La Sfida del Mago

di Lady Kid 1412
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L’Annuncio ***
Capitolo 3: *** Il Furto ***
Capitolo 4: *** Sai Chi Sono? ***
Capitolo 5: *** La Festa ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo

 In una casa nel quartiere di Shibuya, il giovane Kaito Kuroba, guardava annoiato il paesaggio fuori dalla finestra di casa. Da quasi due giorni una fitta pioggia autunnale scendeva incessantemente sulla città di Tokyo, senza dare il minimo segnale di resa.
Non sapendo come passare il tempo, il ragazzo, si avvicinò al quadro che raffigurava il padre durante uno spettacolo di magia e, spostandolo di qualche centimetro, entrò nel nascondiglio, dove per molti anni, il capofamiglia Toichi Kuroba, teneva gli strumenti usati quando ancora l’uomo indossava i panni di Kid.
“Vediamo se trovo qualcosa d’interessante per il prossimo furto” pensò iniziando a guardare gli oggetti esposti sulla libreria.
Nel frattempo, all’esterno della casa, un conoscente della famiglia aveva aperto il cancello d’entrata e cercando di non bagnarsi, si avvicinò alla porta d’ingresso suonando il campanello.
L’improvviso e squillante suono che proveniva dal piano di sotto, fece sobbalzare Kaito che andò a sbattere contro la libreria.
“Salve signor Jii” disse la signora Kuroba aprendo la porta all’ex assistente di Toichi.
 “Buongiorno Fumiyo” salutò l’uomo lasciando all’esterno l’ombrello bagnato “Ero venuto a vedere come sta il signorino Kaito, è in casa?”
La donna non fece in tempo a rispondere che dal piano di sopra si sentì un forte rumore di oggetti che cadevano a terra.
“Immagino di si” sorrise l’uomo.
“Fai pure come se fossi a casa tua” disse la donna ricambiando il sorriso “Mio marito ti ha sempre considerato uno della famiglia e inoltre ti sono grata dell’aiuto che dai a mio figlio... ora scusami, ma devo uscire a fare delle compere” continuò lei prendendo la borsa.
“Certamente, anzi mi spiace di averle fatto perdere tempo” disse lui salutando la donna e avviandosi verso la stanza al piano di sopra dove Kaito stava seduto a terra dolorante.
“Signorino Kaito, va tutto bene?” disse Jii guardando i libri caduti vicino al ragazzo.
“Stavo meglio prima” sorrise senza ironia Kaito massaggiandosi la testa.
“Aspetta, ti porto del ghiaccio” continuò l’uomo allontanandosi di nuovo oltre il quadro.
“Non mi serve...” il ragazzo fece per alzarsi quando notò a terra un taccuino che non aveva mai visto e subito lo prese in mano.
Era piuttosto vecchio e rovinato, però Kaito riconobbe subito la scrittura di suo padre in copertina.
“Ecco dov’era finito...” disse Jii rientrando nella stanza
“Tu sai cos’è?” domandò Kaito sfogliando le pagine dov’erano contenuti degli articoli di giornale e diversi appunti.
“Era il quaderno personale di tuo padre” disse l’uomo tristemente “al suo interno, Toichi, ci segnava tutti i suoi appunti sui prossimi furti e dopo ci allegava l’articolo di giornale che parlava dell’accaduto, così da poter ricordare le vittorie o le sconfitte”
“Capisco...” Kaito guardò attentamente tutti gli appunti presi dal padre con una nota di tristezza, quando si accorse che l’ultima pagina era incompleta
“Mi ricordo di quel progetto” disse Jii guardando le note “Suo padre aveva deciso di compiere quel trucco nonostante fosse molto difficile da eseguire”
“E perché non c’è nessun articolo di giornale?” domandò il ragazzo
“Due giorni prima del furto... il signor Toichi è stato ucciso” l’uomo abbassò il capo tristemente, mentre Kaito non staccò gli occhi da quella pagina.
Qualche minuto dopo, il ragazzo, si alzò in piedi “è un progetto molto complicato... Jii, potresti farmi un favore?”
 “Immaginavo che l’avrebbe detto signorino” sospirò l’uomo alzando il capo “ma voglio ricordarle che sarà molto pericoloso”
“È proprio questo che rende interessante quello che faccio” sorrise il ragazzo “Ormai ho deciso... poterò a termine l’ultimo grande colpo ideato da mio padre!”

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Capitolo 2
*** L’Annuncio ***


 Capitolo 1 – L’annuncio

Il giorno seguente, Conan, ricevette una strana telefonata da Haibara e ancora prima di riflettere sulle parole della ragazza stava già correndo verso casa del dottor Agasa.
“Sono qui!” disse il bambino aprendo la porta della villetta di colpo.
“Buongiorno Shinichi” salutò Agasa avvicinandosi insieme alla ragazzina “Ci hai messo poco ad arrivare”
“Mi sembra ovvio! Non avete detto di aver terminato l’antidoto per l’apotoxin 4869?” rispose Conan guardando Ai con trepidazione.
“No...” rispose lei seccata “ti ho solo detto che mi sto avvicinando a un possibile antidoto, ma per il momento non sono arrivata al progetto finale”
“Allora perché mi hai chiamato?” domandò il bambino sbuffando.
“Tieni” disse lei mettendo in mano all’amico una pastiglia “Mi servi come cavia”
“Come cavia?! Potrei tornare a essere Shinichi per qualche ora con questa?”
“Non poche ore... se le mie teorie sono giuste, con questa puoi raggiungere fino a tre giorni come Shinichi”
“Davvero?!” esclamò Conan “Finalmente avrò tutto il tempo di parlare con Ran...”
Un brivido freddo percorse la schiena del bambino che si zittì vedendo l’espressione infastidita che Ai gli aveva rivolto “fai quello che ti pare, però stai attento a morire” rispose lei allontanandosi dalla stanza, sotto lo sguardo attento di Conan che si girò verso Agasa.
“Ehm... ho detto qualcosa di sbagliato?”
Alzando le spalle, Agasa, andò a sedersi in salotto “Scusami Shinichi” disse l’uomo prendendo il telecomando in mano e accendendo la televisione “ma ora devo assolutamente vedere il mio programma televisivo preferito”
“Capisco... allora a presto dottor Agasa” salutò Conan avviandosi verso la porta con il farmaco ancora stretto in mano.
“Interrompiamo per qualche minuto i programmi per una notizia dell’ultimo minuto” annunciò la voce squillante della conduttrice televisiva “A quanto pare il famoso ladro Kaito Kid ha appena mandato un avviso di furto alla stazione della polizia, ora chiediamo ai nostri tecnici di mandare l’annuncio, così che possiate visionare il testo”
 

“Io sono come un fantasma del passato che dalla cenere del tempo ritorna per rendere onore a un grande uomo e alla sua ultima azione di gloria.
Guidato dall’ultimo bagliore di Venere, farò la mia spettacolare apparizione nell’ultimo giorno dominato da questa dea per impadronirmi della preziosa corona conservata nel Museo di Beika”

