≈Venus♥

di littlemoonstar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Remember me? ***
Capitolo 3: *** Vampire hunting ***
Capitolo 4: *** Sweet dream ***
Capitolo 5: *** Kiss the tears ***
Capitolo 6: *** Secret ***
Capitolo 7: *** Human ***
Capitolo 8: *** Oh,right...I'm Rich! ***
Capitolo 9: *** Luciene Call ***
Capitolo 10: *** The real world ***
Capitolo 11: *** Memories ***
Capitolo 12: *** Trapped ***
Capitolo 13: *** Burning ***
Capitolo 14: *** Thank you for everything ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


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Venus
Prologo
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L'arte è bellezza.

E la bellezza,come si dice spesso,è donna.
Io non mi ero mai sentita bella. Solo di nome. Isabella Swan,in arte Bella.
La mia vita era sulla strada,il mio corpo era l'unica cosa che avevo per mantenermi in forze e per sopravvivere in quella vasca di squali chiamata Londra.
E non avrei di certo mai,mai pensato che la mia vita potesse essere sconvolta da un incontro.
Senza tempo,senza limiti di spazio, Solo un incontro.
Semplice,casuale,ma in qualche modo combinato.
Il mio incontro.



Attraversai la strada senza far caso al numero di carrozze che rischiarono quasi di uccidermi,fermandosi al mio passaggio.
Udii una serie di imprecazioni da parte dei conducenti,ma presto il rumore degli zoccoli dei cavalli ricominciò,regolare,coprendo le parole.
Non diedi ascolto nemmeno ad una delle loro parole,troppo concentrata ad evitare che la pioggia scrosciante mi facesse cadere a terra,o scivolare una volta girato l'angolo.
L'abito blu scuro strusciava continuamente a terra,e i tacchi alti di certo non erano un aiuto valido.
Mi sentivo instabile,e avevo un groppo alla gola senza precedenti: le lacrime miste ala pioggia,che oramai mi aveva completamente inzuppata,mi cadevano sulle guance pallide e macchiate di trucco nero,disciolto sulla mia pelle come neve al sole.
Tremavo,ero stanca e sentivo il petto bruciare.
Strano,Bella. Una prostituta non dovrebbe pentirsi delle scelte fatte.
Un gemito mi sfuggì dalle labbra,ma probabilmente riuscii a sentirlo solo io.
Io,che avevo appena guadagnato il pane quotidiano come oramai facevo tutti i giorni.
Non ero una bellezza da invidiare,ma a quanto sembrava molti uomini erano disposti a pagare per avermi.
Iniziai a respirare rumorosamente,con affanno,senza interrompere quelle lacrime che oramai si confondevano con le pozzanghere argentee sulla strada.
Non ho bisogno di te. Non ho bisogno di nessuno.
Ripetei quella frase nella mia mente parecchie volte prima di capire che non aveva senso continuare a farlo.
Si chiamava Mike. Mike Newton,ed era un ragazzo incredibilmente bello e con un sorriso da sballo.
Quando mi aveva richiesto per passare la giornata con me avevo subito intuito che questo includeva anche la notte.
I soldi che mi aveva offerto mi avrebbero fatto più che comodo, e di certo non sarei riuscita a rifiutare nemmeno se mi fossi fermamente opposta: ma dopo la notte,c'è sempre un risveglio.
E il mio risveglio era stato brutale: Mike mi aveva praticamente cacciato da casa sua,dicendomi che era stato bello e che adesso non dovevo più farmi vedere.
Sorrisi tra me e me,ma a quel sorriso seguì un'altra crisi di pianto.
Non che mi infatuassi di tutti gli uomini che mi portavano a letto.
Ma ogni volta mi sentivo umiliata,sedotta e abbandonata in quel circolo vizioso da cui non potevo uscire.
Voltai l'angolo,continuando a correre.
Ma non ci misi molto a fermarmi,perché incappai subito in quello che prima credevo un muro di cemento: quando caddi a terra,mischiandomi all'acqua e alla sporcizia della strada,riconobbi tuttavia una figura umana,maschile.
E perfetta.
-ti sei fatta male? - mi chiese lui,con una voce vellutata e quasi...angelica.
Sei un angelo?
Ancora intontita,non riuscii a scorgerne il volto.
-io sono...-
Prima che potesse finire,le mie gambe ricominciarono a correre veloci: mi alzai in piedi e,schivandolo,scappai via nelle strade buie di Londra.
E in mente,durante tutto il tragitto,ebbi solo quella misteriosa,splendida voce.



























Note: Ma Saaaaaalve!^^ Rieccomi qui a fracassarvi le palle con le mie storie XD Cooomunque,questa storia vede una Bella con un carattere molto simile a quella del libro,con l'unica eccezione che...ehm...non è proprio una brava studentessa a scuola^^
Ho deciso di ambientare questa storia nell'Ottocento,anche se troverete spesso elementi più moderni (mia iniziativa,siete liberi di rincorrermi con un'ascia per aver modificato il corso della storia dell'uomoXD).
Spero sia di vostro gradimento e...fatemi sapere e commentate!
PS. L'immagine è opera mia,vi piace?(la ragazza,comunque,è la Kriiis^^)
Un bacio

LMS*

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Capitolo 2
*** Remember me? ***


venus
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1.
;Remember me?;
Venus
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Oramai era notte fonda.
Avevo vagabondato nei sobborghi di Londra,bagnata e infreddolita,per tutto il pomeriggio,inzuppandomi dalla testa ai piedi e prendendomi anche un bel raffreddore.
La pioggia,anziché diminuire,sembrava aumentasse di minuto in minuto,ed io mi ritrovai ad udire i rintocchi della mezzanotte sotto un pergolato malridotto in un sobborgo di Londra.
Su un pannello di legno scuro vicino a me – era sporco e arrugginito,mi fu persino difficile leggere la scritta su di esso – vidi le indicazioni necessarie per raggiungere di nuovo quel piccolo quadrato in cemento che poteva definirsi “la mia casa”,notando che mi trovavo praticamente dall'altra parte della città.
Iniziai a camminare,di nuovo sotto la pioggia,senza fermarmi inutilmente.
Vivere sulla strada non mi era mai sembrato più difficile: Mike Newton,poco prima di sbattermi fuori casa,mi aveva detto che se avessi provato a contattarlo,soprattutto in presenza della sua nuova fiamma,mi avrebbe fatto sbattere in galera.
Mi aveva anche chiamata sporca puttana,ma a questo non facevo più caso.
Io ero una prostituta. Concedevo il mio corpo,o anche semplicemente la mia presenza.
E non facevo più caso a quello che la gente diceva di me. Più che altro,non facevo caso a quello che dicevano i miei clienti,dato che fuori di loro non conoscevo praticamente nessuno.
Londra era talmente grande che nessuno si conosceva davvero,e per quanto riguardava me non potevo neanche contare su una vera e propria famiglia: mio padre era chissà dove,e al momento della mia nascita mi aveva lasciata da sola con mia madre,che si era ammalata quando avevo quindici anni.
Le uniche persone che conoscevo erano le mie coinquiline,con cui dividevo casa e...lavoro.
Sbuffai,pensando che al momento non avevano la minima idea di dove fossi.
E sperando che si stessero minimamente preoccupando per me.
Cosa che nessuno fa mai,vero?
-già...-risposi a me stessa,sospirando.
-ti sei fatta male? -
In quel momento mi ritornò in mente la voce del misterioso sconosciuto,e quasi mi stupii di me stessa: come potevo dare importanza a uno che non avevo praticamente conosciuto?
Di lui ricordavo solo la pelle pallida,il corpo forte simile al marmo,liscio e freddo,e un altro particolare che rimaneva ancora annebbiato nella mia mente,che non riusciva ad entrare nei miei pensieri,tanto erano offuscati.
-Bella!Bella! -
Il grido lontano di una voce familiare mi ridestò,e in quel momento mi accorsi di essere sul pianerottolo di casa: come diavolo ci ero arrivata?
E soprattutto,come pretendevo di sopravvivere in quella città se mi ritrovavo continuamente con la testa tra le nuvole,senza accorgermi neppure di aver attraversato mezza città?
Mi resi conto solo pochi secondi dopo,quando iniziai a sentirmi strana,accaldata e non del tutto presente,che quella strana sensazione era causata dal brutto raffreddore che avevo previsto.
Avevo le vertigini,e per poco non caddi a terra.
-Bella! Santo cielo,che ti è successo?! - quella voce,così delicata e innocente,mi riportò al contrario alla dura realtà.
-non mi sento bene,Angela...credo...di avere la febbre. - sussurrai,non pienamente cosciente.
-vieni,entriamo in casa. - mi disse lei,dolcemente.
Annuii a fatica,e per un attimo tentai con tutte le forze di addormentarmi,per superare quello stato di angoscia che mi avrebbe accompagnato per tutta la notte.



Quando mi svegliai,fui quasi sorpresa di ritrovarmi nel mio letto,al sicuro dalla pioggia e dalle stranezze dell'estrema periferia londinese.
Sentivo gli occhi ancora gonfi di pianto,e il bruciore all'altezza delle palpebre non era di certo un buon segno: segno che peggiorò ancora di più quando tutti i ricordi della notte precedente mi tornarono alla mente come una marea scatenatasi contro di me in pochi secondi.
La nausea mi assalì senza neanche darmi tempo di riflettere,e poco dopo mi ritrovai di nuovo con la testa sul cuscino.
-Bella,sei sveglia? - la voce familiare che ricordavo mi apparse quasi come una rivelazione,ma non avevo alcuna intenzione di rispondere.
-mh...-mugugnai,la bocca premuta contro il cuscino color crema.
-come,scusa? - mi chiese di nuovo,e sentii il suo corpo accanto a me,seduto al bordo del materasso.
-non mi sento bene per niente,Angie. - commentai,mettendomi seduta.
Pessima idea,perché fui assalita da un nuovo,spaventoso giramento di testa.
-oh,Bella. - sussurrò Angela,scuotendo la testa – sotto la pioggia a quell'ora di notte. Ma che razza di cliente ti sei presa,questa volta? -
-già,chi può essere lo spaventoso mostro che ti ha lasciato in questo stato? - chiese un'altra voce,meno dolce e più squillante,all'improvviso.
-diretta,Jess...- le rispose Angela,fulminandola con lo sguardo.
-non ha tutti i torti. - aggiunsi io,facendo spallucce – sono in uno stato...pessimo. -
Le mie due coinquiline – nonché colleghe – avevano due personalità completamente opposte,eppure convivevano davvero troppo bene per i caratteri antitetici che avevano.
Angela,ad esempio,era una ragazza dolcissima e davvero delicata,solitamente era lei che consolava tutte noi,condividendo i nostri dolori insieme ai suoi.
Era scappata dalla sua famiglia alla mia stessa età,e ora molti dei ricchi signori londinesi amavano stare in sua compagnia.
Era diventata una signorina di lusso,e grazie a lei anche Jessica aveva fatto un salto di qualità: al contrario di Angela,lei era nata in uno squallido sobborgo di Londra e aveva imparato a sopravvivere in quel posto con le sue sole forze,arrivando a donare il proprio corpo per sopravvivere alle condizioni estreme.
Quando conobbe Angela non aveva ancora capito di essere troppo bella e desiderabile -oltre che incredibilmente passionale – per i quartieri più poveri,e adesso vivevamo insieme in quel piccolo appartamento in una zona abbastanza nascosta,ma in qualche modo confortevole e accogliente,sostenendoci in quella vita dura.
-oh,non dirmi che...-Jess lasciò cadere il corpetto che aveva in mano,rimanendo a bocca aperta.
-no...- seguì subito Angela,interrompendola.
-e va bene,lo ammetto. Si...Mike. -
-no! - gridò Jessica,quasi con un ringhio disgustato – non Mike "prendimi e scappa" Newton! -
-Bella...-
-lo so,ma cosa dovevo fare?! Non sapete quanto mi ha offerto. -
Era sempre così: il denaro valeva più della dignità,in quel momento.
La mia sopravvivenza,in quella città crudele,mi spingeva a fare cose di cui ero tremendamente disgustata.
Ma non potevo tirarmi indietro.



Quando uscii di casa,poco prima di pranzo,decisi di addentrarmi nel centro di Londra per una passeggiata.
Volevo rimanere da sola,e riflettere su quello che mi stava accadendo.
Su quello che stavo diventando per non morire di fame.
Si,certo...continua a credere che sia così.
Scrollai la testa,stringendomi nell'abito color panna che avevo indossato per uniformarmi alla massa,a quella schiera di belle ragazze ricche che con me non avevano nulla a che fare.
Erano frivole,senza alcun pensiero in testa.
Anzi,la testa probabilmente neanche l'avevano portata con loro.
Tutte uguali,fatte con lo stampino e infilate dentro quei corpetti soffocanti e quegli abiti così costosi.
Ma fu in quel momento che vidi qualcosa che mi stupì: qualcosa di diverso,in quel continuo sciame di oche che mi circondavano in un vortice soffocante.
Una ragazza poco distante da me aveva qualcosa di diverso: anzi,era diversa.
Era bellissima,forse la più bella ragazza che avessi visto in vita mia: la pelle candida sembrava ancora più pallida sotto il cielo nuvoloso,e il vestito blu scuro aumentava ancora di più il contrasto con quella pelle che sembrava di marmo,tanto era liscia e perfetta.
I lunghi capelli biondi e setosi ricadevano sulle spalle,circondando il viso perfetto e il naso a punta.
Intorno a lei non c'era nessuno,e sembrava che anche gli altri passanti,arrivandole accanto,rimanessero inebetiti da tutto quello splendore,scansandosi e lasciandole come un vuoto attorno,quasi per non rovinare quella bellissima creatura che sembrava quasi scesa dal cielo.
I suoi occhi guizzavano velocemente da una parte all'altra della strada,con il loro incredibile color oro colato: ma tra tutta quella gente la vidi sparire in poco tempo,accompagnata da un ragazzo così alto e robusto da sembrare una montagna.
Non mi spiegai il motivo di tanta ammirazione per lei,ma per un attimo mi accorsi di quanto quella ragazza fosse diversa dalle altre,così bella ma anche così discreta da non mettere in mostra ciò che aveva come un trofeo.
Scrollai la testa,maledicendomi per tutte le stupidaggini che in quel momento il mio cervello stava partorendo senza un freno.
Ricominciai a camminare più velocemente,come a tentare di recuperare il tempo perduto per raggiungere una meta che neanche io conoscevo.
Ma non feci nemmeno in tempo a rendermi conto della strada presa che finii un'altra volta per terra.
Quella caduta mi riportò subito alla mente gli eventi della notte precedente,e la bellissima voce del misterioso sconosciuto che aveva tentato di aiutarmi tornò a farsi viva nei miei ricordi.
-stai bene? Ti sei fatta male? -
Quella voce.
C'era qualcosa di profondamente familiare in quella voce bellissima e vellutata: era davvero quella del misterioso angelo che avevo visto la notte precedente?
Era strana,perché benché fosse così limpida e luminosa era leggermente diversa da quella che avevo udito io.
Ma una voce così non poteva che essere unica,e mi decisi ad alzare lo sguardo verso colui che probabilmente doveva essere il mio angelo.
E – come avevo immaginato – si trattava di un ragazzo bellissimo: la pelle candida e liscia mi ricordò quella della magnifica ragazza bionda di poco prima,e gli occhi dello stesso color oro mi diedero una sensazione piacevole e confortante.
Il ragazzo mi sorrise,mostrando i denti bianchi e perfetti,e piegandosi allungò la mano verso di me,in attesa di ricevere una risposta.
E dopo qualche esitazione,accettai.
-sicura di stare bene? - mi chiese ancora,sfiorandomi una spalla.
-si...-sussurrai,senza sapere bene cosa dire.
-come ti chiami? -
-oh,giusto. - per la prima volta,riuscii a sorridere – io mi chiamo...Isabella. Isabella Swan.-
-piacere di conoscerti,Isabella. - mi disse lui,mentre una brezza leggera iniziava a smuovere i suoi bellissimi capelli color miele – io sono Jasper. Jasper Hale. -





























Note: Ma buongiorno fanciulli! Come va? Sfrutto questo piccolo momento in cui non sono oppressa da compiti e altre schifoserie scolastiche in genere per ringraziarvi di cuore delle recensioni che mi avete lasciato,e per postare il primo effettivo capitolo della storia.
Lo so,avete una marea di domande,ma voglio rassicurarvi: questa sarà una EdwardxBella,non ci sarà nessuno sconvolgimento,non preoccupatevi! XD
Cooomunque,è veramente Jasper quello che ha stretto la mano a Bella? Ed era lui il famoso angelo che è apparso di notte alla nostra eroina? Ma soprattutto,avete riconosciuto la ragazza bionda? Si accettano proposte,supposizioni di tutti i tipi e anche scommesse"XD(Okay,sto delirando...). Mi raccomando,voglio sapere cosa ne pensate di questo capitolo,fatemi sapere!^^
Un bacio

LMS*

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Capitolo 3
*** Vampire hunting ***


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2.
;Vampire hunting ;
Venus
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Si chiamava Jasper,ed era un ragazzo davvero meraviglioso.
Si era offerto di accompagnarmi in quella passeggiata per assicurarsi che stessi bene,accompagnandomi fino a casa: fortunatamente il quartiere in cui abitavo non dava alcun indizio riguardo la mia professione,perciò accettai volentieri la sua compagnia.
Quelle ore passate con lui furono come un tuffo sott'acqua: sentii improvvisamente ogni preoccupazione svanire,e lo stato di calma che mi inondò fu davvero incredibile.
-come mai andavi così di fretta? - mi chiese,continuando a guardare diritto.
-oh,nulla di particolare – affermai,in imbarazzo – volevo solo liberarmi di...alcuni pensieri. -
-capisco. Certe volte alcuni ricordi sono dolorosi da dimenticare. So cosa vuol dire. -
-già. - sussurrai,tentando di non pensare. Non volevo pensare a niente.
E sorprendentemente ci riuscii.
-sicura di star bene? Sembri strana,Isabella. -
Avrei dovuto dirgli che oramai nessuno mi chiamava più così,e che il mio nome detto da lui suonava di certo migliore rispetto a tutti gli uomini che mi avevano chiamato in precedenza.
In realtà avrei dovuto dirgli tante cose.
Ma riuscii solo a fare una flebile,tremante domanda.
-Jasper,noi ci siamo già incontrati...prima? -
Lui non rispose. Guardava in avanti,come se cercasse la risposta nei suoi ricordi,o nel paesaggio attorno a noi.
-ti prego,Jasper. Ho bisogno di sapere. - sussurrai,avvicinandomi a lui.
Gli sfiorai involontariamente la spalla,e sentii il suo corpo irrigidirsi: mi guardò per la prima volta,ma sembrava in allerta,gli occhi sbarrati e vitrei.
L'oro caldo che avevo visto in precedenza sembrò improvvisamente raffreddarsi,e dopo pochi secondi anche Jasper sparì nella foschia londinese,lasciandomi da sola davanti alla porta di casa.
Rimasi immobile,tentando di capire come avesse fatto ad allontanarsi così all'improvviso.
E soprattutto tentai con tutta me stessa di ignorare il fatto che i suoi occhi,per una frazione di secondo,erano diventati rossi come il sangue.



