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di DadaOttantotto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo I - Kaori's POV ***
Capitolo 3: *** Capitolo II - Ryo's POV ***
Capitolo 4: *** Capitolo III - The end ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***





Allora, lasciatemi spendere due parole su quello che vi apprestate a leggere...

Questa fanfic sarà divisa in tre capitoli (quattro, se contate anche questo), nei quali:
- nel primo capitolo sarà raccontata la storia dal punto di vista di Kaori;
- nel secondo capitolo sarà raccontata la stessa storia, ma dal punto di vista di Ryo;
- nel terzo capitolo sarà raccontata la fine della storia dal punto di vista della scrittrice, cioè io.
So che l'argomento di base non è molto originale...
All'inizio di ogni capitolo, ho inserito alcune frasi tratte da canzoni che mi sembravano adatte. Nel caso di Kaori, ne troverete due: una all'inzio e una alla fine. Ho pensato che entrambe fossero adeguate ai due diversi momenti.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che sempre mi seguono, e anche chi le mie fanfiction le legge soltanto. Spendete parte del vostro tempo per me, e ve ne sono grata.
Un ringraziamento speciale a kia_85: i suoi commenti entusiasti mi fanno sempre piacere!!! Ma non credo di meritarmi tutti questi complimenti!!!!!!!!!!!!
Non mi resta che augurarvi buona lettura e mandarvi un enorme Baci8!!!
Dada88

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Capitolo 2
*** Capitolo I - Kaori's POV ***


I can't pretend I don't care
When you don't think about me
Do you think I deserve this?
(Addicted - Simple Plan)


Sono rimasta ad aspettarti tutta la notte. Sei rientrato alle cinque questa mattina. Ed io, come una stupida, non ho chiuso occhio attendendo il tuo ritorno.
Sei entrato e ti sei buttato sul pavimento. Sono venuta a raccoglierti, ti ho accompagnato nella tua camera. Appena hai toccato il letto, hai iniziato a russare. Solitamente rido quando ti guardo dormire. Ma questa volta non l'ho fatto.
Sono stanca di aspettarti, Ryo. Non mi riferisco solo alla notte, quando vai a divertirti in giro per locali, in cerca di donne di ben dubbi costumi. Sono anni che ti aspetto. Aspetto un tuo gesto, una tua parola, qualsiasi cosa che mi faccia capire che non sto consumando inutilmente la mia vita rimanendo al tuo fianco. Ma tu non fai niente, continui solo a dirmi che sono un mezzo uomo, che sono violenta.
Beh, il mezzo uomo si è stufato. Il mezzo uomo rivuole la sua vita.

E' l'una passata quando ti alzi e mi raggiungi in cucina. Ti siedi a tavola. Biascichi un saluto, ma io non ti rispondo. Ti metto davanti un piatto e tu ti ci butti sopra come se non mangiassi da giorni. Dopo un po' ti blocchi. Mi guardi come aspettando una mia reazione. Sai che di solito ti sgrido per come ti comporti. Invece continuo indifferente a consumare il mio pasto, senza nemmeno degnarti di uno sguardo. Ritorni a mangiare. Come una persona normale, stavolta.
Quando hai finito, ti preparo il caffè, che consumi sul divano mentre io lavo i piatti.
Non ti preoccupare, sono già andata a controllare la lavagna in stazione. Nessun cliente nemmeno oggi. Puoi tranquillamente oziare tutto il giorno, aspettando la sera per uscire e lasciarmi da sola. Di nuovo.

