Tra i petali del tempo

di roxrox
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorry un bel paio di palle... ***
Capitolo 2: *** Pranzo movimentato ***
Capitolo 3: *** Un nuovo sito archeologico ***
Capitolo 4: *** Era solo una scusa per fare il fighetto sostenuto... ***
Capitolo 5: *** Benvenuti ***
Capitolo 6: *** Domande ***
Capitolo 7: *** I Cavalieri d'Oro ***
Capitolo 8: *** Sinaygen ***
Capitolo 9: *** Il risultato della prova ***
Capitolo 10: *** La parola sbagliata ***
Capitolo 11: *** Grigliata alla seconda casa ***
Capitolo 12: *** Profezia ***
Capitolo 13: *** Considerazioni ***
Capitolo 14: *** Un gelato al Grande Tempio ***
Capitolo 15: *** Assassini! ***



Capitolo 1
*** Sorry un bel paio di palle... ***


La sera stava lentamente lasciando il posto alla notte quando Fabrizio uscì dal pub dirigendosi verso il suo albergo. No, decisamente non era così che si era immaginato la sua “vacanza rigeneratrice”, come l’aveva chiamata.
Quando aveva rotto con Roberta avrebbe solo voluto prendere il mondo a calci, per questo aveva accolto con soddisfazione la proposta di Federica:
- Andiamo in vacanza! Avevi già prenotato ad Atene per tutti e due, vero? Bene, ci vengo io con te! –
Poi lei era rimasta vittima di una appendicite fulminante qualche giorno prima della partenza, ma non aveva voluto sentire ragioni, e lui aveva dovuto partire comunque, pagando solo la sua parte. Eh, bello essere talmente ricchi da potersi permettere di pagare un viaggio che non si fa nemmeno…
Almeno nel giro di qualche giorno sarebbe arrivata anche sua sorella Ginevra! Piuttosto che buttar via i soldi pagando una vacanza non goduta da nessuno… Aveva proposto a Ginevra di raggiungerlo dopo aver concluso gli esami estivi, “vacanze separate” le aveva però specificato. Ci mancava solo sopportare la sorella maggiore in una delle sue interminabili prediche! Chissà poi perché le aveva detto di venire…
Bugiardo, lo sapeva benissimo il perché! La verità era che un’intera vacanza da solo sentendo pesantemente la mancanza di Roberta lo avrebbe fatto impazzire, e in fondo sua sorella era una piacevole compagnia, quando non attaccava con uno dei suoi sermoni. E poi era stata l’unica che non aveva avuto nulla da dire quando si erano lasciati, si aspettava da lei chissà quale ramanzina, invece si era limitata a piombare in camera sua il sabato sera, una decina di giorni dopo, aveva spalancato il suo armadio, gli aveva gettato addosso i suoi splendidi pantaloni bianchi di Calvin Klein (una follia durante i saldi per farsi un regalo dopo la maturità), una camicia chiara e il suo maglione preferito, poi lo aveva trascinato in macchina e lo aveva portato per i locali della città, prendendolo e prendendosi in giro, parlando di tutto e di niente, lasciandolo bere e restando sobria. Non aveva mai nominato Roberta. Gli aveva sostenuto la fronte quando aveva vomitato in un parco, e aveva mantenuto il segreto con i loro genitori, che non sarebbero stati d’accordo con la sbronza. Era stato bene quella sera, era stato il momento in cui era riuscito a voltare pagina e riprendere in mano la propria vita. Questa vacanza era un modo per ringraziarla; da quando un anno prima si era gettata nello studio e nella preparazione della tesi per superare la delusione dell’abbandono di Giovanni non si era più presa un giorno di ferie. Ma non era sicuro che fosse stata una buona idea partire prima, da solo.
A lui non fregava niente di Atene, l’aveva scelta Roberta, era suo il sogno di visitare il Partenone, di camminare… come diceva?… “in mezzo alla storia”…
Aveva sperato di potersi almeno consolare con qualche bella fanciulla, ma la lingua si stava rivelando un ostacolo insormontabile… Per le necessità quotidiane di base se la cavava con il suo inglese stentato e l’internazionale linguaggio dei segni, ma un corteggiamento a gesti non era particolarmente romantico, né efficace… E poi nessuna di quelle ragazze poteva essere neppure lontanamente paragonabile a lei…

Cerco su ogni volto un ricordo
e sembra che il tempo non sia mai trascorso
e un brivido chiude lo stomaco rimango incredulo e so
che le emozioni non muoiono mai...

Si fermò, guardando per un istante la sua immagine riflessa in una vetrina, illuminata dalla luce dei lampioni che si stavano accendendo. D’accordo, il suo fisico non era propriamente “statuario”, un po’ di pancetta ce l’aveva, ma le ragazze non gli erano mai mancate, sapeva di possedere un carisma difficile da trovare in altre persone. I suoi occhi erano in grado di lanciare sguardi irresistibili… Sì, era proprio, come diceva sua sorella quando voleva prenderlo un po’ in giro, “un bel fighino”.
Quello che camminava davanti a lui, quello sì che era un fisico da paura! Chissà quante ore di palestra gli toccava fare per mantenere quella schiena, quei bicipiti a cui la ragazza che gli rideva al fianco si attaccava con tanta fiducia… Uhm, non che lei fosse da buttare… Splendidi capelli rosso fuoco, un fisico da urlo…
Scosse la testa. Basta, aveva decisamente bisogno di infilarsi sotto una doccia. Sfogò la sua frustrazione dando un calcio a una lattina vuota che si era innocentemente posta sul suo cammino… con un po’ troppa forza, dato che andò a picchiare contro il solido polpaccio del ragazzo, che si voltò sorpreso.
“Ci mancava anche questa… Oggi le sfighe capitano tutte a me”. Sfoggiò un’espressione imbarazzata e dispiaciuta:
- Sorry… -
La statua sorrise:
- No problem - dopo di che si girò nuovamente e se ne andò per la sua strada, con la ragazza cinguettante sempre al suo fianco.
- Sorry un bel paio di palle… - mormorò Fabrizio astioso, appena furono lontani – Brutto ammasso di muscoli, chissà cosa ti pompi in vena… -
Entrò borbottando nel suo hotel e si chiuse immediatamente in bagno, sperando che l’acqua della doccia fosse veramente bollente e non semplicemente tiepida come il giorno prima. La cena avrebbe aspettato, avrebbe sicuramente trovato un McDonald da qualche parte…





Ciao a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Sono tornata!!!
Pensavate forse di liberarvi di me? E invece no, vi avevo avvisato che ci avevo preso gusto!

So che la storia con il protagonista maschile mi era stata cassata, ma in fondo avevo creato un personaggio che mi piaceva, così ho deciso di tenerlo (beh, c'è da dire che anche mio fratello che mi minacciava con in mano un bazooka è stato particolarmente convincente...), ma gli affiancherò la presenza femminile, giusto per accontentare un po' tutti...

Fatemi sapere se questo inizio vi piace (sì, lo so, è corto, ma è solo una sorta di prologo...) o se reputate che abbia già dato il meglio di me e dovrei ritirarmi...

Alla prossima, baci baci a tutti!!!

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Capitolo 2
*** Pranzo movimentato ***


Fabrizio si lanciò giù dalla discesa con soddisfazione, godendo nel sentire il vento che gli schiaffeggiava la faccia. L’idea di portarsi dietro la bici era stata una trovata esagerata, almeno avrebbe pedalato un po’, sarebbe rimasto in forma per quando fosse tornato a casa e avesse ripreso gli allenamenti. Si rifiutò di frenare quando una signora anziana accennò ad attraversare la strada, si limitò ad urlare:
- Levatiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!! –
La vecchietta fece un salto indietro e alzò il pugno gridando qualcosa, ma lui la ignorò. Frenò mettendo la bici di traverso una decina di metri più avanti, guardandola con un ghigno e cacciando fuori la lingua, in un gesto decisamente poco maturo.
Si voltò e spinse il pedale per ripartire, ma la sua corsa venne fermata immediatamente da un braccio che gli si piantò davanti e lo colpì al petto, mozzandogli il respiro. Cadde, e guardò il ragazzo con gli occhi fuori dalla testa:
- Ma sei scemo? – imprecò in italiano – Quasi mi ammazzi! –
- Una signora va trattata con più rispetto – esclamò l’altro, sempre in italiano, lasciando Fabrizio di stucco – Essere un turista non ti dà il diritto di essere maleducato – sorrise al suo sguardo stupefatto – Che c’è? Ti stupisce che qualcuno capisca quello che dici e sia in grado di risponderti? –
- Che succede? – un altro ragazzo, perfetta copia del primo, si avvicinò ai due – Tutto a posto? –
- Lo sarà quando questo insolente avrà chiesto scusa –
- Fottiti, Greco del cazzo! – Fabrizio non riuscì a finire la frase che si trovò boccheggiante inchiodato al muro, una mano del tipo a stringergli il collo.
- Ripetilo -
- Lascialo stare, Kanon – il secondo gemello pose una mano sul braccio del primo – Non ne vale la pena –
- Uhm… Hai ragione Saga - ringhiò quello, e lo lasciò, poi si voltò e si avviò.
- Bravo, vattene! – Fabrizio lo guardò in cagnesco – E non farti più vedere, perché ti spezzo tutte le ossa! –
Quello che era stato chiamato Saga si girò con un sorriso divertito:
- Stai buono, perché tu non saresti in grado di fare quello che hai detto, ma mio fratello sì –
Fabrizio rimase interdetto dal tono sicuro che aveva usato, come se ciò che aveva detto fosse vero. Rimase imbambolato a guardarli allontanarsi, poi, riscossosi, riprese la bicicletta e se ne andò.

Rientrò in hotel giusto in tempo per l’ora di pranzo, e osservò con sguardo critico i graffi sulla canna:
- Quello stronzo! Mi si è rigata la bici! –
Una risata cristallina lo fece voltare di scatto.
- Mi sembrava di aver sentito la dolce voce del mio fratellino pronunciare parole fini e delicate… -
Alzò gli occhi al cielo, esasperato:
- Eccola… E’ arrivata la scassapalle… -
Dietro di lui sua sorella Ginevra sembrava divertirsi un mondo. Era bassa, non molto magra anche se non grassa, aveva gli occhi azzurri e i lunghi capelli neri erano raccolti in una alta coda di cavallo. Era appoggiata alla struttura del cancello, una mano su un fianco, l’altro braccio rilassato lungo il corpo, e lo osservava con occhi vivaci. Gli si avvicinò, chinandosi e appoggiando la mani sulle ginocchia osservando i danni:
- E’ tutto qui? Tutto ‘sto casino per questi due graffietti millimetrici? Che hai fatto, sei caduto dalla bici? –
- Guarda che io non sono impedito come te! Io so andare in bicicletta, a differenza di qualcuno che conosco… -
- Beh, fino a prova contraria quella rigata è la tua, non la mia! –
- Mi hanno fatto cadere! –
- Certo… Sicuro… -
- E’ la verità! Un idiota mi ha bloccato con un braccio mentre stavo per ripartire dopo essermi fermato, così mi sono sbilanciato e sono caduto! –
- Sì sì… E se il nonno aveva le ruote era una carriola… Senti un po’, vista l’ora non è che mi porti a mangiare qualcosa? Ho fame! –
- Vacanze separate, dimentichi? –
- No no, tranquillo, non ho dimenticato, ma sono appena arrivata, un po’ di accoglienza non sarebbe male! Dai, facciamo così, per stavolta offro io! –
- Se paghi tu allora va bene –
- Ma non farci l’abitudine! –
Andarono in un ristorantino tipico poco distante, che Ginevra apprezzò moltissimo.
- Accidenti, questo posto è fantastico! –
- Vedi di stare calma, non facciamoci già riconoscere –
- Uffa, quanto sei stressante! Allora, qui cosa fanno di buono? Ordina tu per me, per oggi mi fido –
- Allora – chiese Fabrizio quando il cameriere si fu allontanato – Cosa ci fai qui adesso? Non dovevi arrivare tra tre giorni? –
- Oh beh, diciamo che il mio ultimo esame è andato peggio del previsto e dopo lo scritto non è stato necessario che mi presentassi all’orale –
- Ahia… Bocciata, eh? Del resto, quando non si è in grado… –
- Ehi, pischello, vedi di portare rispetto, era il terzo esame in dieci giorni, non mi aspettavo molto! E poi è l’ultimo, e sono già abbastanza preparata, lo faccio fuori a settembre. Vediamo quando a dicembre arriveranno i tuoi primi esami come sarai bravo, poi ci penserò io a ricordarti queste bellissime parole! –
- Guarda che io passerò tutti gli esami al primo colpo! –
- Eccola qui, l’arroganza delle quasi-matricole… Non credevo di avere in casa un genio… L’hai tenuto nascosto molto bene in questi anni… -
- Vai un po’ a quel paese! –
Si interruppero giusto per ringraziare il cameriere che portava le bevande, poi ripresero immediatamente a battibeccare.
A qualche tavolo di distanza sedevano tre ragazzi, che avevano smesso di chiacchierare tra loro per ascoltare quello che dicevano.
- Certo – disse uno, evidentemente scocciato – che gli Italiani non hanno nemmeno idea di cosa sia la discrezione –
- Andiamo, come sei acido! – lo riprese un altro – Che fastidio ti danno? –
- Hai sentito il volume delle loro voci? Quasi non sento quello che dite voi! –
- Sei sempre il solito, Shaka. Ammorbidisciti, sono solo due turisti in vacanza –
- Che litigano – si intromise il terzo – come due vecchie galline –
- Io non credo che sia un litigio molto serio… -
- Dici di no? –
- Ma guardali, secondo me si vogliono un bene dell’anima, hanno solo due caratteri troppo simili per andare d’accordo –
- Se sono troppo simili per andare d’accordo non avrebbero dovuto fidanzarsi –
- Ma quale fidanzarsi, Shura! Sono fratello e sorella, non vedi come si somigliano? –
- Se lo dici tu, Micene… -
- Ne sono sicuro –

Ginevra si pulì la bocca con aria soddisfatta:
- Questo pranzo mi è proprio piaciuto. Bravo Fabri, hai scelto bene! –
- Lo so, sono un grande –
- A scegliere i posti dove si mangia bene, di sicuro. Adesso mi manca solo un caffè –
- Brutta idea… -
- Perché? –
- Non ti aspetterai davvero quello che beviamo in Italia? –
- Quello no, ma non sarà poi così orrido… -
- Prova –
La ragazza fece un cenno al cameriere, poi aspettò che si allontanasse prima di ricominciare a parlare:
- Non mi hai ancora detto come sta andando questa vacanza –
- Oh benissimo! – il tono era smaccatamente ironico, e Ginevra si morse la lingua. Maledizione a lei e alla sua boccaccia!
- Non sarà così male… -
- Allora, capiamoci: ho visto il Partenone il primo giorno, e poi non ho più trovato niente di interessante. Però almeno si gira bene in bicicletta, quando non si incontrano greci rompiballe…  -
- E la sera? Non mi dire che ti tappi in camera come un vecchietto! –
- No, i pub sono carini, ma non si cucca –
- Non si cucca perché non ci sono donne, perché non sono interessate a te o perché non sei nemmeno in grado di capirlo non riuscendo a comunicare con loro? –
- Ehi! Guarda che io comunico benissimo! –
- Sì, immagino… Con il tuo favoloso greco, di cui non conosci nemmeno una parola, o con il tuo meraviglioso inglese, che martirizzi ogni volta che apri bocca? –
- Qui le ragazze sono troppo fighette, non ti calcolano a meno che tu non sia… - si interruppe, un’aria strana sul viso.
- Che c’è? – chiese Ginevra, accennando a voltarsi per vedere cosa stesse guardando.
- Non girarti! – le disse immediatamente lui.
- Insomma, che c’è? Mi stai preoccupando –
- Al bar qui di fronte. Ci sono alcuni seduti ad un tavolo che non ti levano gli occhi di dosso da almeno mezz’ora. Solo che adesso stanno anche facendo gesti strani intanto che parlano… Non mi piace –
- Ma guarda, sono qui da tre ore e già ho fatto più conquiste di te in quattro giorni! Invidioso, eh? –
- Piantala! Non sto scherzando, quelli non mi piacciono davvero. E’ meglio pagare il conto e andarcene, il caffè lo berrai da un’altra parte –
- Va bene… - Ginevra era decisamente stupita dal comportamento del fratello, così decise di assecondarlo. Si alzarono e, dopo aver pagato uscirono dal ristorante, incamminandosi velocemente. Fabrizio occhieggiava ogni poco dietro le loro schiene, e non ci mise molto ad accorgersi che li stavano seguendo. Ne contò sei. Se avessero deciso di fare qualcosa non sarebbe mai riuscito a tener loro testa. Aumentò ancora di più il passo, strattonando Ginevra, che iniziava a sentirsi impaurita, anche se decisa a vendere cara la pelle.
Ancora quel vicoletto, pochi metri, e poi sarebbero arrivati su una via trafficata…
- Hey, guys! – ecco, appunto…
- Non fermarti! – sibilò Fabrizio, ma non c’era bisogno certo di dirlo. All’improvviso uno di loro uscì da una viuzza laterale e si parò davanti a loro.
- Bene bene… - disse, incrociando le braccia, guardando la ragazza con occhio critico. Ma che strano posto era, in cui tutti parlavano italiano? – A quanto pare facciamo finta di non sentire… -
- Già – rispose uno degli altri, che si stavano avvicinando minacciosamente – E’ ora che questi turisti imparino un po’ di educazione –
Ginevra e Fabrizio erano indietreggiati fino al muro, e il ragazzo stava coraggiosamente davanti alla sorella, facendole scudo.
- Ehi, guardate come questo ragazzino protegge la sua amichetta! Sarà ancora più divertente insegnargli qualcosa… -
- Fabri, ti prego – sussurrò lei – è me che vogliono, vai via –
- Scordatelo! Non permetterò che questi quattro stronzi mettano le mani su mia sorella! –
- Come ci hai chiamato, microbo? –
- Cos’è, sei pure sordo? O forse “stronzi” è una parola italiana che vi sfugge? E sì che di solito gli insulti sono le prime cose che si imparano di una lingua… -
- Sottospecie di moscerino, prima ti riempiremo di pugni, e poi ti faremo guardare mentre ci divertiremo con la tua sorellina! Sotto, ragazzi! –
Erano davvero forti, e Fabrizio venne sopraffatto velocemente da quattro di loro, mentre gli altri due si occupavano di Ginevra.
- Coraggio ragazzina, se fai la brava non ti faremo troppo male –
- Provate solo ad avvicinarvi… -
- Perché? Cosa ci fai? – si piegò su se stesso, colpito all’inguine da un calcio ben diretto.
- Piccola stupida puttanella… - l’altro le si avventò addosso e riuscì ad immobilizzarla, mentre due compagni tenevano fermo Fabrizio, dolorante ma ancora combattivo.
- Bene bene, adesso tu resti ferma e ci lasci giocare, altrimenti il tuo caro fratellino non se la caverà con così poco –
- E tu – disse un’altro – te ne stai buono buono, o le faremo molto male… -
- Ehi voi! – una voce allo sbocco del vicolo li fece voltare tutti, e Ginevra vide alcuni impallidire.
- Nobile Milo di Scorpio… - lasciarono improvvisamente i due prigionieri, inchinandosi. Ginevra si lanciò verso suo fratello, controllando i suoi lividi, guardando diffidente il nuovo arrivato. Era un ragazzo alto e muscoloso ma snello, con lunghi capelli scuri. Avanzava verso di loro con cipiglio battagliero, ma aveva occhi solo per gli assalitori:
- Voi… Non vi vergognate? Dei soldati del Grande Tempio che si comportano come teppisti e delinquenti… Vi farò rapporto non appena tornerò al Santuario, e state certi che il Grande Sacerdote non la prenderà molto bene! Andate, ora. Via! –
Fuggirono tutti, e il ragazzo si chinò sui due fratelli, un mezzo sorriso sulle labbra, mentre Ginevra lo guardava con astio.
- Tutto bene? – chiese – Devo scusarmi con voi per loro, non so se vi consola ma verranno severamente puniti –
- Ah sì? – ripose Ginevra, ironica – E da chi, dato che sono fuggiti e la polizia non è ancora arrivata? E poi, tu cosa vuoi? –
- Come? –
- Perché sei venuto in nostro aiuto? Cosa vuoi in cambio? –
- Nulla… - negli occhi del ragazzo passò un lampo divertito – Mi creda, signorina, non voglio niente da lei… -
- Sicuro, ed io dovrei crederti! A questo mondo nessuno fa nulla per nulla! E tu non fai certo eccezione! –
- Senti, dolcezza… - ecco, aveva detto la parola sbagliata. La ragazza si sollevò di scatto e lo prese per il bavero della candida camicia che portava:
- Non-ti-azzardare-mai-più-a-chiamarmi-dolcezza! Sono stata chiara? Io non sono la tua dolcezza –
- Ehi, calmati! – la prese delicatamente per i polsi per levarsela di dosso, ma lei si staccò da sola, come se si fosse scottata:
- Non mi toccare! Tieni giù le mani! –
- Va bene, va bene… - sollevò le braccia, tenendo le mani aperte bene in vista – Vi chiedo scusa se vi ho spaventato, non era mia intenzione. E davvero non voglio nulla da voi, davvero volevo solo aiutarvi; purtroppo conosco quei soggetti, sono delle teste calde, ma mi temono e ho potuto risolvere la cosa facilmente. Ma se non mi credete non è un problema, l’importante è che stiate bene e non sia successo nulla di irreparabile. Le ferite non sono gravi, basta metterci del ghiaccio e domani mattina saranno già molto migliorate. Ora scusatemi, ma devo andare – con un sorriso si voltò e se ne andò, raggiungendo un altro ragazzo moro, che Ginevra non aveva ancora notato e che osservava la scena da lontano. Si avviarono insieme, sparendo velocemente dalla sua vista.

- Accidenti Milo, che le hai fatto per farla reagire così? –
- Vorrei proprio saperlo, Camus… Volevo solo aiutarli, toglierli dalle mani di quegli idioti, ma lei ha reagito malissimo… Oh beh, l’importante è che se ne siano andati –
- Chissà che le hai detto… Avrai fatto certamente una delle tue uscite… -
- Te lo giuro, sono stato un gentiluomo! -
- Sì, posso solo immaginare, conoscendoti… -
- Hai visto chi erano? –
- Sì, purtroppo sì –
- Quei sei ci stanno dando troppi problemi, chissà cosa avrebbero combinato se non fossimo arrivati noi. Stasera ne parlerò ancora con Dohko, bisognerà per forza prendere dei provvedimenti –





Ciao a tutti!!!!!!!!!

Eccoci qui, mentre la primavera finalmente occhieggia dalla fredda oscurità dell'inverno che sta terminando... (va bene, adesso smetto di fumare canne a tutto spiano...)

Entra in scena un nuovo personaggio... Peperina tale e quale al fratello! ;-)

Veloce veloce passo subitissimo ai ringraziamenti:

anzy: Grazie! Anch'io sono contenta di essere tornata, devo ammettere che mi mancavate tutti! :-) Quanto al fusto colpito dalla lattina... Io ho preso lezioni da Deathy, quindi non so niente, non ho visto niente, non dirò niente... Tanto prima o poi le carte si sveleranno tutte... hi hi hi... Grazie ancora, a presto, un bacio!

bellissima90: Grazie grazie! (inchino) Che ne dici del nuovo arrivo? Non ho ancora deciso esattamente quale dei due mi darà più filo da torcere, ma temo che sarà una bella lotta... :-) Alla prossima, bacio!

HOPE87: Ciao carissima! Vedo che ci sei anche tu! Grazie! Sono contentissima che hai deciso di continuare a seguirmi! Spero che la storia continui a piacerti, anche se cambierà parecchio rispetto alla precedente, credo che il tenore narrativo sarà decisamente diverso... ;-) Fammi sapere che ne pensi, grazie ancora, un bacio!

Martyx1988: Grazie! Anche voi mi siete mancati tantissimo, ormai ci ho preso gusto e non mi fermerà più nessuno! (devo smetterla di montarmi la testa...) Che te ne pare del nuovo personaggio? Ti piace? A presto, bacio!

Un ringraziamento particolare a hinayuki e Martyx1988 per aver già inserito "Tra i petali del tempo" tra i preferiti dopo un solo capitolo. Mi inchino davanti a tanta fiducia. Grazie!

Grazie, come sempre, anche a tutti quelli che leggono in silenzio!
Alla prossima!
Ciao ciao a tutti!!!
roxrox

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Capitolo 3
*** Un nuovo sito archeologico ***


- Ti ho già detto che io vengo con te! Piantala di insistere! –
- E le vacanze separate? Te le sei già dimenticate? –
- Dopo quello che è successo ieri le vacanze separate te le scordi, non ti mando in giro da sola! –
- Ma tu hai già visto il Partenone! –
- Ci tornerò. Non sei appassionata di arte e architettura? Vorrà dire che mi farò una cultura sulla Grecia antica –
- E poi dopo cosa farai, mi accompagnerai dentro i musei? Tu, che i musei li odi? –
- Vedrò di sopportarli, per una volta… -
- Non ho bisogno della balia! –
- Non me ne frega un accidente di quello di cui hai bisogno o non hai bisogno, di quello che vuoi o non vuoi, io vengo con te. Atene è una città troppo pericolosa per una ragazza che va in giro da sola! –
Ginevra sospirò, alzando gli occhi al cielo. Non ne avrebbero cavato un ragno dal buco. La sua libertà era appena finita.
- Grazie –


Fabrizio sbuffò. Stavano girando in quella maledetta Acropoli dalla mattina, e Ginevra non sembrava nemmeno avvicinarsi alla fine. Se pensava che lui ci aveva messo sì e no un paio d’ore… Erano ormai a metà pomeriggio, e stava iniziando a meditare un ginevricidio.
Per fortuna che almeno era riuscito a fermarla un po’ per mangiare!
- Secondo te – le aveva chiesto tra un boccone e l’altro – di cosa parlava il tizio di ieri? – Ginevra lo aveva guardato con aria interrogativa – Ma sì, quello che ci ha aiutato in quel vicolo! –
- Ah, il marpione… -
- Vedilo come vuoi, ma hai sentito che parole strane ha usato? Ha parlato di soldati, di Santuario, di Grande Sacerdote… Secondo te a cosa si riferiva? –
- Ma, così a occhio e croce direi che fanno parte di una qualche setta, sai, tipo quelle di arti marziali simil-religiose, che vedono nel maestro una sorta di guru, di papa, di guida spirituale… Che so, magari quelli che ci hanno attaccato erano allievi e l’altro uno di un grado superiore… -
- Uhm… già, sì è possibile –
- Eppure… - aveva mormorato lei improvvisamente meditabonda – Sono parole che a me dicono qualcosa… Come se una volta sapessi esattamente come fossero legate tra di loro, e cosa volessero dire –
- Non ho capito… -
- Non so, ho l’impressione di aver già sentito parlare di Grande Tempio, di Santuario o di Grande Sacerdote, ma non so quando… -
- Ah, ora ho capito! Tu hai radiografato il marpione e non hai più connesso niente! Smettila di guardare i bei ragazzi, perché tanto lui non ti ha nemmeno calcolato, era quasi più interessato ai miei lividi che a te! –
- Idiota! –
Ora la guardava aggirarsi per quel posto, fermarsi sotto ogni capitello, ogni fregio, ogni modanatura, lanciando ogni tanto gridolini di giubilo e commenti estatici. Sembrava una bambina scema, e Fabrizio ringraziò che fossero in un posto dove nessuno li conosceva. Era incredibile che quella ragazza avesse 25 anni, in quel momento si comportava davvero come una di 8. Talvolta lo chiamava per mostrargli qualcosa o spiegargli perché quella particolare figura fosse così importante, e allora lui si alzava con aria annoiata dal masso su cui era seduto e si avvicinava a lei.
- Hai finito di stare seduto sulla storia? – gli disse ad un certo punto.
- Cosa? Sei impazzita? –
- Forse, ma tu sei certamente cieco. Hai messo il culo su un pezzo di colonna! –
- E’ solo un altro sasso in terra, comodo perché è proprio dell’altezza giusta per le mie gambe… -
- E’ un rocco per una colonna, cretino! –
- E vabbè, tanto ormai è rotto, si è persino bucato! –
- Ma sei scemo? Quel buco è fatto apposta, serviva per allineare i rocchi quando si costruivano le colonne… - ecco che ripartiva con un’altra dissertazione artistico-architettonica… Che palle!


- Guarda quel sentierino… Chissà dove porta! –
- Eh no! L’Acropoli va bene, ti sto sopportando da ore, ma adesso basta! Sono riuscito a trascinarti fuori da lì, adesso voglio andarmene! Ho bisogno di una doccia! –
- Come sei stressante! E’ solo un sentiero, non ho detto che dobbiamo farlo a piedi, abbiamo le bici apposta! Su dai, vienimi dietro, vediamo dove sbuchiamo! – e senza aspettare la sua risposta Ginevra inforcò i pedali e si infilò nel boschetto. Fabrizio sospirò affranto, ma la seguì.
Ci mancava solo la scampagnata nei boschi… Beh, almeno stava finendo, là in fondo vedeva gli alberi diradarsi…
Ginevra inchiodò improvvisamente, e Fabrizio rischiò di rovinarle addosso.
- Ma sei scema? Cosa ti salta in mente di… - lasciò al frase a metà, aprendo la bocca stupefatto, in una espressione di stupore quasi identica a quella della sorella. Davanti a loro si snodava una lunghissima scalinata, interrotta qua e là da splendidi templi greci, perfettamente integri a differenza delle rovine che si trovavano nell’Acropoli. Le conoscenze del ragazzo in materia di arte e architettura greca erano scarse, ma era certo di non aver mai letto in nessun libro che così poco distante dal Partenone ci fosse un sito archeologico così grande con così tanti templi perfettamente conservati. Ma quanti erano? Uno, due, tre, quattro…
- Sono tredici – disse Ginevra, che si era accora del movimento del suo dito lungo la scalinata.
- Ma che posto è questo? – chiese lui.
- Non lo so, non avevo mai sentito parlare di un luogo simile –
- Per fortuna che sei tu l’esperta di architettura che voleva venire ad Atene per visitare le rovine dell’antica Grecia! –
- Per prima cosa, casomai non te ne fossi accorto, queste non sono rovine; se non fosse impossibile direi quasi che questi templi sono ancora utilizzati. Inoltre non ho mai saputo di un posto del genere, di sicuro non è nemmeno nominato da nessuna parte. Se credessi nell’esistenza di universi paralleli direi che ci siamo appena finiti dentro… -
- Smettila di bere la sera! Lo sai che fa male, e poi si hanno le allucinazioni! –
- Eppure questo paesaggio in qualche modo mi è familiare… -
- Dove hai trovato la droga che ti sei fumata stamattina? E soprattutto, perché non hai condiviso? –
- Cretino! Dalla tu allora una spiegazione! –
- Per quanto ne so io, potrebbe essere benissimo un famosissimo sito archeologico e turistico –
- Non lo è –
- Credi di sapere sempre tutto? Guarda che non sei onnisciente! –
- So abbastanza da sapere che questa cosa non ci dovrebbe essere! –
- E quindi? –
- Andiamo a vedere! –
- Cosa? – le afferrò il braccio – Sei impazzita, vero? Ci saranno almeno mille gradini tra un tempio e l’altro! –
- Come sei esagerato! –
- Scordatelo! Io lì non ci vengo! –
- Beh, allora resta qui. Io vado a vedere e poi torno –
- Non se ne parla neanche! Non ti lascio andare da sola! –
- Come ti ho già fatto notare stamattina, non ho bisogno della balia! Se vuoi venire con me, bene, altrimenti resta qui, io voglio vedere! –
Si avviò, accompagnando la bici a mano, dirigendosi verso l’inizio della scalinata. Fabrizio la seguì, borbottando irritato.
- Senti – sbottò Ginevra quando giunsero ai primi gradini, appoggiando le biciclette al muro e legandole con la catena – Se hai intenzione di fare la pentola di fagioli per tutto il tempo puoi anche tornare all’hotel, perché altrimenti fra un po’ ti lancio giù dalle scale! –
- Vorrei proprio vedere come farai a spostarmi! –
- Non ti preoccupare, quelli saranno problemi miei! E ora andiamo! – iniziò a salire, ma fece solo pochi passi quando una voce imperiosa li fermò:
- Fermi lì! – sollevarono gli occhi, e videro uno strano personaggio che li guardava dall’alto. Un… ragazzo? Non avrebbero saputo dirlo, l’elmo che aveva in testa gli metteva in ombra il viso, e quelle due enormi corna metalliche che aveva attorno al collo non aiutavano di certo.
- Ehi, un momento! – esclamò sottovoce Fabrizio – Questo tizio ha indosso una armatura? D’oro? Chi cazzo è? Un qualche personaggio di un carosello storico? –
- Con una armatura di metallo? Nell’antica Grecia? – rispose Ginevra – Hai mai studiato storia quando eri a scuola? –
- E allora chi diavolo sarebbe? Dimmelo tu, sapientona! –
- Chi siete? – chiese ancora lo strano ragazzo – Che cosa volete? Come siete entrati? –
- Ci dispiace – disse Ginevra salendo ancora qualche gradino per raggiungerlo, ma fermandosi quando lo vide mettersi in una strana posizione, come un pugile che si prepara a combattere – Ma stavamo visitando l’Acropoli, ci siamo infilati in una stradina e siamo sbucati laggiù – indicò col dito la direzione dalla quale erano venuti – Questo posto ci ha un po’ incuriosito e siamo venuti a vedere –
- Non è possibile che sia così. Da lì non può arrivare nessuno. Nessuno che non sappia esattamente che cosa sta cercando –
- Perché? Cosa avremmo dovuto cercare? –
Sembrava diffidente:
- Andatevene! Immediatamente! –
- Va bene, va bene… - Fabrizio alzò le mani in atteggiamento difensivo e si girò per tornare sui propri passi.
- No! – esclamò invece Ginevra, facendo alzare gli occhi al cielo al fratello:
- Eccola che ricomincia… -
- Io di qui non me ne vado. Per prima cosa non ne vedo il motivo, mi sembra che lo spazio sia ancora pubblico, non ho visto cartelli di proprietà privata, e poi voglio visitare questo posto. Se c’è qualche spettacolo voglio vederlo anch’io, e voglio vedere questi templi! –
- Non voglio essere costretto ad attaccarvi –
- E chi ti dice che non ci difenderemo? –
- Allora mostratevi! Chi è il vostro padrone? –
- Padrone? – si illuminò – Ah no, è sbagliata la traduzione! Non è un padrone, ma un capogruppo! E noi non siamo un gruppo, siamo solo in due! – si batté la mano sulla fronte – Ma certo! E’ questo il problema, non abbiamo i biglietti! Ci può dire dov’è la biglietteria? –
- Se non volete dirmi chi servite dovrete affrontarmi! Indossate le vostre armature e combattete! –
Ginevra si voltò verso il fratello:
- Ma questo è scemo o cosa? Che armatura dovremmo indossare? –
- Te l’ho già detto, andiamo via prima che si incazzi, quello non promette nulla di buono –
- E cosa vuoi che faccia con tutta quella ferraglia addosso? Io e te corriamo più veloci! –
- Già, ma se tira fuori una pistola i proiettili corrono più veloci di noi. Non mi sembra molto normale, non vorrei mai… -
- Avete finito di confabulare? Andatevene, o combattete! –
- Senti cocco – la pazienza di Ginevra si stava velocemente esaurendo – si può sapere che cacchio vuoi? Come dovrei combattere? E poi, perché? O ci lasci passare senza rompere le palle o ci spieghi perché non possiamo salire! –
- Se volete arrivare ad Atena dovrete prima vedervela con i dodici custodi delle Case dello Zodiaco! –
- Questo qui – mormorò Fabrizio alla sorella – ha fumato più di te stamattina… Perché poi dovremmo voler raggiungere Atena? -
- E chi se ne frega di Atena! Io voglio vedere i templi! Le statue non mi interessano! –
- E allora cosa ci fate qui, se non volete Atena? –
- Sei sordo? Sono una turista e voglio vedere i templi! –
- Ehi, un momento! – lo strano ragazzo si raddrizzò, e parve guardarli con sommo stupore – Siete davvero turisti? –
- Alla buon’ora! Ci sei arrivato! Ora ci lasci passare? O ci dici dov’è la biglietteria? –
- Ma… ma… - era veramente spiazzato – I turisti non possono entrare qui… -
- Perché? Cos’è? Una nuova scoperta archeologica? Ecco perché non ne ho mai sentito parlare! – si voltò verso il fratello – Visto? Questa cosa non è riportata sui libri perché ancora non c’è scritto! Ma – si rivolse ancora allo strano personaggio – perché una scoperta così grandiosa viene tenuta segreta? E tu perché sei conciato così? Non hai caldo sotto questo sole? –
Ma lui non la ascoltava più. Sembrava concentrato, aveva gli occhi chiusi. Poi, quando li riaprì, fece un solo movimento e Ginevra se lo ritrovò al fianco.
- Ehi! Come diavolo hai fatto a… -
- Adesso basta parlare! Venite con me! –
- Cosa? – Fabrizio si avvicinò e si mise tra lui e la sorella – Scordatelo, noi non andiamo da nessuna parte! –
- Mi dispiace deluderti, ragazzino, ma qui non sei tu a decidere! –
- Ragazzino a chi? –
- Scusa, non ti volevo offendere, ma la sostanza non cambia. Non potete opporvi –
Posò una mano sulla spalla di entrambi e i due fratelli nel giro di un battito di ciglia si ritrovarono in un luogo completamente diverso, una sorta di portico in penombra. Oltre le colonne si vedeva tutta la zona circostante, probabilmente erano finiti in uno dei templi.
- Toglimi le mani di dosso! – esplose Fabrizio, scostandosi da lui e riavvicinandosi alla sorella – Ma… che diavolo è successo? –
Si avvide che Ginevra guardava qualcosa dietro di lui, quindi si voltò. Rimase per l’ennesima volta a bocca aperta. Davanti a loro stavano non pochi individui, tutti ricoperti di armature d’oro simili a quelle dello strano personaggio, che gli stava ancora al fianco, che li guardavano con occhi diffidenti.





