Di scoiattoli, fiori di ciliegio e giardino tutt'attorno.

di eleanor89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It doesn't work. ***
Capitolo 2: *** 60 ***



Capitolo 1
*** It doesn't work. ***


non funziona Questa storia nasce come spin off di uno dei 100 motivi ShikaIno. Per chi non li conosce, lascerò il link qui, e indicherò il punto esatto in cui si colloca la shot ShikaIno rispetto a questa storia con un asterisco, che troverete più avanti.
Il link è questo:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=404993



Questa storia l'avrei voluta dedicare a suni, ma non è degna di lei, quindi diciamo che le dedico l'intenzione di scriverla, o qualcosa del genere. E la ringrazio per il pre-betaggio. Compreso di “Sasuke potrebbe essere I.C., sì, no.


Ringrazio la Sil per il betaggio finale, cosa che fa su ormai tutte le mie storie, povera donna. Se l'intenzione la dedico a suni, a lei dedico l'epilogo e Ino e Kiba che la fanno sempre morire. E a me fanno morire i suoi commenti sulla storia.





Sakura lo guardò: i capelli biondi per una volta pettinati, i vestiti dai colori meno sgargianti del solito, in mano un mazzo di rose che aveva visto giorni migliori, rovinato probabilmente dalla pazza corsa contro il tempo fatta da Naruto appena si era accorto di essere in ritardo, e lo sguardo.
Lo sguardo che la pregava in maniera adorabile di non inveire contro di lui e di accettare lo sforzo.
Poi ricordò il proprio riflesso allo specchio, quel filo di trucco, quel leggero rossore alle guance dovuto all'idea di avere un appuntamento, ma non al fatto che uscisse proprio con lui, perché era Naruto, e per quanto potesse essere imbarazzante provare ad essere una coppia, il rossore era soltanto la prova dell'emozione di avere un appuntamento, non dei suoi desideri, speranze, del suo batticuore. Queste cose non c'erano affatto.
Guardò ancora quegli occhi azzurri, che chiedevano scusa, e lì comprese.
«Non funziona.»
Naruto sgranò gli occhi.
«Ma... io... la sveglia, è solo... sono solo dieci minuti!» boccheggiò, ancora ansante per la corsa. Poi si illuminò di un sorriso furbo. «Offrirò io, naturalmente. Ti farò sentire una principessa oggi, Sakura-chan!» esclamò, felice di aver trovato la soluzione.
Sakura sospirò. «Lo fai già, ogni giorno.» disse lentamente, con voce sicura, «Non è quello il problema. Naruto, guardati.»
Il ragazzo osservò velocemente la felpa grigia e i pantaloni neri, poi si sfiorò i capelli diversi dal solito cespuglio. Sakura considerò distrattamente che stava davvero bene così, ma non ci fu alcun batticuore, di nuovo. «Lo sapevo che non dovevo dar retta a Kiba...» mugugnò Naruto, «Sono inguardabile, vero?» domandò vergognosamente, ma con un sorriso di scuse, ancora.
«No, sei veramente carino oggi. Più di quanto mi aspettassi.» rispose Sakura in tono piatto, e Naruto alzò lo sguardo, prima acceso e poi sconcertato dalla sua espressione. «Naruto, tu ti stai sforzando di essere qualcun altro per piacermi, e non è così che dovrebbe essere. Guardati. Hai vent'anni ormai, sei riuscito a farti accettare da tutto il villaggio per quello che sei, e ora, per uscire con me, ti sforzi di essere un'altra persona. Questo non può essere giusto. Dovrebbe essere tutto molto più naturale, più... Tu devi stare con qualcuno che ti voglia così come sei.» spiegò, incerta. Nella sua mente trovò gli occhi bianchi di Hinata, il suo sacrificio nella battaglia contro Pain cinque anni prima, e si sentì più sicura.
Naruto restò in silenzio.
«E io invece... io dovrei sentirmi elettrizzata, ma sento che è come se stessi uscendo con un fratello. Sì, è diverso, sono in imbarazzo e anche io ho cercato di rendermi carina, ma... ma è diverso. Non dovrei sentirmi così, io so come mi dovrei sentire...» la sua voce terminò in un mormorio colpevole.
Il sorriso fioco di Naruto la colpì al petto: «Ti sei già sentita così in passato col Teme, no?»
«Naruto...» cominciò lei, e per un attimo fu terrorizzata all'idea che i due litigassero seriamente a causa sua.
«E io oggi sono venuto qui perché tu eri gelosa di Hinata.» ammise il ragazzo.
«No, aspetta, lasciami spiegare! E' vero, è tutta colpa mia...» notò l'espressione divertita di Naruto, ma continuò, «Davvero, lo so. Ma non ero gelosa di Hinata in quel senso, è che forse mi dava fastidio l'idea che qualcuno ti allontanasse per sempre da me. Sono egoista, lo so, ma...»
«E io avevo paura che tu ti allontanassi da me se io avessi chiesto ad Hinata di uscire, invece che provarci con te. Avevo paura di perderti. Noi della nostra squadra siamo un po' troppo ossessivi con queste cose, che strano, eh?» scherzò lui, poggiandole una mano sulla spalla. «Lo so da sempre chi ti piace, e credo che forse, un pochino, sono stato egoista anche io. Quindi te lo concedo, ecco.» terminò, giocosamente solenne.
Sakura sentì gli occhi bruciare e li alzò verso il cielo, pregando di non piangere anche in quel momento. «Tu no, Naruto, tu non sei stato egoista.» negò lealmente, «Io dovevo spiegarmi, invece che fare l'offesa. E' che...»
«Non funziona.» riprese lui, agitando il mazzo di rose a riprova del fatto. «Siamo amici, Sakura-chan, e sempre lo saremo.» la rassicurò, dandole poi un bacio sulla fronte, che ad entrambi ricordò Tsunade.
Stavolta Sakura non fermò la prima lacrima, l'occhio destro l'aveva tradita quando aveva cercato di sorridere, e annuì debolmente. «Grazie.»
«E di che.» fece lui, col sorriso che tornava a splendere.
«Allora vai, ed esci con la persona giusta.»
Stavolta Naruto la guardò apertamente confuso, «La persona giusta?»
«Ah, che idiota, non ti sarai già dimenticato di Hinata?» sbottò lei, dandogli una spinta un po' troppo violenta contro la spalla. «Va' da lei, corri, sei sicuramente ancora in tempo.»
«E tu?» azzardò lui, timoroso, tenendosi la spalla dolorante con una mano.
Sakura fece un'alzata di spalle indifferente. «Io ora me ne torno a casa e mi riposo un po', sarei comunque stravolta dalla stanchezza, dopo questi giorni all'ospedale. Ci vedremo alla festa.»
«Penso che inviterò Hinata lì, invece che uscirci ora. Non sarebbe carino presentarmi da lei col mazzo di fiori che ho per te.»
Sakura inarcò le sopracciglia. Va bene che Naruto era cresciuto, ma non l'avrebbe mai creduto così sensibile, davvero. «Hai ragione.» concordò, più stupita che altro.
Poi da lontano riconobbe i vestiti neri e striminziti di uno dei compagni di squadra.
«Toh, c'è Sai. Vado da lui. Ci vediamo alla festa, Naruto.»
E prima di dargli il tempo di rispondere, fuggì letteralmente via.

It doesn't work.


