Un sogno da realizzare

di jaj984
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mi presento ***
Capitolo 2: *** L'inizio di una giornata molto lunga ***
Capitolo 3: *** In macchina ***
Capitolo 4: *** ... Aspettando il provino ... ***
Capitolo 5: *** Ryo ... chi ti capisce è bravo. ***
Capitolo 6: *** Non ti sopporto! ***
Capitolo 7: *** L'incontro con Oscar ***
Capitolo 8: *** Vogliono tutti parlarmi quando indosso un misero asciugamano ***
Capitolo 9: *** Risveglio da Yoichi ***
Capitolo 10: *** Pomeriggio davanti al camino ***
Capitolo 11: *** Arrivo al Club ***
Capitolo 12: *** Chiacchiere in camerino ***



Capitolo 1
*** Mi presento ***


Mi chiamo Kaori Makimura, ho ventuno anni e ho un sogno: quello di entrare all’American Ballet Academy di New York.
Sono una ballerina, o meglio il mio sogno è diventare una ballerina ma sfortunatamente non ho mai potuto studiare in una vera scuola di danza poiché nel mio paese esiste solo una piccola palestra comunale dove si svolgono tutte le attività.
Finché mia madre era in vita, nel paese c’era anche un corso di danza ed io danzavo imitandola, lei era il mio mito. Disgraziatamente con la sua morte, anche la danza in questo paese morì.
Lei era una grande ballerina che all’apice della carriera lasciò tutto per amore e per la famiglia e ha trasmesso a me questo sogno.
Fino ai miei dodici anni la mia vita, scorreva felicemente, avevo una madre bellissima che mi spronava a dare il meglio nella mia passione, un padre innamorato di mia madre che viveva per lei e un fratello maggiore rompiscatole.
Insomma eravamo una normale famigliola felice.
Poi tutto cambiò mia madre si ammalò e ci lasciò due mesi dopo, mio padre da quel momento cambiò e divenne un’altra persona, si spense e restò in attesa che la morte lo venisse a prendere e lo ricongiungesse con mia madre.
Fu così che due anni dopo, mio padre ebbe un attacco di cuore e morì.
Da quel giorno fino ai miei diciotto anni ho lavorato presso l’officina di famiglia con mio fratello. Lui avrebbe voluto tanto che io rimanessi lì per sempre con lui ma così non è stato. Appena ho avuto la possibilità, sono fuggita via per realizzare il mio sogno.
La mia situazione non è perfettamente un idillio, con mio fratello, nonostante il nostro volerci bene, le cose non vanno bene. Ci sentiamo ogni tanto ma non si accenna mai alla questione “danza”, lui non è mai stato d’accordo con questa mia scelta.
Hide ha sempre voluto che rimanessi nell’Indiana a Glanwood con lui, che andassi, sì, al college più vicino, ma a una facoltà scelta da lui. Voleva che m’iscrivessi alla facoltà in economia, mi prendessi una laurea da appendere in vetrina come decorazione a dimostrazione che avevo avuto un pezzo di carta, il pezzo di carta che tutti sognano, tranne io. Una volta laureata mi sarei dovuta sposare con il mio ragazzo di sempre, Ronnie, e sfornare tanti bei bambini e nel frattempo mantenere la contabilità dell’officina di famiglia, che avrei gestito insieme a mio marito.
Io, però, non riesco a vivere senza la danza. Ed entrambi gli uomini della mia vita questo non l’hanno ancora capito.
Quando ero più piccola, tentai di entrare alla Chicago School of Music and Dance ma il mio caro fratellino m’intercettò e mi fece tornare a casa, senza poter sostenere l’audizione.
Così alla fine appena ho avuto la possibilità, sono corsa a New York e lì ho cercato di entrare a far parte dell’American Ballet ma con scarsi risultati sono due anni che provo a entrarci ma puntualmente sono scartata e sono due anni esatti che conosco quell’antipatica di Yuki, che solo perché è riuscita a entrare al primo colpo, grazie alle raccomandazioni del padre, si sente arrivata, ma in realtà non sa ballare, ha le gambe storte, è troppo grassa e ha dei brutti piedi.
È in quella scuola solo perché il padre è Roger Oikawa, imprenditore, nel ramo costruzioni che miracolosamente, nonostante la crisi economica riesce a vendere case per milioni di dollari.  Non solo il caro paparino è anche proprietario dell’immobile dell’accademia e ha garantito un fitto bloccato per tre anni e in più ha assicurato di finanziare la scuola con generose donazioni, se sua figlia fosse entrata. Morale della favola la signorina Oikawa, non solo fa parte dell’accademia da due anni ma quest’anno probabilmente farà parte anche della compagnia.
Per fortuna qui non ho conosciuto solo quell’antipatica di Yuki ma ho conosciuto anche tante amiche.
La prima è la mia migliore amica, Miki, per di più è la mia coinquilina.
Lei la mattina lavora in una caffetteria vicino all’accademia, insieme al padre, Yuri, e la sera lavora al Dirty Club come ballerina. Il suo sogno era identico al mio: riuscire a entrare all’accademia. Purtroppo, però, non ci è mai riuscita e ora coltiva comunque la sua passione divertendosi con noi ragazze.
La conobbi ormai tre anni fa quando sostenni il primo provino, ero afflitta perché non ce l’avevo fatta, mi sentivo una fallita e immaginavo già la faccia sorridente del mio ragazzo e di mio fratello quando avrebbero appreso la  notizia.
Sarei dovuta tornare a casa e da lì a un anno mi sarei dovuta sposare, questi erano gli accordi ma io non ci stavo e grazie a Miki ho avuto una via d'uscita.
Mi ha invitato a casa sua e mi ha trovato un lavoro a Dirty Club all’inizio come aiuto barista  poi quando le ragazze non poterono esibirsi, fu la mia occasione e da quel momento mi diverto assieme a loro a ballare.
Però una cosa per volta, vi racconterò di quest’occasione a tempo debito.
Stavo dicendo? Ah! Sì! Grazie a Miki ho iniziato a lavorare al Club come aiuto barista, lì ho conosciuto altre tre amiche: Kasumi, Kazue e Reika. Kazue è la ragazza che sta alla contabilità, invece Kasumi e Reika, sono le altre due ballerine insieme a Miki che si esibiscono la sera.
Nel club naturalmente non lavorano solo Miki, Reika, Kasumi e Kazue ma c’è anche Mick il Dj, Max il barista, Susan la proprietaria del bar ed Eriko che nel tentativo di sfondare come stilista disegna gli abiti di scena.
Il club dove lavoro è un club esclusivo aperto solo pochi giorni a settimana, ma in quei giorni c’è sempre una lunga fila. Di conseguenza per arrotondare, nelle sere libere lavoro all’Overdrive come barista. L’Overdrive è una discoteca più in del momento ed è, dove ci riuniamo tutti noi dopo il lavoro.  Ci andiamo spesso poiché conosciamo buttafuori: Umibozu, il fidanzato di Miki, che ci fa entrare gratis. Poi il Dj ovvero Ryo Saeba, invece, è il migliore amico di Mick e mette i pezzi più belli quando le mie amiche sono in pista. Io invece come Barwoman faccio bere i miei amici gratis.
Tutti insieme formiamo un gruppo ben affiato e ci vogliamo molto bene. All’inizio però non è stato per niente facile.  Le ragazze, tranne Miki, mi vedevano come una minaccia, poiché sia Mick e sia Ryo avevano dimostrato un certo interesse per me, solo che Kasumi e Reika erano innamorate di Ryo, invece Kazue era cotta di Mick.
Io continuo a non capire come mai Kasumi e Reika non siano riuscite a tenersi stretto Ryo, infondo sono delle belle ragazze. Kasumi è alta quanto me, circa 1.75, capelli lunghi e castani, occhi castani, formosa e con un seno discreto. Molti uomini al Dirty Club vorrebbero averla anche solo per una notte. Lo stesso dicasi per Reika, occhi castani come i suoi lunghi capelli. Entrambe sono delle stupende ragazze e mi piacerebbe tanto essere belle come loro … invece no.
All’inizio erano gelose perché, i due scapoli d’oro, erano diventati miei amici e Reika non sopportava l’idea che avessi avuto successo con quei “due pazzi” essendo solo me stessa.
Nel corso degli anni, però, hanno capito che non m’interessavano quei due playboy, playboy esatto perché sono degli sciupa femmina di prima categoria, ogni notte la passano nel letto di qualche dolce donzella.
All’inizio ci hanno provato anche con me o meglio solo Mick ci ha provato realmente, invece, Ryo ufficialmente mi stava dietro solo per proteggermi dagli scocciatori, diceva in giro che ero la sua ragazza, solo perché secondo lui, gli scocciatori stavano lontano da me, ma io a questa cosa qui non ci ho mai creduto.
Mick invece da figlio di buona madre, qual è, si è sempre fregato di tutto e ha continuato a farmi una corte serrata finché stanco di ricevere dei continui pali, si accorse che accanto a lui c’era una bellissima ragazza che l’amava in silenzio da anni, Kazue e finalmente da 8 mesi 3 settimane e 2 giorni stanno insieme.  I due giorni più lunghi della mia vita. Due giorni con Kazue in fase isterica perché temeva che il ragazzo la volesse lasciare ed io ho dovuto scoprire essendo amica di entrambi che stesse tramando Mick. Il tutto naturalmente facendo attenzione a non far scoprire a Mick che indagavo per conto di Kazue. Poi una volta venuta a conoscenza della notizia ho dovuto fare i salti mortali per non farlo scoprire alla diretta interessata e per tenerla a bada prima della notizia.
Mi avesse ringraziato oggi per averla aiutata? No! Ma non me la prendo, lei è fatta così, sarà al settimo cielo e starà organizzando il trasloco nei minimi particolari e Mick già si starà maledicendo di averle fatto quella proposta.
Gli basterà, poi, un suo sorriso per sciogliersi e godersi questo momento di felicità.
Beati loro, saranno la terza coppia del gruppo ormai. Gli scapoli siamo rimasti io, Reika e Ryo.  Ryo che vuole rimanere single a vita, almeno così dice, perché gli piace di volare in fiore in fiore e non avere mai legami.
Ogni volta, però, che stiamo assieme sia in discoteca, in un bar o mentre lavoro, succede qualcosa di strano. Appena vede qualche ragazzo carino all’orizzonte che mi si avvicina con l’interno di rimorchiarmi, comincia a dire che è il mio fidanzato e a me questa cosa non mi va a genio. Io un ragazzo c’è l’ho, pseudo ragazzo e sta a Glenwood. Un fidanzato appiccicoso, retrogrado che non riesco a mollare in nessun modo. Da quando sono qui, ci molliamo e ci rimettiamo una settimana sì e l’altra pure, però, forse questa è la volta buona, gli ho detto che è finita. Non avrebbe senso continuare una relazione basata su quei pochi momenti passati al telefono, tanto e vero che nel frattempo ho avuto altre storie. Ok mi giudicherete un po’ stronza, ma voi al posto mio che avreste fatto? Sareste state fedeli a una persona con cui ti molli e ti riprendi ogni giorno? Che non vedi da ormai tre anni e che il suo unico scopo è di tenervi inchiodate in un paesino dell’Indiana a sfornare figli, rinunciando al vostro sogno di essere una grande ballerina? No, non credo!
Per quel ruolo è più adatta Saeko figlia dello sceriffo locale, insegnante della Kennedy Junior High School di Glanwood, riportando un certo successo tra gli studenti maschili.
Cosa che è normale che accada poiché Saeko è una bomba sexy. Alta, bella, magra, prosperosa, lunghi capelli corvini, occhi castani, curve al punto giusto, intelligente, dolce, sensibile, battagliera, insomma Saeko è la donna perfetta che tutti desidererebbero come compagna e poi lei e mio fratello formano una coppia perfetta. Due perfettini contro un’inperfetta nata.  Adoro Saeko non fraintendetemi è stata la mia migliore amica, l’unica con cui mi potesse confidare ed è stata solo grazie a lei se ora sto qui. Mamma di una bellissima bambina di un anno è da poco in attesa del secondo nella speranza che sia maschio così mio fratello, avrà finalmente un erede.
Lei è tutto quello che io non sarò mai. Io sono alta 1 m e 75 cm, ho i capelli ramati che mi arrivano alle spalle, occhi castani, ma non ho forme e non ho seno. Ho il classico fisico da ballerina ovvero ho una tavola da surf al posto dei seni, e il mio migliore amico, Ryo, me lo fa notare molto spesso.  Se devo dire il vero, però, non ha tutti i torti se mi ci si mette a  confronto con la sua ultima fiamma Rosemary Moon, alias Bloody Mary. Bloody  Mary soprannominata così, perché è il cocktail che corrisponde al suo spettacolo privato, infatti, Mary è una spogliarellista del club Cupido e un’attrice di porno da quattro soldi. Uno di quei filmetti in cui neanche sono toccate che subito senti le urla di godimento come se avessero trovato il grande amatore. Rosemary è una bellissima ragazza, capelli color del grano, lunghi e ricci, occhi color del mare, un fisico mozzafiato con una quinta di seno e a letto a detta di Ryo è una bomba.
Sì perché il mio migliore amico ha la brutta abitudine di vantarsi delle sue conquiste davanti a me, parla tranquillamente di come sono a letto ed io lo ricambio con la stessa moneta, solo che a lui da fastidio quando gli racconto dei miei uomini. Anzi al dire il vero, ogni mia conquista gli è sempre antipatica e sono costretta a sistemare sempre le battutine sue idiote e di Mick.
Io voglio bene a quei testoni, sono i miei migliori amici ma certe volte li vorrei strozzare. Non li sopporto quando fanno i premurosi, i gelosi e i cavalieri senza macchia e senza paura per proteggere la donzella in pericolo. Non l’hanno ancora capito che non sono una da proteggere e poi non sopporto che trattino male Ronnie.
Quelle rare volte che mi viene a trovare, Ryo soprattutto la fa sentire a disagio e finiscono sempre per litigare. C’è una cosa da dire, però, a discolpa di Ryo, non lo sopporta perché questa storia mi fa solo male. Infatti, lui c’è sempre ogni volta che litigo con Ronnie, è sempre pronto ad accogliermi in casa sua e sentire i miei sfoghi finché non mi calmo. Sono rimasta molte volte a dormire da lui, anche quando c’erano le sue fiamme e lui è stato sempre accanto a me non lasciandomi un solo secondo. Mi coccolava e mi faceva sfogare in quei momenti ero felice, in paradiso. Mi sentivo bene protetta  come se tutto il mondo si tingesse di rosa e che per una volta i miei sogni fossero popolati solo di dolcezza e non di litigate con mio fratello.
Mio fratello altra nota dolente, non sopporta che io balli al Dirty Club. Ha già deciso per me che se non riuscirò a entrare neanche questa volta in accademia, mi viene a prendere e mi trascina a casa e nel giro di due settimane mi dovrò sposare con Ronnie. Appena Ryo e Mick l’hanno saputo, sono andati su tutte le furie, non credevano che Hide mi potesse far questo. In questi anni loro tre sono diventati amici ed è solo grazie a loro due se Hide ha cambiato idea, in ogni modo tutti sono convinti che questa volta è quella giusta ma per scaramanzia Ryo ha preparato un piano di riserva che mi permetterà comunque di ballare e di far felice mio fratello. Il giorno stesso dell’audizione se avrà esito negativo, Ryo ed io correremo a Las Vegas e ci sposeremo. Così facendo Hide non potrà costringermi a sposare Ronnie e con il fatto di essere sposata a Ryo potrò continuare a ballare e avere una mia vita privata normalmente. Mick non è molto d’accordo con questa idea dice che è una cazzata, invece, Miki e le altre ragazze pensano che Saeba si sia innamorato di me. Io non capisco, lui è il mio migliore amico. Abbiamo dormito assieme, mi ha visto nuda più di una volta ma non ha mai provato nulla per me apparentemente e ora come fanno a dire che Ryo è innamorato di me? Io non posso credere a questa teoria, non voglio crederci, perché non voglio che la nostra amicizia si distrugga. Io sto bene con lui e con Mick per questo ho fatto tanto per evitare coinvolgimenti sentimentali, perché non voglio rovinare la nostra splendida amicizia. Io senza Ryo, però, non potrei vivere è la persona cui tengo di più dopo mio fratello. A volte per me, è come un fratello mi consiglia e mi aiuta nei momenti di difficoltà e poi è stato lui a decidere il mio nome d’arte, Sugar Boy.
Il mio soprannome deriva dal fatto che appena arrivata a New York per evidenziare il mio cambiamento, decisi di tagliarmi i capelli, solo che me li feci troppo corti e assomigliavo a un ragazzo così lui decise di darmi quel soprannome perché per lui ero dolce e dura come lo zucchero e assomigliavo a un ragazzo.
Ryo sempre Ryo, non faccio altro che parlare di lui, e soprattutto pensare a lui ultimamente.  Mi sono scimunita. D’accordo che è il mio migliore amico,che  è come un fratello, che è un bel ragazzo: alto, moro, occhi neri come la pece che è muscoloso e che le mie amiche dicono che è un fico della paura. Hanno ragione, per carità, non le do torto, però non è il mio tipo. Lui le ragazze se le scopa e basta, non sia mai che il signorino si soffermi un po’ di più sullo stesso fiore.
Mick invece è fatto di un’altra pasta, è un playboy come Ryo ma almeno lui ci tenta di rimanere sullo steso fiore e ultimamente ha deciso di rimanerci per sempre.  Mick è molto diverso da lui, fisicamente ma caratterialmente si somigliano un po’.
Mick è un bellissimo ragazzo, biondo con due occhi così belli e così azzurri che sembrano due pozze d’acqua splendenti.
È sempre allegro e spiritoso, il suo carattere è molto solare e mi regala sempre splendidi sorrisi. È il mio migliore amico, anzi è più di un amico è un fratello. Non so spiegare il rapporto che mi lega a lui, è come se avessimo lo stesso sangue perché mi capisce al volo e sa tirarmi su quando sono triste. Se ho un problema, so di poter contare su di lui, in assenza di Ryo. Lui sa che subito dopo Ryo nella mia scaletta d’importanza c’è lui e sono felice che stia con Kazue. Spero che quei due riescano a far funzionare la loro relazione e che possa vedere la mia amica raggiante mentre indossa il suo bell’abito da sposa. Se Mick mi sentisse, mi ucciderebbe, hanno appena fatto il passo della convivenza ed io spero già che si sposino.

