoni dei monti Kurebea e i mezzo-demoni del Grande Oceano sono in conflitto per questo non volevano accettare e il re decise che se uno non accettava l’altro allora neanche lui veniva aggiunto- spiego Sesshomaru.

-Idioti- sussurrò Kagome bevendo la sua birra –Gli elfi non sarebbero così egoisti, saprebbero quando è il tempo di mettere da parte i conflitti-

-Peccato che siano stati sterminati- disse Sesshomaru e Kagome lo guardò arrabbiata.

-Gli elfi non sono morti io lo so!- ringhiò.

-Avanti Kagome adesso basta, tutti i libri ne parlano ed è tutto provato- cercò di farla ragionare ma Kagome non abbandonava lo sguardo di fuoco.

-Gli Elfi sono vivi- ripeté con un tono così cupo che Sesshomaru tacque.

-Va bene, basta così! Non roviniamoci la serata- intervenne Miroku.

-Hai ragione, scusatemi- si scusò Sesshomaru senza porgere direttamente le sue scuse a Kagome che rise stizzita.

-Si hai ragione Miroku e per non rovinarmi e rovinarvi la serata me ne vado- si alzò lasciando una manciata di soldi sul tavolo.

-Ma Kagome… -cercò di fermarla Inuyasha.

-Ci vediamo dopo- disse salutandoli – Arrivederci- si rivolse a tutti i presenti che la guardavano con la bava alla bocca.

-Che gli dei la proteggano Lady Kagome- la salutò un uomo.

 

-Perché per una buona volta non taci? Perché le hai detto una cosa così cattiva sapendo la sua storia? Sembra che ti piaccia vederla arrabbiata!- si lamentò Sango battendo una mano sul tavolo.

-Perché io volevo farla arrabbiare- ammise spiazzando Sango e gli altri. –Volevo che se ne andasse-

-Perché?- chiese Miroku.

-Perché l’imbecille di fianco a me ha promesso a qualcuno di parlare in privato- disse indicando a Inuyasha che si strozzò con la birra.

-Qual è il problema?- chiese fulminandolo.

-Sai cosa vuole Ginevra- lo rimproverò con lo sguardo – e se Kagome avesse sentito il vostro discorso?-

-Kagome non avrebbe mai spiato mi avrebbe chiesto spiegazione in seguito e poi non sono affari tuoi-

-O si che lo sono- sorrise furbo.

-Sesshomaru ne abbiamo già parlato- gli ricordò – e sai cosa penso e cosa farò se non la smetti- lo minacciò ma Sesshomaru rise.

-Non ho paura di te!- lo stuzzicò Inuyasha stava per alzarsi e prenderlo a botte ma sorrise e lo guardò.

-Sai Sesshomaru io andrò a parlare con Ginevra e sarò io ad andare a parlare con Kagome, tu vai a farti perdonare poi ne parleremo da soli- disse lasciando anche lui le monete e andando al bancone dove parlò con Ginevra che gli fece segno di seguirlo.

-Chi capisce i fratelli è bravo- sospirò Sango –Trattate Kagome come un trofeo da vincere- si rivolse Sesshomaru che la ghiacciò ma Sango non si spaventò.

 

-Allora?- chiese Inuyasha guardando la ragazza.

-Sono contenta di averti rivisto- sorrise dolcemente lei.

-Anche io- ricambiò il sorriso Inuyasha.

-Allora quella era Kagome erano vere allora le voci… è bellissima-

-Già- arrossì Inuyasha.

-Ed è un elfo- sussurrò – la sua razza è sempre stata cantata come una razza bellissima e magica e lei non è da meno anzi credo che sia la più bella-

-La più bella- ripeté Inuyasha.

-E tu ne sei innamorato- lo colse di sorpresa e lui non seppe rispondere –ti conosco Inuyasha e l’ho capito. Non ho mai visto quello sguardo su di me- sorrise amaramente.

-Io… Ginevra mi dispiace ma tu per me sei un’amica- le spiegò.

-Lo so- continuò a sorridere lei –Lo sapevo sin dall’inizio… la invidio perché è riuscita a conquistarti, la invidio perché può baciarti- ammise senza vergogna esponendo i suoi sentimenti e mettendo a disagio Inuyasha. –Non voglio metterti in disagio ma è quello che provo-

-Mi dispiace farti soffrire- lei scosse la testa.

-No. Vederti felice mi rende altrettanto felice- fece una pausa poi disse:-tra due giorni parto con mio padre-

-Perché?- chiese Inuyasha sorpreso.

-Mio padre ha deciso di tornare nella sua vecchia casa in un villaggio a sud- spiegò –Volevo solo dirtelo- fece spallucce.

-Hai fatto bene- disse lui abbracciandola –mi dispiace che parti, ma credo che sia la cosa giusta- ammise e lei si strinse di più a lui approfittando di quel momento per ricordarlo per sempre.

-Girano voci su delle guerre per questo- si staccò da lui e lo guardò –Ti posso chiedere un favore Inuyasha-  la voce le tremava era sul punto di piangere.

-Tutto- disse lui. Infondo le voleva bene.

-Mi verrai a salutare?- Inuyasha le sorrise e annuì asciugandole le lacrime. –Voglio vederti per l’ultima volta-

-Ci sarò!- le promise.

-Sono felice. Adesso devo rientrare spiega a Lady Kagome che non deve preoccuparsi- sorrise divertita asciugandosi gli occhi.

-Lo farò- sorrise lui e aspetto che lei rientrasse per correre vero il palazzo.

 

-Kagome posso?-

-Cosa vuoi Sesshomaru? Insultarmi ancora?- chiese acida.

-No. Sono venuto a scusarmi- lei lo guardò aspettando che continuasse e lui ingoiando disse: -Mi dispiace ho esagerato non dovevo dirlo-

-Scuse accettate- disse lei senza abbandonare il suo sguardo severo.

-Cos’hai?- le chiese preoccupato.

-Nulla- lo spiazzò –hai visto Inuyasha?- gli chiese con più calma.

-Si- e lei fece segno di continuare –era ancora alla taverna con Sango e Miroku- mentì e lei parve crederci. –Sono geloso- ammise e lei lo guardò, triste. –Lui ha sempre il meglio. Prima Arel, poi il titolo di Capitano, poi te-

-Ti prego Sesshomaru…- cercò di fermarlo ma lui continuò.

-Lo so che sei innamorata di lui, ma vedi Kagome anche io lo sono di te- Kagome sentì il vuoto sotto di se, voleva scomparire, voleva che smettesse di parlare. –So che non provi lo stesso per me quindi ti resterò amico. Sappi che se ne avrai bisogno io ci sarò sempre per te- e uscì senza aggiungere altro.

-Ti prego Sesshomaru…- sussurrò – perché A ME?- urlò subito dopo dando un pugno alla finestra che si frantumò in mille pezzi.

 

Quando rientrò a palazzo vide che molti soldati correvano verso i loro alloggi così incuriosito li seguì. Quando arrivò tutti guardavano all’interno della camera di Kagome e facendosi spazio a gomitate riuscì a entrarvi, ciò che vide lo impressionò la finestra in frantumi e alcune schegge erano sporche di sangue, Kagome seduta sul letto mentre il dottore le fasciava la mano destra. Ma ciò che lo colpì di più era il so sguardo freddo e basso che contemplava il pavimento senza ascoltare le imprecazioni di Sango che andava avanti e indietro.

-Inuyasha?- lo chiamò Miroku.

-Ehi! Cos’è successo?-chiese senza staccare gli occhi da Kagome.

-Non lo vuole dire- in quel momento Kagome guardò Inuyasha e lo salutò con la mano sana e un sorriso, ma i suoi occhi erano ancora freddi.

-Lo dirà a me… Adesso tutti fuori- urlò ai soldati che si irrigidirono e dopo un “Sì Signore” se ne andarono alla svelta.

-Grazie dottore- disse Kagome quando ebbe finito.

-Di nulla cara- sorrise tristemente –Arrivederci Capitano- Inuyasha lo salutò con un accenno di capo.

-Mi dici cosa ti è preso?- chiese quando Miroku riuscì a portare fuori Sango che continuava a lanciare invettive contro Kagome.

-Ciò che sapevo che sarebbe successo- Inuyasha non riuscì a capire –Certo, non capisci… Come posso farti capire ciò che è successo- ci pensò su poi poggiò le sue mani sulla testa del mezzo demone –Così capirai- gli inviò le immagini del suo incontro con Sesshomaru. Quando ebbe finito lui sospirò.

-Gli avevo detto di starti lontano- lei scosse la testa.

-Inuyasha io credo che…- non riusciva a dirlo -… è una scelta dolorosa-sussurrò.

-Allora non la prendere!- la voce di Inuyasha tremolò.

-Ma è per il nostro bene!- si alzò lei –Così non farò soffrire nessuno!-

-Soffrirò io!- sussurrò e lei lo guardò, era spaventato… o almeno era quello che lei credeva.

-È più importante la felicità di un singolo o di molti?- chiese con un sorriso debole e triste –Sai la risposta, lottiamo per proteggere gli altri e la nostra salvezza viene dopo la loro-

-Tu… Non puoi!- le urlò contrò afferrandola per un braccio –Io ti…-

-Anche io cazzo!- urlò divincolandosi dalla sua presa –Ma devi capire Inuyasha!-

-Cosa devo capire? Tu mi stai lasciando!-

-Ed è la cosa giusta- lui scosse la testa e lei abbassò lo sguardo. –Non sarei mai dovuta venire qui, non sarei mai dovuta nascere- si morse il labbro.

-Non lo dire. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata- le sorrise cercava di convincerla a ritirare le sue parole.

-Infondo lo sapevi che sarebbe finita così!-

-Sai che soffriremo a vederci?- le chiese e lei non rispose.

Ecco l’ occasione per partire. Nessuno avrebbe più sofferto perché lei sarebbe partita e forse le cose si sarebbero aggiustate.

-Addio Inuyasha- non rispose alla sua domanda.

-Si brava fuggi! Perché non affronti le tue debolezze Kagome? Tu non hai mai provato nulla per me!- lo disse con una calma che le fece male, ma non rispose perché sapeva che erano parole di rabbia. –Io…- si fermò stringendo i pugni –Come vuoi… alle tre farai la ricognizione all’esterno e all’interno del castello- le ordinò. Lei non si mosse ma continuò a guardare il pavimento e prima di uscire le si fermò accanto e sussurrò in elfico –Ti amo Cristallo- e uscì.

Unica, sola e indifesa la lacrima tracciò la sua scia sulla guancia di Kagome per  bagnare le labbra piegate in un dolce sorrise –Anche io- sussurrò.

 

“Kagome? Cosa ci fai qui? Che cosa è successo?” Kagome guardò il suo drago e lui tacque.

-Partiamo- disse lei fredda montando la sella a Blakert che era eccitato.

“Mi spieghi come mai questa decisione?” le chiese poi calmandosi.

“Io e Inuyasha ci siamo lasciati” disse stringendo l’ultima cinghia.

“Cosa?” urlò lui furioso pensando che fosse colpa di Inuyasha.

“Ti spiegherò poi”promise aprendo il portone e salendo in groppa a Blakert “Adesso vai” il drago ruggì poi spicco il volo, nella notte di luna piena che li illuminò dei suoi raggi argentati.

Un ruggito aveva svegliato tutti nel castello, lo stesso che fece impallidire i Cavalieri che corsero in quella stanza.

Bussarono ma nessuno rispose, ribussarono ma di cuovo nessuno rispose cosi spalancarono la porta e videro quello che temevano. Nessuno c’era al suo interno, le porte dell’armadio spalancate e vuoto, le spade e i suoi libri non c’erano più, un singhiozzò riempì la stanza e Inuyasha guardò Sango che teneva una mano sulla bocca e nell’altra reggeva un foglio. Lo guardò con gli occhi pieni di lacrime e porse la lettera la prese tra le mani temendo il significato di quelle parole.

In bella calligrafia c’era scritto:

Vado alla ricerca della mio popolo ho scoperto molte cose e so dove trovarli, non mi vedrete per molto così non farò soffrire nessuno. Perdonatemi per il mio tradimento, ma non potevo rimanere. Inuyasha convinci i mezzo demoni ad allearsi con la corte e Sesshomaru tu devi fare lo stesso. Sango di al re di me e digli che accetterò la punizione che mi spetta Miroku diventerai il più forte a utilizzare la magia di a Grukex di farti fare allenamenti in più. Ci rivedremo, non so quando, ma questo accadrà. Se vi troverete a combattere in una battaglia siate uniti siete forti abbastanza da fare a meno di me.

P.S Inuyasha perdonami, Ti amo anche io ma spero che trovi qualcuno migliore di me.

L’ultima frase era scritta in elfico in modo che la leggesse solo lui. Nel corridoio si sentirono dei passi veloci che correvano verso di loro.

-Capiano…-urlò un soldato –Lady Kagome è andata via!- disse ansimando per la corsa.

Sango scoppiò a piangere e Miroku la strinse a se, Sesshomaru abbassò lo sguardo e Inuyasha strinse la lettera e con tutta la rabbia che aveva in corpo si avvicinò alla finestra rotta e urlò alla luna: -MALEDIZIONE!-

______ 

Sango andò a raccontare tutto a suo nonno che per poco non gli venne un infarto. Grukex e gli altri vecchi si rattristarono molto come anche gli anziani del consiglio , i medici e i maghi di corte.

Sesshomaru e Miroku si riunirono nella camera di Sango che ritornata non riusciva a dormire e aveva chiesto ai due cavalieri di farle compagnia. Inuyasha invece si era rinchiuso nella Sala dei Cavalieri a osservare con rabbia il quadro. Era impressionante di come quella donna assomigliasse a Kagome.

Rimase per ore e ore continuando a osservare il quadro e scoprendo tante cose che non aveva mai notato. Come le spade dei cavalieri che aveva creduto sempre normali invece erano colorate e diverse, suo padre aveva un drago blu e la sua spada era bianca.

Ma per lo più guardò la figura della nonna di Kagome, immaginando lei in quel quadro. Era arrabbiato con lei, l’aveva tradito. Era fuggita e perché? Per cercare il suo popolo INESISTENTE! Ma non riusciva ad odiarla, come poteva? Il rancore fu affiancato poi dalla paura che fosse uccisa, ma riuscì ad eliminare quei pensieri. Il giorno dopo l’avrebbe cercata in qualche modo ma come? Era già troppo lontana… poi gli venne in mente la divinazione. L’avrebbe cercata con la magia sicuro di trovarla.  Per quanto non volesse staccare gli occhi dal quadro si costrinse a farlo doveva tornare dagli altri.

___

Il giorno successivo furono chiamati tutti e quattro dal re. Era seduto sul trono e aveva un volto triste e confuso, le mani erano incrociate sulle gambe e guardava il muro di marmo di fronte a lui.

-Sire- salutò Inuyasha inginocchiandosi seguito dagli altri.

-Capitano- ricambiò il saluto –volevo avere la conferma di ciò che è accaduto - Inuyasha abbassò lo sguardo poi annuì e il re parve rabbuiarsi di più. –Come è potuto accadere?- chiese con voce flebile ma nessuno rispose. –Cosa dovrei fare adesso? Era la nostra unica possibilità- ancora nessuna risposta.

-Sire cosa le accadrà se dovesse ritornare- chiese con voce incrinata Sango e il re la guardò.

-Questo è un tradimento. Ci ha abbandonati nel momento del bisogno…- disse come se fosse chiaro. –Il tradimento viene pagato con la vita- Sango aveva sperato che suo nonno non pronunciasse mai quelle parole, ma furono preghiere vane.

-Ma sire! È l’ultimo cavaliere, l’ultimo Elfo e poi avete detto che lei, non lo so il perché, è la nostra unica speranza! Non potete ucciderla!- urlò Miroku infuriato alzandosi.

-Lo so, Miroku. Per questo non so che fare- la rabbia di Miroku non scemò ma si impose autocontrollo –Se la legge non viene rispettata prima da voi gli altri non la rispetteranno- sorrise amaro –Troveremo una soluzione. Adesso però dobbiamo sperare che ci ripensi e torni da noi, andate ad allenarvi oggi mangerete con me- disse e poi fece segno di andare.

 

-Non può farlo realmente- disse Miroku uscendo dalla stanza.

-Non lo farà- parlò Inuyasha che era stato in silenzio.

-Vostra è la colpa- li accusò –Neanche io sono così stupido! L’avete confusa e spaventata!- si rivolse ai due fratelli che abbassarono il capo colpevoli.

-Calmati Miroku, non dire così-cercò di tranquillizzarlo Sango ma la ignorò.

-Siete stati così egoisti a pensare solo a voi stessi e vedere lei come un premio da vincere! Poi Inuyasha non ti sei reso conto che sei così diverso da lei? Lei è un Elfo per la miseria! Credevi che la vostra storia sarebbe durata per l’eternità, che vi sareste sposati e avuto tanti piccoli mezzi elfi e demoni?- fu un tasto che non doveva toccare Infatti Inuyasha lo colpì in faccia.

-Tu non sai niente di me e lei non ti permetto di parlare di noi!- disse calmò.

-INUYASHA!- Urlò furiosa Sango raggiungendo Miroku che si ripuliva il labro sporco di sangue.

-Invece di prendermi a pugni cerca un modo per non farla condannare e trovala- dicendo questo Miroku prese per mano Sango e se ne andarono.

-Cosa ho fatto?- sussurrò guardando il pugno.

-Miroku ha ragione. Mi dispiace io… dovevo stare al mio posto- disse realmente dispiaciuto Sesshomaru.

-Si dovevi- e senza aggiungere altro Inuyasha se ne andò.

 

 

Vi prego non lanciatemi i pomodori ç__ç!!! Chiedo perdono il prossimo capitolo sarà migliore(almeno lo spero!). Scusate anche per il ritardo ma ho avuto tante cose da fare soprattutto perché il carcere sta per finire e i compiti e le interrogazioni si ammassano tutti nella stessa settimana. Ma parliamo del capitolo… Spero che qualche commentino ci sia sempre ^////^ e ringrazio vivamente le persone che aggiungono sempre la mia storia tra le preferite e tra le seguite Grazie di cuore!!!

Ringraziamenti:

le_montagnine: se non seguirete più la mia storia lo capirò ç__ç lo so che questo capitolo non è il massimo, scusatemi!! Questo cap non è come lo aspettavate però e serve per spiegare anche un po’ di cose… Nonostante ciò volevo dirvi cosa ne pensate di Sesshomaru io se fossi stata al posto di Inuyasha l’avrei ucciso di botte invece di prendere a pugni Miroku (e meno male che sono io che scrivo la storia ndme -__-). Io adoro Miroku e scoprirete presto che lui e … OxO non posso dire niente!! Hehehe comunque aspetto un altro commento anche se è l’ultimo un kizzullo ciao.

Achaori: Se mi abbandoni anche tu capirò, ma spero vivamente che non lo facciate >///

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Capitolo 19
*** Ora si fa sul serio! ***


9.2

The War Of The Dragons

Capitolo 9.2

Ora si fa sul serio!

 

Una volta realizzato il proprio sogno

Per cosa si continua a vivere?

Nel mio caso è semplice: ho un mondo da salvare!

 

 

 

 

Una straniera era entrata nel villaggio del Grande Foresta Millenaria. Delle guardie l’avevano fermata chiedendole il nome e il luogo di provenienza. La giovane donna si era presentata come Marta e veniva dai Monti Kurebea, inizialmente le guardi non le avevano creduto e il perché era semplice una ragazza che aveva viaggiato così a lungo e da sola… impossibile.

-Il mio ragazzo è in una taverna li giù- aggiunse la giovane indicando una taverna e le guardie se la bevvero.

-Ecco spiegato tutto. Buon soggiorno qui al villaggio- le augurò una delle due guardie.

“C’è mancato poco! Vola solo durante la notte e alle prime luci dell’alba trova un posto dove nasconderti. Noi ci vedremo alla fine della foresta”pensò.

“Odio l’ idea di lasciarti da sola”

“Blakert il re deve aver avvertito già tutti della nostra scomparsa quindi sarebbe inutile se ci facessimo vedere insieme”

“Va bene ho capito. Cerca di non farti beccare! A presto Kagome” la salutò il drago che era rimasto nascosto all’esterno della foresta.

-Certo che non mi farò beccare- era riuscita a creare una pozione che le aveva cambiato il colore degli occhi e la forma delle orecchie rendendola una ragazza qualunque, il problema era che il suo aspetto era sempre lo stesso e chiunque che avesse trascorso in passato molto tempo con lei, l’avrebbe riconosciuta. Così evitò accuratamente la zona del villaggio trasferito e appena si fece notte cercò una camera in una taverna. 

-Vuoi mangiare qualcosa prima di andare a dormire?- chiese un giovane cameriere.

-No grazie, ma vorrei del sidro- disse sorridendo.

-Un Sidro per la bella fanciulla- urlò al signore dietro al bancone – Come ti chiami tesoro?- le chiese ammaliato.

-Marta, tu?- sorrise lei cordiale.

-Rupert. Sai hai una faccia conosciuta- la esaminò e Kagome sperò con tutta l’anima che non la riconoscesse.

-Impossibile sono nuova di questo posto è la prima volta che vengo e sono sincera questo luogo è fantastico- disse con entusiasmo riuscendo a raggirare il giovane.

-Capisco- sorrise lui – E il tuo fidanzato dov’è?-

-Oh no non sono fidanzata- il ragazzo parve sorpreso poi sorrise contento.

-Come può una bella ragazza come te non avere un corteggiatore?- le chiese.

-È possibile- disse rabbuiandosi.

-Ecco il Sidro che ha richiesto bella fanciulla… Rupert se fra tre secondi non torni a servire ti sbatto fuori a calci- lo minacciò il signora del bancone.

-Agli ordini zio- disse portandosi la mano alla fronte e lo zio se ne andò borbottando.

-Perdonami Marta ma come vedi il lavoro aspetta- continuava a sorridere e Kagome lo fissò ammirata. In quel momento di fronte a lei non c’era Rupert ma Inuyasha. Scosse la testa per allontanare l’immagine  e si ritrovò Rupert che le muoveva una mano davanti agli occhi.

-Scusa dicevi?- gli chiese.

-Domani ti rivedrò?- Kagome scosse la testa.

-No domani devo andare in un altro villaggio- spiegò e Rupert si rattristò.

-Beh se passi di nuovo da queste parti ricordati di Rupert- disse indicandosi facendo sorridere Kagome.

-Certo. Ma adesso è meglio che vai tuo zio è pronto a prenderti a calci-

-Si vado. Addio splendore- la salutò e Kagome sospirò bevendo il suo sidro.

Quando entrò nella sua stanza cercò di parlare con Blakert ma era troppo lontano. Quando ebbe finito di sistemarsi andò a rinfrescarsi la faccia poi resto a guardare la superficie dell’acqua curioso di utilizzare la divinazione e scoprire cosa era successo a Sougar. Era passata una settimana da quando era partita e non aveva mai provato e divinare nessuno e non l’avrebbe fatto in quel momento con il rischio di essere scoperta. Andò vicino alla finestra e salutando la luna andò a dormire con la speranza di non sognare più Inuyasha ma il ragazzo-lupo.

___   

-NOOO!- urlò furioso allontanandosi dallo specchio.

-Deve aver utilizzato qualche incantesimo per non farsi rintracciare- esasperata Sango.

-Non mi arrenderò per questo!- le urlò contro.

-Te l’ho detto Inuyasha non tornerà indietro!- e uscì dalla stanza sbattendo la porta furiosa nei confronti del suo capitano.

Da quando Kagome era partita a corte non si capiva più niente tra turni in più di lavoro, sembrava che il re tenesse occupati i Cavalieri per non farli abbattere o per terrore che lo abbandonassero anche loro. Erano quattro giorni che provava a cercarla con la divinazione ma nulla non la trovava.

Sperava tanto di riuscirci per capire perché del suo gesto, per sapere se stava bene e cosa stesse facendo. Lo sperava con tutto il cuore.

Non vedeva e non parlava con Miroku da quel giorno e non aveva voglia di parlargli e lo stesso con suo fratello, ma lui era costretto a vederlo e parlargli per lavoro.

L’unica cosa sensata in quel momento era, come diceva Sango, aspettare, aspettare e aspettare.

____ 

Un ticchettio contro il vetro la svegliò stava così bene che avrebbe voluto dormire ancora un po’. Non aveva sognato Inuyasha quella notte e di questo era contenta però non aveva sognato neanche il ragazzo-lupo, cosa assolutamente negativa. Quando si alzò capì che il ticchettio era la pioggia contro il vetro, ci mancava solo quella. Si preparò e scese per pagare e vi trovò Rupert che le sorrise.

-Ho preso anche il turno di mattina per salutarti- le spiegò.

- Davvero?- sorrise lei divertita, quel ragazzo le era simpatico.

-Cattivo tempo per viaggiare- disse vago ma Kagome capì cosa voleva.

-Non ho paura della pioggia- lo mise a posto –Anzi mi piace e poi non posso farmi ostacolare, il viaggio si prospetta lungo-

-Come vuoi- fece spallucce deluso.

-Questo è il denaro- posò delle monete sul bancone –Puoi darmi indicazioni su dove posso comprare erbe e cibo?-

-Degli altri villaggi non conosco nessuno dovrai chiedere lì però qui puoi andare da Catrina lei ti saprà aiutare-

-Grazie-

-Marta aspetta- la fermò –Quando arrivi al prossimo villaggio chiedi di Miller è mio fratello di che ti mando io, troverai alloggio da lui sua moglie ti ospiterà volentieri- le spiegò – e puoi dargli questo?- era un sacchetto con del denaro Kagome lo guardò incerta se prendersi quell’incarico ma accettò.

-Certo, beh allora ci vediamo e grazie ancora- lo salutò

-Di nulla bella fanciulla- sorrise lui.

 

“Blakert mi senti?” provò ancora, aspettò ma nessuna risposta era ancora troppo lontano.

Si era aggregata a una famiglia che si stava dirigendo verso il villaggio dove andava lei. Se ci fosse stato Blakert avrebbe raggiunto il Deserto di Erba in meno tempo, ma non potevano farsi vedere.  

-Signorina- la chiamò uno dei bambini della famiglia.

-Dimmi-

-Questo è per lei, la mamma mi ha detto di dartelo- le porse del pane e formaggio, imbarazzato –e mi ha detto di dirti che più avanti faremo una sosta-

-Ringrazia tua madre e digli che sei stato bravo- il bambino sorrise e corse più avanti verso i suoi genitori.

 Quando si fermarono prese un pezzo di vetro e se lo rigirò tra le mani.

“Voglio solo sapere come stanno!” si disse per convincersi “E se mi scoprissero? Annullerei subito l’incantesimo tanto non mi potranno raggiungere!” si convinse contenta di rivedere i suoi amici. Scartò immediatamente Inuyasha e Sesshomaru la decisione da prendere era tra Sango e Miroku e optò per il secondo.

Evocò l’incantesimo e gli apparve la camera del Cavaliere. Sospirò di angoscia quando non vide nessuno, poi vide la porta aprirsi e sorrise quando vide Miroku.

-Miroku- lo chiamò e vide il giovani guardarsi in torno confuso –Miroku- lo richiamò e il giovane guardò lo specchio.

-Kagome sei tu?- chiese avvicinandosi e guardando l’oggetto con timore.

-Si sono io, ciao- lo salutò imbarazzata. Miroku la guardò come se non fosse ancora convinto poi sfiorò la superficie liscia e sorrise.

-Ehi occhi di ghiaccio! Come stai? Ci hai fatto preoccupare!Sei così diversa! Ma dove sei?- le chiese sorridendo.

-Bene. Si ho dovuto cambiare il mio aspetto per passare inosservata. Voi come state?- chiese temendo che l’aggredisse, cosa che non accadde.

-Bene. Io e Inuyasha abbiamo litigato per te e non ci parliamo più, Sango è triste perché l’hai abbandonata, il re deve prendere una decisione difficile per il tuo abbandono- sospirò triste.

-Lo so cosa dovrebbe fare- sorrise amara.

-Non lo farà Kagome, non può- scosse la testa sconsolato poi la fisso –Perché te ne sei andata?-

-Io devo cercare una cosa- disse vaga e lui la guardò per farsi dare altre informazioni –Adesso non posso dire altro-

-Va bene, ma tornerai?- chiese dolcemente.

-Lo spero-

-Noi ti aspettiamo- sorrise dolce, Miroku.

-Devo andare. Non dire agli altri di questo incontro, ci sentiremo presto- disse Kagome distogliendo lo sguardo e guardare qualcuno che le parlava accanto.

-Va bene. Non dirò niente non preoccuparti, torna presto! Ciao occhi di ghiaccio- la saluto dando un bacio alle dita e posandole sulla guancia di Kagome.

-Vi voglio bene!- nonostante tutto quel ragazzo era davvero dolce, riusciva a sorprendere tutti con i suoi gesti. Kagome lo salutò con un sorriso e sciolse l’incantesimo sentendosi meglio.

____

-Cavalieri vi dovete concentrare!- si arrabbiò Grukex poiché non si impegnavano a dovere. –Lo so che siete di umore pessimo per la partenza di Kagome, ma ci dovrete fare l’abitudine e adesso che lei se ne è andata voi dovete impegnarvi il doppio!-

-Ha ragione Grukex- ammise Sango.

-Su rimettiamoci a lavoro- propose Miroku sorridente e Sango lo osservò per cercare di capire il motivo.

 

-Mi dici perché hai quel sorriso?- gli chiese quando rimasero da soli mentre gli altri si preparavano per allenarsi con le spade.

-Non posso-

-Perché?- chiese sospettosa –È una ragazza?-

-Gelosa?- chiese malizioso contento che Sango lo fosse.

-Se pure fosse?! Allora è una ragazza?- Domandò acida.

-Si- ammise e Sango si impietrì.

-Ma… ma tu mi hai detto che… che mi amavi- balbettò sul punto di piangere.

-È così!- la guardò spaesato –Io ti amo-

Sango era confusa non capiva nulla –Ma se hai appena detto che è una ragazza quella che ti fa sorridere in questo modo!- gli urlò contro.

-Si è così, ma è mia amica e ho avuto sue notizie dopo tanto tempo- spiegò.

-Chi è? La conosco?- indagò arrabbiata pronta a strangolare Miroku.

Miroku ci pensò non poteva rivelare niente – L’hai conosciuta e la rivedrai non so quando però mi ha scritto che sarebbe tornata a trovarci- spiegò.

-Parli di Ellena?- chiese spalancando gli occhi.

Non poteva dirle niente! Poi si ricordò di aver sentito che la voce che chiamava Kagome l’aveva chiamata Marta così sorrise e disse: -No è Marta-

-Marta ma non la conosco-

-Forse te ne sei già dimenticata, ma quando la vedrai te la ricorderai all’istante- sorrise contento di aver raggirato Sango e avergli detto indirettamente che Kagome stava bene.

-Oh allora va bene- fece spallucce Sango calmandosi –Su andiamo ad allenarci- prese per mano Miroku.

-Sei davvero carina quando fai la gelosa- lei in risposta fece la linguaccia e corse dagli altri.

Miroku guardò il cielo sereno, il sole era alto e scioglieva il resto della neve. La primavera era vicina e presto tutto sarebbe stato illuminato dai vivaci colori dei fiori e questo significava rivedere i suoi zii. Infatti avevano diritto in primavera di andare a trovare i propri cari vivi e passare con loro due giorni per poi ritornare e lavorare.

___ 

Come gli aveva detto Rupert la moglie di suo fratello fu molto gentile e passò la sera a tavola con loro e la loro bambina.

-Posso chiedervi una cosa?- chiese addentando del formaggio.

-Certo- sorrise l’uomo che nonostante la sua statura di un toro era molto cordiale.

-Quanto dista da qui il Deserto di Erba?- chiese facendo ammutolire tutta la famigliola.

-Cinque giorni se hai un cavallo e sette se si va a piedi- spiegò l’uomo con il viso contratto da una smorfia di stupore e terrore –Perché lo vuoi sapere?-

-Per curiosità- mentì lei.

-Non ci andare nessuno è più tornato!- l’avverti.

-Lo so, ho sentito diverse storie ma non ho intenzione di andarci-  continuò a mentire cercando di convincerli – Vedete studio medicina e il mio maestro mi ha mandato a cercare delle erbe rare che crescono in questo posto e devo girare molto. Come ho detto non sono qui per rischiare la vita solo per studiare, vi ho chiesto del Deserto di Erba solo perché ne avevo sentito parlare.- spiegò la sua finta verità. 

-Adesso capisco- disse l’uomo ridendo e bevendo dal suo boccale.

-Comunque ce una persona che è tornata viva ma matta- disse la donna e il marito la guardò confuso. –Il vecchio Higor, caro- disse come se fosse logico e l’uomo rise ancora.

-A si certo! Quel vecchio pazzo e cieco partì e disse che era andato nel Deserto di Erba ed è Tornato dicendo che non è come lo credevamo noi!- rise ancora –Nessuno l’ha mai creduto e adesso vive all’estremità del villaggio vicino a un enorme quercia e chi passa di lì dice che parla da solo!-

“Grazie” sorrise Kagome per l’informazione ricevuta.

-Caro smetti di parlare così di Higor!- lo rimproverò e l’uomo parve farsi piccolo piccolo e Kagome sorrisse divertita.

-Padre voglio diventare un mago da grande!- cambiò discorso la bambina giocando con le sue bambole dicendo parole inesistenti e facendo comparire cose visibili solo per lei.

-Ma se fino a ieri volevi diventare una fata- sorrise il padre accarezzandole la bionda testa.

-Adesso voglio fare il mago!- rise la bimba.

-Ma di maghi ne sono rimasti davvero pochi, come farai a prendere lezioni da sola non ci riuscirai mai sei così piccola! Anche un ramoscello ti fa male- la prese in giro e la bimba fece la linguaccia facendo ridere il padre.

-Sai piccola io ho studiato anche un po’ di magia ed è davvero dura- disse Kagome attirando l’attenzione di tutti.

-Davvero?- chiese con gli occhi che le brillavano dall’emozione.

-Si, vuoi vedere un giochetto?- le chiese  poi guardò i suoi genitori che annuirono curiosi.

-Si!- esclamò la bambina eccitata.

-Bene, qual è il tuo animale preferito?-

La bambina ci pensò su e poi disse: -Il falco!-

-Oh! Ottima scelta è anche il mio!- e la bambina sorrise di più. –Allora vediamo un po’- non poteva utilizzare l’elfico che le era più facile creare un incantesimo mentre per il Trenstac si dovevano utilizzare le giuste parole, ma si sarebbe tradita. Trovate le parole pronunciò l’incantesimo e dalle sue mani apparve un falco con il piumaggio nero e dorato.

-È bellissimo!- esclamò la bambina saltando –Posso tenerlo?- chiese.

-Certo- il falco sembrava vero, i movimenti sembravano veri e quando la bambina tese il braccio il falco ci salì e emise i suoi versi strofinando la sua testolina contro la guancia della bambina che rise.

-Quanto tempo dura l’incantesimo- si informò l’uomo.

- Finché il mio corpo resiste. Non posso trattenere un incantesimo più di cinque minuti per questo ho lasciato. Gli allenamenti sono davvero duro e spaventosi- era la verità ma per lei furono tutt’altro che duri lei aveva la magia già dentro di se, mentre gli altri la dovevano cercare.

-Capisco- ammise l’uomo guardando il falco.

“No che non puoi capire” Kagome guardò il falcò poi decise che era tempo di farlo scomparire e ritirò l’incantesimo sentendo svanire una piccola parte della sua energia.

-Mi dispiace ma non potevo trattenerlo oltre- sorrise e la bambina annuì dispiaciuto.

-È stato bello- ammise poi la bambina guardandola.

-Adesso andrei a riposare perché domani devo ripartire presto- salutò la bambina con una carezza e andò nella sua stanza.

La mattina presto salutò la famiglia e cercò la casa del vecchio cieco. Arrivò verso il pomeriggio servendosi delle indicazioni dei villani. Quando arrivò lo vide seduto su un tronco e parlava da solo, la sua casetta era piccola e attaccata a una quercia enorme. Higor aveva una barba lunga e bianca e i capelli erano radi, appoggiato poco lontano da lui c’era un fagotto e dall’odore sembrava cibo, che qualcuno del villaggio gli aveva lasciato.

-Sei venuto a prendermi in giro anche tu?- chiese il vecchio girandosi nella direzione di Kagome che non si sorprese.

-Assolutamente- disse avvicinandosi –Sei Higor?- chiese per avere una conferma.

-Chi vuole sapere chi sono?- si lisciò la barba grigia.

-Sono…- non sapeva se dirgli il suo nome -…Kagome- confesso, lui non era una minaccia.

-Kagome, Kagome. Nome familiare- disse pensieroso - Cosa vuoi da me?-

-Sapere del tuo viaggio nel Deserto di Erba- il vecchio parve sorpreso e i suoi occhi cechi guizzarono da un lato a l’altro come a controllare che non ci fosse nessun’altro oltre a loro, come se potesse vedere la realtà.

-Perché?- chiese con voce fievole.

-Devo andare lì- ammise ancora –Cosa ti è successo Higor?-

-Kagome non è semplice da raccontare-

-Provaci- lo supplicò doveva sapere!

-Quando partii andai alla ricerca di una mia capra che si era smarrita, tutti mi chiamavano pazzo ma io dovevo trovarla era la migliore delle mie capre. Così mi munii di tutto l’occorrente viveri, vestiti e altro poiché tutti qui sanno che nel deserto non vi è acqua e che quelle terre fossero infestate da mostri che si nutrivano di uomini- fece una pausa poi continuò –Quel luogo è stato odiato perché gli Elfi e altri popoli scomparvero senza farvi più ritorno. Nonostante queste leggende io ero scettico e andai lo stesso. Viaggiai per giorni e giorni in cerca della mia capra, l’acqua e i viveri iniziavano a scarseggiare ma fino a quel momento non avevo visto ne mostri ne alberi ne acqua eppure era erba! Proseguii nel mio viaggio e una notte trovai la mia capra che pascolava nel prato, solo in quel momento mi accorsi che era sopravvissuta senza acqua e che anche io avevo bevuto molto soltanto nei primi giorni del viaggio. Mi sorpresi e la mia mente iniziò a calcolare i giorni trascorsi in quel deserto, ma non trovai risposta se non pochi giorni. Così mi accampai per riposarmi e improvvisamente sentii dei passi, lì per lì pensai che fosse la mia capra ma quando aprii gli occhi mi ritrovai davanti due giovani di una bellezza da invidiare, con sguardo serio e antico. Non nascondo che mi spaventai, parlavano una lingua strana che non avevo mai sentito poi mi presero e mi portarono in un luogo magnifico, stupendo la nostra foresta è nulla in confronto a quella. Mi portarono in un luogo popolato da gente uguale a loro, non ricordo come erano fatti ma solo che erano belli e che parlavano quella lingua. Dopo mi ritrovai cieco e senza memoria di quello che era accaduto, ma riuscii grazie alla mia capra a ritornare qui. Quando mi videro i miei amici si stupirono, mi abbracciarono dicendomi che ormai erano passati dieci mesi e mi credevano morto. Dieci mesi e io avevo contato solo pochi giorni. Quando raccontai la mia storia mi dissero che ero sconvolto e che forse ero stato attaccato ma io sapevo che non era così- si fermò e puntò i suoi occhi spenti su quelli di Kagome –questo è quello che mi è accaduto- concluse.

Kagome era immobile, aveva ascoltato la storia in silenzio ma dentro di se urlava dalla gioia. Quegli uomini erano i suoi simili! Voleva sapere oltre ma aveva capito che il vecchio aveva detto tutto.

-Grazie mille mi sei stato d’aiuto!-lo ringraziò.

-Di nulla Kagome spero solo che tu non mi derida- disse sconsolato.

-Non ne sarei capace- sorrise –Higor ti devo chiedere un favore non dire a nessuno di me e se ti chiedessero se è venuta una giovane donna dai capelli e occhi castani sono io e mi chiamo Marta, va bene?-

Il vecchio si lisciò la barba pensierosa poi sorrise e disse: -Hai suoi ordini Kagome quando tornerai voglio che mi racconti di più di te-

-Te lo prometto ma adesso devo partire, addio- lo salutò.

-Addio- ricambiò e tornò a parlare al vento come se non fosse accaduto mai niente.          

________  

Al castello i Cavalieri erano riuniti nella sala dei Cavalieri intenti a mangiare lì per ordine del re.

-È tutto così stupido!- si lamentò Miroku.

-Già. Non vedo il motivo per cui dovremmo scappare!- disse Sango gettando con sgarbo la forchetta nel piatto. –Io ancora devo capire perché quella stupida se ne sia andata- nessuno rispose.

-lo sai il perché!- disse poi Sesshomaru.

-Il vero motivo- lo fulminò.

-È andata a cercare gli Elfi- disse a denti stretti Inuyasha –e poi già te l’abbiamo detto o sei sorda?-

-Oh mi scusi Signor Capitano!- lo guardò fredda –Da quando se ne è andata non fai altro che essere sgarbato e odioso. Invece di prendertela con lei perché non ripensi che la colpa è anche tua?! Aveva ragione Miroku quando diceva che sarebbe finita male-

-Lui ha sempre ragione! Naturalmente se non è la sua ragazza che lo difende chi può farlo?-disse amaro.

Fu un attimo e il suono di uno schiaffo risuonò nella stanza.

-Inuyasha mi stai facendo perdere la pazienza- era nera dalla rabbia e lo guardava negli occhi che non riconosceva –Ti ha tradito? Ha tradito la tua fiducia? E tu non hai fatto lo stesso con lei?!- sapeva troppo e Inuyasha  la spinse per allontanarla Miroku fece per andarla ad aiutare ma Sesshomaru lo fermò, così rimase a guardarli.

-Non sai niente!!- le urlò contro.

-Anche io se avessi avuto un indizio sarei andata a cercare il mio popolo!-

-Tu hai una vita perfetta, un nonno perfetto, un regno perfetto non puoi capire e poi quello di Kagome non esiste più!-

- Perché sei tanto sicuro? Li hai visti morire? Non mi pare! Non perdono Kagome perché ci ha lasciati proprio adesso, ma non la odio perché vuole trovare la sua famiglia!- dicendo questo si voltò e restò vicino alla porta finché non ebbero il permesso di uscire.

____  

Non aveva preso la pozione e aveva riacquistato le sue sembianze, l’aveva fatto appositamente voleva andare più veloce e immergendosi nel bosco corse per arrivare al villaggio successivo. In vista delle luci del villaggio bevve la pozione e prese le sembianze di Marta. Quando trovò una locanda andò immediatamente nella camera e richiamò l’incantesimo per parlare con Miroku.

Aveva una faccia diversa stanca, confusa e disperata era cambiato da un giorno all’altro.

-Ehi Cavaliere cos’è quella faccia?- gli chiese e lui sorrise.

-Sango e Inuyasha hanno litigato, lui è cambiato è diverso e noi tutti veniamo trattati come dei sospettati. Mangiamo insieme, passiamo il tempo libero insieme il re non ci lascia un secondo soli! In ogni angolo ci sono maghi oche ci seguono. I draghi sono agitati e infastiditi da questa situazione.- disse scocciato andando avanti e indietro.

-E io che credevo andandomene sarebbe tornato tutto come prima- sospirò afflitta.

-Come hai potuto pensarlo? Ci manchi e abbiamo bisogno di te e poi siamo rischio di un’altra battaglia-

-Lo so! Non avrei voluto abbandonarvi ma lo devo fare. Tra poco inizierà la vera ricerca, ho trovato indizi e sono convinta che li troverò. Resistete solo un po’-

-Si tranquilla ce la caveremo anche da soli. Tu riguardati e fai attenzione-

-Certo non preoccuparti- annuì –Notizie sulla mia punizione?-

Miroku scosse la testa –Nessuna ma non credo che ci sarà. Adesso devo andare- disse.

-Quando saremo abbastanza lontani mi farò sentire anche dal re- disse e Miroku annuì un po’ restio.

-Va bene, ciao- la salutò e Kagome disciolse l’incantesimo.

 

Andò a dormire un po’ preoccupata degli avvenimenti a Corte ma decise che ci avrebbe pensato il giorno successivo.

 

“Kagome!” una voce conosciuta e che le era mancata le risuonò nella mente svegliandola dolcemente.

-Blakert- biascico e scattò a sedere contenta “Blakert” ripeté con la mente.

“Hei ragazzina finalmente! Come stai?” era euforico si sentiva.

“Bene e tu? Dove sei?”

“Sto bene anche se starei meglio se potessi averti qui a canto a me. Sono nascosto dietro a una montagna vicino al villaggio” disse mandandole immagini del posto.

“Non credi che sia rischioso?” chiese preoccupata.

“Si” rispose il drago e Kagome si bloccò, lo odiava quando invece di rassicurarla la metteva in agitazione.

“E allora perché l’hai fatto?”

“Per starti un po’ più vicino” disse dolcemente e lei si calmò.

“Anche io avevo voglia di sentirti” sorrise “Le mie spade come stanno? Spero di ritrovarle intatte” le aveva lasciate attaccate alla sella per non attirare l’attenzione.

“Una meraviglia. Dai mettiti in marcia ci vogliono ancora altri quattro giorni, ma se corri ci metteremo due giorni”

“Dovrei accamparmi nel bosco durante la notte” ci stava pensando ed era una buona idea ci avrebbero messo meno tempo “Si hai ragioni. Oggi andrò a comprare il necessario, ci vedremo alla fine tra due giorni”.

“Va bene sai dove trovarmi se vuoi venire”

 

Passò il tempo nel villaggio raccogliendo notizie. Durante la sera creò un antidoto alla pozione che aveva  preso e tornò Kagome. Corse durante tutta la notte lontana dai sentieri e sentiva Blakert volare a qualche miglio di distanza. Non si fermò nemmeno alle prime luci dell’alba e si fermò soltanto per abbeverarsi a una sorgente e a mangiare qualche bacca. Si fermò per riposare quando tornò la notte coprendo il cielo con il suo mantello blu pezzato di stelle. Si svegliò quando sentì dei passi nei dintorni e sperò che non l’avessero già vista. Si calmò quando sentì le voci e i passi che si allontanavano e cercò di trovare Blakert per sapere se era ben nascosto, ma lui non rispose e ciò significava che era lontano. Ripartì quando fu completamente sicura.

____  

-Avete visto Signori ci siete riusciti!- esclamò contento Grukex ai cavalieri che si erano decisi a impegnarsi e avevano raggiunto grandi obbiettivi. Erano in grado di guarire le ferite gravi e le ferite dei loro draghi.

-Si ce l’abbiamo fatta!- esultò Sango stringendo la mano a Sesshomaru.

-Dovevate solo sforzarvi un po’-

-Adesso non ci preoccuperemo più delle ferite- affermò Miroku e guardò Inuyasha che sospirava esausto. Stavano lavorando dall’alba e il sole era arrivato quasi allo zenit, erano esausti ma Inuyasha più di tutti che per non pensare a Kagome stava lavorando più di tutti.

-Capitano!- urlò un soldato correndo verso di loro. Da suo viso sembrava che era una cosa seria –Il re la vuole è importante!- Inuyasha non aspettò un attimo e corse da re che lo stava aspettando nel suo studio. Aveva una faccia cinerea e esausta.

-Sire!- disse entrando.

-Oh Capitano sei arrivato-

-Cosa è successo?- pregò che non fosse nulla di grave.

-Nulla di terribile capitano- Inuyasha sospirò –O almeno credo- come non detto –Ma non si tratta di una battaglia stai tranquillo- allora non c’era nulla di cui preoccuparsi.

-Allora cosa posso fare per lei Sire?-

-Vedi ho saputo che tu e Kagome siete molto legati- Inuyasha aveva capito dove voleva arrivare –E ti informo che questo non mi va molto a genio- i loro sospetti erano fondati.

-Non dovete più preoccupare Signore perché io non ho più nulla a che fare con Kagome- disse tremendamente serio.

-Ne sono felice- sembrava che il re si fosse ripreso ma qualcosa ancora non andava e Inuyasha voleva comunque sapere il perché non gli piacesse la loro relazione –Vedi ragazzo non posso dirti il motivo adesso… forse un giorno ma non ora- Inuyasha si accigliò non gli piaceva quella storia –Nonostante ciò sei… perdonami eri molto legato a Kagome e volevo informarti che ho preso una decisione sulla sua punizione- il cuore di Inuyasha accelerò, temeva quel momento anche se odiava Kagome, o almeno così credeva, temeva quella decisione. –È stata dura perché non posso perdere un Cavaliere e tantomeno l’ultimo elfo- sospirò afflitto, il re poi continuò: - La sua punizione sarà quella di avere trenta frustate ma saranno fruste magiche- il suo voltò impallidì , se era possibile, ancora di più mentre il cuore di Inuyasha si fermò per un istante. Ricevere frustate normali avrebbe fatto molto male anche per Kagome ma guarivano più facilmente. Quelle impregnate di magia erano molto più dolorose e difficili da guarire, ma Kagome ci sarebbe riuscita – E lei non potrà utilizzare la magia per guarirsi- come non detto, ma infondo era meglio che morire.

-Capisco- disse abbassando la testa.

-No non puoi capire Inuyasha- gli occhi del re erano tristi e come primi erano spaventati –Il consiglio ha deciso questa punizione insieme a me, però io la farò guarire da Grukex, non completamente certo ma l’aiuterò- Inuyasha era grato al re e annuì. –Adesso puoi andare informa tu gli altri Cavalieri non sopporterei di vedere mia nipote mentre riceve la notizia-

-Certo Sire- e uscì senza aggiungere altro.

 

-Inuyasha? Cos’è successo? Qualcosa di grave?- Chiese Sango agitata.

-No Sango nulla… di grave- fece una pausa –Dipende dai punti di vista- aggiunse.

-Inuyasha?- Inuyasha si girò verso Miroku e lesse nei suoi occhi che aveva capito.

-Abbiamo discusso del pegno che Kagome deve pagare- Sango sussultò mentre Sesshomaru lo guardò attento. –Riceverà trenta frustate magiche-

-NO!- urlò Sango, ma Inuyasha annuì –Io vado a parlare a mio nonno!-

-No! Sango fermati! Guarda il lato positivo è meglio della morte-

-Preferirei vederla in gatta buia senza cibo per una settimana!-

-Anche io Sango- disse a voce bassa Inuyasha e Sango si calmò.

-Oggi è il mio giorno libero vado a riposare- cambiò discorso Miroku e tutti lo guardarono –Posso capitano?-

-Vai pure- e senza fermarsi quando Sango lo chiamò tornò in camera sua.

Si sedette di fronte allo specchio aspettando che Kagome lo cercasse.

 

____ 

“Blakert dove sei?” aveva sentito i suoi pensieri lontani mentre lei correva nel bosco.

Lui le inviò le immagini del posto e lei lo raggiunse contenta di rivederlo. Quando arrivò gli corse incontro e gli abbraccio il muso squamoso.

-Ciao- sussurrò contenta.

“Hei scheggia come stai? Sono contento di averti qui mi sei mancata” le disse dolcemente.

“Anche tu carbonella” scherzò.

“Resti con me?” chiese speranzoso.

“Si” lui sbuffò del fumo contento e si accovacciò in modo che Kagome si mettesse comoda accanto a lui. “Devo raccontarti tante cose”

“Abbiamo abbastanza tempo”

Lei annuì e iniziò a raccontargli del vecchio, delle storie e delle chiacchierate con Miroku.

“Non avresti dovuto farlo!”

“Lo so! Ma avevo bisogno di sapere come stavano e cosa stava succedendo!”

“Sicura che quel moscerino non parli”

“Sono sicura” si fermò a pensare “E se lo divinassi adesso?”

“Fa come vuoi ricorda solo che quando partiremo non avremo tempo per sapere come stanno”

“Ma io lo troverò”

Kagome prese il pezzo di vetro e richiamò la magia e poco dopo sul vetro apparve la camera di Miroku e il Cavaliere che si teneva la testa tra le mani preoccupando Kagome.

-Miroku!- lo chiamò e lui parve svegliarsi.

-Kagome grazie al cielo!- esclamò contento –Sono successe tante cose! Ho una bella e una brutta notizia-

-Prima la bella- lo anticipò lei.

-Siamo in grado di guarire le nostre ferite e utilizzare la magia-

-Ottimo- esultò lei.

-Ehi ma quello è Blakert?- chiese indicando dietro la spalla di Kagome.

-Si, ma non cambiare discorso dimmi adesso la brutta-

-Hanno scelto la tua punizione- disse senza perdere tempo.

Kagome rimase in silenzio poi disse: -Qual è?-

-Trenta frustate magiche- disse e Kagome annuì consapevole di ciò che avrebbe passato.

-Bene, meglio della morte no?-

-Tutti preferivamo vederti in cella anche per un intero mese senza mangiare- ma lei scosse la testa.

-No, va bene così. È giusto che sia così. Credo che non sarò autorizzata a utilizzare la magia, ma va bene-

-No che non va bene sei un… Cavaliere!- disse indicandola.

-Che ha abbandonato i suoi compagni!- gli rammentò e lui tacque – Tra poco raggiungerò la mia destinazione e fra qualche giorno parlerò a tutti voi, riuniscili tutti nella tua stanza-

-Come desideri-

-Grazie, sei il mio migliore amico-

-E tu la mia- le sorrise.

-Adesso devo andare. Ci sentiamo tra qualche giorno-

-Va bene. Blakert bada a lei mi raccomando- il drago annuì con l’enorme capo.

“Mi ha preso per uno stupido? Non ho bisogno che me lo dica lui!” e Kagome sorrise e disciolse l’incantesimo.

 

____  

-Non ci posso credere!- Miroku si voltò verso la porta.

-Sango!- esclamò.

-Perché non ce l’hai detto?-

-Perché mi ha chiesto di non dirlo a nessuno e poi fra due giorni parlerà con tutti-

-A me potevi dirlo!-

-No mi dispiace. No che non mi fidi di te ma era una promessa-

-Oh aspetta era lei Marta?- Miroku annuì sorridendo ma ansioso, era impossibile che non si fosse arrabbiata.

-Si era lei-

-Come sta?- chiese con una punta di acidità.

-Bene, ma non riesco a capire dove sta e non voglio saperlo-

-Perché?-

-È una sua scelta-

-Le hai detto della punizione?-

-Si l’ha presa, stranamente, bene- disse guardando Sango sperando che rimanesse tranquilla.

-Si farà sentire hai detto- lui annui e lei sorrise. –Spero che sia presto e spero che torni presto-

-Tutti lo vogliamo-

_____ 

Aveva salutato la mattina dopo Blakert ed era tornata a correre veloce come un cervo tra gli antichi alberi. Passo i due giorni a correre e arrivò quasi alla fine della foresta.

“Blakert sono quasi arrivata sbrigati se ti vedono non preoccuparti non ci seguiranno!”gli disse e da lontano si sentì il suo ruggito. 

Continuò a correre davanti a lei c’era un prato e il sole brillava come non mai. Nell’aria profumo di erba e fiori e gli uccelli cinguettavano felici. Poco lontano c’era un dirupo e lei rallentò la corsa, Blakert  l’aveva superata e l’aspettava mentre muoveva freneticamente la coda.

“Ci siamo mio cuore” lei annuì e gli salì in groppa contenta di poter volare.

Blakert si avvicinò al dirupo lentamente fermandosi sulla punta. Sotto di loro il Deserto di Erba si mischiava con l’orizzonte creando un gioco di colori.

“Pronta?”

-Più che mai!- urlò quando Blakert saltò giù dalla punta cadendo in picchiata per poi aprire all’ultimo momento le enormi ali nere.

 

 

“È così strano questo posto” disse Blakert osservando l’erba che scorreva veloce sotto di loro.

“Infatti. Ma riceveremo delle risposte quando li troveremo”

Erano ore che volavano. Quando erano scesi dal dirupo erano stati avvistati da dei soldati che li avevano inseguiti fino all’inizio del Deserto per poi fermarsi e osservarli andar via urlando di frusstrazione. Sembrava che lì la notte ci mettesse una vita a passare, le ore scorrevano lente e monotone e in lontananza c’era solo verde e azzurro.

“Che ne dici di esplorare un po’?” chiese Kagome che voleva vedere quel posto.

“Come desideri”

Una volta scesa notò che l’erba non era alta ed era rigogliosa e verde come se crescesse nel’acqua.

“Come è possibile?” chiese Blakert calpestandola.

-Non ne ho idea- strappò una foglia e la osservò poi scavò un piccolo fosso e richiamò in superficie l’acqua e ne salì così tanta che usci dal buco. –E pensare che non ho utilizzato al massimo la magia! E come se qui sotto ci fosse un lago!- esclamò stupita.

“Che sia opera degli elfi?”

-Già esisteva prima che gli elfi si nascondessero… ma chiunque l’abbia creata è molto potente- proseguì a piedi correndo e facendo a gara con Blakert. Poi improvvisamente giunse la sera calma e silenziosa, nell’aria il silenzio neanche un filo di vento e intorno neanche un albero di conseguenza nessun insetto o fiore o animale. Il cielo era tappezzato di silenziose stelle e la luna illuminava la distesa verde dando un atmosfera ancora più surreale.

"Troppo silenzio” si lamentò Blakert.

-Io lo trovo estremamente rilassante- si stiracchiò e si accoccolò tra le zampe di Blakert.

“Quel ragazzo-lupo si è fatto vedere?”

Lei scosse la testa poi disse: -No, speriamo bene che si faccia vivo almeno stasera-

“Kagome sei cambiata radicalmente, lo sai?”

-In che senso?- chiese guardandolo.

“Ti sei … rammollita”

-Non è vero!- protestò lei.

“Si invece. Prima eri più fredda adesso sei diventata estremamente dolce, saluti con dolcezza quella gente, ti fai scrupoli, piangi, ti fai spaventare da un sentimento, sei diventata sdolcinata e dormi troppo spesso!” la accusò.

-Hai ragione- ammise lei –Mi avevano avvisato che sarei cambiata-

“Mi piacevi molto di più prima”

-Anche a me- e tacque e Blakert capì che la conversazione finiva lì, ma voleva chiederle un’ ultima cosa. “Kagome?”

-Dimmi-

“Hai pensato alla punizione?”

-Si Blakert e sarò sincera non ho paura di essere frustata ma di tornare a casa a mani vuote-

“Li troveremo”

-Lo spero- per la prima volta dubitò della sua ricerca.

____

-Kagome- dove aveva sentito quella voce?

-Chi sei?- chiese guardandosi intorno.

-Come già ti sei dimenticata di me?- davanti a lei apparve un lupo grigio.

-No, certo che no!- rispose lei frettolosa –Io sono arrivata adesso cosa devo fare?-

-Lo so che sei arrivata adesso continua ad andare a nord come stai facendo per tre soli-

-Solo?-

-Poi ti spiegherò altro-

- Brutre posso farti una domanda?-

-Avrai tempo per le domande e per le risposte- fece per andarsene ma Kagome lo fermò.

-Hai conosciuto Higor?-

-Il vecchio cieco? Certo!- si era trasformato nel bellissimo ragazzo e le sorrideva con un ghigno da lupo –Capirai quando arriverai-

-Gli altri sanno che sto arrivando?-

-Lo capirai quando entrerai-

-Ma siete veri?-

-Se fossi finto potrei fare questo?- e la attaccò con la mente.

-Potrebbe essere solo frutto della mia immaginazione-

-Si può essere- rise divertito –presto ci incontreremo e ti convincerai-

-Lo spero-

-Adesso devo andare, ossequi mia Signora- fece un inchino.

-A presto Brutre- tutto tornò nero mostrando solo successivamente forme colorate dei sogni.

_____

“Avanti dormigliona che dobbiamo partire!” la svegliò Blakert.

-Ho visto il ragazzo-lupo-

“Ottimo! Dove dobbiamo andare?” chiese ancora più euforico.

-Sempre a nord-

“Perfetto salta su” non se lo fece ripetere due volte e salì sul dorso.

Quando si fermarono Kagome slacciò la sella poiché aveva notato che non era più stabile, i suoi sospetti non erano infondati. Infatti una cinghia stava per spezzarsi, di sicuro si era rotta durante i viaggi di Blakert.

“Ci mancava solo questa” si lamentò il drago.

-Guarda che è colpa tua! Sei troppo maldestro- lo accusò ma lui non l’ascoltò.

“Puoi aggiustarlo con la magia?”

-Potrei ma non voglio-

“Ehi ti si è fuso il cervello?”

-Stupido! L’aggiusteremo quando arriveremo dagli Elfi-

“Ma non potrai volare con me!”

 -Mi sbaglio o durante la battaglia ho volato senza sella?- gli ricordò.