Si scrutò allo specchio, con sguardo critico. Spostò una ciocca rosa indietro, a suo giudizio troppo lunga per ricadere con le altre davanti, e aggiustò con un piccolo tocco la crocchia sulla nuca. Poi abbassò lo sguardo al decolleté, che non sarebbe mai stato pieno come quello di Ino, inutile illudersi, ma che faceva un po' la sua figura grazie al kimono che perdipiù sottolineava il ventre piatto con la stretta cintura. Suo cruccio che sottolineasse anche i fianchi, a suo parere troppo larghi. Le gambe lunghe erano messe in risalto dallo spacco. I tacchi la rendevano ancora più slanciata.
Eppure non si piaceva.
Tornò a guardarsi, alla ricerca di eventuali difetti: le unghie troppo corte, lavorando in ospedale non poteva permettersi eccessi, il kimono tutto nero che forse faceva troppo contrasto con la sua carnagione chiara, avere i capelli raccolti invece che sciolti come al solito, gli orecchini troppo grandi o troppo piccoli, ma niente la soddisfò come causa del suo malessere. Ci rinunciò, rassegnata.
Voleva sapere se a Naruto le cose erano andate bene, comunque, o perlomeno meglio che a lei, ché Sasuke non l'aveva visto neanche di striscio, neppure dall'Hokage, il quale essendo nient'altri che Kakashi aveva il privilegio di essere degnato della presenza dell'Uchiha tutte le volte che la richiedeva.
Con un sospiro, accettando definitivamente che non si sarebbe piaciuta neanche restando un'altra ora davanti al grande specchio, ruotò i tacchi e si diresse nella stanza in cui si preparavano i ragazzi. Era un ricevimento formale, a cui erano stati invitati i rappresentanti delle nazioni amiche, e tutti dovevano fare bella figura.
Quindi i ragazzi si erano chiusi in uno stanzino per consigliarsi a vicenda ed evitare che qualche membro del proprio gruppo combinasse guai e fosse confinato in una missione di tre anni lontano da Konoha con tutta la squadra. Erano peggio delle donne poi, quando cominciavano a scambiarsi pareri sui vestiti che finivano in offese, risate, e infine botte giustificate. Come quando Kiba aveva chiamato i capelli di Neji, tipici capelli Hyuga, una “chioma da donna”, condendo il tutto con la solita risata sguaiata che a Sakura ricordava quella di Ino nei momenti in cui blaterava di roba piccante. Per una volta il genio della casata cadetta aveva lasciato perdere maniere e modi di fare indifferenti per passare alle mani.
Ad onor del vero, non che Kiba ci fosse andato tanto lontano. Ma visti i gusti estetici dei suoi tre compagni di squadra, sì, tutti e tre, Sakura aveva preferito tacere ed evitare di concordare.
Sentì le voci dei ragazzi e iindividuò la porta giusta appena svoltato l'angolo.
«Sembro un dannato cretino. Oh, i miei poveri veri vestiti...» si stava giusto lamentando Kiba.
«Se intendi la robaccia di pelle che indossi di solito, sei quasi decente con questi. Ti consola?» intervenne Neji, con tono piuttosto altezzoso. Niente, si era legato la storia della chioma al dito. E probabilmente lei stava arrivando giusto in tempo per fermare una rissa.
«Maledizione!» esclamò Naruto, facendola sobbalzare.
«Sei scemo?» sbottò Kiba, in tono sgomento, dimenticando Neji.
«L'obi! Non riesco a fare questo stupido nodo! Non uscirò di qui, chiaro?» si impuntò in tono offeso, sbattendo poi la testa contro una specchiera identica a quella della stanza in cui si era cambiata Sakura.
«Allora dev'essere una cosa prettamente maschile e genetica non riuscirci.» sbuffò Sakura, comparendo alla porta socchiusa. I ragazzi erano già più o meno vestiti, perciò si limitarono a saluti sconsolati che le davano ragione. Naruto non doveva aver detto loro nulla, perché sembravano perfettamente a loro agio e convinti che i due facessero coppia.
Già, Naruto. Quando Sakura lo vide ci mancò poco che si commuovesse ancora. Era davvero bello e impacciato al tempo stesso, con la cintura tutta storta e gli occhi speranzosi a illuminarne il viso.
«Mi aiuti tu, Sakura-chan?»
«Certo che sì. Stai molto bene.» si complimentò, raggiungendolo. «Guarda, non è difficile, ci stavi riuscendo... questo va su...»
«Se dopo lo fai anche a noi, ci fai un favore...» borbottò Kiba contrito.
«Io lo so sistemare.» intervenne Shino, tetro. «Certo, se qualcuno notasse la mia presenza e chiedesse a me...»
«Scusa Shino, scusa!» si affrettò a dire Kiba, «Aiutami tu e facciamola finita, dai.»
«No.»
«Come no?»
«Adesso non ti aiuterò più.»
Sakura sospirò.
«Che occhi tristi hai, Sakura-chan.» sussurrò Naruto, e lei lo guardò stupita. Gettò uno sguardo alle specchio dietro di loro, riconoscendo che incorniciati dalla matita nera le erano sembrati perfetti e non aveva badato alla propria espressione.
«Ecco cos'era a non piacermi...» mormorò.
«Come?»
«Niente. Tranquillo, stasera mi divertirò. Tu devi pensare alla tua dama, poi.» gli ricordò a voce più alta, mentre Naruto arrossiva e sorrideva.
«Sì, beh, anche...» farfugliò.
«Prego? Non sei tu la sua dama, Sakura-san?» domandò Lee, esprimendo il pensiero che era passato per la testa di tutti.
«Io? No, no.» rispose lei, scuotendo la testa. «Ecco la tua cravatta. Ora va' da lei.»
Naruto restò immobile a fissarla per altri due secondi, poi fece un passo indietro.
«Sei bellissima comunque.»
«Certo che lo sono.» cinguettò lei, sforzandosi di apparire serena. Poi gli diede una pacca sul sedere, esclamando un: «Fila via!» che lo fece ridere. Anche gli altri risero, pur restando visibilmente curiosi.
«Ehi, vacci piano! Sakura, il tuo cavaliere quasi mi investiva...» si lamentò Ino, introducendosi a sua volta nella stanza dei ragazzi. Quando vide l'amica quasi trattenne il fiato, portandosi poi drammaticamente una mano al cuore.
«Il tuo kimono è quasi più bello del mio. Te lo straccerò mentre scenderemo le scale, te ne rendi conto, vero?»
Sakura osservò il bellissimo abito blu in cui era avvolta l'amica, e fece una smorfia poco convinta. «Comunque non è il mio cavaliere.» precisò.
«Come?» domandò Ino, andando automaticamente a raggiungere Shikamaru e Choji per occuparsi dei loro abiti eleganti.
«Naruto non è il mio cavaliere. Ballerà con un'altra, stasera.» spiegò Sakura, guardandosi allo specchio. Rifletté se togliere la matita, che portava l'attenzione sui suoi occhi. Per un momento desiderò averne imperscrutabili come quelli di Neji.
«Scusami? Devo prenderlo a calci?» la voce di Ino era salita, facendosi minacciosa. «Dimmelo perché lo rincorro ora.»
Sakura si voltò di scatto, allarmata. «Stai buona, ce l'ho spedito io.»
Ino la guardò come se fosse totalmente scema, e Sakura in parte ci si sentì. Poi ricordò le circostanze in cui era finita in quel modo. «Non funzionava, Ino, semplicemente.»
I ragazzi cominciarono a fissare qualsiasi oggetto presente, imbarazzati dall'argomento.
«Oh.» fu il saputo commento di Ino, «E quindi l'altra chi è? Spero...»
«Hinata.»
Le reazioni a quel nome furono diverse: Neji sgranò gli occhi, poi con profondo disappunto lisciò la gamba del pantalone e sospirò, accettando la cosa di buon grado per il bene della cugina; Kiba spalancò la bocca e si portò poi una mano sulla fronte a coprire gli occhi, minacciando interiormente Naruto se avesse osato combinare guai con la delicata compagna di squadra; Shino spostò di qualche millimetro la testa indietro con uno scatto, forse spalancando gli occhi dietro gli occhiali scuri o forse no, poi scosse la testa, arreso.
Ino stirò le labbra in un sorriso che le illuminò anche gli occhi, portando nuovamente le mani al petto.
«Sta zitta! Dici sul serio? Oddio, la nostra piccola Hyuga avrà un infarto prima della fine della serata!» squittì eccitata, mentre Kiba si lasciava sfuggire un singhiozzo di disperazione e guardava Shikamaru, affinché la fermasse.
«Le vogliono bene...» rispose il Nara, vago.
«Sì, e a Naruto conviene fare le cose per bene.» accennò Sakura, ponendo le mani sui fianchi. Il tono però era fin troppo affettuoso, e il sorriso da gatta di Ino mutò in uno dolce.
«E lo stesso vale per lei, immagino. Non che si corra il rischio che sia lei quella a fare sciocchezze ma...»
«Sono veramente carini insieme.» commentò Sakura, tornando allo specchio.
Ino tirò di più l'obi di Shikamaru e annuì soddisfatta al suo indirizzo.
«Va bene?» borbottò lui stancamente, e lei tirò fuori ancora una volta il sorriso dolce.
«Sei un bel cavaliere.»
Shikamaru nascose il rossore voltando il viso e portando una mano dietro la testa, mentre Ino raggiungeva Sakura e la faceva voltare.
«Ferma così.» ordinò, mentre lei si immobilizzava. Le sue mani andarono alla crocchia rosa, che sciolse dalle innumerevoli forcine sotto gli occhi inorriditi dell'amica.
«Hai idea di quanto tempo...» tacque, sentendo le ciocche ora ondulate ricaderle sulla schiena, e poi qualcuna sul viso, che Ino si premurò di scostare con un tocco che sapeva di carezza.
«Così...» sussurrò, osservando il proprio operato. «Ecco. Ora sei la più bella.» pronunciò le parole con tanto orgoglio che Sakura evitò di protestare.
«Credevo che quella fossi tu.» sottolineò con un leggero broncio.
«Beh, per stasera io sono al secondo posto.» ribatté Ino, inclinando il viso. «Ora fa' un vero sorriso, eh? Sei stupenda e ti cadranno tutti ai piedi.»
Sakura arrossì, sentendo anche gli sguardi degli altri su di sé. «Ino...» cominciò, lamentosa, e l'altra le mise le mani sulle braccia.
«Sei splendida, veramente. Un fiore.» disse piano, sperando che le parole sortissero l'effetto sperato. Non ne poteva più di vederla così, davvero.
All'altra tornarono in mente i discorsi su cosmee e su come lei fosse un fiore che ancora non era sbocciato.
«Un fiore?» ripeté Sakura, incerta.
Ino sorrise, con l'affetto non di un'amica ma di una sorella, e la lasciò andare.
«Vado a vedere se Naruto non si è già messo nei pasticci. Tu, mi raccomando...» e si portò due dita ai bordi delle labbra, sollevandole verso l'alto in un buffo sorriso.
Sakura principalmente stava per piangere, ma finì col tirar fuori una risatina, mentre Ino si imbatteva in Tenten nel corridoio.
«Ehi, donna, vieni con me! Naruto deve fare il cavaliere di Hinata!»
«Di Hinata?!» si sorprese ovviamente anche Tenten, e si bloccò, mentre passava di fronte alla porta spalancata e coglieva Sakura che ancora ci guardava attraverso.
«Bellissima.» si complimentò, alzando un pollice e poi tornando a sollevare la gonna per seguire Ino di corsa.
«Che ragazza dolce... Shikamaru, evita di farla prendere a qualcun altro.» commentò soltanto Kiba, il primo a lasciare la stanza.
Shikamaru sussultò, e Sakura voltò il capo verso di lui, divertita. «Ino Yamanaka in Nara. Ti piace Choji?»
«Assolutamente.» rispose questi, mentre si apprestava insieme a Lee a porgerle il braccio. Sakura accettò entrambi, e fu scortata fuori.
Neji, ripresosi dall'imbambolamento, solo mentale, che l'aveva colto alla vista di Tenten, diede una pacca sulla spalla a Shikamaru e imboccò la porta, con Shino al seguito. Sai, aspettando che Shikamaru lasciasse la stanza, fu forse il primo a chiedersi dove fosse Sasuke quando serviva.
Sakura invece si sistemò al fianco di Ino, che si era fermata ancora al piano di sopra ad osservare la sala piena di persone in abito di sera, salutando con un cenno la sua scorta.
Ino, ovviamente, le domandò: «Come ci sei finita a fare da madrina a Naruto e Hinata?»
«Sai com'è... non ha funzionato. Siamo amici.»
«Ci sei arrivata ora? E' così che funzionano i team di solito.»
«Beh, il tuo di team.»
«Shikamaru e Choji sono amici!» ribatté Ino scioccata, guardando Choji affrettarsi ad attraversare la sala, forse avendo individuato qualche vecchia conoscenza.
«Ma tu e Shikamaru non siete amici.»
L'occhiata che Ino le scoccò era peggio che omicida e Sakura si affrettò a spiegare la situazione.
*
E mentre lo faceva capiva che ancora, dopo tanti anni, era sempre e solo Sasuke quello che rispondeva a ciò che cercava. Se avesse ricambiato, naturalmente. Non era neppure lo stesso amore che aveva da ragazzina. Era convinta di averlo superato in quel senso, quando era tornato a vivere tra loro, e proprio per questo si poteva dire che se ne fosse innamorata di nuovo, stavolta di Sasuke per ciò che era, senza idealizzarlo. Un egoista, egocentrico, presuntuoso, rabbioso, vendicativo, infantile, orgoglioso, incivile, splendido uomo, che regalava un sorriso una volta l'anno o meno, ma che sapeva farla sentire l'unica al mondo con un solo sguardo.
Il che era peggio che essere legata alla sua vecchia cotta.
Finito di chiacchierare con Ino, che comunque non gliela contava giusta con tutta quella dolcezza ingiustificata, prese la via delle scale. E dopo i primi gradini capì che per l'amica la serata avrebbe raggiunto una brusca virata verso il basso, nel momento in cui incrociò Temari e Kankuro salire le stesse scale. Avrebbe voluto aiutarla, lei le aveva persino suggerito dove trovare Sasuke, ma quando si voltò ancora indietro scoprì che Ino stava già sparendo lungo il corridoio di sopra. Tornò a scendere, salutando con un cenno poco partecipe i due fratelli.
Rallentò all'ultimo scalino, ora che Sasuke non era più visibile, nascosto dalla marea di persone. Poco dopo arrivò Sai, al suo fianco.
«Oggi, davvero, non sembri un cane rabbioso.»
Sakura non ebbe la forza di prendersela per quell'aggettivo che le affibbiava da sempre e ringraziò riluttante.
Improvvisamente notò che tutti i suoi conoscenti tornavano a salire le scale, forse per salutare i due del deserto, e si fece da parte.
«Scappa appena puoi, è noiosissimo qui.» le consigliò premurosamente Lee, e persino Neji si aggiunse al gruppetto.
Lei annuì con un mezzo sorriso, scoprendo che Sai era rimasto accanto a lei.
«Cosa c'è?»
«Niente.» rispose lui, nascondendosi dietro un sorriso criptico. Diverso dai soliti sorrisi falsi, perlomeno.
«Sai, non mi sai mentire.»
«Mi chiedevo se tu non avessi bisogno di compagnia, fino a raggiungere Uchiha.»
Sakura, semplicemente, lo abbracciò.
«Non capisco...» ammise il ragazzo e lei rise.
«Sei stato veramente carino a preoccuparti per me, Sai. Sei un ottimo amico e compagno di squadra, te lo avevo mai detto?»
A giudicare dalla sua espressione no, non glielo aveva mai detto.
«Anche tu lo sei.» rispose Sai con schiettezza, e Sakura sorrise rincuorata e incoraggiata.
«Ce la faccio, tranquillo. Prima raggiungo Tenten però, per due chiacchiere tra donne. Tu ti ambienterai?»
«Ho visto Juugo.» rispose lui tranquillo. Un po' inquieta, lo lasciò andare. Juugo non era esattamente l'esempio di persona affidabile a suo parere, ma del resto era meglio lui che a regger candela con Suigetsu e Karin, che le sembravo le copie più violente di Shikamaru e Ino, o di se stessa e Naruto ai tempi dell'accademia. Anzi, sicuramente i primi, visto che Naruto non aveva mai osato stuzzicarla, e neppure era arrivato a certi picchi di malignità come Suigetsu. Quanto a Karin, che com'era scontato odiava Sakura ricambiata, purtroppo le sembrava molto simile alla ragazza che era stata, sebbene ora si fossero calmate entrambe. L'aria di pace che si respirava a Konoha faceva bene a tutti, non c'era da dir nulla in quanto a questo.
«Tenten.» la raggiunse, e la ragazza smise di giocare coi propri ricci.
«Sakura... Sono fuggiti a salutare quelli di Suna.»
Tenten era sicuramente molto professionale e cortese in missione, ma non avrebbe mai mandato giù il suo primo incontro con la ragazza del team Sabaku, che oltre a batterla l'aveva umiliata e aveva infierito sul suo corpo esanime. Erano cresciute tutte, certo, ma alcune ferite dell'orgoglio non se ne andavano facilmente con due visite ogni anno.
«Ho notato. Ino sarà entusiasta.» si lasciò sfuggire.
«Eh... a proposito di Ino, ti direbbe che hai fatto un bel colpo.»
«Che intendi?» domandò Sakura, poggiandosi una mano contro l'altro braccio.
«Che la faccia del nostro Uchiha-sama mentre abbracciavi Sai è stata impagabile.» spiegò Tenten, terribilmente divertita. «Pensavo che sarei morta cercando di trattenere le risate.»
«Mi stai prendendo in giro.» decise Sakura, incredula.
«Oh no, no. Assolutamente no.» confermò Tenten, di nuovo sul punto di ridere, «Non lo facevo pure geloso insieme agli innumerevoli difetti che elencate sempre. Ma lo è.»
«Più che geloso direi possessivo, e lo sarebbe anche con una posata se gliela togliessero di mano.» specificò, abbattuta.
«Ma insomma, dov'è la Sakura che non smette mai di sperare? Lui si sta servendo su un piatto d'argento e tu che fai, guardi da un'altra parte?» esclamò Tenten, a metà tra l'esasperato e l'incoraggiante.
«Si sta servendo su un piatto d'argento?» ripeté scettica, con una smorfia divertita sul viso.
Tenten ghignò. «Con tanto di mela in bocca.»
Si separarono sghignazzando, probabilmente prese per ritardate da buona parte dei presenti, e Sakura riuscì a recuperare compostezza e dignità solo in vista del suo obbiettivo, che beveva vino con un calice dietro cui più che altro si nascondeva dagli attacchi rapaci di un gruppo di spasimanti.
Sasuke Uchiha a vent'anni era incommensurabilmente bello, qualcosa che si poteva solo immaginare a dodici o a quindici. Era un uomo così affascinante da far capitolare anche le donne sposate, di questo ne avevano prove sicure, e neppure le voci del suo passato riuscivano a sviare l'attenzione delle signore, anzi. Sembrava quasi che l'aura di mistero e pericolo facesse da afrodisiaco.
Tutte immaginavo un ragazzo dal carattere praticamente perfetto, ostacolato dal destino e da un consiglio malvagio, che usciva pulito persino dopo essere stato tre anni sotto le file di un sennin pazzo e pericoloso e che salvava Konoha da un Hokage e un consiglio corrotti, da un Kyubi e da un suo stesso antenato. Un cavaliere senza paura e con qualche macchia data dalla giovane età.
Certo, tutto vero, tranne il piccolo particolare del carattere.
«Lasciatemi in pace, siete noiose.»
Appunto.
Qualcuna si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa e offesa vera e propria e le prime cominciarono ad abbandonare il campo.
«Sto per farmi portare la katana dal mio compagno.» ammonì le restanti, che decisero che era giunto il momento di lasciarlo solo.
«Spero tu parli di affettare sushi.» disse Sakura in tono di rimprovero. Lui le concesse un'occhiata agghiacciante, che invece che spaventarla o farla sentire in colpa la fece quasi gongolare.
Tenten aveva ragione.
«Vattene.» la scacciò subito, privo di tono. Poteva essere scambiato per il Sasuke dei primi tempi a Konoha, ma il fuoco che gli ardeva negli occhi era qualcosa che mancava a quel ragazzo che sembrava senz'anima.
Tenten aveva mortalmente ragione.
«No.» rispose lei, prendendo posto accanto a lui, con le mani poggiate al muro dietro la schiena e un sorrisetto soddisfatto.
Sasuke represse a malapena un moto di stupore, poi ringhiò: «Devo essere più esplicito?»
«Puoi provarci, ma sai che né io né Naruto ti ascoltiamo.»
«Tsk, quell'altro.» sputò, «Dov'è il tuo cavaliere
«Con la sua dama. Guarda in cima alle scale.» suggerì lei, onestamente divertita.
Sasuke alzò la testa di scatto, e lei ne ammirò segretamente il profilo perfetto.
«Hinata?» pronunciò quel nome con aperto sconcerto. Sapeva soltanto che fino a due giorni prima tutta Konoha mormorava di un appuntamento tra Naruto e Sakura, poi si era chiuso in casa, avendo altro da fare che non ascoltare i pettegolezzi di un villaggio a cui non sentiva di appartenere granché, e ora non riusciva a collegare le due cose.
«Hyuga. In carne e ossa.»
«Ti ha mollata per lei?» sbottò Sasuke, ancora incredulo, voltandosi a guardarla. Certo, in quanto a tatto, Sakura aveva poco da ammirare. Se davvero fosse andata così avrebbe minimo meritato uno dei suoi pugni. C'era anche da dire però che la piega sulla sua fronte segnalava disapprovazione all'idea, e ciò era adorabile.
«No. Ci siamo mollati insieme per lei.» lo corresse. «Anzi, mollati non è il termine giusto, non è mai cominciato nulla.»
Sasuke tornò velocemente impassibile, e riportò il calice alle labbra.
Sakura si sforzò di smettere di guardarlo, e notò che Sai aveva raggiunto Tenten invece che Juugo. O forse era il contrario, che l'amica tentasse di far ingelosire Neji seguendo il suo esempio?
Anche Sasuke li aveva evidentemente notati, perché aveva di nuovo aggrottato la fronte e le aveva lanciato un'occhiata di sfuggita. Sakura l'aveva percepita, era impossibile non notare che Sasuke la stesse guardando dato che le dava sempre i brividi, sempre, ma non aveva detto nulla, limitandosi a mostrarsi serena anche su quel fronte. Per quanto potesse essere serena con lui accanto.
«Tornano tutti giù.» constatò, approvando l'occhiata di Neji che era caduta sulla compagna di squadra e Sai.
«Sai non uscirà vivo da questa sala.» osservò Sasuke.
«Cerca di non sembrarne così compiaciuto.» lo rimproverò.
«Non lo sono.» si giustificò lui, senza troppa convinzione. Ora la stava scrutando. «Perché dovrei?»
«Perché lo detesti da cinque anni a questa parte?» lo provocò Sakura con un falso sorriso innocente. Sasuke si irrigidì, colto sul fatto.
«Ti sbagli. Non provo il minimo interesse per lui.»
Sakura fu tentata di stuzzicarlo ancora, ma era sicura che lui l'avrebbe abbandonata sul posto piuttosto che sorbirsi una cosa simile, specie dato che palesemente mentiva, e lasciò cadere.
Partì una canzone romantica, e alcune coppie cominciarono a ballare. Naruto e Hinata diedero il buon esempio quasi per primi.
Sakura si rassegnò a passare il resto della serata al muro, in compagnia di Sasuke, senza riuscire a trovare la cosa avvilente o patetica. Le bastava. Avrebbe preferito parlare, ma conoscendolo era praticamente impossibile, quindi si accontentò.
Per questo quando dopo due minuti Sasuke aprì bocca, Sakura sobbalzò.
«Non mi chiedi di ballare?»
Lo guardò stralunata, rischiando di cadere a terra mentre si ritraeva. «Vuoi ballare?» chiese sgomenta.
«No. Ma mi chiedevo perché non fosse già arrivata la tua domanda.» spiegò lui, arrogante, facendo poi un cenno in direzione di altre commensali che lo mangiavano con gli occhi. In realtà Sasuke non era così sicuro di sé, anzi, dopo aver visto Sakura scendere le scale si era convinto che per averle dato tutte le volte della poco attraente o noiosa negli ultimi anni doveva esserci qualcosa di molto sbagliato in lui, però per il suo orgoglio doveva limitarsi ad essere il solito stronzo ed evitare di farle capire quanto quella sera lo incuriosisse più del solito.
In realtà, da quando era tornato a Konoha, ormai da tre anni, e da quando era tornato a vivere a tutti gli effetti, due anni, il team sette più Sai aveva ricominciato a fare i primi passi assieme, e non c'era stato poi così tanto tempo per considerazioni di quel tipo. O meglio, per un altro ci sarebbe stato, ma non per Sasuke, che prima aveva messo un po' d'ordine nella sua testa e nella sua vita.
E quando un bel mattino si era svegliato relativamente in pace, per quanto appunto potesse esserlo, e aveva trovato Sakura a cucinargli la colazione [Naruto dormiva stravaccato sul divano ma questo era altrettanto tipico], si era reso conto di trovarlo non solo naturale, ma come un qualcosa di più che benvenuto. Necessario.
E lì aveva notato che Sakura non era più quella di prima.
[Poi aveva svegliato Naruto con un calcio, naturalmente.]
«Perché davo per scontato che non ti saresti mosso di qui.» rispose Sakura, schietta e forse un po' brusca a causa del tono dell'altro.
«E se non mi muovo io non lo fai neppure tu?» indagò, con una luce di interesse negli occhi. Quello sarebbe stato dalla “vecchia Sakura” non dalla nuova.
«Sono stanca.» ammise. «Sto studiando un nuovo volume che mi ha mandato Shizune-san con... Beh, non importa.» si interruppe.
Sasuke si staccò dal muro, stirando appena un braccio addormentato. Sakura catalogò la smorfia del suo viso che si risvegliava dal torpore come “deliziosa”. «Onestamente credo che parlare dei tuoi volumi di medicina sia molto più interessante che stare qui a guardare persone ballare senza il minimo senso del ritmo o della vergogna. Di cosa tratta?»
E, incredula, Sakura si ritrovò coinvolta in una conversazione intellettuale con Sasuke.
Certo, mentre lui esprimeva qualche opinione lei si perdeva in quei capelli corvini che ricadevano sul suo viso, o magari se faceva l'errore di incontrarne gli occhi scuri, liberi ormai dalle occhiaie e tornati allo splendore che avevano forse solo quando era un bambino, perdeva il filo del discorso, ma Sasuke sembrava averlo perdonato e lo accettava come se gli fosse dovuto.
Imbarazzante a dirsi, ma era probabilmente abituato al fatto che lei perdesse facoltà mentali guardandolo negli occhi, ad eccezione dei momenti in cui lo stava curando o che lo prendeva in giro, dimentica del fatto che fosse “lui”.
E Sakura non sapeva che effetto lei stesse facendogli, ogni volta che scostava le ciocche dei lunghi capelli indietro, che a volte scivolavano sino alla scollatura, oppure dondolando da una gamba all'altra, o quando si erano seduti e le aveva direttamente incrociate, con lo spacco che mostrava generose porzioni di gamba, oppure ascoltandolo rapita con quegli occhi che sembravano due smeraldi, spingendosi avanti e aprendo leggermente le labbra.
Quando Sakura si accorse che Ino era ricomparsa, e niente meno che mano nella mano con Shikamaru, fu solo per caso e per fortuna, perché Sasuke stava giusto arrivando al limite e cominciava a perder pezzi del discorso lui stesso.
«Scusa un secondo.» si interruppe lei, sporgendosi poi sul tavolo. «Psss! Ten!»
L'altra, vicina al buffet, si voltò stupita e notò che Sakura le indicava le scale per poi tornare composta facendo finta di nulla.
Sasuke la guardava interrogativamente.
«Shikamaru e Ino.» spiegò lei, trattenendo a stento l'entusiasmo. Si alzò in piedi, guardando il suo interlocutore dall'alto verso il basso, con un sorriso che non riusciva a reprimere. «Torno immediatamente
Sasuke la guardò allontanarsi velocemente e saltare sulle spalle di Tenten, come se fossero ancora due ragazzine. Sbuffò, divertito all'idea che non sarebbe mai cambiata in quel senso. Solo in quel senso, ma quello migliore che poteva restare anche così.
Alzandosi a sua volta incrociò lo sguardo di Naruto che rideva. Anche i suoi occhi erano gioiosi, in quel modo particolare che faceva sentire Sasuke contemporaneamente a disagio e bene, perché sentiva di essere in parte l'artefice di quella felicità profonda, che quasi lo riscattava di tanti suoi errori.
Naruto sillabò un “Teme” a cui rispose con un “Dobe”. L'altro fece un' espressione tanto buffa al vederlo rispondere di nuovo così, come se fossero ancora due bambini, che Sasuke faticò a non ridere.
«Che c'è?» domandò Sakura di ritorno, un'altra col sorriso genuino.
«Finito di spettegolare?» domandò, tentando di apparire maligno ma finendo col sembrare soltanto paziente.
«In realtà no, ma sono così carini che aspetterò a domani per torturare Ino.»
«E lei torturerà te?» domandò, insinuando come la sua presenza assieme a lui non fosse casuale o soltanto amichevole.
Sakura si finse nel dubbio, portando un indice alle labbra: «Beh, purtroppo non avrebbe molto da farmi dire... Finirà col cercare te, magari, per rifarsi di pettegolezzi.»
«Questo non possiamo permetterlo.» dichiarò lui. «Usciamo a fare un giro. Inventerai qualcosa domani su quel che abbiamo fatto.»
Sakura annuì, cercando di non ridere istericamente.
Non solo stavano civettando, ma forse avrebbe avuto qualcosa da raccontare davvero.
Piano, non montarti la testa, Sakura...” si disse, cercando di calmare i battiti del proprio cuore. “Se ti illudi va a finire che ci resti male. Lui non vedeva l'ora di scappare dall'inizio, quindi calmati.”
Mentre la seguiva ebbe una fugace impressione di Tenten che seguiva Neji fuori dalla sala, per una porta che dava all'interno del palazzo, e non sembravano felici. Reprimendo la curiosità e sperando in bene per l'amica, continuò a camminare, seguendo le spalle di Sasuke e poi accelerando, per trovarsi perlomeno al suo fianco.
«Ino ti fa così paura da costringerti a fuggire?» domandò infine divertita.
Sasuke sbuffò. «La Yamanaka sa essere incredibilmente fastidiosa e testarda, quasi pari a Naruto.» replicò altero.
«Concordo.» disse Sakura, con una sfumatura di affetto nella voce.
Sasuke le rifilò un'occhiata attenta. «Non litigate più.» considerò come se questo particolare avesse un'importanza capitale. «Non sul serio.»
«Stava ballando con Shikamaru, hai notato? Direi che lei non è più interessata a te, se non come bell'uomo da guardare...» cicalò Sakura con leggera malizia, alzando lo sguardo al cielo stellato. Represse un gemito di stupore alla vista di tutte quelle stelle, più visibili persino che a Konoha.
«Il modo in cui sottolinei che è lei a non esserlo sembra quasi un'offerta da parte tua.» constatò Sasuke.
Sakura non si fermò ma non poté trattenersi dal guardarlo. Sasuke era impassibile, esclusa la piega delle sue sopracciglia che suggeriva una leggera ironia nelle sue parole.
Certo che se l'aspetta, lui è quello che tutte amano, bastardo presuntuoso...” le suggerì la coscienza, che poi si lanciò in una serie di commenti su quanto del resto lui avesse ragione.
«Io non mi offro.» specificò, «Ma non nego che per quanto mi sforzi probabilmente ti amerò per sempre, non ci posso fare nulla. Così come tu e Naruto sarete per sempre sia amici che rivali, è più forte di voi, ce l'avete nel sangue, no? Beh, io ho te nel sangue.» si interruppe. «Oh, speravo in una metafora migliore, questa è leggermente macabra.»
«E ti sta bene così?» sbottò Sasuke, stupefatto dal suo tono fatalista e rassegnato.
«Io sono felice.» rispose lei, con un largo sorriso, danzandogli attorno, «Non potrei essere più felice!»
Sasuke la afferrò per un braccio e la tirò a sé bruscamente, rischiando di farla cadere e costringendola a stringersi a lui per non inciampare. Quando Sakura sollevò la testa con espressione scioccata, pronta ad assalirlo, lui poggiò entrambe le mani sulle sue guance per tenerla ferma e la baciò, togliendole il fiato.
«Non potresti?» ripeté lui piano, sulle sue labbra.
Sakura riuscì a malapena a reggersi sulle proprie gambe per i successivi secondi, e solo quando fu certa che la sua voce non avrebbe tremato rispose: «In effetti potrei esserlo.»
Lui sorrise appena, soddisfatto, e Sakura non poté trattenersi dal saltargli letteralmente addosso, sfogando anni di repressione in un colpo solo e facendo cadere entrambi tra i cespugli.
Forse non era il luogo più romantico o più sicuro, e forse era tutto troppo veloce, ma nessuno dei due ebbe tempo di pensare a null'altro che non fossero loro.