Ancora scossa da quello che avevo visto,entrai in casa rapidamente per cercare di pensare ad altro.
Non poteva essere vero. No. Di sicuro me l'ero immaginato.
Forse avevo ancora la febbre.
Forse avevo una malattia rara che comportava anche sporadiche allucinazioni senza alcun senso.
Forse mi avevano drogata.
O forse hai visto un fantasma?
-ah,stai zitta! - gridai a quella fastidiosa vocina che,ahimè,diceva sempre la verità.
-ma se non ho detto nulla! - gridò Jessica dalla cucina,facendo capolino con il suo sguardo sempre vispo e attento a tutto.
-oh,Jess...non dicevo a te,parlavo con...-
-nessuno.- completò lei per me,conoscendomi fin troppo bene per lasciarmi proseguire quel monologo balbettante.
Le sorrisi,ma dopo poco la mia tranquillità momentanea fu spezzata da un sonoro ed energico bussare alla porta.
Jessica guardò la porta,spalancando gli occhi e probabilmente chiedendosi chi diavolo bussasse a quell'ora del mattino.
Sbuffai,e aprendo la porta realizzai che le mie disgrazie non erano ancora terminate.
-ciao,dolcezza. -
-ah! - Jessica gridò in modo davvero poco discreto,e armandosi di coltello lo puntò contro il nuovo ospite.
-Jess,datti una calmata! - tentai io,per evitare un omicidio colposo in quella casa – Jacob,che diavolo ci fai qui?! -
Jacob mi sorrise dall'alto del suo fisico statuario ed abbronzato.
Diamine,se era bello.
Era un vero adone,dai capelli folti e neri e dalla carnagione olivastra: decisamente poco inglese,ma forse era per questo che ispirava così tanto la fantasia delle giovani ragazzine di Londra.
-sono venuto a trovarti,che domande...- rispose lui,avvicinandosi e passando un braccio attorno alla mia vita. Mi sorpresi di quanto potessi sembrare piccola e fragile al suo confronto.
Jacob Black era un ragazzo davvero molto affascinante,e non aveva mai,mai tentato di molestarmi in alcun modo: viveva nella zona portuale di Londra e veniva a trovarmi sempre di nascosto a causa della pressante presenza del padre, il capo Black, che ultimamente ci stava creando non pochi problemi a causa della nostra cattiva reputazione.
Billy Black era a capo del comitato per la moralità pubblica,e di certo noi eravamo il suo più grande nemico.
Ma a Jacob non interessava tutto questo,e tentava di tenere nascosta la nostra amicizia.
-Jake,non credo che...-
Guardai di nuovo Jessica,che puntava minacciosamente il nuovo ospite.
Oh,dimenticavo. Jessica odiava mortalmente quel povero ragazzo per due motivi principali.
Non si fidava ancora di lui a causa della sua parentela con il grande capo Black,ma il motivo principale risiedeva nel fatto che Jake l'aveva molto elegantemente rifiutata.
-Jacob Black,esci immediatamente da questa casa a meno che tu non voglia morire all'istante! - gridò Jessica,puntandogli il coltello contro.
Solo allora mi accorsi che non lo aveva ancora posato.
-Jess! - gridai,come una mamma fa con la bambina – posa quel coso,per favore! -
Jessica sibilò qualcosa,e muovendo i fianchi procaci raggiunse la camera da letto.
-quella donna è spaventosa. - sibilò Jacob,sembrando davvero un cucciolo impaurito.
-si può sapere che ci fai qui? - dissi tagliando corto,tentando di sembrare crudele -vuoi cacciarci di nuovo nei guai? -
-oh,non essere sciocca. Volevo solo...ecco...invitarti fuori,stasera. - ammise,e giurai di aver visto le sue guance imporporate,se solo non avesse nascosto il viso voltandosi.
-mi dispiace,Jacob. Non posso rinunciare ad un'intera serata per una cena. Rischiamo di essere cacciate...-
-cacciate di casa. - concluse per me,sbuffando – Bella,è la scelta sbagliata. Non puoi continuare a lungo così. Mio padre...-
-si,so che tuo padre ci farebbe tutte fuori,se potesse. Ma non posso...non posso...- continuai a ripetere,indecisa su come concludere la frase.
Jacob si guardò intorno,come se aspettasse a dirmi qualcosa.
Come se mi nascondesse qualcosa.
-Jacob. - ripetei,fissandolo – Jacob. -
-cosa? -
-Jacob. -
-che c'e?! -
-Jacob. -
-okay,d'accordo! - alzò le mani,rassegnato.
La mai tattica minimalista non falliva mai.
Prese un bel respiro,tornando a fissarmi con i suoi bellissimi occhi scuri.
-Bella,la situazione ci sta sfuggendo di mano. Mio padre mi ha detto di...di alcune cose. -
-cioè? -
-hanno riaperto la caccia. -
Alzai gli occhi la cielo,sospirando: sempre la stessa storia,che si ripeteva ad intervalli regolari e sempre con gli stessi,inutili e vani risultati.
A Londra c'era sempre un motivo assurdo per quella che chiamavamo la caccia.
E molto spesso le varie persecuzioni riguardavano sempre le donne,ed erano solitamente propagandate da Billy Black e il suo folto gruppo di estremisti.
-di nuovo la caccia alle streghe? -chiesi,mordendomi il labbro – accidenti,come minimo mi condanneranno alla forca...-
-no,Bella. E' molto peggio.-
Il suo tono serio mi fece rabbrividire.
-continua. -dissi,trattenendo il respiro.
-si stanno verificando alcuni...casi strani,negli ultimi giorni. Sparizioni improvvise,ritrovamenti di gente completamente dissanguata. Uomini,per la precisione. -
Abbassai il capo,cercando di riflettere: malgrado il lavoro che facevo,amavo leggere quei pochi libri che riuscivo a trovare in giro.
Ero un caso particolare,come diceva sempre Jessica.
Eppure in quel momento la mia mente vagò nei meandri più bui della fantasia,e vano fu il tentativo di scacciare quei brutti pensieri dalla mia mente.
-è stata aperta la caccia al vampiro. - disse Jacob,stringendomi la mano con vigore.
-Jake,non crederai davvero che io sia un vampiro,vero? I vampiri non esistono! - risposi,stringendo la sua grande mano a mia volta.
-lo so,ma gli altri non la pensano così. I vampiri che cercano sono molto simili alle streghe,secondo mio padre sono donne tentatrici che vivono di notte e cercano uomini che possano tentare con il desiderio sessuale,per poi privarli del loro sangue. -
Rabbrividii.
Perché malgrado sapessi che quelle credenze fossero tutte sciocchezze,non potei fare a meno di trovare delle similitudini con quello che facevo io.
Donne tentatrici che vivono di notte. Uomini. Desiderio sessuale.
-è la nostra descrizione. - commentai,rispondendo alle sue domande mentali.
Ci guardammo per qualche istante,e in quel momento capii che era davvero preoccupato per me.
-fai attenzione. Ti prego. - disse alla fine,baciandomi la guancia e sparendo dopo poco.
Chiusi la porta,appoggiandomi al muro freddo per cancellare quelle brutte storie che mi avevano davvero spaventato.
Jessica si affacciò dalla camera,guardandomi.
-allora,cosa...facciamo? -
La guardai,e notai un accenno di paura nei suoi occhi.
-andiamo a lavorare,Jess. Come sempre. -


Quella notte non avevo avuto nemmeno un cliente.
Che schifo.
Sapevo che la teoria del vampiro aveva già fatto il giro della città,e che di certo molti dei clienti abituali avrebbero abbandonato il loro giro di visite per paura di essere dissanguati.
Che schifo.
Scossa dal freddo micidiale che stava colpendo le vie londinesi quella sera,decisi di cambiare zona per tentare di avere più fortuna,e soprattutto per evitare di rimanere ferma per più di cinque minuti e congelare.
Isabella il ghiacciolo. Non male.
-ehi,bellezza...- una voce cupa e pesante mi arrivò alle spalle,spaventandomi.
Mi voltai,cercando di capire chi mi stesse chiamando.
Erano in due,e stavano indicando proprio me.
Non ero sicura che fossero del tutto sobri,ma avevo affrontato anche clienti peggiori.
Sorrisi,avvicinandomi a loro con la mia camminata sexy,ma presto mi accorsi che non era me che volevano.
Per dirla meglio,sicuramente avevano programmi ben diversi.
Uno di loro mi afferrò il polso,facendomi male. Sentivo la stretta dell'uomo farsi sempre più pesante.
-vediamo quanto sei delicata,piccola...-
-lasciami...lasciami! - gridai,arrivando alla conclusione che quei due mi avrebbero riservato un trattamento ben diverso da quello che mi sarei aspettata.
-ma che dici,sei o no una puttanella? E allora stai zitta! - gridò il secondo,tirandomi uno schiaffo.
Caddi a terra,e uno strano sapore di ferro e sale mi arrivò alle labbra.
Dannazione.
-cosa c'è,non ti piace? -
Era la fine.
La fine di tutto.
L'ultima cosa che vidi fu il pugno dell'uomo avvicinarsi pericolosamente a me,prima che entrambi fossero scagliati a qualche metro di distanza da una figura scura che si mise proprio davanti a me.
-toccatela un'altra volta...e non vedrete il sole. - disse l'uomo misterioso con voce suadente e ferma allo stesso tempo.
Rimasi impietrita davanti a quella voce: mi ricordò incredibilmente Jasper Hale,ma aveva nella sua perfezione qualcosa di diverso.
Era lui,lo sconosciuto che avevo visto la prima volta sotto la pioggia.
Ne ero certa.





























Note: Ma quante belle recensioni mi avete lasciato! Sono proprio contenta che vi sia piaciuto il precedente capitolo,e spero vi sia piaciuto anche questo:come avete visto ho deciso di aggiungere anche Jacob,e soprattutto sviluppare un tema che mi è particolarmente piaciuto,quello della caccia alle streghe. Solo...beh,un pò modificato: caccia al vampiro,ed è intorno a questo problema che si svilupperà tutta la storia.
Un altra cosa che si può notare da questo capitolo è che Bella ha una sfiga pazzesca ma allo stesso tempo un...grande quanto una casa (mettiamo i puntini,non siamo volgariXD). Fortuna,ecco. E viene di nuovo salvata da un misterioso angelo che riconosce come il primo.
Come si svilupperà la storia? Lo vedrete presto,non preoccupatevi^^
Grazie mille per aver aggiunto questa storia tra le preferite/seguite e per le magnifiche recensioni che lasciate. Voglio sapere cosa pensate anche di questo capitolo,mi raccomando!!^^
Un bacio

LMS*

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Capitolo 4
*** Sweet dream ***


venus
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3.
;Sweet Dream ;
Venus
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Accendete le casse^^






Credevo fermamente che Jasper Hale fosse l'unica persona che mi avrebbe rapito il cuore,ed altrettanto certa che fosse stato lui a salvarmi la vita,quella notte.
Ma mi sbagliavo.
Perché non appena incrociai il meraviglioso sguardo dorato dello sconosciuto che mi aveva appena salvato sentii una fitta al cuore.
Era diverso,in qualche modo.
Sempre bellissimo e perfetto,ma il suo sguardo mi attraeva più di qualsiasi altra cosa.
La sua voce,anche se dura verso i due malfattori,mi trasmetteva una dolcezza che mai avevo sentito in nessun altro uomo.
Era come la voce di un angelo.
Si,era lui il mio angelo.
Ritornai alla realtà solo quando lui tornò a guardarmi,una volta allontanati i due idioti.
L'oro liquido dei suoi occhi si fuse con me,che rimanevo a guardarlo infreddolita e quasi intimorita dalla sua presenza eterea.
Riuscì quasi a scaldarmi,a circondarmi con le sue braccia forti e luminose.
-Bella. - sussurrò,prima di trasformarsi in un grande sfondo scuro senza suoni.





Tutto ciò che sentii dopo qualche secondo fu una bellissima melodia.

Pulita,chiara e quasi commovente: sentivo il frusciare del grammofono,le note uscire dall'incavo di ottone e disperdersi in quel luogo così surreale da non sembrare neanche vero.
Un momento,ma dove diavolo ero finita?!
Mi alzai di scatto,riepilogando tutto ciò che mi era accaduto prima di allora: a quanto risultava alla mia memoria mi sarei dovuta trovare in mezzo ad una strada in balia della notte e degli ubriaconi di passaggio,infreddolita e con il braccio dolorante a causa della stretta dei due malintenzionati.
Invece,al contrario di ogni possibile ipotesi,mi ritrovai in una camera dalle pareti colorate: ogni lato della stanza presentava una tinta chiara,in perfetta armonia con la stanza e con i mobili di legno bianco che la completavano.
Osservai il letto a baldacchino bianco,così morbido e fresco che mi venne voglia di sdraiarmi di nuovo su di esso: avevo davvero ceduto ad uno di quegli ubriaconi senza scrupoli?
Non saresti in un posto così bello,altrimenti...
Annuii,ma la mia opera di convincimento non servì proprio a nulla: mi ritrovai ancora più disorientata ed agitata.
Mi guardai intorno,tentando di trovare un minimo riferimento,ma quello che riuscii a scorgere fu solo la luce bianca di una normale mattina a Londra,che traspariva dalla finestra a raggi definiti.
Mattina?
Già,mattina.
Mi catapultai vicino alla finestra,per osservare meglio: con tutte quelle novità mi sarei davvero aspettata di ritrovarmi in chissà quale posto.
Eppure,malgrado tutte le mie cattive premonizioni,riconobbi subito la grande strada affollata di Bloomsbury.
Mi trovavo nel quartiere degli artisti,e non sapevo davvero come ero riuscita ad arrivarci,considerando che la notte precedente ero arrivata quasi all'estrema periferia,mentre ora mi trovavo in pieno centro.
Riconobbi le strade di Soho in lontananza,e sperai invano di scorgere il Big Ben.
Ma a che diavolo stai pensando?! Pronto? Qui qualcuno ha dimenticato qualcosa!
Annuii di nuovo a me stessa,cominciando a sentirmi un po' sciocca per quel gesto insensato.
Uscii lentamente dalla stanza,tentando di non fare rumore, e mi sorpresi di quanto bella e al contempo bizzarra fosse quell'attico misterioso.
Proseguii lungo il corridoio,oltrepassando alcune porte bianche chiuse e un'infinità di quadri meravigliosi appesi alle pareti o poggiati per terra.
Alcuni sembravano addirittura freschi di giornata.
-ben svegliata. - una voce dietro di me mi sorprese,e in quel momento mi accorsi di essere appena arrivata nella stanza centrare,un grandissimo salone ricco di quadri appesi alle pareti,di vasi dai fiori profumati e freschissimi.
C'erano pennelli e tavolozze ovunque,ma ogni cosa in quella stanza si trovava in perfetta armonia con il resto.
Un artista ordinato?
Mi voltai,tentando di ringraziare e scusarmi allo stesso tempo per l'entrata brusca,ma alla vista del mio interlocutore mi bloccai all'improvviso.
Dalla mia bocca non uscì una sola parola,tesa com'ero per averlo riconosciuto.
La voce,gli occhi,le labbra.
La pelle pallida,quelle spalle forti e grandi e il fisico statuario.
Il mio angelo.
-oh,io...oh! Mi dispiace,io non so come...come sono...-
-tranquilla – mi interruppe lui,sorridendomi e mettendo fine a quel balbettio davvero irritante in confronto alla sua voce.
La musica proveniente dal grammofono cambiò di tono,trasformandosi in una sinfonia più lenta e dolce.
-tu...tu mi hai...-
-non potevo lasciarti sola in quel posto. - proseguì lui per me,riferendosi all'incontro della scorsa notte. Ero nella casa dell'angelo,e me ne rendevo conto solo allora.
-grazie. Grazie,davvero. E mi dispiace di essere piombata qui...non volevo crearti problemi.-sussurrai,in imbarazzo.
-nessun problema. -
Era un ragazzo davvero bello,i capelli ramati che avevo riconosciuto la prima volta – e che non mi erano tornati in mente nell'incontro con Jasper – mi inondarono con il loro colore caldo.
Sembrava davvero un modello in perfetto stile londinese,con la sola differenza che il suo sguardo magnetico riuscì ad attrarre persino me.
-posso sapere il tuo nome? - mi chiese cortesemente,e solo allora mi resi conto di quanto fossimo vicini.
-Oh,io sono B-...Isabella. Isabella Swan. -
-Isabella. - ripeté lui,riducendo gli occhi a due fessure. Il mio nome,pronunciato da lui,sembrava davvero molto più bello. - Io sono Edward. Edward Cullen. -
-Edward. - ripetei,sorridendogli.
Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso,ma in quel momento mi resi conto che nemmeno lui smetteva di guardarmi.
Sapeva almeno perché ero in strada a quell'ora della notte?
-ti senti bene? - mi chiese all'improvviso,avvicinandosi al mio volto con una premura che forse nessuno mi riservava da anni.
-s-si...- biascicai,poco convinta.
-sembri stanca,dovresti riposarti ancora. -
-perché...mi hai portato via? Cosa...come mai eri lì? - chiesi,guardandolo di nuovo negli occhi dorati.
-io...stavo passando di lì e ti ho vista. Credo sia normale aiutare qualcuno se è in difficoltà,no? -
-certo,però...in quella zona...-
-cosa? -
-non...ti ci vedo,ecco. - conclusi,temendo di essere troppo petulante.
-mi dispiace per quello che ti è successo,Bella. -
Alzai lo sguardo,spalancando gli occhi per lo stupore: Bella?
Nessuno mi chiamava così. Bé,perlomeno nessuno che valesse la pena nominare.
Ehi,Bella,te lo fai un giro con me stasera?
Oh,Bella...stasera ho proprio voglia di...
-ah! - gridai,imbarazzata per i pensieri stupidi e senza senso che mi venivano in mente.
-tutto bene? - mi chiese di nuovo lui,e una lieve ruga gli solcò la fronte liscia.
-come? Oh,si...tutto bene! -
Edward rimase a fissarmi,per poi scoppiare a ridere.
Per evitare di arrossire proprio davanti ai suoi occhi mi voltai,rimirando un quadro meraviglioso proprio appoggiato alla parete di fronte a me: rappresentava una ragazza minuta ma dalle forme perfette,la pelle pallida e i capelli corvini.
-è...bellissimo. - sussurrai,avvicinandomi alla tela,estasiata – bellissimo. -
-ti piace? - mi chiese lui,e mi sorpresi di quanto potesse essere veloce – lei è mia sorella. -
-tua sorella? -
-si,Alice. -
-Alice. -ripetei,come se potesse sentirmi. Da quel quadro riuscii quasi a carpire la sua freschezza,la sua allegria e spontaneità.
Chissà se era davvero così.
-sei un artista? - chiesi,guardandomi intorno.
-si,anche se non molto conosciuto. - mi sorrise di nuovo,alzando gli occhi verso una seconda tela,molto più grande,appesa alla parete.
-un artista...a Bloomsbury. La tua casa è davvero magnifica. -
-una casa piena di tele e pennelli è magnifica? -
-per me si. - ammisi,mordendomi il labbro – mi piace l'arte. E questa casa è...colorata. E allegra. -
In quel momento mi resi conto di aver monopolizzato la conversazione,e decisi di battere subito in ritirata.
Ma non riuscivo a staccarmi da quell'angelo appena conosciuto.
-Edward,posso farti un'ultima domanda? -
-dimmi,Bella. -
-tu ed io...ci siamo già incontrati? - la stessa domanda che avevo posto al misterioso ragazzo di nome Jasper.
In quel momento notai tra loro molte affinità,e rimasi a guardare la sua pelle pallida forse troppo a lungo.
-non credo,Bella. - mi rispose,mascherando qualcosa che non riuscii a percepire.
Lo guardai,fissando il mio sguardo nel suo.
Non mi convinci.
-è meglio che vada,ora. -
Mi voltai,ma la sua mano fredda mi sfiorò il polso,prendendolo con delicatezza tra le dita.
Non era una stretta forte,come quella dei due ubriaconi: era leggera,delicata e quasi di velluto.
-aspetta. Non...non andare via. -
Rimasi a guardarlo,perdendomi nell'oro liquido dei suoi occhi.
Voltai il palmo della mano per afferrare la sua,liscia e fredda come il marmo.
Perché – senza alcuna ragione o spiegazione logica – non avevo alcuna intenzione di separarmi da lui.




























Note:Ed eccoci qui,fedeli seguaci! (eheh,non fateci caso...dopo cinque ore di scuola è il minimo che posso sparare!)...
Che ne pensate di questo chappy? ACCENDETE LE CASSE,questa volta c'è anche la musica!!^^ Purtroppo era d'obbligo metterla per creare l'atmosfera giusta dato che è stata questa bellissima melodia di pianoforte ad ispirare molti capitoli della storia,e in particolar modo questo^^
Grazie mille per le bellissime recensioni,sono aperta a qualsiasi dubbio o domanda( anche se il bello deve ancora arrivare,eheheh)...e per chi non vedeva l'ora,ecco a voi il bellissimo artista Edward! XD
Purtroppo ho poco tempo per aggiornare,spero di aver fatto tutto alla perfezione e non aver lasciato qualche errorino durante il capitolo^^

Un bacio
LMS*

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Capitolo 5
*** Kiss the tears ***


venus
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4.
;Kiss the tears ;
Venus
xxx













-non capisci,Angela? E' come...non lo so,ma non riuscivo a staccarmi da lui! - gridai,mentre Angie mi osservava trasognante.
Era passata una settimana esatta dal mio incontro con Edward,e da quel giorno non avevo in testa che lui.
Quel giorno Edward mi aveva accompagnato a casa dopo qualche ora,in cui mi aveva raccontato di come la sua vita da artista gli piacesse,e i suoi quadri venduti – quelli a cui teneva in modo minore - bastavano proprio per mantenersi.
Avevo notato,tuttavia,che la sua casa come i suoi vestiti erano forse troppo ben realizzati per essere di un artista,ma non avevo indagato su questo.
Una volta arrivata a casa avevo raccontato tutto ad Angela,che non mi aveva interrotto nemmeno una volta – eccetto per qualche sospiro e qualche oh tra una frase e l'altra.
E per tutta la settimana avevo continuato a tartassarla con le mie continue indecisioni.
-non so più cosa pensare – continuai,sedendomi sul letto affianco alla mia coinquilina – io non dovrei...infatuarmi in questo modo degli uomini,non è professionale! Santo cielo,non sa nemmeno che cosa faccio per vivere,come posso solo rivederlo? E voglio davvero rivederlo? E se poi...-
-e se poi arriva un mostro marino e ci mangia per cena? - mimò Angela,alzando gli occhi al cielo – Isabella Swan,ti rendi conto di chi hai trovato? -
-Angela,non è così facile! Lui è...è... - sospirai – ed io sono una...una...-
Non riuscii a completare la frase.
Per la prima volta - o forse no,ma lo compresi solo allora – una vocina nella mia mente mi chiese qualcosa che non mi ero mai domandata prima.
Se non riesci nemmeno a dirlo,come fai a farlo?
Angela mi si avvicinò,abbracciandomi con tenerezza.
-E' così per tutte. Nessuna vorrebbe essere qui,ma dobbiamo farlo. Lo facciamo,ma potremmo non farlo per sempre. -
Ascoltai quelle parole sagge prima che lo sbattere della porta tornasse a scuotermi con il suo rumore odioso.
L'unica cosa che sentimmo dopo fu uno sfogo disperato.
-Jessi...- sussurrai,guardando in direzione della porta.
Ci alzammo insieme,e una volta arrivate all'ingresso vedemmo Jessica in preda ad una crisi di pianto,rannicchiata all'angolo dell'entrata con i capelli scompigliati e zuppi e il vestito stracciato.
-Jessi,cosa ti hanno fatto? - chiese Angela allarmata,portandole un grande asciugamano mentre io tentavo di calmarla.
-una retata...-sussurrò lei,prima di un altro singhiozzo – sono arrivati all'improvviso,c'era anche quel fanatico di Billy Black...-
Sgranai gli occhi,senza parole.
La caccia ai vampiri era davvero iniziata?
-Jess,devi dirmi cos'è successo. Adesso. Ti prego,cosa ti hanno fatto? -
-hanno iniziato a urlarci di tutto. Dicevano delle cose strane,pregavano...ci dicevano di andare via da Londra,che non avremmo avuto il loro sangue...e Lauren è...-
Ridussi gli occhi a due fessure color nocciola,ripensando alla figura longilinea di Lauren,quella ragazza bellissima e dal carattere un po' particolare che incontravamo spesso sulla strada.
Jessica mi guardò,e poi scoppiò di nuovo in un'altra ondata di pianto.
-l'hanno presa! - gridò Jessica,abbracciandomi.
Trattenni il respiro.
La caccia era iniziata,e sarebbe stata molto più terrificante di qualsiasi altro sterminio.