Firmato
Kaito Kid

 
 “Caspita, immagino che la polizia sarà molto impegnata in questi giorni” commentò Agasa.
“Già...” sorrise Conan guardando la televisione dalla porta.
“Ehi, ma sei ancora qui?” domandò l’uomo spostando lo sguardo verso il bambino.
Senza ascoltare le parole del dottore, Conan continuò a fissare il testo scritto nello schermo della tv, con un sorriso da vincitore dipinto sul volto “Ci sarà da divertirsi” disse alla fine, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.
Durante tutto il tragitto verso l’ufficio investigativo Mouri, Conan, non aveva fatto altro che ripensare al messaggio lasciato da Kaito Kid e ora sentiva di essere molto vicino alla soluzione mentre saliva le scale.
“Ma papà!” gridò Ran arrabbiata, distogliendo Conan dai suoi pensieri “Si può sapere, dove vai? La cena è pronta!”
La porta dell’ufficio si aprì di scatto e Kogoro uscì velocemente “Mi spiace Ran, ma l’ispettore Megure mi ha chiesto di partecipare a un’importante riunione, non posso mancare!”
“Kogoro... dove vai?” domandò Conan mettendosi davanti all’uomo.
“Arrivi sempre nel momento sbagliato moccioso!” rispose lui seccato spostando Conan e continuando a scendere le scale “Questa volta non potete venire! Non è un caso adatto a un bambino” continuò a dire l’uomo senza voltarsi.
“Uffa...” sbuffò Ran affacciandosi alla porta “Vieni Conan, è pronta la cena”
“Ah... scusa Ran” disse Conan voltandosi di scatto verso la ragazza “ero solo tornato per dirti che il dottor Agasa ci porta in campeggio e quindi torno tra qualche giorno”
“Che cosa?!” rispose lei spostando lo sguardo verso la finestra “andate in campeggio con questo temporale?”
“Ciao Ran! Ci vediamo tra qualche giorno!” salutò Conan allontanandosi in fretta.
“Ma Conan!” la ragazza guardò il bambino uscire dalla porta d’ingresso e sospirando tornò in casa chiudendo la porta.
“Di sicuro Kogoro, sta andando alla sede di polizia per risolvere quell’indovinello” pensò Conan correndo sotto la pioggia “non posso non and...” in quel momento il ragazzino si fermò di scatto ripensando a quello che Kogoro gli aveva detto poco prima “Questa volta non potete venire!” le parole dell’uomo gli tornarono in mente“Non è un caso adatto a un bambino!”
“Io... io non sono un bambino” disse Conan estremamente infastidito, senza badare la pioggia che gli bagnava i vestiti “Credo sia giunto il momento di dimostrare a tutti chi è Shinichi Kudo” sorrise il ragazzino entrando in fretta in un vicolo semi nascosto e prendendo dalla tasca della giacca un piccolo oggetto sferico.
 
A qualche chilometro di distanza, Kogoro, scese dal taxi e si recò subito al terzo piano della stazione di polizia, dove l’ispettore Nakamori aveva indetto una riunione straordinaria, invitando anche gli ispettori degli altri distretti per risolvere l’indovinello lasciato da Kid.
“Kogoro!” disse l’ispettore Megure vedendo l’uomo uscire dall’ascensore “Grazie di essere venuto con così poco preavviso”
“Ma si figuri ispettore, non potevo mancare” salutò Kogoro sistemandosi la giacca
“Buongiorno detective Mouri” salutò l’ispettore Otaki della polizia di Osaka, avvicinandosi insieme a un ragazzo di carnagione scura.
“Salve vecchietto!” sorrise Heiji “Kud... ehm... Conan non è venuto?”
“C’è pure il moccioso detective di Osaka” si lamentò Mouri “No, l’ho lasciato a casa... non sono cose adatte a un bambino queste”
“Ah... peccato” sospirò Heiji intristendosi.
“Un attimo di silenzio per favore!” disse un poliziotto invitando i presenti a sedersi “ora l’ispettore Nakamori v’illustrerà il caso”
“Bravo papà!” gridò una ragazza alzandosi in piedi “Vedrai che stavolta arresterai quel ladro”
“Aoko! Che diavolo stai facendo?” la rimproverò il ragazzo seduto vicino a lei afferrandola per il braccio e spingendola a sedere “Devi sempre farti riconoscere?”
“Sono venuta a fare il tifo per mio padre, quindi non faccio niente di male, lo sto solo incitando” affermò lei sedendosi “Comunque, grazie di essere venuto con me... Kaito” sorrise lei.
“Ma se mi hai praticamente trascinato qui... non avevo altra scelta” ribatté lui sospirando.
“Mio padre ha detto che oggi avrebbe fatto tardi, non mi piace l’idea di stare da sola”
“Silenzio per favore” esclamò l’ispettore Nakamori entrando nella stanza e facendo apparire sul maxi schermo il testo del messaggio lasciato da Kid “Immagino che tutti voi abbiate capito che vi ho invitato qui per aiutare il nostro distretto a decifrare questo messaggio, quindi chi ha qualcosa da dire si faccia avanti”
Nella stanza si alzò un sonoro brusio e tutti i presenti iniziarono a ragionare sulla possibile soluzione di quel messaggio, mentre Kaito si guardava intorno sorridendo compiaciuto.
In quel momento, Kogoro, si alzò in piedi e andando a sistemarsi vicino all’ispettore Nakamori prese la parola “Signori, non preoccupatevi perché qui con voi c’è il famosissimo Detective Mouri che risolverà subito anche questo caso”
“Vuole dire che ha già decifrato il messaggio?” domandò Nakamori
“Proprio così!” detto questo l’uomo, si avvicinò allo schermo con un’espressione seria in volto “Da quanto scritto possiamo chiaramente capire che il ladro commetterà il furto nel giorno in cui la bellissima Yoko Okino farà il suo concerto!”
I presenti rimasero di stucco nel sentire una tale affermazione e solo l’ispettore Nakamori commentò quell’affermazione “Come ha detto, scusi?”
“Proprio così! Venere è uno dei due nomi con cui sono indicate le dee della bellezza e quindi Kaito Kid apparirà quando Yoko inizierà la sua ultima canzone” spiegò Kogoro e rivolgendo lo sguardo agli altri agenti, si lasciò sfuggire un sorriso di vittoria “Non serve che mi ringraziate, del resto sono il grande detective Mouri”.
“Non posso credere che l’abbia detto” sussurrò Heiji portando una mano davanti al volto
Il più sconvolto di tutti fu proprio Kaito che osservò stupito l’uomo “Ma sta scherzando?”
In quel momento la porta d’entrata si aprì e in molti indirizzarono lo sguardo verso il ragazzo che stava entrando “Mi spiace, ma si sbaglia detective Mouri” disse il nuovo arrivato avvicinandosi con le mani in tasca e un’espressione compiaciuta sul volto.
“Ma quello non è Shinichi Kudo?” domandò sottovoce un’agente, creando un’accesa discussione tra gli altri membri di polizia.
“K- Kudo?!” balbettò Heiji sorpreso come se avesse visto un fantasma.
“Come sarebbe a dire che ho sbagliato?!” esclamò Kogoro irritato.
Shinichi si avvicinò allo schermo e guardando le persone sedute iniziò a spiegare “Come ha detto lei, Venere era la dea della bellezza per gli antichi romani, e questo spiega perché si parli di un “fantasma del passato” bisogna però considerare che esistano due nomi per indicare questa divinità e dicendo Venere invece di Afrodite, Kid si vuole riferire ai romani e quindi all’Italia”
 “Ehi Kaito, tu sai chi è quel ragazzo?” domandò Aoko spostando lo sguardo verso l’amico seduto vicino a lei.
“Si chiama Shinichi Kudo, è un detective, l’ho già incontrato alcune volte...” disse il ragazzo con un sorriso di sfida “Ma stavolta penso che il nostro incontro si rivelerà più interessante... vero piccolo detective?” pensò Kaito ascoltando il ragionamento di Shinichi.
“In Italia, Venere, è anche il pianeta dominante di un certo segno zodiacale...” continuò a dire il detective “La bilancia...”
“Ho capito” disse Nakamori guardando il ragazzo “quindi Kaito Kid intende fare il suo furto nell’ultimo giorno indicato con il segno zodiacale della bilancia”
 “L’ultimo giorno?” esclamarono stupiti l’ispettore Megure e il detective Kogoro “Vuoi dire che il furto sarà oggi?”
“Non c’è tempo da perdere!” disse Nakamori guardando il suo sottoposto “avvisa tutti di prepararsi! Kid potrebbe apparire nel giro di pochi minuti!”
Nel giro di pochi minuti, tutti i poliziotti presenti iniziarono ad allontanarsi per prepararsi all’arrivo di Kid, finché nella stanza non rimasero solo i ragazzi e alcuni investigatori.
“Ohi ohi... quanta fretta...” pensò Kaito “Io sono ancora qui”
“Vieni Kaito!” sorrise Aoko prendendo l’amico per il braccio “voglio conoscere quel detective”
“Che cosa?!” esclamò il ragazzo “Vacci da sola se t’interessa tanto!”
“E dai, ci presentiamo solo, mica succede niente!”
Kaito rivolse uno sguardo preoccupato verso Shinichi che stava discutendo con un altro ragazzo dalla pelle scura “Scusami tanto Aoko ma io devo andare, si è fatto tardi” continuò lui, decidendo di non rischiare e velocemente uscì dalla sala.
“Uffa però” sbuffò Aoko infastidita, avviandosi verso il padre.
“Shinichi!” disse Heiji saluto l’amico “Che cosa ti è successo? Sei cresciuto di colpo?”
“Ssht! Ai ha preparato un nuovo prototipo simile all’antidoto... ed io ho pensato di usarlo” sorrise lui.
“Ehi ragazzi, noi ci stiamo preparando per andare al museo Beika” disse Megure guardando i due detective liceali “Venite con noi?”
“Ma certo!” risposero prontamente i due seguendo Megure, Kogoro e Nakamori.
Nel frattempo, davanti all’edificio, Kaito, salì su una macchina ferma davanti all’entrata.
“Andiamo Jii... dobbiamo preparare le ultime cose prima del furto” disse il ragazzo sedendosi.
“Signorino, è davvero sicuro di voler fare oggi il colpo?” domandò l’uomo guardando la pioggia scendere fitta contro i finestrini della macchina
“Ma certo!” sorrise lui “Vedrai... sarà un colpo degno di mio padre”
Non curanti del temporale, la vettura con a bordo Kaito e quella con all’interno Shinichi e Heiji partirono all’unisono dalla stazione di polizia dirette al museo Beika.

