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Lista capitoli: Capitolo 1: *** PROLOGO – IL SIGILLO DEI DEMONI SI È SPEZZATO *** Capitolo 2: *** Capitolo 1 IL RITORNO DI KOTAKE *** Capitolo 3: *** Capitolo 2 RICORDI DEL PASSATO E RIVELAZIONI *** Capitolo 4: *** Capitolo 3 Tutti insieme nel mondo della magia *** Capitolo 5: *** Strategia di guerra con festa a sorpresa *** Capitolo 6: *** il significato dello spirito di combattimento *** Capitolo 7: *** La conquista del primo elemento: Maltos guardiano del fuoco e del coraggio *** Capitolo 8: *** Aiko e Leon: due cuori in rotta di collisione *** Capitolo 9: *** Una paura infondo al cuore *** Capitolo 10: *** Sempre più in alto *** Capitolo 11: *** Richiamo dell'elfo *** Capitolo 12: *** Zanne del leone *** Capitolo 13: *** Il momento della verità *** Capitolo 14: *** Kotake sei fuori dalla nostra squadra! *** Capitolo 15: *** Ecco Alicia Kotake ***
Capitolo 1 *** PROLOGO – IL SIGILLO DEI DEMONI SI È SPEZZATO ***
PROLOGO – il sigillo dei demoni si è spezzato
PROLOGO – il sigillo dei demoni
si è spezzato
Erano passati ormai tre annida quando le Ojamajo avevano fatto svegliare la
strega Majotourbillon evitando una catastrofe. La vita era ripresa a scorrere
normalmente , Alexander per aver aiutato le Ojamajo ad svegliare
Majotourbillon, gli venne dato la nomina di barone, Dela era sempre indaffarata
con i suoi lavori di mercante. Eufonia si occupava di Hanna, che, essendo
cresciuta non solo nell’aspetto fisico ma anche quello della magia, era più
peste di prima facendo andare su tutte le furie, la povera Eufonia. Tutto
sembrava tranquillo quel giorno ma solo in apparenza, infatti, aria era piena d’energia
negativa che fu subito avvertita dalla regina che chiamo Majorin
- Majorin te ne sei accorta che qualcosa non va nell’aria è troppo carica
energia negativa - disse la regina seduta sul suo gran trono
- sì se permettete farei un giro di ricognizione – disse inchinata Majorin
- permesso accordato. Sta attenta!- disse preoccupata la regina
-Non si preoccupi mia regina! La servirò fino alla fine – disse Majorin con una
mano sul petto poi prese la sua scopa e volò in paese.
Majorin cominciò a camminare tra la folla e a guardare se ci fosse qualcosa non
andava. Si era mascherata per non farsi riconoscere perché se l’avessero vista
sarebbe scoppiato il caos, siccome è servitrice della regina quando esce fuori
dal palazzo vuol dire che qualcosa non Va.
Camminando, camminando arrivò in un vicolo buio e tetro.
Averti un brivido scendergli giù per la schiena, il presagio di morte, ma
soprattutto l’odore pungente di sangue. Prese coraggio ed entro nel vicolo e
vide una scena che non doveva vedere, un individuo con una lunga veste stava
mangiando il cadavere di una strega, quindi disse:
- Chi è ? fatti vedere. – disse Majorin cercando di non andare di stomaco
- Oh uff!! Non si può mangiare in santa pace- disse l’individuo alzandosi
- Ma che dice? Ti dichiaro in arresto per uccisione di una strega non opporre
resistenza!!- disse Majorin
- Ha ha ha ha!!!!!!!!!!!- l’individuo comincio a ride e poi si tolse la veste
Majorin constatò che non ne apparteneva al mondo umano ne al mondo della magia.
Questo individuo era un demone, creature dell’oscurità, sigillati da Majotourbillon
700 anni prima.
La carnagione olivastra, denti aguzzi, muscoli più duri del acciaio e corna
vistose, si quello era un demone che disse:
- Sono venuto qui per uccidere tutti gli abitanti del mondo della magia e degli
umani - poi le mollo un pugno talmente potente da distruggere tutto quello che
incontrava sul suo cammino
La poverina l’aveva sentito quel pugno a faticasi rialzo e disse:
- Ma…… tu……… sei un demone, come mai sei libero?- disse riprendendosi dal pugno
dinamite.
- Si sono un demone,e sono libero perché il sigillo si è spezzato- disse con le
braccia conserte.
Non ci poteva credere, il sigillo è stato rimosso. Le gambe le cominciarono a
tremare e il cuore cominciò a battere sempre più forte, il fiato diventò
affannoso, cominciò a piangere dalla paura. Non sapeva cosa gli stesse
succedendo
- Ma guarda la grande servitrice non è altro che una bambina piagnucolona.-
disse in modo spregevole il demone.
- STAI ZITTO BASTARDO!!!- disse tra le lacrime Majorin e si preparo ad
attaccare
- Oooooooh! Siamo arrabbiati eh?- disse il demone mentre schivava i pugni di
Majorin
- Ora finiamola con questa pagliacciata!!- disse il demone , cominciò creare
una sfera di energia nera e con una violenza disumana la scaglio alla poverina
che, appena entro in contatto, la scaglio molto lontano.
- Bhe!! Come stiamo? – disse in modo sarcastico il demone alla povera strega
stesa in terra nuda, ferita.
- Sai o sempre pensato che le streghe della magia musicale sono delle poppanti
in confronto a noi - disse il demone
- Mi vorrei prender cura di tè, sei cosi bella, ma ho altro da fare.- disse il
demone e cominciò a prenderla la collo.
- Ti darò una morte dolorosa- cominciò stringerli il collo e la poverina
cominciò a piangere
Cominciò ricordare tutte le cose belle successe con la regina .
- Mi…………….. dispiace……….. – disse con un filo di voce Majorin, poi le forze
stavano quasi sparire quando qualcuno prese il prese il braccio del demone e
glielo spezzò.
Era intontita ma riuscì a sentire le urla del demone e delle braccia calde e
forti che la reggevano
“chi sarà?” penso e tocco il viso con la mano debole e si accorse che era un
uomo.
- Chi………. Sei……… ?- disse Majorin con un filo di voce
- Sono la tua guardia del corpo!!- disse l’uomo
- Toku sei un stupido- disse Majorin e poi svenne.
- Majorin , Majorin dai rispondimi! Non farmi preoccupare!!- la mise e punto il
dito contro il mostro
- Tu ora morirai!!- ringhio Toku
- Chi sei bastardo?- disse il demone
- Non mi conosci? Ah! E’ vero sei stato sigillato 700 anni- disse Toku
grattandosi la testa
- Io sono il mago guerriero più potente dei mondi conosciuti- disse Toku
- MA FINISCILA BASTARDO!!!!!- disse il demone scagliandosi all’attacco
- L’hai voluta tu – disse Toku e sparò dal palmo della mano un onda di energia
tanto potente da disintegrarlo.
- Guarda come ti hanno ridotta! Maledizione!- disse Toku riprendendola tra le
braccia poi la riportò al castello, li la regina era in ansia e vedendola cosi
disse:
- Cosa è successo?-
- Spiegazioni a dopo ora bisogna curarla- disse Toku
- Si vieni andiamo da Maya – disse la regina
Tutti e due partirono per portare Majorin da Maya, arrivati li Maya disse :
- Cos’è successo? – disse Maya
- A lottato contro un demone- disse l’uomo
- Si va bene dopo ne parliamo- disse la dottoressa
- Ti prego salvala- disse Toku con le lacrime agli occhi
- Si – disse Maya
Passarono tre ore che per Toku erano interminabili quando Maya uscì sala
operatoria e disse:
- Ce l’abbiamo fatta e salva ma per poter tornare alla sua mansione ci vorrà
tempo – disse Maya
- Si – disse la regina
- Perché non facciamo che io faro la mansione di Majorin finche non si è
rimessa – disse Toku
- Si pero devi parlare prima con Majorin - disse la regina
- Se volete potete entrare e sveglia- disse la dottoressa
I due entrarono e videro che era fasciata dalla testa.
Appena li vide cercò di alzarsi come poteva
- Non devi sforzarti troppo – disse Toku
- Toku grazie per avermi salvato- disse Majorin
- Majorin te l’ho detto che sono la tua guardia del corpo- disse Toku
- Ma sei sempre lo stesso, spaccone- disse Majorin
- E tu sempre presuntuosa eh!!!- disse l’uomo un po’ imbronciato
- Ahahahahahahahaha!!!!!- la regina cominciò o ridere di gusto
Sia Toku che Majorin arrossirono dalla vergogna, anche se si offendevano a
vicenda si volevano bene
- Parliamo di cose serie , che cosa è successo?- domando la regina
- Il sigillo dei demoni si e spezzato dobbiamo prepararci al peggio- disse
Majorin
- Approposito perché eri qui?- chiese Majorin incuriosita
- Devo comprare alcune cose per il mio allievo e poi sono venuto a salutare le
mie vecchie amiche di giochi di infanzia- disse Toku
- Anche noi siamo felici di rivederti- dissero insieme la regina e Majorin
- Ma chi il tuo allievo?- chiese la regina
- E un terrestre- disse Toku .
Dopo la lunga chiacchierata la regina se ne andò e lasciò soli Majorin e Toku.
Prima di andarsene anche Toku disse:
- Tu recupera le forze perché ti serviranno in battaglia poi non voglio che la
donna che amo sia sconfitta cosi, al resto ci penso io- disse Toku
- Grazie ... sigh – la donna butta tra le braccia di Toku e né usci un pianto
liberatorio.
Dopo aver salutato Majorin, Toku si diresse al palazzo
- Signori dobbiamo fare qualcosa per contrastare i demoni- disse la regina ai
presenti nella sala del trono
- Io ho un idea, perché non chiamiamo le Ojamajo, i flat, il mio allievo e li
nominiamo sentinelle dei mondi conosciuti - disse Toku
- C’è un piccolo problema ormai le Ojamajo si sono divise- disse la regine
- E riuniremo il gruppo. Lasci fare a me- disse Toku fiducioso
- Una curiosità, come si chiama il tuo allievo?- disse la regina curiosa
- Il mio allievo si chiama Tetsuya Kotake -
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“fine prologo. È la mia prima fanfiction spero che vi piaccia
Questa fanfiction si riferisce non solo alla coppia Kotake x doremi ma anche a
Majorin Toku
Scusate se non vi spiego chi è Toku ma lo scoprirete nel corso della storia. Commentate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Capitolo 2 *** Capitolo 1 IL RITORNO DI KOTAKE ***
IL RITORNO DI KOTAKE
IL RITORNO DI KOTAKE
- Capitolo 2° -
CAP 1- IL RITORNO Dì KOTAKE
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
La sveglia suona mentre una ragazza con capelli lunghi rossi magenta dormiva
della grossa sotto le coperte
- Doremi vuoi fare tardi già il primo giorno nella nuova scuola?!- disse Pop
- Che vuoi? Lasciami dormire – mogogno Doremi sotto le coperte.
- Che cosa voglio? Voglio che stia su da quel letto perché sai che giorno è
oggi vero?
Doremi si alzò di scatto e urlò – il primo giorno di scuola superiore, me ne
ero completamente dimenticata-.
In fretta e furia si sistemò i capelli,si vesti ,volò giù dalle scale a fare
colazione
- Oggi è il tuo primo giorno di scuola. Comportati bene ok?- disse la madre
- Non ti preoccupare mamma- disse la figlia mentre mangiava un biscotto.
Ormai Doremi stava crescendo in tutti i sensi, aveva rinunciato ormai ai codini
e al loro posto c’era una bella coda di Cavallo e il fisico non era più
mingherlino ma cominciava a diventare formoso.
- Ciao mamma, io vado – disse Doremi
- Aspetta, il pranzo non l’hai preso- disse la mamma.
- Ah! È vero scusami, sono un po’ sbadata- disse Doremi grattandosi la testa.
- Un po’ molto- disse la sorella
- La vuoi smettere!- ->_<- disse adirata Doremi.
Doremi saluto la madre, il padre, e la sorella e come una scheggia parti per
andare al liceo di Misora ma come suo Solito si perse.
- Ah! Come faccio adesso, arriverò in ritardo alla cerimonia d’inizio anno,
uffa sono la ragazza più sfortunata del mondo – disse doremi piagnucolando.
- Hey ! ti sei persa- disse una voce in un vicolo buio.
Doremi conosceva quella voce ma, dove l’aveva sentita? Poi dal vicolo buio
spuntò un ragazzo alto, capelli e occhi blu Scuro e un fisico che farebbe
invidia a ogni ragazzo.
- Ci conosciamo?- chiesa incuriosita Doremi, intanto i suoi erano diventati a
forma cuore.
- Dai non mi dirai che non mi conosci?- inizio a parlare il ragazzo.
- Mmmm…!- comincio a scrutarlo ma poi si accorse che stava perdendo tempo e
sarebbe arrivata in ritardo.
- Scusa ma adesso non ho tempo a fare l’investigatrice- disse cominciando a
camminare.
- Quella è la direzione sbagliata, se cerchi il liceo di Misora fieni con me. -
disse il ragazzo
- Mi posso fidare di te?- disse la ragazza un po’ titubante.
- Come di un tuo famigliare- disse il ragazzo.
- Come ti chiami?- disse la ragazza
- Lo scoprirai a scuola- disse il ragazzo e prese in braccio Doremi.
- Che fai ?- disse Doremi
- Ora lo vedrai- disse il ragazzo poi chiuse gli occhi e mise due dita sulla
fronte . Doremi il misterioso ragazzo in un istante si ritrovarono al liceo.
“Chi è veramente questo ragazzo? È un mago, ma non mi da la stessa sensazione
che avevo quando stavo con Akatsuki” pensò Doremi mentre era tra le braccia di
Quel misterioso ragazzo.
Il ragazzo posò a terra doremi e disse
- Spero di essere in classe con te –
- Lo spero anch’io –disse Doremi con gli occhi a forma di cuore.
Il ragazzo sparì davanti agli occhi di un’incredula Doremi che disse.
- Che ragazzo strano, ma soprattutto che ragazzo fico!!-
- Chissà cosa direbbero Kotake e Akatsuki vedendomi con quel ragazzo strafico-
disse Doremi pensando all’episodio di tre anni fa, all’improvviso si rattristì
pensando a tutti gli amici che aveva perso nel corso di questi tre anni.
- Chissà cosa staranno facendo i ragazze- disse Doremi con una lacrima che le
rigava il viso.
Le Ojamajo erano ormai si erano perse di vista, Hazuki se ne era andata a Tokio
a studiare per diventare una violinista di successo, Aiko era tornata a Osaka
insieme ai suoi genitori, Onpu era ancora più indaffarata con il lavoro d’idol,
tanto che si prese un insegnante privato, Momoko era tornata in America, e
Hanna non la vedeva da tre anni, ma comunque si sentivano spesso. Un’altra
persona che non vedeva da tre anni oltre a Hanna e I FLAT era Kotake che un
giorno dopo la cerimonia del diploma elementare era scomparso insieme alla sua
famiglia, senza dirgli niente, senza salutarla, quel giorno di tre anni, un
giorno dopo il diploma, Doremi pianse e si era ripromessa a se stessa che ,se
un giorno fosse tornato gli chiederà spiegazioni ma ancora adesso gli mancava
quel rompiscatole.
- Su coraggio Doremi ti metti a piangere il primo giorno di scuola – si disse
tra sé e sé Doremi ed entrò, dove iniziava la cerimonia d’inizio anno del
liceo.
I ragazzi rappresentanti del liceo illustrarono le regole del liceo,le materie,
ed altre cose riguardanti il liceo. Doremi iniziò a guardare in giro se
riusciva a vedere qualcuno che conosceva, ma c’erano troppi ragazzi. Alla fine
della cerimonia i ragazzi si diressero ai tabelloni per vedere le loro classi,
Doremi come gli altri si diresse li e lesse:
- Terza sezione del primo anno Masaru Yada, Doremi Harukaze – mentre leggeva
Doremi, sentì che qualcuno la stava chiamando, si girò e vide Tamaki, Shiori
abbracciata a Masaru, Kaori sempre alle prese con la macchina fotografica, e
disse doremi.
- Ciao ragazzi! Come va?-
- Molto bene o visto che siamo in classe insieme, meno male cosi saremo insieme
anche al liceo- disse Kaori sorridendo.
- Allora come state voi due?- disse Doremi riferendosi a Masaru e a Shiori.
- Bene, se chiami Hazuki, me la saluti- disse Masaru.
- Si non ti preoccupare, te la saluterò- disse Doremi.
- Siamo tutti qua? – disse Doremi curiosa
- No ce ne mancano Quattro della nostra ex classe – disse shiori.
- C’è Takao, Marina, Nobuko e… - disse Tamaki fermandosi sul più importante.
- E ?- chiese Doremi incuriosita
- TETSUYA KOTAKE- disse tamaki.
Quel nome rimbombava nella testa di Doremi, non riusciva a crederci, Kotake era
tornato, lei sentiva la rabbia scorrergli nelle vene per come l’ha trattata ma
anche la gioia perché era tornato. Doremi, Tamaki, Masaru, Shiori, Kaori
arrivarono sulla porta della loro classe, entrarono e videro che c’era Marina,
Takao, Nobuko ma nessuna traccia di Kotake.
“Forse era una bugia non è vero che è tornato perché m’illudo così” penso
Doremi mentre sceglieva il suo banco. Trovato il banco, si sedette e
all’improvviso qualcuno le poggio la mano sulla sua spalla, lei si girò di
scatto e disse:
- Chi è ? –
- Sono io non ti ricordi di me ?- disse il ragazzo misterioso.
- Oh... scusami ma che fossi un mio vecchio amico allora ce l’abbiamo fatta a
finire in classe insieme- disse Doremi sorridendogli
- Sì, ce l’abbiamo fatta- disse il ragazzo misterioso
Il professore entro nell’aula e disse:
- Tutti seduti, io sono il vostro insegnante di giapponese, spero che siate
bravi- disse il professore e inizio a fare l’appello. Passò tutti vecchi e
nuovi compagni di classe e si fermò su uno in particolare:
- Tetsuya Kotake – disse il professore
- Presente – disse il ragazzo misterioso seduto dietro Doremi.
Doremi Appena sentì “presente” si girò di scatto insieme ai suoi vecchi
compagni di classe, non era possibile che quel ragazzo sia veramente lui, era
impossibile. Lo cominciò a guardare negli occhi, lui abbassò lo sguardo e si
mise a sedere.
La giornata trascorse quasi bene se non fosse stato per quello shock, tutti se
ne stavano andando, Doremi prese in fretta le sue cose per non incrociare lo
sguardo con Kotake e si diresse verso l’uscita ma fu fermata:
- Aspetta lascia che ti spieghi tutto – disse Kotake trattenendola per il
polso.
- Non c’è niente da spiegare, tu te ne sei andato senza salutarmi, senza dirmi
niente. – disse Doremi iniziando a piangere
- Avevo le mie ragioni – disse Kotake difendendosi.
- Già le tue ragioni, e a me non hai pensato, quel giorno ero disperata perché
non sapevo dove fossi, poi quando sono andato a casa tua ed o visto tutto
chiuso mi sono detta, ma perché se ne è andato? Forse sono la causa, vissi con
questo tormento fino ad adesso- disse Doremi tra i singhiozzi.
- Non dire sciocchezze Doremi, non è per colpa tua. - disse Kotake
tranquillizzandola
- E allora perché te ne sei andato?- disse la ragazza furibonda.
- … - lui non rispose
- IO TI ODIO- si mise a strillare Doremi e scappò via.
- Doremi aspetta… - disse Kotake sconfortato ma qualcuno gli aveva messo la
mano sulla spalla.
- Bhè! Che stai aspettando, rincorrila sei un uomo no?- disse Tamaki.
- So già quello che devo fare – disse Kotake e iniziò a correrle dietro.
Capitolo 3 *** Capitolo 2 RICORDI DEL PASSATO E RIVELAZIONI ***
RICORDI DEL PASSATO E RIVELAZIONI
RICORDI DEL PASSATO E RIVELAZIONI
- Capitolo 3° -
Ricordi del passato e rivelazioni
Kotake rincorse Doremi per tutte le strade di Misora ma Doremi non demordeva,
era troppo arrabbiata e amareggiata per fermarsi, ma alla fine la stanchezza
vinse e Doremi fu costretta a fermarsi in riva al mare, era senza fiato e notò
che Kotake non era per niente stanco anzi era perfettamente sobrio, vedendolo
cosi Doremi disse:
- Come mai…anf non sei…anf stanco- disse Doremi cercando di riprendere fiato.
- Mi sono allenato molto da quando sono andato via-, rispose lui ma dormi
abbasso gli occhi e Kotake capi che era arrabbiata, e lei iniziò:
- Nemmeno una lettera, una telefonata o solo un avvertimento che te ne saresti
andato, ma niente te ne sei andato- riprese fiato- dimmi perché non ti sei
fatto vivo in questi tre anni?- disse lei con occhi lucidi, ma lui gli mise la
mano sulla spalla:
- Ascolta, vedi Doremi quel giorno alla cerimonia del diploma, non sapevo che
dovevo partire il giorno e poi l’ho fatto per un motivo grave che non potevo e
tuttora non posso dirti. Quando sarà ora, ti dirò tutto- disse lui sicuro di
quello che stava dicendo e Doremi si rassegnò e disse:
- Fa bhè, per stavolta passi ma io voglio che mi dica perché te ne sei andato,
prima o poi- terminò lei ancora un po’ arrabbiata ma infondo era felice per il
ritorno del “amico”. Lui fece cenno di sì e si mise le mani in tasca e cominciò
a guardare il mare, lei ripresasi dalla corsa senza fiato disse:
- Quando melo volevi dire che eri un mago- disse Doremi e lui rispose – e tu
quando me lo dicevi, che eri una strega- Doremi deglutì pesantemente – e tu
come fai a saperlo?- disse lei
- Me l’ha detto il mio maestro- disse Kotake.
- E chi è- rispose doremi curiosa.
- È il mago guerriero più potente dei mondi conosciuti- disse Kotake.
- Mondi conosciuti?- chiese Doremi che non ci stava capendo niente.
- Oh… devo sempre spiegarti tutto- disse Kotake un po’ scocciato.
- Scusa se non sono un genio ma sai, mia madre mi ha fatto cosi- disse Doremi
con tono secco.
- Sempre spiritosi è Doremi? In ogni modo sai che oltre alla terra ci sono i
pianeti del sistema solare e il mondo della magia, ma c’è un mondo conosciuto
da pochi ed è il mondo del bene e del male, questo e un mondo e pieno di demoni
e d’angeli, e la loro potenza supera notevolmente quella dei maghi e streghe
del mondo della magia- Kotake guardò serio negli occhi Doremi- il mio compito è
di recuperare il capo delle Ojamajo e convincerla a schierarsi dalla nostra
parte contro l’invasione dei demoni e recuperare il prescelto, colui che in se
a il potere oscuro e il potere della luce – disse lui con occhi seri e quasi
inquietanti – Doremi sei con me?-
- Non lo so Kotake, non lo so ho rinunciato tre anni fa perché c’era una scelta
rimanere nel mondo delle e diventare una ragazza o rimanere sulla terra con i
miei genitori e non mi sono mai pentita, ma adesso mi sa che non ho scelta
vero?- disse Doremi abbasso lo sguardo, vedendola cosi Kotake si sentì uno
stupido, ma cosa poteva , lui eseguiva solo un ordine del suo maestro.
Doremi strinse i pugni ei denti e disse – e le altre lo sanno?-.
- Sì lo sanno, i Flat le hanno avvertite e loro hanno accettato- disse Kotake
poi continuo:
- Perché sapevano che non c’era scelta. Se tu non ci aiuterai MORIRAI!!- disse
Kotake con tono cupo e Doremi iniziò a tremare e a singhiozzare e cosi Kotake
l’abbracciò e disse:
- Scusami se ti ho messa con le spalle al muro ma non potevo fare altrimenti
perché se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai- disse mentre
stringeva al petto la povera Doremi era attaccata e diceva – perché tutte a me-
disse piangendo ma Kotake la rincuoro – ti allenerò io e ti farò diventare una
guerriera fortissima- disse Kotake
- Mi sei mancato- disse lei con un filo di voce.
- Anche tu mi sei mancata- rispose lui vide l’ora e disse- su, in piedi, non
vorrai mica tardare al altrimenti i tuoi saranno in pensiero- disse lui
alzandola in piedi – grazie- disse lei – posso accompagnarti a casa- chiese
Kotake – va bene- rispose lei.
S’incamminarono verso casa di Doremi e lei cominciò a raccontargli di cosa fece
in tre anni:
- Ehi, Doremi, le senti le altre ancora?- chiese Kotake curioso.
- Mh… ogni tanto! Tutte ormai abbiamo da studiare molto e abbiamo i nostri
impegni – disse triste Doremi.
- Kotake… -iniziò la ragazza – che c’è?- chiese lui.
- … da quanto tempo che chiamavi con il mio vero nome, sarà tanto tempo, è la
prima volta che si siamo conosciuti- disse lei pensierosa.
- Sì da tanto tempo che no ti chiamo cosi… per una volta mi piace cambiare, ma
se vuoi, ti ricomincio a chiamare “Baka Dojimi” scegli?- disse lui mettendosi a
braccia conserte.
- NO! Assolutamente quel nomignolo non mi piace, anzi mi fa arrabbiare- disse
lei poi continuo a guardarlo – Sai Kotake non sembri più quel bimbo di quello,
quel giorno, quel bimbo triste, silenzioso- constatò Doremi
- Già, ma quel bambino non è morto in me, anche se sono cresciuto a volte, mi
sono sentito cosi in questi tre anni specialmente quando me ne sono andato
senza avvertirti – disse Kotake con il capo chinato.
FLASHBACK
Il primo giorno d’asilo e tutti i bambini erano entrati nelle loro classi
accompagnate dalle mamme. Poi le mamme salutarono i loro bambini e se
n’andarono. Tutti erano contenti di stare in scuola tranne un bambino che se ne
stava in disparte, vedendolo cosi triste e solo una bambina con i capelli di
colore rosso Magenta attaccati con due codini si avvicinò e disse:
- Perché sei tutto solo?- disse la bambina, ma lui non rispose e rannicchiò
ancora di più- dai vieni a giocare ti sentirai meno solo- disse la bambina e
gli tese la mano, lui iniziò a singhiozzare – voglio la mamma- disse lui tra i
singhiozzi.
- Anch’io la vorrei ma non si può, vedrai che alla fine della giornata ti verrà
a prendere, quindi non piangere-, disse la bambina e il bambino si pulì gli
occhi e arrossi – Ehm… tu come ti chiami?- chiese il bambino titubante.
- Io mi chiamo Doremi Harukaze e tu?- chiese Doremi.
- Ehm…mi chiamo Tetsuya Kotake - disse lui
- Allora ti sei ripreso?- disse la bambina
- Ehm... si Doremi - rispose lui titubante
- Allora andiamo a giocare- disse lei e gli prese la mano lo trascino, lui si
sentì infuocato dalla vergogna, ma era felice perché per la prima volta aveva
trovato un’amica.
Da quel giorno in poi erano passati sette anni e Kotake iniziò a cambiare, era
più cordiale con gli altri, si mise a prendere in giro Doremi e a diventare più
pestifero che mai con la sua “amica”, ma anche se litigavano molto, erano
inseparabili sino a quel giorno alla cerimonia del diploma, dove la vedeva non
più come amica ma una ragazza che era nel suo cuore. Di lì in poi non sarebbe
stato come prima.
FINE FLASHBACK
Kotake e Doremi erano ormai arrivati a casa di Doremi e lui disse:
- Allora siamo arrivati- disse lui.
- Credo proprio di si- rispose lei.
- Preparati che domani andremo nel mondo delle streghe- disse lui.
- Sì, credo che non ci siano scelte vero?- chiese lei triste
- Purtroppo no- rispose lui scuotendo il capo.
- Allora ci vediamo domani- disse girandosi verso la porta di casa
- Si- rispose Kotake e lei s’incamminò verso la porta ma, Kotake era ancora lì
a guardarla.
- Doremi scusami!!- disse lui con la testa chinata.
- Non c’è niente da scusarsi, se te ne sei andato all’improvviso, ci sarà un
motivo, io ho fiducia in te e so che alla fine me lo dirai- disse lei senza
voltarsi.
- Sì, ci vediamo- rispose lui e poi scomparì, l’unica cosa che sentì era una
folata di vento che le scompigliò i capelli e gli alzò la gonna.
“Che strano, Kotake sembra più carino di prima” penso Doremi poi arrossì e disse:
- No, dai ma che vado a pensare. Dai entriamo- disse ed entrò.
Si tolse le scarpe con un po’ di stanchezza per quello che era successo e
disse:
- Sono tornata- disse con un filo di voce per la stanchezza.
- Ti sembra questa l’ora di tornare, Doremi?- disse la famiglia un po’
arrabbiata.
- Eh eh….- rise nervosamente- scusate ma ne sono successe tante oggi che ho
perso la cognizione del tempo- cerco di giustificarsi Doremi.
- Discuteremo sul tuo comportamento più tardi, ora vai a lavare le mani- disse la
madre con tono severo.
- Si- disse lei con tono sconsolato poi andò a lavarsi e scese a mangiare.
Dopo aver finito di mangiare, si sentì la lunga ramanzina dei suoi genitori,
Doremi disse che era stata accompagnata da un suo amico. Finita, la ramanzina andò
in camera sua e si butto sul letto con la faccia sul cuscino quando qualcuno
entrò e disse:
- Giornata no è , Doremi?- disse la vocina che arrivava dalla porta, lei si
girò.
Era Pop che la guardava preoccupatissima.
- Si! Hai proprio colto nel segno- disse Doremi ributtandosi sul cuscino.
- C’è qualcosa che ti turba? Non sembri quella di stamattina- disse Pop
sedendosi sul letto di Doremi.
“Che cosa faccio? Come dico a Pop-chan quello che mi ha detto Kotake, ma
infondo anche lei e membro delle Ojamajo” penso Doremi si alzò e decise a
parlarle e gli raccontò le stesse cose che Kotake aveva raccontò a lei.
- Cosa, sul serio?- disse Pop sbarrando gli occhi e Doremi fece cenno di sì.
- E da tempo che non sento parlare di magia, e adesso, vengo catapultata di
nuovo nella magia senza possibilità di scegliere- disse Doremi e si mise una
mano in fronte.
- Ma, sai se dice la verità?- chiese Pop cosi disperata.
- Sì, sì lui sa cose, sa episodi che ci sono capitati, sa della magia- disse
Doremi disperata.
- Tu sei forte, ce l’hai fatta in tutte le situazioni sfavorevoli, ce la farai
anche adesso- disse Pop sorridente.
- Ma adesso è diverso, ci sono le nostre vite in gioco- disse doremi in
lacrime.
- Ma anche le altre hanno accettato?- disse Pop. Doremi non rispose e mosse la
testa.
- Domani sono convocata nel mondo delle streghe-disse Doremi svestendosi per
mettersi il pigiama.
- Dai andiamo a dormire, domani sarà una lunga giornata- disse Doremi
mettendosi sotto le coperte.
Pop scese dal letto e si avvio verso la porta, ma prima di spegnere la luce
disse:
- Doremi, non ti azzardare a morire- disse Pop puntandogli il dito.
- No, non ti preoccupare- rispose doremi e Pop spense la luce e uscì, Doremi
inizio a piangere silenziosamente, sentendola Pop entrò nella sua stanza si
butto e era molto triste.
Kotake si sentì uno stupido, per avergli fatto quella proposta, si stese sul
letto, dopo aver disfatto le valigie e messo in ordine la casa, e ricominciò a
pensare a quando se ne andò.
FLASHBACK
Kotake appena ricevuto il diploma iniziò a fare baldoria con i suoi amici,
finita la cerimonia si diresse verso casa di Doremi. Suono al campanello, ma
non c’era nessuno, e aspettò. Aspetto più di un’ora, poi siccome si fece buio
iniziò ad andarsene quando, vide una macchina all’orizzonte, era Doremi, si era
lei.
La macchina si fermò davanti a casa, Doremi non si accorse subito che Kotake,
si era poggiato sul muro, poi Pop gli indicò il muro, doremi lo raggiunse e
disse:
- Kotake che ci fai qua?- disse Doremi perplessa di vederlo
- Ehm… ti va se uno di questi giorni usciamo insieme- disse Kotake rosso come
pomodoro
- Eh?- rispose arrossendo
- Ma se non vuoi non c’è problema- disse ancora più rosso
- No... e che non me lo sarei mai aspettato da te- disse Doremi riprendendo il
colorito normale
- Eh…eh…- rise nervosamente – c’è sempre la prima volta per tutto- disse Kotake
mettendosi una mano dietro la testa.
- Gia!- rispose sorridente Doremi
- Si accetto, facciamo domani- disse Doremi
- Si, domani va bene- disse Kotake con un sorriso a trentadue denti.
- A domani allora- disse Kotake iniziando a correre e a saltare come una
gazzella.
- Che matto- disse Doremi vedendolo allontanarsi e sorrise.
Kotake era felice , ma quella felicità duro poco, perché, appena tornò a casa
trovo le valigie il camion dei traslochi. Appena lo vide si arrabbiò molto,
entro in casa sbattendo la porta e disse:
- Che diavolo sta succedendo, me lo volete spiegare?- disse Kotake addirato.
- Non vogliamo darti spiegazioni- disse con tono freddo il padre – raccogli le
tue cose e andiamo-
- Ma perché, domani ho l’appuntamento con Doremi e non ho intenzione di
perderlo- disse Kotake furioso.
- Va bene te lo dico- disse il padre
- Tu non sei nostro figlio, tu sei un demone di un altro mondo. E se restassi
qua non potremo proteggerti e tu perderesti il controllo- disse il padre con
tono cupo.
- Che idiozia! Non ci credo! È assurdo!- disse Kotake con occhi spaventati.
- Purtroppo è la verità- disse la madre chiudendo.
Kotake era deluso, amareggiato e disse:
- se volete andate via voi- disse Kotake e scappò tentarono di fermarlo ma
ormai era gia lontano.
- Non sei stato un pò troppo duro con lui- disse la madre al padre
- Forse hai ragione.- disse il padre preoccupato.
“Perché quando tutto va bene, deve andare tutto male” penso Kotake mentre
scappava.
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Finito!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! il secondo capitolo. Scusate se vi ho fatto
aspettare , spero che vi piaccia questo capitolo. Dai commentate
Capitolo 4 *** Capitolo 3 Tutti insieme nel mondo della magia ***
Tutti insieme nel mondo della magia
Tutti
insieme nel mondo della magia
-Capitolo 4°-
Kotake corse a lungo quella sera, ora che tutto andava bene, ora che ebbe
il coraggio di invitare Doremi ad un appuntamento, doveva traslocare, non
voleva, no!! Penso “perché questo trasloco improvviso, non voglio, no!!. Si
fermò in un parchetto per bambini e si sedette su una panchina, iniziò a
riprendere fiato e sentì che l’aria era più calda del solito anche se era sera,
bruciava di caldo, si tolse la maglietta e rimase a torso nudo. Passarono
alcuni minuti, si accorse che non riusciva a togliersi il fiatone, lentamente
si guardò le mani, notò che la pelle era diventata scura e le unghie erano
affilate come rasoi.
-Che diavolo sta succedend…- non riuscì a terminare la frase
perché la gola si era infiammata all’improvviso, non riusciva ad emanare nessun
suono e la lingua gli bruciava. Il corpo non rispondeva più al suo padrone.
Lo ritrovarono tempo dopo, ma non sembrava in buono stato, schiumava
dalla bocca, gli occhi girati verso l’alto. Lo presero e lo caricarono sopra il
camper perché il viaggio sarebbe stato molto lungo, Kotake si svegliò a meta
viaggio e disse:
-Dove stiamo andando ?- disse Kotake alzandosi di soprassalto
-Oh tesoro, ti sei svegliato. Sia ringraziato il cielo.
Stiamo andando alla nostra casa provvisoria per tre anni, poi torneremo a
Misora- disse la madre ringraziando il cielo per aver fatto risvegliare
-Ma perché.. perché stiamo andando? Dove stiamo andando? E soprattutto
che mi è successo prima?- chiese Kotake sempre più confuso che mai. La madre
divenne triste.
-Ti stavi trasformando in un demone, è per questo che ce ne
siamo andati, se non l’avessimo fatto forse adesso Misora sarebbe cancellata da
tutte le cartine del mondo.- riprese fiato – stiamo andando da un eremita che
ti insegnerà il modo per tenere a bada il mostro che è dentro di te, in modo
che quando arriverà il momento sarai in grado di controllarlo. Terminò la madre
-Non ti preoccupare ci siamo noi, ti aiuteremo- disse il
padre per infondergli coraggio.
-Ma come farò per la scuola?- chiese Kotake
-Non ti preoccupare, bhè è vero che andremo in un paese
sperduto, ma anche lì c’è una scuola media. Ora riposati - disse il padre
Kotake si stese di nuovo e la madre si avvicinò:
-L’ho trovata nella tuo stanza- disse la madre porgendogli la
fotografia.
Lui la vide, era lei , bella, solare sorridente, le avevano scattato le
foto l’ultimo giorno di scuola ,era sola nella foto, era un angelo con i
capelli rossi. La prese in mano, e prima di riaddormentarsi disse:
-Perdonami Doremi- e sprofondò in un sonno profondo
FINE
FLASHBACK
-Kotake! Viene tesoro ti aspettiamo per mangere- disse la
madre svegliandolo dai suoi ricordi.
-S-si! Adesso arrivo- disse lui come se fosse svegliato di soprassalto.
-Tesoro, che c’è? Qualcosa non va? Ti vedo strano- disse la
madre preoccupata
-No! Niente, e che il primo giorno di liceo e sempre
stancante- disse Kotake
-Mmmh… sarà (¬_¬)- disse la madre poco convinta
-Ascolta mamma, se dovrebbe succedere qualcosa ti
avverto, ok? (^_^)- disse Kotake Appoggiandole la mano sulla spalla.
-Va bene, dai andiamo a mangiare- disse la madre
-Si!! Ho una fame-disse Kotake correndo giù per le
scale, ma la madre andò nella sua stanza da letto.
Da un cassetto del grande armadio, vicino al letto matrimoniale, una foto
di un gruppo di liceali e, al centro di questo gruppo, c’era una ragazza con il
pancione seduta su una sedia, circondata da affetto, sorridente. La guardò e
sospirò “ce la farò a dire tutta la verità a Tetsuya?” pensò. Una lacrima le
rigò il viso e uni le mani in segno di preghiera “ti prego, se mi senti, Yozuna
aiutami tu”.
L’indomani Kotake si svegliò ancor prima dell’alba e iniziò a tenersi in
forma: addominali, corse, flessioni, allenamento con il sacco, dopo la corsa
torno a casa e si preparò per la scuola. Mentre camminava continuava a pensare
a come aveva lasciato Doremi la sera scorsa:
-Uff… chissà comela presa Doremi, forse non glielo dovevo dire cosi all’ultimo minuto-
disse Kotake sconsolato, mentre camminava si senti chiamato e si giro
-Kotake, aspetta- disse Doremi correndogli incontro
-Toh!! Parli del diavolo..- disse Kotake ironico
-Anf…cosa?anf-cerco
di dire Doremi ansimando.
-Ti sei fatta una corsa, eh? Sei sempre la solita-
-Ah ah!! Spiritoso-
-Dai andiamo altrimenti ci beccheremo una sgridata gia il
secondo giorno-
S’incamminarono e Doremi iniziò a parlare:
-Senti per quello che mi hai detto ieri e meglio lasciar
fuori Pop-chan e Hana-chan, sono ancora piccole – disse Doremi
-Forse hai ragione- disse Kotake
All’improvviso sentì che qualcosa non andava, l’aria puzzava di marcio, ma
solo lui la sentiva.
-Che cosa succede Kotake?- disse Doremi curiosa
-No, niente, solo un presagio- disse Kotake serio.
--se lo dici tu- disse lei poco convinta
Andarono a scuola ma Kotake aveva questo presagio di pericolo che gli
ronzava in testa che, ad ogni ora che passava il presagio diventava certezza,
alla fine della giornata non ebbe più dubbi. Qualcuno li stava osservando, ma
siccome Doremi era con lui, per non farla spaventare iniziò a parlarle:
-Doremi, ti ricordi che t’invitai ad un appuntamento...- si
fermò per un attimo, poi continuo – è ancora valido?- chiese lui
-… non lo so, sono stata ad aspettarti per due ore, ero
eccitatissima, qualcuno mi ha invitato a un appuntamento, “evviva” pensavo, mi
ero preparata per l’occasione, poi dopo aver aspettato tanto,andai a casa tua
per dirtene quattro,ma quando arrivai vidi la tua casa chiusa, e li mi si
spezzò il cuore- disse Doremi con voce bassa
-Scusa !!- disse Kotake
-E dai! Smettila di scusarti, lo so che non è stata colpa
tua, e solo che mi deve passare. E quando dirai la verità deciderò. Ok?- disse
lei consolandolo
-Sì grazie “Baka Dojimi”- disse lui
-Come mi hai chiamata? (ò_ó)- disse Doremi con una vena che gli pulsava sulla
fronte
-Dojimi, Dojimi-ripete
lui come una cantilena.
-Se ti piglio ti rompo- disse lei ancora più furiosa
Doremi iniziò a corrergli dietro, lo rincorse sino in modo che lo mettesse
con le spalle al muro:
-Ora non ti può salvare nemmeno i battle ranger- disse lei minacciosa
-Oh-ho…dai allora- disse Kotake invitandola a prenderlo.
Lei provò,ma appena lei tentò di
prenderlo, con uno scatto, lui andò dietro di lei. Risultato, una botta della
ragazza, non contro il muro, ma contro qualcosa di gommoso al tatto.
-Ah…ah…ah… hai visto, ti sei fatta male- disse Kotake
avvicinandosi
-Ma cosa?- disse osservando la enorme palla su cui c’era
sbattuta Doremi
-DOREMI!!- urlo e con uno scatto fulmineo riprese Doremi.
-Cosa… cosa… cosa… è quella roba?- disse Doremi con voce
tremante
-GROOOOAR. Io sono un demone e son qui per uccidervi- disse
la palla enorme prendendo forma, era un mostro molto grasso, con la pelle
squamosa
-Doremi, rimani dietro di me- disse Kotake rimettendola a
terra e parandosi davanti
-S-si- disse Doremi con voce tremante
-Kotake...- lo chiamo
-Che c’è?-
-Stai attento-
-Sicuro- disse lui
-Oh… ma che bei piccioncini, volete un po’ di the con i
pasticcini?- disse il demone un po’ scocciato
-Si, io voglio un po’ di the al gelsomino con pasticcini alla
crema, sono tanto buoni- disse lei
SDENG!! Il mostro e Kotake fecero una caduta in stile manga:
-Che scema quella umana- disse il demone
-STAI ZITTO!! Maiale dovresti essere chiuso in un recinto, faresti
bella figura, solo io posso prenderla in giro- disse Kotake
-Sì si(^-^)… ehm(°_°)… COSA? (>_<)- disse lei furiosa
Kotake,
lanciò la cartella a Doremi e si mise a torso nudo:
-Oh mamma!! che imbarazzo(>///<)- disse doremi rossissima mettendosi le mani davanti il viso
-Oh-ho che spiritoso!! Vediamo quando ti rompo in mille pezzi, come scherzi
ancora- disse il demone
-Yaaatha- urlò Kotake e partì con un pugno, ma si conficcò nella pancia – ma
cosa...?- disse Kotake mentre il suo braccio era risucchiato dalla pancia del demone.
-Hai visto? Il mio corpo è come la gomma e tu non mi riuscirai a colpirmi-
disse il demone e Kotake provò a tirare fuori il braccio senza risultato.
-Ora, muori pivello!- disse il demone e con uno schiaffo lo fece sprofondare
nella terra.
Doremi
guardò terrorizzata la scena, il suo amico esanime a terra:
-KOTAKE- urlò Doremi con le lacrime agli occhi
-Tsk... Questo sarebbe il mago guerriero pericoloso?e stata
una passeggiata- disse il demone ridendo
-Ora tocca a te-disse
il demone e in un secondo la raggiunse.
-Sigh…aiuto…- Doremi era sull’orlo della disperazione, in
ginocchio davanti al demone.
-Non piangere Dojimi,
ancora vivo- disse Kotake parandosi di nuovo davanti a lei.
-Kotake…- disse Doremi incredula
-Scema, non è un maiale come quello a stendermi- disse Kotake
-Allora la lezione non ti è servita, non credevo fossi tanto
resistente, comunque, non ti servirà perché ti ucciderò all’istante- disse il
demone e partì all’attacco, ma ora Kotake era preparato e colpì il demone con
un calcio.
-Ti ho gia detto che io il corpo fatto di gomma, non puoi
farmi niente- disse il mostro
-Vedremo- disse Kotake e continuo a dare calci,uno più veloce
dell’altro, creò una voragine nel centro della pancia.
-Cosa mi hai fatto?- disse il demone cercando di rimettere a
posto la voragine che Kotake aveva creato.
-Tu non sei fatto di gomma, sei solo un ammasso di lardo, e
per questo che ora morirai- disse Kotake e il cielo diventò nero, un fulmine
colpì la mano di Kotake.
-Muori, Pugno sradicante - disse Kotake e conficcò il pugno
nella parte dura del corpo del demone. Il demone divenne polvere tra le urla e
il dolore.
Kotake tornò da Doremi. Era incantata, ma al tempo stesso terrorizzata,
con lacrimoni che gli scendevano dalle guance.
-Dai Doremi dobbiamo andare- disse Kotake mettendole la mano
sulla spalla
Iniziò a piangere ancora di più e a dare i pugni sul petto a Kotake:
-Sei uno scemo…singh…avevo paura di non vederti più…io non
voglio uccidere- disse Doremi abbracciando Kotake
-Doremi quello che hai detto è giusto, ma è necessario, se
vuoi difendere le persone che vuoi bene-.
-Son gia le cinque, se non ci muoviamo faremo tardi- disse
Kotake guardando l’orologio.
-Se ti può consolare, Doremi, e sta la prima volta che uccido
e mi a fatto uno strano effetto, ma l’ho fatto per proteggerti-
-Vieni- disse Kotake tendendogli la mano per rialzarsi
-Va bene- disse Doremi, prese la mano e si tirò su.
Kotake si rivesti, prese Doremi per mano e si teletrasportarono davanti
al vecchio negozio di magia. Entrarono. Il negozio era sporco e sudicio, con un
odore acre di chiuso, ma, ciononostante, il negozio era lo stesso.
-Uff… quanti ricordi- disse Doremi ricordando le cose che aveva
fatto insieme alle sue inseparabili.
-Mmh…lo vedo- disse Kotake
-Come scusa?- chiese Doremi
-Io riesco a vedere tutto quello che avete fatto in quattro
anni perché voi, inconsciamente avete dato i poteri questo negozio e ora si
manifestano, perché credi che da tre anni non ha mai cercato di abbatterlo o di
venderlo?- disse Kotake.
-Ma ,forse percepiscono magia?- chiese Doremi
-Esatto Doremi- disse Kotake sorridendo
-Ah si? Allora dimmi cosa vedi-
-Allora…- Kotake iniziò a scrutare – Vedo una bambina con i capelli
rosso Magenta legati con due codini che litiga con una specie di rana verde e
delle ragazze che ridono nel guardare la scena-disse Kotake
-È stupefacente!!- (*.*) disse Doremi con gli che Brillavano.
-Lo imparerai anche tu- disse Kotake
Kotake prese da sua borsa una chiave e la mise nella toppa della porta
che dava nello sgabuzzino, ci fu un attimo di luce, la porta si aprì, ecco
l’immenso mondo della magia.
-Uaooh… questo sarebbe il mondo dello magia?- disse Kotake
incantato come un bambino.
-Si, non ci sei mai venuto?- disse Doremi incredula
-Bhe… veramente no!!- disse Kotake con una faccia da ingenuo.
-Ah!! Fantastico- disse Doremi con sarcasmo mentre si passò
la mano sulla faccia.
-Come magia sei forte, ma come orientamento…- disse Doremi sospirando.
-Che vuoi? E’ la prima volta- (-3-) disse Kotake imbronciato.
-Va bene, almeno ti hanno detto dov’è l’incontro- chiese
Doremi.
-Mi hanno detto il magazzino di una certa Majodela. Sai dove
è?- rispose Kotake
-Si ho capito, ma prima devo andare a salutare una vecchia
amica- disse Doremi
-Si ho capito, se ci stiamo dentro con i tempi, andiamo-
disse Kotake
Doremi e Kotake s’incamminarono verso la scuola delle streghe, dove
avrebbe rivisto la sua bambina, Hanna. Arrivarono alla scuola, lei era fuori
dalla classe, che sbuffava. Kotake rise disse-tale madre tale figlia-
-Qualcuno non vuole no si vuole ritirare con la faccia
integra- disse Doremi con una pietra in mano.
-Va bene va bene, come non detto- disse Kotake.
Doremi si accorse che stava piangendo e decise di raggiungerla.
Hanna dormiva nelle ore della dottoressa Maya che insegnava tecniche di
medicina alle alunne, tutte erano attentissime.
-Uff… possibile che Hanna in queste ore si mise sempre a
dormire- disse Atarimeko stufa di questa storia ma anche preoccupata.
-Io non la sveglio. Non voglio fare come l’altra volta che mi
ha messo in punizione anche me- disse Lesta.
-Nemmeno io – disse Lestalesta.
Atarimeko iniziò a scuoterla dolcemente e si accorse che piangeva, si
rattristi molto. Non erano molte le volte che vedeva Hanna cosi giù non si dava
pace, sapeva perché stava male, si erano confidate un giorno nella ricreazione,
gli mancava la mamma.
-Vediamo se avete capito, Hanna mi sai dire come si fa a
curare un morso di rosa carnivora delle montagne - disse Maya e guardò Hanna
-HANNA!- urlo Maya facendo sobbalzare la povera Hanna
-Si, che stava dicendo?- disse frastornata Hanna mentre il
resto della classe rideva tranne Atarimeko
-Ti riformulerò la domanda, come si fa a curare un morso di
rosa carnivora delle montagne- disse Maya
-Si spalma un intruglio di rasa spinosa e di rosa bianca-
disse Hanna convinta
-Sì e poi, devono amputare l’arto per emoraggia. L’intruglio
come lo chiami tu si fa con calendula selvatica e rosa di palude- disse Maya arrabbiata
-Mi scusi tanto maestra- disse Hanna molto dispiaciuta
-Perché devo
arrabbiarmi sempre con te, dimmi stavi sognando tua madre?- disse Maya
severamente
-…- Hanna abbassò la testa.
-Mi dispiace Hanna ma sono costretta ha cacciarti dalla
classe, fai ordine nella tua testa e poi aspetta che ti chiami- disse
severamente Maya
-Si…- disse Hanna quasi senza voce e uscì
-Cosi impari a dormire a scuola, scema- disse una bambina e
tutti si rimisero a ridere.
-Guarda , la principessina si è messa a piangere-disse
un’altra bambina.
Atarimeko non ci vedeva dalla rabbia, lei che si controllava sempre, ma
quando toccavano la sua amica Hanna andava su tutte le furie, stava per
risponderle per le rime quando:
-STATE ZITTE!! Non sapete come sta soffrendo, quindi se vedo
qualcuno ancora mancarle di rispetto, non sarò clemente- disse Maya severa
mentre Atarimeko sorridente – posso andare al bagno-
-No. ci andrai tra un po’- disse Maya. Lei conosceva la sua
allieva Atarimeko, sempre ad aiutare l’amica in difficoltà, ma adesso è diverso
deve cavarsela da sola.
-Sigh…uffa mi manchi mamma- disse Hanna pulendo il lacrimoni
che con il braccio ma non volevano fermarsi
Iniziò a pensare a tutte le sue tate e sua madre bella come il sole che
la cullava tra le sue braccia, il calore della sua voce che gli intonava
melodie meravigliose, quando qualcosa si mosse nel cespuglio facendola tornare
alla dura realtà.
-Uff…che vuoi Oyajide?- disse la bambina un po’ scocciata
-Ehi!! Che faccia, di solito ridi sempre, c’è qualcosa che non va?-disse Oyajide
sconcertato
-Oggi non ho tanta voglia di ridere- disse Hanna scontrosa.
-Stai pensando di nuovo a Doremi e alle sue amiche ?- chiese Oyajide
-Come posso dimenticarle, non posso dimenticare mamma, non
posso.- ripeteva disperata
-Non ti stiamo dicendo di dimenticarle, noi siamo realisti,
non le vedrai più- disse Oyajide.