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Capitolo 2
*** L'inizio di una giornata molto lunga ***


Sono ancora nel letto, con gli occhi chiusi e la sveglia suona imperterrita ma non ho voglia di alzarmi, anzi mi rigiro e tento di riaddormentarmi, ignorando quella tortura.  Oggi è il mio giorno libero e voglio dormire.
Come non detto, ora ci si mette anche il cell. Perché non lo chiudo mai la notte? Ah già perché se quei deficienti dei miei amici si ubriacano troppo, parlo soprattutto di Ryo,e puntualmente li devo andare a prendere al locale e portarli da me a sbollire la sbornia.
Con gli occhi ancora chiusi, tento di spegnere quella tortura che la gente si ostina a chiamare sveglia, soppesando l’idea di lanciare anche questa per l’aria e così distruggendo la quarta in questo mese.
Scampato pericolo! Riesco a rintracciare la sveglia e a spegnerla. Riesco anche a trovare il cellulare, che nel frattempo ha smesso di suonare ma solo per pochi secondi, purtroppo.
Ho il cuscino sulla testa per non ascoltare quell’orribile suoneria, che mi hanno messo i miei amici.
Ho capito! Rispondo! Basta che la smettete di rompere, perché VOGLIO DORMIRE.
Sempre tastando riesco a prendere il cell e rispondo rimanendo con la testa sotto il cuscino.

- Pronto, chi è che rompe?
- Buongiorno! Siamo di ottimo umore questa mattina!?
- Ryo, che cazzo vuoi a quest’ora?!
- Sono qui fuori, mi vieni ad aprire!
- Bussa che ci pensa Miki, io non ho intenzione di alzarmi. VOGLIO DORMIRE!
- Miki, non c’è, è a lavoro.
- Allora fottiti! Io non mi alzo manco morta.
- A mali estremi, estremi rimedi! Poi non ti lamentare che entro in casa senza il tuo permesso.
- Tanto non sai, dove sta la chiave di riserva. Quindi, io ora torno a dormire.
- Non mi serve! Ho le mie chiavi personali.  Miki mi ha fatto una copia per casi di emergenza come questi.


Quando sento quella parola, butto il tel per l’aria e corro alla porta a mettere una sedia vicino alla maniglia, senza far rumore. Poi corro in camera mia, chiudendomi a chiave, mi butto sul letto sotto le coperte e riprendo a dormire. Purtroppo per me, però, Ryo riesce ad aprire lo stesso la porta, sento la sedia che cade per terra, ma sono sicura che non verrà a rompere in camera mia, l’ho chiusa a chiave e così finalmente potrò dormire.
Lo sento armeggiare e imprecare vicino alla porta, poi desiste e se ne va e inizio a sprofondare nel mondo dei sogni.
All’improvviso sento freddo apro un occhio e vedo Ryo che sorride soddisfatto, con le mie coperte in mano.
Merda! Mi sono scordata di chiudere la porta di comunicazione tra la stanza mia e di Miki, ma non gliela do vinta. Gli strappo le coperte da mano, mi ricopro ritornando a sognare e lui mi scopre un’altra volta.


- Mi lasci in pace? VOGLIO DORMIRE!
- Se ti alzi, ti lascio in pace.
- NO, VOGLIO DORMIRE.
- Va bene! Come vuoi tu, poi non ti lamentare.

All’improvviso sento Ryo prendermi in braccio ed io inizio a dimenarmi.

- TI PREGO RYO, LASCIAMI STARE, VOGLIO DORMIRE.
- Non puoi dormire! Ti sei scordata che oggi hai l’audizione?
- NON VOGLIO ANDARCI, tanto non mi prenderanno mai.
- E che vuoi fare, arrenderti? Vuoi tornare a casa e sposarti con quel pappamolla?
- Anche se fosse così?
- Io non te lo permetterò!
- Chi sei tu, per decidere cosa permettermi o cosa no?
- Sono una persona che ti conosce da tre anni quasi, che ti ha visto ballare nonostante tu fossi distrutta, con i piedi rotti a sangue, alle quattro di mattina e il giorno dopo ti saresti dovuta alzare alle sette, per andare a lavorare.
- E lo rifarei ancora, solo che non vi va di fare un’altra figura di merda. Tanto già lo so che non mi prenderanno neanche questa volta.
- Dì, la verità è perché muori dalla voglia di diventare la signora Saeba?
- Scemo! Non dire scemenze!
- Guarda, che la mia proposta è sempre valida! Però, non sapevo che avessi tutta questa voglia di diventare mia moglie!
- Idiota! Io non voglio diventare tua moglie! Che ti sei messo in testa? Lasciami andare!
- Se non vuoi diventare mia moglie, allora vai a fare quell’audizione.
- Va bene! Però, lasciami andare!
- Eccola accontentata, signorina.

Mi fa scendere nella doccia, non ho neanche il tempo di realizzare dove sono che apre l’acqua gelata.

- Stronzo! È gelata!
- Sai che sei proprio carina così combinata!
- Idiota, non guardarmi almeno.
- E perché poi? Non ho visto niente che già non conosco. E poi non c’è niente da vedere, sei piatta come una tavola da surf.
- Ti odio! Non ti sopporto! Sei un cafone!
- Non è vero, lo dici solo perché non vuoi ammettere che segretamente mi ami.
- Stronzo, esci subito da qui.


Sono arrabbiata nera, gli lancio il sapone dietro e lui finalmente esce dal bagno.
Quando esco dalla doccia, in accappatoio, trovo Ryo ad aspettarmi con un bicchiere di caffè del bar di Miki.
Il mio preferito, il caffè di Miki è il più buono del mondo, lo bevo e mi sento già meglio.


- Scusa per prima, è solo …
- È solo che la mattina prima di un buon caffè, sei intrattabile. Lo so! Ti ripeto che ti conosco da tre anni ormai, quindi, so come sei fatta!
- Mmm che buon odore.  Hai deciso di cucinarmi la colazione oggi?
- Sì, oggi devi mangiare bene, devi far vedere a loro che sei bravissima.
-Esagerato! Hai cucinato per un reggimento e poi ti ricordo che non mi hanno preso per due volte consecutive, come pretendi che mi prendano questa volta?  E poi se mangio tutto quello che mi hai preparato, al provino avrò almeno 10 kg in più. Io per oggi passo non ho fame.
- No, tu per oggi non passi, ti siedi e mangi.
- No, non ce la faccio. Mi basta il caffè, ho lo stomaco chiuso, se mangio solo un boccone, vomito.
- Va bene, allora dopo il provino passiamo da Miki e mangi. Non voglio storie. Ora sei nervosa e tesa, ma dopo vedrai che la fame ti verrà. Dai vatti a preparare, non costringermi a vestirti, che non so se nel caso riusciresti ad arrivare in orario all’audizione.
-Si è meglio che vada o tu mi farai indossare qualche completino che metto la sera per ballare, di quelli che ti piacciono tanto indosso alle mie amiche. Oggi si ritorna alla sobrietà, body nero, calzamaglia rosa e gonnellino nero.
- Vai a un funerale per caso?
- Scemo! È la divisa che indossano le ballerine in classe.
- E i ballerini?
- Calzamaglia e maglietta.
- Oddio no! È da froci un abbigliamento così!
- È da ballerini ed è molto eccitante, visto che non lascia nulla all’immaginazione.
- Poi dici che sono io il pervertito, vero?
- Che devo dire? Mi avete contagiato tu e Mick! Chi va con lo zoppo, impara a zoppicare.
- Già … cavolo è tardissimo, datti una mossa o saremo in ritardo sul serio.
- Vado, ma non entrare in camera o te ne pentirai.
- Non ci pensavo fino ad ora, ma se la metti così …
- Scemo!