Ciaoooooooooooooooooooo!!!
Rieccomi qui!

Adesso vi racconto l'ultimo parto della mia mente malata. Quelli che come me si divertono con i film dei Gem Boy sicuramente se ne saranno già accorti (e quelli che non hanno mai visto certi capolavori, ragazzi, non sapete cosa vi siete persi...).
Questo capitolo mi ha dato un solo, piccolissimo, insignificante problema: la scena "Vienimi dietro, vediamo dove sbuchiamo!". Quando l'ho scritto non mi sono accorta di nulla, quando l'ho riletto mi è venuta in mente la scena di Star Whores dei Gem Boy, in cui il capitano Ian (il cui cognome non è scrivibile con rating al di sotto del rosso...) si rivolge al suo amico Ciuccia: "Ciuccia, vienimi dietro, e non capire male!". Mi ha scatenato attacchi di risolini incontrollati (uhm, forse un po' di stress ha fatto la sua parte...), e ho avuto l'impressione che anche nel capitolo avesse un significato ambiguo che scadesse un po' troppo nel volgare. Ho tentato di cambiarlo, ma, onestamente, non sono riuscita a fare di meglio, anche perchè togliendolo o sostituendolo avevo l'impressione che mancasse qualcosa...

Vabbbbbbbbbbbbbbbbbbeeeeeeeeeeeeeeeene, basta dire idiozie, lanciamoci nei ringraziamenti:

Gufo_Tave: Bentornato! Sì, lo so, Death sarebbe stato più naturale sentirlo parlare Italiano, ma non sono sicura che sarebbe stato tanto facile trattenerlo, e poi più avanti ci sarà la spiegazione sulla perfetta conoscenza dell'Italiano da parte di tutti i Gold... Un pochino per volta scopro tutte le mie carte... ;-) Grazie di esserci ancora, a presto, ciao!

Martyx1988: Ginevra è una vera forza della natura, vero? Temo che tra lei e Fabrizio ci sarà non poco scompiglio... ;-) Vedremo... Grazie dei complimenti, alla prossima, un bacio!!!

anzy: Eh, per gli intrighi un po' ci vuole... Non pretenderete mica di sapere tutto subito! E poi dove sta il mio divertimento? ;-)) Grazie di esserci sempre, a presto, bacio!

HOPE87: Ma sì, un pochino di vita sociale facciamola avere anche a Shaka... Ma non era un ristorante italiano: l'unica cosa che ho imparato è che mai, mai bisogna cercare un ristorante italiano all'estero. Ho visto certe cose... ne ricordo uno in Francia (dove per fortuna mi sono limitata a bere un caffè, sperando di trovare qualcosa di vagamente simile al nostro) dove servivano di quella pasta... bleah! No no, era semplicemente un ristorantino greco, nulla di particolare... Vorrei rincuorarti su quella storia dei problemi al Grande Tempio, raccontarti che sono solo sei cretini un po' ribelli, ma se poi te lo dico tu ti rilassi e io ti tolgo la suspance e non mi diverto più... ;-P Grazie, alla prossima, un bacio!!!

Ai91: Grazie! Uhm, magari si riesce a calmare un po' questa sfrenata ragazza... Magari trova qualcuno che ci riesce... Vedremo... ;-) Grazie ancora, ciao!!!

Nemeryal: Carissima, bentornata! Non ti preoccupare per il ritardo, l'importante è che tu ora sia qui e continui a seguirmi! Grazie, a presto, bacio!

Come sempre, grazie anche a tutti quelli che leggono in silenzio.
Baci baci a tutti!
roxrox

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Capitolo 4
*** Era solo una scusa per fare il fighetto sostenuto... ***


- Che cosa… - Fabrizio boccheggiò, stranito, osservando tutte quelle persone. Ginevra si era rintanata dietro la sua schiena – Chi cazzo siete? –
- Modera i termini, ragazzino – uno di quelli, dai biondissimi capelli lunghi, si staccò dal gruppo, avvicinandosi ai due fratelli.
- Ragazzino a chi? E poi non modero un accidente! E apri gli occhi e guardami quando mi parli! – ma il biondo lo ignorò e si voltò verso il primo sconosciuto.
- Come sono entrati? –
- Dall’ingresso dell’Acropoli, ma non ho idea di come abbiano fatto a superare il passaggio segreto ed evitare tutti i soldati –
- In quel sentiero di segreto c’era ben poco – dichiarò Ginevra, combattiva – Se è così che volete nascondervi, ci riuscite molto male! –
- Ehi, ma io ti conosco! – un altro di quelli si avvicinò a loro, levandosi l’elmo – Tu sei quello della bicicletta di ieri! –
- Il fottuto Greco del cazzo! – Fabrizio era sinceramente scioccato.
- Ti è già stato detto di moderare i termini, porta rispetto a dei Cavalieri d’Oro di Atena! –
- Io non porto rispetto proprio a nessuno, se non se l’è meritato! –
“Cavalieri d’Oro di Atena?” pensò Ginevra “Ma dove diavolo siamo capitati?”
- Ma certo! – anche un altro si tolse l’elmo – Voi siete i due che sono stati attaccati ieri dai soldati! –
- Il marpione! – esclamò la ragazza, sorpresa.
- Ehi Milo, questa ti conosce di sicuro! -
- Piantala Death Mask, non è il momento –
“Death Mask? Maschera di morte? Ma che razza…”
- Al ristorante! – disse un altro – Ti ricordi Shura? Sono i due che litigavano! –
- Mi ricordo, fin troppo bene, facevano un chiasso indiavolato, e ho pensato che solo tu potevi notare la somiglianza tra due fratelli –
- La statua! – riconobbe improvvisamente Fabrizio, guardandone un altro, che rispose al suo sguardo con aria interrogativa – L’altro giorno, ad Atene… Stavi con una rossa da urlo… Ti ho colpito con una lattina… -
- Il tizio della bibita! –
- Ti ha colpito? – chiese un altro, rabbioso.
- Niente di grave, Micene. Ha dato un calcio a una lattina, ma l’ha fatto un po’ troppo forte e mi ha picchiato contro una gamba, dato che gli camminavo davanti con Marin –
- Cavalieri – una ragazza giunse dall’esterno e si avvicinò a loro.
“Cavalieri? Oh Cielo, e questa damina da dove esce?” pensò Ginevra, sempre più stupita “E cosa tiene in mano? Cos’è, una pala per la pizza?”
- Che succede? – chiese la nuova arrivata – Chi ci ha attaccato? –
- Vede, Milady – disse uno dei tanti, uno dei due che Fabrizio aveva chiamato “fottuto Greco del cazzo” – A quanto pare sono solo due ragazzini –
- Ragazzino lo dici a qualcun altro, chiaro? – sibilò Ginevra, inviperita. Poi tentò di avvicinarsi alla ragazza, sperando di trovare un po’ di sanità mentale almeno in lei “Anche se sarà difficile, visto come è vestita…”, ma fermandosi subito quando due di loro le si posero davanti, minacciosi - Va bene, va bene – indietreggiò nuovamente, sollevando le mani tenendole bene in vista.
- Milady, è meglio che non si avvicini troppo – avvertì il biondo cieco – Non siamo ancora riusciti a capire chi li abbia mandati o se siano pericolosi… -
- Primo: non ci ha mandati nessuno – specificò nuovamente Ginevra – Secondo: vi sembriamo pericolosi? Abbiamo l’aria dei serial-killer? –
- In effetti – sorrise sarcastico uno dei due gemelli – Questi più che pericolosi per noi sembrano pericolosi per le nostre dispense… -
- Ehi, Greco del cazzo! – Ginevra aveva adottato immediatamente lo stesso nomignolo che aveva inventato il fratello, e lo guardava con occhi di fuoco, le mani sui fianchi – Non ti azzardare mai più a ripetere quello che hai detto! Se pretendi che gli altri ti portino rispetto, vedi di fare altrettanto, oppure non rompere le palle! –
- Si vede proprio che siete fratelli – commentò ancora lui – la stessa insolenza! –
- Va bene, ora basta! – esclamò uno che al momento non aveva ancora parlato – Continuare a discutere così non serve a nulla. Shaka, ti conosco a sufficienza da sapere che hai già controllato: allora, questi due hanno un cosmo? –
- No – disse il biondo.
- Bene, quindi è appurato che non sono due emissari di qualche divinità ostile, altrimenti saresti stato certamente in grado di percepirlo. Ora bisogna capire chi sono, e come sono arrivati qui –
- Ancora? – esplose Ginevra, esasperata – Per l’ennesima volta: appena fuori dall’Acropoli di Atene ci siamo infilati in un sentierino che si snodava nel bosco, e siamo sbucati là – indicò nuovamente il luogo da cui erano arrivati con un gesto secco del braccio – Perché è così complicato da capire? –
- Perché quel sentiero – spiegò con voce pacata il primo che avevano visto – porta altrove, a meno che non si faccia parte di questo mondo e non lo si imbocchi con la precisa intenzione di raggiungere il Grande Tempio. Voi comuni mortali non avreste mai dovuto trovare il modo di arrivare qui –
- No, ma fateci capire… - domandò Fabrizio, stranito – “Qui” dove? –
- Davvero non sapete dove siete? – la damina era a metà strada tra lo stupito e lo scocciato.
- No –
- Vi trovate – disse il biondo con aria solenne – Al Santuario della dea Atena, al cospetto della Dea e dei suoi più grandi guerrieri, i Cavalieri d’Oro –
Passò un solo secondo di silenzio assoluto, prima che Ginevra e Fabrizio scoppiassero a ridere contemporaneamente, reggendosi l’uno all’altra.
- Questi qua – riuscì a dire lui, respirando a fatica – sono più fulminati di me e te messi insieme! –
- Dobbiamo – rise lei – assolutamente sapere cosa fumano, perché o ne consumano troppa o troppo poca, ma sicuramente è di ottima qualità! –
Mentre tutti li guardavano esterrefatti, improvvisamente Ginevra parve ricordare qualcosa, guardandoli, e si rivolse nuovamente al fratello:
- Ehi, ho capito! Sai chi si credono di essere? I Cavalieri dello Zodiaco! –
- Cosa? – Fabrizio smise momentaneamente di ridere – Chi sarebbero? –
- Ma sì, quel cartone animato di esaltati in armatura che combattevano per salvare la Terra! –
- Sono tutti così! –
- Sì, ma questi avevano a che fare con la mitologia greca! Ti ricordi, erano in particolare cinque sfigati che combattevano prendendo forza dalle costellazioni, il protagonista se non ricordo male si chiamava Pegasus, un moccioso tracagnotto raccomandato che faceva sempre combattere tutti al posto suo e poi arrivava solo alla battaglia finale e si prendeva tutto il merito… -
- Non ha tutti i torti – mormorò uno degli altri a quello che gli stava in parte, sogghignando.
- Ma certo! Quelli che hanno fatto la scalata alle 12 case perché c’era la tipa con la freccia nel petto, mai che si cerchi un ospedale, che tutti ci domandavamo perché non ci passassero intorno invece di entrare e farsi saccare di botte dai proprietari, che si credevano grandi uomini invincibili ed erano più pipponi di loro! Ora mi ricordo! –
- Ehi ehi ehi! Vediamo di moderare i termini! –
- Sì, guardali, sembrano proprio loro! Mi ricordo il santone biondo con gli occhi sempre chiusi che si spacciava per reincarnazione del Buddha, o qualcosa di simile, e secondo me era solo una scusa per fare il fighetto sostenuto… -
- Cosa c’entrasse il Buddha con la mitologia greca, poi… -
- Poi c’erano i due gemelli… -
- Sì, ti ricordi, uno era cattivo al Santuario che aveva cercato di far fuori la dea bambina, e quanto mai non c’era riuscito visti tutti i casini degli anni dopo, e tutti erano stati così scemi da seguirlo per 13 anni mentre si faceva gli affari suoi e nessuno si era mai accorto che era uno di loro, non un cane che si fosse domandato che fine avesse fatto! E l’altro era il cattivo supremo che aveva dato il via a tutto cercando di risvegliare Nettuno e poi l’ha presa nel culo perché Nettuno alla fine si è incazzato a manetta! –
- Questi due – borbottò uno – stanno esagerando –
- Lasciali dire – lo fermò il vicino – vediamo come la pensa il mondo di noi… -
I due fratelli continuavano a ridere, sembrava non volessero fermarsi più:
- E poi – stava dicendo Fabrizio – c’era l’ultimo, che sembrava una checca… -
- Sembrava? Lo era! Resto dell’idea che ci ha provato con quello della catena… Andromeda mi pare si chiamasse… -
- Sì sì, Andromeda! Ma lui ci aveva già provato prima con quello biondo, che era rimasto surgelato nel freezer e poi per salvarlo gli si è avvinghiato tipo piovra! Sono sempre stato curioso di sapere come fosse finita, chissà cosa hanno combinato… -
- Patetico – commentò un altro, a braccia incrociate, scrutandoli torvo – un gesto così eroico ridotto a un volgare squallido adescamento… Povero Shun, come ti hanno trattato… -
- E poi c’era Sirio, quello che si accecava giorno sì e giorno no, e poi misteriosamente ricominciava a vedere, e giusto perché ormai aveva l’abitudine si accecava un’altra volta! –
- Ah, ma uno dei Cavalieri d’Oro era Italiano! Quello del Cancro, il più bastardo che ci fosse! –
- Già – sogghignò un Cavaliere – il migliore! –
- Death… -
- Però c’era da dire che a parte il moccioso raccomandato alto uno e una buca erano tutti davvero dei gran figoni! Quelli d’oro, poi erano da svenimento! –
- Ehi, questa ha buon gusto! –
- Milo, piantala… -
- E poi c’era la dea, aspetta, era una multimiliardaria idiota come pochi… Ah sì, Lady Isabel! Quella che quando deve attaccare il posto più difeso dell’universo con quattro sfigati prima manda una lettera per avvisare, e che poi va al polo nord in costume da bagno! Un genio! –
- Questo è troppo! – uno dei due gemelli afferrò Fabrizio per la collottola, sollevandolo da terra, mentre un altro si occupava di Ginevra, staccandola dal fratello.
- Ehi! – urlò Fabrizio, dimenandosi – mettimi subito giù! –
- Mi sembra che vi siate divertiti a sufficienza. Ora basta offendere! –
- E chi vi sta offendendo? – replicò Ginevra – Stiamo ridendo di un ridicolo cartone animato! –
- Che narra di gesta eroiche di guerrieri realmente esistenti che hanno dato la vita per salvare anche il vostro culo! –
- Certo, cer… - la voce di Ginevra scemò lentamente, mentre si calmava e li guardava uno per uno – Siete davvero voi? Siete i Cavalieri dello Zodiaco? –
- Beh – la statua le si avvicinò, un sorriso esitante – diciamo che siamo la versione vera del cartone animato –
- Ma… ma… - Fabrizio era stato riposato in terra, ma quasi non se n’era accorto, troppo intento a capire cosa stava succedendo.
- Ma… era un’invenzione! Masami Kurumada ne aveva scritto un fumetto, e poi ci hanno fatto il cartone animato… -
- Non era un’invenzione, anche se a noi ha sempre fatto comodo che fosse così… -
- Ma… No, siete tutti pazzi! O lo siamo noi? – Ginevra si voltò verso il fratello – Fabri, che dici, era andato a male il prosciutto nei panini e adesso abbiamo le allucinazioni? –
- Non lo so, ti giuro che non lo so… -
- Certo! – Ginevra stava ormai ricordando tutto – Tu sei il Grande Mur! Quello che riparava le armature! –
- Sì, sono io –
- E… - la ragazza si voltò verso la damina – tu sei la multimiliardaria reincarnazione di Atena! L’idiota che non ne combinava una giusta e poi toccava ai cinque sfigati venirti a salvare! –
La damina la guardò con occhi di fuoco:
- Io sono la dea Atena – sibilò furiosa – e non permetto a nessuno di parlarmi così! –
- Milady – la fermò uno dei Cavalieri – vi prego, perdonate le sue parole. E’ sconvolta, sono sicuro che quando si sarà calmata vi porgerà le sue scuse, sono certo che non pensa veramente quello che ha detto –
- Parla per te! – mormorò Ginevra, astiosa, me preferì non farsi sentire da nessuno che non fosse suo fratello, temeva le reazioni di quelle persone.
- Va bene – sospirò il primo che li aveva accolti, il Grande Mur – Forse è meglio che vi sediate, noi leveremo le armature e ne parleremo con calma. Ci sono parecchie cose che vi dobbiamo spiegare… E anche alcune che dovete spiegarci voi –





Ciao a tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuutti!!!

Va bene, chiedo scusa per la scena totalmente dissacrante, ma la sognavo da secoli...
Dal prossimo capitolo diventerò un po' più seria, promesso...

Sono di corsissima perchè sto preparando un esame, quindi passo direttamente e velocissimamente ai ringraziamenti:

HOPE87: E chi ha detto che la responsabile è Ginevra? Amo questo femminismo imperante... ;-) Grazia, alla prossima, un bacio!

Gufo_Tave: Aaaahhh, aiutooooooooo!!! *me corre a nascondersi dietro il letto*... Miiii, che sgridata!!! Invoco perdono... Ma dai, dammi un minimo di fiducia... Lo so che il Grande Tempio è protetto dal cosmo di Atena, che dovrebbe essere impossibile da trovare per gli estranei, che prima della scalinata ci sono i soldati... E' esattamente questo il punto, bisogna capire perchè sono riusciti a entrare... E se te lo spiego subito mi brucio tutte le mie carte... ;-) Dai, un pochino di pazienza e si scoprirà tutto... :-) A presto, ciao!!!

Snow Fox: Grazie grazie!!! Geniale... qui mi monto la testa... Sono contenta che tu sia arrivata, iniziavo a preoccuparmi... :-) Che ne dici di queto capitolo, troppo dissacrante? Alla prossima, un bacio!

Nemeryal: Dai, povero Mur, cerchiamo di capirlo... Probabilmente non ha mai visto dei turisti in vita sua... Non concepisce nemmeno l'idea di turismo, ha passato la vita a tirare pugni e a teletrasportarsi... :-D Che dici, si calmeranno i due fratelli scalmanati? A presto, bacio!!!

Martyx1988: Grazie! Come vedi, questi due ne combinano fin troppe! Che ne dici? Alla prossima, un bacio!!!

Come sempre, grazie anche a tutti coloro che leggono in silenzio!
Ciao ciao!!!
roxrox

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Capitolo 5
*** Benvenuti ***


Ginevra e Fabrizio erano seduti su un divano all’interno di un ampio salone, mentre la damina si era accomodata sulla poltrona di fronte. I cavalieri, ora in borghese, avevano trovato posto intorno a loro, un po’ seduti in terra, due sul basso tavolino, uno sul bracciolo del divano, alcuni in piedi dietro la poltrona.
Ginevra, che li guardava di sottecchi cercando di non farsi notare, dovette ammettere che erano veramente notevoli. Arrossì incrociando lo sguardo del Grande Mur, le era improvvisamente tornato in mente che era in grado di leggere nei pensieri altrui. Anche uno dei gemelli ne era capace, ma non era sicura di quale. Scacciò immediatamente dalla mente qualunque considerazione riguardo l’avvenenza o meno di chiunque, prima che si facessero strane idee, e chinò gli occhi sulle proprie mani, incerta.
Il silenzio si stava facendo opprimente, ma nessuno sembrava intenzionato a dire qualcosa.
“Che diavolo stiamo aspettando?” pensò, nervosa.
“Abbi pazienza, Milady ama questi inizi solenni…” una voce sconosciuta parlò nella sua mente. Sollevò la testa di scatto, cercandone l’origine, e incontrò lo sguardo di uno dei due gemelli, seduto a terra accanto al tavolino. Il suo occhio destro si chiuse leggermente con aria sbarazzina.
“Mi sta facendo l’occhiolino?”
“Sì, ma stai tranquilla, non intendo navigare nei tuoi pensieri per tutta la vita, è solo quello che Milady mi ha ordinato di fare, vuole essere sicura che non siate nemici”
“Esci immediatamente dalla mia testa! Ora!”
“Va bene, va bene. Scusa”
- Bene – disse improvvisamente Milady – Ora che siamo tutti qui, forse è il caso che vi spieghiamo alcune cose –
- Sarebbe ora – borbottò Fabrizio, guadagnandosi una gomitata da parte della sorella e una occhiataccia dall’altro gemello.
- Quella che voi conoscete è la versione epica e romanzata della nostra vita. La verità è che Masami Kurumada fa parte della fondazione Kido, che agisce in tutto il pianeta con molteplici nomi diversi, e conosce perfettamente questo mondo. Anni fa ha ricevuto il compito di raccontare la nostra storia come se fosse un fumetto, e poi come cartone animato –
- E come pretendete che noi ci crediamo? – chiese ironica Ginevra.
- Lo vedete da voi –
- Ma è follia! – esclamò Fabrizio – Voi ci state dicendo che esistono dei guerrieri in armatura al servizio di una fantomatica divinità greca che combattono per salvare il mondo contro altre divinità che si servono di altri guerrieri in armatura e vi aspettate anche che noi vi crediamo? –
- Che ci crediate o no – disse serafico uno che non aveva ancora parlato, volto efebico e capelli chiari – non è un nostro problema –
- Oh sì che lo è. Siete stati voi a portarci in questa… casa, tempio, o dove diavolo siamo, e sempre voi avete deciso di raccontarci questa favoletta da bambini. Voi volete che noi ci crediamo, a noi non interessa un accidente –
- Avete ragione – rispose di nuovo il Grande Mur – Il fatto è che non possiamo fare altro che raccontarvi tutto. Sta a voi decidere se prestar fede o meno alle nostre parole –
- Perché vi interessa tanto? –
- Perché abbiamo bisogno di capirvi, e di fidarci di voi per poter comprendere che cosa vi lega a questo mondo –
- Avete paura che usciamo di qui e raccontiamo al mondo di voi? –
- Oh no! – sorrise la statua – Quella è proprio la cosa che ci preoccupa di meno –
- Non vi preoccupa la possibilità che noi sveliamo a qualcuno l’esistenza di questo fantomatico mondo? – Ginevra era sbalordita – E perché mai? –
- Le cose più segrete sono quelle che conoscono tutti – spiegò il gemello che era entrato nella testa della ragazza – Tutti conoscono la storia dei Cavalieri dello Zodiaco, come li avete chiamati voi, ma nessuno crede realmente alla nostra esistenza. Ci siamo cautelati nel caso in cui qualcuno venisse casualmente a sapere che noi non siamo solo un prodotto di fantasia. Se qualcuno proclamasse che esistono dei guerrieri che combattono in nome di Atena, come credete che reagirebbe il mondo? –
- Crederebbero – disse Ginevra, che iniziava a capire – che sia solo un pazzo che racconta balle prendendo spunto da un popolare cartone animato! –
- Esatto –
- Ma è ridicolo! – esclamò Fabrizio – Insomma, va bene tutto questo ragionamento, ma va tutto al diavolo nel momento in cui chiunque può entrare in questo posto così facilmente! –
- Voi siete un problema differente. Quando parlavo della possibilità che qualcuno scoprisse casualmente la nostra esistenza, mi riferivo a eventuali spettatori di combattimenti che avrebbero potuto avvenire all’esterno del Grande Tempio, dove ci troviamo ora. Questo posto è il più protetto del mondo, invisibile ai radar e a qualunque altro strumento del mondo comune, e gli accessi sono strutturati in modo che solo chi ne conosce l’esistenza può entrare –
- Eppure noi ci siamo infilati in un sentiero alla luce del sole! –
- Cercherò di spiegarmi meglio: ogni via di accesso al Grande Tempio è pervasa dal cosmo di Atena e dal potere del Cavaliere di Gemini. Io sono in grado di manipolare la mente, e grazie a questo chiunque si imbatta per caso, come voi, in un ingresso del Grande Tempio senza essere parte di questo mondo, di fatto prende una strada diversa e sbuca su un altro sentiero poco più a valle rispetto all’Acropoli –
- Beh, come incantesimo non è molto efficace, dato che noi siamo qui –
- Voi siete una eccezione: siete capitati per errore su un accesso secondario al Grande Tempio ma ci siete arrivati comunque. Non dovreste essere qui –
- E quindi? –
- Quindi – rispose Milady – resterete qui finché non avremo capito cosa vi lega al Santuario di Atena –
- Ma non se ne parla neanche! – esplose Fabrizio incrociando le braccia – Scordatelo! –
- Non è una proposta – replicò il biondo.
- E la mia non è una contrattazione. Io e mia sorella non resteremo qui ad aspettare che voi decidiate chissà cosa! – si alzò, voltandosi verso Ginevra – Andiamocene da questo covo di pazzi –
- Fermi lì – esclamò un gemello, avvicinandosi – non costringeteci a trattenervi con la forza –
- Ma voi credete davvero – chiese la ragazza, ironicamente – che riuscirete a tenerci qui contro la nostra volontà senza che nessuno fuori si preoccupi per noi? Abbiamo amici, parenti, genitori che smuoveranno mari e monti se non avranno nostre notizie per più di 24 ore! –
- E voi pensate – sorrise sardonicamente la damina – che la fondazione Kido non sarà in grado di tenerli buoni? Entro un paio d’ore saremo in grado di trovare due persone in grado di imitare esattamente la vostra voce ed il vostro carattere, nemmeno i vostri genitori saranno in grado di accorgersene. Se sarà necessario, diranno che avete deciso di fermarvi qualche giorno in più perché vi state divertendo troppo per tornare a casa –
- Certo, e i nostri genitori ci crederanno… Già erano stupiti che andassimo in vacanza insieme e temevano che ci saremmo uccisi a vicenda, chissà cosa penseranno a sentire che ci stiamo divertendo troppo per tornare a casa… Nella migliore delle ipotesi ce li ritroviamo ad Atene entro 3 ore convinti che ci siamo drogati pesantemente e temono una overdose… -
- Dimenticate – ricordò pacato il primo gemello – che ho il potere di manipolare la mente… -
- Se ce l’ha – mormorò Fabrizio – non lo sa usare molto bene, dato che siamo qui –
- …e che sono in grado – continuò come se il ragazzo non avesse aperto bocca – di far credere qualunque cosa a chiunque, se necessario –
- Quindi credo che non abbiate scelta – concluse la statua. Sorrideva, ma non sembrava compiaciuto: la sua era piuttosto l’espressione del padrone di casa che accoglie gli ospiti e si scusa per il disordine.
- E noi? Cosa vi fa credere che resteremo qui solo perché ce lo avete chiesto in maniera così gentile? –
- Se non intendete farlo volontariamente, saremo costretti a trattenervi con la forza –
- Cosa? – due cose mandavano in bestia Ginevra: l’arroganza e l’indisponenza. E la damina ne aveva da vendere di entrambe – State scherzando! –
- Assolutamente no – anche il biondo era particolarmente irritante, con la sua insopportabile flemma.
- Non pretenderete davvero che noi restiamo qui? –
- Non pretendiamo nulla. Voi resterete qui, punto e basta –
- Sentite – propose conciliante uno degli altri, che Ginevra non fu sicura di riconoscere; aveva corti ricci castani e un’aria somigliante alla statua – Noi sappiamo esattamente di potervi trattenere con la forza, ma non ne saremmo felici, e certamente nemmeno voi. Prendetela… come una sorta di vacanza, e noi ci impegneremo affinché vi possiate trovar bene qui –
- Noi eravamo già in vacanza – obiettò Fabrizio, poco convinto.
Ginevra si rivolse verso il fratello:
- Credo che non abbiamo scelta – mormorò, inconsciamente intenzionata a non far sentire a nessuno ciò che diceva, anche se perfettamente consapevole che almeno due dei presenti erano in grado di leggerle nella mente – Forse se facciamo quello che vogliono eviteremo casini… -
- Casomai non te ne fossi accorta, nei casini ci siamo già! Come pensi di uscirne? –
- Purtroppo temo che non ne usciremo. Non da soli, e non contro la loro volontà. Se sono veramente i Cavalieri dello Zodiaco possono davvero tenerci qui con la forza e senza troppa fatica, se sono solo un branco di pazzi psicopatici forse è meglio assecondarli prima che diventino pericolosi –
- E cosa conti di fare? Stare qui? A far cosa? –
- Non lo so. Non so cosa intendano fare, come abbiano intenzione di capire cosa sia successo, ma finchè sono richieste ragionevoli io propongo di accettare. E poi, pensa che figata vivere in un cartone! –
Fabrizio le scoccò uno sguardo ironico e divertito:
- Tu hai decisamente bisogno di una buona dose di caffè molto forte: ti aiuterà a smaltire tutte quelle schifezze che ti sei fumata stamattina, e sono sempre più offeso perché non hai offerto al tuo fratellino –
- Scemo! – gli tirò un pugno scherzoso sul braccio, e poi si voltò nuovamente verso il gemello che le era entrato in testa. Tra tutti sembrava quello che, pur con un minimo di autorità, fosse quello più ragionevole e meno arrogante – Va bene. Ma fino a che si tratterà di situazioni ragionevoli –
- Non siete nella posizione – riprese il biondo – di dettare condizioni –
- Andiamo, Shaka! – esclamò uno che non aveva ancora parlato, grande come un orso – Hanno detto di sì, non stiamo qui a polemizzare! Ci penseremo se e quando ci saranno problemi! –
- D’accordo – Milady si alzò – ormai si è fatto tardi, e non c’è tempo per andare a prendere le vostre valigie ad Atene – Ginevra notò solo in quel momento che all’esterno era scesa la notte – Per stasera, dato che già ci siamo, se a Saga e Kanon non dispiace vi fermerete qui alla terza casa, domattina decideremo dove sistemarvi –
- Dove sistemarci? – borbottò Fabrizio – Non siamo un sacco di patate! –


Ginevra sbuffò, girandosi un’altra volta nel letto. Ora ricordava perché era stata felicissima quando dopo il trasloco di qualche anno prima aveva avuto una camera separata da quella del fratello. Fabrizio, profondamente addormentato nel letto accanto, russava sonoramente da ore.
Lei si era sempre vantata di riuscire a dormire in qualunque situazione (ancora ricordava la volta in cui si era addormentata in discoteca…), ma una cosa che proprio aveva il potere di tenerla sveglia era qualcuno che russava.
Si mise seduta, ringhiando qualcosa di poco comprensibile all’indirizzo del fratello, incrociando le gambe. Aveva bisogno di muoversi un po’, e prese in considerazione l’idea di prenderlo a calci, giusto per fare un po’ di moto, ma alla fine decise di ignorare ciò che indossava (portava una maglietta e un paio di larghi pantaloncini prestatigli da uno dei due gemelli) ed uscì dalla camera, cercando di ricordare la strada che aveva fatto la sera, tentando di raggiungere l’esterno.
Arrivò al porticato e si sedette sul primo gradino, osservando il paesaggio del Grande Tempio avvolto nella penombra. La luna piena nel cielo era particolarmente luminosa, e qua e là erano visibili delle luci. Poco lontano un agglomerato più scuro sembrava un piccolo villaggio immerso nel sonno. L’inquinamento luminoso di Atene misteriosamente non raggiungeva quel luogo, che pareva davvero in un’altra dimensione.
Sussultò quando avvertì qualcuno alle sue spalle, e si girò di scatto, vedendo uno dei due gemelli sorriderle mentre si sedeva accanto a lei.
- Non riesci a dormire? – le chiese, gentile.
- No. Mio fratello russa da morire, e a me da fastidio in maniera viscerale – lo guardò di sottecchi – Tu quale sei? –
- Quello che oggi pomeriggio hai scacciato dalla tua testa –
- Ah, l’intrusore curioso come una scimmia –
Lui rise:
- Se vuoi chiamarmi così… Altrimenti, il mio nome è Saga. C’è stato un tale trambusto che nessuno di noi è riuscito a presentarci. E il tuo nome? –
- Ginevra – abbassò lo sguardo sui propri abiti – E… per questi chi devo ringraziare? –
- Me. Kanon non è troppo contento di ospitarvi, non si sarebbe mai nemmeno sognato di prestarti qualcosa per dormire, e credo che domani mattina chiederà a Lady Saori di spostarvi in un’altra casa –
- Perché gli siamo così antipatici? –
- Non è una questione personale, è il suo carattere. E’ piuttosto ombroso, e spesso diventa un po’ scorbutico, soprattutto con chi non conosce –
Rimasero in silenzio qualche minuto.
- Siamo nei guai? – domandò lei, leggermente ansiosa.
- In che senso? –
- Io e Fabrizio abbiamo capito poco di quello che succedeva stasera, ma è evidente che siamo una eccezione, che non dovremmo essere qui, e che tra di voi c’è chi ci considera una minaccia. Ti confesso che la cosa mi fa un po’ paura: siamo qui, di fatto prigionieri, e i nostri carcerieri temono che possiamo mettere a repentaglio la vostra sicurezza. Ma io, che so di non essere nulla di tutto questo, sono preoccupata. Vorrei non aver mai seguito quel maledetto sentierino, e non aver mai voluto vedere quegli splendidi templi… E quello che mi dispiace più di tutto, è aver coinvolto mio fratello in tutto questo –
- Forse è stato lui a coinvolgere te –
- Come? –
- Non sappiamo come sia stato possibile che voi siate qui, ma non sappiamo nemmeno se sia tu o lui ad avere il permesso di oltrepassare i confini –
- Qualcuno potrebbe decidere di volerlo scoprire? –
- Dovremo farlo, sicuramente –
- Te lo chiedo di nuovo: vista la gente che gira in questo posto, siamo in pericolo? –
Lui sollevò un sopracciglio, osservandola divertito:
- ‘Vista la gente che gira in questo posto’? –
- Ammetterai che non siete esattamente quello a cui siamo abituati… -
- No, hai ragione. Comunque non siete in pericolo, non credo che qualcuno cercherà di attaccarvi, non per il momento, almeno –
- Beh, a giudicare da quello che è successo oggi pomeriggio, credo che questo sia già un passo avanti –
- Non ti preoccupare, nonostante tutto vi accorgerete che sarà molto più semplice e molto meno solenne di quanto non sembra. Sarei pronto a giurare che Al sta già organizzando una cena di benvenuto per voi –
- Al? –
- Aldebaran del Toro, il Cavaliere della seconda casa. Quello grande e grosso, credo che tu l’abbia notato –
- Ah sì, ho capito –
- Bene – Saga si alzò – Io credo che tornerò a dormire. Tu che fai? –
- Resto qui ancora un po’: si sta bene, la notte è fresca, e se torno in camera e ritrovo Fabrizio che russa, credo che i miei nervi a fior di pelle me lo faranno prendere a calci –
Lui rise e se ne andò. Tornato dopo un paio d’ore, la trovò profondamente addormentata, seduta sul duro pavimento di marmo con la schiena appoggiata ad una colonna. Sospirò e, sollevatala, la portò nella propria camera, decisamente più silenziosa, depositandola sul letto e coprendola con il leggero lenzuolo. Uscì chiudendo la porta, e si diresse nel soggiorno, dove si stese sul divano.





Eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Sotto esame come non mai e in fase di sacramento con la tesi (cioè sto sacramentando in cinese per risolvere tutti i casini che mi si stanno creando...), rubo un po' di tempo al mio sudatissimo studio (....) per dedicarmi alla pubblicazione del nuovo capitolo...

Vi prego quindi di capirmi e perdonarmi se non mi dilungo e passo velocissima ai ringraziamenti:

Snow Fox: Grazie, grazie! Oh beh, temo che la tua curiosità dovrà attendere ancora un pochino... del resto, se scopro subito tutte le mie carte poi non mi diverto più... ;-) Grazie ancora, a presto, un bacio!!!

Martyx1988: Grazie! Sì, i due fratelli sono veramente agitati... ma solo perchè non hanno ancora capito con chi hanno a che fare... ;-) Grazie ancora, alla prossima, bacio!

Gufo_Tave: Beh, i due ragazzi non sono stati malmenati, ma di sicuro non tutti i Gold l'hanno presa bene... Vedremo come reagiranno... Ma poi, perchè solo i 10 bronze? Onestamente mi sono persa il tuo ragionamento: io faccio semplicemente conto che alla fine di tutto Milady in uno dei suoi (rari) momenti di lucidità abbia "assoldato" Kurumada, e chi di dovere man mano gli ha raccontato tutto (o quasi tutto...), in modo da avere il quadro completo, e poi lui ha trasformato la realtà in un fumetto e poi in un cartone animato... E in effetti forse nemmeno Kurumada sa cosa sia realmente successo alla settima casa, infatti è rimasto sul vago... ;-) Mi sono concessa, lo ammetto, due "licenze poetiche": ho resuscitato tutti alla fine della battaglia con Hades (ma andiamo, anche se nessuno sente la mancanza di Seiya, come si fa senza i Gold?) e ho fatto sapere ai due fratelli che Deathy è italiano (in realtà nell'anime non viene mai detto...). Se mi sono persa qualcosa per strada fammelo sapere, ma proprio non riesco a capire perchè nessuno dovrebbe sapere cosa è successo al di fuori della guerra galattica... A presto, ciao!

