Being a War Mage - Capitolo Zero

di Sunny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tra una classe e l'altra ***
Capitolo 2: *** Nubi all'Orizzonte ***
Capitolo 3: *** Addio Hogwarts ***
Capitolo 4: *** La nostra infanzia finisce qui ***
Capitolo 5: *** Ricostruire...e ricominciare ***
Capitolo 6: *** Una strada tutta in salita ***
Capitolo 7: *** Io, apprendista War Mage extraordinaire ***
Capitolo 8: *** Novità ***
Capitolo 9: *** Confusione è il mio secondo nome ***
Capitolo 10: *** In vino veritas? ***
Capitolo 11: *** E' la fine di un'amicizia? ***
Capitolo 12: *** L'unico aiuto di cui ho bisogno ***
Capitolo 13: *** Una formidabile terapia ***
Capitolo 14: *** Dio benedica il vischio! ***
Capitolo 15: *** Gelosia, il più strano dei sentimenti ***
Capitolo 16: *** Quello che non dirò mai ***
Capitolo 17: *** Mettere in pratica la teoria ***
Capitolo 18: *** Confidenze Scomode ***
Capitolo 19: *** Irresistibilmente Fase 3 ***



Capitolo 1
*** Tra una classe e l'altra ***


…e finalmente si comincia con la prequel! Un po’ di precisazioni dell’autrice prima di andare avanti:

1) Per la gioia di chi ama le mie storie…questa sarà parecchio più lunga delle altre, almeno il doppio per come la vedo io. Ci sarà un bel po’ di roba da raccontare…e ho già in mente quasi tutto, voglio solo collocare bene i singoli episodi.

2) Tenete presente che ci sarà molto più romanticismo che avventura stavolta, soprattutto più in là coi capitoli…la parte della vita dei nostri eroi che stiamo per vedere è quella del loro addestramento, e oltretutto non posso cambiare le cose: questa è una prequel, e i loro primi scontri con Voldemort li hanno solo nel primo BAWM, ricordate? Quindi io vi ho avvertito!

3) Teniamo presente che BAWM è nata quando il quinto libro non era ancora uscito…di conseguenza non troverete spoiler e anzi, la storia ora potrà anche essere catalogata come AU visto che molte cose sono diverse da come la signora Rowling ha deciso che andassero…beh, non avrete spoiler da me, accontentatevi solo di sapere che io seguo la logica della mia storia e non quella della vera autrice di Harry Potter.

4) Sara Lee, ti adoro!!!!!

5) Un bacio speciale a tutti i miei compagni di classe e alle mie amiche, che vogliono essere citati visto che poveretti, non gli dico mai anticipazioni nemmeno quando mi supplicano! =)

C’è altro da dire? Non saprei…ah si, certo…RECENSITE!!!!!

 

P.S.: ho fatto un piccolo calcolo…nel primo BAWM avevo scritto che l’attacco a Hogwarts avviene all’inizio del sesto anno di Harry & co. No, non ci troviamo coi periodi…perciò loro non sono al sesto, ma al settimo anno. Ok?

 

 

 

Being a war mage – capitolo zero

 

 

CAPITOLO 1: TRA UNA CLASSE E L’ALTRA

 

 

There's something wrong with the world today
I don't know what it is
Something's wrong with our eyes
We're seeing things in a different way
And God knows it ain't His
It sure ain't no surprise
We're livin' on the edge
There's something wrong with the world today

                                                                      Livin’ On The Edge, Aerosmith

 

 

***************

 

 

“Oh no! Ho dimenticato il saggio di pozioni in dormitorio!”

 

Harry e Ron alzarono gli occhi al cielo e si fermarono nel corridoio al secondo piano di Hogwarts. Se si fossero presentati in ritardo a pozioni, come minimo Piton avrebbe tolto una sessantina di punti a Grifondoro per il solo fatto che erano stati loro tre a ritardare.

 

“Devi correre come non hai mai fatto in vita tua.” Fece Ron.

 

Harry prese la borsa di Hermione. “Ci vediamo fuori dall’aula di Pozioni.” Lei annuì e si lanciò nella direzione opposta a tutta velocità.

 

“Ultimamente Hermione ha sempre la testa fra le nuvole.” Notò Ron, mentre riprendevano a camminare in direzione dei sotterranei.

 

“Ma che ci ha messo in questa borsa, le pietre?!” sbottò Harry, reggendola a fatica.

 

Ron ridacchiò. “Nah, forse c’è solo mezza biblioteca là dentro.”

 

Quando furono arrivati nei sotterranei, i due ragazzi videro che c’erano già molti del loro anno di Grifondoro e anche una buona parte dei Serpeverde con cui dovevano dividere le due noiosissime ore di Pozioni del mercoledì mattina.

 

“Guardali come sono tutti felici, quei bastardi.” Disse Ron arcigno, guardando in direzione dei Serpeverde.

 

Harry lasciò a terra la borsa di Hermione con un tonfo e si appoggiò al muro. “Con tutto quello che stanno facendo i genitori, sfido che si sentono orgogliosi.”

 

In effetti la maggior parte dei genitori dei ragazzi di Serpeverde erano mangiamorte, e nell’ultimo periodo i giornali non facevano altro che riportare quante sanguinose vittorie stesse ottenendo l’esercito di Voldemort. Le cose non si stavano mettendo affatto bene per il mondo della magia.

 

“Ehi Harry, Ron!” Neville aveva il faccione particolarmente rosso e sembrava in panico. “Avete visto il mio calderone?”

 

“Il tuo calderone?” fece confuso Harry.

 

Neville annuì vigorosamente. “L’ho perso e non riesco più a ricordarmi dove l’ho messo ieri.”

 

Ron scosse la testa. “Non so dove sia, ma ti prego, Neville, trovalo subito o Piton ci toglierà un centinaio di punti oggi.”

 

“Il guaio è che non riesco proprio a ritrovarlo!” piagnucolò il paffuto ragazzo, mentre continuava a chiedere a chiunque incontrasse se aveva visto il suo calderone.

 

“Ahia, se Neville non trova il suo calderone entro un minuto, prevedo grossi guai con Piton.” Commentò Dean Thomas, mentre si avvicinava insieme al suo amico Seamus Finnigan.

 

“Altro che ricordella, Neville avrebbe bisogno di una memoria nuova.” Fece Seamus, lasciando cadere a terra la sua borsa senza troppa grazia.

 

Harry gettò uno sguardo all’orologio. “E’ strano, Piton è sempre in anticipo. Che fine ha fatto?”

 

Seamus scrollò le spalle. “Ringrazia il cielo e non ti lamentare, cose come queste capitano una sola volta nella vita.”

 

I quattro ragazzi ridacchiarono, ma s’interruppero quando si videro passare davanti Bridget Venningmore, una Serpeverde dell’ultimo anno che aveva l’abitudine di andare in giro con la gonna più corta del dovuto e la cravatta dell’uniforme più slacciata, coi relativi primi tre bottoni della camicia sbottonati.

 

“Vedete?” fece Seamus con un sorrisetto. “Quella donna presto sarà la prossima vittima del mio irresistibile fascino.”

 

Harry rise. “Non stai puntando un po’ troppo in alto stavolta?”

 

“Ehi!” Seamus, fingendosi offeso, spalancò le braccia. “Ma dico, mi hai guardato bene?”

 

Ron fece un sorrisetto. “E’ per questo che te l’ha detto.”

 

Seamus scosse la testa, trattenendo una risata. “Voi non capite niente.”

 

Dean si voltò un attimo verso i Serpeverde, poi tornò a guardare i suoi amici. “Lo sapete che due notti fa la McGranitt ha sorpreso Malfoy e Bridget Venningmore nello stanzino delle scope?”

 

“Allora è per questo che ieri l’ho visto lucidare il corridoio dei trofei.” Ron fece un gran sorriso al solo pensiero di Draco Malfoy che brontolava in tutte le lingue mentre puliva per terra.

 

“Pessima punizione, ma almeno ne è valsa la pena.” Commentò Seamus.

 

“Se tu fossi un po’ meno ossessionato dalle ragazze, avresti evitato quello spettacolino in sala comune con le gemelle Patil.” Gli fece notare Dean.

 

Seamus istintivamente si toccò la guancia dove aveva ricevuto due ceffoni spaventosi dalle due sorelle; in effetti se l’era meritato tutto: il giorno prima si era appartato con Padma chiamandola per tutto il tempo Calì. “Ehi, non è colpa mia se quelle due sono identiche come due gocce d’acqua! E poi…hanno tutte e due la stessa capacità di fare cose molto interessanti…linguisticamente parlando.” Disse, con un occhiolino per gli altri.

 

“Così tante donne in così poco tempo.” Dean gli diede una pacca sulle spalle, facendo un’espressione sognante per cui risero anche Harry e Ron.

 

Hermione raggiunse il gruppetto correndo come una pazza, tenendo stretto forte in mano un foglio. Si fermò con le mani sulle ginocchia, affannando furiosamente e cercando di riprendere fiato.

 

Harry le diede due pacchette sulla schiena. “Tranquilla, Piton è in ritardo.”

 

Hermione si tirò su di scatto. “Piton è in ritardo?!”

 

“Per la serie siamo miracolati.” Ridacchiò Dean.

 

Hermione inarcò pericolosamente un sopracciglio. “Io non lo definirei un miracolo.” Disse, con la sua tipica voce da studentessa modello. “Per quanto Piton non sia il mio professore preferito, è comunque un insegnante responsabile e preciso, perciò se è in ritardo c’è qualcosa che non va.”

 

Seamus sbuffò. “Sei pesante, Hermione! E goditela un po’ la vita!”

 

“Intendi dire facendo come te, che passi da una ragazza all’altra senza nemmeno ricordarti i nomi?”

 

Ron curvò le labbra in un sorrisetto. “Colpo basso.”

 

“Sei crudele, sai?” fece Seamus.

 

“Sopravviverò alla tua critica.” Hermione si prese la sua borsa da terra e si allontanò a testa alta.

 

Seamus scosse la testa. “Quella ragazza si sta inacidendo a furia di fare la vita della suora. Peccato perché ha un gran bel culo, è sprecata.”

 

Ron si accigliò. “Il sedere di Hermione non è roba che ti riguarda.”

 

“Perché?” fece tranquillo Seamus.

 

“Perché hai tutte le ragazze di Hogwarts con cui fare l’idiota, ma Hermione la lasci stare.”

 

Harry annuì. “Sono d’accordo.”

 

Seamus scosse la testa. “Voi due cominciate a soffrire del complesso del fratello maggiore.”

 

In quel momento Piton fece il suo ingresso nei sotterranei: la sua fronte era imperlata di sudore, era pallido e sembrava sconvolto, anche se il suo onnipresente contegno era sempre lì. Non si soffermò a raccogliere i saluti degli studenti né rispose, semplicemente spalancò le porte dell’aula ed entrò. I ragazzi si guardarono in faccia confusi, ma si limitarono a raccogliere le loro borse e ad entrare in classe. Ognuno si sedette al suo posto in silenzio mentre Piton, dietro la sua scrivania, continuava a stropicciarsi lentamente gli occhi come per cancellare via la stanchezza. Harry lo guardò accigliato e scambiò un’occhiata con Hermione. Anche lei stava evidentemente cercando di capirci qualcosa.

 

“Aprite il libro a pagina 58.” Disse bruscamente Piton. “Preparate la pozione ibernante seguendo le istruzioni del libro. E cercate di non fare guai.” L’ultima parte del discorso la pronunciò in tono lento e minaccioso, fissando Neville Paciock che arrossì. Tiger e Goyle risero leggermente.

 

Ron lanciò un’occhiataccia al professore e sistemò il suo libro al centro del tavolo, cosicchè anche Harry e Hermione potessero guardare mentre preparavano gli ingredienti per la pozione. Se Piton era di malumore, di sicuro era molto meglio cercare di rigare dritti. Pena un centinaio di punti per la loro casa.

 

Harry si sporse per prendere il barattolo di Botuberi, ma lo sguardo gli cadde sul tavolo affianco. Era facile riconoscerlo: era il banco che usavano Ernie McMillan, Justin Finch-Fletchey e Terry Boot, i suoi amici di Tassorosso. Si capiva che era il loro perché sull’angolo destro c’era un piccolo disegno piuttosto buffo di Piton coi capelli dritti in testa mentre urlava contro la sua classe. L’aveva fatto Ernie, era molto bravo a disegnare.

 

Ernie. Harry si rabbuiò. Due giorni prima Ernie era tornato a casa per una gravissima emergenza familiare: suo padre, un auror del Ministero, era stato barbaramente ucciso durante una battaglia coi mangiamorte. Harry strinse forte il barattolo di Botuberi fra le mani. Erano due anni che il mondo della magia era in guerra. Lui sapeva bene che, per come stavano messe le cose, studiare e prepararsi al meglio era quanto di meglio potesse fare, però…però non gli bastava. Quanti avevano affronato Voldemort ed erano morti, lasciando casa, famiglia, figli. Lui era solo al mondo, ed era sempre sopravvissuto. Sarebbe stato molto più giusto che fosse stato lui ad affrontarlo faccia a faccia.

 

Uno scrollone lo fece voltare di scatto: Hermione era accigliatissima, e Ron gli stava facendo furiosamente cenno con la testa in direzione di una figura alta in piedi alla sua destra.

 

“Signor Potter.” Sibilò la voce di Piton. “Vedo che sei così impegnato a non fare nulla che ti senti in diritto di ignorare le mie domande.”

 

“Mi scusi.” Mormorò semplicemente Harry, evitando di far notare la sua totale mancanza di simpatia per quell’uomo.

 

Piton inarcò un sopracciglio. “Continuerai la tua pozione da solo, nel banco davanti alla mia cattedra. E dieci punti in meno a Grifondoro per la tua distrazione.”

 

 

***************

 

 

“Io lo odio quell’uomo.” Brontolò Ron, uscendo dall’aula di pozioni. “E’ insopportabile! Ma come si fa a togliere 30 punti a quel poveraccio di Neville solo perché è inciampato e ha fatto cadere il calderone! E’ stato Malfoy a mettergli lo sgambetto, l’abbiamo visto tutti.” Sbottò, mentre camminava.

 

“Poteva anche averlo visto Cornelius Caramell in persona, non sarebbe cambiato niente.” Harry scosse la testa, sistemandosi bruscamente la borsa sulle spalle.

 

Hermione si sfiorò la tempia con due dita. “Aveva qualcosa. Piton aveva qualcosa di strano.”

 

“Ma per favore, Hermione.” Ribattè Ron. “Quello è uno stronzo 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana.”

 

“Non sto dicendo che è un santo, Ron.” Replicò lei. “Sto solo dicendo che oggi era evidentemente preoccupato per qualcosa. E visti i tempi che corrono…”

 

Harry si passò una mano fra i capelli. “Credo che Hermione abbia ragione.” Disse piano. “Mi è sembrato molto teso.”

 

Ron fece una smorfia strafottente. “Io non ho visto niente di particolarmente diverso dal solito.”

 

Hermione emise un sospiro esasperato, continuando a tenere il passo dei due ragazzi. “Non hai visto che quando è entrato era sudato? Hai mai visto Piton sudare?”

 

Ron scollò le spalle. “Beh, in ogni caso se fosse successo qualcosa lo avremmo saputo, no?”

 

“Non lo so.” Hermione scosse la testa, fermandosi. “E comunque è più prudente tenere gli occhi aperti.”

 

Anche i due ragazzi si fermarono. “Finchè siamo qui dovremmo essere a posto.” Mormorò Ron.

 

“Si, beh…la prudenza non è mai troppa.” Hermione diede un’occhiata all’orologio. “Devo andare, ho Aritmanzia fra dieci minuti.”

 

Harry annuì. “Ci vediamo a pranzo.” Lei annuì e si allontanò in direzione delle scale.

 

“Noi invece che abbiamo?” fece Ron.

 

“Divinazione.”

 

“Avviamoci, allora. Non mi va di arrivare in ritardo oggi, poi dovremmo vedere nella palla di vetro una morte piuttosto violenta, e onestamente stamattina vorrei morire tranquillamente.”

 

Harry ridacchiò e si voltò, ma si trovò faccia a faccia con Dennis Canon, sorridente più che mai. “E tu che ci fai qui?” gli chiese.

 

“Oh, noi del quarto anno abbiamo un’ora libera, così ho pensato di venirti a salutare, Harry.” Il sorriso di Dennis si allargò.

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Come sarebbe che voi del quarto anno avete un’ora libera?”

 

“Manca la McGranitt.” Squittì Dennis. “Ha ricevuto un gufo mentre stavamo facendo lezione ed è andata via in tutta fretta.”

 

I due ragazzi si guardarono. “E’ molto strano…” mormorò Harry.

 

“Posso accompagnarvi alla prossima lezione?” esclamò Dennis Canon. “Vi prego!”

 

Harry scosse la testa. “Io non credo che sia una buona idea, Dennis.”

 

“Ti prego, Harry! Voi state andando a Divinazione, giusto? Beh, io sono una schiappa mentre so che è una delle materie in cui voi due andate meglio, no? Così lungo la strada potete darmi qualche consiglio.”

 

“Ma come si fa ad andare male in Divinazione?!” sbottò Ron. “Basta che predici…”

 

Harry lo interruppe rifilandogli una gomitata nello stomaco; quella era una delle pochissime materie in cui prendevano il massimo senza studiare niente, e dirlo a Dennis Canon significava far arrivare la notizia a tutta la scuola, professori inclusi. “D’accordo Dennis, vieni.”

 

Il piccolo Canon fece un sorriso immenso. “Wow, grazie ragazzi! Sentite, posso chiedervi una cosa? E’ vero che la settimana scorsa la Cooman ha predetto ancora la vostra morte?” i due ragazzi annuirono. “E di cosa morirete, poi?”

 

“Di noia.” Brontolò Ron, incamminandosi.

 

 

***************

 

 

“E adesso guardate tutti nella vostra sfera e ditemi cosa riuscite a vedere.”

 

La voce stridula della Cooman scosse Harry dal suo torpore: erano più di venti minuti che quella visionaria vaneggiava, non la si riusciva a sopportare più. Solo Calì Patil e Lavanda Brown sembravano tutte prese a fissare le sfere trasparenti che avevano sui banchi.

 

“Coraggio, signori e signorine!” esclamò ancora la professoressa, battendo le mani. “Ditemi cosa vedete.”

 

Harry sgomitò nel fianco di Ron, che si era addormentato con la testa sulla sua palla di vetro, e raddrizzò la propria per far finta di vederci qualcosa dentro. Ron si tirò leggermente su, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.

 

“Signor Weasley,” fece la Cooman, avvicinandosi. “Non stavi guardando nella tua sfera un po’ troppo da vicino?”

 

“…ehm…” Ron aveva la voce rauca di uno che si è appena svegliato.

 

“Si vede che il suo occhio interiore ha un po’ di congiuntivite.” Fece Seamus, e l’intera classe tranne Calì e Lavanda scoppiò a ridere.

 

“Silenzio!” la Cooman, irritata, mise le mani sui fianchi. “Chiaramente, signor Finnigan, il tuo occhio interiore ci vede benissimo.”

 

“Chiaramente.” Seamus si mise più dritto sulla sedia e prese la sua sfera fra le mani, fingendo l’aria concentrata. “Dunque…io vedo…una ragazza…bionda…incredibilmente bionda…”

 

Dean Thomas si mise una mano davanti alla bocca per non far vedere che stava letteralmente esplodendo dalle risate. Lavanda Brown si voltò con un sopracciglio inarcato, sistemandosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio.

 

Seamus continuò. “…la ragazza bionda sta venendo verso di me…è molto provocante, direi…ma anche furiosa…si, furiosa…” e qui curvò le labbra in un sorrisetto perfido. “…forse ce l’ha con me perché non le ho ancora restituito le sue mutandine, quelle rosa di pizzo…” Seamus non potè continuare, perché Lavanda si alzò e gli mollò un ceffone in pieno viso.

 

I ragazzi risero e la Cooman fece un sorriso fiero. “Sono veramente orgogliosa di te, signor Finnigan! Hai previsto un futuro estremamente prossimo, ci riescono in pochi! Congratulazioni, dieci punti a Grifondoro.”

 

“Grazie.” Brontolò Seamus, tenendosi la guancia con una mano senza evitare di rispondere con un occhiolino allegro alla pacca sulle spalle di Dean. Lavanda, invece, lo stava uccidendo con lo sguardo, ed era rossa come un peperone.

 

“Bene, molto bene.” Disse la professoressa, tornando a sedersi dietro al suo tavolo. “Stiamo procedendo rapidamente e con successo. Prevedo che faremo grandi cose quest’anno.”

 

Ron sbadigliò ancora, Harry nascose il suo sorriso dietro la mano. Calì Patil alzò la mano. “Professoressa Cooman?”

 

“Si, cara?”

 

“Potrebbe farci lei una predizione?” le chiese mielosamente, e Lavanda annuì vigorosamente.

 

La Cooman rivolse loro un sorriso entusiasta, mostrando chiaramente che non aspettava altro che sentirselo chiedere, e si mise più dritta sulla sua sedia, spostando l’incensiera per posizionare meglio davanti a lei la palla di vetro. “Bene, classe…vediamo un po’…” cominciò a muovere le mani sulla sfera.

 

Ron sbadigliò di nuovo e abbandonò il mento in una mano, Dean iniziò una partita a tris con Seamus sul suo quaderno e Harry si pulì gli occhiali.

 

“…ah si, è chiaro…supererete tutti l’anno, sapete…” Calì e Lavanda si strinsero la mano, eccitate. “…ma purtroppo non vedo la coppa delle case nel vostro futuro…a dire il vero non vedo nessuna coppa, mi spiace…”

 

Ron sbuffò. “Ma perché non si fa i fattacci suoi?” sussurrò irritato a Harry, che annuì con la stessa espressione seccata.

 

La finestra della classe si socchiuse e ne entrò un soffio di vento piuttosto freddo, che spense alcune delle candele che fluttuavano nell’aria. La Cooman tutto a un tratto si irrigidì e smise di muovere le mani sulla sfera: i suoi occhi si fecero strani, vuoti. La sua espressione svampita divenne stranamente seria, e quando parlò la sua voce era profonda e metallica, diversa da quella stridula abituale.

 

“…morte…”

 

Calì e Lavanda spalancarono gli occhi, Dean e Seamus e gli altri ragazzi che erano distratti la guardarono, e Harry e Ron si accigliarono.

 

“…ombre…distruzione…morte…dolore…arriva dalle finestre…non sarà sufficiente…sacrificio… resistere…lui è qui…battaglia persa…è cominciata…”

 

La Cooman sbattè gli occhi due volte mentre il resto della classe continuava a fissarla in totale silenzio. Lei battè le mani. “Oh, qui vedo una bella notizia per tutti! Questo Natale sarete positivamente sorpresi dalle vostre famiglie, tutti bellissimi regali utili!”

 

 

***************

 

 

La prima cosa che fecero Harry e Ron dopo l’ora di Divinazione fu andare a cercare Hermione; la trovarono che parlava fuori dall’aula di Aritmanzia con il professor Vector: era radiosa, e teneva in mano un foglio con particolare attenzione. Vector la salutò e rientrò nell’aula mentre lei riprese a guardare il foglio, con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro.

 

“Ma che caspita ti ha dato che sorridi così?” Ron, accigliatosi, si sporse oltre la sua spalla per poter leggere. Hermione notò la presenza dei suoi due amici e si voltò verso di loro.

 

“E’ il mio compito di Aritmanzia.” Disse sorridente.

 

Ron spalancò occhi e bocca. “Sei assurda! L’unico segno rosso è il voto! Fai veramente paura!”

 

Harry s’intromise nella discussione. “Hermione, lascia perdere il tuo compito e stammi a sentire. E’ successa una cosa stranissima a Divinazione.”

 

Hermione inarcò le sopracciglia. “L’unica cosa stranissima di Divinazione è che c’è ancora qualcuno che la frequenta.” Disse scettica.

 

Harry scosse la testa. “No, stavolta è una cosa seria. La Cooman ha fatto una predizione.”

 

Hermione fece una smorfia ironica. “Ti sei spaventato perché ti ha detto che morirai ucciso da un gattino?”

 

“No, no, piantala di sfottere e ascolta.” Ribattè Ron.

 

“Stavolta ha avuto una visione reale.” Le spiegò Harry. “Con tanto di cambio di voce e sguardo.”

 

“Si chiama recitare, Harry.” Rispose semplicemente Hermione, sistemandosi la borsa sulle spalle.

 

“Vuoi starmi a sentire?” fece irritato lui. “Le è successa la stessa cosa nello stesso modo quattro anni fa, quando predisse che Voldemort sarebbe tornato, e così è stato.”

 

Hermione esitò. “E cosa avrebbe detto?”

 

“Una serie di parole. Morte, dolore, una battaglia persa…” le disse Ron.

 

“Poi ha detto due cose ben precise.” S’intromise ancora Harry. “Ha detto che lui è qui, e che arriva dalle finestre.”

 

Hermione rimase in silenzio per un attimo. “Lui…”

 

Ron si grattò la nuca. “Se è quel lui…”

 

“…se è quel lui sarebbe un’incoerenza.” Fece Hermione.

 

“E perché, scusa?” le chiese Ron.

 

Lei scrollò le spalle. “Da dove arrivava?”

 

“Dalle finestre.”

 

“Se entra vuol dire che deve ancora arrivare e non è già qui, quindi questo è il primo intoppo.” Hermione aveva l’aria concentrata di quando rifletteva. “E comunque non potremmo metterci a sorvegliare tutte le finestre di Hogwarts anche volendo, sono davvero troppe.”

 

Ron incrociò le braccia sul petto. “Forse dovremmo avvertire qualcuno.”

 

“Non so quanto peso darebbero i professori a tutto questo.” Disse Hermione, accigliandosi. “La Cooman è famosa per dire solo idiozie e presagire morte sempre e comunque.”

 

“Già, ma questa volta è diverso. Stavolta una predizione l’ha fatta davvero.” Fece Harry.

 

Hermione tirò un sospiro. “Proviamo a chiedere a Silente se ci riceve. Lui è l’unico che non ci riderebbe su.”

 

“Guarda un po’ chi si vede.”

 

Una gelida voce alle loro spalle li fece voltare: Malfoy, Tiger e Goyle stavano in piedi davanti a loro con la loro solita aria provocatoria.

 

“Lo sfregiato, il pezzente e la mezzosangue.” Malfoy curvò le labbra in un sorrisetto acido e crudele. “Siete veramente un trio perfetto, a ben pensarci. Un trio di rinnegati.”

 

Ron fece un passo avanti, stringendo forte i pugni, ma Hermione lo trattenne per un braccio. “Vattene, Malfoy.” Sibilò Harry, molto cupo.

 

Malfoy inarcò un sopracciglio. “Se sei tu a dirmelo, Potter, sicuramente non lo farò. Riprova ancora, stavolta mettendoci davanti un bel ‘ti supplico’.”

 

Harry strinse le mani in due pugni stretti. “Non giocare col fuoco.” Sibilò.

 

“Sto morendo di paura.” Gli occhi di Malfoy caddero sul foglio che Hermione stringeva in mano, e in un solo rapido movimento glielo strappò di mano.

 

“Ehi!” Hermione scattò in avanti, ma Goyle si mise fra lei e il suo amico.

 

“Guarda guarda…” Malfoy non riuscì a mascherare più di tanto l’invidia. “…Granger ha avuto il suo contentino dal maestro, che brava.”

 

“Ridalle quel foglio.” Ruggì Ron.

 

“Pensa a quanto starebbe bene questo nel camino della sala comune di Serpeverde.” Malfoy la guardò con un’aria soddisfatta e sprezzante. “Sarebbe anche simbolico…rappresenterebbe la fine che fanno tutti gli sporchi mezzosangue come te.” Hermione lo fulminò con lo sguardo.

 

“Perché non le ridai quel foglio e non te ne vai a fare in culo, Malfoy?” fece anche Harry, trattenendosi con difficoltà dal deformargli la faccia a suon di pugni.

 

Malfoy inarcò un sopracciglio e lo guardò. “Altrimenti cosa mi fai, sfregiato?”

 

Ron fece per prendere la bacchetta dalla tasca, ma Hermione lo trattenne e s’intromise per evitare l’irreparabile. “Sono certa che Pansy sarà molto contenta di sapere perché sei stato in punizione l’altra sera.” Sibilò, acida più che mai. “In fondo Bridget Venningmore è una sua compagna, non se la prenderà più di tanto.”

 

L’aria sicura di Malfoy vacillò; Tiger e Goyle lo guardarono, incerti sul da farsi, e lui dopo qualche secondo lasciò cadere con disprezzo il foglio a terra. “Perché sporcarsi con qualcosa di tuo.” Sibilò prima di voltarsi e andarsene, schioccando le dita per farsi seguire dai suoi stupidi compagni.

 

Ron scosse la testa. “Bastardo viscido idiota.” Ruggì, mentre Hermione raccoglieva il suo compito da terra per infilarselo nella borsa. “Un giorno di questi glieli cambio quei connotati di merda che si ritrova.”

 

Harry si voltò verso la sua amica con un sopracciglio inarcato. “E tu che ne sapevi di Bridget Venningmore e Malfoy?”

 

Lei fece un breve sorriso. “Andiamo, dormo nella stessa stanza di Calì e Lavanda, quel dormitorio è meglio dell’archivio ministeriale. Sai sempre tutto di tutti in anticipo.” I due ragazzi ridacchiarono sapendo che il gossip era la cosa più odiata da Hermione. “Forza, andiamo da Silente.”

 

I tre allievi di Hogwarts si diressero a passo rapido verso l’ufficio del loro preside, ma una volta arrivati davanti al gargoyle che ne controllava la porta si resero conto di non sapere la parola d’ordine.

 

“…ehm…ghiacciolo all’arancia?” provò Ron.

 

Il gargoyle lo guardò scettico. “No, non è questa.”

 

“Bastoncino di zucchero?”

 

“No.”

 

“Frullato di banane?”

 

“No!”

 

Harry sospirò esasperato. “E’ importante, per favore! Dobbiamo vedere il professor Silente subito!”

 

Il gargoyle scosse la testa. “Non se ne parla.” Disse, tutto impettito. “Non si entra nell’ufficio del preside come se fosse la vostra sala comune, o avete la parola d’ordine o potete anche andarvene per me.”

 

Hermione non si arrese. “E’ una cosa molto seria, il professor Silente…”

 

“Posso fare qualcosa per voi?” la interruppe la McGranitt, in piedi dietro di loro con una pergamena stretta fra le mani.

 

“…mh…” Ron guardò Hermione, suggerendole con lo sguardo di parlarci lei con la vicepreside; dopotutto era pur sempre la sua allieva preferita. E lei colse l’invito.

 

“Professoressa, noi avremmo qualcosa di molto importante da dire al professor Silente.”

 

“Di che si tratta, signorina Granger?”

 

“Ecco…è una predizione piuttosto particolare che ha fatto la professoressa Cooman.” La McGranitt inarcò scetticamente un sopracciglio. “Lo so come la pensa, neanche io ci credevo molto, ma sembra che stavolta sia tutto vero.”

 

“In ogni caso il professor Silente non è qui.” Disse loro l’anziana insegnante. “Ha ricevuto un gufo molto urgente dal Ministero ed è andato via per qualche ora.”

 

Ron si accigliò. “E’ successo qualcosa?”

 

La McGranitt sembrò lottare con se stessa per qualche secondo, poi alla fine si arrese. “Suppongo di potermi fidare di voi. Quanto sto per dirvi verrà annunciato agli studenti stasera a cena, quindi vi prego di non dire niente a nessuno fino ad allora. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un attacco di allarmismo.”

 

I tre ragazzi annuirono, sinceramente preoccupati dal comportamento della loro insegnante.

 

La McGranitt annuì una volta e tirò un sospiro. “I mangiamorte hanno attaccato e raso al suolo la stazione di King’s Cross.”

 

 

***************************

 

 

 

Piccola precisazione che ho dimenticato di fare prima: Malfoy è così odioso per necessità di copione (non che nei libri veri non lo sia, comunque…) ma non lo confondete con il grande Draco Malfoy di Strekon, perché quello io lo adoro! ^^

 

Beh, adesso in attesa del secondo capitolo “Nubi all’orizzonte” che si fa? Si recensisce! =)

Baci Baci

 

Sunny

 

 

Ooh, quasi dimenticavo! Questo chap è dedicato al sito di mia sorella, che lunedì compie il suo primo anno! =) Brava Nenè!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Nubi all'Orizzonte ***


Being a war mage – capitolo zero

Being a war mage – capitolo zero

 

 

CAPITOLO 2: NUBI ALL’ORIZZONTE

 

 

So many people just running

Round and round

With no sense of logic                                                          

I see lies in the eyes of a stranger

And you’ll be living in danger

                                                                       Living in Danger, Ace of Base

 

 

***************

 

 

Quel sabato andare ad Hogsmeade sembrò strano a tutti gli studenti di Hogwarts; nessuno si sentiva tranquillo, tutti camminavano guardandosi in continuazione alle spalle, e c’erano auror per tutto il paesino pronti a intervenire in qualunque eventualità. Ma neanche con la protezione dei soldati del Ministero si poteva star tranquilli, d’altra parte con la stazione di King’s Cross saltata in aria il monito di come i toni della battaglia si fossero incrudeliti era fin troppo chiaro. I ragazzi non erano liberi e spigliati come al solito e si respirava un’atmosfera molto tesa, il che era del tutto nuovo per un sabato studentesco a Hogsmeade.

 

Nonostante questo, comunque, alcune cose restavano importanti abbastanza da attirare l’attenzione degli studenti di Hogwarts, come ad esempio il nuovo modello di Firebolt che brillava nella vetrina del negozio di articoli sportivi nella piazzetta del paese: Harry e Ron, infatti, per qualche istante si erano dimenticati di tutta la storia cupa della guerra e di Voldemort ed erano rimasti col viso appiccicato alla vetrina.

 

Hermione emise un sospiro esasperato. “Ehi, voi due…”

 

Ma guardala, è semplicemente perfetta!” esclamò Ron, col naso schiacciato contro il vetro. “E con il manico autosterzante, poi!”

 

“Guarda la forma, potresti stenderti sopra e staresti comodo comunque.” Fece Harry, con lo stesso entusiasmo nella voce.

 

“Prevedete di continuare a sbavare davanti a quella vetrina per tutto il pomeriggio?”

 

I due ragazzi si scollarono dalla vetrina e si voltarono verso di lei. “Come si vede che di queste cose tu non ne capisci niente. Borbottò Ron, scuotendo la testa.

 

“Sarà, ma non possiamo passare tutto il giorno qui. Replicò Hermione. “Avevate promesso che saremmo passati in libreria.

 

“Ma insomma, Granger, oltre che mezzosangue sei anche senza cuore. La voce di Draco Malfoy li fece girare di scatto: eccoli lì, lui e i suoi tirapiedi, sempre pronti a dar fastidio. “Almeno lascia a Weasley la possibilità di sognare quello che non potrebbe mai comprarsi neanche vendendo casa e famiglia.

 

Ma tu vuoi proprio che te li faccia duo occhi neri, eh?!” ruggì Ron, facendo due passi avanti con forza. Tiger e Goyle fecero lo stesso.

 

Hermione si mise di mezzo, dando le spalle ai tre Serpeverde. “Ron, andiamo.” Sibilò.

 

Ron e Malfoy si stavano uccidendo a colpi di sguardi. “Che c’è, Weasley? Ti dà più fastidio il fatto di essere al livello in cui sei caduto…o che tutti i vestiti che hai valgono quanto una sola delle mie camicie?”

 

“Lascia perdere questo verme.” Fece Harry al suo amico. Ron aveva le nocche delle mani bianche per quanto erano serrate.

 

“Non vale la pena di rischiare l’espulsione per lui. Gli disse ancora Hermione, tirandolo per un braccio e cercando di allontanarsi. Ron le oppose resistenza, ma alla fine si lasciò portare.

 

Malfoy rise. “Ma guardalo! Si fa comandare a bacchetta da quella mezzababbana! Si vede che quel poveraccio di suo padre gli ha dato il buon esempio, fa questo dalla mattina alla sera.

 

Ron si voltò di scatto, furioso, e stavolta fu Harry a trattenerlo. “Vaffanculo, Malfoy! Sei uno stronzissimo furetto col culo al posto della testa!!”

 

Ron gli stava urlando ancora di tutto quando Harry e Hermione riuscirono ad allontanarlo. Ron si divincolò il braccio dalla presa di Hermione e riprese a camminare con passo deciso. “Io vorrei sapere perché devi sempre metterti in mezzo! Malfoy merita una lezione, e tu lo sai!”

 

“Non a prezzo della tua espulsione.” Replicò Hermione. “Lo sai come funziona, il padre di Malfoy lo farebbe reintegrare in un secondo. Verrà il momento adatto per dirgliene quattro, ma certo non è ora.

 

Ron scosse la testa, sempre camminando. “Non vedo nessun valido motivo per cui io dovrei essere espulso, mentre lui che è figlio di un mangiamorte deve fare il suo porco comodo, che tanto non lo tocca nessuno.”

 

“Silente sostiene che i figli non devono scontare le colpe dei genitori, è per questo che ha permesso ai Serpeverde di restare. Si ostinò Hermione.

 

“L’unico motivo vero è che Silente è eccessivamente buono, e i Serpeverde sono e restano delle carogne, padri, madri e figli. Fu la decisa risposta di Ron.

 

Harry scosse la testa. “Molti di loro, comunque, sono figli di bastardi che mantengono pulito il proprio nome. Guarda Malfoy: sappiamo tutti che è un mangiamorte, ma non ci sono le prove per dimostrarlo.”

 

“Solo perché non cercano abbastanza.” Borbottò Ron.

 

Hermione, che fino a quel momento era stata completamente presa dalla loro discussione, si accorse di essere arrivata finalmente davanti alla libreria dove doveva andare; ma con suo grande stupore notò che la porta era sbarrata. Un ragazzo la stava chiudendo.

 

“Scusami?” Hermione lo avvicinò. “Perché la libreria è chiusa?”

 

“Come, non lo sai?” fece quello. “Il fratello del proprietario è morto nell’attentato di King’s Cross due giorni fa.

 

Hermione, Harry e Ron rimasero in silenzio. Era dura vedere e sentire ovunque gli effetti della guerra, anche nelle piccole cose del quotidiano; era diventato quasi come se ogni mattina fossero in attesa del bollettino dei danni quotidiani. I mangiamorte avanzavano giorno dopo giorno con attacchi sempre più mirati e sconvolgenti. Non era più la stessa cosa vivere nel mondo della magia in quel modo angosciante. Faceva male.

 

 

***************

 

 

Entrando nei Tre Manici di Scopa Harry, Ron e Hermione si avviarono subito al bancone da Madama Rosmerta per bersi una buona burrobirra rifocillante; la grassoccia signora fece un gran sorriso a tutti e tre, riconoscendoli.

 

“Oh, mi stavo giusto chiedendo dove foste finiti voi tre. Esclamò.

 

Ma lei lo sa bene che non potremmo mai rinunciare al goccetto, no?” disse Ron, ridacchiando allegramente.

 

La signora fece loro un occhiolino. “Che vi porto, il solito?”

 

“Tre burrobirre.” Fece Harry, prendendo dalla tasca i soldi per offrire da bere anche ai suoi amici.

 

“Ve le porto subito, cari.” Madama Rosmerta si defilò oltre una porta alle spalle del bancone.

 

“Scusami?”

 

Una voce femminile fece voltare i tre ragazzi: c’erano due ragazze bionde molto sorridenti, indubbiamente molto giovani ma non più studentesse, e terribilmente uguali l’una all’altra.

 

“Tu sei Harry Potter, non è vero?” disse cordialmente una delle due. “Io sono Elise, e questa è mia sorella Emily.

 

Harry fece loro un gran sorriso. “Si, sono proprio io. Ciao.”

 

“Molto piacere.” Replicò la sorridente ragazza.

 

Anche la sorella sorrise, ma a Ron. “Tu sei figlio di Arthur Weasley, vero? Mio padre è un suo collega, tu gli somigli molto.

 

Ron scansò leggermente Hermione, mettendosi più dritto. “Già, io sono Ron.”

 

“Vi avevamo riconosciuti da lontano, ma non eravamo sicure che foste voi.” Riprese la prima ragazza. “Sapete, noi siamo inglesi, ma abbiamo studiato a Beauxbatons.

 

“Ah, davvero?” Ron sembrava abbastanza a suo agio. “E com’è studiare in Francia?”

 

Mentre la conversazione andava avanti, Hermione stava letteralmente dando fuoco ai quattro ragazzi col solo sguardo. L’avevano completamente ignorata, come se neanche fosse stata lì, sia le due galline che i suoi cosiddetti amici! Quando Madama Rosmerta uscì con le burrobirre lei si prese la sua e si avviò verso il primo tavolo disponibile. E per una volta ebbe la fortuna di trovarne uno a cui stava seduta l’unica persona che aveva voglia di vedere in quel momento.

 

Ginny Weasley.

 

La loro amicizia aveva fatto passi da gigante negli anni: inizialmente non avevano legato un granchè, ma col tempo per lei Ginny era diventata più che la sorella del suo migliore amico. Era una persona dolce e comprensiva, ma anche molto determinata e testarda. E non era assolutamente frivola e pettegola come le gemelle Patil o Lavanda Brown.

 

Hermione si lasciò cadere sulla panca al suo tavolo e buttò giù un sorso piuttosto consistente di burrobirra. Ginny inarcò un sopracciglio. “Bevi per dimenticare?”

 

Hermione mise giù il suo boccale. “Si, per dimenticare che quei due ragionano con una parte del corpo completamente diversa dal cervello. Borbottò odiosamente, fulminando ancora una volta con lo sguardo i suoi amici, che sembravano molto allegri e a loro agio a parlare con le due ragazze appena conosciute.

 

Ginny si sporse un po’ in avanti per guardare nella sua stessa direzione. “Beh…davanti a due come quelle, poveretti…sono maschi, è automatica la reazione.” Disse con un sorrisetto.

 

Hermione scosse la testa. “Li hanno avvicinati solo perché sono Harry Potter e Ron Weasley, cosa che normalmente li avrebbe mandati in bestia, ma non se a farlo sono quelle due…quelle due Barbie!” esclamò, irritata.

 

Ginny rise. “La bambola babbana, eh?”

 

Hermione, stupita, la guardò. “E tu come la conosci?”

 

Ginny scrollò le spalle con un sorriso. “Faceva parte della raccolta di cose babbane che papà portava a casa per il weekend fino a qualche anno fa…una volta mi ci ha fatto anche giocare, ma non era un granchè divertente. Non faceva niente, era solo tutta bella e perfetta…nah, non era la bambola giusta per me.

 

“Già.” Annuì Hermione, bevendo anche l’ultimo sorso della sua burrobirra. “Sei qui da sola?”

 

“Sto aspettando Colin.” Il tono di Ginny non era particolarmente entusiasta. “Dovevamo prenderci qualcosa insieme, ma poi…”

 

“…è scappato alla redazione della Gazzetta del Profeta a trovare un pretesto per farsi assumere.

 

Ginny annuì. “Esatto. Mi ha detto di aspettarlo qui, che tanto ci avrebbe messo cinque minuti…ne sono passati venti.

 

Hermione ridacchiò. “Che vuoi farci, quello non cambierà mai. Non finchè continueranno a dirgli che è troppo giovane per lavorare al giornale.”

 

“Stavolta è andato munito di un progetto, sai. Fece Ginny, con uno sguardo vispo. “Vuole offrirsi come inviato speciale a Hogwarts. Vuole mandare alla Gazzetta del Profeta ogni settimana un articolo su noi studenti e sulle nostre reazioni alla guerra.

 

Hermione scosse la testa. “Un po’ da sciacallo, direi.”

 

“Lui è convinto che sia l’idea del secolo.

 

“Allora forse dovremmo cominciare ad ordinargli una cioccolata calda per alleviare l’affronto del rifiuto. Le due ragazze risero.

 

In quel momento Harry e Ron salutarono le due ragazze con cui stavano parlando e si andarono a sedere al loro tavolo. Ginny decise di non lasciar cadere la cosa e tormentarli un po’. “Dite un po’, è una mia impressione o con le bionde avete l’approccio facile?” disse con un sorriso falsamente angelico.

 

Ron buttò giù la sua burrobirra. “O sono loro che ce l’hanno con noi.” Fece allegramente.

 

Hermione scosse la testa. “Sto cominciando a preoccuparmi, sai, ormai guardi solo le ragazze belle e senza cervello. Non è molto maturo da parte tua. Finirai per sposarne una e divorziare la sera stessa del matrimonio.

 

Ron le fece un occhiolino. “Nah, non finchè tu sarai il mio grillo parlante, non ci riuscirei neanche se volessi. Hermione gli mollò una gomitata mentre lui, Ginny e Harry risero allegramente.

 

Harry si guardò un po’ in giro nel locale. “Ehi, ma …sbaglio o non c’è neanche un Serpeverde qua dentro?”

 

“No, infatti.” Gli rispose Ginny. “Il prefetto dei Corvonero, Duke Salvage, ha organizzato una specie di comizio. Vuole raccogliere quante più firme può e presentare a Silente una petizione ufficiale per far espellere tutti i Serpeverde in quanto figli di criminali.”

 

“Magnifico, dov’è che si firma?” disse subito Ron, emozionato all’idea.

 

Harry annuì. “Già, voglio il mio nome in cima alla lista.

 

“Non credo che servirà a molto, comunque.” Replicò Ginny. “Anche se raccogliesse tutte le firme della scuola, la decisione finale spetta sempre a Silente.”

 

“Appunto.” Annuì Hermione.

 

Ron fece una smorfia. “Comunque vale la pena almeno fare un tentativo.”

 

Duke Salvage, Carl Peterson e Ronin McRegan, i prefetti di Corvonero, Grifondoro e Tassorosso, si misero in piedi su una panca e iniziarono il loro discorso attirando l’attenzione di tutti i presenti. Il loro discorso non si aprì con troppi convenevoli: i Serpeverde, in quanto figli di assassini privi di morale, non avevano alcun diritto di continuare a frequentare una scuola come Hogwarts. Il discorso venne interrotto più volte da una serie di applausi, tutti supportati da incitamenti molto vigorosi.

 

Harry e Ron, in effetti, erano talmente presi che nemmeno videro arrivare Colin Canon, che si sedette al tavolo con loro. Ginny invece non solo lo vide, ma vide anche che era pallido e sembrava sconvolto. “Colin?”

 

Anche Hermione lo guardò un po’ perplessa. “Tutto bene?”

 

Finalmente anche i due ragazzi si voltarono. “Ma che hai passato, hai visto un fantasma?” fece divertito Ron, inarcando un sopracciglio.

 

“Quasi.” La risposta di Colin Canon fu stranamente molto seria e tesa. “Non l’ho visto, ma ne ho sentito parlare.

 

Ginny inarcò le sopracciglia. “Potresti essere un po’ più chiaro?”

 

“…oh no, non si può.” Fece tutto all’improvviso il ragazzo magrolino, scuotendo la testa. “Non posso dire niente.”

 

“Nemmeno a Harry?” provò Ron, e il suo migliore amico gli lanciò un’occhiataccia.

 

“L’hai avuta dalla redazione della Gazzetta del Profeta questa informazione?” chiese Harry, e Colin annuì con gli occhi bassi. “Allora è solo questione di tempo prima che tutto il mondo della magia venga a sapere. Ci darai solo un’anticipazione, tutto qui.

 

Ron annuì. “Pensaci, darai una dritta a Harry Potter, non è una roba che capita tutti i giorni. Harry gli mollò un pestone sotto il tavolo.

 

Alla fine Colin annuì e alzò lo sguardo, voltandosi a destra e a sinistra e sporgendosi in avanti per rivelare la cosa in gran segreto. “Ok, va bene. Ma non dovete assolutamente farne parola con nessuno fino a domani, quando sarà uscita la Gazzetta.”

 

Dai, spara.” Lo incoraggiò Harry.

 

“La notizia è solo di pochi minuti fa, sapete…” disse finalmente Colin. “…ma sembra proprio che i mangiamorte abbiano ucciso il Ministro, Cornelius Caramell.

 

“Come?” chiese Ginny, con la voce che le tremava.

 

“Non so bene i particolari…quello che è sicuro è che hanno attaccato casa sua mentre era a pranzo con la sua famiglia. Hanno ucciso anche la moglie.”

 

Hermione e Ginny si guardarono in faccia a bocca spalancata. Fu Ron il primo a rompere il silenzio, anche se con qualche difficoltà. “Hanno…hanno fatto fuori Caramell?”

 

Colin annuì. “In casa sua.”

 

“Ma…e gli auror che aveva di guardia?” balbettò Ginny, ormai bianca come un cencio.

 

Il silenzio di Colin fui più eloquente che mai. Hermione si coprì la bocca con una mano. “…sono… sono riusciti a superare le guardie armate del Ministro?”

 

“E’ questo il motivo per cui domani, quando si spargerà la notizia, assisteremo a scene di allarmismo e panico da tutte le parti.” Il tono di Colin, forse per la prima volta in assoluto, era non solo serio ma anche cupo. “Penseranno tutti che non abbiamo più nessuna protezione contro Voi-Sapete-Chi.”

 

E non hanno mica tutti i torti.” Ron si passò una mano fra i capelli. “Le guardie del corpo del Ministro sono considerate quasi invincibili…”

 

Ginny, pallida e visibilmente agitata, trovò la voce per mormorare qualcosa. “…ma allora noi? Che protezione abbiamo noi?”

 

“Noi abbiamo Harry.” Colin sembrò ritrovare il suo solito irritante quanto inappropriato buonumore. “Tu ci proteggerai, Harry, vero?”

 

Harry rimase in silenzio, stringendo forte fra le mani il suo bicchiere di burrobirra. Non riuscì a mantenersi molto a lungo, comunque: solo pochi secondi dopo si alzò bruscamente dalla panca e si diresse rapidamente verso l’uscita del locale. Ron si alzò a sua volta per andargli dietro, lanciando un’occhiataccia a Colin, e anche Hermione li seguì subito.

 

“Ehi, ma che ho detto?” fece confuso Colin. Ginny avrebbe tanto voluto andare con loro tre, ma in fondo il povero Colin non meritava di essere abbandonato come un criminale, e si sforzò di restare e rassicurarlo che lui non aveva colpe.

 

 

***************

 

 

“Ti vuoi fermare?”

 

Ron e Hermione facevano fatica a stare dietro a Harry, che camminava molto rapidamente e soprattutto senza voltarsi indietro. Si stava dirigendo verso la zona meno affollata di Hogsmeade, ma le sue intenzioni non erano chiare.

 

“Harry, per favore!” provò Hermione.

 

Harry si voltò di scatto. Sembrava arrabbiato. “Che ti prende, si può sapere?” fece Ron.

 

“Non lo so, va bene?!” urlò Harry. Per fortuna c’era poca gente per strada, altrimenti si sarebbero voltati tutti.

 

“Almeno mi fai capire dove stai andando?” Ron cercò di mantenersi calmo.

 

“Io…non lo so, ma sono stanco!” Harry si stava chiaramente sfogando. “Ho la sensazione che tutta questa guerra sia un gigantesco giocare al gatto e al topo! Beh, io odio essere il topo, e odio essere in trappola!”

 

“Quello che sta succedendo non è colpa tua. Lo interruppe Hermione. “Non ci sei sempre tu al centro di tutto, Harry, non puoi sempre prenderti anche le colpe che non hai.

 

“Lui sta cercando me, possibile che non lo capisci?” replicò Harry. “Ci sta facendo il vuoto attorno, sta uccidendo centinaia di persone. Forse se mi consegnassi a lui finirebbe tutto una volta e per tutte.”

 

“Non dirlo neanche per scherzo! Ma sei scemo?!” ora Ron stava davvero perdendo le staffe. “E che avremo risolto se ti avrà fatto fuori, credi che si fermerà? Credi che si prenderà i suoi amici mangiamorte e se ne tornerà tranquillamente da dove è venuto?!”

 

Hermione scosse la testa. “Sarebbe un sacrificio inutile, Harry.” Disse piano.

 

A farle eco fu un cane che stava abbaiando con forza; i tre ragazzi rimasero stupiti nel riconoscere Sirius: era parecchio che non si mostrava a loro nemmeno nella sua forma di Animagus. Sirius scodinzolò e si fece seguire lungo una stradina sdrucciolevole che dava su un prato parallelo alla strada, poi si voltò e abbaiò di nuovo. I tre giovani Grifondoro seguirono il cagnone in silenzio finchè non raggiunsero una specie di catapecchia abbandonata in mezzo ai campi. Entrarono e si chiusero la porta alle spalle e solo allora Sirius si rivelò, ritrasformandosi in essere umano.

 

“Ciao Sirius.” Disse gentilmente Hermione, sedendosi su un tavolo traballante che stava al centro della stanza. Ron ci si appoggiò soltanto, per evitare di farlo crollare direttamente. Harry rimase in piedi, appoggiato al muro e con lo sguardo basso e torvo.

 

“Come va, ragazzi?” disse amichevolmente Sirius, appoggiandosi a una sedia a dondolo alquanto instabile.

 

Ron scrollò le spalle. “Siamo ancora vivi. In tempi come questi è una fortuna, no?”

 

Sirius annuì, comprendendo il suo sarcasmo. “Già.”

 

Hermione si morse per un attimo il labbro inferiore. “Sirius…forse tu non lo sai, ma Cornelius Caramell…”

 

“…è stato ucciso dai mangiamorte stamattina, si. L’uomo si accigliò. “E voi come lo sapete?”

 

Ron fece una smorfia. “Abbiamo i nostri informatori.”

 

Sirius l’accettò come risposta. “Già, beh…si, presto tutto il mondo della magia lo saprà.

 

“E con King’s Cross siamo a due in tre giorni. Fece Ron. “O a meno due, se preferisci.”

 

“In queste ultime settimane i loro attacchi si sono intensificati moltissimo. Mormorò Hermione.

 

“Diciamoci la verità.” Disse serio Ron. “Si stanno avvicinando. Ci scommetto che noi siamo tra i prossimi obbiettivi.”

 

Hermione rabbrividì e abbassò lo sguardo, stringendosi nelle spalle; Ron lo notò e gli diede fastidio vederla così tesa. Le prese una mano nella sua e lei gliene fu grata, perché gli rivolse un piccolissimo sorriso.

 

Sirius sospirò. “Non dovete avere paura. Hogwarts è sorvegliata.”

 

Anche casa Caramell lo era.”

 

“Ma a casa di Caramell non c’era Silente. La risposta di Sirius sembrò far riflettere Ron e Hermione. “Silente è il più grande mago dei nostri tempi. Vi proteggerà meglio di chiunque altro.”

 

Harry fece una smorfia ironica piuttosto rumorosa, attirando su di sé l’attenzione degli altri. “Perché continui a dire queste palle? Perché li stai illudendo?”

 

Sirius lo guardò confuso. “Come…?”

 

Harry fece un passo avanti. “Hai sentito bene. Li stai illudendo, esattamente come hai sempre fatto con me. Beh, questo non è giusto.

 

“Harry, non ti capisco.”

 

“Ah, non mi capisci, eh?” ribattè duro Harry. “Beh, forse ti serve solo un piccolo sforzo per accorgerti di quante volte tu hai illuso me! Tutte le volte che hai promesso che saremmo andati a vivere insieme, per esempio!”

 

Sirius incassò il colpo e abbassò lo sguardo. “Credimi, Harry, non c’è niente che vorrei di più al mondo.

 

Ma chissà come mai sono passati tre anni e io vivo ancora in quella bettola di casa Dursley!” Harry incrociò le braccia sul petto.

 

“Ci sono delle cose che per ora non posso spiegarti.” Tentò di dirgli il suo padrino. “Quello che faccio nella vita non  mi consente di abitare in una tranquilla casetta assieme a te.”

 

E che cos’è che fai?”

 

Sirius abbassò gli occhi. “Mi dispiace.”

 

Harry annuì con amarezza. “Già, dispiace anche a me. Soprattutto mi dispiace che se io stessi da te sarebbe tutto più semplice.

 

Cosa sarebbe più semplice, figliolo?”

 

“Se io stessi con te non starei a Hogwarts.” La voce di Harry era tesa come una corda. “E non la renderei un bersaglio di Voldemort.

 

Sirius scosse la testa. “No, questo non è vero. E’ una guerra, Harry, non è più una lotta personale.

 

“Hogwarts è coinvolta perché ci studia Harry Potter.

 

“Hogwarts è coinvolta perché ci studiano giovani promesse del mondo della magia, guidati dai maghi e dalle streghe più forti e saggi dei nostri tempi.

 

Harry si appoggiò al muro e scosse stancamente la testa. “…non lo so. Io so solo che vorrei andarmene dove nessuno saprebbe mai nemmeno che esisto.

 

“Beh, in tal caso avvertimi prima.” La risposta determinata di Ron precedette quella di Sirius. “Perché io vengo con te.”

 

Hermione annuì con decisione. “Anch’io.”

 

Sirius guardò per un momento i due ragazzi con gli occhi che gli brillavano: volevano un tale bene al loro amico che la loro devozione e il loro coraggio sarebbe bastato a dare a chiunque la forza di andare avanti. Ma Sirius conosceva bene Harry e sapeva che in realtà se la loro amicizia era tutto per lui, era anche la sua più grande preoccupazione: loro erano la sua famiglia, e per questo erano in pericolo più di chiunque altro. E Harry avrebbe preferito morire piuttosto che vederli feriti…o peggio…a causa sua.

 

 

***************

 

 

Molte volte è più difficile aspettare che le cose accadano piuttosto che essere parte attiva e farle succedere grazie anche al proprio intervento. Ci sono persone che preferiscono aspettare che le cose avvengano, e ce ne sono altre che invece lottano per agevolarle o impedirle. Così come ci sono soldati che al momento cruciale scelgono di risparmiarsi la vita per un’altra battaglia e scappano via, e ce ne sono altri che preferiscono morire combattendo sul campo di battaglia fino all’ultimo respiro.

 

E Harry era uno di questi.

 

L’aveva dimostrato sempre, in ogni occasione, in ogni circostanza. Lui non amava tirarsi indietro né nascondersi, e certamente odiava essere una bomba ad orologeria ambulante. Perché era questo che Harry si sentiva: una minaccia alla felicità e alla serenità di quelli che amava. Era già successo tempo prima: per colpa sua erano morti i suoi genitori, poi non era stato capace di fermare Voldemort, non aveva salvato Cedric Diggory, anzi…e dallo scoppio della guerra non aveva fatto più nulla. Si era nascosto e aveva aspettato…che cosa, poi?

 

E che cosa stava aspettando ora, a notte fonda, mentre fissava il cielo stellato nella Torre dell’Astronomia?

 

“Poche cose al mondo conservano la purezza del cielo, non è vero?”

 

Harry sussultò e si voltò di soprassalto. “Professor Silente…io…”

 

Il buon vecchio preside scosse la testa con un sorriso. “Non sono qui per togliere punti a Grifondoro. Si dà il caso che avessi il tuo stesso desiderio…volevo osservare un po’ le stelle.”

 

Harry tornò a rilassarsi di spalle al muro, e non disse nulla.

 

Silente fece un paio di passi avanti. “Ci sono un sacco di teorie sulle stelle, lo sai?” disse piano, con la sua voce tranquilla e pacata. “Alcuni dicono che sono finestre che danno su altri mondi. Beh, potrebbe anche essere. Altri pensano che siano i nostri cari che ci guardano dal mondo dei morti. E’ un po’ strano, ma in fondo è rassicurante immaginarlo. La terza teoria è quella in cui credo di

meno.”

 

Harry si accigliò. “Cosa dice esattamente?”

 

“Gli astrologi e gli appassionati di Divinazione credono che il destino di ciascuno di noi sia già scritto nelle stelle.

 

Harry esitò. “Perché non ci crede, professore?”

 

Silente si voltò a guardare Harry oltre i suoi occhialetti a mezzaluna. “Perché io penso che tutti noi dobbiamo ancora scrivere il libro della nostra vita, Harry. Quello che ci succede non possiamo controllarlo, ma possiamo decidere come affrontare la vita e come reagire ai problemi.”

 

Harry abbassò la testa. “Anch’io la penso così.”

 

Silente inarcò leggermente le sopracciglia. “E come la pensi, figliolo?”

 

Harry sospirò, quindi rialzò la testa. “Io sono libero di fare quello che voglio, non è vero? Sono libero anche di lasciare questa scuola, perché sono maggiorenne. Nessuno potrebbe fermarmi.”

 

Silente rimase per un momento in silenzio, poi parlò col suo solito tono calmo. “E dove vorresti andare?”

 

“Ad affrontare Voldemort.” Disse Harry senza mezzi termini. “Cos’ questa guerra maledetta finirà e smetteranno tutti di soffrire.

 

“Non tutti.”

 

“Si, invece. Comunque andranno le cose, la guerra almeno finirà.”

 

Ma tu potresti perdere. O morire.”

 

Harry scosse la testa. “Sarebbe meglio che a morire fossi io, e non chi ha una famiglia che ne soffrirebbe.”

 

“Io credo che il signor Weasley e la signorina Granger avrebbero qualcosa a che ridire su questo.

 

Harry serrò la mascella. “Io non voglio che a Ron e Hermione succeda qualcosa. E neanche agli altri. Se posso evitarlo, se posso fermarlo prima, io…professor Silente, la prego, mi lasci andare.

 

Silente guardò il ragazzo per un lungo momento, alla fine si sedette sulla panca accanto a lui e continuò a fissare il cielo stellato. “Lo credevo anch’io molti anni fa.” Disse piano, e per la prima volta Harry sentì la sua voce appesantita dagli anni. “Credevo anch’io che se avessi affrontato Voldemort lo avrei fermato. Dicevano che ero l’unico che poteva ucciderlo; non ci ho mai creduto fino in fondo, ma pur di difendere quelli che amavo avrei fatto di tutto. Ci ho provato. E ho fallito.” E qui si voltò a guardarlo negli occhi. “Ho fallito, e sono morti in tanti senza che io potessi fare niente. E credimi, avrei volentieri dato la vita pur di salvare tutti quegli innocenti. Ma non era in mio potere farlo.”

 

“Lei…crede che io non riuscirei a fermarlo?” mormorò Harry.

 

“Io credo solo che qualunque cosa succeda, il tuo momento verrà senza che tu te lo vada a cercare. Come verrà il mio.”

 

Harry abbassò lo sguardo. “Quindi dobbiamo restare qui ad aspettare.

 

Silente annuì. “E’ la scelta più difficile, ma sfortunatamente è l’unica cosa saggia da fare. E voglio che tu lo ricordi sempre, Harry. Questa guerra è iniziata molto prima che tu fossi concepito, e quello che succede non è a causa tua. Tu sei solo parte degli eventi, come tutti noi.

 

Harry sospirò e si alzò. “Io spero solo che questo momento arrivi, e anche presto.

 

Silente sorrise. “Arriverà, arriverà…mio giovane e impaziente Grifondoro. Lascia che sia lui a trovare te, e non il contrario.

 

Harry annuì e abbozzò un piccolo sorriso. “Grazie, professore. Per tutto.” Il buon vecchio preside gli sorrise e lui fece per andarsene.

 

“Harry?” il ragazzo si voltò. “Tutte le stelle per essere viste devono brillare di più. E ci impiegano del tempo…ma poi sono abbaglianti in tutto il loro splendore.”

 

Harry tese le labbra in qualcosa che assomigliava a un sorriso e poi annuì, lasciando la Torre per tornare nel suo dormitorio.

 

 

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Oh, ecco finalmente finito anche il secondo capitolo. Grazie Sara Lee per la velocità con cui lo hai beta letto! Sei la migliore, come sempre. =)

Vorrei fare una piccola precisazione prima di andare avanti: Harry afferma di essere maggiorenne nonostante abbia ancora 17 anni perché in Inghilterra a quell’età si è maggiorenni.

 

Wow, quante bellissime recensioni! Vi adoro tutti, ragazzi! =) Ci tengo a ringraziarvi uno per uno!

Vale: sono felicissima di sentirti! Io adoro le tue recensioni, è sempre un piacere leggerle. Spero davvero di riuscire a soddisfare le tue attese ^^

Strekon: Seamus piace un casino anche a me! =) si, se vedemu…ma tu aggiorna, capito? Sto aspettando con molto interesse…

Alexis: maestro! Allora ti piace leggere le cose che scrive il “marocchino”, eh? ^^  eh eh… muchas gracias, Yo soy muy…contenta come si dice? ^^

Ginny, Mao_Chan91, Mikisainkeiko e Kimmy: grazie infinite!!! =)

Beppe90: grazie, sei davvero molto gentile!

Kim: grazie! E comunque sei veramente molto brava, lo sai? Devo ancora recensirti l’ultimo chap che hai postato…ma meriti un sacco di complimenti perché mi piace molto il tuo modo di scrivere e interpretare le situazioni. Sto rileggendo anche la tua prima storia…è molto, molto bella!

Danae: il tuo entusiasmo mi ha messo di buonumore =) e sì, Seamus è proprio un grande….

Vega: dai un’occhiata alla tua posta stasera =) un bacio grande

Kiara: carissima! Spero davvero che la storia continuerà a piacerti, mi piace trovare le tue recensioni =)

Marilia: tranquilla, non succede proprio niente…non è la fine del mondo, è solo un titolo ed è una coincidenza! Buon trasloco!

Virginia: non capisco la tua recensione (c’è ben poco da capire, comunque), ma interpreto la tua vaga esclamazione in modo non positivo. E onestamente non capisco perché se devi dire che una cosa non ti piace non lo dici e basta, senza lasciare messaggi “cifrati”.

Alice: ti voglio un bene dell’anima! E sono contenta che tu abbia risolto tutto... sei grande =)

Neo: …già sai! =)

 

Ah, dimenticavo: mia sorella ringrazia tutti per gli auguri al suo sito! =)

Beh, ora devo lasciarvi…il prossimo capitolo, mh…”Addio Hogwarts”. Suona familiare? Per chi ha letto le altre storie della saga sicuramente si. Baci e baciotti

 

Sunny

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Capitolo 3
*** Addio Hogwarts ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

CAPITOLO 3: ADDIO HOGWARTS

 

 

It's a cruel , cruel summer
Leaving me here on my own
It's a cruel , cruel summer
Now you're gone
The city is crowded
My friends are away
And I'm on my own

                                               Cruel Summer, Bananarama

 

 

***************

 

 

Hermione si sentiva veramente molto contenta di aver stretto un legame così forte con Ginny, o per lei sarebbe stato il terzo anno consecutivo ad assistere da sola agli allenamenti della squadra di Grifondoro. Una volta ci veniva per accompagnare Ron, ma ora che lui era il portiere sarebbe stata davvero da sola sugli spalti. Stare con Calì e Lavanda sarebbe stato a dir poco impossibile: il gossip non era decisamente il suo forte.

 

“Ma insomma, Seamus, è possibile che non ne fai entrare una?!” fece accigliato Harry mentre frenava la sua scopa. Da quando era diventato capitano ogni volta che saliva sulla sua Firebolt non faceva rimpiangere in niente le fisse di Oliver Baston.

 

Seamus, uno dei cacciatori della squadra, si stava sistemando coi denti uno dei guantoni, reggendosi con una mano alla scopa per non cadere. “Qwshta m’rda di chuando…!” brontolò, storpiando le parole per via del guantone fra i denti.

 

Ron ridacchiò, frenando la sua discesa verso destra. “Si, dai la colpa al guanto…”

 

Ginny sugli spalti rise e scosse la testa. “Ma guardalo, si sta dando tante arie solo perché ultimamente è più in forma che mai.”

 

Hermione si strinse nel cappotto quando una ventata più fredda attraversò il campo e le tribune, ricordando a tutti che Novembre era ormai inoltrato. “E’ la partita contro Serpeverde che li sta emozionando tutti, direi.”

 

Ginny si sfregò le mani. “Se Tassorosso batte Corvonero domenica prossima abbiamo praticamente la coppa in tasca.”

 

“Quindi farete il tifo per noi?”

 

Le due ragazze si voltarono. Justin Finch - Fletchey stava in piedi sul piccolo spiazzo della tribuna che dava sulle scale. Ginny fece un sorriso gentile e allegro: gli piaceva quel ragazzo, soprattutto da quando lo aveva visto giocare nella squadra di Tassorosso due anni prima. Era un battitore molto in gamba, una volta aveva perso la sua mazza e per proteggere il suo compagno cercatore si era beccato un bolide in pieno stomaco. Un gesto eroico che gli era valso molta popolarità.

 

“Ciao Justin:” disse vispa Hermione.

 

Justin ricambiò ai sorrisi e si andò a sedere accanto a loro. “Seguite gli allenamenti?”

 

“Più o meno.” Rispose Hermione. “E tu che ci fai qui?”

 

Justin scrollò le spalle. “Sono andato a chiedere a Madama Bumb il permesso di allenarci domani, dopo le lezioni. Ci dobbiamo allenare a fondo per battere Corvonero.”

 

“Avete ottime possibilità, direi.” Disse Ginny.

 

“Già, beh…comunque meglio non sottovalutare l’avversario.”

 

Ginny gli fece un occhiolino. “In ogni caso se vincete ci date una grossa mano.”

 

Justin rise e poi spostò il suo sguardo su Hermione. “Come mai non c’eri sabato alla riunione ai Tre Manici di Scopa?”

 

“Sono passata…ma l’ho trovata piuttosto inutile.” Fece semplicemente Hermione. “Dubito che Silente prenderà mai in considerazione una proposta simile.”

 

Justin annuì. “Beh, però è stato un peccato. Speravo di poterti incontrare lì…sai, per una burrobirra insieme.”

 

Ginny trattenne un sorrisetto e guardò Hermione, che si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “…possiamo fare per la prossima volta.”

 

“Sabato prossimo?”           

 

Hermione sorrise, leggermente arrossita. “Si, per me va bene.”

 

Justin le rivolse un gran sorriso. “Per me ancora meglio.”

 

“Hermione!”

 

Ron svolazzò con la sua scopa vicino alla tribuna, mostrandole parte della sua casacca di Grifondoro strappata sulla spalla. “Mi dai una mano?”

 

Hermione si alzò, sfoderando la bacchetta. “Ma sei mai capace di non rompere qualcosa tu?”

 

Ron scrollò le spalle, e mentre lei si dedicava alla sua casacca lui alzò lo sguardo e vide il suo amico di Tassorosso. “E tu che ci fai qui, sei venuto a spiare?” gli disse con un sorrisetto.

 

Justin ridacchiò e scosse la testa. “Sette maschi in pantaloni e mantellino rosso? Nah, grazie lo stesso, non siete poi così interessanti. Preferisco loro.” Con un cenno del capo indicò Hermione e Ginny.

 

“No, tu mia sorella non la preferisci affatto.” Il tono di Ron, comunque, era piuttosto allegro.

 

“Ignoralo.” Fece Ginny. “Io nemmeno lo conosco.”

 

“Ma che bella sorella che mi ritrovo!”

 

Justin rise e scosse la testa. “Io credo a lei.”

 

“Ecco fatto, sei a posto.” Hermione si rimise la bacchetta a posto nella tasca.

 

“Che cosa farei senza di te.” Ron le diede un bacio sulla guancia e spronò la sua scopa verso il campo. Lei sorrise e scosse la testa in silenzio.

 

Justin si alzò. “Beh, ci vediamo in giro, allora.”

 

“Ok. Ci vediamo.” Hermione lo salutò.

 

Ginny gli fece un cenno con la mano. “Ciao.”

 

Il ragazzo sorrise a entrambe e si allontanò. Ginny aspettò che se ne fosse andato via, poi si voltò tutta emozionata verso la sua amica. “Hermione, ti rendi conto? Hai un appuntamento con Justin!”

 

“Ma non è un vero appuntamento, andiamo solo a bere una cosa insieme…” Hermione tornò a sedersi vicino a lei.

 

Ginny alzò gli occhi al cielo. “Ah, e questa non è la definizione di appuntamento?”

 

“…si, ma…tra amici…”

 

“Ce l’hai qualcosa di sexy da mettere?”

 

“Oh, ma dai, Gin!”

 

“Beh, che c’è di male a farsi belle per un ragazzo?” ancora molto entusiasta, Ginny si sistemò meglio la coda che le raccoglieva i capelli rossi. “Secondo me ti starebbe bene la mia gonna azzurra, quella che ho comprato l’estate scorsa, ti ricordi?”

 

Hermione sospirò e abbassò la testa. “Non ho tempo per queste cose, Gin.”

 

Ginny si ammutolì e prese ad accarezzarle dolcemente la schiena. “Hai fatto ancora quello strano sogno? Quello in cui la nostra scuola diventa tutta nera?”

 

Hermione si morse il labbro e annuì piano. “E’ dal giorno dell’attacco a King’s Cross che mi è entrato in testa e non se ne va più.”

 

“A Harry e Ron l’hai detto?” mormorò piano Ginny.

 

Hermione scosse la testa. “No, non voglio assolutamente caricarli con altre preoccupazioni. Probabilmente il mio sogno com’è venuto andrà via.”

 

Ginny le accarezzò i capelli. “E’ per questo che non voglio che ci pensi…voglio vederti un po’ distratta, mi dispiace se stai male.”

 

Hermione si sforzò di sorriderle. “Va bene. Prestami la tua gonna azzurra per sabato.”

 

Ginny le fece un gran sorriso e le appoggiò la mano sulla sua. “Così si fa!”

 

Hermione però notò una cosa sulla mano della sua amica: un taglio piuttosto gonfio. “E questo dove te lo sei fatto?” le chiese, esaminandole la mano più da vicino.

 

“Erbologia.” Ginny scrollò le spalle.

 

“Ma ci sei stata in infermeria?” chiese preoccupata Hermione, e Ginny scosse la testa. “Beh, dovresti farti dare un’occhiata.”

 

“Chi è che deve andare in infermeria?”

 

Hermione e Ginny alzando lo sguardo si resero conto che parlando avevano perso di vista l’allenamento, che nel frattempo era bello che finito; e infatti Harry e Ron, tutti sudati e coi capelli più spettinati del solito, stavano lì in piedi con le scope in mano.

 

“Che ti sei fatta alla mano, Gin?” chiese Ron, accigliandosi.

 

“Non è niente.” La sorella scrollò le spalle. “Un folletto dell’Arunda Imperciundia mi ha morso stamattina, mentre facevamo Erbologia.”

 

“Comunque è meglio se te la fai controllare questa mano, tanto per essere sicuri.” Replicò Ron.

 

Harry si asciugò la fronte con una manica della casacca. “Che ci faceva qui Justin?”

 

“Non vi stava spiando, lui…” provò a rispondere Hermione, ma Ginny la interruppe bruscamente.

 

“Ha invitato Hermione a uscire!”

 

Ron inarcò un sopracciglio, Harry fece un sorrisetto. “Esci con Justin?”

 

Hermione arrossì. “E’ meglio che ci muoviamo, o faremo tardi a cena.” Disse sbrigativamente.

 

“Perché tutta questa fretta improvvisa?” la punzecchiò Harry. “C’è tempo, possiamo metterci comodi e parlare…”

 

Hermione mise le mani sui fianchi. “Non credo proprio. Io ora devo accompagnare Ginny in infermeria…e voi due fareste meglio a fare una doccia.”

 

Ron si annusò un’ascella. “Stai dicendo che puzziamo?”

 

“Harry non puzza.” Disse Ginny.

 

“Certo, lui quando suda odora di vaniglia e mughetto.” Fece sarcasticamente Ron.

 

Harry ridacchiò. “No, direi di pesca.”

 

“Di qualunque cosa si tratti non è piacevole, perciò andate a lavarvi.” Hermione si alzò in piedi, prendendo per un braccio Ginny.

 

“Si, mamma.” Dissero in coro i due ragazzi.

 

Ginny rise e li salutò con un sorriso. “Ci vediamo a cena.”

 

 

***************

 

 

Fissando sempre la stessa pagina del libro di incantesimi che aveva davanti al naso da quasi un’ora, Hermione si trovò costretta ad ammettere di non riuscire a studiare niente. Si sentiva molto tesa, non aveva alcun senso negarlo. Forse era quella strana sensazione di angoscia che si sentiva addosso dalla notte precedente, quando si era svegliata coperta di sudore freddo dopo un incubo spaventoso: aveva sognato un’ombra nera che investiva non solo lei, ma anche i suoi amici. E da allora non era stata più capace di prendere pace, nonostante tutti i tentativi di Ginny di tirarle su il morale. Ma ora neanche Ginny c’era a farle compagnia: Madama Chips, in un eccesso di zelo, aveva scelto di trattenerla in infermeria per tutta la notte, quel tanto da sincerarsi che il morso del folletto non le avesse procurato reazioni allergiche.

 

“Neville!!”

 

Lo strillo acuto di Calì fece voltare Hermione: Calì e Lavanda si stavano laccando le unghie con cura, ma i continui tentativi di Neville di cercare il suo rospo Oscar sotto il tavolino le stavano ostacolando.

 

“La smetti di passare sotto il tavolo, per favore?” il tono di Lavanda era molto irritato.

 

“Scusate, ma ora non riesco proprio a trovare Oscar…non è che voi l’avete visto, per caso?” fece Neville, sgusciando fuori.

 

“No, e sinceramente non è qui.” Ribattè seccata Calì.

 

Neville scrollò le spalle e continuò a cercare il suo rospo, stavolta intralciando un gruppo del quinto anno che sembrava molto preso da una partita di carte magiche.

 

Seamus e Dean, stravaccati sul divano, stavano discutendo animosamente a proposito di un articolo pubblicato sulla pagina sportiva della Gazzetta del Profeta: Seamus si ostinava a dare ragione al giornalista, che aveva fatto i suoi pronostici molto positivi sulla campagna di acquisti della loro squadra del cuore di quidditch; Dean trovava fiacchi la maggior parte dei nuovi giocatori, di conseguenza non si sentiva per niente ottimista.

 

Harry e Ron, viceversa, erano molto più taciturni: stavano facendo una partita a scacchi vicino al camino, e tanto per cambiare i pezzi di Ron dominavano la partita. Harry però non si stava lamentando come al solito, né minacciava una rivincita. Aveva la mascella serrata e lo sguardo teso. Questo fece preoccupare Hermione ancora di più: un conto era se solo lei aveva un brutto presentimento, un conto era se anche Harry ce l’aveva.

 

“Scacco matto.” Disse alla fine Ron.

 

Harry fece una smorfia indifferente. “Strano, chissà come mai non te l’avevo ancora sentito dire stasera.”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Che ti prende?”

 

Harry esitò, poi scosse la testa. “Niente, è solo che…”

 

Un’esplosione incredibilmente forte fece sussultare tutti i ragazzi presenti nella sala comune: era stato come un tuono, ma cento volte più forte e cento volte più vicino, come se una parte del castello fosse saltata in aria. Mentre nella sala comune accorrevano in fretta dai dormitori tutti gli altri Grifondoro, Colin Canon e un suo amico corsero alle finestre per poi voltarsi di scatto, pallidi e sconvolti.

 

“La torre di Corvonero è in fiamme!”

 

Una ragazzina del quarto anno urlò. “Stanno attaccando Hogwarts!!”

 

Nella sala comune si scatenò il panico in un attimo: i ragazzi più piccoli cominciarono a urlare e a correre da tutte le parti, i più grandi raggiunsero le finestre per vedere un’orda di uomini in nero spargersi per il cortile della scuola, e altri si lanciarono di corsa verso l’uscita della sala.

 

Hermione raggiunse di corsa Harry e Ron: anche loro erano bianchi come due cenci. “Che facciamo?” fu costretta a urlare per farsi sentire in tutto il caos che si era creato.

 

“Dobbiamo trovare Silente!!” ribattè Harry, voltandosi.

 

Ron, che stava guardando verso le finestre, spalancò gli occhi. “Ma che cazzo…?!” Harry e Hermione si voltarono di scatto.

 

Le finestre a cui si stavano affacciando i ragazzi divennero all’improvviso nere, ma prima che qualcuno potesse chiedersi il perché i vetri s’infransero come colpiti dall’esterno e un numero infinito di uomini in nero si lanciarono all’interno, fra le urla di terrore degli studenti.

 

“Via di qui, presto!!!” urlò Ron.

 

Harry, Ron e Hermione corsero verso l’uscita della sala comune, seguiti a ruota da tutti quelli che erano riusciti in qualche modo a sfuggire ai mangiamorte. Ma non erano poi così in tanti: quasi tutti i più giovani erano stati colpiti subito da Avada Kedavra e Cruciatus volanti, e Hermione si costrinse a serrare gli occhi per non voltarsi quando sentì Calì e Lavanda strillare disperatamente; sarebbe stato inutile tornare indietro, ormai loro erano state prese e c’erano così tanti mangiamorte che non solo non le avrebbero salvate, ma si sarebbero consegnati loro stessi a una morte inutile e più che certa.

 

Corsero fuori, al centro della torre di Grifondoro: e lì era un incubo ancora più che dentro. Arrivavano mangiamorte da tutte le parti. Due ragazze del quinto anno vennero colpite in pieno mentre cercavano di scappare. Il piccolo gruppetto del sesto anno, Colin Canon incluso, fu circondato da tanti uomini in nero che gli altri ragazzi non li videro più, ma Harry si sentì fisicamente male quando li sentì gridare di dolore.

 

“Da quella parte!!” urlò Dean, indicando lo scalone che collegava la torre al resto del castello. I ragazzi vi si lanciarono di corsa.

 

Tutto all’improvviso anche sulle scale piombarono ombre in nero da ogni parte: un mangiamorte puntò la bacchetta contro Neville, ma Hermione si sfilò dalla tasca la sua abbastanza in fretta da urlare “Impedimenta!” e respingere il nemico fino a farlo cadere oltre lo scalone.

 

Harry, Ron, Seamus e Dean presero a loro volta le loro bacchette e fecero in modo da spianarsi la strada, almeno per quanto gli era possibile. Gli altri ragazzi cercarono di seguire il loro esempio, ma non a tutti andò tanto bene: due ragazzi – uno dei quali era proprio il prefetto Carl Peterson – vennero centrati in pieno da due pugnali ben lanciati.

 

Alle loro spalle si sentì un’esplosione incredibile, e istintivamente i ragazzi si voltarono: la torre di Grifondoro stava bruciando.

 

Harry alzò gli occhi verso il soffitto quando vide un mangiamorte colpire con un incantesimo una grossa colonna: non solo pezzi di soffitto cominciarono a cadere da tutte le parti…ma la mastodontica colonna iniziò a precipitare nella loro direzione.

 

“Oh merda!! Allontanatevi da qui!!”

 

I ragazzi in qualche modo riuscirono a scendere di corsa le scale per mettersi al riparo dalla caduta della grande colonna. Tutti tranne…

 

“Neville!!!”

 

L’urlo di Hermione fece voltare gli altri: Neville era rimasto incastrato con un piede in un buco nelle scale, proprio sotto la colonna che stava completando la sua caduta impietosa.

 

“Cazzo!!” Harry non ci stette troppo a pensare e corse di nuovo indietro, seguito da Ron.

 

“No, che fate!! Tornate indietro!!” Seamus tentò di fermarli ma fu inutile.

 

Harry e Ron afferrarono Neville per le braccia e cercarono di tirarlo su. Il paffuto ragazzo, però, era incastrato. “Punta i piedi, Neville!!!” gli urlò Ron. Alla fine riuscirono a liberarlo…ma era troppo tardi per scappare dalla colonna. Sentirono Hermione strillare e si prepararono a provare un gran dolore…

 

…ma la colonna non cadde.

 

L’aveva fermata la McGranitt.

 

L’anziana professoressa era vicina al gruppetto di studenti in fuga e teneva la bacchetta puntata contro la colonna, che era ferma a mezz’aria e fu lasciata libera di cadere solo quando i tre ragazzi furono al sicuro.

 

“Professoressa McGranitt!!” fece affannando Harry.

 

L’anziana donna era mortalmente bianca. “Andatevene, scappate!” disse rapidamente. “Penserò io a coprirvi la fuga!”

 

“Professoressa, ma lei?” fece istericamente Hermione.

 

“Andate!” disse un’ultima volta la McGranitt, prima di gettarsi nella mischia lanciando incantesimi in tutte le direzioni e colpendo tre incappucciati.

 

Harry tirò Hermione per un braccio vedendola esitare, ed esortò anche gli altri a continuare; non fecero neanche dieci metri che sentirono la loro insegnante urlare raucamente.

 

Hermione si voltò e rimase immobile, folgorata alla vista del cadavere della professoressa a terra. Ron la tirò per un braccio, poi vedendo che non reagiva la voltò per le spalle verso di lui. “Dobbiamo andarcene da qui, forza!!” col secondo scrollone Hermione sembrò uscire dal trance, e riprese a correre disperatamente con gli altri.

 

 

***************

 

 

Jonah Spencer osservava soddisfatto i suoi uomini assalire Hogwarts dallo spazio antistante il castello. L’impresa che gli aveva assegnato il suo signore stava andando alla grande: Hogwarts era in fiamme, urla di terrore e di dolore si sentivano da ogni parte, ormai la grande e leggendaria scuola di magia e stregoneria era ridotta in ginocchio. Bastava la stoccata finale, e la vittoria sarebbe stata completa.

 

“Padron Spencer.” Il capo di un gruppo di mangiamorte che stava nel parco davanti al castello si fece avanti. “La torre a est è crollata. Quella a ovest sta bruciando, non reggerà ancora per molto.”

 

Spencer annuì. “Prendi venti uomini e vai a dare una mano a Lestrange, dove sta infuriando la battaglia.” L’uomo annuì e si allontanò, facendo un cenno con la mano per essere seguito dalla sua truppa.

 

Sullo spiazzo c’era un gran via-vai di uomini in nero, ma tutti si bloccarono e si voltarono con le bacchette puntate in mano quando una sagoma comparve poco oltre l’ingresso della scuola. La sagoma non battè ciglio.

 

Spencer incrociò le braccia sul petto. “Bene, bene, bene.” Disse con un sorrisetto beffardo. “Ecco la ciliegina sulla torta.” La sagoma si avvicinò a passi decisi, ma quando i mangiamorte alzarono le bacchette Spencer fece cenno di stare fermi. “Albus Silente.” Mormorò con falso rispetto. “Il più grande e il più saggio dei maghi dei nostri tempi.”

 

Il viso di Silente tradiva un’espressione così furiosa e colma di rabbia contenuta che chiunque lo avesse visto non lo avrebbe mai riconosciuto come il mite e tranquillo preside di Hogwarts. “Sapevo che saresti passato dal lato oscuro.” Anche la sua voce era assurdamente dura e rigida. “Quello che non immaginavo è quanto in alto saresti arrivato a forza di uccidere poveri innocenti.”

 

Spencer scrollò le spalle, quasi divertito. “Si fa quel che si può.”

 

Silente estrasse la bacchetta. “Hai già fatto fin troppo male in giro. Non ti permetterò di uccidere questi ragazzi.”

 

Spencer prese tranquillamente la sua, facendo cenno ai suoi uomini di fare spazio. “Non aspettavo altro, il mio signore voleva che fossi proprio io a portarti i suoi saluti.”

 

Silente non disse nulla, ma sollevò bene la bacchetta. Questa volta non avrebbe fallito, a costo della vita.

 

 

***************

 

 

Harry schivò un pugnale per poco, contando sulla velocità a cui si stavano affidando sia lui che gli altri ragazzi che stavano correndo per raggiungere l’uscita nel più breve tempo possibile. Raggiunsero il corridoio centrale, ma quando lo videro pieno di mangiamorte si nascosero velocemente dietro a una porta.

 

“E adesso che diavolo facciamo?” fece Seamus, col viso pallidissimo e il fiatone.

 

“L’uscita è bloccata, non possiamo passare in mezzo a quel casino.” Replicò Ron.

 

Hermione scosse freneticamente la testa. “Il parco sarà già in mano loro.”

 

Harry all’improvviso spalancò gli occhi, come se avesse trovato la luce in una stanza buia. “So io dove dobbiamo andare!”

 

“Che stai dicendo?” gli chiese subito Ron.

 

“Il passaggio segreto per Hogsmeade!” gli rispose Harry, poi si volò verso gli altri. “C’è un passaggio segreto che ci porterà tutti fuori di qui, è al terzo piano. Seguitemi!”

 

Non ci fu il tempo per valutare niente, Harry iniziò la sua corsa verso il terzo piano e gli altri lo seguirono a ruota. Due ragazzi del sesto anno in coda al gruppo, però, furono stroncati da due Avada Kedavra ben piazzati.

 

“Dov’è questo passaggio segreto?” urlò Dean a Harry mentre correvano su per le scale a perdifiato.

 

“Nel corridoio a destra dell’aula di Divinazione, quello in fondo!” ribattè Harry senza rallentare.

 

Quando furono arrivati all’ultimo scalone, però, una finestra si frantumò in mille pezzi e ne balzarono dentro due mangiamorte. I ragazzi si fermarono al volo, ma non ebbero il tempo di scappare quando videro uno dei due uomini alzare la bacchetta e urlare “Avada Kedavra!” Il fascio di luce verde centrò in pieno Seamus, che cadde addosso a Ron che gli era dietro.

 

“Seamus!!!” urlò Dean.

 

“Nooo!!!” anche Harry si voltò di scatto.

 

Ron, che era caduto a terra sotto il corpo senza vita del suo amico, scosse nevroticamente la testa mentre tentava inutilmente di muoverlo sperando di sentirlo ancora vivo. Hermione e Neville li raggiunsero di corsa, e lei si coprì la bocca con una mano.

 

Dean si voltò verso i due mangiamorte con gli occhi gonfi di odio, e senza esitare impugnò la bacchetta e si lanciò contro di loro. “Maledetti bastardi!!!”

 

“Dean fermati!!!”Harry non riuscì a fermare il gesto furioso e disperato del suo amico, e fu costretto ad assistere quando l’altro mangiamorte eliminò anche lui con un altro Avada Kedavra.

 

Harry sentì una rabbia folle e disperata scorrergli nelle vene, e si voltò verso i due uomini con la bacchetta stretta forte in mano e i denti così serrati che fu un miracolo che non gli si frantumarono all’istante.

 

Neville aiutò Ron a far scivolare dolcemente a terra il corpo di Seamus. Ormai era tutto inutile. Ron si alzò in piedi rabbiosamente e prese la bacchetta senza nemmeno soffermarsi ad asciugarsi le lacrime che gli scendevano sulle guance.

 

Quando lo vide fare un passo avanti Hermione si avvinghiò disperatamente al suo braccio, cercando con tutte le sue forze di trattenerlo. “No, ti prego, non andare!!”

 

Ron tentò di liberarsi dalla sua presa. “Lasciami!! Quegli stronzi la devono pagare cara!!!”

 

“Non servirà a niente, non riporterai in vita Seamus e Dean in questo modo!!! Ti farai ammazzare inutilmente, non capisci??” gridò disperata Hermione, con le lacrime che le scendevano copiosamente lungo la faccia.

 

Neville si voltò verso i mangiamorte, e vedendoli già con la bacchetta tesa in avanti urlò “Attenti!!”

 

Un momento dopo però i due uomini furono colpiti da due fasci di luce argentea, e i ragazzi voltandosi videro che a lanciarli era stato il professor Severus Piton.

 

L’uomo, visibilmente sconvolto e privo del suo solito autocontrollo, teneva la bacchetta ben stretta in una mano e il pugnale in un’altra. “Andatevene di qui, forza!!” urlò agli studenti.

 

Hermione gli rivolse una veloce occhiata di gratitudine, poi riprese a correre insieme a Harry, Ron e Neville. Se avesse avuto il tempo di piangere per tutti i compagni che avevano perso l’avrebbe fatto, ma non era quello il momento. Dovevano pensare a salvarsi.

 

Neanche loro capirono come, ma raggiunsero il corridoio centrale del terzo piano correndo così forte che avevano i polmoni svuotati d’aria. Per un momento il viso di Harry si illuminò quando vide la porta che li avrebbe condotti nel piccolo corridoio della salvezza. “Ci siamo quasi!” urlò.

 

Hermione si costrinse a correre più forte anche se non aveva più fiato. Ormai era solo la forza della disperazione a farle muovere le gambe…quella stessa forza che le venne meno quando sentì una mano afferrarla bruscamente per un braccio e tirarla di violenza in una stanza alla sua sinistra.

 

Sentendola strillare i tre ragazzi si fermarono e si voltarono di scatto per cercarla. La chiamarono, urlarono il suo nome più volte, e finalmente un suo grido di aiuto gli fece capire dov’era rimasta. Raggiunsero in pochi passi l’aula che avevano appena superato, e trovarono uno spettacolo quasi peggiore di quello che si aspettavano: un mangiamorte stava tenendo saldamente Hermione per le braccia, mentre un altro stava armeggiando per strapparle di dosso la gonna nonostante lei scalciasse furiosamente.

 

Ron non esitò neanche: balzò sulla schiena dell’assalitore, stringendogli forte un braccio intorno alla gola e tirando con tutte le sue forze, e Harry completò l’opera rifilandogli due calci allo stomaco decisamente arrabbiati. L’altro mangiamorte buttò violentemente di lato Hermione – che sarebbe caduta se Neville non l’avesse sorretta – e si lanciò in aiuto del suo amico. Harry gli puntò contro la bacchetta per fermarlo, ma una nuova voce irruppe nella stanza.

 

“Expelliarmus!”

 

Le bacchette dei quattro ragazzi volarono nella mano di un uomo incappucciato che stava sulla soglia della porta, sfortunatamente seguito da altri tre compagni. L’uomo con le bacchette in mano non perse tempo in convenevoli, e colpì Harry e Ron con due Cruciatus alquanto ben piazzati. Le urla di dolore dei due ragazzi si mescolarono a quelle di panico di Hermione e Neville, che vennero afferrati saldamente da due uomini. Gli altri due rimasero in piedi a puntare le bacchette contro Harry e Ron, che però erano ancora a terra molto doloranti.

 

“Ma bene.” Fece l’uomo con le quattro bacchette in mano. “Abbiamo dei giovani ribelli qui.” E così dicendo buttò le bacchette fuori dalla stanza con noncuranza. “Avete del fegato, ragazzi. Peccato che dobbiate fare questa fine.”

 

Harry e Ron si rimisero a fatica in piedi e guardarono per un momento intorno: erano cinque a quattro…ma loro erano anche armati. Non era una buona situazione.

 

Il mangiamorte si avvicinò lentamente a Hermione, che pur affannando stava facendo del suo meglio per non mostrare tutto il suo panico. “…forse con te ci potremmo divertire un po’ prima…” le mormorò con un sorriso sadico, sfiorandole il collo col dorso della mano. Lei immediatamente cercò di dimenarsi.

 

“Lasciala stare!!” urlò Ron.

 

L’incappucciato si voltò verso di lui. “La tua mamma non ti ha insegnato a stare zitto? Crucio!”

 

Ron cadde a terra, contorcendosi per il dolore. Harry, furioso come non mai, si lanciò contro il loro assalitore ma anche lui fu fermato da un dolorosissimo Cruciatus.

 

“Basta!!” gridò Neville, bianco cadaverico.

 

“Nooo!!” Hermione fece del suo meglio per divincolarsi, ma fu inutile. Non le rimase che assistere alla tortura dei suoi amici, che a furia di beccarsi la maledizione Cruciatus cominciavano ad avere grossissime difficoltà a rimettersi in piedi.

 

Uno dei due mangiamorte che li teneva sotto tiro fece uno sgradevole sorriso. “Ehi capo, guarda un po’. Hai visto chi è il moccioso?”

 

Harry ebbe a malapena le forze per sorreggersi sui gomiti quando l’uomo in nero si chinò alla sua altezza e gli scansò un ciuffo di capelli dalla fronte. Fece un sorriso molto crudele quando lo riconobbe. “Harry Potter. Questo cambia tutto.”

 

Harry lo fulminò con lo sguardo, con gli occhi ridotti a due fessure.

 

L’uomo si rialzò. “Che peccato che abbiamo l’ordine di non ucciderti…sarebbe stato estremamente piacevole portare il tuo cadavere al nostro signore.” E così dicendo posò la bacchetta proprio contro la fronte di Harry, dritto in mezzo agli occhi. “Tuttavia…”

 

Harry sentì Hermione trasalire, ma lui mantenne il suo sguardo duro e forte. Se doveva morire almeno voleva farlo a testa alta e non da codardo.

 

“Sarebbe ugualmente glorioso riportare al mio signore il suo nemico numero uno in ginocchio, a implorarlo di accoglierlo fra i suoi soldati.”

 

“Te lo puoi scordare.” Sibilò Harry con odio.

 

Il mangiamorte non si scompose. “Non mi piacciono i ragazzini capricciosi.” E senza dare a nessuno la possibilità di reagire puntò la bacchetta contro Ron. “Crucio.”

 

Hermione strillò, cercando di dimenarsi per correre a fermare quella orribile scena; chiuse forte gli occhi per non vedere Ron contorcersi a terra dal dolore, ma non potè non sentire le sue urla.

 

Harry si lanciò contro il mangiamorte ma fu fermato e trattenuto per le braccia da un altro dei presenti. “Basta!!! Lascialo in pace!!!”

 

Il mangiamorte finalmente si decise ad abbassare la bacchetta. Ron rimase a terra, mordendosi le labbra per non lasciarsi scappare neanche un lamento e tenendosi forte lo stomaco. “Che cosa ne dici, Potter? Hai cambiato idea?”

 

“Lascia stare gli altri, è me che vuoi!!” tuonò Harry, dando non pochi problemi all’uomo che lo stava trattenendo.

 

“Non mi sembra che tu stia usando il cervello, ragazzo.” L’uomo in nero incrociò le braccia sul petto. “Ti ho fatto una proposta.”

 

“Preferirei morire piuttosto che unirmi al vostro branco di sporchi assassini!” Harry gli rispose con tutto l’odio che aveva in corpo.

 

Il mangiamorte inarcò un sopracciglio, poi sorrise crudelmente. “Vediamo se la tua amichetta la pensa come te.”

 

Harry scalciò disperatamente. “No, fermo!!”                    

 

Il mangiamorte si avvicinò a Hermione, che lo stava guardando con tutto l’odio di cui era capace, e le prese il mento in una mano, sollevandole la testa e impedendole di aprire bocca. Contemporaneamente le sfiorò il collo con le dita. “Proprio tu fra tutti non dovresti essere così spaventata…sarai l’unica che morirà felice…mi occuperò personalmente di questo, piccola…” Hermione serrò forte gli occhi ed emise un gemito.

 

“Bastardo, toglile le mani di dosso!!” urlò Harry, mentre Ron cercava inutilmente di rialzarsi.

 

Il mangiamorte estrasse un grosso coltello e lo avvicinò al collo di Hermione. “Ti ripeto la mia proposta. Vuoi unirti a noi?” disse lentamente.

 

Hermione scosse coraggiosamente la testa. “Non ascoltarlo, Harry!” riuscì a strillare, con la voce che le tremava.

 

“Va bene!!” urlò Harry, chiudendo forte gli occhi per un attimo. “Farò quello che vuoi, ma lasciala stare!!”

 

L’uomo curvò le labbra in un sorrisetto spietato. “Chissà come mai non mi convinci più di tanto.” E così dicendo col pugnale fece un taglio sul collo di Hermione, proprio sotto l’orecchio. Lei strillò mentre le prime lacrime le scendevano sulle guance.

 

“Basta, smettila!! Smettila!!!” Harry non sapeva più come fare per riportare su di sé l’attenzione del mangiamorte. Era chiaro che ormai scalciare non serviva più.

 

L’uomo con due dita raccolse un po’ del sangue di Hermione e lo leccò. “Mmh…gustoso.” Hermione non si trattenne più e singhiozzò forte. Neville, che era in completo stato di shock dopo aver rivisto gli effetti del Cruciatus sui suoi amici, chiuse forte gli occhi per non dover vedere anche questo.

 

Ron raccolse tutte le sue forze e si rimise in piedi, con le gambe che gli tremavano e le lentiggini che spuntavano nettamente sul viso pallidissimo. “Bastardo…” ruggì fra i denti, lottando per restare cosciente. “…sei solo uno sporco vigliacco…te la prendi con una ragazza…pisciasotto di merda, vieni qui se sei un uomo…”

 

Il mangiamorte si avvicinò in due passi a lui e lo afferrò per il maglione, strattonandolo in avanti. “Preferisci prendere il suo posto forse?!?”

 

“Ti ho detto di lasciarli stare!!!” urlò Harry. “Non otterrai niente da loro, è con me che ce l’hai!!”

 

Il mangiamorte fece un sinistro sorriso e puntò il pugnale contro Ron, che nemmeno battè ciglio nel vederlo così vicino. Era arrivato a un punto di sofferenza fisica e psicologica tale che la morte non lo spaventava per niente, anzi. Se significava mettere fine a tutto questo era la benvenuta.

 

“Convinci il tuo amico a diventare un seguace del nostro signore.” Sibilò l’incappucciato. “E libereremo te e i tuoi compagni subito.”

 

Ron lo guardò con un assurdo sorrisetto beffardo. “Vaffanculo.”

 

Harry serrò forte gli occhi: sapeva che in quel momento avrebbero ucciso Ron.

 

Ma in quel preciso istante una luce e un’esplosione colpirono una parete della torre, che vibrò come se ci fosse stato un terremoto mentre il muro colpito crollò, scoperchiando la stanza dal soffitto e facendo aprire una voragine che dava dritto sul cortile dove si stavano battendo Silente e Spencer, da dove era partito il colpo. Ci fu un momento di enorme confusione in cui tutti agirono d’ istinto.

 

Il mangiamorte più vicino alla parete colpita crollò a terra sotto il peso delle grosse pietre del soffitto; Harry concentrò tutte le sue forze nella spallata che diede all’uomo che lo teneva, facendolo cadere giù nella voragine. Il mangiamorte che tratteneva Neville subito lo buttò a terra per andare a vedere che fine avevano fatto i suoi due compagni. Contemporaneamente Ron e l’incappucciato che li stava torturando caddero a terra per la violenza dello scoppio, ma Ron fu più veloce a prendere il pugnale da terra e rialzarsi. Evidentemente però un ragazzo piuttosto magro, pallido da far paura e dolorante non incuteva troppo terrore, perché il mangiamorte vedendolo scoppiò in una risata beffarda. Probabilmente non si sarebbe mai aspettato che quel ragazzo avrebbe avuto il coraggio e la forza di piantargli il pugnale nel cuore. Ma non ebbe il tempo di restare sorpreso, stramazzò a terra morto senza un suono. Il mangiamorte che tratteneva una scalpitante Hermione cercò di riprendere in mano la situazione, e stringendole forte la gola in una mano estrasse la bacchetta e la puntò contro i tre ragazzi, prevenendoli.