Alle tre il campanello suona, risvegliandoti dal tuo riposino. Vado ad aprire la porta e mi trovo davanti Saeko. Probabilmente ha qualche altro incarico pericoloso da rifilarci. Infatti è così. Ci dice che dobbiamo proteggere una ricca ereditiera da una banda di criminali. Un lavoretto semplice, dice lei. Ma, solitamente, è tutto il contrario. Cerca di convincerci dichiarando che saremo pagati profumatamente. Cosa che, visto che non lavoriamo da quasi un mese, dovrebbe farmi piacere. Invece no.
Inizia ad avvicinarti a Saeko con la tua solita faccia da maniaco. Tiri fuori la storia di tutti i mokkori che ti deve, affermi che non accetterai alcun caso finchè non salderà il suo debito. Sappiamo tutti che è una bugia. Accetterai, come al solito. Non sai resistere ad una donna, soprattutto a Saeko.
Appena lei ti dice che questa volta ti pagherà, tu cerchi di saltarle addosso. Ti fermi a metà percorso, chiudendo gli occhi. Ti aspetti la martellata di rito, che però questa volta non arriva. Mi guardi con aria sorpresa. Forse pensi che io possa scoppiare da un momento all'altro, spiaccicandoti nel muro. Ma rimango seduta. Senza dire una parola, senza fare un singolo movimento. Allora il tuo sguardo si fa interrogativo.
- Kaori... - mormori.
Mi alzo, mi dirigo nella mia stanza. Sento i tuoi occhi su di me, ogni passo che faccio.
Apro l'armadio. Ho un po' di cose da portar via.

Ti sento avvicinarti alla porta, poi bussi.
- Kaori, posso entrare?
Non ti rispondo. Tanto entrerai lo stesso.
Bussi un'altra volta, poi apri la porta.
- Va tutto bene?
Poi noti i bagagli aperti sul letto.
- Cosa succede? - chiedi, con una punta di preoccupazione nella voce.
Non ti degno nemmeno di una parola. Piego un maglione e lo ripongo nella valigia.
Mi prendi per le spalle, costringendomi a voltarmi.
- Dannazione, Kaori! Parlami!
Ti guardo negli occhi. Mi sembra di leggerci dentro una traccia di paura.
- Me ne vado. - dico, secca.
Sembri sorpreso. Allenti la presa alle mie spalle, mi giro di nuovo. Una gonna segue il maglione di prima.
- Dove vai?
- Da mia sorella, a New York.
- Perchè, Kaori?
Mi irrigidisco. Questa domanda non ha nemmeno bisogno di una risposta, lo capisci anche tu. Eppure sento che potrei cedere se mi voltassi a spiegarti le ragioni che mi portano ad allontanarmi da te.
- Quando torni? - mi domandi - Perchè... hai intenzione di tornare, vero?
Il mio sguardo di ghiaccio incontra i tuoi occhi neri. Per un secondo sono tentata di mettermi a piangere. Mi trattengo. La mia voce si fa ancora più asciutta di quanto non fosse in precedenza.
- Non lo so.

This is not a home
I think I'm better off alone
(Home - Three Days Grace)

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Capitolo 3
*** Capitolo II - Ryo's POV ***


Well now I guess I should've listened
When you said you'd had enough
(Should've listened - Nickelback)

Ho camminato tanto stanotte. E camminando ho pensato. Sempre alla stessa cosa: tu, Kaori.
Tu che mi aspetti in piedi ogni notte, quando io ti lascio sola. Tu che, nonostante tutti i miei difetti, sei ancora al mio fianco.
Più volte mi hai fatto capire di essere stanca del mio comportamento. Ma io non ho fatto niente. Forse prima o poi mi manderai a quel paese e mi lascerai da solo. Faresti bene, anche se ne soffrirei da morire. Sono un gran bastardo, lo riconosco. Soprattutto nei tuoi confronti. Ti ripeto di continuo che sei un mezzo uomo, quando invece penso l'esatto contrario. Sei una donna bellissima, e io sono innamorato pazzo.
Sono le cinque. Apro la porta di casa e mi lascio cadere sul pavimento. Vieni a raccogliermi e mi sorreggi fino a raggiungere la mia camera. In realtà non ne avrei bisogno, ma adoro quando lo fai. Mi sei talmente vicina che posso sentire il battito del tuo cuore.
Crollo sul letto. Inizio a far finta di russare. Solitamente rimani a guardarmi dormire, ma questa volta esci subito dalla stanza. Appena la porta si richiude alle tue spalle, smetto con la mia sceneggiata e apro gli occhi. Che succede, mia piccola Kaori?

