UN DEMONE CRESCIUTO TRA GLI UMANI

di the doctorfeddy
(/viewuser.php?uid=87136)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO – IL SIGILLO DEI DEMONI SI È SPEZZATO ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 IL RITORNO DI KOTAKE ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 RICORDI DEL PASSATO E RIVELAZIONI ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 Tutti insieme nel mondo della magia ***
Capitolo 5: *** Strategia di guerra con festa a sorpresa ***
Capitolo 6: *** il significato dello spirito di combattimento ***
Capitolo 7: *** La conquista del primo elemento: Maltos guardiano del fuoco e del coraggio ***
Capitolo 8: *** Aiko e Leon: due cuori in rotta di collisione ***
Capitolo 9: *** Una paura infondo al cuore ***
Capitolo 10: *** Sempre più in alto ***
Capitolo 11: *** Richiamo dell'elfo ***
Capitolo 12: *** Zanne del leone ***
Capitolo 13: *** Il momento della verità ***
Capitolo 14: *** Kotake sei fuori dalla nostra squadra! ***
Capitolo 15: *** Ecco Alicia Kotake ***



Capitolo 1
*** PROLOGO – IL SIGILLO DEI DEMONI SI È SPEZZATO ***


PROLOGO – il sigillo dei demoni si è spezzato

PROLOGO – il sigillo dei demoni si è spezzato              
Erano passati ormai tre annida quando le Ojamajo avevano fatto svegliare la strega Majotourbillon evitando una catastrofe. La vita era ripresa a scorrere normalmente , Alexander per aver aiutato le Ojamajo ad svegliare Majotourbillon, gli venne dato la nomina di barone, Dela era sempre indaffarata con i suoi lavori di mercante. Eufonia si occupava di Hanna, che, essendo cresciuta non solo nell’aspetto fisico ma anche quello della magia, era più peste di prima facendo andare su tutte le furie, la povera Eufonia. Tutto sembrava tranquillo quel giorno ma solo in apparenza, infatti, aria era piena d’energia negativa che fu subito avvertita dalla regina che chiamo Majorin
- Majorin te ne sei accorta che qualcosa non va nell’aria è troppo carica energia negativa - disse la regina seduta sul suo gran trono
- sì se permettete farei un giro di ricognizione – disse inchinata Majorin
- permesso accordato. Sta attenta!- disse preoccupata la regina
-Non si preoccupi mia regina! La servirò fino alla fine – disse Majorin con una mano sul petto poi prese la sua scopa e volò in paese.
Majorin cominciò a camminare tra la folla e a guardare se ci fosse qualcosa non andava. Si era mascherata per non farsi riconoscere perché se l’avessero vista sarebbe scoppiato il caos, siccome è servitrice della regina quando esce fuori dal palazzo vuol dire che qualcosa non Va.
Camminando, camminando arrivò in un vicolo buio e tetro.
Averti un brivido scendergli giù per la schiena, il presagio di morte, ma soprattutto l’odore pungente di sangue. Prese coraggio ed entro nel vicolo e vide una scena che non doveva vedere, un individuo con una lunga veste stava mangiando il cadavere di una strega, quindi disse:
- Chi è ? fatti vedere. – disse Majorin cercando di non andare di stomaco
- Oh uff!! Non si può mangiare in santa pace- disse l’individuo alzandosi
- Ma che dice? Ti dichiaro in arresto per uccisione di una strega non opporre resistenza!!- disse Majorin
- Ha ha ha ha!!!!!!!!!!!- l’individuo comincio a ride e poi si tolse la veste
Majorin constatò che non ne apparteneva al mondo umano ne al mondo della magia.
Questo individuo era un demone, creature dell’oscurità, sigillati da Majotourbillon 700 anni prima.
La carnagione olivastra, denti aguzzi, muscoli più duri del acciaio e corna vistose, si quello era un demone che disse:
- Sono venuto qui per uccidere tutti gli abitanti del mondo della magia e degli umani - poi le mollo un pugno talmente potente da distruggere tutto quello che incontrava sul suo cammino
La poverina l’aveva sentito quel pugno a faticasi rialzo e disse:
- Ma…… tu……… sei un demone, come mai sei libero?- disse riprendendosi dal pugno dinamite.
- Si sono un demone,e sono libero perché il sigillo si è spezzato- disse con le braccia conserte.
Non ci poteva credere, il sigillo è stato rimosso. Le gambe le cominciarono a tremare e il cuore cominciò a battere sempre più forte, il fiato diventò affannoso, cominciò a piangere dalla paura. Non sapeva cosa gli stesse succedendo
- Ma guarda la grande servitrice non è altro che una bambina piagnucolona.- disse in modo spregevole il demone.
- STAI ZITTO BASTARDO!!!- disse tra le lacrime Majorin e si preparo ad attaccare
- Oooooooh! Siamo arrabbiati eh?- disse il demone mentre schivava i pugni di Majorin
- Ora finiamola con questa pagliacciata!!- disse il demone , cominciò creare una sfera di energia nera e con una violenza disumana la scaglio alla poverina che, appena entro in contatto, la scaglio molto lontano.
- Bhe!! Come stiamo? – disse in modo sarcastico il demone alla povera strega stesa in terra nuda, ferita.
- Sai o sempre pensato che le streghe della magia musicale sono delle poppanti in confronto a noi - disse il demone
- Mi vorrei prender cura di tè, sei cosi bella, ma ho altro da fare.- disse il demone e cominciò a prenderla la collo.
- Ti darò una morte dolorosa- cominciò stringerli il collo e la poverina cominciò a piangere
Cominciò ricordare tutte le cose belle successe con la regina .
- Mi…………….. dispiace……….. – disse con un filo di voce Majorin, poi le forze stavano quasi sparire quando qualcuno prese il prese il braccio del demone e glielo spezzò.
Era intontita ma riuscì a sentire le urla del demone e delle braccia calde e forti che la reggevano
“chi sarà?” penso e tocco il viso con la mano debole e si accorse che era un uomo.
- Chi………. Sei……… ?- disse Majorin con un filo di voce
- Sono la tua guardia del corpo!!- disse l’uomo
- Toku sei un stupido- disse Majorin e poi svenne.
- Majorin , Majorin dai rispondimi! Non farmi preoccupare!!- la mise e punto il dito contro il mostro
- Tu ora morirai!!- ringhio Toku
- Chi sei bastardo?- disse il demone
- Non mi conosci? Ah! E’ vero sei stato sigillato 700 anni- disse Toku grattandosi la testa
- Io sono il mago guerriero più potente dei mondi conosciuti- disse Toku
- MA FINISCILA BASTARDO!!!!!- disse il demone scagliandosi all’attacco
- L’hai voluta tu – disse Toku e sparò dal palmo della mano un onda di energia tanto potente da disintegrarlo.
- Guarda come ti hanno ridotta! Maledizione!- disse Toku riprendendola tra le braccia poi la riportò al castello, li la regina era in ansia e vedendola cosi disse:
- Cosa è successo?-
- Spiegazioni a dopo ora bisogna curarla- disse Toku
- Si vieni andiamo da Maya – disse la regina
Tutti e due partirono per portare Majorin da Maya, arrivati li Maya disse :
- Cos’è successo? – disse Maya
- A lottato contro un demone- disse l’uomo
- Si va bene dopo ne parliamo- disse la dottoressa
- Ti prego salvala- disse Toku con le lacrime agli occhi
- Si – disse Maya
Passarono tre ore che per Toku erano interminabili quando Maya uscì sala operatoria e disse:
- Ce l’abbiamo fatta e salva ma per poter tornare alla sua mansione ci vorrà tempo – disse Maya
- Si – disse la regina
- Perché non facciamo che io faro la mansione di Majorin finche non si è rimessa – disse Toku
- Si pero devi parlare prima con Majorin - disse la regina
- Se volete potete entrare e sveglia- disse la dottoressa
I due entrarono e videro che era fasciata dalla testa.
Appena li vide cercò di alzarsi come poteva
- Non devi sforzarti troppo – disse Toku
- Toku grazie per avermi salvato- disse Majorin
- Majorin te l’ho detto che sono la tua guardia del corpo- disse Toku
- Ma sei sempre lo stesso, spaccone- disse Majorin
- E tu sempre presuntuosa eh!!!- disse l’uomo un po’ imbronciato
- Ahahahahahahahaha!!!!!- la regina cominciò o ridere di gusto
Sia Toku che Majorin arrossirono dalla vergogna, anche se si offendevano a vicenda si volevano bene
- Parliamo di cose serie , che cosa è successo?- domando la regina
- Il sigillo dei demoni si e spezzato dobbiamo prepararci al peggio- disse Majorin
- Approposito perché eri qui?- chiese Majorin incuriosita
- Devo comprare alcune cose per il mio allievo e poi sono venuto a salutare le mie vecchie amiche di giochi di infanzia- disse Toku
- Anche noi siamo felici di rivederti- dissero insieme la regina e Majorin
- Ma chi il tuo allievo?- chiese la regina
- E un terrestre- disse Toku .
Dopo la lunga chiacchierata la regina se ne andò e lasciò soli Majorin e Toku.
Prima di andarsene anche Toku disse:
- Tu recupera le forze perché ti serviranno in battaglia poi non voglio che la donna che amo sia sconfitta cosi, al resto ci penso io- disse Toku
- Grazie ... sigh – la donna butta tra le braccia di Toku e né usci un pianto liberatorio.
Dopo aver salutato Majorin, Toku si diresse al palazzo
- Signori dobbiamo fare qualcosa per contrastare i demoni- disse la regina ai presenti nella sala del trono
- Io ho un idea, perché non chiamiamo le Ojamajo, i flat, il mio allievo e li nominiamo sentinelle dei mondi conosciuti - disse Toku
- C’è un piccolo problema ormai le Ojamajo si sono divise- disse la regine
- E riuniremo il gruppo. Lasci fare a me- disse Toku fiducioso
- Una curiosità, come si chiama il tuo allievo?- disse la regina curiosa
- Il mio allievo si chiama Tetsuya Kotake -
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
“fine prologo. È la mia prima fanfiction spero che vi piaccia
Questa fanfiction si riferisce non solo alla coppia Kotake x doremi ma anche a Majorin Toku
Scusate se non vi spiego chi è Toku ma lo scoprirete nel corso della storia. Commentate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 IL RITORNO DI KOTAKE ***


IL RITORNO DI KOTAKE

IL RITORNO DI KOTAKE
- Capitolo 2° -


CAP 1- IL RITORNO Dì KOTAKE
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
La sveglia suona mentre una ragazza con capelli lunghi rossi magenta dormiva della grossa sotto le coperte
- Doremi vuoi fare tardi già il primo giorno nella nuova scuola?!- disse Pop
- Che vuoi? Lasciami dormire – mogogno Doremi sotto le coperte.
- Che cosa voglio? Voglio che stia su da quel letto perché sai che giorno è oggi vero?
Doremi si alzò di scatto e urlò – il primo giorno di scuola superiore, me ne ero completamente dimenticata-.
In fretta e furia si sistemò i capelli,si vesti ,volò giù dalle scale a fare colazione
- Oggi è il tuo primo giorno di scuola. Comportati bene ok?- disse la madre
- Non ti preoccupare mamma- disse la figlia mentre mangiava un biscotto.
Ormai Doremi stava crescendo in tutti i sensi, aveva rinunciato ormai ai codini e al loro posto c’era una bella coda di Cavallo e il fisico non era più mingherlino ma cominciava a diventare formoso.
- Ciao mamma, io vado – disse Doremi
- Aspetta, il pranzo non l’hai preso- disse la mamma.
- Ah! È vero scusami, sono un po’ sbadata- disse Doremi grattandosi la testa.
- Un po’ molto- disse la sorella
- La vuoi smettere!- ->_<- disse adirata Doremi.
Doremi saluto la madre, il padre, e la sorella e come una scheggia parti per andare al liceo di Misora ma come suo Solito si perse.
- Ah! Come faccio adesso, arriverò in ritardo alla cerimonia d’inizio anno, uffa sono la ragazza più sfortunata del mondo – disse doremi piagnucolando.
- Hey ! ti sei persa- disse una voce in un vicolo buio.
Doremi conosceva quella voce ma, dove l’aveva sentita? Poi dal vicolo buio spuntò un ragazzo alto, capelli e occhi blu Scuro e un fisico che farebbe invidia a ogni ragazzo.
- Ci conosciamo?- chiesa incuriosita Doremi, intanto i suoi erano diventati a forma cuore.
- Dai non mi dirai che non mi conosci?- inizio a parlare il ragazzo.
- Mmmm…!- comincio a scrutarlo ma poi si accorse che stava perdendo tempo e sarebbe arrivata in ritardo.
- Scusa ma adesso non ho tempo a fare l’investigatrice- disse cominciando a camminare.
- Quella è la direzione sbagliata, se cerchi il liceo di Misora fieni con me. - disse il ragazzo
- Mi posso fidare di te?- disse la ragazza un po’ titubante.
- Come di un tuo famigliare- disse il ragazzo.
- Come ti chiami?- disse la ragazza
- Lo scoprirai a scuola- disse il ragazzo e prese in braccio Doremi.
- Che fai ?- disse Doremi
- Ora lo vedrai- disse il ragazzo poi chiuse gli occhi e mise due dita sulla fronte . Doremi il misterioso ragazzo in un istante si ritrovarono al liceo.
“Chi è veramente questo ragazzo? È un mago, ma non mi da la stessa sensazione che avevo quando stavo con Akatsuki” pensò Doremi mentre era tra le braccia di Quel misterioso ragazzo.
Il ragazzo posò a terra doremi e disse
- Spero di essere in classe con te –
- Lo spero anch’io –disse Doremi con gli occhi a forma di cuore.
Il ragazzo sparì davanti agli occhi di un’incredula Doremi che disse.
- Che ragazzo strano, ma soprattutto che ragazzo fico!!-
- Chissà cosa direbbero Kotake e Akatsuki vedendomi con quel ragazzo strafico- disse Doremi pensando all’episodio di tre anni fa, all’improvviso si rattristì pensando a tutti gli amici che aveva perso nel corso di questi tre anni.
- Chissà cosa staranno facendo i ragazze- disse Doremi con una lacrima che le rigava il viso.
Le Ojamajo erano ormai si erano perse di vista, Hazuki se ne era andata a Tokio a studiare per diventare una violinista di successo, Aiko era tornata a Osaka insieme ai suoi genitori, Onpu era ancora più indaffarata con il lavoro d’idol, tanto che si prese un insegnante privato, Momoko era tornata in America, e Hanna non la vedeva da tre anni, ma comunque si sentivano spesso. Un’altra persona che non vedeva da tre anni oltre a Hanna e I FLAT era Kotake che un giorno dopo la cerimonia del diploma elementare era scomparso insieme alla sua famiglia, senza dirgli niente, senza salutarla, quel giorno di tre anni, un giorno dopo il diploma, Doremi pianse e si era ripromessa a se stessa che ,se un giorno fosse tornato gli chiederà spiegazioni ma ancora adesso gli mancava quel rompiscatole.
- Su coraggio Doremi ti metti a piangere il primo giorno di scuola – si disse tra sé e sé Doremi ed entrò, dove iniziava la cerimonia d’inizio anno del liceo.
I ragazzi rappresentanti del liceo illustrarono le regole del liceo,le materie, ed altre cose riguardanti il liceo. Doremi iniziò a guardare in giro se riusciva a vedere qualcuno che conosceva, ma c’erano troppi ragazzi. Alla fine della cerimonia i ragazzi si diressero ai tabelloni per vedere le loro classi, Doremi come gli altri si diresse li e lesse:
- Terza sezione del primo anno Masaru Yada, Doremi Harukaze – mentre leggeva Doremi, sentì che qualcuno la stava chiamando, si girò e vide Tamaki, Shiori abbracciata a Masaru, Kaori sempre alle prese con la macchina fotografica, e disse doremi.
- Ciao ragazzi! Come va?-
- Molto bene o visto che siamo in classe insieme, meno male cosi saremo insieme anche al liceo- disse Kaori sorridendo.
- Allora come state voi due?- disse Doremi riferendosi a Masaru e a Shiori.
- Bene, se chiami Hazuki, me la saluti- disse Masaru.
- Si non ti preoccupare, te la saluterò- disse Doremi.
- Siamo tutti qua? – disse Doremi curiosa
- No ce ne mancano Quattro della nostra ex classe – disse shiori.
- C’è Takao, Marina, Nobuko e… - disse Tamaki fermandosi sul più importante.
- E ?- chiese Doremi incuriosita
- TETSUYA KOTAKE- disse tamaki.
Quel nome rimbombava nella testa di Doremi, non riusciva a crederci, Kotake era tornato, lei sentiva la rabbia scorrergli nelle vene per come l’ha trattata ma anche la gioia perché era tornato. Doremi, Tamaki, Masaru, Shiori, Kaori arrivarono sulla porta della loro classe, entrarono e videro che c’era Marina, Takao, Nobuko ma nessuna traccia di Kotake.
“Forse era una bugia non è vero che è tornato perché m’illudo così” penso Doremi mentre sceglieva il suo banco. Trovato il banco, si sedette e all’improvviso qualcuno le poggio la mano sulla sua spalla, lei si girò di scatto e disse:
- Chi è ? –
- Sono io non ti ricordi di me ?- disse il ragazzo misterioso.
- Oh... scusami ma che fossi un mio vecchio amico allora ce l’abbiamo fatta a finire in classe insieme- disse Doremi sorridendogli
- Sì, ce l’abbiamo fatta- disse il ragazzo misterioso
Il professore entro nell’aula e disse:
- Tutti seduti, io sono il vostro insegnante di giapponese, spero che siate bravi- disse il professore e inizio a fare l’appello. Passò tutti vecchi e nuovi compagni di classe e si fermò su uno in particolare:
- Tetsuya Kotake – disse il professore
- Presente – disse il ragazzo misterioso seduto dietro Doremi.
Doremi Appena sentì “presente” si girò di scatto insieme ai suoi vecchi compagni di classe, non era possibile che quel ragazzo sia veramente lui, era impossibile. Lo cominciò a guardare negli occhi, lui abbassò lo sguardo e si mise a sedere.
La giornata trascorse quasi bene se non fosse stato per quello shock, tutti se ne stavano andando, Doremi prese in fretta le sue cose per non incrociare lo sguardo con Kotake e si diresse verso l’uscita ma fu fermata:
- Aspetta lascia che ti spieghi tutto – disse Kotake trattenendola per il polso.
- Non c’è niente da spiegare, tu te ne sei andato senza salutarmi, senza dirmi niente. – disse Doremi iniziando a piangere
- Avevo le mie ragioni – disse Kotake difendendosi.
- Già le tue ragioni, e a me non hai pensato, quel giorno ero disperata perché non sapevo dove fossi, poi quando sono andato a casa tua ed o visto tutto chiuso mi sono detta, ma perché se ne è andato? Forse sono la causa, vissi con questo tormento fino ad adesso- disse Doremi tra i singhiozzi.
- Non dire sciocchezze Doremi, non è per colpa tua. - disse Kotake tranquillizzandola
- E allora perché te ne sei andato?- disse la ragazza furibonda.
- … - lui non rispose
- IO TI ODIO- si mise a strillare Doremi e scappò via.
- Doremi aspetta… - disse Kotake sconfortato ma qualcuno gli aveva messo la mano sulla spalla.
- Bhè! Che stai aspettando, rincorrila sei un uomo no?- disse Tamaki.
- So già quello che devo fare – disse Kotake e iniziò a correrle dietro.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 RICORDI DEL PASSATO E RIVELAZIONI ***


RICORDI DEL PASSATO E RIVELAZIONI

RICORDI DEL PASSATO E RIVELAZIONI
- Capitolo 3° -


Ricordi del passato e rivelazioni


Kotake rincorse Doremi per tutte le strade di Misora ma Doremi non demordeva, era troppo arrabbiata e amareggiata per fermarsi, ma alla fine la stanchezza vinse e Doremi fu costretta a fermarsi in riva al mare, era senza fiato e notò che Kotake non era per niente stanco anzi era perfettamente sobrio, vedendolo cosi Doremi disse:
- Come mai…anf non sei…anf stanco- disse Doremi cercando di riprendere fiato.
- Mi sono allenato molto da quando sono andato via-, rispose lui ma dormi abbasso gli occhi e Kotake capi che era arrabbiata, e lei iniziò:
- Nemmeno una lettera, una telefonata o solo un avvertimento che te ne saresti andato, ma niente te ne sei andato- riprese fiato- dimmi perché non ti sei fatto vivo in questi tre anni?- disse lei con occhi lucidi, ma lui gli mise la mano sulla spalla:
- Ascolta, vedi Doremi quel giorno alla cerimonia del diploma, non sapevo che dovevo partire il giorno e poi l’ho fatto per un motivo grave che non potevo e tuttora non posso dirti. Quando sarà ora, ti dirò tutto- disse lui sicuro di quello che stava dicendo e Doremi si rassegnò e disse:
- Fa bhè, per stavolta passi ma io voglio che mi dica perché te ne sei andato, prima o poi- terminò lei ancora un po’ arrabbiata ma infondo era felice per il ritorno del “amico”. Lui fece cenno di sì e si mise le mani in tasca e cominciò a guardare il mare, lei ripresasi dalla corsa senza fiato disse:
- Quando melo volevi dire che eri un mago- disse Doremi e lui rispose – e tu quando me lo dicevi, che eri una strega- Doremi deglutì pesantemente – e tu come fai a saperlo?- disse lei
- Me l’ha detto il mio maestro- disse Kotake.
- E chi è- rispose doremi curiosa.
- È il mago guerriero più potente dei mondi conosciuti- disse Kotake.
- Mondi conosciuti?- chiese Doremi che non ci stava capendo niente.
- Oh… devo sempre spiegarti tutto- disse Kotake un po’ scocciato.
- Scusa se non sono un genio ma sai, mia madre mi ha fatto cosi- disse Doremi con tono secco.
- Sempre spiritosi è Doremi? In ogni modo sai che oltre alla terra ci sono i pianeti del sistema solare e il mondo della magia, ma c’è un mondo conosciuto da pochi ed è il mondo del bene e del male, questo e un mondo e pieno di demoni e d’angeli, e la loro potenza supera notevolmente quella dei maghi e streghe del mondo della magia- Kotake guardò serio negli occhi Doremi- il mio compito è di recuperare il capo delle Ojamajo e convincerla a schierarsi dalla nostra parte contro l’invasione dei demoni e recuperare il prescelto, colui che in se a il potere oscuro e il potere della luce – disse lui con occhi seri e quasi inquietanti – Doremi sei con me?-
- Non lo so Kotake, non lo so ho rinunciato tre anni fa perché c’era una scelta rimanere nel mondo delle e diventare una ragazza o rimanere sulla terra con i miei genitori e non mi sono mai pentita, ma adesso mi sa che non ho scelta vero?- disse Doremi abbasso lo sguardo, vedendola cosi Kotake si sentì uno stupido, ma cosa poteva , lui eseguiva solo un ordine del suo maestro.
Doremi strinse i pugni ei denti e disse – e le altre lo sanno?-.
- Sì lo sanno, i Flat le hanno avvertite e loro hanno accettato- disse Kotake poi continuo:
- Perché sapevano che non c’era scelta. Se tu non ci aiuterai MORIRAI!!- disse Kotake con tono cupo e Doremi iniziò a tremare e a singhiozzare e cosi Kotake l’abbracciò e disse:
- Scusami se ti ho messa con le spalle al muro ma non potevo fare altrimenti perché se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai- disse mentre stringeva al petto la povera Doremi era attaccata e diceva – perché tutte a me- disse piangendo ma Kotake la rincuoro – ti allenerò io e ti farò diventare una guerriera fortissima- disse Kotake
- Mi sei mancato- disse lei con un filo di voce.
- Anche tu mi sei mancata- rispose lui vide l’ora e disse- su, in piedi, non vorrai mica tardare al altrimenti i tuoi saranno in pensiero- disse lui alzandola in piedi – grazie- disse lei – posso accompagnarti a casa- chiese Kotake – va bene- rispose lei.
S’incamminarono verso casa di Doremi e lei cominciò a raccontargli di cosa fece in tre anni:
- Ehi, Doremi, le senti le altre ancora?- chiese Kotake curioso.
- Mh… ogni tanto! Tutte ormai abbiamo da studiare molto e abbiamo i nostri impegni – disse triste Doremi.
- Kotake… -iniziò la ragazza – che c’è?- chiese lui.
- … da quanto tempo che chiamavi con il mio vero nome, sarà tanto tempo, è la prima volta che si siamo conosciuti- disse lei pensierosa.
- Sì da tanto tempo che no ti chiamo cosi… per una volta mi piace cambiare, ma se vuoi, ti ricomincio a chiamare “Baka Dojimi” scegli?- disse lui mettendosi a braccia conserte.
- NO! Assolutamente quel nomignolo non mi piace, anzi mi fa arrabbiare- disse lei poi continuo a guardarlo – Sai Kotake non sembri più quel bimbo di quello, quel giorno, quel bimbo triste, silenzioso- constatò Doremi
- Già, ma quel bambino non è morto in me, anche se sono cresciuto a volte, mi sono sentito cosi in questi tre anni specialmente quando me ne sono andato senza avvertirti – disse Kotake con il capo chinato.
FLASHBACK
Il primo giorno d’asilo e tutti i bambini erano entrati nelle loro classi accompagnate dalle mamme. Poi le mamme salutarono i loro bambini e se n’andarono. Tutti erano contenti di stare in scuola tranne un bambino che se ne stava in disparte, vedendolo cosi triste e solo una bambina con i capelli di colore rosso Magenta attaccati con due codini si avvicinò e disse:
- Perché sei tutto solo?- disse la bambina, ma lui non rispose e rannicchiò ancora di più- dai vieni a giocare ti sentirai meno solo- disse la bambina e gli tese la mano, lui iniziò a singhiozzare – voglio la mamma- disse lui tra i singhiozzi.
- Anch’io la vorrei ma non si può, vedrai che alla fine della giornata ti verrà a prendere, quindi non piangere-, disse la bambina e il bambino si pulì gli occhi e arrossi – Ehm… tu come ti chiami?- chiese il bambino titubante.
- Io mi chiamo Doremi Harukaze e tu?- chiese Doremi.
- Ehm…mi chiamo Tetsuya Kotake - disse lui
- Allora ti sei ripreso?- disse la bambina
- Ehm... si Doremi - rispose lui titubante
- Allora andiamo a giocare- disse lei e gli prese la mano lo trascino, lui si sentì infuocato dalla vergogna, ma era felice perché per la prima volta aveva trovato un’amica.
Da quel giorno in poi erano passati sette anni e Kotake iniziò a cambiare, era più cordiale con gli altri, si mise a prendere in giro Doremi e a diventare più pestifero che mai con la sua “amica”, ma anche se litigavano molto, erano inseparabili sino a quel giorno alla cerimonia del diploma, dove la vedeva non più come amica ma una ragazza che era nel suo cuore. Di lì in poi non sarebbe stato come prima.
FINE FLASHBACK
Kotake e Doremi erano ormai arrivati a casa di Doremi e lui disse:
- Allora siamo arrivati- disse lui.
- Credo proprio di si- rispose lei.
- Preparati che domani andremo nel mondo delle streghe- disse lui.
- Sì, credo che non ci siano scelte vero?- chiese lei triste
- Purtroppo no- rispose lui scuotendo il capo.
- Allora ci vediamo domani- disse girandosi verso la porta di casa
- Si- rispose Kotake e lei s’incamminò verso la porta ma, Kotake era ancora lì a guardarla.
- Doremi scusami!!- disse lui con la testa chinata.
- Non c’è niente da scusarsi, se te ne sei andato all’improvviso, ci sarà un motivo, io ho fiducia in te e so che alla fine me lo dirai- disse lei senza voltarsi.
- Sì, ci vediamo- rispose lui e poi scomparì, l’unica cosa che sentì era una folata di vento che le scompigliò i capelli e gli alzò la gonna.
“Che strano, Kotake sembra più carino di prima” penso Doremi poi arrossì e disse:
- No, dai ma che vado a pensare. Dai entriamo- disse ed entrò.
Si tolse le scarpe con un po’ di stanchezza per quello che era successo e disse:
- Sono tornata- disse con un filo di voce per la stanchezza.
- Ti sembra questa l’ora di tornare, Doremi?- disse la famiglia un po’ arrabbiata.
- Eh eh….- rise nervosamente- scusate ma ne sono successe tante oggi che ho perso la cognizione del tempo- cerco di giustificarsi Doremi.
- Discuteremo sul tuo comportamento più tardi, ora vai a lavare le mani- disse la madre con tono severo.
- Si- disse lei con tono sconsolato poi andò a lavarsi e scese a mangiare.
Dopo aver finito di mangiare, si sentì la lunga ramanzina dei suoi genitori, Doremi disse che era stata accompagnata da un suo amico. Finita, la ramanzina andò in camera sua e si butto sul letto con la faccia sul cuscino quando qualcuno entrò e disse:
- Giornata no è , Doremi?- disse la vocina che arrivava dalla porta, lei si girò.
Era Pop che la guardava preoccupatissima.
- Si! Hai proprio colto nel segno- disse Doremi ributtandosi sul cuscino.
- C’è qualcosa che ti turba? Non sembri quella di stamattina- disse Pop sedendosi sul letto di Doremi.
“Che cosa faccio? Come dico a Pop-chan quello che mi ha detto Kotake, ma infondo anche lei e membro delle Ojamajo” penso Doremi si alzò e decise a parlarle e gli raccontò le stesse cose che Kotake aveva raccontò a lei.
- Cosa, sul serio?- disse Pop sbarrando gli occhi e Doremi fece cenno di sì.
- E da tempo che non sento parlare di magia, e adesso, vengo catapultata di nuovo nella magia senza possibilità di scegliere- disse Doremi e si mise una mano in fronte.
- Ma, sai se dice la verità?- chiese Pop cosi disperata.
- Sì, sì lui sa cose, sa episodi che ci sono capitati, sa della magia- disse Doremi disperata.
- Tu sei forte, ce l’hai fatta in tutte le situazioni sfavorevoli, ce la farai anche adesso- disse Pop sorridente.
- Ma adesso è diverso, ci sono le nostre vite in gioco- disse doremi in lacrime.
- Ma anche le altre hanno accettato?- disse Pop. Doremi non rispose e mosse la testa.
- Domani sono convocata nel mondo delle streghe-disse Doremi svestendosi per mettersi il pigiama.
- Dai andiamo a dormire, domani sarà una lunga giornata- disse Doremi mettendosi sotto le coperte.
Pop scese dal letto e si avvio verso la porta, ma prima di spegnere la luce disse:
- Doremi, non ti azzardare a morire- disse Pop puntandogli il dito.
- No, non ti preoccupare- rispose doremi e Pop spense la luce e uscì, Doremi inizio a piangere silenziosamente, sentendola Pop entrò nella sua stanza si butto e era molto triste.
Kotake si sentì uno stupido, per avergli fatto quella proposta, si stese sul letto, dopo aver disfatto le valigie e messo in ordine la casa, e ricominciò a pensare a quando se ne andò.
FLASHBACK
Kotake appena ricevuto il diploma iniziò a fare baldoria con i suoi amici, finita la cerimonia si diresse verso casa di Doremi. Suono al campanello, ma non c’era nessuno, e aspettò. Aspetto più di un’ora, poi siccome si fece buio iniziò ad andarsene quando, vide una macchina all’orizzonte, era Doremi, si era lei.
La macchina si fermò davanti a casa, Doremi non si accorse subito che Kotake, si era poggiato sul muro, poi Pop gli indicò il muro, doremi lo raggiunse e disse:
- Kotake che ci fai qua?- disse Doremi perplessa di vederlo
- Ehm… ti va se uno di questi giorni usciamo insieme- disse Kotake rosso come pomodoro
- Eh?- rispose arrossendo
- Ma se non vuoi non c’è problema- disse ancora più rosso
- No... e che non me lo sarei mai aspettato da te- disse Doremi riprendendo il colorito normale
- Eh…eh…- rise nervosamente – c’è sempre la prima volta per tutto- disse Kotake mettendosi una mano dietro la testa.
- Gia!- rispose sorridente Doremi
- Si accetto, facciamo domani- disse Doremi
- Si, domani va bene- disse Kotake con un sorriso a trentadue denti.
- A domani allora- disse Kotake iniziando a correre e a saltare come una gazzella.
- Che matto- disse Doremi vedendolo allontanarsi e sorrise.
Kotake era felice , ma quella felicità duro poco, perché, appena tornò a casa trovo le valigie il camion dei traslochi. Appena lo vide si arrabbiò molto, entro in casa sbattendo la porta e disse:
- Che diavolo sta succedendo, me lo volete spiegare?- disse Kotake addirato.
- Non vogliamo darti spiegazioni- disse con tono freddo il padre – raccogli le tue cose e andiamo-
- Ma perché, domani ho l’appuntamento con Doremi e non ho intenzione di perderlo- disse Kotake furioso.
- Va bene te lo dico- disse il padre
- Tu non sei nostro figlio, tu sei un demone di un altro mondo. E se restassi qua non potremo proteggerti e tu perderesti il controllo- disse il padre con tono cupo.
- Che idiozia! Non ci credo! È assurdo!- disse Kotake con occhi spaventati.
- Purtroppo è la verità- disse la madre chiudendo.
Kotake era deluso, amareggiato e disse:
- se volete andate via voi- disse Kotake e scappò tentarono di fermarlo ma ormai era gia lontano.
- Non sei stato un pò troppo duro con lui- disse la madre al padre
- Forse hai ragione.- disse il padre preoccupato.
“Perché quando tutto va bene, deve andare tutto male” penso Kotake mentre scappava.