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Capitolo 3
*** Il Furto ***


 Capitolo 2  – Il furto
 

 
Sotto un candido riflesso della luna, in parte oscurato da nuvole nere cariche di pioggia, un bianco aliante planava sopra la zona del museo in attesa del momento giusto per fare la sua apparizione nel cielo buio. In quelle condizioni climatiche manovrare l’aliante era piuttosto difficile, per questo, Kaito, aveva deciso di aspettare una folata di vento favorevole.
A quell’ora il museo appariva come un grande edificio con i muri esterni dipinti di un sobrio color panna che si affacciava sul parco della pinacoteca. Un tipico giardino giapponese composto da un piccolo tempio zen di legno diffuso nei periodi Muromachi e Momoyama, mentre tutto intorno c’era un laghetto con un ponte e alcune piante di ciliegio davano una tonalità di vita in quell’ambiente.
L'interno dell’edificioera gremito di poliziotti el'ispettore Nakamori cercava di organizzare al meglio le azioni dei suoi uomini, intenzionato ad arrestare quel ladro una volta per tutte e non ammetteva il minimo errore.
"Sbaglio o l'ispettore oggi sembra molto più sicuro di sé" domandò Heiji guardando l'amico
"Speriamo che stavolta gli vada bene" sorrise Shinichi con sarcasmo.
"Certo che andrà bene!!" esclamò Aoko apparendo all’improvviso alle spalle dei due ragazzi “Questa volta riuscirà a mettere le manette a quel ladro snob”
“Scusami, ma tu chi sei? Guarda che può essere pericoloso per una ragazza stare qui" ribatte Heiji voltandosi a guardare la ragazzina.
"Ma cosa dici? Quel ladruncolo non fa mai del male a nessuno, quindi non c’è alcun pericolo" rispose lei "comunque io sono Aoko Nakamori”
“Nakamori?" ripeté Shinichi spostando lo sguardo prima sulla ragazza e poi verso l'ispettore.
“Sì, quello è mio padre” annuì la ragazza.
 "Non sapevo che l'ispettore avesse una figlia, comunque io sono Shinichi...Shinichi Kudo" sorrise il detective per voi voltarsi verso l’amico di Osaka “e lui è Hattori Heiji”
“Piacere di conoscervi" sorrise lei trovandosi leggermente in imbarazzo di fronte al ragazzo.
Prima che Shinichi potesse dire altro, la voce di un poliziotto ruppe l'atmosfera che si era creata "Ispettore!! Abbiamo avvistato Kid! Sta volando sopra l'edificio!!"
"Che cosa?!" disse Nakamori "Stavolta si è messo in trappola da solo!"
"Pare che abbia qualche problema ad atterrare" disse nuovamente l’agente
"Perfetto, mi sembrava strano che riuscisse a prevalere anche contro la pioggia" sorrise Nakamori " Poiché non può scendere, sicuramente tenterà la fuga... tutti alle macchine! Dobbiamo essere pronti a inseguirlo”
"Ehi Kudo... non ti sembra che ci sia qualcosa di strano?" disse Heiji, mentre tutti i poliziotti lasciavano la sala correndo verso il pian terreno “Sembra quasi che quell’individuo voglia...”
"Sì, ci sta tendendo una trappola..." sorrise Shinichi ricambiando lo sguardo a Heiji
Intuendo cosa pensava l’altro, i due detective, iniziarono a correre verso le scale che portavano al tetto del palazzo, sotto lo sguardo confuso di Aoko.
"Pazzesco! Ora vanno via tutti!" si lamentò Aoko sbuffando “mi hanno lasciato da sola quegli antipatici..." detto questo, si lasciò scivolare su una delle sedie di fronte alla teca proprio quando, dalla presa d'aria, iniziò a fuoriuscire del gas soporifero che in poco tempo avvolse la stanza.
"Eccolo ispettore!" gridò un poliziotto indicando l'aliante bianco che cercava di fronteggiare le forti raffiche di vento
"Non può fare nulla stavolta" sorrise Nakamori vedendo l’aliante sorvolare il tetto dell’edificio e diventare una nuvola di fumo bianco.
“C- cos'è successo?" dissero alcuni poliziotti guardando sorpresi il cielo
"Non abbassate la guardia!" urlò Nakamori rimproverandoli "è una tattica di quel ladro per fuggire senza farsi vedere da noi!"
Proprio come aveva predetto Nakamori, dalla nuvola di fumo uscì nuovamente l'aliante bianco che si diresse velocemente in direzione sud-ovest.
"Lo sapevo! Presto inseguiamolo!!" gridò Nakamori accendendo la sirena della macchina e partendo all'inseguimento con tutti i suoi uomini  per le vie della città.
"Caspita... ma quanti poliziotti c'erano?" disse Kaito sporgendosi dal tetto del museo "Ispettore... si fa ancora imbrogliare così?"
“Nakamori avrebbe dovuto capirlo...” rispose una voce alle spalle del ladro che istintivamente si voltò verso la porta del tetto, incontrando lo sguardo di Shinichi e Heiji
“Uno come te non si fa vincere da qualche semplice folata di vento” continuò Shinichi
"Però ci hai sottovalutato... non avrai pensato che due detective in gamba come noi potessero cascare in un trucco così semplice?" domandò Heiji sorridendo
"In effetti ci speravo" rispose Kaito alzando le spalle "ma sapevo che non era possibile"
"Hai fatto credere a tutti di non riuscire ad atterrare e non appena Nakamori ha fatto uscire tutti i suoi uomini, tu ti sei sostituito a un manichino e scendere così sul tetto grazie a quella nuvola di fumo" disse Shinichi "e così avresti avuto campo libero..."
"Ma che bravo! Stasera mi hai davvero stupito piccolo detective" sorrise Kaito
"Pensavi che non sarei riuscito a risolvere l'indovinello?" domandò Shinichi prontamente
"No...” rispose il ladro mettendo le mani in tasca “Sono sorpreso nel vedere che non sei più un ragazzino delle elementari..."
Heiji lanciò uno sguardo interrogativo verso l'amico che ribatté subito la provocazione che gli era stata fatta "Fai poco lo spiritoso, sei in trappola ora! Voglio proprio vedere come farai senza il tuo aliante... senza le tua ali sei una persona qualunque”
*"Eh già..." disse Kaito alzando di nuovo le spalle "I due abili detective mi hanno messo in difficoltà"
Heiji guardò l’amico con un sorriso vincitore "Alla fine è stato facile..."
“No...  credo abbia in mente qualcosa" lo zittì Shinichi osservando il ladro salire sul cornicione del tetto e guardare in basso.
“Saranno circa venti piani" disse Kaito "ma quello che voglio si trova al tredicesimo piano"
“Che... che cosa vuole fare?!" esclamò Heiji.
"Vuole buttarsi di sotto!" gridò Shinichi iniziando a correre verso Kid che per tutta risposta alzò la mano in segno di saluto e si lasciò cadere dall'edificio.
"Ma è impazzito?! Senza aliante cosa..." balbettò Heiji raggiungendo l'amico.
“Guarda...” rispose Shinichi indicando un piccolo apparecchio attaccato al cornicione, vicino a loro, da cui partiva un cavo.
"15...14...e 13!!" esclamò Kaito premendo un tasto della cintura, e subito il cavo iniziò a tendersi fino a fermare la corsa del ladro che, dandosi una spinta, mandò in frantumi il vetro della stanza con un calcio.
“Non posso crederci...” balbettò Heiji.
"Ci ha fregato!" disse Shinichi battendo un pugno sul muro dove Kid aveva ben fissato quel congegno.
"Muoviti!” disse Heiji prendendo Kudo per il braccio “Dobbiamo andare di sotto!"
 “Tutto secondo i piani" sorrise Kaito entrando nella stanza e mettendosi una maschera anti gas, nonostante nella stanza non era rimasta traccia del gas soporifero. Con grande maestria rimosse delicatamente la teca per osservare meglio la corona su cui aveva posato gli occhi.
"Accidenti! Si è fatto tardi” disse alla fine Kaito rimettendo la teca al suo posto e guardando l'orologio "Anche domani farò tardi a scuola e Aoko mi prenderà in giro... quella ragazza non mi lascia mai in pace” il ladro fece per andarsene quando, da uno dei frammenti di vetro della finestra, intravide il riflesso di una persona stesa a terra poco lontano da lui.
Il ragazzo si voltò di scatto pregando di aver visto male, e per qualche secondo smise di respirare riconoscendo la sua amica.
"Aoko!" gridò Kaito lanciandosi verso di lei e prendendola in braccio "Ehi stai bene?! Rispondi!"
Non ricevendo risposta, Kaito, si tolse la maschera anti gas lanciandola via e iniziò a chiamarla più forte "Che ti ho fatto dannazione" imprecò stringendo a sé la ragazza "ti supplico Aoko, rispondi!"
"K- Kaito” balbettò la ragazza aprendo a fatica gli occhi “Kaito, sei tu?"
In quel preciso istante, Kaito, riprese piena conoscenza delle sue azioni e capì troppo tardi di aver commesso l’errore più grande della sua vita.
Un rumore veloce di passi fece sobbalzare il ragazzo che appoggiò Aoko, ancora stordita, con le spalle contro il muro e le passo una mano sulla guancia "Scusami..."
In quel momento la porta si aprì di scatto e subito entrarono i due detective.
"Fermo!" gridò Heiji vedendo Kid chinato vicino alla ragazza "Che cosa le hai fatto?"
"Scusate ma direi che per oggi il gioco si può dire terminato... alla prossima" disse tristemente Kaito poco prima di sparire in una nube di fumo bianco, lasciando vicino al gioiello un nuovo messaggio.
 

“Il mio progetto di gloria è finalmente iniziato, due pietre di raffinata e antica bellezza sono il mio bersaglio, una generata dal dio Apollo e l’altra da Artemide.
Quando le acque di quel famoso continente perduto, iniziano il loro ritiro, io farò la mia plateale comparsa, per lasciare incredulo il mio amato pubblico”

 

Kaito Kid

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Capitolo 4
*** Sai Chi Sono? ***


 Capitolo 3  - Sai chi sono?