La sveglia segna l'una passata. Distendo le braccia, ho i muscoli tutti indolenziti. Ho dormito davvero male stanotte... cioè, stamattina.
Vado verso la cucina seguendo il mio stomaco brontolante. Sento il tuo profumo, mi riempio i polmoni. Improvvisamente mi sento meglio. E' questo l'effetto che mi fai. Sei la cura ad ogni mio male.
Mi siedo a tavola e borbotto un "buongiorno". Tu però non mi rispondi. Ti limiti a mettermi davanti un piatto. Attacco a mangiare come se non vedessi cibo da giorni. Poi mi blocco, aspettandomi la tua solita ramanzina sul mio atteggiamento. Invece tu neppure mi guardi.
Non sembri arrabbiata. Più che altro sembri... indifferente. E questo fa ancora più male.
Senza dire una parola, torno a mangiare in modo più composto.
Togli tavola e inizi a preparare il caffè. Mi alzo e ti osservo. Alla fine vado a sedermi sul divano.
Dopo poco arrivi con una tazza di liquido fumante. Prima che possa ringraziarti, torni in cucina a lavare i piatti.
Non mi hai detto niente, ma immagino che questa mattina presto tu sia già andata a controllare se qualche cliente avesse bisogno di noi. Nulla anche oggi, scommetto. Passerò un'altra giornata a fare niente.

Alle tre suona il campanello. Apro un occhio e ti vedo andare ad aprire la porta. Ti sposti per lasciare entrare Saeko. Probabilmente ha qualche incarico spinoso per le mani e vuole il nostro aiuto. Ci ho azzeccato. Ha bisogno di noi per proteggere una ricca ereditiera. Che facciamo? Accettiamo, Kaori? In fondo non lavoriamo da un mese, siamo un po' a corto di soldi. E Saeko dice che ci pagheranno profumatamente.
Mi avvicino alla nostra amica con il mio solito atteggiamento da maniaco. Le dico che non accetterò alcun incarico da lei finchè non salderà il debito di mokkori. Sai già che finirò con il dirle di sì, e mi dispiace perchè so che a te da fastidio.
Saeko afferma che questa volta mi pagherà. Le salto addosso, ma mi fermo a metà, chiudendo gli occhi. Tra poco mi ritroverò spiaccicato nel muro, già me lo immagino. Tu però non fai niente. Aspetto, sperando che tu parta a scoppio ritardato. Voglio che tu lo faccia, ho bisogno che tu lo faccia! Ho bisogno di sapere perchè mi ignori. Cosa ti ho fatto? Mi fai male, male da morire.
Niente, non ti muovi. Neanche un martellino da 1 t. Sul mio volto è stampata un'espressione a dir poco interrogativa.
- Kaori... - mormoro, senza sapere cosa dire.
Ti alzi e vai verso la tua stanza. Osservo ogni passo che fai, chiedendomi che cosa stia succedendo.

Mi avvicino alla tua porta, cercando di fare rumore in modo che tu mi possa sentire.
- Kaori, posso entrare?
Nessuna risposta. La tentazione di spaccare la porta, entrare e parlarti direttamente è forte. Ma peggiorerei una situazione già critica.
Busso un'altra volta, poi entro.
- Va tutto bene? - ti chiedo.
Poi vedo i bagagli sul letto. E subito un senso di angoscia mi assale.
- Che succede? - la preoccupazione si fa largo nel mio tono di voce. Noto che te ne accorgi.
Ma neanche adesso mi rispondi. Ti limiti a piegare un maglione e a metterlo in valigia.
Non resisto più. Ti prendo per le spalle e ti faccio voltare.
- Dannazione, Kaori! Parlami! - mi accorgo che sto urlando.
Mi guardi negli occhi. Non so cosa leggerci, non traspare nessuna emozione. I miei invece sono carichi di paura. Paura, anzi terrore, che tu possa veramente pensare di andartene.
- Me ne vado - dici, dando sicurezza ai miei incubi.
Allento la presa, tu riesci a girarti. Metti una gonna vicino al maglione.
- Dove vai?
- Da mia sorella, a New York.
- Perchè, Kaori? - chiedo, come se realmente ci fosse bisogno di una risposta.
Ti irrigidisci. Per un secondo mi convinco che tu ti girerai e mi abbraccerai in lacrime. E' quello che spero con tutta la mia anima.
- Quando torni? - ti domando - Perchè... hai intenzione di tornare, vero?
Ti volti e mi rivolgi uno sguardo di ghiaccio. Tentenni un po' prima di dire la frase che manda il mio mondo in frantumi.
- Non lo so.