Gli lancio dietro il canovaccio e corro in camera a prepararmi.
Preparo la borsa con le cose di danza e mi vesto velocemente, in tenuta sportiva.
Si può dire che è la prima volta che mi vede così.
Normalmente anche dopo e durante la lezione con i ragazzi del centro sociale, sono vestita semi sportiva.
Di solito indosso dei jeans o un vecchio pantalone, che mi va largo, e una magliettina.
Ma è la prima volta che, Ryo mi vede con il pantajazz, magliettina e maglia con cappuccio.
Di sicuro comincerà a prendermi in giro, dirà che sono un maschiaccio e litigheremo.  Spero che accada tutto ciò, ho bisogno di distrarmi, ho una morsa allo stomaco che non mi fa respirare, sono agitatissima e mi cadano tremila volte le forcine da mano e non riesco a fare uno chignon decente.
Avrò imprecato tremila volte, da quando sono davanti a questo specchio, però, finalmente ci sono riuscita.
Esco e mi affaccio in cucina e trovo Ryo che ha lavato i piatti, le pentole e li sta mettendo a scolare.
Lo chiamo e si volta, per un attimo stenta a riconoscermi e mi chiede che fine abbia fatto Kaori, io rido e gli sono grata, per aver fatto come sempre lo scemo.
Mi si avvicina, prende la borsa dalle mie mani e andiamo.
Ci avviamo all’American Ballet School a bordo della sua mini rossa.
Adoro questa macchina, è la nostra compagna di avventure, di serate con gli amici a bere o serate in cui ero triste. In quelle particolari sere, lui, mollava tutti e tutte e mi portava in una zona lontano da occhi indiscreti, il tutto per farmi parlare, sfogare e se era il caso … piangere. 
Nessuna delle sue tante “fidanzate” ha mai avuto l’onore di salire su questa macchina. Le uniche donne  che hanno potuto mettere un piede a bordo siamo state: io, Miki e Kazue.
Lui non ha mai voluto che una “pupa”, toccasse il suo gioellino.
Questo solo a parole, però, perché io su questa macchina, ci ho passato le più belle serate in questa città.
Anche quando non c’era posto, lui mi faceva salire e mettermi sul sedile anteriore accanto a lui.
Sa che soffro l’auto e che dietro, se stiamo stretti, soffro.
È adorabile quando fa così, sembra quasi una persona perbene.
No, dai scherzo, però, non riesco a spiegarmi ancora il motivo, per cui non vuole far salire le altre.
Secondo lui le donne con i loro trucchi, le unghie troppo lunghe e il loro profumo, rovinano l’ambiente interno, però con me non dice nulla.
A Miki la fa salire poche volte e quelle volte le fa tre mila raccomandazioni. Per quanto riguarda Kazue, invece, non vorrebbe proprio farla salire in macchina, dice che si mette quintali di profumo che impuzzolentiscono l’auto, eppure ha il mio stesso profumo.
Nonostante le sue lamentele, però, da quando lei sta con Mick, Ryo è costretto a farla salire.
Povera Kazue, è costretta a stare ferma, immobile e a non sfiorare nemmeno la tappezzeria dell’auto o Ryo comincia a sbraitare, invece a me permette tutto.
Mi sono addormentata molte volte sul sedile posteriore, di questa splendida auto, e lui non ha mai detto nulla.
Poi mi ricordo una volta, all’uscita di un locale, una sera come tante passate con gli amici, l’ennesima sera dove, i ragazzi, ci avevano provato un po’ troppo e gli avevo dato buca.
Mi ricordo come se fosse ieri, quella sera è rimasta vivida nei miei ricordi.
C’era un tipo un po’ troppo ubriaco, che aveva tentato un brutto approccio. Si era avvicinato a me e aveva tentato di rimorchiarmi, vedendo che non aveva successo, passo alle maniere forti. Mi spinse contro il muro e tentò di baciarmi, io lo spinsi via e scappai. Scappando, inciampai in una bottiglia rotta e mi feci male.
Niente di grave! Era solo un piccolo taglietto, vicino alla gamba, che però perdeva sangue.
Beh! Quella sera lui volle accompagnarmi dal suo vecchio: Yoichi Saeba, primario del policlinico, per questo detto da noi “DOC”.  Il signor Saeba è un vecchietto simpatico, che ha amato molto la madre di Ryo e alla sua morte l’ha cresciuto come se fosse suo figlio naturale. Mi adora e ogni volta che vado da lui, mi tratta come una figlia e mi fa stare a mio agio.
Comunque dicevo? Ah! Sì! Quella volta che mi feci male, nonostante perdessi sangue e Mick si fosse offerto di accompagnarmi all’ospedale con la sua auto, Ryo decise di accompagnarmi con la mini, a casa del padre.
Visibilmente preoccupato e in ansia, mollò i nostri amici e mi fece salire a forza in auto. Anzi per essere precisi, mi sollevò in braccio, mi fece entrare in auto e mentre io tamponavo la ferita con un fazzolettino di carta, mi mise la cintura di sicurezza. Non riuscendo, però, a fermare il sangue, il sediolino e la moquette, per mia sfortuna, si sporcarono di sangue. Erano macchioline quasi invisibili, ma io sapevo bene che se Ryo le avesse scoperte, sarebbe arrivata la mia fine. Invece, lui si accorse che perdevo sangue e si strappò un lembo della sua camicia preferita per medicarmi. Vedendo che il sangue non si fermava, sbianco, e si mise a guidare più veloce che poteva, verso casa del padre, poiché non si fidava di nessun medico che non fosse il padre. Anzi se fosse stato per lui, non dovrei neanche andare al ginecologo del consultorio, dovrei farmi visitare dal primario di ginecologia, amico del padre.
Tra poco non mi farà neanche più respirare, però, se ripenso al gesto della camicia, non posso far altro che sorridere.
Sorrido, perché, lui quando indossa quella camicia, significa che quella sera non vuole fare conquiste e che le donne sono pregate di non avvicinarsi. Altrimenti se gli macchiano quella camicia è finita! Apriti cielo,lui diventa una belva e tutti spaventati si dileguano, solo io lo capisco e gli sto vicino, anzi per dirla tutta solo io posso stargli vicino.
Quella camicia è la sua preferita, perché era l’ultimo regalo che gli fece sua madre, prima che morisse. Fu investita, mentre attraversava sulle strisce pedonali, quattro anni fa, da un ubriaco alla guida di un camion.
Mi sono chiesta molte volte il motivo, per cui solo io posso stargli vicino, quando la indossa, senza riuscire a trovare una risposta sensata. Alla fine, però, dopo vari ragionamenti, sono arrivata alla conclusione che io sono l’unica ragazza che frequenta che non si trucca, se non per lavoro. Infatti, quando sono al di fuori del palcoscenico, non porto rossetti, fondotinta nulla di tutto ciò. Mi danno fastidio tutte quelle cose in faccia.
Quando quella sera, strappò un lembo di quella camicia, mi sentii morire, come se avesse strappato un pezzo della mia pelle.
Come se io avessi rotto, quel peluche che mi regalarono i miei per Natale, prima che tutta la nostra serenità, svanisse in una bolla d’aria; mi ricordo che feci storie, dicendo che non ero più una bambina e che ero cresciuta per i peluche. Se potessi tornare indietro, ora, non mi lamenterei più e resterei bambina per tutto tempo che avessero voluto i miei. Il tutto pur di averli un giorno in più con me.
Lui si accorse di questo stato d’animo e mi disse di tirarmi su, che infondo, era solo una camicia e che non era la fine del mondo. Anche se era un regalo di sua madre, quest’ultima sarebbe stata felice, di sapere che era servito per tamponare la ferita di una persona importante per lui.
Purtroppo però, il taglio era più profondo del previsto e la fasciatura non era sufficiente a tamponare il sangue. In quel momento pensai che fosse giunta la mia fine. Non per la ferita ma perché avevo paura che Ryo mi uccidesse, invece, non mi fece nulla e l’indomani, mandò la macchina a pulire.
Quella sera non si staccò un solo secondo da me, finché non mi ripresi appieno.
Mi fece dormire a casa del padre e mi vietò di muovermi fino a contrordine.
Mi portò nella sua camera di quand’era adolescente, e si staccò da me solo, per impellenti necessita.
Il suo cell in quei giorni era spento, non esistevano le altre donne, gli amici, c’ero solo io ed ero coccolata e viziata dai due uomini più importanti che avevo in città. Il mio migliore amico e suo padre, che in questi anni era diventato, un po’anche mio padre.
In quel periodo, la nostra amicizia divenne ancora più profonda, mi parlò della madre, dei suoi studi di medicina, di quanto adorasse il padre e di come gli piacerebbe diventare come lui. Mi parlò della sua passione per la musica che aveva fin da bambino e della passione ereditata dal padre, collezionare armi da fuoco antiche. In oltre, mi disse che ero stata l’unica donna, che lui aveva portato in casa.
Io non ci avevo mai fatto caso, perché per me era normale, molte volte di ritorno dal centro sociale passavo per casa di Ryo e mi fermavo a prendere un the con il padre.
Ryo non mi aveva mai detto nulla e anzi molte volte mi chiamava e mi chiedeva di andare a trovare il padre. Quando arrivavo trovavo il padre che mi aspettava con un buon the al gelsomino, il mio preferito, e mi diceva che Ryo sarebbe passato più tardi a prendermi. Mi ha sempre riempito di complimenti, dicendo che ero una brava ragazza e che Ryo si era scelto una fidanzata proprio carina. Ho provato un centinaio di volte a farlo persuadere da questa idea, ma non c’è stato nulla da fare, per lui sono e rimarrò la fidanzata del mio migliore amico.
Anzi più di una volta aveva fatto delle battutine a Ryo, dicendo che se non si dava una mossa, ci avrebbe provato lui.
Davanti a quell’affermazione Ryo sorrise e disse di stare tranquillo e che un giorno avrebbe incontrato una bella vecchietta che gli avrebbe rubato il cuore, ma io per il momento ero fuori discussione.
E fu in quel momento che sparò la bomba.
Disse al padre, che pur di non farmi andar via, mi avrebbe sposato anche domani, in oltre, aggiunse che se l’audizione fosse andata male mi avrebbe sposata, così sarei rimasta per sempre con loro.
Io la presi come uno scherzo e accettai. In seguito, capii che non era per nulla uno scherzo.
E da quel momento tento di non pensare a quella promessa, anche perché non voglio che debba mantenerla.
Non voglio che mi debba sposare per una promessa.
Desidero che lui si sposi con una ragazza che ami sul serio e non con la sua migliore amica, per una stupida promessa.
Persa come sono nei ricordi, non mi accorgo che Ryo mi sta chiamando, finché non mi ridesto dai miei pensieri.


- Ehi! Ci sei?
- Ah! Sì, scusa, ero sovrappensiero.
- Non pensare al provino! Stai calma andrà benissimo, questa volta ti prenderanno di sicuro.
- Non pensavo a quello, comunque come fai a sapere che mi prenderanno?
- Semplice, perché se non lo fanno sono dei pazzi  e io con i pazzi ci vado a nozze. Vedrai che nel caso, saprò, essere molto convincente ed entrerai nella scuola.
- Che c’è? Hai paura di dover mantenere la tua promessa??  Eh? Ahahaha! Tranquillo se non entro, non mi dovrai sposare, me ne torno da Maki per un po’ e poi con due moine lo convinco a farmi frequentare l’uni qui, almeno così non vi perderò.
- Non credo che Maki ti rimandi qui!
- Bhe! Dovrà farlo, sono maggiorenne ormai e se voglio stare a New York non può dirmi niente. Per il matrimonio con Ronnie, sarà complicato rimandarlo ma ce la farò.
- E perché vuoi rimandarlo? Perché vuoi comunque sposarti con quel bellimbusto?
- Ho fatto una promessa e le mantengo sempre.
- Non devi farlo, se non l’ami, non devi sposarti con lui.
- Ryo io a Ronnie gli voglio bene, stiamo insieme dai tempi della scuola, siamo cresciuti assieme. È naturale pensare al matrimonio con lui.
- Io non voglio che ti sposi con lui.
- E con chi mi dovrei sposare con te? Dai non essere ridicolo, comunque vada io un giorno mi sposerò e quell’uomo sarà … Ryo … ma che cazzo fai?


All’improvviso vedo Ryo perdere il controllo dell’auto e schivare un pedone appena in tempo prima che lo buttasse sotto, è strano non l’hai mai fatto.

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Capitolo 3
*** In macchina ***


... all’improvviso vedo Ryo perdere il controllo dell’auto e schivare un pedone appena in tempo prima che lo buttasse sotto, è strano non l’hai mai fatto.

- Non l’avevo visto … a cosa stavi pensando prima?
- A tuo padre, è da un po’ che non lo vedo. Ti dispiace se dopo passiamo a trovarlo? Oggi dovrebbe essere di riposo o sbaglio?
- Sì, è di riposo e già avevo pensato di passare da lui nel pomeriggio, ma volevo prima farti mangiare da Miki e riposare, dopodiché ti avrei accompagnato.
- Da Miki possiamo andarci comunque è abbastanza vicino all’accademia, quindi, non ci costa molto. Per il riposo … beh! Quello aspetterà questa sera dopo lo spettacolo. Oggi pomeriggio non posso riposare, ho lezione al centro sociale.
- Anche oggi? Hai deciso di ucciderti oggi??
- Non è questo, è solo che oggi è l’ultima lezione normale che faranno. Da lunedì se mi va bene, dovrò ridurre le lezioni e se mi va male, dovrò dire addio ai ragazzi. E vorrei solo, che almeno l’ultima coreografia che stiamo provando sia terminata con successo. Ryo, vedi, quei ragazzi, non hanno la fortuna di avere una famiglia che li vuole bene e se mollo il centro, i ragazzi passeranno le giornate per strada, in compagnia di gente non proprio affidabile.
- Tu ce la farai a superare quest’audizione e ho cambiato idea, quando hai finito qui, ce ne andiamo per tutto il weekend nel mio appartamento di Manhattan così la smetti di dire cretinate. Può darsi che staccando la spina, la smetti di dire cazzate e ricominci a ragionare.
- Nella tua alcova non ci entro manco morta e poi che diranno le tue donne?? Soprattutto, quale altra balla dirai a quella povera Rosemary?
- Numero uno non è la mia alcova. Ci ho solo portato mezza volta quella lì, come si chiamava? Ah sì! Sherley.
- Charry, si chiamava Charry e non l’hai portata solo una volta. Hai convissuto con lei per po’ in quella casa.
- Davvero?! Non me ne ricordavo … ora che mi ci fai pensare … sì abbiamo vissuto una settimana nella casa al piano di sotto, ma il vecchio ormai l’ha affittata. Ci ha lasciato l’attico. Ho il veto di portare qualsiasi donna, l’unica ammessa sei tu. Anzi mio padre, mi ha sequestrato le chiavi e le darà solo a te. L’ha ristrutturata e ri-arredata secondo i tuoi gusti. Per quanto riguarda Rose, tranquilla, oggi è il turno del suo fidanzato cornuto, è in città e ci rimarrà tutto il weekend e poi mi sta stufando. Quindi, non accetto scuse e poi prendila così,  se non entri almeno passiamo l’ultimo weekend insieme.
- E va bene, hai vinto tu! Ma lo faccio solo per tuo padre che sia ben inteso.

Non ho molta voglia di passare un weekend intero, solo con lui. Io vorrei tanto passarlo con tutti quanti.
Ormai,però, lo conosco e se si mette, una cosa intesta è difficile farli cambiare idea.
Se ha deciso che la sottoscritta deve passare un weekend con lui è capace di prelevarmi di peso da casa e portarmi da lui. Molte volte in questi anni quando ero triste e mi richiudevo in casa senza voglia di uscire, lui entrava con la forza, come ha fatto oggi e mi portava via, lontano da tutto e da tutti.
Questo accade matematicamente ogni anno, il giorno della morte di mia madre, il 20 ottobre.
Un attimo oggi è giovedì 18, tra due giorni è l’anniversario della morte di mamma. Ecco spiegato il misterioso motivo della sua voglia di portarmi via, spera che così facendo mi possa distrarre e che non pensi a lei.
È proprio il mio migliore amico, con il fatto dell’audizione mi ero dimenticata che stiamo sotto il suo anniversario.
Come vorrei un giorno poterla andare a trovare e dirle: “Mamma ci sono riuscita ho realizzato il nostro sogno”.

- Dì la verità perché vuoi andar via proprio questo weekend?
- Mmm, così!
- Non ci credo Ryo, c’è un motivo ne sono sicura. Per caso ha a che fare con il fatto che tra due giorni ne abbiamo venti?
-E va bene! Lo ammetto mi sono ricordato dell’anniversario della morte di tua madre e volevo che non lo passassi a piangere e chiusa in casa. Non ce la faccio a vederti così. Almeno stando assieme posso distrarti, appena vedo che ti rattristi, oppure mi puoi parlare di lei senza piangere e senza essere triste.

Sono commossa, lo guardo con un’espressione strana, sono senza parole, non me l’aspettavo da lui.
Ho appena il tempo di bofonchiare un grazie colmo di emozione e gratitudine che arriviamo all’accademia. Però nell’istante in cui Ryo sta tentando di parcheggiare, soffiandolo a un automobilista inesperto che ci sta mettendo tre ore solo per fare una manovra in retromarcia, squilla il cellulare. Lui mi guarda dolcemente e mi dice di rispondere al posto suo e dire allo scocciatore che ora non può parlare. Sorrido, come sempre tra noi non ci sono segreti. Lui risponde alle mie telefonate, legge i messaggi che mi arrivano ed io lo stesso. Lo facciamo da quando ci conosciamo, ci diciamo tutto, non ci siamo mai mentiti su nulla.  Prendo il cellulare dalla sua tasca della giacca, poggiata sulle mie gambe per non farla sgualcire alla guida, leggo il nome sul display e sbuffo. Lui si accorge che qualcosa non va e mi chiede chi è il rompiscatole che mi fa sbuffare.
Che cavolo, però, oggi capitano tutte a me vero? Dico io con tante persone che esistono nell’universo proprio, “lei” doveva chiamare? Soprattutto Rosemary doveva rompere proprio in questo instante, proprio quando sto andando a fare il provino della mia vita?
Ora sono sicura che mi farà rispondere di aspettare qualche minuto e poi starà tutto il tempo al telefono, mentre io sto a rodermi il fegato, aspettando il turno del gruppo a cui verrò associata.
Alla fine mi faccio coraggio, rassegnandomi al dover essere da sola per tutta la giornata, gli dico che è Rosemary al telefono. Lui mi dice di rispondere se voglio e di dirle che l’avrebbe richiamata lui, quando avrebbe potuto e avrebbe avuto voglia, oppure potevo semplicemente ignorare la telefonata.
Io non ho il coraggio d’ignorarla anche perché non vorrei che continuasse a rompere dopo mentre stiamo in accademia di conseguenza, rispondo. Faccio un profondo respiro e le dico la verità, ovvero che Ryo sta parcheggiando e che quindi non può rispondere ora e che l’avrebbe chiamata avrebbe potuto. Lei, però, non ci sta e dice di voler aspettare, soprattutto non mi crede, e inizia a urlare che mi invento le cose, perché mi voglio fregare il suo ragazzo.
Ragazzo???? ALT, FERMA, FRENA! C’è qualcosa che non quadra. Da quand’è che Ryo è diventato il fidanzato di quella sciacquetta?? Giuro che sesta dicendo la verità, io lo uccido. Ma come rifiuta delle ragazze come Reika e Kasumi e sceglie una prostituta??
Ryo sente la telefonata o meglio le urla della tipa, finisce di parcheggiare e ancora con il motore acceso prende il telefonino e gliene dice di cotte e di crude.
Non ho mai visto Ryo così, di solito si comporta sempre galantemente, anche quando deve chiudere una storia e mettere alla porta la mal capitata, ma questa volta con Rose è diverso: s’incazza di brutto e le chiude il telefono in faccia non prima, però,di averle detto di non chiamarlo più.
Non so cosa si siano detti con precisione e non m’interessa. Sono uscita dall’auto, appena ho capito che iniziava a tirare aria cattiva. Quando Ryo s’incazza è difficile calmarlo e basta anche un minimo che lo fa scattare e inizia ad inveire contro di te. Se succedeva questo con me, state pur certi che avremmo iniziato a litigare di brutto e non avrei più fatto il provino.
Brrr! Che freddo! Stiamo ad ottobre eppure la temperatura è scesa irrimediabilmente, mi sa che quest’anno l’inverno e la neve arriveranno prima.
Speriamo che per il giorno del ringraziamento ci sia la neve e che io lo possa passare con i miei amici.
All’improvviso sento un caldo braccio e un cappotto sulle mie spalle, è Ryo.
È sempre galante con me, ha visto che sentivo freddo, nonostante mi fossi avvolta nella sua giacca, e mi ha messo sulle spalle il cappotto che si era portato per precauzione. Provo a reclamare, perché non voglio che lui si prenda un malanno per colpa mia, ma non mi fa fiatare e mi spinge all’ingresso dell’accademia.