------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Finito!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! il secondo capitolo. Scusate se vi ho fatto aspettare , spero che vi piaccia questo capitolo. Dai commentate

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 Tutti insieme nel mondo della magia ***


Tutti insieme nel mondo della magia

Tutti insieme nel mondo della magia

-Capitolo 4°-

Kotake corse a lungo quella sera, ora che tutto andava bene, ora che ebbe il coraggio di invitare Doremi ad un appuntamento, doveva traslocare, non voleva, no!! Penso “perché questo trasloco improvviso, non voglio, no!!. Si fermò in un parchetto per bambini e si sedette su una panchina, iniziò a riprendere fiato e sentì che l’aria era più calda del solito anche se era sera, bruciava di caldo, si tolse la maglietta e rimase a torso nudo. Passarono alcuni minuti, si accorse che non riusciva a togliersi il fiatone, lentamente si guardò le mani, notò che la pelle era diventata scura e le unghie erano affilate come rasoi.

-          Che diavolo sta succedend…- non riuscì a terminare la frase perché la gola si era infiammata all’improvviso, non riusciva ad emanare nessun suono e la lingua gli bruciava. Il corpo non rispondeva più al suo padrone.

Lo ritrovarono tempo dopo, ma non sembrava in buono stato, schiumava dalla bocca, gli occhi girati verso l’alto. Lo presero e lo caricarono sopra il camper perché il viaggio sarebbe stato molto lungo, Kotake si svegliò a meta viaggio e disse:

-          Dove stiamo andando ?- disse Kotake alzandosi di soprassalto

-          Oh tesoro, ti sei svegliato. Sia ringraziato il cielo. Stiamo andando alla nostra casa provvisoria per tre anni, poi torneremo a Misora- disse la madre ringraziando il cielo per aver fatto risvegliare

-          Ma perché.. perché stiamo andando? Dove stiamo andando? E soprattutto che mi è successo prima?- chiese Kotake sempre più confuso che mai. La madre divenne triste.

-          Ti stavi trasformando in un demone, è per questo che ce ne siamo andati, se non l’avessimo fatto forse adesso Misora sarebbe cancellata da tutte le cartine del mondo.- riprese fiato – stiamo andando da un eremita che ti insegnerà il modo per tenere a bada il mostro che è dentro di te, in modo che quando arriverà il momento sarai in grado di controllarlo. Terminò la madre

-          Non ti preoccupare ci siamo noi, ti aiuteremo- disse il padre per infondergli coraggio.

-          Ma come farò per la scuola?- chiese Kotake

-          Non ti preoccupare, bhè è vero che andremo in un paese sperduto, ma anche lì c’è una scuola media. Ora riposati - disse il padre

Kotake si stese di nuovo e la madre si avvicinò:

-          L’ho trovata nella tuo stanza- disse la madre porgendogli la fotografia.

Lui la vide, era lei , bella, solare sorridente, le avevano scattato le foto l’ultimo giorno di scuola ,era sola nella foto, era un angelo con i capelli rossi. La prese in mano, e prima di riaddormentarsi disse:

-          Perdonami Doremi- e sprofondò in un sonno profondo

FINE FLASHBACK

-          Kotake! Viene tesoro ti aspettiamo per mangere- disse la madre svegliandolo dai suoi ricordi.

-          S-si! Adesso arrivo- disse lui come se fosse svegliato di soprassalto.

-          Tesoro, che c’è? Qualcosa non va? Ti vedo strano- disse la madre preoccupata

-          No! Niente, e che il primo giorno di liceo e sempre stancante- disse Kotake

-          Mmmh… sarà (¬_¬)- disse la madre poco convinta

-          Ascolta mamma, se dovrebbe succedere qualcosa ti avverto, ok? (^_^)- disse Kotake Appoggiandole la mano sulla spalla.

-          Va bene, dai andiamo a mangiare- disse la madre

-          Si!! Ho una fame-disse Kotake correndo giù per le scale, ma la madre andò nella sua stanza da letto.

Da un cassetto del grande armadio, vicino al letto matrimoniale, una foto di un gruppo di liceali e, al centro di questo gruppo, c’era una ragazza con il pancione seduta su una sedia, circondata da affetto, sorridente. La guardò e sospirò “ce la farò a dire tutta la verità a Tetsuya?” pensò. Una lacrima le rigò il viso e uni le mani in segno di preghiera “ti prego, se mi senti, Yozuna aiutami tu”.

L’indomani Kotake si svegliò ancor prima dell’alba e iniziò a tenersi in forma: addominali, corse, flessioni, allenamento con il sacco, dopo la corsa torno a casa e si preparò per la scuola. Mentre camminava continuava a pensare a come aveva lasciato Doremi la sera scorsa:

-          Uff… chissà come  la presa Doremi, forse non glielo dovevo dire cosi all’ultimo minuto- disse Kotake sconsolato, mentre camminava si senti chiamato e si giro

-          Kotake, aspetta- disse Doremi correndogli incontro

-          Toh!! Parli del diavolo..- disse Kotake ironico

-          Anf…cosa?anf-  cerco di dire Doremi ansimando.

-          Ti sei fatta una corsa, eh? Sei sempre la solita-

-          Ah ah!! Spiritoso-

-          Dai andiamo altrimenti ci beccheremo una sgridata gia il secondo giorno-

S’incamminarono e Doremi iniziò a parlare:

-          Senti per quello che mi hai detto ieri e meglio lasciar fuori Pop-chan e Hana-chan, sono ancora piccole – disse Doremi

-          Forse hai ragione- disse Kotake

All’improvviso sentì che qualcosa non andava, l’aria puzzava di marcio, ma solo lui la sentiva.

-          Che cosa succede Kotake?- disse Doremi curiosa

-          No, niente, solo un presagio- disse Kotake serio.

-          -se lo dici tu- disse lei poco convinta

Andarono a scuola ma Kotake aveva questo presagio di pericolo che gli ronzava in testa che, ad ogni ora che passava il presagio diventava certezza, alla fine della giornata non ebbe più dubbi. Qualcuno li stava osservando, ma siccome Doremi era con lui, per non farla spaventare iniziò a parlarle:

-          Doremi, ti ricordi che t’invitai ad un appuntamento...- si fermò per un attimo, poi continuo – è ancora valido?- chiese lui

-          … non lo so, sono stata ad aspettarti per due ore, ero eccitatissima, qualcuno mi ha invitato a un appuntamento, “evviva” pensavo, mi ero preparata per l’occasione, poi dopo aver aspettato tanto,andai a casa tua per dirtene quattro,ma quando arrivai vidi la tua casa chiusa, e li mi si spezzò il cuore- disse Doremi con voce bassa

-          Scusa !!- disse Kotake

-          E dai! Smettila di scusarti, lo so che non è stata colpa tua, e solo che mi deve passare. E quando dirai la verità deciderò. Ok?- disse lei consolandolo

-          Sì grazie “Baka Dojimi”- disse lui

-          Come mi hai chiamata? (ò_ó)- disse Doremi con una vena che gli pulsava sulla fronte

-          Dojimi, Dojimi-  ripete lui come una cantilena.

-          Se ti piglio ti rompo- disse lei ancora più furiosa

Doremi iniziò a corrergli dietro, lo rincorse sino in modo che lo mettesse con le spalle al muro:

-          Ora non ti può salvare nemmeno i battle ranger- disse lei minacciosa

-          Oh-ho…dai allora- disse Kotake invitandola a prenderlo.

Lei provò,  ma appena lei tentò di prenderlo, con uno scatto, lui andò dietro di lei. Risultato, una botta della ragazza, non contro il muro, ma contro qualcosa di gommoso al tatto.

-          Ah…ah…ah… hai visto, ti sei fatta male- disse Kotake avvicinandosi

-          Ma cosa?- disse osservando la enorme palla su cui c’era sbattuta Doremi

-          DOREMI!!- urlo e con uno scatto fulmineo riprese Doremi.

-          Cosa… cosa… cosa… è quella roba?- disse Doremi con voce tremante

-          GROOOOAR. Io sono un demone e son qui per uccidervi- disse la palla enorme prendendo forma, era un mostro molto grasso, con la pelle squamosa

-          Doremi, rimani dietro di me- disse Kotake rimettendola a terra e parandosi davanti

-          S-si- disse Doremi con voce tremante

-          Kotake...- lo chiamo

-          Che c’è?-

-          Stai attento-

-          Sicuro- disse lui

-          Oh… ma che bei piccioncini, volete un po’ di the con i pasticcini?- disse il demone un po’ scocciato

-          Si, io voglio un po’ di the al gelsomino con pasticcini alla crema, sono tanto buoni- disse lei

SDENG!! Il mostro e Kotake fecero una caduta in stile manga:

-      Che scema quella umana- disse il demone

-      STAI ZITTO!! Maiale dovresti essere chiuso in un recinto, faresti bella figura, solo io posso prenderla in giro- disse Kotake

-      Sì si(^-^)… ehm(°_°)… COSA? (>_<)- disse lei furiosa

Kotake, lanciò la cartella a Doremi e si mise a torso nudo:

-          Oh mamma!! che imbarazzo(>///<)- disse doremi rossissima mettendosi le mani davanti il viso

-          Oh-ho che spiritoso!! Vediamo quando ti rompo in mille pezzi, come scherzi ancora- disse il demone

-          Yaaatha- urlò Kotake e partì con un pugno, ma si conficcò nella pancia – ma cosa...?- disse Kotake mentre il suo braccio era risucchiato dalla pancia del demone.

-          Hai visto? Il mio corpo è come la gomma e tu non mi riuscirai a colpirmi- disse il demone e Kotake provò a tirare fuori il braccio senza risultato.

-          Ora, muori pivello!- disse il demone e con uno schiaffo lo fece sprofondare nella terra.

Doremi guardò terrorizzata la scena, il suo amico esanime a terra:

-          KOTAKE- urlò Doremi con le lacrime agli occhi

-          Tsk... Questo sarebbe il mago guerriero pericoloso?e stata una passeggiata- disse il demone ridendo

-          Ora tocca a te-  disse il demone e in un secondo la raggiunse.

-          Sigh…aiuto…- Doremi era sull’orlo della disperazione, in ginocchio davanti al demone.

-           Non piangere Dojimi, ancora vivo- disse Kotake parandosi di nuovo davanti a lei.

-          Kotake…- disse Doremi incredula

-          Scema, non è un maiale come quello a stendermi- disse Kotake

-          Allora la lezione non ti è servita, non credevo fossi tanto resistente, comunque, non ti servirà perché ti ucciderò all’istante- disse il demone e partì all’attacco, ma ora Kotake era preparato e colpì il demone con un calcio.

-          Ti ho gia detto che io il corpo fatto di gomma, non puoi farmi niente- disse il mostro

-          Vedremo- disse Kotake e continuo a dare calci,uno più veloce dell’altro, creò una voragine nel centro della pancia.

-          Cosa mi hai fatto?- disse il demone cercando di rimettere a posto la voragine che Kotake aveva creato.

-          Tu non sei fatto di gomma, sei solo un ammasso di lardo, e per questo che ora morirai- disse Kotake e il cielo diventò nero, un fulmine colpì la mano di Kotake.

-          Muori, Pugno sradicante - disse Kotake e conficcò il pugno nella parte dura del corpo del demone. Il demone divenne polvere tra le urla e il dolore.

Kotake tornò da Doremi. Era incantata, ma al tempo stesso terrorizzata, con lacrimoni che gli scendevano dalle guance.

-     Dai Doremi dobbiamo andare- disse Kotake mettendole la mano sulla spalla

Iniziò a piangere ancora di più e a dare i pugni sul petto a Kotake:

-     Sei uno scemo…singh…avevo paura di non vederti più…io non voglio uccidere- disse Doremi abbracciando Kotake

-     Doremi quello che hai detto è giusto, ma è necessario, se vuoi difendere le persone che vuoi bene-.

-     Son gia le cinque, se non ci muoviamo faremo tardi- disse Kotake guardando l’orologio.

-     Se ti può consolare, Doremi, e sta la prima volta che uccido e mi a fatto uno strano effetto, ma l’ho fatto per proteggerti-

-     Vieni- disse Kotake tendendogli la mano per rialzarsi

-     Va bene- disse Doremi, prese la mano e si tirò su.

Kotake si rivesti, prese Doremi per mano e si teletrasportarono davanti al vecchio negozio di magia. Entrarono. Il negozio era sporco e sudicio, con un odore acre di chiuso, ma, ciononostante, il negozio era lo stesso.

-     Uff… quanti ricordi- disse Doremi ricordando le cose che aveva fatto insieme alle sue inseparabili.

-     Mmh…lo vedo- disse Kotake

-     Come scusa?- chiese Doremi

-     Io riesco a vedere tutto quello che avete fatto in quattro anni perché voi, inconsciamente avete dato i poteri questo negozio e ora si manifestano, perché credi che da tre anni non ha mai cercato di abbatterlo o di venderlo?- disse Kotake.

-     Ma ,forse percepiscono magia?- chiese Doremi

-     Esatto Doremi- disse Kotake sorridendo

-     Ah si? Allora dimmi cosa vedi-

-     Allora…- Kotake iniziò a scrutare – Vedo una bambina con i capelli rosso Magenta legati con due codini che litiga con una specie di rana verde e delle ragazze che ridono nel guardare la scena-disse Kotake

-     È stupefacente!!- (*.*) disse Doremi con gli che Brillavano.

-     Lo imparerai anche tu- disse Kotake

Kotake prese da sua borsa una chiave e la mise nella toppa della porta che dava nello sgabuzzino, ci fu un attimo di luce, la porta si aprì, ecco l’immenso mondo della magia.

-          Uaooh… questo sarebbe il mondo dello magia?- disse Kotake incantato come un bambino.

-          Si, non ci sei mai venuto?- disse Doremi incredula

-          Bhe… veramente no!!- disse Kotake con una faccia da ingenuo.

-          Ah!! Fantastico- disse Doremi con sarcasmo mentre si passò la mano sulla faccia.

-          Come magia sei forte, ma come orientamento…- disse Doremi sospirando.

-          Che vuoi? E’ la prima volta- (-3-) disse Kotake imbronciato.

-          Va bene, almeno ti hanno detto dov’è l’incontro- chiese Doremi.

-          Mi hanno detto il magazzino di una certa Majodela. Sai dove è?- rispose Kotake

-          Si ho capito, ma prima devo andare a salutare una vecchia amica- disse Doremi

-          Si ho capito, se ci stiamo dentro con i tempi, andiamo- disse Kotake

Doremi e Kotake s’incamminarono verso la scuola delle streghe, dove avrebbe rivisto la sua bambina, Hanna. Arrivarono alla scuola, lei era fuori dalla classe, che sbuffava. Kotake rise disse-tale madre tale figlia-

-          Qualcuno non vuole no si vuole ritirare con la faccia integra- disse Doremi con una pietra in mano.

-          Va bene va bene, come non detto- disse Kotake.

Doremi si accorse che stava piangendo e decise di raggiungerla.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Hanna dormiva nelle ore della dottoressa Maya che insegnava tecniche di medicina alle alunne, tutte erano attentissime.

-      Uff… possibile che Hanna in queste ore si mise sempre a dormire- disse Atarimeko stufa di questa storia ma anche preoccupata.

-      Io non la sveglio. Non voglio fare come l’altra volta che mi ha messo in punizione anche me- disse Lesta.

-      Nemmeno io – disse Lestalesta.

Atarimeko iniziò a scuoterla dolcemente e si accorse che piangeva, si rattristi molto. Non erano molte le volte che vedeva Hanna cosi giù non si dava pace, sapeva perché stava male, si erano confidate un giorno nella ricreazione, gli mancava la mamma.

-      Vediamo se avete capito, Hanna mi sai dire come si fa a curare un morso di rosa carnivora delle montagne - disse Maya e guardò Hanna

-      HANNA!- urlo Maya facendo sobbalzare la povera Hanna

-      Si, che stava dicendo?- disse frastornata Hanna mentre il resto della classe rideva tranne Atarimeko

-      Ti riformulerò la domanda, come si fa a curare un morso di rosa carnivora delle montagne- disse Maya

-      Si spalma un intruglio di rasa spinosa e di rosa bianca- disse Hanna convinta

-      Sì e poi, devono amputare l’arto per emoraggia. L’intruglio come lo chiami tu si fa con calendula selvatica e rosa di palude- disse Maya arrabbiata

-      Mi scusi tanto maestra- disse Hanna molto dispiaciuta

-       Perché devo arrabbiarmi sempre con te, dimmi stavi sognando tua madre?- disse Maya severamente

-      …- Hanna abbassò la testa.

-      Mi dispiace Hanna ma sono costretta ha cacciarti dalla classe, fai ordine nella tua testa e poi aspetta che ti chiami- disse severamente Maya

-      Si…- disse Hanna quasi senza voce e uscì

-      Cosi impari a dormire a scuola, scema- disse una bambina e tutti si rimisero a ridere.

-      Guarda , la principessina si è messa a piangere-disse un’altra bambina.

Atarimeko non ci vedeva dalla rabbia, lei che si controllava sempre, ma quando toccavano la sua amica Hanna andava su tutte le furie, stava per risponderle per le rime quando:

-          STATE ZITTE!! Non sapete come sta soffrendo, quindi se vedo qualcuno ancora mancarle di rispetto, non sarò clemente- disse Maya severa mentre Atarimeko sorridente – posso andare al bagno-

-          No. ci andrai tra un po’- disse Maya. Lei conosceva la sua allieva Atarimeko, sempre ad aiutare l’amica in difficoltà, ma adesso è diverso deve cavarsela da sola.

-          Sigh…uffa mi manchi mamma- disse Hanna pulendo il lacrimoni che con il braccio ma non volevano fermarsi

Iniziò a pensare a tutte le sue tate e sua madre bella come il sole che la cullava tra le sue braccia, il calore della sua voce che gli intonava melodie meravigliose, quando qualcosa si mosse nel cespuglio facendola tornare alla dura realtà.

-     Uff…che vuoi Oyajide?- disse la bambina un po’ scocciata

-     Ehi!! Che faccia, di solito ridi sempre, c’è qualcosa che non va?-disse Oyajide sconcertato

-     Oggi non ho tanta voglia di ridere- disse Hanna scontrosa.

-     Stai pensando di nuovo a Doremi e alle sue amiche ?- chiese Oyajide

-     Come posso dimenticarle, non posso dimenticare mamma, non posso.- ripeteva disperata

-     Non ti stiamo dicendo di dimenticarle, noi siamo realisti, non le vedrai più- disse Oyajide.

-     NON E’ VERO- urlo Hanna e Oyajide le diede un ceffone

-     È vero quindi rassegnati- disse Oyajide e se ne andò

-     Sigh… perché devo soffrire cosi- disse Hanna e si mise seduta afficinò le ginocchia al viso. Non voleva vedere nessuno, in quei momenti tristi voleva riflettere, piangere era l’unico modo per  buttare fuori la malinconia, quando vide qualcuno avvicinarsi:

-     Oyajide va via- disse la piccola ancora seduta, la figura non rispose e continuo ad avanzare.

-     Ho detto va via- disse Hanna e lancio una pietra, la figura continuo ha camminare senza dargli peso.

La sagoma era arrivata davanti a lei e si mise sul muro di fianco a lei:

-     Posso mettermi qui?- disse la persona appoggiata sul muro.

-     …- Hanna non disse nulla.

-     Lo prendo come un si- disse la persona

-     Senti piccola perché ti hanno messo in punizione?- disse la persona

-     Perché stavo dormendo, credo- disse Hanna senza guardarla in faccia.

-     Piccola lo sai che si va a letto presto- disse la persona scherzosa

-     Anche lei venuta qui per farmi la predica come tutti gli altri, io non scorderò mai la mia mamma, quindi se è venuta per questo, e pregata di andarsene- disse Hanna

-     No!! Sono curiosa com’è la tua mamma?- disse la persona

-     Bhe io ne ho cinque di mamme, ma quella che sento più la mia mamma e una ragazza che si chiama Doremi ,è bella come il sole, mi ricorderò sempre il profumo, il calore della voce che intonava la ninna nanna- disse Hanna riprendendosi a poco a poco.

-     Vedrai che un giorno la rincontrerai, ne sono certa- disse la persona guardando il cielo

-     Sì lo penso anche io- disse Hanna

-     La ringrazio di essermi stata vicin…- si fermò al improvviso guardando la persona.

Si stropiccio le gli pensando che un sogno e che un urlo di Maya l’avesse svegliata di soprassalto, no!! Era tutto vero. La persona che l’era davanti era un po’ diversa da quando si erano separate, era snella, aveva cominciato ad essere formosa, lunghi capelli rossi Magenta, quella voce calda, quegli occhi rosa. Si era lei sua madre Doremi.

-     Mamma sei tu …non sto sognando..- disse incredula e i lacrimoni continuarono a scendere , ma questa volta era  di felicità.

-     Sì piccola Hana-chan, sono tornata – disse Doremi e aprì le braccia e le fece cenno di venirle in braccio

-     MAMMA!!- urlo Hanna e saltò nelle braccia di Doremi

-     Mamma, mi sei mancata tantissimo- disse Hanna mentre piangeva.

-     Anche tu piccola mia- disse stringendola al petto.

Si strinse alla madre forte continuando a piangere a dirotto, e Doremi la accarezzo sulla testa e, qualche volta gli scappava una lacrima.

-        Su adesso calmati Hana-chan- disse Doremi guardandola negli occhi

-        Ah!! Allora è questo il suo vero aspetto?- disse l’altra voce che stava venendo verso di loro.

-        Chi sei?- chiese Hanna nascondendosi nel seno di Doremi

-        Non ti ricordi di lui?- chiese Doremi

-        No, non me lo ricordo- disse Hanna

-        Va bene mi ripresento, sono Tetsuya Kotake- disse inchinandosi

-        Cosa?! Tu saresti Kotake, il ragazzino che pensava solo giocare a calcio e a fare dispetti a Doremi?- disse Hanna molto sconcertata

-        Si sono io- (u_u) disse Kotake un po’ innervosito

-        Ma lui non era un essere umano?- disse Hanna.

-        Bhe, è una storia troppo complicata per una bambina- disse Kotake mentre la scapigliava affettuosamente.

-        Mamma quanto resterai con me?- chiese Hanna titubante

-        Bhe… non lo so- rispose Doremi

-        COSE’ TUTTO QUESTO BACCANO!- urlò Maya aprendo la porta della classe.

-        Doremi, che ci fai qui?- disse Maya

-        Visto che stiamo andando dalla regina, ho pensato di salutare Hanna- disse Doremi con la bambina in braccio.

-        Mi aveva detto la regina che doveva convocarvi- disse Maya pensierosa

-           Maestra Maya, le voglio chiedere se posso andare con lei?- chiese Hanna.

-        Non se ne parla neanche- rispose Oyajide

-        Ma perché non posso andare?- disse Hanna inviperita

-        Lo sai perché, se non ti fossi addormentata in classe forse…- disse Maya

-        Non e giusto- disse Hanna imbronciata

-        E dai…- intervenne Kotake- lasciate che stiano un po’ insieme e poi, non giusto che Hana-chan abbia visto soltanto Doremi, le altre si arrabbieranno…-poi divenne serio- deve assistere alla strategia  contro i demoni , anche se ha sette anni, è la prossima regina delle streghe…-

-        Hai maledettamente ragione ragazzo…- disse Maya

-        E se un demone vi attacca?- disse Oyajide

-        Non ti preoccupare, Kotake n’a già fatto fuori uno mentre eravamo sulla terra- disse Doremi rassicurandolo.

-        Mi voglio fidare di te ragazzo...- disse Oyajide

Oyajide si avvicinò, gli diede una sacchetto pieno gemme del pentagramma:

-        Avevo pensato di andare a comprargli qualcosa, ma ora che ci sei tu, ci verrà con te, Doremi- disse Oyajide

-        Oyajide queste sono gemme del pentagramma?- disse doremi rimanendo a bocca aperta.

-        Questo ed altro per Hana-chan- disse Oyajide

-        Grazie infinite Oyajide- disse gioiosa Hanna saltando come una scimmietta su un albero.  

-        Non sara che la vizzi- disse Kotake criticandolo

-        Stai zitto, si vede lontano un miglio che ti piace la mamma- disse Hanna criticando Kotake facendolo diventare rosso come i capelli di Doremi.

-        Ahhaha… vedi sei diventato tutto rosso- disse Hanna iniziando correre

-        Vieni qua!! Peste…- disse Kotake rosso come un peperone e cominciando a rincorrerla.

Doremi era arrossita quasi quanto lui, se non peggio:

-        Dai adesso andiamo- disse Doremi e per se per la mano la piccola e pianta un bernoccolo a tutti e due.

-        Ahia… che cosa o fatto mamma?-disse mentre si massaggiava la testa

-        Perché mi hai fatto diventare rossa- disse Doremi

-        E perché anche a me?- chiese Kotake

-        Così.- disse Doremi e torno da Hanna

-        Come così?- disse lui inviperito

-        Dai andiamo da le altre ci staranno aspettando- disse Doremi incamminandosi

-        Si!! Che bello le rivedrò- disse Hanna molto felice.

Anche Kotake si incamminò  quando venne fermato:

- tu, aspetta!! Chi sei? Non ti ho mai visto?- Chiese Maya seria a Kotake mentre Doremi e Hanna si stavano allontanando.

-               Sono l’allievo di Toku-san. E ora scusate ma devo andare- disse Kotake e raggiunse Doremi e Hanna.

-          Allora siamo veramente in stato di emergenza, per chiamare dei maghi guerrieri- disse Maya seria

-          Majorin come sta?- chiese Oyajide

-          Si sta riprendo lentamente, sembra che ci abbia preso guasto a ridurla in fine di vita, il demone, meno male che c’era Toku, altrimenti sarebbe morta- disse Maya

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

-        Evviva!!- esultò una ragazza con i capelli blu fatti a caschetto, mentre un ragazzo biondo con il codino saltava per la rabbia.

-        Non è possibile , ancora!!- disse Leon

-        La partita finisce con la vittoria d’Aiko su Leon- disse Akatsuki come se fosse un telecronista.

-        Aiko e a quota cinquantotto vittorie, invece Leon e a zero vittorie- precisò Toru.

-        Toru per favore non girare il coltello nella piaga- disse Leon moggio.

-        Non mi arrendo, ti sfido a lancio del peso- disse Leon furibondo con l’aria che gli usciva dalle narici come un toro scatenato

-        Mi sono stancata di queste sfide, tu non ti stanchi mai- disse Aiko scocciata

-        Io non mi stancherò mai, finche non ti avrò battuto- parlò tutto d’un fiato. Aiko era esterrefatta

-        Si, si, dai questo lo so però sono un po’ stanca, potremo finire un’altra volta?- chiese Aiko stravolta

-        Va bene- disse Leon e si diresse da Fujio che stava giocando con Hazuki.

-        Come fate a sopportarlo?- chiese Aiko ad Akatsuki.

-        Bhe, a volte è molto difficile avere pazienza per sopportarlo, ma quando siamo in pericolo o siamo tristi, e sempre lui che ci da coraggio- disse Akatsuki

Non c’è che dire, erano veramente affiatati, come lo erano loro, poi la lontananza, le a fatto dividere, nuove amiche, nuovo studio, nuove città. Ma tutte si erano ripromesse che dopo questo giorno non si sarebbero più perse di vista.

-        Che succede qui? Stai vincendo Fujio- chiese Leon

-        Ma sei cieco!! È in vantaggio lei. Non ce la faccio. È troppo brava- disse disperato Fujio mentre Hazuki era calma e rilassata.

-        Ah dai!! Che lusinghe, Ah… scacco matto- disse Hazuki

-        Te l’ho detto, uff… ci rinuncio- disse Fujio

-        Sentite piuttosto, ho sentito che oltre a noi e alle Ojamajo, ci sarebbe un mago guerriero, Akatsuki tu sai qualcosa?-

-        So che è un allievo del mago guerriero Toku-san, ma anche per me è un mistero, dicono che venga dal mondo umano- disse Akatsuki appoggiato al muro con le braccia conserte.

-        Mago guerriero? Che differenza c’è tra maghi comuni e maghi guerrieri?- chiese Onpu

-        Vedi Onpu-chan, un mago normale riesce soltanto a fare magie normali e usa soltanto degli oggetti come il cristallo fatato e non riesce ad usare incantesimi elementari e nemmeno a difendersi mentre recitano un incantesimo. Invece il mago guerriero è in grado di combattere a mani nude, e in grado di usare gli incantesimi elementari, tutti tranne l’oscurità e la luce, che sono elementi molto difficili da controllare- spiegò Toru

-        Si dice che solo il prescelto sia in grado di controllare questi due elementi, ma questo lo spiegherà Toku-san quando ci saremo tutti- disse Akatsuki

-        Io, ho sentito dire che sia persino più potente di MajoTourbillon- disse Leon

-        Cosa? Questo Toku è più potente della strega che abbiamo combattuto per tre anni?- disse aiko sconcertata.

-        Non ci credo! La strega MajoTourbillon era potentissima, com’è possibile?- chiese Momoko anche lei un po’ scossa , parlando con il suo solito accento americano.

-        Impossibile ma vero, Momoko. Io lo visto in azione e ti assicuro che se ci fosse una competizione MajoTourbillon avrebbe la peggio- disse Majorika, che era appena entrata.

Appena la videro insieme a Lala, la assalirono d’abbracci:

-        Brutte mocciose, come state?- disse Majorika con voce affettuosa.

-        Bene, Majorika, ma manca ancora due persone- dissero tutti sospirando

-        … e una di quelle è Doremi vero?- disse Majorika

-        Sì – dissero tutti

-        Stanno arrivando, erano a meta strada- disse Majorika

-        Hanno bussato alla porta- disse Aiko e aprì la porta.

Davanti a lei c’era Doremi e Hanna, erano molto cresciute, vide anche un ragazzo che non conosceva che portava grosse borse e pacchi “sara lui il fantomatico allievo di questo Toku” penso Aiko.

-        Ciao…- doremi non fece in tempo a finire che se le ritrovò tutte in un unico abbraccio e iniziò a piangere.

-         Sono… sigh felice di rivedervi-disse Doremi piangendo.

-        Anche noi, scusaci se in questi tre anni  non ti abbiamo telefonato- dissero tutte

Coccolarono la piccola Hanna che, vedendole insieme come vecchi tempi, si mise, anche lei, a piangere di felicità. I FLAT erano commossi per la scena.

-       Ehi… e a noi non saluti?- disse  Akatsuki

-       AKATSUKI- urlò Doremi e gli corse in contro e lo abbracciò. Non era cambiato per niente, il suo sentimento non era cambiato, sentiva un calore avvolgente. Ma la cosa strana è che sentiva le stesse sensazioni anche quando stava con Kotake.

Il ragazzo entrò e mise le borse in terra e si appoggiò sul muro in un angolino, perché non voleva disturbare la rimpatriata.

-       Allora, Doremi!! Hai conosciuto l’allievo di Toku- disse Akatsuki

-       Sì e l’ho anche visto in azione- disse Doremi

-       Non è vero…- si girò ma lui non c’era. Era  in un angolino a guardare.

-       Ehi… che c’è?-disse Doremi un po’ incredula da comportamento di Kotake

-       Non volevo disturbare la rimpatriata- disse semplicemente il ragazzo

-       Ti presenti da solo o ti presento io?- chiese Doremi.