HOPE87: Addirittua genio? Grazie! Io qui mi monto la testa... E poi, ammettiamolo, chi di noi qualche volta non si è fatto quelle domande? Tipo "Ma perchè devono proprio entrare nelle case a farsi saccare di botte dal Gold di turno? Non possono girarci intorno???" oppure "Ma i Gold non si sono mai accorti che è improvvisamente sparito il Cavaliere di Gemini senza lasciare alcuna traccia? Tredici anni di assenza ingiustificata (soprattutto nel momento in cui il Grande Tempio viene attaccato da quei quattro sfigati) sono lunghi!"... Ehi, ora che ci penso, un attimo! Chi ha parlato di reincarnazione??? Io no! ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!!!

anzy: Grazie!!! Non ti preoccupare per i ritardi, anche io a volte sono talmente presa e impegnata da non avere nemmeno il tempo di respirare... L'importante è che ci siate sempre e che continuiate a leggere... :-) Effettivamente le facce dei Gold ho provato ad immaginarmele anch'io, e un paio erano veramente fantastiche a bene, la smetto di darmi delle arie...). Crepi quel maledetto lupo per il mio esame, speriamo bene, grazie ancora, a presto, bacio!

whitesary: Oh, nessun problema per le assenze, capita anche a me di latitare qualche volta, specie se mi ritrovo in qualche periodo incasinatissimo... L'importante è che continuiate a leggere e che riesca a divertirvi, il resto è tutto un (graditissimo) di più... A presto, un bacio!

Nemeryal: Beh, suvvia, sono proprio l'unica che ha sempre avuto seri dubbi sulla serietà degli occhi chiusi di Shakino e che non poche volte si è fatta contagiare dal dubbio che fosse solo per fare il figo sentirsi superiore agli altri? E poi, io ho una predilezione incondizionata nei confronti di Shun (non si era notato?) ma anche qui, alla settima casa qualche dubbietto ti viene... ;-) Grazie, alla prossima, un bacio!!!

PiccolaSere: Ciao! Bentornata! Grazie!!! Oh beh, insomma, genio, se andiamo avanti di questo passo finisce che mi monto davvero la testa... Grazie ancora, a presto, ciao!!!

Come sempre, grazie anche a tutti quelli che continuano a leggere in silenzio!
Ciao a tutti, alla prossima!
roxrox

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Capitolo 6
*** Domande ***


L’alba stava colorando il cielo quando Kanon entrò sbadigliando nel soggiorno per dirigersi in cucina e preparare la colazione.
Un piede che spuntava da sopra la spalliera del divano catturò la sua attenzione. Si avvicinò e vide suo fratello, ancora addormentato, steso scompostamente, un braccio dietro la nuca e l’altro abbandonato a sfiorare il pavimento.
Lo scosse prendendolo per una spalla, e Saga borbottò qualcosa di poco comprensibile prima di aprire un occhio assonnato.
- Kanon? –
- Cosa ci fai steso sul divano? E soprattutto, se tu sei qui, chi c’è in camera tua? –
- Già così scorbutico di prima mattina? Stai peggiorando –
- Non mi hai risposto –
- Nel mio letto c’è Ginevra – Kanon lo guardò interrogativo – La ragazza arrivata ieri –
Kanon grugnì prima di voltarsi ed allontanarsi.
- Non ti sembra – chiese dalla cucina – che sia un po’ troppo presto? –
- Per cosa? – domandò Saga, non ancora completamente sveglio, entrando nella stanza e versandosi una tazza di latte.
- Per portartela a letto –
Saga quasi si strozzò con la bevanda:
- Cosa? Sei impazzito per caso? –
- Non è nel mio letto, quella, ma nel tuo –
- Stanotte era nel portico a guardare le stelle, in camera sua non riusciva a dormire perché suo fratello russa e la tiene sveglia. Si è addormentata seduta in terra con la schiena contro una colonna, così ho pensato che fosse un gesto carino lasciarla dormire in una camera più silenziosa. Io mi sono accomodato sul divano –
- Sì, ho visto quanto eri comodo… -
- Piantala. Perché non provi nemmeno ad avere a che fare con loro? –
- Casomai non te ne fossi ancora reso conto, potrebbero essere pericolosi, al soldo di divinità a noi ostili! –
- Ti sembrano davvero pericolosi? Ma li hai guardati bene? Ancora non capiscono se hanno preso una botta in testa e hanno le allucinazioni su un cartone animato o se gli hanno rifilato una qualche sostanza stupefacente. Non hanno idea di cosa sta loro succedendo –
- Ciò non toglie che nessuno sa ancora perché siano riusciti ad arrivare qui. Fossi in te non mi affezionerei troppo a quella ragazza prima che scopriamo che cosa li lega al Grande Tempio, né tantomeno mi fiderei –
- Tu non… - si interruppe, guardando il vano della porta, in cui sbucò Fabrizio un secondo dopo.


Quando socchiuse gli occhi, svegliata da un capriccioso raggio di sole che filtrava dalle tende male accostate, Ginevra non fu sicura di dove si trovasse. Ricordava di essersi appisolata all’esterno, appoggiata ad una delle possenti colonne del portico, e pensò nebulosamente di essersi alzata in una sorta di dormiveglia per ritornare in camera.
Ma nel momento in cui il velo del sonno lasciò il posto alla lucidità della veglia si accorse che quella non era affatto la camera in cui la sera prima si era addormentata con Fabrizio.
Si sollevò a sedere di scatto, i nervi tesi in cerca di una spiegazione, quando un urlo raggiunse le sue orecchie:
- Non me ne frega un cazzo, voglio sapere dov’è mia sorella e cosa le hai fatto! –
Alzò gli occhi al cielo, sorridendo: questo era decisamente suo fratello. Forse era al caso che si facesse vedere, giusto prima che decidesse di eliminare qualcuno.
Tentò di ricomporsi un po’ ed uscì dalla camera, cercando di raggiungere gli altri abitanti della casa. Riuscì a trovare la cucina, nella quale Fabrizio stava ancora sbraitando rabbioso:
- Cosa cazzo ci fa mia sorella nel tuo letto, stronzo? Se solo l’hai toccata… -
- Ti ho già spiegato che si è addormentata nel portico e l’ho solo riportata a letto –
- E perché non l’hai messa nella nostra camera? –
- Per prima cosa perché mi ha detto di non riuscire a dormire con te che russi come una locomotiva, e poi perché ho preferito non entrare nella vostra camera, non sapendo come dormi e non volendo invadere la tua intimità –
- Ma sentitelo! – la voce furiosa di Fabrizio contrastava incredibilmente con quella calma di Saga, anche se decisa e poco incline a farsi superare – Adesso mi… -
- Buongiorno – esclamò Ginevra entrando nella stanza carica di tensione.
- Buongiorno – le sorrise Saga, mentre Kanon grugniva qualcosa di molto somigliante a un – Finalmente la principessa si è decisa… - e lasciava la cucina.
- Cosa ti ha fatto? – le chiese subito Fabrizio.
- Come ti stava spiegando prima lui, credo che mi abbia solo portata a dormire –
- Credi? –
- Beh, stanotte mi sono addormentata nel portico e stamattina ero in un letto sconosciuto… -
- E cosa cazzo ci facevi nel portico? –
- Cercavo un po’ di silenzio, dato che mio fratello russa come un mantice. Avevo due possibilità: o uscivo dalla stanza o ti prendevo a calci nel culo. Ho scelto bene? –
- Figuriamoci! Dormi ovunque, cos’è questa novità? –
- Non sono mai riuscita a dormire con accanto qualcuno che russa, l’ho sempre ammesso. E comunque nessuno sarebbe riuscito a dormire accanto a te, eri decisamente qualcosa di inumano –
- Bum! Esagerata come sempre! –
- Una volta o l’altra ti registrerò, così ti accorgerai di quello che dico! –
- Va bene, va bene… Devo andare in bagno… - Fabrizio si voltò verso Saga – Posso usarlo? –
- Certo – sorrise lui. Aspettò che il ragazzo uscisse, poi si rivolse a Ginevra – Faccio io, tu siediti. Temo che il caffè non sia come quello a cui sei abituata in Italia, ma in alternativa abbiamo anche the e latte… –
- Un po’ di the va benissimo, grazie – aspettò che Saga le mettesse davanti una tazza fumante e si sedesse di fronte a lei con un biscotto in mano prima di parlare ancora – Io… ho… delle domande… - abbassò gli occhi, imbarazzata, senza il coraggio di continuare.
- Se posso, sono pronto a rispondere – sorrise lui.
- Ecco… io sto… pian piano ritrovando i miei ricordi di bambina… -
- E…? –
Ginevra tirò un profondo respiro:
- Cosa c’è di vero? –
Saga si appoggiò alla schienale, sospirando:
- Praticamente tutto. Ma non è bello come lo fanno sembrare –
- In che senso? –
- Il cartone animato presenta tutto in chiave epica e romanzata. Ma come credi che sarebbe se fosse tutto vero? –
- Terribile… -
- Appunto –
- Ma… ma alcuni di voi sono… morti! Tu sei morto! –
- Cosa sai di noi, della nostra storia? –
- Ricordo… I cinque Cavalieri che salvavano sempre la multimiliardaria… C’era quello tracagnotto e raccomandato che fungeva da nullafacente protagonista, che non potevo sopportare, e quello con i capelli lisci e lunghissimi, Sirio, che era cieco per tre quarti della storia, anche se continuava a guarire e riaccecarsi… patetico… e poi c’era quello biondo russo e carino… e i due fratelli, il più grande che era una vera forza della natura e il più piccolo, che mi faceva tanta tenerezza, si rifiutava sempre di combattere e all’inizio mi domandavo se non fosse solo strizza, ma invece poi ho capito che era solo… umano… La corsa attraverso queste 12 case, e poi… quel paese nordico, ma non me ne chiedere il nome… flashback contro Apollo e contro… Eris, forse… e poi Nettuno, con tuo fratello che si scopre essere il burattinaio di tutta la storia… e veniva sconfitto dai cinque ragazzini… anche se il merito se lo prendeva tutto sempre quello tracagnotto… Ma ricordo che alcuni di voi morivano… aspetta… il Cavaliere del Cancro me lo ricordo, era siciliano e da brava patriota mi è dispiaciuto tantissimo, mi sembra il biondo, il mistico fighetto, ma non ne sono sicura… poi… gli ultimi, Capricorn, Acquarius e Pisces, e alla fine tu, Gemini, Arles o come cacchio ti chiamavi… uno era morto molti anni prima, per salvare la bambina… come…? –
- Non è tutta la nostra storia. Dopo Nettuno abbiamo combattuto contro Hades, il Dio degli Inferi, e lo abbiamo sconfitto. I Cavalieri d’Oro sopravvissuti alle battaglie precedenti e mio fratello Kanon, che aveva preso il mio posto come Cavaliere di Gemini, hanno tutti perso la vita per consentire ai cinque Cavalieri di Bronzo, quelli che tu ricordi come i protagonisti, di raggiungere i Campi Elisi, per combattere contro l’essenza di Hades. Lo hanno sconfitto, ma nello scontro finale anche Seiya, il Cavaliere di Pegasus… quello tracagnotto… anche lui è morto, e questo forse è stato quello che ha ridato la vita a tutti noi. Sconfitto Hades, la dea Atena ha chiesto ed ottenuto da suo padre Zeus che lui e tutti noi Cavalieri d’Oro potessimo riottenere quella vita che avevamo perso. E così, eccoci qui. Da allora abbiamo difeso il Grande Tempio, e stiamo addestrando una nuova generazione di guerrieri, che prenderanno il posto dei Cavalieri d’Argento che non ci sono più. Ma non ci sono state più minacce – - Finora – grugnì a sorpresa Kanon rientrando in cucina e versandosi del caffè terribilmente slavato in una tazza enorme.
- Finora? – chiese Ginevra, mentre Saga borbottava qualcosa di poco comprensibile fissandolo con aria di rimprovero.
- Non sappiamo ancora se tu e tuo fratello siete un pericolo o no –
- Ancora? – esclamò lei rabbiosa – Ti sembriamo forse pericolosi? Tranne che per la tua dispensa, ovvio… -
- Ti stupiresti se scoprissi quali facce angeliche nascondevano le anime più nere… E’ anche vero che né la tua né quella di tuo fratello possono essere definite “facce angeliche”… -
- Ehi, Greco del cazzo, vedi di piantarla lì! –
- Ho già detto ad entrambi – la voce di Kanon era ormai pericolosamente vicina ad un ringhio, mentre Saga nascondeva un sorriso divertito infilando il naso nella sua tazza e fingendo di bere – di moderare i termini, e di portare rispetto a dei Cavalieri d’Oro di Atena! –
- E io ti ho già risposto che se pretendi il mio rispetto devi fare altrettanto –
- Senti ragazzina, adesso… -
- Kanon – Saga si alzò e posò una mano sul braccio del gemello – Calmati. Non ha tutti i torti, non puoi pretendere rispetto se continui ad offendere –
Le nocche di Kanon sbiancarono stringendo la tazza di caffè, e Ginevra temette che gli si sarebbe frantumata nella mano. Il Cavaliere la fulminò con lo sguardo:
- Non vedo l’ora che arrivi il momento del Consiglio dei Cavalieri d’Oro, così finalmente uscirete da questa casa! – uscì con un grugnito dalla cucina, lasciandoli nuovamente soli.
Ginevra sbuffò:
- Mi dispiace. Ma tuo fratello è capace di irritarmi come solo Fabrizio è in grado di fare –
Saga sorrise:
- Non è vero –
- Cosa? –
- Non è vero che ti dispiace –
- Senti tu, la finisci di frugarmi nella testa? Te l’ho già detto ieri sera, gradirei che i miei pensieri restassero privati, se reputo che tu debba sapere qualcosa ti garantisco che te lo dirò ad alta voce! –
- Non ho letto i tuoi pensieri, ce l’hai scritto in faccia che provi qualunque sentimento tranne il dispiacere. E stai tranquilla, ho la facoltà di leggere nella mente delle persone, ma non lo faccio a meno di esserne obbligato, non amo conoscere i più intimi segreti degli altri, i miei mi bastano –
Allora anche Ginevra sorrise, abbassando lo sguardo.
- Come mai… Parlate tutti Italiano? –
- Per la verità, abbiamo iniziato a parlare Italiano solo ieri, quando siete arrivati voi. Solitamente comunichiamo in Greco –
- Non capisco… -
- Proveniamo da paesi diversi del mondo: per la maggior parte noi Cavalieri d’Oro siamo greci, ma, ad esempio, Mur, il primo che avete conosciuto, è tibetano, Shura, Cavaliere del Capricorno, è spagnolo. Abbiamo studiato le lingue madri di ogni nostro compagno, in modo da poterci capire sempre e comunque. Faceva parte dell’addestramento –
- Quindi sei in grado di parlare… -
- Greco, Tibetano, Portoghese, Italiano, Indiano, Cinese, Spagnolo, Francese, Svedese e Giapponese - contò sulle dita – E inglese, ovviamente. All’occorrenza non me la cavo male nemmeno con il Russo. Ehi, perché fai quella faccia? –
- Dodici lingue diverse? Come è possibile? –
- Addestramento –
- Ma… Come trovavate il tempo per tutto? Per caso entravate in una dimensione diversa in cui le giornate duravano quarantotto ore invece di ventiquattro? –
- No, niente di simile. Siamo solo… un po’ particolari, diciamo che abbiamo capacità fuori dal comune, riuscivamo a fare tutto. D’accordo, dormivamo poche ore al giorno, ma eravamo abituati anche a quello -
La ragazza annuì, leggermente interdetta. Poi arrossì:
- Avrei… un’altra richiesta da fare… -
- Ti ascolto –
- Ecco… io ho bisogno di una doccia, e soprattutto di cambiarmi i vestiti, temo che quelli di ieri non siano troppo profumati… E credo che Fabrizio abbia lo stesso problema… Sarebbe possibile per noi tornare in albergo e recuperare i nostri bagagli? –
Il Cavaliere scoppiò a ridere:
- Accidenti, hai ragione, ve l’avevo promesso ieri sera ma me ne sono completamente dimenticato. D’accordo, allora facciamo così: voi aspettatemi qui un attimo, vado a chiamare Mur, vi ci teletrasporterà lui, sarà molto più veloce –
- Ci tele… cosa? –
- Vi teletrasporterà direttamente nella vostra camera, così potrete lavarvi e cambiarvi, e poi scendere a pagare l’albergo, dato che alloggerete qui è inutile tenere occupata una stanza vuota. Se preferite, potete solo cambiarvi e farvi la doccia qui, come volete –
- D’accordo. Grazie –
- Di nulla – si alzò e sparì velocemente dalla sua vista.
Ginevra uscì dalla cucina, sperando di non incrociare Kanon, non aveva voglia di discutere ancora, ed entrò nella camera da letto che condivideva con Fabrizio. Lo trovò steso sul letto, le braccia incrociate dietro la testa, un’aria imbronciata sul volto, gli occhi persi verso il cielo azzurro che si vedeva fuori dalla finestra.
- Ti conviene darti una sistemata – gli disse – tra poco arriva Mur e ci porta in albergo a prendere le valigie –
- Si può sapere che cazzo ti prende? – domandò invece lui.
- Cioè? –
- Stai lì a fare pucci-pucci con uno squilibrato che potrebbe anche volere la tua morte, e fai solo casini. Stanotte ti sei addirittura infilata nel suo letto! –
- Ehi, vedi di smetterla! Io non mi sono infilata nel suo letto, e non faccio pucci-pucci proprio con nessuno. Casomai non te ne fossi accorto, qui stiamo camminando sul filo di un rasoio, forse è meglio che ce li teniamo buoni prima che decidano che oltre ad essere potenzialmente pericolosi siamo pure antipatici! –
- Magari così ci cacciano via e possiamo tornare a casa… -
- Ti piacerebbe… E’ più facile che ci facciano fuori, giusto per sicurezza, e poi facciano trovare i nostri cadaveri in qualche vicoletto malfamato di Atene… E poi Saga è simpatico, ha cercato subito di aiutarci, anche se il grand’uomo qui pare non aver bisogno dell’aiuto di nessuno, e ha risposto a tutte le mie domande –
- Quali domande? –
- Non sei nemmeno un po’ curioso di sapere qualcosa di questo mondo? Stiamo vivendo in un cartone animato! –
- Ehi, pronto? Sei scema per caso? Questi sono tutti pazzi psicolabili, e il tuo Saga lo è come e più degli altri! Se fossi già laureato invece che essermi appena iscritto a psicologia sarei in grado anche di spiegarti da dove provengono tutti i loro problemi! –
- Sono d’accordo che qui c’è qualcosa che non quadra, ma ammettiamo che un posto del genere è per lo meno… insolito –
- Questa è andata! Non sapevo che la follia fosse contagiosa! Stammi lontana, prima che… -
- Smettila di fare il cretino! – tagliò corto lei, prendendo in mano i vestiti che indossava il giorno prima – vestiti, o quando arriva il Grande Mur sarai ancora in mutande! –
- Il Grande Mur… - borbottò Fabrizio, infilandosi la maglietta – Questa si è già infilata nella parte dell’eroina del posto… Speriamo che la smetta di prendere certi allucinogeni… -





Eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!

Sì, lo so, succede poco e la narrazione procede a rilento, ma in fondo questi due poveri derelitti devono pur capirci qualcosa prima di essere catapultati in pasto alla Milady... ;-)

E poi ho l'impressione che alternare momenti "morti" e capitoli cazzeggio con capitoli più movimentati si adatti meglio al carattere dei due nuovi arrivati...

Passiamo velocissimamente ai ringraziamenti:

bellatrix18: Ciao! Benvenuta! Grazie per i complimenti, fanno sempre molto piacere... :-) Spero che continuerai a seguirmi, e magari a farmi sapere cosa ne pensi... ;-) Grazie ancora, a presto, ciao!

HOPE87: Grazie! So che non andiamo molto avanti con la storia nel complesso, e che ancora non ho scoperto alcuna carta, ma non ti preoccupare, presto la situazione si movimenterà un po'... ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!!!

anzy: Grazie! Sì, Saga è davvero un grande... Ho sempre pensato che fosse sempre stato un po' bistrattato, sempre tutti concentrati sul gemello e lui lasciato da parte... E poi io lo preferisco a Kanon, è troppo scorbutico per i miei gusti... ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!!!

Snow Fox: La meringa???? Fantastica!!! Mi hai fatto morire dal ridere, questa non l'avevo mai pensata!!! Posso usarla da qualche parte? Tipregotipregotipergotiprego... Ma poi se ti commuovi già adesso, come fai dopo, quando... ... Eh no, non dico altro, o qui iniziano tutti a pretendere spoiler e io non mi posso tener stretti nessun segreto e nessuna sorpresa... ;-) Grazie, a presto, un bacio!!!

Martyx1988: Ma qui siete tutti convinti che Ginevra si sia accasata... E chi l'ha detto? *me si volta e caccia un urlo* Ginevraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Piantala di vantarti di cose che non sai neanche tu!!! L'autrice sono io, decido io se e con chi accasarti!!! Chiaro??? *me si ricompone e ritorna a scrivere come se fossi una persona normale* Quanto a Fabrizio, uhm... Sto ancora tessendo trame, anche perchè non sono convinta che questi due siano facilmente accontentabili... ;-) Grazie, a presto, un bacio!!!

Gufo_Tave: Visto? bastava un pochino di pazienza e di fiducia... ;-) *me mette il broncio offesissima per non aver ricevuto un pochino di fiducia... bugiarda... non riesco a tenere il broncio per più di 10 secondi...* Ma ammetto che mi ero completamente dimenticata del fatto che la guerra falattica fosse stata pubblica... :-P Grazie, a presto, ciao!

Nemeryal: Grazie! Ma non ho capito la scimmia... Me la spieghi? A presto, un bacio!

stantuffo: Ciao! Benvenuta! Oh sì, Ginevra quando ha a che fare con quella iena del fratello diventa leggermente isterica, ma quale sorella maggiore con un carattere forte non lo diventa, se il fratello ha lo stesso carattere (e soprattutto, è così irritante)? ;-) Spero che tu continui a seguirmi, e magari a farmi sapere che ne pensi... ;-P Grazie, alla prossima, ciao!!!

Come al solito, grazie anche a tutti quelli che continuano a leggere in silenzio...

Bene, in attesa di Pasquetta (la mia prima Pasquetta libera dallo studio da sette anni... Yahuuuuuuuuuuuuuu!!!) faccio gli auguri di Buona Pasqua a tutti!!!

Baci baci!
roxrox

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Capitolo 7
*** I Cavalieri d'Oro ***


Nemmeno si accorsero di essere teletrasportati. Un attimo prima erano nell’ampio soggiorno della terza casa (come fosse possibile che un tempio greco ospitasse un soggiorno così moderno era ancora un mistero che Fabrizio non si poteva spiegare), un attimo dopo stavano ai piedi dei letti della loro camera ad Atene.
Il ragazzo si riscosse troppo tardi, e sua sorella si era già infilata nel bagno, chiudendo a chiave.
- Vieni fuori di lì! – esclamò prendendo a pugni la porta – La doccia è mia! – dall’interno giunse il suono di una pernacchia – Dovrai uscire per prendere le mutande… -
- Certo, dopo la doccia! –
- Vorrei ricordarti che non siamo soli! –
- E io vorrei ricordarti che hanno inventato gli accappatoi! Dai, smettila di rompere le palle e inizia a riempire la tua valigia! – un secondo dopo l’acqua iniziò a scrosciare, mentre la voce di Ginevra che cantava leggermente e a bocca chiusa si diffondeva nella stanza come una lieve ninnananna. Fabrizio grugnì e si voltò verso il Grande Mur, che si era elegantemente seduto sull’orlo di uno dei due letti, e lo guardava sereno e pacato.
- ‘Cazzo guardi? – ringhiò, ma il Cavaliere non si scompose nemmeno, si limitò a voltare la testa e perdere gli occhi all’esterno.
Fabrizio aprì l’armadio ed estratta la sua sacca iniziò a riempirla con tutti i suoi vestiti. Quando aveva quasi finito, la porta del bagno si socchiuse:
- Faaaabriiiii… - cantilenò la voce di Ginevra – Non è che mi passeresti il sacchetto in cui ho la mia biancheria? –
- Scordatelo! Arrangiati, vieni fuori a prendertela! –
- Dai, per favore… Non vorrai mica che esca così… Sai che non siamo soli… -
Fabrizio sbuffò pesantemente, ma passò alla sorella quello che le aveva chiesto. Mur sorrise leggermente e si alzò dal letto, mettendosi in piedi alla finestra, dando le spalle alla stanza, concedendo alla ragazza di uscire coperta dall’accappatoio e di potersi rivestire, indossando un leggero paio di pantaloni e una vivace maglietta rossa, mentre il fratello entrava mugugnando nel bagno, portandosi dietro il cambio completo di vestiti. Si voltò nuovamente solo quando la sentì aprire la cerniera della propria valigia.
Aspettò che entrambi fossero pronti, poi li accompagnò al piano terra, dove pagarono l’albergatore ed uscirono sotto il sole di Atene, già caldo nonostante fosse appena metà mattina.
- Ed ora che facciamo? – chiese Fabrizio indolente, trascinandosi dietro il bagaglio – Fai conto di riportarci a casa tua a piedi? –
- Non temete – rispose Mur, caricandosi in spalla il pesante borsone di Ginevra e prendendole galantemente la valigia di mano – Nel vicolo qui dietro non è passato nessuno per tutto il tempo in cui siamo rimasti nella vostra camera. Sarà un ottimo punto per teletrasportarci senza essere visti –
Arrivarono al Grande Tempio in un batter d’occhio, e si ritrovarono davanti alla casa dei Gemelli. Mur guardò l’orologio che portava al polso:
- Tra poco inizierà il Consiglio dei Cavalieri d’Oro. Fossi in voi non disferei le valigie, ho l’impressione che Kanon farà di tutto per cacciarvi di casa. Ma non preoccupatevi, non verrete abbandonati a voi stessi, noi Gold Saints non siamo tutti così scorbutici –
- Fantastico – borbottò Fabrizio.
- Secondo te – chiese Ginevra quando furono soli – ci troveremo davvero davanti alla reincarnazione della dea Atena? –
- A me lo chiedi? E poi, perché questi dubbi, adesso? E’ il caso di farseli venire? E’ un problema che non mi pongo, per quanto mi riguarda qui sono tutti completamente folli –
- Ma guardati intorno! Non puoi negare che questa sia realtà! –
- Qualunque cosa sia, io non credo che quella sorta di bambolina che abbiamo visto ieri sia nulla di diverso di una multimilionaria completamente impazzita e flippata dalle manie di grandezza! Nemmeno i nostri peggiori politici sono arrivati a tanto… o almeno, nessuno li ha ascoltati… -
- Beh, almeno su questo siamo d’accordo. Non intendo inginocchiarmi ed adorarla –
- Nemmeno io. Problema risolto –
Saga li raggiunse pochissimi secondi dopo, ricoperto dalla sua splendente armatura, che lasciò entrambi i ragazzi un po’ spiazzati, e fece posare loro tutti i bagagli nell’ampio soggiorno.
- Ecco – disse poi – Ora andremo alla tredicesima casa, il consiglio dei Cavalieri d’Oro si tiene là –
- Ehi, aspetta! – esclamò Ginevra, spalancando gli occhi – La tredicesima casa? Sei impazzito? Saranno… diecimila gradini! –
- Più o meno… -
- E tu pensi davvero che riusciremmo ad arrivare in cima entro un paio di giorni? E soprattutto, pensi davvero che ci arriveremmo vivi? –
- Ehi! – la rimbeccò Fabrizio – Parla per te! –
- E falla finita una buona volta! Non arriveresti alla casa successiva! –
- Proviamo? –
- Guarda che poi schianti a metà strada, e io non ti porto in spalla fino in cima! Già dubito che riuscirei a sostenerti! –
- Se sei una mezza pippa senza un briciolo di muscoli non è colpa mia! –
- Come non è colpa mia se tu pesi un paio di quintali! –
- Piantatela! – la ruggente voce di Kanon si impose sui due fratelli – Non vi sopporto più! O tacete da soli, o vi ci costringo con la forza! –
- Ehi, Greco del cazzo – lo apostrofò Fabrizio – Vedi di abbassare la cresta! –
- Ora basta – Saga, con la sua solita calma, placò tutti gli animi – Non vi preoccupate, non vi faremo arrivare alla tredicesima casa dalla scalinata di rappresentanza, quella la usiamo poche volte. In realtà il Santuario è disseminato di molte vie segrete, che conoscono solo coloro che ci abitano, che permettono di percorrere gli spazi più lunghi in pochissimo tempo ed in modo molto più semplice. Venite, seguitemi –
Si infilarono in un cunicolo, che si aprì ben presto in un’ampia ed agevole galleria. Dopo un po’, quando ormai Fabrizio iniziava a chiedersi se ne sarebbero mai usciti, udirono delle voci allegre provenire da sinistra. Due cavalieri sbucarono da una apertura, ridendo spensieratamente; erano quello che Fabrizio aveva soprannominato “la statua” ed un altro, molto somigliante a lui, ma con i capelli leggermente più scuri; anche loro indossavano le rispettive armature.
- Toh, i nuovi arrivati – sorrise la statua, avvicinandosi – Finalmente potremo conoscerci –
- Anche se con indosso le nostre armature – disse l’altro – sembriamo decisamente meno rassicuranti… -
- Meno sani di mente lo sembrate di sicuro… - borbottò Fabrizio, guadagnandosi una gomitata da parte della sorella.
- Il mio nome è Ioria, Cavaliere del Leone – si presentò la statua, tendendo la mano al ragazzo, che la strinse nonostante la smorfia scettica.
- Io invece sono Micene, Cavaliere del Sagittario – si inchinò l’altro, prendendo galantemente la mano di Ginevra e baciandola, causando un minaccioso sibilo da parte di Fabrizio, mentre lei diventava più rossa di un peperone.
- Noi siamo Ginevra e Fabrizio… Ma certo, Micene! – esclamò la ragazza – Adesso mi ricordo di voi! Tu sei quello che ci ha rimesso la pelle per salvare la dea Atena quando era una neonata e quello psicopatico di Arles voleva eliminarla! E tu – si rivolse a Ioria – sei suo fratello, quello che è riuscito a redimersi con la dea e tornato in Grecia si è fatto fregare come un pollo dallo psicopatico che gli ha fatto il lavaggio del cervello! –
- Beh, sì – rise Ioria, un po’ imbarazzato – effettivamente non ci ho fatto una bella figura quella volta… -
- La lingua può muoversi indipendentemente dalle gambe. Andiamo? – Kanon si stava innervosendo, e li osservava con le braccia incrociate, battendo ritmicamente il piede a terra.
Si incamminarono nuovamente, non senza uno sbuffo da parte di Fabrizio – Questo Greco del cazzo mi sta proprio sui nervi… - e un leggero sorriso di Micene, che aveva sentito ma preferì non replicare.
Quando arrivarono in cima alla scalinata – Ehi, è stato semplice davvero! Quando ho visto la distanza ho creduto che ci avrei lasciato almeno un polmone… - si accorsero che alcuni cavalieri erano già lì, e chiacchieravano serenamente.
- Ehi, eccoli qui! – tuonò uno vedendoli avvicinarsi – Spero di non essere l’ultimo ad augurarvi il benvenuto –
- Aiuto! Un orso! – urlò Ginevra correndo a nascondersi dietro le ampie spalle di Ioria, che scoppiò a ridere.
- Ma no, tranquilla! Lui è Aldebaran del Toro, sembra un mostro ma è il più buono tra tutti noi! –
- Dai – sorrise ancora lui, facendosi più vicino – Non sono poi così brutto! –
Ginevra, un po’ rincuorata, uscì timidamente dal suo nascondiglio, ignorando l’espressione seccata di Fabrizio, e tese una mano alla montagna:
- Scusa, ma… non sono abituata a… -
- Nessun problema, capita che faccia questo effetto a chi mi vede per la prima volta! Ma poi quando una persona mi conosce, solitamente finisco per perdere tutto il suo rispetto! –
- Già – rise Micene – Vi accorgerete anche voi che ha solo l’aspetto dell’Uomo di Neanderthal! –
- Ciao! – sorrise un altro, tendendo la mano a Ginevra – Il mio nome è Milo, Cavaliere di Scorpio. Vi ricordate di me? –
- Come potrei dimenticarmi? – sbottò lei, acida – Sembrava che stessi solo aspettando il momento giusto per allungare le mani… -
"Anche se sei talmente carino che quasi quasi avrei potuto perdonartela..."
- Ma smettila! – la rimbrottò il fratello – Ti ho già fatto notare che sembrava più interessato ai miei lividi che a te… -
- Ah sì? – chiese un altro scherzoso, passando un braccio attorno alle sue spalle – Questo non sarebbe certamente da te, Milo… Da quando ignori una ragazza che ti è capitata tra le grinfie? –
- Death, piantala! – se lo scrollò di dosso – Non l’ho affatto ignorata! Mi ha solo fatto intendere molto chiaramente di non voler avere nulla a che fare con me! –
- E quando mai questo ti ha fermato? –
- Vedi, Death – disse l’altro che i fratelli avevano visto quel famoso giorno all’imboccatura del vicolo – credo che il nostro Milo abbia trovato una che è capace di tenergli testa… - si inchinò leggermente davanti a Ginevra – Piacere di conoscervi. Il mio nome è Camus, Cavaliere dell’Acquario –
- Ah già, è vero, bisogna presentarci! Io sono Death Mask, Cavaliere del Cancro, e, come la signorina qui presente ha ricordato ieri, sono il migliore e l’unico Italiano tra i Cavalieri d’Oro. Comunque, dicevamo, Camus, tu eri con lui! E di’ un po’, questa è davvero così tosta come sembra? –
- Se non vi dispiace – li interruppe Ginevra – è di me che state parlando! Quindi, domanda a me! E sì, per la cronaca, sono davvero tosta come sembro, quindi se ti azzardi a fare come il tuo amico e provi ad allungare le mani, ti ritrovi stampata in faccia la cinquina che lui non ha ricevuto perché ci aveva appena salvati! –
- Tutti uguali gli Italiani… - borbottò qualcuno alle spalle di Fabrizio, che si voltò repentinamente – E tu chi saresti? E’ educazione presentarsi, prima di denigrare una persona, almeno so chi sto insultando! –
- Il mio nome è Shura, Cavaliere del Capricorno. Avete una vaga conoscenza dei segni zodiacali o devo anche dirvi che casa presiedo? –
- La decima – rispose Ginevra, anticipando il fratello – Non siamo così ignoranti come vi siete presi la briga di credere! –
- Ha ragione, Shura – disse Micene – Meritano almeno il beneficio del dubbio –
- Glielo concederò se e quando avrò la certezza che non sono pericolosi –
- Ancora… - mormorò Fabrizio, con rabbia – Io a questo gli stacco la testa a morsi! –
- Tranquillo – lo fermò la sorella – se non ricordo male questo qui ha nel braccio Excalibur, se vuole ti fa a fettine –
- Excalibur? Ma non si trattava di mitologia greca? Che cazzo c’entra re Artù? –
- E io che ne so? Chiedilo a lui, quando te lo sarai fatto amico! –
- Campa cavallo… E quello chi è? – chiese, indicando uno che se ne stava in disparte, guardandoli con occhi che tutto esprimevano tranne che simpatia o benvenuto.
- Lui è Aphrodite, Cavaliere dei Pesci – rispose Micene – E’… parecchio offeso con voi, per le cose che avete detto ieri… -
- Pesci… Pesci… Non mi ricordo cosa abbiamo detto… -
- Fabri, basta guardarlo! E’ quello delle rose, la checca che ci ha provato con Andromeda! –
- Ah già, il finocchio dell’ultima casa! –
- Ecco, questa è esattamente la cosa che lo ha fatto imbestialire –
- Beh – sbottò il ragazzo – se non vuole essere considerato una checca forse è il caso che si conci in maniera un po’ diversa! –
- Giusto! – concordò Ginevra – Non può andarsene in giro in quel modo, assumere certe posizioni… mettere del lucidalabbra? – si voltò atterrita verso il Cavaliere che aveva accanto, e si ritrovò suo malgrado ad affondare negli splendidi occhi di Milo. Le ci volle un secondo per riprendersi, prima di continuare – Quello è davvero lucidalabbra? –
Il sorriso di Milo era malandrino:
- E quel neo sopra il labbro… è finto –
- Cosa? Allora, dicevo: uno non può andarsene in giro in quel modo, assumere certe posizioni, mettere del lucidalabbra, mostrare un finto neuccio sexy come le più grandi dame della corte del Re Sole e pretendere anche che la gente non lo chiami “checca”! Eccheccazzo! Un po’ di buon senso! –
- E’ meglio che vi diate entrambi una calmata – una voce pacata e tranquilla si intromise, attirando l’attenzione di Ginevra e Fabrizio verso il biondissimo cavaliere che era ora di fianco a loro – non avete il diritto di entrare qui e mancare di rispetto a dei Sacri Guerrieri di Atena – qualcuno dietro Ginevra sbuffò sommessamente – L’unico motivo per cui non siete ancora stati eliminati è che potreste essere un vantaggio per noi, e non solo una minaccia, ma siete ancora vivi grazie alla nostra magnanimità, e fareste bene a ricordarvelo! –
- Ma sentitelo! – Fabrizio incrociò le braccia, scrutandolo con aria di sfida – A te farebbe bene una buona dose di modestia, e un abbondante prelievo di arroganza! –
- Abbassarmi al vostro livello non è degno del Cavaliere d’Oro di Atena che sono –
- Bum! – esclamò Ginevra – I tuoi compagni si stanno presentando e si stanno ‘abbassando al nostro livello’! Chi ti credi di essere per permetterti di snobbare così questi altri che sono qui? Cosa ti fa credere di essere meglio di loro? –
- Il mio compito è molto diverso, e non sta a me giudicare il loro comportamento! –
- Quindi come ti dobbiamo chiamare? Ce lo dici il tuo nome o devo fare come qualcun altro, che ha già un soprannome bello pronto e già ben consolidato? Non ho problemi, credo che Bigotto Santone Scassapalle sarebbe perfetto per te! –
- Il mio nome – rispose quello senza scomporsi – è Shaka, Cavaliere d’Oro della Vergine, e presiedo la sesta casa. Vi è sufficiente? –
- Non troppo, ma vedremo di farcelo bastare –
- Ci siamo tutti – li interruppe Saga, cercando di riportare la calma, quando anche Mur si unì a loro – Manca solo Dohko, che è già con Lady Saori. Forse è meglio andare –
Si avviarono tutti verso l’ingresso della tredicesima casa, e Ginevra si ritrovò Ioria accanto:
- Ma… chi è Lady Saori? –
- E’ la reincarnazione della dea Atena. Credo che la versione italiana la conosca come Lady Isabel –
- Oh cielo, la multimiliardaria rincoglionita… -
- Fareste meglio a non dirlo davanti a lei, è parecchio permalosa –
- Oh, povera me… –





Saluti gente!
E dopo i bagordi di Pasqua e Pasquetta... Et voilà il settimo capitolo!

