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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Tra una classe e l'altra *** Capitolo 2: *** Nubi all'Orizzonte *** Capitolo 3: *** Addio Hogwarts *** Capitolo 4: *** La nostra infanzia finisce qui *** Capitolo 5: *** Ricostruire...e ricominciare *** Capitolo 6: *** Una strada tutta in salita *** Capitolo 7: *** Io, apprendista War Mage extraordinaire *** Capitolo 8: *** Novità *** Capitolo 9: *** Confusione è il mio secondo nome *** Capitolo 10: *** In vino veritas? *** Capitolo 11: *** E' la fine di un'amicizia? *** Capitolo 12: *** L'unico aiuto di cui ho bisogno *** Capitolo 13: *** Una formidabile terapia *** Capitolo 14: *** Dio benedica il vischio! *** Capitolo 15: *** Gelosia, il più strano dei sentimenti *** Capitolo 16: *** Quello che non dirò mai *** Capitolo 17: *** Mettere in pratica la teoria *** Capitolo 18: *** Confidenze Scomode *** Capitolo 19: *** Irresistibilmente Fase 3 ***
…e finalmente si comincia con la prequel! Un po’ di
precisazioni dell’autrice prima di andare avanti:
1) Per la gioia di chi ama le mie
storie…questa sarà parecchio più lunga delle altre, almeno il doppio per come
la vedo io. Ci sarà un bel po’ di roba da raccontare…e ho già in mente quasi
tutto, voglio solo collocare bene i singoli episodi.
2) Tenete presente che ci sarà molto
più romanticismo che avventura stavolta, soprattutto più in là coi capitoli…la
parte della vita dei nostri eroi che stiamo per vedere è quella del loro
addestramento, e oltretutto non posso cambiare le cose: questa è una prequel, e
i loro primi scontri con Voldemort li hanno solo nel primo BAWM, ricordate?
Quindi io vi ho avvertito!
3) Teniamo presente che BAWM è nata
quando il quinto libro non era ancora uscito…di conseguenza non troverete
spoiler e anzi, la storia ora potrà anche essere catalogata come AU visto che
molte cose sono diverse da come la signora Rowling ha deciso che andassero…beh,
non avrete spoiler da me, accontentatevi solo di sapere che io seguo la logica
della mia storia e non quella della vera autrice di Harry Potter.
4) Sara Lee, ti adoro!!!!!
5) Un bacio speciale a tutti i miei
compagni di classe e alle mie amiche, che vogliono essere citati visto che
poveretti, non gli dico mai anticipazioni nemmeno quando mi supplicano! =)
C’è altro da dire? Non saprei…ah si,
certo…RECENSITE!!!!!
P.S.: ho fatto un piccolo calcolo…nel
primo BAWM avevo scritto che l’attacco a Hogwarts avviene all’inizio del sesto
anno di Harry & co. No, non ci troviamo coi periodi…perciò loro non sono al
sesto, ma al settimo anno. Ok?
Being a war mage – capitolo
zero
CAPITOLO
1: TRA UNA CLASSE E L’ALTRA
There's something wrong with the
world today
I don't know what it is
Something's wrong with our eyes
We're seeing things in a different way
And God knows it ain't His
It sure ain't no surprise
We're livin' on the edge
There's something wrong with the world today
Livin’
On The Edge, Aerosmith
***************
“Oh no! Ho dimenticato il saggio di pozioni
in dormitorio!”
Harry e Ron alzarono gli occhi al
cielo e si fermarono nel corridoio al secondo piano di Hogwarts. Se si fossero
presentati in ritardo a pozioni, come minimo Piton avrebbe tolto una sessantina
di punti a Grifondoro per il solo fatto che erano stati loro tre a ritardare.
“Devi correre come non hai mai fatto
in vita tua.” Fece Ron.
Harry prese la borsa di Hermione. “Ci vediamo fuori
dall’aula di Pozioni.” Lei annuì e si lanciò nella direzione opposta a tutta
velocità.
“Ultimamente Hermione ha sempre la testa fra le nuvole.”
Notò Ron, mentre riprendevano a camminare in direzione dei sotterranei.
“Ma che ci ha messo in questa borsa, le pietre?!” sbottò
Harry, reggendola a fatica.
Ron ridacchiò. “Nah, forse c’è solo mezza biblioteca là
dentro.”
Quando furono arrivati nei sotterranei, i due ragazzi videro
che c’erano già molti del loro anno di Grifondoro e anche una buona parte dei
Serpeverde con cui dovevano dividere le due noiosissime ore di Pozioni del
mercoledì mattina.
“Guardali come sono tutti felici, quei bastardi.” Disse Ron
arcigno, guardando in direzione dei Serpeverde.
Harry lasciò a terra la borsa di Hermione con un tonfo e si
appoggiò al muro. “Con tutto quello che stanno facendo i genitori, sfido che si
sentono orgogliosi.”
In effetti la maggior parte dei genitori dei ragazzi di
Serpeverde erano mangiamorte, e nell’ultimo periodo i giornali non facevano
altro che riportare quante sanguinose vittorie stesse ottenendo l’esercito di
Voldemort. Le cose non si stavano mettendo affatto bene per il mondo della
magia.
“Ehi Harry, Ron!” Neville aveva il faccione particolarmente
rosso e sembrava in panico. “Avete visto il mio calderone?”
“Il tuo calderone?” fece confuso Harry.
Neville annuì vigorosamente. “L’ho perso e non riesco più a
ricordarmi dove l’ho messo ieri.”
Ron scosse la testa. “Non so dove sia, ma ti prego, Neville,
trovalo subito o Piton ci toglierà un centinaio di punti oggi.”
“Il guaio è che non riesco proprio a ritrovarlo!” piagnucolò
il paffuto ragazzo, mentre continuava a chiedere a chiunque incontrasse se
aveva visto il suo calderone.
“Ahia, se Neville non trova il suo calderone entro un
minuto, prevedo grossi guai con Piton.” Commentò Dean Thomas, mentre si
avvicinava insieme al suo amico Seamus Finnigan.
“Altro che ricordella, Neville avrebbe bisogno di una
memoria nuova.” Fece Seamus, lasciando cadere a terra la sua borsa senza troppa
grazia.
Harry gettò uno sguardo all’orologio. “E’ strano, Piton è
sempre in anticipo. Che fine ha fatto?”
Seamus scrollò le spalle. “Ringrazia il cielo e non ti
lamentare, cose come queste capitano una sola volta nella vita.”
I quattro ragazzi ridacchiarono, ma s’interruppero quando si
videro passare davanti Bridget Venningmore, una Serpeverde dell’ultimo anno che
aveva l’abitudine di andare in giro con la gonna più corta del dovuto e la
cravatta dell’uniforme più slacciata, coi relativi primi tre bottoni della
camicia sbottonati.
“Vedete?” fece Seamus con un sorrisetto. “Quella donna
presto sarà la prossima vittima del mio irresistibile fascino.”
Harry rise. “Non stai puntando un po’ troppo in alto
stavolta?”
“Ehi!” Seamus, fingendosi offeso, spalancò le braccia. “Ma
dico, mi hai guardato bene?”
Ron fece un sorrisetto. “E’ per questo che te l’ha detto.”
Seamus scosse la testa, trattenendo una risata. “Voi non
capite niente.”
Dean si voltò un attimo verso i Serpeverde, poi tornò a
guardare i suoi amici. “Lo sapete che due notti fa la McGranitt ha sorpreso
Malfoy e Bridget Venningmore nello stanzino delle scope?”
“Allora è per questo che ieri l’ho visto lucidare il
corridoio dei trofei.” Ron fece un gran sorriso al solo pensiero di Draco
Malfoy che brontolava in tutte le lingue mentre puliva per terra.
“Pessima punizione, ma almeno ne è valsa la pena.” Commentò
Seamus.
“Se tu fossi un po’ meno ossessionato dalle ragazze, avresti
evitato quello spettacolino in sala comune con le gemelle Patil.” Gli fece
notare Dean.
Seamus istintivamente si toccò la guancia dove aveva
ricevuto due ceffoni spaventosi dalle due sorelle; in effetti se l’era meritato
tutto: il giorno prima si era appartato con Padma chiamandola per tutto il
tempo Calì. “Ehi, non è colpa mia se quelle due sono identiche come due gocce
d’acqua! E poi…hanno tutte e due la stessa capacità di fare cose molto
interessanti…linguisticamente parlando.” Disse, con un occhiolino per gli
altri.
“Così tante donne in così poco tempo.” Dean gli diede una
pacca sulle spalle, facendo un’espressione sognante per cui risero anche Harry
e Ron.
Hermione raggiunse il gruppetto correndo come una pazza,
tenendo stretto forte in mano un foglio. Si fermò con le mani sulle ginocchia,
affannando furiosamente e cercando di riprendere fiato.
Harry le diede due pacchette sulla schiena. “Tranquilla,
Piton è in ritardo.”
Hermione si tirò su di scatto. “Piton è in ritardo?!”
“Per la serie siamo miracolati.” Ridacchiò Dean.
Hermione inarcò pericolosamente un sopracciglio. “Io non lo
definirei un miracolo.” Disse, con la
sua tipica voce da studentessa modello. “Per quanto Piton non sia il mio
professore preferito, è comunque un insegnante responsabile e preciso, perciò
se è in ritardo c’è qualcosa che non va.”
Seamus sbuffò. “Sei pesante, Hermione! E goditela un po’ la
vita!”
“Intendi dire facendo come te, che passi da una ragazza
all’altra senza nemmeno ricordarti i nomi?”
Ron curvò le labbra in un sorrisetto. “Colpo basso.”
“Sei crudele, sai?” fece Seamus.
“Sopravviverò alla tua critica.” Hermione si prese la sua
borsa da terra e si allontanò a testa alta.
Seamus scosse la testa. “Quella ragazza si sta inacidendo a
furia di fare la vita della suora. Peccato perché ha un gran bel culo, è
sprecata.”
Ron si accigliò. “Il sedere di Hermione non è roba che ti
riguarda.”
“Perché?” fece tranquillo Seamus.
“Perché hai tutte le ragazze di Hogwarts con cui fare
l’idiota, ma Hermione la lasci stare.”
Harry annuì. “Sono d’accordo.”
Seamus scosse la testa. “Voi due cominciate a soffrire del
complesso del fratello maggiore.”
In quel momento Piton fece il suo ingresso nei sotterranei:
la sua fronte era imperlata di sudore, era pallido e sembrava sconvolto, anche
se il suo onnipresente contegno era sempre lì. Non si soffermò a raccogliere i
saluti degli studenti né rispose, semplicemente spalancò le porte dell’aula ed
entrò. I ragazzi si guardarono in faccia confusi, ma si limitarono a
raccogliere le loro borse e ad entrare in classe. Ognuno si sedette al suo
posto in silenzio mentre Piton, dietro la sua scrivania, continuava a
stropicciarsi lentamente gli occhi come per cancellare via la stanchezza. Harry
lo guardò accigliato e scambiò un’occhiata con Hermione. Anche lei stava
evidentemente cercando di capirci qualcosa.
“Aprite il libro a pagina 58.” Disse bruscamente Piton.
“Preparate la pozione ibernante seguendo le istruzioni del libro. E cercate di non fare guai.” L’ultima parte del
discorso la pronunciò in tono lento e minaccioso, fissando Neville Paciock che
arrossì. Tiger e Goyle risero leggermente.
Ron lanciò un’occhiataccia al professore e sistemò il suo
libro al centro del tavolo, cosicchè anche Harry e Hermione potessero guardare
mentre preparavano gli ingredienti per la pozione. Se Piton era di malumore, di
sicuro era molto meglio cercare di rigare dritti. Pena un centinaio di punti
per la loro casa.
Harry si sporse per prendere il barattolo di Botuberi, ma lo
sguardo gli cadde sul tavolo affianco. Era facile riconoscerlo: era il banco
che usavano Ernie McMillan, Justin Finch-Fletchey e Terry Boot, i suoi amici di
Tassorosso. Si capiva che era il loro perché sull’angolo destro c’era un
piccolo disegno piuttosto buffo di Piton coi capelli dritti in testa mentre
urlava contro la sua classe. L’aveva fatto Ernie, era molto bravo a disegnare.
Ernie. Harry si rabbuiò. Due giorni prima Ernie era tornato
a casa per una gravissima emergenza familiare: suo padre, un auror del
Ministero, era stato barbaramente ucciso durante una battaglia coi mangiamorte.
Harry strinse forte il barattolo di Botuberi fra le mani. Erano due anni che il
mondo della magia era in guerra. Lui sapeva bene che, per come stavano messe le
cose, studiare e prepararsi al meglio era quanto di meglio potesse fare,
però…però non gli bastava. Quanti avevano affronato Voldemort ed erano morti,
lasciando casa, famiglia, figli. Lui era solo al mondo, ed era sempre sopravvissuto.
Sarebbe stato molto più giusto che fosse stato lui ad affrontarlo faccia a
faccia.
Uno scrollone lo fece voltare di scatto: Hermione era accigliatissima,
e Ron gli stava facendo furiosamente cenno con la testa in direzione di una
figura alta in piedi alla sua destra.
“Signor Potter.” Sibilò la voce di Piton. “Vedo che sei così
impegnato a non fare nulla che ti senti in diritto di ignorare le mie domande.”
“Mi scusi.” Mormorò semplicemente Harry, evitando di far
notare la sua totale mancanza di simpatia per quell’uomo.
Piton inarcò un sopracciglio. “Continuerai la tua pozione da
solo, nel banco davanti alla mia cattedra. E dieci punti in meno a Grifondoro
per la tua distrazione.”
***************
“Io lo odio quell’uomo.” Brontolò Ron, uscendo dall’aula di
pozioni. “E’ insopportabile! Ma come si fa a togliere 30 punti a quel
poveraccio di Neville solo perché è inciampato e ha fatto cadere il calderone!
E’ stato Malfoy a mettergli lo sgambetto, l’abbiamo visto tutti.” Sbottò,
mentre camminava.
“Poteva anche averlo visto Cornelius Caramell in persona,
non sarebbe cambiato niente.” Harry scosse la testa, sistemandosi bruscamente
la borsa sulle spalle.
Hermione si sfiorò la tempia con due dita. “Aveva qualcosa.
Piton aveva qualcosa di strano.”
“Ma per favore, Hermione.” Ribattè Ron. “Quello è uno
stronzo 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana.”
“Non sto dicendo che è un santo, Ron.” Replicò lei. “Sto
solo dicendo che oggi era evidentemente preoccupato per qualcosa. E visti i
tempi che corrono…”
Harry si passò una mano fra i capelli. “Credo che Hermione
abbia ragione.” Disse piano. “Mi è sembrato molto teso.”
Ron fece una smorfia strafottente. “Io non ho visto niente
di particolarmente diverso dal solito.”
Hermione emise un sospiro esasperato, continuando a tenere
il passo dei due ragazzi. “Non hai visto che quando è entrato era sudato? Hai
mai visto Piton sudare?”
Ron scollò le spalle. “Beh, in ogni caso se fosse successo
qualcosa lo avremmo saputo, no?”
“Non lo so.” Hermione scosse la testa, fermandosi. “E
comunque è più prudente tenere gli occhi aperti.”
Anche i due ragazzi si fermarono. “Finchè siamo qui dovremmo
essere a posto.” Mormorò Ron.
“Si, beh…la prudenza non è mai troppa.” Hermione diede
un’occhiata all’orologio. “Devo andare, ho Aritmanzia fra dieci minuti.”
Harry annuì. “Ci vediamo a pranzo.” Lei annuì e si allontanò
in direzione delle scale.
“Noi invece che abbiamo?” fece Ron.
“Divinazione.”
“Avviamoci, allora. Non mi va di arrivare in ritardo oggi,
poi dovremmo vedere nella palla di vetro una morte piuttosto violenta, e
onestamente stamattina vorrei morire tranquillamente.”
Harry ridacchiò e si voltò, ma si trovò faccia a faccia con
Dennis Canon, sorridente più che mai. “E tu che ci fai qui?” gli chiese.
“Oh, noi del quarto anno abbiamo un’ora libera, così ho
pensato di venirti a salutare, Harry.” Il sorriso di Dennis si allargò.
Ron inarcò un sopracciglio. “Come sarebbe che voi del quarto
anno avete un’ora libera?”
“Manca la McGranitt.” Squittì Dennis. “Ha ricevuto un gufo
mentre stavamo facendo lezione ed è andata via in tutta fretta.”
I due ragazzi si guardarono. “E’ molto strano…” mormorò
Harry.
“Posso accompagnarvi alla prossima lezione?” esclamò Dennis
Canon. “Vi prego!”
Harry scosse la testa. “Io non credo che sia una buona idea,
Dennis.”
“Ti prego, Harry! Voi state andando a Divinazione, giusto?
Beh, io sono una schiappa mentre so che è una delle materie in cui voi due
andate meglio, no? Così lungo la strada potete darmi qualche consiglio.”
“Ma come si fa ad andare male in Divinazione?!” sbottò Ron.
“Basta che predici…”
Harry lo interruppe rifilandogli una gomitata nello stomaco;
quella era una delle pochissime materie in cui prendevano il massimo senza
studiare niente, e dirlo a Dennis Canon significava far arrivare la notizia a
tutta la scuola, professori inclusi. “D’accordo Dennis, vieni.”
Il piccolo Canon fece un sorriso immenso. “Wow, grazie
ragazzi! Sentite, posso chiedervi una cosa? E’ vero che la settimana scorsa la
Cooman ha predetto ancora la vostra morte?” i due ragazzi annuirono. “E di cosa
morirete, poi?”
“Di noia.” Brontolò Ron, incamminandosi.
***************
“E adesso guardate tutti nella vostra sfera e ditemi cosa
riuscite a vedere.”
La voce stridula della Cooman scosse Harry dal suo torpore:
erano più di venti minuti che quella visionaria vaneggiava, non la si riusciva
a sopportare più. Solo Calì Patil e Lavanda Brown sembravano tutte prese a
fissare le sfere trasparenti che avevano sui banchi.
“Coraggio, signori e signorine!” esclamò ancora la
professoressa, battendo le mani. “Ditemi cosa vedete.”
Harry sgomitò nel fianco di Ron, che si era addormentato con
la testa sulla sua palla di vetro, e raddrizzò la propria per far finta di
vederci qualcosa dentro. Ron si tirò leggermente su, sbadigliando e
stropicciandosi gli occhi.
“Signor Weasley,” fece la Cooman, avvicinandosi. “Non stavi
guardando nella tua sfera un po’ troppo da vicino?”
“…ehm…” Ron aveva la voce rauca di uno che si è appena
svegliato.
“Si vede che il suo occhio interiore ha un po’ di
congiuntivite.” Fece Seamus, e l’intera classe tranne Calì e Lavanda scoppiò a
ridere.
“Silenzio!” la Cooman, irritata, mise le mani sui fianchi.
“Chiaramente, signor Finnigan, il tuo occhio
interiore ci vede benissimo.”
“Chiaramente.” Seamus si mise più dritto sulla sedia e prese
la sua sfera fra le mani, fingendo l’aria concentrata. “Dunque…io vedo…una
ragazza…bionda…incredibilmente bionda…”
Dean Thomas si mise una mano davanti alla bocca per non far
vedere che stava letteralmente esplodendo dalle risate. Lavanda Brown si voltò
con un sopracciglio inarcato, sistemandosi una ciocca di capelli biondi dietro
l’orecchio.
Seamus continuò. “…la ragazza bionda sta venendo verso di
me…è molto provocante, direi…ma anche furiosa…si, furiosa…” e qui curvò le
labbra in un sorrisetto perfido. “…forse ce l’ha con me perché non le ho ancora
restituito le sue mutandine, quelle rosa di pizzo…” Seamus non potè continuare,
perché Lavanda si alzò e gli mollò un ceffone in pieno viso.
I ragazzi risero e la Cooman fece un sorriso fiero. “Sono
veramente orgogliosa di te, signor Finnigan! Hai previsto un futuro
estremamente prossimo, ci riescono in pochi! Congratulazioni, dieci punti a
Grifondoro.”
“Grazie.” Brontolò Seamus, tenendosi la guancia con una mano
senza evitare di rispondere con un occhiolino allegro alla pacca sulle spalle
di Dean. Lavanda, invece, lo stava uccidendo con lo sguardo, ed era rossa come
un peperone.
“Bene, molto bene.” Disse la professoressa, tornando a
sedersi dietro al suo tavolo. “Stiamo procedendo rapidamente e con successo.
Prevedo che faremo grandi cose quest’anno.”
Ron sbadigliò ancora, Harry nascose il suo sorriso dietro la
mano. Calì Patil alzò la mano. “Professoressa Cooman?”
“Si, cara?”
“Potrebbe farci lei una predizione?” le chiese mielosamente,
e Lavanda annuì vigorosamente.
La Cooman rivolse loro un sorriso entusiasta, mostrando
chiaramente che non aspettava altro che sentirselo chiedere, e si mise più
dritta sulla sua sedia, spostando l’incensiera per posizionare meglio davanti a
lei la palla di vetro. “Bene, classe…vediamo un po’…” cominciò a muovere le
mani sulla sfera.
Ron sbadigliò di nuovo e abbandonò il mento in una mano,
Dean iniziò una partita a tris con Seamus sul suo quaderno e Harry si pulì gli
occhiali.
“…ah si, è chiaro…supererete tutti l’anno, sapete…” Calì e
Lavanda si strinsero la mano, eccitate. “…ma purtroppo non vedo la coppa delle
case nel vostro futuro…a dire il vero non vedo nessuna coppa, mi spiace…”
Ron sbuffò. “Ma perché non si fa i fattacci suoi?” sussurrò
irritato a Harry, che annuì con la stessa espressione seccata.
La finestra della classe si socchiuse e ne entrò un soffio
di vento piuttosto freddo, che spense alcune delle candele che fluttuavano nell’aria.
La Cooman tutto a un tratto si irrigidì e smise di muovere le mani sulla sfera:
i suoi occhi si fecero strani, vuoti. La sua espressione svampita divenne
stranamente seria, e quando parlò la sua voce era profonda e metallica, diversa
da quella stridula abituale.
“…morte…”
Calì e Lavanda spalancarono gli occhi, Dean e Seamus e gli
altri ragazzi che erano distratti la guardarono, e Harry e Ron si accigliarono.
“…ombre…distruzione…morte…dolore…arriva dalle finestre…non
sarà sufficiente…sacrificio… resistere…lui è qui…battaglia persa…è cominciata…”
La Cooman sbattè gli occhi due volte mentre il resto della
classe continuava a fissarla in totale silenzio. Lei battè le mani. “Oh, qui
vedo una bella notizia per tutti! Questo Natale sarete positivamente sorpresi
dalle vostre famiglie, tutti bellissimi regali utili!”
***************
La prima cosa che fecero Harry e Ron dopo l’ora di
Divinazione fu andare a cercare Hermione; la trovarono che parlava fuori
dall’aula di Aritmanzia con il professor Vector: era radiosa, e teneva in mano
un foglio con particolare attenzione. Vector la salutò e rientrò nell’aula
mentre lei riprese a guardare il foglio, con un sorriso che le andava da un
orecchio all’altro.
“Ma che caspita ti ha dato che sorridi così?” Ron,
accigliatosi, si sporse oltre la sua spalla per poter leggere. Hermione notò la
presenza dei suoi due amici e si voltò verso di loro.
“E’ il mio compito di Aritmanzia.” Disse sorridente.
Ron spalancò occhi e bocca. “Sei assurda! L’unico segno
rosso è il voto! Fai veramente paura!”
Harry s’intromise nella discussione. “Hermione, lascia
perdere il tuo compito e stammi a sentire. E’ successa una cosa stranissima a
Divinazione.”
Hermione inarcò le sopracciglia. “L’unica cosa stranissima
di Divinazione è che c’è ancora qualcuno che la frequenta.” Disse scettica.
Harry scosse la testa. “No, stavolta è una cosa seria. La
Cooman ha fatto una predizione.”
Hermione fece una smorfia ironica. “Ti sei spaventato perché
ti ha detto che morirai ucciso da un gattino?”
“No, no, piantala di sfottere e ascolta.” Ribattè Ron.
“Stavolta ha avuto una visione reale.” Le spiegò Harry. “Con
tanto di cambio di voce e sguardo.”
“Si chiama recitare, Harry.” Rispose semplicemente Hermione,
sistemandosi la borsa sulle spalle.
“Vuoi starmi a sentire?” fece irritato lui. “Le è successa
la stessa cosa nello stesso modo quattro anni fa, quando predisse che Voldemort
sarebbe tornato, e così è stato.”
Hermione esitò. “E cosa avrebbe detto?”
“Una serie di parole. Morte, dolore, una battaglia persa…”
le disse Ron.
“Poi ha detto due cose ben precise.” S’intromise ancora
Harry. “Ha detto che lui è qui, e che arriva dalle finestre.”
Hermione rimase in silenzio per un attimo. “Lui…”
Ron si grattò la nuca. “Se è quel lui…”
“…se è quel lui sarebbe
un’incoerenza.” Fece Hermione.
“E perché, scusa?” le chiese Ron.
Lei scrollò le spalle. “Da dove arrivava?”
“Dalle finestre.”
“Se entra vuol dire che deve ancora arrivare e non è già
qui, quindi questo è il primo intoppo.” Hermione aveva l’aria concentrata di
quando rifletteva. “E comunque non potremmo metterci a sorvegliare tutte le
finestre di Hogwarts anche volendo, sono davvero troppe.”
Ron incrociò le braccia sul petto. “Forse dovremmo avvertire
qualcuno.”
“Non so quanto peso darebbero i professori a tutto questo.”
Disse Hermione, accigliandosi. “La Cooman è famosa per dire solo idiozie e
presagire morte sempre e comunque.”
“Già, ma questa volta è diverso. Stavolta una predizione
l’ha fatta davvero.” Fece Harry.
Hermione tirò un sospiro. “Proviamo a chiedere a Silente se
ci riceve. Lui è l’unico che non ci riderebbe su.”
“Guarda un po’ chi si vede.”
Una gelida voce alle loro spalle li fece voltare: Malfoy,
Tiger e Goyle stavano in piedi davanti a loro con la loro solita aria
provocatoria.
“Lo sfregiato, il pezzente e la mezzosangue.” Malfoy curvò
le labbra in un sorrisetto acido e crudele. “Siete veramente un trio perfetto,
a ben pensarci. Un trio di rinnegati.”
Ron fece un passo avanti, stringendo forte i pugni, ma
Hermione lo trattenne per un braccio. “Vattene, Malfoy.” Sibilò Harry, molto
cupo.
Malfoy inarcò un sopracciglio. “Se sei tu a dirmelo, Potter,
sicuramente non lo farò. Riprova ancora, stavolta mettendoci davanti un bel ‘ti
supplico’.”
Harry strinse le mani in due pugni stretti. “Non giocare col
fuoco.” Sibilò.
“Sto morendo di paura.” Gli occhi di Malfoy caddero sul
foglio che Hermione stringeva in mano, e in un solo rapido movimento glielo
strappò di mano.
“Ehi!” Hermione scattò in avanti, ma Goyle si mise fra lei e
il suo amico.
“Guarda guarda…” Malfoy non riuscì a mascherare più di tanto
l’invidia. “…Granger ha avuto il suo contentino dal maestro, che brava.”
“Ridalle quel foglio.” Ruggì Ron.
“Pensa a quanto starebbe bene questo nel camino della sala
comune di Serpeverde.” Malfoy la guardò con un’aria soddisfatta e sprezzante.
“Sarebbe anche simbolico…rappresenterebbe la fine che fanno tutti gli sporchi
mezzosangue come te.” Hermione lo fulminò con lo sguardo.
“Perché non le ridai quel foglio e non te ne vai a fare in
culo, Malfoy?” fece anche Harry, trattenendosi con difficoltà dal deformargli
la faccia a suon di pugni.
Malfoy inarcò un sopracciglio e lo guardò. “Altrimenti cosa
mi fai, sfregiato?”
Ron fece per prendere la bacchetta dalla tasca, ma Hermione
lo trattenne e s’intromise per evitare l’irreparabile. “Sono certa che Pansy
sarà molto contenta di sapere perché sei stato in punizione l’altra sera.”
Sibilò, acida più che mai. “In fondo Bridget Venningmore è una sua compagna,
non se la prenderà più di tanto.”
L’aria sicura di Malfoy vacillò; Tiger e Goyle lo
guardarono, incerti sul da farsi, e lui dopo qualche secondo lasciò cadere con
disprezzo il foglio a terra. “Perché sporcarsi con qualcosa di tuo.” Sibilò
prima di voltarsi e andarsene, schioccando le dita per farsi seguire dai suoi
stupidi compagni.
Ron scosse la testa. “Bastardo viscido idiota.” Ruggì,
mentre Hermione raccoglieva il suo compito da terra per infilarselo nella
borsa. “Un giorno di questi glieli cambio quei connotati di merda che si
ritrova.”
Harry si voltò verso la sua amica con un sopracciglio
inarcato. “E tu che ne sapevi di Bridget Venningmore e Malfoy?”
Lei fece un breve sorriso. “Andiamo, dormo nella stessa
stanza di Calì e Lavanda, quel dormitorio è meglio dell’archivio ministeriale.
Sai sempre tutto di tutti in anticipo.” I due ragazzi ridacchiarono sapendo che
il gossip era la cosa più odiata da Hermione. “Forza, andiamo da Silente.”
I tre allievi di Hogwarts si diressero a passo rapido verso
l’ufficio del loro preside, ma una volta arrivati davanti al gargoyle che ne
controllava la porta si resero conto di non sapere la parola d’ordine.
“…ehm…ghiacciolo all’arancia?” provò Ron.
Il gargoyle lo guardò scettico. “No, non è questa.”
“Bastoncino di zucchero?”
“No.”
“Frullato di banane?”
“No!”
Harry sospirò esasperato. “E’ importante, per favore!
Dobbiamo vedere il professor Silente subito!”
Il gargoyle scosse la testa. “Non se ne parla.” Disse, tutto
impettito. “Non si entra nell’ufficio del preside come se fosse la vostra sala
comune, o avete la parola d’ordine o potete anche andarvene per me.”
Hermione non si arrese. “E’ una cosa molto seria, il
professor Silente…”
“Posso fare qualcosa per voi?” la interruppe la McGranitt,
in piedi dietro di loro con una pergamena stretta fra le mani.
“…mh…” Ron guardò Hermione, suggerendole con lo sguardo di
parlarci lei con la vicepreside; dopotutto era pur sempre la sua allieva
preferita. E lei colse l’invito.
“Professoressa, noi avremmo qualcosa di molto importante da
dire al professor Silente.”
“Di che si tratta, signorina Granger?”
“Ecco…è una predizione piuttosto particolare che ha fatto la
professoressa Cooman.” La McGranitt inarcò scetticamente un sopracciglio. “Lo
so come la pensa, neanche io ci credevo molto, ma sembra che stavolta sia tutto
vero.”
“In ogni caso il professor Silente non è qui.” Disse loro
l’anziana insegnante. “Ha ricevuto un gufo molto urgente dal Ministero ed è
andato via per qualche ora.”
Ron si accigliò. “E’ successo qualcosa?”
La McGranitt sembrò lottare con se stessa per qualche
secondo, poi alla fine si arrese. “Suppongo di potermi fidare di voi. Quanto
sto per dirvi verrà annunciato agli studenti stasera a cena, quindi vi prego di
non dire niente a nessuno fino ad allora. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno
è un attacco di allarmismo.”
I tre ragazzi annuirono, sinceramente preoccupati dal
comportamento della loro insegnante.
La McGranitt annuì una volta e tirò un sospiro. “I
mangiamorte hanno attaccato e raso al suolo la stazione di King’s Cross.”
***************************
Piccola precisazione che ho dimenticato di fare prima:
Malfoy è così odioso per necessità di copione (non che nei libri veri non lo
sia, comunque…) ma non lo confondete con il grande Draco Malfoy di Strekon,
perché quello io lo adoro! ^^
Beh, adesso in attesa del secondo capitolo “Nubi
all’orizzonte” che si fa? Si recensisce! =)
Baci Baci
Sunny
Ooh, quasi dimenticavo! Questo chap è dedicato al sito di
mia sorella, che lunedì compie il suo primo anno! =) Brava Nenè!
Quel sabato andare ad Hogsmeade
sembrò strano a tutti gli studenti di Hogwarts; nessuno si sentiva tranquillo,
tutti camminavano guardandosi in continuazione alle spalle, e c’erano auror per
tutto il paesino pronti a intervenire in qualunque eventualità. Ma neanche con la protezione dei soldati del Ministero si
poteva star tranquilli, d’altra parte con la stazione di King’s
Cross saltata in aria il monito di come i toni della battaglia si fossero
incrudeliti era fin troppo chiaro. I ragazzi non erano liberi e spigliati come al solito e si respirava un’atmosfera molto tesa, il che era
del tutto nuovo per un sabato studentesco a Hogsmeade.
Nonostante questo, comunque, alcune
cose restavano importanti abbastanza da attirare l’attenzione degli studenti di
Hogwarts, come ad esempio il nuovo modello di Firebolt che brillava nella
vetrina del negozio di articoli sportivi nella piazzetta del paese: Harry e
Ron, infatti, per qualche istante si erano dimenticati di tutta la storia cupa
della guerra e di Voldemort ed erano rimasti col viso appiccicato alla vetrina.
Hermione emise un sospiro esasperato. “Ehi, voi due…”
“Ma guardala, è semplicemente
perfetta!” esclamò Ron, col naso schiacciato contro il vetro. “E con il manico autosterzante, poi!”
“Guarda la forma, potresti stenderti sopra e staresti comodo
comunque.” Fece Harry, con lo stesso entusiasmo nella
voce.
“Prevedete di continuare a sbavare davanti a quella vetrina
per tutto il pomeriggio?”
I due ragazzi si scollarono dalla vetrina e si voltarono
verso di lei. “Come si vede che di queste cose tu non ne capisci niente.” Borbottò Ron, scuotendo la testa.
“Sarà, ma non possiamo passare tutto il giorno qui.” Replicò Hermione. “Avevate promesso che saremmo passati in
libreria.”
“Ma insomma, Granger, oltre che mezzosangue sei anche senza
cuore.” La voce di Draco Malfoy li fece girare di
scatto: eccoli lì, lui e i suoi tirapiedi, sempre pronti a dar fastidio.
“Almeno lascia a Weasley la possibilità di sognare quello che non potrebbe mai
comprarsi neanche vendendo casa e famiglia.”
“Ma tu vuoi proprio che te li
faccia duo occhi neri, eh?!” ruggì Ron, facendo due passi avanti con forza.
Tiger e Goyle fecero lo stesso.
Hermione si mise di mezzo, dando le spalle ai tre
Serpeverde. “Ron, andiamo.” Sibilò.
Ron e Malfoy si stavano uccidendo a colpi di sguardi. “Che c’è, Weasley? Ti dà più fastidio il fatto di essere al
livello in cui sei caduto…o che tutti i vestiti che hai valgono quanto una sola
delle mie camicie?”
“Lascia perdere questo verme.” Fece Harry al suo amico. Ron
aveva le nocche delle mani bianche per quanto erano serrate.
“Non vale la pena di rischiare l’espulsione per lui.” Gli disse ancora Hermione, tirandolo per un braccio e
cercando di allontanarsi. Ron le oppose resistenza, ma alla fine si lasciò
portare.
Malfoy rise. “Ma guardalo! Si fa
comandare a bacchetta da quella mezzababbana! Si vede che quel poveraccio di
suo padre gli ha dato il buon esempio, fa questo dalla mattina alla sera.”
Ron si voltò di scatto, furioso, e stavolta fu Harry a
trattenerlo. “Vaffanculo, Malfoy! Sei uno stronzissimo furetto col culo al posto della testa!!”
Ron gli stava urlando ancora di tutto quando Harry e
Hermione riuscirono ad allontanarlo. Ron si divincolò il braccio dalla presa di
Hermione e riprese a camminare con passo deciso. “Io vorrei sapere perché devi
sempre metterti in mezzo! Malfoy merita una lezione, e tu lo sai!”
“Non a prezzo della tua espulsione.” Replicò Hermione. “Lo
sai come funziona, il padre di Malfoy lo farebbe
reintegrare in un secondo. Verrà il momento adatto per dirgliene quattro, ma
certo non è ora.”
Ron scosse la testa, sempre camminando. “Non vedo nessun
valido motivo per cuiio dovrei essere espulso, mentre lui che è figlio di un mangiamorte
deve fare il suo porco comodo, che tanto non lo tocca nessuno.”
“Silente sostiene che i figli non devono scontare le colpe
dei genitori, è per questo che ha permesso ai Serpeverde di restare.” Si ostinò Hermione.
“L’unico motivo vero è che Silente è eccessivamente buono, e
i Serpeverde sono e restano delle carogne, padri, madri e figli.” Fu la decisa risposta di Ron.
Harry scosse la testa. “Molti di loro, comunque,
sono figli di bastardi che mantengono pulito il proprio nome. Guarda Malfoy:
sappiamo tutti che è un mangiamorte, ma non ci sono le
prove per dimostrarlo.”
“Solo perché non cercano abbastanza.” Borbottò Ron.
Hermione, che fino a quel momento era stata completamente
presa dalla loro discussione, si accorse di essere arrivata finalmente davanti
alla libreria dove doveva andare; ma con suo grande stupore notò che la porta
era sbarrata. Un ragazzo la stava chiudendo.
“Scusami?” Hermione lo avvicinò. “Perché
la libreria è chiusa?”
“Come, non lo sai?” fece quello. “Il fratello del
proprietario è morto nell’attentato di King’s Cross due giorni fa.”
Hermione, Harry e Ron rimasero in silenzio. Era dura vedere
e sentire ovunque gli effetti della guerra, anche nelle piccole cose del
quotidiano; era diventato quasi come se ogni mattina fossero in
attesa del bollettino dei danni quotidiani. I mangiamorte avanzavano giorno
dopo giorno con attacchi sempre più mirati e sconvolgenti. Non era più la
stessa cosa vivere nel mondo della magia in quel modo angosciante. Faceva male.
***************
Entrando nei Tre Manici di Scopa Harry, Ron e Hermione si
avviarono subito al bancone da Madama Rosmerta per bersi una buona burrobirra
rifocillante; la grassoccia signora fece un gran sorriso a tutti e tre,
riconoscendoli.
“Oh, mi stavo giusto chiedendo dove foste finiti voi tre.” Esclamò.
“Ma lei lo sa bene che non potremmo
mai rinunciare al goccetto, no?” disse Ron, ridacchiando allegramente.
La signora fece loro un occhiolino. “Che
vi porto, il solito?”
“Tre burrobirre.” Fece Harry, prendendo dalla tasca i soldi
per offrire da bere anche ai suoi amici.
“Ve le porto subito, cari.” Madama Rosmerta si defilò oltre
una porta alle spalle del bancone.
“Scusami?”
Una voce femminile fece voltare i tre ragazzi: c’erano due
ragazze bionde molto sorridenti, indubbiamente molto giovani ma non più
studentesse, e terribilmente uguali l’una all’altra.
“Tu sei Harry Potter, non è vero?” disse cordialmente una
delle due. “Io sono Elise, e questa è mia sorella Emily.”
Harry fece loro un gran sorriso. “Si, sono proprio io.
Ciao.”
“Molto piacere.” Replicò la sorridente ragazza.
Anche la sorella sorrise, ma a Ron.
“Tu sei figlio di Arthur Weasley, vero? Mio padre è un
suo collega, tu gli somigli molto.”
Ron scansò leggermente Hermione, mettendosi più dritto.
“Già, io sono Ron.”
“Vi avevamo riconosciuti da
lontano, ma non eravamo sicure che foste voi.” Riprese la prima ragazza.
“Sapete, noi siamo inglesi, ma abbiamo studiato a Beauxbatons.”
“Ah, davvero?” Ron sembrava abbastanza a suo agio. “E com’è studiare in Francia?”
Mentre la conversazione andava
avanti, Hermione stava letteralmente dando fuoco ai quattro ragazzi col solo
sguardo. L’avevano completamente ignorata, come se neanche fosse stata lì, sia
le due galline che i suoi cosiddetti amici! Quando Madama Rosmerta uscì con le burrobirre lei si prese la sua e si avviò verso il primo
tavolo disponibile. E per una volta ebbe la fortuna di trovarne uno a cui stava seduta l’unica persona che aveva voglia di
vedere in quel momento.
Ginny Weasley.
La loro amicizia aveva fatto passi da gigante negli anni:
inizialmente non avevano legato un granchè, ma col tempo per lei Ginny era
diventata più che la sorella del suo migliore amico. Era una persona dolce e
comprensiva, ma anche molto determinata e testarda. E
non era assolutamente frivola e pettegola come le gemelle Patil o Lavanda
Brown.
Hermione si lasciò cadere sulla panca al suo tavolo e buttò
giù un sorso piuttosto consistente di burrobirra. Ginny inarcò un sopracciglio.
“Bevi per dimenticare?”
Hermione mise giù il suo boccale. “Si, per dimenticare che
quei due ragionano con una parte del corpo completamente diversa dal cervello.” Borbottò odiosamente, fulminando ancora una volta con lo sguardo i suoi amici, che sembravano molto allegri e a loro
agio a parlare con le due ragazze appena conosciute.
Ginny si sporse un po’ in avanti per guardare nella sua
stessa direzione. “Beh…davanti a due come quelle, poveretti…sono maschi, è automatica la reazione.” Disse con un sorrisetto.
Hermione scosse la testa. “Li hanno avvicinati solo perché
sono Harry Potter e Ron Weasley, cosa che normalmente li avrebbe mandati in bestia,
ma non se a farlo sono quelle due…quelle due Barbie!” esclamò, irritata.
Ginny rise. “La bambola babbana, eh?”
Hermione, stupita, la guardò. “E tu
come la conosci?”
Ginny scrollò le spalle con un sorriso. “Faceva parte della
raccolta di cose babbane che papà portava a casa per il weekend fino a qualche
anno fa…una volta mi ci ha fatto anche giocare, ma non era un granchè
divertente. Non faceva niente, era solo tutta bella e perfetta…nah, non era la
bambola giusta per me.”
“Già.” Annuì Hermione, bevendo anche l’ultimo sorso della
sua burrobirra. “Sei qui da sola?”
“Sto aspettando Colin.” Il tono di Ginny non era
particolarmente entusiasta. “Dovevamo prenderci qualcosa insieme, ma poi…”
“…è scappato alla redazione della Gazzetta del Profeta a trovare
un pretesto per farsi assumere.”
Ginny annuì. “Esatto. Mi ha detto di aspettarlo qui, che
tanto ci avrebbe messo cinque minuti…ne sono passati venti.”
Hermione ridacchiò. “Che vuoi
farci, quello non cambierà mai. Non finchè continueranno a dirgli che è troppo
giovane per lavorare al giornale.”
“Stavolta è andato munito di un progetto, sai.” Fece Ginny, con uno sguardo vispo. “Vuole offrirsi come
inviato speciale a Hogwarts. Vuole mandare alla Gazzetta del Profeta ogni
settimana un articolo su noi studenti e sulle nostre reazioni alla guerra.”
Hermione scosse la testa. “Un po’ da sciacallo, direi.”
“Lui è convinto che sia l’idea del secolo.”
“Allora forse dovremmo cominciare ad ordinargli una
cioccolata calda per alleviare l’affronto del rifiuto.”
Le due ragazze risero.
In quel momento Harry e Ron salutarono le due ragazze con
cui stavano parlando e si andarono a sedere al loro tavolo. Ginny decise di non
lasciar cadere la cosa e tormentarli un po’. “Dite un po’, è una mia
impressione o con le bionde avete l’approccio facile?” disse con un sorriso
falsamente angelico.
Ron buttò giù la sua burrobirra. “O sono loro che ce l’hanno con noi.” Fece allegramente.
Hermione scosse la testa. “Sto cominciando
a preoccuparmi, sai, ormai guardi solo le ragazze belle e senza
cervello. Non è molto maturo da parte tua. Finirai per sposarne una e
divorziare la sera stessa del matrimonio.”
Ron le fece un occhiolino. “Nah, non finchè tu sarai il mio
grillo parlante, non ci riuscirei neanche se volessi.”
Hermione gli mollò una gomitata mentre lui, Ginny e Harry risero allegramente.
Harry si guardò un po’ in giro nel locale. “Ehi, ma …sbaglio
o non c’è neanche un Serpeverde qua dentro?”
“No, infatti.” Gli rispose Ginny. “Il prefetto dei
Corvonero, Duke Salvage, ha organizzato una specie di comizio. Vuole
raccogliere quante più firme può e presentare a
Silente una petizione ufficiale per far espellere tutti i Serpeverde in quanto
figli di criminali.”
“Magnifico, dov’è che si firma?” disse subito Ron, emozionato
all’idea.
Harry annuì. “Già, voglio il mio nome in cima alla lista.”
“Non credo che servirà a molto, comunque.”
Replicò Ginny. “Anche se raccogliesse tutte le firme
della scuola, la decisione finale spetta sempre a Silente.”
“Appunto.” Annuì Hermione.
Ron fece una smorfia. “Comunque
vale la pena almeno fare un tentativo.”
Duke Salvage, Carl Peterson e Ronin McRegan, i prefetti di
Corvonero, Grifondoro e Tassorosso, si misero in piedi su una panca e
iniziarono il loro discorso attirando l’attenzione di tutti i presenti. Il loro
discorso non si aprì con troppi convenevoli: i Serpeverde, in
quanto figli di assassini privi di morale, non avevano alcun diritto di
continuare a frequentare una scuola come Hogwarts. Il discorso venne interrotto più volte da una serie di applausi, tutti
supportati da incitamenti molto vigorosi.
Harry e Ron, in effetti, erano talmente presi che nemmeno
videro arrivare Colin Canon, che si sedette al tavolo con loro. Ginny invece
non solo lo vide, ma vide anche che era pallido e sembrava sconvolto. “Colin?”
Anche Hermione lo guardò un po’
perplessa. “Tutto bene?”
Finalmente anche i due ragazzi si voltarono. “Ma che hai passato, hai visto un fantasma?” fece divertito
Ron, inarcando un sopracciglio.
“Quasi.” La risposta di Colin Canon fu stranamente molto
seria e tesa. “Non l’ho visto, ma ne ho sentito parlare.”
Ginny inarcò le sopracciglia. “Potresti essere un po’ più
chiaro?”
“…oh no, non si può.” Fece tutto all’improvviso il ragazzo magrolino,
scuotendo la testa. “Non posso dire niente.”
“Nemmeno a Harry?” provò Ron, e il suo migliore amico gli
lanciò un’occhiataccia.
“L’hai avuta dalla redazione della Gazzetta del Profeta questa informazione?” chiese Harry, e Colin annuì con gli occhi
bassi. “Allora è solo questione di tempo prima che tutto il mondo della magia
venga a sapere. Ci darai solo un’anticipazione, tutto qui.”
Ron annuì. “Pensaci, darai una dritta a Harry Potter, non è
una roba che capita tutti i giorni.” Harry gli mollò un
pestone sotto il tavolo.
Alla fine Colin annuì e alzò lo sguardo, voltandosi a destra
e a sinistra e sporgendosi in avanti per rivelare la cosa in gran segreto. “Ok,
va bene. Ma non dovete assolutamente farne parola con nessuno fino a domani,
quando sarà uscita la Gazzetta.”
“Dai, spara.” Lo incoraggiò Harry.
“La notizia è solo di pochi minuti
fa, sapete…” disse finalmente Colin. “…ma sembra proprio che i mangiamorte
abbiano ucciso il Ministro, Cornelius Caramell.”
“Come?” chiese Ginny, con la voce che le tremava.
“Non so bene i particolari…quello che è sicuro è che hanno
attaccato casa sua mentre era a pranzo con la sua famiglia. Hanno ucciso anche
la moglie.”
Hermione e Ginny si guardarono in faccia a bocca spalancata.
Fu Ron il primo a rompere il silenzio, anche se con qualche difficoltà. “Hanno…hanno fatto fuori Caramell?”
Colin annuì. “In casa sua.”
“Ma…e gli auror che aveva di guardia?” balbettò Ginny, ormai
bianca come un cencio.
Il silenzio di Colin fui più
eloquente che mai. Hermione si coprì la bocca con una mano. “…sono… sono riusciti a superare le guardie armate del
Ministro?”
“E’ questo il motivo per cui
domani, quando si spargerà la notizia, assisteremo a scene di allarmismo e
panico da tutte le parti.” Il tono di Colin, forse per la prima volta in
assoluto, era non solo serio ma anche cupo. “Penseranno tutti che non abbiamo più nessuna protezione contro Voi-Sapete-Chi.”
“E non hanno mica tutti i torti.”
Ron si passò una mano fra i capelli. “Le guardie del corpo del Ministro sono
considerate quasi invincibili…”
Ginny, pallida e visibilmente agitata, trovò la voce per
mormorare qualcosa. “…ma allora noi? Che protezione abbiamo noi?”
“Noi abbiamo Harry.” Colin sembrò ritrovare il suo solito
irritante quanto inappropriato buonumore. “Tu ci proteggerai, Harry, vero?”
Harry rimase in silenzio, stringendo forte fra le mani il suo bicchiere di burrobirra. Non riuscì a mantenersi
molto a lungo, comunque: solo pochi secondi dopo si
alzò bruscamente dalla panca e si diresse rapidamente verso l’uscita del
locale. Ron si alzò a sua volta per andargli dietro, lanciando un’occhiataccia
a Colin, e anche Hermione li seguì subito.
“Ehi, ma che ho detto?” fece confuso Colin. Ginny avrebbe tanto voluto andare con loro tre, ma in fondo il
povero Colin non meritava di essere abbandonato come un criminale, e si sforzò
di restare e rassicurarlo che lui non aveva colpe.
***************
“Ti vuoi fermare?”
Ron e Hermione facevano fatica a stare dietro a Harry, che
camminava molto rapidamente e soprattutto senza voltarsi indietro. Si stava
dirigendo verso la zona meno affollata di Hogsmeade, ma le sue intenzioni non
erano chiare.
“Harry, per favore!” provò Hermione.
Harry si voltò di scatto. Sembrava arrabbiato. “Che ti prende, si può sapere?” fece Ron.
“Non lo so, va bene?!” urlò Harry. Per fortuna c’era poca gente per strada, altrimenti si sarebbero voltati
tutti.
“Almeno mi fai capire dove stai andando?” Ron cercò di
mantenersi calmo.
“Io…non lo so, ma sono stanco!” Harry si stava chiaramente
sfogando. “Ho la sensazione che tutta questa guerra sia
un gigantesco giocare al gatto e al topo! Beh, io odio essere il topo, e odio
essere in trappola!”
“Quello che sta succedendo non è colpa tua.” Lo interruppe Hermione. “Non ci sei sempre tu al centro di
tutto, Harry, non puoi sempre prenderti anche le colpe che non hai.”
“Lui sta cercando me, possibile che non lo capisci?” replicò
Harry. “Ci sta facendo il vuoto attorno, sta uccidendo
centinaia di persone. Forse se mi consegnassi a lui finirebbe tutto una volta e per tutte.”
“Non dirlo neanche per scherzo! Ma
sei scemo?!” ora Ron stava davvero perdendo le staffe. “E
che avremo risolto se ti avrà fatto fuori, credi che si fermerà? Credi che si
prenderà i suoi amici mangiamorte e se ne tornerà tranquillamente da dove è
venuto?!”
Hermione scosse la testa. “Sarebbe un sacrificio inutile,
Harry.” Disse piano.
A farle eco fu un cane che stava abbaiando con forza; i tre
ragazzi rimasero stupiti nel riconoscere Sirius: era parecchio che non si
mostrava a loro nemmeno nella sua forma di Animagus.
Sirius scodinzolò e si fece seguire lungo una stradina sdrucciolevole che dava
su un prato parallelo alla strada, poi si voltò e abbaiò di nuovo. I tre
giovani Grifondoro seguirono il cagnone in silenzio finchè
non raggiunsero una specie di catapecchia abbandonata in mezzo ai campi.
Entrarono e si chiusero la porta alle spalle e solo allora Sirius si rivelò,
ritrasformandosi in essere umano.
“Ciao Sirius.” Disse gentilmente Hermione, sedendosi su un
tavolo traballante che stava al centro della stanza. Ron ci si appoggiò
soltanto, per evitare di farlo crollare direttamente. Harry rimase in piedi,
appoggiato al muro e con lo sguardo basso e torvo.
“Come va, ragazzi?” disse amichevolmente Sirius,
appoggiandosi a una sedia a dondolo alquanto
instabile.
Ron scrollò le spalle. “Siamo ancora vivi. In tempi come
questi è una fortuna, no?”
Sirius annuì, comprendendo il suo sarcasmo. “Già.”
Hermione si morse per un attimo il labbro inferiore.
“Sirius…forse tu non lo sai, ma Cornelius Caramell…”
“…è stato ucciso dai mangiamorte stamattina, si.” L’uomo si accigliò. “E voi come
lo sapete?”
Ron fece una smorfia. “Abbiamo i nostri informatori.”
Sirius l’accettò come risposta. “Già, beh…si, presto tutto
il mondo della magia lo saprà.”
“E con King’s Cross siamo a due in tre giorni.” Fece Ron. “O a meno due, se
preferisci.”
“In queste ultime settimane i loro attacchi si sono
intensificati moltissimo.” Mormorò Hermione.
“Diciamoci la verità.” Disse serio Ron. “Si stanno
avvicinando. Ci scommetto che noi siamo tra i prossimi obbiettivi.”
Hermione rabbrividì e abbassò lo sguardo, stringendosi nelle
spalle; Ron lo notò e gli diede fastidio vederla così tesa. Le prese una mano
nella sua e lei gliene fu grata, perché gli rivolse un piccolissimo sorriso.
Sirius sospirò. “Non dovete avere paura. Hogwarts è
sorvegliata.”
“Anche casa Caramell lo era.”
“Ma a casa di Caramell non c’era Silente.”
La risposta di Sirius sembrò far riflettere Ron e Hermione. “Silente è il più grande mago dei nostri tempi. Vi proteggerà meglio di
chiunque altro.”
Harry fece una smorfia ironica piuttosto rumorosa, attirando
su di sé l’attenzione degli altri. “Perché continui a
dire queste palle? Perché li stai illudendo?”
Sirius lo guardò confuso. “Come…?”
Harry fece un passo avanti. “Hai sentito bene. Li stai
illudendo, esattamente come hai sempre fatto con me. Beh, questo non è giusto.”
“Harry, non ti capisco.”
“Ah, non mi capisci, eh?” ribattè duro Harry. “Beh, forse ti
serve solo un piccolo sforzo per accorgerti di quante volte tu hai illuso me! Tutte le volte che hai promesso che saremmo andati a vivere
insieme, per esempio!”
Sirius incassò il colpo e abbassò lo sguardo. “Credimi,
Harry, non c’è niente che vorrei di più al mondo.”
“Ma chissà come mai sono passati
tre anni e io vivo ancora in quella bettola di casa Dursley!” Harry incrociò le
braccia sul petto.
“Ci sono delle cose che per ora non posso
spiegarti.” Tentò di dirgli il suo padrino. “Quello che faccio nella vita nonmi consente di
abitare in una tranquilla casetta assieme a te.”
“E che cos’è che fai?”
Sirius abbassò gli occhi. “Mi dispiace.”
Harry annuì con amarezza. “Già, dispiace anche a me. Soprattutto
mi dispiace che se io stessi da te sarebbe tutto più semplice.”
“Cosa sarebbe più semplice,
figliolo?”
“Se io stessi con te non starei a
Hogwarts.” La voce di Harry era tesa come una corda. “E non la renderei un
bersaglio di Voldemort.”
Sirius scosse la testa. “No, questo non è vero. E’ una
guerra, Harry, non è più una lotta personale.”
“Hogwarts è coinvolta perché ci studia Harry Potter.”
“Hogwarts è coinvolta perché ci studiano giovani promesse
del mondo della magia, guidati dai maghi e dalle streghe più forti e saggi dei
nostri tempi.”
Harry si appoggiò al muro e scosse stancamente la testa.
“…non lo so. Io so solo che vorrei andarmene dove nessuno saprebbe mai nemmeno
che esisto.”
“Beh, in tal caso avvertimi prima.” La risposta determinata
di Ron precedette quella di Sirius. “Perché io vengo
con te.”
Hermione annuì con decisione. “Anch’io.”
Sirius guardò per un momento i due ragazzi con gli occhi che
gli brillavano: volevano un tale bene al loro amico che la loro devozione e il
loro coraggio sarebbe bastato a dare a chiunque la forza di andare avanti. Ma
Sirius conosceva bene Harry e sapeva che in realtà se la loro amicizia era tutto per lui, era anche la sua più grande
preoccupazione: loro erano la sua famiglia, e per questo erano in pericolo più
di chiunque altro. E Harry avrebbe preferito morire
piuttosto che vederli feriti…o peggio…a causa sua.
***************
Molte volte è più difficile aspettare che
le cose accadano piuttosto che essere parte attiva e farle succedere
grazie anche al proprio intervento. Ci sono persone che preferiscono aspettare
che le cose avvengano, e ce ne sono altre che invece lottano per agevolarle o
impedirle. Così come ci sono soldati che al momento cruciale scelgono di
risparmiarsi la vita per un’altra battaglia e scappano via, e ce ne sono altri
che preferiscono morire combattendo sul campo di battaglia fino all’ultimo
respiro.
E Harry era uno di questi.
L’aveva dimostrato sempre, in ogni occasione, in ogni circostanza.
Lui non amava tirarsi indietro né nascondersi, e certamente odiava essere una
bomba ad orologeria ambulante. Perché era questo che Harry si
sentiva: una minaccia alla felicità e alla serenità di quelli che amava.
Era già successo tempo prima: per colpa sua erano
morti i suoi genitori, poi non era stato capace di fermare Voldemort, non aveva
salvato Cedric Diggory, anzi…e dallo scoppio della guerra non aveva fatto più
nulla. Si era nascosto e aveva aspettato…che cosa, poi?
E che cosa stava aspettando ora, a
notte fonda, mentre fissava il cielo stellato nella Torre dell’Astronomia?
“Poche cose al mondo conservano la purezza
del cielo, non è vero?”
Harry sussultò e si voltò di soprassalto. “Professor
Silente…io…”
Il buon vecchio preside scosse la testa con un sorriso. “Non
sono qui per togliere punti a Grifondoro. Si dà il caso che avessi
il tuo stesso desiderio…volevo osservare un po’ le stelle.”
Harry tornò a rilassarsi di spalle al muro, e non disse
nulla.
Silente fece un paio di passi avanti. “Ci sono un sacco di
teorie sulle stelle, lo sai?” disse piano, con la sua voce tranquilla e pacata. “Alcuni dicono che sono finestre che danno su altri
mondi. Beh, potrebbe anche essere. Altri pensano che siano i nostri cari che ci
guardano dal mondo dei morti. E’ un po’ strano, ma in fondo è rassicurante
immaginarlo. La terza teoria è quella in cui credo di
meno.”
Harry si accigliò. “Cosa dice
esattamente?”
“Gli astrologi e gli appassionati di Divinazione credono che
il destino di ciascuno di noi sia già scritto nelle stelle.”
Harry esitò. “Perché non ci crede,
professore?”
Silente si voltò a guardare Harry oltre i suoi occhialetti a
mezzaluna. “Perché io penso che tutti noi dobbiamo
ancora scrivere il libro della nostra vita, Harry. Quello che ci succede non possiamo controllarlo, ma possiamo decidere come affrontare
la vita e come reagire ai problemi.”
Harry abbassò la testa. “Anch’io la
penso così.”
Silente inarcò leggermente le sopracciglia. “E come la pensi, figliolo?”
Harry sospirò, quindi rialzò la testa. “Io sono libero di
fare quello che voglio, non è vero? Sono libero anche di lasciare questa
scuola, perché sono maggiorenne. Nessuno potrebbe fermarmi.”
Silente rimase per un momento in silenzio,
poi parlò col suo solito tono calmo. “E dove
vorresti andare?”
“Ad affrontare Voldemort.” Disse Harry senza mezzi termini.
“Cos’ questa guerra maledetta finirà e smetteranno tutti di soffrire.”
“Non tutti.”
“Si, invece. Comunque andranno le
cose, la guerra almeno finirà.”
“Ma tu potresti perdere. O morire.”
Harry scosse la testa. “Sarebbe meglio che a morire fossi
io, e non chi ha una famiglia che ne soffrirebbe.”
“Io credo che il signor Weasley e la signorina Granger
avrebbero qualcosa a che ridire su questo.”
Harry serrò la mascella. “Io non voglio che a Ron e Hermione
succeda qualcosa. E neanche agli altri. Se posso
evitarlo, se posso fermarlo prima, io…professor Silente, la prego, mi lasci
andare.”
Silente guardò il ragazzo per un lungo momento, alla fine si
sedette sulla panca accanto a lui e continuò a fissare il cielo stellato. “Lo
credevo anch’io molti anni fa.” Disse piano, e per la prima volta Harry sentì
la sua voce appesantita dagli anni. “Credevo anch’io che se avessi affrontato
Voldemort lo avrei fermato. Dicevano che ero l’unico che poteva ucciderlo; non
ci ho mai creduto fino in fondo, ma pur di difendere quelli che amavo avrei
fatto di tutto. Ci ho provato. E ho fallito.” E qui si voltò a guardarlo negli occhi. “Ho fallito, e sono
morti in tanti senza che io potessi fare niente. E
credimi, avrei volentieri dato la vita pur di salvare tutti quegli innocenti. Ma non era in mio potere farlo.”
“Lei…crede che io non riuscirei a fermarlo?” mormorò Harry.
“Io credo solo che qualunque cosa succeda, il tuo momento
verrà senza che tu te lo vada a cercare. Come verrà il mio.”
Harry abbassò lo sguardo. “Quindi dobbiamo restare qui ad
aspettare.”
Silente annuì. “E’ la scelta più difficile, ma
sfortunatamente è l’unica cosa saggia da fare. E
voglio che tu lo ricordi sempre, Harry. Questa guerra è iniziata molto prima
che tu fossi concepito, e quello che succede non è a causa tua. Tu sei solo
parte degli eventi, come tutti noi.”
Harry sospirò e si alzò. “Io spero solo che questo momento
arrivi, e anche presto.”
Silente sorrise. “Arriverà, arriverà…mio
giovane e impaziente Grifondoro. Lascia che sia lui a trovare te, e non il
contrario.”
Harry annuì e abbozzò un piccolo sorriso. “Grazie,
professore. Per tutto.” Il buon vecchio preside gli
sorrise e lui fece per andarsene.
“Harry?” il ragazzo si voltò. “Tutte le stelle per essere
viste devono brillare di più. E ci impiegano del
tempo…ma poi sono abbaglianti in tutto il loro splendore.”
Harry tese le labbra in qualcosa che assomigliava a un sorriso e poi annuì, lasciando la Torre per tornare nel
suo dormitorio.
*************************
Oh, ecco finalmente finito anche il secondo capitolo. Grazie
Sara Lee per la velocità con cui lo hai beta letto!
Sei la migliore, come sempre. =)
Vorrei fare una piccola precisazione prima di andare avanti:
Harry afferma di essere maggiorenne nonostante abbia
ancora 17 anni perché in Inghilterra a quell’età si è maggiorenni.
Wow, quante bellissime recensioni! Vi adoro tutti, ragazzi!
=) Ci tengo a ringraziarvi uno per uno!
Vale: sono felicissima di sentirti! Io adoro
le tue recensioni, è sempre un piacere leggerle. Spero davvero di
riuscire a soddisfare le tue attese ^^
Strekon: Seamus piace un casino anche a me! =) si, se
vedemu…ma tu aggiorna, capito? Sto aspettando con molto interesse…
Alexis: maestro! Allora ti piace leggere le cose che scrive il “marocchino”, eh? ^^eh eh… muchas gracias, Yo soy muy…contenta
come si dice? ^^
Ginny, Mao_Chan91, Mikisainkeiko e Kimmy: grazie infinite!!! =)
Beppe90: grazie, sei davvero molto gentile!
Kim: grazie! E comunque sei
veramente molto brava, lo sai? Devo ancora recensirti l’ultimo chap che hai
postato…ma meriti un sacco di complimenti perché mi piace molto il tuo modo di
scrivere e interpretare le situazioni. Sto rileggendo anche la tua prima
storia…è molto, molto bella!
Danae: il tuo entusiasmo mi ha messo di buonumore =) e sì,
Seamus è proprio un grande….
Vega: dai un’occhiata alla tua
posta stasera =) un bacio grande
Kiara: carissima! Spero davvero che la storia continuerà a
piacerti, mi piace trovare le tue recensioni =)
Marilia: tranquilla, non succede proprio niente…non è la
fine del mondo, è solo un titolo ed è una coincidenza! Buon trasloco!
Virginia: non capisco la tua recensione (c’è ben poco da
capire, comunque), ma interpreto la tua vaga
esclamazione in modo non positivo. E onestamente non capisco perché se devi
dire che una cosa non ti piace non lo dici e basta, senza lasciare messaggi “cifrati”.
Alice: ti voglio un bene dell’anima! E sono contenta che tu
abbia risolto tutto... sei grande =)
Neo: …già sai! =)
Ah, dimenticavo: mia sorella ringrazia tutti per gli auguri
al suo sito! =)
Beh, ora devo lasciarvi…il prossimo capitolo, mh…”Addio
Hogwarts”. Suona familiare? Per chi ha letto le altre storie della saga sicuramente
si. Baci e baciotti
It's a cruel , cruel summer
Leaving me here on my own
It's a cruel , cruel summer
Now you're gone
The city is crowded
My friends are away
And I'm on my own
Cruel Summer, Bananarama
***************
Hermione si sentiva veramente molto contenta di aver stretto
un legame così forte con Ginny, o per lei sarebbe stato il terzo anno
consecutivo ad assistere da sola agli allenamenti della squadra di Grifondoro.
Una volta ci veniva per accompagnare Ron, ma ora che lui era il portiere
sarebbe stata davvero da sola sugli spalti. Stare con Calì e Lavanda sarebbe
stato a dir poco impossibile: il gossip non era decisamente il suo forte.
“Ma insomma, Seamus, è possibile che non ne fai entrare una?!”
fece accigliato Harry mentre frenava la sua scopa. Da quando era diventato
capitano ogni volta che saliva sulla sua Firebolt non faceva rimpiangere in
niente le fisse di Oliver Baston.
Seamus, uno dei cacciatori della squadra, si stava
sistemando coi denti uno dei guantoni, reggendosi con una mano alla scopa per
non cadere. “Qwshta m’rda di chuando…!” brontolò, storpiando le parole per via
del guantone fra i denti.
Ron ridacchiò, frenando la sua discesa verso destra. “Si,
dai la colpa al guanto…”
Ginny sugli spalti rise e scosse la testa. “Ma guardalo, si
sta dando tante arie solo perché ultimamente è più in forma che mai.”
Hermione si strinse nel cappotto quando una ventata più
fredda attraversò il campo e le tribune, ricordando a tutti che Novembre era
ormai inoltrato. “E’ la partita contro Serpeverde che li sta emozionando tutti,
direi.”
Ginny si sfregò le mani. “Se Tassorosso batte Corvonero domenica
prossima abbiamo praticamente la coppa in tasca.”
“Quindi farete il tifo per noi?”
Le due ragazze si voltarono. Justin Finch - Fletchey stava
in piedi sul piccolo spiazzo della tribuna che dava sulle scale. Ginny fece un
sorriso gentile e allegro: gli piaceva quel ragazzo, soprattutto da quando lo
aveva visto giocare nella squadra di Tassorosso due anni prima. Era un
battitore molto in gamba, una volta aveva perso la sua mazza e per proteggere
il suo compagno cercatore si era beccato un bolide in pieno stomaco. Un gesto
eroico che gli era valso molta popolarità.
“Ciao Justin:” disse vispa Hermione.
Justin ricambiò ai sorrisi e si andò a sedere accanto a
loro. “Seguite gli allenamenti?”
“Più o meno.” Rispose Hermione. “E tu che ci fai qui?”
Justin scrollò le spalle. “Sono andato a chiedere a Madama
Bumb il permesso di allenarci domani, dopo le lezioni. Ci dobbiamo allenare a
fondo per battere Corvonero.”
“Avete ottime possibilità, direi.” Disse Ginny.
“Già, beh…comunque meglio non sottovalutare l’avversario.”
Ginny gli fece un occhiolino. “In ogni caso se vincete ci
date una grossa mano.”
Justin rise e poi spostò il suo sguardo su Hermione. “Come
mai non c’eri sabato alla riunione ai Tre Manici di Scopa?”
“Sono passata…ma l’ho trovata piuttosto inutile.” Fece
semplicemente Hermione. “Dubito che Silente prenderà mai in considerazione una
proposta simile.”
Justin annuì. “Beh, però è stato un peccato. Speravo di
poterti incontrare lì…sai, per una burrobirra insieme.”
Ginny trattenne un sorrisetto e guardò Hermione, che si
sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “…possiamo fare per la
prossima volta.”
“Sabato prossimo?”
Hermione sorrise, leggermente
arrossita. “Si, per me va bene.”
Justin le rivolse un gran
sorriso. “Per me ancora meglio.”
“Hermione!”
Ron svolazzò con la sua scopa vicino
alla tribuna, mostrandole parte della sua casacca di Grifondoro strappata sulla
spalla. “Mi dai una mano?”
Hermione si alzò, sfoderando la
bacchetta. “Ma sei mai capace di non rompere qualcosa tu?”
Ron scrollò le spalle, e mentre
lei si dedicava alla sua casacca lui alzò lo sguardo e vide il suo amico di
Tassorosso. “E tu che ci fai qui, sei venuto a spiare?” gli disse con un
sorrisetto.
Justin ridacchiò e scosse la
testa. “Sette maschi in pantaloni e mantellino rosso? Nah, grazie lo stesso,
non siete poi così interessanti. Preferisco loro.” Con un cenno del capo indicò
Hermione e Ginny.
“No, tu mia sorella non la
preferisci affatto.” Il tono di Ron, comunque, era piuttosto allegro.
“Ignoralo.” Fece Ginny. “Io
nemmeno lo conosco.”
“Ma che bella sorella che mi
ritrovo!”
Justin rise e scosse la testa.
“Io credo a lei.”
“Ecco fatto, sei a posto.”
Hermione si rimise la bacchetta a posto nella tasca.
“Che cosa farei senza di te.” Ron
le diede un bacio sulla guancia e spronò la sua scopa verso il campo. Lei
sorrise e scosse la testa in silenzio.
Justin si alzò. “Beh, ci vediamo in giro, allora.”
“Ok. Ci vediamo.” Hermione lo salutò.
Ginny gli fece un cenno con la mano. “Ciao.”
Il ragazzo sorrise a entrambe e si allontanò. Ginny aspettò
che se ne fosse andato via, poi si voltò tutta emozionata verso la sua amica.
“Hermione, ti rendi conto? Hai un appuntamento con Justin!”
“Ma non è un vero appuntamento, andiamo solo a bere una cosa
insieme…” Hermione tornò a sedersi vicino a lei.
Ginny alzò gli occhi al cielo. “Ah, e questa non è la
definizione di appuntamento?”
“…si, ma…tra amici…”
“Ce l’hai qualcosa di sexy da mettere?”
“Oh, ma dai, Gin!”
“Beh, che c’è di male a farsi belle per un ragazzo?” ancora
molto entusiasta, Ginny si sistemò meglio la coda che le raccoglieva i capelli
rossi. “Secondo me ti starebbe bene la mia gonna azzurra, quella che ho
comprato l’estate scorsa, ti ricordi?”
Hermione sospirò e abbassò la testa. “Non ho tempo per
queste cose, Gin.”
Ginny si ammutolì e prese ad accarezzarle dolcemente la
schiena. “Hai fatto ancora quello strano sogno? Quello in cui la nostra scuola
diventa tutta nera?”
Hermione si morse il labbro e annuì piano. “E’ dal giorno
dell’attacco a King’s Cross che mi è entrato in testa e non se ne va più.”
“A Harry e Ron l’hai detto?” mormorò piano Ginny.
Hermione scosse la testa. “No, non voglio assolutamente
caricarli con altre preoccupazioni. Probabilmente il mio sogno com’è venuto
andrà via.”
Ginny le accarezzò i capelli. “E’ per questo che non voglio
che ci pensi…voglio vederti un po’ distratta, mi dispiace se stai male.”
Hermione si sforzò di sorriderle. “Va bene. Prestami la tua
gonna azzurra per sabato.”
Ginny le fece un gran sorriso e le appoggiò la mano sulla
sua. “Così si fa!”
Hermione però notò una cosa sulla mano della sua amica: un
taglio piuttosto gonfio. “E questo dove te lo sei fatto?” le chiese,
esaminandole la mano più da vicino.
“Erbologia.” Ginny scrollò le spalle.
“Ma ci sei stata in infermeria?” chiese preoccupata
Hermione, e Ginny scosse la testa. “Beh, dovresti farti dare un’occhiata.”
“Chi è che deve andare in infermeria?”
Hermione e Ginny alzando lo sguardo si resero conto che
parlando avevano perso di vista l’allenamento, che nel frattempo era bello che
finito; e infatti Harry e Ron, tutti sudati e coi capelli più spettinati del
solito, stavano lì in piedi con le scope in mano.
“Che ti sei fatta alla mano, Gin?” chiese Ron,
accigliandosi.
“Non è niente.” La sorella scrollò le spalle. “Un folletto
dell’Arunda Imperciundia mi ha morso stamattina, mentre facevamo Erbologia.”
“Comunque è meglio se te la fai controllare questa mano,
tanto per essere sicuri.” Replicò Ron.
Harry si asciugò la fronte con una manica della casacca.
“Che ci faceva qui Justin?”
“Non vi stava spiando, lui…” provò a rispondere Hermione, ma
Ginny la interruppe bruscamente.
“Ha invitato Hermione a uscire!”
Ron inarcò un sopracciglio, Harry fece un sorrisetto. “Esci
con Justin?”
Hermione arrossì. “E’ meglio che ci muoviamo, o faremo tardi
a cena.” Disse sbrigativamente.
“Perché tutta questa fretta improvvisa?” la punzecchiò
Harry. “C’è tempo, possiamo metterci comodi e parlare…”
Hermione mise le mani sui fianchi. “Non credo proprio. Io ora
devo accompagnare Ginny in infermeria…e voi due fareste meglio a fare una
doccia.”
Ron si annusò un’ascella. “Stai dicendo che puzziamo?”
“Harry non puzza.” Disse Ginny.
“Certo, lui quando suda odora di vaniglia e mughetto.” Fece
sarcasticamente Ron.
Harry ridacchiò. “No, direi di pesca.”
“Di qualunque cosa si tratti non è piacevole, perciò andate
a lavarvi.” Hermione si alzò in piedi, prendendo per un braccio Ginny.
“Si, mamma.” Dissero in coro i due ragazzi.
Ginny rise e li salutò con un sorriso. “Ci vediamo a cena.”
***************
Fissando sempre la stessa pagina del libro di incantesimi
che aveva davanti al naso da quasi un’ora, Hermione si trovò costretta ad
ammettere di non riuscire a studiare niente. Si sentiva molto tesa, non aveva alcun
senso negarlo. Forse era quella strana sensazione di angoscia che si sentiva
addosso dalla notte precedente, quando si era svegliata coperta di sudore
freddo dopo un incubo spaventoso: aveva sognato un’ombra nera che investiva non
solo lei, ma anche i suoi amici. E da allora non era stata più capace di
prendere pace, nonostante tutti i tentativi di Ginny di tirarle su il morale.
Ma ora neanche Ginny c’era a farle compagnia: Madama Chips, in un eccesso di
zelo, aveva scelto di trattenerla in infermeria per tutta la notte, quel tanto
da sincerarsi che il morso del folletto non le avesse procurato reazioni
allergiche.
“Neville!!”
Lo strillo acuto di Calì fece voltare Hermione: Calì e
Lavanda si stavano laccando le unghie con cura, ma i continui tentativi di
Neville di cercare il suo rospo Oscar sotto il tavolino le stavano ostacolando.
“La smetti di passare sotto il tavolo, per favore?” il tono
di Lavanda era molto irritato.
“Scusate, ma ora non riesco proprio a trovare Oscar…non è
che voi l’avete visto, per caso?” fece Neville, sgusciando fuori.
“No, e sinceramente non è qui.” Ribattè seccata Calì.
Neville scrollò le spalle e continuò a cercare il suo rospo,
stavolta intralciando un gruppo del quinto anno che sembrava molto preso da una
partita di carte magiche.
Seamus e Dean, stravaccati sul divano, stavano discutendo
animosamente a proposito di un articolo pubblicato sulla pagina sportiva della
Gazzetta del Profeta: Seamus si ostinava a dare ragione al giornalista, che
aveva fatto i suoi pronostici molto positivi sulla campagna di acquisti della
loro squadra del cuore di quidditch; Dean trovava fiacchi la maggior parte dei
nuovi giocatori, di conseguenza non si sentiva per niente ottimista.
Harry e Ron, viceversa, erano molto più taciturni: stavano
facendo una partita a scacchi vicino al camino, e tanto per cambiare i pezzi di
Ron dominavano la partita. Harry però non si stava lamentando come al solito,
né minacciava una rivincita. Aveva la mascella serrata e lo sguardo teso. Questo
fece preoccupare Hermione ancora di più: un conto era se solo lei aveva un
brutto presentimento, un conto era se anche Harry ce l’aveva.
“Scacco matto.” Disse alla fine Ron.
Harry fece una smorfia indifferente. “Strano, chissà come
mai non te l’avevo ancora sentito dire stasera.”
Ron inarcò un sopracciglio. “Che ti prende?”
Harry esitò, poi scosse la testa. “Niente, è solo che…”
Un’esplosione incredibilmente forte fece sussultare tutti i
ragazzi presenti nella sala comune: era stato come un tuono, ma cento volte più
forte e cento volte più vicino, come se una parte del castello fosse saltata in
aria. Mentre nella sala comune accorrevano in fretta dai dormitori tutti gli
altri Grifondoro, Colin Canon e un suo amico corsero alle finestre per poi
voltarsi di scatto, pallidi e sconvolti.
“La torre di Corvonero è in fiamme!”
Una ragazzina del quarto anno urlò. “Stanno attaccando
Hogwarts!!”
Nella sala comune si scatenò il panico in un attimo: i
ragazzi più piccoli cominciarono a urlare e a correre da tutte le parti, i più
grandi raggiunsero le finestre per vedere un’orda di uomini in nero spargersi
per il cortile della scuola, e altri si lanciarono di corsa verso l’uscita
della sala.
Hermione raggiunse di corsa Harry e Ron: anche loro erano
bianchi come due cenci. “Che facciamo?” fu costretta a urlare per farsi sentire
in tutto il caos che si era creato.
Ron, che stava guardando verso le finestre, spalancò gli
occhi. “Ma che cazzo…?!” Harry e Hermione si voltarono di scatto.
Le finestre a cui si stavano affacciando i ragazzi divennero
all’improvviso nere, ma prima che qualcuno potesse chiedersi il perché i vetri
s’infransero come colpiti dall’esterno e un numero infinito di uomini in nero
si lanciarono all’interno, fra le urla di terrore degli studenti.
“Via di qui, presto!!!” urlò Ron.
Harry, Ron e Hermione corsero verso l’uscita della sala
comune, seguiti a ruota da tutti quelli che erano riusciti in qualche modo a
sfuggire ai mangiamorte. Ma non erano poi così in tanti: quasi tutti i più
giovani erano stati colpiti subito da Avada Kedavra e Cruciatus volanti, e
Hermione si costrinse a serrare gli occhi per non voltarsi quando sentì Calì e
Lavanda strillare disperatamente; sarebbe stato inutile tornare indietro, ormai
loro erano state prese e c’erano così tanti mangiamorte che non solo non le
avrebbero salvate, ma si sarebbero consegnati loro stessi a una morte inutile e
più che certa.
Corsero fuori, al centro della torre di Grifondoro: e lì era
un incubo ancora più che dentro. Arrivavano mangiamorte da tutte le parti. Due
ragazze del quinto anno vennero colpite in pieno mentre cercavano di scappare.
Il piccolo gruppetto del sesto anno, Colin Canon incluso, fu circondato da
tanti uomini in nero che gli altri ragazzi non li videro più, ma Harry si sentì
fisicamente male quando li sentì gridare di dolore.
“Da quella parte!!” urlò Dean, indicando lo scalone che
collegava la torre al resto del castello. I ragazzi vi si lanciarono di corsa.
Tutto all’improvviso anche sulle scale piombarono ombre in
nero da ogni parte: un mangiamorte puntò la bacchetta contro Neville, ma
Hermione si sfilò dalla tasca la sua abbastanza in fretta da urlare
“Impedimenta!” e respingere il nemico fino a farlo cadere oltre lo scalone.
Harry, Ron, Seamus e Dean presero a loro volta le loro
bacchette e fecero in modo da spianarsi la strada, almeno per quanto gli era
possibile. Gli altri ragazzi cercarono di seguire il loro esempio, ma non a
tutti andò tanto bene: due ragazzi – uno dei quali era proprio il prefetto Carl
Peterson – vennero centrati in pieno da due pugnali ben lanciati.
Alle loro spalle si sentì un’esplosione incredibile, e
istintivamente i ragazzi si voltarono: la torre di Grifondoro stava bruciando.
Harry alzò gli occhi verso il soffitto quando vide un
mangiamorte colpire con un incantesimo una grossa colonna: non solo pezzi di
soffitto cominciarono a cadere da tutte le parti…ma la mastodontica colonna
iniziò a precipitare nella loro direzione.
“Oh merda!! Allontanatevi da qui!!”
I ragazzi in qualche modo riuscirono a scendere di corsa le
scale per mettersi al riparo dalla caduta della grande colonna. Tutti tranne…
“Neville!!!”
L’urlo di Hermione fece voltare gli altri: Neville era rimasto
incastrato con un piede in un buco nelle scale, proprio sotto la colonna che
stava completando la sua caduta impietosa.
“Cazzo!!” Harry non ci stette troppo a pensare e corse di
nuovo indietro, seguito da Ron.
“No, che fate!! Tornate indietro!!” Seamus tentò di fermarli
ma fu inutile.
Harry e Ron afferrarono Neville per le braccia e cercarono
di tirarlo su. Il paffuto ragazzo, però, era incastrato. “Punta i piedi,
Neville!!!” gli urlò Ron. Alla fine riuscirono a liberarlo…ma era troppo tardi
per scappare dalla colonna. Sentirono Hermione strillare e si prepararono a
provare un gran dolore…
…ma la colonna non cadde.
L’aveva fermata la McGranitt.
L’anziana professoressa era vicina al gruppetto di studenti
in fuga e teneva la bacchetta puntata contro la colonna, che era ferma a
mezz’aria e fu lasciata libera di cadere solo quando i tre ragazzi furono al
sicuro.
“Professoressa McGranitt!!” fece affannando Harry.
L’anziana donna era mortalmente bianca. “Andatevene,
scappate!” disse rapidamente. “Penserò io a coprirvi la fuga!”
“Professoressa, ma lei?” fece istericamente Hermione.
“Andate!” disse un’ultima volta la McGranitt, prima di
gettarsi nella mischia lanciando incantesimi in tutte le direzioni e colpendo tre
incappucciati.
Harry tirò Hermione per un braccio vedendola esitare, ed
esortò anche gli altri a continuare; non fecero neanche dieci metri che
sentirono la loro insegnante urlare raucamente.
Hermione si voltò e rimase immobile, folgorata alla vista del
cadavere della professoressa a terra. Ron la tirò per un braccio, poi vedendo
che non reagiva la voltò per le spalle verso di lui. “Dobbiamo andarcene da
qui, forza!!” col secondo scrollone Hermione sembrò uscire dal trance, e
riprese a correre disperatamente con gli altri.
***************
Jonah Spencer osservava soddisfatto i suoi uomini assalire
Hogwarts dallo spazio antistante il castello. L’impresa che gli aveva assegnato
il suo signore stava andando alla grande: Hogwarts era in fiamme, urla di
terrore e di dolore si sentivano da ogni parte, ormai la grande e leggendaria
scuola di magia e stregoneria era ridotta in ginocchio. Bastava la stoccata
finale, e la vittoria sarebbe stata completa.
“Padron Spencer.” Il capo di un gruppo di mangiamorte che
stava nel parco davanti al castello si fece avanti. “La torre a est è crollata.
Quella a ovest sta bruciando, non reggerà ancora per molto.”
Spencer annuì. “Prendi venti uomini e vai a dare una mano a
Lestrange, dove sta infuriando la battaglia.” L’uomo annuì e si allontanò,
facendo un cenno con la mano per essere seguito dalla sua truppa.
Sullo spiazzo c’era un gran via-vai di uomini
in nero, ma tutti si bloccarono e si voltarono con le bacchette puntate in mano
quando una sagoma comparve poco oltre l’ingresso della scuola. La sagoma non
battè ciglio.
Spencer incrociò le braccia sul petto. “Bene, bene, bene.”
Disse con un sorrisetto beffardo. “Ecco la ciliegina sulla torta.” La sagoma si
avvicinò a passi decisi, ma quando i mangiamorte alzarono le bacchette Spencer
fece cenno di stare fermi. “Albus Silente.” Mormorò con falso rispetto. “Il più
grande e il più saggio dei maghi dei nostri tempi.”
Il viso di Silente tradiva un’espressione così furiosa e
colma di rabbia contenuta che chiunque lo avesse visto non lo avrebbe mai
riconosciuto come il mite e tranquillo preside di Hogwarts. “Sapevo che saresti
passato dal lato oscuro.” Anche la sua voce era assurdamente dura e rigida.
“Quello che non immaginavo è quanto in alto saresti arrivato a forza di
uccidere poveri innocenti.”
Spencer scrollò le spalle, quasi divertito. “Si fa quel che
si può.”
Silente estrasse la bacchetta. “Hai già fatto fin troppo
male in giro. Non ti permetterò di uccidere questi ragazzi.”
Spencer prese tranquillamente la sua, facendo cenno ai suoi
uomini di fare spazio. “Non aspettavo altro, il mio signore voleva che fossi
proprio io a portarti i suoi saluti.”
Silente non disse nulla, ma sollevò bene la bacchetta.
Questa volta non avrebbe fallito, a costo della vita.
***************
Harry schivò un pugnale per poco, contando sulla velocità a
cui si stavano affidando sia lui che gli altri ragazzi che stavano correndo per
raggiungere l’uscita nel più breve tempo possibile. Raggiunsero il corridoio
centrale, ma quando lo videro pieno di mangiamorte si nascosero velocemente
dietro a una porta.
“E adesso che diavolo facciamo?” fece Seamus, col viso
pallidissimo e il fiatone.
“L’uscita è bloccata, non possiamo passare in mezzo a quel
casino.” Replicò Ron.
Hermione scosse freneticamente la testa. “Il parco sarà già
in mano loro.”
Harry all’improvviso spalancò gli occhi, come se avesse
trovato la luce in una stanza buia. “So io dove dobbiamo andare!”
“Che stai dicendo?” gli chiese subito Ron.
“Il passaggio segreto per Hogsmeade!” gli rispose Harry, poi
si volò verso gli altri. “C’è un passaggio segreto che ci porterà tutti fuori
di qui, è al terzo piano. Seguitemi!”
Non ci fu il tempo per valutare niente, Harry iniziò la sua
corsa verso il terzo piano e gli altri lo seguirono a ruota. Due ragazzi del
sesto anno in coda al gruppo, però, furono stroncati da due Avada Kedavra ben
piazzati.
“Dov’è questo passaggio segreto?” urlò Dean a Harry mentre
correvano su per le scale a perdifiato.
“Nel corridoio a destra dell’aula di Divinazione, quello in
fondo!” ribattè Harry senza rallentare.
Quando furono arrivati all’ultimo scalone, però, una
finestra si frantumò in mille pezzi e ne balzarono dentro due mangiamorte. I
ragazzi si fermarono al volo, ma non ebbero il tempo di scappare quando videro
uno dei due uomini alzare la bacchetta e urlare “Avada Kedavra!” Il fascio di
luce verde centrò in pieno Seamus, che cadde addosso a Ron che gli era dietro.
“Seamus!!!” urlò Dean.
“Nooo!!!” anche Harry si voltò di scatto.
Ron, che era caduto a terra sotto il corpo senza vita del
suo amico, scosse nevroticamente la testa mentre tentava inutilmente di
muoverlo sperando di sentirlo ancora vivo. Hermione e Neville li raggiunsero di
corsa, e lei si coprì la bocca con una mano.
Dean si voltò verso i due mangiamorte con gli occhi gonfi di
odio, e senza esitare impugnò la bacchetta e si lanciò contro di loro.
“Maledetti bastardi!!!”
“Dean fermati!!!”Harry non riuscì a fermare il gesto furioso
e disperato del suo amico, e fu costretto ad assistere quando l’altro
mangiamorte eliminò anche lui con un altro Avada Kedavra.
Harry sentì una rabbia folle e disperata scorrergli nelle
vene, e si voltò verso i due uomini con la bacchetta stretta forte in mano e i
denti così serrati che fu un miracolo che non gli si frantumarono all’istante.
Neville aiutò Ron a far scivolare dolcemente a terra il
corpo di Seamus. Ormai era tutto inutile. Ron si alzò in piedi rabbiosamente e prese
la bacchetta senza nemmeno soffermarsi ad asciugarsi le lacrime che gli
scendevano sulle guance.
Quando lo vide fare un passo avanti Hermione si avvinghiò
disperatamente al suo braccio, cercando con tutte le sue forze di trattenerlo.
“No, ti prego, non andare!!”
Ron tentò di liberarsi dalla sua presa. “Lasciami!! Quegli
stronzi la devono pagare cara!!!”
“Non servirà a niente, non riporterai in vita Seamus e Dean
in questo modo!!! Ti farai ammazzare inutilmente, non capisci??” gridò
disperata Hermione, con le lacrime che le scendevano copiosamente lungo la
faccia.
Neville si voltò verso i mangiamorte, e vedendoli già con la
bacchetta tesa in avanti urlò “Attenti!!”
Un momento dopo però i due uomini furono colpiti da due
fasci di luce argentea, e i ragazzi voltandosi videro che a lanciarli era stato
il professor Severus Piton.
L’uomo, visibilmente sconvolto e privo del suo solito
autocontrollo, teneva la bacchetta ben stretta in una mano e il pugnale in
un’altra. “Andatevene di qui, forza!!” urlò agli studenti.
Hermione gli rivolse una veloce occhiata di gratitudine, poi
riprese a correre insieme a Harry, Ron e Neville. Se avesse avuto il tempo di
piangere per tutti i compagni che avevano perso l’avrebbe fatto, ma non era
quello il momento. Dovevano pensare a salvarsi.
Neanche loro capirono come, ma raggiunsero il corridoio
centrale del terzo piano correndo così forte che avevano i polmoni svuotati
d’aria. Per un momento il viso di Harry si illuminò quando vide la porta che li
avrebbe condotti nel piccolo corridoio della salvezza. “Ci siamo quasi!” urlò.
Hermione si costrinse a correre più forte anche se non aveva
più fiato. Ormai era solo la forza della disperazione a farle muovere le
gambe…quella stessa forza che le venne meno quando sentì una mano afferrarla
bruscamente per un braccio e tirarla di violenza in una stanza alla sua
sinistra.
Sentendola strillare i tre ragazzi si fermarono e si
voltarono di scatto per cercarla. La chiamarono, urlarono il suo nome più
volte, e finalmente un suo grido di aiuto gli fece capire dov’era rimasta.
Raggiunsero in pochi passi l’aula che avevano appena superato, e trovarono uno
spettacolo quasi peggiore di quello che si aspettavano: un mangiamorte stava
tenendo saldamente Hermione per le braccia, mentre un altro stava armeggiando
per strapparle di dosso la gonna nonostante lei scalciasse furiosamente.
Ron non esitò neanche: balzò sulla schiena dell’assalitore,
stringendogli forte un braccio intorno alla gola e tirando con tutte le sue
forze, e Harry completò l’opera rifilandogli due calci allo stomaco decisamente
arrabbiati. L’altro mangiamorte buttò violentemente di lato Hermione – che
sarebbe caduta se Neville non l’avesse sorretta – e si lanciò in aiuto del suo
amico. Harry gli puntò contro la bacchetta per fermarlo, ma una nuova voce
irruppe nella stanza.
“Expelliarmus!”
Le bacchette dei quattro ragazzi volarono nella mano di un
uomo incappucciato che stava sulla soglia della porta, sfortunatamente seguito
da altri tre compagni. L’uomo con le bacchette in mano non perse tempo in
convenevoli, e colpì Harry e Ron con due Cruciatus alquanto ben piazzati. Le
urla di dolore dei due ragazzi si mescolarono a quelle di panico di Hermione e
Neville, che vennero afferrati saldamente da due uomini. Gli altri due rimasero
in piedi a puntare le bacchette contro Harry e Ron, che però erano ancora a
terra molto doloranti.
“Ma bene.” Fece l’uomo con le quattro bacchette in mano.
“Abbiamo dei giovani ribelli qui.” E così dicendo buttò le bacchette fuori
dalla stanza con noncuranza. “Avete del fegato, ragazzi. Peccato che dobbiate
fare questa fine.”
Harry e Ron si rimisero a fatica in piedi e guardarono per
un momento intorno: erano cinque a quattro…ma loro erano anche armati. Non era
una buona situazione.
Il mangiamorte si avvicinò lentamente a Hermione, che pur
affannando stava facendo del suo meglio per non mostrare tutto il suo panico.
“…forse con te ci potremmo divertire un po’ prima…” le mormorò con un sorriso
sadico, sfiorandole il collo col dorso della mano. Lei immediatamente cercò di
dimenarsi.
“Lasciala stare!!” urlò Ron.
L’incappucciato si voltò verso di lui. “La tua mamma non ti
ha insegnato a stare zitto? Crucio!”
Ron cadde a terra, contorcendosi per il dolore. Harry,
furioso come non mai, si lanciò contro il loro assalitore ma anche lui fu
fermato da un dolorosissimo Cruciatus.
“Basta!!” gridò Neville, bianco cadaverico.
“Nooo!!” Hermione fece del suo meglio per divincolarsi, ma
fu inutile. Non le rimase che assistere alla tortura dei suoi amici, che a
furia di beccarsi la maledizione Cruciatus cominciavano ad avere grossissime
difficoltà a rimettersi in piedi.
Uno dei due mangiamorte che li teneva sotto tiro fece uno
sgradevole sorriso. “Ehi capo, guarda un po’. Hai visto chi è il moccioso?”
Harry ebbe a malapena le forze per sorreggersi sui gomiti
quando l’uomo in nero si chinò alla sua altezza e gli scansò un ciuffo di
capelli dalla fronte. Fece un sorriso molto crudele quando lo riconobbe. “Harry
Potter. Questo cambia tutto.”
Harry lo fulminò con lo sguardo, con gli occhi ridotti a due
fessure.
L’uomo si rialzò. “Che peccato che abbiamo l’ordine di non
ucciderti…sarebbe stato estremamente piacevole portare il tuo cadavere al
nostro signore.” E così dicendo posò la bacchetta proprio contro la fronte di
Harry, dritto in mezzo agli occhi. “Tuttavia…”
Harry sentì Hermione trasalire, ma lui mantenne il suo
sguardo duro e forte. Se doveva morire almeno voleva farlo a testa alta e non
da codardo.
“Sarebbe ugualmente glorioso riportare al mio signore il suo
nemico numero uno in ginocchio, a implorarlo di accoglierlo fra i suoi
soldati.”
“Te lo puoi scordare.” Sibilò Harry con odio.
Il mangiamorte non si scompose. “Non mi piacciono i
ragazzini capricciosi.” E senza dare a nessuno la possibilità di reagire puntò
la bacchetta contro Ron. “Crucio.”
Hermione strillò, cercando di dimenarsi per correre a
fermare quella orribile scena; chiuse forte gli occhi per non vedere Ron
contorcersi a terra dal dolore, ma non potè non sentire le sue urla.
Harry si lanciò contro il mangiamorte ma fu fermato e
trattenuto per le braccia da un altro dei presenti. “Basta!!! Lascialo in
pace!!!”
Il mangiamorte finalmente si decise ad abbassare la
bacchetta. Ron rimase a terra, mordendosi le labbra per non lasciarsi scappare
neanche un lamento e tenendosi forte lo stomaco. “Che cosa ne dici, Potter? Hai
cambiato idea?”
“Lascia stare gli altri, è me che vuoi!!” tuonò Harry, dando
non pochi problemi all’uomo che lo stava trattenendo.
“Non mi sembra che tu stia usando il cervello, ragazzo.”
L’uomo in nero incrociò le braccia sul petto. “Ti ho fatto una proposta.”
“Preferirei morire piuttosto che unirmi al vostro branco di
sporchi assassini!” Harry gli rispose con tutto l’odio che aveva in corpo.
Il mangiamorte inarcò un sopracciglio, poi sorrise
crudelmente. “Vediamo se la tua amichetta la pensa come te.”
Harry scalciò disperatamente.
“No, fermo!!”
Il mangiamorte si avvicinò a Hermione, che lo stava
guardando con tutto l’odio di cui era capace, e le prese il mento in una mano,
sollevandole la testa e impedendole di aprire bocca. Contemporaneamente le
sfiorò il collo con le dita. “Proprio tu fra tutti non dovresti essere così
spaventata…sarai l’unica che morirà felice…mi occuperò personalmente di questo,
piccola…” Hermione serrò forte gli occhi ed emise un gemito.
“Bastardo, toglile le mani di dosso!!” urlò Harry, mentre
Ron cercava inutilmente di rialzarsi.
Il mangiamorte estrasse un grosso coltello e lo avvicinò al
collo di Hermione. “Ti ripeto la mia proposta. Vuoi unirti a noi?” disse
lentamente.
Hermione scosse coraggiosamente la testa. “Non ascoltarlo,
Harry!” riuscì a strillare, con la voce che le tremava.
“Va bene!!” urlò Harry, chiudendo forte gli occhi per un
attimo. “Farò quello che vuoi, ma lasciala stare!!”
L’uomo curvò le labbra in un sorrisetto spietato. “Chissà
come mai non mi convinci più di tanto.” E così dicendo col pugnale fece un
taglio sul collo di Hermione, proprio sotto l’orecchio. Lei strillò mentre le
prime lacrime le scendevano sulle guance.
“Basta, smettila!! Smettila!!!” Harry non sapeva più come
fare per riportare su di sé l’attenzione del mangiamorte. Era chiaro che ormai
scalciare non serviva più.
L’uomo con due dita raccolse un po’ del sangue di Hermione e
lo leccò. “Mmh…gustoso.” Hermione non si trattenne più e singhiozzò forte.
Neville, che era in completo stato di shock dopo aver rivisto gli effetti del
Cruciatus sui suoi amici, chiuse forte gli occhi per non dover vedere anche
questo.
Ron raccolse tutte le sue forze e si rimise in piedi, con le
gambe che gli tremavano e le lentiggini che spuntavano nettamente sul viso
pallidissimo. “Bastardo…” ruggì fra i denti, lottando per restare cosciente.
“…sei solo uno sporco vigliacco…te la prendi con una ragazza…pisciasotto di
merda, vieni qui se sei un uomo…”
Il mangiamorte si avvicinò in due passi a lui e lo afferrò
per il maglione, strattonandolo in avanti. “Preferisci prendere il suo posto forse?!?”
“Ti ho detto di lasciarli stare!!!” urlò Harry. “Non
otterrai niente da loro, è con me che ce l’hai!!”
Il mangiamorte fece un sinistro sorriso e puntò il pugnale
contro Ron, che nemmeno battè ciglio nel vederlo così vicino. Era arrivato a un
punto di sofferenza fisica e psicologica tale che la morte non lo spaventava
per niente, anzi. Se significava mettere fine a tutto questo era la benvenuta.
“Convinci il tuo amico a diventare un seguace del nostro
signore.” Sibilò l’incappucciato. “E libereremo te e i tuoi compagni subito.”
Ron lo guardò con un assurdo sorrisetto beffardo.
“Vaffanculo.”
Harry serrò forte gli occhi: sapeva che in quel momento
avrebbero ucciso Ron.
Ma in quel preciso istante una luce e un’esplosione
colpirono una parete della torre, che vibrò come se ci fosse stato un terremoto
mentre il muro colpito crollò, scoperchiando la stanza dal soffitto e facendo
aprire una voragine che dava dritto sul cortile dove si stavano battendo
Silente e Spencer, da dove era partito il colpo. Ci fu un momento di enorme
confusione in cui tutti agirono d’ istinto.
Il mangiamorte più vicino alla parete colpita crollò a terra
sotto il peso delle grosse pietre del soffitto; Harry concentrò tutte le sue
forze nella spallata che diede all’uomo che lo teneva, facendolo cadere giù
nella voragine. Il mangiamorte che tratteneva Neville subito lo buttò a terra
per andare a vedere che fine avevano fatto i suoi due compagni.
Contemporaneamente Ron e l’incappucciato che li stava torturando caddero a
terra per la violenza dello scoppio, ma Ron fu più veloce a prendere il pugnale
da terra e rialzarsi. Evidentemente però un ragazzo piuttosto magro, pallido da
far paura e dolorante non incuteva troppo terrore, perché il mangiamorte
vedendolo scoppiò in una risata beffarda. Probabilmente non si sarebbe mai
aspettato che quel ragazzo avrebbe avuto il coraggio e la forza di piantargli
il pugnale nel cuore. Ma non ebbe il tempo di restare sorpreso, stramazzò a
terra morto senza un suono. Il mangiamorte che tratteneva una scalpitante
Hermione cercò di riprendere in mano la situazione, e stringendole forte la
gola in una mano estrasse la bacchetta e la puntò contro i tre ragazzi,
prevenendoli.