-       Fa un po’ come ti pare- disse Kotake scocciato.

-       Come sei gentile, comunque ti presento- disse Doremi e si girò davanti ai presenti.

-       Ragazzi, ragazze, velo presento questo ragazzo si chiama Tetsuya Kotake- disse Doremi

La mascella dei ragazzi e delle ragazze erano in caduta il libero. Si misero a ridere.

-       Ahhahaha… sei proprio forte Doremi- disse Akatsuki ridendo.

-       E io che ci credevo- disse Aiko ridendo

-       Te lo detto che non se la sono bevuta, sono troppo cambiato in questi tre anni da  riconoscermi- disse Kotake

-       Uffi… ma e vero-(-3-) disse Doremi imbronciata.

Tutti ridevano. Tranne Hazuki, che vedeva qualcosa spuntargli dalla tasca dei pantaloni.

-        Scusami posso vedere la foto che hai nella tasca?-chiese Hazuki.

-        Si- disse lui e gliela porse.

-        …- Hazuki sbiancò vedendo la foto, era una foto che ritraeva Doremi con un vestito rosa e con i capelli lunghi, che Hazuki stessa aveva dato a Kotake la foto su consulta delle amiche, e della diretta Doremi.

Si avvicinò alle ragazze e fece guardare la foto. Non c’è dubbio, era lui Kotake, il ragazzo dispettoso.

-     Aaaaaaaaaaaaaaahhhhh!- urlarono le ragazze e fecero volare la foto in aria. La foto finì nelle mani d’Akatsuki che la prese e la guardò.  Doremi voleva sprofondare dalla vergogna. Kotake si alzò ed andò verso Akatsuki.

-     Scusa potresti ridarmi la foto, ci tengo molto- disse gentilmente Kotake

-     Si… ecco- Akatsuki gli la diede incuriosito dal modo in cui si era espresso, non era più il moccioso di quando si sono incontrati, era diverso, più enigmatico.

-     Allora sei tu il nuovo della squadra, qua la mano- e gli porse la mano, lui inizialmente titubante, poi si sciolse e si strinsero la mano, tutti i ragazzi strinsero la mano al nuovo arrivato. Poi arrivò il momento delle ragazze, ma erano molto schive nei suoi confronti.

-     Non vogliamo stringere la mano ad uno che ha tradito la nostra fiducia- disse Momoko.

-     E dai ragazze non è stata colpa mia, come ho detto anche a Doremi, non posso dirvi tutta la verità perché, non solo ne andrebbe della missione, ma anche della vostra vita- disse Kotake

-     Non se ti possiamo dare un’altra possibilità?-

-     Hazuki…-

-     E se ci tradirai ancora?-

-     Onpu…-

-     Sei solo un codardo!!-

-     Aiko…-

Non sapeva come riguadagnarsi la  fiducia delle ragazze e abbassò la testa:

-        No, Aiko non farlo- Disse Doremi, ma Aiko non l’ascoltava più e si preparo a colpirlo con un pugno in faccia.

Kotake fu cosi calmo e rilassato,quando il pugno di Aiko gli era vicino alla sua faccia lo parò con una mano.

-            Tu non sai assolutamente niente di me, non sai quanto c’è voluto per tornare… ti prego dammi un'altra possibilità per riscattarmi e vedrai che non te ne pentirai- disse Kotake tenendole il pugno ben saldo

-            Dai cerchiamo di andare d’accordo, lui è venuto per aiutarci ed è anche molto forte- intervenne Doremi.

-            Dai stringetevi la mano, siete amici- disse Doremi ed avvicinò le mani se le strinsero.

-            Ricorda che se farai soffrire di nuovo Doremi non te lo perdonerò- disse Aiko

-            Va bene- disse Kotake

La porta era aperta.

-          Vedo che siete vivaci eh?- disse l’uomo che è sulla porta

-          Il solito esibizionista- disse Kotake sorridendo.

-          Ecco il mio allievo che viene picchiato dalle ragazze- disse l’uomo

-          Lei chi è?- disse Aiko rossissima

-          Io sono Toku, il mago guerriero. Disse Toku entrando.

 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ho finito un altro capitolo fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnalmente! Alle ore 2: 17 di notte ronf…ronf.  Scusate se ci Ho messo così tanto, le cose che scrivo sono di pura invenzione. Commentate per favore.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Strategia di guerra con festa a sorpresa ***


Strategia di guerra con festa a sorpresa

Strategia di guerra con festa a sorpresa

- Capitolo 5-.

Tutti s’incamminarono verso il palazzo della regina, ogniono con il proprio pensiero per la testa, Kotake invece era davanti a tutti e parlava con Toku. Allora Fujo si avvicinò a Hazuki:

-          Ehi! Hazuki-chan, sei sicura che quello sia veramente Kotake? Voglio dire, dove andato a finire quel ragazzino gracile che mandava sempre su tutte le furie Doremi-chan?- chiese Fujo

-          Non lo so Fujo-kun, non so neanche io come pensarla, quel ragazzo è Kotake-kun ma e cosi cambiato che nemmeno io, inzialmente, lo riconoscevo- disse Hazuki

-          Gia è molto più muscoloso di me (-3-)- disse Leon

-          È anche molto più bello rispetto a prima- constato Onpu

-          Concordo, it’s very beatyful- disse Momoko

-          È proprio fatto per la mamma – disse Hana e ricevette un colpo di harisen da Doremi che le procurò un bernoccolo.

-          Ahi… che ho fatto mamma?- disse Hana piagnucolando

-          Uffa… mi hai fatto di nuovo arrossire  (-///-)- disse Doremi cercando di nascondere il suo rossore. Le ragazze risero.

-          Non sarà più bello di me- disse Toru pavoneggiandosi

-          See… come no- disse Onpu sarcastica

-          Dai, ragazzi e ragazze, finitela!! Ha sorpreso anche me di quanto e cresciuto, ma dentro di se, secondo me, è sempre il ragazzino insicuro e piagnucolone- disse Aiko stufa di quei discorsi

-          Scusami Aiko-chan, ma ti devo contraddire, e cambiato anche nel carattere, gli ho visto eliminare un demone e non ha battuto ciglio- disse Doremi e le ragazze e i flat4 rimasero a bocca aperta.

-          Cosa?! Siete stati attaccati dai demoni? E come avete fatto a sconfiggerlo? State bene? Sei ferita?- disse Akatsuki preoccupatissimo

-          Calma, calma Akatsuki-kun sto bene. Meno male che con me c’era Kotake-kun altrimenti adesso non sarei più qui – disse Doremi e iniziò a tremare

-          Scusatemi se tremo, ma ho avuto paura di morire- disse Doremi e iniziò a spiegare come era fatto questo demone e come Kotake si è sbarazzato di lui.

-          Mmmh… come pensavo, Kotake e molto forte, anche se era in percettibile, quando Aiko-chan lo stava per colpire, ho sentito la sua aura magica, era forte

-          Approposito, perché eravate arrabbiate con lui- chiese Fujo.

-          È una storia molto lunga-disse Doremi Triste e iniziò a raccontare.

Flashback

Doremi era davanti alla casa di Kotake sconcertata dall’amara sorpresa che aveva ricevuto, la casa era vuota, nessun avviso, niente, guardò la casa chiusa, e si mise a piangere. Corse con tanta forza aveva, era molto triste, non solo le sue amiche se ne fossero andate, ma anche un amico l’aveva abbandonata, era disperata, tornò in casa e si barricò in camera a piangere. I suoi genitori e Pop erano molto preoccupati, quando suonarono alla porta:

-      Vado io – disse Pop e aprì la porta, davanti c’erano le ragazze.

-      Ciao!! Doremi-chan c’è? Volevamo salutarla perché domani partiamo- disse Aiko

-      Bhe… Doremi si è chiusa in camera, a piangere, e non vuole aprire- disse Pop.

-      Cosa?!- esclamarono le ragazze

-      È cosi da quando e tornata da un appuntamento con Kotake- concluse Pop

-      Stupido Kotake-kun, l’avrà presa in giro come il solito. Pop-chan facci entrare- disse Onpu

-      Sì entrate- disse Pop

Le ragazze salirono le scale e si misero davanti alla stanza di Doremi:

-      Dai Doremi apri!! Siamo le tue amiche, ti prego, lascia che noi ti aiutamo- disse Momoko

Non ricevette nessuna risposta, ma la porta era aperta, entrarono e videro la povera Doremi stessa sul letto a singhiozzare, le ragazze si rattristarono molto vedendola in quello stato.

-      Doremi-chan che è successo, Kotake-kun ti a preso in giro?- disse Hazuki

-      Perché… perché non mi ha detto che doveva traslocare in un’altra città… sigh… non conto niente per lui?- disse Doremi singhiozzare

-      Cosa? Quando se ne andato?- chiese Aiko

-      Non lo so, sono arrivato a casa sua oggi e non c’era nessuno- disse Doremi.

-      Dai Doremi sfogati- disse Aiko toccando la testa dell’amica.

Tutte si strinsero attorno a Doremi e si ripromisero che se un giorno fosse tornato a Misora non l’avrebbero perdonato.

Fine Flashback.

-          Ora capisco tutto- disse Akatsuki

-          Io invece non ho capito, perché non sei arrabbiato con lui, dopo quello che ti ha fatto- disse Aiko furibonda

-          Gia perché?- dissero le altre ragazze.

-          Non l’ho ancora perdonato, lui mi ha detto che mi dirà tutto a tempo debito poi deciderò di perdonarlo, oppure no- disse Doremi.

-          E poi i suoi occhi mi danno l’impressione che non fosse un bugiardo- disse Doremi fissando la schiena di Kotake

-          Approposito, voi conoscete Toku-san-  chiese Doremi

-          Sì lo conosciamo, prima era un mago come noi, un giorno senza motivo alcuno si mise a studiare la magia elementare, diventando cosi potente da superare la strega Majotourbillon, e adesso è un mago completo, e ti dirò un’altra cosa, un amico  d’infanzia della regina e di Majorin- disse Akatsuki

-          Ah si? E come sta Majorin, Kotake-kun mi ha detto che un demone l’ha ridotta in fin di vita- chiese Doremi.

-          Non ti preoccupare se ne sta occupando Maya, e poi Majorin e una roccia, dopo l’andremo a trovare- Disse Toku continuando a camminare

Doremi iniziò a guardare Toku, un uomo con lunghi capelli neri, occhi castano scuro quasi nero, robusto

(tipo Toki di “Hokuto no Ken” prima che fosse colpito dalla nube radioattiva).

Arrivarono nella gran sala del palazzo della regina dove, la regina era seduta sul trono senza velo che gli coprisse il volto, non c’era nessuno, nessuna guardia, nessun servitore. Senza servitori il palazzo aveva un aspetto lugubre e triste.

-          Buongiorno ragazze, scusate la segretezza, ma se fuori scoprissero che il nostro mondo è minacciato, succederebbe il panico generale. Come sapete non solo il mondo della magia, ma anche il mondo umano è a pericolo di invasione di demoni, la missione è pericolosissima e forse si dovrà rischiare la vita- disse la regina con voce bassa

-          Regina, dopo esserci consultati mentre venivamo qua, abbiamo preso una decisione, affronteremo questi demoni, perché noi ci sentiamo abitanti sia del mondo della magia che abitanti della terra, qui abbiamo imparato molte cose, abbiamo riso, abbiamo pianto, siamo diventate grandi, abbiamo conosciuto persone strambe, le streghe del consiglio, i flat4, lei regina, il re dei maghi,ma soprattutto qui è nata la nostra bambina, quindi non possiamo deludere queste persone, a cui noi teniamo molto, e poi sulla terra ce la nostra famiglia, quindi ci dia i nostri poteri per difenderli- disse Doremi decisa e guardò le sue amiche, loro approvarono le sue parole.

-          Sai Doremi, crescendo sei diventata molto saggia- disse la regina

-          Grazie regina- disse Doremi

-          Pero…- la regina s’interruppe

-          Pero?- chiese Akatsuki

-          Pero il nostro potere non può competere con quello dei demoni, mi ricordo Majorin com’era ridotta quando Toku-kun l’aveva portato da Maya, poi i vostri cristalli fatati, si sono uniti per formare il cristallo fatato di Hana-chan- disse la regina.

-          Allora come faremo?- chiese Hazuki

-          Il potere che vi serve l’avete dentro di voi, assopito da qualche parte del vostro subconscio e ora lo libererò per lasciare a voi il tempo di abituarvi e ad usarlo- disse Toku

-          Ma com’è possibile che noi abbiamo il potere magico? Stai bleffando?-  disse Aiko

-          Credevo che reagiste in questo modo, guardate…- disse Toku e portò cinque cofanetti.

In quei cofanetti c’erano i loro Gingolset, erano completamente diversi da quando l’avevano usati, erano neri.

-          Come mai sono neri?- chiese Momoko e ne prese uno.

Siccome lei non c’era alla nascita di Hana ne aveva soltanto tre, il Gingolset che aveva in mano divenne sabbia.

-          Ma cos’è successo al Gingolset di Momoko?- chiese Onpu

-          È successo che voi quando avete ricevuto il Gingolset dalle vostre maestre viete entrate in contatto con l’essenza magica che si è installata nel vostro subconscio e ad ogni magia che eseguiva il vostro potere cresceva a dismisura,ma state attente, bisogna lavorarci, all’inizio vi sentirete strane- disse Toku e appoggiò la mano sulla testa di Doremi.

-          Rilassati…- disse Toku e chiuse gli occhi

Doremi iniziò a sentire, dentro di se, sentiva un potere immenso, il battito del suo cuore era molto veloce, iniziò a sudare e a fargli male la testa.

-      AAAAAAAAAAAAAAHHH- urlo Toku e stacco la mano

Doremi si senti strana quando:

-      E…E…ETCIU!!- Doremi starnutì talmente forte che formò una folata di vento che mando a gambe all’aria le sue amiche, i Flat4,e persino la regina, rimasero in piedi soltanto Kotake e Toku.

-      Uaoh- esclamo Toku- sei forti sai?-

Doremi era incredula, anche le amiche erano incredule a vederla luminosa come una lampadina.

-          Vedete, quella è l’aura magica- spiego Toku.

-          Non avrei mia pensato che Doremi fosse cosi potente- disse Akatsuki

Risveglio i poteri delle altre ragazze, che anche loro rimasero molto incredule.

-          E chi l’avrebbe mai detto che le ragazze fossero cosi forti- disse Fujo incredulo

-          Con questo potere potrete iniziare ad allenarvi- disse Toku

-          Allenarci?!- disse Onpu sconcertata

-          Certo! Il vostro potere magico e forte, ma senza il dovuto allenamento non riuscirete a controllarla, poi il sigillo è sotto controllo, quindi abbiamo un po’ di tempo per allenarci, sconfiggere i guardiani e cercare il prescelto prima che ci attacchino- disse Toku

-          Uff… ci sara altro lavoro che ci aspetta, addio riposo- disse Onpu

-          Gia- dissero le ragazze

-          La disposizione è questa, i Flat4 e le quattro Ojamajo si alleneranno con me, mentre Doremi si allenerà con Kotake-kun siccome e molto più forte di voi- disse Toku.

-          COSA?!- urlo Doremi

-          Ma maestro, a lei piacerebbe stare con le sue amiche e poi… non so se sono adatto per questo incarico – disse Kotake

-          Ben detto- rispose subito Doremi

-          Ma si che sei perfetto per questa missione e poi ci vuole qualcuno che conosca a fondo Doremi, perché lei e stata la prima a diventare apprendista strega, quindi vuol dire maggior attenzione- disse Toku facendogli l’occhiolino

Kotake arrossi- allora sarà un onore allenarla-

-          Ehi e il mio parere non conta?- chiese imbronciata Doremi.

-          Te l’avevo detto che ero io il tuo maestro- disse Kotake

-          Ah… e va bene- disse Doremi rassegnata

-          Il problema dei poteri è risolto, ora vi spiegherò la missione che deve intraprendere dopo l’allenamento, che durerà sino ad ottobre- disse Toku

-          Prima che ci spieghi la missione, ho una domanda da farle- chiese Doremi.

-          Dimmi Doremi- disse Toku

-          Come ha fatto a diventare cosi potente, Kotake-kun, voglio dire che lui e un terrestre, gli ho visto eliminare un demone. Non è che ci deve dire come stanno le cose.- chiese Doremi

-          Non posso dirvelo, e un segreto, come vi ha detto Kotake-kun ne va della buona riuscita della missione- disse Toku

-          Mmmmh…ok- disse Doremi pensierosa

-          Quello che sto per dirvi riguarda la missione e il prescelto- disse ma venne fermato subito da Onpu

-          Chi è questo prescelto? Cosa centra con la nostra missione?- chiese Onpu

-          Il prescelto è chi ci aiutare contro i demoni, è chi riesce a controllare tutti gli elementi, con particolare attenzione per la luce e l’oscurità- disse Toku diventando serio.

-          Dobbiamo trovarlo perché il nostro potere può fermare un numero limitato d’eserciti di demoni, ci vuole il suo appoggio per vincere e salvare i nostri mondi- concluse Toku.

-          Ma come faremo per trovarlo?- chiese Momoko

-          Con un amuleto- disse Toku

-          Come, un amuleto?- disse Momoko

Toku tirò fuori dalla tasca un vecchio amuleto di bronzo molto arrugginito per gli anni, aveva sette fori.

-          Ecco l’amuleto, il vostro primo incarico è di sconfiggere i sette guardiani che son di guardiani ai sette elementi che danno potere all’amuleto- disse Toku.

-          E chi dovremo sconfiggere?- chiese Hazuki preoccupata.

-          Maltos, guardiano del fuoco o del coraggio, con il suo fuoco può incenerire un corpo all’istante, è un soggetto molto irascibile. Masta, guardiana dell’acqua o della calma, lei è capace di manipolare l’acqua, riesce a togliere l’acqua a tutto ciò che tocca, la sua calma fa paura. Mercaus, guardiano dell’aria o della paura, con l’aria è in grado di tagliare qualsiasi cosa ed è in grado di manipolare le vostre paure, è un essere infimo e gli piace scherzare con le vostre paure mettendovi l’uno contro l’altro. Srash guardiano della terra o della forza bruta, con la sua forza e in grado frantumare qualunque cosa, la sua forza fisica non è connessa al suo cervello, quindi a volte si comporterà come un bambino. Lena guardiana della natura o della bellezza, il potere della natura è molto complesso, in grado di parlare con le piante e far spuntare rovi molto velenosi in grado di stendere il miglior mago di questo mondo. Shenona, guardiana della luce o dell’amore, e una guardiana molto benevola e non usa mai la violenza, e per ultimo il più forte di tutti i guardiani, Caos, guardiano dell’oscurità o dell’oblio, lui e in grado di usare il potere oscuro e riesce a bloccare, prevedere, e cambiare il tempo, è un avversario molto potente in prevedibile.- spiego Toku.

Le ragazze erano senza parole, erano sette guardiani molto potenti che, in confronto alle poche streghe che avevano affrontato erano dei dilettanti, sembrava che lui avesse detto che la loro vita era appese ad un filo molto sottile che si poteva staccare da un momento al altro. Abbassarono lo sguardo. Si ripetevano che lo facevano per difendere chi amavano.

-          Non vi preoccupate, vi allenerò io, non vi butterò nella battaglia, se prima non avrete abbastanza esperienza- concluse Toku.

-          Ok… il raduno per la strategia e finito, avete domande?- chiese Toku.

-          Come facciamo per i nostri genitori? S’insospettiranno se torniamo a casa sempre tardi.- disse Aiko

-          Per questo non vi preoccupate, ho mandatole vostre fatine a casa vostra, hanno imparato a parlare, quindi vi aiuteranno quando vi state allenando.- disse Toku

-          Allora, vogliamo andare a fare un giro in città, perché stasera ci sara una grande festa- disse Toku

-          Che festa? - chiese Kotake

-          Segreto!!- disse Toku facendo l’occhiolino a Hana, che appena incrocio il suo sguardo si nascose dietro Doremi.

-          Cosa c’è Hana-chan? Ti fa paura Toku-san- chiese Doremi e Hana fece cenno di si.

-          Cosa c’è? Non ti mangio mica!- disse Toku sorridendogli e tese la mano.

La piccola era titubante, ma la timidezza scomparve e prese la mano e lui la prese in braccio.

-          Vedi che non mordo?- disse Toku

La bambina arrossì e tutti si misero a ridere.

-          Uffa, antipatici (-3-)- disse Hana imbronciata

-          Ti va di andare da Majorin?- disse Toku

-          Si! Non ci sono più andata perché Maya non mi lascia mai stare un attimo, mi dice sempre che devo studiare, e non riesco mai ad andare- disse Hana

-          Allora noi andiamo, ci vediamo dopo!- disse Toku

Mentre Toku e Hana si allontanarono, la regina si avvicinò alle ragazze:

-          La festa di cui stava parlando Toku-kun, è la festa di compleanno di Hana- disse la regina

-          È vero!! Me n’ero completamente dimenticata.- disse Doremi mettendosi la mano dietro la testa.

Ci fu una caduta generale.

-        Come ti puoi ESSERE SCORDATO DEL COMPLEANNO HANA, TUA FIGLIA- urlarono le ragazze, i Flat4, e la regina, facendola diventare piccolissima.

-        Scusatemi, ma avevo molti pensieri per la testa, eh eh eh- disse Doremi e rise nervosamente

-        Vi permetto di andare a prenderle un regalino in città- disse la regina

-        Il problema è che non abbiamo note magiche- disse Hazuki

-        Non vi preoccupate. Ve le do io le note magiche- disse la regina e diede un sacchetto ad ognuno dei ragazzi

-        Tra un’ora e mezza inizia la festa. Tornate per quell'ora- disse la regina

-        D’accordo regina, per quell’ora saremo qui- disse Doremi e si avviarono verso la porta e uscirono dal castello.

-        Scusateci ma vorremmo restare un po’ sole, non vi dispiace?- disse Doremi

-        Ah…ehm… va bene- disse Akatsuki

-        Kotake vieni a fare una partita?- disse leon

-        Ma sa che Kotake e Akatsuki avevano un conto in sospeso- disse Toru

-        Gia – disse Akatsuki- sei pronto?-

-        Io sono sempre pronto- disse Kotake

-        Allora noi andiamo, divertitevi- disse Doremi e si allontanò assieme alle sue amiche sperando che Kotake si sarebbe fatto accettare dai Flat.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Doremi e le sue amiche girarono il paese in cerca di qualche regalo per Hanaquando iniziarono a parlare:

-          Ehi non ci hai detto come ti trovi nella nuova scuola, hai nuove amiche?- chiese Onpu

-          Si molti non li conosco, siamo soltanto al secondo giorno, ci sono anche vecchie conoscenze, Tamaki-chan, Kaori-chan, Takao-kun, Nobuko-chan, Marina-chan, Yada-kun, Shiori-chan- disse Doremi, poi si accorse di quello che aveva detto.

-          Ah…scusa Hazuki per aver detto quei due nomi- disse Doremi agitandosi

-          Non ti preoccupare, mi è passata, ora sono dei buoni amici- disse Hazuki sorridendo

-          Dai andiamo a scegliere un regalo e poi dobbiamo andare da Majorin- disse Momoko

Le ragazze entrarono in un gran negozio.

-          Le signorine desiderano qualcosa in particolare?- chiese una strega commessa ad intrattenere i clienti.

-          Si cerchiamo qualcosa per un streghina di 8 anni- disse Hazuki

-          Ah, voi siete le Ojamajo?- chiese la strega

-          Si, ma voi come fa a conoscerci?- chiese Aiko

-          Ragazza mia, siete diventate delle leggende, per le piccole streghine- disse la strega

-          Se mi fate un autografo vi faccio un ottimo sconto su tutto ciò che prenderete-disse la strega porgendogli la lavagnetta per gli autografi

-          Va bene- disse Doremi e, una a una firmarono tutte.

Ognuno le prese un regalo, tranne Doremi, che si fece dare un piccolo pacchetto regalo. Hazuki le prese un vestito con pizzi e merletti, Aiko le prese degli attrezzi sportivi, Momoko le prese dei trucchi, invece Onpu degli oggetti per farsi bella, Doremi non seppero cosa prenderle e gli venne in mente un episodio e decise cosa regalarle.

-          Mi può dare un pacchettino regalo?- chiese Doremi

-          Si- la strega gli diede il pacchettino e doremi ci mise dentro qualcosa.

-          Ehi, Doremi, tu cosa gli hai comperato?- chiese Onpu

-          Segreto, le scoprirete quando lo aprirà- disse Doremi

-          Sei strana…- disse Onpu

Doremi guardò il pacchetto ed iniziò a ricordare.

Flashback

-          Mamma…- la chiamo Hana.

-          Che c’è Hana-chan?- chiese Doremi

-          Ecco…ehm… posso prendere i tuoi fermagli- chiese Hana tutto d’un fiato.

-          Va bene, però non perderli, perché ci tengo molto- disse Doremi.

-          Si, grazie mamma- disse Hana felice

Se li mise, Doremi fu costretta ad andare a scuola con i capelli sciolti, era molto bella, persino Hana vedeva la sua bellezza. Doremi, con tutti quegli occhi che la guardavano, si sentiva a disagio. Un giorno pop e Hana si misero a giocare nel parco, Hana accidentalmente s’incastrò in una giostra, ci volle molto per tirarla fuori.

-          Sì mi sono divertita tantissimo- disse Hana

-          Sì se non ti fossi incastrata in un giostra per bambini di tre anni- disse Pop

-          Ah… gia scusami…eh…eh…eh- Hana rise nervosamente.

Si toccò la testa e divenne bianca in viso:

-        Hana-chan cosa è successo? Cos’è questo cambio d’umore? Non e da te- disse Pop vedendola bianca.

-        Bhe ecco… ti ricordi che avevo detto alla mamma di prestarmi i suoi fermagli... -fece una pausa

-        Hai fatto bene vedi com’è bella cosi, io gli dico sempre che sta meglio con i capelli lunghi, ma lei è una testona e non mi ascolta, in ogni modo qual è il problema?- disse Pop

-        Li ho persi- disse semplicemente

-         Ah tutto qui, mi sembrava una cosa gr…-disse Pop, ma poi capì cosa aveva fatto e iniziò a sudare freddo.

-        COSA HAI FATTO TU?! NON SAI QUANTO CI TENEVA A QUEI FERMAGLI, SE LO VENISSE A SCOPRIRE…- urlo Pop

-        Se lo venisse a scoprire?- chiese Hanna con le lacrime agli occhi

-        Ci saranno gravi disastri naturali, senza contare quando Doremi è arrabbiata fa paura- disse Pop che conosceva la sorella più di chiunque altro.

-        Sigh … mi aveva raccomandato di non perderli- disse Hana con le lacrime che scendevano come una cascata.

-        Dai! Non disperare, li ritroveremo- disse Pop e le mise una mano sulla spalla.

-        Ora andiamo cercarli, e se non li troviamo, dovremo dirglielo- disse Pop

-        Mai io ho paura!!- disse Hana succhiandosi il dito.

-        Non so come reagirà, ma è sempre tua madre- disse Pop

-        Si andiamo- disse Hana e tornarono nella nel luogo in cui avevano giocato sino a poco tempo fa, non il trovarono, e cosi Hana doveva dire cosa era successo a Doremi

-        Sono tornata- disse Hana con un filo di voce

-        Ben tornato!!- disse Hazuki

Eccola, sua madre, stava lavorando assieme alle sue amiche, il problema era dirglielo, Hana sapeva che Doremi si sarebbe arrabbiata, ma doveva farlo perché non poteva essere bugiarda, quindi aspettò che le altre se ne fossero andate a casa, Doremi fu l’ultima ad andarsene.

-          Ecco mamma posso parlarti?- chiese titubante Hana.

-          Si, Hana dimmi…- disse Doremi

Fece un lungo respiro – ho perso i tuoi fermagli, scusami mamma!!- disse tutto d’un fiato Hana

Doremi senza dire nulla si avviò verso la porta.

-          Mamma, aspetta io..- cercò di spigare Hana

-          Sciocca, e ti avevo detto di non perderli, ci tenevo molto- disse secca Doremi

-          Aspetta…- cercò di raggiungerla per abbracciarla.

-          Stammi lontana – disse Doremi sbattendo la porta

La piccola Hana guardò la porta, sapeva d’averla delusa e lei si sentiva impotente allora le gambe cedettero e iniziò a singhiozzare. Doremi era dolce e gentile con le i ma da quando era successo, era molto fredda e distaccata, la mattina seguente come tutte le mattine, le ragazze la passarono a prendere, ma Doremi non c’era, allora era vero, Doremi era veramente arrabbiata. Doremi la incontrarono lungo il tragitto che portava alla scuola.

-        Ehi, Doremi perché non sei venuta a prendere Hana?- chiese Momoko

-        Non avevo voglia- disse seccata Doremi

-        Cosa?! Ma che stai dicendo?- disse Onpu

-        Dai, non fa niente- disse Hana cercando di sorridere.

Nemmeno Hana sembrava la stessa, di solito era allegra di prima mattina invece quella mattina era triste, neanche Doremi era la stessa di tutti i giorni. Le ragazze ci vedevano sempre meno chiaro in questa storia, quindi alla ricreazione chiesero spiegazioni a Pop. Pop spiegò perché Doremi era cosi arrabbiata con Hana.

-          Adesso o capito, ecco perché Doremi e cosi scontrosa con Hana- dedusse Hazuki

-          A quei fermagli ci tiene molto, glieli diede mia madre quando compì quattro anni. Una volta mia madre mi raccontò la storia di quei fermagli, in pratica glieli diede una ragazza madre quando Doremi era nel grembo di mia madre, come portafortuna- disse Pop.

-          Secondo me, Doremi si è comportata male- disse Aiko

-          Forse Doremi non si è arrabbiata con lei perché gli ha perso i fermagli, ma perché non vuole che Hana prendesse la sua stessa sbadataggine.- disse Momoko

-          Forse, ma non si fa cosi e poi, nel carattere sta diventando una copia di Doremi, come se quelle due abbiano istaurato un rapporto, che noi non siamo riusciti ad instaurare, il vero rapporto tra madre e figlia, è per questo che non siamo riusciti a prendere il fiore del sommo amore.- disse Onpu

-          In ogni modo non possiamo continuare cosi, organizzeremo una festa in loro onore, tra un giorno è il compleanno di Hana- disse Momoko

Le ragazze si diedero da fare per preparare tutto in tempo mentre tra Hana e Doremi non andava bene, Hana decise, il giorno dopo di cercare i fermagli. Cercò e cercò da tutte le parti possibili. Niente non si trova, il piccolo stremato si sedette vicino ad un tronco e mise la testa tra le ginocchia.

-          Dove sono quei fermagli?- si chiese Hana singhiozzando poi, in una pozzanghera di acqua vide qualcosa di rosa che penzolava dal ramo, Hana si alzo di scatto e guardò in alto. I fermagli!! Evviva li aveva ritrovati, ma non aveva il Gingolset era al Maho e cosi tento senza magia, si arrampicò e si allungò verso il ramo:

-          Ci sono quasi- disse e li prese, ma proprio in quel momento il ramo si spezzò, la piccola cadde in malo modo e svenne.

Doremi era a casa e cercava di studiare ma non riusciva a concentrarsi perché il pensiero era rivolto a Hana.

“forse sono stata un po’ troppo dura con lei”-penso Doremi quando senti un brutto presentimento:

-          Hana… maledizione- disse Doremi e si trasformò in strega.

Iniziò a cercarla la trovo stesa con una gamba intrappolata sotto un grosso ramo.

-          Magia della diffondi la felicità, il ramo si sposti- disse Doremi alzando la bacchetta, il ramo si sposto.

-          Hana-chan come stai? Rispondi bambina mia- disse Doremi con le lacrime agli occhi

-          Mamma cosa è successo?- chiese Hana mentre riprendeva i sensi

-          Stupida, non farmi preoccupare- disse Doremi abbracciandola.

-          Mamma eccoli - disse Hana e gli porse i fermagli.

-          Io non ero arrabbiata perché mi avevi perso i fermagli, stupidina- disse Doremi toccandole la testa

-          Allora perché ti sei arrabbiata?- disse Hana

-          Perché tu sei un irresponsabile, come adesso, se non ci fossi stata io cosa faresti? Dai andiamo!! Le altre ci aspettano- disse Doremi e rimise,in piedi ma venne fermata da Hana che le teneva e l’abbraccio di nuovo.