«Ma porca miseria!» Sakura evitò di lanciarsi in imprecazioni peggiori solo perché Sasuke alle sue spalle le aveva appena poggiato un bacio sulla spalla.
«Mh. Che strana reazione.» commentò lui.
«Non per te! Guarda, il vestito si è strappato! E Ino saprà tutto nel momento in cui mi si accosterà per rientrare...» borbottò abbattuta.
«Certo che sei rumorosa...»
Sakura si voltò a guardarlo per dargli una meritata rispostaccia, ma si bloccò nella contemplazione del genio che si stiracchiava con l'eleganza di un gatto e che poi sollevava le maniche del kimono per poterlo indossare di nuovo.
«E perversa, te lo si legge in faccia.» terminò Sasuke, severo.
Sakura arrossì, mandandolo a quel paese mentalmente e afferrando i lembi dell'obi disfatto.
«Dammi una mano a legare questo, o vedrai quante te ne dirà Naruto... oppure potrei mandarti direttamente Ino.»
«E io tradisco Konoha.»
«Sei un idiota al pari di Naruto.» proclamò lei di cuore.
Sasuke la afferrò per le spalle e la tirò indietro di scatto: «Per questo, Sakura, potrei seriamente arrabbiarmi.» le soffiò accanto a un orecchio, facendola rabbrividire.
Un raggio di sole li colpì, ed entrambi si immobilizzarono. Si erano addentrati ancora più profondamente nel bosco, al coperto sotto le fronde, e non si erano resi conto di quanto il cielo fosse luminoso.
«Non sarà mica... passata l'alba? Siamo rimasti qui tutta la notte?» azzardò Sakura, già sapendo naturalmente la risposta. «Va bene che il tempo vola quando ci si diverte, ma non pensavo, cioè...»
«La compagnia della Yamanaka ti fa male...» asserì distrattamente Sasuke, ancora sconcertato dall'aver passato dieci ore così senza rendersene conto. Si chiese se di quel passo l'avrebbero finita col vivere chiusi in qualche camera da letto in modo tutt'altro che dignitoso. E piacevole, naturalmente. Ma comunque poco dignitoso.
«Cos'è quella faccia?» indagò Sakura con un accenno di sorriso.
«Per quanto riguarda Naruto e gli altri...» cominciò Sasuke riprendendosi, pronto a dire di tenere la cosa per loro, quando fu interrotto dalla voce orribilmente ilare di Ino.
«Grazie al cielo siete vestiti...» esordì ridendo, «Naruto stava per mandare squadre di ricerca, ci ha messo un po' ad accorgersi della vostra assenza essendo occupato... beh, non quanto voi ovviamente.» insinuò, facendo arrossire Sakura e assumere un'aria truce a Sasuke, «Comunque l'ho bloccato, salvandogli la sua anima pura probabilmente. Vi aspettiamo entro mezz'ora per tornarcene a casa. Sakura, ho un vestito di ricambio in camera. Tu...» osservò Sasuke per un momento, «Sei quasi perfetto come sempre. Per te ho un pettine in camera. Ci vediamo dopo!» li salutò infine, schioccando loro un bacio con una mano sulle labbra.
«Questo è imbarazzante.» decretò infine Sakura col viso tra le mani, dopo qualche secondo.
«No. Se fosse arrivata dieci minuti fa lo sarebbe stato.» obbiettò Sasuke, tornato odiosamente calmo. «Ah, dato che la Yamanaka spargerà la voce all'istante con le donne ma si tratterrà almeno un minimo con gli altri, saresti pregata di attendere la mia presenza prima di dirlo a Naruto.» la informò, sadicamente convinto di ciò che diceva.
Lei soffocò un urlo di frustrazione.
Poi Sasuke si portò le mani ai capelli, come colto da improvviso panico. «Un pettine ha detto?»