“Fermi!!! Una sola mossa e la uccido!!” urlò.
I ragazzi si bloccarono, soprattutto vedendo Hermione che
non riusciva a respirare con la mano dell’uomo così stretta attorno al collo.
“Fanculo gli ordini.” Bofonchiò il mangiamorte, puntando la
bacchetta contro Harry. Nella confusione del momento nessuno sentì Neville
chiamare il suo rospo Oscar, che gli era saltato improvvisamente fuori dalla
tasca.
Fu un istante troppo rapido e intenso per capirci qualcosa;
il mangiamorte urlò “Avada Kedavra” ma contemporaneamente Oscar gli balzò in faccia,
facendolo arretrare proprio quel tanto da far dirigere il colpo in un’altra
direzione. Hermione emise un gemito strozzato e chiuse forte gli occhi nel
vedere il corpo senza vita di Neville cadere a terra con un tonfo sordo.
Un altro mangiamorte fece capolino nella stanza quasi
distrutta. “Andiamo! Sono arrivati i War Mage!”
L’incappucciato che teneva Hermione la buttò a terra e corse
verso la porta della stanza, ma prima di scomparire del tutto si voltò e urlò
“Tu sei morto, Potter!”
Hermione, piangendo disperatamente ma senza emettere alcun
suono, raggiunse Neville che giaceva a terra col faccione bianco e gli occhi
sbarrati persi nel vuoto. Gli sfiorò la mano un’ultima volta, poi lo stress, il
dolore e la paura ebbero la meglio e si lasciò andare a terra, svenuta.
Ron crollò sulle ginocchia, sentendosi completamente
svuotato di ogni energia; ora il dolore fisico stava tornando ad avere la
meglio anche sulla sua forza di volontà. Si guardò le mani: erano sporche di
sangue. Sangue dell’uomo che aveva ucciso lui. Aveva ucciso una persona. A
sangue freddo, senza neanche starci a pensare troppo. La vista gli si offuscò
completamente, ormai vedeva sangue ovunque. E la sensazione fu tanto violenta
che finalmente riuscì a farlo cadere in quella tanto desiderata incoscienza.
Harry si guardò attorno con un’espressione disperata;
avrebbe tanto voluto verificare che il sangue sulle mani di Ron fosse davvero
solo del mangiamorte, o controllare che la ferita sul collo di Hermione fosse
solo u graffio come sembrava…ma non ne ebbe né il coraggio né la forza.
Per la prima volta in vita sua Harry Potter ebbe paura.
Raccogliendo un’ultima volta le sue forze e lottando per
restare cosciente, Harry strisciò sui gomiti fino a sporgersi da quel po’ di
parete che era rimasta, per poter guardare nel parco di Hogwarts. Silente e un
uomo in nero stavano combattendo, ed erano entrambi conciati piuttosto male. Si
puntarono ancora le bacchette contro. Ma lo sguardo di Silente incrociò quello
di Harry. E incredibilmente gli rivolse un piccolo sorriso. Il ragazzo sembrò
comprendere quello sguardo…aveva un significato ben preciso, si.
Io credo solo che
qualunque cosa succeda il tuo momento arriverà…come arriverà il mio.
Harry capì le intenzioni di Silente; scosse debolmente e
cercò di tendere la mano verso il suo lontanissimo preside…ma il dolore e la
stanchezza fisica e psicologica lo trascinarono a forza in una pesante
incoscienza.
***********************
Fiùù…cavolo se è stato duro da scrivere questo capitolo! Non
amo molto uccidere i miei personaggi (quanto è stata dura eliminare Seamus! Era
uno dei miei preferiti!) ma stavolta andava proprio fatto. Eh si, ora è più
chiaro che cosa intendono Harry & co. quando parlano di esperienza
agghiacciante anche negli altri BAWM? E oltretutto da adesso in poi si
assisterà al “cambiamento”, perché dopo un’esperienza del genere non si può
uscire uguali a prima…e cominceremo a vedere i primi effetti di questa
terribile notte già dal prossimo chap, “La nostra infanzia finisce qui”.
Passiamo alle recensioni! =) Argomento che adoro, perché ce
ne sono sempre così tante e così tanto belle!
Mao_chan91: grazie mille! Sono molto contenta che il mio
stile ti piaccia!
Alexis: maestro! Hola! ^^ sto facendo progressi, sai? Ho
ripetuto “Yo Soy Ale” a tutti quelli che ho incontrato questa settimana! =)
Danae: grazie! Contenta? Ho aggiornato presto!
Luna Malfoy: wow, mi piace sapere che i miei personaggi
prendono spessore…e sono molto contenta della tua recensione, grazie mille!
Vega: oh beh, tu già sai tutto quello che ti voglio dire,
tranne forse: vai alla grande, fammi avere novità appena le avrai! ^^
Eli: ben ritrovata! Si, anch’io mi sono divertita tantissimo
a scrivere l’ora di Divinazione! =)
Vale: =) tu sai che non vedo l’ora di leggere tutta la tua
storia…=) finora era fantastica! Bel personaggio Harry, eh? Si lascia
descrivere da solo, devo dire.
Rachel: sono onorata! Grazie! Beh, in effetti stavolta
qualche fazzolettino ci voleva magari…^^
Kim: grazie 1000000! Ho letto la tua storia: anzi, consiglio
a tutti di andarla a leggere! Io non leggo quasi mai quelle sui Malandrini (non
perché non mi piacciono, anzi!) ma questa merita davvero!
Strekon: ehi, una cosa del genere detta da te mette il
buonumore per una settimana di seguito! =) Tu intanto aggiorna il prima
possibile, eh? E salutami tanto Mony! (dille anche che non ho dimenticato il
suo regalo di compleanno, eh! Lei sa di cosa parlo…)
Kiara: poveretti si! ^^ Sono felice di sapere che recensirai
sempre, mi piace leggere quello che pensi! Ormai è diventato abituale, le tue
recensioni mi sono diventate familiari! =)
Giuggy: ciao! Il pc è risorto? =) Sono contenta di averti
recuperata!
Eva: eh si, in effetti questo chap è un po’ triste…ma era
proprio necessario alla trama della storia. Vedrai che ce ne saranno anche di
molto allegri! Oh, e a proposito di Ron…lo adoro anch’io! ^^
Marilia: eccoti accontentata! =)
Ginny: gli ultimi saranno i primi! ^^ Puoi chiamarmi come
vuoi, non ti ammazzerò mai!
Bene cari…ora devo proprio scappare, ho una valanga di
compiti che aspettano solo me! Baci baci,
Harry aprì gli occhi piano; non riuscì a vedere altro che
ombre, ma sentì in lontananza delle voci che lo chiamavano con un tono pacato e
rilassante. Istintivamente stese la mano a destra, cercando i suoi occhiali sul
comodino che stava da quel lato del letto, dove li teneva sempre nel suo
dormitorio; ma evidentemente non era nel suo dormitorio, perché non c’era
neanche il comodino.
“Harry?” fece una voce profonda e preoccupata. “Harry,
riesci a sentirmi?”
“…Sirius?” mormorò rauco il ragazzo.
Qualcuno gli fece scivolare gli occhiali sul naso, perché
finalmente riuscì a mettere a fuoco il viso preoccupato di Sirius. “Sono qui,
figliolo. Come ti senti?”
Harry non gli rispose; voltò la testa per guardarsi intorno,
ed ebbe la conferma che quello non era affatto il suo dormitorio; a giudicare
da quello che vedeva, doveva essere una stanza d’ospedale. E Sirius era seduto
su una sedia accanto al suo letto. “…dove sono?” mormorò.
“Sei al St.Mungo.” gli disse piano Sirius. “E’ tutto sotto
controllo ora, figliolo.”
Harry sbattè gli occhi un paio di volte. Poi una serie di
flash gli vennero in mente: …ombre nere… sangue…Ron a terra…gli strilli di
Hermione…i cadaveri dei suoi amici…Silente…il suo sguardo ammiccante…
Sirius lo tenne sdraiato sul letto quando lo vide spalancare
gli occhi e cercare di alzarsi di scatto. “Sta’ calmo, tranquillo…è tutto
finito, Harry, siete al sicuro adesso. E’ passata.”
Harry non lottò per mettersi in piedi; tutto in una volta
sentì di non averne la forza, non dopo tutti i ricordi che gli erano tornati
alla mente. “Ron e Hermione?” chiese stancamente.
“Sono qui anche loro, stanno bene. Come te.”
Harry sospirò e trovò la forza di guardarlo negli occhi:
Sirius aveva gli occhi cerchiati e l’aria molto stanca. “Com’è…com’è finita?”
Sirius si passò una mano fra i capelli. “Hogwarts è stata…”
non c’era motivo di mentirgli, presto avrebbe comunque saputo la verità. “…è
stata distrutta, purtroppo. Non c’è stato modo di evitarlo. Siete sopravvissuti
in pochissimi…di Grifondoro soltanto voi tre e la sorella di Ron. Lei sta
benissimo, è rimasta nascosta tutto il tempo, grazie al cielo non le hanno
torto neanche un capello.”
“Gli altri ragazzi?”
Sirius si guardò le mani. “In tutto sono stati salvati dieci
di Tassorosso e otto di Corvonero. I Serpeverde figli di mangiamorte sono
spariti dalla circolazione, gli altri hanno subito la stessa sorte del resto
degli studenti.”
Harry serrò i pugni forte. Non aveva idea che il bilancio
potesse essere stato tanto disastroso. Quanti erano morti? Troppi. E tutti
dannatamente troppo giovani.
La porta si aprì piano e ne fece capolino un pallidissimo
Remus Lupin, che quando vide che il giovane paziente era sveglio fece un
sorriso ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle. “Harry, ben svegliato! Come
stai?”
Harry si sentì in parte sorpreso di vedere il suo vecchio
amico e professore lì…ma il suo viso rasserenante per un momento gli fece bene.
Anche se però perfino i suoi lineamenti di solito così tranquilli ora erano
tesi.
Remus raggiunse il letto, appoggiando per un momento la mano
sulla spalla di Sirius. “Ti senti bene? Ti fa male da qualche parte?” Harry
scosse piano la testa. “Oh, bene. Vuol dire che uscirete presto da qui. Anche
Ron e Hermione sono in via di guarigione completa. Non potranno trattenervi
ancora per molto, non preoccuparti.”
“Quanto…quanto ho dormito?” chiese piano Harry.
Lupin stavolta non riuscì a incoraggiarlo con un sorriso.
“Tre giorni.” Harry spalancò occhi e bocca. “Dovevano assicurarsi che fosse
tutto a posto. Avete subito molte volte la maledizione Cruciatus, sono
controlli necessari. Ma ora sono finiti, è finito tutto quanto.”
Harry si voltò a guardare il muro bianco dall’altra parte.
Non aveva né la forza né il coraggio di dire a Sirius e Remus che non era vero
nulla, che non era finito proprio niente, anzi, i giochi erano appena
cominciati. Giochi che erano costati la vita a centinaia di ragazzi innocenti.
E tutto per colpa sua.
Che aveva fatto il grande
Harry Potter quando più c’era stato bisogno di lui? Era scappato. Aveva pensato a mettersi in
salvo invece di presentarsi agli assalitori e offrirsi in cambio della salvezza
per tutti gli altri. Era un incubo…era stata davvero tutta colpa sua?
In quel momento gli tornò in mente il flash dello sguardo di
Silente poco prima di perdere conoscenza; sentì una stretta al cuore, ma si
sforzò comunque di fare quella domanda anche se poteva immaginare già la
risposta.
“Silente?”
Sirius sospirò. Remus si passò una mano fra i capelli ed
esitò un momento. “Silente è stato il più grande mago di tutti i tempi fino
alla fine. Ed è stato solo grazie a lui se vi siete salvati.”
Harry si voltò a guardarlo in faccia. “Si è sacrificato, non
è vero?”
Remus abbassò gli occhi e annuì. E fu in quel preciso
momento che Harry sentì il bisogno di voltarsi dall’altra parte per nascondere
le lacrime. Perché sentiva un vuoto nel cuore troppo grande per non piangere
stavolta.
***************
Ron continuava a fissare il muro davanti a sé senza battere
ciglio. Stava seduto sul suo letto, coi gomiti sulle ginocchia e le gambe
piegate. Si era svegliato da quanto, sei ore? Non ne aveva idea…in ogni caso da
quando aveva aperto gli occhi non aveva detto una sola parola. Perché
fondamentalmente non aveva voglia di parlare, come non aveva voglia di
ascoltare.
Le uniche parole che gli erano arrivate al cervello erano
state quelle di Ginny, che lo aveva abbracciato fra le lacrime e lo aveva
implorato di perdonarla per essere rimasta tutto il tempo nascosta in un
passaggio segreto della scuola, al sicuro da quell’inferno. Ron ringraziò il
cielo per questo, ma non ricambiò il suo abbraccio né le rispose. E mantenne
quello sguardo freddo e schivo anche quando vide arrivare uno dopo l’altro i
suoi fratelli, uno più pallido dell’altro. E non ebbe alcun rimorso quando
scansò la testa per evitare una carezza di sua madre. La sentì piangere, ma era
come se fosse lontana un miglio da lui. Era come se tutti fossero lontani.
Niente di niente gli importava adesso; perché invece di
vedere le loro facce lui continuava a vedere quelle di Seamus e Dean, che
avevano lottato fino all’ultimo per restare in vita, quella terrorizzata e
sconvolta di Neville, quelle disperate di tutti quelli che non ce l’avevano
fatta…e poi nelle orecchie aveva solo quegli strilli, quelle esplosioni, le
urla di Hermione che aveva rischiato di essere assalita, quelle di dolore e
disperazione di Harry, le sue…
Ron serrò forte gli occhi per un momento, cercando di
scacciare via dal suo cervello quelle immagini e quei suoni atroci. Ma sapeva
che era un tentativo inutile. Non si sarebbe mai liberato di quegli incubi, lo
avrebbero tormentato per molto, moltissimo tempo.
Si guardò le mani almeno per la decima volta da quando si
era svegliato. Erano pulite…ora. Lo sapeva sua madre che con quelle mani aveva
perforato il cuore a un uomo? Qualcuno aveva idea che con quelle mani aveva ucciso? Se le strofinò vigorosamente; ai
suoi occhi erano ancora sporche di sangue.
Non gli dispiaceva di aver ucciso una belva di mangiamorte,
anzi: lo avrebbe rifatto cento e cento volte per pareggiare i conti. Gli
dispiaceva solo di sentire tutti gli altri lontanissimi da lui. Nessuno aveva
vissuto quella orribile esperienza, perciò nessuno poteva capirlo. E certo lui
non avrebbe sprecato tempo e fiato per elemosinare un po’ di comprensione. No,
non gli dispiaceva affatto di aver ucciso quel mangiamorte.
Gli dispiaceva solo di aver ucciso con lui anche la sua
adolescenza e la sua serenità.
***************
How can you see into my eyes like open doors
Leading you down into my core
Where I’ve become so numb
Without a soul my spirit’s sleeping somewhere
cold
Until you find it there and lead it back to
home
Bring me to life, Evanescence
***************
Molly Weasley si chiuse la porta della stanza del figlio
alle spalle, tirando su col naso e asciugandosi quello che restava delle sue
lacrime ancora una volta. Lì nella piccola sala d’aspetto trovò Bill che
parlava con suo padre e Sirius, tutti e tre molto cupi e con tre bicchierini di
caffè in mano.
“Ci sono novità?” le chiese Arthur Weasley vedendola
arrivare.
Molly scosse la testa. “No. Ci sono Fred e George con lui,
spero che almeno loro riescano a farlo aprire un po’.”
Sirius le porse un bicchierino di caffè molto forte. “Sto
aspettando che torni Remus coi risultati delle analisi di Harry, poi lo porterò
da Ron. Sono certo che hanno molto più bisogno l’uno dell’altro che non di
noi.”
Molly annuì stancamente, passandosi una mano fra i capelli
rossi e sorseggiando piano il suo caffè.
La porta della saletta si aprì ancora, ma stavolta ad
entrare furono i genitori di Hermione, Margaret ed Edward Granger, che erano
più rigidi che mai. Oltre alla situazione già drammatica in se stessa, era
evidente che avessero grossi problemi ad orientarsi in un ospedale magico.
“Posso fare qualcosa per aiutarvi?” chiese subito
gentilmente Arthur Weasley.
“Si.” Rispose la signora Granger. “Vorremmo sapere a chi
dovremmo rivolgerci per far uscire nostra figlia da qui.”
Molly Weasley sbattè gli occhi un paio di volte. “Beh…ma
devono solo finire alcuni accertamenti, al massimo entro un paio di giorni
potremo riportarli tutti a casa…”
Margaret Granger scosse la testa. “No, non è questo il
punto. Vorremmo portarla in una clinica specialistica a Londra, dove potrà
essere seguita da uno psichiatra che potrà aiutarla.”
Sirius esitò. “Se mi consente, signora Granger, io non credo
che sia una buona idea.” Disse piano. “Hermione ha molto più bisogno di restare
coi suoi amici che di essere bersagliata di domande da uno strizzacervelli.”
La signora Granger s’irrigidì. “Mi permetta lei, signor
Black.” Ribattè aspra. “So io cos’è meglio per mia figlia. Avremmo dovuto
prendere questa decisione molto tempo fa, a quest’ora Hermione non sarebbe
ridotta in quelle condizioni.”
Il marito le appoggiò le mani sulle spalle, e quando parlò
lo fece con un tono molto più pacato. “Dovete scusarci se siamo così agitati,
ma tutto questo è fuori dalla nostra portata.”
Molly Weasley annuì accoratamente. “Non scusatevi, è più che
comprensibile. E’ un momento molto difficile per tutti.”
“Il punto è che noi non riusciamo ad aiutare Hermione in
nessun modo.” Fece Edward Granger. “Si è completamente chiusa in se stessa e
non si lascia né avvicinare né toccare da nessuno. E noi non riusciamo a
restare impotenti senza poter fare qualcosa per la nostra bambina.”
Sua moglie annuì vigorosamente. “E questo è precisamente il
motivo per cui dovrebbe vederla un bravo psichiatra.”
“Non sarebbe prudente riportarla fra i babbani ora.” Disse
cauto Bill.
La madre di Hermione gli lanciò un’occhiataccia. “Infatti
restare nel mondo della magia le ha fornito una gran protezione.” Fece,
pungente.
“Io capisco cosa sta provando, signora, mi creda.” Provò il
signor Weasley. “Ma i vostri…come li chiamate, poliziotti?...beh, loro non
potrebbero contrastare un attacco sferrato da chi ha distrutto la scuola dei
nostri figli.”
La signora Granger si passò una mano fra i capelli,
esasperata. “Non vorrei sembrarle offensiva se le ricordo che nemmeno i vostri
soldati sono arrivati sul posto in tempo.”
Sirius sospirò e annuì. “Mi dia solo la possibilità di
dimostrarle che Hermione ha un gran bisogno dei suoi amici, e che con loro può
riprendersi.”
Margaret Granger sospirò, suo marito annuì e le fece
coraggio stringendole le spalle fra le mani. “Va bene.”
***************
Sirius diede una pacca sulle spalle a Harry e lo incoraggiò
con un piccolo sorriso, poi aprì la porta della stanza di Ron. Harry tirò un
sospiro ed entrò.
Ron stava seduto sul suo letto con lo sguardo perso nel
vuoto, occupato a guardare verso la finestra. Sentendo la porta aprirsi e
chiudersi subito si voltò; ma vedendo Harry i suoi occhi ebbero un guizzo
vispo. Dopo tutto quello che avevano passato insieme, vederlo lì in piedi gli
fece tirare un sospiro di sollievo. Non lo sentiva lontano come gli altri.
“Ehi.” Gli disse semplicemente.
“Ehi.” Harry si rasserenò. Per un momento aveva temuto che
con quello che aveva dovuto sopportare a causa sua, anche Ron potesse avercela
con lui. E invece era lì, pronto ad accoglierlo senza alcun rancore. Era
davvero il suo migliore amico.
Ron gli fece cenno con la testa di entrare. “Ti sei
imbambolato là?”
Harry fece una piccola smorfia e lo raggiunse, sedendosi sul
letto. “Sei tutto intero?”
Ron tirò su col naso e fece un’espressione beffarda. “Così
pare. Tu?”
“Così pare.” Harry si guardò intorno e inarcò un
sopracciglio. “Vedo che hanno dato anche a te la stanzetta pura e immacolata.”
“Già.” Ron fece una smorfia. “Con queste pareti bianche che
non ti danno per niente il bruciore agli occhi.”
Harry fece un brevissimo e impercettibile sorriso prima di
tornare a guardarsi le mani. Passò qualche minuto prima che trovasse il
coraggio di parlare di nuovo. Ma questo doveva proprio dirglielo. “Mi
dispiace.” Mormorò.
Ron scosse la testa. “No. Non è colpa tua.” Disse
semplicemente. “Sono stati quei bastardi. E la pagheranno amaramente per
questo.” Calò un breve silenzio, ma nessuno dei sue sentì la necessità di
interromperlo.
Qualcuno bussò alla porta, e prima che potessero chiedersi
chi, Ginny comparve sulla soglia. “Ci sono visite.” Disse con un piccolo
sorriso, entrando e lasciando a entrambi la possibilità di vedere che la loro
visita era Hermione.
Ma non era la solita Hermione: sembrava un pulcino bagnato.
Si teneva ben stretta la vestaglia addosso quasi come se avesse paura che
qualcuno gliela volesse strappare, e aveva l’aria molto spaventata. Ginny
chiuse la porta e tornò a starle vicino.
Hermione raccolse il coraggio e guardò i suoi due amici.
“…state…b-bene?” chiese, con la voce che le tremava.
Ron annuì. “E tu stai bene?” lei si morse un labbro e annuì.
“Vieni qui, dai.” Le disse piano, spostandosi un po’ sul letto per farle posto
proprio come stava facendo Harry.
Lei fece un passo indietro. Ginny cercò di venirle in aiuto.
“Vieni a sederti.” Le disse dolcemente, porgendole la mano. Ma come la vide
avvicinarsi, Hermione arretrò spaventata finchè non fu di spalle al muro. Ginny
abbassò subito la mano. “Scusami.”
Harry sentì una stretta al cuore nel vederla in quello stato.
No, non poteva accettare anche questo. Non poteva perdere anche la sua migliore
amica. Si alzò e le andò incontro con calma e determinazione. Non era pronto a
pagare un prezzo tanto alto.
Hermione si strinse nelle spalle, cercando di tenersi ancora
più stretta la vestaglia addosso. “…ti prego, resta lì…” mormorò tremante.
Harry non l’ascoltò; si fece più avanti e le porse la mano.
“Non aver paura. Non ti farei mai del male, e tu lo sai.” Le disse piano.
Due grossi lacrimoni fecero capolino sulle guance di
Hermione, che scosse freneticamente la testa. “…lo so…però…” riuscì a dire tra
i singhiozzi. “…ho paura…ti prego, non ti avvicinare…”
“Nessuno ti toccherà più, te lo giuro.” Cercò di dirle lui.
“Io voglio solo aiutarti.”
Anche Ron li raggiunse. “Non dare a quei porci la
soddisfazione di metterti a tappeto. Tu sei più forte di così.”
Harry fece un altro passo avanti. “Nessuno ti farà più
niente, fidati di me. Tu mi credi, vero?”
Questo fece suonare un campanello nella testa di Hermione;
quelli erano i suoi migliori amici, che nel momento del bisogno non l’avevano
abbandonata per scappare. E che non sembravano disgustati neppure ora, dopo che
quei mangiamorte avevano tentato di portarle via la sia innocenza fisica oltre
a quella psicologica – che erano già riusciti a toglierle, comunque.
Guardò la mano che Harry le tendeva; esitò ancora una volta
prima di sollevare anche lei una mano tremante. Quando riuscì a stringergliela,
Harry le fece un piccolo sorriso brevissimo e incoraggiante. Hermione scoppiò a
piangere e gli si gettò fra le braccia. “Scusa…” singhiozzò.
“Scusa tu.” Anche lui l’abbracciò forte. Ron la lasciò
piangere senza darle fastidio, si limitò a prenderle una delle mani che lei
teneva strette attorno al collo di Harry. Hermione, senza staccarsi
dall’abbraccio di Harry, tirò la mano di Ron finchè non riuscì a tenere vicino
anche lui.
Ginny si asciugò le lacrime col dorso della mano. Non
credeva di averne ancora da versare: aveva pianto talmente tanto durante
l’attacco, mentre la sorte l’aveva costretta a giocare al topo in una specie di
galleria sotterranea sotto l’infermeria, dove era rimasta finchè gli auror del
Ministero avevano liberato sia lei che gli altri che erano stati nascosti con
lei da Madama Chips. Dell’attacco non aveva visto niente, aveva solo sentito
esplosioni e urla disperate. Ma vedendo cosa tutto questo aveva fatto a suo
fratello e ai suoi amici, ringraziò il cielo per averla risparmiata. E giurò a
se stessa che li avrebbe aiutati a qualunque costo, perché lo meritavano fino
in fondo solo per il coraggio che stavano dimostrando a
voler andare avanti.
Dietro lo specchio – per l’occasione incantato – che dava
nella stanza di Ron, Molly Weasley si asciugò per l’ennesima volta gli occhi,
mentre il marito le passava un braccio attorno alle spalle. I genitori di
Hermione si stavano tenendo per mano – la madre era commossa – e stavano
assistendo alla scena profondamente scossi. Sirius si voltò verso di loro e si
limitò a guardarli, in attesa di sapere qual’era la loro decisione.
“Va bene.” Disse alla fine il signor Granger. “Hermione
resta qui.”
***************
Ginny entrò nella stanza di Hermione con un bel sorriso.
Harry, Ron e Hermione stavano tutti insieme, ma avevano l’aria stanca e
scocciata. Hermione era accucciata sul letto; Harry stava sdraiato ai piedi del
letto e Ron stava coi piedi appoggiati sul bordo, stravaccato sulla sedia
accanto.
“Vi ho interrotti?” disse Ginny, chiudendosi la porta alle
spalle.
“Ah, ci sei riuscita a entrare.” Borbottò Ron.
Lei inarcò le sopracciglia. “Perché?”
“Perché abbiamo le palle così piene che è strano che ci sia
spazio per un’altra persona qua dentro.”
Ginny rise. “Beh, ho una bella notizia per voi. Domani sera
sarete fuori da qui.”
“Finalmente.” Fece Harry. “Così almeno la finiranno di
giocare agli alchimisti con noi.”
Ginny prese posto accanto al letto di Hermione. “A quanto ho
capito, Harry, tu verrai a stare da noi almeno per il momento. Ho sentito mia
madre e Sirius che si mettevano d’accordo.”
Harry fece un sorriso e Ron gli diede una pacca sulle
spalle. Ma a parte questo restò il silenzio.
Ginny si stropicciò le mani; non sapeva neanche lei perché,
ma si sentiva imbarazzata. Quei tre erano cambiati così tanto nell’arco di così
poche ore che non sapeva neppure come comportarsi con loro. Voleva stare vicina
a tutti e tre…e invece era come se loro volessero completarsi a vicenda perfino
nel silenzio. Perciò anche cercare di aiutarli significava superare una linea
di confine che avevano chiaramente messo tra loro e il mondo. E ora come ora
non le sembrava una grande idea.
Qualcuno bussò alla porta, e un momento dopo entrò un
infermiere con una benda e un paio di garze in mano. “Scusate, dovreste uscire
tutti.” Disse, avvicinandosi al letto. “La signorina deve cambiarsi la
fasciatura sulla gamba.”
Ginny si alzò prontamente, i due ragazzi ci misero un po’ di
più visto che erano mezzi sdraiati e ancora un po’ doloranti tra lividi e
ferite superficiali.
“Si scopra le gambe, per piacere.” Disse tranquillamente
l’infermiere.
Hermione lo guardò con gli occhi sbarrati. “No!”
L’uomo sbattè gli occhi. “Prego?”
“Io non scopro proprio niente!”
“Ma…signorina, io devo controllarle la medicazione…”
“Sto benissimo così, grazie.” Ribattè velocemente lei,
affrettandosi a tenere ben coperte le gambe con la camicia da notte.
“Per favore, signorina, sia ragionevole adesso…” provò
ancora l’uomo.
“Ehi amico, quale parte di ‘sto benissimo così’ non hai
capito?” fece bruscamente Ron, facendo un passo avanti.
L’infermiere si accigliò. “Forse non sono stato abbastanza
chiaro.”
Ron incrociò le braccia sul petto. “No, forse sono io che
non mi sono spiegato. La mia amica non vuole essere toccata.”
L’uomo cercò di appoggiargli una mano sulla spalla.
“Figliolo, ascolta…”
Ron lo respinse bruscamente, e nei suoi occhi comparve un
lampo di rabbia. “Non chiamarmi figliolo. E non ti permettere di toccarmi.”
Sibilò.
“Ron, adesso basta.” Ginny cercò di intervenire.
“Per favore, ognuno torni nella propria stanza.” La calma
dell’infermiere cominciava ad esaurirsi.
“Nessuno andrà da nessuna parte.” Harry si alzò in piedi,
decisamente irritato. “Almeno finchè non la smetterà di provocarlo.” Disse,
facendo cenno con la testa verso Ron.
Ginny rimase a bocca aperta. In genere Harry si teneva fuori
dalle litigate, anzi faceva da pacificatore quando Ron si buttava in una
baruffa senza un motivo. E ora lo stava incoraggiando?...
“Volete capire che io sono qui per fare il mio dovere?!” il
tono dell’infermiere si fece duro.
In quel momento entrarono frettolosamente il signor Granger
e Charlie Weasley. “Che sta succedendo qui?” chiese il padre di Hermione.
“Lo chieda a loro!” replicò irritato l’infermiere. “Io ero
venuto a fare il mio dovere, quando…”
“Si, col cazzo!” Ron s’intromise con forza. “Stava dando
fastidio a Hermione.”
“Ma come…?!?” l’uomo fece per intervenire, ma il signor
Granger fu più rapido.
“Hermione, è vero?” la figlia si strinse le ginocchia al
petto e voltò lo sguardo altrove.
“Doveva…cambiarle la fasciatura alla gamba.” Disse timidamente
Ginny.
“Solo questo?” incalzò Edward Granger.
Hermione alzò gli occhi: erano furibondi. “E che altro
volevi che ci fosse?”
“Coraggio tesoro, se ne occupa papà, va bene?”
“Non va bene affatto!” replicò decisa Hermione. “Perché
dovete per forza guardarmi queste dannatissime gambe, stanno bene! Non c’è
niente da guardare!”
“Ma perché non la lasciate un po’ in pace?!” fece Ron, e
Harry annuì vigorosamente.
“Tu calmati.” Disse Charlie appoggiando una mano sul braccio
del fratello, che subito se la scrollò di dosso.
Ginny si passò una mano fra i capelli e scosse la testa:
così erano questi i nuovi Harry, Ron
e Hermione? Questo era ciò che aveva provocato nei loro animi la fine di
Hogwarts? E chi sarebbe riuscito ad avvicinarli in quello stato di aggressività?
***************
“La torre di Corvonero
è saltata in aria!”
“Dobbiamo trovare
Silente, presto!”
“Andatevene,
scappate!”
“Aahh!!”
“L’uscita è bloccata,
non si passa!”
“Seamus!!”
“Dean, fermati!!”
“Harry Potter. Che
peccato che abbiamo l’ordine di non ucciderti.”
“Crucio!”
“Lascia stare gli
altri, è me che vuoi!!”
“Bastardo, toglile le
mani di dosso!!”
“Convincilo a
diventare un seguace del nostro signore.”
“Vaffanculo.”
“Avada Kedavra!”
“Nooo!!!”
“Tu sei morto,
Potter!”
“…morto…”
“…sei morto…”
“Harry? Harry! Apri gli occhi, figliolo!”
Harry aprì gli occhi di scatto e si ritrovò in mezzo al
letto nella sua stanza al St.Mungo, tutto sudato e ansimante. Era buio fuori,
quindi era ancora notte. E nello stesso momento in cui vide che Sirius era
accanto a lui e lo stava reggendo per le spalle così preoccupato, comprese che
tutte le voci e le immagini di un momento prima erano state solo un ricordo.
“Va tutto bene, Harry, hai avuto solo un incubo.” Gli disse
piano Sirius, cercando di rassicurarlo.
Harry scosse la testa e fu sul punto di fargli notare che
più che un incubo era stato un ricordo vero e proprio, ma la sua attenzione fu
attirata dai deboli lamenti a malapena udibili provenienti dalla stanza
affianco alla sua: Hermione stava avendo un incubo a sua volta, e sua madre le
stava mormorando qualcosa per calmarla. Apparentemente Molly Weasley stava
avendo lo stesso problema con Ron, per quello che si poteva sentire. Harry si
coprì le orecchie con le mani e serrò forte gli occhi. Non riusciva a sbattere
fuori i loro urli, e nemmeno i suoi.
Sirius gli accarezzò ripetutamente la nuca. “E’ passato,
Harry. E’ passato e non ritornerà.”
Harry accettò di buon grado la pozione per dormire senza
sognare che gli offrì il suo padrino, bevendola tutta d’un fiato. Certo, era
passato tutto come diceva lui.
…ma a che prezzo?
***************
Il dottor Farmer tirò un sospiro prima di entrare nella
stanza del figlio del suo amico Arthur Weasley. Aveva sentito di quello che era
successo a Hogwarts, ed era piuttosto convinto che a quei ragazzi non servisse
uno psicologo. Nonostante questo aveva accettato di fare un salto al St.Mungo
per fare un favore al suo amico Arthur.
Entrando vide i due ragazzi già vestiti e pronti per uscire
dall’ospedale; avevano entrambi un’aria annoiata, ma avevano un linguaggio
espressivo del corpo completamente diverso. Harry Potter aveva un’espressione
triste mentre guardava fuori dalla finestra. Ron Weasley emanava rabbia mentre
si strofinava lentamente le nocche delle dita.
I due ragazzi si voltarono di scatto. Il dottore sollevò una
mano per rassicurarli. “Tranquilli, non sono qui per farvi altre analisi.”
Harry lo guardò. “Chi è lei?”
“Mi chiamo Anthony Farmer, e sono qui per fare due
chiacchiere con voi.” Rispose il dottore, sedendosi sull’unica sedia della
stanza.
“Perché dovrebbe sedersi qui e parlare con noi? Chi la
conosce?” ribattè Ron senza troppa grazia.
“Sono un amico di tuo padre, sai Ron?” fece quello in
risposta. “Sono uno psicologo e…”
Ron scoppiò a ridere forte, e Harry scosse la testa e alzò
gli occhi al cielo. Il dottor Farmer rimase calmo: quei ragazzi stavano ancora
reagendo al loro dolore, uno scatto simile era comprensibile.
“Perché stai ridendo?”
Ron fece fatica a riprendersi dalle troppe risate. “Non ci
posso credere, mio padre mi ha mandato uno strizzacervelli…”
“Tuo padre non ti ha mandato proprio nessuno.” Disse calmo
il dottore. “E’ una procedura normale, avete subito numerosi Cruciatus.”
Ron tornò immediatamente serio. “Non siamo pazzi, se è
questo che vuole sapere. Ora credo che lei non abbia più motivo per stare qui.”
“Avete voglia di parlare un po’ di quello che è successo?”
Ron si coprì gli occhi con una mano e scosse la testa, con
un sorriso beffardo sul viso. “Harry, ma lo senti?”
“Sento, sento.” Harry si voltò a guardarlo, con le braccia
conserte e l’aria seccata. “Senta dottore, non per essere cafone, ma qui
nessuno ha voglia di dire niente né di parlare con lei. Finirebbe per perdere
il suo tempo con noi, non le conviene.”
“Va bene, non volete parlare.” Fece il dottore, cedendo alla
schiettezza. “Ma state per uscire di qui, e lo sapete che dovrete decidere cosa
fare della vostra vita.”
Ron si accigliò. “Lei parla molto bene, ma ho la netta
sensazione che coi fatti non ci sappia fare un granchè, chissà come mai.”
“Ti fa sentire meglio sfogare la tua rabbia contro di me?”
“No, in effetti non è molto divertente. Meglio quello che ho
fatto nella stanza al terzo piano, quella dove ci hanno torturato. Quello si
che è stato rigenerante.”
“Cosa è stato rigenerante?”
“Ron, piantala.” Harry cercò di fermarlo.
Ron fece un sorrisetto fiero e appoggiò le mani sui fianchi.
“Quei mangiamorte non ci hanno fatti fuori perché siamo stati più veloci noi.
Perché li abbiamo uccisi per primi.”
Il dottore rimase in silenzio, ma la sua espressione tradì
il suo stupore e il suo sgomento.
“Come, non lo sapeva?” infierì Ron. “Li abbiamo eliminati
come gli sporchi assassini che erano. Harry ne ha buttato giù uno dalla
finestra. Io ne ho trapassato un altro col suo stesso pugnale, proprio dritto
al cuore…”
“La vuoi finire?” tuonò Harry.
Lo psicologo si alzò in piedi. “Forse avete ragione voi,
figlioli. Non posso aiutarvi.”
Ron rise nel vederlo uscire in tutta fretta, e appena la
porta si chiuse si beccò un cuscino in pieno viso. “Ma sei un coglione senza
pari!” gli disse Harry. “Avevamo proprio bisogno di far sapere alla stampa che
siamo dei pazzi assassini!”
Ron gli tirò a sua volta il cuscino in faccia. “Che me ne
fotte! E poi se pensano che siamo assassini, meglio ancora. Non hai visto
quello come se l’è fatta nelle mutande?”
“Si, sai che risate che ci faremo dopo.” Brontolò Harry,
appoggiando stancamente la testa contro il muro dietro di lui.
Dietro lo specchio-spia Sirius e Remus rimasero in silenzio
ad assistere alla scena. A parlare invece fu l’uomo alto che era con loro.
“Andranno benissimo. Sono pronti.”
Sirius continuò a guardare oltre lo specchio. “Ne sei
sicuro, Homer?”
L’uomo alto annuì. “Più che sicuro. E appena tornano a casa
ci voglio parlare.”
*********************
Capitolo parecchio difficile da scrivere, sapete? Mi piace raccontare
cosa frulla nel cervello dei nostri eroi, ma alcuni sembrano difficili da
seguire! ^^ Ma a me piacciono proprio i più complessi… *innocente sorrisone per
Ron…*
Miei adorati recensitori, quanto vi adoro tutti! ^^ Ci tengo
a ringraziare tutti uno per uno, come sempre. Solo una piccola precisazione,
visto che questo me l’hanno chiesto in tanti e non posso scriverlo centomila
volte: no, non mi ero assolutamente dimenticata di Ginny nello scorso capitolo,
assolutamente no. Tutto calcolato. Ginny non doveva essere toccata neanche di
striscio da quello che invece è successo a suo fratello e i suoi amici, perché
ora il suo ruolo in questa storia sarà quello di ‘contatto’ col mondo esterno
per loro che hanno perso fiducia nel prossimo. In pratica Ginny sarà essenziale
in questa parte della saga, non potevamo macchiare anche lei, no? Bene, detto
questo…
Kim: tesoruccio mio! Fantastica creatrice di locandine e
mega scrittrice! =) il tuo commento mi rende molto felice! ^^
Danae: grazie tantissimo! Sono felice che ti piaccia. Io
cerco sempre di essere molto puntuale coi miei aggiornamenti, compiti
permettendo…^^
Vale: Sono felicissima che ti sia piaciuto Ron, ci ho messo
molta attenzione nel descriverlo perché il suo è il cambiamento più radicale e
complesso…in bocca al lupo per la tesi e aggiorna presto!
Luna Malfoy: sono colpevole di averti mandato in astinenza!
^^ Ecco che riparo subito! Si, anch’io ho il feeling con Ron *…eh eh…*
Kiara: mannaggia si, è stata dura…Seamus già mi manca! ^^
Draco? No, in realtà la sua figura mi servirà in un futuro non molto
lontano…poi capirai. =)
Alexis: maestro! Da bravo marocchino ho sterminato una
scuola intera… =) La clemenza non fa parte delle mie virtù… ^^
Mao_Chan 91: ogni tanto un po’ di sana crudeltà è
necessaria! ^^
Alewen: lo sai che anch’io adoro Star Wars? =) Aspetta,
quando la dice quella frase…non lo ricordo con precisione, ma suppongo che
debba essere Obi-Wan da vecchio che si rivolge a Darth Vader…giusto? E per
Ginny e Harry…sai, non dovrai aspettare ancora molto =)
Eli: wow, ho strappato a Strekon il primato in omicidi?
Naahh…non glielo dire, altrimenti nel prossimo chap stermina tutti i suoi
personaggi e si riguadagna la medaglia! ^^ Per Ginny vedi sopra.
Strekon: è bello uccidere un migliaio di persone tutte in
una volta, eh? ^^ Meno male che è solo una fanfic…tu sai tutto, eh? ^^ Beh,
speriamo che il regalo di mony piacerà anche a te, allora! =)
Marilia: no, ho fatto preoccupare tua madre! ^^ Grazie mille
per i complimenti! La mia mail è checkmater@tin.it
Rachel e Giuggy: grazie a tutte e due! Su, su, non
piangete…i nostri eroi ora piano piano si riprenderanno. =)
Mary: beh, tanta violenza era necessaria ai fini di questa
storia e di tutto il resto della saga. E per Ginny leggi sopra!
Vega: il tuo commento è la ciliegina sul dolce! Sono
felicissima di essere riuscita a coinvolgere così tanto te e tutti gli altri…wow!
Attenzione o mi commuovo ^^ In bocca al lupo per il compito di latino!
Bene, e adesso devo lasciarvi…il prossimo capitolo “Ricostruire…e
ricominciare” sarà il primo che scriverò da 17enne! Wow, che emozione! =)
Per Harry, Ron e Hermione fu alquanto difficile lasciarsi
convincere ad andare nell’ufficio del signor Weasley senza un motivo valido o
chiaro. Sirius, Remus e perfino Arthur Weasley avevano insistito perché in gran
segreto raggiungessero l’ufficio al dodicesimo piano del palazzo del Ministero,
ma non avevano dato spiegazioni. Né avevano capito perché i signori Granger
erano stati convocati alla Tana per una riunione ‘fra genitori’. E Sirius,
Remus e Bill, gli unici presenti nella stanza di papà Weasley oltre a loro, si
ostinavano a non dare alcuna risposta.
Stiracchiandosi nella sua sedia, Harry sbuffò. “Chissà se
qualcuno ci farà capire qualcosa entro la fine del secolo.”
“Anche prima, Potter.”
Harry, Ron e Hermione si voltarono di scatto: sulla soglia
della porta c’era un uomo alto, probabilmente cinquantenne o giù di lì, con le
spalle larghe e la fronte molto alta. Aveva i lineamenti del viso piuttosto
marcati, e più cicatrici gli riempivano gli zigomi e la mascella. L’uomo salutò
con un cenno del capo Sirius, Remus e Bill e andò a sedersi nella poltrona
dietro la scrivania oltre la quale stavano seduti i tre ragazzi.
“Finalmente possiamo conoscerci di persona.” Fece ancora
l’uomo. “Abbiamo parecchio di cui parlare, ma suppongo che cominciare con le
presentazioni non sarebbe una cattiva idea.”
“Già.” Borbottò Ron.
L’uomo curvò le labbra in un sorrisetto. “Il mio nome è
Homer Graham, generale comandante delle forze di sicurezza del Dipartimento dei
Misteri.”
Ron inarcò un sopracciglio. “Gli intoccabili.”
Il generale annuì. “Precisamente. Non occorre che mi diciate
i vostri nomi, so già tutto di voi.” E così dicendo indicò con un cenno del
capo tre cartelline di documenti incolonnate sulla scrivania.
“A quanto pare di tutti i decreti che tutelano la privacy
voi avete un gran rispetto, eh?” fece acido Ron, incrociando le braccia sul
petto.
“Potete sentirvi lusingati, signori, sono in pochi ad avere
i loro dati personali presi in considerazione dal Dipartimento dei Misteri. E
sono abbastanza sicuro che nessuno di loro ha solo 17 anni.” Replicò scattante
Graham, senza lasciarsi scuotere dai commenti aspri di Ron.
“Perché ci sta dicendo queste cose?” chiese calma Hermione.
“Credevo che le informazioni del Ministero fossero altamente riservate.”
“Arguta deduzione, signorina Granger.” Rispose il generale.
“E se vi sto aprendo la porta a queste informazioni c’è un motivo validissimo.
Ma procediamo con calma. Ditemi, siete a conoscenza del fatto che il Ministero
si è dotato di servizi segreti da oltre quindici anni?”
I tre ragazzi scossero la testa. “Naturalmente non si sta
riferendo agli auror, vero?” provò Hermione.
L’uomo fece una piccola risata beffarda. “No, non parlo di
quei fantocci.”
Ron si accigliò. “Credevo che fossero i migliori.”
“I migliori fantocci in circolazione, si.” Replicò Graham.
“Ma io mi stavo riferendo a soldati veri. Gente in gamba, con le palle solide
più dell’acciaio. Gente come voi, come me, e come le altre persone presenti in
questa stanza.”
“…come?” Harry era abbastanza confuso. Aveva capito bene?...
“C’è un esercito, di cui io sono il comandante, estremamente
elitario ma altamente efficiente, che si occupa di tutto ciò che va al di là
della portata degli auror e di tutte quelle signorine al Ministero. I War Mage
sono l’unico vero esercito che si sta contrapponendo ai mangiamorte del signore
oscuro.”
“Non abbiamo mai sentito parlare di voi.”
“Questo, Weasley, perché come dicevi giustamente tu prima
per la società il nostro lavoro è intoccabile. Siamo come fantasmi: ufficialmente
riconosciuti come auror, ufficiosamente siamo quelli che fanno il lavoro
sporco. Combattiamo i mangiamorte sul campo di battaglia e anche logisticamente
parlando, e abbiamo riportato un buon numero di vittorie negli ultimi anni.”
“Anche quella di Hogwarts è stata una vittoria secondo voi?”
sibilò Harry a denti stretti.
Graham serrò la mascella. “Troppe perdite. La definirei una
lotta senza vincitori né vinti, perché anche loro hanno riportato seri danni.”
“Forse per voi che lo avete letto sui giornali è stato un
pareggio.” Ruggì Ron. “Noi l’abbiamo vissuto, e abbiamo visto i nostri compagni
morire senza poter fare niente.”
“Se siete vivi è perché siamo arrivati sul posto in tempo.”
“Non mi sembra di avervi visto in quella stanza maledetta
dove ci hanno torturato tutto quel tempo, però!” Ron si stava scaldando troppo,
e Hermione cercò di calmarlo appoggiandogli la mano sul braccio.
Il generale esitò. “Siamo uomini, e come tale non siamo
infallibili. Noi facciamo del nostro meglio per mettere fine a questa guerra, e
reclutiamo i migliori per combattere e vincere. Ed è per questo motivo che vi
abbiamo tenuti d’occhio per tutti questi anni.” E così dicendo si appoggiò allo
schienale della poltrona. “Perché vi vogliamo con noi.”
Calò un momento di silenzio. “Con voi?” chiese titubante
Hermione.
L’uomo annuì. “Precisamente. Riteniamo che abbiate delle
qualità eccezionali che farebbero molto comodo alla nostra lotta contro Lord
Voldemort.”
“Volete farci diventare War Mage?” fece Harry.
“Credetemi, non è così semplice come sembra. Dovrete prima
superare un periodo di addestramento, durante il quale si valuterà se siete o
meno idonei a questo tipo di vita, quindi verrete ufficialmente integrati
nell’esercito.”
“Ci faccia capire…saremo bollati anche noi come
intoccabili?” chiese Ron.
Il generale Graham annuì. “Si. E sarete tenuti al silenzio
più totale al riguardo. Come del resto altri prima di voi.” Disse, guardando
Sirius.
Harry si voltò di scatto verso il suo padrino. “Tu?
Sei…anche tu?” Sirius annuì lentamente. “E’ per questo che non potevamo vivere
insieme?” Sirius sospirò ed annuì ancora.
“Questo è quanto dovete sapere per riflettere sulla mia
proposta.” Riprese Graham, riportando su di sé l’attenzione dei presenti. “Ora
tocca a voi scegliere. Non voglio una risposta subito, vi darò due giorni per
pesarci su. Non verrete giudicati se rifiuterete. Sappiate che accettando
avrete accesso a tutta la documentazione riguardo Voldemort nella maniera più
completa. Rifiutando, dovrò cancellare dalla vostra memoria questo nostro
incontro.”
I tre ragazzi annuirono brevemente.
“Ricordate solo una cosa quando prenderete la vostra
decisione.” Il tono dell’uomo era serissimo. “Non vi si offre una vita facile. Tenete
bene a mente che avrete le mani sporche di sangue ogni giorno. Sarete assassini
autorizzati a uccidere per salvare altre vite umane. E non ci sarà tempo per i
rimorsi.”
Stavolta Harry, Ron e Hermione non annuirono nemmeno.
“Un’ultima cosa.” Graham guardò Hermione. “Granger, il tuo
cervello è una delle cose che più ci farebbero comodo in questo momento. Ma
voglio che sia chiara una cosa: non ci sono signorine, nel nostro esercito. Le
uniche donne che lavorano con noi ci forniscono un supporto logistico o
paramedico. Ma io ti preferirei in uniforme sul campo di battaglia. So che hai
le palle per lottare anche meglio di un uomo.”
Hermione annuì lentamente.
“Bene, signori. Mi comunicherete la vostra risposta fra due
giorni, qui e alla stessa ora. Potete andare, e sentitevi completamente liberi
nella vostra scelta.”
***************
“Non è niente male come proposta.”
Sdraiato a terra sull’erba del giardino della Tana, Ron
continuava a guardare il cielo con la testa appoggiata alle braccia. Harry, nella
stessa posizione accanto a lui, stava torcendo pigramente fra le dita un
ramoscello d’erba.
“No, non lo è.”
“Possiamo lottare in prima linea senza che nessuno ci faccia
da babysitter.”
“E non avremo bisogno di farci un culo tanto solo per avere
le informazioni che ci servono.”
“Allora è si e basta.”
“Già.”
“…e allora perché ne stiamo riparlando per la centesima
volta?”
Harry si mise seduto. “Perché stiamo per diventare assassini
legalizzati. Suppongo che non sia esattamente quello che sognavamo di fare da
grandi.”
“E’ io miglior modo per farla pagare a quei figli di
puttana, e tu meglio di me dovresti saperlo.” Ron non si scompose più di tanto.
“E infatti è il motivo per cui abbiamo accettato.” Annuì
Harry. “Ma ci sporcheremo le mani di sangue.”
“Se è il loro sangue,
mi ci voglio fare un bagno dentro.” Sibilò Ron.
Harry si voltò a guardarlo. “Tu vuoi uccidere?”
Ron resse il suo sguardo senza battere ciglio. “Si.” Rispose
con determinazione. “Tu?”
Harry si voltò a guardare il sole che si stava preparando a
tramontare. “Si.” Rispose con voce decisa.
“Quindi siamo a posto.”
Harry fece una smorfia. “Non credo. Ron, io non voglio che
sia coinvolta anche lei.”
Ron capì al volo e annuì. “Nemmeno io. Ma quante possibilità
ci sono che ci dia retta?”
Harry emise un sospiro rassegnato. “Meno di zero.”
“Appunto.” Replicò Ron.
Passò solo qualche minuto prima che Ginny e Hermione li
raggiungessero con delle bibite in mano, sedendosi anche loro sull’erba.
“C’è ancora la riunione dei genitori in cucina?” chiese Ron,
prendendosi il bicchiere di aranciata che gli stava porgendo la sorella.
“A quanto pare.” Ginny annuì. “E i genitori di Hermione
sembrano sull’orlo di una crisi di nervi.”
Harry inarcò un sopracciglio. “Perché?”
“Perché anche io accetto la proposta di Graham.” Disse
tranquillamente Hermione, sorseggiando la sua bibita.
Ron si mise seduto. “Tu che cosa?”
Lei gli scoccò uno sguardo interrogativo. “Guarda che non
sono stata certo io a peggiorare la tua situazione. Tua madre si stava già disperando
perché sei il terzo figlio che si mette in pericolo. Prenditela con Bill e
Charlie.”
“Non sto parlando di me.” Ron si accigliò. “Perché tu hai accettato? Credevo dovessimo
parlarne…”
Hermione inarcò un sopracciglio. “Non dovevo certo chiederti
il permesso, e comunque ne stiamo parlando adesso.” Disse rigidamente.
“Beh, avresti dovuto dircelo prima invece di parlare senza
pensarci su con la dovuta attenzione.” Ribattè Ron.
Hermione sbattè a terra il suo bicchiere così forte che una
buona parte della sua aranciata finì sull’erba. “Come?!?”
Harry s’intromise per evitare l’irreparabile. “Quello che
vuole dire Ron è che…Hermione, nessuno si aspetta che tu faccia una cosa
simile, non devi provare proprio niente, lo sappiamo già tutti che…”
“Ah, è così?!” ribattè furiosa Hermione. “Quindi tu e Ron
avete un motivo valido per fare quello che volete, mentre io sono una specie
di…ragazzina che vuole solo mettersi in mostra per gioco?!”
“Non è questo il punto!” riprese Ron. “Lo capisci che non è
una cosa adatta a una ragazza, non l’hai sentito Graham?!”
“Io ho sentito anche che mi vuole sul campo di battaglia!”
urlò Hermione.
“Lo vuoi capire o no che non è giusto?!” le urlò dietro Ron.
“Non è giusto perché non devi sempre fare quello che facciamo Harry e io, noi
siamo due maschi, dannazione!!”
Hermione si alzò in piedi, tremante di rabbia e coi pugni
stretti forte, ben decisa a non lasciare scorrere le lacrime di nervosismo che
volevano uscirle dagli occhi. “Come ti permetti di insinuare che sto facendo questo
per puro esibizionismo!! Maledizione, Ron, c’ero anch’io in quella dannata
stanza!! Hanno fatto del male anche a me, o forse l’hai dimenticato?! Non sei
l’unico che ha il diritto di vendicarsi!!”
“Non a rischio della tua vita!!” anche Ron era schizzato in
piedi.
Hermione fece un passo avanti, con gli occhi ridotti a due
fessure. “Io non sono una tua serva, non puoi comandarmi e aspettarti che ti
obbedisca. Perciò fattene una ragione, Ron Weasley.” Sibilò fra i denti, e
senza dargli il tempo di replicare girò sui tacchi e si defilò rapidamente
verso la parte opposta del giardino.
Ginny si alzò e lanciò un’occhiata feroce al fratello, poi
corse dietro a Hermione.
Ron si buttò di nuovo sull’erba, decisamente imbufalito.
“Gran bel colpo.” Borbottò Harry. “Davvero il modo migliore per farti dare
ascolto.”
“Oh, senti, non rompere.” Ribattè ingrugnito Ron. “Non mi
sembra che tu sia stato di grande aiuto.”
***************
“No, no e poi no! E’ assolutamente fuori discussione!” la
signora Granger era rossa in faccia. “Se pensate che io permetta a mia figlia
di intraprendere un mestiere così…così cruento e pericoloso…e così poco adatto
a una ragazza, per di più!!...siete pazzi e basta!”
“E io non voglio che il mio bambino soffra ancora! Lui e
Harry hanno già subito abbastanza gli effetti di questa guerra!” ribadì Molly
Weasley.
“Siamo ragionevoli, per favore.” Intervenne Sirius. “Non
stiamo parlando di tre bambini a cui serve il permesso per rientrare dopo il
coprifuoco.”
“E’ della mia bambina che sto parlando.” Ribattè seccamente
la madre di Hermione. “Sono e resto sempre sua madre, ed è mio dovere evitare
che si cacci nei guai.”
“Sono completamente d’accordo.” La signora Weasley annuì con
vigore.
Il signor Weasley annuì lentamente. “Signore, io capisco
bene il vostro punto di vista, ma Sirius ha ragione. Sono maggiorenni i nostri
ragazzi.”
“Questo non li autorizza a rischiare ancora una volta l’osso
del collo se stavolta noi possiamo impedirlo.” La signora Granger sembrava
decisa a non mollare.
Remus Lupin, che era rimasto tutto il tempo in silenzio a
sorseggiare la sua tazza di tè, si schiarì leggermente la gola. “Se me lo
permettete, voi esprimere anch’io il mio parere.” Nella stanza scese il
silenzio. “Naturalmente io non sono che un amico di Harry, Ron e Hermione.
Quello che penso non conta certo niente, ma il fatto è che in questo momento
neppure voi che siete i genitori sareste ascoltati.”
“Ma…”
“Molly, conosci tuo figlio, no?” Lupin mantenne il suo tono
calmo. “Non otterremo niente ora. Sono furiosi, hanno visto i loro amici più
cari morire proprio davanti ai loro occhi, sono stati costretti a subire ore di
tortura…vogliono vendetta, e non li si può biasimare.”
“Potrebbero andare incontro ad ulteriore dolore se non li
seguiamo con attenzione.” Replicò la madre di Hermione.
Lupin scosse la testa. “Facciamo il ragionamento inverso.
Presumiamo di riuscire a imporre un rifiuto e a non farli entrare nei War Mage.
Sono stati a scuola per sette anni, e non c’è stato un solo mese in cui non
abbiano trovato il modo di collaborare alla lotta contro il male. E ora noi gli
diciamo di restarsene fermi con le mani in mano. Immaginate anche lontanamente
come reagirebbero? Credete che lo accetterebbero senza la minima riserva?”
Sirius annuì. “Invece che dei soldati avremmo dei ribelli,
ecco la differenza.”
“Io credo che abbiano ragione loro.”
La signora Granger si voltò inorridita verso il marito.
“Edward! Cosa stai dicendo?”
“Io la penso come il signor Lupin.” Fece il padre di
Hermione. “Oltre al fatto che non sta a noi decidere della vita di questi
ragazzi, che sono poi maggiorenni a tutti gli effetti, dobbiamo essere
preparati a incanalare la loro aggressività in un altro modo. Affrontiamo i
fatti come stanno, hanno tutto il diritto di scegliersi anche una professione
come questa.”
Sirius annuì. “In più devono ancora superare un anno di
addestramento. Avranno modo di vedere da soli che vita è quella di un War Mage.
E potranno rinunciare in qualsiasi momento.”
Molly Weasley sospirò. “Riuscirò mai a tenere uno dei miei
figli lontano dai guai? A quanto pare no…”
La signora Granger sembrò combattere con se stessa per
qualche istante. “Se accetto voglio almeno che mia figlia sia seguita con un
minimo di attenzione in più, visto che a quanto pare è l’unica ragazzina
abbastanza folle da provare questo tipo di…carriera.”
Lupin annuì. “Su questo può stare tranquilla.”
La madre di Hermione si lasciò andare su una sedia. “Tanto
tentare di dissuadere Hermione sarebbe anche peggio. E va bene, vorrà dire che
mi verranno ancora più precocemente i capelli bianchi.”
Suo marito fece un sorrisetto. “Investiremo i nostri soldi
in parrucchiere, non demoralizzarti.” Lei gli lanciò un’occhiataccia.
***************
Era tutto così
confuso…le mura si stavano squagliando come neve al sole, rimpiazzate da ombre
distorte che si dimenavano e si agitavano oscurando la luce e rendendo l’aria
ancora più cupa…
…fumo…urla…dolore…ombre
nere…odore di morte…
…Hermione…due uomini
la stavano trascinando dietro una parete, in una stanza ancora più buia…stava
gridando, stava piangendo, sembrava disperata…i suoi strilli si deformavano
terribilmente, potevano trapassare i muri…
…e si deformavano
nelle risate di un’ombra alta, che brandiva in mano una specie di fascio di
luce…ridendo sguaiatamente si avvicinò a una figura più bassa, e la trafisse
col fascio di luce…
…il ragazzo a terra
aveva gli occhiali e i capelli neri tutti scompigliati…e gli occhi verdi
completamente vuoti e senza vita…
…e c’era sangue
ovunque…ovunque…soprattutto sulle sue mani…tanto sangue…tanto dolore…
Ron si mise seduto di scatto nel letto, ansimando e tenendo
gli occhi serrati forte, completamente coperto di sudore freddo. Ci mise
qualche secondo prima di riuscire a regolarizzare il respiro, quindi aprì gli
occhi e si guardò intorno nella stanza buia illuminata dalla sola luce della
luna. Nel letto accanto al suo Harry si stava girando e rigirando, muovendo le
labbra come se stesse parlando nel sonno. Non era difficile capire che anche
lui era nel bel mezzo di un incubo. L’ennesimo.
Ron si alzò dal letto e si diresse nella cucina della Tana;
non sapeva neanche lui dove stava andando, né aveva un’idea del perché stava
camminando per casa sua come se tutto in una volta i muri lo facessero
soffocare. Quella sensazione orrenda gli stava facendo sentire una morsa allo
stomaco. Si guardò ancora le mani. Se le sfregò nervosamente. Sembravano
pulite…ma non lo erano per niente. Però non gli dispiaceva…non gli dava
fastidio di essersele macchiate di quel sangue.
Però…che cos’era quella voglia indomabile di uccidere ancora? Cos’era quello
spirito quasi animalesco che gli ruggiva dentro? Perché diavolo non riusciva a
controllarlo?
“Stai bene, Ron?”
Ron si voltò di scatto: sulla soglia della porta c’era sua
sorella, anche lei in pigiama, che lo guardava con un’espressione preoccupata.
“Ti ho sentito venire giù e ho pensato che ci fosse qualche
problema.”
Lui scosse la testa. “No, Gin, va tutto bene.”
“E allora perché non sei nel tuo letto a dormire?” gli
chiese piano lei.
Ron non le rispose, si limitò a sedersi su una delle sedie
accanto al tavolo, tenendo gli occhi fissi a terra. Ginny prese posto accanto a
lui, cercando il suo sguardo. Ma non riuscì a incontrarlo, perciò si sforzò di
ottenere la sua attenzione parlandogli.
“Hai avuto un incubo, vero?” gli disse piano. Il fratello
non le rispose. “Non c’è niente di cui vergognarsi, Ron. E’ a dir poco normale
dopo un trauma come il tuo.”
Ron sospirò. “E’ buffo come voi tutti continuate a chiamarli
incubi.” E qui la guardò con uno sguardo perforante. “Io li chiamo ricordi.”
Ginny aprì la bocca per rispondere, ma poi la richiuse. Non
sapeva cosa dirgli.
Ron scosse la testa e tornò a guardare per terra. “Torna a
letto, Gin. Questa cosa non ti ha toccato, per fortuna. Non deve toccarti
nemmeno adesso.”
“Il fatto che io sia stata risparmiata da quell’inferno
quella notte non vuol dire che io sia immatura o superficiale.” Replicò Ginny.
“Io ti voglio aiutare.”
“Ti ho detto di lasciar perdere.”
“Ron, ti prego.” Ginny gli prese una mano. “Perché non vuoi
il mio aiuto? Forse parlare un po’ ti farebbe sentire il cuore meno pesante…”
Ron fece una smorfia ironica. “Parlare di che, Ginny?
Raccontarti gli orrori che ho dovuto vedere, appesantire anche te, farti vedere
una realtà che non ti appartiene e che invece ha travolto me? A che servirebbe
far soffrire anche te, Gin? Certo non a farmi stare meglio.”
“Tu sei vivo, sei sopravvissuto a quella notte.” Cercò di
dirgli lei. “Sei qui e non sei morto, e un motivo c’è. Tu dovevi vivere.”
“I sopravvissuti sono la categoria peggiore, Gin.” Fece Ron,
alzandosi in piedi e avviandosi verso la porta di casa. “Perché sono morti che
camminano.”
Ginny sentì quelle parole colpirla fin nell’anima, e non
riuscì a fermare il fratello quando lo vide uscire di casa; si limitò a
guardarlo da una finestra ment5re si stendeva a terra sull’erba in giardino.
“Lascialo stare.”
Ginny si voltò: ora c’era anche Harry nella cucina della
Tana. Aveva i capelli più spettinati del solito e gli occhi gonfi – era evidente
che anche lui era stato buttato giù dal letto da un incubo.
“Fagli prendere un po’ d’aria.” Le disse stancamente,
prendendo posto sulla sedia lasciata vuota da Ron. “Tanto non otterrai niente.”
“Volevo aiutarlo.” Disse piano Ginny, stringendosi nelle
spalle. “Speravo che si confidasse un po’ con me, non fa bene tenersi sempre
tutto dentro.”
“Ci sono cose difficili da raccontare.”
Ginny annuì e lo guardò. “Sarebbe ora che anche tu ti
lasciassi un po’ andare, sai.” Lui si voltò verso di lei. “Tu più di tutti
avresti bisogno di sfogarti un po’.”
Harry scosse la testa. “Tu non potresti capire il vuoto che
ho dentro.” Mormorò freddamente.
Questo chiuse la bocca a Ginny per un istante. Eccone un
altro che le stava sbattendo la porta in faccia. Ma no, stavolta non si sarebbe
fatta tagliare fuori. Non due volte consecutivamente. “No, non potrei.” Fece
stancamente. “Ma forse potrei aiutarti a riempirlo poco a poco.”
Harry chiuse forte gli occhi. “Tu non hai visto le loro
facce…Seamus…Dean…Neville…Ernie, Justin, Hannah…loro volevano tutti vivere…” la
voce gli venne meno: parlare di loro era troppo.
Ginny gli prese una mano. “Non è stata colpa tua, Harry.”
“Ah no? Conosci qualcun altro che si chiama Harry Potter e
ha la fronte tagliuzzata perché un pazzo di stregone ha deciso che la sua vita
deve essere marchiata dal dolore e dalla morte?” disse con amarezza.
“Pensaci bene.” Incalzò lei. “Ammettiamo che il piano
originale fosse stato quello di prendere te. Perché quando ti hanno trovato non
se ne sono andati? Hanno continuato anche dopo, Harry, se ne sono scappati solo
perché sono intervenuti i War Mage. Tu hai detto di aver sentito uno di loro
dire che avevano l’ordine di non ucciderti. Allora perché sono arrivati
sparando Avada Kedavra a destra e a sinistra? Rischiavano di disobbedire, o
sbaglio?”
Harry sembrò sul punto di ribattere qualcosa, ma non disse
niente.
Ginny scosse la testa. “Non sarebbe cambiato niente, che tu
ci fossi stato o no. Altrimenti perché avrebbe attaccato King’s Cross e casa
Caramell, tu non c’eri là. E’ una guerra, Harry. E tu sei solo uno degli obbiettivi. Noi giovani maghi
lo eravamo altrettanto. E Silente lo era ancora di più di tutti noi.”
“Vorrei che fosse vero.”
“E’ vero, te ne devi solo convincere.”
“Se anche fosse come dici tu…hai visto cos’hanno fatto a Ron
e Hermione?” le disse, con la mascella serrata. “Li hanno torturati solo perché
sono amici miei.”
“E che colpa ne hai tu?” replicò Ginny. “Lo hanno scelto
loro di loro propria volontà di restare al tuo fianco fino alla fine. E sai una
cosa? Io avrei fatto lo stesso.”
Harry rimase in silenzio per un lungo momento, poi le
strinse la mano e si alzò. “E’ tardi, sarà meglio tornare a letto.” Ginny
abbassò lo sguardo e annuì. Harry fece qualche passo, però poi si fermò sulla
soglia della porta e si voltò. “Ehi Gin?”
“Si?”
Lui le sorrise brevemente. “Grazie. E’ stato bello parlare
con te.”
“E’ stato bello anche per me.” Ginny continuò a sorridere
anche quando lui se ne fu andato.
***************
“Vedrete che non vi troverete affatto male.” Fece Bill,
mentre lui e Charlie accompagnavano Harry, Ron e Hermione lungo il vialone
alberato e solitario che conduceva al palazzo del Dipartimento dei Misteri.
Charlie annuì. “Graham è un tipo in gamba. Un autentico
scassapalle, ma ce le ha quadrate. E’ un ottimo comandante.”
“E’ lui il nostro diretto superiore?” chiese Hermione.
Bill scosse la testa. “Non proprio. Finchè sarete delle
reclute dovrete rispondere ai vostri istruttori.”
“Sperando che non abbiano niente in comune col vecchio
Piton.” Fece Ron.
Charlie ridacchiò, quindi si fermarono davanti a un
cancello. “Da qui in avanti proseguirete da soli. Sirius e Remus vi aspettano
all’ingresso del palazzo.”
“In bocca al lupo.” Bill gli fece l’occhiolino, tenendo il
cancello aperto per farli passare.
I tre ragazzi oltrepassarono una specie di vialetto immerso
nella nebbia, quindi si ritrovarono di fronte a un’enorme costruzione in pietra
scura e marmo. Era un palazzo imponente e massiccio, alto una buona dozzina di
piani, adornate da statue e gargoyle per niente rassicuranti.
“Mh.” Fece Ron con una smorfia. “Andiamo bene.”
Esitarono qualche secondo, fissando l’enorme edificio cupo;
e chiunque avesse guardato quei tre ragazzi in quel momento avrebbe visto i tre
bambini che arrivati al loro primo anno a Hogwarts fissavano la loro scuola con
curiosità e timore allo stesso tempo.
“Beh,” esclamò Harry, cercando di recuperare un po’ di
sicurezza. “Almeno siamo insieme.”
Hermione annuì sollevando il mento. “Giusto. Andiamo, ci stanno
aspettando.”
Hermione fu la prima a passare per la porta, che prima di
lasciarla entrare l’avvolse in una nuvola di fumo bianco. Quando ne uscì stava
tossendo forte, e anche quando fu il turno di Harry e Ron entrambi si
scrollarono di dosso il fumo bianco – che a Harry aveva anche appannato gli
occhiali.
“Ma che razza di benvenuto è?!” brontolò Ron.
“Pazienza, Ron. E’ una misura di sicurezza per assicurarsi
che non siate sotto l’effetto di qualche incantesimo.” La voce di Lupin suonava
alquanto divertita. E in effetti sia lui che Sirius, in piedi davanti al grosso
portone, stavano trattenendo un sorriso.
“Di chiunque sia l’idea, meriterebbe che installassero
questa dannata porta a che a casa sua.” Ron si scrollò di dosso la polvere con
decisione.
Sirius rise. “Coraggio, il capo vi sta aspettando.”
*************************
Si, in questo chap non sono successe molte cose…o meglio, ne
sono successe un po’, ma io lo considero comunque un capitolo di transizione.
Molte cose le ho scritte qui perché voglio che la storia non sia affrettata e
abbia i suoi ritmi…ma ho una gran voglia di scrivere un paio di chap che…*.*
non si può dire… ^^ In ogni caso qualcosa di importante c’è: Harry e Ginny
hanno appena cominciato a intravedersi in quella nebbia totale che è la loro
vita in questo momento… =)
Ohi ohi, niente EFP niente recensioni…(sperando di non
averle perse…) Non posso rispondere direttamente a tutti i recensitori perché
non mi ricordo con precisione chi erano, vagamente si ma non voglio scriverne
alcuni e tralasciarne altri. Risultato? Un bacio colossale, ma VERAMENTE
COLOSSALE a tutti…vi adoro! Non c’è niente di meglio per chi scrive qualcosa di
sentire dei commenti così dolci e intensi! Oh, e grazie mille anche a tutti
quelli che mi hanno fatto gli auguri di buon compleanno! In particolare al mio
maestro di spagnolo, Alexis =)
Suppongo che sia arrivato il momento di dirvi ciao, alla
prossima…ok, bene. Nel prossimo chap “Una strada tutta in salita” avremo modo
di vedere l’approccio dei nostri eroi con la loro nuova vita…e col nuovo
ambiente. Non si può dire altro, sorry! ^^ Ancora bacionissimi a tutti,
Quando anche Hermione ebbe finito di firmare il suo foglio
per l’accettazione al corso di addestramento, Homer
Graham sprofondò ancora di più nella sua poltrona dietro la scrivania e si
sfregò le nocche delle dita.
“Bene, signori.” Disse con un sorriso. “Benvenuti a bordo.”
“Quando cominciamo?” chiese Harry.
“Subito.” Rispose il generale, prendendo i loro documenti
d’ammissione. “Come vi avevo preannunciato, la vostra
giornata sarà sufficientemente sfiancante. Per oggi vi limiterete a fornirvi di
tutto l’equipaggiamento necessario: uniformi, armi e
passaporte per andare e tornare qui in qualsiasi momento. E naturalmente
passerete buone due ore a farvi aggiornare su tutto quello che non sapete di
Voldemort e di questa guerra.”
Ron diede un’occhiata alla tabella
che avevano ricevuto un momento prima e inarcò un sopracciglio. “Questo sarebbe
il nostro orario?”
Graham non riuscì a mascherare un sorrisetto. “Esattamente. Avete
due ore di atletica, un’ora di volo, un’ora di
strategia, due di uso delle armi babbane, un’ora di spacco per riempirvi lo
stomaco, poi due ore d’incantesimi e una di pozioni. La vostra giornata inizia
alle sette e si conclude alle sei di sera.”
“Undici ore, sfido io che la paga è così alta.” Brontolò Harry fra i denti. Hermione gli lanciò un’occhiataccia, Ron soffocò la sua risata in un
colpo di tosse.
“Bene, ora vi suggerisco di alzare le chiappe e raggiungere
la stanza alla fine di questo corridoio. I vostri istruttori di strategia vi
stanno aspettando con ansia.”E
qui aggiunse un sorrisetto furbo. “Buona fortuna, signori.”
Ron si chiude la porta alle spalle piuttosto sonoramente per
i gusti di Hermione, e la indispettì ancora di più quando mormorò senza troppi
convenevoli “O quello ci sta prendendo per culo, o se
la sta spassando a riderci alle spalle.”
***************
Bernie Albright e Ben Matcham sembrarono
in effetti abbastanza cordiali. Molto ben predisposto nei confronti di
tre ragazzi che per una vita avevano dovuto lottare non solo contro un nemico
ben più grande di loro, ma anche contro una massa di ottusi
e iperprotettivi che si erano sempre rifiutati di dar loro informazioni più
precise o risposte complete.
“E’ una gradita sorpresa avervi già qui.” Disse con un
sorriso il paffuto Ben, sedendosi. “Pensavamo di dover aspettare ancora un po’
prima di potervi convocare, ma a quanto pare i tempi
sono già maturi.”
“Cos’è che dobbiamo sapere esattamente che non sappiamo
già?” chiese Harry.
“I nomi, le facce, gli antefatti e i retroscena di questa
maledetta guerra.” Gli rispose Bernie. “Se dovete combattere con noi, i vostri nemici devono avere
un viso e un nome. Finora avete lottato per il 90% contro dei mulini a vento.
E’ ora di essere un po’ più specifici.”
Ben aprì una grossa cartellina che aveva appena preso da uno
scaffale ed estrasse il primo foglio, appoggiandolo sul tavolo e spingendolo
verso i ragazzi. “Cominciamo con qualcosa di familiare. Questo suppongo che lo conosciate già.”
Ron fece una smorfia. “Abbiamo questo dispiacere.” Il fascicolo in questione aveva una foto segnaletica di
Lucius Malfoy.
“Questo è uno dei collaboratori più inetti che ha Voldemort
in questo momento.” Ben si strofinò lentamente i
baffi. “Non è capace di portare a termine una sola missione senza creare guai.
Ma lo usano come…diciamo ambasciatore presso il Ministero.”
“Per prendere per culo i polli come
Caramell.” Fece Harry.
“Precisamente.” Bernie annuì.
Ben mise via la documentazione su Malfoy e appoggiò sul
tavolo un altro rapporto, stavolta con la foto di un uomo coi
capelli neri e una guancia sfregiata. “Questo qui è Richard Lestrange. E’ uno
dei membri più vicini a Voldemort. Ha le mani sporche del sangue della maggior
parte degli auror uccisi finora. Un bastardo come
pochi.”
“Credo di averlo già sentito nominare…” disse Hermione con
aria pensierosa.
“E’ scappato da Azkaban due anni fa, la sua fuga ha fatto
molto rumore sulla Gazzetta del Profeta.” Annuì
Bernie.
“Ma non è l’unico ad essere
famoso.” Continuò Ben, mettendo sul tavolo tre fascicoli. “Yamir Tretiak, Doug
O’Dowell e Blade Tamerton.” Disse, mostrando loro tre
facce da galera. “Questi… fiorellini di
campo hanno fatto secchi più di cento auror in meno di un’ora. Si sono
guadagnati le prime pagine dei giornali per questa e per molte altre bravate
negli ultimi anni.”
“Quanta bella gente.” Mormorò ironica Hermione, passandosi
una mano fra i capelli.
“E non hai ancora visto niente.”
Fece cupo Bernie.
Quando l’ennesima foto fu esposta
sul tavolo, Harry si accigliò e serrò le mani in due pugni stretti. Ron lo
guardò con un sopracciglio inarcato. “Che c’è?”
“Io questo l’ho già visto.” Ruggì fra i denti. “Nel parco di
Hogwarts…combatteva contro Silente quella notte.”
Ben annuì lentamente. “E’ l’uomo che l’ha ucciso.” Harry, Ron e Hermione lo guardarono con espressioni
cariche di mille emozioni diverse tutte mescolate. “E’ lui che ha guidato
l’attacco a Hogwarts. Silente è morto perché ha fatto da scudo alla scuola col
suo corpo. E’ morto da eroe, e il suo sacrificio è servito almeno ad annullare
parte dei poteri di quel mostro, che ora si sono ridotti visibilmente. Almeno a
questo è servito.”
I pugni di Harry erano così stretti che era un miracolo che
non gli stessero sanguinando le mani. “Invece di
perdere tempo con gli altri bisognerebbe cercare di prendere questo bastardo.”
Bernie scosse la testa. “Non è così semplice, Harry. E’ del
numero due dell’organizzazione che stiamo parlando. Lui è irraggiungibile quasi
quanto Voldemort. Li progetta gli attacchi, ma è raro che vi prenda parte.”
“E’ intervenuto a Hogwarts solo perché soltanto lui o
Voldemort in persona potevano sperare di fronteggiare
Silente.” Intervenne Ben. “Quindi, Harry, come vedi non è per te che erano venuti. Catturare te sarebbe stata…la ciliegina sulla
torta.”
Ron si passò nervosamente una mano fra i capelli. “Tutti
questi misteri e non ci avete mai detto niente, quando poi le vostre battaglie
le abbiamo combattute noi.” Ruggì.
“Volevamo evitare di trascinarvi in questa cosa finchè era
possibile.” Bernie lo guardò negli occhi. “Si dice
sempre che i ragazzi non dovrebbero soffrire tanto e così presto.”
Harry scosse la testa con un sorriso amaro e sarcastico. “Questa
è una stronzata mascherata da ipocrisia.” Hermione si
morse il labbro e gli appoggiò la mano sul ginocchio nel tentativo di calmarlo.
“Ci avete nascosto troppe cose per troppo tempo. Adesso è
ora di passare all’azione.” Fece duro Ron.
Bernie annuì con un sorriso amaro. “E’ proprio per questo
che abbiamo dovuto aspettare. E’ proprio per questo che avrete un’ora di
strategia ogni giorno durante l’addestramento. Siete irruenti, come tutti i
giovani. Dovete apprendere l’arte della vendetta, che invece si protrae nel
tempo.”
Ron fece una smorfia. “Tempo che lasciamo ai nostri nemici
per organizzare la difesa.”
Ben incrociò le braccia sul petto e si appoggiò alla
spalliera della sedia. “Regola numero uno: mai
attaccare per rabbia.” Disse con voce ferma e decisa. “E
ora continuiamo a visionare questi documenti. Possibilmente evitando commenti
sulla nostra metodologia di condurre questa guerra.”
***************
Due ore dopo, quando finalmente uscirono dall’aula di
strategia, i tre ragazzi avevano gli occhi stanchi per le troppe fotografie
visionate.
Harry si stropicciò gli occhi. “Non mi ricordo la metà di
tutti quelli che ho visto.”
Ron si stiracchiò e si passò una mano fra i capelli,
spettinati a furia di passarci le dita in mezzo durante due frustranti ore di
‘presa visione’. “Beh, c’è un trucchetto per ricordarsi la caratteristica
comune di tutti quanti.”
“Sarebbe?”
Ron curvò le labbra in un sorrisetto. “Hanno tutti delle
gran facce di cazzo.”
Harry rise, Hermione si guardò rapidamente in giro e poi gli
rivolse uno sguardo di rimprovero. “Devi smetterla di parlare così, Ron. Dici
troppe…”
“Non mi sembra che qui abbiano la lingua pulita, Hermione.” La interruppe lui, appoggiandosi al muro con le braccia
conserte. “Forse dovresti familiarizzare col concetto che questo non è un posto
per fiorellini profumati con boccucce di rosa.”
“Il fatto che gli altri parlino in un determinato modo non vuol dire che tu devi adeguarti.” Ribattè una irritatissima Hermione. “Allora se vedessi che tutti si
buttano da un ponte lo faresti anche tu per essere come gli altri?”
“Ma perché devi sempre fare le
polemiche?!”
“Non ricominciate, per favore…” mormorò Harry, chiudendo gli
occhi e appoggiando stancamente la testa contro il muro alle sue spalle.
“Tipico esaurimento da post doppia razione di strategia.” Bill Weasley era lì in piedi, con le mani in tasca e un
sorrisetto di chi la sa lunga. “Riconosco i sintomi.
Dopo un po’ la vista comincia a fare cilecca con tutte quelle foto, anche se
quando sono arrivato io qui la lista era meno lunga.”
“Come inizio è un po’ uno schifo.”
Commentò Ron.
Bill sorrise. “Tranquillo, è l’inizio ed era
solo teoria. Vedrai che il resto ti piace.”
Harry sospirò. “Quante altre ore di monotona teoria dobbiamo
ancora sorbirci?”
“Lezioni sospese fino a domani mattina.” Bill fece cenno di
seguirlo e s’incamminò lungo un corridoio che portava a
uno scalone. “Per adesso venite con me a prendere l’equipaggiamento che vi
serve.”
“Cosa dobbiamo avere?” chiese Hermione,
sempre camminando.
“Innanzitutto le passaporte per venire qui
ogni giorno. Ce n’è una speciale anche per casa tua, Hermione.” Spiegò Bill. “Poi ci sono le uniformi, i cinturoni, le
armi, le protezioni…”
Ron fece un sorrisetto sinistro. “Finalmente qualcosa di
divertente.” Harry annuì.
“…e poi c’è l’infermeria che ti aspetta, Harry.”Continuò
Bill.
Harry si bloccò.“Cosa? Perché?”
“Dobbiamo rimetterti a posto la vista.” Gli rispose
tranquillo Bill, fermandosi a sua volta. “Non esistono War Mage con gli
occhiali. Che succede se durante una battaglia te li fanno
saltare dal naso, ti fai ammazzare perché non sai dove buttare le mani?”
Harry, insicuro, si grattò la nuca. Ron gli sollevò gli
occhiali dal naso e lo accigliato, poi scrollò le
spalle. “Si può fare. Non sei malaccio.”
“E risparmierai a me la fatica di metterteli a posto ogni
cinque minuti.” Fece Hermione.
“Ehi Bill, che mi dici delle infermiere?” fece Ron con un
sorrisetto. Hermione scosse la testa con aria superiore.
“Per il momento abbiamo ancora le sorelle più vecchie e più
brutte di Madama Chips.” Qui però anche Bill si
sciolse nello stesso sorrisetto del fratello. “Ma tra qualche mese dovrebbe
arrivare lo staff della dottoressa Sorenson, e so che quelle sono tutte donne altamente abbordabili.”
“Finalmente si ragiona.” Anche
Harry si lasciò andare al buonumore.
Hermione fece una faccia disgustata, borbottando sottovoce
il suo sdegno per il maschilismo da cui era circondata.
***************
Harry fece per sistemarsi meglio gli occhiali sul naso, ma
si ricordò di non averli più quando si centrò un occhio col dito. Era
terribilmente strano vedere senza occhiali, ed era ancora più strano che in un
momento di tensione non potesse scaricarsi un po’ strofinando l’asticella della
montatura, come faceva sempre quando era teso.
Era un po’ come il primo giorno a Hogwarts: anche allora non
sapeva cosa lo aspettava…solo che stavolta non era come andare a scuola a imparare piccoli incantesimi e noiose pozioni…questo era
un addestramento militare. Per diventare un assassino autorizzato.
Quello che lo faceva sentire un po’ più tranquillo
era il fatto di stare insieme a Ron e Hermione: in genere i loro continui
litigi erano snervanti, ma adesso era come una prova del fatto che il vecchio
mondo non era scomparso del tutto. In quel momento, ad esempio, Hermione
continuava a tamburellare nervosamente le dita sul ginocchio; Ron spazientitosi
le aveva bloccato la mano con la sua, ma lei, che
aveva ancora qualche problema col contatto fisico, gli aveva dato uno spintone
piuttosto brusco facendolo barcollare.
“Oh!” fece irritato lui.
“Scusa!” replicò stizzita Hermione.
“Per carità, scusa tu!” la risposta di Ron era acida e
sarcastica.
Harry rise. “Ma è possibile che anche le scuse ve le dovete tirare in faccia così?”
“Non ce le stavamo tirando in faccia.” Sibilò seccata
Hermione.
Ron sbuffò. “Ma dov’è finito questo accidenti
di istruttore? Ci fanno alzare all’alba e poi stiamo qui ad aspettare i suoi
comodi. Già che per quello che ci deve far fare potremmo
cavarcela anche da soli. Quattro addominali, due flessioni…”
“Temo che non sarà così semplice, Ron.”
Sirius. Sirius Black sulla soglia
della porta della palestra col sorriso più divertito e irritante che avesse mai
fatto.
“Ehi, sei venuto a darci gli ultimi consigli?” gli chiese
Harry.
Lui inarcò un sopracciglio. “Veramente sono qui per
addestrarvi.”
“Tu?” Hermione rimase sconcertata,
come i due ragazzi del resto.
“Proprio io. Mi occuperò di mettervi in forma e di
prepararvi a sopportare e a resistere al dolore.”
“Prospettiva interessante.” Fece Ron.
“E non faccio favoritismi a
nessuno.”
“E ti pareva.” Mormorò Harry.
“Ci avrei giurato.” Gli fece eco Ron.
“E ora si comincia.” Sirius si tirò
su le maniche della casacca dell’uniforme, quindi avanzò verso i suoi allievi.
“Iniziate con dieci giri attorno al perimetro della palestra.”
I ragazzi si guardarono attorno: era una sala piuttosto grande… “Beh, che avete
da guardare? Forza, dieci giri ho detto!”
Harry, Ron e Hermione non persero altro tempo e cominciarono
i loro dieci giri di corsa; i primi tre andarono abbastanza bene, poi con il
quarto Hermione cominciò a restare paurosamente indietro.
“Respirate mentre correte.” Fece Sirius, notando che Harry e
Ron erano molto rossi in faccia e Hermione era almeno di un giro indietro. Poco
sotto il sesto giro crollò in ginocchio, tenendosi il fianco e cercando di
riprendere fiato mentre l’affanno le faceva sentire il cuore in gola. Harry e
Ron si voltarono a guardare che cosa e era successo,
rallentando leggermente. “Avanti, avanti! Continuate voi
due!” disse subito Sirius. I due obbedirono. Hermione si trascinò dove
stava il suo istruttore, ansimando e tenendosi ancora il fianco.
“…mi dispiace.” Mormorò sottovoce a Sirius quando ebbe
ritrovato il fiato.
Sirius scosse la testa. “E’ solo la prima volta. Ho detto di
respirare, voi due!” disse a Harry e Ron, che stavano
percorrendo il loro ottavo giro con le orecchie in fiamme. Sirius si voltò
verso Hermione e le parlò a bassa voce. “Hermione…non hai mai fatto sport prima
d’ora?” lei scosse la testa e lui non disse niente.
Quando ebbero finito anche il decimo giro Harry e Ron crollarono a terra sfiniti, respirando forte e non nascondendo
qualche smorfia per la fatica.
“Non ci siamo proprio.” Sirius incrociò le braccia sul
petto. “Siete delle mozzarelle. E correte malissimo,
perché non sapete respirare e fate mancare l’ossigeno al cervello. Con un fiato
simile un mangiamorte non solo vi è scappato, ma vi ha anche fatto secchi lungo
la strada. Dovete assolutamente imparare a respirare bene e a coordinare meglio
movimenti e muscoli mentre correte.”
“…volentieri…” fece Ron, tra un respiro profondissimo e
affannoso e l’altro. “…se ci presti…un altro polmone…”
Sirius fece un sorrisetto. “Coi
miei metodi ve lo faccio uscire un altro polmone. Forza, in piedi. C’è ancora
parecchio da fare, non c’è tempo per starsene a lamentarsi.”
***************
Hermione rimase in silenzio per tutto il tragitto fino alla
palestra di armi babbane. Non le era riuscito un solo esercizio con Sirius: non aveva
superato i venti addominali, flessioni zero, salti men che meno…si sentiva un
rifiuto umano. Se tutte le classi erano così…
Harry si stava massaggiando vigorosamente
una spalla mentre camminavano. “Certo che ci è
andato leggero come prima lezione.”
Ron fece un mezzo sorriso. “Stressante…ma molto edificante.”
“Già, anche se ancora non mi sento molto edificato dopo aver
rischiato di morire asfissiato perché non
so respirare.” Harry imitò alla perfezione la voce
di Sirius, facendo ridere Ron. “Che cavolo di aula è
quella di armi babbane?”
“Credo sia quella alla fine del corridoio, dopo le…”
Hermione girando l’angolo sbattè contro qualcuno,
rimbalzando contro la parete.
“Ehi! Guarda dove vai!”
Davanti a lei c’era un ragazzo piuttosto alto, con gli occhi
grigi e i capelli biondastri corti a spazzola. Aveva l’uniforme dei War Mage addosso, ma non sembrava molto più grande di
loro.
“Scusa.” Fece sommariamente Hermione, sistemandosi la
casacca dell’uniforme. Ma il fatto che il ragazzo la stesse
squadrando dall’alto in basso con le sopracciglia inarcate la irritò non poco.
“Qualcosa non va?”
Quello fece una smorfia. “No. Mi stavo solo chiedendo chi è il pazzo che ha arruolato una ragazzina. Ma poi ti ho
riconosciuto e ho capito tutto.”
“E con questo che vorresti dire?”
ribattè subito Ron con durezza.
“Semplicemente la verità. Che lei è qui perché è amica di
Harry Potter.” Il ragazzo biondo incontrò lo sguardo
furioso di Harry, che sembrava sul punto di controbattere, ma Hermione fu più
rapida.
“Andiamo.” Disse rigidamente, fulminando un’ultima volta con
lo sguardo il biondo per poi avviarsi a passo deciso
verso il corridoio.
Quando l’ebbero raggiunta, Harry e Ron la
guardarono con un’espressione irritata. “Perché
non mi hai lasciato dire due paroline a quel grosso idiota?” fece Ron.
“Perché non ne vale la pena. E perché non voglio fare tardi.” Continuarono in silenzio la
camminata finchè non arrivarono nell’aula di armi
babbane.
C’era un uomo in piedi vicino a una
specie di grossa cassettiera, che stava affilando la lama di una spada con una
pietra; era di spalle, ma appena sentì i passi si voltò. Aveva il viso segnato,
ma un’aria ancora evidentemente molto sicura e ferma. La sua fronte alta e
quadrata s’increspò quando inarcò le sopracciglia.
“Voi dovete essere i nuovi.” Anche
la sua voce era forte e vibrante.
Harry annuì. “Si, io sono…”
“Harry Potter, e loro sono Ron Weasley e Hermione Granger.” L’uomo lo anticipò. “Io sono Liam Nixon, il vostro
istruttore di armi babbane.”
“E ovviamente sa già tutto di noi.”
Fece Harry, rassegnato ma non seccato.
“Come del resto tutta la squadra.”
Replicò Liam con un occhiolino. “Cominciamo col darci
del tu, e col chiarire perché nel vostro addestramento è previsto lo studio e
l’utilizzo delle armi babbane. Numero uno: potreste ritrovarvi in situazioni in
cui la magia è inutile. Numero due: alcuni nemici si abbattono solo o più
facilmente con una pugnalata. Numero tre.”E qui fece un sorrisetto furbesco. “Niente dà più sapore che
infilzare un mangiamorte.”
Anche Ron curvò le labbra in un
sorrisetto furbo.
“Posso chiedere una cosa?” chiese Hermione. Liam annuì. “Che
tipi di armi useremo?”
“Pugnali. Spade. Sciabole. Bastoni. All’occorrenza anche
lance e frecce. Niente deve rappresentare un problema per voi.” Spiegò Liam. “Sono convinto che lo troverete interessante.”
I tre allievi rimasero in silenzio mentre l’uomo consegnava
loro le armi, spiegando anche qual’era la loro
posizione nel cinturone in dotazione con l’uniforme.
“Bene.” Fece alla fine Liam, facendo un passo indietro e
mettendo le mani sui fianchi. “Allora, cominciamo con le basi. Harry, mi hanno
detto che non è la prima volta che prendi in mano una spada. Avanti, fammi
vedere come la tieni.”
Harry impugnò la sua sciabola con entrambe le mani,
rivolgendola avanti a sé.
Liam si grattò la nuca con la mano. “Mh. A
quanto pare sarà più dura del previsto.”
***************
Molly Weasley sospirò per l’ennesima volta in dieci minuti,
continuando a massaggiare vigorosamente le spalle del figlio. Harry e Ron erano
pieni di crampi dopo la prima giornata di addestramento,
ma almeno avevano la decenza di non lamentarsi. In compenso mamma Molly non
aveva smesso un solo istante di esprimere il suo sdegno mentre si dedicava a un vigoroso massaggio al figlio.
“Inaudito.” Brontolò ancora. “Un modo di fare a dir poco
tutto alla rovescia! Cominciare dalla cima. Ridicolo. Spremere
come limoni tre ragazzi il loro primo giorno. Che
colossale stupidaggine.”
Ginny, che stava apparecchiando la tavola, fece un
sorrisetto.
“E dai, ma’.” Ron cercò di cambiare
argomento. “Come sta andando il trasloco di Fred e George?”
“Si, si, bene.” Fece seccamente la madre. “Assurdo…”
Harry si toccò una spalla dolorante e la cosa non sfuggì a
Ginny, che sistemò anche l’ultimo bicchiere e gli appoggiò le mani sulle
spalle. “Dai, ci vuole anche per te un bel massaggio tonificante.”
“Grazie.” Disse semplicemente lui, abbassando lo sguardo per
non far vedere a nessuno che era arrossito.
“…che poi cosa forzano la mano a
fare, dico io, siete usciti dall’ospedale nemmeno una settimana fa!” continuò a
reclamare Molly, massaggiando con vigore sempre maggiore le spalle del figlio.
“Vacci piano, mamma!” cercò di dirle Ron.
Charlie scese le scalette della Tana e piombò giù in cucina
tutto allegro, saltando gli ultimi tre gradini e prendendo al volo un pezzo di
pane dal cestino sul tavolo. “Ehi, si mangia o no?”
“Aspetterai che tuo fratello e Harry abbiano
ricevuto le cure necessarie.” Gli rispose subito la madre, col suo tipico tono
da qua-dentro-comando-io-e-basta.
Charlie li guardò con una smorfia di falsa preoccupazione.
“Poveri piccoli.”
“Chiudi il becco, spappolapalle.” Replicò Ron, beccandosi
una manata di sua madre sulla nuca. “Ohi, ma’!”
Charlie fece un sorrisetto maligno e diede un morso al suo
pane. “Modera il linguaggio, matricola, ricordati che stai parlando a un tuo superiore.”
“Una cosa non l’ho ancora capita.” Fece Ginny, interrompendo
per un momento il suo massaggio a Harry. “Perché
Charlie deve darvi lezioni di volo? Non c’è niente che non sappiate già fare
sulla scopa voi.”
“Non devono saper parare una pluffa o afferrare un boccino.” Le spiegò Charlie. “Su quelle scope devono imparare ad
andarci anche in piedi a duecento miglia orarie.”
“Eh no, questo è davvero troppo!” scattò mamma Weasley.
“Ma dai, mamma, non sono malaccio i due mocciosetti.”
“E Hermione come se la cava?”
chiese Ginny.
Charlie si grattò la tempia con una smorfia. “Con lei la
vedo tragica…”
Ginny annuì. “Soffre atrocemente di vertigini. Non l’avete
presa in giro, vero?”
Harry scosse la testa. “Solo all’inizio, ma abbiamo smesso subito.
Era così terrorizzata che neanche rispondeva per le rime, e oltretutto era
bianca come un lenzuolo. Non era il caso di infierire.”
Molly scosse la testa. “Povera
creatura…sottoposta a questo barbaro addestramento…”
La lamentela della signora Weasley fu interrotta dall’arrivo
del marito attraverso la Polvere Volante; Arthur Weasley uscì dal camino
scuotendosi la polvere di dosso e borbottando qualcosa fra i denti.
“Arthur, qualcosa non va?” gli chiese preoccupata la moglie.
“Dov’è Percy?”
Il marito scosse la testa, togliendosi cappello e cappotto.
“Ah, non aspettarti che torni prima di notte tarda, cara. Sta facendo il
verbale della riunione del Consiglio.”
“Stanno ancora discutendo?” domandò Molly.
“Che riunione è?” chiese Ron.
“Quella per l’elezione del nuovo Ministro.”
Gli spiegò il padre, sedendosi. “Si stanno letteralmente ammazzando fra loro
per le proposte, ma in pratica si sa già chi sarà.”
Harry si accigliò. “Ma non si
dovrebbe aspettare il voto finale?”
Charlie fece una smorfia. “Si, figurati. Queste cose sono
sempre truccate, Harry.”
“E chi sarebbe questo nuovo
Ministro?” chiese Ginny.
“Ersilius Montgomery.”
“Chi?” Ron inarcò un sopracciglio.
“Non mi dire…si è comprato anche i consiglieri?” Charlie
incrociò le braccia sul petto.
“Ma chi è questo?” fece Harry.
“E’ un miliardario che da un giorno all’altro ha deciso di
fare politica, naturalmente facendo lavorare gli altri al posto suo.” Spiegò papà Weasley. “Anni fa, quando fu istituito il
gruppo dei War Mage, lui si offrì di finanziare
privatamente il progetto a patto di avere voce in capitolo in tutte le
occasioni di dominio pubblico.”
“E ora che c’è la guerra un titolo simile
è il lasciapassare ideale per la poltrona ministeriale.” Osservò Ginny,
passandosi una mano fra i capelli rossi. “Certo, quadra tutto.”
“Precisamente.” Annuì il padre. “E considerando che è un
inetto ancora peggiore di Caramell non c’è da stare
allegri.”
“Oltretutto per farsi pubblicità ci sputtanerà alla grande.” Disse Charlie, cupo in viso. “Dovremmo essere
un’istituzione che vive nell’ombra, invece quell’imbecille ci farà diventare
dei personaggi pubblici.”
“Ma non può farlo, voglio
dire…comprometterebbe tutto il vostro lavoro, non è un rischio?”
“Questa è politica, Ginny.” Replicò il fratello. “Quando mai i politici hanno agito nell’interesse comune?”
“L’unica cosa buona per voi ragazzi è che sembra che voglia
aumentare il vostro stipendio di 250 galeoni al mese.”
Disse Arthur.
Le labbra di Ron si curvarono in un sorrisetto. “Chiunque sia
questo cervello di gallina, se lo fa ha il mio voto.”
***************
Ron si sollevò di scatto nel letto, pallido e sudato e
ansimante. Ancora mangiamorte. Ancora dolore. Ancora urla. Ancora morte. Ancora le facce dei suoi amici morti. Ancora le mani sporche
di sangue. Niente, per quanto provasse a chiudere gli occhi e
a dormire non ci riusciva per niente. Troppi mostri infestavano i suoi
sogni.
Nel suo letto Harry sembrava piuttosto agitato, e continuava
a ripetere “No, lasciali stare” con un’espressione tormentata e sofferente. Fu
il colpo di grazia per Ron: doveva uscire immediatamente da quella stanza,
prima di avere un vero e proprio attacco di claustrofobia.
Scese al piano di sotto alla ricerca
di un rifugio dai suoi pensieri angosciosi e dolorosi, anche se non riusciva a
immaginare come far passare quelle sensazioni orribili, ma ne aveva
bisogno…almeno per una notte.
E in quel momento lo sguardo gli
cadde nella piccola vetrinetta dove suo padre teneva gli alcolici.
Una volta aveva beccato Bill a bere la roba forte del padre:
suo fratello si era spiegato semplicemente dicendo che per una sera non voleva
provare né sentire niente. Sul momento Ron non aveva capito bene il significato
di quelle parole…ma ora le comprendeva fino in fondo. Perché
anche lui era così stanco di soffrire che avrebbe fatto qualsiasi cosa per
staccare i contatti con quegli incubi che lo tormentavano tanto.
E fu con quel pensiero in testa che si
ritrovò una bottiglia di whisky fra le mani.
Il primo goccio bruciò da morire.
Il secondo già di meno. Al terzo già si sentiva un sapore nuovo e invitante in
bocca. E nello stomaco quel liquido scoppiettante già
non bruciava più. Gli ci vollero un paio di minuti per cominciare a sentire gli
effetti dell’alcool…ma quando iniziò a sentire la tensione che gli abbandonava
un po’ i nervi, Ron sorrise e si lasciò andare sull’erba umida del giardino
della Tana.
Forse per una notte sarebbe riuscito a dormire.
***************
Sentendo bussare alla sua porta a quell’ora della notte,
Ginny sussultò e mise giù il libro che stava leggendo, scendendo dal letto e
correndo ad aprire la porta della sua stanza.
“Harry!” esclamò quasi senza fiato, senza poter evitare un
sorriso. Harry aveva l’aria di chi si era appena alzato dal letto. “Va tutto
bene?”
“Oh si, si!” Harry fece un sorriso imbarazzatissimo e si
grattò la nuca. “Scusa, non volevo svegliarti.”