-NON E’ VERO- urlo Hanna e Oyajide le diede un ceffone
-È vero quindi rassegnati- disse Oyajide e se ne andò
-Sigh… perché devo soffrire cosi- disse Hanna e si mise
seduta afficinò le ginocchia al viso. Non voleva vedere nessuno, in quei
momenti tristi voleva riflettere, piangere era l’unico modo perbuttare fuori la malinconia, quando vide
qualcuno avvicinarsi:
-Oyajide va via- disse la piccola ancora seduta, la figura
non rispose e continuo ad avanzare.
-Ho detto va via- disse Hanna e lancio una pietra, la figura
continuo ha camminare senza dargli peso.
La sagoma era arrivata davanti a lei e si mise sul muro di fianco a lei:
-Posso mettermi qui?- disse la persona appoggiata sul muro.
-…- Hanna non disse nulla.
-Lo prendo come un si- disse la persona
-Senti piccola perché ti hanno messo in punizione?- disse la
persona
-Perché stavo dormendo, credo- disse Hanna senza guardarla in
faccia.
-Piccola lo sai che si va a letto presto- disse la persona
scherzosa
-Anche lei venuta qui per farmi la predica come tutti gli
altri, io non scorderò mai la mia mamma, quindi se è venuta per questo, e pregata
di andarsene- disse Hanna
-No!! Sono curiosa com’è la tua mamma?- disse la persona
-Bhe io ne ho cinque di mamme, ma quella che sento più la mia
mamma e una ragazza che si chiama Doremi ,è bella come il sole, mi ricorderò
sempre il profumo, il calore della voce che intonava la ninna nanna- disse
Hanna riprendendosi a poco a poco.
-Vedrai che un giorno la rincontrerai, ne sono certa- disse
la persona guardando il cielo
-Sì lo penso anche io- disse Hanna
-La ringrazio di essermi stata vicin…- si fermò al improvviso
guardando la persona.
Si stropiccio le gli pensando che un sogno e che un urlo di Maya l’avesse
svegliata di soprassalto, no!! Era tutto vero. La persona che l’era davanti era
un po’ diversa da quando si erano separate, era snella, aveva cominciato ad
essere formosa, lunghi capelli rossi Magenta, quella voce calda, quegli occhi
rosa. Si era lei sua madre Doremi.
-Mamma sei tu …non sto sognando..- disse incredula e i
lacrimoni continuarono a scendere , ma questa volta eradi felicità.
-Sì piccola Hana-chan, sono tornata – disse Doremi e aprì le
braccia e le fece cenno di venirle in braccio
-MAMMA!!- urlo Hanna e saltò nelle braccia di Doremi
-Mamma, mi sei mancata tantissimo- disse Hanna mentre
piangeva.
-Anche tu piccola mia- disse stringendola al petto.
Si strinse alla madre forte continuando a piangere a dirotto, e Doremi la
accarezzo sulla testa e, qualche volta gli scappava una lacrima.
-Su adesso calmati Hana-chan- disse Doremi guardandola negli
occhi
-Ah!! Allora è questo il suo vero aspetto?- disse l’altra
voce che stava venendo verso di loro.
-Chi sei?- chiese Hanna nascondendosi nel seno di Doremi
-Non ti ricordi di lui?- chiese Doremi
-No, non me lo ricordo- disse Hanna
-Va bene mi ripresento, sono Tetsuya Kotake- disse
inchinandosi
-Cosa?! Tu saresti Kotake, il ragazzino che pensava solo
giocare a calcio e a fare dispetti a Doremi?- disse Hanna molto sconcertata
-Si sono io- (u_u) disse Kotake un po’ innervosito
-Ma lui non era un essere umano?- disse Hanna.
-Bhe, è una storia troppo complicata per una bambina- disse
Kotake mentre la scapigliava affettuosamente.
-Mamma quanto resterai con me?- chiese Hanna titubante
-Bhe… non lo so- rispose Doremi
-COSE’ TUTTO QUESTO BACCANO!- urlò Maya aprendo la porta
della classe.
-Doremi, che ci fai qui?- disse Maya
-Visto che stiamo andando dalla regina, ho pensato di
salutare Hanna- disse Doremi con la bambina in braccio.
-Mi aveva detto la regina che doveva convocarvi- disse Maya
pensierosa
-Maestra Maya, le voglio chiedere se posso
andare con lei?- chiese Hanna.
-Non se ne parla neanche- rispose Oyajide
-Ma perché non posso andare?- disse Hanna inviperita
-Lo sai perché, se non ti fossi addormentata in classe forse…-
disse Maya
-Non e giusto- disse Hanna imbronciata
-E dai…- intervenne Kotake- lasciate che stiano un po’
insieme e poi, non giusto che Hana-chan abbia visto soltanto Doremi, le altre
si arrabbieranno…-poi divenne serio- deve assistere alla strategiacontro i demoni , anche se ha sette anni, è
la prossima regina delle streghe…-
-Hai maledettamente ragione ragazzo…- disse Maya
-E se un demone vi attacca?- disse Oyajide
-Non ti preoccupare, Kotake n’a già fatto fuori uno mentre
eravamo sulla terra- disse Doremi rassicurandolo.
-Mi voglio fidare di te ragazzo...- disse Oyajide
Oyajide si avvicinò, gli diede una sacchetto pieno gemme del
pentagramma:
-Avevo
pensato di andare a comprargli qualcosa, ma ora che ci sei tu, ci verrà con te,
Doremi- disse Oyajide
-Oyajide
queste sono gemme del pentagramma?- disse doremi rimanendo a bocca aperta.
-Questo
ed altro per Hana-chan- disse Oyajide
-Grazie
infinite Oyajide- disse gioiosa Hanna saltando come una
scimmietta su un albero.
-Non
sara che la vizzi- disse Kotake criticandolo
-Stai
zitto, si vede lontano un miglio che ti piace la mamma- disse Hanna criticando
Kotake facendolo diventare rosso come i capelli di Doremi.
-Ahhaha…
vedi sei diventato tutto rosso- disse Hanna iniziando correre
-Vieni
qua!! Peste…- disse Kotake rosso come un peperone e cominciando a rincorrerla.
Doremi era arrossita quasi quanto lui, se non peggio:
-Dai
adesso andiamo- disse Doremi e per se per la mano la piccola e pianta un
bernoccolo a tutti e due.
-Ahia…
che cosa o fatto mamma?-disse mentre si massaggiava la testa
-Perché
mi hai fatto diventare rossa- disse Doremi
-E
perché anche a me?- chiese Kotake
-Così.-
disse Doremi e torno da Hanna
-Come
così?- disse lui inviperito
-Dai
andiamo da le altre ci staranno aspettando- disse Doremi incamminandosi
-Si!!
Che bello le rivedrò- disse Hanna molto felice.
Anche Kotake si incamminòquando venne fermato:
- tu, aspetta!! Chi sei? Non ti ho mai visto?- Chiese Maya
seria a Kotake mentre Doremi e Hanna si stavano allontanando.
-Sono l’allievo di Toku-san. E ora scusate ma
devo andare- disse Kotake e raggiunse Doremi e Hanna.
-Allora
siamo veramente in stato di emergenza, per chiamare dei maghi guerrieri- disse
Maya seria
-Majorin
come sta?- chiese Oyajide
-Si
sta riprendo lentamente, sembra che ci abbia preso guasto a ridurla in fine di
vita, il demone, meno male che c’era Toku, altrimenti sarebbe morta- disse Maya
-Evviva!!-
esultò una ragazza con i capelli blu fatti a caschetto, mentre un ragazzo
biondo con il codino saltava per la rabbia.
-Non
è possibile , ancora!!- disse Leon
-La
partita finisce con la vittoria d’Aiko su Leon- disse Akatsuki come se fosse un
telecronista.
-Aiko
e a quota cinquantotto vittorie, invece Leon e a zero vittorie- precisò Toru.
-Toru
per favore non girare il coltello nella piaga- disse Leon moggio.
-Non
mi arrendo, ti sfido a lancio del peso- disse Leon furibondo con l’aria che gli
usciva dalle narici come un toro scatenato
-Mi
sono stancata di queste sfide, tu non ti stanchi mai- disse Aiko scocciata
-Io
non mi stancherò mai, finche non ti avrò battuto- parlò tutto d’un fiato. Aiko
era esterrefatta
-Si,
si, dai questo lo so però sono un po’ stanca, potremo finire un’altra volta?-
chiese Aiko stravolta
-Va
bene- disse Leon e si diresse da Fujio che stava giocando con Hazuki.
-Come
fate a sopportarlo?- chiese Aiko ad Akatsuki.
-Bhe,
a volte è molto difficile avere pazienza per sopportarlo, ma quando siamo in
pericolo o siamo tristi, e sempre lui che ci da coraggio- disse Akatsuki
Non c’è che dire, erano veramente affiatati, come lo erano
loro, poi la lontananza, le a fatto dividere, nuove amiche, nuovo studio, nuove
città. Ma tutte si erano ripromesse che dopo questo giorno non si sarebbero più
perse di vista.
-Che
succede qui? Stai vincendo Fujio- chiese Leon
-Ma
sei cieco!! È in vantaggio lei. Non ce la faccio. È troppo brava- disse
disperato Fujio mentre Hazuki era calma e rilassata.
-Ah
dai!! Che lusinghe, Ah… scacco matto- disse Hazuki
-Te
l’ho detto, uff… ci rinuncio- disse Fujio
-Sentite
piuttosto, ho sentito che oltre a noi e alle Ojamajo, ci sarebbe un mago
guerriero, Akatsuki tu sai qualcosa?-
-So
che è un allievo del mago guerriero Toku-san, ma anche per me è un mistero,
dicono che venga dal mondo umano- disse Akatsuki appoggiato al muro con le
braccia conserte.
-Mago
guerriero? Che differenza c’è tra maghi comuni e maghi guerrieri?- chiese Onpu
-Vedi
Onpu-chan, un mago normale riesce soltanto a fare magie normali e usa soltanto degli
oggetti come il cristallo fatato e non riesce ad usare incantesimi elementari e
nemmeno a difendersi mentre recitano un incantesimo. Invece il mago guerriero è
in grado di combattere a mani nude, e in grado di usare gli incantesimi
elementari, tutti tranne l’oscurità e la luce, che sono elementi molto
difficili da controllare- spiegò Toru
-Si
dice che solo il prescelto sia in grado di controllare questi due elementi, ma questo
lo spiegherà Toku-san quando ci saremo tutti- disse Akatsuki
-Io,
ho sentito dire che sia persino più potente di MajoTourbillon- disse Leon
-Cosa?
Questo Toku è più potente della strega che abbiamo combattuto per tre anni?-
disse aiko sconcertata.
-Non
ci credo! La strega MajoTourbillon era potentissima, com’è possibile?- chiese
Momoko anche lei un po’ scossa , parlando con il suo solito accento americano.
-Impossibile
ma vero, Momoko. Io lo visto in azione e ti assicuro che se ci fosse una
competizione MajoTourbillon avrebbe la peggio- disse Majorika, che era appena
entrata.
Appena la videro insieme a Lala, la assalirono d’abbracci:
-Brutte
mocciose, come state?- disse Majorika con voce affettuosa.
-Bene,
Majorika, ma manca ancora due persone- dissero tutti sospirando
-…
e una di quelle è Doremi vero?- disse Majorika
-Sì
– dissero tutti
-Stanno
arrivando, erano a meta strada- disse Majorika
-Hanno
bussato alla porta- disse Aiko e aprì la porta.
Davanti a lei c’era Doremi e Hanna, erano molto cresciute,
vide anche un ragazzo che non conosceva che portava grosse borse e pacchi “sara
lui il fantomatico allievo di questo Toku” penso Aiko.
-Ciao…-
doremi non fece in tempo a finire che se le ritrovò tutte in un unico abbraccio
e iniziò a piangere.
-Sono… sigh felice di rivedervi-disse Doremi piangendo.
-Anche
noi, scusaci se in questi tre anninon
ti abbiamo telefonato- dissero tutte
Coccolarono la piccola Hanna che, vedendole insieme come
vecchi tempi, si mise, anche lei, a piangere di felicità. I FLAT erano commossi
per la scena.
-Ehi…
e a noi non saluti?- disseAkatsuki
-AKATSUKI-
urlò Doremi e gli corse in contro e lo abbracciò. Non era cambiato per niente,
il suo sentimento non era cambiato, sentiva un calore avvolgente. Ma la cosa
strana è che sentiva le stesse sensazioni anche quando stava con Kotake.
Il ragazzo entrò e mise le borse in terra e si appoggiò sul
muro in un angolino, perché non voleva disturbare la rimpatriata.
-Allora,
Doremi!! Hai conosciuto l’allievo di Toku- disse Akatsuki
-Sì
e l’ho anche visto in azione- disse Doremi
-Non
è vero…- si girò ma lui non c’era. Erain un angolino a guardare.
-Ehi…
che c’è?-disse Doremi un po’ incredula da comportamento di Kotake
-Non
volevo disturbare la rimpatriata- disse semplicemente il ragazzo
-Ti
presenti da solo o ti presento io?- chiese Doremi.
-Fa
un po’ come ti pare- disse Kotake scocciato.
-Come
sei gentile, comunque ti presento- disse Doremi e si girò davanti ai presenti.
-Ragazzi,
ragazze, velo presento questo ragazzo si chiama Tetsuya Kotake- disse Doremi
La mascella dei ragazzi e delle ragazze erano in caduta il
libero. Si misero a ridere.
-Ahhahaha…
sei proprio forte Doremi- disse Akatsuki ridendo.
-E
io che ci credevo- disse Aiko ridendo
-Te
lo detto che non se la sono bevuta, sono troppo cambiato in questi tre anni
dariconoscermi- disse Kotake
-Uffi…
ma e vero-(-3-) disse Doremi imbronciata.
Tutti ridevano. Tranne Hazuki, che vedeva qualcosa
spuntargli dalla tasca dei pantaloni.
-Scusami
posso vedere la foto che hai nella tasca?-chiese Hazuki.
-Si-
disse lui e gliela porse.
-…-
Hazuki sbiancò vedendo la foto, era una foto che ritraeva Doremi con un vestito
rosa e con i capelli lunghi, che Hazuki stessa aveva dato a Kotake la foto su
consulta delle amiche, e della diretta Doremi.
Si avvicinò alle ragazze e fece guardare la foto. Non c’è
dubbio, era lui Kotake, il ragazzo dispettoso.
-Aaaaaaaaaaaaaaahhhhh!- urlarono le
ragazze e fecero volare la foto in aria. La foto finì nelle mani d’Akatsuki che
la prese e la guardò.Doremi voleva
sprofondare dalla vergogna. Kotake si alzò ed andò verso Akatsuki.
-Scusa potresti ridarmi la foto, ci
tengo molto- disse gentilmente Kotake
-Si… ecco- Akatsuki gli la diede
incuriosito dal modo in cui si era espresso, non era più il moccioso di quando
si sono incontrati, era diverso, più enigmatico.
-Allora sei tu il nuovo della
squadra, qua la mano- e gli porse la mano, lui inizialmente titubante, poi si
sciolse e si strinsero la mano, tutti i ragazzi strinsero la mano al nuovo
arrivato. Poi arrivò il momento delle ragazze, ma erano molto schive nei suoi
confronti.
-Non vogliamo stringere la mano ad
uno che ha tradito la nostra fiducia- disse Momoko.
-E dai ragazze non è stata colpa mia,
come ho detto anche a Doremi, non posso dirvi tutta la verità perché, non solo
ne andrebbe della missione, ma anche della vostra vita- disse Kotake
-Non se ti possiamo dare un’altra possibilità?-
-Hazuki…-
-E se ci tradirai ancora?-
-Onpu…-
-Sei solo un codardo!!-
-Aiko…-
Non sapeva come riguadagnarsi lafiducia delle ragazze e abbassò la testa:
-No,
Aiko non farlo- Disse Doremi, ma Aiko non l’ascoltava più e si preparo a
colpirlo con un pugno in faccia.
Kotake fu cosi calmo e rilassato,quando il pugno di Aiko gli
era vicino alla sua faccia lo parò con una mano.
-Tu
non sai assolutamente niente di me, non sai quanto c’è voluto per tornare… ti
prego dammi un'altra possibilità per riscattarmi e vedrai che non te ne
pentirai- disse Kotake tenendole il pugno ben saldo
-Dai
cerchiamo di andare d’accordo, lui è venuto per aiutarci ed è anche molto
forte- intervenne Doremi.
-Dai
stringetevi la mano, siete amici- disse Doremi ed avvicinò le mani se le
strinsero.
-Ricorda
che se farai soffrire di nuovo Doremi non te lo perdonerò- disse Aiko
-Va
bene- disse Kotake
La porta era aperta.
-Vedo
che siete vivaci eh?- disse l’uomo che è sulla porta
-Il
solito esibizionista- disse Kotake sorridendo.
-Ecco
il mio allievo che viene picchiato dalle ragazze- disse l’uomo
-Lei
chi è?- disse Aiko rossissima
-Io
sono Toku, il mago guerriero. Disse Toku entrando.
Ho finito un altro capitolo
fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnalmente!
Alle ore 2: 17 di notte ronf…ronf. Scusate se ci Ho messo così tanto, le cose che
scrivo sono di pura invenzione. Commentate per favore.
Capitolo 5 *** Strategia di guerra con festa a sorpresa ***
Strategia di guerra con festa a sorpresa
Strategia di guerra
con festa a sorpresa
- Capitolo 5-.
Tutti s’incamminarono verso il palazzo della regina, ogniono con il
proprio pensiero per la testa, Kotake invece era davanti a tutti e parlava con
Toku. Allora Fujo si avvicinò a Hazuki:
-Ehi! Hazuki-chan, sei sicura che quello sia veramente
Kotake? Voglio dire, dove andato a finire quel ragazzino gracile che mandava
sempre su tutte le furie Doremi-chan?- chiese Fujo
-Non lo so Fujo-kun, non so neanche io come pensarla, quel
ragazzo è Kotake-kun ma e cosi cambiato che nemmeno io, inzialmente, lo
riconoscevo- disse Hazuki
-Gia è molto più muscoloso di me (-3-)- disse Leon
-È anche molto più bello rispetto a prima- constato Onpu
-Concordo, it’s very beatyful- disse Momoko
-È proprio fatto per la mamma – disse Hana e ricevette un
colpo di harisen da Doremi che le procurò un bernoccolo.
-Ahi… che ho fatto mamma?- disse Hana piagnucolando
-Uffa… mi hai fatto di nuovo arrossire(-///-)- disse Doremi cercando di nascondere
il suo rossore. Le ragazze risero.
-Non sarà più bello di me- disse Toru pavoneggiandosi
-See… come no- disse Onpu sarcastica
-Dai, ragazzi e ragazze, finitela!! Ha sorpreso anche me di
quanto e cresciuto, ma dentro di se, secondo me, è sempre il ragazzino insicuro
e piagnucolone- disse Aiko stufa di quei discorsi
-Scusami Aiko-chan, ma ti devo contraddire, e cambiato anche
nel carattere, gli ho visto eliminare un demone e non ha battuto ciglio- disse
Doremi e le ragazze e i flat4 rimasero a bocca aperta.
-Cosa?! Siete stati attaccati dai demoni? E come avete fatto
a sconfiggerlo? State bene? Sei ferita?- disse Akatsuki preoccupatissimo
-Calma, calma Akatsuki-kun sto bene. Meno male che con me
c’era Kotake-kun altrimenti adesso non sarei più qui – disse Doremi e iniziò a
tremare
-Scusatemi se tremo, ma ho avuto paura di morire- disse
Doremi e iniziò a spiegare come era fatto questo demone e come Kotake si è
sbarazzato di lui.
-Mmmh… come pensavo, Kotake e molto forte, anche se era in
percettibile, quando Aiko-chan lo stava per colpire, ho sentito la sua aura magica,
era forte
-Approposito, perché eravate arrabbiate con lui- chiese Fujo.
-È una storia molto lunga-disse Doremi Triste e iniziò a raccontare.
Flashback
Doremi era davanti
alla casa di Kotake sconcertata dall’amara sorpresa che aveva ricevuto, la casa
era vuota, nessun avviso, niente, guardò la casa chiusa, e si mise a piangere.
Corse con tanta forza aveva, era molto triste, non solo le sue amiche se ne
fossero andate, ma anche un amico l’aveva abbandonata, era disperata, tornò in
casa e si barricò in camera a piangere. I suoi genitori e Pop erano molto
preoccupati, quando suonarono alla porta:
-Vado io – disse Pop e aprì la porta, davanti c’erano le ragazze.
-Ciao!! Doremi-chan c’è? Volevamo salutarla perché domani partiamo-
disse Aiko
-Bhe… Doremi si è chiusa in camera, a piangere, e non vuole
aprire- disse Pop.
-Cosa?!- esclamarono le ragazze
-È cosi da quando e tornata da un appuntamento con Kotake-
concluse Pop
-Stupido Kotake-kun, l’avrà presa in giro come il solito.
Pop-chan facci entrare- disse Onpu
-Sì entrate- disse Pop
Le ragazze salirono
le scale e si misero davanti alla stanza di Doremi:
-Dai Doremi apri!! Siamo le tue amiche, ti prego, lascia che
noi ti aiutamo- disse Momoko
Non ricevette
nessuna risposta, ma la porta era aperta, entrarono e videro la povera Doremi
stessa sul letto a singhiozzare, le ragazze si rattristarono molto vedendola in
quello stato.
-Doremi-chan che è successo, Kotake-kun ti a preso in giro?-
disse Hazuki
-Perché… perché non mi ha detto che doveva traslocare in
un’altra città… sigh… non conto niente per lui?- disse Doremi singhiozzare
-Cosa? Quando se ne andato?- chiese Aiko
-Non lo so, sono arrivato a casa sua oggi e non c’era
nessuno- disse Doremi.
-Dai Doremi sfogati- disse Aiko toccando la testa dell’amica.
Tutte si strinsero
attorno a Doremi e si ripromisero che se un giorno fosse tornato a Misora non
l’avrebbero perdonato.
Fine Flashback.
-Ora capisco tutto- disse Akatsuki
-Io invece non ho capito, perché non sei arrabbiato con lui,
dopo quello che ti ha fatto- disse Aiko furibonda
-Gia perché?- dissero le altre ragazze.
-Non l’ho ancora perdonato, lui mi ha detto che mi dirà tutto
a tempo debito poi deciderò di perdonarlo, oppure no- disse Doremi.
-E poi i suoi occhi mi danno l’impressione che non fosse un
bugiardo- disse Doremi fissando la schiena di Kotake
-Approposito, voi conoscete Toku-san-chiese Doremi
-Sì lo conosciamo, prima era un mago come noi, un giorno
senza motivo alcuno si mise a studiare la magia elementare, diventando cosi
potente da superare la strega Majotourbillon, e adesso è un mago completo, e ti
dirò un’altra cosa, un amicod’infanzia
della regina e di Majorin- disse Akatsuki
-Ah si? E come sta Majorin, Kotake-kun mi ha detto che un
demone l’ha ridotta in fin di vita- chiese Doremi.
-Non ti preoccupare se ne sta occupando Maya, e poi Majorin e
una roccia, dopo l’andremo a trovare- Disse Toku continuando a camminare
Doremi iniziò a
guardare Toku, un uomo con lunghi capelli neri, occhi castano scuro quasi nero,
robusto
(tipo Toki di
“Hokuto no Ken” prima che fosse colpito dalla nube radioattiva).
Arrivarono nella gran
sala del palazzo della regina dove, la regina era seduta sul trono senza velo
che gli coprisse il volto, non c’era nessuno, nessuna guardia, nessun
servitore. Senza servitori il palazzo aveva un aspetto lugubre e triste.
-Buongiorno ragazze, scusate la segretezza, ma se fuori
scoprissero che il nostro mondo è minacciato, succederebbe il panico generale.
Come sapete non solo il mondo della magia, ma anche il mondo umano è a pericolo
di invasione di demoni, la missione è pericolosissima e forse si dovrà
rischiare la vita- disse la regina con voce bassa
-Regina, dopo esserci consultati mentre venivamo qua, abbiamo
preso una decisione, affronteremo questi demoni, perché noi ci sentiamo
abitanti sia del mondo della magia che abitanti della terra, qui abbiamo
imparato molte cose, abbiamo riso, abbiamo pianto, siamo diventate grandi,
abbiamo conosciuto persone strambe, le streghe del consiglio, i flat4, lei
regina, il re dei maghi,ma soprattutto qui è nata la nostra bambina, quindi non
possiamo deludere queste persone, a cui noi teniamo molto, e poi sulla terra ce
la nostra famiglia, quindi ci dia i nostri poteri per difenderli- disse Doremi
decisa e guardò le sue amiche, loro approvarono le sue parole.
-Sai Doremi, crescendo sei diventata molto saggia- disse la
regina
-Grazie regina- disse Doremi
-Pero…- la regina s’interruppe
-Pero?- chiese Akatsuki
-Pero il nostro potere non può competere con quello dei
demoni, mi ricordo Majorin com’era ridotta quando Toku-kun l’aveva portato da Maya,
poi i vostri cristalli fatati, si sono uniti per formare il cristallo fatato di
Hana-chan- disse la regina.
-Allora come faremo?- chiese Hazuki
-Il potere che vi serve l’avete dentro di voi, assopito da
qualche parte del vostro subconscio e ora lo libererò per lasciare a voi il
tempo di abituarvi e ad usarlo- disse Toku
-Ma com’è possibile che noi abbiamo il potere magico? Stai
bleffando?-disse Aiko
-Credevo che reagiste in questo modo, guardate…- disse Toku e
portò cinque cofanetti.
In quei cofanetti
c’erano i loro Gingolset, erano completamente diversi da quando l’avevano
usati, erano neri.
-Come mai sono neri?- chiese Momoko e ne prese uno.
Siccome lei non
c’era alla nascita di Hana ne aveva soltanto tre, il Gingolset che aveva in
mano divenne sabbia.
-Ma cos’è successo al Gingolset di Momoko?- chiese Onpu
-È successo che voi quando avete ricevuto il Gingolset dalle
vostre maestre viete entrate in contatto con l’essenza magica che si è
installata nel vostro subconscio e ad ogni magia che eseguiva il vostro potere
cresceva a dismisura,ma state attente, bisogna lavorarci, all’inizio vi
sentirete strane- disse Toku e appoggiò la mano sulla testa di Doremi.
-Rilassati…- disse Toku e chiuse gli occhi
Doremi iniziò a
sentire, dentro di se, sentiva un potere immenso, il battito del suo cuore era
molto veloce, iniziò a sudare e a fargli male la testa.
-AAAAAAAAAAAAAAHHH- urlo Toku e stacco la mano
Doremi si senti
strana quando:
-E…E…ETCIU!!- Doremi starnutì talmente forte che formò una
folata di vento che mando a gambe all’aria le sue amiche, i Flat4,e persino la
regina, rimasero in piedi soltanto Kotake e Toku.
-Uaoh- esclamo Toku- sei forti sai?-
Doremi era
incredula, anche le amiche erano incredule a vederla luminosa come una
lampadina.
-Vedete, quella è l’aura magica- spiego Toku.
-Non avrei mia pensato che Doremi fosse cosi potente- disse
Akatsuki
Risveglio i poteri
delle altre ragazze, che anche loro rimasero molto incredule.
-E chi l’avrebbe mai detto che le ragazze fossero cosi forti-
disse Fujo incredulo
-Con questo potere potrete iniziare ad allenarvi- disse Toku
-Allenarci?!- disse Onpu sconcertata
-Certo! Il vostro potere magico e forte, ma senza il dovuto
allenamento non riuscirete a controllarla, poi il sigillo è sotto controllo,
quindi abbiamo un po’ di tempo per allenarci, sconfiggere i guardiani e cercare
il prescelto prima che ci attacchino- disse Toku
-Uff… ci sara altro lavoro che ci aspetta, addio riposo-
disse Onpu
-Gia- dissero le ragazze
-La disposizione è questa, i Flat4 e le quattro Ojamajo si
alleneranno con me, mentre Doremi si allenerà con Kotake-kun siccome e molto
più forte di voi- disse Toku.
-COSA?!- urlo Doremi
-Ma maestro, a lei piacerebbe stare con le sue amiche e poi…
non so se sono adatto per questo incarico – disse Kotake
-Ben detto- rispose subito Doremi
-Ma si che sei perfetto per questa missione e poi ci vuole
qualcuno che conosca a fondo Doremi, perché lei e stata la prima a diventare
apprendista strega, quindi vuol dire maggior attenzione- disse Toku facendogli
l’occhiolino
Kotake arrossi-
allora sarà un onore allenarla-
-Ehi e il mio parere non conta?- chiese imbronciata Doremi.
-Te l’avevo detto che ero io il tuo maestro- disse Kotake
-Ah… e va bene- disse Doremi rassegnata
-Il problema dei poteri è risolto, ora vi spiegherò la
missione che deve intraprendere dopo l’allenamento, che durerà sino ad ottobre-
disse Toku
-Prima che ci spieghi la missione, ho una domanda da farle-
chiese Doremi.
-Dimmi Doremi- disse Toku
-Come ha fatto a diventare cosi potente, Kotake-kun, voglio
dire che lui e un terrestre, gli ho visto eliminare un demone. Non è che ci
deve dire come stanno le cose.- chiese Doremi
-Non posso dirvelo, e un segreto, come vi ha detto Kotake-kun
ne va della buona riuscita della missione- disse Toku
-Mmmmh…ok- disse Doremi pensierosa
-Quello che sto per dirvi riguarda la missione e il
prescelto- disse ma venne fermato subito da Onpu
-Chi è questo prescelto? Cosa centra con la nostra missione?-
chiese Onpu
-Il prescelto è chi ci aiutare contro i demoni, è chi riesce
a controllare tutti gli elementi, con particolare attenzione per la luce e l’oscurità-
disse Toku diventando serio.
-Dobbiamo trovarlo perché il nostro potere può fermare un
numero limitato d’eserciti di demoni, ci vuole il suo appoggio per vincere e
salvare i nostri mondi- concluse Toku.
-Ma come faremo per trovarlo?- chiese Momoko
-Con un amuleto- disse Toku
-Come, un amuleto?- disse Momoko
Toku tirò fuori
dalla tasca un vecchio amuleto di bronzo molto arrugginito per gli anni, aveva
sette fori.
-Ecco l’amuleto, il vostro primo incarico è di sconfiggere i
sette guardiani che son di guardiani ai sette elementi che danno potere
all’amuleto- disse Toku.
-E chi dovremo sconfiggere?- chiese Hazuki preoccupata.
-Maltos, guardiano del fuoco o del coraggio, con il suo fuoco
può incenerire un corpo all’istante, è un soggetto molto irascibile. Masta,
guardiana dell’acqua o della calma, lei è capace di manipolare l’acqua, riesce
a togliere l’acqua a tutto ciò che tocca, la sua calma fa paura. Mercaus,
guardiano dell’aria o della paura, con l’aria è in grado di tagliare qualsiasi cosa
ed è in grado di manipolare le vostre paure, è un essere infimo e gli piace scherzare
con le vostre paure mettendovi l’uno contro l’altro. Srash guardiano della
terra o della forza bruta, con la sua forza e in grado frantumare qualunque
cosa, la sua forza fisica non è connessa al suo cervello, quindi a volte si
comporterà come un bambino. Lena guardiana della natura o della bellezza, il
potere della natura è molto complesso, in grado di parlare con le piante e far
spuntare rovi molto velenosi in grado di stendere il miglior mago di questo
mondo. Shenona, guardiana della luce o dell’amore, e una guardiana molto
benevola e non usa mai la violenza, e per ultimo il più forte di tutti i
guardiani, Caos, guardiano dell’oscurità o dell’oblio, lui e in grado di usare
il potere oscuro e riesce a bloccare, prevedere, e cambiare il tempo, è un
avversario molto potente in prevedibile.- spiego Toku.
Le ragazze erano
senza parole, erano sette guardiani molto potenti che, in confronto alle poche
streghe che avevano affrontato erano dei dilettanti, sembrava che lui avesse detto
che la loro vita era appese ad un filo molto sottile che si poteva staccare da
un momento al altro. Abbassarono lo sguardo. Si ripetevano che lo facevano per
difendere chi amavano.
-Non vi preoccupate, vi allenerò io, non vi butterò nella
battaglia, se prima non avrete abbastanza esperienza- concluse Toku.
-Ok… il raduno per la strategia e finito, avete domande?-
chiese Toku.
-Come facciamo per i nostri genitori? S’insospettiranno se
torniamo a casa sempre tardi.- disse Aiko
-Per questo non vi preoccupate, ho mandatole vostre fatine a
casa vostra, hanno imparato a parlare, quindi vi aiuteranno quando vi state
allenando.- disse Toku
-Allora, vogliamo andare a fare un giro in città, perché
stasera ci sara una grande festa- disse Toku
-Che festa? - chiese Kotake
-Segreto!!- disse Toku facendo l’occhiolino a Hana, che
appena incrocio il suo sguardo si nascose dietro Doremi.
-Cosa c’è Hana-chan? Ti fa paura Toku-san- chiese Doremi e
Hana fece cenno di si.
-Cosa c’è? Non ti mangio mica!- disse Toku sorridendogli e
tese la mano.
La piccola era
titubante, ma la timidezza scomparve e prese la mano e lui la prese in braccio.
-Vedi che non mordo?- disse Toku
La bambina arrossì
e tutti si misero a ridere.
-Uffa, antipatici (-3-)- disse Hana imbronciata
-Ti va di andare da Majorin?- disse Toku
-Si! Non ci sono più andata perché Maya non mi lascia mai
stare un attimo, mi dice sempre che devo studiare, e non riesco mai ad andare-
disse Hana
-Allora noi andiamo, ci vediamo dopo!- disse Toku
Mentre Toku e Hana
si allontanarono, la regina si avvicinò alle ragazze:
-La festa di cui stava parlando Toku-kun, è la festa di
compleanno di Hana- disse la regina
-È vero!! Me n’ero completamente dimenticata.- disse Doremi
mettendosi la mano dietro la testa.
Ci fu una caduta
generale.
-Come ti puoi ESSERE SCORDATO DEL COMPLEANNO HANA, TUA FIGLIA-
urlarono le ragazze, i Flat4, e la regina, facendola diventare piccolissima.
-Scusatemi, ma avevo molti pensieri per la testa, eh eh eh-
disse Doremi e rise nervosamente
-Vi permetto di andare a prenderle un regalino in città-
disse la regina
-Il problema è che non abbiamo note magiche- disse Hazuki
-Non vi preoccupate. Ve le do io le note magiche- disse la
regina e diede un sacchetto ad ognuno dei ragazzi
-Tra un’ora e mezza inizia la festa. Tornate per quell'ora-
disse la regina
-D’accordo regina, per quell’ora saremo qui- disse Doremi e
si avviarono verso la porta e uscirono dal castello.
-Scusateci ma vorremmo restare un po’ sole, non vi dispiace?-
disse Doremi
-Ah…ehm… va bene- disse Akatsuki
-Kotake vieni a fare una partita?- disse leon
-Ma sa che Kotake e Akatsuki avevano un conto in sospeso-
disse Toru
-Gia – disse Akatsuki- sei pronto?-
-Io sono sempre pronto- disse Kotake
-Allora noi andiamo, divertitevi- disse Doremi e si allontanò
assieme alle sue amiche sperando che Kotake si sarebbe fatto accettare dai
Flat.
Doremi e le sue
amiche girarono il paese in cerca di qualche regalo per Hanaquando iniziarono a
parlare:
-Ehi non ci hai detto come ti trovi nella nuova scuola, hai
nuove amiche?- chiese Onpu
-Si molti non li conosco, siamo soltanto al secondo giorno,
ci sono anche vecchie conoscenze, Tamaki-chan, Kaori-chan, Takao-kun,
Nobuko-chan, Marina-chan, Yada-kun, Shiori-chan- disse Doremi, poi si accorse
di quello che aveva detto.
-Ah…scusa Hazuki per aver detto quei due nomi- disse Doremi
agitandosi
-Non ti preoccupare, mi è passata, ora sono dei buoni amici-
disse Hazuki sorridendo
-Dai andiamo a scegliere un regalo e poi dobbiamo andare da
Majorin- disse Momoko
Le ragazze
entrarono in un gran negozio.
-Le signorine desiderano qualcosa in particolare?- chiese una
strega commessa ad intrattenere i clienti.
-Si cerchiamo qualcosa per un streghina di 8 anni- disse
Hazuki
-Ah, voi siete le Ojamajo?- chiese la strega
-Si, ma voi come fa a conoscerci?- chiese Aiko
-Ragazza mia, siete diventate delle leggende, per le piccole
streghine- disse la strega
-Se mi fate un autografo vi faccio un ottimo sconto su tutto ciò
che prenderete-disse la strega porgendogli la lavagnetta per gli autografi
-Va bene- disse Doremi e, una a una firmarono tutte.
Ognuno le prese un
regalo, tranne Doremi, che si fece dare un piccolo pacchetto regalo. Hazuki le
prese un vestito con pizzi e merletti, Aiko le prese degli attrezzi sportivi,
Momoko le prese dei trucchi, invece Onpu degli oggetti per farsi bella, Doremi
non seppero cosa prenderle e gli venne in mente un episodio e decise cosa
regalarle.
-Mi può dare un pacchettino regalo?- chiese Doremi
-Si- la strega gli diede il pacchettino e doremi ci mise
dentro qualcosa.
-Ehi, Doremi, tu cosa gli hai comperato?- chiese Onpu
-Segreto, le scoprirete quando lo aprirà- disse Doremi
-Sei strana…- disse Onpu
Doremi guardò il
pacchetto ed iniziò a ricordare.
Flashback
-Mamma…- la chiamo Hana.
-Che c’è Hana-chan?- chiese Doremi
-Ecco…ehm… posso prendere i tuoi fermagli- chiese Hana tutto
d’un fiato.
-Va bene, però non perderli, perché ci tengo molto- disse
Doremi.
-Si, grazie mamma- disse Hana felice
Se li mise, Doremi
fu costretta ad andare a scuola con i capelli sciolti, era molto bella, persino
Hana vedeva la sua bellezza. Doremi, con tutti quegli occhi che la guardavano,
si sentiva a disagio. Un giorno pop e Hana si misero a giocare nel parco, Hana
accidentalmente s’incastrò in una giostra, ci volle molto per tirarla fuori.
-Sì mi sono divertita tantissimo- disse Hana
-Sì se non ti fossi incastrata in un giostra per bambini di
tre anni- disse Pop
-Ah… gia scusami…eh…eh…eh- Hana rise nervosamente.
Si toccò la testa e
divenne bianca in viso:
-Hana-chan cosa è successo? Cos’è questo cambio d’umore? Non
e da te- disse Pop vedendola bianca.
-Bhe ecco… ti ricordi che avevo detto alla mamma di prestarmi
i suoi fermagli... -fece una pausa
-Hai fatto bene vedi com’è bella cosi, io gli dico sempre che
sta meglio con i capelli lunghi, ma lei è una testona e non mi ascolta, in ogni
modo qual è il problema?- disse Pop
-Li ho persi- disse semplicemente
-Ah tutto qui, mi
sembrava una cosa gr…-disse Pop, ma poi capì cosa aveva fatto e iniziò a sudare
freddo.
-COSA HAI FATTO TU?! NON SAI QUANTO CI TENEVA A QUEI
FERMAGLI, SE LO VENISSE A SCOPRIRE…- urlo Pop
-Se lo venisse a scoprire?- chiese Hanna con le lacrime agli
occhi
-Ci saranno gravi disastri naturali, senza contare quando
Doremi è arrabbiata fa paura- disse Pop che conosceva la sorella più di
chiunque altro.
-Sigh … mi aveva raccomandato di non perderli- disse Hana con
le lacrime che scendevano come una cascata.
-Dai! Non disperare, li ritroveremo- disse Pop e le mise una
mano sulla spalla.
-Ora andiamo cercarli, e se non li troviamo, dovremo
dirglielo- disse Pop
-Mai io ho paura!!- disse Hana succhiandosi il dito.
-Non so come reagirà, ma è sempre tua madre- disse Pop
-Si andiamo- disse Hana e tornarono nella nel luogo in cui
avevano giocato sino a poco tempo fa, non il trovarono, e cosi Hana doveva dire
cosa era successo a Doremi
-Sono tornata- disse Hana con un filo di voce
-Ben tornato!!- disse Hazuki
Eccola, sua madre,
stava lavorando assieme alle sue amiche, il problema era dirglielo, Hana sapeva
che Doremi si sarebbe arrabbiata, ma doveva farlo perché non poteva essere
bugiarda, quindi aspettò che le altre se ne fossero andate a casa, Doremi fu
l’ultima ad andarsene.
Fece un lungo
respiro – ho perso i tuoi fermagli, scusami mamma!!- disse tutto d’un fiato
Hana
Doremi senza dire
nulla si avviò verso la porta.
-Mamma, aspetta io..- cercò di spigare Hana
-Sciocca, e ti avevo detto di non perderli, ci tenevo molto-
disse secca Doremi
-Aspetta…- cercò di raggiungerla per abbracciarla.
-Stammi lontana – disse Doremi sbattendo la porta
La piccola Hana guardò
la porta, sapeva d’averla delusa e lei si sentiva impotente allora le gambe
cedettero e iniziò a singhiozzare. Doremi era dolce e gentile con le i ma da
quando era successo, era molto fredda e distaccata, la mattina seguente come
tutte le mattine, le ragazze la passarono a prendere, ma Doremi non c’era,
allora era vero, Doremi era veramente arrabbiata. Doremi la incontrarono lungo
il tragitto che portava alla scuola.
-Ehi, Doremi perché non sei venuta a prendere Hana?- chiese
Momoko
-Non avevo voglia- disse seccata Doremi
-Cosa?! Ma che stai dicendo?- disse Onpu
-Dai, non fa niente- disse Hana cercando di sorridere.
Nemmeno Hana
sembrava la stessa, di solito era allegra di prima mattina invece quella
mattina era triste, neanche Doremi era la stessa di tutti i giorni. Le ragazze
ci vedevano sempre meno chiaro in questa storia, quindi alla ricreazione
chiesero spiegazioni a Pop. Pop spiegò perché Doremi era cosi arrabbiata con
Hana.
-Adesso o capito, ecco perché Doremi e cosi scontrosa con
Hana- dedusse Hazuki
-A quei fermagli ci tiene molto, glieli diede mia madre
quando compì quattro anni. Una volta mia madre mi raccontò la storia di quei
fermagli, in pratica glieli diede una ragazza madre quando Doremi era nel
grembo di mia madre, come portafortuna- disse Pop.
-Secondo me, Doremi si è comportata male- disse Aiko
-Forse Doremi non si è arrabbiata con lei perché gli ha perso
i fermagli, ma perché non vuole che Hana prendesse la sua stessa sbadataggine.-
disse Momoko
-Forse, ma non si fa cosi e poi, nel carattere sta diventando
una copia di Doremi, come se quelle due abbiano istaurato un rapporto, che noi
non siamo riusciti ad instaurare, il vero rapporto tra madre e figlia, è per
questo che non siamo riusciti a prendere il fiore del sommo amore.- disse Onpu
-In ogni modo non possiamo continuare cosi, organizzeremo una
festa in loro onore, tra un giorno è il compleanno di Hana- disse Momoko
Le ragazze si
diedero da fare per preparare tutto in tempo mentre tra Hana e Doremi non
andava bene, Hana decise, il giorno dopo di cercare i fermagli. Cercò e cercò da
tutte le parti possibili. Niente non si trova, il piccolo stremato si sedette
vicino ad un tronco e mise la testa tra le ginocchia.
-Dove sono quei fermagli?- si chiese Hana singhiozzando poi,
in una pozzanghera di acqua vide qualcosa di rosa che penzolava dal ramo, Hana
si alzo di scatto e guardò in alto. I fermagli!! Evviva li aveva ritrovati, ma
non aveva il Gingolset era al Maho e cosi tento senza magia, si arrampicò e si
allungò verso il ramo:
-Ci sono quasi- disse e li prese, ma proprio in quel momento
il ramo si spezzò, la piccola cadde in malo modo e svenne.
Doremi era a casa e
cercava di studiare ma non riusciva a concentrarsi perché il pensiero era
rivolto a Hana.
“forse sono stata
un po’ troppo dura con lei”-penso Doremi quando senti un brutto presentimento:
-Hana… maledizione- disse Doremi e si trasformò in strega.
Iniziò a cercarla
la trovo stesa con una gamba intrappolata sotto un grosso ramo.
-Magia della diffondi la felicità, il ramo si sposti- disse
Doremi alzando la bacchetta, il ramo si sposto.
-Hana-chan come stai? Rispondi bambina mia- disse Doremi con
le lacrime agli occhi
-Mamma cosa è successo?- chiese Hana mentre riprendeva i
sensi
-Stupida, non farmi preoccupare- disse Doremi abbracciandola.
-Mamma eccoli - disse Hana e gli porse i fermagli.
-Io non ero arrabbiata perché mi avevi perso i fermagli,
stupidina- disse Doremi toccandole la testa
-Allora perché ti sei arrabbiata?- disse Hana
-Perché tu sei un irresponsabile, come adesso, se non ci
fossi stata io cosa faresti? Dai andiamo!! Le altre ci aspettano- disse Doremi
e rimise,in piedi ma venne fermata da Hana che le teneva e l’abbraccio di
nuovo.
-Scusami tanto mamma- disse Hana piangendo.
Doremi la coccolò
per farla calmare.
-Ti sei calmata?- chiese Doremi
-Si, pero c’è un altro problema- disse Hana
-Cosa c’è ancora?- chiese Doremi
-Ecco non posso camminare- disse Hana
-Fammi vedere- chiese a Hana ed iniziò a fasciarglielo con il
suo calzino.
-Sai fare quelle fasciature cosi … Ahi- Disse Hana
-Me la fece al campeggio Kotake e cosi mi sono
ricordata-disse Doremi e la prese sulle spalle.
-Non sapevo che fossi cosi leggera- disse Doremi
-Credi che sia grassa?- chiese Hana
-No! Non è quello, e che stai crescendo- disse Doremi
-Comunque ricordati che tua madre ti vuole bene per sempre
anche se saremo lontana- disse Doremi concludendo
-Lo so- disse Hana
-Pero sei una
pasticciona, e irresponsabile- disse Doremi
-Ho preso da te mamma- disse Hana
-Anche questo è vero- disse Doremi ridendo.
-Mamma ti piace più Kotake o Akatsuki?- chiese Hana facendo quasi
cadere Doremi.
-Ma che domande ti vengono in mente?- disse Doremi molto
rossa
-Tu rispondi- disse Hana seria
-Ve birbante, Akatsuki molto bello è molto più gentile di
Kotake…- disse Doremi
-Allora ti piace Akatsuki?- disse Hana
-Pero ci sono dei comportamenti di Kotake che mi fanno
diventare rossa e se lo vedo con le altre ragazze mi stringe…- disse Doremi
-Oh!! Non ti capisco mamma ti piace Akatsuki o Kotake
-Chissa…- disse Doremi guardando il cielo
-Sei un mistero- disse Hana
Giunsero alla porta
del Mahodou, le luce era spente, entrarono e:
-Sorpresa- dissero tutti insieme
La piccola rimase
incantata, c’erano tutti, i compagni di classe. Voleva saltare di gioia, ma fu
fermata da Doremi.
-Meglio che stai calma perché ti fa male il piede- disse
Doremi e la fece sedere su una sedia.
-Grazie a tutti di cuore – disse Hana ed iniziarono i
festeggiamenti.
-Avete fatto la pace allora?- chiese Hazuki.
-Sì – disse Doremi
-Li hai trovati i fermagli?- chiese Pop a Hana
-Sì li ho trovati- disse Hana
-E mi spieghi allora perché hai un piede fasciato?- chiese
Pop un po’ perplessa
-Storia lunga- disse Hana
-Bene, facciamo un brindisi a Doremi e a Hana- disse Aiko
-E per Doremi e Hana ippip hurra
-HURRA- urlarono i loro compagni.
Fine flashback
Doremi rimase a
ricordare quell’episodio quando:
-Dai andiamo Doremi, dobbiamo andare da Majorin- disse
lontano Onpu.
-Arrivo, aspettatemi- disse Doremi e le raggiunse ma
inciampo.
-Ah…ah…ah… sei sempre
la solita, Doremi- disse Momoko ridendo insieme alle altre ragazze.
-Oh uffa io sono cambiata in tre anni (-3-) - disse Doremi
imbronciata
-Sì lo vediamo- disse Aiko
-Dai andiamo da Majorin, non dobbiamo fare tardi- disse
Doremi spolverandosi la gonna della divisa da scolara
-Agli ordini capo- disse Aiko con tono scherzoso e tutte le
ragazze si misero a ridere e ripresero il cammino.
Toru gli passò la
palla a Kotake, scarto Akatsuki, e fece un tiro ad effetto che disorientò Leon,
il pallone andò in rete.
-Accidenti di nuovo! Non riesco a vederlo- disse Leon
-Non ti preoccupare, siamo in perfetta parità- disse Akatsuki
Akatsuki, Toru e
Leon erano esausti mentre Kotake era perfettamente sobrio, in un angolo a
vedere la partita c’era Fujo che teneva il conto di punti.
-Siamo dodici a dodici- disse Fujo
-Siamo in perfetta parità – disse Akatsuki
-Per vostra fortuna...- disse Leon
-Ti secca è che qualcuno ti batta prima di Aiko, la tua
ossessione.- disse Toru punzecchiandolo, Leon arrossì.
-Non dire idiozie- disse Leon nascondendo il rossore.
-Riposiamoci- disse Toru e si sedette sopra della scalinate
-Senti Kotake ci poi far vedere cosa ti ha insegnato- disse
Fujo
-Ok, però non ci fate le abitudini- disse Kotake
Iniziò a sfregare
la mano sinistra e schiocco le dita, dal palmo della mano, uscì una fiammella.
-Bhe allora non è tanto spettacolare- disse Leon
-Aspetta non ti ho fatto vedere tutto- disse Kotake
Kotake soffio sulla
fiammella, e la fiammella si trasformò in vero e proprio soffio di drago
-Uaoh!!- dissero tutti e quattro
-Ci potresti dire come sei diventato cosi? Come si comporta
Toku quando allena?- chiese Leon
-Dovete stare attenti, lo vedete cosi gentile e sereno, ma
quando allena e una lama di ghiaccio, lui farà dei veri guerrieri, ma vi
distruggerà, sia nella mente che nel corpo quindi state vicino alle ragazze-
disse Kotake
-Tu devi allenare Doremi, ce la farai?- chiese Akatsuki
-Sarà un lavoro molto duro, perché lei è una tale scansa fatiche,
cercherò di farla diventare potente-disse Kotake
-Dai andiamo a salutare la strega Majorin- disse Toru
-Si andiamo- dissero Akatsuki, Leon e Fujo
-Vieni con noi?- disse Akatsuki
-Si, e poi voglio vedere chi è questa Majorin, Toku-san me ne
parlava sempre- disse Kotake e s’incamminarono, ma lui venne da Akatsuki
-Ehi, Kotake a te piace ancora Doremi?- chiese Akatsuki.
-Si, più di prima- disse Kotake con un leggero rossore alle guance.
-E tu?- disse Kotake
-Bhe anche a me, pero non ne sono più convinto- disse Akatsuki
e ripresero a camminare
-Si potete entrare- disse la ragazza stesa sul letto con una
fasciatura sul vraccio destro
-Salve- esclamarono le persone entrando nella stanza.
-Sono felice che mi siate venuti a trovare, prima la principessina
Hana e Toku-kun, ora voi ragazze, ragazzi, e tu allievo di Toku, grazie, grazie
infinitamente, sai mi ammuffita, senza commissioni per la regina…- disse
Majorin
-Una curiosità, come avete fatto ad indovinare i miei fiori
preferiti?- chiese Majorin
-Bhe, noi abbiamo ricordato come ti comportavi quando ci
spiegavi le missioni, allora abbiamo pensato che sono perfetti per te- disse
Doremi porgendogli dei fiori blu.
-Noi l’abbiamo presi sotto consiglio di Kotake-disse Akatsuki.
-Come fai a saperlo?- chiese Majorin
-Me ne ha parlato Toku-san- disse Kotake
-A capisco-disse Majorin rossa in viso, ma anche triste.
Rimasero a parlare
per mezzora poi se n’andarono e l’ultimo ad uscire fu proprio Kotake.
-Ehi ragazzo, aspetto che ti ha detto Toku-kun?- chiese
Majorin
-Mi detto che la ama- disse Kotake uscendo
La donna sorrise e
guardò fuori dalla finestra ,poi pensò a Kotake:
-Mmmh… mi sembra di averla gia vista la sua faccia-
-Perché dovete andare a casa, io voglio restare ancora un po’
con voi, con te mamma- disse Hana
-Siamo stati con te molto tempo, e poi possiamo venirti a
trovare, ora non siamo dei maghi normali, non siamo soggetto alle leggi del
mondo della magia- disse Doremi
-Ma io…- cercò di dire Hana
-Su basta!! Una signorina come te non fa i capricci- disse
Doremi
-Allora andiamo, fai la brava- disse Hazuki
-Sì – disse piano Hana
Comparì un fascio
di luce che fece scomparire Doremi, le ragazze, i Flat4 e Kotake. La bambina pensa
che fossero tornati a casa, ma invece loro erano tornati a palazzo per la sua
festa a sorpresa. Hana tornò a palazzo sconsolata quando, a meta strada,
incontrò Maya:
-Ehi che si fai qui? Fila a studiare- disse Maya sempre con
tono autoritario.