«Era geloso di Sai, ti rendi conto? Sai è perfetto per far mettere insieme la gente! Guarda anche Sakura e Sasuke...» stava dicendo Tenten a Hinata, mentre le quattro erano rimaste dietro la file per fare i loro “discorsetti amichevoli”, come li aveva chiamati Ino.
Sakura alzò gli occhi al cielo: «Non so se ci si può definire “insieme” dopotutto.»
«Come no? Avete passato la notte a far sesso, per ore e ore...» le ricordò Ino con entusiasmo, mentre il viso di Hinata prendeva una sfumatura indefinibile e Tenten mostrava un'espressione di puro rispetto.
Sakura si voltò furente: «Mi raccomando, racconta tutto ai quattro venti!» ringhiò, facendo voltare anche i ragazzi impegnati in un'altra discussione.
Ino si bloccò, priva di espressione, e con lei Tenten e Hinata, ora entrambe allibite.
«Io... Io scherzavo prima. Pensavo voi aveste solo... Non che addirittura...» boccheggiò Ino, incredula. Sakura si portò una mano alla bocca, sgranando gli occhi. Tipico di Ino darsi arie di donna da gran mondo e poi pensare che avessero passato la notte a baciarsi, come aveva potuto non arrivarci prima?
«Voi... Tu! Come ti sei permesso?!» strillò Ino rivolta a Sasuke, che aveva curiosamente assunto una colorazione rosata e fissava stoicamente altrove senza rispondere, mentre Naruto quasi aveva un mancamento a quella vista.
«E tu... così in fretta... Ah, maledizione! Cosa mi tocca sentire! E cosa mi è quasi toccato vedere!» il lamentò di Ino si tramutò in agonia e la ragazza fuggì verso l'inizio della fila, lasciando una Sakura sgomenta.
«Sai, penso la turbi principalmente che tu l'abbia fatto prima di lei.» ipotizzò Tenten. Shikamaru pensò che avrebbe potuto risolvere la faccenda, ma non disse nulla. Choji gli aveva letto in faccia quel pensiero, perché si era quasi strozzato con le patatine.
«Mi spiace, Sakura.» pigolò Hinata, notando il suo evidente imbarazzo.
«Teme di merda! Sei un pervertito! Un maniaco!»
«Pensa agli affaracci tuoi, dobe. E comunque è Sakura quella.»
«SASUKE!»





Naruto scoppiò a ridere di fronte a Sasuke coi capelli scarmigliati e ancora mezzo svestito.
«Ero venuto a invitarti a pranzo, ma immagino tu non abbia fatto colazione.» boccheggiò.
Sasuke lo fissò con disprezzo.
«Eddai, Teme, non capita tutti i giorni di vederti così arruffato
La fronte di Sasuke e il suo raddrizzarsi indicavano minaccia.
«Va bene, va bene. Hai visto Sakura-chan?»
L'altro inarcò un sopracciglio.
«Giusto, svegliato ora. Comunque, sai, per quanto riguarda lei...»
Gli occhi del moro si allargarono appena, e una mano strinse involontariamente la stoffa dei pantaloni. Naruto rise di nuovo.
«A me sta benissimo la storia tra voi due. Non disturbarti a dire che non ce n'è, ho capito che sei riservato e cose così. Quindi comunque non preoccupatevi, io non penso più a lei.»
«Mh.» grugnì Sasuke, affermativamente. In realtà, in fondo, sollevato, anche se non l'avrebbe ammesso mai.
«Una cosa però devo chiedertela...» cominciò in tono cospiratorio, e Sasuke alzò gli occhi al cielo, «Poi, se rispondi a questo, ti lascerò in pace sul resto. Niente domande, tebayo
Ora l'Uchiha si fece attento, invitandolo a continuare con un cenno del capo.
«Ma quando l'hai capito, di voi due? Perché da fuori non si notava niente... Da te, dico. Da lei sì.»
Sasuke, che in realtà se lo chiedeva da circa due mesi, si passò una mano tra i capelli e poi dovette coprire uno sbadiglio.
«Credo sia una cosa di sangue.» borbottò, concentrato.
«Che cosa?» fece Naruto, sgomento.
«Niente. Tra un'ora portami qualcosa da mangiare.» ordinò, chiudendo la porta e ignorando le lamentele offese di Naruto dall'altra parte.
Fu con insolito passo svelto che si diresse in camera propria, tornando a letto e attirando a sé una Sakura coperta solo dal lenzuolo.
«Di sangue, eh?» mormorò lei con voce soffocata.
Sasuke la lasciò andare, maledicendo il suo udito da pipistrello di prima mattina. O pomeriggio che fosse.
«Citavo.» bofonchiò, imbarazzato, «E tu sei noiosa. Torna a dormire.»
Sakura si voltò, con un sorriso soddisfatto, abbracciandolo.
«Dormire?» ripeté, maliziosa.
Anche Sasuke ghignò.
«No, per una volta hai ragione.» concesse, scivolando sopra di lei.






Salve a tutti. Qui dovrebbe cominciare la raccolta SasuSaku, che prende questo titolo dai loro nomi (per chi non lo sapesse Sasuke significa scoiattolo, mentre Sakura Haruno non ricordo se fiore di ciliegio o ciliegio in fiore, ma del resto lei viene paragonata ad un bocciolo da Ino e ho scritto di conseguenza); Il giardino tutt'attorno sarebbero i loro amici, senza cui non esisterebbe nulla di tutto questo. Anche se, visti i loro nomi, forse sarebbe stato meglio parlare di zoo o manicomio.
Per rispondere a suni, che magari non leggerà mai ma fa niente, quando ho scritto che Sasuke invitava Sakura ad uscire non sapevo perché lo facesse, ora sì: ha paura di quanto Ino sappia essere rompiscatole (1), Sakura è riuscita a svegliare il lato uomo che è in lui (2) se di lato uomo si può parlare, mentalmente almeno.
Alla Sil che mi fa notare come il breve scambio di convenevoli alla festa tra Sasuke e Naruto sia pericolosamente simile a quello di due amanti, purtroppo temo che tutto il loro rapporto, anche I.C. sia tale XD E che ho aggiunto l'epilogo perché si chiedeva se tra Sasuke e Sakura finisse lì. Col cavolo, cara, quei due si sposano.
Spero di aver fatto un Sasuke almeno un po' simile all'originale, anche se già solo essendo innamorato diventa un po' estraneo... E quella battuta finale sul sangue l'ha ripresa dal discorso con Sakura ed è comprensibile solo a lui, perché del resto non ce la fa a dare una risposta sensata a Naruto che comprenda un'ammissione di sentimenti da parte sua. Mentre il suo orrore all'idea del pettino viene dal fatto che ha immaginato i suoi capelli inguardabili [più del solito] e come ho già detto altrove, ce lo vedo Sasuke a preoccuparsene, come di tutto il resto del suo aspetto.
Se pensate che tutto sia avvenuto troppo in fretta, son passati anni da quando è tornato, eh XD
Se vi fa pena Naruto, ricordate che questa storia è NaruHina oltre che HinaNaru.
Grazie se siete arrivate sin qui! Se volete recensire è sempre un piacere, e se trovate qualcuno ooc ditemelo e lo segnalerò.