“Non stavo dormendo. Vieni dentro, dai.”
Ginny lo fece entrare e poi chiuse la porta.
“Scusa. Non dovevo piombare qui a quest’ora di notte.” Harry si passò una mano fra i capelli, arruffandoseli
ulteriormente.
“Smettila di preoccuparti.” Lo rassicurò lei. “Il problema è
che non dormi tu. Sbaglio o domani hai la sveglia alle sei?”
“Già.” Harry sospirò. “Peccato che non riesco proprio a
prendere sonno.”
Ginny si morse il labbro inferiore. “Incubi?” lui annuì e si
sedette sul bordo del letto. “Sempre gli stessi? Quelli…di quella notte?”
Lui annuì, guardando fisso a terra. “A volte vedo morire anche
noi che siamo sopravvissuti. E poi…Silente.”Ma qui si fermò. La voce gli tremava.
Ginny prese posto accanto a lui, appoggiandogli una mano
sulla spalla. “Col tempo passeranno. Cominceranno a farti meno paura.”
“Come fai a dirlo?” le chiese scoraggiato
lui.
“Perché li ho avuti anch’io.” Harry
la guardò. “Forse hai dimenticato il mio primo anno a Hogwarts? L’estate
successiva non è stata proprio…facile.”
Harry si accigliò. “Non lo sapevo.”
Ginny scrollò le spalle. “Anch’io
non riuscivo a dormire la notte. E’ stata molto dura all’inizio, ma poi col
tempo sono riuscita a capire che era tutto finito, e che era stata colpa mia in
minima parte.”
Harry scosse la testa. “Avevi solo undici anni, Ginny, non
fu affatto colpa tua.”
Lei fece una smorfia. “Beh, prova a pensarci su. Colin e
Hermione ci avevano quasi rimesso la pelle, e tecnicamente fui io ad aizzare il
basilisco contro di loro.”
Harry ci pensò un attimo. “Sai che non avrei
mai creduto che tu avessi provato dei sensi di colpa? Nel senso che…beh,
come…cioè, mi sei sempre sembrata…tranquilla.”
“Mi ci è voluto un po’ per
rimettermi, ma alla fine ce l’ho fatta. E’ per questo che sono convintissima
che anche voi ne uscirete un po’ alla volta.” Ginny lo
guardò con un’espressione confortante. “Avete parecchio da fare, e tenere la
mente occupata è un’ottima medicina. Concentrarvi sulla vostra nuova vita sarà la vostra salvezza, ne sono sicura. Soprattutto se
invece di guardarla con diffidenza l’accetterete il più serenamente possibile.”
Harry esitò, poi vinse ogni timidezza e le prese la mano.
“Grazie Ginny…è davvero facile parlare con te. Mi…mi piace molto.” Mormorò.
Ginny sorrise e gli strinse la mano nella sua. “Anche a me piace. Da morire.”
*********************
Ok…chi ha detto che il blocco dello scrittore è una roba da
niente? Io ne sto vivendo uno…e infatti questo
capitolo non mi convince molto. Anche perché è un altro chap
di transizione…e mi ha mandato in crisi una decina di volte prima di finirlo.
Comunque alla fine questo è il risultato e secondo la
mia beta è meglio scrivere quello che viene per vincere il blocco…speriamo.
L’uscita di HP5 sta collaborando molto =) Anzi, con l’occasione voglio
ringraziare tutti quelli che sul sito di mia sorella mi hanno incoraggiato e
rassicurato in questi giorni: Emi, Luna Malfoy, Strekon, Ginny, Mony, Vega,
Allys…ho dimenticato qualcuno? Mmh…se l’ho fatto sorry! =)
Per le recensioni: grazie mille, come al
solito!
Strek: grazie caro! ^^ Ehi, hai letto l’ultimo messaggio del
gruppo? C’è il mio parere riguardo alla recensione che ti ha turbato… *.*
Anjulie: un milione di grazie! Sono contenta di avere la tua
attenzione! =)
Kim: =) devo ancora recensire il tuo chap più recente…me
distratta! Perdonami! Un bacio grandissimo
Giuggy: non ti preoccupare, tardi è meglio di mai ^^
Kiara: kiaruzza! Lo sai che ho riso da morire alla tua
descrizione del nuovo periodo di Ron? Sintetica e precisa, e anche divertente!
^^ Vedrai, vedrai…
Danae: grazie! Spero che i chap ti piacciano tutti così
tanto! ^^
Oh, bene…spero solo di non aver dimenticato nessuno, il
fatto è che per un periodo le recensioni le prendevo sui msg del gruppo di mia
sorella, quindi…tendo a confonderli un po’! Non me ne voglia
chiunque non è stato citato!
Ah, vorrei fare una precisazione importante: quando ho
inziato questa prequel ho detto che avrei parlato dei quattro protagonisti e di
come si sono innamorati l’uno dell’altra…tutti
e quattro, non solo due di loro. Con la differenza che per una coppia le
cose andranno in un certo modo, per l’altra… ci sarà un po’ di
interessante tira e molla. Suona qualche campanello? =)
Ok, ok…vi lascio, devo ancora finire di leggere HP5…alla
prossima con “Io, apprendista War Mage extraordinaire”
=)
Sunny
P.S.: volete un suggerimento?
Andate a leggere “Il Risveglio dell’anima” di Vale: è
veramente fantastica! Merita, merita, credetemi!
Capitolo 7 *** Io, apprendista War Mage extraordinaire ***
BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO
BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO
CAPITOLO 7: IO,
APPRENDISTA WAR MAGE EXTRAORDINAIRE
When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
I held your hand through all of these years
But you still have all of me
My Immortal, Evanescence
***************
Un tuono squarciò l’aria, e Hermione non potè fare a meno di
sussultare; era più di un mese che aveva i nervi tesi come corde di violino. Un
mese, da quando aveva iniziato l’addestramento…e non era più riuscita a mettere
a segno un colpo.
A quanto pareva l’esercizio fisico non era fatto per lei, o
più probabilmente – come le aveva fatto notare più volte Ginny – non era adatto
a una ragazza il rude e durissimo addestramento di un War Mage. Certo, era
ancora bravissima in incantesimi e pozioni, e grazie alla sua razionalità e al
suo sangue freddo era la migliore in strategia, ma volava da fare pena e negli
esercizi di Sirius non riusciva proprio, tanto che poi non era valida nemmeno
nell’ora di armi babbane, nonostante i suoi grossi sforzi di buona volontà.
Viceversa Harry e Ron non solo stavano migliorando di giorno in giorno, ma a
distanza di un mese si erano irrobustiti e rinvigoriti tantissimo. Lei, al
contrario, aveva solo perso peso e basta.
“Tutto ok?”
La voce di Ron richiamò la sua attenzione: era lì davanti a
lei con la sciabola in mano e l’aria accigliata.
“Come, scusa?”
“Sono cinque minuti che te ne stai lì ferma a guardare nel
vuoto. Stai bene?”
“Si.” Hermione sollevò la spada e la guardò con
un’espressione triste.
Ron le si avvicinò, rivolgendo la sciabola a terra. “Perché
sei così giù?” le chiese piano.
Hermione sospirò e chiuse gli occhi un attimo. “Lascia
perdere, Ron. Sto bene e basta.”
Ron non disse niente, anche perché un secondo dopo per un
pelo non venne beccato in pieno dalla sciabola che era sfuggita di mano a
Harry. “Oh! Ma ti sei rincoglionito tutto in una volta?!”
Harry raccolse la sua spada. “Scusa tanto, amico, stavo
cercando di farla roteare.”
“Si, magari nel mio orecchio.” Fece ironico Ron. “Fammi un
piacere personale e stammi lontano quando hai queste brillanti idee.” Harry
ridacchiò.
“Oh bene, siete già qui.” Disse entrando Sirius, mentre si
tirava su le maniche della casacca. “Ragazzi, oggi farete una prima prova
contro un avversario in carne e ossa. Niente di impegnativo, giusto una
verifica per vedere se c’è già qualche miglioramento.”
“Con chi ci scorniamo?” fece Ron con un sorrisetto,
evidentemente desideroso più che mai di ‘aprire le danze’.
Due ragazzi entrarono in quel momento nella palestra; uno
aveva i capelli e gli occhi scuri, e come l’altro indossava l’uniforme completa
dei War Mage. L’altro ragazzo aveva i capelli biondi corti a spazzola e gli
occhi grigi…il simpaticone maschilista,
pensò subito Hermione riconoscendolo.
“Questi sono Natan Leery e Ike McKenzie.” Disse Liam. “Hanno
passato la selezione l’anno scorso, quindi sono ancora freschi di
addestramento.”
I due ragazzi li salutarono con un cenno del capo. Natan si
soffermò a guardare Hermione un momento di troppo, ma lei non abbassò gli
occhi, anzi: era stanca di essere fissata con aria di sufficienza, non
sopportava più quell’atteggiamento ottuso e maschilista.
“Voglio vedere tutti i progressi che avete fatto di
recente.” Disse Liam, appoggiandosi di spalle contro il muro e incrociando le
braccia sul petto. “Usate i bastoni. E’ presto per le sciabole.”
Harry, Ron e Hermione rinfoderarono le spade e come gli
altri due presero i bastoni che stavano nell’armadietto vicino alla cassettiera
delle armi malfunzionanti.
“Comincia tu, Harry. Con Natan.”
Harry e il ragazzo bruno si misero uno di fronte all’altro
al centro della stanza, tenendo saldamente in mano i bastoni e mettendosi in
posizione. Natan lasciò che fosse Harry ad attaccare per primo: parò una botta
ben piazzata tenendo il bastone in orizzontale, e rispose con altrettanta forza
e velocità anche maggiore; Harry parò i primi due assalti, ma cadde quando
Natan con una finta fece per colpirlo al fianco ma poi lo prese in pieno sulle
ginocchia, facendolo cadere.
“…cazzo…” brontolò Harry, tenendosi con una mano il
ginocchio colpito e dolorante.
“Non male.” Commentò Liam, mettendo fine allo scontro. “Te
la sei cavata abbastanza bene, Harry. Ma hai commesso un errore piuttosto
banale. Sapreste dirmi voi quale?” chiese a Ron e Hermione.
“Probabilmente…” Hermione esitò. “Era troppo preso a colpire
e si è difeso poco.” Liam annuì.
Ike fece una smorfia. “Sei molto brava…nella teoria.”
Liam inarcò un sopracciglio e si voltò verso Hermione, che
era impegnata a fulminare con lo sguardo Ike. “Vuoi dargli questo schiaffo
morale, Hermione?”
“Con vero piacere.” Sibilò lei, prendendo il suo bastone e
avviandosi verso il centro della sala.
Ike fece una smorfia e la raggiunse. “Prima le signore.” Le
disse con un sorrisetto provocatorio mentre si metteva in posizione.
Hermione sollevò rapidamente il suo bastone e mirò alla
spalla del suo avversario per poi puntare all’ultimo momento verso un fianco,
ma Ike riuscì a parare il colpo all’ultimo secondo; quando lui passò al
contrattacco lo fece con velocità e potenza, e lei parò la prima serie di
bastonate ma non potè sfuggire a quella che le centrò in pieno la mano,
facendole cadere il bastone a terra.
“Se ci mettessi un po’ più d’energia potresti anche morire
dignitosamente sul campo di battaglia.” Le disse Ike, appoggiandosi al suo
bastone e guardandola con aria di sufficienza. Hermione, massaggiandosi il
polso, lo guardò furibonda.
“In questo caso il problema non è stato né la velocità né la
capacità di gestire i colpi, perché sono abbastanza sicuro che Hermione abbia
visto arrivare quel colpo.” Esordì calmo Liam. “Il vero problema è che non ci
hai messo forza. Lo hai appena accarezzato.” Hermione annuì in silenzio.
“E’ solo un mese che vi allenate, tra un po’ sarai già più
forte.” Le disse gentilmente Natan.
Ike rise. “Come se potesse riuscire a terminare
l’addestramento.”
Hermione si voltò di scatto verso di lui, con i pugni
stretti e gli occhi che le fiammeggiavano pericolosamente per la rabbia. “Hai
qualche problema con me o sbaglio?!” sibilò.
Ike si mise ben eretto. “No, non sbagli.” Replicò
gelidamente. “Perché a mio parere è uno spreco di tempo e di energie allenare
una ragazzina come se fosse un War Mage. Non lo sei né mai lo sarai, perché
saresti solo un peso in battaglia.”
Hermione tremava di rabbia. “E chi lo dice, tu? O tutti gli
altri retrogradi maschilisti come te?!”
Ike fece un sorrisetto. “No. Lo dice chiunque si è reso
conto che tu sei qui solo perché non riesci proprio a staccare il cordone
ombelicale coi tuoi amici.”
Quelle parole colpirono inaspettatamente Hermione tanto da
farle fare un passo indietro: non avrebbe fatto effetto sentirsi offendere da
uno come quello…ma in qualche modo quelle parole ricalcavano quello che le
avevano già detto sua madre, Harry e Ron…possibile che tutto il mondo la
pensasse così?!
“Senti un po’, tu…” Ron fece un passo avanti, ma a
intervenire fu Liam in persona.
“Basta così!” ruggì l’uomo. “Ike, dieci giri di corsa.
Immediatamente.”
Il ragazzo inarcò un sopracciglio. “Per che cosa, per aver
sottolineato un fatto vero?”
Liam incrociò le braccia sul petto, incupendosi e mostrando
chiaramente tutta la sua autorità in quanto istruttore ed esperto War Mage.
“No, per aver disobbedito ai miei ordini. Ho richiesto la tua presenza qui per
aiutare questi ragazzi, non per fare lo spaccone. Quell’uniforme non ti
conferisce il potere di giocare al re della contea, McKenzie. Vedi di
ricordartelo bene. E ora dieci giri, muoviti.”
Ike lanciò un’ultima occhiataccia a Hermione, quindi
cominciò la sua corsa lungo la palestra.
“Avanti Ron, tocca a te.”
Ron stava guardando Ike col fuoco negli occhi. “Preferisco
aspettare che lui finisca i suoi dieci giri.”
Liam serrò la mascella in modo molto innaturale, e dal tono
della sua voce si capì che era livido. “Tu invece preferisci obbedire a me, Weasley. E ti allenerai con Natan, ora.” Sibilò, glaciale.
Ron si trascinò al centro della sala molto malvolentieri, ma trovò la possibilità di sfogare la propria
rabbia sul suo oppositore, che si beccò un colpo parecchio duro a una spalla. L’unico
motivo per cui Natan riuscì a disarmarlo fu la rapidità: con l’agilità che un
War Mage doveva necessariamente avere si fece roteare il bastone in mano in
modo da far cadere a terra quello di Ron, mettendo così fine allo scontro.
“Buona prova.” Gli disse gentilmente Natan, passandogli il
bastone con un piede.
“Ron, togliti questo viziaccio ora che siamo ancora
all’inizio.” Fece severo Liam. “Non si attacca mai per rabbia.”
Ron si limitò ad annuire, ma dal modo in cui stava
stringendo in mano il suo bastone era chiarissimo che si stava trattenendo.
Quando Ike ebbe finito i dieci giri – e non ci mise molto,
comunque – lui e Natan furono congedati da Liam, che poi si voltò nuovamente
verso i ragazzi.
“Oggi avete avuto un assaggio di cosa significa essere
umiliati. Umiliati da due giovani War Mage in gamba ma non certo con le vostre
capacità.” Fece tranquillamente, appoggiando le mani sui fianchi.
Harry si accigliò. “La cosa ti rende tanto soddisfatto?”
“Assolutamente no.” Replicò con sicurezza Liam. “Ma voglio
che ricordiate bene questa sensazione. Perché non dovrete provarla mai più.”
I tre ragazzi rimasero in silenzio e a malapena annuirono
quando il loro istruttore uscì.
“Mai visto un insegnante più cazzimmoso.” Fece Harry,
scuotendo la testa e prendendo un asciugamano dalla sua sacca.
Ron fece un sorrisetto, tirando in modo assente un pugno a
uno dei sacchi appesi al soffitto. “Ha degli strani metodi, ma mi piace. Ha le
palle quadrate, e poi…ehi, ma che stai facendo?”
Hermione raccolse tutta la sua roba e la infilò senza troppa
cura nella sua borsa, se la mise a tracolla e fece per avviarsi verso la porta
senza neanche salutare. Ma sentendosi scoperta si voltò e si fermò.
“Dove stai andando?” le chiese Ron. “Abbiamo ancora un’ora
con Charlie prima dello spacco.”
Hermione scrollò le spalle. “Sono stata convocata da Graham.
Non credo che ci metterò molto. Approfittatene per fare la vostra prima lezione
di volo senza dover andare a un centimetro all’ora.” Le parole le erano uscite
più aspramente di quanto non avesse voluto.
Harry si accigliò e fece un passo avanti. “Tu non hai
creduto a quello che ha detto quell’idiota, non è vero?”
Hermione li guardò rapidamente: entrambi avevano
un’espressione preoccupata. La conoscevano troppo bene per non capire quando
mentiva, ma al momento lei aveva il cuore nelle scarpe, non sarebbe mai
riuscita a sembrare credibile. “No.” Disse semplicemente, senza alzare lo
sguardo da terra; quindi si scrollò di dosso la mano di Harry. “Devo andare. Ci
vediamo dopo.” E così dicendo se ne uscì senza voltarsi indietro.
Ron sospirò e si appoggiò le mani sui fianchi. “Io lo sapevo
che sarebbe andata a finire così prima o poi.”
“Già.” Harry annuì senza il minimo entusiasmo mentre si
asciugava il viso con l’asciugamano.
***************
Hermione entrò nell’ufficio del generale Graham guardandosi
in giro: in qualche modo lo vedeva diversamente dalla prima volta. Non ci
veniva da un mese, da quando Sirius e Lupin avevano accompagnato lei, Harry e
Ron a firmare i moduli per entrare a far parte dei War Mage…ma allora si
sentiva in qualche modo sicura, lo vedeva come l’ennesima avventura da vivere
coi suoi migliori amici. Ora ci stava entrando da sola, e per la prima volta in
vita sua da studentessa con voti alquanto scadenti. Proprio mentre stava per
aprire la porta, una ragazza biondacon
gli occhi azzurri e una cartellina piena di fogli in mano entrò nella camera, e
nel vederla si fermò con un’espressione incerta.
“Scusami, hai un appuntamento?” le chiese, mettendo giù i
fogli.
“No.” Le rispose Hermione, un po’ confusa.
“In questo caso non credo che tu possa entrare.” Fece la
bionda. “Il generale è molto occupato.”
“E’ stato lui a convocarmi.”
La ragazza si accigliò un momento. “Aspetta un attimo…ma tu
devi essere Hermione Granger!” sul viso della ragazza comparve un largo
sorriso, che a Hermione ricordò incredibilmente quello di Lavanda Brown. “Ma
certo, avrei dovuto riconoscerti dall’uniforme…molto piacere, io sono Lysa
Bloyd. Faccio la segretaria, la custode della biblioteca, la barista…un po’ di
tutto, insomma. Mi hanno assunto la settimana scorsa.”
Hermione strinse la mano che le tendeva. “E’ un piacere anche
per me.”
“Ero davvero molto curiosa di conoscerti.” Continuò la
ragazza. “Sei famosa qui…tutti si fanno meraviglie a sapere una ragazza così
giovane nell’uniforme dei War Mage. Alcuni dicono perfino che non supererai
l’addestramento. Ma non dare retta a queste sciocchezze, io sono convinta che
te la caverai alla grande.”
Hermione annuì in silenzio, evitando accuratamente di fare
commenti, e con un breve sorriso si congedò ed entrò nella stanza del generale
dopo aver bussato. Graham sedeva nella sua poltrona e stava leggendo un
documento piuttosto grande. Nel sentirla entrare sollevò lo sguardo, ma non si
scompose più di tanto.
“Voleva vedermi, signore?” disse lei.
Lui le fece cenno di entrare. “Vieni, vieni Granger.
Siediti.”
Hermione prese posto dall’altra parte della scrivania,
cercando di non sembrare ansiosa di sapere perché era stata convocata. Graham
finì di esaminare quello che aveva in mano, ma cominciò a parlare mentre ancora
aveva la faccia immersa nei fogli.
“Hermione Granger, il gioiello di Hogwarts…la strega più
brillante e più precoce per la sua età che il mondo della magia abbia visto
negli ultimi decenni.”
Hermione non disse niente, e finalmente il viso del generale
emerse dai fogli. Aveva un’espressione seria e fiera allo stesso tempo.
“Lo sai, vero, che con te abbiamo provato per la prima volta
ad addestrare una donna a diventare un War Mage?”
Hermione annuì piano. “Si, signore.”
Graham si appoggiò comodamente alla spalliera della sua
poltrona. “Granger, stavo dando un’occhiata alla tua scheda personale. Hai
delle note più che ottime in strategia, pozioni e incantesimi. Brillanti, come
ci hai sempre abituati. Non mi sarei mai sognato di tentare un esperimento
tanto azzardato se non fossi stato certo di aver a che fare con un tipo in
gamba.”
Hermione si morse il labbro inferiore. Perché tanti elogi?
Certo non l’aveva chiamata solo per farle dei complimenti…
“Granger, ti ricordi cosa ti ho detto il primo giorno che ci
siamo incontrati?”
“Signore?” chiese turbata Hermione.
“Io ti ho detto fin dal principio che non avevo intenzione
di lasciar passare inosservata una mente ingegnosa e abile come la tua.”
Continuò Graham, guardandola seriamente. “Ma sono stato onesto, e non ho mai
specificato come.”
Hermione s’irrigidì. “Che cosa significa?”
Graham si mise eretto. “Ho deciso di trasferirti alla
divisione dell’Intelligence.”
Hermione sentì il sangue scivolarle via dalla faccia in un
solo istante. “Che cosa??”
“Vedi…”
“E’ vero che non me la cavo ancora bene con il volo e la
lotta fisica, ma è appena un mese che abbiamo cominciato!” fece tutto d’un
fiato lei, animatamente. “Non può scaricarmi, non ancora almeno! Mi dia il
tempo di…”
“Granger, mi faresti finire di parlare?” fece bruscamente
l’uomo, e Hermione a malincuore si costrinse a restare in silenzio. “Calmati e
stammi a sentire bene. E non interrompermi.”
Hermione annuì nervosamente e abbassò lo sguardo.
Graham riprese a parlare con lo stesso tono calmo e fermo di
prima. “Questa non è una punizione né una mortificazione. Devi capire una cosa:
l’addestramento di un War Mage è…brutale. Quando mi sono imposto perché ti
volevo con noi – e credimi, ho avuto delle grane per questo – è perché so che
sei un ottimo elemento, e oltretutto lavori benissimo con Potter e Weasley. Ma
ero abbastanza preoccupato per te…e a distanza di un mese vedo che per
soddisfare le attese degli altri stai stressando il tuo fisico e la tua natura
oltre il dovuto, e io non posso permettere che un membro della mia squadra
rischi la pelle se non è necessario. E’ solo per questo motivo che voglio farti
passare all’Intelligence.”
“Generale, se posso dire una cosa…” provò Hermione.
L’uomo scosse la testa. “Col tuo talento lì sarai subito
capace di ambientarti. Ti piacerà, è basato tutto su ricerche e analisi,
esattamente quello che sai fare così bene.”
Hermione si morse le labbra e non alzò lo sguardo,
stringendo forte i pugni sulle ginocchia.
“Dovresti essere orgogliosa.” Riprese Graham. “Ti sto
offrendo un posto di grandissima importanza. Chi lavora presso l’Intelligence
viene scelto dopo mesi e mesi di esami e test. Ma con la mia raccomandazione ti
faranno entrare subito.”
“Se ha già deciso il mio parere le serve a poco.”
“Come?”
Hermione alzò lo sguardo in modo nervoso. “Signore, io non
mi sono mai lamentata di questo addestramento, perciò se mi trasferisce vuol
dire solo che non mi ritiene all’altezza.”
“Granger…”
“Perché tutti credono che non ho speranze di diventare un
War Mage solo perché sono una ragazza?” fece esasperata lei.
“Tu non devi provare proprio niente a nessuno. Hai già molto
rispetto.”
Hermione si passò una mano fra i capelli, cercando
disperatamente di mantenere il controllo. “Perché…perché voi tutti siete
convinti che il mio sia un tentativo di lustrare l’immagine della categoria
femminile…o peggio ancora, di essere a tutti i costi uguale a Harry e Ron…”
Graham esitò. “Devi capire che una donna, una donna
giovanissima per di più, che si addestra per diventare un War Mage è
piuttosto…insolito per chiunque.”
“C’ero anch’io quella notte a Hogwarts, dannazione, e
anch’io voglio vendetta per quello che hanno fatto a me e i miei amici!!” urlò
Hermione, con la voce che le tremava. “E’ così difficile da accettare?! Nessuno
ha mai protestato, però, quando ho combattuto al fianco di Harry contro
Voldemort ed ero solo una bambina! Allora vi facevo comodo, non è vero?!”
Graham rimase in silenzio, dandole il tempo di calmarsi. Lei si passò una mano
sugli occhi e tirò un respiro profondo. “Mi scusi.” Disse alla fine,
imponendosi di dominarsi.
“Granger, pochi uomini hanno il tuo coraggio e la tua
determinazione, pochissimi hanno la tua grinta e ancora meno il tuo cervello.”
Le disse calmo il generale. “Ma io ho il dovere di tutelarti.”
Hermione abbassò la testa e annuì.
“Ed è per questo che ti darò altri tre mesi per provarmi che
puoi diventare un War Mage senza ridurti a pezzi.”
Hermione sollevò di scatto la testa, incredula. “Dice…dice
davvero?”
“Tre mesi, però. Non un giorno di più.”
Lei annuì freneticamente, senza riuscire a trattenere un
sorriso. “Va bene. Farò in modo che non si penta della sua decisione,
generale.”
Graham fece un sorrisetto e sprofondò nella sua poltrona.
“Su questo non ho alcun dubbio. Tieni presente solo una cosa, Granger.
Preferirei trovarti ancora viva fra novanta giorni.”
***************
Hermione raggiunse il campo all’aperto dove Charlie teneva
le sue lezioni di volo col cuore che batteva pericolosamente forte ed era anche
più pesante del solito. Novanta giorni per provare al mondo di non essere un
incapace né una debole né tantomeno una suffragetta capricciosa. Se le cose
continuavano a procedere nel modo in cui erano iniziate, però, molto
probabilmente tre mesi non sarebbero stati sufficienti per raggiungere i
risultati che voleva. O comunque in quel momento solo novanta giorni le
sembrarono troppo brevi.
E a un tratto divennero addirittura pochissimi, poco più che
una manciata di ore.
Si fermò all’ombra del colonnato a guardare in alto. Charlie
aveva ben ragione di portare in viso quell’espressione fiera: Harry e Ron
stavano volando a una velocità incredibile, e sembrava anche che si stessero
divertendo un sacco…si stavano sfidando.
Non volavano mai così quando c’era anche lei.
Per non mortificarla? Per non farle capire che non era
all’altezza? Quante volte a scuola le avevano rinfacciato che non ne capiva un
accidente di scope e quidditch…e ora non le avevano detto mai niente. Perché
quell’atteggiamento di pena? Forse anche loro pensavano che lei fosse un
peso?...
“Pronto? Ci sei?”
Hermione sbattè gli occhi un paio di volte. Harry con una
mano teneva la sua scopa, con l’altra le stava dando dei leggeri scrolloni a un
braccio.
“Hermione, stai bene?”
Lei annuì. “Si…si, tutto ok.”
Harry non sembrò molto convinto, ma non pressò oltre. “Che
ti ha detto Graham?” anche Ron li raggiunse trascinandosi per terra la sua
scopa.
Fu in quel momento che Hermione lo sentì – un bisogno folle
di non dire niente, di non raccontare che rischiava di essere buttata fuori dai
War Mage perché non era stata tenace abbastanza.
“Allora?” fece Ron, accigliandosi.
Harry inarcò un sopracciglio. “C’è qualcosa che non va?”
Hermione sussultò. “No, non è successo niente.” Disse tutto
in una volta. “Ma succederà che faremo tardi con Liam se non ci diamo una
mossa.”
Harry e Ron si scambiarono un’occhiata, ma non dissero
niente.
***************
“Che esercizio è esattamente?” Harry obbedì al suo
insegnante e gli consegnò la sua bacchetta come gli era stato ordinato, anche
se non capiva esattamente il perché.
Liam si prese anche le altre due bacchette. “Oh, è il tipico
esercizio di…sopravvivenza che si fa a questo punto dell’addestramento.”
L’uomo con un colpo di bacchetta fece discendere
dall’altissimo soffitto una grossa corda che si allungò fino a toccare terra, e
con un altro colpetto le tre bacchette che aveva in mano fluttuarono lentamente
verso l’alto, rimanendo sospese vicino alla corda ad almeno tre o quattro metri
da terra.
“Bene.” Liam incrociò le braccia sul petto. “Se le volete,
scalate la corda e riprendetevele.”
Ron si grattò la nuca. “Un po’ altino, non credi?”
“Si, credo.” Liam non si scompose minimamente. “E visto che
tu sei il più alto, facci vedere che sai fare.”
Ron aveva uno stile tutto suo di scalare una corda; i
muscoli che aveva sviluppato non erano ancora abbastanza forti da permettergli
di muoversi velocemente, ma bicipiti e dorsali lavoravano perfettamente, e
Hermione per un momento si ritrovò a osservare con non poco interesse il
movimento che facevano sotto la maglietta tutta zuppa di sudore – e un attimo
dopo quasi si pestò un piede da sola. Che razza di modo di fare era, guardare
il suo migliore amico così?!
La voce di Liam la risvegliò dal suo trance, e le fece
notare che Ron era finalmente riuscito a riprendersi la sua bacchetta. “Niente
male, Weasley. Continua così e i risultati miglioreranno ancora di più.”
Harry avanzò per tentare l’esercizio a sua volta, e lungo il
tragitto si scambiò un cinque con Ron. Hermione guardò Harry che si arrampicava
– più velocemente di Ron ma facendo tratti meno lunghi – e solo pochi istanti
dopo le venne in mente che presto sarebbe toccata a lei.
La fronte di Harry era imperlata di sudore. Ron si stava
ancora massaggiando un braccio. La cosa non doveva essere assolutamente facile.
Hermione vide Harry afferrare la sua bacchetta e ingoiò a
fatica. Non doveva fallire, non dopo quello che le aveva detto Graham. Doveva
mettercela tutta e riuscire. Nemmeno sentì cosa stava dicendo Liam a Harry; si
avvicinò alla corda, tirò un respiro profondo e ci appoggiò le mani sopra,
cercando di ignorare il fatto che aveva i palmi tutti sudati.
“Preferisci che porti la tua bacchetta un po’ più giù,
Hermione?” le chiese Liam, mentre Harry si passava attorno al collo
l’asciugamano con cui si era asciugato il viso.
“Non voglio favoritismi.” Replicò stizzita lei.
Liam annuì. “Come preferisci.”
Nello stesso istante in cui Hermione mise le mani sulla
corda comprese che l’esercizio non era difficile…era atroce. Appena si appese
alle mani sentì tutto il peso del suo corpo affidarsi a dei muscoli delle
braccia che non sembravano affatto affidabili. Ma doveva farcela.
Più che un’esercitazione sembrava una tortura. Più Hermione
andava avanti, più sentiva il dolore acuirsi nelle braccia. Cercava di aiutarsi
dandosi dei colpi di schiena, ma per quanto si sforzasse riusciva a salire solo
poco alla volta e con uno sforzo disumano. Ci stava mettendo il doppio del
tempo dei suoi amici…e la bacchetta sembrava non volersi avvicinare mai.
Presto la fatica passò in secondo piano, superata da un
dolore atroce quando non riuscì ad assicurarsi una presa abbastanza forte sulla
corda e scivolò giù per un buon mezzo metro. Hermione si aggrappò fortissimo
alla fune e serrò gli occhi, soffocando uno strillo in un gemito, sentendo il
sangue che le colava lungo le mani e i polsi e le lacrime che le rigavano le
guance nonostante la sua resistenza.
Harry e Ron, che fino a quel momento si erano solo scambiati
occhiate incerte, non si trattennero più. “Hermione, basta! Scendi!” le disse
subito Harry.
Ron si voltò verso Liam. “Interrompi questa cosa, non ce la
fa!”
“State zitti!” strillò Hermione a denti stretti, mentre
continuava la scalata combattendo il dolore e la fatica.
Harry scosse la testa vedendo le tracce di sangue sulla
corda. “Rischi di cadere! Basta, sei già arrivata abbastanza in alto!” lei lo ignorò.
Ron avanzò verso la fune. “Vado a prenderla io.”
“Stai fermo qui e non interferire con la prova della tua
compagna.” Fece duro Liam.
“Ma non vedi che…”
“Weasley, un’altra parola e ti farai cinquanta giri di
corsa, è chiaro?!”
Ron sembrò sull’orlo di ribattere, ma la sua attenzione fu
attirata da un gemito di Hermione, che era riuscita ad arrivare in cima e aveva
anche preso la bacchetta, ma nell’attimo in cui era rimasta appesa a una sola
mano era irrevocabilmente scivolata giù più di quanto volesse, e nemmeno con la
più ferrea volontà stavolta potè trattenere un lamento di dolore.
Harry si voltò verso il suo istruttore, furioso. “E’ un
allenamento o una tortura?!”
Liam senza rispondere puntò la bacchetta contro la fune,
facendola scendere giù finchè Hermione non tornò coi piedi per terra.
“Ma sei impazzita?!” Ron la strattonò per un braccio e le
prese bruscamente i polsi, cercando di controllarle le ferite. “Fammi vedere
queste mani!” Hermione cercò di sottrarsi, ma lui le girò le mani con forza e
quando vide in che modo erano graffiate e straziate la costrinse a farle vedere
a Liam.
Liam diede una controllata sommaria. “Fatti medicare in
infermeria, coraggio.”
“Ti fa molto male?” le chiese preoccupato Harry.
Hermione non riuscì più a trattenere le lacrime.
“Smettetela…” piagnucolò, facendo un passo indietro. “Non lo volete proprio
capire…io non voglio la vostra compassione!!”
“Compassione???” Ron era incredulo. “Hermione, ma cosa
diavolo…?!”
Ma lei non sentì cosa le disse Ron, perché senza starci
troppo a pensare scappò via correndo.
***************
Ginny Weasley si coprì gli occhi dal sole con una mano per
poter vedere che volo aveva fatto lo gnomo che aveva appena lanciato oltre lo
steccato del giardino della Tana. Sorrise con orgoglio fra sé e sé:
degnomizzare il giardino non era mai stata la sua passione, ma soprattutto ora
che non c’era Ron ad aiutarla si era scoperta una buona lanciatrice di gnomi.
L’ultimo aveva fatto un volo veramente lungo.
Un pop attirò la
sua attenzione: qualcuno doveva essere appena arrivato con una passaporta. E in
effetti qualcuno c’era: Hermione. Ginny sussultò nel vederla: aveva le mani
bendate, le guance umide di lacrime e l’aria di chi voleva piangere ancora.
“Hermione!” esclamò preoccupata. “E’ successo qualcosa?”
Hermione scoppiò a piangere senza ritegno e le si gettò fra
le braccia, e Ginny ricambiò l’abbraccio accarezzandole la testa e la schiena.
“Harry e Ron stanno bene?” le mormorò mentre ancora la
sentiva singhiozzare. Hermione annuì contro la sua spalla, e lei la lasciò
piangere prima di parlarle ancora. “Cos’è successo, Hermione?”
Hermione si tirò indietro, cercando di riprendere fiato fra
i singulti. Ginny la prese per mano e la fece sedere con lei all’ombra
dell’albero grande. “Vogliono…vogliono buttarmi fuori.”
“Buttarti fuori?! Perché?”
Hermione tirò su col naso e si asciugò gli occhi col dorso
della mano. “Non pensano…nessuno crede veramente che io…sono convinti che non
posso diventare un War Mage…”
Ginny scosse la testa con aria incredula. “Ma chi ha detto
una cosa del genere? I soliti idioti?”
“Graham.” Hermione chiuse gli occhi per un momento, cercando
di regolarizzare il respiro. “Vuole farmi passare all’Intelligence. Mi ha dato
tre mesi di tempo, poi mi farà interrompere l’addestramento.”
“Tesoro, mi dispiace tanto.” Ginny le rivolse dolcemente i
palmi verso l’alto. “Non devi prendertela, non sono le tue capacità che mettono
in dubbio. E’ che si tratta di un addestramento eccessivo per una ragazza…e poi
devi essere più comprensiva verso te stessa, tu non hai mai fatto sport nella
tua vita, giusto? E ora tutto in una volta…”
Hermione la interruppe. “Pensi anche tu che dovrei lasciar
perdere?”
“Non ho detto questo, non lo penso. Solo che mi fa male
vederti in questo stato.”
Hermione rimase in silenzio, appoggiando la testa contro
l’albero. “Per onestà io devo ammettere che hanno ragione loro a dire che non
valgo niente…soprattutto nello scontro fisico. E’ inutile… è come se perdessi
la concentrazione, perché al posto di vedere il mio avversario finisco sempre
per vedere…per vedere loro.”
“I mangiamorte?” chiese piano Ginny.
Hermione annuì. “Me li ritrovo davanti come quella maledetta
notte…vorrei colpirli, però…non so spiegarti perché, ma è come se sentissi che
se hanno avuto la meglio su di me una volta potranno battermi sempre. Lo so che
è assurdo, che non è razionale, che non è da me…però io ci sto lavorando, non
hanno il diritto di sbattermi fuori solo perché sono una ragazza, non c’entra
niente con i miei veri problemi. Non accetto di essere cacciata solo perché
sono fisicamente diversa da loro, e poi non possono farmi smettere dopo neanche
un mese di addestramento, devono almeno lasciarmelo finire!”
“Tu vuoi continuare?”
“Si…vorrei tanto…ma sto cominciando a pensare che forse
hanno ragione loro, forse è vero che non sono tagliata per questo lavoro…”
“Questa è la stronzata più colossale che abbia mai sentito.”
Ginny e Hermione si voltarono: Harry e Ron erano lì in piedi
a poca distanza, e molto tranquillamente le raggiunsero e presero posto
sull’erba accanto a loro.
“Perché non ci hai detto niente?” chiese piano Harry,
cercando lo sguardo di Hermione.
Lei guardò a terra.
Ron inarcò un sopracciglio. “Guarda che è normale non
riuscire a far qualcosa. Mi rendo conto che per te è un’esperienza nuova non
essere la migliore…” Ginny gli rifilò una gomitata.
Hermione alzò gli occhi con decisione. “Non vi ho detto
niente perché anche voi la pensate come tutti gli altri, anzi siete i primi ad
assumere quella fastidiosissima aria di circostanza ogni volta che ci sono io.”
“Aria di circostanza???” Ron era incredulo.
“Certo, perché avete sempre saputo di essere migliori di
me!” ora Hermione stava urlando. “Voi sapete volare, io no! Voi sapete gonfiare
di botte la gente, io no! Voi sapete arrampicarvi su corde alte tre metri, io
no! Dannazione!!”
Ron scosse la testa. “Stai dicendo un grosso mucchio di
stronzate, ti stai allenando per fare altrettanto anche tu…”
Hermione lo interruppe. “Perché non ammetti la verità? Io
non sono e non sarò mai un War Mage.”
“Come cazzo ti viene in mente una cosa del genere?!”
“Se foste più onesti con voi stessi e meno ipocriti con me
non vi vergognereste di dire la verità!” Hermione aveva gli occhi gonfi e
lucidi. “La verità è che finchè trafficavo nella biblioteca di Hogwarts ero nel
mio elemento, ma da quando le cose sono cambiate e i miei stupidissimi e
inutili libri non servono più, finalmente è uscita fuori la mia vera natura,
quella della sapientona inutile e rompiscatole!! La stessa ragazzina coi denti
da castoro che sul treno per Hogwarts vi faceva venire la nausea! Fareste
meglio a lasciarmi perdere e ad andare avanti per conto vostro!!”
Bam.
Ginny sussultò. Ron non battè ciglio. Hermione lentamente si
toccò la guancia dolorante, e se non avesse visto la mano di Harry ancora
sospesa a mezz’aria non avrebbe mai creduto che era stato proprio lui a
schiaffeggiarla.
“Non voglio mai più sentirti
parlare in questo modo.” Sibilò Harry, abbassando la mano. “tu non sei una
saccentona. Sei una ragazza in gamba con le palle più dure di quelle di molti
maschi che conosco. Hai più cervello tu che tutti quei fantocci
dell’Intelligence messi insieme. E io ti ammiro per questo.”
Due grossi lacrimoni fecero capolino sulle guance di
Hermione. “…io…”
“Ti dirò la verità. All’inizio noi ci speravamo che non ti
avrebbero accettata…così avresti evitato di restare ancora più coinvolta in
questa maledetta guerra. Ma francamente penso che…beh, noi siamo sempre stati
insieme, no? E un trio non funziona solo in due.” Harry la incoraggiò con un
sorriso. “Tu diventerai un War Mage insieme a noi, punto.”
“Quanto tempo hai detto che ti ha dato Graham?” le chiese
Ron.
“Tre…tre mesi.” Mormorò Hermione.
Harry annuì. “Se ci svegliamo un po’ prima tutte le mattine
per un po’ di allenamento extra, dovrebbero essere più che sufficienti.”
Hermione non si trattenne più: commossa gettò le braccia al
collo di Harry e Ron. “…che cosa…cosa farei senza di voi…” singhiozzò.
Ron le scompigliò fraternamente i capelli. “Piagnucolona.” Le
disse con un sorriso.
Ginny fece un sorriso rilassato. “Sapete che vi dico? Povero
chi si troverà sulla vostra strada quando sarete War Mage a tutti gli effetti.”
Ron fece un sorrisetto furbo. “Su questo puoi scommetterci.”
Harry si scansò un ciuffo di capelli dalla fronte. “Beh,
allora vogliamo tornare al quartier generale prima di beccarci pure una nota?”
“Andiamo.” Hermione tirò su col naso e si rimise in piedi. E
né lei né Ron allontanandosi notarono lo sguardo intenso e allo stesso tempo
vispo che si erano scambiati Ginny e Harry mentre si salutavano sorridendosi
amichevolmente.
************************
Mmh…non sono ancora del tutto convinta, ma va già meglio. La
bella notizia è che questo era il secondo e ultimo chap di transizione che mi
toccava scrivere…dal prossimo inizieranno i vari momenti topici che ho in mente
già da un po’. Quindi si può dire che il blocco dello scrittore si sta
lentamente dissipando, o almeno si spera =)
Voglio dare un bacio speciale a Neo, Alice, Sarocchia,
Nanny, Fede e Alduccio…e in bocca al lupo per la gara! =) Sara Lee…li
straccerai tutti quanti, magica donna! ^^
Recensionisti: grazie 1.000.000.000!!! ^^ Passiamo ai thanks
personali:
Danae: sei molto
incoraggiante, ti ringrazio! Ho cercato di far presto…è abbastanza presto così?
^^
Iceygaze: mi fa
piacere che anche se non ero al massimo della forma il chap non è venuto così
malvagio come sembrava a me. Lucius Malfoy? In realtà a me dà questa
impressione…soprattutto alla fine del quarto libro, se ci fai caso…e poi non lo
so, ci sono mangiamorte che hanno scelto la galera pur di non abiurare, mentre
lui nemmeno questo ha fatto, non ci ha pensato due volte a fare il voltagabbana
della situazione...insomma mi sta antipaticissimo! ^^
Strekon: quanto
sono contenta che tu mi capisca! Ma finalmente i chap di transizione sono
finiti… *evviva!* …eh eh…come ha eloquentemente sottolineato anche un mio
amico, Ron rischia di prendere fuoco se si avvicina a un fiammifero acceso
tanto ci sta prendendo gusto ad alzare il gomito…^^ Ehi…aggiorna presto capito?
Sono molto ansiosa di leggere il tuo prossimo chap! =)
Mony: ti farà
piacere sapere che ho cominciato a lavorare sul tuo regalo di compleanno…^^ Preferisci
la sorpresa completa o vuoi sapere prima in generale la mia idea? A te la
scelta! =) Accenni? Mmh…nah, ho controllato. Forse un nome in particolare ti è
sembrato familiare (non diciamo quale), ma come avrai notato è diverso…tieni
conto che sono gli stessi tipacci di BAWM 1, non si può cambiare ora…^^ Oh, e
anch’io soffro atrocemente di vertigini! =)
Rachel: eh si,
povera Hermione…le stanno rendendo la vita un po’ difficile, eh? Ma come
giustamente dici tu, presto dovranno ricredersi…mooolto presto… =)
Vale: credi
benissimo, dai prossimi chap in poi Harry & co. si troveranno a scontrarsi
prima di tutto con se stessi…il che non è mai facile. La tua ffic è geniale, il
minimo che potessi fare era sponsorizzarla un po’! E c’è una bella mail allegra
che ti aspetta saltellando nella tua posta elettronica =)
LunaMalfoy: e ci hai azzeccato in pieno…Ron
si nasconde (ci prova, almeno…), Hermione va in panico perché non riesce alla
perfezione, e gli altri due…^^ Il quinto libro è semplicemente strepitoso! Tra
un po’ potremo iniziare a parlarne nel nostro gruppo…liberi finalmente da quella
benedetta barra di spoiler! =)
Ginny: mi onora
essere la tua ossessione! =)
Kim: dolcezza,
anche a te i chap vengono alla grande! Aggiorna presto la tua storia…c’è ancora
quel capitoletto che non si legge…*.* Ah, mia sorella ti manda a dire che la
tua storia le piace molto! (Nenè è una difficilooona…non se li sbottona mai i
complimenti!)
Kiara: questo è
l’importante, che ti piaccia! =) Ooh si, sicuramente DUE coppie…fidati…^^ Tu
sei miope? Io sono un talpone! =) Beh, non sono ancora al livello occhiali-fondo-di-bottiglia
o al cane, ma ti assicuro che senza occhiali anch’io brancolo un po’ nel
buio…invidio Harry!! ^^
Marilia: non
scusarti! I periodi di caos capitano…Si, credo di capire quello che intendi
perché è quello che mi ha lasciato incerta e ancora mi ci lascia! Ma in questi
due chap volevo concentrare tutto quello che andava scritto per esigenze di
copione anche se non era intenso come al solito. Ma rassicurati, dal prossimo
chap avrai tanta di quella riflessione che non ti mancherà più ^^ Ah, e poi…quale
mail? *.* …non mi è arrivata…
Eli: …tu adesso
penserai che sono l’idiota più immensa di questa terra….mi sono resa conto solo
ora che la ffic dei Malandrini è tua, cioè che tu sei Ly!!!! *.* …me l’ha fatto
notare una mia amica che ti recensisce sempre, e mi devi credere, io non ci
avevo mai fatto caso!!! Che pollastra che sono… =) voglio leggere la tua storia
in questo weekend, la mia amica mi ha detto che è un capolavoro…recensirò
appena l’avrò letta tutta! *…me imperdonabile polla…* Comunque! ^^ Hai proprio
ragione, Ron fa tutto il duro ma poi in realtà ci sta male da morire…nei
prossimi chap lo vedrai sotto un’altra luce…e poi…mmh, no, non posso aggiungere
altro ^^ Visto le caciotte come stanno stagionando? =) Grazie per gli auguri!
Lara: grazie
mille per la mail!
Vega: …dulcis in
fundo! Com’è andata la gita? Ho seguito il tuo consiglio…è andata meglio! Mia
sorella ti ringrazia per i complimenti. E anche a me piace molto Hermione =)
Tranquilla, scrivi con calma…io ci sono sempre quando mi vuoi! =) Un bacione!
Bene! Stavolta sono quasi certa di non aver dimenticato
nessuno…e abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno: qualcuno vuole qualche
anticipazione sul prossimo chap? =) Ok, ok…abbassate le mani ^^ Beh, posso
dirvi che s’intitolerà “Novità”, che faremo un salto in avanti di qualche mese
e che arriveranno in scena dei personaggi…alcune sono ‘vecchie conoscenze’ (nel
senso che fanno già parte del cast di BAWM), altri sono proprio nuovi soggetti…basta
così! Ho già detto troppo! =) Un bacio grande grande a tutti,
Is that the sound of knocking at my window?
Lord I'm trying, trying to let you in
But the mirror stares me like a stranger
I'm learning how to begin again
Promise Me This, Pancho’s Lament
***************
“Tu lo
sapevi?”
“Che si allenano da soli ogni mattina da tre mesi? Si, li ho
beccati più volte a fare gli esercizi più strani prima di iniziare qui.”
Sirius e Remus rallentarono la loro andatura quando
arrivarono a poca distanza dalla porta della palestra.
“E direi che la cosa sta ottenendo i risultati sperati. Hermione
è arrivata a fare fino a 70 addominali senza morirci, non ci avrei scommesso un
Falci.”
Remus fece un sorrisetto. “Non per niente sono qui a scarsi
17 anni. E non per niente la Gazzetta del Profeta li ha presi di mira.”
Sirius si bloccò. “Ancora?”
Remus, persa la sua aria serena e tranquilla, tirò fuori un
giornale piegato in due e lo porse a Sirius. In prima pagina, come articolo
centrale, si parlava di Voldemort e dell’ultimo attacco di mangiamorte avvenuto
il giorno prima non lontano dal St.Mungo, che gli auror erano riusciti a
difendere pagando un alto tributo di vite. E qualche titolo più sotto…
CHE SIA ORA DI AFFIDARCI A LUI?
Con la guerra che imperversa, Silente fuori gioco e gli
auror che continuano a subire numerosissime perdite, è legittimo che la gente
stia perdendo fiducia nelle pubbliche istituzioni preposte alla difesa e alla
salvaguardia del Mondo Magico. Forse un’unica luce ci viene dalle parole del
neo-eletto Primo Ministro Ersilius Montgomery; il Ministro, durante la sua
prima conferenza stampa ufficiale, non solo ha rivelato l’esistenza di un corpo
di difesa speciale (da lui stesso finanziato e sostenuto) di soldati scelti e
specializzati, i War Mage, ma a chi lo ha chiesto ha dato anche notizie in
merito a Harry Potter.
Il giovane Potter, da sempre immischiato in prima linea
nella lotta contro Voi-Sapete-Chi, fa parte del programma di addestramento per
diventare un War Mage entro il prossimo anno e, stando sempre alle rivelazioni
del Ministro, sia lui che i suoi ben noti migliori amici, Mr Ron Weasley e Miss
Hermione Granger, pur essendo i più giovani membri della War Mage Team si
stanno specializzando per un futuro (e non lontano) scontro a viso aperto con
Voi-Sapete-Chi.
Sirius non andò avanti, appallottolò il giornale e lo buttò
a terra con rabbia. “Merda.” Ruggì. “Tanto valeva mandare a Voldemort un
biglietto col nostro indirizzo e le nostre coordinate.”
Lupin annuì. “Già. E non mi stupirei più di tanto in caso di
sgradite visite.”
“Faremmo meglio ad allertare un po’ la sorveglianza, e già
che ci siamo mandiamo anche un bigliettino di ringraziamento a Montgomery.”
Lupin non potè fare a meno di sorridere, ma poi la sua
attenzione fu attirata dalle voci al di là della porta della palestra. La
socchiuse piano, evitando rumori bruschi, e si affacciò senza farsi vedere. E
inevitabilmente fece un sorrisetto.
Hermione stava a terra, facendo addominali a perdifiato,
tutta rossa in viso e ansimante. Ron e Harry erano in ginocchio accanto a lei,
e mentre Ron teneva il conto ad alta voce, Harry incitava la sua amica e le
teneva bloccate le caviglie a terra con le mani.
“…67…68…69…”
“Dai, stringi i denti e vai avanti!”
Al settantesimo addominale Hermione si buttò di schiena a
terra, respirando forte.
Harry inarcò un sopracciglio. “Beh, che fai? Batti la
fiacca?”
“Ne ho fatti…settanta…” riuscì a stento a dire Hermione,
affannando.
Ron scosse la testa. “Devi arrivare a 85.”
Hermione strabuzzò gli occhi. “Che?!?”
“Muoviti, pelandrona! Sono solo altri 15.”
Hermione sembrava sull’orlo di una crisi di pianto.
“…no…basta, vi scongiuro…”
Harry fece un sorriso dolce e beffardo allo stesso tempo,
voltandosi verso Ron. “Quant’è tenera, ci supplica…non è una dolcezza, Ron?”
Ron aveva la stessa identica espressione. “E’ un amore, a
pranzo le offro anche metà del mio gelato.”
Hermione li incenerì con lo sguardo. “Siete due
insopportabili negrieri, e io…” prima che potesse riuscire ad alzarsi, però, si
ritrovò Ron seduto a cavalcioni sulle sue cosce. E un ragazzo della corporature
di Ron – in continuo aumento, visti gli sviluppi dei suoi muscoli con tutto
quell’esercizio – faceva ben sentire il suo peso. “Ahia!! Ron, sei pazzo?!
Alzati, mi fai male!”
“Finisci i tuoi addominali e mi tolgo.”
“Ma co…”
“Avanti, Granger!” Harry le diede uno scrollone. “Altrimenti
ti assicuro che ti faccio passare la giornata con quest’orso grizzly sulle
gambe!”
“Ehi!” protestò Ron.
“Quanto vi odio, maschilisti…prepotenti…cavernicoli…”
borbottò Hermione mentre riprendeva a malincuore i suoi addominali.
“Ti vogliamo tanto bene anche noi, Hermione cara.” Le disse
Harry con un odioso sorrisetto.
“…nove…dieci…undici…vai, che stai andando
forte…quattordici…” al quindicesimo Hermione crollò a terra e Ron subito si
levò dalle sue gambe. “Grande! Sei stata fantastica, Hermione!”
Lei lo fulminò con lo sguardo, respirando ancora forte. “A
pranzo…mi mangio…i vostri gelati…”
Harry rise. “Ooh, questo sì che è un colpo basso, ho la
pelle d’oca.” Hermione gli fece la linguaccia.
“Guarda, i risultati cominciano a vedersi.” Le disse Ron,
tastandole l’addome.
Harry annuì. “E’ vero, hai fatto dei passi da gigante,
scommetto le palle che Graham ci resterà di stucco.”
Hermione si mise seduta, guardando i due ragazzi con
un’espressione bizzarra: un’aspirante War Mage con uno sguardo di bambina… “Lo
dite solo per salvare i vostri gelati.”
Ron rise e scosse la testa. “Nah, stai veramente andando
forte. Ti lasceranno finire l’addestramento senza problemi, vedrai.”
Hermione abbassò lo sguardo e si passò una mano fra i
capelli. “Non lo so. C’è ancora parecchio che non va.”
I suoi amici capirono a cosa si stava riferendo: Hermione
aveva molti problemi nello scontro corpo a corpo, armati o meno. In genere era
Harry quello con cui si fronteggiava (per questioni di fisico: Ron era più
grosso e più forte, sarebbe stato un ottimo avversario ma più in là col tempo),
e puntualmente Hermione combatteva trattenendosi…come se avesse paura. E i suoi
colpi erano…erano senza fiducia né sicurezza.
Ron scrollò le spalle. “Ora non è più un problema di forma
fisica, perché ti sei messa tranquillamente in pari. Secondo me il problema non
sta nei muscoli.”
Lei annuì. “Lo so…è sempre la stessa storia. Mi sento sempre
un gradino più in basso dei man…di loro.”
Harry tirò su col naso e si alzò in piedi. “Ok. Vieni qui.”
Lei guardò esitante la mano che le stava tendendo.
“…perché?”
“Fallo e basta.”lei, un po’ titubante, gli obbedì e lasciò
che la conducesse davanti al grosso sacco che usavano come punching-ball (e che
Ron aveva battezzato ‘Archie’). “Ti fidi di me?”
“Certo…ma che…?” Hermione sentì che Harry le stava
appoggiando le mani sulle spalle, e con la coda dell’occhio vide Ron alzarsi in
piedi e raggiungerli, anche lui con uno sguardo interessato.
“E’ una cosa che ho già fatto io, e che mi ha aiutato
molto.” Mormorò Harry. “Ora lascia fare a me, ok?”
“…ok.”
“Rilassati. Chiudi gli occhi e non pensare a niente. Fai
vuoto nel cervello, non pensare.”
Ron si accigliò. Harry aveva l’aria di sapere quello che
faceva. In tanti anni era sempre stato il ragazzino in preda agli incubi più
sconvolgenti…eppure ora sembrava perfino in grado di dominarli. Ma come?...
“Respira e rilassati.” Harry prese a massaggiare lentamente le
spalle di Hermione. “Ora vorrei che pensassi alla notte dell’attacco a
Hogwarts.” Lei s’irrigidì, e lui intensificò il massaggio. “Non aver paura,
fidati di me. Pensa a quella notte e a quello che è successo. A quello che hai
visto. A quello che hai passato. A quelli che non ce l’hanno fatta.”
Seguì una pausa di silenzio. Dagli occhi chiusi di Hermione
scivolarono due lacrime, e Ron le vide stringere i pugni.
“Li vedi i mangiamorte? Riesci a vederli quei bastardi?” le
disse piano Harry, e lei annuì leggermente. “Ricordati bene come hanno ucciso a
sangue freddo Neville, Seamus, Dean e tutti gli altri. Ricordati di quello che
hanno cercato di fare a te. Di quello che hanno fatto a me e Ron. Lo vedi tutto
questo, Hermione?”
Vedendo altre lacrime scorrerle sul viso, Ron cercò
inutilmente lo sguardo di Harry. Se voleva stimolarla ora stava decisamente
esagerando. Perché affrontare quegli incubi?...
Harry fece due passi indietro. “Uno di quei porci è davanti
a te ora, proprio qui. Non vederlo come un mostro insuperabile, è un uomo. Solo
un uomo. Non è immortale, quella notte ti è sembrato invincibile, ma tu non sei
più una ragazzina indifesa. Lo sai cosa devi fare. Non avere paura. Lui non è
più forte di te. Lo puoi fermare quando e come vuoi.”
Hermione quasi inconsciamente si mise in posizione
difensiva, sollevando i pugni.
Harry arretrò ancora. “Fai quello che ti senti di fare. Fai
quello che gli vuoi fare. Ce l’hai davanti, Hermione. Lo vuoi fermare, o vuoi
continuare ad avere paura di lui per tutta la vita? Lui è proprio lì, puoi
vederlo?”
Hermione sollevò i pugni ben stretti ed esitò ancora un
momento, poi raccolse tutte le sue forze e colpì il sacco davanti a lei con un
calcio così forte che lo fece dondolare avanti e indietro furiosamente per un
bel po’. Aprendo gli occhi e vedendo questo lei emise uno strillino di gioia, e
voltandosi vide che Harry aveva un sorrisetto fiero e orgoglioso stampato sulla
faccia. Gli balzò al collo e lo abbracciò, emozionatissima, e lui le scompigliò
bonariamente i capelli.
“Ce l’ho fatta!!” esclamò Hermione, facendosi indietro. “Mi
sembra impossibile! Io non avrei mai creduto di poter…”
Harry annuì. “Appunto, il tuo problema è che non hai mai
creduto veramente in te stessa. Sei andata in panico perché credevi che neanche
ora avresti potuto difenderti per bene, e ti sei persa in un bicchier d’acqua.
E’ solo questione di concentrazione, e ora che sai come funziona ti verrà
sempre più naturale, vedrai.” Hermione gli rivolse un sorriso radioso.
Ron le diede una pacca sulle spalle e le fece un occhiolino,
poi si voltò verso Harry. “Chi ti ha insegnato questa roba?”
Harry curvò le labbra in un sorrisetto. “Tua sorella.”
“Che?!”
“Ginny. Anche lei ha avuto il suo bel da fare con i brutti
ricordi, e siccome è un tipo in gamba mi ha insegnato qualche trucchetto per
non impazzire di notte.”
Hermione annuì. “Focalizzare e concentrarsi è un ottimo
metodo per incanalare la propria aggressività.”
Ron rimase in silenzio ad osservare Hermione che continuava
i suoi esercizi di concentrazione – con risultati decisamente positivi – sotto
la guida di Harry. Così anche loro avevano ancora gli incubi la notte…ma a
quanto sembrava avevano trovato metodi migliori per andare avanti. Harry li
combatteva, Hermione lottava per non temerli…perché lui invece continuava a
scappare da quelle sensazioni tremende? Perché invece di reagire, come facevano
loro, tentava puntualmente di sfuggire, di non sentir, di non vedere? E perché
se l’esercizio l’avesse fatto lui avrebbe fatto direttamente ricorso alle armi,
squarciando il sacco a pugnalate esattamente come avrebbe fatto con un
mangiamorte? I suoi incubi e i suoi ricordi lo stavano portando a desiderare
sempre più ardentemente di uccidere…
…questo faceva di lui un assassino senza più cuore?
***************
“Ok, per oggi basta così, scendete.” Charlie Weasley battè
le mani un paio di volte e Harry, Ron e Hermione atterrarono con le loro scope,
balzando giù e prendendole in mano.
“Che ore sono? Ho una fame da lupo.” Harry si passò una mano
fra i capelli più spettinati che mai, e diede un’occhiata all’orologio: mancava
poco allo spacco.
“Ormai siete a posto con le scope.” Disse soddisfatto
Charlie, incrociando le braccia sul petto. “Presto non avrete più bisogno di
lezioni di volo.”
Ron strabuzzò gli occhi. “Come, niente più lezioni di volo?”
“Ma no!” protestò Harry.
“E che faremo al posto della tua lezione?” chiese Hermione,
appoggiando al muro la sua scopa. Per la verità lei non aveva accolto la
notizia tanto male…
Charlie scrollò le spalle. “In genere danno la possibilità
di fare un bonus. Fanno scegliere agli allievi che materia replicare.”
“Allora io voglio fare armi.” Disse subito Ron.
“A questo punto…preferirei fare un’altra ora di Incantesimi
con Lupin.” Hermione si sistemò la lunga treccia francese che le raccoglieva i
capelli.
Harry fece una buffissima faccia da bambino deluso. “Ma io
voglio volare!” tutti risero.
“Sopravviverai.” Charlie gli diede una pacca sulle spalle,
ma un momento dopo si voltò verso il colonnato che stava tutto intorno al
cortile, da dove provenivano delle voci.
“E questo è il settore dove le reclute si esercitano col
volo.” La voce di Bill Weasley fece eco prima ancora che lui comparisse,
seguito da un gruppo di ragazze che si fermarono sulla soglia del colonnato.
“Ditemi che è un sogno…” mormorò sottovoce Ron mentre sia
sul viso di Harry che sul suo compariva un sorriso grande quanto una casa.
“Ma insomma!” sibilò seccata Hermione.
Bill, che aveva lo stesso sorriso tipicamente maschile
stampato sul viso, si affiancò a una donna bionda che stava più avanti delle
altre e le indicò i ragazzi nel cortile.
“Appunto, è in corso una lezione di volo. Mio fratello, il
capitano Charlie Weasley, si occupa di questo.”
Charlie fece un cenno con la testa verso di loro e sfoderò
il suo sorriso più fascinoso. “E questo gradevolissimo corteo di stelle sarebbe
dovuto all’onore di…?”
Qualcuna delle ragazze mormorò qualcosa o si soffermò in
civettuoli sorrisi; la donna bionda si limitò a un sorriso gentile, mentre la
ragazza coi capelli e gli occhi nerissimi inarcò un sopracciglio.
“E’ il nuovo staff paramedico che ci assisterà da ora in
poi.” Spiegò Bill. “Lei è la dottoressa Aki Sorenson.” Indicò la donna bionda,
rivolgendole uno sguardo amabile che fu presto ricambiato. “E questa è la sua
assistente, dottoressa Tennessee Mynd.” Stavolta indicò la donna coi capelli e
gli occhi neri.
Charlie ne studiò per un attimo il taglio d’occhi. “Lei deve
essere orientale, giusto? Cinese? Giapponese? No…coreana, forse?”
“Vietnamita.” Rispose la ragazza.
“Oh.” Charlie non potè evitare un sorrisetto. “Peccato,
credevo potesse portarci un assaggio decente di liso flitto, la cucina cinese è la mia passione.” Harry storse la
bocca per non cedere a una risata, e sentendo Ron tossire capì che aveva avuto
lo stesso problema. Bill si limitò a un sorrisetto trattenuto.
La ragazza mise una mano su un fianco e gli rivolse uno
sguardo per niente cordiale. “No, capitano, ho paura di non poterle essere
utile in questo. Ma ho idea che una buona manciata di riso le farebbe davvero
bene, specie se può farle strozzare in gola quel suo simpatico umorismo
inglese.”
Stavolta Harry e Ron non trattennero una risatina bassa, e
Charlie finse una faccia offesa. “Santo cielo, mi ha ferito a morte attaccando
il mio senso dell’umorismo. Spero che con un bisturi in mano lei sia più
pietosa.”
Tennessee fece un sorriso furbo. “Con lei saprei certamente
come usarlo, capitano.”
Bill si schiarì la gola. “Si, ehm…i tre ragazzi laggiù sono
i nostri acquisti più recenti. Quello lì coi capelli neri è Harry Potter, ma
ovviamente ne avrete già sentito parlare.” Harry rispose ai sorrisi delle
ragazze con un cenno della mano. “Il gigante buono è il mio fratellino Ron.”
Ron, dall’alto del suo metro e novanta e più, fece loro un occhiolino che
strappò più di un sorrisetto civettuolo. “E per finire c’è Hermione Granger, il
gioiellino della squadra, visto che è attualmente l’unica ragazza fra i War
Mage.”
Aki si passò una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio.
“Sapevo che l’addestramento è piuttosto duro…non mi risulta che sia una cosa da
donne.”
“Io non ho alcun problema.” Replicò subito Hermione.
“Comunque vorrei controllare che tu non stia esagerando.
Passa in infermeria domani mattina, per favore.” La dottoressa si rivolse a
Bill con un’espressione molto cordiale. “Continuiamo pure il nostro giro.”
Bill annuì. “Prego, seguitemi.”
Appena il gruppetto si fu allontanato, Ron scosse la testa e
si voltò verso Harry. “Fracassami la cassa toracica, muoviti!”
Harry aveva sulle labbra lo stesso sorrisetto furbo. “Solo
se tu mi spezzi le braccia.”
Hermione, disgustata, scosse la testa. “Siete patetici,
davvero. Quattro galline arrivano qui con le loro gonnelline corte, coi loro
bei grembiulini bianchi e due strati di rossetto, e voi immediatamente fate i
cretini. Insomma, che cavolo! Sono donne come quelle che fomentano il
maschilismo e lo sciovinismo, il luogo comune della bella infermiera che salva
la vita al coraggioso cavaliere è roba vecchia almeno un secolo, e voi siete semplicemente
squallidi!”
Charlie inarcò un sopracciglio, poi le passò un braccio
attorno alle spalle. “Tesoro, se non avessi che qualche mese in più della mia
sorellina ti confesserei che il tuo discorso è sessualmente eccitante alla
follia, ma comunque resta il fatto che noi tre ora ci romperemo le ossa a
vicenda e poi tenteremo la sorte con almeno un paio di quelle pollastre in
camice bianco.” Harry e Ron annuirono con lo stesso sorrisetto diabolico.
Hermione, sempre più disgustata, si scrollò di dosso il
braccio di Charlie. “Non c’è problema per questo, ve le rompo io le ossa.”
“Ok, ma fai in fretta.” Le disse Ron. “Così magari le
becchiamo mentre ancora si stanno cambiando…oh!”
Harry non potè non ridere: la sberla di Hermione sulla nuca
di Ron gli aveva ricordato incredibilmente della signora Weasley quando
rimetteva in riga suo marito.
***************
Harry entrò nella stanza di Graham con una certa tensione
addosso. Ogni volta che il generale convocava qualcuno nella sua stanza c’era
sempre qualcosa che non andava. Graham, comunque, non si soffermò a notare lo
stato d’animo di Harry: finì di esaminare un rapporto, lo esaminò per qualche
istante e poi lo mise giù, quindi alzò gli occhi e si decise a dargli
confidenza. “Dunque, Potter. Come sta procedendo l’addestramento?”
“Bene, signore.”
“Mh. Me lo dicono anche le vostre note di condotta che ci
state prendendo gusto.” Graham sembrava alquanto soddisfatto. “Allora non ci
siamo sbagliati quando vi abbiamo scelti.”
Harry scrutò attentamente il viso del suo interlocutore
prima di formulare la sua domanda. “E’ vero che le lezioni di volo sono già
finite?”
“Per quanto tu ami questo tipo di disciplina, ragazzo mio,
ormai sapete tutto quello che c’è da sapere sul volo acrobatico. E comunque
sappi che le scope si adoperano solo in caso di estrema quanto rara
impossibilità a muoversi con le scope o le passaporte.”
“Harry annuì, tenendo per sé i suoi commenti.
“E dal momento che da domani avrete un’ora libera e non ci
piacciono i lavativi…” Graham intrecciò le dita, appoggiando le mani sulla
scrivania e sporgendosi in avanti. “Comincerete con l’ora bonus. Qualcuno vi ha
spiegato di cosa si tratta?”
“Si, ce ne ha parlato Charlie.”
“E avete già qualche idea in proposito?”
Harry scrollò le spalle. “Credo che Ron voglia fare armi, e
Hermione ha parlato di Incantesimi. Io ancora non saprei, ma credo che…”
“Non spremerti inutilmente le meningi, figliolo, per te c’è
già qualcos’altro da fare.”
Harry si accigliò. Odiava i trattamenti speciali che gli
riservavano in quanto Harry Potter, e
soprattutto odiava le sorprese. “E sarebbe?”
“Magia senza bacchetta.”
“…senza?”
Graham annuì, serio più che mai. “parliamoci chiaramente,
Harry. E’ inutile girarci attorno, tu ti stai addestrando per diventare un War
Mage…ma ti stiamo preparando soprattutto allo scontro decisivo, quello finale
che purtroppo ti vedrà solo contro Voldemort.” Ci fu un momento di silenzio.
“Noi faremo tutto il possibile per aiutarti, ma ormai è chiaro e provato che
l’unico che può veramente ucciderlo sei tu. E ci devi arrivare con le palle più
solide dell’acciaio, mi sono spiegato?”
“Sissignore.”
“Bene. Prenderai le tue lezioni speciali in disparte, e
sarai assistito da Curtis Green, un ex War Mage che ha fatto studi approfonditi
su questo argomento con risultati più che soddisfacenti.”
Harry annuì.
Graham inarcò le sopracciglia. “Credo proprio che per il
momento sia tutto. Vai pure, ragazzo.” Harry annuì una volta sola e si alzò, ma
quando ebbe raggiunto la porta si sentì chiamare e si fermò. “Ah, Potter? Me lo
faresti un piacere?”
“Si, certo.” Rispose Harry, piuttosto incuriosito.
Il generale increspò le labbra in un sorrisetto. “Puoi dire
tu alla tua compagna Granger che farà meglio a smettere di dimagrire?
Altrimenti finiremo col doverle confezionare l’uniforme da War Mage su misura,
dubito che ce ne sia una della sua taglia.”
Tutto il malumore di Harry svanì in un secondo, rimpiazzato
da un gigantesco sorriso che gli comparve sulla faccia. “Sta dicendo sul serio,
signore?”
Graham gli fece un occhiolino. “E quando avrete l’età giusta
mi assicurerò che a te e a Weasley affidino il compito di allenare le reclute.
Mi hanno detto che ve la cavate piuttosto bene.”
***************
Ginny fece un gran sorriso, continuando a lavare i piatti e a
passarli a Harry, che invece li stava asciugando. “Scommetto che Hermione avrà
fatto salti di gioia quando gliel’hai detto.”
Harry sorrise. “Oh, avresti dovuto vederla.”
“Ora che non deve più avere l’angoscia dei pregiudizi, sono
certa che completerà il suo addestramento con molta più serenità.”
Harry annuì, sistemando anche l’ultimo piatto asciugato.
“Già.”
Ginny si asciugò le mani e si appoggiò al lavandino,
voltandosi verso il suo interlocutore. “E allora come mai sei così silenzioso?”
Harry inarcò un sopracciglio. “Mi dici come fai a leggermi
sempre dentro?”
Ginny scrollò le spalle. “Chiamalo intuito.” E amore.
Harry esitò, passandosi lo straccio da una mano all’altra,
quindi alzò gli occhi. “Non lo so. Non lo so che c’è.”
Ginny lo incoraggiò con un sorriso gentile. “Stasera il
mondo è più pesante?”
Harry scosse la testa. “No…o forse si… è che questa storia
della magia senza bacchetta mi crea dei problemi che non capisco nemmeno io.”
Silenzio. “E’ la solita storia del bambino prodigio, se capisci quello che
intendo.”
Ginny esitò. “Posso immaginarlo, ma non capirlo. Sarei
ipocrita se ti dicessi che so cosa significa. Io non sono mai stata il più
giovane eroe del mondo della magia.”
Harry amava la compagnia di Ginny proprio per la sua onestà
e schiettezza. “Non ci perdi niente, fidati.”
Ginny sorrise e gli si avvicinò. “Accetta questa situazione,
Harry, combatterla è anche peggio. Sorridi alla vita, e vedrai che la vita
sorriderà a te.”
Harry fece una smorfia. “L’ha mai fatto?”
“Io sono certa che ti ha risparmiato perché il meglio deve
ancora venire. Ne sono sicura.” Ginny lo guardò negli occhi con uno sguardo
tanto deciso che per un momento gli fece sentire la testa svuotata da ogni
altro pensiero. E a quel punto l’istinto prese il sopravvento nel suo cuore, e
le accarezzò una guancia prima ancora di rendersene conto. Lei chiuse gli occhi
e non si ritrasse.
“Tu…tu sei stata la sola cosa che mi ha impedito di perdere
la testa in questi mesi.” Le sussurrò Harry, con la voce più profonda del solito.
Ginny non disse nulla, anche perché non sarebbe riuscita a
dire proprio niente. Semplicemente ascoltò il suo cuore, che le stava urlando
di abbattere quel muro di insicurezze e dubbi, e sollevandosi sulle punte dei
piedi chiuse gli occhi e lo baciò.
Harry rimase senza fiato per un solo istante, perché la
sensazione fu subito così piacevole che lo travolse completamente, e prima di
capire cosa stesse succedendo le passò una mano fra i capelli e l’attirò a sé,
circondandole i fianchi con un braccio e baciandola di più. Ginny stava
mettendo tutta se stessa in quel bacio, avvinghiandosi alle sue spalle e al suo
collo come un naufrago che si aggrappa alla salvezza. E un bacio divennero due,
tre, quattro…
“Si può sapere dove diavolo sei finito, Harry?!”
Harry e Ginny si staccarono al volo, e furono anche
abbastanza svegli da afferrare in fretta e furia due stracci per far finta di
stare facendo le pulizie un secondo prima che entrasse Ron, che aveva i capelli
ancora umidi per la doccia che aveva fatto e se li stava asciugando
sommariamente con un asciugamano, spettinandosi furiosamente.
“Ehi!” esclamò Ginny leggermente senza fiato, passandosi una
mano fra i capelli un po’ sconvolti.
Ron si accigliò, poi fece una faccia seccata e appoggiò le
mani sui fianchi. “Ginny, la vuoi smettere di schiavizzarlo? Oggi era il tuo turno di lavare i piatti, che ci fa
qua Harry?”
Ginny raccolse la provocazione col suo tipico spirito
Weasley. “Io non schiavizzo proprio nessuno, Harry è una persona più gentile di
te e si è sentito in dovere di darmi una mano.”
Ron guardò Harry con un sopracciglio inarcato. “Ma si può
essere così scemi, dopo tutto quello che facciamo durante il giorno ti senti
anche in dovere di darle una mano?”
Harry scrollò le spalle. “Mica è tanto faticoso lavare due
piatti.” Ginny fece un sorriso soddisfatto.
Ron alzò gli occhi al cielo e si avviò verso la camera da
pranzo. “Muoviti, San Potter, facciamoci una partita a scacchi.”
“Arrivo.” Harry si voltò verso Ginny e le fece un piccolo
sorriso timido. “…io…ehm…”
Ginny gli posò un dito sulle labbra, sorridendo vispa. “Non
dire niente…sono sei anni che aspetto questo momento…non rovinarmene neanche un
istante…”
Harry sorrise. “Io veramente volevo dirti che è già da un
po’ che desideravo farlo.” Ginny sorrise ancora di più e accolse con piacere il
bacio che lui le diede, più piccolo del precedente, ma ugualmente bellissimo.
“Harry Potter, lo muovi quel culone?!”
“Ci vediamo dopo.” Harry le fece un occhiolino e uscì dalla
stanza.
“Si.” Ginny si sfiorò le labbra con le dita e poi nascose le
guance fra le mani. Si sentiva in fiamme…e mai il fuoco era stato più piacevole.
***************
Liam non aveva spiegato più di tanto le motivazioni per cui
Harry, Ron e Hermione erano stati convocati nella palestra grande subito dopo
pranzo; ma la curiosità si alimentò quando sopraggiunsero anche Ike e Natan,
che sembravano confusi a loro volta.
“Siete qui anche voi?” chiese Natan.
Harry scrollò le spalle. “Non sappiamo neanche il motivo.”
Ike inarcò le sopracciglia con aria scettica. “Forse sarà
l’ennesima dimostrazione che i War Mage danno alle reclute per fargli avere
un’idea di come funziona la vita vera.”
Ron si scrocchiò rumorosamente le dita. “Bene, non mi
dispiacerebbe per niente sgranchire un po’ le ossa.” Ike lo guardò con aria di
sfida.
“Tranquillizzatevi, signori, niente esercitazioni per oggi.”
Alla voce di Graham fece seguito il suo ingresso. Non era solo: con lui c’erano
Remus e Liam, e anche tre ragazzi – tre civili o tre War Mage in borghese, a giudicare
dall’abbigliamento.
E quando entrò il terzo, Hermione rimase per un attimo senza
fiato.
Era un ragazzo alto e biondo, con lo sguardo volitivo e
deciso…e molto attraente. Era anche alto e ben impostato, e probabilmente –
anzi, sicuramente – ne era ben consapevole, perché camminava a testa alta e
fiera. Hermione lo fissò per un minuto più del necessario e smise solo perché
Ron, torvo, le diede uno scrollone. Ma quando gli rispose con un’occhiataccia
si accorse che anche il ragazzo la stava guardando.
“Bene, signori.” Esordì Graham. “Vi presento gli auror
speciali Stephen Nigel, Robert Rippley e Adam Stanton.” Disse indicando
ciascuno dei tre ragazzi, poi indicò i suoi allievi. “Mentre qui abbiamo le
reclute Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger. E loro sono i War Mage
Ike McKenzie e Natan Leery.”
I ragazzi si scambiarono qualche cenno di saluto in
silenzio, e Hermione trovò lo sguardo del ragazzo biondo, che le lanciò un
sorrisetto furtivo.
“E ora che abbiamo fatto le presentazioni.” Proseguì Graham.
“Vi faccio capire cosa state facendo tutti qui. Rippley, Stanton e Nigel stanno
lavorando per mettere le mani sulle cosiddette ‘Mani Pulite’ di Voldemort. In
breve il Ministero vuole trovare il marcio su quei contatti dell’esercito
oscuro che per eccesso di rispetto dei diritti dei maghi non sono mai stati in
grado di spedire ad Azkaban a calci in culo.”
Lupin annuì. “Per non farla lunga dobbiamo fare il lavoro
sporco per loro, cosa che ci chiedono di continuo.”
“Di regola non sono le reclute ad occuparsi di questo, ma
sappiamo che avete una certa familiarità coi nomi in questione.” Vedendoli
ancora un po’ incerti, Liam nominò i ricercati contandoli sulle dita delle
mani. “Lucius Malfoy, Gordon Parkinson, Edgar Zabini, Annabelle Avery e Lionel Goyle.”
Hermione annuì piano. “I figli erano tutti a scuola con
noi.”
“Fornirete ai tre auror qui presenti tutto il materiale e
l’aiuto logistico che vi verrà richiesto.” Fece Graham. “E Ike e Natan vi
daranno una valida mano.”
“Questo senza smettere né intralciare il vostro
addestramento in alcun modo.” Precisò Liam. “Vi serve per essere ancora
migliori, ma non dimenticate che siete comunque ancora delle reclute. Di
preferenza tratterete tutto ciò che riguarda questa missione durante le ore di
strategia.”
“Tutto chiaro?” chiese Lupin, e i ragazzi annuirono.
“Perfetto. Si comincia da domani. Nel frattempo voi tre venite con me, ci sono
un paio di cose in archivio che vorrei farvi vedere.” Disse ai tre auror.
“Forza voi, abbiamo una lezione nell’altra palestra o
sbaglio?” Liam fece cenno ai suoi allievi di seguirlo, e un secondo dopo
Graham, Lupin e i tre auror uscirono dalla palestra.
“fantastico! Finalmente un incarico decente, il primo, e lo dobbiamo dividere con delle
reclute.” Ike fece una smorfia e uscì di filato, seguito a ruota da Natan – che
però aveva un’espressione mortificata per il comportamento del compagno.
“Io non so per quanto ancora sarò in grado di sopportare
quella faccia di cazzo senza alzare le mani.” Ruggì Ron, caricandosi sulla spalla
la sua sacca con la sua solita aria burbera.
“Stai scherzando?” anche Harry prese la sua roba da terra.
“chiunque mi dia l’opportunità di spaccare il culo a un Malfoy è
automaticamente il mio dannatissimo eroe.”
Ron fece un sorrisetto mentre uscivano. “Questo lavoro è
sempre più geniale, non c’è che dire.”
Hermione prese la sua sacca da terra per seguirli, ma in
quel momento sulla soglia della porta comparve il ragazzo biondo di prima…il
che, a dispetto dei suoi riflessi da apprendista e futura guerriera, la fece
sussultare.
“Ciao.” Fece cordialmente lui, sfoderando un sorriso
splendente. “Scusa, so che ci hanno già presentato prima, ma io preferisco le
cose più informali. Io sono Adam.” Le disse, porgendole la mano.
Hermione si augurò di non arrossire mentre gli stringeva la
mano, sorridendogli a sua volta. “Piacere mio. Io sono Hermione. Hermione
Granger.”
“Ho sentito molto parlare di te.” Adam sembrava decisamente
a suo agio. “Devi essere una testarda se sei arrivata fin qui.”
Hermione sorrise e annuì. “Si, abbastanza.”
“Ma anche molto in gamba, stando a quello che i tuoi
superiori dicono di te.”
Lo sguardo di lui stavolta la fece arrossire, e per non
continuare con quel ridicolo senso di imbarazzo lei si risistemò la sacca sulla
spalla e si aggiustò un ciuffetto di capelli dietro l’orecchio. “Vi hanno dato
dei tempi massimi al Ministero per portare a termine la vostra missione?”
Adam scosse la testa, iniziando a camminare con lei lungo il
corridoio. “Nah, tieni conto che stiamo agendo in gran segreto. I tizi in
questione hanno all’apparenza alibi di ferro, non possiamo farli insospettire.
All’inizio io e i ragazzi li dovremo pedinare con molta attenzione e prudenza,
naturalmente basandoci anche sulle vostre informazioni.”
“Ah, allora ci incontreremo spesso.”
“Si.” Lui le strizzò l’occhiolino. “E devo confessare che la
cosa non mi dispiace per niente.”
Hermione arrossì e sorrise. “Certo, mi piacerebbe conoscerti
meglio.”
“Altrochè. Mi piacciono le ragazze testarde. E quelle con
gli occhi come i tuoi sono le più interessanti.”
Hermione si sistemò per l’ennesima volta la sacca sulla
spalla e gli fece un sorriso un po’ nervoso. “In questo momento più che
interessante mi sento stanca.”
Adam annuì. “Si, so del vostro addestramento. Piuttosto sfiancante,
eh?”
“Oh, sfiancante è dire poco! Ma a me sta bene così.”
Adam fece un sorriso compiaciuto. “Già, lo immagino…beh, non
voglio trattenerti troppo. Ho sentito che hai lezione.”
“Già.” Hermione inconsciamente si toccò il cinturone dove
stavano tutte le armi. “Ci vediamo in giro, allora.”
“Sicuro.” Lui le sorrise ancora. “A presto, Hermione.”
“Ciao.” Lei gli fece un cenno di saluto con la mano e si
avviò a passi rapidi lungo il corridoio alla sua destra, fino alla palestra in
cui Harry e Ron stavano facendo sollevamento pesi. Lei non disse nulla
entrando, si limitò a posare la sua sacca e a prendere i pesi anche per lei,
per riprendere l’allenamento.
“Perché ridi?” le chiese Ron, accigliandosi.
“Come?”
“Ti ho chiesto perché stai sorridendo.”
Hermione realizzò in quel momento che in effetti non aveva
smesso un solo istante di sorridere da che aveva parlato con Adam. “…oh…ehm…”
Harry rise. “E ora perché sei rossa?”
“Io?...” miseriaccia…
Ron inarcò un sopracciglio. “Signorina Granger…stava per
caso avendo dei pensieri impuri su qualcuno?”
Hermione avvampò. “Ma smettila! E poi stavo pensando
semplicemente…a una cosa che devo fare a casa.”
Harry rimase qualche minuto in silenzio a continuare coi
suoi pesi prima di fare un sorrisetto e mormorare “Le dicevi meglio da piccola
le bugie, Hermione.”
***************
Ginny. Devo parlare
con Ginny.
Hermione prese un po’ della Polvere Volante dal sacchetto
che le avevano dato al quartier generale e lo gettò nel caminetto di casa sua,
scandendo bene le parole quando disse ‘La Tana’ per indicare la direzione che
doveva prendere.
Era ora di cena, Ginny sarebbe stata certamente a casa, e
lei ne aveva proprio bisogno. Era tutto il pomeriggio che continuava a pensare
a quel ragazzo biondo, Adam…il suo sorriso continuava a tornarle in mente…ma
lei era sicura di non provare un granchè nei suoi confronti, perché…beh,
perché…e comunque era innegabile che quel ragazzo fosse molto carino. Anche se
ce n’era un altro che…
Ginny. Serviva
un’amica, un’amica femmina con cui scambiare due parole. Ginny Weasley era una
veterana in fatto di ragazzi, era innamorata di uno da una vita ma faceva del
suo meglio per trovare un pezzo di lui in tutti i ragazzi con cui usciva. Forse
lei avrebbe saputo spiegarle esattamente cosa le stava capitando…
…ma Hermione dimenticò tutto in un istante appena piombò nel
salotto della Tana, ed ebbe a malapena il tempo di scrollarsi di dosso un po’
di cenere che avvertì gli strilli provenienti dalla cucina di casa Weasley –
inconfondibilmente la voce di Molly.
“…irresponsabili, una cosa da veri irresponsabili! Prima
Charlie, e adesso anche voi! E’ diventato un vizio! Un vizio per nulla igienico
né sicuro! SONO PROPRIO DISGUSTATA!!”
Molly Weasley era così nera che passando dalla cucina alle scale
per raggiungere il piano di sopra nemmeno si accorse di Hermione.
Hermione entrò cauta nella cucina: Ginny stava
apparecchiando la tavola, Harry stava seduto e Ron si stava scolando il succo
di frutta bevendo direttamente dalla bottiglia.
“Si può sapere come siete riusciti a farla infuriare così
tanto?” chiese lei, entrando e togliendo a Ron la bottiglia.
“Ehi!” Ginny le sorrise. “Che ci fai qui?”
“Passavo a chiederti una cosa…ma poi ho sentito vostra madre
che buttava giù la casa a suon di urli…”
Harry scrollò le spalle. “Niente di grave.”
“Oh, per lei è grave eccome.” Fece Ginny con un breve
sorrisino.
Ron scosse la testa. “E’ solo un attacco di sentimento
materno in sovrabbondanza, lascia correre.”
Hermione si accigliò. “Ma esattamente com’è che l’avete
provocata?” Ron si sollevò la manica della maglietta, e Harry si allargò un po’
lo scollo della felpa. Hermione spalancò occhi e bocca. “Oh santissimo cielo.”
Sul braccio di Ron, subito sotto la spalla, figurava un leone. E sulla spalla
di Harry c’era una fenice.
Tatuaggi. Due tatuaggi.
“Ma siete impazziti?!” Hermione si leccò un dito e lo passò
con accanimento sul braccio di Ron.
Lui rise e la scansò, senza troppa grazia ma neanche
sgarbatamente. “La pianti? E’ inciso.”
Harry fece una smorfia. “E ha fatto anche un male cane, poca
miseria, ma ne è valsa la pena fino in fondo.”
Ginny annuì. “Io li trovo molto belli.”
Hermione per lanciare occhiatacce a Ron si perse lo sguardo
vispo di Ginny per Harry e l’occhiolino che lui le rivolse in risposta. “Ma
almeno avete controllato che l’attrezzatura fosse pulita e disinfettata?”
Ron rise e le diede una piccola scrollata. “E dai, mammina,
non ti fare venire i capelli bianchi prima del tempo. Comunque, visto che stai
smaniando tanto perché ti preoccupi per noi…” con un sorriso amabile quanto
odioso le porse il braccio. “…puoi sempre farmi un bel massaggio per farmi
passare la bua.” Le disse, sbattendo le palpebre. Harry non potè trattenere un
suono gutturale che era inequivocabilmente una risata esplosa.
Hermione incrociò le braccia sul petto. “Ooh, tua madre ha
proprio ragione, sei infantile e irresponsabile! E tu, Harry, sei peggio di
lui.”
Harry le rispose qualcosa, ma lei non lo sentì – non sentì
più nulla, per essere onesti. Perché lo sguardo le cadde sul braccio di Ron e
sul suo tatuaggio. Dio, Ron stava sviluppando un fisico che da solo parlava di
ore e ore di esercizio duro e sfiancante…che su di lui stava avendo il migliore
dei risultati. E anche il suo tatuaggio…a dispetto di tutte le buone regole
dell’igiene, Hermione si ritrovò a notare tutte le caratteristiche che quel
leone e Ron avevano in comune: forza, coraggio, fierezza, nobiltà d’animo,
lealtà…
…e prima di rendersene conto dimenticò completamente il
motivo per cui era andata alla Tana.
************************
GAMES ON! =) Finalmente stiamo entrando nel vivissimo della
storia. E qui mi posso scatenare! ^^ A tutti i fan di Harry e Ginny: in realtà
quello che è successo in questo chap sarebbe dovuto avvenire più in là, ma a
quanto pare Mr. Harry Potter non riesce a tenersi a freno quando c’è Miss Ginny
Weasley… o viceversa ^^ E comunque questo è solo il primo di una lunga serie di
H/G moments…penso che in questa fic ci sarà molto più posto che nelle altre per
questa coppia, si. Ah, lo so che in teoria i piatti li potevano lavare
magicamente…non statevi a fissare tanto, mi piaceva che le cose andassero così
e così sono andate. =)
Bene…quello che avete visto oggi è solo un assaggio di
quello che seguirà…non a caso nelle altre storie i ragazzi parlano di questi
anni come dei più difficili della loro vita… ma non posso e non voglio
anticipare niente! Posso solo dirvi che i prossimi due capitoli saranno
DETERMINANTI e vi consiglio di non perderli…nel prossimo, ad esempio, che si
intitola “Confusione è il mio secondo nome” succederà qualcosa di
inaspettato…qualcosa che di certo nemmeno immaginate… ^^
Spazio ai thanks!! Prima di tutto, grazie Sara Lee per
essere la migliore beta che c’è in circolazione! =) Ti adoro!
Luna Malfoy:quanto
hai ragione, cara, *SbavforRon* è molto Mode On… =) ehi, c’è una mail che ti
sta aspettando! ^^
Danae: il tuo
dieci è molto, molto gradito e apprezzato!
Eli: e finalmente
sto rimediando al mio imperdonabile errore! ^^ Sto leggendo la tua storia, un
po’ alla volta…guarda, non solo mi piace molto, ma alla fine penso che ti farò
una lunghissima recensione…magari per e-mail! ^^ Dai, aggiorna Eli…ok, vero che
non ci sono arrivata all’ultimo chap ancora…però così sarà un altro pezzetto
nuovo da leggere! ^^
Kiara: amica di
occhiale! =) si, Harry si è comportato da vero amico. Chi non lo vorrebbe un
amico così? =)
Vale: super
scrittrice! =) Beh, io volevo non fare troppo male a Hermione, ma evidentemente
Harry e Ron erano di altro parere… ^^ Eh si, povera illusa…sta cominciando a
prendere coscienza di qualcosa che non credeva di provare…non sa, l’ingenua! ^^
Vega: sono
contenta per la tua gita! Si, anche a me Hermione piace molto…e devo dire che
la Ginny di questa parte della storia la preferisco perfino alla sua versione
adulta! =) Ehi, hai visto cosa c’è qui? Una particina dedicata a Charlie e
Tennessee tutta per te! Li ritroveremo in giro ogni tanto, vedrai… mi stanno
simpatici! =)
Kim: non ho
ancora letto il tuo nuovo chap! Lo farò entro domani, tranquilla! Io adoro la
tua storia! =) Eeh si, che figoni questi due… ^^
Alexis: maestro!!!
Mi sei mancato! Non preoccuparti ne non hai recensito, sapevamo che eri
incasinato col pc…a me è successo con la posta da domenica fino ad ora! Muchos
saludos! =)
Usaji: sono contenta
che ti piacciano!
Rachel: certo che
svanirà anche a te il blocco, vedi? A me è finalmente passato! Passa a tutti,
prima o poi…comunque, se vuoi un consiglio, scrivi qualsiasi cosa ti viene…e
poi magari la risistemi. Aiuta molto.
Strekon: =) mi sa
che Mrs Rowling sia ancora un bel po’ più avanti a me! Ehi, sai che tra Sasha
Hook e Ike il biondino potrebbero fondare un club ^^P.S.: ok, ok…non si mette fretta all’arte e
tutto, però…aggiorna, please! *.* Voglio leggere ancora della tua storia!
Ron Weasley: innanzitutto
complimenti per il nick! =) grazie mille, sei molto incoraggiante… considerando
che vorrei diventare giornalista o qualcosa del genere, il tuo commento è molto
gasante! ^^
Eva: il biondino
sconterà la sua arroganza, tranquilla…e per Ron…qualcuno saprà aiutarlo,
vedrai… ^^
Ginny: …uuh…greco,
come ti capisco…e come lo odio! Non ti preoccupare, anche se in ritardo la tua
recensione è sempre graditissima!
Marilia: grazie!
eccolo qua il nuovo chap!
Mony: …di chi è
il regaluzzo che ondeggia beato sul mio desktop?? =) Ehi,
quasi-compleannizzata, tratterrai il fiato fino al 25 notte o vuoi in anticipo
il tuo dono? E’ tuo, scegli tu! =) E si, riconfermo: *SbavforRon* Mode On ^^
Miyu: no che non
sei stupida! Altri special? Ti riferisci alle one-shot? Beh…ce ne sono in
calendario due, una molto prossima, l’altra è per gli inizi di Dicembre.
Lara: concordo,
Hermione ha le palle di ferro! ^^
Fiùù…che bello, quanti eravate stavolta! =) Prima di
lasciarvi, un messaggio a tutti quelli che sono in attesa di Hermione che
spacca il muso al biondino arrogante (cioè praticamente tutti ^^): consolatevi
con il primo chap di BAWM 1, quando si allenano in palestra…in attesa che
glielo sfondi qui, la nostra Hermione ha manomesso il posteriore di Ike anche
in seguito… =) Un kiss a tutti! Hasta la vista! *visto maestro come sono brava?
=)*
Capitolo 9 *** Confusione è il mio secondo nome ***
BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO
BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO
CAPITOLO 9:
CONFUSIONE E’ IL MIO SECONDO NOME
And oh baby
I get kinda shaky when they mention you
I just lose my cool
My friends tell me
Something has come over me
And I think I know what it is
I Think I’m In Love With You,
Jessica Simpson
***************
Sirius incrociò le braccia sul petto e continuò ad osservare
con grande soddisfazione Harry, Ron e Hermione che si allenavano. Tirando un
po’ le somme erano passati nove mesi da quando avevano cominciato l’addestramento,
e a distanza di tutte quelle settimane si poteva parlare di loro più come di
War Mage che di apprendisti. Oltre a dare un validissimo contributo agli auror
e alla loro missione ‘Smaschera-Facce-Pulite’, stavano procedendo nel loro
addestramento sempre più brillantemente.
Quello che stavano facendo in quel momento era il loro
consueto esercizio di prima mattina che da qualche mese era diventato
necessario: lo sparring. Era una specie di lotta libera a mani nude, ma nello
sparring i colpi erano molto più veloci e netti e l’obbiettivo era prolungare
lo scontro il più possibile, perché più che a vedere chi era il vincitore
questo esercizio serviva a far concentrare al massimo e ad affinare i riflessi
in modo da respingere ogni singolo colpo possibile basandosi innanzitutto sul
proprio istinto.
Lo sparring era l’esercizio preferito di Harry, perché era
lui quello veloce. Ron era quello forte, ma forte sul serio. Hermione invece si
era a sorpresa scoperta di una formidabile agilità. E in quel momento ne stava
dando l’ennesima dimostrazione ad Ike McKenzie, che da scettico e arrogante
saputello si era dovuto ammorbidire (più che altro era stato costretto: durante
una delle esercitazioni inter-corso Hermione gli aveva spaccato la faccia nel
vero senso della parola – il suo naso aveva ancora una piccola curvetta dove
lei lo aveva colpito – e Harry e Ron avevano provveduto a spargere in giro la
notizia nel più breve tempo possibile) e aveva smesso di prenderla in giro.
Sirius spostò lo sguardo su Harry e Ron, che stavano facendo sparring poco più in là. Erano a dir poco
incredibili quando dovevano battersi l’uno contro l’altro, velocità e potenza a
livelli più che ottimi li rendevano capaci di lottare per minuti interminabili
senza mai prendere fiato. Si conoscevano talmente bene che erano capaci anche
di anticipare e prevedere le mosse l’un dell’altro, per cui ne venivano fuori
scontri dai movimenti fluidi ed elastici degni di combattenti ben più adulti di
loro.
Eppure c’era qualcosa che ancora non andava.
Harry e Ron, diversamente da Hermione, quando lottavano
combattevano contro dei fantasmi. Ce l’avevano scritto negli occhi ogni volta
che prendevano in mano un’arma o si preparavano a uno scontro simulato.
Combattevano contro dei fantasmi…fantasmi che avevano creato loro stessi
uccidendo quei mangiamorte la notte terribile di Hogwarts, fantasmi della loro
infanzia e della loro innocenza sepolte coi loro amici, fantasmi che non
avevano mai trovato sfogo in un buon pianto ma solo in una sconfinata e pericolosissima
sete di vendetta…
E Sirius si ritrovò a pregare che quei fantasmi restassero
sempre e solo una proiezione del lato oscuro delle loro anime…e non si
materializzassero mai a sconvolgere le loro vite. Perché avrebbero avuto una
forza devastante. Atroce.
***************
“Voglio fare una doccia di un’ora.”
Hermione si sistemò alla men peggio i capelli che le erano
usciti dalla treccia durante l’allenamento e recuperò il suo borsone,
raggiungendo Harry e Ron che la stavano aspettando nel corridoio.
“Per pietà, fermiamoci a mangiare qualcosa qui.” Fece Ron,
mentre si avviavano verso lo scalone centrale. “Non riuscirò mai ad arrivare
fino a ora di cena se non metto qualcosa sotto i denti all’istante.”
“Siamo in due, anche il mio stomaco brontola.” Fece Harry,
passandosi una mano fra i capelli nel vano tentativo di tenerli un po’ meno in
disordine.
Hermione si lamentò guardandosi il palmo di una mano. “Le
mie mani sono piene di calli…mia mamma dice sempre che le vere signore si
riconoscono dalle mani…”
Ron sorrise malignamente. “Non ti preoccupare, Hermione, noi
abbiamo sempre saputo che tu non sei una vera signora.”
Hermione lo fulminò con un’occhiata. Harry non soppresse una
risatina. “Tu dovresti scrivere un libro, davvero: ‘Come Far Imbufalire Una
Ragazza In Dieci Secondi O Poco Meno’.”
Senza fermarsi, Ron fece quel sorrisetto che faceva capire
una cosa sola: game on. “Tu dici che
la nostra Hermione è una ragazza? Mmh…interessante prospettiva…”
Harry annuì con la stessa espressione e si voltò verso la
loro amica. “Ha ragione lui, in fondo tu ti comporti più da maschietto che da
femminuccia, dovresti provarci il contrario.”
Hermione inarcò un sopracciglio. “Non sono un’idiota come
voi e non guardo il culo alle infermiere. Vi basta,
scassapalle?”
“Nah, scusa tanto ma quella è robetta, abbiamo bisogno di
prove vere.” Infierì Harry.
Ron sferrò il colpo di grazia. “Ha ragione lui, non sei
abbastanza convincente…spogliati nuda, è l’unica soluzione per essere sicuri.”
Hermione fece una smorfia altezzosa. Non si scandalizzava
più come una volta, viveva in un ambiente di soldati. Ormai conosceva il
funzionamento. “Ti piacerebbe.”
Harry le passò un braccio attorno alle spalle, che lei si
scrollò subito di dosso. “Io non ci sputerei sopra, ti sei fatta piuttosto
carina ultimamente.”
Ron annuì. “Senza contare che questa uniforme ti fa da
seconda pelle.”
Hermione li guardò scettica. “Siete odiosi quando vi
comportate come diciottenni immaturi.”
“Ma noi siamo diciottenni.” Harry sfoderò il suo innocente
sorriso da colpevole.
“Ah si, eh? Allora spogliatevi voi.”
“Uuh, ma l’hai sentita, Harry?” Ron rise. “Miss Prefetto
Perfetto ci ha chiesto di metterci nudi per lei.”
Harry rise a sua volta. “Come si fa a dire di no a una donna
così?”