-Ok- disse Hana
Le due arrivarono a
palazzo e Maya disse:
-Dai, vai nella sala grande che ti raggiungo-
-Va bene- disse sconsolata Hana
La bambina iniziò
andare nella gran sala ma, stranamente le luci erano spente e, le accese con la
magia quando sentì uno scopio:
-Sorpresa- dissero le
persone presenti nella sala con un unisuono, la bambina era commossa.
-Grazie a tutti- disse Hana saltando.
Tutti si misero a
ridere.
-Fatti forza, perché dovrai scartare tutti quei regali- disse
scherzosamente Aiko indicando la montagna di regali.
-Il vero regalo che mi avete fatto e che siete qui con me al
mio compleanno!! Grazie- disse Hana con le lacrime agli occhi.
-Smettila di dire grazie e spacchetta i regali- disse Hazuki
Iniziò a
spacchettare i regali, regali bizzarri, li riconobbe tutti, scarpe, vestiti,
gioielli, oggetti sportivi, erano tutti bei regali. Alla fine ci fu soltanto un
pacchettino, quello non lo riconobbe, lo scrutò ma non riuscì a sapere di chi
è. Lo aprì. Non credeva ai suoi occhi, nel pacchettino ci trovò due fermagli di
cui uno c’era una nota musicale, ora sapeva chi l’aveva fatto. Inizio a
singhiozzare e a passare la mano davanti agli occhi per non far uscire le
lacrime. Si girò verso la persona che l'aveva fatto quel regalo, la persona
sorrise e mosse la testa. Senza che se n’accorgesse Hana si buttò tra le
braccia di Doremi a piangere di felicità.
-Ueeeeeeeeeh… mamma i tuoi fermagli – disse Hana piangendo.
-Gia, a me non servono più, e poi sono felice di darli a te,
ti porteranno fortuna, però non fare come l’altra volta!! Ok?- disse Doremi
toccandole la testa
-Non li perderò te lo prometto- disse la bambina
-Dai!! Iniziamo la festa- disse la regina
La festa si prolungò
molto tardi e la piccola Hana si addormentò tra le braccia di Doremi, perché
prima di addormentarsi chiese a lei se poteva sedersi sulle sue gambe.
-E ora di andare a nanna- disse Doremi
-Si andiamo, ti accompagno io dove è la stanza di Hana- disse
Oyajide è li accompagnò nella stanza di Hana, c’erano Oyajide, Doremi e Kotake,
le altre erano tornati sulla terra perché il prolungamento le aveva stancate.
Doremi l’adagiò la
piccola Hana sul letto e le rimbocco le coperte e la bacio sulla fronte.
-Mamma ti voglio bene- disse Hana nel sonno
-Anche io ti voglio bene, Hana, bambina mia- disse Doremi ed
usci dalla stanza.
-Possiamo andare? Sai sei brava a fare la mamma- disse Kotake
-G-grazie… ora andiamo - disse imbarazzata Doremi.
Anche questo
capitolo è finito, scusate per l’enorme ritardo ma ero impegnato con la patente,
comunque spero che vi piaccia. A tutti, per evitare malintesi, io sono un
ragazzo, a cui piace l’anime di Doremi, comunque COOOOOOOOOOOMEEEEEENTATE…..
Capitolo 6 *** il significato dello spirito di combattimento ***
Ilsignificatodello spirito combattivo
- Capitolo
6 -
“Perché devo uccidere? Perché devo togliere la vita a un
essere? Anche se è l’essere più cattivo su questo mondo non ci riuscirò mai”
pensò Doremi.
Si guardo intorno, era tutto buio e nero, freddo che
nessuna luce poteva scaldare. Doremi s’interrogava spesso su questo dilemma che
l’attanagliava il cuore, da quando era tornata a casa, si sentiva strana, come
se stesse mentendo a se stessa , certo lei era quella che per salvare il mondo
e chi ama avrebbe fatto qualsiasi cosa, ma era giusto che lei togliesse la vita
ad un essere? Se si fosse presentato l’occasione l’avrebbe fatto? Non lo
sapeva. All’improvviso qualcuno le si avvicinò:
-Chi
sei?- chiese Doremi.
-Non
posso dirtelo, o almeno non ora. Comunque sappi che sono una conoscente molto
stretta a una persona a te molto cara- disse la ragazza che le stava daventi.
Doremi la guardò. Era una ragazza bellissima, con lunghi
capelli dorati, pelle bianca come il latte. Era vestita normalmente, una
camicetta bianca e jeans corto color blue. Doremi rimase perplessa.
-Ci
siamo gia incontrati?- disse Doremi dubbiosa.
-Forse,
o forse no- disse la ragazza.
-Strano
mi sembri una faccia non sconosciuta- disse Doremi.
-So
cosa ti attanaglia il cuore-
-Non
sai se uccidere, ma lo devi fare per difendere chi ami giusto Doremi?- disse la
ragazza.
-Si,
ma tu come fai a saperlo?- disse Doremi sempre più incuriosita.
-Non
c’è tempo per spiegartelo,ascoltami bene, nei momenti più difficili il tuo
cuore ti dira cosa fare- disse la ragazza ed iniziò a dissolversi.
-Aspetta
come faccio a sapere se sarò pronta? Se saro titubante?-chiese Doremi
correndogli incontro ma lei si alluntano sempre di più.
-Perché
saprai riconoscere chi ti sta davanti- disse la ragazza sempre più lontana.
-Aspetta,
come potrò parlare ancora con te, come ti chiami?- disse Doremi e si lancio in
una corsa a perdifiato.
-È
ancora presto, finche l’amuleto non conterra i sette elementi, non potro
comparire in carne ed ossa- disse la ragazza e scomparì.
In
quel momento,Doremi , si svegliò. Sbadigliò.
-Chissa
chi era? Ho gia visto il suo viso da qualche parte ma non so dove- si chiese
Doremi.
Vide l’ora, era ancora molto presto eppure non
aveva sonno, era fresca come una rosa. Si girò e vide la piccola fatina rosa
sonnechiare sol cuscino, un lacrima solitaria le rigò la guancia, si ricordo
dei momenti belli passati insieme nel mondo della magia, si avvicinò a lei e le
diede una bacio, la piccola lentamente si svegliò e vide la sua padroncina che
le sorrideva, senza pensarci due volte si buttò su di lei e l’abbracciò.
-Doremi
padroncina mia, mi sei mancata tanto- disse Dodo con gli occhi rossi di pianto.
-Si,
anche tu mi sei mancata- disse Doremi abbracciandola.
-Lo
sai che non sarà una passeggiata come le altre volte- disse Doremi.
-Si,
lo so, io e te siamo legati dalla vita, se tu non ce la faresti io scomparirei
insieme a te- disse la fatina.
-Lo
so Dodo, è comi sembra assurdo…- disse Doremi e guardo il soffitto.
-A
volte penso che era il mio destino incontrare Majorika, diventare una strega,
salvare il mondo delle streghe. Ho superato tutto quello che mi si parava
davanti, senza pensare a cosa mi succedfamigliaesse, ma adesso diverso, io devo
decidere se uccidere un essere- disse Doremi.
La
piccola fatina non sapeva cosa dirle, sentiva i suoi sentimenti, e l’unica cosa
riuscì a dire fu:
-Mi
fido di te- disse Dodo.
-Grazie-
disse Doremi.
Guardò
l’ora, chiachirando si fecero le sette e mezza ed era ora di vestirsi per
andare a scuola, si svesti e vedendola cosi cresciuta, Dodo divenne paonazza e
le usciva il sangue dal naso, Doremi sene accorse subito.
-Che
c’è Dodo? Ti vedo strana- disse Doremi avvicinandosi.
-Ecco…
è da tre anni che non ti vedo cambiare d’abito, che mi sembri cambiata tanto-
-Certo,
dopo tre anni, sto iniziando a crescere, che ne dici? Non sembro più la bambina
che ero prima- disse lei.
Dodo
divenne ancora più rossa- uffa-
Non
gli era mai successo, Dodo vedeva la sua padroncina come una bambina fissata
con le bistecche.
-Sei
uno spasso Dodo- disse Doremi ridendo.
Si
finì di vestire e andò a fare colazione. La sua famiglia era stupefatta, e Pop
pensò che era successo qualcosa nel mondo della magia ieri.
-Cara
ti senti bene?- disse la madre.
-Si
perché?- chiese Doremi con voce innocente.
-Tua
madre lo diceva perché e la prima volta che ti vediamo gia alzata, senza che
nemmeno non ti venissimo a chiamaro, di solito ci vogliono le cannonate per
farti alzare- disse il padre.
-Non
avevo più sonno e mi sono alzata, tutto qui- disse Doremi.
Doremi
finì la colazione e prese la cartella.
-Aspetta!
il pranzo- disse la madre.
-Si-
Doremi prese il pranzo e uscì.
S’incamminò
verso la scuola verso la scuola e dopo pochi passi spuntò fuori da un vicoletto
Kotake pensieroso come al solito, sembrava vero che quel ragazzo aveva ucciso
un demone proprio il giorno prima.
-Ciao-
disse Doremi alzando la mano.
-Ciao
Doremi- disse Kotake alzando la mano.
-Ti
vedo pensieroso, è successo qualcosa?- chiese Doremi.
-No
nulla di che , stavo pensando a cosa farti fare oggi per iniziare- disse Kotake.
La
giornata trascorse normalmente, e alla fina della giornata Kotake aveva detto a
Doremi di aspettarlo davanti all’ingresso.
-Ah…ha
detto Kotake che sarebbe tornata subito- disse Doremi davanti alla porta
d’ingresso.
-Ehi
quella non è una del primo anno?- disse una ragazza di nome Rika con tinti
biondi platino. , apparteneva ad un gruppo di ragazze che si avvicinava a
Doremi.
-Si,
è del primo anno, che bel bocconcino, e che bellissimi capelli rossi- disse la
seconda del gruppo Musa che aveva i capelli tinti viola.
-Lasciamo
perdere, vediamo se quella sgualdrinella ha qualcosa di valore, la strapaziamo
un po’ e ce ne andiamo ok?- disse il capo delle due ragazze Nabe con i capelli
tinti neri.
Cosi
si affiancarono vicino a Doremi.
-Ma
dov’è andato- disse Doremi ormai stufa.
-Ma
guarda… cosa ci fa una ragazza tutta sola?- chiese Rika e la circondarono.
-Che
volete, sto aspettando un amico- disse Doremi agitata.
-Il
tuo ragazzo?- chiese Musa.
Doremi
avvampò.
-No!!
Non è il mio ragazzo- urlo Doremi rossa in viso.
-Non
ci interessano, le tue storie amorose.- disse Nabe e le mise il coltello alla
gola.
-Dacci
tutti i soldi che hai altrimenti ti tagliamo la gola- disse poi.
La
povera Doremi era paralizzata dalla paura.
-No..non
ho nulla- disse con un filo di voce.
-Ha
ragione, non c’è nulla nella cartella- disse Musa.
-AIUTO!!-
urlo Doremi.
-Senti
che voce, anche a un passo dalla morte, riesci a urlare- disse Nabe e le diede
uno schiaffo che la fece andare in terra.
-Stammi
a sentire, a me non piacciono le sgualdrine che si credono delle belle ragazze
non le sopporto-disse Nabe.
“Ma
chi diavolo sono queste pazze, ho paura, aiuto Kotake” penso Doremi tenendosi
la guancia dolorante e si mise a piangere.
-Guardate
la bambina inizia a frignare- ironizzò Rika.
Iniziarono
a predere una forbice e Nabe la prese per i capelli.
-Che
volete fare?- chiese Doremi terrorizzata.
-Non
accettiamo che tu abbia i capelli più belli dei nostri- disse Musa.
-Provate
a tagliarle un solo capello e dovrete fare i conti con me- disse Kotake uscendo
da un angolo come un fantasma.
-Fermo
bell’imbusto, o la tua ragazza fa una brutta fine- disse Musa tenendo Doremi
stretta con le forbici alla gola.
Nabe
si avvicinò a Kotake e gli punto il coltello alla gola.
-Ora
che farai guerriero, ah ah ah…- disse Nabe ridendo.
Kotake
guardò Doremi, dalla bocca della ragazza fuoriusciva una goccia di sangue, le
guance bagnate di lacrime, strinse i pugni e abbasso lo sguardo.
-Andatevene-
disse Kotake.
-Cosa?!
Non ho capito bene cosa hai detto?- disse Nabe facendo pressione sul coltello,
ma la carne non si tagliava come se fatta di acciaio.
Kotake
le butto a terra il coltello e guardò negli occhi sia lei che le altre ragazze.
-Andatevene-
ripetè Kotake.
Le
tre ragazze si fermarono all’improvviso, come pietrificate dallo sguardo di
Kotake lasciarono Doremi ed iniziarono a tremare, Kotake fece cenno con la
testa di andarsene e le ragazze si dileguarono con la coda tra le gambe.
-Ti
ho salvata un’altra volta, come pensi di sdebitarti?- chiese Kotake per
sdrammatizare.
La
ragazza era inpietrita e cadde sulle ginocchia, vedendola in quello stato
Kotake si chinò su di lei e l’abbracciò, Doremi si strinse forte a lui e
sentendo il suo calore si tranquillizzò.
-Allora
va meglio?- chiese Kotake.
-…-
Doremi non disse nulla e limitò ad annuire.
-Devi
stare attenta, non è la nostra vecchia scuola, qui puoi anche essereanche
violentata, quindi finche non ti alleno sul serio resta sempre con me-disse
Kotake.
-Si-
disse Doremi.
-Andiamo
ci dobbiamo allenare- disse Kotake e aiutò Doremi a rialzarsi.
-Prima
pero dovrei cambiarmi a casa- disse Doremi.
-Ok,
andiamo- disse Kotake.
Doremi
tornò a casa di nascosto, si cambio, si mise in tuta e scarpe da ginnastica e
se ne andò con Kotake.
Si
teletrasportarono in un bosco lontano chilometri e chilometri da Tokio.
-Questo
bosco da i brividi- disse Doremi.
-Tu
dici? A me piace, c’è cosi tanto silenzio e tranquillita, sembra che nessuno
possa contrastare la forza della natura- disse Kotakementre metteva una mano
sopra una quercia.
-Non
ti facevo cosi poetico con la natura- disse ironicamente Doremi.
-Eh…eh…eh-
Kotake rise- sai quando mi allenavo,venivo qui a riflettere, stavo in pace con
me stesso- disse Kotake guardando in alto.
-Senti,
perché quelle ragazze sono scappate appena hanno incrociato il tuo sguardo-
chiese Doremi curiosa.
-Ho
usato lo spirito combattivo- disse semplicemente Kotake.
-Scusa
la mia ignoranza, ma cosa sarebbe?- chiese Doremi.
-Spirito
combattivo si intende attacco con il tuo animo, far sapere al avversario che
fai sul serio, per quelle tre galline me ne è bastato pochissimo- disse Kotake.
-Quelle
tre per un po’ di tempo staranno calme-
Continuarono
per più di mezzora, a un certo punto Kotake si fermò davanti ad una catapecchia
in mezzo al bosco.
-Siamo
arrivati- disse Kotake e bussò- c’è nessuno? Ci sei piccola Setsuna?-
-Non
chiamarmi piccola Setsuna- si senti dall’interno dall’interno della catapecchia
una voce squillante di ragazza.
-La
persona che sto per farti conoscere è una ragazza simpatica ed è perfetta per
farti conoscere le basi dello spirito combattivo- disse Kotake.
La
porta si spalancò, ne uscì una ragazza con lunghi capelli bianchi e un fisico a
urlo, e gli occhi chiusi a modi gatto ( come si vede in alcuni anime). Appena
fu fuori dalla porta, la ragazza abbracciò Kotake.
-Da
quanto non ci siamo visti- disse Kotake accarezzaandole la testa.
-Gia
da molto tempo- disse lei.
Doremi
assistette alla scena con stupore, si sentiva strana, come se gli desse un po’
fastidio.
“
Non sono gelosa è solo che potrebbero farlo da qualche altra parte”(-3-)penso
Doremi e divenne rossa come i capelli.
Kotake
se ne accorse- che c’è Doremi non ti senti bene sei tutta rossa-
-Non
avrai preso una febbre- disse Kotake e gli mise il mano sulla fronte- e in
effetti po’ scotti-
-N…non
ho nulla- disse Doremi e scostò la mano di Kotake.
-Allora
me la presenti la famosa Doremi- disse Setsuna.
-Ah
si, hai ragione, Setsuna ti presento Doremi- disse Kotake.
-Sono
molto felice di conoscerti, vedrai ti faremo diventare forte- disse Setsuna e
si strinsero la mano
-Kotake
mi ha parlato molto di te, ero una sua compagna di classe e aiutato quando si
allenava…- disse Setsuna e le si avvicinò all’orecchio- secondo me è cotto di
te…-
Doremi
avvampò.
-Ma
che dici?!- disse Doremi agitandosi.
-Calma
stavo scherzando- disse Setsuna ridendo.
-Su
andiamo, non ci dobbiamo allenare?- disse Doremi per sviare il discorso.
-Si
hai ragione Doremi, vi faccio strada- disse Setsuna ed aprì una botola.
-Il
pezzo di strada sarà molto buio e stretto quindi stammi vicina- disse Kotake.
Iniziarono il percorso buio, talmente buio che
nemmeno la lampada a olio che Setsuna aveva dato a Kotake riusciva a fare luce,
in quella via sotterranea, c’era puzza acre di muffa, sentendo quel odore
intenso, il respiro di Doremi era molto veloce.
-Tieni
Doremi- disse Kotake e gli porse il un fazzoletto inbevuto di acqua.
-Grazie,
ma tu non lo usi?- chiese Doremi.
-No,non
ne ho bisogno- disse Kotake.
-Come
vuoi- disse semplicemente Doremi e si mise il fazzoletto sulla bocca per
respirare meglio.
La
via si aprì e uscirono dal sotterraneo. Appena Doremi uscì vide una specie di
zoo con tanti animali, era affascinata come una bambina.
-E
fantastico (*_*)- disse Doremi estasiata.
-Bello
vero, è l’unico zoo giapponese immerso nella natura- spiegò Setsuna.
-È di
mio nonno, e lo vengo ad aiutarlo molte volte quando non vado a scuola- disse
Setsuna
-Perché
hai questa passione?- chiese Doremi.
-Perché
credo che gli animali capiscono quello che dico, e io capisco cosa dicono loro,
e per quello chemi piacciono- disse Setsuna.
-Dove
il mio cucciolone?- disse Kotake.
-Ah…
lui è al solito posto- disse Setsuna.
-Dai
vieni ti voglio far conoscerti un mio amico- disse Kotake.
-Ok-
disse Doremi.
S’incamminarono
verso una partedello zoo e in un recinto videro una palla di pelo.
-Eccolo
il mio amico- disse Kotake.
-Cos’è?-
chiese Doremi incarnando il sopracciglio.
-Ora
te lo faccio vedere- disse Kotake e entrò nel recinto.
Kotake
si avvicinò alla palla di peloe questo emise uno respiro cosi forte dalle
narici che lo sentì persino Doremi che era abbastanza lontana. All’improvvisoil
bestione si alzò.
-Un
orso- disse Doremi vedendo il bestione di più di due metri davanti a Kotake.
-Vieni
fuori, altrimenti ti sbranerà- gridò Doremi.
-Non
ti preoccupare e stai a guardare- disse Kotake e l’orso gli salto addosso.
-Odio-
disse Doremi e si coprì gli occhi con le mani.
Poi
senti che Kotake stava ridendo e gurdò meglio, e vide che l’orso lo stava
leccandoin faccia, guardandoli meglio sembravano due bambini che giocavano. Si
guardò intorno e il suo sguardo si fermò su un animale maestoso e potente, la
pantera, anche la pantera incrocio lo sguardo Doremi, si avvicinò al recinto,
c’era soltanto il recinto a dividere due spiriti indomabili pronti a
scontrarsi.
-Ah…
Doremi è gran bella decisione quella che hai fatto, ma ci riuscirai?- chiese
Setsuna.
-Perché
cosa dovrei fare?- chiese Doremi.
-Ecco
la tua prima fase di allenamento, devi domarla, devi dimostrarmi che anche possiedi
l’attacco dell’anima- disse Kotake uscendo dal recinto dell’orso.
Doremi
aveva paura ma allo stesso tempo era irrequieta, voleva domarla non solo per
far vedere a Kotake che lei faceva sul serio, ma anche perché, in un certo
senso lei e la pantera era come se si somigliassero.
-Kotake
sei sicuro che riuscirà a domare quella pantera nemmeno mio nonno non è
riuscito a domarla- disse Setsuna preoccupata.
-Si
credo che ci possa riuscire, non so ma è come se la pantera e Doremi, siano
uguali- disse Kotake.
-Su!!
Doremi entra- disse Kotake ed Doremi entrò.
Doremi
guardava gli occhi della pantera luminosi come lampadine accese, il pelo lucido
nero dava maestosita all’animale, che vedendoun estraneo nel suo recinto si inizio ad agitare, non potevano entrare
nel suo territorio. Doremi era ferma sul posto impietrita dalla meastosità
della bestia:
-Kotake
cosa devo fare?- chiese Doremi.
-Devi
restare calma, e soprattutto devi fargli capire che non hai paura- disse
Kotake.
-La
fai facile tu- disse Doremi con ironia.
Fu
un attimo, la pantera attaccò. Doremi esegui uno scatto all’indietro, partì una
zampata che che squarcio la maglietta, e la povera Doremi rimase in reggiseno.
-AAAAAAAAHHH!!-urlò
Doremi e si copri il reggiseno.
La
pantera attacco dinuovo e Doremi eseguì una capriola laterale ed iniziò a
correre per il recinto.
-Non
scappare, affrontala!!- disse Kotake.
-Ma
se mi fermo, quell’animale mi sbrana- disse Doremi.
“Kotake
a ragione, non posso scappare sempre, devo affrontarla, non voglio avere più
paura”pensò Doremi e si fermò.
“
Perché, perché devo dipendere dagli altri, non voglio più essere una palla al
piede, voglio difendermi da sola” penso Doremi si giro verso la pantera e
ricominciò a guardarla negli occhi.
“Vieni,
non ho più paura” pensò Doremi. La pantera si fermò , ruggiva, dava zampata, ma
è come se Doremi avesse creato una barriera che nessuno poteva oltrepassare.
-Ecco
la prova che aspettavo, lo vedi lo spirito combattivo?- chiese Kotake a Setsuna.
-Incredibile
quello spirito combattivo, e molto più forte di quello di Toku- disse Setsuna.
Il corpo di Doremi venne avvolto da uno strano vento.
-Ma
deve imparare a controllarlo altrimenti potrebbe far svenire molte persone-
disse Kotake.
La pantera si calmo iniziò a simpatizzare con Doremi e
gli leccò la mano. Doremi gli gratto la testa e la pantera fece le fusa come un
gatto.
-Hai
visto Kotake?! Si lascia accarezzare- disse Doremi.
-È
incredibile!! C’è riuscita dove io e mio nonno abbiamo fallito- disse Setsuna-
chi è questa doremi?-
-Lei
ha una forza straordinaria inespressa, sarà nostro compito farla venire fuori-
disse Kotake. guardandola giocare con la pantera che un’attimo prima voleva sbranarla.
Doremi uscì dalla gabbia.
-Tieni
Doremi- disse Kotake dandole la sua maglietta.
-G…grazie
Kotake- disse arrossendo.
-Su
andiamo a mangiare qualcosa, non so voi ma io ho un certo languorino- disse
Setsuna.
-Che
ne dici Doremi ti va?- disse Kotake.
-Perché
no- disse Doremi e saluto la sua nuova amica che ripose con un ruggito.
Setsuna diede a Doremi e a Kotake due ciotole con dentro
una zuppa con carne e pezzo di pane. Loro iniziarono a mangiare.
-Buona
cos’è?-chiese Doremi.
-Una
ricetta di famiglia sono contento che ti piaccia. Sai quando Kotake e Toku si
allenavano gliela preparavo sempre- disse Setsuna.
-Tu
conosci Toku-san?- disse Doremi.
-Si e
so anche che eri una strega, e che salvasti il mondo della magia- disse Setsuna.
-Sai
molte cose so di me- disse Doremi sorseggiando la sua zuppa.
-Bhe…
vedi mi sono messo d’accordo ieri sera con Kotake cosa farti fare e poi quando
era qua parlava sempre di tè, o ascoltavo le spiegazioni che Toku-san dava a
Kotake- disse Setsuna.
-A
capisco- disse Doremi.
-Comunque
prima sei stata grande- disse Setsuna.
-Grazie,
non so neache io come ci sono riuscita- disse Doremi.
-Doremi
dobbiamo discutere sul tuo allenamento- disse Kotake.
-Si –
Doremi si mise in ascolto.
-Ci
saranno giorni in cui ti sentirai uno straccio, giorni in cui il tuo corpo non
risponderà più ai tuoi comandi, io da te voglio l’impossibile, hai capito
Doremi?- disse Kotake.
-Si
ho capito- disse Doremi seria.
-Allora
tieni- disse Kotake e gli lanciò dei guanti da combattimento.
-Sono
tuoi, li usavo io quando mi allenavo- disse Kotake.
-Grazie-
disse Doremi.
All’improvviso Doremi svenne sulla sedia.
-Lo
sapevo che non riusciva a sopportare, tutte queste emozioni in una volta- disse
Kotake e la prese in braccio.
-Ci
sarà molto lavoro da fare- disse Setsuna.
-Gia-
disse Kotake e scomparì.
Compari nella stanza di Doremi e la appoggiò sul letto.
-Chi
sei?- disse Dodo che intanto si era svegliata.
-Sono
Kotake, un suo amico, e il suo maestro- disse Kotake e appoggio i guanti sulla
scrivania.
-La
lasciò alle tue cure- disse Kotake.
“Doremi, se solo sapessi quanto mi piaci” pensò Kotake e
scomparì.
-Quel
ragazzo è il famoso Kotake. Molto carino vero, beata Doremi- disse la fatina
sognante.
-Uff…
su cambiamola- disse Dodo le mise il pigiama .
-Uff…come
è dura la vita di una fatina- disse Dodo e sì assoppì sul cuscino.
CE L’HO FATTO!!!!! Credevo di non farcela più spero che
vogliate ancora commentare, in tanto io schiaccio un pisolino e penso al
prossimo capitolo. CIAUUUUUUUUUUUUUU!!!!
Capitolo 7 *** La conquista del primo elemento: Maltos guardiano del fuoco e del coraggio ***
La
conquista del primo elemento: Maltos guardiano del fuoco e del coraggio
-
Capitolo 7-
I tre mesi pattuiti passarono velocemente e Kotake
spremeva Doremi come un limone, anche lei non si dava per vinta e dava tutta se
stessa per diventare più forte. Kotake metteva sempre alla prova Doremi con
allenamenti durissimi e pericolosi. E cosi l’ultimo giorno di allenamento:
-Continua
Doremi non sei arrivata nemmeno a cinquanta- disse Kotake seduto con le gambe
incrociate.
-La
fai facile tu…anf… è massacrante- disse Doremi mentre contava la
quarantacinquesima flessione.
-Dai
ti lamenti cinquanta flessioni e basta- disse Kotake.
-Si
ma prima mi hai fatto correre per ottanta chilometri, ho saltato la corda per
tre ore e allenamento con il tronco, ti sembra normale- disse Doremi.
-Si,
e ora fai andare quelle braccia altrimenti facciamo tardi- disse Kotake.
-Aaaaaaah…
sono la ragazza più sfotunata del mondo- disse Doremi piagnucolando
Dopo trecento flessioni senza smettere, Doremi tramazzo a
terra stremata:
-Allora
come va la nostra ragazza?- disse Setsuna portando una tazza di the al
gelsomino.
-Aaaaah…
Setsuna, Kotake mi spreme come un limone- disse Doremi e si avvinghia alla
collo Setsuna
-Ma
lo fa tutti i giorni da tre mesi- disse Setsuna che stava per avere una
asfissia
-Hai
ragione- disse Doremi staccandosi dal collo di Setsuna che ormai era diventato
blu.
Doremi prese la sua tazza di the e la sorseggiò, un
enorme goccia si formò sulle teste di Kotake e Setsuna.
-Ormai
siete all’ultimo giorno…- Setsuna fece una pausa- sapete ragazzi mi mancherete
guando tutto questo sarà finito- concluse Setsuna
-Ma
che dici? Guarda che qualche volta ti verremo a trovare voglio farti conoscere
le mie amiche- disse Doremi.
-Sarò
felice di conoscerle- disse Setsuna.
-Hai
ancora un ultima cosa per finire l’allenamento- disse Kotake sorseggiando il
suo the.
-Cosa
c’è ancora da fare?- disse Doremi.
-Non
vorrai mica…- Setsuna non finì la frase che Kotake fece cenno con la testa.
-È la
prova del nove, se dovesse superarla allora sarà veramente finita – disse
Kotake
-Ok!
venite con me- disse Setsuna.
S’inoltrarono in una sentiero di bosco molto fitto che
nemmeno il sole poteva entrare, arrivati in uno spiazzo Doremi vide un roccia
alta cinque metri.
-Vedi
questa roccia? - chiese Kotake.
-Si,
cose devo fare? – disse Doremi.
-Distruggila
– disse Kotake semplicemente.
-Ah…
ho capito(^_^)- disse Doremi
-?-
Doremi ci pensò su.
-COSA?!
ABBATTERE QUELLA MONTAGNA?- disse Doremi a bocca aperta.
-Dai
per un sassolino- disse scerzosamente Kotake.
-Ma
dai Kotake non ce la farò mai- disse Doremi sconsolata.
-Ora
ascoltami per prima cosa togliti i pesi che ti ho fatto mettere- disse Kotake e
Doremi si tolse tutti i pesi.
Doremi
si sentiva leggera come una piuma, era diventata più veloce, più resistente di
prima.
-Uaoh…
che sensazione meravigliova non avere più i pesi- disse Doremi.
-Ok!
Ora devi colpire con tutta l’energia che hai, quella roccia- disse Kotake.
-Ok!
Pero non so se si rompe- disse Doremi.
-Tu
non ci pensare- disse Setsuna.
Doremi
battè il piede sulla terra e colpì la roccia con un pugno.
-Aaaaaaaaaaaaaaaah…
CHE MALE- urlò Doremi massaggiandosi la mano
-ti
sei fatta male Doremi? - chiese Setsuna
-perché
non hai usato tutta l’energia che hai nel corpo?- chiese Kotake.
-L’ho
usata?- disse Doremi.
-Non
dire idiozie, avrai usato si e no il trenta percento- disse Kotake arrabbiato.
-Come?-
disse Doremi.
-Riprova
dai- disse Setsuna.
Ci
provò per cento duecento volte, ma la roccia era ancora li intatta come prima.
-Dai
basta- disse Kotake
-Aspetta,
so di poterla rompere- disse Doremi
-Non
fa niente, volevo vedere se riuscivi a far scaturire l’aura magica che ho visto
a palazzo, ma non è cosi, mi sono illuso per niente- disse Kotake e se ne andò.
-Aspetta…-
Doremi non fini la frase che lui era gia sparito.
-Accidenti,
mi fa arrabbiare quando fa cosi- disse Doremi imbronciata.
-Doremi,
che ne dici di andarci a fare un bagno rilassante, in una sorgiente termale.-
disse Setsuna.
-Ok!
tanto quello la prima che non sia calmato non torna- disse Doremi
Andarono
alla sorgete termale, si svestirono ed entrarono nella sorgente termale.
-Aaaaaaaah…
è davvero fantastico una sorgente termale immezzo al bosco, ci voleva dopo un
allenamento cosi massacrante- disse Doremi mentre si rilassava.
-Gia,
l’ho scoperta quando Toku-san e Kotake si allenavano- disse Setsuna
-Come
era Kotake quando si allenava?- chiese Doremi
-Era
spaesato come te all’iniziò, ma soprattutto era triste- disse Setsuna.
-Ah…
capisco, te lo chiedo perché in questi mesi è stato molto esigete- disse
Doremi.
-È esigente perché vuole che tu sia pronta a
combattere, appena avverti il pericolo. E soprattutto non vuole perderti, e
quindi più diventi forte, più lui sa che puoi difenderti da sola e non
dipendere da lui- disse Setsuna.
Guardando
Setsuna, Doremi capì la grande ammirazione che nutriva nei confronti di Kotake:
-Senti
posso farti una domanda, Setsuna?- chiese Doremi.
-Certo
Doremi, dimmi?- disse Setsuna.
-Ecco…
ti piace Kotake?- chiese Doremi a brucia pelo.
-Ma…ma…ma...
che domande sono?- disse Setsuna rossa in viso.
-Allora
rispondimi ti piace o no?- disse Doremi con una voce da bambina
-Naisho…-
disse Setsuna semplicemente.
-Sei
cattiva – disse Doremi imbronciata
-Su
dai, un giorno te lo dirò, e poi anche io potrei farti la stessa domanda- disse
Setsuna
-I-io
non lo so, le sono molto amica- disse Doremi- non so cosa sia amare una persona
ho solo avuto delle cotte passeggere, ma il vero amore non so cosa sia-
concluse Doremi
-Ora
concentrati sulla missione che dovete intraprendere, sarà molto difficile-
disse Setsuna
-Lo so-
rispose Doremi
Uscirono
dalla sorgiente e si rivestirono e mentre Setsuna preparava la cena al aperto
Doremi cercava Kotake, lo trovò mentre si stava allenando, la sua danza era
cosi bella e lineare che Doremi ne rimase incantata, gli occhi di Kotake erano
concentratissimi e ogni muscolo era teso. Vedendo quella scena il cuore di
Doremi andava all’impazzata.
“
Che mi prende, perché il cuore batte cosi forte” penso Doremi mettendosi mano
sul cuore.
Kotake
non c’era più dove si allenava.
-Bu-
Kotake spuntò alle spalle di Doremi, ma Doremi era per niente spaventata anzi
l’aveva intuito che sarebbe arrivato dietro di lei.
-Lo
sai Kotake che non mi fai più paura- disse Doremi.
-Vuol
dire che ti ho allenato molto bene- disse Kotake soddisfatto.
-Forse
anche troppo bene- disse Doremi.
-Scusami
per prima, non so cosa mi sia preso- disse Kotake
-Va
bene, scuse accettate, ora mi spieghi come devo fare- disse Doremi
-Ok,
prima quando hai dato il pugno alla pietra, non ti ho spiegato che non dovevi
usare la forza, ma il tuo spirito- disse Kotake.
-Come
il mio spirito?- chiese Doremi.
-Guarda…-
disse Kotake e alzò il braccioche
cominciò ad essere invaso da una luce bianca.
-Devi
fluire il tuo spirito nel braccio, e quando sei al culmine, lo spari tutto in
una volta- disse Kotake.
Kotake,
corse all’impazzata contro una roccia che era vicina e con un pugno la ridusse
in polvere, il fragore fece chiudere gli occhi a Doremi.
-Visto
allora?- disse Kotake
-…-
Doremi non rispose nulla, era stupita della potenza che aveva impresso nel colpo.
-Incredibile-
concluse Doremi
-Guarda
che è la cosa basilare per diventare mago guerriero, e poi lo sai fare anche
tu- disse Kotake
-Dai!!
Prova- disse Kotake e andarono dinuovo alla grande pietra.
Doremi
seguì i consigli di Kotake, fece confluire il suo spirito nel suo braccio, e
affondò un diretto sulla roccia frantumandola.
-Vedi
che ci sei riuscita- disse Kotake felice.
Doremi
si sentiva strana, come se traboccasse di un’energia sconusciuta, la gola era
secca, il battito cardiaco irregolare, e sopprattutto una gran voglia di urlare.
-Doremi
, che c’è, non ti senti bene?- disse Kotake vedendola strana.
-…-
Doremi non rispondeva sembrava in trance.
-AAAAAAAAAAAAH!!!!!-
improvvisamente dal corpo di Doremi scaturì una una luce rosa, i suoi occhi
erano completamente rosa,come i capelli.
Qualunque
cosa era nei paraggi fù distrutto, si creò un piccolo cratere, in quel cratere
c’era Doremi svenuta, Kotake scese a controllare. Vide che Doremi dormiva beatamente.
-Caspita,
che potenza magica. Possibile che è venuta fuori in soli tre mesi?- disse
Kotake sorpreso.
-Ne
dovrei parlare con Toku-san- disse Kotake e prese in braccio.
-Che
è successo, Kotake?- domando Setsuna con il fiatone
-È
successo l’imprevisto, su è pronto da mangiare- disse Kotake
-Si-
disse Setsuna
Mentre
mangiavano Kotake racconto cosa era successo e anche Setsuna era perplessa.
-È
strano vero, forse anche lei è una ragazza speciale, non credi?- disse Setsuna
guardando Doremi schiacciava un pisolino.
Nel
mondo della magia Toku si dava da fare per trovare i sette guardiani
degl’elementi. Girava a destra e a manca per cercare infomazioni in più. Quella
giornata era molto strana, come se ci fosse più caldo del solito.
-Uff…
che caldo- disse Toku
-E
gia fa molto caldo- disse Majorin uscendo dal ospedale con le stampelle.
-Che
ci fai fuori? Sarebbe meglio se rimanessi a letto- disse Toku
-Ma
no sto meglio, poi non riesco a stare con le mani in mano,in questa situazione-
disse Majorin con la testa chinata.
Toku
sapeva perché era triste, non poteva credere che qualcuno l’aveva battuta con
cosi tanta facilità, e l’avrebbe ridotta in questo stato. Non voleva la
vendetta, ma voleva difendere la sua regina e la sua gente.
-Andiamo
a fare una passeggiata, è tutta la notte che cerco informazioni sui guardiani,
sono sfinito- disse Toku.
-Ok-
disse Majorin.
Camminarolno
per un po’ poi Majorin si fermò:
-Andiamo
in un posto che conosco solo io- disse Majorin sorridentecome una bambina.
-O-ok-
disse Toku arrossendo.
Era
da secoli che non la vedeva cosi allegra. Arrivarono in un prato fiorito dove
il profumo dei fiori rendeva allegri, e spensierati come bambini.
-Ti
piace?- disse Majorin sdraiandosi sul prato.
-Veramente
incantevole- disse Toku
-Gia
incantevole- disse Majorin.
Senza
che Toku se ne potesse accorgere Majorin lo baciò ardentemente, lui rimase
molto sorpreso, e quando si stacco:
-Ti
amo- disse Majorin
-È la
prima volta che me lo dici oramai non ci speravo più- disse Toku estasiato dal
bacio.
-Prima
non avevo il coraggio di dirtelo- disse Majorin.
-Sono
felice che ti è venuto il coraggio, anche io ti amo- disse Toku.
Toku
prese un fiore e lo mise tra i capelli di Majorin.
-Sai
che ti sta davvero bene- disse Toku
Majorin
sfoggio uno dei suoi migliori sorrisi.
-Ecco
la Majorin che preferisco, dolce e carina- disse Toku
Majorin
lo bacio un’altra volta e per mezzora rimasero abbracciati.Sembrava stancae cosi:
-Forza,
torniamo- disse Toku.
-No!!
Io voglio stare ancora- disse Majorin come una bambina che faceva i capricci.
-Non
fare la bambina, e poi sei anche stanca, vero?- disse Toku rimproverandola.
-Uff…-
sbuffo Majorin.
All’improvviso
si sentì una violenta scossa di terremoto, la terra si spaccò e ne uscì una
grande porta rossa, con un disegno di un cerbero. Toku la osserva con
attenzione.
-Come
stai Majorin?- chiese Toku mentre fissava la grande porta.
-Bene,
ma cosa è?- chiese Majorin.
-Presumo
anzi sono sicuro che questa sia la porta che conduce dal primo guardiano
dell’elemento Maltos guardiano del fuoco e del coraggio.- disse Toku.
-Allora
dobbiamo avvertire subito i ragazzi- disse Majorin
-Si-
disse Toku.
Toku
prese Majorin in braccioe la riportò
all’ospedale.
-Dai Takao!
sei tutti noi- disse Marina tra la folla.
-E tu
non fai il tifo per il tuo Kotake- disse Tamaki.
-Che
dici? Kotake non è mio- disse Doremi – dai! Kotake che fai dormi?-
-Chi
capisce questa ragazza è bravo- disse Tamaki con un enorme gocciolone in testa.
Erano
in una partita tra maschi nell’ora di ginnastica,le ragazze erano letteralmente
in bisibiglio, la squadra di Kotake e quella di Takao erano in parità, Kotake
stava driblando tutti e due gli si affincarono perrubargli la palla, li scartò facilmente, e
andò diretto verso la porta, ma Takao riuscì a prendere palla, e a calciarla in
alto, Kotake non ci penso due volte e spiccò un salto con capriola e fece goal.
Il portiere non era riuscito a pararla perché non l’aveva nemmeno vista.
-Non
ci posso credere- disse Takao con il fiatone.
-Si!-
esultarono i compagni di squadra.
-Su
l’ora di ginnastica è finita, andate a fare la doccia e poi in classe- disse
insegnante di ginnastica.
Tutti
i ragazzi si avviarono verso gli spogliatoi, pure Doremi e Kotake.
All’improvviso una voce si stagliò nelle loro menti.
“ Ragazzi
ho trovato la il primo guardiano degli elementi, Maltos guardiano del fuoco e
del coraggio.” Parlo Toku nella mente di Doremi e di Kotake.
“
Come ci comportiamo?” chiese Kotake in mente.
“
Venite nel mondo delle streghe,e vi spiegherò il dafarsi” parlo Toku e poi la
voce scomparì.
Mentre
si vestivano, Takao si avvicinò a Kotake:
-Senti
mi sai dire come hai fatto prima con quel salto con capriola è roba da maestri-
disse Takao entusiasta.
-Nella
scuola che ero prima mi sono allenato- disse Kotake.
-Alla
faccia dell’allenamento, sei pronto per la nazionale- disse Takao.
-Esagerato-
rise Kotake.
-Piuttosto
come va con Marina? So che ti sei messo insieme a lei- disse Kotake.
-V-va
m-molto b-bene- disse Takao arrossito.
-Sono
contento per te, amico.- disse Kotake dandogli una forte pacca sulla spalla.
Quando
finirono le lezioni Doremi e Kotake se ne andarono e lungo la strada, Doremi
iniziò a parlare:
-Senti,
perché non hai usato i tuoi poteri, in quella partita? avresti vinto subito.-
chiese Doremi.
-Perché
non mi sarei divertito- gli disse semplicemente Kotake
Doremi
sorrise, quindi la pensavano alla stessa maniera.
-Senti
prima di andare la ho una cosa che devo farti, quindi devi venire a casa mia.
-Ok.
Allora prima andiamo ad avvertire Dodo e Pop-chan- disse Doremi
-Si-disse Kotake
Di
corsa andarono a casa di Doremi.
-Ciao
Doremi, ciao Kotake- disse Pop mentre faceva merenda.
-Pop-chan,
dobbiamo parlare. Mamma e papà non ci sono?- disse Doremi molto seria.
-No
sono andati a fare compere, ma di cosa dobbiamo parlare?- chiese Pop intuendo
la risposta.
-Dobbiamo
andare nel mondo della magia a combattere- disse Doremi seria.
-La
missione è molto rischiosa e non sappiamo se torneremo indietro- disse Kotake.
-Non
ditelo neanche per scherzo, voi tornerete- disse Pop con le lacrime agli occhi.
Doremi
diede un piccolo bacio sul fronte di Pop e disse – noi torneremo, te lo
prometto, non è vero, Kotake?-
-Puoi
contarci- disse Kotake.
Doremi
si cambiò di abito e spiegò a Dodo cosa doveva fare e scompari insieme a
Kotake.
-Speriamo
che tornino sani e salvi- disse Pop con qualche lacrima gli scendeva ancora.
-Non
ti preoccupare Pop-chan, la nostra Doremi è diventata molto più forte di prima,
e poi ci sono i ragazzi con lei, sto tranquilla.- disse Dodo fiduciosa.
Doremi
e Kotake andarono a casa di Kotake e salirono in camera:
-Addesso
Doremi devi toglierti la maglietta e il reggiseno- disse Kotake.
-COSA
STAI DICENDO (>///<)?- disse Doremi molto rossa.
-Ti
devo massaggiare la schiena che più rigida di uno stoccafisso- disse Kotake
-Ma
io mi vergogno(-3-)- disse Doremi imbronciata e rossa in viso.
-Su
non fare la difficile, vado a prendere una pomata speciale- disse Kotake e uscì
dalla stanza.
-Uff…facciamo
come dice- disse e tolse la maglietta.
-Tu
sei la famosa Doremi- disse una voce.
Doremi
iniziò a guardarsi intorno:
-Sono
qui- disse la vocina da bambina.
Dalla
scrivania salto fuori un specie di folletto. Doremi si avvicinò:
-Cosa
sei?- disse Doremi molto curiosa.
-Sono
un folletto- disse l’esserino.
-Come
ti chiami?- chiese Doremi.
-Mi
chiamo Fat- disse il folletto rosso in viso.
-Piacere
piccola Fat- disse Doremi.
-Senti
ti posso fare una domanda? È da molto tempo che tu stai insieme a Kotake-
chiese Doremi
-Si !
ormai è da molto tempo che sto insieme a Tetsy- disse Fat.
-Tetsy?-
chiese Doremi.
-Si!
Tetsy, solo io lo posso chiamare cosi- disse Fat.
Doremi
osservava quell’esserino strano, il suo vestito assomigliava a quella di un
giullare di corte nell’antico medioevo occidentale.
-Senti,
mi poi dire il segreto di Kotake- disse Doremi a bruciapelo
Il
folletto smisse di giocare.
-No!
Non posso farne parola con nessuno- disse Fat.
-E
poi lo devi scoprire tu se gli vuoi veramente bene- disse Fat con un sorriso
-Ah!!
Lasciamo perdere- disse Doremi rassegnata.
-Posso
entrare Doremi?- disse Kotake fuori dalla camera.
-Si-
disse Doremi, si tolse il reggiseno e si coricò sul suo letto.
Kotake
entrò nella stanza.
-Ben
tornato Tetsy- disse pimpante Fat.
-Ciao
Fat, allora hai conosciuto Doremi vedo- disse Kotake
-Si-
disse Fat.
Kotake
era agitato perché vedere la schiena nuda di Doremi, ma soprattutto la forma
dei seni. Si concentro più che poteva e iniziò lentamente a massaggiarla. La
pelle di Doremi era molto morbida, e vellutata come una rosa.
-Vedi
Doremi, hai tutti i legamenti rigidi e intrecciati uno all’ altro- disse Kotake
continuando a massaggiare.
Doremi
si sentiva rilassata, ma anche molto imbarazzata perché era la prima volta
nella sua vita che lasciava toccare la schiena nuda da un ragazzo. Poi cominciò
massaggiare le coscie e le gambe, e li Doremi fu invasa dal imbarazzo.
-Mamma
mia mi sa che dovevo fartelo altre volte, devo distrecare tutti i tendini-
disse Kotake continuando a massaggiare.
-È un
po’ imbarazzante, ma piacevole- disse Doremi.
-Su
rivestiti, che devo fare le fasciature- disse alzandosi.
-Si
ma tu girati- disse Doremi imbarazzata.
Kotake
si girò e Doremi si rivestì e si sedette sul letto, Kotake comincio a
fasciargli le mani.
-Dimmi
se ti stringo troppo- disse Kotake.
-Ok-disse Doremi.
-Senti,
dove hai conosciuto la piccola Fat?- chiese Doremi.
-L’ho
incontrato quando avevo otto anni, in una fabbrica abbandonata, allora era
sottoforma di cane- disse Kotake finendo di fasciare le mani di Doremi.
-Allora
il cagnilino che avevi era lei- disse Doremi.
-Gia
lo scoperto, quando me ne sono andato da qui, scopri che anche era conme fin
dalla nascita e che quando la sua identita stava per essere scoperta, si è
fatto trovare da me, da allora e sembre con me , mia madre dice che è la parte
della mia anima- disse Kotake.
-Come
la mia fatina- disse Doremi.
-Gia-
disse Kotake.
-Su
andiamo- disse Kotake che intanto finiva di fasciare le sue mani.
-Kotake!-
chiamò la madre.
-Che
c’è mamma?- disse Kotake.
-State
attenti- disse La madre di Kotake.
-Ok-
dissero e scomparvero.
-Yuzuna
se mi senti, proteggi questi ragazzi- disse la madre di Kotake.
-Cara
su torniamo in casa- disse il marito.
-Forte
Kotake non si farà battere tanto facilmente- disse Fat che si era posata sulla
spalla sottoforma di uccellino.
-Hai
ragione piccola Fat- disse la madre di Kotake tornado in casa.
Nella
grande sala della regina una gruppetto di otto persone stava aspettando il
ritardatari:
-La
solita ritardataria- disse Aiko.
-Non
è cambiata di una virgola è?- disse con ironia Hazuki.
-Non
preoccupatevi a momenti saranno qui- disse Toku.
-Ciao
ragazze- disse la voce alle loro spalle.
Le
ragazze si girarono è videro Doremi e Kotake.
-Perche
ci avete messo cosi tanto per arrivare?- chiese Onpu
-Ehm…
ecco- farfugliava Doremi
-È
stata colpa mia, ho dovuto sciorgliergli i muscoli- disse Kotake
-Mi
ha allenato fino a ieri- disse Doremi piagnucolando.
-Allora
ci siamo tutti- disse Toku.
Toku,
i Flat, la Ojamajo e Kotake andarono nel posto dove era apparsa. Alla vista
della Enorme porta rossa i ragazzi erano esterefatti dalla straordinaria bellezza.
-Questa
è la porta del primo guardiano, è un posto insidioso, pieno di mostri che non
ci penseranno due volte a farvi fuori, quindi state attenti- disse Toku.
-Raganella,
raganella…- disse Hazuki per scacciare via la paura.
-Kotake
ti nomino capo della squadra- disse Toku.
-Perché?
noi non abbiamo bisogno di un capo.- disse Aiko perplessa.
-Avete
bisogno di un capo che vi guidi la dentro, altrimenti voi serete scofitti
appena entrete in quel mondo, e secondo me Kotake è il più esperto del gruppo-
disse Toku
-Ok!
Ma l’averto se Kotake fara qualcosa di sbagliato, che gioverebbe alla squadra
saro io il capo- disse Akatsuki con fare autoritario.
-Non
ho nulla incontrario- disse Kotake.
Kotake
andò davanti alla porta e notò che c’erano molte scritte che conosceva.
-Toku-san
venga a vedere- disse Kotake.
-Cosa
c’è? Hai visto qualcosa?- disse Toku.
-Io
capisco questa scrittura- disse Kotake.
-Come
fai a saperlo leggere? È lingua angelica- disse Toku spaventato.
-Non
lo so come ma riesco a leggerlo- disse Kotake.
-Dicci
cosa c’è scritto- disse Hazuki.
-Allora,
“ la grande porta conduce in un luogo dove le grandi fiamme e il magma inguittiscono
la zona e il guardiano del fuoco ha al suo fianco un animale di fuoco chiamato
cerbero,il possente animale fa la
guardia alla stanza che racchiude l’elemento del fuoco e il guardiano che lo
custodisce, soltanto se il guerriero riuscirà ad strappare l’elemento delle
mani del guardiano e metterlo nell’amuleto, allora potrà far apparire un’altra
porta. Guerriero stai attento Yozuna angelo.- lesse Kotake.
-Hai
detto Yozuna?- disse Toku.
-Si
c’è scritto cosi- disse Kotake.
-Chi
è Yozuna?-chiese Momoko.
-Yozuna
era un angelo che scappò con la sua gente dal mondo del bene perché il sigillo
che il prescelto e Majotourbillon miserò si era allentato, e lei per salvare la
sua gente mise un altro sigillo che le ridusse il tempo di vita ad due anni,
non si sa dove sono la loro gente ma si suppone che sia nel mondo delle
streghe, la ragazza aveva soltanto sedici anni,l’ho incontrata e mi accorsi che
era incinta di un bimbo, e mi chiese la via per la terra, io cercai di
dissuaderela e farla rimanere in questo mondo almeno finche non sarebbe nato il
bimbo ma lei era molto determinata dopo una dormita a casa mia sene andò sulla
terra, ma si parla quattordici anni fa. Come avrà fatto scolpire queste
scritture? Le porte non erano ancora apparse- spiegò Toku ai ragazzi.
-Forse
le porte vengono dal mondo del bene e prima che impresse il sigillo ha voluto
mettere un messaggio per il guerriero che si avventura- ipotizzò Aiko.