 

“Fermi!!! Una sola mossa e la uccido!!” urlò.

 

I ragazzi si bloccarono, soprattutto vedendo Hermione che non riusciva a respirare con la mano dell’uomo così stretta attorno al collo.

 

“Fanculo gli ordini.” Bofonchiò il mangiamorte, puntando la bacchetta contro Harry. Nella confusione del momento nessuno sentì Neville chiamare il suo rospo Oscar, che gli era saltato improvvisamente fuori dalla tasca.

 

Fu un istante troppo rapido e intenso per capirci qualcosa; il mangiamorte urlò “Avada Kedavra” ma contemporaneamente Oscar gli balzò in faccia, facendolo arretrare proprio quel tanto da far dirigere il colpo in un’altra direzione. Hermione emise un gemito strozzato e chiuse forte gli occhi nel vedere il corpo senza vita di Neville cadere a terra con un tonfo sordo.

 

“Nooo!!!” urlò disperato Harry. “Ma perché, perchèèèè????”

 

Un altro mangiamorte fece capolino nella stanza quasi distrutta. “Andiamo! Sono arrivati i War Mage!”

 

L’incappucciato che teneva Hermione la buttò a terra e corse verso la porta della stanza, ma prima di scomparire del tutto si voltò e urlò “Tu sei morto, Potter!”

 

Hermione, piangendo disperatamente ma senza emettere alcun suono, raggiunse Neville che giaceva a terra col faccione bianco e gli occhi sbarrati persi nel vuoto. Gli sfiorò la mano un’ultima volta, poi lo stress, il dolore e la paura ebbero la meglio e si lasciò andare a terra, svenuta.

 

Ron crollò sulle ginocchia, sentendosi completamente svuotato di ogni energia; ora il dolore fisico stava tornando ad avere la meglio anche sulla sua forza di volontà. Si guardò le mani: erano sporche di sangue. Sangue dell’uomo che aveva ucciso lui. Aveva ucciso una persona. A sangue freddo, senza neanche starci a pensare troppo. La vista gli si offuscò completamente, ormai vedeva sangue ovunque. E la sensazione fu tanto violenta che finalmente riuscì a farlo cadere in quella tanto desiderata incoscienza.

 

Harry si guardò attorno con un’espressione disperata; avrebbe tanto voluto verificare che il sangue sulle mani di Ron fosse davvero solo del mangiamorte, o controllare che la ferita sul collo di Hermione fosse solo u graffio come sembrava…ma non ne ebbe né il coraggio né la forza.

 

Per la prima volta in vita sua Harry Potter ebbe paura.

 

Raccogliendo un’ultima volta le sue forze e lottando per restare cosciente, Harry strisciò sui gomiti fino a sporgersi da quel po’ di parete che era rimasta, per poter guardare nel parco di Hogwarts. Silente e un uomo in nero stavano combattendo, ed erano entrambi conciati piuttosto male. Si puntarono ancora le bacchette contro. Ma lo sguardo di Silente incrociò quello di Harry. E incredibilmente gli rivolse un piccolo sorriso. Il ragazzo sembrò comprendere quello sguardo…aveva un significato ben preciso, si.

 

Io credo solo che qualunque cosa succeda il tuo momento arriverà…come arriverà il mio.

 

Harry capì le intenzioni di Silente; scosse debolmente e cercò di tendere la mano verso il suo lontanissimo preside…ma il dolore e la stanchezza fisica e psicologica lo trascinarono a forza in una pesante incoscienza.

 

 

***********************

 

 

Fiùù…cavolo se è stato duro da scrivere questo capitolo! Non amo molto uccidere i miei personaggi (quanto è stata dura eliminare Seamus! Era uno dei miei preferiti!) ma stavolta andava proprio fatto. Eh si, ora è più chiaro che cosa intendono Harry & co. quando parlano di esperienza agghiacciante anche negli altri BAWM? E oltretutto da adesso in poi si assisterà al “cambiamento”, perché dopo un’esperienza del genere non si può uscire uguali a prima…e cominceremo a vedere i primi effetti di questa terribile notte già dal prossimo chap, “La nostra infanzia finisce qui”.

 

Passiamo alle recensioni! =) Argomento che adoro, perché ce ne sono sempre così tante e così tanto belle!

Mao_chan91: grazie mille! Sono molto contenta che il mio stile ti piaccia!

Alexis: maestro! Hola! ^^ sto facendo progressi, sai? Ho ripetuto “Yo Soy Ale” a tutti quelli che ho incontrato questa settimana! =)

Danae: grazie! Contenta? Ho aggiornato presto!

Luna Malfoy: wow, mi piace sapere che i miei personaggi prendono spessore…e sono molto contenta della tua recensione, grazie mille!

Vega: oh beh, tu già sai tutto quello che ti voglio dire, tranne forse: vai alla grande, fammi avere novità appena le avrai! ^^

Eli: ben ritrovata! Si, anch’io mi sono divertita tantissimo a scrivere l’ora di Divinazione! =)

Vale: =) tu sai che non vedo l’ora di leggere tutta la tua storia…=) finora era fantastica! Bel personaggio Harry, eh? Si lascia descrivere da solo, devo dire.

Rachel: sono onorata! Grazie! Beh, in effetti stavolta qualche fazzolettino ci voleva magari…^^

Kim: grazie 1000000! Ho letto la tua storia: anzi, consiglio a tutti di andarla a leggere! Io non leggo quasi mai quelle sui Malandrini (non perché non mi piacciono, anzi!) ma questa merita davvero!

Strekon: ehi, una cosa del genere detta da te mette il buonumore per una settimana di seguito! =) Tu intanto aggiorna il prima possibile, eh? E salutami tanto Mony! (dille anche che non ho dimenticato il suo regalo di compleanno, eh! Lei sa di cosa parlo…)

Kiara: poveretti si! ^^ Sono felice di sapere che recensirai sempre, mi piace leggere quello che pensi! Ormai è diventato abituale, le tue recensioni mi sono diventate familiari! =)

Giuggy: ciao! Il pc è risorto? =) Sono contenta di averti recuperata!

Eva: eh si, in effetti questo chap è un po’ triste…ma era proprio necessario alla trama della storia. Vedrai che ce ne saranno anche di molto allegri! Oh, e a proposito di Ron…lo adoro anch’io! ^^

Marilia: eccoti accontentata! =)

Ginny: gli ultimi saranno i primi! ^^ Puoi chiamarmi come vuoi, non ti ammazzerò mai!

 

Bene cari…ora devo proprio scappare, ho una valanga di compiti che aspettano solo me! Baci baci,

Sunny

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Capitolo 4
*** La nostra infanzia finisce qui ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 4: LA NOSTRA INFANZIA FINISCE QUI

 

 

Feels like the world is closin’ on me

Feels like my dreams will never come to me

I keep on slippin’ deeper into myself

And I’m scared, so scared…

                                                                       Troubles, Alicia Keys  

 

 

***************

 

 

Harry aprì gli occhi piano; non riuscì a vedere altro che ombre, ma sentì in lontananza delle voci che lo chiamavano con un tono pacato e rilassante. Istintivamente stese la mano a destra, cercando i suoi occhiali sul comodino che stava da quel lato del letto, dove li teneva sempre nel suo dormitorio; ma evidentemente non era nel suo dormitorio, perché non c’era neanche il comodino.

 

“Harry?” fece una voce profonda e preoccupata. “Harry, riesci a sentirmi?”

 

“…Sirius?” mormorò rauco il ragazzo.

 

Qualcuno gli fece scivolare gli occhiali sul naso, perché finalmente riuscì a mettere a fuoco il viso preoccupato di Sirius. “Sono qui, figliolo. Come ti senti?”

 

Harry non gli rispose; voltò la testa per guardarsi intorno, ed ebbe la conferma che quello non era affatto il suo dormitorio; a giudicare da quello che vedeva, doveva essere una stanza d’ospedale. E Sirius era seduto su una sedia accanto al suo letto. “…dove sono?” mormorò.

 

“Sei al St.Mungo.” gli disse piano Sirius. “E’ tutto sotto controllo ora, figliolo.”

 

Harry sbattè gli occhi un paio di volte. Poi una serie di flash gli vennero in mente: …ombre nere… sangue…Ron a terra…gli strilli di Hermione…i cadaveri dei suoi amici…Silente…il suo sguardo ammiccante…

 

Sirius lo tenne sdraiato sul letto quando lo vide spalancare gli occhi e cercare di alzarsi di scatto. “Sta’ calmo, tranquillo…è tutto finito, Harry, siete al sicuro adesso. E’ passata.”

 

Harry non lottò per mettersi in piedi; tutto in una volta sentì di non averne la forza, non dopo tutti i ricordi che gli erano tornati alla mente. “Ron e Hermione?” chiese stancamente.

 

“Sono qui anche loro, stanno bene. Come te.”

 

Harry sospirò e trovò la forza di guardarlo negli occhi: Sirius aveva gli occhi cerchiati e l’aria molto stanca. “Com’è…com’è finita?”

 

Sirius si passò una mano fra i capelli. “Hogwarts è stata…” non c’era motivo di mentirgli, presto avrebbe comunque saputo la verità. “…è stata distrutta, purtroppo. Non c’è stato modo di evitarlo. Siete sopravvissuti in pochissimi…di Grifondoro soltanto voi tre e la sorella di Ron. Lei sta benissimo, è rimasta nascosta tutto il tempo, grazie al cielo non le hanno torto neanche un capello.”

 

“Gli altri ragazzi?”

 

Sirius si guardò le mani. “In tutto sono stati salvati dieci di Tassorosso e otto di Corvonero. I Serpeverde figli di mangiamorte sono spariti dalla circolazione, gli altri hanno subito la stessa sorte del resto degli studenti.”

 

Harry serrò i pugni forte. Non aveva idea che il bilancio potesse essere stato tanto disastroso. Quanti erano morti? Troppi. E tutti dannatamente troppo giovani.

 

La porta si aprì piano e ne fece capolino un pallidissimo Remus Lupin, che quando vide che il giovane paziente era sveglio fece un sorriso ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle. “Harry, ben svegliato! Come stai?”

 

Harry si sentì in parte sorpreso di vedere il suo vecchio amico e professore lì…ma il suo viso rasserenante per un momento gli fece bene. Anche se però perfino i suoi lineamenti di solito così tranquilli ora erano tesi.

 

Remus raggiunse il letto, appoggiando per un momento la mano sulla spalla di Sirius. “Ti senti bene? Ti fa male da qualche parte?” Harry scosse piano la testa. “Oh, bene. Vuol dire che uscirete presto da qui. Anche Ron e Hermione sono in via di guarigione completa. Non potranno trattenervi ancora per molto, non preoccuparti.”

 

“Quanto…quanto ho dormito?” chiese piano Harry.

 

Lupin stavolta non riuscì a incoraggiarlo con un sorriso. “Tre giorni.” Harry spalancò occhi e bocca. “Dovevano assicurarsi che fosse tutto a posto. Avete subito molte volte la maledizione Cruciatus, sono controlli necessari. Ma ora sono finiti, è finito tutto quanto.”

 

Harry si voltò a guardare il muro bianco dall’altra parte. Non aveva né la forza né il coraggio di dire a Sirius e Remus che non era vero nulla, che non era finito proprio niente, anzi, i giochi erano appena cominciati. Giochi che erano costati la vita a centinaia di ragazzi innocenti.

 

E tutto per colpa sua.

 

Che aveva fatto il grande Harry Potter quando più c’era stato bisogno di lui? Era scappato. Aveva pensato a mettersi in salvo invece di presentarsi agli assalitori e offrirsi in cambio della salvezza per tutti gli altri. Era un incubo…era stata davvero tutta colpa sua?

 

In quel momento gli tornò in mente il flash dello sguardo di Silente poco prima di perdere conoscenza; sentì una stretta al cuore, ma si sforzò comunque di fare quella domanda anche se poteva immaginare già la risposta.

 

“Silente?”

 

Sirius sospirò. Remus si passò una mano fra i capelli ed esitò un momento. “Silente è stato il più grande mago di tutti i tempi fino alla fine. Ed è stato solo grazie a lui se vi siete salvati.”

 

Harry si voltò a guardarlo in faccia. “Si è sacrificato, non è vero?”

 

Remus abbassò gli occhi e annuì. E fu in quel preciso momento che Harry sentì il bisogno di voltarsi dall’altra parte per nascondere le lacrime. Perché sentiva un vuoto nel cuore troppo grande per non piangere stavolta.

 

 

***************

 

 

Ron continuava a fissare il muro davanti a sé senza battere ciglio. Stava seduto sul suo letto, coi gomiti sulle ginocchia e le gambe piegate. Si era svegliato da quanto, sei ore? Non ne aveva idea…in ogni caso da quando aveva aperto gli occhi non aveva detto una sola parola. Perché fondamentalmente non aveva voglia di parlare, come non aveva voglia di ascoltare.

 

Le uniche parole che gli erano arrivate al cervello erano state quelle di Ginny, che lo aveva abbracciato fra le lacrime e lo aveva implorato di perdonarla per essere rimasta tutto il tempo nascosta in un passaggio segreto della scuola, al sicuro da quell’inferno. Ron ringraziò il cielo per questo, ma non ricambiò il suo abbraccio né le rispose. E mantenne quello sguardo freddo e schivo anche quando vide arrivare uno dopo l’altro i suoi fratelli, uno più pallido dell’altro. E non ebbe alcun rimorso quando scansò la testa per evitare una carezza di sua madre. La sentì piangere, ma era come se fosse lontana un miglio da lui. Era come se tutti fossero lontani.

 

Niente di niente gli importava adesso; perché invece di vedere le loro facce lui continuava a vedere quelle di Seamus e Dean, che avevano lottato fino all’ultimo per restare in vita, quella terrorizzata e sconvolta di Neville, quelle disperate di tutti quelli che non ce l’avevano fatta…e poi nelle orecchie aveva solo quegli strilli, quelle esplosioni, le urla di Hermione che aveva rischiato di essere assalita, quelle di dolore e disperazione di Harry, le sue…

 

Ron serrò forte gli occhi per un momento, cercando di scacciare via dal suo cervello quelle immagini e quei suoni atroci. Ma sapeva che era un tentativo inutile. Non si sarebbe mai liberato di quegli incubi, lo avrebbero tormentato per molto, moltissimo tempo.

 

Si guardò le mani almeno per la decima volta da quando si era svegliato. Erano pulite…ora. Lo sapeva sua madre che con quelle mani aveva perforato il cuore a un uomo? Qualcuno aveva idea che con quelle mani aveva ucciso? Se le strofinò vigorosamente; ai suoi occhi erano ancora sporche di sangue.

 

Non gli dispiaceva di aver ucciso una belva di mangiamorte, anzi: lo avrebbe rifatto cento e cento volte per pareggiare i conti. Gli dispiaceva solo di sentire tutti gli altri lontanissimi da lui. Nessuno aveva vissuto quella orribile esperienza, perciò nessuno poteva capirlo. E certo lui non avrebbe sprecato tempo e fiato per elemosinare un po’ di comprensione. No, non gli dispiaceva affatto di aver ucciso quel mangiamorte.

 

Gli dispiaceva solo di aver ucciso con lui anche la sua adolescenza e la sua serenità.

 

 

***************

 

 

How can you see into my eyes like open doors

Leading you down into my core

Where I’ve become so numb

Without a soul my spirit’s sleeping somewhere cold

Until you find it there and lead it back to home

                                                                                  Bring me to life, Evanescence

 

 

***************

 

 

Molly Weasley si chiuse la porta della stanza del figlio alle spalle, tirando su col naso e asciugandosi quello che restava delle sue lacrime ancora una volta. Lì nella piccola sala d’aspetto trovò Bill che parlava con suo padre e Sirius, tutti e tre molto cupi e con tre bicchierini di caffè in mano.

 

“Ci sono novità?” le chiese Arthur Weasley vedendola arrivare.

 

Molly scosse la testa. “No. Ci sono Fred e George con lui, spero che almeno loro riescano a farlo aprire un po’.”

 

Sirius le porse un bicchierino di caffè molto forte. “Sto aspettando che torni Remus coi risultati delle analisi di Harry, poi lo porterò da Ron. Sono certo che hanno molto più bisogno l’uno dell’altro che non di noi.”

 

Molly annuì stancamente, passandosi una mano fra i capelli rossi e sorseggiando piano il suo caffè.

 

La porta della saletta si aprì ancora, ma stavolta ad entrare furono i genitori di Hermione, Margaret ed Edward Granger, che erano più rigidi che mai. Oltre alla situazione già drammatica in se stessa, era evidente che avessero grossi problemi ad orientarsi in un ospedale magico.

 

“Posso fare qualcosa per aiutarvi?” chiese subito gentilmente Arthur Weasley.

 

“Si.” Rispose la signora Granger. “Vorremmo sapere a chi dovremmo rivolgerci per far uscire nostra figlia da qui.”

 

Molly Weasley sbattè gli occhi un paio di volte. “Beh…ma devono solo finire alcuni accertamenti, al massimo entro un paio di giorni potremo riportarli tutti a casa…”

 

Margaret Granger scosse la testa. “No, non è questo il punto. Vorremmo portarla in una clinica specialistica a Londra, dove potrà essere seguita da uno psichiatra che potrà aiutarla.”

 

Sirius esitò. “Se mi consente, signora Granger, io non credo che sia una buona idea.” Disse piano. “Hermione ha molto più bisogno di restare coi suoi amici che di essere bersagliata di domande da uno strizzacervelli.”

 

La signora Granger s’irrigidì. “Mi permetta lei, signor Black.” Ribattè aspra. “So io cos’è meglio per mia figlia. Avremmo dovuto prendere questa decisione molto tempo fa, a quest’ora Hermione non sarebbe ridotta in quelle condizioni.”

 

Il marito le appoggiò le mani sulle spalle, e quando parlò lo fece con un tono molto più pacato. “Dovete scusarci se siamo così agitati, ma tutto questo è fuori dalla nostra portata.”

 

Molly Weasley annuì accoratamente. “Non scusatevi, è più che comprensibile. E’ un momento molto difficile per tutti.”

 

“Il punto è che noi non riusciamo ad aiutare Hermione in nessun modo.” Fece Edward Granger. “Si è completamente chiusa in se stessa e non si lascia né avvicinare né toccare da nessuno. E noi non riusciamo a restare impotenti senza poter fare qualcosa per la nostra bambina.”

 

Sua moglie annuì vigorosamente. “E questo è precisamente il motivo per cui dovrebbe vederla un bravo psichiatra.”

 

“Non sarebbe prudente riportarla fra i babbani ora.” Disse cauto Bill.

 

La madre di Hermione gli lanciò un’occhiataccia. “Infatti restare nel mondo della magia le ha fornito una gran protezione.” Fece, pungente.

 

“Io capisco cosa sta provando, signora, mi creda.” Provò il signor Weasley. “Ma i vostri…come li chiamate, poliziotti?...beh, loro non potrebbero contrastare un attacco sferrato da chi ha distrutto la scuola dei nostri figli.”

 

La signora Granger si passò una mano fra i capelli, esasperata. “Non vorrei sembrarle offensiva se le ricordo che nemmeno i vostri soldati sono arrivati sul posto in tempo.”

 

Sirius sospirò e annuì. “Mi dia solo la possibilità di dimostrarle che Hermione ha un gran bisogno dei suoi amici, e che con loro può riprendersi.”

 

Margaret Granger sospirò, suo marito annuì e le fece coraggio stringendole le spalle fra le mani. “Va bene.”

 

 

***************

 

 

Sirius diede una pacca sulle spalle a Harry e lo incoraggiò con un piccolo sorriso, poi aprì la porta della stanza di Ron. Harry tirò un sospiro ed entrò.

 

Ron stava seduto sul suo letto con lo sguardo perso nel vuoto, occupato a guardare verso la finestra. Sentendo la porta aprirsi e chiudersi subito si voltò; ma vedendo Harry i suoi occhi ebbero un guizzo vispo. Dopo tutto quello che avevano passato insieme, vederlo lì in piedi gli fece tirare un sospiro di sollievo. Non lo sentiva lontano come gli altri. “Ehi.” Gli disse semplicemente.

 

“Ehi.” Harry si rasserenò. Per un momento aveva temuto che con quello che aveva dovuto sopportare a causa sua, anche Ron potesse avercela con lui. E invece era lì, pronto ad accoglierlo senza alcun rancore. Era davvero il suo migliore amico.

 

Ron gli fece cenno con la testa di entrare. “Ti sei imbambolato là?”

 

Harry fece una piccola smorfia e lo raggiunse, sedendosi sul letto. “Sei tutto intero?”

 

Ron tirò su col naso e fece un’espressione beffarda. “Così pare. Tu?”

 

“Così pare.” Harry si guardò intorno e inarcò un sopracciglio. “Vedo che hanno dato anche a te la stanzetta pura e immacolata.”

 

“Già.” Ron fece una smorfia. “Con queste pareti bianche che non ti danno per niente il bruciore agli occhi.”

 

Harry fece un brevissimo e impercettibile sorriso prima di tornare a guardarsi le mani. Passò qualche minuto prima che trovasse il coraggio di parlare di nuovo. Ma questo doveva proprio dirglielo. “Mi dispiace.” Mormorò.

 

Ron scosse la testa. “No. Non è colpa tua.” Disse semplicemente. “Sono stati quei bastardi. E la pagheranno amaramente per questo.” Calò un breve silenzio, ma nessuno dei sue sentì la necessità di interromperlo.

 

Qualcuno bussò alla porta, e prima che potessero chiedersi chi, Ginny comparve sulla soglia. “Ci sono visite.” Disse con un piccolo sorriso, entrando e lasciando a entrambi la possibilità di vedere che la loro visita era Hermione.

 

Ma non era la solita Hermione: sembrava un pulcino bagnato. Si teneva ben stretta la vestaglia addosso quasi come se avesse paura che qualcuno gliela volesse strappare, e aveva l’aria molto spaventata. Ginny chiuse la porta e tornò a starle vicino.

 

Hermione raccolse il coraggio e guardò i suoi due amici. “…state…b-bene?” chiese, con la voce che le tremava.

 

Ron annuì. “E tu stai bene?” lei si morse un labbro e annuì. “Vieni qui, dai.” Le disse piano, spostandosi un po’ sul letto per farle posto proprio come stava facendo Harry.

 

Lei fece un passo indietro. Ginny cercò di venirle in aiuto. “Vieni a sederti.” Le disse dolcemente, porgendole la mano. Ma come la vide avvicinarsi, Hermione arretrò spaventata finchè non fu di spalle al muro. Ginny abbassò subito la mano. “Scusami.”

 

Harry sentì una stretta al cuore nel vederla in quello stato. No, non poteva accettare anche questo. Non poteva perdere anche la sua migliore amica. Si alzò e le andò incontro con calma e determinazione. Non era pronto a pagare un prezzo tanto alto.

 

Hermione si strinse nelle spalle, cercando di tenersi ancora più stretta la vestaglia addosso. “…ti prego, resta lì…” mormorò tremante.

 

Harry non l’ascoltò; si fece più avanti e le porse la mano. “Non aver paura. Non ti farei mai del male, e tu lo sai.” Le disse piano.

 

Due grossi lacrimoni fecero capolino sulle guance di Hermione, che scosse freneticamente la testa. “…lo so…però…” riuscì a dire tra i singhiozzi. “…ho paura…ti prego, non ti avvicinare…”

 

“Nessuno ti toccherà più, te lo giuro.” Cercò di dirle lui. “Io voglio solo aiutarti.”

 

Anche Ron li raggiunse. “Non dare a quei porci la soddisfazione di metterti a tappeto. Tu sei più forte di così.”

 

Harry fece un altro passo avanti. “Nessuno ti farà più niente, fidati di me. Tu mi credi, vero?”

 

Questo fece suonare un campanello nella testa di Hermione; quelli erano i suoi migliori amici, che nel momento del bisogno non l’avevano abbandonata per scappare. E che non sembravano disgustati neppure ora, dopo che quei mangiamorte avevano tentato di portarle via la sia innocenza fisica oltre a quella psicologica – che erano già riusciti a toglierle, comunque.

 

Guardò la mano che Harry le tendeva; esitò ancora una volta prima di sollevare anche lei una mano tremante. Quando riuscì a stringergliela, Harry le fece un piccolo sorriso brevissimo e incoraggiante. Hermione scoppiò a piangere e gli si gettò fra le braccia. “Scusa…” singhiozzò.

 

“Scusa tu.” Anche lui l’abbracciò forte. Ron la lasciò piangere senza darle fastidio, si limitò a prenderle una delle mani che lei teneva strette attorno al collo di Harry. Hermione, senza staccarsi dall’abbraccio di Harry, tirò la mano di Ron finchè non riuscì a tenere vicino anche lui.

 

Ginny si asciugò le lacrime col dorso della mano. Non credeva di averne ancora da versare: aveva pianto talmente tanto durante l’attacco, mentre la sorte l’aveva costretta a giocare al topo in una specie di galleria sotterranea sotto l’infermeria, dove era rimasta finchè gli auror del Ministero avevano liberato sia lei che gli altri che erano stati nascosti con lei da Madama Chips. Dell’attacco non aveva visto niente, aveva solo sentito esplosioni e urla disperate. Ma vedendo cosa tutto questo aveva fatto a suo fratello e ai suoi amici, ringraziò il cielo per averla risparmiata. E giurò a se stessa che li avrebbe aiutati a qualunque costo, perché lo meritavano fino in fondo solo per il coraggio che stavano dimostrando a voler andare avanti.

 

 

 

Dietro lo specchio – per l’occasione incantato – che dava nella stanza di Ron, Molly Weasley si asciugò per l’ennesima volta gli occhi, mentre il marito le passava un braccio attorno alle spalle. I genitori di Hermione si stavano tenendo per mano – la madre era commossa – e stavano assistendo alla scena profondamente scossi. Sirius si voltò verso di loro e si limitò a guardarli, in attesa di sapere qual’era la loro decisione.

 

“Va bene.” Disse alla fine il signor Granger. “Hermione resta qui.”

 

 

***************

 

 

Ginny entrò nella stanza di Hermione con un bel sorriso. Harry, Ron e Hermione stavano tutti insieme, ma avevano l’aria stanca e scocciata. Hermione era accucciata sul letto; Harry stava sdraiato ai piedi del letto e Ron stava coi piedi appoggiati sul bordo, stravaccato sulla sedia accanto.

 

“Vi ho interrotti?” disse Ginny, chiudendosi la porta alle spalle.

 

“Ah, ci sei riuscita a entrare.” Borbottò Ron.

 

Lei inarcò le sopracciglia. “Perché?”

 

“Perché abbiamo le palle così piene che è strano che ci sia spazio per un’altra persona qua dentro.”

 

Ginny rise. “Beh, ho una bella notizia per voi. Domani sera sarete fuori da qui.”

 

“Finalmente.” Fece Harry. “Così almeno la finiranno di giocare agli alchimisti con noi.”

 

Ginny prese posto accanto al letto di Hermione. “A quanto ho capito, Harry, tu verrai a stare da noi almeno per il momento. Ho sentito mia madre e Sirius che si mettevano d’accordo.”

 

Harry fece un sorriso e Ron gli diede una pacca sulle spalle. Ma a parte questo restò il silenzio.

 

Ginny si stropicciò le mani; non sapeva neanche lei perché, ma si sentiva imbarazzata. Quei tre erano cambiati così tanto nell’arco di così poche ore che non sapeva neppure come comportarsi con loro. Voleva stare vicina a tutti e tre…e invece era come se loro volessero completarsi a vicenda perfino nel silenzio. Perciò anche cercare di aiutarli significava superare una linea di confine che avevano chiaramente messo tra loro e il mondo. E ora come ora non le sembrava una grande idea.

 

Qualcuno bussò alla porta, e un momento dopo entrò un infermiere con una benda e un paio di garze in mano. “Scusate, dovreste uscire tutti.” Disse, avvicinandosi al letto. “La signorina deve cambiarsi la fasciatura sulla gamba.”

 

Ginny si alzò prontamente, i due ragazzi ci misero un po’ di più visto che erano mezzi sdraiati e ancora un po’ doloranti tra lividi e ferite superficiali.

 

“Si scopra le gambe, per piacere.” Disse tranquillamente l’infermiere.

 

Hermione lo guardò con gli occhi sbarrati. “No!”

 

L’uomo sbattè gli occhi. “Prego?”

 

“Io non scopro proprio niente!”

 

“Ma…signorina, io devo controllarle la medicazione…”

 

“Sto benissimo così, grazie.” Ribattè velocemente lei, affrettandosi a tenere ben coperte le gambe con la camicia da notte.

 

“Per favore, signorina, sia ragionevole adesso…” provò ancora l’uomo.

 

“Ehi amico, quale parte di ‘sto benissimo così’ non hai capito?” fece bruscamente Ron, facendo un passo avanti.

 

L’infermiere si accigliò. “Forse non sono stato abbastanza chiaro.”

 

Ron incrociò le braccia sul petto. “No, forse sono io che non mi sono spiegato. La mia amica non vuole essere toccata.”

 

L’uomo cercò di appoggiargli una mano sulla spalla. “Figliolo, ascolta…”

 

Ron lo respinse bruscamente, e nei suoi occhi comparve un lampo di rabbia. “Non chiamarmi figliolo. E non ti permettere di toccarmi.” Sibilò.

 

“Ron, adesso basta.” Ginny cercò di intervenire.

 

“Per favore, ognuno torni nella propria stanza.” La calma dell’infermiere cominciava ad esaurirsi.

 

“Nessuno andrà da nessuna parte.” Harry si alzò in piedi, decisamente irritato. “Almeno finchè non la smetterà di provocarlo.” Disse, facendo cenno con la testa verso Ron.

 

Ginny rimase a bocca aperta. In genere Harry si teneva fuori dalle litigate, anzi faceva da pacificatore quando Ron si buttava in una baruffa senza un motivo. E ora lo stava incoraggiando?...

 

“Volete capire che io sono qui per fare il mio dovere?!” il tono dell’infermiere si fece duro.

 

In quel momento entrarono frettolosamente il signor Granger e Charlie Weasley. “Che sta succedendo qui?” chiese il padre di Hermione.

 

“Lo chieda a loro!” replicò irritato l’infermiere. “Io ero venuto a fare il mio dovere, quando…”

 

“Si, col cazzo!” Ron s’intromise con forza. “Stava dando fastidio a Hermione.”

 

“Ma come…?!?” l’uomo fece per intervenire, ma il signor Granger fu più rapido.

 

“Hermione, è vero?” la figlia si strinse le ginocchia al petto e voltò lo sguardo altrove.

 

“Doveva…cambiarle la fasciatura alla gamba.” Disse timidamente Ginny.

 

“Solo questo?” incalzò Edward Granger.

 

Hermione alzò gli occhi: erano furibondi. “E che altro volevi che ci fosse?”

 

“Coraggio tesoro, se ne occupa papà, va bene?”

 

“Non va bene affatto!” replicò decisa Hermione. “Perché dovete per forza guardarmi queste dannatissime gambe, stanno bene! Non c’è niente da guardare!”

 

“Ma perché non la lasciate un po’ in pace?!” fece Ron, e Harry annuì vigorosamente.

 

“Tu calmati.” Disse Charlie appoggiando una mano sul braccio del fratello, che subito se la scrollò di dosso.

 

Ginny si passò una mano fra i capelli e scosse la testa: così erano questi i nuovi Harry, Ron e Hermione? Questo era ciò che aveva provocato nei loro animi la fine di Hogwarts? E chi sarebbe riuscito ad avvicinarli in quello stato di aggressività?

 

 

***************

 

 

“La torre di Corvonero è saltata in aria!”

 

“Dobbiamo trovare Silente, presto!”

 

“Andatevene, scappate!”

 

“Aahh!!”

 

“L’uscita è bloccata, non si passa!”

 

“Seamus!!”

 

“Dean, fermati!!”

 

“Harry Potter. Che peccato che abbiamo l’ordine di non ucciderti.”

 

“Crucio!”

 

“Lascia stare gli altri, è me che vuoi!!”

 

“Bastardo, toglile le mani di dosso!!”

 

“Convincilo a diventare un seguace del nostro signore.”

 

“Vaffanculo.”

 

“Avada Kedavra!”

 

“Nooo!!!”

 

“Tu sei morto, Potter!”

 

“…morto…”

 

“…sei morto…”

 

“Harry? Harry! Apri gli occhi, figliolo!”

 

Harry aprì gli occhi di scatto e si ritrovò in mezzo al letto nella sua stanza al St.Mungo, tutto sudato e ansimante. Era buio fuori, quindi era ancora notte. E nello stesso momento in cui vide che Sirius era accanto a lui e lo stava reggendo per le spalle così preoccupato, comprese che tutte le voci e le immagini di un momento prima erano state solo un ricordo.

 

“Va tutto bene, Harry, hai avuto solo un incubo.” Gli disse piano Sirius, cercando di rassicurarlo.

 

Harry scosse la testa e fu sul punto di fargli notare che più che un incubo era stato un ricordo vero e proprio, ma la sua attenzione fu attirata dai deboli lamenti a malapena udibili provenienti dalla stanza affianco alla sua: Hermione stava avendo un incubo a sua volta, e sua madre le stava mormorando qualcosa per calmarla. Apparentemente Molly Weasley stava avendo lo stesso problema con Ron, per quello che si poteva sentire. Harry si coprì le orecchie con le mani e serrò forte gli occhi. Non riusciva a sbattere fuori i loro urli, e nemmeno i suoi.

 

Sirius gli accarezzò ripetutamente la nuca. “E’ passato, Harry. E’ passato e non ritornerà.”

 

Harry accettò di buon grado la pozione per dormire senza sognare che gli offrì il suo padrino, bevendola tutta d’un fiato. Certo, era passato tutto come diceva lui.

 

…ma a che prezzo?

 

 

***************

 

 

Il dottor Farmer tirò un sospiro prima di entrare nella stanza del figlio del suo amico Arthur Weasley. Aveva sentito di quello che era successo a Hogwarts, ed era piuttosto convinto che a quei ragazzi non servisse uno psicologo. Nonostante questo aveva accettato di fare un salto al St.Mungo per fare un favore al suo amico Arthur.

 

Entrando vide i due ragazzi già vestiti e pronti per uscire dall’ospedale; avevano entrambi un’aria annoiata, ma avevano un linguaggio espressivo del corpo completamente diverso. Harry Potter aveva un’espressione triste mentre guardava fuori dalla finestra. Ron Weasley emanava rabbia mentre si strofinava lentamente le nocche delle dita.

 

I due ragazzi si voltarono di scatto. Il dottore sollevò una mano per rassicurarli. “Tranquilli, non sono qui per farvi altre analisi.”

 

Harry lo guardò. “Chi è lei?”

 

“Mi chiamo Anthony Farmer, e sono qui per fare due chiacchiere con voi.” Rispose il dottore, sedendosi sull’unica sedia della stanza.

 

“Perché dovrebbe sedersi qui e parlare con noi? Chi la conosce?” ribattè Ron senza troppa grazia.

 

“Sono un amico di tuo padre, sai Ron?” fece quello in risposta. “Sono uno psicologo e…”

 

Ron scoppiò a ridere forte, e Harry scosse la testa e alzò gli occhi al cielo. Il dottor Farmer rimase calmo: quei ragazzi stavano ancora reagendo al loro dolore, uno scatto simile era comprensibile.

 

“Perché stai ridendo?”

 

Ron fece fatica a riprendersi dalle troppe risate. “Non ci posso credere, mio padre mi ha mandato uno strizzacervelli…”

 

“Tuo padre non ti ha mandato proprio nessuno.” Disse calmo il dottore. “E’ una procedura normale, avete subito numerosi Cruciatus.”

 

Ron tornò immediatamente serio. “Non siamo pazzi, se è questo che vuole sapere. Ora credo che lei non abbia più motivo per stare qui.”

 

“Avete voglia di parlare un po’ di quello che è successo?”

 

Ron si coprì gli occhi con una mano e scosse la testa, con un sorriso beffardo sul viso. “Harry, ma lo senti?”

 

“Sento, sento.” Harry si voltò a guardarlo, con le braccia conserte e l’aria seccata. “Senta dottore, non per essere cafone, ma qui nessuno ha voglia di dire niente né di parlare con lei. Finirebbe per perdere il suo tempo con noi, non le conviene.”

 

“Va bene, non volete parlare.” Fece il dottore, cedendo alla schiettezza. “Ma state per uscire di qui, e lo sapete che dovrete decidere cosa fare della vostra vita.”

 

Ron si accigliò. “Lei parla molto bene, ma ho la netta sensazione che coi fatti non ci sappia fare un granchè, chissà come mai.”

 

“Ti fa sentire meglio sfogare la tua rabbia contro di me?”

 

“No, in effetti non è molto divertente. Meglio quello che ho fatto nella stanza al terzo piano, quella dove ci hanno torturato. Quello si che è stato rigenerante.”

 

“Cosa è stato rigenerante?”

 

“Ron, piantala.” Harry cercò di fermarlo.

 

Ron fece un sorrisetto fiero e appoggiò le mani sui fianchi. “Quei mangiamorte non ci hanno fatti fuori perché siamo stati più veloci noi. Perché li abbiamo uccisi per primi.”

 

Il dottore rimase in silenzio, ma la sua espressione tradì il suo stupore e il suo sgomento.

 

“Come, non lo sapeva?” infierì Ron. “Li abbiamo eliminati come gli sporchi assassini che erano. Harry ne ha buttato giù uno dalla finestra. Io ne ho trapassato un altro col suo stesso pugnale, proprio dritto al cuore…”

 

“La vuoi finire?” tuonò Harry.

 

Lo psicologo si alzò in piedi. “Forse avete ragione voi, figlioli. Non posso aiutarvi.”

 

Ron rise nel vederlo uscire in tutta fretta, e appena la porta si chiuse si beccò un cuscino in pieno viso. “Ma sei un coglione senza pari!” gli disse Harry. “Avevamo proprio bisogno di far sapere alla stampa che siamo dei pazzi assassini!”

 

Ron gli tirò a sua volta il cuscino in faccia. “Che me ne fotte! E poi se pensano che siamo assassini, meglio ancora. Non hai visto quello come se l’è fatta nelle mutande?”

 

“Si, sai che risate che ci faremo dopo.” Brontolò Harry, appoggiando stancamente la testa contro il muro dietro di lui.

 

 

 

Dietro lo specchio-spia Sirius e Remus rimasero in silenzio ad assistere alla scena. A parlare invece fu l’uomo alto che era con loro.

 

“Andranno benissimo. Sono pronti.”

 

Sirius continuò a guardare oltre lo specchio. “Ne sei sicuro, Homer?”

 

L’uomo alto annuì. “Più che sicuro. E appena tornano a casa ci voglio parlare.”

 

 

*********************

 

 

 

 

Capitolo parecchio difficile da scrivere, sapete? Mi piace raccontare cosa frulla nel cervello dei nostri eroi, ma alcuni sembrano difficili da seguire! ^^ Ma a me piacciono proprio i più complessi… *innocente sorrisone per Ron…*

 

Miei adorati recensitori, quanto vi adoro tutti! ^^ Ci tengo a ringraziare tutti uno per uno, come sempre. Solo una piccola precisazione, visto che questo me l’hanno chiesto in tanti e non posso scriverlo centomila volte: no, non mi ero assolutamente dimenticata di Ginny nello scorso capitolo, assolutamente no. Tutto calcolato. Ginny non doveva essere toccata neanche di striscio da quello che invece è successo a suo fratello e i suoi amici, perché ora il suo ruolo in questa storia sarà quello di ‘contatto’ col mondo esterno per loro che hanno perso fiducia nel prossimo. In pratica Ginny sarà essenziale in questa parte della saga, non potevamo macchiare anche lei, no? Bene, detto questo…

 

Kim: tesoruccio mio! Fantastica creatrice di locandine e mega scrittrice! =) il tuo commento mi rende molto felice! ^^

Danae: grazie tantissimo! Sono felice che ti piaccia. Io cerco sempre di essere molto puntuale coi miei aggiornamenti, compiti permettendo…^^

Vale: Sono felicissima che ti sia piaciuto Ron, ci ho messo molta attenzione nel descriverlo perché il suo è il cambiamento più radicale e complesso…in bocca al lupo per la tesi e aggiorna presto!

Luna Malfoy: sono colpevole di averti mandato in astinenza! ^^ Ecco che riparo subito! Si, anch’io ho il feeling con Ron *…eh eh…*

Kiara: mannaggia si, è stata dura…Seamus già mi manca! ^^ Draco? No, in realtà la sua figura mi servirà in un futuro non molto lontano…poi capirai. =)

Alexis: maestro! Da bravo marocchino ho sterminato una scuola intera… =) La clemenza non fa parte delle mie virtù… ^^

Mao_Chan 91: ogni tanto un po’ di sana crudeltà è necessaria! ^^

Alewen: lo sai che anch’io adoro Star Wars? =) Aspetta, quando la dice quella frase…non lo ricordo con precisione, ma suppongo che debba essere Obi-Wan da vecchio che si rivolge a Darth Vader…giusto? E per Ginny e Harry…sai, non dovrai aspettare ancora molto =)

Eli: wow, ho strappato a Strekon il primato in omicidi? Naahh…non glielo dire, altrimenti nel prossimo chap stermina tutti i suoi personaggi e si riguadagna la medaglia! ^^ Per Ginny vedi sopra.

Strekon: è bello uccidere un migliaio di persone tutte in una volta, eh? ^^ Meno male che è solo una fanfic…tu sai tutto, eh? ^^ Beh, speriamo che il regalo di mony piacerà anche a te, allora! =)

Marilia: no, ho fatto preoccupare tua madre! ^^ Grazie mille per i complimenti! La mia mail è checkmater@tin.it

Rachel e Giuggy: grazie a tutte e due! Su, su, non piangete…i nostri eroi ora piano piano si riprenderanno. =)

Mary: beh, tanta violenza era necessaria ai fini di questa storia e di tutto il resto della saga. E per Ginny leggi sopra!

Vega: il tuo commento è la ciliegina sul dolce! Sono felicissima di essere riuscita a coinvolgere così tanto te e tutti gli altri…wow! Attenzione o mi commuovo ^^ In bocca al lupo per il compito di latino!

 

Bene, e adesso devo lasciarvi…il prossimo capitolo “Ricostruire…e ricominciare” sarà il primo che scriverò da 17enne! Wow, che emozione! =)

Baci baci a tutti!

 

Sunny

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Capitolo 5
*** Ricostruire...e ricominciare ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 5: RICOSTRUIRE…E RICOMINCIARE

 

 

Play the game tonight

Can you tell me if it’s wrong or right?

Is it worth the time, is it worth the price?                

Do you see yourself in the white spotlight?

Then play the game tonight

                                                                       Play the Game Tonight, Kansas

 

 

***************

 

 

Per Harry, Ron e Hermione fu alquanto difficile lasciarsi convincere ad andare nell’ufficio del signor Weasley senza un motivo valido o chiaro. Sirius, Remus e perfino Arthur Weasley avevano insistito perché in gran segreto raggiungessero l’ufficio al dodicesimo piano del palazzo del Ministero, ma non avevano dato spiegazioni. Né avevano capito perché i signori Granger erano stati convocati alla Tana per una riunione ‘fra genitori’. E Sirius, Remus e Bill, gli unici presenti nella stanza di papà Weasley oltre a loro, si ostinavano a non dare alcuna risposta.

 

Stiracchiandosi nella sua sedia, Harry sbuffò. “Chissà se qualcuno ci farà capire qualcosa entro la fine del secolo.”

 

“Anche prima, Potter.”

 

Harry, Ron e Hermione si voltarono di scatto: sulla soglia della porta c’era un uomo alto, probabilmente cinquantenne o giù di lì, con le spalle larghe e la fronte molto alta. Aveva i lineamenti del viso piuttosto marcati, e più cicatrici gli riempivano gli zigomi e la mascella. L’uomo salutò con un cenno del capo Sirius, Remus e Bill e andò a sedersi nella poltrona dietro la scrivania oltre la quale stavano seduti i tre ragazzi.

 

“Finalmente possiamo conoscerci di persona.” Fece ancora l’uomo. “Abbiamo parecchio di cui parlare, ma suppongo che cominciare con le presentazioni non sarebbe una cattiva idea.”

 

“Già.” Borbottò Ron.

 

L’uomo curvò le labbra in un sorrisetto. “Il mio nome è Homer Graham, generale comandante delle forze di sicurezza del Dipartimento dei Misteri.”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Gli intoccabili.”

 

Il generale annuì. “Precisamente. Non occorre che mi diciate i vostri nomi, so già tutto di voi.” E così dicendo indicò con un cenno del capo tre cartelline di documenti incolonnate sulla scrivania.

 

“A quanto pare di tutti i decreti che tutelano la privacy voi avete un gran rispetto, eh?” fece acido Ron, incrociando le braccia sul petto.

 

“Potete sentirvi lusingati, signori, sono in pochi ad avere i loro dati personali presi in considerazione dal Dipartimento dei Misteri. E sono abbastanza sicuro che nessuno di loro ha solo 17 anni.” Replicò scattante Graham, senza lasciarsi scuotere dai commenti aspri di Ron.

 

“Perché ci sta dicendo queste cose?” chiese calma Hermione. “Credevo che le informazioni del Ministero fossero altamente riservate.”

 

“Arguta deduzione, signorina Granger.” Rispose il generale. “E se vi sto aprendo la porta a queste informazioni c’è un motivo validissimo. Ma procediamo con calma. Ditemi, siete a conoscenza del fatto che il Ministero si è dotato di servizi segreti da oltre quindici anni?”

 

I tre ragazzi scossero la testa. “Naturalmente non si sta riferendo agli auror, vero?” provò Hermione.

 

L’uomo fece una piccola risata beffarda. “No, non parlo di quei fantocci.”

 

Ron si accigliò. “Credevo che fossero i migliori.”

 

“I migliori fantocci in circolazione, si.” Replicò Graham. “Ma io mi stavo riferendo a soldati veri. Gente in gamba, con le palle solide più dell’acciaio. Gente come voi, come me, e come le altre persone presenti in questa stanza.”

 

“…come?” Harry era abbastanza confuso. Aveva capito bene?...

 

“C’è un esercito, di cui io sono il comandante, estremamente elitario ma altamente efficiente, che si occupa di tutto ciò che va al di là della portata degli auror e di tutte quelle signorine al Ministero. I War Mage sono l’unico vero esercito che si sta contrapponendo ai mangiamorte del signore oscuro.”

 

“Non abbiamo mai sentito parlare di voi.”

 

“Questo, Weasley, perché come dicevi giustamente tu prima per la società il nostro lavoro è intoccabile. Siamo come fantasmi: ufficialmente riconosciuti come auror, ufficiosamente siamo quelli che fanno il lavoro sporco. Combattiamo i mangiamorte sul campo di battaglia e anche logisticamente parlando, e abbiamo riportato un buon numero di vittorie negli ultimi anni.”

 

“Anche quella di Hogwarts è stata una vittoria secondo voi?” sibilò Harry a denti stretti.

 

Graham serrò la mascella. “Troppe perdite. La definirei una lotta senza vincitori né vinti, perché anche loro hanno riportato seri danni.”

 

“Forse per voi che lo avete letto sui giornali è stato un pareggio.” Ruggì Ron. “Noi l’abbiamo vissuto, e abbiamo visto i nostri compagni morire senza poter fare niente.”

 

“Se siete vivi è perché siamo arrivati sul posto in tempo.”

 

“Non mi sembra di avervi visto in quella stanza maledetta dove ci hanno torturato tutto quel tempo, però!” Ron si stava scaldando troppo, e Hermione cercò di calmarlo appoggiandogli la mano sul braccio.

 

Il generale esitò. “Siamo uomini, e come tale non siamo infallibili. Noi facciamo del nostro meglio per mettere fine a questa guerra, e reclutiamo i migliori per combattere e vincere. Ed è per questo motivo che vi abbiamo tenuti d’occhio per tutti questi anni.” E così dicendo si appoggiò allo schienale della poltrona. “Perché vi vogliamo con noi.”

 

Calò un momento di silenzio. “Con voi?” chiese titubante Hermione.

 

L’uomo annuì. “Precisamente. Riteniamo che abbiate delle qualità eccezionali che farebbero molto comodo alla nostra lotta contro Lord Voldemort.”

 

“Volete farci diventare War Mage?” fece Harry.

 

“Credetemi, non è così semplice come sembra. Dovrete prima superare un periodo di addestramento, durante il quale si valuterà se siete o meno idonei a questo tipo di vita, quindi verrete ufficialmente integrati nell’esercito.”

 

“Ci faccia capire…saremo bollati anche noi come intoccabili?” chiese Ron.

 

Il generale Graham annuì. “Si. E sarete tenuti al silenzio più totale al riguardo. Come del resto altri prima di voi.” Disse, guardando Sirius.

 

Harry si voltò di scatto verso il suo padrino. “Tu? Sei…anche tu?” Sirius annuì lentamente. “E’ per questo che non potevamo vivere insieme?” Sirius sospirò ed annuì ancora.

 

“Questo è quanto dovete sapere per riflettere sulla mia proposta.” Riprese Graham, riportando su di sé l’attenzione dei presenti. “Ora tocca a voi scegliere. Non voglio una risposta subito, vi darò due giorni per pesarci su. Non verrete giudicati se rifiuterete. Sappiate che accettando avrete accesso a tutta la documentazione riguardo Voldemort nella maniera più completa. Rifiutando, dovrò cancellare dalla vostra memoria questo nostro incontro.”

 

I tre ragazzi annuirono brevemente.

 

“Ricordate solo una cosa quando prenderete la vostra decisione.” Il tono dell’uomo era serissimo. “Non vi si offre una vita facile. Tenete bene a mente che avrete le mani sporche di sangue ogni giorno. Sarete assassini autorizzati a uccidere per salvare altre vite umane. E non ci sarà tempo per i rimorsi.”

 

Stavolta Harry, Ron e Hermione non annuirono nemmeno.

 

“Un’ultima cosa.” Graham guardò Hermione. “Granger, il tuo cervello è una delle cose che più ci farebbero comodo in questo momento. Ma voglio che sia chiara una cosa: non ci sono signorine, nel nostro esercito. Le uniche donne che lavorano con noi ci forniscono un supporto logistico o paramedico. Ma io ti preferirei in uniforme sul campo di battaglia. So che hai le palle per lottare anche meglio di un uomo.”

 

Hermione annuì lentamente.

 

“Bene, signori. Mi comunicherete la vostra risposta fra due giorni, qui e alla stessa ora. Potete andare, e sentitevi completamente liberi nella vostra scelta.”

 

 

***************

 

 

“Non è niente male come proposta.”

 

Sdraiato a terra sull’erba del giardino della Tana, Ron continuava a guardare il cielo con la testa appoggiata alle braccia. Harry, nella stessa posizione accanto a lui, stava torcendo pigramente fra le dita un ramoscello d’erba.

 

“No, non lo è.”

 

“Possiamo lottare in prima linea senza che nessuno ci faccia da babysitter.”

 

“E non avremo bisogno di farci un culo tanto solo per avere le informazioni che ci servono.”

 

“Allora è si e basta.”

 

“Già.”

 

“…e allora perché ne stiamo riparlando per la centesima volta?”

 

Harry si mise seduto. “Perché stiamo per diventare assassini legalizzati. Suppongo che non sia esattamente quello che sognavamo di fare da grandi.”

 

“E’ io miglior modo per farla pagare a quei figli di puttana, e tu meglio di me dovresti saperlo.” Ron non si scompose più di tanto.

 

“E infatti è il motivo per cui abbiamo accettato.” Annuì Harry. “Ma ci sporcheremo le mani di sangue.”

 

“Se è il loro sangue, mi ci voglio fare un bagno dentro.” Sibilò Ron.

 

Harry si voltò a guardarlo. “Tu vuoi uccidere?”

 

Ron resse il suo sguardo senza battere ciglio. “Si.” Rispose con determinazione. “Tu?”

 

Harry si voltò a guardare il sole che si stava preparando a tramontare. “Si.” Rispose con voce decisa.

 

“Quindi siamo a posto.”

 

Harry fece una smorfia. “Non credo. Ron, io non voglio che sia coinvolta anche lei.”

 

Ron capì al volo e annuì. “Nemmeno io. Ma quante possibilità ci sono che ci dia retta?”

 

Harry emise un sospiro rassegnato. “Meno di zero.”

 

“Appunto.” Replicò Ron.

 

Passò solo qualche minuto prima che Ginny e Hermione li raggiungessero con delle bibite in mano, sedendosi anche loro sull’erba.

 

“C’è ancora la riunione dei genitori in cucina?” chiese Ron, prendendosi il bicchiere di aranciata che gli stava porgendo la sorella.

 

“A quanto pare.” Ginny annuì. “E i genitori di Hermione sembrano sull’orlo di una crisi di nervi.”

 

Harry inarcò un sopracciglio. “Perché?”

 

“Perché anche io accetto la proposta di Graham.” Disse tranquillamente Hermione, sorseggiando la sua bibita.

 

Ron si mise seduto. “Tu che cosa?”

 

Lei gli scoccò uno sguardo interrogativo. “Guarda che non sono stata certo io a peggiorare la tua situazione. Tua madre si stava già disperando perché sei il terzo figlio che si mette in pericolo. Prenditela con Bill e Charlie.”

 

“Non sto parlando di me.” Ron si accigliò. “Perché tu hai accettato? Credevo dovessimo parlarne…”

 

Hermione inarcò un sopracciglio. “Non dovevo certo chiederti il permesso, e comunque ne stiamo parlando adesso.” Disse rigidamente.

 

“Beh, avresti dovuto dircelo prima invece di parlare senza pensarci su con la dovuta attenzione.” Ribattè Ron.

 

Hermione sbattè a terra il suo bicchiere così forte che una buona parte della sua aranciata finì sull’erba. “Come?!?”

 

Harry s’intromise per evitare l’irreparabile. “Quello che vuole dire Ron è che…Hermione, nessuno si aspetta che tu faccia una cosa simile, non devi provare proprio niente, lo sappiamo già tutti che…”

 

“Ah, è così?!” ribattè furiosa Hermione. “Quindi tu e Ron avete un motivo valido per fare quello che volete, mentre io sono una specie di…ragazzina che vuole solo mettersi in mostra per gioco?!”

 

“Non è questo il punto!” riprese Ron. “Lo capisci che non è una cosa adatta a una ragazza, non l’hai sentito Graham?!”

 

“Io ho sentito anche che mi vuole sul campo di battaglia!” urlò Hermione.

 

“Lo vuoi capire o no che non è giusto?!” le urlò dietro Ron. “Non è giusto perché non devi sempre fare quello che facciamo Harry e io, noi siamo due maschi, dannazione!!”

 

Hermione si alzò in piedi, tremante di rabbia e coi pugni stretti forte, ben decisa a non lasciare scorrere le lacrime di nervosismo che volevano uscirle dagli occhi. “Come ti permetti di insinuare che sto facendo questo per puro esibizionismo!! Maledizione, Ron, c’ero anch’io in quella dannata stanza!! Hanno fatto del male anche a me, o forse l’hai dimenticato?! Non sei l’unico che ha il diritto di vendicarsi!!”

 

“Non a rischio della tua vita!!” anche Ron era schizzato in piedi.

 

Hermione fece un passo avanti, con gli occhi ridotti a due fessure. “Io non sono una tua serva, non puoi comandarmi e aspettarti che ti obbedisca. Perciò fattene una ragione, Ron Weasley.” Sibilò fra i denti, e senza dargli il tempo di replicare girò sui tacchi e si defilò rapidamente verso la parte opposta del giardino.

 

Ginny si alzò e lanciò un’occhiata feroce al fratello, poi corse dietro a Hermione.

 

Ron si buttò di nuovo sull’erba, decisamente imbufalito. “Gran bel colpo.” Borbottò Harry. “Davvero il modo migliore per farti dare ascolto.”

 

“Oh, senti, non rompere.” Ribattè ingrugnito Ron. “Non mi sembra che tu sia stato di grande aiuto.”

 

 

***************

 

 

“No, no e poi no! E’ assolutamente fuori discussione!” la signora Granger era rossa in faccia. “Se pensate che io permetta a mia figlia di intraprendere un mestiere così…così cruento e pericoloso…e così poco adatto a una ragazza, per di più!!...siete pazzi e basta!”

 

“E io non voglio che il mio bambino soffra ancora! Lui e Harry hanno già subito abbastanza gli effetti di questa guerra!” ribadì Molly Weasley.

 

“Siamo ragionevoli, per favore.” Intervenne Sirius. “Non stiamo parlando di tre bambini a cui serve il permesso per rientrare dopo il coprifuoco.”

 

“E’ della mia bambina che sto parlando.” Ribattè seccamente la madre di Hermione. “Sono e resto sempre sua madre, ed è mio dovere evitare che si cacci nei guai.”

 

“Sono completamente d’accordo.” La signora Weasley annuì con vigore.

 

Il signor Weasley annuì lentamente. “Signore, io capisco bene il vostro punto di vista, ma Sirius ha ragione. Sono maggiorenni i nostri ragazzi.”

 

“Questo non li autorizza a rischiare ancora una volta l’osso del collo se stavolta noi possiamo impedirlo.” La signora Granger sembrava decisa a non mollare.

 

Remus Lupin, che era rimasto tutto il tempo in silenzio a sorseggiare la sua tazza di tè, si schiarì leggermente la gola. “Se me lo permettete, voi esprimere anch’io il mio parere.” Nella stanza scese il silenzio. “Naturalmente io non sono che un amico di Harry, Ron e Hermione. Quello che penso non conta certo niente, ma il fatto è che in questo momento neppure voi che siete i genitori sareste ascoltati.”

 

“Ma…”

 

“Molly, conosci tuo figlio, no?” Lupin mantenne il suo tono calmo. “Non otterremo niente ora. Sono furiosi, hanno visto i loro amici più cari morire proprio davanti ai loro occhi, sono stati costretti a subire ore di tortura…vogliono vendetta, e non li si può biasimare.”

 

“Potrebbero andare incontro ad ulteriore dolore se non li seguiamo con attenzione.” Replicò la madre di Hermione.

 

Lupin scosse la testa. “Facciamo il ragionamento inverso. Presumiamo di riuscire a imporre un rifiuto e a non farli entrare nei War Mage. Sono stati a scuola per sette anni, e non c’è stato un solo mese in cui non abbiano trovato il modo di collaborare alla lotta contro il male. E ora noi gli diciamo di restarsene fermi con le mani in mano. Immaginate anche lontanamente come reagirebbero? Credete che lo accetterebbero senza la minima riserva?”

 

Sirius annuì. “Invece che dei soldati avremmo dei ribelli, ecco la differenza.”

 

“Io credo che abbiano ragione loro.”

 

La signora Granger si voltò inorridita verso il marito. “Edward! Cosa stai dicendo?”

 

“Io la penso come il signor Lupin.” Fece il padre di Hermione. “Oltre al fatto che non sta a noi decidere della vita di questi ragazzi, che sono poi maggiorenni a tutti gli effetti, dobbiamo essere preparati a incanalare la loro aggressività in un altro modo. Affrontiamo i fatti come stanno, hanno tutto il diritto di scegliersi anche una professione come questa.”

 

Sirius annuì. “In più devono ancora superare un anno di addestramento. Avranno modo di vedere da soli che vita è quella di un War Mage. E potranno rinunciare in qualsiasi momento.”

 

Molly Weasley sospirò. “Riuscirò mai a tenere uno dei miei figli lontano dai guai? A quanto pare no…”

 

La signora Granger sembrò combattere con se stessa per qualche istante. “Se accetto voglio almeno che mia figlia sia seguita con un minimo di attenzione in più, visto che a quanto pare è l’unica ragazzina abbastanza folle da provare questo tipo di…carriera.”

 

Lupin annuì. “Su questo può stare tranquilla.”

 

La madre di Hermione si lasciò andare su una sedia. “Tanto tentare di dissuadere Hermione sarebbe anche peggio. E va bene, vorrà dire che mi verranno ancora più precocemente i capelli bianchi.”

 

Suo marito fece un sorrisetto. “Investiremo i nostri soldi in parrucchiere, non demoralizzarti.” Lei gli lanciò un’occhiataccia.

 

 

***************

 

 

Era tutto così confuso…le mura si stavano squagliando come neve al sole, rimpiazzate da ombre distorte che si dimenavano e si agitavano oscurando la luce e rendendo l’aria ancora più cupa…

 

…fumo…urla…dolore…ombre nere…odore di morte…

 

…Hermione…due uomini la stavano trascinando dietro una parete, in una stanza ancora più buia…stava gridando, stava piangendo, sembrava disperata…i suoi strilli si deformavano terribilmente, potevano trapassare i muri…

 

…e si deformavano nelle risate di un’ombra alta, che brandiva in mano una specie di fascio di luce…ridendo sguaiatamente si avvicinò a una figura più bassa, e la trafisse col fascio di luce…

 

…il ragazzo a terra aveva gli occhiali e i capelli neri tutti scompigliati…e gli occhi verdi completamente vuoti e senza vita…

 

…e c’era sangue ovunque…ovunque…soprattutto sulle sue mani…tanto sangue…tanto dolore…

 

 

 

Ron si mise seduto di scatto nel letto, ansimando e tenendo gli occhi serrati forte, completamente coperto di sudore freddo. Ci mise qualche secondo prima di riuscire a regolarizzare il respiro, quindi aprì gli occhi e si guardò intorno nella stanza buia illuminata dalla sola luce della luna. Nel letto accanto al suo Harry si stava girando e rigirando, muovendo le labbra come se stesse parlando nel sonno. Non era difficile capire che anche lui era nel bel mezzo di un incubo. L’ennesimo.

 

Ron si alzò dal letto e si diresse nella cucina della Tana; non sapeva neanche lui dove stava andando, né aveva un’idea del perché stava camminando per casa sua come se tutto in una volta i muri lo facessero soffocare. Quella sensazione orrenda gli stava facendo sentire una morsa allo stomaco. Si guardò ancora le mani. Se le sfregò nervosamente. Sembravano pulite…ma non lo erano per niente. Però non gli dispiaceva…non gli dava fastidio di essersele macchiate di quel sangue. Però…che cos’era quella voglia indomabile di uccidere ancora? Cos’era quello spirito quasi animalesco che gli ruggiva dentro? Perché diavolo non riusciva a controllarlo?

 

“Stai bene, Ron?”

 

Ron si voltò di scatto: sulla soglia della porta c’era sua sorella, anche lei in pigiama, che lo guardava con un’espressione preoccupata.

 

“Ti ho sentito venire giù e ho pensato che ci fosse qualche problema.”

 

Lui scosse la testa. “No, Gin, va tutto bene.”

 

“E allora perché non sei nel tuo letto a dormire?” gli chiese piano lei.

 

Ron non le rispose, si limitò a sedersi su una delle sedie accanto al tavolo, tenendo gli occhi fissi a terra. Ginny prese posto accanto a lui, cercando il suo sguardo. Ma non riuscì a incontrarlo, perciò si sforzò di ottenere la sua attenzione parlandogli.

 

“Hai avuto un incubo, vero?” gli disse piano. Il fratello non le rispose. “Non c’è niente di cui vergognarsi, Ron. E’ a dir poco normale dopo un trauma come il tuo.”

 

Ron sospirò. “E’ buffo come voi tutti continuate a chiamarli incubi.” E qui la guardò con uno sguardo perforante. “Io li chiamo ricordi.”

 

Ginny aprì la bocca per rispondere, ma poi la richiuse. Non sapeva cosa dirgli.

 

Ron scosse la testa e tornò a guardare per terra. “Torna a letto, Gin. Questa cosa non ti ha toccato, per fortuna. Non deve toccarti nemmeno adesso.”

 

“Il fatto che io sia stata risparmiata da quell’inferno quella notte non vuol dire che io sia immatura o superficiale.” Replicò Ginny. “Io ti voglio aiutare.”

 

“Ti ho detto di lasciar perdere.”

 

“Ron, ti prego.” Ginny gli prese una mano. “Perché non vuoi il mio aiuto? Forse parlare un po’ ti farebbe sentire il cuore meno pesante…”

 

Ron fece una smorfia ironica. “Parlare di che, Ginny? Raccontarti gli orrori che ho dovuto vedere, appesantire anche te, farti vedere una realtà che non ti appartiene e che invece ha travolto me? A che servirebbe far soffrire anche te, Gin? Certo non a farmi stare meglio.”

 

“Tu sei vivo, sei sopravvissuto a quella notte.” Cercò di dirgli lei. “Sei qui e non sei morto, e un motivo c’è. Tu dovevi vivere.”

 

“I sopravvissuti sono la categoria peggiore, Gin.” Fece Ron, alzandosi in piedi e avviandosi verso la porta di casa. “Perché sono morti che camminano.”

 

Ginny sentì quelle parole colpirla fin nell’anima, e non riuscì a fermare il fratello quando lo vide uscire di casa; si limitò a guardarlo da una finestra ment5re si stendeva a terra sull’erba in giardino.

 

“Lascialo stare.”

 

Ginny si voltò: ora c’era anche Harry nella cucina della Tana. Aveva i capelli più spettinati del solito e gli occhi gonfi – era evidente che anche lui era stato buttato giù dal letto da un incubo.

 

“Fagli prendere un po’ d’aria.” Le disse stancamente, prendendo posto sulla sedia lasciata vuota da Ron. “Tanto non otterrai niente.”

 

“Volevo aiutarlo.” Disse piano Ginny, stringendosi nelle spalle. “Speravo che si confidasse un po’ con me, non fa bene tenersi sempre tutto dentro.”

 

“Ci sono cose difficili da raccontare.”

 

Ginny annuì e lo guardò. “Sarebbe ora che anche tu ti lasciassi un po’ andare, sai.” Lui si voltò verso di lei. “Tu più di tutti avresti bisogno di sfogarti un po’.”

 

Harry scosse la testa. “Tu non potresti capire il vuoto che ho dentro.” Mormorò freddamente.

 

Questo chiuse la bocca a Ginny per un istante. Eccone un altro che le stava sbattendo la porta in faccia. Ma no, stavolta non si sarebbe fatta tagliare fuori. Non due volte consecutivamente. “No, non potrei.” Fece stancamente. “Ma forse potrei aiutarti a riempirlo poco a poco.”

 

Harry chiuse forte gli occhi. “Tu non hai visto le loro facce…Seamus…Dean…Neville…Ernie, Justin, Hannah…loro volevano tutti vivere…” la voce gli venne meno: parlare di loro era troppo.

 

Ginny gli prese una mano. “Non è stata colpa tua, Harry.”

 

“Ah no? Conosci qualcun altro che si chiama Harry Potter e ha la fronte tagliuzzata perché un pazzo di stregone ha deciso che la sua vita deve essere marchiata dal dolore e dalla morte?” disse con amarezza.

 

“Pensaci bene.” Incalzò lei. “Ammettiamo che il piano originale fosse stato quello di prendere te. Perché quando ti hanno trovato non se ne sono andati? Hanno continuato anche dopo, Harry, se ne sono scappati solo perché sono intervenuti i War Mage. Tu hai detto di aver sentito uno di loro dire che avevano l’ordine di non ucciderti. Allora perché sono arrivati sparando Avada Kedavra a destra e a sinistra? Rischiavano di disobbedire, o sbaglio?”

 

Harry sembrò sul punto di ribattere qualcosa, ma non disse niente.

 

Ginny scosse la testa. “Non sarebbe cambiato niente, che tu ci fossi stato o no. Altrimenti perché avrebbe attaccato King’s Cross e casa Caramell, tu non c’eri là. E’ una guerra, Harry. E tu sei solo uno degli obbiettivi. Noi giovani maghi lo eravamo altrettanto. E Silente lo era ancora di più di tutti noi.”

 

“Vorrei che fosse vero.”

 

“E’ vero, te ne devi solo convincere.”

 

“Se anche fosse come dici tu…hai visto cos’hanno fatto a Ron e Hermione?” le disse, con la mascella serrata. “Li hanno torturati solo perché sono amici miei.”

 

“E che colpa ne hai tu?” replicò Ginny. “Lo hanno scelto loro di loro propria volontà di restare al tuo fianco fino alla fine. E sai una cosa? Io avrei fatto lo stesso.”

 

Harry rimase in silenzio per un lungo momento, poi le strinse la mano e si alzò. “E’ tardi, sarà meglio tornare a letto.” Ginny abbassò lo sguardo e annuì. Harry fece qualche passo, però poi si fermò sulla soglia della porta e si voltò. “Ehi Gin?”

 

“Si?”

 

Lui le sorrise brevemente. “Grazie. E’ stato bello parlare con te.”

 

“E’ stato bello anche per me.” Ginny continuò a sorridere anche quando lui se ne fu andato.

 

 

***************

 

 

“Vedrete che non vi troverete affatto male.” Fece Bill, mentre lui e Charlie accompagnavano Harry, Ron e Hermione lungo il vialone alberato e solitario che conduceva al palazzo del Dipartimento dei Misteri.

 

Charlie annuì. “Graham è un tipo in gamba. Un autentico scassapalle, ma ce le ha quadrate. E’ un ottimo comandante.”

 

“E’ lui il nostro diretto superiore?” chiese Hermione.

 

Bill scosse la testa. “Non proprio. Finchè sarete delle reclute dovrete rispondere ai vostri istruttori.”

 

“Sperando che non abbiano niente in comune col vecchio Piton.” Fece Ron.

 

Charlie ridacchiò, quindi si fermarono davanti a un cancello. “Da qui in avanti proseguirete da soli. Sirius e Remus vi aspettano all’ingresso del palazzo.”

 

“In bocca al lupo.” Bill gli fece l’occhiolino, tenendo il cancello aperto per farli passare.

 

I tre ragazzi oltrepassarono una specie di vialetto immerso nella nebbia, quindi si ritrovarono di fronte a un’enorme costruzione in pietra scura e marmo. Era un palazzo imponente e massiccio, alto una buona dozzina di piani, adornate da statue e gargoyle per niente rassicuranti.

 

“Mh.” Fece Ron con una smorfia. “Andiamo bene.”

 

Esitarono qualche secondo, fissando l’enorme edificio cupo; e chiunque avesse guardato quei tre ragazzi in quel momento avrebbe visto i tre bambini che arrivati al loro primo anno a Hogwarts fissavano la loro scuola con curiosità e timore allo stesso tempo.

 

“Beh,” esclamò Harry, cercando di recuperare un po’ di sicurezza. “Almeno siamo insieme.”

 

Hermione annuì sollevando il mento. “Giusto. Andiamo, ci stanno aspettando.”

 

Hermione fu la prima a passare per la porta, che prima di lasciarla entrare l’avvolse in una nuvola di fumo bianco. Quando ne uscì stava tossendo forte, e anche quando fu il turno di Harry e Ron entrambi si scrollarono di dosso il fumo bianco – che a Harry aveva anche appannato gli occhiali.

 

“Ma che razza di benvenuto è?!” brontolò Ron.

 

“Pazienza, Ron. E’ una misura di sicurezza per assicurarsi che non siate sotto l’effetto di qualche incantesimo.” La voce di Lupin suonava alquanto divertita. E in effetti sia lui che Sirius, in piedi davanti al grosso portone, stavano trattenendo un sorriso.

 

“Di chiunque sia l’idea, meriterebbe che installassero questa dannata porta a che a casa sua.” Ron si scrollò di dosso la polvere con decisione.

 

Sirius rise. “Coraggio, il capo vi sta aspettando.”

 

 

*************************

 

 

Si, in questo chap non sono successe molte cose…o meglio, ne sono successe un po’, ma io lo considero comunque un capitolo di transizione. Molte cose le ho scritte qui perché voglio che la storia non sia affrettata e abbia i suoi ritmi…ma ho una gran voglia di scrivere un paio di chap che…*.* non si può dire… ^^ In ogni caso qualcosa di importante c’è: Harry e Ginny hanno appena cominciato a intravedersi in quella nebbia totale che è la loro vita in questo momento… =)

Ohi ohi, niente EFP niente recensioni…(sperando di non averle perse…) Non posso rispondere direttamente a tutti i recensitori perché non mi ricordo con precisione chi erano, vagamente si ma non voglio scriverne alcuni e tralasciarne altri. Risultato? Un bacio colossale, ma VERAMENTE COLOSSALE a tutti…vi adoro! Non c’è niente di meglio per chi scrive qualcosa di sentire dei commenti così dolci e intensi! Oh, e grazie mille anche a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri di buon compleanno! In particolare al mio maestro di spagnolo, Alexis  =)

 

Suppongo che sia arrivato il momento di dirvi ciao, alla prossima…ok, bene. Nel prossimo chap “Una strada tutta in salita” avremo modo di vedere l’approccio dei nostri eroi con la loro nuova vita…e col nuovo ambiente. Non si può dire altro, sorry! ^^ Ancora bacionissimi a tutti,

 

Sunny

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Capitolo 6
*** Una strada tutta in salita ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 6: UNA STRADA TUTTA IN SALITA

 

 

I’ve been sittin’ here

Tryin’ to find myself

I get behind myself

I need to rewind myself

They say that every man bleeds just like me

And now I feel like number one

Yet I’m the last in life

                                                           Only God Knows Why, Kid Rock

 

 

***************

 

 

Quando anche Hermione ebbe finito di firmare il suo foglio per l’accettazione al corso di addestramento, Homer Graham sprofondò ancora di più nella sua poltrona dietro la scrivania e si sfregò le nocche delle dita.

 

“Bene, signori.” Disse con un sorriso. “Benvenuti a bordo.

 

Quando cominciamo?” chiese Harry.

 

“Subito.” Rispose il generale, prendendo i loro documenti d’ammissione. “Come vi avevo preannunciato, la vostra giornata sarà sufficientemente sfiancante. Per oggi vi limiterete a fornirvi di tutto l’equipaggiamento necessario: uniformi, armi e passaporte per andare e tornare qui in qualsiasi momento. E naturalmente passerete buone due ore a farvi aggiornare su tutto quello che non sapete di Voldemort e di questa guerra.

 

Ron diede un’occhiata alla tabella che avevano ricevuto un momento prima e inarcò un sopracciglio. “Questo sarebbe il nostro orario?”

 

Graham non riuscì a mascherare un sorrisetto. “Esattamente. Avete due ore di atletica, un’ora di volo, un’ora di strategia, due di uso delle armi babbane, un’ora di spacco per riempirvi lo stomaco, poi due ore d’incantesimi e una di pozioni. La vostra giornata inizia alle sette e si conclude alle sei di sera.”

 

“Undici ore, sfido io che la paga è così alta. Brontolò Harry fra i denti. Hermione gli lanciò un’occhiataccia, Ron soffocò la sua risata in un colpo di tosse.

 

“Bene, ora vi suggerisco di alzare le chiappe e raggiungere la stanza alla fine di questo corridoio. I vostri istruttori di strategia vi stanno aspettando con ansia. E qui aggiunse un sorrisetto furbo. “Buona fortuna, signori.”

 

Ron si chiude la porta alle spalle piuttosto sonoramente per i gusti di Hermione, e la indispettì ancora di più quando mormorò senza troppi convenevoli “O quello ci sta prendendo per culo, o se la sta spassando a riderci alle spalle.”

 

 

***************

 

 

Bernie Albright e Ben Matcham sembrarono in effetti abbastanza cordiali. Molto ben predisposto nei confronti di tre ragazzi che per una vita avevano dovuto lottare non solo contro un nemico ben più grande di loro, ma anche contro una massa di ottusi e iperprotettivi che si erano sempre rifiutati di dar loro informazioni più precise o risposte complete.

 

“E’ una gradita sorpresa avervi già qui.” Disse con un sorriso il paffuto Ben, sedendosi. “Pensavamo di dover aspettare ancora un po’ prima di potervi convocare, ma a quanto pare i tempi sono già maturi.”

 

“Cos’è che dobbiamo sapere esattamente che non sappiamo già?” chiese Harry.

 

“I nomi, le facce, gli antefatti e i retroscena di questa maledetta guerra. Gli rispose Bernie. “Se dovete combattere con noi, i vostri nemici devono avere un viso e un nome. Finora avete lottato per il 90% contro dei mulini a vento. E’ ora di essere un po’ più specifici.

 

Ben aprì una grossa cartellina che aveva appena preso da uno scaffale ed estrasse il primo foglio, appoggiandolo sul tavolo e spingendolo verso i ragazzi. “Cominciamo con qualcosa di familiare. Questo suppongo che lo conosciate già.”

 

Ron fece una smorfia. “Abbiamo questo dispiacere. Il fascicolo in questione aveva una foto segnaletica di Lucius Malfoy.

 

“Questo è uno dei collaboratori più inetti che ha Voldemort in questo momento. Ben si strofinò lentamente i baffi. “Non è capace di portare a termine una sola missione senza creare guai. Ma lo usano come…diciamo ambasciatore presso il Ministero.

 

“Per prendere per culo i polli come Caramell.” Fece Harry.

 

“Precisamente.” Bernie annuì.

 

Ben mise via la documentazione su Malfoy e appoggiò sul tavolo un altro rapporto, stavolta con la foto di un uomo coi capelli neri e una guancia sfregiata. “Questo qui è Richard Lestrange. E’ uno dei membri più vicini a Voldemort. Ha le mani sporche del sangue della maggior parte degli auror uccisi finora. Un bastardo come pochi.”

 

“Credo di averlo già sentito nominare…” disse Hermione con aria pensierosa.

 

“E’ scappato da Azkaban due anni fa, la sua fuga ha fatto molto rumore sulla Gazzetta del Profeta. Annuì Bernie.

 

Ma non è l’unico ad essere famoso.” Continuò Ben, mettendo sul tavolo tre fascicoli. “Yamir Tretiak, Doug O’Dowell e Blade Tamerton. Disse, mostrando loro tre facce da galera. “Questi… fiorellini di campo hanno fatto secchi più di cento auror in meno di un’ora. Si sono guadagnati le prime pagine dei giornali per questa e per molte altre bravate negli ultimi anni.

 

“Quanta bella gente.” Mormorò ironica Hermione, passandosi una mano fra i capelli.

 

E non hai ancora visto niente.” Fece cupo Bernie.

 

Quando l’ennesima foto fu esposta sul tavolo, Harry si accigliò e serrò le mani in due pugni stretti. Ron lo guardò con un sopracciglio inarcato. “Che c’è?”

 

“Io questo l’ho già visto.” Ruggì fra i denti. “Nel parco di Hogwarts…combatteva contro Silente quella notte.

 

Ben annuì lentamente. “E’ l’uomo che l’ha ucciso. Harry, Ron e Hermione lo guardarono con espressioni cariche di mille emozioni diverse tutte mescolate. “E’ lui che ha guidato l’attacco a Hogwarts. Silente è morto perché ha fatto da scudo alla scuola col suo corpo. E’ morto da eroe, e il suo sacrificio è servito almeno ad annullare parte dei poteri di quel mostro, che ora si sono ridotti visibilmente. Almeno a questo è servito.”

 

I pugni di Harry erano così stretti che era un miracolo che non gli stessero sanguinando le mani. “Invece di perdere tempo con gli altri bisognerebbe cercare di prendere questo bastardo.

 

Bernie scosse la testa. “Non è così semplice, Harry. E’ del numero due dell’organizzazione che stiamo parlando. Lui è irraggiungibile quasi quanto Voldemort. Li progetta gli attacchi, ma è raro che vi prenda parte.

 

“E’ intervenuto a Hogwarts solo perché soltanto lui o Voldemort in persona potevano sperare di fronteggiare Silente.” Intervenne Ben. “Quindi, Harry, come vedi non è per te che erano venuti. Catturare te sarebbe stata…la ciliegina sulla torta.

 

Ron si passò nervosamente una mano fra i capelli. “Tutti questi misteri e non ci avete mai detto niente, quando poi le vostre battaglie le abbiamo combattute noi. Ruggì.

 

“Volevamo evitare di trascinarvi in questa cosa finchè era possibile. Bernie lo guardò negli occhi. “Si dice sempre che i ragazzi non dovrebbero soffrire tanto e così presto.

 

Harry scosse la testa con un sorriso amaro e sarcastico. “Questa è una stronzata mascherata da ipocrisia. Hermione si morse il labbro e gli appoggiò la mano sul ginocchio nel tentativo di calmarlo.

 

“Ci avete nascosto troppe cose per troppo tempo. Adesso è ora di passare all’azione. Fece duro Ron.

 

Bernie annuì con un sorriso amaro. “E’ proprio per questo che abbiamo dovuto aspettare. E’ proprio per questo che avrete un’ora di strategia ogni giorno durante l’addestramento. Siete irruenti, come tutti i giovani. Dovete apprendere l’arte della vendetta, che invece si protrae nel tempo.

 

Ron fece una smorfia. “Tempo che lasciamo ai nostri nemici per organizzare la difesa.

 

Ben incrociò le braccia sul petto e si appoggiò alla spalliera della sedia. “Regola numero uno: mai attaccare per rabbia.” Disse con voce ferma e decisa. “E ora continuiamo a visionare questi documenti. Possibilmente evitando commenti sulla nostra metodologia di condurre questa guerra.

 

 

***************

 

 

Due ore dopo, quando finalmente uscirono dall’aula di strategia, i tre ragazzi avevano gli occhi stanchi per le troppe fotografie visionate.

 

Harry si stropicciò gli occhi. “Non mi ricordo la metà di tutti quelli che ho visto.

 

Ron si stiracchiò e si passò una mano fra i capelli, spettinati a furia di passarci le dita in mezzo durante due frustranti ore di ‘presa visione’. “Beh, c’è un trucchetto per ricordarsi la caratteristica comune di tutti quanti.

 

“Sarebbe?”

 

Ron curvò le labbra in un sorrisetto. “Hanno tutti delle gran facce di cazzo.

 

Harry rise, Hermione si guardò rapidamente in giro e poi gli rivolse uno sguardo di rimprovero. “Devi smetterla di parlare così, Ron. Dici troppe…”

 

“Non mi sembra che qui abbiano la lingua pulita, Hermione. La interruppe lui, appoggiandosi al muro con le braccia conserte. “Forse dovresti familiarizzare col concetto che questo non è un posto per fiorellini profumati con boccucce di rosa.

 

“Il fatto che gli altri parlino in un determinato modo non vuol dire che tu devi adeguarti.” Ribattè una irritatissima Hermione. “Allora se vedessi che tutti si buttano da un ponte lo faresti anche tu per essere come gli altri?”

 

Ma perché devi sempre fare le polemiche?!”

 

“Non ricominciate, per favore…” mormorò Harry, chiudendo gli occhi e appoggiando stancamente la testa contro il muro alle sue spalle.

 

“Tipico esaurimento da post doppia razione di strategia. Bill Weasley era lì in piedi, con le mani in tasca e un sorrisetto di chi la sa lunga. “Riconosco i sintomi. Dopo un po’ la vista comincia a fare cilecca con tutte quelle foto, anche se quando sono arrivato io qui la lista era meno lunga.”

 

“Come inizio è un po’ uno schifo.” Commentò Ron.

 

Bill sorrise. “Tranquillo, è l’inizio ed era solo teoria. Vedrai che il resto ti piace.”

 

Harry sospirò. “Quante altre ore di monotona teoria dobbiamo ancora sorbirci?”

 

“Lezioni sospese fino a domani mattina.” Bill fece cenno di seguirlo e s’incamminò lungo un corridoio che portava a uno scalone. “Per adesso venite con me a prendere l’equipaggiamento che vi serve.

 

Cosa dobbiamo avere?” chiese Hermione, sempre camminando.

 

“Innanzitutto le passaporte per venire qui ogni giorno. Ce n’è una speciale anche per casa tua, Hermione. Spiegò Bill. “Poi ci sono le uniformi, i cinturoni, le armi, le protezioni…”

 

Ron fece un sorrisetto sinistro. “Finalmente qualcosa di divertente. Harry annuì.

 

“…e poi c’è l’infermeria che ti aspetta, Harry. Continuò Bill.

 

Harry si bloccò. Cosa? Perché?”

 

“Dobbiamo rimetterti a posto la vista.” Gli rispose tranquillo Bill, fermandosi a sua volta. “Non esistono War Mage con gli occhiali. Che succede se durante una battaglia te li fanno saltare dal naso, ti fai ammazzare perché non sai dove buttare le mani?”

 

Harry, insicuro, si grattò la nuca. Ron gli sollevò gli occhiali dal naso e lo accigliato, poi scrollò le spalle. “Si può fare. Non sei malaccio.”

 

“E risparmierai a me la fatica di metterteli a posto ogni cinque minuti. Fece Hermione.

 

“Ehi Bill, che mi dici delle infermiere?” fece Ron con un sorrisetto. Hermione scosse la testa con aria superiore.

 

“Per il momento abbiamo ancora le sorelle più vecchie e più brutte di Madama Chips. Qui però anche Bill si sciolse nello stesso sorrisetto del fratello. “Ma tra qualche mese dovrebbe arrivare lo staff della dottoressa Sorenson, e so che quelle sono tutte donne altamente abbordabili.”

 

“Finalmente si ragiona.” Anche Harry si lasciò andare al buonumore.

 

Hermione fece una faccia disgustata, borbottando sottovoce il suo sdegno per il maschilismo da cui era circondata.

 

 

***************

 

 

Harry fece per sistemarsi meglio gli occhiali sul naso, ma si ricordò di non averli più quando si centrò un occhio col dito. Era terribilmente strano vedere senza occhiali, ed era ancora più strano che in un momento di tensione non potesse scaricarsi un po’ strofinando l’asticella della montatura, come faceva sempre quando era teso.

 

Era un po’ come il primo giorno a Hogwarts: anche allora non sapeva cosa lo aspettava…solo che stavolta non era come andare a scuola a imparare piccoli incantesimi e noiose pozioni…questo era un addestramento militare. Per diventare un assassino autorizzato.

 

Quello che lo faceva sentire un po’ più tranquillo era il fatto di stare insieme a Ron e Hermione: in genere i loro continui litigi erano snervanti, ma adesso era come una prova del fatto che il vecchio mondo non era scomparso del tutto. In quel momento, ad esempio, Hermione continuava a tamburellare nervosamente le dita sul ginocchio; Ron spazientitosi le aveva bloccato la mano con la sua, ma lei, che aveva ancora qualche problema col contatto fisico, gli aveva dato uno spintone piuttosto brusco facendolo barcollare.

 

“Oh!” fece irritato lui.

 

“Scusa!” replicò stizzita Hermione.

 

“Per carità, scusa tu!” la risposta di Ron era acida e sarcastica.

 

Harry rise. “Ma è possibile che anche le scuse ve le dovete tirare in faccia così?”

 

“Non ce le stavamo tirando in faccia.” Sibilò seccata Hermione.

 

Ron sbuffò. “Ma dov’è finito questo accidenti di istruttore? Ci fanno alzare all’alba e poi stiamo qui ad aspettare i suoi comodi. Già che per quello che ci deve far fare potremmo cavarcela anche da soli. Quattro addominali, due flessioni…”

 

“Temo che non sarà così semplice, Ron.”

 

Sirius. Sirius Black sulla soglia della porta della palestra col sorriso più divertito e irritante che avesse mai fatto.

 

“Ehi, sei venuto a darci gli ultimi consigli?” gli chiese Harry.

 

Lui inarcò un sopracciglio. “Veramente sono qui per addestrarvi.

 

“Tu?” Hermione rimase sconcertata, come i due ragazzi del resto.

 

“Proprio io. Mi occuperò di mettervi in forma e di prepararvi a sopportare e a resistere al dolore.

 

“Prospettiva interessante.” Fece Ron.

 

E non faccio favoritismi a nessuno.”

 

E ti pareva.” Mormorò Harry.

 

“Ci avrei giurato.” Gli fece eco Ron.

 

E ora si comincia.” Sirius si tirò su le maniche della casacca dell’uniforme, quindi avanzò verso i suoi allievi. “Iniziate con dieci giri attorno al perimetro della palestra. I ragazzi si guardarono attorno: era una sala piuttosto grande… “Beh, che avete da guardare? Forza, dieci giri ho detto!”

 

Harry, Ron e Hermione non persero altro tempo e cominciarono i loro dieci giri di corsa; i primi tre andarono abbastanza bene, poi con il quarto Hermione cominciò a restare paurosamente indietro.

 

“Respirate mentre correte.” Fece Sirius, notando che Harry e Ron erano molto rossi in faccia e Hermione era almeno di un giro indietro. Poco sotto il sesto giro crollò in ginocchio, tenendosi il fianco e cercando di riprendere fiato mentre l’affanno le faceva sentire il cuore in gola. Harry e Ron si voltarono a guardare che cosa e era successo, rallentando leggermente. “Avanti, avanti! Continuate voi due!” disse subito Sirius. I due obbedirono. Hermione si trascinò dove stava il suo istruttore, ansimando e tenendosi ancora il fianco.

 

“…mi dispiace.” Mormorò sottovoce a Sirius quando ebbe ritrovato il fiato.

 

Sirius scosse la testa. “E’ solo la prima volta. Ho detto di respirare, voi due!” disse a Harry e Ron, che stavano percorrendo il loro ottavo giro con le orecchie in fiamme. Sirius si voltò verso Hermione e le parlò a bassa voce. “Hermione…non hai mai fatto sport prima d’ora?” lei scosse la testa e lui non disse niente.

 

Quando ebbero finito anche il decimo giro Harry e Ron crollarono a terra sfiniti, respirando forte e non nascondendo qualche smorfia per la fatica.

 

“Non ci siamo proprio.” Sirius incrociò le braccia sul petto. “Siete delle mozzarelle. E correte malissimo, perché non sapete respirare e fate mancare l’ossigeno al cervello. Con un fiato simile un mangiamorte non solo vi è scappato, ma vi ha anche fatto secchi lungo la strada. Dovete assolutamente imparare a respirare bene e a coordinare meglio movimenti e muscoli mentre correte.

 

“…volentieri…” fece Ron, tra un respiro profondissimo e affannoso e l’altro. “…se ci presti…un altro polmone…”

 

Sirius fece un sorrisetto. “Coi miei metodi ve lo faccio uscire un altro polmone. Forza, in piedi. C’è ancora parecchio da fare, non c’è tempo per starsene a lamentarsi.

 

 

***************

 

 

Hermione rimase in silenzio per tutto il tragitto fino alla palestra di armi babbane. Non le era riuscito un solo esercizio con Sirius: non aveva superato i venti addominali, flessioni zero, salti men che meno…si sentiva un rifiuto umano. Se tutte le classi erano così…

 

Harry si stava massaggiando vigorosamente una spalla mentre camminavano. “Certo che ci è andato leggero come prima lezione.”

 

Ron fece un mezzo sorriso. “Stressante…ma molto edificante.

 

“Già, anche se ancora non mi sento molto edificato dopo aver rischiato di morire asfissiato perché non so respirare. Harry imitò alla perfezione la voce di Sirius, facendo ridere Ron. “Che cavolo di aula è quella di armi babbane?”

 

“Credo sia quella alla fine del corridoio, dopo le…” Hermione girando l’angolo sbattè contro qualcuno, rimbalzando contro la parete.

 

“Ehi! Guarda dove vai!”

 

Davanti a lei c’era un ragazzo piuttosto alto, con gli occhi grigi e i capelli biondastri corti a spazzola. Aveva l’uniforme dei War Mage addosso, ma non sembrava molto più grande di loro.

 

“Scusa.” Fece sommariamente Hermione, sistemandosi la casacca dell’uniforme. Ma il fatto che il ragazzo la stesse squadrando dall’alto in basso con le sopracciglia inarcate la irritò non poco. “Qualcosa non va?”

 

Quello fece una smorfia. “No. Mi stavo solo chiedendo chi è il pazzo che ha arruolato una ragazzina. Ma poi ti ho riconosciuto e ho capito tutto.

 

E con questo che vorresti dire?” ribattè subito Ron con durezza.

 

“Semplicemente la verità. Che lei è qui perché è amica di Harry Potter. Il ragazzo biondo incontrò lo sguardo furioso di Harry, che sembrava sul punto di controbattere, ma Hermione fu più rapida.

 

“Andiamo.” Disse rigidamente, fulminando un’ultima volta con lo sguardo il biondo per poi avviarsi a passo deciso verso il corridoio.

 

Quando l’ebbero raggiunta, Harry e Ron la guardarono con un’espressione irritata. “Perché non mi hai lasciato dire due paroline a quel grosso idiota?” fece Ron.

 

Perché non ne vale la pena. E perché non voglio fare tardi.” Continuarono in silenzio la camminata finchè non arrivarono nell’aula di armi babbane.

 

C’era un uomo in piedi vicino a una specie di grossa cassettiera, che stava affilando la lama di una spada con una pietra; era di spalle, ma appena sentì i passi si voltò. Aveva il viso segnato, ma un’aria ancora evidentemente molto sicura e ferma. La sua fronte alta e quadrata s’increspò quando inarcò le sopracciglia.

 

“Voi dovete essere i nuovi.” Anche la sua voce era forte e vibrante.

 

Harry annuì. “Si, io sono…”

 

“Harry Potter, e loro sono Ron Weasley e Hermione Granger. L’uomo lo anticipò. “Io sono Liam Nixon, il vostro istruttore di armi babbane.”

 

E ovviamente sa già tutto di noi.” Fece Harry, rassegnato ma non seccato.

 

“Come del resto tutta la squadra.” Replicò Liam con un occhiolino. “Cominciamo col darci del tu, e col chiarire perché nel vostro addestramento è previsto lo studio e l’utilizzo delle armi babbane. Numero uno: potreste ritrovarvi in situazioni in cui la magia è inutile. Numero due: alcuni nemici si abbattono solo o più facilmente con una pugnalata. Numero tre. E qui fece un sorrisetto furbesco. “Niente dà più sapore che infilzare un mangiamorte.

 

Anche Ron curvò le labbra in un sorrisetto furbo.

 

“Posso chiedere una cosa?” chiese Hermione. Liam annuì. “Che tipi di armi useremo?”

 

“Pugnali. Spade. Sciabole. Bastoni. All’occorrenza anche lance e frecce. Niente deve rappresentare un problema per voi. Spiegò Liam. “Sono convinto che lo troverete interessante.

 

I tre allievi rimasero in silenzio mentre l’uomo consegnava loro le armi, spiegando anche qual’era la loro posizione nel cinturone in dotazione con l’uniforme.

 

“Bene.” Fece alla fine Liam, facendo un passo indietro e mettendo le mani sui fianchi. “Allora, cominciamo con le basi. Harry, mi hanno detto che non è la prima volta che prendi in mano una spada. Avanti, fammi vedere come la tieni.”

 

Harry impugnò la sua sciabola con entrambe le mani, rivolgendola avanti a sé.

 

Liam si grattò la nuca con la mano. “Mh. A quanto pare sarà più dura del previsto.”

 

 

***************

 

 

Molly Weasley sospirò per l’ennesima volta in dieci minuti, continuando a massaggiare vigorosamente le spalle del figlio. Harry e Ron erano pieni di crampi dopo la prima giornata di addestramento, ma almeno avevano la decenza di non lamentarsi. In compenso mamma Molly non aveva smesso un solo istante di esprimere il suo sdegno mentre si dedicava a un vigoroso massaggio al figlio.

 

“Inaudito.” Brontolò ancora. “Un modo di fare a dir poco tutto alla rovescia! Cominciare dalla cima. Ridicolo. Spremere come limoni tre ragazzi il loro primo giorno. Che colossale stupidaggine.”

 

Ginny, che stava apparecchiando la tavola, fece un sorrisetto.

 

E dai, ma’.” Ron cercò di cambiare argomento. “Come sta andando il trasloco di Fred e George?”

 

“Si, si, bene.” Fece seccamente la madre. “Assurdo…”

 

Harry si toccò una spalla dolorante e la cosa non sfuggì a Ginny, che sistemò anche l’ultimo bicchiere e gli appoggiò le mani sulle spalle. “Dai, ci vuole anche per te un bel massaggio tonificante.

 

“Grazie.” Disse semplicemente lui, abbassando lo sguardo per non far vedere a nessuno che era arrossito.

 

“…che poi cosa forzano la mano a fare, dico io, siete usciti dall’ospedale nemmeno una settimana fa!” continuò a reclamare Molly, massaggiando con vigore sempre maggiore le spalle del figlio.

 

“Vacci piano, mamma!” cercò di dirle Ron.

 

Charlie scese le scalette della Tana e piombò giù in cucina tutto allegro, saltando gli ultimi tre gradini e prendendo al volo un pezzo di pane dal cestino sul tavolo. “Ehi, si mangia o no?”

 

“Aspetterai che tuo fratello e Harry abbiano ricevuto le cure necessarie.” Gli rispose subito la madre, col suo tipico tono da qua-dentro-comando-io-e-basta.

 

Charlie li guardò con una smorfia di falsa preoccupazione. “Poveri piccoli.

 

“Chiudi il becco, spappolapalle.” Replicò Ron, beccandosi una manata di sua madre sulla nuca. “Ohi, ma’!”

 

Charlie fece un sorrisetto maligno e diede un morso al suo pane. “Modera il linguaggio, matricola, ricordati che stai parlando a un tuo superiore.”

 

“Una cosa non l’ho ancora capita.” Fece Ginny, interrompendo per un momento il suo massaggio a Harry. “Perché Charlie deve darvi lezioni di volo? Non c’è niente che non sappiate già fare sulla scopa voi.

 

“Non devono saper parare una pluffa o afferrare un boccino. Le spiegò Charlie. “Su quelle scope devono imparare ad andarci anche in piedi a duecento miglia orarie.

 

“Eh no, questo è davvero troppo!” scattò mamma Weasley.

 

“Ma dai, mamma, non sono malaccio i due mocciosetti.

 

E Hermione come se la cava?” chiese Ginny.

 

Charlie si grattò la tempia con una smorfia. “Con lei la vedo tragica…”

 

Ginny annuì. “Soffre atrocemente di vertigini. Non l’avete presa in giro, vero?”

 

Harry scosse la testa. “Solo all’inizio, ma abbiamo smesso subito. Era così terrorizzata che neanche rispondeva per le rime, e oltretutto era bianca come un lenzuolo. Non era il caso di infierire.”

 

Molly scosse la testa. “Povera creatura…sottoposta a questo barbaro addestramento…”

 

La lamentela della signora Weasley fu interrotta dall’arrivo del marito attraverso la Polvere Volante; Arthur Weasley uscì dal camino scuotendosi la polvere di dosso e borbottando qualcosa fra i denti.

 

“Arthur, qualcosa non va?” gli chiese preoccupata la moglie. “Dov’è Percy?”

 

Il marito scosse la testa, togliendosi cappello e cappotto. “Ah, non aspettarti che torni prima di notte tarda, cara. Sta facendo il verbale della riunione del Consiglio.

 

“Stanno ancora discutendo?” domandò Molly.

 

Che riunione è?” chiese Ron.

 

“Quella per l’elezione del nuovo Ministro. Gli spiegò il padre, sedendosi. “Si stanno letteralmente ammazzando fra loro per le proposte, ma in pratica si sa già chi sarà.

 

Harry si accigliò. “Ma non si dovrebbe aspettare il voto finale?”

 

Charlie fece una smorfia. “Si, figurati. Queste cose sono sempre truccate, Harry.

 

E chi sarebbe questo nuovo Ministro?” chiese Ginny.

 

“Ersilius Montgomery.”

 

“Chi?” Ron inarcò un sopracciglio.

 

“Non mi dire…si è comprato anche i consiglieri?” Charlie incrociò le braccia sul petto.

 

Ma chi è questo?” fece Harry.

 

“E’ un miliardario che da un giorno all’altro ha deciso di fare politica, naturalmente facendo lavorare gli altri al posto suo. Spiegò papà Weasley. “Anni fa, quando fu istituito il gruppo dei War Mage, lui si offrì di finanziare privatamente il progetto a patto di avere voce in capitolo in tutte le occasioni di dominio pubblico.”

 

“E ora che c’è la guerra un titolo simile è il lasciapassare ideale per la poltrona ministeriale.” Osservò Ginny, passandosi una mano fra i capelli rossi. “Certo, quadra tutto.

 

“Precisamente.” Annuì il padre. “E considerando che è un inetto ancora peggiore di Caramell non c’è da stare allegri.”

 

“Oltretutto per farsi pubblicità ci sputtanerà alla grande. Disse Charlie, cupo in viso. “Dovremmo essere un’istituzione che vive nell’ombra, invece quell’imbecille ci farà diventare dei personaggi pubblici.

 

Ma non può farlo, voglio dire…comprometterebbe tutto il vostro lavoro, non è un rischio?”

 

“Questa è politica, Ginny.” Replicò il fratello. “Quando mai i politici hanno agito nell’interesse comune?”

 

“L’unica cosa buona per voi ragazzi è che sembra che voglia aumentare il vostro stipendio di 250 galeoni al mese.” Disse Arthur.

 

Le labbra di Ron si curvarono in un sorrisetto. “Chiunque sia questo cervello di gallina, se lo fa ha il mio voto.

 

 

***************

 

 

Ron si sollevò di scatto nel letto, pallido e sudato e ansimante. Ancora mangiamorte. Ancora dolore. Ancora urla. Ancora morte. Ancora le facce dei suoi amici morti. Ancora le mani sporche di sangue. Niente, per quanto provasse a chiudere gli occhi e a dormire non ci riusciva per niente. Troppi mostri infestavano i suoi sogni.

 

Nel suo letto Harry sembrava piuttosto agitato, e continuava a ripetere “No, lasciali stare” con un’espressione tormentata e sofferente. Fu il colpo di grazia per Ron: doveva uscire immediatamente da quella stanza, prima di avere un vero e proprio attacco di claustrofobia.

 

Scese al piano di sotto alla ricerca di un rifugio dai suoi pensieri angosciosi e dolorosi, anche se non riusciva a immaginare come far passare quelle sensazioni orribili, ma ne aveva bisogno…almeno per una notte.

 

E in quel momento lo sguardo gli cadde nella piccola vetrinetta dove suo padre teneva gli alcolici.

 

Una volta aveva beccato Bill a bere la roba forte del padre: suo fratello si era spiegato semplicemente dicendo che per una sera non voleva provare né sentire niente. Sul momento Ron non aveva capito bene il significato di quelle parole…ma ora le comprendeva fino in fondo. Perché anche lui era così stanco di soffrire che avrebbe fatto qualsiasi cosa per staccare i contatti con quegli incubi che lo tormentavano tanto.

 

E fu con quel pensiero in testa che si ritrovò una bottiglia di whisky fra le mani.