Hermione scosse la testa con un sorriso incredulo. “Come se
avessi il tempo e la voglia di vedervi nudi.”
“E lo ribadisce, anche!” disse Harry, ridendo.
“Oh, insomma! La volete piantare di…”
“Ehi ragazzi.”
Harry, Rone Hermione
si girarono: dietro di loro c’era Adam Stanton nella sua uniforme da Auror, che
stava uscendo appena dalla stanza di Graham.
Hermione gli sorrise subito. “Ciao Adam.”
Harry si accigliò. “Che ci fai qui a quest’ora? Credevo che
avessi finito per oggi.”
Adam scosse la testa. “Magari. No, purtroppo mi hanno
appioppato il turno di notte. Sono passato per chiedere a Graham
un’autorizzazione,” si voltò verso Hermione. “Posso parlarti un attimo?”
“Sicuro.” Disse subito lei, avanzando verso di lui.
Ron fece un sorrisetto. “Un consiglio, Stanton. Tieniti ben
stretto i pantaloni addosso, Hermione sta uscendo bene dalla ninfomania ma
potrebbe avere ancora qualche attacco.” Harry si strozzò una risata in gola e
annuì.
Adam inarcò un sopracciglio. “Che…?”
Hermione lanciò un’occhiata di fuoco ai suoi due amici e
afferrò Adam per un braccio, tirandolo via mentre Harry e Ron scoppiavano a
ridere forte. “Ignorali. Danno i numeri.” Gli disse, con aria di superiorità.
“Ci sarai abituata, a quanto ne so voi tre siete incollati
col mastice.” Le disse lui.
Hermione scrollò le spalle. “Che vuoi che ti dica, credo di
averci fatto il callo. Sono i miei migliori amici e sono entrambi maschi,
suppongo che tutto questo sia abbastanza normale. E poi non sono male quando
non fanno i cretini.”
Adam girato l’angolo del corridoio si fermò. “E dimmi un
po’, devo diventare anch’io il tuo migliore amico per passare un po’ di tempo
con te?”
Hermione esitò un attimo, non sapendo bene cosa dire. “Non
penso che ci sia questa necessità, io non frequento solo i miei migliori amici.”
Adam sfoderò il suo solito affascinante sorriso. “E’ un
sollievo. E’ un po’ che avrei voluto chiederti se ti andava di uscire con me,
ma poi abbiamo avuto quel casino da fare qui…e ci è andato tutto all’aria.”
“Se può consolarti, tra la missione e l’addestramento non
abbiamo avuto molto tempo neanche noi.”
“Poco male. Sei libera domani sera?”
“Credo di si…”
“Bene! Ti porto in un ristorante che serve della cucina
indiana buonissima.”
Hermione fece un gran sorriso. “Indiana? Non ho mai mangiato
niente della cucina indiana.”
“Oh ti piacerà, vedrai.” Adam si sfilò di tasca un
blocchetto e una penna e glielo porse. “Scrivimi il tuo indirizzo, ti passo a
prendere verso le sette.”
Hermione scrisse il suo indirizzo sul blocchetto e glielo
restituì. “Io abito nella Londra babbana, non so se tu…”
Adam scosse la testa. “I miei nonni sono babbani, conosco
Londra abbastanza bene. Non avrò problemi a trovarti.”
“Allora…beh, ti aspetto per le sette.”
“Alle sette.” Lui si chinò in avanti e le diede un inaspettato
bacio sulla guancia. “A domani, bella guerriera.”
Hermione rimase a guardarlo con un sorriso sulla faccia.
Oltre a essere molto carino, Adam aveva qualcosa…la faceva sentire sempre
importante, come se se fosse veramente
una ragazza, una ragazza carina a cui valesse la pena interessarsi. Ed era…una
gran bella sensazione.
“Hermione, te la dai una mossa?”
La voce di Ron la fece sobbalzare, e subito raggiunse lui e
Harry nell’atrio del grosso maniero. La stavano aspettando lì con due pezzi di
pizza in mano.
“Vuoi un po’?” le chiese Harry, porgendole la sua pizza per
metà smangiucchiata.
Hermione la guardò un po’ disgustata. “No, grazie. Andiamo a
casa, si sta facendo tardi.”
I due ragazzi la seguirono, e Ron ingoiò rapidamente
l’ultimo boccone per poterle fare una domanda. “Che cosa voleva Stanton da te?”
“Niente di particolare.”
“Niente per alcuni è tutto per altri.” Fece Harry con una
voce da vecchio saggio.
Hermione lo guardò scettica. “E’ questa dove l’hai presa,
nei biscotti cinesi?”
“Perché fai tanto la misteriosa?” incalzò Ron. “Cos’è, ci ha
provato con te?”
“No!” disse subito Hermione.
“E allora che ti ha detto?”
“Mi ha chiesto una cosa…riguardo alla missione.” Fece lei,
voltandosi per non rendere ancora più chiaro che stava mentendo.
“Tu sei la peggior bugiarda che abbia mai incontrato.”
Replicò Ron. “Allora, me lo dici che voleva da te?”
“No.”
“E dai!”
“No.”
“Per favore!”
“No.”
“Ti prego!”
“Noo!”
***************
Hermione guardò l’orologio mentre si scrollava di dosso la cenere uscendo dal
caminetto di casa Weasley. Erano le sette e mezza, praticamente quasi ora di
cena, e a giudicare dal profumino proveniente dalla cucina Molly Weasley si
stava dando da fare alla grande. Ma questo non le impedì di accorgersi della
presenza della sua giovane ospite, che salutò accoratamente mentre era ancora
ai fornelli.
“Hermione cara! E’ un piacere vederti! Come stai?”
Hermione entrò nella cucina della Tana e salutò col solito
abbraccio affettuoso mamma Weasley. “Bene, grazie. Mi dispiace di essere
piombata qui a quest’ora senza neanche avvertire…cercavo Ginny, avrei bisogno
di lei.”
“Oh, è di sopra. Ha un po’ di mal di testa, ho proibito ai
suoi fratelli di andare in camera sua, ma per te non ci sarà alcun problema.”
Le disse gentilmente Molly, senza smettere di mescolare la polenta nel
pentolone.
“Ok, grazie.” Hermione si voltò per uscire.
“Ah, aspetta un secondo!” esclamò mamma Weasley. “Ti fermi
qui a cena, vero?”
“Veramente io non vorrei disturbare, sono già spuntata così
all’improvviso che…”
“Niente ma, sei dei nostri e basta.” Fece decisa la
grassoccia signora, sorridendo largamente.
Hermione fece un sorriso rassegnato. “Va bene, grazie.”
Mormorò, poi uscì dalla cucina per salire al piano di sopra. La stanza di Ginny
era quella più in fondo delle altre, e sulla porta aleggiava l’ombra
dell’incantesimo isolante. Hermione si chiese un attimo se era il caso di
entrare, visto che Ginny aveva detto di non sentirsi bene. Comunque con un
leggero tocco di bacchetta fece dissolvere l’incantesimo e bussò alla porta.
“Ginny?” nessuna risposta. Hermione entrò piano nella
stanza. Il letto era gonfio sotto le lenzuola, forse stava ancora riposando per
l’emicrania.
Un momento.
Hermione si addestrava per diventare un soldato, e la prima
cosa che le si era raddoppiata era l’intuito: perchè il letto di Ginny sembrava
così pieno? Si avvicinò con cautela al letto e afferrò molto piano il bordo del
lenzuolo, tenendo una mano sulla bacchetta, quindi lo tirò di scatto…
…e c’erano Harry e Ginny, abbracciati e soprattutto…completamente nudi.
“OH MIO DIO!!!!” strillò Hermione, coprendosi gli occhi con
una mano e voltandosi. “ODDIO!!!”
Harry e Ginny si svegliarono di soprassalto, e dopo un
iniziale istante di totale smarrimento si resero conto della situazione e
balzarono giù dal letto al volo, avendo almeno la decenza di coprirsi – Ginny
col suo accappatoio, Harry annodandosi un lenzuolo in vita.
“Hermione, aspetta…” la implorò Ginny.
“Oh santissimo cielo!!!” Hermione non aveva il coraggio di
aprire gli occhi, ma li stava additando alla cieca. “Tu e lui!! Tu…e lui!!...e
lui tutto nudo!!! Ma perché proprio
io vi dovevo vedere???”
“Aspetta un attimo, facci spiegare…” provò Harry.
Hermione stavolta aprì gli occhi. “Sicuro, ti ho visto nudo,
ora muoio dalla voglia di sentire i dettagli!!” ruggì. Harry aprì la bocca per
rispondere, ma a dei passi pesanti e veloci fece seguito una voce che fece
gelare il sangue nelle vene a tutti e tre.
“Hermione?!” Ron.
Harry reagì con la rapidità e la prontezza di un vero War
Mage: afferrò Hermione per un braccio, si lanciò a volo dietro la porta e le
tappò la bocca con una mano, nello stesso preciso momento in cui Ron –
bacchetta alla mano – aprì la porta di scatto, restando sulla soglia e
guardando tutto intorno nella stanza.
Ginny sussultò. “Ron!” esclamò in una voce stridula diversa
dalla sua.
“Che sta succedendo qui?” fece Ron. “Ho sentito Hermione che
urlava.”
Ginny pensò alla velocità della luce. “Si,
beh…perché…vedi…noi ci stiamo…facendo la ceretta!”
Ron inarcò un sopracciglio. “La ceretta?”
“Mh mh.” Ginny annuì, soddisfatta di se stessa. “Solo che io
mi sono distratta e ho fatto raffreddare troppo la cera, e le ho quasi
strappato via tutta la gamba.” Harry fu costretto a serrare la presa sulla
bocca di Hermione, per impedirle di far sentire le imprecazioni che stava
sussurrando contro Ginny.
Ron sembrò scettico e fece un passo avanti, ma Ginny gli si
parò davanti. “Che fai, sei pazzo? Vuoi entrare mentre siamo in accappatoio?”
Lui esitò. “Hermione?” disse incerto, guardando intorno.
Dall’altra parte della porta Harry allontanò un po’ la mano
dalla bocca di Hermione per permetterle di rispondere, senza però lasciarla
andare. “Si, Ron?” fece lei, un po’ stridula.
“Tutto bene?” fece titubante Ron.
“Si, si…perfetto.”
Ginny rivolse al fratello un gran sorriso. “Visto? Bene, e
ora se vuoi scusarci…”
Ron si accigliò. “E il tuo mal di testa?”
Ginny mantenne il controllo. “Ti sei mai fatto fare un
massaggio da Hermione? Quella ragazza ha le mani magiche.”
“Se lo dici tu.” Ron si rimise la bacchetta nella tasca dei
jeans. “Per caso hai visto Harry? Non lo trovo da nessuna parte.”
Ginny scrollò le spalle e si passò una mano fra i capelli.
“Non so che dirti. Ora scusaci, ci vediamo a cena.” E così dicendo lo spinse
gentilmente fuori dalla porta e la chiuse. Harry tese le orecchie e aspettò che
Ron si fosse allontanato prima di liberare Hermione.
Ginny anticipò la sua amica. “Ti prego, lasciaci spiegare.”
Hermione incrociò le braccia sul petto. “Da quanto va avanti
questa storia?”
Ginny si morse il labbro e si scambiò un veloce sguardo con
Harry. “Più o meno cinque mesi.” Mormorò.
Hermione, incredula, spalancò occhi e bocca. “E non ci avete
mai detto niente!”
“Non ci sentivamo pronti.” Fece subito Harry. “Non volevamo
che questa cosa fosse il boom delle novità, volevamo…capirci bene prima noi
due.”
“Non lo dirai a nessuno, vero?” le sussurrò Ginny, con uno
sguardo supplice. “Sei l’unica a sapere di noi.”
Hermione si passò una mano fra i capelli. “Ma…com’è possibile
che in tutto questo tempo nessuno si è accorto di niente?”
Harry scrollò le spalle. “Ci siamo stati attenti.”
“Non pensare che abbiamo tenuto la cosa segreta perché non
volevamo dividere la nostra gioia con voi o perché non ci fidavamo…sentivamo di
aver bisogno di crearci un mondo a parte, solo noi due.” Ginny sospirò. “E’ che
chiunque darebbe la nostra storia per scontata. Forse perfino ovvia. Capisci
quello che intendo?”
Hermione annuì lentamente. “Si, credo…di si.”
“E invece non c’è niente di più speciale per noi di quello
che ci sta succedendo.” Ginny guardò Harry con uno sguardo di puro amore, e lui
le passò un braccio attorno alle spalle, baciandole la tempia.
Hermione si morse il labbro. “Allora è una cosa seria?”
Harry sorrise a Ginny in un modo così intimo e appassionato
da far sentire Hermione quasi di troppo. “Serissima. E anche fantastica.”
Hermione tirò un sospiro e mise le mani sui fianchi.
“Tecnicamente dovrei essere arrabbiata, visto che il mio migliore amico e la
mia migliore amica si sono messi insieme da cinque mesi e hanno la relazione
del secolo senza avermi detto niente. Per di più il primo uomo nudo che ho
visto in vita mia è stato il mio migliore amico, il che è altamente traumatico,
ma nonostante tutto…” a quel punto abbandonò la sua espressione seria e fece
loro un gran sorriso. “E’ troppo tardi per dirvi quanto sono felice per voi?”
Harry e Ginny, che la stavano guardando con apprensione, si
rilassarono e accolsero l’abbraccio della loro amica con grande affetto.
Hermione si fece indietro e li guardò meglio. “Beh, almeno
ho avuto il privilegio di sapere per prima.”
“E anche per unica.” Puntualizzò Ginny. “Per il momento non
vogliamo parlarne coi miei. Finirebbero col prepararci il matrimonio in due
giorni. Preferisco aspettare, trovare il momento opportuno.”
Hermione inarcò le sopracciglia. “Non sono i tuoi genitori a
rappresentare il vostro vero problema, Gin.”
Harry annuì, grattandosi la nuca. “Lo sai meglio di me che
Ron è il mio migliore amico in assoluto e che non c’è niente che non
condividiamo. Ma non è il momento giusto per dirglielo. E’ ancora troppo
smanioso di vendetta, ci manca solo che gli diamo un motivo per sfogarsi. No,
noi vogliamo che accetti la cosa serenamente.”
“Non sarà per niente facile, lo conosci Ron.”
“Già. Possiamo almeno contare su di te?”
Hermione gli strizzò l’occhiolino. “Contate.”
Ginny l’abbracciò. “Sei proprio una grande amica! Sono
felice che sia tu a sapere di noi!”
“Beh, credo proprio che completerò la mia opera di beneficenza
e terrò Ron lontano dal corridoio il tempo di farvi uscire.” Hermione si avviò
verso la porta.
“Sei un angelo.” Le disse Harry.
“A proposito.” Hermione si fermò. “Harry?”
“Mh?”
Sul viso di Hermione comparve un sorrisetto malizioso.
“Complimenti, stallone.”
Harry, incredulo e rosso più di un peperone, spalancò occhi
e bocca. Ginny esclamò “Hermione!” tentando di fingersi scandalizzata, e
scoppiando a ridere un momento dopo.
Hermione, ridendo, uscì dalla stanza e si chiuse la porta
dietro le spalle, restando per un momento in silenzio a riflettere. Harry e
Ginny insieme…che oltretutto erano arrivati già a un tale senso di intimità e
completezza che erano già andati a letto insieme. Ecco perché Harry sembrava
così di buonumore da qualche mese a quella parte. Perché si sentiva bene, a
dispetto della guerra e di tutto il resto del mondo. Perché sotto sotto era
felice.
…anch’io vorrei essere
felice…
Hermione si scosse vedendo Ron che saliva su per le
scalette, e gli andò subito incontro. “Ehi.” Le disse allegramente lui. “Finito
di spennarti?”
“Ti prego, Ginny ha già combinato abbastanza per stasera.” Gli
rispose lei, con un sorriso stanco.
“Immagino.” Ridacchiò lui. “A me rompeva le palle di
continuo da piccola, ora che è cresciuta il problema è cresciuto con lei.”
Hermione rise al pensiero di Ginny e Ron piccoli. “E’ un
vizio di famiglia.”
“Farò finta di non aver sentito.” Ron scosse la testa
divertito, poi si fece più serio. “Comunque cosa fai qui? Avrei giurato che
saresti uscita con Stanton stasera.”
Hermione inarcò un sopracciglio. “E perché mai sarei dovuta
uscire con Adam?”
Ron fece una faccia ovvia. “Perché lui te l’ha chiesto oggi,
quando ci ha provato con te.”
“Certo.” Fece ironica Hermione. “E visto che tu eri presente
hai le prove di quello che dici.”
“Nah, non ce n’è alcun bisogno. Sono un maschio, so come
funziona.”
“No, tu sei poco più di un bambino, Ron.”
“Mettila come ti pare, ma alla fine ho ragione io.”
“Non ci posso credere, sei veramente un ragazzino! Io
speravo che…”
Una risata interruppe il battibecco. Ron aprì la porta
socchiusa davanti a cui si erano fermati e da cui proveniva la risata: era la
vecchia stanza di Fred e George, quella che usavano Bill e Charlie quando
passavano un paio di giorni alla Tana. E infatti dentro c’era Bill, che mentre
si stava mettendo il dopobarba mentre rideva davanti allo specchio.
“Scusa, perché ridi da solo?” chiese accigliato Ron.
“Rido di voi due!” replicò divertito Bill. “Sembrate marito
e moglie.”
“Noi??” fecero contemporaneamente i due ragazzi, allibiti, e
questo servì ad alimentare il divertimento di Bill.
“Come mai tanta eleganza?” chiese Hermione, cercando di
cambiare argomento.
Bill scoccò un’immagine soddisfatta al suo riflesso, che
continuava ad assumere pose da macho. “Ho un appuntamento.”
Ron si sedette con poca grazia su uno dei letti. “Ti sei
tirato parecchio a lucido, chi è la fortunata?”
“Aki.” Fece fiero il fratello.
“La biondona con quelle tette?” sul viso di Ron si
materializzò un sorrisetto tipicamente maschile. “Gran bel colpo, fratello.”
Hermione lo ignorò, almeno per non staccargli un orecchio a
morsi. “E’ la prima volta che uscite insieme?”
Bill annuì, sistemandosi il colletto della camicia. “la
prima volta che l’adorabile dottoressa Sorenson soccombe al mio innato fascino
travolgente.”
Ron inarcò un sopracciglio. “Non è poi così innato se ti ci
sono voluti quasi sei mesi per convincerla a uscire con te.”
“Errore.” Rispose Bill. “Mi ci sono voluti quasi sei mesi
per convincerla che il ragazzo con cui stava non era l’uomo giusto per lei.”
Hermione sbattè gli occhi un paio di volte. “Cioè fammi
capire…lei era fidanzata, e tu…l’hai fatta lasciare col suo ragazzo?”
“Nel modo più cinico di vedere le cose si, è andata più o
meno così.”
“Non hai fatto una cosa di cui andare fieri.” La replica di
Hermione fu più dura. “Forse lei stava bene, e tu le hai distrutto un rapporto
solo per egoismo.”
“Al contrario, io l’ho aiutata.” Replicò tranquillamente
Bill. “Le ho fatto guardare chiaramente dentro se stessa, ed è stata lei che ha
capito che non provava per lui quello che provava per me.”
“Sembri piuttosto sicuro.” Notò Hermione, sbattendo gli
occhi.
“Io lo capisco quando una donna ha dei sentimenti per me. Ce
l’ha scritto negli occhi.” Bill si guardò ancora allo specchio, poi fece cenno
a Hermione di avvicinarsi. “Dammi il tuo parere femminile, com’è questo
profumo?”
Lei lo annusò. “E’ molto buono.”
“Scusa, Bill…non per qualcosa, però…” Ron, che stava
sdraiato sul letto con le braccia incrociate dietro la testa, sembrava quasi
incerto. “…Aki è una gran bella ragazza e posso anche capire che uno che la
corteggia resiste per una settimana o due…ma addirittura sei mesi, mentre lei
era anche impegnata per di più, non ti sembra un po’ troppo? Voglio dire…te ne
puoi permettere a decine di belle ragazze molto più facilmente di così.”
Bill scosse la testa. “Ma io volevo lei, non le altre.”
“Io non riesco a immaginare di incasinarmi così tanto per
una ragazza in particolare.”
“Attento, fratellino. Queste sono le cosiddette ultime
parole famose. Rischi di prenderti una di quelle cotte che ti durano a vita.”
Ron scrollò le spalle. “Allora la soluzione è molto
semplice, non mi innamorerò mai. Non è necessario innamorarsi per stare
insieme.”
Bill rise. “Non ci credo proprio.”
“No, davvero. Vuoi scommetterci?” Ron si mise seduto sul
letto. “Nessuna donna avrà mai la mia testa.”
“Tu che dici, Hermione? Ron resterà veramente zitello a
vita?”
“Semmai celibe.” Lo corresse il fratello.
Hermione abbassò lo sguardo. “Non sono affari miei se Ron
non vuole bene a nessuna.”
“Ehi, ehi, aspetta un attimo. Tu mi stai facendo passare per
un bastardo senza cuore.” Ribattè Ron. “Qui stiamo solo parlando di
coinvolgimento amoroso, non affettivo. A te voglio bene, no?”
Hermione lo guardò senza avere il coraggio di rispondere,
anche se per un motivo abbastanza oscuro. Bill li guardò entrambi per un
momento, poi tornò a concentrare la sua attenzione sulla sua immagine riflessa,
mantenendo il sorrisetto di chi la sa lunga.
“Io invece resto convinto che sbanderai eccome.”
***************
It's amazing how you can speak
Right to my heart
Without saying a word,
You can light up the dark
Try as I may I could never explain
What I hear when you don't say a thing
When You Say Nothing At All, Ronan Keating
***************
Hermione si strinse meglio addosso il cappotto e la sciarpa,
sentendo il freddo pungente della serata di Novembre farle diventare le guance
più rosse. “Davvero, Ron, non è necessario che mi accompagni fino a casa, posso
benissimo tornare anche da sola.”
Ron scrollò le spalle e spinse le mani più dentro nelle
tasche del giaccone. “Nessun problema. E poi l’hai sentita mia madre, no?”
Erano oltre le undici e mezza di sera, e Molly Weasley si
era opposta con decisione a che Hermione tornasse a casa da sola, visto che non
aveva la possibilità di usare la Polvere Volante da un posto magico a uno
babbano, e dato che la passaporta che doveva usare prevedeva buoni cinquecento
metri di passeggiata in un viale non particolarmente illuminato nè frequentato.
“E poi mi va di fare quattro passi, è una gran bella
serata.” Le disse Ron, tirando su col naso.
Hermione si passò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“E’ vero, fa freddo ma è piacevole camminare.”
“Sai che pensavo?” fece lui mentre camminavano lentamente.
“Cosa?”
“Che io e te dovremmo passare a un nuovo livello di
amicizia.”
Hermione lo guardò osando un piccolo sorriso. “Che intendi
dire?”
Lui scrollò le spalle. “Semplicemente che dovremmo essere
meno timidi fra noi. Voglio dire…ne abbiamo passate così tante insieme,
dovremmo avere più confidenza fra noi, parlare più liberamente.”
Hermione inarcò le sopracciglia e non potè evitare un
sorrisetto incredulo. “Fa quasi impressione sentirti parlare così, sembri
quasi…maturo.”
Ron le sorrise. “Tu pensi sempre che io sia il ragazzino di
Hogwarts. Ma credimi, non è così.”
Hermione guardò dritta davanti a sé. “Se siamo in tema di
confidenze…mi piace il nuovo te.”
“Anche a me piace la nuova te.” Ron la lasciò camminare in silenzio
per un attimo, poi si schiarì la gola. “Beh, in tal caso…a proposito di
confidenze, perché non mi dici che ti ha detto Stanton?”
Hermione alzò gli occhi al cielo, incredula. “Assurdo…era
questo il tuo obbiettivo, altro che nuovo te!”
“No, assolutamente!” Ron si fermò vicino a un muretto.
“Questo rientra nelle confidenze più intime che vorrei che ci facessimo, ma
puoi anche non dire niente. Io…lo rispetterò.”
Hermione si fermò e si appoggiò a sua volta al muretto,
stringendosi nel cappotto. In realtà aveva una gran voglia di parlare di Adam
con qualcuno…ma con Ginny. Però con tutto il casino delle novità di lei e
Harry, ovviamente le era passato dalla testa. Ron era il suo migliore amico…e per giunta le stava offrendo la
possibilità di essere ancora più amici…e poi lei stava morendo dalla voglia di parlare
un po’…
“Mi prometti di non ridere?”
“Giuro.”
Hermione inspirò profondamente. “Ecco…Adam mi ha invitato a
uscire con lui domani. E non dirmi che lo avevi già indovinato perchè non ti
dico più niente.”
“Non ho detto niente.” Le rispose piano lui. “Che gli hai
risposto?”
“Gli ho detto di si. Ma ora me ne pento.”
“Perché?”
“Perché…ho agito d’impulso, senza riflettere.”
Ron tirò su col naso. “Non si vive di sola razionalità, sai.
Qualche volta dare retta al proprio istinto significa essere spontanei.”
Hermione si strinse nelle spalle. “E’ proprio perché ho
agito d’istinto che ora sono nei guai.”
“Che avrai combinato di così grave?”
Lei scosse la testa e fece per andarsene. “No, questo non te
lo posso dire.”
Ron la fermò appoggiandole le mani sulle spalle e
trattenendola gentilmente ma con decisione contro il muretto. “Che c’è che non
va? Siamo amici, no?”
“Si, ma…su questo rideresti davvero.”
“Non riderò.” Quando Hermione trovò il coraggio di guardarlo
negli occhi rimase colpita dalla profondità del suo sguardo. E tutto in una
volta ebbe la sensazione che la sua voce non fosse mai stata così calda…Ron era
cambiato davvero.
Hermione si morse il labbro e chiuse gli occhi per un
momento. “Se dovesse veramente provarci con me io non saprei come fare, perché
non so baciare.” Disse tutto d’un fiato.
Ron non potè evitare un sorriso. “Tutto qui?”
Hermione, stizzita, lo respinse indietro e riprese a
camminare nervosamente. “Lo sapevo.” Borbottò.
Ron le corse subito dietro, dapprima cercando di tenere il
passo, poi trattenendola per un braccio per fermarla. “Ehi, aspetta! Guarda che
non sto ridendo di te, è solo che è talmente tipico da parte tua analizzare e
programmare tutto che tutto che per una volta che devi lasciarti andare proprio
non ci riesci.”
Hermione si fermò e si voltò di scatto, decisamente
irritata. “Ma che ne sai tu? Che ne sai dei miei problemi, eh?”
Ron scrollò le spalle. “E’ per questo che ti sto dicendo che
dovremmo confidarci di più fra noi, siamo così legati eppure ci sono ancora una
miriade di cose che non sappiamo l’uno dell’altra.”
Hermione rimase in silenzio per qualche secondo, quindi
sospirò e mantenne lo sguardo basso. “Il mio primo bacio è stato una
catastrofe, per questo ho paura di fare la seconda figuraccia.”
Ron si appoggiò di spalle al muretto, incrociando le braccia
sul petto. “Che te l’ha dato?”
“…Viktor.”
“Krum???”
“Quanti altri Viktor conosci?!”
“Non ci posso credere!” Ron era sbalordito. “Ma se aveva praticamente
il doppio della tua età!”
Hermione fece una smorfia e si passò i capelli ondulati
dietro l’orecchio. “Mi ha letteralmente sbattuto la lingua in gola…bleah, è
stata una sensazione orribile, credevo di soffocare.”
Ron ridacchiò e le passò un braccio attorno alle spalle.
“Povera piccola Hermione, ci credo che sei rimasta traumatizzata.”
“Già.” Hermione fece un sorriso amaro e abbandonò la testa
sulla sua spalla. “Che fortuna la mia, perfino il mio primo bacio è stata
un’esperienza da dimenticare.”
Ron le accarezzò pigramente il braccio. “Sai, non per fare
il grillo parlante della situazione…ma io te l’avevo detto.”
“E per quanto assurdo possa sembrare, avevi ragione.”
Ron la guardò sbalordito. “Tu hai appena detto a me
che ho ragione?” sorrisone. “Non c’è che dire, certe cose per quanto ti puoi
preparare a sentirle ti fanno provare un’eccitazione da paura… Hermione Granger
mi ha dato ragione. Wow, voglio un diario per scrivercelo sopra.”
Hermione gli diede una piccola pacca sullo stomaco col dorso
della mano e s’incamminò di nuovo, scuotendo la testa con un sorriso divertito.
“potrai anche essere cambiato, Ron, ma resti sempre un ragazzino.”
“Ehi, dove stai andando?”
“Beh…a casa, no?”
Lui scosse la testa. “Non mi hai ancora detto cosa pensi di
fare con Stanton.”
Lei mise le mani nei tasconi del cappotto. “Non c’è molto da
dire…ci uscirò, ormai ho detto di si.”
Lui le si avvicinò. “Ma a fine serata lui vorrà provarci…ti
bacerà. Questo lo sai, vero?”
Hermione si ciondolò sui piedi. “Si.” Sussurrò.
Ron studiò un attimo l’espressione della sua amica: era
tesa, nervosa. Praticamente aveva scambiato un bacio per un compito in classe.
Lui tirò un sospiro, infine prese la sua decisione. “Ok, ho capito. Ti aiuto
io.”
“Tu?” Hermione inarcò le sopracciglia. “E come vuoi
aiutarmi, scusa?”
“Ti bacio io.”
“CHE???”
“Tranquilla, non ti sto dichiarando amore eterno né voglio
provarci con te.” Le disse Ron con estrema tranquillità. “Ti aiuterò a
cancellare il ricordo del tuo primo bacio, così non avrai più paura.”
Hermione, rossa come un pomodoro, scosse la testa. “No, no.
Non credo proprio che si possa fare.”
“Perché?” Ron sembrava molto a suo agio. “Non voglio mica
violentarti, sai.”
“Si che lo so, ma non possiamo nemmeno sognarcelo…noi siamo
amici!” lei era decisamente più impacciata.
“Esatto. Chi meglio di un amico per insegnarti una cosa
intima come questa?”
Hermione si riprese per un attimo e incrociò le braccia sul
petto. “E tu saresti il grande esperto in materia, mh?” fece ironica.
Lui scrollò le spalle. “Me la cavo.” Vedendola spalancare
occhi e bocca non potè non ridere, e si chinò a sussurrarle qualcosa
nell’orecchio.
Lei si tirò indietro come se si fosse scottata. “Lavanda
Brown?!?” disse, così stupita che aveva gli occhi enormi.
Ron sfoderò il suo sorriso più orgoglioso e annuì.
Hermione sentì un’ondata di irritazione scorrerle nelle vene
e appoggiò le mani sui fianchi. “Non credevo ti piacesse quel genere di ragazza.”
Lui scrollò le spalle. “La notte che Seamus la scaricò per
un’altra lei era disperata, mi gettò le braccia al collo e mi baciò.
Evidentemente l’è piaciuto, perché abbiamo continuato per diversi minuti.”
Hermione si morse ripetutamente il labbro. “E perchè non mi hai mai detto che hai avuto una relazione
con lei?”
Ron scosse la testa. “Chi ha parlato di una relazione? Ho
detto solo che ci siamo baciati, e lì è finito tutto.”
Hermione rimase per un attimo in silenzio, poi riprese a
camminare. “Comunque io non sono come lei, perciò non mi pare il caso di fare
la stessa cosa.”
“Oh andiamo, Hermione!” Ron la fermò, appoggiandole le mani
sulle spalle e guardandola dritto negli occhi. “Io voglio solo aiutarti da
bravo amico. Tu ne hai passate fin troppe, e hai più bisogno d’affetto di
quanto pensi. Ma sei talmente preoccupata dell’aspetto teorico che non
riuscirai mai a goderti la vita. Ora pensa solo a rilassarti, non farti i
soliti centomila problemi…io ti bacio, e così vedrai che non è niente di così
terribile e potrai farlo di nuovo ogni volta che vorrai senza avere il terrore
di soffocare.”
Hermione lo guardò negli occhi e in qualche modo ci lesse
tutto quello che doveva sapere…affetto, calore, dolcezza…e per un momento sentì
le sue difese vacillare con forza. “…io…vedi… non so
come…”
Ron le fece un sorriso incoraggiante. “Mica devo andare a
raccontarlo in giro. Lo so già che non sai come si fa, ma è proprio per questo
che devi sentirti tranquilla e serena. Sono io che ti bacio, tu devi solo
capire come funziona e se te la senti ricambi, altrimenti pazienza, per lo meno
ti renderai conto che baciare non è solo ficcare la lingua in gola come ha
fatto quell’idiota.”
Forse fu il tono caldo e rasserenante della sua voce. O il
suo sguardo dolce. O la sua presenza rassicurante. Ma prima ancora di poter
riflettere sulle conseguenze che una cosa del genere avrebbe avuto sulla loro
amicizia, Hermione annuì.
Ron le fece un piccolo sorriso e si sporse più avanti;
Hermione s’irrigidì e serrò forte gli occhi, e proprio quando sentì il suo
respiro sulle labbra girò il viso, facendogli mancare l’obbiettivo. Ron sorrise
e le accarezzò le braccia.
“Rilassati, non è una questione di vita o di morte…siamo
solo io e te, non hai motivo di essere nervosa…”
Hermione annuì piano e socchiuse gli occhi, chiudendoli
quando sentì il dorso della mano di Ron accarezzarle dolcemente il viso in un
modo così tranquillizzante che finalmente riuscì a rilassarsi un po’. E poi non
capì più nulla, perché sentì le sue labbra sulle proprie.
Aveva ragione lui, questo era completamente diverso dal
bacio di Krum. Questo era…incredibile. Anche Ron stava usando la lingua, ma in
un modo che dava un gran piacere senza soffocare, con dolcezza eppure con
decisione. Non c’era da meravigliarsi se Lavanda ci aveva preso gusto, quel
ragazzo sembrava nato per baciare. Faceva venire una gran voglia di fare la
stessa cosa che faceva lui…
Ron la sentì ricambiare il bacio – timidamente all’inizio,
poi sempre più spigliatamente – e perse ogni controllo. Aveva un sapore
incredibile baciare Hermione…dava una sensazione di pace e completezza
inaspettati, lo faceva sentire a proprio agio come non si sentiva da mesi…e
questo lo spinse a passarle un braccio attorno alla vita per sentirla più
vicina, mentre con l’altra mano continuava ad accarezzarle la guancia. Com’era
liscia e morbida la sua pelle…e come profumavano i suoi capelli…
Hermione gli passò le mani attorno al collo, stringendosi a
lui e continuando a baciarlo con tutta se stessa. Per essere completamente
sincera con se stessa…aveva sognato quel momento, ma non aveva mai avuto il
coraggio di ammettere nemmeno fra sé e sé che ogni volta che vedeva il suo
migliore amico pensava a come potesse essere bello stare fra le sue braccia, o tuffargli
le mani fra i capelli…ma sapeva da sola che non poteva e non doveva pensare a
Ron in quel modo perché avrebbe solo sofferto. Però ora…
Tutto all’improvviso Ron si tirò indietro, così bruscamente
che Hermione barcollò in avanti con gli occhi ancora socchiusi. Era rossa in
faccia, e anche molto imbarazzata. Lui aveva le orecchie rosse e sembrava molto
più impacciato di prima.
“V-vedi?” le disse, leggermente a corto di fiato. “N-non è
così terribile, no?”
Hermione scosse la testa nervosamente, stringendosi nel
cappotto e guardando a terra. “No, infatti.”
Ron annuì piuttosto meccanicamente e si passò una mano fra i
capelli. “…uhm…andiamo, avrai problemi coi tuoi genitori se rientri a casa
troppo tardi.”
Hermione annuì e continuarono la camminata in un
imbarazzante silenzio, lei cercando di calmare il batticuore e lui sforzandosi
di capire esattamente a che punto aveva smesso di pensare ad aiutare la sua
migliore amica e l’aveva baciata in quel
modo. Quando furono arrivati davanti al cancello di villa Granger, Hermione si
fermò e rimase per un attimo a ciondolarsi sui piedi mordendosi il labbro.
“Beh…ehm…grazie di tutto.” Mormorò, senza sapere bene cosa
dire.
Ron scrollò le spalle. “Oh…figurati.”
Hermione sorrise brevemente. “Io…vado.”
Lui annuì. “Si, ok. ‘Notte.”
“Buonanotte.” Hermione aprì il cancello per entrare.
“Hermione?”
Lei si fermò. “Si?”
Sul viso di Ron fece capolino un sorriso. “Hai un talento
naturale, dico davvero. Baci benissimo.”
Hermione arrossì furiosamente e gli sorrise per un istante,
per poi salutarlo con la mano e chiudersi il cancello alle spalle. Si sentiva
più confusa di prima…e forse neanche immaginava che al di là di quel cancello
c’era un ragazzo ancora più confuso di lei.
***********************
=)
=P
=D
XD
Ve l’ho fatta! ^^
Nessuno se l’aspettava, eh? Eh eh…ehi, io avevo avvertito che sebbene in questa
storia manchi l’avventura (un po’ più in là ce ne sarà un po’, comunque) non
mancheranno i colpi di scena! Questo è stato solo il primo di una luuuunga
serie…=) E se pensate che le cose siano semplici come possono sembrare, ahi
ahi…non vi illudete…io sono pur sempre sadica, no? =D
Prima di andare avanti: un bacio formato gigante immenso a
Sara Lee, la mia magnifica beta. Avevo discusso della storia dei tatuaggi con
lei, perché mi piaceva l’idea (intesa come ennesima dimostrazione di reazione
di Harry e Ron) ma non ne ero molto sicura, e lei mi ha rassicurato e mi ha
spronato…e aveva ragione, perché noto che l’idea è piaciuta a tutti! Bene! =) E
ringraziamo anche la mia scuola, che per lavori è rimasta chiusa da lunedì fino
ad oggi…ecco come mai il chap, pur essendo più lungo, è già on-line… ^^
PIU’ DI VENTI RECENSIONIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!
^^ Io sono senza parole, davvero… se dico che vi amo tutti vi basta? XD Allora,
passiamo ai saluti personali:
Luna Malfoy: anch’io
ho visto il trailer…e meditavo di mandare una cartolina ai genitori dei tre
ragazzi in questione per complimentarmi! =) si, direi che stare alzata fino a
tardi fa bene alla salute, al contrario di quanto si dice in giro… ^^
Ci: *Harry&Ginny*
=) mi fa un mare di piacere se te le rileggi tutte…tanto secondo i miei calcoli gli eventi dell’ultimo chap di questa parte dovrebbero
finire praticamente un mesetto prima dell’inizio di BAWM 1. Dovremmo trovarci…
Vale: stavolta ho
avuto ancora meno considerazione della tua età, eh cara? =) sei ancora seduta
sulla sedia o sei svenuta da qualche parte? ^^ Io adoro i colpi di scena, mica
si vede, eh? ^^ Ooh, Charlie è un adorabilesbruffone…ma ha trovato pane per i suoi denti =) Sorpresa sorpresa, eh?
Adam Vattelapesca è appena venuto a rompere…*.* Ah, per il trailer…guarda, ti
dico solo questo: io sposerò Alfonso Cuaron. Siete tutti invitati! =)
Eli: chi ha detto
che la tua storia è pura magia ha detto bene! Sono arrivata quasi a metà…e non
ho parole! Sei proprio una grande! Hai ricevuto tutto quello che ti ho mandato,
si? E complimenti per l’osservazione, cara Eli: si, Adam era il ragazzo di
Hermione a cui si accennava in BAWM 1. Ma soprattutto a
questo punto la domanda che viene è: perché Hermione dovrebbe mettersi con lui
se si è accorta di provare qualcosa per Ron? ^^ Lo scopriremo nella prossima
puntata! =D E anch’io adoro Charlie e Tennessee… mi fanno ridere mentre li
descrivo! (…mode *SbavforRon* very on… ^^)
Giuggy: tu
disegni manga davveroooo??? Ascolta!! Trova il primo scanner che puoi e inviami
subito i tuoi disegni!! Io le adoro le fanart…manda, manda tutto a me!! =)
Faranno un figurone in prima pagina sul sito di mia sorella!
Iceygaze: grazie
=) si, la scena delle infermiere ha fatto tanto ridere anche me…
Danae: grazie
mille! Visto, stavolta sono stata ancora più veloce!
Ale-chan: un
assaggino accennato di Hermione-spacca-tutto c’è anche qui =)
Ginny: cara
compagna di sventura…pardon, di greco…^^ sono felicissima che questo chap ti
sia piaciuto tanto!
Kiara: volevi gli
altri due ragassuoli, eh? Bene, eccoti accontentata =) Si, la cara Hermione ha
già un certo interesse…lei…povera
cara, ignara ragazza…*.* Anch’io vorrei tantissimo il film per Natale come al
solito! Mmh…devo parlare con Alfonso…^^
Kim: amore mio,
una recensione come la tua fa sentire in paradiso!! =) Magari si potesse mandare
qualcosa alla Rowling, ma credimi, ce ne sono moltissimi altri di autori molto più bravi di me… e onestamente non credo che
lei legga tutto quello che le viene mandato *.* Magari un giorno pubblicherò un
libro tutto mio! =) Si, capisco il problema: anch’io adoro Harry e Ron ^^ E’
vero, lo sai? Anche mia sorella aveva fatto questo paragone tra le coppie
adulte e loro adesso…=)
Usaji: mi fa
piacere =)
Miyu: wow, quante
recensioni e quante domande! Vediamo di rispondere un po’ a tutte: 1) il tatoo
di Harry è dietro la spalla; 2) la one-shot di cui
parli è un regalo, e sì, dovrebbe essere qui per il 25; 3) ci saranno tanti e
poi tanti G/H moments qui che non ne avrai bisogno! Parola! 4) No, non le
riscriverò perché non ci sono modifiche essenziali. Ci ho fatto attenzione,
tutto combacia. 5) Mmh…credo di no… Voglio proprio leggere le tue storie! Ti
lascerò una recensione!
Mony: *quasi buon
compleanno* =D brutto, bruttissimo affare quello delle interrogazioni! *.*
Bene, come vuoi…il tuo dono sarà qui per la mezzanotte del 25 =)
Strekon: grazie
per tutti i clap clap! ^^Oh beh,
sai…i tatoo non avranno così tanta importanza in futuro, ma ora danno ancora
meglio l’idea della testa scombinata che hanno quei due…farsi un tatuaggio
così, perché gli andava di fare i tipi tosti, mandando
in bestia la madre…tipico scatto di orgoglio da maggiorenne (me ne intendo, mia
sorella è un esemplare come questo ^^) Aggiorna! ^^
Marilia: non sono
un dio, non potrei mai esserlo! Ma grazie mille per l’entusiasmo! =)
Faffachan: grazie
davvero! Le tue parole mi hanno fatto sentire molto, molto felice! Spero che
tutta la storia possa piacerti ancora così tanto! =)
Ly Chan: la tua
recensione mi sembra proprio da professionisti, per cui i tuoi complimenti mi
sono ancora più graditi! Non so davvero come ringraziarti! Tranquilla, Harry e
Ginny li tratterò coi guanti =)
Rachel: sono contenta
per il tuo blocco in fuga! Come ti capisco per i compiti ^^
Lara: Hermione si
è difesa bene da sola! E sono d’accordo con te, i metodi babbani sono sempre i
migliori ^^
Penso che sia superfluo dirvelo, ma vi ringrazio tutti veramente
perché delle recensioni così (e così tante) fanno davvero un sacco di cose:
rendono felice l’autrice, che scrive più in fretta, sforna più chaps… XD …a
quest’ora avrete già capito che vi sto spronando a recensire ancora… ^^
Vorrei darvi qualche anticipazione per il prossimo chap, in
fondo ve le meritate…ma a quanto pare ci ha già
pensato Sirius nella prima parte di questo capitolone (…non c’è niente da fare,
un personaggio più è popolare più ti scappa dalle mani… =D)…lui ha già detto
troppo! Beh, allora alla prossima settimana con “In Vino Veritas?” (…titolo
istigatore…^^) Bacissimi!
Ron osservò quel poco di birra che gli restava nella
bottiglietta con un’espressione ancora molto tesa. Dopo aver riaccompagnato a
casa Hermione si era fatto quattro passi nel disperato tentativo di ricomporre
il puzzle di pensieri che gli frullavano nella testa, ma a quanto sembrava
l’aria fredda della notte da sola non era stata capace di aiutarlo. Allora era
andato nell’unico posto dove avrebbe potuto pensare un po’ in pace.
Il Settimo Pentolone era quello che un ragazzo normale
avrebbe evitato per il suo bene, ma Ron aveva smesso di essere un ragazzo
normale molti mesi prima. Bere era diventato l’unico modo per stordire almeno
per qualche ora i suoi incubi e tutte le brutte sensazioni presenti nel suo
cuore, e col tempo l’armadietto dei liquori di suo padre era diventato
insufficiente. Al Settimo Pentolone non facevano mai domande, e per questo
motivo era frequentato da tutte le categorie di persone meno affidabili della
società. Alle volte c’erano perfino ragazzini sbarbatelli o vecchi auror in
pensione. Ma nonostante tutto ognuno si faceva i fatti suoi, e perciò era un
buon posto per starsene da soli.
Ron sospirò e buttò giù un altro sorso di birra. Ma cosa
diavolo gli era saltato in mente a baciare Hermione, e in quel modo per di più?
All’inizio le sue intenzioni erano veramente di aiutarla: Hermione aveva sempre
dimostrato un gran coraggio in tutte le situazioni, eppure aveva sofferto e
sopportato ogni genere di scherzo della sorte; non era stata stuprata per un
soffio, e il suo primo bacio era stato praticamente un attacco pure
malriuscito. In qualità di migliore amico si era sentito in dovere di fare
qualcosa per lei, farle avere almeno un ricordo piacevole…solo che qualcosa era
andato completamente storto, perché quel bacio doveva essere una semplice
dimostrazione e invece era sfociato in un’autentica miscela esplosiva, quasi
come se avessero acceso un fuoco utilizzando della legna che era già pronta e
disposta in attesa di essere bruciata da anni. Ma che razza di modo era di
parlare della sua migliore amica?! Hermione era come una sorella per lui…
…una sorella con un paio di occhi incredibilmente profondi e
svegli come quelli di una cerbiatta, coi capelli soffici e profumati e le
labbra del colore più invitante del mondo, e con quel fisico così asciutto e
scattante, eppure così…tondo…nei
punti giusti…
Ma ti rendi conto di
chi stai parlando?!?
“Bobby?”
Ron alzò gli occhi: al suo tavolo si era seduto un tizio
conciato in modo così sporco e incasinato che sembrava quasi Sirius quando era
fuggito da Azkaban. Per quanto ubriaco potesse essere Ron era pur sempre un War
Mage, e come tale il suo primo istinto fu di cercare con la mano la bacchetta
nella tasca dei jeans.
“Chi diavolo sei?” ringhiò.
La luce che fino a un attimo prima aveva contraddistinto gli
occhi dell’uomo si spense, e lui abbassò la testa e la scosse, sembrando ancora
di più un barbone. “Ah…no…avrei dovuto saperlo che era un altro fottutissimo
scherzo dell’alcool.”
La voce rauca e addolorata dell’uomo catturò la curiosità di
Ron, che si accigliò. “Di che parli, amico?”
L’uomo alzò lo sguardo. Era talmente triste che faceva quasi
impressione. “Lascia stare, figliolo… sei troppo giovane per queste cose…quanti
anni avrai, una ventina?...”
“Ne ho abbastanza per reggere la stessa roba che ti stai
scolando tu.” Ribattè Ron, accennando col mento al boccale quasi vuoto che
l’uomo aveva in mano.
“Già, voi giovani tutti smaniosi di crescere e di fare gli
eroi…” l’uomo s’incollò al suo boccale per qualche istante. “…dammi retta,
ragazzo…pensa sempre e solo agli affari tuoi e tieniti più lontano dagli sbirri
che non da ladri e assassini…”
Ron buttò giù quanto gli restava della sua birra. “Che hai
contro gli sbirri?”
L’uomo fece una smorfia ironica. “Che ho?...eh…quei figli di
puttana hanno ucciso mio figlio…”
Ron esitò. “Che aveva fatto?”
“Ooh, una cosa gravissima…” l’uomo era chiaramente ubriaco.
“…pensa, passava davanti a una dannatissima banca durante una rapina…” si pulì
la bocca con una manica e tirò su col naso. “…quei bastardi lo presero in
ostaggio e lo usarono come scudo…e gli auror,
gli eroi del mondo della magia che ti
fanno? Decidono che non è un problema sacrificare la vita di un ragazzino di
tredici anni…e l’hanno fatto fuori insieme ai rapinatori.”
Ron rimase in silenzio, cercando di assorbire il colpo. Gli
auror avevano fatto fuori un ragazzino per niente?
L’uomo scosse la testa. “Bobby avrebbe avuto diciannove anni
oggi…sai, era incredibilmente somigliante a te…”
“Perché non l’hanno salvato?” replicò Ron. “Perché diavolo
hanno fatto fuoco invece di provare a…”
L’uomo lo interruppe con una risata amara. “Figliolo, stiamo
parlando dei soldati del Ministero…li addestrano a fottersene altamente della
povera gente…pur di portare a termine le loro dannatissime missioni sono capaci
di eliminare perfino le loro stesse famiglie…” l’uomo si alzò. “No, dammi
retta, ragazzo…tieniti lontano da quei segaioli maledetti… meglio chiunque
altro, perché anche un verme ha più cuore di loro.”
Ron rimase in silenzio a guardare il vecchio ubriacone che
si allontanava, lasciando che le parole che aveva appena sentito penetrassero
oltre lo stato di placido intontimento che sentiva dovuto alla birra. Un
ragazzino era morto perché gli auror non avevano perso tempo a cercare di
trattare per liberarlo…aveva letto negli occhi di quel povero padre una
disperazione che col tempo si era trasformato nel peggiore dei dolori, il più
incarnito e il piùprofondo, tremendo al
punto che lui stesso si era sentito gelare il sangue nelle vene. Quel pover
uomo doveva fare i conti da anni con la perdita di un figlio e non si era mai
potuto prendere nemmeno la sua vendetta, perché ufficialmente gli auror avevano
la licenza di uccidere…
…esattamente come i War Mage.
Assassini autorizzati dalla legge a coinvolgere poveri
innocenti nella guerra o ad anteporre il dovere a tutto il resto, perfino ai
proprio affetti. Era veramente questo che lo aspettava, sporcarsi ogni giorni
le mani di sangue nell’ipocrisia più totale col favore della legge? Molto più
importante…era davvero questo tipo di persona che voleva diventare? E se mai un
giorno la sorte lo avesse messo alla prova per testare la sua lealtà e i suoi
sentimenti? Sarebbe mai stato capace di anteporre una missione ai suoi cari
nella necessità?
Harry e Hermione avevano le idee perfettamente chiare, per
quanto potessero essere anche loro tormentati dagli incubi sapevano entrambi
benissimo dove stava la linea di margine da non superare.
E lui? Lo sapeva lui? La sua sete di vendetta contro gli orrori
della guerra e gli errori del Ministero era così forte che a volte non gli
lasciava la capacità di distinguere il giusto dall’errore…una cosa sola era
importante: vendicarsi, uccidere, far soffrire chi faceva soffrire.
Questo faceva di lui un assassino al pari dei mangiamorte?
Ron si strinse nel giaccone: sentiva un gran freddo, un
freddo che gli correva fino nelle ossa. Si guardò le mani come se si aspettasse
di trovarle sporche di sangue, come quella notte…
“Ron?”
Mandy, una delle avvenenti cameriere del locale, era ferma
vicino al suo tavolo col suo solito sorriso provocante e ambiguo. “Ti porto
ancora qualcosa, tesoro?”
“Si.” Ron prese la sua decisione: era stanco di star male,
di sentire quel freddo, di non capire…non voleva sentire niente, anche se solo
per una notte. “Portami una bottiglia intera della roba più forte che avete.”
***************
Hermione percorse tutto il corridoio per arrivare in
palestra provando fra sé e sé qual’era il tono migliore da usare per iniziare
il discorso con Ron. Aveva passato tutta la notte sveglia a pensare e a
ripensare al loro bacio, e dopo un’iniziale confusione e imbarazzo aveva
ricostruito mentalmente la scena un migliaio di volte, fino a realizzare una
cosa: c’era stato troppo trasporto per essere stata solo una dimostrazione,
quindi forse anche lui…bisognava parlare subito. Non poteva passare le giornate
nel dubbio che Ron provasse qualcosa ma non se la sentisse di ammetterlo. Cosa
serviva, una buona dose di coraggio? Bene, l’avrebbe avuta lei per tutti e due.
Era una Grifondoro, no?
A passi svelti raggiunse la palestra, sperando di scaricare
un po’ del suo nervoso prendendo a pugni il sacco; doveva resistere fino a
quando Harry aveva lezione di magia senza bacchetta e quindi lei e Ron
sarebbero rimasti soli per un po’. Ma a giudicare dai rumori provenienti dalla
palestra anche qualcun altro aveva avuto la sua stessa idea. Il cuore di
Hermione sobbalzò quando vide che a prendere il sacco a pugni era proprio Ron,
da solo per di più.
Ron, dal canto suo, a ogni colpo che sferrava faceva fatica
a mantenersi in piedi; era ubriaco fradicio, si era scolato due litri di una
roba che per tutta la notte lo aveva reso iperattivo (aveva baciato tutte le cameriere del Settimo Pentolone
e non aveva chiuso occhio nemmeno per un minuto) e ora lo aveva lasciato con la
vista che ogni tanto si sdoppiava, un gran mal di testa e un malumore
micidiale.
“Ehi!” esclamò Hermione con un sorriso, entrando e
raggiungendolo mentre si sforzava di restare serena almeno in apparenza. “Come
sei mattiniero stamattina. E Harry?”
Ron colpì il sacco con due pugni, uno dei quali andò a
vuoto. “Non sono né sua madre né la sua balia, io.” Borbottò fra i denti.
Hermione sbattè gli occhi un paio di volte. “Avete
litigato?”
“Che te ne importa?” replicò collerico lui.
Hermione tirò un respiro profondo per calmarsi e non cedere
alla tentazione di rispondergli per le rime. Non era quello il modo ideale per
affrontare un discorso. “Ti stavo cercando, volevo parlarti.”
Ron rise, evitando per un pelo il sacco che dopo un calcio
dondolava pesantemente avanti e indietro. “Parlare, parlare, parlare…è la cosa
che ti riesce meglio, non è vero, Hermione?”
Lei s’irrigidì. “Volevo parlare con te di quello che è
successo ieri sera.”
Ron si appoggiò al sacco, guardandola dall’alto in basso con
un’aria crudelmente strafottente. “Che è successo ieri sera?”
Hermione sentì una doccia gelata piombarle addosso. Così si
era sbagliata, lui non aveva provato assolutamente niente. Brava la cretina, ti sei illusa come una perfetta stupida. Distolse
lo sguardo con una profonda amarezza. “Niente. Non è successo niente.”
“E allora non rompere.” Ron riprese a picchiare il sacco, ma
i suoi movimenti erano decisamente sconnessi e poco precisi.
Hermione si rese conto che se fosse rimasta un solo istante
di più in quella stanza avrebbe perso anche la sua dignità; doveva uscire.
Andare via subito, prima che lui le vedesse gli occhi lucidi. Ma quando si
voltò per farlo si trovò di faccia Harry, che era entrato nella sala con aria
angosciata e poi aveva assunto una strana espressione…il suo sguardo era
mutato, ora tradiva rabbia allo stato puro.
“Brutta testa di cazzo!! Razza di idiota egoista che non sei
altro!” tuonò, entrando a passi minacciosi e pesanti.
Ron fece una smorfia. “Oh, buongiorno anche a te, Harry.”
Harry lo raggiunse, trattenendosi con difficoltà dal
rifilargli un cazzotto in pieno viso. “Ron, dimmelo una volta per tutte
chiaramente: tu sei pazzo, vero?”
Hermione sbattè gli occhi. “Ma che succede?”
Harry si voltò verso di lei. “Questo stronzo ha passato la
notte fuori senza dare spiegazioni né avvisare nessuno! Non ha detto dove cazzo
andava, e non se n’è fregato un benemerito se con una guerra in corso fosse
prudente o meno passare la notte chissà dove!”
Hermione guardò Ron con un’espressione incredula. “Hai fatto
questo?”
Ron, che fino a un momento prima non si era minimamente
interessato alla predica, smise di colpire il sacco e si asciugò brevemente la
faccia con un asciugamano che poi si lasciò attorno al collo. “A casa si è
preoccupato nessuno?”
“No, solo perché ti ho coperto io nella speranza di trovarti
qui stamattina.” Replicò aspro Harry.
“Ecco, vedi? Non hai motivo di sbraitare tanto.” Ron gli
voltò le spalle, rimettendo con poca attenzione al loro posto i pesi che
stavano a terra. “A casa mia se manco io nemmeno se ne accorgono. Viceversa se
fossi stato tu a mancare all’appello, beh…in quel caso la musica sarebbe stata
ben diversa.”
Harry rimase per un momento a bocca aperta: mai Ron gli
aveva dimostrato gelosia della propria famiglia, mai…perché ora? Erano sempre
stati come fratelli…guardò Hermione in cerca di una spiegazione, ma lei
sembrava stupita quanto lui. Così decise di cercarsi da solo le proprie
risposte. Fece un passo avanti e appoggiò le mani sui fianchi. “Hai qualche
problema con me, Ron?”
Ron si voltò e fece una smorfia ironica. “No, perché mai
dovrei avercela con San Potter, il bravo ragazzo per eccellenza? No, tu sei la
giustizia in persona. Tutto di te è giusto, perfino quando ti fai venire gli
attacchi di odio per il mondo sei giustificato.”
“Ma che diavolo stai dicendo?” ruggì Harry.
Ron fece un passo avanti verso di lui, con gli occhi che gli
fiammeggiavano di rabbia. “Sai che ti dico, Harry? Non mi dispiace neanche un
po’ se ti stai beccando questa cazziata senza capire il perché, visto che io e
quest’altra poveraccia abbiamo fatto lo stesso con te tutti i dannatissimi anni
che siamo stati a scuola!”
Harry serrò i pugni. “Nessuno ti ha mai obbligato a essere
amico mio!!”
Ron scosse la testa. “Noi due non eravamo più i tuoi
migliori amici per te! Perfino gli elfi domestici li trattavi meglio! Noi
invece eravamo i poveri fessi su cui tu sfogavi i tuoi dannatissimi cambiamenti
d’umore, se succedeva qualcosa o qualcuno ti faceva incazzare con chi è che ti
sfogavi, eh? Con chi?! Con quei due poveri stronzi dei tuoi migliori amici,
tanto sapevi che non ti avremmo mai abbandonato, quindi con noi potevi fare il
bello e il cattivo tempo a tuo piacimento!! E alla fine avevi pure ragione!!”
Harry sembrava per metà sconvolto e per metà disgustato, e
scosse la testa stringendo ancora di più i pugni. “Che razza di falso
vigliacco, ti sei portato dentro tutto questo veleno senza mai avere il
coraggio di parlare!”
Hermione si mise in mezzo nel tentativo di dividerli.
“Adesso smettetela tutti e due, tutto questo è assurdo.”
Ron assunse una sgradevole espressione schifata. “Proprio tu
dovresti stare zitta.”
“Ron, non dire cose di cui potresti pentirti.” Fece lei, nel
suo tipico tono di avvertimento.
“E che ne sai che me ne pentirei? Io non sono mai stato così
sincero come oggi. Cos’è, la cosa ti crea qualche problema?”
“Io so solo che questo non sei tu.” Hermione stava facendo
del suo meglio per mantenere i nervi a posto.
Ron mise le mani sui fianchi. “Certo, perché tu sia sempre
tutto…tranne forse una cosa. Personalmente la tua aria da perfettina mi ha
sempre dato la nausea, e se non fosse stato che ci davi una mano coi compiti
non ci saremmo mai presi il disturbo di essere amici tuoi.”
“Ma che cazzo dici?!” intervenne furioso Harry.
Ron lo ignorò e fece un passo avanti. “Il tuo posto non era
con noi, tu avresti dovuto frequentare le ragazze del tuo anno, e se non fosse
stato per noi che ti sopportavamo saresti rimasta sola come un cane…”
“Basta, smettila!!!” Harry gli diede uno spintone che gli
fece fare parecchi passi indietro.
Hermione era pallida come un lenzuolo e aveva tutta l’aria
di essere in stato di shock, perché tutte quelle cattiverie dette una dietro
l’altra non le stavano nemmeno dando il tempo di rielaborarle e reagire.
Harry scosse freneticamente la testa. “Ma tu fai schifo…”
mormorò sconvolto.
Hermione sbattè le palpebre un paio di volte quando sentì le
lacrime pungerle gli occhi, e senza perdere nemmeno un secondo di più alzò i
tacchi e corse via. Corse così forte che sentì il cuore rimbombarle nelle
orecchie, urtando altre persone di cui non vedeva i volti lungo gli infiniti
corridoi del quartier generale della War Mage Team. Mentre correva non si
rendeva nemmeno conto di dove andava…e fu per miracolo che non sbattè in pieno
contro uno dei gargoyle preposti alla guardia di una delle torri del castello.
Lì, rendendosi conto di essere finalmente sola, lasciò che il suo cuore
assimilasse tutte le cattiverie, le brutte parole e la ferocia di Ron. E si
coprì il viso con le mani mentre scoppiava in un pianto disperato. Pochi
istanti dopo sentì dei passi in corsa.
“Hermione!” era Harry.
Lei si voltò di scatto, col viso pallido e coperto di
lacrime e gli occhi rossi e gonfi. “Vattene!!” urlò.
“Ascoltami, ti prego!” lui avanzò di pochi passi. “Niente di
quello che ha detto è vero, e io non so nemmeno perché…”
Hermione lo interruppe riprendendo a urlare. “Non dire che
non voleva dire quello che ha detto, li hai visti i suoi occhi?? Lo hai visto
come mi guardava??”
Harry fece un altro passo avanti. “Ti giuro su quello che
vuoi che tu per noi non sei mai stata un peso né una rogna, mai! Ti abbiamo
sempre voluto bene, sei sempre stata la nostra migliore amica! Niente di quello
che ha detto Ron è vero! Ne ha dette tante anche a me, non hai sentito?”
Hermione si morse le labbra e abbassò lo sguardo,
singultando in silenzio.
Improvvisamente a Harry venne un pensiero terribile: Ron
aveva detto…che praticamente era stato un pessimo amico, e che per questo lui e
Hermione avevano sofferto… “…erano…erano solo bugie, vero?” le chiese con un
filo di voce. Lei chiuse gli occhi per un attimo, piangendo ancora di più.
Harry le si parò davanti. “E’ vero quello che ha detto? Io vi ho trattato
davvero in quel modo?”
Hermione singhiozzò. “Si.” Sussurrò disperata. “C’erano
delle volte…che tu te la prendevi con noi, e noi…non sapevamo che fare…volevamo
starti vicino, m-ma tu ci tenevi…ci tenevi a distanza…” faceva fatica a parlare
fra le lacrime, e ora le lacrime le stavano bagnando anche il collo. “…ma
niente di tutto questo importa più…perché io ho vissuto solo un’illusione…anni
di illusione…”
La realtà di quello che stava dicendo la colpì come un
fulmine, e Hermione fu scossa da un singhiozzo così forte che per un attimo
rimase senza fiato; il dolore che stava provando era così forte che non la
faceva ragionare. La crudeltà con cui Ron l’aveva attaccata non lasciava spazio
a tanti dubbi: aveva solo detto la verità, che tanti anni d’amicizia erano stati
soltanto un peso per lui. Da un minuto all’altro aveva perso il ragazzo a cui
teneva e il suo migliore amico…anzi, aveva scoperto di essersi solo illusa di
averlo avuto.
Harry si sentiva fisicamente male. Ron aveva ragione: negli
ultimi anni a Hogwarts Ron e Hermione erano stati così tanto il suo punto fisso
che non si era mai preoccupato di poterli perdere quando li aggrediva perché
provava un’intensa rabbia per tutto e non sapeva cosa farne…ma sul momento
sembrava la cosa più naturale del mondo, e realizzare ora che non era così fu
come una pugnalata alla schiena. Non tanto per aver capito di non essere stato
un buon amico, quanto per aver fatto sentire in quel modo i due ragazzi che non
lo avrebbero mai, mai abbandonato nel
momento del bisogno e non avevano mai esitato a mettere le loro vite in
pericolo per lui.
Lentamente Harry si avvicinò a Hermione, che stava piangendo
disperatamente, e l’abbracciò. Lei gli gettò le braccia al collo e gli si
avvinghiò come se fosse stato il suo unico scoglio di salvezza, continuando a
piangere forte. Harry la strinse forte fra le braccia e serrò gli occhi,
nascondendo nei capelli di lei il viso…e le due lacrime che lo solcavano.
***************
I'm so tired of being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
'Cause your presence still lingers here
And it won't leave me alone
These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase
My
Immortal, Evanescence
***************
Ron uscì dall’infermeria come un razzo. Per sua fortuna
l’infermiera che l’aveva aiutato a liberarsi dai residui dell’alcool sembrava
facilmente corruttibile, e aveva promesso di tenere la bocca chiusa in cambio
di un rapido bacio.
Doveva trovare Harry e Hermione subito.
Nel momento stesso in cui aveva visto l’espressione
disperata e sconvolta di Hermione aveva recuperato in parte quella lucidità che
se avesse avuto non gli avrebbe mai permesso di dire quelle cose terribili.
Bastardo, stronzo che
non sei altro!!
Man mano che si dirigeva a passi rapidi verso la passaporta
che l’avrebbe riportato a casa non potè fare a meno di maledirsi in tutti i
modi possibili e immaginabili. Ma come diavolo gli era venuto in mente di
comportarsi in quel modo con Harry e Hermione?! Perché proprio con loro, che
amava più dei suoi stessi fratelli?! E soprattutto…
Hermione…
Quante ore aveva passato in quell’inferno quella notte a
Hogwarts? Beh, in tutto quell’interminabile tempo non aveva mai desiderato tanto
di morire come ora. Quante cose orribili e soprattutto terribilmente false le
aveva urlato addosso…cattiverie gratuite. Era entrata felice, addirittura
radiosa…e lui le aveva fatto così tanto male senza nemmeno un dannatissimo
motivo! Non riusciva a togliersi dagli occhi la sua espressione…come se le
fosse appena caduto il mondo addosso, quasi come se stesse disperatamente
cercando un qualsiasi appiglio per credere che quelle quelle cose orribili
erano tutte bugie.
Maledetto ubriacone!!
Doveva trovarla, trovarla e rassicurarla e abbracciarla e
stringerla forte a sé e dirle la verità, che era un’amica insostituibile e una
ragazza in gamba come poche. Ma prima doveva trovare anche Harry e chiedergli
scusa. Anche lui non meritava di sentirsi buttare in faccia certe cose in quel
modo.
Ron fu alla Tana in un battito d’occhi. Oltrepassò la cucina
a passi rapidi, ignorando sua madre che lo chiamava per chiedergli se restava a
cena; fece le scale a quattro alla volta, e corse nella stanza che divideva con
Harry, spalancando la porta. “Harry?” niente. Si voltò per vedere se era da
qualche parte nel corridoio, e andò a bussare alla porta del bagno. “Harry, sei
qua dentro? Se sei qui, per favore, esci. Dobbiamo parlare.”
“Ron?” Ginny aprì la porta del bagno in accappatoio e coi
capelli bagnati che le gocciolavano. Lo stava guardando con aria confusa. “Che
fai qui?”
“Hai visto Harry?”
Ginny sbattè gli occhi. “Veramente credevo che fosse con
te…non ho capito bene cos’è successo, mi ha mandato un gufo per dirmi che andava
a mangiare fuori con Hermione perché lei era un po’ giù di corda e aveva
bisogno di compagnia…come mai non sei con loro? E poi cosa…ehi, ma dove vai
adesso?”
Ron uscì di casa di corsa, afferrò una passaporta lungo la
strada e raggiunse Hogsmeade in meno di un minuto. Di girò il paesino alla
velocità di un vero War Mage, cercando i suoi amici in tutti i pub, locande e
ristoranti del posto. Quando lo stava per prendere lo sconforto gli venne in
mente che Hermione adorava le tartine che preparavano al Paiolo Magico; ci
arrivò piuttosto rapidamente. Diede un’occhiata alle finestre prima di
entrare…e quello che vide lo fece rimanere proprio lì dov’era, fermo per strada
come un sasso.
Harry e Hermione stavano seduti a un tavolo insieme e
sembravano molto giù di morale; Hermione in particolare aveva ancora quasi
tutto il cibo nel piatto. Harry stava parlando con lo sguardo basso; a un certo
punto lei gli appoggiò una mano su un braccio con un’espressione accorata, e
lui le fece un piccolo sorriso amaro e le sfiorò la guancia con un dito.
Hermione si abbandonò stancamente con la testa sulla sua spalla e lui le
circondò le spalle con un braccio, baciandole la fronte.
Harry e Hermione…
Ron rimase immobile per qualche minuto, incapace di reagire.
Harry e Hermione…si completavano talmente bene…e tutte le coccole che lui le
stava facendo…era chiaro. Era destinato a succedere, solo che fino alla fine
lui si era rifiutato di crederci. Harry era l’eroe, Hermione la ragazza il cui
cuore era in palio…e chi era lui per mettersi in mezzo, sarebbe stato inutile
tentare di rubare la scena a Harry…
…momento, momento: mettersi in mezzo? Che c’entrava lui?
Forse…forse perché se Hermione doveva proprio finire con uno di loro due,
beh…perché per forza con Harry? Cioè…c’era anche lui a disposizione…certo, non
era la stessa cosa, però…perché quei due si erano messi insieme? E alle sue
spalle, per di più! Perché…perché Hermione non gli aveva dato il tempo di
scusarsi?
…perché lui aveva così tanto freddo?
***************
It’s time to let you go,
It’s time to say goodbye
There’s no more excuses, no more tears to cry
That’s been so many changes
I was so confused
All along you were the one
All the time I never knew
I want you to be happy, you’re my best friend
But it’s so hard to let you go
I’ll
Be Ok, Amanda Marshall
***************
Incredibile, non riusciva nemmeno a ubriacarsi! Continuava a
stringere forte le dita attorno alla bottiglia di birra, aveva mandato giù
quasi tutto il suo contenuto, e nonostante tutto…era perfettamente e
dannatamente lucido. Forse perché aveva sempre lo stesso pensiero fisso mentre
continuava a guardare l’orologio.
Erano le undici passate. Probabilmente a quell’ora Harry
aveva accompagnato Hermione nel cortile interno del Paiolo Magico per
asciugarle quelle lacrime che lui, gran
pezzo di stronzo, le aveva provocato…poi l’avrebbe abbracciata…le avrebbe
detto quanto bene le aveva sempre voluto…l’avrebbe
baciata…accarezzata…toccata…e prima ancora di capirlo avrebbe fatto l’amore con
lei, magari dicendole anche quanto l’amava mentre la prendeva…
…e questo pensiero gli faceva ribollire il sangue nelle
vene. Aveva una voglia folle di prendere a pugni Harry e afferrare Hermione e
strapazzarla per bene fino a farle entrare in testa che non era così che
dovevano andare le cose.
Ok, ok: meglio essere assolutamente sinceri, specie con
mezzo litro di birra in corpo. Hermione Granger non era una ragazza…cioè, cazzo
se lo era…ma non era una ragazza vera e propria, nel senso che prima di ogni
altra cosa era la sua migliore amica per cui commenti estetici non sarebbero
stati assolutamente appropriati…ma dal momento che Harry si stava godendo uno
dei momenti più indimenticabili della sua vita fra le sue gambe, beh…era più
che autorizzato a fare anche lui pensieri che non si sarebbe mai vergognato di
fare se non fossero stati l’uno il migliore amico dell’altra.
Il primo vero bacio gliel’aveva dato lui, ed era stata
un’esperienza unica. Gli era piaciuto da morire…più di qualsiasi altra cosa
avesse mai fatto in vita sua. E per quanto folle sembrasse anche solo
pensarlo…aveva una gran voglia di rifarlo, di tenerla fra le braccia e baciarla
come se fossero gli unici due esseri umani sul pianeta. Ma non poteva farlo…era
pur sempre il suo migliore amico, o meglio lo era stato finchè non aveva avuto
la conferma che quanto sospettava era vero: si stava inesorabilmente
trasformando in un bastardo senza cuore e senza sentimenti. E questo lo
spaventava più di ogni altra cosa.
E poi ci si era dovuto mettere quello stupido idiota di
Harry, che ‘giustamente’ aveva ben pensato di risolvere la questione col suo
solito modo di fare eroico e rompipalle. E ora Harry il Magnifico e
Dannatissimo Ragazzo Sopravvissuto era a letto con lei. Già, non si era mica
dovuto fare tanti problemi perché era il suo migliore amico, perché tanto lui
era un bravo ragazzo.
Non un figlio di puttana assassino e vendicativo e senza più
un briciolo di coscienza come lui.
“Se continui così la romperai.”
Ron alzò la testa a fatica. In piedi davanti al suo tavolo
stava la splendida Gabrielle, una ragazza che frequentava assiduamente il
Settimo Pentolone e che avrebbe fatto sentire qualunque Veela un cesso al suo
confronto.
La ragazza gli sfilò dolcemente di mano la bottiglia e
l’appoggiò sul tavolino. “Non credo che ti farebbe bene romperti le mani con
questa roba. Mi posso sedere?” Ron annuì e lei si schiacciò il più possibile
contro di lui sulla panca, lasciando volutamente pochissimo spazio fra i loro
due corpi. “Sarà una mia impressione…ma mi sembri più nero del solito stasera.”
Ron fece una smorfia ironica. “Si, eh?”
Gabrielle sbattè gli occhi blu in modo molto provocante. “Se
la tua aria da burbero non mi affascinasse, tesoro, ti direi di andarci piano.
Questa roba fa i buchi.”
“E non è la sola.” Ron si scrocchiò le dita.
Gabrielle prese ad accarezzargli lentamente e delicatamente
una mano, premendo ancora di più il proprio corpo contro il suo. “Ti va di
dirmi perché ce l’hai col mondo intero stasera?”
Lui scrollò le spalle. “Che c’è da dire…il mio migliore
amico in questo momento si sta facendo la mia migliore amica, non riesco a
ubriacarmi e sono ufficialmente catalogabile come bastardo disamorato e senza
sentimenti…ma a parte questo dovrebbe essere tutto a posto.”
“Oh, poverino…” la mano vellutata della ragazza prese ad
accarezzargli la guancia. “…capita a tutti di avere una brutta giornata…”
Ron fece una smorfia ironica. “Peccato che sono più di nove
mesi che io continuo ad avere brutte giornate.”
Gabrielle gli voltò il viso verso di lei, rivolgendogli il
suo sorriso più adorabile. “Forse posso fare qualcosa per aiutarti, per farti
dimenticare tutti i tuoi problemi almeno per qualche ora.”
Ron guardò la bellissima sconosciuta davanti a lui; aveva
capito perfettamente cosa gli stava proponendo. Così accettando avrebbe fatto
sesso per la prima volta in vita sua…il che non lo innervosiva per niente, non
dopo aver avuto un quadretto piuttosto chiaro grazie alle descrizioni accurate
che gli avevano fatto Fred e George. Ma voleva veramente avere la sua prima
volta con un’estranea, per quanto bella, facendone solo una notte di sesso
senza un minimo di sentimento al di là del puro piacere animale? Questo non lo
avrebbe riconfermato ancora di più come lo stronzone che si stava rendendo
conto di essere?
…e poi gli balenò in mente l’immagine di Harry e Hermione
insieme, abbracciati…che si baciavano, che si stringevano l’uno all’altra in
preda al piacere…
“Conosci un posto dove possiamo stare da soli?”
Gabrielle sorrise ancora più largamente.
***************
Lungo il vialetto alberato il vento faceva fare un un rumore
di fruscio di foglie che stranamente era perfino gradevole, unito alla luce
soffusa dei lampioncini che continuavano fino al complesso di villette tra cui
c’era anche casa Granger. Hermione, a braccetto con Harry, tutta incappucciata
nel suo cappotto blu e in un cappellino azzurro dello stesso colore della
sciarpa, stava sorridendo per quello che le stava raccontando il suo amico. Harry,
dal canto suo, aveva addosso solo il giaccone ed era più che contento di
sentire il vento freddo che gli scompigliava i capelli; voleva sentirsi vivo,
perché era stata una giornata emotivamente massacrante.
“…e ci siamo sentiti pronti.” Finì di raccontare, camminando
tranquillamente con le mani nelle tasche del giubbotto.
Hermione si scansò i capelli dal viso. “Lo sai, mi piace il
modo in cui tu e Ginny parlate l’uno dell’altra…le vostre parole sono così
piene d’amore e di stima che starei per ore a sentirvi.”
Harry le sorrise. “Questo perché sei una persona sensibile.
E’ sempre stato facile parlare con te, ma era un bel po’ che non passavamo un
po’ di tempo insieme così. Avevo dimenticato quanto fosse piacevole.”
Hermione fece un piccolo sorriso. “Sono felice di sentirtelo
dire. Anzi…grazie, Harry.”
“Per che cosa?”
“Per essere mio amico. Almeno tu.” Lei abbassò lo sguardo,
incapace di impedire ai suoi occhi di farsi lucidi.
Harry scosse la testa. “Hermione…non ti so spiegare perché
Ron ha detto quelle cattiverie, ma posso assicurarti che sono tutte stronzate.
Lui ti vuole bene, te ne ha sempre voluto. Io lo so per certo.”
Hermione sospirò e guardò altrove, esitando per qualche
secondo. “Non ha detto niente di più della verità, o comunque era quello che
pensava. Lo so io e lo sai tu.”
Harry esitò, cercando le parole giuste. “Io credo che
dovremmo dargli la possibilità di spiegarsi.”
Hermione scosse la testa. “No. No, io…non voglio più
parlarci.” La sua voce tradiva tutta la sofferenza che aveva nel cuore.
“Prenditi un po’ di tempo.” Le propose piano lui. “E tieni
sempre a mente che io sono qui se hai bisogno di me.”
Hermione si voltò a guardarlo con un sorriso. “Sei un bravo
ragazzo, Charlie Brown.”
Lui rise, poi si accigliò e si fermò. “E quello che ci fa
qui?” davanti al cancello di villa Granger c’era…
“Adam?” Hermione spalancò gli occhi. “Ma…dovevamo uscire
insieme stasera, ma poi io ho disdetto prima di venire con te… che cosa fa qui
a quest’ora?”
sul viso di Harry comparve un sorrisetto. “Beh, di sicuro
non è venuto per me.”
Hermione si passò una mano sugli occhi. “Che faccio adesso?”
Harry la voltò verso di lui e le sistemò meglio la sciarpa e
il bavero del cappotto. “Ci parli, senti cosa vuole dirti…e se ti piace ti
lasci andare senza farti i soliti mille problemi.”
Hermione si morse il labbro e annuì. Harry le strizzò
l’occhiolino e la prese per mano, accompagnandola finchè Adam Stanton sentì i
loro passi e si voltò verso di loro.
“Ehi.” Harry gli fece un cenno di saluto con la mano.
“Ciao.” Adam nel vederlo sembrò perplesso.
Harry diede a Hermione un bacio sulla guancia. “Io devo
andare…ci vediamo domani, ok?”
Lei annuì. “Grazie di tutto.” Con un ultimo occhiolino Harry
se ne andò.
Adam esitò. “Scusa, non pensavo che tu e Harry…”
Hermione capì cosa stava cercando di dire e si affrettò a
scuotere la testa. “Oh no, hai frainteso. Harry e io siamo solo amici.”
“Ah.” Lui sembrò più sollevato. “Facciamo due passi?”
Lei annuì, e insieme si avviarono lentamente lungo il
vialetto. “Allora…ehm…non posso fare a meno di chiederti cosa ci fai qui a
quest’ora.”
Adam scrollò le spalle. “Quando mi hai detto che non potevi
uscire con me stasera mi sei sembrata incredibilmente triste…così dopo cena
sono venuto qui, ma i tuoi genitori mi hanno detto che eri fuori con Harry. E
poi ho deciso di aspettarti.”
Hermione annuì una volta, continuando a camminare piano. “Mi
dispiace di aver disdetto all’ultimo momento…ecco, è stata una giornata molto
dura.”
“Ti va di dirmi cos’è che ti fa soffrire tanto?”
“No…scusami, ma non me la sento.”
Lui annuì e si fermò. “Ok, non dirmi niente se non vuoi…però
voglio aiutarti.”
Hermione guardò a terra. “Nessuno può farlo.”
“Non lo fare.” Adam le prese le mani avvicinandosi. “Non
tenerti tutto dentro…farà più male in questo modo. E io non voglio vederti
così…i tuoi occhi quando sorridi riempiono di gioia una stanza intera, ma
vederli così pieni di dolore mi fa sentire fisicamente male.”
Hermione si morse il labbro, cercando disperatamente di
ricacciare indietro le lacrime. “…io…”
Adam le prese il viso fra le mani. “Ho capito che non posso
fare niente per il passato…ma lasciami fare qualcosa per il futuro. Permettimi
di aiutarti a sorridere di nuovo e in ogni momento…non c’è niente che non farei
pur di vederti sempre felice…e sono mesi ormai che muoio dalla voglia di
dirtelo…”
Hermione socchiuse gli occhi quando lo vide sporsi in
avanti. Stava per baciarla…e non le dispiaceva per niente. Quel ragazzo le
stava dimostrando così tanto affetto…la faceva sentire importante, preziosa,
desiderata…ed era così dolce…
Quando la baciò, però…fu tutto diverso. Diverso da come
l’aveva baciata Ron. Mancava la scintilla, o forse era lei che stava
ricambiando il bacio con minore intensità. Ma non era giusto pensare a Ron,
anzi…per il suo bene doveva dimenticarlo. Per non soffrire più come stava
soffrendo adesso, perché era un dolore incredibile che non si sarebbe mai
aspettata di provare. E per dimenticare Ron sia come amico che come ragazzo le
serviva un aiuto esterno, perché si trattava di cancellare una parte della sua
vita…una fra le più importanti. E Adam le stava offrendo quell’aiuto.
Lentamente Hermione gli passò le braccia sulle spalle, e
Adam rispose stringendola possessivamente a sé…troppo impegnato a deliziarsi
del suo bacio per aprire gli occhi e vedere le due lacrime che le solcavano le
guance.
*************************
*sigh* Ahi ahi…mannaggia, è successo un mezzo casino qui!
*.* Povero Ron, sta attraversando il periodo più difficile della sua vita…fa
male a se stesso e agli altri. Brutto guaio. In realtà questo chap era nella
mia testolina fin da quando ho iniziato a scrivere questa parte della saga di
BAWM (che sadica…), perciò…ehi, il vostro parere è ancora più richiesto! =) E
ringraziamo gli Evanescence, che con le loro canzoni mi hanno ispirato
moltissimo…li consiglio a tutti! ^^
Ragazzi, io non so davvero cosa dire…ho ricevuto così tante
recensioni per lo scorso chap che sono stata di buonumore per tutta la
settimana. Davvero, grazie è dire poco! E’ bello sentirsi dire che un prodotto
della propria fantasia è tanto apprezzato, e non credevo che foste così in
tanti a seguire le mie storie….sono commossa! =D Ah, colgo l’occasione anche per
rispondere a quelli che hanno recensito la one-shot dedicata a Mony per il suo
compleanno: beh, si…questi sfiziosi capitoletti (come li chiamano Strek e mia
sorella) sono frutto dei miei momenti di relax in cui mi diverto a scrivere
qualcosina di allegro… non mi dispiace dedicarne uno a ognuno di voi per i
vostri rispettivi compleanni, però magari visto che siete un po’ in
tantini…magari raggruppiamo tutti i festeggiati del mese che li vogliono e così
accontentiamo un po’ tutti. Per esempio ho notato che a Febbraio la lista è
piuttosto lunghetta =)
Si passa ai thanks (che stavolta sono tantissimi…evviva!!):
Luna Malfoy: visto,
siamo telepatiche! ^^ e anche a me la scena di Harry, Ginny e Hermione è
piaciuta molto…è stata divertentissima da scrivere! ^^
Kiara: eh si, i
complimenti a Harry ci stanno tutti! ^^ Beh, volevi sapere cosa ha spinto
Hermione fra le braccia di Adam…ecco la tua risposta. E’ stato proprio Ron. Ma
ancora molta acqua deve passare sotto questi ponti…oh, ho parlato col mio
adorato Alfonso…niente da fare, è irremovibile. Ah, questi mariti famosi… =D
Giuggy: amichetti,
cerette…mo’ se dice così ^^ ehi, lo stai cercando lo scanner? Qui siamo in
attesa…^^
Marilia: wow,
innanzitutto grazie mille per la pubblicità! E ringrazia anche tutti i tuoi compagni,
ricambio i loro saluti. Ehi, non mi morire! =) Manca ancora un bel po’ alla
fine della storia, sarebbe un peccato morire senza sapere come va a finire. ^^
Kim: sono
d’accordo cara, i due gnocconi sono decisamente ‘merce pregiata’, come dice anche
Sara Lee… ehi, aggiorna presto! La tua storia è una delle mie preferite! Un
baciotto
Vale: la mia
super autrice scoppiettante! Si, qui è la signora Cuaron… ^^ ehi, ricevere i
complimenti da una penna magica come te è un onore e un piacere =) Eh si,
questi uomini a volte ci fanno penare…e Ron non è stato da meno, anzi…tu che
dici, gliela daresti una seconda occasione?
Vega: rieccoti!
Naturalmente sei perdonata =) Si, anche a me piace il ruolo che ormai ha
assunto Ginny. Va forte la ragazza ^^ Bill avrà un ruolo abbastanza importante
un po’ più avanti con la storia…quanto a Tennessee e Charlie, beh…li rivedrai
ancora=D
Beppe: grazie
mille! Beh, vedi…non saprei. In realtà ormai io sono una fan della coppia R/H,
penso che se mi mettessi a scrivere una roba su H/H non verrebbe bene come dico
io…è un peccato, Fighting Darkness è la mia prima storia (e per questo è anche
un po’ diversa dal mio attuale modo di scrivere), però ci sono affezionata! Non
voglio rovinarla.
Ci: vuoi che
canto io per te Harry&Ginny? =) Per questo chap non li hai visti, ma
torneranno già nel prossimo e non te li perderai più, promesso. Mmh…=) si, mi
sa che è meglio se non ce lo immaginiamo troppo il ragazzo… *.*
Danae: wow,
grazie per il bel voto! Ho aggiornato presto nonostante la mia scuola sia stata
rimessa a posto (…mannaggia…)
Ron Weasley: tu con
questo nick mi dici che mi abbracceresti … e io svengo direttamente! XD Ti
ringrazio veramente, e sono contenta se quello che scrivo riesce ad emozionarti
così. E spero di poter scrivere altri chap che ti restino impressi a vita! =)
Rachel: grazie
del super voto! =) Si, sono d’accordo che Harry è decisamente un gran bel
ragazzo… quanto a Ron, beh…vediamo, lui non è ancora innamorato di Hermione.
Non proprio, non completamente. Lei gli piace molto, e prova dei sentimenti
fortissimi…però non ha ancora capito esattamente di che natura sono queste
emozioni. Viceversa noi lo sappiamo tutti =D Sai, Hermione è anche il mio War
Mage preferito!
Usaji: purtroppo
la mia scuola è tornata a rompere… -_- sai, la penso come te…anch’io se ce li
avessi davanti tutti e due… CENSURA! XD
Miyu: tu non
rompi mai! Meno male che c’è il pc di Ran, allora! Grazie anche a nome del mio
maritino Alfonso… ^^ ma a quanto pare nemmeno se sono la moglie mi fa assistere
alle riprese. Peccato! (…uno che se li sposa a fare poi se non ti fanno di
questi favori…mmh…)
Ale-chan: grazie!
Mi fa piacere che la storia ti piaccia, e spero che continuerà a piacerti.
Anjulie: sei
molto gentile! Si, anche a me piace l’idea della prequel perché così si possono
chiarire tante cose, tanti accenni delle altre storie (che sarebbero le
precedenti, ma che tecnicamente sono le future…^^) e oltretutto mi piace
scriverla. =)
Eli: XD anche me
ti adora ogni capitolo che legge di più (tra oggi e domani ti lascio la mia
mega recensione, ora ho finito di leggere la storia!) …quindi aggiorna! =) Oh
si, hai perfettamente ragione…hanno acceso un fuocherello e si troveranno ad
aver a che fare con un incendio in piena regola. Hai macchinato bene, Adam come
vedi è un rimpiazzo…ma bisogna vedere se resterà tale o se…nah, non si può dire
=D Niente, Alfonsino non demorde…vediamo se produrrà tutta la saga della sua
mogliettina *gratis*…*.* Eh, magari la mia scuola fosse caduta a pezzi…
Alexis: maystro!
Sbaglio o si avvicina il compleanno di qualcuno? Eh eh… =) Lo
spagnolo/marocchino va molto bene, ora quando esco dalla mia classe dico sempre
‘saludos amigos’ ^^ Però individualmente dico Hasta luego. Che brava spagnola!
=D
Eva: quello che
mi dici mi riempie di soddisfazione! Io voglio che quello che scrivo comunichi
emozioni, e più sono forti meglio è…e se ci riesco, wow! Me felice! ^^ Quanto a
Ron…magari si potesse avere l’originale! *sigh* Il sito di mia sorella? E’ un
gruppo Yahoo, l’indirizzo è questo qua: http://it.groups.yahoo.com/group/il_favoloso_mondo_di_Harry/
Ly Chan: ciao!
Sai, Harry e Ginny piacciono anche a me…mi piace che sembrino così intimi fra
di loro, è così che li vedo. E Ron e Hermione…beh, loro sono i miei amori (…in
realtà Ron è il mio amorissimo…^^)
Strekon: ehi
generale! =D si, ne vedrai ancora delle belle…non so se questo chap sia
perfetto, io ci provo…mi basta che sia buono! =) Si, però…quando aggiorni? Ah,
quasi dimenticavo: ti ho già detto quanto mi sia piaciuta la storia di Ginny e
Draco? E’ attualmente una delle storie preferita di mia sorella! Tu pensa un
po’, la super pigra Nenè che recensisce…hai ottenuto un risultato da 13 al
Totocalcio! =)
Ginny: °.° mamma
che voti…complimentoni! Eh eh, sono riuscita a sorprenderti, eh? ^^ E deve
ancora succedere molto…
Mony: come stai,
festeggiata? =) E così i baci fra Ron e Hermione ti fanno emozionare, eh?
Beh…no, no, zitta Sunny! Non si può dire niente in assolutissimo! =)
Blackmoony: si, è
stata una sorpresa quel bacio clandestino…quanto a Ginny e Harry…auguri e figli
maschi! =)
Keijei: bentornata!
Sono felice di sentirti di nuovo. Si, anch’io all’inizio ero un po’ incerta
sull’idea della prequel…ma avevo una voglia matta di scriverla, e così…eccola
qua! La tua bellissima recensione mi ha fatto un gran piacere! Mi sento di
poterti promettere che anche se sai come andranno a finire le cose…molto deve
succedere, e ci saranno molti colpi di scena…insomma, non ti annoierai di
certo. E sono felice che ti piaccia ora! =)
Giuggia89: ti sei
fatta una bella maratona, sono lunghette le mie storie! Ma questo significa che
ti sono piaciute, il che è una gran bella notizia. Grazie mille dei
complimenti!
Ansy: grazie! Mi
fa piacere di sapere che la storia non annoia mai. Sai, per uno che scrive la
noia è il nemico più mortale…e se mi dici che non ti sei annoiata mi sento
soddisfatta. =)
Lara: visto, ho
aggiornato abbastanza puntuale! Spero ti piaccia il nuovo chap =)
Fabrizio: grazie!
Spero davvero che la storia continui a piacerti fino alla fine.
Faffachan: grazie
per i complimenti e per l’offerta! Ti è arrivata la mail? No, perché la mia
casella di posta ha fatto i capricci la sera che ti ho risposto…benedetta
posta! ^^
Ehi, a momenti sono più lunghi i grazie del chap stesso! =D
Bene, bene…sempre così. Beh, ora devo proprio scappare perché i compitacci mi
chiamano…il prossimo chap: “E’ la fine di un’amicizia?” sarà presto fra noi.
Niente anticipazioni, è un momento delicato per i nostri eroi… meglio vederli
direttamente all’opera. Posso solo dirvi che Ron non ci sta a vedere le cose
crollargli così fra le mani… ^^ Mmh…fate i bambini belli e recensite tanto come
questa volta? Così la Sunny sorride, scrive, scrive in fretta, scrive felice,
dispensa bacetti a tutti… =D Un megabacio,
Can you forgive me again?
I don't know what I said
But I didn't mean to hurt you
I heard the words come out
I felt like I would die
It hurt so much to hurt you
Forgive me, Evanescence
***************
Ron marciò a passi di tigre verso la palestra; era furioso. E
doveva sfogare la sua rabbia sull’unica persona che aveva contribuito a farlo
sentire ancora più un bastardo facendolo andare a letto con una…bellissima
macchinetta dispensa-sesso gratuito e totalmente privo di sentimenti. E
guardacaso quella persona era proprio
dove si supponeva che fosse: a prendere a pugni il sacco, con una bandana fra i
capelli e il viso tirato in una smorfia di concentrazione.
“Ti devo parlare.” Ruggì Ron, fermandosi a un passo dal suo
migliore amico.
Harry lo ignorò, ma colpì il sacco con tre pugni rapidissimi
e decisamente più rabbiosi. “Io no.”
Ron diede un calcio spaventosamente duro al sacco, tanto che
un po’ di polvere e pezzi di intonaco dal soffitto caddero a terra. “E invece
mi ascolterai, cazzo.” Sibilò.
Harry serrò i pugni. “E sentiamo, cosa c’è in programma per
oggi, mh? Mi accuserai di essere un mangiamorte in incognito?”
Ron fece un passo avanti, con gli occhi che gli fiammeggiavano
di rabbia. “No, ti accuserò di essere un approfittatore bastardo e ipocrita!”
Harry fece una smorfia ironica. “Certo, ovvio! Continua pure
a sparare altre riserve d’odio su di me, dopo la giornata di ieri sono sicuro
di aver visto e sentito il peggio!”
“Ma almeno ti ha portato una cosa buona, no?!” ruggì Ron.
“Ti ha portato Hermione!”
“Che?!?” Harry strabuzzò gli occhi.
Ron incrociò le braccia sul petto. “Beh, non hai niente da
dire al tuo migliore amico? Non mi vuoi raccontare quanto ti è piaciuto
portartela a letto? Perché non mi dici anche com’è, mh? Avanti, dimmi! Si
eccita facilmente? Dà soddisfazione?”
Harry non sopportò quel modo volgare e animalesco di parlare
di Hermione, e prima ancora di riflettere colpì Ron al viso con un pugno deciso
e duro.
Ron barcollò indietro di qualche passo nonostante la sua
imponente mole fisica, poi si voltò e si pulì con la manica la bocca da cui
scendeva un rivoletto di sangue, quindi sfoderò un sorrisetto crudele. “Stavo
solo aspettando che tu mi dessi un motivo.”
E un momento dopo Ron gli fu addosso, lui pronto ad
attaccare e Harry pronto a rispondere. Si presero a calci e pugni non come due
ragazzi arrabbiati, ma come due apprendisti soldati addestrati a picchiare più
duro che mai. Se le diedero con tutta la rabbia di cui erano pervasi, finirono
addirittura a rotolarsi a terra, e avrebbero continuato all’infinito – o almeno
finchè le ossa non si fossero frantumate tutte – se non fosse intervenuto
Sirius, che entrando li vide a terra che si stavano ammazzando e subito prese
la bacchetta.
“Immobilus!!”
Ron rimase con un pugno sospeso in aria, e anche Harry si
bloccò in una posizione piuttosto scomoda.
“Siete impazziti?!?” tuonò l’uomo, avanzando. “E’ per questo
che vi addestriamo, perché vi rompiate le ossa fra di voi?! Ma che cazzo vi
prende a tutti e due??”
Con un colpo di bacchetta Sirius liberò i due ragazzi, che
si rimisero in piedi con qualche smorfia di dolore; Ron aveva uno zigomo gonfio
e il labbro spaccato, Harry perdeva sangue dal naso e un livido gli si stava
formando sulla mascella, e tutti e due avevano un’aria cupa e poco fiato.
“Volete spiegarmi cosa diavolo vi è successo?!” Sirius era
furibondo, ma non ottenne nessuna risposta. “Bene.” Disse alla fine, incrociando
le braccia sul petto con un’aria alquanto intimidatoria. “Visto che avete
entrambi energia da vendere, ma non si capisce il motivo per cui la sfogate in
questo modo, vi darò io un modo per calmare i nervi. Cento flessioni,
centocinquanta se fra dieci minuti quando rientro non avrete chiarito il
problema come due persone civili e non come due mocciosi.”
Quando furono di nuovo da soli, Ron diede un pugno netto al
punching-ball. “Complimenti, ci mancavano cento flessioni di prima mattina!”
“Fatteli da solo i complimenti!” replicò furioso Harry. “Se
tu non avessi detto tutte quelle merdate forse a quest’ora non saremmo a questo
punto!”
“Ti sta bene se stavolta sei tu a sentirti colpevole anche
se non lo sei! Mi hai fatto sentire così per anni!”
“E mi dispiace, ok?!” urlò Harry. “Mi dispiace se non sono
stato un buon amico quando tu sei stato il migliore che abbia mai avuto! Mi
dispiace se in passato ti ho fatto star male, e soprattutto mi dispiace di non
avere il potere di far tornare indietro il tempo per rimediare! Buffo però che
a suo tempo non hai mai avuto il coraggio di dirmi niente, e ti sei tenuto
tutto imbottigliato dentro fino ad oggi!”
Ron scosse la testa quasi infastidito. “Comunque il discorso
non è in questi termini.”
Harry spalancò gli occhi per un momento. “Dio, giuro che uno
più incasinato di te non l’ho mai incontrato! Non sai neanche tu qual è il
problema!”
“Il problema è che la tua aria da bravo ragazzo mi dà ai
nervi.”
“Io sarei un bravo
ragazzo??”
“Già, tu!” Ron si passò una mano fra i capelli. “Cazzo, tu
sembri sempre così…così capace di distinguere il bene dal male, il giusto
dall’errore! A volte sei perfino insopportabile e tutti ti adorano per questo,
a cominciare da mia madre per cui sei il figlio ideale!”
Harry fece un passo avanti. “Ma chi te lo dice a te che io
sono perfetto come dici tu, eh? Tu nemmeno lo sai quant’è alterato il mio
cervello! Ho tanta di quella rabbia in corpo che a volte nemmeno ci capisco! Se
mi controllo è solo perché…” qui si fermò un attimo: non poteva certo dire la
verità, che Ginny era il suo raggio di sole. “…perché bisogna farlo. Me lo
impongo, ci provo. Ma non ci riesco sempre.”
“Appunto, vedi? Tu almeno ci provi. Io non voglio
intenzionalmente, perché odio tutto e tutti e non ho intenzione di smettere.”
“E invece dovresti imparare a fare la differenza, perché
finisci col lanciare sempre tutto il tuo odio addosso a quelli che ti vuole
bene e li fai star male.” Harry scosse la testa. “Dici che io sono stato uno
stronzo perché anni fa ho fatto la stessa cosa. Allora dovresti sapere bene
quanto è doloroso.”
Ron si appoggiò stancamente di spalle al muro, serrando gli
occhi per un attimo per poi mantenerli bassi. “Io bevo, Harry.” Mormorò piano.
Harry rimase in silenzio per qualche istante, assimilando
completamente quello che aveva appena sentito. “Da quando?”
“Da quando abbiamo cominciato l’addestramento.” Gli rispose
piano Ron. “Tutte le notti, o quasi. E vado anche a puttane, perché di notte
non riesco a dormire. Continuo ad avere gli incubi…sto diventando un figlio di
puttana coi fiocchi, non riesco a scappare neanche da me stesso.”
Harry si tolse la bandana dalla testa. Strano…non riusciva
più a sentire tutta quella rabbia verso il suo migliore amico, perché
finalmente riusciva a vedere oltre quella dannata armatura che si portava
sempre addosso per non mostrare alcuna vulnerabilità. “Eri ubriaco ieri, quando
hai detto quelle cose.”
Ron annuì lentamente. “Già.”
Harry sospirò. “Ne devi parlare con qualcuno.”
“No, scordatelo.”
“Ron, se questa cosa viene fuori ti sospenderanno
dall’addestramento.”
Lui scosse la testa. “Voglio risolvere tutto da solo. Ti
chiedo solo di non andare a spifferarlo in giro. In fondo…me lo devi.”
Harry inarcò un sopracciglio. “Te lo devo?”
“Se non sbaglio ti ha dato l’occasione che aspettavi per
dichiararti a Hermione.” Ron si era irrigidito di nuovo. “E non provare a
negare, perché vi ho visti ieri sera al Paiolo Magico.”
Harry mise le mani sui fianchi. “Se ci hai visti hai visto
anche che Hermione era disperata, non l’ho mai vista così. Sono uscito con lei
perché avevo paura di lasciarla sola in quelle condizioni.”
Ron si sedette stancamente sulla panca, cercando di
soffocare quella terribile ondata di dolore che l’aveva invaso. “Beh, almeno da
ora ci saia tu ad asciugare le sue lacrime.”
Harry si accigliò. “Di che accidenti parli?”
Ron lo guardò. “Dimmelo tu. Che c’è fra te e Hermione?”
Harry lo guardò stupito. “Che vuoi che ci sia, idiota? Io
amo da impazzire Hermione, ma non sono innamorato di lei. Riesci a capirla la
differenza?”
