Infinito

di Sarugaki145
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Addio ***
Capitolo 2: *** una mail mai inviata ***
Capitolo 3: *** incontri a New York ***



Capitolo 1
*** L'Addio ***


Mimi stava immobile davanti a Matt

 

 

..Infinito..

 

 

 

 

Mimi stava immobile davanti a Matt.

-come? Cosa vuol dire che domani parti?-

-quello che hai capito.- rispose lei gelida – domani parto per l’america, onde per cui ti lascio.. la distanza farà passare tutto prima.-

Mimi tremava mentre pronunciava queste parole che pesavano sul suo cuore come macigni

-ah.. ok allora, questo è un addio?-

La voce di Matt era sicura e fredda come quella della ragazza

-si. Addio Matt. Addio per sempre.- la voce di Mimi tremava, le lacrime stavano per uscire ma lei glielo impedì.

-sono stata veramente bene con te in questi 4 anni, abbiamo passato insieme momenti stupendi che non dimenticherò mai. Grazie di tutto.-

Disse girandosi per andarsene e per non far vedere al ragazzo le lacrime che ormai le stavano rigando le guancie.

Lui rimase li immobile ad incassare il colpo, ma prima che lei uscisse dalla porta disse con voce tremante

-neanche io ti dimenticherò mai Mimi. Ti amo.-

Lei si girò e incrociò gli occhi di lui, erano lucidi, in volto aveva un espressione indecifrabile.

Lui aveva pronunciato quelle due parole che si era sempre rifiutato di dire. “ti amo” se Mimi le avesse sentite in un altro momento l’avrebbe preso in giro perché aveva sempre detto di non sapere cosa fosse l’amore.. invece questa volta colpirono il cuore già fragile di Mimi, facendolo rompere in mille pezzi.

Lui fece un passo in avanti e lei gli si buttò tra le braccia in lacrime

-ti amo anche io..- mormorò lei stretta al suo petto.

Lui le prese il mento e la baciò a fior di labbra

-è meglio che il nostro saluto si fermi qui- disse lui gelido, lei si alzò e si ricompose –certo.- disse piano, si girò e uscì dalla stanza piangendo in silenzio.

 

Matt era ancora immobile dove Mimi l’aveva lasciato. Le parole della ragazza gli scorrevano veloci nella mente “mi sono trovata davanti ad un bivio due mesi fa, quando mi è arrivata la lettera che avevo superato i provini per quel film a cui tenevo tanto. Avevo superato i provini non per una semplice comparsa ma per il ruolo di protagonista. Mi sono trovata davanti ad un bivio quando ho letto che mi chiedevano di trasferirmi in america per il film. Li per li ho pensato che per il tempo delle riprese avrei anche potuto andarci, ma poi mio padre ha parlato con il regista. Gli ero sembrata veramente brava ed era rimasto colpito dalla mia voce. Allora gli ha proposto di farmi partecipare ad un musical che mi avrebbe fatto debuttare nel mondo dello spettacolo. Unica condizione: trasferirmi in pianta stabile a Los Angeles. La ditta di mio padre era d’accordo a trasferirlo in una sede a Los Angeles e mia madre ha sempre sognato gli stati uniti. La scelta stava a me. Io ho deciso di andare. Di lasciare il giappone per la carriera. Perciò Matt è meglio farla finita tra di noi.. domani parto con il volo delle 11.00, sono venuta per salutarti e darti il mio addio.”.

Gli faceva male il cuore e gli bruciavano gli occhi.

Voleva piangere ma da quanti anni non versava una lacrima?

Perché doveva versarla per una ragazza che l’aveva lasciato?

La risposta rimbombava a vuoto nel suo cuore: perché l’amava. Amava ogni suo gesto, ogni suo pregio e ogni suo difetto. Amava quando si alzava in punta dei piedi per baciarlo, amava quando metteva il broncio perché lui non dimostrava che le voleva bene, amava i suoi occhi color nocciola che si illuminavano quando rideva, amava il suono cristallino delle sue risate. Ma ormai era troppo tardi. L’aveva fatta scappare da lui, lontano, troppo lontano.