-          Scusami tanto mamma- disse Hana piangendo.

Doremi la coccolò per farla calmare.

-          Ti sei calmata?- chiese Doremi

-          Si, pero c’è un altro problema- disse Hana

-          Cosa c’è ancora?- chiese Doremi

-          Ecco non posso camminare- disse Hana

-          Fammi vedere- chiese a Hana ed iniziò a fasciarglielo con il suo calzino.

-          Sai fare quelle fasciature cosi … Ahi- Disse Hana

-          Me la fece al campeggio Kotake e cosi mi sono ricordata-disse Doremi e la prese sulle spalle.

-          Non sapevo che fossi cosi leggera- disse Doremi

-          Credi che sia grassa?- chiese Hana

-          No! Non è quello, e che stai crescendo- disse Doremi

-          Comunque ricordati che tua madre ti vuole bene per sempre anche se saremo lontana- disse Doremi concludendo

-          Lo so- disse Hana

-           Pero sei una pasticciona, e irresponsabile- disse Doremi

-          Ho preso da te mamma- disse Hana

-          Anche questo è vero- disse Doremi ridendo.

-          Mamma ti piace più Kotake o Akatsuki?- chiese Hana facendo quasi cadere Doremi.

-          Ma che domande ti vengono in mente?- disse Doremi molto rossa

-          Tu rispondi- disse Hana seria

-          Ve birbante, Akatsuki molto bello è molto più gentile di Kotake…- disse Doremi

-          Allora ti piace Akatsuki?- disse Hana

-          Pero ci sono dei comportamenti di Kotake che mi fanno diventare rossa e se lo vedo con le altre ragazze mi stringe…- disse Doremi

-          Oh!! Non ti capisco mamma ti piace Akatsuki o Kotake

-          Chissa…- disse Doremi guardando il cielo

-          Sei un mistero- disse Hana

Giunsero alla porta del Mahodou, le luce era spente, entrarono e:

-          Sorpresa- dissero tutti insieme

La piccola rimase incantata, c’erano tutti, i compagni di classe. Voleva saltare di gioia, ma fu fermata da Doremi.

-          Meglio che stai calma perché ti fa male il piede- disse Doremi e la fece sedere su una sedia.

-          Grazie a tutti di cuore – disse Hana ed iniziarono i festeggiamenti.

-          Avete fatto la pace allora?- chiese Hazuki.

-          Sì – disse Doremi

-          Li hai trovati i fermagli?- chiese Pop a Hana

-          Sì li ho trovati- disse Hana

-          E mi spieghi allora perché hai un piede fasciato?- chiese Pop un po’ perplessa

-          Storia lunga- disse Hana

-          Bene, facciamo un brindisi a Doremi e a Hana- disse Aiko

-          E per Doremi e Hana ippip hurra

-          HURRA- urlarono i loro compagni.

Fine flashback

Doremi rimase a ricordare quell’episodio quando:

-          Dai andiamo Doremi, dobbiamo andare da Majorin- disse lontano Onpu.

-          Arrivo, aspettatemi- disse Doremi e le raggiunse ma inciampo.

-           Ah…ah…ah… sei sempre la solita, Doremi- disse Momoko ridendo insieme alle altre ragazze.

-          Oh uffa io sono cambiata in tre anni (-3-) - disse Doremi imbronciata

-          Sì lo vediamo- disse Aiko

-          Dai andiamo da Majorin, non dobbiamo fare tardi- disse Doremi spolverandosi la gonna della divisa da scolara

-          Agli ordini capo- disse Aiko con tono scherzoso e tutte le ragazze si misero a ridere e ripresero il cammino.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

-          Dai! passa la palla – disse Kotake

Toru gli passò la palla a Kotake, scarto Akatsuki, e fece un tiro ad effetto che disorientò Leon, il pallone andò in rete.

-          Accidenti di nuovo! Non riesco a vederlo- disse Leon

-          Non ti preoccupare, siamo in perfetta parità- disse Akatsuki

Akatsuki, Toru e Leon erano esausti mentre Kotake era perfettamente sobrio, in un angolo a vedere la partita c’era Fujo che teneva il conto di punti.

-          Siamo dodici a dodici- disse Fujo

-          Siamo in perfetta parità – disse Akatsuki

-          Per vostra fortuna...- disse Leon

-          Ti secca è che qualcuno ti batta prima di Aiko, la tua ossessione.- disse Toru punzecchiandolo, Leon arrossì.

-          Non dire idiozie- disse Leon nascondendo il rossore.

-          Riposiamoci- disse Toru e si sedette sopra della scalinate

-          Senti Kotake ci poi far vedere cosa ti ha insegnato- disse Fujo

-          Ok, però non ci fate le abitudini- disse Kotake

Iniziò a sfregare la mano sinistra e schiocco le dita, dal palmo della mano, uscì una fiammella.

-          Bhe allora non è tanto spettacolare- disse Leon

-          Aspetta non ti ho fatto vedere tutto- disse Kotake

Kotake soffio sulla fiammella, e la fiammella si trasformò in vero e proprio soffio di drago

-          Uaoh!!- dissero tutti e quattro

-          Ci potresti dire come sei diventato cosi? Come si comporta Toku quando allena?- chiese Leon

-          Dovete stare attenti, lo vedete cosi gentile e sereno, ma quando allena e una lama di ghiaccio, lui farà dei veri guerrieri, ma vi distruggerà, sia nella mente che nel corpo quindi state vicino alle ragazze- disse Kotake

-          Tu devi allenare Doremi, ce la farai?- chiese Akatsuki

-          Sarà un lavoro molto duro, perché lei è una tale scansa fatiche, cercherò di farla diventare potente-disse Kotake

-          Dai andiamo a salutare la strega Majorin- disse Toru

-          Si andiamo- dissero Akatsuki, Leon e Fujo

-          Vieni con noi?- disse Akatsuki

-          Si, e poi voglio vedere chi è questa Majorin, Toku-san me ne parlava sempre- disse Kotake e s’incamminarono, ma lui venne da Akatsuki

-          Ehi, Kotake a te piace ancora Doremi?- chiese Akatsuki.

-          Si, più di prima- disse Kotake con un leggero rossore alle guance.

-          E tu?- disse Kotake

-          Bhe anche a me, pero non ne sono più convinto- disse Akatsuki e ripresero a camminare

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Bussarono alla porta.

-          Si potete entrare- disse la ragazza stesa sul letto con una fasciatura sul vraccio destro

-          Salve- esclamarono le persone entrando nella stanza.

-          Sono felice che mi siate venuti a trovare, prima la principessina Hana e Toku-kun, ora voi ragazze, ragazzi, e tu allievo di Toku, grazie, grazie infinitamente, sai mi ammuffita, senza commissioni per la regina…- disse Majorin

-          Una curiosità, come avete fatto ad indovinare i miei fiori preferiti?- chiese Majorin

-          Bhe, noi abbiamo ricordato come ti comportavi quando ci spiegavi le missioni, allora abbiamo pensato che sono perfetti per te- disse Doremi porgendogli dei fiori blu.

-          Noi l’abbiamo presi sotto consiglio di Kotake-disse Akatsuki.

-          Come fai a saperlo?- chiese Majorin

-          Me ne ha parlato Toku-san- disse Kotake

-          A capisco-disse Majorin rossa in viso, ma anche triste.

Rimasero a parlare per mezzora poi se n’andarono e l’ultimo ad uscire fu proprio Kotake.

-          Ehi ragazzo, aspetto che ti ha detto Toku-kun?- chiese Majorin

-          Mi detto che la ama- disse Kotake uscendo

La donna sorrise e guardò fuori dalla finestra ,poi pensò a Kotake:

-          Mmmh… mi sembra di averla gia vista la sua faccia-

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

-          Perché dovete andare a casa, io voglio restare ancora un po’ con voi, con te mamma- disse Hana

-          Siamo stati con te molto tempo, e poi possiamo venirti a trovare, ora non siamo dei maghi normali, non siamo soggetto alle leggi del mondo della magia- disse Doremi

-          Ma io…- cercò di dire Hana

-          Su basta!! Una signorina come te non fa i capricci- disse Doremi

-          Allora andiamo, fai la brava- disse Hazuki

-          Sì – disse piano Hana

Comparì un fascio di luce che fece scomparire Doremi, le ragazze, i Flat4 e Kotake. La bambina pensa che fossero tornati a casa, ma invece loro erano tornati a palazzo per la sua festa a sorpresa. Hana tornò a palazzo sconsolata quando, a meta strada, incontrò Maya:

-        Ehi che si fai qui? Fila a studiare- disse Maya sempre con tono autoritario.

-        Ok- disse Hana

Le due arrivarono a palazzo e Maya disse:

-          Dai, vai nella sala grande che ti raggiungo-

-          Va bene- disse sconsolata Hana

La bambina iniziò andare nella gran sala ma, stranamente le luci erano spente e, le accese con la magia quando sentì uno scopio:

-          Sorpresa-  dissero le persone presenti nella sala con un unisuono, la bambina era commossa.

-          Grazie a tutti- disse Hana saltando.

Tutti si misero a ridere.

-          Fatti forza, perché dovrai scartare tutti quei regali- disse scherzosamente Aiko indicando la montagna di regali.

-          Il vero regalo che mi avete fatto e che siete qui con me al mio compleanno!! Grazie- disse Hana con le lacrime agli occhi.

-          Smettila di dire grazie e spacchetta i regali- disse Hazuki

Iniziò a spacchettare i regali, regali bizzarri, li riconobbe tutti, scarpe, vestiti, gioielli, oggetti sportivi, erano tutti bei regali. Alla fine ci fu soltanto un pacchettino, quello non lo riconobbe, lo scrutò ma non riuscì a sapere di chi è. Lo aprì. Non credeva ai suoi occhi, nel pacchettino ci trovò due fermagli di cui uno c’era una nota musicale, ora sapeva chi l’aveva fatto. Inizio a singhiozzare e a passare la mano davanti agli occhi per non far uscire le lacrime. Si girò verso la persona che l'aveva fatto quel regalo, la persona sorrise e mosse la testa. Senza che se n’accorgesse Hana si buttò tra le braccia di Doremi a piangere di felicità.

-          Ueeeeeeeeeh… mamma i tuoi fermagli – disse Hana piangendo.

-          Gia, a me non servono più, e poi sono felice di darli a te, ti porteranno fortuna, però non fare come l’altra volta!! Ok?- disse Doremi toccandole la testa

-          Non li perderò te lo prometto- disse la bambina

-          Dai!! Iniziamo la festa- disse la regina

La festa si prolungò molto tardi e la piccola Hana si addormentò tra le braccia di Doremi, perché prima di addormentarsi chiese a lei se poteva sedersi sulle sue gambe.

-          E ora di andare a nanna- disse Doremi

-          Si andiamo, ti accompagno io dove è la stanza di Hana- disse Oyajide è li accompagnò nella stanza di Hana, c’erano Oyajide, Doremi e Kotake, le altre erano tornati sulla terra perché il prolungamento le aveva stancate.

Doremi l’adagiò la piccola Hana sul letto e le rimbocco le coperte e la bacio sulla fronte.

-          Mamma ti voglio bene- disse Hana nel sonno

-          Anche io ti voglio bene, Hana, bambina mia- disse Doremi ed usci dalla stanza.

-          Possiamo andare? Sai sei brava a fare la mamma- disse Kotake

-          G-grazie… ora andiamo - disse imbarazzata Doremi.

-          Ok- disse Kotake.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Anche questo capitolo è finito, scusate per l’enorme ritardo ma ero impegnato con la patente, comunque spero che vi piaccia. A tutti, per evitare malintesi, io sono un ragazzo, a cui piace l’anime di Doremi, comunque COOOOOOOOOOOMEEEEEENTATE…..

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** il significato dello spirito di combattimento ***


Il significato dello spirito combattivo

- Capitolo 6 -

“Perché devo uccidere? Perché devo togliere la vita a un essere? Anche se è l’essere più cattivo su questo mondo non ci riuscirò mai” pensò Doremi.

Si guardo intorno, era tutto buio e nero, freddo che nessuna luce poteva scaldare. Doremi s’interrogava spesso su questo dilemma che l’attanagliava il cuore, da quando era tornata a casa, si sentiva strana, come se stesse mentendo a se stessa , certo lei era quella che per salvare il mondo e chi ama avrebbe fatto qualsiasi cosa, ma era giusto che lei togliesse la vita ad un essere? Se si fosse presentato l’occasione l’avrebbe fatto? Non lo sapeva. All’improvviso qualcuno le si avvicinò:

-       Chi sei?- chiese Doremi.

-       Non posso dirtelo, o almeno non ora. Comunque sappi che sono una conoscente molto stretta a una persona a te molto cara- disse la ragazza che le stava daventi.

Doremi la guardò. Era una ragazza bellissima, con lunghi capelli dorati, pelle bianca come il latte. Era vestita normalmente, una camicetta bianca e jeans corto color blue. Doremi rimase perplessa.

-       Ci siamo gia incontrati?- disse Doremi dubbiosa.

-       Forse, o forse no- disse la ragazza.

-       Strano mi sembri una faccia non sconosciuta- disse Doremi.

-       So cosa ti attanaglia il cuore-

-       Non sai se uccidere, ma lo devi fare per difendere chi ami giusto Doremi?- disse la ragazza.

-       Si, ma tu come fai a saperlo?- disse Doremi sempre più incuriosita.

-       Non c’è tempo per spiegartelo,ascoltami bene, nei momenti più difficili il tuo cuore ti dira cosa fare- disse la ragazza ed iniziò a dissolversi.

-       Aspetta come faccio a sapere se sarò pronta? Se saro titubante?-chiese Doremi correndogli incontro ma lei si alluntano sempre di più.

-       Perché saprai riconoscere chi ti sta davanti- disse la ragazza sempre più lontana.

-       Aspetta, come potrò parlare ancora con te, come ti chiami?- disse Doremi e si lancio in una corsa a perdifiato.

-       È ancora presto, finche l’amuleto non conterra i sette elementi, non potro comparire in carne ed ossa- disse la ragazza e scomparì.

In quel momento,Doremi , si svegliò. Sbadigliò.

-       Chissa chi era? Ho gia visto il suo viso da qualche parte ma non so dove- si chiese Doremi.

 Vide l’ora, era ancora molto presto eppure non aveva sonno, era fresca come una rosa. Si girò e vide la piccola fatina rosa sonnechiare sol cuscino, un lacrima solitaria le rigò la guancia, si ricordo dei momenti belli passati insieme nel mondo della magia, si avvicinò a lei e le diede una bacio, la piccola lentamente si svegliò e vide la sua padroncina che le sorrideva, senza pensarci due volte si buttò su di lei e l’abbracciò.   

-       Doremi padroncina mia, mi sei mancata tanto- disse Dodo con gli occhi rossi di pianto.

-       Si, anche tu mi sei mancata- disse Doremi abbracciandola.

-       Lo sai che non sarà una passeggiata come le altre volte- disse Doremi.

-       Si, lo so, io e te siamo legati dalla vita, se tu non ce la faresti io scomparirei insieme a te- disse la fatina.

-       Lo so Dodo, è comi sembra assurdo…- disse Doremi e guardo il soffitto.

-       A volte penso che era il mio destino incontrare Majorika, diventare una strega, salvare il mondo delle streghe. Ho superato tutto quello che mi si parava davanti, senza pensare a cosa mi succedfamigliaesse, ma adesso diverso, io devo decidere se uccidere un essere- disse Doremi.

La piccola fatina non sapeva cosa dirle, sentiva i suoi sentimenti, e l’unica cosa riuscì a dire fu:

-       Mi fido di te- disse Dodo.

-       Grazie- disse Doremi.

Guardò l’ora, chiachirando si fecero le sette e mezza ed era ora di vestirsi per andare a scuola, si svesti e vedendola cosi cresciuta, Dodo divenne paonazza e le usciva il sangue dal naso, Doremi sene accorse subito.

-       Che c’è Dodo? Ti vedo strana- disse Doremi avvicinandosi.

-       Ecco… è da tre anni che non ti vedo cambiare d’abito, che mi sembri cambiata tanto-

-       Certo, dopo tre anni, sto iniziando a crescere, che ne dici? Non sembro più la bambina che ero prima- disse lei.

Dodo divenne ancora più rossa- uffa-

Non gli era mai successo, Dodo vedeva la sua padroncina come una bambina fissata con le bistecche.

-       Sei uno spasso Dodo- disse Doremi ridendo.

Si finì di vestire e andò a fare colazione. La sua famiglia era stupefatta, e Pop pensò che era successo qualcosa nel mondo della magia ieri.

-       Cara ti senti bene?- disse la madre.

-       Si perché?- chiese Doremi con voce innocente.

-       Tua madre lo diceva perché e la prima volta che ti vediamo gia alzata, senza che nemmeno non ti venissimo a chiamaro, di solito ci vogliono le cannonate per farti alzare- disse il padre.

-       Non avevo più sonno e mi sono alzata, tutto qui- disse Doremi.

Doremi finì la colazione e prese la cartella.

-       Aspetta! il pranzo- disse la madre.

-       Si- Doremi prese il pranzo e uscì.

S’incamminò verso la scuola verso la scuola e dopo pochi passi spuntò fuori da un vicoletto Kotake pensieroso come al solito, sembrava vero che quel ragazzo aveva ucciso un demone proprio il giorno prima.

-       Ciao- disse Doremi alzando la mano.

-       Ciao Doremi- disse Kotake alzando la mano.

-       Ti vedo pensieroso, è successo qualcosa?- chiese Doremi.

-       No nulla di che , stavo pensando a cosa farti fare oggi per iniziare- disse Kotake.

-       Allora iniziamo oggi?- chiese Doremi preoccupata.

-       S’inizia oggi dopo le lezioni, abbiamo a disposizione soltanto tre mesi per allenarci- disse Kotake.

Doremi sbuffò – ci aspettano giorni faticosi-

-       Faticosa è dire poco voglio sapere perché devo fare da maestro ad una pelandrona come te- disse Kotake.

-       Come mi hai chiamata?!- disse Doremi con una vena che gli pulsava dalla tempia.

-       Pelandrona, pelandrona- disse Kotake ed iniziò a scappare.

-       Kotake(^_^)… VIENI QUI(>_<)- urlo Doremi e lo rincorse.

Dopo un po’  di corsa lo raggiunse e cercava di strangolarlo , e lui come un bambino faceva finte di mancargli l’aria.

-       Kotake vieni a fare una partita?- disse Takao gridando.

-       Si arrivo-disse Kotake e si girò verso Doremi.

-       Ci vediamo dopo, pelandrona- disse Kotake.

-       KO-TA-KE(>_<) - urlò doremi.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

La giornata trascorse normalmente, e alla fina della giornata Kotake aveva detto a Doremi di aspettarlo davanti all’ingresso.

-       Ah…ha detto Kotake che sarebbe tornata subito- disse Doremi davanti alla porta d’ingresso.

-       Ehi quella non è una del primo anno?- disse una ragazza di nome Rika con tinti biondi platino. , apparteneva ad un gruppo di ragazze che si avvicinava a Doremi.

-       Si, è del primo anno, che bel bocconcino, e che bellissimi capelli rossi- disse la seconda del gruppo Musa che aveva i capelli tinti viola.

-       Lasciamo perdere, vediamo se quella sgualdrinella ha qualcosa di valore, la strapaziamo un po’ e ce ne andiamo ok?- disse il capo delle due ragazze Nabe con i capelli tinti neri.

Cosi si affiancarono vicino a Doremi.

-       Ma dov’è andato- disse Doremi ormai stufa.

-       Ma guarda… cosa ci fa una ragazza tutta sola?- chiese Rika e la circondarono.

-       Che volete, sto aspettando un amico- disse Doremi agitata.

-       Il tuo ragazzo?- chiese Musa.

Doremi avvampò.

-       No!! Non è il mio ragazzo- urlo Doremi rossa in viso.

-       Non ci interessano, le tue storie amorose.- disse Nabe e le mise il coltello alla gola.

-       Dacci tutti i soldi che hai altrimenti ti tagliamo la gola- disse poi.

La povera Doremi era paralizzata dalla paura.

-       No..non ho nulla- disse con un filo di voce.

-       Ha ragione, non c’è nulla nella cartella- disse Musa.

-       AIUTO!!- urlo Doremi.

-       Senti che voce, anche a un passo dalla morte, riesci a urlare- disse Nabe e le diede uno schiaffo che la fece andare in terra.

-       Stammi a sentire, a me non piacciono le sgualdrine che si credono delle belle ragazze non le sopporto-disse Nabe.

“Ma chi diavolo sono queste pazze, ho paura, aiuto Kotake” penso Doremi tenendosi la guancia dolorante e si mise a piangere.

-       Guardate la bambina inizia a frignare- ironizzò Rika.

Iniziarono a predere una forbice e Nabe la prese per i capelli.

-       Che volete fare?- chiese Doremi terrorizzata.

-       Non accettiamo che tu abbia i capelli più belli dei nostri- disse Musa.

-       Provate a tagliarle un solo capello e dovrete fare i conti con me- disse Kotake uscendo da un angolo come un fantasma.

-       Fermo bell’imbusto, o la tua ragazza fa una brutta fine- disse Musa tenendo Doremi stretta con le forbici alla gola.

Nabe si avvicinò a Kotake e gli punto il coltello alla gola.

-       Ora che farai guerriero, ah ah ah…- disse Nabe ridendo.

Kotake guardò Doremi, dalla bocca della ragazza fuoriusciva una goccia di sangue, le guance bagnate di lacrime, strinse i pugni e abbasso lo sguardo.

-       Andatevene- disse Kotake.

-       Cosa?! Non ho capito bene cosa hai detto?- disse Nabe facendo pressione sul coltello, ma la carne non si tagliava come se fatta di acciaio.

Kotake le butto a terra il coltello e guardò negli occhi sia lei che le altre ragazze.

-       Andatevene- ripetè Kotake.

Le tre ragazze si fermarono all’improvviso, come pietrificate dallo sguardo di Kotake lasciarono Doremi ed iniziarono a tremare, Kotake fece cenno con la testa di andarsene e le ragazze si dileguarono con la coda tra le gambe.

-       Ti ho salvata un’altra volta, come pensi di sdebitarti?- chiese Kotake per sdrammatizare.

La ragazza era inpietrita e cadde sulle ginocchia, vedendola in quello stato Kotake si chinò su di lei e l’abbracciò, Doremi si strinse forte a lui e sentendo il suo calore si tranquillizzò.

-       Allora va meglio?- chiese Kotake.

-       …- Doremi non disse nulla e limitò ad annuire.

-       Devi stare attenta, non è la nostra vecchia scuola, qui puoi anche essereanche violentata, quindi finche non ti alleno sul serio resta sempre con me-disse Kotake.

-       Si- disse Doremi.

-       Andiamo ci dobbiamo allenare- disse Kotake e aiutò Doremi a rialzarsi.

-       Prima pero dovrei cambiarmi a casa- disse Doremi.

-       Ok, andiamo- disse Kotake.

Doremi tornò a casa di nascosto, si cambio, si mise in tuta e scarpe da ginnastica e se ne andò con Kotake.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Si teletrasportarono in un bosco lontano chilometri e chilometri da Tokio.

-       Questo bosco da i brividi- disse Doremi.

-       Tu dici? A me piace, c’è cosi tanto silenzio e tranquillita, sembra che nessuno possa contrastare la forza della natura- disse Kotakementre metteva una mano sopra una quercia.

-       Non ti facevo cosi poetico con la natura- disse ironicamente Doremi.

-       Eh…eh…eh- Kotake rise- sai quando mi allenavo,venivo qui a riflettere, stavo in pace con me stesso- disse Kotake guardando in alto.

-       Senti, perché quelle ragazze sono scappate appena hanno incrociato il tuo sguardo- chiese Doremi curiosa.

-       Ho usato lo spirito combattivo- disse semplicemente Kotake.

-       Scusa la mia ignoranza, ma cosa sarebbe?- chiese Doremi.

-       Spirito combattivo si intende attacco con il tuo animo, far sapere al avversario che fai sul serio, per quelle tre galline me ne è bastato pochissimo- disse Kotake.

-       Quelle tre per un po’ di tempo staranno calme-

Continuarono per più di mezzora, a un certo punto Kotake si fermò davanti ad una catapecchia in mezzo al bosco.

-       Siamo arrivati- disse Kotake e bussò- c’è nessuno? Ci sei piccola Setsuna?-

-       Non chiamarmi piccola Setsuna- si senti dall’interno dall’interno della catapecchia una voce squillante di ragazza.

-       La persona che sto per farti conoscere è una ragazza simpatica ed è perfetta per farti conoscere le basi dello spirito combattivo- disse Kotake.

La porta si spalancò, ne uscì una ragazza con lunghi capelli bianchi e un fisico a urlo, e gli occhi chiusi a modi gatto ( come si vede in alcuni anime). Appena fu fuori dalla porta, la ragazza abbracciò Kotake.

-       Da quanto non ci siamo visti- disse Kotake accarezzaandole la testa.

-       Gia da molto tempo- disse lei.

Doremi assistette alla scena con stupore, si sentiva strana, come se gli desse un po’ fastidio.

“ Non sono gelosa è solo che potrebbero farlo da qualche altra parte”(-3-)penso Doremi e divenne rossa come i capelli.

Kotake se ne accorse- che c’è Doremi non ti senti bene sei tutta rossa-

-       Non avrai preso una febbre- disse Kotake e gli mise il mano sulla fronte- e in effetti po’ scotti-

-       N…non ho nulla- disse Doremi e scostò la mano di Kotake.

-       Allora me la presenti la famosa Doremi- disse Setsuna.

-       Ah si, hai ragione, Setsuna ti presento Doremi- disse Kotake.

-       Sono molto felice di conoscerti, vedrai ti faremo diventare forte- disse Setsuna e si strinsero la mano

-       Kotake mi ha parlato molto di te, ero una sua compagna di classe e aiutato quando si allenava…- disse Setsuna e le si avvicinò all’orecchio- secondo me è cotto di te…-

Doremi avvampò.

-       Ma che dici?!- disse Doremi agitandosi.

-       Calma stavo scherzando- disse Setsuna ridendo.

-       Su andiamo, non ci dobbiamo allenare?- disse Doremi per sviare il discorso.

-       Si hai ragione Doremi, vi faccio strada- disse Setsuna ed aprì una botola.

-       Il pezzo di strada sarà molto buio e stretto quindi stammi vicina- disse Kotake.

 Iniziarono il percorso buio, talmente buio che nemmeno la lampada a olio che Setsuna aveva dato a Kotake riusciva a fare luce, in quella via sotterranea, c’era puzza acre di muffa, sentendo quel odore intenso, il respiro di Doremi era molto veloce.

-       Tieni Doremi- disse Kotake e gli porse il un fazzoletto inbevuto di acqua.

-       Grazie, ma tu non lo usi?- chiese Doremi.

-       No,non ne ho bisogno- disse Kotake.

-       Come vuoi- disse semplicemente Doremi e si mise il fazzoletto sulla bocca per respirare meglio.

La via si aprì e uscirono dal sotterraneo. Appena Doremi uscì vide una specie di zoo con tanti animali, era affascinata come una bambina.

-       E fantastico (*_*)- disse Doremi estasiata.

-       Bello vero, è l’unico zoo giapponese immerso nella natura- spiegò Setsuna.

-       È di mio nonno, e lo vengo ad aiutarlo molte volte quando non vado a scuola- disse Setsuna

-       Perché hai questa passione?- chiese Doremi.

-       Perché credo che gli animali capiscono quello che dico, e io capisco cosa dicono loro, e per quello chemi piacciono- disse Setsuna.

-       Dove il mio cucciolone?- disse Kotake.

-       Ah… lui è al solito posto- disse Setsuna.

-       Dai vieni ti voglio far conoscerti un mio amico- disse Kotake.

-       Ok- disse Doremi.

S’incamminarono verso una partedello zoo e in un recinto videro una palla di pelo.

-       Eccolo il mio amico- disse Kotake.

-       Cos’è?- chiese Doremi incarnando il sopracciglio.

-       Ora te lo faccio vedere- disse Kotake e entrò nel recinto.

Kotake si avvicinò alla palla di peloe questo emise uno respiro cosi forte dalle narici che lo sentì persino Doremi che era abbastanza lontana. All’improvvisoil bestione si alzò.

-       Un orso- disse Doremi vedendo il bestione di più di due metri davanti a Kotake.

-       Vieni fuori, altrimenti ti sbranerà- gridò Doremi.

-       Non ti preoccupare e stai a guardare- disse Kotake e l’orso gli salto addosso.

-       Odio- disse Doremi e si coprì gli occhi con le mani.

Poi senti che Kotake stava ridendo e gurdò meglio, e vide che l’orso lo stava leccandoin faccia, guardandoli meglio sembravano due bambini che giocavano. Si guardò intorno e il suo sguardo si fermò su un animale maestoso e potente, la pantera, anche la pantera incrocio lo sguardo Doremi, si avvicinò al recinto, c’era soltanto il recinto a dividere due spiriti indomabili pronti a scontrarsi.

-       Ah… Doremi è gran bella decisione quella che hai fatto, ma ci riuscirai?- chiese Setsuna.

-       Perché cosa dovrei fare?- chiese Doremi.

-       Ecco la tua prima fase di allenamento, devi domarla, devi dimostrarmi che anche possiedi l’attacco dell’anima- disse Kotake uscendo dal recinto dell’orso.

Doremi aveva paura ma allo stesso tempo era irrequieta, voleva domarla non solo per far vedere a Kotake che lei faceva sul serio, ma anche perché, in un certo senso lei e la pantera era come se si somigliassero.

-       Kotake sei sicuro che riuscirà a domare quella pantera nemmeno mio nonno non è riuscito a domarla- disse Setsuna preoccupata.

-       Si credo che ci possa riuscire, non so ma è come se la pantera e Doremi, siano uguali- disse Kotake.

-       Su!! Doremi entra- disse Kotake ed Doremi entrò.

Doremi guardava gli occhi della pantera luminosi come lampadine accese, il pelo lucido nero dava maestosita all’animale, che vedendo  un estraneo nel suo recinto si inizio ad agitare, non potevano entrare nel suo territorio. Doremi era ferma sul posto impietrita dalla meastosità della bestia:

-       Kotake cosa devo fare?- chiese Doremi.

-       Devi restare calma, e soprattutto devi fargli capire che non hai paura- disse Kotake.

-       La fai facile tu- disse Doremi con ironia.

Fu un attimo, la pantera attaccò. Doremi esegui uno scatto all’indietro, partì una zampata che che squarcio la maglietta, e la povera Doremi rimase in reggiseno.

-       AAAAAAAAHHH!!-urlò Doremi e si copri il reggiseno.

La pantera attacco dinuovo e Doremi eseguì una capriola laterale ed iniziò a correre per il recinto.

-       Non scappare, affrontala!!- disse Kotake.

-       Ma se mi fermo, quell’animale mi sbrana- disse Doremi.

“Kotake a ragione, non posso scappare sempre, devo affrontarla, non voglio avere più paura”  pensò Doremi e si fermò.

“ Perché, perché devo dipendere dagli altri, non voglio più essere una palla al piede, voglio difendermi da sola” penso Doremi si giro verso la pantera e ricominciò a guardarla negli occhi.

“Vieni, non ho più paura” pensò Doremi. La pantera si fermò , ruggiva, dava zampata, ma è come se Doremi avesse creato una barriera che nessuno poteva oltrepassare.

-       Ecco la prova che aspettavo, lo vedi lo spirito combattivo?- chiese Kotake a Setsuna.

-       Incredibile quello spirito combattivo, e molto più forte di quello di Toku- disse Setsuna.

Il corpo di Doremi venne avvolto da uno strano vento.

-       Ma deve imparare a controllarlo altrimenti potrebbe far svenire molte persone- disse Kotake.

La pantera si calmo iniziò a simpatizzare con Doremi e gli leccò la mano. Doremi gli gratto la testa e la pantera fece le fusa come un gatto.

-       Hai visto Kotake?! Si lascia accarezzare- disse Doremi.

-       È incredibile!! C’è riuscita dove io e mio nonno abbiamo fallito- disse Setsuna- chi è questa doremi?-

-       Lei ha una forza straordinaria inespressa, sarà nostro compito farla venire fuori- disse Kotake. guardandola giocare con la pantera che un’attimo prima voleva sbranarla.

Doremi uscì dalla gabbia.