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Capitolo 2
*** 60 ***


Precisiamo: non è un capitolo normale, sono solo 60 piccoli “motivetti” (i primi 40 scritti in un giorno e mezzo, gli altri in più di una settimana per mancanza di ispirazione). Vedendo su LiveJournal un contest per incons da ispirare a ognuna delle seguenti parole ho provato a scriverci sopra delle drabble, flash e via dicendo. Si allungano un po' sul finale, ma che volete che vi dica, non sono in grado di tenere a bada le mani.
Sono su Sasuke e Sakura, ma anche sul team sette.
E gioite, o piangete, mi è tornata l'ispirazione angst XD
Il titolo è proprio sessanta. Non ne trovavo di migliori XD


60




01
Black Space [Spazio Nero]

Lo sai che è stupido, egoista e crudele. Sai che Naruto ci metterà un bel po' a riprendersi, se lo farà, che Kakashi-sensei si colpevolizzerà, che Ino come minimo si chiuderà a riccio per non soffrire più. Però lasciarsi affondare in questo nulla, dove il dolore riesce a malapena a raggiungerti e anche i pensieri si fanno sfumati, è tutto ciò di cui hai bisogno. Perché non ce la fai più, davvero, davvero più.
«Sakura, andiamo!»
E poi arriva lui, molto più stupido, egoista, crudele di te. Lo senti chiamarti insieme agli altri, ringhiare di rabbia e indignazione al pensiero di quello che hai fatto. Cos'hai fatto esattamente? Ricordi una lotta, occhi rossi e una corsa. Forse ti sei messa di nuovo in mezzo, forse no, ma non ha importanza.
Tu vuoi restare in questo spazio nero.
«Stupida, non morire...»
Lo senti mormorare queste parole e qualcosa ti sfiora una guancia, regalandoti un improvviso calore che ti sbalza via dal buio, coi suoni prima ovattati che tornano forti e il dolore improvviso e penetrante da qualche parte più in basso, e capisci che l'unico nero in cui vuoi immergerti non è lì.
Apri gli occhi nei suoi, e allora sorridi.


02
Honor [Onore]

Sasuke ignorava totalmente i commenti sul suo passato di mukenin, non degnando le persone che spettegolavano alle sue spalle più di quanto calcolasse le sue aspiranti fidanzate. Anche Sakura e Naruto, come sempre, quella sera si sforzavano di ignorare i commenti neanche troppo a bassa voce degli altri commensali.
«-apelli rosa secondo me è il loro giocattolino. Giocattolino notturno, se capisci cosa intendo.»
Naruto non seppe mai spiegarsi perché, al ritorno dal bagno, trovò l'uomo seduto accanto a loro ora a terra su di un tavolo spezzato in due, una Sakura piegata in due dalle risate e un Sasuke che mangiava in disparte nella identica posizione di poco prima, ma con il kimono schizzato di sangue.


03
Ice [Ghiaccio]

L'Uchiha non avrebbe saputo dire cosa si aspettava, probabilmente delle lacrime o addirittura un pugno dritto in viso, ma di sicuro non quello sguardo gelido. Ironia della sorte, fu proprio quello a fargli scoprire che il suo cuore non era poi davvero diventato di ghiaccio.


04
Virtue [Virtù]

«... aspetterà fino al matrimonio.» borbottò Naruto, con le guance paonazze per via dell'alcol. «A me sta bene, eh. Cioè, l'idea. Perché nei fatti, accidenti, ha così un buon profumo...»
«Troppe informazioni.» lo liquidò Sasuke.
«Anche tu e Sakura aspetterete?» lo stuzzicò l'altro con un ghigno, prima di battere la testa contro il bancone e ronfare.
Sasuke continuò a sorseggiare imperterrito il saké finché due braccia non gli circondarono il collo.
«Portalo via, mi trovi a casa tua.» gli sussurrò ad un orecchio, lasciandogli poi un bacio tra i capelli.
Aspettò che lei si fosse allontanata, poi si rivolse a Naruto che dormiva: «No.»


05
Sword [Spada]

«Posso provarla?» domandò Sakura intimidita, sfiorando l'elsa della katana. Lui, recuperando fiato, le indirizzò un'occhiata affermativa. La kunoichi sollevò la spada, e poi mirò qualche fendente per aria, rischiando di disarticolarsi una spalla per la troppa violenza dei movimenti. Sasuke le fu in un secondo alle spalle, facendo scivolare la mano sulle sue dita, che tremarono impercettibilmente. Modellò il braccio di lei, mostrandole come colpire, e poi la lasciò andare velocemente.
Troppo tardi, perché non sentissero entrambi quella scossa elettrica.

06
Faith [Fede]

«Lui tornerà. Naruto lo riporterà indietro, e torneremo ad essere il team sette.»
Che gli interlocutori fossero Ino, Tsunade-sama, Sai, che avesse dodici, quattordici o sedici anni, non importava: lei continuava a crederci.


07
Found [Trovato]

Quando il colpo si abbatté improvvisamente sul suo viso scaraventandolo diversi metri più indietro e facendolo strisciare a terra, non perse conoscenza, ma entrò in stato confusionale per qualche secondo, chiedendosi da dove fosse spuntata quella roccia.
Poi, la sua voce: «Sasuke-kun.»
Alzò appena il viso dolorante, inquadrando solo degli sfuocati capelli rosa e qualcosa di rosso.
«Trovato


08
Mystery [Giallo]

«Allora lei tremando indicò l'arma del delitto e...» sussurrò con fare cospiratorio Kiba, con la sola luce della candela ad illuminarne il viso, mentre tutti si piegavano impercettibilmente in avanti. Una improvvisa folata di vento spense la fiammella, e la combriccola precipitò nel panico con urla di terrore. Sasuke per poco non scivolò, per l'improvviso catapultarsi di Sakura tra le sue braccia.
«Sakura,» chiamò atono, «Non è neanche una storia dell'orrore, comunque la racconti. E' un giallo.»
«Sì, lo so.» sentì rispondersi con voce tranquilla.
Sasuke sospirò, mormorando un: «Pesante.»


09
Noise [Baccano]

Sakura strillava contro Sai che le aveva dato del cane rabbioso ancora una volta, Naruto vociava su quanto fosse buono il ramen di Ayame-san, Kakashi era impegnato nell'ennesima sfida contro Gai.
Ino sperò per loro che il baccano fosse davvero utile a nascondere il silenzio che li avvolgeva.


10
Nostalgia [Nostalgia]

La foto stava in bella mostra sul comodino, a nulla erano valse le proteste della madre perché la nascondesse dalla sua vista. Ogni sera, dopo aver terminato di studiare, si sedeva sul letto e se la metteva in grembo, pensando e sfiorando quel volto lontano e imbronciato. Naruto, accanto a lui, lo fissava con una smorfia rabbiosa. Eppure, Sakura lo sapeva, sorrideva nel cuore.
Voleva indietro quello scatto di vita.

11
Best Friends [Migliori Amici-Amiche]

«Questo perché il tuo pene è troppo piccolo.» sentenziò Sai, e Naruto cominciò a starnazzare come al solito, mentre tutti ridevano e Sasuke arricciava il naso, disprezzandolo di cuore.
«A proposito di peni!» esordì Ino, battendo una mano davanti al tavolo di Sasuke, che spalancò gli occhi. Il silenzio scese in sala.
«Nessuno calcola quello che fai davvero, e poi l'abbiamo capito tutti che tu e Frontespaziosa vi frequentate, quindi puoi anche rendere la cosa un po' più palese, nessuno baderà a voi.» dichiarò Ino, mentre lui la fissava come se fosse un alieno.
«Hai detto “a proposito di peni”?» accennò, basito.
«Sì. Perché se farai ancora soffrire la mia migliore amica, io ti staccherò il tuo e lo getterò in un tritarifiuti. Non importa quale danno alla comunità questo sia considerato.» minacciò, prima di scoprire i denti in un sorriso radioso e altrettanto spaventoso.

12
Holy [Solenne]

Ino scoppiò in lacrime, commossa, con Shikamaru e Choji che ridacchiavano cercando di tranquillizzarla, e persino Naruto aveva gli occhi lucidi e si sforzava di guardare in alto per evitare il dramma.
Sasuke era perfettamente composto e solenne, ma gli tremavano leggermente le dita.
Sakura sorrideva radiosa, per una volta senza tracce di lacrime neppure di gioia, e aspettava il momento in cui avrebbe potuto baciare Sasuke, finalmente come sua legittima sposa.


13
Texture [Struttura]

La struttura era semplice: Kakashi era la mente, Naruto era il cuore, Sasuke era il braccio; Sakura era il sangue, che li teneva uniti e permetteva loro di andare avanti.
Fu quando il team sette si ritrovò dissanguato, dopo quella maledetta missione, che il braccio cadde e il cuore smise di battere, mentre la mente si spezzava.


14
Mythology [Mitologia]

Sakura guardò Sasuke trascinarsi oltre Naruto, oltre il Kyubi, oltre lei. Se ne stava andando per sempre, lo sapeva. Si sarebbe lasciato morire, glielo leggeva in quella schiena eretta che si allontanava a passi barcollanti, ma non privi della dignità che lo contraddistingueva. Non poteva tentare di seguirlo con le gambe rotte, non avrebbe comunque potuto far nulla per lui, ma poté afferrare la katana che aveva malamente piantato a terra, sollevandola con le mani tremanti.
Chiuse gli occhi, e seguì la strada di Didone.*


15
Gentle [Gentile]

«Ti ho cucinato il pranzo, Sasuke-kun.» balbetta la bambina, porgendoglielo con le dita incerottate.
«Ti ho ricucito la maglia, ecco.» sorride la ragazzina, con nuovi cerotti sulle dita.
«Ti ho aggiustato il femore e sistemato la spalla, ora prendi queste e la febbre scenderà.» intima la ragazza, seria ma con occhi dolci.
«Sai benissimo che sei il migliore.» lo rassicura senza che lui le abbia chiesto nulla, sfiorandogli il viso con una carezza, la donna. «Non mi avresti sposato, altrimenti.» sdrammatizza poi.
«Sakura, sei davvero...» gentile, «Insopportabile.»


16
Betrayal [Tradimento]

«Io ti amo.»
«Ancora? Sakura, vi ho traditi, quasi uccisi, come te lo devo dire che-»
«Io ti amo.»
«Stupida, diventerai una muke-»
«Io ti amo! Io ti amo! Non mi interessa se ci hai traditi, non mi interessa se non mi ami, non mi interessa neppure se decidi di lasciare che ti uccidano domani perché non vuoi più vivere! Non c'è condanna a morte che tenga, non mi importa di tradire il villaggio, perché io ti amo! Ora o stai fermo e ti fai togliere le manette o ti spacco la testa e ti porto in spalla fin fuori Konoha!»

17
Fluid [Incostante]

Sakura teneva la testa china, singhiozzando silenziosamente. Poi la sollevò, spalancando gli occhi e ridendo, passando un fazzoletto a Naruto che piangeva senza ritegno. Sasuke li fissava incredulo.
«Per un film...» accennò, sgomento. Naruto e Sakura inveirono contro lo schermo sopra le sue parole, poi lei si lasciò cadere sul suo petto, rasserenata.
«Dovevi vederla quando eri appena tornato a Konoha.» sillabò senza far rumore Naruto, dietro le sue spalle. «Era peggio.»
Sakura si accoccolò più comodamente: «Mi fa questo effetto perché mi riempie di emozioni. E' travolgente.» spiegò.
Vedendolo arrossire, ci mancò poco che Naruto soffocasse, una volta caduto dal divano.


18
Shine [Bagliore]

Gli occhi di Naruto e Sakura brillavano sempre, disturbandolo. Gli ricordavano quella luce che non avrebbe più potuto avere nei suoi, la luce che invidiava loro.
Tre anni dopo, con Naruto che teneva le palpebre serrate, forse per sempre, e Sakura che guardava dritto verso di lui, una macchia confusa rosa e rossa in mezzo a quella cornice di buio che affliggeva il suo sguardo malato, desiderò ardentemente di vederne anche solo un bagliore, prima che fosse solo tenebra.


19
Money [Soldi]

«Ma questo significa che nonostante tutto sei pieno di soldi?» sbottò Naruto. Sasuke gli rifilò un'occhiataccia agghiacciante.
«Eh sì, il nostro Sasuke-kun è proprio un bel partito.» commentò Sakura, annuendo solennemente.
«E la cosa non può che farti piacere, non è vero?» insinuò quest'ultimo, malevolo.
«Certo, ti porta sicuramente un gradino sopra Sai.» confermò lei, sempre solenne, procedendo e guardandosi attorno nella nuova casa.
Sasuke rimase interdetto per qualche secondo. «Un gradino?» ripeté indignato, «Come solo uno?»
«Quindi il ramen d'ora in poi lo offri tu, per ripagarmi di anni di amicizia, vero?» lo inseguì Naruto.