 

 

Mimi stava camminando verso casa piangendo. Non voleva partire, ma l’avevano obbligata. In america avrebbe avuto successo e conosciuto un altro mondo ma una consapevolezza amara risiedeva nel suo cuore. Lei non avrebbe mai dimenticato Matt. Non avrebbe dimenticato nessuno dei momenti passati insieme a ridere, scherzare, a guardarsi ad abbracciarsi. Era riuscita in un impresa ardua che molti avevano rinunciato, aveva capito il cuore di Matt, sapeva interpretare i suoi sguardi, i suoi cambi d’umore improvvisi, i suoi silenzi. Ma ora sarebbe stato inutile, si sarebbe dovuta rassegnare a dimenticarlo. Era sicura che lui non avrebbe impiegato molto tempo a dimenticarla, in fondo era lei la sentimentale che piangeva ad ogni occasione. Lui non aveva versato neanche una lacrima.

Mentre camminava ancora con gli occhi lucidi sentì una voce a lei familiare

-mimi!!!! Mimi aspettami!!!-

Si girò e incontrò gli occhi preoccupati di Tai. Appena il ragazzo si accorse che l’amica aveva pianto l’abbracciò forte e mormorò

-non piangere Mimi.. avevi promesso che era la soluzione che ti avrebbe fatto soffrire di meno..-

-infatti.. dammi un paio di minuti..- mormorò lei stretta al petto del amico

-dagli occhi che hai saranno come minimo venti minuti che piangi..-

-lo so.. è che..- e le parole vennero di nuovo spezzate nel pianto.

 

 

La luce bianca dell’aereo porto illuminava un gruppetto di ragazzi che stavano salutando un’amica che partiva.

-Mimi..-la voce solitamente sicura di Sora aveva un velo di tristezza e dolore- mi mancherai tantissimo.. promettimi che mi chiamerai!!-

-non ti preoccupare! Te lo prometto! Almeno una volta a settimana!!- disse Mimi con tono rassicurante. I suoi occhi mostravano il segno del sonno scarso, ma adesso sembrava sicura della sua decisione.

-mi mancherai troppo!!!- disse Sora buttandosi al collo dell’amica, Mimi continuò a consolarla.

-TK fatti salutare! Non stare li da solo.. anche te Kari.. mi mancherete troppo.. i miei piccoli!!! Venite qui!!!-

Tutti e due scoppiarono in lacrime abbracciando Mimi, che gli tenne stretti finchè non rimasero solo singhiozzi. Poi arrivò il turno di Joe

-Mimi.. nonostante tutto.. sono stato felice di averti conosciuta!-

Disse porgendole la mano

-ciao Joe.. mi mancherai!- disse lei baciandolo sulle guance e provocando un colorito bordeaux sulle sue guance

-e a me non mi saluti??-

-certo che ti saluto Izzi!!!- disse abbracciandolo forte.

Infine Mimi guardò Tai e i due si abbracciarono teneramente sotto gli occhi di tutti.

Lui le mormorò piano

-verrà non glielo puoi impedire..-

-non verrà..- rispose Mimi fredda.

-verrà perché ti ama.-

-non verrà perché il suo orgoglio è più importante..-

Disse dura Mimi sopprimendo un ultima lacrima che voleva innondare i suoi occhi.

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Capitolo 2
*** una mail mai inviata ***


Cara Mimi

Cara Mimi

Circa sei anni

Erano ormai anni che non ti scrivevo più, che non sentivo l’esigenza di sfogarmi con te, o che forse non avevo semplicemente il coraggio di ammettere che non vivo senza di te.