Jessica si calmò solo dopo un'oretta,e piombò in un sonno scosso da singhiozzi ad intervalli brevi e irregolari,coperta fin sopra la testa.
-che orrore – commentò Angela,seduta al tavolo della cucina.
-come possono credere ai vampiri? I vampiri,santo cielo! - sbottai io,tentando di recuperare il controllo ormai andato via da quella casa.
-lo sai com'è il capo Black,Bella. -
Rabbrividii, e non perché aveva nominato Billy,ma a causa di quello stupido nomignolo che da quando era stato usato da lui non mi faceva più lo stesso orrido effetto di prima.
Bella ed Isabella erano,per me,due persone diverse.
Vivevano la loro vita separatamente: la prima di notte,la seconda di giorno.
Come una persona normale.
Eppure,nel momento in cui Edward mi aveva chiamato così,sentivo Bella appartenermi sempre di più,e quella ragazza delle strade notturne scomparire lentamente nella foschia di Londra.
Era stato un incontro quasi senza senso,dato che ora non riuscivo a fare a meno di pensare a lui.
Dannazione.
-io...devo trovarlo. - dissi,decisa,verso Angela – devo dirgli la verità,e sperare che lui si allontani da me. -
-come? -gridò Angela,sconcertata – separarti da lui,Bella? Stai scherzando? -
-lo metterei nei guai. E comunque,non credo che vorrà avere a che fare con una prostituta sospetta vampira dopo che avrò confessato. -
Angela mi guardò,senza sapere cosa dire.
Ed io,che avevo preso la mia decisione,sentii il cuore spezzarsi in tanti piccoli pezzi.



Bloomsbury era un quartiere davvero molto elegante,ma al contempo brulicante di gente e pieno di vita.
Camminavo lentamente,come per evitare di arrivare alla meta prestabilita.
Non volevo raggiungere Edward,ma era la scelta giusta da fare: perché sarebbe stato un pericolo per lui,ed era l'ultima cosa che volevo.
E poi,dovevo essere sincera.
Quando intravidi il suo appartamento dalla fine del grande viale sentii un groppo alla gola e l'ansia salire e propagarsi in un attimo in tutto il corpo.
Mi fermai,lasciando che il vento mi scompigliasse i capelli e il vestito leggero color panna che Angela e Jess mi avevano regalato per il mio compleanno – un abito prezioso,chissà perché avevo deciso di indossarlo proprio quel giorno.
Presi un bel respiro,tentando di controllare le mani tremanti.
Si,perché l'idea di non vedere più quell'incredibile ragazzo che sapevo già di conoscere così bene mi stava uccidendo.
In quel momento,proprio dal grande ed elegante palazzo di Edward, uscì una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi.
Oh,dannazione.
Era la ragazza perfetta e bellissima che avevo visto prima di incontrare Jasper,ed era seguita proprio da Edward!
In quel momento un nuovo groppo alla gola mi scese lungo lo stomaco,pesando come un macigno: ero...gelosa?
No! non poteva essere!
Come potevo essere gelosa – io – di un uomo? Un uomo!
Cosa mi stava accadendo?!
Scrollai la testa,tentando di cambiare strada il prima possibile per evitare di essere vista da entrambi.
-Bella? -
Cavolo. Ma come diavolo aveva fatto?
Mi voltai,e in quel momento Edward era già a pochi passi da me,e si stava pericolosamente avvicinando.
-ma che sorpresa,cosa ci fai qui? - mi chiese,sorridendomi.
I suoi occhi incrociarono i miei in uno sguardo così pieno di emozioni che dovetti contenermi per non avvampare all'improvviso.
Avvampare?! Isabella Swan non “avvampa” come una quindicenne in preda alle tempeste ormonali!
-ciao,Edward...io...devo parlarti. - dissi,dopo qualche esitazione.
Edward rimase a guardarmi,come tentando di leggere cosa avevo da dirgli.
-vieni – mi disse,prendendomi la mano e dirigendosi verso casa.
Quel contatto mi fece rabbrividire.
E non solo a causa della pelle fredda.
Non mi accorsi nemmeno di essere entrata in casa.
Non mi accorsi di nulla,troppo occupata a concentrarmi su quell'angelo del paradiso venuto a prendermi.
-cosa volevi dirmi? - mi chiese,in guardia.
Sentivo gli occhi bruciare,e le lacrime già pronte a scendere.
Lacrime per un uomo. Vergognati.
-Edward,io ti ho mentito. Tu non sai nulla di me,ed è ora che ti dica la verità. Noi...non possiamo più vederci. -
-Bella...-
-oh,ma che diavolo vado a pensare?! In fondo ci siamo visti solo una volta,e già pretendo di avere un legame con te! Come se tu volessi,come se noi...-
Mi resi conto dell'enorme stupidaggine che avevo fatto solo quando iniziai ad imbrogliarmi con le parole: in fondo,chi diavolo avrebbe voluto rivedermi?
Edward aveva solo fatto il suo dovere,salvandomi da quei brutti ceffi durante la notte: cosa pretendevo da lui?
Amicizia?
Amore?
Qualsiasi cosa?
No,non c'era nulla di tutto quello.
O perlomeno,non nella realtà. Viaggiavo ancora nella fantasia dei miei libri,l'unico luogo in cui potevo rinchiudermi e sognare qualcosa di diverso.
Invece,Edward rimase in silenzio.
Mi afferrò le mani,stringendole con delicatezza,e dopo averle avvicinate al viso le baciò con le labbra fredde.
Una,due,tre volte...lentamente,e con dolcezza.
Chiusi gli occhi,assaporando quel momento che nessuno mi aveva concesso da tempo.
Anzi,forse nessuno lo aveva mai fatto.
Riaprii gli occhi,e mi resi conto di essere davvero troppo vicina a lui.
-non...possiamo. Noi non possiamo...- sussurrai,ancora rapita dai suoi gesti.
Per tutta risposta,Edward mi sfiorò la guancia,tentando di calmare il tremolio frenetico delle mie labbra,gesto che ripetevo ogni volta prima di scoppiare a piangere.
-Edward,io...non ti ho detto la verità.-
-sono io a non averti chiesto nulla,Bella. -
Sgranai gli occhi,capendo all'improvviso. Connettendo tutto quanto.
-tu...sapevi? - chiesi,riferendomi al segreto che gli avevo tenuto nascosto.
Lui annuì,mantenendo lo sguardo fisso su di me.
-e come? - chiesi,incredula.
-io ti ho...visto -
-mi hai visto? -
-si. Quella notte,sotto la pioggia. -
Lasciai cadere le braccia sui fianchi,abbandonata a quella verità che mi sconvolse.
-allora eri tu...il mio angelo...-
-il tuo angelo? - mi sorrise,avvicinandosi ancora di più. - io sarei il tuo angelo? -
-lo vorrei tanto – sussurrai,abbassando il capo – ma non senza la verità che mi tengo dentro...-
-allora dimmelo ora,Isabella Swan: dimmi il tuo segreto. -
Benché lo sapesse,voleva che lo dicessi davanti a lui: era davvero la fine?
-io sono...una prostituta.- ammisi,senza guardarlo – e con l'inizio della caccia al vampiro sarò tra le prime indiziate. Non voglio metterti nei guai,non voglio che ti facciano del male. Non voglio...non a causa mia. Quindi ti prego, ti prego...-
Edward rimase in silenzio,a guardarmi: continuava a scrutarmi,a cercare di capire il senso delle parole.
Ti prego,accettalo.
Ma al contrario delle mie speranze,Edward mi afferrò di nuovo le mani,ripetendo il gesto di poco prima: mi baciò le dita lentamente,sfiorandole delicatamente con le labbra fredde.
E in quel momento,nel silenzio di quella casa, scoppiai in lacrime tra le sue braccia.
















Note:Eccomiiiii!! ^^ che ne dite di questo capitolo? Zuccheroso,vero?^^ Edward è dolce proprio come nel libro,ma questa volta è lui ad ad accettare la diversità di Bella e il suo segreto. Ma i segreti sono davvero finiti? Eh,direi proprio di no! xD Grazie mille per tutte le magnifiche recensioni,non potrei desiderare di meglio che vedere tante persone che continuano a seguire questa storia^^ Ah,ho notato che vi è piaciuta la melodia al piano che ho inserito ( Io l'adoro!) : per chi volesse saperlo è tratta dalla colonna sonora di un anime giapponese mai uscito in Italia. Sono una grande appassionata di Manga e anime,e questa canzone mi ha colpito subito: é tratta da "5 Centimeters per second" ( non è una serie,ma un anime- film, ovvero un anime della durata di un'ora e autoconclusivo che consiglio a tutti di vedere...è davvero bellissimo). La melodia è il tema del film: per ascoltarla potete andare su youtube e scrivere End Theme - 5 Centimeters per second e potrete ascoltarla^^
Sarà presente anche in altri particolari capitoli (quelli in cui mi ha ispirato particolarmente^^)
Bene,noi ci vediamo al prossimo capitolo...dove Bella conoscerà una persona molto vicina ad Edward( indovinate chi è? ). Al prossimo aggiornamento!! E grazie ancora per le fantastiche recensioni che mi avete lasciato!^^

Un bacio
LMS*

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Capitolo 6
*** Secret ***


venus
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5.
;Secret ;
Venus
xxx














-Bella,posso entrare? -
Jessica si avvicinò a passo felpato lungo il corridoio,rimanendo in silenzio per tentare di ascoltare oltre la porta.
-credo non sia in camera sua,Angela. -
Angela bussò di nuovo,aprendo subito dopo.
La camera era vuota.
Jessica guardò oltre la finestra,passandosi una mano tra i capelli.
-sarà con uno dei suoi. - commentò alla fine,con naturalezza,voltandosi verso la compagna.
Angela,tuttavia,sorrideva,fino a che sentendosi osservata non si morse un labbro.
Ma neanche quel gesto le tolse il sorriso.
-si,uno dei suoi...-ripeté,sotto lo sguardo confuso di Jessica.



Quando mi svegliai ritrovai la stessa luce biancastra delle tipiche mattine di Londra: il primo suono che udii fu la risata di una bambina in strada,seguita da uno scampanellio e dalle grida del ragazzo dei giornali.
Sentii subito il forte odore di vernice fresca e stoffa che ricordavo dalla sera precedente,misto ad un'invitante profumo di uova.
Mi alzai,frastornata,riconoscendo la camera in legno bianco.
Sospirai,guardando il soffitto.
Ero ancora da Edward,e la sola idea di andarmene mi spaventava a morte: lui non voleva,e neanche io.
Ma prima o poi sarei dovuta uscire e affrontare quel mondo che stava aspettando solo me: ripensai a Jessica e Angela,che dovevano impegnarsi molto di più per trovare i soldi che io non portavo a causa di quella infatuazione da ragazzina che mi ero presa,e che mi aveva tenuto lontano dalla strada per due interi giorni.
Rimuginai a fondo sull'espressione “infatuazione da ragazzina”,e la trovai estremamente irritante per descrivere il mio rapporto con Edward.
Dannazione,aveva persino dormito accanto a me e non aveva neanche provato a sfiorarmi.
Mi aveva semplicemente tenuto tutta la notte abbracciata,stretta in un lenzuolo bianco per evitare il contatto con la sua pelle stranamente fredda,e nient'altro.
Non ero abituata a gesti del genere. E non ero mai stata meglio.
Accanto al letto,sulla sedia bianca poggiata all'angolo della stanza,riconobbi un panno piegato con sopra un biglietto rettangolare color crema.
La scrittura elegante riportava solo il mio nome - Bella,e non ebbi dubbi su chi lo aveva scritto – e supposi che quella che si rivelò una bellissima vestaglia di seta color rosa antico fosse per me.
La indossai,riconoscendo un buonissimo profumo di miele misto a ciclamino,fresia e rosa.
Mi ravvivai i capelli con un veloce gesto della mano,e dopo poco avanzai verso il salotto silenziosamente.
Edward era di spalle,ma non appena feci un passo verso di lui esordì con un “buongiorno” che mi sorprese.
-non ti sfugge proprio niente,eh? - commentai,sorridendo.
Quando si voltò,riconobbi nei suoi occhi tutta la dolcezza che aveva riservato per me il giorno precedente,e rabbrividii.
-sei...bellissima. - disse alla fine,osservandomi.
-sono in vestaglia – risposi,piegando la testa.
-appunto. -
Lo fissai,scoppiando a ridere e arrossendo. Di nuovo.
-stai iniziando una nuova tela? - chiesi,avvicinandomi al quadro.
-a dire il vero è quasi finita. - commentò lui,osservando la mia espressione. - ho avuto un'ottima ispirazione in questi giorni. -
Gli sorrisi,abbassando il capo,e inspirando nuovamente il profumo incantevole di quel capo costosissimo.
-ti piace? - mi chiese lui,avvicinandosi – lo ha confezionato mia sorella. -
-Sul serio? Mi piace davvero moltissimo. Ma non dovevi,non...-
-ssh. -mi zittì,posando l'indice sulle mie labbra – basta lamentarti. Hai fame? -
-un po' – risposi,dopo un attimo di esitazione.
In quel momento,una voce esterna apparì all'improvviso,squillante come uno scampanellio.
-oh,ti sta d'incanto! -
Era come un trillo molto vicino,come se tanti campanelli stessero suonando all'unisono attorno a noi.
Edward si voltò,sorpreso di quell'entrata.
Alla porta c'era una bellissima ragazza minuta e dalla pelle chiara: i corti capelli neri mi ricordarono subito qualcosa,ma non riuscii ad identificarla immediatamente.
Era vestita in modo impeccabile,e i suoi occhi guizzarono su di me in un istante: fu in quel momento che mi accorsi del loro colore. Dorato. Come quelli di Edward.
Indirizzai lo sguardo verso la tela alla parete,quella della bellissima sorella di Edward.
-Alice,che ci fai qui? - chiese Edward,mentre il piccolo folletto avanzava verso di noi a passo di danza.
-è così che saluti la tua sorellina,Ed? -rispose lei,puntandogli contro uno sguardo da cerbiattina: era perfetta.
Semplicemente perfetta.
-io sono Alice,piacere di conoscerti. - senza considerare minimamente le proteste del fratello,la piccola fatina di cristallo si avvicinò a me sfoderando un luminoso sorriso e mostrando una fila di denti bianchi e perfetti – Edward mi ha parlato molto di te. -
-davvero? -
-Alice,ma che stai...-
-sta' zitto,Michelangelo...- lo interruppe Alice,alzando una manina bianca.
Osservai i suoi gesti,così armoniosi,e ritrovai in lei qualcosa del fratello: aldilà dell'essere appartenenti alla stessa famiglia,c'era qualcosa che gli accomunava.
Pelle pallida...fredda...perfetti e bellissimi...
-come puoi essere così piccola e così fastidiosa? - Edward le scompigliò i capelli,che tuttavia rimasero belli e composti come su una statua di marmo.
-la tua piccola e così fastidiosa fanciulla ti ha permesso di creare una delle più belle tele che si siano viste tra queste quattro mura. Dovresti ringraziarmi...-
A quella scenetta,Edward ed io scoppiammo a ridere nello stesso momento,seguiti da Alice.
-che carini,andate anche in sincrono! - commentò,battendo le mani e lasciando che i bracciali rigidi color oro si scontrassero tra loro sui suoi polsi esili.
-non devi andare da qualche parte? - proseguì Edward,cercando di terminare quella conversazione.
-spiritoso. - rispose lei,vedendo l'espressione divertita di Edward – Bella,con questo capo stai benissimo. Dio mio,i fiori si sono seccati di nuovo! - gridò subito dopo,passando da un argomento all'altro con una facilità estrema.
Edward alzò gli occhi al cielo mentre io guardavo,incuriosita,tutta la scena.
-Alice,non posso occuparmi anche dei fiori! -
-Edward,questa casa è un disastro,e senza fiori è come un letto senza cuscini! Domani arriverò con i girasoli,non preoccuparti. Oh,santo cielo,è tardissimo! Devo andare,ci vediamo domani. Ciao,Bella,è stato davvero un piacere. -
Dopo avermi abbracciato affettuosamente,Alice sparì in un lampo.
Edward,dopo qualche secondo di silenzio,mi guardò: - allora? -
-wow...credo...credo mi ci vorrà un po' per riprendermi da quest'uragano di parole. -
Edward sorrise,e in poco tempo fummo di nuovo vicini.
Troppo vicini.
-tua sorella è molto simpatica. Siete simili,voi due. -
-ah si? - mi chiese,ma sembrò allertarsi all'improvviso – tu dici? -
Rimanemmo in silenzio,e per la prima volta Edward abbassò lo sguardo.
Velocità...bellezza...forza...
-Edward – cercai di nuovo il suo sguardo. Ne avevo bisogno – io ti ho detto la verità. Ora tocca a te. -
Sapevo di viaggiare spesso con la fantasia,ma ero anche molto perspicace: Edward era decisamente troppo bello,troppo veloce,e aveva praticamente le fattezze di un angelo.
Aveva quasi ucciso due omoni ubriachi che stavano per violentarmi con un semplice pugno e quello che – e ora cominciavo a sospettarlo – mi era sembrato una specie di ringhio.
Alice,allo stesso modo,aveva le sue stesse caratteristiche.
Viaggiavo spesso con la fantasia,ma in quel momento più che mai ero sicura di ciò che stavo pensando: Edward era troppo poco umano per esserlo davvero.
-cosa vuoi dire? - mi chiese lui,riducendo i bellissimi occhi dorati a due fessure.
-Edward. Ti prego,di me puoi fidarti. -
-perché non me lo dici tu? -
-io...non so cosa sei. - confessai,sospirando e tentando di sfiorargli il viso – so solo che...sei il mio angelo. E un angelo non può essere umano. -
Edward sussultò impercettibilmente,e subito dopo posò la sua mano sulla mia,ancora sulla sua guancia.
-e cosa dovrei essere? -
-non lo so.-
Edward rimase in silenzio,e il battito del mio cuore accelerò sempre di più.
-Bella. - disse alla fine,avvicinandosi e premendo le sue labbra sulle mie,delicatamente.
Chiusi gli occhi,assaporando il suo bacio: sapeva di miele,di sole.
Era freddo come il ghiaccio e passionale,caldo allo stesso tempo.
Era un vortice di emozioni e un vuoto nello stomaco,uno sprizzo di allegria e un uragano di sensazioni nuove,che mai avevo provato.
Mai.
Dopo essersi appena staccato da me,Edward mi rimase vicino,il mio naso sfiorò il suo: e fu in quel momento che mi accorsi di ciò che voleva farmi sentire.
Dalle sue labbra non usciva nulla.
Lui non respirava.
Trattenni il fiato,guardandolo con stupore: ma lo stupore cedette il posto alla curiosità,la curiosità alla meraviglia.
-forse il capo Black non ha tutti i torti. - sussurrò Edward,posando la fronte gelida sulla mia.
A quell'affermazione risposi con il silenzio: anzi,rimasi a bocca aperta.
No,di sicuro quello non me lo sarei mai aspettato.
Avevo ipotizzato di tutto.
Ma che Edward fosse un vampiro,quello no.
Allora mi accorsi di essermi sbagliata.
Perché non solo avevo scoperto l'esistenza dei vampiri,ma ne avevo appena baciato uno.
E mi era anche piaciuto.



-bentornata,Alice. -
Una donna giovane e dai luminosi capelli color caramello accolse Alice alla porta di quella meravigliosa abitazione,sorridendole e baciandole la guancia.
-ciao,mamma. Dove sono tutti gli altri? -
-oh,stanno arrivando. L'hai...vista?-
-si – rispose lei,con sguardo trionfante – non potevo credere che fosse lei. E' una ragazza così...perbene. E'...deliziosa. Non ce la vedo sulla strada,Esme. -
-e cosa vedi,allora? - chiese lei,con dolcezza.
-vedo...che verrà a trovarci molto,molto presto. -

















Note:Eccomiii! Scusate il tremendo,spaventoso ritardo,ma purtroppo in questi giorni sono più impegnata che quando andavo a scuola xD
Cooomunque,nel poco tempo che ho per aggiornare...beh,eccolo qui,il nuovo bellissimo capitolo che spero davvero vi piaccia^^
Ed era Alice,la famosa e misteriosa figura che Bella incontra da Edward: eheh,ma non è finita qui...come avete letto dalla fine li rivedremo tutti insieme molto,molto presto...^^
Ah,giusto: per chi mi ha chiesto come fare ad inserire le immagini,io uso un sito hosting per caricarle (www.imageshack.us) in modo da avere il codice valido per la pagina html di Efp (il codice in questione è quello che inizia con Ora scappo,aggiornerò il prima possibile!
AVVERTIMENTO: il prossimo capitolo è già pronto e sarà pubblicato probabilmente fra poco perché é molto breve:avevo bisogno di un piccolo capitoletto di "stallo" ,perché non sapevo come inserirlo nella storia in quanto verrà messa alla luce la situazione di Billy Black e della sua lotta contro i vampiri,lotta che sarà di vitale importante nei prossimi capitoli...^^

Un bacio
LMS*

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Capitolo 7
*** Human ***


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6.
;human ;
Venus
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-grazie per avermi accompagnato,Edward. - sussurrai,una volta giunta davanti casa: ero rimasta tutto il giorno da lui.
Ancora.
Dannazione.
In effetti non avevo in programma di scoprire la sua essenza di vampiro,così avevo deciso di rimanere con lui per farmi spiegare come diavolo facesse a sembrare così splendidamente normale: mi aveva parlato della sua famiglia,della loro dieta vegetariana – e questo mi aveva tranquillizzato,lo ammetto – e del fatto che fino a quel momento nessuno aveva mai scoperto la loro natura.
-sicura di stare bene? Quello che ci siamo detti deve averti lasciato leggermente scossa...o no? - mi chiese lui,cercando di scrutare attraverso i miei occhi.
Ecco un'altra cosa che avevo imparato sui vampiri: poteri speciali.
E per Edward – cioè l'unico di cui conoscessi la dote speciale – era il saper leggere nel pensiero.
-cerchi di tirar fuori qualcosa dalla mia mente? - chiesi,divertita. Si,perché in fondo tutto quello che mi stava accadendo mi affascinava.
-in realtà,Bella...io non riesco a “leggerti” -
-oh! - esclamai,sorpresa – ho...ho qualcosa che non va? -
Lui mi guardò,inarcando le sopracciglia: - tu hai qualcosa che non va? Devo spiegarti di nuovo con chi stai parlando? -
Con un vampiro?
Rimasi in silenzio,pensando ancora ai problemi del mio cervello troppo chiuso – fortunatamente – per permettere l'ingresso a Edward.
-non hai niente che non va – disse,prendendomi la mano – sei solo...speciale. Ma lo sapevamo tutti,no? -
-grazie – dissi,sincera – davvero. -
-Mi dispiace averti messo in questo guaio,Bella. - proseguì lui,abbassando il capo – ma sappi che farò qualsiasi cosa per proteggerti da Billy Black e la sua schiera di folgorati. -
Sorrisi,divertita e ammaliata dal suo sguardo: - bé,in fondo il capo Black aveva ragione. -
-già,ma i vampiri che descrive lui sono molto diversi da noi. Per questo è un folgorato. -
Ridacchiai,pensando alla faccia buffa e rugosa del padre di Jacob.
-allora...ciao. - conclusi,continuando a guardarlo. Come se la sua essenza mi desse nuova vita,come se il contatto tra i nostri sguardi ci mantenesse in forze.
Come se la sua presenza fosse stata la mia aria.
-allora ciao. - ripeté lui,avvicinandosi per baciare le mie labbra.
Rimasi a guardarlo allontanarsi a “passo umano” - la velocità superiore non era solo una mia sciocca fantasia -,ma improvvisamente sentii il bisogno di chiamarlo.
-Edward.- affermai,convinta.
-si? - disse con la sua voce vellutata,voltandosi.
-Edward Cullen. Ricordi? La domanda che mi hai fatto era con chi stessi parlando. Con Edward. E basta. -
Non con un vampiro. Non con un mostro. Semplicemente con Edward.
Sorrise,regalandomi tutto l'affetto che mi occorreva.
Con il mio Edward.