-Oppure
centra con il nuovo prescelto- disse Hazuki.
-Devo
documentarmi di più, però e strano che Kotake riesce a leggere quella lingua ,
si dice che solo i angeli.- disse Toku perplesso.
Kotake
aprì la porte e una folata di calore infestì tutti.
-Incoraggiante…-
disse Aiko
-Forza
andiamo- disse Kotake
-Aspetta
Kotake…- disse Toku e gli diede borsa di pelle.
-Ci
sono dentro dei medicinali, impacchi, bende, se vi dovreste farvi male- disse
Toku
-Grazie-
disse Kotake
I
ragazzi entrarono, non c’era un minuto da perdere. La porta si chiuse alle loro
spalle.
-Ecco
adesso se vogliamo scappare, non lo possiamo fare- disse Leon
-Raganella,
raganella…- ripeteva Hazuki per scacciare la paura.
-Perché
tu hai voglia di scappare? Forse ai puara- chiese Aiko.
-Chi?
Io? Neanche per sogno- disse Leon.
-Mmm…
non so se crederti- disse Aiko.
E
cosi iniziarono a camminare, siccome la luce era quasi nulla si muovevano in
fila indiana tenendosi per la giacca , in avanscoperta c’era Kotake, mentre le
Ojamajo e i Flat4 lo seguivano.
-Che
caldo! Sembra di stare in un forno- disse Momoko asciugandosi il sudore con il
dorso della mano.
-Mi sono
stufata- disse Aiko e creò una fiammella dal palmo della mano.
La
terra iniziò a tremare e due blocchi appuntiti si staccarono dal soffitto
cadendo pericolosamente sui ragazzi. Kotake agì subito, colpendoli e
deviandoli. Un’azione talmente veloce che i ragazzi non si accorsero di niente.
-…-i Flat4 e le Ojamajo rimasero a bocca aperta.
-Su,
andiamo! E niente azioni sconsiderate- disse Kotake con tono severo.
-Ok!
Colpa mia, scusa!- disse Aiko
I
ragazzi videro il ragazzo da lontano e pensarono “allora non era solo
chiacchiere, lui fa sul serio”.
Continuarono
a camminare e ad un certo punto videro una porta infondo ad un cunicolo ed un
punto molto piu scuro.
-Non
fate nulla- disse Kotake.
Il
punto scomparì improvvisamente.
-Chissa
cos’èra?- disse Hazuki
Kotake
andò nel punto dov’era l’oscurità piu fitta e senti un forte odore canino.
Intanto Hazuki perlustrava come poteva la zona come le altre.
-Ragazze
ho trovato qualcosa?- disse Hazuki.
-Cosa?-
chiese Fujo.
-Non
so, è cosa grossa e pelosa- disse Hazuki.
-Hai
detto grossa e pelosa?- chiese perplesso Akatsuki.
-NON
TOCCATE NULLA- urlò Kotake
Troppo
tardi. Hazuki si senti qualcosa di bagnato sul collo.
-Cos’è?
Che schifo- Hazuki si toccò il collo e si pulì subito disgustata, sentendo
questo liquido caldo e appicicoso.
-Cosa
puo essere?- si chiese e iniziò a pensare alle parole lasciate sulla porta e
s’irrigidi. Un brivido la squote.
-Non
puo essere- disse Hazuki con voce tremolante.
-GGGGRRROOAAAR-
l’immenso ruggito della bestia la investì.
-AAAAAAAAAAHH…-
la ragazza emise un gridodi terrore.
-Come
temevo- disse Kotake e accese una fiammella del palmo della mano.
La
bestia si manifestava davanti hai lui con una maestosità terrificante, un
mastodontico cane che tre teste sbavanti di saliva, dietro di lui c’era una
grande porta. Era li che si nascondeva il guardiano del fuoco ed era li che
dovevano andare.
-Senti
Kotake, Vado io! Voi distrarrete il mastino e io entro.- disse Doremi.
-Cosa?!
Sei impazzita tutto d’un tratto?- disse Akatsuki.
-Non
c’è altra scelta, o non pronderemo mai l’elemento del fuoco- disse Doremi.
-Sei
sicura di andare? Colui che è nella stanza e molto forte- chiese Kotake.
-Fidati
di me- disse Doremi.
-Mmmh…
di solito sei un impiastro…- disse Kotake stuzzicandola
-Se
non fossimo in questa situazioni ti massacrerei di botte- disse con una vena
che gli pulsava sulla tempia.
-D’accordo
vai- disse Kotake e le diede l’amuleto.
Kotake
iniziò a stuzzicare il mostro che, dal canto suo, iniziò a sputare fiamme dalla
bocca. In un attimo Kotake scoprì un angolo e Doremi puntò sulla porta e schivò
il colpo di coda del mostro, con tutta la forza spinse la porta.
-Vi
verrò ad’aiutare non appena possibile- disse Doremi iniziando a correre.
-Sbrigati
Doremi,non pensare a noi, ce la sappiamo cavare anche da soli- disse Aiko
Doremi
corse all’impazzata per un po’ di tempo, poi si fermò per riprender fiato. La
stanza era buia, pero la temperatura era molto superiore alla norma, tanto che
Doremi ebbe un mancamento.
-Accidenti
che caldo, se sto ancora un po’, mi sciolgo come un ghiacciolo.- disse Doremi
All’improvviso
davanti a Doremi apparvero alte fiamme, tanto che rimase accecata.
-Una
ragazzina al cospetto del grande guardiano del fuoco Maltos. È uno scherzo!!-
disse la voce tra le fiamme.
-Chi
sei? Fatti vedere- disse Doremi mettendosi sulla difensiva.
-Mmmh…
almeno è carina- continuo la voce tra le fiamme.
Doremi
iniziò a guardarsi attorno poi una sfera di fuoco le arrivò sulla spalla
piegandola in due dal dolore.
-Ahi!
Maledetto, dove diavolo sei? Sono accecata dalle fiamme- disse Doremi tenendosi
la spalla ustionata.
-La
visibilità non è un problema mio, dolcezza- disse Maltos
-Preparati!
È la tua fine- disse Maltos e cerco di colpirla alle spalle, ma credette di
averla trafitta con la mano gli apparì alle spalle guardiano.
-Attacco
vile, non credi?- ironizzo Doremi stringendo la spalla dolorante.
-Come
hai fatto a prevedere questo attacco?- disse il guardiano.
-Bhe,
diciamo sono stata allenata anche a combattere senza l’uso della vista- disse
Doremi.
-Ragazzina
sveglia, del tipo che mi piace- disse Maltos.
-Ti
dispiace se facciamo subito sul serio- disse Maltos.
-Perché
no- rispose Doremi
Nella
sala, le fiamme si fecero sempre più alte tanto da non poter più scorgere la
porta dove era entrata. La lava incandescente era per tutta la sala.
L’atmosfera era carica di tensione. Quello che vide Doremi la fece rimanere
senza parole, un ragazzo che aveva pressappoco la sua eta cosparso di lava e
attorno a lui giravano delle fiamme.
-Bhe,sorpresa?-
chise Maltos
-È la
prima volta che vedo una cosa del genere- disse Doremi.
-Forse
anche l’ultima- disse il guardiano sadico.
-Non
ci sperare, vendero cara la pelle- disse Doremi e lo incitò a venire avanti.
-Come
vuoi- disse Maltos
Maltos
iniziò ad assorbire la lava circostante, con cui creò un’armatura. Agito la
mani e si alzo un vento caldo, cosi caldo da sciogiere qualunque cosa che si
fosse messo sulla sua strada. Lo scaglio contro Doremi, Doremi lo schivo a mala
pena per la brutta ustione al braccio.
-Brava
i miei compimenti, sei riuscita a schivarlo, ma per quante volte lo schiverai?-
disse Maltos
“Ha
ragione, non posso in eterno, poi la spalla mal ridotta non ho scampo, devo
solo attaccare” penso Doremi tenendosi la spalla.
-All’attacco-
disse Maltos e partì di nuovo all’attacco.
Kotake
cerco di eseguire un calcio dall’alto verso la testa centrale del mostro, ma il
mostro con uno scatto fulmineo uso un colpo di coda scaraventando Kotake contro
il muro.
-Kotake-kun
stai bene?- disse Hazuki avvicinandosi.
Kotake
si tirò su e sputò un po’ di sangue.
-Accidenti!
È grossisimo ma si muove come un felino- disse Kotake pulendosi dal sangue.
-Sei
tu il capo, no? Tiraci fuori da questa situazione- disse Onpu scontrosa.
-Certo!
Non c’è bisogno di dirlo- disse Kotake
“Allora
sappiamo che la testa centrale a il cervello che controlla le altre due, ma le
altre due cosa servono?” penso Kotake poi gli venne un colpo di genio.
-Ragazzi
dobbiamo colpire le altre due teste laterali, sono i centri del equilibrio-
disse Kotake.
-Ma
come fai a saperlo?- chiese Akatsuki.
-È un
sesto senso, ma spero che funzioni- disse Kotake.
-E
noi ci dobbiamo fidare del tuo sesto senso?!- disse Leon esterefatto
-Non
fidatevi del mio sesto senso ma fidatevi di me- disse Kotake rassicurandoli.
-Ok!
Leon andiamo- disse Akatsuki.
-Ok,
anche non sono molto convinto- disse Leon.
Si
misero a correre verso le due teste laterali, le colpirono con un calcio con
capriola al mento delle due teste, il mostro crollò.
-Ci
siamo riusciti- dissero Leon e Akatsuki dandosi il cinque, ma non si accorsero
che la terza testa era ancora sveglia, sparò un getto di fuoco verso le
ragazze.
-RAGAZZE-
urlarono i Flat4.
-Barriera-
disse Kotake e creo una barriera di magia, il getto di fuoco fu molto lungo
tanto da stremare Kotake, poi all’ improvviso si stacco un pezzo di roccia e
finì sulla testa del mostro, anche la testa centrale svenne.
-Ragazze
state bene?- dissero i Flat4.
-Si,
se non ci fosse stato Kotake-kun, forse noi ora non saremo qui- disse Momoko.
-Grazie
Kotake-kun- disse Hazuki.
-Non
devi ringraziarmi, e il mio compito, sono il capo no?- disse Kotake.
-Sto
arrivando bellezza- disse Maltos mentre l’armatura a contatto con l’aria
diventava fuoco.
Doremi
vide Maltos trasformarsi in una stella infuocata, cosi cercò di divendersi
unendo le braccia. Impatto ci fu. Doremi era in netto svantaggio ma cerco di
resisterli, cosi creò una barriera spirituale, che a contatto con la fiamma di
Maltos, iniziò a sibillare. Ci fu una grande esplosione.
Tutti
e due sbatterono contro il muro.
-Wou!
Che forza questa ragazzina, ho tutti i muscoli intorpiditi, dal colpo- disse
Maltos ridacchiando rimettendosi in piedi
-Anche
tu non sei male…anf- disse Doremi rimettendosi in piedi a stento.
-Ma
so come sconfiggerti, se mi riattaccherai con le stessa tecnica di prima, non
avrai scampo- disse Doremi.
-Come
pensi di battermi?- disse Maltos che si caricava per un altro attacco.
-Tsk…
se te lo dico non e piu una carta vincente- disse Doremi.
-Ok!
Fai la spavalda è? Bene- disse Maltos e assorbì tutta la lava circostante
diventando un tuttuno con la lava circostante.
-Vediamo
se fai sul serio- disse Maltos attaccando.
Doremi
non se lo fece ripetere due volte, creò due sfere con i palmi delle mani e li
unì, con la sfera ricavata avrebbe battuto il primo guardiano, o almeno è
quello che sperava.
“Spero
che vada tutto bene” penso Doremi mentre scagliava la sfera in alta. Venne
colpita in pieno da Maltos. Doremi venne scaraventata dall’altra parte della
stanza.
-Vedo
che prima stavi bleffando, ti ho preso in pieno- disse Maltos ridacchiando.
-Stupido,
guarda in alto- disse Doremi in ginocchio per l’impatto violento.
-Cosa?-
disse Maltos.
Una nuvola scura e minacciosa aveva ricoperto tutta la
stanza.
-Vuoi
battermi con una semplice nuvola, sei pazza?- disse Maltos ridendo.
-Lo
vedremo- disse Doremi e chiuse il pugno.
L’acqua si scarico con violenza contro il guardiano
sibillando. Tutta la lava che era sul suo corposi solidificò intrappolandolo.
-Non
posso essere battuto da una pivella, e con una tecnica cosi dozzinale- disse
Maltos mentre la lava era sempre più solida.
-Tecnica
dozzinale?! È una tecnica che ti ha sconfitto, non ti ha insegnato nessuno che
bisogno pensare prima di attaccare. Ed ora mi prendo l’elemento del fuoco-disse Doremi rialzandosi.
-Mi
dispiace ma se non mi sconfiggi non te lo darò mai, la lava solida è un
minerale quasi impossibile da distruggere, e se rimango al suo interno sono
salvo- disse Maltos.
-Non
ti arrendi mai è?- disse Doremi
Era stremata, ma si fece coraggio e concentro le ultime
forze per l’ultimo attacco. Il suo pugno era invaso da una energia bianca, lo
sferro contro la lava solidificata frantumandola e colpendo Maltos nello
stomaco. Maltos cadde in ginocchio.
-Chi
è la pivella adesso?- disse Doremi
-…-
Maltos non disse nulla, era troppo concentrato a riprendere fiato.
-Sei
stata brava ragazza,ma ti do un consiglio:
Primo: ogni guardiano sceglie uno di
voi e nessuno oltre a colui o coloro che vengono scelti, di battersi con i
guardiani. Se lo farete verrete uccisi all’istante.
Secondo: quando qualcuno di voiavra sconfitto uno di guardiani deve puntare
l’amuleto in alto e dire il nome dell’elemento e dire torna nel amuleto.
Terzo: c’è qualcuno tra voi che prima o
poi il suo destino verra costellato di sofferenza, morte, odio, solitudine , e
soprattutto una energia incontrollabile che lo o la portarà verso l’oblio-
disse Maltos
-Perché
mi stai aiutando? Chi è questa persona che tra noi avra un destino cosi brutto?.-
disse Doremi confusa.
-Ti
sto dando un aiuto perché sei ancora una pricipiante, e poi ognuno dei
guardiani vi dirà qualcosa per trovare il prescelto, ma adesso è ancora troppo
presto per sapere chi è questa persona- disse Maltos.
Doremi confusa alzò l’amuleto. Avrebbe voluto sapere
molte di più cose, ma se l’avrebbe chiesto, lui non avrebbe risposto più nulla.
-Elemento
del fuoco torna nel amuleto- disse Doremi.
Una folata di vento si scaglio su Doremi, Maltos non
c’era più e al suo posto c’era una grande testa infuocata che puntava sul
amuleto. L’amuleto si illuminò risucchindo l’elemento. Quando tutto fu concluso
in un alveolo dell’amuleto uscì una pietra di colore rosso e l’amuleto divenne
caldo. Doremi ebbe un moncamento, per colpa dei colpi ricevuti e per la troppa
energia sprercata per le due tecniche che aveva usato. Non era abituata a quel
genere di combattimenti, e soprattutto era confusa. Chi è tra loro che subirà
un destino cosi triste? Non lo sapeva ma doveva scoprirlo.
-Ed
ora torniamo dagl’altri- disse Doremi rimettendosi l’amuleto al collo.
-Non
dire stupidate, per favore. La nostra Doremi non puo essere battuta- disse Onpu
cacciando via il pensiero che Doremi fosse stata uccisa.
-Eccola-
disse Kotake
La ragazza era tutta malconcia.
-Ciao
ragazzi, amiche- detto questo svenne davanti ai loro occhi, venne presa
prontamente da Kotake.
-Povera
Doremi sara stata una lotta dura, per te che non sei abituata- disse guardando
le ferite.
-Se
permetti la fasciamo noi, infondo sei un maschietto, quindi girati- disse
Momoko.
-Ok!
La pomata viola e per le scottature- disse Kotake rosso in viso girandosi.
-Anche
i Flat4- dissero le Ojamajo.
-Ok-
dissero i Flat4 rossi in viso girandosi.
-Scusate
se sono cosi debole- disse Doremi riprendendosi.
-Doremi
ti sei riprese. Come sono contenta- disse Hazuki con lacrime agli occhi.
-Su
Hazuki non piangere, sono un po malconcia, ma sono viva- disse Doremi alzando
la mano e pulendole il viso dalle lacrime.
Le Ojamajo la curarono come potevano. La rivestirono ma
Doremi continuava a pensare alle parole che aveva detto Maltos. Sembrava un
incubo, vide ti i suoi amici, ognuno di loro poteva essere la persona con quel
tragico destino. All’improvviso la terra comincio a tremare.
-Che
sta succedendo?- disse Akatsuki.
-Elemento
del fuoco e stato catturato, quindi questo mondo sta crollando- disse la voce
dietro di loro.
-Ma
chi ?- disse Aiko ma non fece in tempo a finire, il cerbero si era rialzato.
-Forza
andiamo non c’è tempo da perdere- disse il cerbero.
-Vi
porterò alla porta, è la prima volta dopo mille anni che qualcuno riesce a
battere me e il mio padrone- disse il cerbero.
Non c’era tempo da perdere, Doremi venne presa da Kotake
e insieme agli altri salirono in groppa al cerbero.
-Pronti?
Via!- disse la testa di destra.
-Perché
prima ci hai attaccato e ora ci aiuti- disse Hazuki.
-Perché
voi siete destinati scovare dov’è il prescelto e a salvare il mondo, a comunque
scusa per prima- disse il cerbero.
-Non
è nulla, ho gia dimenticato- disse Hazuki sorridente.
Il cerbero galopava, saltava tra le macerie e le rocce
che si staccavano.
-Allora
come stai ora?- chiese Kotake a Doremi.
-B…bene
ma perché melo chiedi- disse Doremi.
-Che
domande, ero preoccupato per te, scema- disse Kotake rosso in viso.
-Kotake
, grazie- disse silenziosamente.
Arrivarono alla porta.
-Quando
siamo entrati non abbiamo fatto cosi tanta strada- disse Leon confuso.
-È
questo mondo che non vuole che l’elemento del fuoco non lasci la dimora. Ed ora
andate- disse il cerbero.
-Tu
non vieni con noi?- chiese Fujo.
-No.
Io sono stato creato per difendere questo mondo- disse il cerbero.
-Un è
giusto ora che stavamo diventando amici- disse Hazuki con le lacrime agli occhi
.
-Non
piangere piccola umana, prima o poi ci rincontreremo- disse il cerbero.
-È
una promessa?- chiese Hazuki.
-È
una promessa- disse il cerbero.
Le ragazze e i ragazzi varcarono la porta. Appena tutti
varcarono la porta, si chiuse.
-Siete
tornati ragazzi e ragazze - disse Toku
Nessuno rispose. Erano tutti scossi per la prima
esperienza.
-Ma
Doremi è ferità- disse Toku vedendola tra le braccia di Kotake.
-E
ditemi siete riusciti a prendere l’elemento?- chiese Toku.
-Si-
rispose debolmente Doremi.
-Venite
a riposare un attimo a casa mia, sarete stanchi e poi devo controllare Doremi.
S’incamminarono verso la casa di Toku. Con grande sforzo di
Doremi avevano recuperato il primo elemento, ma ancora sei gliene mancano per
completare l’amuleto, e scoprire dove si trova questo fantomatico prescelto.
Ognuno di loro ora sapeva che non sarebbe stata una passeggiata, che quella
missione è di vitale impotanza.
Ho finito questo capitolo finalmente, dopo numerosi
problemi l’ho finito. Spero che vi piaccia e continua te a seguire la mia fanfiction
che non ve ne pentirete. Arrivederci al prossimo capitolo. CIAU
Capitolo 8 *** Aiko e Leon: due cuori in rotta di collisione ***
Aiko
e Leon: due cuori in rotta di collisione
- Capitolo 8 -
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
Osaka, otto del mattino, il sole è gia alto nel cielo, una ragazza con capelli
corti blu faticava ad alzava.
-È
gia ora di alzarsi?- mugugnò Aiko da sotto le coperte.
Prese la
sveglia e la spense, lesse l’ora e quasi le venne un colpo.
-LE
8:00!! - gridò Aiko.
-È
terribilmente tardi, ma che mi è preso oggi?- disse la ragazza poi ricordò.
Ieri sera
avevano recuperato il primo elemento, erano scosse da tutto quello che era
successo, e soprattutto preoccupate per Doremi, era stremata, tanto che doveva
essere portata tra le braccia di Kotake. Cosi quando andò a letto, Aiko non
riuscì a addormentarsi per la preoccupazione. Si fece una doccia supersonica
dato che ieri sera è riuscita a farla,si vestì e scese a fare colazione. La
famiglia era esterefatta dal suo ritardo.
-Figliuola,
sei sicura di stare bene?- disse il padre.
-Si,
ero solo un po’ stanca- disse la ragazza grattandosi la testa nervosamente.
-Mmmh…non
me la conti giusta- disse il padre sopettoso.
-Mangiate,
altrimenti farete tardi- disse la madre riprendendoli.
Nella famiglia c’era una nuova arrivato il
piccolo Takushi, nato da quattro mesi. Aiko lo guardava e sembrava di aver
davanti ai suoi occhi la piccola Hana. Era passato tanto tempo dalla nascita di
Hana che non se ne accorse. Ed eccoli li, la sua bella famiglia che tanto aveva
cercato di riunire. La magia non le serviva più ma la minaccia incombente la
fece cambiare idea, e poi la magia ora era parte di lei, e non avrebbe potuto
più toglierla. Era l’unica insieme alle sue amiche , i Flat4 e Kotake che
poteva scoprire dove si trova il prescelto, e con lui salvare i mondi
conosciuti dall’attacco dei demoni.
-Ho
com’è tardi! - disse Aiko.
Prese la
cartella e il pranzo.
-Grazie
mamma, io vado- disse Aiko
-Ciao,
Takushi- diede un piccolo bacio sulla fronte.
Uscì di casa
e iniziò una corsa disperata per non arrivare tardi.
-Accidenti,
a questa velocità, non ce la faro mai- disse Aiko.
Si fermò per
vedere se non ci fossenessuno, si
vergognava di usare la velocità raddoppiata perché la gonna le si alzava
prepotentemente.
-Uff…
pronto via- disse Aiko e partì.
Aiko divenne
cosi veloce che non era più visibile ad occhi umano, ma qualcuno la notò. Anche
Leon era in ritardo e correva alla stessa velocita di Aiko, così si avvicinò.
-Ti
sfido, la porta si sta per chiudere, il primo che riesce a entrare vince- disse
Leon.
-Sempre
a pensare alle sfide, pero oggi ci sto- disse Aiko accellerando il passo.
-Sei
competitiva oggi è? Va bene- disse Leon raggiungendola.
Come al solito Aiko ebbe la meglio.
-Cerca
di mangiare più cereali alla mattina, vedreai che mi sconfiggerai- disse
scherzosamente
-Spiritosa!-
disse Leon con poca euforia.
-Andiamo
pelandrone altrimenti saremo messi in punizione- disse Aiko soddisfatta.
-Arrivo-
disse Leon.
La giornata trascorse normalmente, tra
una materia e l’altra.
-Uff…
anche oggi è finita un’altra giornata di liceo- disse Aiko mettendo la cartella
dietro la testa.
-Cos’hai?
oggi sei strana?- disse Leon preoccupato.
-Che
vorresti dire?- chiese stranita Aiko.
-Che
di solito stai attenta in classe, ma oggi eri distratta ti sei fatta
riprendere- disse Leon
-Bhè…
succede a tutti di avere giornate no- disse Aiko.
-La
Aiko che conosco io, non ha mai giornate no- disse risoluto Leon.
-Oh
insomma, ho i miei pensieri per la testa- disse stizzita la ragazza.
-Scusa
se hai qualche problema confidati- disse Leon cercando di farla parlare.
-E
con chi?- disse Aiko.
-Davanti
e te un ragazzo fiducioso di sapere che ti passa per la testa- disse Leon.
-Dov’è?
io non lo vedo- disse Aiko scherzosa.
-Sono
io- disse Leon
-Tu
sei un ragazzo, credevo fossi un bambino- disse la ragazza.
-Cosa
hai detto?- disse Leon con una vena che gli pulsava sulla tempia.
-Bamboccio-
disse Aiko e inizio a correre.
-Vieni
qui- disse Leon rincorrendola.
All’improvviso ando a sbattere contro
qualcosa e cadde.
-Ahio…
che botta, mi scusi- disse Aiko alla ipotetica persona.
-Ehi.
Dove vai cosi di fretta signorina- disse il vecchio rialzandosi.
Anche se era vecchio si rimise in
piedi come un ragazzo giovane.
-Mi
scusi signorina, mi potrebbe portare la spesa fino a casa, sa non ho la più
l’eta e ho un po di acciacchi- disse il vecchietto.
-Ok,
Leon aiuta anche tu- disse Aiko arrosita per la vergogno.
-Ma…-
disse Leon.
-Niete
ma, sei stato tu farmi sbattere contro questo signore.- disse Aiko.
-Cosa?! Se sei stata tu a iniziare a correre-
disse Leon.
-Perché
tu mi hai messo sottopressione- disse Aiko.
-Sottopresione?
Io ero preoccupato- disse Leon
Il vecchietto sorrise mentre vide
litigare Aiko e Leon, e penso “ i cuori di questi due giovani sono in rotta di
collisione e ci poco all’impatto”. Portaro la spesa al vecchietto sino alla sua
casa.
-Accomodatevi,
per ringraziarvi di avermi aiutato vi preparo un po’ di te.- disse il
vecchietto.
-Non
si disturbì- disse gradevolmente Aiko.
-Ci
metto poco- disse il vecchietto diricendosi ai fornelli.
-È
molto grande la vostra casa- disse Leon con occhi come un bambino.
-È
vero- constato Aiko
-È
molto grande, ma poche persone sono entrate, pensano che ci siano i fantasmi-
disse il vecchietto ridendo.
-Che
sciocchezze, i fantasmi non esistono- disse Leon.
-Non
è del tutto vero- disse Aiko
-Anzi
un persona è entrata, ma si parla di tredici anni fa, mi ricordo che era una
ragazza di sedici anni e mi accorsi che era incinta, non si vedeva ancora
tanto, ma me ne accorsi perché era snella. Non so dove sia ora, ma credo che si
chiami Yuzuna, spero che viva bene con la creatura che ha avuto- disse il l’anziano
signiore.
Ecco di nuovo quel nome, ma chi è
questa Yuzuna? Che relazione a con la missione? Chi è il bimbo che teneva nel
grembo? Non lo sapevano ma se riuscirebbero a scoprire la sua identita e il suo
ruolo, avrebbero scoperto la faccenda dei guardiani e del prescelto.
-Oh!!
Tenete- disse l’uomo e diede due sacchetti ai ragazzi.
-Cosa
sono?- disse il ragazzo.
-Semi
speciali che possono crescere persino nel deserto- disse il vecchio
-Come
sa che funzioni?- disse la ragazza un po scettica.
-Sono
certo che funziona- disse il vecchio.
All’improvviso Leon e Aiko sentirono
un ronzio nella testa, era Toku.
“Ragazzi mi sentite, sono riuscito ad
individuare la seconda porta” disse Toku nella mente dei ragazzi.
“Cosa facciamo?” chiese Aiko.
“Venite qui immediatamente!” disse Toku
“Ok” dissero i ragazzi.
“ dove ci dobbiamo dirigere?” chiese
Leon.
“Al lago di Surume e Akitaro” disse
Toku. (vedi episodio prima serie “l’esame del ottavo livello”)
-Grazie
signore per il te e per il semi. Noi dobbiamo andare- disse risoluta Aiko.
-Ok,
spero che una volto di queste torniate, mi piacerebbe tanto- disse il vecchio.
-Senz’altro-
disse Leon e si girò assieme ad Aiko uscirono da quella casa e scomparirono.
Si dissero verso il mondo pronti ad
una nuova battaglia.
Doremi
e Kotake furono i primi ad arrivare con grande sorpresa di tutti, Doremi si era
ripresa dallo scontro con Maltos, ora era intenta a battibeccare con Kotake.
Gli altri non tardarono a arrivare. Con loro c’erano anche Akitaro e Surume
molto scossi per l’accaduto.
-Allora
ci spiegate come è successo?- disse
Toku.
-Si,
noi stavamo vendendo takoyaki quando…- disse Akitaro.ù
Flashback
-Cara,
stiamo vendendo molti dolci, vero?- disse Akitaro
-Gia
maritino mio- disse Surume.
Stavano facendo la strada di casa.
-Cosa
starà facendo la nostra Atarimeko, e se sta piancendo perché sente la mancanza
della sua famiglia- disse Akitaro piangendo come una fontana.
-Su
caro non comincerai un’altra volta- disse Surume sospirando.
All’improvviso la terra inizio a
tremare, ed una grande porta di color zaffiro emerse dal lago. Sconvolti si
avvicinarono alla porta.
-Dobbiamo
informare la regina- disse Akitaro.
-Andiamo-
disse Surume.
Fine
flashback
-Ecco
come sono andete le cose- disse Toku.
-Ora
che anche la seconda porta e apparsa vi dico cosa mi ha detto il guardiano
sconfitto da me- disse Doremi ed iniziò a raccontare.
-Quindi
solo uno di noi puo combattere contro i guardiani- disse Akatsuki.
-Si,
ma lui a detto che puo essere più di uno- disse Doremi.
Doremi pensava alle parole del
guardiano, era veramente preoccupata per chi avvrebbe intrapreso quel destino
tragico, doveva scoprire da sola chi era, poteva anche essere lei?
-Che
c’è Doremi? Sei cosi pensierosa- disse Kotake preoccupato.
-Nulla,
non è nulla- disse Doremi sorridendo.
-Mmmh…-
disse poco confinto Kotake. Chissa anche lui potrebbe essere.
-Kotake-
disse Toku.
-Si?-
rispose Kotake.
-Riesci
a leggere le iscrizioni- disse Toku.
-Ci
provo- disse Kotake e si avvicino alla porta.
Sulla grande porta era inciso una
donna con una miriade di delfini che danzavano attorno.
-Masta,
guardiana dell’acqua o della calma, lei è in grado di usare elemento
dell’acqua, quindi il guerriero che vuole sconfiggerlo deve trarre la forza
dall’elemento che puo indebolirlo. Chiunque tu sia stai attento. Yuzuna angelo-
lesse Kotake.
-Ancora
Yuzuna, ma chi è? E come fa a sapere che ci sarà qualcuno che vuole sconfiggere
i gurdiani?- si chiese Momoko.
-Bhe…
è una creatura magica, quindi era dotata di poteri della prevvegenza, ma se
riuscamo a capire chi è, saremo a cavallo- disse Aiko seria.
-Gia
hai ragione, cercherò altre informazioni. Ma questo vale anche per voi, cercate
di scoprire anche nel mondo umano, più informazioni abbiamo meglio sarà per la
nostra missione- disse Toku.
-Allora
noi andiamo- disse Kotake.
-Siate
prudenti- disse Surume.
-E
quando tornerete troverete tanti piatti di takoyaki- disse Akitaro.
-Avete
sentito ragazzi andiamo!!- disse Kotake.
-Si-
esclamarono fiduciosi e sopprattutto concentrati.
In un attimo entrarono e la porta si
chiuse. I ragazzi iniziarono a tremare.
-Mamma,
che freddo… brrr..- disse Doremi scossa da brividi di freddo.
-Siamo
nel mondo della guardiana dell’acqua- disse Kotake.
All’improvviso si scatenò una bufera
di neve.
-Ragazzi
teniamoci uniti- disse Kotake che non vedeva più niente.
Anche Leon e Aiko si tenevano stretti
l’uno all’altro. Leon e Aiko aprirono gli e la scena che ebbero davanti fu terrificante,
solo loro due erano ancora integri, tutti gli erano bloccati in una teca di
ghiaccio.
-Ra…ra…ragazze,
ragazzi che vi è successo?- chiese Aiko con la voce piena di paura.
-È
quello di cui parlava Doremi, probabilmente la guardiana vuole solo noi-
dedusse Leon.
“Ragazzi non abbiate paura, ci penso
io a loro” disse Kotake nella mente di Aiko e Leon.
-Tetsuya,
sei ancora vivo?- chiese Aiko.
“Certo, secondo te un po’ di ghiaccio
ci riesce fermare?” disse nella mente di Aiko e Leon.
Aiko sorrise. Anche se prima era
scettica su Kotake , ma ora se non ci fosse stato lui, sarebbe andata in
panico. In terra trovo l’amuleto, Aiko se lo mise al collo.
“Andate e tornate con un altro
elemento, ci penso io a loro” disse Kotake.
-Ok,
noi andiamo-disse Leon e insieme ad Aiko andorono avanti.
-Adesso
pensiamo a loro- disse Kotake e iniziò a riscaldare il corpo facendolo
diventare incandescente.
-Scema
, non è questo è che ho un brutto presentimento- disse Leon preoccupato.
-Cercate
qualcuno?- disse una voce.
Aiko si accorse della voce ed iniziò
guardare intorno, e vide sotto di lei un enorme lago.
-Chi
è che parla, fatti vedere- disse Leon.
Dal lago uscì una donna con un grosso
tridente in mano. In un attimo fu davanti a Leon.
-Voi,
guerrieri, siete qui per il mio elemento?- disse Masta puntando il tridente
alla gola del ragazzo.
-Si
e ce lo prenderemo come buone o con le cattive- disse Leon spavaldo.
-Sei
coraggioso, ma il coraggio non serve se volete il mio elemento, devi
conquistarlo- disse Masta ed alzò il tridente.
La lotta iniziò, erano Aiko e Leon
cercarono di attaccarla in tanti modi, ma il suo corpo era come l’acqua, era
come se tirassero dei pugni nell’acqua. Masta puntò il tridente sui ragazzi ed
una onda unomala si formò e scoglio contro di loro. Leon si agrappò alla prima
cosa che trovava, ad una colonna di giaccio. Leon cercò di tenere per la mano
Aiko.
-Aiko
cerca di resistere…blob… forza-Leon
tenevastretta la sua mano ma la forza dell’acqua era fortissima e perse la
prese su Aiko.
-AIKO!!!-
grido Leon.
La ragazza stava affogando le entrava
l’acqua nelle narici, stava lentamente perdendo le forze.
L’onda se ne andò.
-Devo
andare a salvare Aiko- Leon si stava per buttare, quando Masta si paro davanti
a lui.
-Che
voi? Devo andare a salvare la mia amica- disse Leon.
-No,
prima dovrai sconfiggermi- disse Masta.
-Togliti
dai piedi- disse Leon e andò all’attacco.
Aiko ormai non sentiva più nulla. Si
accasciò sul fondo del lago. Qualcosa l’aveva presa e portata dal luogo del
combattimanto.
Non si sentiva molto bene, la gola le
bruciava, i timpani le facevano male, il corpo era scosso da fremiti di freddo,
era bagnata dalla punta dei capelli sino all’unghia del mignolo.
-Chi
mi ha portato qui?- si chiese Aiko.
-Ti
sei ripresa- disse una voce.
Aiko si guardò attorno e vide un
delvino.
-Sei
stato tu a salvarmi?- chiese Aiko
-Si,
eri svenuta sul fondo del lago, e ti ho salvata- disse il delfino.
-Un
delvino che parla, ormai non mi stupisco più di nulla- disse Aiko.
-Umana,
devi fermare la guardiana, ci tiene in tirannia da quando a ricevuto
l’elemento- disse il delvino
-Ma sai che io sono venuto per prendere
l’elemento dell’acqua, e senza elemento il vostro mondo sprofonderà- disse Aiko
mentre cercava di riprendere calore.
-No
umana, questo mondo è controllato da una magia che abbiamo creato noi delfini e
quindi l’elemento dell’acqua, a ridotto i nostri viveri, a ghiacciato tutto
rendendo il nostro mondo angusto e incapace di procreare vita- disse il delfino
molto triste.
-Da
quanto a qui la guardiana?- chiese Aiko.
-Saranno
settecento anni- disse il delfino.
-Per
tutto queto tempo, come siete sopravvissuti?- chiese Aiko.
-A
stento, molti di noi sono morti- disse il delfino.
-Vi
aiuterò, ma come si fa a sconfiggere la gurdiana, non si riesce ad colpire con
le mani- disse Aiko.
-La
guardiana si sconfigge con l’elemento che usa l’acqua per nutrirsi- disse il
delfino.
-L’acqua
per nutrirsi?- si chiese Aiko poi li venne in mente.
-La
natura- esclamo Aiko.
-Esatto
la natura- disse il delfino.
-Senti
delfino puoi riportarmi sul campo di battaglia?- disse Aiko
-Speravo
che me lo dicessi, ci siamo sopra- disse il delfino.
-Sopra?!-
Aiko incarno il sopracciglio.
Aiko guardo in basso e vide lo
scontro. Leon era in svantaggio, la guardiana lo mirava con il tridente, e lo
graffiava.
-Leon,
come faccio ad aiutarlo- si chiese Aiko
-Vieni
non c’è tempo da perdere- disse il delfino ed Aiko gli saltò in groppa
-Spero
di fare in tempo, resisti Leon, sto arrivando- disse Aiko.
Masta stava ferendo sempre di più
Leon, sfelzate difficili da schivare, gli procurarono molti tagli sulla
braccia.
-Allora
mago ti vuoi arrendere?- disse Masta.
-Mai,
ti sconfiggerò, a costo di perdere la vita- disse Leon.
-Sei
coraggioso ma come ti ho gia detto il coraggio non serve per battermi- disse
Masta.
-Pensa
a difenderti- disse Leon e attaccò.
La guardiana
si spostò semplicemente e prese per il collo il povero Leon.
-Tu
mago, un essere cosi infimo non puo toccare il sacro elemento dell’acqua
affidatomi dal prescelto settecento anni fa- disse Masta.
-Tu…
conoscevi il preselto- disse Leon con poca aria in gola.
-Sei
un po’ tonto per essere uno che vuole inpadronirsi degli elementi- disse Masta.
-Gli
elementi sono una parte potere terrificante del nuovo prescelto- disse Masta.
-Quindi
se noi…riusciamo a prendere tutti gli elementi, scopriremo anche chi è?- chiese
Leon.
-Basta
parlare- disse Masta e creò una bolla di acqua intorno alla testa di Leon.
Leon iniziò a
dimenarsi e a perdere aria dalla bocca, tanto che si sentì debole.
-E
arrivata la tua ora essere infimo- disse Masta e si preparò dare una sfelzata
con il tridente.
-L’essere
infimo sei solo tu- disse Aiko saltando dal tetto di una struttura di ghiaccio.
-Tu
non eri caduta nel lago, sono stati quei maledetti animali a salvarti- disse
Masta.
-Tu,
dittatrice, hai schiavizzato quei poveri animali, solo per un tuo cappriccio,
ma ora tutto questo finirà perché sarò io a sconfiggerti- disse Aiko mettendosi
davanti a Leon e puntando il dito contro Masta.
-Tu,
una umana mi vuole sconfiggere.- disse sadicamente Masta.
-Questa
umana ti sconfiggerà- disse fiduciosa.
-Attenta…Aiko
non fare pazzie- disse Leon che riuscì ad alzarsi.
-Non
ti preoccupare- disse Aiko.
Masta diede
un affondo con il tridente, Aiko lo schivo e diede un pugno che entrò dentro il
corpo della guardiana.
-Piccola
stupida- disse Masta e mandò via la ragazza con una mano.
Aiko venne
presa da Leon.
-Ti
avevo detto di non fare pazzie- disse Leon preoccupato
-Calmati,
o raggiunto il mio obbliettivo- disse Aiko sorridendo.
-Cosa?-
chiese Leon.
Masta sì
sentì strana, ed all’improvviso si guardò il petto c’erano dei semi che stavano
crescendo a dismisura.
-Tu
maledetta- disse Masta quasi immobile.
-Si-
esclamo Leon.
-Stolta,
non sottovalutare il potere degl’altri elementi- disse Aiko.
I semi
crebbero cosi tanto che intrappolarono la guardiana nell’albero.
-E
ora rispondi come facciamo a trovare il prescelto? – chiese Aiko
-Ce
una costruzione antica nel mondo della magia che è come le porte, quindi solo
se avete preso tutti gli elementi potrete scoprire la costruzione- disse la
guardiana.
-Quale
costruzione?- chiese Leon.
-Altro
non posso dire- concluse Masta.
-Ma…-
Aiko stava per controbattere quando Leon le mise una mano sulla spalla mosse la
testa.
-Ok,
elemento dell’acqua torna nell’amuleto- gridò Aiko.
La guardiana
scomparì e l’elemento entrò nell’amuleto. Dopo questo la terra iniziò a tremare
sempre più forte. Tutto il ghiaccio scomparve.
-Anche
questo elemento è nelle nostre mani- disse Aiko.
-Attenta,
la roccia è friabile con tutto il ghiaccio che caduto- disse Leon.
-Non c’è problema- disse Aiko.
La roccia
sporgente si sgretolò come sabbia.
-AIKO!!!-
gridò Leon.
-Aiutami
Leon- disse Aiko.
Leon la prese
per la mano e si tenne forte con una sola mano.
-Aiko
cerca di resistere-disse Leon.
-Si,
ma non ce la farai a tenermi per la mano- disse Aiko
-Lo
sai che sei un vero impiastro, oggi mi sembri Doremi- disse Leon tentando di
scacciare la pressione e il dolore ai tagli.
-Non
so che mi succede, sono preoccupata per la nostra missione, se moriamo prima
che riusciamo a prendere tutti gli elementi- disse Aiko
-Non
dirlo neanche per scherzo, dov’è la Aiko che non si arrende mai? E poi sappi
che come adesso ti aiuterò sempre, perché ti voglio bene, mi piace stare in tua
compagnia- disse Leon arrossendo.
Aiko divenne
paonazza. Ma ora non era il momento di fantasticare, alzò la testa e vide che
il braccio di Leon sanguinava copiosamente.
-Ti
prego Leon resisti- disse Aiko.
-Facile
a dirsi- disse Leon scherzosamente.
Leon perse la
presa della roccia ma qualcuno gli prese mano.
-Aiko,
Leon state bene?- chiese Kotake tenendo stretto la presa sulla mano di Leon.
-Kotake!-
esclamo Aiko
-Potremmo
stare meglio- disse Leon.
-Ora
vi tiro su- disse Kotake e prese la forza e li scoravento dietro di lui.
-Potevi
fare un po’ più piano- disse Aiko.
-Ma
ora siete salvi no?- disse Kotake con tono scherzoso.
-Gia,
un tempismo perfetto- disse Leon alzando il pollice.
-Gia,
grazie- disse Aiko.
Riserò tutti
e tre insieme.
-Dai
andiamo, le altre vi stanno aspettando all’entrata- disse Kotake.
-Si
raggiungiamole- disse Aiko.
-Allora
sei riuscito a liberale- disse Leon.
-Certo
dubiti delle mie capacità?- chiese Kotake.
-Certo,
sembravi spaesato ci siamo incontrati nel mondo della magia- disse Leon.
-Ci
credo ritrovarmi in un mondo che non hai mai visto, tu come ti sentiresti?-
disse Kotake.
-Anche
questo e vero- disse Leon.
Dal lago
spuntò il delfino felice.
-Grazie!
per averci salvato umana il nostro popolo ti ringrazia- disse il delfino.
-Sono
sta molto felice di aiutarti, io mi chiamo Aiko, quindi non chiamarmi umana-
disse Aiko.
-Grazie
Aiko. Addio- disse e scomparì nel lago.
-Ora
riusciranno a sopravvivere- disse felice Aiko.
-Chi
è?-disse Leon curioso
-Mi
ha salvato quando sono caduta nel lago- disse Aiko.
-Su
andiamo, ci aspettano le altre- disse Kotake e si incamminarono.
La rimpatriata
fu un lago di lacrime, Aiko sotto quella scorza di una coraggiosa, e
impassibile c’era una ragazza fragile che vuole bene ai propri amici, Leon
scherzava con gli altri del suo gruppo, tutto andò per il meglio.
-Allora,
dite, come avete fatto a sconfiggerlo?- disse Doremi.
-Bhe..
è stata lei a fare tutto- disse Leon riferendosi ad Aiko.
-Non
dire scemenze, se tu non mi avessi preso mentre cadevo…- disse Aiko.
-E
poi è venuto Kotake a tirarci su- dissero insieme Aiko e Leon.
Aiko raccontò
per filo e per segno tutto quello che era successo. All’improvviso Kotake ebbe
un sussulto, come se qualcuno stesse entrando nella sua testa. La voce parlò.
“Tetsuya…
Tetsuya… non fidarti di loro… uccidili… uccidili tutti… un giorno ti tradiranno”
disse la voce.
“ tu chi sei?
Che cosa vuoi da me?” chiese Kotake.
“ io so molto
cose che tu non sai, se ti unisci a noi te le dirò” disse la voce.
“tu sei un
demone giusto” dedusse Kotake.
“esatto sono
un demone, ma anche tu…” la voce si fermò
“Basta,
lascia stare i miei amici o sara peggio per te” disse Kotake.
“Vedrai come
soffrirai, quando ti tradiranno Ahahahahahahahahaha” disse la voce.
“ No no no no
Basta” Kotake scuoteva la testa.
-Tu
non mi hai detto che mi volevi bene- disse Aiko arrossendo.
-Ma
quando? non l’ho mai detto- disse Leon paonazzo in viso ed iniziò a scappare
per la vergogna.
-Fermati
non ho ancora finito di parlarti- disse Aiko e si lanciò all’inseguimento.
-Ahahahaha…
sembrano Kotake e Doremi- disse Toru ridendo.
Doremi vide
Kotake scuotere la testa e si avvicinò.
-Che
c’è Tetsuya, non ti senti bene?- chiese Doremi preoccupata.
-No!
Non è nulla- disse Kotake.
-Su
torniamo nel mondo della magia- disse Kotake.
-Si-
dissero tutti.
Doremi non
era tranquilla lo vedeva molto preoccupato cosi lo prese per mano.
-Se
c’è qualcosa che non fa puoi dirmelo, sono qui ad ascoltarti- disse Doremi sfoggiando
uno dei suoi sorrisi dolci.
Kotake
sorrise ed arrossì, era veramente bella quando faceva cosi.
“tu l’ami ma
lei non ama te, ama un altro…” disse la voce riconparsa nella mente.
-Basta
smettila- esclamò di punto in bianco Kotake, facendo girare i suoi compagni, e
facendo sussultare Doremi.
-Eeheheeheh-
rise nervosamente Kotake si mise una mano dietro la testa. Si girò verso Doremi.
-Senti se avrò qualcosa che non va, sarai la
prima a saperlo, ok?- disse Kotake.
-Ok,
ora mi puoi spiegare perché sei preoccupato?- chiese Doremi.
-Non
so è come se sentissi una voce nella mia testa che mi dice delle cose brutte-
disse Kotake.
-Senti
una voce nella testa? Forse sei stanco- disse Doremi.
-O
forse è un demone che ci spia- disse Akatsuki.
-Non
lo so ma dobbiamo affrettarci a trovare i rimanenti cinque elementi, e trovare
il prescelto- disse Kotake serio.
Il
gruppo tornò nel mondo della magia e la porta scomparve, Aiko e Leon avevano il
cuore in scompiglio per quello che si erano detti , Doremi era preoccupata per
Kotake , e quest’ultimo era preoccupato per la voce che sentiva nella mente,
era a conoscenza del suo segreto. Sapevano tutti che loro sarebbero stati i
prossimi avversari dei guardiani.
Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaau
ecco un altro capitolo per voi , ho cercato di mettere anche la coppia
AikoXLeon anche se è ancora gli inizì, spero che vi piaccia. Commentate perche
mi fa molto piacere (accetto anche le critiche, perché voglio saper scrivere
bene, anzi magnificamente). Arrivederci al prossimo capitolo.
Le strade di
Tokio erano affollatissime, piena di gente che con frenesia andava a lavorare,
tra loro c’era una ragazza che aspettava che il semaforo pedonale diventasse
verde. La ragazza in questione aveva lunghi capelli castani legati con un
fiocco arancione, era Hazuki che portava con se una borsa che conteneva alcuni
spartiti musicali e il suo inseparabile violino. La scuola dove andava era tra
le più severe e solo poche persone potevano rimanere, il minimo per rimanere
era avere la media del nove, quindi questo richiedeva maggiore sforzo agli
alunni, ma per lei era semplice era sempre la più brava a scuola. Il semaforo
divenne verde e i passanti iniziarono ad attraversare.
-Hey
Hazuki!!- disse la voce per lei famigliare.
-Fujo!
Ciao- esclamò Hazuki.
-Come
va? Tutto bene?- chiese Fujo.
-In
un certo senso si- disse Hazuki.
-Come
mai in un certo senso?- chiese Fujo
-No,
non è nulla, è solo una delusione d’amore, tutto qui- disse Hazuki triste.
-A
ho capito- disse Fujo piano.
La reazione di Fujo la spiazzò. Era la
prima volta che lo vedeva cosi.
-Non
essere triste per me, ora è acqua passata- disse Hazuki sorridendo.
Flashback
Hazuki girava per le strade di Misora
con una lettera in mano, che molto probabilmente era per il ragazzo che amava,
c’era voluto molto tempo per decidersi a confessargli il proprio amore, e ancor
più tempo per conporre la lettera. Voleva che anche se lei non sarebbe più
Misora, lui l’avrebbe amata per sempre. Passò da casa sua ma lui non era in
casa quindi iniziò a cercarlo, era troppo importante quello che doveva dirti,
ma non riuscì a trovarlo cosi si sedette su una panchina del parco. Era cosi
calmo e tranquillo che ci rimanette molto tempo. All’improvviso sentì una voce
a lei molto famiglia, era Masaru ma c’era anche qualcun altro con lui. Si
sporse per vedere chi fosse, e vide che era Shiori. I due guardarono
intensamente.
-Ecco,
ti ho portato qui per dirti che…- disse Masaru ma si fermò ed iniziò ad
arrossire.
-Che?-
chiese Shiori.
-Io
ti Amo, vorresti essere la mia ragazza- disse Masaru diventando paonazzo.
-Si-
disse felicie Shiori abbracciandolo.
-Per
Hazuki come fai?- disse lei.
-Hazuki
è solo un’amica, la ragazza che amo sei tu- disse Masaru e la bacio sulle
labbra.
Hazuki rimase sconvolta, lacrime calde
sgorgavano dagli occhi, il cuore in pezzi e la lettera ormai stropicciata, la
lasciò a terra e scappò via lontano. Quando Masaru e Shiori la videro corre via
si domandarono dove andava cosi di fretta, poi videro che piangeva.
-Chissa
dove andava cosi di fretta, perché stava piangendo?- si chiese Shiori.
Masaru aveva un brutto presentimento,
che abbia ascoltato la conversazione che si sono fatti. Poi trovò la lettera
tutta stropicciata, la aprì e la lesse non c’erano dubbi era la caligrafia di
Hazuki, quella era una lettera d’amore che Hazuki doveva dare a lui, aveva
sbagliato a non parlare chiaro a una ragazza gentile e sensibile come Hazuki, e
ora lo odiava. Doveva riparare al suo errore e prima di perdere anche la sua
amicizia.
Posso qualche tempo ma Masaru no
riuscì a chiarirsi con Hazuki perché lo evitava. Il giorno della partenza per
Tokio, tutti i suoi compagni di classe tra cui anche Masaru e Shiori.
-Allora
parti per diventare una violinista?- chiese Tamaki.
-Gia,
studierò nel rinnomato conservatorio di Tokio- disse Hazuki.
-Ci
dobbiamo sentire sempre- disse Doremi in lacrime.
-Calma!
Certo che ci sentiremo- disse Hazuki cercando di consolare.
Masaru e Shiori si avvicinarono.
-Ti
auguro tanta felicità nella nuova scuola- disse Shiori.
-…-
la ragazza non rispose, era ancora scossa per la dolorosa scoperta, ma lei non
era una che accumulava il rancore per una persona, specialmente con una amica.
-Grazie,
anche tu non fatti fregare Masaru- disse Hazuki sorridendo.
-Mi
dispiace di non avertelo detto prima, ma non pensavo che mi amassi. Sono uno
stupido- disse Masaru con viso a terra.
-Gia,
sei uno stupido- disse Hazuki.
-Mi
hai spezzato il cuore, ma sei pur sempre mio amico- disse Hazuki e tese la
mano.
Masaru la strinse. L’amicizia è salva
anche se si era un po’ spezzata.
-Andiamo
tesoro il viaggio e lungo- disse la madre di Hazuki
-Ok,
arrivo- disse Hazuki e Sali in auto.
Tutti la salutavano chi piangendo e
chi correndo dietro alla macchina. Anche Masaru e Shiori la salutarono mano
nella mano. Hazuki si stese sul sedile e pianse, gli faceva male ancora che
Masaru abbia scelto Shiori a lei, anche se detestava ammetterlo.