 

Il primo goccio bruciò da morire. Il secondo già di meno. Al terzo già si sentiva un sapore nuovo e invitante in bocca. E nello stomaco quel liquido scoppiettante già non bruciava più. Gli ci vollero un paio di minuti per cominciare a sentire gli effetti dell’alcool…ma quando iniziò a sentire la tensione che gli abbandonava un po’ i nervi, Ron sorrise e si lasciò andare sull’erba umida del giardino della Tana.

 

Forse per una notte sarebbe riuscito a dormire.

 

 

***************

 

 

Sentendo bussare alla sua porta a quell’ora della notte, Ginny sussultò e mise giù il libro che stava leggendo, scendendo dal letto e correndo ad aprire la porta della sua stanza.

 

“Harry!” esclamò quasi senza fiato, senza poter evitare un sorriso. Harry aveva l’aria di chi si era appena alzato dal letto. “Va tutto bene?”

 

“Oh si, si!” Harry fece un sorriso imbarazzatissimo e si grattò la nuca. “Scusa, non volevo svegliarti.”

 

“Non stavo dormendo. Vieni dentro, dai.” Ginny lo fece entrare e poi chiuse la porta.

 

“Scusa. Non dovevo piombare qui a quest’ora di notte. Harry si passò una mano fra i capelli, arruffandoseli ulteriormente.

 

“Smettila di preoccuparti.” Lo rassicurò lei. “Il problema è che non dormi tu. Sbaglio o domani hai la sveglia alle sei?”

 

“Già.” Harry sospirò. “Peccato che non riesco proprio a prendere sonno.

 

Ginny si morse il labbro inferiore. “Incubi?” lui annuì e si sedette sul bordo del letto. “Sempre gli stessi? Quelli…di quella notte?”

 

Lui annuì, guardando fisso a terra. “A volte vedo morire anche noi che siamo sopravvissuti. E poi…Silente. Ma qui si fermò. La voce gli tremava.

 

Ginny prese posto accanto a lui, appoggiandogli una mano sulla spalla. “Col tempo passeranno. Cominceranno a farti meno paura.

 

“Come fai a dirlo?” le chiese scoraggiato lui.

 

Perché li ho avuti anch’io.” Harry la guardò. “Forse hai dimenticato il mio primo anno a Hogwarts? L’estate successiva non è stata proprio…facile.

 

Harry si accigliò. “Non lo sapevo.”

 

Ginny scrollò le spalle. “Anch’io non riuscivo a dormire la notte. E’ stata molto dura all’inizio, ma poi col tempo sono riuscita a capire che era tutto finito, e che era stata colpa mia in minima parte.

 

Harry scosse la testa. “Avevi solo undici anni, Ginny, non fu affatto colpa tua.

 

Lei fece una smorfia. “Beh, prova a pensarci su. Colin e Hermione ci avevano quasi rimesso la pelle, e tecnicamente fui io ad aizzare il basilisco contro di loro.

 

Harry ci pensò un attimo. “Sai che non avrei mai creduto che tu avessi provato dei sensi di colpa? Nel senso che…beh, come…cioè, mi sei sempre sembrata…tranquilla.”

 

“Mi ci è voluto un po’ per rimettermi, ma alla fine ce l’ho fatta. E’ per questo che sono convintissima che anche voi ne uscirete un po’ alla volta. Ginny lo guardò con un’espressione confortante. “Avete parecchio da fare, e tenere la mente occupata è un’ottima medicina. Concentrarvi sulla vostra nuova vita sarà la vostra salvezza, ne sono sicura. Soprattutto se invece di guardarla con diffidenza l’accetterete il più serenamente possibile.

 

Harry esitò, poi vinse ogni timidezza e le prese la mano. “Grazie Ginny…è davvero facile parlare con te. Mi…mi piace molto. Mormorò.

 

Ginny sorrise e gli strinse la mano nella sua. “Anche a me piace. Da morire.”

 

 

 

*********************

 

 

 

Ok…chi ha detto che il blocco dello scrittore è una roba da niente? Io ne sto vivendo uno…e infatti questo capitolo non mi convince molto. Anche perché è un altro chap di transizione…e mi ha mandato in crisi una decina di volte prima di finirlo. Comunque alla fine questo è il risultato e secondo la mia beta è meglio scrivere quello che viene per vincere il blocco…speriamo. L’uscita di HP5 sta collaborando molto =) Anzi, con l’occasione voglio ringraziare tutti quelli che sul sito di mia sorella mi hanno incoraggiato e rassicurato in questi giorni: Emi, Luna Malfoy, Strekon, Ginny, Mony, Vega, Allys…ho dimenticato qualcuno? Mmh…se l’ho fatto sorry! =)

 

Per le recensioni: grazie mille, come al solito!

Strek: grazie caro! ^^ Ehi, hai letto l’ultimo messaggio del gruppo? C’è il mio parere riguardo alla recensione che ti ha turbato… *.*

Anjulie: un milione di grazie! Sono contenta di avere la tua attenzione! =)

Kim: =) devo ancora recensire il tuo chap più recente…me distratta! Perdonami! Un bacio grandissimo

Giuggy: non ti preoccupare, tardi è meglio di mai ^^

Kiara: kiaruzza! Lo sai che ho riso da morire alla tua descrizione del nuovo periodo di Ron? Sintetica e precisa, e anche divertente! ^^ Vedrai, vedrai

Danae: grazie! Spero che i chap ti piacciano tutti così tanto! ^^

 

Oh, bene…spero solo di non aver dimenticato nessuno, il fatto è che per un periodo le recensioni le prendevo sui msg del gruppo di mia sorella, quindi…tendo a confonderli un po’! Non me ne voglia chiunque non è stato citato!

 

Ah, vorrei fare una precisazione importante: quando ho inziato questa prequel ho detto che avrei parlato dei quattro protagonisti e di come si sono innamorati l’uno dell’altra…tutti e quattro, non solo due di loro. Con la differenza che per una coppia le cose andranno in un certo modo, per l’altra… ci sarà un po’ di interessante tira e molla. Suona qualche campanello? =)

 

Ok, ok…vi lascio, devo ancora finire di leggere HP5…alla prossima con “Io, apprendista War Mage extraordinaire” =)

 

Sunny

 

 

P.S.: volete un suggerimento? Andate a leggere “Il Risveglio dell’anima” di Vale: è veramente fantastica! Merita, merita, credetemi!

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Capitolo 7
*** Io, apprendista War Mage extraordinaire ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 7: IO, APPRENDISTA WAR MAGE EXTRAORDINAIRE

 

 

When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
I held your hand through all of these years
But you still have all of me

                                                                   My Immortal, Evanescence

 

 

***************

 

 

Un tuono squarciò l’aria, e Hermione non potè fare a meno di sussultare; era più di un mese che aveva i nervi tesi come corde di violino. Un mese, da quando aveva iniziato l’addestramento…e non era più riuscita a mettere a segno un colpo.

 

A quanto pareva l’esercizio fisico non era fatto per lei, o più probabilmente – come le aveva fatto notare più volte Ginny – non era adatto a una ragazza il rude e durissimo addestramento di un War Mage. Certo, era ancora bravissima in incantesimi e pozioni, e grazie alla sua razionalità e al suo sangue freddo era la migliore in strategia, ma volava da fare pena e negli esercizi di Sirius non riusciva proprio, tanto che poi non era valida nemmeno nell’ora di armi babbane, nonostante i suoi grossi sforzi di buona volontà. Viceversa Harry e Ron non solo stavano migliorando di giorno in giorno, ma a distanza di un mese si erano irrobustiti e rinvigoriti tantissimo. Lei, al contrario, aveva solo perso peso e basta.

 

“Tutto ok?”

 

La voce di Ron richiamò la sua attenzione: era lì davanti a lei con la sciabola in mano e l’aria accigliata.

 

“Come, scusa?”

 

“Sono cinque minuti che te ne stai lì ferma a guardare nel vuoto. Stai bene?”

 

“Si.” Hermione sollevò la spada e la guardò con un’espressione triste.

 

Ron le si avvicinò, rivolgendo la sciabola a terra. “Perché sei così giù?” le chiese piano.

 

Hermione sospirò e chiuse gli occhi un attimo. “Lascia perdere, Ron. Sto bene e basta.”

 

Ron non disse niente, anche perché un secondo dopo per un pelo non venne beccato in pieno dalla sciabola che era sfuggita di mano a Harry. “Oh! Ma ti sei rincoglionito tutto in una volta?!”

 

Harry raccolse la sua spada. “Scusa tanto, amico, stavo cercando di farla roteare.”

 

“Si, magari nel mio orecchio.” Fece ironico Ron. “Fammi un piacere personale e stammi lontano quando hai queste brillanti idee.” Harry ridacchiò.

 

“Oh bene, siete già qui.” Disse entrando Sirius, mentre si tirava su le maniche della casacca. “Ragazzi, oggi farete una prima prova contro un avversario in carne e ossa. Niente di impegnativo, giusto una verifica per vedere se c’è già qualche miglioramento.”

 

“Con chi ci scorniamo?” fece Ron con un sorrisetto, evidentemente desideroso più che mai di ‘aprire le danze’.

 

Due ragazzi entrarono in quel momento nella palestra; uno aveva i capelli e gli occhi scuri, e come l’altro indossava l’uniforme completa dei War Mage. L’altro ragazzo aveva i capelli biondi corti a spazzola e gli occhi grigi…il simpaticone maschilista, pensò subito Hermione riconoscendolo.

 

“Questi sono Natan Leery e Ike McKenzie.” Disse Liam. “Hanno passato la selezione l’anno scorso, quindi sono ancora freschi di addestramento.”

 

I due ragazzi li salutarono con un cenno del capo. Natan si soffermò a guardare Hermione un momento di troppo, ma lei non abbassò gli occhi, anzi: era stanca di essere fissata con aria di sufficienza, non sopportava più quell’atteggiamento ottuso e maschilista.

 

“Voglio vedere tutti i progressi che avete fatto di recente.” Disse Liam, appoggiandosi di spalle contro il muro e incrociando le braccia sul petto. “Usate i bastoni. E’ presto per le sciabole.”

 

Harry, Ron e Hermione rinfoderarono le spade e come gli altri due presero i bastoni che stavano nell’armadietto vicino alla cassettiera delle armi malfunzionanti.

 

“Comincia tu, Harry. Con Natan.”

 

Harry e il ragazzo bruno si misero uno di fronte all’altro al centro della stanza, tenendo saldamente in mano i bastoni e mettendosi in posizione. Natan lasciò che fosse Harry ad attaccare per primo: parò una botta ben piazzata tenendo il bastone in orizzontale, e rispose con altrettanta forza e velocità anche maggiore; Harry parò i primi due assalti, ma cadde quando Natan con una finta fece per colpirlo al fianco ma poi lo prese in pieno sulle ginocchia, facendolo cadere.

 

“…cazzo…” brontolò Harry, tenendosi con una mano il ginocchio colpito e dolorante.

 

“Non male.” Commentò Liam, mettendo fine allo scontro. “Te la sei cavata abbastanza bene, Harry. Ma hai commesso un errore piuttosto banale. Sapreste dirmi voi quale?” chiese a Ron e Hermione.

 

“Probabilmente…” Hermione esitò. “Era troppo preso a colpire e si è difeso poco.” Liam annuì.

 

Ike fece una smorfia. “Sei molto brava…nella teoria.”

 

Liam inarcò un sopracciglio e si voltò verso Hermione, che era impegnata a fulminare con lo sguardo Ike. “Vuoi dargli questo schiaffo morale, Hermione?”

 

“Con vero piacere.” Sibilò lei, prendendo il suo bastone e avviandosi verso il centro della sala.

 

Ike fece una smorfia e la raggiunse. “Prima le signore.” Le disse con un sorrisetto provocatorio mentre si metteva in posizione.

 

Hermione sollevò rapidamente il suo bastone e mirò alla spalla del suo avversario per poi puntare all’ultimo momento verso un fianco, ma Ike riuscì a parare il colpo all’ultimo secondo; quando lui passò al contrattacco lo fece con velocità e potenza, e lei parò la prima serie di bastonate ma non potè sfuggire a quella che le centrò in pieno la mano, facendole cadere il bastone a terra.

 

“Se ci mettessi un po’ più d’energia potresti anche morire dignitosamente sul campo di battaglia.” Le disse Ike, appoggiandosi al suo bastone e guardandola con aria di sufficienza. Hermione, massaggiandosi il polso, lo guardò furibonda.

 

“In questo caso il problema non è stato né la velocità né la capacità di gestire i colpi, perché sono abbastanza sicuro che Hermione abbia visto arrivare quel colpo.” Esordì calmo Liam. “Il vero problema è che non ci hai messo forza. Lo hai appena accarezzato.” Hermione annuì in silenzio.

 

“E’ solo un mese che vi allenate, tra un po’ sarai già più forte.” Le disse gentilmente Natan.

 

Ike rise. “Come se potesse riuscire a terminare l’addestramento.”

 

Hermione si voltò di scatto verso di lui, con i pugni stretti e gli occhi che le fiammeggiavano pericolosamente per la rabbia. “Hai qualche problema con me o sbaglio?!” sibilò.

 

Ike si mise ben eretto. “No, non sbagli.” Replicò gelidamente. “Perché a mio parere è uno spreco di tempo e di energie allenare una ragazzina come se fosse un War Mage. Non lo sei né mai lo sarai, perché saresti solo un peso in battaglia.”

 

Hermione tremava di rabbia. “E chi lo dice, tu? O tutti gli altri retrogradi maschilisti come te?!”

 

Ike fece un sorrisetto. “No. Lo dice chiunque si è reso conto che tu sei qui solo perché non riesci proprio a staccare il cordone ombelicale coi tuoi amici.”

 

Quelle parole colpirono inaspettatamente Hermione tanto da farle fare un passo indietro: non avrebbe fatto effetto sentirsi offendere da uno come quello…ma in qualche modo quelle parole ricalcavano quello che le avevano già detto sua madre, Harry e Ron…possibile che tutto il mondo la pensasse così?!

 

“Senti un po’, tu…” Ron fece un passo avanti, ma a intervenire fu Liam in persona.

 

“Basta così!” ruggì l’uomo. “Ike, dieci giri di corsa. Immediatamente.”

 

Il ragazzo inarcò un sopracciglio. “Per che cosa, per aver sottolineato un fatto vero?”

 

Liam incrociò le braccia sul petto, incupendosi e mostrando chiaramente tutta la sua autorità in quanto istruttore ed esperto War Mage. “No, per aver disobbedito ai miei ordini. Ho richiesto la tua presenza qui per aiutare questi ragazzi, non per fare lo spaccone. Quell’uniforme non ti conferisce il potere di giocare al re della contea, McKenzie. Vedi di ricordartelo bene. E ora dieci giri, muoviti.”

 

Ike lanciò un’ultima occhiataccia a Hermione, quindi cominciò la sua corsa lungo la palestra.

 

“Avanti Ron, tocca a te.”

 

Ron stava guardando Ike col fuoco negli occhi. “Preferisco aspettare che lui finisca i suoi dieci giri.”

 

Liam serrò la mascella in modo molto innaturale, e dal tono della sua voce si capì che era livido. “Tu invece preferisci obbedire a me, Weasley. E ti allenerai con Natan, ora.” Sibilò, glaciale.

 

Ron si trascinò al centro della sala molto malvolentieri, ma trovò la possibilità di sfogare la propria rabbia sul suo oppositore, che si beccò un colpo parecchio duro a una spalla. L’unico motivo per cui Natan riuscì a disarmarlo fu la rapidità: con l’agilità che un War Mage doveva necessariamente avere si fece roteare il bastone in mano in modo da far cadere a terra quello di Ron, mettendo così fine allo scontro.

 

“Buona prova.” Gli disse gentilmente Natan, passandogli il bastone con un piede.

 

“Ron, togliti questo viziaccio ora che siamo ancora all’inizio.” Fece severo Liam. “Non si attacca mai per rabbia.”

 

Ron si limitò ad annuire, ma dal modo in cui stava stringendo in mano il suo bastone era chiarissimo che si stava trattenendo.

 

Quando Ike ebbe finito i dieci giri – e non ci mise molto, comunque – lui e Natan furono congedati da Liam, che poi si voltò nuovamente verso i ragazzi.

 

“Oggi avete avuto un assaggio di cosa significa essere umiliati. Umiliati da due giovani War Mage in gamba ma non certo con le vostre capacità.” Fece tranquillamente, appoggiando le mani sui fianchi.

 

Harry si accigliò. “La cosa ti rende tanto soddisfatto?”

 

“Assolutamente no.” Replicò con sicurezza Liam. “Ma voglio che ricordiate bene questa sensazione. Perché non dovrete provarla mai più.”

 

I tre ragazzi rimasero in silenzio e a malapena annuirono quando il loro istruttore uscì.

 

“Mai visto un insegnante più cazzimmoso.” Fece Harry, scuotendo la testa e prendendo un asciugamano dalla sua sacca.

 

Ron fece un sorrisetto, tirando in modo assente un pugno a uno dei sacchi appesi al soffitto. “Ha degli strani metodi, ma mi piace. Ha le palle quadrate, e poi…ehi, ma che stai facendo?”

 

Hermione raccolse tutta la sua roba e la infilò senza troppa cura nella sua borsa, se la mise a tracolla e fece per avviarsi verso la porta senza neanche salutare. Ma sentendosi scoperta si voltò e si fermò.

 

“Dove stai andando?” le chiese Ron. “Abbiamo ancora un’ora con Charlie prima dello spacco.”

 

Hermione scrollò le spalle. “Sono stata convocata da Graham. Non credo che ci metterò molto. Approfittatene per fare la vostra prima lezione di volo senza dover andare a un centimetro all’ora.” Le parole le erano uscite più aspramente di quanto non avesse voluto.

 

Harry si accigliò e fece un passo avanti. “Tu non hai creduto a quello che ha detto quell’idiota, non è vero?”

 

Hermione li guardò rapidamente: entrambi avevano un’espressione preoccupata. La conoscevano troppo bene per non capire quando mentiva, ma al momento lei aveva il cuore nelle scarpe, non sarebbe mai riuscita a sembrare credibile. “No.” Disse semplicemente, senza alzare lo sguardo da terra; quindi si scrollò di dosso la mano di Harry. “Devo andare. Ci vediamo dopo.” E così dicendo se ne uscì senza voltarsi indietro.

 

Ron sospirò e si appoggiò le mani sui fianchi. “Io lo sapevo che sarebbe andata a finire così prima o poi.”

 

“Già.” Harry annuì senza il minimo entusiasmo mentre si asciugava il viso con l’asciugamano.

 

 

***************

 

 

Hermione entrò nell’ufficio del generale Graham guardandosi in giro: in qualche modo lo vedeva diversamente dalla prima volta. Non ci veniva da un mese, da quando Sirius e Lupin avevano accompagnato lei, Harry e Ron a firmare i moduli per entrare a far parte dei War Mage…ma allora si sentiva in qualche modo sicura, lo vedeva come l’ennesima avventura da vivere coi suoi migliori amici. Ora ci stava entrando da sola, e per la prima volta in vita sua da studentessa con voti alquanto scadenti. Proprio mentre stava per aprire la porta, una ragazza bionda  con gli occhi azzurri e una cartellina piena di fogli in mano entrò nella camera, e nel vederla si fermò con un’espressione incerta.

 

“Scusami, hai un appuntamento?” le chiese, mettendo giù i fogli.

 

“No.” Le rispose Hermione, un po’ confusa.

 

“In questo caso non credo che tu possa entrare.” Fece la bionda. “Il generale è molto occupato.”

 

“E’ stato lui a convocarmi.”

 

La ragazza si accigliò un momento. “Aspetta un attimo…ma tu devi essere Hermione Granger!” sul viso della ragazza comparve un largo sorriso, che a Hermione ricordò incredibilmente quello di Lavanda Brown. “Ma certo, avrei dovuto riconoscerti dall’uniforme…molto piacere, io sono Lysa Bloyd. Faccio la segretaria, la custode della biblioteca, la barista…un po’ di tutto, insomma. Mi hanno assunto la settimana scorsa.”

 

Hermione strinse la mano che le tendeva. “E’ un piacere anche per me.”

 

“Ero davvero molto curiosa di conoscerti.” Continuò la ragazza. “Sei famosa qui…tutti si fanno meraviglie a sapere una ragazza così giovane nell’uniforme dei War Mage. Alcuni dicono perfino che non supererai l’addestramento. Ma non dare retta a queste sciocchezze, io sono convinta che te la caverai alla grande.”

 

Hermione annuì in silenzio, evitando accuratamente di fare commenti, e con un breve sorriso si congedò ed entrò nella stanza del generale dopo aver bussato. Graham sedeva nella sua poltrona e stava leggendo un documento piuttosto grande. Nel sentirla entrare sollevò lo sguardo, ma non si scompose più di tanto.

 

“Voleva vedermi, signore?” disse lei.

 

Lui le fece cenno di entrare. “Vieni, vieni Granger. Siediti.”

 

Hermione prese posto dall’altra parte della scrivania, cercando di non sembrare ansiosa di sapere perché era stata convocata. Graham finì di esaminare quello che aveva in mano, ma cominciò a parlare mentre ancora aveva la faccia immersa nei fogli.

 

“Hermione Granger, il gioiello di Hogwarts…la strega più brillante e più precoce per la sua età che il mondo della magia abbia visto negli ultimi decenni.”

 

Hermione non disse niente, e finalmente il viso del generale emerse dai fogli. Aveva un’espressione seria e fiera allo stesso tempo.

 

“Lo sai, vero, che con te abbiamo provato per la prima volta ad addestrare una donna a diventare un War Mage?”

 

Hermione annuì piano. “Si, signore.”

 

Graham si appoggiò comodamente alla spalliera della sua poltrona. “Granger, stavo dando un’occhiata alla tua scheda personale. Hai delle note più che ottime in strategia, pozioni e incantesimi. Brillanti, come ci hai sempre abituati. Non mi sarei mai sognato di tentare un esperimento tanto azzardato se non fossi stato certo di aver a che fare con un tipo in gamba.”

 

Hermione si morse il labbro inferiore. Perché tanti elogi? Certo non l’aveva chiamata solo per farle dei complimenti…

 

“Granger, ti ricordi cosa ti ho detto il primo giorno che ci siamo incontrati?”

 

“Signore?” chiese turbata Hermione.

 

“Io ti ho detto fin dal principio che non avevo intenzione di lasciar passare inosservata una mente ingegnosa e abile come la tua.” Continuò Graham, guardandola seriamente. “Ma sono stato onesto, e non ho mai specificato come.”

 

Hermione s’irrigidì. “Che cosa significa?”

 

Graham si mise eretto. “Ho deciso di trasferirti alla divisione dell’Intelligence.”

 

Hermione sentì il sangue scivolarle via dalla faccia in un solo istante. “Che cosa??”

 

“Vedi…”

 

“E’ vero che non me la cavo ancora bene con il volo e la lotta fisica, ma è appena un mese che abbiamo cominciato!” fece tutto d’un fiato lei, animatamente. “Non può scaricarmi, non ancora almeno! Mi dia il tempo di…”

 

“Granger, mi faresti finire di parlare?” fece bruscamente l’uomo, e Hermione a malincuore si costrinse a restare in silenzio. “Calmati e stammi a sentire bene. E non interrompermi.”

 

Hermione annuì nervosamente e abbassò lo sguardo.

 

Graham riprese a parlare con lo stesso tono calmo e fermo di prima. “Questa non è una punizione né una mortificazione. Devi capire una cosa: l’addestramento di un War Mage è…brutale. Quando mi sono imposto perché ti volevo con noi – e credimi, ho avuto delle grane per questo – è perché so che sei un ottimo elemento, e oltretutto lavori benissimo con Potter e Weasley. Ma ero abbastanza preoccupato per te…e a distanza di un mese vedo che per soddisfare le attese degli altri stai stressando il tuo fisico e la tua natura oltre il dovuto, e io non posso permettere che un membro della mia squadra rischi la pelle se non è necessario. E’ solo per questo motivo che voglio farti passare all’Intelligence.”

 

“Generale, se posso dire una cosa…” provò Hermione.

 

L’uomo scosse la testa. “Col tuo talento lì sarai subito capace di ambientarti. Ti piacerà, è basato tutto su ricerche e analisi, esattamente quello che sai fare così bene.”

 

Hermione si morse le labbra e non alzò lo sguardo, stringendo forte i pugni sulle ginocchia.

 

“Dovresti essere orgogliosa.” Riprese Graham. “Ti sto offrendo un posto di grandissima importanza. Chi lavora presso l’Intelligence viene scelto dopo mesi e mesi di esami e test. Ma con la mia raccomandazione ti faranno entrare subito.”

 

“Se ha già deciso il mio parere le serve a poco.”

 

“Come?”

 

Hermione alzò lo sguardo in modo nervoso. “Signore, io non mi sono mai lamentata di questo addestramento, perciò se mi trasferisce vuol dire solo che non mi ritiene all’altezza.”

 

“Granger…”

 

“Perché tutti credono che non ho speranze di diventare un War Mage solo perché sono una ragazza?” fece esasperata lei.

 

“Tu non devi provare proprio niente a nessuno. Hai già molto rispetto.”

 

Hermione si passò una mano fra i capelli, cercando disperatamente di mantenere il controllo. “Perché…perché voi tutti siete convinti che il mio sia un tentativo di lustrare l’immagine della categoria femminile…o peggio ancora, di essere a tutti i costi uguale a Harry e Ron…”

 

Graham esitò. “Devi capire che una donna, una donna giovanissima per di più, che si addestra per diventare un War Mage è piuttosto…insolito per chiunque.”

 

“C’ero anch’io quella notte a Hogwarts, dannazione, e anch’io voglio vendetta per quello che hanno fatto a me e i miei amici!!” urlò Hermione, con la voce che le tremava. “E’ così difficile da accettare?! Nessuno ha mai protestato, però, quando ho combattuto al fianco di Harry contro Voldemort ed ero solo una bambina! Allora vi facevo comodo, non è vero?!” Graham rimase in silenzio, dandole il tempo di calmarsi. Lei si passò una mano sugli occhi e tirò un respiro profondo. “Mi scusi.” Disse alla fine, imponendosi di dominarsi.

 

“Granger, pochi uomini hanno il tuo coraggio e la tua determinazione, pochissimi hanno la tua grinta e ancora meno il tuo cervello.” Le disse calmo il generale. “Ma io ho il dovere di tutelarti.”

 

Hermione abbassò la testa e annuì.

 

“Ed è per questo che ti darò altri tre mesi per provarmi che puoi diventare un War Mage senza ridurti a pezzi.”

 

Hermione sollevò di scatto la testa, incredula. “Dice…dice davvero?”

 

“Tre mesi, però. Non un giorno di più.”

 

Lei annuì freneticamente, senza riuscire a trattenere un sorriso. “Va bene. Farò in modo che non si penta della sua decisione, generale.”

 

Graham fece un sorrisetto e sprofondò nella sua poltrona. “Su questo non ho alcun dubbio. Tieni presente solo una cosa, Granger. Preferirei trovarti ancora viva fra novanta giorni.”

 

 

***************

 

 

Hermione raggiunse il campo all’aperto dove Charlie teneva le sue lezioni di volo col cuore che batteva pericolosamente forte ed era anche più pesante del solito. Novanta giorni per provare al mondo di non essere un incapace né una debole né tantomeno una suffragetta capricciosa. Se le cose continuavano a procedere nel modo in cui erano iniziate, però, molto probabilmente tre mesi non sarebbero stati sufficienti per raggiungere i risultati che voleva. O comunque in quel momento solo novanta giorni le sembrarono troppo brevi.

 

E a un tratto divennero addirittura pochissimi, poco più che una manciata di ore.

 

Si fermò all’ombra del colonnato a guardare in alto. Charlie aveva ben ragione di portare in viso quell’espressione fiera: Harry e Ron stavano volando a una velocità incredibile, e sembrava anche che si stessero divertendo un sacco…si stavano sfidando.

 

Non volavano mai così quando c’era anche lei.

 

Per non mortificarla? Per non farle capire che non era all’altezza? Quante volte a scuola le avevano rinfacciato che non ne capiva un accidente di scope e quidditch…e ora non le avevano detto mai niente. Perché quell’atteggiamento di pena? Forse anche loro pensavano che lei fosse un peso?...

 

“Pronto? Ci sei?”

 

Hermione sbattè gli occhi un paio di volte. Harry con una mano teneva la sua scopa, con l’altra le stava dando dei leggeri scrolloni a un braccio.

 

“Hermione, stai bene?”

 

Lei annuì. “Si…si, tutto ok.”

 

Harry non sembrò molto convinto, ma non pressò oltre. “Che ti ha detto Graham?” anche Ron li raggiunse trascinandosi per terra la sua scopa.

 

Fu in quel momento che Hermione lo sentì – un bisogno folle di non dire niente, di non raccontare che rischiava di essere buttata fuori dai War Mage perché non era stata tenace abbastanza.

 

“Allora?” fece Ron, accigliandosi.

 

Harry inarcò un sopracciglio. “C’è qualcosa che non va?”

 

Hermione sussultò. “No, non è successo niente.” Disse tutto in una volta. “Ma succederà che faremo tardi con Liam se non ci diamo una mossa.”

 

Harry e Ron si scambiarono un’occhiata, ma non dissero niente.

 

 

***************

 

 

“Che esercizio è esattamente?” Harry obbedì al suo insegnante e gli consegnò la sua bacchetta come gli era stato ordinato, anche se non capiva esattamente il perché.

 

Liam si prese anche le altre due bacchette. “Oh, è il tipico esercizio di…sopravvivenza che si fa a questo punto dell’addestramento.”

 

L’uomo con un colpo di bacchetta fece discendere dall’altissimo soffitto una grossa corda che si allungò fino a toccare terra, e con un altro colpetto le tre bacchette che aveva in mano fluttuarono lentamente verso l’alto, rimanendo sospese vicino alla corda ad almeno tre o quattro metri da terra.

 

“Bene.” Liam incrociò le braccia sul petto. “Se le volete, scalate la corda e riprendetevele.”

 

Ron si grattò la nuca. “Un po’ altino, non credi?”

 

“Si, credo.” Liam non si scompose minimamente. “E visto che tu sei il più alto, facci vedere che sai fare.”

 

Ron aveva uno stile tutto suo di scalare una corda; i muscoli che aveva sviluppato non erano ancora abbastanza forti da permettergli di muoversi velocemente, ma bicipiti e dorsali lavoravano perfettamente, e Hermione per un momento si ritrovò a osservare con non poco interesse il movimento che facevano sotto la maglietta tutta zuppa di sudore – e un attimo dopo quasi si pestò un piede da sola. Che razza di modo di fare era, guardare il suo migliore amico così?!

 

La voce di Liam la risvegliò dal suo trance, e le fece notare che Ron era finalmente riuscito a riprendersi la sua bacchetta. “Niente male, Weasley. Continua così e i risultati miglioreranno ancora di più.”

 

Harry avanzò per tentare l’esercizio a sua volta, e lungo il tragitto si scambiò un cinque con Ron. Hermione guardò Harry che si arrampicava – più velocemente di Ron ma facendo tratti meno lunghi – e solo pochi istanti dopo le venne in mente che presto sarebbe toccata a lei.

 

La fronte di Harry era imperlata di sudore. Ron si stava ancora massaggiando un braccio. La cosa non doveva essere assolutamente facile.

 

Hermione vide Harry afferrare la sua bacchetta e ingoiò a fatica. Non doveva fallire, non dopo quello che le aveva detto Graham. Doveva mettercela tutta e riuscire. Nemmeno sentì cosa stava dicendo Liam a Harry; si avvicinò alla corda, tirò un respiro profondo e ci appoggiò le mani sopra, cercando di ignorare il fatto che aveva i palmi tutti sudati.

 

“Preferisci che porti la tua bacchetta un po’ più giù, Hermione?” le chiese Liam, mentre Harry si passava attorno al collo l’asciugamano con cui si era asciugato il viso.

 

“Non voglio favoritismi.” Replicò stizzita lei.

 

Liam annuì. “Come preferisci.”

 

Nello stesso istante in cui Hermione mise le mani sulla corda comprese che l’esercizio non era difficile…era atroce. Appena si appese alle mani sentì tutto il peso del suo corpo affidarsi a dei muscoli delle braccia che non sembravano affatto affidabili. Ma doveva farcela.

 

Più che un’esercitazione sembrava una tortura. Più Hermione andava avanti, più sentiva il dolore acuirsi nelle braccia. Cercava di aiutarsi dandosi dei colpi di schiena, ma per quanto si sforzasse riusciva a salire solo poco alla volta e con uno sforzo disumano. Ci stava mettendo il doppio del tempo dei suoi amici…e la bacchetta sembrava non volersi avvicinare mai.

 

Presto la fatica passò in secondo piano, superata da un dolore atroce quando non riuscì ad assicurarsi una presa abbastanza forte sulla corda e scivolò giù per un buon mezzo metro. Hermione si aggrappò fortissimo alla fune e serrò gli occhi, soffocando uno strillo in un gemito, sentendo il sangue che le colava lungo le mani e i polsi e le lacrime che le rigavano le guance nonostante la sua resistenza.

 

Harry e Ron, che fino a quel momento si erano solo scambiati occhiate incerte, non si trattennero più. “Hermione, basta! Scendi!” le disse subito Harry.

 

Ron si voltò verso Liam. “Interrompi questa cosa, non ce la fa!”

 

“State zitti!” strillò Hermione a denti stretti, mentre continuava la scalata combattendo il dolore e la fatica.

 

Harry scosse la testa vedendo le tracce di sangue sulla corda. “Rischi di cadere! Basta, sei già arrivata abbastanza in alto!” lei lo ignorò.

 

Ron avanzò verso la fune. “Vado a prenderla io.”

 

“Stai fermo qui e non interferire con la prova della tua compagna.” Fece duro Liam.

 

“Ma non vedi che…”

 

“Weasley, un’altra parola e ti farai cinquanta giri di corsa, è chiaro?!”

 

Ron sembrò sull’orlo di ribattere, ma la sua attenzione fu attirata da un gemito di Hermione, che era riuscita ad arrivare in cima e aveva anche preso la bacchetta, ma nell’attimo in cui era rimasta appesa a una sola mano era irrevocabilmente scivolata giù più di quanto volesse, e nemmeno con la più ferrea volontà stavolta potè trattenere un lamento di dolore.

 

Harry si voltò verso il suo istruttore, furioso. “E’ un allenamento o una tortura?!”

 

Liam senza rispondere puntò la bacchetta contro la fune, facendola scendere giù finchè Hermione non tornò coi piedi per terra.

 

“Ma sei impazzita?!” Ron la strattonò per un braccio e le prese bruscamente i polsi, cercando di controllarle le ferite. “Fammi vedere queste mani!” Hermione cercò di sottrarsi, ma lui le girò le mani con forza e quando vide in che modo erano graffiate e straziate la costrinse a farle vedere a Liam.

 

Liam diede una controllata sommaria. “Fatti medicare in infermeria, coraggio.”

 

“Ti fa molto male?” le chiese preoccupato Harry.

 

Hermione non riuscì più a trattenere le lacrime. “Smettetela…” piagnucolò, facendo un passo indietro. “Non lo volete proprio capire…io non voglio la vostra compassione!!”

 

“Compassione???” Ron era incredulo. “Hermione, ma cosa diavolo…?!”

 

Ma lei non sentì cosa le disse Ron, perché senza starci troppo a pensare scappò via correndo.

 

 

***************

 

 

Ginny Weasley si coprì gli occhi dal sole con una mano per poter vedere che volo aveva fatto lo gnomo che aveva appena lanciato oltre lo steccato del giardino della Tana. Sorrise con orgoglio fra sé e sé: degnomizzare il giardino non era mai stata la sua passione, ma soprattutto ora che non c’era Ron ad aiutarla si era scoperta una buona lanciatrice di gnomi. L’ultimo aveva fatto un volo veramente lungo.

 

Un pop attirò la sua attenzione: qualcuno doveva essere appena arrivato con una passaporta. E in effetti qualcuno c’era: Hermione. Ginny sussultò nel vederla: aveva le mani bendate, le guance umide di lacrime e l’aria di chi voleva piangere ancora. “Hermione!” esclamò preoccupata. “E’ successo qualcosa?”

 

Hermione scoppiò a piangere senza ritegno e le si gettò fra le braccia, e Ginny ricambiò l’abbraccio accarezzandole la testa e la schiena.

 

“Harry e Ron stanno bene?” le mormorò mentre ancora la sentiva singhiozzare. Hermione annuì contro la sua spalla, e lei la lasciò piangere prima di parlarle ancora. “Cos’è successo, Hermione?”

 

Hermione si tirò indietro, cercando di riprendere fiato fra i singulti. Ginny la prese per mano e la fece sedere con lei all’ombra dell’albero grande. “Vogliono…vogliono buttarmi fuori.”

 

“Buttarti fuori?! Perché?”

 

Hermione tirò su col naso e si asciugò gli occhi col dorso della mano. “Non pensano…nessuno crede veramente che io…sono convinti che non posso diventare un War Mage…”

 

Ginny scosse la testa con aria incredula. “Ma chi ha detto una cosa del genere? I soliti idioti?”

 

“Graham.” Hermione chiuse gli occhi per un momento, cercando di regolarizzare il respiro. “Vuole farmi passare all’Intelligence. Mi ha dato tre mesi di tempo, poi mi farà interrompere l’addestramento.”

 

“Tesoro, mi dispiace tanto.” Ginny le rivolse dolcemente i palmi verso l’alto. “Non devi prendertela, non sono le tue capacità che mettono in dubbio. E’ che si tratta di un addestramento eccessivo per una ragazza…e poi devi essere più comprensiva verso te stessa, tu non hai mai fatto sport nella tua vita, giusto? E ora tutto in una volta…”

 

Hermione la interruppe. “Pensi anche tu che dovrei lasciar perdere?”

 

“Non ho detto questo, non lo penso. Solo che mi fa male vederti in questo stato.”

 

Hermione rimase in silenzio, appoggiando la testa contro l’albero. “Per onestà io devo ammettere che hanno ragione loro a dire che non valgo niente…soprattutto nello scontro fisico. E’ inutile… è come se perdessi la concentrazione, perché al posto di vedere il mio avversario finisco sempre per vedere…per vedere loro.”

 

“I mangiamorte?” chiese piano Ginny.

 

Hermione annuì. “Me li ritrovo davanti come quella maledetta notte…vorrei colpirli, però…non so spiegarti perché, ma è come se sentissi che se hanno avuto la meglio su di me una volta potranno battermi sempre. Lo so che è assurdo, che non è razionale, che non è da me…però io ci sto lavorando, non hanno il diritto di sbattermi fuori solo perché sono una ragazza, non c’entra niente con i miei veri problemi. Non accetto di essere cacciata solo perché sono fisicamente diversa da loro, e poi non possono farmi smettere dopo neanche un mese di addestramento, devono almeno lasciarmelo finire!”

 

“Tu vuoi continuare?”

 

“Si…vorrei tanto…ma sto cominciando a pensare che forse hanno ragione loro, forse è vero che non sono tagliata per questo lavoro…”

 

“Questa è la stronzata più colossale che abbia mai sentito.”

 

Ginny e Hermione si voltarono: Harry e Ron erano lì in piedi a poca distanza, e molto tranquillamente le raggiunsero e presero posto sull’erba accanto a loro.

 

“Perché non ci hai detto niente?” chiese piano Harry, cercando lo sguardo di Hermione.

 

Lei guardò a terra.

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Guarda che è normale non riuscire a far qualcosa. Mi rendo conto che per te è un’esperienza nuova non essere la migliore…” Ginny gli rifilò una gomitata.

 

Hermione alzò gli occhi con decisione. “Non vi ho detto niente perché anche voi la pensate come tutti gli altri, anzi siete i primi ad assumere quella fastidiosissima aria di circostanza ogni volta che ci sono io.”

 

“Aria di circostanza???” Ron era incredulo.

 

“Certo, perché avete sempre saputo di essere migliori di me!” ora Hermione stava urlando. “Voi sapete volare, io no! Voi sapete gonfiare di botte la gente, io no! Voi sapete arrampicarvi su corde alte tre metri, io no! Dannazione!!”

 

Ron scosse la testa. “Stai dicendo un grosso mucchio di stronzate, ti stai allenando per fare altrettanto anche tu…”

 

Hermione lo interruppe. “Perché non ammetti la verità? Io non sono e non sarò mai un War Mage.”

 

“Come cazzo ti viene in mente una cosa del genere?!”

 

“Se foste più onesti con voi stessi e meno ipocriti con me non vi vergognereste di dire la verità!” Hermione aveva gli occhi gonfi e lucidi. “La verità è che finchè trafficavo nella biblioteca di Hogwarts ero nel mio elemento, ma da quando le cose sono cambiate e i miei stupidissimi e inutili libri non servono più, finalmente è uscita fuori la mia vera natura, quella della sapientona inutile e rompiscatole!! La stessa ragazzina coi denti da castoro che sul treno per Hogwarts vi faceva venire la nausea! Fareste meglio a lasciarmi perdere e ad andare avanti per conto vostro!!”

 

Bam.

 

Ginny sussultò. Ron non battè ciglio. Hermione lentamente si toccò la guancia dolorante, e se non avesse visto la mano di Harry ancora sospesa a mezz’aria non avrebbe mai creduto che era stato proprio lui a schiaffeggiarla.

 

“Non voglio mai più sentirti parlare in questo modo.” Sibilò Harry, abbassando la mano. “tu non sei una saccentona. Sei una ragazza in gamba con le palle più dure di quelle di molti maschi che conosco. Hai più cervello tu che tutti quei fantocci dell’Intelligence messi insieme. E io ti ammiro per questo.”

 

Due grossi lacrimoni fecero capolino sulle guance di Hermione. “…io…”

 

“Ti dirò la verità. All’inizio noi ci speravamo che non ti avrebbero accettata…così avresti evitato di restare ancora più coinvolta in questa maledetta guerra. Ma francamente penso che…beh, noi siamo sempre stati insieme, no? E un trio non funziona solo in due.” Harry la incoraggiò con un sorriso. “Tu diventerai un War Mage insieme a noi, punto.”

 

“Quanto tempo hai detto che ti ha dato Graham?” le chiese Ron.

 

“Tre…tre mesi.” Mormorò Hermione.

 

Harry annuì. “Se ci svegliamo un po’ prima tutte le mattine per un po’ di allenamento extra, dovrebbero essere più che sufficienti.”

 

Hermione non si trattenne più: commossa gettò le braccia al collo di Harry e Ron. “…che cosa…cosa farei senza di voi…” singhiozzò.

 

Ron le scompigliò fraternamente i capelli. “Piagnucolona.” Le disse con un sorriso.

 

Ginny fece un sorriso rilassato. “Sapete che vi dico? Povero chi si troverà sulla vostra strada quando sarete War Mage a tutti gli effetti.”

 

Ron fece un sorrisetto furbo. “Su questo puoi scommetterci.”

 

Harry si scansò un ciuffo di capelli dalla fronte. “Beh, allora vogliamo tornare al quartier generale prima di beccarci pure una nota?”

 

“Andiamo.” Hermione tirò su col naso e si rimise in piedi. E né lei né Ron allontanandosi notarono lo sguardo intenso e allo stesso tempo vispo che si erano scambiati Ginny e Harry mentre si salutavano sorridendosi amichevolmente.

 

 

 

************************

 

 

Mmh…non sono ancora del tutto convinta, ma va già meglio. La bella notizia è che questo era il secondo e ultimo chap di transizione che mi toccava scrivere…dal prossimo inizieranno i vari momenti topici che ho in mente già da un po’. Quindi si può dire che il blocco dello scrittore si sta lentamente dissipando, o almeno si spera =)

 

Voglio dare un bacio speciale a Neo, Alice, Sarocchia, Nanny, Fede e Alduccio…e in bocca al lupo per la gara! =) Sara Lee…li straccerai tutti quanti, magica donna! ^^

 

Recensionisti: grazie 1.000.000.000!!! ^^ Passiamo ai thanks personali:

Danae: sei molto incoraggiante, ti ringrazio! Ho cercato di far presto…è abbastanza presto così? ^^

Iceygaze: mi fa piacere che anche se non ero al massimo della forma il chap non è venuto così malvagio come sembrava a me. Lucius Malfoy? In realtà a me dà questa impressione…soprattutto alla fine del quarto libro, se ci fai caso…e poi non lo so, ci sono mangiamorte che hanno scelto la galera pur di non abiurare, mentre lui nemmeno questo ha fatto, non ci ha pensato due volte a fare il voltagabbana della situazione...insomma mi sta antipaticissimo! ^^

Strekon: quanto sono contenta che tu mi capisca! Ma finalmente i chap di transizione sono finiti… *evviva!* …eh eh…come ha eloquentemente sottolineato anche un mio amico, Ron rischia di prendere fuoco se si avvicina a un fiammifero acceso tanto ci sta prendendo gusto ad alzare il gomito…^^ Ehi…aggiorna presto capito? Sono molto ansiosa di leggere il tuo prossimo chap! =)

Mony: ti farà piacere sapere che ho cominciato a lavorare sul tuo regalo di compleanno…^^ Preferisci la sorpresa completa o vuoi sapere prima in generale la mia idea? A te la scelta! =) Accenni? Mmh…nah, ho controllato. Forse un nome in particolare ti è sembrato familiare (non diciamo quale), ma come avrai notato è diverso…tieni conto che sono gli stessi tipacci di BAWM 1, non si può cambiare ora…^^ Oh, e anch’io soffro atrocemente di vertigini! =)

Rachel: eh si, povera Hermione…le stanno rendendo la vita un po’ difficile, eh? Ma come giustamente dici tu, presto dovranno ricredersi…mooolto presto… =)

Vale: credi benissimo, dai prossimi chap in poi Harry & co. si troveranno a scontrarsi prima di tutto con se stessi…il che non è mai facile. La tua ffic è geniale, il minimo che potessi fare era sponsorizzarla un po’! E c’è una bella mail allegra che ti aspetta saltellando nella tua posta elettronica =)

Luna Malfoy: e ci hai azzeccato in pieno…Ron si nasconde (ci prova, almeno…), Hermione va in panico perché non riesce alla perfezione, e gli altri due…^^ Il quinto libro è semplicemente strepitoso! Tra un po’ potremo iniziare a parlarne nel nostro gruppo…liberi finalmente da quella benedetta barra di spoiler! =)

Ginny: mi onora essere la tua ossessione! =)

Kim: dolcezza, anche a te i chap vengono alla grande! Aggiorna presto la tua storia…c’è ancora quel capitoletto che non si legge…*.* Ah, mia sorella ti manda a dire che la tua storia le piace molto! (Nenè è una difficilooona…non se li sbottona mai i complimenti!)

Kiara: questo è l’importante, che ti piaccia! =) Ooh si, sicuramente DUE coppie…fidati…^^ Tu sei miope? Io sono un talpone! =) Beh, non sono ancora al livello occhiali-fondo-di-bottiglia o al cane, ma ti assicuro che senza occhiali anch’io brancolo un po’ nel buio…invidio Harry!! ^^

Marilia: non scusarti! I periodi di caos capitano…Si, credo di capire quello che intendi perché è quello che mi ha lasciato incerta e ancora mi ci lascia! Ma in questi due chap volevo concentrare tutto quello che andava scritto per esigenze di copione anche se non era intenso come al solito. Ma rassicurati, dal prossimo chap avrai tanta di quella riflessione che non ti mancherà più ^^ Ah, e poi…quale mail? *.* …non mi è arrivata…

Eli: …tu adesso penserai che sono l’idiota più immensa di questa terra….mi sono resa conto solo ora che la ffic dei Malandrini è tua, cioè che tu sei Ly!!!! *.* …me l’ha fatto notare una mia amica che ti recensisce sempre, e mi devi credere, io non ci avevo mai fatto caso!!! Che pollastra che sono… =) voglio leggere la tua storia in questo weekend, la mia amica mi ha detto che è un capolavoro…recensirò appena l’avrò letta tutta! *…me imperdonabile polla…* Comunque! ^^ Hai proprio ragione, Ron fa tutto il duro ma poi in realtà ci sta male da morire…nei prossimi chap lo vedrai sotto un’altra luce…e poi…mmh, no, non posso aggiungere altro ^^ Visto le caciotte come stanno stagionando? =) Grazie per gli auguri!

Lara: grazie mille per la mail!

Vega: …dulcis in fundo! Com’è andata la gita? Ho seguito il tuo consiglio…è andata meglio! Mia sorella ti ringrazia per i complimenti. E anche a me piace molto Hermione =) Tranquilla, scrivi con calma…io ci sono sempre quando mi vuoi! =) Un bacione!

 

Bene! Stavolta sono quasi certa di non aver dimenticato nessuno…e abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno: qualcuno vuole qualche anticipazione sul prossimo chap? =) Ok, ok…abbassate le mani ^^ Beh, posso dirvi che s’intitolerà “Novità”, che faremo un salto in avanti di qualche mese e che arriveranno in scena dei personaggi…alcune sono ‘vecchie conoscenze’ (nel senso che fanno già parte del cast di BAWM), altri sono proprio nuovi soggetti…basta così! Ho già detto troppo! =) Un bacio grande grande a tutti,

 

Sunny

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Capitolo 8
*** Novità ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 8: NOVITA’

 

 

Is that the sound of knocking at my window?
Lord I'm trying, trying to let you in
But the mirror stares me like a stranger
I'm learning how to begin again

                                                                Promise Me This, Pancho’s Lament

 

 

***************

 

 

“Tu lo sapevi?”

 

“Che si allenano da soli ogni mattina da tre mesi? Si, li ho beccati più volte a fare gli esercizi più strani prima di iniziare qui.”

 

Sirius e Remus rallentarono la loro andatura quando arrivarono a poca distanza dalla porta della palestra.

 

“E direi che la cosa sta ottenendo i risultati sperati. Hermione è arrivata a fare fino a 70 addominali senza morirci, non ci avrei scommesso un Falci.”

 

Remus fece un sorrisetto. “Non per niente sono qui a scarsi 17 anni. E non per niente la Gazzetta del Profeta li ha presi di mira.”

 

Sirius si bloccò. “Ancora?”

 

Remus, persa la sua aria serena e tranquilla, tirò fuori un giornale piegato in due e lo porse a Sirius. In prima pagina, come articolo centrale, si parlava di Voldemort e dell’ultimo attacco di mangiamorte avvenuto il giorno prima non lontano dal St.Mungo, che gli auror erano riusciti a difendere pagando un alto tributo di vite. E qualche titolo più sotto…

 

 

CHE SIA ORA DI AFFIDARCI A LUI?

 

Con la guerra che imperversa, Silente fuori gioco e gli auror che continuano a subire numerosissime perdite, è legittimo che la gente stia perdendo fiducia nelle pubbliche istituzioni preposte alla difesa e alla salvaguardia del Mondo Magico. Forse un’unica luce ci viene dalle parole del neo-eletto Primo Ministro Ersilius Montgomery; il Ministro, durante la sua prima conferenza stampa ufficiale, non solo ha rivelato l’esistenza di un corpo di difesa speciale (da lui stesso finanziato e sostenuto) di soldati scelti e specializzati, i War Mage, ma a chi lo ha chiesto ha dato anche notizie in merito a Harry Potter.

Il giovane Potter, da sempre immischiato in prima linea nella lotta contro Voi-Sapete-Chi, fa parte del programma di addestramento per diventare un War Mage entro il prossimo anno e, stando sempre alle rivelazioni del Ministro, sia lui che i suoi ben noti migliori amici, Mr Ron Weasley e Miss Hermione Granger, pur essendo i più giovani membri della War Mage Team si stanno specializzando per un futuro (e non lontano) scontro a viso aperto con Voi-Sapete-Chi.

 

 

Sirius non andò avanti, appallottolò il giornale e lo buttò a terra con rabbia. “Merda.” Ruggì. “Tanto valeva mandare a Voldemort un biglietto col nostro indirizzo e le nostre coordinate.”

 

Lupin annuì. “Già. E non mi stupirei più di tanto in caso di sgradite visite.”

 

“Faremmo meglio ad allertare un po’ la sorveglianza, e già che ci siamo mandiamo anche un bigliettino di ringraziamento a Montgomery.”

 

Lupin non potè fare a meno di sorridere, ma poi la sua attenzione fu attirata dalle voci al di là della porta della palestra. La socchiuse piano, evitando rumori bruschi, e si affacciò senza farsi vedere. E inevitabilmente fece un sorrisetto.

 

Hermione stava a terra, facendo addominali a perdifiato, tutta rossa in viso e ansimante. Ron e Harry erano in ginocchio accanto a lei, e mentre Ron teneva il conto ad alta voce, Harry incitava la sua amica e le teneva bloccate le caviglie a terra con le mani.

 

“…67…68…69…”

 

“Dai, stringi i denti e vai avanti!”

 

Al settantesimo addominale Hermione si buttò di schiena a terra, respirando forte.

 

Harry inarcò un sopracciglio. “Beh, che fai? Batti la fiacca?”

 

“Ne ho fatti…settanta…” riuscì a stento a dire Hermione, affannando.

 

Ron scosse la testa. “Devi arrivare a 85.”

 

Hermione strabuzzò gli occhi. “Che?!?”

 

“Muoviti, pelandrona! Sono solo altri 15.”

 

Hermione sembrava sull’orlo di una crisi di pianto. “…no…basta, vi scongiuro…”

 

Harry fece un sorriso dolce e beffardo allo stesso tempo, voltandosi verso Ron. “Quant’è tenera, ci supplica…non è una dolcezza, Ron?”

 

Ron aveva la stessa identica espressione. “E’ un amore, a pranzo le offro anche metà del mio gelato.”

 

Hermione li incenerì con lo sguardo. “Siete due insopportabili negrieri, e io…” prima che potesse riuscire ad alzarsi, però, si ritrovò Ron seduto a cavalcioni sulle sue cosce. E un ragazzo della corporature di Ron – in continuo aumento, visti gli sviluppi dei suoi muscoli con tutto quell’esercizio – faceva ben sentire il suo peso. “Ahia!! Ron, sei pazzo?! Alzati, mi fai male!”

 

“Finisci i tuoi addominali e mi tolgo.”

 

“Ma co…”

 

“Avanti, Granger!” Harry le diede uno scrollone. “Altrimenti ti assicuro che ti faccio passare la giornata con quest’orso grizzly sulle gambe!”

 

“Ehi!” protestò Ron.

 

“Quanto vi odio, maschilisti…prepotenti…cavernicoli…” borbottò Hermione mentre riprendeva a malincuore i suoi addominali.

 

“Ti vogliamo tanto bene anche noi, Hermione cara.” Le disse Harry con un odioso sorrisetto.

 

“…nove…dieci…undici…vai, che stai andando forte…quattordici…” al quindicesimo Hermione crollò a terra e Ron subito si levò dalle sue gambe. “Grande! Sei stata fantastica, Hermione!”

 

Lei lo fulminò con lo sguardo, respirando ancora forte. “A pranzo…mi mangio…i vostri gelati…”

 

Harry rise. “Ooh, questo sì che è un colpo basso, ho la pelle d’oca.” Hermione gli fece la linguaccia.

 

“Guarda, i risultati cominciano a vedersi.” Le disse Ron, tastandole l’addome.

 

Harry annuì. “E’ vero, hai fatto dei passi da gigante, scommetto le palle che Graham ci resterà di stucco.”

 

Hermione si mise seduta, guardando i due ragazzi con un’espressione bizzarra: un’aspirante War Mage con uno sguardo di bambina… “Lo dite solo per salvare i vostri gelati.”

 

Ron rise e scosse la testa. “Nah, stai veramente andando forte. Ti lasceranno finire l’addestramento senza problemi, vedrai.”

 

Hermione abbassò lo sguardo e si passò una mano fra i capelli. “Non lo so. C’è ancora parecchio che non va.”

 

I suoi amici capirono a cosa si stava riferendo: Hermione aveva molti problemi nello scontro corpo a corpo, armati o meno. In genere era Harry quello con cui si fronteggiava (per questioni di fisico: Ron era più grosso e più forte, sarebbe stato un ottimo avversario ma più in là col tempo), e puntualmente Hermione combatteva trattenendosi…come se avesse paura. E i suoi colpi erano…erano senza fiducia né sicurezza.

 

Ron scrollò le spalle. “Ora non è più un problema di forma fisica, perché ti sei messa tranquillamente in pari. Secondo me il problema non sta nei muscoli.”

 

Lei annuì. “Lo so…è sempre la stessa storia. Mi sento sempre un gradino più in basso dei man…di loro.”

 

Harry tirò su col naso e si alzò in piedi. “Ok. Vieni qui.”

 

Lei guardò esitante la mano che le stava tendendo. “…perché?”

 

“Fallo e basta.”lei, un po’ titubante, gli obbedì e lasciò che la conducesse davanti al grosso sacco che usavano come punching-ball (e che Ron aveva battezzato ‘Archie’). “Ti fidi di me?”

 

“Certo…ma che…?” Hermione sentì che Harry le stava appoggiando le mani sulle spalle, e con la coda dell’occhio vide Ron alzarsi in piedi e raggiungerli, anche lui con uno sguardo interessato.

 

“E’ una cosa che ho già fatto io, e che mi ha aiutato molto.” Mormorò Harry. “Ora lascia fare a me, ok?”

 

“…ok.”

 

“Rilassati. Chiudi gli occhi e non pensare a niente. Fai vuoto nel cervello, non pensare.”

 

Ron si accigliò. Harry aveva l’aria di sapere quello che faceva. In tanti anni era sempre stato il ragazzino in preda agli incubi più sconvolgenti…eppure ora sembrava perfino in grado di dominarli. Ma come?...

 

“Respira e rilassati.” Harry prese a massaggiare lentamente le spalle di Hermione. “Ora vorrei che pensassi alla notte dell’attacco a Hogwarts.” Lei s’irrigidì, e lui intensificò il massaggio. “Non aver paura, fidati di me. Pensa a quella notte e a quello che è successo. A quello che hai visto. A quello che hai passato. A quelli che non ce l’hanno fatta.”

 

Seguì una pausa di silenzio. Dagli occhi chiusi di Hermione scivolarono due lacrime, e Ron le vide stringere i pugni.

 

“Li vedi i mangiamorte? Riesci a vederli quei bastardi?” le disse piano Harry, e lei annuì leggermente. “Ricordati bene come hanno ucciso a sangue freddo Neville, Seamus, Dean e tutti gli altri. Ricordati di quello che hanno cercato di fare a te. Di quello che hanno fatto a me e Ron. Lo vedi tutto questo, Hermione?”

 

Vedendo altre lacrime scorrerle sul viso, Ron cercò inutilmente lo sguardo di Harry. Se voleva stimolarla ora stava decisamente esagerando. Perché affrontare quegli incubi?...

 

Harry fece due passi indietro. “Uno di quei porci è davanti a te ora, proprio qui. Non vederlo come un mostro insuperabile, è un uomo. Solo un uomo. Non è immortale, quella notte ti è sembrato invincibile, ma tu non sei più una ragazzina indifesa. Lo sai cosa devi fare. Non avere paura. Lui non è più forte di te. Lo puoi fermare quando e come vuoi.”

 

Hermione quasi inconsciamente si mise in posizione difensiva, sollevando i pugni.

 

Harry arretrò ancora. “Fai quello che ti senti di fare. Fai quello che gli vuoi fare. Ce l’hai davanti, Hermione. Lo vuoi fermare, o vuoi continuare ad avere paura di lui per tutta la vita? Lui è proprio lì, puoi vederlo?”

 

Hermione sollevò i pugni ben stretti ed esitò ancora un momento, poi raccolse tutte le sue forze e colpì il sacco davanti a lei con un calcio così forte che lo fece dondolare avanti e indietro furiosamente per un bel po’. Aprendo gli occhi e vedendo questo lei emise uno strillino di gioia, e voltandosi vide che Harry aveva un sorrisetto fiero e orgoglioso stampato sulla faccia. Gli balzò al collo e lo abbracciò, emozionatissima, e lui le scompigliò bonariamente i capelli.

 

“Ce l’ho fatta!!” esclamò Hermione, facendosi indietro. “Mi sembra impossibile! Io non avrei mai creduto di poter…”

 

Harry annuì. “Appunto, il tuo problema è che non hai mai creduto veramente in te stessa. Sei andata in panico perché credevi che neanche ora avresti potuto difenderti per bene, e ti sei persa in un bicchier d’acqua. E’ solo questione di concentrazione, e ora che sai come funziona ti verrà sempre più naturale, vedrai.” Hermione gli rivolse un sorriso radioso.

 

Ron le diede una pacca sulle spalle e le fece un occhiolino, poi si voltò verso Harry. “Chi ti ha insegnato questa roba?”

 

Harry curvò le labbra in un sorrisetto. “Tua sorella.”

 

“Che?!”

 

“Ginny. Anche lei ha avuto il suo bel da fare con i brutti ricordi, e siccome è un tipo in gamba mi ha insegnato qualche trucchetto per non impazzire di notte.”

 

Hermione annuì. “Focalizzare e concentrarsi è un ottimo metodo per incanalare la propria aggressività.”

 

Ron rimase in silenzio ad osservare Hermione che continuava i suoi esercizi di concentrazione – con risultati decisamente positivi – sotto la guida di Harry. Così anche loro avevano ancora gli incubi la notte…ma a quanto sembrava avevano trovato metodi migliori per andare avanti. Harry li combatteva, Hermione lottava per non temerli…perché lui invece continuava a scappare da quelle sensazioni tremende? Perché invece di reagire, come facevano loro, tentava puntualmente di sfuggire, di non sentir, di non vedere? E perché se l’esercizio l’avesse fatto lui avrebbe fatto direttamente ricorso alle armi, squarciando il sacco a pugnalate esattamente come avrebbe fatto con un mangiamorte? I suoi incubi e i suoi ricordi lo stavano portando a desiderare sempre più ardentemente di uccidere…

 

…questo faceva di lui un assassino senza più cuore?

 

 

***************

 

 

“Ok, per oggi basta così, scendete.” Charlie Weasley battè le mani un paio di volte e Harry, Ron e Hermione atterrarono con le loro scope, balzando giù e prendendole in mano.

 

“Che ore sono? Ho una fame da lupo.” Harry si passò una mano fra i capelli più spettinati che mai, e diede un’occhiata all’orologio: mancava poco allo spacco.

 

“Ormai siete a posto con le scope.” Disse soddisfatto Charlie, incrociando le braccia sul petto. “Presto non avrete più bisogno di lezioni di volo.”

 

Ron strabuzzò gli occhi. “Come, niente più lezioni di volo?”

 

“Ma no!” protestò Harry.

 

“E che faremo al posto della tua lezione?” chiese Hermione, appoggiando al muro la sua scopa. Per la verità lei non aveva accolto la notizia tanto male…

 

Charlie scrollò le spalle. “In genere danno la possibilità di fare un bonus. Fanno scegliere agli allievi che materia replicare.”

 

“Allora io voglio fare armi.” Disse subito Ron.

 

“A questo punto…preferirei fare un’altra ora di Incantesimi con Lupin.” Hermione si sistemò la lunga treccia francese che le raccoglieva i capelli.

 

Harry fece una buffissima faccia da bambino deluso. “Ma io voglio volare!” tutti risero.

 

“Sopravviverai.” Charlie gli diede una pacca sulle spalle, ma un momento dopo si voltò verso il colonnato che stava tutto intorno al cortile, da dove provenivano delle voci.

 

“E questo è il settore dove le reclute si esercitano col volo.” La voce di Bill Weasley fece eco prima ancora che lui comparisse, seguito da un gruppo di ragazze che si fermarono sulla soglia del colonnato.

 

“Ditemi che è un sogno…” mormorò sottovoce Ron mentre sia sul viso di Harry che sul suo compariva un sorriso grande quanto una casa.

 

“Ma insomma!” sibilò seccata Hermione.

 

Bill, che aveva lo stesso sorriso tipicamente maschile stampato sul viso, si affiancò a una donna bionda che stava più avanti delle altre e le indicò i ragazzi nel cortile.

 

“Appunto, è in corso una lezione di volo. Mio fratello, il capitano Charlie Weasley, si occupa di questo.”

 

Charlie fece un cenno con la testa verso di loro e sfoderò il suo sorriso più fascinoso. “E questo gradevolissimo corteo di stelle sarebbe dovuto all’onore di…?”

 

Qualcuna delle ragazze mormorò qualcosa o si soffermò in civettuoli sorrisi; la donna bionda si limitò a un sorriso gentile, mentre la ragazza coi capelli e gli occhi nerissimi inarcò un sopracciglio.

 

“E’ il nuovo staff paramedico che ci assisterà da ora in poi.” Spiegò Bill. “Lei è la dottoressa Aki Sorenson.” Indicò la donna bionda, rivolgendole uno sguardo amabile che fu presto ricambiato. “E questa è la sua assistente, dottoressa Tennessee Mynd.” Stavolta indicò la donna coi capelli e gli occhi neri.

 

Charlie ne studiò per un attimo il taglio d’occhi. “Lei deve essere orientale, giusto? Cinese? Giapponese? No…coreana, forse?”

 

“Vietnamita.” Rispose la ragazza.

 

“Oh.” Charlie non potè evitare un sorrisetto. “Peccato, credevo potesse portarci un assaggio decente di liso flitto, la cucina cinese è la mia passione.” Harry storse la bocca per non cedere a una risata, e sentendo Ron tossire capì che aveva avuto lo stesso problema. Bill si limitò a un sorrisetto trattenuto.

 

La ragazza mise una mano su un fianco e gli rivolse uno sguardo per niente cordiale. “No, capitano, ho paura di non poterle essere utile in questo. Ma ho idea che una buona manciata di riso le farebbe davvero bene, specie se può farle strozzare in gola quel suo simpatico umorismo inglese.”

 

Stavolta Harry e Ron non trattennero una risatina bassa, e Charlie finse una faccia offesa. “Santo cielo, mi ha ferito a morte attaccando il mio senso dell’umorismo. Spero che con un bisturi in mano lei sia più pietosa.”

 

Tennessee fece un sorriso furbo. “Con lei saprei certamente come usarlo, capitano.”

 

Bill si schiarì la gola. “Si, ehm…i tre ragazzi laggiù sono i nostri acquisti più recenti. Quello lì coi capelli neri è Harry Potter, ma ovviamente ne avrete già sentito parlare.” Harry rispose ai sorrisi delle ragazze con un cenno della mano. “Il gigante buono è il mio fratellino Ron.” Ron, dall’alto del suo metro e novanta e più, fece loro un occhiolino che strappò più di un sorrisetto civettuolo. “E per finire c’è Hermione Granger, il gioiellino della squadra, visto che è attualmente l’unica ragazza fra i War Mage.”

 

Aki si passò una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio. “Sapevo che l’addestramento è piuttosto duro…non mi risulta che sia una cosa da donne.”

 

“Io non ho alcun problema.” Replicò subito Hermione.

 

“Comunque vorrei controllare che tu non stia esagerando. Passa in infermeria domani mattina, per favore.” La dottoressa si rivolse a Bill con un’espressione molto cordiale. “Continuiamo pure il nostro giro.”

 

Bill annuì. “Prego, seguitemi.”

 

Appena il gruppetto si fu allontanato, Ron scosse la testa e si voltò verso Harry. “Fracassami la cassa toracica, muoviti!”

 

Harry aveva sulle labbra lo stesso sorrisetto furbo. “Solo se tu mi spezzi le braccia.”

 

Hermione, disgustata, scosse la testa. “Siete patetici, davvero. Quattro galline arrivano qui con le loro gonnelline corte, coi loro bei grembiulini bianchi e due strati di rossetto, e voi immediatamente fate i cretini. Insomma, che cavolo! Sono donne come quelle che fomentano il maschilismo e lo sciovinismo, il luogo comune della bella infermiera che salva la vita al coraggioso cavaliere è roba vecchia almeno un secolo, e voi siete semplicemente squallidi!”

 

Charlie inarcò un sopracciglio, poi le passò un braccio attorno alle spalle. “Tesoro, se non avessi che qualche mese in più della mia sorellina ti confesserei che il tuo discorso è sessualmente eccitante alla follia, ma comunque resta il fatto che noi tre ora ci romperemo le ossa a vicenda e poi tenteremo la sorte con almeno un paio di quelle pollastre in camice bianco.” Harry e Ron annuirono con lo stesso sorrisetto diabolico.

 

Hermione, sempre più disgustata, si scrollò di dosso il braccio di Charlie. “Non c’è problema per questo, ve le rompo io le ossa.”

 

“Ok, ma fai in fretta.” Le disse Ron. “Così magari le becchiamo mentre ancora si stanno cambiando…oh!”

 

Harry non potè non ridere: la sberla di Hermione sulla nuca di Ron gli aveva ricordato incredibilmente della signora Weasley quando rimetteva in riga suo marito.

 

 

***************

 

 

Harry entrò nella stanza di Graham con una certa tensione addosso. Ogni volta che il generale convocava qualcuno nella sua stanza c’era sempre qualcosa che non andava. Graham, comunque, non si soffermò a notare lo stato d’animo di Harry: finì di esaminare un rapporto, lo esaminò per qualche istante e poi lo mise giù, quindi alzò gli occhi e si decise a dargli confidenza. “Dunque, Potter. Come sta procedendo l’addestramento?”

 

“Bene, signore.”

 

“Mh. Me lo dicono anche le vostre note di condotta che ci state prendendo gusto.” Graham sembrava alquanto soddisfatto. “Allora non ci siamo sbagliati quando vi abbiamo scelti.”

 

Harry scrutò attentamente il viso del suo interlocutore prima di formulare la sua domanda. “E’ vero che le lezioni di volo sono già finite?”

 

“Per quanto tu ami questo tipo di disciplina, ragazzo mio, ormai sapete tutto quello che c’è da sapere sul volo acrobatico. E comunque sappi che le scope si adoperano solo in caso di estrema quanto rara impossibilità a muoversi con le scope o le passaporte.”

 

“Harry annuì, tenendo per sé i suoi commenti.

 

“E dal momento che da domani avrete un’ora libera e non ci piacciono i lavativi…” Graham intrecciò le dita, appoggiando le mani sulla scrivania e sporgendosi in avanti. “Comincerete con l’ora bonus. Qualcuno vi ha spiegato di cosa si tratta?”

 

“Si, ce ne ha parlato Charlie.”

 

“E avete già qualche idea in proposito?”

 

Harry scrollò le spalle. “Credo che Ron voglia fare armi, e Hermione ha parlato di Incantesimi. Io ancora non saprei, ma credo che…”

 

“Non spremerti inutilmente le meningi, figliolo, per te c’è già qualcos’altro da fare.”

 

Harry si accigliò. Odiava i trattamenti speciali che gli riservavano in quanto Harry Potter, e soprattutto odiava le sorprese. “E sarebbe?”

 

“Magia senza bacchetta.”

 

“…senza?”

 

Graham annuì, serio più che mai. “parliamoci chiaramente, Harry. E’ inutile girarci attorno, tu ti stai addestrando per diventare un War Mage…ma ti stiamo preparando soprattutto allo scontro decisivo, quello finale che purtroppo ti vedrà solo contro Voldemort.” Ci fu un momento di silenzio. “Noi faremo tutto il possibile per aiutarti, ma ormai è chiaro e provato che l’unico che può veramente ucciderlo sei tu. E ci devi arrivare con le palle più solide dell’acciaio, mi sono spiegato?”

 

“Sissignore.”

 

“Bene. Prenderai le tue lezioni speciali in disparte, e sarai assistito da Curtis Green, un ex War Mage che ha fatto studi approfonditi su questo argomento con risultati più che soddisfacenti.”

 

Harry annuì.

 

Graham inarcò le sopracciglia. “Credo proprio che per il momento sia tutto. Vai pure, ragazzo.” Harry annuì una volta sola e si alzò, ma quando ebbe raggiunto la porta si sentì chiamare e si fermò. “Ah, Potter? Me lo faresti un piacere?”

 

“Si, certo.” Rispose Harry, piuttosto incuriosito.

 

Il generale increspò le labbra in un sorrisetto. “Puoi dire tu alla tua compagna Granger che farà meglio a smettere di dimagrire? Altrimenti finiremo col doverle confezionare l’uniforme da War Mage su misura, dubito che ce ne sia una della sua taglia.”

 

Tutto il malumore di Harry svanì in un secondo, rimpiazzato da un gigantesco sorriso che gli comparve sulla faccia. “Sta dicendo sul serio, signore?”

 

Graham gli fece un occhiolino. “E quando avrete l’età giusta mi assicurerò che a te e a Weasley affidino il compito di allenare le reclute. Mi hanno detto che ve la cavate piuttosto bene.”

 

 

***************

 

 

Ginny fece un gran sorriso, continuando a lavare i piatti e a passarli a Harry, che invece li stava asciugando. “Scommetto che Hermione avrà fatto salti di gioia quando gliel’hai detto.”

 

Harry sorrise. “Oh, avresti dovuto vederla.”

 

“Ora che non deve più avere l’angoscia dei pregiudizi, sono certa che completerà il suo addestramento con molta più serenità.”

 

Harry annuì, sistemando anche l’ultimo piatto asciugato. “Già.”

 

Ginny si asciugò le mani e si appoggiò al lavandino, voltandosi verso il suo interlocutore. “E allora come mai sei così silenzioso?”

 

Harry inarcò un sopracciglio. “Mi dici come fai a leggermi sempre dentro?”

 

Ginny scrollò le spalle. “Chiamalo intuito.” E amore.

 

Harry esitò, passandosi lo straccio da una mano all’altra, quindi alzò gli occhi. “Non lo so. Non lo so che c’è.”

 

Ginny lo incoraggiò con un sorriso gentile. “Stasera il mondo è più pesante?”

 

Harry scosse la testa. “No…o forse si… è che questa storia della magia senza bacchetta mi crea dei problemi che non capisco nemmeno io.” Silenzio. “E’ la solita storia del bambino prodigio, se capisci quello che intendo.”

 

Ginny esitò. “Posso immaginarlo, ma non capirlo. Sarei ipocrita se ti dicessi che so cosa significa. Io non sono mai stata il più giovane eroe del mondo della magia.”

 

Harry amava la compagnia di Ginny proprio per la sua onestà e schiettezza. “Non ci perdi niente, fidati.”

 

Ginny sorrise e gli si avvicinò. “Accetta questa situazione, Harry, combatterla è anche peggio. Sorridi alla vita, e vedrai che la vita sorriderà a te.”

 

Harry fece una smorfia. “L’ha mai fatto?”

 

“Io sono certa che ti ha risparmiato perché il meglio deve ancora venire. Ne sono sicura.” Ginny lo guardò negli occhi con uno sguardo tanto deciso che per un momento gli fece sentire la testa svuotata da ogni altro pensiero. E a quel punto l’istinto prese il sopravvento nel suo cuore, e le accarezzò una guancia prima ancora di rendersene conto. Lei chiuse gli occhi e non si ritrasse.

 

“Tu…tu sei stata la sola cosa che mi ha impedito di perdere la testa in questi mesi.” Le sussurrò Harry, con la voce più profonda del solito.

 

Ginny non disse nulla, anche perché non sarebbe riuscita a dire proprio niente. Semplicemente ascoltò il suo cuore, che le stava urlando di abbattere quel muro di insicurezze e dubbi, e sollevandosi sulle punte dei piedi chiuse gli occhi e lo baciò.

 

Harry rimase senza fiato per un solo istante, perché la sensazione fu subito così piacevole che lo travolse completamente, e prima di capire cosa stesse succedendo le passò una mano fra i capelli e l’attirò a sé, circondandole i fianchi con un braccio e baciandola di più. Ginny stava mettendo tutta se stessa in quel bacio, avvinghiandosi alle sue spalle e al suo collo come un naufrago che si aggrappa alla salvezza. E un bacio divennero due, tre, quattro…

 

“Si può sapere dove diavolo sei finito, Harry?!”

 

Harry e Ginny si staccarono al volo, e furono anche abbastanza svegli da afferrare in fretta e furia due stracci per far finta di stare facendo le pulizie un secondo prima che entrasse Ron, che aveva i capelli ancora umidi per la doccia che aveva fatto e se li stava asciugando sommariamente con un asciugamano, spettinandosi furiosamente.

 

“Ehi!” esclamò Ginny leggermente senza fiato, passandosi una mano fra i capelli un po’ sconvolti.

 

Ron si accigliò, poi fece una faccia seccata e appoggiò le mani sui fianchi. “Ginny, la vuoi smettere di schiavizzarlo? Oggi era il tuo turno di lavare i piatti, che ci fa qua Harry?”

 

Ginny raccolse la provocazione col suo tipico spirito Weasley. “Io non schiavizzo proprio nessuno, Harry è una persona più gentile di te e si è sentito in dovere di darmi una mano.”

 

Ron guardò Harry con un sopracciglio inarcato. “Ma si può essere così scemi, dopo tutto quello che facciamo durante il giorno ti senti anche in dovere di darle una mano?”

 

Harry scrollò le spalle. “Mica è tanto faticoso lavare due piatti.” Ginny fece un sorriso soddisfatto.

 

Ron alzò gli occhi al cielo e si avviò verso la camera da pranzo. “Muoviti, San Potter, facciamoci una partita a scacchi.”

 

“Arrivo.” Harry si voltò verso Ginny e le fece un piccolo sorriso timido. “…io…ehm…”

 

Ginny gli posò un dito sulle labbra, sorridendo vispa. “Non dire niente…sono sei anni che aspetto questo momento…non rovinarmene neanche un istante…”

 

Harry sorrise. “Io veramente volevo dirti che è già da un po’ che desideravo farlo.” Ginny sorrise ancora di più e accolse con piacere il bacio che lui le diede, più piccolo del precedente, ma ugualmente bellissimo.

 

“Harry Potter, lo muovi quel culone?!”

 

“Ci vediamo dopo.” Harry le fece un occhiolino e uscì dalla stanza.

 

“Si.” Ginny si sfiorò le labbra con le dita e poi nascose le guance fra le mani. Si sentiva in fiamme…e mai il fuoco era stato più piacevole.

 

 

***************

 

 

Liam non aveva spiegato più di tanto le motivazioni per cui Harry, Ron e Hermione erano stati convocati nella palestra grande subito dopo pranzo; ma la curiosità si alimentò quando sopraggiunsero anche Ike e Natan, che sembravano confusi a loro volta.

 

“Siete qui anche voi?” chiese Natan.

 

Harry scrollò le spalle. “Non sappiamo neanche il motivo.”

 

Ike inarcò le sopracciglia con aria scettica. “Forse sarà l’ennesima dimostrazione che i War Mage danno alle reclute per fargli avere un’idea di come funziona la vita vera.”

 

Ron si scrocchiò rumorosamente le dita. “Bene, non mi dispiacerebbe per niente sgranchire un po’ le ossa.” Ike lo guardò con aria di sfida.

 

“Tranquillizzatevi, signori, niente esercitazioni per oggi.” Alla voce di Graham fece seguito il suo ingresso. Non era solo: con lui c’erano Remus e Liam, e anche tre ragazzi – tre civili o tre War Mage in borghese, a giudicare dall’abbigliamento.

 

E quando entrò il terzo, Hermione rimase per un attimo senza fiato.

 

Era un ragazzo alto e biondo, con lo sguardo volitivo e deciso…e molto attraente. Era anche alto e ben impostato, e probabilmente – anzi, sicuramente – ne era ben consapevole, perché camminava a testa alta e fiera. Hermione lo fissò per un minuto più del necessario e smise solo perché Ron, torvo, le diede uno scrollone. Ma quando gli rispose con un’occhiataccia si accorse che anche il ragazzo la stava guardando.

 

“Bene, signori.” Esordì Graham. “Vi presento gli auror speciali Stephen Nigel, Robert Rippley e Adam Stanton.” Disse indicando ciascuno dei tre ragazzi, poi indicò i suoi allievi. “Mentre qui abbiamo le reclute Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger. E loro sono i War Mage Ike McKenzie e Natan Leery.”

 

I ragazzi si scambiarono qualche cenno di saluto in silenzio, e Hermione trovò lo sguardo del ragazzo biondo, che le lanciò un sorrisetto furtivo.

 

“E ora che abbiamo fatto le presentazioni.” Proseguì Graham. “Vi faccio capire cosa state facendo tutti qui. Rippley, Stanton e Nigel stanno lavorando per mettere le mani sulle cosiddette ‘Mani Pulite’ di Voldemort. In breve il Ministero vuole trovare il marcio su quei contatti dell’esercito oscuro che per eccesso di rispetto dei diritti dei maghi non sono mai stati in grado di spedire ad Azkaban a calci in culo.”

 

Lupin annuì. “Per non farla lunga dobbiamo fare il lavoro sporco per loro, cosa che ci chiedono di continuo.”

 

“Di regola non sono le reclute ad occuparsi di questo, ma sappiamo che avete una certa familiarità coi nomi in questione.” Vedendoli ancora un po’ incerti, Liam nominò i ricercati contandoli sulle dita delle mani. “Lucius Malfoy, Gordon Parkinson, Edgar Zabini, Annabelle Avery e Lionel Goyle.”

 

Hermione annuì piano. “I figli erano tutti a scuola con noi.”

 

“Fornirete ai tre auror qui presenti tutto il materiale e l’aiuto logistico che vi verrà richiesto.” Fece Graham. “E Ike e Natan vi daranno una valida mano.”

 

“Questo senza smettere né intralciare il vostro addestramento in alcun modo.” Precisò Liam. “Vi serve per essere ancora migliori, ma non dimenticate che siete comunque ancora delle reclute. Di preferenza tratterete tutto ciò che riguarda questa missione durante le ore di strategia.”

 

“Tutto chiaro?” chiese Lupin, e i ragazzi annuirono. “Perfetto. Si comincia da domani. Nel frattempo voi tre venite con me, ci sono un paio di cose in archivio che vorrei farvi vedere.” Disse ai tre auror.

 

“Forza voi, abbiamo una lezione nell’altra palestra o sbaglio?” Liam fece cenno ai suoi allievi di seguirlo, e un secondo dopo Graham, Lupin e i tre auror uscirono dalla palestra.

 

“fantastico! Finalmente un incarico decente, il primo, e lo dobbiamo dividere con delle reclute.” Ike fece una smorfia e uscì di filato, seguito a ruota da Natan – che però aveva un’espressione mortificata per il comportamento del compagno.

 

“Io non so per quanto ancora sarò in grado di sopportare quella faccia di cazzo senza alzare le mani.” Ruggì Ron, caricandosi sulla spalla la sua sacca con la sua solita aria burbera.

 

“Stai scherzando?” anche Harry prese la sua roba da terra. “chiunque mi dia l’opportunità di spaccare il culo a un Malfoy è automaticamente il mio dannatissimo eroe.”

 

Ron fece un sorrisetto mentre uscivano. “Questo lavoro è sempre più geniale, non c’è che dire.”

 

Hermione prese la sua sacca da terra per seguirli, ma in quel momento sulla soglia della porta comparve il ragazzo biondo di prima…il che, a dispetto dei suoi riflessi da apprendista e futura guerriera, la fece sussultare.

 

“Ciao.” Fece cordialmente lui, sfoderando un sorriso splendente. “Scusa, so che ci hanno già presentato prima, ma io preferisco le cose più informali. Io sono Adam.” Le disse, porgendole la mano.

 

Hermione si augurò di non arrossire mentre gli stringeva la mano, sorridendogli a sua volta. “Piacere mio. Io sono Hermione. Hermione Granger.”

 

“Ho sentito molto parlare di te.” Adam sembrava decisamente a suo agio. “Devi essere una testarda se sei arrivata fin qui.”

 

Hermione sorrise e annuì. “Si, abbastanza.”

 

“Ma anche molto in gamba, stando a quello che i tuoi superiori dicono di te.”

 

Lo sguardo di lui stavolta la fece arrossire, e per non continuare con quel ridicolo senso di imbarazzo lei si risistemò la sacca sulla spalla e si aggiustò un ciuffetto di capelli dietro l’orecchio. “Vi hanno dato dei tempi massimi al Ministero per portare a termine la vostra missione?”

 

Adam scosse la testa, iniziando a camminare con lei lungo il corridoio. “Nah, tieni conto che stiamo agendo in gran segreto. I tizi in questione hanno all’apparenza alibi di ferro, non possiamo farli insospettire. All’inizio io e i ragazzi li dovremo pedinare con molta attenzione e prudenza, naturalmente basandoci anche sulle vostre informazioni.”

 

“Ah, allora ci incontreremo spesso.”

 

“Si.” Lui le strizzò l’occhiolino. “E devo confessare che la cosa non mi dispiace per niente.”

 

Hermione arrossì e sorrise. “Certo, mi piacerebbe conoscerti meglio.”

 

“Altrochè. Mi piacciono le ragazze testarde. E quelle con gli occhi come i tuoi sono le più interessanti.”

 

Hermione si sistemò per l’ennesima volta la sacca sulla spalla e gli fece un sorriso un po’ nervoso. “In questo momento più che interessante mi sento stanca.”

 

Adam annuì. “Si, so del vostro addestramento. Piuttosto sfiancante, eh?”

 

“Oh, sfiancante è dire poco! Ma a me sta bene così.”

 

Adam fece un sorriso compiaciuto. “Già, lo immagino…beh, non voglio trattenerti troppo. Ho sentito che hai lezione.”

 

“Già.” Hermione inconsciamente si toccò il cinturone dove stavano tutte le armi. “Ci vediamo in giro, allora.”

 

“Sicuro.” Lui le sorrise ancora. “A presto, Hermione.”

 

“Ciao.” Lei gli fece un cenno di saluto con la mano e si avviò a passi rapidi lungo il corridoio alla sua destra, fino alla palestra in cui Harry e Ron stavano facendo sollevamento pesi. Lei non disse nulla entrando, si limitò a posare la sua sacca e a prendere i pesi anche per lei, per riprendere l’allenamento.

 

“Perché ridi?” le chiese Ron, accigliandosi.

 

“Come?”

 

“Ti ho chiesto perché stai sorridendo.”

 

Hermione realizzò in quel momento che in effetti non aveva smesso un solo istante di sorridere da che aveva parlato con Adam. “…oh…ehm…”

 

Harry rise. “E ora perché sei rossa?”

 

“Io?...” miseriaccia…

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Signorina Granger…stava per caso avendo dei pensieri impuri su qualcuno?”

 

Hermione avvampò. “Ma smettila! E poi stavo pensando semplicemente…a una cosa che devo fare a casa.”

 

Harry rimase qualche minuto in silenzio a continuare coi suoi pesi prima di fare un sorrisetto e mormorare “Le dicevi meglio da piccola le bugie, Hermione.”

 

 

***************

 

 

Ginny. Devo parlare con Ginny.

 

Hermione prese un po’ della Polvere Volante dal sacchetto che le avevano dato al quartier generale e lo gettò nel caminetto di casa sua, scandendo bene le parole quando disse ‘La Tana’ per indicare la direzione che doveva prendere.

 

Era ora di cena, Ginny sarebbe stata certamente a casa, e lei ne aveva proprio bisogno. Era tutto il pomeriggio che continuava a pensare a quel ragazzo biondo, Adam…il suo sorriso continuava a tornarle in mente…ma lei era sicura di non provare un granchè nei suoi confronti, perché…beh, perché…e comunque era innegabile che quel ragazzo fosse molto carino. Anche se ce n’era un altro che…

 

Ginny. Serviva un’amica, un’amica femmina con cui scambiare due parole. Ginny Weasley era una veterana in fatto di ragazzi, era innamorata di uno da una vita ma faceva del suo meglio per trovare un pezzo di lui in tutti i ragazzi con cui usciva. Forse lei avrebbe saputo spiegarle esattamente cosa le stava capitando…

 

…ma Hermione dimenticò tutto in un istante appena piombò nel salotto della Tana, ed ebbe a malapena il tempo di scrollarsi di dosso un po’ di cenere che avvertì gli strilli provenienti dalla cucina di casa Weasley – inconfondibilmente la voce di Molly.

 

“…irresponsabili, una cosa da veri irresponsabili! Prima Charlie, e adesso anche voi! E’ diventato un vizio! Un vizio per nulla igienico né sicuro! SONO PROPRIO DISGUSTATA!!”

 

Molly Weasley era così nera che passando dalla cucina alle scale per raggiungere il piano di sopra nemmeno si accorse di Hermione.

 

Hermione entrò cauta nella cucina: Ginny stava apparecchiando la tavola, Harry stava seduto e Ron si stava scolando il succo di frutta bevendo direttamente dalla bottiglia.

 

“Si può sapere come siete riusciti a farla infuriare così tanto?” chiese lei, entrando e togliendo a Ron la bottiglia.

 

“Ehi!” Ginny le sorrise. “Che ci fai qui?”

 

“Passavo a chiederti una cosa…ma poi ho sentito vostra madre che buttava giù la casa a suon di urli…”

 

Harry scrollò le spalle. “Niente di grave.”

 

“Oh, per lei è grave eccome.” Fece Ginny con un breve sorrisino.

 

Ron scosse la testa. “E’ solo un attacco di sentimento materno in sovrabbondanza, lascia correre.”

 

Hermione si accigliò. “Ma esattamente com’è che l’avete provocata?” Ron si sollevò la manica della maglietta, e Harry si allargò un po’ lo scollo della felpa. Hermione spalancò occhi e bocca. “Oh santissimo cielo.” Sul braccio di Ron, subito sotto la spalla, figurava un leone. E sulla spalla di Harry c’era una fenice.

 

Tatuaggi. Due tatuaggi.

 

“Ma siete impazziti?!” Hermione si leccò un dito e lo passò con accanimento sul braccio di Ron.

 

Lui rise e la scansò, senza troppa grazia ma neanche sgarbatamente. “La pianti? E’ inciso.”

 

Harry fece una smorfia. “E ha fatto anche un male cane, poca miseria, ma ne è valsa la pena fino in fondo.”

 

Ginny annuì. “Io li trovo molto belli.”

 

Hermione per lanciare occhiatacce a Ron si perse lo sguardo vispo di Ginny per Harry e l’occhiolino che lui le rivolse in risposta. “Ma almeno avete controllato che l’attrezzatura fosse pulita e disinfettata?”

 

Ron rise e le diede una piccola scrollata. “E dai, mammina, non ti fare venire i capelli bianchi prima del tempo. Comunque, visto che stai smaniando tanto perché ti preoccupi per noi…” con un sorriso amabile quanto odioso le porse il braccio. “…puoi sempre farmi un bel massaggio per farmi passare la bua.” Le disse, sbattendo le palpebre. Harry non potè trattenere un suono gutturale che era inequivocabilmente una risata esplosa.

 

Hermione incrociò le braccia sul petto. “Ooh, tua madre ha proprio ragione, sei infantile e irresponsabile! E tu, Harry, sei peggio di lui.”

 

Harry le rispose qualcosa, ma lei non lo sentì – non sentì più nulla, per essere onesti. Perché lo sguardo le cadde sul braccio di Ron e sul suo tatuaggio. Dio, Ron stava sviluppando un fisico che da solo parlava di ore e ore di esercizio duro e sfiancante…che su di lui stava avendo il migliore dei risultati. E anche il suo tatuaggio…a dispetto di tutte le buone regole dell’igiene, Hermione si ritrovò a notare tutte le caratteristiche che quel leone e Ron avevano in comune: forza, coraggio, fierezza, nobiltà d’animo, lealtà…

 

…e prima di rendersene conto dimenticò completamente il motivo per cui era andata alla Tana.

 

 

************************

 

 

 

GAMES ON! =) Finalmente stiamo entrando nel vivissimo della storia. E qui mi posso scatenare! ^^ A tutti i fan di Harry e Ginny: in realtà quello che è successo in questo chap sarebbe dovuto avvenire più in là, ma a quanto pare Mr. Harry Potter non riesce a tenersi a freno quando c’è Miss Ginny Weasley… o viceversa ^^ E comunque questo è solo il primo di una lunga serie di H/G moments…penso che in questa fic ci sarà molto più posto che nelle altre per questa coppia, si. Ah, lo so che in teoria i piatti li potevano lavare magicamente…non statevi a fissare tanto, mi piaceva che le cose andassero così e così sono andate. =)

 

Bene…quello che avete visto oggi è solo un assaggio di quello che seguirà…non a caso nelle altre storie i ragazzi parlano di questi anni come dei più difficili della loro vita… ma non posso e non voglio anticipare niente! Posso solo dirvi che i prossimi due capitoli saranno DETERMINANTI e vi consiglio di non perderli…nel prossimo, ad esempio, che si intitola “Confusione è il mio secondo nome” succederà qualcosa di inaspettato…qualcosa che di certo nemmeno immaginate… ^^

 

Spazio ai thanks!! Prima di tutto, grazie Sara Lee per essere la migliore beta che c’è in circolazione! =) Ti adoro!

 

Luna Malfoy:quanto hai ragione, cara, *SbavforRon* è molto Mode On… =) ehi, c’è una mail che ti sta aspettando! ^^

Danae: il tuo dieci è molto, molto gradito e apprezzato!

Eli: e finalmente sto rimediando al mio imperdonabile errore! ^^ Sto leggendo la tua storia, un po’ alla volta…guarda, non solo mi piace molto, ma alla fine penso che ti farò una lunghissima recensione…magari per e-mail! ^^ Dai, aggiorna Eli…ok, vero che non ci sono arrivata all’ultimo chap ancora…però così sarà un altro pezzetto nuovo da leggere! ^^

Kiara: amica di occhiale! =) si, Harry si è comportato da vero amico. Chi non lo vorrebbe un amico così? =)

Vale: super scrittrice! =) Beh, io volevo non fare troppo male a Hermione, ma evidentemente Harry e Ron erano di altro parere… ^^ Eh si, povera illusa…sta cominciando a prendere coscienza di qualcosa che non credeva di provare…non sa, l’ingenua! ^^

Vega: sono contenta per la tua gita! Si, anche a me Hermione piace molto…e devo dire che la Ginny di questa parte della storia la preferisco perfino alla sua versione adulta! =) Ehi, hai visto cosa c’è qui? Una particina dedicata a Charlie e Tennessee tutta per te! Li ritroveremo in giro ogni tanto, vedrai… mi stanno simpatici! =)

Kim: non ho ancora letto il tuo nuovo chap! Lo farò entro domani, tranquilla! Io adoro la tua storia! =) Eeh si, che figoni questi due… ^^

Alexis: maestro!!! Mi sei mancato! Non preoccuparti ne non hai recensito, sapevamo che eri incasinato col pc…a me è successo con la posta da domenica fino ad ora! Muchos saludos! =)

Usaji: sono contenta che ti piacciano!

Rachel: certo che svanirà anche a te il blocco, vedi? A me è finalmente passato! Passa a tutti, prima o poi…comunque, se vuoi un consiglio, scrivi qualsiasi cosa ti viene…e poi magari la risistemi. Aiuta molto.

Strekon: =) mi sa che Mrs Rowling sia ancora un bel po’ più avanti a me! Ehi, sai che tra Sasha Hook e Ike il biondino potrebbero fondare un club ^^  P.S.: ok, ok…non si mette fretta all’arte e tutto, però…aggiorna, please! *.* Voglio leggere ancora della tua storia!

Ron Weasley: innanzitutto complimenti per il nick! =) grazie mille, sei molto incoraggiante… considerando che vorrei diventare giornalista o qualcosa del genere, il tuo commento è molto gasante! ^^

Eva: il biondino sconterà la sua arroganza, tranquilla…e per Ron…qualcuno saprà aiutarlo, vedrai… ^^

Ginny: …uuh…greco, come ti capisco…e come lo odio! Non ti preoccupare, anche se in ritardo la tua recensione è sempre graditissima!

Marilia: grazie! eccolo qua il nuovo chap!

Mony: …di chi è il regaluzzo che ondeggia beato sul mio desktop?? =) Ehi, quasi-compleannizzata, tratterrai il fiato fino al 25 notte o vuoi in anticipo il tuo dono? E’ tuo, scegli tu! =) E si, riconfermo: *SbavforRon* Mode On ^^

Miyu: no che non sei stupida! Altri special? Ti riferisci alle one-shot? Beh…ce ne sono in calendario due, una molto prossima, l’altra è per gli inizi di Dicembre.

Lara: concordo, Hermione ha le palle di ferro! ^^

 

Fiùù…che bello, quanti eravate stavolta! =) Prima di lasciarvi, un messaggio a tutti quelli che sono in attesa di Hermione che spacca il muso al biondino arrogante (cioè praticamente tutti ^^): consolatevi con il primo chap di BAWM 1, quando si allenano in palestra…in attesa che glielo sfondi qui, la nostra Hermione ha manomesso il posteriore di Ike anche in seguito… =) Un kiss a tutti! Hasta la vista! *visto maestro come sono brava? =)*

 

Sunny

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Capitolo 9
*** Confusione è il mio secondo nome ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 9: CONFUSIONE E’ IL MIO SECONDO NOME

 

 

And oh baby
I get kinda shaky when they mention you
I just lose my cool                                         
My friends tell me
Something has come over me
And I think I know what it is

                                               I Think I’m In Love With You, Jessica Simpson

 

 

***************

 

 

Sirius incrociò le braccia sul petto e continuò ad osservare con grande soddisfazione Harry, Ron e Hermione che si allenavano. Tirando un po’ le somme erano passati nove mesi da quando avevano cominciato l’addestramento, e a distanza di tutte quelle settimane si poteva parlare di loro più come di War Mage che di apprendisti. Oltre a dare un validissimo contributo agli auror e alla loro missione ‘Smaschera-Facce-Pulite’, stavano procedendo nel loro addestramento sempre più brillantemente.

 

Quello che stavano facendo in quel momento era il loro consueto esercizio di prima mattina che da qualche mese era diventato necessario: lo sparring. Era una specie di lotta libera a mani nude, ma nello sparring i colpi erano molto più veloci e netti e l’obbiettivo era prolungare lo scontro il più possibile, perché più che a vedere chi era il vincitore questo esercizio serviva a far concentrare al massimo e ad affinare i riflessi in modo da respingere ogni singolo colpo possibile basandosi innanzitutto sul proprio istinto.

 

Lo sparring era l’esercizio preferito di Harry, perché era lui quello veloce. Ron era quello forte, ma forte sul serio. Hermione invece si era a sorpresa scoperta di una formidabile agilità. E in quel momento ne stava dando l’ennesima dimostrazione ad Ike McKenzie, che da scettico e arrogante saputello si era dovuto ammorbidire (più che altro era stato costretto: durante una delle esercitazioni inter-corso Hermione gli aveva spaccato la faccia nel vero senso della parola – il suo naso aveva ancora una piccola curvetta dove lei lo aveva colpito – e Harry e Ron avevano provveduto a spargere in giro la notizia nel più breve tempo possibile) e aveva smesso di prenderla in giro.

 

Sirius spostò lo sguardo su Harry e Ron, che stavano facendo sparring poco più in là. Erano a dir poco incredibili quando dovevano battersi l’uno contro l’altro, velocità e potenza a livelli più che ottimi li rendevano capaci di lottare per minuti interminabili senza mai prendere fiato. Si conoscevano talmente bene che erano capaci anche di anticipare e prevedere le mosse l’un dell’altro, per cui ne venivano fuori scontri dai movimenti fluidi ed elastici degni di combattenti ben più adulti di loro.

 

Eppure c’era qualcosa che ancora non andava.

 

Harry e Ron, diversamente da Hermione, quando lottavano combattevano contro dei fantasmi. Ce l’avevano scritto negli occhi ogni volta che prendevano in mano un’arma o si preparavano a uno scontro simulato. Combattevano contro dei fantasmi…fantasmi che avevano creato loro stessi uccidendo quei mangiamorte la notte terribile di Hogwarts, fantasmi della loro infanzia e della loro innocenza sepolte coi loro amici, fantasmi che non avevano mai trovato sfogo in un buon pianto ma solo in una sconfinata e pericolosissima sete di vendetta…

 

E Sirius si ritrovò a pregare che quei fantasmi restassero sempre e solo una proiezione del lato oscuro delle loro anime…e non si materializzassero mai a sconvolgere le loro vite. Perché avrebbero avuto una forza devastante. Atroce.

 

 

***************

 

 

“Voglio fare una doccia di un’ora.”

 

Hermione si sistemò alla men peggio i capelli che le erano usciti dalla treccia durante l’allenamento e recuperò il suo borsone, raggiungendo Harry e Ron che la stavano aspettando nel corridoio.

 

“Per pietà, fermiamoci a mangiare qualcosa qui.” Fece Ron, mentre si avviavano verso lo scalone centrale. “Non riuscirò mai ad arrivare fino a ora di cena se non metto qualcosa sotto i denti all’istante.”

 

“Siamo in due, anche il mio stomaco brontola.” Fece Harry, passandosi una mano fra i capelli nel vano tentativo di tenerli un po’ meno in disordine.

 

Hermione si lamentò guardandosi il palmo di una mano. “Le mie mani sono piene di calli…mia mamma dice sempre che le vere signore si riconoscono dalle mani…”

 

Ron sorrise malignamente. “Non ti preoccupare, Hermione, noi abbiamo sempre saputo che tu non sei una vera signora.”

 

Hermione lo fulminò con un’occhiata. Harry non soppresse una risatina. “Tu dovresti scrivere un libro, davvero: ‘Come Far Imbufalire Una Ragazza In Dieci Secondi O Poco Meno’.”

 

Senza fermarsi, Ron fece quel sorrisetto che faceva capire una cosa sola: game on. “Tu dici che la nostra Hermione è una ragazza? Mmh…interessante prospettiva…”

 

Harry annuì con la stessa espressione e si voltò verso la loro amica. “Ha ragione lui, in fondo tu ti comporti più da maschietto che da femminuccia, dovresti provarci il contrario.”

 

Hermione inarcò un sopracciglio. “Non sono un’idiota come voi e non guardo il culo alle infermiere. Vi basta, scassapalle?”

 

“Nah, scusa tanto ma quella è robetta, abbiamo bisogno di prove vere.” Infierì Harry.

 

Ron sferrò il colpo di grazia. “Ha ragione lui, non sei abbastanza convincente…spogliati nuda, è l’unica soluzione per essere sicuri.”

 

Hermione fece una smorfia altezzosa. Non si scandalizzava più come una volta, viveva in un ambiente di soldati. Ormai conosceva il funzionamento. “Ti piacerebbe.”

 

Harry le passò un braccio attorno alle spalle, che lei si scrollò subito di dosso. “Io non ci sputerei sopra, ti sei fatta piuttosto carina ultimamente.”

 

Ron annuì. “Senza contare che questa uniforme ti fa da seconda pelle.”

 

Hermione li guardò scettica. “Siete odiosi quando vi comportate come diciottenni immaturi.”

 

“Ma noi siamo diciottenni.” Harry sfoderò il suo innocente sorriso da colpevole.

 

“Ah si, eh? Allora spogliatevi voi.”

 

“Uuh, ma l’hai sentita, Harry?” Ron rise. “Miss Prefetto Perfetto ci ha chiesto di metterci nudi per lei.”