“Si ma per un breve periodo… ti farai male”

-Non preoccuparti non succederà! Adesso andiamo che ci stanno aspettando-

Il primo sole dopo il sogno tramontò e al tramonto del secondo sole Kagome divinò Miroku. Aspetto che li andasse a chiamare e che il giovane spiegasse loro ciò che stava per accadere.

 

-Lo so che non è facile però c’è una persona che vuole parlare con voi- Kagome aveva saputo che Sango era venuta a conoscenza di lei e temeva la reazione di Inuyasha. Miroku si fece da parte e indicò lo specchio, Sesshomaru e Inuyasha non si mossero di un millimetro e ciò preoccupò ancora di più Kagome.

-Kagome!- urlò Sango avvicinandosi furiosa allo specchio –Stupida! Sei una stupida! Come hai osato lasciarmi da sola con questi rozzi?! E proprio adesso che il mondo ha bisogno di noi e di te!-

-Mi dispiace Sango ma non potevo aspettare oltre- disse sostenendo lo sguardo della sua amica.

-Non è una risposta Kagome… Almeno potevi salutarci meglio e non con una lettera-

-Tu sai perché l’ho fatto!- ringhiò quasi. Sapeva che aveva ragione Sango ma era lì per parlare e non per essere incolpata e giudicata, per quello avrebbero dovuto aspettare il suo ritorno. Sango la guardò stupita e vide Kagome come l’aveva vista la prima volta determinata e furente. –Se volete giudicarmi questo non è il momento adatto! Devo parlarvi e non so quando potrò rifarlo!-

-Allora parla- parlò Sesshomaru guardandola fiero ma un velo di dispiacere per quello che era successo velava i suoi occhi.

-Sono arrivata nel Deserto di Erba sono a cinque giorni di distanza e volevo informarmi da voi quanti giorni sono passati?-

-Cinque anche qui da l’ultima volta che ci siamo sentiti… perché?- chiese Miroku.

-Ho sentito una storia dove il tempo qui nel Deserto scorre più lentamente, devo scoprire di più- fece una pausa e si voltò verso Blakert che le aveva detto qualcosa –Blakert vuole sapere se sono arrivate notizie su un nostro avvistamento-

-Si- rispose Inuyasha che la scrutava impassibile, la sua faccia una maschera di vetro. Al suono della sua voce Kagome sentì il suo cuore accelerare di più.

-Allora i soldati non sono in pericolo- disse guardandolo e lui annuì.

-Quando credi di ritornare?- chiese Sango.

-Non presto- ammise –ho annullato la protezione se volete mi potete trovare, se mi divinate in caso di pericolo cercatemi e io correrò da voi, ma se potete cavarvela da soli allora non cercatemi. Adesso ciò che conta e che io trovi il mio popolo-

-Sei diventata così egocentrica?- le chiese Inuyasha e tutti lo guardarono.

-Si- fu la risposta di Kagome che Inuyasha non si aspettava.

-Cosa è successo a Kagome?- sussurrò e lei lo gelò con i suoi occhi.

-Io ti avevo detto che sarebbe finita male!- rispose e Miroku si voltò verso Sesshomaru che aggrottò la fronte sentendosi preso, indirettamente, in causa.

-Pensavo che avrebbe capito!-

-Ti sbagliavi!- alzò la voce lei.

Miroku spinse fuori dalla camera Sango e con un po’ più difficoltà Sesshomaru.

-Adesso vi odiate ed è tutta colpa mia!-

-Forse se fossi rimasta tutto si sarebbe sistemato!-

-No, che non si sarebbe sistemato!-

-Cosa significa la parola Amore per te?-

-E per te Inuyasha cosa significa?- ribaltò la domanda senza rispondere.

-Non importa ciò che penso io perché per me è tutto finito- le disse. Per Kagome fu un colpo di spada in pieno stomaco. Boccheggiò, voleva parlare ma le parole non le uscivano dalla gola. Poi pensò, non poteva farsi vedere così, aveva ragione Blakert si era rammollita. Si ricompose e lo guardò con indifferenza.

-Va bene- disse semplicemente e con voce ferma, come lo erano anche i suoi occhi. –Ho saputo della mia punizione e l’accetto- cambiò discorso –Poi riferire al re la mia decisione-

-Kagome?! Dio… è una pazzia! Perché non lo capisci?- le urlò contro scocciato del suo comportamento.

-Chiamami pure pazza-

-Ti credevo diversa. Credevo che fossi più intelligente-

-Anche io!- disse gelida –Devo tornare a viaggiare-

-Kagome- sussurrò guardandola con occhi disperati e lei parve tornare come la solita Kagome.

-Devo andare- ripeté –Ci vediamo Capitano- lui fu in grado solo di annuire e allungare una mano come a volerla toccare.

-Allora finisce tutto?-

-Non sono io quella che l’ha deciso!- disse acida –Addio Capitano e mi saluti gli altri!- e scomparve.

Era finita e le dispiaceva, era triste e nello stomaco mille farfalle svolazzavano, il cuore martellava e il fiato era corto, gli occhi le bruciavano ma non avrebbe ceduto. Non l’aveva fatto quando la gente del villaggio l’avevano cacciata figuriamoci proprio adesso.

-Avevi ragione mi sono rammollita!- urlò –Su andiamo non ci fermeremo finché Brutre non si fa vivo-

Blakert non la rispose e isolò la sua mente, l’avrebbe lasciata sola a sbollire la sua rabbia. In quel momento mentre saliva sulla sua schiena Kagome cambiava. L’ultima goccia aveva fatto traboccare il vaso non si sarebbe fidata e non avrebbe mai amato più nessuno, mai più.

“Io ci sarò sempre” fu l’unica cosa che le disse per poi spiccare il volo con un ringhio di rabbia.

______  

-Come l’hai trovata?- chiese il re con occhi che brillavano di nuovo.

-Stava bene- disse Inuyasha.

-Ne sono felice. Ha detto quando tornerà?-

-Non presto, ma ci ha assicurato che in caso di pericolo sarebbe corsa ad aiutarci-

-Ma quanto tempo ci metterà?!-

-Ha accettato la sua punizione- il re lo guardò sorpreso.

-Come può accettare una cosa così brutta?!-

-Sapeva a cosa andava in contro e sapeva che avrebbe pagato- spiegò Inuyasha.

-Adesso vai, Capitano- disse soltanto il re con un sorriso amaro.

-Si Sire- le parole di Kagome gli risuonavano nella mente taglienti come lame. Lui non credeva che rivederla l’avrebbe colmato di felicità e pace, ma lui aveva rovinato tutto. Quella sera aveva capito che amava Kagome più che mai.

____ 

-Dove sei? Il terzo sole è tramontato!-

-Ehi cosa ti è successo?- chiese ridendo – Gli Elfi non sono così freddi-

-E io sono l’eccezione-

-Va bene calmati rimani lì e all’alba guarda verso nord e io ti vedrò-

-Bene- disse lei annuendo.

- Ci vediamo presto- salutò il ragazzo trasformandosi di nuovo in lupo.

_____

Non chiuse occhio, troppi pensieri e l’adrenalina le scorreva in corpo veloce. Quando i raggi del sole illuminarono il cielo di un tenue giallo e rosa si alzò e fece un passo avanti. Ascoltò il respiro regolare di Blakert che la tranquillizzava, lui era il suo punto fermo, la sua buona stella.

-Ci siamo- disse a se stessa guardando di fronte a se. Inclinò la testa e socchiuse leggermente gli occhi aveva notato che pian piano che il sole si alzava qualcosa di fronte a lei luccicava. –Hai visto?- chiese a Blakert che avvicinò il muso. Lei allungò la mano e contemporaneamente toccarono qualcosa che tremolò, eppure di fronte a loro c’era solo erba. Ritrasse con uno scatto la mano poi capì… era una barriera.

-È una barriera- costatò sorridendo. Provò a ritoccarla ma non riusciva a penetrarla.

“Ehi se vuoi passare devi aspettare che crei un passaggio” Kagome sbarrò gli  occhi non riusciva a crederci eppure la voce era di Brutre. Lei guardò Blakert che ricambiò lo sguardo e lo abbracciò forte.

“Ce l’hai fatta mio cuore!” esultò e lei lo baciò.

“Ci siamo riusciti!”

“Complimenti Signori” si congratulò Brutre dall’altra parte. Poco dopo la barriera si perforò e Kagome si ritrovò ad osservare un nuovo paesaggio fatto di alberi e montagne e a osservare il primo dei suoi simili in carne e ossa. –Non vi fate pregare su entrate!- sorrise il ragazzo che era più bello dal vivo.

Il Cavaliere e il Drago non se lo fecero ripetere due volte ed entrarono guardandosi intorno.

-Dimmi che non sto sognando- disse guardando Brutre che continuava a sorridere. Rispetto ai sogni indossava una tunica bianca con rifiniture verdi e marroni. I capelli erano corti e grigi gli occhi nocciola erano tirati e le orecchie erano a punta come nei sogni ma il suo volto era ancora più bello.

-No, questo non è un sogno- le disse dolce alzando una mano, lei esitò poi appoggiò il suo palmo a quello dell’elfo e sentì il calore e la morbidezza della mano. Lui incrociò le dita nella esile mano bianca di Kagome e le sorrise di più –Vedi sono vero- lei sorrise e gli strinse la mano avvicinandosi.

-Grazie- lui la strinse inaspettatamente e lei si lasciò cullare dall’abbraccio annusando il suo profumo che sapeva di buono e di selvatico.

-Perdonatemi mia Signora, ma sono contento che voi siate qui- sorrise poi fece un inchino –Mi presento sono Brutre e sono qui per mostrarvi tutto, sono stato scelto per seguirla e aiutarla, ovvero sono qui per servirla-

-Brutre ti prego chiamami Kagome-

-Come desideri- fece un nuovo inchino –Blakert e un onore per me essere al tuo cospetto-

-E per lui è un onore vederti dal vivo- riferì Kagome –Come lo ì per me-

-Se adesso voi due mi volete seguire- disse porgendo la mano a Kagome che prese volentieri –Vi mostrerò la vostra vera casa!-

 

 

Fineeeeeeeeeeeeee

Questo mi sa che è venuto proprio bene! Ma sarete voi a giudicare! Vi ho sorpresi? Aspetto i vostri commentini!!! Kizzullooooooooooooo! 

Achaori: Carissima ciao!!!!!!!!!!!!!! Sono contentissima :D di ricevere sempre tuoi commenti. In questo capitolo Inuyasha è un vero s**** e poi diciamo Sesshomaru. Mentre Miroku io lo amo sempre di più per non parlare di Brutre che è MIO!!!! Aspetto una tua recensione!!! ( e presto per tua felicita posterò un nuovo capitolo!) 

Fmi89: Ciao! Grazie mille hihihi spero di sapere se anche questo capitolo ti piaccia a presto!

Le_montagnine: Ma come? Ele non c’è?! Sing :’(… spero che torni presto!!!! Hihihihi… Ho aggiornato il prima possibile ma presto ne aggiungerò un nuovo il tempo di apportare delle modifiche:D  Se il capitolo precedente era triste credo che questo lo sia di più… aspetto le vostre recensioni un kiss!!!!

 

Un grazie anche a chi legge e aggiunge sempre tra i preferiti e seguita la mia storia grazie mille!!!

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Capitolo 20
*** Kagome! ***


10.1

The War Of The Dragons

Capitolo 10.1

Kagome!

 

Ancora a una battaglia i Cavalieri si preparano

Sotto un cielo stellato le loro lame incroceranno .

Urla di dolore si alzano nel cielo

Invadendo i cuori dei guerrieri di gelo.

Ma la luce ritornerà

E la battaglia con la sua magia finirà.

 

 

Era da solo, appoggiato  al muretto del balcone della sua stanza. Guardava il cielo luccicante di stelle mentre la sottile luna mostrava la sua bellezza. Il delicato vento che portava il profumo della primavera gli accarezzò il volto e i capelli. Era la fine di una giornata estenuante poiché avevano dovuto organizzare molte cose come ad esempio la loro partenza, la primavera stava per entrare ed era tempo di andare a trovare i cari che li avevano cresciuti. Sarebbe stato bello rivederli, ma lui non si sarebbe allontanato dal castello troppo impegnato a organizzare gli eserciti per il combattimento che di sicuro ci sarebbe stato. Dei nemici, dall’ultima volta, non si sapeva più niente, non sapevano da dove provenivano o chi fosse il loro capo. Nulla, solo un punto interrogativo.

E in più l’angoscia lo assillava, la malinconia e la rabbia. Gli mancava come mai prima di allora, come nessuna donna prima. Perché mai esisteva un sentimento così? Un sentimento che ti fa toccare il cielo con un dito e subito dopo ti ritrovi schiantato a terra e calpestato. Ma erano umani ed era nella natura dell’uomo provare i sentimenti che fossero belli o brutti. La realtà era assillante troppo vera e questo lui lo capiva.

Una stella cadente squarciò il cielo con la sua luce e gli ricordò lei che, proprio come quella stella, era piombata nella sua vita per poi svanire.

“Cosa starà facendo adesso?” si chiese “Perdonami…Kagome”

                                                                                                                           

____  

Quel posto era bellissimo, aveva ragione il vecchio Higor era mille volte più vecchia e grande della Grande Foresta Millenaria. Alberi che si innalzavano possenti sembrando dei giganti, cascate che si gettavano nelle acque cristalline dei fiumi, uccelli dai mille e più colori che volavano e cinguettavano e farfalle variopinte che svolazzavano sui fiori. Era calata il buio prima che il sole tramontasse a causa delle folte chiome degli alberi. Non avevano parlato molto durante il viaggio poiché lei era troppo concentrata a fare suo tutto quello che vedeva e toccava, scambiava solo qualche parolina con Blakert ogni tanto. E si sentiva così bene.

-È perfetto!- sussurrò in elfico. Da quando si erano incontrati parlavano così tranne nei sogni che parlavano la lingua umana.

-È il nostro mondo. Esiste da molto tempo Kagome, il nostro popolo millenni fa abitava qui poi andarono in esplorazione e conobbero il mondo lì fuori- spiegò con una dolcezza che Kagome credeva impossibile.

-Perché gli elfi si allearono con l’uomo?- Brutre sorrise il tempo delle domande era iniziato.

-Vedi era il tempo dei draghi, quando questa terra era popolata dai draghi di ogni genere, un re umano chiese aiuto al nostro re per combattere un nemico comune che da tempo minacciava anche noi. Si allearono e il re umano donò al nostro re un uovo di drago. Per la nostra razza era inutile noi eravamo quelli che più di tutti lavoravano ed erano amici dei draghi ricevendo da loro un uovo quando venivano aiutati. Ma quello non era un uovo normale, il re umano disse che era stato concepito da un drago di terra e uno di fuoco e che era molto speciale e che nel mondo esisteva solo un altro uovo così. L’importanza di quell’uovo veniva suggerita anche dal guscio che era completamente nero ma se accarezzato dai raggi del sole riluceva d’oro- Kagome guardò Blakert e appoggiò una mano sul suo fianco.

-Poi cosa successe?- chiese Kagome.

-Durante la battaglia contro il nemico fu ordinato che l’uovo fosse messo in salvo e fu affidato alla figlia del re degli elfi. Ma appena la fanciulla lo toccò l’uovo si schiuse rivelando così il primo drago nero della storia,o almeno così si pensava-

-Perché l’altro uovo già si era schiuso?-

-Esattamente, da un ragazzo umano che era riuscito a nascondere l’esistenza del drago per molto tempo- spiegò –Quanto riguarda la ragazza e il drago nacque qualcosa dentro di loro, un legame più forte dell’affetto verso la famiglia e dell’amore. I due furono i primi Cavalieri.-

-Ma avevi detto che noi eravamo in possesso già di altre uova allora perché non c’erano stati altri Cavalieri?-

-Perché le uova non si erano mai schiuse quando entravano in contatto con qualcuno, spesso capitava che si schiudevano dopo secoli-

-Capisco… Cosa successe poi?-

-I due cavalieri si incontrarono causalmente e si allenarono insieme con i propri draghi che si accoppiarono. Furono loro a riportare la pace e gli elfi e gli umani strinsero un alleanza. Pian piano nacquero nuovi Cavalieri e nuovi draghi fino al momento che tutte le uova furono eliminate e tutti i draghi morti-

-Che storia triste!- sussurrò.

-Ma adesso noi abbiamo voi- sorrise il giovane risollevandole il morale.

-Perché avete reso Higor cieco?-cambiò domanda.

-Higor a quel tempo stava già diventando cieco e quando lo mandammo via era già completamente cieco-

-Perché l’avete mandato via?-

-Non fa parte di questo mondo- rispose semplicemente.

-Gli avete levato parte della sua memoria-

-Fu a causa di un mago della nostra razza che odiava gli umani. Riuscimmo a sorprenderlo mentre cercava di ucciderlo e per non spaventare ulteriormente Higor gli cancellammo alcuni ricordi. Al mago fu cancellata completamente la memoria e fu condannato all’esilio a viaggiare nel deserto per tutta la sua vita-

-Nel mondo umano…- le era difficile definirlo così visto che lei ci aveva vissuto per ben diciassette anni della sua vita -… ci sono Elfi?-

-Molti esploratori passano secoli sotto forma di animali a studiare il mondo, per questo non li hai mai visti, ma ci sono-

-E tutti che mi chiamavano l’ultimo elfo- sorrise.

-In effetti lo sei- ammise Brutre guardandola.

-Spiegati-

-Vedi tu sei l’ultima Elfo ad essere nata-

-Come  è possibile?- chiese sorpresa.

-Non siamo un popolo fecondo, ma siamo molti più di quanto tu immagini perché noi viviamo per molto tempo-

-Quanti anni hai Brutre?- chiese emozionata.

-Tra poco tu ne compierai diciotto se non erro e io ne ho cento in più a te-

-Ma…ma se hai l’aspetto di una ragazzo!- disse sorpresa.

-Hehehe grazie- sorrise divertito per  il complimento – Infatti tu avresti dovuto avere l’aspetto di una dodicenne umana. Ma si vede che in te c’è un grande potere e una grande forza-

-Non so se offendermi o rallegrarmi perché mi sembra che mi stai dando della vecchia-

-No, assolutamente. Prendila come un complimento perché adesso non invecchierai più per molto tempo, diventerai solo e sempre più bella- e lei sorrise arrossendo leggermente.

-Grazie-

-Di nulla- sorrise –Altre domande?-

-Si. Sei anche tu un esploratore?-

-Si-

-Perché se eravate a conoscenza di me non vi siete rivelati?-

-Non potevamo, non sapevamo dove i tuoi genitori ti avessero nascosta e poi noi non ci siamo spinti oltre la Grande Foresta Millenaria o almeno fino al momento in cui ti ho trovata-

-Eravate a conoscenza che Blakert si era schiuso?-

-Si gli alberi , la terra e le ninfe di acqua ci hanno raccontato tutto e dall’ora che io ho iniziato a cercarti-

-Perché tu?-

-Fui scelto dalla regina in persona, parlo di tua nonna-

-La conoscevi?-

-Era una donna magnifica e tu assomigli molto a lei gli occhi sono i suoi, ma hai la bellezza e la delicatezza di tua madre e la forza e l’intelligenza di tuo padre-

-Ma se mia nonna era la regina io sono…-

-Esattamente, la nostra principessa-

-Al momento non c’è nessuno a capo?- chiese intimorita da quel ruolo.

-Si, il consigliere più fidato di tuo padre. Sarà contento di rivederti-

-Lo spero-  lui sorrise e la prese di nuovo per mano. -Quanto ci metteremo?-

-Stanotte dormiremo nel bosco ma per domani al tramonto saremo arrivati- la rassicurò –Ti stanno aspettando-

___ 

-Inuyasha cosa ci fai da solo qui?- Elen era apparsa  alle sue spalle e si avvicinò per sedersi sul muretto. L’ultima volta che l’aveva vista era quando lei gli disse che Kagome era partita perché non sopportava la situazione con lui e suo fratello.

-Penso- la guardò sorridendo tristemente.

-Sono sicura che anche lei pensa a te- lui scosse la testa.

-No- fece una pausa –Le ho detto che io non l’amo più-

-Perché?- chiese tranquilla la bambina.

-Non lo so. Mi manca le vorrei chiedere di perdonarmi-si passo le mani nei capelli, esasperato.

-Hai combinato un bel casino-

-Grazie per il conforto-

-Sai che adesso potresti perderla per sempre?- lui si rabbuiò ancora di più.

-Ci ho pensato, ma non posso accettarlo io… la riconquisterò- era deciso.

-Il suo comportamento cambierà nei  vostri confronti- lo avvisò –Inuyasha lei è più di quel che credi-

-Cosa vuoi dire?-

-Lo capirai- e senza dire altro scappò via.

____ 

“A cosa pensi?” le chiese Blakert.

“Oh finalmente mi parli! Credevo che non l’avresti fatto più”

“Perdonami mio cuore, ma ero interessato a capire questo luogo”

“Hai scoperto qualcosa?” chiese sedendosi accanto a lui mentre Brutre accendeva un fuoco.

“È un luogo ricco di storia e magia. Mi piace mi sento a casa”

“Anche io” sorrise Kagome e lui le toccò la fronte con la sua.

“Lo so che lo stai pensando”lei si staccò stizzita da lui tornando gelida.

-Ti avevo detto che non ne volevo parlare!- era arrabbiata.

“Lo so, ma tu ci stai pensando e te la prendi con me?!” la rimbeccò “E se improvvisamente ti divinasse lui cosa faresti?”

-Gli parlerei da subordinato quale sono-

-Tutto bene?- le chiese Brutre.

-Si- disse più calma.

-Hai litigato con i Cavalieri?- le chiese.

-Non ne voglio parlare!- lo fulminò e lui sospirò deluso.

-Come vuoi. Adesso riposa che domani ci sveglieremo presto-

-Brutre cosa dovrò fare quando arriveremo?-

-Nulla Kagome solo essere te stessa- e si sdraiò accanto al fuoco.

___ 

-Sango cosa fai?- le chiese Miroku entrando nella sua stanza.

-Volevo divinare Kagome- disse.

-È tardi  ci proverai domani mattina, adesso va a riposare-

-Non ci riesco-

-Ci hai provato?-

-Sì, mi sono messa nel letto ma non riesco a prendere sonno, penso a Kagome hai visto i suoi occhi?-

-Ha ragione Sango l’hai assalita e lei voleva solo parlare-

-Per questo la cercavo le volevo parlare- disse tristemente e Miroku la baciò.

-Domani le parlerai e lei ti perdonerà-

___ 

Era sorto il sole ed erano in viaggio già da ore. Blakert era sempre silenzioso offeso dal comportamento di Kagome nei suoi confronti, lui voleva solo parlare e sperare che lei si liberasse di quel peso. Anche lei era silenziosa e Brutre non faceva altro che canticchiare con la sua splendida voce.

-Brutre il tempo qui passa più lentamente?- le venne in mente la storia di Higor ma quando aveva saputo che gli era stata cancellata la memoria forse lui era stato in quel luogo più di quanto ricordasse.

-No passa allo stesso modo, forse ti sembrava che passasse più lentamente perché non c’è nulla da fare, da guardare o da ascoltare-

-Già era tutto così silenzioso e piacevole-

-Sei proprio una di noi- Kagome sorrise contenta. –Vuoi fare un bagno?-

-Sì, mi piacerebbe!-

-Bene dietro a quelle querce c’è un lago,vai pure io aspetto qui con il tuo drago- Kagome lo guardò.

-Grazie ma preferirei che Blakert venisse con me- ammise imbarazzata.

-Come desideri- fece spallucce il giovane – Io vado a cacciare qualche lepre-

-Aspetta io credevo che noi fossimo vegetariani! Cioè io non riesco a mangiare la carne e Totosai mi ha sempre detto che era nella mia natura!- disse sorpresa.

-È così, solo che io ho scelto uno stile di vita come vedi sono in grado di trasformarmi in lupo e i lupi cosa fanno? Mangiano carne e io non resisto-

-Ma è … -

-No è il corso della natura- disse trasformandosi in lupo e scomparendo nel sottobosco.

“Sbrighiamoci”disse Blakert, lei lo guardò e annuì. Non ebbe vergogna di spogliarsi davanti a lui anzi era come se fosse in presenza di se stessa.

-Tu non vieni?- il lago era enorme e l’acqua era cristallina.

“Come mai adesso mi parli?” Kagome era già in acqua che nuotava entusiasta della freschezza e bevve anche dissetandosi.

-Perché non avrei dovuto parlarti?- chiese guardandolo tra l’offesa e il dispiaciuto.

“Ieri hai chiuso il discorso dicendo che non ne volevi parlare e io volevo solo sapere come stavi! Mi hai offeso Kagome non sono io quello che ti ha fatto soffrire e poiché sono parte di te sento la tua tristezza e questo non lo sopporto, ma ti prometto che quando torneremo io quel cagnaccio rognoso lo incenerisco!” ringhiò pieno di rabbia  e Kagome sentì la forza delle parole dentro di se.

-Perdonami Blakert- sussurrò triste e lui si tuffò in acqua creando onde.

“Certo mio cuore, ma non voglio che tu mi nasconda più niente!” lei annuì e gli schizzò l’acqua sul muso.

 

Quando tornarono al luogo dove stavano prima trovarono Brutre intento a  cuocere dei leprotti e quando li vide tornare alzò una mano in saluto.

-Fatto buon bagno? Tieni questi sono per te- le disse porgendole dei frutti.

-Si, grazie- prese un frutto e lo mangiò –Ehi è delizioso che frutto è?-

-Cresce solo in questo luogo è il Gad’rew ha molte vitamine e se sei stanco basta un morso e ti riprendi.

-Gad’rew eh? Blakert ne vuoi un po’?- gli chiese sapeva che lui amava la carne ma sapeva che l’avrebbe assaggiato per accontentarla. Infatti brontolò un assenso e lei ne lanciò uno e lui lo prese a volo.

“Sono sincero, niente male” ammise e lei sorrise.

-Cosa ne pensa?- chiese divertito Brutre.

-Gli piace- sorrise –Brutre come fai a trasformarti in lupo?-

-Molto tempo fa feci amicizia con un lupo e così ci legammo insieme-

-Dovevate essere molto amici per legarvi-

-Più di quanto tu possa immaginare era come un fratello- sorrise. Kagome era sempre più incantata da quel sorriso.

-Sai hai un sorriso davvero ammaliante- confessò e lui rise di gusto.

-Forse non te ne accorgi ma anche il tuo e credo che è anche più ammaliante del mio-

-Oh!-

-Posso farti io una domanda?- lei annuì mentre mordeva un altro frutto –hai cambiato il tuo carattere vero?- lei si sorprese di quella domanda.

-Sì. Inizialmente ero indifferente agli uomini del villaggio che mi disprezzavano e al contempo mi ammiravano e li odiavo perché non mi ritenevano una ragazza normale. Poi ho conosciuto i Cavalieri e sono diventata timida, mi imbarazzo facilmente e…- “Mi sono innamorata” pensò -… mi sono rammollita-

-Capisco e adesso come sarà il tuo comportamento nei loro confronti?-

-Non era solo una domanda?- sorrise –Non sarà più lo stesso verso due di loro… in realtà non lo so-

-Questo non è dovuto al fatto che hai vissuto troppo con gli umani perché  anche noi arrossiamo e ci imbarazziamo- la rassicurò.

-Ottimo, ma per una parte mi sono rammollita- sorrise amara.

Per il resto dei minuti rimasero in silenzio mentre Brutre mangiava e Blakert osservava i rami alti degli alberi.

-È ora di ripartire- disse il ragazzo alzandosi.

_____ 

- Non puoi farlo ti ricordi cos’ha detto?-

-Si, ma io non resisto devo sapere se mi può perdonare-

Erano di nuovo rinchiusi nella sala dei Cavalieri e si annoiavano a morte. Sango e Sesshomaru discutevano sul divinare Kagome, Miroku lucidava la sua spada e Inuyasha era perso nei suoi pensieri mentre osservava il quadro.

-L’avete mai osservato con precisione?- chiese attirando l’attenzione di tutti –Vi siete resi mai conto quanto siamo simili a loro?- tutti si avvicinarono al quadro e lo contemplarono attentamente.

-Hanno le spade come le nostre- esclamò Sango.

-Già è vero e tu Inuyasha hai lo stesso drago e la stessa spada di nostro padre che era un demone e io di suo fratello un mezzo demone- osservò Sesshomaru.

-Già, non mi spiego il perché-disse.

-Per quanto io posso provare affetto o odio per te sai che ho sempre ammesso che sei più forte di me, sei il degno figlio di nostro padre- era tremendamente serio e il suo sguardo era glaciale –Ti ricordi quando ci incontrammo e ci stavamo per ammazzare?- disse poi sorridendo.

-Fu un bello scontro- sorrise beffardo il mezzo-demone.

-Per poco non capitava di nuovo- il sorriso sulla bocca di Sesshomaru scomparve.

-Ahhh quando ci daranno il permesso di uscire da qui?- cambiò discorso Inuyasha che si alzò dalla sedia.

____  

“Guarda Blakert  c’è una radura!” esclamò Kagome.

“Ho proprio voglia di sgranchirmi le ali” disse scuotendosi.

-Brutre possiamo volare un po’?- chiese.

-Kagome tu sei libera di fare ciò che vuoi- sorrise quando Kagome lo ringraziò con un sorriso. –Ma quella sella è un po’ malconcia- notò.

-Già ho dimenticato di ripararla- guardò –Blakert vieni qui-

-Lascia faccio io- il giovane posò le mani sulla sella e con un incantesimo riuscì ad aggiustarla.

-Grazie, ma sapevo farlo anche da me e poi non ero libera di fare ciò che volevo?- chiese visibilmente offesa.

-Perdonami, ma ho promesso che non avresti usato la magia-

-E per quale motivo?-

-È la nostra legge. Quando torniamo dal mondo esterno non possiamo utilizzare la magia se non siamo prima davanti al Consiglio che ci esaminerà e vedrà se non abbiamo cattive intenzioni- spiegò pazientemente.

-Ma io non ho cattive intenzioni-

-Lo so.- lei scosse la testa arrendendosi e salì su Blakert.

-Vai- e Blakert volò nel cielo.

 

-Divertiti?- chiese una volta che furono tornati a terra.

-Molto grazie. Scusa se non ti ho chiesto di fare un giro ma Blakert non accetta che sia cavalcato da altri se non in casi estremi-

-Capisco- il sorriso non mancò –Ti va di correre un po’? Più avanti c’è un’altra radura e Blakert può raggiungerci li-

“Mi fido, vai!” la rassicurò quando lei lo guardò.

-Va bene- accettò.

Corsero fra le radici degli alberi, fra i prati che crescevano dove il sole riusciva a penetrare. Era quasi pomeriggio e continuarono a correre, Brutre continuava a trasformarsi in lupo e in ragazzo mentre Kagome divertita rideva e giocava mentalmente con Blakert che volava a loro ritmo. Poi Arrivarono nella radura e Blakert atterrò.

-Kagome vedi quel portone?- le indicò un portone tra due alberi, grosso e che s’intrecciava con le due grosse querce.

-Si- e lo guardò capendo cosa significava. Era emozionata e al contempo spaventata.

-Sei pronta?- lei annuì poco convinta ma iniziò la discesa a passo di Blakert che la seguiva di fianco con il la testa alta e le ali semi piegate in una posizione regale. Come sempre la luce creava giochi dorati sulle sue squame rendendolo ancora più bello.

“Ci sono io” la rassicurò e lei poggiò una mano sul ventre.  

 

Brutre si fermo e chiamò qualcuno che Kagome non vedeva poi improvvisamente il portone si aprì e mostrò tre giovani, bellissimi dai volti splendidi, che li attendevano.

Quando i tre Elfi videro Kagome e Blakert spalancarono gli occhi sorpresi, poi si diedero contegno e sorrisero emozionati e felici.

-Kagome ti presento i Guardiani della porta-spiegò –Lui è Jet- indicò il ragazzo che indossava una tunica celeste e rossa i capelli erano lunghi legati in una treccia appoggiata su una spalla ed erano di un biondo quasi bianco. Era alto e i suoi occhi erano grigi come i capelli di Brutre le sorrise e fece un inchino. –Kiren- indicò il secondo che era bruno e aveva occhi verdi, capelli corti e sorriso ammaliante. Anche lui si inchinò. –Puns-  capelli anche lui scuri e occhi verdi ma era più basso rispetto agli altri tre e sembrava a mala pena un ragazzo di diciotto anni. –Lui come te è stato l’ultimo ad essere nato ed ha venti anni- le spiegò.

-Bentornata nostra Signora- la salutarono i Guardiani con un altro inchino.

-Felice di conoscervi- non riusciva ancora a credere ai suoi occhi era in compagnia di un Elfo e adesso ne aveva conosciuti altri tre.

-Ti aspettavamo mia Signora- disse il ragazzo più piccolo e si fece di lato per lasciarla passare e lo stesso fecero gli altri due. Brutre la spinse dolcemente e lei fece il primo passo incerto.

-E se fosse tutto un sogno?-

-Non lo è! Forza ci siamo io e Blakert con te- e Blakert le mandò immagini di lui e lei insieme.

-Va bene- ed entro a testa alta.

 

Ben presto la città degli elfi si vide e Kagome trattenne il respiro e guardò Blakert che si avvicinò di più.

-Recherei offesa se entrassi in città su Blakert?- chiese a Brutre.

-No, anzi sarà più emozionante- e i Guardiani che la seguivano annuirono e sorrisero come segno di assenso.

Non se lo fece ripetere due volte e salì sul drago nero più calma e sorrise al pensiero di vedere gli Elfi. Quando uscirono dal sentiero ed entrarono in città gli Elfi lasciarono i lavori che stavano facendo e la guardarono con occhi spalancati. Nessuno parlava e questo demoralizzò Kagome che guardò Brutre che scosse la testa preoccupato . Poi un elfo da qualche parte urlò “Cavaliere” in elfico e tutti iniziarono a esultare e ad avvicinarsi al drago.

-Benvenuta!- urlavano –Lunga vita alla nostra Signora!- oppure –Grazie per il vostro ritorno-

“Cosa devo fare?” chiese a Blakert.

“Saluta!”rise il drago. Kagome alzò una mano e con un sorriso enorme li salutò e ringraziò.

-Un entrata più che trionfante- si complimentò Kiren.

Furono seguiti dagli Elfi fino all’entrata del castello. La città era bellissima le case erano tutte costruite sopra agli alberi o all’interno degli enormi tronchi. Il terreno era liscio e alla base di ogni scala c’era un giardinetto e fontane riempivano gli spazzi immensi tra gli alberi. Il castello non era da meno era tutta in legno alto e grande, sembrava che i rami degli alberi, che lo circondavano si fossero, incrociati per costruirla e capì che era stata costruita con la magia.

Lei non era in grado di spicciare parole voleva soltanto sapere di più di quel posto, della sua famiglia e di poter rimanere lì per molto, ma voleva anche tornare a Sougar e gridare all’intero mondo che gli Elfi non erano estinti ma erano lì.

Scese da Blakert che riuscì ad entrare all’interno del castello. Brutre le fece segno di aspettarla e scomparve lungo il corridoio che si trovava di fronte. Finestre riempivano l’intero ingresso dove c’erano quadri perfetti che raffiguravano i precedenti re degli Elfi e tra quelli c’era anche sua nonna. Era più bella del quadro che si trovava nella Sala dei Cavalieri e sembrava che fosse in procinto di muoversi. Kagome si rivide in quell’immagine e sperò che ci fosse anche un ritratto dei suoi genitori. Guardò Blakert che silenzioso e con sguardo attento ascoltava qualcosa che lei non poteva sentire.

“Cosa c’è?” gli chiese curiosa.

“Stanno per arrivare” lei non aggiunse altro ma guardò ancora il corridoio dove, uno per volta dietro a Brutre, coloro che dovevano essere del consiglio entrarono e si disposero a semicerchio. Non li avrebbe mai scambiati per vecchi se non fosse stato per i loro sguardi antichi e per i loro capelli  grigi. La guardavano seri come per studiarla e capire chi fosse.

-Consiglieri questa è Kagome Herfund, figlia della principessa Sentra Herfund e suo marito Kerones Gusten e nipote legittima della Regina e Cavaliere Krestian- la presentò e Kagome si sentì invadere da un brivido quando sentì quei nomi e il suo cognome che non aveva mai saputo.

-Grazie Brutre- disse uno dei consiglieri. Il giovane elfo sorrise e si congedò con un inchino mettendosi alle spalle di Kagome. Lei sapeva cosa sarebbe accaduto, sapeva che le avrebbero posto delle domande.

-Vorremmo tanto poterti accogliere abbracciandoti ma abbiamo delle procedure da rispettare, procedure che furono imposte da tua nonna- a parlare fu un altro consigliere forse il più anziano, non sapeva dirlo.

-Capisco- rispose e aspettò che iniziassero.

-Adesso ti faremo delle domande e giura nella nostra seconda lingua ovvero il Trenstac che dirai tutta la verità- Kagome fece come le era stato chiesto e facendolo aveva dato prova di tre cose: primo capiva l’elfico alla perfezione quindi era un elfo, secondo conosceva il Trenstac e  terzo che non avrebbe mentito.

-Chi sono i tuoi genitori?- chiese un altro.

-Come avete detto voi erano la principessa Sentra e Kerones, ma vi mentirei se vi dicessi che li conoscevo di persona. Sonno cresciuta con un demone che si chiama Totosai e stato lui a insegnarmi le arti magiche- spiegò.

-Come? E come hai imparato l’elfico?-

-Totosai mi ha detto che conosceva già i miei genitori e che fu mio padre a insegnargli la magia ma ha utilizzato anche dei libri che mio padre gli affidò e con quello ho imparato anche l’Elfico, anche se non ne avevo bisogno-

-Puoi mostrarci i libri?- lei annuì e estrasse da una sacca attaccata alla sella di Blakert i pesanti volumi.

-Ecco- disse a un Elfo che li prese e li passò ai consiglieri.

-Oltre hai libri hai ricevuto altro?-

-Si due spade- si tolse la cinghia dalle spalle e prese le due spade. –Fardentur la potete anche tenere tra le mani ma Murestan non credo cha sia possibile- i guardiani la guardarono sentendo quel nome con sguardo misto di eccitazione e timore.

-Perché?- chiese finto offeso  uno di loro.

-Perché solo io posso impugnarla- Kagome era magnifica, nelle sue parole e nel suo sguardo non c’era timore o emozione, almeno così sembrava.

-Ci voglio provare- il consigliere che aveva parlato prima si avvicinò a Kagome che tese la Nera. L’Elfo pose le mani per reggerla e quando la prese cercò di alzarla ma non vi riuscì. E sorrise compiaciuto –Bene- disse e tornò al suo posto.

-Abbiamo dati sufficienti su di te adesso parliamo del tuo drago. Come si chiama?-

-Blakert-

-Come l’hai trovato?- Kagome riassunse tutto il periodo senza di lui e il momento in cui si furono riuniti.

-Storia interessante- rispose un altro vecchio –Quali sono le sue capacità?-

-Riesce a sentire i pensieri degli altri Cavalieri e io come lui sento quelli dei loro draghi-

-Come sono le sue fiamme?-

-Oro puro, come lo sono i suoi occhi e le sue squame alla luce- si girò a guardarlo.

-Ti sta dicendo qualcosa?- chiese un Anziano.

-Vuole sapere quando l’interrogatorio finirà- gli Anziani risero divertiti.

-Una richiesta solo potete aprirci la vostra mente per un solo secondo?- chiese dolcemente il primo Anziano. Cavaliere e Drago annuirono.

Una volta che finirono l’ispezione i Consiglieri rimasero in silenzio per un po’ poi sorrisero e dissero –Benvenuta tra di noi Principessa- Kagome si sciolse e sorrise abbracciando Blakert.

-Complimenti mia Signora- fece Brutre inchinandosi.

-Brutre non c’è bisogno di queste formalità lo sai- sorrise lei.

-Devo, adesso siete la principessa- era serio questa volta e il sorriso non si disegnò sul suo bel viso.

-Ma…-

-Il mio lavoro qui è finito. È stato un onore conoscervi e buona fortuna- e facendo un altro inchino se ne andò.

-Mia Signora, venga le mostro il castello- fece un Consigliere – Mi presento sono Bneron e sono stato scelto da vostro padre per governare questa città fino al vostro ritorno e sono contento che siete arrivata- le disse emozionato.

-E io sono felice di esserci e di conoscervi- sorrise.

Esplorò tutto il castello sentendo storie sulla sua famiglia e sulla sua dinastia. Le furono chiarite molte cose soprattutto riguardo alla magia nera.

-Tutti noi utilizziamo ancora quel tipo di Magia che dagli uomini fu chiamata nera perché pericolosa per loro e perché molti incantesimi portano alla morte, e solo questi ultimi li abbiamo utilizzati per l’ultima voltai nell’ultima battaglia-

-È un sollievo per me saperlo- era davvero sollevata –Perché non vi siete fatti più vedere dagli uomini?-

-Vedete principessa non è facile. Noi siamo stati perseguitati dagli uomini e diciamo che ne eravamo spaventati-

-Come potevate essere spaventati se eravate più forte di loro?- chiese indignata.

-Non erano uomini normali erano immuni ai nostri incantesimi e avevano armi che risucchiavano la nostra anima- spiegò tristemente.

-Mi perdoni- chiese imbarazzata.

-Di nulla mia Signora- scosse la testa il consigliere -  Ecco questa è la vostra dimora, da quella porta può entrare il vostro drago – era enorme in modo che il drago potesse entrarvi e la stanza non era da meno.

-Grazie è bellissima-

-Ma non quanto voi. È più bella di sua nonna e sua madre-

-Mi imbarazza, ma grazie- il vecchio rise.

-Si riposi e appena vuole parlare con noi del Consiglio ci sarà la vostra dama qui fuori-

-Grazie. Ma vorrei parlarvi proprio adesso è urgente- il consigliere divenne serio e annuì.

Si ritrovarono in una stanza enorme con un tavolo altrettanto lungo enorme e a capo tavola c’era una sedia più grande delle altre. Bneron le fece segno di accomodarsi lì e lei si sedette alla sua sinistra e anche gli altri consiglieri presto arrivarono, lasciando però la sedia alla sua destra vuota.

-Signori vi ho riuniti per parlarvi di una cosa molto importante- disse passando lo sguardo da consigliere a consigliere –Non molto tempo fa io e un altro Cavaliere fummo attaccati da un esercito che non pativa le fiamme dei nostri draghi, ma riuscimmo lo stesso a sterminarli perdendo gran parte del nostro esercito. Riuscimmo a catturare uno di loro e scoprii che parlava il Trenstac, gli chiesi chi era e chi lo comandava e lui mi rispose dicendo che Tormento era rinato e anche Greston- fece una pausa –Mi disse anche un’altra cosa: “La vostra fine è vicina sporchi Elfi” e da lì che ho capito che eravate ancora vivi. Ma la mia domanda è conoscere Greston e Tormento?- ma tutti scossero la testa e Kagome si avvilì.

-I Cavalieri non ci parlavano mai dei loro nemici e noi non avevamo alcun potere per costringerli a parlare- spiegò un consigliere.

-Va bene. Allora passiamo alla mia richiesta. Io Cavaliere e Principessa vi chiedo di unirvi a me per combattere questo nemico, non saremo soli ma con noi ci saranno uomini, demoni e mezzo-demoni- nella sala si alzò un brusio e Kagome si sentì a disagio, aveva bisogno di Blakert –Lo so che per voi è difficile ma nella lettera mia nonna ci aveva detto che noi ultimi Cavalieri siamo l’unica speranza, ma non siamo abbastanza forti da soli abbiamo bisogno di alleati!- disse con nuova speranza.

I consiglieri si guardarono e poi rimasero in silenzio e Kagome capì che comunicavano mentalmente.

-Cosa dobbiamo fare?- Kagome sorrise soddisfatta e contenta.

-Prendete delle mappe- disse decisa con il fuoco negli occhi.

 

Presto in tutto il mondo Elfico fece il giro la notizia che la principessa era tornata e fu organizzata una festa dove molti elfi provenienti da altre città si riunirono. Iniziò a girare anche la notizia di creare nuovi eserciti e di nuove battaglie e molti elfi maschi esultarono poiché aspettavano da tempo quel momento. Kagome e il Consiglio si organizzarono per il reclutamento dei guerrieri, della fabbricazione di spade e armature e per l’organizzazione di coloro che dovevano utilizzare solo la magia.

-Mi dispiace organizzare un esercito in un giorno di festa- i consiglieri sorrisero al suo che era di disagio.

-Lo capiamo, tutti gli elfi lo capiscono-

-Vorrei solo un’altra cosa- tutti si fecero attenti –Che Brutre diventi un mio consigliere-

-Come desideri-

Quella sera Kagome e Blakert si divertirono ascoltando le storie e le canzoni a loro dedicate. Grandi tavoli erano ricolmi di cibo e posti al centro della zona più grande della città ed era illuminata dalla magia.  Poi fu il tempo di riposare e quando Kagome entrò in camera aspettò Blakert che arrivasse.

“Sei stanca adesso riposa” le disse.

-Si però avvicinati di più al letto- lui si avvicinò e posò la sua testa accanto a quella di Kagome. –Ti voglio bene Blakert-

“Anche io mio cuore” e si addormentarono stanchi.

_______  

Passarono altri cinque giorni  tranquilli. Kagome  e Blakert avevano fatto il giro dell’intera città, conosciuto Elfi di grande importanza i guerrieri da reclutare e i fabbri più anziani e migliori dell’intero mondo elfico e umano. Brutre era ritornato a corte sorpreso e grato dalla notizia di essere diventato consigliere di Kagome. Fu reclutato anche lui e il più giovane dei Guardiani della porta si offrì volontario.

-Ma il tuo compito è quello di proteggere la porta- disse sorpresa Kagome.

-Gli altri miei compagni mi hanno dato il permesso e poi ho bisogno di azione- sorrise.

-Va bene resterai con me- sorrise.

-Ne sono onorato-

Kagome imparò altre tecniche mediche e di lotta, infatti si allenò con Brutre che era davvero abile ed era emozionante perché riuscivano a tenere il suo passo, l’unico che era riuscito a fermarla era stato Inuyasha. Al ricordo di quel nome si ricordò che doveva sapere cosa accadeva a corte.

Corse nella sua camera e fu raggiunta da Blakert, si avvicinò allo specchio e senza rendersene conto divinò la stanza di Inuyasha ma era vuota. Si preoccupò, di solito a quell’ora erano a cambiarsi. Divinò anche gli altri tre ma fu lo stesso erano vuote.

“È se è successo qualcosa?” chiese preoccupata guardando Blakert.

“Prova a divinare la palestra” le suggerì.

-Speriamo che ci sia del’acqua- pregò e divinò anche la palestra ma anche quella era vuota. –Dobbiamo partire!- disse agitata.

“Per dove? Kagome e se si stessero allenando?”

“Non lo so, comunque l’ora di partire è giunta!” poi guardò di nuovo lo specchio “Aspetta” e divinò la Sala dei Cavalieri. Erano tutti e quattro lì che discutevano con il re, Koga e un comandante. Sul tavolo una mappa e i loro volti erano agitati.

-Dobbiamo parlare con Kagome!- propose Sango agitata.

-Ci metterebbe troppo ad arrivare e poi non siamo sicuri che siano nemici!- disse Inuyasha.

-Ma se li hanno avvistati che venivano dall’ Oceano rosso ci attaccheranno alle spalle fra meno di cinque giorni-

“Cinque giorni? Non ce la faremo mai!”pensò Kagome.

-E se avessero avuto delle allucinazioni?- chiese Sesshomaru.

-Ehi non ti permetto di offendere il mio popolo! Siamo abituati al calore e non abbiamo mai avuto allucinazioni- lo ammonì Miroku.

-Nonostante ciò ci dobbiamo preparare. Miroku vai da un mago e digli di avvertire i popoli di spostarsi nell’oasi più lontana dalla traiettoria del’esercito-

-Si signore- e uscì.

-Capitan Koga preparate gli eserciti e iniziate ad avanzare verso il confine- Koga annuì –Sango, Sesshomaru e Inuyasha pregate che Kagome sia viva e torni presto-

La credevano morta? Quindi credevano che non li avesse trovati? Va bene come desideravano! Avrebbero ricevuto una bella notizia. Salì in groppa a Blakert e si diresse verso il campo di addestramento.

-Signori preparatevi oggi si parte!- annunciò e i reclutati urlarono carichi e emozionati –Dovremmo correre molto veloci abbiamo di tempo solo cinque giorni. Non verrete tutti mi bastano anche solo una ventina di voi e tra questi ci saranno Brutre e Puns- e andò verso l’armeria del castello.

-Kagome cos’è questa storia?- chiese il Primo consigliere.

-Ho scoperto che la Corte sta per essere attaccata e abbiamo solo cinque giorni- disse stringendo alla sella una sacca con l’armatura.

-Capisco- disse il consigliere –Dovrete correre molto veloce se non vi fermerete durante la notte entro due giorni all’alba dovreste trovarvi alla fine del confine del Deserto di Erba- disse l’elfo pensando.

-Si ma lo stesso non riusciremo ad arrivare a Sougar in tempo per la battaglia i soldati si stanno radunando sul confine sud del regno- disse smaniosa mentre decideva cosa portarsi. -Mi serve qualcosa che ci mantenga sazi e dissetati-

-Per questo non c’è problema- disse il vecchio –Ho saputo che porterai con te anche Puns è vero?-  

-Si è utile ha poteri che possono servirci- disse guardandolo.

-È un vantaggio. Nella foresta Millenaria esistono creature che gli uomini neanche immaginano, potrebbe richiamarli vi saranno utili sono molto veloci anche rispetto alla loro statura. Potranno ricoprire tre giorni di marcia in uno solo-

-Davvero?-

-Si!- disse fiero di essersene ricordata.

-Allora avverti Puns io raduno gli uomini-

______  

 

-Hanno detto che è arrivato un cavallo con un corpo di un uomo decapitato… era un nostro mago- disse bianco di volto Miroku.

-Non c’è dubbio che stiano arrivando ma perché avvisarci del loro arrivo?- disse frustrato Inuyasha.

-Devi parlare a Kagome- disse Sango. Aveva uno sguardo serio non adatto al suo volto principesco.

-Ci ho provato e lo sai!-

-Quando era ancora protetta? No non ci hai provato sei un codardo Inuyasha essere pronto per una battaglia non significa essere coraggiosi se non si sa affrontare una  situazione così!- urlò lei esasperata dal suo comportamento.

-E tu ci hai provato? O hai paura che non ti parli?- la rimbeccò stizzito poi corrugò la fronte e guardò tutti e tre i cavalieri –Correte a sellare i vostri Draghi partiamo appena pronti-

____ 

Erano riusciti ad uscire  dal Deserto di Erba in un giorno soltanto e si apprestavano ad entrare nella foresta in un punto dove gli uomini non si spingevano. Blakert per tutto il tragitto aveva volato mentre Kagome aveva corso insieme ai suoi uomini.

-Puns!- chiamò appena si fermarono il giovane elfo annuì e iniziò una cantilena.

Poi la terra iniziò a tremare e alberi e massi iniziarono a muoversi e a prendere forma di enormi uccelli ideali per trasportare tre Elfi ciascuno.

-Cosa sono?- chiese meravigliata.

-Giganti del bosco- spiego Brutre –Animali leggendari che si mimetizzano con la natura e restano nella loro posizione anche per secoli se non hanno il desiderio di muoversi o non sono risvegliati-

-Dicevo che in questo posto c’era della magia- sussurrò ammirando gli splendidi animali che si scuotevano e aprivano le loro ali. Erano poco più grandi di Blakert ed erano fatti di tronchi e foglie. Puns continuò a parlare ai Giganti che annuirono a ogni sua parola e lui sorrise soddisfatto.     

-Hanno accettato- disse rivolto agli Elfi che sorrisero soddisfatti.

-Bene allora partiamo- Brutre preferì correre sotto forma di lupo mentre Puns salì in groppa a Blakert con Kagome e gli altri si divisero il sei gruppi da tre e cavalcarono le creature.

___ 

-Buona fortuna Cavalieri- augurarono i tre anziani.

-Sango piccola mia io desidero che tu rimanga con me- disse tristemente ma con un raggio di speranza il re.

-No nonno. Sono un Cavaliere e come tale devo proteggere il paese e combattere affianco dei miei compagni- si era alterata per quella proposta ma ne era anche felice –Kagome ci raggiungerà nonno- disse e il re si rabbuiò. –Vedrai- disse lei abbracciandolo.

-In caso non riuscissimo a trattenere  i nemici organizzate una truppa che vi accompagni al regno più vicino e fate in modo che la gente si metti in salvo- interruppe il dolce momenti Inuyasha.

-Certo Capitano- sorrise il re –Siamo tutti nelle vostre mani Cavalieri- si rivolse ai tre giovani che si erano posizionati vicino ai loro draghi.

Saliti presero le loro spade e puntandole verso il cielo urlarono: -Uniti così per non dividerci mai!-

E i draghi ringhiando anche loro al cielo spiccarono il volo. Avrebbero impiegato due giorni per arrivare al confine ma andava bene così visto che i nemici distavano ancora a cinque giorni di distanza. Non si erano spostati e questo era strano.

____ 

Dall’altra parte, a nord, Blakert e i Giganti volavano più veloci che poterono passando anche sui villaggi della Grande Foresta Millenaria spaventando gli abitanti, ma appena le tenebre calarono avevano già superato di molto la Foresta.

­“Kagome io devo riposare sono esausto” anche i suoi pensieri esprimevano la stanchezza “portare solo te e a una velocità più tranquilla era un conto, ma in due e così veloci ne è un altro”

“Capisco e sono d’accordo faremo una pausa” fece segno ai giganti di atterrare e riposare, gli elfi non protestarono perché capirono le esigenze del Drago.

-Potremmo dargli un po’ della nostra energia- propose Puns.

-No anche se abbiamo materiale sufficiente per recuperarla non possiamo sprecarla- Puns rimase scioccato.

-Tranquillo me l’ha detto lui e io sono d’accordo e poi bastano poche ore per riprendersi del tutto- sorrise lei ma si capiva che era ansiosa di arrivare.

___ 

Anche Inuyasha, Sesshomaru,Miroku e Sango si erano fermati per una pausa. Si trovavano seduti intorno a un fuoco mentre della carne si arrostiva.

-Lo ammetto sono agitato non ho mai combattuto realmente- ammise Miroku.

-Mi hai fatto ricordare che vi devo spiegare come funzione il combattimento- si ricordò Inuyasha.

-Allora spiegacelo-

-Bene. Il fuoco dei draghi non funziona contro di loro Kagome disse che erano protetti da delle armature speciali quindi l’unico modo che i nostri draghi possono ucciderli solo mordendoli o schiacciandoli ma devono stare attenti alle lancia, agli arcieri e ai nostri soldati. Noi dobbiamo evitare di essere colpiti a fondo le loro lame sono anche loro impregnate di magia che ci risucchiano le energie. Utilizzate il vero potere delle vostre spade solo in casi estremi e lo stesso è per la magia- si ricordò il volto di Kagome dopo aver usato la magia in battaglia ed era già esausta ma non si arrese perché doveva aiutare i feriti. Rabbrividì e gettò un legnetto secco nel fuoco e rivide il suo volto. –Adesso sapete cosa fare andate a riposare farò io la guardia-

____ 

Ripartirono dopo dieci ore su richiesta di Kagome preoccupata per Blakert. Non mangiarono nulla e volarono a stomaco vuoto non avevano fame e potevano resistere anche per due giorni senza mangiare.

Sotto di loro veloce Brutre correva a passo del drago e dei Giganti. Alle prime luci dell’alba erano a metà tragitto per arrivare a Sougar. Avevano deciso però di non passargli al centro ma fare il giro per non farsi scorgere.

Blakert anche questa volta volò molto veloce e Kagome decise di correre in modo da non farlo stancare troppo. Il giorno dopo arrivarono presso il territorio della Corte di Sougar e ne  furono felici.

Un altro giorno a quella velocità e sarebbero arrivati nell‘ Oceano Rosso.

____ 

Avevano raggiunto l’accampamento dei soldati la sera del secondo giorno. Il confine non era desertico, non c’era sabbia rossa ma una steppa che si estendeva per miglia prima che subentrasse il deserto, ed era una posizione ottima per il combattimento. L’accampamento era ben preparato c’erano piattaforme innalzate per ospitare gli arcieri. Altre guardie erano sedute insieme a dei maghi intorno a un falò mentre altri brindavano alla guerra o scrivevano alle loro mogli, infatti a Sougar tutti dovevano avere un educazione e non c’erano poveri.

-Cavalieri il capitano vi aspetta nella sua tenda- disse un cadetto facendo un inchino.

-Cosa ci fai tu qui? Non sei troppo giovane per la battaglia?- chiese Sango avvicinandosi ai due.

-Sono qui solo per descrivere ciò che accade Signora-

-È comunque pericoloso- rispose lei vaga. –Appena puoi torna a Sougar e di che è un mio ordine e resta con la tua famiglia-

-Signora è un onore, ma sono stato io a chiedere di essere qui. Sono bravo e non ho paura- disse fiero il ragazzo.

-Davvero?- chiese con un sopracciglio alzato Sesshomaru avvicinandosi al ragazzo che vedendolo si fece piccolo. –Vedremo poi in battaglia- scommise e il ragazzo lo guardò con offesa mentre tutti i Cavalieri si dirigevano verso la tenda.

 

Quando entrarono Koga e altri capitani d’esercito discutevano dell’organizzazione.

-Sera- salutarono i Cavalieri.

-Buona sera. Fatto buon viaggio?- chiese il capitano basso con la barba lunga –L’esercito si è spostato saranno qui tra tre giorni-

-Allora come siamo organizzati?- passarono la notte a decidere le strategie di attacco e a spiegare ai soldati come uccidere i nemici.

____ 

Kagome e gli elfi, invece, avevano passato la notte a riposare  più tranquilli.

“A cosa pensi?” chiese Blakert a Kagome che guardava il cielo stellato.

“A cosa dovrò fare quando lo rivedrò?” si stava aprendo.

“Non lo so cosa farai ma stai tranquilla che si sistemerà tutto”

“Può darsi ma non ho dimenticato quello che mi ha detto” disse con rabbia.

“Forse ma ne sei ancora innamorata”

“Si è questo mi distrugge!” sussurrò con la mente nascondendo il viso tra le gambe raccolte al petto.

-Tutto bene Kagome?- chiese Brutre avvicinandosi e porgendole della frutta.

-Parlavo con Blakert- ammise senza alzare la testa.

-Mi dispiace di avervi interrotto torno dopo- disse il ragazzo-lupo guardando il drago negli occhi dorati.

-No, non preoccuparti- finalmente lo guardò –Siete pronti alla battaglia?-

-Più che mai. Abbiamo combattuto già in altre battaglie al fianco dei Cavalieri-

-Ottimo però c’è una cosa che devo dirvi quindi riuniscili e vi spiegherò-

Brutre annuì e tornò poco dopo con i suoi compagni.

-Signora- ogni volta che la vedevano la salutavano ma non era fastidioso anzi le piaceva.

-So che siete i più forti e valorosi per questo ho scelto voi ma devo spiegarvi la procedura di combattimento- li guardò uno ad uno erano tutti bellissimi e ognuno vantava di una qualità. –Allora i nemici sono immuni al fuoco dei nostri draghi infatti loro attaccheranno con gli artigli quindi se li vedete allontanatevi dalla loro traiettoria non che non vi riconoscano ma è meglio così. State attenti alle loro lame prendo la vostra forza ma le loro armature nonostante li protegga dal fuoco sono abbastanza deboli da essere penetrate. Oh utilizzate la magia solo in casi estremi- tutti annuirono e un elfo alzò la mano per parlare.

-Signora conosco questi nemici li ho personalmente combattuti non sottovalutateli spesso si rialzano anche dopo ferite mortali- fu come cadere in un lago ghiacciato Blakert brontolò e Kagome si incupì.

“Ecco perché ci sembravano che non finissero mai e non capivamo da dove provenissero… perché si rialzavano!!!”

“Già e se questa volta l’esercito è più grande dobbiamo faticare di più” –Conosci i loro punti deboli?-

-Si Signora, gli unici due modi per abbatterli sono l’utilizzo della magia, decapitarli o colpirli più volte in modo che muoiano  dissanguati- spiegò.