Sono qui a scriverti in seguito ad una giornata da dimenticare, una giornata in cui ho litigato con mio padre, TK, Tai e pure Sora.. con mio padre ho litigato per le solite cose, perché abbiamo due caratteri troppo diversi. Negli ultimi tempi sono troppo preso dal lavoro per riuscire ad andarlo a trovare ogni giorno come facevo solitamente e lui si arrabbia per questo perché non capisce come io non riesca a trovare il tempo per mio padre.

Con TK ho litigato perché me la sono presa anche con mia madre e non bisogna toccare la mamma davanti a lui. Da quando poi si  è fidanzato con Kari non dovrebbe parlare lui poiché va ancora meno spesso di me dai nostri genitori, ma loro lo giustificano dicendo che è l’età in cui si cerca l’indipendenza. E allora non capisco perché a me l’indipendenza non l’abbiano mai voluta far cercare.

Con Tai ho litigato perché già ero di cattivo umore poi lui si incazza perché sono giorni che non mi faccio ne vedere ne sentire. Se è il mio migliore amico dovrebbe capire che sono in un periodo orribile e che deve lasciarmi stare. Poi beh.. sono due anni buoni che i nostri rapporti non sono dei migliori.. anche se non lo ammette ce l’ha su a morte con me.. ma non si deve lamentare in fondo lui sta con una bella ragazza, che lui ama e lei lo ama alla follia. Io gli ho solo tolto una grande palla al piede.. che ora tortura me ogni giorno con le sue scenate di gelosia inutili..

Con Sora ho litigato perché dice che mi sente più freddo e distaccato del solito e che essendo la mia fidanzata dovrei parlarle dei miei problemi.

Si, mi sono fidanzato con Sora dopo che ho lasciato Asuka, forse non lo sai.. Asuka è stata la mia seconda ragazza dopo di te.. si insomma mi è piaciuta da subito dal primo momento. Era un tipo solare, rideva sempre.. forse era la metà opposta a me, diciamo che mi compensava.. compensava i miei silenzi, i miei cambiamenti d’umore.. eppure neanche lei è riuscita a sopportare un ragazzo come me per più di un anno.. io e Sora abbiamo cominciato ad uscire un annetto più tardi quando le cose tra lei e Tai non andavano.. non ho fatto le cose di fretta come ho fatto con Asuka, ci siamo frequentati per 6 mesi prima di metterci insieme ufficialmente. Lei è stata più o meno un antidolorifico per me, mi ha impedito di pensare a te e mi ha fatto rendere conto che non sei indispensabile per la mia vita. Infatti prima di oggi non ho mai sentito l’esigenza di sfogarmi con poche inutili righe che tanto tu non leggerai mai..

Poi Ieri però ha dimenticato una di quelle sue solite riviste di gossip a casa mia e mentre la  sfogliavo ho visto una ragazza stupenda. Quella eri tu Mimi. Ho letto l’articolo in cui diceva che eri stata vista fuori a cena con un famoso attore, ma che tu smentivi ogni gossip su un possibile matrimonio, per ora era semplicemente il tuo ragazzo. Il sentimento c’era ma non ancora così tanto per sposarsi. Mi sono sentito morire, ma mi è anche venuta un inspiegabile voglia di pestarlo.

È stato allora che mi è venuta voglia di vederti.

E credo che sia stato a causa di quello che adesso mi trovo su questo volo di terza classe per Los Angeles con il portatile appoggiato sulle ginocchia. Credo che se non avessi visto il tuo sorriso, i tuoi occhi non avrei litigato con tutti. Non te ne do una colpa, anzi ti ringrazio perché non ero più io ormai da tempo.

 

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Capitolo 3
*** incontri a New York ***


I miei occhi incrociarono quelli di una ragazza dai capelli castano chiaro

Incontri a New York..

 

Una nota tecnica prima della lettura la scrittura così sono i pensieri di Matt, quella così  i pensieri di Mimi..!!