20
Vacation [Abbandono]

Naruto guardava il cielo stellato, nascosto nel sacco a pelo. In mezzo a quelle luci cercava di immaginare il volto della donna che lo aveva dato alla luce e abbandonato per il troppo dolore di aver perso l'amore della sua vita. Aveva parlato con Tsunade-baachan quella sera, e la vedeva circondata da lunghi capelli rossi e con due occhi verdi come quelli di Sakura-chan.
La prima donna della sua vita, la prima donna ad averlo abbandonato.
Si chiese se parlarne con la compagna di squadra, se avrebbe capito, pur avendo una famiglia.
Poi si diede dello stupido; Lui e Sakura-chan sapevano entrambi cosa volesse dire essere abbandonati, prima ancora che i fantasmi dei suoi genitori si affacciassero nelle sue giornate.


21
Small [Piccolo]

La sua mano era minuscola. Sakura ne sfiorò le piccole dita, e rise di pura gioia quando aprì gli occhietti, che stavano diventando verdi come i suoi. Sasuke ne sfiorò i capelli corvini, con un'espressione così serena da scioglierle il cuore.
«Mikoto.» suggerì lei in un sussurro, e Sasuke la guardò, con sospetto: «Sicura?»
«Mikoto Uchiha.» confermò Sakura, posandole un bacio sul piccolo naso.


22
Forsaken [Desolato; Reietto]

Era seduto sull'erba, annoiato, con il viso rivolto verso l'alto, mentre i fuochi artificiali scoppiettavano nel cielo. Intorno a lui terra bruciata e sguardi malevoli.
Naruto lo fissava, desolato per averlo costretto a venire, sperando che potesse distrarsi, o persino che si impuntasse nel restare a casa, cosa puntualmente non accaduta: aveva ceduto dopo qualche protesta svogliata, e ora si ritrovava di nuovo immerso nell'odio.
Fece un passo per raggiungerlo e convincerlo ad andare a casa, ma fu superato da Sakura, che sembrava camminare sui trampoli con quei tacchi spaventosi. La ragazza si chinò su di lui, con gli occhi verdi che sembravano più grandi incorniciati dalla matita scura, e ne intrappolò lo sguardo. Sasuke sobbalzò quando gli mise davanti un takoyaki, spingendoglielo quasi contro le labbra. Poco dopo Ino parve piovere direttamente dal cielo, appendendosi al collo dell'amica, e con lei arrivò il team dieci. E poi il team Gai, e il team otto. In breve Sasuke fu circondato da persone, mentre Sakura si premurava di informarlo di ogni singolo avvenimento di quella giornata e rideva così radiosa da far impallidire il resto.
Naruto sorrise. Reietto non era più una parola che si potevano permettere, loro due.


23
Clarity [Chiarezza]

«Ho intenzione di parlare chiaro.» premise Sakura, rubando una tipica battuta di Sasuke. Lui inarcò le sopracciglia. «Per me sei stato un idiota dall'inizio alla fine, potevi benissimo diventare altrettanto forte a Konoha visto che ce l'hai nel sangue, e se non dovevi ammazzare Naruto dall'inizio potevi evitarti tutta la manfrina sui capricci. Sei insopportabile, tu, non io, sei viziato, sei arrogante, superbo, un vero e proprio stronzo. Sei incredibilmente fortunato che io sia masochista e mi sia innamorata di te dal primo momento, e che continui ad amarti anche ora che so veramente quanti puoi essere odioso quando ti ci metti.»
Sasuke prese un respiro profondo, si guardò attorno, e poi si schiarì la gola. «Quindi sarebbe un “sì, ti sposo”?»


24
Funky [Puzzolente; Bello]

In meno di un secondo furono ricoperti dal liquido disgustoso dei rospi. Sasuke era riuscito a coprirsi il viso e Sakura si era appallottolata a terra, ma Karin ne era stata ricoperta e strillava come un'aquila, e persino Juugo sembrava disgustato sotto quella coltre verdastra. Suigetsu stava cercando di uccidere Naruto e Sai, quel bastardo, se la rideva al sicuro sull'albero. Non aveva mai riso e ora si schiantava per loro, lo stronzo. Sakura si ripromise di ucciderlo, mentre si strizzava i capelli e si voltava verso Sasuke, profondamente nauseato dalla puzza e concentrato nel levarsi lo schifo dai capelli. Quando l'Uchiha sollevò gli occhi, incontrò lo sguardo contrariato della ragazza.
«Che c'è? Non è colpa mia.» ringhiò.
«Se ti trovo così bello persino con quella robaccia addosso, devo proprio amarti.» considerò lei, per poi roteare su se stessa e colpire con precisione allo stomaco Naruto che scappava dai compagni inferociti.


25
Love [Amore]

«Per chi erano?» domanda Naruto, salvando al volo il sacchetto di dolci che Sakura stava facendo cadere nella spazzatura. Un'occhiata a Sasuke, tanto per assicurarsi che non fossero per lui.
«Mia madre ha compiuto gli anni, ma non li ha voluti.» spiega Sakura, imbarazzata. Che i genitori di Sakura non vogliano che frequenti Sasuke non è un segreto, ma lei se ne vergogna comunque. «Immagino che ricordi che pessima cuoca sono, nulla di ché.»
Naruto apre la busta, tirando fuori un biscotto e ficcandoselo in bocca intero. Sasuke, con la faccia tosta di fingere palesemente poco interesse, ne prende uno e fa lo stesso.
«Ottimi!» esclama Naruto estasiato.
«Ci hanno perso.» concorda Sasuke.
Sakura si scioglie in un sorriso commosso e abbraccia entrambi, prima di correre via con una scusa. Solo allora Sasuke, che ha sempre odiato terribilmente i dolci ed è allergico al cioccolato, corre a sputare.
«Questo è amore.» decreta Naruto.


26
Curse [Maledizione]

«Che tu sia maledetto in eterno!»
Danzou scosse la testa, paziente, mentre Sakura veniva incatenata. Sasuke e il team Hebi la guardavano increduli dalle loro celle, senza capire.
«Sei stato tu a rovinarci la vita!» gridò Sakura, scuotendo le catene che la ancoravano al muro. «Naruto ti ucciderà!»
«Il Kyubi lo ha sfinito. E tu e questa feccia sarete morti prima del suo risveglio.» le fece notare con calma, richiamando le guardie. «Se tu fossi rimasta in silenzio...»
E Sakura gli sputò contro.
«Preferisco morire qui!» ruggì, «E maledirti! La pagherai, lo sai anche tu! La pagherai! La pagherai!»
«E' scatenata...» mormorò Suigetsu, suo malgrado intimorito.
«Sakura!» ringhiò Sasuke.
«Hokage-sama, Naruto-kun si sta risvegliando!» lo avvisò una delle guardie. Danzou trattenne un sibilo, e si voltò verso le altre guardie: «Abbiamo detto alla kunoichi che ci sarebbe stato un regolare processo per i traditori, ma lei ha cercato di liberarli e ci ha attaccati. E' morta per nostra legittima difesa.»
«No!» gridò Sasuke.
«Maledetto!»
Un Anbu estrasse la katana, avvicinandosi a Sakura che si dibatteva.
«CHE TU SIA MALEDETTO!»


27
Masquerade [Mascherata]

Un top a collo alto in pelle marrone che lasciava il ventre piatto scoperto, due corti aderentissimi pantaloncini in pelle marroni, una soffice coda, e due orecchie del medesimo colore sulla testa. Sasuke deglutì, cercando di non fissarle le gambe.
«Da cosa saresti...?» accennò, con la gola secca.
«Da moglie scoiattola.» rispose Sakura angelica.


28
Raw [Imbranato]

Sasuke, rosso in viso e leggermente balbettante, tirò il colletto che sentiva soffocarlo.
«Io... ti...»
Sakura lo guardava impietosa, a braccia congiunte. Sasuke la prese per le spalle, e lei spalancò gli occhi.
«Sakura, io ti...» e si bloccò, ancora.
«OH, andiamo!» protestò Ino con voce stridula, «Devi solo dirle che la ami, e poi entrate in casa! Questa scena è la decima volta che la giriamo!»
Sakura scoppiò a ridere mentre Sasuke fissava Ino con evidente odio. Davvero, non avrebbe mai detto che quel ragazzo fosse così imbranato.


29
Weapon [Arma]

L'arma di Sakura era senz'altro il sorriso. Solitamente le donne credevano che per convincere bastasse piangere. Per Sasuke invece, rivedere sua madre in quei sorrisi mesti era un deterrente per ogni azione negativa.


30
Remember [Ricordare]

«E comunque, quando ti ho detto che eri insopportabile, quella notte... l'ultima notte... era la risposta. Tu mi avevi fatto una domanda: se ricordavo il giorno in cui le cose erano iniziate tra noi,. Quel giorno, quando avevi detto quelle parole superficiali sull'essere orfani, e io lo ricordavo. Era stata la prima volta che ti avevo chiamata insopportabile. Per questo te l'ho ripetuto quella notte. Speravo che capissi che non avevo dimenticato, in qualche modo. Speravo forse è una parola grossa. Diciamo che ho lasciato un indizio. Non c'eri arrivata?» domandò Sasuke, sfiorandole i capelli rosa.
Lei non rispose.
I monitor ospedalieri non segnalarono alcun cambiamento.

31
Burn [Ardere]

Le fiamme nere bruciavano tutto, riducevano la terra in cenere. Il cielo invece bruciava del rosso del Kyubi, mentre il demone ruggiva libero.
Fuoco ovunque, in alto e in basso.
Sakura continuò a correre, fino a raggiungere Sasuke, abbracciandolo alle spalle e stringendo le mani contro il suo petto, sicura che anche questa volta si sarebbe fermato. Non si rese neppure conto che l'Amaterasu avvolgeva anche lui e la bruciava, viva.


32
Change [Barattare]

Kabuto, no, quello era Orochimaru, spostò lo sguardo da lui, incosciente a terra, a lei, che aveva esaurito il chakra.
Sakura represse un gemito.
«Prendi il mio. Ho la potenza di Tsunade, e potrai recuperare le forze. Prendi il mio corpo, non avvicinarti a Sasuke-kun.»

33
Chill [Assideramento]

Sakura gli poggiò un veloce bacio sulle labbra, che la scaldò per qualche secondo. Sasuke la guardò esterrefatto.
«Sto morendo, ne avevo il diritto.» sussurrò lei, lasciandosi cadere sulla neve. «Almeno mi ha scaldata un po'.»
«Non stai morendo.» la contraddisse lui, «Melodrammatica. Naruto arriverà presto.» aggiunse, e si guardò attorno, sperando fosse vero.
«Beh, se non arriverà, ne è valsa la pena.» ridacchiò lei, troppo debole per muoversi. Sasuke la scrollò bruscamente, tirandola a sedere.
«Sei veramente stupida.» bofonchiò imbarazzato, prima di scaldarla un altro po'.


34
Depth [Abissi; Altezza]

Con un piede che sfiorava l'abisso, chiuse gli occhi.
«Ti prego, no!» gridò Ino, arrancando alle sue spalle. «Hai sempre detto che sempre detto che sarebbero tornati, cos'è cambiato ora? Maledizione Sakura, se ti butti mi butto anche io!» minacciò.
«Gli somiglia.» sussurrò l'altra.
«Cosa?»
«Il vento freddo, il buio completo... Non è come saltare in Sasuke-kun? A me basta anche così, purché poi tutto il dolore vada via, mi basta anche solo questo, solo per qualche attimo...»
E Ino scoppiò in lacrime, riuscendo ad afferrarla per un braccio e tirarla indietro, consapevole che se avesse voluto, avrebbe avuto tutto il tempo di gettarsi.
«Gli occhi di Sasuke-kun non erano così bui.»
«Lo erano, Ino. Lo sono.»


35
Temptation [Tentazione]

Le dita scivolarono oltre la garza, sfiorandogli il braccio e ritraendosi di scatto. Sakura fece per alzarsi, ma Sasuke la trattenne con forza, incrociandone lo sguardo. Lei arrossì, trovandosi sopra di lui e a contatto con la sua pelle che, a differenza di quanto sembrava, era bollente. Si avvicinarono l'uno all'altra studiandosi a vicenda, cercando di prevedere la reazione dell'altro e al tempo stesso incapaci di fermarsi.
«Ohi! Sakura-chan! Sasuke! Siete qui?» chiamò Naruto, da qualche parte nella foresta.
Sakura si sollevò di scatto, mentre Sasuke riprendeva fiato. La ferita non la sentiva neanche più. Il calore di Sakura, sì.


36
Sloth [Accidia]

Sasuke sbadigliò silenziosamente, poi strinse gli occhi con forza, stirando le braccia. Deciso ad alzarsi entro pochi secondi, si voltò su un fianco, godendo di quanto il cuscino fosse fresco contro la sua pelle. Accanto a lui Sakura dormiva ancora, con un mezzo sorriso in volto. Sasuke distese le labbra in un sorriso genuino, ora che lei non poteva vederlo naturalmente, e cingendola con un braccio per attirarla a sé decise che un'altra ora di sonno sarebbe stata accettabile, lavoro o meno. Dopotutto era amico dell'Hokage, no?