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Capitolo 4
*** ... Aspettando il provino ... ***


Sono paralizzata, non riesco a muovere un solo muscolo. Non mi ricordo neanche come si fa a camminare, figuriamoci a ballare. Sto per riuscire e tornarmene a casa nel mio letto, quando Ryo mi blocca e mi accompagna all’accettazione.
Dà le mie generalità e la signorina gentilmente m’informa che entrerò con il prossimo gruppo, di conseguenza tra una mezz’oretta e che devo andarmi a preparare.
Mamma che fifa, ho una paura enorme,  ho le gambe molli e le farfalle nello stomaco, non mi sento un granché bene, ho voglia di vomitare.
Devo essere impallidita perché Ryo mi fa sedere e mi costringe a bere un caffè e latte della macchinetta pieno di zucchero, schifoso, ma fa il suo effetto. Devo aver avuto un calo di zuccheri.
Si siede accanto a me e mentre sorseggio il mio caffè, mi fa la domanda da un milione di dollari:
- Da quant’è che non mangi un pasto decente?
- Da ieri sera al club. C’eri anche tu. No?
- Bugiarda! Ieri sera non hai toccato cibo, ti ho visto hai fatto finta. Hai mangiato solo la frutta perché mi sono messo a fissarti.
- Allora sarà stato a pranzo …
- Non provare a mentirmi!
- … dell’altro ieri.
- Cioè fammi capire, sono più di ventiquattrore che vai avanti a frutta?

Non ho avuto il coraggio di rispondere a quella domanda quindi annuisco e vedo la faccia di Ryo scurirsi, sono sicura che mi farà una di quelle mega lavate di testa, ma ciò non è avviene e quindi tento di giustificarmi.

- È solo che ho avuto da fare, tra il lavoro, le lezioni di danza al centro sociale e l’uni, non ci ho proprio pensato al cibo. Poi ieri sera mi volevo tenere leggera per il grande giorno.
- Non so come diamine hai fatto a stare in piedi solo con la frutta, sei una pazza potevi sentirti male. In ogni modo se riesci a superare indenne, queste poche ore, corriamo subito da Miki e lì ti mangi una mega fetta di torta al cioccolato.
- Ma sei matto!
- No, e non accetto storie. Tu, mangi regolarmente e che non ti venga in mente di fare delle diete strane, eliminando il cibo come i carboidrati, che giuro, ti faccio mangiare io, a forza.  Promettimi di non diventare anoressica e non sentire quei pazzi. Tu sei perfetta così come sei.
- Wow è il primo complimento che mi fai da quando ci conosciamo. Ci stiamo addolcendo Saeba??  Mi sa che la cara Rosemary ha centrato il bersaglio.
- Per niente, l’ha mancato in pieno. Ora è ancora più lontana dal bersaglio, lo può vedere ma non raggiungere. Mi sono stufato di lei e dopo l’ultima piazzata che ha fatto al telefono, ha proprio chiuso con me. Ha capito fischi per fiaschi, io non sono uno che si lega facilmente, ci vuole la donna giusta, se mai ci sarà e di sicuro lei non è quella giusta.
- Sarà forse perché tu te le cerchi sempre sbagliate? Prova per una volta con una ragazza di buona famiglia, una che non sia una spogliarellista, una prostituta o un attrice porno. Insomma una ragazza che non ha molti grilli per la testa e che sarebbe disposta a fare quello che dici tu.
- Mi stai facendo la descrizione di Reika e Kasumi. Mi dispiace per loro, ma non sono il mio tipo.  
- E chi sarebbe il tuo tipo? Magari potrei farti pubblicità con qualche ragazza dell’accademia.
- Non l’ho ancora capito, quando lo capirò, sarai la prima a saperlo. Dai! Ora vatti a preparare non voglio che tu faccia tardi.
Annuisco prendo la mia borsa e vado a cambiarmi, dieci minuti dopo sono fuori con le scarpette ai piedi.
Sono in piedi, vicino a Ryo che mi vede salire e scendere in continuazione dalle punte.
Ho una fifa blu, penso a tremila cose, forse dovevo utilizzare le punte nuove, non queste che sono più vecchie, no ma che dico se mi mettevo le punte nuove non erano elastiche ed erano più dure. No, vanno bene queste.
Ryo mi guarda senza fiatare, tiene una mano sulla mia che è appoggiata alla sua spalla. Non saprei davvero cosa fare se non ci fosse lui. Se in questi anni non ci fosse stato lui a incoraggiarmi, ora non sarei qui.
Il gruppo appena provinato esce, ci sono facce di gioia e altre di sconforto totale, ho paura.
Lui legge la paura nel mio volto e mi stringe la mano.
Tocca a noi! Oddio! Sono come paralizzata. Ho una fifa nera.
Lo guardo e mi rassicura in quel momento sento squillare il suo telefonino.  Prego l’impossibile che non sia di nuovo quella o giuro che questa volta do di matto.
Vedo anche lui teso e quando legge il nome sul display, sorride e riprende a respirare, me lo passa e mi sussurra è Mick!

- Wè scemo, appena in tempo, stavo per entrare.
- Allora ho fatto appena in tempo per augurarti “Merd”
- Sei sempre un amico, come sempre, pensavo che Kazue ti avesse messo sotto “le fatiche” mi dispiace non esserci oggi alla tua laurea.
- Ehehe! Non ti preoccupare, festeggiamo insieme questa sera, la mia laura in giornalismo e il tuo ingresso all’accademia. Per Kazue, non mi ha messo sotto “le fatiche” come dici tu, sono sparito per ripassare la tesi.
- Se, se ora si chiama così, vero? Mick raccontane un’altra tu la tesi la sai a memoria da un mese. Comunque è lì con te?
- Si è qui ora te la passo!
- Va bene! In bocca al lupo per la laurea e torna a casa con un bell’A+.
- Crepi, per la lode contaci è già nelle mie tasche, la prof. è proprio carina e mi ha preso in “simpatia”. Aia!
- Dai scemo passami la tua ragazza, prima che ti uccida di botte perché fai il filo alla prof.
- Hai ragione ecco, te la passo.
- Kazue, tesoro, come vanno le cose con Mick?
-Diciamo bene, ma ora vai o non riesci a fare il provino, ci sentiamo quando esci. In bocca al lupo!
- Crepi! Vado, ti passo Ryo.
- Ed io Mick!

- Ryo io vado! Fammi gli in bocca al lupo.
- Non c’è bisogno, tu sei bravissima, vai, io sto qui e non mi muovo, ti aspetto, tranquilla.

Entro e lascio fuori la mia vita, il mio mondo, per tentare di entrare in un altro.
In sala siamo una ventina di noi. Mi faccio coraggio e appoggio le mie cose da un lato e inizio a riscaldarmi, nel frattempo vedo Ryo che sta vicino alla porta al telefonino guardandomi attraverso la porta a vetri.
Ogni tanto riesco solo a leggere il labiale ma a quanto pare la conversazione è interessante.

… Aldilà della porta a vetri: Ryo al telefono con Mick …

- Allora Ryo, gliel’hai detto?
- Detto cosa?
- Che l’ami! Idiota!
- Ma che stronzate vai dicendo, io non amo Rose.
- E chi ti ha parlato di Rose! Parlavo di Kaori.
- Kaori? E cosa c’entra lei ora? Lei è la mia migliore amica.
- Vabbè, sì, ciao! Svegliati!!! Ryo se tu e Kaori siete amici allora io e Kazue siamo fratello e sorella. Si vede lontano un miglio che siete innamorati l’uno dell’altro.
- Ma che cavolo dici, io non amo Kaori, lei è come una sorella, è la mia migliore amica.
- No, Ryo! Ascoltami bene! Lei non è la tua migliore amica, se lo fosse, tu, non le avresti mai chiesto di sposarla e non ti comporteresti come un fidanzato geloso, ogni volta che la vedi con un essere di sesso maschile. Per non parlarne poi quando ti presenta qualche suo fidanzato.
- È solo che non sono adatti a lei! Sono dei nulla facenti, che la vogliono solo prendere in giro e lei ne soffrirebbe. Lei ha bisogno di un ragazzo serio, che le voglia bene e che faccia sul serio. Kaori è una donna da sposare, da essere la ragazza ufficiale di qualcuno, no l’amante.
- E allora perché ogni volta che c’è Ronnie, diventi insopportabile? Sei scontroso, non sopporti che lei esca con lui o che ci faccia l’amore.
- Non lo sopporto quel campagnolo, perché la fa solo soffrire. Ogni volta che viene Kaori, è al settimo cielo poi, quando lui va via, lei diventa triste e ricominciano i litigi! Io non sopporto vederla piangere. È un reato forse voler il bene della propria … migliore amica.
- Stavi dicendo fidanzata, ammettilo! Ryo sei cotto di lei, ammettilo una buona volta. Tu sei peggio di un cane da guardia non permetti a nessuno ragazzo di avvicinarsi a lei anche a me. Ricordi il giorno dell’incidente? Io si fin troppo bene e tu un altro po’ mi avresti preso a mazzate perché mi ero offerto di portare Kaori all’ospedale.
- Ma che dici, io non te l’ho fatta portare in ospedale perché mio padre non c’era, non era di turno e mi sembrava inutile fare un viaggio a vuoto.
- No, Ryo non è questo il problema! Il problema è che io all’epoca ero single e facevo ancora il filo a Kaori. Questo è il problema. Tu sei geloso di tutti! Anche quella sera ti sei fatto accecare dalla gelosia e non mi hai permesso di avvicinarmi a lei, neanche per vedere come stava. L’hai sequestrata finché non è guarita. Neanche le sue amiche l’hanno potuta vedere. L’unica eccezione è stata data a Miki, lei ha potuto vedere Kaori, ma solo perché sta con Umi da anni e secoli e si stanno per sposare. Tu avevi paura che Kazue fosse accompagnata da qualche ragazzo o da me. Per le altre lo stesso. Ryo sei troppo geloso di lei e credo che questo distacco forzato ti farà bene, ti farà capire che se la vuoi tutta per te allora significa che l’ami. Forse così capirai che se la vuoi realmente per sempre tutta per te devi farla innamorare.
- Tu stai fuori! In che lingua devo dirtelo? IO NON AMO KAORI! Ora devo staccare sta per iniziare il provino, sono entrati i tipi e se non ti dispiace, voglio vedere come se la cava.
- Sì, sì la scusa è buona. Comunque questo discorso è solo rimandato, pensaci perché se non ti dai una mossa arriverà qualcun altro e te la porterà via senza che tu possa fare niente.
- Vabbé d’accordo hai ragione tu! Contento? In bocca al lupo cretino e facci sapere qualcosa.
- Non sono contento per niente, ma tanto sono cazzi tuoi, se poi la perderai. Io ti ho avvertito, sta a te a te decidere. Ora vado anch’io, tocca anche a me. Quando ho finito chiamo Kaori, non te.
- Permettiti e vedi, dove ti mando.
- Ryo, vedi che sei geloso marcio?? Non posso neanche telefonarle, che tu subito mordi. Quando lo capirai, sarà sempre troppo tardi. Ciao cretino!

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Capitolo 5
*** Ryo ... chi ti capisce è bravo. ***


… Aldilà della porta: Kaori alla sbarra …

Ci stiamo riscaldando alla sbarra da un dieci minuti circa, ma il provino è iniziato. Da questo momento in poi sono sotto esame. 
Quanto tutto manca avrò fatto una lezione di classico.
Mentre facevo stretching, le ragazze mi hanno chiesto chi fosse quel bel ragazzo bruno che stava con me.
Quando ho detto che era il mio migliore amico si sono meravigliate pensavano che fosse il mio ragazzo, in ogni modo si sono prenotate per conoscerlo.
A quanto pare Ryo ha fatto già strage di cuori, forse gli potrò presentare qualche ragazza dell’accademia e chissà se questa non è la volta buona.
Speriamo che Yuki si tenga alla lontana da lui è l’unica cosa che desidero, perché quella lì sarebbe capace di rubarmi il mio migliore amico.
Abbiamo appena finito gli esercizi alla sbarra che ci fanno mettere in posizione per le diagonali.
Siamo state divise in gruppi di tre. Speriamo in bene!
Appena abbiamo finito di fare le diagonali, ci hanno messo al centro della sala con una musica e abbiamo dovuto danzare e lì vedevo parlottare e indicarci. Speriamo che questa volta riesca a entrare. Speriamo!
È finito il provino è finito! Ci hanno messo in fila e ci hanno detto di fare un  passo avanti quando avremo sentito il nostro numero.
E iniziano con l’elenco, ho una fifa pazzesca, calcolando che ne prendono dodici in tutto. Sono severissimi. Hanno già preso otto tra ballerine e ballerini. Quindi ne rimangono solo tre, speriamo di esserci tra quei tre.
Quando sento il numero trentacinque, il mio, faccio un passo avanti, con le gambe che mi tremano.
Respiro lentamente, mi sento mancare l’aria.
Al sentire le parole: “Quelle che ho chiamato ci vediamo lunedì, per le altre grazie sarà per una prossima volta”, mi sento venir meno.
Non ci credo c’è l’ho fatta sono dentro. Vedo l’altra ragazza che è stata presa esultare, le altre piangere per il dispiacere, invece io non riesco a esprimere alcuna emozione.
Esco e ti vedo, mi rilasso e riesco finalmente a esprimere la mia gioia.
Ti salto addosso abbracciandoti e ti ringrazio di essermi stato vicino.
Grazie Ryo! Grazie per essere il mio migliore amico.
All’improvviso mentre sono felice tra le tue braccia dicendoti che c’è l’ho fatta mi sento spingere.
Quella spinta mi fa perdere l’equilibrio e tu per non farmi cadere, mi tieni più stretta a te e ti sistemi meglio per rimanere in equilibrio, ma alla fine finiamo con il baciarci.
E’ stato tutto nel giro di un secondo non capisco più niente, so solo che vorrei che questo momento non finisse mai.
Provo una strana sensazione di essere in pace, il mondo intorno a me non esiste.
All’improvviso mi rendo conto di quello che sta succedendo e mi stacco, scusandomi e incolpando lo spintone ricevuto, che poi è la verità. Gli dico di aspettarmi dieci minuti, che mi vado a cambiare poi andiamo da Miki, lui non risponde, annuisce soltanto, sembra da tutt’altra parte.
Corro in camerino a cambiarmi e non faccio altro che pensare alla reazione strana di Ryo.
Dio mio aiutami, speriamo di non aver combinato un guaio. Ti prego signore, aiutami.
Dai Kao, calmati, non è successo nulla, non facciamo una strage per un bacio a stampo, è successo altre volte che vi siete scambiati dei bacetti a stampo, perché ora stai così agitata??
Perché quel bacio anche se era a stampo è stato stupendo … Ryo sa baciare magnificamente e da parte sua non mi è sembrato tanto a stampo.
Kaori smettila è una tua impressione, lui è il tuo migliore amico, è come un fratello per te, non puoi rovinare una cosa così preziosa con le tue stronzate.
Forza ora che ti sei vestita, respira ed esci fuori.
Abbi il coraggio di affrontare le tue azioni.
E se poi è incavolato nero?? No, no io non esco.
Basta Kaori, su forza, non fare la bambina, se è incavolato nero, ti ripari dietro al bancone del bar di Miki.
Alla fine mi faccio coraggio ed esco e noto che c’è una bacheca dove stanno affiggendo la sistemazione delle camere.
Evidentemente avranno trovato anche l’ultimo alunno dell’accademia.
Mi avvicino e leggo il mio nome chissà con chi sono capitata, spero di avere in camera Eva quella ragazza simpatica che ho conosciuto nei camerini.
No, merda sono in camera con Yuki, un anno con quell’arpia. Ecco la mia tortura.  Questa è la punizione divina per aver baciato il mio miglior amico.
Ok, rilassati andrà tutto bene! Eccolo lì mi sorride come se non fosse successo niente, meno male.
Calmati, però, non puoi farti vedere così agitata da lui. Figuriamoci se si è accorto del bacio, lui è abituato a ben altro e questi bacetti “innocui”non gli fanno né caldo né freddo.
Allora ripeto perché sono così agitata?
Sono così agitata perché non mi sento un tantino bene, credo lo stare digiuno da circa quarantotto ore si stia facendo sentire.
La testa che mi gira e, lo stomaco in subbuglio, mi viene quasi da vomitare, mi sento le gambe molli e mi devo appoggiare alla parete per non cadere.
Neanche due secondi dopo ecco che Ryo, è accanto a me che mi fa ingoiare a forza una caramella d’orzo.