 

Harry rise a sua volta. “Come si fa a dire di no a una donna così?”

 

Hermione scosse la testa con un sorriso incredulo. “Come se avessi il tempo e la voglia di vedervi nudi.”

 

“E lo ribadisce, anche!” disse Harry, ridendo.

 

“Oh, insomma! La volete piantare di…”

 

“Ehi ragazzi.”

 

Harry, Ron  e Hermione si girarono: dietro di loro c’era Adam Stanton nella sua uniforme da Auror, che stava uscendo appena dalla stanza di Graham.

 

Hermione gli sorrise subito. “Ciao Adam.”

 

Harry si accigliò. “Che ci fai qui a quest’ora? Credevo che avessi finito per oggi.”

 

Adam scosse la testa. “Magari. No, purtroppo mi hanno appioppato il turno di notte. Sono passato per chiedere a Graham un’autorizzazione,” si voltò verso Hermione. “Posso parlarti un attimo?”

 

“Sicuro.” Disse subito lei, avanzando verso di lui.

 

Ron fece un sorrisetto. “Un consiglio, Stanton. Tieniti ben stretto i pantaloni addosso, Hermione sta uscendo bene dalla ninfomania ma potrebbe avere ancora qualche attacco.” Harry si strozzò una risata in gola e annuì.

 

Adam inarcò un sopracciglio. “Che…?”

 

Hermione lanciò un’occhiata di fuoco ai suoi due amici e afferrò Adam per un braccio, tirandolo via mentre Harry e Ron scoppiavano a ridere forte. “Ignorali. Danno i numeri.” Gli disse, con aria di superiorità.

 

“Ci sarai abituata, a quanto ne so voi tre siete incollati col mastice.” Le disse lui.

 

Hermione scrollò le spalle. “Che vuoi che ti dica, credo di averci fatto il callo. Sono i miei migliori amici e sono entrambi maschi, suppongo che tutto questo sia abbastanza normale. E poi non sono male quando non fanno i cretini.”

 

Adam girato l’angolo del corridoio si fermò. “E dimmi un po’, devo diventare anch’io il tuo migliore amico per passare un po’ di tempo con te?”

 

Hermione esitò un attimo, non sapendo bene cosa dire. “Non penso che ci sia questa necessità, io non frequento solo i miei migliori amici.”

 

Adam sfoderò il suo solito affascinante sorriso. “E’ un sollievo. E’ un po’ che avrei voluto chiederti se ti andava di uscire con me, ma poi abbiamo avuto quel casino da fare qui…e ci è andato tutto all’aria.”

 

“Se può consolarti, tra la missione e l’addestramento non abbiamo avuto molto tempo neanche noi.”

 

“Poco male. Sei libera domani sera?”

 

“Credo di si…”

 

“Bene! Ti porto in un ristorante che serve della cucina indiana buonissima.”

 

Hermione fece un gran sorriso. “Indiana? Non ho mai mangiato niente della cucina indiana.”

 

“Oh ti piacerà, vedrai.” Adam si sfilò di tasca un blocchetto e una penna e glielo porse. “Scrivimi il tuo indirizzo, ti passo a prendere verso le sette.”

 

Hermione scrisse il suo indirizzo sul blocchetto e glielo restituì. “Io abito nella Londra babbana, non so se tu…”

 

Adam scosse la testa. “I miei nonni sono babbani, conosco Londra abbastanza bene. Non avrò problemi a trovarti.”

 

“Allora…beh, ti aspetto per le sette.”

 

“Alle sette.” Lui si chinò in avanti e le diede un inaspettato bacio sulla guancia. “A domani, bella guerriera.”

 

Hermione rimase a guardarlo con un sorriso sulla faccia. Oltre a essere molto carino, Adam aveva qualcosa…la faceva sentire sempre importante, come se se fosse veramente una ragazza, una ragazza carina a cui valesse la pena interessarsi. Ed era…una gran bella sensazione.

 

“Hermione, te la dai una mossa?”

 

La voce di Ron la fece sobbalzare, e subito raggiunse lui e Harry nell’atrio del grosso maniero. La stavano aspettando lì con due pezzi di pizza in mano.

 

“Vuoi un po’?” le chiese Harry, porgendole la sua pizza per metà smangiucchiata.

 

Hermione la guardò un po’ disgustata. “No, grazie. Andiamo a casa, si sta facendo tardi.”

 

I due ragazzi la seguirono, e Ron ingoiò rapidamente l’ultimo boccone per poterle fare una domanda. “Che cosa voleva Stanton da te?”

 

“Niente di particolare.”

 

“Niente per alcuni è tutto per altri.” Fece Harry con una voce da vecchio saggio.

 

Hermione lo guardò scettica. “E’ questa dove l’hai presa, nei biscotti cinesi?”

 

“Perché fai tanto la misteriosa?” incalzò Ron. “Cos’è, ci ha provato con te?”

 

“No!” disse subito Hermione.

 

“E allora che ti ha detto?”

 

“Mi ha chiesto una cosa…riguardo alla missione.” Fece lei, voltandosi per non rendere ancora più chiaro che stava mentendo.

 

“Tu sei la peggior bugiarda che abbia mai incontrato.” Replicò Ron. “Allora, me lo dici che voleva da te?”

 

“No.”

 

“E dai!”

 

“No.”

 

“Per favore!”

 

“No.”

 

“Ti prego!”

 

“Noo!”

 

 

***************

 

 

Hermione guardò l’orologio mentre  si scrollava di dosso la cenere uscendo dal caminetto di casa Weasley. Erano le sette e mezza, praticamente quasi ora di cena, e a giudicare dal profumino proveniente dalla cucina Molly Weasley si stava dando da fare alla grande. Ma questo non le impedì di accorgersi della presenza della sua giovane ospite, che salutò accoratamente mentre era ancora ai fornelli.

 

“Hermione cara! E’ un piacere vederti! Come stai?”

 

Hermione entrò nella cucina della Tana e salutò col solito abbraccio affettuoso mamma Weasley. “Bene, grazie. Mi dispiace di essere piombata qui a quest’ora senza neanche avvertire…cercavo Ginny, avrei bisogno di lei.”

 

“Oh, è di sopra. Ha un po’ di mal di testa, ho proibito ai suoi fratelli di andare in camera sua, ma per te non ci sarà alcun problema.” Le disse gentilmente Molly, senza smettere di mescolare la polenta nel pentolone.

 

“Ok, grazie.” Hermione si voltò per uscire.

 

“Ah, aspetta un secondo!” esclamò mamma Weasley. “Ti fermi qui a cena, vero?”

 

“Veramente io non vorrei disturbare, sono già spuntata così all’improvviso che…”

 

“Niente ma, sei dei nostri e basta.” Fece decisa la grassoccia signora, sorridendo largamente.

 

Hermione fece un sorriso rassegnato. “Va bene, grazie.” Mormorò, poi uscì dalla cucina per salire al piano di sopra. La stanza di Ginny era quella più in fondo delle altre, e sulla porta aleggiava l’ombra dell’incantesimo isolante. Hermione si chiese un attimo se era il caso di entrare, visto che Ginny aveva detto di non sentirsi bene. Comunque con un leggero tocco di bacchetta fece dissolvere l’incantesimo e bussò alla porta.

 

“Ginny?” nessuna risposta. Hermione entrò piano nella stanza. Il letto era gonfio sotto le lenzuola, forse stava ancora riposando per l’emicrania.

 

Un momento.

 

Hermione si addestrava per diventare un soldato, e la prima cosa che le si era raddoppiata era l’intuito: perchè il letto di Ginny sembrava così pieno? Si avvicinò con cautela al letto e afferrò molto piano il bordo del lenzuolo, tenendo una mano sulla bacchetta, quindi lo tirò di scatto…

 

…e c’erano Harry e Ginny, abbracciati e soprattutto…completamente nudi.

 

“OH MIO DIO!!!!” strillò Hermione, coprendosi gli occhi con una mano e voltandosi. “ODDIO!!!”

 

Harry e Ginny si svegliarono di soprassalto, e dopo un iniziale istante di totale smarrimento si resero conto della situazione e balzarono giù dal letto al volo, avendo almeno la decenza di coprirsi – Ginny col suo accappatoio, Harry annodandosi un lenzuolo in vita.

 

“Hermione, aspetta…” la implorò Ginny.

 

“Oh santissimo cielo!!!” Hermione non aveva il coraggio di aprire gli occhi, ma li stava additando alla cieca. “Tu e lui!! Tu…e lui!!...e lui tutto nudo!!! Ma perché proprio io vi dovevo vedere???”

 

“Aspetta un attimo, facci spiegare…” provò Harry.

 

Hermione stavolta aprì gli occhi. “Sicuro, ti ho visto nudo, ora muoio dalla voglia di sentire i dettagli!!” ruggì. Harry aprì la bocca per rispondere, ma a dei passi pesanti e veloci fece seguito una voce che fece gelare il sangue nelle vene a tutti e tre.

 

“Hermione?!” Ron.

 

Harry reagì con la rapidità e la prontezza di un vero War Mage: afferrò Hermione per un braccio, si lanciò a volo dietro la porta e le tappò la bocca con una mano, nello stesso preciso momento in cui Ron – bacchetta alla mano – aprì la porta di scatto, restando sulla soglia e guardando tutto intorno nella stanza.

 

Ginny sussultò. “Ron!” esclamò in una voce stridula diversa dalla sua.

 

“Che sta succedendo qui?” fece Ron. “Ho sentito Hermione che urlava.”

 

Ginny pensò alla velocità della luce. “Si, beh…perché…vedi…noi ci stiamo…facendo la ceretta!”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “La ceretta?”

 

“Mh mh.” Ginny annuì, soddisfatta di se stessa. “Solo che io mi sono distratta e ho fatto raffreddare troppo la cera, e le ho quasi strappato via tutta la gamba.” Harry fu costretto a serrare la presa sulla bocca di Hermione, per impedirle di far sentire le imprecazioni che stava sussurrando contro Ginny.

 

Ron sembrò scettico e fece un passo avanti, ma Ginny gli si parò davanti. “Che fai, sei pazzo? Vuoi entrare mentre siamo in accappatoio?”

 

Lui esitò. “Hermione?” disse incerto, guardando intorno.

 

Dall’altra parte della porta Harry allontanò un po’ la mano dalla bocca di Hermione per permetterle di rispondere, senza però lasciarla andare. “Si, Ron?” fece lei, un po’ stridula.

 

“Tutto bene?” fece titubante Ron.

 

“Si, si…perfetto.”

 

Ginny rivolse al fratello un gran sorriso. “Visto? Bene, e ora se vuoi scusarci…”

 

Ron si accigliò. “E il tuo mal di testa?”

 

Ginny mantenne il controllo. “Ti sei mai fatto fare un massaggio da Hermione? Quella ragazza ha le mani magiche.”

 

“Se lo dici tu.” Ron si rimise la bacchetta nella tasca dei jeans. “Per caso hai visto Harry? Non lo trovo da nessuna parte.”

 

Ginny scrollò le spalle e si passò una mano fra i capelli. “Non so che dirti. Ora scusaci, ci vediamo a cena.” E così dicendo lo spinse gentilmente fuori dalla porta e la chiuse. Harry tese le orecchie e aspettò che Ron si fosse allontanato prima di liberare Hermione.

 

Ginny anticipò la sua amica. “Ti prego, lasciaci spiegare.”

 

Hermione incrociò le braccia sul petto. “Da quanto va avanti questa storia?”

 

Ginny si morse il labbro e si scambiò un veloce sguardo con Harry. “Più o meno cinque mesi.” Mormorò.

 

Hermione, incredula, spalancò occhi e bocca. “E non ci avete mai detto niente!”

 

“Non ci sentivamo pronti.” Fece subito Harry. “Non volevamo che questa cosa fosse il boom delle novità, volevamo…capirci bene prima noi due.”

 

“Non lo dirai a nessuno, vero?” le sussurrò Ginny, con uno sguardo supplice. “Sei l’unica a sapere di noi.”

 

Hermione si passò una mano fra i capelli. “Ma…com’è possibile che in tutto questo tempo nessuno si è accorto di niente?”

 

Harry scrollò le spalle. “Ci siamo stati attenti.”

 

“Non pensare che abbiamo tenuto la cosa segreta perché non volevamo dividere la nostra gioia con voi o perché non ci fidavamo…sentivamo di aver bisogno di crearci un mondo a parte, solo noi due.” Ginny sospirò. “E’ che chiunque darebbe la nostra storia per scontata. Forse perfino ovvia. Capisci quello che intendo?”

 

Hermione annuì lentamente. “Si, credo…di si.”

 

“E invece non c’è niente di più speciale per noi di quello che ci sta succedendo.” Ginny guardò Harry con uno sguardo di puro amore, e lui le passò un braccio attorno alle spalle, baciandole la tempia.

 

Hermione si morse il labbro. “Allora è una cosa seria?”

 

Harry sorrise a Ginny in un modo così intimo e appassionato da far sentire Hermione quasi di troppo. “Serissima. E anche fantastica.”

 

Hermione tirò un sospiro e mise le mani sui fianchi. “Tecnicamente dovrei essere arrabbiata, visto che il mio migliore amico e la mia migliore amica si sono messi insieme da cinque mesi e hanno la relazione del secolo senza avermi detto niente. Per di più il primo uomo nudo che ho visto in vita mia è stato il mio migliore amico, il che è altamente traumatico, ma nonostante tutto…” a quel punto abbandonò la sua espressione seria e fece loro un gran sorriso. “E’ troppo tardi per dirvi quanto sono felice per voi?”

 

Harry e Ginny, che la stavano guardando con apprensione, si rilassarono e accolsero l’abbraccio della loro amica con grande affetto.

 

Hermione si fece indietro e li guardò meglio. “Beh, almeno ho avuto il privilegio di sapere per prima.”

 

“E anche per unica.” Puntualizzò Ginny. “Per il momento non vogliamo parlarne coi miei. Finirebbero col prepararci il matrimonio in due giorni. Preferisco aspettare, trovare il momento opportuno.”

 

Hermione inarcò le sopracciglia. “Non sono i tuoi genitori a rappresentare il vostro vero problema, Gin.”

 

Harry annuì, grattandosi la nuca. “Lo sai meglio di me che Ron è il mio migliore amico in assoluto e che non c’è niente che non condividiamo. Ma non è il momento giusto per dirglielo. E’ ancora troppo smanioso di vendetta, ci manca solo che gli diamo un motivo per sfogarsi. No, noi vogliamo che accetti la cosa serenamente.”

 

“Non sarà per niente facile, lo conosci Ron.”

 

“Già. Possiamo almeno contare su di te?”

 

Hermione gli strizzò l’occhiolino. “Contate.”

 

Ginny l’abbracciò. “Sei proprio una grande amica! Sono felice che sia tu a sapere di noi!”

 

“Beh, credo proprio che completerò la mia opera di beneficenza e terrò Ron lontano dal corridoio il tempo di farvi uscire.” Hermione si avviò verso la porta.

 

“Sei un angelo.” Le disse Harry.

 

“A proposito.” Hermione si fermò. “Harry?”

 

“Mh?”

 

Sul viso di Hermione comparve un sorrisetto malizioso. “Complimenti, stallone.”

 

Harry, incredulo e rosso più di un peperone, spalancò occhi e bocca. Ginny esclamò “Hermione!” tentando di fingersi scandalizzata, e scoppiando a ridere un momento dopo.

 

Hermione, ridendo, uscì dalla stanza e si chiuse la porta dietro le spalle, restando per un momento in silenzio a riflettere. Harry e Ginny insieme…che oltretutto erano arrivati già a un tale senso di intimità e completezza che erano già andati a letto insieme. Ecco perché Harry sembrava così di buonumore da qualche mese a quella parte. Perché si sentiva bene, a dispetto della guerra e di tutto il resto del mondo. Perché sotto sotto era felice.

 

…anch’io vorrei essere felice…

 

Hermione si scosse vedendo Ron che saliva su per le scalette, e gli andò subito incontro. “Ehi.” Le disse allegramente lui. “Finito di spennarti?”

 

“Ti prego, Ginny ha già combinato abbastanza per stasera.” Gli rispose lei, con un sorriso stanco.

 

“Immagino.” Ridacchiò lui. “A me rompeva le palle di continuo da piccola, ora che è cresciuta il problema è cresciuto con lei.”

 

Hermione rise al pensiero di Ginny e Ron piccoli. “E’ un vizio di famiglia.”

 

“Farò finta di non aver sentito.” Ron scosse la testa divertito, poi si fece più serio. “Comunque cosa fai qui? Avrei giurato che saresti uscita con Stanton stasera.”

 

Hermione inarcò un sopracciglio. “E perché mai sarei dovuta uscire con Adam?”

 

Ron fece una faccia ovvia. “Perché lui te l’ha chiesto oggi, quando ci ha provato con te.”

 

“Certo.” Fece ironica Hermione. “E visto che tu eri presente hai le prove di quello che dici.”

 

“Nah, non ce n’è alcun bisogno. Sono un maschio, so come funziona.”

 

“No, tu sei poco più di un bambino, Ron.”

 

“Mettila come ti pare, ma alla fine ho ragione io.”

 

“Non ci posso credere, sei veramente un ragazzino! Io speravo che…”

 

Una risata interruppe il battibecco. Ron aprì la porta socchiusa davanti a cui si erano fermati e da cui proveniva la risata: era la vecchia stanza di Fred e George, quella che usavano Bill e Charlie quando passavano un paio di giorni alla Tana. E infatti dentro c’era Bill, che mentre si stava mettendo il dopobarba mentre rideva davanti allo specchio.

 

“Scusa, perché ridi da solo?” chiese accigliato Ron.

 

“Rido di voi due!” replicò divertito Bill. “Sembrate marito e moglie.”

 

“Noi??” fecero contemporaneamente i due ragazzi, allibiti, e questo servì ad alimentare il divertimento di Bill.

 

“Come mai tanta eleganza?” chiese Hermione, cercando di cambiare argomento.

 

Bill scoccò un’immagine soddisfatta al suo riflesso, che continuava ad assumere pose da macho. “Ho un appuntamento.”

 

Ron si sedette con poca grazia su uno dei letti. “Ti sei tirato parecchio a lucido, chi è la fortunata?”

 

“Aki.” Fece fiero il fratello.

 

“La biondona con quelle tette?” sul viso di Ron si materializzò un sorrisetto tipicamente maschile. “Gran bel colpo, fratello.”

 

Hermione lo ignorò, almeno per non staccargli un orecchio a morsi. “E’ la prima volta che uscite insieme?”

 

Bill annuì, sistemandosi il colletto della camicia. “la prima volta che l’adorabile dottoressa Sorenson soccombe al mio innato fascino travolgente.”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Non è poi così innato se ti ci sono voluti quasi sei mesi per convincerla a uscire con te.”

 

“Errore.” Rispose Bill. “Mi ci sono voluti quasi sei mesi per convincerla che il ragazzo con cui stava non era l’uomo giusto per lei.”

 

Hermione sbattè gli occhi un paio di volte. “Cioè fammi capire…lei era fidanzata, e tu…l’hai fatta lasciare col suo ragazzo?”

 

“Nel modo più cinico di vedere le cose si, è andata più o meno così.”

 

“Non hai fatto una cosa di cui andare fieri.” La replica di Hermione fu più dura. “Forse lei stava bene, e tu le hai distrutto un rapporto solo per egoismo.”

 

“Al contrario, io l’ho aiutata.” Replicò tranquillamente Bill. “Le ho fatto guardare chiaramente dentro se stessa, ed è stata lei che ha capito che non provava per lui quello che provava per me.”

 

“Sembri piuttosto sicuro.” Notò Hermione, sbattendo gli occhi.

 

“Io lo capisco quando una donna ha dei sentimenti per me. Ce l’ha scritto negli occhi.” Bill si guardò ancora allo specchio, poi fece cenno a Hermione di avvicinarsi. “Dammi il tuo parere femminile, com’è questo profumo?”

 

Lei lo annusò. “E’ molto buono.”

 

“Scusa, Bill…non per qualcosa, però…” Ron, che stava sdraiato sul letto con le braccia incrociate dietro la testa, sembrava quasi incerto. “…Aki è una gran bella ragazza e posso anche capire che uno che la corteggia resiste per una settimana o due…ma addirittura sei mesi, mentre lei era anche impegnata per di più, non ti sembra un po’ troppo? Voglio dire…te ne puoi permettere a decine di belle ragazze molto più facilmente di così.”

 

Bill scosse la testa. “Ma io volevo lei, non le altre.”

 

“Io non riesco a immaginare di incasinarmi così tanto per una ragazza in particolare.”

 

“Attento, fratellino. Queste sono le cosiddette ultime parole famose. Rischi di prenderti una di quelle cotte che ti durano a vita.”

 

Ron scrollò le spalle. “Allora la soluzione è molto semplice, non mi innamorerò mai. Non è necessario innamorarsi per stare insieme.”

 

Bill rise. “Non ci credo proprio.”

 

“No, davvero. Vuoi scommetterci?” Ron si mise seduto sul letto. “Nessuna donna avrà mai la mia testa.”

 

“Tu che dici, Hermione? Ron resterà veramente zitello a vita?”

 

“Semmai celibe.” Lo corresse il fratello.

 

Hermione abbassò lo sguardo. “Non sono affari miei se Ron non vuole bene a nessuna.”

 

“Ehi, ehi, aspetta un attimo. Tu mi stai facendo passare per un bastardo senza cuore.” Ribattè Ron. “Qui stiamo solo parlando di coinvolgimento amoroso, non affettivo. A te voglio bene, no?”

 

Hermione lo guardò senza avere il coraggio di rispondere, anche se per un motivo abbastanza oscuro. Bill li guardò entrambi per un momento, poi tornò a concentrare la sua attenzione sulla sua immagine riflessa, mantenendo il sorrisetto di chi la sa lunga.

 

“Io invece resto convinto che sbanderai eccome.”

 

 

***************

 

It's amazing how you can speak
Right to my heart
Without saying a word,
You can light up the dark
Try as I may I could never explain
What I hear when you don't say a thing

                                              When You Say Nothing At All, Ronan Keating

 

***************

 

 

 

Hermione si strinse meglio addosso il cappotto e la sciarpa, sentendo il freddo pungente della serata di Novembre farle diventare le guance più rosse. “Davvero, Ron, non è necessario che mi accompagni fino a casa, posso benissimo tornare anche da sola.”

 

Ron scrollò le spalle e spinse le mani più dentro nelle tasche del giaccone. “Nessun problema. E poi l’hai sentita mia madre, no?”

 

Erano oltre le undici e mezza di sera, e Molly Weasley si era opposta con decisione a che Hermione tornasse a casa da sola, visto che non aveva la possibilità di usare la Polvere Volante da un posto magico a uno babbano, e dato che la passaporta che doveva usare prevedeva buoni cinquecento metri di passeggiata in un viale non particolarmente illuminato nè frequentato.

 

“E poi mi va di fare quattro passi, è una gran bella serata.” Le disse Ron, tirando su col naso.

 

Hermione si passò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “E’ vero, fa freddo ma è piacevole camminare.”

 

“Sai che pensavo?” fece lui mentre camminavano lentamente.

 

“Cosa?”

 

“Che io e te dovremmo passare a un nuovo livello di amicizia.”

 

Hermione lo guardò osando un piccolo sorriso. “Che intendi dire?”

 

Lui scrollò le spalle. “Semplicemente che dovremmo essere meno timidi fra noi. Voglio dire…ne abbiamo passate così tante insieme, dovremmo avere più confidenza fra noi, parlare più liberamente.”

 

Hermione inarcò le sopracciglia e non potè evitare un sorrisetto incredulo. “Fa quasi impressione sentirti parlare così, sembri quasi…maturo.”

 

Ron le sorrise. “Tu pensi sempre che io sia il ragazzino di Hogwarts. Ma credimi, non è così.”

 

Hermione guardò dritta davanti a sé. “Se siamo in tema di confidenze…mi piace il nuovo te.”

 

“Anche a me piace la nuova te.” Ron la lasciò camminare in silenzio per un attimo, poi si schiarì la gola. “Beh, in tal caso…a proposito di confidenze, perché non mi dici che ti ha detto Stanton?”

 

Hermione alzò gli occhi al cielo, incredula. “Assurdo…era questo il tuo obbiettivo, altro che nuovo te!”

 

“No, assolutamente!” Ron si fermò vicino a un muretto. “Questo rientra nelle confidenze più intime che vorrei che ci facessimo, ma puoi anche non dire niente. Io…lo rispetterò.”

 

Hermione si fermò e si appoggiò a sua volta al muretto, stringendosi nel cappotto. In realtà aveva una gran voglia di parlare di Adam con qualcuno…ma con Ginny. Però con tutto il casino delle novità di lei e Harry, ovviamente le era passato dalla testa. Ron era il suo migliore amico…e per giunta le stava offrendo la possibilità di essere ancora più amici…e poi lei stava morendo dalla voglia di parlare un po’…

 

“Mi prometti di non ridere?”

 

“Giuro.”

 

Hermione inspirò profondamente. “Ecco…Adam mi ha invitato a uscire con lui domani. E non dirmi che lo avevi già indovinato perchè non ti dico più niente.”

 

“Non ho detto niente.” Le rispose piano lui. “Che gli hai risposto?”

 

“Gli ho detto di si. Ma ora me ne pento.”

 

“Perché?”

 

“Perché…ho agito d’impulso, senza riflettere.”

 

Ron tirò su col naso. “Non si vive di sola razionalità, sai. Qualche volta dare retta al proprio istinto significa essere spontanei.”

 

Hermione si strinse nelle spalle. “E’ proprio perché ho agito d’istinto che ora sono nei guai.”

 

“Che avrai combinato di così grave?”

 

Lei scosse la testa e fece per andarsene. “No, questo non te lo posso dire.”

 

Ron la fermò appoggiandole le mani sulle spalle e trattenendola gentilmente ma con decisione contro il muretto. “Che c’è che non va? Siamo amici, no?”

 

“Si, ma…su questo rideresti davvero.”

 

“Non riderò.” Quando Hermione trovò il coraggio di guardarlo negli occhi rimase colpita dalla profondità del suo sguardo. E tutto in una volta ebbe la sensazione che la sua voce non fosse mai stata così calda…Ron era cambiato davvero.

 

Hermione si morse il labbro e chiuse gli occhi per un momento. “Se dovesse veramente provarci con me io non saprei come fare, perché non so baciare.” Disse tutto d’un fiato.

 

Ron non potè evitare un sorriso. “Tutto qui?”

 

Hermione, stizzita, lo respinse indietro e riprese a camminare nervosamente. “Lo sapevo.” Borbottò.

 

Ron le corse subito dietro, dapprima cercando di tenere il passo, poi trattenendola per un braccio per fermarla. “Ehi, aspetta! Guarda che non sto ridendo di te, è solo che è talmente tipico da parte tua analizzare e programmare tutto che tutto che per una volta che devi lasciarti andare proprio non ci riesci.”

 

Hermione si fermò e si voltò di scatto, decisamente irritata. “Ma che ne sai tu? Che ne sai dei miei problemi, eh?”

 

Ron scrollò le spalle. “E’ per questo che ti sto dicendo che dovremmo confidarci di più fra noi, siamo così legati eppure ci sono ancora una miriade di cose che non sappiamo l’uno dell’altra.”

 

Hermione rimase in silenzio per qualche secondo, quindi sospirò e mantenne lo sguardo basso. “Il mio primo bacio è stato una catastrofe, per questo ho paura di fare la seconda figuraccia.”

 

Ron si appoggiò di spalle al muretto, incrociando le braccia sul petto. “Che te l’ha dato?”

 

“…Viktor.”

 

“Krum???”

 

“Quanti altri Viktor conosci?!”

 

“Non ci posso credere!” Ron era sbalordito. “Ma se aveva praticamente il doppio della tua età!”

 

Hermione fece una smorfia e si passò i capelli ondulati dietro l’orecchio. “Mi ha letteralmente sbattuto la lingua in gola…bleah, è stata una sensazione orribile, credevo di soffocare.”

 

Ron ridacchiò e le passò un braccio attorno alle spalle. “Povera piccola Hermione, ci credo che sei rimasta traumatizzata.”

 

“Già.” Hermione fece un sorriso amaro e abbandonò la testa sulla sua spalla. “Che fortuna la mia, perfino il mio primo bacio è stata un’esperienza da dimenticare.”

 

Ron le accarezzò pigramente il braccio. “Sai, non per fare il grillo parlante della situazione…ma io te l’avevo detto.”

 

“E per quanto assurdo possa sembrare, avevi ragione.”

 

Ron la guardò sbalordito. “Tu hai appena detto a me che ho ragione?” sorrisone. “Non c’è che dire, certe cose per quanto ti puoi preparare a sentirle ti fanno provare un’eccitazione da paura… Hermione Granger mi ha dato ragione. Wow, voglio un diario per scrivercelo sopra.”

 

Hermione gli diede una piccola pacca sullo stomaco col dorso della mano e s’incamminò di nuovo, scuotendo la testa con un sorriso divertito. “potrai anche essere cambiato, Ron, ma resti sempre un ragazzino.”

 

“Ehi, dove stai andando?”

 

“Beh…a casa, no?”

 

Lui scosse la testa. “Non mi hai ancora detto cosa pensi di fare con Stanton.”

 

Lei mise le mani nei tasconi del cappotto. “Non c’è molto da dire…ci uscirò, ormai ho detto di si.”

 

Lui le si avvicinò. “Ma a fine serata lui vorrà provarci…ti bacerà. Questo lo sai, vero?”

 

Hermione si ciondolò sui piedi. “Si.” Sussurrò.

 

Ron studiò un attimo l’espressione della sua amica: era tesa, nervosa. Praticamente aveva scambiato un bacio per un compito in classe. Lui tirò un sospiro, infine prese la sua decisione. “Ok, ho capito. Ti aiuto io.”

 

“Tu?” Hermione inarcò le sopracciglia. “E come vuoi aiutarmi, scusa?”

 

“Ti bacio io.”

 

“CHE???”

 

“Tranquilla, non ti sto dichiarando amore eterno né voglio provarci con te.” Le disse Ron con estrema tranquillità. “Ti aiuterò a cancellare il ricordo del tuo primo bacio, così non avrai più paura.”

 

Hermione, rossa come un pomodoro, scosse la testa. “No, no. Non credo proprio che si possa fare.”

 

“Perché?” Ron sembrava molto a suo agio. “Non voglio mica violentarti, sai.”

 

“Si che lo so, ma non possiamo nemmeno sognarcelo…noi siamo amici!” lei era decisamente più impacciata.

 

“Esatto. Chi meglio di un amico per insegnarti una cosa intima come questa?”

 

Hermione si riprese per un attimo e incrociò le braccia sul petto. “E tu saresti il grande esperto in materia, mh?” fece ironica.

 

Lui scrollò le spalle. “Me la cavo.” Vedendola spalancare occhi e bocca non potè non ridere, e si chinò a sussurrarle qualcosa nell’orecchio.

 

Lei si tirò indietro come se si fosse scottata. “Lavanda Brown?!?” disse, così stupita che aveva gli occhi enormi.

 

Ron sfoderò il suo sorriso più orgoglioso e annuì.

 

Hermione sentì un’ondata di irritazione scorrerle nelle vene e appoggiò le mani sui fianchi. “Non credevo ti piacesse quel genere di ragazza.”

 

Lui scrollò le spalle. “La notte che Seamus la scaricò per un’altra lei era disperata, mi gettò le braccia al collo e mi baciò. Evidentemente l’è piaciuto, perché abbiamo continuato per diversi minuti.”

 

Hermione si morse ripetutamente il labbro. “E perchè non mi hai mai detto che hai avuto una relazione con lei?”

 

Ron scosse la testa. “Chi ha parlato di una relazione? Ho detto solo che ci siamo baciati, e lì è finito tutto.”

 

Hermione rimase per un attimo in silenzio, poi riprese a camminare. “Comunque io non sono come lei, perciò non mi pare il caso di fare la stessa cosa.”

 

“Oh andiamo, Hermione!” Ron la fermò, appoggiandole le mani sulle spalle e guardandola dritto negli occhi. “Io voglio solo aiutarti da bravo amico. Tu ne hai passate fin troppe, e hai più bisogno d’affetto di quanto pensi. Ma sei talmente preoccupata dell’aspetto teorico che non riuscirai mai a goderti la vita. Ora pensa solo a rilassarti, non farti i soliti centomila problemi…io ti bacio, e così vedrai che non è niente di così terribile e potrai farlo di nuovo ogni volta che vorrai senza avere il terrore di soffocare.”

 

Hermione lo guardò negli occhi e in qualche modo ci lesse tutto quello che doveva sapere…affetto, calore, dolcezza…e per un momento sentì le sue difese vacillare con forza. “…io…vedi… non so come…”

 

Ron le fece un sorriso incoraggiante. “Mica devo andare a raccontarlo in giro. Lo so già che non sai come si fa, ma è proprio per questo che devi sentirti tranquilla e serena. Sono io che ti bacio, tu devi solo capire come funziona e se te la senti ricambi, altrimenti pazienza, per lo meno ti renderai conto che baciare non è solo ficcare la lingua in gola come ha fatto quell’idiota.”

 

Forse fu il tono caldo e rasserenante della sua voce. O il suo sguardo dolce. O la sua presenza rassicurante. Ma prima ancora di poter riflettere sulle conseguenze che una cosa del genere avrebbe avuto sulla loro amicizia, Hermione annuì.

 

Ron le fece un piccolo sorriso e si sporse più avanti; Hermione s’irrigidì e serrò forte gli occhi, e proprio quando sentì il suo respiro sulle labbra girò il viso, facendogli mancare l’obbiettivo. Ron sorrise e le accarezzò le braccia.

 

“Rilassati, non è una questione di vita o di morte…siamo solo io e te, non hai motivo di essere nervosa…”

 

Hermione annuì piano e socchiuse gli occhi, chiudendoli quando sentì il dorso della mano di Ron accarezzarle dolcemente il viso in un modo così tranquillizzante che finalmente riuscì a rilassarsi un po’. E poi non capì più nulla, perché sentì le sue labbra sulle proprie.

 

Aveva ragione lui, questo era completamente diverso dal bacio di Krum. Questo era…incredibile. Anche Ron stava usando la lingua, ma in un modo che dava un gran piacere senza soffocare, con dolcezza eppure con decisione. Non c’era da meravigliarsi se Lavanda ci aveva preso gusto, quel ragazzo sembrava nato per baciare. Faceva venire una gran voglia di fare la stessa cosa che faceva  lui…

 

Ron la sentì ricambiare il bacio – timidamente all’inizio, poi sempre più spigliatamente – e perse ogni controllo. Aveva un sapore incredibile baciare Hermione…dava una sensazione di pace e completezza inaspettati, lo faceva sentire a proprio agio come non si sentiva da mesi…e questo lo spinse a passarle un braccio attorno alla vita per sentirla più vicina, mentre con l’altra mano continuava ad accarezzarle la guancia. Com’era liscia e morbida la sua pelle…e come profumavano i suoi capelli…

 

Hermione gli passò le mani attorno al collo, stringendosi a lui e continuando a baciarlo con tutta se stessa. Per essere completamente sincera con se stessa…aveva sognato quel momento, ma non aveva mai avuto il coraggio di ammettere nemmeno fra sé e sé che ogni volta che vedeva il suo migliore amico pensava a come potesse essere bello stare fra le sue braccia, o tuffargli le mani fra i capelli…ma sapeva da sola che non poteva e non doveva pensare a Ron in quel modo perché avrebbe solo sofferto. Però ora…

 

Tutto all’improvviso Ron si tirò indietro, così bruscamente che Hermione barcollò in avanti con gli occhi ancora socchiusi. Era rossa in faccia, e anche molto imbarazzata. Lui aveva le orecchie rosse e sembrava molto più impacciato di prima.

 

“V-vedi?” le disse, leggermente a corto di fiato. “N-non è così terribile, no?”

 

Hermione scosse la testa nervosamente, stringendosi nel cappotto e guardando a terra. “No, infatti.”

 

Ron annuì piuttosto meccanicamente e si passò una mano fra i capelli. “…uhm…andiamo, avrai problemi coi tuoi genitori se rientri a casa troppo tardi.”

 

Hermione annuì e continuarono la camminata in un imbarazzante silenzio, lei cercando di calmare il batticuore e lui sforzandosi di capire esattamente a che punto aveva smesso di pensare ad aiutare la sua migliore amica e l’aveva baciata in quel modo. Quando furono arrivati davanti al cancello di villa Granger, Hermione si fermò e rimase per un attimo a ciondolarsi sui piedi mordendosi il labbro.

 

“Beh…ehm…grazie di tutto.” Mormorò, senza sapere bene cosa dire.

 

Ron scrollò le spalle. “Oh…figurati.”

 

Hermione sorrise brevemente. “Io…vado.”

 

Lui annuì. “Si, ok. ‘Notte.”

 

“Buonanotte.” Hermione aprì il cancello per entrare.

 

“Hermione?”

 

Lei si fermò. “Si?”

 

Sul viso di Ron fece capolino un sorriso. “Hai un talento naturale, dico davvero. Baci benissimo.”

 

Hermione arrossì furiosamente e gli sorrise per un istante, per poi salutarlo con la mano e chiudersi il cancello alle spalle. Si sentiva più confusa di prima…e forse neanche immaginava che al di là di quel cancello c’era un ragazzo ancora più confuso di lei.

 

 

***********************

 

 

=)

=P

=D

XD

 

 Ve l’ho fatta! ^^ Nessuno se l’aspettava, eh? Eh eh…ehi, io avevo avvertito che sebbene in questa storia manchi l’avventura (un po’ più in là ce ne sarà un po’, comunque) non mancheranno i colpi di scena! Questo è stato solo il primo di una luuuunga serie…=) E se pensate che le cose siano semplici come possono sembrare, ahi ahi…non vi illudete…io sono pur sempre sadica, no? =D

 

Prima di andare avanti: un bacio formato gigante immenso a Sara Lee, la mia magnifica beta. Avevo discusso della storia dei tatuaggi con lei, perché mi piaceva l’idea (intesa come ennesima dimostrazione di reazione di Harry e Ron) ma non ne ero molto sicura, e lei mi ha rassicurato e mi ha spronato…e aveva ragione, perché noto che l’idea è piaciuta a tutti! Bene! =) E ringraziamo anche la mia scuola, che per lavori è rimasta chiusa da lunedì fino ad oggi…ecco come mai il chap, pur essendo più lungo, è già on-line… ^^

 

PIU’ DI VENTI RECENSIONIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!! ^^ Io sono senza parole, davvero… se dico che vi amo tutti vi basta? XD Allora, passiamo ai saluti personali:

 

Luna Malfoy: anch’io ho visto il trailer…e meditavo di mandare una cartolina ai genitori dei tre ragazzi in questione per complimentarmi! =) si, direi che stare alzata fino a tardi fa bene alla salute, al contrario di quanto si dice in giro… ^^

Ci: *Harry&Ginny* =) mi fa un mare di piacere se te le rileggi tutte…tanto secondo i miei calcoli gli eventi dell’ultimo chap di questa parte dovrebbero finire praticamente un mesetto prima dell’inizio di BAWM 1. Dovremmo trovarci…

Vale: stavolta ho avuto ancora meno considerazione della tua età, eh cara? =) sei ancora seduta sulla sedia o sei svenuta da qualche parte? ^^ Io adoro i colpi di scena, mica si vede, eh? ^^ Ooh, Charlie è un adorabile  sbruffone…ma ha trovato pane per i suoi denti =) Sorpresa sorpresa, eh? Adam Vattelapesca è appena venuto a rompere…*.* Ah, per il trailer…guarda, ti dico solo questo: io sposerò Alfonso Cuaron. Siete tutti invitati! =)

Eli: chi ha detto che la tua storia è pura magia ha detto bene! Sono arrivata quasi a metà…e non ho parole! Sei proprio una grande! Hai ricevuto tutto quello che ti ho mandato, si? E complimenti per l’osservazione, cara Eli: si, Adam era il ragazzo di Hermione a cui si accennava in BAWM 1. Ma soprattutto a questo punto la domanda che viene è: perché Hermione dovrebbe mettersi con lui se si è accorta di provare qualcosa per Ron? ^^ Lo scopriremo nella prossima puntata! =D E anch’io adoro Charlie e Tennessee… mi fanno ridere mentre li descrivo! (…mode *SbavforRon* very on… ^^)

Giuggy: tu disegni manga davveroooo??? Ascolta!! Trova il primo scanner che puoi e inviami subito i tuoi disegni!! Io le adoro le fanart…manda, manda tutto a me!! =) Faranno un figurone in prima pagina sul sito di mia sorella!

Iceygaze: grazie =) si, la scena delle infermiere ha fatto tanto ridere anche me…

Danae: grazie mille! Visto, stavolta sono stata ancora più veloce!

Ale-chan: un assaggino accennato di Hermione-spacca-tutto c’è anche qui =)

Ginny: cara compagna di sventura…pardon, di greco…^^ sono felicissima che questo chap ti sia piaciuto tanto!

Kiara: volevi gli altri due ragassuoli, eh? Bene, eccoti accontentata =) Si, la cara Hermione ha già un certo interesse…lei…povera cara, ignara ragazza…*.* Anch’io vorrei tantissimo il film per Natale come al solito! Mmh…devo parlare con Alfonso…^^

Kim: amore mio, una recensione come la tua fa sentire in paradiso!! =) Magari si potesse mandare qualcosa alla Rowling, ma credimi, ce ne sono moltissimi altri di autori molto più bravi di me… e onestamente non credo che lei legga tutto quello che le viene mandato *.* Magari un giorno pubblicherò un libro tutto mio! =) Si, capisco il problema: anch’io adoro Harry e Ron ^^ E’ vero, lo sai? Anche mia sorella aveva fatto questo paragone tra le coppie adulte e loro adesso…=)

Usaji: mi fa piacere =)

Miyu: wow, quante recensioni e quante domande! Vediamo di rispondere un po’ a tutte: 1) il tatoo di Harry è dietro la spalla; 2) la one-shot di cui parli è un regalo, e sì, dovrebbe essere qui per il 25; 3) ci saranno tanti e poi tanti G/H moments qui che non ne avrai bisogno! Parola! 4) No, non le riscriverò perché non ci sono modifiche essenziali. Ci ho fatto attenzione, tutto combacia. 5) Mmh…credo di no… Voglio proprio leggere le tue storie! Ti lascerò una recensione!

Mony: *quasi buon compleanno* =D brutto, bruttissimo affare quello delle interrogazioni! *.* Bene, come vuoi…il tuo dono sarà qui per la mezzanotte del 25 =)

Strekon: grazie per tutti i clap clap! ^^ Oh beh, sai…i tatoo non avranno così tanta importanza in futuro, ma ora danno ancora meglio l’idea della testa scombinata che hanno quei due…farsi un tatuaggio così, perché gli andava di fare i tipi tosti, mandando in bestia la madre…tipico scatto di orgoglio da maggiorenne (me ne intendo, mia sorella è un esemplare come questo ^^) Aggiorna! ^^

Marilia: non sono un dio, non potrei mai esserlo! Ma grazie mille per l’entusiasmo! =)

Faffachan: grazie davvero! Le tue parole mi hanno fatto sentire molto, molto felice! Spero che tutta la storia possa piacerti ancora così tanto! =)

Ly Chan: la tua recensione mi sembra proprio da professionisti, per cui i tuoi complimenti mi sono ancora più graditi! Non so davvero come ringraziarti! Tranquilla, Harry e Ginny li tratterò coi guanti =)

Rachel: sono contenta per il tuo blocco in fuga! Come ti capisco per i compiti ^^

Lara: Hermione si è difesa bene da sola! E sono d’accordo con te, i metodi babbani sono sempre i migliori ^^

 

Penso che sia superfluo dirvelo, ma vi ringrazio tutti veramente perché delle recensioni così (e così tante) fanno davvero un sacco di cose: rendono felice l’autrice, che scrive più in fretta, sforna più chaps… XD …a quest’ora avrete già capito che vi sto spronando a recensire ancora… ^^

 

Vorrei darvi qualche anticipazione per il prossimo chap, in fondo ve le meritate…ma a quanto pare ci ha già pensato Sirius nella prima parte di questo capitolone (…non c’è niente da fare, un personaggio più è popolare più ti scappa dalle mani… =D)…lui ha già detto troppo! Beh, allora alla prossima settimana con “In Vino Veritas?” (…titolo istigatore…^^) Bacissimi!

 

Sunny

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Capitolo 10
*** In vino veritas? ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 10: IN VINO VERITAS?

 

 

Yesterday seems like a life ago

Cause the one I love                                     

Today I hardly know

You I held so close in my heart, oh dear

Grow further from me

With every fallen tear

                                               Another Lonely Day, Ben Harper

 

 

***************

 

 

Ron osservò quel poco di birra che gli restava nella bottiglietta con un’espressione ancora molto tesa. Dopo aver riaccompagnato a casa Hermione si era fatto quattro passi nel disperato tentativo di ricomporre il puzzle di pensieri che gli frullavano nella testa, ma a quanto sembrava l’aria fredda della notte da sola non era stata capace di aiutarlo. Allora era andato nell’unico posto dove avrebbe potuto pensare un po’ in pace.

 

Il Settimo Pentolone era quello che un ragazzo normale avrebbe evitato per il suo bene, ma Ron aveva smesso di essere un ragazzo normale molti mesi prima. Bere era diventato l’unico modo per stordire almeno per qualche ora i suoi incubi e tutte le brutte sensazioni presenti nel suo cuore, e col tempo l’armadietto dei liquori di suo padre era diventato insufficiente. Al Settimo Pentolone non facevano mai domande, e per questo motivo era frequentato da tutte le categorie di persone meno affidabili della società. Alle volte c’erano perfino ragazzini sbarbatelli o vecchi auror in pensione. Ma nonostante tutto ognuno si faceva i fatti suoi, e perciò era un buon posto per starsene da soli.

 

Ron sospirò e buttò giù un altro sorso di birra. Ma cosa diavolo gli era saltato in mente a baciare Hermione, e in quel modo per di più? All’inizio le sue intenzioni erano veramente di aiutarla: Hermione aveva sempre dimostrato un gran coraggio in tutte le situazioni, eppure aveva sofferto e sopportato ogni genere di scherzo della sorte; non era stata stuprata per un soffio, e il suo primo bacio era stato praticamente un attacco pure malriuscito. In qualità di migliore amico si era sentito in dovere di fare qualcosa per lei, farle avere almeno un ricordo piacevole…solo che qualcosa era andato completamente storto, perché quel bacio doveva essere una semplice dimostrazione e invece era sfociato in un’autentica miscela esplosiva, quasi come se avessero acceso un fuoco utilizzando della legna che era già pronta e disposta in attesa di essere bruciata da anni. Ma che razza di modo era di parlare della sua migliore amica?! Hermione era come una sorella per lui…

 

…una sorella con un paio di occhi incredibilmente profondi e svegli come quelli di una cerbiatta, coi capelli soffici e profumati e le labbra del colore più invitante del mondo, e con quel fisico così asciutto e scattante, eppure così…tondo…nei punti giusti…

 

Ma ti rendi conto di chi stai parlando?!?

 

“Bobby?”

 

Ron alzò gli occhi: al suo tavolo si era seduto un tizio conciato in modo così sporco e incasinato che sembrava quasi Sirius quando era fuggito da Azkaban. Per quanto ubriaco potesse essere Ron era pur sempre un War Mage, e come tale il suo primo istinto fu di cercare con la mano la bacchetta nella tasca dei jeans.

 

“Chi diavolo sei?” ringhiò.

 

La luce che fino a un attimo prima aveva contraddistinto gli occhi dell’uomo si spense, e lui abbassò la testa e la scosse, sembrando ancora di più un barbone. “Ah…no…avrei dovuto saperlo che era un altro fottutissimo scherzo dell’alcool.”

 

La voce rauca e addolorata dell’uomo catturò la curiosità di Ron, che si accigliò. “Di che parli, amico?”

 

L’uomo alzò lo sguardo. Era talmente triste che faceva quasi impressione. “Lascia stare, figliolo… sei troppo giovane per queste cose…quanti anni avrai, una ventina?...”

 

“Ne ho abbastanza per reggere la stessa roba che ti stai scolando tu.” Ribattè Ron, accennando col mento al boccale quasi vuoto che l’uomo aveva in mano.

 

“Già, voi giovani tutti smaniosi di crescere e di fare gli eroi…” l’uomo s’incollò al suo boccale per qualche istante. “…dammi retta, ragazzo…pensa sempre e solo agli affari tuoi e tieniti più lontano dagli sbirri che non da ladri e assassini…”

 

Ron buttò giù quanto gli restava della sua birra. “Che hai contro gli sbirri?”

 

L’uomo fece una smorfia ironica. “Che ho?...eh…quei figli di puttana hanno ucciso mio figlio…”

 

Ron esitò. “Che aveva fatto?”

 

“Ooh, una cosa gravissima…” l’uomo era chiaramente ubriaco. “…pensa, passava davanti a una dannatissima banca durante una rapina…” si pulì la bocca con una manica e tirò su col naso. “…quei bastardi lo presero in ostaggio e lo usarono come scudo…e gli auror, gli eroi del mondo della magia che ti fanno? Decidono che non è un problema sacrificare la vita di un ragazzino di tredici anni…e l’hanno fatto fuori insieme ai rapinatori.”

 

Ron rimase in silenzio, cercando di assorbire il colpo. Gli auror avevano fatto fuori un ragazzino per niente?

 

L’uomo scosse la testa. “Bobby avrebbe avuto diciannove anni oggi…sai, era incredibilmente somigliante a te…”

 

“Perché non l’hanno salvato?” replicò Ron. “Perché diavolo hanno fatto fuoco invece di provare a…”

 

L’uomo lo interruppe con una risata amara. “Figliolo, stiamo parlando dei soldati del Ministero…li addestrano a fottersene altamente della povera gente…pur di portare a termine le loro dannatissime missioni sono capaci di eliminare perfino le loro stesse famiglie…” l’uomo si alzò. “No, dammi retta, ragazzo…tieniti lontano da quei segaioli maledetti… meglio chiunque altro, perché anche un verme ha più cuore di loro.”

 

Ron rimase in silenzio a guardare il vecchio ubriacone che si allontanava, lasciando che le parole che aveva appena sentito penetrassero oltre lo stato di placido intontimento che sentiva dovuto alla birra. Un ragazzino era morto perché gli auror non avevano perso tempo a cercare di trattare per liberarlo…aveva letto negli occhi di quel povero padre una disperazione che col tempo si era trasformato nel peggiore dei dolori, il più incarnito e il più  profondo, tremendo al punto che lui stesso si era sentito gelare il sangue nelle vene. Quel pover uomo doveva fare i conti da anni con la perdita di un figlio e non si era mai potuto prendere nemmeno la sua vendetta, perché ufficialmente gli auror avevano la licenza di uccidere…

 

…esattamente come i War Mage.

 

Assassini autorizzati dalla legge a coinvolgere poveri innocenti nella guerra o ad anteporre il dovere a tutto il resto, perfino ai proprio affetti. Era veramente questo che lo aspettava, sporcarsi ogni giorni le mani di sangue nell’ipocrisia più totale col favore della legge? Molto più importante…era davvero questo tipo di persona che voleva diventare? E se mai un giorno la sorte lo avesse messo alla prova per testare la sua lealtà e i suoi sentimenti? Sarebbe mai stato capace di anteporre una missione ai suoi cari nella necessità?

 

Harry e Hermione avevano le idee perfettamente chiare, per quanto potessero essere anche loro tormentati dagli incubi sapevano entrambi benissimo dove stava la linea di margine da non superare.

 

E lui? Lo sapeva lui? La sua sete di vendetta contro gli orrori della guerra e gli errori del Ministero era così forte che a volte non gli lasciava la capacità di distinguere il giusto dall’errore…una cosa sola era importante: vendicarsi, uccidere, far soffrire chi faceva soffrire.

 

Questo faceva di lui un assassino al pari dei mangiamorte?

 

Ron si strinse nel giaccone: sentiva un gran freddo, un freddo che gli correva fino nelle ossa. Si guardò le mani come se si aspettasse di trovarle sporche di sangue, come quella notte…

 

“Ron?”

 

Mandy, una delle avvenenti cameriere del locale, era ferma vicino al suo tavolo col suo solito sorriso provocante e ambiguo. “Ti porto ancora qualcosa, tesoro?”

 

“Si.” Ron prese la sua decisione: era stanco di star male, di sentire quel freddo, di non capire…non voleva sentire niente, anche se solo per una notte. “Portami una bottiglia intera della roba più forte che avete.”

 

 

***************

 

 

Hermione percorse tutto il corridoio per arrivare in palestra provando fra sé e sé qual’era il tono migliore da usare per iniziare il discorso con Ron. Aveva passato tutta la notte sveglia a pensare e a ripensare al loro bacio, e dopo un’iniziale confusione e imbarazzo aveva ricostruito mentalmente la scena un migliaio di volte, fino a realizzare una cosa: c’era stato troppo trasporto per essere stata solo una dimostrazione, quindi forse anche lui…bisognava parlare subito. Non poteva passare le giornate nel dubbio che Ron provasse qualcosa ma non se la sentisse di ammetterlo. Cosa serviva, una buona dose di coraggio? Bene, l’avrebbe avuta lei per tutti e due. Era una Grifondoro, no?

 

A passi svelti raggiunse la palestra, sperando di scaricare un po’ del suo nervoso prendendo a pugni il sacco; doveva resistere fino a quando Harry aveva lezione di magia senza bacchetta e quindi lei e Ron sarebbero rimasti soli per un po’. Ma a giudicare dai rumori provenienti dalla palestra anche qualcun altro aveva avuto la sua stessa idea. Il cuore di Hermione sobbalzò quando vide che a prendere il sacco a pugni era proprio Ron, da solo per di più.

 

Ron, dal canto suo, a ogni colpo che sferrava faceva fatica a mantenersi in piedi; era ubriaco fradicio, si era scolato due litri di una roba che per tutta la notte lo aveva reso iperattivo (aveva baciato tutte le cameriere del Settimo Pentolone e non aveva chiuso occhio nemmeno per un minuto) e ora lo aveva lasciato con la vista che ogni tanto si sdoppiava, un gran mal di testa e un malumore micidiale.

 

“Ehi!” esclamò Hermione con un sorriso, entrando e raggiungendolo mentre si sforzava di restare serena almeno in apparenza. “Come sei mattiniero stamattina. E Harry?”

 

Ron colpì il sacco con due pugni, uno dei quali andò a vuoto. “Non sono né sua madre né la sua balia, io.” Borbottò fra i denti.

 

Hermione sbattè gli occhi un paio di volte. “Avete litigato?”

 

“Che te ne importa?” replicò collerico lui.

 

Hermione tirò un respiro profondo per calmarsi e non cedere alla tentazione di rispondergli per le rime. Non era quello il modo ideale per affrontare un discorso. “Ti stavo cercando, volevo parlarti.”

 

Ron rise, evitando per un pelo il sacco che dopo un calcio dondolava pesantemente avanti e indietro. “Parlare, parlare, parlare…è la cosa che ti riesce meglio, non è vero, Hermione?”

 

Lei s’irrigidì. “Volevo parlare con te di quello che è successo ieri sera.”

 

Ron si appoggiò al sacco, guardandola dall’alto in basso con un’aria crudelmente strafottente. “Che è successo ieri sera?”

 

Hermione sentì una doccia gelata piombarle addosso. Così si era sbagliata, lui non aveva provato assolutamente niente. Brava la cretina, ti sei illusa come una perfetta stupida. Distolse lo sguardo con una profonda amarezza. “Niente. Non è successo niente.”

 

“E allora non rompere.” Ron riprese a picchiare il sacco, ma i suoi movimenti erano decisamente sconnessi e poco precisi.

 

Hermione si rese conto che se fosse rimasta un solo istante di più in quella stanza avrebbe perso anche la sua dignità; doveva uscire. Andare via subito, prima che lui le vedesse gli occhi lucidi. Ma quando si voltò per farlo si trovò di faccia Harry, che era entrato nella sala con aria angosciata e poi aveva assunto una strana espressione…il suo sguardo era mutato, ora tradiva rabbia allo stato puro.

 

“Brutta testa di cazzo!! Razza di idiota egoista che non sei altro!” tuonò, entrando a passi minacciosi e pesanti.

 

Ron fece una smorfia. “Oh, buongiorno anche a te, Harry.”

 

Harry lo raggiunse, trattenendosi con difficoltà dal rifilargli un cazzotto in pieno viso. “Ron, dimmelo una volta per tutte chiaramente: tu sei pazzo, vero?”

 

Hermione sbattè gli occhi. “Ma che succede?”

 

Harry si voltò verso di lei. “Questo stronzo ha passato la notte fuori senza dare spiegazioni né avvisare nessuno! Non ha detto dove cazzo andava, e non se n’è fregato un benemerito se con una guerra in corso fosse prudente o meno passare la notte chissà dove!”

 

Hermione guardò Ron con un’espressione incredula. “Hai fatto questo?”

 

Ron, che fino a un momento prima non si era minimamente interessato alla predica, smise di colpire il sacco e si asciugò brevemente la faccia con un asciugamano che poi si lasciò attorno al collo. “A casa si è preoccupato nessuno?”

 

“No, solo perché ti ho coperto io nella speranza di trovarti qui stamattina.” Replicò aspro Harry.

 

“Ecco, vedi? Non hai motivo di sbraitare tanto.” Ron gli voltò le spalle, rimettendo con poca attenzione al loro posto i pesi che stavano a terra. “A casa mia se manco io nemmeno se ne accorgono. Viceversa se fossi stato tu a mancare all’appello, beh…in quel caso la musica sarebbe stata ben diversa.”

 

Harry rimase per un momento a bocca aperta: mai Ron gli aveva dimostrato gelosia della propria famiglia, mai…perché ora? Erano sempre stati come fratelli…guardò Hermione in cerca di una spiegazione, ma lei sembrava stupita quanto lui. Così decise di cercarsi da solo le proprie risposte. Fece un passo avanti e appoggiò le mani sui fianchi. “Hai qualche problema con me, Ron?”

 

Ron si voltò e fece una smorfia ironica. “No, perché mai dovrei avercela con San Potter, il bravo ragazzo per eccellenza? No, tu sei la giustizia in persona. Tutto di te è giusto, perfino quando ti fai venire gli attacchi di odio per il mondo sei giustificato.”

 

“Ma che diavolo stai dicendo?” ruggì Harry.

 

Ron fece un passo avanti verso di lui, con gli occhi che gli fiammeggiavano di rabbia. “Sai che ti dico, Harry? Non mi dispiace neanche un po’ se ti stai beccando questa cazziata senza capire il perché, visto che io e quest’altra poveraccia abbiamo fatto lo stesso con te tutti i dannatissimi anni che siamo stati a scuola!”

 

Harry serrò i pugni. “Nessuno ti ha mai obbligato a essere amico mio!!”

 

Ron scosse la testa. “Noi due non eravamo più i tuoi migliori amici per te! Perfino gli elfi domestici li trattavi meglio! Noi invece eravamo i poveri fessi su cui tu sfogavi i tuoi dannatissimi cambiamenti d’umore, se succedeva qualcosa o qualcuno ti faceva incazzare con chi è che ti sfogavi, eh? Con chi?! Con quei due poveri stronzi dei tuoi migliori amici, tanto sapevi che non ti avremmo mai abbandonato, quindi con noi potevi fare il bello e il cattivo tempo a tuo piacimento!! E alla fine avevi pure ragione!!”

 

Harry sembrava per metà sconvolto e per metà disgustato, e scosse la testa stringendo ancora di più i pugni. “Che razza di falso vigliacco, ti sei portato dentro tutto questo veleno senza mai avere il coraggio di parlare!”

 

Hermione si mise in mezzo nel tentativo di dividerli. “Adesso smettetela tutti e due, tutto questo è assurdo.”

 

Ron assunse una sgradevole espressione schifata. “Proprio tu dovresti stare zitta.”

 

“Ron, non dire cose di cui potresti pentirti.” Fece lei, nel suo tipico tono di avvertimento.

 

“E che ne sai che me ne pentirei? Io non sono mai stato così sincero come oggi. Cos’è, la cosa ti crea qualche problema?”

 

“Io so solo che questo non sei tu.” Hermione stava facendo del suo meglio per mantenere i nervi a posto.

 

Ron mise le mani sui fianchi. “Certo, perché tu sia sempre tutto…tranne forse una cosa. Personalmente la tua aria da perfettina mi ha sempre dato la nausea, e se non fosse stato che ci davi una mano coi compiti non ci saremmo mai presi il disturbo di essere amici tuoi.”

 

“Ma che cazzo dici?!” intervenne furioso Harry.

 

Ron lo ignorò e fece un passo avanti. “Il tuo posto non era con noi, tu avresti dovuto frequentare le ragazze del tuo anno, e se non fosse stato per noi che ti sopportavamo saresti rimasta sola come un cane…”

 

“Basta, smettila!!!” Harry gli diede uno spintone che gli fece fare parecchi passi indietro.

 

Hermione era pallida come un lenzuolo e aveva tutta l’aria di essere in stato di shock, perché tutte quelle cattiverie dette una dietro l’altra non le stavano nemmeno dando il tempo di rielaborarle e reagire.

 

Harry scosse freneticamente la testa. “Ma tu fai schifo…” mormorò sconvolto.

 

Hermione sbattè le palpebre un paio di volte quando sentì le lacrime pungerle gli occhi, e senza perdere nemmeno un secondo di più alzò i tacchi e corse via. Corse così forte che sentì il cuore rimbombarle nelle orecchie, urtando altre persone di cui non vedeva i volti lungo gli infiniti corridoi del quartier generale della War Mage Team. Mentre correva non si rendeva nemmeno conto di dove andava…e fu per miracolo che non sbattè in pieno contro uno dei gargoyle preposti alla guardia di una delle torri del castello. Lì, rendendosi conto di essere finalmente sola, lasciò che il suo cuore assimilasse tutte le cattiverie, le brutte parole e la ferocia di Ron. E si coprì il viso con le mani mentre scoppiava in un pianto disperato. Pochi istanti dopo sentì dei passi in corsa.

 

“Hermione!” era Harry.

 

Lei si voltò di scatto, col viso pallido e coperto di lacrime e gli occhi rossi e gonfi. “Vattene!!” urlò.

 

“Ascoltami, ti prego!” lui avanzò di pochi passi. “Niente di quello che ha detto è vero, e io non so nemmeno perché…”

 

Hermione lo interruppe riprendendo a urlare. “Non dire che non voleva dire quello che ha detto, li hai visti i suoi occhi?? Lo hai visto come mi guardava??”

 

Harry fece un altro passo avanti. “Ti giuro su quello che vuoi che tu per noi non sei mai stata un peso né una rogna, mai! Ti abbiamo sempre voluto bene, sei sempre stata la nostra migliore amica! Niente di quello che ha detto Ron è vero! Ne ha dette tante anche a me, non hai sentito?”

 

Hermione si morse le labbra e abbassò lo sguardo, singultando in silenzio.

 

Improvvisamente a Harry venne un pensiero terribile: Ron aveva detto…che praticamente era stato un pessimo amico, e che per questo lui e Hermione avevano sofferto… “…erano…erano solo bugie, vero?” le chiese con un filo di voce. Lei chiuse gli occhi per un attimo, piangendo ancora di più. Harry le si parò davanti. “E’ vero quello che ha detto? Io vi ho trattato davvero in quel modo?”

 

Hermione singhiozzò. “Si.” Sussurrò disperata. “C’erano delle volte…che tu te la prendevi con noi, e noi…non sapevamo che fare…volevamo starti vicino, m-ma tu ci tenevi…ci tenevi a distanza…” faceva fatica a parlare fra le lacrime, e ora le lacrime le stavano bagnando anche il collo. “…ma niente di tutto questo importa più…perché io ho vissuto solo un’illusione…anni di illusione…”

 

La realtà di quello che stava dicendo la colpì come un fulmine, e Hermione fu scossa da un singhiozzo così forte che per un attimo rimase senza fiato; il dolore che stava provando era così forte che non la faceva ragionare. La crudeltà con cui Ron l’aveva attaccata non lasciava spazio a tanti dubbi: aveva solo detto la verità, che tanti anni d’amicizia erano stati soltanto un peso per lui. Da un minuto all’altro aveva perso il ragazzo a cui teneva e il suo migliore amico…anzi, aveva scoperto di essersi solo illusa di averlo avuto.

 

Harry si sentiva fisicamente male. Ron aveva ragione: negli ultimi anni a Hogwarts Ron e Hermione erano stati così tanto il suo punto fisso che non si era mai preoccupato di poterli perdere quando li aggrediva perché provava un’intensa rabbia per tutto e non sapeva cosa farne…ma sul momento sembrava la cosa più naturale del mondo, e realizzare ora che non era così fu come una pugnalata alla schiena. Non tanto per aver capito di non essere stato un buon amico, quanto per aver fatto sentire in quel modo i due ragazzi che non lo avrebbero mai, mai abbandonato nel momento del bisogno e non avevano mai esitato a mettere le loro vite in pericolo per lui.

 

Lentamente Harry si avvicinò a Hermione, che stava piangendo disperatamente, e l’abbracciò. Lei gli gettò le braccia al collo e gli si avvinghiò come se fosse stato il suo unico scoglio di salvezza, continuando a piangere forte. Harry la strinse forte fra le braccia e serrò gli occhi, nascondendo nei capelli di lei il viso…e le due lacrime che lo solcavano.

 

 

***************

 

I'm so tired of being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave                                          
I wish that you would just leave
'Cause your presence still lingers here
And it won't leave me alone
These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase

                                                                                   My Immortal, Evanescence

 

***************

 

 

Ron uscì dall’infermeria come un razzo. Per sua fortuna l’infermiera che l’aveva aiutato a liberarsi dai residui dell’alcool sembrava facilmente corruttibile, e aveva promesso di tenere la bocca chiusa in cambio di un rapido bacio.

 

Doveva trovare Harry e Hermione subito.       

 

Nel momento stesso in cui aveva visto l’espressione disperata e sconvolta di Hermione aveva recuperato in parte quella lucidità che se avesse avuto non gli avrebbe mai permesso di dire quelle cose terribili.

 

Bastardo, stronzo che non sei altro!!

 

Man mano che si dirigeva a passi rapidi verso la passaporta che l’avrebbe riportato a casa non potè fare a meno di maledirsi in tutti i modi possibili e immaginabili. Ma come diavolo gli era venuto in mente di comportarsi in quel modo con Harry e Hermione?! Perché proprio con loro, che amava più dei suoi stessi fratelli?! E soprattutto…

 

Hermione…

 

Quante ore aveva passato in quell’inferno quella notte a Hogwarts? Beh, in tutto quell’interminabile tempo non aveva mai desiderato tanto di morire come ora. Quante cose orribili e soprattutto terribilmente false le aveva urlato addosso…cattiverie gratuite. Era entrata felice, addirittura radiosa…e lui le aveva fatto così tanto male senza nemmeno un dannatissimo motivo! Non riusciva a togliersi dagli occhi la sua espressione…come se le fosse appena caduto il mondo addosso, quasi come se stesse disperatamente cercando un qualsiasi appiglio per credere che quelle quelle cose orribili erano tutte bugie.

 

Maledetto ubriacone!!

 

Doveva trovarla, trovarla e rassicurarla e abbracciarla e stringerla forte a sé e dirle la verità, che era un’amica insostituibile e una ragazza in gamba come poche. Ma prima doveva trovare anche Harry e chiedergli scusa. Anche lui non meritava di sentirsi buttare in faccia certe cose in quel modo.

 

Ron fu alla Tana in un battito d’occhi. Oltrepassò la cucina a passi rapidi, ignorando sua madre che lo chiamava per chiedergli se restava a cena; fece le scale a quattro alla volta, e corse nella stanza che divideva con Harry, spalancando la porta. “Harry?” niente. Si voltò per vedere se era da qualche parte nel corridoio, e andò a bussare alla porta del bagno. “Harry, sei qua dentro? Se sei qui, per favore, esci. Dobbiamo parlare.”

 

“Ron?” Ginny aprì la porta del bagno in accappatoio e coi capelli bagnati che le gocciolavano. Lo stava guardando con aria confusa. “Che fai qui?”

 

“Hai visto Harry?”

 

Ginny sbattè gli occhi. “Veramente credevo che fosse con te…non ho capito bene cos’è successo, mi ha mandato un gufo per dirmi che andava a mangiare fuori con Hermione perché lei era un po’ giù di corda e aveva bisogno di compagnia…come mai non sei con loro? E poi cosa…ehi, ma dove vai adesso?”

 

Ron uscì di casa di corsa, afferrò una passaporta lungo la strada e raggiunse Hogsmeade in meno di un minuto. Di girò il paesino alla velocità di un vero War Mage, cercando i suoi amici in tutti i pub, locande e ristoranti del posto. Quando lo stava per prendere lo sconforto gli venne in mente che Hermione adorava le tartine che preparavano al Paiolo Magico; ci arrivò piuttosto rapidamente. Diede un’occhiata alle finestre prima di entrare…e quello che vide lo fece rimanere proprio lì dov’era, fermo per strada come un sasso.

 

Harry e Hermione stavano seduti a un tavolo insieme e sembravano molto giù di morale; Hermione in particolare aveva ancora quasi tutto il cibo nel piatto. Harry stava parlando con lo sguardo basso; a un certo punto lei gli appoggiò una mano su un braccio con un’espressione accorata, e lui le fece un piccolo sorriso amaro e le sfiorò la guancia con un dito. Hermione si abbandonò stancamente con la testa sulla sua spalla e lui le circondò le spalle con un braccio, baciandole la fronte.

 

Harry e Hermione…

 

Ron rimase immobile per qualche minuto, incapace di reagire. Harry e Hermione…si completavano talmente bene…e tutte le coccole che lui le stava facendo…era chiaro. Era destinato a succedere, solo che fino alla fine lui si era rifiutato di crederci. Harry era l’eroe, Hermione la ragazza il cui cuore era in palio…e chi era lui per mettersi in mezzo, sarebbe stato inutile tentare di rubare la scena a Harry…

 

…momento, momento: mettersi in mezzo? Che c’entrava lui? Forse…forse perché se Hermione doveva proprio finire con uno di loro due, beh…perché per forza con Harry? Cioè…c’era anche lui a disposizione…certo, non era la stessa cosa, però…perché quei due si erano messi insieme? E alle sue spalle, per di più! Perché…perché Hermione non gli aveva dato il tempo di scusarsi?

 

…perché lui aveva così tanto freddo?

 

 

***************

 

It’s time to let you go,

It’s time to say goodbye

There’s no more excuses, no more tears to cry

That’s been so many changes

I was so confused                                                     

All along you were the one

All the time I never knew

I want you to be happy, you’re my best friend

But it’s so hard to let you go

                                                                                  I’ll Be Ok, Amanda Marshall

 

***************

 

 

Incredibile, non riusciva nemmeno a ubriacarsi! Continuava a stringere forte le dita attorno alla bottiglia di birra, aveva mandato giù quasi tutto il suo contenuto, e nonostante tutto…era perfettamente e dannatamente lucido. Forse perché aveva sempre lo stesso pensiero fisso mentre continuava a guardare l’orologio.

 

Erano le undici passate. Probabilmente a quell’ora Harry aveva accompagnato Hermione nel cortile interno del Paiolo Magico per asciugarle quelle lacrime che lui, gran pezzo di stronzo, le aveva provocato…poi l’avrebbe abbracciata…le avrebbe detto quanto bene le aveva sempre voluto…l’avrebbe baciata…accarezzata…toccata…e prima ancora di capirlo avrebbe fatto l’amore con lei, magari dicendole anche quanto l’amava mentre la prendeva…

 

…e questo pensiero gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Aveva una voglia folle di prendere a pugni Harry e afferrare Hermione e strapazzarla per bene fino a farle entrare in testa che non era così che dovevano andare le cose.

 

Ok, ok: meglio essere assolutamente sinceri, specie con mezzo litro di birra in corpo. Hermione Granger non era una ragazza…cioè, cazzo se lo era…ma non era una ragazza vera e propria, nel senso che prima di ogni altra cosa era la sua migliore amica per cui commenti estetici non sarebbero stati assolutamente appropriati…ma dal momento che Harry si stava godendo uno dei momenti più indimenticabili della sua vita fra le sue gambe, beh…era più che autorizzato a fare anche lui pensieri che non si sarebbe mai vergognato di fare se non fossero stati l’uno il migliore amico dell’altra.

 

Il primo vero bacio gliel’aveva dato lui, ed era stata un’esperienza unica. Gli era piaciuto da morire…più di qualsiasi altra cosa avesse mai fatto in vita sua. E per quanto folle sembrasse anche solo pensarlo…aveva una gran voglia di rifarlo, di tenerla fra le braccia e baciarla come se fossero gli unici due esseri umani sul pianeta. Ma non poteva farlo…era pur sempre il suo migliore amico, o meglio lo era stato finchè non aveva avuto la conferma che quanto sospettava era vero: si stava inesorabilmente trasformando in un bastardo senza cuore e senza sentimenti. E questo lo spaventava più di ogni altra cosa.

 

E poi ci si era dovuto mettere quello stupido idiota di Harry, che ‘giustamente’ aveva ben pensato di risolvere la questione col suo solito modo di fare eroico e rompipalle. E ora Harry il Magnifico e Dannatissimo Ragazzo Sopravvissuto era a letto con lei. Già, non si era mica dovuto fare tanti problemi perché era il suo migliore amico, perché tanto lui era un bravo ragazzo.

 

Non un figlio di puttana assassino e vendicativo e senza più un briciolo di coscienza come lui.

 

“Se continui così la romperai.”

 

Ron alzò la testa a fatica. In piedi davanti al suo tavolo stava la splendida Gabrielle, una ragazza che frequentava assiduamente il Settimo Pentolone e che avrebbe fatto sentire qualunque Veela un cesso al suo confronto.

 

La ragazza gli sfilò dolcemente di mano la bottiglia e l’appoggiò sul tavolino. “Non credo che ti farebbe bene romperti le mani con questa roba. Mi posso sedere?” Ron annuì e lei si schiacciò il più possibile contro di lui sulla panca, lasciando volutamente pochissimo spazio fra i loro due corpi. “Sarà una mia impressione…ma mi sembri più nero del solito stasera.”

 

Ron fece una smorfia ironica. “Si, eh?”

 

Gabrielle sbattè gli occhi blu in modo molto provocante. “Se la tua aria da burbero non mi affascinasse, tesoro, ti direi di andarci piano. Questa roba fa i buchi.”

 

“E non è la sola.” Ron si scrocchiò le dita.

 

Gabrielle prese ad accarezzargli lentamente e delicatamente una mano, premendo ancora di più il proprio corpo contro il suo. “Ti va di dirmi perché ce l’hai col mondo intero stasera?”

 

Lui scrollò le spalle. “Che c’è da dire…il mio migliore amico in questo momento si sta facendo la mia migliore amica, non riesco a ubriacarmi e sono ufficialmente catalogabile come bastardo disamorato e senza sentimenti…ma a parte questo dovrebbe essere tutto a posto.”

 

“Oh, poverino…” la mano vellutata della ragazza prese ad accarezzargli la guancia. “…capita a tutti di avere una brutta giornata…”

 

Ron fece una smorfia ironica. “Peccato che sono più di nove mesi che io continuo ad avere brutte giornate.”

 

Gabrielle gli voltò il viso verso di lei, rivolgendogli il suo sorriso più adorabile. “Forse posso fare qualcosa per aiutarti, per farti dimenticare tutti i tuoi problemi almeno per qualche ora.”

 

Ron guardò la bellissima sconosciuta davanti a lui; aveva capito perfettamente cosa gli stava proponendo. Così accettando avrebbe fatto sesso per la prima volta in vita sua…il che non lo innervosiva per niente, non dopo aver avuto un quadretto piuttosto chiaro grazie alle descrizioni accurate che gli avevano fatto Fred e George. Ma voleva veramente avere la sua prima volta con un’estranea, per quanto bella, facendone solo una notte di sesso senza un minimo di sentimento al di là del puro piacere animale? Questo non lo avrebbe riconfermato ancora di più come lo stronzone che si stava rendendo conto di essere?

 

…e poi gli balenò in mente l’immagine di Harry e Hermione insieme, abbracciati…che si baciavano, che si stringevano l’uno all’altra in preda al piacere…

 

“Conosci un posto dove possiamo stare da soli?”

 

Gabrielle sorrise ancora più largamente.

 

 

***************

 

 

Lungo il vialetto alberato il vento faceva fare un un rumore di fruscio di foglie che stranamente era perfino gradevole, unito alla luce soffusa dei lampioncini che continuavano fino al complesso di villette tra cui c’era anche casa Granger. Hermione, a braccetto con Harry, tutta incappucciata nel suo cappotto blu e in un cappellino azzurro dello stesso colore della sciarpa, stava sorridendo per quello che le stava raccontando il suo amico. Harry, dal canto suo, aveva addosso solo il giaccone ed era più che contento di sentire il vento freddo che gli scompigliava i capelli; voleva sentirsi vivo, perché era stata una giornata emotivamente massacrante.

 

“…e ci siamo sentiti pronti.” Finì di raccontare, camminando tranquillamente con le mani nelle tasche del giubbotto.

 

Hermione si scansò i capelli dal viso. “Lo sai, mi piace il modo in cui tu e Ginny parlate l’uno dell’altra…le vostre parole sono così piene d’amore e di stima che starei per ore a sentirvi.”

 

Harry le sorrise. “Questo perché sei una persona sensibile. E’ sempre stato facile parlare con te, ma era un bel po’ che non passavamo un po’ di tempo insieme così. Avevo dimenticato quanto fosse piacevole.”

 

Hermione fece un piccolo sorriso. “Sono felice di sentirtelo dire. Anzi…grazie, Harry.”

 

“Per che cosa?”

 

“Per essere mio amico. Almeno tu.” Lei abbassò lo sguardo, incapace di impedire ai suoi occhi di farsi lucidi.

 

Harry scosse la testa. “Hermione…non ti so spiegare perché Ron ha detto quelle cattiverie, ma posso assicurarti che sono tutte stronzate. Lui ti vuole bene, te ne ha sempre voluto. Io lo so per certo.”

 

Hermione sospirò e guardò altrove, esitando per qualche secondo. “Non ha detto niente di più della verità, o comunque era quello che pensava. Lo so io e lo sai tu.”

 

Harry esitò, cercando le parole giuste. “Io credo che dovremmo dargli la possibilità di spiegarsi.”

 

Hermione scosse la testa. “No. No, io…non voglio più parlarci.” La sua voce tradiva tutta la sofferenza che aveva nel cuore.

 

“Prenditi un po’ di tempo.” Le propose piano lui. “E tieni sempre a mente che io sono qui se hai bisogno di me.”

 

Hermione si voltò a guardarlo con un sorriso. “Sei un bravo ragazzo, Charlie Brown.”

 

Lui rise, poi si accigliò e si fermò. “E quello che ci fa qui?” davanti al cancello di villa Granger c’era…

 

“Adam?” Hermione spalancò gli occhi. “Ma…dovevamo uscire insieme stasera, ma poi io ho disdetto prima di venire con te… che cosa fa qui a quest’ora?”

 

sul viso di Harry comparve un sorrisetto. “Beh, di sicuro non è venuto per me.”

 

Hermione si passò una mano sugli occhi. “Che faccio adesso?”

 

Harry la voltò verso di lui e le sistemò meglio la sciarpa e il bavero del cappotto. “Ci parli, senti cosa vuole dirti…e se ti piace ti lasci andare senza farti i soliti mille problemi.”

 

Hermione si morse il labbro e annuì. Harry le strizzò l’occhiolino e la prese per mano, accompagnandola finchè Adam Stanton sentì i loro passi e si voltò verso di loro.

 

“Ehi.” Harry gli fece un cenno di saluto con la mano.

 

“Ciao.” Adam nel vederlo sembrò perplesso.

 

Harry diede a Hermione un bacio sulla guancia. “Io devo andare…ci vediamo domani, ok?”

 

Lei annuì. “Grazie di tutto.” Con un ultimo occhiolino Harry se ne andò.

 

Adam esitò. “Scusa, non pensavo che tu e Harry…”

 

Hermione capì cosa stava cercando di dire e si affrettò a scuotere la testa. “Oh no, hai frainteso. Harry e io siamo solo amici.”

 

“Ah.” Lui sembrò più sollevato. “Facciamo due passi?”

 

Lei annuì, e insieme si avviarono lentamente lungo il vialetto. “Allora…ehm…non posso fare a meno di chiederti cosa ci fai qui a quest’ora.”

 

Adam scrollò le spalle. “Quando mi hai detto che non potevi uscire con me stasera mi sei sembrata incredibilmente triste…così dopo cena sono venuto qui, ma i tuoi genitori mi hanno detto che eri fuori con Harry. E poi ho deciso di aspettarti.”

 

Hermione annuì una volta, continuando a camminare piano. “Mi dispiace di aver disdetto all’ultimo momento…ecco, è stata una giornata molto dura.”

 

“Ti va di dirmi cos’è che ti fa soffrire tanto?”

 

“No…scusami, ma non me la sento.”

 

Lui annuì e si fermò. “Ok, non dirmi niente se non vuoi…però voglio aiutarti.”

 

Hermione guardò a terra. “Nessuno può farlo.”

 

“Non lo fare.” Adam le prese le mani avvicinandosi. “Non tenerti tutto dentro…farà più male in questo modo. E io non voglio vederti così…i tuoi occhi quando sorridi riempiono di gioia una stanza intera, ma vederli così pieni di dolore mi fa sentire fisicamente male.”

 

Hermione si morse il labbro, cercando disperatamente di ricacciare indietro le lacrime. “…io…”

 

Adam le prese il viso fra le mani. “Ho capito che non posso fare niente per il passato…ma lasciami fare qualcosa per il futuro. Permettimi di aiutarti a sorridere di nuovo e in ogni momento…non c’è niente che non farei pur di vederti sempre felice…e sono mesi ormai che muoio dalla voglia di dirtelo…”

 

Hermione socchiuse gli occhi quando lo vide sporsi in avanti. Stava per baciarla…e non le dispiaceva per niente. Quel ragazzo le stava dimostrando così tanto affetto…la faceva sentire importante, preziosa, desiderata…ed era così dolce…

 

Quando la baciò, però…fu tutto diverso. Diverso da come l’aveva baciata Ron. Mancava la scintilla, o forse era lei che stava ricambiando il bacio con minore intensità. Ma non era giusto pensare a Ron, anzi…per il suo bene doveva dimenticarlo. Per non soffrire più come stava soffrendo adesso, perché era un dolore incredibile che non si sarebbe mai aspettata di provare. E per dimenticare Ron sia come amico che come ragazzo le serviva un aiuto esterno, perché si trattava di cancellare una parte della sua vita…una fra le più importanti. E Adam le stava offrendo quell’aiuto.

 

Lentamente Hermione gli passò le braccia sulle spalle, e Adam rispose stringendola possessivamente a sé…troppo impegnato a deliziarsi del suo bacio per aprire gli occhi e vedere le due lacrime che le solcavano le guance.

 

 

*************************

 

 

*sigh* Ahi ahi…mannaggia, è successo un mezzo casino qui! *.* Povero Ron, sta attraversando il periodo più difficile della sua vita…fa male a se stesso e agli altri. Brutto guaio. In realtà questo chap era nella mia testolina fin da quando ho iniziato a scrivere questa parte della saga di BAWM (che sadica…), perciò…ehi, il vostro parere è ancora più richiesto! =) E ringraziamo gli Evanescence, che con le loro canzoni mi hanno ispirato moltissimo…li consiglio a tutti! ^^

 

Ragazzi, io non so davvero cosa dire…ho ricevuto così tante recensioni per lo scorso chap che sono stata di buonumore per tutta la settimana. Davvero, grazie è dire poco! E’ bello sentirsi dire che un prodotto della propria fantasia è tanto apprezzato, e non credevo che foste così in tanti a seguire le mie storie….sono commossa! =D Ah, colgo l’occasione anche per rispondere a quelli che hanno recensito la one-shot dedicata a Mony per il suo compleanno: beh, si…questi sfiziosi capitoletti (come li chiamano Strek e mia sorella) sono frutto dei miei momenti di relax in cui mi diverto a scrivere qualcosina di allegro… non mi dispiace dedicarne uno a ognuno di voi per i vostri rispettivi compleanni, però magari visto che siete un po’ in tantini…magari raggruppiamo tutti i festeggiati del mese che li vogliono e così accontentiamo un po’ tutti. Per esempio ho notato che a Febbraio la lista è piuttosto lunghetta =)

 

Si passa ai thanks (che stavolta sono tantissimi…evviva!!):

Luna Malfoy: visto, siamo telepatiche! ^^ e anche a me la scena di Harry, Ginny e Hermione è piaciuta molto…è stata divertentissima da scrivere! ^^

Kiara: eh si, i complimenti a Harry ci stanno tutti! ^^ Beh, volevi sapere cosa ha spinto Hermione fra le braccia di Adam…ecco la tua risposta. E’ stato proprio Ron. Ma ancora molta acqua deve passare sotto questi ponti…oh, ho parlato col mio adorato Alfonso…niente da fare, è irremovibile. Ah, questi mariti famosi… =D

Giuggy: amichetti, cerette…mo’ se dice così ^^ ehi, lo stai cercando lo scanner? Qui siamo in attesa…^^

Marilia: wow, innanzitutto grazie mille per la pubblicità! E ringrazia anche tutti i tuoi compagni, ricambio i loro saluti. Ehi, non mi morire! =) Manca ancora un bel po’ alla fine della storia, sarebbe un peccato morire senza sapere come va a finire. ^^

Kim: sono d’accordo cara, i due gnocconi sono decisamente ‘merce pregiata’, come dice anche Sara Lee… ehi, aggiorna presto! La tua storia è una delle mie preferite! Un baciotto

Vale: la mia super autrice scoppiettante! Si, qui è la signora Cuaron… ^^ ehi, ricevere i complimenti da una penna magica come te è un onore e un piacere =) Eh si, questi uomini a volte ci fanno penare…e Ron non è stato da meno, anzi…tu che dici, gliela daresti una seconda occasione?

Vega: rieccoti! Naturalmente sei perdonata =) Si, anche a me piace il ruolo che ormai ha assunto Ginny. Va forte la ragazza ^^ Bill avrà un ruolo abbastanza importante un po’ più avanti con la storia…quanto a Tennessee e Charlie, beh…li rivedrai ancora  =D

Beppe: grazie mille! Beh, vedi…non saprei. In realtà ormai io sono una fan della coppia R/H, penso che se mi mettessi a scrivere una roba su H/H non verrebbe bene come dico io…è un peccato, Fighting Darkness è la mia prima storia (e per questo è anche un po’ diversa dal mio attuale modo di scrivere), però ci sono affezionata! Non voglio rovinarla.

Ci: vuoi che canto io per te Harry&Ginny? =) Per questo chap non li hai visti, ma torneranno già nel prossimo e non te li perderai più, promesso. Mmh…=) si, mi sa che è meglio se non ce lo immaginiamo troppo il ragazzo… *.*

Danae: wow, grazie per il bel voto! Ho aggiornato presto nonostante la mia scuola sia stata rimessa a posto (…mannaggia…)

Ron Weasley: tu con questo nick mi dici che mi abbracceresti … e io svengo direttamente! XD Ti ringrazio veramente, e sono contenta se quello che scrivo riesce ad emozionarti così. E spero di poter scrivere altri chap che ti restino impressi a vita! =)

Rachel: grazie del super voto! =) Si, sono d’accordo che Harry è decisamente un gran bel ragazzo… quanto a Ron, beh…vediamo, lui non è ancora innamorato di Hermione. Non proprio, non completamente. Lei gli piace molto, e prova dei sentimenti fortissimi…però non ha ancora capito esattamente di che natura sono queste emozioni. Viceversa noi lo sappiamo tutti =D Sai, Hermione è anche il mio War Mage preferito!

Usaji: purtroppo la mia scuola è tornata a rompere… -_- sai, la penso come te…anch’io se ce li avessi davanti tutti e due… CENSURA! XD

Miyu: tu non rompi mai! Meno male che c’è il pc di Ran, allora! Grazie anche a nome del mio maritino Alfonso… ^^ ma a quanto pare nemmeno se sono la moglie mi fa assistere alle riprese. Peccato! (…uno che se li sposa a fare poi se non ti fanno di questi favori…mmh…)

Ale-chan: grazie! Mi fa piacere che la storia ti piaccia, e spero che continuerà a piacerti.

Anjulie: sei molto gentile! Si, anche a me piace l’idea della prequel perché così si possono chiarire tante cose, tanti accenni delle altre storie (che sarebbero le precedenti, ma che tecnicamente sono le future…^^) e oltretutto mi piace scriverla. =)

Eli: XD anche me ti adora ogni capitolo che legge di più (tra oggi e domani ti lascio la mia mega recensione, ora ho finito di leggere la storia!) …quindi aggiorna! =) Oh si, hai perfettamente ragione…hanno acceso un fuocherello e si troveranno ad aver a che fare con un incendio in piena regola. Hai macchinato bene, Adam come vedi è un rimpiazzo…ma bisogna vedere se resterà tale o se…nah, non si può dire =D Niente, Alfonsino non demorde…vediamo se produrrà tutta la saga della sua mogliettina *gratis*…*.* Eh, magari la mia scuola fosse caduta a pezzi…

Alexis: maystro! Sbaglio o si avvicina il compleanno di qualcuno? Eh eh… =) Lo spagnolo/marocchino va molto bene, ora quando esco dalla mia classe dico sempre ‘saludos amigos’ ^^ Però individualmente dico Hasta luego. Che brava spagnola! =D

Eva: quello che mi dici mi riempie di soddisfazione! Io voglio che quello che scrivo comunichi emozioni, e più sono forti meglio è…e se ci riesco, wow! Me felice! ^^ Quanto a Ron…magari si potesse avere l’originale! *sigh* Il sito di mia sorella? E’ un gruppo Yahoo, l’indirizzo è questo qua: http://it.groups.yahoo.com/group/il_favoloso_mondo_di_Harry/

Ly Chan: ciao! Sai, Harry e Ginny piacciono anche a me…mi piace che sembrino così intimi fra di loro, è così che li vedo. E Ron e Hermione…beh, loro sono i miei amori (…in realtà Ron è il mio amorissimo…^^)

Strekon: ehi generale! =D si, ne vedrai ancora delle belle…non so se questo chap sia perfetto, io ci provo…mi basta che sia buono! =) Si, però…quando aggiorni? Ah, quasi dimenticavo: ti ho già detto quanto mi sia piaciuta la storia di Ginny e Draco? E’ attualmente una delle storie preferita di mia sorella! Tu pensa un po’, la super pigra Nenè che recensisce…hai ottenuto un risultato da 13 al Totocalcio! =)

Ginny: °.° mamma che voti…complimentoni! Eh eh, sono riuscita a sorprenderti, eh? ^^ E deve ancora succedere molto…

Mony: come stai, festeggiata? =) E così i baci fra Ron e Hermione ti fanno emozionare, eh? Beh…no, no, zitta Sunny! Non si può dire niente in assolutissimo! =)

Blackmoony: si, è stata una sorpresa quel bacio clandestino…quanto a Ginny e Harry…auguri e figli maschi! =)

Keijei: bentornata! Sono felice di sentirti di nuovo. Si, anch’io all’inizio ero un po’ incerta sull’idea della prequel…ma avevo una voglia matta di scriverla, e così…eccola qua! La tua bellissima recensione mi ha fatto un gran piacere! Mi sento di poterti promettere che anche se sai come andranno a finire le cose…molto deve succedere, e ci saranno molti colpi di scena…insomma, non ti annoierai di certo. E sono felice che ti piaccia ora! =)

Giuggia89: ti sei fatta una bella maratona, sono lunghette le mie storie! Ma questo significa che ti sono piaciute, il che è una gran bella notizia. Grazie mille dei complimenti!

Ansy: grazie! Mi fa piacere di sapere che la storia non annoia mai. Sai, per uno che scrive la noia è il nemico più mortale…e se mi dici che non ti sei annoiata mi sento soddisfatta. =)

Lara: visto, ho aggiornato abbastanza puntuale! Spero ti piaccia il nuovo chap =)

Fabrizio: grazie! Spero davvero che la storia continui a piacerti fino alla fine.

Faffachan: grazie per i complimenti e per l’offerta! Ti è arrivata la mail? No, perché la mia casella di posta ha fatto i capricci la sera che ti ho risposto…benedetta posta! ^^

 

 

Ehi, a momenti sono più lunghi i grazie del chap stesso! =D Bene, bene…sempre così. Beh, ora devo proprio scappare perché i compitacci mi chiamano…il prossimo chap: “E’ la fine di un’amicizia?” sarà presto fra noi. Niente anticipazioni, è un momento delicato per i nostri eroi… meglio vederli direttamente all’opera. Posso solo dirvi che Ron non ci sta a vedere le cose crollargli così fra le mani… ^^ Mmh…fate i bambini belli e recensite tanto come questa volta? Così la Sunny sorride, scrive, scrive in fretta, scrive felice, dispensa bacetti a tutti… =D Un megabacio,

 

Sunny

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Capitolo 11
*** E' la fine di un'amicizia? ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 11: E’ LA FINE DI UN’AMICIZIA?

 

 

Can you forgive me again?
I don't know what I said
But I didn't mean to hurt you
I heard the words come out
I felt like I would die
It hurt so much to hurt you

Forgive me, Evanescence

 

 

***************

 

 

Ron marciò a passi di tigre verso la palestra; era furioso. E doveva sfogare la sua rabbia sull’unica persona che aveva contribuito a farlo sentire ancora più un bastardo facendolo andare a letto con una…bellissima macchinetta dispensa-sesso gratuito e totalmente privo di sentimenti. E guardacaso quella persona era proprio dove si supponeva che fosse: a prendere a pugni il sacco, con una bandana fra i capelli e il viso tirato in una smorfia di concentrazione.

 

“Ti devo parlare.” Ruggì Ron, fermandosi a un passo dal suo migliore amico.

 

Harry lo ignorò, ma colpì il sacco con tre pugni rapidissimi e decisamente più rabbiosi. “Io no.”

 

Ron diede un calcio spaventosamente duro al sacco, tanto che un po’ di polvere e pezzi di intonaco dal soffitto caddero a terra. “E invece mi ascolterai, cazzo.” Sibilò.

 

Harry serrò i pugni. “E sentiamo, cosa c’è in programma per oggi, mh? Mi accuserai di essere un mangiamorte in incognito?”

 

Ron fece un passo avanti, con gli occhi che gli fiammeggiavano di rabbia. “No, ti accuserò di essere un approfittatore bastardo e ipocrita!”

 

Harry fece una smorfia ironica. “Certo, ovvio! Continua pure a sparare altre riserve d’odio su di me, dopo la giornata di ieri sono sicuro di aver visto e sentito il peggio!”

 

“Ma almeno ti ha portato una cosa buona, no?!” ruggì Ron. “Ti ha portato Hermione!”

 

“Che?!?” Harry strabuzzò gli occhi.

 

Ron incrociò le braccia sul petto. “Beh, non hai niente da dire al tuo migliore amico? Non mi vuoi raccontare quanto ti è piaciuto portartela a letto? Perché non mi dici anche com’è, mh? Avanti, dimmi! Si eccita facilmente? Dà soddisfazione?”

 

Harry non sopportò quel modo volgare e animalesco di parlare di Hermione, e prima ancora di riflettere colpì Ron al viso con un pugno deciso e duro.

 

Ron barcollò indietro di qualche passo nonostante la sua imponente mole fisica, poi si voltò e si pulì con la manica la bocca da cui scendeva un rivoletto di sangue, quindi sfoderò un sorrisetto crudele. “Stavo solo aspettando che tu mi dessi un motivo.”

 

E un momento dopo Ron gli fu addosso, lui pronto ad attaccare e Harry pronto a rispondere. Si presero a calci e pugni non come due ragazzi arrabbiati, ma come due apprendisti soldati addestrati a picchiare più duro che mai. Se le diedero con tutta la rabbia di cui erano pervasi, finirono addirittura a rotolarsi a terra, e avrebbero continuato all’infinito – o almeno finchè le ossa non si fossero frantumate tutte – se non fosse intervenuto Sirius, che entrando li vide a terra che si stavano ammazzando e subito prese la bacchetta.

 

“Immobilus!!”

 

Ron rimase con un pugno sospeso in aria, e anche Harry si bloccò in una posizione piuttosto scomoda.

 

“Siete impazziti?!?” tuonò l’uomo, avanzando. “E’ per questo che vi addestriamo, perché vi rompiate le ossa fra di voi?! Ma che cazzo vi prende a tutti e due??”

 

Con un colpo di bacchetta Sirius liberò i due ragazzi, che si rimisero in piedi con qualche smorfia di dolore; Ron aveva uno zigomo gonfio e il labbro spaccato, Harry perdeva sangue dal naso e un livido gli si stava formando sulla mascella, e tutti e due avevano un’aria cupa e poco fiato.

 

“Volete spiegarmi cosa diavolo vi è successo?!” Sirius era furibondo, ma non ottenne nessuna risposta. “Bene.” Disse alla fine, incrociando le braccia sul petto con un’aria alquanto intimidatoria. “Visto che avete entrambi energia da vendere, ma non si capisce il motivo per cui la sfogate in questo modo, vi darò io un modo per calmare i nervi. Cento flessioni, centocinquanta se fra dieci minuti quando rientro non avrete chiarito il problema come due persone civili e non come due mocciosi.”

 

Quando furono di nuovo da soli, Ron diede un pugno netto al punching-ball. “Complimenti, ci mancavano cento flessioni di prima mattina!”

 

“Fatteli da solo i complimenti!” replicò furioso Harry. “Se tu non avessi detto tutte quelle merdate forse a quest’ora non saremmo a questo punto!”

 

“Ti sta bene se stavolta sei tu a sentirti colpevole anche se non lo sei! Mi hai fatto sentire così per anni!”

 

“E mi dispiace, ok?!” urlò Harry. “Mi dispiace se non sono stato un buon amico quando tu sei stato il migliore che abbia mai avuto! Mi dispiace se in passato ti ho fatto star male, e soprattutto mi dispiace di non avere il potere di far tornare indietro il tempo per rimediare! Buffo però che a suo tempo non hai mai avuto il coraggio di dirmi niente, e ti sei tenuto tutto imbottigliato dentro fino ad oggi!”

 

Ron scosse la testa quasi infastidito. “Comunque il discorso non è in questi termini.”

 

Harry spalancò gli occhi per un momento. “Dio, giuro che uno più incasinato di te non l’ho mai incontrato! Non sai neanche tu qual è il problema!”

 

“Il problema è che la tua aria da bravo ragazzo mi dà ai nervi.”

 

“Io sarei un bravo ragazzo??

 

“Già, tu!” Ron si passò una mano fra i capelli. “Cazzo, tu sembri sempre così…così capace di distinguere il bene dal male, il giusto dall’errore! A volte sei perfino insopportabile e tutti ti adorano per questo, a cominciare da mia madre per cui sei il figlio ideale!”

 

Harry fece un passo avanti. “Ma chi te lo dice a te che io sono perfetto come dici tu, eh? Tu nemmeno lo sai quant’è alterato il mio cervello! Ho tanta di quella rabbia in corpo che a volte nemmeno ci capisco! Se mi controllo è solo perché…” qui si fermò un attimo: non poteva certo dire la verità, che Ginny era il suo raggio di sole. “…perché bisogna farlo. Me lo impongo, ci provo. Ma non ci riesco sempre.”

 

“Appunto, vedi? Tu almeno ci provi. Io non voglio intenzionalmente, perché odio tutto e tutti e non ho intenzione di smettere.”

 

“E invece dovresti imparare a fare la differenza, perché finisci col lanciare sempre tutto il tuo odio addosso a quelli che ti vuole bene e li fai star male.” Harry scosse la testa. “Dici che io sono stato uno stronzo perché anni fa ho fatto la stessa cosa. Allora dovresti sapere bene quanto è doloroso.”

 

Ron si appoggiò stancamente di spalle al muro, serrando gli occhi per un attimo per poi mantenerli bassi. “Io bevo, Harry.” Mormorò piano.

 

Harry rimase in silenzio per qualche istante, assimilando completamente quello che aveva appena sentito. “Da quando?”

 

“Da quando abbiamo cominciato l’addestramento.” Gli rispose piano Ron. “Tutte le notti, o quasi. E vado anche a puttane, perché di notte non riesco a dormire. Continuo ad avere gli incubi…sto diventando un figlio di puttana coi fiocchi, non riesco a scappare neanche da me stesso.”

 

Harry si tolse la bandana dalla testa. Strano…non riusciva più a sentire tutta quella rabbia verso il suo migliore amico, perché finalmente riusciva a vedere oltre quella dannata armatura che si portava sempre addosso per non mostrare alcuna vulnerabilità. “Eri ubriaco ieri, quando hai detto quelle cose.”

 

Ron annuì lentamente. “Già.”

 

Harry sospirò. “Ne devi parlare con qualcuno.”

 

“No, scordatelo.”

 

“Ron, se questa cosa viene fuori ti sospenderanno dall’addestramento.”

 

Lui scosse la testa. “Voglio risolvere tutto da solo. Ti chiedo solo di non andare a spifferarlo in giro. In fondo…me lo devi.”

 

Harry inarcò un sopracciglio. “Te lo devo?”

 

“Se non sbaglio ti ha dato l’occasione che aspettavi per dichiararti a Hermione.” Ron si era irrigidito di nuovo. “E non provare a negare, perché vi ho visti ieri sera al Paiolo Magico.”

 

Harry mise le mani sui fianchi. “Se ci hai visti hai visto anche che Hermione era disperata, non l’ho mai vista così. Sono uscito con lei perché avevo paura di lasciarla sola in quelle condizioni.”

 

Ron si sedette stancamente sulla panca, cercando di soffocare quella terribile ondata di dolore che l’aveva invaso. “Beh, almeno da ora ci saia tu ad asciugare le sue lacrime.”

 

Harry si accigliò. “Di che accidenti parli?”

 

Ron lo guardò. “Dimmelo tu. Che c’è fra te e Hermione?”

 

Harry lo guardò stupito. “Che vuoi che ci sia, idiota? Io amo da impazzire Hermione, ma non sono innamorato di lei. Riesci a capirla la differenza?”

 

Ron abbassò di nuovo lo sguardo e annuì. “Sta…sta molto male, vero?”

 

Harry prese posto accanto a lui. “Si. Le hai detto delle cose veramente orrende, e dal modo in cui l’hai assalita l’hai convinta che è quello che pensi.”