37
Silent [Calma]

Sasuke ripulì il sangue dalla lama della katana, e se la rimise in spalla. Sorpasso i cadaveri, mentre il team Hebi lo seguiva in silenzio, e si sfiorò un occhio dolorante. Era ora di marciare verso Danzo, se finalmente le intromissioni erano finite.
«Ce ne sono altri.» li avvisò Karin, esausta.
Sasuke sospirò, evitando di perdere la calma, consapevole che avrebbe dovuto schiacciarne molti prima di arrivare al capo.
«Ne sento quattro. Sono... ah, c'è il chakra di quel tizio di prima, quello che ha mandato i kage bushin. Poi due... jonin direi, a giudicare dalla forza. E qualcuno con meno chakra degli altri... se non lo sta nascondendo.»
Naruto, Kakashi, quel ridicolo capitano che aveva salvato Naruto nel nascondiglio di Orochimaru e Sakura.
Sasuke estrasse lentamente la katana, e nell'aria cominciarono a crepitare scosse elettriche.
Karin si ritrasse, spaventata. «Di nuovo, credo stia perdendo il controllo di nuovo! Ma che gli prende?» domandò, rivolta agli altri. Suigetsu scosse la testa, amareggiato, mentre Juugo fingeva di non ascoltare.


38
Scream [Urlare]

«... e infine aver tentato di assassinare l'Hokage Danzo-sama, Sasuke Uchiha viene condannato alla pena di morte, e con lui la sua squadra e tutti coloro che hanno partecipato al complotto, seppur appartenenti al villaggio stesso.»
Sasuke assottigliò lo sguardo, senza capire. Si guardò intorno, facendo per la prima volta attenzione alla folla, e scorse il team sette al completo, in manette.
«L'esecuzione verrà eseguita immediatamente per scongiurare ulteriori pericoli.»
«NO!» si levò una voce femminile, e molte altre si aggiunsero: «Risparmiate i ragazzi!» «Abbiate pietà!» «La mia bambina! No, vi prego!» «Naruto-kun!» «Fermatevi!»
«Una rivolta.» azzardò un Suigetsu compiaciuto.
Sasuke continuava a fissare Sakura e Naruto, che non abbassavano lo sguardo. Dei tre, per una volta, era lui quello a urlare in silenzio, con occhi inorriditi.
Lasciatemi vivete vivete vivete vivete vivete!


39
Elements [Elementi]

«Facile, io e Sasuke saremmo il fuoco, e Sakura la terra.» esclamò Naruto, sedendosi sul letto ospedaliero.
«Lascia perdere i test idioti...» borbottò Sasuke, afferrando una sedia.
«E poi ti sbagli, Sasuke è senza dubbio aria. Senza aria non si può vivere, ed essa sembra a portata di mano, ma è inafferrabile, si sposta come vento, e va' dove vuole. Senza aria neppure il fuoco può bruciare. E anche tu sei aria, Naruto. Sarai sempre libero, qualunque cosa accada, e ci sei sempre per tutti..»
Entrambi guardarono Sakura, sconvolti. Era la prima volta che parlava, dopo aver incontrato Madara Uchiha.
«E tu cosa saresti, Sakura-chan?» azzardò timidamente Naruto.
«La cenere rimasta quando l'aria è stata spazzata via.» rispose apatica, prima di tornare a chiudere gli occhi, come sempre.


40
Euphoria [Euforia]

«Non è grandioso? E poi Naruto ora è chunin, era inutile farlo gareggiare con i genin ormai! Vero Naruto?»
«Sakura-chan, io...»
«E ora che abbiamo sistemato gli occhi di Sasuke-kun, a pensarci bene anche lui potrebbe diventare chunin in poco tempo, dopotutto nessuno pensa più niente di stupido su di lui, e Kakashi-sensei ha assicurato che sarebbe andato tutto bene! Vero, Sasuke-kun?»
«Frontespaziosa, non...»
«E' tutto perfetto, vero Ino? L'ha detto anche Tsunade-sama, che lo è! Andrà di sicuro tutto bene!»
«Sakura...»
«Insomma, che avete voi tre? Va tutto bene, va tutto alla grande! Vedrete che appena sarà uscito di ospedale il team sette potrà avere missioni normalissime! Io mi riprenderò e starò bene di sicuro, andrà tutto bene!»
«Hai ragione! E' così!» confermò infine Naruto, e Sasuke valutò che dal tono e dalla voce, Sakura non avrebbe mai potuto capire che il ragazzo stesse piangendo. Non lo avrebbe di certo notato con quegli occhi che si era rovinata, e che presto si sarebbero spenti, proprio mentre i suoi riprendevano a vedere. A Sakura non importava, diceva, purché lui fosse lì, e continuava a ridere euforica, isterica.

41
Fantasy [Fantasia]

Sasuke chiuse gli occhi, e provò ad immaginarlo per un momento: Naruto che strepitava qualcosa accanto a loro, ridendo poi sguaiatamente, Kakashi seduto contro un albero che sfogliava un libro, Sakura che gli porgeva il pranzo che aveva cucinato lei, con un sorriso dolce. La pace assoluta.
Riaprì gli occhi, e strinse la mano intorno all'elsa della katana.
Era solo una fantasia impossibile da realizzare.
Non sarebbe accaduto mai, perché davanti a lui c'era Naruto pronto a combattere, e ora, uno dei due sarebbe morto.


42
Ash [Frassino; Cenere]

Strinse il paletto tra le dita, incredulo. Davanti a lui la vampira lo fissava, assetata di sangue. Gli occhi verdi stavano mutando in rossi, i capelli rosa volavano nel vento notturno, e il suo corpo si preparava a scattare.
Di tutti, proprio lei gli si era dovuta parare davanti.
Gli si avventò contro, e per lui fu automatico, non voluto, scansarsi e trafiggerla al cuore.
«Sasuke è al quarto piano, salvalo, Naruto.» fu il sussurro al suo orecchio, prima che Sakura sorridesse tra le lacrime e finisse in cenere.
Di tutti, proprio l'unica incapace di mettere da parte il suo amore, persino da morta.

43
Transparent [Limpido]

«No, sono felice che voi siate rimasti qui.»
Silenzio completo.
Tutti gli occhi su Sasuke, che spinse avanti violentemente il bicchiere: «Cosa mi avete fatto bere?» gracchiò, un filino isterico. La risata della Yamanaka lo atterrì.
«Solo qualcosa che renderà i tuoi sentimenti più limpidi. Dovevo testarlo su qualcuno...»
«Testar... Mi avrai avvelenato!» l'aggredì, balzando in piedi. Shikamaru, dall'altro capo del tavolo, si alzò a sua volta, all'erta.
«Nah, ci penso io a calmarlo,» lo tranquillizzò Naruto, «Oh, Sasuke, cosa provi per Sakura?» domandò poi, sghignazzando.
Sasuke cambiò colore, e dopo un'occhiata omicida e una mano per tenersi chiusa la bocca, riuscì quasi a spedirgli contro un katon prima di fuggire.
Sakura, incredula e sognante, non riuscì a spiccicare parola.


44
Unique [Unico]

«Che ne dici, usciamo?» domandò lui, togliendo la camicia da infermiere. Si poggiò all'armadietto, e la guardò con gli occhi che brillavano di speranza. Dietro di loro Ino si vestiva a rallentatore, per ascoltare.
«Solo un caffé...»
Sakura fu sul punto di dire sì, per la prima volta, dopo cinque anni. Poi si rese conto del perché, guardando gli occhi e i capelli neri dell'altro.
Era inutile tentare di rimpiazzarlo, l'aveva amaramente scoperto uscendo con Naruto e rischiando di rovinare tutto.
«Facciamo un'altra volta.»


45
Delicate [Cagionevole]

Sakura si piegò in due all'ennesimo attacco di tosse, che le raschiò ulteriormente la gola.
«Ma davvero, a Konoha non farà un gran freddo, ma fare il bagno di notte, con la tua salute già da schifo...» borbottò Ino, lanciandole una borsa dell'acqua calda.
Sakura arrossì, bofonchiando una mezza conferma. Se Ino avesse saputo che, una volta tornata a casa, Sasuke sarebbe saltato dalla finestra e trovandola a letto con la febbre come spesso capitava e, forse credendo che lei non se ne accorgesse, si sarebbe unito a lei silenziosamente per tenerla d'occhio, l'avrebbe come minimo chiusa in una cella frigorifera.


46
Shoes [Pattini]

Davvero, era proprio imbarazzante che Naruto fosse un asso naturale coi pattini su ghiaccio, mentre loro due si ritrovavano a muovere passi incerti come quelli di un cucciolo di cervo, con le ginocchia che si piegavano nel tentativo di non cadere e movimenti circolari di braccia per mantenere l'equilibrio precario.
«Ti insegno io, Sakura-san!» si offrì Lee, più che entusiasta, e Sakura sentì una spinta contro la schiena e il calore di Sasuke che la portava via con sé.
«Hanno detto di stare con il compagno seduto dietro al proprio banco.» gli ricordò gelido, prima che entrambi perdessero il controllo e finissero a terra. Sakura scoppiò a ridere, mentre Sasuke si passava una mano tra i capelli e sbuffava contrariato.
«Sai che c'è Naruto seduto dietro di te, vero?»
«Zitta, zitta, noiosa. Rock Lee non lo sa.»


47
Weather [Superare]

Guardava la loro schiena allontanarsi da lei, l'uno mettendo mano alla spada, l'altro preparando il rasengan.
Sakura scattò in avanti, incurante delle ferite e delle ossa rotte, caricando un pugno spaventoso e passando tra di loro, prima di abbattere la propria forza sovrumana contro la montagna, finendo con lo spezzarla in due.
Ci aveva messo tutte le sue forze, fino a consumarsi e a rompersi anche le nocche, ma le bombe già posizionate dagli altri esplosero, facendo saltar per aria i nemici. Lei riprese fiato, allargando le gambe per mantenersi in piedi, mentre Sasuke e Naruto, rimasti di stucco, non osavano parlare.
«Ve l'ho detto, non mi lascerò più superare da voi.» annunciò con sfida, prima di riprendere a correre.


48
Obsession [Ossessione]

«Il team sette è un team di imbecilli. Sono tutti ossessionati da qualcosa. Chi dalla vendetta, chi dal deficiente ossessionato con la vendetta.» sbottò Kiba, suo malgrado dispiaciuto. «Non vale la pena piangerne. Tanto non possiamo fermarli, sono già lontani.»
Tenten sospirò, poggiando una mano sulla spalla di Ino, che continuava a singhiozzare.
«Lo sono sempre stati.»


49
Missing [Fallendo]

Sasuke strinse gli occhi, trattenendo le lacrime di frustrazione e desolazione. Era stato inutile, tutto quanto. Suo fratello era morto per salvare lui, non era mai stato il mostro che aveva inseguito. Danzo era già stato eliminato da Naruto, non poteva cercare alcuna vendetta. E Sakura era morta per difenderlo dal colpo del Kyubi, che ora aveva mostrato tutte le nove code.
Stava fallendo, semplicemente.


50
Flattery [Lusinga]

«I tuoi occhi sono del colore di due pietre preziose, i tuoi capelli come onde morbide e soffici di cielo al tramonto...»
«Naruto, non ti darò il permesso di uscire dall'ospedale in anticipo.» tagliò corto.
«Ma sto bene, Sakura-chan!» si lagnò lui, gettandosi indietro.
«Io però non dovrei avere alcun problema se lo lasciassi ora, no?» si intromise Sasuke, affacciandosi alla porta. Sakura roteò su se stessa, già furiosa.
«Non essere irresponsabile anche tu!»
Sasuke si chinò verso di lei con espressione ironica, togliendole il fiato: «Ma io frequento tutti i giorni il miglior dottore di Konoha, non ho bisogno di tutte queste infermiere attorno.»
Sakura si incartò in pieno: «Mh. No. Beh, sì, in effetti non... cioè, non stai più così male, ti ho curato io. Sì, ti faccio fare il foglio di dimissioni, d'accordo.»
La dottoressa si affrettò a fuggire, mentre Sasuke rivolgeva un ghigno vittorioso a Naruto e lasciava la sua stanza tra le sue imprecazioni.

51
I Love The 70s [Amo gli anni '70]

Sasuke fissò i genitori sbalordito. «Vi siete conosciuti al concerto di chi
«The Damned.» ripeté Mikoto, con orgoglio. «Abbiamo sorvolato l'oceano entrambi pur di ascoltarli dal vivo... altri tempi...»
«Non dirlo come se fossimo vecchi...» protestò Fugaku, mentre Itachi si poggiava alla credenza per non cadere. «Per la musica facevamo di tutto. Era giusto così, allora. E ho detto “allora”, non pensate di poter fare lo stesso voi.» precisò sostenuto.
«Vostro padre era attirato dai miei capelli.» ricordò Mikoto, ridendo imbarazzata. «Li avevo colorati. L'unica giapponese presente, e per di più coi capelli blu.»
«Blu?» ripeterono entrambi i figli, esterrefatti. «E a te stava bene?» non riuscì a trattenersi dal chiedere Sasuke, al padre.
«So che posso sembrare una persona poco aperta, ma non lo sono.» dichiarò Fugaku, dandosi un tono. «Non sono le tinte per capelli ciò che contano. Tra l'altro, i ragazzi di oggi dovrebbero conoscere la vera musica.»
«Oh.» Sasuke colse l'occasione al volo, «Allora devo portare una ragazza a cena, domani.»