-Capo Black,abbiamo le informazioni che ci servono,ora. -

Un uomo dai capelli grigiastri si avvicinò a Billy con un barlume negli occhi,portandogli dei fogli color canarino che posò sulla sua scrivania in legno.
Il Palazzo della Moralità Pubblica era sempre stato famoso per quell'antichità senza tempo che ricordava i banchi dell'Inquisizione trecentesca.
Billy Black ne andava fiero,come tutto il resto: e la caccia al vampiro avrebbe finalmente ripulito – secondo le sue teorie – il mondo dalle presenze maligne ed oscure che incombevano sugli uomini,spiriti demoniaci assetati di sangue e portatori di peccato.
-grazie,Henry. - rispose lui,con voce bassa e cupa – adesso possiamo iniziare la vera caccia. Quella ragazza che abbiamo preso l'ultima volta ha pagato caro il suo mutismo,e ora lo rimpiangerà. Come si chiamava? -
-Lauren,credo. - rispose lui,schiarendosi la voce.
-c'erano altre ragazze con lei? -
-si,due o tre. La più vicina era quasi nostra,ma l'abbiamo persa. -
-e cosa c'è di buono in queste informazioni? Perché dovrebbero servirci,Henry? -
Henry sorrise,ridacchiando con un ghigno.
-perché quella ragazza,Lauren, ci ha dato il suo nome,capo Black. -
Billy si sistemò i polsini della giacca,afferrando uno dei fogli e leggendo il nome della diretta interessata.
Jess S.”. Forks Street,34th.
-ottimo. -


















Note:Eccomiii! Scusate il ritardo,ma oggi vado veramente di fretta xD Ecco qui il mini capitolo che vi avevo promesso,il successivo sarà pronto e pubblicato molto presto!^^
GRAZIE mille per le recensioni,prometto che nel prossimo capitolo vi ringrazierò a dovere^^

Un bacio
LMS*

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Capitolo 8
*** Oh,right...I'm Rich! ***


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7.
;Oh,right...I'm Rich! ;
Venus
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-Angela,bussano alla porta! - gridò Jessica dalla camera,mentre la porta continuava a rimanere chiusa da un bel po'.
-sono completamente nuda,non posso aprire! - rispose Angela dal bagno,sussurrando velocemente quelle parole.
-uff...-Jessica sbuffò sonoramente,battendo sonoramente i piedi sul pavimento per dirigersi verso la porta con un grande telo bianco attorno al corpo.
-Ah! - gridò dopo aver aperto la porta,scatenando il panico.
Uscii fuori dalla stanza in fretta e furia,guardando verso la porta per paura che le fosse successo qualcosa,ed Angela fece lo stesso,catapultandosi fuori dal bagno con un altro telo bianco attorno al corpo e i capelli completamente bagnati.
-Jess! - gridai,pronta anche a difenderla: oramai temevamo tutte quante un possibile controllo da parte della polizia cittadina,benché nessuno sapesse che ci trovassimo lì e soprattutto ciò che facevamo di notte.
-sparisci da qui,brutto pervertito! -
A quelle parole mi tranquillizzai,e rallentai il passo: Angela mugugnò qualcosa,e sbuffando se ne tornò da dove era venuta.
Si,perché Jessica parlava in quel modo ad una sola persona.
-calmati,Jessi. - dissi,affiancandola alla porta – Jacob,che diavolo ci fai qui!?-
Jacob sembrava molto rilassato,e la cosa non mi piaceva per niente:si comportava sempre in quel modo quando aveva fatto colpo su una bella ragazza.
-di buon umore,oggi? - chiesi,facendolo entrare e cercando di evitare un ulteriore scontro con Jessica la belva assassina,che nel frattempo era tornata in camera sbattendo la porta.
-quella è proprio strana,Bells...- proseguì lui,sbuffando.
-un giorno di questi ci rimetterai la pelle,se non le stai lontano. -
-ancora non capisco cosa diavolo ha. In fondo le ho solo detto di no,giusto? Che male c'è se non mi piace? -
Aggrottai la fronte,soffocando una risatina.
-Jacob,Jessica è una...ecco,per lei gli uomini sono...- non sapevo come continuare: come potergli dire che il Jess lo considerava solo un bel ragazzo da portarsi a letto,e che il suo rifiuto era stato un grosso smacco per lei?
-ti ascolto -
-ecco,forse dovresti chiarirti un po' le idee. Il lavoro che facciamo consiste nel...e Jessica si diverte a...e tu...con il rifiuto...- lo guardai,ma sembrava ancora ignaro di tutto – lascia stare,mi arrendo. -
Jacob scoppiò a ridere,lasciando che mi sedessi sulle sue gambe. Il mio piccolo Jake.
Ora che lo osservavo con attenzione non potevo più permettermi di chiamarlo piccolo,dato che negli ultimi mesi aveva raggiunto quasi i due metri e la sua muscolatura era praticamente raddoppiata.
-sei ancora più grosso,Jake. - constatai,avvicinandomi.
Lui,stranamente,fece una strana smorfia e si tappò il naso: -Bella,mi dispiace dirtelo...ma hai un pessimo odore. -
Lo fissai,confusa: la mia pelle odorava ancora dell'irresistibile aroma di miele e fiori del capo prezioso creato da Alice,misto all'invitante profumo di Edward.
-Jacob,ma che dici? - chiesi,confusa.
Lui rimase in silenzio,e dopo qualche secondo si alzò in piedi.
-scusa,Bella...devo...devo andare via. Ci vediamo. -
Non ebbi nemmeno il tempo di replicare: Jacob se ne andò via,sparendo alla velocità della luce.
Tentai di non soffermarmi sul fatto che la sa pelle era estremamente calda e il suo cuore batteva ad una velocità troppo forte per essere normale,ma mi convinsi che probabilmente si trattasse di una leggera alterazione.
Probabilmente.




-Isabella...Isabella...-
-mmh...- mugugnai,ancora tra le braccia di Morfeo.
Qualcuno mi stava chiamando,e la sua voce era bellissima e riconoscibile al primo suono.
L'avrei riconosciuta anche tra mille.
-Edward? - sussurrai,ancora ad occhi chiusi,pensando che quella voce proveniente dai miei sogni più belli potesse rispondermi.
Cavolo,adesso parlavo anche nel sonno e ne ero pure consapevole.
-svegliati,Bella...quanto vuoi farmi aspettare? - sussurrò la melodiosa voce al mio orecchio,seguita da un soffio freddo e al contempo delicato.
Freddo?
-Edward! - gridai,aprendo gli occhi e trovando il mio bellissimo angelo proprio accanto a me,seduto al bordo del letto.
-buongiorno – rispose lui,in tutta la sua perfezione,con il suo favoloso sorriso sghembo.
-che...che ci fai qui? Come sei entrato? -
-dalla finestra. -rispose lui,guardando in direzione della vetrata della mia stanza,che dava sulla tranquilla ed alberata Forks Street.
-e non ti ha visto nessuno? -
-chi vuoi che ci sia a quest'ora? -
-è così presto? -chiesi,sbadigliando.
-Bella,i miei sensi sono cento volte più sviluppati di quelli umani: credi che non abbia verificato? -
-mi fido. - sussurrai,sorridendogli – ma tu non puoi venire a svegliarmi così: sono impresentabile! -
-non puoi essere impresentabile,Bella. Non puoi davvero. -
Detto questo mi si avvicinò,sfiorandomi il volto per baciarmi le labbra.
Quel raggio di sole sul viso di prima mattina mi diede la forza necessaria per iniziare la giornata: mi alzai in piedi e indossai la vestaglia di Alice,stiracchiandomi e tornando a guardare l'angelo che,sul mio letto,non mi toglieva gli occhi di dosso.
-che c'è? - chiesi,piegando la testa.
-voglio portarti dalla mia famiglia,oggi. - disse lui,con la sua voce vellutata.
In quel momento mi crollò il pavimento sotto i piedi: mi sentii pesante,il panico si impossessò di me prima che Edward potesse dire altro.
-Bella?-
-famiglia? Edward,per favore. Non...non potrò mai piacere alla tua famiglia! Non potrei piacere a nessuna famiglia di questo mondo! -
-rilassati,non devi perdere il controllo. -
-Edward,come pensi che possa piacere alla tua famiglia? Una famiglia piena di vampiri,come minimo mi faranno a fette! -
Edward scoppiò a ridere,divertito da quel senso di panico irrespirabile di cui non c'era un bel niente da ridere.
-Eppure Alice ha detto che sei magnifica. E poi,credo già sappiano tutti del tuo passato. -
-lo sanno? - chiesi,incredula e in imbarazzo – e come hanno fatto? -
-Alice è...molto loquace. -rispose lui,sorridendo e lasciando che mi sedessi di nuovo sul letto.
-fantastico. - sussurrai,con la tremarella – d'accordo. Non sarà poi così male,no? -
-così ti voglio. - mi rispose lui,baciandomi di nuovo,questa volta con più passione.
Maledizione,dovetti staccarmi da lui per evitare di morire di collasso istantaneo.
Eppure in quel momento non riuscii a fare a meno di pensare alle parole che aveva usato Edward qualche secondo prima: il mio passato.
Era davvero il mio passato? Di già?
In effetti erano settimane che non uscivo la notte per strada,e la sola idea di andare con altri uomini mi repelleva letteralmente,dato che in testa avevo solamente lui.
Non riuscivo a capire il senso del mio atteggiamento,di quel cambiamento improvviso che era stato come una doccia gelida e istantanea.
Non sapevo che mi stava succedendo,e se mi sarei mai svegliata da quel bellissimo sogno.
Ma in quel momento pregai con tutte le forze di dormire per sempre.




-siamo arrivati. -

Okay,c'era qualcosa di profondamente sbagliato in quella storia: avevo capito che Edward era un vampiro,e come lui la sua famiglia.
Eravamo partiti qualche giorno dopo la sua richiesta,di mattina presto,per recarci fuori città,ai margini di un bellissimo bosco proprio fuori Londra.
Qui,circondata da una meravigliosa vegetazione boschiva,vidi la più bella villa su cui si fosse mai posato il mio sguardo: era grande e molto bella,univa elementi antichi e moderni e la sua luce risplendeva riflettendosi sulle pareti completamente bianche.
Un enorme portico precedeva l'entrata,ed enormi vetrate erano posizionate periodicamente lungo le pareti.
Era un paradiso,ma qualcosa non andava.
-Benvenuta a Villa Cullen,Bella. - disse Edward,cingendomi la vita con un braccio.
Lo guardai,sconvolta: - Edward,sicuro di avermi detto proprio tutto? - chiesi,senza fiato.
Stavo letteralmente soffocando,e non era colpa della coltre bianca che copriva il cielo quella mattina.
Edward era un'artista,e per quanto potesse essere elegante e in buone condizioni economiche non mi sarei mai aspettata di vederlo in una delle abitazioni più grandi che avessi mai visto.
Come minimo sua madre doveva essere la regina di Inghilterra.
-che c'è? - mi chiese lui,con lo sguardo innocente di un agnellino.
-Non...non mi avevi detto di essere così...-
-ricco? - chiese lui,accennando alla casa.
Annuii con vigore,senza sapere cos'altro dire.
Lui,al contrario,sorrise: - vedi,Bella,il fatto che siamo vampiri ci ha permesso di accumulare una grande ricchezza: mio padre ha comprato questa villa per la nostra famiglia e una casa ad ognuno di noi. -
Una casa per ogni figlio. Favoloso,il signor Cullen doveva essere una persona davvero generosa.
Il pensiero di conoscere i genitori di Edward mi fece tornare quel groppo in gola che avevo tentato di reprimere da giorni,così cercai di pensare a qualcos'altro per distrarmi.
-sapevo che eri troppo bello per essere un artista squattrinato...-sussurrai,ridendo.
-dipingere è la mia passione,e mi ritiro in quell'appartamento per dedicarmici. In questi giorni ci sono stato di più solo per te. -
Arrossii vistosamente,e lui mi tenne sempre più stretta.
-davvero? - chiesi,mordicchiandomi un labbro.
-davvero. - confermò lui – ma non preoccuparti,la mia famiglia non è molto diversa da me. -
-perfetti e bellissimi? Fantastico,sono rovinata. - esclamai,appoggiandomi alla sua spalla.
Mi baciò la guancia,accompagnandomi sotto il portico: - non hai nulla di cui preoccuparti,oggi. Sei semplicemente stupenda. -
E in effetti aveva ragione: avevo indossato un vestito meraviglioso che avevo comprato poco tempo prima,le cui sfumature color rosa antico si univano allo scollo non troppo appariscente e alle maniche di tulle più leggero.
Con l'aiuto di Angela avevo aggiunto qualche boccolo ai miei capelli,che ora sembravano molto più lucenti e voluminosi.
Presi un bel respiro,e accompagnata da Edward – che mi stringeva forte a sé – arrivai sotto al portico.
Prima che potessimo bussare la porta si aprì – e stranamente non mi stupii di quella perfetta sincronia –.
Non sapevo cosa aspettarmi,ma ero terrorizzata,non sapevo cosa avrei potuto fare una volta trovatami davanti a loro.
Sapevo che non mi avrebbero accettata,come non aveva fatto mai nessuno.
Eccetto Edward,no?
-buongiorno,Bella! - disse una voce davanti a me,riportandomi alla realtà.


















Note:Et voilà! ^^ D'accordo. Pestatemi,linciatemi,mandatemi il malocchio:siete scusati,perché il mio tremendo ritardo sarebbe davvero da denunciare xD
Scusateee! Sono andata al mare,quindi siccome sono tornata IN QUESTO MOMENTO non ho esitato a pubblicare il più possibile (infatti credo che ora andrò dritta a pubblicare "Valzer"^^)
Allora,bellissimi,come vi va? Che ne dite di questo capitolo molto zuccheroso e divertente? Perlomeno,o cercato di renderlo così,dato che nel chappy precedente c'era un pò di tensione da smaltire xD
Detto questo,ci sono da chiarire parecchie cose,ma non preoccupatevi: pian piano si chiarirà tutto^^
Intanto ringrazio per le recensioni e per chi continua a leggere questa storia,e come ringraziamento,solo per voi in esclusiva,un piccolo spoiler del capitolo successivo!


-ti proteggerò,Bella. Tutti qui ti proteggeremo. -
-è un rischio che sono pronta a correre,Edward. Mi domando però se tu...se voi vogliate correre questo rischio per me. -
Edward rimase a fissarmi,senza parlare: ero davvero così persuasiva da convincerlo a lasciarmi andare per il suo bene?
-Bella,questa è una delle più grandi sciocchezze che tu abbia mai detto. -

Un bacio
LMS*

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Capitolo 9
*** Luciene Call ***


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8.
;Luciene Call ;
Venus
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Il fatto di avere davanti una persona conosciuta mi tranquillizzò immediatamente: Alice era ancora più bella di quanto ricordassi.
Il vestito grigio perla le arrivava fino alle ginocchia,sfiorandole delicatamente le spalle e scendendo sul suo corpo perfetto e liscio come il marmo.
Il visetto allegro si illuminò non appena mi vide,e gli occhi dorati guizzarono subito sui miei:mi prese entrambe le mani,e stringendole delicatamente mi sorrise ancora.
-sono contenta di vederti,Bella. - mi disse dopo pochi secondi,piegando la testa.
-anch'io,Alice – dissi,sincera. Perché ero davvero contenta di rivederla.
-è un piacere averti qui. - proseguì un'altra voce più imponente,che benché tranquilla risuonava nella casa con un'aria di autorità paterna.
E in quel momento capii,quando di fronte a me si presentò il dottor Cullen: era bello quanto i figli,giovane e molto...“vampiresco”. Ma a quel punto mi ci sarei dovuta abituare.
Mi sorrise sfoderando una fila di denti bianchissimi in tono con la pelle pallida,rasserenandomi.
-Bella,lui è mio padre, Carlisle. -
-e chiamami Carlisle – puntualizzò lui,sorridendomi – in casa nostra non esiste nessun “dottor Cullen”...d'accordo? -
Oddio,grazie.
-chiarissimo. - risposi,sorridendo – il piacere è mio. -
Carlisle mi presentò sua moglie Esme,una donna bellissima e davvero molto dolce che mi ricordò in modo incredibile Angela e la sua indole da sorella maggiore: Esme sembrava essere la madre che avevo sempre sognato di avere.
Subito dopo toccò ad Emmett,il fratello di Edward: al contrario di Esme,guardandolo mi venne in mente solo un gigantesco orso/armadio che avrebbe potuto stritolarmi con una mano.
-Bella! Non sai quanto Edward mi ha parlato di te,per fortuna adesso ti abbiamo incontrata anche noi,altrimenti...-
-Emmett...-sibilò Edward,a denti stretti.
E in quel momento l'orso/armadio Emmett divenne “Emmett l'orsacchiotto giocherellone”.
A quanto pare c'erano molte cose di cui mi sarei dovuta sorprendere,in quella casa così luminosa in cui,a quanto sembrava,non c'era ne una cripta ne una bara aperta.
Per fortuna.
-oh,e lei è Rosalie. - disse infine Emmett,presentandomi la ragazza accanto a lui.
E quando la vidi rimasi a bocca aperta: non solo per la sua bellezza,che avrebbe fatto invidia anche alla più bella venere vista sulla terra,ma perché quella ragazza mi era estremamente familiare.
Era lei la fantastica venere bionda che avevo visto quel giorno per strada,la stessa che avevo visto uscire dal palazzo di Edward poco prima di entrare a casa sua.
-tu...sei sua sorella? -
-perché? - mi chiese Edward,confuso – ti sorprendi? -
Allora avevi visto che l'avevo notata,brutto...
-a quanto pare no...-sussurrai,con una rapida occhiata: forse era quello ciò che voleva dirmi? Che non avrei mai dovuto dubitare di quello che – qualsiasi cosa fosse – provava per me?
-dovresti – sbottò Rosalie,voltandomi le spalle per lasciare la stanza.
Emmett mi guardò,e dopo avermi sorriso corse a rincorrere quella che – e ora avevo capito definitivamente – doveva essere la sua compagna.
Edward mi aveva spiegato già la situazione – di come loro fossero una famiglia,ma per scelta – tralasciando ovviamente parecchie cose: che era ricco da far paura,che di certo entrare in quella villa lussuosa mi avrebbe messo un'agitazione non da poco e che la sua bellissima sorella mi odiava.
Promemoria: spiegare ad Edward il concetto di “sincerità”...
-e lui è Jasper – mi disse Alice,a braccetto con...
-Jasper?! - esclamai,senza parole: Jasper Hale era uno dei Cullen.
Okay,questo davvero non me lo sarei mai aspettato.
-piacere di rivederti,Bella. -mi disse lui,con un sorriso smagliante.
Vedendo l'intesa tra lui ed Alice non ebbi più dubbi sul loro rapporto,ma ancora non riuscivo a capire come avessi fatto ad incontrarlo di nuovo in una città grande come Londra,e per di più vampiro.
-sorpresa? - mi chiese di nuovo,con un sorrisetto complice.
-direi...di si. - sussurrai,senza sapere cosa dire.
-scommetto che Edward non ti ha detto nulla,vero? - proseguì Alice,scuotendo la testa.
Mi voltai verso di lui,che mi strinse a se: - vedi,Bella,la verità è che da quando ti ho vista sotto la pioggia,quella notte,è stato molto difficile per me dimenticarti. L'incontro con Jasper è stato del tutto casuale,sapevo che non avrei dovuto incontrarti di nuovo per metterti a rischio con il nostro segreto,ma quando ti ho vista nei suoi pensieri non ho resistito. E' stato lui ha dirmi dove trovarti. Ed è stato anche molto difficile,considerando la vicinanza con te e il tuo irresistibile profumo. Devi sapere che Jasper si sta ancora abituando alla nuova condizione di vegetariano,e la tua vicinanza è stata una grande prova. -
Jasper sorrise,ricevendo un bacio sulla guancia da Alice,soddisfattissima della missione del proprio compagno.
-oh,mi dispiace,Jas...un momento,ma allora è stato merito tuo! - gridai,sconcertata.
-non preoccuparti,Bella. Vedrai che ti abituerai a queste stranezze da vampiro – concluse Carlisle,con un gesto della mano.
-bé...sono contenta di rivederti,Jasper Hale-Cullen. -risposi,guardando sia lui che Alice.
-anch'io. -
-ho un'ultima domanda – dissi,alzando la mano – perché Rosalie ce l'ha con me? -
Edward scoppiò a ridere,seguito dagli altri.
-non preoccuparti,ti abituerai anche a questo...-continuò Carlisle,osservando divertito la mia faccia confusa.
Meditai sui possibili motivi per cui quella ragazza potesse odiarmi,e in quel momento mi resi conto di essere perfettamente a mio agio,e lo trovai quasi incredibile.
-ho un'altra domanda. - chiesi ancora,con il medesimo gesto.
-ma non era l'ultima? -chiese Edward,stringendomi.
-oh,oggi credo di potermi concedere uno strappo alla regola,no? - risposi,aggrottando la fronte.