-       Tieni Doremi- disse Kotake dandole la sua maglietta.

-       G…grazie Kotake- disse arrossendo.

-       Su andiamo a mangiare qualcosa, non so voi ma io ho un certo languorino- disse Setsuna.

-       Che ne dici Doremi ti va?- disse Kotake.

-       Perché no- disse Doremi e saluto la sua nuova amica che ripose con un ruggito.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Setsuna diede a Doremi e a Kotake due ciotole con dentro una zuppa con carne e pezzo di pane. Loro iniziarono a mangiare.

-       Buona cos’è?-  chiese Doremi.

-       Una ricetta di famiglia sono contento che ti piaccia. Sai quando Kotake e Toku si allenavano gliela preparavo sempre- disse Setsuna.

-       Tu conosci Toku-san?- disse Doremi.

-       Si e so anche che eri una strega, e che salvasti il mondo della magia- disse Setsuna.

-       Sai molte cose so di me- disse Doremi sorseggiando la sua zuppa.

-       Bhe… vedi mi sono messo d’accordo ieri sera con Kotake cosa farti fare e poi quando era qua parlava sempre di tè, o ascoltavo le spiegazioni che Toku-san dava a Kotake- disse Setsuna.

-       A capisco- disse Doremi.

-       Comunque prima sei stata grande- disse Setsuna.

-       Grazie, non so neache io come ci sono riuscita- disse Doremi.

-       Doremi dobbiamo discutere sul tuo allenamento- disse Kotake.

-       Si – Doremi si mise in ascolto.

-       Ci saranno giorni in cui ti sentirai uno straccio, giorni in cui il tuo corpo non risponderà più ai tuoi comandi, io da te voglio l’impossibile, hai capito Doremi?- disse Kotake.

-       Si ho capito- disse Doremi seria.

-       Allora tieni- disse Kotake e gli lanciò dei guanti da combattimento.

-       Sono tuoi, li usavo io quando mi allenavo- disse Kotake.

-       Grazie- disse Doremi.

All’improvviso Doremi svenne sulla sedia.

-       Lo sapevo che non riusciva a sopportare, tutte queste emozioni in una volta- disse Kotake e la prese in braccio.

-       Ci sarà molto lavoro da fare- disse Setsuna.

-       Gia- disse Kotake e scomparì.

Compari nella stanza di Doremi e la appoggiò sul letto.

-       Chi sei?- disse Dodo che intanto si era svegliata.

-       Sono Kotake, un suo amico, e il suo maestro- disse Kotake e appoggio i guanti sulla scrivania.

-       La lasciò alle tue cure- disse Kotake.

“Doremi, se solo sapessi quanto mi piaci” pensò Kotake e scomparì.

-       Quel ragazzo è il famoso Kotake. Molto carino vero, beata Doremi- disse la fatina sognante.

-       Uff… su cambiamola- disse Dodo le mise il pigiama .

-       Uff…come è dura la vita di una fatina- disse Dodo e sì assoppì sul cuscino.

CE L’HO FATTO!!!!! Credevo di non farcela più spero che vogliate ancora commentare, in tanto io schiaccio un pisolino e penso al prossimo capitolo. CIAUUUUUUUUUUUUUU!!!!

  

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La conquista del primo elemento: Maltos guardiano del fuoco e del coraggio ***


La conquista del primo elemento: Maltos guardiano del fuoco e del coraggio

- Capitolo 7-

I tre mesi pattuiti passarono velocemente e Kotake spremeva Doremi come un limone, anche lei non si dava per vinta e dava tutta se stessa per diventare più forte. Kotake metteva sempre alla prova Doremi con allenamenti durissimi e pericolosi. E cosi l’ultimo giorno di allenamento:

-       Continua Doremi non sei arrivata nemmeno a cinquanta- disse Kotake seduto con le gambe incrociate.

-       La fai facile tu…anf… è massacrante- disse Doremi mentre contava la quarantacinquesima flessione.

-       Dai ti lamenti cinquanta flessioni e basta- disse Kotake.

-       Si ma prima mi hai fatto correre per ottanta chilometri, ho saltato la corda per tre ore e allenamento con il tronco, ti sembra normale- disse Doremi.

-       Si, e ora fai andare quelle braccia altrimenti facciamo tardi- disse Kotake.

-       Aaaaaaah… sono la ragazza più sfotunata del mondo- disse Doremi piagnucolando

Dopo trecento flessioni senza smettere, Doremi tramazzo a terra stremata:

-       Allora come va la nostra ragazza?- disse Setsuna portando una tazza di the al gelsomino.

-       Aaaaah… Setsuna, Kotake mi spreme come un limone- disse Doremi e si avvinghia alla collo Setsuna

-       Ma lo fa tutti i giorni da tre mesi- disse Setsuna che stava per avere una asfissia

-       Hai ragione- disse Doremi staccandosi dal collo di Setsuna che ormai era diventato blu.

Doremi prese la sua tazza di the e la sorseggiò, un enorme goccia si formò sulle teste di Kotake e Setsuna.

-       Ormai siete all’ultimo giorno…- Setsuna fece una pausa- sapete ragazzi mi mancherete guando tutto questo sarà finito- concluse Setsuna

-       Ma che dici? Guarda che qualche volta ti verremo a trovare voglio farti conoscere le mie amiche- disse Doremi.

-       Sarò felice di conoscerle- disse Setsuna.

-       Hai ancora un ultima cosa per finire l’allenamento- disse Kotake sorseggiando il suo the.

-       Cosa c’è ancora da fare?- disse Doremi.

-       Non vorrai mica…- Setsuna non finì la frase che Kotake fece cenno con la testa.

-       È la prova del nove, se dovesse superarla allora sarà veramente finita – disse Kotake

-       Ok! venite con me- disse Setsuna.

S’inoltrarono in una sentiero di bosco molto fitto che nemmeno il sole poteva entrare, arrivati in uno spiazzo Doremi vide un roccia alta cinque metri.

-       Vedi questa roccia? - chiese Kotake.

-       Si, cose devo fare? – disse Doremi.

-       Distruggila – disse Kotake semplicemente.

-       Ah… ho capito(^_^)- disse Doremi

-       ?- Doremi ci pensò su.

-       COSA?! ABBATTERE QUELLA MONTAGNA?- disse Doremi a bocca aperta.

-       Dai per un sassolino- disse scerzosamente Kotake.

-       Ma dai Kotake non ce la farò mai- disse Doremi sconsolata.

-       Ora ascoltami per prima cosa togliti i pesi che ti ho fatto mettere- disse Kotake e Doremi si tolse tutti i pesi.

Doremi si sentiva leggera come una piuma, era diventata più veloce, più resistente di prima.

-       Uaoh… che sensazione meravigliova non avere più i pesi- disse Doremi.

-       Ok! Ora devi colpire con tutta l’energia che hai, quella roccia- disse Kotake.

-       Ok! Pero non so se si rompe- disse Doremi.

-       Tu non ci pensare- disse Setsuna.

Doremi battè il piede sulla terra e colpì la roccia con un pugno.

-       Aaaaaaaaaaaaaaaah… CHE MALE- urlò Doremi massaggiandosi la mano

-       ti sei fatta male Doremi? - chiese Setsuna

-       perché non hai usato tutta l’energia che hai nel corpo?- chiese Kotake.

-       L’ho usata?- disse Doremi.

-       Non dire idiozie, avrai usato si e no il trenta percento- disse Kotake arrabbiato.

-       Come?- disse Doremi.

-       Riprova dai- disse Setsuna.

Ci provò per cento duecento volte, ma la roccia era ancora li intatta come prima.

-       Dai basta- disse Kotake

-       Aspetta, so di poterla rompere- disse Doremi

-       Non fa niente, volevo vedere se riuscivi a far scaturire l’aura magica che ho visto a palazzo, ma non è cosi, mi sono illuso per niente- disse Kotake e se ne andò.

-       Aspetta…- Doremi non fini la frase che lui era gia sparito.

-       Accidenti, mi fa arrabbiare quando fa cosi- disse Doremi imbronciata.

-       Doremi, che ne dici di andarci a fare un bagno rilassante, in una sorgiente termale.- disse Setsuna.

-       Ok! tanto quello la prima che non sia calmato non torna- disse Doremi

Andarono alla sorgete termale, si svestirono ed entrarono nella sorgente termale.

-       Aaaaaaaah… è davvero fantastico una sorgente termale immezzo al bosco, ci voleva dopo un allenamento cosi massacrante- disse Doremi mentre si rilassava.

-       Gia, l’ho scoperta quando Toku-san e Kotake si allenavano- disse Setsuna

-       Come era Kotake quando si allenava?- chiese Doremi

-       Era spaesato come te all’iniziò, ma soprattutto era triste- disse Setsuna.

-       Ah… capisco, te lo chiedo perché in questi mesi è stato molto esigete- disse Doremi.

-        È esigente perché vuole che tu sia pronta a combattere, appena avverti il pericolo. E soprattutto non vuole perderti, e quindi più diventi forte, più lui sa che puoi difenderti da sola e non dipendere da lui- disse Setsuna.

Guardando Setsuna, Doremi capì la grande ammirazione che nutriva nei confronti di Kotake:

-       Senti posso farti una domanda, Setsuna?- chiese Doremi.

-       Certo Doremi, dimmi?- disse Setsuna.

-       Ecco… ti piace Kotake?- chiese Doremi a brucia pelo.

-       Ma…ma…ma... che domande sono?- disse Setsuna rossa in viso.

-       Allora rispondimi ti piace o no?- disse Doremi con una voce da bambina

-       Naisho…- disse Setsuna semplicemente.

-       Sei cattiva – disse Doremi imbronciata

-       Su dai, un giorno te lo dirò, e poi anche io potrei farti la stessa domanda- disse Setsuna

-       I-io non lo so, le sono molto amica- disse Doremi- non so cosa sia amare una persona ho solo avuto delle cotte passeggere, ma il vero amore non so cosa sia- concluse Doremi

-       Ora concentrati sulla missione che dovete intraprendere, sarà molto difficile- disse Setsuna

-       Lo so- rispose Doremi

Uscirono dalla sorgiente e si rivestirono e mentre Setsuna preparava la cena al aperto Doremi cercava Kotake, lo trovò mentre si stava allenando, la sua danza era cosi bella e lineare che Doremi ne rimase incantata, gli occhi di Kotake erano concentratissimi e ogni muscolo era teso. Vedendo quella scena il cuore di Doremi andava all’impazzata.

“ Che mi prende, perché il cuore batte cosi forte” penso Doremi mettendosi mano sul cuore.

Kotake non c’era più dove si allenava.

-       Bu- Kotake spuntò alle spalle di Doremi, ma Doremi era per niente spaventata anzi l’aveva intuito che sarebbe arrivato dietro di lei.

-       Lo sai Kotake che non mi fai più paura- disse Doremi.

-       Vuol dire che ti ho allenato molto bene- disse Kotake soddisfatto.

-       Forse anche troppo bene- disse Doremi.

-       Scusami per prima, non so cosa mi sia preso- disse Kotake

-       Va bene, scuse accettate, ora mi spieghi come devo fare- disse Doremi

-       Ok, prima quando hai dato il pugno alla pietra, non ti ho spiegato che non dovevi usare la forza, ma il tuo spirito- disse Kotake.

-       Come il mio spirito?- chiese Doremi.

-       Guarda…- disse Kotake e alzò il braccio  che cominciò ad essere invaso da una luce bianca.

-       Devi fluire il tuo spirito nel braccio, e quando sei al culmine, lo spari tutto in una volta- disse Kotake.

Kotake, corse all’impazzata contro una roccia che era vicina e con un pugno la ridusse in polvere, il fragore fece chiudere gli occhi a Doremi.

-       Visto allora?- disse Kotake

-       …- Doremi non rispose nulla, era stupita della potenza che aveva impresso nel colpo.

-       Incredibile- concluse Doremi

-       Guarda che è la cosa basilare per diventare mago guerriero, e poi lo sai fare anche tu- disse Kotake

-       Dai!! Prova- disse Kotake e andarono dinuovo alla grande pietra.

Doremi seguì i consigli di Kotake, fece confluire il suo spirito nel suo braccio, e affondò un diretto sulla roccia frantumandola.

-       Vedi che ci sei riuscita- disse Kotake felice.

Doremi si sentiva strana, come se traboccasse di un’energia sconusciuta, la gola era secca, il battito cardiaco irregolare, e sopprattutto una gran voglia di urlare.

-       Doremi , che c’è, non ti senti bene?- disse Kotake vedendola strana.

-       …- Doremi non rispondeva sembrava in trance.

-       AAAAAAAAAAAAH!!!!!- improvvisamente dal corpo di Doremi scaturì una una luce rosa, i suoi occhi erano completamente rosa,come i capelli.

Qualunque cosa era nei paraggi fù distrutto, si creò un piccolo cratere, in quel cratere c’era Doremi svenuta, Kotake scese a controllare. Vide che Doremi dormiva beatamente.

-       Caspita, che potenza magica. Possibile che è venuta fuori in soli tre mesi?- disse Kotake sorpreso.

-       Ne dovrei parlare con Toku-san- disse Kotake e prese in braccio.

-       Che è successo, Kotake?- domando Setsuna con il fiatone

-       È successo l’imprevisto, su è pronto da mangiare- disse Kotake

-       Si- disse Setsuna

Mentre mangiavano Kotake racconto cosa era successo e anche Setsuna era perplessa.

-       È strano vero, forse anche lei è una ragazza speciale, non credi?- disse Setsuna guardando Doremi schiacciava un pisolino.

-       Questo è poco ma sicuro- disse Kotake ridendo.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Nel mondo della magia Toku si dava da fare per trovare i sette guardiani degl’elementi. Girava a destra e a manca per cercare infomazioni in più. Quella giornata era molto strana, come se ci fosse più caldo del solito.

-       Uff… che caldo- disse Toku

-       E gia fa molto caldo- disse Majorin uscendo dal ospedale con le stampelle.

-       Che ci fai fuori? Sarebbe meglio se rimanessi a letto- disse Toku

-       Ma no sto meglio, poi non riesco a stare con le mani in mano,in questa situazione- disse Majorin con la testa chinata.

Toku sapeva perché era triste, non poteva credere che qualcuno l’aveva battuta con cosi tanta facilità, e l’avrebbe ridotta in questo stato. Non voleva la vendetta, ma voleva difendere la sua regina e la sua gente.

-       Andiamo a fare una passeggiata, è tutta la notte che cerco informazioni sui guardiani, sono sfinito-  disse Toku.

-       Ok- disse Majorin.

Camminarolno per un po’ poi Majorin si fermò:

-       Andiamo in un posto che conosco solo io- disse Majorin sorridentecome una bambina.

-       O-ok- disse Toku arrossendo.

Era da secoli che non la vedeva cosi allegra. Arrivarono in un prato fiorito dove il profumo dei fiori rendeva allegri, e spensierati come bambini.

-       Ti piace?- disse Majorin sdraiandosi sul prato.

-       Veramente incantevole- disse Toku

-       Gia incantevole- disse Majorin.

Senza che Toku se ne potesse accorgere Majorin lo baciò ardentemente, lui rimase molto sorpreso, e quando si stacco:

-       Ti amo- disse Majorin

-       È la prima volta che me lo dici oramai non ci speravo più- disse Toku estasiato dal bacio.

-       Prima non avevo il coraggio di dirtelo- disse Majorin.

-       Sono felice che ti è venuto il coraggio, anche io ti amo- disse Toku.

Toku prese un fiore e lo mise tra i capelli di Majorin.

-       Sai che ti sta davvero bene- disse Toku

Majorin sfoggio uno dei suoi migliori sorrisi.

-       Ecco la Majorin che preferisco, dolce e carina- disse Toku

Majorin lo bacio un’altra volta e per mezzora rimasero abbracciati.  Sembrava stanca  e cosi:

-       Forza, torniamo- disse Toku.

-       No!! Io voglio stare ancora- disse Majorin come una bambina che faceva i capricci.

-       Non fare la bambina, e poi sei anche stanca, vero?- disse Toku rimproverandola.

-       Uff…- sbuffo Majorin.

All’improvviso si sentì una violenta scossa di terremoto, la terra si spaccò e ne uscì una grande porta rossa, con un disegno di un cerbero. Toku la osserva con attenzione.

-       Come stai Majorin?- chiese Toku mentre fissava la grande porta.

-       Bene, ma cosa è?- chiese Majorin.

-       Presumo anzi sono sicuro che questa sia la porta che conduce dal primo guardiano dell’elemento Maltos guardiano del fuoco e del coraggio.- disse Toku.

-       Allora dobbiamo avvertire subito i ragazzi- disse Majorin

-       Si- disse Toku.

Toku prese Majorin in braccio  e la riportò all’ospedale.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

-       Dai Takao! sei tutti noi- disse Marina tra la folla.

-       E tu non fai il tifo per il tuo Kotake- disse Tamaki.

-       Che dici? Kotake non è mio- disse Doremi – dai! Kotake che fai dormi?-

-       Chi capisce questa ragazza è bravo- disse Tamaki con un enorme gocciolone in testa.

Erano in una partita tra maschi nell’ora di ginnastica,le ragazze erano letteralmente in bisibiglio, la squadra di Kotake e quella di Takao erano in parità, Kotake stava driblando tutti e due gli si affincarono per  rubargli la palla, li scartò facilmente, e andò diretto verso la porta, ma Takao riuscì a prendere palla, e a calciarla in alto, Kotake non ci penso due volte e spiccò un salto con capriola e fece goal. Il portiere non era riuscito a pararla perché non l’aveva nemmeno vista.

-       Non ci posso credere- disse Takao con il fiatone.

-       Si!- esultarono i compagni di squadra.

-       Su l’ora di ginnastica è finita, andate a fare la doccia e poi in classe- disse insegnante di ginnastica.

Tutti i ragazzi si avviarono verso gli spogliatoi, pure Doremi e Kotake. All’improvviso una voce si stagliò nelle loro menti.

“ Ragazzi ho trovato la il primo guardiano degli elementi, Maltos guardiano del fuoco e del coraggio.” Parlo Toku nella mente di Doremi e di Kotake.

“ Come ci comportiamo?” chiese Kotake in mente.

“ Venite nel mondo delle streghe,e vi spiegherò il dafarsi” parlo Toku e poi la voce scomparì.

Mentre si vestivano, Takao si avvicinò a Kotake:

-       Senti mi sai dire come hai fatto prima con quel salto con capriola è roba da maestri- disse Takao entusiasta.

-       Nella scuola che ero prima mi sono allenato- disse Kotake.

-       Alla faccia dell’allenamento, sei pronto per la nazionale- disse Takao.

-       Esagerato- rise Kotake.

-       Piuttosto come va con Marina? So che ti sei messo insieme a lei- disse Kotake.

-       V-va m-molto b-bene- disse Takao arrossito.

-       Sono contento per te, amico.- disse Kotake dandogli una forte pacca sulla spalla.

Quando finirono le lezioni Doremi e Kotake se ne andarono e lungo la strada, Doremi iniziò a parlare:

-       Senti, perché non hai usato i tuoi poteri, in quella partita? avresti vinto subito.- chiese Doremi.

-       Perché non mi sarei divertito- gli disse semplicemente Kotake

Doremi sorrise, quindi la pensavano alla stessa maniera.

-       Senti prima di andare la ho una cosa che devo farti, quindi devi venire a casa mia.

-       Ok. Allora prima andiamo ad avvertire Dodo e Pop-chan- disse Doremi

-       Si-  disse Kotake

Di corsa andarono a casa di Doremi.

-       Ciao Doremi, ciao Kotake- disse Pop mentre faceva merenda.

-       Pop-chan, dobbiamo parlare. Mamma e papà non ci sono?- disse Doremi molto seria.

-       No sono andati a fare compere, ma di cosa dobbiamo parlare?- chiese Pop intuendo la risposta.

-       Dobbiamo andare nel mondo della magia a combattere- disse Doremi seria.

-       La missione è molto rischiosa e non sappiamo se torneremo indietro- disse Kotake.

-       Non ditelo neanche per scherzo, voi tornerete- disse Pop con le lacrime agli occhi.

Doremi diede un piccolo bacio sul fronte di Pop e disse – noi torneremo, te lo prometto, non è vero, Kotake?-

-       Puoi contarci- disse Kotake.

Doremi si cambiò di abito e spiegò a Dodo cosa doveva fare e scompari insieme a Kotake.

-       Speriamo che tornino sani e salvi- disse Pop con qualche lacrima gli scendeva ancora.

-       Non ti preoccupare Pop-chan, la nostra Doremi è diventata molto più forte di prima, e poi ci sono i ragazzi con lei, sto tranquilla.- disse Dodo fiduciosa.

Doremi e Kotake andarono a casa di Kotake e salirono in camera:

-       Addesso Doremi devi toglierti la maglietta e il reggiseno- disse Kotake.

-       COSA STAI DICENDO (>///<)?- disse Doremi molto rossa.

-       Ti devo massaggiare la schiena che più rigida di uno stoccafisso- disse Kotake

-       Ma io mi vergogno(-3-)- disse Doremi imbronciata e rossa in viso.

-       Su non fare la difficile, vado a prendere una pomata speciale- disse Kotake e uscì dalla stanza.

-       Uff…facciamo come dice- disse e tolse la maglietta.

-       Tu sei la famosa Doremi- disse una voce.

Doremi iniziò a guardarsi intorno:

-       Sono qui- disse la vocina da bambina.

Dalla scrivania salto fuori un specie di folletto. Doremi si avvicinò:

-       Cosa sei?- disse Doremi molto curiosa.

-       Sono un folletto- disse l’esserino.

-       Come ti chiami?- chiese Doremi.

-       Mi chiamo Fat- disse il folletto rosso in viso.

-       Piacere piccola Fat- disse Doremi.

-       Senti ti posso fare una domanda? È da molto tempo che tu stai insieme a Kotake- chiese Doremi

-       Si ! ormai è da molto tempo che sto insieme a Tetsy- disse Fat.

-       Tetsy?- chiese Doremi.

-       Si! Tetsy, solo io lo posso chiamare cosi- disse Fat.

Doremi osservava quell’esserino strano, il suo vestito assomigliava a quella di un giullare di corte nell’antico medioevo occidentale.

-       Senti, mi poi dire il segreto di Kotake- disse Doremi a bruciapelo

Il folletto smisse di giocare.

-       No! Non posso farne parola con nessuno- disse Fat.

-       E poi lo devi scoprire tu se gli vuoi veramente bene- disse Fat con un sorriso

-       Ah!! Lasciamo perdere- disse Doremi rassegnata.

-       Posso entrare Doremi?- disse Kotake fuori dalla camera.

-       Si- disse Doremi, si tolse il reggiseno e si coricò sul suo letto.

Kotake entrò nella stanza.

-       Ben tornato Tetsy- disse pimpante Fat.

-       Ciao Fat, allora hai conosciuto Doremi vedo- disse Kotake

-       Si- disse Fat.

Kotake era agitato perché vedere la schiena nuda di Doremi, ma soprattutto la forma dei seni. Si concentro più che poteva e iniziò lentamente a massaggiarla. La pelle di Doremi era molto morbida, e vellutata come una rosa.

-       Vedi Doremi, hai tutti i legamenti rigidi e intrecciati uno all’ altro- disse Kotake continuando a massaggiare.

Doremi si sentiva rilassata, ma anche molto imbarazzata perché era la prima volta nella sua vita che lasciava toccare la schiena nuda da un ragazzo. Poi cominciò massaggiare le coscie e le gambe, e li Doremi fu invasa dal imbarazzo.

-       Mamma mia mi sa che dovevo fartelo altre volte, devo distrecare tutti i tendini- disse Kotake continuando a massaggiare.

-       È un po’ imbarazzante, ma piacevole- disse Doremi.

-       Su rivestiti, che devo fare le fasciature- disse alzandosi.

-       Si ma tu girati- disse Doremi imbarazzata.

Kotake si girò e Doremi si rivestì e si sedette sul letto, Kotake comincio a fasciargli le mani.

-       Dimmi se ti stringo troppo- disse Kotake.

-       Ok-  disse Doremi.

-       Senti, dove hai conosciuto la piccola Fat?- chiese Doremi.

-       L’ho incontrato quando avevo otto anni, in una fabbrica abbandonata, allora era sottoforma di cane- disse Kotake finendo di fasciare le mani di Doremi.

-       Allora il cagnilino che avevi era lei- disse Doremi.

-       Gia lo scoperto, quando me ne sono andato da qui, scopri che anche era conme fin dalla nascita e che quando la sua identita stava per essere scoperta, si è fatto trovare da me, da allora e sembre con me , mia madre dice che è la parte della mia anima- disse Kotake.

-       Come la mia fatina- disse Doremi.

-       Gia- disse Kotake.

-       Su andiamo- disse Kotake che intanto finiva di fasciare le sue mani.

-       Kotake!- chiamò la madre.

-       Che c’è mamma?- disse Kotake.

-       State attenti- disse La madre di Kotake.

-       Ok- dissero e scomparvero.

-       Yuzuna se mi senti, proteggi questi ragazzi- disse la madre di Kotake.

-       Cara su torniamo in casa- disse il marito.

-       Forte Kotake non si farà battere tanto facilmente- disse Fat che si era posata sulla spalla sottoforma di uccellino.

-       Hai ragione piccola Fat- disse la madre di Kotake tornado in casa.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  Nella grande sala della regina una gruppetto di otto persone stava aspettando il ritardatari:

-       La solita ritardataria- disse Aiko.

-       Non è cambiata di una virgola è?- disse con ironia Hazuki.

-       Non preoccupatevi a momenti saranno qui- disse Toku.

-       Ciao ragazze- disse la voce alle loro spalle.

Le ragazze si girarono è videro Doremi e Kotake.

-       Perche ci avete messo cosi tanto per arrivare?- chiese Onpu

-       Ehm… ecco- farfugliava Doremi

-       È stata colpa mia, ho dovuto sciorgliergli i muscoli- disse Kotake

-       Mi ha allenato fino a ieri- disse Doremi piagnucolando.

-       Allora ci siamo tutti- disse Toku.

Toku, i Flat, la Ojamajo e Kotake andarono nel posto dove era apparsa. Alla vista della Enorme porta rossa i ragazzi erano esterefatti dalla straordinaria bellezza.

-       Questa è la porta del primo guardiano, è un posto insidioso, pieno di mostri che non ci penseranno due volte a farvi fuori, quindi state attenti- disse Toku.

-       Raganella, raganella…- disse Hazuki per scacciare via la paura.

-       Kotake ti nomino capo della squadra- disse Toku.

-       Perché? noi non abbiamo bisogno di un capo.- disse Aiko perplessa.

-       Avete bisogno di un capo che vi guidi la dentro, altrimenti voi serete scofitti appena entrete in quel mondo, e secondo me Kotake è il più esperto del gruppo- disse Toku

-       Ok! Ma l’averto se Kotake fara qualcosa di sbagliato, che gioverebbe alla squadra saro io il capo- disse Akatsuki con fare autoritario.

-       Non ho nulla incontrario- disse Kotake.

Kotake andò davanti alla porta e notò che c’erano molte scritte che conosceva.

-       Toku-san venga a vedere- disse Kotake.

-       Cosa c’è? Hai visto qualcosa?- disse Toku.

-       Io capisco questa scrittura- disse Kotake.

-       Come fai a saperlo leggere? È lingua angelica- disse Toku spaventato.

-       Non lo so come ma riesco a leggerlo- disse Kotake.

-       Dicci cosa c’è scritto- disse Hazuki.

-       Allora, “ la grande porta conduce in un luogo dove le grandi fiamme e il magma inguittiscono la zona e il guardiano del fuoco ha al suo fianco un animale di fuoco chiamato cerbero,  il possente animale fa la guardia alla stanza che racchiude l’elemento del fuoco e il guardiano che lo custodisce, soltanto se il guerriero riuscirà ad strappare l’elemento delle mani del guardiano e metterlo nell’amuleto, allora potrà far apparire un’altra porta. Guerriero stai attento Yozuna angelo.- lesse Kotake.

-       Hai detto Yozuna?- disse Toku.

-       Si c’è scritto cosi- disse Kotake.

-       Chi è Yozuna?-chiese Momoko.

-       Yozuna era un angelo che scappò con la sua gente dal mondo del bene perché il sigillo che il prescelto e Majotourbillon miserò si era allentato, e lei per salvare la sua gente mise un altro sigillo che le ridusse il tempo di vita ad due anni, non si sa dove sono la loro gente ma si suppone che sia nel mondo delle streghe, la ragazza aveva soltanto sedici anni,l’ho incontrata e mi accorsi che era incinta di un bimbo, e mi chiese la via per la terra, io cercai di dissuaderela e farla rimanere in questo mondo almeno finche non sarebbe nato il bimbo ma lei era molto determinata dopo una dormita a casa mia sene andò sulla terra, ma si parla quattordici anni fa. Come avrà fatto scolpire queste scritture? Le porte non erano ancora apparse- spiegò Toku ai ragazzi.

-       Forse le porte vengono dal mondo del bene e prima che impresse il sigillo ha voluto mettere un messaggio per il guerriero che si avventura- ipotizzò Aiko.

-       Oppure centra con il nuovo prescelto- disse Hazuki.

-       Devo documentarmi di più, però e strano che Kotake riesce a leggere quella lingua , si dice che solo i angeli.- disse Toku perplesso.

Kotake aprì la porte e una folata di calore infestì tutti.

-       Incoraggiante…- disse Aiko

-       Forza andiamo- disse Kotake

-       Aspetta Kotake…- disse Toku e gli diede borsa di pelle.

-       Ci sono dentro dei medicinali, impacchi, bende, se vi dovreste farvi male- disse Toku

-       Grazie- disse Kotake

I ragazzi entrarono, non c’era un minuto da perdere. La porta si chiuse alle loro spalle.

-       Ecco adesso se vogliamo scappare, non lo possiamo fare- disse Leon

-       Raganella, raganella…- ripeteva Hazuki per scacciare la paura.

-       Perché tu hai voglia di scappare? Forse ai puara- chiese Aiko.

-       Chi? Io? Neanche per sogno- disse Leon.

-       Mmm… non so se crederti- disse Aiko.

E cosi iniziarono a camminare, siccome la luce era quasi nulla si muovevano in fila indiana tenendosi per la giacca , in avanscoperta c’era Kotake, mentre le Ojamajo e i Flat4 lo seguivano.

-       Che caldo! Sembra di stare in un forno- disse Momoko asciugandosi il sudore con il dorso della mano.

-       Mi sono stufata- disse Aiko e creò una fiammella dal palmo della mano.

La terra iniziò a tremare e due blocchi appuntiti si staccarono dal soffitto cadendo pericolosamente sui ragazzi. Kotake agì subito, colpendoli e deviandoli. Un’azione talmente veloce che i ragazzi non si accorsero di niente.

-       …-  i Flat4 e le Ojamajo rimasero a bocca aperta.

-       Su, andiamo! E niente azioni sconsiderate- disse Kotake con tono severo.

-       Ok! Colpa mia, scusa!- disse Aiko

I ragazzi videro il ragazzo da lontano e pensarono “allora non era solo chiacchiere, lui fa sul serio”.

Continuarono a camminare e ad un certo punto videro una porta infondo ad un cunicolo ed un punto molto piu scuro.

-       Non fate nulla- disse Kotake.

Il punto scomparì improvvisamente.

-       Chissa cos’èra?- disse Hazuki

Kotake andò nel punto dov’era l’oscurità piu fitta e senti un forte odore canino. Intanto Hazuki perlustrava come poteva la zona come le altre.

-       Ragazze ho trovato qualcosa?- disse Hazuki.

-       Cosa?- chiese Fujo.

-       Non so, è cosa grossa e pelosa- disse Hazuki.

-       Hai detto grossa e pelosa?- chiese perplesso Akatsuki.

-       NON TOCCATE NULLA- urlò Kotake

Troppo tardi. Hazuki si senti qualcosa di bagnato sul collo.

-       Cos’è? Che schifo- Hazuki si toccò il collo e si pulì subito disgustata, sentendo questo liquido caldo e appicicoso.

-       Cosa puo essere?- si chiese e iniziò a pensare alle parole lasciate sulla porta e s’irrigidi. Un brivido la squote.

-       Non puo essere- disse Hazuki con voce tremolante.

-       GGGGRRROOAAAR- l’immenso ruggito della bestia la investì.

-       AAAAAAAAAAHH…- la ragazza emise un gridodi terrore.

-       Come temevo- disse Kotake e accese una fiammella del palmo della mano.

