THE BLACK PARADE is ALIVE

di Heven Elphas
(/viewuser.php?uid=16370)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue: THE END ***
Capitolo 2: *** Chapter I : Dead! ***
Capitolo 3: *** Chapter II : This Is How I Disappear ***
Capitolo 4: *** Chapter III: The Sharpest Lives ***
Capitolo 5: *** Chapter IV: Welcome To The Black Parade ***



Capitolo 1
*** Prologue: THE END ***


THE BLACK PARADE IS ALIVE

THE BLACK PARADE IS  ALIVE

 

 

 

 

Prologue :   The END

 

 

Era una giornata come tante altre, una di quelle normali in cui il tour procedeva al massimo, facendo volare il tempo e tenendo occupati tutti quanti. Era una giornata come tante altre, ma non per Frank, che quel giorno compiva venticinque anni ed era più agitato del solito…

Di certo i membri del gruppo gli avrebbero fatto un regalo ciascuno, pensò, e con tutta probabilità Gerard lo avrebbe preso in giro per la sua età. Era il più piccolo del gruppo –in ogni senso- ma ormai non era più un ragazzino. Avrebbe di certo risposto con le rime a quell’anziano di un leader.

Ed eccolo lì, Gerard… Frank lo osservava uscire dal bagno e passarsi un asciugamano sul viso, mischiando il cerone bianco all’ombretto nero così da sembrare uno spazzacamino. Era ridicolo, con quei capelli bianchi sudati che parevano inesistenti e tutta la faccia sporca. Guardandolo il chitarrista ridacchiò tra sé, prima di avvicinarsi ed appoggiargli una mano sulla spalla con nonchalance.

 

-Bel concerto, eh? Sono stati tutti carini a cantarmi la canzone del buon compleanno.-

 

Dicendolo gli sembrò sentire l’eco delle migliaia di voci che s’innalzavano in quel coro così banale, eppure così elettrizzante. Il cantante sospirò, svoltando l’angolo verso il camerino, prima di sfilarsi dalla presa insistente del suo amico.

 

-Sì, davvero tanto carini, Frank… Mi è venuta voglia di abbracciarli tutti uno per uno.-

 

Nella voce di Gerard c’era tutt’altro che dolcezza, tutto era infatti inasprito da quel tono fin troppo sarcastico che spesso lo caratterizzava. E ciò a volte faceva vagamente arrabbiare gli altri, ma Frank ormai ci aveva fatto il callo e fece finta di ignorarlo.

Insieme arrivarono nel camerino, seguiti da Mikey che si catapultò direttamente alla moka per versarsi del buon caffè. Mugolò qualche frase alla tazza, prima di affondarsi nel divano accanto al fratello. Pure Ray e Bob apparirono nella saletta, chiacchierando di qualche argomento agli altri sconosciuto.

Ma a Frank non importava nulla di quello che stava accadendo intorno a lui, di sicuro poco dopo sarebbe arrivata la festa a sorpresa e di conseguenza i regali. Quello schizofrenico di uno Way poteva continuare con le sue affermazioni acide, suo fratello minore poteva amoreggiare con il caffè e l’altro chitarrista poteva discutere con il batterista del cup-cake più grosso del mondo… A lui non interessava quanto tutti loro cercassero di fingere, sapeva benissimo che faceva tutto parte del piano.

 

“Fanno i finti tonti e poi tirano fuori un’enorme torta col mio nome scritto sopra.”

 

Nel pensarlo il giovane chitarrista annuì con sicurezza, scrutando una per una le espressioni dei suoi compagni. Non trovò però nessuna falla che facesse intravedere l’euforia per l’immintente festa.

Ognuno di loro sembrava infatti concentrato su pensieri tutt’altro che piacevoli. Bob lo guardava in modo troppo serio, nascosto dietro le mani che teneva appoggiate alla bocca, mentre Ray aveva perso tutta l’aria svagata che aveva un minuto prima.

Mikey non aveva bevuto nemmeno un sorso di quel caffè che tanto aveva agognato durante l’esibizione sul palco. Poi c’era Gerard… Gerard che si stava osservando in uno specchietto, strofinandosi il viso con una salviettina struccante. Sul suo volto, poi, quell’espressione piatta.

 

-Ragazzi… La finite di prendermi in giro o…?-

 

Domandandolo Frank si sporse un poco verso l’amico, che aveva appena finito di struccarsi ed ora era di nuovo candido come un ragazzino. Si voltarono tutti ad osservare quest’ultimo, come se la domanda fosse incomprensibile, come se quel linguaggio a loro non fosse chiaro e cercassero dal leader una traduzione.

Il cantante si alzò in piedi, lasciando cadere la salviettina sul pavimento e voltandosi poi verso il più piccolo del gruppo. C’era qualcosa di strano in lui, qualcosa che durante il concerto non storpiava il suo bel sorriso. Ed Iero avrebbe notato ogni minimo cambiamento di Gerard, persino se si fosse trattato di una piccola ruga d’espressione in più.

 

-Gee…?-

 

Il suo fu più che un sussurro, ma la sua voce venne sovrastata dall’aprirsi della porta. Frank alzò lo sguardo per vedere chi fosse entrato e davanti a lui apparve il suo riflesso… Era impossibile. Un’uomo con le sue stesse sembianze lo stava fissando con uno sguardo avverso.

 

-L’avete preso voi?-

 

Sghignazzò l’altro Frank, che si avvicinava all’originale a grandi e minacciosi passi. In un attimo tutto sembrò diventare un incubo dai contorni neri, in cui ogni cosa prendeva una sfumatura spaventosa.

I suoi amici ora l’adocchiavano come se fosse una preda e loro un branco di predatori pronti a sfamarsi. Si avvicinavano cauti, con intenzioni tutt’altro che buone.

E il chitarrista era nel mezzo di questo brutto sogno, senza capire che cosa stesse accadendo. Forse doveva svegliarsi… E doveva farlo in fretta, prima che tutto diventasse ancora più pauroso.

 

-Devo svegliarmi.. Cazzo, perché non mi sveglio?!-

 

Lo urlò, preso dal panico. Di solito quando era messo alle strette nei sogni, si svegliava di soprassalto e si ritrovava tra le coperte di un letto in qualche stanza d’albergo. Ma questa volta qualcosa più grande di lui sembrava tenerlo ancorato a quell’incubo.

L’ultimo entrato nella stanza era ormai a pochi centimetri di distanza da lui e sorrideva malevolo, respirandogli addosso come se fosse reale. Nel vederlo da vicino si accorse che qualcosa non andava in lui… Affatto. Perché la pelle sembrava putrefarsi a vista d’occhio, quasi come se anni e anni di infezione avessero mandato in cancrena il suo viso. E un orrendo fetore di marcio si sparse tutt’intorno. Troppo reale…

Le dita di quel suo doppione deteriorato, arrivarono addirittura a stringergli il collo… E premevano forte. Troppo forte per essere davvero parte di un sogno.

Frank cercò di svincolarsi, ma le forze gli vennero presto a mancare e ci volle davvero poco perché finisse steso sul tappeto. Le figure nella sua visuale si fecero sfocate, ma capì che i suoi compagni di gruppo e l’uomo simile a lui lo stavano accerchiando.

 

-Non stai dormendo, Frank… Non dormirai mai più, d’ora in avanti.-

 

La voce di Gerard riempì la stanza, come se fosse stata sparata da degli enormi amplificatori posti accanto alle orecchie di Iero. Nel folle tentativo di provare a se stesso che quella non fosse la realtà, allungò la mano verso lo stivale di qualcuno in piedi davanti a lui. Riuscì a sfiorarlo subito prima di sentirsi risucchiare verso il basso, come se sotto di lui si fosse creato un vortice, provando così ad aggrapparcisi con tutte le forze.