- Bleh! Che schifo è dolcissima!
- È puro zucchero, ti tirerà su almeno fino a quando non saremo usciti da qua.

Non discuto non ho neanche la forza di camminare figuriamoci di discutere.
Ci teniamo abbracciati, come una coppia felice. Questo è l’unico modo che conosciamo per non far vedere a nessuno che non sto bene, lui con la scusa ti tenermi abbracciato per la vita riesce a sorreggermi quel tanto  che basta per farmi “camminare”, per finta.
Tutti sorridono, perché pensano che siamo una bella coppia, li conosco quei sorrisi, quei sorrisi significano pure “beata lei che ha un marcantonio come quel ragazzo”, “Ah che darei per stare al suo posto” oppure “ Chiamate i pompieri vado a fuoco, o meglio chiamate un’ambulanza e lasciatemi il lettino che ho già trovato l’infermiere”.
L’unica cosa, però, che mi viene in mente è una: “Fatemi arrivare da Miki e ve lo cedo volentieri, dopo è tutto vostro, ma ora vengo prima io o sbatto per terra”.
Detto fatto appena vedo la macchina nelle vicinanze, sento le mie forze ridursi sempre di più. Quando sento finalmente il sedile dell’auto di Ryo chiudo gli occhi.
Ryo credendo che mi fossi addormentata spegne il cell e non accende la radio. Mi mette il suo cappotto come coperta e andiamo da Miki.
Sarà stato il rumore della macchina, la stanchezza, il calore ma mi sono addormentata risvegliandomi quasi nei pressi di Miki.

- Buongiorno, ben svegliata?
- Mmm, buongiorno! Quanto ho dormito?
- Venti minuti circa!
- Venti minuti? Ma quanto tempo ci abbiamo messo per fare due isolati con la macchina?
- Parecchio, è ora di punta e c’è un po’ di traffico.
- La prossima volta anche se sto male, conviene farsela a piedi, almeno non ti stressi con il traffico.
- Non conveniva, con la debolezza che avevi prima, saremmo arrivati anche più tardi! Comunque come ti senti? Stai meglio?
- Sì, sono pronta per una bella lezione con i miei ragazzi del centro sociale. Sbaglio o oggi tu e Mick avete la vostra partita di basket?
- Sì, infatti, quindi ti controlleremo e non ti faremo strafare. Farai solo la lezione, non rimarrai oltre il tempo stabilito e non ci andrai un’ora prima.
- Va bene, paparino. Tu e Mick quando vi ci mettete siete due rompi scatole di prima categoria, comunque sul rimanere non oltre l’orario stabilito, non ci conterei molto, oggi riesco finalmente a rivedere Mick e sarà DA SOLO, senza Kazue.  Scatta l’interrogatorio, ora, dovrò sapere vita, morte e miracoli di quello che è successo con Kazue. Quella disgraziata non mi ha detto nulla.
- Sei proprio un’impicciona!
- E dai che fa piacere pure a te avere di nuovo Mick tutto per noi. Oggi finalmente il magico trio si ricompone. Kazue, ultimamente non gli dava mai la libera uscita.
- Sì, sono contento di rivedere il mio migliore amico ma credo che lui sia più contento di poter passare qualche ora lontano di casa, che di rivederci in santa pace. In ogni caso, passiamo alle cose serie. Eccoci, siamo arrivati. Tu ora da Miki mangi e non fai storie.  Le ho raccomandato di farti trovare la Sacher torta e sono sicuro che te li abbia fatta.
- Wow la mia torta preferita, buona. Comunque non so se ha avuto abbastanza tempo per farla. Vedi ti devo dire una cosa. Da oggi Umichan, inizia a lavorare con Miki, quindi non prenderlo in giro.
- Va bene, non prenderò in giro il polipone.
- Ryo! Dai fammi questo regalo di addio, non litigare con Umi oggi. Da lunedì iniziano le lezioni e non potrò più stare con voi.
- OK! Te lo giuro, ma con noi ci starai sempre, appena hai qualche ora libera, ti vengo a prendere e ti porto dai nostri amici.
- Dai! Ora non ci fasciamo  la testa, prima di essercela rotta. Quando inizieranno i corsi, vedremo se mi dovrai venire a prendere oppure no. E’ probabile che ci diano solo la sera libera e dopo una giornata di lavoro sarò stanca morta. Comunque siamo arrivati, tu parcheggia che ti aspetto dentro.
- E no signorina, lei non va da nessuna parte. Aspetti che il suo cavaliere finisca di parcheggiare e poi lui vi porterà dentro.
- Ryo! Non sono malata, ho solo avuto un calo di zuccheri ma ora sto bene.
- Non m’interessa aspetti che io abbia parcheggiato, dopodiché ti porto dentro.
- Allora mi da il permesso di camminare.
- No! Tu non metterai un solo piede sull’asfalto.
- Di grazia, allora, come dovrei arrivare da Miki? Volando?
- No, ma ti prendo in braccio, ti adagerò sul divanetto e questa sera non balli.
- NO! Non puoi farmi questo. È la mia ultima esibizione per un po’ di tempo. Se io ti dicessi che da questa sera fino a tempo indeterminato non puoi più suonare all’Overdrive o in un altro locale qualsiasi?
- Non mi piacerebbe!
- E a me non piace l’idea di non passare la serata al Dirty Club e di conseguenza all’Overdrive. Perché figuriamoci se il signorino mi fa andare a lavoro. E’ capace di dire a Henk di occupare il mio posto e di farmi stare inchiodata alla postazione dj con una diet coke in mano.
- Esatto, farò così! E per la diet coke non so se te la permetterò di bere. Preferisco che tu beva acqua.

Ecco ricominciamo, ogni volta è così. Basta che dico, soffro di mal di testa che si preoccupa.
Certe volte non lo sopporto, proprio.
Studiare medicina gli fa proprio male. No, mi correggo, fa male a me.
Ogni accenno di un possibile sintomo, di una possibile malattia diventa paranoico.
Gli basta anche un ecciù che vuole farmi tremila analisi, per fortuna che c’è Yoichi che mi salva, facendo capire al figlio che non è il caso di fare delle analisi per un semplice raffreddore.
È apprensivo, paranoico, asfissiante, stronzo, lunatico, geloso, irascibile, rompiscatole, carino e dolce (quando vuole lui), maniaco (adora tutte le belle donne del mondo che gliela danno), affascinante, idiota, divertente, cavaliere e ha la sindrome da 007 mi vuole fare per forza da guardia del corpo.

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Capitolo 6
*** Non ti sopporto! ***


Mi devo essere addormentata, perché l’ultima cosa che ricordo era che stavo in macchina, con Ryo, cercando un parcheggio e ora mi ritrovo sul divano del privè della caffetteria di Miki.
Chissà quanto ho dormito, non vorrei aver saltato la lezione con i ragazzi del centro sociale e soprattutto non vorrei aver creato troppi casini a Miki e a suo padre.
Yuri è sempre così gentile con noi, che gli occupiamo il bar solo per il gusto di stare insieme e divertirti assieme a sua figlia. Adora Miki e dice che la nostra presenza al bar è piacevole, rende tutto più allegro, in oltre dice sempre che da quando sua figlia sta con Umi, è più serena e sorride più facilmente e lui è contento di tutto ciò.
Mi alzo dal divano facendo ben attenzione a non cadere.
Brr, che freddo, mi sono tolta la coperta, ma sento freddo meglio rimettersela, sembrerò ridicola ma non mi va di prendere un bel raffreddore.         
Esco e trovo tutti i miei amici riuniti.
Cos’è successo? Perché sono tutti qui?
Non finisco neanche di pronunciare “Ciao a tutti!” che vedo Mick avvicinarsi a me, abbracciarmi, farmi le congratulazioni e invitarmi a sedere. Nello stesso tempo sento uno strano sguardo su di me, mi giro e vedo Ryo che sta guardando con occhi vitrei Mick, lanciandoli occhiate che incenerirebbero chiunque. Io lo ignoro e ringrazio Mick e gli chiedo com’è andata la laurea e lui mi sussurra all’orecchio: “A+”. Non capisco il perché ma mi tiene stretta a lui e continua a parlarmi sottovoce vicino all’orecchio, sembriamo una coppia, se lo scopre Kazue, mi uccide. Mi guardo in giro alla ricerca di Kazue ma non la trovo, forse starà ancora a lezione di diritto privato, tra qualche giorno ha un esame, però trovo gli occhi di Ryo. Mi vogliono uccidere anzi ci vogliono uccidere.
Perché fa così? Che sto facendo di male? Stiamo solo parlando! Non stiamo filtrando o roba del genere.
Non sto tradendo la mia amica. In ogni modo appena mi siedo sul divano della caffetteria, me lo ritrovo accanto con, in mano, un piatto bello zeppo di sacher con panna e di brownies al cioccolato e nell’altra una bella tazza di caffè bollente.
Mamma mia, che buono. Pancia mia, fatti capanna!
Ringrazio con un sorriso, mentre la mia forchetta, già addenta il primo brownies e la porta alla bocca che lo morderà molto volentieri.
Lui mi guarda, ride e mi passa il tovagliolo per pulirmi la bocca sporca di cioccolato ed io mi sento strana. 
Che cosa succede, perché mi sento così strana? I suoi occhi hanno una luce particolare che m’incantano e sento un brivido lungo la schiena che Mick evidentemente avverte e mi fa abbraccia forte, avvolgendomi sempre di più nella coperta e Ryo lo guarda come se fosse il suo peggior nemico.
Non lo sopporto quando fa il geloso, mi fa imbestialire, io sono grande e ho il diritto di fare tutto quello che voglio.
Non sono una mocciosa da tenere a bada, me ne sono andata via di casa perché non sopportavo mio fratello e ora viene lui a fare il fratellino premuroso. Mi è passata la fame, poso il piatto sul tavolino e bevo un goccio di caffè dopodiché mi alzo.
Ryo e Mick borbottano qualcosa sul fatto che ho mangiato poco e niente, ma non li ascolto e vado da Miki in cucina e ci mettiamo a chiacchierare.
Non so come ma mi esce da bocca la storia del bacio, involontario, che ho dato a Ryo.
Per la sorpresa, le cade il vassoio da mano ed emette un grido, io corro a metterle la mano davanti alla bocca per tamponare il grido per evitare l’arrivo di scocciatori.
Cosa che non riesco a impedire perché mi ritrovo Ryo, Mick e Umi tutti agitati, correre in cucina per vedere cosa era successo. Ho tre angeli custodi, io, ma due dei quali sono dei veri rompiballe.
Yuri, il padre di Miki, ci salva e tiene a bada quei tre non rivelando l’oggetto della nostra conversazione, in altre parole il bacio con Ryo.
Tenta di liquidarli con una scusa qualunque ma non ci riesce alla fine esasperato decide di tirare in ballo un esame che avevo sostenuto il giorno prima, di cui solo Miki e il padre erano a conoscenza.
Ero troppo agitata per il provino e mi sono buttata sullo studio. Almeno avevo qualcosa cui pensare nelle lunghe notti insonni e nei ritagli di tempo.
Ci ho messo tre settimane a prepararlo non ero neanche sicura di superarlo. Ah, già, non ve l’ho ancora detto ma oltre a lavorare come ballerina e occuparmi dei ragazzi del centro sociale, studio lingue da due anni e ieri ho dato l’esame di giapponese, superandolo con il massimo dei voti. Vabbé che per metà sono giapponese ma sono nata e cresciuta in America e il giapponese l’ho sentito parlare solo da mio padre, quando si rivolgeva ai miei nonni. Qualche parolina la conoscevo anch’io, almeno per capire cosa dicevano i miei nonni, ma era molto diverso dal giapponese che ho dovuto imparare. Mi ero dimenticata di dirvi anche questo, che sbadata che sono, di sicuro non vi avrò neanche detto che tutti i miei amici, tranne Mick, sono di origine giapponese, ma che sono nati e cresciuti qui in America.
Mick, invece, è di origini spagnole, secondo quanto ne sappia io, dovrebbe avere qualche bis nonno, che era arrivato in America per fare fortuna e ci è riuscito. Michelito Swisher Angel, per gli amici Mick, figlio di David Angel e Helen Swisher, con un patrimonio immobiliare da milioni di dollari, la sua famiglia ha proprietà in tutta Manhattan e mezza New York. Tra bar, ristoranti, caffè, appartamenti, palazzine e grandi centri commerciali hanno accumulato negli anni una vera miniera d’oro. Insomma Mick è membro di una delle famiglie più importanti di New York.
Helen Swisher, sua madre, è l’unica figlia di Will Swisher proprietario del Daily News, sposatasi con David Angel nel 1982, il loro matrimonio tenne banco su tutte le prime copertine dei giornali e Vogue gli chiese l’esclusiva della nascita del primo figlio, Mick, per l’appunto. David Angel, suo padre, invece è un ricco e noto managing director (amministratore delegato) dell’Apple Inc., e nel solo primo semestre del 2009 ha incassato 85 mila dollari.
Tornando al discorso esame, Yuri dice a quei due testoni di aver avuto A+ all’esame di giapponese, ma non sono per niente sorpresi e se ne tornano in sala senza fare storie e Miki ne approfitta per farmi l’interrogatorio di terzo grado.
Le racconto tutto, come era andata la faccenda  e lei rimane a bocca aperta sapendo che dopo ci siamo comportati come se non fosse successo niente. E allora io mi chiedo, perché cosa è successo? Una stronza mi ha spinto e sono caduta tra le braccia di Ryo e involontariamente a causa della forte spinta ci siamo baciati, ma è stato un bacio a stampo, niente di grave.
Guardo l’orologio e mi accorgo di aver fatto tardi, tra la mia “maxi dormita” e le chiacchiere varie, il tempo è volato si sono fatte le tre ed io tra un’ora devo stare a lezione di danza e poi alle sei al centro sociale. Chiedo a Miki, dove sta la mia borsa e lei mi dice di averla salvata dalle grinfie dei ragazzi che volevano ispezionarla per capire che ci portavo dentro di tanto pesante.
La risposta è semplice le cose di danza e le mie brave scarpe da corsa.
Ringrazio la mia amica che mi passa la borsa, prendo le mie scarpe, me le cambio, riempio la borraccia d’acqua ed eccomi pronta per una bella corsetta fino al centro sociale.
Saluto Miki e suo padre, ed esco dal retro per non farmi vedere da Ryo che comincerebbe a sbraitare perché mi affatico troppo e così do a lei l’incombenza di dire a Ryo e Mick che sono andata a danza e poi al centro sociale.
Rido da sola come una scema, immaginandomi la faccia che farà Ryo quando scoprirà che sono andata a danza, si metterà a urlare come minimo e correrà in macchina arrivando a tutto gas in palestra.
Peccato che Miki glielo dirà solo quando io starò a lezione e che abbia nascosto con la complicità di Yuri le chiavi della macchina di Ryo, così lui sarà costretto ad aspettarmi all’associazione.