 

Il giorno seguente, al liceo Ekoda, in molti parlavano dell’incredibile furto che stava programmando Kid e ovunque, gruppi di ragazzi, discutevano sulla soluzione del secondo messaggio, uno di questi si era riunito nella classe frequentata dal famoso detective di Londra, Hakuba Saguru.
“Hakuba” domandò una delle ragazze riunita di fronte al biondo “tu hai già formulato qualche ipotesi?”
“Effettivamente, son quasi sicuro di averlo risolto, devo solo controllare alcune cose” si vantò il detective “e se volete sapere la verità... penso di sapere chi è veramente Kid!”
Dal gruppo si alzò un grido di esultanza “Davvero? Dai dicci chi è!”
“Non preoccupatevi, contro di me quello snob non ha scampo” sorrise Hakuba guardando con aria di sfida il banco poco distante da lui, dove Kaito stava tranquillamente seduto.
“È bello come dicono? Non è che puoi chiedergli un autografo?”continuò la folla, facendo innervosire Saguru, che era passato in secondo piano.
Poco distante, Aoko, distolse lo sguardo dal gruppo di ragazze che chiacchierava in fondo alla classe, e con un gesto annoiato si voltò verso il banco alla sua sinistra, dove Kaito dormiva pacificamente con la testa appoggiata sul banco e i ribelli capelli castani che gli coprivano il volto.
Come mossa da una forza invisibile, la ragazza, si alzò dal suo posto avvicinandosi silenziosamente all’amico. Avrebbe voluto svegliarlo, ma dalle sue labbra non uscì nessun suono, così si limitò  a sistemargli un ciuffo di capelli che gli copriva il viso.
“Sembri un bambino” si lasciò sfuggire la ragazza sorridendo dolcemente.
“Davvero? Lo prendo per un complimento” disse Kaito sorridendo a sua volta
 “Ops...” Aoko ritirò velocemente la mano quando l’amico aprì di scattò i suoi vivaci occhi azzurri.
“Hai bisogno di qualcosa?”
“Non hai dormito ieri?” chiese Aoko abbassando lo sguardo, quasi come se fosse preoccupata della risposta.
“Avevo promesso a mia madre di aiutarla in casa, e abbiamo finito tardi... tutto qui” mentì lui.
“Capisco... quindi non sei uscito vero?” ripeté la ragazza.
“Ancora? Sono sempre rimasto in casa, perché me lo domandi?”
"Senti senti...” s’intromise Saguru “Dai Kaito, dicci che 'hai fatto ieri sera" sorrise il detective prendendo la sua agenda.
"Ehi Hakuba! Non hai nessuno da arrestare oggi?" disse Kaito sempre più nervoso
"No... in questi giorni sono molto libero, tanto di quel ladruncolo di Kid se ne occupano Kudo e Hattori"
"Oh... Finalmente ti sei arreso!" esclamò Kaito alzandosi "Kid è troppo superiore a te" sorrise soddisfatto.
"Non mi sono arreso!" alzò la voce Saguru "ho solo lasciato che quei due detective seguissero la pista che hanno individuato"
"Una pista?" disse Kaito sorpreso
"Sì, hai capito bene" sospirò Saguru abbassando il tono di voce “Pare che la scorsa notte Shinichi abbia incontrato Kid in privato e abbia scoperto qualcosa su di lui”
Kaito rimase in silenzio mentre, con il pensiero, ripercorse ogni singolo particolare di quella notte, senza però trovare nulla che potesse incastrarlo. Ad un certo punto, il ragazzo, impallidì guardando l’amica davanti a lui che assisteva alla discussione in silenzio.
Con lo sguardo spento e senza ascoltare le parole di Hakuba, Kaito si allontanò dal gruppo e uscì  dalla classe sbattendo la porta alle sue spalle “Aoko... allora tu sai chi sono...”
“Qualche problema Kaito Kid?” domandò una voce amica.
“Quante volte ti dovrò dire che io non sono Kid” sbuffò lui voltandosi verso la ragazza appoggiata al muro di fianco alla porta “Eh Akako?”
“Smettila di fingere con me, conosco la tua identità” sorrise lei “Comunque ti consiglio di fare attenzione... la prossima volta potrebbe essere l’ultima per il famoso Kid”
“Lo sai che non credo alle tue predizioni...” sospirò Kaito.
“Fai come credi, io ti ho avvisato” sorrise con una punta di malizia lei “anche se, ammetto che se la tua cara Aoko, scoprisse che in realtà sei l’uomo che tanto odia... sarebbe solo un vantaggio per me”
“Stai scherzando vero?” domandò sorpreso il ragazzo, mentre Akako lo prendeva per la giacca e lo spingeva verso di sé.
“Se ti arrestassero tu saresti solo mio Kaito” continuò lei seria.
Kuroba divenne leggermente rosso in volto e subito si liberò dalla presa della ragazza “Smettila...”
“S-scusate” s’intromisero due ragazzi, arrivando alle spalle del ladro “sapete dirci in che aula possiamo trovare Hakuba Saguru?”
 Kaito stava per voltarsi quando, Akako, lo prese per le spalle bloccandolo “Lo trovate in questa classe” rispose lei indicando l’aula vicina.
“Grazie mille” ringraziò lui, entrandovi subito insieme all’amico.
Approfittando di un momento di distrazione dei due, Akako, prese Kaito per mano e lo trascinò lontano “E adesso che ti prende?” domandò il ragazzo staccandosi dalla presa dell’amica.