Fine Flashback.
Col tempo il dolore scomparì, ma non
del tutto, il ragazzo che Hazuki amava era andata con un'altra ragazza, ormai
doveva accettarlo.
-Su
sbrighiamoci che facciamo tardi- disse Fujo e la prese per mano.
-Ehi!
Piano- disse Hazuki quasi divertita.
Entrarono in scuola e cominciarono le
lezioni.
-Mamma
mia, come sono massacranti queste lezioni- disse Fujo sospirando.
-Io
non direi!- disse Hazuki tranquilla.
-Per
te è facile, sei bravissima- disse Fujo.
-Ci
sono molte persone più brave di me- disse Hazuki.
-Senti
che ne dici di andare a prenderci un the- disse Fujo
-Ottima
idea- disse Hazuki.
Entrarono nel primo bar che
incontrarono. Ordinarono e dopo pochi minuti due tazze fumanti di the arrivarono.
Lo iniziarono a bere un sorso alla volta.
-Buono,
di solito nel mondo dei maghi c’è una varietà di the, e molto amara ma questa e
un vero toccasana- disse Fujo.
-Gia,
tra tutti e il the che preverisco- disse Hazuki sorridendo.
Poi posò la tazza.
-Tu
credi che riusciremo a trovare il prescelto e a scongiurare questa guerra-
disse Hazuki.
-Non
lo so, ma faremo il possibile per trovarlo e salvare le persone che amiamo-
disse Fujo.
-Spero
che tu abbia ragione- disse Hazuki.
-Dobbiamo
avere fiducia nel leader del nostro gruppo- disse Fujo.
-Gia-
disse Hazuki.
-Però
è strano che quel ragazzino strambo sia diventato il nostro capo- disse Fujo.
-È
molto strano, da quando abbiamo cominciato la missione non l’ho mai visto combattere
seriamente- disse Hazuki.
-Se
gode della fiducia del grande Toku-san allora presto lo vedremo in azione-
disse Fujo
-Ma
non parliamo della missione, siamo qui per rilassarci, no?- disse Hazuki
sorridente.
-Gia,
parlami della tua passione per il violino- chiese Fujo.
E cosi iniziarono a parlare della loro
infanzia e dei loro hobby.
Kotake non chiuse occhi quella notte,
brutto segno, sognò della cose spaventose, i suoi amici morti e lui non poteva
fare nulla per salvarli, sentiva di nuovo la voce del demone che gli diceva di
distruggere tutto. Ora era con Doremi e facevano la strada di casa.
-Kotake
che goal oggi nel ora di ginnastica- disse entusiasta Doremi.
-Certo
sono un bomber nato- disse Kotake vantarsi.
-Pallone
gonfiato!- disse Doremi e cadde rovinosamente al suolo.
-Come
mi hai chiamato Dojimi?- disse Kotake.
Iniziarono a rincorrersi ma qualcosa
il fermò. Era la chiama.
Tutti si ritrovarono nel mondo della
magia per un nuovo elemento da sconfiggere, una nuova sfida da combattere.
-Di
cosa si tratta adesso?- chiese Hazuki.
-Guardiano
del aria- disse Kotake aveva gia letto la scritta che c’era sulla porta.
-Il
secondo guardiano più subdolo. State attenti vi attaccherà in modo psicologico,
per distruggirvi.- disse Toku.
-Anche
oggi siamo in una situazione di pericolo- disse Aiko.
-Ormai
ci siamo abituati- disse Leon.
-Parla
per te, non vedo l’ora che tutto sia finito- disse Aiko.
-Gia
lo vorremmo tutti- disse Onpu.
-Ragazze,
ragazzi fatevi onore!- disse Toku
-Si-
dissero tutti e saltarono nella porta.
La porta si chiuse. Kotake il suo
gruppo si trovarono immersi nel vuoto.
-Che
sta succedendo? Aaaaaaaaaaaah!!- disse Doremi.
-Non
lo so, ma cerchiamo distare uniti- disse Kotake.
All’improvviso ci fu una folatadi
vento a disgregò il gruppo.
-RAGAZZI!!!-
urlo Kotake ma le sue urla non ebbero suono.
“Ragazzi mi sentite?” Kotake provo con
la telepatia ma nulla, come se non fossero ma esistite. Kotake continuava a
precipitare e non capiva cosa doveva fare per fermarsi, non c’era nulla in quel
posto, il nulla era li. Tutto dun colpo si ritrovo davanti ad una casa.
-Ehi,
ma questa e casa mia, che ci faccio qui?- disse Kotake.
All’improvviso una esplosione che
arrivava dalla casa scosse Kotake che entrò per vedere, la scena che si trovò
davanti era la più orribile che abbia mai visto, un demone rideva sadiacamente strincendo il collo di sua madre.
Appena lo vide vorrebbe fermarlo ma come se il suo corpo si fosse immobilizato,
scampitava si dimenava ma il corpo non si muove.
Doremi e Akatsuki contiunavano a
cadere si tenevano per mano, che la cosa creò un po’ di imbarazzo tra i due,
quando si fermarono una luce li avvolse.
Una immagine si fece strada nella loro
mente, Doremi si vide sola nella sua casa, iniziò a chiamare sua madre, suo
padre, sua sorella, ma nessuno rispondeva, allora iniziò a piangere, era sola
nessuno c’era in quella casa, nessuno l’avrebbe consolata.
Akatsuki si ritrovò nel suo palazzo
nel mondo dei maghi e nella grande sala e tutti intorno a lui parlavano
sottovoce, dai bisbigli che si dicevano riuscì a sentire.
“tu sei un fallito, non sarai mai come
tuo padre” bisbiglavano tra loro i sudditi.
Bisbigli continui che iniziarono a
lesionargli la testa e il cuore. Si mise le mani alle orecchie e scosse la
testa.
Fujo e Hazuki eraro immersi nelle loro
paure, e l’illusione si fece più forte. Hazuki rincorreva invano Masaru che
stava sconparendo assieme a Shiori. Corse, ma più correva più loro si
allontanavano. Era disperata non sa per quanto quella paura gli avrebbe
spezzato il cuore.
Fujo rincorreva Hazuki che era a terra
e non respirava più, era in prede al panico, non sapeva cosa fare, il suo corpo
era freddo. Si mise la testa tra le mani di Hazuki e pianse.
Anche a Toru e Onpu successe la stessa
cosa. Onpu si ritrovò in una strada metropolitana piena di gente, tutti
bisbigliavano il suo nome inorriditi, si chiese perché corse tra quelle persone
e si trovo in un negozio di televisioni e si vide lei fare cose oscene in
pubblico, scosse la testa, quella non poteva essere lei, non avrebbe mai fatto
quelle cose, mentre le immagini continuavano delle goccie d’acqua stavano
scendendo dagli occhi.
Toru era in un teatro pieno di gente,
subito si agitò molto e stonò tutte le note della canzone che aveva iniziato a
cantare.
Leon e Aiko non erano da meno. Leon
aveva le allucinazioni e vide un ragazzo saltato fuori dal nulla che
sconfiggeva Aiko e se la portava via. No. Non poteva varlo, Aiko era sua e di
nessun’altro, solo lui poteva battere Aiko a ottenere anche il suo cuore.
Aiko si vide nella sua casa che i suoi
genitori che litigano molto animatamente, ad un certo punto la ragazza vide sua
madre fare la valigia e prendere il piccolo Takushi, andandosene. Come si sono
di nuovo separeti? Si domandava anche dove sarebbe andata a finire lei. Tutti
questi pensieri li fecero formare un nodo alla gola che non la faceva
respirare. Singhiozzando si portò le ginocchia alla testa e chiuse gli occhi.
Momoko era nella sua vecchia
pasticceria, o quello che rimaneva della strutture, perché la ditta di
demolizioni ormai la stava facendo a pezzi voleva fermarli ma non ci riusciva
perche era trasparente. Vedendo quel luogo a lei caro fatto a pezzi divenne
triste.
Kotake era in preda ad altre
allucinazioni, come poteva fermarle? Gli venne una idea ma poi avrebbe perso i
sensi.
-Vale
la pena provarci- disse Kotake.
il suo corpo iniziò a brillare di luce
propria, stava aumentando a dismisura la sua aura magica, non era ancora
abbastanza, doveva spezzare quelle illusioni e per farlo doveva far aumentare
la sua aura.
-aaaaaaaaaAAAAAAAAAAAAAAAH-
un urlo potente e Kotake spezzò l’incantesimo delle illusioni.
Tutti perso i sensi, erano li davanti
a Kotake svenuti ma salvi. Dall’aura di Kotake zampillavano scintille di
elettricità. Era felice di averli salvati. E cosi svenne anche lui per causa
aumento dell’aura magica.
Tutti si svegliarono con un gran mal
di testa tranne Kotake.
-Che
cosa diavolo e successo?- disse Doremi con la mano sulla fronte.
-Mi
ricordo che ero sola nella mia casa, poi un lampo e ho perso i sensi- disse
Doremi.
-Anche
noi avevamo le allucinazioni, ma all’improvviso poi abbiamo perso i sensi-
disse Onpu
-Ragazzi
credo che le cose che abbiamo visto erano le nostre paure assopite nel cuore-
disse Akatsuki.
-Però
non si spiega il fascio di luce- disse Onpu
-Non
so, ma quando è scaturita era davvero potente, ancora mi bolle il sangue nelle
vene.-
-Ho
come la sensazione che uno di noi l’abbia scaturita- disse Akatsuki.
Tutti si giravano in direzione di
Kotake che ancora giaceva a terra privo di sensi.
-Tetsuya,
sveglia- disse Doremi scrollandolo.
Il ragazzo aprì gli occhi lentamente
come se non avesse più le forze.
-Meno
male, siete tutti salvi. Allora a funzionato.- disse Kotake riazandosi.
-Di
cosa stai parlando scusa?- chiese Doremi.
-Sono
stato io a rompere l’incantesimo, ma ora sono senza forze- disse Kotake
sedendosi.
-Vuoi
dire che l’eneria che ho sentito era la tua aura magica?- disse Akatsuki
sbarrando gli occhi.
-Gia,
è una tecnica che mia insegnato Toku-san, ma io devo ancora pervezionarla-
disse Kotake.
-Ripensandoci
cosa vi ha insegnato Toku-san?- chiese Kotake.
-Ci
ha soltanto insegnato come difenderci e qualche tecnica con gli elementi- disse
Akatsuki.
-Ecco
tipico di Toku-san- disse sarcastico Kotake.
-E
a te cosa hai imparato da lui?- disse Doremi
-Molte
cose che ti ho insegnato, le ho imparate da lui- disse Kotake.
-Su
andiamo abbiamo una missione da compiere-concluse Kotake
-Certo-
disse tutti.
Camminarono per un po’ di tempo senza
sapere dove andavano, l’ambiante era come un buco nero, ne una roccia su cui
orientarsi era solo aria e un insolita piattaforma invisibile. Tutti erano
solti ne loro pensieri ma soprrattutto ricordavano le loro paure. Kotake
avvistò un trono vuoto.
-Mmm…
come mai quel trono e vuoto- disse Leon.
-No! io sono qui davanti a voi- disse
la voce.
-Chi
è che parla? Fatti vedere- disse Hazuki.
-Sei
tu la mia avversaria- disse la voce.
-Tu
sei il guardiano dell’aria, Mercaus- chiese Hazuki.
-Si
sono io, voglio te come avversaria perché tu sei piena di paure, sei l’anello
debole della squadra- disse Mercaus e gli scagliò un getto di aria che la
scaraventandola via, presa prontamente da Fujo.
-Hazuki,
stai bene?- disse preoccupato Fujo.
-S-si-
disse debolmente Hazuki.
-Rinuncia,
posso combattere io al tuo posto- disse Fujo.
-Gia
rinuncia e troppo forte, e poi come fai a combattere contro un guardiano che
non vedi nemmeno- disse Doremi.
-No!
Devo combattere contro di lui perchè anche io sono della squadra- disse Hazuki.
-Si,
ma se sei stata fortunata che prima c’era Fujo ad attuttire il colpo ma se
scendi il campo ti farai molto male, ti prego ripensaci- disse Onpu.
-No,
non posso ritirarmi, io non sono l’anello debole e devo dimostrorglielo, e poi
è la mia parte, lui a deciso me come avversario.- disse Hazuki.
-Ben
detto Hazuki-chan… - disse Kotake.
-Hazuki,
tutti sappiamo cosa vuol dire avere una paura nel nostro cuore, ma bisogna che
la scarichi all’estrerno, comincia da oggi a liberartene.- disse Kotake.
-Si!
grazie Kotake.- disse Hazuki.
-A
questi non ti servono- disse Kotake e le tolse gli occhiali.
-Quasto
sarà un combattimento al buio, quindi non affidarti ai sensi, ma solo
all’istinto- disse Kotake.
-Cosa
?all’istinto? ma io non l’ho mai usato l’istinto- disse Hazuki.
-Gia
Tetsuya, Hazuki non è una persona istintiva- disse Fujo.
-Bhè…
allora dovrà fare un miracolo altrimenti e spacciata- disse Kotake.
-Bel
incoraggiamento- disse sarcastica Onpu.
-Sono
un schietto- disse Kotake e si rivolse di nuovo ad Hazuki.
-Ricorda
tu non sei sola- disse Kotake.
La ragazza andò avanti ma non vedeva
nessuno, per lei era la prima battaglia, non sapeva come comportarsi.
-Allora
ragazzina vediamo cosa sai fare- disse Mercaus.
-…-
Hazuki si guardava intorno spaesata.
-Che
c’è piccola? Ti vedo un po’ spaesata non hai mai combattuto al buio?- disse
Mercaus.
-…-Hazuki iniziò a tremare.
-Cosi
non va, se non fa uscire la paura, si farà sconfiggere- disse Doremi.
-Ma
non possiamo aiutarla, deve essere lei a sconfiggere la paura, l’unica cosa che
possiamo fare è starle vicino- disse Kotake.
Il combattimento iniziò ma subito si
vide chiera in svantaggio e chi era in
vantaggio, Mercaus approfittava del fatto che Hazuki era spaventata, e perché
lui era invisibile. Mercaus scagliò un getto d’aria che procurò numerosi tagli
che la fecero cadere in ginocchio.
-Che
c’è piccola sei un po’ fiacca…Ahahahahahahah- rise Mercaus.
-Se
riuscissi a vederlo- disse Hazuki cercando di mettersi in piedi.
-Sei
un spasso piccola, soffri come un animale è pretendi di sconfiggermi- disse
Mercaus beffandola.
-Fa
silenzio, tu mi hai definito anello debole, vedremo se è veramente cosi- disse
Hazuki.
-Bene,
visto che sei cosi sfaccia userò il mio colpo migliore! PREPARATI!- disse Mercaus.
L’Aria inizio a diventare pesante,
formando del fumo bianco che invase l’area circostante. Il fumo si concentro in
un unico punto dell’area formando una sfera.
-Ora
capito dove sta- disse Hazuki e si lancio all’attacco.
-Era
proprio quello che volevo- disse Mercaus.
La sfera sconparì.
-Cosa?-
disse Hazuki
-Anello
debole resta sempre anello debole- disse Mercaus e gli arrivo alle spalle.
-SFERA
DI TORNADO COLPISCI- disse Mercaus e la scaglio contro Hazuki.
La povera ragazza venne investita da
questo tornado che le procuro molte più ferite di quando non ne aveva gia, e
quando il tornado si scomparì,tutti viderò il corpo della povera ragazza privo
di sensi.
-HAZUKI-CHAN-
urlò Fujo andando verso di lei.
Ma venne fermato prontamente da
Kotake.
-Cosa
vuoi tu? Se non la salvo morirà- disse Fujo con le lacrime gli occhi.
-Sei
tu che non capisci, non hai visto il campo di forza? Se ti avvicineraial campo di battaglia, morirai senza neache
riuscire a salvarla- disse Kotake.
-Allora
cosa devo fare? Lasciarla morire senza nemmeno provare a salvarla- disse Fujo.
-Sai
noi umani abbiamo un detto ed è non
vendere la pelle del orso prima di avergli sparato- disse Kotake.
-Cosa
vuoi dire?- chiese Fujo.
-Abbi
più fiducia in Hazuki- disse Kotake sorridendo.
-Perché
mi trovo qui, ricordo che stavo combattevo contro il guardiano dell’aria- disse
Hazuki.
-Hai
perso i sensi, e sei finita qui- disse una ragazza che si stava avvicinando ad
Hazuki.
Hazuki indietreggio spaventata. Quella
ragazza le assomigliava anche se era molto più formosa di lei ed aveva i
capelli biondi.
-Chi
sei? Cosa vuoi da me?- disse Hazuki spaventata.
-Ehi!
Guarda che non mangio nessuno- disse la ragazza sorridendo.
“Che bella ragazza, che cosa ci qui?”
penso Hazuki mentre osservava.
-Io
sono Yozuna e tu come ti chiami?- disse Yozuna.
-Io
mi chiamo Hazuki Fujiwara- disse Hazuki.
-Senti
Yozuna dove siamo? Perché hai messo quelle scritte sulle porte? E soprattutto
chi è il prescelto, è tra di noi?-chiese Hazuki.
-Questa
e un mondo creato da me per aiutarvi a cercare il prescelto, perché voi siete i
primi che cercano di riunire i sette elementi, mettendo quella scritta sono
entrata in contatto con voi, ma no posso dire se tra di voi c’è il prescelto,
lo scoprirete solo col tempo- disse Yozuna.
-A
capisco.- disse Hazuki.
-Un
giorno quando serete pronti troverete voi il prescelto, io sono qui solo per
aiutarvi quando siete in difficolta come adesso- disse Yozuna sorridendole.
-Come
devo sconfiggere un avversario che non vedo, Kotake-kun mia detto di usare
l’istinto, ma non so come si usa- disse Hazuki disperata
La ragazza l’ abbraccio ad iniziò a
parlare.
-Ora
calmati e ascoltami, l’istinto fa in modo che il tuo corpo risponda a delle
cose dettate dal cervello anche quando non viene usato, ma per usare l’istinto
devi liberarti di tutti i pensieri che affollano la mente, tutte le paure del
cuore, anche se è difficile- disse Yozuna.
“Che buon profumo sembra quello di mia
madre” penso Hazuki.
Si sentiva oppressa da tristezza e
paura e quello era il momento di buttarlo fuori, si strinse tra le braccia Yozuna
e pianse cosi forte da scuotere persino Yozuna. Yozuna le mise una mano sulla
testa e le carezzo i capelli.
-Su
sfogati- disse semplicemente.
Quando Hazuki si calmò:
-Grazie
Yozuna, senza di te non so come avrei fatto.- disse Hazuki.
-Di
nulla, hai fatto tutto tu, io ti ho solo aiutata a buttare fuori tutta quella
tristezza che avevi nel cuore- disse Yozuna.
-Senti
posso farti una ultima domanda?- chiese Hazuki.
-Ok!
Cosa vuoi sapere?- disse Yozuna.
-Ho
sentito da Toku-san che Quattordici anni va tu hai eri incinta di bambino. Chi
è? Lo conosco- chiese Hazuki.
-Forse
lo conosci o forse no, questo non posso ancora dirtelo. Ma spero che sia
felice.- disse Yozuna diventando triste.
-Su,
non è il momento di essere triste, devi tornare alla battaglia, a presto- disse
Yozuna e schioccò le dita.
-Grazie
ancora- disse Hazuki e scomparì.
-Oh
figlio mio se potessi vedere…- disse Yozuna e scompari anche lei.
-Allora
chi si fa avanti, tanto finirete comequella ragazza, io sono il più forte AHAHAHAHAHAAH- rise Mercaus.
-Tsk..
Maledetto- disse Fujo.
Kotake sorriso.
-Quale
ragazza io non vedo nessuno?- disse Kotake.
-Mi
prendi in giro umano e li- disse Mercaus.
Si girò verso il punto in cui c’era la
ragazza. Un era più li, era sparita.
-Dov’è?-
si chiese Mercaus
-Sono
qui- disse Hazuki e lo colpì scaraventandolo via.
-Hazuki
stai bene allora?- chiese Onpu.
-Certo
che si, non hai fiducia nella tua amica- disse Hazuki.
-Come
hai fatto a sopravvivere alla mia tecnica?-chiese Mercaus.
-Tu,
pensa a combattere- disse Hazuki.
-Hai
avuto solo fortuna- disse Mercaused andò all’attacco.
Mercaus la colpì più volte ma, tutti i
colpi che scagliavano andavono a vuoto. All’improvviso Hazuki era diventata
cosi veloce che riusciva ad anticipare le mosse dell’avversario.
-Come
fai ad essere cosi veloce, non è possibile?- disse Mercaus incredulo.
-Si,
che è possibile se credi in te stesso- disse Hazuki.
-Non
dire idiozie non riesci a vedermi, e non sai come sconfiggermi, quindi sono
ancora in vantaggio- disse Mercaus.
-Ti
sbagli! Ti vedo benissimo perché mi sono di tutte quelle paure che avevo nel
cuore, ora sono sicura di sconfiggerti- disse Hazuki.
-Sfrontata!!
Non mi sconfiggerai mai- disse Mercaus e divenne molto grande divenendo un
gigante.
-Non
mi fai paura, forza sua il colpo più potente- disse Hazuki.
-Uaoh!!
E chi l’avrebbe mai detto che Hazuki-chan aveva cosi tanto coraggio- disse
Leon.
-Probabilmente
anche lei si stupisce, ecco cosa vuol dire istinto- disse Kotake.
-Vai
Hazuki fallo nero- disse Doremi entusiasta dell’amica.
-Doremi!-
dissero zittendola.
-Chiedo
scusa- disse Doremi mortivica come una bambina.
La sfera di tornado era pronta ed era
molto più grade della prima.
-Tu
sei il guardiano dell’aria, ma non sai niente del tuo elemento- disse Hazuki.
-Cosa
dovrei sapere?- disse Mercaus.
-Che
anche l’aria a un punto debole- disse Hazuki.
-AHAHAHAHAHAHA!!!
sai che sei davvero uno spasso, e sentiamo quale il mio punto debole?- disse
Mercaus ridendo.
-Il
fulmine- disse semplicemente Hazuki.
-La
vedremo- disse Mercaus.
I due erano pronti per l’ultima mossa
che avrebbe segnato la sconfitta di uno dei due. Hazuki concentrò nelle mani un
po’ di energia magica trasformandola in pura elettricità, poi la trasformò in
uno spadone. Mercaus scagliò la sfera di tornado.
-Buon
viaggio all’inferno- disse Mercaus.
-All’inferno
ci andrai tu- disse Hazuki.
La forza della sfera di tornado era
davvero potente, cosi Hazuki sfruttò il la forza dell’aria per arrivare sino
sopra al mostro.
-AAAAAAAAAAAHHHHH-urlò
Hazuki.
Il guardiano incredulo cercò di
prenderla ma non era più veloce come prima. Hazuki lo tagliò in due.
-Come
hai fatto- disse Mercaus cadendo a terra.
Il campo di forza era caduto, le
ragazze si avvicinarono e videro che era ancora immobile.
-Sei
stata grande- disse Doremi.
-Gia,sei
stata incredibile- disse Momoko.
-Grazie-
disse Hazuki e socchiuse gli occhi.
Hazuki si lasciò andare e venne presa
prontamente da Fujo.
-Riposati-
disse semplicemente Fujo.
-Però
facevi paura prima ti avevo scambiata una tigre- disse scherzosamente Leon.
-Non
dire scemitaggini- disse Aiko dandogli un colpo harisen.
-Ahi
– esclamò Leon.
Tutti risero a crepapelle per quella
scena.
-Su
ora dicci il tuo indizio- disse Kotake.
-Per
uno di voi le allucinazioni che vi ho fatto si trasformeranno in realta ,
pregusto gia quel giorno Ahahahahaha- disse Mercaus.
I ragazzi si guardarono chi sarà che
subirà le cose che hanno visto nelle loro allucinazioni? Kotake puntò l’amuleto
in alto e pronunciò:
-Aria
torna nell’amuleto- disse Kotake.
Il guardiano scomparì e al suo posto
si creò un tornado che fini nel amuleto.
-Senti
Hazuki come hai fatto a soprovvivere a una tecnica cosi potente?- chiese
Kotake.
-Non
te lo so dire, ma credo che mi abbia salvata Yozuna- disse Hazuki.
-COSA?!-
tutti sbarrano gli occhi.
-Non
so come abbia fatto, ma e stata lei ad indicarmi come dovevo sconfiggere- disse
Hazuki.
La terra iniziò a tremare.
-Forza
usciamo da qui! Poi parleremo di Yozuna- disse Kotake.
-Si-
dissero e si diressero alla porta.
Fuori dalla porta li aspettavano Toku
e Majorika. I ragazzi schizzarono fuori dalla porta. La porta scomparì.
-Ragazze
state bene?-chiese Majorika
-Mai
stati meglio- disse Doremi.
-Allora
cosa stavamo dicendo Hazuki- disse Kotake.
-Stavamo
parlando Yozuna- disse Hazuki.
-Che
c’entra Yozuna adesso?- chiese Toku
-Sono
stata salvata da Yozuna- disse Hazuki.
-Vuol
dire che hai parlato con Yozuna, e cosa ti a detto?- disse Toku.
-Anche
lei ci aiuta nella ricerca- disse Hazuki.
-Forse
lei è anche il tassello mancante- disse Toku.
-Forse
lei può dircelo- disse Akatsuki.
-È
un po’ difficile perché quella che Hazukie una manifestazione spirituale, qui solo lei puo farsi viva, noi non
possiamo chiamarla ameno che non torniamo nel passato- disse Toku.
-almeno
abbiamo fatto un passo avanti verso la soluzione del caso- disse Aiko.
-Un
momento, come era fatta?- chiese Majorika.
-Lunghi
capelli biondi e occhi blu scuro fisico formoso e un sorriso bellissimo- disse
Hazuki
-Allora
a me mi è apparsa in sogno quando abbiamo cominciato l’allenamento- disse
Doremi.
Mentre Toku guardava Hazuki che non
avesse delle ferite profonde, Doremi si avvicinò a Kotake.
-Allora
anche il terzo elemento e preso- disse Doremi.
-Gia…anf…molto
bene- disse Kotake
Doremi vide che Kotake non riusciva a
respirare bene.
-Ma
tu non stai bene- disse Doremi.
-Con
una bella dormita ritornero in forma vedrai- disse Kotake.
Toku si accorse subito della cosa ed
andò da Kotake.
-Ti
ho detto mille volte che non devi usare la tua aura al cinquanta per cento, se
avresti contiuato ti sarebbe esploso il cuore- disse Toku.
Tutti inorridirono a quella frase.
-C’era
in gioco molto, è por questo che l’ho fatto- disse Kotake.
-Uff…
su fatti portare- disse Toku rassegnato.
-No!
cammino da solo- disse Kotake e si mise in piedi anche se male.
-Che
testone- esclamò Toku.
-Senti
Doremi, Tetsuya da quando e cosi testardo?- bisbiglio Toku nell’orecchia di
Doremi ma kotake aveva sentito.
-Lo
è sempre stato- disse Doremi.
Caduta in stile manga da parte di
Kotake e di Toku.
Fujo cercava di curare le ferite di
Hazuki, e cercò non guardarla negli occhi, era troppo imbarazzato.
-Senti
Fujo, grazie per quello che stai facendo- disse Hazuki.
-Di
nulla, dovere- disse Fujo rosso come un peperone.
-Ti
sei preoccuato per me quando ho perso i sensi, ti ho sentito gridare- disse
Hazuki.
-Non
volevo perderti- disse Fujo.
-Non
mi hai persa- disse Hazuki.
Si guardarono negli occhi e Hazuki
scoccò una bacio sulla guancia. Poi si alzò e tornò dalle altre e vide che ora
molto più felice rispetto a prima. Se avrebbe contiuanto a starle vicino
avrebbe conquistato il suo cuore.
si ho finito anche questo capitolo,
sono sempre più lunghi e intriganti percio questo è il ritmo, comunque grazie a
tutti quelli che leggono la mia fan fiction e che imprecano per un nuovo
capitolo, spero che il prossimo le risca a fare nel giro di un mese. Commentate
ed arrivederci al prossimo capitolo. CIAAAAAUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!!!!
che
qualcuno mi aiuta, non voglio morire- recitava una ragazza con i
capelli viola e occhi dello stesso colore.
Stai
zitta, o ti taglio la lingua- disse l'uomo che la teneva con un
coltello puntato alla gola.
Lasciala
maledetto- grido un ragazzo con i capelli colore verde acqua.
La
ragazza si dimenava ma non riusciva a liberarsi. Aveva paura, per lei
sarebbe finita, la lama fredda del coltello iniziava a ferirla.
i
soldi ci sono- chiese il sequestratore.
Si!
sono qui- disse il ragazzo facendo vedere la borsa – lascia
andare la ragazza e io te li darò- disse il ragazzo.
Prima
i soldi poi la ragazza- disse il sequestratore.
No!
prima la ragazza poi i soldi- disse il ragazzo.
ehi
ragazzino qui le regole le detto io- disse sequestratore.
Va
bene per questa volta sarò magnanimo, io faccio muovere la
ragazza e tu mi lanci la borsa, ok?- disse il sequestratore.
D'accordo-
disse il ragazzo.
Cammina-
disse il sequestratore alla ragazza cominciò a camminare.
Il
ragazzo gli lanciò la borsa.
quanti
soldi, ci tieni alla tua ragazza, beh! Ora non mi servite più-
disse il sequestratore ed estro la pistola che aveva nel fodero.
Non
credo- disse il ragazzo estraendo una Smith and Wenson a sei colpi.
Il
ragazzo sparò un colpo che fece volar via la pistola del
sequestratore che volò vicino alla ragazza. La ragazza la
prese.
fermo
non ti muovere- disse la ragazza.
Pausa.
Dieci minuti- disse regista.
Uff,
finalmente una pausa ci voleva proprio- disse Onpu.
Ecco
tieni- disse Toru porgendole una lattina di succo di frutta
grazie
Toru-kan- disse Onpu.
Toru
la guardò, era bella come sempre, ma c'era qualcosa che non
andava, nei suoi occhi c'era un velo di tristezza.
ah!
queste riprese sono davvero estenuanti- disse Toru.
Già!
poi dirlo forte- disse Onpu.
C'è
qualcosa che non va, ti vedo molto triste, di solito sprizzi
allegria da tutti i pori- disse Toru.
È
solo un po' di stress, questo fiction mi sta facendo faticare non
poco- disse Onpu.
Sicura?-
chiese Toru.
Ok!
ok! Sono preoccupata per la nostra missione che stiamo svolgendo,
ormai quasi tutte facciamo questi ragionamenti, insomma se non
riuscissimo e il mondo che conosciamo viene dominato dai demoni
pensi che strage succederebbe, è una cosa che mi fa stare
male.- disse Onpu.
Ti
capisco, so che stai provando ma unica cosa che dobbiamo fare è
non arrendersi mai, perché se ci arrendessimo loro avrebbero
già vinto, e allora nessuno si salverà- disse Toru
serio.
Hai
ragione, però sono preoccupata lo stesso.- disse Onpu.
Per
ora concentriamoci sul set poi alla missione ci penseremo dopo-
disse Toru sorridente.
Già-
disse Onpu.
I
due si guardarono negli occhi Onpu notò che Toru si era fatto
molto più alto rispetto a lei, cosi come Toru si accorse delle
belle forme slanciate della ragazza, il respiro dei due si fece
corto, i loro visi erano vicini... troppo vicini... stra
maledettamente vicini...
-
Onpu! Toru! Si riprende.- disse la madre di Onpu.
I
ragazzi si accorsero che erano molti vicino si staccarono
immediatamente, diventando paonazzi.
è
successo qualcosa, sembrate strani- disse la madre di Onpu.
I
ragazzi iniziarono a balbettare.
n...no
n...noi stava parlando- disse Onpu e andò a prepararsi.
Si
è meglio che vada anche io- disse Toru scomparve.
Mentre
la stavano truccando Onpu penso “che diamine mi è venuto
in mente, non so cosa mi è preso”
Mentre
Toru rileggeva la parte penso sognante “ non ci credo che stavo
per baciarmi con Onpu-chan a che bello”
allora
Toru ti muovi o no?- disse il regista spazientito.
Kotake
si trovava a casa perché non stava bene, continuava ad avere
incubi notturni, aveva anche dei mancamenti, ma non era da lui
restare a letto a poltrire e cosi si alzò e andò a
lavarsi, si sciacquò la faccia, si guardò nello
specchio, non aveva un bel colori, poi l'immagine nello specchio
cambio e prese la forma di un demone.
ciao,
da quanto che non ci si sente- disse il demone.
Chi
sei tu, perché mi vuoi far impazzire- disse Kotake.
Io
sono nel giusto, e ti voglio condurre sulla retta via- disse il
demone.
Si,
e secondo te io ci credo?- disse Kotake.
Ma
la via che stai seguendo ti porterà a soffrire, chi dice di
essere tu amico ti tradirà e abbandonerà, rimarrai
solo. Se scopriranno il tuo segreto non so se riusciranno ancora a
crederti. Se vieni con noi ti daremo potere, un grande potere.-
disse il demone.
C'è
lo già il grande potere non mi serve grazie- disse Kotake con
aria di sfida.
Che
cosa mi dici della tua brama di sangue? Riesci ancora a
controllarla- chiese il demone.
La
tengo sotto controllo, non ti preoccupare- disse Kotake spazientito.
Ma
per quanto ancora, te lo sei mai chiesto?- disse il demone
sogghignando.
Finché
avrò fiato per respirare- disse Kotake secco.
Belle
parole, ma chissà se valgono a qualcosa- disse il demone.
Kotake
diede l'ultima occhiata alla figura davanti a se e poi uscì
dal bagno. Senti il campanello che suonava e cosi andò ad in
torso nudo. Apri la porta e davanti vide Doremi.
ciao!
Tetsuya, non sei venuto a scuola e cosi ero passata a vedere come
stavi- disse Doremi.
Accorgendosi
che Tetsuya non aveva la maglietta ed era a torso nudo Doremi divenne
rossa come i suoi capelli. Anche Kotake si accorse e filò
subito a mettersi una maglietta. Ma prima di farlo disse –
entra pure-
grazie,
non disturbo vero- disse Doremi.
No!
i miei sono a far compere- disse dalla sua stanza Kotake.
Doremi
si mise in agitazione era la prima volta che erano soli, o forse non
erano soli.
Ciao!
Doremi- disse una vocina piccola proveniente dal tavolino del
salotto.
Ciao!
Fat- disse Doremi correndole in contro.
Chiacchierarono
del più e del meno mentre Kotake continuava a sceglier che
maglietta mettersi.
Fat
sai perché Tetsuya oggi non e venuto a scuola?- chiese
Doremi.
Non
si e sentito bene, ogni notte fa brutti sogni- disse Fat.
Ecco
perché in questi giorni in classe e sempre tra le nuvole-
disse Doremi.
Di
che state parlando?- disse Kotake.
Kotake
entrò quando erano nell'apice del discorso. Kotake si sedette
ed Doremi inizio a guardarlo.
che
c'è?- chiese Kotake
c'è
qualche problema Kotake?- disse Doremi.
No
non c'è nulla tranquilla- disse Kotake.
Ah
si! Allora perché non mi hai detto che facevi brutti sogni?-
disse Doremi.
Per
non farti preoccupare, ecco perché- disse Kotake.
E
cosa vedi in questi sogni?- disse Doremi.
Le
stesse cose, morte, distruzione, fiamme che avvolgono la città-
disse Kotake.
Non
è normale che un ragazzo della tua eta faccia questi sogni,
ne hai parlato con Toku-san?- chiese Doremi preoccupata.
No,
ma forse non è una cattiva idea- disse Kotake.
Si,
Tetsy buona idea- disse Fat sorridente.
-Ok,
mi avete convinto parlerò con Toku-san, contente- disse
Kotake.
Doremi
e Fat si guardarono e sorrisero.
-
Poi mi devi spiegare come Fat ti chiama Tetsy- chiese Doremi.
È
una storia molto lunga- disse Kotake.
Fat
vuoi che la racconti a Doremi – disse Kotake.
Fat
fece si con la testa divenne rossa. La guardò e sorrise.
Fu
l'inizio della nostra grande amicizia- disse Kotake.
Cosi
Kotake iniziò raccontare.
Flashback.
Tetsuya
guardava la cascata, tra allenamenti e scuola non riusciva a trovare
un po' di tempo per se stesso. L'unica cosa positiva che con lui
c'era il suo inseparabile cagnolino.
Ti
senti molto giù padroncino mio- disse il cagnolino.
tu...
parli?- disse Kotake stropicciando gli occhi.
Ora
che sai le tue origini, posso tornare alle mie sembianze- disse il
cagnolino e venne investito da una grande luce. La luce si diradò
e ne uscì un esserino simile ad un giullare con la casacca
verde molto buffo.
Mi
chiamo Fat e sono il tuo folletto- disse l'esserino presentandosi.
Kotake
era sconcertato, non sapeva che dire, non avrebbe mai immaginato che
potessero esistere esseri cosi magia, allora Doremi aveva ragione.
Già Doremi...
mi
devo schiarire le idee, forse sto sognando- disse Kotake e cominciò
a camminare.
Aspetta
Test... - disse Fat andandogli incontro.
Non
seguirmi!- disse Kotake secco.
Perché?-
chiese Fat.
Perché
vorrei ragionare da solo, senza che qualcuno sia tra i piedi- disse
Kotake arrabbiato.
Fat
non disse nulla e Kotake sene andò.
Uff...
sembrava troppo bello per essere vero, ma cosa volevo? Che si
fidasse subito me?- disse Fat triste.
Orlo
della pazzia maghi, folletti, magia. Non so più cosa sia
reale e cosa no:- disse Kotake.
È
tutto vero- disse Toku.
Provamelo-
disse Kotake con tono di sfida
Ok,
pero non lamentarti dopo- disse Toku e creò una sfera di
elettricità.
La
scagliò contro Kotake. Appena la sfera entro in contatto con
il corpo una scarica di fulmine lo colpi, aveva una potenza che
poteva abbattere un elefante. Kotake cadde a terra.
allora
non ci credi ancora che esista la magia?- disse Toku divertito dal
aspetto di Kotake.
MAI
SEI MATTO?!- disse Kotake bruciacchiato.
Tu
mi hai detto di provarti che esiste la magia?- disse Toku.
Si
ma... ah lascia perdere- disse Kotake e si mise le mani in tasca.
Io
ti consiglio di andare a prendere la tua creaturina- disse Toku.
Perché?-
disse Kotake.
Perché
è tua amica, e perché è in pericolo.
Perché?
un attimo fa stava bene ?- disse Kotake
al
improvviso si senti un ruggito in lontananza, e un vocina che
chiedeva aiuto. Senza pensarci si precipito sul posto.
Fat
non ti preoccupare ci sono qui io- disse Kotake e la prese.
Kotake,
aiuto! C'è un orso- disse Fat, spaventata e tremante.
L'orso
sbuffava e sbavava, pronto ad attaccare di nuovo. Iniziò con
una zampata, Kotake prontamente lo schivò con Fat aggrappata
al suo braccio, tremante.
Come
devo fare per fermarlo?- si chiese Kotake.
U-usa
lo spirito combattivo- disse Fat ripresosi dal terrore.
Spirito
combattivo, fai vedere che non hai paura di lui, infiamma la tua
anima di coraggio- disse Fat.
Cosa?!-
disse perplesso Kotake.
aaaaaaaah!
Senti chiudi gli occhi- disse Fat.
Kotake
obbedì senza fiatare.
E
ora...- disse Kotake.
Dovresti
sentire qualcosa...- disse Fat.
Non
riuscirono a terminare che l'orso preparò un altro attacco.
Si
in effetti sento qualcosa- disse Kotake.
L'orso
era quasi vicino quando Kotake riaprì gli occhi e accadde
qualcosa di inaspettato. Gli artigli dell'orso erano molto vicini
alla alla sua faccia ma l'orso non si muoveva come un animale
imbalsamato.
Ma
cosa..?- disse Fat guardando prima orso poi Kotake.
Se
ne accorse perché l'orso si era fermato, il ragazzo sprizzava
di spirito combattivo cosi forte che pure a lei veniva il mal alla
testa.
Mai
vista una cosa del genere- disse Fat stropicciandosi gli occhi
mentre il povero orso cadeva a terra privo di sensi.
Tetsy
stai bene?- disse Fat preoccupata.
Si,
tutto bene, non preoccuparti- disse Kotake.
Meno
male- disse sollevata Fat.
Come
mi hai chiamato prima?- disse lui perplesso.
Tetsy,
perché non ti piace?- chiese Fat.
Non
va bene, e che nessuno mi a chiamata cosi- disse lui divertito.
Allora
ti posso chiamare Tetsy?- disse Fat.
Certo-
disse Kotake.
Per
caso Kotake fece cadere la foto di Doremi.
Chi
è?- chiese Fat.
Lei
è Doremi- disse Kotake.
E
ti piace- dedusse Fat.
no....
cioè si a restituiscimi la foto- disse Kotake confuso e rosso
come un peperone.
Ahahahaah...
Tetsy è tutto rosso- disse Fat iniziò a correre con la
foto di Doremi.
Vieni
qui pestifera- disse e iniziò correrle dietro.
Da
lontano qualcuno vedeva la scena e disse – questo ragazzo
promette bene- poi scomparve nella foresta.
Fine
flashback
Ecco
perché siete cosi affiatati- disse Doremi divertita.
Continuarono
a chiacchierare finché una voce nella loro testa si divise dai
loro pensieri, era il segnale, un'altra porta del guardiano
dell'elemento.
Tetsuya,
c'è un iscrizione, cosa dice?- disse Toku
allora,
la terra è un elemento molto forte ma ricordate anche la
roccia più dura a una parte friabile, guerriero stai
attento.. Yuzuna angelo.- lesse Kotake
chi
sarà questa Yuzuna? Ho sentito da mia madre che quattordici
anni c'era una ragazza di sedici anni aggirarsi sempre dalle parti
di Misora- disse Onpu.
Che
scoperta, ci saranno state ragazze di sedici anni che andavano in
giro quel tempo- disse Toru
si
ma come lei non ce ne era, non solo per la pancia ma anche per
l'aspetto secondo quanto dice mia madre la sua voce era cosi
armoniosa che non sembrava neanche vera.- disse Onpu
si
anche mia madre si ricorda di di una ragazza che a volte si vedeva
in clinica- disse Hazuki
ma
come farà a mettersi in contatto con noi?- chiese Aiko.
Credo
che usi uno di noi come contenitore- disse Toku.
Come?-
disse Doremi.
C'è
una tecnica che sanno soltanto gli angeli, in cui il corpo muore ma
l'anima si trasferisce nel corpo di un altro individuo e rimane in
un angolo dell'anima dell'individuo.- disse Toku.
Ma
come facciamo a sapere chi è il contenitore tra noi?- chiese
Doremi.
Solo
gli angeli sanno come fare, e a quanto ne so sono sono spariti-
disse Toku.
L'unico
modo è raccogliere gli elementi- disse infine Toku.
“ che
sta succedendo, è come se tutto fosse scomparso” penso
Onpu mentre riapriva leggermente gli occhi.
“ dove
sono? E per caso in paradiso? Cosa faranno i miei amici?”penso
mentre si riprendeva e vide
davanti
a lei una scheletro con strani panni.
AAAAAAAAAAHHHHHHHHH-
gridò Onpu per lo spavento.
Dove
sono? Che inferno- disse Onpu tremolante.
Questo
è il posto dove tutti gli avventurieri sono stati buttati per
accrescere il potere del colosso, combattenti possenti hanno provato
ad scalfire la sua pelle ma nessuno ci è mai riuscito.- disse
voce che si librava nell'aria.
Chi
è? Fatti vedere- disse Onpu.
Sono
qui- disse la voce e si riunì in un fascio di luce che
scaldava il cuore.
Yuzuna!-
esclamò Onpu.
Si-
disse la luce che ormai si era diradata e Onpu vide una ragazza con
lunghi capelli biondi.
Ma
tu come fai a parlare con noi? Dove sei? Chi è il prescelto?-
chiese Onpu a raffica e la ragazza dolcemente mise il dito davanti
alla bocca e la zittì.
Non
posso ancora mostrarmi non finché i sette elementi saranno
riuniti- disse Yuzuna.
Comunque
sono qui per dirti l'unico modo che avete per abbattere il colosso,
sta nel togliere la pietra che sta al centro del capo - disse
Yuzuna.
Come
faccio, Ho una gamba rotta, sono piuttosto malconcia- disse Onpu
cercando di tirarsi su aggrappandosi alla roccia.
La
soluzione e in cima- disse Yuzuna.
Una
volta giunta sino in cima dovresti trovare l' aquila- concluse
Yuzuna ed iniziò dissolversi.
Aspetta
come faremo per contattarti una volta recuperati tutti gli elementi-
chiese Onpu.
Mi
metterò io in contatto con voi- disse Yuzuna , sorrise e
scomparse.
Grazie
Yuzuna- disse Onpu e iniziò e bendare la gamba.
Prese
due kunai dai ninja morti – scusate ve li rido quando sono su-
disse Onpu.
“non
voglio morire qui, resistete amici sto arrivando” pensò
Onpu e iniziò la lunga scalata.
la
situazione non era delle migliori, tutti era stremati e nessuno
riusciva a scoprire il punto debole del colosso.
ma
quante dura la pelle del colosso- disse Aiko.
Dobbiamo
sbrigarci, Onpu e la sotto da troppo tempo- disse Toru.
Lo
so ma dobbiamo resistere- disse Kotake.
Toru
tornò all'attacco, iniziò ad arrampicarsi dalle gambe
del colosso.
oh
guarda un moscerino- disse Srash.
Srash
prese Toru in mano.
allora
come la mettiamo moscerino ahahahahahahahah- rise il colosso ed
iniziò a stringere.
Non
mi fai paura Srash... aaaaahhhhhh- disse Toru ed iniziò a
urlare per la pressione della mano che esercitava sul povero Toru.
TORU
STAI ATTENTO- gridò Akatsuki.
Come
se fosse facile- disse Toru.
“Cosa
ha sulla testa?” si chiese Toru.
non
mi sto divertendo, quindi vediamo se mi diverto cosi- disse Srash e
prese Toru e lo scaglio su una pietra.
Si,
si mi diverto- disse Srash e lo riprese, Toru era sfinito.
Sei
peggio di una mosca spacciata- disse Srash molto divertito.
ma...le...detto...-riuscì
a dire Toru.
La
mosca spiaccicata ha ancora qualcosa da dire vediamo adesso se mi
fai divertire- disse Srash e lo scagliò su una roccia
appuntita.
NO!
NON FARLO- gridarono tutti.
“Ormai
è finita, addio amici, volevo aiutarvi a trovare il prescelto,
mi dispiace anche perché non vedrò più la mia
dolce Onpu, addio” pensò Toru.
TORU-KUN-
si sentì prendere la mano.
Toru
riapri gli occhi e la vide. Era tornata. Lei Onpu insieme ad una
immensa aquila.
sei
veramente tu Onpu-chan?- chiese Toru.
Certo
chi se no! Su! Monta su- disse Onpu.
Grazie!
ma... tu... hai una gamba rotta- disse Toru.
Dopo
ne parliamo, ora pensiamo al colosso- disse Onpu
Ce
la fai a stare in piedi?- Chiese Onpu.
Si,
al malapena ma riesco a stare in piedi- disse Toru.
Bene
allora ti trasporterò sulla testa di del colosso, li dovresti
trovare una pietra diversa dalle altre- disse Onpu.
Si
l'avevo notata- disse Toru
Strappala
e poi ti verrò a prenderti- disse Onpu.
Si-
disse Toru.
Intanto
io vado a prendere gli altri-disse Onpu.
Toru
si tuffò sul capo di Srash, mentre Onpu andò a prendere
gli altri ragazzi.
Onpu
stai bene?- si rallegrarono tutti.
Potrei
stare meglio, su salite dopo parliamo-disse Onpu.
I
ragazzi saliranno sulla enorme aquila.
Toru-kun
noi siamo pronti manchi solo tu- disse Onpu.
Ho
scoperto il tuo punto debole- disse Toru
E
allora? Non riuscirai neanche a prenderlo- disse Srash cominciando a
menare le mani a vuoto per cercare di prenderlo.
Lo
vedremo- disse Toru.
Toru
iniziò a tirare la pietra che al contatto della sua mani
emanava scariche di elettricità.
NON
MI ARRENDO- disse Toru e lo stacco.
Nooooooooooooo-
disse il colosso ed iniziò a sgretolarsi.
Toru
corse e si tuffo.
Preso-
disse Onpu prendendo la sua mano.
Grazie
Onpu-chan- disse Toru.
Prego-
disse Onpu arrossendo.
Brutto
mascalzone, come hai potuto distruggere la mia grande creazione-
disse la voce.
Da
dove arriva questa voce- disse Toru.
Guarda
la pietra.-disse Onpu.
Toru
guardo la pietra e vide che aveva gli occhi e la bocca.
aaaaaaaaaaaahhhhhhh-
gridò e la lasciò andare che venne prese prontamente
da Kotake.
Ecco
la forma originale del guardiano- disse Onpu.
Ma
tu come hai fatto a trovare questa gigantesca aquila?- chiese
Doremi.
Ora
vi spiego-disse Onpu e iniziò.
Flashback
Onpu
continuo a salire, ormai le sue mani erano sporche di terra e sangue
che sgorgava da dalle ferite delle mani. Onpu saliva conficcando i
kunai che aveva raccolto nella roccia. Finalmente era riuscita ad
arrivare in cima.
ci
sono riuscita- disse sfinita Onpu.
Si
vide in giro e vide questa grande Aquila di roccia.
è
immensa- disse Onpu.
Come
faccio a farla muovere?- si chiese Onpu.
Ci
giro in torno e vide delle iscrizione.
sono
nella lingua angelica, povero me- piagnucolo Onpu.
Se
ci fosse Kotake almeno- disse Onpu.
Insomma
ti vuoi muovere- Onpu si spazientii.
Provò
un sacco di modi ma nessuno ebbe risultato sperato.
le
ho provate tutte ma non funziona- disse Onpu.
Onpu
iniziò a canticchiare una canzona, e la roccia che avvolgeva
l'aquila iniziò a sgretolarsi. Onpu capì subito.
vale
la pena tentare- disse Onpu.
We
can do anything if we do it together kitto deaeru yo Can
do!nani kaga kawari hajimeru atarashii watashi ni
kakikake
no daiarii(diary) tameiki wo tsuiteru kokoro no koto ha
mitsukaranakute
L'
aquila si libero dalla pietra ed emise un grido.
si-
esultò Onpu.
L'aquila
la guardo è abbasso il collo.
certo
andiamo- disse Onpu e si mise sull'aquila.
Fine
flash back
Ecco
come ho fatto- disse Onpu
che
hai Onpu? Non hai un bel colorito, sicura di stare bene?- chiese
Hazuki.
si...-
Onpu ebbe un mancamento.
Vedi
che non stai bene, perchè non l'hai detto- disse Toru.
Non
volevo farvi preoccupare- disse Onpu.
Bene
ma ora fammi vedere la gamba- intervenne Kotake.
Vide
la Bendatura, la tolse ed iniziò a sfregare le mani. Dalle
mani di Kotake uscì una luce bianchi e le appoggiò
sulla gamba di Onpu.
Che
stai facendo?- chiese Doremi curiosa.
Sto
riparando l'osso di modo che Onpu ricominci a camminare- disse
Kotake.
Fatto,
devi solo stare attenta a non usarla troppo- disse Kotake.
Grazie,
Kotake-kun- disse Onpu.
Dovere-
disse Kotakee torno sulla pietra.
Parla
come troviamo il prescelto?- chiese Kotake
Quando
il prescelto verra svelato il mondo della magia andra nel caos
totale- disse Srash.
Elemento
della terra ,torna nel amuleto- disse Kotake.
L'amuleto
assorbì la luce bluastra che emanava la pietra.
Ho
quasi dimenticavo- disse Onpu.
Sono
stata aiutata da Yuzuna- disse Onpu.
Iniziarono
a parlare di Yuzuna e delle varie esperienze, tutti l'avevano vista
in un modo o nel altro, tutti tranne Kotake, che si chiedeva chi era?
Perchè gli suonava cosi famigliare quel nome.
Siamo
arrivati- disse Onpu.
L'aquila
attraverso la porta e si posò. La porta andò in
frantumi.
ce
l'avete fatta ma... lei- disse Toku
lei
è un nuovo accuisto della squadra- disse Onpu scendendo.
L'aquila
aprì la bocca e Onpu vide che sotto la lingua aveva un
bastoncino dorato lo prese e si accorse che quel bastoncino era un
flauto traverso. Su questo flauto cera una di simboli angelici.
Kotake-kun
che cosa vuol dire?- chiese Onpu
che
L'aquila ha un nuovo padrone e vinche non suoni il flauto lei
rimarra grandezza normale- disse Kotake.