Guardai attraverso la grande vetrata,scorgendo il grande giardino della Villa e il bosco quasi fiabesco che la circondava.

Era come entrare in un mondo completamente nuovo,senza nessun contatto con la realtà.
Una realtà che,prima o poi,avrei dovuto fronteggiare ad occhi aperti.
-qui non c'è pericolo di essere scoperti. - sussurrò Edward,avvicinandosi a me per affiancarmi – possiamo essere...ciò che siamo. Senza preoccupazioni. -
-capisco che vuoi dire. - proseguii,con un sussurro – è difficile trovare un luogo in cui puoi essere ciò che sei. Non è facile. -
Edward rimase a fissarmi,impassibile,cercando di leggere il mio sguardo perso nel vuoto.
Sapevo che,in fondo,Edward ed io non eravamo poi così diversi: quello che facevo non era solo il mio lavoro,ma qualcosa che mi separava totalmente dalla realtà,rendendomi una sorta di emarginata.
Non sapevo ancora quali altri segreti mi avrebbero svelato i Cullen,ma in quel momento sentii come uno strano groppo alla gola,come per qualcosa che avevo paura ad accettare.
-Edward,la caccia al vampiro che hanno aperto in questi giorni a Londra riguarda altri vampiri? -
-si – rispose lui,guardando di nuovo attraverso la finestra – probabilmente le loro supposizioni hanno qualcosa di fondato: i corpi che hanno ritrovato in questi giorni non sono stati uccisi da donne-vampiro assetate di sangue,ma da nomadi. -
-nomadi? -
-vampiri vagabondi.Non sono pericolosi,ci sono sempre stati anche se gli umani non se ne sono mai accorti,scambiando il tutto per qualche reato compiuto misteriosamente.
 Al contrario di noi,non hanno alcun controllo ne senso civile,per questo si nutrono in ogni momento senza alcuna preoccupazione. Non sono vegetariani,quindi devono mietere vittime per sopravvivere. -

-e il fatto che le vittime siano tutti uomini è casuale? - chiesi,incuriosita.
-si e no. - Edward distolse lo sguardo dal paesaggio,concentrandosi su di me – è chiaro che i nomadi si nutrono di vittime a caso,ma forse l'uccisione di soli uomini vuole essere un pretesto per aprire la caccia alle prostitute. E' molto simile alla caccia alle streghe,se vogliamo considerarla in questo modo...-
-già,a quanto pare nessuno mi toglierà via il nome di “figlia del diavolo”. Spero solo che non rintraccino i nostri nomi,in quel caso Angela e Jess...-
Rabbrividii,e subito dopo sentii le braccia forti di Edward stringermi in un abbraccio che – malgrado la sua pelle fosse fredda come il ghiaccio – in quel momento mi trasmise tutto il calore necessario per superare anche quel momento.
-Edward,io...-
-ti proteggerò,Bella. Tutti qui ti proteggeremo. -
-è un rischio che sono pronta a correre,Edward. Mi domando però se tu...se voi vogliate correre questo rischio per me. -
Edward rimase a fissarmi,senza parlare: ero davvero così persuasiva da convincerlo a lasciarmi andare per il suo bene?
-Bella,questa è una delle più grandi sciocchezze che tu abbia mai detto. -
-ma...-
-niente “ma”. Era destino che ci incontrassimo...-
-cosa intendi per destino? -chiesi,riducendo gli occhi a due fessure color cioccolato.
Edward si fermò all'improvviso,tornando ad essere una bellissima statua di marmo.
Chiuse gli occhi, e dopo qualche secondo il suo sguardo si posò di nuovo sul mio viso.
-quando ci siamo visti,la prima volta sotto la pioggia...ricordi? -
E come farei a dimenticare?
-certo. - in quel momento notai che stavo sorridendo. Era un sorriso di cui non mi ero minimamente accorta,ma che era nato così,in modo del tutto spontaneo.
-Alice ti aveva già visto. Nelle sue visioni,intendo. -
Nella mia mente,in quel momento,si scatenò il panico: migliaia di piccoli tasselli andarono a unirsi insieme per formare quell'immagine frammentata che solo in quel momento riuscii a ricomporre.
-tu...voi...mi avevate già visto? -
Sapevo dei poteri speciali dei vampiri,e anche che Alice poteva vedere gli eventi futuri,ma di certo non che ne avessi preso parte.
-Alice ti ha solo vista sotto la pioggia,proprio come quella sera...ha detto che saresti arrivata per me. -
-per te...- ripetei,forse confermando le parole della stravagante sorella di Edward.
-scusa se non te l'abbiamo detto prima,ma non volevo sconvolgerti. -
-oh,in questo momento mi trovo in una casa di vampiri vegetariani,potrei stupirmi di altro? -
Edward sorrise,e stringendomi a se mi sfiorò i capelli con le dita fredde,giocherellando con una ciocca ribelle: me la sistemò dietro l'orecchio,e prendendomi delicatamente il mento si avvicinò a me,sfiorandomi le labbra.
Rabbrividii,scossa da quelle scariche di adrenalina che mi attraversavano il corpo quando Edward si avvicinava a me.
-Bella? - una voce squillante mi chiamò da lontano,quasi come se uno scampanellio fluttuante vagasse nell'aria alla mia ricerca.
Mi voltai verso la porta,riconoscendo la voce melodica di Alice.
-ti sta cercando. - concluse Edward,rispondendo ai miei occhi incuriositi.
-oh,eccoti qui! Vieni,andiamo! - Alice apparve all'improvviso,e in un attimo mi ritrovai trascinata da quella specie di piccolo folletto che,a passo di danza,mi condusse in una bellissima camera finemente decorata e arredata con molto gusto.
-che succede,Alice? -chiesi,guardandomi intorno: era una specie di laboratorio,ma ancora non capivo cosa dovevo fare lì.
-ho un regalo per te. - squittì lei,entusiasta.
-un regalo? - chiesi,ricordandomi subito della magnifica vestaglia che mi aveva portato qualche giorno prima – Alice,non...-
-ssh! Basta lamentarsi,santo cielo! - esclamò lei,sorridendo e tirando fuori da un mobile bianco una grande scatola rettangolare color lavanda,su cui era stato applicato un bellissimo fiocco di raso bianco.
La guardai,e lei tornò ad indicare con lo sguardo la scatola.
Sospirai,e dopo un attimo di esitazione aprii la confezione ed estrassi il mio regalo: un abito meraviglioso,davvero pregiato,di preziosissima stoffa color cremisi e dalle rifiniture delicate.
-Alice...è...-
-ti piace? Ne ero sicura. - rispose lei,con la sua solita sicurezza.
-Alice,non posso accettarlo. Davvero. -
-come,prego? Vorresti rifiutare un mio regalo? Fatto da me,poi? -
Aggrottai la fronte: sapevo che Alice era una stilista fantastica – mi bastò ricordare la meravigliosa vestaglia che aveva dato ad Edward affinché me la regalasse – ma sapevo benissimo che quell'abito non era suo.
Cercai delicatamente nella stoffa per evitare di strappare qualcosa come mio solito,e una volta trovata la piccola etichetta sul collo non ebbi più dubbi: il piccolo quadratino di stoffa viola acceso era inconfondibile.
La scritta argentata riportava in caratteri eleganti una delle marche più costose che l'Inghilterra avesse mai visto: Luciene C. era una stilista famosa in tutto il mondo,i suoi capi inconfondibili erano dei pezzi unici che venivano singolarmente creati su richiesta delle più ricche dame del Regno Unito e oltre.
I capi proposti erano talmente unici proprio perché confezionati singolarmente dalla stessa Luciene Call.
-Alice,questo è un abito di Luciene C. - confermai,mostrandole l'etichetta.
Lei rimase ad osservarmi,e poi tornò a sorridere con il suo musetto impertinente.
-Vorresti rifiutare un mio regalo? Fatto da me,poi? - ripeté,come se le mie parole non fossero servite a nulla.
Poi capii tutto,e in quel momento non riuscii a trattenere il mio stupore.
-tu sei Luciene Call?! Ma non è possibile! - esclamai,sconvolta.
-ragiona,Bella,e noterai che Luciene Call è solo l'anagramma di Alice Cullen. Non posso usare il mio vero nome,nessuno conosce la mia identità e posso creare tutti gli abiti che voglio. Non male,eh? -
-alla faccia delle ochette dell'alta società,eh? - sussurrai,ridacchiando.
-quell'era è finita,tesoro.-rispose lei,ridendo insieme a me – credo proprio che sarai un ottima modella per i miei abiti. -
Sorrisi,e sotto le sue continue spinte mi provai quell'abito meraviglioso.
-ti sta benissimo! -
-grazie,Luciene. -




















Note:Ecco qui il nuovo capitolo,totalmente incentrato sul rapporto Bella/Cullen e soprattutto Bella/Alice,un rapporto che mi piace sempre descrivere in ogni storia^^
Sono appena tornata dalle vacanze,e sono stravoltissima =_= Quindi perdonatemi se all'improvviso scrivo qualche fesseria,ma ho davvero sonno e non sono totalmente padrona di me xD
Comunque spero che recensiate,da domani comincio di nuovo la mia attività su Efp e riprenderò con la lettura dei capitoli arretrati che avete aggiornato,vi prometto che le note nei prossimi capitoli saranno più lunghe...ma oggi il sonno è padrone,e mi porta viaaaa! xD
Nel frattempo,per farmi perdonare,vi lascio un piccolo spoiler del capitolo successivo:


Lentamente afferrai la grande scatola lavanda,e stringendola a me uscii da quella casa.
Sbattei la porta,iniziando a correre verso l'uscita.
-ecco,vattene! Non abbiamo bisogno di te! - sentii da lontano.



Un bacio
LMS*

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Capitolo 10
*** The real world ***


venus
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9.
;The real world ;
Venus
xxx










-Vi ringrazio davvero per l'ospitalità,sono stata benissimo oggi. - dissi,uscendo dalla magnifica Villa Cullen.
-oh,lo stesso vale per noi. - mi rispose Esme,con dolcezza.
-ci vediamo presto,Bella. - trillò Alice,stringendomi la mano.
-si,presto. -
Guardai prima lei,poi tutti gli altri,fino a che il mio sguardo non si posò su Jasper:forse avrei dovuto fargli una statua per quello che aveva fatto.
Si,prima o poi avrei davvero eretto una statua per lui.
A Jasper Hale,per avermi fatto ritrovare il mio angelo.
E dopo aver dato loro un ultimo sguardo,mi sentii pronta per tornare a Londra.




-grazie per la magnifica giornata. - sussurrai,sentendo le dita fredde di Edward sulla mia guancia.
-ti sei divertita nella cripta del vampiro? - chiese lui,sorridendo.
-credimi,quel paradiso ha tutto meno che una cripta. - risposi,guardando automaticamente la grande scatola lilla ai miei piedi,che conteneva quel meraviglioso vestito.
-sicura che non vuoi che salga? Percepisco dei pensieri...negativi. -
-sul serio? - chiesi,aggrottando la fronte – chi? -
-la tua amica...Jessica,credo. - annuì,guardando in alto – credo sia arrabbiata per qualcosa che riguarda te. Ma non riesco a percepirlo bene,cambia idea ogni dieci secondi. -
-è proprio da Jess. -. Risi,e lui di seguito a me.
-allora buonanotte,Isabella Swan. - sussurrò lui al mio orecchio,sfiorandolo con le labbra fredde.
-'notte. - riuscii a mugugnare,inebriata dalla sua vicinanza.
Mi ci volle un po' prima di allontanarmi da lui,benché sapessi che sarebbe comunque tornato a svegliarmi la mattina seguente,e riprendere totalmente il controllo del mio cuore impazzito.
Arrivai alla porta del mio appartamento,ma non appena posai le dita sul pomello d'ottone qualcuno mi precedette.
Era Jessica,e mi fulminò con lo sguardo.
Angela,dietro di lei,era seduta al tavolo e si massaggiava le tempie con una mano,sfiorandosi i capelli con gesti rapidi con l'altra.
-che succede,ragazze? - chiesi,in stato d'allerta.
-perché non ce lo dici tu,Bella? - sibilò Jessica,con il tipico sguardo se-potessi-ti-ucciderei.
-Angela...-riuscii a sussurrare,ma fui interrotta dalla mia coinquilina piuttosto infuriata.
-Zero,Bella. Zero! Ti rendi conto?! - sbottò Jessica,avvicinandosi.
-zero? Ma di cosa stai parlando? - chiesi,confusa.
-dei soldi. Quanti clienti hai visitato questo mese? Quanti volte sei scesa in strada,Bella? -ripeté lei,incrociando le braccia.
Oh-oh. Accidenti.
Abbassai il capo,contando mentalmente.
E in quel momento mi accorsi di non aver trovato nemmeno un cliente.
In quel mese non ero mai scesa per strada,e sapevo anche perché.
Da quando avevo incontrato Edward la mia vita era cambiata,e lo sapevo bene: ma fare i conti,in quel momento,fu ancora più sconvolgente.
-se continui così ci cacceranno di casa. I soldi non bastano. - proseguì Jess,voltandosi.
Sgranò gli occhi,osservando il mio silenzio.
-ci stai lasciando,Bella? - sussurrò poi,con gli occhi lucidi.
-Jess,io...sono confusa,non riesco a...a scendere più in strada. Ho...ho la testa da un'altra parte. -
-da un'altra parte,eh? Ad esempio...da quel bel ragazzo che ti regala tutti quei bei vestiti? -sputò di getto,con un'occhiata disgustata alla scatola accanto alla porta.
Rimasi a fissarla,sconvolta da quell'atteggiamento: forse aveva ragione,stavo diventando un vero peso.
Ma non l'avevo mai vista parlarmi così.
Sentivo gli occhi bruciare,e la vista farsi sempre più offuscata.
-credi che non me ne sia accorta,dei tuoi giretti? -
-smettila,Jessica! - sbottai,fulminandola con lo sguardo – non puoi decidere della mia vita. Ricordati chi sei,e quello che facciamo. Non puoi parlarmi in questo modo. -
-no,Bella. Quello che noi facciamo – ribadì,e intuii che con quel noi mi aveva definitivamente esclusa – non ti importa più niente di noi? -
-Non devi neanche dirlo. Lo sai quanto tengo a voi due. Ma ora...mi sento felice,dannazione! Sono felice,Jess! -
I suoi occhi bruciavano.
Intravidi le lacrime rigarle le guance,e cadere sul pavimento: erano lacrime d'odio.
Per quella vita ingiusta,per il mio aiuto mancato.
Per una felicità irraggiungibile che mi era stata donata,e che a Jessica era stata strappata via.
-è tutta colpa tua...-sibilò alla fine,abbassando lo sguardo.
-Jessi...-sussurrò Angela,e il suo volto era devastato dalla stanchezza.
Sgranai gli occhi,quando la vidi per la prima volta: era ridotta malissimo,probabilmente aveva dovuto lavorare molto più del solito per poter pagare l'affitto.
E' tutta colpa tua...
Improvvisamente il vuoto si impadronì di me.
Non sentivo più niente,gli occhi spenti di Angela mi avevano tolto tutte le forze.
-non sai quello che abbiamo dovuto fare per riuscire a sopravvivere...non lo sai,Bella...-continuava a ripetere Jessica,a pugni stretti.
Sentivo le labbra tremare spasmodicamente,pronte a scoppiare.
Lentamente afferrai la grande scatola lavanda,e stringendola a me uscii da quella casa.
Sbattei la porta,iniziando a correre verso l'uscita.
-ecco,vattene! Non abbiamo bisogno di te! - sentii da lontano.
Il pianto di Angela,subito dopo,mi spezzò il cuore.
Ero un mostro,non meritavo di rimanere lì.
Avevo perso tutto.
E c'era una sola persona che poteva aiutarmi.






Quando la porta si aprii ritrovai quel poco di coraggio che avevo perso,mischiato alle lacrime,durante il tragitto verso Bloomsbury.

Avevo camminato a piedi fino al bellissimo palazzo del quartiere degli artisti che tanto amavo,bussando alla porta dell'unica persona che avrei voluto vedere.
-Bella...-sussurrò Edward aprendomi la porta,anche se probabilmente aveva già percepito il mio arrivo.
-Edward...-sussurrai,per poi scoppiare in lacrime tra le sue braccia.
La scatola di Alice cadde sul pianerottolo con un rumore sordo,mentre le braccia forti e fredde di Edward mi stringevano a se con delicatezza.
-è colpa mia...Edward,è tutta colpa mia...-ansimai,tra i singhiozzi.
-non è vero. Hai fatto la tua scelta,non devi pentirti di questo – mi rispose,prendendomi il viso tra le mani per guardarmi – vieni dentro. -
Mi lasciai condurre da lui,dato che non rispondevo più del mio corpo.
Ero totalmente abbandonata al corso degli eventi,totalmente sconvolgenti e contro le mie sole forze.
Inoltre,oramai ero completamente svuotata,e c'era una sola consapevolezza che in quel momento mi permetteva di andare avanti.
La consapevolezza,nuova e appena nata,che ero incondizionatamente e follemente innamorata di Edward Cullen.







Quando mi svegliai tutti i ricordi mi ritornarono in mente,travolgendomi in meno di un attimo.

Mi sentivo a pezzi,come se l'intero mondo mi fosse crollato addosso,come reduce dallo schiacciamento.
In frantumi.
ecco,vattene! Non abbiamo bisogno di te!”
ci stai lasciando,Bella?”
è tutta colpa tua...”
Affondai la testa nel cuscino caldo,stringendomi nel lenzuolo bianco di quella stanza che,malgrado le avessi dato una sola occhiata rapida,riconobbi come la meravigliosa camera da letto di Edward.
Arrivare da lui in piena notte era forse la cosa più impulsiva che avessi potuto fare quella sera – anche se avevo totalmente dimenticato l'assenza perenne di sonno nei vampiri.
E in quel momento ricordai anche come mi ero fiondata su di lui,cercando quell'affetto che mi era stato strappato dalle uniche persone che fossi riuscita a considerare una famiglia negli ultimi anni.
vieni dentro”
Edward...”
Ci sono io. E sarà sempre così,Bella.”
loro...non ci sono più.”
Non è vero,ci sono sempre. Andrà tutto bene”
Aprii gli occhi,assaporando il profumo di quella casa e il ricordo di quelle parole.
E l'unica cosa che volevo era lui.
Lui accanto a me.
-Edward...-mugugnai,con la testa ancora immersa nel cuscino.
-sono qui. -
D'accordo,quella risposta immediata mi lasciò letteralmente senza parole. Sei davvero qui?
Voltai lentamente la testa,mettendo a fuoco il bellissimo volto di Edward: era sereno,e sorrideva.
Gli occhi dorati scrutavano i miei,mentre con la mano iniziava a carezzarmi la schiena.
Non sapevo cosa dire,ne cosa fare.
Volevo solo dimenticare quella brutta esperienza.
-come ti senti? -mi chiese lui,avvicinandosi di più a me.
-meglio-mentii,malgrado la sua vicinanza avesse davvero alleviato il mio dolore.
-devi solo lasciare loro del tempo,Bella – proseguì lui,intuendo il mio stato d'animo – e vedrai che si risolverà tutto. Ci vuole tempo per perdonare. -
-sono un mostro. Un'egoista. - sentii di nuovo gli occhi bruciare,e il naso formicolarmi fastidiosamente – ho anteposto la mia felicità alla loro,e ora rischiano di essere sbattute fuori casa per colpa mia. -
-hai solo fatto la tua scelta,Bella. Sta a te decidere se questa è giusta o sbagliata. -.
Mi guardò,in attesa,e da me ricevette solo uno sguardo confuso e,subito dopo,sorpreso.
-credi che stia dubitando di...di noi?! Edward,ma che...folle! - gridai,abbracciandolo con foga.
Rise,rispondendo all'abbraccio: - voglio solo che sia tu a decidere. Io sono un vampiro,destinato all'eternità,e non voglio mettere in pericolo la tua vita se tu non vuoi rischiare. Voglio solo che tu sia felice. -
Mi allontanai,per osservarlo attentamente.
Sorrisi,per poi abbracciarlo di nuovo.
-rende,come risposta? -sussurrai,rinsavendo al contatto con la sua pelle fredda.
-direi di si,ma potremmo fare di meglio. - rispose lui,con malizia.




















Note:Ehehehe,finalmente ho svelato il segreto dello spoiler che vi ha sconvolto: niente Rosalie,ne Cullen. Jessica,la povera ed infelice umana che vede Bella realizzarsi e lei rimanere all'oscuro. Il personaggio in questa storia è positivo,ma certamente la vita nei bassifondi non dev'essere tutta rose e fiori,perciò ho provato a descrivere l'aspetto più buio di chi,al contrario di Bella,non ha trovato un bel vampiro innamoratissimo.
Sono tornata da queste lunghe vacanze e ho subito pensato ad aggiornare,dato che non lo facevo da una vita: finalmente ho realizzato il sogno di andare a Parigi!! La città dell'amore,e come non potevo aggiornare una delle ficcy più romantiche di tutto il mio repertorio? ^W^

Vi ringrazio per tutte le belle recensioni,sono contenta che vi facciate sentire anche d'estate,quando di solito EFP è meno affollata^^
Intanto vi lascio con un altro spoilerone da paura,pronte?