“Un grazie me lo merito, non ti sei nemmeno accorto che quelli erano Shinichi Kudo e Hattori Heiji” rispose lei fermandosi.
“Shinichi e Heiji...” ripeté stupito Kaito, voltandosi a guardare “che ci fanno loro qui?”
“Forse sono venuti a trovare Aoko” sorrise Akako, mentre il ragazzo le rivolse uno sguardo gelido.
“Venite” esclamò Saguru uscendo dalla classe “Possiamo usare uno dei computer della scuola”
“Sono solo venuti a chiedere aiuto a Hakuba” rifletté Akako spiando i tre detective allontanarsi verso la sala computer del liceo “Ti conviene stargli lontano!”
“E perché? La faccenda si sta facendo interessante...” ribatté lui lasciando da sola Akako e seguendo di nascosto i ragazzi.
“Grazie per l’aiuto Hakuba” disse Shinichi sedendosi di fronte a uno dei computer
“Nessun problema, in fondo è da parecchio che mi occupo di questo caso” rispose il biondo prendendo il taccuino su cui aveva trascritto il messaggio lasciato da Kid “Allora, Apollo è il dio del Sole...”
“e Artemide quella della luna...” continuò Heiji “Quindi dovrebbe riferirsi a delle pietre preziose, una generata dal sole e  l’altra dalla luna”
“Secondo me, quando ci si riferisce ad una civiltà antica, si riferisce ad Atlantide, il continente che si dice sparito in mezzo all’oceano e, se non mi sbaglio, un famoso politico ospiterà nella sua villa di Tokyo, un’esposizione di gioielli tra cui sarà presente una pietra chiamata Lacrima di Atlantide” spiegò Shinichi.
“Ora controllo” annuì Saguru digitando qualcosa sulla tastiera “Ecco qui, si tratta di un raro esemplare, di pietra di luna famosa per i suoi riflessi attribuibili all’arcobaleno”
Fuori dalla stanza, Kaito, ascoltava attentamente i discorsi dei detective “Senti senti... Mi hanno già scoperto” pensò divertito.
“Pietra di luna... quindi l’altra dovrebbe essere quella del sole” sorrise Heiji “sapete se sono esposte anche esemplari di quel minerale?”.
“No, però secondo quanto c’è scritto qui... circa nove anni fa, un ‘esemplare di quella pietra è stato rubato dalla villa del politico” iniziò a leggere Hakuba “Inoltre, si dice che tempo fa anche la corona rubata ieri da Kid fosse di proprietà della famiglia, e che insieme alle due pietre formasse un unico bene, ma poi è stata venduta per saldare dei debiti. Allora quello snob vuole tutti e tre gli oggetti per riunirli, così il loro valore salirà parecchio”
“No, forse ho capito...” sorrise Heiji “certo che rimango sempre stupito delle azioni di questo ladro onesto, tu la pensi come me Shinichi?”
“Sì...” rispose distrattamente il ragazzo, guardando in direzione della porta, mentre all’esterno, Kaito, si appoggiò annoiato al muro adiacente.
 “Non capisco che volete dire, comunque a che ora avverrà il furto?” riprese il biondo, ignorando Shinichi, che intanto si era alzato e camminava silenzioso verso la porta.
“In effetti anch’io ho dei dubbi su quella parte del messaggio” rispose Heiji
Una volta raggiunta l’entrata, Shinichi appoggiò la mano sulla maniglia e in pochi secondi aprì di scatto la porta uscendo nel corridoio.
“Shinichi?” domandò Heiji stupito “Che succede?”
“Nulla” rispose il detective, guardando stupito il corridoio deserto, avevo l’impressione che qualcuno ci stesse ascoltando di nascosto...  comunque credo che si riferisca alle maree... il furto avvera quando la bassa marea raggiungerà il culmine” continuò rimettendosi seduto
“Stanotte? Aspettate... prima ho visto una cosa interessante” disse Saguru riprendendo a battere sulla tastiera e aprendo una pagina web “Sentite qui, ecco che voleva dire quel ladro riferendosi al suo pubblico, alle nove di stasera ci sarà una serata di galà per l’inaugurazione della mostra”
“Chissà che si è inventato... credo che dovremmo preparare un piano anche noi” propose Heiji
“Sì, ma non qui” dichiarò Shinichi “andiamo da Agasa, vieni anche tu Saguru?”
“Scusate ma tra qualche ora mi aspettano a Londra” spiegò il biondo chiudendo il computer
“Capito, allora grazie per l’aiuto” gli rispose Heiji uscendo in corridoio insieme a Shinichi.
“Non vi auguro buona fortuna, perché voglio essere io ad arrestare quel tizio” sorrise Saguru salutando i due detective che si avviarono verso l’uscita.
In un corridoio secondario, nella direzione opposta da quella presa dai due, Kaito rimase al riparo con le spalle appoggiate al muro contro il quale era stato spinto.
“Sei un incosciente! Per poco ti scoprivano...” lo rimproverò Akako premendo la mano sulla bocca del ragazzo che si limitò ad annuire “ti rendi conto che se non fossi arrivata a portarti via, a quest’ora ti avevano già arrestato?”
“Mmh...” mugugnò Kaito cercando di dire qualcosa per giustificarsi.
“La prossima volta ascoltami quando ti do un consiglio!” sbottò lei, lasciando libero il ragazzo.
Kaito la guardò andarsene e solo quando fu rimasto solo, si lasciò sfuggire un sorriso “Grazie...”