-Grazie adotteremo le tecniche che hai detto, ma vi ripeto utilizzate solo in casi estremi la magia perché cureremo i feriti dopo la battaglia-

-Si Signora-

-Adesso andate a riposarvi ci aspetta un altro giorno di viaggio-

____ 

Un’ altra notte era passata tranquilla, sull’orizzonte nessuna traccia di nemici, nell’aria profumo di tensione e adrenalina e il suono dei cuori dei guerrieri. L’alba era arrivata da tempo e Inuyasha si allenava con Sango a utilizzare la spada, da quando aveva trovato la magia dentro di se era diventata più forte e anche Miroku tanto da riuscirlo a stancare.

-Va bene basta così- disse grondante di sudore mentre Sango ansimava esausta.

-Mi hai sfinito- disse raddrizzando le spalle –Sono tre ore che ci alleniamo-

-Per tua fortuna era un allenamento aspetta che arrivi la battaglia- le disse aspro.

-Inuyasha?- lui la guardò ripulirsi i pantaloni –Credi che Kagome ritorni?-

-Vatti a fare un bagno- lei lo guardò dispiaciuta e annuì anche se lui non poteva vederlo.

La sera arrivò presto e il cielo accolse la luna crescente e le sue sorelle stelle, erano seduti e mangiavano concedendosi per la prima volta dopo l’arrivo nell’accampamento delle risate anche se erano nervose.

-Miroku ti ricordi quella volta che Ginevra ti diede buca?- chiese Sesshomaru che si manteneva la pancia dalle risate.

-Non c’è nulla da ridere!- protestò il moro poi ghignò e disse: -Sesshomaru ti ricordi quella volta che ti ubriacasti e ti baciasti la scopa? Bella Demone la chiamavi!- e scoppiò a ridere seguito da Inuyasha e Sango che erano a terra e piangevano. Sesshomaru dal canto suo era rosso di vergogna era già umiliante essersi ubriacato, lui un demone che non resiste all’alcol ma baciarsi una scopa…

-Sango non fare la santarellina che tu ne hai combinate di peggio!- la prese di mira il demone.

-A si? E sentiamo un po’!-

-La tua prima volta a dorso del tuo drago… sbaglio o ti spaventasti-

-Non fa per niente ridere- fece la linguaccia lei ma arrossì quando vide Inuyasha e Miroku abbracciarsi perché non riuscivano a mantenersi in piedi.

-Già avevi ragione era la tua faccia a far ridere- ghignò il demone soddisfatto.

-Io ti odio Sesshomaru!!!!- urlò.

-Anche io ti voglio bene- rise lui.

-Signori scusate l’interruzione ma è urgente venite a vedere!- esclamò un soldato tutto trafelato.

I Cavalieri diventarono seri in un batter d’occhio e  corsero dietro al soldato. Quando arrivarono su un altro cavallo un soldato decapitato e attaccato a un polso c’era un bigliettino. Inuyasha lo prese e lesse.

“ Guardate l’orizzonte la vostra fine è vicina” erano in anticipo di due giorni… come avevano fatto a spostarsi così velocemente?

Inuyasha si arrampicò su una piattaforma abbandonata dagli arcieri perché curiosi di vedere il mal capitato, ma quando guardò verso l’orizzonte macchie indistinte fecero capolino. Nonostante fosse buio li vide a dorso dei loro cavalli… i nemici.

-TUTTI ALLE ARMI!!!!!- urlò e improvvisamente nell’accampamento regnò il caos.

Armature che venivano infilate, spade che tintinnavano a contatto con l’acciaio che proteggeva le gambe, urla di ordini, soldati che correvano a destra e a manca. I Cavalieri corsero a indossare le loro armature per poi correre dai draghi.

-Buona fortuna- augurò Inuyasha ai suoi compagni che annuirono.

“Ci siamo” dissero i draghi ai loro Cavalieri “Uniti vinceremo” e ruggirono alla luna per poi spiccare il volo.

Squilli di trombe e urla dei guerrieri segnarono l’inizio della battaglia. Nemici e alleati si scontrarono mentre i draghi provavano ancora a sputare il loro fuoco contro i nemici, ma senza risultati.

Poi tra i rumori della battaglia si sentirono grida agghiaccianti e nel celo apparvero gli uccelli della battaglia precedente, con la differenza che erano più grandi e più forti.

I draghi portarono a terra i loro Cavalieri che si gettarono nella mischia, mentre loro cercando di evitare le frecce andarono contro gli strani uccelli. Per ore si sentirono soltanto grida e ruggiti di dolore e rabbia dei draghi e i loro cavalieri combattevano per resistere al dolore che provavano. Improvvisamente ci fu uno spostamento d’aria e i nemici di fronte a Inuyasha furono uccisi. Inuyasha spalancò gli occhi dinanzi a lui un giovane con i capelli corti e grigi e due orecchie a punta, guardò verso gli altri cavalieri che si trovavano nella sua stessa situazione, protetti da giovani.

-Scusate il ritardo- disse il giovane sorridendogli.

-Chi sei?- chiese ancora sconcertato.

-Il consigliere di Kagome. Piacere io sono Brutre-

 

Fineee

Eh che ne dite? Rimasti con il fiato sospeso? Mi sento cattiva quando faccio finire i capitoli così… in realtà mi diverto anche.

Beh dai spero che comunque ciò vi faccia diventare più curiosi e leggere anche il prossimo capitolo.

Ringraziamenti:

 -makiolina: ciao sono contenta che ti sia piaciuto. E si avevi proprio ragione la battaglia è arrivata improvvisamente. Mi dispiace anche qui ti faccio morire di curiosità(almeno credo XD) comunque aspetto altri commenti un kizullo ciao!

-le_montagnine: ele sono contenta di risentirti, mi sei mancata!hihihihi. Beh a ritornare ritorna ma con Inuyasha… mmm … si vedrà ^#^ non dico niente. La battaglia è arrivata credo che isa sia contenta no? Il prossimo sarà pieno di sangue hehehehehehehhe. Aspetto il prossimo post ciao!

-achaori: eccolo qui il nuovo capitolo tutto nuovo e pieno di sorprese! Che ne pensi del mondo degli elfi? E di Brutre? E si Inuyasha è davvero masochista ma se ne è pentito di aver lasciato Kagome, ma la domanda adesso è: lei lo perdonerà? Dalla reazione che ha avuto con Blakert io penso… a niente. Heheh che demente che sono. Aspetto anche la tua recensione a presto ciao!

-fmi89: eccoti accontentata^^. Per lei è stata davvero dura trovarsi di fronte al suo popolo e soprattutto quando deve superare l’esame. Mi fa sempre piacere che la mia storia coinvolga molto e mi fa piacere aver letto un’altra tua recensione. A presto ciao!!!

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Capitolo 21
*** Ritorno sul campo di battaglia! ***


10.2

The War Of The Dragons

Capitolo 10.2

Ritorno sul campo di battaglia!

 

Le sorprese della natura non finiscono mai

Se l’arcobaleno tu vedrai

Felice diventerai.

È strano come un semplice arcobaleno dia vita a un sentimento

Un sentimento senza tempo.

Eppure sul campo di battagli quell’arcobaleno non significa altro

Se non il pensiero di un corpo massacrato.

 

 

 

La battaglia era cominciata da poco. Era arrivata in tempo per aiutare i suoi compagni e questa la sollevava, ma non aveva dimenticato cosa alla fine della battaglia le aspettava ricordava ogni stante di quella combattuta con Inuyasha e quando ne era uscita distrutta.

Aveva fatto in modo che quattro elfi, compresi Brutre e Puns avvisassero del loro arrivo i Cavalieri ignari di tutto, mentre lei osservava la situazione dal dorso di Blakert. Sulle retrovie, delle fiamme e fumo si innalzavano verso il cielo stellato ma i draghi non avevano capito che il loro fuoco era tutto inutile. Mentre guardava l’esercito nemico che si abbatteva contro gli alleati, in fondo tra le fiamme vide una figura nera grande quanto Blakert ma quando riaprì gli occhi dopo un secondo non c’era più.

“Stanno arrivando!” affermò Blakert ma Kagome lo guardò interrogativa. “Quegli strani uccelli” spiegò e proprio in quel momento strida strane riecheggiarono nell’aria.

“Non ci voleva!” ringhiò Kagome mentalmente senza l’aiuto dei draghi era impossibile uscirne sani o vivi, l’esercito nemico era più numeroso e quello alleato era composto per lo più da umani troppo lenti per i nemici troppo veloci.

Scesa da Blakert e dopo averlo salutato con lo sguardo, che lui ricambiò, gli fece segno di andare. La battaglia era iniziata.

Seguita dagli altri elfi prese le sue spade e corse nella mischia colpendo i nemici con abili mosse.

 

-Scusate il ritardo!-

-Chi sei?- fece Inuyasha osservando quel ragazzo dai strani lineamenti che gli sembrava di aver già visto.

-Il consiglieri di Kagome, piacere Brutre ma credo che non sia un buon momento per le presentazioni. Siamo qui per aiutarvi per ordine della mia Signora- Inuyasha non ci aveva capito un bel niente ma annuì di alleati ne avevano bisogno, ma la curiosità era più forte stava per chiedere chi fosse la loro Signora ma un ombra nera volò sulle loro teste e Inuyasha capì. Ecco perché aveva già visto quel volto… Kagome. Lei era lì, arrivata in tempo e per aiutarli e quello guerriero non poteva che essere…

 

Urlò mentre si avventava contro un nemico e lo uccideva e provò piacere quando la lama bianca di Fardentur si conficcò nella carne. Quella sensazione che temeva di provare era lì più forte che mai.

Stava per estrarre la lama quando qualcuno le ferì il braccio, come la prima volta non aveva sentito il nemico arrivare e come la prima volta la rabbia la assalì. Aveva perso il controllo troppo presto perché sentiva la rabbia di Blakert scorrerle nel corpo, doveva imparare a chiudere la mente almeno in battaglia.

Ci provò in quel momento,ma il nemico la ferì per una seconda volta e quando vide per la terza volta la lama arrivare per colpirla ne vide un’altra fermarla. Una cascata di capelli argentati fu la seconda cosa che vide, poi la assalì il profumo… Sesshomaru.

-In battaglia si cerca di sopravvivere- la canzonò.

-Cercavo di chiudere la mente con Blakert- rispose lei acida.

-Sei troppo concentrata a combattere non ci riuscirai, lo dovevi fare prima- disse senza guardarla continuando a rimanere di spalle. –Cerca più tosto di non farti ammazzare sei appena tornata e non voglio di certo che te ne vai, ma questa volta senza fare più ritorno- lei sbuffò scocciata anche se era contenta del bentornato del demone. Prese la sua spada e tornò a combattere.

Più combatteva più era accecata dalla rabbia che,appunto, cresceva a ogni colpo, sentiva di dover uccidere quella gente, di soddisfare la sua rabbia perché erano stati loro a uccidere i suoi genitori, erano stati loro a eliminare i Cavalieri e sempre loro avevano costretto gli Elfi a scappare!

Il solo modo per ucciderli definitivamente era decapitarli o colpirli al cuore e lei lo faceva. Girava, scartava incrociava le due lame opposte e staccava la testa al nemico sporcando le spade, la sua armatura e la faccia del suo sangue. Ma anche lei pian piano si feriva non solo fisicamente ma anche mentalmente.

 

Qualcosa attirò la sua attenzione mentre il giovane straniero accanto a lui combatteva utilizzando anche la magia, Sango stava utilizzando il potere della sua spada ma lui non poteva fare altrettanto, le fiamme contro i nemici non servivano a nulla. Ci pensava e ripensava sentendosi inutile poi si diede dello stupido mentalmente il potere era utile se lo utilizzava quando la lama si trovava nel corpo del nemico.

Erano stato ferito più volte ma non gravemente anche se la ferita alla gamba gli doleva molto. Aveva appena utilizzato il potere della sua spada e vedeva il nemico urlare dal bruciore poi improvvisamente un boato e un polverone che si alzava al centro della battaglia, un ululato e lo strano ragazzo corse in quella direzione.

“Cosa sta accadendo?” pensò  Miroku agitato.

 

Era lì in compagnia di Sesshomaru mentre continuava a combattere, mentre la sua coscienza come la sua spada si sporcava di sangue e nel frattempo il piacere aumentava. Sentiva dal fondo la necessità di ammazzare e macchiare la sua armatura costruita dagli elfi di sangue, quando poi guardò Sesshomaru notò che anche lui provava piacere lo capiva dal suo sorriso. Ma quando sentirono un boato si guardarono.

Uno dei draghi era precipitato con un uccello che, dopo una lotta faticosa, era morto. Era Arel che si rialzava a fatica con una zampa ferita, Inuyasha le era corso accanto immediatamente. Si accertò che non fosse nulla di grave e cercò di adoperare la magia ma i nemici gli e lo impedivano.

“Sto bene” gli disse il drago. Lui annuì e lei spicco di nuovo il volo.

 

Si volto per colpire il nemico che stava arrivando ma qualcuno lo uccise prima di lui. Si bloccò quando sentì quel profumo quando riconobbe quelle due spade e lo stesso parve accadere al suo salvatore. Adesso ne era certo Kagome era viva e lo aveva aiutato, Kagome era lì che adesso lo guardava, Kagome era ancora più bella di prima.

-Inuyahsa- sussurrò lei guardandolo come se vedesse un fantasma.

“Riprenditi stupida non lasciar trasparire nessuna emozione!” si disse mentalmente la giovane, ma il suo cuore non diceva lo stesso.

Lui dovette distogliere lo sguardo quando sentì arrivare un nuovo nemico e lo stesso fece lei. Così erano di nuovo insieme uno accanto all’altro a proteggersi a vicenda.

La battaglia continuava da ore e i nemici non diminuivano, metà esercito era caduto e non si trattava di quello nemico. Kagome iniziava a sentire la stanchezza e richiamò il resto delle energie la ferita che aveva su braccio non smetteva di sanguinare e ben presto fu costretta a lasciar cadere Fardentur.

-Stai bene?- le chiese preoccupato Inuyasha.

-Mai stata meglio- disse tra i denti attaccando un altro nemico.

Erano in troppi e loro in pochi. La battaglia era destinata a finire? Loro erano destinati a morire?  Rivide Arel cadere e schiantarsi al suolo, risentì la rabbia di Blakert, rivide i suoi compagni affaticarsi per resistere e non ci vide più. Prese dagli uomini in fin di vita tutta la loro energia e la trasportò all’interno della spada Nera e dopo aver sussurrato un incantesimo, conficcò la spada nel terreno. Enormi crepe circolari si crearono nel terreno uccidendo stranamente solo i nemici mentre il vento creato dallo scontro della spada con il terreno alzava un polverone e estingueva le fiamme. Inuyasha si girò a guardarla e la vide immobile, fece per toccarla ma lei cadde in ginocchio ansimante. Nonostante i suoi sforzi altri nemici erano sopravvissuti.

Ma da quel momento tutto migliorò, i draghi riuscirono ad eliminare gli strani uccelli e corsero ad aiutare sul terreno, mordendo e schiacciando gli altri nemici. I Cavalieri nonostante fossero stanchi riuscirono a continuare a combattere. Kagome invece vagava tra il presente e il nero assolto combattendo per restare lucida.

“Forza piccola prendi un po’ della mia forza” le disse qualcuno e lei a stento lo riconobbe, era la voce di Blakert.

“Dai occhi di ghiaccio anche da me!” la invitò Behiro e così fecero gli altri draghi che, nonostante fossero stanchi anche loro, la volevano aiutare.

Grazie al loro aiuto Kagome ritrovò le forze necessarie per alzarsi e impugnare le spade. Si stava alzando ma sentì qualcosa di liquido, caldo scorrergli sulla schiena. L’odore inconfondibile del sangue la bloccò e il ruggito disperato di Arel la risvegliò. Si girò e vide la testa di Inuyasha a penzoloni, mentre le braccia prima aperte si afflosciavano, Kagome guardò più in basso e vide la lama nella spalla di Inuyasha e il sangue che scendeva.

-Stai bene?- le chiese prima di accasciarsi al suolo.

Kagome era terrorizzata da quella scena, aveva gli occhi spalancati e le mani le tremavano mentre osservava il suo nemico diverso dagli altri. Era una giovane ragazza con il volto sereno e un ghigno malefico, le sue orecchie erano a metà tra l’orecchio di un uomo e quello a punta dei demoni, aveva i capelli lunghi fin sopra le spalle ed erano verdi mentre i suoi occhi erano di un rosso sangue. A differenza degli altri guerrieri non indossava nessuna armatura ed era vestita di una tuta composta da pantaloni di pelle nera e una camicia bianca con un corpetto nero, in mano aveva una spada lunga e sottile e al fianco portava un coltello. La guardava continuando a sorridere facendo innervosire Kagome.

Presero a combattere, ma Kagome era stanca e la ragazza era molto agile. La sconosciuta riuscì a farla cadere e a puntargli la spada alla gola, quando le si avvicino Kagome senti il suo respiro stranamente freddo sull’orecchio.

-Aveva ragione il mio Signore sei adatta per stare tra noi- Kagome si irrigidì spalancando gli occhi –Presto capirai tutto e lascerai perdere questi stupidi Cavalieri- rise –Non farne parola con nessuno di questa discussione alla prossima- e se ne andò.

-Kagome!- la chiamò Brutre avvicinandosi e aiutandola ad alzarsi –Cosa è successo?-

Kagome non rispose alla domanda di Brutre ma si avvicinò a Inuyasha che si reggeva la spalla.

-Sta fermo devo toglierti il pugnale- la sua voce risultò stranamente ferma e calma, nonostante il suo corpo fosse scosso da tremiti per la mancanza di energia e per le parole di quella ragazza che le ronzavano nella mente. Inuyasha strinse i denti per non urlare e lasciò che Kagome lo curasse. –Hai bisogno di altre cure non ho più energie-

Inuyasha la osservava era strana forse per quello che era successo tra di loro, ma non ci credeva realmente era successo altro. Si ricordò che prima di perdere i sensi aveva visto Kagome combattere contro qualcuno e di quel qualcuno non c’era nessuna traccia. Era scappato.

-Cosa è successo?- chiese osservandola ma lei non rispose –Kagome?!- la richiamò.

- Sei stato ferito-

-Non dico questo! Dov’è il soldato che mi ha colpito?- le chiese cercando di guardarla negli occhi ma lei lo evitava.

-È scappato- rispose semplicemente.

-O l’hai lascito scappare?- la accuso.

Lei lo guardò stupita la stava accusando. Si arrabbiò e Inuyasha capì di aver esagerato.

-Se pure fosse?- fece lei fredda alzandosi e guardandolo con rabbia –Bel ben tornato-

Inuyasha stava per risponderle, ma arrivo lo stesso ragazzo che lo aveva difeso la prima volta. Stavano parlando a voce troppo bassa perché li capisse ed era troppo stanco per concentrarsi. La vide guardarlo e il ragazzo annuì poi li vide avvicinarsi.

-Sei ferita anche tu-disse il giovane guardando la ferita di Inuyasha –hai perso troppo sangue-

-Brutre!- disse improvvisamente lei e lui si girò a guardarla preoccupato. Improvvisamente era sbiancata e il volto era troppo sudato, Inuyasha la vide provare a togliersi la maglia di ferro e l’armatura. Brutre corse ad aiutarla non capendo cosa volesse fare.

-Cosa fai?- le chiese Brutre preoccupato aiutandola. Quando Kagome riuscì a spogliarsi dell’armatura osservò il tagli sul braccio. Era più profondo di quanto pensasse ed era gonfio e rosso.

-Ero sicura che non fosse così profondo- disse tremando era agitata, segno che il taglio la preoccupava molto. Inuyasha la raggiunse anche lui preoccupato.

-Cosa le è successo?- chiese al giovane che osservava la ferita.

-Qualcuno ha avvelenato la lama che ti ha colpito- ma il suo volto nascondeva altro –Chiunque abbia messo il veleno conosce gli Elfi- sbiancò anche lui.

-Cosa significa?- chiese nervoso Inuyasha.

-È un veleno che può uccidere gli elfi in poco tempo- disse agitandosi.

 -Brutre guardami- disse Kagome ansimando dall’improvviso dolore mentre Inuyasha la aiutava a stare in piedi –Sai come aiutarmi?- era stanca per la battaglia, le immagini dei morti le passavano dinanzi agli occhi, sentiva il terrore nell’aver provato una gioia a uccidere e adesso il veleno.

-Si- disse lui riprendendosi.

-Bene- a parlare fu Inuyasha che prese in braccio Kagome –Dimmi cosa devo fare mentre vai in cerca di ciò che ti serve-

-Se ne occuperà Puns il necessario l’ho rimasto poco lontano da qui-

-Allora chiama questo Puns e fa in modo che si sbrighi!- ordinò iniziando a camminare barcollando per il dolore alla spalla e per la stanchezza. Kagome aveva la testa poggiata sulla sua spalla e respirava con affanno.

-Bel ben tornato- ripeté forse per sdrammatizzare, ma Inuyasha non lo capì.

-Non parlare e rilassati-

-Ti odio- il cuore di Inuyasha perse un battito ma non si fermò doveva portarla in un luogo migliore –Mi hai lasciata- continuò lei –mi hai lasciata e io ti odio-

-Non è il momento di parlare-

-O si che lo, perché se muoio dopo come faremo- ansimò lei.

-Tu non morirai- disse stringendola di più a se.

-Contaci- farfugliò lei. Delirava.

 

-Inuyasha?- si voltò per guardare chi l’avesse chiamato non conosceva quella voce e quando vide l’interlocutore lo osservò.

-Si sono io- era seduto su un masso aspettava che Brutre si occupasse di Kagome.

-Sono Puns- aveva un accento molto forte ma Inuyasha non ci fece caso –Kagome mi ha ordinato di curare la tua ferita-

Era ancora ferito e la spalla gli faceva molto male ma lui aveva preferito che i nuovi arrivati si prendessero cura dei suoi compagni, dei feriti e dei draghi.

-Sto bene- mentì.

Il ragazzo non disse niente si avvicino a Inuyasha a un palmo dal suo viso e velocemente premette un dito sulla ferita di Inuyasha che urlò di dolore.

-Ehi!- protestò dolorante.

-Hai perso molto sangue e mi domando come fai a stare ancora in piedi e poi se non la cuciamo prenderai infezione e il mondo ha bisogno ancora di un cavaliere a due braccia- disse mentre iniziava a strappargli la manica e parte della divisa.

Inuyasha non rispose. Puns iniziò una cantilena e Inuyasha sentì un fastidioso formicolio e capì che era la magia. Sentì poi che Puns iniziò a cucirgli il taglio avanti e poi dietro.

-Non potrai allenarti e utilizzare la spada per almeno una settimana. Per le cure sarò io a venire da te due volte al giorno- spiegò fasciandogli la spalla –Tieni bevi questa e vai a riposare-

-Come stanno gli altri?- chiese.

-Stanno bene un po’ malandati ma stanno bene, sono stati feriti più volte e la magia che ricopriva le spade ha portato loro via molta energia e ora riposano. Il tuo drago sta bene riposa anche lei ma non vuole che gli si avvicini nessuno-

-Allora vado da lei- disse alzandosi con una smorfia ogni muscolo gli faceva male –Quando Kagome si sveglia vienimi a chiamare-

-Si Signore- fece un inchino e guardò il nuovo capitano andar via.

 

-Inuyasha- si girò a guardare e vide Koga fargli cenno di avvicinarsi.

-Come stai?- chiese stancamente, sembrava non riuscisse ad avere un momento di pace.

-Bene. Tu meno vedo- disse scrutandolo –ti vuole Sango- disse indicando una tenda.

Senza dire niente entrò e vi trovò i tre Cavalieri. Sesshomaru sembrava star bene aveva solo una fascia intorno alla mano ma dormiva profondamente, Miroku invece era messo peggio aveva una fasciatura al fianco ed era sporca di sangue e aveva gli occhi che si chiudevano, Sango invece non aveva nessuna fasciatura ma tremava.

-Ehi!- disse quando lo vide.

-Ciao principessa come stai?- lei sorrise stancamente e solo allora Inuyasha notò che aveva gli occhi rossi e gonfi di chi ha pianto molto. –Cosa sono questi occhi?- chiese accarezzandole la testa, sapeva la risposta.

-La solita sensazione- sorrise ancora amaramente.

-Mi volevi?- lei annuì e abbassò gli occhi.

-Hai visto Kagome vero?-chiese timida, lui annuì –Come sta? Ho saputo che è stata avvelenata-

-Sì, si riprenderà- mentì, in realtà non sapeva ancora come stava e a quel pensiero senti una strana sensazione nello stomaco.

-Meno male e tu come stai?-

-Bene. Adesso è meglio che riposi- lei annuì e lo abbracciò, lui ricambiò e poi uscì doveva vedere Arel.

 

 

Era da sola e guardava qualcosa che solo lei vedeva quando lo sentì arrivare non  si volto.

-Arel- disse accarezzandole la zampa dove era stata ferita, nessuna traccia di tagli o sangue.

“Sono bravi” disse sapeva di chi parlava “Lo sai chi sono?”Inuyasha annuì ma non voleva dirlo.

-Kagome…- non riusciva a parlare di lei.

“Stai tranquillo si rimetterà” lo guardò ma Inuyasha in quelle parole sentì qualcosa di falso.

-Io l’ho abbandonata e adesso voglio farmi perdonare, ma se lei…- non riusciva a dirlo e la strana sensazione allo stomaco salì verso il cuore e poi in gola. –Io la amo- disse e la rivide mentre si abbandonava sulla sua spalla e delirava,il dolore fu forte. Pianse.

-Non sono riuscito a proteggere lei e neanche te- disse mentre stringeva così forte le mani a pugno da conficcare le unghia nella carne.

“Non dire stupidaggini” Arel se avesse potuto avrebbe pianto con lui. Lo circondò con il suo collo serpentesco cercando di infondergli forza e lo lasciò sfogare. Si addormentarono così mentre Inuyasha continuava a piangere.

 

 

Quando aprì gli occhi vide il soffitto di una tenda e si domandò dove fosse, cercò di alzarsi ma il suo corpo urlò di dolore.

-E meglio se non ti muovi-  quando girò la testa vide Sango che le sorrideva con le lacrime agli occhi –Ti sei svegliata- disse poi scoppiando a piangere. Kagome non capiva nulla le girava la testa e il braccio le bruciava.

- Cos’è successo?-farfuglio.

-Sei stata avvelenata durante la battaglia e sei rimasta svenuta per una settimana- spiegò asciugandosi gli occhi.

“Una settimana” pensò “Blakert!” –Dov’è Blakert?- chiese.

-Non molto lontano da qui aiutata i sopravvissuti a sotterrare i morti- disse tristemente.

-Io ho provato piacere a uccidere- confesso e Sango sorrise.

-Anche io- e Kagome ricambiò. -Devo chiamare Brutre- Kagome la guardò sorpresa.

-Voi…-

-Sappiamo chi sono e non ci crediamo ancora. Sei stata bravissima Kagome avevi ragione-

 

Poco dopo arrivarono Puns e Brutre sorridenti come non li aveva mai visti.

-Mia Signora- disse Puns sorridendole e baciandole una mano.

-Cosa sono tutte queste formalità?- domandò sorridendo lievemente.

Loro ricambiarono ancora e si misero all’opera. Guardarono la ferita, gli tolsero i punti la curarono con la magia e le diedero un antido e altre pozioni.

-Con questa ti sentirai subito meglio- disse Puns porgendole l’ ennesima boccettina.

-Se mi sono gonfiata per tutte queste pozioni vi ammazzo- la prese e la bevve in un sorso.

-Se scherza sta già meglio- disse Brutre ma lei lo fulmino.

-Chi dice che scherzo?- disse talmente seria che il ragazzo-lupo ci credette realmente.

 

-Possiamo?-

-Si entrate pure- fece Puns rimettendo a posto le erbe mentre Kagome avendo riconosciuto la voce si irrigidì.

-Prima o poi li devi pur affrontare- disse Brutre avendola notata e lei annuì poco convinta.

Entrarono uno ad uno. Sesshomaru, Sango, Miroku e infine lui, Inuyasha. Aveva ancora la spalla fasciata l’aveva capito perché si intravedevano le bende dal collo della camicia.

-Ciao occhi di ghiaccio- La salutò Miroku avvicinandosi e baciandole la fronte lo stesso fece Sesshomaru e lei non poté fare a meno di arrossire. L’unico a non parlare fu Inuyasha che si limitò a guardarla dolcemente e lei sentì la rabbia arrivare. Perché la guardava così ora? Gli faceva pietà?

-Ciao- disse lei cercando di calmarsi –Credo vi debba delle spiegazioni-

I Cavalieri si accomodarono su delle sedie create con la magia dagli elfi e furono pronti ad ascoltarla.

Lei raccontò per filo e per segno il suo viaggio e spiegò come il posto in cui gli Elfi fossero nascosti quanto fosse bello e i Cavalieri notarono un luccichio negli occhi di Kagome, lo stesso luccichio delle persone che parlano della propria casa e famiglia. Raccontò della festa, degli allenamenti, delle cose ch aveva imparato. Di sua nonna, la sua famiglia, del perché gli elfi fossero rimasti nascosti, ma non accennò alla sua posizione sociale.

-Ed ecco vi presento Puns e Brutre, gli altri li avrete conosciuti di sicuro mentre dormivo-arrossì.

-Piacere di fare la vostra conoscenza- e i due elfi si inchinarono, anche se avevano avuto il modo di conoscersi in quei giorni.

Stranamente i Cavalieri non erano sorpresi però si leggeva nei loro occhi l’emozione di vedere coloro che erano diventati una leggenda.

-Quindi non sei l’ultimo elfo- affermò Miroku.

-Non esattamente! Lei rimane comunque l’ultimo elfo- intervenne Brutre –Vedete la mia Signora è stata l’ultima del nostro popolo a nascere è la nostra bambina prodigio- sorrise e lei arrossì.

-Perché la chiami “mia Signora”- chiese Sango, spesso le persone la chiamavano così ma per loro non c’era motivo in fondo erano in confidenza, si vedeva. Kagome guardò i due elfi e sospirò.

-Nel mondo degli Elfi non è salito nessuno al trono quando mia nonna e i miei genitori furono uccisi, a governarli però c’era un Anziano del Consiglio scelto da mio padre. Lui sarebbe rimasto a governare finché io non fossi tornata- fece una pausa –Sono l’erede legittima del trono per questo mi chiamano Signora, cosa che io non approvo assolutamente- spiegò.

-Quindi sei una regina?!- esultò Sango.

-No, sono solo la principessa- sorrise timidamente.

-Chi l’avrebbe mai detto!- esclamò Miroku sorpreso – In realtà io lo sapevo-

-Certo- disse scettica Sango.

Mentre parlavano si sentì la terra tremare e tutti si chiesero cos’era poi un testone nero entrò all’interno della tenda avvicinandosi a Kagome.

-Blakert- disse lei accarezzandolo.

“TI sei svegliata stupida che non sei altro! Mi hai fatto stare in pensiero! Quando mi hanno detto che eri stata avvelenata stavo per mangiarmi Brutre”

“TI voglio bene anche io” disse lei sorridendo “Ma credo che sia meglio che adesso tu esca, ci vediamo tra poco”

“Non ti lascio” protestò.

“Stavi aiutando i nostri soldati allora muoviti!”

“Possono aspettare”

“Blakert!” lo canzonò e lui sbuffò un po’ di fumo.

“Va bene! Ma dopo ti voglio solo per me” lei sorrise annuendo poi gli diede un bacio e lui si ritirò.

-Scusatelo- disse e gli altri sorrisero.

-Lo capiamo, anche noi eravamo agitati- spiegò Sango –Beh credo che sia tempo di lasciarti riposare-

-No, sto bene- ma Sango le fece capire che c’era qualcuno che le voleva parlare in privato e lui si irrigidì, ma annuì –Allora a dopo- disse e dopo che i Cavalieri e i due elfi la ebbero salutata uscirono e lei rimase sola con Inuyasha. –Come va la spalla?- gli chiese senza guardarlo.

-Bene- rispose semplicemente osservandola, sentiva un muro tra di loro “L’ho persa”

-Ne sono felice-

-Mi avevi detto che dovevamo parlare e so che hai ragione-

-Deliravo, non ho nulla da dirti-

-Neanche urlarmi contro la tua rabbia?- quella richiesta la fece voltare sorpresa guardandolo in una maniera che lui non capiva.

-Vorrei, ma non posso-

-Fallo!- lei abbassò gli occhi.

-Perché me lo chiedi?-

-Perché me lo merito. Ti ho fatto soffrire troppe volte e voglio che me lo rinfacci e questa volta urlandomi contro-

-Non mi sentirei meglio lo stesso- lui abbassò la testa stringendo i pugni e i denti quando sentì la spalla tirare.

-Non posso chiederti perdono- disse lui –So cosa mi diresti infondo me l’hai già detto- sorrise amaro e Kagome senti un groppo in gola. – il dolore che provo nell’averti fatto soffrire e forte ma non abbastanza-

-Non ti posso perdonare- disse lei con voce rotta –Tu mi avevi promesso che non mi avresti fatto soffrire-

-Mi odio- Kagome lo guardò e lo vide con gli occhi lucidi –Non provo neanche a sperare che tu mi perdoni, forse hai incontrato qualcuno che ti renda felice- disse con la voce che gli tremava –Ma sono sincero Kagome e quella sera io deliravo, avevo bevuto e avevo preso un muro a pugni. Ma non ci sono scusanti- adesso una lacrima gli era scesa sulla guancia –Io ti amo- e anche l’altra scese e poi un’altra e anche un’altra. Anche Kagome piangeva non l’aveva mai visto così, non poteva sopportarlo. Scese dal letto dove era seduta, la vista appannata dalle lacrime e le gambe che urlavano non la fermarono. Lui la vide e le corse incontro prendendola prima che cadesse. Kagome lo strinse e lui ne fu sorpreso, ma poi ricambiò la stretta.

-Ti prego non fare così! Il mio Inuyasha non piange- disse tra i singhiozzi.

-Inuyasha è morto quando ti ha lasciato-

-No non lo dire. Ti prego Inuyasha ragiona- disse guardandolo negli occhi.

-Come posso stare a guardarti mentre baci un altro, come posso vivere in pace sapendo che la persona che amo mi odia?-

-Io non- lo strinse ancora –non ti odio, ma non posso perdonarti adesso! Io voglio restare un po’ sola-

-Dimmi che mi ami ancora- la pregò ma lei scosse la testa –Ti supplico-

-Tu promettimi che tornerai l’Inuyasha di sempre e che non ti farai mai più vedere da me in questo stato e che mi lascerai in pace per un po’ -

-Te lo giuro- le sorrise dolcemente, ma nei suoi occhi c’era un luccichio di sincerità.

-Ti amo Inuyasha- e si baciarono come mai prima  di allora.

-Adesso vado, mantengo le mi promesse- lei sorrise e gli asciugò le lacrime –Da oggi in poi le manterrò fedelmente- lei sorrise e prima di andarsene la portò sul letto e la baciò un ultima volta, poi uscì senza voltarsi.

 

Kagome era triste e allo stesso tempo al settimo cielo. Aveva ceduto ai suoi sentimenti ancora, ma vedere Inuyasha in quello stato l’aveva fatta male e non aveva resistito, aveva capito che per quanto cercasse di odiarlo si innamorava di lui sempre di più. E poi si erano baciati si sentiva al settimo cielo se ci ripensava e poi questa volta era stato  più sincera, lo sentiva, voleva crederci. Nessuno poteva sostituirlo. Sorrise e si addormentò ancora sognando qualcosa di letteralmente opposto, un incubo vero e proprio.

 

Partirono quando Kagome si fu stabilizzata e ad andare a Corte in rappresentanza degli elfi furono solo Brutre e Puns, mentre gli altri erano rimasti a curare i feriti.

Viaggiarono a lungo e quando entrarono nel confine Kagome si sentì strana. Atterrarono come sempre nel prato del castello delle guardie corsero a vedere e esultarono quando scesero. Kagome purtroppo non si era ancora ripresa del tutto e dovettero prenderla in braccio per farla scendere, lei era molto infastidita.

Tra lei e Inuyasha procedeva tranquillo erano passati pochi giorni ma lui non aveva tentato di stare da solo con lei o a baciarla anzi si vedeva poco e quelle poche volte che si vedevano si comportava da amico o meglio da capitano. Rispettava la sua promessa e di questo lei era molto contenta.

Per quanto riguarda gli altri Cavalieri notarono quello strano comportamento ma non fecero domande.

 

Ad attenderli in quel prato c’erano anche Grukex, Rotgan e Gegrid e poi il re. Kagome si sentiva a disagio ma chiese di camminare, anche se con il sostegno di Puns e Miroku. Si avvicinarono lentamente e salutarono con un profondo inchino anche se Kagome abbasso soltanto il capo.

Quando si alzarono Sango abbracciò il nonno e fu ricambiata con amore.

-Quando ho ricevuto la notizia che la battaglia era finita ho avuto paura di averti perso-

-Lo dici da sempre anche quando andavo a mettere pace nelle dispute tra villaggi- sorrise lei –Nonno hai avuto la notizia?- sussurrò.

-Se ti riferisci a Kagome, sì- poi si voltò a guardare gli altri Cavalieri salutandoli uno per uno e ringraziandoli, poi arrivò a Kagome. Per un istante si fissarono poi il re l’abbraccio paternamente e lei rimase interdetta non sapeva cosa fare. –È una gioia riaverti qui- disse con le lacrime e Kagome sorrise imbarazzata –Sei diventata ancora più bella, ma non è questo di qui dobbiamo parlare e credo che mi devi raccontare anche di questi due gentiluomini- lei annuì sorridendo. –Ma dimmi come stai?-

-Sono ancora debole, non sono riusciti a eliminare del tutto il veleno ma ho preso gli antidoti e tra qualche giorno tornerò a correre di nuovo-

-Stupenda notizia- e sorridendo accompagnò i cavalieri.

Prima che andassero nelle loro camere i Cavalieri raccontarono nella sala dei Cavalieri gli eventi accaduti. Mentre Kagome raccontava del suo viaggio i due Elfi guardavano il quadro dove c’erano i Cavalieri, rimanendo abbagliati da quella scena. Poi si fecero attenti quando Kagome iniziò a raccontare dell’incontro con Brutre.

-E così siamo arrivati in tempo per la battaglia- fece una pausa –Ma ve li presento loro sono Brutre mio primo consigliere e Puns guardiano della porta del regno degli Elfi o come lo chiamiamo noi Elider ed è la mia guardia personale e il mio secondo consigliere- concluse e il re fece un cenno con la testa in segno di saluto.

-È un onore immenso avervi qui- disse subito dopo con le lacrime agli occhi dalla felicità.

-E per noi è un onore stare qui- si portarono la mano destra al cuore poi la stesero e fecero un inchino. Il solo vedere la mano destra portata al cuore fece sussultare Kagome che si ricordò il gesto che faceva con Inuyasha per salutarsi e quando si voltò verso di lui, vide che non la guardava.

-E ancor di più è sapere che tu Kagome sei la loro principessa gioia più grande non c’è-

-Grazie sire-

-Quando il consiglio saprà cosa hai portato qui e chi sei cambieranno idea sulla tua punizione- Inuyasha sorrise leggermente e lo stesso fecero gli altri tre compresa lei –Adesso andate pure a riposare-  Kagome sospirò e sorrise grata, era stata tesa per tutto il tempo e adesso poteva rilassarsi. Fu accompagnata da Brutre e Puns che si assicurarono che bevesse l’ antidoto, poi rimase sola stesa sul suo letto.

Sapeva che sarebbe arrivata così l’aspetto fino a tardi e lei arrivò. Le sorrise anche se quella bambina la guardava arrabbiata, le sopracciglia incurvate e la fronte piegata erano segni evidenti.

-Ciao- azzardò ma lei non rispose –Dai Elen non guardarmi così sono tornata no?-

-Sai cosa mi hai fatto passare?- Kagome abbassò lo sguardo –Il re e Inuyasha non facevano altro che chiedermi come stavi, ma io non potevo saperlo, tu eri lontana- Kagome non disse nulla e lei continuò –Mi avevi detto che gli avresti parlato-

-Gli ho lasciato una lettera-

-L’hai trattato da stupido, come doveva reagire secondo te?- Kagome ripensò a quello che era successo e capì che il comportamento di Inuyasha era per una parte giustificato.

-Io avevo bisogno del suo appoggio- tentò

- E lui aveva il diritto di saperlo da te e fermarti, ma tu l’avresti convinto!- le urlò stufa, Kagome la guardò.

-Tu avevi visto tutto vero come…-

-Si l’avevo visto ma tu ogni volta cambi il corso delle cose! Avevo visto che lui si convinceva a lasciarti andare ma tu hai fatto di testa tua e sei scappata- spiegò sembrava essersi calmata –Cambi il corso delle cose- le ripeté e Kagome tremò.

-Inuyasha…-

-Non sa nulla e non mi chiedere il perché-disse guardandola fredda.

-Lo sapevo che sono strana… e se fossi un mostro?- sussurrò toccandosi il braccio.

-Non sei nulla del genere, sei solo speciale- le disse sorridendole –Ben tornata a casa Kagome- Kagome sorrise ma ripensava alle parole di Elen e quando andò a dormire fece un altro incubo. Continuava a sognare quella ragazza che le diceva che presto avrebbe capito, che lei era speciale e stava per diventare una di loro…

“Ma loro chi?” si domandò quando nel bel mezzo della notte si sveglio “E se fosse stato tutto un illusione, un miraggio provocato dal veleno?”

 

Quando il sole arrivò e lei si svegliò si sentiva davvero bene e i ricordi di quell’incubo scomparvero. Si vestì e andò nella cucina per fare colazione ma non vi trovò nessuno.

-Oh siete qui, gli altri Cavalieri l’attendono nel giardino centrale- disse una cameriera in carne sorridendole.

Quando Kagome arrivò trovo Grukex parlare con Brutre e Puns vicino alla grande fontana, gli altri erano seduti intorno a un tavolino e le facevano segno di avvicinarsi, c’erano tutti tranne Inuyasha. Il sole era alto e il cielo azzurro, nell’aria un profumo di fiori e il prato era verde e qua e la c’erano cespugli di rose fioriti.

-Perché non mi avete svegliato?- chiese sorridendo avvicinandosi ai suoi amici.

-Inuyasha ha dato l’ordine  di lasciarti riposare- intervenne Miroku lanciandole una fragola.

-E adesso dov’è?-

-Non lo sappiamo spesso capita che scompare- disse Sesshomaru  a occhi chiusi godendosi il sole.

-Ehi Sesshomaru fai attenzione o ti scioglierai!- disse Miroku facendo ridere le due ragazze e beccandosi un occhiataccia da Sesshomaru. -Non fa un tantino freddo per essere primavera? O è la tua presenza?- continuò ancora –Credo che su i monti Kurebea adesso ci sia l’estate!- fu la goccia che fece traboccare il vaso infatti mentre le ragazze piangevano dalle risate Miroku piangeva correndo e urlando le sue scuse a Sesshomaru che non faceva altro che minacciarlo.

-A la mettiamo così? In guardia!- disse poi fermandosi ed estraendo la spada.

-Se vuoi morire!- sorrise gelidamente Sesshomaru tanto che Kagome e Sango si guardarono per chiedersi se facevano realmente.

-Non siete stufi di combattere?- chiese Inuyasha apparendo alle spalle di Kagome e Sango.

-Buon giorno- lo salutò Kagome con un sorriso.

-Buon giorno, come stai?- le chiese lui rimanendo serio.

-Molto bene grazie- disse scrutandolo.

-Ho delle novità per te- disse mordendo anche lui una fragola –Il consiglio ha sospeso la tua punizione dicendo che infondo non hai fatto altro che portare a termine una missione sospesa- lei sorrise e Sango l’abbraccio.

-Grazie- disse lei guardandolo ma lui chiuse gli occhi, la evitava.

-Non devi ringraziare me ma i tuoi amici lì, sono stati molto convincenti- Kagome li guardò e loro sorridendo fecero un mezzo inchino e tornarono a parlare con Grukex.

-Allora quali sono i nostri compiti?- chiese più serena.

-il re ci ha dato tutto il tempo per noi, l’unico compito e quello di continuare i nostri allenamenti e a organizzarci per la prossima battaglia, ma questa stupenda giornata e tutta per noi- Kagome non poteva che essere ancora più felice lo guardò poi si alzò e corse verso i suoi compagni dando le belle notizie.

-Neanche la guardi più tanto da essere rimasto deluso dal suo no?- chiese Sango guardandola.

-Non sono deluso ma contento, lei mi ama ma mi ha chiesto del tempo e io ho acconsentito- fece spallucce.

-Allora perché?-

-Il nostro rapporto non è ben visto a corte, tuo nonno non vuole-

-Perché?- chiese sconvolta.

-Credimi vorrei saperlo anche io-

-Dove sei stato oltre all’assemblea?-

-Da Elen- disse sincero ma lei scosse la testa.

-Ancora con questa storia? Credevo che con Kagome l’avessi dimenticata-

-È il fantasma del mio passato- disse duro e Sango capì che la conversazione era finita.

 

Già lui era stato da Elen ne aveva bisogno. Era contento di rivederlo e anche lei. Avevano parlato della battaglia e lei si fece raccontare tutto e quando seppe della ferita volle vederla, non restava che un segno rosa pallido.

-Neanche io sapevo che erano vivi- disse.

-Prevedi il futuro non vedi i morti o i dispersi- e lei sorrise.

-È il re che non vuole la vostra storia ma non riesco a capirlo,la sua mente è chiusa-

-Va bene così, l’importante e che il re non scopri la nostra relazione-

-Ma non state più insieme- disse sorridendo Elen conoscendo la risposta.

-Per adesso-

 

La guardò mentre giocava con quei due zoticoni poi si unirono anche i due elfi. Poi li vide tornare al tavolo sorridenti.

-Non pensavo che voi umani vi divertiste tanto anche con giochi così semplici- disse Puns.

-Perché voi come vi divertite?- chiese sorpreso Miroku.

-Noi dedichiamo anima e corpo alla natura e ci divertiamo parlando con essa e facendo feste importanti- spiegò.

-Oh- fu l’unica risposta –Beh adesso avete imparato un altro modo di divertirvi- sorrise e fu ricambiato.

-Stiaref kerwei ande nos- tutti guardarono Brutre che parlò in elfico con Kagome che rispose in elfico.

-Non vorrei essere impertinente ma che vi siete detti?- fece Sango.

-Scusate la mia offesa, ho chiesto se potremo farlo anche noi- disse Brutre dispiaciuto.

Inuyasha lo guardava aveva chiamato Kagome con il nome Stiaref e gli aveva dato fastidio quando Kagome non aveva protestato. Si alzò e senza dire nulla se ne andò, era geloso marcio di quel Brutre.

Kagome aveva notato la sua agitazione ma non poteva seguirlo, gli avrebbe parlato dopo. Quando ognuno si dedicò a un passatempo Kagome andò in cerca di Inuyasha e lo trovò fuori al terrazzino della sua camera.

Entrò silenziosamente senza far alcun rumore e lo raggiunse aspettando un po’ prima di chiamarlo. Lo guardò mentre guardava l’orizzonte erano così vicini ma così distanti, c’era un muro tra di loro ma non aveva capito che l’aveva creato lei.

-Inuyasha- lo chiamò e lo vide trasalire.

-Non ti avevo sentita- disse senza girarsi ma Kagome sorrise alla vista delle orecchie di Inuyasha girarsi verso di lei. –Cosa ci fai qua?-

-Sono venuta a parlarti- disse sincera sedendosi sul parapetto di marmo.

-Dimmi- ma non la guardava.

-Perché stamattina te ne sei andato?-

-Mi ha dato fastidio il comportamento di Brutre nei tuoi confronti- disse senza peli sulla lingua.

-Ma non ha fatto nulla di male-

-Ho notato che sei molto legata a lui tanto da farti chiamare Stiaref!- la accusò di una colpa che lei non aveva.

-Vedi quel nome è legato al fatto che io appartenga alla famiglia reale e adesso che so chi sono tutti lo possono utilizzare- sorrise –Non mi da più alcun problema, se vuoi puoi chiamarmi anche tu così- ma lui non rispose, né la guardò. –Perché non mi guardi più?-

-Hai chiesto di restare sola, abbiamo un patto e io lo rispetto-

-Non è solo questo- lo vide sospirare.

-Meno ci facciamo vedere insieme dal re meglio è. È lui che non vuole la nostra relazione- disse.

-Ma adesso non facciamo nulla di male- fece notare lei.

-Già- Kagome sorrise aveva capito era geloso.

-Sono venuta a dirti che comunque io sto pensando a noi- lui la guardò di sottecchi –Spero che le mie risposte arrivino presto- disse scendendo dal parapetto. Inuyasha sentì il suo profumo accarezzarlo e non poté fare a meno di avvertire il bisogno di toccarla.

Così spaventando Kagome la chiuse tra lui e la balconata, la guardava con intensità e Kagome non poté far a meno di perdersi in quelle iridi dorate e di sentirsi bene stretta nelle sue braccia. Lo vide avvicinarsi al suo viso pregava che la baciasse ma sentiva anche che una parte di lei non voleva. Poi lo vide fermarsi e abbassare la faccia sorridendo amaramente.

-Vattene prima che cambi idea- disse guardandola, lei sospirò contenta che non l’avesse baciata ma prima di andarsene gli carezzò un guancia e lui strinse la mano sospirando tristemente. –Vai- le ripeté e lei se ne andò.

“Mi farà impazzire!” disse sorridendo sentendo ancora il suo calore sulla guancia.

 

Erano passati tre giorni dal loro arrivo al castello e tutto procedeva tranquillamente, i feriti della battaglia erano ritornati alle loro famiglie e alle famiglie dei morti erano state date nuove terre per il sostentamento. Kagome aveva stretto l’alleanza con il re così gli Elfi tornarono ad essere alleati degli umani, infatti arrivarono altri elfi guerrieri a cui furono dati ruoli vari dai curatori a allenatori degli uomini insegnando così nuove tecniche. Puns, Brutre e Kagome spesso erano impegnati in discussioni private di sicuro riguardava il loro regno, poi si riunivano con gli altri Cavalieri studiando nuove strategie di attacco e facendo supposizioni sul prossimo attacco. Erano in difficoltà perché non avevano fatto prigionieri.

Era pomeriggio inoltrato ed erano stanchi ma Kagome Inuyasha e Miroku erano impegnati a guardare le cartine e a capire da dove quei guerrieri provenissero, mentre Sesshomaru e Sango erano stati chiamati per l’allenamento e con loro c’era anche Puns, Brutre invece si trovava nei suoi alloggi a studiare qualcosa che non aveva detto neanche a Kagome.

-E se provenissero dalle Terre abbandonate?- suppose Miroku poggiando il dito su una zona vuota della cartina.

-Sai cosa si dice su quelle terre- rispose Inuyasha.

-Si diceva lo stesso del Deserto di Erba- precisò Kagome.

-Va bene ammettiamo che vengano da lì, perché hanno attaccato prima quel villaggio vicino al Grande Oceano? E poi nel mezzo dell’Oceano Rosso?- chiese.

-Si stanno prendendo gioco di noi! Ci vogliono disorientare è chiaro- disse Kagome poi sentì il braccio pungergli proprio lì dove la ferita non si era ancora rimarginata e pensò che era troppo strano.

-Stai bene?- le chiese Inuyasha guardandola sospettoso.

-Si nulla di che- disse lei ma per uno strano motivo le venne in mente la ragazza e quando le si avvicinò e le disse quelle cose e solo allora Kagome, dopo tanto tempo, capì. Era stata lei ad avvelenarle la ferita. Allora perché quelle parole? E se avessero voluta mettere semplicemente fuori gioco? Addormentarla?  -Sono stanca continuiamo domani?- chiese agitata.

-Si, ne abbiamo bisogno- acconsentì Inuyasha che vide Kagome uscire frettolosa dalla porta e Inuyasha sospettoso la seguì.

Doveva vedere assolutamente una cosa, corse nella sua camera e afferrò la sua maglia di ferro che aveva conservato. La prese e guardò sulla manica dove c’era il sangue, se la spada fosse stata avvelenata allora segni del veleno non dovevano esserci e invece lì c’era una macchia nera sopra il sangue. Strinse i denti era stata la ragazza. Ecco perché si era sentita male solo quando tutto era finito un po’ troppo tardi perché il veleno non avesse reagito dopo tutto quel tempo. Strinse la cotta più forte doveva vedere di che veleno si trattava non era certo quello che Brutre credeva.

Quando si girò si blocco vedendo sullo stipite della porta Inuyasha che la fissava.

-Cosa è successo?- le chiese e dallo sguardo capì che non c’era scappatoie, ma non sapeva se dirgli tutto.

-Ti ricordi il nemico che ti ha ferito?- chiese, aveva optato per la verità. Lui annuì –E stata lei ad avvelenarmi e non era un nemico normale. Prima che se ne andasse mi ha detto che io sarei diventata una di loro-

-Loro chi?- chiese lui calmo.

-Non lo so, credo dell’esercito nemico- tremò al solo pensiero.

-Forse ti volevano solo fuori dai piedi- disse lui poco convinto, ma lei lo guardò scettica.

-Non lo diciamo a nessuno, forse hai ragione tu- fece lei –Volevano solo spaventarmi-

-Prima ho notato che volevi dire una cosa quando parlavamo del prossimo attacco, qual è  la tua opinione?-

-Hai visto l’esercito che ci ha attaccati era composto da più guerrieri- lui annuì –credo che si stiano preparando ad attaccare la Corte- Inuyasha annuì ancora, anche lui l’ aveva pensato. –Ma come potremo spostare tutti gli abitanti in un altro luogo?-

-Non sappiamo neanche quando ci attaccheranno-

-Già- Inuyasha notò che stava pensando a tutta un’altra cosa, me capì che era meglio lasciarla da sola.

-Io vado, ci vediamo più tardi-

-Aspetta! Sei già andato da Puns a vedere la ferita?-

-Ci stavo appunto andando-

-Posso…Posso medicarti io?- chiese imbarazzata e Inuyasha la guardò non capendo il suo comportamento, ma annuì.

Passarono tutto il tempo in silenzio mentre Kagome gli medicava la spalla e Inuyasha evitava il suo sguardo. Quando poi lei ebbe finito si allontanò velocemente.

-Allora come sto?- a rompere il silenzio fu proprio lui.

-La ferita si è rimarginata e con le creme giuste la cicatrice andrà via-

-Bene, allora io vado-

-Si, a dopo Inuyasha- e si baciò due dita che portò al cuore Inuyasha sorrise ma non fece lo stesso e uscì.

Era preoccupato per lei, non gli piaceva la storia che gli aveva raccontato, cosa volevano da Kagome? I suoi pensieri si persero nel nulla quando passò accanto la stanza di Brutre che da qualche giorno rimaneva rinchiuso a studiare qualcosa che nessuno sapeva. Gli dava molto fastidio quel comportamento, doveva sapere. Bussò e la voce del ragazzo diede il permesso.

-Capitano buon giorno- salutò senza voltarsi continuando a leggere qualcosa sulla scrivania.

-Salve Brutre, passavo di qui e mi sono chiesto: cosa sta combinando Brutre?- era acido, non gli piaceva neanche un po’.

-Se lo dicessi sarei condannato a morte- rise lievemente infastidendo ancora di più Inuyasha.

-Dimmi cosa stai facendo?-

-Oh nulla, revisiono il vostro caro diario- stava provocando Inuyasha che lo guardò storto, doveva rimanere calmo era pur sempre il consigliere di Kagome.

- Dammelo! –

-Suona più come una minaccia che un ordine-

-Me ne frego se sei il consigliere di Kagome! È una cosa nostra e nessuno lo deve toccare!- gli ringhiò prendendolo per il collo.

-Oh siamo un po’ agitati- continuò Brutre -È stato il vostro re a chiedermi di guardarlo- d’un tratto era diventato serio e guardava negli occhi Inuyasha.

-Per quale motivo?- chiese Inuyasha senza allentare la presa.

-Dice che ci deve essere scritto altro, e ha ragione- quell’ultima affermazione Inuyasha si fece più attento. –Se mollate la presa Capitano allora vi spiegherei- Inuyasha fece come richiesto ma continuava a guardarlo con sospetto.

-Kagome aveva già controllato con delle formule-

-Non sono state sufficienti, infondo è cresciuta tra gli umani ed è stata allevata da un Demone che sapeva poco e niente della magia. Per quanto riguarda i libri ci sono incantesimi di medio livello, la nostra regina non era poi così stupida- fece un sorriso – Vedi ha usato un incantesimo che solo i più potenti possono utilizzare, e lei lo era. La nostra principessa non è da meno, ma deve imparare ancora tanto ed è ancora una bambina- Inuyasha lo fulminò con lo sguardo –Forse per voi la sua età equivale all’età adulta per noi i nostri diciotto anni equivalgono a otto dei vostri- spiegò.

-Ti stai perdendo in chiacchiere inutili- il ragazzo-lupo annuì sorridendo.

-Dicevo che la regina degli Elfi ha lasciato tanti messaggi scritti con la magia. Sono riferiti alla corte. In molti avverte che c’erano delle spie nel castello ben nascoste. Parlava anche di tecniche proibite utilizzate da parte degli alleati per torturare i nemici, in altri parla della desolazione nel non sapere chi fosse il loro nemico e perché volesse la loro terra-

-Nulla di che lo dice anche nelle altre pagine diceva cose simili- disse Inuyasha sedendosi accanto al ragazzo-lupo che passava la mano illuminata da una luce azzurrina sulle pagine rivelando scritte segrete.

-Sì è vero. Però ce una novità, prima di morire la regina è riuscita a scrivere altro- improvvisamente il ragazzo si fermò ingoiando rumorosamente e a Inuyasha parve cogliere nei suoi occhi una scintilla di tristezza –Ha adottato un incantesimo spazzando dalla mente, dai ricordi e dai libri il nome del loro nemico-

-Perché l’ha fatto?-

-Perché per lei era un disonore. Lo dice qui ma non puoi capire- disse indicando una pagina.

-Se permetti- Inuyasha iniziò a leggere ad alta voce nella lingua umana e Brutre ne rimase sorpreso –Hai ragione e dice anche…- la voce di Inuyasha si affievolì e Brutre abbassò lo sguardo -…che il nemico era un Elfo-

-Sì, e non è ancora finito Hentrem era il fratello maggiore della regina, fu bandito perché aveva utilizzato la magia contro i propri simili senza alcun motivo.- spiegò Brutre e Inuyasha lo ascoltava non credendo alle sue orecchie. –Vedi questa data?- Inuyasha annuì –È il giorno prima la morte della Signora, sapeva che il suo tempo era finito e che toccava a voi i nuovi Cavalieri a sconfiggere colui che sarebbe tornato-

-C’è altro che dovrei sapere?- chiese Inuyasha pensieroso.

-Sì, lo stesso giorno in cui Kagome fu portata via con i suoi genitori per salvarli suo fratello maggiore scomparve, si venne a sapere in seguito che si era alleato con il nemico- Inuyasha spalancò gli occhi e sentì un tuffo al cuore.

-Kagome…-

-No, lei non sa dell’esistenza di un fratello- disse tristemente – E io credo che il nuovo nemico sia proprio lui-

-Perché?- chiese Inuyasha temendo la risposta.

-Perché era l’Elfo più dotato di tutto il mondo di Trenstac più potente del suo zio e l’ultima volta fu avvistato con lui- disse guardando Inuyasha negli occhi e lui vi lesse timore. –Io ero presente alla morte dei Cavalieri-  confesso –Lì ho visti. Erano morti tutti combattendo contro il Governatore- lo chiamò con disprezzo –l’unica che si rialzò fu la Regina che riuscì a imprigionare l’anima di suo fratello dentro di se e così si uccise, per eliminare il suo stesso fratello-

Per molto tempo calò il silenzio nella stanza. Inuyasha era perso nel racconto e nelle notizie apprese e non voleva crederci. Kagome aveva un fratello e con molte probabilità era il loro nemico.

-Non dirò niente al vostro re, scusa se lo dico ma non mi fido ha qualcosa che non va-

-Fai bene- Brutre lo guardò sorpreso, non era l’unico.

-Gli dirò che non c’è nulla, ma credo che sia di diritto che voi Cavalieri lo sappiate infondo riguarda il vostro destino-

-Ma a Kagome non gli avete parlato della sua famiglia?- chiese improvvisamente.

-No. Ci ha chiesto di mostrarle dei loro dipinti, di raccontarle di loro poi sono iniziati i preparativi per arrivare da voi e il tempo è volato-

-Allora lo devi fare e voglio esserci anche io quando le parlerai- Brutre sembrava riluttante ad accettare, poi annuì.

-Le farà male- sussurrò Brutre.

-Più di quanto immagini- disse Inuyasha uscendo dalla stanza più turbato che mai.

