Di scoiattoli, fiori di ciliegio e giardino tutt'attorno. di eleanor89 (/viewuser.php?uid=19481)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It doesn't work. ***
Capitolo 2: *** 60 ***
Capitolo 1 *** It doesn't work. ***
non funziona
Questa
storia nasce come spin off di uno dei 100 motivi ShikaIno. Per chi
non li conosce, lascerò il link qui, e indicherò il punto esatto
in cui si colloca la shot ShikaIno rispetto a questa storia con un
asterisco, che troverete più avanti.
Il
link è questo:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=404993
Questa
storia l'avrei voluta dedicare a suni,
ma non è degna di lei, quindi diciamo che le dedico l'intenzione di
scriverla, o qualcosa del genere. E la ringrazio per il pre-betaggio.
Compreso di “Sasuke
potrebbe essere I.C., sì, no.”
Ringrazio
la Sil
per il betaggio finale, cosa che fa su ormai tutte le mie storie,
povera donna. Se l'intenzione la dedico a suni, a lei dedico
l'epilogo e Ino e Kiba che la fanno sempre morire. E a me fanno
morire i suoi commenti sulla storia.
Sakura
lo guardò: i capelli biondi per una volta pettinati, i vestiti dai
colori meno sgargianti del solito, in mano un mazzo di rose che aveva
visto giorni migliori, rovinato probabilmente dalla pazza corsa
contro il tempo fatta da Naruto appena si era accorto di essere in
ritardo, e lo sguardo.
Lo
sguardo che la pregava in maniera adorabile di non inveire contro di
lui e di accettare lo sforzo.
Poi
ricordò il proprio riflesso allo specchio, quel filo di trucco, quel
leggero rossore alle guance dovuto all'idea di avere un appuntamento,
ma non al fatto che uscisse proprio con lui, perché era Naruto, e
per quanto potesse essere imbarazzante provare ad essere una coppia,
il rossore era soltanto la prova dell'emozione di avere un
appuntamento, non dei suoi desideri, speranze, del suo batticuore.
Queste cose non c'erano affatto.
Guardò
ancora quegli occhi azzurri, che chiedevano scusa, e lì comprese.
«Non
funziona.»
Naruto
sgranò gli occhi.
«Ma...
io... la sveglia, è solo... sono solo dieci minuti!» boccheggiò,
ancora ansante per la corsa. Poi si illuminò di un sorriso furbo.
«Offrirò io, naturalmente. Ti farò sentire una principessa oggi,
Sakura-chan!» esclamò, felice di aver trovato la soluzione.
Sakura
sospirò. «Lo fai già, ogni giorno.» disse lentamente, con voce
sicura, «Non è quello il problema. Naruto, guardati.»
Il
ragazzo osservò velocemente la felpa grigia e i pantaloni neri, poi
si sfiorò i capelli diversi dal solito cespuglio. Sakura considerò
distrattamente che stava davvero bene così, ma non ci fu alcun
batticuore, di nuovo. «Lo sapevo che non dovevo dar retta a Kiba...»
mugugnò Naruto, «Sono inguardabile, vero?» domandò
vergognosamente, ma con un sorriso di scuse, ancora.
«No,
sei veramente carino oggi. Più di quanto mi aspettassi.» rispose
Sakura in tono piatto, e Naruto alzò lo sguardo, prima acceso e poi
sconcertato dalla sua espressione. «Naruto, tu ti stai sforzando di
essere qualcun altro per piacermi, e non è così che dovrebbe
essere. Guardati. Hai vent'anni ormai, sei riuscito a farti accettare
da tutto il villaggio per quello che sei, e ora, per uscire con me,
ti sforzi di essere un'altra persona. Questo non può essere giusto.
Dovrebbe essere tutto molto più naturale, più... Tu devi stare con
qualcuno che ti voglia così come sei.» spiegò, incerta. Nella sua
mente trovò gli occhi bianchi di Hinata, il suo sacrificio nella
battaglia contro Pain cinque anni prima, e si sentì più sicura.
Naruto
restò in silenzio.
«E
io invece... io dovrei sentirmi elettrizzata, ma sento che è come se
stessi uscendo con un fratello. Sì, è diverso, sono in imbarazzo e
anche io ho cercato di rendermi carina, ma... ma è diverso. Non
dovrei sentirmi così, io so come mi dovrei sentire...» la sua voce
terminò in un mormorio colpevole.
Il
sorriso fioco di Naruto la colpì al petto: «Ti sei già sentita
così in passato col Teme, no?»
«Naruto...»
cominciò lei, e per un attimo fu terrorizzata all'idea che i due
litigassero seriamente a causa sua.
«E
io oggi sono venuto qui perché tu eri gelosa di Hinata.» ammise il
ragazzo.
«No,
aspetta, lasciami spiegare! E' vero, è tutta colpa mia...» notò
l'espressione divertita di Naruto, ma continuò, «Davvero, lo so. Ma
non ero gelosa di Hinata in quel
senso, è che forse mi dava fastidio l'idea che qualcuno ti
allontanasse per sempre da me. Sono egoista, lo so, ma...»
«E
io avevo paura che tu ti allontanassi da me se io avessi chiesto ad
Hinata di uscire, invece che provarci con te. Avevo paura di
perderti. Noi della nostra squadra siamo un po' troppo ossessivi con
queste cose, che strano, eh?» scherzò lui, poggiandole una mano
sulla spalla. «Lo so da sempre chi ti piace, e credo che forse, un
pochino,
sono stato egoista anche io. Quindi te lo concedo, ecco.» terminò,
giocosamente solenne.
Sakura
sentì gli occhi bruciare e li alzò verso il cielo, pregando di non
piangere anche in quel momento. «Tu no, Naruto, tu non sei stato
egoista.» negò lealmente, «Io dovevo spiegarmi, invece che fare
l'offesa. E' che...»
«Non
funziona.» riprese lui, agitando il mazzo di rose a riprova del
fatto. «Siamo amici, Sakura-chan, e sempre lo saremo.» la
rassicurò, dandole poi un bacio sulla fronte, che ad entrambi
ricordò Tsunade.
Stavolta
Sakura non fermò la prima lacrima, l'occhio destro l'aveva tradita
quando aveva cercato di sorridere, e annuì debolmente. «Grazie.»
«E
di che.» fece lui, col sorriso che tornava a splendere.
«Allora
vai, ed esci con la persona giusta.»
Stavolta
Naruto la guardò apertamente confuso, «La persona giusta?»
«Ah,
che idiota, non ti sarai già dimenticato di Hinata?» sbottò lei,
dandogli una spinta un po' troppo violenta contro la spalla. «Va' da
lei, corri, sei sicuramente ancora in tempo.»
«E
tu?» azzardò lui, timoroso, tenendosi la spalla dolorante con una
mano.
Sakura
fece un'alzata di spalle indifferente. «Io ora me ne torno a casa e
mi riposo un po', sarei comunque stravolta dalla stanchezza, dopo
questi giorni all'ospedale. Ci vedremo alla festa.»
«Penso
che inviterò Hinata lì, invece che uscirci ora. Non sarebbe carino
presentarmi da lei col mazzo di fiori che ho per te.»
Sakura
inarcò le sopracciglia. Va bene che Naruto era cresciuto, ma non
l'avrebbe mai creduto così sensibile, davvero. «Hai ragione.»
concordò, più stupita che altro.
Poi
da lontano riconobbe i vestiti neri e striminziti di uno dei compagni
di squadra.
«Toh,
c'è Sai. Vado da lui. Ci vediamo alla festa, Naruto.»
E
prima di dargli il tempo di rispondere, fuggì letteralmente via.
It
doesn't work.
Si
scrutò allo specchio, con sguardo critico. Spostò una ciocca rosa
indietro, a suo giudizio troppo lunga per ricadere con le altre
davanti, e aggiustò con un piccolo tocco la crocchia sulla nuca. Poi
abbassò lo sguardo al decolleté, che non sarebbe mai stato pieno
come quello di Ino, inutile illudersi, ma che faceva un po' la sua
figura grazie al kimono che perdipiù sottolineava il ventre piatto
con la stretta cintura. Suo cruccio che sottolineasse anche i
fianchi, a suo parere troppo larghi. Le gambe lunghe erano messe in
risalto dallo spacco. I tacchi la rendevano ancora più slanciata.
Eppure
non si piaceva.
Tornò
a guardarsi, alla ricerca di eventuali difetti: le unghie troppo
corte, lavorando in ospedale non poteva permettersi eccessi, il
kimono tutto nero che forse faceva troppo contrasto con la sua
carnagione chiara, avere i capelli raccolti invece che sciolti come
al solito, gli orecchini troppo grandi o troppo piccoli, ma niente la
soddisfò come causa del suo malessere. Ci rinunciò, rassegnata.
Voleva
sapere se a Naruto le cose erano andate bene, comunque, o perlomeno
meglio che a lei, ché Sasuke non l'aveva visto neanche di striscio,
neppure dall'Hokage, il quale essendo nient'altri che Kakashi aveva
il privilegio di essere degnato della presenza dell'Uchiha tutte le
volte che la richiedeva.
Con
un sospiro, accettando definitivamente che non si sarebbe piaciuta
neanche restando un'altra ora davanti al grande specchio, ruotò i
tacchi e si diresse nella stanza in cui si preparavano i ragazzi. Era
un ricevimento formale, a cui erano stati invitati i rappresentanti
delle nazioni amiche, e tutti dovevano fare bella figura.
Quindi
i ragazzi si erano chiusi in uno stanzino per consigliarsi a vicenda
ed evitare che qualche membro del proprio gruppo combinasse guai e
fosse confinato in una missione di tre anni lontano da Konoha con
tutta la squadra. Erano peggio delle donne poi, quando cominciavano a
scambiarsi pareri sui vestiti che finivano in offese, risate, e
infine botte giustificate. Come quando Kiba aveva chiamato i capelli
di Neji, tipici capelli Hyuga, una “chioma da donna”, condendo il
tutto con la solita risata sguaiata che a Sakura ricordava quella di
Ino nei momenti in cui blaterava di roba piccante. Per una volta il
genio della casata cadetta aveva lasciato perdere maniere e modi di
fare indifferenti per passare alle mani.
Ad
onor del vero, non che Kiba ci fosse andato tanto lontano. Ma visti i
gusti estetici dei suoi tre compagni di squadra, sì, tutti e tre,
Sakura aveva preferito tacere ed evitare di concordare.
Sentì
le voci dei ragazzi e
iindividuò
la porta giusta appena svoltato l'angolo.
«Sembro
un dannato cretino. Oh, i miei poveri veri vestiti...» si stava
giusto lamentando Kiba.
«Se
intendi la robaccia di pelle che indossi di solito, sei quasi
decente con questi. Ti consola?» intervenne Neji, con tono piuttosto
altezzoso. Niente, si era legato la storia della chioma al dito.
E
probabilmente lei stava arrivando giusto in tempo per fermare una
rissa.
«Maledizione!»
esclamò Naruto, facendola sobbalzare.
«Sei
scemo?» sbottò Kiba, in tono sgomento, dimenticando Neji.
«L'obi!
Non riesco a fare questo stupido nodo! Non uscirò di qui, chiaro?»
si impuntò in tono offeso, sbattendo poi la testa contro una
specchiera identica a quella della stanza in cui si era cambiata
Sakura.
«Allora
dev'essere una cosa prettamente maschile e genetica non riuscirci.»
sbuffò Sakura, comparendo alla porta socchiusa. I ragazzi erano già
più o meno vestiti, perciò si limitarono a saluti sconsolati che le
davano ragione. Naruto non doveva aver detto loro nulla, perché
sembravano perfettamente a loro agio e convinti che i due facessero
coppia.
Già,
Naruto. Quando Sakura lo vide ci mancò poco che si commuovesse
ancora. Era davvero bello e impacciato al tempo stesso, con la
cintura tutta storta e gli occhi speranzosi a illuminarne il viso.
«Mi
aiuti tu, Sakura-chan?»
«Certo
che sì. Stai molto bene.» si complimentò, raggiungendolo. «Guarda,
non è difficile, ci stavi riuscendo... questo va su...»
«Se
dopo lo fai anche a noi, ci fai un favore...» borbottò Kiba
contrito.
«Io
lo so sistemare.» intervenne Shino, tetro. «Certo, se qualcuno
notasse la mia presenza e chiedesse a me...»
«Scusa
Shino, scusa!» si affrettò a dire Kiba, «Aiutami tu e facciamola
finita, dai.»
«No.»
«Come
no?»
«Adesso
non ti aiuterò più.»
Sakura
sospirò.
«Che
occhi tristi hai, Sakura-chan.» sussurrò Naruto, e lei lo guardò
stupita. Gettò uno sguardo alle specchio dietro di loro,
riconoscendo che incorniciati dalla matita nera le erano sembrati
perfetti e non aveva badato alla propria espressione.
«Ecco
cos'era a non piacermi...» mormorò.
«Come?»
«Niente.
Tranquillo, stasera mi divertirò. Tu devi pensare alla tua dama,
poi.» gli ricordò a voce più alta, mentre Naruto arrossiva e
sorrideva.
«Sì,
beh, anche...» farfugliò.
«Prego?
Non sei tu la sua dama, Sakura-san?» domandò Lee, esprimendo il
pensiero che era passato per la testa di tutti.
«Io?
No, no.» rispose lei, scuotendo la testa. «Ecco la tua cravatta.
Ora va' da
lei.»
Naruto
restò immobile a fissarla per altri due secondi, poi fece un passo
indietro.
«Sei
bellissima comunque.»