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Capitolo 4
*** Capitolo III - The end ***


Please don't walk away, I know you wanna stay
If you just give me a sign, say anything, say anything
(Say anything - Good Charlotte)


La osserva mentre finisce di riempire i bagagli. Ogni indumento riposto è per lui una fitta al cuore.
- Non sai se torni? - le chiede, cercando di moderare il tono di voce per non far trapelare la preoccupazione che lo invade.
- Esatto. - risponde lei, senza esitazioni.
Afferra le valigie ed esce dalla stanza, seguita da Ryo.
- Kaori, sei sicura di quello che fai?
- Mai stata più sicura di quanto lo sia in questo momento.
Non sa più cosa fare. L'agitazione ha ormai preso il controllo del suo cervello, impedendogli di pensare. In più, lei sembra decisa come non mai.
- Ma... è quasi sera! Non sarebbe meglio aspettare domani?
Magari dormendoci sopra cambierà idea, pensa.
Kaori solleva la cornetta del telefono e inizia a comporre un numero. Quando Ryo capisce chi sarà il destinatario di quella chiamata, la costringe a interrompere la comunicazione.
- Ti accompagno io.
- Meglio che chiami un taxi. - risponde Kaori, riprendendo il ricevitore in mano.
- Per favore... - mormora Ryo.
Sembra convincerla. Poggia la cornetta per la seconda volta, poi prende la giacca. Sta per attraversare la porta d'ingresso quando lo sweeper le si para davanti.
- E se io non volessi che tu te ne vada?
Lo guarda, sorridendo sarcasticamente.
- Dammi un buon motivo per rimanere.
Ryo non risponde. Sa che non ci sono ragioni per cui Kaori dovrebbe restare in quella casa, a soffrire per ogni insulto che esce dalla sua stupida bocca, ad aspettarlo ogni notte quando lui la lascia sola...
La sola motivazione che potrebbe usare è, purtroppo, l'unica cosa che non le potrebbe mai dire.
- Ecco, appunto. Ora, se non ti dispiace, vorrei andare.
Si sposta e, rassegnato, la lascia passare.
Lei non si volta nemmeno per dare un'ultima occhiata all'appartamento. Non vuole altri ricordi della vita che sta definitivamente lasciando. Quelli che ha dentro sono già abbastanza dolorosi.
Raggiungono in silenzio la macchina. Ryo mette in moto e inizia a guidare in direzione dell'aeroporto.