 

 

 

Alle origini di un passato dimenticato si ritornerà

Soltanto quando i Cavalieri e i loro draghi dai cinque elementi ritorneranno

Una lotta tra il bene e il male ci spezzerà

Solo con la forza del bene il male sarà cancellato e i giusti trionferanno.

Un pegno da pagare ci sarà

Questo alla fine si vedrà

Ma un’anima per sempre si spegnerà.

                                                                      Profezia destinata ai Cavalieri dei Draghi.

 

 

Fine!

Cavolo ci sono riuscita finalmente a postare questo capitolo. L’ho riscritto diciamo… un a trentina di volte e non è che mi soddisfi anche questo. Solo che è il migliore tra gli altri.

Beh ci sono tante sorprese in questo capitolo. Kagome? Un fratello? Ed è cattivo? Cosa dovrà passare ancora quella poverina? E poi la profezia per intero…

Ah il prossimo capitolo sperò di finirlo presto!XD altrimenti mi sa che se questa volta sopravvivo la prossima volta non sarete tanto clementi… quindi ancora una volta mi porgo le mie più sentite scuse per il ritardo ç-ç

 

Ringraziamenti:

fmi89: Sei ancora viva vero ç-ç?! Eccomi qui con il capitolo, postato in ritardo, che non è un capolavoro ma c’è! Spero di leggere un tuo commentuccio anche se sono solo rimproveri :P un kizzullo a presto.

Makiolina: Ah voglio sapere cosa ne pensi del comportamento di Kagome con Inuyasha! Mi dispiace di aver interrotto il capitolo precedente in quel modo (non è vero non mi dispiace heheheh) ma c’era bisogno se volevo che leggeste anche questo capitolo hahah scherzo. Aspetto con impazienza (anche se non merito i vostri commenti) un kizzullo ciaociao!

Le_montagnine:okok sono tornata e ho paura di aver deluso ele per quanto riguarda il combattimento XD. Certo che Inuaysha è stato un po’ passivo nel scoprire chi quegli stranieri fossero e che Kagome era una principessa -.-… troppo concentrato a farsi perdonare -.-… beh Aspetto come sempre i vostri commenti un kizzullo ciao ciao!

Achaori: allora secoli non sono passati ma quasi un mese. È stata dura postare questo nuovo capitolo perché non riuscivo mai a finirlo! Beh un po’ di curiosità ci deve pur essere no? Altrimenti doc’è il divertimento? :P … aspetto anche un tuo commento un kizzullo.

Lucia lair: Hahahah meno male che hai commentato solo oggi XD! Almeno per te non è passato troppo tempo dall’ultima volta che hai letto l’ultimo capitolo:P… per te è stata un’ attesa minore. Beh sono felice che tu mi abbia lasciato un commento e sono contentissima che la storia ti piaccia e che ti abbia appassionato subito… mi commuovo davvero! Spero di leggere anche altri tuoi commenti! Un kizzullo! Grazieeee!

 

Un ringraziamento va anche a chi legge soltanto, mette la mia storia tra le storie seguite e i preferiti, e chi mi ha messo tra gli autori preferiti ^////^ grazie mille. Un kizzullo.

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Capitolo 22
*** la tristezza non finisce! ***


11.1

The War Of The Dragons

Capitolo 11.1

La legenda ha vita

 

Un buio perenne annebbia la mia mente

E sola vago in questo mondo senza gente.

Non son ne viva ne morta

Ma neanche una non-morta.

Sono un’anima perduta

Nel nulla son caduta,

Destinata a vagare, sperare e pregare

E destinata a ricordare il mio passato come pena da scontare.

 

 

Cinque notti lo stesso sogno. Kagome non faceva altro che rivedere quella strana ragazza che le diceva sempre le stesse cose e ogni volta la ferita al braccio pulsava come sa avesse una propria vita. Era andata da Puns che ogni volta le diceva che era stato attento, che aveva eliminato tutto il veleno e che se fosse entrato in circolo non doveva preoccuparsi perché gli antidoti avevano agito già da tempo e spiegava che il dolore forse era provocato dagli allenamenti che lei si ostinava a fare. Lei ci credette anche se volle testare che il veleno fosse quello che diceva Brutre e quando ebbe la conferma si tranquillizzò. Quando si allenava si sentiva più forte anche se a ogni affondo le tornavano in mente il sangue e le urla delle sue vittime. Rotgan le spiegava che era normale provare un tale sentimento in battaglia anche se dopo la consapevolezza di ciò che si era fatto crollava sulle spalle e che Sesshomaru e Inuyasha non avevano questo peso perché era nella loro natura.

Finiti gli allenamenti Kagome si riuniva con i suoi consiglieri e generali per decidere le strategie, gli allenamenti e aveva ordinato anche di pattugliare il castello e i villaggi. Blakert, sempre per suo ordine, ogni cinque ore sorvolava il castello accompagnato da uno degli altri draghi e discuteva con gli altri Cavalieri dei probabili attacchi.

-Ci spiano- tutti si girarono verso Kagome che osservava la cartina –Ci hanno attaccato ogni volta che uno di noi si è allontanato-

-Kagome ha ragione- disse Sesshomaru guardando un Inuyasha pensieroso che guardava Kagome.

-Ma chi può essere?- chiese Sango.

-E se fosse Grukex?- propose Miroku.

-No- fece Kagome.

-Che ne sai?- fece Inuyasha un po’ irritato.

-Lo so è basta!- lo fulminò lei.

-Stiamo calmi e pensiamo!- fece Sesshomaru quando vide che le acque iniziavano ad agitarsi.

-Sei sempre così sicura!- la accusò Inuyasha improvvisamente senza ascoltare il fratello.

-Tu sei in grado solo di accusare!-

-Almeno io faccio qualcosa!-

-Cosa vorresti dire?- lui si zittì immediatamente aveva iniziato una discussione inutile senza senso, non voleva dire niente,era tropo teso.

-No scusa, non era niente sono solo stanco. Scusate- disse uscendo e lasciando interdetti gli altri Cavalieri.

Il problema di Inuyasha e che dopo quello che aveva saputo su Kagome non aveva fatto altro che cercare nella biblioteca, passando delle notti in bianco per cercare di capire come stavano realmente le cose.

Era diretto verso la stanza di Brutre e notò che nei corridoi erano aumentate le guardi elfo, segno che Kagome temeva qualcosa di cui non gli aveva parlato. Nella stanza non trovò nessuno, così decise a uscire a fare un giro.

-Capitano- si voltò a guardare il suo interlocutore e fu contento di vedere che era Brutre.

-Dobbiamo spiegare a Kagome e agli altri ciò che hai scoperto- parlò prima che il ragazzo-lupo parlasse.

-Ero qui per questo. Ho trovato un posto dove parlare tranquillamente ci saranno delle nostre guardie a sorvegliare per tutto il tempo-

-Perfetto- per quanto fosse una buona notizia non riusciva a sorridere.

-Avviserete voi i Cavalieri?-

-Sì- fece per andarsene ma gli venne in mente un episodio di molto tempo prima –Brutre voi perdete spesso il controllo? E quando lo perdete come vi comportate?- gli erano tornate improvvisamente in mente le immagini di quando Kagome perse il controllo nella palestra.

-Capita raramente, solo quando siamo punti da qualcosa che ci ferisce nel profondo. Quando perdiamo il controllo siamo molto violenti spesso dimentichiamo ciò che accade- era un tratto del loro essere di cui non andavano molto orgogliosi e Inuyasha lo capì dal disagio.

-Ce un modo per controllarvi?- chiese con voce flebile quasi in un sussurro.

-No. L’unico modo e lasciarla sbollire-

-Per quanto cattivo possa essere porta delle corde- si sentiva un verme a chiedere una cosa del genere.

-Già fatto- Inuyasha lo guardò interrogativo e il ragazzo alzò le spalle –Lo facciamo per Kagome- Inuyasha era sorpreso di come avesse avuto la sua stessa idea. Annuì e tornò verso il castello. –Ci vediamo qui a mezza notte!-

 

Inuyasha diede appuntamento a tutti  Cavalieri senza rivelare nulla. Era in camera sua e fu raggiunto da Sesshomaru che aveva uno sguardo indagatore.

-Inuyasha?-

-Non chiedermi niente- disse lui guardandolo.

-Voglio delle spiegazioni- non l’aveva neanche ascoltato.

-Le avrete-

-Adesso- ordinò e Inuyasha sorrise maligno.

-Controlla che i Draghi abbiano mangiato. È un ordine- sorrise ancora e Sesshomaru strinse i pugni.

-Non me ne vado-

-Ti ho dato un ordine-

-Non me ne vado- ripeté a denti stretti e Inuyasha sospirò.

-Forse avrò bisogno del tuo aiuto stasera, ma spero che non ce ne sia bisogno- ad un tratto il suo sguardo vedeva cose che Sesshomaru non poteva vedere e solo allora si decise a lasciarlo da solo. Non sapeva il perché di quella richiesta ma sapeva che gli avrebbe fatto male.

A mezza notte si ritrovarono tutti nel luogo indicato da Brutre che li aspettava con altri due elfi, indossavano tutti un mantello che coprivano il loro volto. Sgattaiolare fuori senza farsi vedere dalle guardie fu un gioco da ragazzi e questo ricordò a Inuyasha di aumentare il controllo.

Brutre li condusse nel villaggio, in una taverna nascosta tra i vicoli. Tutti la conoscevano ma pochi ci entravano, si diceva che le stanze erano infestate dai fantasmi, erano sciocchezze ma gli affari di certo non andavano male per il proprietario.

-Siamo noi- Brutre si rivolse a un omone che fece cenno di entrare e li condusse in una stanza appartata. Era di medie dimensioni e tutta in legno chiaro, al centro c’era un tavolo e su di esso c’era un candelabro a tre braccia che reggeva delle candele bianche, mentre all’esterno i due soldati facevano da guardia. Tutti si accomodarono, Inuyasha e Sesshomaru accanto a Kagome e Brutre di fronte.

-Siamo qui perché devo parlarvi di una cosa importante- sospirò –una cosa che non poteva essere rivelata all’interno del castello per vari motivi. Può essere molto difficile e forse ne rimarrete sconvolti ma devo dirvelo- prese fiato –Ho trovato pagine scritte con la magia dalla Regina degli Elfi nel vostro diario-

-Non è possibile io ho cercato con la magia- esclamò Kagome sorpresa.

-Le formule in tuo possesso non erano tanto potenti da rivelare un contenuto nascosto- rispose guardandola negli occhi, Kagome non riusciva a leggere in quelli così decise di ascoltarlo.

-Anche Inuyasha le ha viste e può confermare le mie parole- il capitano annuì –Il motivo per cui non ricordiamo o non possiamo nominare il nome del nemico che eliminò i Cavalieri e perché la mia regina- e guardò Kagome –ha adottato un incantesimo per eliminarlo dai ricordi e dai testi di tutto il mondo- Sango scosse la testa mentre gli altri rimasero in silenzio compresa Kagome che lo studiava per vedere se mentiva. –Il nemico che li ha uccisi era un Elfo- Kagome strinse le mani sotto il tavolo, non ci poteva credere si sentiva ferita nell’orgoglio. –Non è tutto. Quando ho utilizzato l’incantesimo devo aver spezzato il sigillo che riguardava il divieto di ricordare il nome del nemico in quel libro… il suo nome era Hentrem ed era il fratello di tua nonna, Kagome- Kagome si bloccò e tutti la guardarono. –Era un traditore che fu cacciato perché aveva utilizzato la magia contro gli Elfi. E tutto quello che ha fatto, la guerra, l’esercito e la persecuzione era solo per vendetta. Kagome tua nonna riuscì a imprigionare l’anima di suo fratello dentro di se e si uccise per uccidere anche lui- Kagome aveva gli occhi bassi non riusciva a guardare nessuno –Nel libro c’è scritto che sarebbe ritornato, ma non bisogna prenderla alla lettera, non è lui a essere tornato ma il suo erede-

-Erede?- sussurrò.

-Prima devo raccontarti una cosa sulla tua famiglia- Kagome lo guardò era da tempo che aspettava quel momento –Tu non sei l’unica figlia della famiglia reale- Kagome spalancò gli occhi e scattò in piedi .

-Kagome calmati- le sussurrò Inuyasha riportandola a sedere e scambiando uno sguardo con Sesshomaru che annuì.

-Hai un fratello Kagome- sorrise tristemente e Kagome tremò a sentire quella frase.

Lei aveva un fratello ed era vivo, il suo unico parente era vivo ancora. Sorrise mentre sentiva il cuore accelerare di più, poi il debole sorriso che si era dipinto sul suo volto scomparve quando Brutre abbassò lo sguardo.

-Cosa c’è?- chiese preoccupata mentre stringeva la mano di Inuyasha.

-Quando i tuoi genitori scapparono con te per salvarsi tuo fratello scomparve- sospirò –era come te sai? Io l’ho visto ero il suo tutore- sorrise amaramente –Capelli corvini, occhi quasi bianchi come i tuoi e quelli di tua nonna, labbra rosse come una mela, la tua copia. Come te era molto potente-

-Cosa gli è successo?- chiese Kagome disperata, voleva sapere.

-Molti pensarono che era stato fatto prigioniero dal nemico, ma scoprimmo che si era alleato con il Governatore lo vedemmo mentre sorridendo uccideva i suoi simili- la voce di Brutre si abbassava sempre più mentre nella stanza si udiva i loro battiti accelerati. Poi uno battito iniziò a diminuire sempre più e Inuyasha strinse la mano a Kagome. –Perdonami, ma credo che il nemico che ci ha attaccati sia lui Kagome-

La goccia che fece traboccare il vaso. Kagome guardava Brutre, gli occhi divennero completamente bianchi e il suo battito era lento e regolare. Brutto segno.

-Stai scherzando?- chiese con un finto sorriso, ma Brutre scosse la testa. –Tu mi stai dicendo che ho un fratello e che è un traditore?- non si rendeva conto che il tono della sua voce aumentava –Mio fratello sta tentando di eliminarci? E lui che ha mandato quella ragazza ad avvelenarmi e questo che stai dicendo?- chiese guardandolo.

-Quale ragazza?-

-Non cambiare argomento!- urlò spaventando tutti i presenti.

-Sì, probabile che sia lui e noi non abbiamo altra scelta che…- le mostrò un foglio su cui erano ritratti lei e la sua famiglia con suo fratello che le teneva delicatamente la sua piccola mano. Aveva ragione Brutre era uguale a lei -…ucciderlo-

-No!!!- urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Dolore più grande nel sapere che suo fratello era il suo peggior nemico, non c’era. Inuyasha e Sesshomaru scattarono, Miroku allontanò Sango terrorizzata e Brutre prese la corda. Riuscirono a farla sedere e a bloccarla.

-Perché la legate?- urlò Sango mentre Miroku cercava di allontanarla.

-Perdonami Kagome- disse Brutre inginocchiandosi ai suoi piedi con la voce che gli tremava.

-Non è vero!- continuava ad urlare mentre cercava di liberarsi e sulle guance le scivolavano le lacrime.

-Rimango io con lei- disse Inuyasha.

-Anche io- si propose Sesshomaru. Inuyasha non ebbe la forza di mandarlo via così acconsentì.

-Brutre riporta gli altri al castello, noi penseremo a Kagome- il ragazzo-lupo si alzò e senza dire nulla e con la tristezza nel cuore uscì con gli altri.

Sesshomaru osservò Kagome riempiendosi il cuore dello strazio che lei stava provando in quel momento, mentre Inuyasha cercava di tranquillizzarla sussurrandole parole che lui non avrebbe potuto mai dire in quel momento. Era scosso dal racconto e da Kagome.

-Kagome guardami! Ti prego amore ascoltami- disse prendendole il viso tra le mani mentre lei lo guardava con occhi cechi e continuava a piangere. –Sei forte, ritorna in te fallo per Brutre, per Sango e Miroku, fallo per Sesshomaru che è qui  con me ed è preoccupato- le sorrise ma lei non accennava a prendere il controllo. –Kagome ti supplico, riprenditi- le baciò la testa –Ricordati devi prendere ancora una decisione su di noi. Affronteremo insieme tutto questo e se ce la possibilità riporteremo tuo fratello qui e lo aiuteremo a tornare… normale-le promise –Ti prego amore mio-

E solo allora Sesshomaru capì sentendo le parole di suo fratello, sentendo la sua disperazione e il suo amore, che non aveva spazio nel cuore di Kagome.

Improvvisamente smise di agitarsi e il suo cuore iniziò a battere veloce. Sesshomaru ringraziò gli dei e si inginocchiò accanto a suo fratello.

-Sono maledetta Inuyasha- disse con la voce rotta dal pianto –Prima utilizzo la magia nera, poi divento debole al punto di piangere sempre, vengo avvelenata e adesso scopro che il mio unico fratello mi vuole uccidere- disse tutto tra i singhiozzi tenendo la testa bassa –Non ce la faccio a vivere di sorprese Inuyasha uccidimi adesso, smetti di farmi soffrire!- Inuyasha non poteva credere alle sue orecchie, scosse la testa deluso da quelle parole. Prese il volto di Kagome tra le mani  costringendola a guardarlo.

-Non dire stupidaggini! Non sei debole e non azzardarti a chiedermi una cosa del genere!- lo disse con rabbia e lei lo guardava mentre continuava a piangere. –Slegala- ordinò a Sesshomaru che obbedì. Quando fu libera Inuyasha la strinse forte al suo petto premendogli la testa nell’incavo della suo collo. –Dimmi che non ti arrendi e che insieme lotteremo per far tornare un briciolo di lucidità a tuo fratello!- ma lei scosse la testa stringendosi di più a lui –Perché te la stai prendendo tanto per qualcuno che neanche conosci?- le sussurrò per provocarla, per farla reagire. Funzionò.

-Ha il mio sangue, è il mio unico parente in vita è la mia vita- disse stringendo ancora di più i lembi della maglia di Inuyasha che sorrise debolmente.

-Per questo devi asciugare queste lacrime, giurare a te stessa che non piangerai più e che ti impegnerai a trovare una soluzione. Io sarò accanto a te sempre, e con noi ci saranno Sesshomaru, Miroku e Sango. E poi ci sono anche Brutre e Puns, Blakert, Arel,Behiro,Karaius… Siamo tutti con te- le disse cullandola e accarezzandole i capelli.

 -Non mi lasciare mai- gli sussurrò sul collo.

-Mai amore mio, mai!- le baciò la punta del naso ma lei aveva bisogno di sentire le sue labbra calde premute contro le sue, così si spostò un po’ e lo baciò. Inuyasha non si fece prendere di sorpresa e approfondì il bacio quando capì che lei voleva.

Sesshomaru li guardava. Si sentiva estremamente inutile. Qualcuno di troppo. La persona sbagliata nel momento sbagliato e la rabbia crebbe, ma più li guardava e più si rendeva conto che soffriva e che avrebbe voluto anche lui poter sentire Kagome desiderarlo. Strinse forte le mani fino a quando le nocche non divennero completamente bianche. Stava per uscire quando sentì Kagome chiamarlo.

-Sesshomaru io… mi…- era imbarazzata non sapeva cosa dire. Sesshomaru che era fermo sulla porta sorrise tristemente, almeno si era ricordata che c’era.

-Non preoccuparti per me  Kagome, l’importane è che tu stia bene adesso- la guardò dolcemente tanto che si pentì –Vi lascio soli- disse con un sospiro uscendo.

-Vedi!- disse con altre lacrime rivolgendosi a Inuyasha.

-Vedere cosa? Che Sesshomaru muore di gelosia? È stato lui a chiedermi di restare-

-Abbiamo sbagliato lo stesso- Inuyasha la strinse lasciandola sfogare ancora. Sarebbe rimasto con lei anche tutta la notte, se sarebbe servito per liberarla dal dolore.

-Con questo devo pensare che ti sei pentita di avermi baciato- lei sorrise lievemente annusando il profumo di Inuyasha.

-Hai un buon profumo-

-Oh grazie questo non me l’avevi mai detto- sorrise ancora.

-Sai hai ragione me la sono presa per una persona che io non ricordo e che ignoravo la sua esistenza- altre lacrime.

-Shhh- la cullò ancora –È normale, sei confusa. Restiamo ancora un po’ così-

Quando Kagome si fu ripresa uscirono dalla locanda però lei non volle tornare al castello. Inuyasha la accontentò e si diressero verso la locanda di Ginevra che li accolse con un sorriso che sbiadì quando notò il volto di Kagome.

-Mi dai la miglior stanza che hai?- chiese Inuyasha richiamando l’attenzione su di se.

-Una sola?- chiese stupita e venendo colta dalla gelosia.

-È un problema?-

-No- rispose secca –Vi accompagno io-

-Grazie- Inuyasha prese per mano Kagome e le sussurrò di stare tranquilla.

 

Quando entrarono nella stanza Inuyasha notò che c’era un letto singolo ma non se la prese e ringraziò Ginevra. Kagome si affacciò alla finestra e guardò la sottile falce di luna nel cielo tappezzato di stelle.

-Dove dormirai?- chiese poi a Inuyasha.

-A terra e poi a essere sincero non ho molto sonno- era appoggiato con le braccia incrociate accanto a lei e la guardava.

-Mi dispiace- la sua voce era flebile.                                                                  

-Non so di cosa parli- lei non disse niente e si stese sul letto e sussurrò un “Buonanotte”. Inuyasha rimase accanto alla finestra e la osservava poi quando fu convinto che si fosse addormentata scese  nella locanda.

-Cosa è successo alla tua ragazza?- chiese indispettita Ginevra appena lo vide.

-Nulla che ti interessa- la giovane lo guardò e capì che era stanco e triste.

-Scuami. Sei strano è successo qualcosa di grave? Come mai non siete al castello?-

-Hai mai amato qualcuno al punto di pensare di essere inutile, che non puoi aiutarlo?- chiese.

-È strano che tu me lo chieda- sorrise tristemente lei –Devi amarla tanto-

-Tanto da sentirmi male- lui invece sorrise dolcemente.

-Tieni la offro io- la ragazza gli porse un boccale di birra.

 

Fu svegliata non solo dal sottile raggio di sole che le scaldava la guancia ma anche dalle voci provenienti dall’esterno della porta. Una delle due voci era quella di Inuyasha l’altra non riuscì a distinguerla immediatamente ma era quella di Sango. Era strana avrebbe detto agitata.

-Fa preparare il mio drago io sveglio Kagome e la riporto al castello- disse Inuyasha poi sentì scendere qualcuno dalle scale e la porta aprirsi.

Era rimasta nel letto, non aveva la forza di alzarsi. Stava tanto bene. Poi sentì i passi di Inuyasha avvicinarsi e posarle una mano sulla testa.

-Non mi voglio alzare- borbottò, forse Inuyasha sorrise.

-Dobbiamo andare-

-Cosa è successo? Era Sango?- chiese strofinandosi gli occhi.

-Si era Sango- fece una pausa –Senti Kagome io devo partire devo dare una mano a Sesshomaru-

-Cosa è successo a Sesshomaru?-

-È dovuto tornare sui monti Kurebea. Stanotte è arrivata una chiesta di aiuto, sono stati attaccati e sono caduti in mano nemica, solo una piccola parte è ancora libera- Kagome lo guardava allibita, tutto non poteva essere successo in una sola notte.

-Ma come è potuto accadere tutto così velocemente?- era sconvolta.

-È una settimana che stanno attaccando i Monti Kurebea-

-Cosa? E Sesshomaru non sapeva niente? Non è possibile!-

-Sesshomaru non aveva sapeva niente i messaggi che riceveva dicevano che era tutto sotto controllo, quindi credeva che tutto andasse bene e invece…- Kagome scatto in piedi e prese la sua roba.

-Vengo anche io con voi-

-Non se ne parla- protestò lui –Ascoltami con me viene anche Miroku ma tu e Sango dovete rimanere qui. Dovete controllare cosa accade e se nel caso vi attaccassero chiamateci immediatamente e porta in salvo il re e tutte le persone che puoi. Ora andiamo – non le diede il tempo di protestare la prese per mano e corsero verso il castello. Arrivati si separarono Kagome andò da Sango mentre Inuyasha si diresse verso la sua camera.

Si incontrarono tutti nel corridoio delle loro camere per salutarsi. Inuyasha indossava la sua armatura già pronto per l’eventuale battaglia e lo stesso valeva per Miroku. Avevano sguardi seri e di sicuro erano preoccupati ma non lo fecero vedere.

-Allora ci salutiamo qui non voglio che ci vedano altri- disse Inuyasha –Sango mi raccomando a ciò che ti ho detto stamattina ho parlato anche con Kagome ti spiegherà lei- Sango annuì poco convinta non si era separata per molto tempo dai suoi compagni e temeva ciò che stava accadendo su quei monti.

-Vieni Sango accompagnami- disse Miroku –E tu bei occhi non preoccuparti- l’abbracciò forte e lei ricambiò –Stai bene?- le sussurrò.

-Starei meglio se non partiste- disse sconsolata. Lui sorrise e le baciò la fronte.

-Andiamo Miroku?- lo chiamò Sango che sorrise a vedere i due amici salutarsi.

-Kagome se non fosse una questione urgente non ti lascerei proprio adesso…- Kagome gli mise un dito sulle labbra e gli sorrise.

-Lo so, non devi darmi spiegazioni- gli scostò una ciocca di capelli –Pensa a tornare presto- disse poi seria guardandolo negli occhi. Lui la strinse e le diede un casto bacio.

-Ti invierò messaggi ogni sera dopo il tramonto-

-Promettimi che se le cose peggiorano tornate immediatamente qui, altrimenti vi vengo a prendere io- aveva gli occhi lucidi.

-Te lo prometto Stiaref- lei sorrise e l’abbracciò ancora. –Adesso devo andare accompagnami- la prese per mano e andarono da Arel che li aspettava.

“Buona viaggio Arel” la salutò Kagome.

“Grazie principessa ci vedremo presto”le rispose il drago che poggiò il suo muso sulla fronte di Kagome.

Sango salutò con un bacio Miroku che la strinse dolcemente: –Ci vediamo presto Sango- lei annuì.

-Allora ciao- disse Kagome a Inuyasha mentre stava per salire. Lui però si fermò a guardarla imbarazzandola, non poteva salutarla così.

“Arel coprici per un minuto”

-Cosa vuoi fare?- chiese lei.

-Zitta e baciami!-il drago blu aprì le ali come per sgranchirle comprendo così i due amanti che si davano il bacio di addio.

In poco tempo i draghi furono circondati dai soldati che gli augurarono buon viaggio.

-Inuyahsa prendi questa credo che serva più a te- gli porse Fardentur.

-La prendo solo perché voglio credere che davvero non accadrà niente- la prese e la mise accanto alla sua spada.

Poi Kagome si allontanò e con un ultimo saluto i due draghi volarono via diventando sempre più piccoli fino a scomparire.

-Kagome,Sango sono sicuro che torneranno presto e interi- sorrise il re ma si vedeva che anche lui era molto in pensiero e che il suo sorriso era sforzato, infondo anche lui aveva perso delle terre. –Per distrarre le due principesse ho pensato di organizzare un piccola festa per distrarci- Sango sorrise dolcemente e Kagome annuì distratta.

 

-Sango tra dieci minuti vieni nella Sala dei Cavalieri- le disse prima che la fanciulla entrasse nella sua camera.

-Va bene. Ma potrei sapere il motivo?-

-Ci dobbiamo preparare al meglio- furono le uniche parole che Sango non riuscì a capirla, ma si ritrovò nella sala come le era stato chiesto.

Nella sala c’erano lei, Brutre e Puns e altri due elfi che aveva visto camminare nei corridoi e poco dopo arrivò Kagome con due mappe.

-Siamo tutti- disse aprendo le mappe sul tavolo una Sango la riconobbe era quella del suo mondo l’altra era diversa, non seppe dire di che luogo era. –Sango la seconda mappa che vedi è la mappa del mio mondo e tra noi vivono anche altri esseri che potrebbero aiutarci- spiegò chiarendo le idee a Sango.

-Qual è  lo scopo di questa riunione?- chiese allora lei.

-Vedi se ci dobbiamo preparare a una guerra contro mio… mio fratello- le era costato una fatica dirlo e solo nominarlo la rabbia si fece sentire –dobbiamo avere più alleati così ho deciso di fare questa riunione. Vedi Sango questa mappa? Le linee e le macchie blu sono fiumi e laghi che passano nel mio mondo e sono dei regni- non gli aveva spiegato perché pensava che lei non sapesse leggere una mappa e che i fiumi e i laghi erano enormi fino a sembrare quasi dei mari. –Qui vivono le ninfe e le sirene mentre in queste macchie verdi viviamo noi e i folletti- Kagome era un ottima allieva secondo il Brutre perché imparava anche le cose difficili in un solo giorno e la geografia del regno sembrava che Kagome già la conoscesse –potremo chiedere aiuto alle ninfe e ai folletti le sirene sarebbero poco utili sulla terra ferma. Ma non bastano- disse riflettendo – abbiamo bisogno di altri demoni. L’ultima volta gli avversari erano più forti del solito- le venne in mente soprattutto la ragazza che l’aveva avvelenata.

-Non credo che potremo chiedere aiuto ai demoni dei Monti Kurebea- fece Sango e Kagome annuì.

-Però nel Grande Oceano ci sono i mezzo-demoni no?-

-Se chiediamo aiuto a loro non potremo chiedere aiuto ai sopravvissuti…-

-Sango li prenderò a pugni personalmente se non capiscono che il mondo ha bisogno di aiuto e non litigi personali!- Sango capì che per quanto sembrasse ironico ciò che Kagome aveva detto lei non scherzava.

-Allora come ci muoveremo- Kagome le sorrise contenta che la sua amica stesse dalla sua parte.

-Stasera Marten e Giohen- indico i due elfi –partiranno stasera stessa per organizzare un rifugio in caso di bisogno. Per quanto riguarda le ninfe ho inviato un messaggio a Bneron che sarà già partito per parlare- sorrideva soddisfatta della sua velocità.

-Visto che hai fatto tutto io cosa c’entro?- chiese Sango.

-Perché ho bisogno di conoscere il castello alla perfezione e chi meglio di te?- Sango annuì.

-Va bene-

-Un’altra cosa ho bisogno che mi descrivi la stanza di tuo nonno-

 

Passarono la giornata a mettere a punto il piano. Sango aveva accettato la richiesta della descrizione della stanza del re anche lei sentiva che suo nonno era strano, che si comportava diversamente da quando era tornato dal suo viaggio, come se non fosse realmente lui.

Però appena il sole iniziò a calare si ritirarono nelle loro stanze per prepararsi di mala voglia per quella festa che credevano inappropriata per quell’occasione soprattutto mentre tre dei Cavalieri erano partiti per una guerra. Solo in quel momento Kagome si ricordò che Sesshomaru era partito prima degli altri e non l’aveva salutato. Si stava asciugando la sua candida pelle quando avvertì che c’era della magia nell’aria, guardò fuori dalla finestra e vide che il sole era tramontato da poco. Corse allo specchio e pronunciò quelle parole con sollievo, ma l’ansia era sempre presente.

Lo vide che indossava ancora la sua armatura erano accampati in un prato mentre Miroku alle sue spalle arrostiva qualcosa sul fuoco.

-Dove siete?- chiese lei senza salutarlo.

-Ci siamo fermati sul confine, tra tre giorni arriveremo a destinazione- spiegò calmo osservandola con un leggero rossore che Kagome credette fosse sua immaginazione poi si ricordò del suo abbigliamento e arrossì anche lei. –Cosa avete fatto oggi?-chiese per spezzare il silenzio.

-Ti invierò un messaggio più tardi, ti spiegherò tutto- lui annuì aveva letto nei suoi occhi che non era il momento di parlare. –Sai il re ha organizzato una festa- la notizia non stupì per nulla Inuyasha.

-Me lo immaginavo fa così ogni volta che Miroku parte, sa che è l’unico modo per distrarre Sango- spiegò.

-Ha… ha detto che è per distrarre le due principesse- arrossì stupidamente.

-Sa di me e te- costatò pensieroso.

-Non mi sembrava però arrabbiato- disse lei.

-Ne parleremo quando tornerò- lei annuì sorridendo.

-Sango entra, non sono ancora pronta ma puoi parlare con Miroku mentre mi preparo- la invitò prima che la ragazza bussasse, ma gli occhi della mora si illuminarono quando senti il nome del ragazzo e si fiondò innanzi allo specchio.

-Aspetto che tu sia pronta- le disse poco prima Inuyasha che fosse affiancato da Miroku.

 

Kagome prese il vestito che era poggiato sul letto e si dileguò in bagno. Quando uscì Sango sorrise entusiasta, fece chiamare Inuyasha e si spostò lasciando lo spazio alla sua amica. Inuyasha rimase a bocca aperta era più bella della prima volta che le aveva visto indossare un vestito da cerimonia.

A differenza di quello pesante di velluto indossava un vestito di seta color del cielo con un disegno di un drago sul corpetto. Le spalle erano scoperte e c’era una casta scollatura sul seno, le braccia però erano coperte da maniche che coprivano metà delle candide mani. La gonna era lunga e toccava terra e il bordo era decorato da un righino bianco come il disegno sul corpetto. I capelli ebano, cresciti, erano lasciati liberi ed erano lisci ma alle punte c’erano dei leggeri boccoli e sulla testa Kagome portava un diadema argentato. Questo era costituito da rami che si intrecciavano ed era decorato con foglie alcune delle quali erano dorate, poi al centro alcuni rami si allargavano per ospitare una pietra dello stesso colore degli occhi di Kagome. Il suo volto era semplice ma le sue labbra erano rosse come una rosa.

-Sono abiti fatti dagli Elfi- disse timidamente mentre vedeva le facce di Inuyasha e Miroku.

-Sei…-

-…Incantevole- rispose Miroku prima di Inuyasha.

-Non che tu sia da meno Sango- fece Inuyasha colpendo sia per gelosia che per poco tatto il suo compagno di viaggio.

-Non preoccuparti Inuyasha- fece la giovane. –Sei davvero bella Kagome-

-Grazie- sorrise lei. Era in quei momenti che si sentiva una vera donna e si sentiva bene.

-Kagome posso?- qualcuno fece apparizione dalla porta era Puns che indossava una tunica diversa dal solito.

-Certo entra pure- sorrise lei. Quando Puns entrò e vide i due Cavalieri nello specchio fece un inchino come saluto.

-Siete splendide- disse imbarazzato.

-Grazie- fece Sango –Come mai qui?-

-Il re mi manda a chiamarvi-

-Arriviamo subito- sorrise ancora Sango –Ciao Miroku ci sentiamo presto- disse dolcemente mandandogli un bacio.

-Va bene- lui sorrise dolcemente allontanandosi come fece Sango lasciando Inuyasha e Kagome da soli.

-Non farmi fare raccomandazioni- disse senza guardarla mentre la gelosia si impossessava di lui.

-Non dirmi che sei geloso infondo noi non stiamo insieme- sorrise maliziosa e lui sorrise alla stesso modo.

-Ma dagli ultimi baci che mi hai dato  non si direbbe lo stesso- lei arrossì –vorrei essere lì con te- sorrise lui.

-Anche io lo vorrei. A essere sincera non ho molta voglia di festeggiare-

-E meglio così. Facciamo una cosa quando torni oltre a scrivermi il messaggio usi l’incantesimo di divinazione. Va bene?- lei annuì sorridendogli poi gli mandò un bacio e aspettò che lui spezzasse l’incantesimo.

-Sei migliorato per poter trattenere un incantesimo tanto a lungo- era fiera di lui.

-Vai che ti stanno aspettando- lei annuì e lui spezzò l’incantesimo.

Arrivata alla sala si fermò e fece un profondo respiro, da adesso si sarebbe comportata da principessa.

 

Sango e Kagome passarono la serata insieme troppo tese per poter festeggiare a pieno, solo qualche volta concedevano un ballo ad alcune persone molto cordiali, si intrattenevano a parlare con donne nobili e giovani fanciulle che chiedevano i segreti della  loro bellezza. Chiedevano anche dei tre bellissimi Cavalieri e se sapevano se vedessero qualcuna. Il più richiesto era Sesshomaru.

-Posso farvi una domanda?- chiese timidamente una giovane non aveva più di sedici anni.

-Certo- sorrise cordiale Kagome.

-Possiamo vedere il vostro Segno?- era arrossita vistosamente –Se è possibile- aggiunse frettolosa.

Sango sorrise e spostò i capelli mostrando sulla sua nuca l’iris rosa scuro.

-Io non posso mostrarvelo mi dispiace- fece Kagome.

-Oh no dispiace a me avervi fatto una richiesta così impertinente- Kagome la tranquillizzò e le spiegò la forma del suo Segno.

Rispetto al ballo precedente quello finì prima per gioia delle due ragazze che corsero nelle rispettive camere. Kagome si cambiò velocemente indossando la leggera veste da notte e inviò velocemente il messaggio dove spiegava il suo piano. Non ricevette risposta ma Inuyasha la divinò immediatamente.

-E stata una noia- raccontò Kagome mentre Inuyasha la ascoltava divertito –Cosa ne pensi del piano?- cambiò discorso.

-È ottimo anche se sarà difficile convincere i demoni a stare con i mezzo demoni-

-Ne discutemmo anche prima che partissi e vi chiesi di provarci anche quando io partii, nessuno si mosse. Adesso dobbiamo agire e mettere da parte le discordie se questo loro non lo capiscono li prenderò a pugni- era sicura di quello che diceva.

-Come vuoi- sorrise Inuyasha –Adesso devo andare tra qualche ora dobbiamo ripartire-

-Va bene buona notte- lo salutò.

-Ciao- e fece il loro gesto venendo ricambiato con amore –Ti amo- sussurrò.

-Anche io- riuscì a dire prima che Inuyasha rompesse l’incantesimo.

 

 

Quando arrivarono iniziarono a battersi anche se non era rimasto molto del villaggio. Cercarono Sesshomaru ma non lo trovarono, combatterono affianco ai demoni Inu salvando loro la vita, poi improvvisamente qualcuno urlò la ritirata e anche se spaesati salirono in groppa ai loro draghi seguendo i pochi demoni sopravvissuti a questa battaglia. Si ritrovarono in un campo militare.

-Ehi dove posso trovare Sesshomaru- chiese Inuyasha bloccando un soldato.

-Toglimi le mani di dosso lurido mezzo sange- gli ringhiò feroce.

-Ehi amico stai parlando con un Cavaliere!- intervenne Miroku.

-Può essere anche il re dell’intero mondo, ma non avrà mai il mio rispetto- e lanciando un ultimo sguardo a Inuyasha se ne andò.

-Ma come puoi rimanere così calmo?- gli chiese Miroku colmo di rabbia.

-Non posso farci niente, non posso negare l’evidenza che sono un bastardo- e senza aggiungere altro provò a cercare Sesshomaru con l’olfatto. Credette di aver trovato delle tracce ma non era sicuro in quel campo gli odori di bruciato, sangue e putrefazione si mischiavano. I loro draghi dopo averli lasciati al sicuro erano tornati a volare per capire la situazione e cercare Lumì che non si vedeva.

-E se non fosse in questo campo?- le probabilità erano alte ma poi sentì l’odore di suo fratello o meglio il sangue di suo fratello. Si fiondò in una tenda e lo vide mentre stringeva gli occhi e serrava la mascella pur di non urlare. Nel braccio destro era conficcata una lama e un medico cercava di estrarla con delicatezza. Suo fratello era stato ferito molte volte ma non al punto da fargli stringere i denti.

-Sesshomaru!- lo chiamò quando il medico riuscì a estrargli la lama e lui trattenne a stento un grido. Sudato e con il fiatone sorrise al fratello.

-Ce ne avete messo di tempo- disse mentre cercava di regolare il suo respiro.

-Cosa è successo?- Miroku poggiò una mano sulla spalla dell’amico.

-Se non fosse per il fatto che quelle lame sono incantate e risucchiano le energie adesso non starei così- e sospirò di sollievo quando sentì che il demone che gli spalmava un impiastro di erbe. –Come hai fatto a passare senza che ti assalissero?-

-C’è caos e molti feriti non si saranno accorti neanche della mia presenza, solo uno mi ha dato il ben venuto. Sai non è stato facile trovarti-

-Kagome e Sango?- chiese improvvisamente ma sapeva che lui voleva sapere di Kagome.

-Stanno bene- disse facendo capire al fratello che tutti e tre avrebbero dovuto parlare da soli.

-Qui le cose non vanno bene Inuyasha, i bambini e le femmine sono stati messi al sicuro. Il regno è stato conquistato quasi del tutto…-

-Cosa vuoi che faccia?-

-Chiedere al re di preparare un accampamento anche all’esterno del regno-

-Come la metti il fatto che i tuoi demoni non sono alleati?-

-Se a loro non andrà bene potranno perire anche qui- disse freddo e Inuyasha si chiese come potesse solo pensare di abbandonare il suo regno il suo popolo. –Ma proverò a convincerli- disse subito dopo.

-Abbandoni allora?-

-Ho altra scelta?- Inuyasha vide gli occhi di suo fratello essere coperti da un leggero velo di dispiacere rimaneva comunque il suo regno e lo avrebbe rivendicato.

 

Per tutta la notte aveva rivisto nel suo sogno quella ragazza che l’aveva avvelenata c’era qualcosa in lei che la ricordava. C’erto le orecchie quasi a punta, gli occhi, l’agilità. Appena destatasi corse da Puns doveva sapere una cosa.

-Ditemi mia Signora-

-Puns smettila lo sai che non voglio- lui sorrise e fece un inchino come segno di scusa.

-Cosa ti turba?- chiese poi tornando a mischiare le erbe in una ciotola.

-Continuo a sognare la ragazza che mi ha avvelenato- lui sapeva più cose rispetto a Brutre perché l’aveva sentita durante il delirio.

-Era una ragazza?- lei annuì –Come era fatta-

-Aveva orecchie quasi a punta, gli occhi della nostra stessa forma, bella ed era agile- spiegò. Puns la guardò sorpreso. –Cosa c’è?-

-Allora è vero che esistono- sussurrò.

-Chi?-

-I mezzi elfi- spiegò –Non sono un incrocio, però, tra uomini e elfi ma bensì con demoni. In passato la nostra specie viveva in sintonia con i demoni e capitava che delle coppie davano alla luce dei mezzi elfi. Ma non credevo che fosse vero poiché la storia risale alle origini del mondo di Trenstac-

-Perché mezzo- elfo e non mezzo-demone?-

-Ripensa a Inuyasha… lui è mezzo demone nato da una donna umana e un demone ed assomiglia di più a un demone ha i sensi più sviluppati rispetto agli umani. Si chiamavano mezzo-elfi perché erano della nostra bellezza, agilità e eleganza ma non sapevano utilizzare la magia come i demoni-

-Ma Inuyasha e Sesshomaru utilizzano la magia- gli fece notare.

-Ma loro ricevono la magia dai loro draghi- spiegò poi guardò Kagome rabbuiarsi. –C’è altro?-

Lei lottò con se stessa non sapendo se confessargli ciò che la ragazza gli aveva detto o meno.

-Quella… ragazza mi ha detto che il suo padrone aveva ragione su di me e che presto avrei capito- tremava aveva il presentimento che “il padrone” fosse suo fratello. –Spesso sento che la ferita pulsa e la mente si svuota. Quando Brutre mi ha raccontato la storia di mio fratello io ero arrabbiata, avrei voluto urlare e rompere una casa intera, ero disperata e avrei voluto piangere  perché verità più dura non c’è. Ma non avrei mai perso il controllo, soprattutto dopo che mi sono esercitata a lungo- Puns la ascoltava in silenzio cercando di ricomporre i pezzi –ma la ferità ha iniziato a bruciare e a far male e improvvisamente ho perso il controllo- sospirò –anche se adesso non è rimasto neanche il segno io la sento-

-Woerd moa- spiegò –Suggestione del veleno- tradusse, non era ne Trenstac e ne elfico, ma non era neanche una lingua solo un nome.

-Cosa significa?- chiese preoccupata.

-Anche se io ho eliminato tutto il veleno e farti bere ogni pozione possibile per evitare qualsiasi disagio il veleno è penetrato nel tuo corpo e non posso fare niente. Non è mortale ma ti porterà a perdere il controllo- sospirò aveva la faccia contratta dalla rabbia –Solo chi ha creato il veleno conosce l’antidoto- il cuore di Kagome si fermò non riusciva a farsene una ragione perche gli avevano fatto quello? Perché suo fratello la voleva morta?

-Io ho fatto un analisi del veleno non è uscito niente di anomalo-

-È un incantesimo-

-Ma tu hai detto che i mezzi-elfo non possono utilizzare la magia-

-Infatti io non ho detto che è stata lei-

-Credi che sia stato un mago?- lui annuì ma lei non voleva credere che era suo fratello finché non l’avesse visto con i suoi occhi non avrebbe mai creduto alle parole di Brutre. Ringraziò Puns e uscì per andare a allenarsi con Rotgan. Si sfogò con fendenti pesanti e pericolosi e non si preoccupò di ferire Rotgan.

Il pomeriggio aspettò il messaggio del primo Anziano che non tardò le ninfe avevano accettato di aiutarli. Almeno una notizia buona c’era. Quello stesso pomeriggio furono convocate lei e Sango dal re.

-Ho notizie dal vostro capitano- iniziò il re –Purtroppo il regno di Sesshomaru e altri villaggi sono stati conquistati dal nemico. Sono pochi i sopravvissuti e chiedono ospitalità da noi- fece una pausa – L’ho concesso fra qualche giorno saranno qui e vorrei che voi organizzasse un modo per ospitarli-

-Come desiderate- esclamarono le due giovani.

-Il capitano Koga vi aspetta all’ingresso ovest farà un censimento e voi avrete a disposizione quel villaggio, fate montare tende in ogni angolo del villaggio e se non basta farete montare altre tende nel giardino Sud del palazzo- spiegò il re –Inoltre voglio che fate preparare anche una tenda dove i nostri ospiti potranno ricevere da mangiare e trovate agli uomini lavori da svolgere. Fate curare i soldati feriti mentre quelli che possono combattere insegnategli le tecniche di combattimento utili per abbattere i nemici. Kagome ordina ai tuoi uomini di utilizzare magie adatte per potenziare le armi e difendere le armature. Sango tu occupati di parlare ai fabbri e pagarli il doppio per la costruzioni di altre armi. Inoltre volevo avvertirvi che le armature dei vostri draghi sono pronte e anche le vostre-

-Si signore-

-Adesso andate, buon lavoro-

Si organizzarono per la preparazione del campo per ospitare i demoni. Si diressero verso il villaggio ovest e guardarono la situazione. Potevano far piantare molte tende ma non sapevano quanti se ne dovessero ospitare.

-Non credo che qui vadano bene- esclamò Sango.

-Già. Dovremmo sfruttare per forza il giardino sud lì potremo far montare anche una tenda di soccorso e la mensa- Sango annuì poi andarono da Koga per comunicare la loro decisione. Dopo ripresero i loro cavalli e tornarono al castello. Chiamarono a raccolta tutti i soldati e con loro si misero a lavoro per piantare tutte le tende possibili.

Faticarono molto, si fermarono soltanto quando il sole era tramontato.

-Kagome c’è qualcosa che non va?- Sango aveva notato che Kagome cercava cose da fare per distrarsi o per non parlare con lei se non per lavoro.

-Va tutto bene, perché c’è qualche motivo per cui non dovrebbe andar bene?- Sango la osservo aveva ragione nascondeva qualcosa, ma non indagò oltre e la lasciò andare.

Dovette attraversare l’altro giardino per arrivare alle scuderie dove Blakert era chiuso da giorni. Infatti appena la vide la guardò come la volesse bruciare.

“Ti sei ricordata di me!” lei non rispose “Kagome”

-Sta zitto- disse fra i denti senza guardarlo. La feria le bruciava e se non si calmava subito avrebbe perso il controllo. Poi sentì Blakert entrare nella sua mente e lo lasciò fare, non voleva parlare.

“Perché non mi hai detto niente?” le chiese avvicinandosi alla sua faccia e toccandola dolcemente.

-Voglio volare un po’- disse senza aggiungere altro e aprendo con l’aiuto di Blakert le porte per farlo uscire. Gli salì in groppa e una volta fuori iniziarono a volare. Blakert girò su se stesso e Kagome vide cielo e terra scambiarsi di posto, poi vide la terra farsi sempre più vicina –Voglio vedere uscire dal castello- gli disse e lui obbedì.

Allargò le braccia sentendosi libera, sentendosi un'unica cosa con Blakert e adorava quella sensazione. La mezza luna li accompagnava e lei abbracciò la base del collo del drago nero beandosi del suo calore.

“Non dirò niente a Inuyasha” Blakert la ascoltava ma non le rispose “ho paura che faccia qualcosa che potrebbe portarlo via da me”

“È una tua decisione”

Non parlarono più. Dopo un paio di ore di volo ritornarono a castello dove Kagome si dovette subire una strigliata dagli scudieri che si occupavano dei draghi. loro non erano nessuno ma lei non aveva la forza di risponderli. Trovò Sango che l’aspettava seduta sulle scale del castello e quando la vide le sorrise.

-Sono andata a fare un giro con Blakert- si giustificò aiutando l’amica ad alzarsi.

-Lo so vi ho visti. Non devi giustificarti Kagome- per questo adorava Sango sapeva quando non doveva parlare –Ti ho aspettata per dirti che Miroku mi ha cercato e che Inuyasha era furioso perché tu non hai risposto all’incantesimo, ma tranquilla gli ho detto che eri in ricognizione-

-Grazie Sango- non voleva parlare con Inuyasha ma voleva sapere come stava –Cosa ti ha detto Miroku-

-Sono già in viaggio per tornare. I demoni non sono più di un centinaio e Sesshomaru è ferito- quelle ultime due notizie bloccarono Kagome.

-Come solo un centinaio? Non è possibile che demoni Inu non sono riusciti a contrastare un attacco! Potevano cavarsela con delle perdite gravi sì ma non da essere decimati-

-Miroku mi ha detto che sono stati traditi da qualcuno all’interno, sono stati colpiti nel bel mezzo della notte e quando all’orizzonte non c’era nessuno. inoltre ha detto che Sesshomaru ha visto una figura nera osservare la battaglia da lontano- Kagome sentì un brivido percorrerle la schiena.

-Sesshomaru come sta?-

-Non è grave ma ha un braccio gravemente ferito- Kagome annuì si sarebbe occupata lei stesso della ferita di Sesshomaru doveva parlare con lui della figura nera.

-Corro in camera devo parlare con Inuyasha- Sango le sorrise e la salutò.

 

-Dove eri finita?-

-Avevo bisogno di schiarirmi le idee-

-Sango mi ha detto che eri in ricognizione-

-Ha mentito per non farti agitare inutilmente. Sono qui Inuyasha mi vedi no? Sto bene- sbuffò esasperata. –Come sta Sesshomaru?-

-Meglio rispetto a ieri ma ha bisogno delle vostre cure- Inuyasha sembrava apparentemente calmo ma Kagome aveva imparato a conoscerlo. Sapeva che nascondeva l’orrore che aveva visto, sapeva che era preoccupato. –Voi state bene? Nulla di sospetto?-

-No tranquillo, qui tutto è tranquillo pensate di tornare presto. Abbiamo preparato delle tende da accampamento per i sopravvissuti nel giardino sud eravamo preoccupati del numero-

-Kagome non ne sono sopravvissuti più di duecento- il tono basso e triste e quelle parole spiazzarono Kagome. Come potevano demoni della razza Inu, i più forti tra tutti i demoni essere dimezzati da un esercito che non doveva essere superiore a quello che avevano combattuto nell’ Oceano Rosso. Era impossibile e questo la spavento. Se il nemico avesse provato ad assalire Sougar non immaginava ciò che sarebbe potuto accadere.

-Non sono nemici normali- bisbigliò –Hanno qualcosa che non va e non parlo solo delle armature e delle corazze- scosse la testa pensierosa.

-Hai avuto qualche idea?-

-Ho mandato degli ambasciatori nella terra delle ninfe hanno accettato di essere nostri alleati arriveranno qui tra una settimana circa, ma non bastano. Farò arrivare tutti i maghi più abili dalla mia terra e li addestrerò per utilizzare un incantesimo per spezzare quello che viene utilizzato sulle armature e le armi, permettendo così ai draghi di utilizzare le loro fiamme e decimare i nemici, ma se arrivassero quegli uccelli se solo sapessi che cosa sono-

-Kagome?- la chiamò ma lei sembrava troppo persa nei suoi pensieri –Kagome guardami- questa volta lo sentì e lo guardò. –Stai calma ne discuteremo quando torniamo tra poco-

-Non ce la faccio più ad aspettare se non fosse per il fatto che non conosciamo il loro nascondiglio li avrei attaccati in questo preciso istante- disse con rabbia e con una scintilla di follia negli occhi che non scappo a Inuyasha.

-Cosa ti tormente? A cosa stavi pensando quando sei andata da Blakert?- lei scosse la testa –Non sei vendicativa e non sei mai stata impaziente- le disse e lei si sentì nuda la conosceva bene perché potesse mentirlo, ma ciò nonostante non parlò.

-No è che in verità ho paura-

-Anche io Kagome. Tanto- ammise lui e lei avrebbe voluto abbracciarlo e consolarlo.

-E meglio se riposi ci sentiamo presto- lui annuì e lei gli mandò un bacio.

 

 

-Pensi di batterci?-

-Mi vuoi dire cosa vuoi da me?-

-Il tuo corpo, la tua mente, la tua anima- rise subdola e Kagome sentì i brividi –Ma in realtà non sono io quella che ti vuole ma il mio maestro-

-Chi è il tuo maestro?-

-Lo conosci-

-No! non lo conosco-

-Ha i tuoi stessi occhi-

-No sta zitta! Mio fratello è morto!-

-E più vivo che mai e ti vuole al suo fianco-

-Mio fratello avrebbe preferito morire-

-Lui non era destinato a essere Cavaliere e per questo che se ne è andato-

-Ma non era un motivo-

-Non ce ne sarà neanche per te quando ti cancelleremo la memoria- rise ancora e Kagome si strinse nelle braccia la terrorizzava quella ragazza.

-Perché vuole tutto il mondo? È vero non era destinato a essere Cavaliere ma era destinato a essere Re di un popolo tanto potente quanto temuto- poi una fitta al cuore la colpì –Perché fa fatto perseguitare gli Elfi-

-Perché loro l’hanno cacciato, loro hanno cacciato il suo maestro-

-Mio zio era cattivo e meschino, conduceva esperimenti pericolosi-

-Ma essenziali per la nostra la mia sopravvivenza…- la interruppe –Dimmi mia principessa quanti mezzo-elfi vedi? Nessuno e sai perché? Perché non sopravviviamo dopo il parto se non prendiamo una medicina speciale... e io sono l’unica sopravvissuta-

-Toglimi il sigillo!- esclamò Kagome esasperata.

-Non sono io che te l’ho impresso ma il mio signore te lo toglierà quando sarai al suo cospetto ti avrà cancellato la memoria e tu diventerai una nostra assassina- come era venuta ridendo scomparve ridendo.

 

Kagome si svegliò di soprassalto sudata, quel sogno era pura realtà la ferita invisibile le faceva male e sapeva cosa le sarebbe accaduto. Le lacrime raggiunsero gli occhi perdere la memoria, dimenticare tutto quello che aveva conquistato. Poi un pensiero le balenò nella mente… Blakert. Cosa ne sarebbe stato di lui? Non poteva cadere nelle mani del nemico, non lo avrebbero utilizzato come lei. Se salvare Sougar significava darsi al nemico, anche se fosse stata una vittoria del nemico, lei si sarebbe offerta volontariamente. Scese dal letto e raggiunse le camere di Puns, entrò senza bussare e svegliò l’elfo che dormiva seduto.

-Kagome- esclamò sorpreso.

-Cosa succedeva ai mezzo-elfi quando nascevano?-

-Solo in pochi resistevano gli altri morivano- rispose senza problemi.

-Hentrem ha condotto esperimenti su uomini e elfi?- chiese calma.

-Sì, questo è un altro motivo per cui fu bandito- la guardava preoccupato.

-Va bene- disse annuendo –Con il sigillo possono sentire ciò che penso?-

-No, ma per sicurezza dovresti chiudere la mente-

-Non basterà- disse tra i denti –Ci ho provato- doveva fare una cosa importante –Blakert- disse poi sorridendo e uscendo di corsa dalla camera di Puns che chiamò Brutre.

Andò prima in camera sua prese carta e inchiostro e andò da Blakert. Entrò e poggiò tutto a terra.

“Kagome cosa ci fai a quest’ora della notte sveglia?” le chiese il drago, ma lei non rispose.

-Blakert puoi concentrare la tua mente nella mia e creare una barriera insieme a me?-

“Posso provarci! Ma cosa succede?”

-Capirai mentre mi aiuti- il drago annuì con l’enorme testa –Sei pronto?- il drago chiuse gli occhi e si concentro dentro la mente di Kagome creando come aveva chiesto lei la barriera.

 

Con Blakert ci volle molto tempo ma aveva da fare troppe cose. Quando finì di scrivere prese le quattro pergamene e vi posò sopra quattro diversi oggetti.

Il primo era una conchiglia presa dalla camera di Inuyasha, il secondo un sassolino preso dalla camera di Sesshomaru, la terza era una foglia di una pianta presa dalla camera di Sango e infine un mucchietto di sabbia preso dalla camera di Miroku. Tutti oggetti collegati al luogo di nascita di ognuno dei Cavalieri e che erano stati toccati da loro. Formulò un unico incantesimo e piano piano le parole iniziarono a scomparire, e quando svanirono entrambi rilasciarono l’incantesimo di protezione della mente. Blakert non disse nulla aveva compreso qual’era il motivo per cui Kagome si comportava così. Ma era triste e Blakert pianse mentalmente mentre abbracciava Kagome con una delle grandi zampe.

-Mi comprendi vero?- lui borbottò e cacciò del fumo.-Devo fare altre cose ci vediamo presto-

Quando vide il lupo seduto fuori alla porta della stalla lo guardò ma lo superò senza dire niente.

-Kagome fermati mi dici che sta succedendo?- chiese afferrandola a un braccio.

-Lasciami Brutre devo fare molte cose ancora- quella volta come nella taverna il sorriso di Brutre non apparve e il suo sguardo si fece duro.

-Parli come se stessi per morire- lei distolse lo sguardo senza parlare.

-Lasciami ti prego- lo pregò ma lui la attirò abbracciandola.

-Cosa pensi di fare? Non metterti in mente di salvare il mondo da sola! Credi che te lo l’asceranno fare? Credi che io te lo lascerò fare, che lui te lo lascerà fare?- Kagome lo guardò alcune ciocche di capelli corvini le cadevano sul viso.

-Lo farete- disse e Brutre si congelò.

-No!- urlò lui prendendole il viso tra le mani. –Sei uscita pazza Kagome. Guardami e dimmi che non è vero ciò che stai dicendo-

-Non è vero quello che sto dicendo- lui si arrabbiò e la schiaffeggiò. Si pentì immediatamente del suo gesto quando vide Kagome che non si muoveva. –Kagome ti prego perdonami non so cosa…-

-No, va bene- disse lei calma –Adesso lasciatemi andare devo finire alcune cose- lo guardò con freddezza e superiorità –Ah un’altra cosa signor Consigliere voglio che partano anche le ninfe e i folletti e li voglio qui entro cinque giorni- poi se ne andò.

 

Entrò in camera mise le pergamene in un cassetto e lo blocco con un incantesimo. Poi tornò in camera di Puns.

-Crea una pozione che mi tenga calma abbastanza a lungo- lui annuì –Adesso- ordinò lei.

 

Poi corse verso il corridoio dove si trovava la stanza del re. Prima di entrare si nascose dietro a una colonna e pregò perché Elen arrivasse.

-Sono con te ti indicherò io la strada- le disse la bambina che apparve uscendo dal muro.

Lei annuì e sciolse i capelli. Prima di uscire dalla sua camera aveva indossato la divisa. Come stabilito arrivarono due elfi che diedero il cambio alle guardie umane, erano due guardie scelte da Kagome personalmente e che sapevano del piano.

-Attenta mia Signora- disse uno dei due e Kagome gli sorrise per tranquillizzarlo.

Entrò nella stanza silenziosamente. Era enorme e al centro c’era il letto dove il re dormiva ignaro. Sulla destro c’erano due porte e sulla sinistra una.

“Cos’è che devo cercare esattamente?” pensò sapendo che Elen già l’aveva sentita. La sera prima di chiedere a Sango di descrivergli la stanza del re aveva parlato con Elen. Aveva scoperto che il re aveva un diario dove scriveva molte cose che neanche lei conosceva. Elen le indicò con la piccola manina bianca un punto accanto all’unica porta della parete sinistra.