Cercare di stare ancorato a quel piede fu vano, le dita scivolarono sulla pelle liscia dello stivale e venne come risucchiato dal tappeto. Nel cadere verso il basso provò a focalizzare le sagome che l’osservavano dalla cima del pozzo nero in cui quella forza estranea lo stava trascinando…

Non sapeva se fosse vero o no, ma gli parve che Gerard stesse piangendo disperatamente e cercasse di afferrargli la mano. Quest’ultimo venne però trattenuto da qualcuno che, forse, sogghignò… Tuttavia di una cosa Frank fu sicuro: a parlare per ultimo fu l’altro se stesso. E non c’erano dubbi su ciò che avesse detto…

 

-I morti non dormono mai.-

 

E non sentì né vide nient’altro da quel momento in poi. Percepì solo la sua caduta nell’oscuro baratro, mentre con tutte le forze tentava di gridare in cerca d’aiuto… Ma pure la sua voce sembrava essere stata cancellata da quel nulla che lo circondava.

Gli rimaneva solo il pensiero… Il pensiero ricorrente ed insistente che, a questo punto, le speranze che si trattasse di un incubo erano flebili e quasi inesistenti.

Il pensiero certo che ormai quella fosse inequivocabilmente la Fine.

 

 

 

 

 

 

 

--------------------

 

Ciao a tutti!!!!

Ed eccomi qua con una nuova fiction sui My Chem… Mi ero ripromessa di non iniziarne di nuove, ma siccome siamo vicini ad Halloween non potevonon  dare il mio contributo a questa magnifica festa!

E poi è un ottimo motivo per festeggiare Ieroween e i 28 anni di Frankie!! XD

Questo è solo il prologo e s’intitola proprio come la prima canzone della Black Parade, The End. Che come si sa è il prologo che antecede l’arrivo nella parata! U__U

La storia è un horror, più o meno… E mi sono destreggiata abilmente nello scrivere in terza persona, cosa che prima d’ora non ho mai fatto. Ma in una storia simile mi sembra il modo migliore per stenderla…

Spero allora che sia di vostro gradimento, che possiate apprezzare questa trama non ancora ben delineata in questo primo assaggio!

Vi avviso che non sarà infinita, ma anzi la svilupperò in un numero limitato di capitoli!

 

Mi auguro che mi facciate sapere la vostra opinione e lasciate qualche commento, cosa che gradisco sempre e mi aiuta a dare il massimo!!!

Alla prossima… E sarà molto presto! Promesso…

 

PS per la mia mini-Frank, questa è per te che sei la mia lettrice più importante!

 

XOXO

Miky

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chapter I : Dead! ***


THE BLACK PARADE IS ALIVE

THE BLACK PARADE IS  ALIVE

 

 

 

 

Chapter I :   dead!

 

 

Silenzio… C’era solo silenzio da un bel po’. Potevano essere ore o minuti, ma Frank era certo che fosse comunque passato troppo tempo. Era impossibile misurarlo in qualche modo, dato che intorno a lui c’era buio…

Strizzò le palpebre per la centesima volta, ormai per nulla convinto che potesse davvero risvegliarsi a casa. Restava sempre lì, steso su un terreno duro ed irregolare, nell’attesa di un minimo segno di Vita…

O perlomeno un segno di Morte, pensò sorridendo amaramente per il fatto di aver concepito un’idea degna di Gerard.

La sola immagine del suo amico che allungava la mano verso di lui, gli venne alla mente facendogli stringere il petto in una morsa insopportabile. Eppure non poteva essere il vero Gerard Way… Non avrebbe mai potuto gettarlo in quelle viscere buie e sostituirlo con un falso Frank.

O forse stavano tutti aspettando di sbarazzarsi di lui ormai da anni? No, non poteva essere affatto così…

Sospirò, serrando gli occhi per l’ultima volta. Pregò qualsiasi Dio che lo stesse ascoltando di tirarlo fuori da lì e riportarlo alla sua vita… Sperò di ritrovare i suoi amici pronti a sorridergli e dirgli che era tutto uno scherzo.

 

“Che almeno accendano la luce e mi dicano ‘buon compleanno’, per favore…”

 

Esitò ancora un attimo, tremando per la disperazione che ormai gli scorreva nelle vene. Era però certo che quando avrebbe riaperto gli occhi, nulla sarebbe cambiato… Ci sarebbero stati solo oscurità e silenzio. E così fu, in effetti…

Singhiozzò prima di tirarsi su a carponi ed aguzzare la vista per poter scorgere anche solo uno spiraglio di luce. Sembrava però che tutto fosse stato inghiottito dalle tenebre e che lui fosse l’unica forma di Vita nel giro di chilometri. Anche se vivo forse non lo era… Il cuore che prima batteva nel suo petto pareva proprio non esserci più. Ed era un dato di fatto che tutto ciò non fosse un incubo…

Del fatto che fosse morto, adesso ne era consapevole e rassegnato.

Non poteva tuttavia credere che l’Aldilà fosse solo un’universo infinito d’ombra e mutismo. Era certo che ogni religione esistente promettesse l’arrivo in un luogo in cui tutte le anime si sarebbero ritrovate. Ebbene, dove erano tutte gli altri defunti? Si domandò, alzandosi in piedi ed iniziando a camminare su quello che sembrava un ciottolato.

Avanzò a tentoni senza vedere a un palmo dal suo naso, cominciando a temere che avrebbe dovuto avanzare per tutta l’eternità. Gemette per la paura, un solo attimo prima di andare a sbattere contro una gelida e dura superficie.

 

-Ma che diavolo…?!-

 

Urlandolo, Frank iniziò a tastare quella fredda parete che si era ritrovato davanti. L’Aldilà era quindi delimitato? Seguì il perimetro per qualche metro, prima di trovarsi contro un secondo muro con cui il primo formava un angolo.

Una scatola? Si chiese a quel punto, prima di strisciarsi contro tutta la parete perimetrale e confermare la sua supposizione. Si trovava in una scatola nera!

Preso da una foga inspiegabile iniziò a tirare spallate al muro, con la speranza di buttarlo giù e riscoprirsi ancora al mondo. Si dimenticò persino che il battito del suo cuore era cessato… Non si accorse nemmeno che non provava affatto dolore. La priorità assoluta era uscire da lì.

Ma i tentativi furono vani poiché, per quanto si sforzasse, la parete rimaneva intatta davanti a lui. Provò a scavare con le unghie, tentò addirittura di arrampicarsi, ma la superficie era troppo liscia. Non ci volle molto perché perdesse il fervore e si lasciasse scivolare a terra in preda alla desolazione.

Non sarebbe mai riuscito ad uscire da lì, pensò, non c’era modo di aprirsi un varco o abbattere l’intero muro.

Era rovinato…

Si portò le ginocchia al petto, piegandosi su se stesso ed iniziando a piangere. Se solo ne fosse stato in grado, perché le lacrime si erano prosciugate proprio come il sangue che il suo cuore una volta pompava. Ciò lo afflisse ulteriormente…

Poi, quando tutto sembrava perduto, un tonfo sordo gli arrvò alle spalle facendolo sobbalzare. Era il primo rumore che avvertiva da quando era arrivato in quel luogo. E ce ne furono altri a seguire, un ripetersi di colpi contro la parete.

Si voltò di scatto ed iniziò a battere i pugni per farsi sentire dall’altra parte, quando qualcosa di tagliente trapassò il muro sfiorando di poco il naso di Frank. Quest’ultimo cadde all’indietro per lo spavento, ma allo stesso tempo il sollievo s’impossessava di lui mentre la luce filtrava da quel piccolo squarcio.

 

-Stai lontano dalla parete o rischi di doverti ricucire un arto.-

 

Una voce si fece sentire forte, prima che altre stangate colpissero il muro fino ad aprirci un buco abbastanza grande per far uscire Frank. Indugiò qualche istante, fissando quella luce grigiastra che invadeva la sua scatola, poi invitato dalla libertà decise di andare fuori da lì.

Ciò che lo aspettava era uno sconfortante paesaggio grigio, devastato dall’aridità e privo di vegetazione. Una landa desolata al cui orizzonte s’intravedeva una sorta di città dai contorni aguzzi.

Fu solo una sensazione sfuggevole, ma a Frank sembrò di esserci già stato.

 

-Sì, quando arrivano qui fanno tutti quella faccia…-

 

Squittì qualcuno che fece abbassare lo sguardo allo scoraggiato protagonista. Davanti a lui c’era un essere molto basso nascosto da un mantello, ma non ci volle molto per accorgersi della coda che gli spuntava dall’orlo. Anche le due orecchie a punta che sformavano il cappuccio non si potevano di certo ignorare…

Era un… Gatto!