La bestia si manifestava davanti hai lui con una maestosità terrificante, un mastodontico cane che tre teste sbavanti di saliva, dietro di lui c’era una grande porta. Era li che si nascondeva il guardiano del fuoco ed era li che dovevano andare.

-       Senti Kotake, Vado io! Voi distrarrete il mastino e io entro.- disse Doremi.

-       Cosa?! Sei impazzita tutto d’un tratto?- disse Akatsuki.

-       Non c’è altra scelta, o non pronderemo mai l’elemento del fuoco- disse Doremi.

-       Sei sicura di andare? Colui che è nella stanza e molto forte- chiese Kotake.

-       Fidati di me- disse Doremi.

-       Mmmh… di solito sei un impiastro…- disse Kotake stuzzicandola

-       Se non fossimo in questa situazioni ti massacrerei di botte- disse con una vena che gli pulsava sulla tempia.

-       D’accordo vai- disse Kotake e le diede l’amuleto.

Kotake iniziò a stuzzicare il mostro che, dal canto suo, iniziò a sputare fiamme dalla bocca. In un attimo Kotake scoprì un angolo e Doremi puntò sulla porta e schivò il colpo di coda del mostro, con tutta la forza spinse la porta.

-       Vi verrò ad’aiutare non appena possibile- disse Doremi iniziando a correre.

-       Sbrigati Doremi,non pensare a noi, ce la sappiamo cavare anche da soli- disse Aiko

-       Bene ora occupiamoci di lui- disse Kotake.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Doremi corse all’impazzata per un po’ di tempo, poi si fermò per riprender fiato. La stanza era buia, pero la temperatura era molto superiore alla norma, tanto che Doremi ebbe un mancamento.

-       Accidenti che caldo, se sto ancora un po’, mi sciolgo come un ghiacciolo.- disse Doremi

All’improvviso davanti a Doremi apparvero alte fiamme, tanto che rimase accecata.

-       Una ragazzina al cospetto del grande guardiano del fuoco Maltos. È uno scherzo!!- disse la voce tra le fiamme.

-       Chi sei? Fatti vedere- disse Doremi mettendosi sulla difensiva.

-       Mmmh… almeno è carina- continuo la voce tra le fiamme.

Doremi iniziò a guardarsi attorno poi una sfera di fuoco le arrivò sulla spalla piegandola in due dal dolore.

-       Ahi! Maledetto, dove diavolo sei? Sono accecata dalle fiamme- disse Doremi tenendosi la spalla ustionata.

-       La visibilità non è un problema mio, dolcezza- disse Maltos

-       Preparati! È la tua fine- disse Maltos e cerco di colpirla alle spalle, ma credette di averla trafitta con la mano gli apparì alle spalle guardiano.

-       Attacco vile, non credi?- ironizzo Doremi stringendo la spalla dolorante.

-       Come hai fatto a prevedere questo attacco?- disse il guardiano.

-       Bhe, diciamo sono stata allenata anche a combattere senza l’uso della vista- disse Doremi.

-       Ragazzina sveglia, del tipo che mi piace- disse Maltos.

-       Ti dispiace se facciamo subito sul serio- disse Maltos.

-       Perché no- rispose Doremi

Nella sala, le fiamme si fecero sempre più alte tanto da non poter più scorgere la porta dove era entrata. La lava incandescente era per tutta la sala. L’atmosfera era carica di tensione. Quello che vide Doremi la fece rimanere senza parole, un ragazzo che aveva pressappoco la sua eta cosparso di lava e attorno a lui giravano delle fiamme.

-       Bhe,sorpresa?- chise Maltos

-       È la prima volta che vedo una cosa del genere- disse Doremi.

-       Forse anche l’ultima- disse il guardiano sadico.

-       Non ci sperare, vendero cara la pelle- disse Doremi e lo incitò a venire avanti.

-       Come vuoi- disse Maltos

Maltos iniziò ad assorbire la lava circostante, con cui creò un’armatura. Agito la mani e si alzo un vento caldo, cosi caldo da sciogiere qualunque cosa che si fosse messo sulla sua strada. Lo scaglio contro Doremi, Doremi lo schivo a mala pena per la brutta ustione al braccio.

-       Brava i miei compimenti, sei riuscita a schivarlo, ma per quante volte lo schiverai?- disse Maltos

“Ha ragione, non posso in eterno, poi la spalla mal ridotta non ho scampo, devo solo attaccare” penso Doremi tenendosi la spalla.

-       All’attacco- disse Maltos e partì di nuovo all’attacco.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Kotake cerco di eseguire un calcio dall’alto verso la testa centrale del mostro, ma il mostro con uno scatto fulmineo uso un colpo di coda scaraventando Kotake contro il muro.

-       Kotake-kun stai bene?- disse Hazuki avvicinandosi.

Kotake si tirò su e sputò un po’ di sangue.

-       Accidenti! È grossisimo ma si muove come un felino- disse Kotake pulendosi dal sangue.

-       Sei tu il capo, no? Tiraci fuori da questa situazione- disse Onpu scontrosa.

-       Certo! Non c’è bisogno di dirlo- disse Kotake

“Allora sappiamo che la testa centrale a il cervello che controlla le altre due, ma le altre due cosa servono?” penso Kotake poi gli venne un colpo di genio.

-       Ragazzi dobbiamo colpire le altre due teste laterali, sono i centri del equilibrio- disse Kotake.

-       Ma come fai a saperlo?- chiese Akatsuki.

-       È un sesto senso, ma spero che funzioni- disse Kotake.

-       E noi ci dobbiamo fidare del tuo sesto senso?!- disse Leon esterefatto

-       Non fidatevi del mio sesto senso ma fidatevi di me- disse Kotake rassicurandoli.

-       Ok! Leon andiamo- disse Akatsuki.

-       Ok, anche non sono molto convinto- disse Leon.

Si misero a correre verso le due teste laterali, le colpirono con un calcio con capriola al mento delle due teste, il mostro crollò.

-       Ci siamo riusciti- dissero Leon e Akatsuki dandosi il cinque, ma non si accorsero che la terza testa era ancora sveglia, sparò un getto di fuoco verso le ragazze.

-       RAGAZZE- urlarono i Flat4.

-       Barriera- disse Kotake e creo una barriera di magia, il getto di fuoco fu molto lungo tanto da stremare Kotake, poi all’ improvviso si stacco un pezzo di roccia e finì sulla testa del mostro, anche la testa centrale svenne.

-       Ragazze state bene?- dissero i Flat4.

-       Si, se non ci fosse stato Kotake-kun, forse noi ora non saremo qui- disse Momoko.

-       Grazie Kotake-kun- disse Hazuki.

-       Non devi ringraziarmi, e il mio compito, sono il capo no?- disse Kotake.

-       Ed ora aspettiamo Doremi- concluse Kotake

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

-       Sto arrivando bellezza- disse Maltos mentre l’armatura a contatto con l’aria diventava fuoco.

Doremi vide Maltos trasformarsi in una stella infuocata, cosi cercò di divendersi unendo le braccia. Impatto ci fu. Doremi era in netto svantaggio ma cerco di resisterli, cosi creò una barriera spirituale, che a contatto con la fiamma di Maltos, iniziò a sibillare. Ci fu una grande esplosione.

Tutti e due sbatterono contro il muro.

-       Wou! Che forza questa ragazzina, ho tutti i muscoli intorpiditi, dal colpo- disse Maltos ridacchiando rimettendosi in piedi

-       Anche tu non sei male…anf- disse Doremi rimettendosi in piedi a stento.

-       Ma so come sconfiggerti, se mi riattaccherai con le stessa tecnica di prima, non avrai scampo- disse Doremi.

-       Come pensi di battermi?- disse Maltos che si caricava per un altro attacco.

-       Tsk… se te lo dico non e piu una carta vincente- disse Doremi.

-       Ok! Fai la spavalda è? Bene- disse Maltos e assorbì tutta la lava circostante diventando un tuttuno con la lava circostante.

-       Vediamo se fai sul serio- disse Maltos attaccando.

Doremi non se lo fece ripetere due volte, creò due sfere con i palmi delle mani e li unì, con la sfera ricavata avrebbe battuto il primo guardiano, o almeno è quello che sperava.

“Spero che vada tutto bene” penso Doremi mentre scagliava la sfera in alta. Venne colpita in pieno da Maltos. Doremi venne scaraventata dall’altra parte della stanza.

-       Vedo che prima stavi bleffando, ti ho preso in pieno- disse Maltos ridacchiando.

-       Stupido, guarda in alto- disse Doremi in ginocchio per l’impatto violento.

-       Cosa?- disse Maltos.

Una nuvola scura e minacciosa aveva ricoperto tutta la stanza.

-       Vuoi battermi con una semplice nuvola, sei pazza?- disse Maltos ridendo.

-       Lo vedremo- disse Doremi e chiuse il pugno.

L’acqua si scarico con violenza contro il guardiano sibillando. Tutta la lava che era sul suo corpo  si solidificò intrappolandolo.

-       Non posso essere battuto da una pivella, e con una tecnica cosi dozzinale- disse Maltos mentre la lava era sempre più solida.

-       Tecnica dozzinale?! È una tecnica che ti ha sconfitto, non ti ha insegnato nessuno che bisogno pensare prima di attaccare. Ed ora mi prendo l’elemento del fuoco-  disse Doremi rialzandosi.

-       Mi dispiace ma se non mi sconfiggi non te lo darò mai, la lava solida è un minerale quasi impossibile da distruggere, e se rimango al suo interno sono salvo- disse Maltos.

-       Non ti arrendi mai è?- disse Doremi

Era stremata, ma si fece coraggio e concentro le ultime forze per l’ultimo attacco. Il suo pugno era invaso da una energia bianca, lo sferro contro la lava solidificata frantumandola e colpendo Maltos nello stomaco. Maltos cadde in ginocchio.

-       Chi è la pivella adesso?- disse Doremi

-       …- Maltos non disse nulla, era troppo concentrato a riprendere fiato.

-       Sei stata brava ragazza,ma ti do un consiglio: 

        Primo: ogni guardiano sceglie uno di voi e nessuno oltre a colui o coloro che vengono scelti, di battersi con i guardiani. Se lo farete verrete uccisi all’istante.

       Secondo: quando qualcuno di voi  avra sconfitto uno di guardiani deve puntare l’amuleto in alto e dire il nome dell’elemento e dire torna nel amuleto.

       Terzo: c’è qualcuno tra voi che prima o poi il suo destino verra costellato di sofferenza, morte, odio, solitudine , e soprattutto una energia incontrollabile che lo o la portarà verso l’oblio- disse Maltos

-       Perché mi stai aiutando? Chi è questa persona che tra noi avra un destino cosi brutto?.- disse Doremi confusa.

-       Ti sto dando un aiuto perché sei ancora una pricipiante, e poi ognuno dei guardiani vi dirà qualcosa per trovare il prescelto, ma adesso è ancora troppo presto per sapere chi è questa persona- disse Maltos.

Doremi confusa alzò l’amuleto. Avrebbe voluto sapere molte di più cose, ma se l’avrebbe chiesto, lui non avrebbe risposto più nulla.

-       Elemento del fuoco torna nel amuleto- disse Doremi.

Una folata di vento si scaglio su Doremi, Maltos non c’era più e al suo posto c’era una grande testa infuocata che puntava sul amuleto. L’amuleto si illuminò risucchindo l’elemento. Quando tutto fu concluso in un alveolo dell’amuleto uscì una pietra di colore rosso e l’amuleto divenne caldo. Doremi ebbe un moncamento, per colpa dei colpi ricevuti e per la troppa energia sprercata per le due tecniche che aveva usato. Non era abituata a quel genere di combattimenti, e soprattutto era confusa. Chi è tra loro che subirà un destino cosi triste? Non lo sapeva ma doveva scoprirlo.

-       Ed ora torniamo dagl’altri- disse Doremi rimettendosi l’amuleto al collo.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

-       Non si vede ancora? – chiese Aiko.

-       No! Ancora no-  disse Leon.

-       E se fosse stata sconfitta?- chiese Toru

-       Non dire stupidate, per favore. La nostra Doremi non puo essere battuta- disse Onpu cacciando via il pensiero che Doremi fosse stata uccisa.

-       Eccola- disse Kotake

La ragazza era tutta malconcia.

-       Ciao ragazzi, amiche- detto questo svenne davanti ai loro occhi, venne presa prontamente da Kotake.

-       Povera Doremi sara stata una lotta dura, per te che non sei abituata- disse guardando le ferite.

-       Se permetti la fasciamo noi, infondo sei un maschietto, quindi girati- disse Momoko.

-       Ok! La pomata viola e per le scottature- disse Kotake rosso in viso girandosi.

-       Anche i Flat4- dissero le Ojamajo.

-       Ok- dissero i Flat4 rossi in viso girandosi.

-       Scusate se sono cosi debole- disse Doremi riprendendosi.

-       Doremi ti sei riprese. Come sono contenta- disse Hazuki con lacrime agli occhi.

-       Su Hazuki non piangere, sono un po malconcia, ma sono viva- disse Doremi alzando la mano e pulendole il viso dalle lacrime.

Le Ojamajo la curarono come potevano. La rivestirono ma Doremi continuava a pensare alle parole che aveva detto Maltos. Sembrava un incubo, vide ti i suoi amici, ognuno di loro poteva essere la persona con quel tragico destino. All’improvviso la terra comincio a tremare.

-       Che sta succedendo?- disse Akatsuki.

-       Elemento del fuoco e stato catturato, quindi questo mondo sta crollando- disse la voce dietro di loro.

-       Ma chi ?- disse Aiko ma non fece in tempo a finire, il cerbero si era rialzato.

-       Forza andiamo non c’è tempo da perdere- disse il cerbero.

-       Vi porterò alla porta, è la prima volta dopo mille anni che qualcuno riesce a battere me e il mio padrone- disse il cerbero.

Non c’era tempo da perdere, Doremi venne presa da Kotake e insieme agli altri salirono in groppa al cerbero.

-       Pronti? Via!- disse la testa di destra.

-       Perché prima ci hai attaccato e ora ci aiuti- disse Hazuki.

-       Perché voi siete destinati scovare dov’è il prescelto e a salvare il mondo, a comunque scusa per prima- disse il cerbero.

-       Non è nulla, ho gia dimenticato- disse Hazuki sorridente.

Il cerbero galopava, saltava tra le macerie e le rocce che si staccavano.

-       Allora come stai ora?- chiese Kotake a Doremi.

-       B…bene ma perché melo chiedi- disse Doremi.

-       Che domande, ero preoccupato per te, scema- disse Kotake rosso in viso.

-       Kotake , grazie- disse silenziosamente.

Arrivarono alla porta.

-       Quando siamo entrati non abbiamo fatto cosi tanta strada- disse Leon confuso.

-       È questo mondo che non vuole che l’elemento del fuoco non lasci la dimora. Ed ora andate- disse il cerbero.

-       Tu non vieni con noi?- chiese Fujo.

-       No. Io sono stato creato per difendere questo mondo- disse il cerbero.

-       Un è giusto ora che stavamo diventando amici- disse Hazuki con le lacrime agli occhi .

-       Non piangere piccola umana, prima o poi ci rincontreremo- disse il cerbero.

-       È una promessa?- chiese Hazuki.

-       È una promessa- disse il cerbero.

Le ragazze e i ragazzi varcarono la porta. Appena tutti varcarono la porta, si chiuse.

-       Siete tornati ragazzi e ragazze - disse Toku

Nessuno rispose. Erano tutti scossi per la prima esperienza.

-       Ma Doremi è ferità- disse Toku vedendola tra le braccia di Kotake.

-       E ditemi siete riusciti a prendere l’elemento?- chiese Toku.

-       Si- rispose debolmente Doremi.

-       Venite a riposare un attimo a casa mia, sarete stanchi e poi devo controllare Doremi.

S’incamminarono verso la casa di Toku. Con grande sforzo di Doremi avevano recuperato il primo elemento, ma ancora sei gliene mancano per completare l’amuleto, e scoprire dove si trova questo fantomatico prescelto. Ognuno di loro ora sapeva che non sarebbe stata una passeggiata, che quella missione è di vitale impotanza.

 

Ho finito questo capitolo finalmente, dopo numerosi problemi l’ho finito. Spero che vi piaccia e continua te a seguire la mia fanfiction che non ve ne pentirete. Arrivederci al prossimo capitolo. CIAU

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Aiko e Leon: due cuori in rotta di collisione ***


Aiko e Leon: due cuori in rotta di collisione

- Capitolo 8 -

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN! Osaka, otto del mattino, il sole è gia alto nel cielo, una ragazza con capelli corti blu faticava ad alzava.

-       È gia ora di alzarsi?- mugugnò Aiko da sotto le coperte.

Prese la sveglia e la spense, lesse l’ora e quasi le venne un colpo.

-       LE 8:00!! - gridò Aiko.

-       È terribilmente tardi, ma che mi è preso oggi?- disse la ragazza poi ricordò.

Ieri sera avevano recuperato il primo elemento, erano scosse da tutto quello che era successo, e soprattutto preoccupate per Doremi, era stremata, tanto che doveva essere portata tra le braccia di Kotake. Cosi quando andò a letto, Aiko non riuscì a addormentarsi per la preoccupazione. Si fece una doccia supersonica dato che ieri sera è riuscita a farla,si vestì e scese a fare colazione. La famiglia era esterefatta dal suo ritardo.

-       Figliuola, sei sicura di stare bene?- disse il padre.

-       Si, ero solo un po’ stanca- disse la ragazza grattandosi la testa nervosamente.

-       Mmmh…non me la conti giusta- disse il padre sopettoso.

-       Mangiate, altrimenti farete tardi- disse la madre riprendendoli.

 Nella famiglia c’era una nuova arrivato il piccolo Takushi, nato da quattro mesi. Aiko lo guardava e sembrava di aver davanti ai suoi occhi la piccola Hana. Era passato tanto tempo dalla nascita di Hana che non se ne accorse. Ed eccoli li, la sua bella famiglia che tanto aveva cercato di riunire. La magia non le serviva più ma la minaccia incombente la fece cambiare idea, e poi la magia ora era parte di lei, e non avrebbe potuto più toglierla. Era l’unica insieme alle sue amiche , i Flat4 e Kotake che poteva scoprire dove si trova il prescelto, e con lui salvare i mondi conosciuti dall’attacco dei demoni.

-       Ho com’è tardi! - disse Aiko.

Prese la cartella e il pranzo.

-       Grazie mamma, io vado- disse Aiko

-       Ciao, Takushi- diede un piccolo bacio sulla fronte.

Uscì di casa e iniziò una corsa disperata per non arrivare tardi.

-       Accidenti, a questa velocità, non ce la faro mai- disse Aiko.

Si fermò per vedere se non ci fosse  nessuno, si vergognava di usare la velocità raddoppiata perché la gonna le si alzava prepotentemente.

-       Uff… pronto via- disse Aiko e partì.

Aiko divenne cosi veloce che non era più visibile ad occhi umano, ma qualcuno la notò. Anche Leon era in ritardo e correva alla stessa velocita di Aiko, così si avvicinò.

-       Ti sfido, la porta si sta per chiudere, il primo che riesce a entrare vince- disse Leon.

-       Sempre a pensare alle sfide, pero oggi ci sto- disse Aiko accellerando il passo.

-       Sei competitiva oggi è? Va bene- disse Leon raggiungendola.

Come al solito Aiko ebbe la meglio.

-       Cerca di mangiare più cereali alla mattina, vedreai che mi sconfiggerai- disse scherzosamente

-       Spiritosa!- disse Leon con poca euforia.

-       Andiamo pelandrone altrimenti saremo messi in punizione- disse Aiko soddisfatta.

-       Arrivo- disse Leon.

La giornata trascorse normalmente, tra una materia e l’altra.

-       Uff… anche oggi è finita un’altra giornata di liceo- disse Aiko mettendo la cartella dietro la testa.

-       Cos’hai? oggi sei strana?- disse Leon preoccupato.

-       Che vorresti dire?- chiese stranita Aiko.

-       Che di solito stai attenta in classe, ma oggi eri distratta ti sei fatta riprendere- disse Leon

-       Bhè… succede a tutti di avere giornate no- disse Aiko.

-       La Aiko che conosco io, non ha mai giornate no- disse risoluto Leon.

-       Oh insomma, ho i miei pensieri per la testa- disse stizzita la ragazza.

-       Scusa se hai qualche problema confidati- disse Leon cercando di farla parlare.

-       E con chi?- disse Aiko.

-       Davanti e te un ragazzo fiducioso di sapere che ti passa per la testa- disse Leon.

-       Dov’è? io non lo vedo- disse Aiko scherzosa.

-       Sono io- disse Leon

-       Tu sei un ragazzo, credevo fossi un bambino- disse la ragazza.

-       Cosa hai detto?- disse Leon con una vena che gli pulsava sulla tempia.

-       Bamboccio- disse Aiko e inizio a correre.

-       Vieni qui- disse Leon rincorrendola.

All’improvviso ando a sbattere contro qualcosa e cadde.

-       Ahio… che botta, mi scusi- disse Aiko alla ipotetica persona.

-       Ehi. Dove vai cosi di fretta signorina- disse il vecchio rialzandosi.

Anche se era vecchio si rimise in piedi come un ragazzo giovane.

-       Mi scusi signorina, mi potrebbe portare la spesa fino a casa, sa non ho la più l’eta e ho un po di acciacchi- disse il vecchietto.

-       Ok, Leon aiuta anche tu- disse Aiko arrosita per la vergogno.

-       Ma…- disse Leon.

-       Niete ma, sei stato tu farmi sbattere contro questo signore.- disse Aiko.

-        Cosa?! Se sei stata tu a iniziare a correre- disse Leon.

-       Perché tu mi hai messo sottopressione- disse Aiko.

-       Sottopresione? Io ero preoccupato- disse Leon

Il vecchietto sorrise mentre vide litigare Aiko e Leon, e penso “ i cuori di questi due giovani sono in rotta di collisione e ci poco all’impatto”. Portaro la spesa al vecchietto sino alla sua casa.

-       Accomodatevi, per ringraziarvi di avermi aiutato vi preparo un po’ di te.- disse il vecchietto.

-       Non si disturbì- disse gradevolmente Aiko.

-       Ci metto poco- disse il vecchietto diricendosi ai fornelli.

-       È molto grande la vostra casa- disse Leon con occhi come un bambino.

-       È vero- constato Aiko

-       È molto grande, ma poche persone sono entrate, pensano che ci siano i fantasmi- disse il vecchietto ridendo.

-       Che sciocchezze, i fantasmi non esistono- disse Leon.

-       Non è del tutto vero- disse Aiko

-       Anzi un persona è entrata, ma si parla di tredici anni fa, mi ricordo che era una ragazza di sedici anni e mi accorsi che era incinta, non si vedeva ancora tanto, ma me ne accorsi perché era snella. Non so dove sia ora, ma credo che si chiami Yuzuna, spero che viva bene con la creatura che ha avuto- disse il l’anziano signiore.

Ecco di nuovo quel nome, ma chi è questa Yuzuna? Che relazione a con la missione? Chi è il bimbo che teneva nel grembo? Non lo sapevano ma se riuscirebbero a scoprire la sua identita e il suo ruolo, avrebbero scoperto la faccenda dei guardiani e del prescelto.

-       Oh!! Tenete- disse l’uomo e diede due sacchetti ai ragazzi.

-       Cosa sono?- disse il ragazzo.

-       Semi speciali che possono crescere persino nel deserto- disse il vecchio

-       Come sa che funzioni?- disse la ragazza un po scettica.

-       Sono certo che funziona- disse il vecchio.

All’improvviso Leon e Aiko sentirono un ronzio nella testa, era Toku.

“Ragazzi mi sentite, sono riuscito ad individuare la seconda porta” disse Toku nella mente dei ragazzi.

“Cosa facciamo?” chiese Aiko.

  Venite qui immediatamente!” disse Toku

“Ok” dissero i ragazzi.

“ dove ci dobbiamo dirigere?” chiese Leon.

“Al lago di Surume e Akitaro” disse Toku. (vedi episodio prima serie “l’esame del ottavo livello”)

-       Grazie signore per il te e per il semi. Noi dobbiamo andare- disse risoluta Aiko.

-       Ok, spero che una volto di queste torniate, mi piacerebbe tanto- disse il vecchio.

-       Senz’altro- disse Leon e si girò assieme ad Aiko uscirono da quella casa e scomparirono.

Si dissero verso il mondo pronti ad una nuova battaglia.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  Doremi e Kotake furono i primi ad arrivare con grande sorpresa di tutti, Doremi si era ripresa dallo scontro con Maltos, ora era intenta a battibeccare con Kotake. Gli altri non tardarono a arrivare. Con loro c’erano anche Akitaro e Surume molto scossi per l’accaduto.

-       Allora ci spiegate come  è successo?- disse Toku.

-       Si, noi stavamo vendendo takoyaki quando…- disse Akitaro.ù

 

Flashback

-       Cara, stiamo vendendo molti dolci, vero?- disse Akitaro

-       Gia maritino mio- disse Surume.

Stavano facendo la strada di casa.

-       Cosa starà facendo la nostra Atarimeko, e se sta piancendo perché sente la mancanza della sua famiglia- disse Akitaro piangendo come una fontana.

-       Su caro non comincerai un’altra volta- disse Surume sospirando.

All’improvviso la terra inizio a tremare, ed una grande porta di color zaffiro emerse dal lago. Sconvolti si avvicinarono alla porta.

-       Dobbiamo informare la regina- disse Akitaro.

-       Andiamo- disse Surume.

Fine flashback

-       Ecco come sono andete le cose- disse Toku.

-       Ora che anche la seconda porta e apparsa vi dico cosa mi ha detto il guardiano sconfitto da me- disse Doremi ed iniziò a raccontare.

-       Quindi solo uno di noi puo combattere contro i guardiani- disse Akatsuki.

-       Si, ma lui a detto che puo essere più di uno- disse Doremi.

Doremi pensava alle parole del guardiano, era veramente preoccupata per chi avvrebbe intrapreso quel destino tragico, doveva scoprire da sola chi era, poteva anche essere lei?

-       Che c’è Doremi? Sei cosi pensierosa- disse Kotake preoccupato.

-       Nulla, non è nulla- disse Doremi sorridendo.

-       Mmmh…- disse poco confinto Kotake. Chissa anche lui potrebbe essere.

-       Kotake- disse Toku.

-       Si?- rispose Kotake.

-       Riesci a leggere le iscrizioni- disse Toku.

-       Ci provo- disse Kotake e si avvicino alla porta.

Sulla grande porta era inciso una donna con una miriade di delfini che danzavano attorno.

-       Masta, guardiana dell’acqua o della calma, lei è in grado di usare elemento dell’acqua, quindi il guerriero che vuole sconfiggerlo deve trarre la forza dall’elemento che puo indebolirlo. Chiunque tu sia stai attento. Yuzuna angelo- lesse Kotake.

-       Ancora Yuzuna, ma chi è? E come fa a sapere che ci sarà qualcuno che vuole sconfiggere i gurdiani?- si chiese Momoko.

-       Bhe… è una creatura magica, quindi era dotata di poteri della prevvegenza, ma se riuscamo a capire chi è, saremo a cavallo- disse Aiko seria.

-       Gia hai ragione, cercherò altre informazioni. Ma questo vale anche per voi, cercate di scoprire anche nel mondo umano, più informazioni abbiamo meglio sarà per la nostra missione- disse Toku.

-       Allora noi andiamo- disse Kotake.

-       Siate prudenti- disse Surume.

-       E quando tornerete troverete tanti piatti di takoyaki- disse Akitaro.

-       Avete sentito ragazzi andiamo!!- disse Kotake.

-       Si- esclamarono fiduciosi e sopprattutto concentrati.

In un attimo entrarono e la porta si chiuse. I ragazzi iniziarono a tremare.

-       Mamma, che freddo… brrr..- disse Doremi scossa da brividi di freddo.

-       Siamo nel mondo della guardiana dell’acqua- disse Kotake.

All’improvviso si scatenò una bufera di neve.

-       Ragazzi teniamoci uniti- disse Kotake che non vedeva più niente.

Anche Leon e Aiko si tenevano stretti l’uno all’altro. Leon e Aiko aprirono gli e la scena che ebbero davanti fu terrificante, solo loro due erano ancora integri, tutti gli erano bloccati in una teca di ghiaccio.

-       Ra…ra…ragazze, ragazzi che vi è successo?- chiese Aiko con la voce piena di paura.

-       È quello di cui parlava Doremi, probabilmente la guardiana vuole solo noi- dedusse Leon.

“Ragazzi non abbiate paura, ci penso io a loro” disse Kotake nella mente di Aiko e Leon.

-       Tetsuya, sei ancora vivo?- chiese Aiko.

“Certo, secondo te un po’ di ghiaccio ci riesce fermare?” disse nella mente di Aiko e Leon.

Aiko sorrise. Anche se prima era scettica su Kotake , ma ora se non ci fosse stato lui, sarebbe andata in panico. In terra trovo l’amuleto, Aiko se lo mise al collo.

“Andate e tornate con un altro elemento, ci penso io a loro” disse Kotake.

-       Ok, noi andiamo-disse Leon e insieme ad Aiko andorono avanti.

-       Adesso pensiamo a loro- disse Kotake e iniziò a riscaldare il corpo facendolo diventare incandescente.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Aiko e Leon camminavano su una roccia molto alta.

-       Aiko rimaniamo uniti- disse Leon.

-       Perché? Hai paura?-disse Aiko.

-       Scema , non è questo è che ho un brutto presentimento- disse Leon preoccupato.

-       Cercate qualcuno?- disse una voce.

Aiko si accorse della voce ed iniziò guardare intorno, e vide sotto di lei un enorme lago.

-       Chi è che parla, fatti vedere- disse Leon.

Dal lago uscì una donna con un grosso tridente in mano. In un attimo fu davanti a Leon.

-       Voi, guerrieri, siete qui per il mio elemento?- disse Masta puntando il tridente alla gola del ragazzo.

-       Si e ce lo prenderemo come buone o con le cattive- disse Leon spavaldo.

-       Sei coraggioso, ma il coraggio non serve se volete il mio elemento, devi conquistarlo- disse Masta ed alzò il tridente.

La lotta iniziò, erano Aiko e Leon cercarono di attaccarla in tanti modi, ma il suo corpo era come l’acqua, era come se tirassero dei pugni nell’acqua. Masta puntò il tridente sui ragazzi ed una onda unomala si formò e scoglio contro di loro. Leon si agrappò alla prima cosa che trovava, ad una colonna di giaccio. Leon cercò di tenere per la mano Aiko.

-       Aiko cerca di resistere…blob… forza-  Leon tenevastretta la sua mano ma la forza dell’acqua era fortissima e perse la prese su Aiko.

-       AIKO!!!- grido Leon.

La ragazza stava affogando le entrava l’acqua nelle narici, stava lentamente perdendo le forze.

L’onda se ne andò.

-       Devo andare a salvare Aiko- Leon si stava per buttare, quando Masta si paro davanti a lui.

-       Che voi? Devo andare a salvare la mia amica- disse Leon.

-       No, prima dovrai sconfiggermi- disse Masta.

-       Togliti dai piedi- disse Leon e andò all’attacco.

Aiko ormai non sentiva più nulla. Si accasciò sul fondo del lago. Qualcosa l’aveva presa e portata dal luogo del combattimanto.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Aiko si svegliò in una grotta.

-       Ma dove sono?- disse Aiko.

Non si sentiva molto bene, la gola le bruciava, i timpani le facevano male, il corpo era scosso da fremiti di freddo, era bagnata dalla punta dei capelli sino all’unghia del mignolo.

-       Chi mi ha portato qui?- si chiese Aiko.

-       Ti sei ripresa- disse una voce.

Aiko si guardò attorno e vide un delvino.

-       Sei stato tu a salvarmi?- chiese Aiko

-       Si, eri svenuta sul fondo del lago, e ti ho salvata- disse il delfino.

-       Un delvino che parla, ormai non mi stupisco più di nulla- disse Aiko.

-       Umana, devi fermare la guardiana, ci tiene in tirannia da quando a ricevuto l’elemento- disse il delvino

-        Ma sai che io sono venuto per prendere l’elemento dell’acqua, e senza elemento il vostro mondo sprofonderà- disse Aiko mentre cercava di riprendere calore.

-       No umana, questo mondo è controllato da una magia che abbiamo creato noi delfini e quindi l’elemento dell’acqua, a ridotto i nostri viveri, a ghiacciato tutto rendendo il nostro mondo angusto e incapace di procreare vita- disse il delfino molto triste.