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Capitolo 7
*** L'incontro con Oscar ***


Prendo il mio ipod della borsa, metto le cuffiette e play.
Corro, corro e ancora corro per le vie di una città splendida come New York.
È una strana città dove si possono trovare tanti esemplari di esseri umani.
Ecco vedete quell’uomo vestito in giacca e cravatta, con la ventiquattrore nella mano sinistra, e il cellulare alla mano destra da cui spunta un bel rolex? Quello è un tipico esemplare di agente di borsa. Da cosa lo noto? Semplice!
Scarpe di pelle nere con suola in cuoio da 450$, vestito probabilmente di misto lana, avrà speso circa 500 $.
Cartella da uomo con manico di pelle tramata nera, con chiusura con lucchetto e accessori metallici in argento e marchio Gucci, 1475 $.
È abbastanza ricco e importante per permettersi abiti costosi, ma non abbastanza da permettersi chaperon e auto personale. Ecco la radiografia di un uomo d’affari Newyorkese. Voi vi starete domandando come faccio a capire che quel signore sulla cinquantina, capelli brizzolati, con qualche maniglia dell’amore di troppo è un angente di borsa? Semplice!
Il signore è al telefono urlando di acquistare o di comprare determinate azioni, poi controlla sempre l’orologio come se fosse in ritardo per qualche appuntamento.
Vediamo un po’ chi può essere la mia prossima vittima?
Eccola, una bella ragazza: alta, snella, capelli lunghi. Piega perfetta, mani e piedi curatissimi, abiti all’ultima moda.
Sandali Spice Louise Vuitton, (quelli indossati da Victoria Becam), salendo si può notare che la signorina in questione indossa l’ultimo abito della sfilata Gucci durante la settimana della moda, per completare il tutto, è stata abbinata al vestito una pochette Dior. Quindi, due sono le cose o è una ricca e viziata ragazza di famiglia o è una modella.
All’improvviso sento tremila occhi che mi scrutano, mi giro e mi ritrovo una schiera di operai, che mi guardano il culo, e un altro uomo che mi passa davanti che mi guarda le tette.
Dicono che le donne di New York siano le più belle donne del mondo e hanno ragione. In oltre devo aggiungere che in base agli sguardi che ricevo, bisogna dedurre che rientro anch’io in questa categoria e la cosa non mi dispiace per niente.
Il che spiega perché, la maggior parte degli uomini di New York, escludendo Umichan, passino tutto il tempo a guardarle.
La città è un’autentica palestra maschile per l’esercizio degli occhi, purtroppo, gli occhi servono anche per guardare davanti e sopravvivere, cosa da ricordare al signore che mi guardava le tette mentre attraversava la strada.
Arrivo finalmente a danza, un’ora di allenamento e poi si ritorna a correre fino al centro sociale dove mi aspettano i miei alunni.
Mentre corro per andare al centro sociale, stremata, decido di fermarmi per prendere qualcosa da Starbucks a pochi metri dal centro sociale.
Entro e ordino una bottiglietta di acqua naturale, un muffin e un Double Chocolaty Chip Frappuccino® Blended Crème ovvero un Frappuccino al doppio cioccolato, sovrastato da una montagna di panna montata e per finire una spruzzata di scaglie di cioccolato. Cioccolata a go go anche nel muffin, tanto lo smaltisco subito. Mi siedo un po’ al tavolino per gustarmi queste delizie e ristorarmi un po’, mi sono messa vicino alla vetrata poiché adoro guardare la città che si muove freneticamente mentre io sto bella seduta e rilassata al caldo. Addento il muffin e per poco non mi va di traverso. Sono troppo abituata ai dolci di Miki, questo muffin è stantio per i miei gusti, è gommoso. Vi volto per posare il mio muffin e incontro gli occhi ammalianti di un bellissimo ragazzo, che si è seduto accanto a me.
Iniziamo a parlare e lo trovo simpatico ed è anche carino. Ha i capelli lunghi raccolti in una coda, sono castani. Gli occhi sono tra un verde e un azzurro e sono molto belli. La bocca è bella carnosa, il naso è un po’ grosso ma importante e poi il fisico è stupendo. Oscar, così si chiama, è uno sportivo come me, però lui pratica atletica leggera all’università. E’ uno studente di veterinaria, adora gli animali. Altra cosa in comune con me. Guardo l’orologio e mi accorgo che sto facendo tardi e che devo salutare il mio nuovo amico, però fortuna o coincidenza vuole che anche lui debba fare la mia stessa strada e quindi mi accompagna fino al centro.
Durante la strada chiacchieriamo e ridiamo, sto molto bene con lui è simpatico e mi fa ridere.
Arriviamo sotto il centro sociale e vedo Ryo aspettarmi, con una faccia leggermente scura.
Cavolo è proprio arrabbiato mi sa che lo scherzetto delle chiavi non gli è piaciuto, però vedo anche che guarda Oscar con una strana espressione.
Lo ignoro onestamente, perché Oscar è così simpatico e sono stata così bene in questi minuti che non voglio farmi rovinare la giornata da Ryo. Con questo ragazzo mi sono sentita non più una bambina d’accudire e da proteggere ma una donna.
Saluto Ryo e gli presento Oscar e noto che si guardano in cagnesco quei due. Ignoro tutto, saluto Oscar e scambiandoci i numeri, l’invito a chiamarmi ogni tanto, soprattutto se trova un bel micione da adottare.
Dovrò lottare un po’ con Miki, poiché il suo boy, Umi, ha il terrore dei gatti, ma sono sicura che appena vedrà quel batuffolo di peli impazzirà dalla voglia di stringerlo e coccolarlo e lo stesso dicasi per Umi, gli passera prima o poi la sua fobia. In ogni modo quando tutto manca posso sempre lasciarlo da Yoichi, così gli farà compagnia e in questo modo costringerò Ryo a passare più tempo con il padre.
Entro all’interno del centro per dirigermi verso gli spogliatoi ma appena sono dentro Ryo mi tira per un braccio da una parte.
Lo guardo in faccia … ed è arrabbiato nero.
Aiutooooo!

- Se è per lo scherzetto delle chiavi, scusami.
- Non è per le chiavi che sono arrabbiato.
- Per cosa? Per il fatto che me ne sono andata senza dirti niente? Ok, hai ragione a essere arrabbiato ma io avevo voglia di correre, non ho fatto nulla di male. Quando mi sono sentita stanca e affaticata mi sono fermata da Starbarcks ho mangiato qualcosina e sono venuta qui. Sto bene, Ryo, tranquillizzati, non è mai morto nessuno per una corsetta.
- Non è questo o meglio non è solo questo. Il fatto è che sei un’incosciente. Stavi male e ti sei messa a correre a digiuno e come era prevedibile ti sei dovuta fermare a mangiare altrimenti sbattevi per terra e per completare il tutto che fai, ti fai accompagnare da uno sconosciuto al centro sociale. E se era un malintenzionato? Che facevi se ti saltava addosso come il tifo fuori dal locale? Poi per finire gli hai dato anche il tuo numero di telefono di casa così potrà tranquillamente rintracciarti.
- Ryo, calmati, Oscar non mi farà proprio niente l’ho incontrato da Sturbacks abbiamo iniziato a parlare e ci siamo trovati simpatici e mi ha accompagnato fin qui perché faceva la mia stessa strada. Niente di più di niente di meno. Ti devi calmare, però. Renditi conto, non sono una bambina e non ho bisogno di un fratello maggiore che mi toglie l’anima. Oscar è uno studente di veterinaria molto simpatico e conoscendolo ho scoperto che abbiamo molte persone in comune, praticamente lui è l’ex di una mia compagna di corso, Carol. Te la ricordi la rossa dai capelli ricci e gli occhi verdi che ti sei fatto l’anno scorso? Quella con il neo sulla chiappa destra.
- Ah sì, quella.
- Beh! Quando te la sei fatta, stava con Oscar, che non sa nulla di questa storia. Quindi, evita di parlare e non ti azzardare mai a venirmi a prendere quando ho letteratura inglese o ti troverai Carol appiccicata come una cozza.
È innamorata persa di te! Se non vuoi noie, stai più lontano possibile da lei.
- Ma sai quanto me ne frega di quella, se voglio venirti a prendere lo faccio e basta e poi comunque ora non sussiste il problema giacché sei entrata in accademia e dovrai scordarti di frequentare i corsi. Onestamente mi frega più di quell’Oscar, non mi piace. Non m’ispira fiducia.
- Ahhhhhhhhhhhhh, Ryo ricominciamo? Ogni volta è sempre la stessa storia, quando c’è un ragazzo carino che m’interessa tu fai di tutto per farmelo odiare, mi mostri tutti i difetti che ha. Allora sai che ti dico? Stai tranquillo Oscar non m’interessa da quel lato. Gli ho solo chiesto di procurarmi un gatto, da regalare a tuo padre niente di più. Ora mi lasci così vado a prepararmi per la lezione, grazie?

Finalmente mi molli il braccio che mi massaggio poiché l’hai stretto troppo forte. Non ti sopporto quando fai il geloso, non sono una cosa che devi possedere a tutti i costi. Non sono una bambina, non ho bisogno di un fratello che mi stia sempre addosso come cavolo devo fartelo capire?
Mi cambio velocemente e corro dai miei allievi, ti passo accanto e non ti degno neanche di uno sguardo mentre abbraccio e saluto Mick. Almeno lui non mi fa imbestialire troppo, quando capisce che ha esagerato troppo, rientra nei ranghi. Non è come te, per fortuna.
Dopo aver salutato e strapazzato Mick, vado dai ragazzi ma passando sento uno stralcio di conversazione tra Mick e Ryo.

- Ryo, cosa hai combinato questa volta? Perché Kaori non ti ha neanche guardato in faccia.
- Ma niente, non ci far caso è solo isterica, oggi. Probabilmente le saranno venute.

Isterica io? Mo ti faccio vedere io quanto sono isterica, dammi il tempo di arrivare da tuo padre e ti faccio vedere cosa ti combino. Giuro che ti rimpiangerai tutto.

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Capitolo 8
*** Vogliono tutti parlarmi quando indosso un misero asciugamano ***


La lezione passa velocemente e comunico la bella notizia ai ragazzi che festeggiano con me.
Dopo la lezione siccome “gli uomini”, se così si possono chiamare, sono ancora intenti a giocare a basket rimango ancora un po’ ad allenarmi. Quando Ryo esce per dare il cambio a un altro compagno ne approfitto per andarmi a lavare. Gli passo accanto ignorandolo completamente e facendo il tifo per Mick.
Lui mi segue e non si arrende neanche davanti allo spogliatoio femminile. Entra e lo ignoro e mi spoglio tranquillamente e mi dirigo avvolta nel mio bell’asciugamano alle docce. Spero di farla franca ma mi blocca prima che possa entrare nelle docce. Mi spinge contro il muro ed io lo guardo con occhi di sfida, fregandomene del minuscolo asciugamano che indosso. Tanto quello che c’è da vedere l’ha visto abbondantemente in passato.

- Perché m’ignori?
- Perché t’interessi di un’isterica, con le mestruazioni?
- Merda! Hai sentito!
- Non sono sorda Ryo. Io sono stanca di questa situazione, perché ogni volta che incontro un ragazzo tu devi fare il geloso possessivo. Io non sono tua proprietà. Siamo solo amici e questo non ti dà il diritto di distruggere ogni mia possibilità di felicità. Non ti sta bene Ronnie e va bene allora lasciami la possibilità di trovare quello giusto.
- Tu non scegli mai quello giusto ed io sono stanco di raccogliere i cocci, non voglio più vederti soffrire per un imbecille.
- Allora lasciami in pace, non vuoi vedere e non vedere. Nessuno ti obbliga a consolarmi quando tutto va a puttane. Ryo te lo chiedo per favore, ho bisogno di fare le mie esperienze e di sbagliare. E’ normale che qualche storia non vada importo ma se tu mi torturi ogni volta su quel ragazzo, io, anche solo per ripicca e per dimostrarti che non è come pensi, faccio di brevi flirt una storia. Io voglio la tua opinione ma non è che devi fare in modo che io mi allontani da chiunque.
Io anche se le tue storie non mi piacciono o che trovo le ragazze poco adatte a te non ti dico nulla, ti lascio sbagliare da solo e non vengo di certo a dirti te l’avevo detto. Lasciami sbagliare, sbagliando s’impara e si cresce.
- Hai ragione, scusami è solo che non voglio più vederti piangere. Quella sera che ti vidi in lacrime, sconvolta, fuori di casa mia … non ti ho mai visto così male.
- Hai ragione quella volta ero sconvolta davvero. Con Carl le cose non erano andate come speravo, quando venni da te in lacrime non era perché mi ero mollata con lui, o meglio non era solo quello. Era il modo in cui mi aveva scaricato. Gli avevo detto che avevo ritardo e lui è fuggito via mollandomi. Per fortuna era un falso allarme ma mi sentii così male che non sapevo a chi rivolgermi. Tu eri l’unico che mi avrebbe aiutato senza chiedermi nulla in cambio e senza fare domande.
- Perché non me l’hai detto prima? Giuro che se lo becco lo faccio nero.
- Per questo non te l’ho detto, perché sei un po’ troppo iperprotettivo nei miei confronti.
- In quel caso era buonsenso, per fortuna si è risolto tutto ma è da vigliacchi scappare difronte alle proprie responsabilità di genitore.
- Vabbè, senti Ryo io starei leggermente congelando.
- Ah sì, scusa vai prima che ti prenda un raffreddore. Dopo ci raggiungi in campo?
- Certo! Dopo dobbiamo andare da tuo padre sì o no? Senti se Mick è libero perché non lo fai venire anche lui? Credo che a tuo padre faccia piacere rivederlo è pur sempre il tuo migliore amico.
- Dopo la partita deve andare a prendere Kazue a lezione e quindi non può venire, ma su una cosa hai ragione a mio padre farebbe piacere rivederlo, quindi dirò a quel rompiballe di Mick di andarlo a trovare, però ora è meglio che ti copri o pigli freddo.
- Se mi lasci andare, mi muoverei volentieri ma mi hai incastrato contro il muro.
- Ah, scusa.

Finalmente mi lascia libera ed io corro sotto le docce, sto morendo di freddo.
Ryo mi stava mangiando letteralmente con gli occhi, non l’ho mai visto così! Normalmente, si comporta diversamente, ma questa volta era come se non riuscisse a staccarsi da me. Non ci sto capendo più niente.
Quando esco, trovo Mick ad aspettarmi.
Ma che succede oggi? Hanno deciso di darsi tutti appuntamento qui?
Vogliono tutti parlarmi quando indosso un misero asciugamano?