-puoi ripetere? -
Edward sorrise.
-diventa la mia venere. Posa per me. -






Un bacio
LMS*

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Capitolo 11
*** Memories ***


venus
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10.
;Memories ;
Venus
xxx











-Jess,bussano alla porta! - gridò Angela,alzandosi a fatica dal letto.
-vado,vado! - rispose lei,correndo fino all'ingresso.
-AH! -
-Jess,guarda che l'omicidio di Jacob non è compreso nei lavori da fare stamat...-
-Angie!! -





Non riuscivo a staccare gli occhi da lui.

Dannazione,non credevo che potesse tirare fuori tanta passione in così poco tempo.
Potremmo fare di meglio...
Edward mi prese per i fianchi,facendomi cadere delicatamente sul letto.
Me lo ritrovai sopra,ma nonostante la sua pelle di granito mi sembrò sorprendentemente leggero e morbido al tatto.
-Edward...-ansimai senza fiato,sconvolta da quel comportamento inusuale che,tuttavia,non mi dispiaceva affatto.
E fu in quel momento che mi accorsi di come fossi terribilmente in imbarazzo con lui accanto.
Era diverso,davvero opposto a ciò che avevo sempre provato quando scendevo per strada.
Perché ora avevo veramente intenzione di rendere quel momento speciale.
-stai arrossendo,Bella? -sussurrò Edward,sfiorandomi l'orecchio con le labbra fredde.
Rabbrividii,pensando al contempo ad un modo per evitare tutto quell'imbarazzo.
-sembra proprio di si...-riuscii a sussurrare,con un debole sorriso.
-mm...-
Chiusi gli occhi,e dopo poco sentii di nuovo il suo sapore sulle labbra.
E quando si allontanò solo di qualche millimetro da me,non riuscii più a trattenermi.
-io credo...-
-cosa? - mi incitò lui,con voce armoniosa.
-credo di essere leggermente innamorata. -
-leggermente? - ripeté Edward,ridendo. - è così che mi confessi il tuo amore? -
Cercai di reggergli il gioco,ma ero davvero un'imbranata con quelle romanticherie.
-magari non ci sono abituata...-sussurrai,sfiorandogli il viso.
-allora ti insegno io. - disse,per poi baciarmi di nuovo.
Gli sfiorai i capelli,ma sentivo sulla sua pelle i primi segni di cedimento: si irrigidì,trattenendo il respiro.
Rimase immobile per qualche secondo,e capii che per lui doveva essere davvero difficile resistere al mio profumo.
Quando si rilassò di nuovo,tornò a guardarmi con la stessa dolcezza.
-ti amo,Bella Swan. -
La sensazione che provai fu indescrivibile.
Il cuore mi scoppiò,gonfiandosi di quell'amore che Edward mi aveva donato con quelle due semplici parole.
Inevitabilmente,una lacrima mi rigò il viso,cadendo sul cuscino.
-ho esagerato? - chiese,asciugandomi il volto.
Scossi la testa,negando ripetutamente quella domanda.
-Bella. -Edward si fece serio,e mettendosi di nuovo seduto mi portò con se,stringendomi la mano.
-si? -
-diventa la mia venere. -
Soffocai un gemito. Sapevo cosa significava quell'espressione in quel periodo per un'artista.
Lo sapevo troppo bene,ma non riuscivo ancora a crederci.
-puoi ripetere? -
Edward sorrise.
-diventa la mia venere. Posa per me. -



-credo...di essere pronta. - confermai,ancora chiusa in camera.
L'idea di posare per Edward aveva scatenato in me una marea incontrastata di emozioni,ma in quel momento mi sentivo solo tanto nervosa.
posare? E...e come?”
non lo so. L'ispirazione mi verrà,vedrai.”
Inizialmente avevo pensato di indossare l'abito di Alice,così bello ed elegante.
Ma dopo essere entrata nella camera di Edward – la nostra,corresse la vocina nella mia testa,confondendomi ancora di più – cambiai completamente idea.
Aprii la porta,attraversando il corridoio per raggiungere il grande salone centrale.
Edward aveva predisposto una grande tela bianca sul cavalletto,e posizionato i colori sulla tavolozza.
Davanti a lui aveva posizionato un divanetto color cremisi dalle finiture dorate,posto lì probabilmente per accogliere me.
Si voltò verso di me,ed io mi strinsi nel capo scelto.
-sei...bellissima. -
Sorrisi,avvicinandomi al divanetto.
Mi sdraiai ,poggiando il gomito sul bracciolo in modo da sollevarmi leggermente verso l'alto.
Poggiai la testa delicatamente sulla mano,e i miei occhi si andarono di nuovo ad unire a quelli di Edward.
Piegai leggermente una gamba sopra l'altra,lasciando intravedere la pelle nuda sotto il tessuto rosa antico che,leggero,scivolò verso l'alto.
-sono in vestaglia. - gli risposi,sicura che ricordasse anche lui la conversazione che avevamo già avuto.
Sorrise,e in quel momento la spallina della vestaglia scese leggermente sulla spalla morbida,scoprendola in modo naturale e armonico.
I capelli ricaddero morbidi a completare la mia figura,e per la prima volta mi sentii davvero bella.
-appunto – concluse lui,terminando quello scambio di parole già avuto in passato,che ripetevamo come un rito.
Nell'attimo in cui il pennello toccò la tela sentii uno strano brivido scorrere lungo il corpo: stavo davvero posando per un quadro?
Ero davvero così bella da poter essere considerata la sua venere?
E ti sorprendi?
-rilassa il viso,Bella...- mi suggerì lui,intuendo che al momento i miei pensieri non fossero così piacevoli.
-come fai a capire tutto? - sussurrai,cercando di muovermi il meno possibile.
-anche se non riesco a leggere nella tua mente,non vuol dire che non ti capisca – rispose lui,con un'altra pennellata decisa.
-è solo che nessuno mi aveva mai chiesto di posare prima...per un quadro,intendo. -
-dovresti sorprenderti,Bella. -
-ma tu sei di parte,non puoi dire se sono bella o no. -
-sarò anche di parte,ma sono comunque un'artista. So riconoscere il bello. - proseguì lui,armonizzando le parole con i gesti della mano.
Annuii,fissandolo con interesse.
-il problema è che non importa quanto possa essere bella,per il lavoro che facevo. Eppure volevo farlo per...- mi interruppi,mordendomi il labbro.
-brutti ricordi. - concluse lui,e io non potei fare altro che rispondere alla sua incredibile dote di carpire i miei stati d'animo con un cenno della testa.
-solo...molto lontani. -
-sicura di stare bene? Se vuoi possiamo rimandare...-
-no. - dissi,decisa – voglio farlo,davvero. - e non mi riferivo solo al quadro. Sentivo che potevo davvero confidarmi con lui,raccontare quel passato che non avevo mai detto a nessuno.
-sicura? -
-si. - presi un bel respiro,per poi tornare a guardare la tela bianca che mi voltava le spalle,ancora in produzione – ti ho raccontato di come mio padre ci abbia abbandonato e mia madre sia morta per malattia,ma non ti ho detto quando ci ha abbandonato...-
Edward si fermò,scrutandomi e riducendo gli occhi a due fessure dorate.
-mia madre stava troppo male per poter reagire a quello che diceva o faceva mio padre,per questo non ha mai potuto obbiettare sulle sue scelte. Se n'è andato quando avevo sette anni,dopo tre intensi anni di violenze su madre e figlia. -
Per la prima volta sentii Edward gemere. Era un gemito a metà tra dolore e sorpresa,forse neanche lui si aspettava una verità così sconvolgente.
E nemmeno io avrei pensato di poterla rivelare con così tanta facilità.
-Bella...-
-sto bene. -conclusi,annuendo per reprimere le lacrime che non avevo intenzione di far scendere – fino a quindici anni ho vissuto con il suo volto nella mente,ma ero troppo impegnata ad occuparmi della casa dato che mia madre si sentiva sempre più debole e non poteva affaticarsi. Ho trascorso così la mia adolescenza fino a quindici anni,e durante quel periodo mio padre era tornato circa due o tre volte,ubriaco,per divertirsi un po'. Poi è sparito,e quando mia madre si è aggravata abbiamo scoperto la presenza di una malattia al sistema immunitario che aveva coinvolto in quegli anni tutto il corpo. E quando è morta sono scappata da quella casa. Non...non volevo più ricordarla. Non avevo nulla da ricordare,più che altro...-
Edward non stava più dipingendo: aveva posato il pennello,e con una velocità inaudita fu subito al mio fianco.
Mi abbracciò,ed io lo strinsi forte per trovare la forza di andare avanti.
Finalmente mi ero liberata,avevo confessato quel segreto che mi tenevo dentro da troppi anni: il controllo che volevo avere sugli uomini dopo quello che avevo subito era stata una reazione spontanea,che mi aveva portato in strada.
Ma adesso non ne avevo più motivo: avevo qualcuno,ora,su cui contare.
Edward mi baciò,ed assaporai il bacio sulle labbra chiudendo gli occhi,per non perdere nemmeno un attimo di quel tumulto di sensazioni bellissime che mi travolgevano.
Mi lasciai cadere sul divanetto,ed Edward mi seguì senza fatica:
-grazie...-sussurrai,trattenendo il respiro.
-adesso sono qui. -
-Edward...resta con me...-
-oh,non ho intenzione di andare da nessuna parte senza di te. - mi rispose lui,avvicinandosi di nuovo alle mie labbra.




Quando Edward mi mostrò la tela non riuscii a rendermi conto di come un vampiro potesse essere incredibilmente veloce anche nel dipingere quadri.
Il dipinto era incredibilmente realistico e al contempo ovattato,raffigurante una figura surreale ma bellissima.
Un momento,ero io quella bella venere dai capelli color cioccolato?
-Edward,questo non è...-
-lo so. - concluse lui,intuendo la mia confusione.
Il dipinto era di una bellezza inimmaginabile,forse uno dei più belli che avessi mai visto,ma non ritraeva me,sdraiata su quel favoloso divanetto cremisi.
Al contrario,la figura ritraeva una bellissima ragazza in un'elegante vestaglia color rosa antico seduta sul davanzale della finestra,e illuminata dal raro sole di Londra.
I capelli sciolti incorniciavano il volto pallido e gli occhi nocciola,che scrutavano il cielo con un barlume di speranza,di felicità,nelle iridi luminose.
Le ginocchia erano leggermente piegate,ed una di esse era circondata dal braccio sinistro,che sfiorava il vetro in perfetta armonia con il resto del corpo.
E l'elemento più bello era il meraviglioso sorriso che quella ragazza portava con se e donava al mondo,finalmente di nuovo felice.
E non mi sorpresi nel capire che ero io,quella meravigliosa creatura che aveva trovato la felicità.
-perché non hai proseguito con la tela precedente? - gli chiesi,ancora ammaliata da quel quadro.
-eri triste,mentre parlavi del tuo passato su quel divano. Ti eri irrigidita,non sembravi a tuo agio. Quando ti ho detto di prenderti qualche minuto di pausa ti sei andata a sedere sul davanzale,e mentre guardavi il cielo sembravi così felice...sei stata la mia ispirazione,ho finito la nuova tela in due minuti e mezzo. -
Velocità da vampiro. Non male!
-davvero? - chiesi,stupita.
-si,ma non capisco da cosa derivasse tutta quell'allegria improvvisa. - si chiese,anche se in fondo sapevo che aveva immaginato già qualcosa.
E anche io avevo la mia risposta
Non ho intenzione di andare da nessuna parte senza di te...
Guardai di nuovo il quadro,sfiorando la parte di tela asciutta.
-io si. - risposi,sorridendo di nuovo.




















Note:
Un capitolo felice dall'inizio enigmatico *_*
Il titolo non solo si riferisce ai ricordi di Bella e al suo passato triste,ma anche a qualcosa che rimarrà come ricordo dell'amore tra i due per sempre: il quadro di Edward.
Enigmatica?
Eheh,lo so che sono tremendamente perfida in certi casi,ma che ci volete fare? Sono ancora sotto l'influsso della vacanza a Parigi (per chi me l'ha chiesto...è stupendaaaaaaa!! xD) e quindi la vena romantica è ancora presente...ma cosa accadrà nel prossimo capitolo? Bene,dato che ormai ci do dentro con gli spoiler,eccovene uno del prossimo capitolo.


-sono morte. - concluse lui senza alcun peso sul cuore,con un'espressione estasiata.
Caddi a terra,inespressiva.
Sono morte. Sono morte. Sono morte.


Un grazie speciale a chi recensisce,a chi ha aggiunto la storia nelle preferite/seguite o anche chi solo la legge: davvero,siete fantastici!!

Un bacio
LMS*

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Capitolo 12
*** Trapped ***


venus
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10.
;Trapped ;
Venus
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Affrettai il passo,constatando che il sole stava già acquisendo quei colori rossastri che caratterizzavano il tramonto.
Dopo aver completato il quadro ero rimasta con Edward per quasi tutto il pomeriggio,ma dopo quella giornata avevo preso una decisione: sarei tornata a parlare con Angela e Jessica,per scusarmi e chiarirmi con loro.
Volevo andare da sola per affrontare il mio problema e spiegare anche a loro da cosa derivasse il fatto che non volevo più scendere in strada,recuperare la nostra amicizia per avere di nuovo quell'appoggio che,negli anni passati,era stato il mio unico sostegno.
Edward era rimasto a casa,con la mia promessa di tornare non appena aver concluso il discorso con le mie due coinquiline di cui sentivo già l'opprimente mancanza.
Arrivai alla porta del grande palazzo in Forks Street con un grande peso sullo stomaco,dato che rivedere quella zona mi riportò alla mente i terribili ricordi della litigata con Jessica.
Salii le scale velocemente,come per accelerare quel processo di riparazione,ma quando arrivai al piano sentii subito una strana atmosfera.
Pericolo.
Sbarrai gli occhi,trattenendo il respiro: la porta era spalancata,e in quel momento il panico iniziò ad impossessarsi di me come un tarlo doloroso e angosciante.
Iniziai a camminare,ma arrivai alla porta correndo: la spalancai definitivamente,sbattendola contro la parete.
Tentai di reprimere un urlo,ma fu quasi tutto inutile.
La nostra casa era...no,quella non era più una casa.
Era tutto sottosopra,i vetri spaccati e le schegge sparpagliate sul pavimento: il mobiletto vicino alle stanze era stato buttato a terra e aveva tirato giù un gran polverone,mentre le porte erano tutte spalancate,e mostravano il disordine assoluto persino nelle camere.
Letti disfatti,cassetti scoperchiati e lasciati a terra,abiti bruciati.
Bruciati.
Si,la cosa che mi spaventò di più era l'incredibile e appestante odore di bruciato,che aveva ricoperto abiti e mobilio.
Chi poteva aver dato fuoco a gran parte della casa?
Avanzai di qualche passo verso la cucinetta a vista,scrutando il tavolo e notando un foglio bianco – l'unica traccia sana in quel disordine – che fosse sopravvissuto al disastro.
Nello stesso momento in cui iniziai a leggere,però,mi accorsi di altri elementi che avrei dovuto notare prima:sterpi di quello che sembrava rosmarino unito ad altre erbe varie,collane d'aglio e croci di legno distrutte in terra.
No...
Ma quando me ne accorsi fu troppo tardi.





Annuncio alla comunità Londinese
:
Pericolo,non avvicinarsi allo stabile per alcun motivo.
Jessica Stanley e Angela Weber sono accusate di patto con il diavolo e vampirismo.
Che le due vampire brucino al rogo per espiare le loro colpe e pentirsi davanti a Nostro Signore.
Che siano bruciate vive con un rogo di sterpi ed aglio e che sia,infine,pugnalato il loro cuore con una croce di legno,affinché non macchino più il nostro mondo con le vittime delle loro passioni sfrenate!
Streghe!
Vampire!
Al rogo!


Comitato di moralità pubblica.

Billy Black





-No! - gridai,ma voltandomi mi resi conto di essere arrivata troppo tardi.

Era troppo tardi per tutte: anche per me.
Qualcuno mi afferrò per le spalle,portandomi le mani dietro la schiena e stringendole con forza.
Sentii una strana sensazione all'altezza dei polsi,probabilmente quel tipo alto e muscoloso mi stava legando per impedirmi di muovermi.
E in quel momento uscirono tutti fuori: circa sei persone spuntarono dalla porta d'entrata,dal bagno e dalle stanze,circondandomi e intrappolandomi.
E tra quelle,spiccando fra tutti,riconobbi Billy Black,che mi guardò con disprezzo.
-Isabella Swan,sei accusata di essere un vampiro: il tuo corpo verrà bruciato sul rogo domani insieme a quello delle tue compagne,in un incendio di sterpi ed aglio che ti porteranno verso la morte. Una volta bruciato il tuo corpo ti verrà conficcata un croce di legno nel cuore,affinché la tua anima possa rimanere intrappolata nel corpo fino al giudizio di Nostro Signore. E possa lui avere pietà della tua anima impura. -
-lasciatemi! -gridai – siete tutti dei mostri!Lasciatemi! -
-l'unico mostro sei tu,femmina maledetta! - gridò Black,dandomi uno schiaffo talmente forte sul viso che sentii la stanza girarmi intorno – avrai la punizione che meriti,vampiro assassino,figlia del diavolo! -
Alzai di nuovo lo sguardo,il fuoco bruciava nei miei occhi: si,perché dopo la paura segue sempre la rabbia.
Una rabbia così forte e tumultuosa da non lasciare spazio a nulla.
-essere spregevole...- sibilai,nel pieno dell'ira.
-Paul,Jared,portatela via. - disse Billy,risoluto,prima che qualcuno mi coprisse il capo con un sacco di iuta.
Dopodiché sentii solo una botta secca alla testa,non molto forte ma abbastanza da farmi perdere i sensi.
Poi,il buio.



Quando riaprii gli occhi ci misi parecchio per vedere in quella tetra oscurità,gelida e spaventosa.
Mi alzai da quello che doveva essere un pavimento di pietra,freddo e bagnato,per cercare di orientarmi: tutto lì era fatto di liscia pietra color grigio scuro,persino i bui corridoi che riuscivo ad intravedere a malapena grazie alle fiaccole poste lungo le mura sporadicamente.
Mi trovavo in una piccola cella vuota,solo una grata di sbarre di ferro mi divideva dall'esterno:dovevano essere i sotterranei del palazzo delle riunioni del Consiglio della moralità pubblica.
Consiglio della moralità. Al diavolo...
Mi appoggiai alle sbarre,stringendole con forza fino a sentire le imperfezioni del ferro pungermi le dita.
La guance iniziarono a macchiarsi di lacrime disperate,ma piansi in silenzio.
Si,nessuno doveva accorgersene: non meritavano le mie lacrime.
Edward...
Sapeva dove mi trovavo? Alice l'aveva visto?
Sapevo che se avessero visto qualcosa sarebbero già venuti a prendermi,ma anche se fosse stato così sperai con tutte le mie forze di non rivederli: non volevo che mi raggiungessero,e che Billy scoprisse la loro identità.
Non volevo essere la causa della loro fine.
Ma vuoi rivedere lui,no?
-spero tu stia pregando,Isabella. - concluse una voce cupa,molto diversa dalla melodiosa voce di Edward.
Billy Black rimaneva a qualche centimetro dalle sbarre,il volto marchiato dal disprezzo.
Non risposi,ma rimasi a fissarlo con indignazione.
-pagherai per le tue colpe,vampiro. -
-dove sono...- sibilai,con il respiro mozzato.
-chi? -
-Angela e Jessica. Dove sono...- ripetei,ricordandomi di non saltargli addosso.
-sono morte. - concluse lui senza alcun peso sul cuore,con un'espressione estasiata.
Caddi a terra,inespressiva.
Sono morte. Sono morte. Sono morte.
Billy Black gioiva nel vedere la mia sofferenza,la sofferenza della gente che lo ostacolava.
O forse di tutti,persino del figlio,Jake,che lo ripudiava come padre.
-morte...- ripetei,atona.
-e presto toccherà anche a te,puttana. - sputò lui, abbassandosi per incrociare il mio sguardo vuoto e gli occhi,un tempo di un intenso color nocciola,oscurati dal buio dei sotterranei e dal grigio fumo che aveva ottenebrato il mio cuore.
-a meno che tu non voglia pentirti ora...- disse,con malizia.
Sapevo quello che faceva Billy Black con le ragazze accusate di stregoneria o vampirismo: nelle prigioni,dopo aver legato loro gambe e braccia e aver chiuso la bocca con una specie di museruola a grandezza umana per evitare qualche strano sortilegio o maledizione -in questo caso un bel foro sul collo e morte per dissanguamento - ,violentava ogni ragazza che,impotente,passava le sue ultime ore di vita con il ricordo di quell'esperienza orribile ed umiliante.
In quel momento quell'uomo mi ricordò in modo impressionante l'atteggiamento di mio padre.
-allora? - Billy sorrise,con un ghigno spaventoso.
E non ci pensai due volte: alzai lo sguardo,e senza esitazione gli sputai dritto in faccia.
-ah! - gridò lui,togliendo subito la macchia dal viso per poi procedere con una passata d'aglio e rosmarino. - brutta strega! Perirai nell'oscurità dell'inferno! -.
Dopo queste parole,anche Black se ne andò,lasciandomi di nuovo sola: ma quello che vidi prima che potesse sparire alla mia vista fu ancora più sconcertante.
Due figure possenti si avvicinarono al corridoio,e quando apparvero alla luce soffocai un urlo,davvero poco appropriato in quel momento: erano grandi quanto cavalli,dal pelo lungo e lucente e dagli occhi grandi e scuri.
Tenebrosi,dall'aspetto crudele.
-Paul,Jared: trasformatevi e avvertite la guardia: domani mattina ci sarà il rogo. -
Paul?Jared? Loro?
Quando sparirono,arrivai ad una verità forse troppo impossibile per essere creduta vera: d'altra parte avevo già accettato l'esistenza di vampiri,perché non credere totalmente ai libri di fantasia?
Perché non credere ai licantropi?
Licantropi. O mio Dio.
Strinsi di nuovo le sbarre,premendo con forza: non avevo via d'uscita,e sapevo che lo stesso capo Black era portatore di un segreto che non aveva rivelato a nessuno.
A quanto pare vampiri e licantropi erano poli del tutto contrastanti,benché nessuno dei due sapesse dell'esistenza dell'altro.
Bella,mi dispiace dirtelo...ma hai un pessimo odore...
E se vampiri e licantropi fossero stati poli antitetici: e se,ancora peggio – considerando che Paul e Jared facevano parte del comitato poiché presenti nella grande famiglia dei Black – gli uomini-lupo fossero un'intera generazione?
-Jake...-sussurrai,sconfitta.
Avevo perso.
E non avrei mai rivisto Edward. Né Alice,né Jasper,nè Esme,né Jacob.
Nessuno di loro.
-Edward! - gridai,e l'eco del suo nome risuonò in ogni vicolo del sotterraneo.

