Non ci furono dubbi nel momento in cui questo alzò il muso. Era quasi un normale animale, se non fosse per le due enormi cavità oculari prive di bulbi e l’assenza quasi completa di pelo. Sì, era strano pure che camminasse su due zampe e parlasse, a pensarci bene…

 

-Cosa…? Chi…? Un gatto…?-

 

Le cose che Frank voleva domandare erano troppe, così riuscì solo a balbettare parole a caso. Il gatto lo guardò –o almeno avrebbe dovuto farlo, se avesse avuto degli occhi- per poi produrre un lungo miagolio divertito. Doveva proprio essere allegra quella situazione, per farlo ridere in quel modo… Eppure il chitarrista non ci vedeva nulla di comico nell’essere morto e nel non riuscire a domandare come ciò fosse successo.

Fu qualcun altro a rispondere alle sue domande senza che lui le esplicasse ad alta voce. Era una voce che conosceva benissimo, ma pensava che non avrebbe mai più sentito.

 

-Ti hanno ucciso e sostituito, allora…-

 

Frank si girò di scatto -cosa che se fosse stato vivo gli avrebbe provocato uno strappo al collo- e lo vide. Gerard lo guardava cupo dalla roccia su cui era seduto, cingendo fra le mani l’ascia con cui era stata aperta la scatola. Osservò l’amico inciampare nel mantello da cui era coperto nel tentativo di rialzarsi, riconoscendo le strane imprecazioni proferite come conferma che quello fosse l’originale.

Non poteva crederci… Gerard era morto!

Il cantante lo raggiunse in pochi passi e si fermò a qualche centimetro da lui per osservarlo bene. Sembrava che cercasse un segno sul suo volto, come se ci fosse scritta una cosa davvero importante. Infatti poco dopo fece un piccolo sorriso, che si trasformò immediatamente in una smorfia lugubre.

Iero era però troppo felice di aver trovato il compagno, così sembrò non notare la terribile aura mesta che era calata attorno a loro.

 

-Sei qui pure tu! Oddio… Credevo di essere l’unico! Credevo che voi mi aveste ucciso. Ma sapevo che tu non potevi farlo! Tu no… Fino a mezz’ora prima del concerto mi sorridevi e poi, finito quello, qualche cosa non andava e…-

 

Qualcosa che stravolse il volto di Way, bloccò l’agitato monologo e costrinse Frank a domandarsi cosa mai avesse detto. Lo strano animale vicino a loro drizzò le orecchie in modo da udire bene ciò che stava per venir detto, ma Gerard esitò ancora per una manciata di secondi.

 

-Io non c’ero al concerto.-

 

L’affermazione fendette l’aria, colpendo in pieno il chitarrista che rimase a fissare l’espressione imperturbabile dell’amico. Di nuovo quell’espressione accigliata che giurava di non aver visto per tanto tempo…

Poi ecco che Gerard si abbassò il cappuccio che gli copriva la testa, lasciando il giovane chitarrista a bocca aperta. I suoi capelli erano abbastanza lunghi e… Neri.

 

-Gee. Cosa…?-

 

-Io sono morto da quasi un mese Frank.-

 

 

 

 

 

 

 

 

--------------------

 

Di nuovo qui con il secondo capitolo di questa mini-long-fic dedicata ad Ieroween!

Beh, sì… Far morire il festeggiato non è proprio da considerarsi un buon augurio… O__O Mi scuso profondamente con Frank! XD

Cooomunque il nostro protagonista si è risvegliato nel mondo dei morti, dentro una scatola nera aperta poi da un gatto scheletrico…

Questo gatto non l’ho inventato io, ma è in fila nella Black Parade, sulla copertina del booklet, davanti ad un maiale. Quindi ho deciso di usarlo nella storia… Per quanto rigiuarda la scatola nera è un po’ ispirata alla camera del Paziene nel video di Welcome to the Black Parade, dato che quando le mura crollano lui si ritrova nell’Aldilà!

 

Nel frattempo è arrivato pure Gerard! Pare l’originale… E pare pure sia morto da un mese! O__O Quindi quello nel mondo reale sta a voi seguire per scoprire chi fosse!!! XD

 

Ho comunque voluto descrivere un’Oltretomba che non interferisse con le varie religioni, dato che io di mio sono mezza atea e non volevo offendere nessuno! U__U

 

Vediamo… Volevo ringraziare per i commenti, come sempre! XD

 

Friem: Purtroppo per Frank questo non è un sogno ma la realtà!! XD Ma per sua fortuna almeno ha incontrato Gee…Spero che continuerai a seguirla nei prossimi pochi capitoli!!! Ciao ciao!!

 

LeSereRomancer: Grazie per i complimenti! <3 Più che horror questa storia sta andando  sul comico piano piano, tra gatti parlanti e Gerard che s’inciampa nel mantello.. =__= Mi auguro comunque che ti sia piaciuto pure questo capitolo! Bye…

 

Sunsetdream: Eccoti accontentata, l’ho continuata presto ed è arrivato pure Gerard! Ma quello originale!!!! Ora mi farai sapere se continua a piacerti! Ciao ciao…

 

 

XOXO

Miky

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chapter II : This Is How I Disappear ***


THE BLACK PARADE IS ALIVE

THE BLACK PARADE IS  ALIVE

 

 

 

 

Chapter II :   this is how i disappear

 

 

Frank era seduto su una roccia con la testa stretta fra le mani, come se questa avesse potuto staccarsi da un momento all’altro. Non sentiva dolore e neppure gli veniva da piangere, morto com’era, ma era un’abitudine mettersi in quella posizione quando la vita sembrava andare storta. Certo, di vita ormai non si poteva più parlare… Allora diciamo che era la Morte ad andare storta, sogghignò osservando la persona che stava immobile davanti a lui.

Gerard lo fissava con gli occhi grigiastri perfettamente abbinati al paesaggio circostante, continuando a sospirare dei propri pensieri. Da quando aveva rivelato di essere nell’Aldilà ormai da quasi trenta giorni, non si era più mosso né pronunciato.

 

“Forse è arrabbiato a causa della mia sbadataggine infinita…”

 

Pensò Frank, preso da un senso di colpa che sembrava ucciderlo per la seconda volta. Non si era mai reso conto che il suo amico fosse morto da tanto tempo. Non aveva appreso che stesse convivendo con uno sconosciuto… Com’era possibile che ciò gli fosse sfuggito…?

Singhiozzò afflitto nel pensare a quante ore aveva speso ridendo, litigando e suonando con un falso Gerard… Volendo bene ad uno squallido sostituto.

Nessuno, al di fuori di quella band di falsi, si era accorto di quello scambio?

 

-Com’è potuto accadere, Gee? Quel tuo sosia… Io non mi sono accorto che non eri tu.-

 

Il chitarrista ruppe il silenzio, facendo sussultare appena il gatto scheletrico che si era seduto in cima alla scatola. Il cantante rimase invece impassibile e non spostò lo sguardo nemmeno di un millimetro finchè, non riuscendo più a trattenersi, il suo viso si sformò in un’espressione addolorata.

Era strano vedere quel volto, coperto ancora da ciuffi neri, lasciarsi sciupare dalla costernazione per l’ennesima volta. Frank non era sicuro di ricordarselo così bene, eppure guardando il Gerard originale si rese conto di quanto le lacrime del sostituto fossero meno vere delle sue –anche se queste erano ovviamente inconsistenti-.

Non riuscendo a reggere davanti a tale disperazione si avvicinò e tese la mano verso la spalla dell’amico, che si scostò immediatamente per evitare di essere toccato. Il più giovane dei due certo non si offese, conoscendo quanto a volte l’altro fosse orgoglioso. Nemmeno la Morte aveva potuto cambiare Gerard Way e il suo inconcepibile comportamento… Questo almeno era divertente, riflettè sorridendo avvilito.