Bastò la vista sviluppata di Kagome per notare una piccolissima rientranza di un mattone lo premette e si apri silenziosamente una piccola porticina, al suo interno il diario.

“Devo portarlo in camera per copiarlo”

-Non ce ne è bisogno- parlava così piano che sembrava che non parlasse affatto –in quel mobile troverai un libro dalle pagine completamente bianche non si accorgerà neanche che manca.

Kagome le credette e prese il libro però preferì controllare che al suo interno non ci fossero incantesimi che nascondessero qualcosa. Ma Elen aveva ragione era completamente pulito che fosse un altro diario? Prese quello già scritto e con un particolare incantesimo appreso durante il soggiorno dagli Elfi, copiò tutto ciò che era scritto nel primo diario nel secondo, quello vuoto. Finito mise a posto il diario e uscì silenziosamente. Quando uscì era bianca come un cencio e si reggeva a mala pena in piedi tanto che una guardia dovette sorreggerla e accompagnarla fino alla stanza dove lavorano i medici.

-Ken!- chiamò Kagome e il ragazzino che ebbe conosciuto apparve sorridente, ma si spaventò vedendo la ragazza pallida.

-Cosa è successo Signora?- le chiese preoccupato.

-Ascoltami ti ricordi l’antidoto che creai per recuperare le forze che ti vietai di rifare?- lui annuì –Bene adesso preparala per me non ho più forze. Il soldato la teneva per un fianco e la mise a sedere.

-Prendete la mia energia- si offrì preoccupato.

-Non ce né bisogno Voren sono stata peggio, non dovevo utilizzare tutte le energie. Adesso va a fare la guardia come se nulla fosse successo e se qualcuno ti nota dici che avevi sentito dei rumori sospetti- il soldati annuì anche se riluttante  a lasciare da sola la sua futura regina.

Ken si muoveva tranquillo ricordandosi tutte le erbe che gli aveva mostrato Kagome. Lei lo osservò era una specie di allievo e era contenta che non avesse ne utilizzato quella pozione ne avesse dimenticato gli ingredienti.

Appena l’antidoto fu pronto Ken porse la siringa a Kagome che non perse tempo a prenderla. Sentì le forze arrivare lentamente e si sentì sollevata e anche Ken sorrise di nuovo.

-Se tutto va bene ti prenderò come allievo- gli disse poi appena si sentì in grado di camminare uscì.

-Kagome- la chiamò Brutre quando la vide camminare nel corridoio con in mano un libro.

-Mandato il messaggio?- lui annuì.

-Le ninfe e i folletti erano già partiti con i nuovi eserciti e saranno qui entro due giorni- era soddisfatta eppure per arrivare li ci voleva minimo una settimana se non due.

-Bene- senza guardarlo e aggiungere altro tornò in camera sua e nascose il libro nello stesso cassetto della scrivania dove c’erano le pergamene. Lo avrebbe letto con gli altri.

Poi sentì che era meglio se si calmava un po’ e dormisse. Il sonno fu leggero e si svegliò ai primi raggi del sole. Andò a svegliare Sango e le raccontò quello che era accaduto.

Sango non fiatò ma sorrise. –Hai organizzato un esercito in una sola sera-

-Un esercito che non basterà-

-Kagome cosa ti ha spinto a farlo?-

-Non lo so, la paura- mentì ma Sango parve crederci.

I giorni a seguire passarono nei preparativi del montaggio delle nuove tende per gli altri elfi, spostarono anche gli altri elfi nel giardino sud tanto enorme da utilizzarlo anche come campo di addestramento. Al tramonto del secondo giorno delle trombe suonarono, Kagome e Sango salirono sui propri draghi e si diressero verso ovest. C’era anche Koga che sorrise salutando le due principesse. Atterrarono all’esterno delle porte che si aprirono mentre la gente si ammassava all’esterno delle case per vedere i nuovi arrivati. Avevano ricevuto il messaggio dagli strilloni ed erano emozionati e pronti ad aiutare gli ospiti.

Kagome smontò da Blakert toccandogli il fianco e sorrise nel vedere i tre draghi rallentare per atterrare. Ma su di loro non c’erano i tre Cavalieri. Kagome e Sango abbracciarono i musi delle tre creature felici di rivederli.

“Stanno arrivando” disse Behiro guardando alle sue spalle.

Pian piano una striscia nera si fece sempre più grande in testa c’era Sesshomaru e di fianco Miroku e Inuyasha dall’aria stanca, ma mai paragonabile ai volti delle donne dei bambini e dei soldati demoni sopravvissuti. Sango scatto ad andare abbracciare Miroku e gli altri due e Kagome aspettò. Poi si avvicinò anche lei abbracciando Miroku, poi Sesshomaru che strinse forte.

-Non te ne andare mai più prima di salutarmi- gli disse arrabbiata e lui la strinse con un solo braccio –Come stai?-

-Ho bisogno delle tue cure- sorrise mesto e guardò il resto del suo popolo alle spalle –anche loro- Kagome li guardò avevano le fronti corrugate e lui gli spiegò che non avevano gradito che fosse abbracciato da Sango e da lei. –Non sanno che sei un elfo- Kagome annui e incrociò gli occhi con l’ultimo rimasto. Sorrise a Sesshomaru che capì la situazione e la lasciò andare. Si avvicinò a lui lentamente e si fermò a pochi passi, si guardarono seri, studiandosi poi lui sorrise e lei lo abbracciò con le lacrime agli occhi. Inuyasha la strinse di più a se staccandosi il necessario per poterla baciare di fronte ai demoni che li guardarono riluttanti.

-Ciao amore mio- disse lei accarezzandogli la faccia sporca.

-Ciao- disse lui baciandola ancora. Bastava quel gesto per dirsi quanto si erano mancati.

-Non vorrei rovinare il bel momento ma ecco…- Sesshomaru era imbarazzato ma faceva il freddo di fronte al suo popolo. Allora Kagome si stacco dispiaciuta e disse Sesshomaru di seguirla. Le porte non erano molto distanti ma non erano visibili dal punto in cui si erano abbracciati e solo allora i demoni videro l’enorme drago nero. Kagome sorrise soddisfatta nel vedere le facce stupite soprattutto quando montò su di lui e sapeva che adesso loro sapevano che veramente lei era un elfo.

Quando tutti furono saliti sui loro draghi non li fecero volare ma camminare tra le strade abbastanza grandi per farli passare. Mentre camminavano i tre arrivati furono acclamati con gioia e molti bambini corsero affianco ai draghi. I bambini demoni rigidi dalla paura di abitare in un nuovo luogo o per fierezza si sciolsero e affiancarono anche loro i draghi soprattutto quello di Kagome. Una bambina in particolare attirò la sua attenzione aveva due occhi viola grandi e dolci così la prese a la isso sul drago.

I genitori che camminavano dietro la salutarono orgogliosi e lei rise divertita, Kagome guardò dietro di se e notò che anche Sesshomaru parlava con dei bambini demoni ma i draghi di Inuyasha, Miroku e Sango non venivano nemmeno sfiorati. La tristezza la invase per il troppo orgoglio di quel popolo, ma Inuyasha le sorrise e lei ricambiò. Arrivarono all’accampamento del giardino sud che il sole era già tramontato.

Kagome fece un breve discorso e organizzò le famiglie nelle tende e i feriti nella tenda di soccorso dove degli elfi erano pronti per curarli, mentre nella mensa era già tutto pronto per un buon pasto. Kagome e gli altri però decisero di mangiare solo dopo che Sesshomaru fosse stato curato.

-Non è possibile che non ci siano demoni in  grado di utilizzare la magia eppure vi trasformate in enormi cagnoloni- disse esaminando la ferita, non si era infettata ma non si era neanche chiusa bene –Farà male.- non gli diede neanche il tempo di chi chiedergli il perché che con una lama riaprì la ferita facendo imprecare Sesshomaru.

-Ma sei impazzita- le urlò in faccia.

-E saresti un demone potente?- lo prese in giro mentre gli altri si lasciarono scappare una risata.

-Si ridete voi, cazzo fa male- ripeté tra i denti.

-Ti ho avvisato-

-Ma non mi hai dato il tempo di farmi prendere il respiro-

-Adesso sta zitto che ti sentirai meglio- diceva il vero, Sesshomaru si sentì immediatamente meglio quando Kagome iniziò a formulare gli incantesimi. –Adesso devi farti un bagno caldo e riposarti e anche tu Inuyasha e Miroku- disse dolcemente poi si sentirono squilli di trombe.

-Cosa succede?- chiese Miroku allarmato.

-Arrivano i rinforzi- Kagome sorrise e uscì dal padiglione per raggiungere il suo drago e Sango la seguì. –Ci vediamo più tardi- disse e spiccò il volo.

Quando li vide sorrise erano più numerosi di quanto immaginasse. Come con i demoni li portò nel giardino sud. Parlò con la Ninfa che le aveva indicato la via per trovare Blakert, contenta di rivederla. Loro non avevano bisogno di dormire e avrebbero aiutato con i feriti qual’ora gli elfi avessero avuto bisogno. I folletti erano piccolo ma bellissimi e Kagome si sorprese di vederli così piccoli da potersi sedere su una mano, ma in quei poccoletti c’era molta forza.

Kagome quella sera parlò anche con molti demoni che la guardarono felici e altri demoni parlare con gli elfi arrivati. Aveva ragione Puns una volta i demoni e gli elfi erano uniti ma anche allora lo erano. Sorrise soddisfatta. Decise di dormire tra i suoi simili e passare una serata con loro.  Però prima di coricarsi andò a trovare i suoi amici che si trovavano nella Sala dei Cavalieri per mangiare. Il re li aveva accolti e benedetti e poco prima che se ne andasse a riposare era andato a trovare i demoni, elfi, ninfe e folletti per dar loro il benvenuto.

Kagome aveva organizzato anche dei bagni pubblici per far in modo che anche i demoni si potessero lavare ma dovette aspettare l’arrivo delle ninfe che accettarono con piacere.

Sorrise entrando nella sala e trovarsi finalmente insieme. Le preoccupazioni e la paura erano svaniti per quella sera c’era spazio solo per la felicità e la tranquillità.

 

Fine

Bene anche questo capitolo è finito :D. Meno male credevo che non ci sarei riuscita XD. Ebbene incuriositi da questo nuovo capitolo? Io lo spero :P… hehehehehe diciamo che Kagome si sta organizzando per la battaglia che cambierà il mondo ma sapendo che i demoni Inu sono stati decimati si è preoccupata non poco infondo erano i demoni più forti. Cosa succederà nel prossimo capitolo??? Boh io non lo so :P

Ringraziamenti:

-Nimi_chan: bene secondo te l’attesa che Kagome prenda una decisione sia finita? Io credo proprio di si ^^… sono contenta che tu abbia recensito grazie mille!!! Al prossimo capitolo un Kizzullo.

-lucia lair: Con un po’ di ritardo ma ho aggiornato :P… e si Kagome scopre di avere un fratello e che quello ha cercato di ucciderla… e poi la rivelazione fatta da Brutre povera Kagome. Se la profezia ti fa paura cosa ci sarà scritto nel diario del re? Si scoprirà finalmente perché il comportamento del re è cambiato? Hehehe ma come sono cattiva hihihi… inizierò a scrivere subito il prossimo capitolo così scoprirete tutto al più presto :P un kizzullo ciao!

-le_montagnine: eccomi qua carissime! Heheh i colpi di scena nel precedente capitolo erano molti ma non credo che neanche qui ne siano pochi, soprattutto per il comportamento di Kagome. E poi che ne pensate della scelta di Kagome di tornare con Inuyasha? Avete visto che carino quando ha chiesto a Arel di coprirli per baciare Kagome ?*-* è bellissimo!!!! Bene bene, sono curiosa di sapere quali sono i tuoi sospetti :P:P… ci sentiamo presto ciao un kizzullo!!!

-fmi89:scusa per il ritardo :P ho avuto problemi ha scrivere il capitolo ^///^… ma eccomi qua e spero di leggere ancora una tua recensione :D un kizzullo ciao!

-achaori: ciao carissima! Eccomi qui. Ebbene si Kagome e Inuyasha hanno fatto pace eccome e sono troppo carini insieme*-*. Per quanto riguarda il re scopriremo presto cosa gli è accaduto… tutto il mistero sarà svelatu huuuuuuu…. Hehehe ci saranno cose nuove nel nuovo capitolo e una riguarderà Elen. Shh non dirlo a nessuno però. Un kizzullo a presto.

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Capitolo 23
*** Utopia! ***


11.2

The War Of The Dragons

Capitolo 11.2

Utopia!

 

E come se niente esistesse

Tutto è nel terrore delle richieste

Delle domande e delle risposte.

Risposte inesistenti o solo trasparenti?

Invisibile alla mente umana o illeggibili per l’anima umana?

 

 

 

 

 

Il giorno successivo fu pieno, Kagome si concentrò soprattutto sulla divisione dei feriti quelli più gravi dovevano essere curati dai migliori elfi medici compresa lei stessa, i bambini che presentavano infezioni o febbre dovevano essere subito curati prendendo delle medicine studiate a posta. Inuyasha e Sesshomaru con l’aiuto di Rotgan si dedicarono alla divisione dei soldati in base alla forza e alla velocità. Sango si dedico con le ninfe alla cure delle donne demone e dei bambini e Miroku spiegò la situazione ai soldati umani. Quella sera però Kagome ricevette una notizia che pensava impossibile… i mezzo-demoni avevano accettato di lavorare al fianco dei demoni l’unico problema diventava uno solo: informare i demoni della sua decisione.

-Credi che accetteranno? Kagome cavolo ci ho messo molto a convincerli a venire come credi di convincerli ad accettare una cosa che io per primo non accetto?-

-Grazie Sesshomaru del tuo affetto- Inuyasha fulminò il fratello.

-È diverso Inuyasha! Loro sono mezzo-demoni e i loro genitori sono traditori!-

-Mi pare che il sottoscritto sia un mezzo-demone e che nostro padre sia un traditore!- Inuyasha si era arrabbiato e non aveva tutti i torti. Sapeva cosa pensava il fratello dei mezzo-demoni ma non gli e l’aveva mai detto apertamente –E quello è il mio popolo, la mia vera famiglia… cosa ho di diverso da loro? Sono anche io un bastardo però non ti è dispiaciuto mangiare insieme a me… Un’altra cosa Sesshomaru anche noi disprezziamo voi per come vi siete comportati nei nostri confronti-

-Restiamo calmi per favore! Se per primi non andate d’accordo voi e non collaborate neanche gli altri lo faranno. Senti Sesshomaru noi senza i mezzo-demoni non siamo al completo e abbiamo bisogno anche del vostro aiuto- Kagome era disperata non sapeva come comportarsi, i due fratelli non si guardavano più dopo la discussione, tutti sapevano che Inuyasha aveva ragione ma non poteva appoggiare nessuno dei due.

-Si difendilo, tanto è il tuo caro amante- Kagome si sentì offesa, non sapeva cosa fare mentre la rabbia la accecava. Si avvicinò alla sedia della Sala dei Cavalieri dove Sesshomaru era seduto, sfilò il pugnale dallo stivale e lo puntò alla gola del demone che non si scompose anche se si leggeva sorpresa nel suo sguardo.

-Non lo proteggo affatto, non ne ho intenzione è grande abbastanza da cavarsela da solo- gli ringhiò in faccia –O accetti la situazione Sesshomaru o puoi tornartene nel tuo regno… oh scusa, non hai più nessun regno- era stata tremendamente cattiva ma le serviva.

-Non sei nessuno per dirmi dove devo andare- ma Kagome sorrise.

-Ma ho l’appoggio del capitano-

-Ti fa comodo vero?- Sesshomaru per la prima volta alzò la voce e Kagome arretro di un passo –È Il capitano quando c’è bisogno di minacciare, quando volete evitare una discussione-

-Sì, fa molto comodo- Kagome lo zitti.

-Levami il coltello da dosso- la guardò gelido ma Kagome non si spaventò, non aveva paura di lui come non aveva paura degli altri demoni.

-Altrimenti?- chiese sorridendo, ma un colpo allo stomaco la spedì contro la parete opposta della sala.

-Sesshomaru ma sei impazzito?- urlò Sango avvicinandosi a Kagome che si ripulì il labbro sporco di sangue.

-Levati di mezzo  Sango- Inuyasha non si era mosso di un millimetro ma dentro di se la rabbia urlava per uscire, avrebbe voluto uccidere suo fratello per aver sfiorato Kagome ma sapeva che dopo avrebbe dovuto affrontare la sua furia.

-La mettiamo così Sesshomaru?- lui la guardò gelido –Va bene, giochiamocela. La posta è se vinco io tu stasera stessa affronterai i demoni e gli dirai tutto, quelli che non vogliono se ne tornino pure da dove sono venuti col rischio di perire. Se vinci tu io mi ritiro, lascio il comando a te, inventerai una nuova strategia al patto però che starai a sentire soltanto a Inuyasha io non ti potrò più ordinare niente-

-Incontro di spade ad armi pari!-

-Il primo che disarma, ferisce o uccide l’altro vince-

-Ma cosa dici Kagome non vi potete ammazzare- esclamò Miroku allarmato.

-In guerra tutto vale- andarono a prendere le loro spade e poi si ritrovarono nel giardino sud dove intorno a loro si creò un cerchio di persone eccitate. –Ricordati che mi puoi anche uccidere-

-Non mi faccio problemi… mi conosci- rispose il demone puntando la sua lama contro Kagome –Io ho solo una spada anche tu ne devi avere solo una… armi pari- le ricordò.

-Cosa c’è Sesshomaru hai paura di essere battuto da una donna?- Kagome non era per niente tesa anzi –Ma hai ragione… scegli-

-Combatterai con Murestan- e indicò la lama nera. Kagome fece un inchino e lanciò la seconda spada lontano.

-Quando sei pronto-

Sesshomaru scatto senza lasciarsi sfuggire l’opportunità di essere il primo a colpire. Kagome parò immediatamente il suo colpo e lo respinse facendolo indietreggiare di molto.

-E questo che sai fare? Già ti ho battuto una volta Sesshomaru se non ti impegni non mi batterai mai e poi mai- Kagome faceva roteare la sua spada e camminava in circolo –Sei ferito, il tuo braccio non è guarito del tutto, sei stanco e devi ancora recuperare tutte le forze… le tue possibilità di vincere sono poche- lo provocava –Arrenditi subito!-

-Mai- la attaccò ancora con più forza e Kagome dovette indietreggiare e schivare, ma non faceva altro. La sua strategia era quella di farlo stancare.

-Mi chiedo se la tua è paura-

-Taci sei solo una femmina!- Kagome si sorprese, Sesshomaru non aveva mai parlato così e soprattutto con lei. Così decise di attaccare lei, era veloce e silenziosa ma Sesshomaru aveva un udito troppo sviluppato per non sentirla proprio. Parò con il piatto della lama e la respinse così Kagome iniziò con una serie di attacchi con l’intenzione di disarmarlo.

Voleva vincere a tutti i costi, doveva farsi valere. Si staccò da Sesshomaru riflettendo sul suo comportamento, lui aveva tutti i sensi allerta ed era molto agile, mala sua guardia doveva avere pure una falla. Lo osservo mentre la studiava ma una cosa che Sesshomaru non aveva previsto era proprio la sua imprevedibilità. Aveva mentito sul braccio era guarito alla perfezione ma era stanco questo era sicuro, però Sesshomaru non aveva fatto i conti con una cosa che anche lui aveva ma non ci avrebbe pensato perché troppo concentrato sullo scontro. Lo attaccò per distrarlo ancora poi fece in modo che lui pensasse di averla messa in difficoltà. Sesshomaru era forte al punto di poterla battere veramente ma la stanchezza era più forte e Kagome lo sapeva. Improvvisamente Sesshomaru riuscì a disarmarla e la spada nera volò via, ma Kagome sorrise guardando Sesshomaru e gli puntò la mano al petto e urlò: -Otrem- Sesshomaru volò di qualche metro da lei per ricadere a terra senza arma, ma non era finita. Lei prese a volo la spada prima che toccasse a terra e corse contro di lui. Sesshomaru la guardò pronto ad accettare la sua morte ma lei si fermò puntandogli la lama al collo.

-Adesso sei stato umiliato anche di fronte ai tuoi uomini… ti do tempo fino a domani sera- si girò per andarsene.-Allora parlerò io-

-Hai utilizzato la magia- la accusò.

-Credo che tu faccia meglio a tacere perché ti umilieresti di più… il termine era di un duello con le spade, io ne avevo due e tu mi hai chiesto di lasciarne una, l’ho fatto… ma non avevamo detto che non potevamo utilizzare la magia e non abbiamo lottato neanche questa volta a armi dispari perché sei anche tu in grado di utilizzarla. Adesso alzati e comportati da sovrano- lei si girò e raccolse Fardentur. –Ci si vede-

Era irritata, era da un po’ di tempo che non si sentiva irritata forse la causa era la sua agitazione o la paura che il suo piano non sarebbe riuscito. Getto in malo modo le spade sul letto e aprì il cassetto dove teneva conservate le pergamene e il diario. La curiosità era tanta, voleva sapere cosa c’era scritto li dentro. Poi qualcuno bussò alla porta ma lei non voleva parlare con nessuno. Non rispose, il buio e il silenzio della camera l’avevano inghiottita e chiunque fosse avrebbe pensato che la stanza fosse vuota anche perché lei anticipava sempre chi bussava.

-Kagome lo so che sei dentro- la voce di Inuyasha risuonò nella stanza –Posso entrare-

-No- continuava a rigirarsi il diario nelle mani senza guardarlo.

-Voglio solo parlare-

-E io no-

-Mi dici cosa cavolo ti sta succedendo? Mentre sei la ragazza più dolce improvvisamente diventi scorbutica e arrogante cosa è successo quando io non c’ero?-

-Non voglio parlare- ma lui non l’ascoltò e entrò nella camera –sei pregato di uscire-

-Neanche se mi batti come hai fatto con Sesshomaru-

-Senti Inuyasha scusami ma sono arrabbiata ti assicuro che ne parleremo, ma non adesso- nascose il diario sotto al cuscino del letto e si avvicinò a Inuyasha.

-No, ne voglio parlare adesso- insistette

-Te lo prometto domani sera parlerò con tutti- mentì quello di cui avrebbe parlato era solo una parte della verità che la assillava.

-Va bene- le accarezzò una guancia e lei sospirò –Sei stanca-

-No, sto bene- lo guardò –Mi dispiace per quello che Sesshomaru ha detto-

-Sapevo cosa pensava di noi…- lei lo baciò dolcemente.

-Ha parlato con i demoni?-

-Non ancora, si è rinchiuso nella sua stanza- Kagome sospirò ancora. –Ti sei offesa?-

-Non credevo che pensasse certe cose di noi-

-Secondo me sei davvero stanca- senza aggiungere altro la prese in braccio e la portò sul letto –Ti faccio raggiungere più tardi da Sango adesso, per il momento tu riposi-

-Grazie- lui la baciò e se ne andò facendole l’occhiolino.

Kagome era agitata aveva paura di addormentarsi ma sapeva anche che lo doveva fare anche per capire quando avevano intenzione di attaccare, ma non ce la fece. Decise che doveva parlare con una persona così andò nella sua stanza entrò senza bussare e lo vide steso sul letto a torso nudo, un braccio a coprirgli gli occhi e i lunghi capelli argentati, simili a fratello, erano sparsi sul cuscino. Si sedette al suo fianco aspettando che fosse lui il primo a parlare, sapeva che non dormiva.

-I tuoi genitori non ti hanno mai insegnato che prima di entrare si bussa?-

-Non ne hanno avuto il tempo-sorrise lei amara.

-Sei venuta per umiliarmi ancora?-

-Sono venuta per parlare Sesshomaru- lo guardò ma lui non si era mosso da quella posizione. –Perché non vuoi accettare il popolo di tuo fratello?-

-Perchè sono dei bastardi-

-Un termine meno cruento non esiste?- chiese acida.

-Si… scarto della natura- lo disse con un sorriso e Kagome non resistette gli diede un pugno sul petto tanto forte da fargli mancare il respiro –Ma sei ammattita?-

-Se non la smetti di insultarli ti ammazzo davvero… non mi pare che vi dispiaceva avere figli con quelli della mia razza, eppure erano bastardi!-

-Gli umani sono deboli-

-Eppure è un umano che servi con la tua stessa vita- lui tacque… l’aveva colpito.

-Ammettiamo che tu avessi ragione…-

-Io ho ragione Sesshomaru… senti mettiamo le cose in chiaro ho un piano che non si potrà realizzare se tu non collabori, chiaro?-

-Come sai che funzionerà?-

-Non lo so, va bene? Ho delle informazioni e per averle sto pagando un caro prezzo e non mi va di mandare tutto all’aria solo per egoismo-

-In che guai ti sei cacciata?- Sesshomaru la osservava, la studiava.

-Nessuno… se domani non parli con i tuoi uomini lo farò io e ti giuro che li convincerò minacciandoli- fece per andarsene ma Sesshomaru la fermo.

-Sei diversa-

-È la guerra- disse lei.

-No, c’è qualcosa che ti turba-

-Non chiedermelo anche tu- lui scosse la testa.

-Kagome ho imparato a conoscerti e so che sei agitata per non dire spaventata. I tuoi occhi parlano e non puoi mentire a me e meno che mai a mio fratello-

-Adesso lo chiami fratello?-

-Non cambiare discorso- si alzò e si avvicinò di più a lei –Ti prego-

-Ne parlerò domani sera con tutti voi-

-Se scopro che stai combinando qualcosa di pericoloso ti ammazzo con le mie mani- lo disse a un millimetro dalla sua faccia pietrificandola –Non sai quanto darei per un tuo bacio Kagome-

-Sesshomaru ti prego io…- ma non finì la frase che lui la baciò. Il cuore di Kagome impazzì ma non riusciva a staccarsi da lui… avrebbe dovuto sentire disprezzo per lui ma non ci riusciva e quando lui approfondì il bacio lei lo accettò ma era come se non fosse lei a comandare il suo corpo, il segno sul braccio bruciava e la sua testa si svuotava e quando si riuscì a staccare il bruciore si calmò. –Cosa ho fatto…- si portò le mani alle labbra sfiorandole con i polpastrelli e guardando Sesshomaru -… Inuyasha mi odierà… io lo amo… io non volevo… io amo lui… e il segno… la mia mente… mi caccerà… non mi vorrà più vedere…-

-Kagome- Sesshomaru la scosse, Kagome stava impazzendo diceva cose incomprensibili. La prese in bracciò e la portò da Puns e passando per la camera di Inuyasha lo chiamò.

-Cosa succede?- poi vide Kagome mantenersi la testa e farfugliare delle cose –Kagome?-

-Sta male la porto da Puns- non aggiunse altro che la portò dall’elfo che non aspettò un minuto in più.

-Sta perdendo il controllo di se- disse il giovane mettendola a terra “È il segno che si sta mangiando la sua coscienza… finirà col perdere del tutto il controllo di se” –Vi prego uscite e se sentite rumori di lotta non entrate, va bene?-

-Io non esco-

-Inuyasha vieni dobbiamo parlare- fece Sesshomaru ma Inuyasha lo scansò –Ti ho detto che devi venire con me- lo prese per un bracciò e lo allontanò dalla stanza. –È colpa mia se Kagome sta così-

-Come?-

-Io… non è colpa sua, quello che è successo è solo colpa mia-

-Sbrigati a dirmi cosa le hai fatto?-

-Se mi lasci parlare ci arrivo…-

-Che c’è ti sei vendicato? Hai visto pure tu che è stanca- Inuyasha aveva perso la pazienza, era preoccupato e spaventato.

-Ascolta sei sconvolto e anche io…-

-Sconvolto?-

-Si-

-Se non esce viva da la dentro io ti ammazzo… Dimmi cosa le hai fatto-

-Io…-

-Parla- urlò esasperato.

-L’ho baciata- il mondo crollo sulle spalle di Inuyasha che guardava suo fratello come fosse un fantasma.

-Cosa?-

-L’ho baciata, quando ho approfondito il bacio lei non si è opposta e quando si è allontanata è impazzita diceva cose strane che tu l’avresti odiata ma che lei ti ama- Inuyasha lo guardava bruciando dentro di rabbia ma resistendo a forza nel non picchiare il fratello –Ma c’è una cosa che mi ha turbato non è stata lei a baciarmi- Inuyasha scoppiò a ridere.

-Come è possibile?- scosse la testa continuando a ridere.

-Sembra strano ma non era lei e come se qualcuno comandasse il suo corpo-

-Questa non l’ho mai sentita- tornò serio –Hai vinto Sesshomaru hai scoperto che lei ti desidera, che prova qualcosa per te ma ricordati che lei è mia. Le strapperò dai suoi pensieri il tuo volto e ci riuscirò… hai sempre ottenuto quello che IO volevo, ma lei no… se non ti è chiaro te lo ripeto lei è mia- lo disse con rabbia e Sesshomaru non rispose lo guardò mentre si sedeva a terra e aspettava.

-Ti sbagli Inuyasha lei non prova niente per me… ama te e che io l’accetti o no ho perso-

-Non dire a Kagome che abbiamo parlato se tiene veramente a me come hai detto tu, se mi ama allora me lo dirà lei- la sua voce in quel momento risultò bassa e rotta, ma faceva sentire la sua autorità.

-Come vuoi-

Dalla camera dove Puns si occupava di lei provenivano urla e spesso qualcosa che si rompeva. Il dolore dei due giovani era palpabile e presto molti, che avevano sentito le urla, si riunirono intorno alla stanza compresi Miroku, Sango, Brutre e due ninfe seguite da un folletto che entrarono nella stanza ma furono cacciati tranne che il folletto. Poco dopo calò il silenzio e Inuyasha alzò lo sguardo guardando la porta… quel silenzio poteva significare due cose o che Kagome si era ripresa o che non c’era più speranza. Brutre non aveva voluto dire niente su quello che aveva visto e questo aveva peggiorato l’umore dei presenti.

 

 

Nella camera Puns cadde seduto, stremato per il consumo di energie. Kagome si era ripresa e respirava più tranquilla.

-Cosa è successo?-

-Hai perso il controllo… sono sincero Kagome il sigillo è più pericoloso di quel che pensassi e troppo potente anche per me e te…-

-Non c’è modo per rallentare gli effetti- disse Il folletto che le asciugò la fronte.

-Ho una cosa da chiedervi- quella realtà le faceva paura e avrebbe voluto morire anziché ripetere la tortura ancora.

 

-Kagome sta bene e Inuyasha vuole te- Puns si era affacciato alla porta il volto cinereo e sudato. Il capitano sospirò di sollievo e entrò, lei era seduta su una sedia la testa china e un braccio sulla scrivania dove il folletto le infilava un ago.

-Kagome- la chiamò, quando le fu vicina lei lo guardò spaventandolo, aveva un occhio completamente bianco di come quando perdeva il controllo.

-Adesso ritornerà normale- si affrettò a dire il folletto che si allontanò per lasciarli soli.

-Come stai?- le chiese scostandole i capelli dal volto sudato.

-Non lo so- Inuyasha non avrebbe mai potuto pensare di provare paura di Kagome ma quello strano sguardo lo intimoriva. Si fece coraggio e prese una sedia sedendosi di fronte a lei. –Mi odierai Inuyasha-

-No, mai-

-Si lo farai- insistette lei quasi urlando.

-Non ti agitare ti ascolto… prometto che non mi arrabbio- sorrise quando vide l’occhio tornare del magnifico colore che lei possedeva.

-Io… Sesshomaru mi ha baciata e io ho risposto, ma non ero io una voce diceva che dovevo farlo che… ti prego non mi lasciare io ti amo, te lo giuro, io voglio stare con te- iniziava ad agitarsi di nuovo e il folletto corse subito a tranquillizzarla con una formula sconosciuta quando ebbe finito fece segno a Inuyasha che doveva sbrigarsi.

-Sono contento che tu me l’abbia detto- lei lo guardò incredula –perché hai dimostrato che a me ci tieni e che sei sincera con me-

-Io ti amo- ripeté lei come se avesse paura che Inuyasha non avesse capito.

-Anche io amore mio, anche io- l’abbraccio forte e lei lo strinse a se.

-Perdonami-

-Già fatto- e la baciò appassionatamente.

-Non è bravo come te- disse lei per sdrammatizzare e facendolo ridere.

-Adesso se posso ti porto in camera e resto a vegliarti tutta la notte- lei annui e si appoggiò a lui quando l’elfo e il folletto le staccarono l’ago e si accertarono che stesse bene.

Quando uscirono furono assaliti ma Inuyasha li fece star zitti con una sola occhiata poi guardò il fratello e se ne andò. L’appoggiò delicatamente sul letto come se avesse paura di farle male e lei rise.

-Non mi mangia mica- lui le sorrise. –Dormi con me?-

-No, io rimango sveglio tutta la notte- disse stendendosi comunque accanto a lei e abbracciandola.

Non parlarono più e ben presto Kagome si addormentò, ma il suo non fu affatto un sonno tranquillo. Il sogno era tormentato sempre dalla stessa ragazza ma al suo seguito c’era un esercito di fantasmi e ne riconobbe alcuni visi c’erano i suoi genitori, Rin, Totosai, Sesshomaru,Inuyasha, Sango e Miroku e tutti chiedevano di essere vendicati, ma per quanto a Kagome sembrasse vero quel sogno sapeva che era tutto finto perché erano tutti vivi.

-Perché questi fantasmi? Lo so che sono un falso perché sono tutti vivi!-

-Ne sei sicura?-  e la giovane rise di fronte all’incertezza di Kagome –E se il tuo allevatore Totosai è morto e non lo sai? O la piccola Rin? Infondo non  li vedi da molto… non hai loro notizie-

-Menti-

-Può darsi di si e può darsi di no…- e rise maligna.

-Perché oggi il mio corpo si è mosso da solo?-

-Perché è il male che cresce in te… inconsapevolmente tu volevi far soffrire il tuo caro Inuyasha per i torti che ti ha fatto, ma sei riuscita a liberarti e la rabbia è uscita fuori ma è stata bloccata dalla tua forza di spirito… ma non temere quando sarai con il mio Signore tu otterrai la libertà per quanto formale sia questa libertà… servirai il mio signore, diventerai una nostra assassina e dimenticherai i tuoi cari e i tuoi affetti, dimenticherai l’amore per Inuyasha e il bene per i tuoi compagni… non sarai più Cavaliere perché il tuo drago sarà eliminato-

-Io ho un arma che tu non hai?-

-A si? E quale sentiamo un po’? Il bene? La magia? Arrenditi prima che sia troppo tardi- lo disse con cattiveria guardando Kagome dritta negli occhi.

-No, io posso cambiare il destino!- ma la ragazza rise di gusto.

-Nessuno può cambiare il proprio destino… mi dispiace deluderti e comunque ci vedremo presto molto presto- come la ragazza scomparve dal sogno Kagome si svegliò scattando a sedere e spaventando Inuyasha.

 

-Sei qui- disse guardandolo contenta, per un attimo aveva dubitato.

-Si sono qui tranquilla era un incubo- lei scosse la testa.

-Si hai ragione- ma si alzò.

-Dove vai?- le chiese guardandola.

-Devo fare una cosa tra tre massimo quattro ore vi voglio nella nostra sala-prese il mantello e uscì senza aggiungere altro.

-Non credi di esagerare in fondo potevi aspettare domani- Elen era apparsa accanto a lei improvvisamente e la seguiva frettolosa per mantenere il suo passo.

-No…- e le spiegò il sogno –Non puoi prevedere quando ci sarà l’attacco?-

-No è impossibile, non li conosco non ho niente che mi leghi a loro-

-Il mio sangue-

-Cosa?-

-Il mio sangue è stato avvelenato da un veleno incantato con un sortilegio per farlo hanno utilizzato strumenti e di conseguenza ti riporta a loro- continuava ad avanzare, doveva andare da Blakert.

-Si, potrebbe funzionare ma non è sicuro- disse la bambina cercando di capire le intenzioni di Kagome.

-Ci proveremo quando torno e avverti Inuyasha e digli dove sono andata e che non mi segua-

-Stasera voglio parlare anche io con i Cavalieri- finalmente Kagome si fermò e guardò la bambina.

-Non sei una che rompe un giuramento-

-Siamo in guerra tutto vale- Kagome sorrise nel sentire le sue stesse parole e entrò nella stalla di Blakert.

 

“Ciao Kagome ho sentito strane voci oggi cos’è successo?” era visibilmente preoccupato sapeva che aveva sentito il suo dolore.

-Ti racconterò durante il viaggio- disse montando la sella con l’aiuto di uno scudiero che era all’esterno –Credi di poter portare tre persone in groppa?-

“Credo di si”

-Senti tu non dire a nessuno dove sto andando va bene? Al mio ritorno sarai premiato- si rivolse allo scudiero che annuì spaventato anche perché lui non sapeva dove lei era diretta“Dobbiamo andare a prendere delle persone a me care al villaggio dove sono cresciuta”

“Va bene”

-Dovremmo tornare qui entro tre ore ciò significa che dovrai volare molto veloce-

“Sai che sono il migliore” si vantò.

-Se ti stanchi mi lasci scendere io correrò avanti appena ti sarai ripreso mi raggiungi e continuiamo insieme, così se arrivo prima io li avviserò del viaggio-

“Va bene…” era strano come Blakert non avesse detto nulla, forse voleva solo accontentarla o passare più tempo possibile con lei.

-Per il ritorno correrò- finì e salì in groppa a Blakert aspettando che i due scudieri aprissero il portone, una volta aperti Blakert spicco il volo.

 

-Perché l’ha fatto? Meno di due ore fa stava quasi per morire!- urlò arrabbiato Inuyasha.

-Sai come è fatta Inuyasha non l’avresti comunque fermata-

-Miroku ha ragione, adesso dobbiamo solo aspettare-

-Ma perché anticipare la riunione?- fece notare Sesshomaru.

 

Blakert volò tanto veloce che Kagome dovette aggrapparsi a un osso dorsale. Fecero come Kagome aveva stabilito quando il drago fu troppo stanco per continuare lei continuò da sola metà tragitto e raggiunse in breve il villaggio. Aveva dato ordini precisi a Blakert doveva aspettarli nella radura nel bosco.

Il villaggio era avvolto nel buio, tutti i paesani dormivano tranquilli ignari che lei passeggiava nelle loro terre. Decise di andare prima da Morden quando arrivò alla casa del capo villaggio busso ma nessuno aprì, la seconda volta una luce si accese e qualcuno si avvicinò.

-Chi è?- la voce di Morden risuonò forte.

-Morden sono io Kagome apri- quando la porta si aprì Kagome vide la faccia sorpresa dell’uomo e gli sorrise –Posso entrare?- quando l’uomo si fece da parte e la fece entrare si tolse il cappuccio e si fermò al centro della stanza.

-Kagome cosa ci fai qui?- chiese bisbigliando indicando la camera dove dormiva Rin. –Sei cresciuta e sei diventata anche più bella- disse guardandola dalla testa ai piedi.

-Sisi… senti prepara una borsa con vestiti e qualcosa da mangiare stasera verrete con me a Sougar-

-Perché?-

-Perché siete gli unici che reputo persone a me care e in questi tempi bui vi voglio accanto a me anche se Sougar non sarà un posto tanto affidabile-

-E se pure venissi non posso lasciare il villaggio-

-Senti Morden non vuoi venire con me? Allora mi porto Rin-

-Tu non porti mia figlia da nessuna parte!-

-Primo o poi attaccheranno questo villaggio! Hai sentito dei demoni sui monti Kurebea?-

-No, cosa è successo?-

-Sono stati decimati adesso sono radunati nel giardino sud del castello in accampamenti e convivono con gli uomini e si preparano per una guerra che non ha precedenze, si lotta per la liberta intera del mondo! Se rimani morirai senza vedere tua figlia crescere, maritarsi e avere figli se verrai con me avrete una nuova vita e un nuovo futuro ti farò avere un lavoro all’interno del castello e alloggerete in stanze comode…-

-I demoni decimati? Ma di che demoni parli?- era spaventato.

-La razza degli Inu, la più forte in assoluto, decimati e molti sono feriti i miei uomini si stanno occupando di loro curandoli con la magia-

-Aspetta Kagome tu mi fai venire un infarto, cosa significa esattamente tuoi uomini?-

-Lo vedrai se verrai con me… come siete sopravvissuti fino ad adesso senza notizie? Adesso che ci penso dove sono le guardie inviate dal re?-

-Non sono mai arrivati- Kagome lo guardò sbalordita.

-Ti prego Morden prepara i bagagli venite con me- chiese pregandolo e Morden esitò al suo sguardo.

-Come la metto con gli altri?-

-Chi è il tuo successore?- chiese Kagome.

-Kiren-

-Perfetto dammi carta e inchiostro e vai a prendere il necessario io appendo il foglio che dice che sei stato rapito e vado a prendere Totosai voi non vi muovete da qui capito?-

-Va bene- Kagome era contenta di averlo convinto.-Grazie Kagome- lei annuì e dopo aver scritto appese il foglio sulla porta della casa, poi silenziosamente andò da Totosai.

-Vecchio alzati- disse scrollandolo per farlo svegliare.

-Che volete a quest’ora?-

-Totosai sono Kagome alzati, dobbiamo andare via da qui- quando Kagome pronunciò il suo nome Totosai scatto in piedi.

-Goccia sei davvero tu?- era da tanto che non sentiva quel nome e sorrise.

-Si vecchio, alzati che ti porto via da questo villaggio siete in pericolo- il vecchio la guardò e sorrise correndo a prendere le cose necessarie. Kagome lo adorava per questo, non faceva domande quando non doveva farle.

Appena fu pronto si diressero nella casa di Morden dove lo trovarono pronto con Rin in braccio che dormiva ancora.

-Siete pronti?- loro annuirono e lei fece strada raggiungendo la via che conosceva lei e che portava alla radura.

-Kagome ma Sougar è troppo lontana come ci arriveremo?-

-Morden non ho fatto un viaggio di cinque ore in due soltanto correndo… ho un mezzo di trasporto molto speciale- sorrise continuando a camminare.

-Kagome non dirmi che…-

-Si Totosai, il tuo sogno si realizza… porterà solo tutti e tre io correrò se mi stanco Blakert continuerà a volare farà solo una sosta a metà e io vi raggiungerò lì, chiaro? Se non mi vedete correte al castello e chiedete aiuto-

-Kagome ma come puoi fare una strada così lunga mantenendo il passo di un… drago ho capito bene? Quindi sei un Cavaliere… o l’hai rubato-

-Sono un Cavaliere non sono mai stata una ladra e poi Morden non ho orecchie appunta per uno scherzo della natura e non ci credo ancora che non hai capito che io sono un elfo e Totosai un demone-

-Di Totosai sapeva ma gli elfi sono estinti-

-Sono più vivi che mai- continuò lei a camminare sorprendendo i due uomini –Muovetevi che ci siamo- quando uscirono dalla boscaglia un ombra nera sotto il cielo stellato si stagliava, Totosai rimase a bocca aperta mentre Morden esitò stringendo più forte la piccola Rin che dormiva ancora tranquilla.

-Blakert sono loro che devi trasportare mi raccomando non virare troppo in fretta-

“Tranquilla Kagome” lei gli baciò il muso e lui sbuffo aria calda.

-Lui è Blakert e Blakert loro sono Totosai,Morden e Rin la piccola che dorme sono loro le persone che hai visto nella mia mente- lui fece una specie di inchino con il capo e si stese in modo da far salire gli uomini. –Totosai prima tu- Lo aiutò a salire avanti e gli attacco le gambe con le cinghie sorrise quando lo vide accarezzargli il collo, ma Blakert sbuffo infastidito.

-Mi dispiace averti infastidito- si scuso e Blakert annuì. –Creatura particolarmente speciale e intelligente capisce ciò che dico!-

-E sente i pensieri degli altri Cavalieri e io quelli dei loro draghi… ognuno di noi ha un abilità speciale- spiegò aiutando Morden a salire. –Bene sarà molto fastidioso all’inizio ma cercate  di non pensarci. A dopo carbonella- e gli diede una pacca affettuosa sul ventre caldo prima di spiccare il volo poi partì correndo.

Kagome riuscì a utilizzare le tecniche di richiamo delle forze dalle piante in modo da poter correre ancora e sostenere il volo veloce di Blakert che si fermò a poca distanza per una pausa.

-Come state?- si informò vedendo la faccia dei due uomini. –Ma Rin dorme ancora?- chiese guardando la bimba che dormiva tranquilla. Mancava davvero poco all’alba Blakert aveva volato più lentamente per non spaventare i suoi passeggeri e ci avevano messo tre ore per arrivare.

-Non volerò mai più- disse Morden mentre Blakert spicco di nuovo il volo.

Quando arrivarono Blakert prese Kagome fra le zampe a volo in modo da portarla direttamente nel posto di atterraggio. Quando toccò piede furono raggiunti dai Cavalieri e scudieri che si occuparono di Blakert.

-Ottimo lavoro carbonella te lo meriti un riposo- lui sbuffo e si diresse verso la sua stalla.

-Kagome sei in ritardo di un ora non ci posso credere che sei andata al tuo villaggio-

-Scusa Inuyasha ma avevo urgenza… adesso devo portare loro nella mia camera e domani provvedo a trovargli una sistemazione- li guardò.

-Stai bene?- le chiese preoccupato e lei annuì.

-Si, tranquillo- lui la baciò e poi la lasciò andare. –Venite con me-

-Kagome cedo la mia camera al signore anziano- fece Sango dolcemente.

-Grazie Sango- poi si fermò –Totosai, Morden loro sono Miroku, Sango e Sesshomaru gli altri Cavalieri Inuyasha già lo conoscete ed è il capitano- i cavalieri fecero un inchino e i due uomini ricambiarono.

-Scusate l’invasione-

-Siete tutti i benvenuti qui a Sougar- Sango sapeva come accogliere le persone. Portai Morden nella mia camera e presi il diario ancora nascosto sotto il cuscino. Diedi un bacio a Rin che dormiva ancora e abbraccia Morden.

-Grazie di essere venuti-

-Grazie a te Kagome e la seconda volta che salvi Rin… non so come riscattare-

-Mi hai ascoltato e lavorerai per me va bene?- lui annuì e l’abbracciò ancora poi uscì e raggiunse la camera di Sango dove la vide fare gli onori di casa.

-Grazie Sango-

-Vecchio ti devi inchinare è una principessa con la precisione la nipote del re!- disse entrando.

-Kagome che modi e poi non c’è bisogno- la rimproverò Sango.

-Tranquilla mia Signora, Goccia non sei cambiata molto- lei sorrise e l’abbracciò forte.

-E da tempo che non sento quel nome qui tutti mi chiamano Signora,Stiaref o occhi di ghiaccio- il vecchio ricambiò la stretta e Sango sorrise commossa dalla scena.

-Lui è il signore che ti ha cresciuto?-

-Esattamente-

-Allora cedo molto volentieri la mia camera- sorrise –Senti Kagome ci hai fatto svegliare per una riunione allora andiamo?-

-Si certo. A più tardi- salutò.

 

-Ragazzi abbiamo un altro nome per Kagome-  annunciò Sango entrando nella Sala dei Cavalieri.

-Sango smettila-

-No adesso lo voglio sapere- disse Miroku sorridendo a Kagome e mandandole un bacio.

-A quanto pare la chiamano Goccia- Sango guardò Kagome sorridendo e lei la congelò.

-Chi è che ti chiama così?- chiese Inuyasha.

-Non sono affari vostri… adesso torniamo a noi- i Cavalieri annuirono tornando seri e si sedettero. Lei alzò il diario che aveva in mano mettendola in bella mostra. –Questo è la copia del diario che il re possiede. Una fonte attendibile mi ha detto che ha scritto di noi- Sango guardò acida Kagome.

-Ecco perché volevi sapere la camera del re-

-Si e non guardarmi così dobbiamo capire perché si comporta in quel modo- sospirò –Non l’ho letto volevo farlo con voi… vuoi leggerlo proprio tu?-

-No, fallo tu mi fido- Kagome annuì e aprì il diario.

Nelle prime pagine non c’era nulla di che solo ringraziamenti agli dei per la ricchezza e la felicità nei suoi regni. Poi le cose cambiarono quando iniziò a scrivere della prima battaglia.

“Elen è diventata sospettosa crede che io trami qualcosa ma come potrei? I Cavalieri fanno del loro meglio ma gli dei si stanno ribellando”

“Ho mandato il capitano Inuyasha e il Cavaliere Kagome ad aiutare il villaggio colpito, dalle notizie pervenutemi la situazione è grave, i demoni sono troppo forti”

“La profezia si sta realizzando qualcosa non va, c’è qualcosa tra Kagome e Inuyasha se c’è bisogno, se è lei che deve essere sacrificata Inuyasha non lo permetterebbe e io non posso permettermi di perdere due Cavalieri”

“Ho imparato a chiudere la mente Elen non riesce più a vedere niente di me eppure mi pento di farlo, ma non posso mostrargli le mie paure… come reagirebbe se sapesse che sono stato io a provocare questa guerra?”

“Kagome è scappata, non sappiamo dove sia e se è viva ma andremo avanti”

“Un messaggio dall’Oceano Rosso dice che sono stati avvistati degli uomini nemici, partiranno tutti i Cavalieri anche la mia piccola Sango… di Kagome ancora nessuna notizia e se fosse Sango la ragazza che deve essere sacrificata come dice la profezia? Non so cosa farei”

“La battaglia è finita e gli uomini sono tornati… cosa più essenziale e che Kagome è tornata con al suo seguito un esercito di Elfi a quanto pare hanno un regno ben nascosto e Kagome e la loro principessa”

“Il senso di colpa cresce in me se non avessi offeso gli dei a quest’ora vivremmo ancora in pace…”

-Poi continua con il parlare della guerra dei Monti Kurebea- la sua voce era dura e non staccava gli occhi dal diario… perché si doveva sacrificare? Perché proprio lei doveva seguire in destino di sua nonna?

-Kagome io…-

-Anche il re ha accennato a Elen- cambiò discorso prima che Sango dicesse qualcosa –Ve la presento- improvvisamente i Cavalieri spalancarono gli occhi compreso Inuyasha che non se l’aspettava che la bimba si mostrasse. –E lei la mia fonte… come vedete io e Inuyasha non siamo pazzi-

-Buona sera Cavalieri… - fece un inchino sorridendo -…ciao Inuyasha- lo salutò con la manina bianca.

-Elen hai disobbedito?- la accusò Inuyasha guardando i suoi compagni ancora sorpresi.

-E allora non posso essere uccisa-

-Non ci posso credere- Sango scosse la testa non riusciva davvero a crederci.

Invece Miroku scoppio a ridere e tutti lo guardarono non capendo –Credevo di aver visto il fantasma di una bambina- rise ancora poi si calmo –Mi sbagliavo vero?-

-So che è difficile accettarlo però ci sono e ne dovete fare una ragione- disse calma Elen sorridente –Non ce la facevo più a rimanere in disparte a guardarvi, non vi potevo avvisare quando stavate per compiere un errore e specialmente tu Cavaliere Miroku…-

-Io? Cosa centro?-

-Ti avrei potuto avvisare che quello che stavi per dire a Sango poteva essere una stupidaggine ma un patto me lo proibiva e tu finivi sempre con la guancia gonfia… io vedo il vostro futuro e i vostri pensieri posso aiutarvi per questo sono qua…- sorrise.

-Sei tu la bambina che…-

-Si Sango sono io-sorrise e poi guardò Inuyasha –forse non te lo diranno adesso ma si scusano per non averti creduto- tutti tossicchiarono. –Kagome noi abbiamo un lavoro da fare-

-Si giusto. Ragazzi se volete continuate a leggere il diario vedete se scoprite di più sul perché il re crede di essere il colpevole forse ho saltato qualcosa… ci vediamo domani nel giardino sud buona notte-

-Kagome dove dormirai?- chiese frettolosa Sango.

-E tu?- lei arrossi ma Kagome le sorrise –Anche io- e uscì era chiaro come l’acqua che avrebbero dormito dai rispettivi amanti non c’era niente da negare in fondo. Elen la condusse nella piccola stanzetta dove lei passava i momenti in cui non faceva nulle e spiegò che era anche il punto di incontro con Inuyasha.

-Ne sei convinta?-

-Mai più convinta come adesso- la bimba annuì e aspetto che Kagome si tagliasse la mano. Quando lo fece la piccola toccò il sangue e chiuse gli occhi ma si staccò poco dopo.

-Non ho visto niente- disse poi guardò Kagome tristemente –Non pensavo che soffrissi così tanto anche Blakert ha sentito il tuo dolore ma non ha detto niente- le accarezzò il viso che Kagome aveva abbassato –La profezia l’ho vista io ma non è detta che sia vera dopotutto tu riesci a cambiare gli eventi- provò a sollevarle il morale ma invano.

-E se fosse stato un caso? E se la profezia parlasse del momento in cui io cambio il mio destino?-

-Questo non lo so Kagome ma so che non è stato un caso perché l’hai fatto ancora… vuoi un esempio? Io ti ho visto nella mia mente abbracciare Inuyasha al suo ritorno e invece l’hai baciato lo so perché me l’ha detto Inuyasha, oppure quando l’hai perdonato dicendogli che volevi stare con lui io avevo visto che avreste fatto pace durante la battaglia dei monti Kurebea perché tu saresti partita con lui… non sono casi Kagome tu sei nata per cambiare il destino di questo mondo in te scorre il sangue del dio tempo e della guerra… sei tu che porterai pace-

-Staremo a vedere… nonostante ciò rimane che la profezia dice che una delle due ragazze Cavaliere deve morire- guardò il taglio già rimarginato incrostato dal sangue e si alzò dalla sedia su cui si era seduta. –Riproveremo domani- la guardò e sorrise –Hai visto Rin?-

-No non ancora-

-Siete identiche domattina vieni con me- lei annuì e la salutò con la mano.

 

Quando entrò nella camera di Inuyasha lo vide seduto sul letto, i suoi occhi due fiamme di candela che brillavano nel buio più assoluto e la guardavano severi. Non si mosse dalla sua posizione sapeva che avrebbe dovuto spiegare molte cose, ma se avesse detto la verità lui l’avrebbe ostacolata e non poteva proprio.

-Io…-

-Perché te ne sei andata da sola a prendere quelle persone?- le chiese duro.

-Non riuscivo a pensare che stessero lontane da me-

-Non è un motivo. Cosa ti ha spinto ad andarli a prendere? C’entra in qualche modo l’incubo?-

-Si-

-Cosa hai visto?-

-I loro fantasmi, come il tuo e degli altri volevo accettarmi che stessero bene e li volevo qui… così ho fatto il più in fretta possibile per andarli a prendere-

-Potevi aspettare domattina-

-Non volevo sprecare altro tempo- rispose secca.

-Cosa stai pensando di fare Kagome?- la guardò con sguardo inquisitore che la fece tremare.

-Nulla Inuyasha solo che ho un piano che potrebbe funzionare- si avvicinò a lui che non si mosse inchiodandola ancora con lo sguardo.

-Credevo fossi sincera con me…- a Kagome si fermò il cuore –…devo pensare che quello che mi hai detto oggi sia stata una menzogna se adesso non mi dici la verità-

-Non dire così- la voce di Kagome era bassa –quello che ti ho detto era vero e sono stata sincera anche adesso-

-E meglio se riposi ormai è mattina e ancora devi dormire- si infilò nel letto senza aggiungere altro dando le spalle a Kagome che si sdraiò accanto a lui. Gli sfiorò una ciocca di capelli e lui mosse le orecchie nella sua direzione.

-manca un giorni all’arrivo dei mezzo-demoni e uomini dall’Oceano Rosso- ma lui non disse niente e lei si arrese. –Buona notte- e chiuse gli occhi. Per la prima volta non vide quella ragazza ma dormì a mala pena due o tre ore, ma quando si sveglio fu un risveglio dolce, infatti Inuyasha la stringeva dolcemente e la guardava. –Ciao- salutò.

-Ciao… Non volevo litigare mi dispiace- lei annui e lo baciò velocemente –Non sei stanca?-

-Molto, ma devo parlare al re dei miei ospiti, devo assicurarmi che Sesshomaru parli al suo popolo, devo visitare i feriti e organizzare il campo per i nuovi arrivate anche se voi non siete molto gli umani ne sono tanti. E poi devo controllare una cosa da Puns e chiarirmi con Brutre una volta per tutte. Ho da fare altre cose e non so se ci riuscirò a fare tutto oggi-

-Kagome stai facendo tutto tu senza darci la possibilità di aiutarti e il capitano sarei io… dividi i compiti così possiamo aiutarti-

-Si hai ragione così potrei fare la maggior parte delle cose- lui le sorrise –Bene chiedi a Sango di parlare con il re e di trovare un alloggio per gli ospiti e dille che Morden è un veterano di guerra che lavorerà con me mentre Totosai è un abile fabbro e che è un demone. Miroku e tu vi occuperete degli accampamenti poi dedicatevi agli allenamenti e fai pressione a Sesshomaru digli che finché non parla non farà niente.-

-Agli ordini-

-Scoperto qualcosa nel diario?-

-Nulla… Kagome non siete né tu né Sango a dover essere sacrificate-

-Tranquillo Inuyasha lo so- lo baciò un ultima volta e si alzò andando a trovare i suoi legami.

 

-Buon giorno- disse entrando ma si ritrovò a terra, Rin la strinse forte.

-Ciao Kagome- disse senza staccarsi da lei.

-Ehi dormigliona ti sei svegliata! Hai dormito anche sul dorso di un drago mi chiedo come hai fatto-

-Si papà me l’ha detto… Come sei bella Kagome-

-Grazie ma anche tu lo sei e sei cresciuta molto!- disse accarezzandole la testa e alzandosi in piedi –Tuo padre?-

-In bagno non ci crede ancora di trovarsi in una camera così sembra un bambino che vede per la prima volta un arcobaleno- Kagome rise contagiando la bambina.

-Di a papà che io tornerò dopo e che Inuyasha parlerà con il re per i vostri alloggi capito? Noi ci vediamo dopo ti porto a vedere il castello e ti faccio conoscere gli altri Cavalieri-

-Anche i draghi?-

-Se non hai paura… Adesso vado fa la brava capito?- lei annui e si salutarono. Kagome andò a trovare anche a Totosai anche se dovette buttarlo giù dal letto perché dormiva come un sasso.

-Renditi presentabile- gli disse prima di uscire.

Poi scese a controllare la situazione dei feriti e fu contenta di vedere che le ferite stavano guarendo velocemente, vide in un angolo Sesshomaru e gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla.

-Ehi-

-Ciao- rispose lui atono.

-Cosa c’è?-

-Indovina- lei sorrise –Non è facile Kagome-

-Lo faccio io allora-

-Finiresti arrostita- lei rise.

-Nessuno mi ferma  lo sai- poi tornò seria –hai tempo fino a quando il sole si trova allo zenit stasera arrivano e io voglio che nessuno si faccia male-

Incontrò Inuyasha che le spiegò che il re era stato molto gentile a offrire tre stanze una per ogni ospite e che non c’erano problemi se avessero lavorato con lei. Kagome era contenta in questo modo poteva averli vicino. Parlò con le ninfe e poi chiamò in disparte Brutre.

-Kagome scusami ti prego-

-Sono qui per parlare appunto di questo… mi dispiace anche a me di averti trattato in quel modo… amici?- sorrise e gli tese la mano che lui strinse sorridendo. –All’opera allora-

Stava apprendendo nuove tecniche di guarigione quando vide i demoni radunarsi in un punto e capì che era il momento così li seguì e si mischiò nella folla.

Sesshomaru era austero e guardava i demoni ma dalla sua espressione non si leggeva niente neanche quando la folla iniziò a urlare Sesshomaru come per fargli capire che erano al suo servizio.