Note:
Ta-daaaaaa! xD Ebbene si,gente: sono tornata! La veirtà è che avevo davvero voglia di pubblicare questo capitolo,perché è uno dei miei preferiti: come al solito vi ringrazio per le magnifiche recensioni che mi avete lasciato, sono commossa *_* E nel frattempo vi do una notizia bomba: ho pubblicato una storia nuova nuova di zecca! ^^ Si intitola  Las Vegas [<---questo link],se volete andate a dare un occhiata,mi farebbe piacere! (ho pubblicato solo il prologo,quindi è ancora agli inizi^^)
E ora un piccolo spoiler del prossimo capitolo: ci vediamo al prossimo aggiornamento!



-e che il Signore possa perdonare la tua anima impura. Ora,brucia. -
Ora...brucio.




Un bacio
LMS*

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Capitolo 13
*** Burning ***


venus
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11.
;Burning ;
Venus
xxx






Sentivo le forze abbandonarmi ogni minuto di più.
Non avevo più la concezione del tempo,secondo i calcoli della mia mente annebbiata doveva essere passata un'intera notte da quando mi ero ritrovata in quella cella,e da quel momento ero rimasta seduta nella stessa posizione,inespressiva e senza la minima volontà di muovere un passo.
Sentivo il ringhio feroce dei licantropi appena fuori il lungo corridoio in pietra,probabilmente stavano facendo la guardia proprio a me.
Nella mia mente rivedevo l'espressione allegra e sbarazzina di Jessica e lo sguardo dolce e affettuoso di Angela,scacciando continuamente l'idea della loro scomparsa.
Come un fantasma,quel pensiero si infiltrava nella mia mente,passava attraverso le mura della mia coscienza scardinando ogni possibile appiglio,ogni accenno di forza che,al solo pensiero,si sgretolava come polvere.
Sentivo la gola riarsa e le labbra screpolate,gli occhi oramai si erano abituati all'oscurità di quelle segrete e bruciavano per le lacrime versate,mentre spasmi irregolari scuotevano il mio corpo per il freddo.
Improvvisamente,due figure scure si avvicinarono a me,ma non riuscii a riconoscerle.
Erano affiancate da quei grandi lupi dalla stazza di cavallo,che mi ringhiavano contro.
-sta cedendo...-
-bene,procediamo. - disse l'altro,annuendo e tirando fuori un sacco scuro.
Sentii qualcosa attorno alla testa,e subito dopo persi nuovamente i sensi.





Le braccia e i polsi mi tiravano spaventosamente.

Che diavolo stava succedendo?!
Mi ero svegliata da circa un millesimo di secondo,ma il dolore lancinante era arrivato subito,come se fossi legata con dei lacci d'acciaio.
Aprii gli occhi, a fatica,e per la prima volta vidi di nuovo la luce: beh,in effetti luce non era,ma di certo non mi trovavo più nelle segrete.
Mi era impossibile muovermi,e voltando faticosamente la testa mi resi conto di essere legata ad un palo di legno con i polsi dietro la schiena e i piedi poggiati su una piattaforma di pietra.
A tenere stretti piedi e mani erano dei legacci grezzi e pungenti,che al minimo movimento provocavano un dolore terribile.
Sentivo fitte in tutto il corpo,e in quel momento mi resi conto di essere davvero al capolinea: i miei piedi erano circondati da un cumulo di sterpaglie e spicchi d'aglio,e nel momento in cui i miei occhi si posarono su ciò che avevo intorno compresi il mistero di quella faccenda.
Come per le streghe,secondo il capo Balck anche i vampiri potevano essere uccisi con aglio,fuoco e croci di legno,l'unico problema risiedeva nel fatto che – come mi aveva spiegato Edward – per uccidere un vampiro bisogna prima farlo a pezzi e poi gettarlo nelle fiamme.
E,cosa più importante,io non ero un vampiro.
E nel momento esatto in cui la fiammella che ardeva in mano a Billy Black – davanti a me con un gruppo molto più folto di persone – avrebbe toccato quella sterpaglia secca,non ci sarebbe stato più nulla da fare per me.
Riconobbi i volti di Jared e Paul,di nuovo trasformati in umani,e altri che non avevo mai visto o riconoscevo a malapena come altri membri del comitato per la moralità pubblica.
C'era tutto il gruppo al completo,e con molta probabilità solo quello dato che i roghi di vampiri erano tenuti segreti al pubblico londinese.
Ma perché?
Oh,giusto. I lupi.
-B..Bella? -
Nel momento esatto in cui quella flebile voce raggiunse le mie orecchie provai un desiderio irrefrenabile di frantumare in mille pezzi quelle corde e correre verso di lei.
-Angie...-sussurrai,voltandomi a sinistra.
E lì,nell'ombra,anche Angela stava subendo la mia stessa sorte.
Mi voltai dall'altra parte,riconoscendo la figura minuta e distrutta di Jessica.
-Sei contenta di rivedere le tue amiche succhiasangue,figlia del diavolo? - biascicò Billy con noncuranza.
-tu...-sibilai,senza sapere cosa dire davvero per maledirlo con tutte le mie forze – tu avevi detto che...-
-che era morta...- concluse Jessica,mentre le lacrime avevano già coperto i suoi grandi occhioni da cerbiatta.
Angela soffocò un singhiozzo,abbassando il capo.
Billy Black ci aveva ingannato,fatto soffrire inutilmente per tutto quel tempo solo per gioire della nostra disperazione,per veder passare le nostre ultime ore senza un appiglio,senza una famiglia.
Senza niente.
-no,Bella! - gridò una voce dietro le altre,più potente e riconoscibilissima.
Jacob avanzò fino alle prime file,ma fu bloccato da Jared e Paul,che gli afferrarono le braccia per non farlo proseguire oltre.
-Jake...-
Vidi i suoi occhi accendersi di una luce rossastra e infuocata,e in quel momento capii che anche lui era invischiato in quel segreto che il capo Black teneva oscuro a tutti,o almeno ne ebbi la conferma quando vidi i suoi muscoli gonfiarsi e strappare in più punti la camicia sfatta.
-calmati,Jacob. - ringhiò Paul,stringendo la presa.
-Bella!Lasciatela stare! -
Una lacrima mi scese sul viso,per quella scena straziante: non volevo vederlo in quello stato,non per me.
-meritate di pagare,sporche streghe! - gridò Billy,e prima di poter rispondere vidi il fuoco iniziare a bruciare sotto i piedi di Jess e Angela.
-no! Fermo! - gridai,ma le mie urla si persero tra i colpi di tosse delle mie compagne e gli insulti che i membri del comitato continuavano a lanciarci.
-al rogo! Giustizia è fatta! -
-Figlie del diavolo! -
-morte ai vampiri! -
E poi,imponente come le altre,la voce di Billy mise a tacere tutte le altre con la sua cupa potenza,rivolgendosi direttamente a me:
-E tu,figlia di Satana,soffrirai il doppio della pena – i suoi occhi erano fiamme ardenti,e non soltanto perché riflettevano l'arancio acceso della fiaccola che stava per lanciare sulle sterpaglie proprio sotto ai miei piedi – e che il Signore possa perdonare la tua anima impura. Ora,brucia. -
Ora...brucio.
Iniziai a tossire con violenza,e in quel momento Angela e Jessica persero i sensi: mi accorsi che il fuoco non si era ancora avvicinato alle loro gambe,tanti erano la sterpaglia e l'aglio da bruciare secondo quel rito fasullo.
Sentii il lieve calore delle fiamme avvicinarsi,e in quel momento persi di vista sia Jacob che gli altri membri del clan.
A quanto pare vedere i vampiri bruciare era un diritto assoluto del capo Black. Che schifo,era un uomo spregevole e senza cuore.
Jacob fu portato via insieme agli altri – e forse la sua ira da placare era un altro motivo per cui l'allontanamento era stato così rapido.
Dio,un licantropo doveva essere davvero pericoloso.
Rabbrividii,nonostante il calore che avvampava intorno a me.
Incredibile quanto fossero assurdi e fuori luogo i miei pensieri,in quel momento.
Mi tornò in mente il quadro di Edward,il profumo di miele e fiori della vestaglia di Alice,l'odore dolce e avvolgente di pittura fresca nella bellissima casa di Bloomsbury.
Tutti dettagli probabilmente irrilevanti,ma che per me avevano un enorme significato: perché erano l'unica cosa che avevo.
Il dolce sorriso di Esme,l'affetto nella stretta di Carlisle,l'allegria contagiosa di Emmett.
Alice,nella sua completa interezza,perché mi era impossibile ricordare solo una cosa di quella persona fantastica che era,oramai,come una sorella.
L'altruismo di Jasper e il suo sorriso rassicurante da gentleman,e persino il bellissimo volto di Rosalie.
E poi,primo e luminoso fra tutti,Edward.
Il mio angelo,la mia salvezza.
Addio,Edward. Ti amerò per sempre.
Un ringhio feroce,in quel momento,sconvolse l'intera stanza,arrivando persino alle mie orecchie intasate dal calore delle fiamme e dal fumo denso e acre delle sterpaglie.
E quel ringhio,così diverso da quello dei licantropi ma allo stesso tempo così tremendamente familiare,fu seguito da un urlo straziante.
L'urlo straziante di Billy Black.
Subito dopo tutta la mia vita mi passò davanti,e mi resi conto che stavo lentamente dicendo addio a quella che sembrava essere la via per la mia felicità.
Non mi chiesi nemmeno il motivo di quell'urlo,ma lo trovai così simile a quello di mio padre.
Quel grido che non avevo mai sentito,ma che sapevo avesse prodotto nel momento della sua morte,avvenuta qualche mese prima.
Quella morte che mi era stata solo riferita da un ufficiale della polizia,essendo l'unica parente in vita che era possibile rintracciare,che mi aveva persino fatto le sue condoglianze.
E' stato ucciso da un malvivente nella periferia di Londra,con un'arma trovata per strada. Mi dispiace,signorina.
Quella morte per cui non avevo versato una lacrima.
Ma proprio in quell'istante qualcosa di freddo mi afferrò,spezzando il palo di legno e le corde grezze che mi tenevano legato ad esso: mi ritrovai contratta contro una superficie di marmo fredda e liscia,che mi ricordava vagamente qualcosa.
-Bella...- un sussurro,appena accennato,mischiato alle grida delle fiamme che stavano quasi per soffocarmi.
Il fumo mi ottenebrava vista e mente,ma questa volta non avevo paura di sbagliare.
Al contrario di quella notte sotto la pioggia scrosciante,questa volta non ebbi dubbi su chi fosse il mio angelo.
E quando aprii gli occhi,solo per un attimo che sembrò durare un'eternità,vidi solo il cielo stellato delle campagne londinesi,e una schiera di lucine in lontananza.
Riconobbi le curve sinuose e argentate del Tamigi,e qualcosa di oblungo al centro della coltre di luci.
Proprio da lì iniziarono i rintocchi.
Il Big Ben. Sto volando?
Le palpebre,tuttavia,si fecero più pesanti,e in quel momento chiusi gli occhi.





Vagavo in un mare nero.

Nero come la pece,senza neanche una luce.
E dire che una delle poche cose che ricordavo prima di quell'oscurità era così luminoso e caldo da soffocarmi.
Le fiamme ardenti che mi avevano risucchiato erano così fastidiose e piene di dolore da farmi odiare il caldo.
Ma chi prendevo in giro? Io odiavo il fuoco. E il caldo.
Si,amavo alla follia il freddo e tutto ciò che lo comprendeva.
Come il vento leggero che mi aveva rinfrescato poco prima di chiudere gli occhi,la distesa di stelle che mi avevano circondato come in un sogno,la vista notturna di Londra e i dodici rintocchi del Big Ben,che avevano segnato la mezzanotte.
La mezzanotte.
La fine di un giorno,l'inizio di un altro.
Un lasso di tempo infinitesimale,quello dei dodici rintocchi,in cui per un momento il tempo si ferma: sei ferma fra due giorni,tra due inizi e due finali,tra un tempo e l'altro.
Sarebbe stato bello rimanere in quel lasso di tempo.
Rimanere in mezzo,senza età,per sempre.
Sarebbe stato bello.
-Bella...-
Si?
Forse sarebbe stato bello,ma questo lo avrei verificato in seguito.
Ora,ora era il momento di riemergere.















Note:
Eccolo qui! Sono tanto fiera di questo capitolo xD...che come avete visto non ha portato a nulla di buono: mi è sempre piaciuta la caccia alle streghe,così ho voluto metterne "un pò" qui dentro,anche se in questo caso si tratta di caccia al vampiro (ma diciamocelo,Billy Black ha le idee un pò confuse...^^").
Comunque...cosa accadrà dopo? Vi informo che ci sarà un altro capitolo dopo di questo,e poi un ultimo capitolo di epilogo.
E poi finisce anche questa storia T_T Ma non preoccupatevi,nel mio bel compiuterino ne sto elaborando altre:
La prima la conoscete,perché l'ho già pubblicata: Si intitola  Las Vegas[<---questo link]...e un GRAZIE immenso a chi ha commentato,prometto che aggiornerò il prima possibile (...lo so,sono una scansafatiche xD),e poi ne ho altre che ho iniziato e che non esiterò a pubblicare,solo per voi!^^
Ora ci terrei a chiarire una cosa: tra le ultime recensioni ce n'era una ( precisamente quella di Agente 007 Cullen) a cui vorrei rispondere.
Ci tengo a dire che le mie fanfiction dipendono praticamente da VOI,che mi invogliate a scrivere e a proseguire di capitolo in capitolo...d'altra parte,che cosa farei se le mie storie non fossero lette da nessuno?
Ora,vorrei innanzitutto dire che mi dispiace se vi sono sembrata un pò...come dire? menefreghista,nel non recensire una ad una le vostre recensioni,non voglio che la mia mancanza di tempo sia scambiata per pigrizia o menefreghismo: scusate,ma ci tenevo a dirlo,perché se fosse per me non smetterei mai di rigraziarvi!^^ Nel frattempo ringrazio Agente 007 Cullen per avermelo fatto notare,cercherò di migliorare e di trovare un pò più di tempo per commentare e rispondervi^^
Bene,purtroppo questa volta non posso mettere lo spoilerino perché il capitolo successivo ha bisogno dell'ultima revisionata,quindi vi toccherà aspettare senza la suspance dello spoiler ^__________^
Ora vado a ...*cough cough* studiare (eh si,pure a quest'ora...che amarezza)...cosa che in teoria dovrei aver fatto molte ore fa,ma quando l'ispirazione chiama...
Ci vediamo al prossimo aggiornamento! Vi voglio beneee!



Un bacio
LMS*

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Capitolo 14
*** Thank you for everything ***


venus
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12.
;Thank you for everything ;
Venus
xxx






Quando i miei occhi si abituarono di nuovo alla luce del primo mattino riuscii ad intravedere solo le pareti di quella grande stanza da letto bianca che non mi era per nulla familiare.
Avevo dolori ovunque,e sembrava che le gambe e le mani stessero per prendere fuoco:ero accaldata,avevo sudato tremendamente e i capelli si erano appiccicati completamente sul viso,bagnati e crespi.
Mi guardai,riconoscendo una bellissima camicia da notte di seta bianca pregiata che qualcuno – ancora non sapevo esattamente chi,ma dovevo arrivarci presto e connettere in fretta i neuroni – mi aveva infilato alla perfezione.
Malgrado la bellissima veste mi sentivo rintontita e spaesata,come se fossi passata sotto una pressa. O sotto il sole cocente.
Provai a muovermi,ma il bruciore aumentò talmente tanto da farmi scappare un gemito.
D'accordo,niente pressa ne sole cocente.
Entrambi.
Una pressa infuocata,oppure un sole schiacciante o pesante come il marmo,oppure...
Smettila,idiota. Non ti chiedi come diavolo sei finita qui?
I pensieri sovraccaricati nel mio cervello si dispersero pian piano,lasciando spazio alla cruda realtà: ripercorsi con la mente tutto ciò che mi era accaduto,dalla prigionia nei sotterranei del Palazzo della Moralità pubblica al rogo davanti agli occhi di Billy Black.
Rividi nella testa i volti sconvolti e senza più alcuna speranza di Angela e Jessica,l'urlo straziante di Billy Black e quel misterioso angelo che mi aveva fatto volare allo scoccare della mezzanotte sulla bellissima notte Londinese.
Mi misi seduta,e guardandomi intorno riconobbi l'arredamento curato e perfettamente armonico,i fiori freschi posti lungo le pareti ad intervalli regolari,il letto a baldacchino dai tessuti finemente decorati e le grandi vetrate che davano sul piccolo bosco fuori Londra.
Esme.
-ben svegliata... -
Una voce accanto a me – ma come diavolo aveva fatto ad arrivare così tempestivamente? - mi fece sobbalzare,ma di gioia.
Avevo paura di voltarmi,di direzionare lo sguardo verso la voce paradisiaca.
Smettila di crederti in paradiso!
Oh,si. Quello era il mio paradiso.
-Edward! - gridai,ignorando il dolore alle gambe che stava diventando quasi insostenibile.
Edward era perfetto e senza tempo,ma rivederlo in quel modo mi fece un effetto ancora più strano.
Forse la paura di non essere più accanto a lui era troppa per non piangere dopo averlo rivisto di nuovo.
Versai tutte le mie lacrime,anche quelle che non avevo.
Anche quelle che avevo trattenuto per tutto il resto.
-Bella...-sussurrò lui al mio orecchio,abbracciandomi e sfiorandomi con le dita fredde.
-cos'è successo...cos'è...-mugugnai,senza alcuna intenzione di lasciarlo andare.
Si allontanò leggermente,prendendomi per le spalle: i suoi occhi dorati si fusero con i miei,spaventati a morte quanto felici per la sua presenza.
-è tutto finito,Bella. Stai bene,adesso. -
-ma io...ero sul rogo e...-
-siamo arrivati in tempo.- concluse lui,sfiorandomi la guancia.
Ripensai all'urlo straziante di Billy,e al volo su Londra. E in quel momento capii di non essermi immaginata tutto.
-voi...li avete uccisi? - sussurrai,senza fiato.
Non ero preoccupata per le vittime,quanto per loro e per il segreto che non sarebbe mai dovuto uscire da quella casa.
-no,non tutti. Ora sei stanca,vorrai riposare...-
-no – lo interruppi,risoluta – ti prego,Edward. Devo sapere,non tenermi all'oscuro. -
Sospirò,chiudendo gli occhi e stringendomi delicatamente una mano sana,dato che - e lo notai solo in quel momento – l'altra era completamente fasciata.
-non riuscivamo a trovarti. Da nessuna parte,eri scomparsa. Alice non riusciva a vederti nelle sue visioni e non sapevamo perché,e la tua casa era stata completamente distrutta. Quando abbiamo trovato il foglio con il decreto di Black abbiamo iniziato a cercarti ovunque,ma in città non c'eri. Sapevamo dell'esistenza dei licantropi e di come riuscissero a sfuggire ai nostri poteri,ma che il comitato avesse questo segreto...beh,non ci avremmo mai pensato. -
Annuii,ricordando: quando ero stata rinchiusa nei sotterranei non sapevo che per la mia morte avessero predisposto un luogo lontano da Londra,in cui potersi anche trasformare senza destare sospetti e lasciare all'oscuro di tutto la gente in città.
-e come avete fatto a trovarmi? -
-abbiamo perlustrato insieme l'intera zona,fino a che Rosalie non ha trovato il castello diroccato dove vi avevano portato. Ci ha avvertito e siamo arrivati in pochi secondi,ma avevamo già capito che l'esecuzione era iniziata. Abbiamo distrutto il muro che ci divideva da te,e ci siamo trovati davanti al rogo,soli con Black. -
-credo sia una specie di privilegio. O forse agli altri non interessa la morte delle streghe...o dei vampiri. - mi corressi,più per me stessa che per lui.
-è stato un bene,non avremmo potuto sostenere l'uccisione di così tante persone,i sospetti a Londra sarebbero cresciuti. Così la prima cosa che abbiamo fatto è stata salvarvi dai roghi.-
-ma se tu mi hai salvato allora...chi ha ucciso Billy? - chiesi,ragionando con me stessa.
-non ci crederai,ma è stata Rosalie. - sussurrò lui,sorridendo per la prima volta – non eravamo sicuri di voler uccidere lui,ma lei si è letteralmente buttata su di lui senza un attimo di esitazione. -
-d-davvero? -chiesi,boccheggiando. Ero sconvolta.
-si. Forse non te ne rendi conto o non te lo dimostra,ma ti vuole bene anche lei. Ci ha solo messo un po' per accettare il nostro rapporto. Devi sapere che è stata profondamente scossa dalla vicenda,dato che la sua migliore amica è stata uccisa per stregoneria. -
-non mi hai mai raccontato la sua storia. -risposi,ancora incredula di fronte al gesto di Rosalie.
-non c'è molto da raccontare: apparteneva ad una famiglia ricca,ed era anche un po' viziata. La sua amica Vera fu accusata di stregoneria benché la sua famiglia fosse molto influente sul governo di quel tempo,ma le accuse contro di lei erano schiaccianti. - sorrise,forse divertito da quella farsa sulle streghe. .
-che prove avevano? -
-Vera era stata catturata ad un Sabba insieme ad altre ragazze di ceto inferiore: era andata lì con sua sorella e una sua amica perché voleva trovare il vero amore,e diventare strega per ottenere un incantesimo le era sembrata la scelta più giusta. Rosalie non si perdonò mai la sua perdita. Ecco perché ha ucciso Billy in modo così brusco,in qualche modo le ricordava il suo passato. Avrebbe voluto confessarti tutto lei,ma non sapeva se vederla al tuo risveglio ti avrebbe fatto piacere. -
Sorrisi: in fondo anche Rosalie era una bella persona.
-la morte di Black è stata spiegata con un attacco delle tre vampire,un sortilegio durante il rogo,dato che siamo stati talmente rapidi che nessuno ci ha potuto vedere. -
In quel momento riflettei sul significato delle sue parole.
Le tre vampire.
-No! - gridai,e nel muovermi urtai ancora le ustioni alle gambe – dove sono? Angie e Jess,loro dove...-
-tranquilla,Bella...-Edward mi calmò,e solo a quel punto mi resi conto che eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altra – stanno bene. Quando siamo entrati nella stanza io mi sono occupato di te,mentre Alice ha preso Angela. Di Jessica si è occupato Jasper,mentre Emmett e Carlisle hanno provveduto a tenere d'occhio l'esterno.-
-stanno...stanno bene davvero? - sussurrai,scossa.
-non preoccuparti,non appena siamo usciti dal castello le abbiamo portate qui a Villa Cullen,dove Esme era già pronta con i letti e i medicamenti necessari. Poi Carlisle si è occupato delle ferite,e dopo essersi accertato della loro effettiva stabilità le ha portate di nuovo a casa. -
-a...a casa? E non si sono accorte del disordine o...-
-no,Rosalie e Alice si sono occupate di mettere tutto in ordine,e non credo che molte persone all'infuori del comitato della Moralità pubblica sospetti di loro. -
-dovranno lasciare Londra,vero? - dissi,abbassando lo sguardo.
-non lo so. E' rischioso rimanere qui. Forse quando starai meglio potremmo passare da loro,che ne pensi? -
Lo guardai,sorridendo.
-Grazie,Edward. Se non fosse stato per te io...non ci sarei più. -
-no,questo non è vero. Bella...-rimase in silenzio per qualche secondo,per poi guardarmi di nuovo – hai già rischiato una volta,e ora voglio che tu scelga la tua strada:devi dirmi se vuoi allontanarmi da te. Io lo accetterò,è una tua scelta,ma...-
-sei impazzito?! - sbottai,senza parole. Come poteva dire una cosa del genere?
-come?-
-vuoi che me ne vada? Sul serio,tu non puoi...non puoi dirlo davvero. No,non puoi. Quindi non farlo. - conclusi,senza ammettere repliche.
Edward era ancora confuso,ma vedevo chiaramente il bagliore di felicità nei suoi occhi.
-credi davvero che questa storia abbia a che fare con te? - sussurrai,scuotendo la testa – se non ci fossi stato tu sarei sotto terra,ora. -
-ti amo,Bella. -
D'accordo,questo era un colpo basso. Perché diavolo non avvertiva mai?!
Il mio cuore mancò un battito,ma riuscii a sopravvivere.
-anch'io ti amo. E sarà così per sempre. -
Sapevamo entrambi cosa comportasse quel “per sempre”: la mia trasformazione in vampiro.
Ma nessuno dei due,in quel momento,disse nulla.
Semplicemente,Edward si avvicinò a me e mi baciò,con tutta la delicatezza possibile.
Sentii il tocco freddo delle sue labbra darmi nuova energia,e mi sentii pronta per ricominciare.
Ora stavo davvero bene.