- Che c’è Mick, non puoi aspettare che mi vesti?
- No, ti devo parlare ora che lui è in campo.
- Lui chi?
- Ryo!
- Che mi devi dire su di lui? Avanti sentiamo!
- Apri gli occhi Kao, quell’uomo è pazzo di te, è innamorato cotto.
- Ci risiamo Mick? Cavolo tu sei l’unico a sapere il perché non posso crederti.
- Era una situazione diversa, all’epoca.
- No, è sempre la stessa situazione. Lui va dietro alle altre, però rompe le scatole a me.
- Perché è geloso.
- Geloso un corno Mick, ci sono stata un anno male dietro a lui. Mi sono illusa che lui provasse qualcosa ma ogni volta sceglieva un’altra. Lo sai bene che per lui ho già mollato Ronnie ma ora basta non posso stargli dietro. Dopo la storia di Carl, poi, non ho neanche la voglia di stargli dietro. Voglio solo pensare alla danza e se l’amore verrà ben venga ma di certo non sarà lui. E’ una storia vecchia e sepolta.
- Kaori, credimi ti ama.
- Allora lo dimostrasse, sono stanca, Mick, sono stanca di essere scaricata alla prima difficoltà. Quindi non voglio saperne nulla di lui, Carl, Jason, Steven e company. Ho avuto troppi cuori spezzati. Voglio solo pensare alla danza.
- E perché vai fuori per il weekend con lui?
- Perché? E me lo domandi pure? Fatti due calcoli e capirai tu stesso il motivo e poi tranquillo tra noi non potrà succedere un bel niente, in quel periodo avrò le mie cose. Quindi passerò tutto il primo giorno intronata dagli analgesici e non sarò certo un bello spettacolo. Il secondo giorno ovvero sabato usciremo e lui vedrà lei, io passerò in secondo piano e me ne tornerò nel mio appartamento a farmi del male vedendo videocassette e fotografie in cui la mia famiglia era felice e unita. Amplierò così il mio senso di colpa, per non essere stata la figlia che loro si aspettavano. Ora se non ti dispiace, dovrei vestirmi, quindi per favore esci immediatamente da qui.

Finalmente esce anche Mick e mi accascio a terra piangendo, mi ha fatto male ricordare di mia madre.
Piango tutte le lacrime che ho, fino alla fine caccio via tutto il dolore per la sua perdita e per la delusione di Carl che brucia ancora. Di Ryo non me ne frega in questo momento, nessuno riesce a capire che se Carl mi avesse detto sposiamoci, io l’avrei fatto quel giorno stesso, mandando a fanculo amici, parenti e danza.
Nessuno capisce perché non voglia più amare una persona che mi ha fatto soffrire e perché voglia dedicarmi solo alla danza. Nessuno ci riesce, neanche il mio migliore amico che sa tutto di me, veramente tutto.
Piango finché stremata, non mi addormento in posizione fetale.
All’improvviso mi risveglio al caldo avvolta in una doppia coperta di lana e in una stanza che non è lo spogliatoio femminile.

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Capitolo 9
*** Risveglio da Yoichi ***


All’improvviso mi risveglio al caldo avvolta in una doppia coperta di lana e in una stanza che non è lo spogliatoio femminile.
Sono ancora mezza addormenta e ho ancora qualche difficoltà a mettere a fuoco le cose, ma l’odore del pane alla cannella e del the ad arancia e cannella mi fa capire che sto nel più bel posto del mondo, a casa del signor Saeba.
Ha preparato il mio dolce e il mio the preferito, mi vizia sempre quell’uomo ed io mi godo questi momenti.
Tra meno di tre minuti, vedrò entrare da quella porta il signor Saeba con Ryo dietro come un cagnolino.
E così accade, il signor Saeba entra e mi saluta con un bel bacio sulla fronte come farebbe qualsiasi padre affettuoso, quando la sua piccola bambina ha la “bua”.
Posa il vassoio accanto a me e mi aiuta a mettermi comoda dopodiché mi passa il vassoio e io vedo tutte le meraviglie che mi ha preparato. Pane alla cannella, the, infine burro e marmellata di amarene e anche di ciliegie.
Oggi sono super viziata e non capisco come mai.

- Wow, tutto questo è per me! A cosa devo tutto questo ben di Dio?
- Mi ha riferito un uccellino che è da un paio di giorni che vai avanti a frutta e che oggi hai solo assaggiato un pezzettino di torta. Quindi ho deciso di viziarti a merenda mentre a cena mio figlio ha l’ordine di farti mangiare una bella bistecca con un insalatona vicino. Niente Mc, niente Burger King, oggi solo cibo sano niente schifezze.
- Va bene signor Saeba, come sempre ha ragione lei, questa sera solo cibo genuino.
- Kao, non mi chiamare signore te l’ho detto centomila volte chiamami papà o semplicemente Yoichi. Anche se preferirei che mi chiamassi papà giacché per me sei come una figlia.
- D’accordo signor … ops Yoichi la chiamerò per nome. Comunque anche lei per me è come un padre. Senta potrebbe dire a suo figlio come mai sono qui con indosso un asciugamano?
- Perché ti ho trovato, addormentata nel bagno con indosso solo quello, ho provato a svegliarti ma tu non reagivi e invocavi il nome di tua madre, credo che la stessi sognando. Mick ed io ti abbiamo avvolto in una coperta e portata da mio padre. Contenta sei riuscita a far venire comunque Mick con noi.

Ryo accenna a mia madre e divento subito triste, per fortuna c’è Yoichi che mi consola, mi carezza sulla testa e mi abbraccia forte sussurrandomi dolcemente che va tutto bene. Io l’abbraccio e piango.
Mi mancano terribilmente i miei. Mi mancano così tanto che certe volte vorrei urlare al cielo di ridarmeli.
Il signor Saeba riesce, inspiegabilmente, a farmi calmare, con i suoi sussurri mi fa calmare e mi consiglia di riposare che è colpa del calo di adrenalina. Si stacca da me e tra una chiacchiera e l’altra, riesce a farmi mangiare due fette di pane con le due marmellate diverse e una con il solo burro e in più mi fa bere tutto il the, ben zuccherato.
Mamma che buono il the alla cannella, l’adoro e ha un profumo stupendo.
Quando finisco mi fa stendere e con un bacio tra i capelli mi ordina di riposarmi ed esce dalla stanza.
Anche Ryo sta per uscire ma lo chiamo.

- Ryo non te ne andare, ho paura.
- E di che?
- Non lo so, ho solo una strana sensazione di paura addosso. Ti prego non lasciarmi da sola.
- Va bene, la verità è un’altra che hai paura di sognare di nuovo la morte di tua madre. Io giuro che uccido Mick ma è possibile che io faccia i salti mortali per non farti pensare a lei e arriva lui e puff ti fa star male.
- Ma no, tranquillo, non è colpa di Mick, l’ha detto anche tuo padre che è solo un calo di adrenalina.
- Non sono tranquillo per nulla, tu rimani a letto il più possibile comunque e cerca di riposare è sono tre giorni che non mangi e oggi ti sei affaticata parecchio.
- Uffa, Ryo! Non sono malata e oggi devo lavorare, ergo, riposerò fino a quando sarà possibile, ma non mi puoi tenere rinchiusa in camera tua per paura che mi succeda qualcosa. Certe volte sembri mio fratello. Secondo me, se mi conoscevi da adolescente, magrissima dalle sembianze di un’anoressica, ho il sospetto che ora non romperesti tanto.
- No, ti sbagli continuerei a rompere eccome se romperei. Ora per esempio hai mangiato solo perché mio padre si è messo vicino a te a farti mangiare, altrimenti avresti fatto come oggi. In ogni modo questa sera mangi come si deve.
- Ehm, devo mangiare qualcosa al volo prima dello spettacolo al club, poi devo andare all’Overdrive, attaccare e farmi cambiare il turno.
- Ok, li cambio anch’io allora. Dimmi quando attacchi che lo chiedo anch’io.
- Ryo, non possiamo avere i turni assieme, perché il bar è un conto e la postazione dj è un’altra cosa.  Io posso attaccare presto e finire a un’ora decente ma tu no. La gente viene tardi e vuole ballare. Per esempio io oggi attacco verso mezzanotte e finisco alle due ma solo perché è un giorno infrasettimanale, se era sabato, non finivo prima delle sei e quando starò in accademia con il coprifuoco, non potrò fare quell’orario.
- Non c’è problema, dormi da me il sabato.
- Si mi addormento alle sette e mi sveglio alle sette e trenta per stare alle otto e trenta in classe.
- E che cavolo ti fanno lavorare anche la domenica?
- No, la domenica è libera ma capita che il venerdì faccia l’alba e comunque in vista di un saggio o di uno spettacolo si lavora anche la domenica.
- Allora, a un certo orario piglio e ti rapisco e ti porto a nanna.
- Lasciamo stare Ryo! Sei impazzito in questo periodo! È meglio che faccia a modo mio, molto meglio. Comunque non abbiamo mai avuto i turni in comune, per esempio tu oggi non sei alla postazione Dj mentre io sto al bar. Tu lavori solo il weekend.
- D’oggi in poi lavorerò anche infrasettimanalmente. Ti devo tenere d’occhio.
- Aiutooo! No, basta Ryo! Ora il tuo gioco non è più divertente. Fammi vivere la mia vita come voglio, te l’ho chiesto per favore di non starmi lì a proteggermi ogni secondo. Ti ho chiesto di farmi sbagliare perché la vita è mia. Quindi non hai bisogno di tenermi d’occhio perché io non voglio. L’allontanarti da me ti farà solo bene, almeno così penserai sul serio alla tua vita.

Non risponde alla mia affermazione e se ne esce tutto incazzato ed io mi giro dall’altra parte tentando di dormire.
Mi giro e mi rigiro ma il sonno non arriva e allora decido di alzarmi e di rivestirmi, non è il caso di rimanere oltre mezza nuda.
Per fortuna che almeno ero riuscita a indossare uno slip o mi sarei vergognata a morte.
Mi alzo e vado alla ricerca della mia borsa che il signorino ha chiuso nel suo armadio.
Te pareva, poteva mai andare diversamente? Avrà sicuramente deciso di rinchiudermi in casa tutta la serata ma ha fatto i conti senza l’oste.
Mi vesto velocemente con la tuta di riserva e lego i miei capelli in uno chignon largo utilizzando lo stesso codino usato poco fa.
Mi guardo allo specchio e mi accorgo che faccio schifo. Sono pallidissima in faccia, sembro un fantasma e se non faccio attenzione, incrinerò lo specchio...

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Capitolo 10
*** Pomeriggio davanti al camino ***


Sistemo il letto ed esco dalla camera se non lo facessi di sicuro, non resisterei alla tentazione di infilarmi sotto le coperte per poi non muovermi più di lì, almeno finché non passano le mie cose.
E già per completare l’opera già completa di per sé, a giudicare dai miei mal di pancia dichiaro ufficialmente che il mio caro ciclo mi farà la sua visitina mensile entro questa sera al massimo, se vuole ritardare facendomi un piacere, domani mattina al mio risveglio, lo troverò come ospite ingombrante e molto sgradevole.
Odio il ciclo, ma perché noi donne dobbiamo sempre soffrire? Soffriamo ogni mese dai nostri 10/11 anni di vita e per i prossimi cinquanta anni a causa del ciclo. Poi un giorno usciamo incinte e ci toccano nove mesi di gambe gonfie, mal di schiena, incontinenza, ormoni a palla e ci gonfiamo come un pallone. Addio vitino da vespa, jeans a vita bassa e soprattutto la cosa essenziale addio danza, poiché se esci incinta non puoi più ballare. Poi quando partorisci, devi soffrire a causa delle doglie e devi far uscire dalla tua vescica un essere dai tre agli otto chili. Dopo che sarai distrutta e sformata con una vescica enorme, dovrai fare sacrifici enormi per ritornare al tuo peso forma e naturalmente rinunciare alla danza perché un figlio ti cambia la vita. Non è un giocattolo! Ha bisogno di amore e dedizione e di una famiglia stabile. Ecco perché per il momento non ho intenzione di aver figli, anzi per il momento non ho alcuna intenzione di avere una relazione.
Arrivo in biblioteca dal signor Saeba, mi accovaccio vicino al camino, ai suoi piedi, mentre lui legge seduto in poltrona.
Rimaniamo così non so per quanto tempo, mi rilasso ascoltando la voce del signor Saeba e chiudo gli occhi immaginando i luoghi da egli narrati.
All’improvviso sento una coperta avvolgermi e vedo Ryo attizzare il fuoco del camino e sedersi accanto a me.
Io istintivamente mi avvolgo ancora di più nella coperta e poggio la testa sulla sua spalla e lui mi abbraccia sussurrandomi: “Scusa”.
Alzo di scatto la mia testa dalla sua spalla e lo guardo con aria sorpresa e basita: Ryo che mi chiede scusa? Che è successo!
Mi alzo e mi avvicino alla finestra per vedere se diluvia, lui vede questo mio atteggiamento e ride a crepapelle sotto l’occhio vigile del padre.
Quando, invece, mi avvicino alla poltrona abbraccio da dietro suo padre mi guarda storto e il signor Saeba ride a crepapelle.

- Figliolo non mi dirai che sei geloso di un vecchio come me?
- Ma che dite Yoichi, non siete vecchio, siete ancora molto affascinante.
- Ti ringrazio figliola, sei sempre molto gentile con me. Vedi Ryo, lei sa come far cadere un uomo ai suoi piedi senza alcun effetto speciale. Dai retta a me è una donna da sposare e non farla attendere oltre. A proposito di nozze, avete deciso la data?
-Ecco papà, in verità …
- Non mi dire che non avete ancora scelto una data? Guarda Ryo che se non ti decidi a sposarla al più presto, ci penso io a rubartela, prima che qualcun altro si accorga del tesoro di ragazza che è  la nostra Kaori. Tesoro, non preoccuparti prima o poi vedrai che riuscirai ad incastrare questo disgraziato.
- Vedete Yoichi, io e Ryo non abbiamo ancora deciso la data perché noi …
- Perché siete giovani e avete voglia di fare le vostre esperienze, soprattutto ora che sei entrata alla scuola di danza, non vuoi rinunciare ai tuoi sogni. È giusto così dovete finire gli studi ed entrare nel mondo del lavoro. Solo che non fatemi aspettare troppo per farmi diventare nonno.

Nessuno dei due in quel momento ha avuto il coraggio di dire altro.
Siamo rimasti sconvolti perché il padre di Ryo ci ha parlato con una luce particolare negli occhi che non ti dà il coraggio di distruggere i suoi sogni.
Credo che lui sappia che non stiamo realmente insieme ma spera che un giorno ….
Guardo l’orologio e cavolo è tardissimo.

- Scusatemi è tardissimo devo andare a lavoro.
- Ma dai non rimani ancora un po’ a far compagnia a un vecchietto come me?
- No, non posso mi dispiace devo scappare o Susan mi ammazza perché faccio tardi, Eriko si lamenta che deve fare gli ultimi ritocchi all’abito di fretta. Oggi c’è pure una festa privata, di un tipo che sborsato molti soldi per riservare l’intero locale, per se e per gli amici.
- Che bisogno c’era scusa, normalmente già il vostro locale è esclusivo e per gente d’elite.
- Lo so, parla con Susan lei difronte ai soldi non sa dire no. Io ora comunque scappo.

Bacio il signor Saeba che non perde occasione per darmi una pacca sul sedere sotto lo sguardo severo del figlio.
Io lo guardo sorridente, perché so che non c’è malizia nel suo gesto, per lui sono come una figlia.
Saluto entrambi e corro a prendere la borsa nella camera di Ryo, quando sto per uscire mi blocca per un braccio.

- Spetta che ti accompagno o vorrai farti quattro isolati di corsa?
- Era la mia idea, comunque accetto volentieri il passaggio.

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Capitolo 11
*** Arrivo al Club ***


In macchina siamo in silenzio non parliamo ed io ne approfitto per ripassare mentalmente la coreografia ma evidentemente mi muovo anche con il corpo perché lui a un certo punto, quando stiamo per svoltare, si ferma ed esasperato prende le mie braccia e le blocca.