«Certo
che lo sono.» cinguettò lei, sforzandosi di apparire serena. Poi
gli diede una pacca sul sedere, esclamando un: «Fila via!» che lo
fece ridere. Anche gli altri risero, pur restando visibilmente
curiosi.
«Ehi,
vacci piano! Sakura, il tuo cavaliere quasi mi investiva...» si
lamentò Ino, introducendosi a sua volta nella stanza dei ragazzi.
Quando vide l'amica quasi trattenne il fiato, portandosi poi
drammaticamente una mano al cuore.
«Il
tuo kimono è quasi
più bello del mio. Te lo straccerò mentre scenderemo le scale, te
ne rendi conto, vero?»
Sakura
osservò il bellissimo abito blu in cui era avvolta l'amica, e fece
una smorfia poco convinta. «Comunque non è il mio cavaliere.»
precisò.
«Come?»
domandò Ino, andando automaticamente a raggiungere Shikamaru e Choji
per occuparsi dei loro abiti eleganti.
«Naruto
non è il mio cavaliere. Ballerà con un'altra, stasera.» spiegò
Sakura, guardandosi allo specchio. Rifletté se togliere la matita,
che portava l'attenzione sui suoi occhi. Per un momento desiderò
averne imperscrutabili come quelli di Neji.
«Scusami?
Devo prenderlo a calci?» la voce di Ino era salita, facendosi
minacciosa. «Dimmelo perché lo rincorro ora.»
Sakura
si voltò di scatto, allarmata. «Stai buona, ce l'ho spedito io.»
Ino
la guardò come se fosse totalmente scema, e Sakura in parte ci si
sentì. Poi ricordò le circostanze in cui era finita in quel modo.
«Non funzionava, Ino, semplicemente.»
I
ragazzi cominciarono a fissare qualsiasi oggetto presente,
imbarazzati dall'argomento.
«Oh.»
fu il saputo commento di Ino, «E quindi l'altra chi è? Spero...»
«Hinata.»
Le
reazioni a quel nome furono diverse: Neji sgranò gli occhi, poi con
profondo disappunto lisciò la gamba del pantalone e sospirò,
accettando la cosa di buon grado per il bene della cugina; Kiba
spalancò la bocca e si portò poi una mano sulla fronte a coprire
gli occhi, minacciando interiormente Naruto se avesse osato combinare
guai con la delicata compagna di squadra; Shino spostò di qualche
millimetro la testa indietro con uno scatto, forse spalancando gli
occhi dietro gli occhiali scuri o forse no, poi scosse la testa,
arreso.
Ino
stirò le labbra in un sorriso che le illuminò anche gli occhi,
portando nuovamente le mani al petto.
«Sta
zitta! Dici sul serio? Oddio, la nostra piccola Hyuga avrà un
infarto prima della fine della serata!» squittì eccitata, mentre
Kiba si lasciava sfuggire un singhiozzo di disperazione e guardava
Shikamaru, affinché la fermasse.
«Le
vogliono bene...» rispose il Nara, vago.
«Sì,
e a Naruto conviene fare le cose per bene.» accennò Sakura, ponendo
le mani sui fianchi. Il tono però era fin troppo affettuoso, e il
sorriso da gatta di Ino mutò in uno dolce.
«E
lo stesso vale per lei, immagino. Non che si corra il rischio che sia
lei quella a fare sciocchezze ma...»
«Sono
veramente carini insieme.» commentò Sakura, tornando allo specchio.
Ino
tirò di più l'obi di Shikamaru e annuì soddisfatta al suo
indirizzo.
«Va
bene?» borbottò lui stancamente, e lei tirò fuori ancora una volta
il sorriso dolce.
«Sei
un bel cavaliere.»
Shikamaru
nascose il rossore voltando il viso e portando una mano dietro la
testa, mentre Ino raggiungeva Sakura e la faceva voltare.
«Ferma
così.» ordinò, mentre lei si immobilizzava. Le sue mani andarono
alla crocchia rosa, che sciolse dalle innumerevoli forcine sotto gli
occhi inorriditi dell'amica.
«Hai
idea di quanto tempo...» tacque, sentendo le ciocche ora ondulate
ricaderle sulla schiena, e poi qualcuna sul viso, che Ino si premurò
di scostare con un tocco che sapeva di carezza.
«Così...»
sussurrò, osservando il proprio operato. «Ecco. Ora sei la più
bella.» pronunciò le parole con tanto orgoglio che Sakura evitò di
protestare.
«Credevo
che quella fossi tu.» sottolineò con un leggero broncio.
«Beh,
per stasera io sono al secondo posto.» ribatté Ino, inclinando il
viso. «Ora fa' un vero sorriso, eh? Sei stupenda e ti cadranno
tutti ai piedi.»
Sakura
arrossì, sentendo anche gli sguardi degli altri su di sé. «Ino...»
cominciò, lamentosa, e l'altra le mise le mani sulle braccia.
«Sei
splendida, veramente. Un fiore.» disse piano, sperando che le parole
sortissero l'effetto sperato. Non ne poteva più di vederla così,
davvero.
All'altra
tornarono in mente i discorsi su cosmee e su come lei fosse un fiore
che ancora non era sbocciato.
«Un
fiore?» ripeté Sakura, incerta.
Ino
sorrise, con l'affetto non di un'amica ma di una sorella, e la lasciò
andare.
«Vado
a vedere se Naruto non si è già messo nei pasticci. Tu, mi
raccomando...» e si portò due dita ai bordi delle labbra,
sollevandole verso l'alto in un buffo sorriso.
Sakura
principalmente stava per piangere, ma finì col tirar fuori una
risatina, mentre Ino si imbatteva in Tenten nel corridoio.
«Ehi,
donna, vieni con me! Naruto deve fare il cavaliere di Hinata!»
«Di
Hinata?!» si sorprese ovviamente anche Tenten, e si bloccò, mentre
passava di fronte alla porta spalancata e coglieva Sakura che ancora
ci guardava attraverso.
«Bellissima.»
si complimentò, alzando un pollice e poi tornando a sollevare la
gonna per seguire Ino di corsa.
«Che
ragazza dolce... Shikamaru, evita di farla prendere a qualcun altro.»
commentò soltanto Kiba, il primo a lasciare la stanza.
Shikamaru
sussultò, e Sakura voltò il capo verso di lui, divertita. «Ino
Yamanaka in Nara. Ti piace Choji?»
«Assolutamente.»
rispose questi, mentre si apprestava insieme a Lee a porgerle il
braccio. Sakura accettò entrambi, e fu scortata fuori.
Neji,
ripresosi dall'imbambolamento, solo mentale, che l'aveva colto alla
vista di Tenten, diede una pacca sulla spalla a Shikamaru e imboccò
la porta, con Shino al seguito. Sai, aspettando che Shikamaru
lasciasse la stanza, fu forse il primo a chiedersi dove fosse Sasuke
quando serviva.
Sakura
invece si sistemò al fianco di Ino, che si era fermata ancora al
piano di sopra ad osservare la sala piena di persone in abito di
sera, salutando con un cenno la sua scorta.
Ino,
ovviamente, le domandò: «Come ci sei finita a fare da madrina a
Naruto e Hinata?»
«Sai
com'è... non ha funzionato. Siamo amici.»
«Ci
sei arrivata ora? E' così che funzionano i team di solito.»
«Beh,
il tuo di team.»
«Shikamaru
e Choji sono amici!» ribatté Ino scioccata, guardando Choji
affrettarsi ad attraversare la sala, forse avendo individuato qualche
vecchia conoscenza.
«Ma
tu e Shikamaru non siete amici.»
L'occhiata
che Ino le scoccò era peggio che omicida e Sakura si affrettò a
spiegare la situazione.
*
E
mentre lo faceva capiva che ancora, dopo tanti anni, era sempre e
solo Sasuke quello che rispondeva a ciò che cercava. Se
avesse ricambiato, naturalmente. Non
era neppure lo stesso amore che aveva da ragazzina. Era convinta di
averlo superato in quel senso, quando era tornato a vivere tra loro,
e proprio per questo si poteva dire che se ne fosse innamorata di
nuovo, stavolta di Sasuke per ciò che era, senza idealizzarlo. Un
egoista, egocentrico, presuntuoso, rabbioso, vendicativo, infantile,
orgoglioso, incivile, splendido uomo, che regalava un sorriso una
volta l'anno o meno, ma che sapeva farla sentire l'unica al mondo con
un solo sguardo.
Il
che era peggio che essere legata alla sua vecchia cotta.
Finito
di chiacchierare con Ino, che comunque non gliela contava giusta con
tutta quella dolcezza ingiustificata, prese la via delle scale. E
dopo i primi gradini capì che per l'amica la serata avrebbe
raggiunto una brusca virata verso il basso, nel momento in cui
incrociò Temari e Kankuro salire le stesse scale. Avrebbe voluto
aiutarla, lei le aveva persino suggerito dove trovare Sasuke, ma
quando si voltò ancora indietro scoprì che Ino stava già sparendo
lungo il corridoio di sopra. Tornò a scendere, salutando con un
cenno poco partecipe i due fratelli.
Rallentò
all'ultimo scalino, ora che Sasuke non era più visibile, nascosto
dalla marea di persone. Poco dopo arrivò Sai, al suo fianco.
«Oggi,
davvero, non sembri un cane rabbioso.»
Sakura
non ebbe la forza di prendersela per quell'aggettivo che le
affibbiava da sempre e ringraziò riluttante.
Improvvisamente
notò che tutti i suoi conoscenti tornavano a salire le scale, forse
per salutare i due del deserto, e si fece da parte.
«Scappa
appena puoi, è noiosissimo qui.» le consigliò premurosamente Lee,
e persino Neji si aggiunse al gruppetto.
Lei
annuì con un mezzo sorriso, scoprendo che Sai era rimasto accanto a
lei.
«Cosa
c'è?»
«Niente.»
rispose lui, nascondendosi dietro un sorriso criptico. Diverso dai
soliti sorrisi falsi, perlomeno.
«Sai,
non mi sai mentire.»
«Mi
chiedevo se tu non avessi bisogno di compagnia, fino a raggiungere
Uchiha.»
Sakura,
semplicemente, lo abbracciò.
«Non
capisco...» ammise il ragazzo e lei rise.
«Sei
stato veramente carino a preoccuparti per me, Sai. Sei un ottimo
amico e compagno di squadra, te lo avevo mai detto?»
A
giudicare dalla sua espressione no, non glielo aveva mai detto.
«Anche
tu lo sei.» rispose Sai con schiettezza, e Sakura sorrise
rincuorata e incoraggiata.
«Ce
la faccio, tranquillo. Prima raggiungo Tenten però, per due
chiacchiere tra donne. Tu ti ambienterai?»
«Ho
visto Juugo.» rispose lui tranquillo. Un po' inquieta, lo lasciò
andare. Juugo non era esattamente l'esempio di persona affidabile a
suo parere, ma del resto era meglio lui che a regger candela con
Suigetsu e Karin, che le sembravo le copie più violente di Shikamaru
e Ino, o di se stessa e Naruto ai tempi dell'accademia. Anzi,
sicuramente i primi, visto che Naruto non aveva mai osato
stuzzicarla, e neppure era
arrivato
a certi picchi di malignità come Suigetsu. Quanto a Karin, che
com'era scontato odiava Sakura ricambiata, purtroppo le sembrava
molto simile alla ragazza che era stata, sebbene ora si fossero
calmate entrambe. L'aria di pace che si respirava a Konoha faceva
bene a tutti, non c'era da dir nulla in quanto a questo.
«Tenten.»
la raggiunse, e la ragazza smise di giocare coi propri ricci.
«Sakura...
Sono fuggiti a salutare quelli di Suna.»
Tenten
era sicuramente molto professionale e cortese in missione, ma non
avrebbe mai mandato giù il suo primo incontro con la ragazza del
team Sabaku, che oltre a batterla l'aveva umiliata e aveva infierito
sul suo corpo esanime. Erano cresciute tutte, certo, ma alcune ferite
dell'orgoglio non se ne andavano facilmente con due visite ogni anno.
«Ho
notato. Ino sarà entusiasta.» si lasciò sfuggire.
«Eh...
a proposito di Ino, ti direbbe che hai fatto un bel colpo.»
«Che
intendi?» domandò Sakura, poggiandosi una mano contro l'altro
braccio.
«Che
la faccia del nostro Uchiha-sama
mentre abbracciavi Sai è stata impagabile.» spiegò Tenten,
terribilmente divertita. «Pensavo che sarei morta cercando di
trattenere le risate.»
«Mi
stai prendendo in giro.» decise Sakura, incredula.
«Oh
no, no. Assolutamente no.» confermò Tenten, di nuovo sul punto di
ridere, «Non lo facevo pure geloso insieme agli innumerevoli difetti
che elencate sempre. Ma lo è.»
«Più
che geloso direi possessivo, e lo sarebbe anche con una posata se
gliela togliessero di mano.» specificò, abbattuta.
«Ma
insomma, dov'è la Sakura che non smette mai di sperare? Lui si sta
servendo su un piatto d'argento e tu che fai, guardi da un'altra
parte?» esclamò Tenten, a metà tra l'esasperato e l'incoraggiante.
«Si
sta servendo su un piatto d'argento?» ripeté scettica, con una
smorfia divertita sul viso.
Tenten
ghignò. «Con tanto di mela in bocca.»
Si
separarono sghignazzando, probabilmente prese per ritardate da buona
parte dei presenti, e Sakura riuscì a recuperare compostezza e
dignità solo in vista del suo obbiettivo, che beveva vino con un
calice dietro cui più che altro si nascondeva dagli attacchi rapaci
di un gruppo di spasimanti.