 

Buona lettura!! J

 

 

I miei occhi incrociarono quelli di una ragazza dai capelli castano chiaro. I suoi occhi color miele rimasero fissi sui miei per qualche secondo, era come se la folla si fosse improvvisamente fermata intorno a noi. Eravamo io e quegli occhi. finche io non mormorai davanti a quella sconosciuta

-Mimi.. sei tu??-

Lei mi sorrise e mi guardò

-si sono io ma non urlarlo! Chissà poi che fanno i miei fan se scoprono che sono io! Vuoi un autografo?-

La sua voce squillante e da bambina mi fece battere il cuore come non mi succedeva da tempo. Poi però il senso delle sue parole mi schiacciò come un macigno. Non mi aveva riconosciuto. Cosa mi aspettavo? Che stupido.. erano anni che non la vedevo e poi sicuramente lei si era già dimenticata di me..

Le sorrisi e gli risposi

-no, non ti preoccupare.. non serve anche quello da mettere nei ricordi da eliminare.-

Mi alzai e me ne andai, lasciando il mio grande amore alle mie spalle.

 

Rimasi li ancora con i suoi occhi impressi nella mente e una parola che rimbombava a vuoto nel mio cuore.

Matt.

Matt era a mezzo metro da me e se ne stava andando.

Matt mi aveva parlato, riconosciuta e io ero riuscita solo a chiedergli se volesse un autografo.

Matt mi aveva parlato e io avevo fatto finta di non conoscerlo, avevo fatto finta di non conoscere uno degli amici più cari che avessi mai avuto.

Provai ad urlare il suo nome ma la mia gola secca non emise suono, se non un flebile “Matt” che si perse muto tra la folla.

In un attimo sentì le emozioni sopite da anni, i ricordi a cui non avevo voluto pensare, le gioie, i dolori, la tristezza, ma soprattutto l’amore, quel infinito amore che provavo per lui.. ormai era sparito tra la folla senza volto, ormai non avrei mai più visto Matt..

Senza rendermene conto mi misi a correre all’impazzata dietro a lui, spintonando la folla e chiedendo qualche scusa distratto, nella speranza che nessuno mi riconoscesse.

Lo vidi.

Era a venti metri avanti a me e stava voltando un angolo in una stradina non frequentata. Le gambe mi facevano male, non riuscivo a correre con gli stivali e il fiatone emetteva piccole nuvolette. Il freddo bruciava sul mio viso accaldato. Girai l’angolo e lo vidi che camminava.

Finalmente dalla mia gola uscì un urlo, un misto di gioia, dolore, stanchezza, speranza. “Matt” echeggiò nel vicolo fino a giungere a lui che si voltò sorpreso. I suoi occhi color ghiaccio mi inchiodarono sorpresi, ma non fermarono la mia corsa.

 

Sentì urlare il mio nome da una voce a me familiare, troppo familiare, allora mi girai e la vidi.

Vidi i suoi capelli spettinati dalla corsa, vidi le sue guance arrossate per il freddo, vidi in un secondo nei suoi occhi i particolari dei ricordi che avevo dimenticato, ogni attimo della nostra storia. Il mio cuore stava per scoppiare, si era messo a battere veloce e sicuro. Avevo voglia di correre anche io verso di lei, avevo voglia si stringere ancora una volta quelle sue spalle esili tra le mie, avevo voglia di essere innondato dal profumo dei suoi capelli..

Non smise di correre ed aprì le braccia verso di me, ma inciampò su un sasso e cadde.

 

Lui mi prese come se fossi una piuma, mi acchiappò prima che toccassi il suolo, mi rialzò e mi appoggiò davanti a lui, sempre attento a non farmi male. Io alzai gli occhi lacrimanti incontrando i suoi.

Le sue braccia erano ancora più forti di come ricordavo, mi aveva presa come se fossi una bambina, come se fossi la sua bambina che stava cadendo.

Quel contatto mi fece sussultare e lui lasciò subito la presa come se il contatto con me gli desse fastidio.