Sì, va bene, lo so che Mur con un orologio al polso è "leggermente" OOC, ma in fondo anche loro sono nel ventunesimo secolo, un pochino di tecnologia se la meriteranno, no?
Io ce le vedo le case dello Zodiaco, così immesamentre tradizionali nell'atrio d'ingresso e così terribilmente moderne nelle stanza private... Che so, io nel soggiorno di Milo ci vedo un immenso impianto stereo con casse sparse per tutta la casa... E da Al immagino una cucina degna dei migliori chef, con una dispensa che farebbe invidia alla regina Elisabetta...

Va bene, chiudiamo questo aulico momento (?????) e passiamo ai ringraziamenti:

stantuffo: Fabrizio russa "un pochino"??? Quello è una vera e propria locomotiva d'assalto!!! Sì, Saga è proprio carino... Mi è sempre parso un po' discriminato, poverino, sempre tutti a coccolarsi il gemellino e nessuno che lo caga nemmeno di striscio, solo perchè tanto la sua armatura non è rimasta sguarnita... Insomma, un pochino di chiaroscuro deve averlo pure lui, no? ;-) Grazie, alla prossima, un bacio!

Gufo_Tave: In effetti, a ben pensarci, questi tizi non sono granchè normali... Qualche capacità spaventosa ce l'hanno... Nemmeno a me resterebbero indifferenti con certe rivelazioni... :-) Grazie, alla prossima, ciao!

bellatrix18: Grazie! *me arrossisce come un peperone e si inchina* Sono contenta che ti piaccia così tanto, spero di non annoiarti e di non deluderti mai! ;-) Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo, grazie ancora, a presto, ciao!!!

HOPE87: Grazie grazie... Allora, ti piace questa mezza sfilata di Cavalieri d'Oro? Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo... Alla prossima, un bacio!!!

Martyx1988: Sull'essere un buon partito di Saga mi trovi perfettamente d'accordo! In fondo è stato Grande Sacerdote, un po' di cerimoniale e di bon-ton lo avrà pur imparato... ;-) Grazie grazie, a prestissimo, bacio!!!

Nemeryal: "L’intrusore curioso come una scimmia"... Ah già... Ci credi? L'ho scritto io, e quando ho visto la tua recensione ho riletto il capitolo 3 volte, e non l'ho mai notato... Eh, l'arrivo della primavera unito alla preparazione della tesi fa veramente male... :-) Ma no, quale camomilla per endovena, poi si calmano e io non mi diverto più a farli discutere... ;-) Grazie, a presto, un bacio!!!

Snow Fox: Non ti preoccupare, non amo gli spoiler, altrimenti io mi perdo tutto il divertimento... Grazie! Anche a me piacciono i capitoli tranquilli e di transizione, ma a volte ho paura che risultino noiosi, perchè non succede granchè... Però a me piacciono, e io continuo a scriverli! Tiè! ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!

ti con zero: Grazie! *me si inchina* Ah, la tesi... Come ti capisco, anch'io ci sono giorni che mi rimane a malapena il tempo di respirare... Non ti preoccupare per il ritardo, l'importante è che tu ci sia e continui a leggere... Sì, ho cambiato un pochino lo stile di narrazione, ma ho pensato di adeguarlo al carattere dei personaggi... Del resto, uno stile serio e tranquillo avrebbe stonato parecchio con quei due peperini che ci sono... Ah, mi sono dimenticata di dirtelo nella recensione per "Gli dei e gli uomini", ma volevo farti i complimenti perchè riesci a gestire tre personaggi nuovi senza nessun problema: io ne ho solo due e già in qualche momento mi si rizzano i capelli sulla testa... Questi due vogliono fare quello che vogliono e non quello che gli dico io... ;-) Grazie ancora, a presto, un bacio!!!

bellissima90: Rieccoti! Per fortuna che sei tornata... Mi sentivo un po' abbandonata... ;-) Grazie grazie... A presto, un bacio!!!

Come sempre, grazie anche a tutti coloro che continuano a leggere in silenzio!

Baci a tutti!
roxrox

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Capitolo 8
*** Sinaygen ***


Quando entrarono in quella enorme sala, i Cavalieri si disposero ordinatamente in due righe ai lati di un trono che stava contro la parete di fronte al portone di ingresso.
I due fratelli rimasero abbandonati a loro stessi, nessuno disse loro cosa fare, quindi rimasero in piedi, fermi, appena oltrepassata la soglia.
- Secondo te – borbottò Ginevra – cosa dovremmo fare? –
- E io che cazzo ne so? Ci hai parlato tu, con questi psicopatici, pensavo che almeno qualche informazione l’avessi chiesta! –
- Non ho pensato a chiedere cosa avremmo dovuto fare qui, ho dato per scontato che ce l’avrebbero detto, non pensavo tutto questo casino! –
“Maledizione” pensava la ragazza, incerta “Se almeno Saga capisse e si infilasse nella mia mente per aiutarci… Sarei anche disposta ad accettare una intrusione, per stavolta…” cercò lo sguardo del Cavaliere di Gemini, per chiedere il suo aiuto, ma lui teneva gli occhi fissi sul trono, esattamente come tutti gli altri.
- Probabilmente – mormorò la ragazza – Stiamo aspettando che arrivi Lady Isabel… O, come l’hanno chiamata qui, Lady Saori –
- Che sarebbe la capa suprema di tutto, giusto? La meringa? –
- Sì, quella che dicono essere la reincarnazione della dea Atena –
- Patetico… -
In quel momento il portone dietro il trono si aprì, e nella stanza entrò la damina accompagnata da un Cavaliere d’Oro che Ginevra non riconobbe, nemmeno nei suoi più remoti ricordi. I Cavalieri si inchinarono davanti a lei, piegando la testa e posando un ginocchio a terra. Né Ginevra né Fabrizio li imitarono.
- Io davanti a quella non mi inchino – protestò Fabrizio a bassa voce.
- Io nemmeno –
Lady Saori rimase in piedi davanti al trono, ignorando completamente colui che l’aveva accompagnata, che dopo un breve inchino aveva preso posizione tra Milo e il santone biondo, assumendo la stessa posizione dei propri compagni. Gli occhi della damina erano fissi sui due ragazzi.
- E così – sibilò tra i denti – siete qui –
- Non per nostra scelta – precisò Fabrizio, rancoroso.
- Saga – chiamò lei, senza staccar loro gli occhi di dosso – Credevo che i ricordi di Arles fossero sufficientemente vividi da ricordarti ed insegnare loro come ci si comporta al cospetto di una divinità, soprattutto se si è comuni mortali –
- Domando perdono, mia dea – rispose Saga – E’ stata una leggerezza imperdonabile da parte mia non pensare ad istruirli, stavo cercando di farli adattare alla situazione –
Se nella sua voce si poteva scorgere un tono sarcastico, Ginevra non se ne accorse, perché un ordine perentorio le vibrò nella testa:
“Per l’amor del Cielo, inchinati e fai inchinare tuo fratello!”
“Per l’amor del Cielo?” rispose lei nello stesso modo “E da quando ti permetti di invocare il Cielo, dato che credi nella dea Atena?”
Poi gli corse in aiuto, a voce più alta:
- Non c’era bisogno che ci istruisse, non siamo scemi, siamo in grado di capire che se tutte le persone qui presenti si inchinano davanti a te probabilmente dovremmo farlo anche noi –
- Il punto è – continuò Fabrizio – che non ne abbiamo la benché minima intenzione –
- Cosa? – la damina strabuzzò gli occhi, probabilmente troppo stupefatta per accennare ad una qualunque altra reazione, mentre non pochi Cavalieri si voltavano sbalorditi verso i due fratelli.
- Forse non avete ben compreso la situazione – commentò il santone biondo “Shaka?” – Vi trovate al cospetto della dea Atena, di una divinità! –
- Ma fatemi il piacere! – sbuffò il ragazzo – Riconosciamo una sola divinità, e certamente non è Atena! –
- Aha! – esclamò Aphrodite, puntando un dito accusatore – Allora confessate! Siete gli emissari di una divinità ostile! Avanti, chi è? –
- Ancora… - Ginevra alzò gli occhi al cielo, esasperata – Non siamo gli emissari di nessuno, tantomeno di qualcuno ostile. E certamente la divinità in cui crediamo non vuole la guerra con nessuno! Anche se – aggiunse con un ghigno – chi si professa dio senza esserlo potrebbe scatenare le sue ire… -
- Come osate? – scattò Kanon rabbioso, subito fermato dal gemello - E allora, quale sarebbe la sola divinità che riconoscete? –
- Kanon, usa il cervello! – si intromise Death Mask – Sono Italiani, no? L’Italia è il paese dei campanili! Saranno Cristiani, no? Secondo te perché gli Italiani sono detti “Santi, poeti e navigatori”? –
- E tu, Death – rise il marpione – sei sicuro di essere Italiano? In quale di queste tre ti riconosci? –
- Fottiti, Milo! –
- Certo – mormorò il Grande Mur, pensieroso – E’ ovvio quale sia la divinità a cui sono fedeli… -
- E non può certamente costituire una minaccia per noi – concluse Saga.
- Questo non conta – si intromise Shaka, con voce pacata come se la cosa non lo riguardasse – Ciò non toglie che davanti alla dea Atena tutti si devono inchinare, soprattutto i comuni mortali –
- Basta così! – Il Cavaliere che era entrato insieme a Milady uscì dalle file e si inginocchiò davanti a lei – Perdonateli, Milady, ve ne prego, e se potete cercate di capirli: sono scossi, disorientati, e per loro è difficile accettare una realtà così lontana da loro modo di pensare. Sono certo che non appena si renderanno conto di cosa li circonda vi renderanno omaggio come meritate – Lady Saori sbuffò, ma si sedette, facendogli cenno di continuare. Il Cavaliere allora si rialzò e si voltò verso i due fratelli – Credo di essere l’unico che ancora non si è presentato: il mio nome è Dohko, e sono il Grande Sacerdote della dea Atena. Prima di iniziare, credo che vi farà piacere sapere che i sei che vi hanno attaccato ad Atene sono stati puniti come meritavano, e non vi recheranno più alcun fastidio –
- Cosa intendete con “puniti come meritavano”? – chiese Ginevra, non senza trattenere un fremito.
- Qualche settimana ai lavori forzati del Grande Tempio. Li farà riflettere su ciò che hanno combinato… se ne avranno la forza. Comunque, è tempo di spiegarvi cosa sta succedendo –
- Era ora – borbottò Fabrizio.
- Quello a cui state assistendo è il Sinaygen, ovvero il Consiglio Supremo dei Cavalieri d’Oro. Di solito le nostre riunioni sono molto più informali, ma la vostra presenza ha cambiato tutto. Noi non sappiamo chi siete, né perché vi sia stato concesso di entrare al Grande Tempio, senza peraltro incontrare alcun soldato che vi sbarrasse il cammino prima di raggiungere le dodici case, e questo Consiglio serve a noi per decidere cosa fare, e a voi per poterci aiutare, se in qualche modo vi sarà possibile –
- Non abbiamo idea di come aiutarvi – rispose Ginevra con la stessa gentilezza – Ancora non abbiamo capito che cosa vogliate da noi, o cosa stia succedendo esattamente –
- Ascoltateci, rispondete alle domande che vi faremo con la massima sincerità possibile, anche se vi sembreranno strane, e non fatevi scrupolo di intervenire, se vi verrà in mente qualunque cosa immaginate possa esserci minimamente di aiuto, anche la più insignificante –
I due fratelli annuirono e Dohko indicò loro due sedie poco dietro di loro, invitandoli a sedersi, mentre tutti i Cavalieri d’Oro restarono in piedi.
- D’accordo, Cavalieri – esordì quindi Lady Saori – Cosa pensate di questo? Che idee avete? –
- Poche, Milady – ammise Micene.
- Shaka – chiese Dohko – Tu, che sei notevolmente più sensitivo della maggior parte di noi, hai percepito qualcosa? –
- No. Non hanno un cosmo, e non colgo alcuna potenza che sia in grado di celarne uno così bene –
- Quindi? –
- Onestamente, non so che dire. Ma di certo dovremo assolutamente capire chi sono –
- Sentite – Shura si rivolse ai due ragazzi – Voi siete realmente figli dei vostri genitori? –
- Come? – Fabrizio era sbalordito – Ci state chiedendo se i nostri genitori sono i nostri veri genitori? –
- In effetti… sì –
- Lo sono – intervenne Ginevra.
- Ne siete sicuri? – chiese Ioria.
- Non ci hanno mai detto nulla di diverso, né nulla ci ha mai fatto pensare il contrario, quindi sì, ne siamo sicuri –
- Cosa vi da la certezza che non ve l’abbiano tenuto nascosto? –
- Quando sono nata io non lo posso ricordare – Ginevra anticipò di un soffio il fratello, che già aveva aperto bocca con fare battagliero – ma posso garantire per Fabrizio –
- Non l’hai mai perso d’occhio da quando è nato? – il tono di Shura era leggermente ironico.
- Cosa temete? Uno scambio in culla? –
- E’ possibile… -
- E con chi? –
- Con qualcuno che sia in grado di infrangere la barriera protettiva del Grande Tempio –
- Quindi, Shura, tu stai dicendo – domandò quello grande e grosso, “No, il suo nome proprio non me lo ricordo…” – che qualcuno potrebbe aver sostituito uno dei due bambini? –
- C’è questa possibilità –
- No, non c’è – constatò Micene – non per uno solo dei due, almeno. Si somigliano troppo, sono senza dubbio fratelli. Se c’è stato uno scambio in culla, sono stati scambiati entrambi –
- Rieccolo – borbottò Shura – con la storia della somiglianza… -
- Ma perché? Chi potrebbe averlo fatto? –
- Potrebbero averlo fatto in molti – ragionò Kanon – Una divinità che vuole nascondere un figlio illegittimo, ad esempio. Oppure potrebbe essere esso stesso un dio… -
- Non è possibile – chiese Ginevra esitante – che ci siamo semplicemente infilati in una falla? Che so, un momento di distrazione, di debolezza, uno strappo nello scudo… -
- Come osi – sibilò Milady – insinuare che… -
- No – rispose Saga frettolosamente – Il cosmo di Atena è potente, ed è supportato dal mio. La spiegazione non è una falla nello scudo –
- Sarebbe possibile – propose Kanon – che un nemico, o una divinità ostile, si serva di comuni umani come spie? Potrebbe averli intrisi del proprio cosmo solo per il tempo dell’attraversamento della barriera… -
- Certo! – borbottò Ginevra – Solo nemici, mi raccomando! Che diavolo vuole da noi quello? –
- Non ti so dire, Kanon – stava dicendo Lady Saori – Sappiamo perfettamente quanto gli umani siano completamente privi di reazioni al nostro cosmo, ma non so cosa potrebbe accadere se si provasse ad infondergliene uno per un periodo di tempo, o se ciò sia in qualche modo possibile –
- E poi – intervenne il Cavaliere dell’Acquario, “Camus? Non ne sono sicura…” – Perché una divinità, che ha a sua disposizione schiere di Cavalieri, dovrebbe abbassarsi ad utilizzare umani privi di cosmo? E’ ridicolo! –
- Forse proprio perché è ridicolo – disse quello accanto a lui, quello che si era offeso per essere stato chiamato checca “Ah sì, questo me lo ricordo! Si chiama Aphrodite!” – e nessuno se lo aspetta. Oppure perché è qualcuno che abbiamo già incontrato, e a cui abbiamo eliminato tutti i Cavalieri: Apollo magari, ma anche Hades, o Eris… -
- Dubito che Hades si abbasserebbe ad usare dei semplici umani. Certo, se li vedesse solo come pedine da mandare al macello… -
- Ehi – Fabrizio si stava spazientendo – siamo diventati pedine da mandare al macello in mano a un altro pazzo psicopatico? –
- Abbassa la voce! – lo supplicò la sorella – Evita di offenderli! –
- Poco fa abbiamo offeso la loro dea, più volte, e ne siamo usciti indenni –
“Tienilo buono” disse Saga nella mente della ragazza “Non sfidate la sorte!”
“Mi sembrava di averti detto che non mi piace che ti infili nella mia testa!”
“Sto solo cercando di aiutarvi”
“Lo so. Scusa”
- Stiamo tirando troppo la corda, se questi sono davvero psicopatici, come dici tu, se a qualcuno saltano i nervi ci fa diventare due polpette affumicate. Ti piace l’idea? –
- Non troppo –
- E allora sai cosa devi fare! –
- Ma perché – stava chiedendo Milo, “Questo l’ho imparato subito!” – diamo per scontato che ci sia ostile? Non potrebbe aver attraversato la barriera non perché pervaso da un cosmo nemico ma semplicemente perché ne aveva la facoltà? –
- Giusto! – gli venne in aiuto quello grande e grosso “Ah sì, adesso mi viene! Aldebaran, come la canzone dei New Trolls!” – Non potrebbe essere, ad esempio, una nuova recluta? Un futuro Cavaliere che non è mai stato individuato e che quindi non ha mai fatto l’addestramento? In lui potrebbe covare un cosmo che non riusciamo ad individuare ma che ha permesso loro di arrivare a noi! –
- E’ un’idea che va valutata… - disse Dohko, pensieroso.
- Se è così – intervenne Micene – bisogna  comprenderlo velocemente, e fargli iniziare immediatamente l’addestramento! E’ già troppo grande, anche così non so se riuscirà a portarlo a termine –
- Ehi, un momento! – Ginevra non era affatto d’accordo con ciò che sentiva – ‘Lui’? Quando è stato deciso che il problema è lui e non io? –
- Beh – Aldebaran era sulla difensiva – Nel momento in cui potrebbe essere un Cavaliere… -
- E perché io vengo esclusa da questa cosa? Ci sono Cavalieri donna o mi sbaglio? –
- Sono Sacerdotesse Guerriero – intervenne Shaka – e non hanno… -
- Ti piacerebbe, eh? Sono Cavalieri a tutti gli effetti, nonostante i vostri patetici tentativi di difendere la vostra casta maschilista! Ne ricordo almeno due d’Argento e una di Bronzo! E se non ricordo male, due erano insegnanti, e hanno tirato su quei quattro sfigati che vi hanno fatto il culo a fettine! –
- Cosa ti fa credere di essere tu tra i due quella che aveva l’accesso al Santuario? – chiese Aphrodite, sarcastico – Cosa ti da tanta arroganza? –
- Non c’è nulla che me lo faccia credere – si morse la lingua prima di insultarlo come avrebbe meritato – Semplicemente, nel caso in cui fossi io, non voglio che martirizziate mio fratello inutilmente! Non ho grandi ricordi di come fosse quello che voi chiamate ‘addestramento’, ma di certo era un continuo tentativo di uccisione dell’allievo. Non vi permetterò di mettere le mani su di lui, peraltro con il rischio che lo facciate inutilmente! –
- Non ha tutti i torti – ammise Saga – Potremmo accanirci senza risultato. Dobbiamo per forza analizzare entrambi –
- Frena, frena! – esclamò Fabrizio – ‘Analizzare’? Cioè? –
- Non vi preoccupate – sorrise Dohko – Non vi attaccheremo aghi facendovi prelievi e non useremo strane macchine per guardarvi dentro. Non sappiamo ancora esattamente come agiremo, in effetti una cosa simile non era mai capitata, ma di certo verrete presi singolarmente ed affidati ad alcuni di noi, che mentre controlleranno se dentro di voi cova un cosmo faranno di tutto per risvegliarne almeno una scintilla. Milady, permettete? – ad un cenno affermativo della dea si rivolse agli altri Cavalieri – D’accordo: Mur, tu prendi la ragazza e Shaka, tu vai con… Fabrizio, giusto? Poi: Milo e Death, affiancate Mur; Camus, va’ anche tu, terrai buono Milo. Al, Micene e Ioria con Shaka. Gli altri quattro con me: andremo nella biblioteca della tredicesima casa, voglio vedere se riusciamo a trovare qualcosa che ci è sfuggito, magari un precedente –
- Bene, Cavalieri – disse Lady Saori alzandosi – Ci aggiorniamo a stasera – senza un’altra parola si voltò e se ne andò.
Non appena uscì dalla stanza, i Cavalieri d’Oro si divisero nei tre gruppi indicati dal Grande Sacerdote.
- Allora – sorrise Aldebaran avvicinandosi a Fabrizio – pronto? –
- Adesso? – chiese il ragazzo, sbalordito.
- Certo! – gli rispose Death Mask, poggiando una mano sulla spalla di Ginevra – Cosa pensavate, di stare ancora qui a lungo a non fare niente? –
- No, certo – disse la ragazza – ma credevamo che ci avreste lasciato un pochino di tempo per capire cosa ci sarebbe successo… -
- E soprattutto – precisò Fabrizio – di decidere se assecondarvi o no –
- Non avevo capito che la decisione fosse in mano vostra! –
- E io non avevo capito che foste improvvisamente diventati i nostri padroni, e noi i vostri burattini! Quando è stato deciso che noi avremmo fatto tutto quello che vi passava per la testa? –
- Non avete altra scelta – concluse Shaka, con voce atona.
- Ah, ci risiamo con il fatto che non abbiamo altra scelta! Siete monotoni, lo sapete? –
- E poi – rincarò Ginevra – quando si parlava di non avere altra scelta, era per il fatto di restare qui, e siamo d’accordo sul fatto che avreste tranquillamente potuto trattenerci con la forza, quindi ci conveniva stare buoni e fare come volevate, ma non è che per questo vi abbiamo dato su di noi il potere di vita o di morte! –
- Beh, che lo vogliate o no, è così –
- E se noi ci rifiutassimo? – lo sfidò Fabrizio.
- Non ti preoccupare – intervenne Mur, che aveva compreso – Non le faremo del male. E non ne faremo nemmeno a lui – completò guardando Ginevra, prima che potesse replicare.
- E’ tutto qui il problema? – esclamò Death Mask – hai paura che facciamo del male alla tua sorellina? –
- ‘Sorellina’ lo dici a qualcun altro! – sibilò Ginevra, velenosa – Ho cinque anni in più di lui, e non si è mai azzardato a chiamarmi così! –
- Forse non in tua presenza – sorrise serafico il Cavaliere dell’Ariete.
- E comunque, Death – disse Micene – io non ci vedo nulla di male. Posso comprendere benissimo che entrambi si stentano protettivi l’uno nei confronti dell’altra –
- Ciò non toglie – insistette Shaka – che faranno ciò che è stato detto loro –
- Oh, non preoccuparti – rise Death Mask in risposta allo sguardo preoccupato che Fabrizio aveva lanciato alla sorella – te la riportiamo tutta intera, promesso! –
- Se gli fate anche solo un graffio – ringhiò Ginevra a Ioria – poi ve la vedrete con me. E vi garantisco che non sarà una esperienza piacevole! –
- Se osate soltanto – sibilò invece Fabrizio guardando Milo con occhi di fuoco – torcerle un capello, in ogni senso, ti giuro che farai i conti con me! –
Reprimendo un sorriso, Mur pose a sua volta una mano sulla spalla della ragazza:
- E’ ora di andare –
Ginevra si voltò verso il fratello:
- Mi raccomando, non esagerare, e torna tutto intero –
- Tu prega di tornare sana, o questi signori passeranno un bruttissimo quarto d’ora! –


Fabrizio venne trascinato ai piedi della scalinata, sempre passando attraverso le gallerie segrete:
“Ecco perché me le fanno vedere lo stesso anche se potrei essere una spia nemica: non sarei mai in grado di ritrovarle, né tantomeno riuscirei ad andare da qualche parte senza perdermi… ma chi le ha progettate, Dedalo in persona?”
Arrivarono dopo un po’ nella spianata antistante, e si diressero ad una delle tante piccole arene che la costellavano. Il ragazzo si sforzò di ignorare gli strani personaggi che lo fissavano con palese interesse: c’erano degli uomini che sembravano in divisa, avrebbero potuto essere i famigerati soldati che avevano misteriosamente evitato al loro arrivo, poi vide alcuni bambini curiosi e non pochi ragazzetti, magri ma con muscoli già in via di sviluppo; spesso questi lo guardavano per poco, perché poi venivano ripresi da ragazzi molto più grandi, alcuni con indosso una sorta di armatura, che immaginò essere i loro maestri.
Arrivarono all’arena, un esagono circondato da corde, e Micene lo pose esattamente nel centro, entrando con lui insieme a Ioria e Aldebaran. Shaka rimase all’esterno, gli occhi sempre chiusi.
I tre si fermarono davanti a lui, immobili.
- Quindi? – chiese dopo un po’ – Cosa dovrebbe succedere? –
Per tutta risposta Ioria puntò un dito verso di lui, con fare quasi annoiato, ed improvvisamente un enorme calore gli esplose nel petto, e il ragazzo venne scaraventato all’indietro, finendo a sbattere contro le corde. Si afflosciò seduto al suolo, intontito.
- Ma cosa? –
- Su alzati! – la voce di Micene era più dura di come l’aveva sempre sentita – Torna al centro, e prova almeno a difenderti! –
- Difendermi da cosa? – ringhiò Fabrizio rimettendosi in piedi – Non ho nemmeno visto cosa succedeva! Casomai non ve ne foste accorti, siete Cavalieri d’Oro, e state colpendo un semplice umano! –
“Magari se gioco sui loro sensi di colpa… Ne avranno… O no?”
- Prova a concentrarti! – gli disse Ioria – Non stiamo nemmeno iniziando a riscaldarci! Questi sono colpi debolissimi, persino le reclute più giovani sono in grado di difendersi! –
Alzò il dito, e Fabrizio si ritrovò nuovamente catapultato contro le corde, un bruciante dolore nello stesso punto di prima.
- In piedi! Ancora! – questa volta provò a proteggersi, almeno con le braccia, ma fu come se esse non ci fossero, e venne colpito un’altra volta.
- Forza! Alzati! –
Un pensiero lo fulminò sul posto:
- Quegli altri quattro pazzi stanno facendo queste stesse cose a mia sorella? –
- Non pensare a lei adesso –
- Oh sì che ci penso! Se provate soltanto a farle del male… -
Gli occhi di Ioria scintillarono pericolosamente, come se gli fosse appena venuta un’idea:
- Sì? Cosa ci fai? –
- Io… Io ti… - i suoi occhi mandavano lampi furiosi.
- Credo proprio che le stiano facendo le stesse cose, se non peggio. In fondo è una ragazza, il suo cosmo, ammesso e non concesso che ce l’abbia, è sicuramente più difficile da risvegliare rispetto ad un cosmo maschile… - Il ragazzo tremava di rabbia, sembrava volesse incenerirlo – Chissà, magari per riuscirci dovranno ricorrere ad altri metodi… Che so, Milo potrebbe anche combinarne una delle sue… -
Con un urlo Fabrizio si lanciò verso di lui, cercando di colpirlo con pugni e calci:
- Non osate nemmeno pensare di mettere le mani su mia sorella! Io vi spezzo tutte le ossa, una per una! –
Ioria parava ogni colpo con una facilità che aveva il potere di mandarlo sempre più in bestia. Frustrato, continuava però a colpirlo, consapevole del fatto che avrebbe per lo meno dovuto abbattere quei quattro prima di poter cercare Ginevra. Ormai il suo cervello pensava solo a come riuscire a sconfiggerlo.
Il Cavaliere ogni tanto si rivolgeva verso Shaka, come cercando una risposta, fino a che non lo colpì ancora, mandandolo per l’ennesima volta a sbattere contro le corde che delimitavano il ring. Ma Fabrizio non si diede per vinto, e rialzatosi immediatamente si rigettò contro di lui rabbioso. Non seppe per quanto tempo andò avanti quella schermaglia, nella quale più e più volte ebbe la peggio, continuando comunque a rialzarsi e a lottare, pungolato dalle parole di quel maledetto - Chissà a che punto è Milo… Magari è già riuscito ad allungare le mani… Conoscendolo, ha già trovato una scusa per fare a modo suo… -, ma ad un certo punto sentì Shaka dire, con la sua solita voce pacata:
- Basta così –
Ioria allora lo afferrò per i polsi, bloccandolo senza alcuno sforzo, ed assunse una espressione dispiaciuta, molto diversa dal ghigno diabolico che aveva fino a pochi secondi prima:
- Scusa. Non volevo farti impazzire, ma avevamo bisogno di una tua reazione il più possibile esasperata. Milo non ha certamente toccato tua sorella, è un gentiluomo, non l’avrebbe mai fatto –
Allora Fabrizio si calmò, respirando affannosamente. Non si era accorto di quanto fosse stanco, l’adrenalina che gli girava in corpo si stava dissolvendo, lasciandogli solo un fortissimo dolore al petto e un fastidiosissimo ronzio nelle orecchie. Non era sicuro di riuscire a stare in piedi ancora per molto. Il Cavaliere lo lasciò libero, e lui poggiò le mani sulle ginocchia, cercando di non stramazzare al suolo, lottando faticosamente per continuare a respirare nonostante il dolore.
- Bevi questo, ma fallo a piccoli sorsi – afferrò la borraccia che Aldebaran gli porgeva, mentre anche Micene gli si affiancava, pronto, Fabrizio se ne rese conto con un briciolo di vergogna, ad afferrarlo al volo se fosse svenuto. Bevve, come gli era stato detto: un integratore, avrebbe dovuto immaginarlo. Che schifo, non gli erano mai piaciuti, li aveva sempre rifiutati anche durante le partite di calcio.
- Dov’è mia sorella? – riuscì a chiedere dopo un po’, quando ebbe la certezza che non avrebbe perso conoscenza nel giro dei venti secondi successivi – Le stanno riservando lo stesso trattamento? –
- Temo – rispose Ioria, contrito – che sia molto simile.
- Ma credo – disse Shaka avvicinandosi, evidentemente molto seccato – che reagirà molto meglio di te –
- Cosa vorresti dire? –
- Che chiaramente tu non hai la benché minima scintilla di cosmo dentro di te. In questo senso, sei paragonabile ad un morto. Quindi sicuramente colei che aveva la facoltà di entrare al Santuario è lei, e dato che evidentemente possiede un cosmo, o qualcosa di molto somigliate, avrà sicuramente sopportato molto meglio la prova –
- E a te dispiace tantissimo, vero, aver seguito quello sbagliato? – insieme alle forze a Fabrizio stava ritornando anche il sarcasmo.
- Questo non è affar tuo –
- Domando scusa, se non sono all’altezza delle tue aspettative. Ti sarebbe piaciuto tantissimo, vero, prenderti il merito di aver fatto la nuova scoperta? Peccato… -
Shaka non rispose, ma gli voltò le spalle:
- Fatelo riprendere come si deve e curategli le ferite – disse agli altri tre – Ci vediamo alla tredicesima –





Ciao a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!

Bene, per prima cosa domando scusa a tutti ma mi serve uno sfogo di pianto...
Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Stefano d'Orazio lascia i Pooh...
Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Stefano, non ci abbandonare...
Sigh sob, buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Lo so che è una notizia vecchia di una settimana, ma io ancora non me ne capacito...
Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!

Ok... Tiriamo su col naso... sniff sniff... asciughiamoci le lacrime, mettiamo via i fazzoletti, e riprendiamo a fare la persona seria...

Domani non posso pubblicare, ho una quantità esagerata di cose da fare e non so nemmeno se riuscirò a respirare, così... decidendo se pubblicare in anticipo o in ritardo... ho scelto in anticipo... Ho fatto bene?

Coooooooooooooooooomunque, passiamo senza altri indugi ai ringraziamenti:

Nemeryal: Beh, dai, scintille con la Milady non troppe... Per fortuna che c'è Dohko a sedare gli animi e a calmare i bollenti spiriti... ;-) Che ne dici? A presto, un bacio!

HOPE87: Grazie grazie... In effetti io non faccio nulla, si gestiscono da soli... Anche perchè io cerco di tenerli buoni (No, dai, ragazzi, non esagerate, questi se si arrabbiano vi fanno neri...) ma non mi ascoltano!!! ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!!!

whitesary: Oh, non ti preoccupare per il ritardo, l'importante è che tu ci sia sempre e che non ti annoi mai (nel caso avvisami, che corro ai ripari...) Beh, prima che Kanon li sbatta fuori di casa dovrà vedersela anche con il gemellino... ;-) Quanto al cosa sto architettando... Tu non hai idea di come girano le rotelline del mio cervello quando sono sotto la doccia cantando a squarciagola una canzone dei Pooh (Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!)... Ma non te lo dico... ;-) Grazie, a presto! Bacio!

Martyx1988: Ehm... *me si va a nascondere dietro la sedia per la vergogna* Mi è scappato il nome... Domando scusa... Il fatto è che le mie mani sono talmente abituate a scrivere il nome di Rossella che a volte lo faccio ancora in automatico... Lo so e lo tengo controllato, ma quella proprio mi è scappata... Grazie, alla prossima, un bacio!

ti con zero: Beh, con Saori non è che si siano relazionati troppo bene... Per fortuna che c'è Dohko... ;-) Quanto al cosa ci fanno al Grande Tempio, spiacente ma ci vorrà ancora qualche capitoletto (io, che sono un po' avanti con la stesura dei capitoli, ci sto arrivando adesso adesso...)... In bocca al lupo per la tesi, sappi che ti capisco perfettamente... :-) Grazie, a presto, bacio!!!

Snow Fox: Dunque, con te devo fare un discorso mooooooooolto lungo, quindi mettiti comoda, perchè ci vorrà un pochino. Fatto? Dunque:
1. NON ti scusare MAI con me perchè mi dai consigli. Mai. Io sono solo felicissima di ricevere consigli, anzi, ne ricevo troppo pochi, non ho mai preteso nè pensato di essere Dumas o Salgari, sono solo una neofita del mondo della scrittura e so perfettamente che faccio degli errori, ma se nessuno me li fa notare non me ne rendo conto e continuo imperterrita... Io mi prostro davanti ad ogni consiglio e ringrazio, poi se posso lo seguo, se decido di non farlo specificherò il perchè e il percome... Quindi continua a consigliare, e anche a criticare, se serve... Grazie! *inchino*
2. I due fratelli folli: non mi viene facile gestirli, ma sto cercando in qualche modo di mantenerli fedeli al carattere che ho riservato loro. Fabrizio è particolarmente lineare, è convinto di essere capitato in un manicomio e per il momento disprezza chiunque e qualunque cosa o situazione gli si pari davanti... Anzi, ora forse con quello che gli hanno combinato inizierà a ragionarci sopra, ma gli ci vuole tempo... Quanto a Ginevra, lei è un pochino più articolata, ha qualche sfaccettatura in più rispetto al fratellino, qualche chiaroscuro tipico della complicata indole femminile... Prova a metterti nei suoi panni: io ci ho provato, e la vedo abbastanza schizofrenica: sì, d'accordo, comprende un po' di più la realtà che li circonda, ma non ne è ancora completamente convinta (non dimentichiamo che anche se cono passati sei capitoli, è capitombolata in quel mondo meno di 24 ore prima...anche io avrei qualche problemino...); e comunque, in qualche modo trovava "I Cavalieri dello Zodiaco" abbastanza ridicolo, quindi anche lei ha bisogno di tempo per cambiare completamente idea... E poi dai, non ha insultato tutto e tutti, solo quelli che hanno un carattere particolarmente irritante: va bene, comprendo che Shakino abbia due occhi da svenimento, ma ammettiamolo, è irritante nella sua arroganza e superiorità, e Kanon è decisamente scorbutico (o almeno, io l'ho sempre visto così...), e dulcis in fundo, tu cosa penseresti davanti a un personaggio come Aphrodite? ;-)
3. Saori Kido: appena ho letto la tua recensione ho pensato "Ma come??? Non mi fanno insultare la Kido??? E io che avevo creato due personaggi vivaci apposta... Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!", poi ho preso in mano questo capitolo, che era già stato scritto, e l'ho ammorbidito (e fidati, è stato alleggerito parecchio...). Non sono riuscita ad eliminare tutto tutto, del resto non si può pretendere che quei due stiano completamente zitti, buoni e ubbidienti davanti ad una meringa con in mano una pala per la pizza... Sarei andata OOC con dei personaggi che ho creato io, e mi sembrava un pochino triste... E poi a qualche insultino leggero alla Kido non potevo asssssssssssssssssssssssssssolutamente rinunciare... :-)
4. Grazie! Grazie! Grazie! Grazie!
Ok, ho finito... ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!!!

stantuffo: Grazie!!! Come ti capisco, anche io mi ritrovo in alcuni momenti in cui riesco a malapena a respirare... Oggi sono riuscita a ritagliarmi un oretta per sistemare, rispondere a tutti e pubblicare, ma non sempre mi viene così semplice... Con Kanon mi sto divertendo da matti, un'indole così scorbutica è fantastica da gestire, soprattutto perchè trova chi gli risponde per le rime... ;-) Grazie ancora, a presto, ciao!!!

anzy: No, dai, Kanon non è così antipatico... E' solo molto scorbutico, ed è uno che non ha i peli sulla lingua... Ed è divertentissimo perchè adesso si ritrova davanti due che gli rispondono ed è terrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrribilmente frustrato... :-) Quanto a Saga... *me si tappa la lingua e si lega le dita per non dire nulla*... Ma... perchè proprio lui? Io non ho detto nulla, si sono solo ritrovati a casa sua la prima notte di permanenza solo perchè ci erano già ed era più comodo... *me si mette le mani dietro la testa e si allontana fischiettando...* ;-) Grazie ancora, alla prossima, bacio!!!