Sasuke
Uchiha a vent'anni era incommensurabilmente bello, qualcosa che si
poteva solo immaginare a dodici o a quindici. Era un uomo così
affascinante da far capitolare anche le donne sposate, di questo ne
avevano prove sicure, e neppure le voci del suo passato riuscivano a
sviare l'attenzione delle signore, anzi. Sembrava quasi che l'aura di
mistero e pericolo facesse da afrodisiaco.
Tutte
immaginavo un ragazzo dal carattere praticamente perfetto, ostacolato
dal destino e da un consiglio malvagio, che usciva pulito persino
dopo essere stato tre anni sotto le file di un sennin pazzo e
pericoloso e che salvava Konoha da un Hokage e un consiglio
corrotti, da un Kyubi e da un suo stesso antenato. Un cavaliere senza
paura e con qualche macchia data dalla giovane età.
Certo,
tutto vero, tranne il piccolo particolare del carattere.
«Lasciatemi
in pace, siete noiose.»
Appunto.
Qualcuna
si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa e offesa vera e propria e
le prime cominciarono ad abbandonare il campo.
«Sto
per farmi portare la katana dal mio compagno.» ammonì le restanti,
che decisero che era giunto il momento di lasciarlo solo.
«Spero
tu parli di affettare sushi.» disse Sakura in tono di rimprovero.
Lui le concesse un'occhiata agghiacciante, che invece che spaventarla
o farla sentire in colpa la fece quasi gongolare.
Tenten
aveva ragione.
«Vattene.»
la scacciò subito, privo di tono. Poteva essere scambiato per il
Sasuke dei primi tempi a Konoha, ma il fuoco che gli ardeva negli occhi
era qualcosa che mancava a quel ragazzo che sembrava senz'anima.
Tenten
aveva mortalmente
ragione.
«No.»
rispose lei, prendendo posto accanto a lui, con le mani poggiate al
muro dietro la schiena e un sorrisetto soddisfatto.
Sasuke
represse a malapena un moto di stupore, poi ringhiò: «Devo essere
più esplicito?»
«Puoi
provarci, ma sai che né io né Naruto ti ascoltiamo.»
«Tsk,
quell'altro.» sputò, «Dov'è il tuo cavaliere?»
«Con
la sua dama. Guarda in cima alle scale.» suggerì lei, onestamente
divertita.
Sasuke
alzò la testa di scatto, e lei ne ammirò segretamente il profilo
perfetto.
«Hinata?»
pronunciò quel nome con aperto sconcerto. Sapeva soltanto che fino a
due giorni prima tutta Konoha mormorava di un appuntamento tra Naruto
e Sakura, poi si era chiuso in casa, avendo altro da fare che non
ascoltare i pettegolezzi di un villaggio a cui non sentiva di
appartenere granché, e ora non riusciva a collegare le due cose.
«Hyuga.
In carne e ossa.»
«Ti
ha mollata per lei?» sbottò Sasuke, ancora incredulo, voltandosi a
guardarla. Certo, in quanto a tatto, Sakura aveva poco da ammirare.
Se davvero fosse andata così avrebbe minimo meritato uno dei suoi
pugni. C'era anche da dire però che la piega sulla sua fronte
segnalava disapprovazione all'idea, e ciò era adorabile.
«No.
Ci siamo mollati insieme per lei.» lo corresse. «Anzi, mollati non
è il termine giusto, non è mai cominciato nulla.»
Sasuke
tornò velocemente impassibile, e riportò il calice alle labbra.
Sakura
si sforzò di smettere di guardarlo, e notò che Sai aveva raggiunto
Tenten invece che Juugo. O forse era il contrario, che l'amica
tentasse di far ingelosire Neji seguendo il suo esempio?
Anche
Sasuke li aveva evidentemente notati, perché aveva di nuovo
aggrottato la fronte e le aveva lanciato un'occhiata di sfuggita.
Sakura l'aveva percepita, era impossibile non notare che Sasuke la
stesse guardando dato che le dava sempre i brividi, sempre,
ma non aveva detto nulla, limitandosi a mostrarsi serena anche su
quel fronte. Per quanto potesse essere serena con lui accanto.
«Tornano
tutti giù.» constatò, approvando l'occhiata di Neji che era caduta
sulla compagna di squadra e Sai.
«Sai
non uscirà vivo da questa sala.» osservò Sasuke.
«Cerca
di non sembrarne così compiaciuto.» lo rimproverò.
«Non
lo sono.» si giustificò lui, senza troppa convinzione. Ora la stava
scrutando. «Perché dovrei?»
«Perché
lo detesti da cinque anni a questa parte?» lo provocò Sakura con un
falso sorriso innocente. Sasuke si irrigidì, colto sul fatto.
«Ti
sbagli. Non provo il minimo interesse per lui.»
Sakura
fu tentata di stuzzicarlo ancora, ma era sicura che lui l'avrebbe
abbandonata sul posto piuttosto che sorbirsi una cosa simile, specie
dato che palesemente mentiva, e lasciò cadere.
Partì
una canzone romantica, e alcune coppie cominciarono a ballare. Naruto
e Hinata diedero il buon esempio quasi per primi.
Sakura
si rassegnò a passare il resto della serata al muro, in compagnia di
Sasuke, senza riuscire a trovare la cosa avvilente o patetica. Le
bastava. Avrebbe preferito parlare, ma conoscendolo era praticamente
impossibile, quindi si accontentò.
Per
questo quando dopo due minuti Sasuke aprì bocca, Sakura sobbalzò.
«Non
mi chiedi di ballare?»
Lo
guardò stralunata, rischiando di cadere a terra mentre si ritraeva.
«Vuoi ballare?» chiese sgomenta.
«No.
Ma mi chiedevo perché non fosse già arrivata la tua domanda.»
spiegò lui, arrogante, facendo poi un cenno in direzione di altre
commensali che lo mangiavano con gli occhi. In realtà Sasuke non era
così sicuro di sé, anzi, dopo aver visto Sakura scendere le scale
si era convinto che per averle dato tutte le volte della poco
attraente o noiosa negli ultimi anni doveva esserci qualcosa di molto
sbagliato in lui, però per il suo orgoglio doveva limitarsi ad
essere il solito stronzo ed evitare di farle capire quanto quella
sera lo incuriosisse più del solito.
In
realtà, da quando era tornato a Konoha, ormai da tre anni, e da
quando era tornato a vivere a tutti gli effetti, due anni, il team
sette più Sai aveva ricominciato a fare i primi passi assieme, e non
c'era stato poi così tanto tempo per considerazioni di quel tipo. O
meglio, per un altro ci sarebbe stato, ma non per Sasuke, che prima
aveva messo un po' d'ordine nella sua testa e nella sua vita.
E
quando un bel mattino si era svegliato relativamente in pace, per
quanto appunto potesse esserlo, e aveva trovato Sakura a cucinargli
la colazione [Naruto
dormiva stravaccato sul divano ma questo era altrettanto tipico],
si era reso conto di trovarlo non solo naturale, ma come un qualcosa
di più che benvenuto. Necessario.
E
lì aveva notato che Sakura non era più quella di prima.
[Poi
aveva svegliato Naruto con un calcio, naturalmente.]
«Perché
davo per scontato che non ti saresti mosso di qui.» rispose Sakura,
schietta e forse un po' brusca a causa del tono dell'altro.
«E
se non mi muovo io non lo fai neppure tu?» indagò, con una luce di
interesse negli occhi. Quello sarebbe stato dalla “vecchia Sakura”
non dalla nuova.
«Sono
stanca.» ammise. «Sto studiando un nuovo volume che mi ha mandato
Shizune-san con... Beh, non importa.» si interruppe.
Sasuke
si staccò dal muro, stirando appena un braccio addormentato. Sakura
catalogò la smorfia del suo viso che si risvegliava dal torpore come
“deliziosa”. «Onestamente credo che parlare dei tuoi volumi di
medicina sia molto più interessante che stare qui a guardare persone
ballare senza il minimo senso del ritmo o della vergogna. Di cosa
tratta?»
E,
incredula, Sakura si ritrovò coinvolta in una conversazione
intellettuale con Sasuke.
Certo,
mentre lui esprimeva qualche opinione lei si perdeva in quei capelli
corvini che ricadevano sul suo viso, o magari se faceva l'errore di
incontrarne gli occhi scuri, liberi ormai dalle occhiaie e tornati
allo splendore che avevano forse solo quando era un bambino, perdeva
il filo del discorso, ma Sasuke sembrava averlo perdonato e lo
accettava come se gli fosse dovuto.
Imbarazzante
a dirsi, ma era probabilmente abituato al fatto che lei perdesse
facoltà mentali guardandolo negli occhi, ad eccezione dei momenti in
cui lo stava curando o che lo prendeva in giro, dimentica del fatto
che fosse “lui”.
E
Sakura non sapeva che effetto lei stesse facendogli, ogni volta che
scostava le ciocche dei lunghi capelli indietro, che a volte
scivolavano sino alla scollatura, oppure dondolando da una gamba
all'altra, o quando si erano seduti e le aveva direttamente
incrociate, con lo spacco che mostrava generose porzioni di gamba,
oppure ascoltandolo rapita con quegli occhi che sembravano due
smeraldi, spingendosi avanti e aprendo leggermente le labbra.
Quando
Sakura si accorse che Ino era ricomparsa, e niente meno che mano
nella mano con Shikamaru, fu solo per caso e per fortuna, perché
Sasuke stava giusto arrivando al limite e cominciava a perder pezzi
del discorso lui stesso.
«Scusa
un secondo.» si interruppe lei, sporgendosi poi sul tavolo. «Psss!
Ten!»
L'altra,
vicina al buffet, si voltò stupita e notò che Sakura le indicava
le scale per poi tornare composta facendo finta di nulla.
Sasuke
la guardava interrogativamente.
«Shikamaru
e
Ino.»
spiegò lei, trattenendo a stento l'entusiasmo. Si alzò in piedi,
guardando il suo interlocutore dall'alto verso il basso, con un
sorriso che non riusciva a reprimere. «Torno immediatamente.»
Sasuke
la guardò allontanarsi velocemente e saltare sulle spalle di Tenten,
come se fossero ancora due ragazzine. Sbuffò, divertito all'idea che
non sarebbe mai cambiata in quel senso. Solo in quel senso, ma quello
migliore che poteva restare anche così.
Alzandosi
a sua volta incrociò lo sguardo di Naruto che rideva. Anche i suoi
occhi erano gioiosi, in quel modo particolare che faceva sentire
Sasuke contemporaneamente a disagio e bene, perché sentiva di essere
in parte l'artefice di quella felicità profonda, che quasi lo
riscattava di tanti suoi errori.
Naruto
sillabò un “Teme” a cui rispose con un “Dobe”. L'altro fece
un'
espressione
tanto buffa al vederlo rispondere di nuovo così, come se fossero ancora due
bambini, che Sasuke faticò a non ridere.
«Che
c'è?» domandò Sakura di ritorno, un'altra col sorriso genuino.
«Finito
di spettegolare?» domandò, tentando di apparire maligno ma finendo
col sembrare soltanto paziente.
«In
realtà no, ma sono così carini che aspetterò a domani per
torturare Ino.»
«E
lei torturerà te?» domandò, insinuando come la sua presenza
assieme a lui non fosse casuale o soltanto amichevole.
Sakura
si finse nel dubbio, portando un indice alle labbra: «Beh, purtroppo
non avrebbe molto da farmi dire... Finirà col cercare te, magari,
per rifarsi di pettegolezzi.»
«Questo
non possiamo permetterlo.» dichiarò lui. «Usciamo a fare un giro.
Inventerai qualcosa domani su quel che abbiamo fatto.»
Sakura
annuì, cercando di non ridere istericamente.
Non
solo stavano civettando, ma forse avrebbe avuto qualcosa da
raccontare davvero.
“Piano,
non montarti la testa, Sakura...” si disse, cercando di calmare i
battiti del proprio cuore. “Se ti illudi va a finire che ci resti
male. Lui non vedeva l'ora di scappare dall'inizio, quindi calmati.”
Mentre
la seguiva ebbe una fugace impressione di Tenten che seguiva Neji
fuori dalla sala, per una porta che dava all'interno del palazzo, e
non sembravano felici. Reprimendo la curiosità e sperando in bene
per l'amica, continuò a camminare, seguendo le spalle di Sasuke e
poi accelerando, per trovarsi perlomeno al suo fianco.
«Ino
ti fa così paura da costringerti a fuggire?» domandò infine
divertita.
Sasuke
sbuffò. «La Yamanaka sa essere incredibilmente fastidiosa e
testarda, quasi pari a Naruto.» replicò altero.
«Concordo.»
disse Sakura, con una sfumatura di affetto nella voce.
Sasuke
le rifilò un'occhiata attenta. «Non litigate più.» considerò
come se questo particolare avesse un'importanza capitale. «Non sul
serio.»
«Stava
ballando con Shikamaru, hai notato? Direi che lei non è più
interessata a te, se non come bell'uomo da guardare...» cicalò
Sakura con leggera malizia, alzando lo sguardo al cielo stellato.
Represse un gemito di stupore alla vista di tutte quelle stelle, più
visibili persino che a Konoha.
«Il
modo in cui sottolinei che è lei a non esserlo sembra quasi
un'offerta da parte tua.» constatò Sasuke.
Sakura
non si fermò ma non poté trattenersi dal guardarlo. Sasuke era
impassibile, esclusa la piega delle sue sopracciglia che suggeriva
una leggera ironia nelle sue parole.