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Capitolo 5
*** La Festa ***


Capitolo 4 - La festa

 
Erano da poco passate le nove di sera eppure, la villa del politico, era già piena di persone, per la maggior parte si trattava di altri uomini di politica, colleghi del proprietario o personaggi famosi.
Il salone principale della residenza era illuminato a festa e, nonostante il gran numero di poliziotti di sorveglianza, sembrava di partecipare a un ballo.
Avvisati da Shinichi e Heiji, l’ispettore Nakamori e i suoi uomini, pattugliavano con attenzione le entrate e le teche al centro della sala, che contenevano i gioielli dell’esposizione. Solo la bacheca che proteggeva la lacrima di Atlantide era coperta da un telo nero, che avrebbero scoperto più tardi.
“Che meraviglia” esclamò Kazuha spostando lo sguardo prima sul salone, poi sugli altri ospiti.
“Allora? Ho fatto bene a ordinarti di prendere il primo volo per Tokyo?” intervenne Heiji arrivando alle spalle della ragazza.
“Direi proprio di si” sorrise lei voltandosi nuovamente verso il suo cavaliere che, per l’occasione, indossava un elegante completo nero sotto una camicia bianca “Ma questa è una festa privata... com’è possibile che ci abbiano fatto entrare?”
“Chiedilo a Shinichi, è stato lui a dirmi di farti venire qua” ribatté lui alzando le spalle “ricorda che sono qui per lavorare, non certo per divertirmi”.
“Se lo dici tu”, lo canzonò Kazuha “Però ammetto di sentirmi in imbarazzo... sai, sono tutti vestiti con abiti super eleganti...”
Heiji abbassò lo sguardo sul vestito rosso a pieghe che le arrivava sopra il ginocchio “Stai scherzando?”
“Nel senso che non posso competere con loro” ribatté imbarazzata, mentre il ragazzo si avvicinò al suo viso.
“Secondo me sei perfetta così, sono le altre che devono sentirsi in imbarazzo” le bisbigliò all’orecchio, facendole diventare il viso di una colorazione rosso porpora.
“Avete finito di confabulare in segreto voi due?” s’intromise Shinichi arrivando alle spalle dei due amici “Non è carino escluderci così!”
“Kudo, sei arrivato finalmente” sbuffò Heiji voltandosi verso l’amico che indossava un completo simile, con l’unica differenza che il suo era blu scuro “Eravamo stanchi di aspettarti fuori”.
“Vi chiedo scusa... ho avuto qualche problema a trovare qualcuno che mi accompagnasse” sorrise Shinichi indicando la ragazza vicino a lui.
“Ran!” esclamò Kazuha avvicinandosi “Per fortuna ci sei anche tu, mi sentivo fuori luogo con tutte queste persone”
“Ciao Kazuha, che bello rivederti” sorrise lei iniziando a parlare con l’amica, mentre Heiji osservò Shinichi controllare la sala.
“Lo stai cercando? Sai... non penso sia così ingenuo da rischiare di mostrarsi prima del suo spettacolo” commentò il detective di Osaka.
“Si vede che lo conosci poco, quel tipo non si fa simili problemi” rispose Shinichi “di sicuro è qui in mezzo che ci osserva con quel suo irritante sorrise da vincitore”
“Capito... ehi! Mi spieghi una cosa?”
“Dimmi pure”
“Come hai fatto a convincere Ran a venire con te stasera?” sorrise Heiji battendo il gomito sul braccio dell’altro “A me puoi dirlo, ti sei dichiarato?”
“Assolutamente no!” sbottò lui guardando di traverso l’amico “Non è andata così...”
“Sai che hai il viso tutto rosso?” lo derise Hattori
“Smettila!” lo sgridò di nuovo Shinichi, quando Ran gli si avvicinò insieme a Kazuha.
“Tutto bene Shinichi? Ti senti male?” domandò lei preoccupata
“Perché me lo chiedi? Sto benissimo...”
“Hai il viso rosso, sicuro di non avere la febbre?”
Shinichi guardò sempre più imbarazzato la ragazza, quando lo sguardo ricadde sul suo vestito bianco che le scendeva fino alle ginocchia, mettendo in risalto le forme longilinee della mora.
“Fa caldo qui dentro” esclamò alla fine voltandosi “vado a prendere un po’ d’aria”.
Shinichi si fece largo tra la folla e, non appena ebbe individuato una finestra, la raggiunse velocemente uscendo in terrazza.
“Che situazione...” sospirò il ragazzo appoggiandosi sul ballatoio e spostando lo sguardo, si rese conto della presenza di qualcuno vicino a lui, che osservava il cielo “Anche tu alla ricerca di un po’ di tranquillità?” domandò Shinichi sorridendo. 
“Diciamo di si” rispose divertito l’altro chinando lo sguardo sul bicchiere che teneva in mano “Non riuscivo più a stare con tutta quella confusione.
“Ti capisco” ribatté il detective osservando con attenzione lo sconosciuto vestito con una camicia blu sotto la giacca bianca e i pantaloni abbinati “Secondo me dovresti fare attenzione...”
Il ragazzo guardò stupito il detective “Come scusa?”
“Dico per il vestito, assomiglia molto a quello usato da Kid” rispose prontamente Shinichi “con tutti i poliziotti che ci sono qui dentro, rischieresti di finire arrestato al posto suo”
Sempre più stupito dalle parole del detective, il moro iniziò a ridere divertito “Mi stai simpatico...” disse alla fine porgendogli la mano “Il mio nome è Kaito, piacere di conoscerti”
“Kudo Shinichi” rispose subito il detective, ricambiando la stretta di mano.
“Ma guarda, sei quel detective del liceo?” sorrise Kaito fingendosi sorpreso “Allora dovrò fare attenzione a non venire arrestato da te... se davvero assomiglio a questo Kid...”
“Perfetto” rise Shinichi “però sappi che io e un altro detective abbiamo ideato un piano assolutamente perfetto per mettere le manette ai polsi di quello snob”