Ron abbassò di nuovo lo sguardo e annuì. “Sta…sta molto
male, vero?”
Harry prese posto accanto a lui. “Si. Le hai detto delle
cose veramente orrende, e dal modo in cui l’hai assalita l’hai convinta che è
quello che pensi.”
Ron nascose il viso fra le mani per un attimo. “Darei
qualsiasi cosa per cancellare la giornata di ieri e tutte le stronzate che ho
fatto…Dio…”
Harry si scrocchiò le dita e sospirò. “Fammi una cortesia,
Ron. Tieni a mente una cosa quando ti senti una latrina e ti ubriachi per non
sentirlo.” E così dicendo lo guardò in faccia. “Ricordati che io ho una voglia
pazza di vendetta quanto te, per cui siamo in due in questa storia. Saremo
sempre in due.”
Ron chiuse gli occhi per qualche istante. Come aveva potuto
anche per un solo secondo dubitare del suo migliore amico? “…mi dispiace.”
“Lo so.”
“Già.”
“Con lei non sarà così facile.”
Ron annuì. “Lo so. Non riesco nemmeno a immaginare cosa
dirle dopo tutto il male che le ho fatto.”
Harry esitò. “Ron…credo che tu debba sapere una cosa.”
“Sarebbe?”
“Ieri sera, quando ho riaccompagnato a casa Hermione…c’era
Adam Stanton sotto casa sua. Li ho visti che si baciavano qualche minuto dopo
che mi sono allontanato.”
Ron inspirò profondamente. E così Hermione…e poi gli tornò
in mente che quando l’aveva baciata l’aveva fatto perché lei voleva sentirsi
pronta a baciare Adam. Non lui.
Harry si massaggiò un polso. “Non vado particolarmente pazzo
per Stanton, ma ho visto com’era ridotta Hermione ieri. Perciò se lui può
offrirle una spalla su cui piangere e un motivo per sorridere di nuovo, beh…non
mi metterò in mezzo. E ti consiglierei di fare lo stesso, altrimenti le darai
un altro motivo per essere furiosa con te.”
Ron annuì e tirò su col naso, incapace di scegliere una fra
le migliaia di sensazioni che stava provando. “Ok. Cercherò di parlarle ora che
viene.”
“Non verrà.” Disse piano Harry, guardando dritto davanti a
sé. “Ha chiesto a Ben di dare una mano ad Adam in amministrazione perché non si
sentiva bene.”
Ron fece un sorriso amaro. “Sta proprio cercando di
evitarmi, eh?”
Harry scrollò le spalle. “Puoi darle torto?”
Ron si grattò la nuca. “No, suppongo di aver tirato troppo
la corda stavolta.”
“Andrà bene. Dalle un po’ di tempo, vedrai che ti perdonerà.
Ha un gran cuore la nostra Hermione.”
Ron annuì con la testa bassa. “Si.”
Harry chiuse gli occhi. Gli faceva male quella situazione
che si era creata fra i suoi migliori amici. Ci stava sempre male quando
litigavano, ma stavolta ancora di più perché per la prima volta avevano ragione
tutti e due…il che era peggio che mai. Alla fine diede a Ron una pacca sulle
spalle e si alzò. “Forza, abbiamo cento flessioni da fare e non sono poche.”
Ron annuì e si alzò in piedi a sua volta, tenendo presente
che non poteva fare altro che seguire il consiglio di Harry e confidare nel
tempo per risolvere le cose. Ma non c’è niente di più complicato al mondo che
chiedere a un impulsivo di aspettare.
***************
So stay with me
You look in my eyes
And I'm screaming inside that I'm sorry
And you forgive me again
You're my one true friend
And I never meant to hurt you
Forgive me, Evanescence
***************
Ginny, seduta sulle gambe di Harry, stava continuando a massaggiargli
la testa passandogli le dita fra i capelli nel modo che lui tanto amava, cercando
di aiutarlo a espellere un po’ di tutta quella tensione che aveva accumulato
ultimamente. Lui stava seduto sprofondato sul divano, con gli occhi chiusi e la
testa appoggiata stancamente contro la spalliera.
“Non vuoi dirmi cosa ti ha detto mio fratello?” gli chiese
dolcemente, senza interrompere il suo massaggio.
Harry scosse piano la testa. Aveva promesso a Ron che
avrebbe tenuto la bocca chiusa, e mai e poi mai avrebbe rotto la sua promessa.
“No. Scusa.”
“Non fa niente.” Ginny scrollò le spalle. “Spero solo che le
spiegazioni che ti ha dato siano sufficienti a motivare il suo comportamento di
ieri.”
“In realtà non saprei proprio cosa risponderti.”
Ginny si passò una mano fra i capelli. “Sai una cosa? Io non
credo che potrei capire le sue motivazioni, ammesso che ce ne siano, perché non
si può dire un mucchio di schifezze come quelle e poi sperare di fare la pace e
rimettere tutto a posto.”
“Io non esprimerei giudizi così radicali.” Harry aprì gli
occhi, leggermente accigliato. “Non è da te essere così dura.”
Ginny storse le labbra. “Questo conferma che tu sei una
persona migliore di me, se sei diventato così comprensivo.”
Harry le scansò gentilmente le mani dai capelli. “Ginny, Ron
sta soffrendo.”
“Vogliamo parlare di Hermione?” Ginny incrociò le braccia
sul petto. “Forse tu non lo sai, ma la prima cosa che mi ha confidato quando
abbiamo cominciato ad essere veramente amiche è stata quanto si sentisse
fortunata ad avere voi due come amici. Perché per quanto fosse difficile e
pericoloso starvi dietro, lei sentiva di essere finalmente importante per
qualcuno, di avere degli amici per la prima volta in vita sua.”
Harry sospirò. “Credi che non lo sappia, che non mi faccia
male sapere che sta soffrendo?”
Ginny inarcò un sopracciglio. “E allora perché prendi le
parti di Ron?”
Harry le lanciò un’occhiataccia. “Io non ho detto questo.”
“Hai detto che lo giustifichi.”
“Ho detto che lo comprendo, che capisco perché soffre. Il
che è molto diverso.” Lei sospirò e guardò altrove. “Credi che sia facile per
noi, Gin? Credi che sia una cosa da niente imparare a scendere a patti con le
nostre nuove personalità o coi nostri incubi? Credi che sia facile per noi
imparare a fare la differenza fra giustizia e vendetta? Non lo è affatto, Gin,
è un casino che a volte mette paura.”
“Non parlarmi come se non ne sapessi niente.” Sibilò Ginny,
socchiudendo rabbiosamente gli occhi.
“Allora tu spiegami perché ce l’hai tanto con tuo fratello.”
Harry capì di aver colpito nel segno perché la vide sbattere gli occhi ed esitare.
“Vuoi proprio saperlo? Ok, si. Ce l’ho a morte con Ron.”
“Questo l’avevo capito.”
“Ti rendi conto che sono più di nove mesi che si è chiuso
nel suo orrido mondo di sofferenza e non ha lasciato entrare più nessuno?”
Ginny scosse la testa e si passò una mano fra i capelli. “Io e Ron siamo sempre
stati vicini, accidenti, ci dicevamo tutto o quasi! E invece ora a stento si
accorge che esisto, ma avrei la maturità di defilarmi in silenzio se al mio
posto ci fosse qualcun altro. E invece lui che fa? Allontana perfino i suoi
migliori amici! E io mi sono stancata di stare a guardare senza fare niente.”
Harry annuì in silenzio. “Lo so, ma in questo momento non
servirebbe a molto parlargli.”
“E che si fa?”
“Gli stiamo vicini, ma vediamo prima se riesce a riprendersi
da solo. Perché se recupera la fiducia in sè ce l’ha fatta. E’ una cosa che
deve riuscire a fare da solo, si deve mettere in gioco contro se stesso.”
Ginny sospirò e gli accarezzò una guancia per poi chinarsi a
dargli un piccolo bacio. “Credo che tu abbia ragione.” Gli disse piano.
Harry le passò una mano fra i capelli. “E io credo di non
essermi mai sentito tanto fortunato.” Lei lo guardò con un’espressione
interrogativa. “Io ho te che mi salvi dai miei incubi e dalle mie paure.”
Ginny gli sorrise, gli prese il viso fra le mani e lo baciò,
stringendolo fra le gambe in quel modo adorabile che lui tanto amava. Harry si
sollevò meglio, appoggiandosi su un gomito e passando una mano fra i capelli di
lei per attirarla ancora di più contro di sé. Istintivamente Ginny mosse un po’
il bacino, strappando un brivido a tutti e due…ma un attimo dopo si sentì il
suono di una gola che si schiariva, il che fece sussultare entrambi.
“Mamma!” esclamò Ginny con una voce stridula e sconvolta,
balzando in piedi e passandosi una mano fra i capelli spettinati.
Molly Weasley, che già aveva un sorriso enorme sul viso,
rise un po’ vedendo le facce rosse peperone di sua figlia e di Harry. “Oh,
ragazzi! Smettetela di trattenere il respiro o esploderete!”
Harry, imbarazzatissimo, si passò ripetutamente una mano
sulla nuca. “…ehm…signora Weasley, io… posso spiegare…”
“Mamma, guarda che è soprattutto colpa mia.” Fece subito
Ginny, col viso e i capelli dello stesso colore.
Sua madre inarcò le sopracciglia. “Colpa? Tesoro, chi ha una
colpa ha commesso un crimine, e voi due non mi sembrate esattamente dei
criminali.”
Harry esitò. “Noi…uhm…ecco…è un po’ che volevamo dirlo…”
Molly sorrise. “Oh, a me non raccontereste niente che già
non so.”
Ginny sbattè gli occhi. “Come? Tu…sapevi?”
“Tu non immagini come sia straordinario essere madre. Riesci
a sapere sempre tutto quello che succede ai tuoi ragazzi anche in anteprima.”
Ginny rimase a bocca aperta per qualche secondo,
sconcertata, quindì abbozzò un sorriso incredulo.
Harry si ciondolò sui piedi. “Non volevamo fare le cose di
nascosto come i ladri…è solo che volevamo prima conoscerci completamente senza
che nessuno potesse dare per scontato niente.”
Ginny annuì. Saremmo stati la notizia dell’anno, e la
popolarità è proprio quello che non vogliamo, nemmeno quella in famiglia.”
Molly sorrise ancora, mostrando senza mezzi termini che la
cosa le stava più che bene. “Ogni tanto mi soffermavo a guardarvi quando
pensavate che nessuno prestasse attenzione a voi…vi guardate in un modo
così…così intenso, così perso…ed è una cosa così dolce, mi ricorda così tanto
quando ero giovane io e…ooh!” prevedibilmente la paffuta signora scoppiò a
piangere, e Ginny subito l’abbracciò. Harry si avvicinò e le offrì un sorriso
leggermente imbarazzato ma molto caloroso. Molly gli fece una carezza materna
sulla guancia. “Se avessi potuto scegliere un bravo ragazzo per la mia bambina
non avrei potuto fare una scelta migliore.”
“Grazie.” Mormorò Harry con un mezzo sorriso.
Ginny si staccò da sua madre. “Allora non sei arrabbiata,
vero?”
Molly scosse la testa e le baciò la fronte. “Assolutamente
no. Ma voglio che sappiate che non vi faciliterò il compito con gli altri. Ai
tuoi fratelli lo dovrete dire voi due insieme, Ginny. E se volete il mio
consiglio, io comincerei da Ron.”
Harry annuì. “Ci avevamo già pensato.”
“Stiamo solo aspettando il momento opportuno.” Fece Ginny.
“Bene.” Molly fece un sorriso enorme e battè le mani, al
colmo della gioia. “La mia bambina e il mio Harry! Oh santo cielo, che immensa
gioia…posso almeno dirlo a papà?”
Ginny sorrise e scrollò le spalle; Harry si grattò il naso
per nascondere dietro la mano una risata divertita per l’espressione della
signora Weasley.
***************
Baby please try to forgive me
Stay here, don’t put out the glow
Hold me now, don’t bother
If every minute it makes me weaker
You can save me from the man that I’ve become
Shape of My Heart, Backstreet Boys
***************
Ron rimase per un lungo momento fermo davanti alla porta di
casa di villa Granger pensando a cosa poteva dire a Hermione; e arrivò alla
conclusione che non poteva prepararsi un discorso, per il semplice motivo che
doveva prepararsi a essere mandato al diavolo almeno una decina di volte prima
che lei gli desse la possibilità di spiegarsi. Era una sera particolarmente
fredda, e una zaffata di vento sferzante lo esortò a bussare alla porta.
Gli aprì Edward Granger, che non appena lo riconobbe sorrise
cordialmente. “Ron! E’ un piacere vederti, figliolo. Entra pure.”
Ron entrò, ma rimase nell’ingresso senza togliersi il
giubbotto e tenendosi le mani in tasca. “Salve, signor Granger.”
“Non sapevo che dovevi vederti con Hermione stasera.” Gli
disse l’uomo.
“No, veramente sono solo passato per dirle una cosa. Non vi
ruberò molto tempo.”
“Aspetta che te la chiamo.” Il signor Granger si sporse un
attimo verso le scalette a chiocciola che portavano al piano di sopra.
“Hermione? Tesoro, sei pronta?” non ci fu risposta. L’uomo comunque tornò
dov’era prima, gentile come sempre. “Allora, Ron. Che mi racconti? Come sta
proseguendo l’addestramento?”
Ron scrollò le spalle. “Molto bene, grazie.”
“Oh, lo vedo. Direi che sei piuttosto cresciuto dall’ultima
volta che ti ho visto.”
Ron accennò a un sorriso più per gentilezza che per altro.
“Già.” Mormorò.
Edward Granger fece un passo avanti. “Mh…ascolta, sai per
caso se Hermione ha avuto dei problemi di recente?”
Ron si accigliò. “Perché?”
“Sono due giorni che ha un’aria strana…distante. Triste. Sai
se è successo qualcosa?”
Ron fece fatica a mantenere un’espressione neutrale. “No…non
credo.”
Il padre di Hermione scrollò le spalle. “Comunque voglio
approfittare della serata per portarla a cena fuori. Mia moglie è fuori nel bel
mezzo di una missione anti-divorzio per sua sorella, e magari se siamo soli e
passiamo una buona serata insieme, può darsi che la mia bambina si decida a
dirmi cos’ha.”
“Mh.” Ron annuì, ciondolandosi sui piedi.
Il telefono squillò. “Scusami un attimo.”
Rimasto solo, Ron si guardò intorno con un certo interesse;
non solo perché quella era una casa babbana, ma anche perché era molto bella.
Poi un rumore di passi attirò la sua attenzione: Hermione. Stava scendendo per
le scale. Aveva lo sguardo basso, e questo lasciò a Ron un paio di secondi per
osservarla. Era vestita in modo molto normale: maglioncino, gonna al ginocchio,
stivali e capelli tirati su in una crocchia scomposta tenuta su da una matita e
da cui scendevano ciuffetti di capelli che le incorniciavano il viso…e Ron
pensò che fosse adorabile e anche molto più femminile di quanto lei stessa non
si sentisse. Quando arrivò alla fine delle scale alzò lo sguardo e lo vide…e
impallidì, bloccandosi.
“Ciao.” Le disse piano Ron.
Hermione esitò, quindi si diresse all’attaccapanni senza
dire una parola, prendendo il suo cappotto.
Ron le si avvicinò. “Posso parlarti un attimo?”
Lei continuò a dargli le spalle mentre prendeva la sciarpa.
“Non abbiamo niente da dirci.”
Ron sbattè gli occhi per un istante sentendo la sua voce
gelida, ma non si arrese. “Per favore, ho bisogno di spiegarti. Ti prego.”
Hermione fece una smorfia ironica. “Non ti disturbare, ho
capito perfettamente tutto quello che c’era da capire.”
Ron le appoggiò una mano sul braccio. “No, ascolta…”
Hermione si voltò di scatto, scrollandosi di dosso la sua mano
come se fosse stata bollente. “Non mi toccare.” Sibilò, scandendo bene le
parole.
Ron fece un passo indietro, stavolta colpito in pieno dal
suo rifiuto e dal suo sguardo inferocito.
“Tesoro, abbiamo un problema.” Il signor Granger rientrò
mentre s’infilava il cappotto. “Ha telefonato mamma, zia Cindy e zio Joseph si
stanno praticamente ammazzando e lei non riesce più a tenere sotto controllo la
situazione. Devo andare ad aiutarla.”
“Oh.” Hermione si passò nervosamente una mano fra i capelli.
“Non fa niente.”
“No, no, fa eccome. Ti avevo promesso che avremmo passato
una bella serata, e oltretutto ho prenotato un tavolo da Martin e non voglio
perderlo.” L’uomo si sfilò dalla tasca il portafoglio e porse alla figlia la
carta di credito. “Andate voi due, e spendete tutto quello che volete.”
Hermione fece per ribattere. “Papà, non è necessario, io…”
Suo padre scosse la testa. “Tesoro, lavori come una matta
tutto il giorno, almeno la sera vuoi pensare a divertirti un po’?” poi si voltò
verso Ron. “Tu hai qualche impegno per stasera?”
“No, sono libero.”
“Oh, perfetto allora.”
“Già, perfetto.”
Sibilò a bassa voce Hermione mentre s’infilava cappotto e sciarpa e usciva da
casa.
“Divertitevi!” il signor Granger salì a bordo della sua
auto, e salutando ancora i due ragazzi mise in moto e si allontanò in direzione
del centro di Londra.
Hermione sbuffò e si mise le mani in tasca, avviandosi lungo
il vialetto illuminato. Ron non esitò a seguirla, facendo del suo meglio per
selezionare accuratamente le parole da usare. “…ehm…allora, dov’è il ristorante
di questo Martin?”
Hermione si fermò e si voltò, e Ron le vide sul viso quella
stessa espressione sprezzante che aveva una volta, quando ancora non erano
amici. “La cosa non ti riguarda in alcun modo. Io e te non andremo proprio da
nessuna parte.”
Ron inarcò le sopracciglia. “Tuo padre vorrà delle
spiegazioni.”
“Niente spiegazioni.” Hermione girò sui tacchi e riprese a
camminare. “Ora vado a prendere Adam e andrò con lui a cena fuori.”
“Perché?”
“Perché è il mio ragazzo,
e voglio stare con qualcuno che mi vuole bene.” Hermione ribadì ogni singola
parola con fermezza, cercando deliberatamente di fargli male come lui aveva
fatto con lei.
Ron la sentì come una botta allo stomaco, ma continuò a
camminare al suo fianco. “Va bene. Allora ti accompagno fino a casa sua.”
“Non ne ho bisogno, c’è una passaporta qui vicino.”
“Non mi riguarda. E’ sera, fa un freddo cane e io non ho
intenzione di lasciarti andare da sola per queste strade buie e solitarie.”
“Perché ti prendi tanto disturbo?” Hermione si fermò e si
voltò verso di lui, incrociando le braccia sul petto. “Sono stanca della tua
falsità e della tua ipocrisia.”
Ron sospirò stancamente. “Mi preoccupo per te.” disse piano.
Hermione scosse la testa. “Vattene, Ron. Non voglio vederti
né sentirti.”
“Senti, io da sola non ti mando. Quindi o vengo con te o ti
seguo da lontano, è una tua scelta.”
Hermione emise un sospiro esasperato e riprese a camminare,
passandosi nervosamente una mano fra i capelli. Ron lo interpretò come un si e
anche lui riprese la marcia al suo fianco, restando per un lungo momento in
silenzio. Non parlarono neanche quando presero la passaporta, camminarono
fianco a fianco in un imbarazzante silenzio per un buon quarto d’ora, quindi
giunsero in una strada piena di palazzi d’epoca e lei si fermò.
“Io sono arrivata.” Mormorò, evitando di guardarlo in
faccia.
Ron annuì piano. “Hermione…”
“No.” Lei chiuse gli occhi per un istante. “No, non dire
niente. Sono stanca delle cattiverie che dici.”
“Non ero me stesso ieri!” lui sembrava disperato. “Ho
avuto…un grosso problema e ho perso il controllo, e ho sfogato ingiustamente su
di te la mia rabbia. Ma ti giuro sulla mia stessa vita che ho detto solo
stronzate senza senso!”
Hermione scosse sarcasticamente la testa. “Non ti sembra una
scusa troppo comoda?”
“E’ la verità!2 Ron la prese per gli avambracci, guardandola
dritto negli occhi. “Io ti voglio veramente bene, devi credermi. Sei la mia
amica più cara, e mi ucciderei per il male che ti ho fatto. Ti supplico,
credimi.”
Hermione sentì gli occhi gonfiarsi e pungerle, e fu
costretta ad abbassare lo sguardo per nascondere le lacrime che minacciavano di
scivolarle sulle guance.
“Ti ho detto delle cose orribili, e so che un banale mi
dispiace non sarebbe sufficiente a cancellare tutto quello che ho detto.” Lui
le scansò un ciuffetto di capelli dal viso. “Dimmelo tu che devo fare.”
Hermione strinse forte gli occhi. La sua voce e i suoi occhi
sembravano così sinceri… “…ti prego, smettila.” Sussurrò con la voce strozzata.
“Per favore, ascoltami.” Ron cercò il suo sguardo.
“Cancelliamo la giornata di ieri per intero e ricominciamo daccapo, va bene?”
Stavolta le lacrime non obbedirono a Hermione e non si
fermarono. “Non si può.”
“Perché?” Ron non sapeva davvero più che fare.
Hermione lo allontanò gentilmente e si asciugò le lacrime,
ma quando parlò la sua voce era carica di tristezza. “Perché tu ieri hai
confermato uno dei miei peggiori incubi.”
Lui sospirò e si passò una mano in faccia. “Perché dici questo,
Hermione? Siamo stati amici per così tanti anni…”
“…e per almeno la metà del tempo non abbiamo fatto altro che
litigare.” Lo interruppe lei. “E ci sono state volte che mi sono chiesta se tu
mi sopportassi solo per Harry.”
Ron scosse freneticamente la testa. “Io non voglio
rinunciare alla tua amicizia.”
Lei fece un piccolo sorriso amaro. “E’ tardi, Ron.”
“No, non è tardi per niente.” Ruggì lui, facendo un passo
avanti.
Hermione tirò su col naso e trovò il coraggio di guardarlo
negli occhi. “Il male che mi hai fatto ieri è stato…indescrivibile. E io non
voglio più soffrire.”
Ron sospirò. “Giuro che ti proverò quanto sei importante per
me, anche se dovesse costarmi la vita.” Disse con fermezza.
Hermione si morse le labbra e fece un passo indietro, per
poi alzare i tacchi e correre via verso l’appartamento di Adam. Se fosse
rimasta un solo secondo di più avrebbe ceduto, e lei non doveva cedere. Doveva
dimenticare Ron per il suo bene, e non dargli un’altra opportunità di farla
soffrire ancora…no? Si asciugò le lacrime con la manica del cappotto e bussò
alla porta sforzandosi di lasciarsi tutto alle spalle. Era qui per questo, in
fondo…
Adam aprì la porta con una faccia annoiata, ma quando la
vide s’illuminò. “Ehi!”
“Ciao.” Hermione, sorridendo, gli diede un piccolo bacio.
“Credevo che fossi uscita con tuo padre.” Lui le passò
subito un braccio attorno ai fianchi.
Lei scrollò le spalle. “Papà è stato chiamato altrove. Così
ho pensato di invitarti a cena, se ti va.”
Adam finse un’aria pensierosa. “Mh…beh, normalmente se una
ragazza favolosa bussa alla mia porta e mi invita a uscire con lei io accetto
senza condizioni…”
Hermione sorrise. “Ma?”
“Ma stavolta ne ho una.”
“E sarebbe?”
Adam fece un sorrisone. “Voglio un bacio.”
Hermione rise e lo accontentò più che volentieri,
stringendosi a lui per scacciare via tutta quella tristezza che sentiva in
corpo…e ignorando qualcuno che nell’ombra si allontanò, incapace di restare a
vedere oltre le conseguenze dei suoi errori.
************************
L’autrice si scusa profondamente con tutte le ammiratrici
del nostro adorato Ron, ma a quanto sembra Miss Hermione Granger non si sentiva
ancora pronta ad abbassare la guardia! ^^ Scherzi a parte, lo so che anche
questo chap è molto triste (…scriverlo non è stato facile, eh…) ma non sarebbe
stato assolutamente realistico rimettere le cose a posto così, con un semplice
‘scusa tanto, sai, ero sbronzo’. No, preferisco che Ron si riconquisti la
fiducia e l’affetto di Hermione in modo più profondo, sappiamo tutti che può
fare meglio di così…e per questo motivo vi suggerisco di aspettare con una
certa fiducia il prossimo chap ^^
Voglio ringraziare INFINITAMENTE tutti quelli che stanno
recensendo la mia storia: il gruppo di ‘abituali’, ma soprattutto tutti i
‘nuovi’…voi nemmeno immaginate com’è bello sapere che tante persone leggono,
seguono e amano quello che scrivi…*me commossa* =) Non ci posso credere, sto
per raggiungere le 200 recensioni…wowwww!!!! =D E ora, naturalmente, passerò ai
ringraziamenti per ognuno, ma prima vorrei dare un saluto speciale a Emily, la
mia compagna di banco, che mi ha fatto ridere per un’ora di fila per una
battuta che ha fatto: stava leggendo il capitolo precedente, poi si gira e mi
fa: “Che tristezza, povero Ron…beh, ora che è rimasto senza Hermione puoi
fargli avere il mio numero di telefono?” …onore a Emily perché la verità è una
santa cosa…=)
Giuggy: si, gli
Evanescence sono proprio unici! Beh, almeno Harry si è comportato da vero
amico, no? Anch’io lo trovo dolcissimo! E sto aspettando con ansia l’arrivo
delle tue fanarts!
Ci: anch’io adoro
Harry, lo trovo più realistico di quanto non sembri…e lui e Ginny stanno
proprio bene insieme. Ooh, H/G moments non mancheranno qui, quindi…esulta pure
felicemente!
Eli: onorevole
autrice! Ora più che mai sono onorata di ricevere una recensione proprio da te,
che hai scritto qualcosa di semplicemente magico! =) Ti ringrazio molto, sai,
ci tenevo tanto al chap precedente…ma anche il prossimo è una sfida aperta. E
ho come la sensazione che ti piacerà, se mi riesce di scriverlo per benino… =)
Anche la Nenè mi ha chiesto qualcosa per Natale… vedrò cosa si può fare! Smack
smack!
Kiara: oh, non
tormentarti…è normale che Adam ti stia antipatico, visto il ruolo che ricopre…e
non disperarti per Ron, è un ragazzone in gamba, in qualche modo se la
caverà…come? Leggere per sapere ^^ Tutti
compleanni febbraiosi, eh? Tranquilla…ce ne sarà per tutti, parola!
Usaji: …mi viene
da pensare che il nostro Harry ti piaccia un po’… =D
Vega: il tuo
parere è sempre importantissimo per me…e il fatto che il chap precedente, per
quanto molto triste, ti abbia colpito mi riempie di gioia…vuol dire che è
venuto su bene! *me felice* Si, è proprio questo il punto: Ron ha detto delle
cose che sono false, ma fino a un certo punto perché sono andate a toccare dei
nervi scoperti…ecco perché ora Hermione è così restia a perdonarlo. … =)
neanche a me Adam sta tanto simpatico…Wow! Che confronto importante! Mi sento
onorata… un bacio forte forte =)
Luna Malfoy: ooh,
come mi dispiace di averti fatto soffrire…ti presto Ron per un paio d’ore? =D
Però poi me lo rimandi, eh? ^^ E mi piacciono le recensioni lunghe, non
scusarti mai! Uno sfizioso capitoletto su Dan? Ho una bella notizia per te: il
16 Dicembre è il compleanno del mio caro amico e maestro di spagnolo Alexis, e
lui mi aveva fatto una richiesta del genere già un po’ di tempo fa…quindi la
tua richiesta verrà esaudita! =)
Mony: tesoruccio,
non disperarti…e poi hai detto una cosa molto vera, sai…secondo te Hermione la
pensa come te? Guarda, pensala come la mia amica Emily: male che vada lo
coccoliamo noi il nostro adorato Ron =D No che non è cattivo…è solo incasinato.
Succede. Smile, piccola! Prometto che tra poco non avrai più motivo di
piangere! =)
Kim: eccone
un’altra che sforna delle cose così belle che mi tiene incollata per ore allo
schermo! Tesoruccio…tu non sarai mai a corto di idee perché la tua storia è una
bomba! Aggiorna presto! Un kiss grande grande
Danae: grazie!
Povero Ron, non è stronzo…è confuso. Ok, magari un po’ stronzetto lo è, ma fa
parte del suo fascino, no? =)
Keijei: Giuliette
sarebbe Gabrielle… =Dtra lei e Adam si
direbbe quasi che le strade dei nostri due adorati eroi si stiano dividendo
ancora di più, ma…c’è sempre un ma! =) Si, bisognerebbe regalare a Ron un orologio
da polso che lo aiuta a contare fino a dieci prima di agire…non lo ammazzo,
tranquilla…magari su Gabrielle (o Giuliette, se preferisci) ci facciamo un
pensierino, eh? =D
Vale: …un chap
molto divino =D Sono d’accordo con te, come si fa a resistere a un uomo come
lui? Certo che però è difficile stargli dietro…ma Hermione è un osso duro!
Anche se mi rendo conto che in questo momento sarai scivolata giù dalla sedia e
ti starai disperando da qualche parte…=) Non ti ho fatto chiudere occhio, alla
fine ^^ mi farò perdonare, promesso =D un bacione
Marilia: santo
cielo, grazie mille! Anche se non credo di meritare tanto =) Tesoro, non so
quanto ti convenga imparare tutte le mie storie a memoria! ^^ Gabrielle non è
la sorella di Fleur, non ci saremmo con l’età…Alfonso? E’ il mitico Cuaron,
nonché mio futuro marito! Buon compleanno, mille auguri Mary! Un po’ in
ritardo, ma…auguroni!! Vedrò di fare quello che mi hai chiesto…ma nel frattempo
scegli uno dei chap della storia di Harry e Hermione…e consideralo dedicato a
te!
Vale86: si è
fatto una bella passeggiatina, direi! Grazie a te per la tua recensione!
Miyu: visto, non
ti ho fatto aspettare troppo! Complimentissimi per la tua storia delle
interviste…giuro, mi hai fatto morire dalle risate! Ancora, ancora!
Sendy Malfoy: eccoli
qua Harry e Ginny! Grazie per i complimenti!
Eva: eh si,
povera piccola Hermione, l’è caduto davvero il mondo addosso…ma non è detta
l’ultima parola, no? =) Concordo col fatto che Ron resta sempre e comunque
fascinoso…^^ Guarda, nemmeno io conoscevo molta gente nata a Febbraio…ma ho
notato che qui sono tutti febbraiosi! =)
Rachel: …povero
caro, strapazzato Ron…ma io punto comunque dieci galeoni su di lui =)
Electra: grazie
mille! Spero che le mie storie continueranno sempre a piacerti!
Sveva: sei molto
gentile! E ringrazio Rachel che mi ha fatto pubblicità =)
Blackmoony: grazie
da parte mia e di mia sorella!
Ginny: in effetti
Adam non ha un ruolo facile…vedrai cosa succederà presto! E il tuo ritardo è
perdonato =) Sono contenta di essermi resa utile migliorando la tua giornata ^^
Strekon: generale!
=) Ma dove sei finito, eh? Beh, torna subito a scrivere, cos’è questa storia
che non hai voglia? Ti iscrivo all’addestramento dei War Mage, così ti passa la
pigrizia? ^^ Quanto a Ron geloso…ha capito da solo che Harry è il suo migliore
amico e gli vuole bene…adesso bisogna vedere cosa combinerà! Aggiorna presto,
capito?
Giuggia89: …questo
ragazzo fa gola a tutte! =D certo, non aiuta il fatto che sia in un momento in
cui avrebbe bisogno di un po’ d’affetto…e noi tutte saremmo disposte a
dargliene in abbondanza! =) Ciao, alla prossima!
Li chan: hai
fatto perfettamente centro, Ron è molto frastornato e invece di calmarsi e
riflettere agisce per paura, e complica ulteriormente le cose…ci vorrebbe un
aiuto esterno, non credi? Ma la domanda è: chi lo deve aiutare questo ragazzo?
^^ Presto lo scopriremo…=D
Più la lista dei ringraziamenti è lunga più io sono felice,
e più io sono felice più scrivo, e più scrivo più mi viene voglia di aggiornare
presto, e più mi viene voglia di aggiornare più mi applico a scrivere in
fretta… (…mica si è capito che sto cercando di corrompervi a continuare a
lasciare tante recensioni, eh? Nooo…^^) Vi voglio un mondo di bene, ragazzi!
Grazie per tutte le bellissime parole che mi dite sempre! Prometto di farvi
arrivare puntuale il prossimo chap, “L’unico aiuto di cui ho bisogno”. E
prometto che non vi lascerà insoddisfatti! Un bacio infinito a tutti,
Capitolo 12 *** L'unico aiuto di cui ho bisogno ***
BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO
BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO
CAPITOLO 11: L’UNICO
AIUTO DI CUI HO BISOGNO
Hello…do you miss me?
I hear you say you do
But not the way I’m missing you
What’s new? How’s the weather?
Is it stormy where you are?
You sound so close but you’re so far…
Kiss the Rain, Billie Mayers
***************
“Quindi alla fine il Ministero sta per cedere alla nostra
formale richiesta di inviare un manipolo di auror a prelevare gli uomini in
questione.”
Adam concluse il suo rapporto settimanale al generale
Graham; da quando erano stati assegnati a quella missione ogni settimana i tre
auror facevano da tramite fra il Ministero e i War Mage, e mantenevano non solo
i contatti, ma anche gli aggiornamenti sui successi e sui passi avanti dell’operazione
Smaschera-Mani-Pulite.
Liam fece un sorrisetto ironico. “Non si sporcheranno mai le
mani a mandare le guardie ministeriali.”
Stephen Nigel, uno dei tre auror, annuì. “Certo, perché il
consiglio ritiene che gli elementi di cui disponiamo non siano vere e proprie
prove inoppugnabili che Malfoy e company sono mangiamorte. A un processo si
creerebbe troppo rumore, e l’esercito di Voldemort avrebbe punti sul nostro
effetto sorpresa.”
Sirius increspò le labbra. “Gli effetti sorpresa del
Ministero sono sempre stati degni della festa a sorpresa di un ragazzino di tre
anni.”
Robert
Rippley, l’altro auror, s’infuriò. “Le ricordo, colonnello, che la lotta
contro Voi-Sapete-Chi è stata sempre condotta dagli auror, prima ancora che dai
War Mage.”
“Con risultati evidentemente fallimentari, visto che non
siete ancora capaci di pronunciare nemmeno il suo nome.”
Graham si schiarì la gola. “E’ compito sia degli auror che
dei War Mage combattere questa maledetta guerra, e dovremmo essere tutti in
grado di superare ipocrisie e burocrazie per poter salvare vite umane.” Fece
autoritariamente.
Ron, che insieme a Harry e Hermione era presente alla
missione per il contributo che stavano fornendo, si accigliò. “Vi abbiamo già
detto che Malfoy trafficava con robaccia di arti oscure, no?”
Remus scosse la testa. “Queste sono accuse minori. Noi
vogliamo ottenere il bacio dei Dissennatori, e con quello che abbiamo per le
mani a un processo avremmo solo una multa salata e un misero periodo di
reclusione.”
“E non si può truccare il processo?” propose Harry. “L’hanno
sempre fatto, no?”
Liam scosse sarcasticamente la testa. “Per quanto assurdo
possa sembrare, no.”
Ron fece una smorfia e borbottò “Stronzate” fra i denti, e
Hermione dovette mordersi la lingua per non rimproverarlo. Non gli parlava da
due settimane, non poteva ricominciare in quel modo.
“Perquisendo le loro case?” suggerì Natan. “Sono pieni di
merda oscura, giusto?”
Adam fece una smorfia. “E che ti aspetti di trovare, i loro
mantelli neri e i cappucci da minchioni nascosti sotto il letto?”
“Forse potremmo…”
In quel momento Bernie entrò con dei fogli in mano e l’aria
cupa, senza nemmeno preoccuparsi di bussare. “Homer.” Disse con voce rauca.
“Beauxbatons, due ore fa. Ce le hanno mandate Johnson e Miller.” E così dicendo
mise sulla scrivania del generale i fogli, che si rivelarono fotografie. Tutti
i presenti si sporsero per osservare, e tutti impallidirono e rimasero scossi.
Hermione si sporse a sua volta in avanti, sentendo dietro di
lei Harry e Ron che cercavano di guardare, ma un attimo dopo si sentì
fisicamente male: erano immagini di cadaveri di giovani (e anche giovanissimi)
studenti di Beauxbatons ridotti più o meno male, e su molti di loro i genitori
piangevano in modo straziante.
Lupin probabilmente notò il pallore terribile che era
comparso sui volti dei tre ragazzi, perché si accigliò. “Andate a prendere una
boccata d’aria fresca fuori, voi tre.” Graham annuì.
Hermione non si rese neanche conto di come arrivò nel
corridoio; barcollò trascinandosi sulle gambe e una volta fuori si appoggiò
alla parete con una mano, boccheggiando. Spese un solo istante a leggere
l’orrore anche negli occhi di Harry e Ron, perché un attimo dopo fu assalita da
una serie di flash di ricordi, accompagnata dagli odori e dai rumori di quella
terribile notte in cui era finito e cominciato tutto…
Ron vide Hermione correre nel bagno più vicino e la sentì
dare di stomaco con forza, e per un attimo provò un incredibile impulso di
raggiungerla per aiutarla, ma proprio in quel momento Adam uscì dalla stanza di
Graham e puntò dritto verso il bagno, precedendolo.
Hermione sentì che qualcuno le stava scansando i capelli dal
viso e le stava accarezzando la schiena mentre lei vomitava, e quando
finalmente riuscì ad alzare la testa dal gabinetto fu ben felice di riconoscere
Adam, e subito gli gettò le braccia al collo.
Lui la strinse a sé, accarezzandole la testa e la schiena.
“Ssh…” sussurrò. “…calmati…”
“E’ successo ancora.” Mormorò lei nel suo collo, tremando.
“L’hanno rifatto.”
“Non potevamo saperlo, non c’era modo di impedirlo.”
“Hanno fatto a Beauxbatons la stessa cosa orribile che hanno
fatto a Hogwarts.”
“Lo so…calma…respira…”
“…e noi non abbiamo potuto fare niente…”
“Ti abituerai a questa sensazione, ora sei sconvolta ma
presto ci farai il callo.”
Farci il callo?
Hermione, accigliata, si tirò indietro per guardarlo in faccia. “Come hai
detto?”
Adam le scansò i capelli dal viso. “Sei ancora all’inizio,
ma presto imparerai a mantenere un certo distacco fra te e quello che succede.”
“Un certo distacco?”
ripetè incredula lei. “Adam, come puoi restare freddo e distaccato di fronte
alla morte di poveri innocenti?”
“Un po’ di cinismo ti serve se vuoi andare avanti in questo
lavoro.” Adam scrollò tranquillamente le spalle. “Se vuoi disperarti per ogni
poveraccio che resta coinvolto non sarai emotivamente in grado di reggere. E’
lo stesso criterio del medico che si vede morire il paziente fra le mani; che
fa, non esercita più per paura di replicare la tragedia?”
Hermione rimase in silenzio. Probabilmente Adam aveva anche
ragione…ma il modo freddamente razionale in cui si era espresso le aveva fatto
sentire un brivido di freddo lungo tutta la schiena.
***************
“La torre di Corvonero
è saltata in aria!”
“Dobbiamo trovare
Silente, presto!”
“Andatevene,
scappate!”
“Aahh!!”
“L’uscita è bloccata,
non si passa!”
“Seamus!!”
“Dean, fermati!!”
“Harry Potter. Che
peccato che abbiamo l’ordine di non ucciderti.”
“Crucio!”
“Lascia stare gli
altri, è me che vuoi!!”
“Bastardo, toglile le
mani di dosso!!”
“Convincilo a
diventare un seguace del nostro signore.”
“Vaffanculo.”
“Avada Kedavra!”
“Nooo!!!”
“Tu sei morto,
Potter!”
Harry si svegliò di soprassalto, balzando seduto nel letto e
respirando affannosamente, completamente coperto di sudore freddo. Quegli
incubi…ricordi…era un po’ che non li aveva, ma ora sembrava che si fossero
sovrapposti alle immagini della mattina, quelle di Beauxbatons…ed era stato
terribile rivivere quella notte atroce.
“Tutto a posto?”
Harry strinse gli occhi. Era ancora notte, e nella stanza si
poteva vedere solo grazie al raggio di luna che entrava dalla finestra, ma la
sagoma di Ron che si allacciava le sue scarpe sul bordo del letto era
abbastanza visibile.
“Che stai facendo?” Harry si stropicciò gli occhi.
Ron si alzò e si infilò una felpa sui jeans. “Ricordi?”
disse semplicemente, e Harry annuì. “Già. Anch’io.”
“E dove stai andando?”
Ron prese il suo giubbotto. “Io non ho intenzione di passare
il resto della notte a ricordare.” Mormorò, tenendo gli occhi bassi. “Vuoi
venire con me?”
Harry si grattò la nuca. In effetti aveva una sensazione
orribile, una che Ginny lo aveva aiutato a soffocare così tante volte…ma Ginny
quella notte non c’era, e i suoi ricordi erano più vivi e brucianti che mai.
Forse stordirli non sarebbe stata una cattiva idea, solo per una volta… “Ok.”
Ron aspettò che anche il suo amico fosse pronto, quindi
facendo attenzione a non svegliare nessuno uscirono di casa e si avviarono a
Diagon Alley con una passaporta; una volta lì svoltarono a Knockturn Alley, che
a quell’ora della notte era ancora più tetra e piena di gentaglia di tutti i
tipi, e Harry non potè evitare di guardare Ron con un’aria stupita quando lo
vide salutare confidenzialmente due ragazze di strada che risposero chiamandolo
‘tigre’. Ron si limitò a scrollare le spalle con aria divertita, facendo strada
fino al Settimo Pentolone.
Harry inarcò entrambe le sopracciglia entrando: quel posto
era una bettola, non c’erano altri modi di definirlo. Una ragazza con un
cortissimo abitino blu e uno squallido grembiulino grigiastro venne loro
incontro con un cordiale sorriso.
“Ciao tesoro.” Disse a Ron, baciandolo sulla guancia. “Oh,
vedo che stasera hai compagnia.”
“Lui è il mio amico Harry.” Ron gli diede una pacca sulle
spalle. “E questo splendore si chiama Mandy.”
Harry le fece un cenno con la mano. “Ciao.”
Mandy sbattè mellifluamente i suoi grandi occhi blu.
“Piacere di conoscerti, Harry. E’ la prima volta che vieni qui?”
“Già.” Harry si guardò un po’ in giro.
Ron gli fece un cenno col mento in direzione di un tavolino.
“Mandy, noi andiamo a sederci. Portaci un po’ di roba forte.”
La ragazza gli fece un occhiolino. “Ti porto il solito per
due.”
“Praticamente sei di casa qui.” Fece Harry, mentre si sedeva
al tavolo.
Ron scrollò le spalle con aria indifferente. “Si, beh…non è
la prima volta che ci vengo.”
“Già, e guardacaso sei il beniamino di tutte le ragazze.”
Ron sorrise e scosse la testa. “Anche tu hai fatto colpo su
Mandy.”
Harry inarcò un sopracciglio. “Anche un cane orbo e bastardo
ci riuscirebbe, quella tipa è una gatta in calore.”
Ron gli strizzò l’occhiolino. “E che gatta…fidati di me, la conosco piuttosto…a fondo.”
Harry fece una smorfia. “Cioè te la sei scopata.” Il
sorrisetto di Ron rispose da solo. “Grandioso… senti, facciamo prima: esiste
una donna qua dentro che non ti sei già portato a letto?”
Ron scosse la testa. “Nah, non farti alcun problema per
questo. Se ti piace una di loro fa’ pure, non crearti rogne solo perché ci sono
andato prima io.”
“Molto generoso da parte tua, fratello, grazie.” Fece Harry,
con non poco sarcasmo.
“Dovere.” Ron gli strizzò l’occhiolino.
Mandy tornò al tavolo in quel momento, con un vassoio carico
di bicchieri sul braccio che stava in piedi per miracolo, visto il modo in cui
stava ancheggiando. “Ecco qui un po’ di buonumore per i clienti più
affascinanti del locale.” Sporgendosi in avanti la ragazza offrì a Harry
un’ampia visuale del suo decolletè.
Ron le diede una piccola pacca sul sedere. “Grazie,
splendore.”
Lei sorrise prima a Ron, poi di nuovo a Harry. “Mi
raccomando, se avete ancora sete non dovete fare altro che chiamarmi.”
Harry la guardò mentre andava via con un mezzo sorrisetto
sul viso. Poteva anche essere impegnato con Ginny…ma era un maschio
perfettamente sano, e oltretutto quasi diciottenne…e solo un cieco non avrebbe
ammirato una donna come quella.
Ron prese un bicchiere e glielo porse, poi ne prese uno per
sé. “Ecco qui, ti presento il miglior incantesimo per la memoria che conosco.”
Harry guardò il bicchiere con aria un po’ perplessa, ma alla
fine vinse ogni dubbio e buttò giù il liquido, stringendo forte gli occhi per
un momento e facendo una smorfia disgustata.
Ron rise. “Che bamboccio.” Mormorò, bevendo tutto d’un fiato
il suo whisky.
“E tu reggi questa roba?”
“Prova col secondo round, si presume che non bruci come il
primo.”
Harry si sentì tanto pazzo da ascoltare il suo consiglio…e
incredibilmente notò che Ron aveva ragione. Stavolta il liquore aveva uno
strano sapore caldo, piacevole… “…non è male.”
“No, al contrario.” Ron prese un altro bicchiere. “Allora,
vuoi provare ancora?”
Harry prese a sua volta la sua terza dose. “Se lo reggi tu,
perché io non dovrei.”
Ron fece un sorrisetto. “Le ultime parole famose.”
“Cin cin.” Harry buttò giù anche il terzo bicchiere. Era
veramente piacevole…sentiva i nervi del suo corpo, tesi fino a un momento
prima, rilassarsi leggermente. E se con un bicchiere si sentiva già così
meglio, figurarsi dopo…
… e fu così che tre bicchieri divennero quattro, cinque,
sei…finchè oltre a una piacevole sensazione di vuoto nella testa sopraggiunse
un sorprendente buonumore, che Ron trovò particolarmente divertente quando
Harry cominciò a fare le imitazioni di tutti i loro amici – la migliore fu
quella di Homer Graham.
Ron si asciugò le lacrime col palmo della mano, ridendo e
tenendosi un fianco dolorante per le troppe risate. “…oddio…lo fai…sei uguale!”
Anche Harry lottava per trovare fiato tra le risate, ma in
qualche modo riuscì a rifare la voce del loro generale. “Avanti ragazzi,
tiratevi tutti giù le mutande e vediamo chi ce l’ha più grosso!” qui tutti e
due risero così forte che rimasero senza fiato per qualche secondo, piegati in
due sul tavolo.
“Ehi, a quanto pare ve la state proprio spassando voi due,
eh?”
I due ragazzi smisero di ridere per vedere chi li stava
disturbando…anche se non era assolutamente un disturbo, anzi: c’erano due
bionde incredibilmente formose lì in piedi davanti al tavolo, sorridenti più
che mai.
Ron rispose con un sorriso altrettanto promettente, afferrandone
una per i fianchi e tirandola giù sulle sue ginocchia. “Chi si vede…la mia
bella Gabrielle.”
Gabrielle gli fece scivolare un dito sul naso. “…mmh…sai di
vino…”
Lui ridacchiò e scosse la testa. “…no, amore, è roba un po’
più pesante…”
L’altra ragazza scivolò sulla panca accanto a Harry,
buttandosi praticamente addosso a lui. “”Ciao!” esclamò vispa. “Tu sei l’amico
di Ron, vero?”
Harry annuì allegramente. “Tanto piacere, io mi chiamo
Harry…e che tu ci creda o no, sono amico della tigre da quasi dieci anni.” Le disse, accennando con la testa a Ron
e alla ragazza che gli stava in braccio; erano tutti e due molto presi…a
esplorarsi reciprocamente le tonsille.
La ragazza rise. “Bene…quindi la sua vicinanza deve averti
insegnato molte cose…”
Harry scosse la testa. “Ehi, chi ha bisogno di lezioni?
Semmai posso darne io a lui.”
“L’avevo immaginato.” Molto entusiasta, la biondona gli
prese il viso fra le mani e senza troppi complimenti sbattè le proprie labbra
sulle sue. Harry istintivamente le passò una mano fra i capelli e rispose al
bacio, deliziandosi del corpo della ragazza avvinto al suo. La baciò per un
lungo momento, passandole l’altra mano sulla schiena.
Ginny…
Tutto all’improvviso Harry spalancò gli occhi: quelli non
erano i capelli di Ginny, e nemmeno il suo corpo…quella non era lei. E se non
era lei perché diavolo la stava baciando? Era venuto a ubriacarsi con Ron per
non pensare, per scacciare dalla sua mente quelle immagini e quei ricordi
orribili…ma solo perché non c’era Ginny, perché altrimenti sarebbe andato da
lei. Non meritava di essere tradita solo per un po’ d’alcool nelle vene, con la
prima affascinante sconosciuta che si presentava. Per quanto ubriaco potesse
essere aveva ancora un minimo di lucidità. Così respinse indietro la ragazza e
si alzò in piedi.
Lei lo fissò stupita. “Ma dove stai andando?”
“A casa.” Harry barcollò e scrollò con forza la testa,
cercando di essere il più sobrio possibile. “Mi dispiace, non posso.”
“Non puoi??” fece inorridita la ragazza.
Harry raggiunse Ron e lo scrollò per un braccio. “Ron? Ehi,
Ron?”
Ron scollò le labbra da quelle della sua focosa compagna,
voltandosi verso Harry con un’aria esplicitamente seccata. “Ma che vuoi?”
brontolò.
“Io vado a casa.”
“Adesso?! Ma se…”
“Senti, io sto andando a casa, punto e basta. Che fai, vieni
con me?”
“Non ci penso neanche!” Gabrielle fece un largo sorriso e
Ron si accigliò. “Ma tu perché…”
Harry lo interruppe. “Mal di testa. Ci vediamo a casa.”
Ron sbuffò nel vedere il suo migliore amico che usciva in
tutta fretta dal Settimo Pentolone, e fu solo per tutto il whisky che aveva
mandato giù che non fece nemmeno caso alla scusa che gli aveva dato – un mal di
testa di Harry presagiva sempre burrasca, in genere. “E’ un po’ timido.” Disse
a Gabrielle, scrollando le spalle.
Lei gli strizzò l’occhiolino. “Dove eravamo rimasti?”
***************
“Visto come sono venuti bene così?”
Ginny fece un passo indietro e rimirò orgogliosa il suo
lavoro: i capelli di Hermione erano venuti ancora meglio del solito, grazie al
suo speciale shampoo nuovo avevano perso anche l’ultimo residuo di crespo ed
erano rimasti lunghi, morbidi, riccioluti e lucenti. Era tutta la sera che si
dedicavano al proprio aspetto: su suggerimento di Ginny avevano deciso di
passare una notte insieme a casa di Hermione all’insegna della femminilità, e
dopo due ore di maschere di bellezza, capelli, bagno rilassante coi sali e
manicure i risultati si cominciavano a vedere.
Hermione si guardò allo specchio e sorrise. “Sai che
potresti tranquillamente fare la parrucchiera?”
Ginny sorrise soddisfatta e si sedette sul letto che la
madre di Hermione aveva aggiunto nella stanza, stringendosi le ginocchia al
letto e liberandosi dalle pantofole. “Nah, sarei sprecata…devo trovare una
professione che mi interessi e mi tenga impegnata solo la mattina, senza
togliere neanche cinque secondi al mio tempo con Harry.”
Hermione spense la luce, lasciando accesa solo la lucetta
sul comodino, e salì sul suo letto accoccolandosi nel suo confortevole pigiama
invernale. “La vostra storia sta andando più che bene.” Le disse con dolcezza.
“Lo vedo da come state sia tu che lui. Sembra quasi che abbiate un mondo tutto
vostro, una specie di rifugio dalle brutte cose del mondo.”
Ginny fece un sorriso sognante. “E’ la cosa più bella che mi
sia mai capitata in tutta la vita. A volte quasi non ci credo…voglio dire,
Harry è sempre stato il principe azzurro dei miei sogni fin da quando ero
piccola, e ora che è realtà mi sembra ancora più un sogno.”
“Sapessi come gli stai facendo bene tu.” Hermione si sistemò
con le gambe all’indiana e il cuscino stretto fra le braccia. “Ti ricordi come
reagiva prima Harry alle sofferenze, no? Invece stavolta…beh, glielo leggo
negli occhi che non è disperato.”
“Harry ha molto bisogno d’affetto.” Mormorò dolcemente
Ginny. “Ho scoperto che le coccole, la fisicità in generale, gli fanno molto
bene. In questo modo invece di chiudersi nel suo dolore ti apre il cuore
completamente. E si lascia aiutare.”
Hermione strinse a sé il cuscino. “Deve essere stupendo
arrivare a questi livelli di intimità con la persona che ami.”
“Oh, altrochè!” esclamò allegramente Ginny. “E Adam, invece?
Perché non mi parli un po’ di lui, di voi due…?”
Hermione sorrise brevemente. “Adam è molto…possessivo, anche
se lo nega. E ha molto bisogno del contatto fisico anche quando siamo in
pubblico, il che a volte può essere imbarazzante. Sai com’è…già parlano tutti
di me perché sono l’unica ragazza, ci manca solo che comincino a mettere in
giro altre voci.”
Ginny sbattè gli occhi. “Hermione, da quanto tempo state
insieme?”
“Mh…due settimane, più o meno.” Le rispose malinconicamente
l’amica.
“Ok, stavolta con meno entusiasmo però.”
Hermione rise e scosse la testa. “No, scusa…è che sono state
due settimane un po’ difficili.”
Ginny rimase in silenzio per un minuto. “A te piace Adam?”
Hermione inarcò le sopracciglia. “Come? Certo che…”
“Non ti ho chiesto se è carino, simpatico o intelligente.”
La interruppe Ginny. “Ti ho chiesto se ti piace in quel senso. Se ti fa sentire i brividi per la schiena.”
Hermione esitò. “Si…credo di si, si.”
Ginny scosse la testa. “Sai cosa credo io? Io credo che Adam
ti piaccia molto, ma che in realtà sia solo una scappatoia.”
Hermione spalancò occhi e bocca. “Come?! Questo non è vero!”
“Da quanto tempo tu e Ron non vi parlate?”
“E questo che c’entra, scusa?”
“Tu rispondi e basta.”
Hermione si passò una mano fra i capelli e rispose in un
soffio. “Due settimane.” Ginny inarcò un sopracciglio. “Adam non ha niente a
che vedere con il mio rapporto con Ron, e la questione è chiusa.”
Ginny sospirò. “Perché fai finta che tra te e Ron non sia
successo niente, Hermione? Non puoi pretendere di dimenticare tutto in una
volta sette anni di amicizia così intensa, e non puoi nemmeno fingere di aver
superato il male che ti ha fatto perché io so che non è così.”
Hermione rimase in silenzio e si accoccolò nel cuscino che
teneva stretto fra le braccia. “…io ho bisogno di tempo…”
“Anche mio fratello sta soffrendo molto.” Disse piano Ginny.
“Si vede chiaramente. Se prima avevo dei dubbi, ora sono certa che è
completamente pentito per quello che ha fatto.”
Hermione abbassò lo sguardo. “…lo so…sono due settimane che
cerca di avvicinarmi, ma io lo allontano sempre.”
“Perché non lo lasci spiegare, Hermione?” provò accoratamente
Ginny.
“Perché ogni volta che lo guardo in faccia mi tornano in
mente le sue parole e la ferocia con cui le ha urlate. E nessuno potrà mai
togliermi l’idea che pensava quello che diceva.” Hermione aveva la voce che le
tremava. “Lo sai anche tu, Gin. Nessuno potrà mai assicurarmi il contrario.”
Ginny si morse le labbra. “Forse lui può.” Hermione scosse
la testa, stringendo gli occhi. “Io invece sono convinta che devi dargli la
possibilità di rassicurarti, di farti capire che è stato tutto uno stupido
errore.” Hermione non rispose. “Tu…vuoi fare pace con lui, vero?”
“Io…”
“Hermione, è il tuo migliore amico, ti vuole un bene
dell’anima!”
“Non lo so più quello che voglio!” Hermione sembrava
veramente confusa. “Certo che mi manca Ron, però lui…mi fa stare sempre male,
perciò forse stiamo meglio così tutti e due.”
“Io non penso proprio!” fece energicamente Ginny.
“Andiamo…lui sembra uno zombie, tu non riesci nemmeno a goderti la tua
relazione con Adam…non sono situazioni salutari queste.”
“Col tempo andrà meglio.”
“Stai cercando di convincere me o te stessa?”
Hermione esitò per un lungo momento, alla fine scosse la
testa e si passò una mano fra i capelli. “Non voglio più parlare di questo. Per
favore.” Sussurrò.
Ginny sospirò. “Ok, come vuoi… ma promettimi che almeno ci
penserai su.”
Hermione si strinse nelle spalle, ma non rispose.
***************
Ron aveva scelto dieci chili di peso per i suoi sollevamenti
quella mattina; aveva voglia di sentire i muscoli che gli pulsavano, voleva
affaticarsi, sudare, stressare il suo corpo fino a sentire dolore. Perché
quello era l’unico modo che aveva per sbattere fuori il dolore
psicologico…sostituirlo col dolore fisico. Non riusciva più a trovare un suo
equilibrio, non quando Hermione a malapena rispondeva al suo saluto.
Quando erano più piccoli e litigavano era diverso. Innanzitutto
perché lui non si era mai spinto a farle tanto male, e poi perché…c’era
qualcosa di diverso, prima era come litigare con il proprio migliore amico. Ma
Hermione era un’amica, una ragazza. E
che ragazza. Peccato che lui avesse acquisito questo concetto solo col tempo.
E comunque questa volta la colpa era tutta completamente e
irrevocabilmente sua. E oltretutto Hermione questa volta non gli aveva risposto
urlando o tenendogli testa con prepotenza e rabbia come al solito…era rimasta
in silenzio a soffrire, escludendolo da qualunque dialogo o tentativo di
rimettere le cose a posto. E così era mille volte peggio.
Ron sospirò mentre le gocce di sudore che gli imperlavano il
viso gli scivolavano lungo le tempie, e continuò a sollevare i pesi nonostante
i muscoli delle braccia gli stessero praticamente urlando di prendersi una
pausa.
E poi tutto all’improvviso li vide…
Da dove si trovava poteva avere una visione chiarissima del
corridoio oltre la porta della palestra; Hermione e Adam erano arrivati mano
nella mano, parlottando di qualcosa che fece sorridere lei, quindi si fermarono
un momento e lui la spinse leggermente contro il muro, mettendole le mani sui
fianchi e sussurrandole qualcosa fra i capelli per cui lei sorrise e gli diede
uno schiaffetto sulla nuca, guardandosi intorno per un attimo prima di ricevere
il bacio che lui le diede.
Ron sentì tutto a un tratto i pesi farsi più leggeri…o forse
era lui che ci stava mettendo più energia. Ma che diavolo…come si permetteva
quello stronzo, come osava baciarla in quel modo?! E perché non se le teneva in
tasca quelle dannatissime mani?! Chi lo autorizzava a toccarla in quel modo?!
Se c’era uno che si era conquistato il diritto di abbracciarla, quello era lui!
Era il suo migliore amico…o almeno lo era stato per sette magnifici anni. Anni
in cui se lei gli balzava al collo per abbracciarlo lui cercava di
divincolarsi…e ora avrebbe dato il mondo per uno di quegli abbracci. E
quell’imbecille la stava tenendo stretta a sé come se fosse una cosa sua. In
uno scatto di rabbia Ron sollevò uno dei pesi più in alto, urtando la parete e
facendo un brusco rumore.
Questo servì a staccare Hermione dall’intensa attività in
cui era immersa; si guardò un attimo in giro per essere certa di non essere
stata vista, quindi si divincolò gentilmente da Adam mormorandogli qualcosa;
lui le rispose annuendo e stampandole un altro piccolo bacio sulle labbra prima
di sorriderle ancora e andare finalmente via. Hermione lo guardò mentre si
allontanava, poi entrò nella palestra senza alzare lo sguardo.
“Ciao.” Disse piano Ron.
Lei si voltò di scatto, facendo scivolare istintivamente la
mano sulla bacchetta che teneva nel cinturone, poi lo vide e lasciò perdere la
bacchetta, irrigidendosi però vistosamente. “Ciao.” Disse in un soffio.
Ron si morse la lingua per non urlarle che stava sbagliando
tutto, che quell’Adam non la conosceva bene come lui e perciò non aveva alcun
diritto di usarla in quel modo, ma per evitare di farla mettere sulla difensiva
rimase in silenzio. Ma quando la vide voltarsi per uscire lasciò cadere a terra
i due pesi, che atterrarono con un tonfo netto, e fece due passi avanti. “Non
devi andartene solo perché ci sono io.” Le disse. “Possiamo anche condividere
la stessa stanza senza ammazzarci.”
Hermione titubò. “Non…credo che sia una buona idea, Ron.”
“Perché?”
Lei si sforzò di guardarlo negli occhi…i suoi grandi e
profondi occhi blu più tristi che mai. Per quanto si sforzasse di reprimerlo,
Hermione gli voleva bene… e vederlo soffrire non le faceva piacere. Sapere poi
che quella sofferenza (seppur meritata) gliela stava infliggendo lei era
veramente troppo…e Ron la vide uscire in tutta fretta dalla palestra prima di
poterla fermare.
***************
Nevicava. Quanto adorava la neve…era bello vedere il
giardino e il resto del vialone alberato imbiancarsi in una notte. Ed era
ancora più bello osservare il lento movimento dei fiocchi bianchi che
scendevano giù con una grazia quasi magica.
Hermione sospirò e appoggiò la fronte contro la finestra
della sua camera. Erano le due di notte, lei era in pigiama al buio seduta
sulla panchetta accanto alla finestra, e continuava a guardare fuori la neve
come se sperasse di ricevere qualche buon consiglio dal cielo. Non riusciva
proprio a dormire, appena si appisolava l’unica cosa che vedeva erano gli occhi
di Ron... blu, profondi, intensi, bellissimi…e tristissimi.
Valeva veramente la pena continuare quello strazio? Ginny
aveva ragione, ci stavano male tutti e due. Ma quanto si sentiva pronta lei a
tornare amica di Ron, a rischio di soffrire ancora? Lui era così cambiato, così
diverso dal ragazzino un po’ timido e insicuro di Hogwarts. Ora era un uomo… un
uomo affascinante, questo bisognava ammetterlo…ma per tutto il resto? Dove era
finito quel ragazzino col naso sporco che aveva conosciuto sul treno per
Hogwarts tanti anni prima? Possibile che non fosse rimasto neanche un briciolo
d’innocenza nel suo cuore? Era triste pensarlo così…
Hermione sbattè gli occhi un paio di volte; a furia di
guardare fisso nella neve stava cominciando ad immaginare le cose. Vedeva una
sagoma muoversi – o per meglio dire barcollare, trascinarsi nella neve – nel
suo guardino. Ma quella figura non andava via…si stava trascinando verso la sua
porta… dunque non era un’allucinazione!
Hermione balzò in piedi, prese la bacchetta e corse di
sotto, soffermandosi solo a isolare la stanza dei genitori con un incantesimo
insonorizzante e sigillante, quindi arrivò alla porta e tenendo ben stretta la
bacchetta in mano guardò nello spioncino…lui?!?...
ma che…??Aprì immediatamente la porta.
“Ron!!”
Era quasi irriconoscibile con tutta quella neve addosso e
fra i capelli, e Hermione notò con orrore che indossava solo una maglietta
leggera e un pantalone di felpa…probabilmente la roba con cui dormiva la notte.
Era terribilmente pallido, con le lentiggini che gli spuntavano ancora di più
sul viso, e sembrava disperato.
“Oddio…ma cosa ti è successo?”
Hermione rimase sconvolta quando se lo vide praticamente
crollare addosso, e barcollò bruscamente per riuscire a sostenere il suo peso
notevolmente più consistente del suo. Ron rimase col viso nascosto nel suo
collo e le braccia strette forte attorno ai suoi fianchi.
“Ron, che hai? Parlami!”
“…perdonami…” sussurrò lui rauco contro il suo collo. “…ti
supplico, perdonami…”
Hermione raccolse le energie e sorreggendolo lo aiutò a
entrare, chiudendo la porta con una manata e camminando all’indietro fino al
divano. “…ok…calmati adesso…siediti qui…” gli disse, cercando di respingerlo
indietro per farlo sedere. Ma lui non voleva saperne di staccarsi.
“…che cosa ho fatto…” le mormorò, stringendola fra le
braccia.
“Non ti lascio, non me ne vado…” Hermione gli accarezzò la
nuca e la schiena nel più rassicurante dei modi che conosceva. “…siediti
qui…sediamoci…”
Ron le obbedì, ma l’afferrò per i polsi e se la trascinò
sulle ginocchia in modo da poterla abbracciare come stava facendo prima.
Hermione trattenne il fiato per un secondo, sentendo un brivido percorrerle la
schiena a contatto col suo corpo gelato; c’era così poco a dividere i loro
corpi dalla nudità più completa…il solo pensiero la fece arrossire
violentemente, ma lei usò questo calore per trasferirlo a lui – che invece
stava tremando di freddo – e lo abbracciò a sua volta, passandogli le mani vigorosamente
sulla schiena e stringendolo fra le braccia per farlo smettere di tremare. E
per tutto il tempo lui continuò a ripetere “perdonami” contro il suo collo.
Quando fu soddisfatta di averlo riscaldato almeno il
necessario, Hermione gli prese il viso fra le mani e lo spinse dolcemente
indietro per poterlo guardare negli occhi. Sembrava sconvolto. “…cos’hai?” gli
chiese piano, accarezzandogli una guancia. Lui voltò il viso per baciarle la
mano. “Che ti è successo, Ron? Dimmelo…”
“…io n-non volevo farti male…quella spada n-non era mia…l’ha
detto la voce di usarla…che ti ho fatto, Hermione…sei viva…è tutta colpa
mia…volevo fermarmi, ma non ci riuscivo…” Ron continuava a dire cose senza
senso una dietro l’altra, e le teneva una mano premuta forte sulla pancia.
“…tutto quel sangue…colpa mia…”
Hermione realizzò che probabilmente si era alzato dal letto
neanche cinque minuti prima, e gli accarezzò il viso. “E’ stato solo un incubo,
Ron…sto bene, non mi hai fatto niente…”
Ron chiuse forte gli occhi e si strinse di nuovo a lei come
un animale ferito in cerca di un rifugio. Sentiva un freddo terribile fin nelle
ossa…ma in qualche modo stava passando. Quel freddo spettrale si scioglieva
dove lei lo accarezzava, ogni volta che gli passava le mani fra i capelli era
come se la circolazione riprendesse fluida e calda come doveva essere. Dopo
qualche minuto sentì parte dell’angoscia scivolargli via dal cuore, e
riacquistò un po’ della sua capacità di pensare. Si fece leggermente indietro
per poterla guardare negli occhi, e quando ci lesse preoccupazione e
comprensione sentì tutti i muri crollare, ogni difesa abbattersi da sola.
“Stai bene?” gli sussurrò lei.
Lui le accarezzò ripetutamente il viso prima di trovare la
voce. “Io non voglio più farti soffrire.” Disse piano, guardandola negli occhi.
“Sei troppo importante per me. E per questo devi…devi sapere la verità.”
Hermione stava faticando a tenere gli occhi aperti, tra la
sensazione dei loro corpi così stretti e le sue carezze dolcissime. Annuì
leggermente, preparandosi a sentire qualsiasi spiegazione lui avesse da darle.
Ron serrò forte gli occhi per un momento, cercando di
regolarizzare il respiro. “Non ce la faccio più, Hermione…gli incubi mi
tormentano da tanto di quel tempo che non so più…Dio…li vedo tutti
morti…Silente, i ragazzi…e ho così tanta voglia di vendetta che non…non la
controllo più, Hermione…sta diventando più forte di me…”
Hermione si ricacciò in gola le lacrime e gli accarezzò
amorevolmente i capelli, massaggiandogli la testa con le dita.
“…nei miei incubi io sfogo la mia rabbia su tutto e
tutti…certe volte…” Ron aveva la voce rauca e strozzata da un pianto che non
voleva saperne di uscire. “…certe volte perfino…Dio mio…” qui chiuse forte gli
occhi e voltò bruscamente la faccia dall’altra parte. “A volte faccio del male
perfino a te e a Harry…prima io ti avevo…ti avevo…oddio…”
Hermione gli prese per l’ennesima volta il viso fra le mani
per guardarlo negli occhi. “Non mi hai fatto niente, Ron. Io sono qui.”
Ron esitò. “I-io…ero ubriaco quando ti ho detto quelle cose
orribili.” Hermione sbattè gli occhi. “Ero ubriaco, lo sono quasi sempre…perché
quando bevo non penso, non mi rendo conto di quanto faccio schifo…sono
diventato un mostro, una macchina di odio…non ho più sentimenti…”
“No, ti sbagli.” Hermione gli accarezzò le guance. “Sei
confuso, stai soffrendo…ma sei ancora in tempo, puoi uscirne, puoi fermare
tutto questo.”
Lui scosse tristemente la testa. “No…faresti meglio a starmi
lontana…io faccio male a chi mi vuole bene, e non voglio farti soffrire
ancora…non te lo meriti…”
Hermione scosse la testa con determinazione. “Non ci penso
neanche, Ron Weasley. Io so chi sei, so perfettamente chi sei…e non ti
abbandonerò proprio adesso, mi hai capito bene? Ce la faremo insieme, passo
dopo passo, ma tu non sarai mai solo.” Ginny aveva ragione: solo lui poteva
dimostrarle se le voleva veramente bene o no…e lo aveva appena fatto, con
quello sguardo bisognoso di aiuto. Del suo aiuto.
Ron esitò e la guardò con gli occhi supplici e gonfi di
lacrime che non riuscivano a scendere. “…aiutami…” sussurrò appena.
Hermione gli diede un lungo bacio sulla fronte e gli sorrise
amorevolmente. “Certo che ti aiuto…sono qui con te, vedrai…andrà tutto bene…”
gli rispose piano, sfiorandogli le guance.
Ron le appoggiò la fronte sulla sua. “…tu sarai sempre la
mia migliore amica…qualsiasi cosa succeda, sarai sempre la mia migliore amica…”
“Sempre.” Hermione gli asciugò l’unica lacrima che era
riuscita a scivolargli sulla guancia, e gli accarezzò i capelli. “Buttalo tutto
fuori, Ron…non ti renderà meno forte uno sfogo…fai uscire un po’ di tutto quel
dolore che hai dentro…”
A quelle parole appena sussurrate e alle sue carezze
amorevoli Ron non riuscì più a resistere: si avvinghiò forte a lei e nascose il
viso nel suo collo…e finalmente quelle lacrime ostinate e così a lungo
trattenute scesero con forza sulle sue guance e sulla pelle di lei.
Hermione lo strinse forte fra le braccia, rispondendo ai
suoi singhiozzi con baci sulla testa e carezze amorevoli e premurose, talvolta
mormorandogli parole dolci e rassicuranti fra i capelli. Anche lei stava
piangendo, ma le sue erano lacrime di gioia…perché finalmente aveva ritrovato
il suo Ron, il bambino col naso sporco di King’s Cross che non se n’era andato
per sempre, era ancora lì…dentro il cuore di quel ragazzo forte, coraggioso,
leale…e spaventato dalle sue stesse emozioni. Hermione sorrise fra le lacrime e
gli baciò una tempia. Il suo Ron era ancora lì…e lei lo avrebbe aiutato a costo
della vita. Lo avrebbe salvato da se stesso, perché ora sapeva di poterci
riuscire.
***************
I am home now
I’ve been waiting forever to find you
I’m not alone now
Cause you’ve taken in my heart from the cold
All I know is every time I look into your eyes
I’m home, I know…
You’re Where I belong, Trisha
Yearwood
***************************
=) Sono così felice che le cose si siano rimesse un po’ a
posto! Buffo, in realtà qui il burattinaio sarei io e quindi potrei decidere
tranquillamente che cosa deve succedere nella storia…ma sapete una cosa strana?
Questi personaggi sembra proprio che si facciano scrivere da soli, hanno più
autonomia di quanto pensassi! =D Beh, la cosa più importante è che Ron stia
cercando di rimettere le cose a posto, e da adesso in poi ci saranno alcuni
chaps molto allegri in cui vedremo Hermione alle prese con la sua nuova
missione, e Ron che cercherà di fare il bravo bambino…si accettano scommesse
sulla collaborazione che sarà capace di offrire! ^^
Ancora un attimo prima di passare
ai thanks (che bello, sono ancora tantissimi!!), ci tengo a chiarire una cosa
prima di trovarmi la casella di posta intasata da mail che fanno tutte la
stessa domanda: no, Hermione e Ron non si sono messi insieme, hanno semplicemente
fatto pace. Il che, secondo me, in un momento come questo è anche mille volte
più importante. E poi molta acqua deve ancora passare sotto questi ponti… ^_-
Ok, spazio ai thanks! Innanzitutto a Sara Lee, alla mia
sorellona in gambissima ( e pazientissima) e ai miei amici. Kisses! Poi:
Giuggy: amore
mioooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!! ^^ i tuoi disegni ti stanno facendo ciao
dalla parete =D sono certa che con questo chap le lacrimucce si sono asciugate,
vero? ^^ Bacissimi!
Luna Malfoy: ah,
questi mariti gelosi… ^^ si, direi che sono in molti ad avere il tuo stesso
desiderio di impiccare Adam… mia cugina ha votato per la sedia elettrica ^^ Le one shot in genere quando non sono idee mie sono su
richiesta…quindi se tu ne vuoi una puoi chiedere qualunque situazione e qualunque
personaggio, lasciare al mio cervelluzzo un po’ di tempo per elaborare l’idea…e
voilà! =)
Avana Kedavra: grazie
mille! Wow, che bel complimento che mi hai fatto! Sono onorata!
Blackmoony: non
saprei…vediamo come vanno avanti le cose e come i ragazzi Weasley sapranno! In
un modo o nell’altro lo scopriranno tutti…sono piuttosto svegli ^^
Vega: amica! Sono
felicissima che la storia ti coinvolga sempre più…contenta che
Ron e Hermione hanno fatto pace? Eh eh, ma è solo l’inizio… =) niente si
risolve mai facilmente. Quanto a Harry e Ginny…il loro rapporto sarà molto
completo, quindi…burrasca e sereno per il futuro! Un big kiss
Eli: super
commento da super autrice! =) me onorata! Si, anch’io adoro Harry e Ron e il
tipo di amicizia che hanno…si completano a vicenda, sono adorabili. E Ron ce la
sta mettendo proprio tutta…merita tutte le coccole del mondo! (specie le
mie…^^) Sono felicissima che a te sembri che sta crescendo, perché si, voglio
che il suo personaggio si evolva…qui è ancora sbandato, in BAWM 1 ha i contorni
più definiti…e noi ce lo faremo arrivare. =) E si, forse tu e Nenè l’avrete
vinta per il regalo di Natale…ci sto pensando su! =D Ma in quel caso metà della
dedica te la prenderai tu =)
Ele 2: allora
abbiamo qualcosa in comune, anch’io adoro i rossi! E sono fiera di affermare
che i miei capelli sono naturalmente ramati ^^ (…sono una Weasley onoraria!)
Kiara: povera,
come sei disperata! Ooh, scommetto che ora non ti disperi più, eh? =) In realtà
Ron si stava complicando la vita, tutto quello che doveva fare per
riconquistare l’affetto di Hermione era dirle la verità, proprio come ha fatto
con Harry. Non ti ucciderò, cara =) mi sembra che anche tu sei una febbraiosa,
no? E allora ci starà bene la tua richiesta! =) kiss kiss
Vale86: e io ci
sto prendendo gusto a leggere le tue recensioni! =) Si, facciamo i complimenti
a Ron che crescendo sta imparando a contare almeno fino a cinque…e anche a me
Molly Weasley fa impazzire! E’ strepitosa!
Danae: =) grazie!
Eh si, il fascino ha modi tutti suoi di manifestarsi…^^
Giuggia89: la tua
è un’analisi più che giusta sulla situazione! =) Tranquilla, Corinne ci ha già
rotto le scatole per due BAWM su quattro, qui non la voglio! =) Sono
felicissima di riuscire ad emozionarti così tanto…è un traguardo che ho sempre
avuto ogni volta che ho scritto qualcosa, riuscire a comunicare emozioni mi fa
sentire appagata =)
Vale: scrittrice
leggendaria! =D (…aggiorna presto, pleeeease! Please con gli occhioni buoni e
da cucciolo ^^) povera cara, col bernoccolo in testa…questo chap te lo
rimetterà a posto! =) Anche tu sei il mio mito, ma già lo sai =)
Rachel: si, hanno
ragione tutti e due…non dividerti, cara, ora si sono schierati tutti e due
dalla stessa parte! =) Ma naturalmente siamo ancora all’inizio, hanno fatto
pace ma devono sistemare ancora molte cose…diamo tempo al tempo! =) E Molly è
fantastica, si! ^^
Kim: tu non sei
assolutamente ripetitiva…e io adoro le tue recensioni e le tue storie e le tue
locandine! In pratica tutto! =) un bacione
Miyu: tu e le tue
interviste doppie mi avete fatto passare dieci minuti
di intensa allegria! Fai i complimenti anche a Ran…e corri a scrivere l’altra
intervista! Vai, corri corri! =)
Eva: …pensa
quanto è difficile per me che non ci ho litigato farlo strapazzare così! ;_; è
stata dura scrivere la scena dell’ultimo chap fra lui e Hermione, così come è
stato un piacere scrivere l’ultima di questo! =)
Strekon: giovanotto,
io sto cominciando a preoccuparmi…che ne hai fatto di ITCC? Devo mandarti un
paio di War Mage per assicurarmi che posti in fretta il nuovo chap? Guarda che
ti mando Ron, eh? ^^ Scherzi a parte…bentornati dal viaggio a tutti e due! E
ora che sei tornato…naturalmente stai per aggiornare, vero? Ci manca Chris! =D
Mony: non ti
mettere in ginocchio, sei perdonata! =) Quel bruttone (…l’amatissimo Adam,
suppongo ^^) ci sta provando a rubarsi Hermione…ci riuscirà? E quale sarà il
suo ruolo ora che Hermione e Ron devono recuperare i pezzi della loro amicizia?
Queste sono tutte risposte che troverai di chap in chap! =D bacissimi
Ginny: grande
papy! =) No che non sei monotona…fa sempre piacere sentirsi dire le belle cose
=) Vedrai che adesso ci penserà Hermione a rimettere in riga Ron! ^^
Ansy: appena ho
cinque secondi di tempo farò un salto a leggere la tua storia…sono curiosa!
Lara: mi pare di
aver risposto a tutto nella mail! Cmq si, per la gioia di tutte noi fan di Ron,
il ragazzo ha finalmente deciso di mettere la testa a posto! =)
Quant’è bello avere tutte queste recensioni…adesso io
sorrido…m’ispiro…scrivo…poi controllo se avete recensito…vedo tante belle
recensioni…sorrido di più…m’ispiro di più…scrivo di più… =D Ok ok, la
pianto…però è vero, eh! A ogni recensione io scrivo
più in fretta! (…mamma mia, che ricattatrice…=) ma chi è Draco in confronto a
me...^^) Beh, un bacio formato galassia a tutti! Ci si rivede al prossimo chap:
“Una formidabile terapia”
Sunny
Ah no, un attimo! Quasi dimenticavo! A tutti quelli che
leggono le mie storie e sono membri del gruppo di Nenè: volate a vedere che
capolavori ha disegnato la splendida Giuggy! Sono
fanart di BAWM 1, 2 e 3. E sono le migliori che abbia mai visto! Facciamole
tutti i complimentoni che merita!
Ron si sentiva in forma come se avesse mangiato un elefante;
erano appena le otto del mattino e aveva già avuto un’ora di intensissimo
sparring con Harry, e insieme a lui aveva offerto un vero e proprio spettacolo
a Liam (che aveva apprezzato molto) divertendosi proprio perché era col suo
migliore amico che si stava allenando. E ora che Harry stava facendo la sua ora
di magia senza bacchetta, lui si stava ‘rilassando’ tirando pugnali contro il
bersaglio a buoni quattro metri di distanza. Cinque tiri, cinque centri. Stava
sviluppando dei riflessi da aquila.
Hermione entrò proprio durante il suo sesto centro, e gli
rivolse un sorriso che riempì la stanza. Ron si sentì come se si fosse appena
svegliato la mattina di Natale: contento, allegro…e amato.
“Eccoti qui!” esclamò felice lei, sollevandosi sulle punte
dei piedi per stampargli un bacio sulla guancia che fece sentire Ron in
paradiso. Quanto gli mancava tutto questo calore umano…
“Ehi, dov’eri?” le chiese con un sorriso, procedendo al
recupero dei suoi pugnali.
Hermione scrollò le spalle. “Adam ha chiesto il mio aiuto
per una ricerca.” Disse sbrigativamente, liquidando in fretta la faccenda.
“Ascolta, ho passato tutta la notte a pensarci, ma ora ho una strategia per
risolvere il tuo problema.” Fece, emozionata.
Ron sorrise mentre staccava i pugnali dal bersaglio: nella
sua mente era comparsa l’immagine di una quattordicenne Hermione Granger
emozionata e decisa a salvare le sorti degli elfi domestici con la sua sola
grinta e forza…un po’ come ora. “Davvero?”
Hermione annuì vigorosamente. “Si. Vedi, ho formulato la mia
teoria. Tu bevi perché non vuoi sentire le sensazioni che ti danno i tuoi
incubi, giusto?”
“Giusto.”
“Perciò se non avessi gli incubi non avresti bisogno di
bere, giusto?”
“Giusto.”
“Ma noi non possiamo fare niente per i tuoi incubi, perché
appartengono al tuo inconscio, giusto?”
“Giusto.”
“E allora la soluzione è semplicissima…dobbiamo trovare un
altro sistema per scacciare quelle brutte sensazioni senza far ricorso
all’alcool.”
“E come?”
Hermione assunse un’aria molto professionale. “Beh,
dunque…tanto per cominciare devi promettermi che quando hai un incubo devi
venire subito da me, a qualunque ora e in qualunque momento. Non devi
assolutamente restare solo.”
“Oh.” Ron staccò anche l’ultimo pugnale. “E poi?”
“E poi…passiamo un po’ di tempo insieme, da bravi amici.
Usciamo, parliamo, ci divertiamo…e così tu non sentirai quelle brutte
sensazioni, non ti verrà più voglia di bere, il tuo umore migliorerà sempre di
più e tornerai te stesso.”
Ron le sorrise, contento di sentirla così presa da lui. “Ci
hai lavorato su parecchio, eh? E questa nuova missione come la chiamerai, Schiatta?”
Hermione gli lanciò un’occhiataccia. “Era C.r.e.p.a., non
Crepa.” Questo fece scoppiare a ridere Ron. “Allora? Che mi dici, il mio
programma ti sta bene?”
“Benone.” Ron si fece un po’ più serio, ma senza mascherare
l’allegria che sentiva in corpo da quando si era alzato.
“Perfetto.” Hermione fece un largo sorriso. “Si comincia da
stasera, c’è un posto dove vorrei andare con te.”
“E quale?” chiese incuriosito lui.
Lei scosse la testa con un sorriso. “No, è una sorpresa.”
“Non sarà mica una nuova libreria, vero?” Ron rise quando
lei gli diede uno schiaffetto sul braccio.
“Smettila, se ti dico che ti piacerà puoi fidarti.”
Harry rientrò in quel momento nella palestra con un
asciugamano attorno al collo, e vedendo i suoi amici che parlavano insieme fece
un sorrisetto incredulo e li indicò entrambi. “Non mi dite…voi due… state
parlando civilmente?”
Ron inarcò le sopracciglia, Hermione mise le mani sui
fianchi. “Beh, che c’è di così assurdo?”
Harry scosse la testa e rise. “Pensavo che la guerra fredda
sarebbe durata ancora mezzo secolo prima che voi due deponeste le armi.”
Ron fece un sorriso appagato. “Abbiamo rimesso le cose a
posto.”
Harry annuì soddisfatto e si avvicinò, passando un braccio
attorno alle spalle di Hermione. “Bene. Non mi piace quando litighiamo…io ho
solo voi, siete la mia famiglia. E non vi voglio perdere.”
“Oh Harry!” Hermione lo abbracciò forte. “Certo che non ci
perderai mai…noi ci saremo sempre per te.”
“Già, dove vuoi che ti lasciamo, scemo?” Ron gli scoccò un
occhiolino fraterno.
Harry sorrise e tirò un sospiro di sollievo. “Ah, ora si che
si sta bene…”
Ron si stiracchiò i muscoli delle braccia. “L’hai detto,
fratello. Ora si sta bene eccome.”
***************
“Ma questo…è il Tendone delle Delizie di Madama Griselda!”
esclamò Ron entrando nel locale. Quasi non riusciva a credere ai suoi stessi
occhi mentre si guardava attorno nel piccolo ristorantino pieno di panchette e
tavolini, con dei grandi finestroni che davano sulla strada per il palazzo del
Ministero, poco distante da lì. Ron fece un sorriso incredulo. “E’…è
incredibile! Come sapevi di questo posto?”
Hermione scrollò le spalle, felice più che mai di aver
ottenuto il risultato sperato. “Ho i miei informatori. Dai, sediamoci.”
Scelsero un tavolo vicino alla finestra, e quando la
cameriera portò i menù lasciò sul tavolino anche due bibite con tanto di
ombrellino.
Ron si guardò ancora intorno, e Hermione si sentì
gratificata nel vedere il suo viso finalmente rilassato. “Ci venivamo sempre da
piccoli qui.” Le disse con un sorriso. “Quando andavamo a trovare papà
all’ufficio lui ci diceva di aspettarlo qui, e poi pranzavamo tutti insieme
durante il suo spacco. Dio, quanto tempo è passato…sembra una vita fa.”
Hermione sorrise e annuì. “Si, me ne ha parlato Ginny una
volta.”
Ron si rigirò l’ombrellino fra le dita. “Non è cambiato
quasi niente…danno ancora l’ombrellino in omaggio. A casa mamma li collezionava
perché così poi la domenica ce li metteva sui biscotti che preparava lei.”
Hermione sorrise malinconicamente. “Io ti ho sempre
invidiato, hai una famiglia meravigliosa. Sapessi quante volte io ho desiderato
passare la domenica in santa pace con mio padre e mia madre, ma loro avevano
sempre da fare, sempre amici a pranzo o a cena, sempre parenti…e io me ne stavo
per fatti miei a leggere. Erano i libri i miei unici amici.”
Ron si accigliò leggermente. “Non avevi amichetti, cuginetti
che ti facessero compagnia?”
“I miei cugini non facevano altro che prendermi in giro per
tutto il tempo.”
“Povera piccola Hermione.” Ron le strizzò l’occhiolino. “E
cosa facevi, li prendevi a botte coi libri?”
Hermione scrollò le spalle. “Li ignoravo. Sapevo che anche
se mi sentivo molto sola, un giorno un buon amico l’avrei avuto. Almeno uno.”
Ron la osservò un momento. Aveva un bel colorito roseo, e se
la sua pelle sembrava così liscia solo a vedersi…lui si schiarì la gola e prese
il menù. “Allora, vediamo un po’ se…ah, eccolo qua! Ti consiglio lo sformato di
pollo, è la specialità del locale.”
Anche Hermione diede un’occhiata alla lista. “Mh…e poi
vorrei anche questo qui, pane tostato alle olive…uhm, me lo faceva sempre mia
nonna quando ero piccola…chissà se regge il confronto.” La cameriera tornò da
loro a prendere gli ordinativi, e in meno di una decina di minuti cominciarono
ad arrivare le portate.
Ron assaggiò immediatamente il suo sformato ed emise un
sospiro appagato. “Mmh…avevo dimenticato quanto fosse buono…nessuno sa fare lo
sformato di pollo come Madama Griselda, nemmeno a Hogwarts riuscivano a
imitarlo.”
Hermione, che stava gustando il suo pane con le olive,
guardò con curiosità una delle portate. “E questo cos’è?”
“Ti piacerà, vedrai.” Ron prese un pezzo di pane e lo
immerse nella salsa che stava nel piattino. “E’ una salsa cucinata in modo
tipicamente irlandese. Incredibilmente saporita.”
Hermione seguì il suo esempio e l’assaggiò. “Mmh…buona! Come
la conoscevi?”
“Seamus.” Disse semplicemente lui, e un momento dopo scosse
la testa con un sorriso malinconico. “Quel buon vecchio donnaiolo…lo sai che a
volte mi manca?”
“Davvero?” chiese piano lei.
Lui annuì. “Si, perché lui e le sue avventure amorose erano
divertenti da seguire…anche se eravamo di malumore, lui ci faceva morire dalle
risate con le sue battute d’approccio diretto.” Qui rise. “Detto fra noi non
era capace di dire una sola cosa che non avesse un doppio senso osceno, aveva
una scorta di battutine perverse che sfoderava puntualmente con tutte le
ragazze che incontrava.”
Hermione ridacchiò. “Io mi ricordo ancora cosa disse a Calì
Patil una sera in sala comune.” Si mise più eretta, imitando Seamus. “Ehi
bellezza, posso farti uscire un coniglio dal cilindro?” tutti e due scoppiarono
a ridere di gusto.
“Aspetta, ce ne sono anche di migliori.” Ron tentò di non
ridere per imitare il suo amico. “Mi ricordo che una volta accostò una
Corvonero e le disse…io ho una delle scope più lunghe e resistenti di tutta la
scuola, ti piacerebbe montarla?” qui risero ancora più forte di prima.
“Perché, ti sei scordato quella volta al compleanno di Dean,
quando ci provò con Hannah Abbott e lei gli mollò quel ceffone?” Hermione si
trattenne dalle risate giusto il tempo necessario, e disse tutto d’un fiato
“Ehi piccola, se vuoi prendere un buon voto in Divinazione posso fartele vedere
io le stelle.”
“Oddio…” Ron,praticamente piegato in due dalle troppe
risate,si asciugò le lacrime che gli erano scese a furia di ridere. “…che tipo
che era…ci ha provato con tutte le ragazze che gli capitavano a tiro, e ha
anche ottenuto un discreto numero di successi, si.”
Hermione scrollò le spalle. “Non ci ha provato con tutte, ci
ha provato con tutte quelle carine.”
Ron scosse la testa. “Nah, alcune volte si è impuntato con
certi cessi allucinanti.”
“Con me e con Millicent Bullstrode non ci ha mai provato.”
“Con Millicent Bullstrode non ci proverebbe nemmeno un
cieco.” Ron ridacchiò e assaggiò ancora la salsa irlandese. “Come ti viene in
mente di accomunarti a lei, e per giunta mentre stiamo mangiando?”
Hermione si guardò le mani. “Non mi sto accomunando a lei,
dicevo solo che né con me né con lei…”
“Ehi, Seamus sarà stato anche un pervertito ma era pur
sempre un amico, ok?” la interruppe lui. “Lo sapeva bene che con te e mia
sorella doveva tenere le mani a posto.”
Hermione scosse la testa con un piccolo sorriso amaro. “Non
avevi bisogno di minacciarlo, non ci sarebbe venuto comunque da me.”
Ron inarcò un sopracciglio. “Hermione Granger, stai cercando
di dirmi che ti senti brutta?”
“Non…brutta.” Rispose Hermione, gesticolando.
“Semplicemente…normale, monotona…niente di speciale, insomma.”
Ron rise. “Ma sei proprio scema…come ti salta in mente una
cosa simile, scusa?”
“Non c’è proprio niente da ridere.” Hermione abbassò lo
sguardo contrariato, ma un momento dopo si sentì sollevare il mento da una
delle sue dita callose.
“Ehi.” Le disse serio lui. “Io penso che tu sia molto
carina. E non ho ancora incontrato nessuno che abbia degli occhi più belli dei
tuoi.”
Hermione s’impose di non arrossire mentre continuava a
guardarlo in quell’incredibile paio di occhi blu…ma fallì. E sì che sapeva che
non poteva fare lo stesso errore di poco tempo prima…erano amici e basta. Dopo un secondo lui ruppe quella specie di trance
schiarendosi rumorosamente la gola e offrendole un sorriso amichevole.
“E comunque c’è qualcuno che ti trova irresistibile, no?”
Hermione si sarebbe presa volentieri a schiaffi da sola: per
un momento si era completamente dimenticata di Adam! “Già.” Mormorò, facendo un
sorriso timido e passandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Ron esitò, poi fece un sorrisetto e scosse la testa,
guardando nel suo piatto. “Incredibile a dirsi, ti sei fidanzata prima di me.”
“Fidanzata è una parola grossa…io e Adam…beh…”
Ron inarcò un sopracciglio. “Non state insieme?”
“Oh si! Si, si, certo che stiamo insieme…” disse subito
Hermione. “Si, lui è il mio ragazzo.” E
sarebbe preferibile tenere a mente questa cosa in futuro.
Ron annuì una volta sola. “Ti piace? Cioè…ti rende felice?”
Hermione ci pensò un momento, e le comparve sulle labbra un
piccolo sorriso. “Mi fa sentire bene…mi fa sentire amata. E’ una bella
sensazione.”
“Allora va bene.” Ron guardò attentamente il suo sformato.
“E se mai dovesse farti soffrire vienimelo a dire subito, ok? Non voglio che tu
stia più male.”
Hermione sentì il bisogno di cambiare discorso. “E’ vero
quello che ha detto Ginny? Fred ha veramente messo la testa a posto?”
Ron fece un sorrisetto. “E ha speso gli incassi di un’intera
giornata per comprare l’anello ad Angelina.”
“Non vedo l’ora che arrivi il giorno del loro matrimonio. Io
adoro i matrimoni. Bei vestiti, belle pettinature, un sacco di amore
nell’aria…”
“…il buffet…”
Hermione si accigliò. “Quanto sei romantico, Ron.”
Ron non si disturbò ad ingoiare il boccone che aveva in
bocca. “Nominami tre cose che ti ricordi perfettamente dell’ultimo matrimonio a
cui hai assistito.”
“Beh, vediamo…il vestito della sposa, i fiori della
chiesa…e…” qui Hermione chiuse gli occhi e si morse le labbra. “…e quelle
tartine di tonno e crema di maionese con la scorzetta di limone sopra…”
le labbra di Ron s’incresparono in un sorrisetto. “Lo
stomaco ha delle ragioni che il cuore non può capire.”
Hermione avrebbe voluto fargli notare che era il cuore e non
lo stomaco l’organo in questione, ma la serietà con cui si era pronunciato la
fece ridere di gusto, e lui rise forte a sua volta.
***************
Harry annotò nel suo diario mentale che un pic-nic con Ginny
sotto l’albero del giardino della Tana era al top della sua hit-parade. Per una
sera tutti e sette i ragazzi Weasley erano fuori di casa (e questa sembrava
davvero magia), i due coniugi senior si erano concessi una cena fuori…e questo
aveva lasciato alla giovane coppia una serata tutta per loro.
“Mi dispiace che tu ti sia dovuto accontentare del panino.”
Fece Ginny, scrollandosi le briciole di pane dalla gonna. “Quando avrò imparato
a cucinare qualcosa che non siano tramezzini…”
Harry ridacchiò e scosse la testa. “Non fa niente, amore.
Era un buon panino, comunque, l’hai preparato molto bene. Il resto verrà col
tempo.”
Ginny gli stampò un bacio sulle labbra e sorrise largamente.
“Ma come fai a essere sempre così dolce?”
Harry le fece un occhiolino e si attaccò alla bottiglietta
d’acqua, bevendone un sorso. “In confronto a quello che mangiavo dai Dursley,
perfino il tuo panino è alta cucina.”
Ginny rise e gli tirò la lattina vuota d’aranciata. “Quante
storie, vuol dire che la prossima volta cucini tu.”
Harry rise e si appoggiò di spalle all’albero. “Nah, non ti
conviene. Non sono un granchè ai fornelli. Meglio se impari prima tu.”
Ginny si sdraiò accanto a lui, rilassandosi con la testa sul
suo petto mentre lui le passava un braccio attorno alle spalle. “Sai, ho deciso
che completerò gli studi da autodidatta.”
“Si?” mormorò Harry, giocando con una ciocca dei suoi
capelli rossi.
Ginny annuì. “Si. Mi comprerò i libri e cercherò di finire
almeno il programma del sesto anno.”
“Mi sembra un’ottima idea.”
“E’ anche piuttosto necessaria, se voglio trovarmi un
lavoretto.”
Harry annuì e chinò la testa per baciarla languidamente,
dolcemente, lasciandosi scappare un sospiro quando sentì le sue dita
accarezzargli il collo. Ginny sorrise contro le sue labbra e gli diede un
bacetto sulla punta del naso.
“E’ bello quando non c’è nessuno in giro e siamo solo noi
due, vero?”
Lui sorrise e la baciò di nuovo. “Si, così sei tutta per
me.”
Ginny gli passò le mani fra i capelli quando sentì le sue
labbra baciarle il collo. “Si…” le scappò un gemito. “…e ora che finalmente
anche Ron e Hermione hanno imboccato la loro strada, avremo molto più tempo per
noi…”
Harry si bloccò e spalancò gli occhi, quindi si tirò
indietro. “Che vuoi dire?”
Ginny sbattè gli occhi, sorpresa e delusa da un’interruzione
tanto brusca. “Harry?”
“Perché hai detto che Ron e Hermione hanno imboccato la loro
strada?” Harry aveva un’aria inquisitoria.
Ginny lo guardò confusa. “Cosa c’è di sbagliato in questo?”
“Ron e Hermione sono usciti insieme stasera perché vogliono ritornare
a essere grandi amici come una volta, tutto qui.” Fece Harry, accigliandosi.
Ginny fece una smorfia. “Si, come no.”
“Che cosa cavolo stai dicendo?”
Lei inarcò le sopracciglia e si mise seduta, piuttosto
seccata dal suo atteggiamento. “Scusa, posso sapere cosa ti prende?”
“No, cosa prende a te.” Harry si mise seduto.
“Harry.” Sibilò lei. “Fammi capire qual’è il tuo problema,
perché onestamente non ti sto capendo.”
Harry si passò una mano fra i capelli. “Non capisco perché
parli di Ron e Hermione come di una coppia. Non stanno insieme, sono solo
amici. Punto e basta.”
Ginny era incredula. “Harry, questa filastrocca possono
anche cantarsela loro, ma se anche tu la pensi così vuol dire che hai il salame
sugli occhi.”
“E tu vorresti dire che provano qualcosa l’uno per l’altra?”
“No, che sono pazzi l’uno dell’altra già dai tempi della
scuola, e che sono troppo testardi per ammetterlo.”
Lui incrociò le braccia sul petto e la guardò duramente.
“Ron e Hermione non possono stare insieme.”
Lei raccolse la provocazione col focoso spirito Weasley che
aveva nelle vene. “E perché no?”
“Tanto per cominciare litigano in continuazione.”
“Perché c’è una tensione elettrica fra loro che non si
calmerà finchè non avranno capito e accettato i loro veri sentimenti.”
Harry rimase spiazzato per qualche istante. “Beh, non
possono capirli.”
Ginny scosse la testa, disgustata. “Harry James Potter, non
ci posso credere! Sono i tuoi migliori amici e tu non vuoi vederli felici, sei
proprio un egoista!”
“Il punto è che non sarebbero felici, anzi! Ad andare in
frantumi sarebbe solo la loro amicizia, la nostra
amicizia!”
Ginny scattò in piedi. “Ma come fai a dirlo, scusa?!”
Anche Harry si alzò. “Te lo posso assicurare, perché Ron…”
si morse la lingua: non poteva dire a Ginny la verità sul conto di Ron, aveva
promesso che se la sarebbe tenuta per sè. “…ha la testa ancora troppo
incasinata in questo momento.”
Ginny inarcò pericolosamente un sopracciglio. “Credevo che
volessi bene a Ron.”
“E’ più che un fratello per me, per questo non voglio
vederlo soffrire! Lui e Hermione non starebbero mai bene insieme, è solo un
capriccio ormonale.”
“Un capriccio ormonale?!?”
Ginny era incredula. “Ma se si cercano e si respingono da quando erano solo due
ragazzini!”
Harry fece una smorfia ironica e scosse la testa, passandosi
nervosamente una mano fra i capelli. “Dio, non posso credere che stiamo
litigando per loro.”
“Non è per loro che litighiamo.” Ribadì dura lei. “E’ per il
tuo egoismo che stiamo litigando. E sappi che non mi piaci per niente quando
fai così.”
Harry la gelò con lo sguardo. “Nemmeno tu, guarda.” E così
dicendo alzò i tacchi e si allontanò a passi decisi.
***************
“E l’avete fatto camminare per tutto il palazzo con quella
scritta dietro la schiena? Non ci credo!”
Hermione scoppiò a ridere insieme a Ron. Faceva un freddo
tremendo ma lei stava benissimo, non avvertiva alcuna sensazione se non il
piacere di camminare con Ron fra le stradine di Hogsmeade. Stavano ridendo da
più di dieci minuti a proposito di Percy e di tutti i tiri che gli avevano
giocato Fred e George. E Hermione era al settimo cielo, perché sentire la
risata spensierata di Ron dopo tanto tempo le scaldava il cuore.