“Certo
che se l'aspetta, lui è quello che tutte amano, bastardo
presuntuoso...” le suggerì la coscienza, che poi si lanciò in una
serie di commenti su quanto del resto lui avesse ragione.
«Io
non mi offro.»
specificò, «Ma non nego che per quanto mi sforzi probabilmente ti
amerò per sempre, non ci posso fare nulla. Così come tu e Naruto
sarete per sempre sia amici che rivali, è più forte di voi, ce
l'avete nel sangue, no? Beh, io ho te
nel sangue.» si interruppe. «Oh, speravo in una metafora migliore,
questa è leggermente macabra.»
«E
ti sta bene così?» sbottò Sasuke, stupefatto dal suo tono
fatalista e rassegnato.
«Io
sono felice.» rispose lei, con un largo sorriso, danzandogli
attorno, «Non potrei essere più felice!»
Sasuke
la afferrò per un braccio e la tirò a sé bruscamente, rischiando
di farla cadere e costringendola a stringersi a lui per non
inciampare. Quando Sakura sollevò la testa con espressione
scioccata, pronta ad assalirlo, lui poggiò entrambe le mani sulle
sue guance per tenerla ferma e la baciò, togliendole il fiato.
«Non
potresti?» ripeté lui piano, sulle sue labbra.
Sakura
riuscì a malapena a reggersi sulle proprie gambe per i successivi
secondi, e solo quando fu certa che la sua voce non avrebbe tremato
rispose: «In effetti potrei esserlo.»
Lui
sorrise appena, soddisfatto, e Sakura non poté trattenersi dal
saltargli letteralmente addosso, sfogando anni di repressione in un
colpo solo e facendo cadere entrambi tra i cespugli.
Forse
non era il luogo più romantico o più sicuro, e forse era tutto
troppo veloce, ma nessuno dei due ebbe tempo di pensare a null'altro
che non fossero loro.
«Ma
porca miseria!» Sakura evitò di lanciarsi in imprecazioni peggiori
solo perché Sasuke alle sue spalle le aveva appena poggiato un bacio
sulla spalla.
«Mh.
Che strana reazione.» commentò lui.
«Non
per te! Guarda, il vestito si è strappato! E Ino saprà tutto nel
momento in cui mi si accosterà per rientrare...» borbottò
abbattuta.
«Certo
che sei rumorosa...»
Sakura
si voltò a guardarlo per dargli una meritata rispostaccia, ma si
bloccò nella contemplazione del genio che si stiracchiava con
l'eleganza di un gatto e che poi sollevava le maniche del kimono per
poterlo indossare di nuovo.
«E
perversa, te lo si legge in faccia.» terminò Sasuke, severo.
Sakura
arrossì, mandandolo a quel paese mentalmente e afferrando i lembi
dell'obi disfatto.
«Dammi
una mano a legare questo, o vedrai quante te ne dirà Naruto...
oppure potrei mandarti direttamente Ino.»
«E
io tradisco Konoha.»
«Sei
un idiota al pari di Naruto.» proclamò lei di cuore.
Sasuke
la afferrò per le spalle e la tirò indietro di scatto: «Per
questo, Sakura, potrei seriamente arrabbiarmi.» le soffiò accanto a
un orecchio, facendola rabbrividire.
Un
raggio di sole li colpì, ed entrambi si immobilizzarono. Si erano
addentrati ancora più profondamente nel bosco, al coperto sotto le
fronde, e non si erano resi conto di quanto il cielo fosse luminoso.
«Non
sarà mica... passata l'alba? Siamo rimasti qui tutta la notte?» azzardò
Sakura, già sapendo naturalmente la risposta. «Va bene che il tempo
vola quando ci si diverte, ma non pensavo, cioè...»
«La
compagnia della Yamanaka ti fa male...» asserì distrattamente
Sasuke, ancora sconcertato dall'aver passato dieci ore così senza
rendersene conto. Si chiese se di quel passo l'avrebbero finita col
vivere chiusi in qualche camera da letto in modo tutt'altro che
dignitoso. E piacevole, naturalmente. Ma comunque poco dignitoso.
«Cos'è
quella faccia?» indagò Sakura con un accenno di sorriso.
«Per
quanto riguarda Naruto e gli altri...» cominciò Sasuke
riprendendosi, pronto a dire di tenere la cosa per loro, quando fu
interrotto dalla voce orribilmente ilare di Ino.
«Grazie
al cielo siete vestiti...» esordì ridendo, «Naruto stava per
mandare squadre di ricerca, ci ha messo un po' ad accorgersi della
vostra assenza essendo occupato... beh, non quanto voi ovviamente.»
insinuò, facendo arrossire Sakura e assumere un'aria truce a Sasuke,
«Comunque l'ho bloccato, salvandogli la sua anima pura
probabilmente. Vi aspettiamo entro mezz'ora per tornarcene a casa.
Sakura, ho un vestito di ricambio in camera. Tu...» osservò Sasuke
per un momento, «Sei quasi perfetto come sempre. Per te ho un
pettine in camera. Ci vediamo dopo!» li salutò infine, schioccando
loro un bacio con una mano sulle labbra.
«Questo
è imbarazzante.» decretò infine Sakura col viso tra le mani, dopo
qualche secondo.
«No.
Se fosse arrivata dieci minuti fa lo sarebbe stato.» obbiettò
Sasuke, tornato odiosamente calmo. «Ah, dato che la Yamanaka
spargerà la voce all'istante con le donne ma si tratterrà almeno un
minimo con gli altri, saresti pregata di attendere la mia presenza
prima di dirlo a Naruto.» la informò, sadicamente convinto di ciò
che diceva.
Lei
soffocò un urlo di frustrazione.
Poi
Sasuke si portò le mani ai capelli, come colto da improvviso panico.
«Un pettine
ha detto?»
«Era
geloso di Sai, ti rendi conto? Sai è perfetto per far mettere
insieme la gente! Guarda anche Sakura e Sasuke...» stava dicendo
Tenten a Hinata, mentre le quattro erano rimaste dietro la file per
fare i loro “discorsetti amichevoli”, come li aveva chiamati Ino.
Sakura
alzò gli occhi al cielo: «Non so se ci si può definire “insieme”
dopotutto.»
«Come
no? Avete passato la notte a far sesso, per ore e ore...» le ricordò
Ino con entusiasmo, mentre il viso di Hinata prendeva una sfumatura
indefinibile e Tenten mostrava un'espressione di puro rispetto.
Sakura
si voltò furente: «Mi raccomando, racconta tutto ai quattro venti!»
ringhiò, facendo voltare anche i ragazzi impegnati in un'altra
discussione.
Ino
si bloccò, priva di espressione, e con lei Tenten e Hinata, ora
entrambe allibite.
«Io...
Io scherzavo
prima. Pensavo voi aveste solo... Non che addirittura...»
boccheggiò Ino, incredula. Sakura si portò una mano alla bocca,
sgranando gli occhi. Tipico di Ino darsi arie di donna da gran mondo
e poi pensare che avessero passato la notte a baciarsi, come aveva
potuto non arrivarci prima?
«Voi...
Tu! Come ti sei permesso?!» strillò Ino rivolta a Sasuke, che aveva
curiosamente assunto una colorazione rosata e fissava stoicamente
altrove senza rispondere, mentre Naruto quasi aveva un mancamento a
quella vista.
«E
tu... così in fretta... Ah, maledizione! Cosa mi tocca sentire! E
cosa mi è quasi toccato vedere!» il lamentò di Ino si tramutò in
agonia e la ragazza fuggì verso l'inizio della fila, lasciando una
Sakura sgomenta.
«Sai,
penso la turbi principalmente che tu l'abbia fatto prima di lei.»
ipotizzò Tenten. Shikamaru pensò che avrebbe potuto risolvere la
faccenda, ma non disse nulla. Choji gli aveva letto in faccia quel
pensiero, perché si era quasi strozzato con le patatine.
«Mi
spiace, Sakura.» pigolò Hinata, notando il suo evidente imbarazzo.
«Teme
di merda! Sei un pervertito! Un maniaco!»
«Pensa
agli affaracci tuoi, dobe. E comunque è Sakura quella.»
«SASUKE!»
Naruto
scoppiò a ridere di fronte a Sasuke coi capelli scarmigliati e
ancora mezzo svestito.
«Ero
venuto a invitarti a pranzo, ma immagino tu non abbia fatto
colazione.» boccheggiò.
Sasuke
lo fissò con disprezzo.
«Eddai,
Teme, non capita tutti i giorni di vederti così arruffato!»
La
fronte di Sasuke e il suo raddrizzarsi indicavano minaccia.
«Va
bene, va bene. Hai visto Sakura-chan?»
L'altro
inarcò un sopracciglio.
«Giusto,
svegliato ora. Comunque, sai, per quanto riguarda lei...»
Gli
occhi del moro si allargarono appena, e una mano strinse
involontariamente la stoffa dei pantaloni. Naruto rise di nuovo.
«A
me sta benissimo la storia tra voi due. Non disturbarti a dire che
non ce n'è, ho capito che sei riservato e cose così. Quindi
comunque non preoccupatevi, io non penso più a lei.»
«Mh.»
grugnì Sasuke, affermativamente. In realtà, in fondo, sollevato,
anche se non l'avrebbe ammesso mai.
«Una
cosa però devo chiedertela...» cominciò in tono cospiratorio, e
Sasuke alzò gli occhi al cielo, «Poi, se rispondi a questo, ti
lascerò in pace sul resto. Niente domande, tebayo.»
Ora
l'Uchiha si fece attento, invitandolo a continuare con un cenno del
capo.
«Ma
quando l'hai capito, di voi due? Perché da fuori non si notava
niente... Da te,
dico. Da lei sì.»
Sasuke,
che in realtà se lo chiedeva da circa due mesi, si passò una mano
tra i capelli e poi dovette coprire uno sbadiglio.
«Credo
sia una cosa di sangue.» borbottò, concentrato.
«Che
cosa?» fece Naruto, sgomento.
«Niente.
Tra un'ora portami qualcosa da mangiare.» ordinò, chiudendo la
porta e ignorando le lamentele offese di Naruto dall'altra parte.
Fu
con insolito passo svelto che si diresse in camera propria, tornando
a letto e attirando a sé una Sakura coperta solo dal lenzuolo.
«Di
sangue, eh?» mormorò lei con voce soffocata.
Sasuke
la lasciò andare, maledicendo il suo udito da pipistrello di prima
mattina. O pomeriggio che fosse.
«Citavo.»
bofonchiò, imbarazzato, «E tu sei noiosa. Torna a dormire.»
Sakura
si voltò, con un sorriso soddisfatto, abbracciandolo.
«Dormire?»
ripeté, maliziosa.
Anche
Sasuke ghignò.
«No,
per una volta hai ragione.» concesse, scivolando sopra di lei.
Salve
a tutti. Qui dovrebbe cominciare la raccolta SasuSaku, che prende questo titolo dai loro nomi (per chi non lo sapesse Sasuke significa scoiattolo, mentre Sakura Haruno non ricordo se fiore di ciliegio o ciliegio in fiore, ma del resto lei viene paragonata ad un bocciolo da Ino e ho scritto di conseguenza); Il giardino tutt'attorno sarebbero i loro amici, senza cui non esisterebbe nulla di tutto questo. Anche se, visti i loro nomi, forse sarebbe stato meglio parlare di zoo o manicomio.
Per
rispondere a suni, che magari non leggerà mai ma fa niente, quando
ho scritto che Sasuke invitava Sakura ad uscire non sapevo perché lo
facesse, ora sì: ha paura di quanto Ino sappia essere rompiscatole
(1), Sakura è riuscita a svegliare il lato uomo che è in lui (2) se
di lato uomo si può parlare, mentalmente almeno.
Alla
Sil che mi fa notare come il breve scambio di convenevoli alla festa
tra Sasuke e Naruto sia pericolosamente simile a quello di due
amanti, purtroppo temo che tutto il loro rapporto, anche I.C. sia
tale XD E che ho aggiunto l'epilogo perché si chiedeva se tra Sasuke
e Sakura finisse lì. Col cavolo, cara, quei due si sposano.
Spero
di aver fatto un Sasuke almeno un po' simile all'originale, anche se
già solo essendo innamorato diventa un po' estraneo... E quella
battuta finale sul sangue l'ha ripresa dal discorso con Sakura ed è
comprensibile solo a lui, perché del resto non ce la fa a dare una
risposta sensata a Naruto che comprenda un'ammissione di sentimenti
da parte sua. Mentre il suo orrore all'idea del pettino viene dal
fatto che ha immaginato i suoi capelli inguardabili [più del solito]
e come ho già detto altrove, ce lo vedo Sasuke a preoccuparsene,
come di tutto il resto del suo aspetto.
Se
pensate che tutto sia avvenuto troppo in fretta, son passati anni da
quando è tornato, eh XD
Se
vi fa pena Naruto, ricordate che questa storia è NaruHina oltre che
HinaNaru.
Grazie
se siete arrivate sin qui! Se volete recensire è sempre un piacere, e se trovate qualcuno ooc ditemelo e lo segnalerò.
|
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Capitolo 2 *** 60 ***
Precisiamo:
non è un capitolo normale, sono solo 60 piccoli
“motivetti” (i
primi 40 scritti in un giorno e mezzo, gli altri in più di
una
settimana per mancanza di ispirazione). Vedendo su LiveJournal un
contest per incons da ispirare a ognuna delle seguenti parole ho
provato a scriverci sopra delle drabble, flash e via dicendo. Si
allungano un po' sul finale, ma che volete che vi dica, non sono in
grado di tenere a bada le mani.