Mentre Kaori si appresta a comprare il biglietto per New York, Ryo non può fare a meno di osservarla.
Non riesce a convincersi che quella probabilmente sarà l'ultima volta che la vedrà. Non può credere che Kaori, la sua Kaori, lo stia abbandonando.
Si rende conto in un secondo di tutto quello che è successo nei lunghi anni della loro convivenza. Anni in cui la ragazza ha sempre sopportato quello che lui le ha fatto passare. Ma ricorda anche che sono anni in cui lei è stata rapita e presa di mira dai suoi nemici.
Nonostante sappia che il fatto che se ne stia andando sia la miglior cosa per la sua sicurezza, non riesce a darsi pace.
- Ho trovato un posto su un aereo che parte tra poco. - la sua voce lo riporta con i piedi per terra.
E allora dice l'ultima cosa che vorrebbe dire:
- Bene.
Nessuno dei due sembra avere intenzione di parlare. Kaori gioca un po' con le valigie, mentre Ryo guarda ostinatamente un aereo al di fuori della grande vetrata.
Quei giganti, che di solito lo terrorizzano, ora non gli provocano altro che odio e disprezzo. Sono loro che gli porteranno via la donna che ama.
No, stupido. Sei tu ad averla mandata via, dice una voce nella sua testa. Non è di certo un aereo ad averla fatta soffrire. Non ha pianto per loro, ma per te. Era te che aspettava dopo ogni caso che affrontavi, sperando che tornassi sano e salvo. Ed era lei che lasciavi sola a casa ogni notte.
- Sì, lo so! Non è il caso che me lo ripeti ancora! - non si accorge di aver parlato ad alta una voce.
La sua socia lo guarda perplessa.
- Hai detto qualcosa? - gli domanda.
- Io? No, no...
Passano altri lunghissimi minuti, durante i quali i due ragazzi continuano ad ignorarsi.
Poi, ad un tratto, Ryo esclama:
- Allora è così che finisce tutto...
- Tutto cosa?
La guarda negli occhi. Non può evitare di perdersi in quelle iridi color nocciola.
- Tutto tra noi due...
- Quale noi, Ryo? Non c'è mai stato un noi e mai ci sarà. - risponde lei con tono ironico.
- Kaori, ascolta...
- No. - lo blocca mettendogli una mano davanti alla bocca - Non dire che ti dispiace, non chiedermi scusa o di perdonarti. E' tutto finito. Anche se è stupido dire così, visto che niente è mai iniziato. Non posso pretendere che tu capisca come mi sento. E non pretendo nemmeno che tu ricambi i miei sentimenti.
Le prende la mano che gli tappava la bocca e la bacia dolcemente.
- Quello che non puoi pretendere è che io guardi volare via la donna che amo senza fare niente per fermarla...
- Ah, adesso mi vieni a dire che mi ami. Ma per favore...
Non può credere a quello che ha sentito. Lui le ha praticamente dichiarato il suo amore, e lei le risponde così? Davvero l'ha trattata così male da farle dubitare qualsiasi cosa dica?
- E sentiamo, cosa vorresti fare per fermarmi?
Prende il coraggio a due mani. Ormai l'ha detto. Non vuole che se ne vada, non lascerà niente d'intentato.
- Kaori, io ti amo. E' inutile negarlo. Non potrò mai scusarmi abbastanza per quello che ti ho fatto in questi anni. Non sarò tanto arrogante da chiederti di rimanere per me. So che non ti fidi più, e fai bene. Ma prima che tu parta, voglio che tu sappia una cosa. Sei tutta la mia vita, e se prenderai quell'aereo, la porterai via con te.
Le prende il viso tra le mani e la bacia. Una voce gracchiante parte dall'altoparlante per arrivare prepotentemente alle loro orecchie.
Ultima chiamata per il volo 23564DT, destinazione New York.
Kaori si stacca da lui, il viso rigato da incessanti lacrime.
- E' troppo tardi, Ryo. Troppo tardi...
- No, ti prego...
Si volta. Si mette a correre. Quando arriva a destinazione, porge il biglietto ad un'elegante signorina. Questa lo prende, le sorride e le fa cenno di avanzare.
Ma Kaori non può trattenersi dal girarsi a guardare un'ultima volta.
Lui è ancora lì. Il suo viso triste le fa nascere un groppo in gola. Sta per lasciare per sempre l'uomo che ama. Da quando ha deciso di andarsene, ha cercato di convincersi che fosse la scelta più giusta. Ma adesso non ne è più tanto sicura.
Così, quando lui spalanca le braccia, lascia le valigie e ci si tuffa dentro. Si lascia cullare da quell'abbraccio tanto dolce quanto possessivo. Ryo la stringe come se ne andasse della sua vita.
Si allontana di qualche centimetro da lei, la guarda negli occhi.
- Rimani, tesoro? - le chiede speranzoso.
- Sì, ma ad una condizione.
- Tutto quello che vuoi, Kaori.
- Devi cambiare. Non ho intenzione di tornare a casa e rincominciare la stessa vita di prima. Altrimenti me ne vado, ma questa volta sul serio.
Lo sweeper la guarda dolcemente, poi la bacia.
- Amore, prometto di cambiare. Sarò qualsiasi persona tu voglia. Ti chiedo solo di non lasciarmi. Finchè ti avrò al mio fianco, sarò la persona più felice del mondo. Ti amo, Kaori.
Lei sorride. Lo bacia a sua volta.
- Anche io ti amo.
Ryo le accarezza i capelli, poi scende a sfiorarle le guance bagnate.
- Mi sei mancata da morire, piccola mia...

Fine!!! Spero che vi sia piaciuta!!!
Un grazie per i commenti a:
- kia_85
- giova71
- Dea Nemesis
- shawn 85
- Nami Akimoto
Per le preferite:
- giova71
- kittyna87
- Nayma85
Un grazie anche a chi l'ha soltanto letta...
Alla prossima!!!
Baci8

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