 

-Era proprio uguale a te… L’hai incontrato prima di finire qui?-

 

Appena Iero lo domandò, il cantante scrollò le spalle colto da un brivido improvviso. Scostò lo sguardo verso la città all’orizzonte e sembrò perdersi in qualche pensiero troppo complicato per essere esposto ad alta voce.

Forse il momento della sua Morte era stato spiacevole quanto la sua, pensò il chitarrista, o forse anche peggio dato che Gerard soleva vedere tutto in modo catastrofico.

 

-L’ho incontrato… Già, hai ragione. Pure io mi sarei fatto fregare da lui, da tanto mi somiglia.-

 

Sghignazzò ironicamente Way passandosi una mano fra i capelli, spostandoseli davanti volto con l’intento di nascondersi. Eppure non riuscì a celare il fatto che stesse ancora fissando l’orizzonte come se volesse scappare fin là. Frank fece finta di non notarlo sapendo bene che, anche se avesse domandato perché il suo sguardo vagasse, lui non avrebbe risposto.

Forse c’era qualcosa in cui la copia non assomigliava all’originale… In quel mese di parole non dette non ce n’erano proprio state. Il chitarrista aveva notato questo cambiamento, ma aveva solo pensato che finalmente qualcosa era cambiato in Gerard. Non certo che fosse stato scambiato lo stesso Gerard.

 

-È stato lui a mandarti qui…?-

 

La domanda venne spontanea, anche se forse era retorica dato che non c’erano dubbi in capitolo. Se non era stato il sostituto, allora chi lo aveva ucciso? A Frank era appunto capitato di essere fatto fuori dal proprio sosia, per quanto ciò fosse paradossale. Il Gerard con cui era stato nell’ultimo mese era quindi un assassino… L’assassino di quel Gerard che per anni gli aveva fatto compagnia ogni giorno.

 

-Più o meno sì… Tu sei stato ucciso da Rioth, scommetto. Il tuo “gemello cattivo”. Simpatico…-

 

Di nuovo alla frase seguì una risatina funerea a cui Iero non diede tanto peso, sconvolto com’era dalla rivelazione dell’amico. Se sapeva il nome dell’altro Frank doveva averlo conosciuto molto meglio di quanto lo avesse fatto lui, che lo aveva solo intravisto prima di morire.

 

-Simpatico…?-

 

-Un morto che anela la Vita e l’Amore non puo’ essere altro che divertente, Frank. Mi faceva morire dal ridere quando mi raccontava di come sarebbe andato nel mondo dei vivi.-

 

Frank non riusciva a seguire il discorso, non essendo capace di trovare un senso a ciò che gli era stato detto. Morti che desideravano vivere? Gerard Way che rideva della morte con tutto il suo sarcasmo non era una novità, ma un defunto che voleva vivere era sconvolgente.

 

-Cioè, era impossibile che riuscisse a prendersi la vita, honey… I morti non possono diventare vivi senza un patto! Non ci credevo quando mi diceva che lui ce l’avrebbe fatta a raggiungere Evyl.-

 

Le parole del cantante esplodevano nell’aria come tante mine che Iero stava calpestando nel provare a seguirlo nel dialogo. Non sapeva bene che cosa l’aveva portato a morire ma, al contrario di lui, Way sembrava sapere ogni minimo particolare quasi avesse seguito tutte le puntate di un reality. Il reality show dell’Ars Moriendi, probabilmente… E la prima puntata in cui Frank era apparso era in onda quello stesso giorno. L’episodio della sua Morte e del passaggio a miglior vita.

 

-Gee… Che cosa stai blaterando?-

 

Chiese a questo punto l’ultimo approdato all’altro mondo, confuso com’era da ragionamenti che non stavano –letteralmente- né in Cielo né in Terra. Gerard sbattè le palpebre un paio di volte, prima che quel ghigno sbieco venisse sostituito di nuovo da un’espressione sconfortata. Con tutta probabilità si rese conto che in quella situazione non c’era nulla di spassoso come voleva far sembrare.

Eppure Frank sapeva benissimo che, anche se rideva così di un contesto alquanto macabro, in fondo al suo cuore Gerard era abbattuto. E forse ogni giorno di quel mese nell’Oltretomba avrebbe voluto piangere e urlare con tutta la sua forza dalla disperazione… Avrebbe gridato pure lui fino a perdere la voce se solo il suo amico non fosse capitato lì, ammise a se stesso il chitarrista.

Poi ecco che il gatto balzò giù dalla scatola facendo prendere una sincope agli altri due, che per loro fortuna non avevano più un cuore i cui battiti sarebbero accelerati a dismisura. E fu proprio lo scheletrico ed inquietante animale a miagolare una spiegazione soddisfacente.

Frank iniziò a farsi un’idea generale dell’enorme casino che si era generato nell’ultimo mese, anche se ancora non gli era ben chiaro un punto.

Evyl aveva preso il posto di Gerard Way nel mondo dei vivi, spedendo ques’ultimo in quella dimensione appartata che era l’Aldilà. Non vi era uno scopo preciso nella sua azione, nessuna voglia di distruggere la Terra o infestarla, come invece avrebbe voluto ogni trama di un horror ben fatto. Quel defunto voleva solamente sapere che sapore avesse la Vita.

Gerard nel frattempo si era ritrovato derubato della Vita, in un mondo in cui tutti si chiedevano se lui fosse o no parte di una specie di Parata d’accoglienza nel regno dei Morti. Era stato Rioth, capo di questo “Comitato di benvenuto”, ad accorgersi che il suo vero sottoposto era scomparso… Era vivo.

Sapendo così che Evyl era riuscito ad esistere, Rioth decise che tutta la Compagnia lo avrebbe raggiunto.

 

-Rioth senza Evyl non avrebbe resistito a lungo senza impazzire… Non l’avevo mai visto così irrequieto come nel mese in cui ha panificato la sua venuta alla Vita.-

 

Soffiandolo il gatto si passò la mano sul muso spelacchiato ed inespressivo, mentre Gerard rimase in religioso silenzio a fissare la città lontana. La storia lui doveva saperla bene se riusciva a non dimostrare tanto interesse quanto Frank, che non riusciva a smettere di guardare l’animale con gli occhi sgranati. Il racconto era sconvolgente ed altrettanto coinvolgente…

Morti che correvano incontro all’esistenza e cercavano di raggiungere i propri cari una volta scomparsi dall’Oltretomba. Una sorta di suicidio al rovescio… E sì, forse non c’era nulla di strano in quella situazione, a rifletterci bene.

Il chitarrista spostò lo sguardo sul suo amico, mentre i pensieri correvano per vie oscure della sua mente. Se Evyl per Rioth era importante quanto Gerard lo era per lui, allora non era difficile capire perché avesse compiuto quel gesto. Lui era un qualunque ostacolo da eliminare per arrivare ad Evyl, concluse Frank pensando alla propria Morte.

La sua attenzione si spostò sugli occhi del cantante ancora grigiastri e ofuscati da una patina di rimpianto. Si ritrovò a rimuginare su un’idea che aveva squarciato la sua mente all’improvviso. Perché Gerard non aveva provato a scavalcare tutti quanti e tornare in vita? Avrebbe potuto rimandare indietro il suo sostituto, facendo felice Rioth ed evitando la dipartita insensata di Frank.

 

-Gerard… Perché tu non hai cercato di riprendere il tuo posto? Scommetto che te lo avrebbero permesso in modo da riavere qui il loro amico!-

 

La risposta a questo quesito forse lui la sapeva benissimo, ma non voleva ammetterlo a se stesso. Eppure era così facile da comprendere, dopo quel ragionamento… Lui e Rioth erano disposti a tutto per stare con la persona per loro più importante, chi avrebbe rinunciato alla Vita e chi avrebbe provato ad ottenerla. Ma Gerard no… A Gerard non ne importava un cazzo di tornare da lui.

 

-Io… Io non volevo tornare indietro. Non volevo più la Vita…-

 

Sussurrò il più grande dei due, portandosi una mano a sfregarsi le palpebre violacee. Alla sua affermazione l’altro rimase sconcertato, quasi scocciato dalla conferma che era stata data alla sua supposizone.

Gerard era sempre stato un codardo rinunciatario, riflettè con amarezza, era impossibile che di fronte alla Morte avrebbe provato a reagire.