L'aquila
si rimpicciolì diventano grandezza normale.
Cerca
di averne cura- disse Toku
Certo-
disse Onpu entusiasta.
Kotake
si avvicinò al suo mentore Toku.
Ti
devo parlare con urgenza- disse Kotake.
Non
qui- disse Toku guardando il suo discedolo.
Lo
so- disse Kotake.
“Persino
il tuo mentore ti tradirà, sarai solo”la voce era
tornata fastidiosa ed incessante.
“la
bestia che è in te sta chiedendo sangue” disse la voce.
Era vero a volte Kotake non riusciva trattenerlo, la sua brama era
molta ma riusciva a trattenersi con quelle medicine che gli dava
Toku.
Doveva
sbrigarsi a trovare gli altri elementi per sapere come tenere a bada
la bestia, forse il prescelto lo sapeva?
Finalmente
l'inventiva è tornata scusate per tutto questo tempo ma non
avevo inventiva ma ora sto carburando spero di continuare cosi
comunque spero che vi piaccia
Una ragazza
bionda indaffarata nella cucina di un negozio nella periferia di New
York.
Suonarono al
campanello.
“ chi
sarà mai?” penso la ragazza.
Si chi è?-
disse la ragazza aprendo la porta.
Momoko-chan-
disse un ragazzo alto con lunghi capelli bordeaux.
Ciao
Akatsuki-kun, che ci fai da queste parti?- disse Momoko.
Passavo da
qui e ho detto, andiamo a trovare la futura pasticcera- disse
Akatsuki con un sguardo ammagliatore
Sei sempre
il solito Akatsuki, dai vieni dentro- disse Momoko ridendo.
Da quando era
iniziata la missione di sconfiggere i guardiani e prendere gli
elementi Momoko e Akatsuki erano nella stessa classe, nel caso che un
demone tentasse di far del male alle ragazze, ognuno dei Flat aveva
preso posto dove c'era una delle ojamajo tranne Doremi che a lei
pensava Kotake.
Da quando
Akatsuki entro nella classe di Momoko divenne la sua migliora amica.
Ma la notizia più sensazionale era che qualche vecchio cliente
della padrona della pasticceria aveva rilevato l'attività e
chiese a Momoko se poteva fargli da pasticcera e far vedere ai nuovi
clienti la sua arte, sino al compimento della maggior eta.
su su!!
racconta che dolci stai facendo?- disse Akatsuki curioso.
Allora una
bavarese alla menta, una crema inglese e udite udite crostata di
fragole- disse Momoko
Allora
siamo indaffarate con l'apertura della pasticceria- disse Akatsuki.
Già!
Ma parlami di te piuttosto?- disse Momoko.
In che
senso?- disse Akatsuki.
Il nome
Doremi non ti dice nulla?- chiese Momoko con occhi maliziosi.
Che centra
Doremi adesso?- disse Akatsuki agitandosi.
Centra
perché mi accorgo come la guardi e come guardi male Kotake
quando la sfotte- disse Momoko.
...-
Akatsuki non disse nulla.
Non lo so,
vorrei dichiararmi ma per un motivo o per un altro non ci riesco-
disse Akatsuki.
Dovresti
perché se no Kotake ti sorpassa, se tu ami veramente Doremi
diglielo e basta- disse infine Momoko.
Siamo
troppo presi dalla missione per parlarci- disse Akatsuki.
Si ma hai
pensato che siamo in costante pericolo e che in una missione potremo
anche non fare più ritorno.- disse Momoko
lo so-
disse semplicemente Akatsuki.
In quel momento
iniziò a pensare a quanto era importante per lui Doremi, forse
doveva affrettarsi a dichiararsi, ma la missione era più
importante, non sapeva cosa fare.
Kotake
stai attento, questo siero è più potente di quelli
somministrati fin ora- disse Toku prendendo una siringa con del
liquido bluastro.
Andiamo
bene- disse sarcasticamente Kotake.
Non c'è
niente da scherzare- rimproverò Toku.
Non sto
scherzando-disse Kotake.
Da quando
è cominciata la missioni, sento delle voci, non parliamo
della brama di sangue,non riesco a tenerla sotto controllo, a volte
ho paura di colpire i ragazzi.- disse Kotake
delle
voci? Quali voci?- chiese Toku.
Sento
delle voci nella testa che dicono che mi tradiranno tutti appena
sapranno il mio segreto- disse Kotake.
Toku rimase un
po' a pensarci e poi disse- certo possono farlo, ma ricordati che io
sono con te, per nessuna ragione al mondo devi cedere alla brama di
sangue.-
certo-
disse Kotake.
Promettimelo?-
chiese Toku.
Te lo
prometto- disse Kotake.
Kotake e Toku
si trovavano nella nella laboratorio di Toku che si trovava nella
casa situata nelle vicinanze del villaggio delle raganelle.
Toku si
prestava a iniettare lo strano liquido nelle vene di Kotake. Kotake
era seduto su una sedia da laboratorio con mani e piedi legati.
Toku-san
mi può spiegare perché mi a legato come un salame?-
chiese Kotake.
Come ti ho
detto questo è molto più potente degli altri sieri che
ti sto per iniettare, quindi appena entrerà in circolo
potresti anche trasformarti- disse Toku serio.
Kotake si
preparò psicologicamente e quindi chiuse gli occhi.
allora
come va con Doremi?- disse Toku mentre aveva bucato la vena del
ragazzo per iniettare il liquido.
Come vuoi
che vada, se non gli dico il mio segreto non posso dichiararmi, e
poi come gli è venuto questa domanda?- disse Kotake.
Solo per
non farti sentire il siero che entra in circolo- disse Toku.
Sembrati
molto affiatati?- disse Toku.
Già
, anche tu e Majorin lo sembrate affiatati- disse Kotake.
Che
c'entra Majorin?- disse Toku rosso.
Ahahahahahahahah...
è tutto rosso- disse Kotake soddisfatto.
È
un'altra storia tra me è Majorin tutti e due abbiamo delle
ambizioni diverse e cosi non possiamo stare insieme- disse Toku.
Che...anf
ambizioni avete?...anf- chiese Kotake che intanto il siero per
controllare la brama di sangue entrava in circolo.
Vuoi
sapere tutto di noi- disse Toku.
Allora la
mia ambizione più grande è esplorare tutto il mondo
della magia e carpire l'essenza degli elementi, mentre lei è
sempre servire la regina in tutto e per tutto.- disse Toku.
Toku-san
mi risponda sinceramente- disse Kotake.
Si?- disse
Toku.
L'ama
veramente Majorin?- chiese Kotake ormai in preda ai deliri.
Si, certo-
disse Toku.
Allora
ogni ostacolo si supera- disse Kotake con gli occhi chiusi.
La prego
Toku-san si allontani da qui- disse Kotake.
Tutto quello
che successe dopo fu terribile Kotake comincio a cambiare il colore
della pelle, gli occhi cambiarono sia forma che colore, invece della
pupilla c'era una linea tipica degli occhi dei serpenti, ed era blu
mentre la parte bianca divenne rossa, anche la sua voce era
cambiata, era grottesca.
Cerca di
controllarlo – disse Toku.
È
una parola- disse Kotake dimenandosi.
Pensa alle
cose belle che ti dato il mondo quando sei nato- disse Toku.
Kotake iniziò
a pensare alle cose belle che aveva. Niente! era molto forte la
brama di sangue ma lui non demordeva cosi iniziò a pensare a
Doremi.
La
trasformazione si era fermata. Stava tornando normale.
Cosa sta
succedendo di solito ci metti più di venti minuti per tornare
normale invece adesso ti è bastato solo otto minuti.- disse
Toku incredulo
...-
Kotake era svenuto.
A ragazzo
quanto lavoro mi dai da fare- disse Toku e lo prese in braccio.
Niente
missione per tè oggi- disse Toku e lo portò sul
lettino che lui usa quando doveva fare delle ricerche.
Toku si avviò
verso la porta pronto a chiamare i ragazzi per la quinta porta che
aveva già trovato.
Ehi!
Doremi- disse una ragazza con capelli lunghi fino alle spalle biondo
scuro.
Ciao
Nobuko- disse Doremi.
Sai cosa è
successo a Kotake, è da molti giorni che non viene a scuola-
disse Nobuko.
Che vuoi
che ne sappia io- disse seccata Doremi.
Ma di
solito sei tu che stai sempre con lui- disse Nobuko con sguardo
malizioso.
Beh...
ecco... siamo molto amici- disse Doremi agitandosi.
Vedi come
ti agita se parlo di Kotake. Forse ti piace?- disse Nobuko.
CHE...CHE...
STAI DICENDO?- disse Doremi rossa come i capelli.
Forse è
un demone e non si può far vedere di giorno ed innamorato di
una umana che lo ricambia ma il loro amore è proibito e
quindi le loro famiglie si oppongo- disse Nobuko con occhi sognanti.
Se non ti
conoscesi direi che sei matta- rise Doremi.
Ci
verrebbe un bel romanzo- disse Nobuko prendendo il suo solito
quaderno.
Arrivati ad un
certo punto si salutarono ed andarono ognuno in due strade diverse.
Doremi arrivo a casa e vide che Pop aveva amici quindi fece piano,
si tolse le scarpe e si mise le pantofole e si affacciò nella
cucina.
Ciao,
mamma sono tornata- disse Doremi.
Ah mamma
prima che mi dimentichi, conosci una certa Yuzuna?- chiese Doremi
Yuzuna?
Fammi pensare, quattordici- quindici anni fa c'era una ragazza che
si chiamava cosi , era in ospedale insieme a noi per i controlli, ed
è stata proprio lei a darmi i fermagli che avevi, ma da
quando sei nata tu l'ho visto solamente una volta, ed era nel parco.
Ma perché me lo chiedi?- disse Haruka.
No, nulla-
disse Doremi.
Vado a
lavarmi- disse Doremi.
Doremi si
chiuse in bagno si svesti ed entrò nella vasca da bagno.
Penso alla
faccenda dell'identità di Yuzuna.
“quindi
dobbiamo partire da qui a cercare” penso Doremi.
Gli venne in
mente le parole di Nobuko ed arrossi. “ma che vado a pensare
in una situazione come questa” penso Doremi. Il suo cuore era
diviso in due, Kotake o Akatsuki. La scelta era difficile ma prima o
poi doveva fare una scelta. Tutti e due le facevano battere il
cuore. Si butto sott'acqua per schiarirsi le idee. Un campanello
d'allarme la svegliò dai suoi pensieri era il richiamo di
Toku.
Occhi
aperti ragazzi non sappiamo con chi abbiamo a che fare – disse
Doremi
Lo sentite
questo odore forte di fiori- disse Hazuki.
Si lo
sentiamo, molto delizioso- disse Aiko.
I ragazzi si
trovavano in una specie di bosco pieno di fiori e di alberi molto
alti e grandi ma non c'era un raggio di luce e l'acqua era
completamente inesistente.
Ma come
fanno a vivere in un posto cosi- disse Hazuki.
Ricordati
che qui siamo in mondo governato dal guardiano dell'elemento della
natura, di solito ci sono sempre dei segreti- disse Doremi.
Senti,
senti, hai lo stesso modo di parlare di Kotake-kun- disse Aiko.
A sentire
quelle parole Doremi divenne rossa.
Ma che
dice?!- disse Doremi paonazza.
Calmati,
sto scherzando- disse Aiko vedendo il colorito della ragazza.
All'improvviso
si sentì un tonfo.
Ahi- si
lamento Onpu.
Che c'è
Onpu?- disse Toru.
Non so
qualcosa mi a preso il piede mi a fatto cadere- disse Onpu.
Su vieni
dammi la mano- disse Toru porgendole la mano.
Mentre Toru
dava una mano a Onpu si sentì un urlo.
Che è
successo?- disse Doremi
Aiuto,
Doremi fa qualcosa- disse Hazuki che veniva legata da delle liane
con delle spine affilati come rasoi.
Ahi- disse
Hazuki e iniziò scorrergli il sangue dalle braccia.
HAZUKI-CHAN-
urlò Fujo.
La ragazza era
legata sia per i polsi che per le caviglie.
Ma quanta
energia abbiamo- disse una voce molto profonda.
Chi è
che sta parlando?- disse Doremi.
Fatti
vedere- disse Akatsuki.
La figura che
si vide era adir poco maestosa, era una donna elfo, con lunghi
capelli verde acqua e orecchie a punta, occhi completamente verdi,
carnagione scura le vesti che indossava fatto con un tessuto molto
fine, dalla schiena spuntavano un paio di ali da farfalla, in mano
brandiva una grossa lancia invasa da una grossa luce verde. La
bellezza di questo guardiano spiazzo completamente il gruppo di
amici.
Andatevene,
non siete abbastanza puri per prendere l'elemento della natura-
disse la creatura.
Come ti
chiami tu?- chiese Momoko.
Io sono
Lena, guardiano della natura- disse Lena
Senti,
Lena so che non sei come gli altri guardiani, ti prego lasciaci il
tuo elemento non vogliamo combattere- disse Doremi.
Lena gli punto
la lancia alla gola.
Già
non sono come loro, non combatto per far del male, io combatto per
difendere ciò in cui credo, avanti fatemi vedere cosa sapete
fare- disse Lena e tolse la lancia dalla gola di Doremi.
Altrimenti
la vostra amica morirà- disse Lena
Come?-
chiese Doremi.
Lena inchinò
la lancia e Doremi si girò. Le liane che tenevano Hazuki
legata brillavano.
Che cosa
sta succedendo?- chiese Fujo.
Secondo
te, sta succhiando la vita dalla tua amica per metterlo nel nostro
mondo- disse Lena.
Maledetta-
disse Fujo.
Fujo andò
all'attacco, Lena si sposto lievemente come una petalo schivo
l'attacco.
Accidenti
è impercettibile- disse Fujo.
Ci
vorrebbe Kotake adesso- disse Doremi.
“Sforzati
Doremi, cosa avrebbe fatto in questi casi Kotake?” penso
Doremi.
Gli venne in
mente un idea, invase le sue braccia di un'aura bianca e le diede la
forma di una spada e provo a colpire le liane che tenevano
intrappolata. Non funziono.
Miseria,
quanto sono dure quelle liane- disse Doremi.
Mi sono
scordata di dirti che tutto quello che vedi cresce in base al mio
livello combattivo- disse Lena.
Mi avete
stancato, ora vi ucciderò tutti in un solo colpo- disse Lena
e punto la lancia sul terreno e la lanciò.
Il terreno
iniziò a tremare, e ne uscirono rovi appuntiti che bloccarono
completamente tutti tranne Momoko che rimase basita dalla potenza
del guardiano.
“è
molto più potente dei guardiani che abbiamo sconfitto finora”
penso Momoko.
All'improvviso
Momoko venne letteralmente inghiottita dalla foresta, delle liane la
tirarono per diverse miglia.
Che avrà
in mente l'albero anziano- disse Lena.
Da
cominciate a nutrirvi piante giovani- disse Lena
Do...re...mi...-
riuscì a dire Akatsuki prima di svenire.
AAAAAAAHHHHH!!!!!!-urlò
Momoko mentre veniva trascinata dalla liana.
Oh...ho...
ce ne hai di voce per essere una umana- disse una voce che proveniva
dal centro della foresta.
Chi è?-
disse Momoko che venne lasciata li dalla liana.
Alza la
testa- disse la voce.
Momoko alzo la
testa e lo vide, un enorme albero con un tronco mastodontico, le
foglie verdi si muovevano cosi lentamente da creare una specie danza
meravigliosa.
Cosa voi
da me?- chiese Momoko.
Darti
l'unico modo per sconfiggere Lena- disse la voce dell'albero.
Perché
proprio a me?- chiese Momoko.
Perché
tu sei l'unica che può brandire quell'arma- disse la voce
dell'albero.
Chiudi gli
occhi e appoggia la mano su di me- disse infine l'albero.
Momoko fece
quello che diceva l'anziana pianta, e venne avvolta da una forza
sconosciuta e tutti i sensi sembravano migliorati.
Se non te
ne fossi accorta ti ho dato quel che restava dei miei poteri elfici-
disse l'albero.
Poteri
elfici?- disse Momoko.
Guarda ai
tuoi piedi, ci dovrebbe essere il mio arco- disse l'albero.
Momoko si
chinò e fide un grosso arco con delle incisioni, c'era
raffigurato un lupo con la bocca spalancata.
Uao.. ma
c'è un problema, io non mai usato un arco- disse Momoko.
Non ti
preoccupare ti passato anche le mie conoscenze in fatto di archi
cerca di colpire l'albero morto- disse l'albero
lo vide, un
albero secco che stava cadendo.
E le
frecce?- chiese Momoko.
Le dovrai
creare con la magia- disse l'albero.
Momoko si
concentrò e chiuse di nuovo gli occhi. Dal suo corpo
fuoriusciva un'aura verde.
“è
piacevole, mi sento a contatto con la natura” pensò
Momoko.
Momoko riaprì
gli occhi. Creo una freccia di vento. L'albero secco gli sembrava
cosi vicino.
Scocco la
freccia. L'albero secco andò in mille pezzi.
Miseria,
che forza, poi che cosa era quella sensazione di essere vicinissima
all'albero- disse Momoko.
Quello è
uno dei poteri che ti ho lasciato, si chiama occhi del falco, rende
la tua vista come quella di un falco e hai anche altri poteri, ma
dovrai scoprirli da sola, il mio tempo sta per scadere- disse
l'albero.
Perché
mi stai aiutando?- disse Momoko.
Perché
io prima di essere trasformato in un albero ero il fidanzato di
Lena, poi ma da quando è diventata la guardiana della natura
non è più lei, ho provato a dissuaderla ma niente da
fare e sono finito cosi, ecco perché ti sto aiutando, vorrei
vedere di nuovo la vecchia Lena piena di allegria, dolce e
simpatica- disse l'albero.
D'accordo-
disse Momoko.
Mi stavo
dimenticando. Il mio nome è Momoko- disse Momoko.
Il mio
nome è lupo nero- disse l'albero.
Me ne
ricorderò- disse Momoko e si avviò con la sua nuova
arma.
Vediamo
chi possiamo uccidere per prima- disse Lena
La
ragazzina con i capelli rossi- disse Lena puntò la lancia
alla gola di Doremi.
Doremi ormai
era stremata l'energia che gli aveva risucchiato gli aveva fatto
cambiare aspetto come gli altri, avevano i capelli grigi e la pelle
raggrinzita come le persone anziane.
No...-
disse con tutte le forze che aveva in corpo Akatsuki.
Prendi me
piuttosto, lei è troppo importante- disse Akatsuki
Tanto oggi
tutti morirete prima o dopo che differenza fa?- disse Lena.
Fa
differenza perché non voglio vedere lei senza vita- disse
Akatsuki
Akatsuki...
- rimase sorpresa dalle parole di Akatsuki.
Come
vuoi-disse Lena e punto la lancia alla gola di Akatsuki.
“è
finita, volevo diventare un bravo re dei maghi, ma soprattutto
volevo dichiarare i miei sentimenti a alla persona che amo”-
pensò Akatsuki e chiuse gli occhi.
Non
farlo...- le parole che uscirono dalla bocca di Doremi.
All'improvviso
i rovi che tenevano imprigionato Doremi si tagliarono di netto e
cosi cadde a terra.
Cosa è
stato?- disse Lena.
Un altro venne
slegato, e poi un altro, e un altro ancora, finché tutti
erano stati slegati.
Non ti
intromettere lupo nero, è una faccenda che riguarda solamente
io e gli inversori- disse Lena.
Io non
sono lupo nero- disse la voce che proveniva da alcuni alberi alti.
Suppongo
che sia la ragazzina sparita nella foresta, non riuscirai a
sconfiggermi- disse Lena e a girare vorticosamente la sua lancia
creando fendenti in aria.
Per un po' di
tempo ci fu delle schermaglie, frecce che arrivavano dai posti più
impensabili, che venivano prontamente parati da Lena che rispondeva
con fendenti che tagliavano l'aria. Intanto i ragazzi ancora a terra
senza forze.
Doremi
stai bene?- disse faticosamente Akatsuki.
Si- disse
Doremi flebilmente e cercò di tirarsi su.
Ragazzi
come state?- chiese Doremi.
Esausti –
dissero tutti insieme.
Chi starà
combattendo?- disse Doremi
Credo che
sia la nostra pasticcera a dargli filo da torcere- disse Akatsuki.
La battaglia
era giunta alla fine la prova del nove, le due Forze a confronto, o
Lena o Momoko. Una delle due sarebbe caduta. Erano faccia a faccia.
Come mai
hai il su arco e suoi poteri?- chiese Lena.
Me li ha
passati lui, mi a detto di liberarti dalla pazzia- disse Momoko.
Ti ha
detto cosi?- chiese Lena.
Si- disse
Momoko.
Quello
stupido- disse Lena e qualche lacrima gli sfuggì.
In guardia
– disse Lena.
Momoko si
concentrò più che poteva. Lena scagliò la
lancia contro di lei. In una frazione di secondo Momoko creò
una freccia di ghiaccio e scocco. La freccia tagliò in due la
lancia e si conficco nel petto di Lena.
Brava!un
colpo da maestri- disse Lena e lentamente si adagiò a terra.
L'energia e la
giovinezza tornarono nei ragazzi. Le ojamajo andarono dalla loro
amica.
Grande
Momoko- disse Aiko.
Ehi Momoko
non ti senti bene? Non hai una bella cera- disse Hazuki.
Momoko non
riuscì a stare in piedi e si accasciò.
Momoko,
sei una leonessa- disse Onpu sorreggendola.
Era questo
che cercavo, uno degno di tenere in mano potente elemento della
natura- disse Lena.
Lena
perché sei andata oltre, hai superato le tue capacita?- disse
lupo nero arrivandogli alle spalle.
Perché
fino a questo scontro non avevo trovato- disse Lena.
Ma a quale
prezzo- disse Lupo nero avvicinandosi.
Questo e
altro per il prescelto- disse Lena.
Tu chi
sei?- chiese Doremi.
Una figura
imponente con lunghi capelli neri, occhi color nocciola e orecchie a
punta, anche lui aveva una carnagione molto scura ed un lungo abito
rosso che copriva tutto il corpo.
Lupo nero,
se stato liberato dall'incantesimo- disse Momoko.
Si grazie
a te- disse Lupo nero.
Avanti
chiama l'elemento nell'amuleto- disse Lena.
Certo,
elemento della natura torna nel amuleto- disse Doremi e si sollevo
una folata di vento e il corpo di Lena iniziò a brillare e
l'amuleto risucchiò tutto la luce che emanava Lena. Lupo nero
prese in braccio.
Aspetta
lupo nero, cosa ci puoi dire tu su come trovare il prescelto- disse
Doremi.
Di solito
il prescelto dietro alla schiena aveva un tatuaggio con un drago
nero e uno bianco intrecciati a formare una catena- disse lupo nero.
Indizio
molto rilevante pero molto generale, un altro indizio- chiese Onpu.
Certo,
rimanete compatti anche quando scoprirete il segreto di uno di voi-
disse Lena.
Certo che
è strano, gli elfi credevo che fossero solo leggenda- disse
Leon.
Noi
proveniamo dal mondo del bene di trecento anni fa alla morte del
primo prescelto- disse lupo nero.
Andatevene
di qui, ora che l'elemento è chiuso nell'amuleto questo mondo
scomparirà e noi con esso.- disse Lupo nero.
Perché
non potreste venire con noi potreste vivere in pace- disse Hazuki.
Grazie per
l'interessamento ma non possiamo, anche le nostre vite sono
attaccate all'elemento quindi se verremo fuori verremo trasformati
in polvere- disse Lupo nero.
La terra
iniziò a tremare.
Andiamo
ragazze- disse Momoko ripresosi dalla stanchezza.
Certo-
disse in coro.
Si
incamminarono e ad un certo punto Momoko si girò e disse-
Lupo nero grazie di tutto- concluse alzando l'arco in segno di
rispetto e se ne andò con i suoi amici.
Mi hai
spiazzata, tu che eri chiamato lupo nero perché non ti fidavi
di nessuno, hai dato i tuoi poteri a quella ragazzina- disse Lena.
Perché
voglio vedere come si comporta- disse Lupo nero.
Sei
imprevedibile, Lupo nero- disse Lena ridendo.
Già
ma qualcuno mi ha contagiato- disse Lupo nero.
Lupo nero si
avviò con Lena tra le braccia nel bosco scomparendo.
Ragazzi
siamo quasi all'uscita- disse Momoko.
La porta si
spalancò ed uscirono. La porta si sbriciolo e divenne
polvere.
Ce l'avete
fatta- disse Toku
Già,
ora siamo a cinque- disse Momoko.
Momoko si
avvicinò ad Akatsuki e gli diede una gomitata.
Allora..-
disse Momoko.
Ci penso, dopo
quello che aveva detto non poteva più tenere nascosto i suoi
sentimenti per Doremi.
“Kotake,
svegliati” disse la solita voce nella testa di Kotake. Kotake
si svegliò. Era frastornato dal siero che Toku gli aveva
iniettato.
Non la
smetti di tormentarmi- disse Kotake.
È
il mio lavoro tormentarti- disse la voce.
Ahaha..
spiritoso- disse con poco sarcasmo.
Allora non
hai cambiato idea?- chiese la voce.
Certo, che
no- disse Kotake e si alzò.
Di solito
succedeva cosi quando doveva fare le iniezioni di siero. Andò
in bagno a sciacquarsi la faccia e vide che non era tutto normale, i
suoi occhi era ancora in forma demoniaca, in quegli occhi leggeva la
sua brama di sangue. Doveva fare qualcosa. Prese de occhi da sole di
Toku e se il mise e uscì dal laboratorio.
“Perché
miei occhi rimangono in forma demoniaca” si chiese Kotake.
Gira la
testa- disse la voce.
Perché?-
disse Kotake.
Tu girala-
disse la voce.
Kotake giro la
testa e vide Doremi e Akatsuki insieme a passeggiare.
Visto, che
avevo ragione- disse la voce.
Ma dai
sarà una passeggiata tra amici- disse Kotake.
Si, guarda
come cerca di prendere la sua mano- disse la voce.
Non mi
interesse di chi si innamora Doremi- disse Kotake.
Si...
certo! Come no! Alloro perché li stai pedinando- disse la
voce.
Perché
non mi fido di quel bell'imbusto- disse Kotake.
Non ti
rendi conto di quanto sei prevedibile- disse la voce.
Più
avanti Doremi e Akatsuki si fermarono in un parchetto.
Allora di
cosa mi volevi dirmi- chiese Doremi.
Ecco, è
molto difficile da dire, ci ho pensato molto...- disse Akatsuki.
Cosa stai
cercando di dire?- chiese con il cuore che andava a mille.
Tu mi
piaci- disse tutto d'un fiato Akatsuki.
Akatsuki
io...- Doremi divenne rossa.
Kotake sentì
tutto la confermazione da distanza ravvicinata.
Te lo
avevo detto che le ti tradirà prima o poi- disse la voce.
Basta!
Stai zitto- disse Kotake tenendosi la testa tra le mani.
Doremi era al
settimo cielo per quello che gli aveva detto ma non sapeva se gli
piaceva come una volta, c'era anche Kotake nel suo cuore.
Doremi prese
la mano di Akatsuki- ti ringrazio ma per adesso non ti posso
rispondere-
Certo,
volevo solo dirti questo- disse Akatsuki.
Un tonfo li
spaventò.
Kotake?!-
disse Doremi.
Ciao
ragazzi come va?- disse Kotake Ridacchiando.
Hai
sentito il discorso?- disse Akatsuki.
No, quale
discorso?- disse Kotake.
Non fare
il finto tonto, hai sentito la dichiarazione- disse Doremi.
No, non ho
sentito niente- disse secco Kotake.
Kotake...-
Doremi rimase spiazzata.
Ho da
fare, ci vediamo a scuola domani- disse Kotake e se ne andò.
Chissà
perché fa cosi?- disse Akatsuki.
Certo e
rimasto sorpreso dalla dichiarazione, ma non c'è da farne una
tragedia- disse Doremi
Forse c'è
di più, che lo turba- disse Akatsuki.
Kotake si
butto nel bagno più vicino. Si guardava allo specchio.
Cosa può
apprezzare di me Doremi- disse Kotake guardando i suoi occhi
demoniaci.
Allora
vieni con me- disse la voce aveva preso forma nello specchio, un
demone nero come la notte, occhi rosso sangue, peluria in tutto il
corpo, unghie delle mani lunghe appuntite. La bestia immonda gli
tese la mano. Con tutta risposta Kotake spaccò con un pugno
lo specchio. Guardò le ferite provocate dalla rottura dello
specchio.
Stupido
bastardo, perché non vuole collaborare- disse il demone con
una grande sfera di cristallo in mano.
Che c'è?
Il tuo piano sta fallendo- disse un altro demone coperto da un
grosso cappuccio.
Finitela
voi due, sta entrando il uno dei cinque generali- disse il terzo
demone con una grossa ascia dietro le spalle.
Il generale
entro, un demone di media statura, dava l'impressione di un
signorotto. Con profondi occhi rosso scuro e capelli neri, un lungo
mantello da vampiro copriva il corpo, il demone si sedette sul
imponente trono.
A punto
siamo con il lavaggio del cervello del figlio di Vade.
Niente,
non vuole cedere- disse il demone con la sfera di cristallo in mano.
Tale
padre, tale figlio, demone che si mettono a parlare di amore mi
danno il voltastomaco- di il generale.
Quanti
elementi hanno ancora da prendere?- chiese il generale.
Solo due,
la luce e l'oscurità- disse un demone grottesco tipo un orco.
COSA?!-urlo
il generale
s..si
calmi generale Drake- disse un demone e come ricompensa venne
bruciata da una sfera di fuoco.
A... ho
preso di nuovo il controllo per futile motivo- disse Drake ridendo.
Tanto
Shenona e Caos sono i più forti guardiani degli elementi-
disse Drake.
Tu
continua con il tuo lavoro- disse Drake.
Si,
generale- disse il demone con la sfera di cristallo.
Chiunque
si opponga al nostro volere verrà spazzato via- disse Drake
si record
battuto un capitolo finito in una setimana, spero che vi piaccia e
spero reggere questo ritmo. ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
Nel
mondo dei maghi le giornate scorrevano tranquille, da una finestra
del palazzo del re un ragazzo con capelli bordeaux che gli arrivavano
sulle spalle, scrutava l'orizzonte pensieroso, non riusciva a credere
a quello che era successo il giorno passato.
tu
mi piaci- sussurro flebilmente Akatsuki pensando a Doremi .
C'è
qualcosa che non fa Akatsuki?- disse Toru destandolo dai suoi
pensieri.
No,
sono solo pensieroso- disse Akatsuki.
Sei
cosi da ieri, cosa è successo ieri con Doremi?- chiese Leon.
Ve
lo detto, tu piuttosto cosa fai con Aiko?- chiese Akatsuki con
sguardo malizioso.
Niente-
disse Leon arrossendo.
Ahahahahahah...
colpito e affondato- disse Toru.
Si,
si ridi Toru. Siete molto affiatati tu e Onpu- disse Fujo.
Anche
tu con Hazuki- disse Toru.
Tutti
erano arrossiti che finì con fragorosa risata.
D'ora
in poi dobbiamo tenere d'occhio la situazione, credo che i nostri
nemici stanno architettando qualcosa, quindi occhio sulle ragazze e
occhio anche a Kotake non so perché ma non mi convince- disse
Akatsuki.
Ok
hai ragione, quel Kotake è strano, da quando abbiamo
cominciato a cercare gli elementi non fa sul serio, mi aspettavo
qualcosa di più da uno che è stato allenato da
Toku-san- disse Leon.
Discussero
per molto tempo quando all'improvviso...
Figliolo,
vieni con me un attimo, è arrivato il tempo di darti una cosa
che tenevo da parte da molto tempo- disse il re dei maghi.
Ok-
disse Akatsuki.
Non
seguiteci sono affari della famiglia reale- disse il re.
Come
volete signore- dissero Leon , Fujo e Toru.
Ci
vediamo più tardi, al solito posto- disse Akatsuki e scomparì
dalla stanza.
Chissà
cosa sarà tutta questa riservatezza?- chiese Toru.
Allora
padre cosa mi voi far vedere- disse Akatsuki mentre scendeva le
scale dei sotterranei del palazzo.
Ancora
un attimo e lo vedrai figliolo- disse Il re
il
posto puzzava di muschio margio e l'umidità era cosi tante che
iniziò a formarsi una la nebbia.
Questo
posto era usato come carcere per i criminali efferati, maghi che
usavano la negromanzia nei tempi di guerra, tu non ci crederai ma
queste secrete anno ospitato anche demoni- disse il re.
Come
fai a sapere tutte queste cose?- chiese Akatsuki.
Perché
quando avevo la tua eta scesi nelle prigione, fu impressionante la
miriade carcerati che c'erano, era un inferno. Ma tra quell'inferno
vidi una cosa che affascinò, il diritto della nostra
famiglia a governare.- disse il re
Le
porte del carcere si aprirono e al centro di esso c'era una teca di
vetro, il posto era pieno di scheletri, carcerati morti, dietro di
tutti che troneggiava un teschio titanico alto più di venti
metri. Akatsuki rimase scosso da quelle visioni.
Chi
accidenti era?- riusci solo a dire.
Era
mostro che catturarono nella battaglia contro l'invasione dei demoni
settecento anni fa, fu la prima cosa che trovai incredibile. Quando
lo trovai qui era legato con dei catenacci pesanti tonnellate,
tentai di avvicinarmi ma lo senti subito la mia presenza e si dimeno
e ruggì cosi forte che lo sento ancora nella orecchie.- disse
il re.
Akatsuki
iniziò ad andare verso la teca e quando fu li quasi svenne per
ciò che c'era dentro, le leggendarie Zanne del Leone indumento
costituito da bracciali neri con linee bianche, e scarponcini pelosi.
Le
leggendarie Zanne del Leone sono le armi più potenti del
mondo magico, e sono niente meno che sotto il palazzo reale- disse
Akatsuki stupefatto.
Incredibile
ma vero, onestamente non sono mai riuscito ad usarlo non so come ma
non riesco a farli funzionare, tuo nonno ci riusciva solo alzando un
dito, non mi scorderò mai quando uccise in un colpo solo il
demone. Mi ricordo che mosse solo la gamba.- disse il re
ma
il demone non era nelle secrete?- chiese Akatsuki.
Si,
ma non so come si liberò e uscì con tutti i
prigionieri a tuo nonno bastò poche semplici mosse riuscì
a riportare l'ordine.
Akatsuki
iniziò a scrutare la teca.
Su
ora togli la teca vediamo se tu riesci ad indossarli – disse
il re.
Non
posso se non ci sei riuscito tu- disse Akatsuki.
Non
sottovalutarti, sei più forte di quello che ti sembra.- disse
il re
Akatsuki
alzò la teca e non appena fu tolta ci fu un lampo e cascarono
a terra.
Che
è successo?- disse Akatsuki rialzandosi.
Figliolo
guarda!!- disse il re.
Akatsuki
si guardò le braccia e il piedi le Zanne del Leone erano li.
ma
come è possibile ?- disse Akatsuki.
Ci
sei riuscito figliolo- disse il re fiero.
Si
ma io non ho fatto niente – disse Akastuki.
È
strano, io ci ho provato mille volte, ma non funzionava- disse il
re.
Akatsuki
penso perché le Zanne del Leone erano addosso a lui quando un
campanello suono, era il sesto elemento.
Tutti
erano davanti alla grande porta dorata raffigurante un angelo.
Akatsuki continuava a maneggiare questi bracciali, forzava ma non
riusciva a staccarli.
Che
succede Akatsuki?- disse Doremi guardandolo maneggiare i bracciali.
Cosa
sono?- disse Leon.
Ragazzi
queste sono le leggendarie Zanne del Leone.- disse Akatsuki.
Cosa?-
tutti rimasero increduli a parte Kotake.
Si
non me lo aspettavo nemmeno io, per queste che mio padre continua a
governare, ora come ora non so come si usano ma con il tempo
capirò.- disse Akatsuki.
E
incredibile un'arma cosi potente in mano ai reali, che storia- disse
Toru.
Intanto
che i ragazzi e le ragazze ammiravano la splendida arma Kotake era
preoccupato, aveva letto di quella arma infernale, ma aveva letto
anche che era un arma a doppio taglio
non
sapeva il perché.
ehi,
ragazzo ti vedo pensieroso, successo qualcosa?- chiese Toku.
Non
lo so Toku, un po' per l'arma che Akatsuki a indosso un po' il mio
segreto.- disse Kotake
si
avvicina il momento della verità, sei pronto?- disse Toku.
Si
ma solo all'ultimo svelerò il mio segreto- disse Kotake.
Lo
sai che tutto non sarà come prima- disse Toku.
Certo
che lo so- disse Kotake con un velo di tristezza negli occhio.
Su
andiamo a scoprire cosa dice quella iscrizione- disse Toku e gli
diede una pacca sulla spalla in segno di amicizia.
Allora
vediamo un po'...- disse Kotake ed iniziò a leggere.
La
strada risulta impervia e faticosa il penultimo guardiano userà
la vostra forza dell'amore contro di te, ma lei non è per la
lotta disonorevole, quindi quando combatti con lei mostrati
rispettoso e coraggioso, la forza della luce risiede nello spirito,
guerriero stai attento.
Yuzuna
angelo-
notizie
su questa Yuzuna?- disse Leon.
Non
a parte era a Misora quattordici anni fa nell'ospedale di Misora, ma
sono andato a informarmi e dicono che la cartella clinica è
scomparsa insieme al nome di su figlio.- disse Doremi.
Questo
è un problema, se riuscissimo a trovare la cartella clinica
riusciremo a sapere chi è il prescelto e il suo nome.- disse
Toku.
Sempre
se non è finita in mano ai demoni.- disse Onpu.
Appena
entrarono vennero abbagliati da una luce accecante che li mise subito
K.O., più in la c'era una entità misteriosa che
guardandoli svenuti disse:
trovate
dentro di voi la forza per contrastarmi- disse il guardiano della
luce.
I
ragazzi vagavano per le loro menti nell'angolo sconosciuto delle loro
menti.
Il
primo furono i flat a svegliarsi e davanti a loro c'era una figura di
vecchio con la barba molto folta seduto su un trono vecchio e
ammuffito col tempo.
Akatsuki
vide che il vecchio aveva indosso la leggendaria arma che ora era
nelle sue mani
chi
siete voi?- chiese l'uomo anziano.
Noi
siamo maghi- disse Akatsuki
aspetta
ora che mi fai pensare mi ricordi qualcuno.- disse il signore
anziano.
Anche
tu mi ricordi qualcuno... Nonno- Disse improvvisamente Akatsuki.
Cosa?
Questo vecchio e grande signore del mondo dei maghi- disse Toru.
Il
piccolo Akatsuki e i suoi amici- disse L'anziano.
Non
credevo fossi ancora vivo- disse Akatsuki abbracciandolo.
Gia
non lo sono il grazie al potere del guardiano della luce- disse
l'anziano.
Non
ho molto tempo che cosa vuoi chiedermi?- disse L'anziano.
Ecco
volevo sapere come funziona l'arma- disse Akatsuki mostrandogli.
Anche
tu la maledizione dell'arma leggendaria, ora ascoltami l'arma trae
energia dal tuo spirito combattivo.- Disse l'anziano cominciando a
dissolversi.
Aspetta
ho ancora tante cose da chiederti- disse Akatsuki.
tutte
le cose che vuoi sapere son nel libro regale- disse l'anziano e si
dissolse.
Grazie
nonno- disse Akatsuki.
Tutto
bene Akatsuki?-disse Leon.
Si!
andiamo- disse Akatsuki e si voltarono e scomparirono.
Kotake
si svegliò immezzo a un campo bruciato, odore di fumo e cenere
facevano puzzare l'aria.
Dove
mi trovo?- disse Kotake portandosi la mano davanti alla bocca.
Sei
nel mondo del male- disse una voce alle sue spalle
Chi
sei tu?- disse Kotake mettendosi in posizione di difesa.
Abbassa
la difesa non sono qui per combattere- disse il demone davanti a
lui.
Kotake
scrutò il misterioso personaggio, era uguale identico a lui a
parte il capelli che erano molto lunghi e di un blu molto scuro.
Io
sono tuo padre, Tetsuya Kotake- disse il demone.
Il
ragazzo rimase sconvolto. Come era possibile che conoscesse il suo
nome.
Come
fai a conoscere il mio nome- disse Kotake spaventato.
Difficile
spiegartelo ora come ora, diciamo solo che ho lasciato una parte del
mio spirito dentro di te quando sono morto.- disse il demone.
A
scusa il mio nome è Vade- disse il demone.
Ora
ascoltami ci sono cose che non sai di te, e nemmeno i tuoi genitori
terrestri possono spiegarti, l'unici che sanno la verità sono
gli ultimi sopravvissuti del mondo del bene.- disse Vade e iniziò
a dissolversi.
Aspetta
come faccio a controllare il mostro che in me, ti prego dimmelo, a
volte mi sembra di impazzire.- disse Kotake disorientato.
Magari
concentrandoti e non facendo prendere dalle emozioni- disse Vade.
È
una parola- esclamò Kotake.
Pfff...
ahahahahahha- Vade si mise a ridere.
Che
c'è da ridere?- disse infuriato Kotake.
No!
solo che assomigli molto a tua madre- disse Vade sorridendo
Kotake
vide per un momento gli occhi del demone ma non c'era oscurità
nei suoi occhi anzi quello che vedeva era una luce molto calda e
confortante come quella che di solito a suo padre terrestre.
Senti
mi dici il nome di mia madre?- disse Kotake.
Io
non posso perché dovrai scoprirlo da solo e, quando scoprirai
il suo nome saprai tutto.- disse Vade
Ok-
disse Kotake triste.
Dai
non fare quella faccia, sei vicino alla soluzione.-disse Vade.
A
un'altra cosa cerca di dare una brutta batosta a Caos quando lo
incontri- disse Vade.
Vecchi
conti?- chiese Kotake.
Lui
mi ha inferto il colpo mortale- disse Vade serio.
Vedrò
cosa posso fare- disse e si girò e il padre scomparì.
Io
sarò sempre vicino a te- disse in lontananza.
L'ho
sempre saputo che c'era qualcuno che mi guardava le spalle, ma non
credevo fosse mio padre naturale.- disse Kotake e scomparì.
Kotake
arrivo nel momento in qui Akatsuki stava combattendo contro sei golem
di luce, colossi immensi fatti luce molto informi molto simili ai
totem.
Che
succede qui?- disse Kotake.
ah..
finalmente era ora che arrivasti, ma dove sei stato tutto questo
tempo- disse Leon.
Affari
personali, comunque da dove sbucano fuori qui golem di luce?- chiese
Kotake.
Il
guardiano della luce Shenona è stanca di combattere e allora
ci a messo alla prova, dice che se noi troviamo una chiava
impiantata in uno di quei golem ci darà l'elemento.-disse
Onpu.
Ma
il problema sta nell'arma di Akatsuki non riesce ad infondergli
molto spirito.- disse Doremi.
Ehi
Akatsuki non sai come usare la magia dello spirito. Concentrati-
disse Kotake.
È
troppo impegnato a schivare i colpi che gli rifilano il golem,
quindi Leader se hai qualche altra ideona da mostrarci- disse Toru
schernendolo.
Aspetta..-
disse Kotake
Akatsuki
cerca di farti colpire da tutti e quattro nel momento in qui sei a
terra- disse Kotake.
COSA?!-
disse tutti sbigottiti compreso Akatsuki.
ma...ma...
è un suicidio- disse Doremi.
Doremi,
non distrarti e cerca di vedere da la chiave- disse Kotake.
L'ho
fatto prima, ma non è funzionato- disse Doremi.
Non
eri abbastanza concentrata, sei troppo presa dall'incolumità
di Akatsuki- disse Kotake.
Speriamo
che sia la cosa giusta da fare- disse Akatsuki.
Il
leader sei tu- disse Doremi e si concentro più che poteva.
I
golem attaccarono e scacciarono Akatsuki al suolo.
Come
va Akatsuki,stai bene?- disse Kotake.
Si,
come un topo nelle fauci dell'anaconda- disse sarcasticamente
Akatsuki.
Smettila
con il sarcasmo e ascolta, quale mano dei golem è più
pesante- disse Kotake
Akatsuki
si concentrò è se ne accorse:
in
realtà sono due invece di sei- disse Akatsuki.
I
bracciali presero forma coprirono le mani.
Doremi
di qual'è quello con la chiave?- chiese Akatsuki
è
quello di destra- disse Doremi.
Akatsuki
atterrò quello di sinistra prendendolo per la mano sbattendolo
per terra le immagini sparirono e come un felino si arrampicò
sul golem caduto e spicco un salto e finì nella bocca
dell'altro golem. Il golem iniziò a tossire forte. Quando
all'improvviso esplose.
Akatsuki
schizzo via come un proiettile, preso prontamente dai suoi amici.
Sai
Kotake non ti facevo uno stratega- disse Doremi.
Ho
dovuto fare un po di allenamento quando sono diventato capitano
della squadra nel paese in qui sono stato- disse Kotake e Doremi
raggiunse Akatsuki per complimentarsi anche con lui.
Intanto
Kotake si avvicina a Shenona seduta sul suo trono con il grosso
bastone che teneva in mano assomigliava molto alla regina delle
strega solo i capelli erano biondi dalla schiena spuntavano delle
ali.
Ecco
qui il giovane leader che è riuscito a sconfiggermi con le
sue tattiche- disse debolmente Shenona
Dimmi
perché non ci hai dato filo da torcere come gli altri?-
Chiese Kotake.
Perché
volevo vedere come sapevi gestire dei compagni, e perché non
ho più voglia di combattere- disse Shenona.
Allora
hai fatto una chiacchierata con tuo padre?- chiese Shenona.
Si,
perché?- chiese Kotake.
Ti
ha detto che è stato stato ferito mortalmente da caos- disse
Shenona.
Si
ma tu come lo sai?- chiese Kotake.
Diciamo
che ero li- disse Shenona
Com'è
successo?- chiese Kotake.
Tuo
padre si mise davanti a tua madre prima di essere colpito, caos era
un servo del re del mondo del male.- disse Shenona.
Quindi
mi stai dicendo che il prossimo non sarà solo un guardiano ma
anche un servo dei demoni?- chiese Kotake.
Si-
disse Shenona.
Allora
il prossimo avversario dovrò scendere in campo direttamente-
disse Kotake.
Su
ora non perdere tempo avrai bisogno di riposo se vuoi sconfiggerlo-
disse Shenona.
Ok-
disse Kotake e puntò l'amuleto su di lei.
Elemento
della luce torna nell'amuleto- disse Kotake e tutta la luce
circostante entrò nell'amuleto.
Kotake
si rimise l'amuleto al collo e si avviò verso i compagni, vide
che Doremi e Akatsuki erano molto affiatati, voleva intervenire come
il suo solito ma era troppo indaffarato a pensare, chi diavolo erano
i suoi genitori? Perché quando cerca risposte tutti gli
dicevano che è ancora presto o che deve scoprirlo da solo. Non
sapeva cosa inventarsi di una cosa era sicuro è roba che
scotta.
Ehi
Kotake-kun ti vedo pensieroso, tutto bene- disse Hazuki.
Stavo
solo pensando che il prossimo elemento sarà l'ultimo, e sarà
anche un servo dei demoni.
Cosa?!-
esclamarono tutti.
Quindi
fin da ora vi dico non fate mosse azzardate.- disse Kotake.
Si-
dissero tutti.
“Che
sguardo serio, non l'aveva visto cosi” penso Doremi
guardandolo.
Ora
andiamocene, sta per crollare tutto- disse Kotake.
Kotake-kun
abbiamo un problema Akatsuki ha usato troppo potere spirituale e non
riesce a muovere le gambe- disse Momoko.
Ecco
il problema dell'arma leggendaria, non devi usare troppo potere
spirituale perché potrebbe anche ucciderti.- disse Kotake e
se lo carico sulle spalle.
Sono
pesante- disse Akatsuki.
No!
sei una piuma- disse Kotake.
Uscirono
da quel mondo e Kotake posò a terra Akatsuki.
Ce
l'avete fatta- disse Toku.
Si-
dissero tutti.
Ora
ti affido alle cure di Toku-san- disse Kotake ad Akatsuki.
Si-
disse Akatsuki.
Appena
può dobbiamo parlare- disse Kotake ad Toku.
Ok-
disse Toku.
“Chissà
cosa gli è preso a quel ragazzo” pensò Toku
mentre lo guardava e cosi gli altri, tutti erano sorpresi da quello
sguardo serio e risoluto.
Accidenti-
disse un demone con una sfera di cristallo.
Che
succede mio seguace- disse Drake.
La
squadra capitanata dal mezzo demone è riuscita a prendere il
penultimo elemento- disse il demone con la sfera di cristallo.
Non
ti preoccupare o un piano scegliete i demone più forti e
cercate di tenere bloccato il mezzo demone, alla sua squadretta ci
pensa lui.
Una
figura con il cappuccio e con una grossa falce in mano.
Mi
avete chiamato signore- disse l'imponente demone chinandosi.
Si,
ha voglia di sgranchirti le gambe, è da tempo che non
combatti- disse Drake.
Si,
ho una gran voglia di uccidere, la ferita Vade mi ha inferto mi
duole ancora.- disse il demone con la falce.
Bene
allora ti darò il tuo trofeo se sconfiggi questa squadretta-
disse Drake e mostrò la squadra di Doremi.
VADEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE-
urlo il demone agitando la grossa falce.
Portami,
le loro anime straziate- disse Drake.
Il
grosso demone con la falce scomparì.
Caro
il mio mezzo demone da ora in poi la tua vita diventerà un
inferno,MUAHAHAHAHA- disse Drake guardando la sfera di cristallo.
Finalmente
ho finito anche questo e da qui in poi per Kotake e per Doremi la
cosa si fa complicata, comunque non voglio dire nulla, spero di far
presto per il prossimo capitolo.
Kotake
si svegliò e si mise seduto sul letto, Fat dormiva ancora sul
cuscino, dopo gli ultimi avvenimenti non riusciva a dormire la notte,
la sua brama di sangue era sempre più forte tanto da
paralizzarlo.
“ Come
è possibile che il siero non funziona” penso Kotake
toccandosi la testa per il male.
Sapeva
che se nell'esatto momento in cui avrebbe detto il suo segreto, il
rapporto con Doremi e con gli altri sarebbe cambiato.
Si
alzò e si diresse in bagno, si lavo la faccia e i denti e
scese in cucina.
Tetsuya
sei mattiniero, qualcosa non va?- disse la madre vedendolo scendere
cosi presto.
Sono
confuso, quando sono andato a prendere l'elemento della luce, ho
incontrato mio padre naturale.- disse Kotake
La
madre ebbe un sussulto.
E
cosa ti ha detto?- disse la madre.
Alludeva
al nostro prossimo avversario, e che assomiglio a mia madre ed a un
destino che si compirà.- disse Kotake.
Tetsuya
ora è ancora presto, ma appena potremo ti spiegheremo tutto-
disse la madre.
Sempre
cosi, appena cerco di scoprire sui miei genitori naturali, tutti
dite che è ancora presto. Non riesco a capire.- disse Kotake.
Hai
ragione, almeno una cosa te la posso fare vedere- disse la madre e
si diresse in camera, prese dal cassetto una fotografia.
Guarda
questa è tua madre naturale- disse la madre.
Kotake
guardò la fotografia raffigurante una ragazza con lunghi
capelli biondi che esibiva il suo grosso pancione sorridendo.
Tienila
con cura al momento giusto saprai la verità- disse la madre
con parole rassicuranti.
M-mi
hai convinto- disse Kotake.
Ok,
io vado in giro visto che è domenica- disse Kotake ed uscì.
Kotake
lasciò casa e si diresse in direzione del parco, la madre e
il padre lo guardarono andare via.
Cara
non demordere ricordi cosa ci siamo promessi, lui sarà
informato della sua storia mano a mano finché non sarà
capo d'anno, allora potremo dirgli la verità.- disse il padre
Lo
so caro ma è come se facessimo un torto a sua madre naturale-
disse la madre e abbraccio il marito.
Doremi
stava dormendo nella propria camera. Entrò Pop.
Certo
che è davvero una dormigliona- disse Pop.
Lasciala
stare, oggi è domenica almeno oggi può riposarsi un
po' di più- disse Haruka dalla cucina.
Pop
tornò nella sua camera, Doremi iniziò a lamentarsi nel
sonno.
Doremi
si trovava in un posto dove tutto era morto , dagli alberi ai mari
sino alla terra stessa.
“Dove
sono, che posto è questo? io...” si guardo intorno e
vide i suoi amici a terra pieni di sangue.
“Che
cosa vie successo?” Doremi cerco di parlare ma non usciva la
voce.
si
sono opposti al mio potere, scelta sbagliata- disse la figura che si
pose davanti a lei.