 

Ron nascose il viso fra le mani per un attimo. “Darei qualsiasi cosa per cancellare la giornata di ieri e tutte le stronzate che ho fatto…Dio…”

 

Harry si scrocchiò le dita e sospirò. “Fammi una cortesia, Ron. Tieni a mente una cosa quando ti senti una latrina e ti ubriachi per non sentirlo.” E così dicendo lo guardò in faccia. “Ricordati che io ho una voglia pazza di vendetta quanto te, per cui siamo in due in questa storia. Saremo sempre in due.”

 

Ron chiuse gli occhi per qualche istante. Come aveva potuto anche per un solo secondo dubitare del suo migliore amico? “…mi dispiace.”

 

“Lo so.”

 

“Già.”

 

“Con lei non sarà così facile.”

 

Ron annuì. “Lo so. Non riesco nemmeno a immaginare cosa dirle dopo tutto il male che le ho fatto.”

 

Harry esitò. “Ron…credo che tu debba sapere una cosa.”

 

“Sarebbe?”

 

“Ieri sera, quando ho riaccompagnato a casa Hermione…c’era Adam Stanton sotto casa sua. Li ho visti che si baciavano qualche minuto dopo che mi sono allontanato.”

 

Ron inspirò profondamente. E così Hermione…e poi gli tornò in mente che quando l’aveva baciata l’aveva fatto perché lei voleva sentirsi pronta a baciare Adam. Non lui.

 

Harry si massaggiò un polso. “Non vado particolarmente pazzo per Stanton, ma ho visto com’era ridotta Hermione ieri. Perciò se lui può offrirle una spalla su cui piangere e un motivo per sorridere di nuovo, beh…non mi metterò in mezzo. E ti consiglierei di fare lo stesso, altrimenti le darai un altro motivo per essere furiosa con te.”

 

Ron annuì e tirò su col naso, incapace di scegliere una fra le migliaia di sensazioni che stava provando. “Ok. Cercherò di parlarle ora che viene.”

 

“Non verrà.” Disse piano Harry, guardando dritto davanti a sé. “Ha chiesto a Ben di dare una mano ad Adam in amministrazione perché non si sentiva bene.”

 

Ron fece un sorriso amaro. “Sta proprio cercando di evitarmi, eh?”

 

Harry scrollò le spalle. “Puoi darle torto?”

 

Ron si grattò la nuca. “No, suppongo di aver tirato troppo la corda stavolta.”

 

“Andrà bene. Dalle un po’ di tempo, vedrai che ti perdonerà. Ha un gran cuore la nostra Hermione.”

 

Ron annuì con la testa bassa. “Si.”

 

Harry chiuse gli occhi. Gli faceva male quella situazione che si era creata fra i suoi migliori amici. Ci stava sempre male quando litigavano, ma stavolta ancora di più perché per la prima volta avevano ragione tutti e due…il che era peggio che mai. Alla fine diede a Ron una pacca sulle spalle e si alzò. “Forza, abbiamo cento flessioni da fare e non sono poche.”

 

Ron annuì e si alzò in piedi a sua volta, tenendo presente che non poteva fare altro che seguire il consiglio di Harry e confidare nel tempo per risolvere le cose. Ma non c’è niente di più complicato al mondo che chiedere a un impulsivo di aspettare.

 

 

***************

 

So stay with me
You look in my eyes

And I'm screaming inside that I'm sorry
And you forgive me again
You're my one true friend
And I never meant to hurt you

                                                    Forgive me, Evanescence

 

***************

 

 

Ginny, seduta sulle gambe di Harry, stava continuando a massaggiargli la testa passandogli le dita fra i capelli nel modo che lui tanto amava, cercando di aiutarlo a espellere un po’ di tutta quella tensione che aveva accumulato ultimamente. Lui stava seduto sprofondato sul divano, con gli occhi chiusi e la testa appoggiata stancamente contro la spalliera.

 

“Non vuoi dirmi cosa ti ha detto mio fratello?” gli chiese dolcemente, senza interrompere il suo massaggio.

 

Harry scosse piano la testa. Aveva promesso a Ron che avrebbe tenuto la bocca chiusa, e mai e poi mai avrebbe rotto la sua promessa. “No. Scusa.”

 

“Non fa niente.” Ginny scrollò le spalle. “Spero solo che le spiegazioni che ti ha dato siano sufficienti a motivare il suo comportamento di ieri.”

 

“In realtà non saprei proprio cosa risponderti.”

 

Ginny si passò una mano fra i capelli. “Sai una cosa? Io non credo che potrei capire le sue motivazioni, ammesso che ce ne siano, perché non si può dire un mucchio di schifezze come quelle e poi sperare di fare la pace e rimettere tutto a posto.”

 

“Io non esprimerei giudizi così radicali.” Harry aprì gli occhi, leggermente accigliato. “Non è da te essere così dura.”

 

Ginny storse le labbra. “Questo conferma che tu sei una persona migliore di me, se sei diventato così comprensivo.”

 

Harry le scansò gentilmente le mani dai capelli. “Ginny, Ron sta soffrendo.”

 

“Vogliamo parlare di Hermione?” Ginny incrociò le braccia sul petto. “Forse tu non lo sai, ma la prima cosa che mi ha confidato quando abbiamo cominciato ad essere veramente amiche è stata quanto si sentisse fortunata ad avere voi due come amici. Perché per quanto fosse difficile e pericoloso starvi dietro, lei sentiva di essere finalmente importante per qualcuno, di avere degli amici per la prima volta in vita sua.”

 

Harry sospirò. “Credi che non lo sappia, che non mi faccia male sapere che sta soffrendo?”

 

Ginny inarcò un sopracciglio. “E allora perché prendi le parti di Ron?”

 

Harry le lanciò un’occhiataccia. “Io non ho detto questo.”

 

“Hai detto che lo giustifichi.”

 

“Ho detto che lo comprendo, che capisco perché soffre. Il che è molto diverso.” Lei sospirò e guardò altrove. “Credi che sia facile per noi, Gin? Credi che sia una cosa da niente imparare a scendere a patti con le nostre nuove personalità o coi nostri incubi? Credi che sia facile per noi imparare a fare la differenza fra giustizia e vendetta? Non lo è affatto, Gin, è un casino che a volte mette paura.”

 

“Non parlarmi come se non ne sapessi niente.” Sibilò Ginny, socchiudendo rabbiosamente gli occhi.

 

“Allora tu spiegami perché ce l’hai tanto con tuo fratello.” Harry capì di aver colpito nel segno perché la vide sbattere gli occhi ed esitare.

 

“Vuoi proprio saperlo? Ok, si. Ce l’ho a morte con Ron.”

 

“Questo l’avevo capito.”

 

“Ti rendi conto che sono più di nove mesi che si è chiuso nel suo orrido mondo di sofferenza e non ha lasciato entrare più nessuno?” Ginny scosse la testa e si passò una mano fra i capelli. “Io e Ron siamo sempre stati vicini, accidenti, ci dicevamo tutto o quasi! E invece ora a stento si accorge che esisto, ma avrei la maturità di defilarmi in silenzio se al mio posto ci fosse qualcun altro. E invece lui che fa? Allontana perfino i suoi migliori amici! E io mi sono stancata di stare a guardare senza fare niente.”

 

Harry annuì in silenzio. “Lo so, ma in questo momento non servirebbe a molto parlargli.”

 

“E che si fa?”

 

“Gli stiamo vicini, ma vediamo prima se riesce a riprendersi da solo. Perché se recupera la fiducia in sè ce l’ha fatta. E’ una cosa che deve riuscire a fare da solo, si deve mettere in gioco contro se stesso.”

 

Ginny sospirò e gli accarezzò una guancia per poi chinarsi a dargli un piccolo bacio. “Credo che tu abbia ragione.” Gli disse piano.

 

Harry le passò una mano fra i capelli. “E io credo di non essermi mai sentito tanto fortunato.” Lei lo guardò con un’espressione interrogativa. “Io ho te che mi salvi dai miei incubi e dalle mie paure.”

 

Ginny gli sorrise, gli prese il viso fra le mani e lo baciò, stringendolo fra le gambe in quel modo adorabile che lui tanto amava. Harry si sollevò meglio, appoggiandosi su un gomito e passando una mano fra i capelli di lei per attirarla ancora di più contro di sé. Istintivamente Ginny mosse un po’ il bacino, strappando un brivido a tutti e due…ma un attimo dopo si sentì il suono di una gola che si schiariva, il che fece sussultare entrambi.

 

“Mamma!” esclamò Ginny con una voce stridula e sconvolta, balzando in piedi e passandosi una mano fra i capelli spettinati.

 

Molly Weasley, che già aveva un sorriso enorme sul viso, rise un po’ vedendo le facce rosse peperone di sua figlia e di Harry. “Oh, ragazzi! Smettetela di trattenere il respiro o esploderete!”

 

Harry, imbarazzatissimo, si passò ripetutamente una mano sulla nuca. “…ehm…signora Weasley, io… posso spiegare…”

 

“Mamma, guarda che è soprattutto colpa mia.” Fece subito Ginny, col viso e i capelli dello stesso colore.

 

Sua madre inarcò le sopracciglia. “Colpa? Tesoro, chi ha una colpa ha commesso un crimine, e voi due non mi sembrate esattamente dei criminali.”

 

Harry esitò. “Noi…uhm…ecco…è un po’ che volevamo dirlo…”

 

Molly sorrise. “Oh, a me non raccontereste niente che già non so.”

 

Ginny sbattè gli occhi. “Come? Tu…sapevi?”

 

“Tu non immagini come sia straordinario essere madre. Riesci a sapere sempre tutto quello che succede ai tuoi ragazzi anche in anteprima.”

 

Ginny rimase a bocca aperta per qualche secondo, sconcertata, quindì abbozzò un sorriso incredulo.

 

Harry si ciondolò sui piedi. “Non volevamo fare le cose di nascosto come i ladri…è solo che volevamo prima conoscerci completamente senza che nessuno potesse dare per scontato niente.”

 

Ginny annuì. Saremmo stati la notizia dell’anno, e la popolarità è proprio quello che non vogliamo, nemmeno quella in famiglia.”

 

Molly sorrise ancora, mostrando senza mezzi termini che la cosa le stava più che bene. “Ogni tanto mi soffermavo a guardarvi quando pensavate che nessuno prestasse attenzione a voi…vi guardate in un modo così…così intenso, così perso…ed è una cosa così dolce, mi ricorda così tanto quando ero giovane io e…ooh!” prevedibilmente la paffuta signora scoppiò a piangere, e Ginny subito l’abbracciò. Harry si avvicinò e le offrì un sorriso leggermente imbarazzato ma molto caloroso. Molly gli fece una carezza materna sulla guancia. “Se avessi potuto scegliere un bravo ragazzo per la mia bambina non avrei potuto fare una scelta migliore.”

 

“Grazie.” Mormorò Harry con un mezzo sorriso.

 

Ginny si staccò da sua madre. “Allora non sei arrabbiata, vero?”

 

Molly scosse la testa e le baciò la fronte. “Assolutamente no. Ma voglio che sappiate che non vi faciliterò il compito con gli altri. Ai tuoi fratelli lo dovrete dire voi due insieme, Ginny. E se volete il mio consiglio, io comincerei da Ron.”

 

Harry annuì. “Ci avevamo già pensato.”

 

“Stiamo solo aspettando il momento opportuno.” Fece Ginny.

 

“Bene.” Molly fece un sorriso enorme e battè le mani, al colmo della gioia. “La mia bambina e il mio Harry! Oh santo cielo, che immensa gioia…posso almeno dirlo a papà?”

 

Ginny sorrise e scrollò le spalle; Harry si grattò il naso per nascondere dietro la mano una risata divertita per l’espressione della signora Weasley.

 

 

***************

 

Baby please try to forgive me

Stay here, don’t put out the glow

Hold me now, don’t bother

If every minute it makes me weaker

You can save me from the man that I’ve become

                                                           Shape of My Heart, Backstreet Boys

 

***************

 

 

Ron rimase per un lungo momento fermo davanti alla porta di casa di villa Granger pensando a cosa poteva dire a Hermione; e arrivò alla conclusione che non poteva prepararsi un discorso, per il semplice motivo che doveva prepararsi a essere mandato al diavolo almeno una decina di volte prima che lei gli desse la possibilità di spiegarsi. Era una sera particolarmente fredda, e una zaffata di vento sferzante lo esortò a bussare alla porta.

 

Gli aprì Edward Granger, che non appena lo riconobbe sorrise cordialmente. “Ron! E’ un piacere vederti, figliolo. Entra pure.”

 

Ron entrò, ma rimase nell’ingresso senza togliersi il giubbotto e tenendosi le mani in tasca. “Salve, signor Granger.”

 

“Non sapevo che dovevi vederti con Hermione stasera.” Gli disse l’uomo.

 

“No, veramente sono solo passato per dirle una cosa. Non vi ruberò molto tempo.”

 

“Aspetta che te la chiamo.” Il signor Granger si sporse un attimo verso le scalette a chiocciola che portavano al piano di sopra. “Hermione? Tesoro, sei pronta?” non ci fu risposta. L’uomo comunque tornò dov’era prima, gentile come sempre. “Allora, Ron. Che mi racconti? Come sta proseguendo l’addestramento?”

 

Ron scrollò le spalle. “Molto bene, grazie.”

 

“Oh, lo vedo. Direi che sei piuttosto cresciuto dall’ultima volta che ti ho visto.”

 

Ron accennò a un sorriso più per gentilezza che per altro. “Già.” Mormorò.

 

Edward Granger fece un passo avanti. “Mh…ascolta, sai per caso se Hermione ha avuto dei problemi di recente?”

 

Ron si accigliò. “Perché?”

 

“Sono due giorni che ha un’aria strana…distante. Triste. Sai se è successo qualcosa?”

 

Ron fece fatica a mantenere un’espressione neutrale. “No…non credo.”

 

Il padre di Hermione scrollò le spalle. “Comunque voglio approfittare della serata per portarla a cena fuori. Mia moglie è fuori nel bel mezzo di una missione anti-divorzio per sua sorella, e magari se siamo soli e passiamo una buona serata insieme, può darsi che la mia bambina si decida a dirmi cos’ha.”

 

“Mh.” Ron annuì, ciondolandosi sui piedi.

 

Il telefono squillò. “Scusami un attimo.”

 

Rimasto solo, Ron si guardò intorno con un certo interesse; non solo perché quella era una casa babbana, ma anche perché era molto bella. Poi un rumore di passi attirò la sua attenzione: Hermione. Stava scendendo per le scale. Aveva lo sguardo basso, e questo lasciò a Ron un paio di secondi per osservarla. Era vestita in modo molto normale: maglioncino, gonna al ginocchio, stivali e capelli tirati su in una crocchia scomposta tenuta su da una matita e da cui scendevano ciuffetti di capelli che le incorniciavano il viso…e Ron pensò che fosse adorabile e anche molto più femminile di quanto lei stessa non si sentisse. Quando arrivò alla fine delle scale alzò lo sguardo e lo vide…e impallidì, bloccandosi.

 

“Ciao.” Le disse piano Ron.

 

Hermione esitò, quindi si diresse all’attaccapanni senza dire una parola, prendendo il suo cappotto.

 

Ron le si avvicinò. “Posso parlarti un attimo?”

 

Lei continuò a dargli le spalle mentre prendeva la sciarpa. “Non abbiamo niente da dirci.”

 

Ron sbattè gli occhi per un istante sentendo la sua voce gelida, ma non si arrese. “Per favore, ho bisogno di spiegarti. Ti prego.”

 

Hermione fece una smorfia ironica. “Non ti disturbare, ho capito perfettamente tutto quello che c’era da capire.”

 

Ron le appoggiò una mano sul braccio. “No, ascolta…”

 

Hermione si voltò di scatto, scrollandosi di dosso la sua mano come se fosse stata bollente. “Non mi toccare.” Sibilò, scandendo bene le parole.

 

Ron fece un passo indietro, stavolta colpito in pieno dal suo rifiuto e dal suo sguardo inferocito.

 

“Tesoro, abbiamo un problema.” Il signor Granger rientrò mentre s’infilava il cappotto. “Ha telefonato mamma, zia Cindy e zio Joseph si stanno praticamente ammazzando e lei non riesce più a tenere sotto controllo la situazione. Devo andare ad aiutarla.”

 

“Oh.” Hermione si passò nervosamente una mano fra i capelli. “Non fa niente.”

 

“No, no, fa eccome. Ti avevo promesso che avremmo passato una bella serata, e oltretutto ho prenotato un tavolo da Martin e non voglio perderlo.” L’uomo si sfilò dalla tasca il portafoglio e porse alla figlia la carta di credito. “Andate voi due, e spendete tutto quello che volete.”

 

Hermione fece per ribattere. “Papà, non è necessario, io…”

 

Suo padre scosse la testa. “Tesoro, lavori come una matta tutto il giorno, almeno la sera vuoi pensare a divertirti un po’?” poi si voltò verso Ron. “Tu hai qualche impegno per stasera?”

 

“No, sono libero.”

 

“Oh, perfetto allora.”

 

“Già, perfetto.” Sibilò a bassa voce Hermione mentre s’infilava cappotto e sciarpa e usciva da casa.

 

“Divertitevi!” il signor Granger salì a bordo della sua auto, e salutando ancora i due ragazzi mise in moto e si allontanò in direzione del centro di Londra.

 

Hermione sbuffò e si mise le mani in tasca, avviandosi lungo il vialetto illuminato. Ron non esitò a seguirla, facendo del suo meglio per selezionare accuratamente le parole da usare. “…ehm…allora, dov’è il ristorante di questo Martin?”

 

Hermione si fermò e si voltò, e Ron le vide sul viso quella stessa espressione sprezzante che aveva una volta, quando ancora non erano amici. “La cosa non ti riguarda in alcun modo. Io e te non andremo proprio da nessuna parte.”

 

Ron inarcò le sopracciglia. “Tuo padre vorrà delle spiegazioni.”

 

“Niente spiegazioni.” Hermione girò sui tacchi e riprese a camminare. “Ora vado a prendere Adam e andrò con lui a cena fuori.”

 

“Perché?”

 

“Perché è il mio ragazzo, e voglio stare con qualcuno che mi vuole bene.” Hermione ribadì ogni singola parola con fermezza, cercando deliberatamente di fargli male come lui aveva fatto con lei.

 

Ron la sentì come una botta allo stomaco, ma continuò a camminare al suo fianco. “Va bene. Allora ti accompagno fino a casa sua.”

 

“Non ne ho bisogno, c’è una passaporta qui vicino.”

 

“Non mi riguarda. E’ sera, fa un freddo cane e io non ho intenzione di lasciarti andare da sola per queste strade buie e solitarie.”

 

“Perché ti prendi tanto disturbo?” Hermione si fermò e si voltò verso di lui, incrociando le braccia sul petto. “Sono stanca della tua falsità e della tua ipocrisia.”

 

Ron sospirò stancamente. “Mi preoccupo per te.” disse piano.

 

Hermione scosse la testa. “Vattene, Ron. Non voglio vederti né sentirti.”

 

“Senti, io da sola non ti mando. Quindi o vengo con te o ti seguo da lontano, è una tua scelta.”

 

Hermione emise un sospiro esasperato e riprese a camminare, passandosi nervosamente una mano fra i capelli. Ron lo interpretò come un si e anche lui riprese la marcia al suo fianco, restando per un lungo momento in silenzio. Non parlarono neanche quando presero la passaporta, camminarono fianco a fianco in un imbarazzante silenzio per un buon quarto d’ora, quindi giunsero in una strada piena di palazzi d’epoca e lei si fermò.

 

“Io sono arrivata.” Mormorò, evitando di guardarlo in faccia.

 

Ron annuì piano. “Hermione…”

 

“No.” Lei chiuse gli occhi per un istante. “No, non dire niente. Sono stanca delle cattiverie che dici.”

 

“Non ero me stesso ieri!” lui sembrava disperato. “Ho avuto…un grosso problema e ho perso il controllo, e ho sfogato ingiustamente su di te la mia rabbia. Ma ti giuro sulla mia stessa vita che ho detto solo stronzate senza senso!”

 

Hermione scosse sarcasticamente la testa. “Non ti sembra una scusa troppo comoda?”

 

“E’ la verità!2 Ron la prese per gli avambracci, guardandola dritto negli occhi. “Io ti voglio veramente bene, devi credermi. Sei la mia amica più cara, e mi ucciderei per il male che ti ho fatto. Ti supplico, credimi.”

 

Hermione sentì gli occhi gonfiarsi e pungerle, e fu costretta ad abbassare lo sguardo per nascondere le lacrime che minacciavano di scivolarle sulle guance.

 

“Ti ho detto delle cose orribili, e so che un banale mi dispiace non sarebbe sufficiente a cancellare tutto quello che ho detto.” Lui le scansò un ciuffetto di capelli dal viso. “Dimmelo tu che devo fare.”

 

Hermione strinse forte gli occhi. La sua voce e i suoi occhi sembravano così sinceri… “…ti prego, smettila.” Sussurrò con la voce strozzata.

 

“Per favore, ascoltami.” Ron cercò il suo sguardo. “Cancelliamo la giornata di ieri per intero e ricominciamo daccapo, va bene?”

 

Stavolta le lacrime non obbedirono a Hermione e non si fermarono. “Non si può.”

 

“Perché?” Ron non sapeva davvero più che fare.

 

Hermione lo allontanò gentilmente e si asciugò le lacrime, ma quando parlò la sua voce era carica di tristezza. “Perché tu ieri hai confermato uno dei miei peggiori incubi.”

 

Lui sospirò e si passò una mano in faccia. “Perché dici questo, Hermione? Siamo stati amici per così tanti anni…”

 

“…e per almeno la metà del tempo non abbiamo fatto altro che litigare.” Lo interruppe lei. “E ci sono state volte che mi sono chiesta se tu mi sopportassi solo per Harry.”

 

Ron scosse freneticamente la testa. “Io non voglio rinunciare alla tua amicizia.”

 

Lei fece un piccolo sorriso amaro. “E’ tardi, Ron.”

 

“No, non è tardi per niente.” Ruggì lui, facendo un passo avanti.

 

Hermione tirò su col naso e trovò il coraggio di guardarlo negli occhi. “Il male che mi hai fatto ieri è stato…indescrivibile. E io non voglio più soffrire.”

 

Ron sospirò. “Giuro che ti proverò quanto sei importante per me, anche se dovesse costarmi la vita.” Disse con fermezza.

 

Hermione si morse le labbra e fece un passo indietro, per poi alzare i tacchi e correre via verso l’appartamento di Adam. Se fosse rimasta un solo secondo di più avrebbe ceduto, e lei non doveva cedere. Doveva dimenticare Ron per il suo bene, e non dargli un’altra opportunità di farla soffrire ancora…no? Si asciugò le lacrime con la manica del cappotto e bussò alla porta sforzandosi di lasciarsi tutto alle spalle. Era qui per questo, in fondo…

 

Adam aprì la porta con una faccia annoiata, ma quando la vide s’illuminò. “Ehi!”

 

“Ciao.” Hermione, sorridendo, gli diede un piccolo bacio.

 

“Credevo che fossi uscita con tuo padre.” Lui le passò subito un braccio attorno ai fianchi.

 

Lei scrollò le spalle. “Papà è stato chiamato altrove. Così ho pensato di invitarti a cena, se ti va.”

 

Adam finse un’aria pensierosa. “Mh…beh, normalmente se una ragazza favolosa bussa alla mia porta e mi invita a uscire con lei io accetto senza condizioni…”

 

Hermione sorrise. “Ma?”

 

“Ma stavolta ne ho una.”

 

“E sarebbe?”

 

Adam fece un sorrisone. “Voglio un bacio.”

 

Hermione rise e lo accontentò più che volentieri, stringendosi a lui per scacciare via tutta quella tristezza che sentiva in corpo…e ignorando qualcuno che nell’ombra si allontanò, incapace di restare a vedere oltre le conseguenze dei suoi errori.

 

 

************************

 

 

 

L’autrice si scusa profondamente con tutte le ammiratrici del nostro adorato Ron, ma a quanto sembra Miss Hermione Granger non si sentiva ancora pronta ad abbassare la guardia! ^^ Scherzi a parte, lo so che anche questo chap è molto triste (…scriverlo non è stato facile, eh…) ma non sarebbe stato assolutamente realistico rimettere le cose a posto così, con un semplice ‘scusa tanto, sai, ero sbronzo’. No, preferisco che Ron si riconquisti la fiducia e l’affetto di Hermione in modo più profondo, sappiamo tutti che può fare meglio di così…e per questo motivo vi suggerisco di aspettare con una certa fiducia il prossimo chap ^^

 

Voglio ringraziare INFINITAMENTE tutti quelli che stanno recensendo la mia storia: il gruppo di ‘abituali’, ma soprattutto tutti i ‘nuovi’…voi nemmeno immaginate com’è bello sapere che tante persone leggono, seguono e amano quello che scrivi…*me commossa* =) Non ci posso credere, sto per raggiungere le 200 recensioni…wowwww!!!! =D E ora, naturalmente, passerò ai ringraziamenti per ognuno, ma prima vorrei dare un saluto speciale a Emily, la mia compagna di banco, che mi ha fatto ridere per un’ora di fila per una battuta che ha fatto: stava leggendo il capitolo precedente, poi si gira e mi fa: “Che tristezza, povero Ron…beh, ora che è rimasto senza Hermione puoi fargli avere il mio numero di telefono?” …onore a Emily perché la verità è una santa cosa…=)

 

Giuggy: si, gli Evanescence sono proprio unici! Beh, almeno Harry si è comportato da vero amico, no? Anch’io lo trovo dolcissimo! E sto aspettando con ansia l’arrivo delle tue fanarts!

Ci: anch’io adoro Harry, lo trovo più realistico di quanto non sembri…e lui e Ginny stanno proprio bene insieme. Ooh, H/G moments non mancheranno qui, quindi…esulta pure felicemente!

Eli: onorevole autrice! Ora più che mai sono onorata di ricevere una recensione proprio da te, che hai scritto qualcosa di semplicemente magico! =) Ti ringrazio molto, sai, ci tenevo tanto al chap precedente…ma anche il prossimo è una sfida aperta. E ho come la sensazione che ti piacerà, se mi riesce di scriverlo per benino… =) Anche la Nenè mi ha chiesto qualcosa per Natale… vedrò cosa si può fare! Smack smack!

Kiara: oh, non tormentarti…è normale che Adam ti stia antipatico, visto il ruolo che ricopre…e non disperarti per Ron, è un ragazzone in gamba, in qualche modo se la caverà…come? Leggere per sapere ^^  Tutti compleanni febbraiosi, eh? Tranquilla…ce ne sarà per tutti, parola!

Usaji: …mi viene da pensare che il nostro Harry ti piaccia un po’… =D

Vega: il tuo parere è sempre importantissimo per me…e il fatto che il chap precedente, per quanto molto triste, ti abbia colpito mi riempie di gioia…vuol dire che è venuto su bene! *me felice* Si, è proprio questo il punto: Ron ha detto delle cose che sono false, ma fino a un certo punto perché sono andate a toccare dei nervi scoperti…ecco perché ora Hermione è così restia a perdonarlo. … =) neanche a me Adam sta tanto simpatico…Wow! Che confronto importante! Mi sento onorata… un bacio forte forte =)

Luna Malfoy: ooh, come mi dispiace di averti fatto soffrire…ti presto Ron per un paio d’ore? =D Però poi me lo rimandi, eh? ^^ E mi piacciono le recensioni lunghe, non scusarti mai! Uno sfizioso capitoletto su Dan? Ho una bella notizia per te: il 16 Dicembre è il compleanno del mio caro amico e maestro di spagnolo Alexis, e lui mi aveva fatto una richiesta del genere già un po’ di tempo fa…quindi la tua richiesta verrà esaudita! =)

Mony: tesoruccio, non disperarti…e poi hai detto una cosa molto vera, sai…secondo te Hermione la pensa come te? Guarda, pensala come la mia amica Emily: male che vada lo coccoliamo noi il nostro adorato Ron =D No che non è cattivo…è solo incasinato. Succede. Smile, piccola! Prometto che tra poco non avrai più motivo di piangere! =)

Kim: eccone un’altra che sforna delle cose così belle che mi tiene incollata per ore allo schermo! Tesoruccio…tu non sarai mai a corto di idee perché la tua storia è una bomba! Aggiorna presto! Un kiss grande grande

Danae: grazie! Povero Ron, non è stronzo…è confuso. Ok, magari un po’ stronzetto lo è, ma fa parte del suo fascino, no? =)

Keijei: Giuliette sarebbe Gabrielle… =D  tra lei e Adam si direbbe quasi che le strade dei nostri due adorati eroi si stiano dividendo ancora di più, ma…c’è sempre un ma! =) Si, bisognerebbe regalare a Ron un orologio da polso che lo aiuta a contare fino a dieci prima di agire…non lo ammazzo, tranquilla…magari su Gabrielle (o Giuliette, se preferisci) ci facciamo un pensierino, eh? =D

Vale: …un chap molto divino =D Sono d’accordo con te, come si fa a resistere a un uomo come lui? Certo che però è difficile stargli dietro…ma Hermione è un osso duro! Anche se mi rendo conto che in questo momento sarai scivolata giù dalla sedia e ti starai disperando da qualche parte…=) Non ti ho fatto chiudere occhio, alla fine ^^ mi farò perdonare, promesso =D un bacione

Marilia: santo cielo, grazie mille! Anche se non credo di meritare tanto =) Tesoro, non so quanto ti convenga imparare tutte le mie storie a memoria! ^^ Gabrielle non è la sorella di Fleur, non ci saremmo con l’età…Alfonso? E’ il mitico Cuaron, nonché mio futuro marito! Buon compleanno, mille auguri Mary! Un po’ in ritardo, ma…auguroni!! Vedrò di fare quello che mi hai chiesto…ma nel frattempo scegli uno dei chap della storia di Harry e Hermione…e consideralo dedicato a te!

Vale86: si è fatto una bella passeggiatina, direi! Grazie a te per la tua recensione!

Miyu: visto, non ti ho fatto aspettare troppo! Complimentissimi per la tua storia delle interviste…giuro, mi hai fatto morire dalle risate! Ancora, ancora!

Sendy Malfoy: eccoli qua Harry e Ginny! Grazie per i complimenti!

Eva: eh si, povera piccola Hermione, l’è caduto davvero il mondo addosso…ma non è detta l’ultima parola, no? =) Concordo col fatto che Ron resta sempre e comunque fascinoso…^^ Guarda, nemmeno io conoscevo molta gente nata a Febbraio…ma ho notato che qui sono tutti febbraiosi! =)

Rachel: …povero caro, strapazzato Ron…ma io punto comunque dieci galeoni su di lui =)

Electra: grazie mille! Spero che le mie storie continueranno sempre a piacerti!

Sveva: sei molto gentile! E ringrazio Rachel che mi ha fatto pubblicità =)

Blackmoony: grazie da parte mia e di mia sorella!

Ginny: in effetti Adam non ha un ruolo facile…vedrai cosa succederà presto! E il tuo ritardo è perdonato =) Sono contenta di essermi resa utile migliorando la tua giornata ^^

Strekon: generale! =) Ma dove sei finito, eh? Beh, torna subito a scrivere, cos’è questa storia che non hai voglia? Ti iscrivo all’addestramento dei War Mage, così ti passa la pigrizia? ^^ Quanto a Ron geloso…ha capito da solo che Harry è il suo migliore amico e gli vuole bene…adesso bisogna vedere cosa combinerà! Aggiorna presto, capito?

Giuggia89: …questo ragazzo fa gola a tutte! =D certo, non aiuta il fatto che sia in un momento in cui avrebbe bisogno di un po’ d’affetto…e noi tutte saremmo disposte a dargliene in abbondanza! =) Ciao, alla prossima!

Li chan: hai fatto perfettamente centro, Ron è molto frastornato e invece di calmarsi e riflettere agisce per paura, e complica ulteriormente le cose…ci vorrebbe un aiuto esterno, non credi? Ma la domanda è: chi lo deve aiutare questo ragazzo? ^^ Presto lo scopriremo…=D

 

Più la lista dei ringraziamenti è lunga più io sono felice, e più io sono felice più scrivo, e più scrivo più mi viene voglia di aggiornare presto, e più mi viene voglia di aggiornare più mi applico a scrivere in fretta… (…mica si è capito che sto cercando di corrompervi a continuare a lasciare tante recensioni, eh? Nooo…^^) Vi voglio un mondo di bene, ragazzi! Grazie per tutte le bellissime parole che mi dite sempre! Prometto di farvi arrivare puntuale il prossimo chap, “L’unico aiuto di cui ho bisogno”. E prometto che non vi lascerà insoddisfatti! Un bacio infinito a tutti,

 

Sunny

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Capitolo 12
*** L'unico aiuto di cui ho bisogno ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 11: L’UNICO AIUTO DI CUI HO BISOGNO

 

 

Hello…do you miss me?

I hear you say you do                                               

But not the way I’m missing you

What’s new? How’s the weather?

Is it stormy where you are?

You sound so close but you’re so far…

                                                           Kiss the Rain, Billie Mayers

 

 

***************

 

 

“Quindi alla fine il Ministero sta per cedere alla nostra formale richiesta di inviare un manipolo di auror a prelevare gli uomini in questione.”

 

Adam concluse il suo rapporto settimanale al generale Graham; da quando erano stati assegnati a quella missione ogni settimana i tre auror facevano da tramite fra il Ministero e i War Mage, e mantenevano non solo i contatti, ma anche gli aggiornamenti sui successi e sui passi avanti dell’operazione Smaschera-Mani-Pulite.

 

Liam fece un sorrisetto ironico. “Non si sporcheranno mai le mani a mandare le guardie ministeriali.”

 

Stephen Nigel, uno dei tre auror, annuì. “Certo, perché il consiglio ritiene che gli elementi di cui disponiamo non siano vere e proprie prove inoppugnabili che Malfoy e company sono mangiamorte. A un processo si creerebbe troppo rumore, e l’esercito di Voldemort avrebbe punti sul nostro effetto sorpresa.”

 

Sirius increspò le labbra. “Gli effetti sorpresa del Ministero sono sempre stati degni della festa a sorpresa di un ragazzino di tre anni.”

 

Robert Rippley, l’altro auror, s’infuriò. “Le ricordo, colonnello, che la lotta contro Voi-Sapete-Chi è stata sempre condotta dagli auror, prima ancora che dai War Mage.”

 

“Con risultati evidentemente fallimentari, visto che non siete ancora capaci di pronunciare nemmeno il suo nome.”

 

Graham si schiarì la gola. “E’ compito sia degli auror che dei War Mage combattere questa maledetta guerra, e dovremmo essere tutti in grado di superare ipocrisie e burocrazie per poter salvare vite umane.” Fece autoritariamente.

 

Ron, che insieme a Harry e Hermione era presente alla missione per il contributo che stavano fornendo, si accigliò. “Vi abbiamo già detto che Malfoy trafficava con robaccia di arti oscure, no?”

 

Remus scosse la testa. “Queste sono accuse minori. Noi vogliamo ottenere il bacio dei Dissennatori, e con quello che abbiamo per le mani a un processo avremmo solo una multa salata e un misero periodo di reclusione.”

 

“E non si può truccare il processo?” propose Harry. “L’hanno sempre fatto, no?”

 

Liam scosse sarcasticamente la testa. “Per quanto assurdo possa sembrare, no.”

 

Ron fece una smorfia e borbottò “Stronzate” fra i denti, e Hermione dovette mordersi la lingua per non rimproverarlo. Non gli parlava da due settimane, non poteva ricominciare in quel modo.

 

“Perquisendo le loro case?” suggerì Natan. “Sono pieni di merda oscura, giusto?”

 

Adam fece una smorfia. “E che ti aspetti di trovare, i loro mantelli neri e i cappucci da minchioni nascosti sotto il letto?”

 

“Forse potremmo…”

 

In quel momento Bernie entrò con dei fogli in mano e l’aria cupa, senza nemmeno preoccuparsi di bussare. “Homer.” Disse con voce rauca. “Beauxbatons, due ore fa. Ce le hanno mandate Johnson e Miller.” E così dicendo mise sulla scrivania del generale i fogli, che si rivelarono fotografie. Tutti i presenti si sporsero per osservare, e tutti impallidirono e rimasero scossi.

 

Hermione si sporse a sua volta in avanti, sentendo dietro di lei Harry e Ron che cercavano di guardare, ma un attimo dopo si sentì fisicamente male: erano immagini di cadaveri di giovani (e anche giovanissimi) studenti di Beauxbatons ridotti più o meno male, e su molti di loro i genitori piangevano in modo straziante.

 

Lupin probabilmente notò il pallore terribile che era comparso sui volti dei tre ragazzi, perché si accigliò. “Andate a prendere una boccata d’aria fresca fuori, voi tre.” Graham annuì.

 

Hermione non si rese neanche conto di come arrivò nel corridoio; barcollò trascinandosi sulle gambe e una volta fuori si appoggiò alla parete con una mano, boccheggiando. Spese un solo istante a leggere l’orrore anche negli occhi di Harry e Ron, perché un attimo dopo fu assalita da una serie di flash di ricordi, accompagnata dagli odori e dai rumori di quella terribile notte in cui era finito e cominciato tutto…

 

Ron vide Hermione correre nel bagno più vicino e la sentì dare di stomaco con forza, e per un attimo provò un incredibile impulso di raggiungerla per aiutarla, ma proprio in quel momento Adam uscì dalla stanza di Graham e puntò dritto verso il bagno, precedendolo.

 

Hermione sentì che qualcuno le stava scansando i capelli dal viso e le stava accarezzando la schiena mentre lei vomitava, e quando finalmente riuscì ad alzare la testa dal gabinetto fu ben felice di riconoscere Adam, e subito gli gettò le braccia al collo.

 

Lui la strinse a sé, accarezzandole la testa e la schiena. “Ssh…” sussurrò. “…calmati…”

 

“E’ successo ancora.” Mormorò lei nel suo collo, tremando. “L’hanno rifatto.”

 

“Non potevamo saperlo, non c’era modo di impedirlo.”

 

“Hanno fatto a Beauxbatons la stessa cosa orribile che hanno fatto a Hogwarts.”

 

“Lo so…calma…respira…”

 

“…e noi non abbiamo potuto fare niente…”

 

“Ti abituerai a questa sensazione, ora sei sconvolta ma presto ci farai il callo.”

 

Farci il callo? Hermione, accigliata, si tirò indietro per guardarlo in faccia. “Come hai detto?”

 

Adam le scansò i capelli dal viso. “Sei ancora all’inizio, ma presto imparerai a mantenere un certo distacco fra te e quello che succede.”

 

“Un certo distacco?” ripetè incredula lei. “Adam, come puoi restare freddo e distaccato di fronte alla morte di poveri innocenti?”

 

“Un po’ di cinismo ti serve se vuoi andare avanti in questo lavoro.” Adam scrollò tranquillamente le spalle. “Se vuoi disperarti per ogni poveraccio che resta coinvolto non sarai emotivamente in grado di reggere. E’ lo stesso criterio del medico che si vede morire il paziente fra le mani; che fa, non esercita più per paura di replicare la tragedia?”

 

Hermione rimase in silenzio. Probabilmente Adam aveva anche ragione…ma il modo freddamente razionale in cui si era espresso le aveva fatto sentire un brivido di freddo lungo tutta la schiena.

 

 

***************

 

 

“La torre di Corvonero è saltata in aria!”

 

“Dobbiamo trovare Silente, presto!”

 

“Andatevene, scappate!”

 

“Aahh!!”

 

“L’uscita è bloccata, non si passa!”

 

“Seamus!!”

 

“Dean, fermati!!”

 

“Harry Potter. Che peccato che abbiamo l’ordine di non ucciderti.”

 

“Crucio!”

 

“Lascia stare gli altri, è me che vuoi!!”

 

“Bastardo, toglile le mani di dosso!!”

 

“Convincilo a diventare un seguace del nostro signore.”

 

“Vaffanculo.”

 

“Avada Kedavra!”

 

“Nooo!!!”

 

“Tu sei morto, Potter!”

 

 

Harry si svegliò di soprassalto, balzando seduto nel letto e respirando affannosamente, completamente coperto di sudore freddo. Quegli incubi…ricordi…era un po’ che non li aveva, ma ora sembrava che si fossero sovrapposti alle immagini della mattina, quelle di Beauxbatons…ed era stato terribile rivivere quella notte atroce.

 

“Tutto a posto?”

 

Harry strinse gli occhi. Era ancora notte, e nella stanza si poteva vedere solo grazie al raggio di luna che entrava dalla finestra, ma la sagoma di Ron che si allacciava le sue scarpe sul bordo del letto era abbastanza visibile.

 

“Che stai facendo?” Harry si stropicciò gli occhi.

 

Ron si alzò e si infilò una felpa sui jeans. “Ricordi?” disse semplicemente, e Harry annuì. “Già. Anch’io.”

 

“E dove stai andando?”

 

Ron prese il suo giubbotto. “Io non ho intenzione di passare il resto della notte a ricordare.” Mormorò, tenendo gli occhi bassi. “Vuoi venire con me?”

 

Harry si grattò la nuca. In effetti aveva una sensazione orribile, una che Ginny lo aveva aiutato a soffocare così tante volte…ma Ginny quella notte non c’era, e i suoi ricordi erano più vivi e brucianti che mai. Forse stordirli non sarebbe stata una cattiva idea, solo per una volta… “Ok.”

 

Ron aspettò che anche il suo amico fosse pronto, quindi facendo attenzione a non svegliare nessuno uscirono di casa e si avviarono a Diagon Alley con una passaporta; una volta lì svoltarono a Knockturn Alley, che a quell’ora della notte era ancora più tetra e piena di gentaglia di tutti i tipi, e Harry non potè evitare di guardare Ron con un’aria stupita quando lo vide salutare confidenzialmente due ragazze di strada che risposero chiamandolo ‘tigre’. Ron si limitò a scrollare le spalle con aria divertita, facendo strada fino al Settimo Pentolone.

 

Harry inarcò entrambe le sopracciglia entrando: quel posto era una bettola, non c’erano altri modi di definirlo. Una ragazza con un cortissimo abitino blu e uno squallido grembiulino grigiastro venne loro incontro con un cordiale sorriso.

 

“Ciao tesoro.” Disse a Ron, baciandolo sulla guancia. “Oh, vedo che stasera hai compagnia.”

 

“Lui è il mio amico Harry.” Ron gli diede una pacca sulle spalle. “E questo splendore si chiama Mandy.”

 

Harry le fece un cenno con la mano. “Ciao.”

 

Mandy sbattè mellifluamente i suoi grandi occhi blu. “Piacere di conoscerti, Harry. E’ la prima volta che vieni qui?”

 

“Già.” Harry si guardò un po’ in giro.

 

Ron gli fece un cenno col mento in direzione di un tavolino. “Mandy, noi andiamo a sederci. Portaci un po’ di roba forte.”

 

La ragazza gli fece un occhiolino. “Ti porto il solito per due.”

 

“Praticamente sei di casa qui.” Fece Harry, mentre si sedeva al tavolo.

 

Ron scrollò le spalle con aria indifferente. “Si, beh…non è la prima volta che ci vengo.”

 

“Già, e guardacaso sei il beniamino di tutte le ragazze.”

 

Ron sorrise e scosse la testa. “Anche tu hai fatto colpo su Mandy.”

 

Harry inarcò un sopracciglio. “Anche un cane orbo e bastardo ci riuscirebbe, quella tipa è una gatta in calore.”

 

Ron gli strizzò l’occhiolino. “E che gatta…fidati di me, la conosco piuttosto…a fondo.”

 

Harry fece una smorfia. “Cioè te la sei scopata.” Il sorrisetto di Ron rispose da solo. “Grandioso… senti, facciamo prima: esiste una donna qua dentro che non ti sei già portato a letto?”

 

Ron scosse la testa. “Nah, non farti alcun problema per questo. Se ti piace una di loro fa’ pure, non crearti rogne solo perché ci sono andato prima io.”

 

“Molto generoso da parte tua, fratello, grazie.” Fece Harry, con non poco sarcasmo.

 

“Dovere.” Ron gli strizzò l’occhiolino.

 

Mandy tornò al tavolo in quel momento, con un vassoio carico di bicchieri sul braccio che stava in piedi per miracolo, visto il modo in cui stava ancheggiando. “Ecco qui un po’ di buonumore per i clienti più affascinanti del locale.” Sporgendosi in avanti la ragazza offrì a Harry un’ampia visuale del suo decolletè.

 

Ron le diede una piccola pacca sul sedere. “Grazie, splendore.”

 

Lei sorrise prima a Ron, poi di nuovo a Harry. “Mi raccomando, se avete ancora sete non dovete fare altro che chiamarmi.”

 

Harry la guardò mentre andava via con un mezzo sorrisetto sul viso. Poteva anche essere impegnato con Ginny…ma era un maschio perfettamente sano, e oltretutto quasi diciottenne…e solo un cieco non avrebbe ammirato una donna come quella.

 

Ron prese un bicchiere e glielo porse, poi ne prese uno per sé. “Ecco qui, ti presento il miglior incantesimo per la memoria che conosco.”

 

Harry guardò il bicchiere con aria un po’ perplessa, ma alla fine vinse ogni dubbio e buttò giù il liquido, stringendo forte gli occhi per un momento e facendo una smorfia disgustata.

 

Ron rise. “Che bamboccio.” Mormorò, bevendo tutto d’un fiato il suo whisky.

 

“E tu reggi questa roba?”

 

“Prova col secondo round, si presume che non bruci come il primo.”

 

Harry si sentì tanto pazzo da ascoltare il suo consiglio…e incredibilmente notò che Ron aveva ragione. Stavolta il liquore aveva uno strano sapore caldo, piacevole… “…non è male.”

 

“No, al contrario.” Ron prese un altro bicchiere. “Allora, vuoi provare ancora?”

 

Harry prese a sua volta la sua terza dose. “Se lo reggi tu, perché io non dovrei.”

 

Ron fece un sorrisetto. “Le ultime parole famose.”

 

“Cin cin.” Harry buttò giù anche il terzo bicchiere. Era veramente piacevole…sentiva i nervi del suo corpo, tesi fino a un momento prima, rilassarsi leggermente. E se con un bicchiere si sentiva già così meglio, figurarsi dopo…

 

… e fu così che tre bicchieri divennero quattro, cinque, sei…finchè oltre a una piacevole sensazione di vuoto nella testa sopraggiunse un sorprendente buonumore, che Ron trovò particolarmente divertente quando Harry cominciò a fare le imitazioni di tutti i loro amici – la migliore fu quella di Homer Graham.

 

Ron si asciugò le lacrime col palmo della mano, ridendo e tenendosi un fianco dolorante per le troppe risate. “…oddio…lo fai…sei uguale!”

 

Anche Harry lottava per trovare fiato tra le risate, ma in qualche modo riuscì a rifare la voce del loro generale. “Avanti ragazzi, tiratevi tutti giù le mutande e vediamo chi ce l’ha più grosso!” qui tutti e due risero così forte che rimasero senza fiato per qualche secondo, piegati in due sul tavolo.

 

“Ehi, a quanto pare ve la state proprio spassando voi due, eh?”

 

I due ragazzi smisero di ridere per vedere chi li stava disturbando…anche se non era assolutamente un disturbo, anzi: c’erano due bionde incredibilmente formose lì in piedi davanti al tavolo, sorridenti più che mai.

 

Ron rispose con un sorriso altrettanto promettente, afferrandone una per i fianchi e tirandola giù sulle sue ginocchia. “Chi si vede…la mia bella Gabrielle.”

 

Gabrielle gli fece scivolare un dito sul naso. “…mmh…sai di vino…”

 

Lui ridacchiò e scosse la testa. “…no, amore, è roba un po’ più pesante…”

 

L’altra ragazza scivolò sulla panca accanto a Harry, buttandosi praticamente addosso a lui. “”Ciao!” esclamò vispa. “Tu sei l’amico di Ron, vero?”

 

Harry annuì allegramente. “Tanto piacere, io mi chiamo Harry…e che tu ci creda o no, sono amico della tigre da quasi dieci anni.” Le disse, accennando con la testa a Ron e alla ragazza che gli stava in braccio; erano tutti e due molto presi…a esplorarsi reciprocamente le tonsille.

 

La ragazza rise. “Bene…quindi la sua vicinanza deve averti insegnato molte cose…”

 

Harry scosse la testa. “Ehi, chi ha bisogno di lezioni? Semmai posso darne io a lui.”

 

“L’avevo immaginato.” Molto entusiasta, la biondona gli prese il viso fra le mani e senza troppi complimenti sbattè le proprie labbra sulle sue. Harry istintivamente le passò una mano fra i capelli e rispose al bacio, deliziandosi del corpo della ragazza avvinto al suo. La baciò per un lungo momento, passandole l’altra mano sulla schiena.

 

Ginny…

 

Tutto all’improvviso Harry spalancò gli occhi: quelli non erano i capelli di Ginny, e nemmeno il suo corpo…quella non era lei. E se non era lei perché diavolo la stava baciando? Era venuto a ubriacarsi con Ron per non pensare, per scacciare dalla sua mente quelle immagini e quei ricordi orribili…ma solo perché non c’era Ginny, perché altrimenti sarebbe andato da lei. Non meritava di essere tradita solo per un po’ d’alcool nelle vene, con la prima affascinante sconosciuta che si presentava. Per quanto ubriaco potesse essere aveva ancora un minimo di lucidità. Così respinse indietro la ragazza e si alzò in piedi.

 

Lei lo fissò stupita. “Ma dove stai andando?”

 

“A casa.” Harry barcollò e scrollò con forza la testa, cercando di essere il più sobrio possibile. “Mi dispiace, non posso.”

 

“Non puoi??” fece inorridita la ragazza.

 

Harry raggiunse Ron e lo scrollò per un braccio. “Ron? Ehi, Ron?”

 

Ron scollò le labbra da quelle della sua focosa compagna, voltandosi verso Harry con un’aria esplicitamente seccata. “Ma che vuoi?” brontolò.

 

“Io vado a casa.”

 

“Adesso?! Ma se…”

 

“Senti, io sto andando a casa, punto e basta. Che fai, vieni con me?”

 

“Non ci penso neanche!” Gabrielle fece un largo sorriso e Ron si accigliò. “Ma tu perché…”

 

Harry lo interruppe. “Mal di testa. Ci vediamo a casa.”

 

Ron sbuffò nel vedere il suo migliore amico che usciva in tutta fretta dal Settimo Pentolone, e fu solo per tutto il whisky che aveva mandato giù che non fece nemmeno caso alla scusa che gli aveva dato – un mal di testa di Harry presagiva sempre burrasca, in genere. “E’ un po’ timido.” Disse a Gabrielle, scrollando le spalle.

 

Lei gli strizzò l’occhiolino. “Dove eravamo rimasti?”

 

 

***************

 

 

“Visto come sono venuti bene così?”

 

Ginny fece un passo indietro e rimirò orgogliosa il suo lavoro: i capelli di Hermione erano venuti ancora meglio del solito, grazie al suo speciale shampoo nuovo avevano perso anche l’ultimo residuo di crespo ed erano rimasti lunghi, morbidi, riccioluti e lucenti. Era tutta la sera che si dedicavano al proprio aspetto: su suggerimento di Ginny avevano deciso di passare una notte insieme a casa di Hermione all’insegna della femminilità, e dopo due ore di maschere di bellezza, capelli, bagno rilassante coi sali e manicure i risultati si cominciavano a vedere.

 

Hermione si guardò allo specchio e sorrise. “Sai che potresti tranquillamente fare la parrucchiera?”

 

Ginny sorrise soddisfatta e si sedette sul letto che la madre di Hermione aveva aggiunto nella stanza, stringendosi le ginocchia al letto e liberandosi dalle pantofole. “Nah, sarei sprecata…devo trovare una professione che mi interessi e mi tenga impegnata solo la mattina, senza togliere neanche cinque secondi al mio tempo con Harry.”

 

Hermione spense la luce, lasciando accesa solo la lucetta sul comodino, e salì sul suo letto accoccolandosi nel suo confortevole pigiama invernale. “La vostra storia sta andando più che bene.” Le disse con dolcezza. “Lo vedo da come state sia tu che lui. Sembra quasi che abbiate un mondo tutto vostro, una specie di rifugio dalle brutte cose del mondo.”

 

Ginny fece un sorriso sognante. “E’ la cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la vita. A volte quasi non ci credo…voglio dire, Harry è sempre stato il principe azzurro dei miei sogni fin da quando ero piccola, e ora che è realtà mi sembra ancora più un sogno.”

 

“Sapessi come gli stai facendo bene tu.” Hermione si sistemò con le gambe all’indiana e il cuscino stretto fra le braccia. “Ti ricordi come reagiva prima Harry alle sofferenze, no? Invece stavolta…beh, glielo leggo negli occhi che non è disperato.”

 

“Harry ha molto bisogno d’affetto.” Mormorò dolcemente Ginny. “Ho scoperto che le coccole, la fisicità in generale, gli fanno molto bene. In questo modo invece di chiudersi nel suo dolore ti apre il cuore completamente. E si lascia aiutare.”

 

Hermione strinse a sé il cuscino. “Deve essere stupendo arrivare a questi livelli di intimità con la persona che ami.”

 

“Oh, altrochè!” esclamò allegramente Ginny. “E Adam, invece? Perché non mi parli un po’ di lui, di voi due…?”

 

Hermione sorrise brevemente. “Adam è molto…possessivo, anche se lo nega. E ha molto bisogno del contatto fisico anche quando siamo in pubblico, il che a volte può essere imbarazzante. Sai com’è…già parlano tutti di me perché sono l’unica ragazza, ci manca solo che comincino a mettere in giro altre voci.”

 

Ginny sbattè gli occhi. “Hermione, da quanto tempo state insieme?”

 

“Mh…due settimane, più o meno.” Le rispose malinconicamente l’amica.

 

“Ok, stavolta con meno entusiasmo però.”

 

Hermione rise e scosse la testa. “No, scusa…è che sono state due settimane un po’ difficili.”

 

Ginny rimase in silenzio per un minuto. “A te piace Adam?”

 

Hermione inarcò le sopracciglia. “Come? Certo che…”

 

“Non ti ho chiesto se è carino, simpatico o intelligente.” La interruppe Ginny. “Ti ho chiesto se ti piace in quel senso. Se ti fa sentire i brividi per la schiena.”

 

Hermione esitò. “Si…credo di si, si.”

 

Ginny scosse la testa. “Sai cosa credo io? Io credo che Adam ti piaccia molto, ma che in realtà sia solo una scappatoia.”

 

Hermione spalancò occhi e bocca. “Come?! Questo non è vero!”

 

“Da quanto tempo tu e Ron non vi parlate?”

 

“E questo che c’entra, scusa?”

 

“Tu rispondi e basta.”

 

Hermione si passò una mano fra i capelli e rispose in un soffio. “Due settimane.” Ginny inarcò un sopracciglio. “Adam non ha niente a che vedere con il mio rapporto con Ron, e la questione è chiusa.”

 

Ginny sospirò. “Perché fai finta che tra te e Ron non sia successo niente, Hermione? Non puoi pretendere di dimenticare tutto in una volta sette anni di amicizia così intensa, e non puoi nemmeno fingere di aver superato il male che ti ha fatto perché io so che non è così.”

 

Hermione rimase in silenzio e si accoccolò nel cuscino che teneva stretto fra le braccia. “…io ho bisogno di tempo…”

 

“Anche mio fratello sta soffrendo molto.” Disse piano Ginny. “Si vede chiaramente. Se prima avevo dei dubbi, ora sono certa che è completamente pentito per quello che ha fatto.”

 

Hermione abbassò lo sguardo. “…lo so…sono due settimane che cerca di avvicinarmi, ma io lo allontano sempre.”

 

“Perché non lo lasci spiegare, Hermione?” provò accoratamente Ginny.

 

“Perché ogni volta che lo guardo in faccia mi tornano in mente le sue parole e la ferocia con cui le ha urlate. E nessuno potrà mai togliermi l’idea che pensava quello che diceva.” Hermione aveva la voce che le tremava. “Lo sai anche tu, Gin. Nessuno potrà mai assicurarmi il contrario.”

 

Ginny si morse le labbra. “Forse lui può.” Hermione scosse la testa, stringendo gli occhi. “Io invece sono convinta che devi dargli la possibilità di rassicurarti, di farti capire che è stato tutto uno stupido errore.” Hermione non rispose. “Tu…vuoi fare pace con lui, vero?”

 

“Io…”

 

“Hermione, è il tuo migliore amico, ti vuole un bene dell’anima!”

 

“Non lo so più quello che voglio!” Hermione sembrava veramente confusa. “Certo che mi manca Ron, però lui…mi fa stare sempre male, perciò forse stiamo meglio così tutti e due.”

 

“Io non penso proprio!” fece energicamente Ginny. “Andiamo…lui sembra uno zombie, tu non riesci nemmeno a goderti la tua relazione con Adam…non sono situazioni salutari queste.”

 

“Col tempo andrà meglio.”

 

“Stai cercando di convincere me o te stessa?”

 

Hermione esitò per un lungo momento, alla fine scosse la testa e si passò una mano fra i capelli. “Non voglio più parlare di questo. Per favore.” Sussurrò.

 

Ginny sospirò. “Ok, come vuoi… ma promettimi che almeno ci penserai su.”

 

Hermione si strinse nelle spalle, ma non rispose.

 

 

***************

 

 

Ron aveva scelto dieci chili di peso per i suoi sollevamenti quella mattina; aveva voglia di sentire i muscoli che gli pulsavano, voleva affaticarsi, sudare, stressare il suo corpo fino a sentire dolore. Perché quello era l’unico modo che aveva per sbattere fuori il dolore psicologico…sostituirlo col dolore fisico. Non riusciva più a trovare un suo equilibrio, non quando Hermione a malapena rispondeva al suo saluto.

 

Quando erano più piccoli e litigavano era diverso. Innanzitutto perché lui non si era mai spinto a farle tanto male, e poi perché…c’era qualcosa di diverso, prima era come litigare con il proprio migliore amico. Ma Hermione era un’amica, una ragazza. E che ragazza. Peccato che lui avesse acquisito questo concetto solo col tempo.

 

E comunque questa volta la colpa era tutta completamente e irrevocabilmente sua. E oltretutto Hermione questa volta non gli aveva risposto urlando o tenendogli testa con prepotenza e rabbia come al solito…era rimasta in silenzio a soffrire, escludendolo da qualunque dialogo o tentativo di rimettere le cose a posto. E così era mille volte peggio.

 

Ron sospirò mentre le gocce di sudore che gli imperlavano il viso gli scivolavano lungo le tempie, e continuò a sollevare i pesi nonostante i muscoli delle braccia gli stessero praticamente urlando di prendersi una pausa.

 

E poi tutto all’improvviso li vide…

 

Da dove si trovava poteva avere una visione chiarissima del corridoio oltre la porta della palestra; Hermione e Adam erano arrivati mano nella mano, parlottando di qualcosa che fece sorridere lei, quindi si fermarono un momento e lui la spinse leggermente contro il muro, mettendole le mani sui fianchi e sussurrandole qualcosa fra i capelli per cui lei sorrise e gli diede uno schiaffetto sulla nuca, guardandosi intorno per un attimo prima di ricevere il bacio che lui le diede.

 

Ron sentì tutto a un tratto i pesi farsi più leggeri…o forse era lui che ci stava mettendo più energia. Ma che diavolo…come si permetteva quello stronzo, come osava baciarla in quel modo?! E perché non se le teneva in tasca quelle dannatissime mani?! Chi lo autorizzava a toccarla in quel modo?! Se c’era uno che si era conquistato il diritto di abbracciarla, quello era lui! Era il suo migliore amico…o almeno lo era stato per sette magnifici anni. Anni in cui se lei gli balzava al collo per abbracciarlo lui cercava di divincolarsi…e ora avrebbe dato il mondo per uno di quegli abbracci. E quell’imbecille la stava tenendo stretta a sé come se fosse una cosa sua. In uno scatto di rabbia Ron sollevò uno dei pesi più in alto, urtando la parete e facendo un brusco rumore.

 

Questo servì a staccare Hermione dall’intensa attività in cui era immersa; si guardò un attimo in giro per essere certa di non essere stata vista, quindi si divincolò gentilmente da Adam mormorandogli qualcosa; lui le rispose annuendo e stampandole un altro piccolo bacio sulle labbra prima di sorriderle ancora e andare finalmente via. Hermione lo guardò mentre si allontanava, poi entrò nella palestra senza alzare lo sguardo.

 

“Ciao.” Disse piano Ron.

 

Lei si voltò di scatto, facendo scivolare istintivamente la mano sulla bacchetta che teneva nel cinturone, poi lo vide e lasciò perdere la bacchetta, irrigidendosi però vistosamente. “Ciao.” Disse in un soffio.

 

Ron si morse la lingua per non urlarle che stava sbagliando tutto, che quell’Adam non la conosceva bene come lui e perciò non aveva alcun diritto di usarla in quel modo, ma per evitare di farla mettere sulla difensiva rimase in silenzio. Ma quando la vide voltarsi per uscire lasciò cadere a terra i due pesi, che atterrarono con un tonfo netto, e fece due passi avanti. “Non devi andartene solo perché ci sono io.” Le disse. “Possiamo anche condividere la stessa stanza senza ammazzarci.”

 

Hermione titubò. “Non…credo che sia una buona idea, Ron.”

 

“Perché?”

 

Lei si sforzò di guardarlo negli occhi…i suoi grandi e profondi occhi blu più tristi che mai. Per quanto si sforzasse di reprimerlo, Hermione gli voleva bene… e vederlo soffrire non le faceva piacere. Sapere poi che quella sofferenza (seppur meritata) gliela stava infliggendo lei era veramente troppo…e Ron la vide uscire in tutta fretta dalla palestra prima di poterla fermare.

 

 

***************

 

 

Nevicava. Quanto adorava la neve…era bello vedere il giardino e il resto del vialone alberato imbiancarsi in una notte. Ed era ancora più bello osservare il lento movimento dei fiocchi bianchi che scendevano giù con una grazia quasi magica.

 

Hermione sospirò e appoggiò la fronte contro la finestra della sua camera. Erano le due di notte, lei era in pigiama al buio seduta sulla panchetta accanto alla finestra, e continuava a guardare fuori la neve come se sperasse di ricevere qualche buon consiglio dal cielo. Non riusciva proprio a dormire, appena si appisolava l’unica cosa che vedeva erano gli occhi di Ron... blu, profondi, intensi, bellissimi…e tristissimi.

 

Valeva veramente la pena continuare quello strazio? Ginny aveva ragione, ci stavano male tutti e due. Ma quanto si sentiva pronta lei a tornare amica di Ron, a rischio di soffrire ancora? Lui era così cambiato, così diverso dal ragazzino un po’ timido e insicuro di Hogwarts. Ora era un uomo… un uomo affascinante, questo bisognava ammetterlo…ma per tutto il resto? Dove era finito quel ragazzino col naso sporco che aveva conosciuto sul treno per Hogwarts tanti anni prima? Possibile che non fosse rimasto neanche un briciolo d’innocenza nel suo cuore? Era triste pensarlo così…

 

Hermione sbattè gli occhi un paio di volte; a furia di guardare fisso nella neve stava cominciando ad immaginare le cose. Vedeva una sagoma muoversi – o per meglio dire barcollare, trascinarsi nella neve – nel suo guardino. Ma quella figura non andava via…si stava trascinando verso la sua porta… dunque non era un’allucinazione!

 

Hermione balzò in piedi, prese la bacchetta e corse di sotto, soffermandosi solo a isolare la stanza dei genitori con un incantesimo insonorizzante e sigillante, quindi arrivò alla porta e tenendo ben stretta la bacchetta in mano guardò nello spioncino…lui?!?... ma che…??Aprì immediatamente la porta.

 

“Ron!!”

 

Era quasi irriconoscibile con tutta quella neve addosso e fra i capelli, e Hermione notò con orrore che indossava solo una maglietta leggera e un pantalone di felpa…probabilmente la roba con cui dormiva la notte. Era terribilmente pallido, con le lentiggini che gli spuntavano ancora di più sul viso, e sembrava disperato.

 

“Oddio…ma cosa ti è successo?”

 

Hermione rimase sconvolta quando se lo vide praticamente crollare addosso, e barcollò bruscamente per riuscire a sostenere il suo peso notevolmente più consistente del suo. Ron rimase col viso nascosto nel suo collo e le braccia strette forte attorno ai suoi fianchi.

 

“Ron, che hai? Parlami!”

 

“…perdonami…” sussurrò lui rauco contro il suo collo. “…ti supplico, perdonami…”

 

Hermione raccolse le energie e sorreggendolo lo aiutò a entrare, chiudendo la porta con una manata e camminando all’indietro fino al divano. “…ok…calmati adesso…siediti qui…” gli disse, cercando di respingerlo indietro per farlo sedere. Ma lui non voleva saperne di staccarsi.

 

“…che cosa ho fatto…” le mormorò, stringendola fra le braccia.

 

“Non ti lascio, non me ne vado…” Hermione gli accarezzò la nuca e la schiena nel più rassicurante dei modi che conosceva. “…siediti qui…sediamoci…”

 

Ron le obbedì, ma l’afferrò per i polsi e se la trascinò sulle ginocchia in modo da poterla abbracciare come stava facendo prima. Hermione trattenne il fiato per un secondo, sentendo un brivido percorrerle la schiena a contatto col suo corpo gelato; c’era così poco a dividere i loro corpi dalla nudità più completa…il solo pensiero la fece arrossire violentemente, ma lei usò questo calore per trasferirlo a lui – che invece stava tremando di freddo – e lo abbracciò a sua volta, passandogli le mani vigorosamente sulla schiena e stringendolo fra le braccia per farlo smettere di tremare. E per tutto il tempo lui continuò a ripetere “perdonami” contro il suo collo.

 

Quando fu soddisfatta di averlo riscaldato almeno il necessario, Hermione gli prese il viso fra le mani e lo spinse dolcemente indietro per poterlo guardare negli occhi. Sembrava sconvolto. “…cos’hai?” gli chiese piano, accarezzandogli una guancia. Lui voltò il viso per baciarle la mano. “Che ti è successo, Ron? Dimmelo…”

 

“…io n-non volevo farti male…quella spada n-non era mia…l’ha detto la voce di usarla…che ti ho fatto, Hermione…sei viva…è tutta colpa mia…volevo fermarmi, ma non ci riuscivo…” Ron continuava a dire cose senza senso una dietro l’altra, e le teneva una mano premuta forte sulla pancia. “…tutto quel sangue…colpa mia…”

 

Hermione realizzò che probabilmente si era alzato dal letto neanche cinque minuti prima, e gli accarezzò il viso. “E’ stato solo un incubo, Ron…sto bene, non mi hai fatto niente…”

 

Ron chiuse forte gli occhi e si strinse di nuovo a lei come un animale ferito in cerca di un rifugio. Sentiva un freddo terribile fin nelle ossa…ma in qualche modo stava passando. Quel freddo spettrale si scioglieva dove lei lo accarezzava, ogni volta che gli passava le mani fra i capelli era come se la circolazione riprendesse fluida e calda come doveva essere. Dopo qualche minuto sentì parte dell’angoscia scivolargli via dal cuore, e riacquistò un po’ della sua capacità di pensare. Si fece leggermente indietro per poterla guardare negli occhi, e quando ci lesse preoccupazione e comprensione sentì tutti i muri crollare, ogni difesa abbattersi da sola.

 

“Stai bene?” gli sussurrò lei.

 

Lui le accarezzò ripetutamente il viso prima di trovare la voce. “Io non voglio più farti soffrire.” Disse piano, guardandola negli occhi. “Sei troppo importante per me. E per questo devi…devi sapere la verità.”

 

Hermione stava faticando a tenere gli occhi aperti, tra la sensazione dei loro corpi così stretti e le sue carezze dolcissime. Annuì leggermente, preparandosi a sentire qualsiasi spiegazione lui avesse da darle.

 

Ron serrò forte gli occhi per un momento, cercando di regolarizzare il respiro. “Non ce la faccio più, Hermione…gli incubi mi tormentano da tanto di quel tempo che non so più…Dio…li vedo tutti morti…Silente, i ragazzi…e ho così tanta voglia di vendetta che non…non la controllo più, Hermione…sta diventando più forte di me…”

 

Hermione si ricacciò in gola le lacrime e gli accarezzò amorevolmente i capelli, massaggiandogli la testa con le dita.

 

“…nei miei incubi io sfogo la mia rabbia su tutto e tutti…certe volte…” Ron aveva la voce rauca e strozzata da un pianto che non voleva saperne di uscire. “…certe volte perfino…Dio mio…” qui chiuse forte gli occhi e voltò bruscamente la faccia dall’altra parte. “A volte faccio del male perfino a te e a Harry…prima io ti avevo…ti avevo…oddio…”

 

Hermione gli prese per l’ennesima volta il viso fra le mani per guardarlo negli occhi. “Non mi hai fatto niente, Ron. Io sono qui.”

 

Ron esitò. “I-io…ero ubriaco quando ti ho detto quelle cose orribili.” Hermione sbattè gli occhi. “Ero ubriaco, lo sono quasi sempre…perché quando bevo non penso, non mi rendo conto di quanto faccio schifo…sono diventato un mostro, una macchina di odio…non ho più sentimenti…”

 

“No, ti sbagli.” Hermione gli accarezzò le guance. “Sei confuso, stai soffrendo…ma sei ancora in tempo, puoi uscirne, puoi fermare tutto questo.”

 

Lui scosse tristemente la testa. “No…faresti meglio a starmi lontana…io faccio male a chi mi vuole bene, e non voglio farti soffrire ancora…non te lo meriti…”

 

Hermione scosse la testa con determinazione. “Non ci penso neanche, Ron Weasley. Io so chi sei, so perfettamente chi sei…e non ti abbandonerò proprio adesso, mi hai capito bene? Ce la faremo insieme, passo dopo passo, ma tu non sarai mai solo.” Ginny aveva ragione: solo lui poteva dimostrarle se le voleva veramente bene o no…e lo aveva appena fatto, con quello sguardo bisognoso di aiuto. Del suo aiuto.

 

Ron esitò e la guardò con gli occhi supplici e gonfi di lacrime che non riuscivano a scendere. “…aiutami…” sussurrò appena.

 

Hermione gli diede un lungo bacio sulla fronte e gli sorrise amorevolmente. “Certo che ti aiuto…sono qui con te, vedrai…andrà tutto bene…” gli rispose piano, sfiorandogli le guance.

 

Ron le appoggiò la fronte sulla sua. “…tu sarai sempre la mia migliore amica…qualsiasi cosa succeda, sarai sempre la mia migliore amica…”

 

“Sempre.” Hermione gli asciugò l’unica lacrima che era riuscita a scivolargli sulla guancia, e gli accarezzò i capelli. “Buttalo tutto fuori, Ron…non ti renderà meno forte uno sfogo…fai uscire un po’ di tutto quel dolore che hai dentro…”

 

A quelle parole appena sussurrate e alle sue carezze amorevoli Ron non riuscì più a resistere: si avvinghiò forte a lei e nascose il viso nel suo collo…e finalmente quelle lacrime ostinate e così a lungo trattenute scesero con forza sulle sue guance e sulla pelle di lei.

 

Hermione lo strinse forte fra le braccia, rispondendo ai suoi singhiozzi con baci sulla testa e carezze amorevoli e premurose, talvolta mormorandogli parole dolci e rassicuranti fra i capelli. Anche lei stava piangendo, ma le sue erano lacrime di gioia…perché finalmente aveva ritrovato il suo Ron, il bambino col naso sporco di King’s Cross che non se n’era andato per sempre, era ancora lì…dentro il cuore di quel ragazzo forte, coraggioso, leale…e spaventato dalle sue stesse emozioni. Hermione sorrise fra le lacrime e gli baciò una tempia. Il suo Ron era ancora lì…e lei lo avrebbe aiutato a costo della vita. Lo avrebbe salvato da se stesso, perché ora sapeva di poterci riuscire.

 

 

***************

 

I am home now

I’ve been waiting forever to find you

I’m not alone now                                                    

Cause you’ve taken in my heart from the cold

All I know is every time I look into your eyes

I’m home, I know…

                                    You’re Where I belong, Trisha Yearwood

 

 

***************************

 

 

 

=) Sono così felice che le cose si siano rimesse un po’ a posto! Buffo, in realtà qui il burattinaio sarei io e quindi potrei decidere tranquillamente che cosa deve succedere nella storia…ma sapete una cosa strana? Questi personaggi sembra proprio che si facciano scrivere da soli, hanno più autonomia di quanto pensassi! =D Beh, la cosa più importante è che Ron stia cercando di rimettere le cose a posto, e da adesso in poi ci saranno alcuni chaps molto allegri in cui vedremo Hermione alle prese con la sua nuova missione, e Ron che cercherà di fare il bravo bambino…si accettano scommesse sulla collaborazione che sarà capace di offrire! ^^

 

Ancora un attimo prima di passare ai thanks (che bello, sono ancora tantissimi!!), ci tengo a chiarire una cosa prima di trovarmi la casella di posta intasata da mail che fanno tutte la stessa domanda: no, Hermione e Ron non si sono messi insieme, hanno semplicemente fatto pace. Il che, secondo me, in un momento come questo è anche mille volte più importante. E poi molta acqua deve ancora passare sotto questi ponti… ^_-

 

Ok, spazio ai thanks! Innanzitutto a Sara Lee, alla mia sorellona in gambissima ( e pazientissima) e ai miei amici. Kisses! Poi:

Giuggy: amore mioooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!! ^^ i tuoi disegni ti stanno facendo ciao dalla parete =D sono certa che con questo chap le lacrimucce si sono asciugate, vero? ^^ Bacissimi!

Luna Malfoy: ah, questi mariti gelosi… ^^ si, direi che sono in molti ad avere il tuo stesso desiderio di impiccare Adam… mia cugina ha votato per la sedia elettrica ^^ Le one shot in genere quando non sono idee mie sono su richiesta…quindi se tu ne vuoi una puoi chiedere qualunque situazione e qualunque personaggio, lasciare al mio cervelluzzo un po’ di tempo per elaborare l’idea…e voilà! =)

Avana Kedavra: grazie mille! Wow, che bel complimento che mi hai fatto! Sono onorata!

Blackmoony: non saprei…vediamo come vanno avanti le cose e come i ragazzi Weasley sapranno! In un modo o nell’altro lo scopriranno tutti…sono piuttosto svegli ^^

Vega: amica! Sono felicissima che la storia ti coinvolga sempre più…contenta che Ron e Hermione hanno fatto pace? Eh eh, ma è solo l’inizio… =) niente si risolve mai facilmente. Quanto a Harry e Ginny…il loro rapporto sarà molto completo, quindi…burrasca e sereno per il futuro! Un big kiss

Eli: super commento da super autrice! =) me onorata! Si, anch’io adoro Harry e Ron e il tipo di amicizia che hanno…si completano a vicenda, sono adorabili. E Ron ce la sta mettendo proprio tutta…merita tutte le coccole del mondo! (specie le mie…^^) Sono felicissima che a te sembri che sta crescendo, perché si, voglio che il suo personaggio si evolva…qui è ancora sbandato, in BAWM 1 ha i contorni più definiti…e noi ce lo faremo arrivare. =) E si, forse tu e Nenè l’avrete vinta per il regalo di Natale…ci sto pensando su! =D Ma in quel caso metà della dedica te la prenderai tu =)

Ele 2: allora abbiamo qualcosa in comune, anch’io adoro i rossi! E sono fiera di affermare che i miei capelli sono naturalmente ramati ^^ (…sono una Weasley onoraria!)

Kiara: povera, come sei disperata! Ooh, scommetto che ora non ti disperi più, eh? =) In realtà Ron si stava complicando la vita, tutto quello che doveva fare per riconquistare l’affetto di Hermione era dirle la verità, proprio come ha fatto con Harry. Non ti ucciderò, cara =) mi sembra che anche tu sei una febbraiosa, no? E allora ci starà bene la tua richiesta! =) kiss kiss

Vale86: e io ci sto prendendo gusto a leggere le tue recensioni! =) Si, facciamo i complimenti a Ron che crescendo sta imparando a contare almeno fino a cinque…e anche a me Molly Weasley fa impazzire! E’ strepitosa!

Danae: =) grazie! Eh si, il fascino ha modi tutti suoi di manifestarsi…^^

Keijei: sorpresa sorpresa! Ron si è fatto perdonare! E io aspetto con ansia di sapere tu che ne pensi! =) Il sito di mia sorella è un gruppo Yahoo, questo qui: http://it.groups.yahoo.com/group/il_favoloso_mondo_di_Harry/

Giuggia89: la tua è un’analisi più che giusta sulla situazione! =) Tranquilla, Corinne ci ha già rotto le scatole per due BAWM su quattro, qui non la voglio! =) Sono felicissima di riuscire ad emozionarti così tanto…è un traguardo che ho sempre avuto ogni volta che ho scritto qualcosa, riuscire a comunicare emozioni mi fa sentire appagata =)

Vale: scrittrice leggendaria! =D (…aggiorna presto, pleeeease! Please con gli occhioni buoni e da cucciolo ^^) povera cara, col bernoccolo in testa…questo chap te lo rimetterà a posto! =) Anche tu sei il mio mito, ma già lo sai =)

Rachel: si, hanno ragione tutti e due…non dividerti, cara, ora si sono schierati tutti e due dalla stessa parte! =) Ma naturalmente siamo ancora all’inizio, hanno fatto pace ma devono sistemare ancora molte cose…diamo tempo al tempo! =) E Molly è fantastica, si! ^^

Kim: tu non sei assolutamente ripetitiva…e io adoro le tue recensioni e le tue storie e le tue locandine! In pratica tutto! =) un bacione

Miyu: tu e le tue interviste doppie mi avete fatto passare dieci minuti di intensa allegria! Fai i complimenti anche a Ran…e corri a scrivere l’altra intervista! Vai, corri corri! =)

Eva: …pensa quanto è difficile per me che non ci ho litigato farlo strapazzare così! ;_; è stata dura scrivere la scena dell’ultimo chap fra lui e Hermione, così come è stato un piacere scrivere l’ultima di questo! =)

Strekon: giovanotto, io sto cominciando a preoccuparmi…che ne hai fatto di ITCC? Devo mandarti un paio di War Mage per assicurarmi che posti in fretta il nuovo chap? Guarda che ti mando Ron, eh? ^^ Scherzi a parte…bentornati dal viaggio a tutti e due! E ora che sei tornato…naturalmente stai per aggiornare, vero? Ci manca Chris! =D

Mony: non ti mettere in ginocchio, sei perdonata! =) Quel bruttone (…l’amatissimo Adam, suppongo ^^) ci sta provando a rubarsi Hermione…ci riuscirà? E quale sarà il suo ruolo ora che Hermione e Ron devono recuperare i pezzi della loro amicizia? Queste sono tutte risposte che troverai di chap in chap! =D bacissimi

Ginny: grande papy! =) No che non sei monotona…fa sempre piacere sentirsi dire le belle cose =) Vedrai che adesso ci penserà Hermione a rimettere in riga Ron! ^^

Ansy: appena ho cinque secondi di tempo farò un salto a leggere la tua storia…sono curiosa!

Lara: mi pare di aver risposto a tutto nella mail! Cmq si, per la gioia di tutte noi fan di Ron, il ragazzo ha finalmente deciso di mettere la testa a posto! =)

 

Quant’è bello avere tutte queste recensioni…adesso io sorrido…m’ispiro…scrivo…poi controllo se avete recensito…vedo tante belle recensioni…sorrido di più…m’ispiro di più…scrivo di più… =D Ok ok, la pianto…però è vero, eh! A ogni recensione io scrivo più in fretta! (…mamma mia, che ricattatrice…=) ma chi è Draco in confronto a me...^^) Beh, un bacio formato galassia a tutti! Ci si rivede al prossimo chap: “Una formidabile terapia”

 

Sunny

 

Ah no, un attimo! Quasi dimenticavo! A tutti quelli che leggono le mie storie e sono membri del gruppo di Nenè: volate a vedere che capolavori ha disegnato la splendida Giuggy! Sono fanart di BAWM 1, 2 e 3. E sono le migliori che abbia mai visto! Facciamole tutti i complimentoni che merita!

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Capitolo 13
*** Una formidabile terapia ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 13: UNA FORMIDABILE TERAPIA

 

 

There’s nothing I can do

Oh, you’re the one who keeps me warm

You’re my safe place                                                 

From a  world that can be so cruel and cold

You’re my harmor, you’re my shelter

You’re that welcome smile

That lets me know I'm home

You're where I belong

I belong with you

                                   You’re Where I belong, Trisha Yearwood

 

 

***************

 

 

Ron si sentiva in forma come se avesse mangiato un elefante; erano appena le otto del mattino e aveva già avuto un’ora di intensissimo sparring con Harry, e insieme a lui aveva offerto un vero e proprio spettacolo a Liam (che aveva apprezzato molto) divertendosi proprio perché era col suo migliore amico che si stava allenando. E ora che Harry stava facendo la sua ora di magia senza bacchetta, lui si stava ‘rilassando’ tirando pugnali contro il bersaglio a buoni quattro metri di distanza. Cinque tiri, cinque centri. Stava sviluppando dei riflessi da aquila.

 

Hermione entrò proprio durante il suo sesto centro, e gli rivolse un sorriso che riempì la stanza. Ron si sentì come se si fosse appena svegliato la mattina di Natale: contento, allegro…e amato.

 

“Eccoti qui!” esclamò felice lei, sollevandosi sulle punte dei piedi per stampargli un bacio sulla guancia che fece sentire Ron in paradiso. Quanto gli mancava tutto questo calore umano…

 

“Ehi, dov’eri?” le chiese con un sorriso, procedendo al recupero dei suoi pugnali.

 

Hermione scrollò le spalle. “Adam ha chiesto il mio aiuto per una ricerca.” Disse sbrigativamente, liquidando in fretta la faccenda. “Ascolta, ho passato tutta la notte a pensarci, ma ora ho una strategia per risolvere il tuo problema.” Fece, emozionata.

 

Ron sorrise mentre staccava i pugnali dal bersaglio: nella sua mente era comparsa l’immagine di una quattordicenne Hermione Granger emozionata e decisa a salvare le sorti degli elfi domestici con la sua sola grinta e forza…un po’ come ora. “Davvero?”

 

Hermione annuì vigorosamente. “Si. Vedi, ho formulato la mia teoria. Tu bevi perché non vuoi sentire le sensazioni che ti danno i tuoi incubi, giusto?”

 

“Giusto.”

 

“Perciò se non avessi gli incubi non avresti bisogno di bere, giusto?”

 

“Giusto.”

 

“Ma noi non possiamo fare niente per i tuoi incubi, perché appartengono al tuo inconscio, giusto?”

 

“Giusto.”

 

“E allora la soluzione è semplicissima…dobbiamo trovare un altro sistema per scacciare quelle brutte sensazioni senza far ricorso all’alcool.”

 

“E come?”

 

Hermione assunse un’aria molto professionale. “Beh, dunque…tanto per cominciare devi promettermi che quando hai un incubo devi venire subito da me, a qualunque ora e in qualunque momento. Non devi assolutamente restare solo.”

 

“Oh.” Ron staccò anche l’ultimo pugnale. “E poi?”

 

“E poi…passiamo un po’ di tempo insieme, da bravi amici. Usciamo, parliamo, ci divertiamo…e così tu non sentirai quelle brutte sensazioni, non ti verrà più voglia di bere, il tuo umore migliorerà sempre di più e tornerai te stesso.”

 

Ron le sorrise, contento di sentirla così presa da lui. “Ci hai lavorato su parecchio, eh? E questa nuova missione come la chiamerai, Schiatta?”

 

Hermione gli lanciò un’occhiataccia. “Era C.r.e.p.a., non Crepa.” Questo fece scoppiare a ridere Ron. “Allora? Che mi dici, il mio programma ti sta bene?”

 

“Benone.” Ron si fece un po’ più serio, ma senza mascherare l’allegria che sentiva in corpo da quando si era alzato.

 

“Perfetto.” Hermione fece un largo sorriso. “Si comincia da stasera, c’è un posto dove vorrei andare con te.”

 

“E quale?” chiese incuriosito lui.

 

Lei scosse la testa con un sorriso. “No, è una sorpresa.”

 

“Non sarà mica una nuova libreria, vero?” Ron rise quando lei gli diede uno schiaffetto sul braccio.

 

“Smettila, se ti dico che ti piacerà puoi fidarti.”

 

Harry rientrò in quel momento nella palestra con un asciugamano attorno al collo, e vedendo i suoi amici che parlavano insieme fece un sorrisetto incredulo e li indicò entrambi. “Non mi dite…voi due… state parlando civilmente?”

 

Ron inarcò le sopracciglia, Hermione mise le mani sui fianchi. “Beh, che c’è di così assurdo?”

 

Harry scosse la testa e rise. “Pensavo che la guerra fredda sarebbe durata ancora mezzo secolo prima che voi due deponeste le armi.”

 

Ron fece un sorriso appagato. “Abbiamo rimesso le cose a posto.”

 

Harry annuì soddisfatto e si avvicinò, passando un braccio attorno alle spalle di Hermione. “Bene. Non mi piace quando litighiamo…io ho solo voi, siete la mia famiglia. E non vi voglio perdere.”

 

“Oh Harry!” Hermione lo abbracciò forte. “Certo che non ci perderai mai…noi ci saremo sempre per te.”

 

“Già, dove vuoi che ti lasciamo, scemo?” Ron gli scoccò un occhiolino fraterno.

 

Harry sorrise e tirò un sospiro di sollievo. “Ah, ora si che si sta bene…”

 

Ron si stiracchiò i muscoli delle braccia. “L’hai detto, fratello. Ora si sta bene eccome.”

 

 

***************

 

 

“Ma questo…è il Tendone delle Delizie di Madama Griselda!” esclamò Ron entrando nel locale. Quasi non riusciva a credere ai suoi stessi occhi mentre si guardava attorno nel piccolo ristorantino pieno di panchette e tavolini, con dei grandi finestroni che davano sulla strada per il palazzo del Ministero, poco distante da lì. Ron fece un sorriso incredulo. “E’…è incredibile! Come sapevi di questo posto?”

 

Hermione scrollò le spalle, felice più che mai di aver ottenuto il risultato sperato. “Ho i miei informatori. Dai, sediamoci.”

 

Scelsero un tavolo vicino alla finestra, e quando la cameriera portò i menù lasciò sul tavolino anche due bibite con tanto di ombrellino.

 

Ron si guardò ancora intorno, e Hermione si sentì gratificata nel vedere il suo viso finalmente rilassato. “Ci venivamo sempre da piccoli qui.” Le disse con un sorriso. “Quando andavamo a trovare papà all’ufficio lui ci diceva di aspettarlo qui, e poi pranzavamo tutti insieme durante il suo spacco. Dio, quanto tempo è passato…sembra una vita fa.”

 

Hermione sorrise e annuì. “Si, me ne ha parlato Ginny una volta.”

 

Ron si rigirò l’ombrellino fra le dita. “Non è cambiato quasi niente…danno ancora l’ombrellino in omaggio. A casa mamma li collezionava perché così poi la domenica ce li metteva sui biscotti che preparava lei.”

 

Hermione sorrise malinconicamente. “Io ti ho sempre invidiato, hai una famiglia meravigliosa. Sapessi quante volte io ho desiderato passare la domenica in santa pace con mio padre e mia madre, ma loro avevano sempre da fare, sempre amici a pranzo o a cena, sempre parenti…e io me ne stavo per fatti miei a leggere. Erano i libri i miei unici amici.”

 

Ron si accigliò leggermente. “Non avevi amichetti, cuginetti che ti facessero compagnia?”

 

“I miei cugini non facevano altro che prendermi in giro per tutto il tempo.”

 

“Povera piccola Hermione.” Ron le strizzò l’occhiolino. “E cosa facevi, li prendevi a botte coi libri?”

 

Hermione scrollò le spalle. “Li ignoravo. Sapevo che anche se mi sentivo molto sola, un giorno un buon amico l’avrei avuto. Almeno uno.”

 

Ron la osservò un momento. Aveva un bel colorito roseo, e se la sua pelle sembrava così liscia solo a vedersi…lui si schiarì la gola e prese il menù. “Allora, vediamo un po’ se…ah, eccolo qua! Ti consiglio lo sformato di pollo, è la specialità del locale.”

 

Anche Hermione diede un’occhiata alla lista. “Mh…e poi vorrei anche questo qui, pane tostato alle olive…uhm, me lo faceva sempre mia nonna quando ero piccola…chissà se regge il confronto.” La cameriera tornò da loro a prendere gli ordinativi, e in meno di una decina di minuti cominciarono ad arrivare le portate.

 

Ron assaggiò immediatamente il suo sformato ed emise un sospiro appagato. “Mmh…avevo dimenticato quanto fosse buono…nessuno sa fare lo sformato di pollo come Madama Griselda, nemmeno a Hogwarts riuscivano a imitarlo.”

 

Hermione, che stava gustando il suo pane con le olive, guardò con curiosità una delle portate. “E questo cos’è?”

 

“Ti piacerà, vedrai.” Ron prese un pezzo di pane e lo immerse nella salsa che stava nel piattino. “E’ una salsa cucinata in modo tipicamente irlandese. Incredibilmente saporita.”

 

Hermione seguì il suo esempio e l’assaggiò. “Mmh…buona! Come la conoscevi?”

 

“Seamus.” Disse semplicemente lui, e un momento dopo scosse la testa con un sorriso malinconico. “Quel buon vecchio donnaiolo…lo sai che a volte mi manca?”

 

“Davvero?” chiese piano lei.

 

Lui annuì. “Si, perché lui e le sue avventure amorose erano divertenti da seguire…anche se eravamo di malumore, lui ci faceva morire dalle risate con le sue battute d’approccio diretto.” Qui rise. “Detto fra noi non era capace di dire una sola cosa che non avesse un doppio senso osceno, aveva una scorta di battutine perverse che sfoderava puntualmente con tutte le ragazze che incontrava.”

 

Hermione ridacchiò. “Io mi ricordo ancora cosa disse a Calì Patil una sera in sala comune.” Si mise più eretta, imitando Seamus. “Ehi bellezza, posso farti uscire un coniglio dal cilindro?” tutti e due scoppiarono a ridere di gusto.

 

 

 

“Aspetta, ce ne sono anche di migliori.” Ron tentò di non ridere per imitare il suo amico. “Mi ricordo che una volta accostò una Corvonero e le disse…io ho una delle scope più lunghe e resistenti di tutta la scuola, ti piacerebbe montarla?” qui risero ancora più forte di prima.

 

“Perché, ti sei scordato quella volta al compleanno di Dean, quando ci provò con Hannah Abbott e lei gli mollò quel ceffone?” Hermione si trattenne dalle risate giusto il tempo necessario, e disse tutto d’un fiato “Ehi piccola, se vuoi prendere un buon voto in Divinazione posso fartele vedere io le stelle.”

 

“Oddio…” Ron,praticamente piegato in due dalle troppe risate,si asciugò le lacrime che gli erano scese a furia di ridere. “…che tipo che era…ci ha provato con tutte le ragazze che gli capitavano a tiro, e ha anche ottenuto un discreto numero di successi, si.”

 

Hermione scrollò le spalle. “Non ci ha provato con tutte, ci ha provato con tutte quelle carine.”

 

Ron scosse la testa. “Nah, alcune volte si è impuntato con certi cessi allucinanti.”

 

“Con me e con Millicent Bullstrode non ci ha mai provato.”

 

“Con Millicent Bullstrode non ci proverebbe nemmeno un cieco.” Ron ridacchiò e assaggiò ancora la salsa irlandese. “Come ti viene in mente di accomunarti a lei, e per giunta mentre stiamo mangiando?”

 

Hermione si guardò le mani. “Non mi sto accomunando a lei, dicevo solo che né con me né con lei…”

 

“Ehi, Seamus sarà stato anche un pervertito ma era pur sempre un amico, ok?” la interruppe lui. “Lo sapeva bene che con te e mia sorella doveva tenere le mani a posto.”

 

Hermione scosse la testa con un piccolo sorriso amaro. “Non avevi bisogno di minacciarlo, non ci sarebbe venuto comunque da me.”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Hermione Granger, stai cercando di dirmi che ti senti brutta?”

 

“Non…brutta.” Rispose Hermione, gesticolando. “Semplicemente…normale, monotona…niente di speciale, insomma.”

 

Ron rise. “Ma sei proprio scema…come ti salta in mente una cosa simile, scusa?”

 

“Non c’è proprio niente da ridere.” Hermione abbassò lo sguardo contrariato, ma un momento dopo si sentì sollevare il mento da una delle sue dita callose.

 

“Ehi.” Le disse serio lui. “Io penso che tu sia molto carina. E non ho ancora incontrato nessuno che abbia degli occhi più belli dei tuoi.”

 

Hermione s’impose di non arrossire mentre continuava a guardarlo in quell’incredibile paio di occhi blu…ma fallì. E sì che sapeva che non poteva fare lo stesso errore di poco tempo prima…erano amici e basta. Dopo un secondo lui ruppe quella specie di trance schiarendosi rumorosamente la gola e offrendole un sorriso amichevole.

 

“E comunque c’è qualcuno che ti trova irresistibile, no?”

 

Hermione si sarebbe presa volentieri a schiaffi da sola: per un momento si era completamente dimenticata di Adam! “Già.” Mormorò, facendo un sorriso timido e passandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

 

Ron esitò, poi fece un sorrisetto e scosse la testa, guardando nel suo piatto. “Incredibile a dirsi, ti sei fidanzata prima di me.”

 

“Fidanzata è una parola grossa…io e Adam…beh…”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Non state insieme?”

 

“Oh si! Si, si, certo che stiamo insieme…” disse subito Hermione. “Si, lui è il mio ragazzo.” E sarebbe preferibile tenere a mente questa cosa in futuro.

 

Ron annuì una volta sola. “Ti piace? Cioè…ti rende felice?”

 

Hermione ci pensò un momento, e le comparve sulle labbra un piccolo sorriso. “Mi fa sentire bene…mi fa sentire amata. E’ una bella sensazione.”

 

“Allora va bene.” Ron guardò attentamente il suo sformato. “E se mai dovesse farti soffrire vienimelo a dire subito, ok? Non voglio che tu stia più male.”

 

Hermione sentì il bisogno di cambiare discorso. “E’ vero quello che ha detto Ginny? Fred ha veramente messo la testa a posto?”

 

Ron fece un sorrisetto. “E ha speso gli incassi di un’intera giornata per comprare l’anello ad Angelina.”

 

“Non vedo l’ora che arrivi il giorno del loro matrimonio. Io adoro i matrimoni. Bei vestiti, belle pettinature, un sacco di amore nell’aria…”

 

“…il buffet…”

 

Hermione si accigliò. “Quanto sei romantico, Ron.”

 

Ron non si disturbò ad ingoiare il boccone che aveva in bocca. “Nominami tre cose che ti ricordi perfettamente dell’ultimo matrimonio a cui hai assistito.”

 

“Beh, vediamo…il vestito della sposa, i fiori della chiesa…e…” qui Hermione chiuse gli occhi e si morse le labbra. “…e quelle tartine di tonno e crema di maionese con la scorzetta di limone sopra…”

 

le labbra di Ron s’incresparono in un sorrisetto. “Lo stomaco ha delle ragioni che il cuore non può capire.”

 

Hermione avrebbe voluto fargli notare che era il cuore e non lo stomaco l’organo in questione, ma la serietà con cui si era pronunciato la fece ridere di gusto, e lui rise forte a sua volta.

 

 

***************

 

 

Harry annotò nel suo diario mentale che un pic-nic con Ginny sotto l’albero del giardino della Tana era al top della sua hit-parade. Per una sera tutti e sette i ragazzi Weasley erano fuori di casa (e questa sembrava davvero magia), i due coniugi senior si erano concessi una cena fuori…e questo aveva lasciato alla giovane coppia una serata tutta per loro.

 

“Mi dispiace che tu ti sia dovuto accontentare del panino.” Fece Ginny, scrollandosi le briciole di pane dalla gonna. “Quando avrò imparato a cucinare qualcosa che non siano tramezzini…”

 

Harry ridacchiò e scosse la testa. “Non fa niente, amore. Era un buon panino, comunque, l’hai preparato molto bene. Il resto verrà col tempo.”

 

Ginny gli stampò un bacio sulle labbra e sorrise largamente. “Ma come fai a essere sempre così dolce?”

 

Harry le fece un occhiolino e si attaccò alla bottiglietta d’acqua, bevendone un sorso. “In confronto a quello che mangiavo dai Dursley, perfino il tuo panino è alta cucina.”

 

Ginny rise e gli tirò la lattina vuota d’aranciata. “Quante storie, vuol dire che la prossima volta cucini tu.”

 

Harry rise e si appoggiò di spalle all’albero. “Nah, non ti conviene. Non sono un granchè ai fornelli. Meglio se impari prima tu.”

 

Ginny si sdraiò accanto a lui, rilassandosi con la testa sul suo petto mentre lui le passava un braccio attorno alle spalle. “Sai, ho deciso che completerò gli studi da autodidatta.”

 

“Si?” mormorò Harry, giocando con una ciocca dei suoi capelli rossi.

 

Ginny annuì. “Si. Mi comprerò i libri e cercherò di finire almeno il programma del sesto anno.”

 

“Mi sembra un’ottima idea.”

 

“E’ anche piuttosto necessaria, se voglio trovarmi un lavoretto.”

 

Harry annuì e chinò la testa per baciarla languidamente, dolcemente, lasciandosi scappare un sospiro quando sentì le sue dita accarezzargli il collo. Ginny sorrise contro le sue labbra e gli diede un bacetto sulla punta del naso.

 

“E’ bello quando non c’è nessuno in giro e siamo solo noi due, vero?”

 

Lui sorrise e la baciò di nuovo. “Si, così sei tutta per me.”

 

Ginny gli passò le mani fra i capelli quando sentì le sue labbra baciarle il collo. “Si…” le scappò un gemito. “…e ora che finalmente anche Ron e Hermione hanno imboccato la loro strada, avremo molto più tempo per noi…”

 

Harry si bloccò e spalancò gli occhi, quindi si tirò indietro. “Che vuoi dire?”

 

Ginny sbattè gli occhi, sorpresa e delusa da un’interruzione tanto brusca. “Harry?”

 

“Perché hai detto che Ron e Hermione hanno imboccato la loro strada?” Harry aveva un’aria inquisitoria.

 

Ginny lo guardò confusa. “Cosa c’è di sbagliato in questo?”

 

“Ron e Hermione sono usciti insieme stasera perché vogliono ritornare a essere grandi amici come una volta, tutto qui.” Fece Harry, accigliandosi.

 

Ginny fece una smorfia. “Si, come no.”

 

“Che cosa cavolo stai dicendo?”

 

Lei inarcò le sopracciglia e si mise seduta, piuttosto seccata dal suo atteggiamento. “Scusa, posso sapere cosa ti prende?”

 

“No, cosa prende a te.” Harry si mise seduto.

 

“Harry.” Sibilò lei. “Fammi capire qual’è il tuo problema, perché onestamente non ti sto capendo.”

 

Harry si passò una mano fra i capelli. “Non capisco perché parli di Ron e Hermione come di una coppia. Non stanno insieme, sono solo amici. Punto e basta.”

 

Ginny era incredula. “Harry, questa filastrocca possono anche cantarsela loro, ma se anche tu la pensi così vuol dire che hai il salame sugli occhi.”

 

“E tu vorresti dire che provano qualcosa l’uno per l’altra?”

 

“No, che sono pazzi l’uno dell’altra già dai tempi della scuola, e che sono troppo testardi per ammetterlo.”

 

Lui incrociò le braccia sul petto e la guardò duramente. “Ron e Hermione non possono stare insieme.”

 

Lei raccolse la provocazione col focoso spirito Weasley che aveva nelle vene. “E perché no?”

 

“Tanto per cominciare litigano in continuazione.”

 

“Perché c’è una tensione elettrica fra loro che non si calmerà finchè non avranno capito e accettato i loro veri sentimenti.”

 

Harry rimase spiazzato per qualche istante. “Beh, non possono capirli.”

 

Ginny scosse la testa, disgustata. “Harry James Potter, non ci posso credere! Sono i tuoi migliori amici e tu non vuoi vederli felici, sei proprio un egoista!”

 

“Il punto è che non sarebbero felici, anzi! Ad andare in frantumi sarebbe solo la loro amicizia, la nostra amicizia!”

 

Ginny scattò in piedi. “Ma come fai a dirlo, scusa?!”

 

Anche Harry si alzò. “Te lo posso assicurare, perché Ron…” si morse la lingua: non poteva dire a Ginny la verità sul conto di Ron, aveva promesso che se la sarebbe tenuta per sè. “…ha la testa ancora troppo incasinata in questo momento.”

 

Ginny inarcò pericolosamente un sopracciglio. “Credevo che volessi bene a Ron.”

 

“E’ più che un fratello per me, per questo non voglio vederlo soffrire! Lui e Hermione non starebbero mai bene insieme, è solo un capriccio ormonale.”

 

Un capriccio ormonale?!?” Ginny era incredula. “Ma se si cercano e si respingono da quando erano solo due ragazzini!”

 

Harry fece una smorfia ironica e scosse la testa, passandosi nervosamente una mano fra i capelli. “Dio, non posso credere che stiamo litigando per loro.”

 

“Non è per loro che litighiamo.” Ribadì dura lei. “E’ per il tuo egoismo che stiamo litigando. E sappi che non mi piaci per niente quando fai così.”

 

Harry la gelò con lo sguardo. “Nemmeno tu, guarda.” E così dicendo alzò i tacchi e si allontanò a passi decisi.

 

 

***************

 

 

“E l’avete fatto camminare per tutto il palazzo con quella scritta dietro la schiena? Non ci credo!”

 

Hermione scoppiò a ridere insieme a Ron. Faceva un freddo tremendo ma lei stava benissimo, non avvertiva alcuna sensazione se non il piacere di camminare con Ron fra le stradine di Hogsmeade. Stavano ridendo da più di dieci minuti a proposito di Percy e di tutti i tiri che gli avevano giocato Fred e George. E Hermione era al settimo cielo, perché sentire la risata spensierata di Ron dopo tanto tempo le scaldava il cuore.

 

Ron scosse la testa con una risatina. “Percy ci è nato con la scritta Coglione sulla fronte, Fred e George la evidenziavano soltanto.”

 

Hermione fece per ribattere qualcosa, ma la sua attenzione fu attirata da una specie di tendone illuminato alla fine della stradina, in cui un uomo calvo e piuttosto in carne si stava sbracciando allegramente. “E quello cos’è?”