Poi giunse il momento di parlare –Siamo qui per un motivo, non solo per la richiesta di uno dei più potenti tra i nostri alleati ma per rimetterci in sesto e abbattere chi ci ha provocato una ferita che sarà difficile risanare- tutti urlarono un assenso –Siamo qui ospiti di un re che è nostro alleato e che è umano, è lui che ci ha ospitati e ci da il necessario per sopravvivere, e grazie agli elfi se i vostri figli,mariti e fratelli stanno guarendo quindi l’unica cosa che possiamo fare è di dargli il nostro appoggio su tutto e accettare ogni loro richiesta- ancora una volta la folla gridò il proprio assenso –Ieri sera tutti avete visto che sono stato battuto da un Cavaliere che io reputo più forte di me-

-Perché sei stanco!- urlò qualcuno –E vero che siamo demoni Inu ma non siamo instancabili-

-Si è vero ma vi assicuro che rima anche più forte di me infondo c’è anche un altro Cavaliere più forte di me…- Kagome sapeva a chi si riferiva…Inuyasha –Lui ha il nostro sangue ma reputiamo uno dei suoi genitori un traditore e lui è un non demone- cercò di utilizzare una parola per non offendere il fratello e come previsto i demoni iniziarono a borbottare –Voi avete capito di chi parlo di mio fratello che è un mezzo-demone e mio padre è un traditore però nonostante questo avete scelto me come suo successore al trono- sembrava aver preso coraggio e facendo sentire la sua autorità e calmando gli spiriti che si riscaldavano. –Siamo qui anche perché abbiamo un piano ma questo potrà funzionare solo in un modo… unendo tutti gli alleati possibili e domani ne arriveranno altri due gruppi il primo gruppo arriva dal sud i nomadi dell’Oceano Rosso contribuiscono all’aiuto, molti soldati hanno lasciato le loro famiglie lì nel deserto e l’hanno fatto perché vogliono il mondo libero e domani si uniranno a noi anche i mezzo-demoni-

-Io non ci lavoro con loro- ringhio uno –Non ci lavoro con dei sporchi mezzo-sange!-

-Non vuoi ci sono quattro uscite dal regno decidi quale prendere!Hai sentito Sesshomaru?–urlò un altro –Si tratta di una questione di vita o di morte se non ti va di collaborare vai impasto ai nemici… ha ragione Sesshomaru siamo qui perché siamo stati decimati… neanche a me va di collaborare con quei bastardi ma io voglio vendicare la mia famiglia e se per farlo ci vuole l’aiuto dei mezzo-demoni che vengano pure ma il grosso lo faremo noi! E poi non dobbiamo per forza stare attaccati a loro, soltanto in guerra!- tutti tacquero –Chi è con me, chi è che con me vuole seguire il mio Signore?- lui urlò e piano piano tutta i demoni alzarono le spade, le braccia e i cuccioli si alzarono sulle spalle dei genitori urlando anche loro. Sesshomaru annuì e sorrise… ce l’aveva fatta e si sentiva forte a sentire che tutti i  suoi seguaci lo facevano per lui. Kagome sorrise e se ne tornò al castello dirigendosi verso la camera di Puns.

-Avanti- diede il permesso l’elfo quando lei busso.

-Come procede la ricerca?- chiese accarezzando la testolina del piccolo folletto.

-Meglio se riposassi un po’-

-Scusa hai ragione… so che sei stanco però ne ho bisogno-

-Lo so lo so- ma lo disse con stizza che Kagome capì che in realtà non era la stanchezza quello che lo infastidiva ma la sua decisione.

-Non posso fare altro-

-Si invece-

-E cosa?- ma l’elfo non parlò e Kagome sorrise. –Ho paura Puns-

-Non sei costretta a farlo- disse addolcendo la voce e guardando Kagome.

-Si invece- lui distolse lo sguardo.

-Mi serve un medaglione o un oggetto che ti sia caro-

-Va bene, vado a prenderlo… Grazie- e uscì sorridendo ma era un sorriso che non aveva niente a che fare con la felicità.

 

-Kagome non ci riesco muoviti a guarire la ferita se non vuoi morire dissanguata- urlò Elen esasperata.

-Ci riproveremo domani-

-No-

-Si, ci riuscirai Elen lo so!-

-No, perché l’ho visto!-

-Non dimenticare che io posso cambiare le cose- Elen la guardò arrabbiata. –Suvvia non guardarmi così!-

-Come ti dovrei guardare?-

-Hai visto Rin?- cambiò discorso.

-Mi assomiglia molto- se fosse stata viva sarebbe arrossita ma sulla sua bocca apparve un sorriso di bambina dolce ma malinconica.

-Ti piacerebbe conoscerla? Così potreste giocare un po’ insieme-

-Kagome ma io non posso giocare-

-Perché?-

-Perché ho dei doveri e poi io la spaventerei… sono un fantasma-disse

-Si forse si spaventerà un po’ ma ci farà l’abitudine non preoccuparti- la bimba sorrise radiosa e abbracciò Kagome, solo che lei sentì un vento freddo sfiorarle.

-Grazie-

-Hai tutto il diritto di essere bambina- insieme uscirono e si diressero verso la nuova camera di Rin. Quando Kagome bussò sentì la voce squillante della bambina che dava il permesso di entrare.

-Kagome- urlò abbracciandola forte.

-Ciao Rin- ricambiò la stretta e poi la guardò vestita con un abito corto rosa. –Ma come siamo belle- e la piccola face una giravolta. –Senti Rin possiamo parlare di una cosa molto delicata?-

-Si certo-

-Ascoltami qui al castello non ci sono bambini e i demoni-bambino che stanno giù non giocano con gli umani… nei vari villaggi ci sono i bambini e se avrò tempo ti porterò a giocare con loro però io non ho molto tempo come oggi…-

-Capisco- era dispiaciuta e aveva abbassato il capo.

-Io però conosco una persona, una bambina anche lei molto speciale che ti somiglia tantissimo…- gli occhi della bambina si illuminarono di nuovo e Kagome sorrise -…però vedi lei non ha… un corpo per questo è speciale-

-Non ha un corpo? Ma come è possibile-

-Credo che accada quando l’anima ha un obbiettivo da raggiungere e quindi si separa dal corpo- Rin sgranò gli occhi spaventata quando comprese le parole di Kagome.

-Non è un fantasma vero? Perché non esistono! Papà dice che non è vero- Kagome non rispose ma mosse la mano e la piccola Elen apparve dalle mura. Rin urlò e si nascose dietro Kagome.

-Non…non aver paura di me- fece Elen rimanendo ferma al suo posto.

-Perché Rin fai così? Sai lei è una mia amica… la mia migliore amica è da tanto tempo che non gioca con qualcuno è costretta a lavorare per il re e per noi dalla mattina alla sera e poi guardala è una tua goccia d’acqua- Rin si affacciò piano da dietro la spalla di Kagome osservando il fantasma della ragazzina che la guardava.

-Ciao Rin- riprovò Elen e a Kagome pianse il cuore a quella scena.

-Non sei cattiva vero?- Rin tremava ancora ma pian piano si tranquillizzava sempre di più.

-No non lo sono- Elen sorrise e Kagome si alzò e fece scendere Rin dal letto a baldacchino. –Sai una volta questa era la mia stanza e quelli i miei vestiti- sorrise.

-Io non volevo offenderti mi dispiace io…-

-No, sono contenta che li abbia indossati e che occupi la mia stanza tanto non ci venivo da tempo e io non dormo- Rin si intristì e si avvicinò titubante a Elen che non si mosse.

-Perché eri al castello?-

-Perché io ho un abilità… vedo il futuro- Rin si illuminò e si avvicinò a Elen ancora di più.

-Puoi vedere il mio?- Elen chiuse gli occhi e dopo un attimo sorrise.

-Diventerai una bellissima moglie e avrai due bambini gemelli- Rin saltò contenta poi allungò la mano verso Elen che tese la sua e sfiorò quella di Rin che sprofondò nel suo braccio e rabbrividì. Kagome pensò di vedere un’altra scena triste invece le sue bimbe rise  di gusto e la risata di Elen si diffuse in tutto il castello raggelando tutti coloro che la udirono.

-Vedo che avete fatto amicizia…visto Elen? Rin fa la brava Elen ti mostrerà un po’ il castello io devo andare ci vediamo per la buona notte- baciò la testolina di Rin e uscì raggiungendo la sua camera. Morden era ancora lì seduto sul suo letto che aspettava lei.

-Cosa ci fai qui?- chiese sorpresa.

-Volevo dirti che ci hanno dato le nostre camere e ti volevo ringraziare- Kagome sorrise e si diresse verso il suo armadio –Quando inizierò a lavorare?-

-Adesso verrai con me e ti mostrerò i miei uomini, i campi di addestramento, quelli di ricovero e dove faremo le riunioni- prese il suo diadema.

-E quello cos’è?- chiese Morden –Non l’avrai mica rubato!-

-La smetti di chiedermi se ho rubato qualcosa? Non sono una ladra è la mia corona-

-Sei diventata principessa?-

-Si- lo spiazzò e fece segno di seguirla. Entrò nella camera di Totosai e lo vide contemplare il cielo, lei era già in ritardo con Puns ma le era venuta una cosa in mente. –Ho una richiesta da farti-

-Qualunque cosa- lei gli mostrò il diadema e la pietra al centro.

-Voglio che tiri da questa pietra una scheggia modellala come vuoi però fanne una collana, un orecchino o un anello che sia però da uomo- Totosai la guardò stupito.

-Come puoi chiedermi una cosa del genere? Come puoi rovinare una pietra così rara se non unica?-

-In momenti bui bisogna sacrificare ciò che più ti lega al proprio mondo e poi non ti ho chiesto di spaccarla mi serve anche so una piccolissimo pezzettino-

-Qui non ho un forno…-

-Per questo non ci sono problemi vieni con me- e così anche Totosai si unì a Morden e Kagome che uscirono nel giardino sud. Prima di arrivare al campo ci misero un po’ ma quando arrivarono Morden e Totosai rimasero a bocca aperta non solo perché il giardino non finiva mai ma perché l’accampamento era enorme quasi una nuovo villaggio.

-Brutre!- Kagome chiamò L’elfo che si fece avanti a forma di lupo e si trasformò in ragazzo sotto gli occhi dei due uomini che indietreggiarono spaventati –Raduna tutti e quando chiama il nostro miglior artigiano-

-Si Kagome- e guardò i due uomini alle sue spalle e dopo averli osservati corse via. Poco dopo gli elfi furono tutti radunati erano tantissimi e erano tutti in riga e silenziosi. Kagome li indicò ai due uomini e loro capirono tutto.

-Sono elfi- balbetto Totosai.

-Non ci posso credere- fece Morden.

- È una storia lunga… Lui è il mio primo consigliere- e indicò Brutre che fece un inchino –Sarà lui a raccontarti la storia, Morden- con Brutre si fece avanti un altro elfo dai capelli argentati lunghi e gli occhi di un blu cieli stellato –Lui è l’artigiano che ti aiuterà nel tuo compito è uno dei migliori e mi fido tanto di lui-

-Grazie mia Signora… spero presto di vederla incoronata regina- Kagome sorrise.

-Sei troppo buono Jinenga- lui si inchinò e sorrise –Ti spiegherà Totosai cosa fare e non chiedermi il perché-

-Come desideri- Totosai lo seguì in un completo stato di trans come se stesse osservando qualcosa che solo lui può vedere.

-Allora io porto Morden con me- Kagome annui e loro andarono via.

Kagome passò il tempo con i suoi uomini allenandosi con loro e ridendo ogni qual volta uno degli Elfi prendeva in giro il compagno battuto. Non aveva visto i suoi compagni per tutto il giorno e gli mancavano… però anche lei voleva rimanere sola… la notizia del diario non gli piaceva e non voleva parlarne… ma la domanda tornava sempre in testa… che la profezia si riferisse a quello che lei stava per fare?

A sera il lavoro di Totosai e Jinenga era terminato, il risultato fu una catenella doro con appeso un ciondolo a forma di una piccola testa di drago con occhi fatti della pietra del diadema.

-È perfetta- disse rigirandosela nella mano.

-E sul diadema non si nota nessuna modifica alla pietra- lei sorrise entrambi e baciò loro la guancia facendo arrossire Jinenga mentre Totosai sorrise. –Di nulla piccola mia- lo disse come se fosse sua figli e la guardò allontanarsi.

 

Fine…

Eccomi qua… beh chi sa che c’era in quel diario alla fine… oltre alla parte nascosta della profezia perché ricordate che loro sapevano che c’era bisogno di un sacrificio? Beh adesso sanno che il sacrificio è quello di uno delle due ragazze ma tutti sono convinti che sia Kagome perché legata la destino della sua nonna… che tristezza… aspetto commentucci un kizzullo a tutti i lettori.

Ringraziamenti:

-achaori: certo che non ti perdono come hai osato ritardare con la recensione? Potevi farti prestare il pc di un’altra persona per recensire… Scherzo, non direi mai una cosa così, sapevo che prima o poi avresti recensito e sono contenta che l’ai fatto proprio oggi che aggiorno XD… comunque carissima Elen si è mostrata davanti a tutti sconvolgendoli e in più di fronte a Rin :S… immagino che dopo questo capirolo avrai molte domande ma vedrai che pian piano si sapranno nuove cose :P aspetto presto la tua recensione un kizzullo.

-lucia lair: grazie mille… non so se sei ancora in vacanza ma  BUON DIVERTIMENTO… sono contenta di sapere che hai recensito nonostante ciò… comunque grazie ancora e non ti preoccupare delle recensioni un kizzullo!

-le_motagnine: non so mai rispondere quando leggo le vostre recensioni mi chiedo sempre se non ho scritto una cretinata così cancello e inizio da capo XD… e che siete così divertenti… ahahah le domande girano sempre sullo stesso argomento non posso dirvi niente anche se un piccolo indizio c’è nella rivelazione del diario… infatti Kagome si chiede perché deve essere lei a essere sacrificata ciò significa che lei non ne ha intenzione… ops forse ho detto troppo :P. forse deluderò isa ma non ci sarà nessu mezzo-demone che nascerà… perché? Poi vedrete hihihi mi piacere rimanere le cose in sospeso :P… beh che dire? Ci sentiamo presto con il nuovo capitolo un kizzullo bye!

-nimi_chan: per quanto riguarda il diario qualcosa è stato svelato ma sarà tutto? O c’è ancora dell’altro? Per la domanda sulla memoria di Kagome beh si vedrà… al prossimo capitolo un kizzullo continua a leggere e scoprirai più cose.

-fmi89: non credo di essere in grado di aggiornare presto XD purtroppo quando finisco di scrivere un capitolo rileggendolo non mi piace più e lo riscrivo… questo per ben sei o sette volte XD… beh anche qui ci sono molte emozioni e la tensione si fa sempre più palpabile… nel prossimo altre rivelazioni… un kizzullo ciao!

  

 

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Capitolo 24
*** Felix! ***


12.1

The War Of The Dragons

Capitolo 12.1

Felix !

 

Basta una piccola luce nel buio per cancellare la paura in un sogno!

 

 

 

Lo sguardo severo di Puns non sorprese Kagome, aveva portato ciò che gli serviva solo la sera. Fece dei passi incerti poi ispirò e affrontò Puns.

-Ecco quello che ti serve-

-Non avevi detto, stamane, che saresti andata a prenderlo e saresti tornata? È passato un giorno intero e sono stanco devo riposare!- era arrabbiato.

-Si hai ragione- Kagome si rese conto che l’elfo non sarebbe andato avanti molto se lei lo avesse messo sotto pressione.-Lo poggio qui… quando ti sentirai di continuare chiamami- e uscì.

Non era arrabbiata con Puns ma con se stessa. Se avesse lasciato all’elfo qualche ora di riposo adesso avrebbero completato il lavoro e invece così il tempo sarebbe stato sprecato.  Tornò da Rin che era sola, la portò a fare il giro del castello e la portò dai draghi, ma lei ebbe troppo paura per avvicinarsi e pensare che ci aveva dormito tranquillamente. Quando tornò l’accompagno nella camera del padre dove iniziò a parlare delle strategie di attacco.

-Durante la battaglia tu, Totosai e Rin fuggirete con gli altri-

-Come? Mi chiedi pareri sulla guerra, dici che devo lavorare per te e adesso mi dici che devo scappare?-

-Sì- lo guardò –Ti ho dato questo incarico no perché volessi che partecipassi ma che la smettessi di chiedere favori- era tesa.

-Quindi se non faccio nulla non succede niente?- lei annuì –Voglio un lavoro Kagome non posso rimanere con le mani in mano-

-Continua a fare quello che ti ho detto, il tuo parere mi serve conosci i problemi di una battaglia meglio di noi Cavalieri messi insieme-

-Come vuoi-

-Adesso vado ho molte cose da fare- lei annuì e si inchinò –Adesso che fai?-

-Sei pur sempre una principessa no?-

-Non dire così Morden, tu per me sei come un parente non voglio che succeda di nuovo- lui annuì come se avesse ricevuto un ordine e dopo un ultimo sguardo Kagome uscì.

 

-Per gli elfi non sei altro che una bambina piccola e giochi già a fare la reginetta… sei in difetto, ti senti oppressa dal lavoro e dalla paura-

-Non gioco a fare la reginetta…-

-Eppure dai ordini a volontà-

-Vai via non voglio parlare!- urlò Kagome e si svegliò.

 

-Maledetta- disse tra i denti stringendo la ferita trasparente –Non ce la faccio- ormai la disperazione stava prendendo il sopravvento. Si alzò e dopo essersi rinfrescata si vestì e tornò al campo. Le notti insonne lasciavano il segno, occhiaie fecero la comparsa sotto i begli occhi di Kagome e iniziava a diventare sempre più magra. Si diresse verso il campo assicurandosi che fosse tutto pronto per ospitare tutti.

-Kagome- a chiamarla fu Brute che le si avvicinò –Non hai una bella cera-

-Sto bene, come procede qui-

-Tutto alla perfezione alcuni demoni si sono offerti di aiutarci a montare nuove tende, i demoni lupo si sono accampati anche loro però il capitano Koga non c’è-

-Bene, io vado da Puns ci… ci vediamo dopo- Brutre non la ostacolò ma capì che c’era qualcosa che non andava e corse da Inuyasha.

 

-Si l’ho vista anche io ma non so cosa fare- anche lui era preoccupato e non sapeva cosa poteva fare.

-Qualcosa la consuma-

-La notte non dorme la sento urlare prima di svegliarsi… urla sempre la stessa cosa: “cosa volete da me”-

-So chi può spiegare questo mistero se saprò qualcosa ve lo dirò-

-Credo che sia giunto anche il momento di darmi del tu- l’elfo sorrise e strinse la mano a Inuyasha.

-A più tardi-

 

-Puns posso?-

-Vieni Kagome ho appena finito con il medaglione- lei entrò e guardò il medaglione a forma di drago.

-Quando vogliamo possiamo iniziare… non è stato facile inventare un nuovo incantesimo-

-Si lo so, ma il tuo sforzo sarà ripagato diventerai uno elfo molto importante- sorrise lei –Per quanto riguarda Blakert-

-Jinik mi aiuterà con l’incantesimo e partirò appena possibile per il richiamo di un Gigante- lei annuì stancamente –Sei stanca Kagome, se continui così il segno non farà altro che distruggerti più velocemente-

-Non posso dormire Puns, ogni volta il volto di quella ragazza riappare e mi dice cose che mi fanno rabbia- la sua voce era strozzata dalle lacrime che ricacciava indietro a forza, secondo lei non era un motivo per piangere.

-Perché non me l’hai detto prima?- esclamò avvicinandosi a lei –Io posso aiutarti… ti riprenderai Kagome te lo prometto- lei annui e lo abbraccio.

-Aiutami ti prego- lui annui e la fece stendere sul suo letto mentre  Jiniki, il piccolo folletto, lo aiutava con l’incantesimo. –Non dire a nessuno quello che voglio fare- Puns non rispose ma Kagome capì che poteva fidarsi.

 

-Dove sarà?- Inuyasha era al portone est, Arel l’aveva informato che aveva visto i mezzo-demoni al confine e mancava meno di due ore all’alba e quindi al loro arrivo. Di Kagome non c’era l’ombra e accanto a lui c’era Sango mentre al portone Sud c’era Miroku con Sesshomaru.

-Vedrai che arriverà- lo rassicurò ma per qualche motivo non ci credette.

In lontananza il sole era già in procinto di alzarsi e il villaggio alle loro spalle iniziava ad animarsi quando Kagome arrivò in groppa al suo drago. Salutò gli altri due draghi e i Cavalieri e uscì andando incontro ai mezzo-demoni.

-Sono lieta di darvi il benvenuto alla Corte di Sougar- disse facendo un inchino.

-Noi siamo felici di aver accettato la vostra richiesta- ricambiò il saluto uno mezzo-demone che si fece avanti e Kagome capì essere il capitano.

-Vedo che molti hanno portato anche la loro famiglia e ne sono un po’ preoccupata Sougar potrebbe essere una trappola nel momento della battaglia-

-Siamo molto forti anche noi mia Signora-

-Non ne dubito- parlarono del più e del meno e quando arrivarono al portone il capitano sorrise a Inuyasha che si avvicinò e si abbracciarono.

-Ehi à Higur è da tanto che non ci si vede!- esclamò contento Inuyasha.

-Guarda qua cane spelacchiato come stai?-

-Bene-

-Ragazzi guardate c’è Inuyasha- la folla acclamò Inuyasha come fosse un re e Kagome sorrise, se lo meritava.

-Sango io vado a sud fai tu gli onori di casa, non pranzerò con voi ci vediamo- Inuyasha la vide prendere il volo ma non disse nulla.

-Inuyasha hai trovato qualche bella donna?-

-Si ma credo che la sto perdendo- disse e Higur e guardò nella direzione in cui guardava Inuyasha.

 

Kagome andò incontro anche agli uomini provenienti dal sud poi si congedò come aveva fatto con i mezzo-demoni. Andò a salutare Rin e poi andò da Elen per riprovare l’esperimento che fallì ancora poi tornò da Puns.

-Sono pronta- disse e l’elfo annui.

Ciò che accadde non fu doloroso ma stancò molto l’elfo e il folletto compresa Kagome. Lei cadde in un sonno profondo e come sempre tormentato dalla ragazza.

-Non so cosa stai escogitando ma non servirà, abbiamo un arma segreta-

-Staremo a vedere chi vincerà-

E come sempre si svegliò con il fiatone, ma quando aprì gli occhi vide Elen preoccupata e capì che aveva notizie.

-So fra quanto tempo attaccheranno- prima di sapere il giorno Kagome chiese a Elen di spiegargli come aveva fatto. La bambina disse che aveva toccato il suo sangue a terra nella stanza proprio mentre lei affrontava l’esperimento con Puns e da lì, attraverso la sua mente, aveva raggiunto quella della ragazza.

-Il collegamento non era il mio sangue ma la mia mente!- costatò.

-Esatto-

-Dimmi quando ci sarà l’attacco-

-Non  so il giorno preciso o quanti siano i nemici, ma attaccheranno fra un mese e hanno qualcosa per contrastarvi e parlo di voi Cavalieri-

-Non mi preoccupa questo- disse –Un mese hai detto e sai da che parte arriveranno?-

-Dal sud-ovest-

-Ottimo, devo avvisare gli altri- ma ci ripenso  -lo dirò domani mattina- Elen sorrise  e annuì, ma non tornò a dormire e con Blakert sorvolò un po’ l’area indicatagli su una cartina da Elen era eccitata perché era andato tutta alla perfezione tutto si sarebbe concluso al meglio, strinse il medaglione tra le mani e rise contenta.

 

Quando fu mattina aspettò i Cavalieri all’accampamento, nel frattempo fece chiamare tutti i generali in una tenda. Quando tutti i Cavalieri furono avvisati Kagome li accolse con un sorriso.

-Ehi come mai quel sorriso?- chiese Inuyasha guardando anche il medaglione appeso al collo.

-Ho notizie che vi sconvolgeranno- disse e guardò i presenti uno ad uno.

-È impossibile come fate a esserne certa è… impossibile- fece un generale umano guardando l’elfa, dopo che lei spiegò tutto.

-Ne sono convinta Elen l’ha visti-

-Kagome stai dicendo che spii il nemico senza averci detto niente?- chiese Miroku e Sesshomaru convenne con lui.

-In realtà è il nemico che spia noi… ma ho scoperto che non hanno idea di quello che stiamo escogitando. Però ci sono dei problemi- guardò tutti –Primo: hanno armi che ostacoleranno noi Cavalieri quindi è probabile che saremmo occupati e voi dovrete cavarvela da soli, secondo problema e che ci dovremmo dividere due Cavalieri a sud e tre a Sud-ovest- spiegai.

-Perché a sud-ovest tre?- chiese un demone.

-Perché loro provengono dalla zona tra i monti Kurebea e l’Oceano Rosso e quindi sud-ovest- spiegò Kagome –certo nessuno ci assicura che non saranno di più quelli del sud quindi uno dei tre Cavalieri deve essere pronto a partire… ma qui c’è l’ultimo problema- tacque –non so cosa ci terrà occupati e quindi dovremmo prepararci bene per qualsiasi evenienza e può darsi pure che non dividano queste “Armi” e quindi dovremmo trovarci tutti insieme-

-Cerca allora di farti dare notizie più concrete- disse impertinente un altro generale.

-Cosa crede che avere notizie sia facile? Sa cosa mi è costato?- gli mostrò la mano dove il pallido segno di un taglio era in bella mostra e poi gli indicò le borse sotto gli occhi. –Pur di avere queste notizie ho dovuto affrontare un altro pesante esperimento e lo rifarei se non rischiassi di non svegliarmi più!- disse arrabbiata.

-Perdonatemi- disse l’uomo e lei annuì.

-Anche io vorrei notizie in più non immaginate quanto… ma a volte bisogna arrangiarsi- fece un sorriso tirato –Adesso diffondete la notizia e voglio che tutti coloro che hanno capito come uccidere il nemico insegni ai nuovi arrivati, i Cavalieri oggi sono occupati-

-Si Signora- e uscirono pronti per allenarsi.

-Come procede tra i mezzo-demoni e i demoni?- si rivolse ai due fratelli.

-Alcuni demoni collaborano con noi altri sono ostili ma lavorano lo stesso- spiegò Inuyasha. –Dove sei sparita ieri?- le chiese Inuyasha e lei lesse la stessa domanda negli occhi di tutti.

-Ho avuto da fare- tagliò corto.

-E quel taglio sulla mano?-

-Un piccolo sacrificio lo dovevo pur fare no? Bene dobbiamo sfidarci con i draghi-

-Kagome vorrei parlare con Puns per capire se è possibile creare qualcosa che ci aiuti a mantenere le forze più a lungo-

-Ti rispondo io… è possibile ma per voi potrebbe essere un problema vedrò io stessa cosa fare visto che Puns non c’è-

-Come non c’è?- era Inuyasha che si occupava di dare l’ordine di partire anche se già altre volte Kagome l’aveva fatto l’aveva subito consultato dopo.

-È dovuto partire per me- tagliò corto. –Adesso andiamo-

Presero i loro draghi e si organizzarono per uno scontro le prime a iniziare furono Sango e Kagome. Saliti sui rispettivi draghi si organizzarono per il combattimento.

-Deve essere il più reale possibile i draghi devono comportarsi in modo da proteggere e far vincere il proprio Cavaliere, tu combatti con me puntando a fammi cadere, ferire o disarmarmi capito?- Sango annui –Le stesse regole valgono per voi quando il primo scontro è finito si faccia avanti gli altri due mentre il terzo combatte con il vincitore e l’altro che vince si scontra con il perdente del primo scontro... e così di seguito senza interruzione se non per riprendere le armi e quando i draghi o noi saremo troppo stanchi ci fermeremo… vi è chiaro?- tutti annuirono e Sango e Kagome iniziarono.

Blakert volava più in alto di Karaius e più veloce e quando si trovò in una buona posizione attaccò il drago verde. Blakert gli morse una zampa mentre Karaius attentava alla gola, nel frattempo Kagome e Sango iniziarono a incrociare le loro mani. Kagome veloce e precisa, Sango lenta ma forte tanto da parare e costringere Kagome a difendersi. Quando i draghi si separarono le ragazze presero fiato poi tornarono a scontrarsi fino a quando Sango non fu ferita a un braccio e Inuyasha e Sesshomaru iniziarono a combattere.

-Guarisci quella ferita con la magia- disse a Sango e spiccando il volo per attaccare Miroku che la prese alla sprovvista ordinando al suo drago di sputare fuoco su di loro. Kagome non era stupida ed eresse una barriera con la magia che non durò molto ma fu essenziale perché Blakert la scansasse e colpisse il drago rosso. Miroku con sorpresa e soddisfazione di Kagome la attaccò subito costringendola a perdere una spada che precipitò sotto di loro. I draghi si separarono e volarono in tondo studiandosi come faceva anche Miroku con lei. Poi l’attacco e lo scontro delle lame.

Lumì era più leggera di Arel e quindi più veloce, con un calcio si liberò dalla stretta di Arel e diede l’opportunità a Sesshomaru di disarmare il fratello e ci riuscì. Così Inuyasha iniziò una battaglia con Sango trattenendosi  ma si fermarono quando videro precipitare qualcuno,che per orrore di Inuyasha apparve essere Kagome che fortunatamente fu salvata da Sesshomaru. Così gli scontri si fermarono e Inuyasha si precipitò da Kagome.

-Sto bene- disse lei  utilizzando la spada per alzarsi.

-No, non stai affatto bene!- urlò Inuyasha stufo –Si vede che non dormi da notti, sei dimagrita e sei debole, se continui così ti ammalerai- le bloccò le spalle –dimmi una volta per tutte cosa non ti fa dormire, cos’è che ti fa urlare tutte le notti?-

-Nulla- mentì lei e lui la schiaffeggiò stupendo tutti.

-Non dirmi nulla… io ti sto perdendo lo sento, io ti voglio aiutare ma tu continui a dire che non hai niente!- Kagome non lo guardava perché gli avrebbe detto tutto rischiando di compromettere il suo piano, ma doveva dirgli comunque una parte della verità per tranquillizzarlo.

-Il veleno che mi hanno iniettato è un veleno studiato a posta per indebolire la mia razza solo che il mio è stato lavorato e raffinato è impossibile eliminarlo del tutto. Mi provoca incubi la notte e mangia la mia coscienza costringendomi a perdere il controllo…- Sango si mise una mano sulla bocca sconvolta, tutti erano sconvolti. –Prima dell’arrivo dei nuovi alleati Puns mi ha costretto in un sonno senza sogni ho dormito ma non ho recuperato le forze perché la debolezza sta nella mia mente così cerco di distrarmi. I folletti e le ninfe stanno cercando un modo per farmi recuperare le forze entro la battaglia e sono a un buon punto- come poteva dire che non c’era cura e che le ninfe non le avevano dato notizie rassicuranti.

-Perché non me l’hai detto prima?- chiese Inuyasha.

 -È la mia battaglia e nessuno può, oltre a me, parteciparvi- dicendo questo si alzò e andò da Blakert esaminando le ferite e curandolo. –Aiutate i vostri draghi-

Inuyasha non disse niente ma dentro di sé avrebbe voluto prendere Kagome e cercare un modo per aiutarla ma lei non voleva o non poteva. Quando ebbe finito con Arel iniziò a curarsi le sue ferite e guardò Kagome avvicinarsi.

-Non ne volevo parlare per paura che ti arrabbiassi e cercassi un modo per aiutarmi… ti sono grata perché hai capito-

-Bastava parlare Kagome- le disse dolcemente e lei annuì –Che cos’è?- chiese toccando il ciondolo.

-Una cosa preziosa che capirai a cosa servirà-

-È pericoloso?- lei scosse la testa.

-No, anzi- sorrise e lui le carezzò la guancia.

-Mi dispiace-

-Eri arrabbiato lo capisco-sorrise ancora –stasera voglio che tutti abbiano una serata tutta per loro e voglio una serata tutta per noi-

-Agli ordini- sorrise lui –Sai si sono scambiati i ruoli… tu comandi e io obbedisco-

-Scusami se ti ho surclassato per questo momento…-

-Mi vendicherò- le disse facendola ridere.

-Sesshomaru tutto bene?- lo lasciò lì mentre andava da Sesshomaru che si lamentò con lei per lo spavento della caduta –So che mi vuoi bene- gli disse e lui la mise sulla spalla a mo’ di sacco e la portò verso gli altri che se la ridevano. –Quando vuoi sei forte!-

-Io sono forte-

-Davvero?- gli chiese beffarda e gli diede un pugno al fianco facendolo male e costringendola a lasciarla –Vedo- disse ridendo e scappando da Sesshomaru.

 

La sera gli ospiti andarono a dormire prima beandosi di un riposo più lungo e ristoratore. Lo stesso fecero i Cavalieri che esausti dalle troppe notizie e lavoro crollarono in poco tempo. Ma solo due anime erano ancora sveglie e non avevano intenzione di sprecare quella notte a dormire.

-Una volta mi dicesti che mi avresti portato a vedere il lago che sta laggiù- disse indicando un punto all’orizzonte.

-Se ti va di correre- lei annui e iniziò a correre mentre Inuyasha cercava di tenere il passo. La osservava sembrava che i suoi piedi non toccassero il suolo, la paragonò al vento. La sua risata cristallina entrò in Inuyasha facendolo sorridere. Kagome si divertiva molto quando Inuyasha cercava di prenderla ma lei ogni volta sfuggiva alla sua presa fino a  quando non arrivarono nei pressi del lago e Kagome si fece catturare, continuando a ridere. Si era detta che quella sera non voleva pensare a niente se non a stare con Inuyasha.

-Presa- le disse stringendola e poggiando le labbra sul candido collo di Kagome.

-E bello qui- disse lei guardando il lago che pareva un pezzo di cielo cascato in terra infatti era scuro e le stelle si rispecchiavano sulla superficie poi Kagome sentì una strana energia. –Mi ricorda Elider. Ti porterò con me è un posto bellissimo- disse tenendo d’occhio i dintorni poi si ricordò che aveva già sentito quella sensazione da un’altra parte. –Inuyasha ci sono creature magiche nei dintorni?-

-Si dice così- la guardò –perché?- lei gli indicò un punto e lui vide delle luci colorate toccare la superficie dell’acqua.

-Fate- disse lei avvicinandosi alla riva e immergendo  una mano, poco dopo delle fatine arrivarono curiose e la guardarono. Poi risero l’avevano riconosciuta e anche lei. –Sono delle fate che si trovavano nel luogo dove riposava Blakert- spiegò –Salve sono contenta di vedervi vive.Come state?- chiese loro ma non ricevette risposta. Arrivarono altre fatine che si poggiarono su una mano di Inuyasha. –Vogliono che apri la mano- lui annuì e lo fece e delle fatine poggiarono delle gocce d’acqua sulla sua mano e anche in quella di Kagome, poi le fate iniziarono a cantare e le gocce si cristallizzarono.

-Pensavo che fossero una fantasia non ho mai creduto che ci fossero realmente-disse guardando le pietruzze luccicanti.

-Rimettile nell’acqua- Inuyasha guardò prima lei e poi fece come richiesto.

-Come fai a capirle? Come hai fatto a sentire la loro presenza-

-Non lo so- poi si avvicinò a lui e gli disse di guardare i cristalli d’acqua allontanarsi e creare nel cielo delle luci colorate –La chiamano aurora- gli sussurrò all’orecchio –Guarda ha preso la forma di due draghi- Inuyasha guardava incantato quel fascio di luci trasformarsi in draghi che si rincorrevano –Che bello-

-È bello stare qui con te- disse lui alzandosi e stringendo a se Kagome –Tu sei bella- e la baciò appassionatamente venendo avvolti dai due draghi che sputarono fuoco nel cielo sigillando il loro amore. 

 

Passarono la notte insieme lì sul prato avvolti dal calore delle stelle e dal fuoco dei draghi di aurora. Attraverso baci e carezze si dissero tutto quello che avevano taciuto fino a quel momento. Kagome conobbe la tensione,la paura, la preoccupazione ma anche il coraggio,la forza e la determinazione di Inuyasha. Inuyasha invece capì che Kagome gli avrebbe svelato altro di quello che nascondeva molto presto, capii il suo amore per la vita, il suo popolo, per Blakert, per il mondo e per lui specialmente, capì il suo desiderio di voler diventare regina e madre, nonna e bisnonna, ma non era quella la sera giusta.

Quando i raggi del sole li svegliarono Kagome era abbracciata stretta a Inuyasha che la riscaldava e la guardava dritta negli occhi. Lei lo guardò senza dir niente e lui le accarezzo l’orecchio a punta.

-Non capisco perché non ti piacevano- Kagome sorrise e appoggiò il viso sul petto di Inuyasha che l’abbracciò più forte.

-Neanche io- rispose lei facendo un risolino –Ma quando ho iniziato a comprendere che ti piacevo allora sono piaciute anche a me-

-Oh allora il merito è tutto mio!- esclamò divertito baciandole la testa. –Hai freddo?-

-Sto bene- rispose addosso avevano solo i loro vestiti e le braccia di Inuyasha la riscaldavano abbastanza per proteggerla dall’umidità della mattina. –Allora capitano cosa si fa oggi?-

-Sei tu quella che ha le informazioni-

-È vero- fece una pausa e diede un altro bacio a Inuyasha.

-Se fai così non riuscirò a trattenermi come ho fatto questa notte- le disse facendola ridere.

-Sei un depravato- disse lei alzandosi a sedere e facendo stendere di nuovo  Inuyasha che si era alzato anche lui a sedere. Lei scoppiò a ridere e si avvicinò al lago dove le piccole fatine mettevano le goccioline sulle piante circostanti. –Grazie- disse a una di loro che le alzò una specie di fontanella per farla bere.

-Ti hanno subito accettata coma hai fatto- le chiese raggiungendola.

-Sono un elfo- come se fosse la cosa più ovvia.

-E io un mezzo-demone che significa?- disse in modo sarcastico facendola ridere.

-La vostra natura e quella di combattere e cacciare, per voi mangiare significa carne di animale. Noi elfi siamo la natura fatta di carne, curiamo le piante e parliamo con gli alberi, fiori e animali. Noi siamo pacifici e mangiamo solo frutta e verdura, abbiamo rispetto degli alberi anziani e ascoltiamo le storie delle montagne- Inuyasha la guardava rapito mentre lei parlava. –Noi elfi possiamo fare questo- baciò l’acqua e poi si alzò camminandoci sopra senza sprofondare.

-Come fai?-

-Sono acqua nell’aria, sono terra nel fuoco sono carne nella natura… sono elfo e matura- disse poeticamente. Poi tornò dietro e abbracciò Inuyasha  -E meglio se andiamo- gli disse e lui la guardò sorridendo.

-Tu sei solo mia- lei rise e iniziò a correre ridendo come sempre. Quando arrivarono entrambi al giardino sud ridevano divertiti e quando capirono che tutti li guardavano arrossirono e si divisero.

-Kagome dobbiamo parlarti- Kagome guardò Brutre preoccupata con lui c’erano Puns, il piccolo folletto e il capo delle Ninfe.

-Dimmi tutto-

-Tu non sei cresciuta con noi quindi non lo sai ma stasera e la quinta luna nuova dell’anno e noi figli della natura festeggiamo in onore appunto della natura, quindi volevamo il permesso di festeggiare- Kagome valutò la situazione. La notte precedente aveva fatto in modo che si finisse prima di lavorare e fare una festa sarebbe significato perdere altro tempo ma anche lei quella mattina sentiva la forza della natura dentro di se più viva che mai.

-Va bene- concesse –Andando verso quella parte c’è un lago ma organizzerete tutto dopo il tramonto adesso tutti a lavoro- i presenti esultarono e Puns e Brutre fecero un inchino ringraziandola.

Kagome lavorò duro insegnando anche lei nuove tecniche e apprendendone di nuove. Insegno magie vietate a chi poteva utilizzare la magia anche se molti erano contrari e si rifiutarono.

-Anche io sono segnata se e questo che vi spaventa ma non sono stata corrotta dalla magia oscura perché ho imparato a conoscere me stessa- urlò a che si rifiutava –fatelo pure voi e non ve ne pentirete-  alcuni si convinsero mentre altri negarono ancora.

Poi il pomeriggio mentre tutti mangiavano fece una cosa che non aveva mai fatto prima… combattere contro Puns. Era ritornato presto dicendo che aveva trovato quello che gli serviva poco lontano dal regno.

-Ma sei un ragazzino- lo prese in giro.

-E tu una bambina come la mettiamo?- chiese facendo roteare la sua spada. Era molto particolare l’elsa era un intreccio di fili dorati che si estendevano fino a metà lama come fossero radici e sulla punta dell’elsa c’era una pietra gialla… era ambra.  Scattarono entrambi mentre camminavano tranquilli spaventando gli spettatori. Puns a differenza di Brutre era più agile e preciso e inoltre era silenzioso come una farfalla, ma si sa che anche le farfalle hanno punti deboli, infatti Kagome mirò quindi a togliergli la polverina dalle ali. Lui la attaccò costringendola a indietreggiare riuscì a girarle un braccio dietro alla schiena e lei urlò dal dolore. Ma non bastava, Kagome gli schiaccio il piede con il proprio e poi gli diede una gomitata sotto al mento costringendolo a indietreggiare. Kagome rise divertita e lo stesso Puns che torno ad attaccarla veloce come un fulmine. Kagome riuscì a parare a stento il suo colpo e con Fardentur cercò di colpirlo ma lui si allontanò in tempo. Kagome prese così coraggio fece urtare Fardentur contro Murestan e le due lame vibrarono emanando uno stridio fastidioso per tutti tranne Kagome. Puns la attaccò ancora correndo a destra e a sinistra ma lei riuscì ancora una volta a allontanarlo e giunse il momento. Guardò Puns sorridendo mentre gli puntava contro le due lame che dopo aver fatto una ruota conficcò a terra, Puns non sapeva cosa stava per accadere e cercò di capire cosa fare quando la terra sotto ai suoi piedi iniziò a spaccarsi.

-Cavolo- urlò mentre  congiunse le mani e urlò una formula, pian piano la sua lunga treccia corvina, i lembi del suo vestito e poi lui si alzarono da terra il necessario per non essere colpiti. Kagome lo guardò a bocca aperta mentre gli elfi che erano stati sempre battuti da Kagome esultarono.

-Non ci credo- disse lei guardando il suo consigliere tornare a terra e ridere a crepapelle.

-Kagome sei stata stupida ti sei fatta prendere dalla voglia di vincere e hai dimenticato che io sono un guardiano- disse avvinandosi –Ogni guardiano ha una capacità chi dell’aria, chi del fuoco, chi dell’acqua e chi infine ha tutti e cinque gli elementi-

-Ma voi siete solo quattro- disse Kagome sedendosi a parlare con Puns mentre gli spettatori rimanevano stupiti nel vedere che i sue rivali parlavano tranquilli.

-Infatti quello dei quattro elementi ancora non l’ abbiamo trovato o meglio non è ancora nato altrimenti l’avremmo già trovato e sentito la sua aura-

-Capisco e come si fa a sapere quando un elfo è guardiano?-

-Riesce a fare cose che altri elfi non sanno fare come me riesco a volare e richiamare animali del vento, a creare vento… cose così- spiegò.

-Voglio chiederti una cosa Puns che non centra nulla con i custodi-

-Quello che vuoi-

-Come si fa a diventare come Brutre, cioè come faccio a trasformarmi come lui- Puns la guardò incerto ma poi si disse che non c’era nulla di male.

-Per diventare un Ligerio come Brutre devi trovare un animale che ti servirebbe fino alla morte, che ti adori e che ti reputa come uno della sua specie. In altre parole deve essere d’accordo con la tua decisione di diventare come egli- spiegò tranquillo. –Nel momento in qui entrambi siete convinti basta solo pensare di essere un'unica cosa e così i vostri corpi si fonderanno… ogni qual volta tu vorrai essere ad esempio lepre lo diventerai e ogni qual volta che vuoi essere te stesso basta che tu lo pensi. Cambierà anche il modo di vivere come se diventi un carnivoro avrai la necessità di mangiare carne fresca o se diventi un erbivoro mangerai erba e frutti a volontà. Questo non sconvolge la natura questo perché noi siamo la natura.- Kagome stava pensando a qualcosa di nuovo e questo non sfuggi agli occhi di Puns.

-Chi decide di fare una cosa del genere diventerà l’animale avrà i suoi pensieri o sono io a prevalere?-

-Quello che può risponderti è Brutre- Kagome annuì e scatto in cerca del lupo che si assicurava che i demoni e i mezzo-demoni lavorassero tranquillamente.

-Brutre- lo chiamò quando lo vide parlare con un’elfa.

-Kagome- la giovane invece fece un inchino e lasciò soli i due.

-Quando ti trasformi in lupo hai la sua mente o sei sempre te stesso cioè hai i suoi pensieri, sensazioni, voglie o sei sempre tu?-

-Sono sempre io ma ho le sue esigenze come mangiare, cacciare, attaccare, proteggere e cercare ma a volte capita che i pensieri dell’anima prevalgano… perché?-

-Quindi prevale il suo istinto?-

-Per una parte, però ad esempio io da lupo non sento la sensazione di accoppiarmi- Kagome annui raccogliendo le informazioni.

-Da Elfo hai il bisogno di mangiare carne?-

-Si è un effetto che deriva dall’aver accettato di unirmi a un lupo ma posso mangiare anche la frutta, anche se non mi da energie come la carne-

-Grazie mi hai tolto grandi dubbi- fece per andarsene ma Brutre la fermò.

-Kagome hai intenzione di…-

-Non è certo Brutre…-

-Non si può tornare indietro- le disse preoccupato lei gli sorrise rassicurandolo.

-Lo so Brutre, ma non sarò così stupida se volessi a trasformarmi in un pesce- lui annuì e la lasciò andare.

Tornò da Puns che guardava la crepa che Kagome aveva provocato sconsolato.

-Guarda cosa hai fatto?! Hai rovinato un arena- Kagome lo guardò con un sopracciglio alzato e anche i Cavalieri che erano arrivati da poco.

-Non ci vuole niente a metterlo a posto Kagome lo sa fare- disse Miroku mordendo una mela.

-Si è semplice- disse lei accarezzò i buchi delle spade e pian piano la terra si rimarginò –Tutti lo sapete fare no?- Puns la guardò studiandola ma non rispose.

Il tramonto arrivò presto e gli elfi, ninfe e folletti si diedero al lavoro per preparare la festa dove erano invitati tutti anche il re che non mancò. I draghi erano accovacciati alle spalle dei presenti e le fate avevano accettato volentieri di organizzare li la festa.

La musica degli elfi era bellissima e le voci altrettanto. Kagome cantò con loro l’antica ninna nanna che aveva già cantato tempo addietro. Le piante sembravano cantare con loro i Monti in lontananza ridevano e le Ninfe ridevano ballando sull’acqua. I folletti giocavano con i demoni e mezzo-demoni mentre alcune elfe arruolate ballavano con tutti. Kagome si stava divertendo ma stava aspettando l’arrivo di Inuyasha e Sesshomaru.

-Kagome possiamo chiederti una cosa?- Puns e Brutre si erano avvicinati distraendola dai suoi pensieri.

-Certo-

-Da quando riesci a curare la terra?- chiese ancora Puns.

-Da quando ho imparato a utilizzare il potere della Nera- disse guardandoli tranquilla.

-Riesci a fare altro?- chiese Brutre.

-Stamattina sono riuscita a camminare sull’acqua ma era la prima volta che lo facevo. Ho sentito che potevo farlo e l’ho fatto- Brutre guardò Puns.

-Puoi farmi vedere?- chiese Puns  dolcemente.

-Certo ma non capisco perché queste richieste.

-Nulla di grave- si affrettò a dire Brutre spingendo Kagome verso il lago. –Sicura che ci cammini sopra? Non è che corri per un breve tratto?-

-Sicura- disse lei.

-Allora fa vedere- Puns fremeva sorridendo e lo stesso Brutre. Kagome come quella mattina baciò l’acque e dopo poco raggiunse le ninfe e ballò con loro. Tutti rimasero a bocca aperte soprattutto gli elfi che si guardavano sbalorditi. Poi Kagome ritornò sorridente e Puns la attirò a se.

-Ascoltami voglio che facciamo una gara. Più avanti ci sono due elfi che segnano il punto di arrivo voglio che corri al massimo-

-Nessuno è più veloce di Puns- fece Brutre e lei scosse la testa.

-Ma già sai che sono la più veloce-Puns fece spallucce e si fermò un po’ più avanti aspettandola… tutti li guardarono e iniziarono a fare il tifo, anche Miroku e Sango.

-Al tre!- proclamò Brutre.

Uno…

Due…

Tre!

Come due saette Puns e Kagome partirono i loro piedi non toccavano il suolo e il vento si confondeva tra loro. Entrambi arrivarono nello stesso momento e Puns rise.

-Se adesso mi dici che riesci accendere un fuocherello senza incantesimo faccio una capriola- Kagome collegò tutti gli elementi, tutto il discorso che Puns aveva fatto sui Guardiani.

-Intendi così?- chiese lei guardandolo fisso e aprendo la mano. Era la prima volta che lo faceva ma Kagome sentiva di saperlo fare, infatti un fuocherello dorato comparve al centro della sua mano.

-Kagome ti rendi conto di cosa sei… la tua aura è così forte non solo perché sei un Cavaliere e perché discendi da una famiglia nobile e potente ma perché sei anche il quinto Guardiano- disse Puns con gli occhi che brillavano –Kagome tu sei una leggenda vivente- disse Puns scuotendola.

-Io cosa sono?- sul viso di Kagome si dipinse un sorriso –Davvero son un Guardiano? E se è vero perché sono così felice?-

-Perché hai trovato la tua essenza e sei completa- spiegò Puns –Vieni devi sentire una cosa- tornarono al lago intorno al falò. Puns annui a Brutre che sorrise raggiante,Sango e Miroku guardarono Kagome che fece spallucce. Poi lei notò Lumì e Arel e poco lontano dai demoni Sesshomaru e accanto a lui un giovane dal volto conosciuto, cercò anche Inuyasha ma non lo vide. Ma avrebbe rimandato a dopo la sua ricerca adesso aveva una cosa importante da sapere.

Puns iniziò a cantare una storia in Elfico mentre Brutre la traduceva in modo che tutti capissero. La storia parlava degli elementi che in sintonia tra loro crearono gli Elfi,però ogni elemento creò un proprio prediletto capace di proteggere l’entrata al regno degli Elfi… qualsiasi entrata del regno che gli Elfi decidevano essere proprio. Però gli elementi decisero di creare anche un Elfo supremo l’elfo dei quattro elementi. Da quello nacque una famiglia suprema che si tramandava il sangue dell’Elfo Supremo… ogni milione di anni ne nasceva uno, proprio come gli altri Custodi.

-Figli della natura- iniziò Puns dopo aver finito la storia –Stasera con la benedizione degli dei della natura abbiamo trovato il quinto custode… l’Elfo Supremo- tutti gli elfi raddrizzarono le schiene curiosi e pronti a festeggiare e anche gli umani e i demoni si incuriosirono –Essi hanno voluto che nella notte della Creazione questo si mostrasse- Kagome si sentiva a disagio ma anche orgogliosa e sicura –E questi hanno fatto in modo che l’Elfo Supremo fosse la nostra futura regina- gli elfi esplosero in un boato allegro, le ninfe e le fate con la magia crearono farfalle e uccelli d’acqua, gli altri elfi utilizzando la magia crearono altri animali e Blakert sputò il suo fuoco dorato in aria. I festeggiamenti continuarono più vivaci di prima mentre tutti andavano a congratularsi con Kagome ma lei dopo aver sentito quella storia aveva un solo pensiero… Inuyasha. Lui cosa ne pensava? Era felice per lei? E lei come si sentiva? Una nuova forza si era sprigionata da lei… ma quando?

Si ritrovò a cercare l’odore di Inuyasha che trovò anche se un po’ diverso seguì la direzione e arrivò alle spalle del ragazzo che aveva notato prima, accarezzava tranquillamente Arel e parlava con lei.

-Scusa se ti disturbo ma conosci Inuyasha?- il ragazzo aveva lunghi capelli neri e quando si girò Kagome sprofondò in due pozze quasi viola, troppo bello per essere un umano e troppo debole per essere demone.

 -Da quando sei così potente Kagome?- quella voce la conosceva, ne era convinta allora perché non si ricordava di quel ragazzo che di fronte alla sua faccia, rise.

-Non c’è nulla da ridere…e poi non lo so- rispose alla domanda guardando meglio il ragazzo c’era qualcosa che lei conosceva troppo bene in lui e poi l’odore simile a Inuyasha.

-Io credo di saperlo-

-Cosa?- un presentimento serpeggiò nei pensieri Kagome.

-Credo che sono state le fate con l’aurora a farti tornare la forza e a portare a gallai tuoi veri poteri… Tu sei acqua nell’aria e Terra nel fuoco, sei carne nella natura e sei elfo e matura… ma la realtà è una sola sei solo mia- Kagome spalancò gli occhi.

-Inuyasha?- chiese lei in un sussurro.

-Finalmente ci sei arrivata- rispose sorridendo –eccomi qua… ogni luna nuova io sono così-

-Sei così…-

-Umano?- chiese lui sarcastico.

-…così bello- concluse lei avvicinandosi . –Mai possibile che pensi sempre male? Non sono un demone io… però…- inclinò la testa studiandolo –Sei così diverso e come se parlassi a uno sconosciuto eppure i tuoi occhi sono quelli… ecco perché avevo l’impressione di conoscerti…- lui sorrise divertito guardandola.

-Anche Custode e persino il quinto-

-Mancava solo questa- rispose lei – Ma non posso lamentarmi perché può essere un vantaggio-

-Per cosa?-

-La battaglia- rispose semplicemente lei –Domani Puns mi insegnerà a controllare il vento e dovrebbero arrivare anche gli altri custodi ma c’è un problema…-

-Quale?-

-Non possono abbandonare tutti la foresta… Quindi Puns dovrà partire, ma mi serve- scosse la testa –troppe cose… meno di un mese ci spetta e se scoprissero che sappiamo il momento del loro arrivo potrebbero anticipare o posticipare-

-Per questo credo sia necessario stare sempre all’erta- disse Inuyasha sedendosi.

-Dovremmo far spostare la gente- lo imitò.

-Se ci sono spie o ci tengono sotto controllo si insospettirebbero e potrebbero attaccare-

-Questo è un altro problema- guardò Blakert che la fissava. –E se li spostassimo tutti a Est e a Nord? Lì non dovrebbero attaccare-

-Si sarebbe un ottima idea ma dove li metteremo? Fa caldo e i raccolti sono scarsi già abbiamo difficoltà con i demoni-

-Perché ci sono gli alleati? Voglio che portino tutto il possibile qui- Inuyasha annuì.

-Dai adesso bassa pensare a lavoro e giorno di festa per voi no?- Kagome sorrise –E poi vedo che indossi abiti da lavoro perché?- lei alzò le spalle.

-Non mi sembrava il caso di indossare vestiti…-

-Kagome è una festa importante per voi Elfi e non ti sembra il caso?- chiese lui –E poi una festa organizzata dal re si?-

-Dici che devo cambiarmi?-

-Hai visto Sango? Anche lei ha un vestito- Kagome annui e raggiunse Blakert.

-Ci vediamo tra poco- Inuyasha le sorrise e la salutò con la mano.

“Più veloce che puoi” disse a Blakert che spalancò le ali attirando l’attenzione.

 

Entrata in camera sua c’erano solo pochi camerieri e guardi umane che sorvegliavano. Kagome prese dal suo armadio un vestito Bianco di fattura Elfica, era tanto leggero che sembrava una piuma, non aveva maniche ma solo due spalline dove scendevano dei veli. Non c’era il corsetto e scendeva leggero sul corpo anche se sopra era più stretto e poi lasciava il posto a una gonna lunga e morbida. Raccolse i capelli corvini che come le labbra rosse risaltavano sulla carnagione chiara e indossò il diadema e la collana con la faccia di drago poi tornò da Blakert che l’aspettava fuori all’ingresso. Non ci misero molto a raggiungere il lago e quando Inuyasha la vide la aiutò a scendere.

-Sei… stupenda- le disse e lei abbassò lo sguardo arrossendo un po’. –Sei una vera principessa così-

-Grazie- Inuyasha la tenne per mano e raggiunsero gli altri e mentre gli elfi cantavano Kagome sentì gli sguardi dei demoni e umani che la fissavano ammirati.

-Kagome- la voce di Rin la raggiunse forte e la vide avvicinarsi con Morden e Totosai –Sei tu?-

-Ciao Rin non vi avevo visti prima- disse toccando la guancia rosea della bambina.

-Kagome sembri la degna figlia di tua madre- Kagome sorrise a Totosai e gli baciò la fronte.

-Kagome le tue orecchie sono…- Kagome sorrise a Rin e concluse per lei la frase.

-A punta?- la bambina annuì e Kagome fece lo stesso. –Ma godetevi la festa credo che stia per succedere qualcosa- Morden guardò Kagome incredulo di trovarsi avanti quella che per lui già era una bellezza eterea. –A dopo- salutò.

 

-Kagome vieni qui?- Brutre e Puns le presero la mano e la trascinarono sul bordo del lago. –Le fate e le ninfe hanno  una cosa per te, per ringraziarti e per darti il benvenuto come principessa- Kagome li guardo poi guardò verso il lago. Gli Elfi aumentarono il ritmo della musica conquistando l’attenzione di tutti ipnotizzandoli quasi. Improvvisamente dei cerchi si formarono nell’acqua poi iniziò a uscire qualcosa dal fondo iniziò a salire era una figura fatta completamente di acqua che le venne incontro.

-Cos’è?- chiese a Puns quando il ragazzo fatto di acqua le baciò la mano senza bagnarla.

-È il padre delle ninfe chiamato per accoglierti nell’elemento dell’acqua – Kagome guardò i suoi amici che le sorrisero e anche Inuyasha. Poi gentilmente il padre delle ninfe le indicò il lago e lei lo seguì tenendogli salda la mano. Quando si fermarono lo spettacolo era meraviglioso perché sembravano camminare in cielo. Poi Kagome fu coinvolta in una danza che conosceva grazie ai ricordi della nonna. Ballò con il giovane per un po’ poi lui si fermò e alzò le braccia verso il cielo. Delle lingue di acqua si alzarono dal lago e si avvolsero intono a Kagome entrandogli nel corpo senza bagnarla. A operazione finita Kagome fu riportata a riva.

-Cosa è successo?- chiese stupita di quello che stava accadendo mentre i presenti erano rimasti a bocca aperta e gli elfi continuavano a cantare e ballare.

-Adesso l’acqua sarà tua serva ma non è ancora finita ci sono ancora tre elementi- le disse Brutre portandola di fronte al grande falò. -Non c’è nessuno che controlla il fuoco qui-

-Puns in quanto elfo dell’aria contribuisce alla creazione del fuoco e ha richiamato il padre-

-Perché tutto stasera?- chiese un po’ preoccupata.

-Perché non c’era momento migliore per trovare il quinto guardiano- sorrise Brutre –Guarda- Kagome guardò le fiamme e vide un volto indietreggiò pian piano che il padre fuoco usciva sotto sembianze di un uomo fatto di fuoco.

-Salve mia Signora… mi postro ai vostri piedi felice di sapere che una nostra figlia, futura regina e discendente dalla stirpe più nobile è il quinto guardiano se non anche Cavaliere del raro drago Nero- disse e tutti trattennero il fiato, soprattutto Inuyasha che fece un passo avanti ma fu bloccato da una Elfa che gli sorrise quando il dio fuoco le baciò la fronte. –Adesso le mie figlie fiamme saranno ai tuoi ordini- Kagome sorrise intimorita –Non avere paura di questa sera- le disse avvicinandosi all’orecchio –Noi sappiamo quello che stai per fare e ti guardiamo… ci saremo noi con te- Kagome sorrise grata e poggiò il dorso delle mani su quelle del padre fuoco. Dal falò dietro il padre uscirono come prima per l’acqua, lingue di fuoco che entrarono nelle sue mani. –Controllano solo quello che tu sogni quindi cerca di non sognare quello che hai in mente di fare- Kagome lo guardò sorpresa. –Apettano quello-

-Voi non…-

-No- la interruppe –Non possiamo intervenire in questo caso… ma interverremo nel momento adatto- Kagome lo guardò dispiaciuta e si toccò il braccio. –Noi ci saremo nel momento adatto- ripeté alzandole il viso –Adesso sorridi il tuo popolo vuole vederti felice- Kagome annuì e sorrise –Arrivederci-

-Addio mio Signore- Kagome fece un inchino e il dio se ne ritornò nelle fiamme ridendo.

 

-Kagome!- la chiamò Inuyasha avvicinandosi. –Stai bene?-

-Mai stata meglio sento di ritrovare le forze sempre di più- gli disse sorridendo –Mancano altri due elementi- disse più convinta e felice di quello che stava succedendo –A dopo- lui annuì e tornò dagli altri.

Improvvisamente una raffica di vento travolse tutti e Puns si avvicinò a Kagome sorridendole, segno che era il dio vento, che risultò essere una dea. Prese dalle mani di un elfo un flauto e iniziò a suonare una dolce melodia che Kagome canticchiò senza pensarci.

-La conosci?- chiese la dea giocando con i capelli di Kagome e accarezzandole il viso.