-Bella! -

Alice mi venne incontro,mentre io tentavo come mio solito di non incappare contro qualche oggetto contundente per farmi male ancora più di quanto non facessero le bruciature.
Erano passati due giorni,e sotto ordine di Edward e Carlisle ero dovuta rimanere in clausura nella stanza da letto di villa Cullen.
Riposo assoluto e medicine contro le bruciature,che anche se lievi facevano un male pazzesco.
Ora stavo meglio,ed ero pronta a vedere la mia nuova famiglia di nuovo.
Come Alice,che non appena mi vide iniziò a saltellare come una bambina,abbracciandomi con delicatezza: lo stesso fece Jasper,seguito da Esme,la cui tenerezza mi fece quasi commuovere.
Poi fu il turno di Emmett,che come suo solito mi fece scoppiare a ridere con una delle sue battute.
E dopo aver ringraziato Carlisle per le cure fu il turno di Rosalie.
-bentornata,Bella. - disse lei,e la vidi sorridere per la prima volta.
Ed era ancora più bella.
-grazie. - . Di tutto.
Ora ero veramente completa.
Edward mi strinse a se,ed io mi appoggia alla sua spalla.
-devi essere affamata,Bella. Vieni,ho preparato un bel pranzetto proprio per te. - concluse Esme,circondandomi la vita con il braccio.
Tutta la famiglia si spostò in cucina,e malgrado mangiassi solo io ci ritrovammo tutti uniti introno al grande tavolo in legno pregiato,a parlare con una vera famiglia.
E per tutto il tempo non smisi di stringere la mano ad Edward.
Ora ero veramente Bella Swan.
Ora ero veramente a casa.















Note:
Ed eccolo qui,il penultimo capitolo della storia *_* Troppo zucchero? Naaah,lo sapete che sono una romanticona^^ Come avete visto niente trucco ne inganno,Bella è stata salvata davvero e ha davvero visto Londra in volo sulle spalle del magico Edward e dei suoi super salti vampireschi alla superman.
Okay,sto delirando. Lo so,mi dispiace! Ma dopo un intero pomeriggio di studio cosa vi aspettavate? Non sono un fiore,di certo xD
Ringrazio chi ha aggiunto questa storia tra i preferiti/seguiti,e ovviamente chi ha commentato!
Luisina,Agente 007 Cullen,bigia,naog94,Noemix,RenEsmee_Carlie_Cullen,mazza ed Elfa Sognatrice. Ho visto che alcune di voi stanno seguendo anche l'altra mia fic "Las Vegas",perciò grazie mille per avermi seguito anche nell'altra storia!^^
Prometto che appena questa storia sarà finita proverò a ricontrollare l'altra storia in cantiere (ancora priva di titolo,sorry...) e chissà,magari inizierò a pubblicare anche quella in poco tempo!
Cooomunque...che ne pensate di questo capitolo dolcino dolcino?^//^
Fatemi sapere,ci vediamo al prossimo aggiornamento!!



Un bacio
LMS*

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


venus
venus.jpg
;Epilogo;
Venus
xxx


[Venus and the immortal]





Era passato un mese dalla terribile minaccia dei roghi contro i vampiri,e dopo la morte di Billy Black nessuno si era più interessato di streghe o altre diavolerie del genere.
Il comitato della moralità pubblica aveva iniziato ad occuparsi delle sue mansioni originali,provvedendo al benessere della città e dei suoi cittadini.
Tutto grazie ad un nuovo leader,molto più efficiente del precedente.
Camminai a passo svelto verso Trafalgar Square,mentre i passanti mi guardavano quasi con riverenza.
Sorrisi tra me e me,continuando a camminare: quella mattina avevo indossato una nuova creazione di Alice,un bellissimo abito color ecru che scivolava sulle caviglie con i suoi soffici e morbidi pizzi pregiati.
Le scarpette dal tacco sottile e i guantini in seta erano un regalo di Rosalie,che aveva ovviamente seguito il progetto iniziale di Alice,mentre l'ombrellino parasole in stoffa coordinata l'avevo ricevuto da Esme.
Il perché di tutti quei regali mi era ancora sconosciuto,ma comunque non mi dispiacevano affatto.
I capelli mi scendevano morbidi sulle spalle coperte,e decisi di aprire di nuovo l'ombrellino per coprirmi,nonostante non ci fosse ancora il sole.
Ma alla luce dovevo stare molto attenta,e non potevo rischiare.
Sorrisi,attraversando le porte del Palazzo della Moralità pubblica sotto gli occhi affascinati di chi usciva.
Mi avvicinai al lungo bancone al centro della sala,attirando l'attenzione di una ragazza dai lunghi capelli neri e dall'espressione basita.
-buongiorno...-sussurrò lei,senza staccarmi gli occhi di dosso.
-buongiorno. Sono Isabella Swan,ho un appuntamento con il signor Black. E' già arrivato? -
-s-si...- balbettò lei,muovendo freneticamente le mani tra i fogli sparsi sul bancone e rischiando quasi di far cadere una boccetta di inchiostro.
-la sta aspettando,signorina Swan...-sussurrò lei,con una rapida occhiata verso le scale.
Sorrisi,mostrando una lunga fila di denti bianchi che,a quanto vidi,lasciarono la ragazza ancora più sorpresa.
La guardai con i miei nuovi occhi dorati,e subito dopo mi diressi verso la lunga scalinata che portava agli uffici.
Ero stata trasformata da Edward dopo una settimana dall'incidente con Billy Black: avevo deciso di diventare come loro per condividere con lui tutta l'eternità,e quando avevo iniziato i miei tre giorni di trasformazione sapevo già cosa aspettarmi.
Sorprendentemente,dopo tre giorni di atroce sofferenza,il dolore era finito: quando mi svegliai ero già un vampiro.
Non un neonato dall'istinto facile,ma un vero vampiro: sapevo controllarmi e resistere al sapore del sangue,e avevo già iniziato la dieta vegetariana.
Ormai girare per Londra non era più pericoloso,e l'odore umano non mi faceva quasi effetto:Carlisle diceva che era un mio potere,come per Alice era quello di prevedere il futuro,ma io non riuscivo ad abituarmi all'idea di avere una dote speciale.
All'idea di essere speciale.
Bussai tre volte sulla grande porta color mogano,e una voce al suo interno mi accolse con un risoluto e vigoroso “Avanti”.
Entrai,già con il sorriso sulle labbra: perché non ci sarebbe stato un leader migliore di quello.
-ehi,Bella! - gridò lui,con un gesto della mano.
-ciao,Jake. - risposi,scuotendo la testa per quelle maniere così gentili quanto così familiari che non erano sparite malgrado l'importante incarico che Jacob,come figlio di Billy,aveva ricevuto pochi giorni dopo la sua morte.
Mi sedetti su una delle poltrone in pelle di fronte alla scrivania di legno,mentre Jacob continuava a guardarmi: osservava ogni mio movimento perfetto,tentando di trovare anche la minima imperfezione nella pelle marmorea e negli splendidi occhi dorati.
Continua a cercare,tesoro,tanto è fatica sprecata, pensai con un ghigno.
-sei ancora più bella di quanto mi ricordassi. - scherzò lui,consapevole del fatto che i primi giorni dopo la trasformazione – a cui era stato presente – non avevano mostrato il mio aspetto migliore.
Faticavo ancora ad abituarmi con tutto ciò che riuscivo a vedere o sentire,e i miei occhi erano di un inquietante color cremisi. Sicuramente uno spettacolo da non ricordare.
-per fortuna. - commentai,con una risata cristallina e perfetta.
-allora,come ti senti? -
-molto meglio,credo di aver superato tutti i test,ormai. -
Jacob rimase a fissarmi per qualche istante,mordendosi il labbro.
-qualcosa non va? - chiesi,riconoscendo l'inquietudine sul suo volto. - problemi con i licantropi? -
-oh,no. Va tutto bene. -rispose lui,scuotendo la testa.
Tra licantropi e vampiri era nato una specie di patto,che impediva il reciproco attacco – con mio sollievo – e mi avrebbe risparmiato una lotta fra bande.
-allora cosa c'è che non va? -
-Bella,state per lasciare Londra? - chiese lui,brusco.
-ma di che stai parlando? Jake,non abbiamo intenzione di lasciare un bel niente! - risi,sorpresa da quei dubbi che lo stavano preoccupando per nulla.
Jacob emise un sospiro di sollievo,passandosi una mano tra i capelli corti e neri come l'ebano.
-cosa te lo ha fatto pensare? - chiesi,riducendo gli occhi a due fessure luminose.
-nulla,è solo che...beh,pensavo di...-
-Jake – gli presi la mani,stringendola con delicatezza – non me ne andrò proprio da nessuna parte,chiaro? -
-chiaro – rispose lui,dopo un attimo di esitazione – Jessica sarà contenta. -
-oh,lo so. Mi dici che è sempre contenta,in questi ultimi giorni. - risposi,ammiccando.
Jacob arrossì,e dopo aver visto la sua buffa faccia mi alzai in piedi,ricomponendomi:
-ci vediamo fra qualche giorno,Jake. Ora ho...una cosa da fare. -
Lui annuì,dato che sapevamo entrambi a cosa mi riferivo.
-salutami le sanguis...ehm,i Cullen...ed Edward. - mi disse lui,mentre mi abbracciava.
-a presto. -
E dopo averlo salutato varcai di nuovo la porta.



La carrozza ci mise poco ad uscire da Londra,anche se correndo probabilmente sarei riuscita a raggiungere la mia meta in un tempo davvero molto più breve.
Tuttavia Alice mi aveva minacciato di morte nel caso lo avessi fatto e di conseguenza avessi rovinato il vestito che – testuali parole - “mi cadeva in modo incantevole”.
Per questo avevo deciso di rinunciare a quell'idea e optare per la carrozza dei Cullen,sempre pronta al mio servizio.
-siamo arrivati.-disse una voce fuori,poco dopo l'arrestarsi della carrozza.
-grazie, James. - dissi,scendendo per dirigermi nel luogo indicatomi da Jacob.
La troverai nella casa di campagna,fuori Londra. Saranno contente di vederti.
La villa di campagna di Jacob e Jessica era davvero meravigliosa,e già da lì potevo sentire le risate che tanto mi erano mancate.
Arrivai alla porta,e dopo aver bussato attesi immobile che la porta si aprisse.
E quando la figura di Jessica mi si parò davanti ringraziai davvero di essere un vampiro e di non poter più piangere come una bambina.
Dio,quanto mi era mancata.
Era sempre uguale,nonostante lo sconvolgimento della caccia al vampiro e del mese passato.
E anche se un mese poteva sembrare breve,per me – soprattutto dopo tutti gli eventi che mi avevano attraversato durante quei giorni – sembrava passata un'infinità di tempo.
-Bella? - chiese Jessica,con gli occhi lucidi.
-Jess. - risposi,allargando le braccia.
-oh,Bella! - Jessica mi abbracciò,stringendomi forte e riconoscendo la mia pelle di granito. -mi sei mancata. Mi sei mancata...tanto. Jacob mi ripeteva di non preoccuparmi,che sapeva che stavi bene,ma non capivo per quale motivo non venissi da me e...-
Smise di parlare,osservando con cautela e attenzione i miei splendenti occhi dorati e la mia pelle perfetta e bianca.
Ma soprattutto la mia nuova,incontrastata bellezza.
-...ora ne ho una vaga idea. - concluse,e in quel momento smisi di respirare.
O almeno di fingere di respirare.
Aveva capito tutto.
-Jess,cosa stai...-
Mi voltai,riconoscendo l'altra voce proveniente dal salotto: Angela rimase immobile sulla porta,lasciando cadere un abito color cremisi che stringeva tra le mani.
-Bella...- sussurrò,senza quasi crederci – sei tu? -
-sorpresa. - risposi,senza sapere esattamente cosa dire.
In effetti ero sempre io. Un po' cambiata,ma la Bella di sempre.
Angela mi si avvicinò lentamente,sfiorandomi il braccio: e sorridendo mi strinse a se con delicatezza,asciugando la lacrima che era scesa sul suo viso e che voleva nascondere.
-cavolo,tesoro,faresti faville in strada! - scherzò Jessica,con una smorfia.
Era strano come avessero deciso anche loro di smetterla con quel lavoro umiliante per lasciar parlare i loro cuori.
Ora entrambe avevano trovato la loro strada,ed erano felici in quel modo.
-allora,Angie,perché non dici a Bella cosa diavolo hai combinato? - disse Jess,con una gomitata all'amica.
-bé,tu ami leggere,per cui ti darò un solo indizio...Forks Street. -
Arrivai alla soluzione di quell'enigma in un decimo di secondo: in quel periodo non avevo avuto tempo di ricercare nuove letture,ma di certo ero a conoscenza del libro di cui tutti parlavano.
-tu...hai scritto Forks Street? - chiesi,sorridendo.
-diciamo che ho avuto un'ottima ispirazione. - concluse lei,e in quel momento tutte pensammo al nostro appartamento nella splendida Forks Street,che di certo sarebbe rimasto nei nostri cuori grazie alle pagine di quel libro.
-ma parliamo di te,Jessi...-ribatté Angela,ammiccando – come dicevi? Quel vile traditore di Jacob Black? -
Risi vedendo l'espressione di Jessica mentre arrossiva.
-smettetela,non ho mai detto che non ci avrei ripensato! Oh,Bella..ho bisogno di un favore. -
-di che parli? - chiesi,vedendo lo sguardo speranzoso di Jessica che non portava mai nulla di buono.
Angela sfoderò un bellissimo tessuto rosa antico,mentre Jessica ripeteva la parola “damigella” circa una decina di volte al secondo.
-tu e Jake...- iniziai,senza fiato.
-il mese prossimo. - confermò lei,al settimo cielo. - sarà un matrimonio fantastico! E ovviamente voglio conoscere Edward e la tua nuova famiglia,sia chiaro!-
-la mia storia è un affare di stato,ormai? - sorrisi,felice di aver ritrovato quella che era stata per me come una famiglia.
Rimasi con loro tutto il pomeriggio,fino a sera.
E non rimpiansi un singolo minuto di quell'incontro.



-bentornata,tesoro. - disse Esme,abbracciandomi all'ingresso di Villa Cullen.
-ciao,Esme. - risposi io,guardandomi intorno e scorgendo Jasper e Emmett seduti sul divano del grande salotto.
-ehi,Bella! - gridarono all'unisono in lontananza,ed io risposi con un sorriso.
-dove sono gli altri? - chiesi,anche se riconobbi Rosalie al piano e la parlata calma e constante di Carlisle.
Raggiungemmo Emmett e Jasper,e notai Rosalie che suonava una bellissima melodia al piano e Carlisle che leggeva sulla poltrona.
Dopo aver salutato tutti salii al piano di sopra.
-bentornata,Bella! - la voce cristallina di Alice mi indirizzò verso il corridoio centrale.
-ciao,Alice. Come mai tutta sola? - chiesi,abbracciandola.
-stavo solo ultimando un fantastico abito per Rose,domani c'è il gran ballo e l'abito aveva bisogno di alcune modifiche...-
-faremo tutte un gran figurone con i vestiti di Luciene C.,eh? -
Alice sorrise,e dopo avermi dato un bacio sulla guancia si avvicinò alle scale.
-Edward ti sta aspettando in camera. Ci vediamo dopo! -
Raggiunsi la camera da letto senza esitare,e lì trovai il mio angelo alla finestra.
Osservava il cielo notturno,che si rifletteva nei suoi occhi dorati,e il pallore della luna si rifletteva sulla sua pelle marmorea dandogli una sorta di impalpabilità che lo rendeva quasi irraggiungibile.
Per tutti,tranne che per me.
-bentornata. - mi disse,abbracciandomi – com'è andata la giornata? -
-dal grande...carico emotivo. - conclusi,sospirando – oh,presto avremo un matrimonio,quindi preparati. -
-non mi dirai che il cucciolo ha trovato una compagna...-
-Edward! - lo ammonii,stringendo le labbra: odiavo quando dava a Jake il nomignolo di cagnolino,quasi quanto odiavo Jake nel momento in cui chiamava Edward “sanguisuga”.
Ma a quanto sembrava si prendevano in giro solo per scherzare,benché questo continuasse a darmi un tremendo fastidio.
-lo sai che scherzo,amore. - rispose svelto,prendendomi il viso tra le mani per baciarmi.
Ora non doveva più preoccuparsi della mia fragilità.
Non doveva più aver paura.
-sono contenta di rimanere a Londra. - sussurrai,felice che Edward e i licantropi avessero trovato un accordo.
-anch'io. E poi c'è tempo per visitare il resto...stavo pensando all'America,fra qualche secolo...-
Risi: - l'America? Una bella nuotata non ci farebbe male,eh? -
-lo sai che sarei io a vincere...-sibilò,abbracciandomi.
-oh,questo è tutto da vedere! - risposi,strappandogli un bacio.
A testimoniarlo fu solo la tela che ci osservava dalla parete,dipinta da Edward pochi giorni prima: eravamo insieme sul dondolo di Villa Cullen,illuminati dal sole che segnava la nostra pelle con scie brillanti e luminose.
Il primo quadro,quello che lui chiamava “La Venere di Bloomsbury”,quello che mi raffigurava come la più bella creatura del mondo,era ancora lì,in quell'appartamento che oramai era diventato la nostra casa.
Ed io non desideravo altro che condividerla con lui.
-allora lo vedremo,mia venere...- sussurrò lui,con un altro bacio.
-d'accordo. Abbiamo tutto il tempo.-risposi,stringendomi a lui.















Note:
E anche questa è finita T_T E' sempre brutto quando finisce una ficcy,vero? Oramai mi sentivo dentro la storia xD Comunque ringrazio tantissimo chi ha continuato a seguire la storia fino alla fine,chi l'ha aggiunta tra i preferiti/seguiti e ovviamente chi ha continuato a commentare! In particolar modo vorrei ringraziare chi ha commentato l'ultimo capitolo: Elfa Sognatrice,Agente 007 Cullen,bigia,naog 94. GRAZIE!
Come sapete ho iniziato un'altra fic, che si intitola Las Vegas,e ne ho un'altra in cantiere (ho già scritto i primi due capitoli,ma sono ancora da controllare e ricontrollare quindi ci vorrà ancora un pò di tempo^^).
Questo solo per dirvi di tenere d'occhio la mia pagina,potrebbe spuntare sicuramente qualcosa di nuovo...e comunque vi terrò informate tramite "Las Vegas"...ci vediamo presto!!

Un bacio
LMS*

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