52
Stripes [Tigri]

«Tu e quell'idiota del tuo compagno di squadra non sapete quando è ora di smettere.» borbottò torva la kunoichi dalla pelle scura. Sakura la ignorò, procedendo nonostante la stanchezza. «E quell'Uchiha non è poi un traditore anche per voi? Non importa se è stato un amico in passato, è diventato feccia e va' eliminato.»
Sakura si voltò ferocemente e l'aggredì prima ancora che lei potesse vederla e gli altri tentare di fermarla. Le fracassò una spalla con un pugno e le ruppe uno zigomo, prima che Naruto riuscisse a separarle.
Il fantasma di poco prima era diventato una tigre, furente e pericolosa: «Non. Nominarlo. Neppure.» ringhiava, mentre Naruto la bloccava come meglio poteva.


53
Shapes [Forme]

L'esilio era stato semplice da gestire in fin dei conti, e ora che Naruto sarebbe diventato davvero Hokage, volendo sarebbe potuto tornare a Konoha. Il punto era se lo voleva o meno.
E poi arrivò lei, coi capelli rosa legati in due codini bassi, le forme generose, il portamento severo: la copia della sua maestra. Ma con l'amarezza in meno, perché la persona che amava non era morta, solo lontana.
«Andiamo?» gli disse soltanto, come se non si fossero visti dal il giorno prima, invece che due anni. Gli porse una mano, e Sasuke l'afferrò.


54
Question [Domanda]

«Dopo tanto tempo... secondo me dovremmo sposarci.»
Sakura mise già la tazza di caffè, cercando di non morire in quel momento, perché sarebbe stato uno spreco. Alzo lo sguardo su Sasuke, che fissava la parete con interesse, e poi lei con sospetto. «No?»
«Non ho sentito la domanda.»
Sasuke sbuffò, prese un respiro e bofonchiò rassegnato: «Credo che dovremmo sposarci, dopotutto.»
«Non è una domanda neanche quella.» puntualizzò Sakura, assumendo una sfumatura scarlatta e al contempo cercando di non ridere: «Hai paura che rifiuti?»
«Ridicolo.» sentenziò lui, «Allora?»
«Cosa allora?» miagolò lei.
«Dannazione, Sakura! Vuoi sposarmi sì o no?»
«Vediamo...» tentennò lei, provocandolo.
«Me la pagherai per questo.»


55
Greeting [Salutando; Dando il Benvenuto]

«Ohy, Sasuke.»
L'Uchiha alza a fatica la testa, arrancando malfermo sulle gambe e ansante.
«Dì, ti va del ramen?» domanda Naruto, ridendo a bassa voce e pulendo il sangue che gli gocciola sul vento.
«Sei un idiota.» gli dice di cuore.
«Non te n'eri ancora accorto?» domanda la voce fioca di Sakura, sulle spalle di Kakashi. Sobbalzano tutti, convinti che fosse come minimo in coma.
«Sì, ma tendo a dimenticarmi delle cose spiacevoli.» borbotta Sasuke, inciampando e venendo salvato all'ultimo da Suigetsu, prima che si schianti a terra e lì resti.
«C'è una folla più avanti.» annuncia Karin, arresa. Non riesce neanche più a tremare dopo le ultime tre ore. Nessuno riesce ad averne paura: se li uccideranno almeno potranno riposare.
Ma poi riconoscono le voci, e soprattutto il tono felice.
«Eccoli! Gli eroi!» grida Ino, che ha avuto la brillante idea di richiamare le persone e snocciolare loro la vera storia del clan Uchiha, di Danzo, di Madara e tutto quello che gli ha raccontato il tizio dalla doppia personalità che Sakura gli ha affidato prima di correre di nuovo via dietro Sasuke e Naruto. E tutti cominciano a urlare: “Hanno fermato l'Akatsuki e il Kyubi!” “L'eroe Naruto e la sua squadra!”e cose simili, e poi i loro amici corrono loro incontro prima di tutti, e persino Sai grida un'entusiasta: «Ce l'hai fatta, Naruto!»
Naruto sorride, ed è Sasuke a reggere lui stavolta, prima che crolli. Si mantengono dritti assieme, e una mano di Sakura che sembrava scivolata casualmente via dalla presa di Kakashi sfiora la spalla di Sasuke.
«Bentornato.» dicono insieme lei e Naruto.


56
Expression [Espressione]

Persino Sasuke Uchiha aveva un cuore che era possibile toccare, e più grande di quanto si potesse intuire.
E il motivo per cui non era fuggito dall'ospedale e da Konoha quella notte stessa, stava tutto lì: nelle facce di Naruto e Sakura, il primo apertamente vittorioso, la seconda che tentava di mostrarsi arrabbiata, riuscendo quasi a farlo ridere tanto era buffa. Kakashi poi, con quell'unico occhio, aveva mostrato sin troppo.
E se tutte le mattine quei due avessero continuato ad avere quell'espressione così felice e incredula che mostravano ora, nel trovarlo ancora lì, con loro, probabilmente non sarebbe più riuscito a scappare via.

57
White Space [Spazio Bianco]
Per una volta non si tratta di un disegno astratto, ma dell'immagine che gli si è impressa in mente per giorni, da quando Ino ha insistito per una foto e lui l'ha scattata. C'è qualcosa di sbagliato in quell'immagine, e ha tentato di fare un disegno stilizzato per capire cosa: ecco Sakura che sorride orgogliosa con l'uniforme da jonin, e alla sua destra c'è Naruto che incrocia le braccia, vestito allo stesso modo, e guarda avanti baldanzoso. Qualche tratto nero per indicare Kakashi, seduto su una finestra alle loro spalle, di cui si intravedono solo le gambe a sinistra. Sai si sta chiedendo se aggiungere altri particolari, quando lo nota.
Ecco, è quello spazio bianco alla sinistra di Sakura, l'errore.

58
Foreign Language [Linguaggio Straniero]

Parlare con le donne era come addentrarsi in una lingua straniera e ignota a tutti gli uomini, senza dubbio.
Sasuke le aveva chiesto una cosa soltanto: “resta indietro”. Non importava che lei fosse una jonin adulta con la sua stessa esperienza, quello era Juugo e stava perdendo il controllo. Lui dopo la battaglia finale aveva perso quel chakra così minaccioso da calmarlo, a detta sua si era rammollito per colpa di quella coppia di idioti con cui faceva squadra, e quindi era finito a terra e stava pensando a come farlo tornare normale senza sfruttare gli occhi.
Davvero, non era stata una buona idea venirlo a trovare a Konoha.
E naturalmente Sakura non aveva recepito il messaggio. Si era piantata davanti a Juugo, bloccandone un pugno con una mano sola, e aveva sentenziato: «Calmati. O ti uccido prima che tu diventi zio.»
La frase, già incomprensibile di per sé, aveva incredibilmente calmato Juugo, che era crollato seduto a terra. Suigetsu e Karin si erano voltati a guardarla a occhi spalancati, e aveva anche sentito un urlo da parte di Naruto. Poi anche Sasuke c'era arrivato, una volta usciti dalla foresta e dopo quindici minuti di silenzio perplesso. Ed eccolo, rigido come uno stoccafisso, e per la prima volta in vita sua balbettante e sconcertato: «Sei davvero incinta? A-avevo notato che i vestiti ti stavano più stretti ma non... Potevi dirmelo!»
Sakura lo aveva interrotto con un ringhio e uno spintone: «KARIN E' INCINTA! NON IO! Spero che Juugo perda ancora il controllo e tu muoia!» concluse con odio estremo, mollandolo lì con uno strano rimescolamento allo stomaco che più che sollievo, sembrava delusione.



59
The Five Senses [I cinque sensi]

Kakashi è senza dubbio la vista. Non importa che possa usare un solo occhio, lui vede ciò che è importante, ciò che c'è da vedere davvero. Quando lo guarda in faccia, prima di rifugiarsi nuovamente dietro le pratiche da sbrigare come nuovo Hokage, capisce che Sasuke gli è grato per quello che ha fatto, anche se non ha detto nulla.
Quel tizio lì, Sai, è il gusto. Percepisce quanto Sakura sia acida sotto quelle pose da dolce fanciulla, quanto Naruto sia amaro sotto quel sorriso, quanto Kakashi sia piccante e bruci nonostante l'aria calma e imperturbabile. E purtroppo per lui sì, capisce anche quanto lui sia dolce, in fondo a quel muro di spine che si è creato attorno.
Naruto è l'udito. Semplicemente. Perché lui sa ascoltare le parole, il silenzio, le lacrime, la rabbia. E sa comprendere.
Sakura è il tatto, perché ha sempre bisogno di abbracciarlo, sfiorarlo, o, come la prima volta in cui si sono rivisti dentro Konoha, colpirlo e magari fratturargli una scapola e uno zigomo.
E lui è l'olfatto, naturalmente. Perché anche se non lo ammetterà mai, ha sentito l'odore di casa nel momento stesso in cui Naruto gli ha portato di nascosto quella ciotola di ramen, Sakura è saltata a sedere nel suo letto e Kakashi ha aperto il suo libro.

60
Wide Open Space [Spazio Spalancato]

«E adesso?» domandò Sakura, osservando l'enorme cratere dove un tempo esisteva Konoha. C'era già qualche baracca innalzata grazie all'arte del legno, ma la desolazione regnava sovrana. Sasuke si guardò attorno, senza sapere bene cosa sentire. Naruto poggiò una mano sulla spalla dell'uno, e una sulla spalla dell'altra.
Sasuke fu sul punto di scrollarsi quella mano di dosso, quando l'altro continuò: «Costruiremo un'altra Konoha, una senza complotti e senza odio. Siamo il team sette, quindi possiamo fare tutto.» decretò, sicurissimo delle proprie parole, strappando un sorriso anche all'amica.
«Certamente, futuro Hokage-sama.»
Naruto saltò avanti, atterrando qualche metro più avanti e più sotto. Poi si voltò a braccia aperte. «Andiamo, su!»
«Abbiamo le ossa rotte e non guariamo velocemente come te.» gli ricordò Sasuke, con un broncio che aveva un ché di infantile.
Sakura rise finalmente, e saltò avanti, sollevando le braccia, volando verso lo spazio infinito di possibilità che si spalancava davanti a loro.
Sasuke li guardò dall'alto, alzò lo sguardo al cielo con palese disapprovazione, e infine, guardando le loro espressioni, non poté che scuotere la testa e buttarsi.




Qualche auto-commentino perché sapete che non ne posso fare a meno:
#2 Honor è una delle poche che mi piacciono. Sasuke sarà pure menefreghista e altezzoso, ma penso che all'onore ci tenga, suo come degli altri. E poi non c'è vero amico-spasimante-qualunquecosamaschio che non se la prenda quando qualche altro essere XY entra nel suo territorio a parlar male delle sue donne XD
#7 Ho immaginato il «Trovato.» con lo stesso tono in cui Sakura lo dice a Kakashi-sensei, quando gli dimostra la sua forza per la prima volta nello shippuden.
#11 Ho sempre sognato una Ino che dice qualcosa di simile a Sasuke.
#12 Come dice la Sil, è banale. Ma di solenne mi viene in mente solo la morte e il matrimonio, e quei due li si ammazza sempre... XD
#14 *Didone, cercate su google la sua bella storia, è una figura mitologica, una regina di Cartagine e di Tiro. Secondo la narrazione virgiliana, si innamorò di Enea e disperata di vederlo partire si uccise, trafiggendosi con una spada.
#16 Visto che è sempre Sasuke il traditore, per una volta volevo fare Sakura che molla tutto. Naruto lo sa, eh. Ma per una volta toccava a lei.
#22 C'era più di una traduzione per Forsaken, e ho scelto di usarne due.
#23 Sasuke è quello che dice sempre di parlare chiaro. Date un'occhiata alla pagina autrice di suni e noterete XD
#24 Come per la 22.
#31 Sottolineo il viva finale perché Sakura è viva solo ora che lo tiene abbracciato. “Anche questa volta” si riferisce alla foresta della morte, dove è riuscita a bloccare il segno maledetto.
#32 Poco avanti nel futuro rispetto al manga.
#38 Le virgole finali mancano volutamente perché di solito uno non fa tutte queste pause nei pensieri, tra una parola e l'altra, specialmente mentre gli stanno per ammazzare qualcuno davanti.
#40 Euforia mi sa di una felicità esagerata, sfrenata, negativa.
#60 Per chiudere mi sembrava giusto far spiccare loro un salto verso il futuro e chissà che.

Grazie come sempre alla cara Sil -WhisfulThinking- che beta sempre tutto, ad Akami che legge in anteprima e mi rallegra con le sue risate, e a chi commenta. So che è uno sforzo, lo è anche per me XD

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