Sono
su Sasuke e Sakura, ma anche sul team sette.
E
gioite, o piangete, mi è tornata l'ispirazione angst XD
Il titolo è proprio sessanta. Non ne trovavo di migliori XD
60
01
Black
Space [Spazio Nero]
Lo
sai che è stupido, egoista e crudele. Sai che Naruto ci
metterà un
bel po' a riprendersi, se lo farà, che Kakashi-sensei si
colpevolizzerà, che Ino come minimo si chiuderà a
riccio per non
soffrire più. Però lasciarsi affondare in questo
nulla, dove il
dolore riesce a malapena a raggiungerti e anche i pensieri si fanno
sfumati, è tutto ciò di cui hai bisogno.
Perché non ce la fai più,
davvero, davvero
più.
«Sakura,
andiamo!»
E
poi arriva lui, molto più stupido, egoista, crudele di te.
Lo senti
chiamarti insieme agli altri, ringhiare di rabbia e indignazione al
pensiero di quello che hai fatto. Cos'hai fatto esattamente? Ricordi
una lotta, occhi rossi e una corsa. Forse ti sei messa di nuovo in
mezzo, forse no, ma non ha importanza.
Tu
vuoi restare in questo spazio nero.
«Stupida,
non morire...»
Lo
senti mormorare queste parole e qualcosa ti sfiora una guancia,
regalandoti un improvviso calore che ti sbalza via dal buio, coi
suoni prima ovattati che tornano forti e il dolore improvviso e
penetrante da qualche parte più in basso, e capisci che
l'unico nero
in cui vuoi immergerti non è lì.
Apri
gli occhi nei suoi, e allora sorridi.
02
Honor
[Onore]
Sasuke
ignorava totalmente i commenti sul suo passato di mukenin, non
degnando le persone che spettegolavano alle sue spalle più
di quanto
calcolasse le sue aspiranti fidanzate. Anche Sakura e Naruto, come
sempre, quella sera si sforzavano di ignorare i commenti neanche
troppo a bassa voce degli altri commensali.
«-apelli
rosa secondo me è il loro giocattolino. Giocattolino notturno,
se capisci cosa intendo.»
Naruto
non seppe mai spiegarsi perché, al ritorno dal bagno,
trovò l'uomo
seduto accanto a loro ora a terra su di un tavolo spezzato in due,
una Sakura piegata in due dalle risate e un Sasuke che mangiava in
disparte nella identica posizione di poco prima, ma con il kimono
schizzato di sangue.
03
Ice
[Ghiaccio]
L'Uchiha
non avrebbe saputo dire cosa si aspettava, probabilmente delle
lacrime o addirittura un pugno dritto in viso, ma di sicuro non
quello sguardo gelido. Ironia della sorte, fu proprio quello a fargli
scoprire che il suo cuore non era poi davvero diventato di ghiaccio.
04
Virtue
[Virtù]
«...
aspetterà fino al matrimonio.» borbottò
Naruto, con le guance
paonazze per via dell'alcol. «A me sta bene, eh.
Cioè, l'idea.
Perché nei fatti, accidenti, ha così un buon
profumo...»
«Troppe
informazioni.» lo liquidò Sasuke.
«Anche
tu e Sakura aspetterete?» lo stuzzicò l'altro con
un ghigno, prima
di battere la testa contro il bancone e ronfare.
Sasuke
continuò a sorseggiare imperterrito il saké
finché due braccia non
gli circondarono il collo.
«Portalo
via, mi trovi a casa tua.» gli sussurrò ad un
orecchio,
lasciandogli poi un bacio tra i capelli.
Aspettò
che lei si fosse allontanata, poi si rivolse a Naruto che dormiva:
«No.»
05
Sword
[Spada]
«Posso
provarla?» domandò Sakura intimidita, sfiorando
l'elsa della
katana. Lui, recuperando fiato, le indirizzò un'occhiata
affermativa. La kunoichi sollevò la spada, e poi
mirò qualche
fendente per aria, rischiando di disarticolarsi una spalla per la
troppa violenza dei movimenti. Sasuke le fu in un secondo alle
spalle, facendo scivolare la mano sulle sue dita, che tremarono
impercettibilmente. Modellò il braccio di lei, mostrandole
come
colpire, e poi la lasciò andare velocemente.
Troppo
tardi, perché non sentissero entrambi quella scossa
elettrica.
06
Faith
[Fede]
«Lui
tornerà. Naruto lo riporterà indietro, e
torneremo ad essere il
team sette.»
Che gli interlocutori
fossero Ino, Tsunade-sama, Sai, che avesse dodici, quattordici o
sedici anni, non importava: lei continuava a crederci.
07
Found
[Trovato]
Quando
il colpo si abbatté improvvisamente sul suo viso
scaraventandolo
diversi metri più indietro e facendolo strisciare a terra,
non perse
conoscenza, ma entrò in stato confusionale per qualche
secondo,
chiedendosi da dove fosse spuntata quella roccia.
Poi,
la sua voce: «Sasuke-kun.»
Alzò
appena il viso dolorante, inquadrando solo degli sfuocati capelli
rosa e qualcosa di rosso.
«Trovato.»
08
Mystery
[Giallo]
«Allora
lei tremando indicò l'arma del delitto e...»
sussurrò con fare
cospiratorio Kiba, con la sola luce della candela ad illuminarne il
viso, mentre tutti si piegavano impercettibilmente in avanti. Una
improvvisa folata di vento spense la fiammella, e la combriccola
precipitò nel panico con urla di terrore. Sasuke per poco
non
scivolò, per l'improvviso catapultarsi di Sakura tra le sue
braccia.
«Sakura,»
chiamò atono, «Non è neanche una storia
dell'orrore, comunque la
racconti. E' un giallo.»
«Sì,
lo so.» sentì rispondersi con voce tranquilla.
Sasuke
sospirò, mormorando un: «Pesante.»
09
Noise
[Baccano]
Sakura
strillava contro Sai che le aveva dato del cane rabbioso ancora una
volta, Naruto vociava su quanto fosse buono il ramen di Ayame-san,
Kakashi era impegnato nell'ennesima sfida contro Gai.
Ino
sperò per loro che il baccano fosse davvero utile a
nascondere il
silenzio che li avvolgeva.
10
Nostalgia
[Nostalgia]
La
foto stava in bella mostra sul comodino, a nulla erano valse le
proteste della madre perché la nascondesse dalla sua vista.
Ogni
sera, dopo aver terminato di studiare, si sedeva sul letto e se la
metteva in grembo, pensando e sfiorando quel volto lontano e
imbronciato. Naruto, accanto a lui, lo fissava con una smorfia
rabbiosa. Eppure, Sakura lo sapeva, sorrideva nel cuore.
Voleva
indietro quello scatto di vita.
11
Best
Friends [Migliori Amici-Amiche]
«Questo
perché il tuo pene è troppo piccolo.»
sentenziò Sai, e Naruto
cominciò a starnazzare come al solito, mentre tutti ridevano
e
Sasuke arricciava il naso, disprezzandolo di cuore.
«A
proposito di peni!» esordì Ino, battendo una mano
davanti al tavolo
di Sasuke, che spalancò gli occhi. Il silenzio scese in sala.
«Nessuno
calcola quello che fai davvero, e poi l'abbiamo capito tutti che tu e
Frontespaziosa vi frequentate, quindi puoi anche rendere la cosa un
po' più palese, nessuno baderà a voi.»
dichiarò Ino, mentre lui
la fissava come se fosse un alieno.
«Hai
detto “a
proposito
di peni”?»
accennò, basito.
«Sì.
Perché se farai ancora soffrire la mia migliore amica, io ti
staccherò il tuo e lo getterò in un tritarifiuti.
Non importa quale
danno alla comunità questo sia considerato.»
minacciò, prima di
scoprire i denti in un sorriso radioso e altrettanto spaventoso.
12
Holy
[Solenne]
Ino
scoppiò in lacrime, commossa, con Shikamaru e Choji che
ridacchiavano cercando di tranquillizzarla, e persino Naruto aveva
gli occhi lucidi e si sforzava di guardare in alto per evitare il
dramma.
Sasuke
era perfettamente composto e solenne, ma gli tremavano leggermente le
dita.
Sakura
sorrideva radiosa, per una volta senza tracce di lacrime neppure di
gioia, e aspettava il momento in cui avrebbe potuto baciare Sasuke,
finalmente come sua legittima sposa.
13
Texture
[Struttura]
La
struttura era semplice: Kakashi era la mente, Naruto era il cuore,
Sasuke era il braccio; Sakura era il sangue, che li teneva uniti e
permetteva loro di andare avanti.
Fu
quando il team sette si ritrovò dissanguato,
dopo quella maledetta missione, che il braccio cadde e il cuore smise
di battere, mentre la mente si spezzava.
14
Mythology
[Mitologia]
Sakura
guardò Sasuke trascinarsi oltre Naruto, oltre il Kyubi,
oltre lei.
Se ne stava andando per sempre, lo sapeva. Si sarebbe lasciato
morire, glielo leggeva in quella schiena eretta che si allontanava a
passi barcollanti, ma non privi della dignità che lo
contraddistingueva. Non poteva tentare di seguirlo con le gambe
rotte, non avrebbe comunque potuto far nulla per lui, ma
poté
afferrare la katana che aveva malamente piantato a terra,
sollevandola con le mani tremanti.
Chiuse
gli occhi, e seguì la strada di Didone.*
15
Gentle
[Gentile]
«Ti
ho cucinato il pranzo, Sasuke-kun.» balbetta la bambina,
porgendoglielo con le dita incerottate.
«Ti
ho ricucito la maglia, ecco.» sorride la ragazzina, con nuovi
cerotti sulle dita.
«Ti
ho aggiustato il femore e sistemato la spalla, ora prendi queste e la
febbre scenderà.» intima la ragazza, seria ma con
occhi dolci.
«Sai
benissimo che sei il migliore.» lo rassicura senza che lui le
abbia
chiesto nulla, sfiorandogli il viso con una carezza, la donna.
«Non
mi avresti sposato, altrimenti.» sdrammatizza poi.
«Sakura,
sei davvero...» gentile,
«Insopportabile.»
16
Betrayal
[Tradimento]
«Io
ti amo.»
«Ancora?
Sakura, vi ho traditi, quasi uccisi, come te lo devo dire
che-»
«Io
ti amo.»
«Stupida,
diventerai una muke-»
«Io
ti amo! Io ti amo! Non mi interessa se ci hai traditi, non mi
interessa se non mi ami, non mi interessa neppure se decidi di
lasciare che ti uccidano domani perché non vuoi
più vivere! Non c'è
condanna a morte che tenga, non mi importa di tradire il villaggio,
perché io ti amo! Ora o stai fermo e ti fai togliere le
manette o ti
spacco la testa e ti porto in spalla fin fuori Konoha!»
17
Fluid
[Incostante]
Sakura
teneva la testa china, singhiozzando silenziosamente. Poi la
sollevò,
spalancando gli occhi e ridendo, passando un fazzoletto a Naruto che
piangeva senza ritegno. Sasuke li fissava incredulo.
«Per
un film...» accennò, sgomento. Naruto e Sakura
inveirono contro lo
schermo sopra le sue parole, poi lei si lasciò cadere sul
suo petto,
rasserenata.
«Dovevi
vederla quando eri appena tornato a Konoha.»
sillabò senza far
rumore Naruto, dietro le sue spalle. «Era peggio.»
Sakura
si accoccolò più comodamente: «Mi fa
questo effetto perché mi
riempie di emozioni. E' travolgente.» spiegò.
Vedendolo
arrossire, ci mancò poco che Naruto soffocasse, una volta
caduto dal
divano.
18
Shine
[Bagliore]
Gli
occhi di Naruto e Sakura brillavano sempre, disturbandolo. Gli
ricordavano quella luce che non avrebbe più potuto avere nei
suoi,
la luce che invidiava loro.
Tre
anni dopo, con Naruto che teneva le palpebre serrate, forse per
sempre, e Sakura che guardava dritto verso di lui, una macchia
confusa rosa e rossa in mezzo a quella cornice di buio che affliggeva
il suo sguardo malato, desiderò ardentemente di vederne
anche solo
un bagliore, prima che fosse solo tenebra.
19
Money
[Soldi]
«Ma
questo significa che nonostante tutto sei pieno di soldi?»
sbottò
Naruto. Sasuke gli rifilò un'occhiataccia agghiacciante.
«Eh
sì, il nostro Sasuke-kun è proprio un bel
partito.» commentò
Sakura, annuendo solennemente.
«E
la cosa non può che farti piacere, non è
vero?» insinuò
quest'ultimo, malevolo.
«Certo,
ti porta sicuramente un gradino sopra Sai.»
confermò lei, sempre
solenne, procedendo e guardandosi attorno nella nuova casa.
Sasuke
rimase interdetto per qualche secondo. «Un
gradino?» ripeté
indignato, «Come solo uno?»
«Quindi
il ramen d'ora in poi lo offri tu, per ripagarmi di anni di amicizia,
vero?» lo inseguì Naruto.
20
Vacation
[Abbandono]
Naruto
guardava il cielo stellato, nascosto nel sacco a pelo. In mezzo a
quelle luci cercava di immaginare il volto della donna che lo aveva
dato alla luce e abbandonato per il troppo dolore di aver perso
l'amore della sua vita. Aveva parlato con Tsunade-baachan quella
sera, e la vedeva circondata da lunghi capelli rossi e con due occhi
verdi come quelli di Sakura-chan.
La
prima donna della sua vita, la prima donna ad averlo abbandonato.
Si
chiese se parlarne con la compagna di squadra, se avrebbe capito, pur
avendo una famiglia.