 

-Non la volevi più?! Stronzate!! Tu non volevi provarci, è diverso. Tu…-

 

Il cantante si voltò verso l’amico, ancora in preda ad un tormento che non sembrava proprio non volerlo abbandonare. Qualcosa che il più giovane non riusciva a comprendere… Poi ecco una rivelazione che, come una freccia, trapassò l’aria andando a conficcarsi dritta nel punto della storia che era rimasto oscuro. E Frank l’attimo dopo avrebbe desiderato ardentemente di non aver mai sentito ciò che Gerard stava per dire.

No, perché quella cosa l’avrebbe reso solamente più triste di quanto lo fosse mai stato in vita sua.

 

-Frank… Evyl non mi ha ucciso per sostituirmi. Sono stato io ad uccidermi e lasciare che lui vivesse al mio postoÈ così che sono scomparso.-

 

 

 

 

 

 

 

--------------------

 

 

Hello everybody!! Manca un giorno alla Grande Notte e il mio costume sta per essere ultimato! Ahahah! XD Ma ciò non c’entra granchè con la storia…

Mi preoccuperei del fatto che “Miky! Manca un giorno alla Grande Notte e tu sei appena al terzo capitolo di questa storia!”

Avete ragione anche voi, in effetti… U__U Purtroppo la mia mente vaga per universi oscuri e non posso finire una storia così complicata entro Ieroween! XD

 

Comunque parlando della trama contorta e confusionale, in questo terzo capitolo si è venuto a sapere che sì, questo Gerard è l’originale! Quindi Frankie ha convissuto –e speriamo non abbia fatto altro- con l’altro falso. Falso che scopriamo chiamarsi Evyl ed essere parte di un Comitato di Benvenuto dell’Oltretomba capinato da Rioth, ovvero quello simile a Frank. O__o

Qualcuno ha capito qualcosa?!

L’autrice stessa ha dubbi su ciò che ha narrato! XD

Ho voluto dare una spiegazione abbastanza vaga di ciò che è accaduto, Envy e Rioth che vanno nella terra dei vivi… Evyl che voleva vivere, Rioth che voleva Evyl. Gerard che non s’interessa di Frank, Frank che farebbe di tutto per Gerard.

Questa slash sparsa in modo alquanto sommesso nella storia è ancora un po’ incomprensibile, ma nel prossimo capitolo si saprà di più su questi sostituti e presto pure su i due cretini appena morti.

E sì, abbiamo pure scoperto che Gerard non è stato ucciso, ma ha voluto morire perché non voleva più la Vita!

 

Per quanto riguarda Ray, Bob e Mikey, verranno presto recuperati nel Mondo dei Morti che non deve essere poi così piccolo data la quantità di anime arrivate lì in migliaia e migliaia di anni! XD

 

 

 

Friem: Come ho detto sopra, degli altri membri della band si saprà tra non molto! Per ora si è però saputo dei sostituti grazie al mitico gatto! XD

 

Sunsetdream: Oddio, mi auguro che tu qualcosa sia riuscita a comprendere in questo capitolo! Almeno cos’è successo a Gerard si è saputo e pure chi cavolo è andato nel mondo reale al suo posto! XD Prometto che più avanti si capirà tutto meglio…

 

Cucciola_punk: Ecco il seguito, anche se è incasinato come il resto! Ma senza casini non sarebbe una mia storia! XD Spero continuerai ancora a leggere!! By bye!

 

LeSereRomancer: Spero che tu abbia capito qualcosa di più in questo capitolo….è anche se è più incasinato degli altri, in effetti. O__o Però non disperare! Pian pianino si delineerà tutto! XD

 

 

 

 

XOXO

Miky

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Chapter III: The Sharpest Lives ***


THE BLACK PARADE IS ALIVE

THE BLACK PARADE IS  ALIVE

 

 

 

 

Chapter III :   The sharpest lives

 

 

Erano ore che ormai Rioth continuava a fissarlo, lui con i suoi capelli argentati e l’imperdibile aria da ragazzino. Lui, che nonostante quel periodo di lontananza sembrava non sentire la mancanza dei suoi compagni… Lui che si era adattato velocemente alla Vita.

E forse era questo che a Rioth non andava proprio a genio: la versatilità e la volubilità che caratterizzavano Evyl.

Dietro a quel viso perfetto e a quel sorriso mielato che gli veniva mostrato si nascondeva un’infinita crudeltà infantile, lui lo sapeva. Non era sua abitudine mettere a repentaglio la tranquillità del Regno dei Morti per i capricci del suo compagno, ma il fatto di averlo perso in modo tanto tragico lo aveva fatto impazzire.

Con tutta probabilità aveva dimenticato tutte le cattive qualità dell’amico, come a volte accade quando un proprio caro scompare… Ecco perché non riusciva a fare altro che guardarlo. Ogni minimo cambiamento d’espressione sul volto di Evyl gli riportava alla mente tutti i torti subiti. Torti che ogni volta aveva perdonato in favore di quell’amicizia di cui non poteva fare a meno.

Questi ricordi facevano nascere in lui una sensazione nuova, una stretta inverosimile che gli assillava un punto preciso del petto. Doleva talmente forte che rimpianse l’essere morto e privo di sentori del dolore… Se essere vivo voleva dire soffire a tal punto, si chiese allora perché Evyl aveva bramato tanto l’Esistenza.

 

-Provi tristezza, Rioth? La senti attraversarti le vene e scorrerti nel sangue?-

 

La voce tagliente di Evyl invase la stanza, distraendo il nuovo arrivato dalle sue percezioni. Sapeva che l’amico era fissato in modo maniacale con la Vita, ma sperava che una volta provata la nuova esperienza avrebbe rimpianto l’essere defunto. Ognuno dotato di buonsenso avrebbe rifiutato il fatto di divenire un vivente e non si sarebbe interessato al dolore…

Forse Evyl non aveva nessun criterio, pensò Rioth, se non l’abitudine di seguire ogni idea dettata dai suoi desideri irragionevoli.

Non capì bene cosa successe all’improvviso, ma qualcosa di bagnato e viscido gli scivolava sul viso. Alzò lo sguardo verso il soffitto, domandandosi se per caso si trattasse di quella cosa chiamata pioggia di cui alcuni trapassati avevano un vago ricordo… Eppure tutt’intorno a lui sembravano non cadere gocce.

Dunque che gli stava accadendo…?

 

-Ah! Le lacrime… Escono quando si piange perché si sta soffrendo. Oppure quando si è felici per qualcosa. Piangi per me, Rioth? Perché mi hai trovato?-

 

La risatina che scoppiò nella stanza era tutt’altro che dolce, ma Rioth non pretendeva che il suo amico potesse farne una ora che era vivo. Non era mai stato capace di provare nulla neppure da morto, quando -non avendo nessuna percezione a livello fisico- i sentimenti erano mille volte più forti di quelli terreni. Era amaramente sicuro che nel Mondo dei Vivi questa sua insensibilità si fosse solo accentuata…

Il capitano della Parata singhiozzò, asciugandosi le guance e distogliendo lo sguardo dalla bellezza ingannatrice dell’amico. Tutto in lui voleva correre appresso ad Evyl ed abbracciarlo, supplicandolo di tornare in quel Paese dove ogni cosa era perfetta e il dolore non esisteva. Ma sapeva bene che comportandosi in quella maniera avrebbe solo appagato i capricci dell’ego sovrumano del compagno.

 

-Piango perché mi ero dimenticato di quanto tu fossi egoista…-

 

Sospirò, ripensando a quel falso Evyl che era arrivato improvvisamente nell’Oltretomba chiuso a disperarsi in una delle tante scatole nere. Gerard Way… Almeno lui qualche sentimento riusciva a provarlo, aveva la capacità di ridere con una dolcezza che impregnava l’aria circostante. Anche se si fosse spacciato per l’originale e avesse avuto i capelli color dell’argento, non sarebbe riuscito ad ingannare nessuno. Non con quell’umanità e quella sensibilità…

Evyl sgranò gli occhi e smise di sorridere, lasciando che il turbamento gli storpiasse il volto perfetto. Non si sarebbe mai aspettato una simile affermazione da colui che per secoli l’aveva solo lodato.