“Non vedo l’ora di scoprire di che si tratta” ribatté con un tono di sfida Kaito, quando il suo sguardo si perse all’interno dove, davanti alla finestra, stava passando una splendida ragazza con un abito da sera azzurro cielo, adornato solo da una cintura scura legata sulla vita.
Shinichi, a sua volta, guardò all’interno del salone, riconoscendo subito la figlia dell’ispettore “mi pare si chiami Aoko... Aoko Nakamori, la conosci?”
“La conosco da quando ero solo un bambino” confessò tristemente Kaito “ma ora è tutto diverso...”
Nel sentire la parola ‘bambino’ Shinichi sussultò e subito controllò l’orologio “Me ne ero completamente dimenticato... domani sono già passati tre giorni...” sospirò chinando il capo.
“Faresti meglio a correre subito da lei” disse infastidito Kaito “Sbaglio o stai ancora evitando il problema?”
“Cosa?” Shinichi guardò meravigliato il ragazzo avvicinarsi verso la porta finestra.
“Lascia stare quel ladro e usa le ultime ore che ti sono rimaste per fare quello che rimandi da tanto, immagino che anche lei lo stia aspettando da parecchio”
“Mi stai chiedendo di lasciar vincere quel ladro?” domandò Kudo “non sarei un detective se facessi quello che mi chiedi”
“Però se Kid stanotte non ruba niente, non serve la presenza di un detective” sorrise Kaito voltandosi un’ultima volta verso il suo rivale “pensa alle mie parole, piccolo detective...”
Shinichi guardò il ragazzo rientrare in sala e solo quando non lo vide più, si appoggiò nuovamente al balcone sospirando pensieroso.
All’interno, la festa era entrata nel vivo e in molti si prepararono ad ammirare la famosa pietra preziosa. Aoko osservava da lontano le teche, non riuscendo ad avvicinarsi di più, per colpa della folla “Uffa...”
“Qualche problema signorina?” domandò Kaito arrivandole alle spalle.
“T-tu che ci fai qui?!” esclamò lei stupita “come hai fatto a entrare?”
“Ho visto tuo padre e gli ho chiesto se potevo passare...” sorrise lui “ed eccomi qui!”
Aoko abbassò il capo tristemente “e dimmi, per quale motivo sei voluto venire?”
“Ehi! Se non mi vuoi, posso anche andarmene subito” ribatté offeso “dimmi tu che devo fare”
La ragazza rimase per qualche secondo in silenzio a riflettere “Resta, però non devi mai allontanarti da me, intesi?”
“Se è questo che desidera, non mi allontanerò nemmeno un secondo! Hai la mia parola” esclamò lui
“Me lo prometti?” sorrise lei guardando negli occhi l’amico.
“Affare fatto, però ora mi concede una tappa al bagno?”
“Ma Kaito!!” sbuffò Aoko “sbrigati però!”
“Si signora!” sorrise il moro, avviandosi nuovamente in mezzo alla folla, proprio quando il proprietario della villa annunciò l’inaugurazione della mostra.
“Benvenuti, immagino sappiate che il famoso Kid ha preso di mira la pietra preziosa principale della mostra” spiegò il politico “Grazie alla collaborazione della polizia e dell’ispettore Nakamori, stanotte posso mostrarvi la famosa lacrima di Atlantide”, in quel momento, dalla teca venne rimosso il telo nero e accesa la luce sopra la pietra, mentre una cortina di fumo bianco esplose al centro della sala, ricoprendo in poco tempo tutto il salone e creando il panico tra i presenti.
“Ladies and Gentilman! Scusate l’intrusione” annunciò con spavalderia Kaito Kid, apparendo in mezzo alla nebbia “sono in ritardo per un appuntamento, quindi se non vi dispiace, prendo quella pietra e tolgo il disturbo”
“È arrivato Kid! Presto arrestiamolo!” esclamò Nakamori ai suoi uomini, riuscendo a sovrastare le voci preoccupate degli invitati.
Muovendosi tra la folla, Heiji, raggiunse velocemente Shinichi, che rimase fermo a godersi la scena “Ehi Kudo!” sbottò il detective di Osaka “che stai facendo? Non avevamo un piano?”
“Scusami Hattori” rispose il moro guardando l’amico “ho deciso di lasciarlo fare...”
Heiji sgranò gli occhi nel sentire quelle parole “Stai scherzando vero? Non saremmo dei detective se ci lasciassimo scappare quest’occasione!”
“Una persona, mi ha assicurato che stasera non verrà rubato niente...” sorrise Shinichi mettendo le mani in tasca “quindi non serve la nostra presenza”
“Ho capito! Quel Kid ti ha sicuramente ipnotizzato! Non è possibile che tu sia passato dalla sua parte volontariamente”
Shinichi si lasciò sfuggire una risata e battendo sulla spalla dell’amico “Sto benissimo, solo che stasera... ho qualcosa di più importante da fare, e forse dovresti farlo anche tu”
Non sapendo che altro dire, Heiji osservò Kudo allontanarsi verso Ran, mentre dalla folla si alzò un’esclamazione di sorpresa nel vedere la pietra svanire dall’interno della teca per ricomparire in mano al ladro, pochi secondi dopo.
“Spero non vi dispiaccia se prendo questa il prestito” sorrise Kaito accennando un inchino “Ci rivediamo tra qualche minuto” continuò svanendo nel nulla prima che Nakamori riuscisse a raggiungerlo.
“Maledizione...” sbottò l’uomo innervosito “Presto, bloccate tutte le uscite! È ancora qui dentro!”
“Ran!” esclamò Shinichi raggiungendo a fatica la ragazza
“Shinichi, perché non hai cercato di prendere Kid? Pensavo fossimo venuti qua per questo” si lamentò lei, quando il ragazzo la prese per mano.
“Andiamocene, devo assolutamente dirti una cosa prima che sia troppo tardi!” sorrise lui trascinando la ragazza fuori dal salone.