-       Da quanto a qui la guardiana?- chiese Aiko.

-       Saranno settecento anni- disse il delfino.

-       Per tutto queto tempo, come siete sopravvissuti?- chiese Aiko.

-       A stento, molti di noi sono morti- disse il delfino.

-       Vi aiuterò, ma come si fa a sconfiggere la gurdiana, non si riesce ad colpire con le mani- disse Aiko.

-       La guardiana si sconfigge con l’elemento che usa l’acqua per nutrirsi- disse il delfino.

-       L’acqua per nutrirsi?- si chiese Aiko poi li venne in mente.

-       La natura- esclamo Aiko.

-       Esatto la natura- disse il delfino.

-       Senti delfino puoi riportarmi sul campo di battaglia?- disse Aiko

-       Speravo che me lo dicessi, ci siamo sopra- disse il delfino.

-       Sopra?!- Aiko incarno il sopracciglio.

Aiko guardo in basso e vide lo scontro. Leon era in svantaggio, la guardiana lo mirava con il tridente, e lo graffiava.

-       Leon, come faccio ad aiutarlo- si chiese Aiko

-       Vieni non c’è tempo da perdere- disse il delfino ed Aiko gli saltò in groppa

-       Spero di fare in tempo, resisti Leon, sto arrivando- disse Aiko.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Masta stava ferendo sempre di più Leon, sfelzate difficili da schivare, gli procurarono molti tagli sulla braccia.

-       Allora mago ti vuoi arrendere?- disse Masta.

-       Mai, ti sconfiggerò, a costo di perdere la vita- disse Leon.

-       Sei coraggioso ma come ti ho gia detto il coraggio non serve per battermi- disse Masta.

-       Pensa a difenderti- disse Leon e attaccò.

La guardiana si spostò semplicemente e prese per il collo il povero Leon.

-       Tu mago, un essere cosi infimo non puo toccare il sacro elemento dell’acqua affidatomi dal prescelto settecento anni fa- disse Masta.

-       Tu… conoscevi il preselto- disse Leon con poca aria in gola.

-       Sei un po’ tonto per essere uno che vuole inpadronirsi degli elementi- disse Masta.

-       Gli elementi sono una parte potere terrificante del nuovo prescelto- disse Masta.

-       Quindi se noi…riusciamo a prendere tutti gli elementi, scopriremo anche chi è?- chiese Leon.

-       Basta parlare- disse Masta e creò una bolla di acqua intorno alla testa di Leon.

Leon iniziò a dimenarsi e a perdere aria dalla bocca, tanto che si sentì debole.

-       E arrivata la tua ora essere infimo- disse Masta e si preparò dare una sfelzata con il tridente.

-       L’essere infimo sei solo tu- disse Aiko saltando dal tetto di una struttura di ghiaccio.

-       Tu non eri caduta nel lago, sono stati quei maledetti animali a salvarti- disse Masta.

-       Tu, dittatrice, hai schiavizzato quei poveri animali, solo per un tuo cappriccio, ma ora tutto questo finirà perché sarò io a sconfiggerti- disse Aiko mettendosi davanti a Leon e puntando il dito contro Masta.

-       Tu, una umana mi vuole sconfiggere.- disse sadicamente Masta.

-       Questa umana ti sconfiggerà- disse fiduciosa.

-       Attenta…Aiko non fare pazzie- disse Leon che riuscì ad alzarsi.

-       Non ti preoccupare- disse Aiko.

Masta diede un affondo con il tridente, Aiko lo schivo e diede un pugno che entrò dentro il corpo della guardiana.

-       Piccola stupida- disse Masta e mandò via la ragazza con una mano.

Aiko venne presa da Leon.

-       Ti avevo detto di non fare pazzie- disse Leon preoccupato

-       Calmati, o raggiunto il mio obbliettivo- disse Aiko sorridendo.

-       Cosa?- chiese Leon.

Masta sì sentì strana, ed all’improvviso si guardò il petto c’erano dei semi che stavano crescendo a dismisura.

-       Tu maledetta- disse Masta quasi immobile.

-       Si- esclamo Leon.

-       Stolta, non sottovalutare il potere degl’altri elementi- disse Aiko.

I semi crebbero cosi tanto che intrappolarono la guardiana nell’albero.

-       E ora rispondi come facciamo a trovare il prescelto? – chiese Aiko

-       Ce una costruzione antica nel mondo della magia che è come le porte, quindi solo se avete preso tutti gli elementi potrete scoprire la costruzione- disse la guardiana.

-       Quale costruzione?- chiese Leon.

-       Altro non posso dire- concluse Masta.

-       Ma…- Aiko stava per controbattere quando Leon le mise una mano sulla spalla mosse la testa.

-       Ok, elemento dell’acqua torna nell’amuleto- gridò Aiko.

La guardiana scomparì e l’elemento entrò nell’amuleto. Dopo questo la terra iniziò a tremare sempre più forte. Tutto il ghiaccio scomparve.

-       Anche questo elemento è nelle nostre mani- disse Aiko.

-       Attenta, la roccia è friabile con tutto il ghiaccio che caduto- disse Leon.

-        Non c’è problema- disse Aiko.

La roccia sporgente si sgretolò come sabbia.

-       AIKO!!!- gridò Leon.

-       Aiutami Leon- disse Aiko.

Leon la prese per la mano e si tenne forte con una sola mano.

-       Aiko cerca di resistere-disse Leon.

-       Si, ma non ce la farai a tenermi per la mano- disse Aiko

-       Lo sai che sei un vero impiastro, oggi mi sembri Doremi- disse Leon tentando di scacciare la pressione e il dolore ai tagli.

-       Non so che mi succede, sono preoccupata per la nostra missione, se moriamo prima che riusciamo a prendere tutti gli elementi- disse Aiko

-       Non dirlo neanche per scherzo, dov’è la Aiko che non si arrende mai? E poi sappi che come adesso ti aiuterò sempre, perché ti voglio bene, mi piace stare in tua compagnia- disse Leon arrossendo.

Aiko divenne paonazza. Ma ora non era il momento di fantasticare, alzò la testa e vide che il braccio di Leon sanguinava copiosamente.

-       Ti prego Leon resisti- disse Aiko.

-       Facile a dirsi- disse Leon scherzosamente.

Leon perse la presa della roccia ma qualcuno gli prese mano.

-       Aiko, Leon state bene?- chiese Kotake tenendo stretto la presa sulla mano di Leon.

-       Kotake!- esclamo Aiko

-       Potremmo stare meglio- disse Leon.

-       Ora vi tiro su- disse Kotake e prese la forza e li scoravento dietro di lui.

-       Potevi fare un po’ più piano- disse Aiko.

-       Ma ora siete salvi no?- disse Kotake con tono scherzoso.

-       Gia, un tempismo perfetto- disse Leon alzando il pollice.

-       Gia, grazie- disse Aiko.

Riserò tutti e tre insieme.

-       Dai andiamo, le altre vi stanno aspettando all’entrata- disse Kotake.

-       Si raggiungiamole- disse Aiko.

-       Allora sei riuscito a liberale- disse Leon.

-       Certo dubiti delle mie capacità?- chiese Kotake.

-       Certo, sembravi spaesato ci siamo incontrati nel mondo della magia- disse Leon.

-       Ci credo ritrovarmi in un mondo che non hai mai visto, tu come ti sentiresti?- disse Kotake.

-       Anche questo e vero- disse Leon.

Dal lago spuntò il delfino felice.

-       Grazie! per averci salvato umana il nostro popolo ti ringrazia- disse il delfino.

-       Sono sta molto felice di aiutarti, io mi chiamo Aiko, quindi non chiamarmi umana- disse Aiko.

-       Grazie Aiko. Addio- disse e scomparì nel lago.

-       Ora riusciranno a sopravvivere- disse felice Aiko.

-       Chi è?-disse Leon curioso

-       Mi ha salvato quando sono caduta nel lago- disse Aiko.

-       Su andiamo, ci aspettano le altre- disse Kotake e si incamminarono.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

La rimpatriata fu un lago di lacrime, Aiko sotto quella scorza di una coraggiosa, e impassibile c’era una ragazza fragile che vuole bene ai propri amici, Leon scherzava con gli altri del suo gruppo, tutto andò per il meglio.

-       Allora, dite, come avete fatto a sconfiggerlo?- disse Doremi.

-       Bhe.. è stata lei a fare tutto- disse Leon riferendosi ad Aiko.

-       Non dire scemenze, se tu non mi avessi preso mentre cadevo…- disse Aiko.

-       E poi è venuto Kotake a tirarci su- dissero insieme Aiko e Leon.

Aiko raccontò per filo e per segno tutto quello che era successo. All’improvviso Kotake ebbe un sussulto, come se qualcuno stesse entrando nella sua testa. La voce parlò.

“Tetsuya… Tetsuya… non fidarti di loro… uccidili… uccidili tutti… un giorno ti tradiranno” disse la voce.

“ tu chi sei? Che cosa vuoi da me?” chiese Kotake.

“ io so molto cose che tu non sai, se ti unisci a noi te le dirò” disse la voce.

“tu sei un demone giusto” dedusse Kotake.

“esatto sono un demone, ma anche tu…” la voce si fermò

“Basta, lascia stare i miei amici o sara peggio per te” disse Kotake.

“Vedrai come soffrirai, quando ti tradiranno Ahahahahahahahahaha” disse la voce.

“ No no no no Basta” Kotake scuoteva la testa.

-       Tu non mi hai detto che mi volevi bene- disse Aiko arrossendo.

-       Ma quando? non l’ho mai detto- disse Leon paonazzo in viso ed iniziò a scappare per la vergogna.

-       Fermati non ho ancora finito di parlarti- disse Aiko e si lanciò all’inseguimento.

-       Ahahahaha… sembrano Kotake e Doremi- disse Toru ridendo.

Doremi vide Kotake scuotere la testa e si avvicinò.

-       Che c’è Tetsuya, non ti senti bene?- chiese Doremi preoccupata.

-       No! Non è nulla- disse Kotake.

-       Su torniamo nel mondo della magia- disse Kotake.

-       Si- dissero tutti.

Doremi non era tranquilla lo vedeva molto preoccupato cosi lo prese per mano.

-       Se c’è qualcosa che non fa puoi dirmelo, sono qui ad ascoltarti- disse Doremi sfoggiando uno dei suoi sorrisi dolci.

Kotake sorrise ed arrossì, era veramente bella quando faceva cosi.

“tu l’ami ma lei non ama te, ama un altro…” disse la voce riconparsa nella mente.

-       Basta smettila- esclamò di punto in bianco Kotake, facendo girare i suoi compagni, e facendo sussultare Doremi.

-       Eeheheeheh- rise nervosamente Kotake si mise una mano dietro la testa. Si girò verso Doremi.

-        Senti se avrò qualcosa che non va, sarai la prima a saperlo, ok?- disse Kotake.

-       Ok, ora mi puoi spiegare perché sei preoccupato?- chiese Doremi.

-       Non so è come se sentissi una voce nella mia testa che mi dice delle cose brutte- disse Kotake.

-       Senti una voce nella testa? Forse sei stanco- disse Doremi.

-       O forse è un demone che ci spia- disse Akatsuki.

-       Non lo so ma dobbiamo affrettarci a trovare i rimanenti cinque elementi, e trovare il prescelto- disse Kotake serio.

Il gruppo tornò nel mondo della magia e la porta scomparve, Aiko e Leon avevano il cuore in scompiglio per quello che si erano detti , Doremi era preoccupata per Kotake , e quest’ultimo era preoccupato per la voce che sentiva nella mente, era a conoscenza del suo segreto. Sapevano tutti che loro sarebbero stati i prossimi avversari dei guardiani.

 

Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaau ecco un altro capitolo per voi , ho cercato di mettere anche la coppia AikoXLeon anche se è ancora gli inizì, spero che vi piaccia. Commentate perche mi fa molto piacere (accetto anche le critiche, perché voglio saper scrivere bene, anzi magnificamente). Arrivederci al prossimo capitolo.

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Una paura infondo al cuore ***


Una paura infondo al cuore

Capitolo 9

Le strade di Tokio erano affollatissime, piena di gente che con frenesia andava a lavorare, tra loro c’era una ragazza che aspettava che il semaforo pedonale diventasse verde. La ragazza in questione aveva lunghi capelli castani legati con un fiocco arancione, era Hazuki che portava con se una borsa che conteneva alcuni spartiti musicali e il suo inseparabile violino. La scuola dove andava era tra le più severe e solo poche persone potevano rimanere, il minimo per rimanere era avere la media del nove, quindi questo richiedeva maggiore sforzo agli alunni, ma per lei era semplice era sempre la più brava a scuola. Il semaforo divenne verde e i passanti iniziarono ad attraversare.

-     Hey Hazuki!!- disse la voce per lei famigliare.

-     Fujo! Ciao- esclamò Hazuki.

-     Come va? Tutto bene?- chiese Fujo.

-     In un certo senso si- disse Hazuki.

-     Come mai in un certo senso?- chiese Fujo

-     No, non è nulla, è solo una delusione d’amore, tutto qui- disse Hazuki triste.

-     A ho capito- disse Fujo piano.

La reazione di Fujo la spiazzò. Era la prima volta che lo vedeva cosi.

 

-      Non essere triste per me, ora è acqua passata- disse Hazuki sorridendo.

Flashback

Hazuki girava per le strade di Misora con una lettera in mano, che molto probabilmente era per il ragazzo che amava, c’era voluto molto tempo per decidersi a confessargli il proprio amore, e ancor più tempo per conporre la lettera. Voleva che anche se lei non sarebbe più Misora, lui l’avrebbe amata per sempre. Passò da casa sua ma lui non era in casa quindi iniziò a cercarlo, era troppo importante quello che doveva dirti, ma non riuscì a trovarlo cosi si sedette su una panchina del parco. Era cosi calmo e tranquillo che ci rimanette molto tempo. All’improvviso sentì una voce a lei molto famiglia, era Masaru ma c’era anche qualcun altro con lui. Si sporse per vedere chi fosse, e vide che era Shiori. I due guardarono intensamente.

-      Ecco, ti ho portato qui per dirti che…- disse Masaru ma si fermò ed iniziò ad arrossire.

-      Che?- chiese Shiori.

-      Io ti Amo, vorresti essere la mia ragazza- disse Masaru diventando paonazzo.

-      Si- disse felicie Shiori abbracciandolo.

-      Per Hazuki come fai?- disse lei.

-      Hazuki è solo un’amica, la ragazza che amo sei tu- disse Masaru e la bacio sulle labbra.

Hazuki rimase sconvolta, lacrime calde sgorgavano dagli occhi, il cuore in pezzi e la lettera ormai stropicciata, la lasciò a terra e scappò via lontano. Quando Masaru e Shiori la videro corre via si domandarono dove andava cosi di fretta, poi videro che piangeva.

-      Chissa dove andava cosi di fretta, perché stava piangendo?- si chiese Shiori.

Masaru aveva un brutto presentimento, che abbia ascoltato la conversazione che si sono fatti. Poi trovò la lettera tutta stropicciata, la aprì e la lesse non c’erano dubbi era la caligrafia di Hazuki, quella era una lettera d’amore che Hazuki doveva dare a lui, aveva sbagliato a non parlare chiaro a una ragazza gentile e sensibile come Hazuki, e ora lo odiava. Doveva riparare al suo errore e prima di perdere anche la sua amicizia.

Posso qualche tempo ma Masaru no riuscì a chiarirsi con Hazuki perché lo evitava. Il giorno della partenza per Tokio, tutti i suoi compagni di classe tra cui anche Masaru e Shiori.

-      Allora parti per diventare una violinista?- chiese Tamaki.

-      Gia, studierò nel rinnomato conservatorio di Tokio- disse Hazuki.

-      Ci dobbiamo sentire sempre- disse Doremi in lacrime.

-      Calma! Certo che ci sentiremo- disse Hazuki cercando di consolare.

Masaru e Shiori si avvicinarono.

-      Ti auguro tanta felicità nella nuova scuola- disse Shiori.

-      …- la ragazza non rispose, era ancora scossa per la dolorosa scoperta, ma lei non era una che accumulava il rancore per una persona, specialmente con una amica.

-      Grazie, anche tu non fatti fregare Masaru- disse Hazuki sorridendo.

-      Mi dispiace di non avertelo detto prima, ma non pensavo che mi amassi. Sono uno stupido- disse Masaru con viso a terra.

-      Gia, sei uno stupido- disse Hazuki.

-      Mi hai spezzato il cuore, ma sei pur sempre mio amico- disse Hazuki e tese la mano.

Masaru la strinse. L’amicizia è salva anche se si era un po’ spezzata.

-      Andiamo tesoro il viaggio e lungo- disse la madre di Hazuki

-      Ok, arrivo- disse Hazuki e Sali in auto.

Tutti la salutavano chi piangendo e chi correndo dietro alla macchina. Anche Masaru e Shiori la salutarono mano nella mano. Hazuki si stese sul sedile e pianse, gli faceva male ancora che Masaru abbia scelto Shiori a lei, anche se detestava ammetterlo.

Fine Flashback.

 

Col tempo il dolore scomparì, ma non del tutto, il ragazzo che Hazuki amava era andata con un'altra ragazza, ormai doveva accettarlo.

-      Su sbrighiamoci che facciamo tardi- disse Fujo e la prese per mano.

-      Ehi! Piano- disse Hazuki quasi divertita.

Entrarono in scuola e cominciarono le lezioni.

-      Mamma mia, come sono massacranti queste lezioni- disse Fujo sospirando.

-      Io non direi!- disse Hazuki tranquilla.

-      Per te è facile, sei bravissima- disse Fujo.

-      Ci sono molte persone più brave di me- disse Hazuki.

-      Senti che ne dici di andare a prenderci un the- disse Fujo

-      Ottima idea- disse Hazuki.

Entrarono nel primo bar che incontrarono. Ordinarono e dopo pochi minuti due tazze fumanti di the arrivarono. Lo iniziarono a bere un sorso alla volta.

-      Buono, di solito nel mondo dei maghi c’è una varietà di the, e molto amara ma questa e un vero toccasana- disse Fujo.

-      Gia, tra tutti e il the che preverisco- disse Hazuki sorridendo.

Poi posò la tazza.

-     Tu credi che riusciremo a trovare il prescelto e a scongiurare questa guerra- disse Hazuki.

-     Non lo so, ma faremo il possibile per trovarlo e salvare le persone che amiamo- disse Fujo.

-     Spero che tu abbia ragione- disse Hazuki.

-     Dobbiamo avere fiducia nel leader del nostro gruppo- disse Fujo.

-     Gia- disse Hazuki.

-     Però è strano che quel ragazzino strambo sia diventato il nostro capo- disse Fujo.

-     È molto strano, da quando abbiamo cominciato la missione non l’ho mai visto combattere seriamente- disse Hazuki.

-     Se gode della fiducia del grande Toku-san allora presto lo vedremo in azione- disse Fujo

-     Ma non parliamo della missione, siamo qui per rilassarci, no?- disse Hazuki sorridente.

-     Gia, parlami della tua passione per il violino- chiese Fujo.

E cosi iniziarono a parlare della loro infanzia e dei loro hobby.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Kotake non chiuse occhi quella notte, brutto segno, sognò della cose spaventose, i suoi amici morti e lui non poteva fare nulla per salvarli, sentiva di nuovo la voce del demone che gli diceva di distruggere tutto. Ora era con Doremi e facevano la strada di casa.

-      Kotake che goal oggi nel ora di ginnastica- disse entusiasta Doremi.

-      Certo sono un bomber nato- disse Kotake vantarsi.

-      Pallone gonfiato!- disse Doremi e cadde rovinosamente al suolo.

-      Come mi hai chiamato Dojimi?- disse Kotake.

Iniziarono a rincorrersi ma qualcosa il fermò. Era la chiama.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Tutti si ritrovarono nel mondo della magia per un nuovo elemento da sconfiggere, una nuova sfida da combattere.

-      Di cosa si tratta adesso?- chiese Hazuki.

-      Guardiano del aria- disse Kotake aveva gia letto la scritta che c’era sulla porta.

-      Il secondo guardiano più subdolo. State attenti vi attaccherà in modo psicologico, per distruggirvi.- disse Toku.

-      Anche oggi siamo in una situazione di pericolo- disse Aiko.

-      Ormai ci siamo abituati- disse Leon.

-      Parla per te, non vedo l’ora che tutto sia finito- disse Aiko.

-      Gia lo vorremmo tutti- disse Onpu.

-      Ragazze, ragazzi fatevi onore!- disse Toku

-      Si- dissero tutti e saltarono nella porta.

La porta si chiuse. Kotake il suo gruppo si trovarono immersi nel vuoto.

-     Che sta succedendo? Aaaaaaaaaaaah!!- disse Doremi.

-     Non lo so, ma cerchiamo distare uniti- disse Kotake.

All’improvviso ci fu una folatadi vento a disgregò il gruppo.

-      RAGAZZI!!!- urlo Kotake ma le sue urla non ebbero suono.

“Ragazzi mi sentite?” Kotake provo con la telepatia ma nulla, come se non fossero ma esistite. Kotake continuava a precipitare e non capiva cosa doveva fare per fermarsi, non c’era nulla in quel posto, il nulla era li. Tutto dun colpo si ritrovo davanti ad una casa.

-      Ehi, ma questa e casa mia, che ci faccio qui?- disse Kotake.

All’improvviso una esplosione che arrivava dalla casa scosse Kotake che entrò per vedere, la scena che si trovò davanti era la più orribile che abbia mai visto, un demone rideva  sadiacamente strincendo il collo di sua madre. Appena lo vide vorrebbe fermarlo ma come se il suo corpo si fosse immobilizato, scampitava si dimenava ma il corpo non si muove.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Doremi e Akatsuki contiunavano a cadere si tenevano per mano, che la cosa creò un po’ di imbarazzo tra i due, quando si fermarono una luce li avvolse.

Una immagine si fece strada nella loro mente, Doremi si vide sola nella sua casa, iniziò a chiamare sua madre, suo padre, sua sorella, ma nessuno rispondeva, allora iniziò a piangere, era sola nessuno c’era in quella casa, nessuno l’avrebbe consolata.

Akatsuki si ritrovò nel suo palazzo nel mondo dei maghi e nella grande sala e tutti intorno a lui parlavano sottovoce, dai bisbigli che si dicevano riuscì a sentire.

“tu sei un fallito, non sarai mai come tuo padre” bisbiglavano tra loro i sudditi.

Bisbigli continui che iniziarono a lesionargli la testa e il cuore. Si mise le mani alle orecchie e scosse la testa.

-   Vi prego smettetela- disse Akatsuki.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Fujo e Hazuki eraro immersi nelle loro paure, e l’illusione si fece più forte. Hazuki rincorreva invano Masaru che stava sconparendo assieme a Shiori. Corse, ma più correva più loro si allontanavano. Era disperata non sa per quanto quella paura gli avrebbe spezzato il cuore.

Fujo rincorreva Hazuki che era a terra e non respirava più, era in prede al panico, non sapeva cosa fare, il suo corpo era freddo. Si mise la testa tra le mani di Hazuki e pianse.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Anche a Toru e Onpu successe la stessa cosa. Onpu si ritrovò in una strada metropolitana piena di gente, tutti bisbigliavano il suo nome inorriditi, si chiese perché corse tra quelle persone e si trovo in un negozio di televisioni e si vide lei fare cose oscene in pubblico, scosse la testa, quella non poteva essere lei, non avrebbe mai fatto quelle cose, mentre le immagini continuavano delle goccie d’acqua stavano scendendo dagli occhi.

Toru era in un teatro pieno di gente, subito si agitò molto e stonò tutte le note della canzone che aveva iniziato a cantare.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Leon e Aiko non erano da meno. Leon aveva le allucinazioni e vide un ragazzo saltato fuori dal nulla che sconfiggeva Aiko e se la portava via. No. Non poteva varlo, Aiko era sua e di nessun’altro, solo lui poteva battere Aiko a ottenere anche il suo cuore.    

Aiko si vide nella sua casa che i suoi genitori che litigano molto animatamente, ad un certo punto la ragazza vide sua madre fare la valigia e prendere il piccolo Takushi, andandosene. Come si sono di nuovo separeti? Si domandava anche dove sarebbe andata a finire lei. Tutti questi pensieri li fecero formare un nodo alla gola che non la faceva respirare. Singhiozzando si portò le ginocchia alla testa e chiuse gli occhi.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Momoko era nella sua vecchia pasticceria, o quello che rimaneva della strutture, perché la ditta di demolizioni ormai la stava facendo a pezzi voleva fermarli ma non ci riusciva perche era trasparente. Vedendo quel luogo a lei caro fatto a pezzi divenne triste.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Kotake era in preda ad altre allucinazioni, come poteva fermarle? Gli venne una idea ma poi avrebbe perso i sensi.

-   Vale la pena provarci- disse Kotake.

il suo corpo iniziò a brillare di luce propria, stava aumentando a dismisura la sua aura magica, non era ancora abbastanza, doveva spezzare quelle illusioni e per farlo doveva far aumentare la sua aura.

-   aaaaaaaaaAAAAAAAAAAAAAAAH- un urlo potente e Kotake spezzò l’incantesimo delle illusioni.

Tutti perso i sensi, erano li davanti a Kotake svenuti ma salvi. Dall’aura di Kotake zampillavano scintille di elettricità. Era felice di averli salvati. E cosi svenne anche lui per causa aumento dell’aura magica.

Tutti si svegliarono con un gran mal di testa tranne Kotake.

-      Che cosa diavolo e successo?- disse Doremi con la mano sulla fronte.

-      Mi ricordo che ero sola nella mia casa, poi un lampo e ho perso i sensi- disse Doremi.

-      Anche noi avevamo le allucinazioni, ma all’improvviso poi abbiamo perso i sensi- disse Onpu

-      Ragazzi credo che le cose che abbiamo visto erano le nostre paure assopite nel cuore- disse Akatsuki.

-      Però non si spiega il fascio di luce- disse Onpu

-      Non so, ma quando è scaturita era davvero potente, ancora mi bolle il sangue nelle vene.-

-      Ho come la sensazione che uno di noi l’abbia scaturita- disse Akatsuki.

Tutti si giravano in direzione di Kotake che ancora giaceva a terra privo di sensi.

-     Tetsuya, sveglia- disse Doremi scrollandolo.

Il ragazzo aprì gli occhi lentamente come se non avesse più le forze.

-     Meno male, siete tutti salvi. Allora a funzionato.- disse Kotake riazandosi.

-     Di cosa stai parlando scusa?- chiese Doremi.

-     Sono stato io a rompere l’incantesimo, ma ora sono senza forze- disse Kotake sedendosi.

-     Vuoi dire che l’eneria che ho sentito era la tua aura magica?- disse Akatsuki sbarrando gli occhi.

-     Gia, è una tecnica che mia insegnato Toku-san, ma io devo ancora pervezionarla- disse Kotake.

-     Ripensandoci cosa vi ha insegnato Toku-san?- chiese Kotake.

-     Ci ha soltanto insegnato come difenderci e qualche tecnica con gli elementi- disse Akatsuki.

-     Ecco tipico di Toku-san- disse sarcastico Kotake.

-     E a te cosa hai imparato da lui?- disse Doremi

-     Molte cose che ti ho insegnato, le ho imparate da lui- disse Kotake.

-     Su andiamo abbiamo una missione da compiere-  concluse Kotake

-     Certo- disse tutti.

Camminarono per un po’ di tempo senza sapere dove andavano, l’ambiante era come un buco nero, ne una roccia su cui orientarsi era solo aria e un insolita piattaforma invisibile. Tutti erano solti ne loro pensieri ma soprrattutto ricordavano le loro paure. Kotake avvistò un trono vuoto.

-      Mmm… come mai quel trono e vuoto- disse Leon.

-      No! io sono qui davanti a voi- disse la voce.

-      Chi è che parla? Fatti vedere- disse Hazuki.

-      Sei tu la mia avversaria- disse la voce.

-      Tu sei il guardiano dell’aria, Mercaus- chiese Hazuki.

-      Si sono io, voglio te come avversaria perché tu sei piena di paure, sei l’anello debole della squadra- disse Mercaus e gli scagliò un getto di aria che la scaraventandola via, presa prontamente da Fujo.

-      Hazuki, stai bene?- disse preoccupato Fujo.

-      S-si- disse debolmente Hazuki.

-      Rinuncia, posso combattere io al tuo posto- disse Fujo.

-      Gia rinuncia e troppo forte, e poi come fai a combattere contro un guardiano che non vedi nemmeno- disse Doremi.

-      No! Devo combattere contro di lui perchè anche io sono della squadra- disse Hazuki.

-      Si, ma se sei stata fortunata che prima c’era Fujo ad attuttire il colpo ma se scendi il campo ti farai molto male, ti prego ripensaci- disse Onpu.

-      No, non posso ritirarmi, io non sono l’anello debole e devo dimostrorglielo, e poi è la mia parte, lui a deciso me come avversario.- disse Hazuki.

-      Ben detto Hazuki-chan… - disse Kotake.

-      Hazuki, tutti sappiamo cosa vuol dire avere una paura nel nostro cuore, ma bisogna che la scarichi all’estrerno, comincia da oggi a liberartene.- disse Kotake.

-      Si! grazie Kotake.- disse Hazuki.

-      A questi non ti servono- disse Kotake e le tolse gli occhiali.

-      Quasto sarà un combattimento al buio, quindi non affidarti ai sensi, ma solo all’istinto- disse Kotake.

-      Cosa ?all’istinto? ma io non l’ho mai usato l’istinto- disse Hazuki.

-      Gia Tetsuya, Hazuki non è una persona istintiva- disse Fujo.

-      Bhè… allora dovrà fare un miracolo altrimenti e spacciata- disse Kotake.

-      Bel incoraggiamento- disse sarcastica Onpu.

-      Sono un schietto- disse Kotake e si rivolse di nuovo ad Hazuki.

-      Ricorda tu non sei sola- disse Kotake.

La ragazza andò avanti ma non vedeva nessuno, per lei era la prima battaglia, non sapeva come comportarsi.

-      Allora ragazzina vediamo cosa sai fare- disse Mercaus.

-      …- Hazuki si guardava intorno spaesata.

-      Che c’è piccola? Ti vedo un po’ spaesata non hai mai combattuto al buio?- disse Mercaus.

-      …-  Hazuki iniziò a tremare.

-      Cosi non va, se non fa uscire la paura, si farà sconfiggere- disse Doremi.

-      Ma non possiamo aiutarla, deve essere lei a sconfiggere la paura, l’unica cosa che possiamo fare è starle vicino- disse Kotake.

Il combattimento iniziò ma subito si vide chi  era in svantaggio e chi era in vantaggio, Mercaus approfittava del fatto che Hazuki era spaventata, e perché lui era invisibile. Mercaus scagliò un getto d’aria che procurò numerosi tagli che la fecero cadere in ginocchio.

-     Che c’è piccola sei un po’ fiacca…Ahahahahahahah- rise Mercaus.

-     Se riuscissi a vederlo- disse Hazuki cercando di mettersi in piedi.

-     Sei un spasso piccola, soffri come un animale è pretendi di sconfiggermi- disse Mercaus beffandola.

-     Fa silenzio, tu mi hai definito anello debole, vedremo se è veramente cosi- disse Hazuki.

-     Bene, visto che sei cosi sfaccia userò il mio colpo migliore! PREPARATI!- disse Mercaus.

L’Aria inizio a diventare pesante, formando del fumo bianco che invase l’area circostante. Il fumo si concentro in un unico punto dell’area formando una sfera.

-     Ora capito dove sta- disse Hazuki e si lancio all’attacco.

-     Era proprio quello che volevo- disse Mercaus.

La sfera sconparì.

-      Cosa?- disse Hazuki

-      Anello debole resta sempre anello debole- disse Mercaus e gli arrivo alle spalle.

-      SFERA DI TORNADO COLPISCI- disse Mercaus e la scaglio contro Hazuki.

La povera ragazza venne investita da questo tornado che le procuro molte più ferite di quando non ne aveva gia, e quando il tornado si scomparì,tutti viderò il corpo della povera ragazza privo di sensi.

-    HAZUKI-CHAN- urlò Fujo andando verso di lei.

Ma venne fermato prontamente da Kotake.

-    Cosa vuoi tu? Se non la salvo morirà- disse Fujo con le lacrime gli occhi.