 

Il primo istinto di Ron fu quello di mettere mano alla bacchetta, ma si rilassò subito appena vide che stava fissando il tendone di una fiera. “Andiamo a vedere, dai.”

 

Nel tendone l’uomo panciuto e rubicondo si sbracciava e indicava una specie di pupazzo cartonato muscoloso e largamente sorridente, che reggeva in mano una colonna alla cui estremità c’era un grosso campanello mentre alla base stava una specie di piatto in acciaio. “Venite, signore e signori, fatevi avanti!” esclamò il grassone. “Questa sera La Tenda Magica si gloria di riproporvi uno dei più usati giochini del mondo babbano…ecco a voi Mister Muscolo!” e così dicendo fece roteare fra le mani un grosso martello.

 

Un gruppetto piuttosto folto di ragazzi e ragazze si lasciò sfuggire qualche esclamazione. “Ehi, come funziona?” chiese un baldanzoso giovanotto.

 

L’uomo fece un largo sorriso. “Oh, è un gioco molto interessante…niente magia, solo forza. Chi batte il martello sui piedi di Mister Muscolo così forte da far suonare il campanello sul suo sombrero, sarà il campione e il vincitore.”

 

Ron fece una piccola smorfia ironica. “Davvero fanno queste cose i babbani?” chiese a Hermione.

 

Lei annuì. “Ce ne saranno a migliaia di quei cosi sparsi per i luna-park di tutta l’Inghilterra.”

 

“E che si vince?” fece un altro ragazzo.

 

“Gioco babbano, premio babbano. Vedo molte belle signorine qui, questo regalo potrebbe essere ancora più gradito se è il giovanotto che vi accompagna a regalarvelo.” L’uomo agitò la bacchetta e da dietro il bancone si sollevò fluttuando un bellissimo orso di pelouche bianco, grande almeno una trentina di centimetri. Molti “ooh” e “che bello” e “prendimelo, dai!” si sollevarono dal pubblico femminile.

 

Ron si voltò verso Hermione, e la vide osservare con grande interesse il pelouche. “Lo vuoi?”

 

Lei inclinò la testa. “Non mi sembra il caso, Ron.”

 

“Oh bella, e perché?”

 

Hermione sorrise. “Perché stai solo cercando un motivo per mettere in mostra i tuoi muscoli, ecco il perché.”

 

“Sono profondamente offeso.” Ron fece un sorrisetto e indicò con un cenno del capo un ragazzo che si stava commentando nel gioco babbano. “E quello, allora?” il ragazzo fallì, ma nonostante qualche protesta della sua delusa amica il gestore del tendone incitò la piccola folla a battergli ugualmente le mani.

 

“Ma dai, questi ragazzi non passano nove ore su ventiquattro ad addestrarsi, non sarebbe giusto.” Disse Hermione.

 

Ron scrollò le spalle mentre anche il secondo concorrente falliva. “Beh, mica mi voglio mettere in competizione.” Hermione rise, e lo fece anche lui. “Ok, ok…ma non vedi che ci si mettono da soli a figura di merda?” le rispose, indicando un terzo ragazzo molto alto e anche molto magro che si stava lanciando nell’impresa.

 

Hermione inarcò un sopracciglio. “Oh, proprio tu non dovresti parlare. Fino a poco meno di un anno fa eri uno spilungone tutto pelle e ossa.”

 

“Uno spilungone tutto pelle e ossa io?!” Ron fece un sinistro sorrisetto. “Hermione Granger, questa è per caso una sfida?”

 

“Ma piantala.” Lei rise e gli diede una bottarella allo stomaco col dorso della mano.

 

Ron rise per un momento. “Ok, l’hai voluto tu.” Avanzò facendosi spazio fra i ragazzi più avanti, arrivando in tempo per vedere un ragazzo più robusto sfiorare quasi l’ultima tacca prima del campanello.

 

“Oh, peccato! C’eri quasi, figliolo!” fece l’omone dietro il banco, riprendendosi il martello.

 

“Ehi capo, ci provo io.” Ron gli tese la mano.

 

“E’ tutto tuo, ragazzo.” L’uomo gli diede il martello.

 

Un paio di ragazze sgomitarono nelle costole delle loro amiche, bisbigliando qualcosa e sorridendo civettuole. Hermione osservò con interesse Ron sollevare il martello e…

 

DRIIIIN!!!!

 

Si levò un applauso dalla piccola folla, e l’omone disse a gran voce “Ooh, finalmente abbiamo un vincitore!” Ron fece un gran sorriso e mise giù il martello.

 

“Ehi amico, ma che cosa fai, vivi in una palestra tu?” chiese bonariamente un ragazzo.

 

“Più o meno.” Replicò divertito Ron.

 

“Dammi l’indirizzo, tesoro, hai appena fatto risvegliare l’atleta che c’è in me!” fece una ragazza bionda, suscitando più di una risata.

 

Ron prese il suo premio e salutò il suo pubblico con un occhiolino e un cenno della mano, dirigendosi verso Hermione che stava in piedi poco più indietro.

 

Lei lo stava aspettando con le braccia conserte e un’espressione divertita ma anche comprensiva. “Hai finito di fare l’esibizionista?” gli chiese, col suo tipico atteggiamento.

 

Ron sorrise. “Lo prendo come un complimento, lo so che sei avara di lodi.” Le porse l’orso di pelouche. “Tieni.”

 

Hermione spalancò occhi e bocca e fece un piccolo sorriso incredulo. “Vuoi…vuoi davvero darlo a me?”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Pensi che starebbe meglio nella mia stanza?”

 

Hermione prese il pelouche con dolcezza, dapprima sfiorandolo soltanto, poi stringendolo forte a sé. Me l’ha regalato, pensò. L’ha vinto per me…proprio per me…e un attimo dopo gli balzò al collo e gli baciò la guancia, strappando a lui un sorriso enorme e a un gruppetto di ragazzi dietro una serie di fischi, applausi e incoraggiamenti vari.

 

 

***************

 

 

Harry raggiunse di nuovo il grande albero della Tana camminando piano e con le mani in tasca. Si fermò a poca distanza da Ginny, che stava sistemando la tovaglia e le altre cose nel cestino senza alcun entusiasmo. “Vengo in pace.” Le disse piano.

 

Ginny fece una smorfia. “Chissà perché stasera questa parola in bocca a te incute paura.”

 

Harry fece un brevissimo sorrisetto e le sedette accanto. “Mi dispiace di aver litigato con te per una cosa che nemmeno ci riguarda direttamente.”

 

Ginny s’interruppe e lo guardò. “Harry, il ragazzo che amo mi ha appena detto che i suoi migliori amici non hanno il diritto di essere felici insieme solo perché a lui la cosa non piace. E’ una cosa che fa riflettere sul tuo modo di fare.”

 

Lui annuì e si grattò la nuca. “Vuoi la verità?” sussurrò. Lei annuì. “Ho…ho paura, Gin.”

 

Ginny sbattè gli occhi. “Paura tu? E di che?”

 

Harry sospirò. “Senti…ce li ho anch’io gli occhi, va bene? Lo vedo da solo che quei due si attirano come due calamite…e so anche che un giorno o l’altro finiranno insieme, anche se spero non subito perché Ron ha davvero la testa troppo incasinata al momento per stare con una ragazza senza farle del male.”

 

Ginny scosse leggermente la testa. “Allora perchè la cosa ti crea tanti problemi, non capisco.”

 

“Perché ho paura di perderli.” Mormorò piano lui, guardando a terra. “Ho paura che la nostra amicizia andrà a rotoli. Ho paura che se si lasceranno non torneranno più a essere amici. Ho paura che finiranno col trascurarmi così tanto che…tutto quello che abbiamo costruito in tanti anni andrà a pallini in pochi secondi.”

 

Ginny si passò una mano fra i capelli. “Harry, comunque vadano le cose Ron e Hermione non rinuncerebbero mai a te né alla vostra amicizia, è troppo importante per voi.”

 

Harry sospirò. “E’ che…loro due sono stati la prima cosa bella della mia vita. Quando sono arrivato a Hogwarts ero solo e insicuro…loro mi sono stati sempre vicini, non mi hanno abbandonato mai, nemmeno quando hanno verificato di persona che essere miei amici significa giocarsi la vita ogni giorno. Sono diventati la mia famiglia, e anche quando ero solo dai Dursley in qualche modo era più facile, perché sapevo che da qualche parte c’erano due ragazzi che erano disposti anche a morire per me, e che mi volevano bene. Io non voglio perdere tutto questo.”

 

Ginny non si trattenne oltre: si inginocchiò davanti a Harry e lo abbracciò forte, accarezzandogli la nuca. Quello non era il grande Harry Potter, ma solo un ragazzo bisognoso di affetto e amore e punti di riferimento…come la maggior parte degli orfani. “Oh, Harry…” gli sussurrò. “…anche loro ti vogliono un bene dell’anima, e non farebbero mai niente per farti star male. Sono certa che comunque andranno le cose, non permetteranno mai che la vostra amicizia ne risenta.”

 

Harry si fece indietro per guardarla. “Comunque io non voglio che litighino di nuovo in quel modo.”

 

Ginny gli carezzò ripetutamente il viso. “Questo lo sai meglio di me, non possiamo controllarlo noi. Dovranno cavarsela da soli. Augurandosi che non si ammazzino nel frattempo.” Aggiunse con un sorriso.

 

“Anche lui sorrise, e appoggiò la fronte contro la sua. “Meno male che io ho te, comunque vadano le cose.”

 

“Harry, io non sarò mai gelosa della vostra amicizia. Ho supertao già da un pezzo quella fase.”

 

Lui spalancò gli occhi. “Tu sei stata gelosa?”

 

Lei sorrise. “Quando ero piccola si, da morire. Volevo essere a tutti i costi al posto di Hermione, perché lei era sempre con te e perché mio fratello non faceva altro che dire Hermione questo, Hermione quello…” con aria assente gli accarezzò la guancia. “Poi quando lei rimase pietrificata dal basilisco mi resi conto che non c’era modo di prendere il suo posto, che tu e Ron volevate lei e non un’amica qualsiasi, e da allora ho imparato a non essere più gelosa del vostro legame.”

 

Harry fece un sorrisetto e le sfiorò il naso con un dito. “Guarda quante cose si scoprono sulle persone che credi di conoscere.”

 

Lei rise e gli stampò un piccolo bacio sulle labbra. “Siamo ancora in tempo per salvare la serata… mamma e papà non torneranno prima di un’ora.”

 

Harry chinò il viso sul suo, mantenendo un sorrisetto furbo fino all’ultimo secondo. Facciamo valere questi sessanta minuti, allora…abbiamo fatto la guerra, ora facciamo la pace.”

 

 

***************

 

 

Ron guardò Hermione, che camminava al suo fianco stringendo soddisfatta il suo orso di pelouche, e sorrise. Bastava così poco a renderla felice. “Ti piace così tanto?” le domandò.

 

Hermione sorrise e annuì, baciando la testa del pupazzo. Quando Ron l’aveva vinto lei avrebbe creduto che fosse un regalo per Ginny o addirittura Lysa Bloyd, la stupida bionda senza cervello con cui flirtava saltuariamente. E invece no, lo aveva dato a lei…proprio a lei. Per un momento l’aveva fatta sentire così importante che le ginocchia le erano sembrate di gelatina.

 

“Allora, come hai pensato di chiamarlo?” chiese allegro lui, mentre camminavano lentamente lungo il vialetto per casa Granger.

 

“Vuoi che gli dia un nome?”

 

Ron scrollò le spalle. “Ginny dava un nome a tutti i pelouche e le bambole che le comprava papà.”

 

“Mmh…vediamo un po’…” Hermione, continuando a camminare, sollevò l’orso davanti a sé e lo fissò pensierosa.

 

“Perché non lo chiami Archie?”

 

lei rise. “Ma hai una fissazione con questo nome!”

 

“Beh, devo per forza, visto che tu non mi lasci chiamare così il nostro vecchio sacco.”

 

Hermione sorrise e scosse la testa. “Spero solo che non ci chiamerai mai un figlio tuo in quel modo.”

 

“Archie Weasley non suona male.” Ron ci pensò un attimo, poi rise con lei. “Ok, ok…hai vinto, il nome non è Archie.”

 

Hermione si concentrò per un momento. “Virgo.”

 

“Virgo?” Ron non sembrava molto convinto. “Perché?”

 

“Perché è il mio segno zodiacale, perché è indice di purezza e lui è bianco, e perché…mi piace.”

 

Lui scrollò le spalle. “Non è malaccio. Anche se non può competere con Archie.”

 

“No, infatti.” Ridacchiò lei.

 

Quando furono arrivati davanti al cancello di casa sua Hermione si voltò e gli fece un gran sorriso. “Sono stata molto bene stasera.”

 

Ron le rivolse lo stesso sorriso. “Anch’io, davvero. Non mi divertivo così da un bel po’…credi che si possa rifare?”

 

“Tutte le volte che vuoi.” Hermione si accigliò quando vide che lui la stava fissando pensieroso. “Qualcosa non va?”

 

Lui scosse la testa e fece un piccolo sorriso. “No, no, è che…è buffo, ma…per una sera non mi sono sentito tutte le responsabilità della guerra sulle spalle. Mi sono sentito…solo Ron.”

 

“Già.” Anche Hermione aveva un’espressione malinconica. “E’ bello sentirsi come due ragazzi normali che vivono serenamente la loro età.” Lei era così presa a fissare la strada che per poco non sobbalzò quando sentì le labbra di Ron a contatto con la sua guancia per un piccolo ma bellissimo secondo.

 

“Grazie.” Mormorò piano lui. “Sei l’amica più preziosa che abbia mai avuto.”

 

Hermione ringraziò il freddo per aver reso le sue guance già rosse prima del bacio, e abbracciò amorevolmente Ron prima di entrare. “Dormi bene, Ron.”

 

Lui le sorrise e la salutò con la mano prima di vederla sorridere un’ultima volta e rientrare a casa sua. E quella notte quel sorriso fu abbastanza forte da prendere il posto di tutti i suoi incubi.

 

 

*************************

 

 

Eccomi qui!!! =D Avevo promesso un chap più allegro, e così è stato…visto? =) Ma visto che mi sento molto natalizia, e Natale significa bontà…per il prossimo chap sarà ancora tutto molto sereno! ^_- Diamo un po’ d’aria fresca anche a questi poveri ragazzi, no? ^^ Perciò, in onore delle feste in arrivo, il prossimo chap sarà a sua volta molto natalizio

 

Non smetterò mai di ripetere quanto tutte queste magnifiche e dolcissime recensioni mi facciano piacere! Vi adoro tutti, ragazzi! Anzi, con l’occasione vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito la mia più recente one-shot. E ora si passa agli special thanks!

 

Luna Malfoy: sono in molti a non amare più di tanto Adam e Gabrielle, cara! =) Certo che avrai la tua one-shot per il tuo comply…farò in modo che ti piaccia, promesso! E continua a darti da fare con le locandine, sono tutte grandi!

Ci: grazie mille! Anch’io penso che una cosa mi piace solo se trasmette emozioni…e il fatto che posso fartene provare di così forti mi rende molto orgogliosa! =)

Danae: anche a me piace molto Harry, bravo ragazzo! =)

Strekon: io sono un’artista…senti chi parla! =) A proposito…tipregotipregotiprego, consideralo un regalo di Natale…non ci mettere tanto tempo ad aggiornare la tua fantastica storia, Strek, non ci lasciare tutti in attesa! *.* Ok, ok…verità? Mi manca Chris! ^^

Audrey: sei molto gentile! Sono contenta che la storia ti stia entusiasmando. Eccolo qua il nuovo chap! =)

Giuggy: my love! XD Ho visto la tua nuova fanart…o meglio, falle ciao, ti sta salutando dalla parete vicino al mio lettuzzo…=) Ma si può essere così bravi come te? La risposta è semplice, no…tu sei unica! =) *me saltella da tutte le parti all’idea della nuova fanart sullo scorso chap* Ti voglio un mondo di bene!

Blackmoony: eh si, meno male che Hermione e Ron sono tornati amici…ma tranquilla, Harry non tradirebbe mai Ginny. Si è fermato prima perché è un bravo ragazzo! =)

Avana Kedavra: lo sai, le tue bellissime recensioni mi fanno sempre sentire felice…attenta, andrà a finire che poi ci farò l’abitudine e le vorrò trovare sempre! =D Questo rilassante chap dovrebbe esserti piaciuto, visto che delle tue coppie preferite ce n’è in abbondanza! =)

Vega: picciola raffreddata! =D Oww…se può consolarti, anche la Nenè nuota fra i fazzoletti… se me l’attacca le prende! ^^ Sapessi quanto è importante per me il tuo giudizio…che stavolta è talmente positivo che mi ha fatto sorridere per tutto il pomeriggio! =) Ma certo che accetto di essere la tua beta ufficiale, ne sono onorata e sono contentissima che tu abbia rirpreso a scrivere! Ron non è mai stato un bravo bambino (…ma no! ^^), ma stavolta ha tutte le intenzioni di rigare dritto…volere e potere? Chissà! =) Quanto a Harry e Ginny…la maretta c’è sempre ovunque, ma per fortuna è passeggera! Un bacio grande grande grande e natalizio! =D

Kim: un altro amore mio sei tu! =) Quella tua intervista doppia fra Ron e Harry è al momento una delle cose migliori che abbia mai letto, e ricordati di prendere in prestito i miei personaggi ogni volta che vuoi! E’ un onore da tanta scrittrice! =) Ok, aspetteremo per ATTTB (a patto che intanto arrivino altre interviste doppie! ^^)…sono certa che sfornerai un super chap quando sarà il momento! Un bacio spaziale! No, più grande! =)

Angèle: grazie mille per tutte le bellissime recensioni che mi hai lasciato! Sei stata molto gentile. Un’altra storiella…cioè un’altra one-shot? Non saprei…forse molto presto. Che devo dirti, ultimamente la mia testolina sta priducendo idee su idee…sono in sovraccarico! =)

Rachel: anch’io vorrei consolare personalmente Ron, ma a quanto pare Hermione è arrivata prima… ^^ Eh si, Harry mantiene il controllo anche da ubriaco…al contrario di qualcun altro! =) Se Ron righerà dritto? Forse si…magari non completamente…una cosa è certa: ce la metterà tutta. =)

Vale: sapessi quante volte ho avuto la tua stessa idea, ma a quanto pare nel mio schermo un mini Ron proprio non c’è! ;_; …che peccato… Eh, Hermione è partita alla grande con le idee…ha in programma di passare un bel po’ di tempo insieme a Ron per aiutarlo…^^ Siamo tutti in attesissima per il tuo ultimo chap! *sigh…ultimo…* Un miliardo di baci!

Eva: sono d’accordo, Ron è adorabile…mica l’ho già detto, nooo….^^ Adam, eh? Beh… Adam continuerà  a esserci ancora per un bel po’. Perché? Beh, perché lui rappresenta il dito dietro cui Hermione si vuole nascondere… così può stare vicina a Ron senza correre il rischio di ripetere l’errore di lasciarsi andare troppo… ma le cose non vanno mai come uno le programma =D Cmq io sono assolutamente d’accordo con te riguardo all’affermazione di Adam sulla freddezza e sul cinismo…

Milla: no, no, non ti ammazzare! =) Eccolo qua il chap, visto? Ecco, brava…resta viva che è molto meglio! ^^ Quanto anni ho io? Diciassette e mezzo…quasi mezzo. Ok, e due mesi. ^^

Miyu: hai ragione tu, il titolo sta bene per entrambe le coppie… interpreta liberamente! …ehi… voglio un’intervista delle tue! =)

Lara: eh eh…noto che Adam gode di grande simpatia! =) Come dicevo prima, ci vorrà un po’… diamo un po’ di tempo alla povera Hermione, confusa più che mai! Un bacio e salutami Ansy!

Beppe: ^^ sono contenta di drogarti in questo modo! =)

Vale86: anch’io voglio consolare Ron…ah, un giorno lo acchiapperemo per benino! =) Grazie mille per i complimenti!

Kiara: sono contenta di averti fatto piangere una volta tanto di gioia! =) Anch’io sono felice per Ron e Hermione… wow, la mia febbraiosa numero uno diventa maggiorenne! (…prima di me… acc..) Avrai il tuo regalone! =)

Eli: te l’ho già detto negli ultimi dieci minuti che ti adoro? Te lo dico adesso! =) Si, Ginny è stata una gran cosa per Harry…quanto a Ron…io credo che farà il massimo per non tradire la fiducia di Hermione. Bravo bimbo! =) E ora che la loro amicizia diventi sempre più forte…finchè…=D Non ti preoccupare, manca ancora un po’ per la fine…e forse tu e la Nenè mi avete convinto per la storia di Natale, sai? Anzi, in questi giorni ti manderò una mail…Nenè mi ha proposto più idee, e volevo sapere tu quale preferivi! Un kissone!

Ele 2: ebbene si, i miei amici mi chiamano La Roscia… =) Sono un po’ Weasley anch’io! =D Buono studio!

Keijei: sono felice di essere riuscita a farti commuovere! E’ così, Ron è forte ma anche tanto debole…ha bisogno di colmare quelle debolezze e fortificare il suo animo per diventare quello scavezzacollo adorabile del primo BAWM, che già è completo e ben definito. Questo qui sta ancora cercando la sua strada…a ma quanto pare l’ha appena trovata! =) E io non vedo l’ora di leggere la tua nuova recensione! Un bacio sconfinato!

Giuggia89: gira e rigira, ti faccio sempre piangere! =D Uh, figrati a chi lo vieni a dire…anch’io sono un po’ una talpa…ma c’è anche Kiara con gli occhialoni, vero Kia? =)

Mony: ti credo! E ne sono anche molto, molto felice…cioè, non è che sono felice se piangi, eh! ^^ Ma sono felice che ti sia commossa! Ron se la caverà, vedrai…beh, se fosse possibile coccolarlo un po’ in diretta, ma a quanto pare la cosa sembra un tantino impossibile…mannaggia! =) Un bacio grandissimo!

Marilia: non ti preoccupare, sei perdonata! Ciao!

 

Credo di non aver dimenticato nessuno…ma se l’avessi fatto: grazie infinite! =9 Beh, ora devo scappare…ma prima vorrei dire a tutti: BUOOOOON NATALEEEEEE!!!!!!!! =D Ci vediamo alla prossima col nuovo chap “Dio benedica il vischio!” (…eh eh…^^)

 

Sunny

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Capitolo 14
*** Dio benedica il vischio! ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 14: DIO BENEDICA IL VISCHIO!

 

 

The smile on your face lets me know
That you need me
There's a truth in your eyes
Saying you'll never leave me
The touch of your hand says
You'll catch me whenever I fall
You say it best
When you say nothing at all

                                                When you say nothing at all, Ronan Keating

 

***************

 

 

“Mmh…che ne dici di questo color lavanda?” Ginny prese un vestito lungo e scollato color lavanda e lo provò, avvicinandosi allo specchio e controllando se più o meno tra scollatura e lunghezza andava bene.

 

Hermione era dall’altra parte del negozio, e stava guardando con un certo interesse un abito rosso alquanto costoso. Erano più di venti minuti che stavano in quel negozio e scegliere l’abito per la sera di Capodanno, ma nessuna delle due riusciva a fare una scelta. E non potevano più rimandare, perché mancavano due giorni al 31 Dicembre.

 

“Allora, questo secondo te mi sta bene?” Ginny mostrò alla sua amica il vestito color lavanda.

 

“Mmh…orientati su qualcosa di verde o azzurro, sono colori che ti stanno particolarmente bene.”

 

Ginny rimise a posto il vestito e ne cercò un altro fra quelli in esposizione. “Sono così emozionata… questo sarà il primo Capodanno insieme per me e Harry, voglio che sia indimenticabile.”

 

Hermione prese il vestito rosso. “Ancora non riesco a credere alla fortuna che hai avuto.”

 

Ginny sorrise. In effetti aveva avuto un gran colpo di sfacciata fortuna: tutti i suoi fratelli avevano deciso di passare la notte con ragazze e amici, e i suoi genitori – che per una volta avevano pensato che sarebbe stato carino andare a trovare i parenti – le avevano dato il permesso di restare con Harry quando avevano sentito che sorpresa lei voleva fargli.

 

“Ormai ho preparato quasi tutto…”

 

“Lo lascerai a bocca aperta, sarà talmente sorpreso e contento che non avrà parole, ci scommetto.”

 

“Oh, lo spero bene.” Ginny prese un vestito e lo guardò, non particolarmente convinta. “Certo che Adam è proprio uno stronzo.”

 

“Dai, Gin, non è il caso di farla tanto lunga.” Hermione osservò un completino color panna con occhio critico.

 

“Ma come, è il vostro primo Capodanno insieme e lui se ne va a sciare con la sua famiglia?!” replicò stizzita Ginny.

 

“Suo fratello torna dopo un lungo viaggio, è logico che voglia passare un po’ di tempo con lui.”

 

“Secondo me sei troppo comprensiva. Comunque con chi hai deciso di passare la sera della vigilia?”

 

Hermione scrollò le spalle. “Credo che a questo punto andrò alla super festa della mia famiglia che hanno organizzato i miei genitori…proverò a chiedere a Ron se vuole farmi compagnia, ma non so se accetterà.”

 

“Accetterà eccome.” Fece subito Ginny. “Innanzitutto perché pur di passare un po’ di tempo con te si venderebbe le palle, e poi perché non esiste proprio, io devo essere sola con Harry quella sera, un terzo incomodo non è contemplato nel mio programma.”

 

Hermione rise e scosse la testa, poi estrasse dall’espositore un vestito azzurro e lo porse a Ginny. “Questo ti piace?” era a bretelline, lungo fino al ginocchio e con la gonna finemente ricamata.

 

Ginny lo osservò e poi lo prese. “E’ molto bello…e non costa neanche tantissimo! Ok, lo voglio provare… tu quale hai scelto, così andiamo alle cabine?”

 

“Veramente non lo so…”

 

“Stavi guardando quello rosso, no?”

 

“Si, ma costa troppo.”

 

“E allora?”

 

“Come sarebbe allora, i miei genitori mi uccideranno!”

 

Ginny fece un perfido sorriso angelico. “Per che cosa, per aver cercato di renderli fieri della loro bambina davanti a tutti i vostri parenti?”

 

Hermione non potè non ridere. “Guardati, tutti questi anni di piccola di casa ti hanno insegnato tutti i trucchetti dell’arte dell’adulazione, eh?”

 

Ginny scrollò le spalle. “Genitori e fratelli sono come le piante, semini bene e li innaffi e quelli ti ripagano crescendo bene e senza dare problemi.” A questa assurda similitudine entrambe le ragazze risero.

 

Hermione prese il vestito rosso e lo guardò bene. Era lungo, scollato e con le maniche che le coprivano a malapena le spalle. “Non saprei…”

 

“Andiamo, io dico che ti starà d’incanto.” Ginny fece un sorrisetto furbo. “E a Ron piacerà alla follia.”

 

“Tu dici? Non è che poi…” Hermione si accigliò. “Ehi, un momento, che c’entra Ron? Io mi vesto bene per me stessa.”

 

“Si, si…”

 

“Ginny!”

 

“Ho capito! Andiamo a provare i vestiti adesso.”

 

“Ron e io siamo solo amici.”

 

“Si, lo so.” Per il momento, almeno.

 

 

***************

 

 

Ron osservò con aria attenta Hermione che stava salutando Adam all’uscita della palestra; stavano facendo addominali insieme in attesa che Harry finisse le sua ora di magia senza bacchetta, poi il bellimbusto si era presentato lì per salutarla e lei era schizzata fuori a razzo.

 

Ora la stava baciando mentre la teneva fra le braccia, e lei gli stava accarezzando languidamente i capelli. E come si allargava, lui…adesso se ne andava, lasciandola sola per le feste, ma quello che doveva prendere se lo stava prendendo tutto… Bastardo. Ron fu più che lieto quando finalmente lei si allontanò da lui, che con un ultimo sorriso scese giù per le scale.

 

Hermione tornò nella palestra, e con un’espressione un po’ assente si rimise per terra pronta a riprendere i suoi addominali. Ron le si inginocchiò accanto e con una mano le tenne le caviglie a terra mentre lei faceva gli esercizi.

 

“E così è proprio andato via, eh?”

 

“Solo per una settimana.” Hermione continuò con gli addominali. “Non è la fine del mondo…”

 

“Io credevo che avessi dei progetti per la notte di fine anno.”

 

“…lascia perdere, va bene?”

 

Ron rimase in silenzio, in attesa…e dopo un paio di minuti di esercizi Hermione si fermò e si mise seduta, guardando a terra e respirando forte.

 

“…quando l’ho invitato a casa mia alla festa dei miei genitori…beh, ha detto…ha detto che forse era un po’ troppo presto, anche se fosse rimasto.”

 

“Che razza di idiota.”

 

Hermione lo fulminò con lo sguardo. “Lo facevo che facevo meglio a tenere la bocca chiusa.”

 

“Ok, ok, scusami.” Ron annuì e si passò una mano fra i capelli. “Va’ avanti.”

 

Hermione sospirò. “Non c’è niente da dire.”

 

“Ci sei rimasta male?”

 

“No.” Fece incerta Hermione. Ron la guardò e inclinò la testa da un lato. “…ok, si. Mi è dispiaciuto. Solo un pochetto.”

 

Ron storse la bocca. “Lo avevo immaginato.”

 

“Ma non è niente di così grave, avremo tempo e modo di rifarci.” Lei scrollò le spalle.

 

Lui la osservò per un momento; la conosceva troppo bene per non capire che c’era rimasta male, e che ora era tesa per qualche motivo. “Allora, come pensi di passare il Capodanno?”

 

“…ehm…” Hermione si passò una mano fra i capelli. “A questo punto devo andare alla festa dei miei.” Lo guardò, esitando. “Senti, non è che vorresti venirci con me? Lo so che non è proprio la prospettiva ideale, però potremmo anche sgattaiolare via a un certo punto e…”

 

“Ci sto.”

 

“…e oltretutto ci saranno un sacco di cose buona da…che cosa hai detto??” Hermione spalancò gli occhi.

 

Ron sorrise. “Voglio venire con te. la tua presenza mi rilassa, i tuoi genitori mi stanno molto simpatici e mi piacciono le feste, dunque è si.”

 

Hermione fece un gran sorriso radioso. “Mi fa molto piacere.”

 

“Anche Harry sarà dei nostri?”

 

Oddio. “…ehm…Harry?” Hermione si passò nervosamente una mano fra i capelli. “…n-no, veramente credo che Harry abbia degli altri programmi…”

 

Ron si accigliò. “Con mia sorella.”

 

Hermione ingoiò rumorosamente. “Come?”

 

Ron fece una smorfia. “Quanto credi che sia stupido, Hermione? Io gli occhi li uso. Lo vedo da solo che sta succedendo qualcosa tra Harry e Ginny.”

 

“Tu dici?” Hermione si sforzò di fingersi sorpresa. “E che ne pensi?”

 

Ron scrollò le spalle. “Non so esattamente se sono nella fase di approccio o se hanno già… insomma, se già escono insieme…quello che ho capito è che approfittano di ogni istante possibile per passare un po’ di tempo insieme.”

 

Hermione si morse le labbra e si guardò le mani. Non le piaceva affatto non poter essere sincera con Ron. “Questo…ti dà fastidio?”

 

“No, non credo…non proprio, cioè…Harry è anche più che un fratello per me, però Ginny resta sempre la mia sorellina…” Ron si grattò la nuca. “Certo che fra tutti i maschi della terra che vogliono stare con me preferisco Harry, però lui non deve fare come…come tutti gli altri. Nel senso che se si fanno un po’ di compagnia mi va benissimo…ma per il momento non devono andare oltre. Ginny è ancora troppo piccola per questo genere di cose.”

 

A Hermione scappò una risatina incredula. “Ron, tua sorella ha dieci mesi meno di me.”

 

“E allora? Nemmeno tu dovresti fare le porcherie col tuo Adam, se è per questo.”

 

Hermione non potè evitare un sorriso allibito. “Io non faccio le porcherie.”

 

Ron inarcò scetticamente le sopracciglia. “Noo, come l’altra mattina fuori dalla ricezione, dietro l’armadietto dei materiali fuori uso…”

 

Hermione arrossì furiosamente. “Guardone, ecco cosa sei.”

 

Ron rise e  scosse la testa. “Sei proprio una bambina, Hermione.” Ma dicendo così tornò serio e la guardò col suo solito sguardo profondo e penetrante. “Una bambina che aveva ben altri progetti per Capodanno.”

 

Lei abbassò gli occhi e si morse le labbra. “…è una sciocchezza, Ron, davvero. Anche Adam ha le sue ragioni…stiamo insieme da poco più di un mese e io già volevo presentarlo a tutta la mia famiglia al completo. Ho proprio esagerato stavolta.” Mormorò, con un sorriso amaro.

 

Ron tirò su col naso. “Se io stessi con te non ti lascerei sola per le feste.”

 

Hermione si fissò i piedi e prese ad armeggiare con la fibbia degli stivali per non alzare il viso rossissimo. Se io stessi con te…

 

“Ehi ragazzi.” Harry entrò in quel momento nella palestra, accovacciandosi accanto a loro con particolare elasticità; a quanto pareva la lezione era andata a gonfie vele. “Che fate, battete la fiacca?”

 

Ron fece un sorrisetto. “Fatti una sega e datti una calmata, Harry, abbiamo già lavorato abbastanza.”

 

Hermione si alzò in piedi. “Io ho lezione con Lupin. Ci vediamo dopo.” I due ragazzi la salutarono con un cenno della mano.

 

“A parte la mia sega, cosa prevede la tabella?” fece Harry, ancora molto vispo.

 

“Un discorsetto con me.” Ron si fece scrocchiare sonoramente i pugni.

 

 

***************

 

 

Harry ridacchiò ma continuò a farsi tirare da Ginny presumibilmente nel giardino della Tana. Quello sì che si stava rivelando il Capodanno più spettacolare della sua vita: prima Ginny gli aveva dato la bella notizia che sarebbero stati soli, poi si era presentata alla sua porta vestita come una dea, esortandolo a mettersi l’abito più elegante che aveva, quindi lo aveva bendato e tenendogli le mani lo stava portando da qualche parte fuori, all’aria fresca – fredda, a dire il vero – della notte di fine anno.

 

“Tieni duro ancora un po’, ci siamo quasi.” Fece allegramente Ginny.

 

Harry sorrise. “Ehi, fa più caldo…si sta benissimo!” esclamò, sorpreso.

 

“Fa parte della sorpresa, non chiedere altro.” Entusiasta del suo incantesimo per mantenere il clima a loro preferenza, Ginny si fermò un momento per togliersi il cappotto e toglierlo anche a Harry.

 

Lui fece un sorrisetto. “Anche lo striptease fa parte della sorpresa?”

 

“Per quanto l’offerta sia accattivante…per il momento no, ti preferisco vestito.” Ginny gli mordicchiò l’orecchio, ridendo. “Per il momento.”

 

Harry sorrise e cercò di afferrarla a tentoni, ma lei rise e gli sfuggì. “Sei fortunata che sono bendato…”

 

Lei sorrise e gli prese di nuovo le mani. Fecero ancora qualche metro, quindi si fermarono e finalmente Ginny prese ad armeggiare col nodo della sua benda. “Sorpresa…” gli sussurrò all’orecchio.

 

Finalmente la benda scivolò via…e Harry rimase a bocca aperta.

 

Si trovavano nel suo posto preferito nel giardino della Tana: il piccolissimo laghetto sul retro. C’erano candele un po’ dovunque: sui rami del grosso albero, galleggianti sull’acqua, sul prato e soprattutto sul tavolino ornato per una romanticissima cena per due, con tanto di carrello con le portate e vischio sospeso in aria sopra il tavolo.

 

“Buon Capodanno, amore.” Esclamò emozionata Ginny.

 

Harry non riusciva a fare altro che sorridere. “Io…sono senza parole…è tutto fantastico!” e l’idea che lei avesse realizzato tutto questo solo per lui gli riempì il cuore.

 

“Dai, vieni.” Ginny con un sorriso lo condusse fino al tavolo, e lì schioccò le dita; un momento dopo nell’aria si diffuse una dolce melodia.

 

Harry la baciò un momento, poi le strizzò l’occhiolino. “E così stasera siamo al massimo del romanticismo.”

 

“Voglio che sia tutto perfetto.”

 

“E’ già tutto molto più che perfetto.”

 

Ginny sorrise entusiasta e si avvicinò al tavolo per sedersi, ma lui l’anticipò per reggerle la sedia mentre si accomodava. “Come sei galante…” mormorò lei.

 

“Stasera voglio essere un gentiluomo.” Rispose allegramente lui. “Allora, cosa mi hai preparato di buono?”

 

“Oh, un sacco di cose.” Ginny si guardò un attimo intorno e notò che il carrello col cibo era rimasto poco più in là, e subito fece per alzarsi.

 

“No, non ti alzare.” Le disse lui, e lei lo guardò incuriosita. Harry stese la mano col palmo rivolto verso il carrello e si concentrò; mosse leggermente le dita…e il carrello prese a dirigersi lentamente nella loro direzione.

 

“E’ straordinario!” esclamò sorpresa Ginny. Era la prima volta che lo vedeva praticare la sua magia senza bacchetta. “Ti riesce perfettamente.”

 

Harry scrollò le spalle. “Spostare gli oggetti è una cosa abbastanza semplice…il vero problema si pone quando devi lanciare incantesimi veri e propri.”

 

Ginny fece un sorrisetto. “Il mio uomo è pieno di risorse.”

 

“Il tuo uomo sta anche morendo di fame, dolcezza.”

 

Lei annuì. “E adesso…ti farò vedere come sono migliorata in cucina nel brevissimo arco di tempo di due settimane.”

 

 

***************

 

 

Hermione si sistemò per l’ennesima volta i capelli, raccolti in uno chignon elegante ma anche un po’ scomposto da cui scendevano molte ciocche ricciolute che le incorniciavano il viso e il collo. Si guardò ancora allo specchio per verificare che il leggero trucco fosse a posto e finalmente si decise a prendere il vestito che stava appeso all’anta ben aperta dell’armadio, che la proteggeva da occhi indiscreti.

 

“Si può sapere quanto ti ci vuole?” borbottò spazientito Ron. Lui ovviamente era già pronto - in elegante smoking, come gli aveva consigliato lei vista l’occasione – ma la stava pazientemente aspettando seduto sul letto – di spalle, per non vedere niente – molto preso dal cubo ‘magico’ di Hermione, un gioco babbano che avrebbe superato se avesse sistemato tutte le facciate del cubo con dadini dello stesso colore…peccato però che la cosa fosse più facile a dirsi che a farsi.

 

“Ancora un momento…”

 

“La maggior parte degli invitati è già arrivata, è maleducazione se ti presenti a stento cinque minuti prima di mezzanotte.”

 

“Lo so, lo so!” Hermione stava armeggiando disperatamente con la cerniera lampo del vestito. “Ma voglio sembrare decente…ci saranno tutti i miei parenti, inclusa mia cugina Wendy, quella vipera che mi ha sempre dato del maschiaccio.”

 

Ron fece un sorrisetto. “Sai, non è per dare ragione a lei, ma se non avessi quel gran bel paio di tette che ti ritrovi, uno potrebbe anche caderci nell’errore.”

 

“Ma quanto sei divertente.” Fece sarcastica Hermione, troppo impegnata con la lampo del suo vestito per rispondergli a dovere.

 

Ron ridacchiò, continuando a giocare con l’ostinato cubo multicolore. “Dai, datti una mossa, sto facendo i funghi ai piedi.”

 

Hermione emise un sospiro frustrato ed esasperato. “Questa dannata cerniera si è bloccata!”

 

Ron mise giù il cubo. “Se sei decente posso darti una mano.”

 

Hermione esitò. “Ok, vieni qua.” Reggendosi il vestito addosso con un braccio, chiuse l’armadio e restò di spalle.

 

Ron le si avvicinò e le tirò un po’ più giù la cerniera ostinata applicando una leggera pressione, quindi la sbloccò e prese a tirarla su. Nel farlo le sfiorò la schiena, e provò un brivido; com’era morbida e liscia la sua pelle, così diversa dalla sua…e che buon profumo che aveva… Ron si schiarì la gola e fece un passo indietro, senza sapere che anche lei aveva provato lo stesso brivido elettrico. “Ok, sei…sei pronta, adesso.” Balbettò.

 

Hermione si voltò lentamente, e lui trattenne il fiato per un istante. “Come sto?” disse molto piano lei.

 

Ron sbattè gli occhi un paio di volte. “Sei…sei bellissima, Hermione…” riuscì a dirle alla fine, sforzandosi di far sembrare disinvolto il suo sorriso. “L’attesa è valsa la pena, a quanto pare.”

 

Hermione arrossì furiosamente e si voltò di nuovo verso lo specchio. “Tu dici che vado bene? Non lo so, questi capelli non…”

 

Ron le appoggiò le mani sulle spalle e la fece voltare verso di lui. “Ehi, smettila di preoccuparti. Sei troppo nervosa.”

 

Hermione sospirò e abbassò lo sguardo. “E’ solo che…è dall’inizio dell’addestramento che non ho avuto più occasione di vedere questi parenti, e loro hanno sempre avuto da ridire su di me in passato. Vorrei che per una volta non mi guardassero dall’alto in basso.”

 

Ron le sollevò il mento con un dito e le fece un sorrisetto sicuro. “Li lascerai a bocca aperta, vedrai. Si accorgeranno solo che non sei mai stata così bella.” Hermione finalmente gli fece un piccolissimo sorriso timido e lui le strizzò l’occhiolino, porgendole il braccio. “Allora, vogliamo andare a stupire le folle?”

 

Hermione sorrise e si mise a braccetto con lui. “Andiamo.”

 

Ron rimase stupito nel vedere quanta gente c’era nel salone di casa Granger: sapeva che le famiglie del mondo magico erano tutte più o meno imparentate fra loro e quindi ne venivano fuori gruppi alquanto numerosi, ma i Granger erano davvero tanti a loro volta!”

 

I genitori di Hermione erano alla porta, a salutare gli invitati che arrivavano, e vedendoli scendere li salutarono con la mano.

 

“Tesoro, sei bellissima.” Il signor Granger baciò la guancia della figlia, poi strinse la mano a Ron. “Sono contento di vederti qui, Ron.”

 

“Anch’io sono molto contento.” Rispose gentilmente Ron, mentre la madre di Hermione si complimentava affettuosamente con la figlia per il suo abito costoso ma bellissimo.

 

“E il tuo cavaliere stasera è più affascinante che mai.” Mamma Granger squadrò da capo a piedi il ragazzo.

 

Ron le sorrise educatamente in risposta. “Grazie signora Granger, anche lei sta benissimo.”

 

“Coraggio figlioli, andate a divertirvi, questa è una festa.” Esclamò allegramente il signor Granger, e i due ragazzi si allontanarono per entrare nell’affollato salone, facendosi spazio fra le persone.

 

“E’ piuttosto numerosa la tua famiglia.” Fece Ron.

 

“Ci sono sia i parenti di mio padre che quelli di mia madre.” Gli spiegò Hermione. “Detto fra noi…io preferisco la famiglia di mio padre, sono molto meno formali e molto più alla mano.”

 

“Capisco.” Ron si guardò un po’ in giro.

 

Hermione gli indicò con un cenno del capo una donna con un vestito rosa pallido. “Quella è mia zia Annette. Se vuoi il mio consiglio, tieniti lontano da lei: quando saluta la gente lo fa sempre con dei baci disgustosamente appiccicosi.”

 

“Bleah…teniamoci alla larga da lei, allora.”

 

“Quello invece è zio Jerry.” Hermione gli indicò un uomo molto alto, che stava sorseggiando un drink mentre parlava con una ragazza. “E’ il cugino di mio padre. Poveraccio, si fa chiamare Jerry ma il suo vero nome è Geronimo.”

 

“Geronimo?” Ron inarcò un sopracciglio, sorridendo in un modo che lasciava chiaramente intendere che stava per scoppiare a ridere.

 

Hermione sorrise. “Suo padre era fissato con gli indiani.”

 

Ron ridacchiò. “In tal caso gli è andata ancora bene, potevano chiamarlo Penna Bianca o Toro Seduto.”

 

“Pare che ci abbia provato, ma l’abbia fermato sua moglie.” Hermione gli indicò una donna molto anziana sprofondata in una poltrona. “E quella è la mia bisnonna Winnifred. E’ incredibile, ha 106 anni ed è più lucida e più arzilla di mia madre.”

 

“Però, mica male.” Fece Ron con un sorrisetto.

 

“Hermione cara!” i due ragazzi si voltarono: una distinta signora di mezza età e un uomo basso e calvo stavano sorridendo largamente.

 

Hermione fece un sorriso forzato. “Zia Isabel.” Molto gentilmente (e non tanto volentieri) accettò il bacio della zia.

 

“Ma guardala com’è cresciuta lei! Bella, bella, bella di zio!” l’uomo calvo le prese le guance fra le dita, mollandole dei pizzicotti che avrebbero potuto tranquillamente staccarle via mezza faccia. Ron si mise una mano davanti alla bocca e finse un colpo di tosse per nascondere una risata.

 

Quando Hermione riuscì finalmente a staccarsi aveva un sorriso forzato e le guance rossissime.

 

La signora sembrò accorgersi di Ron alla fine. “Oh, e il tuo bellissimo cavaliere chi è, cara? Il tuo fidanzato?”

 

Hermione ignorò la domanda. “Zia Isabel, zio Robert, lui è il mio amico Ron. Ron, loro sono la sorella di mia madre e suo marito.”

 

“Piacere.” Ron strinse educatamente la mano a entrambi.

 

“Sei un compagno di Hermione al college?” gli chiese la zia, sbattendo inutilmente gli occhi.

 

“Scusi?” Ron inarcò un sopracciglio. Hermione gli pestò un piede. “Aah! …aah, si…si, andiamo insieme al…uhm…”

 

“Vi trovo molto bene, sapete?” intervenne subito Hermione.

 

“Oh, anche tu stai molto bene, cara…ma ti trovo un po’ troppo dimagrita…” la zia la squadrò dall’alto in basso. “Troppo pelle e ossa non avrai la grazia di una bella ragazza.”

 

Hermione serrò pericolosamente la mascella, ma si limitò ad afferrare Ron per un braccio. “Si, certo…ora scusateci, ma dobbiamo dare una mano a mamma e papà con gli onori di casa.”

 

“Che perfetta signorina.” Si complimentò la zia.

 

“Bella, bella di zio!” un’altra scarica di pizzicotti.

 

Quando furono finalmente fuori dalla portata dei due bizzarri coniugi, Ron si voltò verso Hermione con un sorrisetto perfido, pronto a mollarle un pizzicotto sulla guancia a sua volta, ma lei lo fulminò con lo sguardo. “Non. Ci. Provare.”

 

Ron rise, poi si schiarì la gola e cercò di tornare serio. Ci riuscì solo dopo qualche tentativo. “Tipi piuttosto…strani.”

 

Hermione, seccatissima, fece una smorfia. “Sono due stronzi.”

 

Ron fece un sorrisetto. “Harry darebbe un braccio per sentire Miss Prefetto Perfetto che dice le parolacce…aspetta che glielo racconti…”

 

Hermione scosse la testa e guardò dritto davanti a sé, ma un momento dopo fece un sorriso genuino e andò ad abbracciare una bassissima vecchietta che la stava salutando con la mano. Ron la raggiunse. “Nonna! Sono così felice di vederti!”

 

“Guardala, la mia bambina!” fece allegramente la nonnetta, accarezzandole il viso. “Ti sei fatta più bella che mai…tutta il nonno, lei, altro che quel brutto muso di suo padre.” Hermione rise, e la nonna sembrò finalmente notare il ragazzo che era con lei. “…e lui chi è?”

 

Ron si chinò un po’ in avanti, porgendo la mano alla signora. “Molto piacere di conoscerla, signora. Io sono Ron Weasley.”

 

La nonnetta spalancò gli occhi. “Ooh…dì un po’, tua madre ti annaffiava i piedi prima di metterti a letto?”

 

Ron ridacchiò, stringendole la mano. “Siamo tutti spilungoni in famiglia, io più degli altri.”

 

“Beh, beati voi! Noi siamo il contrario!”

 

“Non sapevo che venissi anche tu, papà mi aveva detto che eri in campagna.” Fece Hermione.

 

La nonnina scosse la testa. “No, avevo proprio voglia di divertirmi un po’…e sono felice di essere venuta, così finalmente ho conosciuto il tuo fidanzato.”

 

“Come?...” Hermione sbattè gli occhi.

 

Il viso dell’anziana signora si contrasse in un sorriso gioioso. “Ah, tesoro, complimenti vivissimi! Se avessi sessant’anni di meno perderei la testa anch’io per un giovanotto così!”

 

Hermione finalmente capì e scosse freneticamente la testa. “No, no, nonna…non hai capito…”

 

“Signora, veramente noi…” provò Ron.

 

“Certo, certo, ho capito! Volete tenerlo segreto per non essere nell’occhio del ciclone, avete proprio ragione. Sono tutti un ammasso di pettegoli, ma state sicuri che non dirò niente a nessuno.”

 

“Nonna, Ron non è…”

 

“…adorabile? Si, lo vedo!” entusiasta, la nonnetta afferrò Ron per un braccio e lo trascinò bruscamente giù per abbracciarlo. “Sono così contenta che finalmente la mia piccolina ha trovato qualcuno che si prende cura di lei e le vuole il bene che si merita!”

 

Ron fece un sorriso un po’ incerto. “…ehm…si, certo…solo che…”

 

La nonnetta sembrava commossa. “Siete una così bella coppia voi due…mi ricordate tanto quando anch’io conobbi il mio caro marito.”

 

“Nonna…in realtà noi siamo solo…”

 

“…felicissimi e commossi del paragone.” Ron la interruppe sfoderando un gran sorriso, passandole un braccio attorno alle spalle. Hermione rimase con la bocca socchiusa e un’espressione di stupore stampato in viso.

 

La nonna diede un bacio sulla guancia ad entrambi per poi defilarsi in tutta fretta, volendo tenere per sé la sua commozione.

 

Hermione si voltò e appoggiò le mani sui fianchi. “Mi dici perché le hai detto che siamo fidanzati?”

 

Ron scrollò le spalle. “Non mi sembrava molto cortese deluderla, era così contenta…”

 

“Ma che bel gesto altruista…spero solo che non lo vada a raccontare ai miei genitori.” Hermione, che stava guardando oltre la spalla di lui, spalancò gli occhi.

 

“Che c’è?” Ron fece per voltarsi ma lei glielo impedì, trattenendolo per il bavero della giacca.

 

“Non ti voltare!” sussurrò nervosamente. “C’è mia cugina Wendy là dietro!”

 

“E allora?”

 

“Se restiamo fermi così magari non ci vede.”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Hermione, sei a una festa che hanno dato i tuoi genitori in casa tua. Quanto pensi che potrai evitare tua cugina?”

 

“Senti, io non voglio vederla, va bene? E nemmeno tu la devi vedere!”

 

“Questa è bella, e perché?”

 

“Hermione?”

 

“Bingo.” Sibilò fra i denti Hermione, prima di voltarsi. “Ciao, Wendy.” Disse sorridente.

 

Quando Ron si voltò capì perché Hermione non voleva fargli vedere la cugina: era una ragazza bionda con vaporosi capelli che le incorniciavano il bel viso abbronzato e mettevano in risalto gli occhi color ghiaccio, aveva un corpo ben…rifornito nei punti giusti, e un gran bel paio di gambe lunghe…in pratica era uno schianto.

 

Lei gli rivolse un sorriso ammiccante mentre si avvicinava alla cugina. “Hermione…da quanto tempo! Ti trovo bene, sai? Molto magra, ma tutto sommato meglio.”

 

Hermione forzò un piccolo brevissimo sorriso. “Sei abbronzatissima più del solito. Hai passato la mattina sul terrazzo di casa per farti bella?”

 

“No, non ne ho bisogno.” La biondona sollevò il mento con un gesto altezzoso. “Il padre del mio ragazzo tra le varie cose è proprietario anche di un solarium. E’ un gran vantaggio avere fidanzati facoltosi…” tutto in una volta il suo tono si fece falsamente compassionevole. “…oh, ma che sciocca a parlare di ragazzi proprio a te, che non ne hai mai avuto uno…”

 

Hermione serrò la mascella e inarcò un sopracciglio. “Certo, io posso solo immaginare cosa significa stare con un uomo e cornificarlo alla grande mentre lui si aggira nei suoi costosissimi possedimenti.”

 

“Un giorno forse capirai che avere una relazione con un milionario perennemente indaffarato ti lascia moltissimi vantaggi, tra cui quello…di fare anche nuove amicizie.” E così dicendo Wendy guardò di nuovo Ron, muovendo un po’ i fianchi. “…vedi, tesoro, gli uomini sono una razza molto esigente. Vogliono divertimento, eccitazione, fantasia…sentono il bisogno di provare emozioni forti… ma non devi temere, ci sono anche maschi che si accontentano di relazioni normali e un po’ monotone con…ragazze normali che non scalderebbero un pentolino d’acqua calda.” Wendy la squadrò dall’alto in basso.

 

Hermione si morse impercettibilmente il labbro; non voleva dare alla cugina la soddisfazione di essere stata colpita e affondata dalle sue parole…ma in realtà quella vipera aveva centrato il problema. La stava facendo sentire molto squallida…almeno a paragone con lei, almeno fisicamente, almeno davanti a Ron.

 

Ron si accigliò; schianto o no, quella specie di puttanella aveva bisogno di una lezione…e visto il tipo era anche facile intuire come rimetterla nei ranghi. Così passò un braccio attorno ai fianchi di Hermione, stringendola possessivamente a sé. “Tesoro, ma dove hai la testa? Non mi presenti a tua cugina?”

 

Entrambe le ragazze si voltarono a guardarlo sorprese, e Wendy sbattè gli occhi e aprì la bocca un paio di volte. “…come?”

 

Ron le rivolse il suo sorriso più malizioso e affascinante, avendo cura di allargare bene le sue spalle già ben piantate. “Hermione non mi ha parlato molto di te…ti chiami Wendy, giusto? Piacere, io sono Ron, il ragazzo di tua cugina.”

 

Wendy lo squadrò dalla testa fino ai piedi, incredula al solo pensiero che un ragazzo come quello potesse anche solo interessarsi alla sua squallida cuginetta. “…il…ragazzo?...” mormorò in una vocetta stridula.

 

Hermione sentì un sorriso fiero trovare posto sul suo viso, e si voltò per stampare un bacio sulla guancia di Ron. “Scusami, amore, mi sono distratta.”

 

Ron le sorrise largamente, poi diresse la sua attenzione sulla incredula Wendy. “E questo… fortunato milionario? Non ti ha accompagnato alla festa? Beh…spero per te che non abbia le tue stesse…tendenze sociali.”

 

Wendy, inorridita da un simile trattamento al quale non era evidentemente abituata, arretrò. “Beh…mia madre mi sta chiamando, ci vediamo dopo.”

 

Non appena Wendy se ne fu andata, Hermione balzò al collo di Ron e lo abbracciò forte. “E’ una vita che desideravo farlo!! Grazie, grazie!!”

 

Ron ridacchiò e l’abbracciò a sua volta. “Credo proprio che da adesso in poi non ti darà più alcun fastidio.”

 

Hermione continuò a sorridere anche quando si fu staccata da lui. “Grazie mille, Ron…tu non sai quanto ho aspettato questo momento. E’ dai tempi delle bambole che non fa altro che ripetermi che sono banale.”

 

Ron fece una smorfia. “Certo che…adesso capisco perché quando eri più piccola avevi tanto la puzza sotto al naso. Avevi degli standard piuttosto altini da mantenere.”

 

“Che vuoi farci, i parenti non te li puoi scegliere e te li devi pure tenere come sono.” Hermione scrollò le spalle. “Dai, vediamo se riusciamo a mettere qualcosa sotto i denti senza essere braccati.”

 

“Sicuro, e poi tu sei così magra che hai bisogno di mangiare, altrimenti niente fascino femminile e niente cavaliere.” Ron la prese in giro ridendo spudoratamente.

 

Hermione gli lanciò un’occhiataccia. “Spilungone.”

 

“Morta di fame.”

 

Tutti e due scoppiarono a ridere forte.

 

 

***************

 

 

La dolce musica lenta che risuonava nell’aria accompagnava i movimenti dei due innamorati che ballavano abbracciati sotto le stelle. Harry si sentiva al settimo cielo, aveva festeggiato l’arrivo del nuovo anno assieme alla persona più importante della sua vita, e per la prima volta in tanto tempo sentiva di poter chiudere fuori dal mondo che aveva creato con lei tutto quel dolore che l’aveva sempre perseguitato.

 

“A cosa pensi?” gli chiese Ginny, accarezzandogli la guancia con un dito.

 

“A quanto sono fortunato, e a come sto bene con te.” lui le sorrise. “Mi hai fatto una sorpresa bellissima stasera.”

 

Lei gli rispose con un sorriso. “Volevo stare un po’ da sola con te in grande stile.”

 

“E’ stata la serata più bella della mia vita.”

 

“Ne sono felice.”

 

Lui le scansò i capelli dal viso. “Gin, ti amo come non ho mai amato nessuna al mondo…sei l’unica che riesce a farmi sentire così bene. Sei incredibile.”

 

Lei sorrise largamente. “Ti amo anch’io, lo sai. Da sempre.”

 

Continuarono a muoversi dolcemente in sincronia con la musica. “Penso che sarebbe giusto che smettessimo di tenerlo nascosto agli altri.” Disse piano lui.

 

Ginny annuì. “In realtà lo sanno praticamente quasi tutti…i miei genitori e Hermione lo sanno, Bill e Charlie lo hanno capito perfettamente…”

 

“…e mi hanno anche fatto il discorsetto sul rispetto delle donne…”

 

“…quindi ci restano solo i gemelli e Ron.”

 

Harry fece una smorfia. “Che non è né stupido né cieco, e di professione fa l’agente dei servizi segreti.”

 

Ginny spalancò gli occhi. “Vuoi dire…che lo sa? Sa di noi?”

 

Harry scosse la testa. “Non esattamente. Ma l’altra mattina abbiamo parlato di te.”

 

“Di me?...e?”

 

“…e da quello che ho capito, tuo fratello pensa che tu e io ci stiamo avvicinando.”

 

“Quindi non sa che stiamo insieme.”

 

“No, però ha fiutato qualcosa nell’aria.”

 

Ginny esitò, continuando a muoversi lentamente con lui. “E ti è sembrato contrariato?”

 

“Non proprio…mi ha ricordato che tu resti sempre la sua sorellina, che sei ancora piccola…”

 

“…patetico…non crescerà mai.” Ginny scosse la testa.

 

Harry fece un piccolo sorriso. “E’ solo un fratello maggiore che cerca di fare il suo dovere, Gin.”

 

“Si, ma…allora è contrario a noi due?”

 

“Tieni conto che io non gli ho detto niente, gli ho solo lasciato intendere che mi piaci. A lui non disturba l’idea…solo che dobbiamo limitarci a darci la mano e basta, niente baci, sesso neanche a parlarne…”

 

Ginny spalancò occhi e bocca. “Ah, bene! Due asessuati, è questo che dovremmo essere per lui?”

 

Harry ridacchiò. “Più o meno.”

 

Ginny strinse le labbra e sospirò. “Non va bene se lui non sa di noi…è mio fratello, quello che più mi è stato vicino, siamo cresciuti così uniti…non voglio vivere la più bella esperienza della mia vita dicendogli una bugia dietro l’altra.”

 

Harry le baciò la guancia. “Anch’io. E’ il mio migliore amico, sarebbe molto bello condividere con lui tutto questo…ma ora non è il momento. Si sta impegnando molto per rigare dritto…lasciarlo in pace è il minimo che possiamo fare per aiutarlo.”

 

Ginny annuì. “Credo che tu abbia ragione.”

 

“E poi non è contro l’idea di noi due insieme…” Harry scrollò le spalle. “basterà che non ci facciamo vedere da lui in posizioni…compromettenti.”

 

Ginny fece un sorrisetto malizioso e gli strinse il sedere fra le mani. “Il divieto vale anche per le ore notturne?”

 

Harry ridacchiò e la strinse di più a sé. “No, per niente…anzi…dicono che quello che fai il primo giorno dell’anno lo fai per la maggior parte degli altri 364 giorni…”

 

“Ma non mi dire…” Ginny sorrise mentre gli sbottonava lentamente la camicia. “…qualche idea?”

 

Harry le fece un occhiolino. “Più di una, veramente.”

 

 

***************

 

 

Hermione sospirò e guardò il cielo ancora attraversato dai coloratissimi fuochi d’artificio che a mezzanotte avevano accolto l’arrivo del nuovo anno, e rabbrividì quando un soffio d’aria fredda le accarezzò le spalle scoperte. Nonostante facesse freddo rimase lì sul balcone, decisa a non rientrare in casa mentre la festa stava raggiungendo il suo apice.

 

Niente era andato come aveva progettato lei: prima Adam non aveva accettato il suo invito e se n’era andato, poi aveva invitato Ron per stare un po’ insieme e divertirsi…ma avrebbe dovuto ricordarsi che coi suoi parenti non si poteva parlare di divertimento. Prima lo avevano automaticamente etichettato come il suo ragazzo, poi l’avevano sommerso di domande…non era assolutamente così che doveva andare.

 

“Lo sai che per buon augurio si sorride il primo dell’anno?”     

 

Hermione girò la faccia e se lo ritrovò lì, di spalle alla ringhiera del terrazzo, allegro e rilassato…e decisamente più carino del solito.

 

“Credevo che te ne fossi andato.”

Ron inarcò le sopracciglia. “Senza nemmeno salutarti? Hermione Granger, tu mi offendi profondamente. Mia madre mi ha tirato su ben educato, sai. Stavo solo scambiando quattro chiacchiere con tuo cugino Andrew. Sembra che sia appassionato di collezionismo, lo sapevi?”

 

Hermione si strinse nelle spalle. “Non te ne avrei fatto una colpa se fossi scappato…anzi, guarda, mi dispiace.”

 

“Perché?”

 

“E’ stata una festa noiosissima, ti hanno trasformato in un oggetto da museo e ti hanno fatto rompere le scatole a non finire…” lei sospirò. “…sono mortificata.”

 

Ron ridacchiò. “Buffo, perché per me invece è stato molto divertente.”

 

Hermione sbattè gli occhi. “Come?”

 

“Mi è piaciuto conoscere i tuoi parenti…alcuni di loro sono veramente forti, a cominciare da tua nonna. E poi è stato molto interessante fare il ragazzo babbano, ho imparato un sacco di cose da raccontare a papà.”

 

Hermione fece un piccolo sorriso. “Dici davvero?”

 

Ron annuì con decisione. “Certo. E’ l’ennesima volta che mi fai passare una bella serata…e per questo voglio dirti grazie.”

 

Hermione gli prese la mano e intrecciò le dita con le sue. “Se posso aiutarti mi riempie di gioia, lo sai.”

 

Ron le sorrise. “Tu sei l’unica che ci riesce.”

 

Hermione tornò a guardare il cielo, sentendosi tutto a un tratto di buonumore. “Comincia un nuovo anno.”

 

Ron si grattò la nuca. “Ehi, se vuoi fare un discorsetto augurale alle classi, ricordati di avvertirli di evitare il terzo piano.”

 

Hermione gli diede una spintarella e rise con lui. “Ma quanto sei scemo.”

 

Ron fece un sorrisetto losco. “Guarda un po’ chi arriva.”

 

“Ooh, eccovi qui voi due!” esclamò la nonna di Hermione, che per uscire sul balcone aveva avuto il buonsenso di indossare la pelliccia.

 

“Nonna.” Hermione la salutò con un sorriso, e solo allora notò che aveva una piccola confezione di vischio e pungitopo in mano.

 

“Sono venuta a cercarvi perché fino a un momento fa lì dentro c’è stato il bacio sotto al vischio.” Disse allegramente l’arzilla nonnetta. “Lo so che non volete farvi vedere da nessuno, ma è una tradizione e porta bene! Perciò…eccolo qua!” fece, mostrando con orgoglio il vischio.

 

“Ah…ehm…” Hermione esitò. “…vuoi che ci baciamo?”

 

“Ma certo, cara! Porta fortuna!”

 

Ron scrollò le spalle e fece un piccolo sorriso. “Beh, se porta fortuna…”

 

“Bravo figliolo! Il vischio dovrebbe stare più in alto di voi, però…”

 

“Dia qui, signora Granger.” Ron con una mano prese il vischio e lo tenne sopra le loro teste, con l’altra afferrò Hermione per i fianchi e l’attirò a sé.

 

Hermione provò una sensazione di calore e protezione a quel contatto fisico così stretto…arrossì ferocemente all’idea di dover baciare Ron, ma a un certo punto tutta l’ansia si dissolse: lui era veramente il suo migliore amico, con tutto quello che aveva fatto per lei quella sera, e da quando avevano recuperato i rapporti aveva imparato a dividere con lui un’intimità che non aveva con nessun altro…perciò tecnicamente lei aveva voglia di baciarlo, di dimenticare per un secondo cosa questo potesse implicare…un piccolo bacio di affetto…solo di affetto. Si. Così si sollevò sulle punte dei piedi e senza starci troppo a pensare lo baciò in un modo puro e casto ma carico di emozioni…emozioni che a quanto pare non venivano solo ed unilateralmente da lei…

 

Si separarono con un piccolo sorriso un po’ imbarazzato per essersi lasciati trascinare più a lungo del dovuto…e a stento si accorsero della nonnetta che batteva le mani allegramente. Ma senza saperlo pensarono tutti e due la stessa identica cosa: il nuovo anno non era iniziato proprio niente male…

 

 

*************************

 

 

W le nonne =D Che posso dire, lo spirito delle feste mi ha letteralmente travolto! Questo chap è spuntato nella mia testolina così, e perché non inserirlo? ^^ Dal prossimo cominceremo a respirare l’aria di BAWM 1: sarà passato qualche mesetto, i personaggi saranno sempre più simili a quello che diventeranno nel primo BAWM…ma ci sono ancora un po’ di cosette irrisolte, quindi tranquilli perché alla fine manca ancora un po’! ^^

 

Dunque, prima dei thanks…AUGURIIIIIIII!!!!!!!!!! BUON 2004!!!!!! ^_^

 

E adesso si può passare ai thanks, che io non smetterò mai di ripetere quanto mi fanno felice! (grazie in anticipo a tutti quelli che hanno recensito la one-shot della settimana scorsa, e sono stati ancora una volta proprio in tanti! Vi adoro tutti! ^^)

 

Giuggy: amoruccio, le tue fanarty sono sempre più belle…il che sembra impossibile, perché sono già tutte splendide, perciò… =D queste ispirazioni di cui parli mi emozionano all’ennesima potenza! =) te l’ho detto recentemente che ti voglio un mondo di bene? Te lo ricordo adesso =D

Audrey: sei molto gentile! Grazie!

Eli: come previsto, questo chap è stato caramelloso =) Eeh si, Harry e Ginny per quanto possano essere stupendi avranno sempre i loro…momentini…mi è venuta proprio ieri un’idea che…non si può dire ^^ la vedrai a breve, cara Eli, tranquilla! =) E tanti baci dalla Nenè!

Luna Malfoy: io sono sempre in SbavforRon/mode on…mica si nota? =D (*Seamus manca anche a me! Sniff!*) Ma ceeerto che avrai il tuo regaluzzo, cara! Una promessa è una promessa! ^^ Buon saggio e tanti auguri!

Vega: dolcezza, tu mi sorprendi sempre per le tue doti intuitive…e si, è come hai detto tu… abbiamo concesso un po’ di miele a Ron e Hermione perché ne avevano bisogno…ma dal prossimo chap si riprende con la Tequila Bum-Bum! =D Scrivi quando hai tempo…tanto io sono sempre qua! =) Un baciotto

Avana Kedavra: eh eh…Hermione e il suo *amico* fanno progressi…beh, in fondo è una brava ragazza, se crede che Ron sia solo suo *amico* lasciamoglielo credere… ^_- Anche a me è piaciuto molto descrivere la scena di Harry e Ginny…è questa l’idea che mi danno tutti e due, di quelli che litigano per niente, ma fanno pace subito e con intelligenza…beati! ^^ Ma cerrrrto che avrai anche tu il tuo dono! =)

Martyna: la penso come te riguardo a Ron e Hermione, sai? Grazie mille!

Angele: che bello, hai scritto anche tu una tua ffic! Prima della fine della giornata voglio andare a leggerla! E sarà un piacere scrivere per te qualcosa su Ron e Hermione! ^^

Ele 2: tesoro, anche i capelli castani sono belli! Mia sorella pure è castana! Ma sono d’accordo con te, una sbavatina per Ron e la giornata si aggiusta =D

Maeve86: grazie infinite! Sono molto contenta che ti piacciano tutti gli episodi della saga… ti dirò, io non riuscirei a scegliere il mio preferito, ma questa parte della storia mi sta prendendo particolarmente!

Danae: …ma se può consolarti a me non stufa affatto sentirtelo ripetere! =) Ti senti ancora molto intrigata dal chap? ^^

Vale86: hai visto che grande mano ha la nostra Giuggy? Ehi, ma se anche tu disegni sarei ben felice di poter vedere anche i tuoi! Dove posso trovare queste tue belle fanart? O non le hai pubblicate da nessuna parte? Perché in quel caso c’è sempre il sito di mia sorella che è aperto a tutti! ^^

Milla: che bello, sei ancora viva! =) Non svenire, voglio sapere ancora cosa ne pensi! =D Un bacio e ancora auguri

Blackmoony: hola! (…tutte le mie lezioni di spagnolo per corrispondenza!!! =D) Evviva la scuola finita! Magari fosse finita per sempre…dovrei contattare Lucius Malfoy e chiedergli se per Gennaio non ha in programma un saltino alla mia scuola…così vado a fare anch’io il War Mage con Harry e Ron… ^^

Kim: sensazionale autrice? =) Me sempre più felice di leggere quello che scrivi! =) Ooh, senti un po’ chi parla di scrivere bene… *ogni riferimento a Kim è puramente voluto* =D Wow, che bello! Un’altra intervista delle tue dedicata a me! E vai!! =D

Vale: signorinella…quando aggiorni?? =D Sono ancora col fiato sospeso… *sigh, ultimo chap* Si, anch’io trovo che Ron e Hermione siano dolcissimi…quanto a Harry, beh…l’abbiamo sempre saputo che è un peperino il ragazzo! =) Bacissimi!

Sunshine: wow, mi fai sentire quasi famosa! =D Scherzi a parte, sono molto contenta che la pensi così, travolgere/sconvolgere/emozionare/sorprendere sono le cose che più voglio fare nelle mie storie, perciò se ci riesco…è una soddisfazione immensa! Grazie davvero per il bel commento!

Marilia: eh eh…faremo sapere a Ron che anche tu vuoi l’orsacchiotto… (*cough* …non spargiamo la notizia che la mitica Giuggy vorrebbe disegnarci la scenetta… *cough*) Direi che non sei rimasta delusa, no? =)

Lara: ti ho pensato quando ho spedito Adam a sciare fuori dalle p…scatole! =) Ma ancora non ce lo siamo levato di mezzo definitivamente…acc! =) Grazie ancora per le belle parole!

Kiara: si, Kiarussa, Ron sarà anche una testa calda ma Hermione gli importa davvero…ma ti consiglio di seguire con attenzione i prossimi chaps perché…ci saranno degli sviluppi! =)

Keijei: eccoti qui! La penso come te, anche secondo me dopo molta sofferenza deve esserci uno stacco…che col Natale becca il bonus e diventa doppio! ^^ Grazie mille, tesoro, mi fai sentire davvero commossa! Lo yoga ti aveva fatto intuire questo? =)

Miyu: sono molto felice di averti aiutato nel mio piccolo…tantissimi auguri anche a te!

Strekon: … sono ufficialmente in crisi d’astinenza da ITCC ;_; …guarda, vedremo quanto sarò in grado di resistere, ma non ti stupire se un bel giorno ti ritrovi una mia mail che ti supplica per qualche piccola  anticipazione! Dai…da autrice crudele a autore crudele… =D Ehi, la tua domanda è più che giusta: che succederà? Ormai ci siamo quasi, direi…i tempi sono maturi…al massimo un altro chap e butto un altro paio di bombe ^^

Fuffi: accipicchia, tutte in un giorno? Sarà stata una giornata intensa, eh? =) Grazie davvero, sono onorata!

Ginny: non ti scusare! E divertiti in viaggio, mi raccomando! Sono assolutamente d’accordo, tra Ron e Hermione non si capisce chi è più de coccio…^^ Ma tanto, prima o poi..ahahahahah! Non mi scappano! ^^ (…mmh…scatto demenziale…speriamo non sia una roba frequente…)

Eva: Buon Natale e Buon Anno anche a te! Anche a me piace molto scrivere le one-shot, perché così riesco a scrivere tutte le cosette che mi frullano per il cervelluzzo…e mi diverto! =)

 

Angolo della deduzione geniale:

Me + chap nuovo = contentezza

Chap nuovo + voi = recensioni

Recensioni + me = felicità immensa

Felicità immensa + me = tanti tanti nuovi chaps in fretta! ^_-

 

Ancora auguri a tutti, un bacio galattico e arrivederci al primo chap del 2004: “Gelosia, il più strano dei sentimenti…”

 

Sunny

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Capitolo 15
*** Gelosia, il più strano dei sentimenti ***


Questo chap è interamente dedicato a Vega, per il suo compleannuzzo che è passato da poco… mille miliardi di auguri, tesorucci

Questo chap è interamente dedicato a Vega, per il suo compleannuzzo che è passato da poco… mille miliardi di auguri, tesoruccio! E un bacio grande come un grattacielo!

 

 

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 15: GELOSIA, IL PIU’ STRANO DEI SENTIMENTI

 

 

Every time you’re near baby
I get kinda crazy in my head for you
I don't know what to do

And oh baby
I get kinda shaky when they mention you
I just lose my cool                                         
My friends tell me
Something has come over me
And I think I know what it is

                                                           I Think I’m In Love With You, Jessica Simpson

 

 

***************

 

 

Ron controllò con una rapida occhiata se i suoi pugnali erano coperti dall’incantesimo che rendeva le lame inoffensive, senza rallentare la sua camminata mentre si dirigeva nell’aula di armi.

 

Aveva appena finito di fare sparring con Harry, ma mentre il suo amico stava continuando con Ike per esaurire il quarto d’ora rimanente della lezione ad esercitare velocità e riflessi, lui aveva preferito anticipare di un po’ l’ora di armi. Gli prudevano le mani. Ma arrivato sulla soglia della palestra si bloccò e rimase immobile.

 

C’era Hermione nella grande sala; era in ginocchio a terra, con le mani sulle gambe e gli occhi chiusi, e stava respirando lentamente e profondamente. Guardandosi intorno lui capì subito di che esercizio si trattava: quello era uno fra i tanti che avevano reso Hermione così agile – il percorso militare. Era particolarmente duro da superare, e Ron quasi sempre finiva per metterci troppo …entusiasmo… e rompere qualcosa. Lui preferiva allenare la forza bruta, però qualche volta aveva fatto quel percorso. Complicato, intricato e molto, molto gratificante se superato.

 

Hermione si alzò in piedi lentamente, tenendo gli occhi chiusi e le mani sui due pugnali nel cinturone; rimase ferma lì in mezzo, e a un certo punto una specie di boccino d’oro prese a svolazzarle molto velocemente intorno, mentre lei stava immobile e teneva sempre più stretta la mano sull’elsa del pugnale…finchè improvvisamente non sfoderò il pugnale e centrò in pieno la piccola palla volante; solo allora aprì gli occhi, quando tirò indietro il coltello e lasciò cadere a terra l’odioso pallino. In quell’istante comparvero con un sonoro ‘pop’ due grossi fantocci che al posto delle braccia avevano due bastoni di ferro che agitavano minacciosamente; Hermione stava dimostrando la sua grande agilità saltando, evitando e schivando anche all’ultimo momento i colpi. Fu abilissima ad attendere il momento più propizio per prendere a calci i due manichini, facendoli sparire con un altro paio di ‘pop’. Senza fermarsi neanche per un secondo balzò sulla trave accanto al muro e la percorse di corsa, facendo una ruota alla fine e saltando per afferrarsi a uno dei paletti della scala orizzontale sopra la sua testa; attraversò la scala rapidamente, esercitando i muscoli delle braccia e delle spalle, e alla fine si lasciò andare e atterrò giù con una capriola, veloce abbastanza da schivare il fantoccio armato di spada che la stava aspettando. Hermione lo disarmò con un calcio deciso, poi un momento dopo cominciarono a calare dal soffitto dei piccoli sacchi pieni di qualcosa, e lei afferrò i pugnali e li colpì con delle rapide sferzate uno ad uno mentre ancora cadevano. Ne caddero giù parecchi, l’ultimo dei quali alle sue spalle, ma lei si girò di scatto e lo centrò con tutti e due i pugnali, conficcando il sacchetto nel muro mentre ancora perdeva la polvere bianca che conteneva. Non c’era un attimo di pausa: altro ‘pop’, altro fantoccio…stavolta armato di un bastone. Hermione prese il suo, se lo fece roteare in mano e si lanciò all’attacco.

 

Ron rimase fermo lì a guardare. Non riusciva a staccare gli occhi da Hermione: si muoveva in un modo incredibile: veloce, precisa, agile, scattante, decisa…e bellissima. Era una guerriera, eppure aveva una grazia nei movimenti che la rendeva incantevole. Ron si schiaffeggiò mentalmente quando si rese conto che era la sua migliore amica che stava spogliando con gli occhi; ma che poteva farci se il suo corpo stava reagendo come quello di un qualunque maschio diciottenne? Hermione era la cosa più bella che avesse mai visto, perché era splendida ma non fragile, anzi, sembrava forgiata nel fuoco. Aveva un sottile strato di sudore che le imperlava la pelle, il viso leggermente rosso e molto concentrato, i capelli che le stavano scivolando tutti giù dalla coda…in pratica era una visione.

 

Il fantoccio crollò sotto i colpi di Hermione e scomparve con l’ennesimo ‘pop’, lasciando lei a respirare forte e a guardarsi intorno per rendersi conto se la prova era finita o meno. E a Ron venne in mente un modo brillante per sfogare tutta quell’energia che gli si era accumulata in corpo in quegli ultimi minuti.

 

Hermione sentì i passi dietro di sé e un rumore appena udibile di un bastone che veniva sfilato…d’istinto si voltò di scatto e sollevò il bastone giusto in tempo per bloccare la discesa di quello di Ron, che le fece un sorrisetto. Hermione rispose con la stessa espressione vispa e furba che voleva dire una sola cosa: game on.

 

Ron lasciò che fosse lei ad attaccare per prima; Hermione puntò alla spalla, ma Ron parò il colpo girando rapidamente il bastone fra le dita e la attaccò alle gambe; lei saltò il bastone e cercò di approfittare della posizione per prenderlo a un braccio, ma lui fu veloce e respinse con forza il colpo. Hermione non si arrese e si affrettò a sollevare e poi abbassare il bastone, e avrebbe preso in pieno Ron se lui non le avesse bloccato il bastone con una mano per beccarle la coscia col suo. Fortunatamente i due bastoni erano protetti da incantesimi che evitavano qualunque danno dopo gli impatti più gravi, ma questo non tolse a Ron la soddisfazione di fare un sorrisetto fiero.

 

Hermione ripartì subito all’attacco: puntò il bastone in alto, ma all’ultimo momento lo usò per fare leva a terra e tirare un calcio a piedi uniti a Ron, il che le diede qualche metro di vantaggio (avendolo fatto arretrare di qualche passo) per prenderlo con una sonora bastonata sul fianco. Stavolta fu lei a strizzargli l’occhiolino.

 

Ron fece un sorrisetto e si fece roteare in mano il bastone, quindi l’attaccò con una serie di colpi molto veloci e soprattutto potenti, e anche se lei si difese in modo esemplare a un tratto lui cambiò il suo obbiettivo e le centrò le mani con una certa grinta. A Hermione cadde il bastone di mano, ma lei non si arrese: molto rapidamente si abbassò e colpì Ron con un inaspettato calcio alle ginocchia, facendolo cadere e quindi facendo perdere il bastone anche a lui, ma Ron si rialzò a volo per impedirle di recuperare l’arma. E dopo qualche intensissimo attimo di sparring lui riuscì ad afferrarle prima un polso e poi l’altro, voltandola e tenendola di spalle contro il suo petto e a braccia incrociate sull’addome. Lei provò a dimenarsi, ma lui aveva una presa fin troppo salda sui suoi polsi.

 

“Visto?” fece Ron, mentre entrambi ansimavano ancora forte. “Per fortuna c’è ancora qualcosa che noi maschietti sappiamo fare meglio di voi femminucce.”

 

Hermione voltò il viso di lato, ansimando, e si ritrovò a pochi centimetri dalla faccia di Ron. Gli sorrise maliziosamente e sporse il viso in avanti finchè le loro labbra non furono a pochi millimetri di distanza. Ron inarcò un sopracciglio, ma non si mosse. Hermione gli diede un lungo e malizioso preavviso prima di appoggiare languidamente le labbra sulle sue. Lui ci prese subito gusto e allentò la presa…cadendo in pieno nella trappola di lei, che si divincolò e sgomitò nel suo addome, poi lo colpì alle gambe facendolo cadere con un tonfo netto a terra, mentre lei recuperava uno dei bastoni e glielo puntava contro.

 

Hermione, ansimante e coi capelli davanti agli occhi e sul viso, fece un sorrisetto. “Per fortuna che c’è ancora qualcosa che noi femminucce sappiamo fare meglio di voi maschietti.”

 

Ron si rimise in piedi. “Hai barato!” brontolò.

 

Lei abbassò il bastone. “No, ti ho sconfitto.”

 

“No, no! Hai imbrogliato! Mi hai distratto!” protestò lui.

 

Hermione sorrise angelicamente e cercò di rifarsi la coda. “E che colpa ne ho io se tu non sei stato attento? Sbaglio o una delle cose più importanti che ci insegnano qui è a non abbassare mai la guardia?”

 

Ron scosse la testa e fece una risatina incredula. “Che?! Tu sei stata sleale!”

 

“No, è stata in gamba.”

 

I due ragazzi si voltarono di scatto sentendo una terza voce. Liam stava con le braccia conserte e un sorrisetto sornione di spalle al muro della palestra.

 

“E ha appena confermato la mia teoria che una donna War Mage è un’arma letale.” Liam li raggiunse al centro della stanza.

 

“Ma l’hai vista?” protestò Ron.

 

“Oh, l’ho vista eccome, e si è appena meritata una nota di merito per aver superato l’esercitazione più che brillantemente.”

 

Hermione fece un gran sorriso. Ron si accigliò. “Cioè tu vorresti dire che distrarmi con quei modi da sirena e poi fregarmi è valido?”

 

Liam rise e scosse la testa. “Ron, Ron, Ron…l’altro sesso resta la tua unica immensa debolezza. Non ci sono regole in guerra, e i soldati più pericolosi hanno forme da far girare la testa, è soprattutto dalle donne che devi guardarti.”

 

Ron incrociò le braccia sul petto con ostinazione. “Comunque ti ho disarmato prima io.”

 

Hermione rise e scosse la testa. Era divertente guardare Ron quando pestava i piedi come un bambino…ogni tanto scopriva quel tratto nascosto di sé, e il fatto che lo facesse proprio con lei le riempiva il cuore.

 

Qualche minuto dopo li raggiunsero anche Harry, Ike e Natan. Liam si schiarì la gola. “Bene, signori…oggi ci esercitiamo col lancio dei pugnali….inclusi i due super soldati laggiù.” Con un cenno della testa indicò Ike e Natan. “Che ultimamente hanno preso le farfalle.”

 

“Ehi!” fece indignato Ike.

 

“Scusa, Liam, ma perché ancora col lancio dei pugnali?” disse Ron. “Ormai lo sappiamo fare alla perfezione da qualunque distanza.”

 

“Anche con un casino incredibile intorno a te?”

 

Harry si accigliò. “Cioè, che intendi dire?”

 

“Non vi ritroverete a tirare coltelli in uno sfondo di silenzio e calma.” Spiegò Liam. “Quello che voglio capire è se siete in grado di dimostrare la stessa efficienza anche in un contesto di totale casino, tipo su un campo di battaglia.”

 

“E che ci vuole.” Ron scrollò le spalle. “Se sei veramente concentrato tutto il resto neanche lo avverti.”

 

Liam inarcò le sopracciglia. “Vuoi provare tu per primo, Ron?”

 

Ron si andò a posizionare alla consueta distanza di cinque metri dal bersaglio e preparò i suoi pugnali. Liam agitò la bacchetta in un modo strano, e un attimo dopo la stanza rimbombò di fortissimi rumori come di battaglia, tanto forti che fecero sobbalzare i ragazzi. Ron si concentrò sul bersaglio, sforzandosi di non pensare ad altro che a fare centro. Due tiri, due centri.

 

Al terzo lancio Ike cominciò a urlargli forte nell’orecchio, Natan cercò di fargli il solletico dietro le ginocchia (senza sapere che Ron, per quanto assurdo potesse sembrare, era immune a questo tipo di tortura), e Harry ridendo prese a fargli ‘toc toc’ sulla spalla ripetendo “ehi Ron” in quel modo irritante che sapeva bene che innervosiva al massimo il suo amico. Ron rimase accigliato e a malapena serrò di più la mascella, ma continuò a tirare e a fare centro finchè non gli rimase solo un pugnale in mano.

 

Hermione gli si avvicinò lentamente proprio mentre lui prendeva la mira…e gli soffiò leggermente sull’orecchio. Il pugnale si andò a conficcare nel muro alla destra del bersaglio ad almeno due metri di distanza.

 

I tre ragazzi risero forte, Ron mise le mani sui fianchi e guardò torvo Hermione, anche se alla fine gli scappò di ridere. “E’ la seconda volta oggi.”

 

Lei rise e alzò le mani in segno di resa. Liam, dal canto suo, fece un sorrisetto e scosse la testa, tenendo per sé le sue considerazioni sul perché Hermione aveva tanto effetto su Ron.

 

 

***************

 

 

Harry non potè evitare di ridere mentre uscivano dalla palestra stanchi, sudati ma soddisfatti; Ron ancora non aveva digerito il fatto che Hermione lo avesse incastrato per ben due volte, così aveva continuato a romperle le scatole per tutto il pomeriggio. E questo era come…come tornare ai tempi di Hogwarts, quando uscivano stanchi dopo ore e ore di lezione e Ron e Hermione trovavano qualsiasi pretesto per litigare, quasi si divertissero a provocarsi come cane e gatto. Il più delle volte erano irritanti, ma ora era quasi divertente sentirli…in memoria dei bei vecchi tempi. Solo che allora non imparavano a uccidere. Piccolo insignificante dettaglio da nulla.

 

“…allora se io ti vengo dietro e ti tocco il sedere è giusto, no? Almeno secondo il tuo criterio.” Ron fece una smorfia.

 

Hermione alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. “Oh, andiamo! Io non ti ho toccato il sedere.”

 

“Lo spero bene.”        

 

Hermione si voltò e sorrise. “Adam!” lui accolse più che felicemente il piccolo bacio che lei gli stampò sulle labbra. “Avete già fatto tutto? Com’è andata?”

 

Adam fece un sorrisetto e le passò un braccio attorno ai fianchi piuttosto possessivamente. “E brava, io vado in battaglia e la mia ragazza fa la ninfomane, proprio brava.” Lei gli diede uno schiaffetto sul braccio.

 

“Allora, possiamo sapere come cavolo è andata?” Ron era piuttosto ansioso di sapere della missione della mattina: Adam e un gruppo scelto fra Auror e War Mage (solo i più grandi, con gran disappunto di Harry e Ron) avevano avuto il compito di catturare vivi o morto i mangiamorte del gruppo ‘Mani Pulite’.

 

Adam increspò le labbra in un sorriso fiero. “Gordon Parkinson e Annabelle Avery li abbiamo beccati con le mani nel sacco, Edgar Zabini non si aspettava niente e non ha avuto il tempo di reagire, e Lucas Goyle si è ucciso pur di non darci la soddisfazione di catturarlo. Dei due Malfoy il figlio lo stanno sistemando in una confortevole cella ad Azkaban, invece il padre si accontenterà di una fossa scavata quattro palmi sotto terra.”

 

Ron si sentì come se il Natale fosse arrivato in anticipo. “Quei gran figli di puttana hanno avuto quello che si meritavano.”

 

“Avrei voluto essere presente.” Disse Harry. “Mi sarebbe piaciuto accompagnare personalmente il vecchio Draco alla sua nuova adorabile casetta.”

 

“Si è difeso abbastanza bene, ma coi dissennatori è diventato una specie di femminuccia piagnucolosa.” Il sorriso beffardi di Adam si trasformò in una risata strafottente.

 

“Smettila.” Disse severamente Hermione. “Non si ride per cose come queste.”

 

Ron strabuzzò gli occhi. “Cioè non sei contenta che quel bastardo di Malfoy ha pagato per le sue malefatte?”

 

“Sono soddisfatta, certo.” Replicò Hermione. “Ma trovo di pessimo gusto ridere delle sofferenze degli altri, chiunque essi siano.”

 

“Ma noi hanno riso delle nostre lacrime!” ribattè Ron.

 

“E con questo, vuoi scendere al loro livello?” Hermione scosse la testa. “Io voglio restare un essere umano, loro sono solo belve inferocite. E sinceramente ci tengo a mantenere la differenza.”

 

Harry annuì leggermente. “Tu sei una persona migliore di me, Hermione.”

 

“Anche di me.” Disse Ron, per nulla convinto dalle teorie della sua amica.

 

Adam scrollò le spalle. “Io non perderei tanto tempo a pensare a questi porci, piuttosto se devo ridere lo faccio perché abbiamo riportato una bella vittoria.”

 

“Ora che ci penso…” Harry si accigliò. “Voi avete finito qua da noi, giusto?”

 

“Già, noi auror smobilitiamo.” Adam guardò Hermione. “Non potrò più sgattaiolare nei corridoi per stare un po’ con la mia ragazza.”

 

“Che peccato.” Mormorò ironicamente sottovoce Ron, strappando a Harry un sorrisetto.

 

“Scusateci un momento.” Adam girò sui tacchi e si allontanò verso la fine del corridoio con Hermione per mano.

 

Harry si sistemò meglio la sacca sulla spalla. “Beh, noi ce ne andiamo a casa?”

 

Ron buttò a terra il suo borsone, incrociando le braccia sul petto. “Aspetteremo lei.” Disse, piuttosto imbufalito.

 

Harry sbuffò e si appoggiò di schiena al muro. Tanto cercare di far ragionare Ron era piuttosto improbabile, tanto valeva assicurarsi che almeno non combinasse pasticci.

 

 

 

Adam si fermò dietro un angolo e accarezzò col dorso della mano la guancia di Hermione, chinandosi a baciarla un momento dopo. “Ciao.” Le disse con un sorriso quando si furono separati.

 

“Ciao.” Il sorriso di Hermione fu più breve. “Adam, non qui…”

 

“Dai, da domani non avremo più tutte queste possibilità…”

 

“…lo so…però non mi piace che ci vedano…”

 

Adam sbuffò. “Quanto sei noiosa…e io che ti ho pensato tutto il giorno.”

 

Lei sorrise e gli accarezzò una guancia. “Sono felice che sia andato tutto bene, e che tu sia ancora tutto intero.”

 

Adam le circondò i fianchi con le braccia. “Che ne dici di festeggiare insieme stasera? Vorrei uscire un po’ con te, è qualche giorno che mi trascuri…”

 

“No che non ti trascuro…e comunque si, usciamo stasera. Festeggiamo il tuo successo.”

 

Adam si sentì orgoglioso. “Mmh…mi piace quando parli così…tentatrice…”

 

Hermione gli appoggiò un dito sulle labbra per frenarne la discesa. “Se ti bacio mi prometti che farai il bravo fino a stasera?”

 

Adam si limitò a un occhiolino.

 

 

 

Harry guardò ancora l’orologio e sbuffò. “Senti, perché non…oh, oh! Dove vai?”

 

Ron, che fino a un momento prima era rimasto immobile a guardare torvo dritto davanti a sé, si stava incamminando lungo il corridoio con un’aria furiosa che non prometteva niente di buono. “A interrompere questo schifo.” Ruggì.

 

Harry si voltò per capire a cosa si stava riferendo: c’erano Hermione e il suo ragazzo particolarmente impegnati a esplorarsi vicendevolmente la gola, e Adam aveva le mani che dalla schiena della ragazza stavano scivolando particolarmente in basso…

 

“Adesso gliele monco quelle manacce.” Ron fece per avanzare, ma Harry lo fermò trattenendolo per un braccio.

 

“E invece tu te ne resti fermo qui.”

 

Ron guardò con gli occhi ridotti a due fessure prima la mano di Harry sul suo braccio, poi proprio il viso del suo amico. “Come, scusa?” furia completa, ecco cos’aveva negli occhi.

 

“Andare lì ora e fare una scenata sarebbe una cazzata esemplare, perciò calmati e contieniti.”

 

“Cioè a te sta bene quello che sta facendo quel porco?!”

 

“Si dà il caso che quel porco sia il suo ragazzo!” Harry fece un sospiro esasperato. “Senti, quello a me non piace più che a te, ma Hermione è adulta e vaccinata e tutto quello che deve fare se non lo vuole è dire di no; se lui accetta il suo rifiuto tanto meglio, e solo ed esclusivamente se lui insiste anche di fronte a un no noi possiamo andare lì e rompergli le ossa…ma lei non si sta negando, mi pare!”

 

Ron si passò una mano fra i capelli sudati. “La sta usando, cazzo, quel figlio di puttana nemmeno la capisce con quella sua testa da pervertito che si ritrova, e io non gli permetterò di farle del male.”

 

Harry si passò una mano sulla faccia, al massimo della frustrazione. Non riusciva a farlo ragionare. “Dimmi una cosa, chi sei tu per andare lì e fermarli?”

 

“Chi sono?!?” Ron era incredulo. “Io sono il suo migliore amico!”

 

“Esatto, e lui è il suo dannatissimo ragazzo!”

 

“Ma lui non la conosce come la conosco io, non si è guadagnato il diritto di starle vicino!”

 

“Lui ti dirà il contrario.”

 

“Beh, lo vedremo se potrà ancora muovere le mascelle quando avrò finito con lui.” Ron si avviò rabbiosamente verso i due ragazzi.

 

Harry incrociò le braccia sul petto con aria sicura. “Brutta bestia la gelosia, eh?”

 

Ron si bloccò e si voltò di scatto. “Che hai detto?”

 

“Quello che hai sentito. Che secondo me il tuo problema non è tanto una questione di iperprotettività quanto di gelosia.” Harry si congratulò mentalmente con se stesso: pochi avevano il coraggio di punzecchiare così apertamente Ron, che tra la sua impostazione fisica e il suo sguardo perforante quando era furioso faceva paura.

 

Ron si fermò a un passo dal suo amico con le mani sui fianchi, gli occhi ridotti a due fessure e l’aria terribilmente intimidatoria del guerriero che era diventato…e le orecchie rosse del ragazzino un po’ impacciato che era una volta. “Tu sei un voltagabbana.” Sibilò. “E un idiota. Ragioni una merda, non capisci un cazzo, sei un fottutissismo visionario e soprattutto sei un gran coglione.”

 

Harry curvò le labbra in un sorrisetto. “Ce ne vuole uno per riconoscerne un altro, no?”

 

“Ma perché non te ne vai affanculo?!”

 

A dispetto della situazione, Harry scoppiò a ridergli in faccia. Hermione arrivò in quel momento, col viso leggermente arrossito, e vedendo i due ragazzi in quello stato si accigliò. “Che è successo?”

 

Ron le lanciò un’occhiataccia e si avviò dalla parte opposta del corridoio; Hermione guardò Harry, decisamente confusa, ma lui le fece cenno di lasciar perdere e seguì il suo amico. Hermione sbattè gli occhi e si grattò una tempia…ma alla fine lasciò perdere e andò con loro.

 

 

***************

 

 

Tennessee Mynd chiuse l’armadietto delle pozioni medicinali, annotando su una cartellina il numero e la composizione di ciascun farmaco, quando una delle infermiere le si avvicinò.

 

“Dottoressa, c’è bisogno di lei in infermeria.”

 

Tennessee le lasciò la cartellina. “Va bene, ci penso io. Continua tu qui.” La ragazza annuì, e lei si diresse nell’infermeria. Aprì la porta senza guardare… “Allora, chi c’è stavolta?”

 

“Anch’io sono molto felice di rivederla, dottoressa Mynd.” Il viso allegro e vispo di Charlie Weasley comparve nel suo campo visivo.

 

Tennessee sbattè gli occhi un paio di volte: quell’arrogante e sfacciato ragazzo inglese era proprio lì, seduto sul lettino dell’infermeria. “E lei che ci fa qui?”

 

Charlie le fece un gran sorriso. “Vorrei poterle dire che mi sono sfondato la mano per il solo gusto di vederla, dottoressa, ma non vorrei che mi scambiasse per un autolesionista.”

 

Tennessee abbassò lo sguardo sulla sua mano…era coperta di sangue. “Si può sapere che ha combinato?” gli prese la mano per esaminarla. “Non mi dica che è opera di una sua ex.”

 

Charlie rise. “Pensa davvero male di me, non è vero?”

 

Tennessee prese una garza, la bagnò con della pozione disinfettante che stava in una bottiglietta sul tavolino e cominciò a medicargli la mano. “No, perché dovrei dire questo di lei…capitan liso flitto?”

 

“Ohi!” Charlie sussultò quando lei gli pulì la mano piuttosto energicamente.

 

“Scusi tanto.”

 

Charlie fece un sorrisetto. “Non le vado proprio a genio, eh?”

 

Tennessee inarcò un sopracciglio e prese la bacchetta dalla tasca del camice. “Oh, non si lusinghi tanto. Ho troppo da fare per perdere tempo a maltrattarla, capitano.”

 

“Le confesso che lei è la prima donna che mi trova così antipatico.”

 

“E questo per lei deve essere un affronto del tutto nuovo e terribile, posso immaginarlo.” Coi residui di un sorrisetto ironico stampato in faccia, Tennessee medicò il taglio sulla mano di Charlie mormorando un incantesimo a bassa voce.

 

Charlie osservò compiaciuto la pelle della sua mano richiudersi senza lasciare neanche una cicatrice. “Fortuna che come medico è più clemente.”

 

“Faccio solo il mio dovere.” Tennessee rinfoderò la sua bacchetta e rimise a posto la pozione disinfettante.

 

“Magari l’avessi conosciuta quando allenavo draghi in Romania, allora, avrebbe potuto evitarmi la cicatrice di una gran brutta bruciatura.”

 

Lei si accigliò. “Quale bruciatura?”

 

Charlie si tolse la maglietta senza la minima esitazione, rivelando un fisico tonico e asciutto che da solo parlava di ore e ore di durissimo allenamento. “Questa.” Le disse, indicando una piccola zona di pelle più chiara sulla spalla destra.

 

E a dispetto della sua morale, Tennessee stava guardando tutto meno che la bruciatura. Quando alzò gli occhi e vide il sorriso tipicamente maschilista di Charlie, però, capì di essere caduta nella sua trappola. “Scommetto che questo trucchetto funziona con tutte le stupide donne fragili e patetiche che sono impazzite alla vista del suo bel corpo.” Fece con sarcasmo.

 

“Non deve essere così severa con se stessa.”

 

Tennessee avvampò. “Lei è arrogante e presuntuoso, come tutti i ragazzi inglesi.”

 

“E lei è misteriosa e riservata, come tutte le ragazze orientali.” Il sorriso di Charlie rimase integro.

 

Tennessee scosse la testa. “Ma che tipo…”

 

Charlie si infilò di nuovo la maglietta e balzò giù dal lettino. “Sa cosa le dico? Continuando a darmi del lei mi fa sentire un vecchio sessantenne, e questo è terribilmente dannoso per il mio fascino.”

 

Tennessee inarcò un sopracciglio e appoggiò le mani sui fianchi. “E io cosa posso fare per lei?”

 

“Oh, un sacco di cose…ma può cominciare col ricordarmi il suo nome.”

 

“Tennessee.”

 

“Ah, ecco…io invece sono…”

 

“Charlie.” Lei lo vide sorridere maliziosamente. “Non s’illuda…ricordo il suo nome perché la mia amica Aki esce con suo fratello, e ha dovuto spiegarmi chi era dei tre Weasley che lavorano qui.”

 

Charlie annuì soddisfatto. “E dimmi, come ti chiamano gli amici? Ten, Tenny, Sissy…”

 

“Orribile abitudine inglese di storpiare i nomi…mi chiamano col mio nome completo così com’è.”

 

Charlie fece un passo avanti, rivolgendole il suo sguardo più intenso. “E gli amici intimi?”

 

Tennessee resse il suo sguardo. “Non mi chiamano.” Disse con un sorrisetto beffardo.

 

Charlie le rispose con la stessa espressione. “Che peccato…beh, vedremo di ovviare al problema.”

 

Lei ridacchiò e scosse la testa. “Ma non hai il tuo lavoro da riprendere?”

 

Charlie finse un’aria offesa. “In Vietnam siete sempre così gentili quando cacciate qualcuno, o lo prendete anche a calci?”

 

Tennessee rise. “Non mi tentare.”

 

Charlie scosse la testa, ancora ridacchiando, e si avviò alla porta. “Ok, come vuoi…me ne vado. Ma non mi rincorrere perché non torno.”

 

Tennessee lo sentì ridere mentre usciva…e inevitabilmente lo sguardo le cadde sul suo bel sedere alto e ben piantato…senza accorgersene prese a farsi aria con la mano.

 

…dannatissimo arrogante presuntuoso eccitante fascinoso maschio inglese…

 

 

***************

 

 

Hermione si spazzolò pigramente i capelli, seduta davanti alla specchiera nella sua stanza. Sembrava persa nel vuoto mentre continuava a fissare il suo riflesso nello specchio e a passarsi la spazzola fra i capelli ritmicamente. Si era vestita elegante, si era truccata un po’, si stava pettinando i capelli…tutto questo per uscire con Adam. Adam, il suo ragazzo…che tanto le voleva bene, la trattava come una persona importante, bella, speciale…e allora perché da un po’ di tempo non sentiva più tutta quella necessità di vederlo, di stare insieme a lui? Gli voleva sempre un gran bene e stava molto bene in sua compagnia…ma non poteva neanche negare che cercava anche la compagnia di altre persone, come ad esempio…ad esempio Ron. Ma Ron era il suo migliore amico, però! Non doveva perdere di vista la differenza, assolutamente no, perché ci aveva già provato una volta e le cose erano andate in quel modo…no, loro dovevano restare amici per il loro stesso bene.