Chi...sei
tu?- cerco di parlare Doremi se pur difficilmente.
Io
sono il settimo guardiano degli elementi- disse la figura.
Tu
cosa vuoi da noi?- disse Doremi.
Io
voglio il demone che è nella vostra squadra- disse Caos.
Di
quale demone parli,noi siamo solo maghi guerrieri, non ce nessun
demone nella nostra squadra.- disse Doremi.
Certo
che c'è ,ed è molto più vicino di quanto credi-
disse Caos.
IO
LO VOGLIO UCCIDERE QUEL CODARDO- urlo Caos facendo alzare la sua
aura nera cosi tanto che Doremi si fece con le proprie braccia.
Doremi
guardò quello strano essere. Era un essere nero come la pece i
suoi occhi erano rosso sangue e portava una mantella che gli copriva
tutto il corpo, un cappuccio in testa ed era scalzo nonostante la
terra era piena di crepe e una grossa falce.
ricorda
misera umana io voglio solo lui se voi verrete qui sarete sconfitti-
disse Caos e fece apparire una falce e con mosse soavi e potenti
taglio l'aria creando una miriade proiettili.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHH...-
urlò Doremi.
Doremi
svegliati tene prego- disse la voce che la svegliò.
Tetsuya,
Fat, che ci fate in camera mia- disse Doremi imbarazza.
Bhe
ecco tua madre mi ha fatto entrare e mi a detto di venirti a
svegliare.- disse Kotake.
Già
la tua mamma bella, gentile, premurosa- disse Fat sulla spalla di
Kotake.
Ok
ora uscite che mi devo vestire – disse Doremi rossa in volto.
Ok...-
disse Kotake rosso pure lui.
Hihihi..
ora lo credo perché ti piace quella umana. Un corpicino cosi
non lo avevo mai visto.- disse Fat spiando dallo spioncino della
porta.
Che
fai? non si spia- disse Kotake.
Di
la verità che la vorresti spiare anche tu?- disse Fat a modi
gatto sormione.
Ma
che dici, e poi mi spieghi cosa ti interessa il corpo di Doremi?-
disse Kotake rosso.
Un
semplice studio- disse Fat continuando a spiare.
Razza
di esserino maniaco- disse Kotake prendendo il folletto tra le mani.
Ma
dai ora che cominciava cambiarsi il reggiseno.- disse il folletto
sbuffando.
R-reggiseno?!-
disse Kotake arrossendo immaginandosi la scena.
Ihihihihihih
Tetsy, guarda che ti sta uscendo il sangue dal naso- disse il
folletto.
Il
ragazzo se ne accorse con un fazzoletto che aveva in tasca.
Che
combinate voi due?- disse Doremi uscendo dalla stanza.
Nulla,
vero Fat?- disse Kotake sviando lo sguardo.
Non
è che per caso mi spiavi?- chiese Doremi con tono provocante.
Io
spiare un impiastro come? Non diciamo sciocchezze- disse Kotake e
s'incamminò verso le scale.
Io
non sono un impiastro- disse Doremi imbronciata seguendolo.
Doremi
e Kotake salutarono Haruka e si incamminarono verso la spiaggia,
tutti e due erano assorti nei loro pensieri, Kotake pensava alla
persona della foto, in molte cose quella persona gli somigliava.
Mentre Doremi stava pensando ancora alla dichiarazione di Akatsuki
che la tormentava oltre al fatto che Kotake era in pericolo.
“che
vorrà il guardiano da lui, non ci sto capendo nulla”
pensò Doremi.
Ehi
che cosa sono quei musi lunghi, siamo venuti per divertirci- disse
Fat speranzosa di risollevare il morale ai ragazzi.
Ora
che ci penso cosa siamo venuti a fare qui- disse Doremi riferendosi
al mare.
Ora
lo vedrai- disse Kotake e caricò Doremi a modi sacco sulla
spalla.
Ma
che fai, mettimi subito giù- disse Doremi.
Senza
pensarci troppo diede la foto a Fat e scaravento nell'acqua del mare.
MA
SEI IMPAZZITO PER CASO?!- disse Doremi riemergendo.
Volevo
tornare ai vecchi tempi. Ti ricordi quando tu mi buttasti nell'acqua
quando eravamo in seconda- disse Kotake.
Si
ora ricordo poi che fummo sgridati dalle nostre madri e restammo a
letto una settima per la febbre...Hahahaha come eravamo buffi- disse
Doremi ridendo.
Ecco
io ho regolato i conti-disse Kotake e ricevette un forte schizzo
d'acqua.
Tu
credi?- disse Doremi sfidandolo.
Kotake
non ci penso neanche un momento iniziò a schizzare l'acqua
addosso a Doremi, e Doremi fece lo stesso con lui. Erano felici e
sereni come quando erano in classe insieme, senza preoccupazioni. Ad
un certo punto Doremi cadde e si portò con se anche Kotake.
Tutto
bene Doremi?- disse Kotake steso a terra.
Si
tutto bene- disse Doremi a cavalcioni su di lui.
Si
guardarono negli occhi, la mano di Kotake finì sui suoi
capelli, quel colore rosso magenta era la cosa che caratterizzava la
ragazza.
Mi
sono sempre piaciuti i tuoi capelli lunghi rosso magenta- disse
Kotake e prese una ciocca di capelli e la annusò. L'odore che
senti era quello di rosa.
La
ragazzina avvampò ma non riusciva a sottrarsi a quella
sensazione di benessere, ma un vento gelido li scosse da questo
torpore. Tutti e due si rialzarono imbarazzati. Si sedettero sulle
scale.
Tutti
e due tremavano come delle foglie. Fat li guardo.
Certo
che voi siete strani, farvi il bagno nel mare di novembre- disse
Fat.
Io
ho voluto regolare i conti- disse semplicemente Kotake.
Sciocco
ora sai che bella polmonite che mi verrà, e-etciu!!- disse
Doremi.
Ti
vedo turbata oggi e successo qualcosa?-disse Kotake preoccupato.
Sai
stanotte ho fatto un sogno, il settimo guardiano era davanti a me e
mi diceva arrabbiato che vuole il demone che è nella nostra
squadra. Per caso sei tu?- disse Doremi
Kotake
e Fat iniziarono a sudare freddo.
Aaah...
che stupido stavo scherzando- disse Doremi ridendo.
Io
prometto solennemente di restare quella che sono qualsiasi cosa
succeda e ti prometto di starti vicino qualsiasi cosa succeda. Ma
questo vale anche per te- disse Doremi.
Io
prometto solennemente di restare quello che sono qualsiasi cosa
succede e ti prometto di starti vicino qualsiasi cosa
succeda.-disse Kotake
Allora
se permettette io sigillerei con un tocco di polso.- disse Fat.
Tocco
di polso?- dissero tutte due.
Si
è una speciale modo di fare promessa che si usava nel mondo
del bene.- disse Fat.
E
come si fa?- disse Doremi.
Bisogna
toccare il polso della persona che si deve fare la promessa dal lato
interno- disse Fat.
Kotake
e Doremi fecero come detto da Fat. Si sentirono un po in imbarazzo.
Quasi
al improvviso arrivo la chiamata la porta del ultimo guardiano era
visibile.
Ci
rivediamo al Maho- disse Kotake.
Si-
disse Doremi.
Si
misero a correre a più non posso verso le loro rispettive case
si cambiarono dai vestiti bagnati, e si avviarono verso il Maho,
all'arrivo trovarono una brutta sorpresa.
Davanti
alla porta del mondo della magia c'erano tre demoni ad aspettarli.
Salve,
ragazzi volete utilizzare la porta, prego signorina, il tuo amico
pero è nostro.- disse un dei demoni davanti alla porta.
Neanche
per sogno io non vado via senza di lui- disse Doremi.
Doremi,
meglio ascoltare il suo consiglio io vi raggiungerò più
tardi.
Non
ci penso neanche, e poi questa è l'ultimo guardiano, abbiamo
bisogno di te.-disse Doremi.
Un
demone apri la porta e Kotake prese il braccio di Doremi e la
scaravento nel mondo della magia.
Aspetta
abbiamo bisogno di te- disse Doremi vedendo che il portale si stava
chiudendo.
Vi
raggiungerò in qualche modo- disse Kotake e il portale si
chiuse.
Ti
prego Kotake stai attento- disse Doremi e si girò ed andò
all'appuntamento.
Ora
che siamo da soli possiamo parla- disse uno dei demoni.
Di
che volete discutere se è lecito chiedere?- disse Kotake.
Di
unirti alla nostra causa, pensa un mondo come questo in mano nostra,
potere donne, e persino quella signorina potrebbe essere tua anche
senza dichiarazioni.- disse il demone
proposta
allettante, ma si da il caso che il mondo mi piace cosi come è,
riguardo alla signorina.- Kotake si fermo -Lasciatela in pace- disse
Kotake cambiando si voce che sguardo.
Questo
e il mio territorio- disse Kotake.
È
una minaccia?- disse uno dei demoni.
Si,
vi conviene ascoltarmi, prima che perda le staffe- disse Kotake.
Ahahahahahah..
il ragazzino ci da dei ordini.- disse uno dei demoni
i
tre demoni fecero scaturire una aura nera cosi potente da sbloccare
in Kotake la brama di sangue. Kotake ebbe delle conate di vomito.
Allora
adesso che hai conosciuto la nostra forza, ti arrendi no?- disse uno
dei demoni.
Non
sapete a cosa state andando incontro- disse Kotake e si lancio su
uno di loro.
Unica
cosa si senti fu un esplosione e il povero Maho distrutto insieme
alla porta.
Il
Maho era distrutto e una desolazione risuono nell'ambiente poi un
rumore si senti, mattoni che si muovevano e ne uscì Kotake con
un demone ancora vivo, lo teneva per la gola.
Dimmi
perché volete me con voi?- disse Kotake.
Perché
se controlliamo, te la vittoria sarà scacciante è
quello che dice sempre il nostro capo- disse il demone.
Cosa
vuol dire?- disse Kotake.
Tutto
e o forse nulla, e poi io mi preoccuperei più per i tuoi
amici, credo che non se la passano tanto bene.- disse il demone.
Perché
cosa gli sta succedendo?- disse Kotake.
Perché
secondo te abbiamo fatto andare avanti la ragazzina, Caos non è
come gli altri guardiani, i tuoi amici non hanno scampo.-disse il
demone.
Kotake
lo lasciò andare.
Cosa
fai?- disse il demone.
Ti
lascio andare , riferisci questo al tuo capo, io non faro mai parte
dei demoni.- disse Kotake.
Il
gioco si è già messo in moto- disse il demone e volò
via a malapena.
Quale
gioco?- disse Kotake.
Kotake
si sentiva frastornato da brama di sangue, ed era preoccupato per
Doremi e gli altri ma come poteva fare, la porta del guardiano, una
volta chiusa non poteva più aperta e non poteva nel mondo
magico perché la porta era distrutta.
Accidenti-
disse Kotake sedendosi su quello che rimaneva delle scale
dell'entrata del Maho.
Qualcuno
vuole un passaggio- disse una voce in lontananza.
Dall'alto
un cavallo alato bianco scese e si fermo davanti a Kotake.
Bhe!
cosa aspetti salta su- disse il cavallo
Ci
conosciamo?- chiese Kotake con fare sospetto.
Scemo
sono io! Fat- disse il cavallo.
Fat
sai come andare, nel mondo del guardiano?- chiese Kotake incredulo.
Ci
sono tante cose che non sai di me- disse Fat.
Spero
che un giorno me le dirai- disse Kotake.
Lo
spero anche io- disse Fat.
Basta
con le chiacchiere, andiamo- disse Kotake.
Certo-
disse Fat si inalzò
Fat
iniziò a trottare in aria sempre più veloce sino a
sparire.
Ragazze
,ragazzi resistete sto arrivando- disse Kotake.
Il
paesaggio che si prospettava davanti era una desolazione infinita
,terra bruciata si estendeva per miglia e miglia, ammassi di case
distrutte, molte volte l'avevano visto nella televisione ma non
pensavano che questi mondi esistessero veramente.
Raganella,
raganella- ripeteva ogni minuto Hazuki tendo il braccio di Fujo.
Calma,
Hazuki ci sono io a proteggerti-disse Fujo in evidente imbarazzo dal
tocco della ragazza.
G-grazie-
disse Hazuki.
Guardali
i due piccioncini- canzonava Aiko.
Tutti
ridevano e scherzavano tranne Doremi.
Doremi
che c'è sei molto pensierosa, oggi, è successo
qualcosa?- chiese Akatsuki.
Sai
stanotte ho fatto un sogno, in questo sogno voi tutti eravate privi
di sensi, io sono stata l'ultima a rimanere in piedi, eravamo in
questo mondo, davanti a me il guardiano dell'oscurità, mi
intimava di consegnare il demone che è nella nostra squadra.-
disse Doremi.
Chi
può essere questo demone che nella nostra squadra?- chiese
Akatsuki.
Non
lo so, ma la cosa mi fa stare inquieta- disse Doremi.
Ma
chi può tenerci segreto un cosa importante- disse Akatsuki.
Doremi
scrutò i suoi amici e le sue amiche, ma non trovo tratti
demoniaci.
Che
stupida che sono come posso dubitare la loro fiducia- disse Doremi
squotendo la testa.
E
se centrasse con il segreto di Kotake- disse Akatsuki.
Credo
di no, Kotake non è tipo da tenere un segreto cosi grande hai
suoi amici- disse Doremi convinta di quello che diceva.
Se
lo dici tu ti credo- disse Akatsuki.
Arrivarono
in un punto in cui a terra giacevano degli scheletri con grosse
armature e grosse spade macchiate di sangue.
Chissà
quanti anni hanno combattuto per ridursi cosi- Disse Akatsuki.
Io
non voglio scoprirlo- disse Momoko disgustata dalla scena.
Raganella,
raganella- disse Hazuki per cacciare via la paura.
All'improvviso
un dei teschi si illuminarono gli occhi di rosso.
KYYAAAAA!!!-
urlo di paura provenì da Onpu e abbracciò Toru che era
davanti a lei.
Che
c'è Onpu?- disse Toru visibilmente imbarazzato.
Il
teschio si è mosso.- disse Onpu visibilmente impaurita.
Il
teschio si attacco al resto del corpo e si alzò in piedi.
Che
cosa sono?- chiese Aiko.
Mai
sentito parlare di non-morti?- chiese Leon.
No-
disse Aiko.
Allora
te lo spiego io, sono morti che con la magia oscura vengono privati
delle emozioni e non si fermeranno finché ci avranno ucciso.-
disse Leon
Bravi,
spiegazioni perfette ma vi siete dimenticati un particolare, finché
la magia oscura che il controlla non si sarà estinta si
riformeranno sempre.- disse un voce che arrivo dal cielo.
Caos-
disse Doremi.
Certo
che sono io, e ti avevo raccomandato di portarmi il demone.- disse
Caos.
Chi
è questo demone che sarebbe nella nella nostra squadra?-
chiese Doremi.
Ma
tu lo sai già chi è- disse Caos.
No,
non lo so- disse Doremi.
Allora
volete le maniere forti- disse Caos.
Batte
il bastone della falce per terra e inondò la terra di
oscurità, con cui fece ritornare in vita altri non-morti.
Coraggio
miei schiavi fate piazza pulita di questi umani- disse Caos.
Sentite
io mi occupo di Caos voi pensate ai non-morti.- Dissi Akatsuki.
Io
vengo con te- disse Doremi.
Doremi
è meglio se aiuti i nostri amici- disse Akatsuki.
Io
sono preoccupata, quel mostro e molto più potente di CIO che
sembra- disse Doremi.
Non
abbiamo alternative- disse Akatsuki.
Ok,
però non devi morire- disse Doremi.
Te
lo prometto- disse Akatsuki.
Doremi
cominciò a combattere assieme alle sue amiche contro i
non-morti, se pur difficilmente per la presenza delle armature a
prova di colpi anche se era molto vecchie e arrugginite.
Intanto
Akatsuki fronteggiava Caos.
Non
voglio te, voglio il demone, e poi se non avete lui non potrete mai
sconfiggermi- disse Caos
Non
dire sciocchezze io basto e avanzo- disse Akatsuki iniziando ad
infondere il potere nei scarponcini e nei bracciali che si
allungarono fino a coprire le braccia e le gambe.
Ohohohoh...
cosa vedo le leggendarie zanne del leone, diritto a governare il
mondo dei Maghi, un'arma tanto potente ma se non si sa usare
potrebbe mandarti all'altro mondo- disse Caos.
Taci
e combatti- disse Akatsuki.
La
lotta iniziò e subito si vide chi poteva battere chi, Caos era
come se non ci fosse, ogni volta che Akatsuki attaccava vedeva
l'immagine ma i suoi colpi andavano a vuoto.
Caos
sferro una ginocchiata nel stomaco, piegandolo in due. Akatsuki si
tenne le mani sullo stomaco sputando sangue.
Te
lo detto, non mi poi battere- disse Caos
Tu
pensa a combattere- disse Akatsuki.
Akatsuki
si rimise in piedi ed andò all'attacco. Caos impreco e creò
una sfera nera.
Mi
hai stancato- disse Caos e la lancio contro Akatsuki.
Il
povero Akatsuki venne scagliato miglia di distanza.
Akatsuki!-
disse Doremi
Va
a vedere come sta, noi ce la caviamo- disse Aiko
Ma...-
disse Doremi venne sovrastata da un'altra.
Non
discutere, va- disse Leon.
Grazie-
disse Doremi.
La
situazione non era delle migliori, Akatsuki era steso a terra che
tentava di rialzarsi e Caos era in cielo che stava per scagliare una
sfera imponente che li teneva su con un dito.
Sparirete,
che questo si d'esempio per quel codardo- disse Caos
Chi
è questo demone, diccelo- chiese Doremi mettendosi davanti
Akatsuki.
Silenzio,
addio- disse Caos lanciando addosso l'immensa sfera nera.
Va
via Doremi, salvati almeno tu – disse Akatsuki.
Niente
da fare, io non vado via senza di te- disse Doremi.
La
sfera nera colpi la terra creando un cratere. Di Doremi e Akatsuki
non c'era più traccia.
Doremi,
Akatsuki dove siete?- disse Hazuki mentre fronteggiava i non-morti.
Sono
stati uccisi da quel mostro- disse Momoko iniziando a piacere.
All'improvviso
Caos ricevette un pugno che distrusse la falce e lo scaravento
lontano. I non-morti si sgretolarono.
Non
vi preoccupate, stanno bene tutti e due.- disse Kotake scendendo dal
cielo con in braccio Doremi priva di sensi e Akatsuki era sul
cavallo alato.
Kotake!!-
dissero all'unisono.
Si-
disse semplicemente Kotake.
In
quel momento Doremi si svegliò, e si vide davanti il viso di
Kotake.
Kotake
sei salvo- disse Doremi.
Certo
non sono tanto debole- disse Kotake scherzando.
Akatsuki
dov'è?- chiese Doremi.
È
li su Fat- disse Kotake indicando Fat.
Doremi...-
la chiamò Akatsuki alzando la mano.
Senti
Kotake ti ringrazio per avermi salvato, ma ora mi potresti far
scendere.- disse Doremi Imbarazzata.
Certo
scusa- disse Kotake facendola scendere.
Ora
voglio che mi ascolti Doremi, perché ora ti rivelerò
il mio segreto- disse Kotake.
Non
c'è tempo adesso- disse Doremi.
Certo
che c'è tempo- disse Kotake.
Kotake
iniziò ad incamminarsi verso dove era caduto Caos, e lo disse.
Il segreto inconfessabile .
C-come,
non capisco- disse Doremi incredula.
È
come ti ho detto. Io sono un demone- disse Kotake.
A
Doremi cadde il mondo addosso. Come aveva potuto tenere una cosa cosi
importante nascosta a lei, la sua amica d'infanzia.
Non
ti credo- disse Doremi iniziando a singhiozzare.
Kotake
la guardo e solo allora vide che era la verità, i suoi occhi
erano come quelli di un demone. Doremi casco sulle ginocchia. Gli
occhi si svuotarono, nella sua mente scorrevano le immagini di lui
dispettoso, allegro, mentre la prendeva in giro. Ora non sapeva più
se fidarsi di lui o reputarlo un nemico.
Come
hai potuto tenerci allo scuro di una cosa cosi importante?- disse
Onpu
Non
ho potuto fare altrimenti, io ero indispensabile per la missione,
non so per quale motivo- disse Kotake.
Kotake
guardava Doremi, era inerme con gli occhi svuotati. Ma una voce la
fece ritorna sulla terra.
Doremi,
decidi tu se Tetsy è un vostro nemico o no, ma fallo dopo
averlo visto combattere al massimo delle proprie forze- disse Fat.
Fat...-
disse Doremi guardando la schiena di allontanarsi.
Kotake
aspetto che Caos si riprese. Dove era caduto c'era un cumulo di
macerie che in
attimo
usci Caos infuriato.
TU
MALEDETTO, SEI VENUTO ALLO SCOPERTO -urlo Caos
Certo
per finire quello che mio padre aveva iniziato, consegnami
l'elemento dell'oscurità, e ti lascerò tornare dai
tuoi padroni- disse Kotake.
Non
sei in condizioni di dare ordini, ti ucciderò prima che tu
faccia il primo attacco- disse Caos andando all'attacco.
Caos
scompari, ricompari davanti a Kotake mollando un pugno che lo
scaravento su una casa distrutta facendola crollare.
Kotake!-
disse Doremi incredula se stessa essersi preoccupata
Non
ti preoccupare , Kotake è ancora vivo, spero che non gli
venga nulla dopo che abbia usato la magia al cento per cento- disse
Fat
Che
cosa intendi dire?!- disse Doremi.
Nulla
Doremi- disse Fat.
“Padroncino
cerca di non strafare” penso Fat guardando lo scontro.
Kotake
si tiro su un po' frastornato.
Complimenti
sei davvero forte- disse Kotake togliendosi il rivolo di sangue sul
lato della bocca.
Pure
tu sei forte, non c'è che dire- disse Caos tendendo la mano
sul fianco .
Ma
ora finiamola con i giochetti- disse Caos.
Quando
lo ha colpito Kotake?- chiese Akatsuki.
Quando
sono entrati in contatto- disse Fat e torno alla sua forma
originale.
Tu
credi che possa farcela?- chiese Doremi.
Certo,
se Kotake usa il massimo della magia- disse Fat.
Ma
usando tutto il potere magico rischierebbe un arresto cardiaco.-
disse Fujo.
Quindi
vuol dire che avremmo l'elemento ma non Kotake- disse Aiko.
Si
è cosi, in teoria- disse Fat.
Come
in teoria?- chiese Doremi.
Lui
è un demone quindi la sua resistenza è molto grande
rispetto gli altri- disse Fat.
Ma
perché non c'è la mai detto?- disse Aiko.
Perché
se ve l'avrebbe detto temeva che voi avreste fatto di testa vostra e
sareste stati sconfitti, ecco perché ora sta combattendo, per
aiutarvi.- disse Fat.
Ma
con il quinto guardiano ce l'abbiamo fatta senza il suo aiuto- disse
Momoko.
Perché
sapeva che non avete bisogno di lui per prendere l'elemento.-disse
Fat.
I
ragazzi si zittirono perché di li a poco avrebbero visto un
vero e proprio scontro.
Caos
era intenzionato a distruggere Kotake. Tutti e due si guardavano.
Caos
iniziò a concentrasi, assorbì l'oscurità che
c'era dentro i non-morti e rientro nel suo corpo. Stava cambiando
forma, la muscolatura era molto più massiccia, i denti
divennero più taglienti di quelli di uno squalo, corna
appuntite, ali molto robuste, unghie lunghe.
La
terra tremò per qualche secondo. Da quell'essere spaventoso
fuoriusciva un quantitativo impressionante di magia oscura.
Mi
dio che incredibile potenza oscura, non ne visto cosi tanto in vita
mia- disse Akatsuki.
Kotake
tremava non per la paura ma per la brama di sangue, si concentrò.
Da lui scaturì una luce blue con zampilli di elettricità.
Dieci...
venti...trenta...quaranta...cinquanta...sessanta...settanta- disse
Kotake e la sua aura diventava sempre luminosa e potente, tanto che
Doremi e gli altri si dovevano tenere la mano davanti al viso per la
troppa luce.
Ottanta...novanta...cento
per cento- disse Kotake facendo esplodere la sua aura in una colonna
di luce blu e zampilli di elettricità.
Doremi
era incredula, si stava chiedendo se il ragazzino dispettoso era lo
stesso che aveva davanti ai suoi occhi era lo stesso.
Kotake
fece segno a Caos di fare la prima mossa. Caos scomparì e
riappari di nuovo davanti a lui e sferro un calcio, ma questa volta
Kotake fermo il colpo con la gamba, ci fu qualche secondo in qui si
guardarono negli occhi, poi scomparirono. Al posto delle immagini
avevano i suoni della battaglia, ogni colpo che si davano era come
una cannonata.
Dove
sono?- disse Leon.
Sono
diventati tanto veloci che non riusciamo a vederli- disse Onpu.
E
tutta una questione di abitudine, io riesco a vederli- disse Fat che
intanto era salita sulla spalla di Doremi.
Vero
Doremi?- disse Fat
Doremi
riesci a vederli?- chiese Akatsuki.
Si,
sono molto veloci- disse Doremi seguendo con gli occhi tutti i
movimenti del scontro.
E
chi è in vantaggio?- chiese Hazuki.
Sono
in parità- disse Doremi.
Ma
credo Tetsy tra un po' concluderà lo scontro, almeno spero-
disse Fat.
Senti
esserino mi dici perché conosci tanto Kotake-kun?- chiese
Momoko.
Io
mi chiamo Fat e sono il folletto Tetsy da quando e nato-disse Fat.
Ma
sai che sei molto carina Fat- disse Onpu.
Non
dirlo ho mi imbarazzo- disse Fat coprendosi con il capello.
All'improvviso
ci fu uno schianto, Kotake che si teneva in piedi a stento ma anche
Caos era ridotto male.
Maledetto,
Sei davvero forte non c'è paragone con tuo padre- disse Caos.
Sei
veramente potente, ma ho scoperto il tuo punto debole- disse Kotake.
E
quale sarebbe?- disse Caos.
Tu
dici che il mio padre naturale era una schiappa, ed allora come me
lo spieghi la cicatrice che hai al centro del petto? Ci ha messo
molto quello che ti a curato, visto che il punto debole dei demoni e
il cuore.-disse Kotake.
Piccolo
verme mi sono stancato di te, ora ti uccido e reclamerò CIO
che è mio, il posto da generale demoniaco, mentre tu finirai
a fare il mio trofeo sul mio stendardo- disse Caos.
Credo
che tu stia sbagliando, io non sarò il tuo trofeo, io troverò
il prescelto e scongiurerò questa maledetta guerra e gli
chiederò il modo di tenere a bada la brama di sangue. Io non
sarò mai un di voi.- disse Kotake.
Quelle
parole dette da Kotake, Doremi si scosse un po' dalla sue incertezze.
Lo
scontro era quasi alla fine tutti e due iniziarono a creare le loro
mosse finali, Caos fece comparire una sfera cento volte più
grande di quella che aveva creato per Akatsuki. Kotake invece unì
le mani e si concentrò, il suo corpo era completamente invaso
dall'elettricità. Concentro tutto il potere nella mano destra
e creò una saetta molto grande.
Vuoi
sconfiggermi con quella forchetta?- disse Caos.
Non
sottovalutare questa tecnica, serve giusto per sconfiggerti.- disse
Kotake.
ADDIO-
gridò Caos lanciando la sfera nera.
NON
MI AVRAI MAI- gridò Kotake lanciando la saetta contro Caos.
La
saetta trapasso la immensa sfera nera conficcandosi nel petto di
Caos.
Maledetto
mi...hai...sconfitto-disse Caos e cadde a terra.
Ma
tu non ti salverai- disse Caos mentre vedeva la sfera nera che
cadeva sempre di più verso Kotake.
Kotake
cercò fermarla ma non aveva più forza. All'improvviso
si senti sollevare da una mano. Guardò in alto. Fat aveva
preso le sembianze di un leone alato
Fat,
Doremi siete voi?- disse Kotake
Certo!
Non possiamo che chi ci ha salvati ci lasci la pelle, vero Fat?-
disse Doremi.
Grazie-
disse Kotake.
Poi
per quello che mi hai detto ci pensiamo poi- disse Doremi.
Si-
disse piano Kotake
La
sfera nera esplose lasciando un cratere molto più grande del
primo.
Kotake,
Doremi e Fat atterrarono da loro compagni, i compagni con diffidenza
a parte Fat e Doremi. Kotake si avvicinò a Caos.
Dimmi
ciò che sai su il prescelto- disse Kotake.
Io
non lo mai visto, ma si dice che sappia far resuscitare le persone,
e che fosse onnipotente, ma di altro non so nulla – disse
Caos.
Sai
quando apparirà il santuario del prescelto?- chiese Kotake.
Non
lo so sta a voi scoprirlo- disse Caos.
Uff..
Elemento dell'oscurità torna nell'amuleto- disse Kotake
sbuffando per non aver trovato una soluzione utile, tenendo in mano
l'amuleto puntandolo so Caos.
Il
calvario a inizio - disse Caos prima di essere assorbito
dall'amuleto.
Cosa
vuol dire che il calvario a iniziò?- disse Doremi.
Forse
era una frase in quel momento di delirio-disse Leon.
Io
ne dubito- disse Akatsuki.
Su,
andiamo tra poco questo posto non esisterà più- disse
Kotake iniziando a correre.
Ehi...
aspettaci- dissero tutti
I
Flat, le Ojamajo e Kotake insieme a Fat uscirono dalla porta
dell'elemento. La porta scomparì.
Tutti
erano interi.
Siete
stati grandi sapevamo che ce l'avreste fatta- disse la regina che
stava aspettando davanti alla porta.
Si
ce l'abbiamo fatta ma dobbiamo ringraziare Kotake, senza il suo
aiuto ora non saremo qui- disse Doremi.
Certo,
ho dato una festa nel mio palazzo, ora che avete finito sarete
affamati- disse la regina.
Certo!
Accettiamo o giusto un po di fame- disse Doremi.
Si
certo ingorda- disse Aiko.
Ehi...
io non sono ingorda- replico Doremi.
Si
certo andiamo- disse Hazuki incamminandosi.
Aspetta..-
disse Doremi poi si girò verso Kotake.
Andiamo...
ehi come sei pallido-disse Preoccupata Doremi.
Non
ti preoccupare, sto bene sono solo un po' stanco- disse Kotake.
Doremi,
Kotake sbrigativi- disse Momoko.
Si
arriviamo- dissero insieme.
Kotake
e Doremi raggiunsero il gruppo ma Fat e Doremi continuavano a
guardare Kotake che poteva cascare da un momento al altro visto la
sua andatura, il suo fiato era molto corto. Arrivarono al castello
della regina. Entrarono e trovarono una tavola piana di cibarie
varie, bibite strane fatte nel mondo della magia. Tutti si
precipitarono sulle cibarie, ma Doremi era troppo preoccupata per
Kotake per lasciarlo.
Senti
Doremi, perché non mi vai a prendere una bibita, per favore
ho sete- disse Kotake
Ok,
tu resta qui- disse Doremi.
Dove
vuoi che vada- disse sarcastico Kotake.
Doremi
andò a prendere da bere, Kotake si sedette su una sedia li
vicino.
Tetsy,
credo che sia meglio chiamare Toku-san- disse Fat.
Dopo
ci andiamo ora voglio soltanto riposarmi- disse Kotake.
Ok-
disse Fat continuando a vedere se stava bene.
Un
attimo di attenzione, voglio ringraziare di nuovo le Ojamajo, i Flat
e Tetsuya Kotake per quello che state facendo, speriamo di
scongiurare questa guerra. Un applauso per questi eroi- disse la
regina.
Tutti
applaudirono, Mota a Mota mota, da Majorin a tutte le streghe del
concilio.
La
festa continuò. Doremi tornò con tre bicchieri.
Scusate
ma ho trovato delle bibite molto strane, almeno questa sembra
aranciata- disse Doremi
Grazie
avevo una sete- disse Fat.
Doremi
porse il bicchiere anche a Kotake ma non dava segno di risposta.
Kotake
che c'è?-disse Doremi scrollandolo dolcemente.
Nessuna
risposta.
Kotake,
rispondi non mi fare questi scherzi stupidi- disse Doremi in
visibile agitazione scrollandolo un po' di più.
Ma
Kotake andò a finire tra i seni di Doremi. Doremi non senti il
suo respiro. Lo fece appoggiare la schiena sulla sedia , mise il
l'orecchio sul suo petto non si sentiva più nulla,
Doremi
fa presto, non so quanto posso stare cosi- disse Fat iniziò a
diventare trasparente.
AIUTO,
QUALCUNO MI AIUTI, IL MIO AMICO NON STA BENE, ARRESTO CARDIACO.
AIUTO- urlò Doremi con le lacrime che scendevano
copiosamente.
Doremi
che succede?- disse Akatsuki.
Akatsuki,
devi chiamare Toku-san, non sento il cuore di Kotake.
Certo,
vado a chiamarlo.- disse Akatsuki.
Con
delicatezza stese Kotake e gli tolse la maglietta ed iniziò a
fare un massaggio cardiaco.
uno...due...tre...-disse
Doremi ed appicco il massaggio cardiaco.
Non
devi morire, non te lo permetto- disse Doremi e continuo il suo
massaggio cardiaco.
Continua
sembra che funzioni- disse Fat riprendendo un po di colore.
Akatsuki
e Toku arrivarono poco dopo, Kotake venne preso da Toku e portato nel
suo laboratorio dove venne messo in una vasca di rigenerazione. Con
lui c'erano Akatsuki e Doremi. Doremi abbraccio Akatsuki per la
brutta esperienza, pianse molto.
Grazie
Doremi, senza il tuo massaggio cardiaco forse Kotake ...- disse Toku
Non
lo dica la prego- disse Doremi.
Sai
che da grande saresti un ottimo medico- disse Toku.
Dice
sul serio?-chiese Doremi asciugandosi le lacrime.
Certo
, io sono serissimo- disse Toku.
Cosa
può rischiare Kotake- disse Akatsuki.
Posso
dirvelo con certezza Kotake non farà più una magia-
disse Toku.
E
che ne dice della brama di sangue?- chiese Akatsuki.
Io
non voglio ascoltare questi discorsi- disse Doremi scuotendo la
testa.
Toku
posso entrare- disse Doremi.
Si-
disse Toku.
Akatsuki
e Toku parlavano fuori, Doremi entro e vide subito Kotake in questa
immensa vasca nudo dalla testa ai piedi, Doremi divenne paonazza ma
avanzò e tocco la vasca.
Quanti
segreti hai Tetsuya Kotake, mi sembrava conoscerti da quando eravamo
alla materna dove ci siamo conosciuti, tu timido mammone e io
spavalda. Quanto tempo e passato.
Forse
alcuni segreti di se stesso non li conosce- disse Fat svegliatasi.
Fat
da quando sei sveglia?- chiese Doremi.
Da
un po' da quando sei entrata e sei diventata paonazza vedendo Tetsy
nudo.
Doremi
prese la piccola Fat tra le mani e la avvicinò alla faccia.
Ho
avuto paura di perdervi- disse Doremi piangendo.
Non
piangere piccola Doremi- disse Fat asciugandogli le lacrime.
Doremi
smise di piangere.
Prima
hai detto che alcuni segreti non li sa nemmeno lui, Cosa vuol
dire?-chiese Doremi
Vedi
Doremi, il mio compito è molto più complicato di
quello delle normali fatine del mondo della magia, io cerco la
verità quanto la cerca lui, io sono incaricata di dirgli
tuttologia che lui non sa-disse Fat poi tutte due si girarono verso
Kotake.
Tetsuya
Kotake, un grande mistero- disse Doremi pensierosa.
FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITOOOOOOOOOO
alle 02:55 del 16/12/2012 il capitolo 12 ,spero che vi piaccia
perché mi sono spremuto le meningi fino all'ultimo, la storia
sta arrivando nei punti cruciali della prima parte, ma la storia è
moooooooooooooooooooooooooolttoooooooooooooo lunga. Arrivederci e
continuate a seguirmi, e abbiate pazienza e farò di questa
storia un capolavoro. ;) Doremi x Kotake 4ever
Capitolo 14 *** Kotake sei fuori dalla nostra squadra! ***
Kotake sei fuori dalla
nostra squadra!
Capitolo 14
Dopo molto tempo che Kotake
rimase nella vasca di rigenerazione, lentamente si riprese. Si
svegliò e si guardò intorno intontito, Fat e Toku
erano davanti a lui. Toku controllava che nel corpo di Kotake tutto
funzionasse alla perfezione.
Come stai, Tetsy?-
chiese Fat.
Un po frastornato-
disse Kotake.
Ti è andata
molto bene che Doremi era con te, ti fatto il massaggio cardiaco-
disse Toku.
Ti sei bevuto il
cervello, perché hai usato il potere magico al cento per
cento senza il mio permesso?- chiese Toku seriamente.
Toku-san non se la
prenda, ma un demone che sconfisse il mio padre naturale, io ho
combattuto con lui ma non era come i demoni che mi hanno sbarrato la
strada sulla terra, quello era ad un livello cosi alto che non
potevo fare altrimenti.- disse Kotake.
Non so perché ma
mi sento strano- disse Kotake.
Kotake non potrai più
fare magie- disse Toku.
Kotake rimase in silenzio.
Cosi tre anni di duri allenamenti era volati via come foglie secche,
ma invece una cosa era rimasta, la brama di sangue.
Sembra che tutta la
magia che la mia magia sia scomparsa e allora perché la brama
di sangue è ancora qui?- chiese Kotake.
Kotake, tu sei un
demone quindi è chiaro che la brama di sangue continuerà
sino a trasformarti.- disse Toku.
Ci deve essere un modo
per tenerlo a bada?- chiese Kotake.
Sino a ora io non ne ho
trovato, a parte i sieri- disse Toku.
I sieri durano solo
mezzora, un'ora al massimo quando sono calmo- disse Kotake.
Il tuo problema che ti
ha colpito nell'adolescenza- disse Toku.
Specialmente alla
mattina succede, vero Tetsy?- disse Fat con uno sguardo malizioso.
Ah, ho capito- disse
Toku guardandolo maliziosamente.
Sentite non pensate a
cose strane, e solo l'adolescenza – disse evasivo Kotake.
Se... come no!- dissero
Fat e Toku.
Kotake si alzò a con
molta fatica, ma non dava segno di cedimento, non era una
femminuccia, lui era un guerriero e non gli serviva qualcuno che lo
sorreggeva.
Il solito orgoglioso-
disse Fat e lo seguì.
Kotake lasciò il
mondo della magia sul dorso di Fat che prese la forma di cavallo
alato dopo una lunga settimana di convalescenza, la prima cosa che
videro appena tornati sulla terra il negozio di Magia, il Maho era
ancora distrutto. Li c'era una ragazza davanti alle scalinate che
contemplava lo scenario che si prostrava davanti. L'edificio che
aveva dato via a molte avventure per la nostra streghetta era caduto
come un castello di carte. Kotake le arrivò da dietro e le
coprì gli occhi.
Indovina chi sono?-
disse Kotake scherzando.
Scemo- disse Doremi
arrabbiata.
Perché, non me
l'ha detto che eri un demone, perché ti sei sacrificato per
noi, io non lo volevo- disse Doremi e inaspettatamente iniziarono a
scendere copiose.
Ho dovuto farlo, dovevo
proteggervi- disse Kotake.
Quando sei svenuto
credevo che non ti fossi più svegliato- disse Doremi davanti
agli occhi per impedire che altre lacrime uscissero.
Ti ringrazio per quello
che hai fatto- disse Kotake e le appoggiò la mano sulla
spalla e le diede un bacio sulla fronte.
Doremi arrossi
violentemente. Kotake non era mai cosi affettuoso.
I-io non fatto nulla -
disse confusamente Doremi.
Comunque, mi ha detto
Toku-san che non potrai fare più magie, come ti senti?-
chiese Doremi.
Mi sento un po'
frastornato, non sento più la magia che scorre nelle vene.
Bhe tutto sommato e come tornare a quando prima che facessi
l'allenamento.- disse tranquillamente Kotake.
Toku-san alludeva anche
alla brama di sangue, cos'è?- chiese Doremi.
Doremi la brama di
sangue e la cosa che ti avvicina ad un demone, la voglia di
distruggere, qualsiasi cosa ti trovi davanti, voglia irrefrenabile
di possedere una persona, ma soprattutto uccidere- disse Kotake.
Cosa intendi per
possedere?- disse Doremi iniziando a arrossire.
Dai, non fare la
gnorri, abbiamo quattordici anni l'una, non siamo più
bambini, o ti devo spiegare come nascono i bambini- disse Kotake.
No! no! Sono già
informata- disse Doremi arrossendo sempre di più.
Allora questa brama di
sangue riesci a controllarla- disse Doremi.
In un certo senso si,
anche se è molto difficile- disse Kotake.
Senti le ragazze
arriveranno a Misora insieme hai FLAT, e altri della nostra vecchia
classe, ti vuoi unire a noi?- chiese Doremi combinando completamente
discorso.
Ok, lasciate che mi
prepari, e arrivo- disse Kotake.
Ok , allora quattordici
e trenta al parchetto- disse Doremi incamminandosi.
Maledizione- disse un
Demone che guardava la vera di cristallo nero.
Che c'è Lam?-
disse Drake.
Generale Drake, il
ragazzino a sconfitto Caos- disse Lam inginocchiandosi.
Lo so, sapevo che non
avrebbe mai sconfitto prodigio come quello ma Non c'è fretta
Lam, il ragazzino è ormai nelle nostre mani, la sua brama di
sangue a livello che se noi l'avessimo ci scanneremo come dei lupi
in cerca di cibo, ma lui e ancora sobrio come se fosse un umano,
quindi io che sono più geniale del mondo dal male dopo il
grande re, o deciso di usare quello.- disse Drake.
Lei e proprio un genio,
per risvegliarlo intendete usare una bestia del genere- disse Lam
facendo apparire una enorme gabbia.
Da quando è che
non ti diamo da mangiare.- disse Drake guardando la enorme gabbia.
Dall'enorme gabbia sbucò
un imponente lupo mannaro sbavante di saliva.
Non ti preoccupare oggi
mangerai a sazietà Muahahaha...- disse Drake con una risata
malvagia.
Tutti si radunarono nel
parchetto, le Ojamajo e i Flat guardavano in modo diffidente Kotake
che ora parlava con Takao e Marina. In un angolo appartatati le
Ojamajo e i Flat discutevano.
Doremi, che intenzione
hai con Kotake, ormai sappiamo cosa è?- disse Aiko.
Potrebbe essere una
spia dei demoni, io non ci darei troppa confidenza- Disse Onpu.
Kotake is the phenom,
oh my god- disse Momoko
Non me lo sarei mai
aspettato, un ragazzino innocuo come Kotake essere un demone, in
ogni caso credo che tenerlo in squadra è pericoloso.- disse
Hazuki.
Ehi! Ragazze aspettate
prima di fare conclusioni affretta, io propongo di vedere come si
comporta, poi decidere.- disse Doremi
lo sappiamo che ti
piace Kotake, ma devi considerare che quando perderà il
controllo potrebbe farti del male, anche a tutti noi.- disse
Akatsuki.
La indifesa Doremi
nelle grinfie di del demone, dopo una dura lotta, il demone la
possiede.-disse Leon facendo la faccia da maniaco.
A quello parole Doremi
ritorno in mente le parole di Kotake, avvampò e diede un pugno
sulla testa del povero Leon che sprofondo nella terra creando un
buco.
Bel colpo Doremi- disse
Aiko e batte il cinque insieme a Doremi.
Che dite sarà
morto?- chiese Toru.
NO, Ancora no- disse
Leon infondo alla voragine.
Che botta- disse Leon
ritornando su.
Cosi impari- disse
Doremi.
Alla compagnia si aggiunsero
Nobuaki, Masaru e Shiori, il trio S.O.S, Nobuko con Miho, Mazumi e
Takesci, Kouji, Morikawa e Hiroko, Reika, Shimakura, Sato, Okajima,
Takao e Marina,Susumo.
Quando Hazuki vide Masaru e
Shiori gli andò incontro sorridendo.
Masaru, Shiori come
state? È da molto che non ci si vede- disse Hazuki.
E già è
molto che ci si vede- disse Masaru.
Tutti erano intenti a
parlare quando Nobuaki iniziò parlare:
Che ne dite di una
prova di coraggio come hai vecchi tempi- disse Nobuaki
E io so dove farla-
disse Shimakura.
Tutti s'incuriosirono e si
avvicinarono.
Dovete sapere che a tre
isolati da qui sono scomparsi alcuni “closciar”, è
un edificio tetro pare che fosse un hotel , perfetto per una prova
di coraggio. I vecchi proprietari sono scomparsi misteriosamente,
pare che fossero uccisi da un lupo mannaro.- disse Shimakura.
Che sciocchezze. I lupi
mannari non esistono- disse Reika con il suo modo di fare vanitoso.
Kotake sentendo quella
storia drizzò le orecchie.
Che ne pensi? Dobbiamo
preoccuparci- disse Doremi
Controlliamo la zona e
vediamo se c'è un demone lo sconfiggiamo- disse Kotake.
La fai facile tu? Tu
sei senza poteri e non possiamo usarli con loro davanti e poi
riusciremo a salvarli tutti- disse Akatsuki.
Certo, anche se non ho
più i miei poteri, non sono un semplice umano, e poi Toku-san
mi ha allenato anche quando sono senza poteri magici- disse Kotake.
I ragazzi si incamminarono
verso il fantomatico hotel, Doremi guardava Kotake, i suoi occhi
iniziavano ad essere duri come pozzi profondi, chissà quando
vedrà ancora quel sorriso da dispettoso. Chissà quando
avrebbe rivisto il suo Kotake...
Arrivarono al hotel e videro
che la zona non c'era un albero. L'hotel era enorme e molto vecchio.
La zona è
impregnata di energia oscura- disse Akatsuki.
Dobbiamo stare attenti,
ci possono colpire in qualsiasi momento- disse Doremi.
No, non avrò più
la magia ma so ancora riconoscere le aure vitali- disse Kotake.
Che confabulate voi-
disse Morikawa.
Nulla, allora come
questa prova- disse Kotake.
Allora formiamo una
squadra e ogni squadra sarà composta da cinque persona- disse
Aiko.
I gruppi si formarono:
il primo gruppo era Aiko,
Leon, Nobuko e Miho, Sato.
Il secondo gruppo era Toru,
Onpu, il trio S.O.S.
Il terzo gruppo era Fujo,
Hazuki, Masaru e Shiori, Nobuaki
il quarto gruppo era Momoko,
Akatsuki, Reika, Shimakura, Okajima.
Il quinto gruppo era Doremi
e Kotake, Kouji, Takao e Marina.
L'ultimo gruppo era Mazumi e
Takeshi, Morikawa e Hiroko, Susumo.
Fecero la pesca per quale
gruppo doveva entrare per primo. Il gruppo che entrò fu il
terzo.
Fujo camminava con Hazuki
attaccata al braccio, anche Masaru e Shiori visibilmente spaventati
mentre Nobuaki era tranquillo come se facesse un passeggia.
Camminavano tra vetri rotti
e cose buttate per terra, la via buia era satura di mistero e anche
un gran fetore di muffa.
Questi posti mi fanno
paura- disse Hazuki
A chi lo dici- disse
Shiori.
Forza non abbiate
paura, vero Masaru?- disse Fujo.
Fatti gli affari tuoi-
disse Masaru visibilmente spaventato.
Prendi esempio da
Nobuaki- disse Fujo.
Che centra lui e un
custode di un cimitero.- disse Masaru.
Cosa centra questo-
disse Nobuaki.
Erano arrivati nella hall e
videro una sagoma trasparente di una ragazzina con lunghi capelli
corvini che gli arrivavano ai piedi, occhi grandi neri e una lunga
veste che sfogliava un grosso libro. I ragazzi si paralizzarono.
Vedete quello che vedo
io- disse Nobuaki.
S-s-si- disse Masaru.
Ma i fantasmi non
esistono vero?- disse Shiori visibilmente nel terrore.
Dopo aver visto questo
non sono più convinto che non esistano.- disse Hazuki
spaventata.
La ragazzina mosse una mano
– Aiutatemi! Vi prego Aiutatemi!-
La ragazzina iniziò
piangere forte tanto da alzare un vento forte che staccò il
lampadario di cristallo situato in alto che stava cadendo
pericolosamente su Masaru e Shiori. Fujo si mosse molto velocemente e
li tirò via dalla traiettoria del lampadario. Iniziarono a
volare le sedie e altri cose molto pesante che potevano fare male sul
serio.
Perché piangi,
possiamo aiutarti- disse Hazuki coprendosi la testa.
Fa tanto male- disse la
ragazzina.
Cosa ti fa male?- disse
Fujo.
Lupo cattivo, mi fa
male- disse la ragazzina.
Hazuki, dobbiamo
andarcene?- disse Masaru.
Ok, aspetta qui
torniremo con amici che possono aiutare- disse Hazuki.
C'è un fantasma
di una bambina che piangeva- disse Masaru spaventato con in braccio
Shiori.
Non dire panzane- disse
Hiroko.
Non dico panzane,
diceva che lupo cattivo gli faceva male- disse Masaru.
Posso confermare- disse
Fujo.
Kotake appena sentì
quella parola drizzò le orecchie e le venne la pelle d'oca.
Cosa ha detto?- chiese
Kotake.
Lupo cattivo mi fa
male- disse Hazuki.
Kotake sentì un
grugnito del demone dentro di se. Kotake si mise la mano sulla fronte
Kotake, ti senti bene?-
disse Doremi preoccupata.
Si, sto bene, credo che
dobbiamo interrompere la prova di coraggio per potrebbe rimetterci
qualcuno.- disse Kotake.
Non dirmi che ci credi
davvero- disse Shimakura.
Ehi noi diciamo
fandonie, la ragazzina l'abbiamo vista veramente.- disse Shiori.
Potrebbe essere un
miraggio dovuto alla paura- disse Nobuaki.
Non so come ma credo
che c'è qualcosa di spaventosa e tetro in quell'hotel, quella
ragazzina e solo il preludio di una cosa più grande, il mio
spirito è inquieto- disse Kotake.
Tutti si misero a ridere.
Il tuo spirito, sei un
sensitivo?- disse Koji tra una risata e l'altra.
Sapevo che Doremi era
stramba ma anche tu Kotake...- disse Reika.
Ehi, non sono stramba-
disse Doremi.
Dovete credermi c'è
qualcosa che non va- disse Kotake.
Ora basta, dobbiamo
continuare, il prossimo gruppo- disse Koji.
Kotake non rispose. Il
secondo gruppo entrò.
Kotake resta calmo, non
hai detto che ci siamo noi?- disse Doremi.
Si, ma la mia brama di
sangue mi sta lacerando quindi vuol dire che la dentro c'è
una demone molto potente.- disse Kotake.
Doremi per un attimo li vide
gli occhi rossi colore del sangue e con una pupilla come quella di
una serpente a sonagli. Deglutì pesantemente.
Il secondo gruppo non ci
mise molto a uscire con qualche ferita. Molto spaventati.
C'è davvero la
ragazzina- disse il trio S.O.S.
Tutti i mobili della
hall volavano da una parte all'altra.- disse Toru.
Ho sentito parlare di
Poltergeist ma non sapevo che esiste veramente.- disse Onpu.
Poltergeist?- chiese
Koji.
Alcune persone riesco a
spostare gli oggetti solo con la forza della mente, nelle stesse
persone mosso dall'emozioni possono perdere il controllo dei poteri
e l'effetto e devastante potrebbe anche sollevare un
grattacielo-disse Kotake.
Vi ripeto non è
più un gioco, se non stiamo attenti qualcuno potrebbe
rimetterci la vita- concluse Kotake.
Aiko e Leon camminarono
avanti e Sato, Nobuko, Miho dietro.
Nobuko e Miho presero i loro
blocknotes per scrivere una nuova storia su quel posto tetro.
Sarà vera la
storia della bambina che piange- disse Leon.
Ricordati che tu sei un
mago quindi perché una fantasma che piange- disse Aiko.
Di cosa sta parlando?-
disse Sato
Nulla, di questo posto
chissà cosa sarà successo in questo luogo- disse Aiko.
Io mi intendo di fatti
strani ma non ho mai sentito di un hotel cosi grande e poi se fosse
passato molto tempo non vedremo una pianta cosi rigogliosa.- disse
Sato.
in effetti hai ragione,
forse è meglio ascoltare il consiglio di Kotake- disse Leon.
Arrivarono alla hall e la
videro la ragazzina era ancora li che singhiozza e guardava nella
loro direzione. Miho iniziò a disegnare la sagoma che aveva
visto. All'improvviso la ragazzina indico con il ditino dietro alle
spalle di dei ragazzi spaventata.