Qualcosa era cambiato in Rioth, nonostante i morti potessero difficilmente modificare la loro indole. La Morte era per definizione uno stato di stasi, la cessazione di qualsiasi funzione vitale. I cambiamenti facevano parte dell’essere vivente, non di un corpo inorganico.Ed Evyl sembrava non riuscire a comprendere tale sconvolgimento delle leggi…

 

-Io sarei egoista? Io?! Io non ho obbligato nessuno a seguirmi qui, come tu hai fatto con Rage, Vyce e Deth. Sei tu l’egoista… Hai pure assassinato i miei amici pur di conseguire i tuoi scopi!!-

 

Le urla di Evyl riempirono il camerino, mentre si agitava camminando avanti e indietro in preda all’isteria. La sua stabilità veniva sempre messa a dura prova nel momento in cui qualcosa andava contro la sua volontà… E la maggior parte delle volte finiva per perdere la testa in quel modo, non provando rimorso o dispiacere per chiunque fosse vittima delle sue crisi. Solo lui stesso aveva importanza in tutto il suo universo…

Rioth sapeva benissimo che l’accusa di quell’assasinio non era veramente sentita, se non come una minaccia alla sua dignità. Evyl non aveva pianto per quel falso Rioth che era morto… Lo aveva fatto perché aveva perso una delle pedine con cui stava giocando su quella scacchiera chiamata Terra.

 

-Non inventarti i sentimenti, Evyl… Non te ne importa nulla di quelle persone. Spero che almeno Gerard le abbia accolte come si deve e gli abbia dato l’affetto di cui tu le hai private per un mese.-

 

All’affermazione del proprio capitano, Evyl balzò in avanti e gli afferrò i lembi della giacca da parata che aveva indosso. Lo fissava pieno d’ira ed indignazione, come se si sentisse incompreso e ciò che aveva sentito l’avesse ferito.

Piangeva ancora, dato che ormai possedeva delle lacrime di cui far sfoggio per impietosire chiunque.

 

-Quel dannato Gerard se ne fotte dei suoi amici!! Si è ammazzato senza pensare a loro… A Frank! Frank avrebbe sofferto così tanto se avesse saputo che il suo amico era morto. Io gli ho dato la felicità che non avrebbe più avuto.-

 

Rioth ascoltò le parole disgustato e malfidato, sicuro che tutto ciò che uscisse dalle labbra del compagno fosse un cumulo di fandonie.

 

-Quella che tu gli hai dato era solo una mera illusione. Tu hai simulato un amore che non provi. L’hai ingannato, lurida serpe….-

 

Evyl si mise improvvisamente a ridere quasi fosse divertito da quell’insulto. Quegli sbalzi d’umore forse avrebbero avuto dei cattivi effetti sulla sua salute ora che era vivo, pensò Rioth.

Poi il più alto fra i due poggiò le labbra al collo dell’amico e vi lasciò una serie di baci privi di passione, ma altrettanto carichi di sadico divertimento.

 

-Gerard lo ha ingannato… Io non sarei qui se lui non l’avesse voluto. E a quanto pare si è preso gioco anche di te… Dimmi Rioth, lo provava l’Amore di cui tanto vaneggi? Lui ti amava come vuoi che faccia io?!-

 

La domanda suonò fin troppo elevata rispetto al resto della discussione, lasciando Rioth sbigottito nell’ascoltarla. Il suo compagno pensava forse che Way lo avesse conquistato e comandato? No… Gerard non era così, ammise a se stesso, perché non aveva mai cercato di ingannare nessuno ma aveva detto subito tutta la verità.

Si era ucciso perché la Vita era troppo dolorosa da sopportare e gli dispiaceva aver abbandonato tutti in quel modo. All’inizio, a volte, si disperava perché era stato un momento di pura follia e i suoi amici gli mancavano.

Ma la Morte assopiva i ricordi dolorosi della Vita Terrena molto più velocemente di quanto il defunto potesse accorgersene. Gerard aveva dimenticato tanti particolari degli affetti che aveva avuto.

E sì… Forse Gerard lo amava più di quanto potesse aspettarsi da Evyl. Ma solo perché si era scordato di quel Frank a cui in vita aveva voluto bene.

Con tutta probabilità, in quel preciso istante, Way stava trattando freddamente colui che fino ad un mese prima era il suo migliore amico. Non perché ormai Rioth era più importante, bensì perché si era dimenticato tutto il resto…

 

-Chiunque saprebbe amare più di te, Evyl. Ma nessuno è te…-

 

Così Rioth sembrò arrendersi davanti all’amico, che sogghignava fra i suoi capelli soddisfatto di averla avuta vinta un’altra volta. Non immaginava però, che di lì a pochi istanti tutta la situazione si sarebbe capovolta e si sarebbe trovato a mendicare Amore.

 

-…ho messo sotto sopra il Mondo dei Morti per raggiungerti perché volevo attaccarmi con le unghie all’ideale che tu rappresentavi. Eppure trovandomi qui con te, mi sono accorto che non c’è mai stato quel “te che io adoravo. Io amo un’illusione… Tu… Tu sei solo un essere triste e insignificante, Evyl.-

 

Il sosia di Gerard sgranò gli occhi verde brillante, puntandoli in quelli del compagno che lo fissavano impassibili. Non poteva dirgli quelle cose con tanta calma… Non Rioth che l’aveva sempre trattato con i guanti. Qualcosa si era irrimediabilmente distrutto con la sua venuta alla Vita.

 

-No… No, Rioth. Io sono… Non sono un’illusione! È stata la Vita a cambiarmi e…-

 

Non fece in tempo a finire la frase che nella stanza apparvero gli altri componenti della presunta band, tutti e tre con la divisa sgualcita. I due si voltarono contemporaneamente ad osservarli e il loro capitano fece un passo in avanti, preoccupato che fossero stati assaliti. Avevano in effetti le caratteristiche di chi era appena riuscito fuggire da una lotta: i capelli scompigliati, il viso stravolto e il corpo fremente.

Qualcuno li aveva per caso attaccati, avendo scoperto la sostituzione degli originali?!

 

-Comandante… Là fuori non si riesce ad uscire. Ci hanno circondato…-

 

Disse tremando Vyce, appoggiandosi con il corpo esile e longilineo allo stipite della porta. Rage si portò invece una mano fra i capelli riccioluti e lanciò ad Evyl uno sguardo di puro rammarico, non riuscendo a capacitarsi di ciò che stava accadendo in quel posto. Deth, da parte sua, scrutava il loro capitano con l’aria irritata cercando di fargli capire che la colpa di quell’assalto era soltanto sua.

Sua e di quel malato mentale di Evyl, che aveva scelto una realtà davvero scomoda in cui prendere Vita.

 

-Che è accaduto…?-

 

-Siamo stati aggrediti da un gruppo enorme di strana gentaglia e…-

 

La risata sarcastica e gelida di Evyl riempì il camerino, facendo voltare gli altri quattro verso di lui e il suo spettrale sorriso. Non riusciva a credere di essere attorniato da tali stolti amici! Scambiare per un assalto un assedio di semplici fan era davvero miserevole, pensò, eppure così ingenuamente divertente.

Per lui non era stato difficile inserirsi in quella vita, poiché il tour dei My Chemical Romance non era ancora iniziato. Per i suoi compagni era però diverso, si erano ritrovati in un contesto del tutto scombussolato rispetto alla noiosissima Morte.

Lanciò uno sguardo a Rioth e poi sorrise a tutti quanti, con il suo solito atteggiamento da bambino dispettoso.

 

-Dio, ragazzi… Siete stati così sfortunati! Vi siete ritrovati ad esistere in alcune delle vite più intense!-

 

 

 

 

 

 

 

--------------------

 

 

Ciao ciao!!

Scusate il ritardo, ma ho avuto la mia quinta influenza di quest’anno e non ho potuto né ultimare velocemente il capitolo, né postarlo… T__T

 

Allora, iniziamo subito a dire che come si è capito, questo tratto di storia è ambientato nel mondo reale dove i sostituti dei My Chemical Romance stanno vivendo.  