Come sempre, grazie anche a tutti quelli che continuano a leggere in silenzio.

A prestissimo, baci baci a tutti!
roxrox

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Capitolo 9
*** Il risultato della prova ***


Micene curò tutti i tagli e i lividi di Fabrizio e lo fece pranzare, dopo avergli fatto fare una doccia rigeneratrice, poi lo accompagnò alla tredicesima casa.
- Come va Ginevra? – chiese il Cavaliere a Dohko quando arrivarono.
- Ha appena finito – rispose quello – La stanno accompagnando qui direttamente, si potrà sistemare dopo, così potremo discuterne immediatamente –
Stava ancora parlando quando la porta si aprì, e con orrore Fabrizio vide entrare sua sorella: sembrava distrutta, zoppicava, un taglio sulla gamba sinistra stava ancora sanguinando. Ma quello che più lo sconvolse erano i suoi occhi, rossi e gonfi, come se avesse appena finito di piangere tutte le sue lacrime. Corse verso di lei, spaventatissimo, e prese il posto di Camus, che la stava sorreggendo:
- Oh mio Dio! Cosa ti hanno fatto? –
Allora lei sollevò la testa e lo guardò con un sorriso tirato:
- Niente di grave, non preoccuparti. Ormai è finita –
- No che non è finita – piantò gli occhi in quelli di Milo, furioso – Dopo io e te faremo i conti… -
Il Cavaliere non ebbe tempo di ribattere, perché un rumore attrasse l’attenzione di tutti: Lady Saori stava entrando nella sala.
Si sedette sul trono, ed i Cavalieri si disposero attorno a lei nella stessa disposizione della mattina, mentre Fabrizio faceva sedere Ginevra, accomodandosi accanto a lei, continuando a controllarla di sottecchi.
- Bene Cavalieri – esordì Milady – Parliamo delle prove a cui li avete sottoposti. Shaka? –
- Mia signora, in Fabrizio non c’è nemmeno una scintilla di cosmo, e, per quanto io abbia potuto percepire, neppure la più piccola traccia di una qualunque altra forma di energia interiore –
Milady annuì, mentre gli occhi di quattro Cavalieri si sollevarono verso il ragazzo, stupefatti.
- Mur? –
- Vede, Milady – rispose il Saint dell’Ariete, distogliendo l’attenzione da Fabrizio – nemmeno in Ginevra ho potuto avvertire nulla. Ha le stesse potenzialità di una comune mortale, niente di più né di meno –
Un diffuso mormorio sorpreso si levò nella sala, mentre i due fratelli si guardavano l’un l’altro.
- Pensavo – disse la ragazza – che fossi tu quello che loro cercavano! Sembri fresco come una rosa, credevo che avessi reagito perfettamente alla prova! –
- La mia – replicò Fabrizio – è finita quasi due ore fa, senza risultato… Immaginavo che la tua fosse durata molto di più perché stavano scandagliando esattamente cosa fossi… - la frase si concluse in un sibilo minaccioso, mentre si voltava verso Camus – Non potevate fermarvi prima? Dovevate proprio ridurla così? –
- Dovevamo esserne sicuri – rispose solo quello, guadagnandosi un ringhio in risposta.
- Dohko – riprese Lady Saori dopo qualche secondo – La vostra ricerca in biblioteca ha dato qualche risultato? –
- No, Milady, nessuna –
- Quindi, cosa facciamo? –
- Per oggi non risolveremmo più nulla – intervenne Saga guardando Ginevra, che sembrava faticare a restare dritta sulla sedia – credo che siano stati tartassati abbastanza –
Le voci arrivavano ovattate alle orecchie della ragazza, che cercava solo di non crollare. Si sentiva debole, e solo le mani artigliate alla seduta le impedivano di cadere.
- Ehi, stai bene? – Fabrizio la guardava preoccupato, ma lei non se ne accorse. Tutte le sue energie erano concentrate a cercare di fermare il mondo, che le sbandava davanti agli occhi.
- Non possiamo lasciar loro un attimo di tregua – stava dicendo Shaka – Dobbiamo scoprire il prima possibile che cosa li lega a questo posto –
- Ma hanno bisogno di riposare! – obiettò Milo.
- Il ragazzo si è ripreso velocemente –
- Ma lei ha appena finito! Non ha nemmeno avuto il tempo di… L’abbiamo portata qui direttamente! –
- Che ti succede? – Fabrizio posò una mano sul braccio della sorella, scuotendola leggermente. A quel punto lei impallidì notevolmente e si afflosciò – Ehi! Ehi! Che hai? – la sorresse, mentre i Cavalieri si accorgevano di quanto stava succedendo. Mur si alzò immediatamente e si avvicinò a loro:
- Che le è successo? –
- Stalle lontano! – esclamò, rabbioso – Non ti azzardare nemmeno a toccarla! –
- Non voglio farle del male –
- No, figurati! Non siete stati voi a ridurla così, no… -
- Ascolta: molto probabilmente è solo stanca e debole, ed ha bisogno di mangiare qualcosa, ma voglio essere certo che non sia nulla di più grave. Come ti sentiresti se mi impedissi di aiutarla e poi lei peggiorasse? –
Fabrizio esitò, ma dopo qualche secondo si fece da parte, continuando a sorreggerla mentre Mur le prendeva il polso tra le mani. Poi si voltò verso Lady Saori:
- Mia signora, possiamo interrompere qui? Ginevra ha solo bisogno di riposarsi un po’, di mangiare e farsi curare, ma preferirei controllarla. Poi potremo riprendere –
- D’accordo, riprenderemo domattina – si alzò e se ne andò, chiamando a gran voce un certo Tatsumi, che Fabrizio non aveva mai sentito nominare.


Quando Ginevra riprese contatto con la realtà si trovava semidistesa in una morbida poltrona. Fabrizio le era accanto, le stava tenendo qualcosa di fresco e bagnato sulla fronte.
- Ecco, si sta risvegliando – la voce di Saga la fece voltare. Era lì anche lui, insieme a Mur, Milo e Camus.
- Cos’è successo? – chiese, ancora leggermente annebbiata.
- Sei svenuta durante il Consiglio – sorrise il Cavaliere dell’Ariete – La prova è stata molto dura per te, e non hai avuto il tempo per riprenderti. Abbiamo curato le tue ferite e adesso ti daremo da mangiare, vedrai che nel giro di pochissimo starai meglio –
- Certo che starà meglio! – la tonante voce di Aldebaran invase la stanza, e lui entrò con in mano un vassoio che le pose sulle ginocchia – Ci credo che sei stata male! Ormai è ora di cena, e tu non hai nemmeno pranzato! –
- Come, ora di cena? – la ragazza era sbalordita – Ma la mia prova è finita che era a malapena pomeriggio! Sono rimasta svenuta dalla fame per ore? –
- No, non credo fosse solo fame – le rispose Mur – Temo che tu avessi un terribile bisogno di riposare, di recuperare le energie –
- Adesso basta domande, mangia! – la incitò Aldebaran.
- Quindi, adesso cosa facciamo? – chiese Fabrizio intanto che Ginevra inghiottiva il primo boccone.
- Per stanotte – spiegò Saga – Ginevra resterà qui alla tredicesima, è meglio non muoverla con quella ferita alla gamba, potrebbe riaprirsi. Domani mattina riprenderemo il Consiglio dei Cavalieri d’Oro, e vedremo il da farsi. Temo che Shaka non vi lascerà in pace tanto facilmente, almeno non finché non avremo capito chi di voi due è colui che ha avuto facoltà di entrare qui. Dopo di che… -
- Saranno cazzi del prescelto – concluse Fabrizio, tetro.
- Beh, non è esattamente quello che avrei detto… ma sì, credo che il senso sia quello –
Quando Ginevra finì di mangiare, posò il vassoio sul tavolino accanto alla poltrona e cercò di alzarsi prima che chiunque si accorgesse del movimento e riuscisse a fermarla, ma perse immediatamente l’equilibrio; sarebbe sicuramente caduta a terra se Milo non fosse stato lesto a sorreggerla:
- Tutto bene? – chiese.
- La gamba – mormorò lei, dolorante – Mi fa un male terribile! –
- Forse abbiamo esagerato un po’… -
- Forse? – ringhiò Fabrizio – Aspetta solo che ti becchi tra il chiaro e lo scuro… -
- Dovevamo essere certi, lo sai bene anche tu. Ti hanno riservato un trattamento molto simile –
- Io non sono lei. Mi sembra chiaro che sia più delicata! –
- ‘Più delicata’ lo dici a qualcun altro! – lo rimbrottò la sorella, non senza nascondere un’altra smorfia di dolore al minimo movimento che aveva fatto.
- Non avresti dovuto alzarti – con delicatezza il Cavaliere la sollevò e la ridepositò sulla poltrona. Risollevandosi, il suo volto si aprì in un ampio sorriso – Visto? Tutte le donne prima o poi mi cadono tra le braccia! –
- Milo, finiscila… -
- Andiamo, Camus! Ho ragione! –
Prima che potesse replicare, qualcuno bussò alla porta, e un volto incorniciato di meravigliosi riccioli rossi spuntò nel vano della porta:
- Saga, mi hai fatto chiamare? –
- Oh sì Marin, vieni pure –
Una bellissima ragazza entrò nella stanza.
- Oh, finalmente un po’ di frittola! – esclamò Fabrizio sottovoce, guadagnandosi una gomitata da parte della sorella, che sibilò:
- Ma sei impazzito? Cafone! –
- Eh, certo! Tu sei circondata da ragazzi e sono due giorni che ti lustri gli occhi, la tua espressione da ieri mattina fa concorrenza ad un pesce lesso, e poi io sarei un cafone? –
Nel frattempo la ragazza, che non sembrava aver notato nulla, si era avvicinata a loro tendendo la mano con un sorriso:
- Ciao! Il mio nome è Marin, e sono Cavaliere dell’Aquila. Immagino che voi siate Ginevra e Fabrizio, i due nuovi arrivati. Ioria mi ha già parlato bene di voi –
Ginevra le strinse la mano ricambiando il sorriso:
- Piacere di conoscerti –
- Quindi, Saga – chiese Marin voltandosi verso il Cavaliere – Come posso aiutarti? –
- Ginevra non può essere spostata dalla tredicesima casa, almeno per stanotte, temo che le ferite possano riaprirsi – guardò con la fronte corrugata la fasciatura sulla gamba della ragazza, che già si stava nuovamente tingendo di rosso – E preferirei che non restasse sola, per ogni evenienza. Ma vorrei anche che dormisse, la notte scorsa non ha riposato bene. Potresti restare qui e farle compagnia? –
- Ma certo, nessun problema! Così potremo conoscerci meglio! Anzi, potremmo chiamare anche Shaina e fare un pigiama-party tutto al femminile! Ti riempiremo di pettegolezzi! –
- Ehm – si intromise Saga – preferirei che stanotte dormisse e riposasse –
- D’accordo, scusate. Vorrà dire che il pigiama-party lo faremo un’altra volta! –
- Ehi, fermi un momento! – esclamò Fabrizio – Perché hai dovuto chiamare una baby-sitter? Posso benissimo stare qui io con lei! –
- Come ho detto prima, preferirei che lei dormisse, e anche tu hai bisogno di riposare –
- E perché non posso riposare qui con lei? –
- Perché tu russi! – sbottò Ginevra – Non vuole passare per maleducato dicendolo davanti a tutti! Se resti qui, tu riuscirai a dormire, ma io no! –
- Simpatica come sempre, vero? –
- Sei tu che te le tiri addosso! Hai stressato fino a che non ti è stata detta la verità in modo esplicito! Se avessi accettato la prima risposta… –
- Ti è così difficile capire che non voglio lasciarti in mano a questi psicopatici? –
- Perché non provi nemmeno a fidarti un po’? –
- Ci ho provato. E sai cosa ne ho ricavato? Tu sei svenuta perché ti hanno massacrato e fatto saltare il pranzo, e adesso ti ritrovi seduta su una poltrona mentre ti cambiano la fasciatura perché ti si è riaperta una ferita solo perché hai cercato di alzarti! Senza parlare di tutto il resto! Dicono di dover trovare delle risposte, ma non ne cavano un ragno dal buco! Come pretendi adesso che ti lasci da sola? –
- Non mi faranno del male. Io mi fido di loro –
- Io no! –
- Senti – propose Mur – per oggi non prenderemo alcuna decisione in merito a voi due. Che ne dici se ti sistemi nella camera qui accanto? Lady Saori non ne sarà molto contenta, ma per una notte lo può accettare. Poi domani mattina decideremo dove potrete sistemarvi –
- ‘Decideremo’? –
- Deciderete –
- Dai, Fabri – Ginevra pose una mano sul braccio del fratello – Prova a dare loro almeno una possibilità… -
Il ragazzo li osservò tutti con aria torva per qualche secondo, poi buffò:
- Va bene. Ma questi se ne escono tutti dalla tua stanza! –
- Agli ordini! – sorrise Aldebaran scattando sull’attenti.
- D’accordo – disse Marin, alzandosi in piedi – Adesso fuori tutti! –
- Solo un attimo ancora – Milo si avvicinò alla ragazza e con un gesto fluido la prese in braccio.
- Ehi! – protestò lei – Me lo sentivo che stavi solo aspettando l’occasione per allungare ancora le mani! Mettimi giù! Immediatamente! –
- Ci mancherebbe! Mur ti ha appena rifatto la fasciatura, se ti alzi in piedi il taglio si riaprirà di nuovo – la posò sul letto – E poi – le sussurrò, facendole l’occhiolino – la faccia di tuo fratello è troppo divertente – Ginevra allora guardò Fabrizio, che sembrava sul punto di esplodere, gli occhi enormemente spalancati e rabbiosi. Soffocò un risolino, divertita.
- Non hai tutti i torti… -
- Se proprio sicura di non volere che mi fermi io con te? Sono un’ottima compagnia, sai? –
- Ehi, marpione, datti una calmata! –
- Forse ora è meglio che ce ne andiamo – la voce di Saga era leggermente seccata, ma nessuno se ne accorse – o voi non riposerete più. Buonanotte, Ginevra – e con un sorriso uscì dalla stanza, accompagnato dagli altra Cavalieri. Solo Fabrizio esitava.
- Te ne vai o no? Voglio dormire! –
- Sei sicura? Io preferirei restare qui con te… Se ti do fastidio perché russo potrei accendere la luce della scrivania e leggere, così non mi addormenterò… -
- Scordatelo! Hai bisogno di dormire almeno quanto me! Stai tranquillo! –
- Non ti preoccupare – Milo, che si era attardato aspettandolo, gli pose una mano sulla spalla – Ci penserà Marin: ha molti allievi tra le nuove reclute, ed è perfettamente in grado di capire se c’è qualcosa che non va. Se ci sarà bisogno di qualcosa ci penserà lei. Fidati, è al sicuro –
- Se tu resti fuori dalla sua stanza, sarà sicuramente molto più al sicuro – sibilò il ragazzo, ma si lasciò accompagnare fuori, chiudendo la porta.
- Bene! – esclamò Marin appena rimasero sole, fregandosi le mani – Ed ora, a nanna! –
- Aspetta, per favore – Ginevra la guardò, pensierosa – Tu chi sei? Cioè – rispose allo sguardo interrogativo dell’altra – non riesco a ricordarmi di te da quello che ho visto… -
- Non sono sicura di quale nome mi abbia dato la versione italiana… Sono stata la maestra di Seiya, Cavaliere di Pegasus –
- Ah, Castalia! –
- Castalia? Così mi chiamano? E’ un bel nome, mi piace! –
- Ma… andavi in giro con in faccia una maschera di metallo! Se non ricordo male, dovevano farlo tutte le donne, c’era sotto una qualche questione d’onore, sul fatto che nessun uomo doveva vedervi… Mi ricordo che c’era anche quell’altra, che aveva cercato di far fuori il tuo protetto, proprio perché le aveva tolto la maschera, e poi se ne era innamorata… -
- Uhm… Sì, più o meno… Quella di cui tu parli è Shaina, ma non è andata esattamente così… Kurumada voleva rendere un po’ più interessante la storia, quindi si è inventato questa evoluzione… La verità è che all’inizio ha cercato di ucciderlo, anche e soprattutto perché combattevano in due fazioni diverse, ma quella della maschera non era una legge del Grande Tempio, era più che altro una questione d’onore che ci hanno inculcato sin dai tempi dell’addestramento; ma poi, quando ci siamo scoperti alleati, ha lasciato perdere, decidendo che non ne valeva più la pena. Ma non si è mai innamorata di lui… Per fortuna, perché due con il loro carattere si sarebbero eliminati a vicenda nel giro di pochissimo! Poi, dopo la guerra con Hades, quando è tornata la pace, la dea Atena ha concesso un desiderio ai cinque Cavalieri di Bronzo che fino all’ultimo avevano combattuto per lei; quell’angelo di Shun di Andromeda ha chiesto ed ottenuto che fossimo liberate dall’obbligo della maschera. Lo consideriamo un po’ il nostro salvatore, anche se la cosa lo ha sempre messo in imbarazzo – sorrise – I più maliziosi dicono che lo ha fatto solo per provarci liberamente con June, sua compagna di addestramento, ma tra di loro non si sono mai considerati più che fratello e sorella. Io credo che davvero avesse notato quanto questo per noi fosse ingiusto e mal tollerato, e con la sua limpida sensibilità abbia trovato un modo per aiutarci. Mai e poi mai avrebbe chiesto qualcosa per se stesso… -
- A questo punto mi hai messo addosso una grandissima curiosità… E gli altri cosa hanno chiesto? –
- Sono passati anni, non sono sicura di ricordarmi… Aspetta… Ah sì, Hyoga del Cigno ha fatto ricostruire il villaggio in Siberia dove ha fatto l’addestramento, che era stato distrutto da Arles, e ha aiutato gli abitanti a ricominciare, finalmente. Non ricordo Shiryu del Dragone né Ikki di Phoenix, ma Seiya ha voluto tutta una serie di aiuti per l'orfanotrofio St. George, che è stato rifatto da cima a fondo, e una vacanza pagata di un mese con sua sorella… Non mi ricordo dove, forse in Egitto… O sul Mar Rosso? –
- Sei andata in vacanza un mese e non ti ricordi dove? –
- E io che c’entro? –
- Come? Ma non sei tu sua sorella? –
- Oh miei dei, no! – si batté una mano sulla fronte, ridendo – Io sono solo la sua maestra, è stata un’altra invenzione di Kurumada. No, Patricia è realmente fuggita dall’orfanotrofio dove era ospitata con il fratellino, e davvero non si sono più avute notizie di lei per molti anni. Sono riuscita a ritrovarla e a riportarla a Seiya solo durante la guerra contro Hades. In fondo, sarebbe stato impossibile che io fossi realmente Patricia. Pensaci: se lo fossi stata, avrei dovuto fuggire dall’orfanotrofio, raggiungere Atene e diventare Cavaliere d’Argento nel breve periodo in cui Seiya è rimasto a villa Kido, in barba al fatto che l’addestramento di un Cavaliere dura almeno sei anni –
- Uhm… Sì, in effetti hai ragione –
- Ora basta chiacchierare. Devi dormire, e se non ti lascio riposare domani mattina Saga e Mur mi faranno la pelle –





Ciao a tutti!

Eccoli qua, tutti i miei boccaloni... ;-)
Non pensavo che fosse così facile lanciare un amo e far abboccare tutti... hi hi hi... *me si frega le mani soddisfattissima di avervela fatta*
E così chi aveva il permesso di entrare al Grande Tempio era Ginevra, vero? Eh no, miei cari, non sarebbe stato abbastanza divertente scoprire così velocemente tutte le mie carte... :-)

Giusto per precisare, 'frittola' è una espressione dialettale non molto conosciuta nemmeno nella mia città, che indica volgarmente una donna identificandola solo con quell'unica parte che gli uomini considerano...

Va bene, anche questa volta ho trovato il sistema di eliminare le maschere sacerdotali... So cha non dovevo, sono spiacente, ma proprio non le digerisco...

Bene, giusto perchè sono di frettissima, passo subito ai mille ringraziamenti; domando perdono perchè sarò molto breve, ma la tesi mi sta prendendo sempre di più...

whitesary: Come vedi, sono stati malmenati inutilmente tutti e due... :-) Ma no problem, si riprenderanno e torneranno come nuovi... forse... ;-) Che ne dici di questo capitolo? Succede poco poco, ma prometto che nel prossimo la situazione si movimenterà un pochino... :-) A presto, un bacio!

ti con zero: Grazie! Sì, Ginevra è decisamente più sfaccettata, ma del resto è una donna, gli uomini sono sempre molto più lineari di noi... Ma vedrai che prima o poi anche fabrizio doverà prendere un po' in mano le redini della situazione e fare un po' di ordine nella sua testa... E allora ci sarà da ridere... ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!

Martyx1988: Sì, un pochino i due fratelli li fanno impazzire, questi cattivoni dei Gold... Ma del resto, anche loro hanno bisogno di risposte (che io non gli dò... hi hi hi...)... Io credo che alla fin fine, tutti i fratelli si adorino e si tengano la parte, anche se passano le giornate e discutere e a litigare, in fondo si vogliono comunque un bene dell'anima... ;-) Grazie ancora, a presto, un bacio!

Nemeryal: Sì, per fortuna che c'è Dohko... I due hanno un caratterino niente male, e la Mialdy non ama troppo farsi mettere i piedi in testa... Uhm... potrei anche organizzare un incontro in solitaria, FabrizioVsSaori... Chissà cosa ne verrebbe fuori... :-) Grazie di esserci sempre, un bacio!

HOPE87: Grazie! Ehm... E così Ginevra sarebbe quella particolare? *me si mette le mani dietro la testa e si allontana fischiettando soddisfatta*... Va bene, girl power non ancora... Ci penseremo... ;-) Intanto, che ne dici di questo capitolo? Prometto che il prossimo sarà un po' più movimentato... Grazie ancora, a presto, bacio!

anzy: Mi paicerebbe tantissimo far fuori Saori, ma a parte qualche piccolo problema organizzativo che nascerebbe al Grande Tempio, poi chi ci divertiamo ad insultare, se lei non c'è più? :-) Grazie, alla prossima, bacio!

stantuffo: I nomi... Beh, Fabrizio è il mio dolce, tenero, insopportabile, adorato animaletto di casa, cioè mio fratello, ed è lui, in tutto e per tutto (forse un po' esasperato... ma non di molto...); quanto a Ginevra... io sono un po' strana, non amo i nomi femminili tradizionali, forse perchè il mio e quello di mia mamma sono un po' particolari... e a me piacciono così... ci sono pochissimi nomi femminili che mi piacciono, ma credo che Ginevra sarà il nome che metterò a mia figlia... Tutto qui... ;-) Grazie, alla prossima, ciao!

bellissima90: Grazie! Beh, per il momento non si sa ancora chi dei due è quello particolare... hi hi hi... Grazie ancora, a prestissimo, bacio!

RedStar12: Come mi hai mandato una mail??? Non è mai arrivata!!! Nuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!! E' strano, perchè altre persone mi hanno scritto tramite efp, e mi è sempre arrivato tutto... Allora, io ho bruttissima abitudine di pensare che se chi mi scrive ha perso un po' del suo tempo per me, merita che io perda un po' del mio tempo per lui. Indi-ragion-per-cui, se mi si scrive e io non rispondo nel giro di qualche giorno (2 o 3 al massimo), vuol dire che non ho proprio ricevuto la mail. Comunque, se volessi scrivermi ancora la mia mail è rossellaromani@gmail.com . Comunque grazie per il consiglio, sono andata a cercare la canzone, ed è davvero bellissima.
Ora, che dire di Shaka... Ho notato che il mio modo di vederlo ha sempre destato qualche perplessità in chi mi legge... è che io lo vedo proprio come un rigido asceta bigotto fin troppo ligio alle regole (del resto, a parte quello splendido momentino nella saga di Hades, non ha mai dimostrato di possedere un qualunque sentimento umano...)... ;-)
Beh, che dire, sei l'unica ad aver capito che c'era qualcosa sotto al risultato prova... Ti offendi se ti faccio i complimenti? :-)
Eh sì, Ginevra è un Leone fatto e finito, quanto a Fabrizio... l'originale è un Gemelli, e credo che anche questo diventerà adeguatamente schizofrenico... Vedremo... Ai posteri l'ardua sentenza... :-)
Ah, dimenticavo, devo ringraziarti da almeno due settimane per avermi aggiunto tra gli autori preferiti! Grazie!!! *inchino*
A prestissimo, grazie di tutto! Bacio!

Come sempre, grazie anche a tutti quelli che continuano a leggere in silenzio!

Ciao ciao a tutti!
roxrox

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Capitolo 10
*** La parola sbagliata ***


Ginevra socchiuse gli occhi alla limpida luce del sole che entrava a fiotti dalla finestra aperta. L’aria ancora fresca del mattino le solleticava il volto e Marin, appoggiata al davanzale rivolta verso di lei, le sorrideva vivace:
- Su, svegliati, dormigliona! E’ ora di colazione! –
La ragazza si sollevò seduta sul letto, stiracchiandosi.
- Non alzarti ancora. Aspetta solo un attimo – si avvicinò a lei e le svolse la fasciatura alla gamba, controllandole il taglio – Sì, sembra andare molto meglio, a quanto pare la ferita si è quasi rimarginata. Ti fa ancora male? –
- No, per il momento no –
- Perfetto. Prova ad alzarti, e vediamo come va – Ginevra si sollevò in piedi, e non sentendo alcun dolore si voltò in una mezza piroetta – Va bene, va bene, ho capito, ma non esagerare. Saga e Mur hanno portato qui le valigie all’alba, così tu e tuo fratello avete da cambiarvi. Coraggio, sistemati, così vi porto a fare colazione, poi riprenderà il Consiglio dei Cavalieri d’Oro –
- Ancora? – sbottò lei, con uno sbuffo – Oggi cosa vogliono fare? Vivisezionarci? –
- Ah, io non ne so niente. Sono stata invitata ad assistere nel caso in cui fosse necessario il mio aiuto, ma nulla di più –


- Bene, eccoci qua – disse Dohko, quando tutti furono presenti – Shaka, hai pensato a… -
- Abbiamo appurato – rispose il biondo Cavaliere della Vergine – che i poteri di cui uno dei due è investito non hanno nulla a che fare con la sfera fisica. Né l’uno né l’altra sono riusciti a risolvere nulla ieri durante la prova. Quindi si può supporre che sia una cosa più psichica. Dobbiamo prepararli, e provare le loro doti mentali –
- Aspetta un attimo! – obiettò Aldebaran – Prepararli? Lo sai anche tu che ci vogliono anni prima che si sia in grado di sostenere una lotta mentale –
- Non mi serve tutto questo, è sufficiente una veloce infarinatura della situazione perché sappiano a grandi linee cosa li aspetta e cosa ci aspettiamo che facciano. Voglio che i poteri che covano dentro uno dei due lo sostengano nella prova –
- E per l’altro? –
- Sarà dura come e più di ieri –
- Ora basta! – Ginevra stava perdendo la pazienza – So che la cosa non vi tocca minimamente, ma state parlando come se noi non fossimo presenti, né tanto meno senzienti! Ci spiegate di cosa state parlando, possibilmente prima di prendere qualunque decisione? –
- Non avete voce in capitolo – rispose Shaka, imperturbabile – Quindi non vedo perché dovremmo spiegarvi qualcosa prima del tempo –
- Col cazzo che non abbiamo voce in capitolo! – esclamò Fabrizio – Siamo noi a dover fare qualunque cosa stiate decidendo! E se ci rifiutassimo? –
- Cos’è – rise Aldebaran – E’ già ora dello sciopero delle reclute? Sono durati poco! –
- Ma hanno ragione – disse Micene – Hanno il diritto di comprendere cosa vogliamo fare di loro –
- Quando avremo deciso, lo sapranno –
- Io non voglio sapere dopo la vostra decisione! – protestò Fabrizio – Io voglio sapere prima! E far parte della decisione! –
- E’ inutile spiegarvelo prima – la voce di Milady si impose sulle altre, seccata – Non capireste, per il momento. Tacete, ci fate solo perdere tempo! –
- Cosa? – Fabrizio spalancò gli occhi – Tacete? Ma non se ne parla nemmeno! Qui da due giorni state facendo il bello e il cattivo tempo con noi, e noi dovremmo solo star zitti? Ma chi ti credi di essere per pretendere di decidere di altri senza averne il diritto? –
- Io sono la dea Atena, e dispongo di voi come mi pare e piace, dato che siete entrati senza permesso nel mio Santuario! –
- Io questa prima o poi la strozzo con i suoi stessi pizzi! – mugugnò Ginevra furiosa, incrociando le braccia e guardandola come se volesse incenerirla con lo sguardo.
- Bisogna anche decidere – stava dicendo Dohko – dove sistemarli. Sono rimasti qui due notti e hanno dormito in due posti diversi, ma è bene che si prenda una decisione –
- Io sono disposto ad ospitarli – disse subito Milo.
- Già, soprattutto sei disposto ad ospitare lei! – replicò immediatamente Camus, mentre Fabrizio protestava:
- Tieni giù le mani da mia sorella, pervertito! –
- Uh, quante storie! Volevo solo mostrarmi ospitale! -
- Milo – lo rimbrottò Camus – nessuno sano di mente lascerebbe una ragazza a dormire all’ottava casa, nemmeno se fosse l’unica rimasta in piedi –
- Ah, bene! Bella fiducia! –
- In ogni caso – riprese Shaka – penso sia evidente a tutti che sarebbe meglio tenerli separati –
- Suca! – Fabrizio accompagnò l’esclamazione con un gesto a dir poco volgare – Io non lascio mia sorella in mano a voi pervertiti! –
- Guarda che mi so difendere, e che non sono tutti come quel marpione lì! –
- Ah no? Devo ricordarti dove ti sei svegliata ieri mattina? –
- Dove? – chiese curiosissimo Milo.
- Nel letto di Saga – rispose serafico Kanon, prima che chiunque potesse fermarlo.
Saga sospirò all’udire le mille esclamazioni più o meno sorprese e maliziose, ma prima che potesse aprire bocca e spiegare per l’ennesima volta perché aveva ceduto il proprio letto alla ragazza e dove avesse dormito lui di conseguenza, la voce di Shura giunse alle orecchie di molti, benché avesse parlato in tono pacato:
- Ci mancava solo che fosse una puttanella… -
Ginevra rimase impietrita per una frazione di secondo, poi si voltò come una furia verso il Cavaliere:
- Cosa hai detto? – i suoi occhi mandavano lampi di odio puro. Si alzò e si avvicinò a lui, che fece altrettanto. Ma lei non si fece intimorire, e rimase immobile, fissandolo dal basso.
- Ho l’impressione – sussurrò Ioria al fratello, accanto a lui – che Shura abbia appena detto la parola sbagliata… -
- Ripetilo, se ne hai il coraggio – la voce di Ginevra era bassa ma suonava pericolosamente come un ringhio, il volto era distorto in una maschera di rabbia, le mani, chiuse a pugno, tremavano furiose. Shura sostenne il suo sguardo impassibile; non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, ma la ragazza in quel momento lo metteva stranamente in soggezione.
Nessuno sembrava avere il coraggio di muoversi. Tutti avevano sentito l’osservazione del Cavaliere del Capricorno, e le emozioni erano le più varie, andavano dalla rabbia allo sgomento al compiacimento.
- Coraggio, fottuta capretta belante, ripetilo! – il Cavaliere non rispose – Lo immaginavo. Codardo… -
- Hai sentito benissimo – ‘Codardo’ era davvero troppo – Ho detto ‘Ci mancava solo che fosse una puttanella’ –
L’aria crepitante di tensione acquisì quasi consistenza, e davanti agli occhi stupefatti dei presenti un leggero vortice avvolse Ginevra, che sembrava lottare contro qualcosa che non riuscivano a capire. Dopo qualche secondo parve perdere il controllo, e lanciò un urlo furente, mentre il leggero vortice intorno a lei si trasformava in una furiosa tempesta. Molti Cavalieri cercarono di raggiungerla, per fermarla, ma una misteriosa barriera la proteggeva da tutti loro. Improvvisamente Fabrizio, incredibilmente conscio di ciò che dovesse fare, si avvicinò alla sorella, senza incontrare alcuna resistenza, e le prese la mano, chiudendo gli occhi. Sotto la sua guida gentile ma ferma e decisa, la tempesta a poco a poco si acquietò, svanendo lentamente.
Ginevra si divincolò dalla presa del fratello e, senza guardare nessuno, si voltò ed uscì dalla stanza, dirigendosi a grandi passi verso l’esterno.
- Brutto figlio di puttana! – esplose Fabrizio qualche secondo dopo, ripresosi dalla sorpresa, cercando di saltare al collo di Shura, mentre Micene lo afferrava prontamente per le braccia – Come hai osato? Io ti apro il culo! –
- Basta così – la pacata voce di Shaka si impose su quella del ragazzo – Quello che ha detto Shura ora è di secondaria importanza. Dobbiamo capire che cosa è successo, è questa la nostra priorità –
- Fottiti, santone del cazzo! Me ne sbatto delle vostre priorità! Ora voglio solo far capire a questo stronzo un paio di cosette… -
- Vedi di calmarti. Non ho detto niente di male –
- Niente di male? Niente di male? – stava urlando.
- Quante storie! Ci sono cose ben peggiori che avrei potuto dirle. La sua è stata una reazione decisamente esagerata –
- Ti sbagli, Shura – intervenne Marin, che aveva taciuto fino a quel momento, pur fremendo di indignazione – Non c’è un insulto peggiore che tu possa rivolgere ad una donna –
- Va bene, ma adesso smettetela – li interruppe Lady Saori – Shaka ha ragione, ora dobbiamo preoccuparci solo di capire quali sono i loro poteri, e se e come ci possono tornare utili. Le paranoie di una ragazzina non ci devono distrarre, ci occuperemo più tardi del suo ego offeso –
- Voi fate come volete – disse Saga prima che Fabrizio esplodesse nella più lunga e volgare serie di insulti della sua vita – ma io vado da lei. Non stava certamente bene, e anche se non credo che una qualunque presenza maschile le sarebbe gradita, non intendo lasciarla sola. Se non vuole nessuno accanto, la terrò d’occhio da lontano, prima che faccia qualche sciocchezza –
Non aspettò che qualcuno replicasse, si limitò a voltarsi ed uscire, immediatamente seguito da Fabrizio.
Anche Milo e Micene si accinsero a seguirli, ma vennero entrambi richiamati da Dohko:
- Fermatevi! – i due si voltarono, interrogativi – Sono d’accordo con Saga sul fatto che non è in condizione di restare da sola senza alcun controllo, ma sono già andati in tre, e per il momento sono più che sufficienti. Shaka forse è stato insensibile, ma ha ragione, dobbiamo capire cosa è successo, anche per il bene dei due ragazzi –


Ginevra era uscita dalla tredicesima casa come un automa, e aveva imboccato un sentiero laterale che portava nel bosco retrostante, senza rendersi realmente conto di dove stava andando, lo sguardo vitreo e fisso davanti a sé.
Non seppe per quanto tempo avesse camminato, ma ad un certo punto vide alla sua sinistra un masso che pareva stagliarsi come ultimo baluardo prima della ripida china della montagna. Vi si sedette, raccogliendo le ginocchia al petto ed abbracciandosele, impegnandosi il più possibile per concentrarsi sul panorama davanti a sé.
Riconobbe il sentiero da cui erano arrivati, due giorni prima, e seguì con lo sguardo la stradina che avevano seguito per arrivare alla scalinata dei dodici templi dello zodiaco.
Portò l’attenzione sul villaggio che vedeva in lontananza, alla sua destra.
Quella fottuta capra belante! Aveva solo voglia di torcergli il collo!
Davanti ai suoi occhi si dipanò per un attimo una realtà diversa, e si trovò un’altra volta in quella stanza…
Non ci doveva pensare.
Cosa aveva combinato alla tredicesima casa, poco prima? Non era sicura di quello che aveva fatto: aveva percepito dentro di sé una forza sconosciuta, che premeva per uscire, ma temeva che fosse solo la rabbia verso quel maledetto… uomo… e non voleva che scoppiasse. Aveva tentato di calmarsi, di fermarla, e, forse, se lui non avesse rincarato la dose ci sarebbe riuscita. L’aveva sentita crescere a poco a poco dentro di sé, fino a che non aveva ceduto alla sua forza dirompente ed aveva lasciato che uscisse da lei, cercando di indirizzarla verso quell’essere schifoso, tutto ciò che faceva parte del suo universo in quel momento.
Ma non appena le aveva lasciato via libera, quella enorme potenza aveva preso il sopravvento, levandole il controllo della situazione, e lei era caduta in uno stato di trance, in cui riusciva a vedere tutto senza poter fare nulla per reagire. Aveva l’impressione che tutto le vorticasse intorno, sentiva un potere immenso avvolgerla, percepiva che avrebbe potuto distruggere tutto attorno a lei, lasciandola illesa. Si era riscossa solo quando aveva sentito una mano forte nella sua (era quella di suo fratello, l’avrebbe riconosciuta tra mille, anche senza vederlo); aveva ripreso il controllo, era riuscito a incanalare la sua energia ed aveva fermato quella tempesta che l’aveva sopraffatta. Quando tutto era finito, davanti a lei torreggiavano ancora gli occhi neri della capra, e la rabbia l’aveva assalita di nuovo. Aveva dovuto fuggire, prima di combinare altri guai.
Perché era stato così crudele? Aveva fatto come…
Perse nuovamente lo sguardo davanti a sé, cercando di fare il vuoto nella propria mente.
Non voleva pensare, non voleva ricordare, non doveva assolutamente ricordare.
Cercò in ogni modo di concentrarsi solo sulla rabbia che provava per la capretta belante, ma un’altra voce si sovrapponeva alla sua, anche se tentava in ogni modo di ignorarla…
Andiamo, lo sappiamo tutti e due che sei solo una puttanella! Coraggio, dimostrami quanto sei porca…
No! No, no, no! Scosse la testa, perfettamente consapevole che tapparsi le orecchie sarebbe stato inutile, quella maledetta voce era solo nella sua testa. L’aveva sentita troppe volte, ormai, ma era sempre dolorosa nello stesso modo, il nodo che si formava all’altezza del suo cuore la straziava con uguale intensità.
Rimase immobile, mentre due singole lacrime iniziavano lentamente a scorrere sulle sue guance:
- Non sono una puttana… -