Poi
si diede dello stupido; Lui e Sakura-chan sapevano entrambi cosa
volesse dire essere abbandonati, prima ancora che i fantasmi dei suoi
genitori si affacciassero nelle sue giornate.
21
Small
[Piccolo]
La
sua mano era minuscola. Sakura ne sfiorò le piccole dita, e
rise di
pura gioia quando aprì gli occhietti, che stavano diventando
verdi
come i suoi. Sasuke ne sfiorò i capelli corvini, con
un'espressione
così serena da scioglierle il cuore.
«Mikoto.»
suggerì lei in un sussurro, e Sasuke la guardò,
con sospetto:
«Sicura?»
«Mikoto
Uchiha.» confermò Sakura, posandole un bacio sul
piccolo naso.
22
Forsaken
[Desolato; Reietto]
Era
seduto sull'erba, annoiato, con il viso rivolto verso l'alto, mentre
i fuochi artificiali scoppiettavano nel cielo. Intorno a lui terra
bruciata e sguardi malevoli.
Naruto
lo fissava, desolato per averlo costretto a venire, sperando che
potesse distrarsi, o persino che si impuntasse nel restare a casa,
cosa puntualmente non accaduta: aveva ceduto dopo qualche protesta
svogliata, e ora si ritrovava di nuovo immerso nell'odio.
Fece
un passo per raggiungerlo e convincerlo ad andare a casa, ma fu
superato da Sakura, che sembrava camminare sui trampoli con quei
tacchi spaventosi. La ragazza si chinò su di lui, con gli
occhi
verdi che sembravano più grandi incorniciati dalla matita
scura, e
ne intrappolò lo sguardo. Sasuke sobbalzò quando
gli mise davanti
un takoyaki, spingendoglielo quasi contro le labbra. Poco dopo Ino
parve piovere direttamente dal cielo, appendendosi al collo
dell'amica, e con lei arrivò il team dieci. E poi il team
Gai, e il
team otto. In breve Sasuke fu circondato da persone, mentre Sakura si
premurava di informarlo di ogni singolo avvenimento di quella
giornata e rideva così radiosa da far impallidire il resto.
Naruto
sorrise. Reietto non era più una parola che si potevano
permettere,
loro due.
23
Clarity
[Chiarezza]
«Ho
intenzione di parlare chiaro.» premise Sakura, rubando una
tipica
battuta di Sasuke. Lui inarcò le sopracciglia.
«Per me sei stato un
idiota dall'inizio alla fine, potevi benissimo diventare altrettanto
forte a Konoha visto che ce l'hai nel sangue, e se non dovevi
ammazzare Naruto dall'inizio potevi evitarti tutta la manfrina sui
capricci. Sei insopportabile, tu, non io, sei viziato, sei arrogante,
superbo, un vero e proprio stronzo. Sei incredibilmente fortunato che
io sia masochista e mi sia innamorata di te dal primo momento, e che
continui ad amarti anche ora che so veramente quanti puoi essere
odioso quando ti ci metti.»
Sasuke
prese un respiro profondo, si guardò attorno, e poi si
schiarì la
gola. «Quindi sarebbe un “sì, ti
sposo”?»
24
Funky
[Puzzolente; Bello]
In
meno di un secondo furono ricoperti dal liquido disgustoso dei rospi.
Sasuke era riuscito a coprirsi il viso e Sakura si era appallottolata
a terra, ma Karin ne era stata ricoperta e strillava come un'aquila,
e persino Juugo sembrava disgustato sotto quella coltre verdastra.
Suigetsu stava cercando di uccidere Naruto e Sai, quel bastardo, se
la rideva al sicuro sull'albero. Non aveva mai riso e ora si
schiantava per loro, lo stronzo.
Sakura si ripromise di ucciderlo, mentre si strizzava i capelli e si
voltava verso Sasuke, profondamente nauseato dalla puzza e
concentrato nel levarsi lo schifo dai capelli. Quando l'Uchiha
sollevò gli occhi, incontrò lo sguardo
contrariato della ragazza.
«Che
c'è? Non è colpa mia.»
ringhiò.
«Se
ti trovo così bello persino con quella robaccia addosso,
devo
proprio amarti.» considerò lei, per poi roteare su
se stessa e
colpire con precisione allo stomaco Naruto che scappava dai compagni
inferociti.
25
Love [Amore]
«Per
chi erano?» domanda Naruto, salvando al volo il sacchetto di
dolci
che Sakura stava facendo cadere nella spazzatura. Un'occhiata a
Sasuke, tanto per assicurarsi che non fossero per lui.
«Mia
madre ha compiuto gli anni, ma non li ha voluti.» spiega
Sakura,
imbarazzata. Che i genitori di Sakura non vogliano che frequenti
Sasuke non è un segreto, ma lei se ne vergogna comunque.
«Immagino
che ricordi che pessima cuoca sono, nulla di ché.»
Naruto
apre la busta, tirando fuori un biscotto e ficcandoselo in bocca
intero. Sasuke, con la faccia tosta di fingere palesemente poco
interesse, ne prende uno e fa lo stesso.
«Ottimi!»
esclama Naruto estasiato.
«Ci
hanno perso.» concorda Sasuke.
Sakura
si scioglie in un sorriso commosso e abbraccia entrambi, prima di
correre via con una scusa. Solo allora Sasuke, che ha sempre odiato
terribilmente i dolci ed è allergico al cioccolato, corre a
sputare.
«Questo
è amore.» decreta Naruto.
26
Curse
[Maledizione]
«Che
tu sia maledetto in eterno!»
Danzou
scosse la testa, paziente, mentre Sakura veniva incatenata. Sasuke e
il team Hebi la guardavano increduli dalle loro celle, senza capire.
«Sei
stato tu a rovinarci la vita!» gridò Sakura,
scuotendo le catene
che la ancoravano al muro. «Naruto ti
ucciderà!»
«Il
Kyubi lo ha sfinito. E tu e questa feccia sarete morti prima del suo
risveglio.» le fece notare con calma, richiamando le guardie.
«Se
tu fossi rimasta in silenzio...»
E
Sakura gli sputò contro.
«Preferisco
morire qui!» ruggì, «E maledirti! La
pagherai, lo sai anche tu! La
pagherai! La pagherai!»
«E'
scatenata...» mormorò Suigetsu, suo malgrado
intimorito.
«Sakura!»
ringhiò Sasuke.
«Hokage-sama,
Naruto-kun si sta risvegliando!» lo avvisò una
delle guardie.
Danzou trattenne un sibilo, e si voltò verso le altre
guardie:
«Abbiamo detto alla kunoichi che ci sarebbe stato un regolare
processo per i traditori, ma lei ha cercato di liberarli e ci ha
attaccati. E' morta per nostra legittima difesa.»
«No!»
gridò Sasuke.
«Maledetto!»
Un
Anbu estrasse la katana, avvicinandosi a Sakura che si dibatteva.
«CHE
TU SIA MALEDETTO!»
27
Masquerade
[Mascherata]
Un
top a collo alto in pelle marrone che lasciava il ventre piatto
scoperto, due corti aderentissimi pantaloncini in pelle marroni, una
soffice coda, e due orecchie del medesimo colore sulla testa. Sasuke
deglutì, cercando di non fissarle le gambe.
«Da
cosa saresti...?» accennò, con la gola secca.
«Da
moglie scoiattola.»
rispose Sakura angelica.
28
Raw
[Imbranato]
Sasuke,
rosso in viso e leggermente balbettante, tirò il colletto
che
sentiva soffocarlo.
«Io...
ti...»
Sakura
lo guardava impietosa, a braccia congiunte. Sasuke la prese per le
spalle, e lei spalancò gli occhi.
«Sakura,
io ti...» e si bloccò, ancora.
«OH,
andiamo!» protestò Ino con voce stridula,
«Devi solo dirle che la
ami, e poi entrate in casa! Questa scena è la decima volta
che la
giriamo!»
Sakura
scoppiò a ridere mentre Sasuke fissava Ino con evidente
odio.
Davvero, non avrebbe mai detto che quel ragazzo fosse così
imbranato.
29
Weapon
[Arma]
L'arma
di Sakura era senz'altro il sorriso. Solitamente le donne credevano
che per convincere bastasse piangere. Per Sasuke invece, rivedere sua
madre in quei sorrisi mesti era un deterrente per ogni azione
negativa.
30
Remember
[Ricordare]
«E
comunque, quando ti ho detto che eri insopportabile, quella notte...
l'ultima notte... era la risposta. Tu mi avevi fatto una domanda: se
ricordavo il giorno in cui le cose erano iniziate tra noi,. Quel
giorno, quando avevi detto quelle parole superficiali sull'essere
orfani, e io lo ricordavo. Era stata la prima volta che ti avevo
chiamata insopportabile. Per questo te l'ho ripetuto quella notte.
Speravo che capissi che non avevo dimenticato, in qualche modo.
Speravo forse è una parola grossa. Diciamo che ho lasciato
un
indizio. Non c'eri arrivata?» domandò Sasuke,
sfiorandole i capelli
rosa.
Lei
non rispose.
I
monitor ospedalieri non segnalarono alcun cambiamento.
31
Burn
[Ardere]
Le
fiamme nere bruciavano tutto, riducevano la terra in cenere. Il cielo
invece bruciava del rosso del Kyubi, mentre il demone ruggiva libero.
Fuoco
ovunque, in alto e in basso.
Sakura
continuò a correre, fino a raggiungere Sasuke,
abbracciandolo alle
spalle e stringendo le mani contro il suo petto, sicura che anche
questa volta si sarebbe fermato. Non si rese neppure conto che
l'Amaterasu avvolgeva anche lui e la bruciava, viva.
32
Change
[Barattare]
Kabuto,
no, quello era
Orochimaru,
spostò
lo sguardo da lui, incosciente a terra, a lei, che aveva esaurito il
chakra.
Sakura
represse un gemito.
«Prendi
il mio. Ho la potenza di Tsunade, e potrai recuperare le forze.
Prendi il mio corpo, non avvicinarti a Sasuke-kun.»
33
Chill
[Assideramento]
Sakura
gli poggiò un veloce bacio sulle labbra, che la
scaldò per qualche
secondo. Sasuke la guardò esterrefatto.
«Sto
morendo, ne avevo il diritto.» sussurrò lei,
lasciandosi cadere
sulla neve. «Almeno mi ha scaldata un po'.»
«Non
stai morendo.» la contraddisse lui,
«Melodrammatica. Naruto
arriverà presto.» aggiunse, e si guardò
attorno, sperando fosse
vero.
«Beh,
se non arriverà, ne è valsa la pena.»
ridacchiò lei, troppo
debole per muoversi. Sasuke la scrollò bruscamente,
tirandola a
sedere.
«Sei
veramente stupida.» bofonchiò imbarazzato, prima
di scaldarla
un altro po'.
34
Depth
[Abissi; Altezza]
Con
un piede che sfiorava l'abisso, chiuse gli occhi.
«Ti
prego, no!» gridò Ino, arrancando alle sue spalle.
«Hai sempre
detto che sempre detto che sarebbero tornati, cos'è cambiato
ora?
Maledizione Sakura, se ti butti mi butto anche io!»
minacciò.
«Gli
somiglia.» sussurrò l'altra.
«Cosa?»
«Il
vento freddo, il buio completo... Non è come saltare in
Sasuke-kun?
A me basta anche così, purché poi tutto il dolore
vada via, mi
basta anche solo questo, solo per qualche attimo...»
E
Ino scoppiò in lacrime, riuscendo ad afferrarla per un
braccio e
tirarla indietro, consapevole che se avesse voluto, avrebbe avuto
tutto il tempo di gettarsi.
«Gli
occhi di Sasuke-kun non erano così bui.»
«Lo
erano, Ino. Lo sono.»
35
Temptation
[Tentazione]
Le
dita scivolarono oltre la garza, sfiorandogli il braccio e
ritraendosi di scatto. Sakura fece per alzarsi, ma Sasuke la
trattenne con forza, incrociandone lo sguardo. Lei arrossì,
trovandosi sopra di lui e a contatto con la sua pelle che, a
differenza di quanto sembrava, era bollente. Si avvicinarono l'uno
all'altra studiandosi a vicenda, cercando di prevedere la reazione
dell'altro e al tempo stesso incapaci di fermarsi.
«Ohi!
Sakura-chan! Sasuke! Siete qui?» chiamò Naruto, da
qualche parte
nella foresta.
Sakura
si sollevò di scatto, mentre Sasuke riprendeva fiato. La
ferita non
la sentiva neanche più. Il calore di Sakura, sì.
36
Sloth
[Accidia]
Sasuke
sbadigliò silenziosamente, poi strinse gli occhi con forza,
stirando
le braccia. Deciso ad alzarsi entro pochi secondi, si voltò
su un
fianco, godendo di quanto il cuscino fosse fresco contro la sua
pelle. Accanto a lui Sakura dormiva ancora, con un mezzo sorriso in
volto. Sasuke distese le labbra in un sorriso genuino, ora che lei
non poteva vederlo naturalmente, e cingendola con un braccio per
attirarla a sé decise che un'altra ora di sonno sarebbe
stata
accettabile, lavoro o meno. Dopotutto era amico dell'Hokage, no?
37
Silent
[Calma]
Sasuke
ripulì il sangue dalla lama della katana, e se la rimise in
spalla.
Sorpasso i cadaveri, mentre il team Hebi lo seguiva in silenzio, e si
sfiorò un occhio dolorante. Era ora di marciare verso Danzo,
se
finalmente le intromissioni erano finite.