 

“Hermione?”

 

Lei sussultò. “Mamma?”

 

Il viso sorridente di sua madre fece capolino dalla porta per un attimo. “C’è una visita per te.”

 

Hermione mise giù la spazzola e si voltò. “Adam, sei in anticipo…Ron?”

 

“Wow, che caloroso benvenuto.” Ron era lì in piedi, con le mani ben nascoste nel giaccone, i capelli un po’ scompigliati e l’aria tranquilla.

 

“Non ti aspettavo.” Hermione balzò in piedi mentre la porta della stanza si richiudeva. “Va tutto bene, si?”

 

Ron non la stava più ascoltando, piuttosto la stava squadrando dalla testa ai piedi con un’espressione sorpresa e la bocca socchiusa. “…uhm…”

 

“Che c’è?...ho qualcosa che non va?” chiese timidamente lei.

 

“…no, è che…” Ron fece un sorriso molto breve. “…Dio, quanto sei bella stasera…”

 

Hermione arrossì e sorrise, abbassando gli occhi. “Non dirlo con quella faccia, finirei per crederci.”

 

“Sei impossibile, nemmeno se ti faccio un complimento mi credi.” Lui fece un sorrisetto stanco.

 

“Stai bene, non è vero?” il tono di Hermione si era fatto più serio e premuroso. “Non è che hai avuto qualche incubo?”

 

“Hermione, il fatto che tu sia diventata praticamente la mia psicologa non toglie che resti comunque la mia migliore amica. Posso aver voglia di venire a trovarti senza un motivo preciso?”

 

“No, è che…”

 

“Non ti preoccupare, non rovinerò il tuo appuntamento col principe azzurro.” Disse amaramente Ron, tirando su col naso.

 

“Ma quale principe azzurro.” Hermione gli si avvicinò e gli sorrise. “Sono contenta che tu sia qui. Mi puoi dare un consiglio?” e così dicendo gli mostrò due maglioncini. “Secondo te su questa gonna ci sta meglio questo rosso o questo blu scuro?”

 

“Mmh…non saprei…il rosso ti sta bene, magari…”

 

“Vada per il rosso.” Hermione lo indossò allegramente. “…ora che mi ci fai pensare…questo non è mio, è di Ginny…allora aveva ragione quando ha detto che l’avevo io!” lui ridacchiò. “Oh, bella…glielo devo restituire al più presto, lo sta ancora cercando…”

 

“Beh, allora…dove ve ne andate di bello stasera?”

 

Hermione scrollò le spalle. “In realtà non mi entusiasma molto il programma…usciamo con gli amici di Adam.”

 

“Non ti sono simpatici?”

 

“No, è che…Adam quando sta con me è dolce e premuroso e gentile…invece quando stiamo con loro diventa un altro.”

 

Ron si accigliò. “Ma gliene hai parlato?”

 

Hermione si strinse nelle spalle. “In verità siamo usciti insieme a loro una volta sola, voglio dargli almeno un’altra possibilità.”

 

“Ok.” Ron si ciondolò un po’ sui piedi. “Comunque…se proprio non ne puoi più fammi un fischio. Ti vengo a prendere e ti riporto a casa in un secondo.”

 

Hermione sorrise dolcemente. “Sei molto carino, ma posso tornarmene anche da sola.”

 

Ron fece una smorfia. “Ha ragione tua madre, stai diventando sempre più simile a un soldato che a una ragazza.”

 

Hermione fece un sorriso incredulo. “Ma sentilo! Se c’è uno che fa impazzire la madre, quello sei proprio tu.”

 

Ron ridacchiò, ma smise quando sentì la madre di Hermione urlare dal piano di sotto “Tesoro, c’è Adam!”

 

Hermione prese la borsa dalla sedia. “…ehm…devo proprio andare….”

 

Ron annuì. “Ok.”

 

Hermione si avviò verso la porta, ma prima si soffermò accanto a lui e gli baciò la guancia. “Dormi bene stanotte, capito?”

 

Lui sospirò e la guardò a lungo negli occhi, poi annuì e le offrì un piccolo sorriso gentile. Hermione uscì dalla camera prima di cedere alla tentazione di restare lì con lui.

 

 

***************

 

 

Ron raccolse da terra le mutande e se le infilò senza troppa grazia, quindi si rimise i jeans e si sedette sul bordo del letto per allacciarsi le scarpe. La bella bionda che stava sdraiata languidamente nel letto si mise seduta, senza darsi la premura di coprirsi le nudità col lenzuolo, e gli passò sensualmente una mano sulle spalle.

 

“Te ne vai già?” gli sussurrò, muovendosi come una gatta. “…non mi dire…mi mancano i bei tempi di quando ci ubriacavamo insieme…ti fermavi molto di più allora…adesso che sei tutto sobrio sparisci via dopo così poco tempo…perché non resti un altro po’?”

 

Lui fece un sorrisetto veloce e si rialzò per cercare la sua maglietta. “Niente da fare, mi dispiace.”

 

La ragazza emise un verso deluso. “…mmh…speravo che restassi per qualche altra ora…”

 

“Ho diritto anch’io a un paio d’ore di sonno, che dici?” Ron trovò la sua maglietta per terra; la raccolse e se la infilò.

 

“…ti dirò…” fece maliziosa lei. “…a giudicare dalle tue prestazioni di poco fa…mi verrebbe da pensare che tu ti autoricarichi da solo anche senza dormire…”

 

Ron le strizzò l’occhiolino. “Un’altra volta, Jennie.”

 

“Solo una cosa.” Lei lo fermò prima che potesse uscire. “Sai che per me non ci sono problemi di gelosia o roba del genere, visto che non stiamo insieme né altro….però…beh, non è il massimo se il ragazzo con cui stai facendo sesso ti chiama con un altro nome.”

 

Ron si accigliò. “Che stai dicendo?”

 

“Prima mi hai chiamata Hermione.”

 

Ron spalancò occhi e bocca. “Che?!?”

 

Lei annuì. “Si, mi hai chiamata così…chi è Hermione, la tua ragazza?”

 

Ron scosse la testa e si passò una mano fra i capelli spettinati. Ma come diavolo…perché cazzo aveva pensato proprio a lei in quel momento?! Cosa gli era saltato in mente, Hermione era la sua migliore amica, non doveva pensare assolutamente a lei in quel senso lì…giusto? Non si può pensare alla propria migliore amica immaginandola nuda e col viso rilassato per il piacere…no, no, no!! Era stato tutto uno stupido errore, passavano talmente tanto tempo insieme che ormai la vedeva ovunque perché ci si era abituato, tutto qui. Si, solo questo. Solo e semplicemente questo.

 

…o no?

 

 

*****************************

 

 

Ehi! Pensavate che mi sarei dimenticata? Ma nooo…eccomi qua, puntuale come il mal di denti! ^^ Chap interessante questo…ma sinceramente il prossimo sarà molto, molto, molto più intenso e soprattutto ci sarà anche un po’ di azione…ecco, proprio a proposito del prossimo chap: abbiamo un problemino. Fra poco meno di una settimana trasloco…questo significa molto caos per casa, compiti che sembrano ancora di più di quanti già ne sono in genere, scatoloni da tutte le parti perché qualcuno ha deciso di insegnarmi a essere ordinata con dei metodi da schiavista (*…si, Né, sto guardando proprio te…*) …e soprattutto…*sob* qualche giorno senza linea telefonica e senza adsl. E non chiedetemi come sopravviverò perché non lo so. Potrei metterci un po’ prima di aggiornare…così ho pensato che nella sezione Documenti del sito di mia sorella metterò qualche spoiler sul prossimo chap, così magari chi non riesce a resistere avrà una minima, molto minima anticipazione. E’ tutto quello che posso fare! *.*

 

Ancora una cosuccia: ehi Febbraiosi…non mi ricordo più quanti siete e in che giorno siete nati! Ho promesso delle one-shot e le avrete, parola mia…magari con qualche giorno di ritardo, ma le avrete tutti. Però non mi ricordo chi sono i tutti! ^^ Mi pare Kiara il 3, Strek…quando? Quindi a quelli a cui avevo promesso una one-shot febbraiosa…nella recensione lasciatemi data e indirizzo e-mail, che appena posso vi contatto!

 

Bene! Detto questo…e ringraziato immensamente la mitica Sara Lee…si passa ai thanks!

Eli: si, viva le nonne! Quella di Hermione, poi, ha riscosso un successone! Sono felice che il chap mieloso ti sia piaciuto, sai, perché…dopo il dolce si passa al salato…^^ Kiss kiss Oh, e…anch’io voglio il vestito di Hermione, proprio come l’ha disegnato Giuggy!

Giuggy: love love love love…guarda guarda, se i miei chaps ti ispirano quelle opere d’arte…scriverò una storia infinita! =) Eh si, Ginny è peperina…ma beata lei!!! =D Tvttttttb

Marilia: non scoppiare, non ucciderti e non collassare! =) Eh eh…si, la cugina di Hermione ha suscitato lo stesso sentimento un po’ in tutti! ^^ Bacioni!

Avana Kedavra: tesoruccio, il punto è che…questa è una prequel! Cioè il futuro della storia c’è già! =) ma stai tranquilla, troverò il modo per non farti sentire la mancanza di BAWM anche dopo! A cosa servono le one-shot sennò? ^^ E quanto a Star Wars…hai fatto centro!!! Si, mentre scrivevo mi è venuto in mente Anakin (*censura*…^^)…e non ho resistito! ^_- Ma che bello, piace anche a te! Io ne vado pazza!

Ci: =) si, è stato un chap da cronaca rosa, mondano direi…=) Anche a me Harry e Ginny piacciono sempre di più, lo sai? Buon segno! Nel prossimo chap li vedrai coinvolti in un momento molto particolare della loro relazione…ma non ti dico altro!

Angèle: carissima! Innanzitutto ti rinnovo i complimenti per la tua storia, perché è molto carina e interessante! Aggiorna presto, mi raccomando! E stai tranquilla, perché io adoro Ron e Hermione…gira gira sempre su di loro scrivo! ^^

Ele 2: hai capito la nonnina, pure lei ci si mette…eh no, cara vecchietta, per Ron devi prendere il numero! ^^ Quanto sarà alto? Col calcolo che mi sono fatta io, il metro e novanta è assicurato. Devo confessare che anche a me non sarebbe dispiaciuto passare il Capodanno con lui… (…speriamo che il mio ragazzo non stia leggendo…^^)

Vega: AUGURI AMORUCCIO!!!!!!!!!!! In pratica ci siamo dette un sacco di cose negli ultimi giorni, perciò…ma no, aspetta un attimo, un’ultima cosuccia te la devo dire: ho letto la tua recensione…e ti sei meritata 10 punti per un uso estremamente corretto del tuo occhio interiore! ^_- Mille miliardi di auguri ancora!

Vale86: anch’io vado matta per Ron quando fa il bravo bambino…ehi, e i tuoi disegnucci? Come mai non riesci a pubblicarli? Perché non mi mandi una mail con gli allegati? Ma sono in formato jpeg, vero? Mandameli, dai! Magari posso aiutarti!

Danae: sto meditando di aprire un comitato a favore della nonnina di Hermione! ^_- Ma siii, un po’ di romanticume ci mancava… ^^

Luna Malfoy: nonne + vischio = ^_- E la matematica non è un’opinione! =D Se mi è piaciuta Preludio?! Mi è strapiaciuta!! Da morire, dico davvero! Aggiornala presto, mi raccomando…e anche Nenè ti ringrazia! Sta leggendo anche lei le tue storie, sai? Ma non parliamo di mia sorella, perché al momento la vedrei benissimo in classe con la Umbridge, si farebbero concorrenza… -_-

Kiara: è bellissimo questo proverbio! =D Eh si, bisogna dire che i ragazzi Weasley quando vogliono ce la mettono proprio tutta per conquistare il cuore di chi amano…complimenti a loro! Ehi, sbaglio o tu diventi maggiorenne proprio il 3? *sgrunt, prima di me…

Audrey: in via del tutto eccezionale mi lascerò pizzicare la guancia da te! =) Lasciati dire una cosa: “spaccale i riccioli biondi” mi ha fatto letteralmente piegare in due dalle risate!! =D sei una grande!

Blackmoony: grazie mille! Eh si, il vischio è una santa cosa… =D

Kim: ehi penna magica! ^^ Non per essere indiscreta…come sta Sirius? No, dico…tutto a posto, vero? Mh…solo un controllino rapido. ^^ cara mia, io ci ho rinunciato a fare commenti su quei due giovanotti…oltretutto quando anche provo a non pensarci, prima ti arriva il trailer del terzo film e non commentiamo *censura*…poi le fanart di Giuggy, e non commentiamo *censura*… mica è colpa nostra se certe persone crescono con la benedizione di Madre Natura… *sospiro immenso…* ^^

Vale: …io sarei ancora un po’ in depressione per il fatto che la tua storia è finita…ma cercherò di riprendermi (cioè me la vado a rileggere)…*sigh* Ah, Ron è una volpe quando si tratta di approfittare…^^ Il suo discorsetto con Harry? E’ materia per una one-shot, tu che dici? ^^ kisses

Eva: mooolto simpatica la Wendy…^^ ma meno male che c’è Ron…tieni pure lo sbavforRon sempre on…^^  anche perché il pupo sta cominciando a riflettere un po’, il che è preoccupante ^^ bacioni!

Lara: sto ancora ridendo per la storia di Adam che muore nella buca, magari sotto a una valanga! XD Vabbè, vedremo di farlo defilare in qualche modo…ma sappi che quando lo farò andare via ti penserò intensamente, gli darò un bel calcione nel sedere e gli dirò “Questo è da parte di Lara!” ^^

Rachel: wow, grazie Rachel! Si, fra duemila anni, quando vincerò quel premio, ti farò una dedica…^^ un baciotto!

Keijei: lo sai che anche a me inteneriscono da morire quei due piciolotti di Harry e Ginny? Guarda, Giuggy ha fatto di recente una fanart di una dolcezza sconfinata proprio su loro due…ti consiglio di andare a vederla! Oh, beh…sai…per i parenti…vogliamo chiamarla esperienza personale? ^_- Lo so bene che Wendy non ti è simpatica…alzi la mano chi ama Wendy! à ------------- …ecco, appunto…^^

Giuggia89: prendiamoci una bella vendetta attraverso Wendy! E vai! =) Voglio ringraziarti immensamente per le belle parole…sai, è sempre un rischio scrivere qualcosa di romantico, perché nella tua ottica è sempre bello…ma poi dopo lo rileggi e ti chiedi se non sei annegata in una pozza di miele nel frattempo…quindi se mi dici che mi sono mantenuta in equilibrio sul barattolo mi fai sentire molto, moltissimo felice! =)

Vale e Mely: ci mancherebbe, siete perdonate eccome! Prometto che appena avrò un secondo di pace leggerò la vostra storia! In che sezione è?

GiulaiB: non preoccuparti, sono contenta di sapere che le mie storie ti piacciono e che da ora in poi le potrai recensire! Anch’io mi sono affezionata da pazzi ai personaggi, sai? Ti ringrazio molto per la tua previsione, e voglio anche dirti che l’idea che mi hai dato mi è piaciuta moltissimo! Ci uscirebbe una gran bella one-shot pure piuttosto lunghetta! =)

Ansy: alla fine sono finalmente riuscita ad aggiornare! Contenta? Kisses =)

 

Quanto è bello passare più tempo a ringraziare che a scrivere, voi non avete idea…ehi, me lo fate un regalino per la nuova casa? Un sacco di recensioni? ^^ Ora vi devo proprio lasciare *sigh* per un po’…ehi, pensatemi! Sarò ridotta tipo a Grimmaud Place numero 12…con quella schiavista di mia sorella che pare Molly Weasley…*…mmh…* E comunque il prossimo chap “Quello che non dirò mai” sarà on.line il prima possibile! Bacissimissimissimi!

 

Sunny

 

P.S.: …avete presente la scena di Ron e Hermione e i pugnali? E avete mai visto Robin Hood Principe dei Ladri? Guardate la versione originale della scena e ditemi se non sta supplicando la Rowling di farsi inserire nel futuro dei nostri due eroi… XD

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Capitolo 16
*** Quello che non dirò mai ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 16: QUELLO CHE NON DIRO’ MAI

 

 

I'm looking for a place
I’m searching for a face
is anybody here I know?
cause nothings going right
and everything's a mess
and no one likes to be alone
Isn't anyone tryin’ to find me?
Won't somebody come and take me home?

                                                                      I’m With You, Avril Lavigne

 

 

***************

 

 

Se c’era una cosa che Hermione amava fare fin da piccola era guardare sua madre mentre si vestiva per uscire la sera; si stendeva sul letto a pancia in giù e stava per ore a fissarla, e non si stancava mai di vederla alle prese con trucchi e vestiti costosi ed eleganti.

 

“Sei proprio sicura di non poter venire con noi, tesoro?” le chiese sua madre, mentre si sistemava meglio la gonna. “Verrà anche Jeff Patrick, quel ragazzo tanto simpatico…”

 

“Motivo di più per non venire.” Disse Hermione con un sorriso, guardandosi bene dal dire a sua madre che mentre loro sarebbero stati all’ennesima cena coi loro amici lei non sarebbe rimasta da sola, ma con Adam. “Me ne starò buona buona qui.”

 

“Come vuoi.” La signora Granger si soffermò a dare un bacio sulla guancia a sua figlia prima di prendere la sua elegante pelliccia dalla poltrona dove l’aveva appoggiata.

 

“Allora, a che punto siamo qui?” il padre di Hermione entrò nella stanza mentre ancora si sistemava il colletto della camicia, tenendo il cappotto aperto. “Forza non voglio arrivare tardi! Sono due ore che ti prepari, Meg, dovresti essere pronta ormai.”

 

La moglie indossò la pelliccia. “Ooh, senti! Poi sei tu che fai una bella figura coi tuoi amici se esci con una bella moglie al tuo fianco.”

 

“Neanche andassimo a cena con la famiglia reale.” Borbottò papà Granger.

 

Hermione rise e si alzò in piedi per abbracciarlo. “Sei molto affascinante, dottore.”

 

Lui le diede un pizzicotto sulla guancia. “E a differenza di tua madre, io ci metto dieci minuti per renderla orgogliosa del suo bel marito.”

 

“Ma quanto sei simpatico.” Fece ironicamente la signora Granger mentre scendeva le scale insieme al marito e alla figlia. Si fermarono sulla soglia della porta per le raccomandazioni finali. “Mi raccomando: non aprire a nessuno, non cucinare niente che ti ho lasciato la cena già pronta, non lasciare aperto il gas quando vai a letto…”

 

“…non accettare caramelle dagli sconosciuti…” Hermione scosse la testa e sorrise. “Dai mamma, non essere ridicola! Ho diciotto anni e mezzo e faccio il soldato.”

 

“Non fare tanto la saputella, signorina, non si smette mai di preoccuparsi per i figli. Un giorno, quando sarai mamma anche tu, capirai.” La madre le diede un altro bacio. “Fa’ la brava.”

 

Il padre fece altrettanto. “Non ci aspettare alzata.”

 

“Divertitevi.” Hermione li salutò con la mano e aspettò che fossero saliti in macchina prima di chiudere la porta. Si sentiva elettrica, aveva una gran voglia di passare un po’ di tempo con Adam visto che era più di una settimana che il massimo che erano riusciti a scambiarsi era stato qualche bacetto a fior di labbra in fretta e furia prima che lui fosse richiamato per essere assegnato al servizio esterno. Corse in camera per cambiarsi e indossare qualcosa di più elegante di un paio di jeans…ma la porta la richiamò. Pazienza, sarebbe rimasta in jeans, meglio aprire la porta intanto.

 

“Ron?” Hermione gli fece un sorriso un po’ sorpreso che svanì immediatamente quando lo guardò in faccia: era pallido e sembrava sconvolto. “Che è successo?” gli chiese più allarmata.

 

“…io non…” Ron si passò una mano fra i capelli già considerevolmente spettinati. “…senti, lascia perdere, non so neanche perché sono venuto qui.” Fece per voltarsi e andarsene, ma lei lo trattenne per un braccio.

 

“No, aspetta…spiegami che c’è.” Lui non la guardò. “Si tratta…di un incubo?”

 

Ron strinse i pugni. “Smettila di trattarmi come un dannato moccioso!”

 

“Ma se neanche mi fai capire che hai! Ti presenti qui in questo stato, mi spaventi, non mi spieghi!...”

 

“E infatti non ci sarei dovuto nemmeno venire qui!” le urlò lui di rimando.

 

Seguì un lungo momento di silenzio. Hermione rimase immobile, e lo vide nascondere il viso fra le mani e appoggiarsi al muro, lasciandosi scivolare giù finchè non fu seduto per terra. Lei gli si inginocchiò di fronte senza dire niente, lasciandogli il suo tempo.

 

Ron sospirò e le prese una mano senza alzare lo sguardo da terra, accarezzandone lentamente il dorso col pollice. “…era tutto come quella notte.” Sussurrò. “Solo che…uno di quei bastardi mi ha costretto a guardare mentre…Dio…” chiuse forte gli occhi. “Vi ha uccisi tutti e due davanti a me…vi sentivo urlare e non potevo fare niente…”

 

“Ron…”

 

Ron scattò in piedi e fece qualche passo avanti e indietro come se nemmeno lui sapesse che fare, quindi si fermò e appoggiò la fronte e le mani contro il muro. “Dio santo, vi ho visti morire…tu e Harry eravate morti…”

 

Hermione si rialzò a sua volta. “Non è mai successo, Ron…è stata solo una tua paura che si è materializzata, tutto qui.”

 

“Ma io non ho fatto niente per fermarli!”

 

“La tua paura era di non poter fare niente, e perciò te la sei sognata tale e quale! Ma non è successo niente: Harry sta bene, io sto bene, e tu sei qui con me.”

 

Ron si voltò e annuì piano, sospirando. Come sempre Hermione era la razionalità in persona e aveva ragione, e in fondo al suo cuore lui sapeva che questo era il motivo per cui era venuto da lei. “Scusami. Sto bene adesso, grazie…me ne…torno a casa, ti lascio libera.”

 

“Non se ne parla neanche.” Hermione sapeva perfettamente cos’avrebbe fatto se fosse rimasto da solo adesso: avrebbe cercato di soffocare le sue paure nel modo più sbagliato possibile.

 

“Non trattarmi come un bambino, Hermione…”

 

“Per favore…resta con me.” Lei lo guardò negli occhi. “Te lo sto chiedendo per me. Ho voglia di passare la serata col mio migliore amico.”

 

Ron sentì un’ondata di affetto e calore invadergli il cuore, e per qualche motivo oscuro ebbe la necessità di trattenersi dal prenderla fra le braccia e baciarla proprio lì e in quel preciso istante. Si limitò ad annuire soltanto, non fidandosi della sua voce instabile.

 

Hermione sorrise. “Bene. Aspettami qui un momento.” Corse dentro rapidamente, e qualche minuto dopo tornò con cappotto e sciarpa addosso; chiuse a chiave la porta e si voltò verso di lui con un sorriso vispo. “Pronto?”

 

Lui annuì e cominciò a camminare con lei. “Cosa prevede il programma stasera?”

 

“Ho avuto un’idea.” Disse allegra lei. “Mai sentito parlare del bowling?”

 

“No, cos’è?”

 

“E’ uno sport babbano fantastico. Mio padre è socio del club dove stiamo andando. Mi ha insegnato lui a giocare, sono anche piuttosto brava.”

 

Ron smise di prestarle attenzione quando sentì la sua mano scivolare nella propria; era incredibile come si mantenesse liscia e morbida nonostante tutte le armi che maneggiava ogni giorno. Gli piacque quella sensazione di completezza che stava provando, così continuò a camminare mano nella mano con lei mentre un piccolo sorriso faceva capolino sulle sue labbra.

 

“…e poi stasera faranno un mini-torneo. Magari se riesci a imparare presto come si gioca, possiamo anche partecipare.”

 

“Io imparo in fretta, lo sai.”

 

Hermione annuì. “Non è difficile…nemmeno per uno tonto come te.”

 

“Ehi!” Ron ridacchiò, coinvolgendo anche lei.

 

“Hermione!!”

 

I due ragazzi si fermarono e si voltarono: c’era Adam che stava marciando verso di loro con un’espressione non esattamente calma e rilassata.

 

Hermione sospirò stancamente. “Mi ero dimenticata di lui, che stupida.”

 

“Vedi che avevi da fare?” Ron le lasciò a malincuore la mano. “Dai, vai da lui…”

 

Lei scosse la testa. “Dammi un minuto, per favore. Aspettami qui.” Lui annuì.

 

Adam le venne incontro e si fermò. Non aveva l’aria dolce. “Posso capire che sta succedendo? Dovevamo passare la serata insieme, e invece arrivo e ti trovo che stai uscendo per mano al tuo amico.”

 

Hermione si passò una mano fra i capelli. “Hai ragione, è solo che purtroppo Ron ha avuto un problema molto grave, e oltretutto è arrivato adesso e non ho avuto il tempo di avvertirti…”

 

“Ooh, ma certo, adesso è tutto chiaro.” Fece Adam, con notevole sarcasmo. “Ron ha un problema e tu corri subito da lui.”

 

Hermione si accigliò. “E’ il mio migliore amico, Adam.”

 

“E io sono il tuo ragazzo!” lui tirò un sospiro esasperato. “Credevo che avessi voglia di stare con me.”

 

“Certo che ho voglia di stare con te.” Hermione gli appoggiò la mano sul braccio. “E’ un’emergenza, credimi, non posso proprio lasciarlo da solo stasera. Ha bisogno di me.”

 

Adam s’incupì. “Chissà come mai lui ha sempre bisogno di te.”

 

Stavolta anche il tono di Hermione si fece duro. “Mi sembrava che avessimo già chiarito questo argomento. Harry e Ron sono parte della mia vita, ma questo non ti autorizza a esserne geloso.”

 

“Mi autorizza ad essere pazzo di gelosia il fatto che uno di loro stia disperatamente cercando di strapparti via da me.”

 

Hermione spalancò occhi e bocca. “Ma come puoi dire una cosa del genere?!”

 

“Hermione, forse ti dimentichi troppo spesso che anch’io sono un maschio! Li conosco i miei simili!” le urlò lui.

 

“Tu non capisci niente, per te non può esistere amicizia fra un ragazzo e una ragazza senza attrazione, e questo è semplicemente patetico oltre che infantile!” replicò lei, alzando la voce. “Il fatto che io passi la sera con Ron non cambia i miei sentimenti per te, perché non devi credermi?”

 

Adam sbattè le mani nelle tasche dei jeans. “Sai cosa ti dico? Vai, rimani pure tutta la notte col tuo amico, poi se ancora ti va dopo mi richiami.”

 

“Ma perché ti devi incazzare senza capire le mie motivazioni?”

 

“Perché motivazioni o no, tu almeno per stasera la tua scelta l’hai fatta.” Dicendo così Adam girò sui tacchi e se ne andò senza voltarsi.

 

Hermione stava respirando forte mentre si mordeva le labbra e stringeva i pugni forte. Sentì una mano grande e callosa appoggiarsi affettuosamente sulla sua spalla, e un momento dopo Ron le parlò. “Mi dispiace di averti fatto litigare con lui.”

 

Lei sospirò. “Non è colpa tua. E’ lui che a volte perde la testa senza un motivo e non vuole saperne di capirmi.”

 

Ron rimase in silenzio per qualche attimo. “Non c’è niente che posso fare per te?”

 

“Si.” Hermione si voltò e lo prese per mano, e dopo un attimo ritrovò il buonumore adatto per fargli un sorriso. “Stai con me stasera. Come facciamo sempre…sbattiamo fuori il mondo almeno per qualche ora. Solo tu e io.”

 

Ron ricambiò il suo sorriso, ritrovando tutta la sua allegria al solo pensiero. “Mi stavi dicendo di quello sport babbano?”

 

 

***************

 

 

Harry non capì esattamente il messaggio che gli aveva lasciato Ginny sul cuscino del suo letto:

 

Vieni subito da me appena puoi!

 

Bussò alla porta della sua stanza e la chiamò con voce incerta. “Gin? Ci sei?” la porta si aprì di scatto e una mano lo afferrò per la camicia e lo trascinò dentro. Harry barcollò in avanti mentre la porta si richiudeva alle sue spalle. “Oh, ma sei pazza?!”

 

Ginny lo spinse dentro senza troppi complimenti, mettendolo a sedere sul suo letto. “Tu e io abbiamo un grosso problema qui.”

 

“Ce l’abbiamo sì, ce l’abbiamo! Ma che hai?”

 

Ginny sembrava sui carboni ardenti. “Ti devo parlare.” Si sedette un istante sul letto, poi balzò in piedi. “No, è meglio in piedi.”

 

“Mi stai facendo venire il torcicollo.” Il tono di Harry era decisamente irritato. “Calmati e spiegami.”

 

“Si.” Ginny aprì la bocca per parlare, ma poi ci ripensò e lo afferrò per i polsi, tirandolo su in piedi. “Stai qui. No, forse…”

 

“Ginny!” esasperato, Harry le appoggiò le mani sulle spalle e le diede un leggero scrollone. “Fammi capire cosa diavolo ti è capitato!”

 

Lei si morse le labbra. “Abbiamo un problema.”

 

“Questa è l’unica cosa che ho capito da quando sono entrato qui. Ti dispiace dirmi di che natura è questo problema, o dobbiamo prima ballarci una samba sugli scaffali della tua stanza?”

 

Ginny sospirò. “Oggi è il 28 Gennaio.”

 

“Grazie per l’informazione.”

 

“E io aspettavo il mio ciclo il dieci.”

 

Harry annuì, poi lentamente comprese il significato di quelle parole e spalancò gli occhi. “…c-come?” balbettò.

 

Ginny annuì, torcendosi le dita. “Hai capito.”

 

“No, no, frena.” Harry scattò in piedi. “Non può essere, perché noi ci abbiamo fatto attenzione…”

 

“Evidentemente non abbastanza.” A momenti Ginny saltellava sui piedi, tanto che non riusciva a stare cinque minuti ferma.

 

Harry scosse nervosamente la testa e fece due passi indietro. “Ma aspetta un attimo, non può essere che sei solo in ritardo per un altro motivo?”

 

“Ma sono sempre stata puntuale, quale dovrebbe essere questo motivo?”

 

“E che ne so, non sono un medico io!” Harry si sentiva profondamente a disagio a parlare di quel genere di cose.

 

“Perché invece di andare in panico non mi dai una mano, eh?!” gli urlò addosso Ginny, sinceramente delusa.

 

“Ah, io dovrei dare una mano?!” Harry era furioso. “E che vuoi che faccia? Lo conosci l’incantesimo per verificare se…” lei annuì. “E l’hai fatto?”

 

“No.”

 

“E che diavolo aspetti?!?”

 

Ginny sospirò. “Volevo…se davvero fossi incinta, ecco…se è successo allora va bene lo stesso per me. Per te?”

 

“Stai scherzando?” Ginny lo guardò con gli occhi più delusi e tristi che avesse mai visto, e quando la vide cercare di andarsene la trattenne per un braccio. “Gin…”

 

Lei si divincolò dalla sua presa. “Lasciami stare.”

 

“Ma che cosa diavolo vuoi da me? Vuoi che ti dica che sono al settimo cielo se aspetti un bambino?”

 

Ginny avanzò con uno sguardo saettante. “Io spero che non sia vero, ma se veramente c’è un bambino in arrivo io me lo terrò. Ma a quanto pare sarò l’unica a occuparsene, vero?”

 

Harry si passò la mano sulla faccia. “Tu non stai capendo quello che voglio dire. Gin, io ho 18 anni e tu 17. Io ho appena iniziato un addestramento militare, e siamo nel bel mezzo di una guerra.”

 

“E con questo che vuoi dire?”

 

“Voglio dire che avere un figlio mio in questo momento significherebbe tatuargli in fronte una bella scritta tipo CATTURATEMI PER ARRIVARE A MIO PADRE. Vuoi questo per nostro figlio?”

 

Ginny scosse la testa e si strinse nelle braccia. “Io…io però lo voglio un figlio un giorno.”

 

“Certo, anch’io. Anche più di uno. Ma non adesso.” Harry le accarezzò le braccia. “E’ troppo presto ora.”

 

Lei annuì e prese la bacchetta. “Ok. Allora…faccio l’incantesimo?”

 

“Dai.” Lui fece un passo indietro.

 

Ginny si puntò la bacchetta contro l’addome…ma poi l’abbassò. “No, aspetta un minuto…”

 

Harry alzò gli occhi al cielo. “Perché, che c’è ora?”

 

“Come faccio a dirlo ai miei genitori e soprattutto ai miei fratelli se aspetto un bambino?”

 

“Ma nemmeno sai se è vero!”

 

“Si, ma metti che è si: che facciamo?”

 

“Non potremmo pensarci solo nel caso in cui fosse veramente così?”

 

“No.”

 

Harry si passò una mano in faccia. “Va bene, senti…parleremo coi tuoi genitori e ci faremo dare dei consigli.”

 

Ginny annuì, soddisfatta della risposta, e riposizionò la bacchetta. Aprì la bocca per pronunciare la formula…ma all’ultimo momento cambiò idea. “E se poi…”

 

“Cazzo, Gin!” esclamò Harry ad alta voce. “Fai questo dannatissimo incantesimo e poi vedremo che fare!”

 

Ginny gli lanciò un’occhiataccia, ma alla fine si convinse e pronunciò la formula esatta dell’incantesimo, tenendosi la bacchetta contro la pancia. Dalla punta della bacchetta si diffuse una piccola luce bianca, ma Ginny aveva chiuso forte gli occhi già da prima.

 

“Fa male?” le chiese preoccupato Harry.

 

“No.”

 

“Beh, e adesso che si fa?”

 

“Dovrei vedere di che colore è la luce.”

 

“E come pensi di farlo ad occhi chiusi?”

 

Ginny continuò a non aprirli. “Ho troppa paura.”

 

Harry si sforzò di restare calmo. “Preferisci restare in attesa tutta la notte o toglierti subito il pensiero?”

 

“…va bene, ma dammi la mano.” Lui gliela diede, e lei aprì prima un occhio e poi anche il secondo. “E’ bianca!” strillò senza preavviso.

 

Harry sobbalzò. “Che vuol dire? E’ bene o è male?!” disse freneticamente.

 

“Va tutto benissimo, Harry!” Ginny gli saltò al collo, aggrappandosi con le braccia dietro alla sua nuca e le gambe attorno ai suoi fianchi. “Non sono incinta!”

 

Harry barcollò ma la sorresse, e alla bella notizia si lasciò cadere stancamente sul letto, stringendola a sé. “Dio mio…” mormorò.

 

Passarono ancora qualche minuto abbracciati in silenzio, poi Ginny si fece indietro per guardarlo negli occhi. “Sono contenta se stavolta l’abbiamo scampata…ma tra qualche anno, beh…”

 

Harry le baciò la punta del naso. “Viviamo alla giornata, Gin. C’è una guerra in corso, e io non posso nemmeno prometterti che vivrò fino a domani.” Lei gli accarezzò una guancia. “Non ti posso promettere niente. E in queste condizioni non me la senti di avere un bambino…non c’è bisogno di far ripetere la storia. Non ci saranno altri Potter orfani e marchiati a vita, non se io posso impedirlo.”

 

Ginny annuì e appoggiò la fronte contro la sua. “Va bene, aspetteremo. Io ho molta fiducia in te.” lui la ringraziò con un sorriso.

 

Stavano quasi per concedersi a un bacio quando la porta della stanza si spalancò di scatto, senza lasciare a nessuno dei due il tempo di rimettersi in piedi. Harry si sentì per un momento col fiato mozzo in gola quando vide un ciuffo di capelli rossi sulla soglia della porta – mai e poi mai avrebbe voluto che Ron lo venisse a sapere così – ma si calmò quando vide che era solo Bill.

 

“Harry, muoviti!” Bill non si soffermò a prenderli amichevolmente in giro come faceva di solito quando li beccava in posizioni compromettenti. “Abbiamo un’emergenza!”

 

Ginny non ebbe nemmeno il tempo di raccomandare a entrambi di fare attenzione.

 

 

***************

 

 

“STRIKE! E’ un altro strike!”

 

Ron fece un sorrisetto e appoggiò le mani sui fianchi, ammirando i birilli fracassati dal suo ennesimo tiro perfetto. La piccola folla stava battendo le mani con trasporto, e anche lo speaker sembrava molto preso dagli ultimi tiri della finale del mini-torneo a cui stavano partecipando un po’ tutti.

 

Hermione aveva proprio ragione, il bowling era interessante e anche molto divertente; gli aveva insegnato a giocare in meno di un quarto d’ora, e Ron si era scoperto un autentico talento innato. E aveva ragione anche a dire di saperci fare lei stessa: era bravissima, una vera campionessa. E così avevano deciso di divertirsi un po’ e partecipare al torneo serale del club…e scherzando e ridendo erano arrivati in finalissima.

 

“Un altro strike, signore e signori!” fece lo speaker. “Solo un altro strike e la coppia numero due vincerà il titolo!”

 

Hermione prese la sua palla, sistemandosi per bene le dita nei tre buchi, e si preparò al tiro. Ron le fece un cenno di incoraggiamento sollevando i pollici. Lei gli fece un occhiolino e tornò a concentrarsi sul tiro…

 

“…ed è ancora STRIKE!” esclamò lo speaker. “La coppia numero due ha vinto!” seguì uno scrosciante applauso seguito da piccoli strilli d’incoraggiamento.

 

Ron e Hermione si scambiarono il cinque. “Questa posto mi piace un casino.” Le disse lui, mentre salutava il ‘suo’ pubblico.

 

Hermione rise. “Esibizionista, ecco cosa sei.”

 

Un signore bassetto si fece spazio fra la folla, reggendo in mano un microfono e una tessera plastificata. Era il gestore del club. “I vincitori possono ritirare il loro premio: un abbonamento annuale gratuito per continuare ad esercitarsi sulle nostre piste da bowling e accrescere le proprie potenzialità. Facciamo tutti un applauso alla signorina Hermione Granger e al signor Ron Weasley!”

 

Hermione subito si avviò sorridente verso l’uomo, Ron invece rimase per un attimo fermo e si voltò alla sua destra. Non seppe spiegarsi come…ma fu come l’istinto di una tigre mentre fiuta la sua preda: oltre tutta la folla di ragazzi che li circondavano riuscì a vedere una sagoma con un lungo cappotto di pelle nera e una folta chioma sale e pepe che si stava dirigendo rapidamente verso un corridoio buio oltre il grosso salone.

 

“Ron, che fai?” Hermione lo tirò per un braccio per richiamare la sua attenzione, ma mentre lei ringraziava l’uomo che le stava porgendo il premio, lui continuava a far scorrere lo sguardo lungo quel corridoio. C’era qualcosa in quell’uomo…l’aveva già visto prima…

 

Ron si defilò fra la folla, continuando a puntare verso l’uomo che si era infilato nel corridoio buio. Raggiunse un angolo poco illuminato, da cui poteva vedere cosa c’era dopo: una porta su cui stavano parecchi simboli babbani e una grande scritta in rosso, DANGER. L’uomo misterioso doveva essere entrato lì dentro, non c’era altra alternativa. Ron si sfilò la bacchetta dalla tasca e avanzò piano, col passo felpato e silenzioso e le orecchie ben tese a percepire ogni minimo rumore oltre quella porta, al punto che gli altri nemmeno li sentiva più. Avvertì un rumorino minuscolo alle sue spalle e si voltò di scatto con la bacchetta puntata…e si ritrovò di fronte Hermione, che sobbalzò e d’istinto prese anche lei la bacchetta.

 

“Oh!! Sei pazzo?!”

 

“Che cazzo fai??”

 

Si urlarono addosso contemporaneamente, abbassando le bacchette.

 

“Che faccio io?! Che fai tu!” fece Hermione. “Eri con me fino a un momento fa, cosa…”

 

“Sshh!!” Ron le tappò la bocca con la mano per un momento, ottenendo un’occhiataccia in risposta. “Credo di averlo visto.” Disse a voce bassa.

 

Hermione si accigliò. “Chi?”

 

Ron le fece cenno di abbassare la voce e guardò per un istante la porta. “Dimitri Andropovic.”

 

Hermione spalancò gli occhi. Quello di cui parlava Ron era un mangiamorte che negli ultimi tempi i War Mage stavano seguendo con particolare attenzione: si stava muovendo nella Londra babbana facendo vittime su vittime e compiendo attentati meschini e improvvisi, e il suo ultimo ‘capolavoro’ risaliva solo a qualche giorno prima.

 

“E’ qua dentro, l’ho visto entrare.” Ron le indicò la porta con un cenno della testa. “Credo che voglia fare qualcosa.”

 

“Dobbiamo chiamare rinforzi.” Disse subito Hermione, frugandosi le tasche alla ricerca del talismano che li faceva comunicare con la centrale dei War Mage e impallidendo quando si rese conto di non averlo con sé.

 

Ron scosse la testa. “Arriveranno troppo tardi. Dobbiamo intervenire noi.”

 

“Ma non abbiamo le nostre armi né niente! E’ troppo pericoloso così!”

 

Ron mise una mano sulla maniglia della porta. “Vai a chiamare gli altri. Ci penso io qui.” E detto questo entrò nella stanza buia.

 

Hermione strinse le mani attorno alla bacchetta. “Se vai tu vengo anch’io.” Lo seguì in silenzio, tenendo ben stretta la sua unica arma.

 

Oltrepassarono un piccolo corridoietto buio molto piano, tenendo le bacchette pronte e guardandosi intorno con attenzione. Ron camminò di spalle al muro fino all’angolo, che una volta superato lo fece trovare di fronte a una specie di grosso quadro comandi pieno di lucine intermittenti e leve.

 

“Ma che diavolo è?” fece Ron, mettendo giù la bacchetta.

 

Hermione si accigliò e fece qualche passo in avanti per dare un’occhiata da vicino. “Credo che sia la centralina principale…i babbani se ne servono per controllare il sistema d’illuminazione artificiale.”

 

Ron si guardò intorno. “Dove sarà andato a ficcarsi quel bastardo? Sono sicuro di averlo visto entrare qui.”

 

“Aspetta un secondo…” la voce di Hermione sembrava allarmata. “Questo…”

 

“Che c’è?” Ron la vide sfiorare con le dita una specie di scatoletta nera con un display su cui c’era qualcosa che molto probabilmente era un orologio digitale, che segnava un tempo che continuava a diminuire e in quel momento era a 2 minuti e 45 secondi.

 

Hermione impallidì. “E’ una bomba.”

 

Ron si accigliò. “Sarebbe?”

 

“Sarebbe che questo posto sta per saltare in aria!”

 

“Oh cazzo.” Ron capì al volo la complessità del problema. “Non possiamo far uscire tutti quanti in così poco tempo. Puoi fermare questo aggeggio?”

 

“Io non…”

 

“Secondo me è meglio non metterci mano.”

 

La voce che avevano sentito era venuta dalle loro spalle, perciò fu più che logico che entrambi si voltassero di scatto pronti a difendersi; quello che non fu affatto logico fu che l’uomo coi capelli sale e pepe si lanciò giù dal soffitto balzando proprio dietro a Hermione, prendendola per i fianchi con un braccio e puntandole un coltello alla gola.

 

“Non fiatare!” le disse l’uomo. “Tu! Fermo dove sei!”

 

Ron rimase immobile, sentendo il sangue gelarsi nelle vene. Si scambiò rapidamente un’occhiata con Hermione e la supplicò con gli occhi di non fare sciocchezze, non con una lama affilata a un centimetro dalla gola.

 

“Guardali, i due ragazzini.” Fece l’uomo, con un sinistro sorriso sul volto. “Volevano fare carriera, diventare famosi catturando un pericoloso eroe del male.” Hermione gli diede uno strattone, ma lo pagò sentendo le unghie del suo assalitore conficcarsi nel fianco. “Butta la bacchetta, immediatamente.”

 

Ron esitò un attimo, poi buttò a terra la bacchetta.

 

“Bravo, moccioso.” L’uomo rise e guardò il timer della bomba. Due minuti.

 

Ron serrò i pugni. “Lasciala andare, Andropovic.”

 

“Conosci il mio nome, pivellino?”

 

“Sono un War Mage.” Ruggì Ron. “E non la passerai liscia, quindi lasciala perché hai perso comunque.”

 

L’uomo rise crudelmente. “Perso? Io ho vinto tutto quello che c’era da vincere, ragazzo mio! Tra un minuto e mezzo questo posto salterà in aria – alla maniera babbana, tu guarda un po’ l’ironia della sorte – e un secondo prima io mi smaterializzerò via. Ora, se farai il bravo mi porterò anche la tua bella puttanella e le salverò la pelle…ma se farai anche un solo movimento lei tirerà le cuoia con te. perciò da questo momento sei responsabile della sua vita, super eroe.”

 

Ron guardò con la coda dell’occhio il display della bomba. Un minuto e venticinque. “Non la farai franca, bastardo. Comunque vadano le cose, stasera non ti lascerò uscire vivo da qui.”

 

“Mi dispiace deluderti, figliolo, ma non spaventi nessuno così.”

 

Hermione ebbe la presenza di spirito necessaria per mantenere i nervi saldi e osservò un momento Ron. Continuava a parlare come per attirare l’attenzione dell’assassino…e stava facendo scivolare molto lentamente una mano verso la tasca posteriore dei suoi jeans. Che diavolo stava cercando di fare? Poi lo guardò in faccia…gli vide socchiudere impercettibilmente gli occhi per un istante in quel modo così familiare, come faceva sempre in palestra…e capì.

 

 

“Vedi? L’hai rifatto!”

 

“Cosa?”

 

“Quella cosa con gli occhi. Ogni volta che stai prendendo la mira stringi gli occhi.”

 

“Si?”

 

“Si. Perché? Non ci vedi bene?”

 

“No, ci vedo…boh, che ne so perché lo faccio…non me ne sono mai accorto.”

 

“Sarà la tua faccia della concentrazione.”

 

“Esiste una faccia della concentrazione?”

 

“Ogni sensazione o emozione ha una faccia.”

 

“Non si finisce mai di imparare con te, eh?”

 

 

Hermione capì immediatamente cosa doveva fare: dare a Ron un po’ di libertà di movimento. Diede uno strattone forte al suo assalitore, e quello la trattenne. “Ehi, stronzetta! Stattene ferma e buona se non vuoi fare la fine che ti meriti!”

 

“Vai a chiamare stronza quella vacca di tua madre, brutto porco.” Sibilò Hermione.

 

L’uomo perse la pazienza, come previsto. “Sgualdrinella arrogante, ora te la taglio quella lingua biforcuta!”

 

Fu il momento che stava aspettando. Hermione gettò la testa indietro con tutte le forze, centrando in pieno il viso dell’uomo, e gli sbattè il braccio contro il muro, facendogli cadere di mano il coltello. Ron gli si lanciò addosso con tutta la rabbia e la forza di cui era capace…ma il mangiamorte fu più veloce, perché afferrò Hermione per un braccio e la tirò in mezzo come scudo…e il pugnale di Ron si conficcò a fondo nella sua coscia destra.

 

Per un istante rimasero tutti e due senza fiato, Hermione per il dolore e Ron per l’orrore. Terrorizzato, lui tirò via il pugnale e lei emise un gemito di dolore ricadendo a terra.

 

Ron registrò a malapena che il mangiamorte si stava dando alla fuga approfittando di quel momento. Tutto quello che riusciva a vedere era Hermione, a terra in una pozza di sangue, mentre cercava di comprimersi la ferita che lui le aveva provocato. Lui, che non le avrebbe mai nemmeno sfiorato la punta dei capelli se non per accarezzarla. Quasi alla cieca crollò sulle ginocchia per aiutarla, anche se non sapeva proprio come. Gli si era completamente annebbiato il cervello.

 

“Che stai facendo?!” Hermione lo respinse rabbiosamente indietro, chiudendo per un attimo gli occhi per il dolore. “Vagli dietro, avanti! Ferma quel bastardo!”

 

Ron annuì meccanicamente e si mise a correre verso l’uscita, sentendole mormorare un incantesimo che congelasse e bloccasse l’ordigno esplosivo. Aveva fatto del male a Hermione…a Hermione… improvvisamente quel senso di panico che lo aveva preso lasciò il posto a una rabbia smisurata e incontenibile. Quel bastardo. Tutta colpa sua. Esattamente come quella notte a Hogwarts, tutta colpa loro. Cominciò a correre forte. Ora aveva un solo obbiettivo.

 

Arrivò in mezzo alla strada: era buio, pioveva a dirotto, ma riuscì perfettamente a distinguere la sagoma dell’uomo che si stava infilando in un vicoletto ancora più buio, ormai convinto di essere al sicuro. Ron corse come un toro, e come un toro caricò l’uomo alle spalle sbattendolo con una violenza inaudita contro un muro. L’uomo si voltò sanguinante e molto stordito.

 

Fu allora che Ron li vide tutti…non c’era solo quell’uomo sotto il mantello nero, ai suoi occhi c’erano anche tutti i mangiamorte che avevano attaccato Hogwarts, che avevano ferito Hermione, fatto del male a Harry, cambiato lui…e in quel momento Ron perse i contatti col suo braccio, altrimenti si sarebbe reso conto che il corpo su cui stava violentemente infierendo col suo pugnale era già cadavere. No, lui continuò ancora. E ancora. E ancora. Li stava uccidendo tutti quei demoni… uno alla volta…forte…senza pietà…perché meritavano di morire, e stavolta era giusto farsi giustizia da sé. No, non si sentiva disgustato da se stesso…nemmeno vedendosi coperto del sangue del suo nemico. Quando finalmente si rialzò, Ron era inzuppato d’acqua fino alle ossa, e aveva la maglia tutta piena del sangue del mangiamorte – di quello che ne restava. Si voltò lentamente.

 

C’era Hermione.

 

Era pallidissima ed evidentemente sofferente, si reggeva a un muro sulla gamba buona perché l’altra sanguinava, ed era bagnata fradicia. Ma soprattutto sembrava pietrificata dall’orrore. Questo fece provare un tuffo al cuore a Ron: finora difendersi da quel maledetto uccidendolo in quel modo gli era sembrata la cosa più giusta da fare…ma se questo agli occhi di Hermione lo rendeva un mostro allora no, il gioco non valeva più la candela.

 

Hermione, ansimante e in gran difficoltà con la gamba, fece qualcosa che lui non si aspettava assolutamente: un sorriso. Stanco, piccolo, distrutto, debole…ma un sorriso. “…l-l’hai fatto…” mormorò, mentre la pioggia li bersagliava entrambi. “…ci sei riuscito…l’ hai buttati tutti fuori…i tuoi incubi se ne sono andati con lui…ne sei uscito, Ron…ce l’hai fatta…”

 

Ron rimase immobile, incapace perfino di respirare. Non solo lei non era disgustata…era felice per lui. Lo aveva capito fino in fondo…non lo aveva visto come un assassino, ma aveva sentito le sue emozioni…quindi non aveva sbagliato, no, lei gli stava dicendo che aveva fatto bene e che non era un mostro…

 

“…è finita adesso…” Hermione fece per raggiungerlo, ma le sfuggì un lamento di dolore e crollò sulle ginocchia, tremante per la troppa sofferenza.

 

Ron le fu accanto in un attimo e subito cercò di comprimerle la ferita. “Dio mio…quanto sangue…” mormorò, odiando se stesso per il solo fatto di averle causato dolore proprio come nei suoi incubi. “…che ti ho fatto…m-mi dispiace, io…”

 

Hermione gli prese il viso fra le mani, costringendolo a guardarla. Gli accarezzò le guance amorevolmente. Tremava, ansimava, soffriva…e nonostante questo il suo viso era sereno, fiducioso, perfino appagato. Ma non avrebbe dovuto guardarlo così…

 

…perché Ron perse il controllo e la baciò.

 

Non fu un bacio…fu un bacio. Sembravano quasi due assiderati a cui avevano offerto dell’acqua, nessuno dei due stava trattenendo niente. Si tenevano stretti l’uno all’altra come se avessero paura di lasciarsi andare e perdersi ancora…e far finire quel sogno che sembrava meravigliosamente interminabile.

 

Si sentirono delle voci in lontananza, camuffate dallo scroscio della pioggia.

 

“Laggiù!! Laggiù!!”

 

“Andropovic!! Dove diavolo sei, vieni fuori!! Sei circondato, arrenditi!!”

 

Ron e Hermione si staccarono immediatamente, entrambi ansimanti. Hermione si coprì la bocca con una mano e spalancò gli occhi, già lucidi per le lacrime che le si stavano formando. Ron si sentì come se gli avessero strappato via l’ossigeno dai polmoni, ma si costrinse a essere forte per lei e a tentare di rassicurarla accarezzandole una mano e una guancia, dicendole con gli occhi quello che a voce non sarebbe mai riuscito a dirle. In realtà neanche lui aveva ben capito cosa gli era saltato in mente a baciarla…ma gli era sembrato talmente nautrale, talmente bello…aveva lasciato libero l’istinto, ecco tutto.

 

Harry, che stava correndo con una mano sul cinturone della sua uniforme, si separò dagli altri War Mage che stavano setacciando la zona dopo la soffiata ricevuta sull’avvistamento di Andropovic, quando vide le due figure a terra, e corse al massimo della velocità quando realizzò in che stato erano: inorridì nel vedere entrambi i suoi amici coperti di sangue.

 

“Dio santo, state bene?” si fionde sulle ginocchia e per prima cosa alzò di scatto la maglia di Ron per verificare da dove perdeva sangue.

 

“Lascia, io sto bene! Non è mio!” Ron si scosse dal suo stato di fette e tornò a comprimere la ferita di Hermione, che invece si era accoccolata come un pulcino bagnato contro la sua spalla, singhiozzando nel più assoluto silenzio.

 

Harry scansò bruscamente la mano di Ron e fece una smorfia di orrore quando vide la gamba della sua amica. “Cazzo…tieni duro, Hermione! Resisti ancora un attimo, va bene?”

 

Lei non gli rispose, semplicemente nascose il viso nel collo di Ron e lui la strinse a sé. Tempo due secondi arrivarono anche gli altri War Mage, alcuni dei quali si soffermarono vicino a quello che rimaneva del cadavere di Andropovic, e Bill si lanciò da suo fratello appena lo vide tutto coperto di sangue. Ron lo rassicurò con un cenno della mano.

 

“State bene, ragazzi?” fece Remus Lupin, arrivando di corsa.

 

Ron annuì. “L’abbiamo fermato. Stava per far saltare in aria la zona.”

 

“Spiegami bene cos’è successo, Weasley, e come diavolo vi siete trovati qui.” Disse Liam, mettendo via la sciabola che aveva in mano.

 

Lupin si inginocchiò accanto ai due ragazzi e controllò la ferita di Hermione, ma quando gliela tastò la fece urlare di dolore e Ron la sentì perdere conoscenza fra le sue braccia. “E’ profonda, ha perso parecchio sangue. Meglio se la vedono le nostre guaritrici.”

 

Liam diede una pacca sulle spalle di Harry. “Muoviti, Potter, portala in infermeria.”

 

Harry prese in braccio Hermione e si diresse rapidamente da un gruppo di soldati che gli diedero una passaporti. Ron li seguì con lo sguardo fino a quando non li vide sparire.

 

“Ron.” La voce di Liam richiamò vagamente la sua attenzione. “Spiegami bene cos’è successo stasera.”

 

Molto più di quanto tu possa immaginare.

 

 

***************

 

 

Bill scese le scale della Tana in silenzio, non volendo svegliare nessuno e in particolar modo i suoi genitori. C’era voluta tutta la bravura di Ginny per convincere sua madre che quella era stata solo una normale esercitazione, e solo due ore dopo Molly Weasley si era convinta che tutti i suoi figli stavano bene e che poteva andare a letto anche lei. E ora, a notte tarda e con tutti a letto, Bill aveva deciso di andare a cercare l’unica persona che sicuramente non stava dormendo affatto…sapeva per esperienza che uccidere qualcuno non conciliava per niente il sonno.

 

La lucetta bassa nel salotto confermò i suoi sospetti. Ron era sdraiato sul divano, con le gambe stese sul tavolino lì davanti; aveva lo sguardo perso nel vuoto e tamburellava le dita lentamente e pigramente su una bottiglietta di birra ancora chiusa.

 

“Che vuoi, Bill?” disse tranquillamente, senza voltarsi.

 

Bill fece un sorrisetto mentre si andava a sedere nella poltrona di fronte al divanetto. Suo fratello sarebbe diventato un grande War Mage, ne aveva la stoffa. “Va tutto bene?”

 

Ron tirò su col naso. “Perfettamente. Perciò puoi anche tornartene a dormire, ok?”

 

“Ehi, ehi, frena un momento, uomo d’acciaio. Non mi pare il caso di continuare con quest’aria da invincibile. Lo sappiamo tutti e due che è stata una serata difficile.”

 

“Apprezzo il tuo slancio d’amore fraterno, Bill, veramente. Ma va tutto benissimo.” Ron si rese conto da solo che non suonava affatto convincente.

 

“Allora che ci fai qui a quest’ora? Perché non sei nel tuo letto a dormire?”

 

Ron esitò. “Penso. In camera mia non ci riesco, Harry russa come un treno.”

 

Bill scosse leggermente la testa. “Non ti sto offrendo il mio aiuto per umiliarti, Ron. Ci sono già passato, so cosa si prova le prime volte che uccidi un uomo. E’ normale sentirsi strani dopo.”

 

Ron fece una piccola smorfia. “E’ già la seconda volta, mi ci sto abituando. Ho fatto solo il mio dovere di War Mage.”

 

Bill lo guardò e in qualche modo capì che stava dicendo la verità “E allora qual è il problema?”

 

“Chi ti dice che io abbia un problema?”

 

“Oh, andiamo.” Bill fece un sorriso. “Ti ho cambiato i pannolini quando eri tutto pelato, sdentato e ce l’avevi piccolo così.” Indicò la grandezza avvicinando l’indice e il pollice di una mano.

 

“Sono un po’ cambiato da allora.”

 

“La conosco questa litania. Ora sei grande e grosso, pieno di capelli e ti ritrovi una Firebolt Deluxe fra le gambe.” Bill scosse la testa. “Sfogarti un po’ non ti renderà debole, Ron.”

 

Ron rimase in silenzio per un attimo. Non voleva confidare a nessuno i suoi pensieri, però si sentiva molto confuso e magari un aiuto… “C’è…c’è una ragazza.”

 

Bill, sorpreso, sbattè gli occhi un paio di volte. “Chi?”

 

Ron gli lanciò un’occhiataccia. “Non sono cazzi tuoi. Facciamo alla mia maniera o non facciamo affatto.”

 

“Come vuoi.” Anche perché non hai nessun bisogno di fare nomi.

 

Ron si arruffò assentemente i capelli con la mano, guardando un po’ dovunque nella stanza. “Insomma…lei è…particolare.”

 

“Ti piace?”

 

“Da morire.”

 

“Ne sei innamorato?”

 

“Assolutamente no.”

 

“No?”

 

“No.”

 

“Ah.”

 

“Beh, comunque…lei fa delle cose che io non riesco a capire, cioè…me la ritrovo in testa continuamente anche se non sto pensando a lei. Vedi ora, per esempio? Volevo dormire e invece sto qua.”

 

Bill fece un sorrisetto e notò con compiacimento che le orecchie di suo fratello stavano prendendo colore. Quello era pur sempre il suo fratellino, nonostante tutto. “Ti va di parlarmi di lei? Giuro che dopo non tirerò a indovinare.”

 

Ron sospirò. “Lei è…incredibile, a dir poco. E’ testarda come un mulo, se si mette in testa qualcosa non si ferma neanche se la supplichi in ginocchio.” Stava sorridendo mentre parlava, quasi come se la vedesse davanti a sé mentre la descriveva. “Ha un cervello vulcanico, fa quasi paura. E’ una rompipalle allucinante, ma anche se quando senti le sue prediche ti verrebbe voglia di prenderla a schiaffi per farla stare zitta, dopo ti rendi conto che ha ragione e le dai retta. Vedi?” sollevò la bottiglietta di birra ancora perfettamente sigillata. “Ne avevo voglia, ma le ho promesso che avrei rigato dritto. Non sono riuscito a disobbedire.”

 

Bill rise. “E così questa forza della natura ha domato perfino il grande Ron Weasley. E com’è, bella?”

 

“Bellissima. Ha degli occhi incredibili.” Ron si passò una mano fra i capelli. “E un corpo che non passa inosservato, credimi.”

 

Bill ridacchiò. “Te la sei mai immaginata in circostanze…più che amichevoli?” Ron si grattò la nuca e arrossì. “Lo prendo come un si.”

 

“Si, ma non va bene!”

 

“No?”

 

“No, per niente! Non è così che dovrei vederla, non so nemmeno perché mi sta capitando.”

 

“Si chiama attrazione, Ron. Una cosa molto diffusa tra maschietti e femminucce.”

 

“Io non dovrei guardarla in quel senso, Bill.”

 

“Perché no?”

 

“Beh, perché…” Ron esitò. “…tanto per cominciare, lei sta con un altro.”

 

Bill fece una smorfia. “Questo è l’ultimo dei tuoi problemi.”

 

“E poi lei è mia amica.”

 

“Non vedo come questo possa essere un ostacolo.”

 

“Comunque che vuoi che le dica, che mi piace e che vorrei passare una notte con lei?”

 

“No, dille la verità. Dille che l’ami.”

 

“Che?!?” fece incredulo Ron. “Io non la amo!”

 

Bill scosse la testa. “Mi dispiace contraddirti, fratellino, ma tu ne sei innamorato perso.”

 

“No, io non posso essere innamorato.” Ron parlava come se si volesse autoconvincere. “Chi ama diventa idiota e combina un sacco di cazzate, non è il mio caso.”

 

Bill fece una smorfia. “Le stronzate arriveranno e le farai presto, caro mio, ma che tu sia innamorato ormai è un dato di fatto, puoi solo capire in che fase sei.”

 

Ron si passò una mano fra i capelli. “Non è così. E comunque non glielo posso dire.”

 

“Invece parlarle sarebbe la scelta migliore.”

 

“E se lei non prova la stessa cosa per me?”

 

Bill stavolta fece un sorriso fraterno. “Ora sto per farti una domanda jolly. L’hai mai baciata?” suo fratello annuì, tenendo lo sguardo incollato al pavimento. “E lei che ha fatto?”

 

“Che vuoi che ne sappia di cosa le frullava in testa mentre la…”

 

“Pronto? Apri le orecchie, cazzone ottuso. Non ti ho chiesto cosa pensava, ti ho chiesto cosa faceva.”

 

Le orecchie di Ron si fecero ancora più rosse. “Ha…ha risposto al bacio.” Bill fece un sorrisetto. “Ma questo non vuol dire proprio niente, esattamente come non prova che io ne sono innamorato.”

 

Bill assunse un’espressione di chi la sa lunga. “Tu puoi anche nascondere la testa sotto la sabbia e dire che non è vero un bel niente, ma dentro di te lo sai già. Prima o poi quelle paroline insidiose ti spunteranno sulla punta della lingua e ti scivoleranno fuori senza prendersi nemmeno il disturbo di avvertirti. Comincerai a guardarla come se fosse un tesoro di immenso valore, non riuscirai a staccarle gli occhi di dosso neanche per un secondo. Ti accorgerai che proprio le cose più banali sono quelle in cui lei ti sembra più sexy. E scivolerai inesorabilmente nella tremenda fase tre.”

 

Ron fece una smorfia. “Sono ufficialmente terrorizzato.”

 

Bill rise, poi tornò serio. “Ne vale la pena?”

 

Ron curvò le labbra in una specie di sorriso e annuì. “Morirei per lei.”

 

“Appunto. Ma sono d’accordo con te, Hermione merita questo e altro.”

 

Ron spalancò gli occhi. “Cos…Hermione?!? No, guarda che non è lei…ma chi ti ha messo in testa certe idee?!”

 

Bill rise e si alzò. “Buonanotte, fratellino.”

 

“Non è Hermione!” replicò Ron.

 

“E’ sua sorella gemella.” Bill ridacchiò.

 

“Non è lei, ti ho detto! Non è…” Ron sbuffò. “Ehi Bill.”

 

“Mh?” Bill si fermò sulla soglia della porta.

 

“Perché…perché è così tremenda questa fase tre?”

 

Bill fece un sorrisetto e uscì dalla stanza, dopo aver detto quelle cose che lasciarono Ron più terrorizzato di prima.

 

“Perché non riesci più a fingere.”

 

 

************************

 

 

…tanto ormai io e la Telecom ci odiamo in modo irreversibile…-_- ho pensato di postare questo chap approfittando di una connessione nell’ufficio di papà…dopo tutto è parecchio che vi sto facendo aspettare, almeno potrete leggere questo chap, che oltre a essere più lungo (premio per l’attesa!) è anche molto intenso e importante…sinceramente non so se è venuto così bene come volevo io oppure no…ma la mia beta dice che è a posto, e voglio crederle sulla parola.

 

Ragazzi, voi non potete avere idea di quando mi mancate! ;_;  Non vedo l’ora di poter tornare a tutti gli effetti, ma nel frattempo…mi accontenterò. Vorrei poter ringraziare tutti uno per uno, ma non ho la possibilità di vedere le rec e quindi…fate conto che l’abbia fatto! Un grazie e un bacio galattico a tutti quelli che hanno recensito lo scorso chap e la one-shot…vi adoro tutti alla follia! Siete tutti importantissimi per me, e vi ringrazio infinitamente per l’appoggio e il sostegno che mi date ogni volta…vi voglio un bene dell’anima! ^_^

 

Una parolina in più per Sara Lee, che ha fatto le capriole per beta-leggere questo chap, a Strek e Mony (ma io non sapevo! Congratulazioni a tutti e due! XD * …perché non c’è mai un sacchetto di confetti quando serve…*), a Vale a cui avevo promesso una one-shot per S.Valentino (una promessa è una promessa, con un po’ di ritardo ma avrai la tua storia! =), a Kiara perché sono contenta che il suo regalo le sia piaciuto =), e dulcis in fundo a Kim…tesoruccio, pensi che mi sia dimenticata di un certo 24 febbraio? ^^ Sbaglio o è il tuo compleanno? Beh, se ho ragione…lasciami pure la tua richiesta fra le rec, troverò il modo di leggerla e realizzarla per farti un bel regalone…=) E naturalmente un bacio kolossale a tutti gli altri!

 

Ora devo proprio lasciarvi, il tempo stringe…ma ci si risente (speriamo dal pc di casa mia stavolta!) col prossimo chap “Mettere in pratica la teoria.” Kissessssssssss

 

Sunny

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Capitolo 17
*** Mettere in pratica la teoria ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 17: METTERE IN PRATICA LA TEORIA

 

 

Damn, I hate the way you know me and
Damn, you kill me when you hold me
Like I'm your world, like this won't hurt
Like a favourite curse hittin' every nerve
Damn I'm fightin' and I'm losin' and
Damn you, you're pullin' and
I'm pushin', I'm wrestlin' with you
I toss and twist till finally I give in

Damn…

                                                           Damn, LeAnn Rimes

 

 

***************

 

 

Harry, Ginny, Ron e Hermione entrarono nella sala centrale dell’Ufficio per la Distribuzione dei Certificati Magici ridendo come dei pazzi, bagnati fradici per via del diluvio che si stava abbattendo su Hogsmeade. Stavano ridendo davvero di gusto, e le risate si moltiplicarono quando Ron quasi demolì la porta a vetri scivolando su una pozzanghera d’acqua, attirando anche l’attenzione di tutti i presenti.

 

Hermione fu la prima a riprendersi e a tornare sobria, schiarendosi la gola. Forse le sue risate erano meno sincere di quelle degli altri, perché il suo cuore in subbuglio non le stava facendo passare un periodo facile ultimamente. Dopo la notte dell’attacco di Andropovic lei e Ron non avevano scambiato una sola parola su quello che era successo fra loro…non una. Hermione avrebbe tanto voluto parlare con lui, capire…ma aveva così tanta paura di scatenare una reazione sbagliata che distruggesse di nuovo tutto fra loro che decise di tenere la bocca chiusa e accontentarsi. E il senso di colpa nei confronti di Adam non era affatto d’aiuto.

 

Harry fischiò vedendo la fila immensa che c’era agli sportelli. “Porca miseria…tutti qua per lo stesso motivo? E’ indecente, ci metteremo una vita!”

 

“Ma perché, voi come l’avete preso il certificato di Libera e Maggiore Età l’anno scorso?” fece Ginny.

 

Ron fece un sorrisetto odioso. “Faceva parte del pacchetto regalo dell’iscrizione all’addestramento.”

 

Ginny alzò gli occhi al cielo. “E’ solo una mia impressione o siete davvero insopportabili?”

 

Hermione ridacchiò. “Un po’ è vero.”

 

Ron guardò di nuovo la lunga fila per lo sportello dove si dovevano dirigere loro e sbuffò. “Stiamo scherzando, qua ci passeremo tutta la mattina!”

 

“Beh, non vedo grosse alternative.” Replicò rassegnata Hermione.

 

“Forse possiamo fare qualcosa.” Ron afferrò Harry per un braccio, gli scoprì la fronte e la indicò. “Ehi gente, il mio amico qui ha una certa fretta, vogliamo lasciargli il posto visto che è pure famoso?” Harry lo spinse indietro con una manata, contagiato da Hermione e Ginny che scoppiarono a ridere. Alcune signore li guardarono sconvolte. “Ehi, ho detto che è famoso, mica che ha la lebbra!” fu la risposta di Ron. Harry, ridendo, lo tirò di nuovo in fila.

 

“Hai visto che facce…” riuscì a dire Ginny prima di scoppiare di nuovo a ridere.

 

“Altra soluzione.” Disse ancora Ron. “Qualcuno resta a tenerci il posto mentre noi andiamo a farci un panino.”

 

“Bella idea, ma chi è che dovrebbe restare per noi?” gli chiese Harry.

 

Ron si guardò intorno. “…mmh…ecco, quello là.” ‘Quello là’ era un ometto magrolino in giacca e cravatta che stava facendo la fila per un altro sportello. “Ehi amico! Psst! Oh!” Harry e Ginny si piegarono in due dalle risate. Ron non ottenne l’attenzione dell’uomo, di conseguenza fu costretto a fischiare per farlo finalmente girare – in realtà si voltarono altri tre potenziali ‘amici’ oltre a lui.

 

“D-dici a me?” chiese insicuro quello.

 

“Ce lo faresti un favore?” disse allegramente Ron. “Potresti tenerci il…”

 

“Non gli dia retta, è mentalmente instabile.” Hermione spinse indietro Ron, senza per questo smettere di sorridere.

 

“Ehi! Io non sono mentalmente instabile!” protestò Ron.

 

“Noo.” Rise Harry.

 

“Solo mentalmente svitato.” Anche Ginny ridacchiò.

 

Ron fece una smorfia. “Senti chi parla, poi.”

 

Hermione si guardò un attimo attorno e nascose il viso fra le mani. “Stiamo facendo la figura dei ragazzacci.”

 

“Capirai.” Disse Harry. “Facciamo i soldatini in alta uniforme tutta la settimana, almeno oggi che è sabato voglio sentirmi un criminale onesto e felice.” Ginny rise.

 

“Ooh, basta.” Disse Hermione. “Facciamo le persone serie.” Un secondo dopo scoppiò a ridere e spinse via Ron, che le stava facendo il solletico sulla pancia. “Piantala!”

 

“Che c’è? Io sto facendo la persona seria, quando sono serio ti faccio ridere. Giusto, Harry?”

 

“Assolutamente.” Harry fece un sorrisetto perfido. “Anzi…la faccio anch’io la persona seria.”

 

Tempo due secondi Ron e Harry presero a tormentare a colpi di solletico la povera Hermione, che non riusciva quasi a reggersi in piedi per le troppe risate. Ginny, ridendo a sua volta, cercò di tirare via Ron per darle un po’ di respiro…ma tutta la loro allegria si dissipò al volo quando si sentì un assordante rumore di esplosione.

 

Prevedibilmente si sentirono “Cos’è stato” e “Aiuto” in abbondanza, mentre il panico faceva il suo ingresso nel salone gremito di gente. E tutti cominciarono a scappare in qualsiasi direzione possibile quando videro un’ombra nera avventarsi sul palazzo.

 

Ron afferrò Ginny per un braccio e assieme a Harry e Hermione corse a perdifiato sul retro del grande atrio, uscendo rapidamente da una porta di fortuna e finendo in un vicoletto riservato al raccoglimento dei rifiuti.

 

Ginny si abbandonò di spalle al muro, ansimante, e chiuse gli occhi mentre la pioggia le faceva aderire completamente i vestiti addosso. “Dio mio…” sussurrò.

 

“Riesci a vedere quanti sono?” chiese Ron a Hermione, che si era appiattita a terra per vedere quello che succedeva dentro attraverso i condotti dell’aria.

 

“…sei…” Hermione vide le ombre nere colpire con incantesimi casuali la gente in fuga, e minacciare gli altri perché restassero contro il muro. “…no…direi otto.”

 

“Che facciamo?” chiese Ginny con la voce che le tremava.

 

Hermione si frugò una tasca e ne tirò fuori una pietra bianca che avvicinò alla bocca, e Ginny si sentì più rassicurata quando la sentì contattare il quartier generale dei War Mage. Quello che invece la fece impallidire fu vedere Harry, Ron e la stessa Hermione che stringendo un talismano si ritrovarono con le uniformi e i cinturoni addosso.

 

“No, un momento…che volete fare?” fece allarmata.

 

Ron le appoggiò le mani sulle spalle. “Ginny, resta qui e non ti muovere per nessun motivo al mondo. Qualsiasi cosa succeda resta qui, mi hai capito?”

 

Ginny si aggrappò a un suo braccio. “Aspetta, che volete fare? Entrare là dentro voi soli?”

 

“Dobbiamo farlo per forza.” Disse tesa Hermione. “C’è anche un altro attacco in corso, ci hanno dato l’ordine di cercare di prendere tempo finchè non possono arrivare i rinforzi.”

 

“Tre contro otto?!” replicò incredula Ginny.

 

“Ho un piano.” Disse Harry, il cui viso era una maschera di concentrazione. “Li prenderemo alle spalle e sfrutteremo l’elemento sorpresa. Ce la possiamo fare.”

 

“Non è prudente.” Ribattè animosamente Ginny. “Voglio venire con voi, almeno saremo in quattro.”

 

Ron fece un passo avanti. “Tu resti qui, anche se ti devo pietrificare per fermarti!” ruggì.

 

Ginny avanzò senza paura, lasciando al suo fiero temperamento focoso caratteristico dei geni Weasley il compito di rispondere. “Provaci, vediamo se ne sei capace!”

 

“Gin!” Harry le appoggiò una mano sul braccio, costringendola ad arretrare e a calmarsi. La guardò negli occhi. “Resta qui al sicuro, ti prego. Sapendoti al sicuro ci muoveremo più liberamente. Per favore.”

 

Ginny si morse un labbro e abbassò gli occhi, ma alla fine annuì. “State attenti.” Sussurrò piano, guardando a terra.

 

“Contaci.” Ron le arruffò amorevolmente i capelli e un attimo dopo lui, Harry e Hermione sparirono di corsa lungo il vicoletto.

 

 

 

Il mangiamorte coi capelli corvini rise mentre con la bacchetta faceva sbattere contro il soffitto e poi contro il pavimento una coppia di maghi che avevano provato a fermarli. “Vediamo se fate tanto gli sbruffoni, mezzosangue puzzolenti!”

 

Un altro afferrò per la gola uno degli impiegati che stava dietro il bancone. “E tu che fai lì? Presuntuoso, non ti unisci alla festa?” lo tirò in avanti bruscamente, trascinandolo sul bancone e buttandolo a terra.

 

Un terzo incappucciato scorse un uomo che tentava di prendere la sua bacchetta. “Eh no! Avada Kedavra!” il cadavere dell’uomo ricadde a terra a pochi centimetri da una signora, che strillò più forte delle donne che già urlavano.

 

“Sta’ zitta, vecchia gallina!” la donna fu uccisa senza esitazione da uno degli assalitori.

 

Un mangiamorte coi capelli biondi rise forte. “Allora, chi è il prossimo, eh?” disse a gran voce.

 

Dal pavimento si levò una nuvola di fumo denso e grigio che fu segnalato agli assalitori solo dai gemiti e dai colpi di tosse dei poveri ostaggi, ma i mangiamorte non ebbero il tempo per agire: la nuvola di fumo invase tutta la stanzona.

 

“Che cazzo sta succedendo?!” urlò uno di loro, cercando di scostare un po’ di fumo con le mani.

 

“Adesso te lo dico.”

 

L’uomo ebbe a malapena il tempo di vedere un ciuffo di capelli rossi prima di sentire una lama squarciargli l’addome.

 

“Dove diavolo sei?! Fatti avanti!!” urlò allarmato un altro mangiamorte mentre sfoderava la bacchetta, ma non vedendo non potè fermare lo schiantesimo che lo lasciò a terra privo di sensi.

 

“Ora basta!” il mangiamorte che aveva fatto più vittime sollevò in aria la bacchetta. “Aere Reparo!” una zaffata d’aria spazzò via la tremenda coltre di fumo…

 

…per rivelare proprio davanti a lui un ragazzo coi capelli neri e gli occhi verdi e un odioso sorrisetto sulle labbra. “Come va?” si sentì chiedere mezzo secondo prima di ritrovarsi il petto squarciato da una pugnalata.

 

Hermione evitò un calcio che aveva cercato di darle il mangiamorte a lei più vicino, e fu solo grazie a tutti quei mesi passati a potenziare la sua agilità che riuscì a schivare l’incantesimo che le passò a un centimetro dalla spalla. Ne evitò ancora un altro, poi finalmente riuscì a urlare il suo Petrificus Totalus, centrando il suo obbiettivo.

 

Ron con un calcio disarmò il mangiamorte coi capelli neri, e quello replicò con un pugno che lo fece arretrare di qualche passo. L’uomo si voltò per recuperare la sua bacchetta, ma un calcio lo fece barcollare e un attimo dopo si sentì voltare e udì distintamente il suo nemico urlare “Impedimenta!” prima di sentire un vento travolgente sbatterlo contro il muro. Ron non si ritenne soddisfatto; caricò a tutta forza una scrivania fino a sbatterla con violenza contro l’addome del mangiamorte; l’uomo spalancò la bocca, da cui uscì un rivolo di sangue, mentre nell’aria si sentiva un sonoro crack – le ossa delle sue gambe che andavano in frantumi. Ron non si soffermò a vederlo mentre abbandonava la parte superiore del corpo sulla scrivania; si voltò di scatto e lanciò il suo pugnale con forza, fermando un mangiamorte che stava correndo verso Hermione.

 

Harry piombò alle spalle di un incappucciato che stava cercando molto ‘coraggiosamente’ di darsela a gambe e urlò “Expelliarmus!” disarmandolo in un secondo. L’uomo si voltò e rimase senza fiato per la pugnalata mortale che ricevette. Harry però fu buttato di violenza a terra dalla spallata particolarmente violenta di un corpulento mangiamorte; gli rispose con un calcio ben piantato fra le gambe, guadagnando il tempo per alzarsi e pietrificarlo.

 

Ron fece roteare la sciabola che aveva in mano e si scansò dalla fronte un ciuffo di capelli umidi di sudore, sollevando bruscamente una mano per zittire il vocio degli ostaggi, che non vedendo più mangiamorte non vedevano l’ora di tirare un sospiro di sollievo.

 

“Cosa c’è?” chiese un uomo.

 

“Ne manca uno.” Fece piano Harry, guardandosi attorno come un falco.

 

Passò qualche interminabile secondo in cui i tre giovanissimi War Mage continuarono a guardarsi attentamente intorno mentre i civili cercavano di restare più immobili che mai, intimoriti e sconvolti.

 

“State cercando me?”

 

Harry, Ron e Hermione si voltarono di scatto. Harry essendo il più vicino alla porta fece un passo avanti, ma si bloccò quando vide che l’ultimo mangiamorte aveva preso in ostaggio Ginny, e le teneva un pugnale puntato alla gola.

 

“Vi suggerisco di mettere giù le armi.” Sibilò.

 

Ron fece due passi avanti, furibondo. “Lasciala stare o ti faccio a pezzi!!”

 

Il mangiamorte avvicinò ancora di più il pugnale alla gola di Ginny, che tremava come una foglia e stava facendo del suo meglio per non piangere. “Buttate tutte le armi, o questa ragazzina farà una brutta fine!”

 

Harry, Ron e Hermione furono costretti ad obbedire, e lasciarono cadere a terra i loro cinturoni con le bacchette.

 

“Bene.” Fece l’uomo, facendo un passo indietro con la sua prigioniera.

 

“Adesso lasciala andare.” Ruggì Harry.

 

L’uomo fece un sinistro sorriso. “Oh, non credo proprio. Lei ora viene con me, e voi ve ne restate buoni buoni qui.”

 

Ron serrò forte i pugni. “Bastardo, giuro che se ti metto le mani addosso nemmeno i tuoi vecchi potranno riconoscerti!!”

 

Il mangiamorte rise. “Addio, bastardini.” Ma proprio quando fece per indietreggiare ancora, l’uomo spalancò gli occhi e la sua mano iniziò a tremare. “Ma che diavolo…cosa mi sta succedendo?!” Ginny trattenne il fiato vedendo che il braccio tremante dell’uomo si stava abbassando contro la sua volontà.

 

Ron si voltò verso Harry: aveva gli occhi socchiusi e stava muovendo leggermente le dita di una mano quasi come se stesse suonando un pianoforte invisibile. Ron fece un sorrisetto. Magia senza bacchetta… Harry, sei un genio!

 

In pochi secondi all’uomo cadde il pugnale, quindi il braccio gli finì penzoloni lungo il corpo; Ginny ne approfittò per correre fra le braccia di Harry, che era il più vicino a lei. Hermione raccolse la sua bacchetta e la puntò contro il nemico urlando “Petrificus Totalus”, ma quello si nascose dietro una colonna nello stesso istante in cui anche Ron scattò verso di lui. Ma il mangiamorte fece una cosa inaspettata: si sfilò la bacchetta dalla manica e la puntò in direzione di Ginny, urlando “Everto!”

 

Ginny si sentì il fiato mozzo in gola, incapace di urlare il suo terrore quando vide arrivare a tutta velocità la luce gialla…ma inaspettatamente finì a terra. Harry si prese in pieno il colpo al posto suo, facendo un volo tremendo e sbattendo di schiena contro una colonna, e restando immobile a terra. Ginny urlò e si chiuse gli occhi, rialzandosi un secondo dopo e correndo da lui. Gli si inginocchiò accanto e lo prese fra le braccia, inorridendo quando si ritrovò macchiata di sangue la mano che gli aveva messo dietro la nuca. “…oddio…Harry…” mormorò con voce strozzata.

 

Hermione le fu accanto in un attimo, e subito gli tastò il collo. “E’ vivo.” Disse subito, tirando un sospiro di sollievo. Ginny in lacrime strinse Harry ancora di più, baciandogli la fronte e le labbra pallide. Hermione le appoggiò una mano sulla spalla, ma si voltò immediatamente sentendo un rumore forte ed improvviso.

 

Ron era una furia. Aveva afferrato l’uomo per la veste e l’aveva sbattuto prima contro la colonna e poi contro il muro così violentemente da fargli vedere le stelle. “E così voi non vi fermate mai, eh?!?” tuonò, schiacciandogli la gola con un braccio. “Prima mia sorella! Poi il mio migliore amico! Sporco figlio di puttana, quando avrò finito con te non ci sarà più niente da seppellire, te l’assicuro!!!”

 

Sotto gli occhi inorriditi degli ostaggi, Ron afferrò l’uomo per la gola e lo colpì allo stomaco con un pugno così forte che gli fece sollevare i piedi da terra; non contento gli spaccò il naso con una ginocchiata in faccia e lo buttò a terra, prendendolo a calci.

 

L’uomo riuscì a buttare fuori un disperato “Mi arrendo!” tra un colpo e l’altro.

 

Ron lo prese per i capelli e lo tirò su. “Spiacente, stronzo, non attacca con me!” gli diede altri due pugni in faccia e lo sbattè contro il muro, tenendolo fermo per la gola ed estraendo il pugnale. “Addio, lurido pezzo di merda!”

 

“No!!” Hermione lo fermò mettendosi in mezzo.

 

“Sei impazzita??” urlò Ron. “Levati di mezzo!!”

 

“Non farlo, Ron!” Hermione a dispetto di tutto cercò di mantenere un atteggiamento calmo. “Non puoi.”

 

“Non posso?! Dimmi, perché non posso?!”

 

“Non sarebbe giusto.”

 

Ron strinse le dita attorno al pugnale. “Questo bastardo ha minacciato mia sorella. E ha fatto del male a Harry. Non merita di vivere.” Sibilò.

 

“Lo so.” Replicò piano Hermione. “Provo anch’io il tuo stesso desiderio di vendetta, ma se ti facessi giustizia da solo diventeresti come lui.”

 

“Vorresti lasciarlo andare?!” ruggì rabbioso Ron.

 

“Voglio sbatterlo ad Azkaban per il resto dei suoi giorni.”

 

“Non è sufficiente!” urlò lui. “Non lo vedi che razza di canaglie sono, fanno male agli altri per il puro gusto di vederli soffrire!! Una dannata reclusione non basterà a mettere fine a questa guerra!”

 

“Ron, si è arreso.”

 

“E che cosa cazzo vuoi che me ne importi?!”

 

Hermione gli appoggiò una mano sul braccio armato. “Una volta mi hai detto che avevi paura di non riuscire più a vedere la differenza fra un soldato e un assassino. E’ questa, Ron. Un soldato consegna alla giustizia un criminale. Un assassino lo elimina a sangue freddo. Io non credo assolutamente che tu sia un assassino.”

 

Ron scosse la testa. “Che ne sai tu…”

 

“Lo so e basta.” Hermione gli accarezzò il braccio. “In questi mesi ti ho visto lottare per essere una persona migliore, e ho visto coi miei occhi che ce l’hai fatta.”

 

Ron si voltò un attimo a guardare la sorella: Ginny lo stava fissando coi suoi grandi occhi castani spauriti mentre teneva amorevolmente stretto a sé Harry. Quindi guardò di nuovo Hermione: aveva gli occhi colmi di fiducia e dolcezza. Ron tirò un sospiro e la scansò, puntando la bacchetta contro l’uomo sanguinante e distrutto, che trattenne rumorosamente il respiro.

 

“Petrificus Totalus.”

 

Hermione sorrise largamente e gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte a sé e accarezzandogli la nuca e le spalle. “Sono così orgogliosa di te.” mormorò, baciandogli il collo.

 

Ron chiuse gli occhi e l’abbracciò fortissimo, nascondendo il viso fra i suoi capelli. L’aveva salvato. Hermione l’aveva salvato da se stesso. Ora si, ora si sentiva veramente bene. La tigre assetata di sangue dentro di lui aveva ritirato gli artigli una volta per tutte. Sono un soldato, non un assassino. Ron sorrise. Il suo primo sorriso da War Mage.

 

 

***************

 

 

Harry aprì gli occhi lentamente e dopo un iniziale ammasso di macchie riuscì a mettere a fuoco le immagini: capì di essere nell’infermeria della War Mage Team. Ma quello che gli portò il sorriso fu vedere Ginny, che era seduta su una sedia accanto al suo letto e gli stava tenendo la mano. Quando si rese conto che si era svegliato, lei gli fece un gran sorriso.

 

“Ciao.” Sussurrò.

 

Harry sorrise. “…stai bene?” aveva ancora la voce rauca e l’aria un po’ stanca.

 

Lei annuì e gli accarezzò il viso. “Grazie a te. Mi hai salvato la vita…di nuovo.”

 

Lui sorrise. “La cosa migliore che potessi fare.”

 

Ginny si chinò su di lui con un sorriso e lo baciò, appoggiando la fronte contro la sua bendata. “…tu non puoi neanche immaginare che paura ho avuto quando ti ho visto lì a terra…”

 

“Che è successo dopo?”

 

“Ron ha spedito quel tizio ad Azkaban.” Ginny sorrise. “A rate.”

 

Harry sorrise, ma poi fece una smorfia e si toccò una tempia. “Ohi ohi…non dirmelo, mi sono aperto la testa in due.”

 

“Vedessi come hai ridotto quella colonna contro cui hai sbattuto.”

 

Harry fece un sorrisone. “Io spaccherei tutte le colonne del mondo per te, lo sai?”

 

Ginny ridacchiò e scosse la testa. “Perché questa mi sembra la cosa più romantica che mi abbiano mai detto?”

 

“Forse perché lo è?”

 

Ginny smise lentamente di sorridere e passò qualche secondo ad accarezzargli i capelli e il viso, quindi si fece seria. “Non spaventarmi più così. Ti prego.”

 

Harry voltò il viso e le baciò la mano. “Credi che per me sia stato facile vederti con quella lama puntata addosso? Sarei morto prima che quello stronzo ti avesse anche solo sfiorato.”

 

Ginny si accoccolò contro la sua spalla. “Come facciamo? Voglio dire…come facciamo ad andare avanti in tutto questo…tutto questo casino?”

 

Harry le circondò le spalle con un braccio. “Viviamo. Viviamo e basta. In fondo…siamo insieme.”

 

“Si.” Ginny gli baciò la fronte. “Insieme.”

 

“E io ti amo.”

 

“Anch’io…ti amo così tanto che inevitabilmente finisco per soffrire più di quanto vorrei.”

 

Harry annuì, sospirando e guardando in basso. “Non è facile stare insieme a me, lo so…non so cosa posso fare…se fossi meno egoista ti lascerei andare, ma non…”

 

“Sarebbe fiato sprecato, Harry.” Lei gli baciò leggermente una guancia. “Ormai ci siamo troppo dentro per mollare…io non riesco più a immaginare la mia vita senza di te. E se questo significa che ogni tanto devo venire a recuperarti in ospedale, allora…va bene, lo accetterò purchè non esageri.”

 

Harry la guardò. “Dici davvero?”

 

Ginny fece una smorfia. “Ok, non lo accetterò…ma cercherò di farlo. Rischiare la pelle quotidianamente fa parte di te, e io ti amo così come sei…quindi amo anche il tuo lato eroico, anche se ogni tanto mi dà sui nervi non poco.”

 

Harry fece un piccolo sorriso e la strinse a sé. “Vale la pena finire in ospedale con la testa spaccata come un melone se posso sentirti dire cose del genere.”

 

Ginny rise. “Si, beh…non ci fare l’abitudine, Harry Potter.”

 

 

***************

 

 

Ron arrivò di corsa sotto il portone di villa Granger, riparandosi dalla pioggia torrenziale che si era abbattuta su Londra fin dalle prime ore del mattino. Si fece un incantesimo per asciugarsi i vestiti prima di bussare alla porta; sapeva quanto ci teneva all’ordine e all’igiene la signora Granger, le sarebbe venuto un infarto se l’avesse visto entrare tutto bagnato in casa sua. Strano però che nessuno aprisse la porta.

 

Alla fine Ron si stancò di aspettare, e mormorando “Alhomora” entrò da sé. La casa era al buio, e lui accese subito la luce. “Signora Granger? Hermione?” nessuna risposta. Continuò a cercarle anche in cucina, e vicino al frigorifero vide un foglietto appallottolato a terra. Lo prese per leggerlo.

 

Tesoro, noi siamo al circolo a festeggiare il compleanno

di Thomas Guillmore, un collega di papà. Raggiungici almeno per cena,

per favore! Ti ho lasciato io il vestito adatto sul letto.

Pettinati bene e fatti una doccia, ti prego…

                                                                       Mamma

 

Ron riappallottolò il foglietto e lo buttò a terra senza grazia. Immaginava la frustrazione di Hermione: dopo una giornata come quella che avevano passato lei sicuramente avrebbe avuto voglia di stare un po’ con suo padre e sua madre. E invece…Ron sospirò. I genitori di Hermione erano bravissime persone, ma avevano il difetto di vivere una vita eccessivamente mondana e di non esserci mai quando la figlia aveva bisogno di loro.

 

Andò dritto in camera da letto per verificare se Hermione era andata o meno alla festa, ma come aveva previsto il vestito era ancora adagiato sul letto. Si guardò un po’ in giro e vide che la finestra era socchiusa. Fece per andare a chiuderla, ma sentì un piccolo colpo di tosse proveniente dall’esterno e si accigliò, aprendo del tutto la finestra e uscendo sul terrazzo.

 

Hermione era lì sotto la pioggia, seduta a terra con Virgo – l’orsacchiotto che lui le aveva regalato – stretto al petto. Guardava fisso a terra con gli occhi lucidi e aveva le guance molto rosse, ma non sembrava accorgersi della pioggia che l’aveva inzuppata fino alle ossa.

 

“Si può sapere che stai combinando?!” Ron le si inginocchiò davanti.

 

Hermione sbattè gli occhi. “Che ci fai tu qui?” chiese piano.

 

Ron le sentì la fronte con una mano. Scottava, come era prevedibile. “Guarda cos’hai fatto, razza di sconsiderata…con questa febbre te ne stai in mezzo a questa tempesta?” sbuffando scosse la testa. “Da quant’è che stai qua fuori?”

 

Hermione si accoccolò col viso nel suo orsacchiotto. “Oggi pomeriggio.”

 

Ron spalancò gli occhi. “Ma vuoi beccarti una polmonite?!” lei non gli rispose. “Che è successo?” le chiese più piano, ma ancora nessuna risposta. “Ok, vieni qua.” Alla fine le passò un braccio sotto le ginocchia e uno dietro la schiena e la prese in braccio, portandola dentro e mettendola seduta su una sedia. Le asciugò i vestiti con lo stesso incantesimo con cui si era asciugato i suoi prima, poi le sentì di nuovo la fronte con la mano. E per tutto il tempo lei rimase zitta e buona, stringendo il suo orsacchiotto.

 

“Mettiti addosso qualcosa di pesante e poi scendi giù.” Le disse lui. “Io vado a preparare qualcosa di caldo.”

 

Hermione annuì. Ron la lasciò nella sua stanza e scese al piano di sotto, andando in cucina e cercando tutti gli attrezzi necessari per far bollire un po’ di latte. Le aveva letto negli occhi una strana tristezza…e lei non doveva essere triste. Mai. Non lo meritava. No, doveva sorridere ed essere serena…perché quel sorriso gli riscaldava l’animo e gli rallegrava la vita ogni giorno di più.

 

Non passò molto prima che Hermione lo raggiungesse; si era messa un pigiamone azzurro di felpa, continuava a stringere il suo pelouche bianco e si trascinava dietro una copertina pesante. Ron si sforzò di non cedere all’istinto di prenderla fra le braccia e coccolarla fino a farle spuntare di nuovo il sorriso sulle labbra. Era talmente tenera e dolce che riusciva perfino a risvegliare in lui quel bisogno di coccole che cercava sempre di soffocare.

 

“Come ti senti?” le chiese, mentre riempiva una tazza col latte caldo che aveva preparato e l’appoggiava sul tavolo.

 

Hermione tossì e si trascinò sullo sgabello vicino al tavolo. “Ho freddo. E mal di testa.”

 

Ron le sedette accanto. “Vuoi dirmi cos’è successo? Tu non sei il tipo che passa le ore a buscarsi malanni sotto la pioggia, qualcosa è successo.”

 

Hermione sorseggiò per qualche istante il suo latte caldo. “Mia madre non mi vuole bene.”

 

Ron inarcò le sopracciglia. “Di tutte le cazzate che potevi sparare fuori, questa è la più grossa.”

 

Lei scosse la testa. “E’ vero. E non è una questione di affetto.”

 

Lui si accigliò. “Non ti capisco.”

 

Lei sospirò. “Mamma non ha mai realmente mandato giù la mia scelta di entrare nei War Mage. Ogni volta che torno a casa dall’addestramento lei fa finta di non vedermi finchè non vesto di nuovo i panni della figlia obbediente.” Disse piano.

 

Ron sbattè gli occhi un paio di volte. “Tieni anche conto di come si sente lei a saperti sempre in pericolo. Non è facile, e poi tua madre è sempre stata molto protettiva nei tuoi confronti.”

 

“Non è solo questo.” Hermione appoggiò la testa sul tavolo. Se la sentiva pesante. “Mia madre aveva altri progetti per me, mi voleva avvocato o dottore…da quando ero piccola si vantava sempre con tutti perché ero brava a scuola, e avrebbe voluto vantarsi anche ora di avere una figlia che aveva intrapreso una carriera di successo…magari anche fidanzata con uno dei figli dei suoi stupidissimi amici… invece io le ho tolto questa possibilità. E sono sicura che lei ce l’ha con me per questo.”

 

Ron sospirò e annuì. “Capisco quello che intendi. Però…”

 

“Non ci sono però, Ron. Io ho tradito le aspettative di mia madre, punto e basta.”

 

“Ok, aveva altri progetti per te. Ma io conosco tua mamma, e so che ti stima molto. Si preoccupa per te, ma sa che sei in gamba.”

 

Hermione tossì. “E’ inutile che cerchi di farmi sentire meglio, io continuo a sentirmi una stronza.”

 

Ron le accarezzò il viso col dorso della mano. “No, magari sarai una rompipalle, ma una stronza decisamente no.”

 

Lei sospirò. “Si, invece. E per colpa mia stanno soffrendo un sacco di persone…anche Adam. Sono una grande stronza. E lui non mi merita.”

 

“Su questo sono d’accordo con te.” lei gli lanciò un’occhiataccia. “Beh? Io la penso così.” Ron si rabbuiò. Cosa c’entrava ora quell’idiota?

 

Hermione fece una smorfia e si alzò, trascinandosi fino al divano e buttandocisi sopra con un’aria sconfortata. “…nessuno mi capisce…” piagnucolò.

 

Ron si alzò e prese la coperta. “Va bene, scusa…dai, spiegami qual è il problema col tuo ragazzo.” Le disse, mentre la copriva per non farle prendere altro freddo. Gli dava un fastidio bestiale parlare di quell’inetto che neanche si rendeva conto della fortuna che aveva, ma voleva aiutarla a qualunque costo.

 

Hermione starnutì e tirò su col naso, stringendo forte il suo orsacchiotto. “…io non sono giusta con lui… è sempre così comprensivo con me, quando ho bisogno di aiuto lui me l’offre sempre anche se a modo suo…mi rispetta… e io invece lo tengo sempre a distanza come una stupida…come se volessi fare a meno di lui…”

 

“Beh, forse tu vuoi fare a meno di lui.”

 

“…ma no…no che non voglio…non credo…”

 

Ron scosse la testa e si alzò in piedi. “Ok, senti...io ci ho provato, voglio aiutarti a sentirti un po’ meglio, ma è evidente che o non lo so fare o non è serata…tu sei in piena crisi, avresti bisogno di Ginny o Harry o che so io, mi dispiace di non saperci fare in queste situazioni, ma…” s’interruppe quando si sentì prendere la mano in quelle più piccole e più fredde di lei.

 

“Resta.” Gli sussurrò Hermione, guardandolo con gli occhi grandi e lucidi. “Almeno tu non mi lasciare… rimani con me, per favore…nessuno rimane mai con me…”

 

Ron si rese conto che anche volendo non sarebbe mai riuscito a dirle di no. Sotto sotto aveva capito qual’era il suo problema: non si sentiva amata. Se solo avesse potuto dirle quanto questo non era vero… “Sei proprio una scema, lo sai?” le disse con un piccolo sorriso mentre le sedeva accanto. Le passò un braccio attorno alle spalle mentre lei si accoccolava con la fronte bollente contro il suo collo e gli stendeva un braccio sull’addome, schiacciando fra i loro due corpi l’orsacchiotto bianco. Ron sorrise. “Non riesci proprio a metterlo via questo pupazzo, eh?”

 

Lei rispose con la voce molto assonnata. “…no…mi piace perché ha il tuo odore…io amo il tuo odore…”

 

Ron si accorse che stava trattenendo il fiato. Si passò una mano fra i capelli mentre nella stanza si sentivano solo il rumore della pioggia contro le finestre e il respiro lievemente affannoso di Hermione. Si schiarì la gola. “…ti senti…ehm…m-meglio?” Controllo, Weasley!

 

“…mmh…” lei si strinse ancora di più addosso. “…sto così bene…sto sempre bene…se ci sei tu a proteggermi…”

 

Lui chiuse forte gli occhi e lasciò uscire l’aria dai polmoni. Non poteva trattenersi, non fino a questo punto. “Io sto molto più che bene con te…sto così bene che…Dio, se solo potessi…se tu me ne lasciassi la possibilità farei qualunque cosa per renderti felice insieme a me…”

 

IDIOTA!!!! Imbecille colossale!!! Guarda, guarda cos’hai combinato!! Hai rovinato tutto, ora ti sei giocato la tua migliore amica e la donna che ami in un colpo solo!! Coglione!! Guarda, è talmente inorridita che non parla più!

 

Ron aprì gli occhi che stava stringendo forte uno alla volta, e azzardò uno sguardo a Hermione: …dormiva profondamente. Lui tirò un sospiro enorme e rimase immobile per calmare i battiti furiosi del suo cuore. Era talmente bello stare così, con lei fra le braccia e con quel senso di intimità che non aveva mai provato con nessuno al mondo…

 

Le coprì le spalle con la coperta e le baciò la fronte, poi chiuse gli occhi e reclinò la testa contro la spalliera del divano. Aveva avuto una fortuna così sfacciata ad aver parlato mentre lei dormiva…ma allora perché si sentiva così deluso?

 

Dannatissima fase tre!