Saga la osservava in silenzio, seminascosto dalla boscaglia poco distante da lei. Avrebbe voluto entrare nella sua testa, per leggere ciò che la turbava così tanto, ma sentiva di rispettarla troppo per invadere nuovamente la sua intimità, come già aveva fatto troppe volte.
Aveva sentito Fabrizio avvicinarsi, ed aveva lasciato che si sedesse accanto a lui con un sospiro.
Erano rimasi così, a fissarla come due angeli custodi.
- Non ha mai sopportato quella parola – il silenzio era così intenso che la voce del ragazzo fece sobbalzare impercettibilmente il Cavaliere. Saga si limitò ad annuire. Capiva.
- Io e lei litighiamo sin da piccoli. Da che mi ricordo, abbiamo sempre battibeccato, e ci siamo sempre detti di tutto, ma non ci siamo mai portati rancore, perché sapevamo che non c’era una reale cattiveria nelle nostre parole – non sapeva neppure perché si stesse confidando con lui, continuava a considerarlo uno psicopatico e il fatto che appartenesse allo stesso gruppo di Shura non migliorava di certo l’opinione che aveva di lui, ma sentiva di doverglielo dire – Un giorno l’ho chiamata così anch’io, non so perché, non l’avevo mai fatto, avevo sempre sentito in fondo al cuore che era una ingiustizia troppo grande per lei. Ma quel giorno ero furioso, non mi ricordo nemmeno il motivo, ricordo solo che volevo ferirla. Ci sono riuscito meglio del previsto: si è irrigidita, non ha detto nulla, si è solo voltata ed è uscita di casa. Mezz’ora dopo, quando è tornata, non mi ha più rivolto la parola, si comportava come se non esistessi. Non so come abbiano fatto i nostri genitori a non accorgersene, ma so che ho dovuto strisciare ai suoi piedi e chiedere perdono in moltissime lingue conosciute e non, prima che ricominciasse a guardarmi e a parlarmi, e le ci sono voluti quattro giorni. Eppure… c’è qualcosa che non va –
- Avete scatenato una potenza immensa, è chiaro che c’è qualcosa che non va – si morse la lingua: non era certamente il momento di eguagliare il gemello in scortesia, e non era colpa del ragazzo se lui era preoccupato – Scusa –
- Non era quello che intendevo. In questo momento non me ne può fregar di meno di cosa sia successo in quella sala, sono solo preoccupato per mia sorella. Quella volta, quando abbiamo litigato e non mi ha parlato per quattro giorni, era furiosa, certo, ma solo quello. Adesso è… triste. Come se si sentisse in colpa. E non riesco a capire il perché –
Saga non rispose. Continuò a guardare la ragazza, mantenendosi impassibile mentre mille pensieri gli turbinavano in testa. Nonostante la tensione, non poteva non pensare all’immenso potere che erano stati in grado di palesare, soprattutto perché esso sembrava completamente scomparso. Pur concentrandosi, non riusciva a percepire alcun cosmo.
Dopo qualche minuto Ginevra sembrò rinunciare a lottare con se stessa, e nascose il volto tra le ginocchia. Le spalle erano scosse dai singhiozzi. Fabrizio strinse i pugni, con un ringhio sommesso:
- Quel maledetto figlio di puttana… -
- Per te è un problema se provo a parlarle io? –
“Beh? Che è questa novità? Adesso mi preoccupo anche dei problemi di una quasi sconosciuta?”
Fabrizio si voltò verso di lui, sorpreso. Gli stava chiedendo il permesso?
Tutto in quel posto lo stupiva: aveva avuto la certezza che nessuno si preoccupasse di loro come persone, ma solo ed esclusivamente come esseri da studiare, per decidere se fossero pericolosi o meno, ed agire di conseguenza. Mai, mai in quei giorni aveva avuto il benché minimo sentore di poter avere voce in capitolo in qualunque discussione, o decisione. Semplicemente, quelle persone avrebbero fatto di loro tutto ciò che volevano. Era lampante, chiaro come la luce del sole. Ed ora quello strano personaggio gli stava chiedendo il permesso di parlare con sua sorella?
- Sì, lo so, forse non sono la persona adatta – riprese Saga – dato che è stato un mio compagno ad offenderla, ma vorrei provare ad aiutarla… -
“E mi preoccupo pure dei suoi sentimenti?”
Fabrizio sospirò:
- La verità è che non avrei idea di cosa dirle, non so come fare a tirarla su, e in questo momento lei non ha bisogno di uno incerto come me. Va bene –
Saga si alzò si avvicinò a Ginevra, sedendosi accanto a lei sull’erba. La ragazza inizialmente non si mosse, come se non si fosse accorta di lui. Poi sollevò nuovamente il volto, e si asciugò le lacrime con un unico gesto fluido, ma non girò gli occhi verso di lui, e non disse nulla.
- Scusa. Il comportamento di Shura non ha alcuna giustificazione. Mi dispiace che tu abbia dovuto sentire quelle parole –
- Non sei tu quello che si deve scusare. Ti ringrazio, ma non è da te che voglio sentirmi chiedere scusa. E non intendo accettarlo –
- Lo immaginavo. Ma è stata colpa mia se è successo tutto – un sorriso leggero – Se avessi saputo che sarebbe saltato fuori questo casino, probabilmente l’altra notte ti avrei lasciata là, seduta in terra nel portico della terza casa –
Fu solo in quel momento che lei si voltò, e fissò il suo sguardo nei profondi occhi blu di lui:
- Tu non hai nessuna colpa, se non quella di essere stato gentile con me. In quel momento ero la persona più confusa e smarrita al mondo, avevo i nervi a fior di pelle e un disperato bisogno di dormire, e tu mi hai aiutata rendendo onore al tuo titolo di Cavaliere. Se al mondo c’è gente simile, che distorce qualunque cosa per farne ciò che vuole, e girarla a proprio vantaggio – la voce si ruppe in un sommesso singhiozzo, e abbassò il volto – non ci possiamo fare nulla –
Si girò nuovamente verso il paesaggio, fissando il nulla davanti a sé, gli occhi nuovamente pieni di lacrime.
“No, ti prego, non voglio ricordare ancora…”
- Non intendo entrare nuovamente nella tua testa – disse lui – Ma se ne vuoi parlare… Di qualunque cosa ti attanagli l’anima… Adesso, più tardi, o anche mai, io ci sono –
“Ma sono impazzito? Cosa mi salta in testa? D’accordo voler essere gentili, accoglierli, difenderli davanti a quell’idiota di Shura e scusarmi per il suo inqualificabile comportamento, ma questo?”
Eppure lei parve rinfrancata, anche se Saga non avrebbe saputo dire se dalla sua offerta di aiuto o dalla sua precisazione di non volerle leggere nella mente.
- Grazie – disse solo, con un sorriso. Il Cavaliere non poté fare a meno di notare quanto fosse affascinante, ma cercò di soffocare quel leggero moto del cuore.
- Ehi, voi! – una possente voce li fece sobbalzare, e voltandosi videro Aldebaran che si avvicinava correndo – Finalmente vi ho trovato! La riunione è finita, ci siamo aggiornati poco fa –
- Cosa è stato deciso? – chiese Saga, alzandosi.
- Beh, ad essere onesti quasi nulla. Nessuno ha capito con precisione cosa è successo, e in assenza dei due diretti interessati non si poteva fare molto… L’impressione che abbiamo avuto tutti è che, qualunque potere abbiano, si manifesti solo quando sono insieme, e questo forse spiega perché nessuno dei due ha superato la prova fisica; ciò che adesso bisogna comprendere è di che natura siano le capacità che hanno, se sono, ad esempio, come te e Kanon, o come i due gemelli di Asgard, o più semplicemente come Micene e Ioria o come Shun e Ikki, o se qualcosa di completamente diverso. Comunque, Kanon ha detto esplicitamente che non vuole avere a che fare con voi due, non più dello stretto indispensabile, quindi alloggerete da me, alla seconda casa, e visti i precedenti vi garantisco due camere separate. Dohko si è rintanato nuovamente in biblioteca con Mur, Shaka è entrato in meditazione, come se servisse a qualcosa… -
- Tu che ci fai qui? – Ginevra solo in quel momento si accorse del fratello.
- Sono sempre stato qui dietro, ti ho seguita poco dopo la tua uscita dalla tredicesima casa –
- E perché? –
- Mah, prova un po’ ad immaginare… Forse perché mia sorella era appena stata pesantemente offesa da una emerita testa di cazzo ed era scappata via? Ho cercato di prenderlo a pedate nel culo, ma quei mentecatti dei suoi amici mi hanno trattenuto, e non me lo avrebbero lasciato toccare, così ho preferito andare dove ero più utile! –
- Oh sì, sei stato utilissimo nascosto tra quei cespugli! –
- Scusa tanto se non ti ho voluto disturbare ma mi sono limitato a tenerti d’occhio nel caso in cui ti fosse saltato in mente di fare qualche cazzata! –
- Ma… sono sempre così? – chiese Aldebaran al compagno mentre i due continuavano a battibeccare.
- Per quel poco che ho visto io, sanno essere anche molto peggio –
- Oh, povere le mie orecchie! –





Rieccomi qui!

Un pochino di movimento ci voleva... ;-)

Sono di corsissima, perchè sto impazzendo tra tesi ed esami, quindi mi scuso con tutti perchè sarò brevissima con le risposte e corro dritta dritta ai ringraziamenti:

HOPE87: Beh, qualcosina adesso è successo... Non rivelo ancora nulla perchè non mi divertirei a sufficienza, ma prometto che presto scoprirò qualche carta... :-) Intanto, che ne dice di questo chap? A presto, un bacio!

bellissima90: Avercelo un fratello come Fabrizio??? Guarda, te lo presto un paio di settimane, poi ne riparliamo! Grazie, alla prossima, bacio!

whitesary: L'indizio è arrivato... Ma ho ancora qualche carta da giocare, per il momento mi limito a spargere semini qua e là... ;-) Grazie, a presto, un bacio!

Gufo_Tave: Vero, nessuno ha mai detto esplicitamente nulla nè nel manga nè nell'anime, ma io, spettatrice media che guardava l'anime, prima di Hades non avevo alcun dubbio sulla parentela tra Marin e Seiya... Soprattutto dopo Khysa di Lymandes... Ho dato per buono che anche Ginevra ci fosse cascata, tutto qui, anche perchè credo sia abbastanza evidente che lei si sia fermata alla serie di Nettuno, dato che i suoi ricordi risalgono per lo meno all'infanzia... Tutto qui. Grazie per esserci sempre e per essere attento al singolo dettaglio, mi aiuti molto. Grazie ancora, alla prossima, ciao!

Nemryal: Già, Ginevra era davvero troppo semplice... Più che altro non era abbastanza divertente, rivelandolo subito... ;-) Grazie per la tua presenza costante, a presto, bacio!

RedStar12: Certo che ti faccio chiamare per il pigiama-party, voglio andarci anch'io, e più siamo più si spettegola!!! Quanto alle regole dell'onore e distribuire calci a tutti... Beh, diciamo che in questo capitolo non ci siamo andati lontano... :-) Grazie, alla prossima, un bacio!

Martyx1988: Vuoi essere chiamata anche tu per il prossimo pigiama-party che Marin organizza? Sai com'è, più partecipanti = più spetteguless... ;-) Quanto al come hanno fatto entrare... pianino pianino, con la calma, vedrai, che faccio sapere tutto... ;-) A presto, bacio!

stantuffo: Come 'non tenerci troppo sulle spine'? E il mio divertimento? :-) Dai, su, qualcosina adesso hanno combinato... Che ne dici? Grazie, a presto, un bacio!

ti con zero: Non ti preoccupare per i ritardi, ti capisco perfettamente, l'importante è che tu ci sia e che continui a leggere... ;-) Quindi, appurato che pare che non ci siano cosmi in giro, cosa è successo? :-) Grazie, alla prossima, bacio!

So di avere in giro mille fic da recensire, domando scusa a tutti, so di essere in ritardissimo, ma sono talmente incasinata in questo periodo che sono costretta a concentrare aggiornamenti e recensioni in un unico momento...
Quindi adesso vado a parlare con il mio relatore di tesi (che mi aspetta tra nemmeno 10 minuti...), dopo di che recensirò tutto chiò che ho indietro, promesso!!!

Come sempre, grazie anche a tutti coloro che continuano a leggere in silenzio!!!

Ciao ciao!
roxrox

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Capitolo 11
*** Grigliata alla seconda casa ***


Saga e Aldebaran accompagnarono i due fratelli alle loro stanze per raccogliere i bagagli, prima di dirigersi verso la casa del Toro.
- Eccoci qui! – esclamò Aldebaran entrando nella propria dimora – Questo è il soggiorno, la cucina, il bagno… Ecco, queste sono le vostre camere. Dato che solo una ha il bagno privato, se per voi va bene avevo pensato di lasciarla a Ginevra, dato che è una ragazza, io e te ci possiamo dividere l’altro, ma fate come preferite –
- D’accordo – rispose Fabrizio guardando la sorella – Almeno non correrai il rischio di vedere strani personaggi nudi… -
- Ehi! – protestò ridendo Aldebaran – Guarda che io giro nudo per casa solo se non ci sono ospiti! –
- Ci crederò solo quando lo vedrò –
- Va bene, va bene… Sentite: adesso è ora di mangiare, e il pranzo è già pronto, ho preparato tutto stamattina, le riunioni dei Cavalieri d’Oro rischiano di diventare molto lunghe e sfinenti e io poi ho bisogno di rifocillarmi, quindi c’è una discreta dose di cibo che ci aspetta. Se volete accomodarvi, sistemerete dopo le vostre cose. Poi per stasera ho organizzato una cena di benvenuto per il vostro arrivo; come ve la cavate in cucina? –
- Fabrizio sa solo che la cucina è il luogo in cui si trova il cibo, ma non conosce l’esistenza di aggeggi chiamati “fornelli”, ad esempio, come non sa che con un coltello si può fare altro che tagliare una bistecca –
- Ehi, sapientona! Credi di essere molto migliore di me? –
- Ma se non sai nemmeno fare due uova sode! –
- Guarda che anche io so cucinare! –
- No, tu sai togliere i “Quattro-Salti-in-Padella” dal sacchetto, metterli in un piatto e infilare tutto nel microonde! E’ molto diverso! –
- Come sei esagerata! –
- Ah sì? Che ingredienti ci vogliono per fare un soffritto? –
Fabrizio aprì la bocca per rispondere, ma non disse niente. Sembrò annaspare per un attimo:
- Non è di questo che stiamo parlando! –
- Ah no? E io che credevo stessimo parlando di cucina… -
- Ma sapete che siete terribili? – Aldebaran si infilò fisicamente tra i due fratelli, impedendo loro di vedersi l’un l’altro – Allora faremo che Ginevra mi aiuterà con il cibo, mentre Fabrizio darà una mano con la preparazione. Ora, chiuse le ostilità, a pranzo! Avanti, marsch! –


- Allora – chiese Fabrizio – quanti posti devo mettere a tavola? –
- Dunque – rispose Aldebaran, pensieroso – siamo: noi tre, Mur e Kiki, Saga, Death, Ioria e Micene, Milo, Dohko e Camus, e Marin e Shaina. Quattordici. Nel mobile basso del soggiorno c’è tutto l’occorrente per apparecchiare, in cucina ti darò il resto – si voltò e cacciò un urlo – Ginevra! Come vanno gli antipasti e il dolce? –
- Benone! –
Il cavaliere entrò nella stanza e con una sola occhiata abbracciò tutto quello che era stato preparato:
- Uhm… Sì sì si, queste briochine al prosciutto devono essere davvero una favola… -
- Giù le mani! – la ragazza colpì il Cavaliere con il cucchiaio di legno che stava usando per mescolare una salsa sul fuoco – Sei peggio dei bambini… -
- Sì, in queste cose sì… Ahi! –
- Ho detto: giù le mani! Volevi che ti stupissi, no? Quindi ti stupirai esattamente come gli altri: all’ora di cena! –
- Va bene, va bene… - la guardò, e per un attimo parve esitare - Senti… Per quello che è successo stamattina alla tredicesima casa… -
- Zitto! – lo interruppe lei, restando ostinatamente voltata verso i fornelli – Per favore. Non… non ne voglio più parlare. Non con te, né con nessun altro di voi. Non ti offendere, ti prego, ma l’unico con cui accetto di parlarne ancora è la capretta belante, e solo se lo farà per strisciare ai miei piedi per chiedermi scusa. Perdonami, ma non ce la faccio –
- Non ti devi scusare. Va bene. E lo dirò anche agli altri: se è questo che desideri, non ne faremo più parola, e ci comporteremo come se non fosse mai successo nulla –
Allora Ginevra si girò, guardandolo con occhi lucidi ma pieni di riconoscenza:
- Grazie –
Lui le fece l’occhiolino, sorridendo:
- Bene, ora è meglio che vada ad aiutare tuo fratello… -
- Bravo… - nel momento in cui si girava nuovamente verso il fuoco, con la coda dell’occhio vide il Cavaliere che fulmineo afferrava un involtino e se lo portava alla bocca, fuggendo dalla porta-finestra rimasta aperta – Al! Accidenti, se ti prendo… -


- Bene – sorrise Ginevra raggiungendo i due – Gli antipasti sono tutti pronti. Mancano solo una paio di cosette per il dolce, ma devo aspettare che si raffreddi come si deve la crema che c’è in frigorifero. Se non serve altro, vado a preparami –
- Perfetto – rispose Aldebaran – Vai pure, e grazie per l’aiuto! Di solito preparo tutto io… -
- Non c’è problema. Mi sono divertita. Mi piace cucinare, ma a casa mia mamma difficilmente me lo permette. Riuscivo a farlo solo… - si rabbuiò e si irrigidì, ma fu solo per un istante, poi sfoderò un sorriso che parve forzato – Beh, io vado –
- Se vuoi – la fermò Aldebaran – lo stereo che c’è in camera tua ha due casse anche nel bagno. Se ti servono, nel soggiorno trovi una montagna di cd. Serviti pure –
- Grazie. Ah – mostrò una chiave che faceva roteare attorno al dito – la cucina è chiusa – rise davanti alle loro facce deluse, e rientrò.
- Che le è preso? – chiese il Cavaliere quando rimasero soli – Perché si è bloccata così? –
- Giovanni – spiegò il ragazzo – Mia sorella aveva un ragazzo, Giovanni. Ogni volta che poteva, cucinava per lui, erano le uniche volte in cui riusciva a diventare la regina della cucina. Probabilmente ricordava questo –
- E… cos’è successo… con Giovanni? –
- Con precisione non lo so. Non ha mai voluto raccontarlo a nessuno. L’anno scorso avrebbero dovuto andare in vacanza insieme, ma sarebbero partiti qualche giorno dopo di noi. Invece la sera prima della loro partenza mia sorella ci telefonò, in lacrime, chiedendoci se poteva raggiungerci al mare. Disse solo che lei e Giovanni si erano lasciati. Stavano insieme da tre anni. Arrivò il giorno dopo: era… distrutta.

Lei entrò,
sulle scale qualcuno guardò
i suoi strani vestiti.
Appoggiò le spalle alla porta dicendo:
“con lui ci siamo lasciati”.
Osservai due occhi segnati
e il viso bagnato dalla pioggia.
“Non so” mi disse “Non so come uscirne fuori, non lo so”.
La guardai,
ed ebbi un momento di pena, perché
sembrava smarrita,
“Io vorrei” mi disse “ vorrei che non fosse
così, ma è proprio finita”.
Disse poi ritrovando un sorriso
 a stento: “Comunque l'ho voluta.
Lo sai, le strade per farmi del male non le sbaglio mai”.

Abbiamo provato a chiederle che fosse successo, io ho provato anche quando eravamo soli, magari non voleva che i miei genitori sapessero qualcosa di particolare, ma lei ha sempre risposto di non volerne più parlare. Alla fine ho smesso di fare domande, ho capito che per lei era meno doloroso così. Ho sempre sentito che ci fosse molto di più della semplice fine di una storia, ma non sono mai riuscito a scoprire cosa, e francamente non ho mai avuto il coraggio di chiedere a lui. Da allora si è buttata anima e corpo nello studio, e ha ricominciato ad uscire con gli amici, qualche volta; potrebbe sembrare che si sia ripresa, che abbia dimenticato e superato, ma io non ne sono mai stato completamente sicuro… -
- Beh – disse Aldebaran dopo qualche istante di silenzio, cercando di sdrammatizzare l’atmosfera, che si era fatta improvvisamente pesante – Se non ha superato tutto, ci penseremo noi a farle dimenticare qualunque latin lover da strapazzo! –
- Già, perché qui non ce ne sono… -
- Ehm… Sì, in effetti Milo è un bel soggetto… Però c’è da dire che si fa perdonare tutto! –


- Ehi! C’è qualcuno qui? – chiamò Camus entrando nell’atrio della seconda casa accompagnato da Milo e Death Mask.
- Venite, venite! – gridò Aldebaran – Siamo nel giardino nel retro! –
- Uhm… che profumino… - gongolò Ioria, giungendo in quel momento con Micene e Marin – Stasera grigliata per tutti… -
- Certo! Però ho fatto una cosa che non dovrà mai giungere alle orecchie di Lady Saori – Aldebaran si avvicinò ai compagni con aria da cospiratore – Ho spogliato un paio di ulivi che si trovavano nel campo oltre il villaggio…Una grigliata fatta con il legno di ulivo ha decisamente un altro sapore… Lo so che non si potrebbe, ma due nuovi arrivi meritano una cena come si deve, no? –
- Non cambierai mai… - sorrise Micene.
- Eccoli qui! – esclamò Milo vedendo avvicinarsi i due ragazzi. Fabrizio non aveva ancora perso la sua aria diffidente, ma sembrava molto meno scontroso delle ore prima – Accidenti principessa, peccato che tu reagisca sempre male ai miei complimenti, perché stasera sei davvero uno splendore! –
- Scusalo – sorrise Camus alla ragazza afferrando l’amico per le spalle – Noi proviamo a tenerlo legato, ma ogni tanto rompe il guinzaglio e ci scappa. Te lo porto via subito! –
- Ma no, dai, Camus! Lasciami qui! –
- Solo se prometti di fare il bravo! –
- Ehi! Ciao Mur! – tuonò Al, mentre il serafico Cavaliere dell’Ariete entrava nella stanza accompagnato da un ragazzo dai folti capelli rossi che Ginevra non riconobbe.
- Ciao! – sorrise lui avvicinando ai due ragazzi e tendendo loro la mano – Non ci siamo ancora conosciuti, il mio nome è Kiki. Sono il fratello di Mur –
- Kiki! – esclamò Ginevra, sorpresa – Accidenti, sei cresciuto! –
- Cresciuto? – le chiese il fratello.
- Beh, sì – rise quello – In effetti il mondo mi conosce come un bambino… -
- Te lo ricordi, Fabri? Era quel bambino che stava spessissimo con loro, quello che aveva poteri telepatici, che si teletrasportava dappertutto… Se non ricordo male, contro Poseidone si portava in giro l’armatura di Libra, così i cinque potevano usarla  per abbattere le colonne… -
- No, proprio non me lo ricordo… -
- Poco male – disse Kiki.
- A proposito di armatura di Libra… - borbottò Ginevra, meditabonda – Chissà che fine ha fatto il maestro di Sirio… Se non sbaglio era lui il Cavaliere di Libra… -
- Sono io – sorrise Dohko, che le era accanto.
- No no, volevo dire quello che ha addestrato Sirio in Cina… -
- Sono io –
- Non mi sono spiegata, io intendo il vecchietto sempre seduto davanti alla cascata… -
- Sono io –
- No, un attimo… Sei tu? Tu saresti il maestro Yoda? –
- Non mi ricordavo che la versione italiana mi avesse dato un nome… -
- Ehm… No, in effetti no… E’… è una storia lunga, guarda, è inutile che ti spieghi… non ne vale proprio la pena… -
“Che figura di merda… Per fortuna che non conosce il maestro Yoda…”
Dohko rise divertitissimo:
- No, so perfettamente chi è Yoda - “La figura è sempre più di merda…” – e so che il manga e poi l’anime mi rappresentavano così… E’ un tiro mancino che mi ha tirato Kurumada perché abbiamo avuto una discussione… E si è vendicato… Ma non somigliavo a Yoda, nemmeno quando avevo le sembianze di un vecchio –
- Le sembianze di un vecchio? Ci capisco sempre meno… -
- Non importa. E’ davvero una storia lunga, vi verrà spiegata con calma. Sappiate solo che anagraficamente sono molto più anziano di quanto sembro, ma che di fatto ho la tua età –
Le fece l’occhiolino e si allontanò, raggiungendo Mur, che poco distante chiacchierava serenamente con Camus.
- Iris… - mormorò qualcuno dietro Ginevra, che si girò si scatto, trovandosi a pochi centimetri di distanza da Saga, gli occhi persi nel vuoto, come se stesse ricordando qualcosa. Sobbalzò, quando si accorse del movimento improvviso di lei – Scusa. Ma non ho potuto fare a meno di notare il tuo profumo – “Ma bravo Saga! Ci mancava solo questa!” – E’ all’iris, vero? –
- Sì – la ragazza si portò istintivamente le mani al collo – Non ti piace? Ti dà fastidio, per caso? –
- Oh no, assolutamente no. Vedi, accanto alla casa dove vivevo con i miei genitori prima che ci portassero via per iniziare l’addestramento, c’era un giardino pieno di iris, mia mamma adorava questo fiore, ed avevano lo stesso profumo… -
“Certo, passiamo pure alle confidenze… E poi?” Senza nemmeno rendersene conto chinò il capo verso il suo collo, aspirandone la fragranza. Si riscosse un attimo dopo, percependola irrigidirsi “Ma che diavolo sto facendo? Devo andarmene, immediatamente! Tieni giù le mani da questa ragazza! Vai via, Saga, prima di commettere una qualche sciocchezza!”
Si raddrizzò, imbarazzato, senza il coraggio di guardarla negli occhi:
- Scusa – le voltò le spalle e si allontanò, rigido, lasciandola un po’ interdetta. Cercando di ridarsi un contegno dopo essere stata lasciata sola come uno stoccafisso, si voltò in cerca del fratello.
E rimase a bocca aperta.
Fabrizio era accanto al barbecue, con Aldebaran e Ioria.
E stava ridendo.
Chiacchierava ridendo e scherzando allegramente con i due Cavalieri, un bicchiere di aperitivo in una mano e una pizzetta nell’altra.
- A quanto pare – constatò Micene accanto a lei – Tuo fratello si sta finalmente sciogliendo –
- Sembra di sì… - la ragazza era visibilmente compiaciuta, anche se sbalordita.
- Ho visto che Saga ti ha piantato in asso. Non ho sentito cosa vi siete detti, ma non ti preoccupare, di certo non voleva essere scortese. Semplicemente lui è fatto così, ogni tanto spuntano nella sua testa pensieri improvvisi, ed ha bisogno di rimuginarci da solo. E’ il suo carattere, sono sicuro che ti chiederà scusa quanto prima –
- Non c’è alcun problema. E’ una festa, no? Si parla e si cambia interlocutore continuamente, non c’è nulla di male – Ginevra strizzò l’occhio al Cavaliere della nona casa, che le sorrise.
- Accidenti – trillò una sconosciuta voce femminile vicino a lei – Quello schianto sarebbe il nuovo arrivato? Proprio niente male! –
“E questa chi è? Giù le mani dal mio fratellino!” pensò Ginevra girandosi a fronteggiare la sconosciuta. Si ritrovò davanti una ragazza dall’aria vivace e sorridente, che parlava animatamente con Marin.
- Oh, Ginevra, ti presento Shaina, Cavaliere dell’Ofiuco –
- Ciao – sorrise quella stringendole la mano – Marin mi ha già raccontato di te, spero che ti possa trovare bene qui. Sembriamo tutti un po’ svitati, ma presto ti accorgerai che lo siamo molto ma molto di più… -
- Ah bene, ci mancava solo questa… -
- Non ti preoccupare – rise Shaina – Ti sarai già accorta che tutto qui è meno solenne di quanto sembri ad un profano… E di quanto Kurumada si sia divertito a descrivere… Beh, questa cena ne è la dimostrazione! –
- Sì, in effetti da quel che ricordo io questa cosa sarebbe stata inconcepibile! –
- Bene, io credo che andrò a fare la conoscenza del tuo fratellino… Non ti dispiace, vero? –
- Oh beh, un po’ gelosa lo sono, ma tanto se vuole sa benissimo difendersi da solo… -
- Perfetto! Mio! – e con un sorriso si lanciò verso Fabrizio, a cui si fece presentare, iniziando senza alcun problema a chiacchierare.
- Shaina è un po’ particolare – spiegò Marin a Ginevra – ma molto meno concreta di quanto le piaccia far credere, soprattutto per quanto riguarda le avances che vorrebbe fare a tuo fratello –
- Non mi preoccupa. Sarei solo contenta se si levasse dalla testa quella che lo ha appena abbandonato. Ci ha sofferto perfino troppo –
- Immagino che non ti piacesse… -
- Sono la sorella maggiore, temo che difficilmente mi piacerà una qualunque ragazza che stia con lui… ma questa proprio… Mi ha sempre dato l’impressione di essere una che voleva Fabrizio solo finché non aveva nulla di meglio… e che da lui pretendesse solo, senza dare mai… Sono stati insieme quasi un anno, non credo di avergli mai visto fare qualcosa che piacesse a lui… Anche questa vacanza ad Atene, l’ha voluta lei, a tutti i costi, anche se Fabrizio avrebbe preferito tutt’altro… -
- Tutti a tavola! – le interruppe il possente vocione di Aldebaran che, aiutato da Fabrizio e Ioria, stava posando sulla tovaglia tre immensi vassoi pieni di leccornie.
- Ci conviene andare – sorrise Marin – O Aldebaran e Death Mask moriranno di fame! –


La notte stava ormai cedendo il passo all’aurora quando alla prima casa Mur si sollevò di scatto a sedere sul letto, gli occhi sbarrati e fissi nel buio:
- La profezia! –





Ciao a tutti!!!

Allora signori miei, come va con i primi caldi? Io tappata tra casa e università a studiare mi sento un po' una reclusa...

Ma questa settimana nulla potrà incrinare il mio infinito buon umore, perchè lunedì io e il mio fidanzato abbiamo ufficialmente comprato casa!!! :-DDD
Quindi se volete insultarmi fatelo adesso, perchè accetterò tutto con il sorriso sulle labbra, e non mangerò nessuno... Forse... ;-)

Prima di dimenticarmi: la canzone in questo capitolo è "Ci penserò domani" dei Pooh.

Vabbeeeeeeeeeene, basta sproloquiare e passiamo a voi:

stantuffo: Grazie! Sì, mi sto divertendo parecchio con questi due, io cerco di svilupparli bene e come si deve per potervi mostrare esattamente come sono, ma c'è da dire che spesso mi scappano di mano e fanno quello che vogliono... ;-) E comunque io amo la tua recensione contorta, mi piace quando mi dite cosa ne pensate (e mi gaso esageratamente quando comprendete le mie intenzioni e capite quello che intendo presentando una data situazione o un certo personaggio...)... :-) Grazie ancora, a presto, bacio!

Nemeryal: Grazie grazie!!! Che bello, sono contanta che ci sei sempre! :-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!

HOPE87: Sì, Shura non è stato molto cavaliere... Scorbutico come pochi... :-) Beh, in effetti le intenzioni di Ginevra non erano molto dissimili... ;-) Grazie, e crepi il lupo! Alla prossima, un bacio!

bellissima90: Fabri è un viaggio, arriverà tra poco... E io qui sto già raccogliendo le scommesse su quante ore ci metterai a rimandarmelo indietro... ;-) Grazie, a presto, bacio!

Martyx1988: Cotta con i controfiocchi... Uhm... Io non dico niente... *me si mette km di scotch sulla bocca per non farsi scappare spoiler* Grazie per esserci sempre, alla prossima, bacio!

whitesary: Grazie! Massì, dail lo sappiamo che Shurino è un po' scorbutico... Ma è taaaaaanto carino che prima o poi gli perdoni tutto... (e questo ovviamente vale anche per tutti gli altri... :-)°°°) Quanto agli indizi... Tranquillla, tra pochino svelerò parte del mistero (mica tutto, altrimenti non mi diverto più...) ;-) Grazie ancora, a presto, bacio!

Come sempre, grazie anche a tutti quelli che continuano a leggere in silenzio!
Ciao ciao!
roxrox

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Capitolo 12
*** Profezia ***


- Tu dici? – chiese Dohko, guardando dubbioso il compagno della prima casa. Quella mattina all’alba Mur lo aveva raggiunto e, tiratolo giù dal letto, gli aveva esposto la sua teoria.
- E’ l’unica spiegazione possibile alla loro presenza qui –
- Ma la profezia si riferisce ad una sola persona! –
- Questo è quello che abbiamo sempre creduto. Ma pensaci, in quale punto viene specificato? –
- Quindi tu credi… -
- Evocazione e controllo sono due capacità diverse –
Dohko chiuse gli occhi, meditabondo, incrociando le braccia.
- Potresti aver ragione – disse dopo qualche minuto di riflessione – Dobbiamo riunire tutti, e spiegare loro la situazione –


Ginevra entrò sbadigliando in cucina.
- Buongiorno a tutti –
- Oh, bene, ti sei svegliata! – la salutò Aldebaran, mentre Fabrizio rispondeva con un mugugno ancora insonnolito – La colazione è pronta! –
- Ma… ma… questa sarebbe una colazione? – la ragazza guardava con occhi sgranati il tavolo, ricoperto di ogni ben di Dio.
- Beh, sì, il fatto è che non sapevo cosa vi piace, così stamattina ho preparato un po’ di tutto, per farvi assaggiare quello che so fare. The? Caffè? Latte? Cioccolata calda? Mokacino? –
- Cioccolata calda? Wow… -
- Con la panna – precisò il fratello, con un ghigno al di sotto dei baffi bianchi.
- Giusto! Facciamoci male già di prima mattina! –
- Vi conviene riempirvi finchè potete – consigliò Al – Non appena capiranno chi dei due è colui che vi ha permesso di entrare e decideranno se deve essere sottoposto ad allenamento, verrà messo anche a dieta… E vi garantisco che non sarà simpatico! –
- Dieta? – Ginevra era sbalordita – Non se ne parla proprio! Io non mi metto a dieta! –
- E chi ha detto che sei tu quella che si deve mettere a dieta? –
- Ah, ci risiamo con questa storia! Se fossi tu, ti metteresti a dieta? –
- Assolutamente no! –
- Allora perché rompi e mi contraddici? Non puoi una volta ogni tanto darmi ragione e non stressare? –
Aldebaran alzò gli occhi al cielo:
- Va bene, va bene… Ora finite la colazione e poi andate a prepararvi, Dohko ha fatto sapere stamattina all’alba che ci vuole tutti alla tredicesima il prima possibile. Forse hanno trovato qualcosa… -


L’atmosfera era stranamente silenziosa nell’immensa sala delle riunioni. In un modo o nell’altro, tutti avevano capito che sarebbero arrivate delle risposte, ma non potevano chiedere prima dell’arrivo della dea.
Quando finalmente Saori fece il suo ingresso nella stanza, saltò qualunque convenevolo, rivolgendosi direttamente al Grande Sacerdote:
- Allora Dohko, dicci: hai qualche idea? –
- Per la verità, Milady – iniziò lui – Preferirei che fosse Mur a esporre la situazione, dato che forse è stato lui a trovare la soluzione –
Ad un cenno di Saori, Mur parlò:
- Io credo, Milady, che essi siano l’oggetto della profezia di Tiresia –
- Quella profezia? –
- Sì, Milady –
- Ma di cosa stanno parlando? – mormorò Milo a Camus, accanto a lui – Tu ne sai qualcosa? – Il Cavaliere dell’Acquario si limitò a scuotere la testa, in silenzio.
- Scusate – chiese Ioria, titubante – Potreste spiegare anche a noi? –
- Hai ragione Ioria – rispose Mur, accingendosi a raccontare – Ai tempi del Mito, l’indovino Tiresia fece una profezia, probabilmente rivolta ad Atena. Da allora, è stata tramandata da Grande Sacerdote a Grande Sacerdote, perché non si perdesse nella notte dei tempi. Era troppo pericoloso scriverla –
- Perché? – chiese Milo.
- Chi è questo che hanno nominato? – chiese Fabrizio sottovoce.
- Tiresia. Era un grande profeta e veggente della mitologia greca. Deve essere quello che ha incontrato Ulisse quando è sceso nell’Ade… -
- Ah sì, mi ricordo, l’ho studiato in prima superiore –
- Per due motivi: il primo era che non si poteva correre il rischio che qualcuno la conoscesse, il secondo era che non si poteva rischiare che, scrivendola, ci si dimenticasse di essa –
- Non ho capito… -
- Vedi Milo, se una cosa viene scritta, c’è il pericolo che ci si affidi al fatto che è scritta, e si finisca per non ricordarla più. Ma questa era troppo importante, perché parla della sconfitta di una divinità. Ecco perché non si può rischiare che venga dimenticata –
- E’ un problema se non ci capisco nulla? – borbottò Fabrizio alla sorella – Tu, che li conosci meglio e te li ricordi… -
- Non sto capendo niente, esattamente come te –
- Eh, utile conoscere i Cavalieri dello Zodiaco, se poi sei al mio livello… -
- Ma tu – stava obiettando Micene, rivolto a Mur – Non sei e non sei mai stato Grande Sacerdote! Come è possibile che tu la conosca? –
- Proprio per la sua importanza, non si poteva correre il pericolo che andasse perduta a causa di una eventuale improvvisa morte del Grande Sacerdote. Il suo compito, quindi, oltre che di custodirla, era anche quello di rivelarla ad una seconda persona di fiducia, in modo che in caso di morte improvvisa pensasse essa stessa ad informarne il nuovo Grande Sacerdote. Fu Shion, il mio maestro, ad affidarmi questo segreto –
- Questo è un grande – sogghignò Fabrizio – Sa anche quello che non dovrebbe sapere… Posso fare il suo allievo? –
- E’ già Kiki il suo allievo e successore – gli rispose Ginevra.
- Peccato! –
- Ma quando sono salito io sul trono di Grecia – disse Saga – Non mi hai mai detto nulla –
- Perdonami, Saga. La verità è che non mi sono mai fidato di Arles. Mi dispiace –
Saga sorrise:
- Hai fatto bene. Non ti scusare –
- Prima della guerra contro Hades – continuò il Cavaliere della prima casa – affidai la sua custodia a Kiki. Fortunatamente, grazie alla nostra dea poi tornammo tutti in vita, e allora assolsi il mio compito di consegnarla nelle mani del nuovo Grande Sacerdote, Dohko –
- Va bene, abbiamo capito tutto… più o meno – ribatté Milo – Ma si può sapere cosa dice questa profezia, e perché tu, Mur, sei convinto che loro ne siano l’oggetto? –
Il Cavaliere della prima casa chiuse gli occhi, ricordando, e iniziò a recitare con voce solenne:

Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo
brilla nell'oscurità.
Lo invoca chi è più leggero del vento,
chi non ne ha la facoltà.

Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo
brilla nell'oscurità.
Lo maneggia chi, per gli abitanti dell'Olimpo,
non è che accidentalità.

Tanto tempo fa, sotto il cielo blu,
era un'altra la realtà:
impeccabile regnava l'armonia laggiù,
tra umani e divinità.

Dai racconti del passato tornerà
la più antica profezia
che la strada più nascosta indicherà
per seguir la retta via.

Il cammino ormai è iniziato ormai,
nulla lo interromperà
perché nel cielo la luna non manca mai,
e il sole non si spegnerà.

Troppa è la potenza per coloro che combatteranno
ma il coraggio è altrove:
i più piccoli lumi abbatteranno
l'arrogante parente di Giove.

Vegliate su di loro, spiriti degli antichi eroi,
grandi del passato, esempio di lealtà;
combattenti dei tempi del Mito, spetta a voi
dire ora come si fa.

Il cuore si innalza, le stelle stanno a guardare,
questo raggio di semplicità.
Perché tutti vogliono un mondo migliore,
ma pochi sanno dov'è felicità.

- Oh sì – mugugnò Fabrizio ironicamente nel silenzio che seguì le parole di Mur – Ora è tutto moooooolto più chiaro… -
Venne immediatamente fulminato dallo sguardo di Shura:
- Se non siete in grado di comprendere, tacete e non disturbateci! –
- Oh scusate, somma Capretta Belante… - il ragazzo fece un inchino esagerato – Mi sembrava di aver capito che fosse di noi che stavate parlando… Se non è così e vi stiamo dando tutto questo disturbo, possiamo anche andarcene da questo posto e tornare a casa nostra… -
- Credimi, in questo momento non c’è notizia che mi farebbe più piacere! –
- Ma non hanno tutti i torti, Shura – si intromise Micene – Del resto, anche io ho qualche problema a comprendere… -
- In effetti – disse Ioria – mi vien difficile capire come possano essere loro due l’oggetto di questa profezia… Del resto, sentendola ho pensato ad una persona sola –
- Chi dei due? – chiese Milo.
- Entrambi – rispose Mur – Le prime due strofe sembrano riferirsi alla stessa persona, ma forse non è così –
- Lo impugna chi è più leggero del vento – recitò Camus, pensieroso – chi non ne ha la facoltà… -
- Lo maneggia chi, per gli abitanti dell'Olimpo – concluse Shaka - non è che accidentalità –
- Ma questi l’hanno già imparata a memoria? – Fabrizio era incredulo – Io ricordo a malapena un paio di parole qua e là… -
- La seconda strofa – ragionò Dohko – si riferisce molto probabilmente ad un mortale, colui che non è che un soffio per gli dei immortali –
- Va bene… e la prima? – chiese Aldebaran.
- Una donna, ovviamente! – disse Ginevra, guadagnandosi una occhiata ammirata da parte di Mur.
- Una donna? – Death Mask era interdetto – E da cosa l’hai deciso? –
- Beh… La donna è mobile qual piuma al vento… - la ragazza arrossì. Temeva di aver detto un’idiozia, e si vergognava terribilmente.
“Aiuto…”
- E questa – chiese Milo – Da dove l’hai tirata fuori? –
- Milo, sveglia! – Death Mask era allibito – E’ il Rigoletto! Giuseppe Verdi, opera lirica… Ti dice niente? –
- Ma il Rigoletto – obiettò Aldebaran – risale al secolo scorso! Questa profezia è dei tempi del Mito! –
- Giuseppe Verdi – mormorò Dohko, pensieroso – Conosceva Shion… -
- Davvero? – il Cavaliere dello Scorpione era allibito.
- Un Grande Sacerdote deve saper tessere una tela di rapporti molto fitta, per poter sempre essere in grado di controllare la situazione… -
- E conoscere Giuseppe Verdi faceva parte di questa rete di rapporti? –
- A quanto pare sì… -
- E tu credi – Ioria si rivolse a Mur – che il tuo maestro avesse compreso, almeno in parte, ciò che la profezia voleva dire e avesse affidato a Giuseppe Verdi il compito di svelare questo pezzo del puzzle? –
- Non sarebbe poi così privo di senso… - mormorò Camus.
- D’accordo, mi può anche star bene questa interpretazione – disse Death Mask – ma io continuo a non vedere il motivo per cui l’oggetto di queste due strofe siano due persone diverse! –
- Perché fa una precisa distinzione tra invocare e maneggiare – precisò Mur – Se fosse stata la stessa persona, non ce ne sarebbe stato bisogno –
- In effetti – ragionò Shaka – quando la ragazza ha scatenato quell’immenso potere, ne ha immediatamente perso il controllo. Solo l’intervento del fratello ha permesso di placare quella potenza –
- Secondo te – sussurrò Ginevra a Fabrizio – Non usa i nostri nomi perché non ci considera nemmeno o perché non se li ricorda proprio? –
- Io voterei per la seconda… -
- Va bene, diciamo che quello che dici tu, Mur, è vero – accettò Ioria – Cosa vorrebbe dire? –
- Molto probabilmente – rispose Shaka – che questi due hanno il potere di eliminare la nostra dea –
- Noi avremmo – mormorò Ginevra stupefatta, cercando di non scoppiare a ridere – il potere di fare cosa? –
- Sto ritornando sulle mie idee iniziali – sogghignò Fabrizio – riguardo la sanità mentale di questo branco di pazzi… -
- E stavolta non ti do torto… -
- Immaginavo – commentò acidamente Aphrodite – che questi qua ci avrebbero dato problemi… Basta vedere come si sono presentati… -
- Farmi tutti! – esclamò la ragazza, alzando la mano in un gesto perentorio – Adesso la piantate di dire cazzate! La Barbie qua asserisce che noi saremmo in grado di eliminare la signorina qui presente? –
“E ringraziate che non l’abbia chiamata come meriterebbe…”
“Grazie”
“Saga, credevo di essere stata chiara!”
“Scusa, ma in questi momenti mi preoccupi”
“Saga…”
“Va bene, va bene, me ne vado…”
- Giusto per capirci – continuò Fabrizio – Dato che si crede una divinità e ha dodici Cavalieri d’Oro più un numero imprecisato di altri metalli pronti a saltarci addosso e farci il culo a strisce se anche solo alziamo un ditino, come pensate che noi possiamo minimamente rappresentare un problema? Se non ricordo male, alla prova fisica è stato più che evidente che a voi basta davvero sollevare un ditino per atterrarci! –
- Casomai non te lo ricordassi – ribatté Shaka, imperturbabile – Qui dentro tu e tua sorella avete scatenato una potenza immensa! –
- Quindi mi stai dicendo – il tono del ragazzo era sarcastico, e venato di una malcelata soddisfazione – che tu e i tuoi amici qua non sareste stati in grado di fermarci, neppure con i vostri feeeeeeeeeenomenali poteri cosmici? –
Per una volta il biondo Cavaliere della Vergine parve preso in contropiede: era più che evidente a tutti che qualunque risposta avesse dato gli si sarebbe ritorta contro.
- E bravo il nostro Fabrizio! – rise Death Mask – Sei riuscito a zittire Shaka! E’ un’impresa degna di un Cavaliere d’Oro! Tanti di noi non ce l’hanno mai fatta! –
- Possiamo tornare all’argomento principale della riunione? – la voce di Saori mise fine a qualunque risposta stesse per uscire dalla bocca di Shaka.
- Perdonateci, Milady – si inchinò Dohko, contrito.
“Umpf” sbuffò Ginevra silenziosamente “Lo preferivo quando era vecchio ed era lui a dare gli ordini, anche alla pulzella… Adesso mi sembra un po’ troppo zerbino per i miei gusti…”
- Stavamo dicendo – riprese la dea – che questi due avrebbero nelle loro mani il potere di distruggermi? –
- La profezia parla chiaro – rispose Shura.
- Oh beh, se parla chiaro per voi… - borbottò Fabrizio, inviperito.
- Ma non hanno tutti i torti – obiettò Milo – Noi siamo dodici Cavalieri d’Oro, e loro, nonostante tutto, due semplici mortali privi di cosmo! D’accordo, quando Ginevra ha dato fuori di matto ha evocato una energia che non siamo stati in grado di contrastare, ma eravamo anche stati colti di sorpresa! –
- E soprattutto – ribatté Shura – immagino che nessuno di voi si sia impegnato molto per fermarla… temevate di farle male, vero? Oh poverina… -
- Ricominci? – ruggì la ragazza – Vuoi un altro assaggio e ci provi tu a fermarmi? Così vediamo se sei così figo come sembri o se sei solo una fottuta Capretta Belante… -
- Te le cerchi, Shura… - commentò serafico Camus.
- E poi – chiese Fabrizio, stranito – Perché dovrebbe interessarci far fuori la vostra dea Atena? Cosa ce ne verrebbe in tasca? Che ce frega? –
- Questo ancora non lo sappiamo – ammise Mur – e francamente non so darvi una risposta –
- Quindi che dovremmo fare? – domandò Milo.
- Beh, magari per prima cosa potreste mandarci a casa – propose Ginevra – Giusto perché così ci tenete lontani da questa signorina… -
- Ti piacerebbe, eh? – chiese Aldebaran.
- Ci hai provato – sorrise Ioria – Ma ti è andata buca –
- Forse sarebbe il caso di tenerli separati… - suggerì Kanon.
- Ah, ci risiamo… - mormorò la ragazza alzando gli occhi al cielo, mentre suo fratello già protestava:
- Scordatelo! Sono stanco di essere sballottato di qua e di là come un sacco di patate! Da Al siamo e da Al resteremo! Tutti e due! Sono stufo di traslochi da una casa all’altra! Il giro turistico del posto voglio farlo senza valigie! –
- Le dodici case dello Zodiaco – ribatté Aphrodite – Non sono una attrazione turistica! –
- E allora non fatecele vedere tutte! –
- Chi ha detto che sei tu quello che si deve spostare? – disse Kanon – Se tua sorella accetta, può essere tranquillamente ospitata in qualunque altra casa –
“E qui ti volevo…”
Sul volto della ragazza apparve un sorriso sadico:
- Va bene. Vorrà dire che tornerò a casa tua –
- Cosa? Scordatelo –
- Mi sembrava di averti sentito dire che se avessi accettato avrei potuto tranquillamente essere ospitata in qualunque altra casa… - assunse un’aria innocente – Ho capito male per caso? –
- Hai capito benissimo – rise Death Mask, più divertito che mai – Eh, mio caro Kanon, ti sei dato la zappa sui piedi! Ma tu – si rivolse a Ginevra – Perché vuoi tornare alla terza casa? Lo sai che ti renderebbe la vita impossibile? –
- E tu lo sai che io dopo diciannove anni di convivenza con questo qui – indicò Fabrizio – sono diventata una maestra a rendere la vita impossibile agli altri? So essere molto più insopportabile di quanto mi abbiate vista finora, se mi impegno la mia maturitò può retrocedere fino alle elementari! –
- Su questo non ho alcun dubbio… - borbottò Shura, guadagnandosi un’occhiata gelida.
- Vuoi provare? Con te mi impegnerei ancora di più… E ti garantisco che in quei momenti non mi augurerei al mio peggior nemico! – Shura sbuffò sonoramente, ma la ragazza lo ignorò e si rivolse nuovamente a Kanon – Quindi, mi vuoi a casa tua? –
- No –
- Bene, la decisione è presa. Resterò alle seconda casa con Al –
Incrociò lo sguardo di Saga, ed ebbe l’impressione di notare, dietro al sorriso divertito, una traccia di delusione nei suoi occhi.





Eccomiiiiiiiiiiiiiiii!!!

Buooooooooooooooooongiorno a tutti!

Va bene, va bene, d'accordo, la poesia non è il mio forte... E' meglio che continui a dilettarmi con la prosa...
Invoco pietà, ma ormai il canovaccio era sistemato, e serviva una profezia... Facciamo finta che sia venuta bene... ;-P

Prima che qualcuno mi rimproveri o mi accusi di plagio, sì, la frase "un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo" è presa dalla sigla italiana dell'anime The Slayer e no, non c'è nessun crossover, semplicemente è una frase che mi è sempre piaciuta tantissimo, ha un che di musicale ed armonioso che affascina da che l'ho sentita, e così l'ho inserita nella profezia. E sì, un per paio di versi mi sono ispirata alla canzone "Spiriti degli antichi eroi", tratta da "Koda fratello orso" della Disney, ma anche qui nessun crossover... :-)

Arrivata al capitolo 12, ringrazio è il momento di ringraziare quelli che finora hanno messo "Tra i petali del tempo" nelle preferite. Grazie dunque a: anemone333, anzy, bellatrix18, bellissima90, darkalexandra85, deneb86, Gaara4, giuliettavr89, Heather91, hinayuki, leyda, Martyx1988, PiccolaSere, RedStar12, Snow Fox, Terry Alchemist 22, ti con zero e Tikal.
Ringrazio anche tutti coloro che hanno messo "Tra i petali del tempo" nelle seguite. Grazie quindi a: anemone333, anzy, Bloody_star, HOPE87, Martyx1988, milk92, miloxcamus, Nemeryal, Princess Missy, stantuffo, ti con zero e whitesary.
Grazie, grazie di cuore a tutti.

Purtroppo questo per me è un periodo terribile, e devo chiedere perdono a tutti, ma temo che per un po' non riuscirò ad aggiornare con la solita regolarità settimanale... ma prometto che farò di tutto per non essere mai troppo in ritardo... farò il possibile...

Coooooooooooooomunque, passiamo ai ringraziamenti:

whitesary: Sì, credo che Al sia stato eletto all'unanimità Sacro Cuoco del Grande Tempio molto molto tempo fa... Io lo so che lui è un possente guerriero, ma la verità è che non riesco ad immaginarmelo in un modo che non sia nella sua cucina con un grembiulino addosso (e a dirla tutta io sul grembiulino ci vedo anche Hello Kitty...)... ;-) Grazie, a presto, bacio!

HOPE87: Grazie! La profezia è stata spiegata... forse... in parte... :-P Che ne dici di questo capitolo? Un po' tirato per i capelli? Grazie ancora, un bacio!

Gufo_Tave: Lo ammetto, lo stacco è piaciuto poco anche a me, mi sono accorta che non era il massimo, ma volevo assolutamente infilare quelle due righe a fine capitolo, e prolungare ancora la perte della cena diventava pesante e noioso (ci ho provato, e sono caduta in una marea di clichè e ripetizioni che non mi piacevano nemmeno un po'...). Grazie per esserci sempre, alla prossima, ciao!

stantuffo: Grazie! Io amo ogni tipo di recensione, impegnate o meno, mi basta che ci siate e che mi facciate sapere cosa ne pensate, io mi inchino comunque davanti ad ognuno di voi... *inchino* Quanto a Giovanni... Beh, dai, non tutti i personaggi possono essere belli e buoni, altrimenti non c'è divertimento... ;-) Grazie ancora, alla prossima, bacio!

RedStar12: Grazie grazie! *inchino* Certo che puoi farmi i complimenti, io li accetto senz'altro e arrossisco a mo' di pomodoro... *inchino* Ah, e così ti si è accesa una lampadina rossa nel cervello? Mi inqieti... chissà cosa ti frulla nelle rotelle che girano... Io non so niente... *me si allontana fischiettando fingendo indifferenza* ;-P Grazie per esserci sempre, a presto, un bacio!

bellissima90: Eccola la profezia... Sì, va bene, non mi è venuta bene, nè il testo nè la spiegazione... Anche i migliori hanno le loro piccole defaillance, e lungi da me paragonarmi a loro, quindi... ;-) Grazie, alla prossima, bacio!

Nemeryal: Non mi libererò mai di te? Yuhuuuuuuuuuu!!! Guarda che ti prendo in parola, e pretendo la tua presenza costante! ;-) Grazie grazie... Alla prossima, un bacio!

Ai91: Toh, la mia diffamatrice di Mur preferita (eh sì, perchè benchè io adori il mio caro arietino, mi diverto da morire a leggere tutte le tue recensioni in giro...) ;-P Allora, che dici, soddisfatta dell'invenzione? ;-) grazie, a presto, ciao!

Martyx1988: Attenta, che io quel "nn mancherò mai" lo prendo alla lettera e pretendo la tua costante presenza... ;-) Comunque non ti preoccupare, che con calma dipanerò tutti i fili che si stanno ingarbugliando... Con mooooooolta calma, così tango tutti un po' con il fiato sospeso... hi hi hi... Grazie, alla prossima, un bacio!!!

Come sempre, grazie anche a tutti quelli che continuano a leggere in silenzio!
Alla prossima, ciao ciao!
roxrox

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Capitolo 13
*** Considerazioni ***


Ginevra si buttò sul letto ed incrociò le braccia dietro la testa. Non appena finita la riunione era tornata alla seconda casa insieme a Fabrizio e Aldebaran, e si era chiusa immediatamente in camera.
Si sentiva un po’ in colpa, sapeva che avrebbe fatto meglio a restare con suo fratello, erano entrambi abbastanza spaventati e scossi, era più che evidente che la loro posizione all’interno del Grande Tempio fosse notevolmente peggiorata, e più di un Cavaliere d’Oro ora li guardava con maggiore diffidenza, e forse avrebbero trovato sollievo l’uno nella presenza dell’altro, dato che probabilmente presto sarebbero stati separati, ma in quel momento aveva solo bisogno di chiudere gli occhi e occuparsi dei propri pensieri.
Dopo il suo diverbio con Kanon, il Sinaygen era proseguito per poco. Era stato permesso loro di restare entrambi alla casa del Toro, anche se non sapeva per quanto, ma Lady Saori li aveva diffidati dall’avvicinarsi alla tredicesima casa, pena l’essere considerati nemici a tutti gli effetti. Aphrodite aveva l’ordine di non consentire il passaggio, e lo avrebbe eseguito con gusto.
Non che la cosa la turbasse, anzi… Era solo contenta di non dover più avere a che fare con la damina tutta pizzi e merletti con in mano una pala per la pizza, e certamente meno parlava con Aphrodite e meglio stava. Se Shaka e Shura si fossero trasferiti alla dodicesima, magari accompagnati da Kanon, sarebbe stata davvero una meraviglia. Uhm, Kanon alla dodicesima... lasciando Saga da solo alla terza... Non era un'idea da buttare...
“Ehi, tu, lì, dentro la mia testa! Smettila di fare pensieri che non sono consoni! Non hai proprio imparato nulla dal passato?”
Ma purtroppo non era andata così, e ogni Cavaliere per il momento era rimasto a casa propria... Peccato…
“Ancora? Non ti sembra di avere altro a cui pensare che un paio di profondissimi occhi blu e una meraviglia di possenti muscoli? Qui siamo nei guai fino al collo, e non è il caso!”
Shaka aveva detto che li avrebbe ‘analizzati’ più attentamente… Fabrizio e Ginevra non erano riusciti a capire che cosa volesse dire, pareva che solo lui conoscesse la risposta, sembrava che anche gli altri Cavalieri avessero le idee un po’ confuse riguardo alle intenzioni del loro compagno. La ragazza temeva che ne avrebbe approfittato per eliminarli, giusto per scongiurare la minaccia, spacciandolo poi per un incidente, “Ops, mi sono fatto prendere dall’entusiasmo..”… Uhm… Forse non avrebbe detto ‘ops’, non era nel suo carattere…
C’era da ammettere che non le era piaciuto affatto nemmeno quello che aveva visto negli occhi e nell’atteggiamento di alcuni di loro… Dohko poi… Per quello che le era sembrato, anche lui li aveva già condannati.
Oh, ma andiamo!
Cosa poteva interessare a loro di far fuori quella lì? Non era la persona più simpatica che avesse conosciuto, d’accordo, e probabilmente le avrebbe volentieri tosato quella ridicola capigliatura, va bene, non le sarebbe dispiaciuto dare una pedata nel di dietro, verissimo, ma ucciderla, farlo davvero… Non riusciva nemmeno a concepire l’idea di eliminare veramente qualcuno…
A parte che non sarebbe mai riuscita a sopportane la vista… Il massimo della violenza che riusciva a sopportare era CSI in tv, ma già con alcune scene di ER aveva qualche problema… Mai sarebbe riuscita a fare davvero male a qualcuno… Magari anche con spargimento di sangue… sarebbe stato scenografico, poco ma sicuro, ma l’avrebbero trovata lì in parte a rimettere anche l’anima dallo schifo…
Suo fratello poi! Non ce lo vedeva proprio Fabrizio a brandire pugnali o fucili…
L’unica possibilità che avrebbero avuto di ucciderla era sedercisi sopra e soffocarla… ma bisognava legarla prima, o si sarebbe dimenata troppo… e imbavagliarla perché non chiamasse tutti gli altri… No, nemmeno così ci sarebbero riusciti, quella avrebbe cercato rinforzi con il cosmo, e li avrebbero fermati in un attimo, dato che a quanto pareva erano capaci di muoversi alla velocità della luce…
Anche lì, santo Cielo! Ammesso e non concesso che avessero voluto davvero eliminarla, e ci avessero provato, non passava per l’anticamera del cervello di nessuno che chiunque sarebbe stato capace di fermarli in un istante? Ne avevano due che leggevano nella mente (e benché si fidasse abbastanza della discrezione di Saga al di fuori delle riunioni ufficiali, non aveva altrettanta certezza di quella di Mur…) e che si sarebbero accorti immediatamente se avessero anche solo pensato di fare qualcosa, e gli altri che, comunque, uno solo di loro svegliato alle tre del mattino con la febbre a 42 ed entrambe le gambe amputate sarebbe stato in grado di farli fuori in meno di quattro secondi… e avevano pure la faccia tosta di dire che loro due erano pericolosi!
Sbuffò, sollevandosi a sedere.


Fabrizio sentì scrosciare l'acqua della doccia nel bagno nella camera della sorella, che confinava con la sua.
Bene, finalmente poteva uscire da quella stanza in santa pace! Conoscendo Ginevra, era sicuro che non avrebbe mollato il bagno per almeno mezz’ora, e Aldebaran, comprendendo il loro bisogno di solitudine (forse… o forse anche lui aveva paura di loro) appena tornati dopo la riunione aveva biascicato qualcosa riguardo un the da Mur e se l’era squagliata.
Come fu in corridoio lo raggiunse la voce di Ginevra che cantava sotto la doccia, accompagnata dalla musica che usciva a tutto volume dallo stereo: decisamente, non sarebbe mai stata presa ad Amici…
Si diresse all’esterno della casa, trovando un po’ di sollievo nella brezza insolitamente fresca e piacevole che spirava tra le colonne del porticato d’ingresso.
Chiuse gli occhi, appoggiandosi con la schiena ad uno di quei possenti pilastri, respirando in pace.
- Milo di Scorpio chiede ad Aldebaran del Toro il permesso di oltrepassare la sua casa! – Fabrizio sobbalzò. Sapeva che per attraversare ciascuna delle dodici case bisognava chiedere il permesso al padrone, ma urlando così era troppo!
Chiuse gli occhi. Non aveva voglia di vederlo, non sapeva cosa pensasse di loro e in quel momento nemmeno ci teneva a saperlo. Girò velocemente attorno alla colonna, cercando di nascondersi, senza cambiare posizione.
- Ehi, Al! Ci sei? – Milo si addentrò nel portico, chiamando l’amico.
Il ragazzo comprese che non se la sarebbe cavata così facilmente, e uscì allo scoperto:
- No, Al non c’è, è andato a prendere un the da Mur –
“Chissà se la capisce che lo ha fatto per lasciarci in pace e fa altrettanto…”
- Ehi, ciao! Oh beh, non fa niente, era con voi che volevo parlare –
- Con voi chi? –
- Con te e tua sorella, ovviamente! –
- Se vuoi Ginevra dovrai aspettare a lungo, dubito che uscirà molto presto dalla doccia –
- Non c’è problema, vorrà dire che per il momento me la vedrò solo con te – tese la mano verso l’esterno – Hai voglia di fare due passi? –
Fabrizio si rassegnò a seguirlo. Non l’avrebbe lasciato stare tanto facilmente. Si incamminarono in silenzio verso il pendio, fino a che Milo non si lasciò cadere sull’erba, poco al di sotto dell’ingresso della seconda casa.
- Per fortuna oggi le nuvole coprono il sole, altrimenti a quest’ora non riusciremmo a stare seduti qui senza arrostirci! –
- Milo, cosa vuoi? – chiese lui sedendoglisi scompostamente accanto – Hai l’incarico di eliminarmi? –
- Eliminarti? – il Cavaliere era allibito – Perché? –
- Per quello che è successo stamattina. Se fossi al vostro posto farei in modo che la minaccia venga scongiurata il prima possibile. Anche se non capisco come, in mezzo a voi, io e Ginevra possiamo essere considerati una minaccia –
- E tu pensi che io davvero… –
- Senti, facciamo così: mi fai fuori, ma lascia stare mia sorella: dobbiamo essere in due per usare quella cosa strana, lei da sola non può far niente. Vi conviene, ne fate fuori uno solo ma ci mettete fuori combattimento tutti e due –
- Allora, per prima cosa se dovessi decidere di eliminare uno solo dei due me la prenderei con tua sorella, dato che è lei quella in grado di evocare quella potenza, se lo facesse e ne perdesse il controllo ci sarebbero comunque dei rischi, con te no. Ma in ogni caso non sono qui per far fuori qualcuno solo perché un pazzo lo ha deciso secoli fa, non mi faccio influenzare da una idiozia simile - fu il turno di Fabrizio di guardarlo sorpreso – Il destino può guidare la tua vita, ma non può decidere per te. Forse il vostro destino è quello indicato dalla profezia, ma sarà la vostra testa a prendere tutte le decisioni –
- Tu sei diventato Cavaliere perché era il tuo destino –
- Vero, ma quando è stato il momento ho anche ragionato con il mio cervello, non con quello che ‘era stato deciso per me’ – distolse lo sguardo da lui, e lo fissò nel vuoto – Tu conosci il cartone animato, vero? Ricordi cosa successe quando i Cavalieri di Bronzo arrivarono alla mia casa? –
- Beh… In questi giorni ho rivisto qualcosina guardando i dvd che ci sono a casa di Aldebaran… -
- Ah già, dimenticavo che Al ha collezionato tutte quelle ridicolaggini… -
- Ridicolaggini? –
- No, ‘ridicolaggini’ in effetti non è il termine esatto… Diciamo che Kurumada ha banalizzato e romanzato un po’ troppo per i miei gusti -
- Cioè? –
- Hai visto i nostri combattimenti. Credi davvero che abbiamo fatto anni e anni di durissimo addestramento che ci ha quasi portati alla morte per poi combattere passando tutto il tempo a conversare con il nemico di quanto sia bella l’amicizia o l’amore fraterno? Balle! Ce le davamo di santa ragione, il nostro unico intento era fare il più male possibile, meglio se uccidere. Le uniche comunicazioni che ci scambiavamo riguardavano pregi e difetti delle rispettive madri, al massimo un ‘Crepa, bastardo!’ -
- Le rispettive madri, eh? Il biondino non sarà stato contento... -
- Già... E' un po' meno patetico di quanto non venga rappresentato da Kurumada, ma devo ammattere che con lui era parecchio divertente, se la prendeva a morte... Se non ricordo male, durante il combattimento con lui, mentre era a terra l'ho deriso parlando di un certo Babbo Natale che veniva a trovarlo tutti gli anni... in estate... Comunque… Hai visto cos’è successo alla casa dello Scorpione? –
- Sì… Prima hai legnato selvaggiamente Pegasus e Sirio, poi è arrivato Cristal con Andromeda svenuto e ti sei battuto con lui mentre gli altri andavano avanti… Gliele stavi suonando come si deve, poi… hai lasciato andare anche lui… Ci sono rimasto male, io già pregustavo un altro lago di sangue… -
- Ecco, appunto – borbottò Milo cupamente – quando parlavo di banalizzare… C’erano in gioco cinque vite umane e questo si dispiace perché si è perso il lago di sangue… -
- Ehi! Cosa ci devo fare se il cartone animato è così? E poi, di che ti lamenti, facevo anche il tifo per te! –
- Casomai non te ne fossi accorto, in quel momento io ero il cattivo! –
- Ma che mi frega dei buoni e dei cattivi, eri decisamente meglio di quei quattro sfigati incapaci! L’unico interessante era già morto! –
Milo si portò una mano alla fronte:
- Oh miei dei, quanti danni ha fatto Kurumada… Comunque, secondo te, perché l’ho fatto? Perché li ho lasciati andare tutti? E’ stato quello che avrei dovuto fare, in quanto destinato ad essere custode dell’ottavo tempio? –
- Beh, in effetti no… Avresti dovuto fermarli ad ogni costo, possibilmente uccidendoli, se necessario morendo anche tu… -
- Esatto. Ma alla fine li ho lasciati andare – posò gli occhi su di lui per un attimo, tornando poi a fissare il nulla – Molti danno come spiegazione il fatto che avessi riconosciuto in loro i veri guerrieri di Atena, oppure il profondo legame che mi unisce con Camus, il fatto che non volessi uccidere il suo allievo prediletto… sì, in questo il fumetto ha ragione, non è mai esistito un Maestro dei Ghiacci, fu Camus ad addestrare il giovane Cavaliere del Cigno… Ma non è la verità, non tutta, almeno. Certo, Camus non mi avrebbe ringraziato, e sì, forse quella fanciulla ferita ai piedi della prima casa un po’ mi aveva fatto riflettere, ma c’è anche da dire che tutto quello che era successo tra il ferimento di Lady Saori e l’arrivo di quei ragazzi alla mia casa erano passate meno di otto ore, non avevo certamente avuto il tempo di capire che era lei la mia dea. La realtà è che ero rimasto colpito da quei cinque ragazzi, in particolare da Shun e Hyoga… Scusa, Shun è il Cavaliere di Andromeda, Hyoga quello del Cigno. Shun aveva perso l’adorato fratello un’ora prima, ed ero in grado di percepire il suo cosmo, straziato, eppure era stato pronto, di corpo e di spirito, e si era sacrificato senza remore per il compagno sconfitto alla settima casa. Siamo un po’ più barbari di quanto il mondo creda, vero, ma siamo pur sempre Cavalieri; ho pensato con il mio cervello e ho appurato che quei ragazzi meritassero di andare avanti, perché forse avevano qualcosa in più di me. E lo stesso ha fatto Al, che li ha lasciati passare alla seconda casa: probabilmente non lo ammetterà mai nemmeno con se stesso, ma sapeva perfettamente, come tutti noi, a cosa sarebbe andato incontro se Arles fosse risultato vincitore. Saremmo stati considerati dei traditori, e come tali trattati. Ma ha deciso di correre il rischio, perché ha usato la testa, non si è barricato dietro il proprio destino e il proprio dovere di guardiano della casa del Toro, come ha fatto, mi dispiace dirlo, Shaka. E’ una questione di punti di vista, ma, per quanto mi riguarda, fino a che non cercherete di fare gesti sconclusionati contro la mia dea, voi due resterete i ragazzi vivaci che ho conosciuto –





Siore e siori, buongiorno a tutti!
Sappiate che mi sono nascosta benissimo, e non riuscirete a trovarmi per vendicarvi del mio immenso, incommensurabile ed imperdonabile ritardo!

Domando scusa a tutti, ma è davvero un periodo terribile, gli esami si avvicinano pericolosamente, il mio relatore di tesi dà i numeri e mi tocca stargli dietro, e non ho più nemmeno il tempo di fare nulla, neppure scrivere nè (me tapinaaaaaaaaaaaaaaaa) di recensire, spesso nemmeno di leggere...

Una cosa positiva c'è, però: la settimana sccorsa il mio angelo personale, Marco, si è presentato con un anello e mi ha ufficialmente chiesto di sposarlo!!! Se tutto va bene, l'autunno prossimo entrerò nel fantastico mondo delle coppie sposate!

*momento di pausa in cui ricomincio a cantare e ballare per la stanza come ogni volta che mi ricordo la scena...*

Ehm... ricomponendoci, so che questo capitolo è corto e che succede davvero poco, avevo deciso di fare tutto questo excursus psicologico per poi movimentare la scena, ma visti i tempi di scrittura ho deciso di postarlo lo stesso, il movimento arriverà la prossima volta... Anche se non so quando sarà, temo che anche il prossimo capitolo si farà attendere a lungo...

La parte su Babbo Natale che va a trovare la mamma di Hyoga l'ho presa dalla parodia fatta su www.lamammadicrystal.com . Se non avete mai visto quei ridoppiaggi, vi prego, fatelo, c'è davvero da schiantare dalle risate, soprattutto la parte sul Grande Tempio!

All'ultimo capitolo qualcuno mi aveva fatto notare che alcune cosucce potevano non essere corrette, che andassero contro il regolamento. Così, dopo essermelo letto tutto da cima a fondo per l'ennesima volta (va bene, sono paranoica, ma ogni volta che mi viene in mente qualcosa di particolare vado a controllare, giusto per non far casini...) e non avendo trovato nulla, ho contattato direttamente Erika e ho chiesto a lei. Mi ha detto che va tutto bene, che non ho violato nessun regolamento nè principio di correttezza.

Comunque, visto che oggi non fa eccezione e il tempo continua ad essere mostruosamente poco, passo ai ringraziamenti:

HOPE87: Eh sì, sono particolarmente patriottica... Quelle volte in cui si chiacchiera e io mi lamento della situazione italiana, c'è mi dice "E allora espatria", ma io non potrei mai farlo, semplicemente adoro l'Italia (un po' meno certi Italiani... Ma non si può aver tutto dalla vita, no?)... ;-) Grazie per esserci sempre, alla prossima, bacio!

anzy: Oh Cielo, un genio!!! Come siamo esagerati... Grazie! *inchino* Quale onore, detto da te... Grazie perchè ci sei sempre e ti fai sempre sentire, domando perdono se non ho più recensito nulla, ma come ho già detto sono veramente piena fin sopra i capelli! Grazie ancora, alla prossima, un bacio!

Gufo_Tave: Ehm... Ho un po', esagerato, eh? D'accordo, sapevo che la storia di Verdi non era troppo ortodossa, ma a me non sembrava male... Comunque, come ho detto prima, per quanto riguarda il regolamento ho chiesto ad Erika, e mi ha confermato che non c'è nulla di scorretto. Quanto alla citazione di The Slayers, semplicemente è una frase che mi è sempre piaciuta tantissimo, è... evocativa, direi... mi affascina. E se c'è un Cavaliere che conosce il Rigoletto, può essere solo Deathy, che è italiano... Tutto qui. ;-P Grazie perchè ci sei sempre, a presto, ciao!

Martyx1988: Addirittura il Codice da Vinci... No, non sono così brava, nè così contorta... Solo, mi piaceva l'idea di identificare la donna in una poesia come più leggera del vento... anche se nel Rigoletto non viene usato in modo da fare un complimento... ma stiamo parlando di un uomo dei tempi del Mito, ho ritenuto lecito che non avesse una visione lusinghiera delle donne... ;-) Grazie, alla prossima, un bacio!

Ai91: Eh sì, in questo hai decisamente ragione, lo sappiamo tutti che in queste cose Mur non è mai al proprio posto... ;-) Sempre a fare ciò che non deve fare, sempre a conoscenza di qualcosa che dovrebbe essergli segreto... hi hi hi... Beh, am del resto se non fosse così tu non potresti divertirti ad insultarlo, no? :-P Grazie, a presto, ciao!

whitesary: Al ha il grembiule da cucina di Hello Kitty. Ne sono sicurissima! Sì, lo so che forse ho un po' esagerato con le mescolanze, ma non ci sono crossover, ho semplicemente sfruttato frasi che mi ammaliavano... (lo ammetto, la citazione di The Slayers erano anni che sognavo di inventarmi una storia con una profezia solo per poterla usare...) Grazie per esserci sempre, alla prossima, un bacio!

stantuffo: Oh my God!!! Verdi con indosso l'armatura della Bilancia (ho controllato, è nato il 10 ottobre)!!! Con quei due manici che gli spuntano dietro la schiena!!! *me cappottata per le risate* Quanto al nostro Saghino... io non so niente... ;-) Grazie grazie, di tutto, a presto, un bacio!!!