 

Perché stava piangendo? Le avevo per caso fatto male nel prenderla? Eppure ero stato attento. Avevo subito lasciato presa per paura che fosse troppo forte, nonostante la mia voglia di abbracciala e tenerla stretta l’avevo lascita.. Prima che riuscissi a dire una parola lei mi cinse le braccia attorno al collo e mi abbracciò forte.

 

Fu l’unica cosa che volevo, abbracciarlo, stringerlo a me per assaporare nuovamente il suo profumo, per rientrare il quel piccolo mondo perfetto che trovavo nei suoi abbracci. Profumava di dopobarba , le sue braccia forti mi stringevano e mi facevano sentire più al sicuro che mai. Sentivo il suo calore, il suo respiro lento sul collo.

Era Matt, era il MIO Matt..

 

La strinsi a me come se fosse la cosa che più desideravo al mondo. Chinai la testa sui suoi capelli e respirai il loro solito profumo di fragola. Il suo corpicino esile sembrava di una bambina tra le mie braccia e avevo paura di farle male stringendola troppo, nonostante questo la strinsi un po’ più a me e lei mi strinse ancora più forte.

 

Alzai gli occhi, avevo bisogno di incontrare i suoi, di capire che quello non era il sogno che avevo fatto troppe volte in quegli anni. Timidamente, ancora con gli occhi pieni di lacrime, alzai lo sguardo e gli incontrai subito, così duri, così freddi, così severi ma allo stesso tempo così dolci. Lui mi allontanò un po’ da se, ma io non volevo lasciarlo e lo strinsi ancora a me. Lui mi guardò e con un dito mi asciugò una lacrima e mi sussurrò

-Mimi non piangere.. ci sono qui io..-

 

I miei occhi erano ipnotizzati dai suoi e lei mi si avvicinò piano, si alzò sulle punte e mi sussurrò un semplice “Matt..”. Sentivo il suo respiro affannoso sul collo, volevo vederla e allora le presi il mento con due dita per guardarla negli occhi.

 

Io alzai lo sguardo piano soffermandomi sui suoi lineamenti perfetti che ricordavano una statua greca, poi sulle labbra, sui capelli biondi e spettinati, fino a tornare a quegli occhi color ghiaccio. Avevo una voglia irrefrenabile di baciarlo, ma sapevo di non poter osare tanto. Senza rendermene conto però ero sempre più vicina  a lui.

 

Mi stavo avvicinando sempre di più alle sue labbra, il desiderio di darle quel bacio che da tanto aspettavo era incontrollabile. Presi coraggio e le sfiorai le labbra

 

Sentì le sue labbra fredde a contatto con le mie accaldate dalla corsa e per l’emozione. Avevo il respiro affannoso, il cuore che batteva all’impazzata. Lui mi sfiorò piano e si ritrasse subito, ma io mi avvicinai per fargli capire quanto lo desiderassi.

 

Non potevo baciarla, sarebbe stato come riaprire volontariamente una cicatrice non ancora completamente chiusa. Ma la voglia che avevo di lei era come un urlo che perforava la mia testa. Non potevo pensare ad altro che non quanto la desiderassi..Lei mi si avvicinò fino a sfiorarmi le labbra.

 

Sentì una sua mano nei miei capelli che piano mi spingeva verso di lui. Sapevo che cosa voleva dire questo suo gesto e mi lasciai trasportare inerme  verso le sue labbra. Il mio cuore batteva così forte che avevo paura che scoppiasse fuori dal petto.

 

I suoi capelli soffici scivolavano tra le mie dita e ormai sentivo il suo respiro affannoso. Lei cominciò ad arricciarmi i capelli com’era solita fare mentre mi baciava e allora chiusi gli occhi appoggiando le mie labbra sulle sue.

 

Tutti i gesti e le emozioni che non avevo compiuto per anni stavano tornando, come se l’ultimo bacio che gli avessi dato fosse stato il giorno precedente. Chiusi gli occhi lasciandomi andare in quel bacio.