-È la prima volta che la sento ma è come se la conoscessi da una vita-

-E il segno che sei davvero un guardiano anche Puns il mio figliolo la sa- la dea guardò Puns che abbracciò come una madre. –Devi ancora imparare a levitare senza la formula- era una specie di rimprovero ma non si capiva bene perché la voce della dea era dolce come il suono del flauto. –Questo è il mio dono bambina mia, fanne buon uso- le disse e quattro bambine di vento le corsero incontro e entrarono in Kagome che si curvò per abbracciarle. Le sentì abbracciarla e poi scomparire dentro di se con un risolino. Molti esclamarono sempre più stupiti dallo spettacolo che gli si mostrava di fronte. –Per quanto tu sia una bambina sei più coraggiosa, forte e talentuosa di molti altri elfi anziani… baderemo a te come regina, Cavaliere, elfo e Guardiano-

-Grazie mia signora- anche la dea rise prima di scomparire facendo un inchino e restituendo all’elfo il suo flauto. Kagome ispirò il dolce profumo di aria fresca che alleggiava  in quel momento nell’aria e notò che tutti lo facevano. Poi rise felice e accolse il prossimo dio sorridendole. Anche quella era una dea. Bellissima come nessun altro. I lunghi capelli verdi e gli occhi noce a gatta, labbra color di bocciolo di rosa e guance color pesca. Tra i capelli fiori e ai suoi piedi nudi c’erano un cerbiatto e un falco appollaiato sulla sua mano destra. Era arrivata da dietro degli alberi poco lontani e cantava dolcemente. Si avvicinò a Kagome con passo di danza e girando su se stessa gonfiando così la gonna. Era una giovane donna che attirò l’attenzione di tutti gli uomini presenti compreso Inuyasha e questo infastidì un po’ Kagome.

-Tranquilla bambina mia è solo attratto dalla bellezza della natura e non da me-

-Ne dubito- disse arrossendo un po’ e facendo ridere la dea che le accarezzo la guancia.

-Kagome, piccola il tuo volto è divino sei tu quella che attira l’attenzione e non solo per la tua bellezza ma anche per la tua intelligenza, la tua forza, il coraggio, per la tua dolcezza e gioia che in questo periodo è andato via… sei stanca e lo capiamo per questo ti ho portato qualcuno che sorveglierà i tuoi sogni e che esaudirà il tuo desiderio di diventare…- le si avvicinò all’orecchio -…un Ligerio- Kagome la guardò –Quando sarai pronta Brutre ti aiuterà- Kagome sorrise grata alla dea. –E adesso ascolta la natura intorno- Kagome chiuse gli occhi e fu circondata da suoni che prima non aveva sentito, il respirare profondo degli uccellini, il passo di una volpe che sta per prendere la sua preda e portarla ai suoi cucciolotti, il parlare degli alberi e delle ninfe, il continuo fischiettare dell’erba. Kagome sospirò poi sentì che qualcosa gli tirava le mani e quando aprì gli occhi vide dei rami o meglio delle radici attorcigliarsi sulle braccia e infilarsi nella sua carne ma non usciva sangue ne c’erano buchi. –ascolta la natura può darti notizie che tu non puoi immaginare- Kagome annuì –Questo e Felix non è un falco normale- infatti solo allora Kagome notò la lunga coda del falco e gli occhi rossi che ardevano come braci. –È nato da una fenice e da un falco… come la fenice si rigenera dalle sue ceneri ma in un numero limitato di volte…- le si avvicinò –non più di mille volte –le sussurrò all’orecchio. –Abbi cura di lui e lui si prenderà cura di te nessuno capirà qual è la sua origine perché tutti abbiamo contribuito alla sua nascita. La natura come animale esistente e unico nella sua specie, il fuoco poiché la fenice è di fuoco, l’aria per la sua velocità e l’acqua per la sua capacità di resistere anche alla tempesta più dura-

-Grazie mille mia signora- Kagome allungò il braccio e Felix raggiunse la sua spalla dove strofinò la sua testolina sulla sua guancia. Kagome sorrise sentendosi subito parte di quell’animale unico.

-Il mio lavoro è finito imparerai dagli altri custodi anziani, li abbiamo chiamati e sono in viaggio per te- sorrise a Kagome e le accarezzo la guancia. –Abbi fiducia in te stessa, nei tuoi amici e nel tuo amore e vincerai- Kagome fece un inchino e anche lei ridendo e inginocchiandosi scomparve. Improvvisamente la musica finì e tutti tacquero. Kagome guardava ancora davanti a se poi si sentì toccare il braccio e vide Sango al tuo fianco.

-Cosa ti hanno detto?- Kagome la guardò non capendo.

-Voi non avete sentito niente?-

-No, solo il loro canto- disse guardando Felix sulla spalla e venendo rapita dal suo sguardo. –Però abbiamo visto tutti i tentacoli e poi le bambine-

-Mi hanno dato la loro benedizione- capì che solo Puns aveva sentito la voce della dea vento perché era il suo elemento. –Lui è Felix la mia guida- dissi e lei sorrise toccandole l’ala. Kagome guardò tutti e sorrise per rassicurarli gli Elfi esplosero in nuove danze mentre gli altri in un fragoroso applauso.  –Puns stanno arrivando-

-Chi Kagome?-

-I vecchi guardiani- Puns sorrise e poi scoppiò a ridere.

-Dici davvero?- lei annuì –Li ho cercati per anni e adesso vengono qui… ho tante domande- disse il giovane guardandola –Congratulazioni e benvenuta fra noi- Kagome rise riempiendo l’aria della sua risata cristallina.

Per tutta la serata non fece altro che parlare con Puns poi vide i suoi amici perdersi tra la folla danzante, la cosa che l’attirò era Sesshomaru che ballava con una bella elfa. Sorrise e si congedò da Puns raggiungendo silenziosamente Inuyasha.

-Non vorrai andartene via?- gli chiese all’orecchio spaventandolo.

-Odio questa forma non ti ho sentita- disse senza girarsi –hai tanto da parlare con tutti e spiegare a tutti quello che è successo- ma lei scosse la testa sorridendo.

-Non so neanche io cosa è successo- Inuyasha la guardò interessato –So solo che adesso grazie a lui io dormirò di nuovo- svelò quella piccola parte solo a lui.

-Che cos’è?- le chiese.

-È un falco un po’ particolare è per metà fenice- gli disse sicura che nessuno oltre i draghi li sentisse.

-È bellissimo-

-Inuyasha ti ricorderai di lui?- chiese preoccupata cambiando improvvisamente sguardo.

-Cosa significa?-

-Rispondi!-

-Un animale raro come lui non si dimentica facilmente- Kagome sorrise –Ma cosa significa?- la vide stringere il medaglione.

-Lo capirai-

-Ho troppe cose da capire alleggerisci questo peso- disse un po’ irritato.

-Non… non posso- abbassò lo sguardo.

-Non voglio più bugie- le disse prendendola per le braccia ma dovette staccarsi perché Felix fece per aggredirlo e Arel alle sue spalle per mangiarselo.

-Buoni entrambi… tu va non devi temere per me quando c’è lui- disse Kagome a Felix che strofinò di nuovo la sua tesa sulla guancia e poi spiccò il volo e Arel si calmò.

-Credevo che dopo stamattina le  cose erano cambiate ma mi sbagliavo… ti stai allontanando da me-

-Se ti dicessi cosa sto facendo mi ostacoleresti e poi se mi ami come dici veramente non dovresti dubitare dell’affetto che provo per te-

-Non è quello che provi per me che mi preoccupa sei tu invece, ti stai mettendo nei guai lo sento-

-Forse, ma non è un problema tuo!-

-Si che lo è… senza te non vivo!- le urlò contro e Kagome tacque. –Se c’è qualcosa che posso fare per aiutarti voglio saperlo adesso. Non voglio che tu vada via da me- disse con voce più calma.

-Non andrò via Inuyasha- gli accarezzò la guancia –Te lo prometto-

-Non sono a mio agio qui torno a castello- Kagome gli prese la mano.

-Perché non mi hai mai detto di questo?- chiese dolcemente toccandogli una ciocca di capelli sella spalla.

-Temevo la tua reazione- Kagome non ci credette molto ma non voleva litigare

-Resta-lui poggiò la fronte sulla sua – Ti prego-

-Non mi trovo bene qui- ripeté e lei lo guardò.

-Allora vengo con te-

-No Kagome non voglio rovinarti la festa- disse sorridendo.

-Se te ne vai non è più una festa- Blakert sbuffò infastidito da quella situazione.

-Carbonella chiudi un po’ le orecchie- gli urlò Inuyasha.

“Cane rognoso ti faccio vedere io chi diventa una carbonella” non riuscivano proprio ad andare d’accordo.

-Dai voi basta- Kagome fece girare Inuyasha –Resta-

-Solo per poco- Kagome gli sorrise grata e si avvicinò per baciarlo ma quando vide Blakert coprirsi con l’ala non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. Inuyasha lo fulminò con gli occhi poi tornò a Kagome l’avvicinò a se e la baciò.

-Non mi hai mai baciata cosi- disse un po’ dispiaciuta.

-Quando sono mezzo-demone ho paura di farti male- spiegò.

-Non avere mai paura- disse lei baciandolo ancora –mi piace-

-Cosa?-

-Baciarti- lui sorrise e si lasciò baciare –Ti amo- lui la strinse di più e la baciò con più passione.

 

La festa non continuò per molto e si ritirarono prima che il falò si spegnesse. Kagome ritornò a castello a dorso di Arel abbracciata a Inuyasha mentre Blakert volo in compagnia di Karaius.

-Ho notato che i vostri draghi…- iniziò Inuyasha abbracciando Kagome che era seduta ad amazzone –che non si fanno cavalcare da noi ragazzi…-

-Sono gelosi- disse Kagome appoggiando la testa sulla sua spalla.

-Dovrei essere io quello geloso- Kagome sorrise e lui le accarezzo la guancia e poi i capelli.

“Arel vai in picchiata” le disse e Kagome lo sentì.

-Che intenzioni hai?- chiese, lui le fece l’occhiolino e quando Arel andò in picchiata Inuyasha la strinse per non farla cadere e poi la baciò.

-Emozionante no?- le chiese ma Kagome aveva gli occhi chiusi –Kagome-

-Altro che emozionante- rise dopo aprendo gli occhi.

 

Tornati a castello Kagome restò a parlare con Sango a lungo prima di dormire.

-Con Inuyasha va tutto bene vero?- le chiese maliziosa. –Ieri siete scomparsi e poi siete apparsi stamane ridendo-

-Sango non credere a nulla abbiamo passato la notte a dormire insieme al lago-

-Capisco- sorrise –Come va con il sonno?-

-Credo da stasera andrà meglio- Sango guardò Felix fermo sulla sedia, era una ragazza molto perspicace e aveva capito la funzione di Felix

 –Hai intenzione di…-

-Sango mi dici come fai ha capire tutto?- le chiese Kagome stupita.

-Allora è vero!-

-Rispondi alla domanda-

-Non lo so. Basta che guardi una cosa e la mia mente lavora collegando le informazioni che già ho e così arrivo alla verità-

-Informazioni che ti arrivano anche da Karaius?- Sango la guardò. –Non hai capito che hai trovato la tua abilità?- Sango la guardò ancora interrogativa –Con Karaius sei in grado di capire le cose in anticipo se hai le informazioni giuste… e sai cosa significa?-

-Che posso prevedere gli attacchi durante la guerra- Kagome sorrise –Ma Karaius deve darmi informazioni sull’esercito-

-Gli faremmo sorvolare l’area-

-Ma lo vedranno- poi Sango annuì –Non se vola tanto in alto- Kagome rise.

-Sei un arma imbattibile Sango-

-Non l’avrei mai immaginato di essere tanto forte- disse fiera di se –Corro a dirlo a Miroku-

-Si vai- Sango abbracciò l’amica e poi prima di uscire aggiunse una cosa.

-Kagome spero che dormirai stanotte questa guerra ti sta distruggendo- Kagome le sorrise e la salutò con la mano.

 

-Come mi aiuterai?- Felix si appoggiò sul braccio che Kagome gli aveva allungato.

“Fidati” la voce le giunse ovattata ma era la sua ne era sicura, annuì e lo portò alla testata del letto.

-Ciao- lo salutò e timorosa chiuse gli occhi.

 

I raggi del sole la svegliarono dolcemente ma lei voleva dormire ancora, ma quella consapevolezza la fece scattare a sedere. Aveva dormito. Guardò il falco sul bordo del letto che torse la testolina guardandola con i suoi occhi di fuoco. Quando aveva chiuso gli occhi aveva visto la giovane ragazza ma poi Felix apparso tra lei e la giovane come una fiaccola e la ragazza urlò dalla rabbia e andò via.

-Ho dormito- disse contenta accarezzando le penne marroni e dorate del falco. –Grazie-

Si alzò con un ottimo umore e scese nell’accampamento seguita da Felix che le volava sulla testa. Quando Sango la vide le sorrise e la raggiunse.

-Hai dormito bene?-

-Una meraviglia- disse ridendo –Anche se per sapere altre notizie dovrei parlare con quel mostro-

-Per il momento riposati finché puoi- Kagome annuì e controllo che tutto fosse in ordine. Aveva fatto costruire delle nuove armi come la catapulta utili per abbattere anche nemici volanti. Aveva voglia di fare molte cose e si assicurò che anche i Cavalieri si allenassero. Quando il sole raggiunse lo zenit e tutti si fermavano per mangiare e riposare, Kagome raggiunse Puns poco lontano.

-Bene ti insegnerò quello che so- Kagome annuì sedendosi su una radice uscita fuori. –Come hai sentito anche la dea dell’aria mi ha rimproverato perché non sono in grado di lievitare senza utilizzare la formula. In realtà la formula si utilizza lo stesso ma è la mente che la fa propria e la richiama ogni volta che io lo richiedo-

-Quindi io riesco a correre così veloce solo perché ho dentro di me una formula?-

-Esatto- esclamò Puns prendendo una pietra –Adesso io con una formula posso far levitare questa pietra e possono farlo tutti colori che sanno utilizzare la magia. Ma io posso fare questo…- la pietra prese a levitare senza che Puns utilizzasse la formula – La magia è un richiamo della natura che può essere pericolosa o meno, dipende per cosa e come la utilizzi. Per far levitare questa pietre si richiama il vento quindi il mio elemento e di conseguenza non ho bisogno di chiamare l’aria perché io sono l’aria…-

-Quindi io ho richiamato il fuoco perché dentro di me ho la formula scritta… sono fuoco-

-Si esatto e il fuoco che tu hai chiamato si chiama fuoco fatuo- spiegò –Adesso se tu vuoi puoi accendere il fuoco con o senza formula ma con il passare del tempo non richiamerai più la formula-

-Perché non riesci a lievitare senza utilizzare la formula?-

-Far propria una formula è molto difficile e poi io non sono così esperto come gli altri guardiani. Come hai notato sono il più piccolo di tutti… o meglio lo ero- Kagome alzò gli occhi al cielo stufa di essere vista come una bambina –Avevo otto anni umani quando ho scoperto essere un Guardiano e ho iniziato un addestramento spirituale che mi ha permesso di assimilare formule semplici velocemente. Adesso ci metteremo di impegno e cercherai di far tue più formule che puoi-

-Sono pronta- Puns sorrise soddisfatto allo sguardo fiero e convinto di Kagome.

 

Fine!

Ok eccomi quei con il nuovo e sorprendente capitolo. Aspetto tanti commenti! Volevo inoltre dirvi che sto scrivendo anche una nuova storia! Lo so è una pazzia scrivere due storie nello stesso momento ma ho sognato una parte della storia e volevo continuarla :P. Inoltre volevo informare che tra poco parto per le vacanze e le passero spaparanzata al sole e a divertirmi ma quando torno posterò il nuovo capitolo! Allora vi un grosso Kizzullo a presto!!!

Ringraziamenti:

-achaori: ok eccomi qui per ringraziarti come sempre! La profezia è tutta da scoprire ancora ma come ho scritto Kagome ha questa particolarità è in grado di cambiare il destino cosa che spaventa anche Elen. Anche io adoro quella bambina e pensa che la notte me la sogno O.O sono io quella pazza no tu!! Hihhii comunque ti lascio ci sentiamo presto! Un kizzullo!!!

-le_montagnine: la Californiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Che bella avete cavalcato le onde anche per me??? XD… scherzo spero vi siate divertite e spero che ele non abbia trovato lo sceicco!!!XD… comunque chiedo perdono per gli errori ma alcune volte leggo troppo velocemente e non mi accorgo degli errori vizio che non scomparirà mai… sono frettolosa e finisco per fare le cose male oppure troppo lenta come nel postare e scrivere i capitoli -.-‘… sono un caso perso… va bene grazie per i complimenti del precedente capitolo e grazie perché recensite sempre un kizzullo ci risentiamo al mio ritorno!!!

-fmi89: grazie mille per la recensione sono molto contenta per quello che mi hai detto^^… se il capitolo precedente ti è piaciuto credo che anche questo ti sia piaciuto… un grosso kizzullo a settembre!

-lucia lair: Mi dispiace di non aver aggiornato presto ma sono stata presa dalla nuova storia… ti prego ritorna sana e salva! XD … aspetto una tua recensione quando torni ci conto un grosso kizzullo! E grazie mille ciao!!!

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Capitolo 25
*** Prima della fine! ***


12.2

The War Of The Dragons

Capitolo 12.2

Prima della  fine!

 

Eccola la goccia che fa traboccare il vaso!

 

 

 

 

Puns aveva ragione fare la propria una formula non era facile. Le formule di primo livello come le chiamava lui erano state impegnative ma infine vi era riuscita, eppure con quelle proprio niente… erano nel prato lontano dal castello sotto un albero sul quale Felix la sorvegliava calmo.

-Non ti stai impegnando al massimo- la canzonò Puns –Se non riesci a far questa non ci riuscirai con l’allenamento dei Guardiani- bastarono quelle poche parole per far scattare la scintilla che serviva per recuperare le forze e riuscirci. Però spesso si era trovata sul punto di perdere il controllo, ma Puns era sempre presente pronta ad aiutarla. Erano due giorni che si allenavano e aveva fatto cose che Puns aveva imparato in mesi. Inoltre mancava un solo giorno all’arrivo dei Guardiani e tutti erano emozionati… in particolare gli Elfi.

-Ci sono- disse Kagome aprendo gli occhi e puntandoli su Puns che le sorrise. Lei annuì capendo che doveva dimostrarlo, cosi si alzò chiuse di nuovo gli occhi e congiunse le mani improvvisamente dal cielo comparvero delle nuvole che si unirono a spirale scendendo verso la terra, creando così una tromba d’aria che quando Kagome staccò le mani scomparve.

-Straordinario- esclamò Puns sorpreso –Sei l’elfo più donato che conosca-

-Grazie- Kagome sorrise e poi sospirò.

-Adesso che sei in grado di richiamare questa formula devi imparare a gestirla in modo che quando staccherai le mani puoi indirizzare la tromba dove vuoi senza farla svanire…- continuarono così per tutta la giornata senza fermarsi neanche per mangiare. La sera però nella camera di Puns mentre mettevano dei ricordi di Kagome all’interno del medaglione, l’elfo si decise a parlare.

 

-Non dormi?-

-Certo che dormo, adesso si ma…- sospirò -…La stanchezza è sempre presente. Felix mi aiuta di certo ma il segno brucia, morde e mi distrugge- Puns la guardò, cercava di mascherare la sua paura facendola diventare una semplice preoccupazione ma ormai aveva imparato a conoscerla. L’aveva vista passare più tempo con Inuyasha di quanto facesse prima come se ogni giorno fosse pronta a dirgli addio… un addio diverso dal solito.

-Hai altri ricordi da mettere nel medaglione?- lei scosse la testa.

-No nessuno- Puns annuì –Stasera-

-Non credo sia una buona idea- protestò Puns con convinzione.

-È l’unico modo-

-Dopo non potrai più ricavare notizie- Kagome fissò un puto lontano. Puns aveva ragione trasformarsi in un ligerio con Felix avrebbe significato perdere informazioni utili.

-Dobbiamo fare in modo che la guerra scoppi prima- Puns non disse nulla anche lui era del suo parere.

-Ma con le armi?- era una domanda che doveva porre.

-Conosci la situazione, i nostri fabbri e gli umani hanno fabbricato abbastanza armi e armature, i soldati sono abbastanza preparati per sopravvivere per parecchie ore, le armi sono rafforzate con la magia. Siamo pronti…-

-Io sono d’accordo con te ma tu sei stanca…-

-Non guarirò Puns l’hai detto anche tu, l’unico modo e far sciogliere il sigillo da mio fratello- Kagome continuò a fissare l’orizzonte –Stasera cercherò di scoprire cosa hanno intenzione di fare… -

-Bene. Volevo avvisarti che stanno per arrivare- Kagome annuì facendo emergere sul suo viso un accenno di sorriso. Era pronta per il nuovo allenamento. Il giorno successivo radunò tutti i fabbri compreso Gegrid, Totosai e Jinenga e li avvertì che il loro lavoro era  finito e che erano stati bravi, questi esultarono come anche i soldati che erano entusiasti nel sapere che erano pronti.

-Brutre devo chiederti delle cose- aveva visto l’ elfo da lontano mentre passeggiava tra la loro gente assicurandosi che tutto fosse in ordine. Gli elfi presenti erano donne e uomini e tutti avrebbero lottato e questo sconvolgeva un po’ i presenti che non avevano mai visto nessuna donna, oltre a lei e a Sango, combattere.

-Sono al tuo servizio- fece un inchino e la seguì sospettando già di cosa volesse parlare.

-Quando ti sei trasformato in un Ligerio i maghi hanno sentito  che lo eri diventato?-

-Si, poiché quello che si utilizza è un incantesimo molto sofisticato e potente- Kagome annuì, questo complicava le cose.

-Anche dopo, altri maghi ,che non ti conoscevano sentivano la tua diversità?- Brutre annuì solamente e vide Kagome corrugare la fronte dalla rabbia. –Che stupida che sono… questo è un problema-

-Ciò non rovina il piano-

-Però ho un problema in più-

-Vedi Kagome Felix non è un semplice animale… lui è molto potente protegge la tua mente e il tuo cuore se ti fossi trasformata in ligerio il mago avrebbe capito che trami qualcosa perché non riuscirebbe a vedere niente in te-

-Quindi avrei rovinato tutto?- lo guardò con intensità come se si sentisse colpevole di qualcosa che non aveva fatto… ancora.

-Ma non l’hai fatto… - le sorrise cercando di farla sorridere a sua volta, ma lei guardò il medaglione –Dove è finita la Kagome che non si arrende?- le chiese.

-All’inferno- la risposta fu dura e acida.

Andò dal suo Blakert a sfogarsi un po’ mentre lui la ascoltava in silenzio, ma lei non voleva ammettere che tutto quello la spaventava da morire.

“Kagome ascoltami hai progettato tutto nei minimi particolari stai tranquilla” in lei qualcosa cambiava lentamente c’era troppo pessimismo, la rabbia affiorava velocemente anche per le piccole cose, l’angoscia e la voglia di combattere.

-Tieniti pronto- fu la risposta ancora una volta secca.

“Certo” lei lo guardava dritto negli occhi d’oro e lui ricambiava. Era titubante come se avesse voluto abbracciarlo ma qualcosa la fermava. Così fecce lui il primo passo, allungò il muso verso di lei e la avvolse nel suo collo serpentino, così lei si lasciò andare e lo abbracciò.

-Grazie- e finalmente sorrise.

Quel tempo che passò con Blakert la giovò, si sentiva meglio. Felix le volava sulla testa sempre guardingo mentre controllava che nessuno la disturbasse… interiormente. Camminava tranquilla ma era da due giorni che aveva spasmi muscolari.  Le dita si muovevano a scatti, faceva movimenti strani con il collo come se le facesse male,i tendini della gola diventavano visibili. Ma lei non sembrava accorgersene. Arrivata al campo fu affiancata da Sango che iniziò a parlare di come tutto procedeva alla perfezione e di come fossero pronti.

-Manda via tutta la gente- Sango si fermò sbalordita da quello che Kagome aveva detto.

-Come scusa?-

-Raduna la gente e inizia a mandarli via-

-Ma se ci stanno spiando attaccheranno prima- la fermò prendendola per un bracciò ma se ne pentì perché Kagome la fulminò con lo sguardo scoprendo i denti come un cane rabbioso. La lasciò immediatamente come se si fosse scottata.

-È quello che voglio- Sango sgranò gli occhi nel sentire la voce strana di Kagome, lei parve accorgersene –Mi dispiace- disse poi con la sua solita voce.

-Non-non preoccuparti- la guardò –Stai bene?-

-Meravigliosamente- ma l’acidità era rimasta –Avvisa gli altri e riunisci i capitani li voglio tutti nella Sala dei Cavalieri e voglio anche il re- Sango annuì e si allontanò nello stesso istante in cui Kagome girò le spalle.

Quando tutti furono riuniti Kagome spiegò il perché di quella richiesta, ma iniziò una discussione. Molti non volevano lasciare le loro famiglie, altri dicevano che era troppo presto e che le donne, i bambini e i vecchi non sarebbero sopravvissuti da soli.

-Abbiamo abbastanza soldati- pronunciò lei.

-Ma Signora ogni uomo è indispensabile!- un generale batté un pugno sul tavolo di marmo, furioso.

-Preferite vedere la vostra famiglia sterminata?- la tranquillità con cui Kagome parlava era snervante per i presenti.

-No certo che no…-

-Allora fate preparare i bagagli alla vostra famiglia- aveva appoggiato le mani sul tavolo e aveva fissato negli occhi il generale poco distante da lei con un intensità che il generale iniziò a sudare.

-Kagome cara vorremmo solo sapere il perché di questa decisione! Tu ancora devi iniziare un allenamento e se facciamo come dici non avrai molto tempo!- il re era preoccupato per il suo regno.

-Se non agiamo adesso non ci saranno altre occasioni- i Cavalieri la guardarono sospettosi non capendo le sue parole e lei lo capì –Avanti non mi dite che non avete capito che sto male- pronunciare quelle parole  fecero male anche a lei quella consapevolezza la uccideva più velocemente di quanto credesse. –Vogliono me! Il sigillo che mi hanno impresso è per questo motivo… mangia la mia coscienza rischiando di farmi perdere il controllo e io non sarò più vostra alleata- guardò i presenti –Aspettano questo maledizione!- batte con forza il pugno sul tavolo tanto forte da provocare una crepa.

-Ci state dicendo che potresti essere un pericolo per noi?- la freddezza di quella domanda la immobilizzò.

-Esatto- tutti i presenti trattennero il fiato guardandola preoccupati ma lo sguardo che la attirò fu quello di Inuyasha. Era deluso, preoccupato e arrabbiato. –Adesso comprendete la mia richiesta?- il suo sguardo era sempre puntato in quello di Inuyasha, non riusciva a liberarsi e ciò la innervosiva infatti fu attraversato da uno spasmo al collo e alla mano.

-Quali sono le destinazioni?- Kagome guardò un comandante demone e sorrise… era fatta.

 

Quando l’assemblea finì gli unici che rimasero nella Sala erano i Cavalieri. Sango guardava distrattamente fuori dalla finestra mentre Inuyasha, Miroku e Sesshomaru guardavano Kagome.

-Non guardatemi così-

-Come ti dovremmo guardare?- la voce dura di Miroku la spiazzo. –Sapevamo che stavi male ma non fino a questo punto!- urlò furioso spaventando Sango. –Cosa facciamo adesso? Se stai male come combatterai?-

-Tu non preoccuparti-

-E cosa dovremmo fare eh? Kagome mentre combattiamo noi non possiamo aiutarti dimmi come faremo?-

-Voi fate il vostro dovere io so cavarmela da sola- un altro spasmo alla mano.

-Ci stai dicendo di abbandonarti?- chiese Sango ripugnante. Ricevette come risposta un sguardo.

-Sei fuori di te!- esclamò Sesshomaru calmo.

-Oh si che lo sono- la voce di Kagome era bassa ma roca come quella di un pazzo, la stessa voce che il pomeriggio aveva spaventato Sango –Vi volete fidare di me!- urlò poi improvvisamente.

-Come possiamo fidarci di te se sei in questo stato?- Miroku fu colpito da Inuyasha con un pugno sulla guancia.

-Tu che l’hai protetta quando è andata via, proprio tu che hai avuto per primo sempre fiducia in lei adesso ne dubiti? Dimmi Miroku quando Kagome è andata via non era fuori di se? Eppure è ritornata forte con un esercito al suo seguito, era ritornata vittoriosa. Perché non dovremmo fidarci anche adesso di lei?- Inuyasha era fuori di se urlava in faccia a Miroku che lo guardava con astio pronto a colpirlo se lui ci avesse riprovato.

-Miroku ha ragione, Inuyasha- la mano candida di lei si poggio sulla sua spalla esercitando una pressione leggera per farlo staccare da Miroku –Ma vi chiedo di fidarvi di me ancora… vi prometto che nessuno morirà oltre alle vittime di guerra che giuro, se potessi, eviterei. Ma ci siamo, sono ancora in tempo per salvarci- Inuyasha lasciò Miroku e guardò lei con intensità ma questa volta fu lui a perdersi negli abissi di quei occhi di ghiaccio. –Adesso andiamo sono arrivati-

-Chi?-

-I Guardiani- Kagome sorrise e uscì velocemente dirigendosi verso il portone del castello, subito dietro di lei i Cavalieri. I squilli di tromba riecheggiarono in tutto il castello e accompagnavano Puns e Brutre seguiti da altri cinque elfi. Poco dopo i Cavalieri furono raggiunti dal re e da alcuni servi.

-Chi sono Kagome?- chiese Sango.

-Sono Guardiani… i più anziani e al completo sono loro che concluderanno il mio addestramento- la prese per mano –Vieni con me- Sango la seguì senza proferire parola.

-Signori questa è la principessa Sango, nipote del re che ci ospita- la presentò Puns e i tre Elfi si inchinarono.

-Lieta di ospitarvi nel nostro regno- Sango non riusciva a staccare loro gli occhi di dosso… erano bellissimi.

-Il piacere è nostro nostra signora- parlò in lingua umana l’elfo dagli occhi color delle violette in modo che capisse ma poi rivolse poi l’attenzione su Kagome. –Non sapete quanto tempo vi abbiamo aspettato mia Signora- si avvicinò a Kagome –Nostra principessa, meravigliosa creatura, che discende dalla famiglia più nobile. Potente Cavaliere e infine anche Guardiano… voi siete la creatura più potente dell’intero mondo- Kagome sentì un brivido sulla schiena quando l’elfo parlo –Mi presento sono Sevelon Guardiano dell’aria- disse portandosi una mano al petto e inchinandosi.

-Io sono Milon Guardiano del fuoco-

-Io sono Viderius guardiano dell’acqua-

-Io sono Montragoret guardiano della terra- anche quest’ultimo fece il solito saluto elfico, ma l’attenzione di Kagome fu attirata dall’ultimo dei Guardiani.

-Io sono Emero quinto guardiano- Kagome guardò i suoi occhi ma non riusciva a capire. Gli avevano detto che il quinto guardiano di solito discendeva dalla sua famiglia eppure quel guardiano non aveva i suoi occhi ma delle pozze di un azzurro mare. –Qualcosa non va mia signora-

-Perdonate la mia scortesia. Sono lieta di avervi qui, vi aspettavo da tanto. La situazione e grave e non abbiamo molto tempo-

-Si, gli dei ce ne hanno parlato… quando volte iniziare?- chiese Milon.

-Quando voi vi sarete riposati, il viaggio deve essere stato stancante…-

-Vi prego Signora, non si preoccupi per noi siamo vecchi questo lo ammettiamo…- la interruppe Viderius.

-…Ma non ci stanchiamo facilmente- concluse Montragoret.

-Siete voi che non avete una bella cera Principessa- costatò Emero.

-No, sto bene- sorrise cercando di essere convincente e sembrò riuscirci –È una lunga storia-

-Abbiamo tempo mentre vi alleniamo-rispose Sevelon con un sorriso dolce.

-Datemi del tu-

-Come desideri- Milon fece un inchino –Se ci mostrate il luogo dove allenarvi-

-Certo- sorrise ancora accarezzando la testolina di Felix che si posò sul suo braccio. –Signori lui è Felix il mio custode vi racconterò meglio di lui dopo-  

-Kagome…- Sango la chiamò e quando Kagome la guardò la vide preoccupata –Non credi che…- il suo sguardo cadde sul suo braccio ma Kagome scosse la testa.

-Tranqilla- e si allontanò seguita dagli elfi. Questa volta i Cavalieri non potevano assistere agli allenamenti, che erano riservati. L’unico che poteva assistere era Puns e spesso c’era anche Blakert. Kagome la notte dormiva ma la mattina la stanchezza le si leggeva in faccia e in oltre gli scatti del collo e delle mani erano più frequenti.

Erano passati cinque giorni e Inuyasha vedeva Kagome solo quando passava a controllarla nella sua stanza quando lei dormiva o quando si assicurava che tutto procedeva secondo i suoi piani… mancava poco alla battaglia ma nessuno aveva più paura. Gran parte degli abitanti erano stati trasferiti e tutto procedeva bene.

“Blakert non parla molto più con noi”

-Neanche voi lo facevate prima che arrivassero loro-

“Non c’entra questo” Arel guardò Inuyasha che era pensieroso “La stanno consumando con i loro allenamento” Inuyasha strinse le mani fino a che le unghia si conficcarono nella carne “sono difficili e lei spesso non ci riesce e così la stimolano dicendo delle cose che Blakert non ci ha voluto dire” Arel continuò “Quando vogliono gli Elfi possono essere cattivi”

-Kagome ha qualcosa in mente, qualcosa che sento me la farà perdere e poi quell’uccello, il medaglione al collo, la scoperta di essere un guardiano, quella maledetta ferita… non ci capisco più niente Arel, lei non mi dice niente!- disse arrabbiato prendendo a pugni l’albero davanti a se. –Perché tutto insieme?-  ma non ci fu risposta perché un boato riempì l’intero prato. Inuyasha guardò in quella direzione che era la stessa dove c’era Kagome. Montò su Arel con un pensiero che lo tormentava e arrivò dove lei si esercitava. Un cratere largo venti uomini era stato scavato nel terreno, più lontano due elfi guardiani mantenevano Kagome per le braccia e altri due con Puns dicevano degli incantesimi.

-Inuyasha non ti avvicinare!- urlò lo stesso Puns quando lo vide. Perché? Si chiese Inuyasha, ma lo scoprì presto bastò un attimo, bastò che Kagome alzasse il viso e lo guardasse per scoprire che non c’era più Kagome. Quel mostro sorrise guardandolo come se l’avesse voluto mangiare con gli occhi, poi improvvisamente urlò e le sue gambe cedettero. Inuyasha era terrorizzato da quella scena e si girò verso Puns che sospirò di sollievo e gli fece cenno che adesso poteva avvicinarsi, ma lui non si mosse. Aveva avuto paura di Kagome.

-Puns corri!- urlò uno degli Elfi che manteneva Kagome. Puns lo raggiunse in un secondo e allora anche Inuyasha si avvicinò.

-Porta via Felix- disse Kagome respirando velocemente –Porta via Felix- ripeté con voce più flebile.

-Kagome- il sussurro di Inuyasha arrivo a Kagome che gli sorrise un attimo prima di crollare in un sonno fatto di incubi.

 

-Ci rivediamo principessa- la voce della ragazza dagli occhi rossi riecheggiò nel buio della sua mente – È stata una brutta mossa quella di impedirmi di leggerti nel pensiero stupida che non sei altro!-

-Sei nervosa?- la provocò un po’. -Levatemi il sigillo!-

-Non so cosa tu abbia in mente mostriciattolo ma non ci fermerà… e ti porteremo via e diventerai nostra!-sorrise –della gente a noi non interessa proprio quindi…-

-Non ucciderete i miei amici!-

-Non ne abbiamo intenzione quello sarà un tuo compito!-

-Cosa?-

-Ci vediamo tra poco mia principessa e il tuo desiderio sarà esaudito- e scomparve ridendo.

Kagome come ogni volta che l’aveva vista in sogno scatto a sedere mentre tutti la guardavano. Era ancora nel prato sorretta da uno sei guardiani che le sorrise. Si toccò il braccio e il segno invisibile pulsava lievemente.

-Elen- fece per alzarsi ma crollo di nuovo.

-Cosa vuoi da Elen-Inuyasha le si era avvicinato e le aveva preso il volto tra le mani.

-Corri da Elen è urgente- lui annuì e corse via.

 

Corse più velocemente che poté, percorse corridoi e scale per arrivare nella torre di Elen che trovò in piedi a guardarlo.

-Stanno arrivando!- bastarono quelle parole per far capire a Inuyasha che il nemico era alle porte, che la battaglia era vicina e che il piano di Kagome aveva funzionato. –Tre giorni compreso oggi, all’alba- Inuyasha si appoggiò alla porta portandosi una mano in faccia.

-Ci siamo… questa volta vinceremo- Inuyasha cercò conferma negli occhi di Elen ma non la trovò… brutto segno.

 

-Due giorni all’alba- ripeté ai  Cavalieri e a Kagome.

-Perfetto- rispose lei con un sorriso –Giusto in tempo-

-Ma i tuoi allenamenti non sono terminati, sei malata e …-

-Sango ho imparato il necessario il nemico non sa nulla di quello che sono e questo è a nostro vantaggio- sorrise –Se andrà come è andata fino ad adesso i miei calcoli saranno giusti e oltre a qualche perdita non ci saranno morti importanti- tutti annuirono –Il re deve partire oggi stesso per il Grande Oceano scortato da due elfi, due demoni gatto e tre umani-

-Si signora- esclamò un soldato che andò a preparare tutto.

-Credo che sia tutto pronto e non ho altro da dirvi se non buona fortuna- tutti i presenti si portarono una mano alla testa e ricambiarono il saluto. I Cavalieri rimasero tutti insieme nella tenda, in silenzio.

-Come va?- chiese dolcemente Sango avvicinandosi a lei e porgendole dell’acqua.

-Bene- accettò l’acqua –Sei preoccupata?- Sango scosse la testa –Tuo nonno sarà al sicuro-

-Lo so- sorrise –Rin prima di partire mi ha chiesto di darti questa- dalla tasca del pantalone prese una lettera su cui era segnato il nome di Kagome.

-Grazie… se Inuyasha non ha alcun incarico per voi per me siete liberi da ogni impegno- guardò Inuyasha che annuì –Bene allora ci vediamo dopo- Sango le sorrise e prendendo per mano Miroku uscì, mentre Sesshomaru rimase con Inuyasha e Kagome a guardare delle mappe.

Nella lettera Rin aveva scritto di essere prudente e di non farsi del male, che voleva bene a Kagome come se ne voleva a una sorella e che voleva rivederla ancora quando sarebbe ritornata. Kagome a quelle ultime parole strinse forte il medaglione nella mano e sentì tutto il potere contenuto in esso.

-Se vedete che le cose vanno male abbandonate il castello- Sesshomaru e Inuyasha la guardarono –Non tentate di difenderlo chiaro-

-Ma…-

-Niente ma Inuyasha. Si tratta di una questione di vita o di morte- a quel pensiero si ricordò delle lettere custodite nel suo cassetto e scattò in piedi.

-Dove vai adesso?- Inuyasha la fermò per un braccio ma quando sentì lo spasmo la lasciò andare –Scusa-

-No, non preoccuparti. Torno subito devo dare solo una cosa al re- annuì lasciandola andare, rassegnandosi al suo volere.

Arrivata nella sua camera  aprì il cassetto e prese le quattro pergamene poi andò da un generale elfo che di sapeva chi erano le guardie selezionate per scortare il re. Le trovò nelle stalle che organizzavano i bagagli.

-Unemin- chiamò la guardia elfo più anziana –Devo chiederti un favore-

-Ai suoi ordini-

-Devi consegnare queste pergamene ai Cavalieri quando ritorneranno dalla guerra se si sono divisi cercali per tutto il mondo e consegnare  queste è chiaro-

-Si, ma signora perché non può farlo lei?- chiese preoccupato.

-No posso… allora lo farai- la guardia annuì –Grazie ti sono debitrice-

-Signora?- Kagome lo guardò –Noi la aspetteremo- Kagome annuì e uscì più tranquilla.

Kagome non ritornò nella tenda come aveva detto ma passò un po’ di tempo con i soldati e con gli Elfi a parlare e a discutere della battaglia. Ma i suoi occhi cercavano Puns che aveva ancora Felix con se. Era tramontato il sole e il re era già partito quando Felix entrò nella camera di Kagome e dietro di lui Puns.

-Scusa se non siamo tornati prima ma ho avuto un problemino con Felix- Kagome sorrise sapeva che diceva la verità. –Con chi vogliamo iniziare?- chiese improvvisamente serio. I suoi occhi verdi penetrarono nei suoi di ghiaccio riscaldandoli come se fossero un fuoco fatuo.

-Con Blakert- aspettarono che penetrasse la notte e quando fu il momento uscirono dal confine della Corte di Sougar in groppa a Blakert. Si diressero a est seguendo le indicazioni di Puns, arrivarono in una radura molto lontano dal castello che per trovarla c’era bisogno di volare. Al centro della radura c’era un enorme masso alto più di venti uomini ed era perfetto per la situazione.

-Quando volete-Puns si allontanò avvicinandosi al masso e lasciandoli da soli.

“ Mi mancherai”

“Anche tu carbonella” Kagome scesero alcune lacrime che a contatto con le squame del petto di Blakert, proprio dove batteva il suore evaporarono. Blakert la strinse a se con le zampe e il collo spalancando le sue membranose ali nere.

“Fa attenzione”

-So badare a me stessa…- cercò di sorridere ma usci solo una smorfia –Ci vediamo presto- altre lacrime ricoprirono il volto di Kagome. –Puns- l’elfo sussurrò qualche parola poi toccò il masso che iniziò a tremare. Pian piano prese la forma di un drago… la copia perfetta di Blakert anche se nei suoi occhi non si leggeva nulla. –Come hai fatto?- chiese Kagome ammirando a bocca aperta l’enorme drago.

-Blakert mi ha donato gentilmente una sua squama e io ho potuto fare questo con la magia-

“Allora adesso tocca a me” Kagome guardò Blakert avanzare al posto del Gigante della natura e accucciarsi “Addio mio cuore” Kagome scoppiò nuovamente a piangere non voleva separarsi da lui e quando lo vide, per mezzo della magia, chiudere gli occhi e diventare una pietra seppe che aveva lascato una parte del suo cuore li.

-Ciao Blakert- lo salutò un’ultima volta. Poi montò sul suo nuovo drago un po’ contrariata ma che era necessario.

-Farà tutto quello che vuoi- le assicurò Puns –Ascolterà solo i tuoi ordini ma il problema e che lui non potrà parlare con te e ne con i draghi-

-Meglio di nulla...- adesso doveva essere forte per il suo Blakert gli aveva promesso di ritornare da lui e così sarebbe stato –Forza andiamo- e con un balzo inaspettato il nuovo Blakert spiccò il volo seguendo la scia rossa di Felix che lo riportava al castello. “Questo è necessario se voglio che sopravvivano”

 

Quando rientrò nella sua stanza ad attenderla c’era Inuyasha che guardava la luna dalla finestra. Era così bello sotto i raggi argentati dove risaltavano i suoi capelli e il dorato dei suoi occhi. Si girò a guardarla con una faccia seria che non sorprese Kagome che abbassò gli occhi colpevole.

-Adesso sei tu che eviti me- la sua voce roca fece fremere Kagome che sorrise dispiaciuta.

-Hai ragione scusami, ma non ti evito e se lo faccio non è di proposito- si avvicinò a lui.

-Ti ho vista uscire con Blakert dove sei stata?- a quel punto Kagome addolcì molto di più lo sguardo e Inuyasha fece lo stesso –Non ti vedo da giorni, oggi sei scomparsa e passi troppo tempo con Puns-

-Non dirmi che sei geloso di lui…-

-Io sono geloso di tutti quelli che ti stanno vicino compresi la carbonella e la fiaccola lì- disse indicando con la testa Felix che schioccò il becco infastidito e riuscendo a strappare un sorriso a Kagome. –Mi sei mancata- le disse accarezzandole una guancia e baciandogliela.

-Anche tu-

-Adesso mi dici chi ti ha dato questo medaglione?- ma lei scosse la testa –Perché mi nascondi certe cose?-

-Perché tu mi impediresti di fare tutto-

-Tutto cosa- si insospettì di più –Dimmi che non è pericoloso- ma Kagome non rispose  -Kagome questa volta non mi tratterrò e ti farò sputare tutto quello che hai in mente con le buone o con le cattive-

-Non ci riuscirai- lo minacciò con lo sguardo.

-Io non voglio perderti- le sussurrò guardandola negli occhi.

-Perché credi che io si? Che io voglia vivere lontano da te? Tu non sai quanto ti ho aspettato, quante volte ho sognato di diventare madre dei nostri figli…- ma si tappò la bocca… aveva detto troppo e lo capì dallo sguardo sorpreso di Inuyasha.

-Tu vuoi…-

-Scusa deve essere la tensione dimentica tutto… a-adesso devo riposare sono molto stanca- ma Inuyasha non si mosse ne mollò la presa sui suoi fianchi.

-Davvero lo vorresti?- Kagome lo guardò dolcemente ma anche timorosa.

-È il sogno di ogni ragazza no?- Inuyasha non rispose ma la baciò come non faceva da tempo. Lei si abbandonò ritrovando un po’ di lei che pian piano stava svanendo. –E tu cosa vorresti Inuyasha-

-A me basta sapere che sei viva per vivere, ma se il tuo sogno è questo sono ben contento di esaudirlo- disse ridendo felice –Quando questa storia sarà finita, appena la battaglia sarà conclusa voglio sposarti Kagome- le sorrise mentre lei rimase ferma a guardarlo.

-Dici davvero?-

-Non mi interessa se non si può fare, se il tuo popolo non vuole io ti voglio tutta per me solo per me… tu lo vuoi-

-Se lo voglio? Io ti amo Inuyasha e non avrei sognato tutto questo- Inuyasha la prese in braccio e la portò sul letto.

-Ti amo Kagome- lei lo baciò e non ci fu più tempo per le parole… la notte era giovane e loro la passarono insieme, come testimoni Felix e la luna. Nell’aria la presenza della tensione nascosta però all’ombra dell’amore che si consumava in quella stanza. Non c’era più nulla da fare… nessuno li avrebbe più separati.

 

Quando Inuyasha si svegliò colpito dal raggio di sole fu lieto di trovare ancora Kagome con lui. Dormiva calma e tranquilla eppure sapeva che quando si sarebbe svegliata sarebbe stata comunque stanca. I suoi lunghi capelli ebano coprivano il cuscino e  le sue spalle candide,mentre il resto del corpo era coperto dal lenzuolo. Era così bella che gli mancò il respiro come proprio la prima volta che l’aveva vista. Sorrise a quel ricordo e le accarezzo delicatamente la guancia e il naso.

-Ciao- sorrise lei senza aprire gli occhi.

-Ciao- Inuyasha sorrise e l’abbracciò quando lei si avvicinò al suo petto. –Come stai?-

-Sono stanca- ammise sempre sorridendo mentre lui gli bacia la testa e le accarezzava i capelli con una mano e con l’altra la schiena.

-Allora riposa ancora tanto se salti un giorno di allenamento cosa fa?Te lo ordino-

-Inuyasha…tra un giorno ce la guerra- gli ricordò e lo sentii irrigidirsi. –Non è da te dimenticarlo- lo guardò preoccupata.

-Non me ne ero dimenticato, non volevo parlarne- Kagome sorrise e gli baciò la guancia, il naso, il mento e poi infine le labbra con dolcezza. Il suo sapore era unico e per Inuyasha era ambrosia pura che se assaggi una volta non puoi farne più ameno.

-Adesso sei mia avvita lo sai?- le chiese e lei annuì sorridente.

-E sono felice-

-Non ti lascerò mai Kagome… mai più- lei lo strinse forte a se e dopo lo baciò con passione facendogli capire che anche lei non lo avrebbe mai lasciato, ma quel bacio divenne salato dalle lacrime di lei che avevano anche un sapore diverso. –Dimmi che non mi lascerai neanche tu- lei scosse la testa.

-Non potrei mai farlo-

-Di che dopo tornerai da me-

-Si- annuì lei sorridendogli e dandogli un nuovo bacio.

-Io ti aspetto- le accarezzò la guancia asciugandogliela.

 

Quando si divisero sui loro volti c’era un sorriso e non  scappò agli occhi di Sango e Miroku che capirono tutto.

-Passata buona serata?- ammiccò Miroku affiancando Kagome che era passata da Totosai.

-Si, grazie- tagliò corto andandosene.

 

 

Nel frattempo per il castello Sango seguiva Inuyasha e Sesshomaru con un sorriso divertito. Sesshomaru le porse diverse volte la stessa domanda silenziosa ma lei scuoteva la testa.

-Io vado a controllare con Lumì i villaggi ci vediamo dopo- Sesshomaru guardò un’ultima volta Sango che ghignava ancora e poi se ne andò.

-Allora- disse attirando l’attenzione di Inuyasha –ieri è stata proprio un bella giornata-

-Non direi proprio…-

-Allora ieri sera- sul volto di Inuyasha riapparve il sorriso che Sango gli aveva visto poco prima e che era identico a quello di Kagome –Si è stata proprio una bella serata-

-Sango non ti dirò niente-

-Lo farà Kagome- insistette.

-No, non la farà- e si allontanò –Stai diventando come Miroku- e Sango arrossì improvvisamente.

 

 

Kagome per metà giornata passò a ripetere gli incantesimi che aveva imparato e ricevette congratulazioni dai Guardiani.

-Sevelon posso parlarti?- l’elfo in questione accetto e pian piano iniziarono a passeggiare insieme. –Vorrei che voi tornaste a Elider-

-Signora noi non viviamo più ad Elider-

-Per questo ve lo sto chiedendo- disse seria guardandolo –il regno ha bisogno di saggi come voi adesso che io non ci sono… purtroppo la vita che ho vissuto mi ha insegnato a fidarmi poco di chiunque ma voi siete come me… Puns e Brutre sono i miei consiglieri ma saranno occupati a organizzare tutto con gli umani e i demoni… Bneron sarà impegnato a controllare che tutto proceda bene e il regno ha bisogno del vostro equilibrio… visto che i Custodi sono separati-

-Capisco…-

-Accetterete?-

-Devo parlarne con i Custodi- Kagome annuì un po’ delusa ma doveva accettarlo. –Ma ha il mio appoggio- Kagome sorrise e guardò in cielo dove Felix lanciò un suo grido.

 

 

-Non ci credo- esclamò Miroku sedendosi a tavola, la stessa dove quell’inverno avevano passato tanto tempo insieme a mangiare –Siamo di nuovo riuniti- tutti risero contenti di essere davvero lì tutti insieme.

-Già sembra passato tanto tempo dall’ultima volta- Sango guardò ammiccando, Kagome. –Dal giorno in cui tu arrivasti era tutto così strano-

-Si mi ricordo il giorno in cui arrivasti non credevo ai miei occhi eri bellissima anche ferita- fu fulminato da Sango che gli mise il broncio.

-Io ricordo anche quella volta che scoprimmo che sentivi i nostri pensieri attraverso i draghi-

-Si lo ricordo anche io… ero spaventata da tante notizie-

-E quella volta che perdesti quasi il controllo?- fece Sango sorridendo –Se non fosse stato per Sesshomaru avresti ammazzato Inuyasha- Miroku rise.

-E quella volta che battesti Sesshomaru?-fece Miroku ridendo ancora.

-E tu Inuyasha cosa ricordi?- disse maliziosa Sango.

-Io ricordo tutto Sango-

-Davvero e fammi un esempio- Inuyasha alzò un sopracciglio e si sporse dal tavolo per avvicinarsi a lei.

-Mi ricordo quella volta che mi confessasti  che eri…-

-Va bene così- lo interruppe rossa in volto –Hai vinto-

-Io vinco sempre- tornò al suo posto con l solito sorriso di vittoria.

-Kagome oggi ho controllato i draghi insieme a Gegrid e Totosai per le armature, Blakert mi ha stupito non ha parlato come al solito- Sesshomaru la guardò e notò improvvisamente il suo spasmo nella mano.

-Si è un po’ taciturno anche con me. Si starà concentrando per la battaglia- lui annuì assecondandola ma aveva capito che non era vero e con lui anche gli altri. –Allora questa è la penultima sera di pace-

-Dopo questo scontro spero di passare un po’ di tempo in pace a rilassarmi- Miroku aveva gli occhi chiusi gustando già la vittoria.

-Concordo… sono stanca anche io- sospirò Sango guardando un chicco d’uva nel piatto –Credete che il castello resterà intatto-

-Sango voglio essere chiaro se il castello viene conquistato non fate nulla per riprenderlo scappate poi ci organizzeremo per riprenderlo- la voce di Kagome era autoritaria, i tendini sul suo collo si fecero più visibili… brutto segno. –Chiaro- lei annuì pensierosa e triste.

-Cosa faremo se il castello cadesse in mano nemica?- chiese Sesshomaru facendosi più attento.

-Andremo nella Grande Foresta Millenaria dove c’è il re poi vedremo…-disse Kagome parlando al prulare.

-Inuyasha  da domani puoi riprendere il comando io ho finito- tutti guardarono Kagome che strinse la mano sinistra nella destra come per calmare il tremito che la percuoteva.

-Perfetto- cercò di sorridere ma vederla in quelle condizioni lo rendeva impossibile.

-Allora io mi ritiro devo riposare…- si alzò senza aggiungere altro e andò via. La giornata era volata e questo aumentava la tensione in tutti e in particolare in lei. Raggiunse il corridoio delle loro stanze, superò la sua e raggiunse quella di Puns che la stava aspettando.

 

-Benvenuta- la salutò. –Pronta?- Kagome annuì e si mise in posizione come solito. I ricordi da conservare erano pochi e fu una buona cosa.

-Puns domani darò il medaglione e voglio che la sera prima che incominci tutto tu mi cancelli tutti i ricordi più cari- era tremendamente imbarazzata perché i suoi ricordi passavano nella mente di Puns e lui aveva visto come aveva trascorso la notte scorsa. Lui non rispose ma annuì solamente guardandola negli occhi. –Ho dato le pergamene a un soldato- il giovane elfo annuì ancora –è tutto pronto allora-

-Si- fu l’unica risposta secca dell’elfo.

-Perché mi guardi così? È una mia scelta-

-Lo so- quella risposta preoccupò Kagome.

-Allora perché mi guardi a quel modo?-

-Sono preoccupato per quello che ti accadrà- Kagome chiuse gli occhi –Ti tortureranno-

- Non puoi saperlo…-

-SI lo faranno, prima di controllare la tua mente e poi ti cancelleranno tutto. E se ci uccidi prima che noi ti facciamo tornare in te?-

-Non accadrà-

-Kagome dimmi quante volte ti sei ripetuta che tutto andrà bene ma che neanche ci credi… dimmi quante volte?- Kagome lo guardò accigliata, arrabbiata con se stessa e con Puns che la innervosiva con domande di qui già conosceva le risposte.

-Sono l’unica speranza!-

-Per questo devi dire a tutti quello che hai in mente!- per la prima volta da quando lo conosceva, Puns aveva urlato. –So che proveranno ad ostacolarti ma…- disse poi abbassando la voce, ma fu interrotto da Kagome.

-Fa il tuo dovere Puns attieniti al piano- e senza aggiungere altro uscì. Se fosse rimasta anche solo per un minuto in più sarebbe esplosa dalla collera e non voleva proprio. Corse nella sua camera e guardò il medaglione che si era tolta. Lì erano custoditi tutti i ricordi che aveva da quando aveva intuito il pericolo del suo braccio, aveva fatto in modo di riporre anche i ricordi riguardanti lei e Inuyasha per paura di non ricordare il sentimento che provava per lui ma la sua paura più grande era che avessero utilizzati quei ricordi per spingerla ad uccidere Inuyasha distorcendo la verità. Batté forte la mano sulla scrivania rabbiosa. Rabbia, rabbia e ancora rabbia ecco il sentimento che la tormentava oltre alla paura… due sentimenti opposti. La rabbia sintomo della nuova Kagome, la paura quella della vecchia… ma lei dov’era in realtà?

-Entra- disse guardando in direzione della porta da cui entrò Sango.

-Tutto bene?- Kagome le sorrise. –Ti dispiace se resto un po’ qui?- Kagome aveva notato che gli occhi di Sango erano lucidi e l’odore delle lacrime era leggero ma c’era.

-Cos’è successo?- le chiese avvicinandosi a lei.

-Niente- mentì accarezzando Felix –Ho paura- Kagome sorrise visto che aveva fatto tutta da sola. Era vero Sango sembrava una bambina ma quando voleva diventava al ragazza più forte che si fosse mai conosciuta.

-Anche io-

-Andrà tutto bene vero?-

-Si Sango, quando tutto sarà finito con la nostra vittoria ti porto a Elider e passeremo un po’ di tempo lì a riposarci e a goderci un po’ di calma- Sango le sorrise contenta –Ci riusciremo- sussurrò Kagome in elfico anche se conosceva qualche parola Sango non la capì, ma non chiese niente.

 

 

Era l’alba e già nel castello la tensione era palpabile. I soldati elfici andavano avanti e indietro portando armature e armi, i mezzo-demoni e i demoni iniziavano a preparare le catapulte per poterle portare dove era prevista la battaglia. I maghi ripetevano le formule e i medici con le ninfe e i folletti erano pronti a curare ogni tipo di ferita. Alcune ninfe erano pronte per la battaglia a richiamare ogni tipo di creature pur di abbattere il nemico. Puns e Brutre non si vedevano, troppo indaffarati. Grukex,Rotgan e  Gegrid erano anche loro pronti alla battaglia non avevano voluto sentir nessuna ragione per andarsene, lo stesso Totosai e Jinenga. Sango dava ordini a destra e a manca per ordine di Inuyasha e Sesshomaru era nella sua stessa situazione. Miroku era uscito con Behiro per perlustrare la zona e Inuyasha era sparito nel suo studio. Kagome invece si allenava ancora con i Guardiani che avevano deciso non solo di accettare la richiesta di Kagome per tornare ad Elider ma anche di restare lì a combattere, per quanto la loro età poteva permetterlo.

-Emero vi  potrei parlare?- chiese gentilmente Kagome quando ebbero finito.

-Certo bambina- corrispose sorridendo e le porse il braccio. –Allora vuoi sapere dei miei occhi? se appartengo alla tua famiglia?- Kagome lo guardò sorpresa, gli aveva letto nel pensiero? –Non ti leggo nel pensiero ho notato che mi guardavi intensamente il primo giorno-

-Chiedo scusa per la mia impertinenza-

-Nessuna impertinenza- sorrise gentilmente e Kagome immaginò di parlare con un suo parente.

-Gli dei mi hanno detto che il quinto Guardiano discendeva dalla mia famiglia allora perché voi non…-

-E un caso particolare- Kagome lo guardò ancora sorpresa –La tua famiglia, la nostra famiglia, mi adottò quando mia madre morì di parto mentre mio padre era morto in una battaglia e gli dei nonostante tutto mi hanno segnato, sono un tuo lontano zio, così dicono gli umani- Kagome sorrise anche se rimase un po’ delusa perché sperava che fosse un suo vero parente. –Mi dispiace averti delusa- lei scosse la testa –Conosci la storia di tuo fratello quindi- cambiò discorso.

-Si… ma se è davvero impazzito io non voglio che venga considerato mio fratello-

-Bambina mia questo non dovresti dirlo…- era stato così dolce che Kagome capì dopo che era un rimprovero che la fece arrossire –Nonostante lui è un pazzo è sempre tuo fratello e so che non pensi davvero quello che hai detto… perché stai facendo di tutto pur di incontrarlo e riportarlo in se. Non è questo che hai in mente?-

-Io… mi dispiace-

-Non devi bambina… è la rabbia che scorre in te a farti dire queste cose- l’elfo guardò il prato di fronte a se assaggiando l’odore della leggera brezza che scompigliava i loro lunghi capelli. –Vorrei poter fare qualcosa per te-

-Sei qui e questo è molto importante per me- Kagome lo guardò e improvvisamente si ritrovò stretta nel suo abbraccio.

-Ti reputo come una mia nipotina anche se non ho figli… sono illegittimo ma è così che ti sento- Kagome non rispose ma si lasciò cullare da quell’abbraccio che aveva sempre sognato.

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Inuyasha nel frattempo era nel suo studio a discutere con Elen che non voleva digli cosa passasse nella testa di Kagome.

-Ti ha detto milioni di volte che avresti capito!-

-Ma io voglio saperlo adesso- urlò su tutte le furie contro la bambina che lo guardò con amarezza.