RedStar12: Grazie grazie! *me si inchina commossa per i complimenti* Per gli sviluppi bisognerà aspettare un pochino... Non so quanto, non li ho ancora scritti... forse nemmeno decisi... *bugia...* hi hi hi... Grazie ancora per esserci sempre, e scusa se non riesco più a recensire, sono in un periodaccio, anocra non so come ho fatto a recuperare questa mezz'oretta per rispondere a tutti e pubblicare... E sono comunque di corsissima, sperando che il mio cervello resista ancora un pochino prima di fondere completamente... Giurin giurello che appena sono passati questi due maledetti esami mi rimetto in pari con tutte le recensioni che ho indietro, comprese le tue! Parola di giovane marmotta! :-P Grazie per esserci sempre, a presto, un bacio grosso grosso!

Nemeryal: Eccoti di ritorno! E io che non vedendoti più temevo ormai di averti annoiata... Sono contenta che ci sia anche tu... Grazie, alla prossima, un bacio!

ti con zero: Ma ciao! Appena in tempo prima della pubblicazione... ;-) Non ti preoccupare, anche per me tra tesi e gli ultimi due esami è un periodo terribile... Aspetto solo in grazia che arrivi metà luglio, quando nel bene o nel male avrò un pochino di respiro (un pochino, non molto, solo un pochino...) e potrò dedicarmi ad attività più amene (che so, scrivere più di tre righe per volta e ad orari umani, leggere e recensire, dedicarmi al mio uomo che a parte la breve parentesi della settimana scorsa ormai mi vede a rate piccole piccole...)... Comunque, grazie di esserci ancora! A presto, bacio!!!

Come sempre, grazie anche a tutti coloro che continuano a leggere in silenzio.
Baci baci a tutti!
roxrox

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Capitolo 14
*** Un gelato al Grande Tempio ***


Ginevra uscì dalla camera dirigendosi in cucina. I capelli, ancora bagnati, erano però raccolti in una stretta coda alta. La sera prima aveva notato nel frigorifero una bottiglia di coca-cola ancora chiusa, ed ora ne aveva una gran voglia.
Se ne riempì un bicchiere enorme e si sedette sui gradini di ingresso alla casa, davanti al porticato, lo sguardo perso nel vuoto. Si accorse di un movimento sulla scalinata alla sua destra. Voltandosi, vide Saga che scendeva verso di lei.
Ecco, era arrivato il momento del giudizio. Probabilmente veniva per dirle che ne sarebbe stato di lei e del fratello. Chissà dov’era, a proposito…
Si avvicinava tranquillo, non sembrava teso, o preoccupato, nemmeno soddisfatto. La ragazza non avrebbe saputo dire che sensazione le stesse dando, solo una totale, serena tranquillità.
Non si sedette accanto a lei. Rimase in piedi, immobile, fissandola. Ginevra ricambiò lo sguardo con aria neutra, sforzandosi di non pensare a nulla, anche se era più che sicura che lui non avrebbe cercato di penetrare nella sua mente senza dirglielo. Gliel’aveva promesso, e lei si fidava.
- Tu – cominciò lui – non hai mai visitato il Grande Tempio, vero? –
La ragazza rimase leggermente spiazzata.
- Come? –
- Avete visto solo la parte delle Case dello Zodiaco, no? Hai voglia di vedere il resto? – sorrise leggermente – Ci sono dei bei posti… -
- Ma… - cercò di obiettare lei, ancora confusa – Milady ha detto che non possiamo… -
- Non potete salire alla tredicesima casa, giusto? Ma nessuno vi ha vietato di scendere –
Ginevra si guardò intorno:
- Dov’è Fabrizio? State cercando di separarci? –
- Credo che tuo fratello sia con Milo, l’ho visto scendere un’ora fa, e mi ha detto che voleva parlare con almeno uno di voi. Ci siamo accorti che avete preso un po’ troppo male la profezia, e voleva sincerarsi che steste bene –
- Abbiamo preso… Ehi! Casomai non te ne fossi accorto, stamattina siamo passati da “eccentrici visitatori misteriosi” a “pazzi furiosi che potrebbero attaccare la nostra dea da un momento all’altro”! –
- Ecco, hai detto giusto: ‘potrebbero’. Tu hai intenzione di farlo? –
- No… -
- E così si risolve il problema –
La ragazza si accigliò:
- Parecchi tuoi compagni la pensano diversamente –
- Beh, Shura, Kanon e Aphrodite aspettavano solo il momento giusto per potersi rivoltare contro di voi, e Shaka è troppo preso dal suo ascetismo per fermarsi a riflettere in modo sensato –
- Pensavo che passasse tutto il suo tempo in meditazione –
- Lo fa, ma cerca di raggiungere la perfezione, non ragiona su ciò che gli capita attorno –
Ginevra si grattò la testa:
- Cerca di raggiungere la perfezione, ma non ragiona… Questo concetto è un po’ troppo complicato per me… - Saga faticò a reprimere un sorriso, e soffocò quella vocettina interna che gli stava sussurrando quanto fosse deliziosa con quell’espressione dubbiosa – E invece di Dohko che mi dici? E Camus? –
- Camus non si lascia certo influenzare così facilmente, è più probabile che si lasci condizionare da Milo, quindi non devi preoccupartene. Quanto a Dohko… - si fece pensieroso, e distolse lo sguardo – Purtroppo insieme all’aspetto ha perso anche gran parte della saggezza che di solito hanno gli anziani… -
- Ah, giusto! Qualcuno mi deve ancora spiegare come sia possibile che io mi ricordi il maestro Yoda, ed invece mi ritrovo davanti un giovane! –
- Se mi accompagni, te lo spiego per strada –


- Ma pensa, mai avrei detto che quella fosse tutta apparenza! E mai avrei immaginato che potesse avere tutti quegli anni… Certo – sorrise Ginevra, mentre mandava giù un’altra leccata di gelato - i suoi 250 anni li dimostrava tutti, ma… E perché questa storia non è stata raccontata? –
- Non ancora – precisò Saga – Il fumetto è uscito da parecchio, ed anche il cartone animato in giapponese, ma in Italia non dovrebbe mancare molto… Forse si è visto quest’inverno… -
- Mah, è possibile, non seguo più i cartoni animati da qualche anno… Ehi, ma sai che questo gelato è davvero buono? Chi l’avrebbe detto che anche il Grande Tempio avesse una gelateria! –
- Beh, vedi, molti di noi escono raramente da qui, soprattutto i soldati e coloro che seguono gli allenamenti delle reclute, hanno pochissimo tempo libero, quindi questo raggruppamento è stato fatto apposta per loro, anche se si è sviluppato moltissimo da quando Milady si è trasferita ad Atene. Come vedi, c’è poco, ma è sufficiente. Già la gelateria è un lusso, voluto a tutti i costi da Lady Saori, che non è piaciuto a molti… -
- Già, immagino Shaka che storce il suo regale nasino perché il gelato “non fa parte delle tradizioni” –
- Smettila… E’ pur sempre di un Cavaliere d’Oro che stai parlando… -
- E quindi? Voi Cavalieri d’Oro possedete il dogma dell’Infallibilità, come il Papa? –
- No, quello no, ma ci vuole rispetto –
- Aha… Come ho già detto a tuo fratello, io il rispetto lo do solo a chi se lo merita –
- E reputi che Shaka non se lo meriti? –
- Non con me. Da che sono qui, ha sempre e solo cercato un pretesto adeguato per farmi la pelle! –
- Quello è Aphrodite, non Shaka –
- E non vedo perché anche lui debba avercela con me! Io ho solo detto la verità! –
- Lo hai chiamato ‘finocchio’ –
- E non lo è?... Oh basta, non ho voglia di discutere con te, tanto lo so che vi difendete l’un l’altro per spirito di squadra, ma vorrei vedere cosa pensate davvero dei vostri compagni! Sì, la tua capacità di leggere nella mente mi farebbe davvero comodo! –
Saga a quel punto scoppiò a ridere. Dei, come era bello sentirlo ridere…
“Ginevra! Calma immediatamente i bollenti spiriti! Impara la lezione!”
- Sì, hai ragione, un dono come il mio con te non andrebbe certo sprecato! –
- Che vorresti dire? – era di nuovo combattiva.
- Vuoi farmi credere che non ti metteresti ad ascoltare i pensieri di chiunque? Curiosa come sei? –
- Io non sono così! –
- No, certo che no… Non vorresti sapere tutto di tutti, non sei minimamente incline al pettegolezzo! –
- Per chi mi hai presa? – protestò lei, completamente rossa.
- Per una donna –
- Questi luoghi comuni… -
- Ammetilo! –
- Mai! –
- Andiamo, stai dicendo che non vorresti conoscere ogni più recondito segreto e pensiero di chiunque? –
- Beh, forse un pochino… -
- Solo un pochino? –
- E va bene, sì, sono curiosissima e ascolterei i pensieri di chiunque! –
- Oh, finalmente! –
- Ma non li userei contro nessuno! Sono solo curiosa! –
- Non ho mai pensato che fossi così perfida da usare quello che conosci contro qualcuno –
- Ci mancherebbe… - la voce le scemò rapidamente, mentre lui le sfiorava il naso con la punta dell’indice. Rimase ad osservare quasi incantata quel dito sporco di cioccolata, e il leggero sorriso sul volto di Saga:
- Sei riuscita a dar da mangiare anche al naso… -
Non riuscì a rispondere nulla di coerente, persa com’era a rimirare quelle labbra.
Le voci di due soldati in avvicinamento li fecero sobbalzare, e si raddrizzarono di scatto, imbarazzati.
- Forse – propose Saga con voce incerta – è meglio tornare indietro… -
- S-sicuro –
Si incamminarono, in silenzio. Il momento di serenità era scomparso come una bolla di sapone.
“Ma bravo! Cascato in uno dei più goffi, biechi, patetici ed involontari tentativi di seduzione della storia! Anche se non ci credo, potrebbe essere un pericolo, e il mio compito è proteggere la mia dea, non questa ragazza! Non sono Milo, dannazione, dovrei essere in grado di tenere a bada i bollori!”
“Avrò avuto una espressione da sogliola! Che figura! E sì che dovrei saperlo cosa succede a cedere ad un uomo! L’ho imparata tempo fa la lezione, possibile che mi illuda ancora?”
“E adesso? Colto nel sacco in pieno imbarazzo come un ragazzino alle prime cotte! Coraggio Saga, comportati da uomo!”
- Senti, io… - si interruppe di colpo. Ginevra si voltò a guardarlo, e si allarmò alla vista della sua espressione. Era dura, concentrata, gli occhi fissi a qualcosa che lei non poteva vedere.
- Che succede? Cosa… - ma lui sollevò di scatto la mano, zittendola.
- Dohko! Sì, d’accordo… Ma cosa… - era leggermente sorpreso – No, senti… Ma… - la sorpresa si tramutò in rabbia, e le ultime parole uscirono in un sibilo – Va bene… - Si voltò verso la ragazza, che era rimasta immobile, in attesa – Devo andare. Tu nasconditi in quella macchia di alberi, ma non ti allontanare, e, soprattutto, non muoverti da lì! Tuo fratello è al sicuro, non ti preoccupare, ma non muoverti da lì! Verrò io a prenderti quando sarà tutto finito! –
Scomparve prima che lei potesse anche solo aprire la bocca per replicare. Si concesse un secondo per constatare che Saga non era in grado di teletrasportarsi, prima di ricordare che i Cavalieri d’Oro sapevano muoversi alla velocità della luce. In qualche occasione. O sempre? Non ne era sicura, e in quel momento non le importava più di tanto. Non sapeva perché, ma gli obbedì e si sedette in mezzo ad un mucchietto di cespugli che si trovavano poco all’interno di quella sorta di boschetto.
Si abbracciò le gambe, cercando di non pensare all’ansia che la stava prendendo. Non sapeva cosa stesse succedendo, Saga non le aveva spiegato nulla, poteva solo fare delle congetture. Se fosse stato un attacco? Ma non le era parso che ci fosse in atto una guerra, con qualche divinità ostile…
“Casomai ti fosse sfuggito, cara mia, siete tu e tuo fratello i pericoli adesso!”
Sperava che Fabrizio fosse veramente al sicuro; non sapeva se sarebbe stata in grado di trovarlo, nemmeno arrivando alle dodici case, e chissà là cosa stava succedendo… Però doveva provarci, suo fratello poteva comunque essere in pericolo…
- Oh, ma che bel bocconcino… - la voce improvvisa dietro il suo orecchio la fece sobbalzare violentemente, e si lanciò in avanti, come per sfuggirle, ritrovandosi carponi. Voltandosi di scatto, si trovò davanti un uomo, che immaginò essere un Cavaliere. Il suo corpo era ricoperto da quella che, se era una corazza, era davvero strana: trasparente, sembrava inconsistente, eterea, le ricordava il cristallo.
- Chi diavolo saresti? Che vuoi? –
- Oh, il mio nome non è un problema. Quanto a quello che voglio… Voglio te, ovviamente, mi servi – così dicendo le si era avvicinato, tendendo le braccia per afferrarla.
- Scordatelo! –
Ormai la sovrastava:
- E’ inutile, bellezza, ti conviene assecondarmi… -
- Tieni quelle luride mani lontano da me! – gli sferrò un calcio all’inguine, non protetto dalla armatura, riuscendo a prenderlo proprio con il malleolo. Il Cavaliere si piegò in due per il dolore, e lei ne approfittò per strisciare all’indietro, alzarsi e iniziare a correre.
- Stupida sgualdrina! – la raggiunse in meno di due secondi e la prese per un braccio, torcendoglielo dietro la schiena e strappandole un urlo - Ora me la paghi! – sollevò il braccio per colpirla, ma non poté muoverlo, perché una catena si avvolse fulminea attorno al suo polso, bloccandolo.
- Lasciala stare! – esclamò un’altra voce proveniente dalla chioma di un albero. Sollevando lo sguardo, Ginevra vide un altro Cavaliere, smilzo, ricoperto da un’armatura violacea; aveva un viso giovanissimo, sembrava un bambino. Riconobbe uno dei cinque protagonisti che ricordava… Andromeda, forse. Sì, Andromeda.
- Ehi, ragazzino! – lo apostrofò quello che voleva portarsela via – Fossi in te tornerei a giocare ai soldatini e lascerei agli adulti questi giochi da grandi –
- Forse faresti meglio a non sottovalutarmi, è un errore che hanno fatto in molti, ed è andata male a tutti! –
- Finora, forse… Cosa vuoi? –
- Sono stato chiaro, voglio che tu la lasci –
- E cosa ti fa credere che lo farò? –
- Il fatto che ora sarai impegnato a vedertela con me! – si voltò, guardando in basso dietro di lui – Prendete la ragazza e portatela via, a lui ci penso io –
- Sei sicuro? – chiese un’altra voce maschile dal bosco. Il Cavaliere alzò gli occhi al cielo – Ikki… -
- Va bene, va bene – dagli alberi uscirono altri tre Cavalieri: uno era possente, sul viso disegnata un’espressione ombrosa e beffarda, l’armatura che terminava con tre code unite sulla schiena; il secondo era biondo, dai tratti tipicamente nordici, l’armatura bianca e lucente, come la tuta che indossava al di sotto, una macchia di luce in quell’ambiente oscuro; l’ultimo era basso, tarchiatello rispetto agli altri. Dovevano essere Phoenix, Cristal e Pegasus. Però quello sull’albero aveva parlato con un certo Ikki…
Il biondo le si avvicinò, tendendole la mano, mentre il nemico guardava in cagnesco quello che ancora lo teneva fermo con la catena:
- Coraggio, vieni – le disse – ti portiamo in salvo –
Ma lei era sufficientemente scioccata da non riuscire a muoversi:
- Saga… - balbettò – Saga ha detto… -
- Non ti preoccupare. E’ stato lui a mandarci qui per te. Tranquilla, va tutto bene –
Lo fissava, immobile, gli occhi spalancati.
Phoenix alzò gli occhi al cielo:
- Meglio prendere in mano la situazione, o non ne verremo mai fuori – si diresse verso di lei e con poca grazia la sollevò, mettendosela in spalla come un sacco di patate, mentre la ragazza iniziava ad urlare. La ignorò, voltandosi verso il compagno:
- Mi raccomando, fratellino, ti aspetto! – detto questo iniziò a correre, seguito a ruota dagli altri due. Ginevra si ritrovò così sballottata, senza riuscire nemmeno ad attutire i colpi che la spalla in movimento di quell’orso in corsa le dava continuamente allo stomaco. Più di una volta si ritrovò in debito di fiato senza nemmeno riuscire a recuperare il respiro. Stupita, in un momento di lucidità notò che il Cavaliere non era nemmeno lievemente affannato, respirava normalmente come se fosse stato seduto davanti alla tv.
Non seppe per quanto tempo corsero, probabilmente nemmeno troppo, ma ad un certo punto si rese conto che stavano rallentando, fino a fermarsi in uno spiazzo; poco distante poteva vedere le dodici case. Finalmente venne messa giù, e i suoi piedi poterono di nuovo toccare terra:
- Alla buon’ora! – esclamò, tenendosi il ventre dolorante con le mani.
- Piantala con tutte queste storie! Se avessi aspettato che sua signoria si fosse decisa a muoversi, probabilmente saremmo ancora là –
- Ikki, smettila – intervenne il biondo – Non vedi che è spaventata? –
- E quindi cosa dovremmo fare? – chiese polemico il terzo – Stenderle davanti il tappeto rosso? –
- No, è sufficiente trattarla con più gentilezza – si rivolse a lei – Il mio nome è Hyoga, Cavaliere del Cigno. Saga ci ha mandato da te per controllare che stessi bene e che non ti succedesse niente. A quanto pare ha fatto bene –
- Sarebbe stato meglio se l’avessimo lasciata in mano a quello –
- Seiya, pezzo di cretino! Se quello se la fosse portata via, ora il nemico, chiunque sia, avrebbe un’arma in più! Ti dimentichi della profezia di cui ci ha parlato Mur? –
- E secondo te perché Dohko ha intimato a Saga di lasciarla lì da sola invece di portarsela appresso? Perché almeno lei fosse portata via, così lei e suo fratello sarebbero stati separati, e non avrebbero potuto nuocere a Lady Saori! –
Ah, allora era quello che Dohko e Saga si erano detti! Ehi, un momento! Dohko sperava che… Beh, almeno suo fratello era al sicuro… Ma al sicuro da cosa?
- Che cosa è successo? – chiese lei, titubante.
- Il Santuario è stato attaccato da Cavalieri simili a quello che ti ha aggredita, ma non sappiamo chi siano. Saga è stato costretto a lasciarti lì e correre in difesa di Atena, ma credeva davvero che lì, lontana dalle dodici case, tu fossi al sicuro; ci ha mandato da te, ma era convinto che fosse solo uno scrupolo – alzò lo sguardo verso i templi – Credo che la battaglia sia finita. Ikki, come va Shun? –
Ikki si concentrò un attimo:
- Ha già sconfitto il suo avversario. Tra poco ci raggiungerà –
- Bene. Riaccompagnamola alla seconda casa, e diamo una mano agli altri – la sollevò tra la braccia con un gesto fluido – Ti chiedo scusa per questa mancanza di rispetto, ma così saremo molto più veloci – non le diede il tempo di rispondere e ricominciò a correre, imboccando nel giro di pochi istanti la scalinata che portava alla casa dell’Ariete.





Eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!
Ciao a tutti!
Passato bene le vacanze?

Sì, lo so, sono in ritardissimo, non aggiorno da quasi tre mesi, chiedo venia, ma i miei esami e la mia tesi mi hanno fatto impazzire. Ho l'ultimo il 7 settembre, e volevo scrivere solo dopo averlo fatto, ma c'è chi si è fatto sentire per sapere se ero ancora viva... Inoltre Ginevra e Fabrizio mi mancavano, e ho già davanti agli occhi almeno altri 3 capitoli... così oggi ho deciso di prendermi il pomeriggio libero per scrivere un po'... Anche perchè non so quando potrò rimettermi a far nulla... ;-)

Poi, finito tutto, prometto prometto che mi metto in pari anche con le recensioni, sono uscita dal mio esilio solo un paio di volte, ma recupererò presto!

Bene, passerò a ringraziare tutti coloro che hanno recensito:

RedStar12: Visto? Ho voluto farti una sorpresina, e anticipare un po' l'uscita del capitolo. Che ne dici? Grazie ancora per gli auguri, spero che la mia risposta ti sia arrivata, anche se un po' in ritardo, pare che qualche volta la mail di efp faccia un po' cilecca... ;-P Diciamo che, visto che non so quando avrò il tempo di rimettermi a scrivere, ho voluto farti un regalino di inizio liceo... ;-) Ah, una cosa: ARES???????? Mi fai così banale???? E' già stato usato, mai e poi mai mi permetterei di usare le idee di qualcun altro! ;-) Quanto al qualcosa di grosso tra chi e chi... Beh, io non so niente *me mette le mani dietro la schiena e si allontana fischiettando*... :-P Grazie per esserci sempre, alla prossima, un bacio!

Gufo_Tave: Sì, ogni tanto mentre guardo Saint Seiya mi viene un po' la nausea per la noia, e mi viene da esclamare "E basta chiacchiere! Suonatevele un po'!"... Adoro "La mamma di Crystal", tutte le volte che guardo un episodio del Grande Tempio mi ritrovo piegata dalle risate... meritava una citazione, prima o poi... ;-) Grazie, a presto, ciao!

Nemeryal: Vedo che questo Milo riflessivo ha riscosso successo... e io che temevo che risultasse un po' troppo ooc... Grazie per la tua presenza costante, alla prossima, un bacio!

Tsukuyomi: Benvenuta! Grazie dei mille complimenti, spero di meritarli davvero... :-P Hai poi trovato il docente a cui chiedere la tesi? Mi raccomando, scegli bene, perchè se ne becchi uno che non si fa mai trovare poi ti tocca impazzire per stargli dietro...e in parte parlo per esperienza personale... :-P Grazie ancora, a presto, ciao!

whitesary: Grazieeeee!!!E io che credevo che "La mamma di Crystal" fosse pressochè sconosciuto... e invece lo consce il mondo intero... :-D Grazie di essere sempre presente, mi fa davvero piacere leggere le tue recensioni... ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!

Martyx1988: Grazie! Ho sempre pensato che Milo non potesse essere solo un cascamorto, o non sarebbe mai diventato Cavaliere d'Oro, qualcosa in più nel cuore e nel cervello dovrà pur averla! Grazie ancora di essere sempre presente, a presto, un bacio!

stantuffo: Cova? Chi cova? Io non so niente! ;-P I miei personaggi fanno tutto da soli, io mi limito ad assecondarli, ma non so cosa vaghi nelle loro teste... E nei capitoli che mi hanno già mostrato non si vede niente di particolare... spiacente... :-)
Grazie di tutto, a presto, alla prossima, un bacio!

Come sempre, grazie anche a tutti coloro che continuano a leggere in silenzio!
Ciao ciao a tutti!
roxrox

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Capitolo 15
*** Assassini! ***


Fabrizio stava ancora parlando con Milo quando era scattato l’allarme. Il Cavaliere lo aveva afferrato e trascinato all’interno dei condotti segreti, ignorando le sue proteste.
- E che cazzo! – esclamò il ragazzo strappando il braccio dalla stretta di Milo – Si può sapere che stai facendo? –
- Stiamo per essere attaccati – gli rispose l’altro, frettolosamente – Stai qui e non ti muovere, sarai al sicuro –
- E mia sorella? Dov’è? –
- Non ti preoccupare, è con Saga, è stata portata in salvo anche lei –
- Ma chi vi sta attaccando? –
- Non lo so! – Milo iniziava a sentirsi esasperato – Piantala di fare domande! Te lo dirò, forse, quando sarà tutto finito! Ora resta qui! – si voltò e se ne andò, senza lasciargli il tempo di parlare ancora.
Fabrizio iniziò a camminare avanti e indietro, nervoso. Aveva una gran voglia di vedere cosa stava succedendo, era tentato dall’idea di assistere ad una vera battaglia dei Cavalieri dello Zodiaco… Chissà com’era sentirsi roteare intorno tutti quei colpi spettacolari… E chissà se i nemici stavano davvero fermi ad aspettare tutti quei ridicoli balletti che anticipavano ogni attacco…
Non si erano addentrati di molto, era in grado di ritrovare l’uscita. Lentamente, quasi in punta di piedi, fece il percorso a ritroso, seguendo quei rumori che da poco aveva iniziato a sentire. Si ritrovò ben presto all’imbocco, in cima ad una scalinata, dietro un cespuglio, invisibile dall’esterno. Davanti a lui si stagliava la spianata antistante la seconda casa; parecchi Cavalieri che non aveva mai visto combattevano contro i Cavalieri d’Oro.
Beh, c’era da dire che quelli erano tanti, ma sembravano davvero delle mezze pippe… no, per la precisione, erano davvero delle pippe intere: venivano sconfitti al primo colpo, e non sembravano creare particolari problemi.
Subito davanti a lui si trovava Mur, tranquillo e pacato, pareva che non fosse nemmeno nel mezzo di una battaglia; poco distante combattevano Shura, Aphrodite, Death Mask e Shaka, seduto a gambe incrociate; bella, bellissima idea starsene seduti durante un attacco nemico… Sulla sinistra vedeva Camus, Aldebaran, Milo, Ioria e Saga.
…Ehi, un momento! Saga??? Milo gli aveva detto che era con sua sorella!
No, probabilmente non era Saga, ma Kanon. Sì, era certamente Kanon, Saga non avrebbe lasciato Ginevra da sola. Strano però, avrebbe giurato che quella fosse l’armatura di Saga… No, lui aveva tanti difetti, ma Fabrizio aveva appurato personalmente che fosse un gentiluomo, non l’avrebbe mai abbandonata. Era sicuramente Kanon.
Guardò verso destra. No, cazzo, no! Quello era Kanon! Stava combattendo schiena contro schiena con Dohko, affiancato da Micene! Quindi Ginevra era in giro da sola, senza l’aiuto di nessuno, chissà dove!
Magari lo avevano fatto apposta, per darla in mano ai nemici! Per dividerli!
Doveva assolutamente trovarla, maledizione!
Non fece a tempo ad avanzare di mezzo metro che una mano lo afferrò per una spalla e lo sbatté all’indietro, madandolo a cadere contro il pavimento di pietra.
- Ma che cazzo… - sbottò sollevandosi a sedere, massaggiandosi il didietro dolorante – Shaina! Sei impazzita? –
- Stupido che non sei altro! – esclamò lei di rimando, osservandolo dall’alto – Cosa volevi fare? Eh? Uscire nel bel mezzo della battaglia e farti ammazzare? –
- Dov’è mia sorella? –
- Per fortuna che Milo si è fatto venire il dubbio e mi ha detto di venire a controllarti! –
- Dov’è mia sorella? –
- Come pensavi di sopravvivere in quella bolgia? –
- Dove stracazzo è mia sorella? –
- E smettila di urlare! Tua sorella è al sicuro! –
- Ah sì? Con Saga, per caso? Peccato che Saga sia lì fuori a combattere! A meno che Kanon non si sia improvvisamente sdoppiato, o che sia saltato fuori un terzo gemello! Quell’idiota di Milo mi ha detto che Ginevra era con Saga! Avete scoperto la clonazione o mi prendete per il culo? –
- Ehi, signorino, rispetto e linguaggio! –
- Fottiti! –
- Ora basta! – lo afferrò per le spalle e lo sollevò come se fosse senza peso, sbattendolo contro il muro, facendogli picchiare la testa sulla pietra – A me certe cose non le dici, chiaro? Ho messo in riga gente molto più forte di te, ed ho ucciso per molto meno! Ti ho detto che tua sorella è al sicuro, e so quello che dico, quindi adesso la pianti – si mosse appena, bloccandogli le gambe con le sue – anche di scalciare, se non vuoi che ti tenga tranquillo con la forza! –
Con uno scatto lo spostò dal muro e, messaglisi dietro, lo prese per le spalle e iniziò a spingerlo in una ben precisa direzione, infilandosi in uno dei cunicoli, senza che lui potesse in alcun modo resisterle, nonostante i numerosi tentativi di renderle la vita difficile.
- Smettila di dimenarti come una anguilla! – esclamò Shaina dopo un po’, spazientita – Non ti accorgi che non riesci a fare niente? Non ce la fai a contrastarmi, e ti stanchi solo! –
In effetti, Fabrizio doveva ammettere di avere il fiatone e di stare ansimando pesantemente, mentre la guerriera appariva ancora fresca come una rosa, mentre lo guidava come e dove voleva senza la minima fatica.
- Eccoci arrivati! – soddisfatta, Shaina levò finalmente le mani dal ragazzo, mentre entravano nell’ennesimo slargo del cunicolo.
- Era ora! – Fabrizio se la scrollò di dosso, voltandosi a fronteggiarla – Dove mi hai portato? –
- Sufficientemente lontano da non consentirti di raggiungere la battaglia fino alla fine –
- E tu che ne sai di quanto dura la battaglia? –
- Non lo so. Ma so di averti fatto fare abbastanza bivii e deviazioni che non saresti in grado di tornare indietro. E comunque, come hai certamente notato, sono in grado di tenerti qui per tutto il tempo che voglio, anche contro la tua volontà. Ed è esattamente quello che farò –


Non avrebbe saputo dire da quanto tempo erano lì. Restava seduto in terra, la schiena appoggiata al muro, le braccia incrociate, le gambe raccolte al petto, sul viso un’espressione furiosa. Non che non avesse provato a svignarsela, anzi, ma non era mai riuscito nel suo intento: aveva tentato di parlarle, di ragionare con lei, di sorprenderla con uno scatto, di strisciare via mentre era distratta, ma niente, lo aveva sempre riacciuffato nel giro di pochi metri e riportato al punto di partenza. Una volta lo aveva addirittura ripreso e trascinato per un orecchio, che ora si presentava rosso e bollente. Alla fine, rassegnatosi, si era seduto, immobile, mentre Shaina camminava nervosamente avanti e indietro.
Improvvisamente si fermò, concentrandosi su qualcosa che Fabrizio non percepiva. Poi si voltò verso il ragazzo, con un mezzo sorriso:
- La battaglia è finita – gli disse – Possiamo tornare dagli altri –


I Cavalieri di Bronzo raggiunsero velocemente la casa del Toro, dove Hyoga depositò la ragazza nello spiazzo antistante.
- Ginevra! – la chiamò Milo avvicinandosi, l’armatura sporca di sangue, a prima vista non suo – Eccoti qui! –
- Stai bene? – le chiese Saga, affiancandosi al compagno.
- Non certo grazie a te! – rispose lei, rabbiosa – Bravo! Abbandonata là, in quel boschetto trallallà, in balia di… - si interruppe, guardandosi intorno. Sulla pietra attorno a lei giacevano parecchi cadaveri, che i soldati stavano man mano portando via, mentre alcuni inservienti già si destreggiavano a pulire il sangue che imbrattava il pavimento – Ma… sono… morti? –
- Certo! – esclamò Aldebaran, avvicinandosi.
- Li… Li avete… uccisi? Voi? –
- E’ stato facile. Erano una manica di incapaci. Mi ci è voluto pochissimo ad eliminarne una decina in pochi minuti –
- Esagerato! – lo riprese Milo – A sentirti sembra che li abbia fatti fuori tutti tu! –
- Diciamo che ne ho eliminati una buona parte –
- Bum! Guarda che quelli con le punture sono stati fatti fuori dal grande Cavaliere dello Scorpione! –
- E quelli più maciullati sono stati vittima del possente Cavaliere del Toro! –
- I soliti montati! – Death Mask si intromise – Non è che io sia rimasto con le mani in mano! –
- Eccone un altro… - disse Milo alzando gli occhi al cielo – Principessa, non credere a nessuno di loro, sono io il… -
- NO! – l’urlo era uscito dalla bocca di Ginevra, che stava a poco a poco indietreggiando, osservandoli con occhi sbarrati, pieni di orrore.
- Che succede? – domandò Aldebaran scrutando i dintorni – Ne è sopravvissuto qualcuno? –
Milo si avvicinò di nuovo alla ragazza:
- Principessa, cosa… -
- Stammi lontano! – gridò lei – Non ti avvicinare! –
Saga fece qualche passo avanti, tendendole rassicurante una mano:
- Stai tranquilla, va tutto… -
- No! – lo interruppe lei – Non ti azzardare nemmeno a dirmi che va tutto bene! Voi… Voi… siete degli assassini! –
- Assass… - mormorò Ioria – Ma no, erano nemici, dovevamo… -
- Erano esseri umani! – l’urlo ormai era isterico, sicuramente le bruciava la gola – E voi li avete uccisi! E discutete su chi ne ha fatti fuori di più! Assassini! Statemi lontani! –
- Ginevra, calmati… -
- Assassini! – la sua schiena sbatté contro la parete di roccia. Non poteva più indietreggiare.
Saga mosse un altro passo.
- Stammi lontano! –
- Cerca di ragionare… -
- Assassino! Tante belle parole, siete solo un branco di assassini! –
- Ma cosa sta succedendo qui? – la voce di Shaina, arrivata con Fabrizio dalla scalinata che portava alla casa dei Gemelli, portò l’attenzione della ragazza su di loro.
- Fabri! – lo chiamò – Vieni qui! Subito! Allontanati da loro! –
- Ma sei impazzita? –
- Ti ho detto… – gli si avvicinò fulminea, senza distogliere gli occhi dai Cavalieri – di allontanarti da loro! – Lo afferrò per un braccio e se lo trascinò dietro, tornando nella stessa posizione di prima.
- Ma che cazzo hai? –
- Questi – gli rispose lei senza guardarlo, troppo impegnata a controllare gli altri – sono solo un branco di pazzi psicopatici assassini! –
- Sai che novità! Sono giorni che te lo dico! –
- No, non hai capito. Questi… questi uccidono le persone! –
- Sì. Quindi? –
- Quindi?!? – era incredula: come era possibile che per lui non fosse un problema? – Mi hai sentito? Sono degli assassini! Hanno ammazzato quelli che hanno attaccato il Grande Tempio! Li hanno uccisi tutti! –
- Hai mai visto il cartone animato? Ci hanno detto che era tutto vero, anzi, peggio! Di cosa credevi che parlassero, della boria della meringa? –
- Ma… ma… -
- E’ da quando siamo qui che ti dico che non dovremmo fidarci di loro e tu ribatti di dare a tutti una possibilità! Ti rimangi le tue parole? –
- Sì! Sono degli assassini, non intendo star qui un minuto di più! – barcollò leggermente e si voltò di scatto, fissando il Cavaliere dell’Ariete – Non provarci nemmeno, Mur! Qualunque cosa tu stia facendo, piantala immediatamente! – lui non rispose, si limitò a chiudere gli occhi, concentrandosi maggiormente – Non ti permetterò di usare i tuoi malefici poteri su di me! Tu non… - la voce le scemò e cadde a terra, perdendo conoscenza. Fabrizio la sostenne per un soffio.
- Ginevra! Che hai? – sollevò lo sguardo – Cosa le hai fatto? –
- L’ho calmata – rispose placidamente Mur – Era evidentemente sotto shock –
- Col cazzo che era sotto shock! A me è sembrata lucidissima! Solo vi bruciava che avesse capito cosa siete esattamente! –
- Noi siamo ciò che siamo sempre stati – obiettò Kanon – e non ve lo abbiamo mai nascosto. Sono problemi vostri se non avete voluto capire cosa comporta essere Cavalieri di Atena –
- Va bene, ora basta così – si intromise Camus – Portiamola a letto, adesso ha bisogno di riposare. Quando si sveglierà decideremo il da farsi –
- C’è poco da decidere – constatò Shura – Con mio sommo disgusto, con le buone o con le cattive dovrà restare qui –





Ciao a tutti!!!

Vaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bene, oooooooooooooook, messaggio recepito, mai più un capitolo sotto stress da esame, evidentemente non è piaciuto, è stato letto da pochi e commentato da pochissimi...
Ora che i miei esami sono finiti (e tra tre settimane mi laureo... yuppiiiiiii!!!!!!!!) mi sono potuta dedicare al nuovo capitolo, e spero di poter riuscire ad aggiornare più regolarmente...
E, giuro, mi metterò in pari con tutte le storie che mi sono lasciata indietro (me tapina...) e ricomincerò a commentare... :-P

Ok, passiamo ora ai ringraziamenti:

Tsukuyomi: Che dire? Grazie! Il mio apprezzamento verso Shun? Nooooooooooo, che, scherzi? Nemmeno un po'... :-P Come noti, il turbamento di Ginevra era in arrivo, giusto il tempo di capire cosa stava succedendo... ;-) Grazie ancora, un bacio!

Nemeryal: Aaaaaaaaaahhhhhh! L'italiano!!! *me fugge a nascondersi dietro la sedia* Oh miei dei, l'Italiano! Che vergogna, io che sono attenta a ogni minima piccolezza, ben due erroracci in un capitolo... Eh, lo stress da esame fa anche questo... Che figura... Grazie per avermelo detto, li ho corretti subito, spero che li abbiano notati in pochi... :-P Grazie ancora, a presto, bacio!

HOPE87: Grazie! E se non lascio sulle spine dove sta il divertimento? Eh! Visto? Ci ho messo un po', ma alla fine ho aggiornato... Quanto a dividere i fratellini... credo che chi di dovere si troverà una bella gatta da pelare... ;-) Grazie ancora, alla prossima, un bacio!

Martyx1988: Sì, dai, in fondo anche i bronzini  meritano di fare la loro parte (alcuni, faciamo le dovute distinzioni: l'onnipresente atque nullafacente Seyia meno degli altri, ma lui è raccomandato e sono costretta ad utilizzarlo, altrimenti la Meringa mi entra in sciopero... Non che mi dispiacerebbe, ma mi serve per mandare avanti la storia...)... ;-) Grazie, a presto, un bacio!

Come sempre, grazie anche a tutti quelli che leggono in silenzio!
Alla prossima, ciao ciao!
roxrox

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