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Capitolo 6
*** Epilogo ***


 Capitolo 5  - Epilogo

 

In mezzo alla folla che ancora commentava quello che era appena accaduto, Aoko si guardò intorno sperando di vedere Kaito, speranza che risultò vana. Con gli occhi pieni di lacrime, sposto lo sguardo verso il pavimento augurandosi che nessuno si accorgesse del suo pianto, quando sentì qualcuno che le alzava la testa, spingendole il mento verso l’alto con la mano.
“Perché piangi?” domandò dolcemente Kaito, guardandola con tristezza “ti sono mancato?”
“Sei uno stupido!” esclamò lei furiosa “mi hai sempre mentito... e non hai nemmeno avuto il coraggio di raccontarmi la verità!”
“Non capisco, di cosa stai parlando?” chiese Kaito fingendosi meravigliato.
“Di te e Kid!” rispose Aoko in lacrime “Sei un criminale! Aveva ragione Saguru, tu sei...”
In quel momento le luci della sala si spensero nuovamente tranne quella principale che illuminò una figura vestita di bianco sul balcone.
“Sorpresa! visto che bravo? Ho già finito quello che dovevo fare” esclamò nuovamente il ladro e, guardando in direzione del proprietario di casa “la ringrazio per la pazienza, come può vedere, le ho riportato il suo prezioso gioiello di famiglia, la prossima volta stia attento! Ci sono molti ladri in giro” sorrise divertito Kid, schioccando le dita e facendo apparire tra le mani dell’uomo la preziosa corona rubata al museo, con ai lati la lacrima di Atlantide e l’altra che si diceva persa per sempre.
L’uomo guardò sbalordito la corona e non riuscì a dire altro se un debole “Grazie” che in pochi poterono percepire.
“Ora me ne vado veramente, ci rivediamo nel prossimo chiaro di luna” sorrise Kaito Kid lasciando cadere dal balcone dell’edificio, per poi aprire l’aliante e planare nel cielo notturno, spinto da un debole vento.
Aoko guardò stupita la scena, mentre Kaito le rimase vicino sorridendo “Però, è bravo questo Kid! Ah... dovevi dirmi qualcosa?”
Stupita, la ragazza, lo guardò con gli occhi sbarrati, cercando di trattenere le lacrime “Kaito!” esclamò alla fine gettandosi tra le braccia del ragazzo “Scusami per favore...”
“Non capisco di cosa dovresti scusarti?” le sorrise lui spostandole un ciuffo di capelli castani dalla fronte “Ti ho promesso che sarei rimasto con te per tutta la serata quindi che ne dici concedermi un ballo?”
“Un ballo? Ma non c’è nemmeno musica” domandò guardandosi intorno.
“Tranquilla, per quella c’è sempre un rimedio” a Kaito bastò un semplice schiocco di dita per far partire una musica che la ragazza riconobbe come un valzer “Posso avere quest’onore signorina?”
Troppo felice per declinare quell’invito, Aoko, annuì sorridendo.
“Credo che domani dovrò ringraziare Jii per aver preso il mio posto...” pensò Kaito avvicinandosi al centro del salone insieme all’amica “Aoko... ti prometto che un giorno ti spiegherò perché sono costretto a fare questo, e spero che per allora mi potrai capire”
Seguendo l’esempio dei due ragazzi, anche altri invitati si unirono alle danze, “Che strana serata” sbuffò Heiji passandosi una mano tra i capelli.
“Heiji” esclamò Kazuha prendendolo per il braccio “che stai facendo, andiamo a ballare anche noi!”
“Che cosa?!” chiese lui “Non ne ho voglia...”
“Non era un invito” sorrise lei, trascinandolo in mezzo “Visto che sono venuta fino a qui, tanto vale che m’inviti a ballare”
“Più che un invito... mi sembra un’offerta che non posso rifiutare” scherzò Heiji.
Mentre nell’edificio la festa era ripresa nel migliore dei modi, Shinichi aveva trascinato Ran nel giardino della villa, che era illuminato solo dalla luce della luna e di alcuni lampioni.
“Come mai siamo venuti qua?” domandò imbarazzata la ragazza, guardando l’amico d’infanzia negli occhi.
“Ran, molto probabilmente, domani dovrò lasciare nuovamente la città...”
“Il solito caso da risolvere?” sbuffò lei tristemente “perché ogni volta che torni, mi prometti di tornare e lo fai dopo mesi! Shinichi, io sono stanca di dover sempre aspettare...”
“Allora è meglio mettere subito in chiaro una questione importante” la interruppe lui “ti sto solo chiedendo di attendere ancora un po’, perché al mio ritorno non ti lascerò mai più!” e, avvicinandosi al suo viso, la baciò dolcemente sulle labbra
Non sapendo più che dire, mentre le guance diventavano di un intenso rosso accesso, Ran, si passò la mano sulle labbra sperando che quello non fosse solo un sogno.
“Ora che lo sai... puoi aspettarmi ancora?” domandò Shinichi allontanando il volto da quello della ragazza che invece di rispondere lasciò scendere una lacrima, prima di avvicinare nuovamente a sé il ragazzo e regalargli un altro bacio, che entrambi avrebbero voluto non finisse mai.
 
Il mattino seguente, la signora Kuroba, uscì a prendere il giornale e con un paio di forbici tagliò ordinatamente l’articolo di prima pagina che descriveva nei minimi particolari l’impresa che Kaito Kid aveva portato a termine. Sorridendo, Fumiyo, prese il taccuino del marito e vi attaccò il pezzo di carta “Toichi... sono sicura che saresti fiero di tuo figlio” disse con un velo di tristezza, mentre sull’ultima pagine scriveva la parola THE END.

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