«Ce
ne sono altri.» li avvisò Karin, esausta.
Sasuke
sospirò, evitando di perdere la calma, consapevole che
avrebbe
dovuto schiacciarne molti prima di arrivare al capo.
«Ne
sento quattro. Sono... ah, c'è il chakra di quel tizio di
prima,
quello che ha mandato i kage bushin. Poi due... jonin direi, a
giudicare dalla forza. E qualcuno con meno chakra degli altri... se
non lo sta nascondendo.»
Naruto,
Kakashi, quel ridicolo capitano che aveva salvato Naruto nel
nascondiglio di Orochimaru e Sakura.
Sasuke
estrasse lentamente la katana, e nell'aria cominciarono a crepitare
scosse elettriche.
Karin
si ritrasse, spaventata. «Di nuovo, credo stia perdendo il
controllo
di nuovo! Ma che gli prende?» domandò, rivolta
agli altri. Suigetsu
scosse la testa, amareggiato, mentre Juugo fingeva di non ascoltare.
38
Scream
[Urlare]
«...
e infine aver tentato di assassinare l'Hokage Danzo-sama, Sasuke
Uchiha viene condannato alla pena di morte, e con lui la sua squadra
e tutti coloro che hanno partecipato al complotto, seppur
appartenenti al villaggio stesso.»
Sasuke
assottigliò lo sguardo, senza capire. Si guardò
intorno, facendo
per la prima volta attenzione alla folla, e scorse il team sette al
completo, in manette.
«L'esecuzione
verrà eseguita immediatamente per scongiurare ulteriori
pericoli.»
«NO!»
si levò una voce femminile, e molte altre si aggiunsero:
«Risparmiate i ragazzi!» «Abbiate
pietà!» «La mia bambina! No,
vi prego!» «Naruto-kun!»
«Fermatevi!»
«Una
rivolta.» azzardò un Suigetsu compiaciuto.
Sasuke
continuava a fissare Sakura e Naruto, che non abbassavano lo sguardo.
Dei tre, per una volta, era lui quello a urlare in silenzio, con
occhi inorriditi.
Lasciatemi
vivete vivete vivete vivete vivete!
39
Elements
[Elementi]
«Facile,
io e Sasuke saremmo il fuoco, e Sakura la terra.»
esclamò Naruto,
sedendosi sul letto ospedaliero.
«Lascia
perdere i test idioti...» borbottò Sasuke,
afferrando una sedia.
«E
poi ti sbagli, Sasuke è senza dubbio aria. Senza aria non si
può
vivere, ed essa sembra a portata di mano, ma è
inafferrabile, si
sposta come vento, e va' dove vuole. Senza aria neppure il fuoco
può
bruciare. E anche tu sei aria, Naruto. Sarai sempre libero, qualunque
cosa accada, e ci sei sempre per tutti..»
Entrambi
guardarono Sakura, sconvolti. Era la prima volta che parlava, dopo
aver incontrato Madara Uchiha.
«E
tu cosa saresti, Sakura-chan?» azzardò timidamente
Naruto.
«La
cenere rimasta quando l'aria è stata spazzata
via.» rispose
apatica, prima di tornare a chiudere gli occhi, come sempre.
40
Euphoria
[Euforia]
«Non
è grandioso? E poi Naruto ora è chunin, era
inutile farlo
gareggiare con i genin ormai! Vero Naruto?»
«Sakura-chan,
io...»
«E
ora che abbiamo sistemato gli occhi di Sasuke-kun, a pensarci bene
anche lui potrebbe diventare chunin in poco tempo, dopotutto nessuno
pensa più niente di stupido su di lui, e Kakashi-sensei ha
assicurato che sarebbe andato tutto bene! Vero, Sasuke-kun?»
«Frontespaziosa,
non...»
«E'
tutto perfetto, vero Ino? L'ha detto anche Tsunade-sama, che lo
è!
Andrà di sicuro tutto bene!»
«Sakura...»
«Insomma,
che avete voi tre? Va tutto bene, va tutto alla grande! Vedrete che
appena sarà uscito di ospedale il team sette
potrà avere missioni
normalissime! Io mi riprenderò e starò bene di
sicuro, andrà tutto
bene!»
«Hai
ragione! E' così!» confermò infine
Naruto, e Sasuke valutò che
dal tono e dalla voce, Sakura non avrebbe mai potuto capire che il
ragazzo stesse piangendo. Non lo avrebbe di certo notato con quegli
occhi che si era rovinata, e che presto si sarebbero spenti, proprio
mentre i suoi riprendevano a vedere. A Sakura non importava, diceva,
purché lui fosse lì, e continuava a ridere
euforica, isterica.
41
Fantasy
[Fantasia]
Sasuke
chiuse gli occhi, e provò ad immaginarlo per un momento:
Naruto che
strepitava qualcosa accanto a loro, ridendo poi sguaiatamente,
Kakashi seduto contro un albero che sfogliava un libro, Sakura che
gli porgeva il pranzo che aveva cucinato lei, con un sorriso dolce.
La pace assoluta.
Riaprì
gli occhi, e strinse la mano intorno all'elsa della katana.
Era
solo una fantasia impossibile da realizzare.
Non
sarebbe accaduto mai, perché davanti a lui c'era Naruto
pronto a
combattere, e ora, uno dei due sarebbe morto.
42
Ash
[Frassino; Cenere]
Strinse
il paletto tra le dita, incredulo. Davanti a lui la vampira lo
fissava, assetata di sangue. Gli occhi verdi stavano mutando in
rossi, i capelli rosa volavano nel vento notturno, e il suo corpo si
preparava a scattare.
Di
tutti, proprio lei gli si era dovuta parare davanti.
Gli
si avventò contro, e per lui fu automatico, non voluto,
scansarsi e
trafiggerla al cuore.
«Sasuke
è al quarto piano, salvalo, Naruto.» fu il
sussurro al suo
orecchio, prima che Sakura sorridesse tra le lacrime e finisse in
cenere.
Di
tutti, proprio l'unica incapace di mettere da parte il suo amore,
persino da morta.
43
Transparent
[Limpido]
«No,
sono felice che voi siate rimasti qui.»
Silenzio
completo.
Tutti
gli occhi su Sasuke, che spinse avanti violentemente il bicchiere:
«Cosa mi avete fatto bere?» gracchiò, un
filino isterico. La
risata della Yamanaka lo atterrì.
«Solo
qualcosa che renderà i tuoi sentimenti più
limpidi. Dovevo testarlo
su qualcuno...»
«Testar...
Mi avrai avvelenato!» l'aggredì, balzando in
piedi. Shikamaru,
dall'altro capo del tavolo, si alzò a sua volta, all'erta.
«Nah,
ci penso io a calmarlo,» lo tranquillizzò Naruto,
«Oh, Sasuke,
cosa provi per Sakura?» domandò poi, sghignazzando.
Sasuke
cambiò colore, e dopo un'occhiata omicida e una mano per
tenersi
chiusa la bocca, riuscì quasi a spedirgli contro un katon
prima di
fuggire.
Sakura,
incredula e sognante, non riuscì a spiccicare parola.
44
Unique
[Unico]
«Che
ne dici, usciamo?» domandò lui, togliendo la
camicia da infermiere.
Si poggiò all'armadietto, e la guardò con gli
occhi che brillavano
di speranza. Dietro di loro Ino si vestiva a rallentatore, per
ascoltare.
«Solo
un caffé...»
Sakura
fu sul punto di dire sì, per la prima volta, dopo cinque
anni. Poi
si rese conto del perché, guardando gli occhi e i capelli
neri
dell'altro.
Era
inutile tentare di rimpiazzarlo, l'aveva amaramente scoperto uscendo
con Naruto e rischiando di rovinare tutto.
«Facciamo
un'altra volta.»
45
Delicate
[Cagionevole]
Sakura
si piegò in due all'ennesimo attacco di tosse, che le
raschiò
ulteriormente la gola.
«Ma
davvero, a Konoha non farà un gran freddo, ma fare il bagno
di
notte, con la tua salute già da schifo...»
borbottò Ino,
lanciandole una borsa dell'acqua calda.
Sakura
arrossì, bofonchiando una mezza conferma. Se Ino avesse
saputo che,
una volta tornata a casa, Sasuke sarebbe saltato dalla finestra e
trovandola a letto con la febbre come spesso capitava e, forse
credendo che lei non se ne accorgesse, si sarebbe unito a lei
silenziosamente per tenerla d'occhio, l'avrebbe come minimo chiusa in
una cella frigorifera.
46
Shoes
[Pattini]
Davvero,
era proprio
imbarazzante
che
Naruto fosse un asso naturale coi pattini su ghiaccio, mentre loro
due si ritrovavano a muovere passi incerti come quelli di un cucciolo
di cervo, con le ginocchia che si piegavano nel tentativo di non
cadere e movimenti circolari di braccia per mantenere l'equilibrio
precario.
«Ti
insegno io, Sakura-san!» si offrì Lee,
più che entusiasta, e
Sakura sentì una spinta contro la schiena e il calore di
Sasuke che
la portava via con sé.
«Hanno
detto di stare con il compagno seduto dietro al proprio
banco.» gli
ricordò gelido, prima che entrambi perdessero il controllo e
finissero a terra. Sakura scoppiò a ridere, mentre Sasuke si
passava
una mano tra i capelli e sbuffava contrariato.
«Sai
che c'è Naruto seduto dietro di te, vero?»
«Zitta,
zitta, noiosa. Rock Lee non lo sa.»
47
Weather
[Superare]
Guardava
la loro schiena allontanarsi da lei, l'uno mettendo mano alla spada,
l'altro preparando il rasengan.
Sakura
scattò in avanti, incurante delle ferite e delle ossa rotte,
caricando un pugno spaventoso e passando tra di loro, prima di
abbattere la propria forza sovrumana contro la montagna, finendo con
lo spezzarla in due.
Ci
aveva messo tutte le sue forze, fino a consumarsi e a rompersi anche
le nocche, ma le bombe già posizionate dagli altri
esplosero,
facendo saltar per aria i nemici. Lei riprese fiato, allargando le
gambe per mantenersi in piedi, mentre Sasuke e Naruto, rimasti di
stucco, non osavano parlare.
«Ve
l'ho detto, non mi lascerò più superare da
voi.» annunciò con
sfida, prima di riprendere a correre.
48
Obsession
[Ossessione]
«Il
team sette è un team di imbecilli. Sono tutti ossessionati
da
qualcosa. Chi dalla vendetta, chi dal deficiente ossessionato con la
vendetta.» sbottò Kiba, suo malgrado dispiaciuto.
«Non vale la
pena piangerne. Tanto non possiamo fermarli, sono già
lontani.»
Tenten
sospirò, poggiando una mano sulla spalla di Ino, che
continuava a
singhiozzare.
«Lo
sono sempre stati.»
49
Missing
[Fallendo]
Sasuke
strinse gli occhi, trattenendo le lacrime di frustrazione e
desolazione. Era stato inutile, tutto quanto. Suo fratello era morto
per salvare lui, non era mai stato il mostro che aveva inseguito.
Danzo era già stato eliminato da Naruto, non poteva cercare
alcuna
vendetta. E Sakura era morta per difenderlo dal colpo del Kyubi, che
ora aveva mostrato tutte le nove code.
Stava
fallendo, semplicemente.
50
Flattery
[Lusinga]
«I
tuoi occhi sono del colore di due pietre preziose, i tuoi capelli
come onde morbide e soffici di cielo al tramonto...»
«Naruto,
non ti darò il permesso di uscire dall'ospedale in
anticipo.»
tagliò corto.
«Ma
sto bene, Sakura-chan!» si lagnò lui, gettandosi
indietro.
«Io
però non dovrei avere alcun problema se lo lasciassi ora,
no?» si
intromise Sasuke, affacciandosi alla porta. Sakura roteò su
se
stessa, già furiosa.
«Non
essere irresponsabile anche tu!»
Sasuke
si chinò verso di lei con espressione ironica, togliendole
il fiato:
«Ma io frequento tutti i giorni il miglior dottore di Konoha,
non ho
bisogno di tutte queste infermiere attorno.»
Sakura
si incartò in pieno: «Mh. No. Beh, sì,
in effetti non... cioè,
non stai più così male, ti ho curato io.
Sì, ti faccio fare il foglio di dimissioni,
d'accordo.»
La
dottoressa si affrettò a fuggire, mentre Sasuke rivolgeva un
ghigno
vittorioso a Naruto e lasciava la sua stanza tra le sue imprecazioni.
51
I
Love The 70s [Amo gli anni '70]
Sasuke
fissò i genitori sbalordito. «Vi siete conosciuti
al concerto di
chi?»
«The
Damned.» ripeté Mikoto, con orgoglio.
«Abbiamo sorvolato l'oceano
entrambi pur di ascoltarli dal vivo... altri tempi...»
«Non
dirlo come se fossimo vecchi...» protestò Fugaku,
mentre Itachi si
poggiava alla credenza per non cadere. «Per la musica
facevamo di
tutto. Era giusto così, allora. E ho detto “allora”,
non pensate di poter fare lo stesso voi.» precisò
sostenuto.
«Vostro
padre era attirato dai miei capelli.» ricordò
Mikoto, ridendo
imbarazzata. «Li avevo colorati. L'unica giapponese presente,
e per
di più coi capelli blu.»
«Blu?»
ripeterono entrambi i figli, esterrefatti. «E a te stava
bene?» non
riuscì a trattenersi dal chiedere Sasuke, al padre.