-Sei solo uno stolto e…- i suoi occhi divennero vitrei ma improvvisamente le si dipinse un sorriso dolce sulle labbra.

-Cos’hai visto?-

-Kagome ha ritrovato un suo parente- Inuyasha sgranò gli occhi incredulo.

-Ma se erano tutti morti-

-Infatti io non ti ho detto un parente legittimo- disse acida –Nessuno sapeva di lui eppure il guardiano è un suo lontano zio-

-Il quinto?-

-No l’ottavo… certo che è il quinto stupido-

-Elen non sono in vena di scherzi oggi quindi smettila una buona volta di fare la bambina- le urlò contro ma se ne pentì quando Elen lo guardò con tutta la rabbia che aveva dentro.

-Adesso mi chiedi di non essere più bambina solo perché ti servono i miei servigi ma sai cosa ti dico? Cavatela da solo e spero di rivederti vivo- scomparve e Inuyasha capì di aver esagerato. Colpì con forza la scrivania sotto di se.

-Che cosa devo fare?- urlò tra i denti.

 

Kagome lo cercò allungo e infine lo trovò a guardare l’orizzonte come faceva da qualche tempo. Era trasformato in lupo lontano dalla marmaglia di guerrieri.

-Perché tutto solo?- chiese in Trenstac era da un po’ che non parlava in quel modo visto che parlava o in elfico o in umano. Brutre non si trasformò in elfo  rimase sotto quelle sembianze ma rispose lo stesso.

“Osservo” disse calmo con la voce che era quella di un lupo.

-Cosa?-

“Il mondo”la guardò di sottecchi “e tu cosa fai?”

-Osservo- disse sorridendo.

“Cosa?”

-La pace- Brute scosse la testa pelosa che Kagome accarezzò –Grazie per esserci sempre stato-

“È il mio dovere sono il tuo consigliere e tuo amico” Kagome sorrise “Io non ti ho mai detto una cosa Kagome”

-Ti voglio bene come se ne vuole a un fratello- lo anticipò Kagome guardandolo  dolcemente.

“Va bene”ghignò mostrando i denti bianchi da lupo “Va dai tuoi amici goditi quest’ultimo momento di pace”

-Lo passerò con tutti voi- disse Kagome –Siete la mia famiglia ora- disse spontaneamente guardando il sole allo zenit.

“A dopo allora” Kagome annuì esaudendo la sua preghiera silenziosa di restare da solo. Quando fu abbastanza lontana nell’aria l’ululato di Brutre echeggio.

 

-Kagome le nostre armature sono complete e anche quelle dei draghi!- esclamò Sango facendole segno di andare verso di lei. Kagome la raggiunse alle stalle dei Draghi che aspettavano i loro cavalieri. All’esterno c’era un telo che copriva qualcosa di deforme e tutti i Cavalieri si guardarono con aria interrogativa.

-Signori finalmente sono pronte- sorrise Gegrid –Con mia grande fortuna ho lavorato con due degli armaioli più bravi al mondo, le mie armature erano fragili ma ben messe ma con il loro aiuto le abbiamo rafforzate-

“Allora non l’aveva fatto di proposito” si ritrovò a pensare Kagome aspettando una risposta dal drago nero alle sue spalle, ma non arrivò mai. Kagome lo guardò preoccupata e solo guardandolo negli occhi si ricordò che Blakert non c’era.

-Adesso ve le mostrerò- disse tirando via il telo che scopri delle lucentissime armature decorate con disegni particolari alle spalle delle loro armature sfavillanti come nessuna al mondo c‘erano le armature dei draghi.

-Le armature sono state fabbricate da Gegrid- disse Sevelon –Le rifiniture sono state fatte da me e infine a completare l’opera ci ha pensato Totosai- Sango si avvicinò a quella che era la sua armatura che aveva riconosciuto grazie ai colori. Era di acciaio ma un ramo con fiori in sboccio erano verdi e i fiori erano rosa ed erano simili al fiore che aveva come Segno. –Il materiale utilizzato per colorarlo proviene da Elider è una roccia particolare che a grandi temperature fonde e Totosai vi è riuscito, il simbolo è per ricordare al suo nemico che lei è della Grande Foresta Millenaria- Sango la osservò ancora e poi sorrise lievemente toccando l’enorme elmo che avrebbe ricoperto la testa di Karaius.

“Sono magnifiche” Karaius avvicinò il muso all’armatura nuova e l’annusò,come quella di Sango anche la sua aveva dei particolari in verde.

Il passo successivo fu quello di Miroku che toccò la sua armatura c’era un drago che partiva dalla spalla e girava intorno al busto e finiva sul piede sinistro. Era stato dipinto alla perfezione con colori che variavano dal rosso al giallo e gli occhi erano decorati da piccoli rubini. Poi guardò la corazza di Behiro e sorrise quando notò che c’era uno spacco sull’elmo per il suo corno centrale. Questa però era tutta argentata.

-Per Behiro abbiamo utilizzato un metallo più resistente al fuoco, il suo corpo è più caldo rispetto agli altri draghi per questo è tutta argentata perche scioglierebbe ogni decorazione. Per fare l’armatura abbiamo creato un nuovo metallo particolare utilizzando la sabbia delle terre del Sud sempre per ricordarvi chi siete- Miroku annuì serio ma soddisfatto del lavoro. L’armatura era leggera ma si sentiva che era resistente.

Poi Sevelon porse l’armatura a Sesshomaru che la osservò stupito. In alcuni tratti la sua era trasparente e formava un disegno lo stemma del suo popolo. Nonostante quel punto avesse un aspetto fragile si sentiva che era molto resistente.

–È vetro fatto con l’utilizzò delle pietre della vostra terra. Nonostante sembri fragile non lo è per niente l’abbiamo testata utilizzando le armi più potenti compresa la magia- Sevelon sorrise –L’armatura di Lumì è dello stesso materiale- Infatti quella di Lumì era completamente trasparente.

“L’adoro” esclamò la dragonessa guardando Sesshomaru con intensità.

-Batteremo chiunque con queste- il sorriso di Sesshomaru era smagliante pronto ad affrontare ogni pericolo.

Poi fu il turno di Inuyasha che osservò la sua armatura con fare indagatorio e poi sorrise, gli piaceva.

-Le ninfe ci hanno aiutato hanno richiamato l’essenza stessa del mare sotto forma di ferro e ce l’hanno donata con gioia. Qualsiasi fuoco non vi ferirà- l’armatura era lievemente azzurra- Se vi chiedete se non c’è nessun simbolo come gli altri vi sbagliate- Sevelon prese un altro pezzo e lo porse a Inuyasha che sorrise nel vedere che nella parte dell’armatura che copriva la sua schiena c’era il suo Segno in madreperla che risplendeva di vari colori. –L’armatura di Arel è completamente azzurra ma a secondo della luce risplende delle stesse tonalità delle perle-

“Saremo magnifici nessuno si dimenticherà di noi!”Kagome sorrise guardando Arel che allargava le ali entusiasta.

L’ultimo turno fu quello di Kagome che si avvicinò alla sua armatura nera decorata da un segno in rosso e oro. Il simbolo era simile al Segno di Inuyasha solo che al posto del drago c’era una fenice di spalle con le ali chiuse e gli occhi puntati su Kagome. Rosso e oro si mischiavano e creavano giochi di luce con il sole sul volto di Kagome. L’armatura di Blakert era completamente nera tranne che per piccoli particolari come il contorno degli occhi e le due finte zanne erano d’oro.

-Proviene dalle terre antiche del nostro popolo un metallo simile all’oro ma che non lo è. Il rosso è dovuto da una variante del materiale. L’armatura è nera perché abbiamo pensato che era meglio così- Kagome sorrise e guardò gli occhi della fenice erano fatti della stessa pietra del suo diadema.

-Grazie per il vostro aiuto- disse Kagome guardando il finto Blakert.

-Non è finito qui- disse Gegrid sorridendo  poi fischiò e cinque giovani elfe soldato portarono degli scudi. Erano dello stesso materiale delle armature solo che al centro d queste c’erano gli stemmi delle famiglie.

L’unico particolare era che nello scudo l’acciaio di Sesshomaru c’era il simbolo della sua famiglia in madre perla e in quello di Inuyasha era in ghiaccio.

-Siete fratelli e come vostro padre e vostro zio avete gli opposti dei draghi e così gli scudi- Sango guardò a bocca aperta i tre fabbri.

-Sono dei nostri nonni?- chiese emozionata stringendo di più lo scudo.

-Si Principessa- rispose dolcemente Sevelon. Kagome guardò il suo scudo e immaginò sua nonna mentre lo stringeva per difendersi e si sentì più forte di prima.

 

Quando il tramonto si avvicinò l’ansia era palpabile. Kagome convocò i Cavalieri spiegandogli cosa avrebbero fatto.

-Con il talento di Sango riusciremo a capire la prima mossa quindi Karaius volerà alto insieme ad Arel in modo che passi le notizie a te Inuyasha che riferirai a Sango-

-Ottimo- i due ragazzi si strinsero la mano e si sorrisero.

-Non attaccheranno su due fronti-disse Kagome guardando ognun di loro.

-Come lo sai?- chiese Sesshomaru calmo e quella calma innervosiva Kagome.

-Ho avuto le notizie da Elen e per questo che ho fatto spostare tutto a sud est-

-E se avessero cambiato idea? Se ci fossero veramente delle spie e avrebbero avvertito del nostro anticipo?-

-A loro non interessa- disse Kagome avvertendo la tensione nei suoi compagni –Hanno un esercito superiore al nostro-

-Quanto superiore a noi?- chiese Sango con la voce che le tremava.

-Il doppio-

-Allora siamo fregati!-

-No noi abbiamo cose che loro non hanno, abbiamo maghi elfi e guerrieri, ninfe come dottori che se sei ferito ti rimettono apposto in un attimo e se non sei troppo grave puoi tornare a combattere e questo lo chiami essere fregati? Grazie a te Sango e a Inuyasha possiamo capire le loro mosse, grazie alle nostre spade possiamo uccidere più di cento soldati a volta e con la magia che conosciamo siamo i più forti- esclamò Kagome.

-E ricordatevi che Kagome è il quinto Guardia e gode di poteri speciali. Inoltre i suoi allenamenti partecipavano solo i guardiani e di conseguenza nessuno sa cosa sa fare- intervenne Sesshomaru.

-Esatto quindi Sango ti assicuro non devi preoccuparti- “Perché vogliono me, ma dobbiamo decimare almeno una parte dell’esercito” pensò Kagome pronta a combattere. –Siamo una squadra e ci riusciremo, siamo gli ultimi Cavalieri coloro che salveranno il mondo-

-Io ti seguo- fece Inuyasha sorridendo appena.

-Anche io- fece Miroku.

-Non ho altra scelta- scherzò Sesshomaru puntando i suoi occhi in quelli di Kagome che ricambiarono con coraggio.

-Fino alla morte- disse Sango ritrovando il coraggio che probabilmente si era assopito in lei –La vecchia Sango è ritornata- Kagome sospirò e poi sorrise.

 

Quando la luna fu alta in cielo i soldati iniziarono a vestirsi delle loro armature, indossando cotte di maglia e pelli, prendendo le loro armi e il loro coraggio. Nel frattempo nelle loro stanze assistiti da Elfi, uomini , mezzo-demoni e demoni i Cavalieri indossavano le loro armature sopra ad abiti di pelle nera. Ogni laccio fu ben stretto ogni parte del corpo ben protetta .

Inuyasha era quasi pronto ad indossare la parte superiore dell’armatura quando qualcuno busso alla sua porta.

-Entra pure- disse sorridendo a Kagome che aveva già indossato la sua armatura che le faceva da seconda pelle. Era aderente ma mostrava comunque le sue forme sinuose e le stava d’incanto.

-Posso parlarti un momento da sola?- Inuyasha fece segno ai soldati di uscire –Tieni questa è tua- Kagome gli infilò il suo medaglione –ecco era sempre stato per te, non toglierla mai e non perderla- sorrise trattenendo le mani sul suo collo.

-Perché non me l’hai dato prima?- le chiese sorridendo dolcemente.

-Dovevo fare una cosa- ricambiò il sorriso, poi tornò seria-Ti amo- Inuyasha la presa alla sprovvista quando la strinse contro il suo petto.

-Anche io Kagome- e dopo un attimo sigillò quelle parole con un bacio. Ma lei si staccò improvvisamente da lui.

-Si prudente-

-Anche tu-

-Ritorna da me vivo- lui le sorrise –Allora buona fortuna-

-Ciao Kagome-

-Ciao Amore mio- e uscì dalla stanza mentre una piccola lacrima gli solcò la guancia –Entrate pure- disse rivolgendosi ai mezzo-demoni che la guardarono preoccupata. Quando rientrò nella sua stanza Puns era pronto. –Cancella in fretta gli i ricordi- Puns annuì esaudendo il suo desiderio. Quando finirono lui la guardò e le sorrise.

-Buona fortuna-

-Non farti ammazzare ragazzino- disse ricambiando il sorriso.

-Stai attenta tu bambina- poi le si avvicinò e l’abbracciò anche lui –abbiamo bisogno della nostra regina ti farò ritornare in te a forza di farti torturare-

-Anche a forza di mozzarmi le mani- lui la strinse di più –Grazie Puns ti voglio bene-

-Anche io Stiaref- e Kagome risentì i brividi di potere passarle nel corpo.

-Principessa i Cavalieri l’aspettano- la avvisò un’elfa. Kagome si staccò da Puns che le infilò le due spade dietro la schiena, le prose l’elmo e lo scudo e appena pronta scese con lui.

Davanti al portone sud tutti i soldati erano pronti e aspettavano lei. Quando arrivò i Cavalieri si guardarono e dopo essersi scambiati un segno di consenso Inuyasha urlò:- Signori la guerra è iniziata!- la folla esultò e pian piano l’esercito si divise in gruppi ordinati e iniziarono a marciare.

Prima di partire I Cavalieri si salutarono con abbracci e pacche sulla spalla.

-Fa attenzione Kagome-le disse Sesshomaru stringendola con amore.

-Anche tu Sesshomaru- gli sorrise accarezzandogli la guancia e poi abbracciò Sango.

-Occhi di Ghiaccio sono sempre al tuo fianco- di Miroku sorridendo e abbracciandola.

-Lascia perdere me e  tieni d’occhio la principessina- lui annuì e la strinse ancora.

-Fa attenzione- Kagome annuì e poi lo lasciò a Sango che lo baciò con passione.

-Allora ci vediamo alla fine- le disse Inuyasha. Kagome aveva fatto cancellare ogni ricordo di loro due insieme tranne il loro ultimo bacio se avesse cancellato tutto avrebbe insospettito il nemico così in quel momento si ritrovò felice come la prima volta.

-Sì- mentì, ricordava ancora il suo piano che avrebbe cancellato lei stessa prima di andarsene. Si scambiarono un’ultima occhiata di intensa passione e poi si divisero.

-Brutre mi mancherai- disse Kagome.

-Anche tu- sorrise in modo lupesco il ragazzo.

-Ricordatevi cosa dovete fare- disse anche a Puns che annuì e poi salutò Koga che la guardava da lontano.

-Fa attenzione- si raccomandò lui accarezzandole il viso.

-Anche tu- e dopo averlo abbracciato brevemente si avvicinò al suo drago.

Così dopo mille raccomandazioni e addii d’amore fatti con gli occhi, i Cavalieri salirono sulle schiene dei loro  Draghi maestosi nelle loro armature e che mostravano tutta la loro forza.

-Adesso ci siamo- disse Kagome a se stessa salutando Puns e Brutre con la mano che corsero subito dopo tra le file amiche.  Guardò un’ultima volta i Cavalieri e poi fece spiccare il volo a Blakert mentre al suo posto fu il verso stridulo di Felix a riempire l’aria.

 

Fineeeeeeeeeeee!

E finalmente ci sono riuscita. Purtroppo devo dirvi una cosa… che credo vi lascerà deluse… pronte? Beh  questo è il penultimo capitolo.

Ma vi assicuro che ci sarà un continuo! Lo giuro!:D adesso passo ai ringraziamenti…

P.S. cosa ci sarà nel prossimo capitolo? Mha hihih

 

Ringraziamenti:

-lucia lair: Ciao! Grazie mille per il complimento^^ sempre troppo buona… comunque spero che il capitolo precedente sia stato di tuo gradimento e che anche questo lo sia stato. Ti aspetto un kizz ciao!!! All’ultimo capitolo!!

-achaori: Spero di non averti deluso per il fatto che Kagome non è diventato un Ligerio beh era un fatto troppo scontato che lo diventasse così ho cambiato un po’ le cose hehehe…. Beh che dire il penultimo capito… fa uno strano effetto eppure è la seconda storia che scrivo… non ci farò mai l’abitudine… sono contenta che tu hai sempre commentato i miei capitoli ne sono contenta. Ci vediamo all’ultimo e scusa il ritardo XD. Un kizzullo!

-fmi89:eccolo qui il nuovo capitolo con tante scuse per il ritardo ma ho avuto poco tempo per scrivere e poche idee…  e solo ieri (in realtà è oggi solo che so che lo pubblicherò domani, quindi oggi che non è domani ma lo è adessoXD) ho scritto tutto il capitolo. Spero che comunque sia piaciuto e che ci sarai per l’ultimo capitolo un kizzullo grazie!

-Le_montagnine: sto per piangere… mi mancherete tantissimo :’(… e sono arrivata anche alla fine di questa storia, ci sarà il continuo ma è sempre triste lasciare una storia. Chiedo scusa per il ritardo ma sono ritornata… non so cosa dirvi davvero sono un po’ emozionata XD… vi ringrazio per i post ci vediamo all’ultimo capitolo un kizzullo.

Ringrazio anche chi legge solamente sono contentissima di sapere che siete in molti un kizzullo ci vediamo all’ultimo aggiornamento.

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Capitolo 26
*** La prima fine ***


fine

The War Of The Dragons

Capitolo ultimo

 

La prima fine!

 

 

La battaglia iniziò con l’ordine urlato da Inuyasha di attaccare in contemporanea al nemico che, come previsto da Elen, era schierato tutto di fronte a loro. L’adrenalina circolava nel sangue come saette nel cielo, la paura era invece evaporata e la voglia di uccidere assillava la mente dei Draghi. La prima difficoltà apparve quando  l’abilità di Sango non fu utile e l’unico mezzo per capire come era schierato l’esercito nemico e da quanti soldati era formato fu la comunicazione tra Arel e Inuyasha.

-Già abbiamo affrontato un esercito superiore a noi e abbiamo vinto anche senza l’aiuto degli Elfi- aveva detto Kagome prima che attaccassero.

Adesso lei era lì al centro della battaglia insieme ai suoi compagni che infilzavano con le loro lame i corpi del nemico, sporcandole completamente di un rosso acceso. La battaglia era iniziata anche con un forte temporale scatenato da Viderius, che trasformò il terreno in fango che appesantendo e rallentando tutti gli uomini, un punto in favore per Sougar. Kagome mentre combatteva cercava con lo sguardo la mezza-elfo, voleva combattere con lei e  nel frattempo storcergli le informazioni dalla bocca, ma non la vedeva. I draghi nel frattempo erano impegnati a combattere contro quegli uccelli che ogni volta comparivano dal nulla. Nelle retrovie amiche, i maghi lottavano contro magie invisibili che avrebbero potuto uccidere chiunque mentre altri combattevano al suo fianco. Puns e Brutre utilizzavano le loro lame ma spesso anche la magia.

La battaglia andava già avanti da un po’ eppure Kagome non si sentiva stanca come invece lo era  quando si preparavano per la battaglia e questo la confondeva. Senza rendersene conto si ritrovò attaccata da cinque soldati ma non fu un problema, bastò solo organizzare per bene le cose. Attaccò il primo colpendolo con entrambe le lame all’armatura che proteggeva il petto e che trapassarono il suo corpo, poi attaccò il secondo colpendolo alla gola e il terzo alla schiena dopo essergli saltata alle spalle. Il quarto e il quinto invece esitarono poi tentarono di attaccare… invano. Infatti Kagome impiantò le due lame nel terreno fangoso e poi puntò le mani contro i due uomini e sussurrata la parola proibita i loro petti si squartarono sporcando la sua armatura e il suo volto di sangue. Fu tentata di leccarsi le labbra e quando lo fece un brivido di ribrezzo, ma allo stesso tempo di piacere, le percorse la schiena. Rise sentendosi vittoriosa e sentendo anche la ferita bruciarle come lava. Guardò i suoi compagni che se la cavavano bene e continuò ad attaccare decapitando, uccidendo o mozzando nemici e provando sempre una gran gioia.

 

-Dov’è Kagome?-urlò Inuyasha a Sesshomaru che dopo aver parato un colpo con lo scudo uccise il nemico colpendolo alla gola.

-Non lo so diamine!- imprecò- era davanti a me fino a un attimo fa, credo che stia per perdere il controllo!-

-Hai visto cos’ha fatto a quei due?- Sesshomaru annuì –Vado a cercarla-

-Attieniti al piano Inuyasha!-gli urlò dietro.

-Sicuro- si buttò nella mischia superando elfi e demoni che utilizzavano ogni mezzo per uccidere. Quando trovò Kagome stava lottando contro a un omone diverso dagli altri soldati e si preoccupo. Poi improvvisamente lui la disarmò e Inuyasha fece per raggiungerla ma si bloccò quando dalle mani di Kagome uscì una luce. Lei si accovacciò con una mossa veloce e premette le mani nel terreno e sotto all’omone delle radici gli bloccarono le gambe, poi le braccia e infine il collo che con un scricchiolio sinistro si spezzò.-Stai bene?- le chiese quando la raggiunse.

-Si, tu?- era la Kagome di sempre nonostante il suo volto fosse sporco di sangue e a fango, eppure quello che aveva fatto era uguale ai poteri di un mostro.

-Bene- la fissò ancora un po’ –Sei ferita!- le disse indicandole la mano.

-Non è niente- lo rassicurò –Quando vedrete la luce …- si interruppe per colpire un soldato -… utilizzate le spade e la magia!-

-Ce la faremo- disse puntandole il pugno contro, lei annuì e si immerse di nuovo nella mischia.

“Kagome ricordati chi sei!” si ripeteva calma “Il piano, ricordalo!” aveva combattuto contro quell’omone e aveva capito che non era l’unico, ma improvvisamente qualcosa sfrecciò accanto a loro due. Troppo veloce per essere umani. Si guardò intorno ma il soldato che aveva davanti a lei non la mollava un attimo così decise di farla finita. Con Fardentur lo disarmò e con Murestan lo colpì uccidendolo. “Sono quegli esseri” disse quando fu attaccata da quelle persone troppo veloci e dagli occhi bianchi “È il momento”.

-Inuyasha!- urlò, lo vide essere colpito in pieno petto da uno degli esseri ma l’armatura resistette e Inuyasha per eliminarlo utilizzò la magia, guardandosi dopo la mano sporca di sangue con orrore. Andava tutto secondo i piani. i nemici erano forti sì, ma loro avevano a disposizione armi segrete come le catapulte o la magia degli elfi e poi c’erano demoni e mezzo-demoni.

Kagome combatté utilizzando ancora formule proibite ma quando il nuovo schieramento nemico si fece avanti fu costretta a utilizzare quegli incantesimi. I soldati veloci e quelli grossi, che nonostante la loro stazza si muovevano bene, erano troppo pericolosi. Guardò le sue due lame e le fece scontrare colpendo il terreno e i nemici che crollavano al suolo come mosche. Inuyasha se la cavava alla grande e questo la tranquillizzava, eppure era ancora tesa. Poi decise. Rimise le spade dietro la schiena e si concentrò.

Aprì le mani puntandole verso il terreno e dentro di se iniziò a fluire la magia, il potere della terra. Quando  l’incantesimo nella sua mente apparve e fu urlato dalla sua coscienza il terreno iniziò a tremare e enormi radici sbucarono imprigionando e schiacciando il nemico, subito dopo altre radici simili apparvero e quando Kagome guardò alla sua destra vide Montragoret concentrato.

-Kagome attenta!- riuscì a bloccare il colpo con il bracciale dell’armatura e ad estrarre Fardentur a una velocità impressionante e colpendo il nemico all’addome.

-Mai sfidarmi- sussurrò al soldato prima che cadesse a terra. La voglia di vedere il suo volto fu forte così Kagome gli sfilò l’elmo e quando vide il volto d’angelo di un ragazzo dagli occhi bianchi ne rimase sconvolta e cercò una faccia conosciuta che la rassicurasse. Inuyasha la raggiunse in breve e quando seguì il suo sguardo capì la sua reazione.

-Kagome non c’è tempo per farti prendere dal nervosismo dobbiamo combattere! I nemici ci stanno massacrando e noi abbiamo bisogno dei tuoi poteri!- la scrollo per le spalle ma lei non diede segni di risposta. Fu costretto a proteggerla e quando si liberò dei nemici la baciò riportandola così alla realtà. –Adesso muoviti a salvarci capito!- lei annuì ancora spaesata l’aveva baciata… ancora, eppure c’era qualcosa di vecchio in quel bacio. Inspirò e si rimise in sesto,  prese l’altra spada e tornò a combattere. Richiamò tutti gli incantesimi che aveva imparato con i Guardiani e ogni volta loro le apparivano accanto per aiutarla. Le forze andavano via velocemente, avrebbe voluto avere lì con lei un po’ di quella mela che le faceva tornare le forze. Si ritrovò a combattere affianco degli altri Cavalieri che feriti e sporchi continuavano a lottare richiamando tutte le forze possibili.

-Ricordati di richiamare la forza dalla natura!- rammentò a Sango che era quasi allo stremo.

-Non ho il tempo!- esclamò lei facendo cadere un nemico e perforandogli l’armatura.

-Vai dalle Ninfe e poi ritorna!-

-Io non vi abbandono- Kagome le si fece più vicino aiutandola a uccidere un soldato di quelli troppo veloci.

-Se non te ne vai ci abbandonerai morendo!- Sango la guardò allungo poi annuì. Richiamò Karaius con la mente e salendogli in groppa tornò al castello dalle ninfe.

Kagome guardò le mura e vide che i nemici, che si erano avvicinati molto, stavano retrocedendo troppo lentamente. Così  alzò la mano verso cielo e una luce uscì da essa… era il segnale. Improvvisamente il terreno sotto i piedi dei nemici iniziò a tremare, a spaccarsi e molti vi caddero dentro. I maghi che erano rimasti vicino alle mura invocarono contemporaneamente un incantesimo per proteggere i soldati amici che improvvisamente si erano fermati, per permettere ai Guardiani di utilizzare la loro magia. Come il suo incantesimo utilizzato precedentemente Montragoret  fece spuntare enormi radici e insieme a lui c’era Emero che imitò il suo incantesimo. Nel frattempo i primi a scattare, secondo il piano, furono i Demoni e i mezzo-demoni che si scontrarono eliminando tutti quelli che erano sopravvissuti alle radici, che ancora continuavano a spuntare schiacciando o stritolando il nemico. Dopo questo primo attacco,che aveva eliminato le prime tre file nemiche, i demoni e i mezzo demoni si ritirarono per andare a curare le ferite e recuperare un po’ le energie.  Dopo un attimo di esitazione i generali nemici gridarono alle altre tre file di andare all’attacco, in contemporanea i maghi che avevano richiamato  la barriera furono sostituiti da altri maghi con più energie e tra essi, questa volta, c’erano anche le ninfe che richiamarono giusto in tempo una barriera bloccando le frecce avversarie. In risposta Viderius richiamò dalla barriera l’acqua delle ninfe formando una sfera e Sevelon utilizzando l’aria la modellò a forma di tentacoli che investirono il nemico in corsa. Come prima,anche se al posto dei mezzo demoni e dei demoni c’erano gli elfi e gli umani, lo schieramento alleato partì aiutati anche dal vento, richiamato da Emero,  che li aiutò spingendoli contro il nemico sopravvissuto che invece veniva rallentato. Nessuno fu risparmiato neanche quelli che scappavano dalla paura. Purtroppo i vecchi Guardiani non poterono utilizzare altre magie, in quanto erano limitati dal fatto di essere anziani e gli ultimi incantesimi li avevano stancati molti. L’unico elemento poco utile fu quello di Milon in quanto il fuoco non servì a molto. Mentre i Cavalieri utilizzavano il potere delle loro spade e la magia insegnatagli.

Kagome sorrise vittoriosa e quando un nemico l’attaccò, si dimostrò essere più agile e forte di quel che sembrava  tanto da farla sudare e costringerla a utilizzare incantesimi di protezione. Le due spade del nemico erano diverse, più corte e larghe e avevano l’aria di far molto male. Quando il soldato riuscì a colpirla riuscì anche a perforarle l’armatura e a graffiarle l’anca. Kagome guardò l’armatura e poi il nemico, la rabbia iniziò a ribollire i muscoli della gola tornavano a tendersi e improvvisamente quelle parole uscirono senza che lei lo volesse, il soldato prima la guardò poi iniziò a ridere credendo che avesse fatto cilecca. Ma quando iniziò a sentire il suo corpo bruciare urlò dal dolore cercando di sfilarsi l’armatura ma invano. Bruciò dall’interno e la puzza di carne bruciata raggiunse le narici dei demoni che si caricarono di nuova forza impiantando con più forza le lame nei corpi. Alcuni di quei demoni che erano tornati a combattere e che si trasformarono in grossi cani bianchi che azzannavano il nemico, altri venivano colpiti e uccisi senza pietà, proprio come avevano fatto loro. Kagome non si lasciò incantare da quelle visioni e continuò ma le forze iniziavano a mancare anche a lei, quando vide che Sango stava per ritornare, richiamò il Gigante ma improvvisamente un ruggito sconosciuto squarciò l’aria. Kagome guardò il cielo e vide i draghi ritornare giù feriti mentre guardavano qualcosa in lontananza, guardò nella loro stessa direzione e gli mancò il respiro.  Corse dove gli altri si erano radunati e li vide preoccupati.

-Ecco la loro arma segreta- Sesshomaru guardò Kagome che cercava di riprendere fiato.

-Cosa facciamo adesso? Karaius è ferito,h a una zampa non può combattere contro un… drago!-

-Credo che non abbiamo altra scelta! Stanno arrivando!- urlò Inuyasha montando sulla schiena di Arel che spiccò il volo. Kagome lo segui subito dopo, non sapeva cosa fare, la mente si era svuotata completamente.

Il finto Blakert si scontrò contro uno dei draghi grigi e l’urto per poco non fece cadere Kagome che prese la sua spada prima che il Cavaliere la colpisse.

-Chi siete?- chiese respingendo il suo attacco.

-Il tuo incubo!- Kagome si accigliò e lo colpì con più forza sperando almeno di disarmarlo. Il nemico rispose allo stesso modo sfilandole via Fardentur che cadde giù. Kagome richiamò un incantesimo per non farla spaccare o rovinare e ciò le costò molte energie. La bestia dentro di lei ne richiedeva altra e per questo prendeva il sopravvento mangiando e acquistando le forze dalla sua coscienza.  –Problemi?- Kagome lo fissò cercando di capire chi ci fosse dietro quell’elmo ma non ci riuscì. Prese la Nera e tornò ad attaccare. –Perché ti ostini tanto? Perche fai tutto questo? Potevi risparmiare tanti uomini costituendoti a noi facilmente-

-Non avreste evitato lo stesso la guerra anzi mi avreste usato per combattere contro di loro!- la voce di Kagome era acuta e parve spaventare il suo avversario che tacque qualche secondo. 

-Sei perspicace!-

-Mi avevi preso per una stupida ti ricordo che sono la sorella del tuo amato traditore… di colui che chiamate signore!-

-Non osare chiamare il mio Signore traditore…- il Cavaliere perse il controllo e attaccò ripetutamente Kagome che riuscì a gestire la situazione e quasi a disarmalo se i draghi non si fossero separati. Il finto Blakert si era ferito alla gola dopo che il drago grigio lo aveva bloccato con un morso, ma anche lui era stato ferito al fianco dagli artigli del Gigante trasformato.

-E invece lo è!- insistette Kagome.

-Tu sei una traditrice, dovevi appoggiare prima il fratello di tua nonna e poi tuo fratello se non fosse per lui adesso noi non saremmo vivi… io non sarei viva!- si tolse l’elmo e Kagome sorrise nel vedere che la sua avversaria era la ragazza dei sogni, ma subito dopo il significato delle sue parole la assalirono… aveva fatto altri esperimenti.

-Non sei l’unica?- il sorriso beffardo della ragazza diede fondo ai sospetti di Kagome che rabbrividì. –Non potrò mai perdonarlo!-

-Non abbiamo anche noi il diritto di vivere?- quella domanda la colse impreparata. –Perché gli altri possono vivere e noi dobbiamo morire per disgrazia dei nostri genitori che hanno fatto di tutto per salvarci?- Kagome la guardò –Cos’è Principessa non hai risposte? Non ti senti tu un mostro adesso nel rinnegarci la vita? Non sei tu il mostro che neghi la vita a qualcuno nelle cui vene scorre il sangue della tua razza? Si sei tu il mostro, solo tu… e nessun’altro!- aveva sputato quelle parole con tutta la cattiveria che aveva nell’animo, sempre se una creatura che per sopravvivere uccide altre persone ne possiede.

-Menti, non sono un mostro!-

-Si che lo sei non lo senti anche tu? Il potere che mangia la tua coscienza, la voglia di uccidere? E non sei tu quella che ha provato gioia nell’assaggiare sangue umano?- Kagome urlò e ordinò al suo drago di attaccarla, questa volta era lei che aveva perso il controllo e non perché non voleva credere a quelle cosa, ma perché in fondo sapeva che erano vere. La rabbia la colpì e una parte della bestia prevalse tanto che riuscì a ferire la mezzo-elfo a un braccio e al fianco.

-Non sono un mostro!- urlò ancora continuando a colpire ma la mezzo-elfo fece una cosa inaspettata mise la lama di piatto e il volto di Kagome si rispecchiò in esso. Vide il suo volto deforme, i denti più lunghi e gli occhi completamente bianchi. Sussultò e fece allontanare il suo drago che ormai era allo stremo. Sentì il fiatò mancarle, la paura la assalì e poi il buio.

 

Dall’altra parte Inuyasha combatteva contro il suo nemico usufruendo anche  dell’incapacità del drago nemico di utilizzare il fuoco, cosa completamente strana. Ma nonostante ciò era veloce e riusciva a schivare le lingue di fuoco azzurro di Arel e questo portò a Inuyasha a pensare che il drago non era protetto come le armature dei soldati. .

“Continua a salire” le ordinò. Nonostante Arel fosse stata ferita a un’ala da un morso di drago e da una freccia arrivata da qualche parte, continuava a sforzare i suoi muscoli. Salì molto in alto fino a superare le nuvole di pioggia e a superare il nemico.

“Non lo vedo!” Con quella pioggia non era possibile vedere a un palmo da loro.

“Zitta!” la incitò “Dietro di noi!” Inuyasha si girò in tempo per vedere la bocca del drago nemico mordere la coda di Arel che ruggì dal dolore. Lei per difendersi sputò del fuoco ustionando una parte del capo del drago che si allontano, anche lui, ruggendo dal dolore e scuotendo il capo. Arel era riuscita a colpire anche un occhi e questo giocava a loro favore.

-Non credere di averci sconfitto!- urlò il nemico saltando dal suo drago a  Arel e attaccando Inuyasha.

“Arel scendi in picchiata”

“Ma cadrai!”

“Fallo e basta!” lei esaudì il comando. Inuyasha era seduto e quindi in grado di reggersi mentre il nemico dopo aver tentato di colpirlo, invano, fu costretto a tornare sul suo drago che si era gettato in picchiata accanto a Arel oltrepassando di nuovo le nuvole. “Come gli è venuta in mente una cosa del genere?”

-Sei astuto!- si complimentò il nemico e Inuyasha lo vide in faccia dopo tanto tempo, aveva perso l’elmo durante la fuga.

-Come fate ad avere dei draghi?- la pioggia lo aveva bagnato completamente, il freddo lo bloccava e non aveva più molte forze.

-Il mio Signore è potente- Inuyasha lo guardò con rabbia e se avesse avuto più forze avrebbe usato delle parole di morte per ucciderlo.

-Il tuo signore uccide per essere forte!-

-Cosa ne sai tu del mio signore?- il sorriso era scomparso  improvvisamente sostituito da uno sguardo di puro odio. I suoi occhi viola erano veleno puro e i suoi capelli lunghi e blu scuro erano una notte senza luna.

-So che per tenere in vita uno di voi ha fatto esperimenti sugli elfi!-

-Seppure fosse? Gli elfi ci ripudiano perché Mezzo-sangue e tu dovresti capirci no… mezzo-demone?- Inuyasha si accigliò di più –Siamo feccia proprio come la tua razza anche se devo ammetterlo sapete cavarvela bene in battaglia-

-Non siamo come voi!-

-Si che lo siete… entrambi, io e te siamo uno scarto della natura… non odi i demoni perché hanno ripudiato tua madre? Non li odi perché ti hanno bandito dal loro regno? Non odi gli umani perché se tua madre non avesse conosciuto tuo padre adesso non saresti feccia? Lo leggo dai tuoi occhi che è così- Inuyasha era impressionato, ma non lo diede a vedere. Quelle parole lo avevano colpito. Cosa pensava lui di quelle domande? Improvvisamente un ruggito e un lampo attirarono la loro attenzione. Il mezzo-elfo sembrò preoccupato e lo stesso Inuyasha che capì che il drago che precipitava al suolo esanime era…

“Inuyasha è Blakert!”

 

-Dove credi andare?- Sango si parò davanti al nemico bloccando la sua fuga.

-Se vuoi morire adesso giù c’è una guerra in corso, adesso io ho da fare e poi… non sei il mio obbiettivo avevo solo l’ordine di distrarti fino al momento giusto che guarda caso è questo. È un peccato che il tuo grazioso faccino non è per me… ci vediamo presto piccola- improvvisamente lo vide precipitare insieme al suo drago e poi scomparire sotto le nuvole. Lo inseguì e quando oltrepassò le nuvole capì di cosa parlava.

 

Kagome aveva perso il controllo nello stesso istante in qui il drago grigio aveva attaccato un’ultima volta il suo drago uccidendolo. Lei si era catapultata contro il suo nemico e facendole perdere l’equilibrio caddero entrambe dal drago. Kagome era ormai una furia e tentava in tutti i modi di eliminare il nemico che cercava di divincolarsi dalla sua stretta. Quando vi riuscì,a una trentina di metri prima di toccare il suolo, il suo drago l’afferrò con le zampe salvandola da morte certa. Kagome invece continuò la sua caduta da sola e per un motivo ignoto riuscì a riconquistare la sua lucidità a utilizzare l’incantesimo di lievitazione che Puns e Sevelon le avevano insegnato. Ma le forze erano poche e l’incantesimo riuscì solo a rallentare la caduta e l’impatto con il suolo fu brusco. Infatti cadde su un lato rompendo la spalla e il polso. Riuscì a restare sveglia e vide la mezzo-elfo avvicinarsi a lei e alzò la sua testa stringendole forte i capelli.

-Adesso mi metterai nei guai lo sai?-il sorriso di vittoria era ampio e terrificante. –Hai ferito anche il mio drago e questo me la pagherai-

-Toglimi le tue luride mani da dosso- raccolse le pochissime forze che aveva e allontano la sua mano.

-Hai ancora energia sono sorpresa- sorrise ancora poi si girò e sospirò. –Rinforzi in arrivo eh?- Kagome girò la testa e vide i due elfi, Puns e Brutre,  e i tre anziani Grukex,Rotgar e Gegrid con le lame puntate verso di lei.

-Kagome stai bene?- la voce di Brutre risultò lontana, quasi fosse un sogno. –Cosa le hai fatto?-

-Brutre!- la ragazza non riuscì a rispondere che l’elfo fu chiamato da Sango che scendeva da Karaius mentre alle spalle di Kagome due draghi atterravano e due figure scendevano da essi.

-Sango- Kagome riaprì gli occhi alla voce di Inuyasha come se quella fosse energia pura.

-Safea potevi ucciderla!- protestò uno delle due figure che si avvicinò a Kagome.

-Sta bene no?-

-Toglile le mani di dosso!- Protestò Inuyasha facendo per attaccare ma venendo bloccato da Puns.

-È lei che vogliono e viva, quindi non le faranno del male- sussurrò.

-Non è un buon motivo per toccarla!- urlò ancora attirando l’attenzione del mezzo-elfo che stava combattendo con Sango.

-Calma Capitano- rispose sorridendo e  ascoltando le pulsazioni di Kagome –Dobbiamo portarla via-

-Non la portate da nessuna parte voi!- Inuyasha questa volta non si fermò e corse verso l’elfo accovacciato avanti a Kagome, ma la sua corsa fu bloccata dal mezzo-elfo che prima stava combattendo con lui.

-Arrenditi sei senza forze- gli sussurrò.

-Neanche se avessi un coltello infilato nello stomaco- lo attaccò prendendo uno stiletto che aveva nascosto e costringendolo ad allontanarsi.

-Con quello non graffierai neanche la mia armatura!-

-Allora  perché ti sei allontanato- ammiccò Inuyasha sorridendo e guardando poi alle spalle del mezzo elfo. Quest’ultimo si girò e vide Rotgan attaccarlo, ma lui fu più veloce e con una mossa fulminea riuscì a colpire un punto dell’armatura già indebolito e a trapassarla uccidendolo sul colpo. Inuyasha si blocco quando vide l’anziano cadere in ginocchio e poi toccare il suolo senza  vita. Il mondo si fermò in quell’istante e gli altri che avevano attaccato e gli altri due Cavalieri si fermarono.

-Ecco che fine fanno quelli che tentano di attaccarmi- Inuyasha riprese le forze attaccò il nemico.

Anche gli altri Cavalieri erano arrivati e Miroku si fermò a guardare Kagome stesa a terra, con il respiro debole e un taglio sulla testa. Poi guardò i nemici e infine il corpo di Rotgan. Sesshomaru invece era tornato a combattere con il suo nemico mentre i draghi cercavano di ostacolarsi a vicenda per non intervenire. Inuyasha fu ferito a  una guancia mentre a sua volta aveva ferito il nemico a una gamba e avergli slogato una spalla.

-Kagome mi senti?- Miroku si era avvicinato a lei di nascosto e controllava che respirasse ancora poggiandole una mano sul collo. –Dai occhi di giaccio rispondimi- un piccolo lamento bastò come risposta –Adesso ti porto via- le prese il braccio sano e lo avvolse intorno al suo collo. Kagome aprì gli occhi e dopo aver messo a fuoco che chi la stava aiutando era un suo amico, si alzò sulle sue gambe. –Brava Kagome- sorrise ma lei guardò la piccola battaglia che si stava svolgendo a pochi metri da lei. Vide Sango combattere aiutata da Grukex, Brutre combattere contro la sua nemica, Puns contro un altro elfo, Sesshomaru lo stesso e Inuyasha contro un altro. Anche se con grande difficoltà sentì l’odore del suo sangue e dopo aver messo meglio a fuoco vide il taglio, poi come un lampo la colpi un corpo morto a terra… bastarono pochi secondi a riconoscerlo e il suo corpo si irrigidì. –Dai Kagome andiamo!- ma lei non si mosse e Miroku allora seguì il suo sguardo e capì. –Ci pensiamo dopo-

-È Rotgar- la sua voce era flebile e poi fu attratta da Gegrid che era rimasto in disparte a guardare il suo amico morto. Improvvisamente il corpo di Kagome fu scosso da brividi e perse definitivamente il controllo. Miroku si allontanò da lei velocemente guardandola spaventato. Tutti si girarono a guardarla e i volti dei mezzo-elfi erano davvero preoccupati.

-Non ci voleva dannazione!- Kagome si girò verso l’elfo dagli occhi viola che aveva parlato come se non vedesse niente ma sentisse soltanto e lui era adesso la sua preda. Gli corse incontro come una furia e lo afferrò per il collo con il braccio sano, quando lo raggiunse. – Laurent fa qualcosa!-  L’elfo nominato cercò nella sacca attaccata alla sua cinta.

-Kagome!- lei si girò di scatto verso Inuyasha che l’aveva richiamata ma questa volta lei non aveva sentito la voce di un suo compagno, ma di una preda dall’odore succulento. Si leccò le labbra e lanciò via il mezzo-elfo e si fiondò su Inuyasha, facendo cadere entrambi al suolo. Inuyasha la guardava studiandola. Non poteva essere Kagome, lei non era quel mostro… solo allora capì che era quel sigillo, anche se aveva precedentemente avuto una piccola dimostrazione. Lei si avvicinò al suo collo e dopo averlo annusato fece per morderlo.

-Kagome fermati!- la voce di Sesshomaru la assalì. –Kagome non ci riconosci siamo noi!- lei si guardò in giro. -Kagome non sei tu il mostro ma loro che hanno impiantato in te questa voglia assassina! Combatti come hai fatto l’atra volta… ti ricordi?- Inuyasha guardò Kagome che tornò a guardarlo ma in modo diverso come se non stesse pensando a ucciderlo. –E poi cosa avevi detto? Che avresti fatto di tutto per non far prevalere la bestia no?-

-Kagome lotta contro essa, tu sei forte… ricorda che stiamo studiando un metodo per salvarti-

-Kagome- Inuyasha la chiamò sussurrando e bastò, si staccò da lui alla velocità della luce. Sentiva ancora il desiderio del suo sangue e di ucciderlo, ma non poteva… non lui. Lo guardò impaurita e poi tutti gli altri. Il braccio destro era a penzoloni e il dolore era forte.

-Kagome- lei guardò il mezzo-elfo dagli occhi viola che erano cattiveria allo stato puro. –Noi abbiamo la tua soluzione, ti prometto che non avrai più questi problemi, ma devi venire con noi- Kagome lo guardò preoccupata. Probabilmente fu la debolezza mentale, la stanchezza, la paura  e il resto.

-Davvero?- lui annuì serio e lei accettò la sua mano.

-Kagome non puoi-

-Inuyasha io non posso restare qui… io ti ho quasi ucciso… loro hanno la soluzione- Inuyasha la guardava non credendo a quello che diceva ma aveva dimenticato tutto ?

In effetti era così prima di perdere completamente il controllo aveva cancellato il resto dei ricordi… aveva capito che era finito che ormai non aveva più altra scelta che andare con loro.

-Io devo andare non inseguitemi vi prego- sussurrò guardando tutti stringendo un attimo dopo il braccio e poi crollò sulle sue gambe e venne immediatamente sorretta dal mezzo-demone che vittorioso sorrise. In quell’istante squilli di trombe suonarono la ritirata del nemico e urla di gioia riempirono il campo di battaglia.

-Avete vinto questa guerra come volevate, ma in realtà siamo noi ad aver vinto… addio signori ci vediamo- il giovane teneva Kagome stretta a se. Salì sul suo drago che spiccò il volo.

-Non possiamo lasciare che la portino via Inuyasha!- urlò Sango correndo verso Karaius e lo stesso fece Inuyasha ma entrambi vennero trattenuti da Sesshomaru e Miroku.

-Credo che Puns e Brutre hanno qualcosa da dirci- disse Miroku e Sango li guardò aspettando che parlassero.

-Ha ragione Kagome solo loro hanno la cura… quindi lasciamo che la curino poi l’andremo a prendere noi!-

-Come puoi dire una cosa del genere? La tortureranno prima di somministrargli la soluzione!-

-Può darsi Sango, ma comunque gli e la daranno, non possiamo fare altro che attendere infondo era questo il suo piano…- alzò una mano fermando la domanda di Inuyasha –Vi spiegherò dopo tutto adesso c’è altro a cui pensare- guardò Grukex accovacciato accanto a Rotgan. Inuyasha non disse niente ma tornò a guardare quei puntini ormai lontani.

“Lo giuro Kagome ti riporterò qui” strinse forte il medaglione che lei gli aveva dato.

 

Epilogo!

 

-Se stai leggendo questa lettera significa che non sono con te. So a cosa stai pensando che sono pazza, ma era l’unica cosa Inuyasha. Ho progettato tutto perché sapevo che era l’unica soluzione, che solo loro conoscono il vero antidoto. Se ti chiedi il perché di questa guerra è semplice gli elfi, le ninfe e i folletti avranno già raccolto informazioni che saranno utili in caso di un’altra battaglia. Adesso voglio dirti delle cose.

Il medaglione che ti ho dato non è un qualsiasi medaglione. Al suo interno sono conservati i miei ricordi su tutto compreso anche l’organizzazione della battaglia. L’ho fatto perché so che cancelleranno tutti i ricordi e potrebbero utilizzare quelli su di te distorcendoli così ho deciso che, prima di salire sulla schiena di Blakert, avrei cancellato tutto su noi due. Quindi se ti sono sembrata una stupida... Questo è il motivo. Quindi custodiscilo come se fosse un tuo secondo cuore. Un’altra cosa importante questo medaglione servirà se nel caso io dovessi tornare, basterà che io lo tocchi e tutto entrerà nella mia mente, potrei anche respingere questa verità ma mi devi obbligare ad accettarla, pure a costo di farmi torturare. La terza cosa e che durante la battaglia io non cavalcavo Blakert o è meglio dire che non era il vero Blakert. Ti ricordi quando ti dissi che Puns non c’era e che poi il giorno successivo era tornato? Bene era per questo motivo. Poco lontano dal castello c’è un bosco e al centro c’è una radura, raggiungibile solo per cielo, lì giaceva un antico Gigante che ha accettato di essere trasformato in Blakert. Adesso al suo posto c’è la mia carbonella se vuoi puoi risvegliarlo tu, ma potrebbe essere pericoloso. Voglio che credano che lo hanno abbattuto realmente… era uno dei loro obbiettivi. Quindi aspetta che io ritorni. Felix, prenditi cura di lui… e Puns prenderà il mio posto organizza tutto con lui, lui sa tutto di questa storia. Non prendertela con lui l’ho costretto io. Ormai la parola “necessario” fa parte della mia esistenza. Non ho altro da dire se non ho paura… ho paura che la seconda parte del mio piano non funzioni . Inuyasha un’ultima cosa grazie per non avermi seguito e per aver capito, se quando mi vedrai vorrai schiaffeggiarmi sei autorizzato. Forse dimentico qualcosa ma Puns potrà dirti altro adesso ho poco tempo visto che l’incantesimo di protezione non durerà  per molto ancora.

Ti amo Inuyasha , non sai quanto. Perdonami per non averti detto niente, è stata una scelta dolorosa. Mi dispiace. Agli altri ho scritto alcune cose simili a te ma ho omesso qualcosa. Adesso ti ho spiegato perché con quale facilità ho accettato la loro proposta… non posso rischiare di farti del male, non me lo perdonerei mai.

A presto Inuyasha Ti Amo-

Inuyasha era seduto su quel precipizio sull’oceano, era in riposo su ordine del re per tutto il tempo che voleva, a rileggere ancora una volta la lettera che Kagome aveva rimasto per spiegargli la sua decisione. Strinse di più Fardentur, l’aveva trovata al centro del campo di battaglia due mesi prima, mentre i soldati portavano via i feriti e i morti. Come aveva previsto Kagome gli elfi, le ninfe e i folletti avevano preso informazioni su ogni cosa e questo era un’ottima notizia. Avevano anche scoperto che l’ombra scura che Sesshomaru aveva visto non era altro che l’ombra di un drago. Avevano scoperto chi aveva tradito i Demoni e non avevano perso tempo ad eliminarlo… era uno dei demoni che aveva combattuto anche durante l’ultima guerra pentitosi del suo tradimento… ma il perdono non era tra le regole dei Demoni. Nel frattempo da quella battaglia erano passati due mesi e lui era lì a riposare. Ricordava il dopo di quella guerra come se fosse il giorno prima. Ricordava i maghi che erano sotto le mura a difenderli dalle magie, eppure ne erano  morti tanti. I loro corpi erano martoriati come se tante spade li avessero colpiti, altri avevano qualche parte del corpo bruciata, ma non erano gli unici. Infatti quando non riuscivano a proteggere tutti la magia nemica colpiva anche gli alleati sul campo, ma non solo per quel motivo. Ricordava il volto di un soldato con cui aveva parlato il giorno prima, straziato dal dolore e negli occhi era ancora presente la sofferenza. Ricordava Rotgar steso a terra, ricordava i corpi che alzava aiutando gli altri, ricordava quelle macchie più scure nel terreno e quando gli dissero che erano le ninfe che erano state uccise,il suo cuore saltò un battito. Per il resto le catapulte che avevano fatto costruire erano state inutili, abbattute in niente. Specialmente ricordava i due soldati uccisi da Kagome con quella magia,i loro corpi erano scoppiati, il loro petto era aperto e si poteva vedere il costato e quel che rimaneva dei brandelli di intestino.Ricordava Puns che aveva una ferita mortale, ma grazie alla benedizione degli dei si era salvato, altri erano messi molto male come Sango e Sesshomaru, senza contare lui che aveva una cicatrice che partiva dalla tempia, percorreva tutta la guancia per finire sotto la mascella. Quando due settimane dopo il castello fu riaperto e tutti tornarono, ricevettero le lettere di Kagome e Puns spiegò qualcosa. Sango si era chiusa in camera sua per due giorni interi, mentre Sesshomaru e Miroku non spicciarono più parola. Guardavano Inuyasha da lontano visto che ormai restava sempre da solo. Arel e gli altri draghi se l’erano cavata con qualche squama in meno che sarebbe ricresciuta a distanza di mesi. Mentre l’ala di Arel non aveva cicatrici grazie alle cure dei vecchi Guardiani.

La guardò volteggiare sulle acque dell’oceano al tramonto e sorrise. Guardò di nuovo la pergamena poi baciò la spada.

“Forse non è lo stesso ma io ti sono vicino… manterrò la mia promessa amore mio… ti riporterò a casa!“

 

___________________________ 

 

-Mi sei mancata sorella- un urlo straziante squarciò la cella buia che si illuminò di una luce verde. Per il resto non c’erano più ricordi. Solo immagini di amici che tradivano, un sigillo inflitto solo per eliminarla ed erano stati i suoi amici, il suo popolo e i suoi consiglieri. –Ecco chi è stato a farti questo, ma non temere ci sono io adesso- l’abbracciò forte, riscaldandola in quell’abbraccio. Era bastato un attimo a cambiare la visione della realtà un momento e lei era cambiata… forse per sempre.

 

 

Due mesi dopo.

-Lady Dark- lei sorrise al giovane che l’abbracciò stringendola per i fianchi. –E da tanto che non vi vedo-

-Come è andata la missione?- chiese lei travolgendolo con i suoi occhi di ghiaccio.

-Molto bene non si sono neanche accorti che non sono un elfo- lei sorrise. –Kagome che ne dici se restiamo un po’ da soli?-

-Mi piace quando mi guardi con i tuoi occhi viola in questo modo- lui rise –sai che mio fratello non va a genio questa nostra relazione-

-Greston capirà, quando si tratta di te capisce sempre- fece per baciarla ma lei si ritrasse.

-Ho una riunione con lui… ci vediamo tra due ore al mio alloggio- lui sorrise e la baciò.

-A dopo Kagome-

-Sai che non mi devi chiamare in quel modo-

-Scusatemi Ginevra- lei sorrise e se ne andò muovendosi sinuosamente nella sua divisa di pelle nera che metteva in risalto le sue forme e la scollatura del corpetto lasciava poco spazio all’immaginazione. Sorrise vittoriosa portando una ciocca del ciuffo dietro l’orecchio e continuò a camminare accompagnata dall’eco dei suoi passi.

 

 

Questa storia non è terminata

Ma solo rimandata.

Il continuo ci sarà

Ve lo prometto… non mancherà.

Basta aspettare e nel frattempo ricordare

Che la storia non è una bugia

Ma è magia.

Presto tornerò

E il proseguo vi narrerò ,

Nuove avventure ci saranno

E gli eroi torneranno.

Adesso io vi lascio con una domanda che vi tormenterà…

Chi è che si sacrificherà?

 

Il vostro umile servitore

Il Narratore.

 

 

Questo è tutto cari lettori, per il momento vi lascio con un puntino in sospeso. Ho già iniziato a scrivere il continuo, ma credo che  inizierò a postarlo solamente quando l’avrò completamente finito. E come avevo detto prima ho un’altra storia che sto scrivendo e se tutto va come previsto credo che la pubblicherò. Sono emozionata al pensiero di dire quella parolina che metterà fine a questo capitolo(L’ho dettaT^T). Però prima volevo precisare una cosa: il capitolo l’ho fatto iniziare direttamente con la battaglia per un fatto di forma,poiché avevo già descritto lo stato d’animo dei personaggi nel precedente capitolo mi sembrava inutile ripeterlo in questo. Bene, detto questo non ho altre scuse per non concludere.

Ringrazio tanto i tantissimi lettori che mi hanno dato la spinta a continuare fino ad arrivare qui…vi ringrazio con il cuore.

E ringrazio anche chi ha sempre postato:

Makiolina: mi dispiace deluderti ma già ho il continuo pronto e poi mi piace l’idea di fare un sequel. Comunque come vedi nel finale il piano di Kagome è stato spiegato e non ho lasciato molto in sospeso, cioè si è capito che Kagome ora fa parte del nemico… come si era capito già in precedenza, che lo sarebbe diventata, dalle sue teorie e dai suoi sogni. Beh comunque grazie per il tuo consiglio e spero di non averti offeso nel non accettarlo, se l’ho fatto ti chiedo perdono. Spero comunque che tu legga  anche il continuo…  Un kizzullo a presto =^^=-

Lucia_lair: eccomi qua… Dai il continuo ci sarà l’ho promesso no? e poi l’ha fatto anche il narratore(e come se avessi detto due volte la stessa cosa - -‘…XD) ebbene spero che anche questo capitolo ti piaccia come quello, anzi che sia il più bello! Comunque ci tenevo a ringraziarti per i tuoi commenti che mi hai sempre lasciato… sono contenta un mondo… grazie ancora ci vediamo alla prossima storia ciao!

Fmi89: eccomi qui… beh la curiosità per il momento finisce no? XD va beh c’è anche il continuo e quindi spero che la continuerai ad avere in modo che quando, finalmente, uscirà correrai a leggera XD… pretendo troppo adesso lo so… ma davvero lo spero. Grazie anche a te per aver commentato e fatto sapere che la storia era di tuo gradimento. Un Kizzullo forte ciao!

pulce852004: Non fai niente che hai recensito solo ora anzi va bene così:D…mi dispiace di non aver postato prima, ma ho avuto tante cose da fare… Grazie mille per la tua recensione e per i complimenti,ne sono entusiasta. Alla prossima ciao!

Le_montagnine: il fatto che vi abbia lasciate per ultime non  significa che eravate l’ultime della lista… anzi ci tengo a precisare che volevo lasciare qualcosa in più delle solite cose ^^. Prima di tutto grazie mille per la tua recensione continua… sapere che ti piaceva mi ha dato la spinta a scrivere e ha mettere qualche dettaglio in  più e spero che quest’ultimo capitolo sia abbastanza ricco di effetti per “ele” ^^… poi volevo ringraziarti per avermi fatto divertire ogni qual volta  leggevo le recensioni… grazie mille. E ancora Grazie di tutto… un attimo che adesso mi commuovo XD… un kizzullo enorme alla prossima storia! Spero che ci siate XD ciao!!

 

E infine ringrazio tutti quelli che mi hanno aggiunto tra gli autori preferiti:

1 - achaori 
2 -
aquizziana
3 -
fmi89
4 -
inukag4ever
5 -
jessy101
6 -
lucia lair
7 -
sonny

E quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti:

- abbie
 -
achaori
 -
angelik16
 -
animalcrossing94
 -
Anthy
 -
aquizziana
 -
ayra79
 -
BebyChan
 -
bribry85
 -
callistas
 -
ceres88
 -
Chiby
 -
CuddleAddict
 -
Fantasy_Mary88
 -
fmi89
 -
genesis
 -
GioRock
 -
Giuly_chan
 -
Hope35
 -
inukag4ever
 -
Jiada95
 -
kaggy95
 -
kamura86
 -
laretta
 -
le_montagnine
 -
lola2
 -
Lorimhar
 -
lucia lair
 -
martachan
 -
marychan89
 -
Mary_loveloveManga
 -
midnightx5
 -
morkia90
 -
Nancy95
 -
nefertade
 -
nitibotu
 -
Pazze_Sempai e Kohai
 -
petalodiluna
 -
piccolakate
 -
pulce852004
 -
sackiko_chan
 -
salf
 -
sonny
 -
Toru85
 -
velia1
 -
zac
 -
_Dana_

Ok è giunto il momento di dire quella cosa… prima però un kizzullo a tutti, grazie ancora e alla prossima!

 

Fine!!!!

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