 

Fu un attimo interminabile in cui mi sentì finalmente vivo. Fu un bacio di quelli con cui racconti storie, di quelli in cui il respiro si sincronizza con quello dell’altro, un bacio di quelli che ti lascia senza fiato e senza parole, perché non serviva altro oltre a quello che hai saputo esprimere in quell’istante. Improvvisamente però mi resi conto del gesto sconsiderato che avevo appena compiuto. Subito la allontanai da me e mi ricomposi. Non ci potevo ancora credere avevo baciato la migliore amica della mia fidanzata, non che la mia ex ragazza dopo 6 anni che non la vedevo..!!!

 

Lui improvvisamente ruppe quell’attimo eterno ricomponendosi in quella sua solita aria gelida e invalicabile. Perché così all’improvviso aveva fatto questo gesto??

-scusa, non dovevo.. sono stato uno stupido..-

Disse gelido. Un macigno crollò sul mio cuore, mi aveva baciata solo perché ero stata io a cercare quel bacio, non perché a lui importasse ancora qualcosa di me.. io mi ritrassi dall’abbraccio a abbassai lo sguardo per non far vedere le lacrime che stavano nuovamente per cadere.

 

-che ci fai tu qui?-

Chiese gelida. Questa domanda me la sarei aspettata appena visti e non avevo idea di cosa risponderle. Non potevo certo dirle che ero andato a Los Angeles nella speranza di vederla..!!

-sono venuto per lavoro-

Tagliai corto, la scusa stava in piedi e lei sembrava convinta.

Ci pensò un attimo prima di rispondermi e poi disse solo “ah ok..” io come per giustificarmi o forse perché non volevo farla andare via e volevo rivederla le chiesi

 

-qui fa un freddo.. ti va di venire in albergo da me a prendere qualcosa da bere e fare due chiacchere?-

Ero stupita di tanta gentilezza da parte sua, ma forse lo faceva solo per una cosa formale..

-adesso non posso..- mi scusai –il mio fidanzato mi aspetta per cena..-

 

Il suo fidanzato.. a quelle parole fu come se mi cadesse una tonnellata sul cuore.. beh era ovvio.. l’avevo anche letto sulla rivista di Sora.. Sora.. mi tornò in mente anche lei, al torto che stavo facendo nei suoi confronti, a quello che stavo facendo nei confronti di Tai che era stato lasciato da lei per venire con me.. lui in quel momento aveva avuto la forza di fare quello che io non sarei mai riuscito a fare. Aveva chiuso il capitolo “Sora” e iniziato un nuovo capitolo, senza sofferenza o ripensamenti sul passato. Io invece il capitolo “Mimi” l’avevo ancora davanti e lo stavo arricchendo dopo 6 anni di pausa.

-ascolta.. se qualche volta ti va di venire da me io starò qua ancora 2 giorni.. sto  nel hotel “Italia”..-

 

Era tornato il ragazzo gelido di sempre, con quello sguardo di ghiaccio che io ero riuscita a comprendere almeno un po’..

-ok! Allora magari domani ti chiamo..-

Sapevo che nonostante quello sguardo sprezzante d’odio nei miei confronti e nei confronti del mondo dentro stava male. Lo conoscevo troppo bene. Era arrabbiato con me e con se stesso. Con se stesso perché aveva fatto un torto sia a Tai che a Sora.. con me, anzi più precisamente con le mie parole “il mio fidanzato”, perché non aveva ancora digerito il fatto che non stessimo insieme..

Ma io desideravo ancora quel Matt, quello del bacio, quello dolce e sincero che avevo conosciuto in aereo porto, quello dai cui occhi si poteva vedere il bambino che era e l’uomo che è adesso..

-ok allora vado.. ciao..-

Con queste misere parole si congedò e attraversò la strada, lasciandomi sola, nuovamente sola.

 

 

 

Mi scuso per il ritardo ma ho aggiornato appena ho potuto!!! J

Spero che vi piaccia!!!

Un bacione e a prestoooo!!!!!!

Sarugaki! <3

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