«So
che posso sembrare una persona poco aperta, ma non lo sono.»
dichiarò Fugaku, dandosi un tono. «Non sono le
tinte per capelli
ciò che contano. Tra l'altro, i ragazzi di oggi dovrebbero
conoscere
la vera musica.»
«Oh.»
Sasuke colse l'occasione al volo, «Allora devo portare una
ragazza a
cena, domani.»
52
Stripes
[Tigri]
«Tu
e quell'idiota del tuo compagno di squadra non sapete quando
è ora
di smettere.» borbottò torva la kunoichi dalla
pelle scura. Sakura
la ignorò, procedendo nonostante la stanchezza. «E
quell'Uchiha non
è poi un traditore anche per voi? Non importa se
è stato un amico
in passato, è diventato feccia e va' eliminato.»
Sakura
si voltò ferocemente e l'aggredì prima ancora che
lei potesse
vederla e gli altri tentare di fermarla. Le fracassò una
spalla con
un pugno e le ruppe uno zigomo, prima che Naruto riuscisse a
separarle.
Il
fantasma di poco prima era diventato una tigre, furente e pericolosa:
«Non. Nominarlo. Neppure.» ringhiava, mentre Naruto
la bloccava
come meglio poteva.
53
Shapes
[Forme]
L'esilio
era stato semplice da gestire in fin dei conti, e ora che Naruto
sarebbe diventato davvero Hokage, volendo sarebbe potuto tornare a
Konoha. Il punto era se lo voleva o meno.
E
poi arrivò lei, coi capelli rosa legati in due codini bassi,
le
forme generose, il portamento severo: la copia della sua maestra. Ma
con l'amarezza in meno, perché la persona che amava non era
morta,
solo lontana.
«Andiamo?»
gli disse soltanto, come se non si fossero visti dal il giorno prima,
invece che due anni. Gli porse una mano, e Sasuke l'afferrò.
54
Question
[Domanda]
«Dopo
tanto tempo... secondo me dovremmo sposarci.»
Sakura
mise già la tazza di caffè, cercando di non
morire in quel momento,
perché sarebbe stato uno spreco. Alzo lo sguardo su Sasuke,
che
fissava la parete con interesse, e poi lei con sospetto.
«No?»
«Non
ho sentito la domanda.»
Sasuke
sbuffò, prese un respiro e bofonchiò rassegnato:
«Credo che
dovremmo sposarci, dopotutto.»
«Non
è una domanda neanche quella.»
puntualizzò Sakura, assumendo una
sfumatura scarlatta e al contempo cercando di non ridere:
«Hai paura
che rifiuti?»
«Ridicolo.»
sentenziò lui, «Allora?»
«Cosa
allora?» miagolò lei.
«Dannazione,
Sakura! Vuoi sposarmi sì o no?»
«Vediamo...»
tentennò lei, provocandolo.
«Me
la pagherai per questo.»
55
Greeting
[Salutando; Dando il Benvenuto]
«Ohy,
Sasuke.»
L'Uchiha
alza a fatica la testa, arrancando malfermo sulle gambe e ansante.
«Dì,
ti va del ramen?» domanda Naruto, ridendo a bassa voce e
pulendo il
sangue che gli gocciola sul vento.
«Sei
un idiota.» gli dice di cuore.
«Non
te n'eri ancora accorto?» domanda la voce fioca di Sakura,
sulle
spalle di Kakashi. Sobbalzano tutti, convinti che fosse come minimo
in coma.
«Sì,
ma tendo a dimenticarmi delle cose spiacevoli.» borbotta
Sasuke,
inciampando e venendo salvato all'ultimo da Suigetsu, prima che si
schianti a terra e lì resti.
«C'è
una folla più avanti.» annuncia Karin, arresa. Non
riesce neanche
più a tremare dopo le ultime tre ore. Nessuno riesce ad
averne
paura: se li uccideranno almeno potranno riposare.
Ma
poi riconoscono le voci, e soprattutto il tono felice.
«Eccoli!
Gli eroi!» grida Ino, che ha avuto la brillante idea di
richiamare
le persone e snocciolare loro la vera storia del clan Uchiha, di
Danzo, di Madara e tutto quello che gli ha raccontato il tizio dalla
doppia personalità che Sakura gli ha affidato prima di
correre di
nuovo via dietro Sasuke e Naruto. E tutti cominciano a urlare:
“Hanno
fermato l'Akatsuki e il Kyubi!” “L'eroe Naruto e la
sua
squadra!”e cose simili, e poi i loro amici corrono loro
incontro
prima di tutti, e persino Sai grida un'entusiasta: «Ce l'hai
fatta,
Naruto!»
Naruto
sorride, ed è Sasuke a reggere lui stavolta, prima che
crolli. Si
mantengono dritti assieme, e una mano di Sakura che sembrava
scivolata casualmente via dalla presa di Kakashi sfiora la spalla di
Sasuke.
«Bentornato.»
dicono insieme lei e Naruto.
56
Expression
[Espressione]
Persino
Sasuke Uchiha aveva un cuore che era possibile toccare, e
più grande
di quanto si potesse intuire.
E
il motivo per cui non era fuggito dall'ospedale e da Konoha quella
notte stessa, stava tutto lì: nelle facce di Naruto e
Sakura, il
primo apertamente vittorioso, la seconda che tentava di mostrarsi
arrabbiata, riuscendo quasi a farlo ridere tanto era buffa. Kakashi
poi, con quell'unico occhio, aveva mostrato sin troppo.
E
se tutte le mattine quei due avessero continuato ad avere
quell'espressione così felice e incredula che mostravano
ora, nel
trovarlo ancora lì, con loro, probabilmente non sarebbe
più
riuscito a scappare via.
57
White
Space [Spazio Bianco]
Per
una volta non si tratta di un disegno astratto, ma dell'immagine che
gli si è impressa in mente per giorni, da quando Ino ha
insistito
per una foto e lui l'ha scattata. C'è
qualcosa
di
sbagliato in quell'immagine, e ha tentato di fare un disegno
stilizzato per capire cosa: ecco Sakura che sorride orgogliosa con
l'uniforme da jonin, e alla sua destra c'è Naruto che
incrocia le
braccia, vestito allo stesso modo, e guarda avanti baldanzoso.
Qualche tratto nero per indicare Kakashi, seduto su una finestra alle
loro spalle, di cui si intravedono solo le gambe a sinistra. Sai si
sta chiedendo se aggiungere altri particolari, quando lo nota.
Ecco,
è quello spazio bianco alla sinistra di Sakura, l'errore.
58
Foreign
Language [Linguaggio Straniero]
Parlare
con le donne era come addentrarsi in una lingua straniera e ignota a
tutti gli uomini, senza dubbio.
Sasuke
le aveva chiesto una cosa soltanto: “resta
indietro”. Non
importava che lei fosse una jonin adulta con la sua stessa
esperienza, quello era Juugo
e stava perdendo il controllo. Lui dopo la battaglia finale aveva
perso quel chakra così minaccioso da calmarlo, a
detta sua si era rammollito per colpa di quella coppia di idioti con
cui faceva squadra, e
quindi era finito a terra e stava pensando a come farlo tornare
normale senza sfruttare gli occhi.
Davvero,
non era stata una buona idea venirlo a trovare a Konoha.
E
naturalmente Sakura non aveva recepito il messaggio. Si era piantata
davanti a Juugo, bloccandone un pugno con una mano sola, e aveva
sentenziato: «Calmati. O ti uccido prima che tu diventi
zio.»
La
frase, già incomprensibile di per sé, aveva
incredibilmente calmato
Juugo, che era crollato seduto a terra. Suigetsu e Karin si erano
voltati a guardarla a occhi spalancati, e aveva anche sentito un urlo
da parte di Naruto. Poi anche Sasuke c'era arrivato, una volta usciti
dalla foresta e dopo quindici minuti di silenzio perplesso. Ed
eccolo, rigido come uno stoccafisso, e per la prima volta in vita sua
balbettante e sconcertato: «Sei davvero incinta? A-avevo
notato che
i vestiti ti stavano più stretti ma non... Potevi
dirmelo!»
Sakura
lo aveva interrotto con un ringhio e uno spintone: «KARIN
E' INCINTA! NON IO!
Spero che Juugo perda ancora il controllo e tu muoia!»
concluse con
odio estremo, mollandolo lì con uno strano rimescolamento
allo
stomaco che più che sollievo, sembrava delusione.
59
The
Five Senses [I cinque sensi]
Kakashi
è senza dubbio la vista. Non importa che possa usare un solo
occhio,
lui vede ciò che è importante, ciò che
c'è da vedere davvero.
Quando lo guarda in faccia, prima di rifugiarsi nuovamente dietro le
pratiche da sbrigare come nuovo Hokage, capisce che Sasuke gli
è
grato per quello che ha fatto, anche se non ha detto nulla.
Quel
tizio lì, Sai, è il gusto. Percepisce quanto
Sakura sia acida sotto
quelle pose da dolce fanciulla, quanto Naruto sia amaro sotto quel
sorriso, quanto Kakashi sia piccante
e bruci nonostante
l'aria calma e imperturbabile. E purtroppo per lui sì,
capisce anche
quanto
lui
sia dolce, in
fondo a quel muro di spine che si è creato attorno.
Naruto
è l'udito. Semplicemente. Perché lui sa ascoltare
le parole, il
silenzio, le lacrime, la rabbia. E sa comprendere.
Sakura
è il tatto, perché ha sempre bisogno di
abbracciarlo, sfiorarlo, o,
come la prima volta in cui si sono rivisti dentro Konoha, colpirlo e
magari fratturargli una scapola e uno zigomo.
E
lui è l'olfatto, naturalmente. Perché anche se
non lo ammetterà
mai, ha sentito l'odore di casa nel momento stesso in cui Naruto gli
ha portato di nascosto quella ciotola di ramen, Sakura è
saltata a
sedere nel suo letto e Kakashi ha aperto il suo libro.
60
Wide
Open Space [Spazio Spalancato]
«E
adesso?» domandò Sakura, osservando l'enorme
cratere dove un tempo
esisteva Konoha. C'era già qualche baracca innalzata grazie
all'arte
del legno, ma la desolazione regnava sovrana. Sasuke si
guardò
attorno, senza sapere bene cosa sentire. Naruto poggiò una
mano
sulla spalla dell'uno, e una sulla spalla dell'altra.
Sasuke
fu sul punto di scrollarsi quella mano di dosso, quando l'altro
continuò: «Costruiremo un'altra Konoha, una senza
complotti e senza
odio. Siamo il team sette, quindi possiamo fare tutto.»
decretò, sicurissimo delle proprie parole, strappando un
sorriso
anche all'amica.
«Certamente,
futuro Hokage-sama.»
Naruto
saltò avanti, atterrando qualche metro più avanti
e più sotto. Poi
si voltò a braccia aperte. «Andiamo, su!»
«Abbiamo
le ossa rotte e non guariamo velocemente come te.» gli
ricordò
Sasuke, con un broncio che aveva un ché di infantile.
Sakura
rise finalmente, e saltò avanti, sollevando le braccia,
volando
verso lo spazio infinito di possibilità che si spalancava
davanti a
loro.
Sasuke
li guardò dall'alto, alzò lo sguardo al cielo con
palese
disapprovazione, e infine, guardando le loro espressioni, non
poté
che scuotere la testa e buttarsi.
Qualche
auto-commentino perché sapete che non ne posso fare a meno:
#2
Honor è una delle poche che mi piacciono. Sasuke
sarà pure
menefreghista e altezzoso, ma penso che all'onore ci tenga, suo come
degli altri. E poi non c'è vero
amico-spasimante-qualunquecosamaschio che non se la prenda quando
qualche altro essere XY entra nel suo territorio a parlar male delle
sue donne XD
#7
Ho immaginato il «Trovato.»
con lo stesso tono in cui Sakura lo dice a Kakashi-sensei, quando gli
dimostra la sua forza per la prima volta nello shippuden.
#11
Ho sempre sognato una Ino che dice qualcosa di simile a Sasuke.
#12
Come dice la Sil, è banale. Ma di solenne mi viene in mente
solo la
morte e il matrimonio, e quei due li si ammazza sempre... XD
#14
*Didone, cercate su google la sua bella storia, è una figura
mitologica, una regina di Cartagine e di Tiro. Secondo la narrazione
virgiliana, si innamorò di Enea e disperata di vederlo
partire si
uccise, trafiggendosi con una spada.
#16
Visto che è sempre Sasuke il traditore, per una volta volevo
fare
Sakura che molla tutto. Naruto lo sa, eh. Ma per una volta toccava a
lei.
#22
C'era più di una traduzione per Forsaken,
e ho scelto di usarne due.
#23
Sasuke è quello che dice sempre di parlare chiaro. Date
un'occhiata
alla pagina autrice di suni
e noterete XD
#24
Come per la 22.
#31
Sottolineo il viva finale perché Sakura è viva
solo ora che lo
tiene abbracciato. “Anche questa volta” si
riferisce alla foresta
della morte, dove è riuscita a bloccare il segno maledetto.
#32
Poco avanti nel futuro rispetto al manga.
#38
Le virgole finali mancano volutamente perché di solito uno
non fa
tutte queste pause nei pensieri, tra una parola e l'altra,
specialmente mentre gli stanno per ammazzare qualcuno davanti.
#40
Euforia mi sa di una felicità esagerata, sfrenata, negativa.
#60
Per chiudere mi sembrava giusto far spiccare loro un salto verso il
futuro e chissà che.
Grazie
come sempre alla cara Sil -WhisfulThinking- che beta sempre tutto, ad
Akami che legge in anteprima e mi rallegra con le sue risate, e a chi
commenta. So che è uno sforzo, lo è anche per me
XD
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