Ron scosse la testa con una risatina. “Percy ci è nato con
la scritta Coglione sulla fronte, Fred e George la evidenziavano soltanto.”
Hermione fece per ribattere qualcosa, ma la sua attenzione
fu attirata da una specie di tendone illuminato alla fine della stradina, in
cui un uomo calvo e piuttosto in carne si stava sbracciando allegramente. “E
quello cos’è?”
Il primo istinto di Ron fu quello di mettere mano alla
bacchetta, ma si rilassò subito appena vide che stava fissando il tendone di
una fiera. “Andiamo a vedere, dai.”
Nel tendone l’uomo panciuto e rubicondo si sbracciava e
indicava una specie di pupazzo cartonato muscoloso e largamente sorridente, che
reggeva in mano una colonna alla cui estremità c’era un grosso campanello
mentre alla base stava una specie di piatto in acciaio. “Venite, signore e
signori, fatevi avanti!” esclamò il grassone. “Questa sera La Tenda Magica si
gloria di riproporvi uno dei più usati giochini del mondo babbano…ecco a voi
Mister Muscolo!” e così dicendo fece roteare fra le mani un grosso martello.
Un gruppetto piuttosto folto di ragazzi e ragazze si lasciò
sfuggire qualche esclamazione. “Ehi, come funziona?” chiese un baldanzoso
giovanotto.
L’uomo fece un largo sorriso. “Oh, è un gioco molto
interessante…niente magia, solo forza. Chi batte il martello sui piedi di
Mister Muscolo così forte da far suonare il campanello sul suo sombrero, sarà
il campione e il vincitore.”
Ron fece una piccola smorfia ironica. “Davvero fanno queste
cose i babbani?” chiese a Hermione.
Lei annuì. “Ce ne saranno a migliaia di quei cosi sparsi per
i luna-park di tutta l’Inghilterra.”
“E che si vince?” fece un altro ragazzo.
“Gioco babbano, premio babbano. Vedo molte belle signorine
qui, questo regalo potrebbe essere ancora più gradito se è il giovanotto che vi
accompagna a regalarvelo.” L’uomo agitò la bacchetta e da dietro il bancone si
sollevò fluttuando un bellissimo orso di pelouche bianco, grande almeno una
trentina di centimetri. Molti “ooh” e “che bello” e “prendimelo, dai!” si
sollevarono dal pubblico femminile.
Ron si voltò verso Hermione, e la vide osservare con grande
interesse il pelouche. “Lo vuoi?”
Lei inclinò la testa. “Non mi sembra il caso, Ron.”
“Oh bella, e perché?”
Hermione sorrise. “Perché stai solo cercando un motivo per
mettere in mostra i tuoi muscoli, ecco il perché.”
“Sono profondamente offeso.” Ron fece un sorrisetto e indicò
con un cenno del capo un ragazzo che si stava commentando nel gioco babbano. “E
quello, allora?” il ragazzo fallì, ma nonostante qualche protesta della sua
delusa amica il gestore del tendone incitò la piccola folla a battergli
ugualmente le mani.
“Ma dai, questi ragazzi non passano nove ore su ventiquattro
ad addestrarsi, non sarebbe giusto.” Disse Hermione.
Ron scrollò le spalle mentre anche il secondo concorrente
falliva. “Beh, mica mi voglio mettere in competizione.” Hermione rise, e lo
fece anche lui. “Ok, ok…ma non vedi che ci si mettono da soli a figura di
merda?” le rispose, indicando un terzo ragazzo molto alto e anche molto magro
che si stava lanciando nell’impresa.
Hermione inarcò un sopracciglio. “Oh, proprio tu non
dovresti parlare. Fino a poco meno di un anno fa eri uno spilungone tutto pelle
e ossa.”
“Uno spilungone tutto pelle e ossa io?!” Ron fece un sinistro sorrisetto. “Hermione Granger, questa è
per caso una sfida?”
“Ma piantala.” Lei rise e gli diede una bottarella allo
stomaco col dorso della mano.
Ron rise per un momento. “Ok, l’hai voluto tu.” Avanzò
facendosi spazio fra i ragazzi più avanti, arrivando in tempo per vedere un
ragazzo più robusto sfiorare quasi l’ultima tacca prima del campanello.
“Oh, peccato! C’eri quasi, figliolo!” fece l’omone dietro il
banco, riprendendosi il martello.
“Ehi capo, ci provo io.” Ron gli tese la mano.
“E’ tutto tuo, ragazzo.” L’uomo gli diede il martello.
Un paio di ragazze sgomitarono nelle costole delle loro
amiche, bisbigliando qualcosa e sorridendo civettuole. Hermione osservò con
interesse Ron sollevare il martello e…
DRIIIIN!!!!
Si levò un applauso dalla piccola folla, e l’omone disse a
gran voce “Ooh, finalmente abbiamo un vincitore!” Ron fece un gran sorriso e
mise giù il martello.
“Ehi amico, ma che cosa fai, vivi in una palestra tu?”
chiese bonariamente un ragazzo.
“Più o meno.” Replicò divertito Ron.
“Dammi l’indirizzo, tesoro, hai appena fatto risvegliare
l’atleta che c’è in me!” fece una ragazza bionda, suscitando più di una risata.
Ron prese il suo premio e salutò il suo pubblico con un
occhiolino e un cenno della mano, dirigendosi verso Hermione che stava in piedi
poco più indietro.
Lei lo stava aspettando con le braccia conserte e
un’espressione divertita ma anche comprensiva. “Hai finito di fare
l’esibizionista?” gli chiese, col suo tipico atteggiamento.
Ron sorrise. “Lo prendo come un complimento, lo so che sei
avara di lodi.” Le porse l’orso di pelouche. “Tieni.”
Hermione spalancò occhi e bocca e fece un piccolo sorriso
incredulo. “Vuoi…vuoi davvero darlo a me?”
Ron inarcò un sopracciglio. “Pensi che starebbe meglio nella
mia stanza?”
Hermione prese il pelouche con dolcezza, dapprima
sfiorandolo soltanto, poi stringendolo forte a sé. Me l’ha regalato, pensò. L’ha
vinto per me…proprio per me…e un attimo dopo gli balzò al collo e gli baciò
la guancia, strappando a lui un sorriso enorme e a un gruppetto di ragazzi
dietro una serie di fischi, applausi e incoraggiamenti vari.
***************
Harry raggiunse di nuovo il grande albero della Tana
camminando piano e con le mani in tasca. Si fermò a poca distanza da Ginny, che
stava sistemando la tovaglia e le altre cose nel cestino senza alcun
entusiasmo. “Vengo in pace.” Le disse piano.
Ginny fece una smorfia. “Chissà perché stasera questa parola
in bocca a te incute paura.”
Harry fece un brevissimo sorrisetto e le sedette accanto.
“Mi dispiace di aver litigato con te per una cosa che nemmeno ci riguarda
direttamente.”
Ginny s’interruppe e lo guardò. “Harry, il ragazzo che amo
mi ha appena detto che i suoi migliori amici non hanno il diritto di essere
felici insieme solo perché a lui la cosa non piace. E’ una cosa che fa
riflettere sul tuo modo di fare.”
Lui annuì e si grattò la nuca. “Vuoi la verità?” sussurrò.
Lei annuì. “Ho…ho paura, Gin.”
Ginny sbattè gli occhi. “Paura tu? E di che?”
Harry sospirò. “Senti…ce li ho anch’io gli occhi, va bene?
Lo vedo da solo che quei due si attirano come due calamite…e so anche che un
giorno o l’altro finiranno insieme, anche se spero non subito perché Ron ha
davvero la testa troppo incasinata al momento per stare con una ragazza senza
farle del male.”
Ginny scosse leggermente la testa. “Allora perchè la cosa ti
crea tanti problemi, non capisco.”
“Perché ho paura di perderli.” Mormorò piano lui, guardando
a terra. “Ho paura che la nostra amicizia andrà a rotoli. Ho paura che se si
lasceranno non torneranno più a essere amici. Ho paura che finiranno col
trascurarmi così tanto che…tutto quello che abbiamo costruito in tanti anni
andrà a pallini in pochi secondi.”
Ginny si passò una mano fra i capelli. “Harry, comunque
vadano le cose Ron e Hermione non rinuncerebbero mai a te né alla vostra
amicizia, è troppo importante per voi.”
Harry sospirò. “E’ che…loro due sono stati la prima cosa
bella della mia vita. Quando sono arrivato a Hogwarts ero solo e insicuro…loro
mi sono stati sempre vicini, non mi hanno abbandonato mai, nemmeno quando hanno
verificato di persona che essere miei amici significa giocarsi la vita ogni
giorno. Sono diventati la mia famiglia, e anche quando ero solo dai Dursley in
qualche modo era più facile, perché sapevo che da qualche parte c’erano due
ragazzi che erano disposti anche a morire per me, e che mi volevano bene. Io
non voglio perdere tutto questo.”
Ginny non si trattenne oltre: si inginocchiò davanti a Harry
e lo abbracciò forte, accarezzandogli la nuca. Quello non era il grande Harry Potter,
ma solo un ragazzo bisognoso di affetto e amore e punti di riferimento…come la
maggior parte degli orfani. “Oh, Harry…” gli sussurrò. “…anche loro ti vogliono
un bene dell’anima, e non farebbero mai niente per farti star male. Sono certa
che comunque andranno le cose, non permetteranno mai che la vostra amicizia ne
risenta.”
Harry si fece indietro per guardarla. “Comunque io non
voglio che litighino di nuovo in quel modo.”
Ginny gli carezzò ripetutamente il viso. “Questo lo sai
meglio di me, non possiamo controllarlo noi. Dovranno cavarsela da soli.
Augurandosi che non si ammazzino nel frattempo.” Aggiunse con un sorriso.
“Anche lui sorrise, e appoggiò la fronte contro la sua.
“Meno male che io ho te, comunque vadano le cose.”
“Harry, io non sarò mai gelosa della vostra amicizia. Ho
supertao già da un pezzo quella fase.”
Lui spalancò gli occhi. “Tu sei stata gelosa?”
Lei sorrise. “Quando ero piccola si, da morire. Volevo
essere a tutti i costi al posto di Hermione, perché lei era sempre con te e
perché mio fratello non faceva altro che dire Hermione questo, Hermione
quello…” con aria assente gli accarezzò la guancia. “Poi quando lei rimase
pietrificata dal basilisco mi resi conto che non c’era modo di prendere il suo
posto, che tu e Ron volevate lei e non un’amica qualsiasi, e da allora ho
imparato a non essere più gelosa del vostro legame.”
Harry fece un sorrisetto e le sfiorò il naso con un dito.
“Guarda quante cose si scoprono sulle persone che credi di conoscere.”
Lei rise e gli stampò un piccolo bacio sulle labbra. “Siamo
ancora in tempo per salvare la serata… mamma e papà non torneranno prima di
un’ora.”
Harry chinò il viso sul suo, mantenendo un sorrisetto furbo
fino all’ultimo secondo. Facciamo valere questi sessanta minuti, allora…abbiamo
fatto la guerra, ora facciamo la pace.”
***************
Ron guardò Hermione, che camminava al suo fianco stringendo
soddisfatta il suo orso di pelouche, e sorrise. Bastava così poco a renderla
felice. “Ti piace così tanto?” le domandò.
Hermione sorrise e annuì, baciando la testa del pupazzo.
Quando Ron l’aveva vinto lei avrebbe creduto che fosse un regalo per Ginny o
addirittura Lysa Bloyd, la stupida bionda senza cervello con cui flirtava saltuariamente.
E invece no, lo aveva dato a lei…proprio a lei. Per un momento l’aveva fatta
sentire così importante che le ginocchia le erano sembrate di gelatina.
“Allora, come hai pensato di chiamarlo?” chiese allegro lui,
mentre camminavano lentamente lungo il vialetto per casa Granger.
“Vuoi che gli dia un nome?”
Ron scrollò le spalle. “Ginny dava un nome a tutti i
pelouche e le bambole che le comprava papà.”
“Mmh…vediamo un po’…” Hermione, continuando a camminare,
sollevò l’orso davanti a sé e lo fissò pensierosa.
“Perché non lo chiami Archie?”
lei rise. “Ma hai una fissazione con questo nome!”
“Beh, devo per forza, visto che tu non mi lasci chiamare
così il nostro vecchio sacco.”
Hermione sorrise e scosse la testa. “Spero solo che non ci
chiamerai mai un figlio tuo in quel modo.”
“Archie Weasley non suona male.” Ron ci pensò un attimo, poi
rise con lei. “Ok, ok…hai vinto, il nome non è Archie.”
Hermione si concentrò per un momento. “Virgo.”
“Virgo?” Ron non sembrava molto convinto. “Perché?”
“Perché è il mio segno zodiacale, perché è indice di purezza
e lui è bianco, e perché…mi piace.”
Lui scrollò le spalle. “Non è malaccio. Anche se non può
competere con Archie.”
“No, infatti.” Ridacchiò lei.
Quando furono arrivati davanti al cancello di casa sua
Hermione si voltò e gli fece un gran sorriso. “Sono stata molto bene stasera.”
Ron le rivolse lo stesso sorriso. “Anch’io, davvero. Non mi
divertivo così da un bel po’…credi che si possa rifare?”
“Tutte le volte che vuoi.” Hermione si accigliò quando vide
che lui la stava fissando pensieroso. “Qualcosa non va?”
Lui scosse la testa e fece un piccolo sorriso. “No, no, è
che…è buffo, ma…per una sera non mi sono sentito tutte le responsabilità della
guerra sulle spalle. Mi sono sentito…solo Ron.”
“Già.” Anche Hermione aveva un’espressione malinconica. “E’
bello sentirsi come due ragazzi normali che vivono serenamente la loro età.”
Lei era così presa a fissare la strada che per poco non sobbalzò quando sentì
le labbra di Ron a contatto con la sua guancia per un piccolo ma bellissimo
secondo.
“Grazie.” Mormorò piano lui. “Sei l’amica più preziosa che
abbia mai avuto.”
Hermione ringraziò il freddo per aver reso le sue guance già
rosse prima del bacio, e abbracciò amorevolmente Ron prima di entrare. “Dormi
bene, Ron.”
Lui le sorrise e la salutò con la mano prima di vederla
sorridere un’ultima volta e rientrare a casa sua. E quella notte quel sorriso
fu abbastanza forte da prendere il posto di tutti i suoi incubi.
*************************
Eccomi qui!!! =D Avevo promesso un
chap più allegro, e così è stato…visto? =) Ma visto che
mi sento molto natalizia, e Natale significa bontà…per il prossimo chap sarà
ancora tutto molto sereno! ^_- Diamo un po’ d’aria fresca anche a questi poveri
ragazzi, no? ^^ Perciò, in onore delle feste in arrivo, il prossimo chap sarà a sua volta molto natalizio…
Non smetterò mai di ripetere quanto tutte queste magnifiche
e dolcissime recensioni mi facciano piacere! Vi adoro
tutti, ragazzi! Anzi, con l’occasione vorrei ringraziare tutti quelli che hanno
recensito la mia più recente one-shot. E ora si passa
agli special thanks!
Luna Malfoy: sono
in molti a non amare più di tanto Adam e Gabrielle, cara!
=) Certo che avrai la tua one-shot per il tuo comply…farò in modo che ti piaccia,
promesso! E continua a darti da fare con le locandine,
sono tutte grandi!
Ci: grazie mille!
Anch’io penso che una cosa mi piace solo se trasmette
emozioni…e il fatto che posso fartene provare di così forti mi rende molto
orgogliosa! =)
Danae: anche a me
piace molto Harry, bravo ragazzo! =)
Strekon: io sono
un’artista…senti chi parla! =) A proposito…tipregotipregotiprego, consideralo
un regalo di Natale…non ci mettere tanto tempo ad aggiornare la tua fantastica
storia, Strek, non ci lasciare tutti in attesa! *.* Ok,
ok…verità? Mi manca Chris! ^^
Audrey: sei molto gentile! Sono contenta che la storia ti stia
entusiasmando. Eccolo qua il nuovo chap! =)
Giuggy: my love! XD
Ho visto la tua nuova fanart…o meglio, falle ciao, ti sta salutando dalla
parete vicino al mio lettuzzo…=) Ma si può essere così bravi come te? La
risposta è semplice, no…tu sei unica! =) *me saltella
da tutte le parti all’idea della nuova fanart sullo scorso chap* Ti voglio un
mondo di bene!
Blackmoony: eh
si, meno male che Hermione e Ron sono tornati amici…ma tranquilla, Harry non
tradirebbe mai Ginny. Si è fermato prima perché è un bravo ragazzo! =)
Avana Kedavra: lo
sai, le tue bellissime recensioni mi fanno sempre sentire felice…attenta, andrà
a finire che poi ci farò l’abitudine e le vorrò trovare sempre! =D Questo
rilassante chap dovrebbe esserti piaciuto, visto che delle tue coppie preferite
ce n’è in abbondanza! =)
Vega: picciola
raffreddata! =D Oww…se può consolarti, anche la Nenè nuota fra i fazzoletti… se
me l’attacca le prende! ^^ Sapessi quanto è importante per me il tuo
giudizio…che stavolta è talmente positivo che mi ha
fatto sorridere per tutto il pomeriggio! =) Ma certo che accetto di essere la tua beta ufficiale, ne sono onorata e sono
contentissima che tu abbia rirpreso a scrivere! Ron non è mai stato un bravo
bambino (…ma no! ^^), ma stavolta ha tutte le intenzioni di rigare
dritto…volere e potere? Chissà! =) Quanto a Harry e Ginny…la maretta c’è sempre
ovunque, ma per fortuna è passeggera! Un bacio grande
grande grande e natalizio! =D
Kim: un altro
amore mio sei tu! =) Quella tua intervista doppia fra Ron e Harry è al momento
una delle cose migliori che abbia mai letto, e ricordati di prendere in
prestito i miei personaggi ogni volta che vuoi! E’ un onore da tanta scrittrice!
=) Ok, aspetteremo per ATTTB (a patto che intanto arrivino
altre interviste doppie! ^^)…sono certa che sfornerai un super chap quando sarà
il momento! Un bacio spaziale! No, più grande! =)
Angèle: grazie
mille per tutte le bellissime recensioni che mi hai lasciato! Sei stata molto
gentile. Un’altra storiella…cioè un’altra one-shot?
Non saprei…forse molto presto. Che devo dirti,
ultimamente la mia testolina sta priducendo idee su idee…sono in sovraccarico!
=)
Rachel: anch’io
vorrei consolare personalmente Ron, ma a quanto pare
Hermione è arrivata prima… ^^ Eh si, Harry mantiene il controllo anche da
ubriaco…al contrario di qualcun altro! =) Se Ron
righerà dritto? Forse si…magari non completamente…una cosa è certa: ce la
metterà tutta. =)
Vale: sapessi
quante volte ho avuto la tua stessa idea, ma a quanto
pare nel mio schermo un mini Ron proprio non c’è! ;_; …che
peccato… Eh, Hermione è partita alla grande con le idee…ha in programma di
passare un bel po’ di tempo insieme a Ron per aiutarlo…^^ Siamo tutti in
attesissima per il tuo ultimo chap! *sigh…ultimo…* Un miliardo di baci!
Eva: sono
d’accordo, Ron è adorabile…mica l’ho già detto, nooo….^^ Adam, eh? Beh… Adam
continueràa
esserci ancora per un bel po’. Perché? Beh, perché lui
rappresenta il dito dietro cui Hermione si vuole
nascondere… così può stare vicina a Ron senza correre il rischio di ripetere
l’errore di lasciarsi andare troppo… ma le cose non vanno mai come uno le
programma =D Cmq io sono assolutamente d’accordo con te riguardo all’affermazione
di Adam sulla freddezza e sul cinismo…
Milla: no, no,
non ti ammazzare! =) Eccolo qua il chap, visto? Ecco, brava…resta viva che è
molto meglio! ^^ Quanto anni ho io? Diciassette e
mezzo…quasi mezzo. Ok, e due mesi. ^^
Miyu: hai ragione
tu, il titolo sta bene per entrambe le coppie… interpreta liberamente! …ehi…
voglio un’intervista delle tue! =)
Lara: eh eh…noto
che Adam gode di grande simpatia! =) Come dicevo
prima, ci vorrà un po’… diamo un po’ di tempo alla povera Hermione, confusa più
che mai! Un bacio e salutami Ansy!
Beppe: ^^ sono
contenta di drogarti in questo modo! =)
Vale86: anch’io
voglio consolare Ron…ah, un giorno lo acchiapperemo per benino! =) Grazie mille
per i complimenti!
Kiara: sono
contenta di averti fatto piangere una volta tanto di gioia! =) Anch’io sono felice per Ron e Hermione… wow, la mia
febbraiosa numero uno diventa maggiorenne! (…prima di me… acc..)
Avrai il tuo regalone! =)
Eli: te l’ho già
detto negli ultimi dieci minuti che ti adoro? Te lo dico adesso! =) Si, Ginny è
stata una gran cosa per Harry…quanto a Ron…io credo che farà il massimo per non
tradire la fiducia di Hermione. Bravo bimbo! =) E ora
che la loro amicizia diventi sempre più forte…finchè…=D Non ti preoccupare,
manca ancora un po’ per la fine…e forse tu e la Nenè mi avete convinto per la
storia di Natale, sai? Anzi, in questi giorni ti manderò una
mail…Nenè mi ha proposto più idee, e volevo sapere tu quale preferivi!
Un kissone!
Ele 2: ebbene si,
i miei amici mi chiamano La Roscia… =) Sono un po’ Weasley anch’io! =D Buono
studio!
Keijei: sono
felice di essere riuscita a farti commuovere! E’ così, Ron è forte ma anche
tanto debole…ha bisogno di colmare quelle debolezze e fortificare il suo animo
per diventare quello scavezzacollo adorabile del primo BAWM, che già è completo
e ben definito. Questo qui sta ancora cercando la sua strada…a ma quanto pare l’ha appena trovata! =) E
io non vedo l’ora di leggere la tua nuova recensione! Un bacio sconfinato!
Giuggia89: gira e
rigira, ti faccio sempre piangere! =D Uh, figrati a chi lo vieni a dire…anch’io
sono un po’ una talpa…ma c’è anche Kiara con gli
occhialoni, vero Kia? =)
Mony: ti credo! E
ne sono anche molto, molto felice…cioè, non è che sono
felice se piangi, eh! ^^ Ma sono felice che ti sia commossa! Ron se la caverà,
vedrai…beh, se fosse possibile coccolarlo un po’ in
diretta, ma a quanto pare la cosa sembra un tantino impossibile…mannaggia! =)
Un bacio grandissimo!
Marilia: non ti
preoccupare, sei perdonata! Ciao!
Credo di non aver dimenticato nessuno…ma se l’avessi fatto:
grazie infinite! =9 Beh, ora devo scappare…ma prima vorrei dire a tutti:
BUOOOOON NATALEEEEEE!!!!!!!! =D Ci vediamo alla
prossima col nuovo chap “Dio benedica il vischio!” (…eh eh…^^)
The smile on your face lets me know
That you need me
There's a truth in your eyes
Saying you'll never leave me
The touch of your hand says
You'll catch me whenever I fall
You say it best
When you say nothing at all
When
you say nothing at all, Ronan Keating
***************
“Mmh…che ne dici di questo color lavanda?” Ginny prese un
vestito lungo e scollato color lavanda e lo provò, avvicinandosi allo specchio
e controllando se più o meno tra scollatura e lunghezza andava bene.
Hermione era dall’altra parte del negozio, e stava guardando
con un certo interesse un abito rosso alquanto costoso. Erano più di venti
minuti che stavano in quel negozio e scegliere l’abito per la sera di
Capodanno, ma nessuna delle due riusciva a fare una scelta. E non potevano più
rimandare, perché mancavano due giorni al 31 Dicembre.
“Allora, questo secondo te mi sta bene?” Ginny mostrò alla
sua amica il vestito color lavanda.
“Mmh…orientati su qualcosa di verde o azzurro, sono colori
che ti stanno particolarmente bene.”
Ginny rimise a posto il vestito e ne cercò un altro fra
quelli in esposizione. “Sono così emozionata… questo sarà il primo Capodanno
insieme per me e Harry, voglio che sia indimenticabile.”
Hermione prese il vestito rosso. “Ancora non riesco a
credere alla fortuna che hai avuto.”
Ginny sorrise. In effetti aveva avuto un gran colpo di
sfacciata fortuna: tutti i suoi fratelli avevano deciso di passare la notte con
ragazze e amici, e i suoi genitori – che per una volta avevano pensato che
sarebbe stato carino andare a trovare i parenti – le avevano dato il permesso
di restare con Harry quando avevano sentito che sorpresa lei voleva fargli.
“Ormai ho preparato quasi tutto…”
“Lo lascerai a bocca aperta, sarà talmente sorpreso e
contento che non avrà parole, ci scommetto.”
“Oh, lo spero bene.” Ginny prese un vestito e lo guardò, non
particolarmente convinta. “Certo che Adam è proprio uno stronzo.”
“Dai, Gin, non è il caso di farla tanto lunga.” Hermione
osservò un completino color panna con occhio critico.
“Ma come, è il vostro primo Capodanno insieme e lui se ne va
a sciare con la sua famiglia?!” replicò stizzita Ginny.
“Suo fratello torna dopo un lungo viaggio, è logico che
voglia passare un po’ di tempo con lui.”
“Secondo me sei troppo comprensiva. Comunque con chi hai
deciso di passare la sera della vigilia?”
Hermione scrollò le spalle. “Credo che a questo punto andrò
alla super festa della mia famiglia che hanno organizzato i miei
genitori…proverò a chiedere a Ron se vuole farmi compagnia, ma non so se
accetterà.”
“Accetterà eccome.” Fece subito Ginny. “Innanzitutto perché
pur di passare un po’ di tempo con te si venderebbe le palle, e poi perché non
esiste proprio, io devo essere sola con Harry quella sera, un terzo incomodo
non è contemplato nel mio programma.”
Hermione rise e scosse la testa, poi estrasse
dall’espositore un vestito azzurro e lo porse a Ginny. “Questo ti piace?” era a
bretelline, lungo fino al ginocchio e con la gonna finemente ricamata.
Ginny lo osservò e poi lo prese. “E’ molto bello…e non costa
neanche tantissimo! Ok, lo voglio provare… tu quale hai scelto, così andiamo
alle cabine?”
“Veramente non lo so…”
“Stavi guardando quello rosso, no?”
“Si, ma costa troppo.”
“E allora?”
“Come sarebbe allora, i miei genitori mi uccideranno!”
Ginny fece un perfido sorriso angelico. “Per che cosa, per
aver cercato di renderli fieri della loro bambina davanti a tutti i vostri
parenti?”
Hermione non potè non ridere. “Guardati, tutti questi anni
di piccola di casa ti hanno insegnato tutti i trucchetti dell’arte
dell’adulazione, eh?”
Ginny scrollò le spalle. “Genitori e fratelli sono come le
piante, semini bene e li innaffi e quelli ti ripagano crescendo bene e senza
dare problemi.” A questa assurda similitudine entrambe le ragazze risero.
Hermione prese il vestito rosso e lo guardò bene. Era lungo,
scollato e con le maniche che le coprivano a malapena le spalle. “Non saprei…”
“Andiamo, io dico che ti starà d’incanto.” Ginny fece un
sorrisetto furbo. “E a Ron piacerà alla follia.”
“Tu dici? Non è che poi…” Hermione si accigliò. “Ehi, un
momento, che c’entra Ron? Io mi vesto bene per me stessa.”
“Si, si…”
“Ginny!”
“Ho capito! Andiamo a provare i vestiti adesso.”
“Ron e io siamo solo amici.”
“Si, lo so.” Per il
momento, almeno.
***************
Ron osservò con aria attenta Hermione che stava salutando
Adam all’uscita della palestra; stavano facendo addominali insieme in attesa
che Harry finisse le sua ora di magia senza bacchetta, poi il bellimbusto si
era presentato lì per salutarla e lei era schizzata fuori a razzo.
Ora la stava baciando mentre la teneva fra le braccia, e lei
gli stava accarezzando languidamente i capelli. E come si allargava, lui…adesso
se ne andava, lasciandola sola per le feste, ma quello che doveva prendere se
lo stava prendendo tutto… Bastardo.
Ron fu più che lieto quando finalmente lei si allontanò da lui, che con un
ultimo sorriso scese giù per le scale.
Hermione tornò nella palestra, e con un’espressione un po’
assente si rimise per terra pronta a riprendere i suoi addominali. Ron le si
inginocchiò accanto e con una mano le tenne le caviglie a terra mentre lei
faceva gli esercizi.
“E così è proprio andato via, eh?”
“Solo per una settimana.” Hermione continuò con gli
addominali. “Non è la fine del mondo…”
“Io credevo che avessi dei progetti per la notte di fine
anno.”
“…lascia perdere, va bene?”
Ron rimase in silenzio, in attesa…e dopo un paio di minuti
di esercizi Hermione si fermò e si mise seduta, guardando a terra e respirando
forte.
“…quando l’ho invitato a casa mia alla festa dei miei
genitori…beh, ha detto…ha detto che forse era un po’ troppo presto, anche se
fosse rimasto.”
“Che razza di idiota.”
Hermione lo fulminò con lo sguardo. “Lo facevo che facevo
meglio a tenere la bocca chiusa.”
“Ok, ok, scusami.” Ron annuì e si passò una mano fra i
capelli. “Va’ avanti.”
Hermione sospirò. “Non c’è niente da dire.”
“Ci sei rimasta male?”
“No.” Fece incerta Hermione. Ron la guardò e inclinò la
testa da un lato. “…ok, si. Mi è dispiaciuto. Solo un pochetto.”
Ron storse la bocca. “Lo avevo immaginato.”
“Ma non è niente di così grave, avremo tempo e modo di
rifarci.” Lei scrollò le spalle.
Lui la osservò per un momento; la conosceva troppo bene per
non capire che c’era rimasta male, e che ora era tesa per qualche motivo.
“Allora, come pensi di passare il Capodanno?”
“…ehm…” Hermione si passò una mano fra i capelli. “A questo
punto devo andare alla festa dei miei.” Lo guardò, esitando. “Senti, non è che
vorresti venirci con me? Lo so che non è proprio la prospettiva ideale, però
potremmo anche sgattaiolare via a un certo punto e…”
“Ci sto.”
“…e oltretutto ci saranno un sacco di cose buona da…che cosa
hai detto??” Hermione spalancò gli occhi.
Ron sorrise. “Voglio venire con te. la tua presenza mi
rilassa, i tuoi genitori mi stanno molto simpatici e mi piacciono le feste,
dunque è si.”
Hermione fece un gran sorriso radioso. “Mi fa molto
piacere.”
“Anche Harry sarà dei nostri?”
Oddio.
“…ehm…Harry?” Hermione si passò nervosamente una mano fra i capelli. “…n-no,
veramente credo che Harry abbia degli altri programmi…”
Ron si accigliò. “Con mia sorella.”
Hermione ingoiò rumorosamente. “Come?”
Ron fece una smorfia. “Quanto credi che sia stupido,
Hermione? Io gli occhi li uso. Lo vedo da solo che sta succedendo qualcosa tra
Harry e Ginny.”
“Tu dici?” Hermione si sforzò di fingersi sorpresa. “E che
ne pensi?”
Ron scrollò le spalle. “Non so esattamente se sono nella
fase di approccio o se hanno già… insomma, se già escono insieme…quello che ho
capito è che approfittano di ogni istante possibile per passare un po’ di tempo
insieme.”
Hermione si morse le labbra e si guardò le mani. Non le
piaceva affatto non poter essere sincera con Ron. “Questo…ti dà fastidio?”
“No, non credo…non proprio, cioè…Harry è anche più che un
fratello per me, però Ginny resta sempre la mia sorellina…” Ron si grattò la
nuca. “Certo che fra tutti i maschi della terra che vogliono stare con me
preferisco Harry, però lui non deve fare come…come tutti gli altri. Nel senso
che se si fanno un po’ di compagnia mi va benissimo…ma per il momento non
devono andare oltre. Ginny è ancora troppo piccola per questo genere di cose.”
A Hermione scappò una risatina incredula. “Ron, tua sorella
ha dieci mesi meno di me.”
“E allora? Nemmeno tu dovresti fare le porcherie col tuo
Adam, se è per questo.”
Hermione non potè evitare un sorriso allibito. “Io non
faccio le porcherie.”
Ron inarcò scetticamente le sopracciglia. “Noo, come l’altra
mattina fuori dalla ricezione, dietro l’armadietto dei materiali fuori uso…”
Hermione arrossì furiosamente. “Guardone, ecco cosa sei.”
Ron rise escosse la
testa. “Sei proprio una bambina, Hermione.” Ma dicendo così tornò serio e la
guardò col suo solito sguardo profondo e penetrante. “Una bambina che aveva ben
altri progetti per Capodanno.”
Lei abbassò gli occhi e si morse le labbra. “…è una
sciocchezza, Ron, davvero. Anche Adam ha le sue ragioni…stiamo insieme da poco
più di un mese e io già volevo presentarlo a tutta la mia famiglia al completo.
Ho proprio esagerato stavolta.” Mormorò, con un sorriso amaro.
Ron tirò su col naso. “Se io stessi con te non ti lascerei
sola per le feste.”
Hermione si fissò i piedi e prese ad armeggiare con la fibbia
degli stivali per non alzare il viso rossissimo. Se io stessi con te…
“Ehi ragazzi.” Harry entrò in quel momento nella palestra,
accovacciandosi accanto a loro con particolare elasticità; a quanto pareva la
lezione era andata a gonfie vele. “Che fate, battete la fiacca?”
Ron fece un sorrisetto. “Fatti una sega e datti una calmata,
Harry, abbiamo già lavorato abbastanza.”
Hermione si alzò in piedi. “Io ho lezione con Lupin. Ci
vediamo dopo.” I due ragazzi la salutarono con un cenno della mano.
“A parte la mia sega, cosa prevede la tabella?” fece Harry,
ancora molto vispo.
“Un discorsetto con me.” Ron si fece scrocchiare sonoramente
i pugni.
***************
Harry ridacchiò ma continuò a farsi tirare da Ginny
presumibilmente nel giardino della Tana. Quello sì che si stava rivelando il Capodanno
più spettacolare della sua vita: prima Ginny gli aveva dato la bella notizia
che sarebbero stati soli, poi si era presentata alla sua porta vestita come una
dea, esortandolo a mettersi l’abito più elegante che aveva, quindi lo aveva
bendato e tenendogli le mani lo stava portando da qualche parte fuori, all’aria
fresca – fredda, a dire il vero – della notte di fine anno.
“Tieni duro ancora un po’, ci siamo quasi.” Fece
allegramente Ginny.
Harry sorrise. “Ehi, fa più caldo…si sta benissimo!” esclamò,
sorpreso.
“Fa parte della sorpresa, non chiedere altro.” Entusiasta
del suo incantesimo per mantenere il clima a loro preferenza, Ginny si fermò un
momento per togliersi il cappotto e toglierlo anche a Harry.
Lui fece un sorrisetto. “Anche lo striptease fa parte della
sorpresa?”
“Per quanto l’offerta sia accattivante…per il momento no, ti
preferisco vestito.” Ginny gli mordicchiò l’orecchio, ridendo. “Per il
momento.”
Harry sorrise e cercò di afferrarla a tentoni, ma lei rise e
gli sfuggì. “Sei fortunata che sono bendato…”
Lei sorrise e gli prese di nuovo le mani. Fecero ancora
qualche metro, quindi si fermarono e finalmente Ginny prese ad armeggiare col
nodo della sua benda. “Sorpresa…” gli sussurrò all’orecchio.
Finalmente la benda scivolò via…e Harry rimase a bocca
aperta.
Si trovavano nel suo posto preferito nel giardino della
Tana: il piccolissimo laghetto sul retro. C’erano candele un po’ dovunque: sui
rami del grosso albero, galleggianti sull’acqua, sul prato e soprattutto sul
tavolino ornato per una romanticissima cena per due, con tanto di carrello con
le portate e vischio sospeso in aria sopra il tavolo.
Harry non riusciva a fare altro che sorridere. “Io…sono senza
parole…è tutto fantastico!” e l’idea che lei avesse realizzato tutto questo
solo per lui gli riempì il cuore.
“Dai, vieni.” Ginny con un sorriso lo condusse fino al
tavolo, e lì schioccò le dita; un momento dopo nell’aria si diffuse una dolce
melodia.
Harry la baciò un momento, poi le strizzò l’occhiolino. “E
così stasera siamo al massimo del romanticismo.”
“Voglio che sia tutto perfetto.”
“E’ già tutto molto più che perfetto.”
Ginny sorrise entusiasta e si avvicinò al tavolo per
sedersi, ma lui l’anticipò per reggerle la sedia mentre si accomodava. “Come
sei galante…” mormorò lei.
“Stasera voglio essere un gentiluomo.” Rispose allegramente
lui. “Allora, cosa mi hai preparato di buono?”
“Oh, un sacco di cose.” Ginny si guardò un attimo intorno e
notò che il carrello col cibo era rimasto poco più in là, e subito fece per
alzarsi.
“No, non ti alzare.” Le disse lui, e lei lo guardò
incuriosita. Harry stese la mano col palmo rivolto verso il carrello e si
concentrò; mosse leggermente le dita…e il carrello prese a dirigersi lentamente
nella loro direzione.
“E’ straordinario!” esclamò sorpresa Ginny. Era la prima
volta che lo vedeva praticare la sua magia senza bacchetta. “Ti riesce
perfettamente.”
Harry scrollò le spalle. “Spostare gli oggetti è una cosa abbastanza
semplice…il vero problema si pone quando devi lanciare incantesimi veri e
propri.”
Ginny fece un sorrisetto. “Il mio uomo è pieno di risorse.”
“Il tuo uomo sta anche morendo di fame, dolcezza.”
Lei annuì. “E adesso…ti farò vedere come sono migliorata in
cucina nel brevissimo arco di tempo di due settimane.”
***************
Hermione si sistemò per l’ennesima volta i capelli, raccolti
in uno chignon elegante ma anche un po’ scomposto da cui scendevano molte
ciocche ricciolute che le incorniciavano il viso e il collo. Si guardò ancora
allo specchio per verificare che il leggero trucco fosse a posto e finalmente
si decise a prendere il vestito che stava appeso all’anta ben aperta dell’armadio,
che la proteggeva da occhi indiscreti.
“Si può sapere quanto ti ci vuole?” borbottò spazientito
Ron. Lui ovviamente era già pronto - in elegante smoking, come gli aveva
consigliato lei vista l’occasione – ma la stava pazientemente aspettando seduto
sul letto – di spalle, per non vedere niente – molto preso dal cubo ‘magico’ di
Hermione, un gioco babbano che avrebbe superato se avesse sistemato tutte le
facciate del cubo con dadini dello stesso colore…peccato però che la cosa fosse
più facile a dirsi che a farsi.
“Ancora un momento…”
“La maggior parte degli invitati è già arrivata, è
maleducazione se ti presenti a stento cinque minuti prima di mezzanotte.”
“Lo so, lo so!” Hermione stava armeggiando disperatamente
con la cerniera lampo del vestito. “Ma voglio sembrare decente…ci saranno tutti
i miei parenti, inclusa mia cugina Wendy, quella vipera che mi ha sempre dato
del maschiaccio.”
Ron fece un sorrisetto. “Sai, non è per dare ragione a lei,
ma se non avessi quel gran bel paio di tette che ti ritrovi, uno potrebbe anche
caderci nell’errore.”
“Ma quanto sei divertente.” Fece sarcastica Hermione, troppo
impegnata con la lampo del suo vestito per rispondergli a dovere.
Ron ridacchiò, continuando a giocare con l’ostinato cubo
multicolore. “Dai, datti una mossa, sto facendo i funghi ai piedi.”
Hermione emise un sospiro frustrato ed esasperato. “Questa
dannata cerniera si è bloccata!”
Ron mise giù il cubo. “Se sei decente posso darti una mano.”
Hermione esitò. “Ok, vieni qua.” Reggendosi il vestito addosso
con un braccio, chiuse l’armadio e restò di spalle.
Ron le si avvicinò e le tirò un po’ più giù la cerniera
ostinata applicando una leggera pressione, quindi la sbloccò e prese a tirarla
su. Nel farlo le sfiorò la schiena, e provò un brivido; com’era morbida e
liscia la sua pelle, così diversa dalla sua…e che buon profumo che aveva… Ron
si schiarì la gola e fece un passo indietro, senza sapere che anche lei aveva
provato lo stesso brivido elettrico. “Ok, sei…sei pronta, adesso.” Balbettò.
Hermione si voltò lentamente, e lui trattenne il fiato per
un istante. “Come sto?” disse molto piano lei.
Ron sbattè gli occhi un paio di volte. “Sei…sei bellissima,
Hermione…” riuscì a dirle alla fine, sforzandosi di far sembrare disinvolto il
suo sorriso. “L’attesa è valsa la pena, a quanto pare.”
Hermione arrossì furiosamente e si voltò di nuovo verso lo
specchio. “Tu dici che vado bene? Non lo so, questi capelli non…”
Ron le appoggiò le mani sulle spalle e la fece voltare verso
di lui. “Ehi, smettila di preoccuparti. Sei troppo nervosa.”
Hermione sospirò e abbassò lo sguardo. “E’ solo che…è
dall’inizio dell’addestramento che non ho avuto più occasione di vedere questi
parenti, e loro hanno sempre avuto da ridire su di me in passato. Vorrei che
per una volta non mi guardassero dall’alto in basso.”
Ron le sollevò il mento con un dito e le fece un sorrisetto
sicuro. “Li lascerai a bocca aperta, vedrai. Si accorgeranno solo che non sei
mai stata così bella.” Hermione finalmente gli fece un piccolissimo sorriso
timido e lui le strizzò l’occhiolino, porgendole il braccio. “Allora, vogliamo
andare a stupire le folle?”
Hermione sorrise e si mise a braccetto con lui. “Andiamo.”
Ron rimase stupito nel vedere quanta gente c’era nel salone
di casa Granger: sapeva che le famiglie del mondo magico erano tutte più o meno
imparentate fra loro e quindi ne venivano fuori gruppi alquanto numerosi, ma i
Granger erano davvero tanti a loro volta!”
I genitori di Hermione erano alla porta, a salutare gli
invitati che arrivavano, e vedendoli scendere li salutarono con la mano.
“Tesoro, sei bellissima.” Il signor Granger baciò la guancia
della figlia, poi strinse la mano a Ron. “Sono contento di vederti qui, Ron.”
“Anch’io sono molto contento.” Rispose gentilmente Ron,
mentre la madre di Hermione si complimentava affettuosamente con la figlia per
il suo abito costoso ma bellissimo.
“E il tuo cavaliere stasera è più affascinante che mai.”
Mamma Granger squadrò da capo a piedi il ragazzo.
Ron le sorrise educatamente in risposta. “Grazie signora
Granger, anche lei sta benissimo.”
“Coraggio figlioli, andate a divertirvi, questa è una
festa.” Esclamò allegramente il signor Granger, e i due ragazzi si
allontanarono per entrare nell’affollato salone, facendosi spazio fra le
persone.
“E’ piuttosto numerosa la tua famiglia.” Fece Ron.
“Ci sono sia i parenti di mio padre che quelli di mia
madre.” Gli spiegò Hermione. “Detto fra noi…io preferisco la famiglia di mio
padre, sono molto meno formali e molto più alla mano.”
“Capisco.” Ron si guardò un po’ in giro.
Hermione gli indicò con un cenno del capo una donna con un
vestito rosa pallido. “Quella è mia zia Annette. Se vuoi il mio consiglio,
tieniti lontano da lei: quando saluta la gente lo fa sempre con dei baci
disgustosamente appiccicosi.”
“Bleah…teniamoci alla larga da lei, allora.”
“Quello invece è zio Jerry.” Hermione gli indicò un uomo
molto alto, che stava sorseggiando un drink mentre parlava con una ragazza. “E’
il cugino di mio padre. Poveraccio, si fa chiamare Jerry ma il suo vero nome è
Geronimo.”
“Geronimo?” Ron inarcò un sopracciglio, sorridendo in un
modo che lasciava chiaramente intendere che stava per scoppiare a ridere.
Hermione sorrise. “Suo padre era fissato con gli indiani.”
Ron ridacchiò. “In tal caso gli è andata ancora bene,
potevano chiamarlo Penna Bianca o Toro Seduto.”
“Pare che ci abbia provato, ma l’abbia fermato sua moglie.”
Hermione gli indicò una donna molto anziana sprofondata in una poltrona. “E
quella è la mia bisnonna Winnifred. E’ incredibile, ha 106 anni ed è più lucida
e più arzilla di mia madre.”
“Però, mica male.” Fece Ron con un sorrisetto.
“Hermione cara!” i due ragazzi si voltarono: una distinta
signora di mezza età e un uomo basso e calvo stavano sorridendo largamente.
Hermione fece un sorriso forzato. “Zia Isabel.” Molto
gentilmente (e non tanto volentieri) accettò il bacio della zia.
“Ma guardala com’è cresciuta lei! Bella, bella, bella di
zio!” l’uomo calvo le prese le guance fra le dita, mollandole dei pizzicotti
che avrebbero potuto tranquillamente staccarle via mezza faccia. Ron si mise
una mano davanti alla bocca e finse un colpo di tosse per nascondere una
risata.
Quando Hermione riuscì finalmente a staccarsi aveva un
sorriso forzato e le guance rossissime.
La signora sembrò accorgersi di Ron alla fine. “Oh, e il tuo
bellissimo cavaliere chi è, cara? Il tuo fidanzato?”
Hermione ignorò la domanda. “Zia Isabel, zio Robert, lui è
il mio amico Ron. Ron, loro sono la sorella di mia madre e suo marito.”
“Piacere.” Ron strinse educatamente la mano a entrambi.
“Sei un compagno di Hermione al college?” gli chiese la zia,
sbattendo inutilmente gli occhi.
“Scusi?” Ron inarcò un sopracciglio. Hermione gli pestò un
piede. “Aah! …aah, si…si, andiamo insieme al…uhm…”
“Vi trovo molto bene, sapete?” intervenne subito Hermione.
“Oh, anche tu stai molto bene, cara…ma ti trovo un po’
troppo dimagrita…” la zia la squadrò dall’alto in basso. “Troppo pelle e ossa
non avrai la grazia di una bella ragazza.”
Hermione serrò pericolosamente la mascella, ma si limitò ad
afferrare Ron per un braccio. “Si, certo…ora scusateci, ma dobbiamo dare una
mano a mamma e papà con gli onori di casa.”
“Che perfetta signorina.” Si complimentò la zia.
“Bella, bella di zio!” un’altra scarica di pizzicotti.
Quando furono finalmente fuori dalla portata dei due
bizzarri coniugi, Ron si voltò verso Hermione con un sorrisetto perfido, pronto
a mollarle un pizzicotto sulla guancia a sua volta, ma lei lo fulminò con lo
sguardo. “Non. Ci. Provare.”
Ron rise, poi si schiarì la gola e cercò di tornare serio.
Ci riuscì solo dopo qualche tentativo. “Tipi piuttosto…strani.”
Hermione, seccatissima, fece una smorfia. “Sono due
stronzi.”
Ron fece un sorrisetto. “Harry darebbe un braccio per
sentire Miss Prefetto Perfetto che dice le parolacce…aspetta che glielo
racconti…”
Hermione scosse la testa e guardò dritto davanti a sé, ma un
momento dopo fece un sorriso genuino e andò ad abbracciare una bassissima
vecchietta che la stava salutando con la mano. Ron la raggiunse. “Nonna! Sono
così felice di vederti!”
“Guardala, la mia bambina!” fece allegramente la nonnetta,
accarezzandole il viso. “Ti sei fatta più bella che mai…tutta il nonno, lei,
altro che quel brutto muso di suo padre.” Hermione rise, e la nonna sembrò
finalmente notare il ragazzo che era con lei. “…e lui chi è?”
Ron si chinò un po’ in avanti, porgendo la mano alla
signora. “Molto piacere di conoscerla, signora. Io sono Ron Weasley.”
La nonnetta spalancò gli occhi. “Ooh…dì un po’, tua madre ti
annaffiava i piedi prima di metterti a letto?”
Ron ridacchiò, stringendole la mano. “Siamo tutti spilungoni
in famiglia, io più degli altri.”
“Beh, beati voi! Noi siamo il contrario!”
“Non sapevo che venissi anche tu, papà mi aveva detto che
eri in campagna.” Fece Hermione.
La nonnina scosse la testa. “No, avevo proprio voglia di
divertirmi un po’…e sono felice di essere venuta, così finalmente ho conosciuto
il tuo fidanzato.”
“Come?...” Hermione sbattè gli occhi.
Il viso dell’anziana signora si contrasse in un sorriso
gioioso. “Ah, tesoro, complimenti vivissimi! Se avessi sessant’anni di meno
perderei la testa anch’io per un giovanotto così!”
Hermione finalmente capì e scosse freneticamente la testa.
“No, no, nonna…non hai capito…”
“Signora, veramente noi…” provò Ron.
“Certo, certo, ho capito! Volete tenerlo segreto per non
essere nell’occhio del ciclone, avete proprio ragione. Sono tutti un ammasso di
pettegoli, ma state sicuri che non dirò niente a nessuno.”
“Nonna, Ron non è…”
“…adorabile? Si, lo vedo!” entusiasta, la nonnetta afferrò
Ron per un braccio e lo trascinò bruscamente giù per abbracciarlo. “Sono così
contenta che finalmente la mia piccolina ha trovato qualcuno che si prende cura
di lei e le vuole il bene che si merita!”
Ron fece un sorriso un po’ incerto. “…ehm…si, certo…solo
che…”
La nonnetta sembrava commossa. “Siete una così bella coppia
voi due…mi ricordate tanto quando anch’io conobbi il mio caro marito.”
“Nonna…in realtà noi siamo solo…”
“…felicissimi e commossi del paragone.” Ron la interruppe
sfoderando un gran sorriso, passandole un braccio attorno alle spalle. Hermione
rimase con la bocca socchiusa e un’espressione di stupore stampato in viso.
La nonna diede un bacio sulla guancia ad entrambi per poi
defilarsi in tutta fretta, volendo tenere per sé la sua commozione.
Hermione si voltò e appoggiò le mani sui fianchi. “Mi dici
perché le hai detto che siamo fidanzati?”
Ron scrollò le spalle. “Non mi sembrava molto cortese
deluderla, era così contenta…”
“Ma che bel gesto altruista…spero solo che non lo vada a
raccontare ai miei genitori.” Hermione, che stava guardando oltre la spalla di
lui, spalancò gli occhi.
“Che c’è?” Ron fece per voltarsi ma lei glielo impedì,
trattenendolo per il bavero della giacca.
“Non ti voltare!” sussurrò nervosamente. “C’è mia cugina
Wendy là dietro!”
“E allora?”
“Se restiamo fermi così magari non ci vede.”
Ron inarcò un sopracciglio. “Hermione, sei a una festa che
hanno dato i tuoi genitori in casa tua. Quanto pensi che potrai evitare tua
cugina?”
“Senti, io non voglio vederla, va bene? E nemmeno tu la devi
vedere!”
“Questa è bella, e perché?”
“Hermione?”
“Bingo.” Sibilò fra i denti Hermione, prima di voltarsi. “Ciao,
Wendy.” Disse sorridente.
Quando Ron si voltò capì perché Hermione non voleva fargli
vedere la cugina: era una ragazza bionda con vaporosi capelli che le
incorniciavano il bel viso abbronzato e mettevano in risalto gli occhi color
ghiaccio, aveva un corpo ben…rifornito nei punti giusti, e un gran bel paio di
gambe lunghe…in pratica era uno schianto.
Lei gli rivolse un sorriso ammiccante mentre si avvicinava
alla cugina. “Hermione…da quanto tempo! Ti trovo bene, sai? Molto magra, ma
tutto sommato meglio.”
Hermione forzò un piccolo brevissimo sorriso. “Sei
abbronzatissima più del solito. Hai passato la mattina sul terrazzo di casa per
farti bella?”
“No, non ne ho bisogno.” La biondona sollevò il mento con un
gesto altezzoso. “Il padre del mio ragazzo tra le varie cose è proprietario
anche di un solarium. E’ un gran vantaggio avere fidanzati facoltosi…” tutto in
una volta il suo tono si fece falsamente compassionevole. “…oh, ma che sciocca
a parlare di ragazzi proprio a te, che non ne hai mai avuto uno…”
Hermione serrò la mascella e inarcò un sopracciglio. “Certo,
io posso solo immaginare cosa significa stare con un uomo e cornificarlo alla
grande mentre lui si aggira nei suoi costosissimi possedimenti.”
“Un giorno forse capirai che avere una relazione con un
milionario perennemente indaffarato ti lascia moltissimi vantaggi, tra cui
quello…di fare anche nuove amicizie.” E così dicendo Wendy guardò di nuovo Ron,
muovendo un po’ i fianchi. “…vedi, tesoro, gli uomini sono una razza molto
esigente. Vogliono divertimento, eccitazione, fantasia…sentono il bisogno di
provare emozioni forti… ma non devi temere, ci sono anche maschi che si
accontentano di relazioni normali e un po’ monotone con…ragazze normali che non
scalderebbero un pentolino d’acqua calda.” Wendy la squadrò dall’alto in basso.
Hermione si morse impercettibilmente il labbro; non voleva
dare alla cugina la soddisfazione di essere stata colpita e affondata dalle sue
parole…ma in realtà quella vipera aveva centrato il problema. La stava facendo sentire
molto squallida…almeno a paragone con lei, almeno fisicamente, almeno davanti a
Ron.
Ron si accigliò; schianto o no, quella specie di puttanella
aveva bisogno di una lezione…e visto il tipo era anche facile intuire come
rimetterla nei ranghi. Così passò un braccio attorno ai fianchi di Hermione,
stringendola possessivamente a sé. “Tesoro, ma dove hai la testa? Non mi
presenti a tua cugina?”
Entrambe le ragazze si voltarono a guardarlo sorprese, e
Wendy sbattè gli occhi e aprì la bocca un paio di volte. “…come?”
Ron le rivolse il suo sorriso più malizioso e affascinante,
avendo cura di allargare bene le sue spalle già ben piantate. “Hermione non mi
ha parlato molto di te…ti chiami Wendy, giusto? Piacere, io sono Ron, il
ragazzo di tua cugina.”
Wendy lo squadrò dalla testa fino ai piedi, incredula al
solo pensiero che un ragazzo come quello potesse anche solo interessarsi alla
sua squallida cuginetta. “…il…ragazzo?...” mormorò in una vocetta stridula.
Hermione sentì un sorriso fiero trovare posto sul suo viso,
e si voltò per stampare un bacio sulla guancia di Ron. “Scusami, amore, mi sono
distratta.”
Ron le sorrise largamente, poi diresse la sua attenzione
sulla incredula Wendy. “E questo… fortunato milionario? Non ti ha accompagnato
alla festa? Beh…spero per te che non abbia le tue stesse…tendenze sociali.”
Wendy, inorridita da un simile trattamento al quale non era
evidentemente abituata, arretrò. “Beh…mia madre mi sta chiamando, ci vediamo
dopo.”
Non appena Wendy se ne fu andata, Hermione balzò al collo di
Ron e lo abbracciò forte. “E’ una vita che desideravo farlo!! Grazie, grazie!!”
Ron ridacchiò e l’abbracciò a sua volta. “Credo proprio che
da adesso in poi non ti darà più alcun fastidio.”
Hermione continuò a sorridere anche quando si fu staccata da
lui. “Grazie mille, Ron…tu non sai quanto ho aspettato questo momento. E’ dai
tempi delle bambole che non fa altro che ripetermi che sono banale.”
Ron fece una smorfia. “Certo che…adesso capisco perché
quando eri più piccola avevi tanto la puzza sotto al naso. Avevi degli standard
piuttosto altini da mantenere.”
“Che vuoi farci, i parenti non te li puoi scegliere e te li
devi pure tenere come sono.” Hermione scrollò le spalle. “Dai, vediamo se riusciamo
a mettere qualcosa sotto i denti senza essere braccati.”
“Sicuro, e poi tu sei così magra che hai bisogno di
mangiare, altrimenti niente fascino femminile e niente cavaliere.” Ron la prese
in giro ridendo spudoratamente.
Hermione gli lanciò un’occhiataccia. “Spilungone.”
“Morta di fame.”
Tutti e due scoppiarono a ridere forte.
***************
La dolce musica lenta che risuonava nell’aria accompagnava i
movimenti dei due innamorati che ballavano abbracciati sotto le stelle. Harry
si sentiva al settimo cielo, aveva festeggiato l’arrivo del nuovo anno assieme
alla persona più importante della sua vita, e per la prima volta in tanto tempo
sentiva di poter chiudere fuori dal mondo che aveva creato con lei tutto quel
dolore che l’aveva sempre perseguitato.
“A cosa pensi?” gli chiese Ginny, accarezzandogli la guancia
con un dito.
“A quanto sono fortunato, e a come sto bene con te.” lui le
sorrise. “Mi hai fatto una sorpresa bellissima stasera.”
Lei gli rispose con un sorriso. “Volevo stare un po’ da sola
con te in grande stile.”
“E’ stata la serata più bella della mia vita.”
“Ne sono felice.”
Lui le scansò i capelli dal viso. “Gin, ti amo come non ho
mai amato nessuna al mondo…sei l’unica che riesce a farmi sentire così bene.
Sei incredibile.”
Lei sorrise largamente. “Ti amo anch’io, lo sai. Da sempre.”
Continuarono a muoversi dolcemente in sincronia con la
musica. “Penso che sarebbe giusto che smettessimo di tenerlo nascosto agli
altri.” Disse piano lui.
Ginny annuì. “In realtà lo sanno praticamente quasi tutti…i
miei genitori e Hermione lo sanno, Bill e Charlie lo hanno capito
perfettamente…”
“…e mi hanno anche fatto il discorsetto sul rispetto delle donne…”
“…quindi ci restano solo i gemelli e Ron.”
Harry fece una smorfia. “Che non è né stupido né cieco, e di
professione fa l’agente dei servizi segreti.”
Ginny spalancò gli occhi. “Vuoi dire…che lo sa? Sa di noi?”
Harry scosse la testa. “Non esattamente. Ma l’altra mattina
abbiamo parlato di te.”
“Di me?...e?”
“…e da quello che ho capito, tuo fratello pensa che tu e io
ci stiamo avvicinando.”
“Quindi non sa che stiamo insieme.”
“No, però ha fiutato qualcosa nell’aria.”
Ginny esitò, continuando a muoversi lentamente con lui. “E ti
è sembrato contrariato?”
“Non proprio…mi ha ricordato che tu resti sempre la sua
sorellina, che sei ancora piccola…”
“…patetico…non crescerà mai.” Ginny scosse la testa.
Harry fece un piccolo sorriso. “E’ solo un fratello maggiore
che cerca di fare il suo dovere, Gin.”
“Si, ma…allora è contrario a noi due?”
“Tieni conto che io non gli ho detto niente, gli ho solo
lasciato intendere che mi piaci. A lui non disturba l’idea…solo che dobbiamo
limitarci a darci la mano e basta, niente baci, sesso neanche a parlarne…”
Ginny spalancò occhi e bocca. “Ah, bene! Due asessuati, è
questo che dovremmo essere per lui?”
Harry ridacchiò. “Più o meno.”
Ginny strinse le labbra e sospirò. “Non va bene se lui non
sa di noi…è mio fratello, quello che più mi è stato vicino, siamo cresciuti
così uniti…non voglio vivere la più bella esperienza della mia vita dicendogli
una bugia dietro l’altra.”
Harry le baciò la guancia. “Anch’io. E’ il mio migliore
amico, sarebbe molto bello condividere con lui tutto questo…ma ora non è il
momento. Si sta impegnando molto per rigare dritto…lasciarlo in pace è il
minimo che possiamo fare per aiutarlo.”
Ginny annuì. “Credo che tu abbia ragione.”
“E poi non è contro l’idea di noi due insieme…” Harry
scrollò le spalle. “basterà che non ci facciamo vedere da lui in
posizioni…compromettenti.”
Ginny fece un sorrisetto malizioso e gli strinse il sedere
fra le mani. “Il divieto vale anche per le ore notturne?”
Harry ridacchiò e la strinse di più a sé. “No, per
niente…anzi…dicono che quello che fai il primo giorno dell’anno lo fai per la
maggior parte degli altri 364 giorni…”
“Ma non mi dire…” Ginny sorrise mentre gli sbottonava
lentamente la camicia. “…qualche idea?”
Harry le fece un occhiolino. “Più di una, veramente.”
***************
Hermione sospirò e guardò il cielo ancora attraversato dai
coloratissimi fuochi d’artificio che a mezzanotte avevano accolto l’arrivo del
nuovo anno, e rabbrividì quando un soffio d’aria fredda le accarezzò le spalle
scoperte. Nonostante facesse freddo rimase lì sul balcone, decisa a non
rientrare in casa mentre la festa stava raggiungendo il suo apice.
Niente era andato come aveva progettato lei: prima Adam non
aveva accettato il suo invito e se n’era andato, poi aveva invitato Ron per
stare un po’ insieme e divertirsi…ma avrebbe dovuto ricordarsi che coi suoi
parenti non si poteva parlare di divertimento. Prima lo avevano automaticamente
etichettato come il suo ragazzo, poi l’avevano sommerso di domande…non era
assolutamente così che doveva andare.
“Lo sai che per buon augurio si sorride il primo dell’anno?”
Hermione girò la faccia e se lo ritrovò lì, di spalle alla
ringhiera del terrazzo, allegro e rilassato…e decisamente più carino del
solito.
“Credevo che te ne fossi andato.”
Ron inarcò le sopracciglia. “Senza nemmeno salutarti?
Hermione Granger, tu mi offendi profondamente. Mia madre mi ha tirato su ben
educato, sai. Stavo solo scambiando quattro chiacchiere con tuo cugino Andrew.
Sembra che sia appassionato di collezionismo, lo sapevi?”
Hermione si strinse nelle spalle. “Non te ne avrei fatto una
colpa se fossi scappato…anzi, guarda, mi dispiace.”
“Perché?”
“E’ stata una festa noiosissima, ti hanno trasformato in un
oggetto da museo e ti hanno fatto rompere le scatole a non finire…” lei
sospirò. “…sono mortificata.”
Ron ridacchiò. “Buffo, perché per me invece è stato molto
divertente.”
Hermione sbattè gli occhi. “Come?”
“Mi è piaciuto conoscere i tuoi parenti…alcuni di loro sono
veramente forti, a cominciare da tua nonna. E poi è stato molto interessante
fare il ragazzo babbano, ho imparato un sacco di cose da raccontare a papà.”
Hermione fece un piccolo sorriso. “Dici davvero?”
Ron annuì con decisione. “Certo. E’ l’ennesima volta che mi
fai passare una bella serata…e per questo voglio dirti grazie.”
Hermione gli prese la mano e intrecciò le dita con le sue.
“Se posso aiutarti mi riempie di gioia, lo sai.”
Ron le sorrise. “Tu sei l’unica che ci riesce.”
Hermione tornò a guardare il cielo, sentendosi tutto a un
tratto di buonumore. “Comincia un nuovo anno.”
Ron si grattò la nuca. “Ehi, se vuoi fare un discorsetto
augurale alle classi, ricordati di avvertirli di evitare il terzo piano.”
Hermione gli diede una spintarella e rise con lui. “Ma
quanto sei scemo.”
Ron fece un sorrisetto losco. “Guarda un po’ chi arriva.”
“Ooh, eccovi qui voi due!” esclamò la nonna di Hermione, che
per uscire sul balcone aveva avuto il buonsenso di indossare la pelliccia.
“Nonna.” Hermione la salutò con un sorriso, e solo allora
notò che aveva una piccola confezione di vischio e pungitopo in mano.
“Sono venuta a cercarvi perché fino a un momento fa lì
dentro c’è stato il bacio sotto al vischio.” Disse allegramente l’arzilla
nonnetta. “Lo so che non volete farvi vedere da nessuno, ma è una tradizione e
porta bene! Perciò…eccolo qua!” fece, mostrando con orgoglio il vischio.
“Ah…ehm…” Hermione esitò. “…vuoi che ci baciamo?”
“Ma certo, cara! Porta fortuna!”
Ron scrollò le spalle e fece un piccolo sorriso. “Beh, se
porta fortuna…”
“Bravo figliolo! Il vischio dovrebbe stare più in alto di
voi, però…”
“Dia qui, signora Granger.” Ron con una mano prese il
vischio e lo tenne sopra le loro teste, con l’altra afferrò Hermione per i
fianchi e l’attirò a sé.
Hermione provò una sensazione di calore e protezione a quel
contatto fisico così stretto…arrossì ferocemente all’idea di dover baciare Ron,
ma a un certo punto tutta l’ansia si dissolse: lui era veramente il suo
migliore amico, con tutto quello che aveva fatto per lei quella sera, e da
quando avevano recuperato i rapporti aveva imparato a dividere con lui
un’intimità che non aveva con nessun altro…perciò tecnicamente lei aveva voglia
di baciarlo, di dimenticare per un secondo cosa questo potesse implicare…un
piccolo bacio di affetto…solo di affetto. Si. Così si sollevò sulle punte dei
piedi e senza starci troppo a pensare lo baciò in un modo puro e casto ma
carico di emozioni…emozioni che a quanto pare non venivano solo ed
unilateralmente da lei…
Si separarono con un piccolo sorriso un po’ imbarazzato per
essersi lasciati trascinare più a lungo del dovuto…e a stento si accorsero
della nonnetta che batteva le mani allegramente. Ma senza saperlo pensarono
tutti e due la stessa identica cosa: il nuovo anno non era iniziato proprio
niente male…
*************************
W le nonne =D Che posso dire, lo spirito delle feste mi ha
letteralmente travolto! Questo chap è spuntato nella mia testolina così, e
perché non inserirlo? ^^ Dal prossimo cominceremo a respirare l’aria di BAWM 1:
sarà passato qualche mesetto, i personaggi saranno sempre più simili a quello
che diventeranno nel primo BAWM…ma ci sono ancora un po’ di cosette irrisolte,
quindi tranquilli perché alla fine manca ancora un po’! ^^
Dunque, prima dei thanks…AUGURIIIIIIII!!!!!!!!!! BUON
2004!!!!!! ^_^
E adesso si può passare ai thanks, che io non smetterò mai
di ripetere quanto mi fanno felice! (grazie in anticipo a tutti quelli che
hanno recensito la one-shot della settimana scorsa, e sono stati ancora una
volta proprio in tanti! Vi adoro tutti! ^^)
Giuggy: amoruccio,
le tue fanarty sono sempre più belle…il che sembra impossibile, perché sono già
tutte splendide, perciò… =D queste ispirazioni di cui parli mi emozionano
all’ennesima potenza! =) te l’ho detto recentemente che ti voglio un mondo di
bene? Te lo ricordo adesso =D
Audrey: sei molto
gentile! Grazie!
Eli: come
previsto, questo chap è stato caramelloso =) Eeh si, Harry e Ginny per quanto
possano essere stupendi avranno sempre i loro…momentini…mi è venuta proprio
ieri un’idea che…non si può dire ^^ la vedrai a breve, cara Eli, tranquilla! =)
E tanti baci dalla Nenè!
Luna Malfoy: io
sono sempre in SbavforRon/mode on…mica si nota? =D (*Seamus manca anche a me!
Sniff!*) Ma ceeerto che avrai il tuo regaluzzo, cara! Una promessa è una
promessa! ^^ Buon saggio e tanti auguri!
Vega: dolcezza,
tu mi sorprendi sempre per le tue doti intuitive…e si, è come hai detto tu…
abbiamo concesso un po’ di miele a Ron e Hermione perché ne avevano bisogno…ma
dal prossimo chap si riprende con la Tequila Bum-Bum! =D Scrivi quando hai
tempo…tanto io sono sempre qua! =) Un baciotto
Avana Kedavra: eh
eh…Hermione e il suo *amico* fanno progressi…beh, in fondo è una brava ragazza,
se crede che Ron sia solo suo *amico* lasciamoglielo credere… ^_- Anche a me è
piaciuto molto descrivere la scena di Harry e Ginny…è questa l’idea che mi
danno tutti e due, di quelli che litigano per niente, ma fanno pace subito e
con intelligenza…beati! ^^ Ma cerrrrto che avrai anche tu il tuo dono! =)
Martyna: la penso
come te riguardo a Ron e Hermione, sai? Grazie mille!
Angele: che
bello, hai scritto anche tu una tua ffic! Prima della fine della giornata
voglio andare a leggerla! E sarà un piacere scrivere per te qualcosa su Ron e
Hermione! ^^
Ele 2: tesoro,
anche i capelli castani sono belli! Mia sorella pure è castana! Ma sono
d’accordo con te, una sbavatina per Ron e la giornata si aggiusta =D
Maeve86: grazie
infinite! Sono molto contenta che ti piacciano tutti gli episodi della saga… ti
dirò, io non riuscirei a scegliere il mio preferito, ma questa parte della
storia mi sta prendendo particolarmente!
Danae: …ma se può
consolarti a me non stufa affatto sentirtelo ripetere! =) Ti senti ancora molto
intrigata dal chap? ^^
Vale86: hai visto
che grande mano ha la nostra Giuggy? Ehi, ma se anche tu disegni sarei ben
felice di poter vedere anche i tuoi! Dove posso trovare queste tue belle
fanart? O non le hai pubblicate da nessuna parte? Perché in quel caso c’è
sempre il sito di mia sorella che è aperto a tutti! ^^
Milla: che bello,
sei ancora viva! =) Non svenire, voglio sapere ancora cosa ne pensi! =D Un
bacio e ancora auguri
Blackmoony: hola!
(…tutte le mie lezioni di spagnolo per corrispondenza!!! =D) Evviva la scuola
finita! Magari fosse finita per sempre…dovrei contattare Lucius Malfoy e
chiedergli se per Gennaio non ha in programma un saltino alla mia scuola…così
vado a fare anch’io il War Mage con Harry e Ron… ^^
Kim: sensazionale
autrice? =) Me sempre più felice di leggere quello che scrivi! =) Ooh, senti un
po’ chi parla di scrivere bene… *ogni riferimento a Kim è puramente voluto* =D
Wow, che bello! Un’altra intervista delle tue dedicata a me! E vai!! =D
Vale: signorinella…quando
aggiorni?? =D Sono ancora col fiato sospeso… *sigh, ultimo chap* Si, anch’io
trovo che Ron e Hermione siano dolcissimi…quanto a Harry, beh…l’abbiamo sempre
saputo che è un peperino il ragazzo! =) Bacissimi!
Sunshine: wow, mi
fai sentire quasi famosa! =D Scherzi a parte, sono molto contenta che la pensi
così, travolgere/sconvolgere/emozionare/sorprendere sono le cose che più voglio
fare nelle mie storie, perciò se ci riesco…è una soddisfazione immensa! Grazie
davvero per il bel commento!
Marilia: eh
eh…faremo sapere a Ron che anche tu vuoi l’orsacchiotto… (*cough* …non
spargiamo la notizia che la mitica Giuggy vorrebbe disegnarci la scenetta…
*cough*) Direi che non sei rimasta delusa, no? =)
Lara: ti ho
pensato quando ho spedito Adam a sciare fuori dalle p…scatole! =) Ma ancora non
ce lo siamo levato di mezzo definitivamente…acc! =) Grazie ancora per le belle
parole!
Kiara: si,
Kiarussa, Ron sarà anche una testa calda ma Hermione gli importa davvero…ma ti
consiglio di seguire con attenzione i prossimi chaps perché…ci saranno degli
sviluppi! =)
Keijei: eccoti
qui! La penso come te, anche secondo me dopo molta sofferenza deve esserci uno
stacco…che col Natale becca il bonus e diventa doppio! ^^ Grazie mille, tesoro,
mi fai sentire davvero commossa! Lo yoga ti aveva fatto intuire questo? =)
Miyu: sono molto
felice di averti aiutato nel mio piccolo…tantissimi auguri anche a te!
Strekon: … sono
ufficialmente in crisi d’astinenza da ITCC ;_; …guarda, vedremo quanto sarò in
grado di resistere, ma non ti stupire se un bel giorno ti ritrovi una mia mail
che ti supplica per qualche piccolaanticipazione! Dai…da autrice crudele a autore crudele… =D Ehi, la tua
domanda è più che giusta: che succederà? Ormai ci siamo quasi, direi…i tempi
sono maturi…al massimo un altro chap e butto un altro paio di bombe ^^
Fuffi: accipicchia,
tutte in un giorno? Sarà stata una giornata intensa, eh? =) Grazie davvero,
sono onorata!
Ginny: non ti
scusare! E divertiti in viaggio, mi raccomando! Sono assolutamente d’accordo,
tra Ron e Hermione non si capisce chi è più de coccio…^^ Ma tanto, prima o
poi..ahahahahah! Non mi scappano! ^^ (…mmh…scatto demenziale…speriamo non sia
una roba frequente…)
Eva: Buon Natale
e Buon Anno anche a te! Anche a me piace molto scrivere le one-shot, perché
così riesco a scrivere tutte le cosette che mi frullano per il cervelluzzo…e mi
diverto! =)
Angolo della deduzione geniale:
Me + chap nuovo = contentezza
Chap nuovo + voi = recensioni
Recensioni + me = felicità immensa
Felicità immensa + me = tanti tanti nuovi chaps in fretta!
^_-
Ancora auguri a tutti, un bacio galattico e arrivederci al
primo chap del 2004: “Gelosia, il più strano dei sentimenti…”
Capitolo 15 *** Gelosia, il più strano dei sentimenti ***
Questo chap è interamente dedicato a Vega, per il suo compleannuzzo che
è passato da poco… mille miliardi di auguri, tesorucci
Questo chap è interamente dedicato a Vega, per il suo
compleannuzzo che è passato da poco… mille miliardi di auguri, tesoruccio! E un
bacio grande come un grattacielo!
BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO
CAPITOLO 15: GELOSIA,
IL PIU’ STRANO DEI SENTIMENTI
Every time you’re near baby
I get kinda crazy in my head for you
I don't know what to do
And oh baby
I get kinda shaky when they mention you
I just lose my cool
My friends tell me
Something has come over me
And I think I know what it is
I Think I’m In Love With You,
Jessica Simpson
***************
Ron controllò con una rapida occhiata se i suoi pugnali
erano coperti dall’incantesimo che rendeva le lame inoffensive, senza
rallentare la sua camminata mentre si dirigeva nell’aula di armi.
Aveva appena finito di fare sparring con Harry, ma mentre il
suo amico stava continuando con Ike per esaurire il quarto d’ora rimanente
della lezione ad esercitare velocità e riflessi, lui aveva preferito anticipare
di un po’ l’ora di armi. Gli prudevano le mani. Ma arrivato sulla soglia della
palestra si bloccò e rimase immobile.
C’era Hermione nella grande sala; era in ginocchio a terra,
con le mani sulle gambe e gli occhi chiusi, e stava respirando lentamente e
profondamente. Guardandosi intorno lui capì subito di che esercizio si
trattava: quello era uno fra i tanti che avevano reso Hermione così agile – il
percorso militare. Era particolarmente duro da superare, e Ron quasi sempre
finiva per metterci troppo …entusiasmo… e rompere qualcosa. Lui preferiva allenare
la forza bruta, però qualche volta aveva fatto quel percorso. Complicato,
intricato e molto, molto gratificante se superato.
Hermione si alzò in piedi lentamente, tenendo gli occhi
chiusi e le mani sui due pugnali nel cinturone; rimase ferma lì in mezzo, e a
un certo punto una specie di boccino d’oro prese a svolazzarle molto
velocemente intorno, mentre lei stava immobile e teneva sempre più stretta la
mano sull’elsa del pugnale…finchè improvvisamente non sfoderò il pugnale e
centrò in pieno la piccola palla volante; solo allora aprì gli occhi, quando
tirò indietro il coltello e lasciò cadere a terra l’odioso pallino. In
quell’istante comparvero con un sonoro ‘pop’ due grossi fantocci che al posto
delle braccia avevano due bastoni di ferro che agitavano minacciosamente;
Hermione stava dimostrando la sua grande agilità saltando, evitando e schivando
anche all’ultimo momento i colpi. Fu abilissima ad attendere il momento più
propizio per prendere a calci i due manichini, facendoli sparire con un altro paio
di ‘pop’. Senza fermarsi neanche per un secondo balzò sulla trave accanto al
muro e la percorse di corsa, facendo una ruota alla fine e saltando per
afferrarsi a uno dei paletti della scala orizzontale sopra la sua testa; attraversò
la scala rapidamente, esercitando i muscoli delle braccia e delle spalle, e
alla fine si lasciò andare e atterrò giù con una capriola, veloce abbastanza da
schivare il fantoccio armato di spada che la stava aspettando. Hermione lo
disarmò con un calcio deciso, poi un momento dopo cominciarono a calare dal
soffitto dei piccoli sacchi pieni di qualcosa, e lei afferrò i pugnali e li
colpì con delle rapide sferzate uno ad uno mentre ancora cadevano. Ne caddero
giù parecchi, l’ultimo dei quali alle sue spalle, ma lei si girò di scatto e lo
centrò con tutti e due i pugnali, conficcando il sacchetto nel muro mentre
ancora perdeva la polvere bianca che conteneva. Non c’era un attimo di pausa:
altro ‘pop’, altro fantoccio…stavolta armato di un bastone. Hermione prese il
suo, se lo fece roteare in mano e si lanciò all’attacco.
Ron rimase fermo lì a guardare. Non riusciva a staccare gli
occhi da Hermione: si muoveva in un modo incredibile: veloce, precisa, agile,
scattante, decisa…e bellissima. Era una guerriera, eppure aveva una grazia nei
movimenti che la rendeva incantevole. Ron si schiaffeggiò mentalmente quando si
rese conto che era la sua migliore amica che stava spogliando con gli occhi; ma
che poteva farci se il suo corpo stava reagendo come quello di un qualunque
maschio diciottenne? Hermione era la cosa più bella che avesse mai visto,
perché era splendida ma non fragile, anzi, sembrava forgiata nel fuoco. Aveva
un sottile strato di sudore che le imperlava la pelle, il viso leggermente
rosso e molto concentrato, i capelli che le stavano scivolando tutti giù dalla
coda…in pratica era una visione.
Il fantoccio crollò sotto i colpi di Hermione e scomparve
con l’ennesimo ‘pop’, lasciando lei a respirare forte e a guardarsi intorno per
rendersi conto se la prova era finita o meno. E a Ron venne in mente un modo
brillante per sfogare tutta quell’energia che gli si era accumulata in corpo in
quegli ultimi minuti.
Hermione sentì i passi dietro di sé e un rumore appena
udibile di un bastone che veniva sfilato…d’istinto si voltò di scatto e sollevò
il bastone giusto in tempo per bloccare la discesa di quello di Ron, che le
fece un sorrisetto. Hermione rispose con la stessa espressione vispa e furba
che voleva dire una sola cosa: game on.
Ron lasciò che fosse lei ad attaccare per prima; Hermione
puntò alla spalla, ma Ron parò il colpo girando rapidamente il bastone fra le
dita e la attaccò alle gambe; lei saltò il bastone e cercò di approfittare
della posizione per prenderlo a un braccio, ma lui fu veloce e respinse con
forza il colpo. Hermione non si arrese e si affrettò a sollevare e poi
abbassare il bastone, e avrebbe preso in pieno Ron se lui non le avesse
bloccato il bastone con una mano per beccarle la coscia col suo. Fortunatamente
i due bastoni erano protetti da incantesimi che evitavano qualunque danno dopo
gli impatti più gravi, ma questo non tolse a Ron la soddisfazione di fare un
sorrisetto fiero.
Hermione ripartì subito all’attacco: puntò il bastone in
alto, ma all’ultimo momento lo usò per fare leva a terra e tirare un calcio a
piedi uniti a Ron, il che le diede qualche metro di vantaggio (avendolo fatto
arretrare di qualche passo) per prenderlo con una sonora bastonata sul fianco.
Stavolta fu lei a strizzargli l’occhiolino.
Ron fece un sorrisetto e si fece roteare in mano il bastone,
quindi l’attaccò con una serie di colpi molto veloci e soprattutto potenti, e
anche se lei si difese in modo esemplare a un tratto lui cambiò il suo
obbiettivo e le centrò le mani con una certa grinta. A Hermione cadde il
bastone di mano, ma lei non si arrese: molto rapidamente si abbassò e colpì Ron
con un inaspettato calcio alle ginocchia, facendolo cadere e quindi facendo
perdere il bastone anche a lui, ma Ron si rialzò a volo per impedirle di
recuperare l’arma. E dopo qualche intensissimo attimo di sparring lui riuscì ad
afferrarle prima un polso e poi l’altro, voltandola e tenendola di spalle
contro il suo petto e a braccia incrociate sull’addome. Lei provò a dimenarsi,
ma lui aveva una presa fin troppo salda sui suoi polsi.
“Visto?” fece Ron, mentre entrambi ansimavano ancora forte.
“Per fortuna c’è ancora qualcosa che noi maschietti sappiamo fare meglio di voi
femminucce.”
Hermione voltò il viso di lato, ansimando, e si ritrovò a
pochi centimetri dalla faccia di Ron. Gli sorrise maliziosamente e sporse il
viso in avanti finchè le loro labbra non furono a pochi millimetri di distanza.
Ron inarcò un sopracciglio, ma non si mosse. Hermione gli diede un lungo e
malizioso preavviso prima di appoggiare languidamente le labbra sulle sue. Lui
ci prese subito gusto e allentò la presa…cadendo in pieno nella trappola di
lei, che si divincolò e sgomitò nel suo addome, poi lo colpì alle gambe
facendolo cadere con un tonfo netto a terra, mentre lei recuperava uno dei
bastoni e glielo puntava contro.
Hermione, ansimante e coi capelli davanti agli occhi e sul
viso, fece un sorrisetto. “Per fortuna che c’è ancora qualcosa che noi
femminucce sappiamo fare meglio di voi maschietti.”
Ron si rimise in piedi. “Hai barato!” brontolò.
Lei abbassò il bastone. “No, ti ho sconfitto.”
“No, no! Hai imbrogliato! Mi hai distratto!” protestò lui.
Hermione sorrise angelicamente e cercò di rifarsi la coda.
“E che colpa ne ho io se tu non sei stato attento? Sbaglio o una delle cose più
importanti che ci insegnano qui è a non abbassare mai la guardia?”
Ron scosse la testa e fece una risatina incredula. “Che?! Tu
sei stata sleale!”
“No, è stata in gamba.”
I due ragazzi si voltarono di scatto sentendo una terza
voce. Liam stava con le braccia conserte e un sorrisetto sornione di spalle al
muro della palestra.
“E ha appena confermato la mia teoria che una donna War Mage
è un’arma letale.” Liam li raggiunse al centro della stanza.
“Ma l’hai vista?” protestò Ron.
“Oh, l’ho vista eccome, e si è appena meritata una nota di
merito per aver superato l’esercitazione più che brillantemente.”
Hermione fece un gran sorriso. Ron si accigliò. “Cioè tu
vorresti dire che distrarmi con quei modi da sirena e poi fregarmi è valido?”
Liam rise e scosse la testa. “Ron, Ron, Ron…l’altro sesso resta
la tua unica immensa debolezza. Non ci sono regole in guerra, e i soldati più
pericolosi hanno forme da far girare la testa, è soprattutto dalle donne che
devi guardarti.”
Ron incrociò le braccia sul petto con ostinazione. “Comunque
ti ho disarmato prima io.”
Hermione rise e scosse la testa. Era divertente guardare Ron
quando pestava i piedi come un bambino…ogni tanto scopriva quel tratto nascosto
di sé, e il fatto che lo facesse proprio con lei le riempiva il cuore.
Qualche minuto dopo li raggiunsero anche Harry, Ike e Natan.
Liam si schiarì la gola. “Bene, signori…oggi ci esercitiamo col lancio dei
pugnali….inclusi i due super soldati laggiù.” Con un cenno della testa indicò
Ike e Natan. “Che ultimamente hanno preso le farfalle.”
“Ehi!” fece indignato Ike.
“Scusa, Liam, ma perché ancora col lancio dei pugnali?”
disse Ron. “Ormai lo sappiamo fare alla perfezione da qualunque distanza.”
“Anche con un casino incredibile intorno a te?”
Harry si accigliò. “Cioè, che intendi dire?”
“Non vi ritroverete a tirare coltelli in uno sfondo di
silenzio e calma.” Spiegò Liam. “Quello che voglio capire è se siete in grado
di dimostrare la stessa efficienza anche in un contesto di totale casino, tipo
su un campo di battaglia.”
“E che ci vuole.” Ron scrollò le spalle. “Se sei veramente
concentrato tutto il resto neanche lo avverti.”
Liam inarcò le sopracciglia. “Vuoi provare tu per primo,
Ron?”
Ron si andò a posizionare alla consueta distanza di cinque
metri dal bersaglio e preparò i suoi pugnali. Liam agitò la bacchetta in un
modo strano, e un attimo dopo la stanza rimbombò di fortissimi rumori come di
battaglia, tanto forti che fecero sobbalzare i ragazzi. Ron si concentrò sul
bersaglio, sforzandosi di non pensare ad altro che a fare centro. Due tiri, due
centri.
Al terzo lancio Ike cominciò a urlargli forte nell’orecchio,
Natan cercò di fargli il solletico dietro le ginocchia (senza sapere che Ron,
per quanto assurdo potesse sembrare, era immune a questo tipo di tortura), e
Harry ridendo prese a fargli ‘toc toc’ sulla spalla ripetendo “ehi Ron” in quel
modo irritante che sapeva bene che innervosiva al massimo il suo amico. Ron
rimase accigliato e a malapena serrò di più la mascella, ma continuò a tirare e
a fare centro finchè non gli rimase solo un pugnale in mano.
Hermione gli si avvicinò lentamente proprio mentre lui
prendeva la mira…e gli soffiò leggermente sull’orecchio. Il pugnale si andò a
conficcare nel muro alla destra del bersaglio ad almeno due metri di distanza.
I tre ragazzi risero forte, Ron mise le mani sui fianchi e
guardò torvo Hermione, anche se alla fine gli scappò di ridere. “E’ la seconda
volta oggi.”
Lei rise e alzò le mani in segno di resa. Liam, dal canto
suo, fece un sorrisetto e scosse la testa, tenendo per sé le sue considerazioni
sul perché Hermione aveva tanto effetto su Ron.
***************
Harry non potè evitare di ridere mentre uscivano dalla
palestra stanchi, sudati ma soddisfatti; Ron ancora non aveva digerito il fatto
che Hermione lo avesse incastrato per ben due volte, così aveva continuato a
romperle le scatole per tutto il pomeriggio. E questo era come…come tornare ai
tempi di Hogwarts, quando uscivano stanchi dopo ore e ore di lezione e Ron e
Hermione trovavano qualsiasi pretesto per litigare, quasi si divertissero a provocarsi
come cane e gatto. Il più delle volte erano irritanti, ma ora era quasi
divertente sentirli…in memoria dei bei vecchi tempi. Solo che allora non
imparavano a uccidere. Piccolo insignificante dettaglio da nulla.
“…allora se io ti vengo dietro e ti tocco il sedere è
giusto, no? Almeno secondo il tuo criterio.” Ron fece una smorfia.
Hermione alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. “Oh,
andiamo! Io non ti ho toccato il sedere.”
“Lo spero bene.”
Hermione si voltò e sorrise. “Adam!” lui accolse più che
felicemente il piccolo bacio che lei gli stampò sulle labbra. “Avete già fatto
tutto? Com’è andata?”
Adam fece un sorrisetto e le passò un braccio attorno ai
fianchi piuttosto possessivamente. “E brava, io vado in battaglia e la mia
ragazza fa la ninfomane, proprio brava.” Lei gli diede uno schiaffetto sul
braccio.
“Allora, possiamo sapere come cavolo è andata?” Ron era
piuttosto ansioso di sapere della missione della mattina: Adam e un gruppo
scelto fra Auror e War Mage (solo i più grandi, con gran disappunto di Harry e
Ron) avevano avuto il compito di catturare vivi o morto i mangiamorte del
gruppo ‘Mani Pulite’.
Adam increspò le labbra in un sorriso fiero. “Gordon
Parkinson e Annabelle Avery li abbiamo beccati con le mani nel sacco, Edgar
Zabini non si aspettava niente e non ha avuto il tempo di reagire, e Lucas
Goyle si è ucciso pur di non darci la soddisfazione di catturarlo. Dei due
Malfoy il figlio lo stanno sistemando in una confortevole cella ad Azkaban,
invece il padre si accontenterà di una fossa scavata quattro palmi sotto
terra.”
Ron si sentì come se il Natale fosse arrivato in anticipo.
“Quei gran figli di puttana hanno avuto quello che si meritavano.”
“Avrei voluto essere presente.” Disse Harry. “Mi sarebbe
piaciuto accompagnare personalmente il vecchio Draco alla sua nuova adorabile
casetta.”
“Si è difeso abbastanza bene, ma coi dissennatori è
diventato una specie di femminuccia piagnucolosa.” Il sorriso beffardi di Adam
si trasformò in una risata strafottente.
“Smettila.” Disse severamente Hermione. “Non si ride per
cose come queste.”
Ron strabuzzò gli occhi. “Cioè non sei contenta che quel
bastardo di Malfoy ha pagato per le sue malefatte?”
“Sono soddisfatta, certo.” Replicò Hermione. “Ma trovo di
pessimo gusto ridere delle sofferenze degli altri, chiunque essi siano.”
“Ma noi hanno riso delle nostre lacrime!” ribattè Ron.
“E con questo, vuoi scendere al loro livello?” Hermione
scosse la testa. “Io voglio restare un essere umano, loro sono solo belve
inferocite. E sinceramente ci tengo a mantenere la differenza.”
Harry annuì leggermente. “Tu sei una persona migliore di me,
Hermione.”
“Anche di me.” Disse Ron, per nulla convinto dalle teorie
della sua amica.
Adam scrollò le spalle. “Io non perderei tanto tempo a
pensare a questi porci, piuttosto se devo ridere lo faccio perché abbiamo
riportato una bella vittoria.”
“Ora che ci penso…” Harry si accigliò. “Voi avete finito qua
da noi, giusto?”
“Già, noi auror smobilitiamo.” Adam guardò Hermione. “Non
potrò più sgattaiolare nei corridoi per stare un po’ con la mia ragazza.”
“Che peccato.” Mormorò ironicamente sottovoce Ron,
strappando a Harry un sorrisetto.
“Scusateci un momento.” Adam girò sui tacchi e si allontanò
verso la fine del corridoio con Hermione per mano.
Harry si sistemò meglio la sacca sulla spalla. “Beh, noi ce
ne andiamo a casa?”
Ron buttò a terra il suo borsone, incrociando le braccia sul
petto. “Aspetteremo lei.” Disse, piuttosto imbufalito.
Harry sbuffò e si appoggiò di schiena al muro. Tanto cercare
di far ragionare Ron era piuttosto improbabile, tanto valeva assicurarsi che
almeno non combinasse pasticci.
Adam si fermò dietro un angolo e accarezzò col dorso della
mano la guancia di Hermione, chinandosi a baciarla un momento dopo. “Ciao.” Le
disse con un sorriso quando si furono separati.
“Ciao.” Il sorriso di Hermione fu più breve. “Adam, non
qui…”
“Dai, da domani non avremo più tutte queste possibilità…”
“…lo so…però non mi piace che ci vedano…”
Adam sbuffò. “Quanto sei noiosa…e io che ti ho pensato tutto
il giorno.”
Lei sorrise e gli accarezzò una guancia. “Sono felice che
sia andato tutto bene, e che tu sia ancora tutto intero.”
Adam le circondò i fianchi con le braccia. “Che ne dici di
festeggiare insieme stasera? Vorrei uscire un po’ con te, è qualche giorno che
mi trascuri…”
“No che non ti trascuro…e comunque si, usciamo stasera.
Festeggiamo il tuo successo.”
Adam si sentì orgoglioso. “Mmh…mi piace quando parli
così…tentatrice…”
Hermione gli appoggiò un dito sulle labbra per frenarne la
discesa. “Se ti bacio mi prometti che farai il bravo fino a stasera?”
Adam si limitò a un occhiolino.
Harry guardò ancora l’orologio e sbuffò. “Senti, perché
non…oh, oh! Dove vai?”
Ron, che fino a un momento prima era rimasto immobile a
guardare torvo dritto davanti a sé, si stava incamminando lungo il corridoio
con un’aria furiosa che non prometteva niente di buono. “A interrompere questo
schifo.” Ruggì.
Harry si voltò per capire a cosa si stava riferendo: c’erano
Hermione e il suo ragazzo particolarmente impegnati a esplorarsi
vicendevolmente la gola, e Adam aveva le mani che dalla schiena della ragazza
stavano scivolando particolarmente in basso…
“Adesso gliele monco quelle manacce.” Ron fece per avanzare,
ma Harry lo fermò trattenendolo per un braccio.
“E invece tu te ne resti fermo qui.”
Ron guardò con gli occhi ridotti a due fessure prima la mano
di Harry sul suo braccio, poi proprio il viso del suo amico. “Come, scusa?”
furia completa, ecco cos’aveva negli occhi.
“Andare lì ora e fare una scenata sarebbe una cazzata
esemplare, perciò calmati e contieniti.”
“Cioè a te sta bene quello che sta facendo quel porco?!”
“Si dà il caso che quel porco sia il suo ragazzo!” Harry
fece un sospiro esasperato. “Senti, quello a me non piace più che a te, ma Hermione
è adulta e vaccinata e tutto quello che deve fare se non lo vuole è dire di no;
se lui accetta il suo rifiuto tanto meglio, e solo ed esclusivamente se lui
insiste anche di fronte a un no noi possiamo andare lì e rompergli le ossa…ma
lei non si sta negando, mi pare!”
Ron si passò una mano fra i capelli sudati. “La sta usando,
cazzo, quel figlio di puttana nemmeno la capisce con quella sua testa da
pervertito che si ritrova, e io non gli permetterò di farle del male.”
Harry si passò una mano sulla faccia, al massimo della
frustrazione. Non riusciva a farlo ragionare. “Dimmi una cosa, chi sei tu per
andare lì e fermarli?”
“Chi sono?!?” Ron era incredulo. “Io sono il suo migliore
amico!”
“Esatto, e lui è il suo dannatissimo ragazzo!”
“Ma lui non la conosce come la conosco io, non si è
guadagnato il diritto di starle vicino!”
“Lui ti dirà il contrario.”
“Beh, lo vedremo se potrà ancora muovere le mascelle quando
avrò finito con lui.” Ron si avviò rabbiosamente verso i due ragazzi.
Harry incrociò le braccia sul petto con aria sicura. “Brutta
bestia la gelosia, eh?”
Ron si bloccò e si voltò di scatto. “Che hai detto?”
“Quello che hai sentito. Che secondo me il tuo problema non
è tanto una questione di iperprotettività quanto di gelosia.” Harry si congratulò
mentalmente con se stesso: pochi avevano il coraggio di punzecchiare così
apertamente Ron, che tra la sua impostazione fisica e il suo sguardo perforante
quando era furioso faceva paura.
Ron si fermò a un passo dal suo amico con le mani sui
fianchi, gli occhi ridotti a due fessure e l’aria terribilmente intimidatoria
del guerriero che era diventato…e le orecchie rosse del ragazzino un po’
impacciato che era una volta. “Tu sei un voltagabbana.” Sibilò. “E un idiota.
Ragioni una merda, non capisci un cazzo, sei un fottutissismo visionario e
soprattutto sei un gran coglione.”
Harry curvò le labbra in un sorrisetto. “Ce ne vuole uno per
riconoscerne un altro, no?”
“Ma perché non te ne vai affanculo?!”
A dispetto della situazione, Harry scoppiò a ridergli in
faccia. Hermione arrivò in quel momento, col viso leggermente arrossito, e
vedendo i due ragazzi in quello stato si accigliò. “Che è successo?”
Ron le lanciò un’occhiataccia e si avviò dalla parte opposta
del corridoio; Hermione guardò Harry, decisamente confusa, ma lui le fece cenno
di lasciar perdere e seguì il suo amico. Hermione sbattè gli occhi e si grattò
una tempia…ma alla fine lasciò perdere e andò con loro.
***************
Tennessee Mynd chiuse l’armadietto delle pozioni medicinali,
annotando su una cartellina il numero e la composizione di ciascun farmaco,
quando una delle infermiere le si avvicinò.
“Dottoressa, c’è bisogno di lei in infermeria.”
Tennessee le lasciò la cartellina. “Va bene, ci penso io.
Continua tu qui.” La ragazza annuì, e lei si diresse nell’infermeria. Aprì la
porta senza guardare… “Allora, chi c’è stavolta?”
“Anch’io sono molto felice di rivederla, dottoressa Mynd.” Il
viso allegro e vispo di Charlie Weasley comparve nel suo campo visivo.
Tennessee sbattè gli occhi un paio di volte: quell’arrogante
e sfacciato ragazzo inglese era proprio lì, seduto sul lettino dell’infermeria.
“E lei che ci fa qui?”
Charlie le fece un gran sorriso. “Vorrei poterle dire che mi
sono sfondato la mano per il solo gusto di vederla, dottoressa, ma non vorrei
che mi scambiasse per un autolesionista.”
Tennessee abbassò lo sguardo sulla sua mano…era coperta di
sangue. “Si può sapere che ha combinato?” gli prese la mano per esaminarla.
“Non mi dica che è opera di una sua ex.”
Charlie rise. “Pensa davvero male di me, non è vero?”
Tennessee prese una garza, la bagnò con della pozione
disinfettante che stava in una bottiglietta sul tavolino e cominciò a
medicargli la mano. “No, perché dovrei dire questo di lei…capitan liso flitto?”
“Ohi!” Charlie sussultò quando lei gli pulì la mano
piuttosto energicamente.
“Scusi tanto.”
Charlie fece un sorrisetto. “Non le vado proprio a genio,
eh?”
Tennessee inarcò un sopracciglio e prese la bacchetta dalla
tasca del camice. “Oh, non si lusinghi tanto. Ho troppo da fare per perdere
tempo a maltrattarla, capitano.”
“Le confesso che lei è la prima donna che mi trova così
antipatico.”
“E questo per lei deve essere un affronto del tutto nuovo e
terribile, posso immaginarlo.” Coi residui di un sorrisetto ironico stampato in
faccia, Tennessee medicò il taglio sulla mano di Charlie mormorando un
incantesimo a bassa voce.
Charlie osservò compiaciuto la pelle della sua mano
richiudersi senza lasciare neanche una cicatrice. “Fortuna che come medico è
più clemente.”
“Faccio solo il mio dovere.” Tennessee rinfoderò la sua
bacchetta e rimise a posto la pozione disinfettante.
“Magari l’avessi conosciuta quando allenavo draghi in
Romania, allora, avrebbe potuto evitarmi la cicatrice di una gran brutta
bruciatura.”
Lei si accigliò. “Quale bruciatura?”
Charlie si tolse la maglietta senza la minima esitazione,
rivelando un fisico tonico e asciutto che da solo parlava di ore e ore di
durissimo allenamento. “Questa.” Le disse, indicando una piccola zona di pelle
più chiara sulla spalla destra.
E a dispetto della sua morale, Tennessee stava guardando
tutto meno che la bruciatura. Quando alzò gli occhi e vide il sorriso
tipicamente maschilista di Charlie, però, capì di essere caduta nella sua
trappola. “Scommetto che questo trucchetto funziona con tutte le stupide donne
fragili e patetiche che sono impazzite alla vista del suo bel corpo.” Fece con
sarcasmo.
“Non deve essere così severa con se stessa.”
Tennessee avvampò. “Lei è arrogante e presuntuoso, come
tutti i ragazzi inglesi.”
“E lei è misteriosa e riservata, come tutte le ragazze
orientali.” Il sorriso di Charlie rimase integro.
Tennessee scosse la testa. “Ma che tipo…”
Charlie si infilò di nuovo la maglietta e balzò giù dal
lettino. “Sa cosa le dico? Continuando a darmi del lei mi fa sentire un vecchio
sessantenne, e questo è terribilmente dannoso per il mio fascino.”
Tennessee inarcò un sopracciglio e appoggiò le mani sui
fianchi. “E io cosa posso fare per lei?”
“Oh, un sacco di cose…ma può cominciare col ricordarmi il
suo nome.”
“Tennessee.”
“Ah, ecco…io invece sono…”
“Charlie.” Lei lo vide sorridere maliziosamente. “Non
s’illuda…ricordo il suo nome perché la mia amica Aki esce con suo fratello, e
ha dovuto spiegarmi chi era dei tre Weasley che lavorano qui.”
Charlie annuì soddisfatto. “E dimmi, come ti chiamano gli
amici? Ten, Tenny, Sissy…”
“Orribile abitudine inglese di storpiare i nomi…mi chiamano
col mio nome completo così com’è.”
Charlie fece un passo avanti, rivolgendole il suo sguardo
più intenso. “E gli amici intimi?”
Tennessee resse il suo sguardo. “Non mi chiamano.” Disse con
un sorrisetto beffardo.
Charlie le rispose con la stessa espressione. “Che
peccato…beh, vedremo di ovviare al problema.”
Lei ridacchiò e scosse la testa. “Ma non hai il tuo lavoro
da riprendere?”
Charlie finse un’aria offesa. “In Vietnam siete sempre così
gentili quando cacciate qualcuno, o lo prendete anche a calci?”
Tennessee rise. “Non mi tentare.”
Charlie scosse la testa, ancora ridacchiando, e si avviò
alla porta. “Ok, come vuoi…me ne vado. Ma non mi rincorrere perché non torno.”
Tennessee lo sentì ridere mentre usciva…e inevitabilmente lo
sguardo le cadde sul suo bel sedere alto e ben piantato…senza accorgersene
prese a farsi aria con la mano.