Rioth si è rivelato più bravo di quello che avrebbe potuto sembrare nel primo capitolo quando ha fatto morire Frank e Evyl invece si mostra molto più crudele, infantile e schizzato di quanto si potesse immaginare. O__o

Non so perché mi sono dilettata in questo capitolo dedicato a loro, ma volevo fare anche sapere come fossero i sosia di Frank e Gee. Con chi avevano convissuto quei due per un mese, insomma…

E in questo mese a quanto pare Rioth ha iniziato a provare qualcosa per Gerard, capendo che il suo amato era invece un cretino. Sì, gli insulti se li merita tutti… U__U

Evyl si è invece limitato a ingannare tutti quanti, forse… O forse per Frank ha pianto davvero quando è stato ucciso da Rioth! Chissà… Io non ci ho ancora capito un fico secco!!!

Per quanto riguarda i tre poveretti che sono spuntati fuori all’improvviso tutti disfati dopo un assalto da parte dei fan, hanno avuto un ruolo misero.. Ma sono solo vittime dell’egoismo degli altri due, o meglio di Rioth che ha voluto raggiure il compagno in vita… =__=’’’

Non so se si è capito dalla appena accennata descrizione, ma Vyce è il sostituto di Mikey, Rage di Ray e Deth di Bob!

 

Tutti i nomi di questo gruppetto di morti sono parole modificate appena… Ma credo si sia capito! Meglio però specificare…

Rioth sta per Riot (Sommossa)

Evyl sta per Evil (Male)

Vyce sta per Vice (Vizio)

Rage resta così com’è! (Rabbia)

Deth sta per Death (Morte)

Tanti bei nomignoli per gente proveniente dalla Parata di Benvenuto dell’Oltretomba!

 

Ora vorrei ringraziare chi ancora mi ha lasciato dei commenti!! Thank you so much!

 

Friem: Io sinceramente a “La Sposa Cadavere” di Tim Burton non ci avevo pensato, il gatto è direttamente preso dalla Parata sul libretto della Black Parade, se ce l’hai guarda che lo trovi subito! Davanti al maiale e dietro ad Il Paziente! ^__^ Le idee innovative qui sono un po’ scomparse con l’influenza, ma si è andati sul tragico… =__=’’’ Spero che ti sia comunque piaciuto, anche se i nostri protagonisti vengono solo citati!

 

LeSereRomancer: Oddio, dai… Non dirmi così!! O//O Poi mi emoziono! XD Spera che l’influenza non abbia compromesso la mia fantasia, sennò addio!! Ahahah! XD comunque mi auguro che in questo –inutile- capitolo tu possa ancora trovare qualcosa d’interessante, nonostante sia sul tragico-andante… XOXO!

 

Sunsetdream: Oh, thank you per i complimentoni –addirittura!-. ^//^ Alla fine scrivere è una delle mie passioni più grandi ed inventare storie credo sia la sola cosa che so fare bene oltre al disegnare! Se non avessi idee simili eviterei di scrivere ed annoiarvi con cose futili… U__U Per sapere cosa farà la combricola dei neo-defunti devi aspettare il prossimo capitolo che spero di finire presto, ora che sono guarita e voglio lasciare l’università! XD Spero che continuerai a seguire! Kisses!! <3

 

Cucciola_punk: Grazie mille dei complimenti, come ho spiegato anche nel ringraziamento sopra, tirare fuori certe idee è la mia specialità!!! Se non non avrei avuto l’idea di iniziare a scrivere pure un libro! XD Beh, Gee è stato davvero sconvolgente nello scorso capitolo, hai ragione! In questo di rivelazioni ce ne sono solo da parte di Rioth ed Evyl, dato che gli altri due pirla sono nell’Aldilà… nel prossimo capitolo li ritroveremo!! ^__^ A presto!!! Bye-bye…

 

 

 

 

XOXO

Miky

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Chapter IV: Welcome To The Black Parade ***


THE BLACK PARADE IS ALIVE

THE BLACK PARADE IS  ALIVE

 

 

 

 

Chapter IV :   Welcome to the black parade

 

 

-Piangi, piangi bambino! I tuoi occhi sono caduti! Sono caduti!-

 

Intonava il gatto scheletrico, che sembrava fissare Frank con quelle piccole fosse privi di bulbi oculari che mettevano sempre più inquietudine. Camminavano da un po’, al fianco di Gerard, ma quello strano animale non voleva affatto staccargli lo sguardo di dosso… Frank si chiese se davvero vedesse qualcosa o se fosse cieco e voltasse il muso in direzione casuale. Eppure continuava a ridere sotto gli assenti baffi come se si prendesse gioco di lui.

Il cantante intanto si muoveva lesto nella steppa deserta, sapendo benissimo dove mettere piedi e in che direzione andare. La città all’orizzonte sembrava solo un dipinto appoggiato al cielo, qualcosa d’intangibile ed irraggiungibile. Iero iniziava a pensare che non esistesse e fosse seriamente un’illusione ottica di quel mondo tanto strambo e desolato.

Non voleva fare domande a Gerard, no. Da quando aveva rivelato di aver voluto la Morte non se la sentiva di rivolgergli ancora la parola… Per sentirsi dire cosa? Che la Vita era uno schifo e che il non provare nulla in un corpo morto era molto meglio? Non poteva affatto crederci.

Si chiese se Gerard fosse cambiato in quei tre mesi nell’Aldilà, in mezzo a persone prive di sangue e calore. Persone sicuramente prive d’Amore, perché senza un cuore che potesse battere e occhi che potessero versare lacrime. Di certo il Gerard Way che conosceva lui si sarebbe già lasciato andare in un sorriso o in una battuta, ma quello che si trovava davanti sembrava ormai privato della simpatia e, sì, della felicità. Era davvero diventato un cadavere triste e vacuo con un sarcasmo spropositato?

 

-Dobbiamo trovare gli altri… Non dovrebbero essere lontano da qui.-

 

Disse il più vecchio dei due, dirigendosi verso una scatola che si era appena intravista. Là dentro ci stava di sicuro un'altra persona che era giunta nell’Oltretomba come era successo ad Iero qualche ora prima. Sempre che fossero passate ore… Lì il tempo sembrava statico e non passava mai. Tutto era statico a dire il vero: l’aria, la massa di nuvole grigiastre, la città, il paesaggio, l’erba e il suo petto. Una noiosa immobilità che rifletteva esattamente quello che sentiva dentro. Probabilmente quando è da un po’ che non hai sangue che scorre inizi a non accorgerti che le cose non si muovono al di fuori di te.

I tre arrivarono davanti al grosso contenitore nero da cui si sentiva qualcuno urlare come un pazzo e battere le mani contro la parete. A Frank si strinse il petto nel ripensare a quella sensazione di nulla che provava anche lui quando si era trovato lì dentro. Gerard invece osservava la scatola con il viso inespressivo di chi ormai ha già visto tutto un milione di volte prima, così da non pensare più che sia una cosa inusuale.

Forse per lui ormai tutto ciò è di normale routine e non gliene frega nulla di cosa si provi là dentro, pensò Frank guardando l’amico, forse Gerard è proprio come quel gatto. Morto e vuoto.

Quando iniziò ad aprire la scatola con l’accetta qualcosa brillò sul viso di Gerard, sembrava quasi speranza. Il chitarrista l’osservò, prima di voltarsi in direzione della provenienza della voce che si era appena sentita. La poteva riconoscere in mezzo a mille…

 

-Mikey…-

 

Sussurrò il maggiore degli Way non appena vide il fratello, poi si allontanò da lui quasi come se avesse paura di essere sfiorato. Frank l’osservò con un enorme sorriso sulle labbra e gli corse incontro abbracciandolo. Il gatto scheletrico miagolò forte quando lo vide stringere Michael a sé e Iero ne capì subito il motivo… Ancora non aveva toccato Gerard e quel contatto fu quasi traumatico. Il corpo del bassista era freddo e rigido, era come se avesse appena abbracciato un… un cadavere. Era l’unica parola che gli veniva in mente per descriverlo, ma era esattamente quello che ormai erano diventati tutti.