- Non ce la facevo più. Statti ferma per un secondo per Dio.
- Ah, scusa.
- Cavolo come sei permissiva. Che hai?
- Niente, sono agitata. Oggi ci saranno anche altri ballerini e sono terrorizzata di sbagliare.
- Ogni tanto dimentico che prima che tu vada in scena sei intrattabile, sei terrorizzata. Poi appena metti piede su quel palco, passa tutto e ti trasformi.
- E tu che ne sai? In tanti anni non sei mai venuto a vedermi, arrivavi sempre alla fine di tutto.
- E chi te lo dice, ero sempre presente quando ballavano Reika e Kasumi.
- Ecco appunto! A me e a Miki non ci hai degnato neanche di uno sguardo.
- A Miki ci ho dato uno sguardo e più di uno anche ma se Umi mi becca, mi fa fuori.
- E fa bene! Senti se vuoi lasciarmi qui, per me va bene tanto è in fondo alla strada il club.
- Non esiste proprio! Ti accompagno fino al club, poi vado a casa tua a prenderti un po’ di cose e passo da mio padre a prendere le chiavi dell’appartamento. L’ho già avvertito prima, solo che doveva cercarle.
- A proposito di tuo padre, perché non provi a parlargli di noi e gli dici chiaramente come stanno le cose?
- Non me la sento, non lo vedevo così felice da quando c’era la mamma. Hai visto i suoi occhi mentre immaginava la nostra famiglia.
- Lo so Ryo, ma dopo sarà ancora peggio, la delusione sarà ancora più brutta. Magari inizia a dirgli che per il momento non si parla di matrimonio e inventa che ci sono problemi tra noi. Tanto da lunedì comunque non mi vedrà più in giro e tu perché non ne approfitti in questo periodo per presentargli quella giusta?
- No, non ci penso neanche. Poi quella giusta non l’ho ancora trovata.
- Presentagli Rose, che in fin dei conti è cotta di te. Mi fa pure pena.
- NON BESTEMMIARE! Non potrò mai presentare Rose a mio padre.
- Allora magari potresti ricominciare a frequentare la mia simpaticona Yuki, è un buon partito e sarebbe un’ottima ragazza da presentare a tuo padre.
- Per carità, l’ultima volta ti voleva far fuori quell’arpia. Ti aveva fatto uno sgambetto con i fiocchi per farti rompere una gamba.
- Dai non l’ha fatto apposta.
- Stai scherzando vero? Certo che l’ha fatto apposta! Stavate in mezzo alla strada attraversando per andare all’audizione per un musical e ti stava facendo sbattere con la testa per terra mentre stava passando un camion. Meno male che c’eravamo Mick ed io e abbiamo evitato il disastro più totale.
- Dai è stato un incidente, non puoi darle tutte le colpe, è anche colpa mia che sono sbadata e comunque è meglio dimenticare il passato. Dovrò conviverci per un anno con lei, per questo ti dicevo di Yuki.
- Cosa? Tu un anno da sola in camera con lei? Vuoi morire avvelenata durante la notte?
- Tranquillo ci sarà un’altra persona in camera con me e in accademia se non vuole giocarsi il posto, è meglio che non faccia sciocchezze. Ora mi fai andare a lavorare che sono in ritardo?
- Non sto tranquillo per niente, quella vi avvelena a tutte e due!
- Non ci avvelena tranquillo, ora, però ripeto devo andare a lavoro e tu entri con me, così ti senti le sfuriate di Susan.
- Va bene.

Finalmente, mette in moto questa dannata macchina e mi accompagna al club.
Entro e non lo riconosco più, è stato completamente trasformato per l’occasione.
Ora non abbiamo solo il palcoscenico a disposizione ma anche “la platea”.
Il pavimento è ricoperto da tappeti, cuscini e il palco è coperto dal sipario, probabilmente stavano preparando la scenografia per la prima coreografia.
Mi avevano detto che questo cliente aveva speso un mucchio di soldi per affittare il locale e richiedere balletti scelti da lui, ma non m’immaginavo fino a questo punto.
Le ragazze mi hanno detto che questo tipo è un mio ammiratore, ha chiesto che la parte principale delle coreografie da lui scelte fossero destinate a me.
Ci ha pagato un coreografo, ha pagato Susan perché potesse richiedere altri ballerini e ballerine e in oltre ha pagato tutte le scenografie del locale e tutto per una sola serata. Credo questo tizio sia proprio matto.
Susan appena mi vede si fionda su di me per farmi la ramanzina ma io la stoppo subito.

- È colpa di Ryo, prenditela con lui.

Così mentre Susan fa la ramanzina a Ryo, corro in camerino a cambiarmi ma sorprese delle sorprese lo trovo super affollato.

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Capitolo 12
*** Chiacchiere in camerino ***


Eriko m’intercetta in quel casino e mi spinge dentro ad una stanza, dove ci sono le altre mie amiche.
Dopo un po’ di chiacchiera inizia la prova costume ed Eriko ha dato il meglio di se. Il primo costume che indosso è un body nero semi trasparente con la pailette sopra e l’attaccatura al collo. Dietro ho tutta la schiena scoperta e termina con il perizoma.
Con quest’abito non posso indossare biancheria intima e questo mi da un po’ di soggezione ma mi devo abituare, spero che nessuno faccia apprezzamenti poco consoni perché quel qualcuno, in caso contrario, si beccherà dietro di tutto e di più.
In vita alternerò due gonne di piume, una bianca e una nera che saranno la coda del mio body.
Mi guardo allo specchio e sono bellissima, l’abito è bellissimo ed Eriko non poteva far meglio si è superata se stessa.
Infondo questo club e un po’ come il moulin rouge, tutti vengono a vedere la cortigiana, la prima ballerina del moulin rouge.
Sarebbe bello poter essere a quei livelli, ma questa sera ce la metterò tutta come la prima sera e tenterò di non sbagliare.
La prima sera mi ricordo che fu un disastro, non ero pronta ero agitata.
Era iniziato tutto perché Reika e Miki quella sera erano a letto con l’influenza e Kasumi aveva chiesto il permesso di arrivare un po’ più tardi per motivi personali.
La gente era in sala e chiedeva delle ballerine, Susan sapendo che ballavo mi chiese di sostituire le ragazze e così feci. Con la paura in corpo misi piede su quel palco.
All’inizio ero impaurita e non sapevo che fare, volevo scimmiottare le ragazze ma il pubblico se ne accorse. Erano distratti e io mi arrampicavo sugli specchi. Alla fine riuscii a trovare la grinta e ballando “a modo mio” riuscii anche a catturare la loro attenzione.
Però la paura che provavo quel giorno è la stessa che provo oggi.
Mi guardo allo specchio indossando il secondo abito di scena, una gonna gitana bianca con sottogonna dello stesso colore.
Eriko ha avuto l’abilità di crearla in modo tale che il sopragonna si stacchi dal sottogonna e io possa rimanere solo con il velo della sottogonna.
Meno male che mi sono fatta la cera l’altro ieri, perché in questo caso non avrò le calze nere coprenti, come nel caso del moulin rouge, sarò a piedi nudi.
Sopra indosso un top, bianco anch’esso, stile gitano. Ha le maniche a sbuffo e si ferma sotto il seno. Mi guardo riflessa nella luce del camerino e oddio, si vede tutto. Speriamo in bene, sotto avrò un pantaloncino a coulotte bianco che salverà il salvabile.

Io ballo, non faccio spogliarelli erotici. Per quello ci pensa Rosemary è più adatta lei. Io ballo e gioco al vedo e non vedo perché mi diverto, mi piace ma finisce lì, fuori dal palco torno ad essere me stessa.
Per me valgono solo due regole sul palco:
1) Essere sensuali ma non volgari e quindi niente cose porno o da bordello.
2) Guardare e non toccare, la gente guarda mentre ballo, ma non mi dovrà mai sfiorare con un dito. Non sono una puttana che va a letto con il cliente dopo aver ballato, io sono una ballerina e finito il mio spettacolo sugarboy tornerà a essere Kaori Makimura.
Più lo guardo e trovo quest’abito è bellissimo e abbinato con i giusti gioielli, tipo cinture con monete e bracciali tintinnanti, farà un bell’effetto.
L’ultimo abito è ancora più bello. È per la danza del ventre, la gonna nera è a un velo di chiffon con due spacchi laterali decorata e bordata con applicazioni di paillettes e perline di colore oro-argento.
Il top è un reggiseno nero ha delle paillettes, argentate, cucite nella stoffa. È semplice ma bello, come piace a me.
Il velo con cui giocherò per tutto il tempo è color dell’oro e richiamerà le cavigliere e la cintura con i campanelli che metterò in vita e alle caviglie.
Questa volta niente streap, già devo rimanere in coulotte alla fine di Notre Dame de Paris.
Speriamo che non mi vengano durante lo spettacolo che sarei fregata al massimo, soprattutto perché il costume per il moulin rouge è da indossare senza biancheria.
Mentre sono sovrappensiero, entra Umichan. Oggi è venuto a darci una mano da guardia del corpo e sono felice che ci sia lui a proteggermi. Il mio gigante buono, come lo chiamo io, è un tenerone innamorato cotto della sua Miki e non esiste altra donna all’infuori di lei. Chi lo vede la prima volta ha una brutta impressione su di lui, si fa scoraggiare dal suo aspetto da gigante, dalla sua aria autoritaria essendo un ex militare. Dopo l’undici settembre è dovuto partire ed è tornato congedato a causa della sua cecità.
Una scheggia di granata gli ha colpito gli occhi e da quel momento vede male e per questo porta sempre gli occhiali. Come ho detto prima sembra un gigante, perché è alto e con delle spalle ben piazzate, sembra un armadio, ma ha un cuore d’oro. Basta solo conoscerlo bene e capire che il mio gigante buono può essere un vero amico.
Ci viene a fare gli in bocca al lupo e mi sussurra di stare calma che ci sarà lui a proteggermi.  Io l’abbraccio e lui diventa tutto rosso, sembra che tra poco inizierà a fumare dalla testa. Certe volte quest’uomo è proprio buffo sembra un fumetto, ma tutti i miei uomini più cari nelle loro particolarità sembrano dei cartoni animati.
Mentre Umi rimane in trans, rosso come un peperone, arriva Mick alle spalle che fa il verso del gatto e lui salta e trema come una foglia dalla paura.
Tutti noi ridiamo come matti, dietro a Mick appare Ryo e anche lui si sganascia dalle risate.
Poi improvvisamente cambia espressione e noto un rigonfiamento nelle parti basse.
Dopo due secondi lo vedo già in volo verso Miki che è entrata fasciata in un pantalone con voile sulla parte inferiore del pantalone a partire dal ginocchio, color del cielo. Il top è un reggiseno celeste, con diamantini e perle celesti. Le perle sono state cucite come una collana alle spalline e scendono, in tre fili, fino a toccarle la pancia.
La cintura è fatta anch’essa con queste perle celesti che pendono, ai piedi ha delle cavigliere con delle monetine e in più ha il chador a coprirle il viso, è bellissima sembra una vera odalisca.
Ci credo io, che a Ryo gli venga duro vedendo Miki ed è altrettanto normale che salti addosso a una bellezza come lei, vorrei essere anch’io come lei ha un fisico invidiabile.
Non è come me, non è grassa come me e in quanto a grassezza Eriko me lo fa notare mentre tenta di chiudermi la gonna.

- Kaori, sei ingrassata, non è che sei incinta? Ieri ti andava bene questa gonna.

A quel punto riflesso nello specchio, vedo Umi che punta una pistola alla tempia di Ryo, come a dire tocca la mia donna e sei finito e Ryo fermo a mezz’aria che mi fissa inebetito. Non riesco a capire se si è fermato per la pistola o perché Eriko mi ha chiesto se ero incinta.
Il suo viso è impallidito all’improvviso e mi guarda senza fiatare, sembra che non respiri neanche.

- Eriko, non bestemmiare sai meglio di tutti che non posso esserlo. Anzi le mura di questa stanza possono parlare per me, lo sanno anche loro che da quando è partito Raji, quel ragazzo indiano conosciuto in disco, sto a zero a livello di sesso. È più di un mese che vado in bianco.

Nello specchio vedo Ryo sbiancare leggermente, già lui non sapeva di Raji è l’unica cosa che non gli ho detto.
Il fatto è che Raji gli stava simpatico, erano diventati amici e se gli dicevo che lo frequentavo avrebbe cominciato a odiarlo come ha odiato tutti i miei ragazzi. Lui crede che da quando mi sono lasciata con Carl non abbia più avuto storie e in parte è così. Con Raji è nato tutto così all’improvviso, ci siamo ritrovati una sera a letto non sapendo neanche come. Eravamo usciti a bere qualcosa e al ritorno eravamo già a letto. Stavamo bene e non volevamo intaccare questa situazione. Sapevamo bene che era a scadenza questo rapporto. Non avremmo mai avuto futuro ed io non lo volevo. Stavo bene così!
Eriko mi distoglie dai miei pensieri e vedo Ryo riprendere man mano colore e ricomincia a respirare.

- Allora sei ingrassata, avrai mangiato troppo tra ieri e oggi.

Io non riesco neanche ad aprire bocca che Ryo interviene.

- Troppo?? Eriko ma sei impazzita?? È da due giorni che va avanti a frutta e acqua. Questa mattina per poco non sveniva e la sto rincorrendo per farla mangiare. La devo supplicare. L’ho portata da mio padre e alla fine, solo grazie a lui, è riuscita a mangiare qualcosa.

Prima che Eriko e Ryo si attacchino entro in gioco io a tranquillizzare gli animi.

- Tranquilla Eriko domani tornerò come prima, mi devono venire e sono gonfia. Se riesci ad allargare un po’ la gonna per farla chiudere, bene, altrimenti possiamo usare un elastico.
Passiamo l’elastico nell’asola e attorno al bottone in modo tale che si chiuda senza stringere.
- Tranquilla, ci lascio sempre quei due tre centimetri di “gioco” per casi come questi, ti sposto il bottone e cerca di non mangiare troppe schifezze o diventerai una balena. Continua a mangiare insalate, frutta e qualche proteina del tipo carne bianca alla brace senz’olio e con poco sale.
- Ecco chi è che le dice di non mangiare. Eriko devi smetterla di dire cazzate, Kaori sta bene così. Se tu che ti sei fissata che debba diventare una modella anoressica.

Questa volta a parlare è stato Mick, anche lui preoccupato per la mia salute, ma intervengo io a placare gli animi non voglio che litighino, sono i miei migliori amici.

- Ryo, Mick, non sverrò  state tranquilli e la dieta consigliatami da Eriko è anche quella che mi ha dato Doc, quindi va bene. Non ha detto niente di male solo di mangiare proteine cotte senz’olio e che dovrei mangiare più frutta e verdure, invece delle squisite torte di Miki. Ma sapete tutti che sono una golosastra di prima categoria e che davanti ai dolci di Miki e al pane con la cannella non resisto.
Ora Mick ci hai portato la scaletta così mi preparo?
- Certo, allora iniziate con il pezzo gitano, poi il mondo arabo e per finire benvenuti al moulin rouge.
- Quanto tempo abbiamo tra un pezzo e un altro per cambiarci?
- Circa un quarto d’ora, il tempo che mangino e bevano.
- Ok, allora fuori tutti che ci dobbiamo cambiare.

In venti minuti siamo tutte vestite e truccate, l’unica che deve finire di prepararsi è la sottoscritta.
Eriko ha voluto vedere fino allo sfinimento ogni particolare del vestito e alla fine ha deciso di farmi vestire.
Miki mi ha voluto truccare mentre Reika mi ha legato i capelli in uno chignon.
Ryo entra e mi porta il cambio d’abito, quando sono già truccata e manca solo il tocco finale. Le lentine azzurre per avere gli occhi tra l’azzurro e il verde, e infine indosserà una parrucca bionda. Per i primi pezzi i capelli saranno stirati poi per il pezzo finale saranno a boccoli.
Sistemo tutto e Ryo vedendomi a risultato finito, rimane di stucco.

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