Hermione si spazzolò pigramente i capelli, seduta davanti
alla specchiera nella sua stanza. Sembrava persa nel vuoto mentre continuava a
fissare il suo riflesso nello specchio e a passarsi la spazzola fra i capelli
ritmicamente. Si era vestita elegante, si era truccata un po’, si stava
pettinando i capelli…tutto questo per uscire con Adam. Adam, il suo ragazzo…che
tanto le voleva bene, la trattava come una persona importante, bella, speciale…e
allora perché da un po’ di tempo non sentiva più tutta quella necessità di
vederlo, di stare insieme a lui? Gli voleva sempre un gran bene e stava molto
bene in sua compagnia…ma non poteva neanche negare che cercava anche la
compagnia di altre persone, come ad esempio…ad esempio Ron. Ma Ron era il suo
migliore amico, però! Non doveva perdere di vista la differenza, assolutamente
no, perché ci aveva già provato una volta e le cose erano andate in quel
modo…no, loro dovevano restare amici per il loro stesso bene.
“Hermione?”
Lei sussultò. “Mamma?”
Il viso sorridente di sua madre fece capolino dalla porta
per un attimo. “C’è una visita per te.”
Hermione mise giù la spazzola e si voltò. “Adam, sei in
anticipo…Ron?”
“Wow, che caloroso benvenuto.” Ron era lì in piedi, con le
mani ben nascoste nel giaccone, i capelli un po’ scompigliati e l’aria
tranquilla.
“Non ti aspettavo.” Hermione balzò in piedi mentre la porta
della stanza si richiudeva. “Va tutto bene, si?”
Ron non la stava più ascoltando, piuttosto la stava
squadrando dalla testa ai piedi con un’espressione sorpresa e la bocca
socchiusa. “…uhm…”
“Che c’è?...ho qualcosa che non va?” chiese timidamente lei.
“…no, è che…” Ron fece un sorriso molto breve. “…Dio, quanto
sei bella stasera…”
Hermione arrossì e sorrise, abbassando gli occhi. “Non dirlo
con quella faccia, finirei per crederci.”
“Sei impossibile, nemmeno se ti faccio un complimento mi
credi.” Lui fece un sorrisetto stanco.
“Stai bene, non è vero?” il tono di Hermione si era fatto più
serio e premuroso. “Non è che hai avuto qualche incubo?”
“Hermione, il fatto che tu sia diventata praticamente la mia
psicologa non toglie che resti comunque la mia migliore amica. Posso aver
voglia di venire a trovarti senza un motivo preciso?”
“No, è che…”
“Non ti preoccupare, non rovinerò il tuo appuntamento col
principe azzurro.” Disse amaramente Ron, tirando su col naso.
“Ma quale principe azzurro.” Hermione gli si avvicinò e gli
sorrise. “Sono contenta che tu sia qui. Mi puoi dare un consiglio?” e così
dicendo gli mostrò due maglioncini. “Secondo te su questa gonna ci sta meglio
questo rosso o questo blu scuro?”
“Mmh…non saprei…il rosso ti sta bene, magari…”
“Vada per il rosso.” Hermione lo indossò allegramente. “…ora
che mi ci fai pensare…questo non è mio, è di Ginny…allora aveva ragione quando
ha detto che l’avevo io!” lui ridacchiò. “Oh, bella…glielo devo restituire al
più presto, lo sta ancora cercando…”
“Beh, allora…dove ve ne andate di bello stasera?”
Hermione scrollò le spalle. “In realtà non mi entusiasma
molto il programma…usciamo con gli amici di Adam.”
“Non ti sono simpatici?”
“No, è che…Adam quando sta con me è dolce e premuroso e
gentile…invece quando stiamo con loro diventa un altro.”
Ron si accigliò. “Ma gliene hai parlato?”
Hermione si strinse nelle spalle. “In verità siamo usciti insieme
a loro una volta sola, voglio dargli almeno un’altra possibilità.”
“Ok.” Ron si ciondolò un po’ sui piedi. “Comunque…se proprio
non ne puoi più fammi un fischio. Ti vengo a prendere e ti riporto a casa in un
secondo.”
Hermione sorrise dolcemente. “Sei molto carino, ma posso
tornarmene anche da sola.”
Ron fece una smorfia. “Ha ragione tua madre, stai diventando
sempre più simile a un soldato che a una ragazza.”
Hermione fece un sorriso incredulo. “Ma sentilo! Se c’è uno
che fa impazzire la madre, quello sei proprio tu.”
Ron ridacchiò, ma smise quando sentì la madre di Hermione
urlare dal piano di sotto “Tesoro, c’è Adam!”
Hermione prese la borsa dalla sedia. “…ehm…devo proprio
andare….”
Ron annuì. “Ok.”
Hermione si avviò verso la porta, ma prima si soffermò
accanto a lui e gli baciò la guancia. “Dormi bene stanotte, capito?”
Lui sospirò e la guardò a lungo negli occhi, poi annuì e le
offrì un piccolo sorriso gentile. Hermione uscì dalla camera prima di cedere
alla tentazione di restare lì con lui.
***************
Ron raccolse da terra le mutande e se le infilò senza troppa
grazia, quindi si rimise i jeans e si sedette sul bordo del letto per
allacciarsi le scarpe. La bella bionda che stava sdraiata languidamente nel
letto si mise seduta, senza darsi la premura di coprirsi le nudità col
lenzuolo, e gli passò sensualmente una mano sulle spalle.
“Te ne vai già?” gli sussurrò, muovendosi come una gatta.
“…non mi dire…mi mancano i bei tempi di quando ci ubriacavamo insieme…ti
fermavi molto di più allora…adesso che sei tutto sobrio sparisci via dopo così
poco tempo…perché non resti un altro po’?”
Lui fece un sorrisetto veloce e si rialzò per cercare la sua
maglietta. “Niente da fare, mi dispiace.”
La ragazza emise un verso deluso. “…mmh…speravo che restassi
per qualche altra ora…”
“Ho diritto anch’io a un paio d’ore di sonno, che dici?” Ron
trovò la sua maglietta per terra; la raccolse e se la infilò.
“…ti dirò…” fece maliziosa lei. “…a giudicare dalle tue
prestazioni di poco fa…mi verrebbe da pensare che tu ti autoricarichi da solo
anche senza dormire…”
Ron le strizzò l’occhiolino. “Un’altra volta, Jennie.”
“Solo una cosa.” Lei lo fermò prima che potesse uscire. “Sai
che per me non ci sono problemi di gelosia o roba del genere, visto che non
stiamo insieme né altro….però…beh, non è il massimo se il ragazzo con cui stai
facendo sesso ti chiama con un altro nome.”
Ron si accigliò. “Che stai dicendo?”
“Prima mi hai chiamata Hermione.”
Ron spalancò occhi e bocca. “Che?!?”
Lei annuì. “Si, mi hai chiamata così…chi è Hermione, la tua
ragazza?”
Ron scosse la testa e si passò una mano fra i capelli
spettinati. Ma come diavolo…perché cazzo aveva pensato proprio a lei in quel momento?! Cosa gli era
saltato in mente, Hermione era la sua migliore amica, non doveva pensare assolutamente a lei in quel senso lì…giusto? Non si può pensare
alla propria migliore amica immaginandola nuda e col viso rilassato per il
piacere…no, no, no!! Era stato tutto uno stupido errore, passavano talmente
tanto tempo insieme che ormai la vedeva ovunque perché ci si era abituato,
tutto qui. Si, solo questo. Solo e semplicemente questo.
…o no?
*****************************
Ehi! Pensavate che mi sarei dimenticata? Ma
nooo…eccomi qua, puntuale come il mal di denti! ^^ Chap interessante questo…ma
sinceramente il prossimo sarà molto, molto, molto più intenso e soprattutto ci
sarà anche un po’ di azione…ecco, proprio a proposito
del prossimo chap: abbiamo un problemino. Fra poco meno di una settimana
trasloco…questo significa molto caos per casa, compiti che sembrano ancora di
più di quanti già ne sono in genere, scatoloni da
tutte le parti perché qualcuno ha
deciso di insegnarmi a essere ordinata con dei metodi da schiavista (*…si, Né,
sto guardando proprio te…*) …e soprattutto…*sob* qualche giorno senza linea
telefonica e senza adsl. E non chiedetemi come
sopravviverò perché non lo so. Potrei metterci un po’ prima di aggiornare…così
ho pensato che nella sezione Documenti del sito di mia
sorella metterò qualche spoiler sul prossimo chap, così magari chi non riesce a
resistere avrà una minima, molto minima anticipazione. E’ tutto quello che
posso fare! *.*
Ancora una cosuccia: ehi Febbraiosi…non mi ricordo più
quanti siete e in che giorno siete nati! Ho promesso
delle one-shot e le avrete, parola mia…magari con qualche giorno di ritardo, ma
le avrete tutti. Però non mi ricordo chi sono i tutti!
^^ Mi pare Kiara il 3, Strek…quando? Quindi a quelli a
cui avevo promesso una one-shot febbraiosa…nella
recensione lasciatemi data e indirizzo e-mail, che appena posso vi contatto!
Bene! Detto questo…e ringraziato immensamente la mitica Sara Lee…si passa ai thanks!
Eli: si, viva le
nonne! Quella di Hermione, poi, ha riscosso un successone!
Sono felice che il chap mieloso ti sia piaciuto, sai, perché…dopo il dolce si
passa al salato…^^ Kiss kiss Oh, e…anch’io voglio il vestito di Hermione,
proprio come l’ha disegnato Giuggy!
Giuggy: love love
love love…guarda guarda, se i miei chaps ti ispirano
quelle opere d’arte…scriverò una storia infinita! =) Eh si, Ginny è peperina…ma
beata lei!!! =D Tvttttttb
Marilia: non
scoppiare, non ucciderti e non collassare! =) Eh eh…si, la cugina di Hermione
ha suscitato lo stesso sentimento un po’ in tutti! ^^ Bacioni!
Avana Kedavra: tesoruccio,
il punto è che…questa è una prequel! Cioè il futuro
della storia c’è già! =) ma stai tranquilla, troverò
il modo per non farti sentire la mancanza di BAWM anche dopo! A cosa servono le
one-shot sennò? ^^ E quanto a Star Wars…hai fatto centro!!!
Si, mentre scrivevo mi è venuto in mente Anakin (*censura*…^^)…e non ho
resistito! ^_- Ma che bello, piace anche a te! Io ne vado pazza!
Ci: =) si, è
stato un chap da cronaca rosa, mondano direi…=) Anche a me Harry e Ginny
piacciono sempre di più, lo sai? Buon segno! Nel prossimo chap li vedrai
coinvolti in un momento molto particolare della loro relazione…ma non ti dico altro!
Angèle: carissima!
Innanzitutto ti rinnovo i complimenti per la tua storia, perché è molto carina
e interessante! Aggiorna presto, mi raccomando! E stai tranquilla, perché io adoro Ron e Hermione…gira gira
sempre su di loro scrivo! ^^
Ele 2: hai capito
la nonnina, pure lei ci si mette…eh no, cara vecchietta, per Ron devi prendere
il numero! ^^ Quanto sarà alto? Col calcolo che mi sono fatta
io, il metro e novanta è assicurato. Devo confessare che anche a me non sarebbe dispiaciuto passare il Capodanno con lui… (…speriamo
che il mio ragazzo non stia leggendo…^^)
Vega: AUGURI
AMORUCCIO!!!!!!!!!!! In pratica ci siamo dette un
sacco di cose negli ultimi giorni, perciò…ma no, aspetta un attimo, un’ultima
cosuccia te la devo dire: ho letto la tua recensione…e ti sei meritata 10 punti
per un uso estremamente corretto del tuo occhio
interiore! ^_- Mille miliardi di auguri ancora!
Vale86: anch’io
vado matta per Ron quando fa il bravo bambino…ehi, e i tuoi disegnucci? Come
mai non riesci a pubblicarli? Perché non mi mandi una mail
con gli allegati? Ma sono in formato jpeg, vero? Mandameli, dai! Magari posso aiutarti!
Danae: sto
meditando di aprire un comitato a favore della nonnina di Hermione! ^_- Ma
siii, un po’ di romanticume ci mancava… ^^
Luna Malfoy: nonne
+ vischio = ^_- E la matematica non è un’opinione! =D Se mi è piaciuta
Preludio?! Mi è strapiaciuta!! Da morire, dico davvero! Aggiornala presto, mi
raccomando…e anche Nenè ti ringrazia! Sta leggendo anche lei le tue storie,
sai? Ma non parliamo di mia sorella, perché al momento la vedrei benissimo in
classe con la Umbridge, si farebbero concorrenza… -_-
Kiara: è bellissimo
questo proverbio! =D Eh si, bisogna dire che i ragazzi Weasley quando vogliono
ce la mettono proprio tutta per conquistare il cuore di chi amano…complimenti
a loro! Ehi, sbaglio o tu diventi maggiorenne proprio il 3? *sgrunt, prima di
me…
Audrey: in via
del tutto eccezionale mi lascerò pizzicare la guancia da te! =) Lasciati dire
una cosa: “spaccale i riccioli biondi” mi ha fatto
letteralmente piegare in due dalle risate!! =D sei una grande!
Blackmoony: grazie
mille! Eh si, il vischio è una santa cosa… =D
Kim: ehi penna
magica! ^^ Non per essere indiscreta…come sta Sirius?
No, dico…tutto a posto, vero? Mh…solo un controllino rapido. ^^ cara mia, io ci
ho rinunciato a fare commenti su quei due giovanotti…oltretutto quando anche
provo a non pensarci, prima ti arriva il trailer del terzo film e non
commentiamo *censura*…poi le fanart di Giuggy, e non commentiamo *censura*…
mica è colpa nostra se certe persone
crescono con la benedizione di Madre Natura… *sospiro immenso…* ^^
Vale: …io sarei
ancora un po’ in depressione per il fatto che la tua
storia è finita…ma cercherò di riprendermi (cioè me la vado a rileggere)…*sigh*
Ah, Ron è una volpe quando si tratta di approfittare…^^ Il suo discorsetto con
Harry? E’ materia per una one-shot, tu che dici? ^^
kisses
Eva: mooolto
simpatica la Wendy…^^ ma meno male che c’è Ron…tieni pure lo sbavforRon
sempre on…^^anche perché il pupo sta
cominciando a riflettere un po’, il che è preoccupante ^^ bacioni!
Lara: sto ancora
ridendo per la storia di Adam che muore nella buca,
magari sotto a una valanga! XD Vabbè, vedremo di farlo defilare in qualche
modo…ma sappi che quando lo farò andare via ti penserò intensamente, gli darò
un bel calcione nel sedere e gli dirò “Questo è da parte di Lara!” ^^
Rachel: wow,
grazie Rachel! Si, fra duemila anni, quando vincerò quel premio, ti farò una
dedica…^^ un baciotto!
Keijei: lo sai
che anche a me inteneriscono da morire quei due piciolotti di Harry e Ginny? Guarda, Giuggy ha fatto di recente una fanart di una
dolcezza sconfinata proprio su loro due…ti consiglio di andare a vederla! Oh,
beh…sai…per i parenti…vogliamo chiamarla esperienza
personale? ^_- Lo so bene che Wendy non ti è simpatica…alzi la mano chi ama
Wendy! à------------- …ecco, appunto…^^
Giuggia89: prendiamoci
una bella vendetta attraverso Wendy! E vai! =) Voglio
ringraziarti immensamente per le belle parole…sai, è sempre un rischio scrivere
qualcosa di romantico, perché nella tua ottica è sempre bello…ma poi dopo lo rileggi e ti chiedi se non sei annegata in una pozza di
miele nel frattempo…quindi se mi dici che mi sono mantenuta in equilibrio sul
barattolo mi fai sentire molto, moltissimo felice! =)
Vale e Mely: ci
mancherebbe, siete perdonate eccome! Prometto che appena avrò un secondo di
pace leggerò la vostra storia! In che sezione è?
GiulaiB: non
preoccuparti, sono contenta di sapere che le mie storie ti piacciono e che da
ora in poi le potrai recensire! Anch’io mi sono
affezionata da pazzi ai personaggi, sai? Ti ringrazio molto per la tua
previsione, e voglio anche dirti che l’idea che mi hai dato mi è piaciuta
moltissimo! Ci uscirebbe una gran bella one-shot pure
piuttosto lunghetta! =)
Ansy: alla fine
sono finalmente riuscita ad aggiornare! Contenta? Kisses =)
Quanto è bello passare più tempo a ringraziare che a scrivere,
voi non avete idea…ehi, me lo fate un regalino per la nuova casa? Un sacco di
recensioni? ^^ Ora vi devo proprio lasciare *sigh* per un
po’…ehi, pensatemi! Sarò ridotta tipo a Grimmaud Place numero 12…con
quella schiavista di mia sorella che pare Molly Weasley…*…mmh…* E comunque il prossimo chap “Quello che non dirò mai” sarà on.line il prima possibile! Bacissimissimissimi!
Sunny
P.S.: …avete presente la scena di
Ron e Hermione e i pugnali? E avete mai visto Robin
Hood Principe dei Ladri? Guardate la versione originale della scena e ditemi se
non sta supplicando la Rowling di farsi inserire nel futuro dei nostri due
eroi… XD
I'm looking for a place
I’m searching for a face
is anybody here I know?
cause nothings going right
and everything's a mess
and no one likes to be alone
Isn't anyone tryin’ to find me?
Won't somebody come and take me home?
I’m
With You, Avril Lavigne
***************
Se c’era una cosa che Hermione
amava fare fin da piccola era guardare sua madre mentre si vestiva per uscire
la sera; si stendeva sul letto a pancia in giù e stava per ore a fissarla, e
non si stancava mai di vederla alle prese con trucchi e vestiti costosi ed
eleganti.
“Sei proprio sicura di non poter venire con noi, tesoro?” le
chiese sua madre, mentre si sistemava meglio la gonna. “Verrà anche Jeff
Patrick, quel ragazzo tanto simpatico…”
“Motivo di più per non venire.” Disse Hermione con un
sorriso, guardandosi bene dal dire a sua madre che mentre loro sarebbero stati
all’ennesima cena coi loro amici lei non sarebbe rimasta da sola, ma con Adam.
“Me ne starò buona buona qui.”
“Come vuoi.” La signora Granger si soffermò a dare un bacio
sulla guancia a sua figlia prima di prendere la sua elegante pelliccia dalla
poltrona dove l’aveva appoggiata.
“Allora, a che punto siamo qui?” il padre di Hermione entrò
nella stanza mentre ancora si sistemava il colletto della camicia, tenendo il
cappotto aperto. “Forza non voglio arrivare tardi! Sono due ore che ti prepari,
Meg, dovresti essere pronta ormai.”
La moglie indossò la pelliccia. “Ooh, senti! Poi sei tu che
fai una bella figura coi tuoi amici se esci con una bella moglie al tuo
fianco.”
“Neanche andassimo a cena con la famiglia reale.” Borbottò
papà Granger.
Hermione rise e si alzò in piedi per abbracciarlo. “Sei
molto affascinante, dottore.”
Lui le diede un pizzicotto sulla guancia. “E a differenza di
tua madre, io ci metto dieci minuti per renderla orgogliosa del suo bel
marito.”
“Ma quanto sei simpatico.” Fece ironicamente la signora
Granger mentre scendeva le scale insieme al marito e alla figlia. Si fermarono
sulla soglia della porta per le raccomandazioni finali. “Mi raccomando: non
aprire a nessuno, non cucinare niente che ti ho lasciato la cena già pronta,
non lasciare aperto il gas quando vai a letto…”
“…non accettare caramelle dagli sconosciuti…” Hermione
scosse la testa e sorrise. “Dai mamma, non essere ridicola! Ho diciotto anni e
mezzo e faccio il soldato.”
“Non fare tanto la saputella, signorina, non si smette mai
di preoccuparsi per i figli. Un giorno, quando sarai mamma anche tu, capirai.”
La madre le diede un altro bacio. “Fa’ la brava.”
Il padre fece altrettanto. “Non ci aspettare alzata.”
“Divertitevi.” Hermione li salutò con la mano e aspettò che
fossero saliti in macchina prima di chiudere la porta. Si sentiva elettrica,
aveva una gran voglia di passare un po’ di tempo con Adam visto che era più di
una settimana che il massimo che erano riusciti a scambiarsi era stato qualche
bacetto a fior di labbra in fretta e furia prima che lui fosse richiamato per
essere assegnato al servizio esterno. Corse in camera per cambiarsi e indossare
qualcosa di più elegante di un paio di jeans…ma la porta la richiamò. Pazienza,
sarebbe rimasta in jeans, meglio aprire la porta intanto.
“Ron?” Hermione gli fece un sorriso un po’ sorpreso che
svanì immediatamente quando lo guardò in faccia: era pallido e sembrava
sconvolto. “Che è successo?” gli chiese più allarmata.
“…io non…” Ron si passò una mano fra i capelli già
considerevolmente spettinati. “…senti, lascia perdere, non so neanche perché
sono venuto qui.” Fece per voltarsi e andarsene, ma lei lo trattenne per un
braccio.
“No, aspetta…spiegami che c’è.” Lui non la guardò. “Si
tratta…di un incubo?”
Ron strinse i pugni. “Smettila di trattarmi come un dannato
moccioso!”
“Ma se neanche mi fai capire che hai! Ti presenti qui in
questo stato, mi spaventi, non mi spieghi!...”
“E infatti non ci sarei dovuto nemmeno venire qui!” le urlò
lui di rimando.
Seguì un lungo momento di silenzio. Hermione rimase
immobile, e lo vide nascondere il viso fra le mani e appoggiarsi al muro,
lasciandosi scivolare giù finchè non fu seduto per terra. Lei gli si
inginocchiò di fronte senza dire niente, lasciandogli il suo tempo.
Ron sospirò e le prese una mano senza alzare lo sguardo da
terra, accarezzandone lentamente il dorso col pollice. “…era tutto come quella
notte.” Sussurrò. “Solo che…uno di quei bastardi mi ha costretto a guardare
mentre…Dio…” chiuse forte gli occhi.
“Vi ha uccisi tutti e due davanti a me…vi sentivo urlare e non potevo fare
niente…”
“Ron…”
Ron scattò in piedi e fece qualche passo avanti e indietro
come se nemmeno lui sapesse che fare, quindi si fermò e appoggiò la fronte e le
mani contro il muro. “Dio santo, vi ho visti morire…tu e Harry eravate morti…”
Hermione si rialzò a sua volta. “Non è mai successo, Ron…è
stata solo una tua paura che si è materializzata, tutto qui.”
“Ma io non ho fatto niente per fermarli!”
“La tua paura era di non poter fare niente, e perciò te la
sei sognata tale e quale! Ma non è successo niente: Harry sta bene, io sto
bene, e tu sei qui con me.”
Ron si voltò e annuì piano, sospirando. Come sempre Hermione
era la razionalità in persona e aveva ragione, e in fondo al suo cuore lui
sapeva che questo era il motivo per cui era venuto da lei. “Scusami. Sto bene
adesso, grazie…me ne…torno a casa, ti lascio libera.”
“Non se ne parla neanche.” Hermione sapeva perfettamente
cos’avrebbe fatto se fosse rimasto da solo adesso: avrebbe cercato di soffocare
le sue paure nel modo più sbagliato possibile.
“Non trattarmi come un bambino, Hermione…”
“Per favore…resta con me.” Lei lo guardò negli occhi. “Te lo
sto chiedendo per me. Ho voglia di passare la serata col mio migliore amico.”
Ron sentì un’ondata di affetto e calore invadergli il cuore,
e per qualche motivo oscuro ebbe la necessità di trattenersi dal prenderla fra
le braccia e baciarla proprio lì e in quel preciso istante. Si limitò ad
annuire soltanto, non fidandosi della sua voce instabile.
Hermione sorrise. “Bene. Aspettami qui un momento.” Corse
dentro rapidamente, e qualche minuto dopo tornò con cappotto e sciarpa addosso;
chiuse a chiave la porta e si voltò verso di lui con un sorriso vispo.
“Pronto?”
Lui annuì e cominciò a camminare con lei. “Cosa prevede il
programma stasera?”
“Ho avuto un’idea.” Disse allegra lei. “Mai sentito parlare
del bowling?”
“No, cos’è?”
“E’ uno sport babbano fantastico. Mio padre è socio del club
dove stiamo andando. Mi ha insegnato lui a giocare, sono anche piuttosto
brava.”
Ron smise di prestarle attenzione quando sentì la sua mano
scivolare nella propria; era incredibile come si mantenesse liscia e morbida
nonostante tutte le armi che maneggiava ogni giorno. Gli piacque quella
sensazione di completezza che stava provando, così continuò a camminare mano
nella mano con lei mentre un piccolo sorriso faceva capolino sulle sue labbra.
“…e poi stasera faranno un mini-torneo. Magari se riesci a
imparare presto come si gioca, possiamo anche partecipare.”
“Io imparo in fretta, lo sai.”
Hermione annuì. “Non è difficile…nemmeno per uno tonto come
te.”
“Ehi!” Ron ridacchiò, coinvolgendo anche lei.
“Hermione!!”
I due ragazzi si fermarono e si voltarono: c’era Adam che
stava marciando verso di loro con un’espressione non esattamente calma e
rilassata.
Hermione sospirò stancamente. “Mi ero dimenticata di lui,
che stupida.”
“Vedi che avevi da fare?” Ron le lasciò a malincuore la
mano. “Dai, vai da lui…”
Lei scosse la testa. “Dammi un minuto, per favore. Aspettami
qui.” Lui annuì.
Adam le venne incontro e si fermò. Non aveva l’aria dolce.
“Posso capire che sta succedendo? Dovevamo passare la serata insieme, e invece
arrivo e ti trovo che stai uscendo per mano al tuo amico.”
Hermione si passò una mano fra i capelli. “Hai ragione, è
solo che purtroppo Ron ha avuto un problema molto grave, e oltretutto è
arrivato adesso e non ho avuto il tempo di avvertirti…”
“Ooh, ma certo, adesso è tutto chiaro.” Fece Adam, con
notevole sarcasmo. “Ron ha un
problema e tu corri subito da lui.”
Hermione si accigliò. “E’ il mio migliore amico, Adam.”
“E io sono il tuo ragazzo!” lui tirò un sospiro esasperato.
“Credevo che avessi voglia di stare con me.”
“Certo che ho voglia di stare con te.” Hermione gli appoggiò
la mano sul braccio. “E’ un’emergenza, credimi, non posso proprio lasciarlo da
solo stasera. Ha bisogno di me.”
Adam s’incupì. “Chissà come mai lui ha sempre bisogno di
te.”
Stavolta anche il tono di Hermione si fece duro. “Mi
sembrava che avessimo già chiarito questo argomento. Harry e Ron sono parte
della mia vita, ma questo non ti autorizza a esserne geloso.”
“Mi autorizza ad essere pazzo di gelosia il fatto che uno di
loro stia disperatamente cercando di strapparti via da me.”
Hermione spalancò occhi e bocca. “Ma come puoi dire una cosa
del genere?!”
“Hermione, forse ti dimentichi troppo spesso che anch’io
sono un maschio! Li conosco i miei simili!” le urlò lui.
“Tu non capisci niente, per te non può esistere amicizia fra
un ragazzo e una ragazza senza attrazione, e questo è semplicemente patetico
oltre che infantile!” replicò lei, alzando la voce. “Il fatto che io passi la
sera con Ron non cambia i miei sentimenti per te, perché non devi credermi?”
Adam sbattè le mani nelle tasche dei jeans. “Sai cosa ti
dico? Vai, rimani pure tutta la notte col tuo amico, poi se ancora ti va dopo
mi richiami.”
“Ma perché ti devi incazzare senza capire le mie motivazioni?”
“Perché motivazioni o no, tu almeno per stasera la tua
scelta l’hai fatta.” Dicendo così Adam girò sui tacchi e se ne andò senza
voltarsi.
Hermione stava respirando forte mentre si mordeva le labbra
e stringeva i pugni forte. Sentì una mano grande e callosa appoggiarsi
affettuosamente sulla sua spalla, e un momento dopo Ron le parlò. “Mi dispiace
di averti fatto litigare con lui.”
Lei sospirò. “Non è colpa tua. E’ lui che a volte perde la
testa senza un motivo e non vuole saperne di capirmi.”
Ron rimase in silenzio per qualche attimo. “Non c’è niente
che posso fare per te?”
“Si.” Hermione si voltò e lo prese per mano, e dopo un
attimo ritrovò il buonumore adatto per fargli un sorriso. “Stai con me stasera.
Come facciamo sempre…sbattiamo fuori il mondo almeno per qualche ora. Solo tu e
io.”
Ron ricambiò il suo sorriso, ritrovando tutta la sua
allegria al solo pensiero. “Mi stavi dicendo di quello sport babbano?”
***************
Harry non capì esattamente il messaggio che gli aveva
lasciato Ginny sul cuscino del suo letto:
Vieni subito da me appena puoi!
Bussò alla porta della sua stanza e la chiamò con voce
incerta. “Gin? Ci sei?” la porta si aprì di scatto e una mano lo afferrò per la
camicia e lo trascinò dentro. Harry barcollò in avanti mentre la porta si
richiudeva alle sue spalle. “Oh, ma sei pazza?!”
Ginny lo spinse dentro senza troppi complimenti, mettendolo
a sedere sul suo letto. “Tu e io abbiamo un grosso problema qui.”
“Ce l’abbiamo sì, ce l’abbiamo! Ma che hai?”
Ginny sembrava sui carboni ardenti. “Ti devo parlare.” Si
sedette un istante sul letto, poi balzò in piedi. “No, è meglio in piedi.”
“Mi stai facendo venire il torcicollo.” Il tono di Harry era
decisamente irritato. “Calmati e spiegami.”
“Si.” Ginny aprì la bocca per parlare, ma poi ci ripensò e
lo afferrò per i polsi, tirandolo su in piedi. “Stai qui. No, forse…”
“Ginny!” esasperato, Harry le appoggiò le mani sulle spalle
e le diede un leggero scrollone. “Fammi capire cosa diavolo ti è capitato!”
Lei si morse le labbra. “Abbiamo un problema.”
“Questa è l’unica cosa che ho capito da quando sono entrato
qui. Ti dispiace dirmi di che natura è questo problema, o dobbiamo prima
ballarci una samba sugli scaffali della tua stanza?”
Ginny sospirò. “Oggi è il 28 Gennaio.”
“Grazie per l’informazione.”
“E io aspettavo il mio ciclo il dieci.”
Harry annuì, poi lentamente comprese il significato di
quelle parole e spalancò gli occhi. “…c-come?” balbettò.
Ginny annuì, torcendosi le dita. “Hai capito.”
“No, no, frena.” Harry scattò in piedi. “Non può essere,
perché noi ci abbiamo fatto attenzione…”
“Evidentemente non abbastanza.” A momenti Ginny saltellava
sui piedi, tanto che non riusciva a stare cinque minuti ferma.
Harry scosse nervosamente la testa e fece due passi indietro.
“Ma aspetta un attimo, non può essere che sei solo in ritardo per un altro
motivo?”
“Ma sono sempre stata puntuale, quale dovrebbe essere questo
motivo?”
“E che ne so, non sono un medico io!” Harry si sentiva
profondamente a disagio a parlare di quel
genere di cose.
“Perché invece di andare in panico non mi dai una mano,
eh?!” gli urlò addosso Ginny, sinceramente delusa.
“Ah, io dovrei dare una mano?!” Harry era furioso. “E che
vuoi che faccia? Lo conosci l’incantesimo per verificare se…” lei annuì. “E
l’hai fatto?”
“No.”
“E che diavolo aspetti?!?”
Ginny sospirò. “Volevo…se davvero fossi incinta, ecco…se è
successo allora va bene lo stesso per me. Per te?”
“Stai scherzando?” Ginny lo guardò con gli occhi più delusi e
tristi che avesse mai visto, e quando la vide cercare di andarsene la trattenne
per un braccio. “Gin…”
Lei si divincolò dalla sua presa. “Lasciami stare.”
“Ma che cosa diavolo vuoi da me? Vuoi che ti dica che sono
al settimo cielo se aspetti un bambino?”
Ginny avanzò con uno sguardo saettante. “Io spero che non
sia vero, ma se veramente c’è un bambino in arrivo io me lo terrò. Ma a quanto
pare sarò l’unica a occuparsene, vero?”
Harry si passò la mano sulla faccia. “Tu non stai capendo
quello che voglio dire. Gin, io ho 18 anni e tu 17. Io ho appena iniziato un
addestramento militare, e siamo nel bel mezzo di una guerra.”
“E con questo che vuoi dire?”
“Voglio dire che avere un figlio mio in questo momento
significherebbe tatuargli in fronte una bella scritta tipo CATTURATEMI PER
ARRIVARE A MIO PADRE. Vuoi questo per nostro figlio?”
Ginny scosse la testa e si strinse nelle braccia. “Io…io
però lo voglio un figlio un giorno.”
“Certo, anch’io. Anche più di uno. Ma non adesso.” Harry le
accarezzò le braccia. “E’ troppo presto ora.”
Lei annuì e prese la bacchetta. “Ok. Allora…faccio
l’incantesimo?”
“Dai.” Lui fece un passo indietro.
Ginny si puntò la bacchetta contro l’addome…ma poi
l’abbassò. “No, aspetta un minuto…”
Harry alzò gli occhi al cielo. “Perché, che c’è ora?”
“Come faccio a dirlo ai miei genitori e soprattutto ai miei
fratelli se aspetto un bambino?”
“Ma nemmeno sai se è vero!”
“Si, ma metti che è si: che facciamo?”
“Non potremmo pensarci solo nel caso in cui fosse veramente
così?”
“No.”
Harry si passò una mano in faccia. “Va bene, senti…parleremo
coi tuoi genitori e ci faremo dare dei consigli.”
Ginny annuì, soddisfatta della risposta, e riposizionò la
bacchetta. Aprì la bocca per pronunciare la formula…ma all’ultimo momento cambiò
idea. “E se poi…”
“Cazzo, Gin!” esclamò Harry ad alta voce. “Fai questo
dannatissimo incantesimo e poi
vedremo che fare!”
Ginny gli lanciò un’occhiataccia, ma alla fine si convinse e
pronunciò la formula esatta dell’incantesimo, tenendosi la bacchetta contro la
pancia. Dalla punta della bacchetta si diffuse una piccola luce bianca, ma
Ginny aveva chiuso forte gli occhi già da prima.
“Fa male?” le chiese preoccupato Harry.
“No.”
“Beh, e adesso che si fa?”
“Dovrei vedere di che colore è la luce.”
“E come pensi di farlo ad occhi chiusi?”
Ginny continuò a non aprirli. “Ho troppa paura.”
Harry si sforzò di restare calmo. “Preferisci restare in
attesa tutta la notte o toglierti subito il pensiero?”
“…va bene, ma dammi la mano.” Lui gliela diede, e lei aprì
prima un occhio e poi anche il secondo. “E’ bianca!” strillò senza preavviso.
Harry sobbalzò. “Che vuol dire? E’ bene o è male?!” disse
freneticamente.
“Va tutto benissimo, Harry!” Ginny gli saltò al collo,
aggrappandosi con le braccia dietro alla sua nuca e le gambe attorno ai suoi
fianchi. “Non sono incinta!”
Harry barcollò ma la sorresse, e alla bella notizia si
lasciò cadere stancamente sul letto, stringendola a sé. “Dio mio…” mormorò.
Passarono ancora qualche minuto abbracciati in silenzio, poi
Ginny si fece indietro per guardarlo negli occhi. “Sono contenta se stavolta
l’abbiamo scampata…ma tra qualche anno, beh…”
Harry le baciò la punta del naso. “Viviamo alla giornata,
Gin. C’è una guerra in corso, e io non posso nemmeno prometterti che vivrò fino
a domani.” Lei gli accarezzò una guancia. “Non ti posso promettere niente. E in
queste condizioni non me la senti di avere un bambino…non c’è bisogno di far
ripetere la storia. Non ci saranno altri Potter orfani e marchiati a vita, non
se io posso impedirlo.”
Ginny annuì e appoggiò la fronte contro la sua. “Va bene,
aspetteremo. Io ho molta fiducia in te.” lui la ringraziò con un sorriso.
Stavano quasi per concedersi a un bacio quando la porta della
stanza si spalancò di scatto, senza lasciare a nessuno dei due il tempo di
rimettersi in piedi. Harry si sentì per un momento col fiato mozzo in gola
quando vide un ciuffo di capelli rossi sulla soglia della porta – mai e poi mai
avrebbe voluto che Ron lo venisse a sapere così – ma si calmò quando vide che
era solo Bill.
“Harry, muoviti!” Bill non si soffermò a prenderli
amichevolmente in giro come faceva di solito quando li beccava in posizioni
compromettenti. “Abbiamo un’emergenza!”
Ginny non ebbe nemmeno il tempo di raccomandare a entrambi
di fare attenzione.
***************
“STRIKE! E’ un altro strike!”
Ron fece un sorrisetto e appoggiò le mani sui fianchi,
ammirando i birilli fracassati dal suo ennesimo tiro perfetto. La piccola folla
stava battendo le mani con trasporto, e anche lo speaker sembrava molto preso
dagli ultimi tiri della finale del mini-torneo a cui stavano partecipando un
po’ tutti.
Hermione aveva proprio ragione, il bowling era interessante e
anche molto divertente; gli aveva insegnato a giocare in meno di un quarto
d’ora, e Ron si era scoperto un autentico talento innato. E aveva ragione anche
a dire di saperci fare lei stessa: era bravissima, una vera campionessa. E così
avevano deciso di divertirsi un po’ e partecipare al torneo serale del club…e
scherzando e ridendo erano arrivati in finalissima.
“Un altro strike, signore e signori!” fece lo speaker. “Solo
un altro strike e la coppia numero due vincerà il titolo!”
Hermione prese la sua palla, sistemandosi per bene le dita
nei tre buchi, e si preparò al tiro. Ron le fece un cenno di incoraggiamento
sollevando i pollici. Lei gli fece un occhiolino e tornò a concentrarsi sul
tiro…
“…ed è ancora STRIKE!” esclamò lo speaker. “La coppia numero
due ha vinto!” seguì uno scrosciante applauso seguito da piccoli strilli
d’incoraggiamento.
Ron e Hermione si scambiarono il cinque. “Questa posto mi
piace un casino.” Le disse lui, mentre salutava il ‘suo’ pubblico.
Hermione rise. “Esibizionista, ecco cosa sei.”
Un signore bassetto si fece spazio fra la folla, reggendo in
mano un microfono e una tessera plastificata. Era il gestore del club. “I
vincitori possono ritirare il loro premio: un abbonamento annuale gratuito per
continuare ad esercitarsi sulle nostre piste da bowling e accrescere le proprie
potenzialità. Facciamo tutti un applauso alla signorina Hermione Granger e al
signor Ron Weasley!”
Hermione subito si avviò sorridente verso l’uomo, Ron invece
rimase per un attimo fermo e si voltò alla sua destra. Non seppe spiegarsi
come…ma fu come l’istinto di una tigre mentre fiuta la sua preda: oltre tutta
la folla di ragazzi che li circondavano riuscì a vedere una sagoma con un lungo
cappotto di pelle nera e una folta chioma sale e pepe che si stava dirigendo
rapidamente verso un corridoio buio oltre il grosso salone.
“Ron, che fai?” Hermione lo tirò per un braccio per
richiamare la sua attenzione, ma mentre lei ringraziava l’uomo che le stava
porgendo il premio, lui continuava a far scorrere lo sguardo lungo quel
corridoio. C’era qualcosa in quell’uomo…l’aveva già visto prima…
Ron si defilò fra la folla, continuando a puntare verso
l’uomo che si era infilato nel corridoio buio. Raggiunse un angolo poco
illuminato, da cui poteva vedere cosa c’era dopo: una porta su cui stavano
parecchi simboli babbani e una grande scritta in rosso, DANGER. L’uomo
misterioso doveva essere entrato lì dentro, non c’era altra alternativa. Ron si
sfilò la bacchetta dalla tasca e avanzò piano, col passo felpato e silenzioso e
le orecchie ben tese a percepire ogni minimo rumore oltre quella porta, al
punto che gli altri nemmeno li sentiva più. Avvertì un rumorino minuscolo alle
sue spalle e si voltò di scatto con la bacchetta puntata…e si ritrovò di fronte
Hermione, che sobbalzò e d’istinto prese anche lei la bacchetta.
“Oh!! Sei pazzo?!”
“Che cazzo fai??”
Si urlarono addosso contemporaneamente, abbassando le
bacchette.
“Che faccio io?! Che fai tu!” fece Hermione. “Eri con me
fino a un momento fa, cosa…”
“Sshh!!” Ron le tappò la bocca con la mano per un momento,
ottenendo un’occhiataccia in risposta. “Credo di averlo visto.” Disse a voce
bassa.
Hermione si accigliò. “Chi?”
Ron le fece cenno di abbassare la voce e guardò per un
istante la porta. “Dimitri Andropovic.”
Hermione spalancò gli occhi. Quello di cui parlava Ron era
un mangiamorte che negli ultimi tempi i War Mage stavano seguendo con
particolare attenzione: si stava muovendo nella Londra babbana facendo vittime
su vittime e compiendo attentati meschini e improvvisi, e il suo ultimo
‘capolavoro’ risaliva solo a qualche giorno prima.
“E’ qua dentro, l’ho visto entrare.” Ron le indicò la porta
con un cenno della testa. “Credo che voglia fare qualcosa.”
“Dobbiamo chiamare rinforzi.” Disse subito Hermione,
frugandosi le tasche alla ricerca del talismano che li faceva comunicare con la
centrale dei War Mage e impallidendo quando si rese
conto di non averlo con sé.
Ron scosse la testa. “Arriveranno troppo tardi. Dobbiamo
intervenire noi.”
“Ma non abbiamo le nostre armi né niente! E’ troppo
pericoloso così!”
Ron mise una mano sulla maniglia della porta. “Vai a
chiamare gli altri. Ci penso io qui.” E detto questo entrò nella stanza buia.
Hermione strinse le mani attorno alla bacchetta. “Se vai tu
vengo anch’io.” Lo seguì in silenzio, tenendo ben stretta la sua unica arma.
Oltrepassarono un piccolo corridoietto buio molto piano,
tenendo le bacchette pronte e guardandosi intorno con attenzione. Ron camminò
di spalle al muro fino all’angolo, che una volta superato lo fece trovare di
fronte a una specie di grosso quadro comandi pieno di lucine intermittenti e
leve.
“Ma che diavolo è?” fece Ron, mettendo giù la bacchetta.
Hermione si accigliò e fece qualche passo in avanti per dare
un’occhiata da vicino. “Credo che sia la centralina principale…i babbani se ne
servono per controllare il sistema d’illuminazione artificiale.”
Ron si guardò intorno. “Dove sarà andato a ficcarsi quel
bastardo? Sono sicuro di averlo visto entrare qui.”
“Aspetta un secondo…” la voce di Hermione sembrava
allarmata. “Questo…”
“Che c’è?” Ron la vide sfiorare con le dita una specie di
scatoletta nera con un display su cui c’era qualcosa che molto probabilmente
era un orologio digitale, che segnava un tempo che continuava a diminuire e in
quel momento era a 2 minuti e 45 secondi.
Hermione impallidì. “E’ una bomba.”
Ron si accigliò. “Sarebbe?”
“Sarebbe che questo posto sta per saltare in aria!”
“Oh cazzo.” Ron capì al volo la complessità del problema.
“Non possiamo far uscire tutti quanti in così poco tempo. Puoi fermare questo
aggeggio?”
“Io non…”
“Secondo me è meglio non metterci mano.”
La voce che avevano sentito era venuta dalle loro spalle,
perciò fu più che logico che entrambi si voltassero di scatto pronti a
difendersi; quello che non fu affatto logico fu che l’uomo coi capelli sale e
pepe si lanciò giù dal soffitto balzando proprio dietro a Hermione, prendendola
per i fianchi con un braccio e puntandole un coltello alla gola.
“Non fiatare!” le disse l’uomo. “Tu! Fermo dove sei!”
Ron rimase immobile, sentendo il sangue gelarsi nelle vene.
Si scambiò rapidamente un’occhiata con Hermione e la supplicò con gli occhi di
non fare sciocchezze, non con una lama affilata a un centimetro dalla gola.
“Guardali, i due ragazzini.” Fece l’uomo, con un sinistro
sorriso sul volto. “Volevano fare carriera, diventare famosi catturando un
pericoloso eroe del male.” Hermione gli diede uno strattone, ma lo pagò
sentendo le unghie del suo assalitore conficcarsi nel fianco. “Butta la
bacchetta, immediatamente.”
Ron esitò un attimo, poi buttò a terra la bacchetta.
“Bravo, moccioso.” L’uomo rise e guardò il timer della
bomba. Due minuti.
Ron serrò i pugni. “Lasciala andare, Andropovic.”
“Conosci il mio nome, pivellino?”
“Sono un War Mage.” Ruggì Ron. “E non la passerai liscia,
quindi lasciala perché hai perso comunque.”
L’uomo rise crudelmente. “Perso? Io ho vinto tutto quello
che c’era da vincere, ragazzo mio! Tra un minuto e mezzo questo posto salterà
in aria – alla maniera babbana, tu guarda un po’ l’ironia della sorte – e un
secondo prima io mi smaterializzerò via. Ora, se farai il bravo mi porterò
anche la tua bella puttanella e le salverò la pelle…ma se farai anche un solo
movimento lei tirerà le cuoia con te. perciò da questo momento sei responsabile
della sua vita, super eroe.”
Ron guardò con la coda dell’occhio il display della bomba.
Un minuto e venticinque. “Non la farai franca, bastardo. Comunque vadano le
cose, stasera non ti lascerò uscire vivo da qui.”
“Mi dispiace deluderti, figliolo, ma non spaventi nessuno
così.”
Hermione ebbe la presenza di spirito necessaria per
mantenere i nervi saldi e osservò un momento Ron. Continuava a parlare come per
attirare l’attenzione dell’assassino…e stava facendo scivolare molto lentamente
una mano verso la tasca posteriore dei suoi jeans. Che diavolo stava cercando
di fare? Poi lo guardò in faccia…gli vide socchiudere impercettibilmente gli
occhi per un istante in quel modo così familiare, come faceva sempre in
palestra…e capì.
“Vedi? L’hai rifatto!”
“Cosa?”
“Quella cosa con gli
occhi. Ogni volta che stai prendendo la mira stringi gli occhi.”
“Si?”
“Si. Perché? Non ci
vedi bene?”
“No, ci vedo…boh, che
ne so perché lo faccio…non me ne sono mai accorto.”
“Sarà la tua faccia
della concentrazione.”
“Esiste una faccia
della concentrazione?”
“Ogni sensazione o
emozione ha una faccia.”
“Non si finisce mai di
imparare con te, eh?”
Hermione capì immediatamente cosa doveva fare: dare a Ron un
po’ di libertà di movimento. Diede uno strattone forte al suo assalitore, e
quello la trattenne. “Ehi, stronzetta! Stattene ferma e buona se non vuoi fare
la fine che ti meriti!”
“Vai a chiamare stronza quella vacca di tua madre, brutto
porco.” Sibilò Hermione.
L’uomo perse la pazienza, come previsto. “Sgualdrinella
arrogante, ora te la taglio quella lingua biforcuta!”
Fu il momento che stava aspettando. Hermione gettò la testa
indietro con tutte le forze, centrando in pieno il viso dell’uomo, e gli sbattè
il braccio contro il muro, facendogli cadere di mano il coltello. Ron gli si
lanciò addosso con tutta la rabbia e la forza di cui era capace…ma il
mangiamorte fu più veloce, perché afferrò Hermione per un braccio e la tirò in
mezzo come scudo…e il pugnale di Ron si conficcò a fondo nella sua coscia
destra.
Per un istante rimasero tutti e due senza fiato, Hermione
per il dolore e Ron per l’orrore. Terrorizzato, lui tirò via il pugnale e lei emise
un gemito di dolore ricadendo a terra.
Ron registrò a malapena che il mangiamorte si stava dando
alla fuga approfittando di quel momento. Tutto quello che riusciva a vedere era
Hermione, a terra in una pozza di sangue, mentre cercava di comprimersi la
ferita che lui le aveva provocato.
Lui, che non le avrebbe mai nemmeno sfiorato la punta dei capelli se non per
accarezzarla. Quasi alla cieca crollò sulle ginocchia per aiutarla, anche se
non sapeva proprio come. Gli si era completamente annebbiato il cervello.
“Che stai facendo?!” Hermione lo respinse rabbiosamente
indietro, chiudendo per un attimo gli occhi per il dolore. “Vagli dietro,
avanti! Ferma quel bastardo!”
Ron annuì meccanicamente e si mise a correre verso l’uscita,
sentendole mormorare un incantesimo che congelasse e bloccasse l’ordigno
esplosivo. Aveva fatto del male a Hermione…a Hermione… improvvisamente quel senso di panico che lo aveva preso
lasciò il posto a una rabbia smisurata e incontenibile. Quel bastardo. Tutta
colpa sua. Esattamente come quella notte a Hogwarts, tutta colpa loro. Cominciò
a correre forte. Ora aveva un solo obbiettivo.
Arrivò in mezzo alla strada: era buio, pioveva a dirotto, ma
riuscì perfettamente a distinguere la sagoma dell’uomo che si stava infilando
in un vicoletto ancora più buio, ormai convinto di essere al sicuro. Ron corse
come un toro, e come un toro caricò l’uomo alle spalle sbattendolo con una
violenza inaudita contro un muro. L’uomo si voltò sanguinante e molto stordito.
Fu allora che Ron li vide tutti…non c’era solo quell’uomo
sotto il mantello nero, ai suoi occhi c’erano anche tutti i mangiamorte che
avevano attaccato Hogwarts, che avevano ferito Hermione, fatto del male a
Harry, cambiato lui…e in quel momento Ron perse i contatti col suo braccio, altrimenti
si sarebbe reso conto che il corpo su cui stava violentemente infierendo col
suo pugnale era già cadavere. No, lui continuò ancora. E ancora. E ancora. Li
stava uccidendo tutti quei demoni… uno alla volta…forte…senza pietà…perché
meritavano di morire, e stavolta era giusto farsi giustizia da sé. No, non si
sentiva disgustato da se stesso…nemmeno vedendosi coperto del sangue del suo
nemico. Quando finalmente si rialzò, Ron era inzuppato d’acqua fino alle ossa,
e aveva la maglia tutta piena del sangue del mangiamorte – di quello che ne
restava. Si voltò lentamente.
C’era Hermione.
Era pallidissima ed evidentemente sofferente, si reggeva a
un muro sulla gamba buona perché l’altra sanguinava, ed era bagnata fradicia.
Ma soprattutto sembrava pietrificata dall’orrore. Questo fece provare un tuffo
al cuore a Ron: finora difendersi da quel maledetto uccidendolo in quel modo
gli era sembrata la cosa più giusta da fare…ma se questo agli occhi di Hermione
lo rendeva un mostro allora no, il gioco non valeva più la candela.
Hermione, ansimante e in gran difficoltà con la gamba, fece
qualcosa che lui non si aspettava assolutamente: un sorriso. Stanco, piccolo,
distrutto, debole…ma un sorriso. “…l-l’hai fatto…” mormorò, mentre la pioggia
li bersagliava entrambi. “…ci sei riuscito…l’ hai buttati tutti fuori…i tuoi
incubi se ne sono andati con lui…ne sei uscito, Ron…ce l’hai fatta…”
Ron rimase immobile, incapace perfino di respirare. Non solo
lei non era disgustata…era felice per lui. Lo aveva capito fino in fondo…non lo
aveva visto come un assassino, ma aveva sentito le sue emozioni…quindi non
aveva sbagliato, no, lei gli stava dicendo che aveva fatto bene e che non era
un mostro…
“…è finita adesso…” Hermione fece per raggiungerlo, ma le
sfuggì un lamento di dolore e crollò sulle ginocchia, tremante per la troppa
sofferenza.
Ron le fu accanto in un attimo e subito cercò di comprimerle
la ferita. “Dio mio…quanto sangue…” mormorò, odiando se stesso per il solo fatto
di averle causato dolore proprio come nei suoi incubi. “…che ti ho fatto…m-mi
dispiace, io…”
Hermione gli prese il viso fra le mani, costringendolo a
guardarla. Gli accarezzò le guance amorevolmente. Tremava, ansimava, soffriva…e
nonostante questo il suo viso era sereno, fiducioso, perfino appagato. Ma non
avrebbe dovuto guardarlo così…
…perché Ron perse il controllo e la baciò.
Non fu un bacio…fu un bacio.
Sembravano quasi due assiderati a cui avevano offerto dell’acqua, nessuno dei
due stava trattenendo niente. Si tenevano stretti l’uno all’altra come se
avessero paura di lasciarsi andare e perdersi ancora…e far finire quel sogno
che sembrava meravigliosamente interminabile.
Si sentirono delle voci in lontananza, camuffate dallo
scroscio della pioggia.
“Laggiù!! Laggiù!!”
“Andropovic!! Dove diavolo sei, vieni fuori!! Sei
circondato, arrenditi!!”
Ron e Hermione si staccarono immediatamente, entrambi
ansimanti. Hermione si coprì la bocca con una mano e spalancò gli occhi, già
lucidi per le lacrime che le si stavano formando. Ron si sentì come se gli
avessero strappato via l’ossigeno dai polmoni, ma si costrinse a essere forte
per lei e a tentare di rassicurarla accarezzandole una mano e una guancia,
dicendole con gli occhi quello che a voce non sarebbe mai riuscito a dirle. In
realtà neanche lui aveva ben capito cosa gli era saltato in mente a baciarla…ma
gli era sembrato talmente nautrale, talmente bello…aveva lasciato libero
l’istinto, ecco tutto.
Harry, che stava correndo con una mano sul cinturone della
sua uniforme, si separò dagli altri War Mage che stavano setacciando la zona
dopo la soffiata ricevuta sull’avvistamento di Andropovic, quando vide le due
figure a terra, e corse al massimo della velocità quando realizzò in che stato
erano: inorridì nel vedere entrambi i suoi amici coperti di sangue.
“Dio santo, state bene?” si fionde sulle ginocchia e per
prima cosa alzò di scatto la maglia di Ron per verificare da dove perdeva
sangue.
“Lascia, io sto bene! Non è mio!” Ron si scosse dal suo
stato di fette e tornò a comprimere la ferita di Hermione, che invece si era
accoccolata come un pulcino bagnato contro la sua spalla, singhiozzando nel più
assoluto silenzio.
Harry scansò bruscamente la mano di Ron e fece una smorfia
di orrore quando vide la gamba della sua amica. “Cazzo…tieni duro, Hermione!
Resisti ancora un attimo, va bene?”
Lei non gli rispose, semplicemente nascose il viso nel collo
di Ron e lui la strinse a sé. Tempo due secondi arrivarono anche gli altri War
Mage, alcuni dei quali si soffermarono vicino a quello che rimaneva del
cadavere di Andropovic, e Bill si lanciò da suo fratello appena lo vide tutto
coperto di sangue. Ron lo rassicurò con un cenno della mano.
“State bene, ragazzi?” fece Remus Lupin, arrivando di corsa.
Ron annuì. “L’abbiamo fermato. Stava per far saltare in aria
la zona.”
“Spiegami bene cos’è successo, Weasley, e come diavolo vi
siete trovati qui.” Disse Liam, mettendo via la sciabola che aveva in mano.
Lupin si inginocchiò accanto ai due
ragazzi e controllò la ferita di Hermione, ma quando gliela tastò la fece
urlare di dolore e Ron la sentì perdere conoscenza fra le sue braccia. “E’
profonda, ha perso parecchio sangue. Meglio se la vedono le nostre guaritrici.”
Liam diede una pacca sulle spalle di Harry. “Muoviti,
Potter, portala in infermeria.”
Harry prese in braccio Hermione e si diresse rapidamente da
un gruppo di soldati che gli diedero una passaporti. Ron li seguì con lo
sguardo fino a quando non li vide sparire.
“Ron.” La voce di Liam richiamò vagamente la sua attenzione.
“Spiegami bene cos’è successo stasera.”
Molto più di quanto tu
possa immaginare.
***************
Bill scese le scale della Tana in silenzio, non volendo
svegliare nessuno e in particolar modo i suoi genitori. C’era voluta tutta la
bravura di Ginny per convincere sua madre che quella era
stata solo una normale esercitazione, e solo due ore dopo Molly Weasley
si era convinta che tutti i suoi figli stavano bene e che poteva andare a letto
anche lei. E ora, a notte tarda e con tutti a letto, Bill aveva deciso di
andare a cercare l’unica persona che sicuramente non stava dormendo
affatto…sapeva per esperienza che uccidere qualcuno non conciliava per niente
il sonno.
La lucetta bassa nel salotto confermò i suoi sospetti. Ron
era sdraiato sul divano, con le gambe stese sul tavolino lì davanti; aveva lo
sguardo perso nel vuoto e tamburellava le dita lentamente e pigramente su una
bottiglietta di birra ancora chiusa.
“Che vuoi, Bill?” disse tranquillamente, senza voltarsi.
Bill fece un sorrisetto mentre si andava a sedere nella
poltrona di fronte al divanetto. Suo fratello sarebbe diventato un grande War
Mage, ne aveva la stoffa. “Va tutto bene?”
Ron tirò su col naso. “Perfettamente. Perciò puoi anche
tornartene a dormire, ok?”
“Ehi, ehi, frena un momento, uomo d’acciaio. Non mi pare il
caso di continuare con quest’aria da invincibile. Lo sappiamo tutti e due che è
stata una serata difficile.”
“Apprezzo il tuo slancio d’amore fraterno, Bill, veramente.
Ma va tutto benissimo.” Ron si rese conto da solo che non suonava affatto
convincente.
“Allora che ci fai qui a quest’ora? Perché non sei nel tuo
letto a dormire?”
Ron esitò. “Penso. In camera mia non ci riesco, Harry russa
come un treno.”
Bill scosse leggermente la testa. “Non ti sto offrendo il
mio aiuto per umiliarti, Ron. Ci sono già passato, so cosa si prova le prime
volte che uccidi un uomo. E’ normale sentirsi strani dopo.”
Ron fece una piccola smorfia. “E’ già la seconda volta, mi
ci sto abituando. Ho fatto solo il mio dovere di War Mage.”
Bill lo guardò e in qualche modo capì che stava dicendo la
verità “E allora qual è il problema?”
“Chi ti dice che io abbia un problema?”
“Oh, andiamo.” Bill fece un sorriso. “Ti ho cambiato i
pannolini quando eri tutto pelato, sdentato e ce l’avevi piccolo così.” Indicò
la grandezza avvicinando l’indice e il pollice di una mano.
“Sono un po’ cambiato da allora.”
“La conosco questa litania. Ora sei grande e grosso, pieno
di capelli e ti ritrovi una Firebolt Deluxe fra le gambe.” Bill scosse la
testa. “Sfogarti un po’ non ti renderà debole, Ron.”
Ron rimase in silenzio per un attimo. Non voleva confidare a
nessuno i suoi pensieri, però si sentiva molto confuso e magari un aiuto…
“C’è…c’è una ragazza.”
Bill, sorpreso, sbattè gli occhi un paio di volte. “Chi?”
Ron gli lanciò un’occhiataccia. “Non sono cazzi tuoi.
Facciamo alla mia maniera o non facciamo affatto.”
“Come vuoi.” Anche
perché non hai nessun bisogno di fare nomi.
Ron si arruffò assentemente i capelli con la mano, guardando
un po’ dovunque nella stanza. “Insomma…lei è…particolare.”
“Ti piace?”
“Da morire.”
“Ne sei innamorato?”
“Assolutamente no.”
“No?”
“No.”
“Ah.”
“Beh, comunque…lei fa delle cose che io non riesco a capire,
cioè…me la ritrovo in testa continuamente anche se non sto pensando a lei. Vedi
ora, per esempio? Volevo dormire e invece sto qua.”
Bill fece un sorrisetto e notò con compiacimento che le
orecchie di suo fratello stavano prendendo colore. Quello era pur sempre il suo
fratellino, nonostante tutto. “Ti va di parlarmi di lei? Giuro che dopo non
tirerò a indovinare.”
Ron sospirò. “Lei è…incredibile, a dir poco. E’ testarda
come un mulo, se si mette in testa qualcosa non si ferma neanche se la
supplichi in ginocchio.” Stava sorridendo mentre parlava, quasi come se la
vedesse davanti a sé mentre la descriveva. “Ha un cervello vulcanico, fa quasi
paura. E’ una rompipalle allucinante, ma anche se quando senti le sue prediche
ti verrebbe voglia di prenderla a schiaffi per farla stare zitta, dopo ti rendi
conto che ha ragione e le dai retta. Vedi?” sollevò la bottiglietta di birra
ancora perfettamente sigillata. “Ne avevo voglia, ma le ho promesso che avrei
rigato dritto. Non sono riuscito a disobbedire.”
Bill rise. “E così questa forza della natura ha domato
perfino il grande Ron Weasley. E com’è, bella?”
“Bellissima. Ha degli occhi incredibili.” Ron si passò una
mano fra i capelli. “E un corpo che non passa inosservato, credimi.”
Bill ridacchiò. “Te la sei mai immaginata in circostanze…più
che amichevoli?” Ron si grattò la nuca e arrossì. “Lo prendo come un si.”
“Si, ma non va bene!”
“No?”
“No, per niente! Non è così che dovrei vederla, non so
nemmeno perché mi sta capitando.”
“Si chiama attrazione, Ron. Una cosa molto diffusa tra
maschietti e femminucce.”
“Io non dovrei guardarla in quel senso, Bill.”
“Perché no?”
“Beh, perché…” Ron esitò. “…tanto per cominciare, lei sta
con un altro.”
Bill fece una smorfia. “Questo è l’ultimo dei tuoi
problemi.”
“E poi lei è mia amica.”
“Non vedo come questo possa essere un ostacolo.”
“Comunque che vuoi che le dica, che mi piace e che vorrei
passare una notte con lei?”
“No, dille la verità. Dille che l’ami.”
“Che?!?” fece incredulo Ron. “Io non la amo!”
Bill scosse la testa. “Mi dispiace contraddirti, fratellino,
ma tu ne sei innamorato perso.”
“No, io non posso essere innamorato.” Ron parlava come se si
volesse autoconvincere. “Chi ama diventa idiota e combina un sacco di cazzate,
non è il mio caso.”
Bill fece una smorfia. “Le stronzate arriveranno e le farai
presto, caro mio, ma che tu sia innamorato ormai è un dato di fatto, puoi solo
capire in che fase sei.”
Ron si passò una mano fra i capelli. “Non è così. E comunque
non glielo posso dire.”
“Invece parlarle sarebbe la scelta migliore.”
“E se lei non prova la stessa cosa per me?”
Bill stavolta fece un sorriso fraterno. “Ora sto per farti
una domanda jolly. L’hai mai baciata?” suo fratello annuì, tenendo lo sguardo
incollato al pavimento. “E lei che ha fatto?”
“Che vuoi che ne sappia di cosa le frullava in testa mentre
la…”
“Pronto? Apri le orecchie, cazzone ottuso. Non ti ho chiesto
cosa pensava, ti ho chiesto cosa faceva.”
Le orecchie di Ron si fecero ancora più rosse. “Ha…ha
risposto al bacio.” Bill fece un sorrisetto. “Ma questo non vuol dire proprio
niente, esattamente come non prova che io ne sono innamorato.”
Bill assunse un’espressione di chi la sa lunga. “Tu puoi
anche nascondere la testa sotto la sabbia e dire che non è vero un bel niente,
ma dentro di te lo sai già. Prima o poi quelle paroline insidiose ti
spunteranno sulla punta della lingua e ti scivoleranno fuori senza prendersi
nemmeno il disturbo di avvertirti. Comincerai a guardarla come se fosse un
tesoro di immenso valore, non riuscirai a staccarle gli occhi di dosso neanche
per un secondo. Ti accorgerai che proprio le cose più banali sono quelle in cui
lei ti sembra più sexy. E scivolerai inesorabilmente nella tremenda fase tre.”
Ron fece una smorfia. “Sono ufficialmente terrorizzato.”
Bill rise, poi tornò serio. “Ne vale la pena?”
Ron curvò le labbra in una specie di sorriso e annuì.
“Morirei per lei.”
“Appunto. Ma sono d’accordo con te, Hermione merita questo e
altro.”
Ron spalancò gli occhi. “Cos…Hermione?!? No, guarda che non
è lei…ma chi ti ha messo in testa certe idee?!”
Bill rise e si alzò. “Buonanotte, fratellino.”
“Non è Hermione!” replicò Ron.
“E’ sua sorella gemella.” Bill ridacchiò.
“Non è lei, ti ho detto! Non è…” Ron sbuffò. “Ehi Bill.”
“Mh?” Bill si fermò sulla soglia della porta.
“Perché…perché è così tremenda questa fase tre?”
Bill fece un sorrisetto e uscì dalla stanza, dopo aver detto
quelle cose che lasciarono Ron più terrorizzato di prima.
“Perché non riesci più a fingere.”
************************
…tanto ormai io e la Telecom ci odiamo in modo
irreversibile…-_- ho pensato di postare questo chap approfittando di una
connessione nell’ufficio di papà…dopo tutto è parecchio che vi sto facendo aspettare,
almeno potrete leggere questo chap, che oltre a essere più lungo (premio per
l’attesa!) è anche molto intenso e importante…sinceramente non so se è venuto
così bene come volevo io oppure no…ma la mia beta dice che è a posto, e voglio
crederle sulla parola.
Ragazzi, voi non potete avere idea di quando mi mancate!
;_;Non vedo l’ora di poter tornare a
tutti gli effetti, ma nel frattempo…mi accontenterò. Vorrei poter ringraziare
tutti uno per uno, ma non ho la possibilità di vedere le rec e quindi…fate
conto che l’abbia fatto! Un grazie e un bacio galattico a tutti quelli che
hanno recensito lo scorso chap e la one-shot…vi adoro tutti alla follia! Siete
tutti importantissimi per me, e vi ringrazio infinitamente per l’appoggio e il
sostegno che mi date ogni volta…vi voglio un bene dell’anima! ^_^
Una parolina in più per Sara Lee, che ha fatto le capriole
per beta-leggere questo chap, a Strek e Mony (ma io non sapevo! Congratulazioni
a tutti e due! XD * …perché non c’è mai un sacchetto di confetti quando
serve…*), a Vale a cui avevo promesso una one-shot per S.Valentino (una
promessa è una promessa, con un po’ di ritardo ma avrai la tua storia! =), a
Kiara perché sono contenta che il suo regalo le sia piaciuto =), e dulcis in
fundo a Kim…tesoruccio, pensi che mi sia dimenticata di un certo 24 febbraio?
^^ Sbaglio o è il tuo compleanno? Beh, se ho ragione…lasciami pure la tua
richiesta fra le rec, troverò il modo di leggerla e realizzarla per farti un
bel regalone…=) E naturalmente un bacio kolossale a tutti gli altri!
Ora devo proprio lasciarvi, il tempo stringe…ma ci si
risente (speriamo dal pc di casa mia stavolta!) col prossimo chap “Mettere in
pratica la teoria.” Kissessssssssss
Damn, I hate the way you know me and Damn, you kill me when you hold me Like I'm your world, like this won't hurt Like a favourite curse hittin' every nerve Damn I'm fightin' and I'm losin' and Damn you, you're pullin' and I'm pushin', I'm wrestlin' with you I toss and twist till finally I give in
Damn…
Damn, LeAnn
Rimes
***************
Harry,
Ginny, Ron e Hermione entrarono nella sala centrale dell’Ufficio per la
Distribuzione dei Certificati Magici ridendo come dei pazzi, bagnati fradici
per via del diluvio che si stava abbattendo su Hogsmeade. Stavano ridendo
davvero di gusto, e le risate si moltiplicarono quando Ron quasi demolì la
porta a vetri scivolando su una pozzanghera d’acqua, attirando anche
l’attenzione di tutti i presenti.
Hermione
fu la prima a riprendersi e a tornare sobria, schiarendosi la gola. Forse le
sue risate erano meno sincere di quelle degli altri, perché il suo cuore in
subbuglio non le stava facendo passare un periodo facile ultimamente. Dopo la
notte dell’attacco di Andropovic lei e Ron non avevano scambiato una sola
parola su quello che era successo fra loro…non una. Hermione avrebbe tanto
voluto parlare con lui, capire…ma aveva così tanta paura di scatenare una
reazione sbagliata che distruggesse di nuovo tutto fra loro che decise di
tenere la bocca chiusa e accontentarsi. E il senso di colpa nei confronti di
Adam non era affatto d’aiuto.
Harry
fischiò vedendo la fila immensa che c’era agli sportelli. “Porca miseria…tutti
qua per lo stesso motivo? E’ indecente, ci metteremo una vita!”
“Ma
perché, voi come l’avete preso il certificato di Libera e Maggiore Età l’anno
scorso?” fece Ginny.
Ron
fece un sorrisetto odioso. “Faceva parte del pacchetto regalo dell’iscrizione
all’addestramento.”
Ginny
alzò gli occhi al cielo. “E’ solo una mia impressione o siete davvero
insopportabili?”
Hermione
ridacchiò. “Un po’ è vero.”
Ron
guardò di nuovo la lunga fila per lo sportello dove si dovevano dirigere loro e
sbuffò. “Stiamo scherzando, qua ci passeremo tutta la mattina!”
“Beh,
non vedo grosse alternative.” Replicò rassegnata Hermione.
“Forse
possiamo fare qualcosa.” Ron afferrò Harry per un braccio, gli scoprì la fronte
e la indicò. “Ehi gente, il mio amico qui ha una certa fretta, vogliamo
lasciargli il posto visto che è pure famoso?” Harry lo spinse indietro con una
manata, contagiato da Hermione e Ginny che scoppiarono a ridere. Alcune signore
li guardarono sconvolte. “Ehi, ho detto che è famoso, mica che ha la lebbra!”
fu la risposta di Ron. Harry, ridendo, lo tirò di nuovo in fila.
“Hai
visto che facce…” riuscì a dire Ginny prima di scoppiare di nuovo a ridere.
“Altra
soluzione.” Disse ancora Ron. “Qualcuno resta a tenerci il posto mentre noi
andiamo a farci un panino.”
“Bella
idea, ma chi è che dovrebbe restare per noi?” gli chiese Harry.
Ron
si guardò intorno. “…mmh…ecco, quello là.” ‘Quello là’ era un ometto magrolino
in giacca e cravatta che stava facendo la fila per un altro sportello. “Ehi
amico! Psst! Oh!” Harry e Ginny si piegarono in due dalle risate. Ron non
ottenne l’attenzione dell’uomo, di conseguenza fu costretto a fischiare per
farlo finalmente girare – in realtà si voltarono altri tre potenziali ‘amici’
oltre a lui.
“D-dici
a me?” chiese insicuro quello.
“Ce
lo faresti un favore?” disse allegramente Ron. “Potresti tenerci il…”
“Non
gli dia retta, è mentalmente instabile.” Hermione spinse indietro Ron, senza
per questo smettere di sorridere.
“Ehi!
Io non sono mentalmente instabile!”
protestò Ron.
“Noo.”
Rise Harry.
“Solo
mentalmente svitato.” Anche Ginny ridacchiò.
Ron
fece una smorfia. “Senti chi parla, poi.”
Hermione
si guardò un attimo attorno e nascose il viso fra le mani. “Stiamo facendo la
figura dei ragazzacci.”
“Capirai.”
Disse Harry. “Facciamo i soldatini in alta uniforme tutta la settimana, almeno
oggi che è sabato voglio sentirmi un criminale onesto e felice.” Ginny rise.
“Ooh,
basta.” Disse Hermione. “Facciamo le persone serie.” Un secondo dopo scoppiò a
ridere e spinse via Ron, che le stava facendo il solletico sulla pancia.
“Piantala!”
“Che
c’è? Io sto facendo la persona seria, quando sono serio ti faccio ridere.
Giusto, Harry?”
“Assolutamente.”
Harry fece un sorrisetto perfido. “Anzi…la faccio anch’io la persona seria.”
Tempo
due secondi Ron e Harry presero a tormentare a colpi di solletico la povera
Hermione, che non riusciva quasi a reggersi in piedi per le troppe risate.
Ginny, ridendo a sua volta, cercò di tirare via Ron per darle un po’ di
respiro…ma tutta la loro allegria si dissipò al volo quando si sentì un
assordante rumore di esplosione.
Prevedibilmente
si sentirono “Cos’è stato” e “Aiuto” in abbondanza, mentre il panico faceva il
suo ingresso nel salone gremito di gente. E tutti cominciarono a scappare in
qualsiasi direzione possibile quando videro un’ombra nera avventarsi sul
palazzo.
Ron
afferrò Ginny per un braccio e assieme a Harry e Hermione corse a perdifiato
sul retro del grande atrio, uscendo rapidamente da una porta di fortuna e
finendo in un vicoletto riservato al raccoglimento dei rifiuti.
Ginny
si abbandonò di spalle al muro, ansimante, e chiuse gli occhi mentre la pioggia
le faceva aderire completamente i vestiti addosso. “Dio mio…” sussurrò.
“Riesci
a vedere quanti sono?” chiese Ron a Hermione, che si era appiattita a terra per
vedere quello che succedeva dentro attraverso i condotti dell’aria.
“…sei…”
Hermione vide le ombre nere colpire con incantesimi casuali la gente in fuga, e
minacciare gli altri perché restassero contro il muro. “…no…direi otto.”
“Che
facciamo?” chiese Ginny con la voce che le tremava.
Hermione
si frugò una tasca e ne tirò fuori una pietra bianca che avvicinò alla bocca, e
Ginny si sentì più rassicurata quando la sentì contattare il quartier generale
dei War Mage. Quello che invece la fece impallidire fu vedere Harry, Ron e la
stessa Hermione che stringendo un talismano si ritrovarono con le uniformi e i
cinturoni addosso.
“No,
un momento…che volete fare?” fece allarmata.
Ron
le appoggiò le mani sulle spalle. “Ginny, resta qui e non ti muovere per nessun
motivo al mondo. Qualsiasi cosa succeda resta qui, mi hai capito?”
Ginny
si aggrappò a un suo braccio. “Aspetta, che volete fare? Entrare là dentro voi
soli?”
“Dobbiamo
farlo per forza.” Disse tesa Hermione. “C’è anche un altro attacco in corso, ci
hanno dato l’ordine di cercare di prendere tempo finchè non possono arrivare i rinforzi.”
“Tre
contro otto?!” replicò incredula Ginny.
“Ho
un piano.” Disse Harry, il cui viso era una maschera di concentrazione. “Li
prenderemo alle spalle e sfrutteremo l’elemento sorpresa. Ce la possiamo fare.”
“Non
è prudente.” Ribattè animosamente Ginny. “Voglio venire con voi, almeno saremo
in quattro.”
Ron
fece un passo avanti. “Tu resti qui, anche se ti devo pietrificare per
fermarti!” ruggì.
Ginny
avanzò senza paura, lasciando al suo fiero temperamento focoso caratteristico
dei geni Weasley il compito di rispondere. “Provaci, vediamo se ne sei capace!”
“Gin!”
Harry le appoggiò una mano sul braccio, costringendola ad arretrare e a
calmarsi. La guardò negli occhi. “Resta qui al sicuro, ti prego. Sapendoti al
sicuro ci muoveremo più liberamente. Per favore.”
Ginny
si morse un labbro e abbassò gli occhi, ma alla fine annuì. “State attenti.”
Sussurrò piano, guardando a terra.
“Contaci.”
Ron le arruffò amorevolmente i capelli e un attimo dopo lui, Harry e Hermione
sparirono di corsa lungo il vicoletto.
Il
mangiamorte coi capelli corvini rise mentre con la bacchetta faceva sbattere
contro il soffitto e poi contro il pavimento una coppia di maghi che avevano
provato a fermarli. “Vediamo se fate tanto gli sbruffoni, mezzosangue
puzzolenti!”
Un
altro afferrò per la gola uno degli impiegati che stava dietro il bancone. “E
tu che fai lì? Presuntuoso, non ti unisci alla festa?” lo tirò in avanti
bruscamente, trascinandolo sul bancone e buttandolo a terra.
Un
terzo incappucciato scorse un uomo che tentava di prendere la sua bacchetta.
“Eh no! Avada Kedavra!” il cadavere dell’uomo ricadde a terra a pochi
centimetri da una signora, che strillò più forte delle donne che già urlavano.
“Sta’
zitta, vecchia gallina!” la donna fu uccisa senza esitazione da uno degli
assalitori.
Un
mangiamorte coi capelli biondi rise forte. “Allora, chi è il prossimo, eh?”
disse a gran voce.
Dal
pavimento si levò una nuvola di fumo denso e grigio che fu segnalato agli
assalitori solo dai gemiti e dai colpi di tosse dei poveri ostaggi, ma i
mangiamorte non ebbero il tempo per agire: la nuvola di fumo invase tutta la
stanzona.
“Che
cazzo sta succedendo?!” urlò uno di loro, cercando di scostare un po’ di fumo
con le mani.
“Adesso
te lo dico.”
L’uomo
ebbe a malapena il tempo di vedere un ciuffo di capelli rossi prima di sentire
una lama squarciargli l’addome.
“Dove
diavolo sei?! Fatti avanti!!” urlò allarmato un altro mangiamorte mentre
sfoderava la bacchetta, ma non vedendo non potè fermare lo schiantesimo che lo
lasciò a terra privo di sensi.
“Ora
basta!” il mangiamorte che aveva fatto più vittime sollevò in aria la
bacchetta. “Aere Reparo!” una zaffata d’aria spazzò via la tremenda coltre di
fumo…
…per
rivelare proprio davanti a lui un ragazzo coi capelli neri e gli occhi verdi e
un odioso sorrisetto sulle labbra. “Come va?” si sentì chiedere mezzo secondo
prima di ritrovarsi il petto squarciato da una pugnalata.
Hermione
evitò un calcio che aveva cercato di darle il mangiamorte a lei più vicino, e
fu solo grazie a tutti quei mesi passati a potenziare la sua agilità che riuscì
a schivare l’incantesimo che le passò a un centimetro dalla spalla. Ne evitò
ancora un altro, poi finalmente riuscì a urlare il suo Petrificus Totalus, centrando
il suo obbiettivo.
Ron
con un calcio disarmò il mangiamorte coi capelli neri, e quello replicò con un
pugno che lo fece arretrare di qualche passo. L’uomo si voltò per recuperare la
sua bacchetta, ma un calcio lo fece barcollare e un attimo dopo si sentì
voltare e udì distintamente il suo nemico urlare “Impedimenta!” prima di
sentire un vento travolgente sbatterlo contro il muro. Ron non si ritenne
soddisfatto; caricò a tutta forza una scrivania fino a sbatterla con violenza
contro l’addome del mangiamorte; l’uomo spalancò la bocca, da cui uscì un
rivolo di sangue, mentre nell’aria si sentiva un sonoro crack – le ossa delle
sue gambe che andavano in frantumi. Ron non si soffermò a vederlo mentre
abbandonava la parte superiore del corpo sulla scrivania; si voltò di scatto e
lanciò il suo pugnale con forza, fermando un mangiamorte che stava correndo
verso Hermione.
Harry
piombò alle spalle di un incappucciato che stava cercando molto
‘coraggiosamente’ di darsela a gambe e urlò “Expelliarmus!” disarmandolo in un
secondo. L’uomo si voltò e rimase senza fiato per la pugnalata mortale che
ricevette. Harry però fu buttato di violenza a terra dalla spallata
particolarmente violenta di un corpulento mangiamorte; gli rispose con un
calcio ben piantato fra le gambe, guadagnando il tempo per alzarsi e
pietrificarlo.
Ron
fece roteare la sciabola che aveva in mano e si scansò dalla fronte un ciuffo
di capelli umidi di sudore, sollevando bruscamente una mano per zittire il
vocio degli ostaggi, che non vedendo più mangiamorte non vedevano l’ora di
tirare un sospiro di sollievo.
“Cosa
c’è?” chiese un uomo.
“Ne
manca uno.” Fece piano Harry, guardandosi attorno come un falco.
Passò
qualche interminabile secondo in cui i tre giovanissimi War Mage continuarono a
guardarsi attentamente intorno mentre i civili cercavano di restare più
immobili che mai, intimoriti e sconvolti.
“State
cercando me?”
Harry,
Ron e Hermione si voltarono di scatto. Harry essendo il più vicino alla porta
fece un passo avanti, ma si bloccò quando vide che l’ultimo mangiamorte aveva
preso in ostaggio Ginny, e le teneva un pugnale puntato alla gola.
“Vi
suggerisco di mettere giù le armi.” Sibilò.
Ron
fece due passi avanti, furibondo. “Lasciala stare o ti faccio a pezzi!!”
Il
mangiamorte avvicinò ancora di più il pugnale alla gola di Ginny, che tremava
come una foglia e stava facendo del suo meglio per non piangere. “Buttate tutte
le armi, o questa ragazzina farà una brutta fine!”
Harry,
Ron e Hermione furono costretti ad obbedire, e lasciarono cadere a terra i loro
cinturoni con le bacchette.
“Bene.”
Fece l’uomo, facendo un passo indietro con la sua prigioniera.
“Adesso
lasciala andare.” Ruggì Harry.
L’uomo
fece un sinistro sorriso. “Oh, non credo proprio. Lei ora viene con me, e voi
ve ne restate buoni buoni qui.”
Ron
serrò forte i pugni. “Bastardo, giuro che se ti metto le mani addosso nemmeno i
tuoi vecchi potranno riconoscerti!!”
Il
mangiamorte rise. “Addio, bastardini.” Ma proprio quando fece per
indietreggiare ancora, l’uomo spalancò gli occhi e la sua mano iniziò a
tremare. “Ma che diavolo…cosa mi sta succedendo?!” Ginny trattenne il fiato
vedendo che il braccio tremante dell’uomo si stava abbassando contro la sua
volontà.
Ron
si voltò verso Harry: aveva gli occhi socchiusi e stava muovendo leggermente le
dita di una mano quasi come se stesse suonando un pianoforte invisibile. Ron
fece un sorrisetto. Magia senza
bacchetta… Harry, sei un genio!
In
pochi secondi all’uomo cadde il pugnale, quindi il braccio gli finì penzoloni
lungo il corpo; Ginny ne approfittò per correre fra le braccia di Harry, che
era il più vicino a lei. Hermione raccolse la sua bacchetta e la puntò contro
il nemico urlando “Petrificus Totalus”, ma quello si nascose dietro una colonna
nello stesso istante in cui anche Ron scattò verso di lui. Ma il mangiamorte
fece una cosa inaspettata: si sfilò la bacchetta dalla manica e la puntò in
direzione di Ginny, urlando “Everto!”
Ginny
si sentì il fiato mozzo in gola, incapace di urlare il suo terrore quando vide
arrivare a tutta velocità la luce gialla…ma inaspettatamente finì a terra.
Harry si prese in pieno il colpo al posto suo, facendo un volo tremendo e
sbattendo di schiena contro una colonna, e restando immobile a terra. Ginny
urlò e si chiuse gli occhi, rialzandosi un secondo dopo e correndo da lui. Gli
si inginocchiò accanto e lo prese fra le braccia, inorridendo quando si ritrovò
macchiata di sangue la mano che gli aveva messo dietro la nuca. “…oddio…Harry…”
mormorò con voce strozzata.
Hermione
le fu accanto in un attimo, e subito gli tastò il collo. “E’ vivo.” Disse
subito, tirando un sospiro di sollievo. Ginny in lacrime strinse Harry ancora
di più, baciandogli la fronte e le labbra pallide. Hermione le appoggiò una
mano sulla spalla, ma si voltò immediatamente sentendo un rumore forte ed
improvviso.
Ron
era una furia. Aveva afferrato l’uomo per la veste e l’aveva sbattuto prima
contro la colonna e poi contro il muro così violentemente da fargli vedere le
stelle. “E così voi non vi fermate mai, eh?!?” tuonò, schiacciandogli la gola
con un braccio. “Prima mia sorella! Poi il mio migliore amico! Sporco figlio di
puttana, quando avrò finito con te non ci sarà più niente da seppellire, te
l’assicuro!!!”
Sotto
gli occhi inorriditi degli ostaggi, Ron afferrò l’uomo per la gola e lo colpì
allo stomaco con un pugno così forte che gli fece sollevare i piedi da terra;
non contento gli spaccò il naso con una ginocchiata in faccia e lo buttò a
terra, prendendolo a calci.
L’uomo
riuscì a buttare fuori un disperato “Mi arrendo!” tra un colpo e l’altro.
Ron
lo prese per i capelli e lo tirò su. “Spiacente, stronzo, non attacca con me!”
gli diede altri due pugni in faccia e lo sbattè contro il muro, tenendolo fermo
per la gola ed estraendo il pugnale. “Addio, lurido pezzo di merda!”
“No!!”
Hermione lo fermò mettendosi in mezzo.
“Sei
impazzita??” urlò Ron. “Levati di mezzo!!”
“Non
farlo, Ron!” Hermione a dispetto di tutto cercò di mantenere un atteggiamento
calmo. “Non puoi.”
“Non
posso?! Dimmi, perché non posso?!”
“Non
sarebbe giusto.”
Ron
strinse le dita attorno al pugnale. “Questo bastardo ha minacciato mia sorella.
E ha fatto del male a Harry. Non merita di vivere.” Sibilò.
“Lo
so.” Replicò piano Hermione. “Provo anch’io il tuo stesso desiderio di vendetta,
ma se ti facessi giustizia da solo diventeresti come lui.”
“Vorresti
lasciarlo andare?!” ruggì rabbioso Ron.
“Voglio
sbatterlo ad Azkaban per il resto dei suoi giorni.”
“Non
è sufficiente!” urlò lui. “Non lo vedi che razza di canaglie sono, fanno male
agli altri per il puro gusto di vederli soffrire!! Una dannata reclusione non
basterà a mettere fine a questa guerra!”
“Ron,
si è arreso.”
“E
che cosa cazzo vuoi che me ne importi?!”
Hermione
gli appoggiò una mano sul braccio armato. “Una volta mi hai detto che avevi
paura di non riuscire più a vedere la differenza fra un soldato e un assassino.
E’ questa, Ron. Un soldato consegna alla giustizia un criminale. Un assassino
lo elimina a sangue freddo. Io non credo assolutamente che tu sia un
assassino.”
Ron
scosse la testa. “Che ne sai tu…”
“Lo
so e basta.” Hermione gli accarezzò il braccio. “In questi mesi ti ho visto
lottare per essere una persona migliore, e ho visto coi miei occhi che ce l’hai
fatta.”
Ron
si voltò un attimo a guardare la sorella: Ginny lo stava fissando coi suoi
grandi occhi castani spauriti mentre teneva amorevolmente stretto a sé Harry.
Quindi guardò di nuovo Hermione: aveva gli occhi colmi di fiducia e dolcezza.
Ron tirò un sospiro e la scansò, puntando la bacchetta contro l’uomo
sanguinante e distrutto, che trattenne rumorosamente il respiro.
“Petrificus
Totalus.”
Hermione
sorrise largamente e gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte a sé e
accarezzandogli la nuca e le spalle. “Sono così orgogliosa di te.” mormorò,
baciandogli il collo.
Ron
chiuse gli occhi e l’abbracciò fortissimo, nascondendo il viso fra i suoi
capelli. L’aveva salvato. Hermione l’aveva salvato da se stesso. Ora si, ora si
sentiva veramente bene. La tigre assetata di sangue dentro di lui aveva
ritirato gli artigli una volta per tutte. Sono
un soldato, non un assassino. Ron sorrise. Il suo primo sorriso da War
Mage.
***************
Harry
aprì gli occhi lentamente e dopo un iniziale ammasso di macchie riuscì a
mettere a fuoco le immagini: capì di essere nell’infermeria della War Mage
Team. Ma quello che gli portò il sorriso fu vedere Ginny, che era seduta su una
sedia accanto al suo letto e gli stava tenendo la mano. Quando si rese conto
che si era svegliato, lei gli fece un gran sorriso.
“Ciao.”
Sussurrò.
Harry
sorrise. “…stai bene?” aveva ancora la voce rauca e l’aria un po’ stanca.
Lei
annuì e gli accarezzò il viso. “Grazie a te. Mi hai salvato la vita…di nuovo.”
Lui
sorrise. “La cosa migliore che potessi fare.”
Ginny
si chinò su di lui con un sorriso e lo baciò, appoggiando la fronte contro la
sua bendata. “…tu non puoi neanche immaginare che paura ho avuto quando ti ho
visto lì a terra…”
“Che
è successo dopo?”
“Ron
ha spedito quel tizio ad Azkaban.” Ginny sorrise. “A rate.”
Harry
sorrise, ma poi fece una smorfia e si toccò una tempia. “Ohi ohi…non dirmelo,
mi sono aperto la testa in due.”
“Vedessi
come hai ridotto quella colonna contro cui hai sbattuto.”
Harry
fece un sorrisone. “Io spaccherei tutte le colonne del mondo per te, lo sai?”
Ginny
ridacchiò e scosse la testa. “Perché questa mi sembra la cosa più romantica che
mi abbiano mai detto?”
“Forse
perché lo è?”
Ginny
smise lentamente di sorridere e passò qualche secondo ad accarezzargli i
capelli e il viso, quindi si fece seria. “Non spaventarmi più così. Ti prego.”
Harry
voltò il viso e le baciò la mano. “Credi che per me sia stato facile vederti
con quella lama puntata addosso? Sarei morto prima che quello stronzo ti avesse
anche solo sfiorato.”
Ginny
si accoccolò contro la sua spalla. “Come facciamo? Voglio dire…come facciamo ad
andare avanti in tutto questo…tutto questo casino?”
Harry
le circondò le spalle con un braccio. “Viviamo. Viviamo e basta. In fondo…siamo
insieme.”
“Si.”
Ginny gli baciò la fronte. “Insieme.”
“E
io ti amo.”
“Anch’io…ti
amo così tanto che inevitabilmente finisco per soffrire più di quanto vorrei.”
Harry
annuì, sospirando e guardando in basso. “Non è facile stare insieme a me, lo
so…non so cosa posso fare…se fossi meno egoista ti lascerei andare, ma non…”
“Sarebbe
fiato sprecato, Harry.” Lei gli baciò leggermente una guancia. “Ormai ci siamo
troppo dentro per mollare…io non riesco più a immaginare la mia vita senza di
te. E se questo significa che ogni tanto devo venire a recuperarti in ospedale,
allora…va bene, lo accetterò purchè non esageri.”
Harry
la guardò. “Dici davvero?”
Ginny
fece una smorfia. “Ok, non lo accetterò…ma cercherò di farlo. Rischiare la
pelle quotidianamente fa parte di te, e io ti amo così come sei…quindi amo
anche il tuo lato eroico, anche se ogni tanto mi dà sui nervi non poco.”
Harry
fece un piccolo sorriso e la strinse a sé. “Vale la pena finire in ospedale con
la testa spaccata come un melone se posso sentirti dire cose del genere.”
Ginny
rise. “Si, beh…non ci fare l’abitudine, Harry Potter.”
***************
Ron
arrivò di corsa sotto il portone di villa Granger, riparandosi dalla pioggia
torrenziale che si era abbattuta su Londra fin dalle prime ore del mattino. Si
fece un incantesimo per asciugarsi i vestiti prima di bussare alla porta;
sapeva quanto ci teneva all’ordine e all’igiene la signora Granger, le sarebbe
venuto un infarto se l’avesse visto entrare tutto bagnato in casa sua. Strano
però che nessuno aprisse la porta.
Alla
fine Ron si stancò di aspettare, e mormorando “Alhomora” entrò da sé. La casa
era al buio, e lui accese subito la luce. “Signora Granger? Hermione?” nessuna
risposta. Continuò a cercarle anche in cucina, e vicino al frigorifero vide un
foglietto appallottolato a terra. Lo prese per leggerlo.
Tesoro, noi siamo al circolo a festeggiare il
compleanno
di Thomas Guillmore, un collega di papà.
Raggiungici almeno per cena,
per favore! Ti ho lasciato io il vestito adatto
sul letto.
Pettinati bene e fatti una doccia, ti prego…
Mamma
Ron
riappallottolò il foglietto e lo buttò a terra senza grazia. Immaginava la frustrazione
di Hermione: dopo una giornata come quella che avevano passato lei sicuramente
avrebbe avuto voglia di stare un po’ con suo padre e sua madre. E invece…Ron
sospirò. I genitori di Hermione erano bravissime persone, ma avevano il difetto
di vivere una vita eccessivamente mondana e di non esserci mai quando la figlia
aveva bisogno di loro.
Andò
dritto in camera da letto per verificare se Hermione era andata o meno alla
festa, ma come aveva previsto il vestito era ancora adagiato sul letto. Si guardò
un po’ in giro e vide che la finestra era socchiusa. Fece per andare a
chiuderla, ma sentì un piccolo colpo di tosse proveniente dall’esterno e si
accigliò, aprendo del tutto la finestra e uscendo sul terrazzo.
Hermione
era lì sotto la pioggia, seduta a terra con Virgo – l’orsacchiotto che lui le
aveva regalato – stretto al petto. Guardava fisso a terra con gli occhi lucidi
e aveva le guance molto rosse, ma non sembrava accorgersi della pioggia che
l’aveva inzuppata fino alle ossa.
“Si
può sapere che stai combinando?!” Ron le si inginocchiò davanti.
Hermione
sbattè gli occhi. “Che ci fai tu qui?” chiese piano.
Ron
le sentì la fronte con una mano. Scottava, come era prevedibile. “Guarda
cos’hai fatto, razza di sconsiderata…con questa febbre te ne stai in mezzo a
questa tempesta?” sbuffando scosse la testa. “Da quant’è che stai qua fuori?”
Hermione
si accoccolò col viso nel suo orsacchiotto. “Oggi pomeriggio.”
Ron
spalancò gli occhi. “Ma vuoi beccarti una polmonite?!” lei non gli rispose.
“Che è successo?” le chiese più piano, ma ancora nessuna risposta. “Ok, vieni
qua.” Alla fine le passò un braccio sotto le ginocchia e uno dietro la schiena
e la prese in braccio, portandola dentro e mettendola seduta su una sedia. Le
asciugò i vestiti con lo stesso incantesimo con cui si era asciugato i suoi
prima, poi le sentì di nuovo la fronte con la mano. E per tutto il tempo lei
rimase zitta e buona, stringendo il suo orsacchiotto.
“Mettiti
addosso qualcosa di pesante e poi scendi giù.” Le disse lui. “Io vado a preparare
qualcosa di caldo.”
Hermione
annuì. Ron la lasciò nella sua stanza e scese al piano di sotto, andando in
cucina e cercando tutti gli attrezzi necessari per far bollire un po’ di latte.
Le aveva letto negli occhi una strana tristezza…e lei non doveva essere triste.
Mai. Non lo meritava. No, doveva sorridere ed essere serena…perché quel sorriso
gli riscaldava l’animo e gli rallegrava la vita ogni giorno di più.
Non
passò molto prima che Hermione lo raggiungesse; si era messa un pigiamone
azzurro di felpa, continuava a stringere il suo pelouche bianco e si trascinava
dietro una copertina pesante. Ron si sforzò di non cedere all’istinto di
prenderla fra le braccia e coccolarla fino a farle spuntare di nuovo il sorriso
sulle labbra. Era talmente tenera e dolce che riusciva perfino a risvegliare in
lui quel bisogno di coccole che cercava sempre di soffocare.
“Come
ti senti?” le chiese, mentre riempiva una tazza col latte caldo che aveva
preparato e l’appoggiava sul tavolo.
Hermione
tossì e si trascinò sullo sgabello vicino al tavolo. “Ho freddo. E mal di
testa.”
Ron
le sedette accanto. “Vuoi dirmi cos’è successo? Tu non sei il tipo che passa le
ore a buscarsi malanni sotto la pioggia, qualcosa è successo.”
Hermione
sorseggiò per qualche istante il suo latte caldo. “Mia madre non mi vuole
bene.”
Ron
inarcò le sopracciglia. “Di tutte le cazzate che potevi sparare fuori, questa è
la più grossa.”
Lei
scosse la testa. “E’ vero. E non è una questione di affetto.”
Lui
si accigliò. “Non ti capisco.”
Lei
sospirò. “Mamma non ha mai realmente mandato giù la mia scelta di entrare nei
War Mage. Ogni volta che torno a casa dall’addestramento lei fa finta di non
vedermi finchè non vesto di nuovo i panni della figlia obbediente.” Disse
piano.
Ron
sbattè gli occhi un paio di volte. “Tieni anche conto di come si sente lei a
saperti sempre in pericolo. Non è facile, e poi tua madre è sempre stata molto
protettiva nei tuoi confronti.”
“Non
è solo questo.” Hermione appoggiò la testa sul tavolo. Se la sentiva pesante.
“Mia madre aveva altri progetti per me, mi voleva avvocato o dottore…da quando
ero piccola si vantava sempre con tutti perché ero brava a scuola, e avrebbe
voluto vantarsi anche ora di avere una figlia che aveva intrapreso una carriera
di successo…magari anche fidanzata con uno dei figli dei suoi stupidissimi
amici… invece io le ho tolto questa possibilità. E sono sicura che lei ce l’ha
con me per questo.”
Ron
sospirò e annuì. “Capisco quello che intendi. Però…”
“Non
ci sono però, Ron. Io ho tradito le aspettative di mia madre, punto e basta.”
“Ok,
aveva altri progetti per te. Ma io conosco tua mamma, e so che ti stima molto.
Si preoccupa per te, ma sa che sei in gamba.”
Hermione
tossì. “E’ inutile che cerchi di farmi sentire meglio, io continuo a sentirmi
una stronza.”
Ron
le accarezzò il viso col dorso della mano. “No, magari sarai una rompipalle, ma
una stronza decisamente no.”
Lei
sospirò. “Si, invece. E per colpa mia stanno soffrendo un sacco di
persone…anche Adam. Sono una grande stronza. E lui non mi merita.”
“Su
questo sono d’accordo con te.” lei gli lanciò un’occhiataccia. “Beh? Io la
penso così.” Ron si rabbuiò. Cosa c’entrava ora quell’idiota?
Hermione
fece una smorfia e si alzò, trascinandosi fino al divano e buttandocisi sopra
con un’aria sconfortata. “…nessuno mi capisce…” piagnucolò.
Ron
si alzò e prese la coperta. “Va bene, scusa…dai, spiegami qual è il problema
col tuo ragazzo.” Le disse, mentre la copriva per non farle prendere altro
freddo. Gli dava un fastidio bestiale parlare di quell’inetto che neanche si
rendeva conto della fortuna che aveva, ma voleva aiutarla a qualunque costo.
Hermione
starnutì e tirò su col naso, stringendo forte il suo orsacchiotto. “…io non
sono giusta con lui… è sempre così comprensivo con me, quando ho bisogno di
aiuto lui me l’offre sempre anche se a modo suo…mi rispetta… e io invece lo
tengo sempre a distanza come una stupida…come se volessi fare a meno di lui…”
“Beh,
forse tu vuoi fare a meno di lui.”
“…ma
no…no che non voglio…non credo…”
Ron
scosse la testa e si alzò in piedi. “Ok, senti...io ci ho provato, voglio
aiutarti a sentirti un po’ meglio, ma è evidente che o non lo so fare o non è
serata…tu sei in piena crisi, avresti bisogno di Ginny o Harry o che so io, mi
dispiace di non saperci fare in queste situazioni, ma…” s’interruppe quando si
sentì prendere la mano in quelle più piccole e più fredde di lei.
“Resta.”
Gli sussurrò Hermione, guardandolo con gli occhi grandi e lucidi. “Almeno tu
non mi lasciare… rimani con me, per favore…nessuno rimane mai con me…”
Ron
si rese conto che anche volendo non sarebbe mai riuscito a dirle di no. Sotto
sotto aveva capito qual’era il suo problema: non si sentiva amata. Se solo
avesse potuto dirle quanto questo non era vero… “Sei proprio una scema, lo
sai?” le disse con un piccolo sorriso mentre le sedeva accanto. Le passò un
braccio attorno alle spalle mentre lei si accoccolava con la fronte bollente
contro il suo collo e gli stendeva un braccio sull’addome, schiacciando fra i
loro due corpi l’orsacchiotto bianco. Ron sorrise. “Non riesci proprio a
metterlo via questo pupazzo, eh?”
Lei
rispose con la voce molto assonnata. “…no…mi piace perché ha il tuo odore…io
amo il tuo odore…”
Ron
si accorse che stava trattenendo il fiato. Si passò una mano fra i capelli
mentre nella stanza si sentivano solo il rumore della pioggia contro le
finestre e il respiro lievemente affannoso di Hermione. Si schiarì la gola.
“…ti senti…ehm…m-meglio?” Controllo,
Weasley!
“…mmh…”
lei si strinse ancora di più addosso. “…sto così bene…sto sempre bene…se ci sei
tu a proteggermi…”
Lui
chiuse forte gli occhi e lasciò uscire l’aria dai polmoni. Non poteva
trattenersi, non fino a questo punto. “Io sto molto più che bene con te…sto
così bene che…Dio, se solo potessi…se tu me ne lasciassi la possibilità farei
qualunque cosa per renderti felice insieme a me…”
IDIOTA!!!!
Imbecille colossale!!! Guarda, guarda cos’hai combinato!! Hai rovinato tutto,
ora ti sei giocato la tua migliore amica e la donna che ami in un colpo solo!!
Coglione!! Guarda, è talmente inorridita che non parla più!