Scappate, lupo cattivo,
scappate- sussurrò la ragazzino.
Aiko si giro molto
lentamente e vide una bestia pelosa con zanne lunghe come spade.
SCAPPATE!!!- urlò
Aiko.
GRRRRROOOAAAARR- ruggì
il lupo e sferrò un attacco diritto verso Nobuko e Miho
pietrificate.
Il colpo venne parato da un
armadio che si mise davanti al colpo.
Forza, scappate!- disse
la ragazzina.
Perché ci
aiuti?- disse Aiko.
Lupo cattivo a mangiato
persone a cui volevo bene- disse la ragazzina.
Miho era terrorizzata ciò
nonostante continuava disegnare quel lupo tento affascinante quanto
spaventoso. I ragazzi scapparono trascinandosi Miho, Nobuko, Sato
terrorizzate.
Troveremo un modo per
liberarti- disse Aiko.
La ragazzina annui e
sorrise. Copri la fuga con delle enormi librerie.
Gia ma la cosa che mi
chiedo è da dove viene questo posto- disse Marina.
Perché? Che ha
di strano?- chiese Kotake.
Perché in una
maglietta ci sono due enormi tagli sulla schiena- disse Marina con
in mano una specie di maglietta trovata a terra.
Forse nella
colluttazione con il lupo, si sono provocati qui tagli- disse
Kotake.
Esplorarono ogni singolo
stanzino di quel gran hotel e li ebbero la conferma.
Questa hotel non è
del mondo umano- disse Kotake.
Allora da dove arriva?-
chiese Doremi.
Non lo so – disse
Kotake.
Gli stanzina contenevano
armature di cristallo bianco, pettorine, gambali, bracciali, elmi ma
soprattutto spade, spadoni, asce, martelli grossi, archi, frecce,
balestre, dardi, daghe, lance, fatti con una lega che non avevano
visto. Kotake prese uno spadone se la legò alla schiena,
nonostante fosse molto grande era molte leggera. La spada era formata
da un pomo* con un drago con la bocca aperta da cui si formava una
lama molto grande e affilata. Il suo colore era un azzurro chiaro.
Che ti prendi a fare
uno spadone- disse Doremi.
Bhè per mozzare
la testa di un licantropo non mi posso prendere la daga.- disse
Kotake.
Gia, e vero- disse
Doremi inorridita da quello che aveva detto.
Camminarono e la videro non
erano ancora arrivati alla hall e già la vedevano. Era sotto
forma di miraggio
Papino, sei venuto a
salvarmi- disse la ragazzina riferendosi a Kotake
Piccola, chi sei?-
disse Kotake.
La bambina rimase
interdetta.
Come? Non mi riconosci?
Sono io Alicia- disse Alicia
Mi dispiace molto
piccola ma non sono tuo padre- disse Kotake.
Come no? La spada che
hai e di te Papino- disse Alicia.
Questa spada l'ho presa
nello stanzino- disse Kotake.
Perché essere
cosi crudo con una bambina, sei un mostro Tetsuya- disse Doremi.
Alicia iniziò a
piangere portandosi le manine sugli occhi. Kotake si gratto la testa
e pensando che forse era stato troppo duro con quella bambina.
Se tu non sei il mio
papa Leo significa che anche lui... no.-disse Alicia mentre gli
occhi della piccola si inondarono di lacrima.
Senti ti faccio una
domanda ma non devi piangere- disse Doremi chinandosi alla stessa
altezza.
Si...- disse Alicia.
Quanti anni hai?-
Chiese Doremi
Sei – disse
Alicia.
Senti che ne dici se
cercassimo il tuo Papa- disse Doremi.
Che ne dici Tetsuya?-
chiese Doremi.
La ragazzina gli fece uno
sguardo che era impossibile rifiutare.
Ok, cercheremo tuo
padre- disse Kotake e le tocco le manine e ora le cose gli
sembravano chiare.
La tecnica della
trasposizione dell'anima, cosi piccola e sa già farlo.-disse
Kotake
La bambina lo guardo con
fare interrogativo.
Ora facci strada- disse
Kotake e la bambina con un enorme sorriso iniziò a camminare.
Che c'è prima ti
ho sentito pronunciare una qualcosa dell'anima- disse Doremi.
Tecnica della
trasposizione dell'anima e una tecnica che permette di lasciare il
corpo, mantenendolo integro il corpo l'anima può vagare dove
vuole- disse Kotake.
Ci stai dicendo che è
viva- disse Marina che ancora non credeva a quello che aveva visto.
Si e la troverò
e la salverò- disse Kotake.
Senti ci spieghi cos'è
questo posto?- disse Takao.
La bambina si fermò e
lo guardò
Tu sei umano, io non ho
mai visto un umano- disse Alicia.
Questo posto è...
aspetta come si chiama... ce lo sulla punta della lingua... ah. Una
caserma- disse Alicia.
Sembra molto bello e
luminoso per essere una caserma- disse Koji.
Questa caserma proviene
dal mondo del bene, ed è chiamata Yuzuna in segno di
riconoscenza, alla grande guerriera angelo che quattordici anni fa
salvò gli angeli e sigillo di nuovo i demone- disse Alicia.
Cosa Yuzuna? Cosa sai
di lei?- chiesero Doremi e Kotake.
Io... so che era una
grande guerriera, che quando sene andò aspettava un
bambino... cosi diceva il mio papino- disse Alicia.
Ok, continuiamo- disse
Kotake.
Quindi tu sei un
angelo- disse Doremi.
Si, non mi sono
spuntate le ali perché sono piccola- disse Alicia
E a che eta ti
spunteranno?- chiese Doremi
Credo ha sette anni,
mio papa mi diceva che era molto doloroso- disse Alicia.
A volte diceva che
qualche bimbo moriva per il dolore- disse triste Alicia.
Giunti alla Hall videro il
libro ed iniziarono a sfogliarlo. Nel libro c'erano tutti i soldati e
le loro stanze.
Quindi non è una
commercio di carne umana ma di carne angelica, Che disgusto- disse
Doremi.
Si, ma chiunque abbia
fatto questo la pagherà, parola mia- disse Kotake.
L'ho trovata, camera
trecentocinquanta quarto piano- disse Koji.
Ok, andiamo - disse
Alicia contenta.
Kotake la guardava andare
avanti, era triste.
Kotake, dimmi che
problema c'è?- disse Doremi.
Doremi, suo padre non
c'è più, come il resto degli altri soldati. L'unica
viva siamo noi e lei e una miriade di bestie che aspettano che
facciamo un passo falso.
Cosa ne sai, forse a
azzerato il suo forza vitale per non farsi scoprire- disse Doremi
con le lacrime agli occhi.
No, purtroppo anche se
a azzerato la sua forza vitale lo dovevo sentire una presenza- disse
Kotake.
È cosi piccola-
disse Doremi
Doremi si intristì
molto, vederla cosi felice era bellissimo.
Forza Doremi quando
avrà scoperto che è sola al mondo allora dobbiamo
stargli vicino.- disse Kotake.
Hai ragione- disse
Doremi asciugandosi gli occhi.
La ragazzina arrivò
davanti a una porta.
Ascensore, rimane
fuori è uno scemo- disse scherzosamente Alicia.
Hai visto, Kotake è
rimasto fuori- disse Doremi.
Scemo!!!- disse Alicia.
Ringrazia che sei una
anima- disse Kotake.
L'ascensore arrivò al
quarto piano. Videro la stanza numero trecentocinquanta davanti agli
occhi.
Papino sono io Alicia.-
disse Alicia chiamando a squarciagola.
Ti prego fermati,
Alicia- disse Doremi parandosi davanti alla porta.
Perché non
posso? Io voglio il mio papino- disse Alicia.
Sorpasso Doremi che cadde in
ginocchio non appena la bambina aprì la porta.
La scena era la seguente uno
scheletro su una sedia di velluto color bianco e davanti un diario
con scritto lettere incomprensibili. Chiaramente in lingua angelica.
Alicia guardava lo scheletro
con un'aria scioccata.
Io sono sola al mondo-
disse Alicia.
No, non sei sola al
mondo, permettimi di aiutarti.- disse Kotake.
Ci siamo noi- disse
Doremi.
La ragazzina toccò lo
scheletro del padre e flui una luce dorata.
Alicia, piccola sei
tu?- disse la luce che prese forma di un angelo.
Papino, sei tu?- disse
Alicia.
Si da quante ti
aspettavo- disse Leo.
Alicia non se lo fece
ripetere due volte e gli saltò addosso in lacrime.
Leo era biondo muscoloso e
con un grosso paio di ali sulla schiena, eta circa diciotto anni, era
vestito con una lunga tonaca bianca.
Alicia mi dici chi sono
quelle creature strane- disse Leo.
Sono umani- disse
Alicia.
Cosa? Umani?- disse
Leo.
Scusate come fate ad
essere nella caserma- disse Leo.
Bhè questo
dovremo dirlo a voi, come siete riusciti ad arrivare nel mondo degli
umani- disse Kotake.
Io ricordo che ero
nella mia stanza a scrivere, e poi siamo stati attaccati da un
miriade di lupi mannari- disse Leo.
Ho già capito
tutto- disse Kotake.
I demone hanno chiuso
in un varco dimensionali ed hanno bloccato il tempo- disse Kotake.
Quindi vuoi dire
che...- disse Leo.
Si purtroppo, i lupi
mannari hanno mangiato tutti tranne la bambina- disse Kotake.
Leo guardo la bambina,
guardo il suo scheletro.
Io sono morto- disse
Leo esterrefatto
E quella e la mia
spada- disse Leo indicando la grossa spada che Kotake portava sulla
schiena.
Mi scusi se mi permetto
ma Alicia non ha una madre- disse Doremi.
No, è morta
dandola alla luce- disse Leo.
Lei aveva solo me-
disse Leo.
Leo iniziò a
dissolversi.
Il mio tempo scaduto,
piccola Alicia- disse Leo.
No, papino io voglio
stare con te- disse Alicia.
Mi dispiace, purtroppo
me ne devo andare- disse Leo.
Non voglio, mi avevi
promesso che stavi con me- disse Alicia.
Ricordati chi vuoi
diventare da grande- disse Leo posandogli una mano sulla testa.
Io... sigh voglio
diventare come Yuzuna- disse Alicia.
Che il tuo sogno possa
avverarsi un giorno- disse Leo.
Alicia cerco di afferrare la
sua mano senza riuscirci.
Vi prego, salvatela e
fate si che il suo sogno diventi realtà- disse Leo.
Chi è Yuzuna?-
chiese Doremi.
Perché lo
chiedete?- chiese Leo.
Perché lei a
dato alla luce il prescelto- disse Kotake.
È tutto scritto
nel mio diario- disse Leo.
Abbiate cura di Alicia-
disse Leo con le lacrime agli occhi.
Leo si dissolse.
Venite vi porto dove è
il mio corpo- disse Alicia con sguardo basso.
Alicia guardò lo
scheletro del padre. Kotake prese il diario di Leo.
Ti ringrazio potente
guerriero angelico- disse Kotake inchinandosi. Anche Doremi, Marina
Takao e Koji si inchinarono e dissero grazie.
Il gruppetto torno al piano
terra in silenzio. Alicia singhiozzava. Tutto il gruppo voleva
abbracciarla
farla sfogare, ma per ora
non potevano. La piccola si fermò davanti ad una porta di
metallo verde.
Eccoci da infondo a
questa stanza, ce il mio corpo- disse Alicia.
Da qui in poi andrò
da solo- disse Kotake.
Perché scusa,
voglio venire con te- disse Doremi.
Cosa mi avevi detto
quando siamo entrati , che se le cose si fossero messe male tu e gli
altri foste andati fuori.
Cosa dici? non siamo
nei guai seri- disse Koji
Voi non lo sentite, ma
io lo sento bene, ci saranno più di un migliaio di lupi
mannari- disse Kotake.
Kotake apri la porta.
Non andare! Ti aiuterò!
Non potrai mai sconfiggerli- disse Doremi cercando di fermarlo
abbracciandolo.
Ehi Doremi, vuoi che
salvi Alicia, allora ti devi fidare di me- disse Kotake.
Kotake si giro verso Doremi
e gli palpò il seno facendola andare all'indietro. In un
attimo entrò nella stanza e chiuse la porta dall'interno.
Sei uno stupido
Tetsuya- disse Doremi dando i pugni sulla porta.
Su vieni Doremi,
dobbiamo fare come dice- disse Marina trascinandola.
Il gruppo uscì.
dov'è Kotake?-
chiese Akatsuki.
É la dentro che
deve aiutare una ragazzina angelo- disse Marina che sorreggeva
Doremi molto scossa.
La guardavano molto confusi.
Ok, raccontaci cosa vi
è successo, per filo e segno- disse Akatsuki.
Solo un demone può
uccidere un lupo mannaro- disse Kotake.
Quindi tu sei un
demone- disse Alicia
Non mi dire che non lo
sapevi- disse Kotake.
Lo sapevo dalla prima
volta che hai messo piede- disse Alicia.
Quelle che è
strano e come mai non sei diventato polvere appena hai toccato la
spada di papino- disse Alicia.
Non so cosa
risponderti- disse Kotake.
E poi voglio che non
veda come sono come sono quando sono in balia della brama di
sangue.- concluse Kotake.
Kotake e la ragazzina
arrivarono nella stanza dove giaceva il corpo della ragazzina. Lo
stanzone era immenso probabilmente una palestra di addestramento,
vedendo tutti gli attrezzi. Il corpo di Alicia era su una specie di
tappeto per gli addominali.
Forza, piccola torna
nel tuo corpo, cosi potremo andarcene- disse Kotake.
Perché ormai
sono sola al mondo- disse Alicia.
Smettila, non sei sola,
ci sono io, c'è Doremi, e un mondo in cui puoi trovare amici
che ti vorranno bene- disse Kotake.
E poi non hai un sogno
da realizzare- disse Kotake.
Si, voglio diventare
come Yuzuna- disse Alicia.
E allora torna nel tuo
corpo e so molte persone che possono far diventare il tuo sogno
realtà- disse Kotake.
Ok, fratellone- disse
Alicia.
Ok da oggi sarò
il tuo fratellone, ora pensiamo a difenderti.- disse Kotake.
Alicia tornò nella
suo corpo. Era un processo lungo e molto faticoso perché
Alicia era da molto tempo fuori dal suo corpo. Kotake sfoderò
la spada si mise ad ascoltare.
I grugniti iniziarono primi
lievi e poi forti.
Ci siamo- disse Kotake.
Dal terreno sbucò
fuori un Licantropo, grande, peloso, con lunghe zanne, occhi rossi.
Lasciaci la ragazzina,
tu non ci interessi- disse licantropo.
Hoho... io credevo che
tutti gli licantropi fossero stupidi, invece tu sei parlare- disse
Kotake.
Io sono un capostipite,
la ragazzina ci serve per accrescere il nostro potere psichico-
disse il capostipite.
E dopo che volete fare-
disse Kotake.
Per dominar il mondo
umano- disse il capostipite.
Solito storia, dunque,
allora cosa si dice in questi casi...- disse Kotake.
Kotake punto la spada verso
il capostipite.
Non ti permetterò
di torcerle un capello- disse Kotake che aveva assunto la forma
demoniaca.
Togliti, o perirai
nello scontro- disse il capostipite.
Non, ci penso nemmeno,
GRRRRRRRR- disse Kotake all'attacco.
I due iniziarono a
combattere con attacchi fulminei e si seppe subito chi avrebbe
sconfitto chi, Kotake era molto più lento rispetto al
capostipite, ora era un semplice demone senza poteri magici, come
poteva sconfiggerlo.
Il capostipite era davvero
potente, velocità inumana, e soprattutto sapeva usare i suoi
sensi per sapere dove era. Il capostipite lo prese e lo sbatte contro
il muro, e si avvicino pericolosamente alla bambina. Kotake gli si
parò davanti ricevendo un colpo mortale, il capostipite
affondò la sue unghie lunghe nella schiena.
In quel momento Alicia
riaprì gli occhi e si trovo davanti Kotake con gli occhi
rossi. La bambina non ebbe paura anche se lui era un demone.
Alicia allungò la
mano e le tocco il viso.
Fratellone...- disse
Alicia.
Ciao dormigliona! Come
ti senti?- disse Kotake con rivolo di sangue che gli sgorgava dalle
labbra.
Ma tu sanguini- disse
Alicia.
No, è nulla-
disse Kotake.
Ora, mi fai una
cortesia, quello che vedrai non dovrai dirlo a nessuno- disse
Kotake.
Ti puoi fidare di me,
fratellone- disse Alicia.
Il capostipite tolse le
unghie dalla schiene di Kotake. Kotake sputo fiotti di sangue e si
cercò di tirarsi su, in quel momento per se la ragione, iniziò
urlare, dalla bocca e dagli occhi usci il una luce rossa, i buchi
sulla schiena sparirono, la terra iniziò tremare, la pelle di
Kotake divenne scura.
Chi sei tu?- disse il
capostipite.
Il tuo peggiore incubo-
disse Kotake con la voce cambiata.
GGRRROOOAAARR...- ruggì
il capostipite.
GGRRROOOAAARR...- ruggì
Kotake.
Kotake brandì la
spada che divenne di un colore rosso fuoco, andò all'attacco
scomparendo. Il capostipite lo segui a ruota. Alicia era l'unica
spettatrice di quella lotta all'ultimo sangue. In quella lotta si
decideva non solo il destino di Alicia ma del mondo degli umani.
Alicia riusciva a seguirli con gli occhi, se pur difficilmente perché
lei era abituata a vedere suo padre. Ma quello scontro era molto più
difficile da vedere.
Kotake atterrò come
il capostipite.
Come fai ad essere
tanto potente, quindi non sei un umano infettato da un demone, tu
sei un demone- disse il capostipite.
Kotake attacco e con la
spada recise i tendini delle zampe che lo tenevano sospeso tutto il
corpo.
Kotake si avvicina
pericolosamente al capostipite.
Aspetta, ti posso far
diventare potente e rispettato- disse il capostipite.
Vuoi fare una cosa per
me?- chiese Kotake.
Si- disse il
capostipite.
Riferisci questo ai
tuoi padroni, chi metterà in pericolo la stabilità di
questi mondi farà i conti con me- disse Kotake.
Kotake guardò la
piccola e gli disse in mente di chiudere gli occhi e tapparsi le
orecchie. La bambina obbedì. Kotake recise la testa del
capostipite venne innondato dal sangue. Kotake ripose la spada nel
fodero. Il corpo del capostipite divenne cenere. Kotake era ancora
sporco del sangue del mostro, si mise in ginocchio e cercò di
tornare normale.
AAAAAAAAAAAAAhhhhhhhh...
uff..uff..fuuu- Kotake si concentrò.
Allora, sono come
prima?- chiese Kotake.
Bhè fratellone,
a parte la voce il resto è come prima- disse Alicia.
Kotake si guardava allo
specchio. Ora vide che era davvero un mostro. La brama di sangue si
calmo.
Va be, dopo ci
penseremo, riesci a muoverti?- chiese Kotake.
No, le gambe si
rifiutano di muovere- disse Alicia.
Va bene ti porto- disse
Kotake.
La ragazzina lo guardava in
modo strano
Che c'è
piccola?- disse Kotake
Mi dici dove hai
imparato a usare la spada? - chiese Alicia.
Non so risponderti, so
solo che dovevo uccidere quel mostro per il nostro bene- disse
Kotake
Sarà ma nemmeno
il mio papino aveva quel ritmo di colpi- disse Alicia
Di un po, ma non senti
uno strano odore, tipo benzina?- chiese Kotake.
Cos'è benzina?-
disse Alicia.
Un liquido infiammabile
che usiamo noi umani- disse Kotake.
In effetti ho visto
molti strani mobili portati da umani incappucciati- disse Alicia.
Mi faresti vedere dove
sono- disse Kotake.
Ok, ma cosa ci vuoi
fare?- chiese Alicia.
Dobbiamo far sparire
questo posto- disse Kotake.
...- Alicia non disse
nulla.
Cos'è quella
faccia? Non vuoi dare degna sepoltura a questi guerrieri- disse
Kotake.
Bhè, se intendi
distruggere il posto, io non ti aiuterò- disse Alicia
imbronciata.
Kotake si inginocchiò
e disse
Alicia le senti le urla
strazianti di quei soldati, non vorresti dare pace a queste anime
dannate.- disse Kotake.
… si- disse
Alicia piano tra i singhiozzi, sentendo sia le anime, che lupi
assetati di sangue avvicinarsi pericolosamente a loro. Però
era un posto dove era nata e vissuta per sei anni.
Kotake la prese tra le
braccia ed andarono nel posto in cui la bambina vide strani mobili.
Ecco li ho visti qui-
disse Alicia.
Kotake vide che c'erano
molte casse con scritto “esplosivo”, molti barili di
benzina. Aprì una delle casse molto delicatamente . Polvere
bianca.
Tritolo- disse Kotake
piano.
Tri... che?- disse
Alicia.
Polvere esplosiva, il
problema e che ce ne è cosi tanto che potrebbe sparire la
città di Misora- disse Kotake.
Non ti preoccupare,
posso alzarlo io con il Poltergeist- disse Alicia.
Sembra rischioso...-
disse dubbioso Kotake.
Mi hai detto di fidarti
di te, allora tu ti devi fidare di me- disse Alicia.
Va bene- disse Kotake.
Kotake fece un incisione
nelle botti da cui uscì la benzina. La piccola si guardò
in giro e vide qualcosa nell'ombra.
Cosa sono?- chiese
Alicia.
Kotake andò a
controllare e vide quello che rimaneva dei corpi dei uomini
incappucciati, e dei closciar scomparsi giorni fa.
Quelli che hanno fatto
questo, stanno per arrivare- disse Kotake e prese un accendino da
uno dagli uomini incappucciati.
La benzina aveva invaso
tutte le stanze, Kotake riprese tra le braccia la piccola Alicia e
andò alla porta di metallo verde. Apri il lucchetto, e si
senti un rumore sordo di cancelli che si aprono, in un attimo si
videro circondati da lupi mannari.
Adesso, devi
aggrapparti alle mie spalle- disse Kotake.
Si- disse Alicia e con
le manine prese forte la maglietta di Kotake.
Addios- disse Kotake e
accese l'accendino e lo buttò a terra.
Il liquido prese fuoco e
Kotake in un attimo andò fuori e chiuse la porta di metallo
verde con il lucchetto e iniziò a correre e perdifiato verso
l'uscita.
Quindi mi stai dicendo
che questa Alicia e una bambina angelo e che Kotake sta combattendo
per salvarla, chi ci crede- disse Shikamura.
Senti Shikamura, so che
è difficile da credere, ma e cosi- disse Takao.
Anche io ero scettico
su questo, ma ho visto che è vero- disse Marina.
Intanto Doremi si era
ripresa ed era furiosa con Kotake, perché non la voleva?
Infondo lei poteva aiutarlo ora che lui non aveva più i poteri
da mago, forse non voleva che lo vedessi trasformato? Sarebbe
cambiato qualcosa? Non sapeva cosa pensare.
Una sagoma si stagliava
dall'entrata. Era Kotake. Ma c'era qualcosa che non andava aveva un
altro aspetto.
Kotake?- disse Doremi
Il ragazzo correva con la
piccola Alicia sulle spalle.
Ora e il tuo momento,
piccola- disse Kotake posandola a terra.
Chi è questa
bambina?- chiese Reika.
È il fantasma-
dissero Shiori e Masaru.
Quindi, l'hai trovata e
salvata- disse Doremi.
Ora silenzio, vi prego,
dopo parliamo.- disse Kotake.
Alicia si concentro e alzò
la manina, l'edificio si mosse.
L'edificio si sta
muovendo- disse Shimakura.
Alicia con un alzata di mano
spedì l'edificio contro l'atmosfera.
Edificio si disintegrò.
Brava piccola- disse
Kotake sorridendo.
La piccola gli scesero le
lacrime una dopo l'altra e si getto tra le braccia di Kotake.
Fratellone- disse
Alicia piangendo.
F-fratellone?!- disse
Hiroko.
Un momento, tu non sei
Kotake, maledetto demone ti sei mangiato Kotake- disse Leon.
No, Leon sono io
Kotake, nella mia forma iniziale demoniaca.- disse Kotake
abbassando.
Mio dio, che storia,
prima che l'edificio, poi la bambina, poi Kotake è un demone-
disse Nobuko annotandosi le cose sul block notes.
Sei davvero mostruoso-
dissero tutti
La situazione stava
degenerando e quindi la piccola intervenne. Unì le manine e
produsse un'onda psichica che fece svenire tutti. Integri rimasero i
Flat e le Ojamajo.
Non ti preoccupare,
quando si sveglieranno non si ricorderanno nulla- disse Alicia.
Non sapevo che fossi
cosi brava con il poteri psichici- disse Doremi.
Ci spieghi questa
storia? Come mai hai dovuto il potere demoniaco?- chiese Hazuki.
Hazuki, il capostipite
dei lupi mannari può essere ucciso da un mago o da un umano,
ci vuole un cavaliere angelico o un demone, ecco perché ho
lasciato fuori Doremi- disse Kotake.
Si possa confermare-
disse Alicia.
Cosa ne sai piccola?-
chiese Leon.
Lo so perché
l'ho studiato, una fatica- disse Alicia.
Si sa quando tornerai
alla forma normale- disse Akatsuki.
Non lo so, ci posso
mettere un giorno, un mese- disse Kotake.
Senti Kotake, ne
abbiamo parlato molto, mentre eri nella macchina di rigenerazione,
non vogliamo capo demone, quindi sei fuori della nostra squadra-
disse Akatsuki.
Come facciamo a
combattere il male, se il male è nella nostra squadra- disse
Leon.
Ti ringraziamo per
quello che hai fatto fino ad adesso, ora ce la vediamo da voli-
disse Toru.
Ma ora tu non ci servi
più- disse Fujo.
Ah si! E come farete
con il prescelto senza questo- disse Kotake sventolando il diario
del padre di Alicia.
Cosa c'è scritto
li dentro?- chiese Momoko.
Cose che riguardano
Yuzuna e la sua meta- disse Kotake
Cosa dici? Fa vedere-
disse Aiko
No, il diario della
piccola, quindi senza la sua approvazione non vi dico nulla- disse
Kotake sventolando il dito indice davanti ad Aiko.
Come sarebbe? Ci serve
quel diario- disse Onpu.
Io, non sono più
il vostro capo, come avete detto- disse Kotake.
Alicia sbadigliò:
Fratellone ho tanto
sonno-
Allora andiamo- disse
Kotake e prese tra le braccia Alicia.
Non abbiamo finito di
parlare- disse Akatsuki.
Invece si, non vi
preoccupate, quando l'avrò tradotto il diario di Leo, vi farò
un fischio- disse Kotake.
Aspetta Kotake, mi
dispiace- disse Doremi.
E la vita, mi sono
illuso inutilmente, mi sono trovato bene nel vostro gruppo, non
dovevo tenervi nascosto quello che sono, il problema che non lo so
nemmeno io- disse Kotake andandosene.
Aspett...- Doremi cerco
di raggiungerlo, ma glielo impedirono, Aiko la prese per il braccio
e gli fece cenno di non andare.
Doremi lo guardò
andare via.
Ma siamo sicuri che
vogliamo togliere dalla squadra Tetsuya, ci ha aiutati anche adesso,
non possiamo dire, grazie di tutto e buonasera- disse Doremi adirata
da tutta quella situazione.
È quello che
faremo, ci ha nascosto che era un demone, come possiamo dargli
ancora fiducia?- disse Akatsuki.
Io sono arrabbiata più
di voi, io dico che ci serve ancora, diciamocelo siamo inesperti con
i combattimenti- disse Doremi.
Perché è
un allievo di Toku-san non gli il diritto di nasconderci le cose,
insomma noi non abbiamo più fiducia in lui- disse Akatsuki.
Non hai più
fiducia in lui pero fa comodo la sua traduzione è!- disse
Doremi.
Che se le tenga, non ne
abbiamo bisogno- disse Akatsuki.
Ah lascia perdere,
parlare con voi ragazzi e fiato sprecato- disse Doremi alzando le
mani.
Ehi cos'è tutto
questo baccano- disse Morikawa svegliando.
Tutti si svegliarono
intontiti.
Cosa è successo?
Perché mi trovo qui?- disse Nobuko.
Non so? Vi abbiamo
trovati qui- disse Aiko mentendo.
Doremi guardava tristemente
nella direzione in cui Kotake se ne era andato, intanto il sole era
tramontato. Si era fatto freschino. Tutti tornarono a chiacchierare
tranquilli e sereni, Doremi si rabbuio. Penso “io non ci
capisco più niente. Cosa sei Tetsuya? Non si accorgono come
sei buono, salvandoci anche oggi.”
ecco finito mamma mia,
quando inizi e scrivere ti passa il tempo, sono lo 2:12 e tutto va
bene.
Kotake si è trovato
una sorellina. Questo inclinerà il rapporto tra Doremi e
Kotake ora che e stato buttato fuori dalla squadra? Seguitemi e lo
scoprirete. Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaauuuuuuuuuu alla prossima.
* Pomo: parte iniziale dalla
spada, la parte che si impugnia.
Kotake tornò casa con
la piccola tra le braccia. Aprì la porta e davanti si trovò
la madre davanti alla porta. Vedendolo in quello stato:
Kotake cosa ti è
successo?! Sei tutto sporco e chi questa bambina- disse la madre
Mamma ti presento la
piccola Alicia- disse Kotake.
Mi dio quanto e bella-
disse la madre.
Ma torniamo a te,
perché sei in questo stato, vuol dire che ti sei trasformato-
disse la madre.
Mamma non ho potuto
fare altrimenti, poi ho evitato un invasione di lupi mannari- disse
Kotake.
Ma potevi chiedere,
aiuto al tuo gruppo di amici- disse la madre.
Solo io potevo
sconfiggere i lupi mannari- disse Kotake.
Senti mamma, ho
promesso a suo padre che mi sarei preso cura di lei, che ne dici?-
disse Kotake
Caro possiamo tenere
un'altra bambina- disse la madre.
Si, ma devi educarla
come una bambina normale e farle un bel bagno caldo, perché
sembra una porcellina- disse il padre uscendo dalla cucina guardando
la bambina.
Questo me ne sono
accorto anche io – disse Kotake.
La bambina si svegliò.
Ben svegliata- disse
Kotake.
Dove siamo?- chiese
Alicia.
Sei nella mia camera-
disse Kotake.
Alicia iniziò
guardare. Strani libri con scritture che non sapeva leggere.
Su ora spogliati,
andiamo a farci belli- disse Kotake.
S-si- disse Alicia
diventando rossa.
Ahahah... sai che sei
carina quando arrossisci- disse Kotake
Io facevo il bagno con
mio papino- disse Alicia.
Bhè ora lo fai
con il tuo fratellone, diciamo che e la stessa cosa- disse Kotake.
La bambina si svesti e entrò
in bagno con Kotake.
Su ora girati che ti
devo lavare i capelli- disse Kotake.
La piccola si girò e
Kotake gli lavò i capelli.
Sono davvero lunghi
questi capelli, che ne dici se domani li andiamo a spuntare- disse
Kotake.
Giusto, un pochino-
disse Alicia mentre Kotake glieli lavava.
Senti, posso leggere il
diario di tuo padre?- chiese Kotake
Certo , se riesci
leggerlo puoi, ma solo a una condizione- disse Alicia.
Quale?- chiese Kotake.
Che me lo leggi- disse
Alicia sorridente.
Ok – disse
Kotake.
Kotake entrò nella
vasca e cosi fece Alicia.
Senti, ti posso fare
una domanda?- chiese Alicia.
Dimmi pure- disse
Kotake.
Quella ragazza con i
capelli rossi ti piace?- chiese Alicia.
Tu sei ancora piccola
per capire- disse Kotake
Non hai risposto alla
mia domanda- disse imbronciata Alicia.
Su vieni- disse Kotake.
Arrivo subito- disse
Alicia.
Kotake si mise accappatoio e
prese l'asciugamano per Alicia, iniziò asciugarla.
mmmh... che strano, hai
le scapole molto gonfie- disse Kotake.
E da quando sono
tornata nel mio corpo che mi danno fastidio- disse Alicia.
Ti fanno male?- chiese
Kotake iniziando a premere sulle scapole.
Ahi- disse Alicia
chiudendo gli occhi per il dolore.
Scusa- disse Kotake.
Senti, tu quando compi
gli anni?- chiese Kotake.
Il quindicesimo giorno
del penultimo mese dell'anno- disse Alicia.
Quindi tra due giorni-
disse Kotake.
Perché me lo
chiedi?- chiese Alicia.
Solo per curiosità-
disse Kotake.
Dopo averle asciugato i
capelli:
Aspettami qui, piccola
ora ti vado a cercare qualcosa da metterti- disse Kotake e chiuse la
porta.
Ok- disse Alicia seduta
sul letto di Kotake con l'asciugamano.
Alicia si vide in giro. Da
una mensola vide una creaturina che sta sonnecchiando. Alicia si
avvicino alla scrivania e vide la matita di Kotake. La prese e sali
sulla scrivania di Kotake, ora era davanti alla mensola dove la
creaturina sonnecchiava. La toccò con la punta della matita,
la creaturina si mosse un poco e si giro dall'altra parte. La Bambina
curiosa la tocco di nuovo con la matita, la creaturina iniziò
ad alzarsi stropicciando gli occhi.
Cosa c'è Tetsy?
Stavo dormendo cosi bene- disse Fat ignara di tutto.
Fat si trovò davanti
questa bimba che non conosceva.
Ciao, tu chi sei?-
disse Fat.
I-io sono Alicia, non
aveva mai visto un folletto- disse Alicia emozionata per la nuova
scoperta.
Io sono Fat e sono il
folletto di Kotake- disse Fat.
Sei una femmina?-
chiese Alicia.
Certo! Come hai fatto a
saperlo?- chiese Fat.
Ho letto un libro che
parla di folletti in cui c'era scritto che ,in base se il padrone è
maschi o femmine, il loro folletto saranno l'opposto, se il padrone
e una femmina allora il folletto sarà maschio, se il padrone
e maschio il folletto sarà femmina- disse Alicia.
Sei un angelo?!- disse
esterrefatta Fat.
Si- disse Alicia.
Kotake rientrò con
dei vestiti.
Vedo che hai fatto
conoscenza della mia Fat- disse Kotake.
Ho trovato questi
panni, che potresti usare per oggi poi domani andremo a fare
compere- disse Kotake.
La bimba vide questi
indumenti con curiosità.
Lo so che sono da
maschio, ma avevo solo questi- disse Kotake.
No, vanno bene, sono
strani ma belli.- disse Alicia.
I tuoi panni li ho
messi a lavare- disse Kotake.
Va bene- disse Alicia.
Scese dalla scrivania e si
mise quei vestiti. Era emozionata, non aveva mai indossato quelle
cose, con tutti qui colori, si trattava di una maglietta con il
cappuccio rossa con una figura strana all'interno, indumenti intimi
azzurri, un pantaloncini blue con l'elastico.
Su che ti aiuto- disse
Kotake.
Ok, fratellone- disse
Alicia arrossendo.
Una volta vestita scesero
per la cena, Alicia si nascose dietro a Kotake, spaventata e
insicura.
Che c'è Alicia?
Non ti mangiano- disse Kotake.
Io mi chiamo Meiko-
disse la madre.
Io, mi chiamo Hiroto-
disse il padre.
Io mi chiamo Alicia-
disse la bambina.
Bene Alicia, hai fame?-
chiese Meiko.
Non ebbe il tempo di
rispondere che il suo piccolo pancino brontolava. Alicia arrossì.
Kotake prese due cuscini grandi e soffici e li mise sulla sedia e ci
pose Alicia. Vide strani oggetti, strani cibi, che emanavano un odore
delizioso. La fame prese il sopravvento. Alicia allungò la
mano.
Ferma, un po di
pazienza- disse Meiko.
Allora Alicia vedi
questi strani oggetti si chiamano posate- disse Kotake.
Cosa servono?- disse
Alicia.
Allora, questo si
chiama forchetta e servi per prendere il cibo dal piatto- disse
Kotake e prese la forchetta.
Io non mai brandito
armi- disse Alicia.
Non sono armi, servono
solo per mangiare correttamente- disse Kotake.
Bhè io mangiavo
con le mani e non avevo problemi- disse Alicia.
In questo mondo, se
mangi con le mani certi cibi non sono molto contenti- disse Kotake.
Tu vedi quello che
faccio io- disse Kotake.
Kotake iniziò a
mangiare molto lentamente, cosi che la Alicia potesse vedere come si
fa. Alicia si impegnò tantissimo, anche se era molto
difficile. Per ora gli facevano usare solo le posate per iniziare. La
cena continuo molto tranquillo, Alicia iniziò a parlare di
cosa faceva nella caserma e del suo rapporto con il padre, del fatto
che non era mai andato con gli altri bambini, perché era
figlia di un soldato semplice e non aveva diritto. Quindi per colmare
quella solitudine iniziava a leggere libri e immaginare mondi in cui
lei era l'eroina. Poi un giorno iniziò un libro che parlava
della leggenda della guerriera Yuzuna che combatte contro i demoni
sigillandoli nella loro dimensione. Alicia racconto che da quando
aveva letto quel libro, gli si apri la mente, assomigliava alla sua
storia. Da quel momento voleva diventare come lei. La cena finì
con quella lunga storia. Alicia scese dalla sedia con l'aiuto di
Kotake e salì a giocare con Fat
Senti mamma domani mi
devi prestare un po' di soldi- disse Kotake.
Per fare? Non i soliti
libri di calcio perché allora te lo scordi- disse il padre.
No, volevo comperare
vestiti, libri, e altre cose per Alicia.- disse Kotake
I genitori si guardarono.
Ok, che li usi solo per
la piccola- disse Kotake.
Certo, grazie- disse
Kotake.
Kotake andò a
prendere il telefono.
Credo che Tetsuya veda
in Alicia la sorellina che non aveva mai avuto- disse Meiko.
Io credo di si cara-
disse Hiroto.
Kotake fece un numero sul
telefono.
Pronto? Chi è?-
disse la persona al telefono.
Signora Harukaze?
Buonasera sono Tetsuya c'è per caso Doremi- disse Kotake.
Tetsuya, vuoi Doremi?
Ora te la chiamo- disse Haruka.
Tetsuya, che c'è?-
chiese Doremi.
Volevo chiederti, se ti
andava di venire a far un giro con Alicia, ci devo comprare abiti,
libri, e molte altre cosa. Io non sono una ragazza, quindi il tuo
aiuto mi servirebbe- disse Kotake.
Ti sei cimentato bene
nella parte del fratellone premuroso, comunque va bene, se la lascio
alle tue cure diventa a tutti gli effetti una Kotake- disse Doremi
scherzosamente.
Che vorresti dire?-
disse Kotake.
Nulla, nulla a che
ora?- disse Doremi.
Che ne dice delle dieci
a casa tua?- chiese Kotake.
Va benissimo- disse
Doremi.
Allora, a domani- disse
Kotake.
Aspetta, ecco volevo
parlarti di questo pomeriggio- disse Doremi.
Parleremo domani di
quello che è successo- disse Kotake e mise giù la
cornetta.
...- Doremi rimase muta
con la cornetta in mano.
Nella sua mente c'erano una
miriade di pensieri, confusi. Si sentiva ancora in colpa per non
averlo difeso, quando avevano preso la fatidica decisione.
Kotake tornò da
Alicia.
Alicia che ne dici di
leggere il diario di tuo padre?- chiese Kotake prendendo il diario
vicino alla spada posata a terra.
Si- disse Alicia con un
sorriso a trentadue denti.
Allora vediamo...-
disse Kotake.
Kotake iniziò a
leggere:
“ Caro, mio
inseparabili diario
La giornata è sempre
molto movimentata, la mattina ad occuparmi di Alicia,le poche ore che
posso stare con lei, il mio lavoro di soldato, mi impedisce di
vederla sempre quindi quando sono in turno di guardia, la devo
affidare a una balia. La bambina cresce a vista d'occhio e forse gli
ho passato la passione delle armi, la voglia di combattere, quando mi
alleno davanti a lei mi guarda estasiata e anche se per ora non sa
cosa sto facendo. Sono passati nove anni da quando Yuzuna sigillò
i demoni, io sono l'ultimo a vederla sparire, c'è chi dice che
abbia nascosto il suo piccolo nel mondo umano, una cosa so per certo
il prescelto tornerà quando le sue lacrime sgorgheranno dal
suo viso” lesse Kotake. Si fermò perché la
piccola Alicia si era addormentata. Era stata una giornata faticosa
sia per la piccola che per Kotake. Kotake prese delicatamente la
piccola e la mise nel suo letto e gli rimbocco le coperte. Lui però
rimase con la luce accesa e iniziò tradurre il diario
dall'inizio, dopo la dodicesima pagina, senti il mugolio di Alicia,
che sussurrava il nome del padre.
Meglio andare a letto-
disse Kotake.
Impostiamo l'ora alle
nove di mattina- disse Kotake impostando la sveglia.
Kotake si coricò
assieme ad Alicia e sprofondò anche lui nelle braccia di
Morfeo.
Anche io vado a
dormire- disse Fat raggiungendo la sua mensola e crollando in un
sonno profondo.
Il giorno seguente Kotake si
svegliò presto e vide con sua fortuna che i segni della
trasformazione era completamente scomparsi. La piccola si svegliò
lentamente , si mise a sedere e fece uno sbadiglio.
Su dormigliona, scendi
a far colazione, ci aspetta un lungo di compere- disse Kotake
va bene- disse Alicia
muovendosi ancora assonnata.
Alicia scese a fare
colazione e come la sera prima Kotake gli insegnava come sei
mangiava. Finito di mangiare si sciacquo la faccia.
Fratellone cosa stai
facendo?- disse Alicia.
Mi lavo i denti, vedi
questo si chiama spazzolino e questa dentifricio- disse Kotake
facendo vedere lo spazzolino e il tubetto di dentifricio.
Come si usano?- chiese
Alicia.
Allora Kotake gli fece
vedere come faceva, appena lo fece la piccola.
Mi brucia la lingua-
disse Alicia con qualche lacrimuccia per il fastidio.
è il sapore di
quel dentifricio- disse Kotake.
Dopo essersi lavati, Kotake
si cambio e tutte due andarono a casa di Doremi. Arrivarono a casa di
Doremi e suonarono.
La solita dormigliona-
disse Kotake.
La porta si apri e ne uscì
una ragazzina con capelli e occhi rosa. La piccola si nascose dietro
Kotake.
Cerchi mia sorella? È
quasi pronta- disse Pop
Pop-chan, vedo che a
distanza di anni non cambi- disse Kotake.
Kotake, non vorrei
essere scortese ma quella bambina chi è?- chiese Pop.
Aspetta, non sarà...-
disse Pop
Kotake deglutì
pesantemente.
La figlia di te e
Doremi- disse Pop
Kotake cadde fragorosamente.
Ma che ti salta in
mente di dire? Come fa ad essere mia figlia e di Doremi, sei anni.
Vuol dire che l'abbiamo concepito a nove anni- disse Kotake tutto
d'un fiato rosso in viso
Può essere, in
quei anni Doremi era abbastanza pienotta- disse Pop.
Chi era pienotta?-
disse Doremi fumando di rabbia alle sue spalle.
Pop ricevette un bella
martellata sulla testa provocandole un grosso bernoccolo.
Era solo per scherzare-
disse Pop massaggiandosi la parte lesa.
Kotake si mise a guardare
Doremi. Doremi indossava una giacca di pelle e una minigonna di jeans
con collant neri e un paio di stivali rosa.
Bhè cose quella
faccia da pesce lesso- disse Doremi imbarazzata.
Sei incantevole- disse
Kotake.
G-grazie- disse Doremi
arrossendo.
Allora venite che vi
faccio vedere negozi nuovi bellissimi- disse Doremi incamminandosi.
Doremi sentì afferra
la gamba da dietro. Si giro e vide che a tirarle la gamba era la
bambina.
Che c'è?- disse
Doremi
Mi daresti al mano-
disse Alicia.
Va bene- disse Doremi.
Alicia ora teneva la mano a
Doremi e a Kotake era felice. Si sentiva come in una famiglia
composta da madre, padre, e figlia. Prima tappa fu il parrucchiere.
La piccola iniziò a scappare.
Alicia non fare i
capricci sai che non poi tenerli cosi lunghi- cercò di farle
capire Doremi.
Si ma quello me li
vuole tagliare tutti, non voglio rimanere pelata- disse continuando
a scappare.
Tre, due, uno,- contò
Kotake e la piccola inciampò a causa dei suoi capelli lunghi.
La piccola scoppiò a
piangere perché si era sbucciato il ginocchio.
Se ti faccio passare la
bua, poi mi stai a sentire- disse Doremi.
La piccola gli fece cenno di
si e Doremi si chino e gli bacino sul ginocchio.
Ti fa male, ancora?-
chiese Doremi.
No- disse Alicia.
Ora ferma che ti
facciamo bella- disse Doremi
Il parrucchiere iniziò
a tagliare e la piccola chiuse gli occhi. Appena ebbe finito.
Su ora guardati- disse
Doremi.
La piccola aprì
lentamente gli occhi e vide che i suoi capelli c'erano ancora anzi i
ciuffi ribelli erano scomparsi, ora i capelli gli arrivavano al fondo
schiena . Le piaceva da morire la nuova acconciatura.
è bellissimo-
disse Alicia
Cosa ti avevo detto-
disse Doremi.
La seconda tappa fu gli
abiti e indumenti intimi.
Doremi fece comprare cosi
tanti abiti che Kotake non sapeva dove tenere le borse e quindi si
ingegnò, si mise alcune borse sulle spalle, e alcuna le teneva
con la bocca.
Terza tappa libri da leggere
di cui entrò in gioco Kotake prendendo molti libri per bimbi
per far esercizi di scrittura con la piccola.
Quarta tappa luna park di
cui ci stettero tutto il pomeriggio, la piccola mangiò lo
zucchero filato, il gelato e molte altre cose dolci insieme a Doremi
e Kotake. Alicia era affascinata da tutto quello che vedeva, che
provò tutte le giostre.
Quinta ed ultima tappa mare.
Fratellone cosa è?-
disse Alicia.
Alicia, questo è
il mare.- disse Kotake.
Quella parola gli suonava
molto mistico. Si avvicinò. Mise la mano in acqua e vide che
era gelida. Iniziò a tastare la sabbia, era soffice.
Intanto Kotake e Doremi si
erano seduti sopra le scalinate che davano alla spiaggia.
Senti Kotake per ieri
pomeriggio, io non sono pienamente d'accordo con Akatsuki- disse
Doremi.
Ti ringrazio, ma me lo
aspettavo- disse Kotake.
Piuttosto sto ancora
traducendo il e...- disse Kotake ma non finì perché
iniziò a piovere.
Andiamo, Alicia veni
anche tu- disse Kotake.
Ok- disse la piccola
estasiata anche dalla pioggia.
Iniziarono a correre verso
casa di Kotake. Alicia era in testa, poi c'era Doremi ed infine
Kotake.
Arrivarono a casa bagnati
fradici. Entrarono in casa.
Siete bagnati fradici-
disse Meiko.
Ci scusi signora- disse
Doremi togliendosi la giacca di pelle.
Non ti preoccupare,
fatti a fare una doccia calda, e lo stesso vale per Tetsuya e
Alicia.
Kotake posò le cose
comprate nel soggiorno e andò prendere dei asciugamani per se,
per Doremi e per Alicia. Kotake guardo Doremi, era tutta bagnata
quindi si vedeva tutto.
P-poi usare prima tu e
Alicia il bagno, io melo faccio dopo- disse Kotake so di giri per
quello che aveva visto e buttò l'asciugamano sulla testa di
Alicia e Doremi.
Grazie- disse Doremi.
Andò subito a farsi
il bagno caldo con Alicia. Alicia era stranamente calda.
Piccola, ti senti
bene?- chiese Doremi mentre gli lavava i capelli.
...- Alicia non disse
nulla iniziò a ansimare forte.
Che febbrone da cavallo
tieni- disse Doremi spaventata.
Mi fa tanto male le
scapole- disse Alicia tra gli spasmi
Doremi vide che sulle
scapole era un rigonfiamento.
Kotake, Kotake vieni
subito- chiamò Doremi.
In un attimo arrivò.
Che c'è?- chiese
Kotake aprendo la porta.
Alicia non sta bene-
disse Doremi.
Ma come se è
stata bene, tutto oggi- disse Kotake.
Kotake la prese in braccio e
Doremi si coprì con un asciugamano, lo segui.
Hai la schiena molto
calda, sai piccola- disse Kotake posandola sul suo letto.
Me ne sono accorto
anche io- disse Doremi.
Chissà cosa
avrà?- disse Kotake iniziando a girarsi.
Non ti girare- disse
Doremi.
Kotake continuo a esaminare
Alicia per non girarsi. Poi gli venne in mente quello che aveva
detto, quando era nella caserma.
Credo di sapere cosa
ha?- disse Kotake.
Quindi?- disse Doremi
aggiustandosi i capelli.
Alicia, sta per mettere
su un bel paio di ali- disse Kotake
E in questi casi cosa
si fa?- disse Doremi.
Si aspetta che la ali
bucano la pelle e si fa stringere qualcosa tra i denti per far
sopportare il dolore- disse Fat.
Ma tu come lo sai?-
chiese Doremi.
Io ho studiato- disse
Fat.
Allora, andate a
prendere un sacchetto di ghiaccio , una bacinella di acqua e una
spazzola.- disse Fat.
Doremi e Kotake andarono a
prendere quelle cose e poi la girarono a pancia all'ingiù, gli
appoggiò la sacca contenente il ghiaccio, in un attimo il
ghiaccio si sciolse facendo bollire l'acqua.
Accidenti si e sciolta
subito- disse Kotake
Stai pronto- disse Fat.
La piccola iniziò ad
ansimare più forte e un rivolo di sangue uscì dai
buchini formati sulle scapole.
Fa tanto male- disse
Alicia iniziando a gridare.
Kotake prese il pollice è
gli mise molta galza e lo strinse molto.
Forza piccola, morsica
il dito- disse Kotake.
La piccola non se lo fece
ripetere due volte e diede un morso cosi forte che persino Kotake
che, nonostante abbia messo molta garza gli fece male. Alicia iniziò
a spingere. In un attimo le ali vennero fuori con un urlo liberatori
da parte di Alicia. I genitori di Kotake accorsero a vedere, e
trovarono Doremi e Tetsuya che spazzolavano le ali della piccola
sporche di sangue.
Cosa è
successo?- chiese Meiko.
Alla piccola sono
spuntate le ali- disse Kotake.
I genitori chiusero la porta
e si guardarono.
Tutto nella norma-
dissero e tornarono ai loro lavori.
Una volta soli Alicia parlò
lievemente.
Sono belle le mie ali-
disse Alicia sorridendo.
Sono bellissime- disse
Doremi mentre gliele puliva.
Ora riposati, ti sei
stancata molto- disse Kotake.
La piccola si assopì,
ora respirava normalmente.
Sai, mi è venuto
in mente quella volta che dovevamo salvare Hanna- disse Doremi.
Kotake diede una carezza a
Alicia.
Più che fratello
e sorella, sembrate padre e figlia- disse Doremi.
Sei gelosa?- disse
Kotake sussurrando nell'orecchio di Doremi.
Che stai dic...- disse
Doremi ma non finì la parola che Kotake gli diede un bacio
sulla bocca.
Questo, è per
quello che hai fatto oggi, grazie- disse Kotake.
Doremi arrossì è
non disse più nulla.
Credo, che a casa non
potrai andare con questo tempaccio, perché non dormi con
Alicia- disse Kotake
E tu dove vai?- chiese
Doremi
Io vado in salotto-
disse Kotake.
Però prima devo
avvertire i miei che sono qui- disse Doremi.
Usa il mio telefonino,
le linee telefoniche sono staccati- disse Kotake.
Doremi compose il numero di
sua madre.
Pronto, chi è?-
disse Haruka.
Sono io, Doremi- disse
Doremi
Doremi, dove sei?
Eravamo preoccupati per te- disse Haruka.
Sono, a casa di Kotake,
mi hanno dato ospitalità- disse Doremi.
Sarà meglio
rimanere li per adesso- disse Haruka.
Ok, mamma ci vediamo
domani- disse Doremi.
Si, ciao figliola e
siate responsabili delle vostre azioni- disse Haruka maliziosamente.
Ma che dici mamma?-
disse Doremi paonazza ma non ricevette risposta.
Che ha detto?- chiese
Kotake.
Che posso rimanere-
disse Doremi.
Ok, vi lascio dormire
tranquille, buonanotte- disse Kotake.
Buonanotte- disse
Doremi.
Kotake scese in salotto e
mise a dormire. Doremi continuo a pensare a quel bacio, Alicia li
aveva uniti ancora di più.