 

 

*************************

 

 

Scusate tutti per il ritardo! Ma è stato necessario: non si può mettere on-line un chap senza averlo prima passato al proprio beta (visto che casini mi ha combinato l’altra volta Word, che mi ha cambiato tre quarti di parole e io nemmeno me ne sono accorta?), così questa volta abbiamo fatto un po’ i salti mortali per far avere a Sara Lee il nuovo chap…doppio grazie a Sarocchia, che non solo me l’ha beta-letto, ma lo ha anche postato e ha pure corretto il precedente… ^3^

 

Detto questo…bimbi belli! Non vorrei illudere nessuno…ma forse questa settimana è la volta buona che ci ridanno questo maledetto telefono!!! E si, perché ci hanno dato già il numero e ci hanno assicurato che si tratta solo di attivarlo ormai. Sisisisisisisisisisisisisiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!! XD …ricomponiamoci… questa volta ho fatto la furbastra: mi sono fatta stampare non solo tutti gli aggiornamenti delle storie che sto seguendo qui sul sito (e ora vi recensisco tutti qui!) ma anche le mie recensioncine…così posso rispondervi per benino come faccio sempre! Chiedo scusa a quelli che hanno recensito solo negli ultimi giorni…io ho le rec di qualche giorno fa, chi non ringrazio stavolta lo ringrazio la prossima. Quindi:

 

Audrey: sono contenta che ti piaccia! Adam…mmh…direi che è molto amato il giovane! ^^

Danae: anche a me Ron e Bill piacciono tantissimo! Quella chiacchieratina frullava nella mia testa già da un po’…ma in quel chap stava meglio che negli altri. Perdono per averti fatto aspettare!

Kiara: Kiarussa! Mi mancano le nostre letteruzze…soprattutto mi manca ricevere quelle perle che mi mandavi tu! XD Si, anch’io adoro Ron…che, si era capito? ^^ Prego, tesoruccio…è stato un piacere per me scrivere per te…e sono mille volte felice perché la one-shot ti è piaciuta! A me è piaciuto molto scriverla =) un bacio enorme gigantesco

Eli: prima di tutto…sono riuscita a leggere il tuo aggiornamento! Eli, dolcezza, tu lo sai già cosa penso della tua storia, ma io ho una gran voglia di ripetertelo: sei fantastica! Crei un’atmosfera così…così intensa e magica che è sempre una gioia immensa leggere quello che scrivi…e poi già lo sai, io sono innamorata del modo in cui caratterizzi i personaggi (*…cough…ogni riferimento a Sirius, Remus, James & co. è puramente casuale…cough…*) e Lily è sempre più dolce, adorabile col suo piccolino!…ma io mi dispero perché gli eventi stanno correndo sempre di più ;_; …e corro a rileggermi la storia tutta d’accapo perché l’adoro e non voglio che finisca!!! *.* …cara…mi sa che se io vengo dall’Olimpo tu sei dell’Empireo… =) E…si, anche a me un paio di partite a bowling con Ron non dispiacerebbero per niente…^_- un super kiss mega

Giuggy: matita magica, come te la passi? =) Mi mancano tantissimo le tue fanart…proprio l’altra sera Nenè si disperava perché nella stanza nuova c’è più spazio e c’è mezzo muro da riempire… non siamo più riuscite a visualizzare un tubo, perché la magnifica connessione dell’ufficio di papà non fa vedere le immagini…-_- siamo in crisi d’astinenza da fanart! ;_; Sono felice che la one-shot per il tuo comply sia stata di tuo gradimento…e sono ancora più che felice che l’altro chap ti sia piaciuto così tanto! =) Tvtttttttb

Milla: allora tu mi capisci! Oh, anche noi abbiamo avuto dei momenti in cui avremmo fatto fare un volo dalla finestra a tutti i telefoni che abbiamo in casa…scollegati, che allegria… =_= sorry per l’attesa, cause di forza maggiore! Quanti altri chap? Vai a leggere alla fine dei thanks…kiss kiss!

Avana Kedavra: grazie mille =) si, anche a me Harry e Ginny piacciono molto…non lo so, ma dopo aver letto il quinto libro ho rafforzato le mie convinzioni che sarebbero una bella coppia insieme. E Ron e Hermione…beh, loro poi… =D sapessi quanto mi manca la mia bella connessioncina serale e tutti voi amici! ;_;

Ary: si, alla fine ce l’ho fatta a postare anche questo chap! Meglio tardi che mai =) mi fa piacere che anche il precedente ti sia piaciuto! =)

Vega: amore mio! Chissà se sei ancora in Inghilterra mentre ti scrivo…mi manchi molto! Lo sai che mi sono riletta i tuoi chaps? E sono ansiosa di leggere altro, quando finalmente sarò di nuovo dei vostri…come sempre il tuo parere è importantissimo per me, e saperlo così positivo mi riempie di gioia! Ti voglio un mondo di bene, appena mi ridanno la linea ti manderò subito una bella mail! =)

Blackmoonygirl: onore e gloria a Harry e Ginny, e ai problemi di tutti i giorni ^_- Eh si, porca telecom… -_-

Hermy15: invece purtroppo vi ho fatti aspettare lo stesso! Sorry! Però stavolta il chap è bello pulito e senza errori di battitura…meglio, no? =)

Vale86: ma cerrrto che la storia di Vale sarà anche un po’ tua! E io spero di vedere presto un’altra delle tue bellissime fanart…mi piacciono tantissimo! Eh eh…in effetti anch’io al posto di Hermione non sarei stata così comprensiva… (…censuriamo le parolacce volanti ^^) un bacio grandissimo

Alexis: maystro!!!! Che danno, sono fuori esercizio… -_- mi sa che quando torno dovremo fare una bella ripassata, perché il mio spagnolo/marocchino si è arrugginito ancora di più ^_-

Lara: tesoro adorato, come ti capisco!! Io ho i brividi al pensiero che dopo che mi avranno mandato la linea dovrò richiedere di nuovo l’adsl…forse per maggio la vedrò, che dici? ^^ Magari posso alleviare un po’ le tue pene: hai presente il tuo affezionatissimo Adam? E se…ti dicessi che il suo tempo sta per scadere? =D kisses

Lizzie: esatto, Hermione è stata ben ricompensata =D Mi fa piacere di averti fatto fare questa indigestione! ^_-

Vale: amica!!! Anche tu mi manchi così tanto…se tu mi fai la statuetta io posso farti un telegatto? ^^ Anch’io adoro i fratelli Weasley, tutti quanti…e mi sto divertendo da pazzi a scrivere la tua one-shot! Ho dovuto dare la precedenza a questo chap, perciò praticamente ho scritto solo una bozza… ma presto avrai il tuo regaluzzo! Non ti dispiace, vero, se un pezzettino lo dedichiamo pure a Vale86? Ti voglio un bene grande grandissimo! =)

Angele87: ooh, finalmente sono riuscita a leggere tutti i tuoi bei chaps nuovi…e finalmente posso recensirti!! Complimenti, mia cara: sto seguendo la tua storia con molto interesse, e sappi che mi hai ufficialmente intrigata! Stai migliorando di chap in chap, ti sento più spigliata e più sicura…e questo è molto, molto positivo per la storia. In pratica, vai avanti così che vai forte! (…sei riuscita a crearmi il problema della scelta fra Ron e Draco…per la miseria…*.*) …eh eh…ora che mi ci fai pensare la coscia di Hermione poteva benissimo passare per quella di uno spiedo, poverina ^^

Kim: dolcezza!!! Quante cose che ho da dirti…intanto, sono felicissima che il tuo regalo ti sia piaciuto…ci tenevo moltissimo che riuscisse bene! Poi…mi sono riletta tre volte l’ultimo chap che hai pubblicato…*sospirone* …quanto amo quei ragazzi…dì, mi fai adottare dagli Hyden? No, aspetta…se mi adottano non mi posso più mettere con Any, no…no, no…non si può, peccato ^^ la tua storia si sta facendo sempre più bellissima, così dolce e intensa e scattante allo stesso tempo… mi sento così emozionata all’idea di un matrimonio in vista, io adoro i matrimoni! Fosse poi tra Sirius e Allys…finalmente, poverini! Sono così belli e innamorati…dai, ragazzi, faccio il tufo per voi! *v* …devo solo chiederti una cosuccia…secondo te è da malati il fatto che sono in SbavModeOn per Any…e anche per il suo papà? XD *…cattiva Sunny che fa questi pensieri…* ^_- tvttttttttb, aggiorna in frettissima!

Giulietta89: scusami tantissimo, è un periodo molto incasinato con le connessioni questo! Rimedio subito: grazie mille per le rec, e spero davvero di sentirti ancora! Certo che scriverò ancora qualche altra one-shot su Dan &co…ci scappa sempre!

Marilia: tesoro, grazie mille! Beh, magari i miracoli non sono ancora alla mia portata, ma vedremo un po’ che si può fare ^_- Presto Adam farà il suo passo falso, non preoccuparti…un bacio e in bocca al lupo con la tua storia! Appena ci riesco la leggerò!

Ale: ehi, che bello! Sono contenta che anche tu mi stai recensendo…adoro le recensioni! (…e anche questo non si era capito…^^)  Ti ringrazio per i complimenti, anch’io sono molto affezionata alle nuove generazioni di Potter e Weasley…chi lo sa, magari perché loro li ho creati proprio io e perciò mi piace farli vivere le loro esperienze…sai, anche mia sorella come te ha un debole per Simon! =)

Mony: amica!! Che bello sapere che anche tu condividi il mio odio per questi problemi di linea… siamo un po’ avvilite io e mia sorella qui… =_= Sono felice di sapere che il chap precedente ti è piaciuto…wow, è un bellissimo complimento quello che mi hai fatto! Ti piacciono i baci come li descrivo io? =) ...sono lusingata…Povero Strek, sotto esame, eh? Anche la Nenè ne ha dato uno proprio qualche giorno fa…ha preso il suo solito disgustoso 30 e ora va in giro tutta felice per casa, con mamma e papà che non perdono occasione per fare tiratelle a me… -_- Un bacio grande quanto un pianeta! =)

Eva: per me è un onore e un piacere rispondere a tutte le mie recensioni…e sono contentissima di poterlo fare stavolta! Grazie per i complimenti, e…si, Ron e Hermione sono belli proprio perché sono intensi! Piacciono moltissimissimo anche a me! =) kiss kiss

 

 

Aah, è sempre così bello scrivere qualcosa e trovare così tante meravigliose recensioni…ve l’ho detto recentemente che vi voglio un mondo di bene, ragazzi? Beh, ve lo ripeto! Anche perché… sto cercando disperatamente di darvi una notizia e non so se vi farà molto piacere…ehm…sapete che il prossimo chap è il penultimo?

 

…siete ancora con me? Mi odiate? Mi volete bene lo stesso? Ehi! Penultimo vuol dire che ne mancano ancora due! Il fatto è che ormai è già successo quasi tutto quello che doveva succedere, è rimasta solo un’ultima situazione da risolvere e poi…in definitiva è giusto così, perché combaciano i tempi e tutto il resto, visto che io avevo programmato che BAWM 0 finisse qualche mese prima dell’inizio di BAWM 1…e adesso ci siamo quasi, accipicchia…e la cosa mi dispiace non poco, perché ormai sono così affezionata a questa saga che sarà un bel casino per me metterci la parola fine. Però bisogna pure farlo, perché anche le cose belle devono finire o finiscono per stufare, no? E comunque io mi dispererò lo stesso quando scriverò l’ultimo chap! ;_;

 

Detto questo…anche per stavolta è tutto, ci rivedremo il prima possibile col prossimo chap “Confidenze Scomode”. Me la lasciate la solita bella recensioncina, vero? ^_- Kisses kisses

 

Sunny

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Capitolo 18
*** Confidenze Scomode ***


BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 18: CONFIDENZE SCOMODE

 

 

Lie to me, say that you need me
That's what I wanna hear
That is what makes me happy
Hoping you'll be near
All this time, how could I know
Within these walls, I can feel you

                                                           Another Day, Lene Marlin

 

 

***************

 

 

Hermione fece un sorriso prima ancora di aprire gli occhi quando sentì le carezze di sua madre svegliarla con tutto l’affetto che potesse offrirle. Non ricordava molto della notte precedente – si era addormentata con la testa pesante e un gran freddo addosso, ma circondata dalle braccia forti e rassicuranti di Ron – e quella mattina si era svegliata col sole che splendeva e sua madre che la rassicurava che l’infreddatura che si era beccata se ne sarebbe andata via dopo una giornata di buon riposo, e così Hermione aveva passato la mattina a leggere un libro come faceva sempre anni prima. A ora di pranzo sua mamma aveva portato il cibo su e avevano mangiato insieme, parlando come facevano una volta, e lei si era addormentata serena e in pace con se stessa e col mondo.

 

“Ben svegliata.” Le disse amorevolmente sua madre, baciandole la fronte.

 

Hermione si stiracchiò e aprì gli occhi con un lento sorriso rilassato. “Mi sono addormentata di nuovo.”

 

“Come quando eri piccolina, che se non ti sentivi bene dormivi per ore.” La signora Granger le accarezzò i capelli. “Ti ho svegliato perché c’è qualcuno che è passato a salutarti.”

 

Hermione sorrise, decisamente più sveglia. C’erano Harry e Ron sulla soglia della porta della sua stanza, e avevano entrambi un’aria un po’ scombinata – era evidente che avevano approfittato dello spacco dell’ora di pranzo per passare.

 

Harry la salutò con la mano. “Ehi, bella addormentata.”

 

“Vi lascio soli.” La signora Granger si alzò e uscì, ma prima fece a Ron un grande quanto inaspettato sorriso che lui ricambiò con uno più piccolo e ammiccante dei suoi.

 

“Ehi, da quando mia madre è tutta miele con te?” gli chiese Hermione, mentre Harry si sedeva sulla sedia accanto al suo letto. “Che mi sono persa?”

 

“Oh, niente di particolare.” Ron si mise comodo ai piedi del letto. “Abbiamo parlato un po’.”

 

“Di che?” Hermione aveva un’aria inquisitoria.

 

“Cose.” Ron scrollò le spalle e liquidò la cosa cambiando argomento. “Beh, come sta la povera malata?”

 

“Molto meglio. Domani mi alzerò anche contro la volontà di mamma…è strano, è da stamattina che mi coccola come non faceva già da un po’...” Hermione tirò su col naso. “Com’è andata la mattinata?”

 

Harry fece un sorrisetto. “Molto tranquilla.”

 

Ron annuì con lo stesso ghigno. “Rilassante.”

 

“Silenziosa.”

 

“Si, nessun disturbo alla nostra quiete.”

 

“Incredibilmente priva di vocette petulanti.”

 

Hermione fece la linguaccia a tutti e due. “Cretini.”

 

Harry rise e scosse la testa. “No, seriamente…è andato tutto bene. In più c’è una bella notizia: Liam dice che visto quello che abbiamo fatto ieri non avremo bisogno di sostenere gli esami e tra un mese ci consegneranno i distintivi di War Mage.”

 

“Non che questo ti faccia piacere, ovviamente, visto che sappiamo bene come ti addolora l’idea di saltare un esame.” La punzecchiò Ron.

 

Hermione gli lanciò un’occhiataccia, ma si concentrò sulle novità. “Ottimo, quindi fra un mese saremo di ruolo a tutti gli effetti.”

 

“E non è la sola bella notizia.” Continuò Harry. “Ti ricordi quella festa elegante a casa di Josh, quella di sabato?”

 

Hermione annuì. “Quella per il suo compleanno, si.”

 

Ron fece un gran sorriso. “Quel rimbambito si è deciso a invitare anche noi. Dice che ormai siamo del gruppo.”

 

Hermione s’illuminò in volto. “Davvero? E’ fantastico! E’ sabato la festa, vero? Ci saranno tutti quanti…l’occasione richiede un bel vestito…”

 

Harry sorrise. “Voi ragazze siete incredibili, appena si parla di una festa la prima cosa a cui pensate è il vestito.”

 

“Anche voi dovreste cercare di apparire più o meno decenti.” Fece pungente Hermione. “A proposito, siamo stati ripescati solo noi oppure possiamo…”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Te lo puoi portare il tuo principe azzurro, se è questo che vuoi sapere.”

 

“Si chiama Adam.”

 

“…ehm…” Harry si grattò la nuca. “…a proposito di questo, pensavo di invitare Ginny a venirci con me.”

 

Ron si voltò a guardarlo con uno sguardo interrogativo. Hermione li fissò entrambi con una certa preoccupazione, e scambiò una rapida occhiata con Harry.

 

“E perché?” fece Ron. Fuori il fiato, Harry, parla chiaro…

 

“Beh, perché è una vita che non fa qualcosa.” Harry cercò di sembrare disinvolto e distaccato. “Ha perso quasi tutti i suoi amici, e proprio l’altra sera mi stava dicendo che avrebbe voglia di divertirsi un po’. Perciò visto che fra noi l’unico che può invitarla senza sembrare incestuoso sono io…”

 

“Mh.” Il tono di Ron era quasi sarcastico. “Che amico prezioso che sei.”

 

Hermione si affrettò a cambiare argomento. “Che cosa pensate di fare per quei capelli voi due?”

 

Istintivamente tutti e due i ragazzi si portarono le mani sulla testa. “Perché?” dissero insieme.

 

Lei rise. “Sono sempre scombinati… se non vi date una sistemata farete la figura di quelli che hanno lasciato Azkaban un attimo prima.”

 

“Noi saremmo degli avanzi di galera, eh?” Ron curvò le labbra nel suo solito sorrisetto perfido. “Tu vuoi la guerra.”

 

“Vero.” Harry annuì.

 

“Ma che paura.” Fece Hermione in tono di sfida.

 

Harry e Ron si scambiarono una veloce occhiatina d’intesa…e un secondo dopo balzarono in ginocchio sul letto. Hermione fece per scappare, ma Harry l’afferrò per le braccia e la inchiodò sul materasso.

 

“E così noi saremmo scombinati, eh?” Ron prese a farle il solletico sulla pancia e sui fianchi.

 

Hermione si dimenò fra le risate, al solletico proprio non era capace di resistere. “…sme…smettila!!...”

 

“Hai offeso i nostri capelli, ragazzina.” Ron rise e intensificò la sua tortura. “Non te la cavi con delle scuse così.”

 

Hermione aveva le lacrime che le scendevano sulle guance per le troppe risate, e a malapena riusciva a biascicare qualche “no, smettila” tra gli attacchi di risatine.

 

Anche Harry rise. “Non hai l’aria molto pentita…mettici un po’ più di sentimento!”

 

“Basta…basta, ti prego!...” altre risate disperate.

 

“Riprova ancora, appena un po’ più convincente!” fece Ron, senza smettere.

 

“Ehm ehm.”

 

I tre ragazzi si bloccarono all’istante spalancando gli occhi, e Hermione scattò seduta sul letto, sistemandosi meglio i capelli e la camicia da notte. “Papà!” squittì stridulamente. Ci mancava solo questa, essere beccati da suo padre mentre due ragazzi la tenevano ferma sul letto e lei li implorava di fermarsi. Ottimo davvero. Con la coda dell’occhio notò che anche Harry e Ron erano parecchio in imbarazzo.

 

Il signor Granger aveva un’espressione strana e la mascella serrata. “Giovanotti, potreste venire un momento di là con me?”

 

“Certo.” Sia Harry che Ron uscirono dalla stanza per seguire il padre di Hermione facendo delle facce strane.

 

Hermione si morse le labbra, le veniva da ridere dell’intera situazione. Suo padre – che era notoriamente iperprotettivo di natura – aveva ovviamente equivocato la scenetta, e a lei il solo pensiero dei suoi due amici convocati a rapporto dietro la scrivania del padre faceva ridere. Dopo qualche minuto cedette alla curiosità; scese dal letto, s’infilò la vestaglia e sgattaiolò nel corridoio fuori dallo studio del papà. Si fece avanti per appoggiare l’orecchio sulla porta e origliare…ma la porta si aprì e lei sussultò.

 

“Tesoro, cosa fai qui in piedi?” Edward Granger le diede un bacio sulla fronte e uscì, e dietro di lui uscirono anche Harry e Ron.

 

Hermione li scrutò accigliata. “Tutto bene, si?”

 

“Oh, benissimo.” Suo padre le fece un gaio sorriso.

 

“S-si, ora noi dobbiamo andare.” Fece Harry.

 

Ron annuì. “Già.”

 

“Ok. Grazie per essere passati…” Hermione si sporse in avanti per abbracciarli come faceva sempre, e invece Harry le tese la mano.

 

“Beh, ci vediamo presto, eh?”

 

anche Ron le strinse formalmente la mano. “Riguardati.”

 

“Venite ragazzi, vi accompagno.” Esclamò allegramente il signor Granger.

 

Hermione rimase a guardare i suoi amici mentre se ne andavano. Si osservò la mano che tutti e due le avevano stretto, poi tornò a guardare nella loro direzione…

 

…e si piegò in due dalle troppe risate.

 

 

***************

 

 

“Quel libro deve essere proprio interessante se sei così concentrata.”

 

Hermione alzò lo sguardo e sorrise nel vedere Adam che faceva capolino dalla porta della sua stanza. Appoggiò il libro sul comodino accanto al suo letto mentre lui entrava e ricambiò con affetto il bacio sulle labbra che lui le diede. “Credevo che fossi ancora a Stanford.”

 

“Siamo riusciti a concludere tutto stamattina.” Adam si rilassò nella sedia. “E poi sono corso subito da te.”

 

“Sai, ieri c’è stato un massiccio attacco di mangiamorte a Hogsmeade, noi eravamo lì.”

 

“Ho sentito qualcosa. Tu stai bene? Sei stata ferita?”

 

“Oh no, no…mi sono solo beccata il raffreddore.” Hermione scrollò le spalle e sorrise. “Ci sono due belle novità.”

 

“Finalmente qualche buona notizia.” esclamò Adam.

 

“Tanto per cominciare…fra un mese finiamo l’addestramento e diventiamo War Mage a tutti gli effetti.” Disse vispa lei.

 

“E’ una notizia fantastica!” Adam l’abbracciò con entusiasmo. “Sono felicissimo per te, Hermione.”

 

Lei sorrise orgogliosa. “Grazie. Tu nemmeno immagini cosa significa per me questo traguardo.”

 

“Te lo sei guadagnato tutto quanto.” Adam le diede un altro bacio sulle labbra. “E l’altra novità?”

 

“Oh.” Hermione fece un sorrisetto vispo. “Ti ricordi la festa di Josh? Quella importante?”

 

“E come potrei dimenticarla?” lui sorrise. “Sei rimasta per tre giorni di fila col muso perché non vi hanno invitato.”

 

“Naturale! Avevano chiamato tutti tranne noi!”

 

“Tranne tutte le reclute, Hermione. E comunque?”

 

“Beh…alla fine hanno invitato pure noi!”

 

Adam rise. “La speranza è l’ultima a morire sul serio, a quanto pare.”

 

“Sono elettrizzata, ci saranno tutti quanti…” lei aveva uno sguardo vispo ed emozionato. “E’ un secolo che non vado a una festa…tu verrai con me, vero?”

 

“Quando hai detto che è?”

 

“Sabato.”

 

“Ok, si può fare.”

 

“Bene.” Hermione gli rivolse un sorrisone.

 

Adam esitò, poi si sedette sul letto e le prese la mano. “Senti…c’è una cosa di cui dobbiamo parlare.” Le disse serio.

 

Hermione sbattè gli occhi. “Non deve essere una cosa tanto bella se lo dici con quel tono.”

 

Adam storse la bocca. “Beh, è bella solo per metà. Ecco…ho avuto una promozione.”

 

Hermione s’illuminò. “Ma è fantastico, Adam! Congratulazioni!”

 

“E come primo incarico vogliono affidarmi il comando del corpo di difesa degli auror ad Amburgo”

 

Hermione sbattè gli occhi. “A-Amburgo?”

 

Lui annuì. “Si.”

 

“…oh.”

 

“Ho bisogno di sapere cosa ne pensi.”

 

Hermione si passò una mano fra i capelli. “La questione è più cosa ne pensi tu.”

 

“Ascolta, non ti mentirò.” Adam inspirò profondamente. “Mi piace il posto che vogliono darmi…ma non mi piace l’idea di dovermi allontanare prima di capire…non mi va di lasciare le cose irrisolte fra noi.”

 

“Io…” Hermione si strinse nelle spalle. “Io non so cosa dire…”

 

“Hermione, prima di prendere questa decisione devo capire cosa provi veramente per me.” Adam le accarezzò la mano. “Negli ultimi mesi col mio lavoro e tutto il resto non sono riuscito a passare tutto il tempo che volevo con te…e so che ti sei sentita trascurata.”

 

Hermione si morse le labbra. Si sentiva così in colpa con lui…

 

“A questo punto la verità è l’unica cosa che voglio in cambio dell’amore che provo per te.”

 

Lei aprì e chiuse la bocca un paio di volte, poi lo guardò in faccia. “Non voglio mettermi fra te e la tua carriera.”

 

Adam scosse la testa. “Sei più importante tu.”

 

Hermione si morse le labbra. “La mia parte razionale è felice per te…quella emotiva ti vuole qui.”

 

Lui sospirò. “Non è abbastanza, Hermione. E’ una scelta importante quella che devo fare…non si tratta più di capire se ti piaccio, è il tuo amore che voglio.”

 

Lei si sentiva molto a disagio. “Ma lo sai bene cosa provo per te…”

 

“I rapporti a distanza non funzionano mai, questo lo sai, vero?”

 

“Credo di si.”

 

Adam esitò, poi le baciò la guancia e si alzò. “Pensaci su, per favore. Questa volta ho davvero bisogno di una prova del tuo amore per me.”

 

Quando fu uscito, Hermione chiuse gli occhi e nascose il viso fra le mani. Ecco quello che si definiva un fulmine a ciel sereno! Adam voleva la verità…la verità era che lei gli voleva un bene dell’anima, che stava molto bene con lui e che la faceva sentire sempre così importante…

 

…e poi c’era Ron. E che dire di lui? Una parte di lei sapeva che era e doveva restare solo il suo migliore amico, ma un’altra parte le urlava di essere onesta con se stessa e con lui. Provava qualcosa di molto intenso per Ron, pur sapendo bene quanto fosse pericoloso legarsi a uno come lui. Ma Ron cosa provava per lei? L’aveva baciata solo qualche notte prima…e poi aveva fatto finta di niente, come al solito. Che fosse paura anche per lui?

 

Basta, qui tutti vogliono delle risposte…le voglio anch’io!

 

Hermione si alzò dal letto e senza preoccuparsi di mettersi qualcosa addosso al pigiama s’infilò un giubbotto e afferrò la passaporta per raggiungere il quartier generale della War Mage Team. Incurante degli sguardi di quelli che la vedevano camminare in quelle condizioni nei corridoi, Hermione trovò in fretta la sala dove Ron e Natan stavano facendo sparring. Natan si bloccò con la bocca aperta come quella di un merluzzo quando la vide, e pagò la sua disattenzione con un pugno in piena faccia.

 

“Dormi in piedi, Leery?” Ron fece un sorrisetto, ma fece la stessa faccia di Natan quando si voltò e vide Hermione. “Ma che co…”

 

“Dobbiamo parlare.” Lei lo prese per un braccio e lo trascinò nel bagno.

 

“…Hermione…” Ron ingoiò a fatica mentre lei chiudeva la porta con un calcio. “…ehm…questo è il bagno dei maschi…”

 

Hermione avanzò fino a oltrepassare il suo spazio personale, tanto che lui arretrò di qualche centimetro. “Adam deve trasferirsi ad Amburgo.”

 

Ron si accigliò. “E allora?”

 

“Vuole sapere se lo amo veramente, perché in tal caso è disposto a restare.”

 

Ron sentì lo stomaco che si contorceva. “E perché diavolo vieni a dirlo a me?”

 

Quella ragazza aveva almeno quindici centimetri e quindici chili meno di lui…eppure quello sguardo infuocato e deciso lo fece sentire per un istante piccolo e indifeso. “Ron.”

 

“Cosa?” lei avanzò, lui arretrò.

 

“Dammi un motivo per cui non devo chiedergli di restare qui con me.”

 

Oddio. Ron ingoiò con difficoltà e si passò una mano fra i capelli. Come faceva a dirglielo così, tutto in una volta? E poi perché doveva per forza dichiararsi solo perché quel bellimbusto le aveva dato un aut-aut?!

 

Hermione mise le mani sui fianchi. “Allora?”

 

Ron tirò su col naso. “Devi decidere tu, non io. Sei grande abbastanza per scegliere cosa è meglio per te.”

 

Hermione fece un passo indietro come se le parole l’avessero colpita fisicamente. Ecco, brava la cretina. Mi sono illusa come una stupida…di nuovo. Si morse le labbra e s’impose di non piangere, non davanti a lui. “Bene.” Disse asciutta.

 

“Hermione…”

 

“Ci vediamo presto.” Lei uscì sbattendosi la porta alle spalle.

 

 

***************

 

Another day goes by, will never know just wonder why
You made me feel good, made me smile
I see it now, and I, can say it's gone
That would be a lie
Cannot control this, this thing called love

                                                                       Another Day, Lene Marlin

 

***************

 

 

Ron non si era preoccupato di indossare un cappotto uscendo, ma l’aveva fatto di proposito. L’aria della sera fredda e pungente doveva aiutarlo a calmare i bollenti spiriti mentre raggiungeva il Settimo Pentolone a grandi passi. Con sua immensa soddisfazione non voleva bere neanche un goccio. No, stavolta aveva bisogno di ben altro.

 

Era molto contento che ora i suoi incubi fossero stati rimpiazzati da sogni in cui lui e Hermione stavano insieme, ma quella notte il sogno era sembrato un po’ troppo realistico. Stessa situazione della mattina: Hermione che lo trascinava in bagno e lo inchiodava di spalle al muro…solo che invece di urlargli addosso lo prendeva per le spalle e lo baciava. E lui ovviamente la stringeva a sé e la divorava, le faceva scivolare giù dalle spalle prima il giubbotto, poi il pigiama…e questo era il motivo per cui ora doveva trovare una delle sue ‘amichette’ e finire quello che aveva cominciato, chiudendo gli occhi e immaginando per un attimo che era Hermione quella con cui passava la notte.

 

Entrando nel locale scorse subito Sarah, una delle cameriere, che stava sistemando dei bicchieri di vino bianco su un vassoio. Ron le fu dietro in un secondo, le passò le mani sui fianchi e le sussurrò all’orecchio “Hai un minuto per me?”

 

Sarah, riconoscendolo, fece un sorrisetto e si voltò. “Per te anche tutta la notte, stallone.”

 

“Bene.” Ron fece per tirarla via dal bancone.

 

“Aspetta solo un attimo, servo questi e vengo subito.”

 

“Ok.”

 

Ron seguì con lo sguardo Sarah che portava da bere a un tavolo pieno di ragazze che ridacchiavano come delle oche, una delle quali era sulle ginocchia di un sorridente e viscido ragazzo biondo…Ron rimase di sasso.

 

Adam Stanton.

 

“Questo bastardo…” ringhiò sottovoce, avvicinandosi al tavolo a passi di tigre.

 

Una delle ragazze rise per qualcosa che le aveva detto Adam, e accavallò le gambe in modo chiaramente provocante. “Te l’hanno mai detto che sei molto simpatico, Adam?”

 

Lui rise, e un’altra ragazza annuì sdolcinatamente. “No, è vero…ci racconti un altro dei tuoi aneddoti?”

 

“Già, perché non ne racconti uno anche a me?”

 

Adam si voltò di scatto e sussultò quando vide chi aveva davanti. “Weasley…”

 

Ron aveva gli occhi traboccanti d’odio. “Vieni fuori un momento, Stanton.”

 

“Non è così come credi tu…”

 

Vieni fuori un momento, ora.”

 

Sarah lo guardò. “Va tutto bene, Ron?” lui annuì senza smettere di incenerire con lo sguardo Adam, che si era alzato in piedi. Le altre ragazze rimasero in silenzio ad assistere alla scena.

 

Quando furono usciti dalla porta del locale, Ron afferrò Adam per la giacca e lo sbattè con forza contro il muro. “Gran figlio di puttana, è così che stai con Hermione, eh?!”

 

Adam lo spinse indietro. “Senti, vedi di darti una calmata, ok?”

 

“Mi sarò calmato solo quando ti avrò spezzato quel collo di merda che ti ritrovi!”

 

“Mi stai a sentire un dannato momento?! Non andare subito alle conclusioni solo per quello che hai visto…”

 

“Quello che ho visto è il ragazzo della mia migliore amica che stava andando a puttane!”

 

Adam sembrava molto teso. “Dovresti capirmi, Ron…insomma, sei un uomo anche tu, sai che ci sono certe…esigenze…che proprio non puoi controllare.”

 

Ron s’infuriò ancora di più. “Hermione non te l’ha data e tu giustamente corri dalla prima puttana che ti apre le cosce, vero?! Questo dovrebbe giustificarti, Stanton?!”

 

“E non è meglio questo che saltarle addosso contro la sua volontà?!”

 

Ron vide rosso. Afferrò di nuovo Adam e lo sbattè con violenza contro il muro. “Bastardo, te la faccio passare io la voglia di scherzare!!”

 

“Che vuoi fare, prendermi a pugni?” Adam fece un losco sorrisetto. “E poi a lei come lo spiegherai? Perché naturalmente, Weasley, se io torno a casa con un graffietto lei saprà che mi hai minacciato tu senza un motivo. E credimi, a Hermione non piacerà sapere questo del suo adorato migliore amico.”

 

Ron aveva gli occhi iniettati di odio. “Io non ti permetterò di farle del male.” Sibilò.

 

Adam si scansò da lui con aria superiore. “Ci mancherebbe che voglio farle del male, anzi. Semplicemente la voglio tutta per me, niente più amici fra i piedi. La tua presenza sta cominciando a farsi ingombrante. Credi che non me ne sia accorto? Rubi molto del tempo che lei dovrebbe dedicare a me, sai. Ma forse è il caso di chiarire una cosa, una volta e per tutte…lei sta con me, e io non ho intenzione di dividerla.”

 

“Tu sei un maledetto bugiardo impostore strafottente.” Ruggì Ron. “Hermione non merita un pezzo di merda come te al suo fianco. Lasciala andare immediatamente, o giuro che…”

 

“Che interverrai tu personalmente per dividerci?” Adam fece una smorfia. “Non ti disturbare a essere così plateale, lo so già che non aspetti altro che un passo falso da parte mia per averla tutta per te. non a caso sei il motivo per cui la nostra relazione non riesce a decollare.”

 

Ron serrò la mascella. “Tu stai scherzando col fuoco, Stanton.”

 

Adam si ficcò le mani in tasca. “Lei è solo molto confusa in questo momento, ma è me che vuole. E tu non puoi farci proprio niente, Weasley…e lo sai fin troppo bene.”

 

Ron fece due passi avanti, troneggiando in tutta la sua altezza e vigorosità, con gli occhi di un blu spaventosamente perforante. “Ti avverto.” Sibilò con una voce glaciale. “Se trovo Hermione a versare anche solo una lacrima per colpa tua, dovunque ti nasconderai io ti troverò e ti ucciderò.”

 

Più che dalle parole in se stesse, Adam rimase colpito dall’intensità con cui erano state pronunciate. Quello stava facendo sul serio.

 

“Ricordati che io non faccio minacce, io faccio promesse.” Ron fulminò il biondo un’ultima volta, poi se ne andò a passo sostenuto. Un solo istante di più e gli avrebbe cavato gli occhi con le unghie.

 

 

***************

 

 

Ginny. O Harry. O tutti e due.

 

Ron rientrò nel salotto della Tana a grandi passi, sapendo che quello era il posto in cui lui, sua sorella e il suo amico si appartavano dopo cena. E infatti Harry e Ginny erano lì, vicino al camino a giocare a scacchi, e per quello che potè vedere Ginny stava vincendo.

 

“Scacco matto!” esclamò la bella rossa, tirandosi indietro e sorridendo largamente.

 

Harry fece una smorfia. “Ma che diavolo è, questo gioco ce l’avete nei geni voi Weasley?” lei rise.

 

Ron li raggiunse e spinse via bruscamente la scacchiera con una manata. “Lasciate perdere queste cazzate, c’è un problema serio.”

 

Harry si accigliò. “Che è successo?”

 

“Ho visto Adam Stanton che se la faceva con tre ragazze.” Disse Ron, afferrando una sedia e sedendosi pesantemente. “E nessuna di queste era Hermione.”

 

“Ma che stronzo.” Fece indignata Ginny.

 

“E tu che hai fatto?” gli chiese Harry.

 

Ron si spettinò i capelli con la mano. “Gli ho detto che la deve lasciare in pace o penserò io a lui.”

 

“E che ti ha risposto?” incalzò Ginny.

 

“Quel figlio di puttana mi ha sfidato.” Ruggì Ron. “Ha detto che comunque la giro, Hermione resta sempre la sua ragazza. Il porco si è giustificato dicendo che Hermione non vuole saperne di fare sesso con lui, e lui non può esplodere.”

 

Ginny era schifata. “Pietoso. Il tipico commento da maschio immaturo e irresponsabile. Che schifo.”

 

“Quello stronzo ha proprio sbagliato se crede che gli permetteremo di far del male a Hermione.” Harry si scrocchiò le dita.

 

Ron si grattò la nuca. “E non è nemmeno tutto. Stamattina le ha detto che se vuole che resti con lei deve dargli una prova d’amore.”

 

“Puttaniere.” Ringhiò Harry.

 

“Non gliela possiamo far passare liscia.” Fece Ginny.

 

“Già.” Ron annuì. “Gin, tu dovresti parlare con Hermione e dirle…”

 

“Non ci penso neanche.”

 

“Come?”

 

Ginny aveva un’aria decisa e determinata. “Io non le dirò proprio niente. Ci devi parlare tu.”

 

“Ma…ma no, ti ho cercata proprio per questo!” protestò Ron. “Tra ragazze è molto più semplice di quanto non…”

 

“Tra ragazze un corno, Ron. Bisogna dire a Hermione che il suo ragazzo la tradisce e la usa senza pudore, e lo devi fare tu.”

 

“Ma perché io??”

 

“Innanzitutto perché sei tu che hai beccato Adam, e  poi perché sei il suo migliore amico e avrà bisogno di te.

 

“Anche Harry è il suo migliore amico!”

 

Harry scosse la testa. “Ah no, non mi mettere in mezzo. Io non ci riesco a dire una cosa simile a Hermione.”

 

Ron lo guardò torvo. “Sei il solito segaiolo. E meno male che la tua virtù più grande è il coraggio!”

 

“Ron.” Ginny sospirò. “Le farà meno male se glielo dirai tu. E’ giusto così. D’altra parte lei ha fatto molto per te, non vorrai tirarti indietro proprio ora che puoi ricambiare il favore.”

 

Ron si passò una mano sulla faccia. “Ma come glielo dico?!”

 

Ginny esitò. “La cosa più corretta da fare è essere onesti e dire la verità. Ma usa un po’ di tatto, non glielo sbattere in faccia così…abbracciala, dille che ti dispiace, coccolala…

 

Harry si coprì con una mano il sorriso che gli era spuntato sulle labbra bel vedere le orecchie di Ron che si arrossavano.

 

“E secondo te questo risolverà le cose?” fece irritato Ron.

 

“No, ma le addolcirai la pillola.” Ginny scambiò una significativa occhiata col suo ragazzo.

 

Harry diede una pacca sulle spalle a Ron. “Nervi saldi e sangue freddo, Ron. Non è una cosa così difficile, dopo tutto.”

 

“Ah si, e perché non lo fai tu allora?!” fece irritato Ron.

 

Harry fece l’occhiolino a Ginny. “Perché è meglio se lo fai tu.”

 

 

***************

 

 

Hermione, devo dirti una cosa che…tesoro, c’è una cosa che devi sapere…vedi, Hermione, le persone non sono sempre così come ce le immaginiamo…o come vorremmo che fossero…loro sono solo…

 

Ron sbuffò e infine si decise a bussare alla porta della stanza di Hermione. Aveva dovuto aspettare fino a pranzo per scappare dal quartier generale e venire a parlarle a casa sua, e per tutta la mattina si era ripetuto almeno venti versioni diverse del discorso che doveva farle. Inutile dirlo, in qualunque modo sempre una mazzata era.

 

“Avanti.”

 

Ok, Weasley. Dacci dentro. Ron entrò nella camera con prudenza. Hermione era in piedi davanti all’armadio e si stava provando alcuni vestiti – senza indossarli – senza dubbio per la festa di due giorni dopo a casa di Josh. Lui si avvicinò. “Ehi.”

 

“Ciao.” Gli rispose freddamente lei.

 

Ron rimase per un attimo spiazzato. “Sei nervosa?”

 

“No.” Hermione tirò fuori dall’armadio un vestito in modo tanto brusco che quasi lo strappò.

 

“Lo vedo.” E questo è di grande aiuto.

 

“Posso sapere cosa vuoi?”

 

Ron esitò. “Si, ehm…dovremmo…” si sedette sul letto e appoggiò una mano sul materasso. “…dovrei…e questo cos’è?!” Ron si trovò sotto la mano un perizoma bianco e un reggiseno di pizzo con un fiocchetto al centro. Oddio santissimo aiutami…

 

Hermione gli strappò di mano la sua biancheria, arrossendo visibilmente. “Sempre a mettere le mani dove non devi, eh?”

 

Ron, che aveva le orecchie (e molto altro) in fiamme, rimase con la stessa faccia da ebete per qualche istante, poi si schiarì la gola. “…ehm…s-si, appunto…”

 

“Appunto che?”

 

Ron si accigliò. “Hermione, fammi capire…ti ho fatto qualcosa, ce l’hai con me?”

 

Lei fece una smorfia. “E come potrei, Ron? Tu non hai mai detto niente.”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “E allora che c’è?”

 

“Non c’è niente.” Fece irritata lei. “Avanti, dimmi che vuoi. Ho da fare.”

 

“E che devi fare?” alla lunga il caratteraccio di Ron stava cominciando a rispondere alle provocazioni.

 

Hermione si voltò a guardarlo con aria stizzita. “Devo ancora finire di preparare tutto per domani sera.”

 

Ron fece una smorfia ironica. “Come se fosse la serata più importante della tua vita…”

 

“E lo sarà.” Sibilò Hermione. “Domani ho intenzione di fare l’amore con Adam, e voglio che sia tutto perfetto.”

 

“CHE?!?” Ron schizzò in piedi.

 

Hermione lo guardò con un sopracciglio inarcato. “Non c’è bisogno di urlare.”

 

“Hermione, tu non puoi andare a letto con quello!!”

 

Quello è il mio ragazzo, e io lo amo.” Hermione scandì bene ogni singola parola.

 

Ron la prese bruscamente per gli avambracci. “Hermione, non sto scherzando.” Le disse, guardandola dritto negli occhi. “Tu non puoi fare sesso con lui.”

 

Hermione sentì la gola stringersi e non farle venir fuori la voce perfettamente ferma come avrebbe voluto. “Dimmi perché non dovrei. Dimmelo, ti prego, lo voglio sapere.”

 

Lui esitò un momento. “Non è una brava persona, è uno stronzo bastardo. E se mi lasci parlare ti spiego.”

 

Hermione si morse le labbra e abbassò lo sguardo. “Sono stanca di starti a sentire quando infanghi Adam. Non sai fare altro, non è vero?”

 

“No, devi ascoltarmi…”

 

“Col cazzo!!” Hermione si divincolò violentemente dalla sua presa. “Tutto quello che fai è buttare merda su Adam, ma perché?! Perché non ti prendi il coraggio delle tue azioni una volta per tutte?”

 

Ron sbattè gli occhi. “Che c’entro io, scusa?!”

 

“Intanto per cominciare, perché non mi dici con chi vai alla festa domani sera?”

 

Lui rimase sorpreso. “Ma come…”

 

Hermione fece una faccia amaramente compiaciuta. “Faccio la spia di professione, lo sapevi? Avanti, dimmi con chi ci vai!”

 

“Con Lysa Bloyd, va bene?!”

 

Hermione sentì un’ondata di gelosia riempirle la testa. “Con quella gallina??”

 

Lui fece un passo avanti. “ma perché la devi insultare, scusa?!”

 

“Certo, invece è giusto che tu dai dello stronzo bastardo al mio ragazzo!!” ormai stavano urlando entrambi.

 

“Lei non ha fatto niente, invece lui è uno stronzo!”

 

Hermione chiuse l’anta dell’armadio con una violenta manata. “Adesso la difendi pure! E certo, te la sei scelta!”

 

“Ma che dovevo fare, venirci da solo io come un idiota alla festa quando tutti voi ci andate con qualcuno?! Andiamo!”

 

Hermione si coprì un attimo la faccia con le mani, all’apice della frustrazione. “Sai che ti dico, Ron? Mi sono stancata di farti da coscienza, se vuoi andare in giro con una cretina che non sa neanche quanto fa due più due, fallo! Io ho altro a cui pensare!”

 

Ron era livido. “Quel porco del tuo Adam?!”

 

“Si, proprio lui!!!” strillò Hermione. “Adam non si tiene per sé i segreti, lui mi dice tutto e mi ama! E me lo ripete spessissimo! Mi ha chiesto una prova d’amore e io gliela darò, e domani sera staremo insieme e sarà la notte più bella della mia vita!!”

 

Ron strinse i pugni così forte che le dita gli diventarono completamente bianche. “La sai una cosa, Hermione? Vaffanculo, non m’interessa più niente! Ti ho avvertita, tu non mi credi, ora sono problemi tuoi e io me ne lavo le mani!! Fatti pure prendere per culo da quello lì se ci tieni!!”

 

Hermione tremava di rabbia. “Meglio lui che te!!!”

 

“Bene!!”

 

“Bene!!”

 

“Bene!!” Ron uscì sbattendo molto forte la porta della stanza.

 

 

**********************

 

 

Perdono per aver fatto così tardi! Un po’ gli impegni, un po’ la scuola, un po’ il mio invadente ragazzo ^^…e soprattutto anche il mio inconscio non vuole rassegnarsi a finire questa storia! ;_; Non vi meravigliate se l’ultimo chap non arriverà prestissimo… *sigh*

 

Prima di passare a ringraziare tutti vorrei rispondere a una domanda che mi hanno fatto quasi tutti: ci sarà un BAWM4? Eh…buona domanda…ecco, il punto è questo: potrebbe, ma non subito. Un eventuale quinta parte della saga dovrebbe riguardare naturalmente gli eroi della nuova generazione (Dan, Jack &co.) alle prese innanzitutto con qualcosa che sembra più grande di loro, e poi con i loro sentimenti…ma per scrivere una storia così ci vorrebbero idee chiare, BAWM mi è molto cara e non vorrei finire per rovinarla aggiungendoci un pezzo scadente. In più c’è un piccolo problemino: dare ai ragazzi l’età giusta significherebbe dare a Harry, Ron, Hermione e Ginny qualcosa come cinquant’anni…non so voi, ma non riesco ancora a vederli così anzianotti quei quattro! ^^ Quindi la risposta è si, potrebbe esserci un BAWM4…ma non so quando. Forse tra sei mesi, forse fra un anno, forse mai…boh! Ehi, ma non per questo io smetterò di scrivere!

 

E detto questo si passa ai thanks: (Sara Lee, ti adoro)

 

Eli: ciao amica! Noo, non disperarti per la fine di BAWM…se piangi tu piango anch’io! ;_; tranquilla, non credo che vi libererete di me tanto facilmente…solo che dovremo aspettare l’ispirazione per una nuova storia! E finalmente posso aggiornare dalla mia linea…che sensazione inebriante! =) Ehi, buon 8 marzo passato anche a te! ^_-

Phi phi: svista perdonabilissima, no problem! E grazie mille per i complimenti!

Vega: ehi amoruccio! Sto disperatamente cercando di recuperare il chap che mi hai mandato via mail…a quanto pare si è perso durante il viaggio, perché mi dà la traccia ma non il file *.* Nenè dice di aver capito, mi ha promesso che me lo recupera lei…spero proprio che ci riesca! Altrimenti ti scrivo di rimandarmelo, ok? Sai, anch’io ho un Teddy Bear…grande, morbido e soffice e lo amo! =)

Blackmoony: ebbene si, manca poco alla fine…ma grazie, sono contenta che ti sia piaciuto!

Audrey: sono contenta che la storia continua a piacerti! E si, beata Ginny che si può permettere certi comportamenti…^^

Vale e Mely: thanks a lot! ^_- Beh…BAWM 00? …eh eh…non credo ^^

Hermypotter: anch’io adoro Ron quando fa lo scemo =)

Giuggy: my love! Si, pure io darei volentieri un braccio per essere al posto di Hermione…farò domanda per la reincarnazione! =) Noooo, tesora, non ti sconvolgere…wow, davvero ti è venuta in mente una fanny? Di Hermione e Ron tenerelli sul divano?? =D love you sooooooooooo much! ^_-

Kim: tesoro mio! Sei ancora fuori, ma ti aspettiamo tutti con ansia! Eeh si, beati gli Hyden e i Weasley… fortunatamente anche Ron si è deciso a capire che nella fase tre c’era già da un bel po’… alla fine! ^^ Ma certo che non vi lascio, Kimmy, non ci penso neanche! E tu più degli altri dovresti saperlo…sapessi quanto mi ispirano le tue interviste doppie ^_- tvttttb

Giulietta89: l’onore è mio! Vedrai che non abbandonerò completamente BAWM…tra una one-shot e l’altra non la molleremo mai proprio del tutto ^_-

Anonima: la tua puntualizzazione è giusta, ma a questo punto te ne faccio io una: se dovevi recensire la one-shot perché hai lasciato qui il tuo commento? E poi non ce l’hai un nome?

Kiara: ammmore…innanzitutto grazie per la mail…wow è tutto quello che ho da dirti! *SbavforAny/ModeVERYOn* l’adsl, bella storia…ho tutto, modem e cavo, ma non la linea! Aaarrrrggghhh…..cmq, tanto per la cronaca: Ron è una more, eh? ^^ Auguri anche a te, donna! ^_- tvttb

Angele87: io dico che sei molto brava, credimi! A me la tua storia piace un casino! E cmq tranquilla, come ho detto anche agli altri, non vi mollo! =)

Danae: meno male che ci hai ripensato ^_- sissignora, eseguirò l’ordine =D

Vale86: grazie cara, mi rincuora sapere che mi vuoi bene lo stesso anche a un chap dalla fine! =) Ma che cosa bella, altre fanart!! Siiii!!!!! E naturalmente, anche se le fanny non sono sulle fics ma sui libri, CORRI A METTERLE SUL SITO DI NENE’!! =D

Ansy: presto il malefico Adam scomparirà dalla scena…ma come? Eh eh… =D ok, festeggeremo tutti l’evento!

Avana Kedavra: sono felicissima di sapere che continui ad amare Guerre Stellari quanto me e Kiaretta ^_- E beh, chi la può criticare Ginny ^^ Guarda, per il commercio di ragazzi come Harry e Ron…non saprei, ma spero davvero che li vendano vicino casa mia ^_- Ma ceeeerto che scriverò ancora, amica! Kiss kiss

Lily: grazie mille! Spero che ti piaccia anche questo!

Vale: tesoro! Ti chiedo scusa se non ho ancora postato la tua one-shot, ma ho pensato di finire prima questo chappy…sigh, il penultimo…ma dolcezza, quanto ti voglio bene da 1 a 10 quando mi dici cose così belle? Diecimila!!! =D E poi senti chi parla in fatto di scrivere bene scene d’amore… (…qualche novità in vista, tipo…non so…una storiella? ^^) Anche la Nenè ti manda un bacio forte… tvttttttb

Milla: sei dolcissima! Grazie cara… =) farò in modo che tu possa provare ancora queste emozioni anche dopo, va bene? E’ una promessa! =D

Miyu: povera, in fatto di casini col pc ti capisco eccome! -_- ehi! Hai aggiornato viaggio? Questa Quetsa cosa mi era sfuggita…domani pom che ho un po’ di tempo leggo e lascio subito la mia rec!

GiuliaB: dispiace anche a me… sigh…ma vedrai che non ti mancherò ^_-

Marilia: …ehm…no, tesoruccio, questo non è uno scherzo…il prossimo è veramente l’ultimo chap…e non piangere che piango anch’io ;__; ooh…anch’io voglio l’orsacchiotto, la coperta…e soprattutto Ron! ^_-

Judie: non sai che piacere mi ha fatto leggere la tua recensione, quindi prima voglio ringraziarti per la tua dolcezza e per la pubblicità che mi fai! Salutami le tue amiche =) Le canzoni…si, sono tutte canzoni che abbiamo, ma soprattutto sono prese dalla cartellina di mia sorella: lei raccoglie sempre i testi delle canzoni che canta, ne abbiamo a migliaia…uno più bello dell’altro! Sono onoratissima, davvero! A me piacerebbe molto scrivere da grande…ma so bene di avere ancora moltissimo da imparare… ma il tuo incoraggiamento è stato una ventata di gioia! =) grazie ancora, tvtb P.S.: quanto mi attizzano? Diciamo…un miliardo? XD

Ale: allora comincia pure a perdonarmi…vedrai che qualcosa salterà fuori presto! ^_- E io adoro le tue recensioni!

Lara: lasciatelo dire…ti ho pensato tantissimo mentre scrivevo questo chap! ^_- Beh, magari lascerò a te la gioia di uccidere Adam, contenta? =D E organizza pure una festa per l’occasione, mi sa che verrebbe su un party alquanto popolato… ^_-

Ary: grazie mille, sei un amore!

Eva: ebbene si, Adam è decisamente un gran ********…^^ e come hai visto, ha fatto il suo figurone…pensa te, io lo sapevo dal primo momento che è entrato nella storia che avrebbe fatto questa fine, e ho pure dovuto farlo apparire un bravo ragazzo! Che fatica essere fanwriter… ^_- Oh si, one-shots in vista…=)

Kathyline: ma grazie mille carissima! =) per gli errori di ortografia i complimenti vanno alla mia beta…lei è il tipino preciso, è difficile che le scappi qualcosa =) Strek? Oh, finalmente il giovane è ritornato…finalmente!!

Gils: che bello, la prima tua rec è per me…wow! =) Scusami per il ritardo…sai com’è, casini vari ^_- Silente? Beh, lui ovviamente si è sacrificato per salvare Hogwarts, e in parte c’è riuscito o avrebbero fatto fuori anche i pochi superstiti. E ho la vaga idea che anche nella storia vera potrebbe succedere qualcosa di analogo…ma è solo una mia idea, speriamo che non si realizzi!

 

 

Io adoro rispondere a tutti i recensitori…e non ho parole per dirvi quanto mi rende felice avere tante rec! Vi voglio un mondo di bene, dico sul serio! =) E per quanto mi pesi dirlo… ;__; ci si rivede all’ultimo chap…*siiiigh*…vvb

 

Sunny

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Capitolo 19
*** Irresistibilmente Fase 3 ***


Questo chap vorrei dedicarlo al grande Strek per il suo compleanno: auguri amico

Questo chap vorrei dedicarlo al grande Strek per il suo compleanno: auguri amico! ^^ Ok, non c’è azione (a parte che se anche ci fosse, lo sai che io non potrei mai competere con la suspence che sai creare tu, gran maestro ^^), ma è pur sempre l’ultimo chap di BAWM, e io ci sono molto affezionata… perciò happy happy happy birthday! =)

 

 

BEING A WAR MAGE – CAPITOLO ZERO

 

 

 

CAPITOLO 19: IRRESISTIBILMENTE FASE TRE

 

 

You're the one who lights my fire 
You're the one who keeps me strong
You're the one that I depend on
When my world is goin' wrong
I can't wait till the day
When I hear you say                                     
You're the one that I need
You're the one that I'll keep
For all time
                                                           For All Time, Saluna
 
 
***************
 
 
“Guarda, io non lo so! Quell’idiota di mio fratello una cosa doveva fare, una, ed è magicamente riuscito a mandare tutto all’aria!”
 
Ginny scosse la testa infuriata, bevendo tutto d’un fiato il drink che Harry le aveva appena portato. Erano le due di notte passate, la festa non accennava a finire, anzi. Molti invitati ballavano ancora, tra cui Hermione e Adam…che quella sera sembravano inseparabili, mentre lei e Ron non si erano rivolti la parola neanche una volta.
 
Harry scrollò le spalle. “Ron e Hermione sono famosi per le loro scenate, no? Penso che ce lo dovevamo aspettare.”
 
Ginny gli sistemò il colletto della camicia con cura, resistendo all’impulso di baciarlo. “Si, ma stavolta Ron l’ha fatta grossa.”
 
Harry si voltò a cercare con lo sguardo i suoi due amici nel salone affollato di ospiti. Hermione ballava con Adam ma con un’aria piuttosto tesa, o almeno così sembrava a lui che sapeva di conoscerla bene. Ron, poi…era al tavolo del buffet, ma invece di versare nella coppetta di Lysa lo sciroppo di pesche gliel’aveva rovesciato addosso per lanciare occhiatacce alla sua migliore amica.
 
“Che si fa adesso?”
 
“Intanto per cominciare bisogna parlare con Hermione.” Ginny guardò l’orologio. “Si sta facendo tardi, lei e Adam se ne andranno fra poco.”
 
“Li dobbiamo fermare prima.”
 
“Cercherò di parlare con lei. Vedrò quello che posso fare.” Ginny mise giù il bicchiere, e controllando che Ron non li vedesse baciò velocemente Harry sulle labbra.
 
“Buona fortuna.” Le disse lui.
 
 
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
 
 
“Ah, mi dispiace davvero, Lysa…il tuo vestito…”
 
Lysa sorrise cordialmente. “Non ti preoccupare, Ron, con un po’ d’acqua va via subito. Vado e torno.”
 
Ron annuì e tornò a guardare nella direzione di Hermione, che stava parlando con Bill e Aki poco lontano.
 
“Se potessi sparare fuoco con gli occhi, la povera Hermione avrebbe il vestito carbonizzato a quest’ora.”
 
Ron non smise di guardare la sua amica, non aveva bisogno di voltarsi per vedere che Harry l’aveva raggiunto. E bastava ascoltarlo per sentire subito l’ironia e il sarcasmo nella sua voce.
 
“Ron, amico mio…fammi capire, non sei riuscito a metterla in guardia e ora te la prendi con lei? Mi sembra un po’ un controsenso.”
 
“Non sono riuscito a parlarci, simpaticone del mio cazzo, perché la tua amica ha la zucca vuota a perdere.”
 
Harry ridacchiò. “Hermione con la testa vuota è un paradosso quasi assurdo.”
 
“C’è poco da scherzare.” Ron mise giù il suo bicchiere con una certa forza.
 
Harry si grattò una tempia. “La serata non è finita. Fai ancora in tempo a parlarle.”
 
“Che si cuocia nel suo brodo.” Replicò odioso Ron.
 
“Allora perché continui a guardarla se non te ne importa niente?”
 
“Beh, perché…” Ron aprì e chiuse la bocca un paio di volte, poi si voltò con rabbia. “Che diavolo vuoi stasera, Harry?”
 
Harry scrollò le spalle. “Semplicemente che sistemi le cose.”
 
“E perché non lo fai tu?!”
 
“Non ci penso neanche.”
 
“Eh già, troppo disturbo per il signorino.”
 
“Tu vorresti mettermi in mezzo in un litigio fra te e Hermione? Meglio morto, credimi.”
 
“Allora se non vuoi dare una mano non rompere neanche le palle.”
 
“Come vuoi.” Harry si voltò per andarsene. “Ricordati solo che Hermione ha già sofferto abbastanza… non si merita di sopportare altro male solo perché tu non sei riuscito a mettere da parte il tuo stupido orgoglio.”
 
Ron serrò la mascella e rimase in silenzio.
 
 
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ 
 
 
Ginny sorrise largamente ad Aki e Bill nell’avvicinarsi, e prese gentilmente Hermione per un braccio. “Interrompo qualcosa?”
 
“Ehi Gin Gin, ti stai divertendo?” le chiese allegramente Bill.
 
“Moltissimo.” Ginny si tirò un po’ Hermione. “Vi dispiace se ve la rubo?”
 
“Oh, fa’ pure.” Replicò il fratello.
 
“Ci vediamo dopo.” Disse gentilmente Aki.
 
“Ciao.” Hermione seguì Ginny fino a un tavolino in una zona un po’ più appartata del salone. “Allora, cosa c’è di tanto misterioso, eh?”
 
“Oh, sai…” Ginny cercò di suonare casuale. “…hai l’aria di chi sta morendo dalla voglia di dire qualcosa.”
 
Hermione rimase un attimo interdetta. “…come…come fai a dire una cosa simile?”
 
“Hai i lineamenti tesi.” Ginny le fece un sorriso affettuoso e le appoggiò la mano sulla sua. “C’è qualcosa che ti angoscia?”
 
“No, non…non è che mi angoscia proprio, è che…” Hermione si morse le labbra e sospirò, stavolta senza sorridere. “Voglio…ok basta, tanto poi te lo dirò lo stesso.”
 
“Cosa?”
 
“Ho intenzione di passare la notte con Adam. Ce ne andiamo fra pochi minuti.”
 
Ginny fece una smorfia per niente compiaciuta. “Posso chiederti se è un’idea sua o tua?”
 
“Mia. E’…ehm…mia.” Hermione stava gesticolando più del normale. “Si, perché voglio che Adam si renda conto di quanto tengo a lui.”
 
“Lo ami?”
 
“Certo che gli sono affezionata, insomma io…”
 
Ginny scosse la testa. “Continui a non rispondere alla mia domanda.”
 
Hermione guardò altrove. “Gli voglio molto bene, si.”
 
“Non è la stessa cosa.”
 
Hermione la guardò con un’espressione seccata. “Non lo puoi proprio digerire, eh?”
 
“Che Adam non mi sia simpatico non è un mistero.” Le rispose tranquillamente Ginny. “Ma il problema non è lui, sei tu.”
 
“Io?”
 
“Si, tu.” Ginny sospirò. “Non lo fare, Hermione.”
 
Hermione si accigliò. “Perché, perché lui ti è antipatico?”
 
“No, perché sarà orribile.”
 
Hermione fece una smorfia. “Beh, grazie.”
 
“No, no.” Ginny scosse la testa. “Senti, non si può fare sesso se non si è innamorati. Se non c’è la scintilla, se tu non senti quella voglia pazza di guardarlo e di lasciarti guardare…quello è sesso e basta, ed è squallido. E’ la tua prima volta…vuoi davvero ricordarla sempre così?”
 
Hermione sospirò e istintivamente guardò nella direzione di Ron. “Io non lo so più cosa voglio.”
 
Ginny seguì il suo sguardo. “lo so cosa vuol dire aspettare che si degni di notarti, di capire che ci sei…sei anni ho aspettato Harry. L’ho aspettato perché sapevo che con chiunque l’avessi fatto avrei visto solo il suo viso, perché è lui che ho sempre amato. Credimi, sarebbe troppo doloroso fare l’amore con un ragazzo e vederne un altro al suo posto.”
 
Hermione avvampò. “C’è solo Adam per me.”
 
Ginny inarcò un sopracciglio. “E tu vuoi che me la beva?”
 
Hermione fece per replicare, ma rimase in silenzio quando vide Ron che con uno dei suoi adorabili sorrisi prendeva per mano Lysa Bloyd e la conduceva al centro del salone e la stringeva a sé mentre ballavano. Ginny seguì lo sguardo di Hermione…e incenerì il fratello a colpi di occhiatacce.
 
“A te Adam può anche non piacere.” Hermione si alzò dalla sedia con risolutezza. “Ma io lo amo e ho intenzione di stare con lui.” Detto questo alzò i tacchi e si allontanò.
 
Ginny sbuffò. “Quel brutto idiota!” mormorò sottovoce.
 
Harry scivolò sulla sedia lasciata vuota da Hermione. “Da come ho visto io non ti è andata molto meglio che a me.”
 
“Mi è andata che mio fratello è un coglione.” Sibilò furiosa Ginny.
 
Harry sbuffò. “Beh, ci abbiamo provato. A mali estremi, estremi rimedi.” Si alzò.
 
Ginny lo trattenne per la mano. “Che vuoi fare?”
 
Harry sembrava molto determinato. “Non permetterò a quel bastardo di trattare Hermione come una donna da poco, risolverò la cosa a modo mio.”
 
Lei scosse la testa. “Sta’ buono e siediti.”
 
Harry si accigliò. “Ma come, credevo che anche tu volessi…”
 
“Tra te e Ron non so chi è peggio quando vi comportate così.” Ginny lo fece rimettere seduto e si rivolse a lui come a un bambino piccolo. “Non so tu, ma io mi fido di Hermione. La conosco, so che per quanto possa essere furibonda non farebbe mai una cosa così stupida. Si fermerà in tempo, vedrai. Ne sono certa.”
 
“E se è lui che non vuole fermarsi?”
 
“Oh, in quel caso non lo invidio per niente.” Ginny rise. “Andiamo, stiamo parlando del War Mage Granger o sbaglio? Tu meglio di me dovresti sapere che è pericoloso farla arrabbiare.”
 
Harry ci riflettè su. “Anche questo è vero.”
 
“Bene.” Ginny gli rivolse un sorriso radioso. “Allora smetti di preoccuparti e invitami a ballare.”
 
 
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ 
 
 
Tennessee assaggiò il sushi e annuì con gusto. “E’ stato preparato divinamente, fai i miei complimenti al cuoco.”
 
Josh, il padrone di casa, sorrise soddisfatto e si allentò per la centesima volta la cravatta. “Il mio elfo domestico che si occupa della cucina ha servito per tre anni all’ambasciata ministeriale, ne conosce di piatti internazionali.”
 
“Puoi essere molto fiero di lui.” Tennessee osservò quel che era rimasto del buffet…praticamente quasi niente. “Direi che ha riscosso…un certo successo.”
 
“Eh, si direbbe di si.” Josh sorrise.
 
Una coppia si avvicinò ai due – Tennessee riconobbe lui, era uno dei caporali amici di Aki – e la donna informò il padrone di casa che stavano andando via. Josh si congedò gentilmente da Tennessee per accompagnarli alla porta, lasciandola sola. Lei si voltò e cercò nel salone Aki, quando si ritrovò fra le mani un piatto…di riso fritto. Alzò lo sguardo per vedere chi glielo stava porgendo…
 
“E’ un bel po’ che volevo fare questo.” Charlie Waesley aveva un odioso sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
 
Tennessee inarcò un sopracciglio. “Come, sei riuscito a liberarti del tuo fan club?”
 
“Le ho mandate tutte a letto.” Charlie le strizzò l’occhiolino. “A dormire.”
 
Tennessee sbattè gli occhi. “E naturalmente loro hanno obbedito tutte al volo.”
 
Charlie rise e scosse la testa. “Ehi, guarda che nel mio fan club ci sono tutte le tue amiche e colleghe.”
 
“Charlie Waesley, tu sei troppo pieno di te.”
 
Lui rise. “E tu non puoi resistermi.”
 
Tennessee posò il piatto e mise le mani sui fianchi. “Io non mi faccio sedurre dalle tue fascinose battutine d’approccio, caro il mio guerriero rosso.”
 
“No?”
 
“No.”
 
“Posso metterti alla prova?”
 
“Naturalmente.”
 
Charlie prese dal tavolo due coppe di champagne e gliene porse una. “Cin cin.” Entrambi ne bevvero un po’. Charlie inclinò un po’ la testa e le fece un piccolo sorriso. “Ti sei fatta male?”
 
Tennessee sbattè gli occhi. “Quando?”
 
Il sorriso di Charlie si caricò di fascino. “Quando sei caduta dal paradiso.”
 
Tennessee rise e alzò gli occhi al cielo. “Dimmi che questa non è la migliore delle tue battutine.”
 
“Non la migliore, ma quella di maggior successo.”
 
“E quanti successi ti ha fruttato, posso sapere?”
 
“Le tue amiche Kelly, Moira, Elaine, Lory…”
 
Tennessee fece una smorfia snob e lo guardò dritto in faccia. “Ci vuole ben altro con me, Charlie.”
 
“Oh, lo so bene.” Improvvisamente lui si fece più serio; bevve un altro goccio di champagne e si avvicinò finchè i loro corpi si toccarono. “Questo vestito è carino…” le sussurrò, con la voce e lo sguardo più profondi che lei avesse mai sentito. “…ma c’è qualcosa che su di te starebbe ancora meglio.”
 
Tennessee si lasciò squadrare dai suoi occhi intraprendenti, incapace di sottrarsi alla sua presenza magnetica e al suo profumo inebriante. “Cosa?” disse piano.
 
“Il mio corpo.” Tennessee arrossì furiosamente sotto quello sguardo penetrante, e Charlie inclinò la testa e sorrise odiosamente. “Ooh, la dottoressa sta arrossendo.”
 
Lei fece un passo indietro. “In tanti anni non ho mai conosciuto un essere più arrogante di te.” E nemmeno uno più eccitante…
 
Charlie rise, posò i loro bicchieri e la prese per mano. “Ti va l’ultimo ballo della serata?”
 
“No.”
 
“Bene, andiamo.” Charlie s’incamminò con lei verso il centro della sala.
 
“Ehi, sei sordo per caso?” Tennessee rise, a dispetto della situazione. “Ti ho appena detto di no!”
 
Charlie ridacchiò. “La tua bocca dice no…i tuoi occhi dicono si.”
 
Tennessee rise e scosse la testa. “Prima della fine della serata ti dimostrerò che ci vuole ben altro per travolgere una come me.”
 
Charlie le strizzò l’occhiolino. “Sfida accettata.” E per metà già vinta.
 
 
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ 
 
 
Hermione sussultò quando Adam, raggiuntala davanti alla finestra, le baciò delicatamente il collo e la spalla. “Ehi.” Le sussurrò, accarezzandole le braccia. “Che c’è, sei nervosa?”
 
Lei si sforzò di non annuire. “N-no, tutto a posto.”
 
“Bene.” Adam la prese per mano. “Se non hai niente in contrario direi che la festa è ampiamente finita…che ne dici se andiamo a berci qualcosa da me?”
 
Hermione sentì che lo stomaco le si attorcigliava come un serpente. “Mi piacerebbe.” Disse piano.
 
Adam fece un sorriso enorme. “Vieni.”
 
Hermione si lasciò condurre da lui senza fare particolare attenzione a quello che stava intorno. Vide che si stavano dirigendo verso Josh; ora lo avrebbero ringraziato per l’invito, si sarebbero complimentati per la festa e sarebbero andati a casa di Adam, dove…Un milione di dubbi cominciarono a saltellarle nel cervello. Ma se la sentiva veramente? Si…no…oppure si? Però…
 
“Adam?” Hermione prese la sua decisione e si fermò, trattenendo il suo ragazzo.
 
Lui si voltò. “Che c’è?”
 
Hermione sospirò. “Dobbiamo parlare.”
 
 
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ 
 
 
Ron strinse ancora di più gli occhi mentre seguiva con lo sguardo Hermione e Adam, che erano andati da Josh; Adam gli aveva detto qualcosa e Josh aveva annuito sorridendo cortesemente, e poi i due erano usciti dal salone. E ora dove diavolo erano andati? Già a casa di lui? A casa di quel porco?
 
“Ron…”
 
Ron si accorse che stava ancora ballando con Lysa al centro della sala. “Si?”
 
“Mi stai facendo male.” Lysa fece un piccolo sorriso sfiduciato e indicò la mano che lui le stava stringendo così forte da fargliela diventare bianca.
 
“Oh, scusami…” Ron allentò subito la presa. “Mi dispiace, non so cosa mi abbia preso.”
 
“Non scusarti, non è successo niente.”
 
Possibile che lei fosse così cieca? Hermione non era tanto innamorata di Adam, dopo tutto…perché si era intestardita così? Ron guardò con molto interesse Harry e Ginny, che guardavano oltre la finestra parlottando a bassa voce. Che avevano visto? Forse…
 
“Ahia!”
 
Ron si rese conto di aver pestato un piede a Lysa. “O ca…ehm…scusami tanto…”
 
Lysa scosse la testa con un sorriso gentile. “Sai, Ron…io penso che dovremmo proprio parlare.”
 
Ron continuò a ballare con lei. “Di che?”
 
“Come mai non hai chiesto a lei di venire qui con te?”
 
Ron sbattè gli occhi. “Come, scusa?”
 
Lysa fece un sorrisetto. “Non sono stupida. Ho visto come la guardi. Solo non mi spiego perché sei qui con me invece che con lei.”
 
Ron sospirò. “Lysa, mi dispiace…io…”
 
Lei scrollò le spalle. “Non me la sono presa, non ti preoccupare. So bene che sei un tipo…beh, non molto affidabile.”
 
Ron accennò un brevissimo sorriso. “Il fatto è che Hermione sta per commettere il più grosso errore della sua vita, e io vorrei…vorrei fermarla, ma non so come.”
 
“Hai provato a parlarci? Con noi ragazze fa miracoli.”
 
“Con Hermione non proprio.”
 
Lysa sorrise. “Beh, neanche tu sei un tipo facile, sai?” anche lui sorrise. “Comunque…seriamente, Ron…se le devi dire qualcosa, digliela. Il tempo a volte è nostro nemico, se hai la possibilità di fare una cosa falla subito senza rimandarla. E’ il mio consiglio.”
 
Ron le baciò la guancia. “Scusami ancora.”
 
Lysa fece un sorriso rassegnato. “Va’ da lei, muoviti.”
 
Ron le sorrise un’ultima volta prima di voltarsi e raggiungere Harry e Ginny, che stavano sbirciando dalla finestra. Anche lui si sporse in avanti per guardare…c’erano Adam e Hermione che parlavano piuttosto animosamente nel giardino.
 
Ginny vide il riflesso del fratello nel vetro. “E Lysa?”
 
“Lascia perdere.” Ron si concentrò sulla coppia nel giardino. Hermione sembrava furibonda dal modo in cui smanettava. A un certo punto anche Adam replicò con veemenza, avanzando minacciosamente e facendola arretrare di un paio di passi.
 
Harry serrò la mascella. “Guardalo, lo stronzo…si permette anche di rispondere.”
 
Ron non si soffermò oltre; si avviò verso la porta a passi lunghi e decisi, e Ginny si voltò a guardarlo. “Ron, che vuoi fare?” Harry le appoggiò una mano sul braccio, facendole cenno di no con la testa. Ginny si morse le labbra e tornò a guardare oltre la finestra.
 
 
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ 
 
 
“Tu non capisci niente, Adam, niente!!”
 
“Il problema, invece, è che ho capito tutto quello che c’è da capire! Sono stanco di stare con una che circola con la guardia del corpo!!”
 
Hermione strinse i pugni e fece due passi avanti. “Lascia Ron fuori da questa storia!”
 
“Magari potessi!!” le urlò Adam. “Ma lui c’è, ed è sempre fra noi! E’ lui che ti ha detto di non stare con me, è per questo che non vuoi fare l’amore con me?!”
 
Hermione vide rosso. “Io sono perfettamente in grado di decidere da sola, nel caso tu non te ne fossi accorto!!”
 
“Che cos’è che non ti ho dato in questi mesi, eh?” Adam avanzò verso di lei. “Io ti ho dato tutto il mio amore, la mia pazienza, il mio appoggio…mentre tu hai solo preso, e questo non è giusto. Puoi dire il contrario, Hermione?”
 
Hermione si sentì lacerata dai sensi di colpa. Provò a rispondere, ma non ci riuscì.
 
“In cosa ti ho delusa?” pressò lui, vedendola in difficoltà.
 
“Non è questione di delusione…”
 
“E allora qual è il problema, eh? Dimmi, cos’è che non ti va di me?”
 
“Forse non sopporta il fatto che tu sia un grandissimo stronzo bugiardo, che ne pensi, Stanton?” Ron sembrava essersi materializzato dal nulla; aveva i lineamenti tesissimi e i pugni stretti forte e affondati nelle tasche dei pantaloni.
 
“Eccolo qua il principe azzurro.” Fece ironicamente Adam, con una faccia decisamente disgustata.
 
Hermione scosse la testa. “Ron, per favore…”
 
Ron fece due passi avanti. “Hermione, chiedigli dov’era due notti fa!”
 
Lei sbattè gli occhi. “Che cosa c’entra questo adesso?”
 
“Che cosa vuoi che c’entri, deve trovare il solito pretesto per rompere le palle!” urlò Adam. “Ormai dovresti essere abituata ai suoi giochetti!”
 
Ron lo ignorò. “Ho visto questo mentecatto in intima compagnia di tre ragazze…e ti posso assicurare che non erano sue amiche, Hermione.”
 
Adam si fece livido. “Va’ al diavolo, Weasley, sei un maledetto bugiardo!”
 
Hermione guardò Ron incredula. “Ron, se è uno scherzo finiscila immediatamente.”
 
Lui scosse la testa. “Non farei mai una cosa simile per farti soffrire, Hermione. Lo sai che non lo farei mai.”
 
Hermione sembrò non sentire le proteste vigorose sollevate da Adam, l’unica cosa che vedeva era la sincerità negli occhi fieri e furibondi di Ron… e trovò da sola la risposta alle domande che le erano esplose in testa.
 
“Ti avverto, Hermione, se credi a lui e non a me…” Adam assunse un’aria schifata. “Scordati perfino che esisto!”
 
Hermione si voltò lentamente a guardarlo. Ora anche lei aveva un’espressione di rabbia a malapena contenuta. “Ron ha moltissimi difetti…ma non è mai stato un bugiardo. Mai.” Disse ferma.
 
Adam avvampò. “Stai facendo la tua scelta, quindi?”
 
Hermione serrò la mascella. “Mi dispiace solo di non averla fatta prima…così mi hai mentito. A te importava solo di…vattene, Adam, vattene e non farti più rivedere.” Con un ultimo sguardo di disgusto, Hermione alzò i tacchi e corse via.
 
“Puttana frigida…” mormorò a bassa voce Adam, e un momento dopo vide le stelle e si ritrovò di schiena a terra, col sangue che gli scendeva dal naso fino sul mento.
 
“Ringrazia il cielo che ho il vestito buono addosso, lurido porco, o non ti sarebbe andata altrettanto bene.” Ron passò ancora pochi secondi a dargli fuoco a colpi di sguardi, quindi corse dietro a Hermione lasciando Adam a terra e col naso in pezzi.
 
 
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ 
 
 
Harry sospirò e si alzò. “Ma come me lo sentivo che sarebbe andata a finire così…ehi, che hai da sorridere tanto?”
 
“Non ci arrivi?” Ginny era radiosa. “Ora finalmente Ron ha campo libero.”
 
Harry alzò gli occhi al cielo. “Ricominciamo…”
 
Ginny sorrise ancora di più e battè le mani una volta. “Hermione aveva solo bisogno di vederci più chiaro…e adesso che ha la testa sgombra potrà fare da sola la sua scelta. Sono così felice per loro!”
 
“Ancora?!” Harry sbuffò. “Gin, quante volte ancora devo ripeterti che questo non è il momento per tuo fratello di imbarcarsi in una relazione stabile? Ci sono ancora delle situazioni che ha in sospeso e deve chiarire…”
 
Ginny inarcò un sopracciglio. “E sarebbero?”
 
Harry si grattò la nuca. “Sono fatti suoi.” Si limitò a dire. Certo non le poteva dire di Ron e dei suoi record in fatto di donne.
 
Ginny scosse la testa e non smise di sorridere. “Resta il fatto che mio fratello e la mia migliore amica stanno per coronare il loro sogno e mettersi insieme…e al contrario di te, Harry James Potter, io sono molto felice per loro.”
 
“Benissimo, tu sei molto felice e io sono molto preoccupato.”
 
“Ooh, quante storie.” Ginny si alzò e lo prese per mano, tirandolo. “Dai, andiamo!”
 
Harry si accigliò. “Dove?”
 
Ginny fece un sorrisetto malizioso. “In un posto dove possiamo stare da soli.”
 
Harry fece lo stesso sorrisetto e si alzò in piedi. “Adesso si ragiona.”
 
Ginny sorrise e scosse la testa mentre lei e Harry si allontanavano alla volta di Josh, per salutare e congedarsi dalla festa. Vivere in tempi di guerra era difficile e faticoso, e costava a tutti sacrifici immensi…ma in qualche modo faceva assaporare ancora di più momenti come quello, in cui il grande Harry Potter era solo Harry, un ragazzo forte e insicuro allo stesso tempo, bisognoso di affetto e calore umano in quantità… Ginny si strinse ancora di più a lui, e gli sorrise in risposta quando lui la guardò. Il nemico poteva anche essere fortissimo…ma il suo eroe prima o poi l’avrebbe eliminato, ne era sicura. Si, in fondo il futuro non era così precario come tutti temevano… non se Harry fosse rimasto sempre al suo fianco.
 
 
***************
 
 
Hermione smise di correre perché le facevano male i piedi a furia di muoversi a quella velocità su un paio di scarpe alte come quelle che indossava, e si lasciò cadere su una panchina a poca distanza da un lampioncino. Si sentiva così stanca, sfibrata, furiosa con se stessa…nascose il viso fra le mani. Una zaffata d’aria fredda la fece rabbrividire, ricordandole di essere uscita senza prendere la giacca. Era livida: furibonda con Adam, che l’aveva pugnalata alle spalle mentre lei, povera cretina, si sentiva in colpa per non avergli dedicato abbastanza tempo ed attenzioni; ma soprattutto odiava se stessa: era disposta a concedersi a lui solo per ripicca, quasi per capriccio…non perché ci tenesse davvero. Fortunatamente se n’era resa conto in tempo, ma questo non le impedì di provare uno sgradevole quanto intenso desiderio di piangere.
 
Istintivamente alzò gli occhi quando sentì qualcosa di caldo scivolarle sulle spalle: Ron era seduto lì vicino a lei, e le aveva dato la sua giacca.
 
“Posso fare qualcosa per te?” le chiese piano.
 
Hermione provò un intenso moto di rabbia. “Sei venuto a dirmi che me l’avevi detto? Vuoi goderti la tua ragione fino in fondo?”
 
Ron scosse la testa. “Non me ne frega niente di questo. Voglio starti vicino.”
 
Lei balzò in piedi. “Non trattarmi come una povera idiota, è chiaro?!”
 
Anche lui si alzò. “Non sei una povera idiota, sei una ragazza che è stata delusa nel peggiore dei modi. Immagino che non debba essere una bella sensazione.”
 
Hermione scosse freneticamente la testa. “Tu non capisci, non sai nulla! Tornatene dalla tua Lysa e non pretendere di fare la parte dell’amico che…” le parole le morirono in gola quando lui la strinse a sé, accarezzandole la schiena. In un primo momento lei cercò di respingerlo, ma quando si rese conto che era più forte lui si arrese.
 
“Shh, calma…” le sussurrò lui. “…sfogati…”
 
Anche l’ultima difesa di Hermione si squagliò come neve al sole; lei nascose il viso nel suo petto e scoppiò a piangere mentre lui le accarezzava la schiena e i capelli. Ron la lasciò piangere finchè i singhiozzi non diventarono deboli singulti, giurando a se stesso per tutto il tempo che se avesse rivisto Adam gli avrebbe dato fuoco da vivo.
 
Hermione si fece indietro, asciugandosi gli occhi con le mani. Ron la guardò. “Va un po’ meglio?”
 
Lei scrollò le spalle, triste. “Appena un po’.”
 
“Ti dispiace che sia finita con lui?”
 
“Si…e mi dispiace di essere stata così stupida.”
 
Ron la prese per mano e insieme si avviarono lungo il viale per casa Granger. “Non è colpa tua…ti sei solo fidata di lui.”
 
“E stavo per concedermi a lui perché mi sembrava la cosa giusta da fare.” Hermione sbuffò.
 
“Secondo me tu non lo amavi. Era piuttosto uno con cui ti piaceva passare il tempo.”
 
Hermione guardò dritto davanti a sé mentre continuavano a camminare lentamente. “Ci tenevo molto a lui…però poi sono sorte delle…complicazioni.”
 
Ron annuì. “Capita. E’ normale, non sentirti in colpa perché proprio tu non ne hai motivo.”
 
“Io non ci posso credere…” mormorò Hermione. “Credevo che mi amasse…”
 
“E’ un dannato idiota, dimenticati di lui.”
 
Hermione si strinse la giacca addosso. “Possibile che il sesso abbia un ruolo così fondamentale in un rapporto?”
 
Beh, insomma… Ron esitò. “Ha un posto importante per i bravi ragazzi, fondamentale per gli stronzi come Adam.”
 
Lei sospirò. “Dopo tutto questo tempo insieme credevo di essere qualcosa di più speciale di una notte passata a rotolarsi fra le coperte.”
 
Lui le strinse affettuosamente la mano nella sua. “Posso chiederti una cosa?” lei annuì. “Cosa ti piaceva di lui? A parte l’aspetto fisico, ovviamente.”
 
Hermione tirò su col naso. “Mi faceva sentire importante…mi faceva sentire bella. E io ci sono cascata come una cretina.”
 
“Tu non hai bisogno di uno che ti ci faccia sentire, sei già bellissima.”
 
Hermione arrossì. “E’ solo che…non lo so cosa mi è successo, ma non pensavo che sarebbe andata così.”
 
“Mi dispiace di vederti triste.” Le disse dolcemente Ron. “Ma non mi dispiace che quel bastardo se ne sia andato. Lui non era l’uomo per te.”
 
Hermione fece un brevissimo sorriso. “E chi è l’uomo per me?”
 
“Chi è non lo so, ma so come deve essere.” Ron continuò a camminare guardando dritto davanti a sé, senza lasciarle la mano. “Deve amarti più della sua stessa vita. Deve fare del suo meglio per farti sorridere in ogni momento, perché tu quando sorridi sei capace di riempire una stanza. Deve prendersi cura di te e non farti mai soffrire, almeno per quanto gli è possibile, e deve darti tutto quello che desideri. Deve rispettarti, deve sapersi confrontare con te… e ti deve abbracciare spessissimo. Anche baciare, si. Tu dovresti essere baciata più spesso… altrimenti come fai a sentire l’amore che uno prova per te?”
 
Hermione non seppe mai come i suoi piedi continuassero a camminare mentre il resto del suo corpo era praticamente sulle nuvole. Aveva la gola asciutta e le labbra socchiuse, e quasi non riusciva a rimettere insieme tutte le bellissime parole di Ron. Quasi.
 
Ron si grattò la nuca. “In pratica, o è pazzo di te o non si deve neanche avvicinare.”
 
Hermione parlò a voce molto bassa. “Vorrei tanto incontrarlo presto, questo ragazzo.”
 
Ron fece un sorrisetto. “Si, beh…potrebbe presentarsi alla tua porta in qualsiasi momento, perciò occhi aperti.”
 
Camminarono fino a casa di Hermione in un confortevole silenzio, interrotto saltuariamente da qualche battuta di Ron, che otteneva il risultato desiderato facendo sorridere Hermione. Si sentivano tutti e due talmente a proprio agio fra di loro che a malapena lo sentivano il freschetto della notte, così come non si erano resi conto di aver rallentato il passo per stare ancora un po’ insieme. Ma alla fine ci arrivarono davvero davanti al cancello di villa Granger, e questo significava che la serata era proprio finita.
 
“Ron…” Hermione si ciondolò sui piedi. “…mi dispiace di essermi comportata così male con te in questi giorni. Vorrei chiederti scusa.”
 
Ron scosse la testa. “Lascia perdere.”
 
Hermione sorrise e lo abbracciò. “Sei davvero un amico insostituibile.”
 
Nessuno dei due potè vedere l’altro che stringeva forte gli occhi e si aggrappava a quell’abbraccio nella speranza che non finisse più.
 
“Anche tu.” Le sussurrò lui, baciandole la spalla.
 
Fu Hermione che per prima ruppe l’abbraccio, e lo fece molto malvolentieri. “…ehm…”
 
Ron la incoraggiò con un piccolo sorriso. “Fatti una buona dormita, è stata una giornata piuttosto intensa.”
 
“Già.” Hermione sorrise. “Non avevo programmato di dormire da sola stanotte, ma va bene.”
 
Ron inarcò le sopracciglia. “Mi stai invitando?”
 
Hermione rise e gli diede una spintarella. “Sei il solito scemo.”
 
Ron rise. “Beh, non era un’idea così malvagia. Siamo due single, in fondo.”
 
Hermione inarcò un sopracciglio. “E Lysa Bloyd?”
 
Ron fece una smorfia. “Non ci siamo neanche baciati, se t’interessa.”
 
Hermione si sforzò accuratamente di non sorridere. “Anche tu meriti di meglio.”
 
Ron fece un sorrisetto. “Ti stai proponendo?”
 
Hermione rise. “Ma la vuoi piantare?”
 
Ron ridacchiò e scosse la testa. “Beh…uno la pensata può sempre farla, no?”
 
Hermione sorrise. “No, hai dimenticato il requisito essenziale? Il mio nuovo uomo deve essere pazzo di me o niente da fare.”
 
Ron sorrise appena, ma la guardò con più serietà. “Infatti.”
 
Hermione si morse le labbra. All’improvviso si sentiva tesa. “…tu sei pazzo…ma non di me.” Sussurrò.
 
Ron si sporse in avanti. “Sicura?”
 
Hermione avvampò. Stava scherzando o faceva sul serio? Voleva chiederglielo…ma non trovava la voce. Non quando lui era così vicino che poteva praticamente contargli le lentiggini sul naso e sulle guance…prima di rendersene conto lei socchiuse gli occhi e si sporse in avanti…
 
“HERMIONE ANNE GRANGER!!!” 
 
I due ragazzi sussultarono e si allontanarono subito mentre la porta di casa si apriva, rivelando una furibonda signora Granger in vestaglia e coi bigodini fra i capelli.
 
“Ti sembra questa l’ora di tornare?!” urlò alla figlia, che però non sembrava così presa dalla sua scenata. “Ero preoccupata da morire!! Non sapevo più cosa pensare!! Una festa non finisce così tardi, e una ragazza come te non dovrebbe andare in giro da sola a quest’ora!!”
 
“Ma io non…”
 
“Non ci provare a dirmi che sei maggiorenne e puoi fare quello che vuoi, sei ancora una ragazzina e soprattutto sei ancora mia figlia!!”
 
“Su cara, calmati.” Il signor Granger fece capolino sulla soglia della porta, anche lui con una giacca da camera sul pigiama. “Sveglierai tutti i vicini urlando così.”
 
La signora Granger s’incupì ancora di più. “Quindi tu approvi il comportamento di tua figlia?!”
 
“Non approvo niente, dico solo che possiamo discuterne domani mattina a mente fresca.”
 
“Bene!” fece dura la moglie. “Ma non credere che lascerò cadere la cosa dopo lo spavento che mi sono presa!” e detto questo rientrò in casa con aria furiosa.
 
Il signor Granger si voltò verso i due ragazzi, anche lui piuttosto serio. “Hermione, ti suggerisco di venire a letto. Ron, grazie per aver riaccompagnato mia figlia.”
 
“Nessun problema.” Fece Ron.
 
“Arrivo subito, papà.” Il padre annuì, lasciando la porta aperta.
 
Ron fece un sorrisetto. “A occhio e croce direi che sei nei guai.”
 
Hermione fece un sorriso stanco. “Ho visto di peggio. Me la caverò.” Si tolse la sua giacca di dosso e gliela restituì.
 
Ron le fece un occhiolino. “Ok. In bocca al lupo, allora. Speriamo di riuscire a vederti tutta intera domani.”
 
“Si.” Hermione sorrise, poi si sollevò sulle punte dei piedi e gli baciò la guancia. “Buonanotte.”
 
“’Notte.” Ron le sorrise ancora, poi si avviò lungo il vialetto mentre lei restava a guardarlo sulla soglia della porta, ignara del fatto che entrambi stessero sorridendo allo stesso modo e stessero pensando la stessa cosa in quel momento… 
 
Buonanotte amore… chi lo sa, magari domani ti dirò la verità… 
 
 
** The End **
(*siiiiiigh!*)
 
 
 
 
 
Ecco, adesso posso piangere anch’io ;_; …accidenti, si! Perché è la fine di un’era per me…cavoli, BAWM è il mio gioiellino e la scrivo da un sacco di tempo…almeno un paio d’anni! Mi mancherà da impazzire…e intanto per cominciare devo correre a rileggermi il primo BAWM perché tutto questo tira e molla fra Ron e Hermione mi ha fatto venire voglia di assicurarmi che finiscono davvero insieme alla fine! ^^ 
 
Beh, è l’ultimo chap e quindi vediamo di fare le cose per bene. Dopo ringrazierò i recensitori uno alla volta, ma ci tengo a fare un ringraziamento speciale a tutti, ma proprio tutti quelli che hanno mai letto questa saga. Ho cominciato a postare le mie storie su questo sito quasi per gioco, e ho scoperto di amare il mio hobby della scrittura ogni giorno di più. Sono stata incoraggiata dai miei amici e da una marea di meravigliosi lettori, ho ottenuto più di 400 recensioni e ancora non riesco a crederci (non potrò mai ringraziare tutti abbastanza, dico davvero!), ci sono la stratomitica Giuggy e la bravissima Vale86 che hanno illustrato i vari chap con delle fanart stupende a dir poco (e questa è una delle cose più belle in assoluto per me, io adoro i disegni ma sono negata…^_-), Kim e Luna Malfoy hanno realizzato delle locandine degne di copertina, e la mia dolcissima Kim ha scritto delle interviste doppie sui ‘miei’ personaggi che fanno sbellicare dalle risate. Non mi sarei mai aspettata di riscuotere simili successi né tutte queste cose bellissime, e perciò voglio ringraziare per la millesima volta tutte queste persone specialissime che mi hanno fatto questi splendidi regali. Vvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb! =) 
 
Eh…in genere chiudevo sempre gli ultimi chaps dicendo che ci sarebbe stato un altro episodio della saga, ma mi sa che per il momento è proprio stop…sono felice di sapere che anche voi la pensate come me su BAWM4: finchè non trovo un modo per sistemare la storia di Harry&co. cinquantenni non riuscirò a scrivere delle avventure della nuova generazione. Ciò non toglie che l’idea di base c’è: Kim, tesoruccio, potrai chiedermi di cosa parlo ogni volta che vorrai. Tu hai tutto il diritto di sapere cosa mai scriverei su Dan, Jack & co., visto che le tue stratomitiche interviste doppie molte volte coinvolgono i ragazzi già grandi e le informazioni potrebbero servirti. Mandami una mail quando vuoi, non ho segreti per te! ^_-
 
Un’ultima cosa prima di passare ai thanks: io non smetto di scrivere, non potrei mai. Non vi libererete così facilmente di me! ^^ Voglio cercare di migliorarmi (ne ho ancora molto bisogno) e l’unico modo per farlo è continuare a scrivere. Sicuramente mi verrà in mente un’idea nuova prima o poi… e di certo spunteranno ancora molte one-shots qua e là. E con l’occasione ringraziamo la mia adorata Nenè e Sara Lee, la mia magnifica, perfetta, fantastica beta lettrice! Tvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb luvvie! =D
 
Beeeene, e ora special thanks to:
Strekon: wow, sono onorata di tanta definizione! Eccola qua la recensione con il ‘20’, finalmente l’ho ritrovata…avevi ragione, eri proprio tu! ^_- auguri ancora, gran maestro, e spicciati ad aggiornare, eh!
Rory: grazie mille! Anzi, millissime! =)
Luna Malfoy: ma sei perdonatissima! Povera, dividersi fra Lecce e Roma non deve essere facile… in compenso Ron ha spaccato il naso a Adam per te, questo ti consola? =D kisses kisses
Kiria: chiedo umilmente perdono per l’attesa =D Speriamo almeno che ne sia valsa la pena! Eh si, Ron e il tatto non vanno molto di pari passo… ^^
Lilli: è un bellissimo complimento quello che mi hai fatto! Grazie infinite, un bacione!
Angele87: no che non ti abbandono, cara! Ma non mi abbandonare neanche tu, eh? Non vedo l’ora di leggere qualche nuovo chap della tua storia! =)
Giuggy: my love! =D Sono in crisi di astinenza da fanny… *.* oh oh, love, ma scrivimela anche di quattro giorni la recensione, lo sai che tv1kdb! =D
Audrey: grazie infinite per la fiducia! Ti ho sconvolta, accipicchia…=) non ti preoccupare, non sparisco… e Ron ha esaudito la tua richiesta, visto? ^^
Phoenix46: grazie! =) Sono onorata di tanti complimenti, e spero davvero che questo chap possa essere all’altezza delle tue aspettative. Mi sono impegnata a fondo perché riuscisse bene… =)
Phi Phi: ebbene si, siamo proprio alla fine ;_; grazie, mi fa piacere che la saga ti sia piaciuta tutta!
Eli: un’altra my love! =) tesoro, o sei un’indovina o Ron ti ha obbedito alla lettera: gliel’ha proprio rotto il faccino a quell’odioso di Adam! ^^ Credimi Eli, i complimenti da un genio della penna come te sono dieci volte più gratificanti, perciò un grazie dieci volte più grande! Tvtttttttttttb! Oh, e Nenè ti dice grazie!
Blackmoony: se può consolarti farò così anch’io! =) un kissone
Gils: bene, la leggerò appena la posti! Altre ffic? Ne ho scritte un sacco…e ne scriverò ancora molte, mi sa! Ci ho preso gusto! ^_- Guarda sotto il mio profilo autore qui nel sito!
Vale86: io amo le recensioni lunghe! =) E amo i tuoi disegni, Vale! Non preoccuparti per la one shot che avevo promesso a te e all’altra Vale, era praticamente pronta ma ho pensato che se non avessi postato questo chap mi avrebbero un po’ odiato tutti… *v* kisses kisses
Kiara: kiarusssssa, la mia amichetta in love per un certo jedi… *________* anch’io sono mooolto felice di aver silurato definitivamente Adam, e lo sai che un po’ mi dispiace per i genitori di Hermione? Stavo proprio cominciando ad affezionarmici anch’io… ;_; Beh, comunque… tranquilla perché tanto non ti liberi di me! ^_- tvttttttttttttttttb!
Marilia: eh eh, le cose si sono risolte, visto? Non ti disperare…certo che non sparisco! =) un bacione e grazie mille!
Sweetie: sono felicissima di sapere che è la tua ffic preferita! =) Ma prego, sono io che devo ringraziarti! Un bacio =)
Lara: quando Ron ha silurato Adam ho pensato: Lara se la starà ridendo da pazzi sulla sedia! ^^ Contenta, tesoruccio? ^_- Mi fai sempre morire dalle risate quando parli di Adam, quasi quasi lo rimetto in mezzo per vedere che dici! ^_____^ Un mega kiss! =D
Danae: sorry, ma è proprio la fine! =) Consolati, il seguito c’è già! ^^
Vale: amicissima! =D Io non mi preoccupo mai quando si tratta di te, lo sai! =) Grazie dolcezza, sei sempre un amore e un sostegno infinito…e la tua one-shot è praticamente uasi completa, manca la fine e poi passa alla mia beta…ho pensato di postare l’ultimo chap, che qua mi avrebbero un po’ ammazzato…*.* tvttttttttttttttb anch’io! =)
Milla: tesoro, io sono senza parole…la tua recensione è una fra le più belle che abbia mai letto! =D Innanzitutto un grazie formato mega, e poi…wow, sapessi che bellissimo incoraggiamento è il tuo! Mi piacerebbe molto scrivere da grande, anche se so che ho ancora moltissimo da imparare, ma ti ringrazio perché mi hai fatto sentire importante…wow, che altro posso dirti se non che tvtttttttttttb? E se sei una mia fan sono strafelice! =D
Eva: sono un po’ triste anch’io per lo stesso motivo! Ma sai com’è… ;_; Beh, per Ron e Hermione… nel successivo BAWM si sono dichiarati alla grande, oh se si sono dichiarati… ^^
Avana Kedavra: grazie mille, cara! Spero che la tua gita sia stata divertente! Sai, il uo suggerimento (una 3.5) non è una cattiva idea… *.* …mmh…chi può dirlo! ^^ kisses kisses
Kim: looove? Dove sei finita, amoruccio, che sono in astinenza piena da roba scritta da te, di qualsiasi natura (interviste doppie o ATTTB)? =D Adesso basta tutte queste belle gite, resta qua per noi e scrivici qualcosina, penna magica… Vale quello che ho detto prima: vuoi sapere qualcosa di mooolto futuro? Mail me, girl! ^_- tvtttttttb!
Carol87: mi hai detto una cosa bellissima…grazie un milione e un bacio forte anche a te! =)
Judie: ma grazie mille! =) Anche alle tue amiche, naturalmente! Spero davvero di aver fatto i fuochi d’artifico, ma lascio a te il giudizio… ci rivedremo ancora, tranquilla! =) kississimi
Miyu: ..eh…sai che ho avuto dei dubbi? Nemmeno io volevo finire la storia! =) Su col morale, resisterai anche senza BAWM…e poi a che servono le one-shot? ^_-
Eerin: grazie mille! Però, è stata una bella faticata leggere la storia tutta d’un fiato! Complimenti! ^^
Vega: lovelovelove! =D Hai ricevuto la mia mail? Povera cucciola col raffreddore…ma no! Sei guarita, vero? Sono ultrafelice di riuscire a scatenare in te queste reazioni… lo sai come la penso e quanto è importante per me il tuo parere! =) Infatti muoio dalla voglia di sapere che ne pensi di questo ultimo chap… un bacio grande quanto tutta la galassia, tv1kdb!
Ale: 1000 volte perdonata! Direi che hanno provato praticamente tutti istinti omicidi per Adam, quindi sei a posto! ^_- E Ron ti ha preso veramente alla lettera! =D un bacio grandiiiiiiissimo! ^^
Hermy Potter: mi sa di si, tesoro, per Ron c’è il biglietto da prendere… ^_- Sono onorata di sapere che linki pezzi della mia storia nel forum…stasera ci farò un salto per vedere quali sono, mi entusiasma così tanto sapere di averti coinvolta così! Sono io che devo ringraziare te! =) Leggerò più che volentieri la tua storia, finora ho avuto un po’ di problemi di tempo ma ora va meglio e posso dedicarmi alla lettura in santa pace…un bacissimo! =D
Beppe: grassie! =) Ooh, una storia ancora prima di questa…non credo che riuscirei a farla, non ti dimenticare che tutta la saga è una AU e finiremmo per arrivare troppo vicino agli eventi dell’Ordine della Fenice…e chi ci capisce più niente! ^_- ciao e grazie ancora!
Daisy: ti ringrazio infinitamente, e ti invidio da morire: io adoro leggere sugli alberi, è una cosa che facevo molto spesso…solo che sono due settimane che ho la schiena ko e sono stata costretta a restarmene in casa… =.= Ma ora che posso uscire…ah ah!! =D salutami anche Cluody!
Janice: grazie tantossimo…mancherà anche a me scriverla! ;_;
Phoebe80: sei la Phoebe che mi ha mandato la mail, vero? Ti ringrazio moltissimo, sei molto gentile! E grazie anche per la fiducia…vedrò di accontentarti! Un bacione
 
 
*siiigh* E’ stato magnifico rispondere a tutti questi bellissimi messaggi…spero di riceverne altrettanti anche per quest’ultimo chap, e che dire…ehi, non si piange! No, non si piange! ~__~; Invece facciamo un bel sorriso, pensiamo che scriverò ancora, che scriverò molte altre one shot…e che voglio un bene grandissimo a tutti, ma proprio a tutti! Ciao bimbi belli! Un kiss grande grande!
 
Sunny

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