Ron
aprì gli occhi che stava stringendo forte uno alla volta, e azzardò uno sguardo
a Hermione: …dormiva profondamente. Lui tirò un sospiro enorme e rimase
immobile per calmare i battiti furiosi del suo cuore. Era talmente bello stare
così, con lei fra le braccia e con quel senso di intimità che non aveva mai provato
con nessuno al mondo…
Le
coprì le spalle con la coperta e le baciò la fronte, poi chiuse gli occhi e
reclinò la testa contro la spalliera del divano. Aveva avuto una fortuna così
sfacciata ad aver parlato mentre lei dormiva…ma allora perché si sentiva così
deluso?
Dannatissima
fase tre!
*************************
Scusate
tutti per il ritardo! Ma è stato necessario: non si può mettere on-line un chap
senza averlo prima passato al proprio beta (visto che casini mi ha combinato
l’altra volta Word, che mi ha cambiato tre quarti di parole e io nemmeno me ne
sono accorta?), così questa volta abbiamo fatto un po’ i salti mortali per far
avere a Sara Lee il nuovo chap…doppio grazie a Sarocchia, che non solo me l’ha
beta-letto, ma lo ha anche postato e ha pure corretto il precedente… ^3^
Detto
questo…bimbi belli! Non vorrei illudere nessuno…ma forse questa settimana è la
volta buona che ci ridanno questo maledetto telefono!!! E si, perché ci hanno
dato già il numero e ci hanno assicurato che si tratta solo di attivarlo ormai.
Sisisisisisisisisisisisisiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!! XD …ricomponiamoci…
questa volta ho fatto la furbastra: mi sono fatta stampare non solo tutti gli
aggiornamenti delle storie che sto seguendo qui sul sito (e ora vi recensisco
tutti qui!) ma anche le mie recensioncine…così posso rispondervi per benino
come faccio sempre! Chiedo scusa a quelli che hanno recensito solo negli ultimi
giorni…io ho le rec di qualche giorno fa, chi non ringrazio stavolta lo
ringrazio la prossima. Quindi:
Audrey: sono contenta
che ti piaccia! Adam…mmh…direi che è molto amato il giovane! ^^
Danae: anche a me Ron
e Bill piacciono tantissimo! Quella chiacchieratina frullava nella mia testa
già da un po’…ma in quel chap stava meglio che negli altri. Perdono per averti
fatto aspettare!
Kiara: Kiarussa! Mi
mancano le nostre letteruzze…soprattutto mi manca ricevere quelle perle che mi
mandavi tu! XD Si, anch’io adoro Ron…che, si era capito? ^^ Prego, tesoruccio…è
stato un piacere per me scrivere per te…e sono mille volte felice perché la
one-shot ti è piaciuta! A me è piaciuto molto scriverla =) un bacio enorme
gigantesco
Eli: prima di
tutto…sono riuscita a leggere il tuo aggiornamento! Eli, dolcezza, tu lo sai
già cosa penso della tua storia, ma io ho una gran voglia di ripetertelo: sei
fantastica! Crei un’atmosfera così…così intensa e magica che è sempre una gioia
immensa leggere quello che scrivi…e poi già lo sai, io sono innamorata del modo
in cui caratterizzi i personaggi (*…cough…ogni riferimento a Sirius, Remus,
James & co. è puramente casuale…cough…*) e Lily è sempre più dolce,
adorabile col suo piccolino!…ma io mi dispero perché gli eventi stanno correndo
sempre di più ;_; …e corro a rileggermi la storia tutta d’accapo perché l’adoro
e non voglio che finisca!!! *.* …cara…mi sa che se io vengo dall’Olimpo tu sei
dell’Empireo… =) E…si, anche a me un paio di partite a bowling con Ron non
dispiacerebbero per niente…^_- un super kiss mega
Giuggy: matita magica,
come te la passi? =) Mi mancano tantissimo le tue fanart…proprio l’altra sera
Nenè si disperava perché nella stanza nuova c’è più spazio e c’è mezzo muro da
riempire… non siamo più riuscite a visualizzare un tubo, perché la magnifica
connessione dell’ufficio di papà non fa vedere le immagini…-_- siamo in crisi
d’astinenza da fanart! ;_; Sono felice che la one-shot per il tuo comply sia
stata di tuo gradimento…e sono ancora più che felice che l’altro chap ti sia
piaciuto così tanto! =) Tvtttttttb
Milla: allora tu mi
capisci! Oh, anche noi abbiamo avuto dei momenti in cui avremmo fatto fare un
volo dalla finestra a tutti i telefoni che abbiamo in casa…scollegati, che
allegria… =_= sorry per l’attesa, cause di forza maggiore! Quanti altri chap?
Vai a leggere alla fine dei thanks…kiss kiss!
Avana Kedavra: grazie mille =)
si, anche a me Harry e Ginny piacciono molto…non lo so, ma dopo aver letto il
quinto libro ho rafforzato le mie convinzioni che sarebbero una bella coppia
insieme. E Ron e Hermione…beh, loro poi… =D sapessi quanto mi manca la mia
bella connessioncina serale e tutti voi amici! ;_;
Ary: si, alla fine
ce l’ho fatta a postare anche questo chap! Meglio tardi che mai =) mi fa
piacere che anche il precedente ti sia piaciuto! =)
Vega: amore mio!
Chissà se sei ancora in Inghilterra mentre ti scrivo…mi manchi molto! Lo sai
che mi sono riletta i tuoi chaps? E sono ansiosa di leggere altro, quando
finalmente sarò di nuovo dei vostri…come sempre il tuo parere è importantissimo
per me, e saperlo così positivo mi riempie di gioia! Ti voglio un mondo di
bene, appena mi ridanno la linea ti manderò subito una bella mail! =)
Blackmoonygirl:
onore
e gloria a Harry e Ginny, e ai problemi di tutti i giorni ^_- Eh si, porca
telecom… -_-
Hermy15: invece
purtroppo vi ho fatti aspettare lo stesso! Sorry! Però stavolta il chap è bello
pulito e senza errori di battitura…meglio, no? =)
Vale86: ma cerrrto che
la storia di Vale sarà anche un po’ tua! E io spero di vedere presto un’altra
delle tue bellissime fanart…mi piacciono tantissimo! Eh eh…in effetti anch’io
al posto di Hermione non sarei stata così comprensiva… (…censuriamo le
parolacce volanti ^^) un bacio grandissimo
Alexis: maystro!!!! Che
danno, sono fuori esercizio… -_- mi sa che quando torno dovremo fare una bella
ripassata, perché il mio spagnolo/marocchino si è arrugginito ancora di più ^_-
Lara: tesoro adorato,
come ti capisco!! Io ho i brividi al pensiero che dopo che mi avranno mandato
la linea dovrò richiedere di nuovo l’adsl…forse per maggio la vedrò, che dici?
^^ Magari posso alleviare un po’ le tue pene: hai presente il tuo
affezionatissimo Adam? E se…ti dicessi che il suo tempo sta per scadere? =D
kisses
Lizzie: esatto,
Hermione è stata ben ricompensata =D Mi fa piacere di averti fatto fare questa
indigestione! ^_-
Vale: amica!!! Anche tu
mi manchi così tanto…se tu mi fai la statuetta io posso farti un telegatto? ^^
Anch’io adoro i fratelli Weasley, tutti quanti…e mi sto divertendo da pazzi a
scrivere la tua one-shot! Ho dovuto dare la precedenza a questo chap, perciò
praticamente ho scritto solo una bozza… ma presto avrai il tuo regaluzzo! Non
ti dispiace, vero, se un pezzettino lo dedichiamo pure a Vale86? Ti voglio un
bene grande grandissimo! =)
Angele87: ooh, finalmente
sono riuscita a leggere tutti i tuoi bei chaps nuovi…e finalmente posso
recensirti!! Complimenti, mia cara: sto seguendo la tua storia con molto
interesse, e sappi che mi hai ufficialmente intrigata! Stai migliorando di chap
in chap, ti sento più spigliata e più sicura…e questo è molto, molto positivo
per la storia. In pratica, vai avanti così che vai forte! (…sei riuscita a
crearmi il problema della scelta fra Ron e Draco…per la miseria…*.*) …eh eh…ora
che mi ci fai pensare la coscia di Hermione poteva benissimo passare per quella
di uno spiedo, poverina ^^
Kim: dolcezza!!!
Quante cose che ho da dirti…intanto, sono felicissima che il tuo regalo ti sia
piaciuto…ci tenevo moltissimo che riuscisse bene! Poi…mi sono riletta tre volte
l’ultimo chap che hai pubblicato…*sospirone* …quanto amo quei ragazzi…dì, mi
fai adottare dagli Hyden? No, aspetta…se mi adottano non mi posso più mettere
con Any, no…no, no…non si può, peccato ^^ la tua storia si sta facendo sempre
più bellissima, così dolce e intensa e scattante allo stesso tempo… mi sento
così emozionata all’idea di un matrimonio in vista, io adoro i matrimoni! Fosse
poi tra Sirius e Allys…finalmente, poverini! Sono così belli e innamorati…dai,
ragazzi, faccio il tufo per voi! *v* …devo solo chiederti una cosuccia…secondo
te è da malati il fatto che sono in SbavModeOn per Any…e anche per il suo papà? XD *…cattiva Sunny che fa questi pensieri…*
^_- tvttttttttb, aggiorna in frettissima!
Giulietta89: scusami
tantissimo, è un periodo molto incasinato con le connessioni questo! Rimedio subito:
grazie mille per le rec, e spero davvero di sentirti ancora! Certo che scriverò
ancora qualche altra one-shot su Dan &co…ci scappa sempre!
Marilia: tesoro, grazie
mille! Beh, magari i miracoli non sono ancora alla mia portata, ma vedremo un
po’ che si può fare ^_- Presto Adam farà il suo passo falso, non
preoccuparti…un bacio e in bocca al lupo con la tua storia! Appena ci riesco la
leggerò!
Ale: ehi, che bello!
Sono contenta che anche tu mi stai recensendo…adoro le recensioni! (…e anche
questo non si era capito…^^)Ti
ringrazio per i complimenti, anch’io sono molto affezionata alle nuove
generazioni di Potter e Weasley…chi lo sa, magari perché loro li ho creati
proprio io e perciò mi piace farli vivere le loro esperienze…sai, anche mia
sorella come te ha un debole per Simon! =)
Mony: amica!! Che
bello sapere che anche tu condividi il mio odio per questi problemi di linea…
siamo un po’ avvilite io e mia sorella qui… =_= Sono felice di sapere che il
chap precedente ti è piaciuto…wow, è un bellissimo complimento quello che mi
hai fatto! Ti piacciono i baci come li descrivo io? =) ...sono lusingata…Povero
Strek, sotto esame, eh? Anche la Nenè ne ha dato uno proprio qualche giorno
fa…ha preso il suo solito disgustoso 30 e ora va in giro tutta felice per casa,
con mamma e papà che non perdono occasione per fare tiratelle a me… -_- Un
bacio grande quanto un pianeta! =)
Eva: per me è un
onore e un piacere rispondere a tutte le mie recensioni…e sono contentissima di
poterlo fare stavolta! Grazie per i complimenti, e…si, Ron e Hermione sono
belli proprio perché sono intensi! Piacciono moltissimissimo anche a me! =)
kiss kiss
Aah,
è sempre così bello scrivere qualcosa e trovare così tante meravigliose
recensioni…ve l’ho detto recentemente che vi voglio un mondo di bene, ragazzi?
Beh, ve lo ripeto! Anche perché… sto cercando disperatamente di darvi una
notizia e non so se vi farà molto piacere…ehm…sapete che il prossimo chap è il
penultimo?
…siete
ancora con me? Mi odiate? Mi volete bene lo stesso? Ehi! Penultimo vuol dire
che ne mancano ancora due! Il fatto è che ormai è già successo quasi tutto
quello che doveva succedere, è rimasta solo un’ultima situazione da risolvere e
poi…in definitiva è giusto così, perché combaciano i tempi e tutto il resto,
visto che io avevo programmato che BAWM 0 finisse qualche mese prima
dell’inizio di BAWM 1…e adesso ci siamo quasi, accipicchia…e la cosa mi
dispiace non poco, perché ormai sono così affezionata a questa saga che sarà un
bel casino per me metterci la parola fine. Però bisogna pure farlo, perché
anche le cose belle devono finire o finiscono per stufare, no? E comunque io mi
dispererò lo stesso quando scriverò l’ultimo chap! ;_;
Detto
questo…anche per stavolta è tutto, ci rivedremo il prima possibile col prossimo
chap “Confidenze Scomode”. Me la lasciate la solita bella recensioncina, vero?
^_- Kisses kisses
Lie to me, say that you need me
That's what I wanna hear
That is what makes me happy
Hoping you'll be near
All this time, how could I know
Within these walls, I can feel you
Another
Day, Lene Marlin
***************
Hermione fece un sorriso prima ancora di aprire gli occhi
quando sentì le carezze di sua madre svegliarla con tutto l’affetto che potesse
offrirle. Non ricordava molto della notte precedente – si era addormentata con
la testa pesante e un gran freddo addosso, ma circondata dalle braccia forti e
rassicuranti di Ron – e quella mattina si era svegliata col sole che splendeva
e sua madre che la rassicurava che l’infreddatura che si era beccata se ne
sarebbe andata via dopo una giornata di buon riposo, e così Hermione aveva
passato la mattina a leggere un libro come faceva sempre anni prima. A ora di
pranzo sua mamma aveva portato il cibo su e avevano mangiato insieme, parlando
come facevano una volta, e lei si era addormentata serena e in pace con se
stessa e col mondo.
“Ben svegliata.” Le disse amorevolmente sua madre,
baciandole la fronte.
Hermione si stiracchiò e aprì gli occhi con un lento sorriso
rilassato. “Mi sono addormentata di nuovo.”
“Come quando eri piccolina, che se non ti sentivi bene
dormivi per ore.” La signora Granger le accarezzò i capelli. “Ti ho svegliato
perché c’è qualcuno che è passato a salutarti.”
Hermione sorrise, decisamente più sveglia. C’erano Harry e
Ron sulla soglia della porta della sua stanza, e avevano entrambi un’aria un
po’ scombinata – era evidente che avevano approfittato dello spacco dell’ora di
pranzo per passare.
Harry la salutò con la mano. “Ehi, bella addormentata.”
“Vi lascio soli.” La signora Granger si alzò e uscì, ma prima
fece a Ron un grande quanto inaspettato sorriso che lui ricambiò con uno più
piccolo e ammiccante dei suoi.
“Ehi, da quando mia madre è tutta miele con te?” gli chiese
Hermione, mentre Harry si sedeva sulla sedia accanto al suo letto. “Che mi sono
persa?”
“Oh, niente di particolare.” Ron si mise comodo ai piedi del
letto. “Abbiamo parlato un po’.”
“Di che?” Hermione aveva un’aria inquisitoria.
“Cose.” Ron scrollò le spalle e liquidò la cosa cambiando
argomento. “Beh, come sta la povera malata?”
“Molto meglio. Domani mi alzerò anche contro la volontà di
mamma…è strano, è da stamattina che mi coccola come non faceva già da un
po’...” Hermione tirò su col naso. “Com’è andata la mattinata?”
Harry fece un sorrisetto. “Molto tranquilla.”
Ron annuì con lo stesso ghigno. “Rilassante.”
“Silenziosa.”
“Si, nessun disturbo alla nostra quiete.”
“Incredibilmente priva di vocette petulanti.”
Hermione fece la linguaccia a tutti e due. “Cretini.”
Harry rise e scosse la testa. “No, seriamente…è andato tutto
bene. In più c’è una bella notizia: Liam dice che visto quello che abbiamo
fatto ieri non avremo bisogno di sostenere gli esami e tra un mese ci
consegneranno i distintivi di War Mage.”
“Non che questo ti faccia piacere, ovviamente, visto che
sappiamo bene come ti addolora l’idea di saltare un esame.” La punzecchiò Ron.
Hermione gli lanciò un’occhiataccia, ma si concentrò sulle
novità. “Ottimo, quindi fra un mese saremo di ruolo a tutti gli effetti.”
“E non è la sola bella notizia.” Continuò Harry. “Ti ricordi
quella festa elegante a casa di Josh, quella di sabato?”
Hermione annuì. “Quella per il suo compleanno, si.”
Ron fece un gran sorriso. “Quel rimbambito si è deciso a
invitare anche noi. Dice che ormai siamo del gruppo.”
Hermione s’illuminò in volto. “Davvero? E’ fantastico! E’
sabato la festa, vero? Ci saranno tutti quanti…l’occasione richiede un bel
vestito…”
Harry sorrise. “Voi ragazze siete incredibili, appena si
parla di una festa la prima cosa a cui pensate è il vestito.”
“Anche voi dovreste cercare di apparire più o meno decenti.”
Fece pungente Hermione. “A proposito, siamo stati ripescati solo noi oppure
possiamo…”
Ron inarcò un sopracciglio. “Te lo puoi portare il tuo
principe azzurro, se è questo che vuoi sapere.”
“Si chiama Adam.”
“…ehm…” Harry si grattò la nuca. “…a proposito di questo,
pensavo di invitare Ginny a venirci con me.”
Ron si voltò a guardarlo con uno sguardo interrogativo.
Hermione li fissò entrambi con una certa preoccupazione, e scambiò una rapida
occhiata con Harry.
“E perché?” fece Ron. Fuori
il fiato, Harry, parla chiaro…
“Beh, perché è una vita che non fa qualcosa.” Harry cercò di
sembrare disinvolto e distaccato. “Ha perso quasi tutti i suoi amici, e proprio
l’altra sera mi stava dicendo che avrebbe voglia di divertirsi un po’. Perciò
visto che fra noi l’unico che può invitarla senza sembrare incestuoso sono io…”
“Mh.” Il tono di Ron era quasi sarcastico. “Che amico
prezioso che sei.”
Hermione si affrettò a cambiare argomento. “Che cosa pensate
di fare per quei capelli voi due?”
Istintivamente tutti e due i ragazzi si portarono le mani
sulla testa. “Perché?” dissero insieme.
Lei rise. “Sono sempre scombinati… se non vi date una
sistemata farete la figura di quelli che hanno lasciato Azkaban un attimo
prima.”
“Noi saremmo degli avanzi di galera, eh?” Ron curvò le
labbra nel suo solito sorrisetto perfido. “Tu vuoi la guerra.”
“Vero.” Harry annuì.
“Ma che paura.” Fece Hermione in tono di sfida.
Harry e Ron si scambiarono una veloce occhiatina d’intesa…e
un secondo dopo balzarono in ginocchio sul letto. Hermione fece per scappare,
ma Harry l’afferrò per le braccia e la inchiodò sul materasso.
“E così noi saremmo scombinati, eh?” Ron prese a farle il
solletico sulla pancia e sui fianchi.
Hermione si dimenò fra le risate, al solletico proprio non
era capace di resistere. “…sme…smettila!!...”
“Hai offeso i nostri capelli, ragazzina.” Ron rise e
intensificò la sua tortura. “Non te la cavi con delle scuse così.”
Hermione aveva le lacrime che le scendevano sulle guance per
le troppe risate, e a malapena riusciva a biascicare qualche “no, smettila” tra
gli attacchi di risatine.
Anche Harry rise. “Non hai l’aria molto pentita…mettici un
po’ più di sentimento!”
“Basta…basta, ti prego!...” altre risate disperate.
“Riprova ancora, appena un po’ più convincente!” fece Ron,
senza smettere.
“Ehm ehm.”
I tre ragazzi si bloccarono all’istante spalancando gli
occhi, e Hermione scattò seduta sul letto, sistemandosi meglio i capelli e la
camicia da notte. “Papà!” squittì stridulamente. Ci mancava solo questa, essere
beccati da suo padre mentre due ragazzi la tenevano ferma sul letto e lei li
implorava di fermarsi. Ottimo davvero.
Con la coda dell’occhio notò che anche Harry e Ron erano parecchio in
imbarazzo.
Il signor Granger aveva un’espressione strana e la mascella
serrata. “Giovanotti, potreste venire un momento di là con me?”
“Certo.” Sia Harry che Ron uscirono dalla stanza per seguire
il padre di Hermione facendo delle facce strane.
Hermione si morse le labbra, le veniva da ridere dell’intera
situazione. Suo padre – che era notoriamente iperprotettivo di natura – aveva
ovviamente equivocato la scenetta, e a lei il solo pensiero dei suoi due amici
convocati a rapporto dietro la scrivania del padre faceva ridere. Dopo qualche
minuto cedette alla curiosità; scese dal letto, s’infilò la vestaglia e
sgattaiolò nel corridoio fuori dallo studio del papà. Si fece avanti per
appoggiare l’orecchio sulla porta e origliare…ma la porta si aprì e lei
sussultò.
“Tesoro, cosa fai qui in piedi?” Edward Granger le diede un
bacio sulla fronte e uscì, e dietro di lui uscirono anche Harry e Ron.
Hermione li scrutò accigliata. “Tutto bene, si?”
“Oh, benissimo.” Suo padre le fece un gaio sorriso.
“S-si, ora noi dobbiamo andare.” Fece Harry.
Ron annuì. “Già.”
“Ok. Grazie per essere passati…” Hermione si sporse in
avanti per abbracciarli come faceva sempre, e invece Harry le tese la mano.
“Beh, ci vediamo presto, eh?”
anche Ron le strinse formalmente la mano. “Riguardati.”
“Venite ragazzi, vi accompagno.” Esclamò allegramente il
signor Granger.
Hermione rimase a guardare i suoi amici mentre se ne
andavano. Si osservò la mano che tutti e due le avevano stretto, poi tornò a
guardare nella loro direzione…
…e si piegò in due dalle troppe risate.
***************
“Quel libro deve essere proprio interessante se sei così
concentrata.”
Hermione alzò lo sguardo e sorrise nel vedere Adam che
faceva capolino dalla porta della sua stanza. Appoggiò il libro sul comodino
accanto al suo letto mentre lui entrava e ricambiò con affetto il bacio sulle
labbra che lui le diede. “Credevo che fossi ancora a Stanford.”
“Siamo riusciti a concludere tutto stamattina.” Adam si
rilassò nella sedia. “E poi sono corso subito da te.”
“Sai, ieri c’è stato un massiccio attacco di mangiamorte a
Hogsmeade, noi eravamo lì.”
“Ho sentito qualcosa. Tu stai bene? Sei stata ferita?”
“Oh no, no…mi sono solo beccata il raffreddore.” Hermione
scrollò le spalle e sorrise. “Ci sono due belle novità.”
“Finalmente qualche buona notizia.” esclamò Adam.
“Tanto per cominciare…fra un mese finiamo l’addestramento e
diventiamo War Mage a tutti gli effetti.” Disse vispa lei.
“E’ una notizia fantastica!” Adam l’abbracciò con
entusiasmo. “Sono felicissimo per te, Hermione.”
Lei sorrise orgogliosa. “Grazie. Tu nemmeno immagini cosa
significa per me questo traguardo.”
“Te lo sei guadagnato tutto quanto.” Adam le diede un altro
bacio sulle labbra. “E l’altra novità?”
“Oh.” Hermione fece un sorrisetto vispo. “Ti ricordi la
festa di Josh? Quella importante?”
“E come potrei dimenticarla?” lui sorrise. “Sei rimasta per
tre giorni di fila col muso perché non vi hanno invitato.”
“Naturale! Avevano chiamato tutti tranne noi!”
“Tranne tutte le reclute, Hermione. E comunque?”
“Beh…alla fine hanno invitato pure noi!”
Adam rise. “La speranza è l’ultima a morire sul serio, a
quanto pare.”
“Sono elettrizzata, ci saranno tutti quanti…” lei aveva uno
sguardo vispo ed emozionato. “E’ un secolo che non vado a una festa…tu verrai
con me, vero?”
“Quando hai detto che è?”
“Sabato.”
“Ok, si può fare.”
“Bene.” Hermione gli rivolse un sorrisone.
Adam esitò, poi si sedette sul letto e le prese la mano.
“Senti…c’è una cosa di cui dobbiamo parlare.” Le disse serio.
Hermione sbattè gli occhi. “Non deve essere una cosa tanto
bella se lo dici con quel tono.”
Adam storse la bocca. “Beh, è bella solo per metà. Ecco…ho
avuto una promozione.”
Hermione s’illuminò. “Ma è fantastico, Adam!
Congratulazioni!”
“E come primo incarico vogliono affidarmi il comando del
corpo di difesa degli auror ad Amburgo”
Hermione sbattè gli occhi. “A-Amburgo?”
Lui annuì. “Si.”
“…oh.”
“Ho bisogno di sapere cosa ne pensi.”
Hermione si passò una mano fra i capelli. “La questione è
più cosa ne pensi tu.”
“Ascolta, non ti mentirò.” Adam inspirò profondamente. “Mi
piace il posto che vogliono darmi…ma non mi piace l’idea di dovermi allontanare
prima di capire…non mi va di lasciare le cose irrisolte fra noi.”
“Io…” Hermione si strinse nelle spalle. “Io non so cosa
dire…”
“Hermione, prima di prendere questa decisione devo capire
cosa provi veramente per me.” Adam le accarezzò la mano. “Negli ultimi mesi col
mio lavoro e tutto il resto non sono riuscito a passare tutto il tempo che
volevo con te…e so che ti sei sentita trascurata.”
Hermione si morse le labbra. Si sentiva così in colpa con
lui…
“A questo punto la verità è l’unica cosa che voglio in
cambio dell’amore che provo per te.”
Lei aprì e chiuse la bocca un paio di volte, poi lo guardò
in faccia. “Non voglio mettermi fra te e la tua carriera.”
Adam scosse la testa. “Sei più importante tu.”
Hermione si morse le labbra. “La mia parte razionale è
felice per te…quella emotiva ti vuole qui.”
Lui sospirò. “Non è abbastanza, Hermione. E’ una scelta
importante quella che devo fare…non si tratta più di capire se ti piaccio, è il
tuo amore che voglio.”
Lei si sentiva molto a disagio. “Ma lo sai bene cosa provo
per te…”
“I rapporti a distanza non funzionano mai, questo lo sai,
vero?”
“Credo di si.”
Adam esitò, poi le baciò la guancia e si alzò. “Pensaci su,
per favore. Questa volta ho davvero bisogno di una prova del tuo amore per me.”
Quando fu uscito, Hermione chiuse gli occhi e nascose il
viso fra le mani. Ecco quello che si definiva un fulmine a ciel sereno! Adam
voleva la verità…la verità era che lei gli voleva un bene dell’anima, che stava
molto bene con lui e che la faceva sentire sempre così importante…
…e poi c’era Ron. E che dire di lui? Una parte di lei sapeva
che era e doveva restare solo il suo migliore amico, ma un’altra parte le
urlava di essere onesta con se stessa e con lui. Provava qualcosa di molto
intenso per Ron, pur sapendo bene quanto fosse pericoloso legarsi a uno come
lui. Ma Ron cosa provava per lei? L’aveva baciata solo qualche notte prima…e
poi aveva fatto finta di niente, come al solito. Che fosse paura anche per lui?
Basta, qui tutti
vogliono delle risposte…le voglio anch’io!
Hermione si alzò dal letto e senza preoccuparsi di mettersi
qualcosa addosso al pigiama s’infilò un giubbotto e afferrò la passaporta per
raggiungere il quartier generale della War Mage Team. Incurante degli sguardi
di quelli che la vedevano camminare in quelle condizioni nei corridoi, Hermione
trovò in fretta la sala dove Ron e Natan stavano facendo sparring. Natan si
bloccò con la bocca aperta come quella di un merluzzo quando la vide, e pagò la
sua disattenzione con un pugno in piena faccia.
“Dormi in piedi, Leery?” Ron fece un sorrisetto, ma fece la
stessa faccia di Natan quando si voltò e vide Hermione. “Ma che co…”
“Dobbiamo parlare.” Lei lo prese per un braccio e lo
trascinò nel bagno.
“…Hermione…” Ron ingoiò a fatica mentre lei chiudeva la
porta con un calcio. “…ehm…questo è il bagno dei maschi…”
Hermione avanzò fino a oltrepassare il suo spazio personale,
tanto che lui arretrò di qualche centimetro. “Adam deve trasferirsi ad
Amburgo.”
Ron si accigliò. “E allora?”
“Vuole sapere se lo amo veramente, perché in tal caso è
disposto a restare.”
Ron sentì lo stomaco che si contorceva. “E perché diavolo
vieni a dirlo a me?”
Quella ragazza aveva almeno quindici centimetri e quindici
chili meno di lui…eppure quello sguardo infuocato e deciso lo fece sentire per
un istante piccolo e indifeso. “Ron.”
“Cosa?” lei avanzò, lui arretrò.
“Dammi un motivo per cui non devo chiedergli di restare qui
con me.”
Oddio. Ron ingoiò
con difficoltà e si passò una mano fra i capelli. Come faceva a dirglielo così,
tutto in una volta? E poi perché doveva per forza dichiararsi solo perché quel
bellimbusto le aveva dato un aut-aut?!
Hermione mise le mani sui fianchi. “Allora?”
Ron tirò su col naso. “Devi decidere tu, non io. Sei grande
abbastanza per scegliere cosa è meglio per te.”
Hermione fece un passo indietro come se le parole l’avessero
colpita fisicamente. Ecco, brava la
cretina. Mi sono illusa come una stupida…di nuovo. Si morse le labbra e
s’impose di non piangere, non davanti a lui. “Bene.” Disse asciutta.
“Hermione…”
“Ci vediamo presto.” Lei uscì sbattendosi la porta alle
spalle.
***************
Another day goes by, will never know just
wonder why
You made me feel good, made me smile
I see it now, and I, can say it's gone
That would be a lie
Cannot control this, this thing called love
Another
Day, Lene Marlin
***************
Ron non si era preoccupato di indossare un cappotto uscendo,
ma l’aveva fatto di proposito. L’aria della sera fredda e pungente doveva
aiutarlo a calmare i bollenti spiriti mentre raggiungeva il Settimo Pentolone a
grandi passi. Con sua immensa soddisfazione non voleva bere neanche un goccio.
No, stavolta aveva bisogno di ben altro.
Era molto contento che ora i suoi incubi fossero stati
rimpiazzati da sogni in cui lui e Hermione stavano insieme, ma quella notte il
sogno era sembrato un po’ troppo
realistico. Stessa situazione della mattina: Hermione che lo trascinava in
bagno e lo inchiodava di spalle al muro…solo che invece di urlargli addosso lo
prendeva per le spalle e lo baciava. E lui ovviamente la stringeva a sé e la
divorava, le faceva scivolare giù dalle spalle prima il giubbotto, poi il pigiama…e
questo era il motivo per cui ora doveva trovare una delle sue ‘amichette’ e
finire quello che aveva cominciato, chiudendo gli occhi e immaginando per un
attimo che era Hermione quella con cui passava la notte.
Entrando nel locale scorse subito Sarah, una delle
cameriere, che stava sistemando dei bicchieri di vino bianco su un vassoio. Ron
le fu dietro in un secondo, le passò le mani sui fianchi e le sussurrò
all’orecchio “Hai un minuto per me?”
Sarah, riconoscendolo, fece un sorrisetto e si voltò. “Per
te anche tutta la notte, stallone.”
“Bene.” Ron fece per tirarla via dal bancone.
“Aspetta solo un attimo, servo questi e vengo subito.”
“Ok.”
Ron seguì con lo sguardo Sarah che portava da bere a un
tavolo pieno di ragazze che ridacchiavano come delle oche, una delle quali era
sulle ginocchia di un sorridente e viscido ragazzo biondo…Ron rimase di sasso.
Adam Stanton.
“Questo bastardo…” ringhiò sottovoce, avvicinandosi al
tavolo a passi di tigre.
Una delle ragazze rise per qualcosa che le aveva detto Adam,
e accavallò le gambe in modo chiaramente provocante. “Te l’hanno mai detto che
sei molto simpatico, Adam?”
Lui rise, e un’altra ragazza annuì sdolcinatamente. “No, è
vero…ci racconti un altro dei tuoi aneddoti?”
“Già, perché non ne racconti uno anche a me?”
Adam si voltò di scatto e sussultò quando vide chi aveva
davanti. “Weasley…”
Ron aveva gli occhi traboccanti d’odio. “Vieni fuori un
momento, Stanton.”
“Non è così come credi tu…”
“Vieni fuori un
momento, ora.”
Sarah lo guardò. “Va tutto bene, Ron?” lui annuì senza
smettere di incenerire con lo sguardo Adam, che si era alzato in piedi. Le
altre ragazze rimasero in silenzio ad assistere alla scena.
Quando furono usciti dalla porta del locale, Ron afferrò
Adam per la giacca e lo sbattè con forza contro il muro. “Gran figlio di
puttana, è così che stai con Hermione, eh?!”
Adam lo spinse indietro. “Senti, vedi di darti una calmata,
ok?”
“Mi sarò calmato solo quando ti avrò spezzato quel collo di
merda che ti ritrovi!”
“Mi stai a sentire un dannato momento?! Non andare subito
alle conclusioni solo per quello che hai visto…”
“Quello che ho visto è il ragazzo della mia migliore amica
che stava andando a puttane!”
Adam sembrava molto teso. “Dovresti capirmi, Ron…insomma,
sei un uomo anche tu, sai che ci sono certe…esigenze…che
proprio non puoi controllare.”
Ron s’infuriò ancora di più. “Hermione non te l’ha data e tu
giustamente corri dalla prima puttana che ti apre le cosce, vero?! Questo
dovrebbe giustificarti, Stanton?!”
“E non è meglio questo che saltarle addosso contro la sua
volontà?!”
Ron vide rosso. Afferrò di nuovo Adam e lo sbattè con
violenza contro il muro. “Bastardo, te la faccio passare io la voglia di
scherzare!!”
“Che vuoi fare, prendermi a pugni?” Adam fece un losco sorrisetto.
“E poi a lei come lo spiegherai? Perché naturalmente, Weasley, se io torno a
casa con un graffietto lei saprà che mi hai minacciato tu senza un motivo. E
credimi, a Hermione non piacerà sapere questo del suo adorato migliore amico.”
Ron aveva gli occhi iniettati di odio. “Io non ti permetterò
di farle del male.” Sibilò.
Adam si scansò da lui con aria superiore. “Ci mancherebbe
che voglio farle del male, anzi. Semplicemente la voglio tutta per me, niente
più amici fra i piedi. La tua presenza sta cominciando a farsi ingombrante.
Credi che non me ne sia accorto? Rubi molto del tempo che lei dovrebbe dedicare
a me, sai. Ma forse è il caso di chiarire una cosa, una volta e per tutte…lei
sta con me, e io non ho intenzione di
dividerla.”
“Tu sei un maledetto bugiardo impostore strafottente.” Ruggì
Ron. “Hermione non merita un pezzo di merda come te al suo fianco. Lasciala
andare immediatamente, o giuro che…”
“Che interverrai tu personalmente per dividerci?” Adam fece
una smorfia. “Non ti disturbare a essere così plateale, lo so già che non
aspetti altro che un passo falso da parte mia per averla tutta per te. non a
caso sei il motivo per cui la nostra relazione non riesce a decollare.”
Ron serrò la mascella. “Tu stai scherzando col fuoco,
Stanton.”
Adam si ficcò le mani in tasca. “Lei è solo molto confusa in
questo momento, ma è me che vuole. E tu non puoi farci proprio niente,
Weasley…e lo sai fin troppo bene.”
Ron fece due passi avanti, troneggiando in tutta la sua
altezza e vigorosità, con gli occhi di un blu spaventosamente perforante. “Ti
avverto.” Sibilò con una voce glaciale. “Se trovo Hermione a versare anche solo
una lacrima per colpa tua, dovunque ti nasconderai io ti troverò e ti
ucciderò.”
Più che dalle parole in se stesse, Adam rimase colpito
dall’intensità con cui erano state pronunciate. Quello stava facendo sul serio.
“Ricordati che io non faccio minacce, io faccio promesse.”
Ron fulminò il biondo un’ultima volta, poi se ne andò a passo sostenuto. Un
solo istante di più e gli avrebbe cavato gli occhi con le unghie.
***************
Ginny. O Harry. O
tutti e due.
Ron rientrò nel salotto della Tana a grandi passi, sapendo che
quello era il posto in cui lui, sua sorella e il suo amico si appartavano dopo
cena. E infatti Harry e Ginny erano lì, vicino al camino a giocare a scacchi, e
per quello che potè vedere Ginny stava vincendo.
“Scacco matto!” esclamò la bella rossa, tirandosi indietro e
sorridendo largamente.
Harry fece una smorfia. “Ma che diavolo è, questo gioco ce
l’avete nei geni voi Weasley?” lei rise.
Ron li raggiunse e spinse via bruscamente la scacchiera con
una manata. “Lasciate perdere queste cazzate, c’è un problema serio.”
Harry si accigliò. “Che è successo?”
“Ho visto Adam Stanton che se la faceva con tre ragazze.”
Disse Ron, afferrando una sedia e sedendosi pesantemente. “E nessuna di queste
era Hermione.”
“Ma che stronzo.” Fece indignata Ginny.
“E tu che hai fatto?” gli chiese Harry.
Ron si spettinò i capelli con la mano. “Gli ho detto che la
deve lasciare in pace o penserò io a lui.”
“E che ti ha risposto?” incalzò Ginny.
“Quel figlio di puttana mi ha sfidato.” Ruggì Ron. “Ha detto
che comunque la giro, Hermione resta sempre la sua ragazza. Il porco si è
giustificato dicendo che Hermione non vuole saperne di fare sesso con lui, e
lui non può esplodere.”
Ginny era schifata. “Pietoso. Il tipico commento da maschio
immaturo e irresponsabile. Che schifo.”
“Quello stronzo ha proprio sbagliato se crede che gli
permetteremo di far del male a Hermione.” Harry si scrocchiò le dita.
Ron si grattò la nuca. “E non è nemmeno tutto. Stamattina le
ha detto che se vuole che resti con lei deve dargli una prova d’amore.”
“Puttaniere.” Ringhiò Harry.
“Non gliela possiamo far passare liscia.” Fece Ginny.
“Già.” Ron annuì. “Gin, tu dovresti parlare con Hermione e
dirle…”
“Non ci penso neanche.”
“Come?”
Ginny aveva un’aria decisa e determinata. “Io non le dirò
proprio niente. Ci devi parlare tu.”
“Ma…ma no, ti ho cercata proprio per questo!” protestò Ron.
“Tra ragazze è molto più semplice di quanto non…”
“Tra ragazze un corno, Ron. Bisogna dire a Hermione che il
suo ragazzo la tradisce e la usa senza pudore, e lo devi fare tu.”
“Ma perché io??”
“Innanzitutto perché sei tu che hai beccato Adam, epoi perché sei il suo migliore amico e avrà
bisogno di te.”
“Anche Harry è il suo migliore amico!”
Harry scosse la testa. “Ah no, non mi mettere in mezzo. Io
non ci riesco a dire una cosa simile a Hermione.”
Ron lo guardò torvo. “Sei il solito segaiolo. E meno male
che la tua virtù più grande è il coraggio!”
“Ron.” Ginny sospirò. “Le farà meno male se glielo dirai tu.
E’ giusto così. D’altra parte lei ha fatto molto per te, non vorrai tirarti
indietro proprio ora che puoi ricambiare il favore.”
Ron si passò una mano sulla faccia. “Ma come glielo dico?!”
Ginny esitò. “La cosa più corretta da fare è essere onesti e
dire la verità. Ma usa un po’ di tatto, non glielo sbattere in faccia
così…abbracciala, dille che ti dispiace, coccolala…
Harry si coprì con una mano il sorriso che gli era spuntato
sulle labbra bel vedere le orecchie di Ron che si arrossavano.
“E secondo te questo risolverà le cose?” fece irritato Ron.
“No, ma le addolcirai la pillola.” Ginny scambiò una significativa occhiata col suo ragazzo.
Harry diede una pacca sulle spalle a Ron. “Nervi saldi e
sangue freddo, Ron. Non è una cosa così difficile, dopo tutto.”
“Ah si, e perché non lo fai tu allora?!” fece irritato Ron.
Harry fece l’occhiolino a Ginny. “Perché è meglio se lo fai
tu.”
***************
Hermione, devo dirti
una cosa che…tesoro, c’è una cosa che devi sapere…vedi, Hermione, le persone
non sono sempre così come ce le immaginiamo…o come vorremmo che fossero…loro
sono solo…
Ron sbuffò e infine si decise a bussare alla porta della
stanza di Hermione. Aveva dovuto aspettare fino a pranzo per scappare dal
quartier generale e venire a parlarle a casa sua, e per tutta la mattina si era
ripetuto almeno venti versioni diverse del discorso che doveva farle. Inutile
dirlo, in qualunque modo sempre una mazzata era.
“Avanti.”
Ok, Weasley. Dacci
dentro. Ron entrò nella camera con prudenza. Hermione era in piedi davanti
all’armadio e si stava provando alcuni vestiti – senza indossarli – senza dubbio
per la festa di due giorni dopo a casa di Josh. Lui si avvicinò. “Ehi.”
“Ciao.” Gli rispose freddamente lei.
Ron rimase per un attimo spiazzato. “Sei nervosa?”
“No.” Hermione tirò fuori dall’armadio un vestito in modo
tanto brusco che quasi lo strappò.
“Lo vedo.” E questo è
di grande aiuto.
“Posso sapere cosa vuoi?”
Ron esitò. “Si, ehm…dovremmo…” si sedette sul letto e
appoggiò una mano sul materasso. “…dovrei…e questo cos’è?!” Ron si trovò sotto
la mano un perizoma bianco e un reggiseno di pizzo con un fiocchetto al centro.
Oddio santissimo aiutami…
Hermione gli strappò di mano la sua biancheria, arrossendo
visibilmente. “Sempre a mettere le mani dove non devi, eh?”
Ron, che aveva le orecchie (e molto altro) in fiamme, rimase
con la stessa faccia da ebete per qualche istante, poi si schiarì la gola.
“…ehm…s-si, appunto…”
“Appunto che?”
Ron si accigliò. “Hermione, fammi capire…ti ho fatto
qualcosa, ce l’hai con me?”
Lei fece una smorfia. “E come potrei, Ron? Tu non hai mai detto niente.”
Ron inarcò un sopracciglio. “E allora che c’è?”
“Non c’è niente.” Fece irritata lei. “Avanti, dimmi che
vuoi. Ho da fare.”
“E che devi fare?” alla lunga il caratteraccio di Ron stava
cominciando a rispondere alle provocazioni.
Hermione si voltò a guardarlo con aria stizzita. “Devo
ancora finire di preparare tutto per domani sera.”
Ron fece una smorfia ironica. “Come se fosse la serata più
importante della tua vita…”
“E lo sarà.” Sibilò Hermione. “Domani ho intenzione di fare
l’amore con Adam, e voglio che sia tutto perfetto.”
“CHE?!?” Ron schizzò in piedi.
Hermione lo guardò con un sopracciglio inarcato. “Non c’è
bisogno di urlare.”
“Hermione, tu non puoi andare a letto con quello!!”
“Quello è il mio
ragazzo, e io lo amo.” Hermione scandì bene ogni singola parola.
Ron la prese bruscamente per gli avambracci. “Hermione, non
sto scherzando.” Le disse, guardandola dritto negli occhi. “Tu non puoi fare
sesso con lui.”
Hermione sentì la gola stringersi e non farle venir fuori la
voce perfettamente ferma come avrebbe voluto. “Dimmi perché non dovrei.
Dimmelo, ti prego, lo voglio sapere.”
Lui esitò un momento. “Non è una brava persona, è uno
stronzo bastardo. E se mi lasci parlare ti spiego.”
Hermione si morse le labbra e abbassò lo sguardo. “Sono
stanca di starti a sentire quando infanghi Adam. Non sai fare altro, non è vero?”
“No, devi ascoltarmi…”
“Col cazzo!!” Hermione si divincolò violentemente dalla sua
presa. “Tutto quello che fai è buttare merda su Adam, ma perché?! Perché non ti
prendi il coraggio delle tue azioni una volta per tutte?”
Ron sbattè gli occhi. “Che c’entro io, scusa?!”
“Intanto per cominciare, perché non mi dici con chi vai alla
festa domani sera?”
Lui rimase sorpreso. “Ma come…”
Hermione fece una faccia amaramente compiaciuta. “Faccio la
spia di professione, lo sapevi? Avanti, dimmi con chi ci vai!”
“Con Lysa Bloyd, va bene?!”
Hermione sentì un’ondata di gelosia riempirle la testa. “Con
quella gallina??”
Lui fece un passo avanti. “ma perché la devi insultare,
scusa?!”
“Certo, invece è giusto che tu dai dello stronzo bastardo al
mio ragazzo!!” ormai stavano urlando entrambi.
“Lei non ha fatto niente, invece lui è uno stronzo!”
Hermione chiuse l’anta dell’armadio con una violenta manata.
“Adesso la difendi pure! E certo, te la sei scelta!”
“Ma che dovevo fare, venirci da solo io come un idiota alla
festa quando tutti voi ci andate con qualcuno?! Andiamo!”
Hermione si coprì un attimo la faccia con le mani, all’apice
della frustrazione. “Sai che ti dico, Ron? Mi sono stancata di farti da
coscienza, se vuoi andare in giro con una cretina che non sa neanche quanto fa
due più due, fallo! Io ho altro a cui pensare!”
Ron era livido. “Quel porco del tuo Adam?!”
“Si, proprio lui!!!” strillò Hermione. “Adam non si tiene
per sé i segreti, lui mi dice tutto e mi ama! E me lo ripete spessissimo! Mi ha
chiesto una prova d’amore e io gliela darò, e domani sera staremo insieme e
sarà la notte più bella della mia vita!!”
Ron strinse i pugni così forte che le dita gli diventarono
completamente bianche. “La sai una cosa, Hermione? Vaffanculo, non m’interessa
più niente! Ti ho avvertita, tu non mi credi, ora sono problemi tuoi e io me ne
lavo le mani!! Fatti pure prendere per culo da quello lì se ci tieni!!”
Hermione tremava di rabbia. “Meglio lui che te!!!”
“Bene!!”
“Bene!!”
“Bene!!” Ron uscì sbattendo molto forte la porta della
stanza.
**********************
Perdono per aver fatto così tardi! Un po’ gli impegni, un
po’ la scuola, un po’ il mio invadente ragazzo ^^…e soprattutto anche il mio
inconscio non vuole rassegnarsi a finire questa storia! ;_; Non vi meravigliate
se l’ultimo chap non arriverà prestissimo… *sigh*
Prima di passare a ringraziare tutti vorrei rispondere a una
domanda che mi hanno fatto quasi tutti: ci sarà un BAWM4? Eh…buona
domanda…ecco, il punto è questo: potrebbe, ma non subito. Un eventuale quinta
parte della saga dovrebbe riguardare naturalmente gli eroi della nuova
generazione (Dan, Jack &co.) alle prese innanzitutto con qualcosa che
sembra più grande di loro, e poi con i loro sentimenti…ma per scrivere una
storia così ci vorrebbero idee chiare, BAWM mi è molto cara e non vorrei finire
per rovinarla aggiungendoci un pezzo scadente. In più c’è un piccolo
problemino: dare ai ragazzi l’età giusta significherebbe dare a Harry, Ron,
Hermione e Ginny qualcosa come cinquant’anni…non so voi, ma non riesco ancora a
vederli così anzianotti quei quattro! ^^ Quindi la risposta è si, potrebbe
esserci un BAWM4…ma non so quando. Forse tra sei mesi, forse fra un anno, forse
mai…boh! Ehi, ma non per questo io smetterò di scrivere!
E detto questo si passa ai thanks: (Sara Lee, ti adoro)
Eli: ciao amica!
Noo, non disperarti per la fine di BAWM…se piangi tu piango anch’io! ;_;
tranquilla, non credo che vi libererete di me tanto facilmente…solo che dovremo
aspettare l’ispirazione per una nuova storia! E finalmente posso aggiornare
dalla mia linea…che sensazione inebriante! =) Ehi, buon 8 marzo passato anche a
te! ^_-
Phi phi: svista
perdonabilissima, no problem! E grazie mille per i complimenti!
Vega: ehi
amoruccio! Sto disperatamente cercando di recuperare il chap che mi hai mandato
via mail…a quanto pare si è perso durante il viaggio, perché mi dà la traccia
ma non il file *.* Nenè dice di aver capito, mi ha promesso che me lo recupera
lei…spero proprio che ci riesca! Altrimenti ti scrivo di rimandarmelo, ok? Sai,
anch’io ho un Teddy Bear…grande, morbido e soffice e lo amo! =)
Blackmoony: ebbene
si, manca poco alla fine…ma grazie, sono contenta che ti sia piaciuto!
Audrey: sono
contenta che la storia continua a piacerti! E si, beata Ginny che si può permettere
certi comportamenti…^^
Vale e Mely: thanks a lot! ^_- Beh…BAWM 00? …eh
eh…non credo ^^
Hermypotter: anch’io
adoro Ron quando fa lo scemo =)
Giuggy: my love! Si,
pure io darei volentieri un braccio per essere al posto di Hermione…farò
domanda per la reincarnazione! =) Noooo, tesora, non ti sconvolgere…wow,
davvero ti è venuta in mente una fanny? Di Hermione e Ron tenerelli sul
divano?? =D love you sooooooooooo much! ^_-
Kim: tesoro mio!
Sei ancora fuori, ma ti aspettiamo tutti con ansia! Eeh si, beati gli Hyden e i
Weasley… fortunatamente anche Ron si è deciso a capire che nella fase tre c’era
già da un bel po’… alla fine! ^^ Ma certo che non vi lascio, Kimmy, non ci
penso neanche! E tu più degli altri dovresti saperlo…sapessi quanto mi ispirano
le tue interviste doppie ^_- tvttttb
Giulietta89: l’onore
è mio! Vedrai che non abbandonerò completamente BAWM…tra una one-shot e l’altra
non la molleremo mai proprio del tutto ^_-
Anonima: la tua
puntualizzazione è giusta, ma a questo punto te ne faccio io una: se dovevi
recensire la one-shot perché hai lasciato qui il tuo commento? E poi non ce
l’hai un nome?
Kiara: ammmore…innanzitutto
grazie per la mail…wow è tutto quello che ho da dirti! *SbavforAny/ModeVERYOn* l’adsl,
bella storia…ho tutto, modem e cavo, ma non la linea! Aaarrrrggghhh…..cmq,
tanto per la cronaca: Ron è una more, eh? ^^ Auguri anche a te, donna! ^_-
tvttb
Angele87: io dico
che sei molto brava, credimi! A me la tua storia piace un casino! E cmq
tranquilla, come ho detto anche agli altri, non vi mollo! =)
Danae: meno male
che ci hai ripensato ^_- sissignora, eseguirò l’ordine =D
Vale86: grazie
cara, mi rincuora sapere che mi vuoi bene lo stesso anche a un chap dalla fine!
=) Ma che cosa bella, altre fanart!! Siiii!!!!! E naturalmente, anche se le
fanny non sono sulle fics ma sui libri, CORRI A METTERLE SUL SITO DI NENE’!! =D
Ansy: presto il
malefico Adam scomparirà dalla scena…ma come? Eh eh… =D ok, festeggeremo tutti
l’evento!
Avana Kedavra: sono
felicissima di sapere che continui ad amare Guerre Stellari quanto me e
Kiaretta ^_- E beh, chi la può criticare Ginny ^^ Guarda, per il commercio di
ragazzi come Harry e Ron…non saprei, ma spero davvero che li vendano vicino
casa mia ^_- Ma ceeeerto che scriverò ancora, amica! Kiss kiss
Lily: grazie mille!
Spero che ti piaccia anche questo!
Vale: tesoro! Ti
chiedo scusa se non ho ancora postato la tua one-shot, ma ho pensato di finire
prima questo chappy…sigh, il penultimo…ma dolcezza, quanto ti voglio bene da 1
a 10 quando mi dici cose così belle? Diecimila!!! =D E poi senti chi parla in
fatto di scrivere bene scene d’amore… (…qualche novità in vista, tipo…non
so…una storiella? ^^) Anche la Nenè ti manda un bacio forte… tvttttttb
Milla: sei
dolcissima! Grazie cara… =) farò in modo che tu possa provare ancora queste
emozioni anche dopo, va bene? E’ una promessa! =D
Miyu: povera, in
fatto di casini col pc ti capisco eccome! -_- ehi! Hai aggiornato viaggio? Questa
Quetsa cosa mi era
sfuggita…domani pom che ho un po’ di tempo leggo e lascio subito la mia rec!
GiuliaB: dispiace
anche a me… sigh…ma vedrai che non ti mancherò ^_-
Marilia: …ehm…no,
tesoruccio, questo non è uno scherzo…il prossimo è veramente l’ultimo chap…e
non piangere che piango anch’io ;__; ooh…anch’io voglio l’orsacchiotto, la
coperta…e soprattutto Ron! ^_-
Judie: non sai
che piacere mi ha fatto leggere la tua recensione, quindi prima voglio
ringraziarti per la tua dolcezza e per la pubblicità che mi fai! Salutami le
tue amiche =) Le canzoni…si, sono tutte canzoni che abbiamo, ma soprattutto
sono prese dalla cartellina di mia sorella: lei raccoglie sempre i testi delle
canzoni che canta, ne abbiamo a migliaia…uno più bello dell’altro! Sono
onoratissima, davvero! A me piacerebbe molto scrivere da grande…ma so bene di
avere ancora moltissimo da imparare… ma il tuo incoraggiamento è stato una
ventata di gioia! =) grazie ancora, tvtb P.S.: quanto mi attizzano? Diciamo…un
miliardo? XD
Ale: allora
comincia pure a perdonarmi…vedrai che qualcosa salterà fuori presto! ^_- E io
adoro le tue recensioni!
Lara: lasciatelo
dire…ti ho pensato tantissimo mentre scrivevo questo chap! ^_- Beh, magari
lascerò a te la gioia di uccidere Adam, contenta? =D E organizza pure una festa
per l’occasione, mi sa che verrebbe su un party alquanto popolato… ^_-
Ary: grazie
mille, sei un amore!
Eva: ebbene si,
Adam è decisamente un gran ********…^^ e come hai visto, ha fatto il suo
figurone…pensa te, io lo sapevo dal primo momento che è entrato nella storia
che avrebbe fatto questa fine, e ho pure dovuto farlo apparire un bravo
ragazzo! Che fatica essere fanwriter… ^_- Oh si, one-shots in vista…=)
Kathyline: ma
grazie mille carissima! =) per gli errori di ortografia i complimenti vanno
alla mia beta…lei è il tipino preciso, è difficile che le scappi qualcosa =)
Strek? Oh, finalmente il giovane è ritornato…finalmente!!
Gils: che bello,
la prima tua rec è per me…wow! =) Scusami per il ritardo…sai com’è, casini vari
^_- Silente? Beh, lui ovviamente si è sacrificato per salvare Hogwarts, e in
parte c’è riuscito o avrebbero fatto fuori anche i pochi superstiti. E ho la
vaga idea che anche nella storia vera potrebbe succedere qualcosa di analogo…ma
è solo una mia idea, speriamo che non si realizzi!
Io adoro rispondere a tutti i recensitori…e non ho parole
per dirvi quanto mi rende felice avere tante rec! Vi voglio un mondo di bene,
dico sul serio! =) E per quanto mi pesi dirlo… ;__; ci si rivede all’ultimo
chap…*siiiigh*…vvb
Questo chap vorrei dedicarlo al grande Strek per il suo compleanno:
auguri amico
Questo chap vorrei dedicarlo al grande Strek per il suo
compleanno: auguri amico! ^^ Ok, non c’è azione (a parte che se anche ci fosse,
lo sai che io non potrei mai competere con la suspence che sai creare tu, gran
maestro ^^), ma è pur sempre l’ultimo chap di BAWM, e io ci sono molto
affezionata… perciò happy happy happy birthday! =)
BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO
CAPITOLO 19: IRRESISTIBILMENTE FASE TRE
You're the one who lights my fire
You're the one who keeps me strong
You're the one that I depend on
When my world is goin' wrong
I can't wait till the day
When I hear you say
You're the one that I need
You're the one that I'll keep
For all time
For All Time, Saluna
***************
“Guarda, io non lo so! Quell’idiota di mio fratello una cosa doveva fare, una, ed è magicamente riuscito a mandare tutto all’aria!”
Ginny scosse la testa infuriata, bevendo tutto d’un fiato il drink che Harry le aveva appena portato. Erano le due di notte passate, la festa non accennava a finire, anzi. Molti invitati ballavano ancora, tra cui Hermione e Adam…che quella sera sembravano inseparabili, mentre lei e Ron non si erano rivolti la parola neanche una volta.
Harry scrollò le spalle. “Ron e Hermione sono famosi per le loro scenate, no? Penso che ce lo dovevamo aspettare.”
Ginny gli sistemò il colletto della camicia con cura, resistendo all’impulso di baciarlo. “Si, ma stavolta Ron l’ha fatta grossa.”
Harry si voltò a cercare con lo sguardo i suoi due amici nel salone affollato di ospiti. Hermione ballava con Adam ma con un’aria piuttosto tesa, o almeno così sembrava a lui che sapeva di conoscerla bene. Ron, poi…era al tavolo del buffet, ma invece di versare nella coppetta di Lysa lo sciroppo di pesche gliel’aveva rovesciato addosso per lanciare occhiatacce alla sua migliore amica.
“Che si fa adesso?”
“Intanto per cominciare bisogna parlare con Hermione.” Ginny guardò l’orologio. “Si sta facendo tardi, lei e Adam se ne andranno fra poco.”
“Li dobbiamo fermare prima.”
“Cercherò di parlare con lei. Vedrò quello che posso fare.” Ginny mise giù il bicchiere, e controllando che Ron non li vedesse baciò velocemente Harry sulle labbra.
“Buona fortuna.” Le disse lui.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
“Ah, mi dispiace davvero, Lysa…il tuo vestito…”
Lysa sorrise cordialmente. “Non ti preoccupare, Ron, con un po’ d’acqua va via subito. Vado e torno.”
Ron annuì e tornò a guardare nella direzione di Hermione, che stava parlando con Bill e Aki poco lontano.
“Se potessi sparare fuoco con gli occhi, la povera Hermione avrebbe il vestito carbonizzato a quest’ora.”
Ron non smise di guardare la sua amica, non aveva bisogno di voltarsi per vedere che Harry l’aveva raggiunto. E bastava ascoltarlo per sentire subito l’ironia e il sarcasmo nella sua voce.
“Ron, amico mio…fammi capire, non sei riuscito a metterla in guardia e ora te la prendi con lei? Mi sembra un po’ un controsenso.”
“Non sono riuscito a parlarci, simpaticone del mio cazzo, perché la tua amica ha la zucca vuota a perdere.”
Harry ridacchiò. “Hermione con la testa vuota è un paradosso quasi assurdo.”
“C’è poco da scherzare.” Ron mise giù il suo bicchiere con una certa forza.
Harry si grattò una tempia. “La serata non è finita. Fai ancora in tempo a parlarle.”
“Che si cuocia nel suo brodo.” Replicò odioso Ron.
“Allora perché continui a guardarla se non te ne importa niente?”
“Beh, perché…” Ron aprì e chiuse la bocca un paio di volte, poi si voltò con rabbia. “Che diavolo vuoi stasera, Harry?”
Harry scrollò le spalle. “Semplicemente che sistemi le cose.”
“E perché non lo fai tu?!”
“Non ci penso neanche.”
“Eh già, troppo disturbo per il signorino.”
“Tu vorresti mettermi in mezzo in un litigio fra te e Hermione? Meglio morto, credimi.”
“Allora se non vuoi dare una mano non rompere neanche le palle.”
“Come vuoi.” Harry si voltò per andarsene. “Ricordati solo che Hermione ha già sofferto abbastanza… non si merita di sopportare altro male solo perché tu non sei riuscito a mettere da parte il tuo stupido orgoglio.”
Ron serrò la mascella e rimase in silenzio.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
Ginny sorrise largamente ad Aki e Bill nell’avvicinarsi, e prese gentilmente Hermione per un braccio. “Interrompo qualcosa?”
“Ehi Gin Gin, ti stai divertendo?” le chiese allegramente Bill.
“Moltissimo.” Ginny si tirò un po’ Hermione. “Vi dispiace se ve la rubo?”
“Oh, fa’ pure.” Replicò il fratello.
“Ci vediamo dopo.” Disse gentilmente Aki.
“Ciao.” Hermione seguì Ginny fino a un tavolino in una zona un po’ più appartata del salone. “Allora, cosa c’è di tanto misterioso, eh?”
“Oh, sai…” Ginny cercò di suonare casuale. “…hai l’aria di chi sta morendo dalla voglia di dire qualcosa.”
Hermione rimase un attimo interdetta. “…come…come fai a dire una cosa simile?”
“Hai i lineamenti tesi.” Ginny le fece un sorriso affettuoso e le appoggiò la mano sulla sua. “C’è qualcosa che ti angoscia?”
“No, non…non è che mi angoscia proprio, è che…” Hermione si morse le labbra e sospirò, stavolta senza sorridere. “Voglio…ok basta, tanto poi te lo dirò lo stesso.”
“Cosa?”
“Ho intenzione di passare la notte con Adam. Ce ne andiamo fra pochi minuti.”
Ginny fece una smorfia per niente compiaciuta. “Posso chiederti se è un’idea sua o tua?”
“Mia. E’…ehm…mia.” Hermione stava gesticolando più del normale. “Si, perché voglio che Adam si renda conto di quanto tengo a lui.”
“Lo ami?”
“Certo che gli sono affezionata, insomma io…”
Ginny scosse la testa. “Continui a non rispondere alla mia domanda.”
Hermione guardò altrove. “Gli voglio molto bene, si.”
“Non è la stessa cosa.”
Hermione la guardò con un’espressione seccata. “Non lo puoi proprio digerire, eh?”
“Che Adam non mi sia simpatico non è un mistero.” Le rispose tranquillamente Ginny. “Ma il problema non è lui, sei tu.”
“Io?”
“Si, tu.” Ginny sospirò. “Non lo fare, Hermione.”
Hermione si accigliò. “Perché, perché lui ti è antipatico?”
“No, perché sarà orribile.”
Hermione fece una smorfia. “Beh, grazie.”
“No, no.” Ginny scosse la testa. “Senti, non si può fare sesso se non si è innamorati. Se non c’è la scintilla, se tu non senti quella voglia pazza di guardarlo e di lasciarti guardare…quello è sesso e basta, ed è squallido. E’ la tua prima volta…vuoi davvero ricordarla sempre così?”
Hermione sospirò e istintivamente guardò nella direzione di Ron. “Io non lo so più cosa voglio.”
Ginny seguì il suo sguardo. “lo so cosa vuol dire aspettare che si degni di notarti, di capire che ci sei…sei anni ho aspettato Harry. L’ho aspettato perché sapevo che con chiunque l’avessi fatto avrei visto solo il suo viso, perché è lui che ho sempre amato. Credimi, sarebbe troppo doloroso fare l’amore con un ragazzo e vederne un altro al suo posto.”
Hermione avvampò. “C’è solo Adam per me.”
Ginny inarcò un sopracciglio. “E tu vuoi che me la beva?”
Hermione fece per replicare, ma rimase in silenzio quando vide Ron che con uno dei suoi adorabili sorrisi prendeva per mano Lysa Bloyd e la conduceva al centro del salone e la stringeva a sé mentre ballavano. Ginny seguì lo sguardo di Hermione…e incenerì il fratello a colpi di occhiatacce.
“A te Adam può anche non piacere.” Hermione si alzò dalla sedia con risolutezza. “Ma io lo amo e ho intenzione di stare con lui.” Detto questo alzò i tacchi e si allontanò.
Harry scivolò sulla sedia lasciata vuota da Hermione. “Da come ho visto io non ti è andata molto meglio che a me.”
“Mi è andata che mio fratello è un coglione.” Sibilò furiosa Ginny.
Harry sbuffò. “Beh, ci abbiamo provato. A mali estremi, estremi rimedi.” Si alzò.
Ginny lo trattenne per la mano. “Che vuoi fare?”
Harry sembrava molto determinato. “Non permetterò a quel bastardo di trattare Hermione come una donna da poco, risolverò la cosa a modo mio.”
Lei scosse la testa. “Sta’ buono e siediti.”
Harry si accigliò. “Ma come, credevo che anche tu volessi…”
“Tra te e Ron non so chi è peggio quando vi comportate così.” Ginny lo fece rimettere seduto e si rivolse a lui come a un bambino piccolo. “Non so tu, ma io mi fido di Hermione. La conosco, so che per quanto possa essere furibonda non farebbe mai una cosa così stupida. Si fermerà in tempo, vedrai. Ne sono certa.”
“E se è lui che non vuole fermarsi?”
“Oh, in quel caso non lo invidio per niente.” Ginny rise. “Andiamo, stiamo parlando del War Mage Granger o sbaglio? Tu meglio di me dovresti sapere che è pericoloso farla arrabbiare.”
Harry ci riflettè su. “Anche questo è vero.”
“Bene.” Ginny gli rivolse un sorriso radioso. “Allora smetti di preoccuparti e invitami a ballare.”
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
Tennessee assaggiò il sushi e annuì con gusto. “E’ stato preparato divinamente, fai i miei complimenti al cuoco.”
Josh, il padrone di casa, sorrise soddisfatto e si allentò per la centesima volta la cravatta. “Il mio elfo domestico che si occupa della cucina ha servito per tre anni all’ambasciata ministeriale, ne conosce di piatti internazionali.”
“Puoi essere molto fiero di lui.” Tennessee osservò quel che era rimasto del buffet…praticamente quasi niente. “Direi che ha riscosso…un certo successo.”
“Eh, si direbbe di si.” Josh sorrise.
Una coppia si avvicinò ai due – Tennessee riconobbe lui, era uno dei caporali amici di Aki – e la donna informò il padrone di casa che stavano andando via. Josh si congedò gentilmente da Tennessee per accompagnarli alla porta, lasciandola sola. Lei si voltò e cercò nel salone Aki, quando si ritrovò fra le mani un piatto…di riso fritto. Alzò lo sguardo per vedere chi glielo stava porgendo…
“E’ un bel po’ che volevo fare questo.” Charlie Waesley aveva un odioso sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
Tennessee inarcò un sopracciglio. “Come, sei riuscito a liberarti del tuo fan club?”
“Le ho mandate tutte a letto.” Charlie le strizzò l’occhiolino. “A dormire.”
Tennessee sbattè gli occhi. “E naturalmente loro hanno obbedito tutte al volo.”
Charlie rise e scosse la testa. “Ehi, guarda che nel mio fan club ci sono tutte le tue amiche e colleghe.”
“Charlie Waesley, tu sei troppo pieno di te.”
Lui rise. “E tu non puoi resistermi.”
Tennessee posò il piatto e mise le mani sui fianchi. “Io non mi faccio sedurre dalle tue fascinose battutine d’approccio, caro il mio guerriero rosso.”
“No?”
“No.”
“Posso metterti alla prova?”
“Naturalmente.”
Charlie prese dal tavolo due coppe di champagne e gliene porse una. “Cin cin.” Entrambi ne bevvero un po’. Charlie inclinò un po’ la testa e le fece un piccolo sorriso. “Ti sei fatta male?”
Tennessee sbattè gli occhi. “Quando?”
Il sorriso di Charlie si caricò di fascino. “Quando sei caduta dal paradiso.”
Tennessee rise e alzò gli occhi al cielo. “Dimmi che questa non è la migliore delle tue battutine.”
“Non la migliore, ma quella di maggior successo.”
“E quanti successi ti ha fruttato, posso sapere?”
“Le tue amiche Kelly, Moira, Elaine, Lory…”
Tennessee fece una smorfia snob e lo guardò dritto in faccia. “Ci vuole ben altro con me, Charlie.”
“Oh, lo so bene.” Improvvisamente lui si fece più serio; bevve un altro goccio di champagne e si avvicinò finchè i loro corpi si toccarono. “Questo vestito è carino…” le sussurrò, con la voce e lo sguardo più profondi che lei avesse mai sentito. “…ma c’è qualcosa che su di te starebbe ancora meglio.”
Tennessee si lasciò squadrare dai suoi occhi intraprendenti, incapace di sottrarsi alla sua presenza magnetica e al suo profumo inebriante. “Cosa?” disse piano.
“Il mio corpo.” Tennessee arrossì furiosamente sotto quello sguardo penetrante, e Charlie inclinò la testa e sorrise odiosamente. “Ooh, la dottoressa sta arrossendo.”
Lei fece un passo indietro. “In tanti anni non ho mai conosciuto un essere più arrogante di te.” E nemmeno uno più eccitante…
Charlie rise, posò i loro bicchieri e la prese per mano. “Ti va l’ultimo ballo della serata?”
“No.”
“Bene, andiamo.” Charlie s’incamminò con lei verso il centro della sala.
“Ehi, sei sordo per caso?” Tennessee rise, a dispetto della situazione. “Ti ho appena detto di no!”
Charlie ridacchiò. “La tua bocca dice no…i tuoi occhi dicono si.”
Tennessee rise e scosse la testa. “Prima della fine della serata ti dimostrerò che ci vuole ben altro per travolgere una come me.”
Charlie le strizzò l’occhiolino. “Sfida accettata.” E per metà già vinta.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
Hermione sussultò quando Adam, raggiuntala davanti alla finestra, le baciò delicatamente il collo e la spalla. “Ehi.” Le sussurrò, accarezzandole le braccia. “Che c’è, sei nervosa?”
Lei si sforzò di non annuire. “N-no, tutto a posto.”
“Bene.” Adam la prese per mano. “Se non hai niente in contrario direi che la festa è ampiamente finita…che ne dici se andiamo a berci qualcosa da me?”
Hermione sentì che lo stomaco le si attorcigliava come un serpente. “Mi piacerebbe.” Disse piano.
Adam fece un sorriso enorme. “Vieni.”
Hermione si lasciò condurre da lui senza fare particolare attenzione a quello che stava intorno. Vide che si stavano dirigendo verso Josh; ora lo avrebbero ringraziato per l’invito, si sarebbero complimentati per la festa e sarebbero andati a casa di Adam, dove…Un milione di dubbi cominciarono a saltellarle nel cervello. Ma se la sentiva veramente? Si…no…oppure si? Però…
“Adam?” Hermione prese la sua decisione e si fermò, trattenendo il suo ragazzo.
Lui si voltò. “Che c’è?”
Hermione sospirò. “Dobbiamo parlare.”
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Ron strinse ancora di più gli occhi mentre seguiva con lo sguardo Hermione e Adam, che erano andati da Josh; Adam gli aveva detto qualcosa e Josh aveva annuito sorridendo cortesemente, e poi i due erano usciti dal salone. E ora dove diavolo erano andati? Già a casa di lui? A casa di quel porco?
“Ron…”
Ron si accorse che stava ancora ballando con Lysa al centro della sala. “Si?”
“Mi stai facendo male.” Lysa fece un piccolo sorriso sfiduciato e indicò la mano che lui le stava stringendo così forte da fargliela diventare bianca.
“Oh, scusami…” Ron allentò subito la presa. “Mi dispiace, non so cosa mi abbia preso.”
“Non scusarti, non è successo niente.”
Possibile che lei fosse così cieca? Hermione non era tanto innamorata di Adam, dopo tutto…perché si era intestardita così? Ron guardò con molto interesse Harry e Ginny, che guardavano oltre la finestra parlottando a bassa voce. Che avevano visto? Forse…
“Ahia!”
Ron si rese conto di aver pestato un piede a Lysa. “O ca…ehm…scusami tanto…”
Lysa scosse la testa con un sorriso gentile. “Sai, Ron…io penso che dovremmo proprio parlare.”
Ron continuò a ballare con lei. “Di che?”
“Come mai non hai chiesto a lei di venire qui con te?”
Ron sbattè gli occhi. “Come, scusa?”
Lysa fece un sorrisetto. “Non sono stupida. Ho visto come la guardi. Solo non mi spiego perché sei qui con me invece che con lei.”
Ron sospirò. “Lysa, mi dispiace…io…”
Lei scrollò le spalle. “Non me la sono presa, non ti preoccupare. So bene che sei un tipo…beh, non molto affidabile.”
Ron accennò un brevissimo sorriso. “Il fatto è che Hermione sta per commettere il più grosso errore della sua vita, e io vorrei…vorrei fermarla, ma non so come.”
“Hai provato a parlarci? Con noi ragazze fa miracoli.”
“Con Hermione non proprio.”
Lysa sorrise. “Beh, neanche tu sei un tipo facile, sai?” anche lui sorrise. “Comunque…seriamente, Ron…se le devi dire qualcosa, digliela. Il tempo a volte è nostro nemico, se hai la possibilità di fare una cosa falla subito senza rimandarla. E’ il mio consiglio.”
Ron le baciò la guancia. “Scusami ancora.”
Lysa fece un sorriso rassegnato. “Va’ da lei, muoviti.”
Ron le sorrise un’ultima volta prima di voltarsi e raggiungere Harry e Ginny, che stavano sbirciando dalla finestra. Anche lui si sporse in avanti per guardare…c’erano Adam e Hermione che parlavano piuttosto animosamente nel giardino.
Ginny vide il riflesso del fratello nel vetro. “E Lysa?”
“Lascia perdere.” Ron si concentrò sulla coppia nel giardino. Hermione sembrava furibonda dal modo in cui smanettava. A un certo punto anche Adam replicò con veemenza, avanzando minacciosamente e facendola arretrare di un paio di passi.
Harry serrò la mascella. “Guardalo, lo stronzo…si permette anche di rispondere.”
Ron non si soffermò oltre; si avviò verso la porta a passi lunghi e decisi, e Ginny si voltò a guardarlo. “Ron, che vuoi fare?” Harry le appoggiò una mano sul braccio, facendole cenno di no con la testa. Ginny si morse le labbra e tornò a guardare oltre la finestra.
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“Tu non capisci niente, Adam, niente!!”
“Il problema, invece, è che ho capito tutto quello che c’è da capire! Sono stanco di stare con una che circola con la guardia del corpo!!”
Hermione strinse i pugni e fece due passi avanti. “Lascia Ron fuori da questa storia!”
“Magari potessi!!” le urlò Adam. “Ma lui c’è, ed è sempre fra noi! E’ lui che ti ha detto di non stare con me, è per questo che non vuoi fare l’amore con me?!”
Hermione vide rosso. “Io sono perfettamente in grado di decidere da sola, nel caso tu non te ne fossi accorto!!”
“Che cos’è che non ti ho dato in questi mesi, eh?” Adam avanzò verso di lei. “Io ti ho dato tutto il mio amore, la mia pazienza, il mio appoggio…mentre tu hai solo preso, e questo non è giusto. Puoi dire il contrario, Hermione?”
Hermione si sentì lacerata dai sensi di colpa. Provò a rispondere, ma non ci riuscì.
“In cosa ti ho delusa?” pressò lui, vedendola in difficoltà.
“Non è questione di delusione…”
“E allora qual è il problema, eh? Dimmi, cos’è che non ti va di me?”
“Forse non sopporta il fatto che tu sia un grandissimo stronzo bugiardo, che ne pensi, Stanton?” Ron sembrava essersi materializzato dal nulla; aveva i lineamenti tesissimi e i pugni stretti forte e affondati nelle tasche dei pantaloni.
“Eccolo qua il principe azzurro.” Fece ironicamente Adam, con una faccia decisamente disgustata.
Hermione scosse la testa. “Ron, per favore…”
Ron fece due passi avanti. “Hermione, chiedigli dov’era due notti fa!”
Lei sbattè gli occhi. “Che cosa c’entra questo adesso?”
“Che cosa vuoi che c’entri, deve trovare il solito pretesto per rompere le palle!” urlò Adam. “Ormai dovresti essere abituata ai suoi giochetti!”
Ron lo ignorò. “Ho visto questo mentecatto in intima compagnia di tre ragazze…e ti posso assicurare che non erano sue amiche, Hermione.”
Adam si fece livido. “Va’ al diavolo, Weasley, sei un maledetto bugiardo!”
Hermione guardò Ron incredula. “Ron, se è uno scherzo finiscila immediatamente.”
Lui scosse la testa. “Non farei mai una cosa simile per farti soffrire, Hermione. Lo sai che non lo farei mai.”
Hermione sembrò non sentire le proteste vigorose sollevate da Adam, l’unica cosa che vedeva era la sincerità negli occhi fieri e furibondi di Ron… e trovò da sola la risposta alle domande che le erano esplose in testa.
“Ti avverto, Hermione, se credi a lui e non a me…” Adam assunse un’aria schifata. “Scordati perfino che esisto!”
Hermione si voltò lentamente a guardarlo. Ora anche lei aveva un’espressione di rabbia a malapena contenuta. “Ron ha moltissimi difetti…ma non è mai stato un bugiardo. Mai.” Disse ferma.
Adam avvampò. “Stai facendo la tua scelta, quindi?”
Hermione serrò la mascella. “Mi dispiace solo di non averla fatta prima…così mi hai mentito. A te importava solo di…vattene, Adam, vattene e non farti più rivedere.” Con un ultimo sguardo di disgusto, Hermione alzò i tacchi e corse via.
“Puttana frigida…” mormorò a bassa voce Adam, e un momento dopo vide le stelle e si ritrovò di schiena a terra, col sangue che gli scendeva dal naso fino sul mento.
“Ringrazia il cielo che ho il vestito buono addosso, lurido porco, o non ti sarebbe andata altrettanto bene.” Ron passò ancora pochi secondi a dargli fuoco a colpi di sguardi, quindi corse dietro a Hermione lasciando Adam a terra e col naso in pezzi.
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Harry sospirò e si alzò. “Ma come me lo sentivo che sarebbe andata a finire così…ehi, che hai da sorridere tanto?”
“Non ci arrivi?” Ginny era radiosa. “Ora finalmente Ron ha campo libero.”
Harry alzò gli occhi al cielo. “Ricominciamo…”
Ginny sorrise ancora di più e battè le mani una volta. “Hermione aveva solo bisogno di vederci più chiaro…e adesso che ha la testa sgombra potrà fare da sola la sua scelta. Sono così felice per loro!”
“Ancora?!” Harry sbuffò. “Gin, quante volte ancora devo ripeterti che questo non è il momento per tuo fratello di imbarcarsi in una relazione stabile? Ci sono ancora delle situazioni che ha in sospeso e deve chiarire…”
Ginny inarcò un sopracciglio. “E sarebbero?”
Harry si grattò la nuca. “Sono fatti suoi.” Si limitò a dire. Certo non le poteva dire di Ron e dei suoi record in fatto di donne.
Ginny scosse la testa e non smise di sorridere. “Resta il fatto che mio fratello e la mia migliore amica stanno per coronare il loro sogno e mettersi insieme…e al contrario di te, Harry James Potter, io sono molto felice per loro.”
“Benissimo, tu sei molto felice e io sono molto preoccupato.”
“Ooh, quante storie.” Ginny si alzò e lo prese per mano, tirandolo. “Dai, andiamo!”
Harry si accigliò. “Dove?”
Ginny fece un sorrisetto malizioso. “In un posto dove possiamo stare da soli.”
Harry fece lo stesso sorrisetto e si alzò in piedi. “Adesso si ragiona.”
Ginny sorrise e scosse la testa mentre lei e Harry si allontanavano alla volta di Josh, per salutare e congedarsi dalla festa. Vivere in tempi di guerra era difficile e faticoso, e costava a tutti sacrifici immensi…ma in qualche modo faceva assaporare ancora di più momenti come quello, in cui il grande Harry Potter era solo Harry, un ragazzo forte e insicuro allo stesso tempo, bisognoso di affetto e calore umano in quantità… Ginny si strinse ancora di più a lui, e gli sorrise in risposta quando lui la guardò. Il nemico poteva anche essere fortissimo…ma il suo eroe prima o poi l’avrebbe eliminato, ne era sicura. Si, in fondo il futuro non era così precario come tutti temevano… non se Harry fosse rimasto sempre al suo fianco.
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Hermione smise di correre perché le facevano male i piedi a furia di muoversi a quella velocità su un paio di scarpe alte come quelle che indossava, e si lasciò cadere su una panchina a poca distanza da un lampioncino. Si sentiva così stanca, sfibrata, furiosa con se stessa…nascose il viso fra le mani. Una zaffata d’aria fredda la fece rabbrividire, ricordandole di essere uscita senza prendere la giacca. Era livida: furibonda con Adam, che l’aveva pugnalata alle spalle mentre lei, povera cretina, si sentiva in colpa per non avergli dedicato abbastanza tempo ed attenzioni; ma soprattutto odiava se stessa: era disposta a concedersi a lui solo per ripicca, quasi per capriccio…non perché ci tenesse davvero. Fortunatamente se n’era resa conto in tempo, ma questo non le impedì di provare uno sgradevole quanto intenso desiderio di piangere.
Istintivamente alzò gli occhi quando sentì qualcosa di caldo scivolarle sulle spalle: Ron era seduto lì vicino a lei, e le aveva dato la sua giacca.
“Posso fare qualcosa per te?” le chiese piano.
Hermione provò un intenso moto di rabbia. “Sei venuto a dirmi che me l’avevi detto? Vuoi goderti la tua ragione fino in fondo?”
Ron scosse la testa. “Non me ne frega niente di questo. Voglio starti vicino.”
Lei balzò in piedi. “Non trattarmi come una povera idiota, è chiaro?!”
Anche lui si alzò. “Non sei una povera idiota, sei una ragazza che è stata delusa nel peggiore dei modi. Immagino che non debba essere una bella sensazione.”
Hermione scosse freneticamente la testa. “Tu non capisci, non sai nulla! Tornatene dalla tua Lysa e non pretendere di fare la parte dell’amico che…” le parole le morirono in gola quando lui la strinse a sé, accarezzandole la schiena. In un primo momento lei cercò di respingerlo, ma quando si rese conto che era più forte lui si arrese.
“Shh, calma…” le sussurrò lui. “…sfogati…”
Anche l’ultima difesa di Hermione si squagliò come neve al sole; lei nascose il viso nel suo petto e scoppiò a piangere mentre lui le accarezzava la schiena e i capelli. Ron la lasciò piangere finchè i singhiozzi non diventarono deboli singulti, giurando a se stesso per tutto il tempo che se avesse rivisto Adam gli avrebbe dato fuoco da vivo.
Hermione si fece indietro, asciugandosi gli occhi con le mani. Ron la guardò. “Va un po’ meglio?”
Lei scrollò le spalle, triste. “Appena un po’.”
“Ti dispiace che sia finita con lui?”
“Si…e mi dispiace di essere stata così stupida.”
Ron la prese per mano e insieme si avviarono lungo il viale per casa Granger. “Non è colpa tua…ti sei solo fidata di lui.”
“E stavo per concedermi a lui perché mi sembrava la cosa giusta da fare.” Hermione sbuffò.
“Secondo me tu non lo amavi. Era piuttosto uno con cui ti piaceva passare il tempo.”
Hermione guardò dritto davanti a sé mentre continuavano a camminare lentamente. “Ci tenevo molto a lui…però poi sono sorte delle…complicazioni.”
Ron annuì. “Capita. E’ normale, non sentirti in colpa perché proprio tu non ne hai motivo.”
“Io non ci posso credere…” mormorò Hermione. “Credevo che mi amasse…”
“E’ un dannato idiota, dimenticati di lui.”
Hermione si strinse la giacca addosso. “Possibile che il sesso abbia un ruolo così fondamentale in un rapporto?”
Beh, insomma… Ron esitò. “Ha un posto importante per i bravi ragazzi, fondamentale per gli stronzi come Adam.”
Lei sospirò. “Dopo tutto questo tempo insieme credevo di essere qualcosa di più speciale di una notte passata a rotolarsi fra le coperte.”
Lui le strinse affettuosamente la mano nella sua. “Posso chiederti una cosa?” lei annuì. “Cosa ti piaceva di lui? A parte l’aspetto fisico, ovviamente.”
Hermione tirò su col naso. “Mi faceva sentire importante…mi faceva sentire bella. E io ci sono cascata come una cretina.”
“Tu non hai bisogno di uno che ti ci faccia sentire, sei già bellissima.”
Hermione arrossì. “E’ solo che…non lo so cosa mi è successo, ma non pensavo che sarebbe andata così.”
“Mi dispiace di vederti triste.” Le disse dolcemente Ron. “Ma non mi dispiace che quel bastardo se ne sia andato. Lui non era l’uomo per te.”
Hermione fece un brevissimo sorriso. “E chi è l’uomo per me?”
“Chi è non lo so, ma so come deve essere.” Ron continuò a camminare guardando dritto davanti a sé, senza lasciarle la mano. “Deve amarti più della sua stessa vita. Deve fare del suo meglio per farti sorridere in ogni momento, perché tu quando sorridi sei capace di riempire una stanza. Deve prendersi cura di te e non farti mai soffrire, almeno per quanto gli è possibile, e deve darti tutto quello che desideri. Deve rispettarti, deve sapersi confrontare con te… e ti deve abbracciare spessissimo. Anche baciare, si. Tu dovresti essere baciata più spesso… altrimenti come fai a sentire l’amore che uno prova per te?”
Hermione non seppe mai come i suoi piedi continuassero a camminare mentre il resto del suo corpo era praticamente sulle nuvole. Aveva la gola asciutta e le labbra socchiuse, e quasi non riusciva a rimettere insieme tutte le bellissime parole di Ron. Quasi.
Ron si grattò la nuca. “In pratica, o è pazzo di te o non si deve neanche avvicinare.”
Hermione parlò a voce molto bassa. “Vorrei tanto incontrarlo presto, questo ragazzo.”
Ron fece un sorrisetto. “Si, beh…potrebbe presentarsi alla tua porta in qualsiasi momento, perciò occhi aperti.”
Camminarono fino a casa di Hermione in un confortevole silenzio, interrotto saltuariamente da qualche battuta di Ron, che otteneva il risultato desiderato facendo sorridere Hermione. Si sentivano tutti e due talmente a proprio agio fra di loro che a malapena lo sentivano il freschetto della notte, così come non si erano resi conto di aver rallentato il passo per stare ancora un po’ insieme. Ma alla fine ci arrivarono davvero davanti al cancello di villa Granger, e questo significava che la serata era proprio finita.
“Ron…” Hermione si ciondolò sui piedi. “…mi dispiace di essermi comportata così male con te in questi giorni. Vorrei chiederti scusa.”
Ron scosse la testa. “Lascia perdere.”
Hermione sorrise e lo abbracciò. “Sei davvero un amico insostituibile.”
Nessuno dei due potè vedere l’altro che stringeva forte gli occhi e si aggrappava a quell’abbraccio nella speranza che non finisse più.
“Anche tu.” Le sussurrò lui, baciandole la spalla.
Fu Hermione che per prima ruppe l’abbraccio, e lo fece molto malvolentieri. “…ehm…”
Ron la incoraggiò con un piccolo sorriso. “Fatti una buona dormita, è stata una giornata piuttosto intensa.”
“Già.” Hermione sorrise. “Non avevo programmato di dormire da sola stanotte, ma va bene.”
Ron inarcò le sopracciglia. “Mi stai invitando?”
Hermione rise e gli diede una spintarella. “Sei il solito scemo.”
Ron rise. “Beh, non era un’idea così malvagia. Siamo due single, in fondo.”
Hermione inarcò un sopracciglio. “E Lysa Bloyd?”
Ron fece una smorfia. “Non ci siamo neanche baciati, se t’interessa.”
Hermione si sforzò accuratamente di non sorridere. “Anche tu meriti di meglio.”
Ron fece un sorrisetto. “Ti stai proponendo?”
Hermione rise. “Ma la vuoi piantare?”
Ron ridacchiò e scosse la testa. “Beh…uno la pensata può sempre farla, no?”
Hermione sorrise. “No, hai dimenticato il requisito essenziale? Il mio nuovo uomo deve essere pazzo di me o niente da fare.”
Ron sorrise appena, ma la guardò con più serietà. “Infatti.”
Hermione si morse le labbra. All’improvviso si sentiva tesa. “…tu sei pazzo…ma non di me.” Sussurrò.
Ron si sporse in avanti. “Sicura?”
Hermione avvampò. Stava scherzando o faceva sul serio? Voleva chiederglielo…ma non trovava la voce. Non quando lui era così vicino che poteva praticamente contargli le lentiggini sul naso e sulle guance…prima di rendersene conto lei socchiuse gli occhi e si sporse in avanti…
“HERMIONE ANNE GRANGER!!!”
I due ragazzi sussultarono e si allontanarono subito mentre la porta di casa si apriva, rivelando una furibonda signora Granger in vestaglia e coi bigodini fra i capelli.
“Ti sembra questa l’ora di tornare?!” urlò alla figlia, che però non sembrava così presa dalla sua scenata. “Ero preoccupata da morire!! Non sapevo più cosa pensare!! Una festa non finisce così tardi, e una ragazza come te non dovrebbe andare in giro da sola a quest’ora!!”
“Ma io non…”
“Non ci provare a dirmi che sei maggiorenne e puoi fare quello che vuoi, sei ancora una ragazzina e soprattutto sei ancora mia figlia!!”
“Su cara, calmati.” Il signor Granger fece capolino sulla soglia della porta, anche lui con una giacca da camera sul pigiama. “Sveglierai tutti i vicini urlando così.”
La signora Granger s’incupì ancora di più. “Quindi tu approvi il comportamento di tua figlia?!”
“Non approvo niente, dico solo che possiamo discuterne domani mattina a mente fresca.”
“Bene!” fece dura la moglie. “Ma non credere che lascerò cadere la cosa dopo lo spavento che mi sono presa!” e detto questo rientrò in casa con aria furiosa.
Il signor Granger si voltò verso i due ragazzi, anche lui piuttosto serio. “Hermione, ti suggerisco di venire a letto. Ron, grazie per aver riaccompagnato mia figlia.”
“Nessun problema.” Fece Ron.
“Arrivo subito, papà.” Il padre annuì, lasciando la porta aperta.
Ron fece un sorrisetto. “A occhio e croce direi che sei nei guai.”
Hermione fece un sorriso stanco. “Ho visto di peggio. Me la caverò.” Si tolse la sua giacca di dosso e gliela restituì.
Ron le fece un occhiolino. “Ok. In bocca al lupo, allora. Speriamo di riuscire a vederti tutta intera domani.”
“Si.” Hermione sorrise, poi si sollevò sulle punte dei piedi e gli baciò la guancia. “Buonanotte.”
“’Notte.” Ron le sorrise ancora, poi si avviò lungo il vialetto mentre lei restava a guardarlo sulla soglia della porta, ignara del fatto che entrambi stessero sorridendo allo stesso modo e stessero pensando la stessa cosa in quel momento…
Buonanotte amore… chi lo sa, magari domani ti dirò la verità…
** The End **
(*siiiiiigh!*)
Ecco, adesso posso piangere anch’io ;_; …accidenti, si! Perché è la fine di un’era per me…cavoli, BAWM è il mio gioiellino e la scrivo da un sacco di tempo…almeno un paio d’anni! Mi mancherà da impazzire…e intanto per cominciare devo correre a rileggermi il primo BAWM perché tutto questo tira e molla fra Ron e Hermione mi ha fatto venire voglia di assicurarmi che finiscono davvero insieme alla fine! ^^
Beh, è l’ultimo chap e quindi vediamo di fare le cose per bene. Dopo ringrazierò i recensitori uno alla volta, ma ci tengo a fare un ringraziamento speciale a tutti, ma proprio tutti quelli che hanno mai letto questa saga. Ho cominciato a postare le mie storie su questo sito quasi per gioco, e ho scoperto di amare il mio hobby della scrittura ogni giorno di più. Sono stata incoraggiata dai miei amici e da una marea di meravigliosi lettori, ho ottenuto più di 400 recensioni e ancora non riesco a crederci (non potrò mai ringraziare tutti abbastanza, dico davvero!), ci sono la stratomitica Giuggy e la bravissima Vale86 che hanno illustrato i vari chap con delle fanart stupende a dir poco (e questa è una delle cose più belle in assoluto per me, io adoro i disegni ma sono negata…^_-), Kim e Luna Malfoy hanno realizzato delle locandine degne di copertina, e la mia dolcissima Kim ha scritto delle interviste doppie sui ‘miei’ personaggi che fanno sbellicare dalle risate. Non mi sarei mai aspettata di riscuotere simili successi né tutte queste cose bellissime, e perciò voglio ringraziare per la millesima volta tutte queste persone specialissime che mi hanno fatto questi splendidi regali. Vvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb! =)
Eh…in genere chiudevo sempre gli ultimi chaps dicendo che ci sarebbe stato un altro episodio della saga, ma mi sa che per il momento è proprio stop…sono felice di sapere che anche voi la pensate come me su BAWM4: finchè non trovo un modo per sistemare la storia di Harry&co. cinquantenni non riuscirò a scrivere delle avventure della nuova generazione. Ciò non toglie che l’idea di base c’è: Kim, tesoruccio, potrai chiedermi di cosa parlo ogni volta che vorrai. Tu hai tutto il diritto di sapere cosa mai scriverei su Dan, Jack & co., visto che le tue stratomitiche interviste doppie molte volte coinvolgono i ragazzi già grandi e le informazioni potrebbero servirti. Mandami una mail quando vuoi, non ho segreti per te! ^_-
Un’ultima cosa prima di passare ai thanks: io non smetto di scrivere, non potrei mai. Non vi libererete così facilmente di me! ^^ Voglio cercare di migliorarmi (ne ho ancora molto bisogno) e l’unico modo per farlo è continuare a scrivere. Sicuramente mi verrà in mente un’idea nuova prima o poi… e di certo spunteranno ancora molte one-shots qua e là. E con l’occasione ringraziamo la mia adorata Nenè e Sara Lee, la mia magnifica, perfetta, fantastica beta lettrice! Tvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb luvvie! =D
Beeeene, e ora special thanks to:
Strekon: wow, sono onorata di tanta definizione! Eccola qua la recensione con il ‘20’, finalmente l’ho ritrovata…avevi ragione, eri proprio tu! ^_- auguri ancora, gran maestro, e spicciati ad aggiornare, eh!
Rory: grazie mille! Anzi, millissime! =)
Luna Malfoy: ma sei perdonatissima! Povera, dividersi fra Lecce e Roma non deve essere facile… in compenso Ron ha spaccato il naso a Adam per te, questo ti consola? =D kisses kisses
Kiria: chiedo umilmente perdono per l’attesa =D Speriamo almeno che ne sia valsa la pena! Eh si, Ron e il tatto non vanno molto di pari passo… ^^
Lilli: è un bellissimo complimento quello che mi hai fatto! Grazie infinite, un bacione!
Angele87: no che non ti abbandono, cara! Ma non mi abbandonare neanche tu, eh? Non vedo l’ora di leggere qualche nuovo chap della tua storia! =)
Giuggy: my love! =D Sono in crisi di astinenza da fanny… *.* oh oh, love, ma scrivimela anche di quattro giorni la recensione, lo sai che tv1kdb! =D
Audrey: grazie infinite per la fiducia! Ti ho sconvolta, accipicchia…=) non ti preoccupare, non sparisco… e Ron ha esaudito la tua richiesta, visto? ^^
Phoenix46: grazie! =) Sono onorata di tanti complimenti, e spero davvero che questo chap possa essere all’altezza delle tue aspettative. Mi sono impegnata a fondo perché riuscisse bene… =)
Phi Phi: ebbene si, siamo proprio alla fine ;_; grazie, mi fa piacere che la saga ti sia piaciuta tutta!
Eli: un’altra my love! =) tesoro, o sei un’indovina o Ron ti ha obbedito alla lettera: gliel’ha proprio rotto il faccino a quell’odioso di Adam! ^^ Credimi Eli, i complimenti da un genio della penna come te sono dieci volte più gratificanti, perciò un grazie dieci volte più grande! Tvtttttttttttb! Oh, e Nenè ti dice grazie!
Blackmoony: se può consolarti farò così anch’io! =) un kissone
Gils: bene, la leggerò appena la posti! Altre ffic? Ne ho scritte un sacco…e ne scriverò ancora molte, mi sa! Ci ho preso gusto! ^_- Guarda sotto il mio profilo autore qui nel sito!
Vale86: io amo le recensioni lunghe! =) E amo i tuoi disegni, Vale! Non preoccuparti per la one shot che avevo promesso a te e all’altra Vale, era praticamente pronta ma ho pensato che se non avessi postato questo chap mi avrebbero un po’ odiato tutti… *v* kisses kisses
Kiara: kiarusssssa, la mia amichetta in love per un certo jedi… *________* anch’io sono mooolto felice di aver silurato definitivamente Adam, e lo sai che un po’ mi dispiace per i genitori di Hermione? Stavo proprio cominciando ad affezionarmici anch’io… ;_; Beh, comunque… tranquilla perché tanto non ti liberi di me! ^_- tvttttttttttttttttb!
Marilia: eh eh, le cose si sono risolte, visto? Non ti disperare…certo che non sparisco! =) un bacione e grazie mille!
Sweetie: sono felicissima di sapere che è la tua ffic preferita! =) Ma prego, sono io che devo ringraziarti! Un bacio =)
Lara: quando Ron ha silurato Adam ho pensato: Lara se la starà ridendo da pazzi sulla sedia! ^^ Contenta, tesoruccio? ^_- Mi fai sempre morire dalle risate quando parli di Adam, quasi quasi lo rimetto in mezzo per vedere che dici! ^_____^ Un mega kiss! =D
Danae: sorry, ma è proprio la fine! =) Consolati, il seguito c’è già! ^^
Vale: amicissima! =D Io non mi preoccupo mai quando si tratta di te, lo sai! =) Grazie dolcezza, sei sempre un amore e un sostegno infinito…e la tua one-shot è praticamente uasi completa, manca la fine e poi passa alla mia beta…ho pensato di postare l’ultimo chap, che qua mi avrebbero un po’ ammazzato…*.* tvttttttttttttttb anch’io! =)
Milla: tesoro, io sono senza parole…la tua recensione è una fra le più belle che abbia mai letto! =D Innanzitutto un grazie formato mega, e poi…wow, sapessi che bellissimo incoraggiamento è il tuo! Mi piacerebbe molto scrivere da grande, anche se so che ho ancora moltissimo da imparare, ma ti ringrazio perché mi hai fatto sentire importante…wow, che altro posso dirti se non che tvtttttttttttb? E se sei una mia fan sono strafelice! =D
Eva: sono un po’ triste anch’io per lo stesso motivo! Ma sai com’è… ;_; Beh, per Ron e Hermione… nel successivo BAWM si sono dichiarati alla grande, oh se si sono dichiarati… ^^
Avana Kedavra: grazie mille, cara! Spero che la tua gita sia stata divertente! Sai, il uo suggerimento (una 3.5) non è una cattiva idea… *.* …mmh…chi può dirlo! ^^ kisses kisses
Kim: looove? Dove sei finita, amoruccio, che sono in astinenza piena da roba scritta da te, di qualsiasi natura (interviste doppie o ATTTB)? =D Adesso basta tutte queste belle gite, resta qua per noi e scrivici qualcosina, penna magica… Vale quello che ho detto prima: vuoi sapere qualcosa di mooolto futuro? Mail me, girl! ^_- tvtttttttb!
Carol87: mi hai detto una cosa bellissima…grazie un milione e un bacio forte anche a te! =)
Judie: ma grazie mille! =) Anche alle tue amiche, naturalmente! Spero davvero di aver fatto i fuochi d’artifico, ma lascio a te il giudizio… ci rivedremo ancora, tranquilla! =) kississimi
Miyu: ..eh…sai che ho avuto dei dubbi? Nemmeno io volevo finire la storia! =) Su col morale, resisterai anche senza BAWM…e poi a che servono le one-shot? ^_-
Eerin: grazie mille! Però, è stata una bella faticata leggere la storia tutta d’un fiato! Complimenti! ^^
Vega: lovelovelove! =D Hai ricevuto la mia mail? Povera cucciola col raffreddore…ma no! Sei guarita, vero? Sono ultrafelice di riuscire a scatenare in te queste reazioni… lo sai come la penso e quanto è importante per me il tuo parere! =) Infatti muoio dalla voglia di sapere che ne pensi di questo ultimo chap… un bacio grande quanto tutta la galassia, tv1kdb!
Ale: 1000 volte perdonata! Direi che hanno provato praticamente tutti istinti omicidi per Adam, quindi sei a posto! ^_- E Ron ti ha preso veramente alla lettera! =D un bacio grandiiiiiiissimo! ^^
Hermy Potter: mi sa di si, tesoro, per Ron c’è il biglietto da prendere… ^_- Sono onorata di sapere che linki pezzi della mia storia nel forum…stasera ci farò un salto per vedere quali sono, mi entusiasma così tanto sapere di averti coinvolta così! Sono io che devo ringraziare te! =) Leggerò più che volentieri la tua storia, finora ho avuto un po’ di problemi di tempo ma ora va meglio e posso dedicarmi alla lettura in santa pace…un bacissimo! =D
Beppe: grassie! =) Ooh, una storia ancora prima di questa…non credo che riuscirei a farla, non ti dimenticare che tutta la saga è una AU e finiremmo per arrivare troppo vicino agli eventi dell’Ordine della Fenice…e chi ci capisce più niente! ^_- ciao e grazie ancora!
Daisy: ti ringrazio infinitamente, e ti invidio da morire: io adoro leggere sugli alberi, è una cosa che facevo molto spesso…solo che sono due settimane che ho la schiena ko e sono stata costretta a restarmene in casa… =.= Ma ora che posso uscire…ah ah!! =D salutami anche Cluody!
Janice: grazie tantossimo…mancherà anche a me scriverla! ;_;
Phoebe80: sei la Phoebe che mi ha mandato la mail, vero? Ti ringrazio moltissimo, sei molto gentile! E grazie anche per la fiducia…vedrò di accontentarti! Un bacione
*siiigh* E’ stato magnifico rispondere a tutti questi bellissimi messaggi…spero di riceverne altrettanti anche per quest’ultimo chap, e che dire…ehi, non si piange! No, non si piange! ~__~; Invece facciamo un bel sorriso, pensiamo che scriverò ancora, che scriverò molte altre one shot…e che voglio un bene grandissimo a tutti, ma proprio a tutti! Ciao bimbi belli! Un kiss grande grande!