 

-Sei morto anche tu allora!-

 

Proclamò in modo non molto delicato –né intelligente- Frank, facendo così prendere un colpo all’ultimo arrivato.

 

-Morto?!-

 

Gemette questo, voltandosi verso il fratello… Gerard si era appostato a qualche metro da lì, avvolto nel suo mantello polveroso e sbrindellato da beduino del deserto, senza proferire parola alcuna. Si limitava a mordicchiarsi le unghie annerite e consumate dal tempo, osservando la scena con gravità. Sembrava che quella piccola speranza nata in lui fosse già andata a farsi fottere, lasciando posto a quella pesante preoccupazione che non lo voleva proprio abbandonare. Eppure suo fratello era lì con lui, al suo fianco…

Beh, forse vedere il proprio fratello minore nell’Aldilà non era esattamente qualcosa che avrebbe potuto rendere felice qualcuno, a pensarci bene, concluse il più basso dei tre.

 

-Se tu sei qui Vyce ha preso vita… No. Non doveva succedere.-

 

Si rivolse al tenebroso animale, che battè la coda a terra come una frusta mentre produceva un suono gutturale davvero angosciante. I due nuovi arrivi nel Regno dei Morti rimasero uno di fianco all’altro ad osservare l’ormai veterano, prima che Mikey si facesse avanti con la domanda più logica che potesse venirgli in mente.

 

-Gerard… Che cavolo stai blaterando? Dove siamo?!-

 

-Nell’Oltretomba.-

 

Il maggiore rispose secco, poi si voltò verso il deserto davanti a loro e ripartì nel suo silenzioso viaggio alla ricerca degli altri. Toccò quindi a Frank fare un riassunto veloce della situazione, senza però lasciarsi sfuggire il particolare che Gerard era lì perché l’aveva voluto. Se voleva rivelare a tutti del suo suicidio in grande stile doveva farlo di persona… Si meritava tutto il rancore e la compassione possibile.

Mikey non ebbe il coraggio di disturbare quello strano essere che doveva essere suo fratello, ma che ormai sembrava più una salma ambulante. Credeva che se gli avesse parlato avrebbe scoperto qualcosa di lui che era meglio non sapere… Era visibile che qualcosa in quel Gerard non andava, non solo nell’aspetto malandato e sporco, ma anche nell’espressione sempre desolata che regnava sul suo volto.

Era lì da un mese… Trenta giorni in cui Mikes non si era accorto di aver perso sangue del suo sangue e di aver voluto bene a qualcuno che non era suo fratello. Si sentiva solo? Aveva odiato tutti quelli che non l’avevano cercato? Odiava lui? Pareva quasi si fosse dimenticato di come gli sorridesse quando era ancora vivo…

Mikey e Frank non lo sapevano ancora, ma Gerard aveva davvero dimenticato cosa fosse la felicità terrena accanto a loro. Aveva un vago ricordo di quelle sensazioni che l’avevano fatto sorridere nel rivedere Frank e che gli avevano permesso di sperare che non fosse morto anche il fratello minore. Ma non sapeva spiegarsi il perché di quei frammenti d’emozioni. Per questo si sentiva ancora più desolato ad essere a fianco di quelle persone, nonostante sapesse che quando era vivo loro erano tra le più importanti.

Era grazie a quei presentimenti che stava seguendo l’istinto di trovare anche gli altri due… In fretta. Doveva fare davvero in fretta. Rioth aveva un piano che richiedeva dei tempi strettissimi che andavano assolutamente rispettati.

 

-Hunger… Non ho bisogno di due spine nel fianco in questo momento. Torna alla città con loro. Io vi raggiungerò con Deth e… Robert e Raymond.-

 

Ordinò il cantante al micio scuoiato, che si girò verso la lontana città e fece gesto ai nuovi arrivati di andargli dietro. Nessuno dei due si mosse, però. Rimasero voltati verso Gerard che li fissava con occhi vacui. Erano seriamente una spina nel fianco per lui?

 

-Noi non andiamo da nessuna parte con questo coso spelacchiato! Gee, che cazzo ti è successo in questo mese?!-

 

Urlò Frank, avvicinandosi al cantante e dandogli uno spintone che lo fece cadere rovinosamente a terra su una roccia appuntita che gli trapassò da parte a parte il ventre. Mikey scattò in avanti dalla paura e raggiunse il fratello, mentre Frank rimase immobilizzato lì. Se avesse avuto un cuore di certo quello si sarebbe fermato…

 

-Cristo Santo, Gerard! Gerard!!!!-

 

Urlò il giovane Way, non osando toccare il corpo dell’altro per paura di fargli ulteriore male. Si aspettava che quell’ammasso di stracci sudici che formavano il suo mantello s’inzuppasse di sangue, ma ciò non accadde. Gerard continuava insensibile a guardare Mikey, non lasciandosi scappare un solo verso o una smorfia di dolore… Non lo provava, di che doveva soffrire? Sorrise in modo sadico e basta, nessun altra espressione sulla sua faccia. Il gatto di nome Hunger si avvicinò a lui e lo aiutò a sfilarsi da quella scomoda situazione, mentre gli altri non potevano ancora riuscire ad abituarsi a ciò che avevano appena visto. Gerard si rivolse al chitarrista, mentre teneva lo sguardo fisso sul buco nella sua pancia come se fosse una novità interessante.

 

-Sono morto, Frank… Non ho niente dentro di me che mi leghi a voi. Ecco che è successo… E tra poco nemmeno voi mi amerete così tanto. I vostri ricordi terreni si affievoliranno e verranno sostuiti con dei sentimenti nuovi e molto più profondi. Vi scorderete il sapore del caffè, il dolore delle ferite, la sensazione delle lacrime che scorrono…Vi dimenticherete di ciò che eravate e di ciò che amavate. Proverete solo tristezza e costernazione, quando non avrete voglia di ridere a crepapelle della vostra Miseria.-

 

Le parole di Gerard rieccheggiarono nell’infinità di quel paesaggio, creando un vortice nello stomaco degli altri. Non potevano davvero credere a quello che gli era appena stato detto e se avessero potuto, di certo sarebbero scoppiati a piangere per la disperazione. La consapevolezza di dover perdere tutto rendeva insopportabile il pensiero di dover restare lì per l’Eternità intera. Frank si lasciò cadere a terra in ginocchio portandosi le mani fra i capelli, mentre Mikey non riusciva a muoversi da dov’era, ancora a carponi vicino alla pietra che aveva trafitto Gerard.

 

-Hunger, portali con te… Trascinali se si rifiutano.-

 

Disse a quel punto e l’animale obbedì immediatamente prendendo sia lo Way più giovane ed Iero per la caviglia per trainarli verso l’orizzonte. Ad un suo miagolio ed un movimento del naso si aprì uno squarcio nel cielo e le porte della città erano proprio di fronte a loro, più vicine di quanto lo fossero mai state in quelle ore di viaggio. Gerard era ancora lì, mentre venivano trascinati fra i sassi potevano benissimo vedere la sua figura scura e lercia stagliarsi sul deserto. Prima che potessero dirlgi qualcosa le porte si chiusero lasciando un solo spiraglio da cui si sentì provenire la sua voce tremolante per una risatina fredda ed ironica.

 

-Benvenuti nella Parata nera…-

 

 

 

 

 

 

--------------------

 

SONO TORNATA!!!! Tremate al mio cospetto!!!! Bwaahahahah!!!

 

Okay dopo questa introduzione da montata, parlerò seriamente!

 

Ho appena avuto questo sprint massimo d’ispirazione e sto aggiornando a manetta, continuando storie che avevo lasciato da parte!!!

Questa mi piaceva tantissimo e aveva davvero tanto bisogno di essere continuata e finita!!!!

 

Oggi pomeriggio allora mi sono data completamente a questo capitolo e sono riuscita a riportarvelo qui!!!

 

Spero di non aver affatto persoil mio  sarcasmo e quella vena macabra che c’era!

 

Mi auguro di avervi fatto ancora impazzire e rabbrividire come negli altri capitoli e mi aspetto che continuate a seguire e recensire numerosi!!!

Aspettatevi il continuo… Arriverà presto!  è una promessa!!!!

 

 

 

XOXO

Miky

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=419161