-    Sei tu che non capisci, non hai visto il campo di forza? Se ti avvicinerai  al campo di battaglia, morirai senza neache riuscire a salvarla- disse Kotake.

-    Allora cosa devo fare? Lasciarla morire senza nemmeno provare a salvarla- disse Fujo.

-    Sai noi umani abbiamo un detto ed è non vendere la pelle del orso prima di avergli sparato- disse Kotake.

-    Cosa vuoi dire?- chiese Fujo.

-    Abbi più fiducia in Hazuki- disse Kotake sorridendo.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Hazuki si trovò in una stanza buia.

-     Ehila! c’è nessuno?- iniziò a chiamare.

-     Perché mi trovo qui, ricordo che stavo combattevo contro il guardiano dell’aria- disse Hazuki.

-     Hai perso i sensi, e sei finita qui- disse una ragazza che si stava avvicinando ad Hazuki.

Hazuki indietreggio spaventata. Quella ragazza le assomigliava anche se era molto più formosa di lei ed aveva i capelli biondi.

-      Chi sei? Cosa vuoi da me?- disse Hazuki spaventata.

-      Ehi! Guarda che non mangio nessuno- disse la ragazza sorridendo.

“Che bella ragazza, che cosa ci qui?” penso Hazuki mentre osservava.

-      Io sono Yozuna e tu come ti chiami?- disse Yozuna.

-      Io mi chiamo Hazuki Fujiwara- disse Hazuki.

-      Senti Yozuna dove siamo? Perché hai messo quelle scritte sulle porte? E soprattutto chi è il prescelto, è tra di noi?-  chiese Hazuki.

-      Questa e un mondo creato da me per aiutarvi a cercare il prescelto, perché voi siete i primi che cercano di riunire i sette elementi, mettendo quella scritta sono entrata in contatto con voi, ma no posso dire se tra di voi c’è il prescelto, lo scoprirete solo col tempo- disse Yozuna.

-      A capisco.- disse Hazuki.

-      Un giorno quando serete pronti troverete voi il prescelto, io sono qui solo per aiutarvi quando siete in difficolta come adesso- disse Yozuna sorridendole.

-      Come devo sconfiggere un avversario che non vedo, Kotake-kun mia detto di usare l’istinto, ma non so come si usa- disse Hazuki disperata

La ragazza l’ abbraccio ad iniziò a parlare.

-     Ora calmati e ascoltami, l’istinto fa in modo che il tuo corpo risponda a delle cose dettate dal cervello anche quando non viene usato, ma per usare l’istinto devi liberarti di tutti i pensieri che affollano la mente, tutte le paure del cuore, anche se è difficile- disse Yozuna.

“Che buon profumo sembra quello di mia madre” penso Hazuki.

Si sentiva oppressa da tristezza e paura e quello era il momento di buttarlo fuori, si strinse tra le braccia Yozuna e pianse cosi forte da scuotere persino Yozuna. Yozuna le mise una mano sulla testa e le carezzo i capelli.

-     Su sfogati- disse semplicemente.

Quando Hazuki si calmò:

-     Grazie Yozuna, senza di te non so come avrei fatto.- disse Hazuki.

-     Di nulla, hai fatto tutto tu, io ti ho solo aiutata a buttare fuori tutta quella tristezza che avevi nel cuore- disse Yozuna.

-     Senti posso farti una ultima domanda?- chiese Hazuki.

-     Ok! Cosa vuoi sapere?- disse Yozuna.

-     Ho sentito da Toku-san che Quattordici anni va tu hai eri incinta di bambino. Chi è? Lo conosco- chiese Hazuki.

-     Forse lo conosci o forse no, questo non posso ancora dirtelo. Ma spero che sia felice.- disse Yozuna diventando triste.

-     Su, non è il momento di essere triste, devi tornare alla battaglia, a presto- disse Yozuna e schioccò le dita.

-     Grazie ancora- disse Hazuki e scomparì.

-     Oh figlio mio se potessi vedere…- disse Yozuna e scompari anche lei.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

-     Allora chi si fa avanti, tanto finirete come  quella ragazza, io sono il più forte AHAHAHAHAHAAH- rise Mercaus.

-     Tsk.. Maledetto- disse Fujo.

Kotake sorriso.

-     Quale ragazza io non vedo nessuno?- disse Kotake.

-     Mi prendi in giro umano e li- disse Mercaus.

Si girò verso il punto in cui c’era la ragazza. Un era più li, era sparita.

-      Dov’è?- si chiese Mercaus

-      Sono qui- disse Hazuki e lo colpì scaraventandolo via.

-      Hazuki stai bene allora?- chiese Onpu.

-      Certo che si, non hai fiducia nella tua amica- disse Hazuki.

-      Come hai fatto a sopravvivere alla mia tecnica?-  chiese Mercaus.

-      Tu, pensa a combattere- disse Hazuki.

-      Hai avuto solo fortuna- disse Mercaused andò all’attacco.

Mercaus la colpì più volte ma, tutti i colpi che scagliavano andavono a vuoto. All’improvviso Hazuki era diventata cosi veloce che riusciva ad anticipare le mosse dell’avversario.

-     Come fai ad essere cosi veloce, non è possibile?- disse Mercaus incredulo.

-     Si, che è possibile se credi in te stesso- disse Hazuki.

-     Non dire idiozie non riesci a vedermi, e non sai come sconfiggermi, quindi sono ancora in vantaggio- disse Mercaus.

-     Ti sbagli! Ti vedo benissimo perché mi sono di tutte quelle paure che avevo nel cuore, ora sono sicura di sconfiggerti- disse Hazuki.

-     Sfrontata!! Non mi sconfiggerai mai- disse Mercaus e divenne molto grande divenendo un gigante.

-     Non mi fai paura, forza sua il colpo più potente- disse Hazuki.

-     Uaoh!! E chi l’avrebbe mai detto che Hazuki-chan aveva cosi tanto coraggio- disse Leon.

-     Probabilmente anche lei si stupisce, ecco cosa vuol dire istinto- disse Kotake.

-     Vai Hazuki fallo nero- disse Doremi entusiasta dell’amica.

-     Doremi!- dissero zittendola.

-     Chiedo scusa- disse Doremi mortivica come una bambina.

La sfera di tornado era pronta ed era molto più grade della prima.

-     Tu sei il guardiano dell’aria, ma non sai niente del tuo elemento- disse Hazuki.

-     Cosa dovrei sapere?- disse Mercaus.

-     Che anche l’aria a un punto debole- disse Hazuki.

-     AHAHAHAHAHAHA!!! sai che sei davvero uno spasso, e sentiamo quale il mio punto debole?- disse Mercaus ridendo.

-     Il fulmine- disse semplicemente Hazuki.

-     La vedremo- disse Mercaus.

I due erano pronti per l’ultima mossa che avrebbe segnato la sconfitta di uno dei due. Hazuki concentrò nelle mani un po’ di energia magica trasformandola in pura elettricità, poi la trasformò in uno spadone. Mercaus scagliò la sfera di tornado.

-    Buon viaggio all’inferno- disse Mercaus.

-    All’inferno ci andrai tu- disse Hazuki.

La forza della sfera di tornado era davvero potente, cosi Hazuki sfruttò il la forza dell’aria per arrivare sino sopra al mostro.

-      AAAAAAAAAAAHHHHH-urlò Hazuki.

Il guardiano incredulo cercò di prenderla ma non era più veloce come prima. Hazuki lo tagliò in due.

-      Come hai fatto- disse Mercaus cadendo a terra.

Il campo di forza era caduto, le ragazze si avvicinarono e videro che era ancora immobile.

-      Sei stata grande- disse Doremi.

-      Gia,sei stata incredibile- disse Momoko.

-      Grazie- disse Hazuki e socchiuse gli occhi.

Hazuki si lasciò andare e venne presa prontamente da Fujo.

-      Riposati- disse semplicemente Fujo.

-      Però facevi paura prima ti avevo scambiata una tigre- disse scherzosamente Leon.

-      Non dire scemitaggini- disse Aiko dandogli un colpo harisen.

-      Ahi – esclamò Leon.

Tutti risero a crepapelle per quella scena.

-      Su ora dicci il tuo indizio- disse Kotake.

-      Per uno di voi le allucinazioni che vi ho fatto si trasformeranno in realta , pregusto gia quel giorno Ahahahahaha- disse Mercaus.

I ragazzi si guardarono chi sarà che subirà le cose che hanno visto nelle loro allucinazioni? Kotake puntò l’amuleto in alto e pronunciò:

-      Aria torna nell’amuleto- disse Kotake.

Il guardiano scomparì e al suo posto si creò un tornado che fini nel amuleto.

-      Senti Hazuki come hai fatto a soprovvivere a una tecnica cosi potente?- chiese Kotake.

-      Non te lo so dire, ma credo che mi abbia salvata Yozuna- disse Hazuki.

-      COSA?!- tutti sbarrano gli occhi.

-      Non so come abbia fatto, ma e stata lei ad indicarmi come dovevo sconfiggere- disse Hazuki.

La terra iniziò a tremare.

-      Forza usciamo da qui! Poi parleremo di Yozuna- disse Kotake.

-      Si- dissero e si diressero alla porta.

Fuori dalla porta li aspettavano Toku e Majorika. I ragazzi schizzarono fuori dalla porta. La porta scomparì.

-      Ragazze state bene?-  chiese Majorika

-      Mai stati meglio- disse Doremi.

-      Allora cosa stavamo dicendo Hazuki- disse Kotake.

-      Stavamo parlando Yozuna- disse Hazuki.

-      Che c’entra Yozuna adesso?- chiese Toku

-      Sono stata salvata da Yozuna- disse Hazuki.

-      Vuol dire che hai parlato con Yozuna, e cosa ti a detto?- disse Toku.

-      Anche lei ci aiuta nella ricerca- disse Hazuki.

-      Forse lei è anche il tassello mancante- disse Toku.

-      Forse lei può dircelo- disse Akatsuki.

-      È un po’ difficile perché quella che Hazuki  e una manifestazione spirituale, qui solo lei puo farsi viva, noi non possiamo chiamarla ameno che non torniamo nel passato- disse Toku.

-      almeno abbiamo fatto un passo avanti verso la soluzione del caso- disse Aiko.

-      Un momento, come era fatta?- chiese Majorika.

-      Lunghi capelli biondi e occhi blu scuro fisico formoso e un sorriso bellissimo- disse Hazuki

-      Allora a me mi è apparsa in sogno quando abbiamo cominciato l’allenamento- disse Doremi.

Mentre Toku guardava Hazuki che non avesse delle ferite profonde, Doremi si avvicinò a Kotake.

-   Allora anche il terzo elemento e preso- disse Doremi.

-   Gia…anf…molto bene- disse Kotake

Doremi vide che Kotake non riusciva a respirare bene.

-      Ma tu non stai bene- disse Doremi.

-      Con una bella dormita ritornero in forma vedrai- disse Kotake.

Toku si accorse subito della cosa ed andò da Kotake.

-      Ti ho detto mille volte che non devi usare la tua aura al cinquanta per cento, se avresti contiuato ti sarebbe esploso il cuore- disse Toku.

Tutti inorridirono a quella frase.

-      C’era in gioco molto, è por questo che l’ho fatto- disse Kotake.

-      Uff… su fatti portare- disse Toku rassegnato.

-      No! cammino da solo- disse Kotake e si mise in piedi anche se male.

-      Che testone- esclamò Toku.

-      Senti Doremi, Tetsuya da quando e cosi testardo?- bisbiglio Toku nell’orecchia di Doremi ma kotake aveva sentito.

-      Lo è sempre stato- disse Doremi.

Caduta in stile manga da parte di Kotake e di Toku.

Fujo cercava di curare le ferite di Hazuki, e cercò non guardarla negli occhi, era troppo imbarazzato.

-    Senti Fujo, grazie per quello che stai facendo- disse Hazuki.

-    Di nulla, dovere- disse Fujo rosso come un peperone.

-    Ti sei preoccuato per me quando ho perso i sensi, ti ho sentito gridare- disse Hazuki.

-    Non volevo perderti- disse Fujo.

-    Non mi hai persa- disse Hazuki.

Si guardarono negli occhi e Hazuki scoccò una bacio sulla guancia. Poi si alzò e tornò dalle altre e vide che ora molto più felice rispetto a prima. Se avrebbe contiuanto a starle vicino avrebbe conquistato il suo cuore.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

si ho finito anche questo capitolo, sono sempre più lunghi e intriganti percio questo è il ritmo, comunque grazie a tutti quelli che leggono la mia fan fiction e che imprecano per un nuovo capitolo, spero che il prossimo le risca a fare nel giro di un mese. Commentate ed arrivederci al prossimo capitolo. CIAAAAAUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!!!!

  

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Sempre più in alto ***


Sempre più in alto

Capitolo 10



  • che qualcuno mi aiuta, non voglio morire- recitava una ragazza con i capelli viola e occhi dello stesso colore.

  • Stai zitta, o ti taglio la lingua- disse l'uomo che la teneva con un coltello puntato alla gola.

  • Lasciala maledetto- grido un ragazzo con i capelli colore verde acqua.

La ragazza si dimenava ma non riusciva a liberarsi. Aveva paura, per lei sarebbe finita, la lama fredda del coltello iniziava a ferirla.

  • i soldi ci sono- chiese il sequestratore.

  • Si! sono qui- disse il ragazzo facendo vedere la borsa – lascia andare la ragazza e io te li darò- disse il ragazzo.

  • Prima i soldi poi la ragazza- disse il sequestratore.

  • No! prima la ragazza poi i soldi- disse il ragazzo.

  • ehi ragazzino qui le regole le detto io- disse sequestratore.

  • Va bene per questa volta sarò magnanimo, io faccio muovere la ragazza e tu mi lanci la borsa, ok?- disse il sequestratore.

  • D'accordo- disse il ragazzo.

  • Cammina- disse il sequestratore alla ragazza cominciò a camminare.

Il ragazzo gli lanciò la borsa.

  • quanti soldi, ci tieni alla tua ragazza, beh! Ora non mi servite più- disse il sequestratore ed estro la pistola che aveva nel fodero.

  • Non credo- disse il ragazzo estraendo una Smith and Wenson a sei colpi.

Il ragazzo sparò un colpo che fece volar via la pistola del sequestratore che volò vicino alla ragazza. La ragazza la prese.

  • fermo non ti muovere- disse la ragazza.

  • Pausa. Dieci minuti- disse regista.

  • Uff, finalmente una pausa ci voleva proprio- disse Onpu.

  • Ecco tieni- disse Toru porgendole una lattina di succo di frutta

  • grazie Toru-kan- disse Onpu.

Toru la guardò, era bella come sempre, ma c'era qualcosa che non andava, nei suoi occhi c'era un velo di tristezza.

  • ah! queste riprese sono davvero estenuanti- disse Toru.

  • Già! poi dirlo forte- disse Onpu.

  • C'è qualcosa che non va, ti vedo molto triste, di solito sprizzi allegria da tutti i pori- disse Toru.

  • È solo un po' di stress, questo fiction mi sta facendo faticare non poco- disse Onpu.

  • Sicura?- chiese Toru.

  • Ok! ok! Sono preoccupata per la nostra missione che stiamo svolgendo, ormai quasi tutte facciamo questi ragionamenti, insomma se non riuscissimo e il mondo che conosciamo viene dominato dai demoni pensi che strage succederebbe, è una cosa che mi fa stare male.- disse Onpu.

  • Ti capisco, so che stai provando ma unica cosa che dobbiamo fare è non arrendersi mai, perché se ci arrendessimo loro avrebbero già vinto, e allora nessuno si salverà- disse Toru serio.

  • Hai ragione, però sono preoccupata lo stesso.- disse Onpu.

  • Per ora concentriamoci sul set poi alla missione ci penseremo dopo- disse Toru sorridente.

    • Già- disse Onpu.

I due si guardarono negli occhi Onpu notò che Toru si era fatto molto più alto rispetto a lei, cosi come Toru si accorse delle belle forme slanciate della ragazza, il respiro dei due si fece corto, i loro visi erano vicini... troppo vicini... stra maledettamente vicini...

- Onpu! Toru! Si riprende.- disse la madre di Onpu.

I ragazzi si accorsero che erano molti vicino si staccarono immediatamente, diventando paonazzi.

  • è successo qualcosa, sembrate strani- disse la madre di Onpu.

I ragazzi iniziarono a balbettare.

  • n...no n...noi stava parlando- disse Onpu e andò a prepararsi.

  • Si è meglio che vada anche io- disse Toru scomparve.

Mentre la stavano truccando Onpu penso “che diamine mi è venuto in mente, non so cosa mi è preso”

Mentre Toru rileggeva la parte penso sognante “ non ci credo che stavo per baciarmi con Onpu-chan a che bello”

  • allora Toru ti muovi o no?- disse il regista spazientito.

  • Arrivo- scattò in piedi andò sul set.

  • ciak! Motore! Azione.- disse il regista.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Kotake si trovava a casa perché non stava bene, continuava ad avere incubi notturni, aveva anche dei mancamenti, ma non era da lui restare a letto a poltrire e cosi si alzò e andò a lavarsi, si sciacquò la faccia, si guardò nello specchio, non aveva un bel colori, poi l'immagine nello specchio cambio e prese la forma di un demone.

  • ciao, da quanto che non ci si sente- disse il demone.

  • Chi sei tu, perché mi vuoi far impazzire- disse Kotake.

  • Io sono nel giusto, e ti voglio condurre sulla retta via- disse il demone.

  • Si, e secondo te io ci credo?- disse Kotake.

  • Ma la via che stai seguendo ti porterà a soffrire, chi dice di essere tu amico ti tradirà e abbandonerà, rimarrai solo. Se scopriranno il tuo segreto non so se riusciranno ancora a crederti. Se vieni con noi ti daremo potere, un grande potere.- disse il demone.

  • C'è lo già il grande potere non mi serve grazie- disse Kotake con aria di sfida.

  • Che cosa mi dici della tua brama di sangue? Riesci ancora a controllarla- chiese il demone.

  • La tengo sotto controllo, non ti preoccupare- disse Kotake spazientito.

  • Ma per quanto ancora, te lo sei mai chiesto?- disse il demone sogghignando.

  • Finché avrò fiato per respirare- disse Kotake secco.

  • Belle parole, ma chissà se valgono a qualcosa- disse il demone.

Kotake diede l'ultima occhiata alla figura davanti a se e poi uscì dal bagno. Senti il campanello che suonava e cosi andò ad in torso nudo. Apri la porta e davanti vide Doremi.

  • ciao! Tetsuya, non sei venuto a scuola e cosi ero passata a vedere come stavi- disse Doremi.

Accorgendosi che Tetsuya non aveva la maglietta ed era a torso nudo Doremi divenne rossa come i suoi capelli. Anche Kotake si accorse e filò subito a mettersi una maglietta. Ma prima di farlo disse – entra pure-

  • grazie, non disturbo vero- disse Doremi.

  • No! i miei sono a far compere- disse dalla sua stanza Kotake.

Doremi si mise in agitazione era la prima volta che erano soli, o forse non erano soli.

  • Ciao! Doremi- disse una vocina piccola proveniente dal tavolino del salotto.

  • Ciao! Fat- disse Doremi correndole in contro.

Chiacchierarono del più e del meno mentre Kotake continuava a sceglier che maglietta mettersi.

  • Fat sai perché Tetsuya oggi non e venuto a scuola?- chiese Doremi.

  • Non si e sentito bene, ogni notte fa brutti sogni- disse Fat.

  • Ecco perché in questi giorni in classe e sempre tra le nuvole- disse Doremi.

  • Di che state parlando?- disse Kotake.

Kotake entrò quando erano nell'apice del discorso. Kotake si sedette ed Doremi inizio a guardarlo.

  • che c'è?- chiese Kotake

  • c'è qualche problema Kotake?- disse Doremi.

  • No non c'è nulla tranquilla- disse Kotake.

  • Ah si! Allora perché non mi hai detto che facevi brutti sogni?- disse Doremi.

  • Per non farti preoccupare, ecco perché- disse Kotake.

  • E cosa vedi in questi sogni?- disse Doremi.

  • Le stesse cose, morte, distruzione, fiamme che avvolgono la città- disse Kotake.

  • Non è normale che un ragazzo della tua eta faccia questi sogni, ne hai parlato con Toku-san?- chiese Doremi preoccupata.

  • No, ma forse non è una cattiva idea- disse Kotake.

  • Si, Tetsy buona idea- disse Fat sorridente.

-Ok, mi avete convinto parlerò con Toku-san, contente- disse Kotake.

Doremi e Fat si guardarono e sorrisero.

- Poi mi devi spiegare come Fat ti chiama Tetsy- chiese Doremi.

  • È una storia molto lunga- disse Kotake.

  • Fat vuoi che la racconti a Doremi – disse Kotake.

Fat fece si con la testa divenne rossa. La guardò e sorrise.

  • Fu l'inizio della nostra grande amicizia- disse Kotake.

Cosi Kotake iniziò raccontare.

Flashback.

Tetsuya guardava la cascata, tra allenamenti e scuola non riusciva a trovare un po' di tempo per se stesso. L'unica cosa positiva che con lui c'era il suo inseparabile cagnolino.

  • Ti senti molto giù padroncino mio- disse il cagnolino.

  • tu... parli?- disse Kotake stropicciando gli occhi.

  • Ora che sai le tue origini, posso tornare alle mie sembianze- disse il cagnolino e venne investito da una grande luce. La luce si diradò e ne uscì un esserino simile ad un giullare con la casacca verde molto buffo.

  • Mi chiamo Fat e sono il tuo folletto- disse l'esserino presentandosi.

Kotake era sconcertato, non sapeva che dire, non avrebbe mai immaginato che potessero esistere esseri cosi magia, allora Doremi aveva ragione. Già Doremi...

  • mi devo schiarire le idee, forse sto sognando- disse Kotake e cominciò a camminare.

  • Aspetta Test... - disse Fat andandogli incontro.

  • Non seguirmi!- disse Kotake secco.

  • Perché?- chiese Fat.

  • Perché vorrei ragionare da solo, senza che qualcuno sia tra i piedi- disse Kotake arrabbiato.

Fat non disse nulla e Kotake sene andò.

  • Uff... sembrava troppo bello per essere vero, ma cosa volevo? Che si fidasse subito me?- disse Fat triste.

  • Orlo della pazzia maghi, folletti, magia. Non so più cosa sia reale e cosa no:- disse Kotake.

  • È tutto vero- disse Toku.

  • Provamelo- disse Kotake con tono di sfida

  • Ok, pero non lamentarti dopo- disse Toku e creò una sfera di elettricità.

La scagliò contro Kotake. Appena la sfera entro in contatto con il corpo una scarica di fulmine lo colpi, aveva una potenza che poteva abbattere un elefante. Kotake cadde a terra.

  • allora non ci credi ancora che esista la magia?- disse Toku divertito dal aspetto di Kotake.

  • MAI SEI MATTO?!- disse Kotake bruciacchiato.

  • Tu mi hai detto di provarti che esiste la magia?- disse Toku.

  • Si ma... ah lascia perdere- disse Kotake e si mise le mani in tasca.

  • Io ti consiglio di andare a prendere la tua creaturina- disse Toku.

  • Perché?- disse Kotake.

  • Perché è tua amica, e perché è in pericolo.

  • Perché? un attimo fa stava bene ?- disse Kotake

al improvviso si senti un ruggito in lontananza, e un vocina che chiedeva aiuto. Senza pensarci si precipito sul posto.

  • Fat non ti preoccupare ci sono qui io- disse Kotake e la prese.

  • Kotake, aiuto! C'è un orso- disse Fat, spaventata e tremante.

L'orso sbuffava e sbavava, pronto ad attaccare di nuovo. Iniziò con una zampata, Kotake prontamente lo schivò con Fat aggrappata al suo braccio, tremante.

  • Come devo fare per fermarlo?- si chiese Kotake.

  • U-usa lo spirito combattivo- disse Fat ripresosi dal terrore.

  • Spirito combattivo, fai vedere che non hai paura di lui, infiamma la tua anima di coraggio- disse Fat.

  • Cosa?!- disse perplesso Kotake.

  • aaaaaaaah! Senti chiudi gli occhi- disse Fat.

Kotake obbedì senza fiatare.

  • E ora...- disse Kotake.

  • Dovresti sentire qualcosa...- disse Fat.

Non riuscirono a terminare che l'orso preparò un altro attacco.

  • Si in effetti sento qualcosa- disse Kotake.

L'orso era quasi vicino quando Kotake riaprì gli occhi e accadde qualcosa di inaspettato. Gli artigli dell'orso erano molto vicini alla alla sua faccia ma l'orso non si muoveva come un animale imbalsamato.

  • Ma cosa..?- disse Fat guardando prima orso poi Kotake.

Se ne accorse perché l'orso si era fermato, il ragazzo sprizzava di spirito combattivo cosi forte che pure a lei veniva il mal alla testa.

  • Mai vista una cosa del genere- disse Fat stropicciandosi gli occhi mentre il povero orso cadeva a terra privo di sensi.

  • Tetsy stai bene?- disse Fat preoccupata.

  • Si, tutto bene, non preoccuparti- disse Kotake.

  • Meno male- disse sollevata Fat.

  • Come mi hai chiamato prima?- disse lui perplesso.

  • Tetsy, perché non ti piace?- chiese Fat.

  • Non va bene, e che nessuno mi a chiamata cosi- disse lui divertito.

  • Allora ti posso chiamare Tetsy?- disse Fat.

  • Certo- disse Kotake.

Per caso Kotake fece cadere la foto di Doremi.

  • Chi è?- chiese Fat.

  • Lei è Doremi- disse Kotake.

  • E ti piace- dedusse Fat.

  • no.... cioè si a restituiscimi la foto- disse Kotake confuso e rosso come un peperone.

  • Ahahahaah... Tetsy è tutto rosso- disse Fat iniziò a correre con la foto di Doremi.

  • Vieni qui pestifera- disse e iniziò correrle dietro.

Da lontano qualcuno vedeva la scena e disse – questo ragazzo promette bene- poi scomparve nella foresta.

Fine flashback

  • Ecco perché siete cosi affiatati- disse Doremi divertita.

Continuarono a chiacchierare finché una voce nella loro testa si divise dai loro pensieri, era il segnale, un'altra porta del guardiano dell'elemento.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Tutti era riuniti davanti alla quarta porta.

  • Tetsuya, c'è un iscrizione, cosa dice?- disse Toku

  • allora, la terra è un elemento molto forte ma ricordate anche la roccia più dura a una parte friabile, guerriero stai attento.. Yuzuna angelo.- lesse Kotake

  • chi sarà questa Yuzuna? Ho sentito da mia madre che quattordici anni c'era una ragazza di sedici anni aggirarsi sempre dalle parti di Misora- disse Onpu.

  • Che scoperta, ci saranno state ragazze di sedici anni che andavano in giro quel tempo- disse Toru

  • si ma come lei non ce ne era, non solo per la pancia ma anche per l'aspetto secondo quanto dice mia madre la sua voce era cosi armoniosa che non sembrava neanche vera.- disse Onpu

  • si anche mia madre si ricorda di di una ragazza che a volte si vedeva in clinica- disse Hazuki

  • ma come farà a mettersi in contatto con noi?- chiese Aiko.

  • Credo che usi uno di noi come contenitore- disse Toku.

  • Come?- disse Doremi.

  • C'è una tecnica che sanno soltanto gli angeli, in cui il corpo muore ma l'anima si trasferisce nel corpo di un altro individuo e rimane in un angolo dell'anima dell'individuo.- disse Toku.

  • Ma come facciamo a sapere chi è il contenitore tra noi?- chiese Doremi.

  • Solo gli angeli sanno come fare, e a quanto ne so sono sono spariti- disse Toku.

  • L'unico modo è raccogliere gli elementi- disse infine Toku.

Fecero cenno di si ed entrarono.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • bene ora vediamo dove è il guardiano- disse Toru.

Tutti erano concentrati ad ogni vibrazione della terra. All'improvviso terra si scosse e si mise in pendenza.

  • che sta succedendo, perché siamo in pendenza?- chiese Doremi.

  • Non lo so ma....- finì di parlare Onpu e quasi gli venne un inferto per quello che aveva visto.

  • Non può essere...- disse Onpu tremando.

  • Che ti succede Onpu-chan- disse Toru.

  • - non disse nulla e con il dito indico una grande roccia a davanti a loro.

La roccia si mosse – allora i tre guardiano precedenti non vi hanno fermato, bene mi prenderò i cura di voi io Srash- disse il la roccia.

  • miseriaccia- impreco Toru

  • state attenti siamo sul guardiano- disse Kotake.

Il colosso si giro di scatto lasciandoli cadere.

  • AIUTO- gridò a squarcia gola Onpu-chan.

  • ONPU-CHAN-grido Toru. Cerco di andare più vicino che poteva ma non riusci a raggiungerla.

  • NO- grido Toru vedendola precipitare.

Tutti erano a terra un po ammaccati ma vivi.

  • State tutti bene?- chiese Kotake

  • si- dissero tutti tranne Toru.

  • Dove è Onpu-chan?- disse Doremi.

  • Non sono riuscito a salvarla. Maledizione!- disse Toru con gli occhi lucidi

  • ora calmati, so che hai fatto tutto il possibile- disse Doremi

  • come faccio a stare calmo? Mentre noi stiamo qui a parlare lei potrebbe essere anche...- disse Toru disperato.

  • Non ti preoccupare è ancora viva, anche se la sua forza vitale è scesa parecchio- disse Kotake.

  • Allora prima abbattiamo il colosso e poi andiamo a salvarla, sperando di fare in tempo- disse Toru agguerrito e si lanciarono all'attacco.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

che sta succedendo, è come se tutto fosse scomparso” penso Onpu mentre riapriva leggermente gli occhi.

dove sono? E per caso in paradiso? Cosa faranno i miei amici?”penso mentre si riprendeva e vide

davanti a lei una scheletro con strani panni.

  • AAAAAAAAAAHHHHHHHHH- gridò Onpu per lo spavento.

  • Dove sono? Che inferno- disse Onpu tremolante.

  • Questo è il posto dove tutti gli avventurieri sono stati buttati per accrescere il potere del colosso, combattenti possenti hanno provato ad scalfire la sua pelle ma nessuno ci è mai riuscito.- disse voce che si librava nell'aria.

  • Chi è? Fatti vedere- disse Onpu.

  • Sono qui- disse la voce e si riunì in un fascio di luce che scaldava il cuore.

  • Yuzuna!- esclamò Onpu.

  • Si- disse la luce che ormai si era diradata e Onpu vide una ragazza con lunghi capelli biondi.

  • Ma tu come fai a parlare con noi? Dove sei? Chi è il prescelto?- chiese Onpu a raffica e la ragazza dolcemente mise il dito davanti alla bocca e la zittì.

  • Non posso ancora mostrarmi non finché i sette elementi saranno riuniti- disse Yuzuna.

  • Comunque sono qui per dirti l'unico modo che avete per abbattere il colosso, sta nel togliere la pietra che sta al centro del capo - disse Yuzuna.

  • Come faccio, Ho una gamba rotta, sono piuttosto malconcia- disse Onpu cercando di tirarsi su aggrappandosi alla roccia.

  • La soluzione e in cima- disse Yuzuna.

  • Una volta giunta sino in cima dovresti trovare l' aquila- concluse Yuzuna ed iniziò dissolversi.

  • Aspetta come faremo per contattarti una volta recuperati tutti gli elementi- chiese Onpu.

  • Mi metterò io in contatto con voi- disse Yuzuna , sorrise e scomparse.

  • Grazie Yuzuna- disse Onpu e iniziò e bendare la gamba.

Prese due kunai dai ninja morti – scusate ve li rido quando sono su- disse Onpu.

non voglio morire qui, resistete amici sto arrivando” pensò Onpu e iniziò la lunga scalata.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

la situazione non era delle migliori, tutti era stremati e nessuno riusciva a scoprire il punto debole del colosso.

  • ma quante dura la pelle del colosso- disse Aiko.

  • Dobbiamo sbrigarci, Onpu e la sotto da troppo tempo- disse Toru.

  • Lo so ma dobbiamo resistere- disse Kotake.

Toru tornò all'attacco, iniziò ad arrampicarsi dalle gambe del colosso.

  • oh guarda un moscerino- disse Srash.

Srash prese Toru in mano.

  • allora come la mettiamo moscerino ahahahahahahahah- rise il colosso ed iniziò a stringere.

  • Non mi fai paura Srash... aaaaahhhhhh- disse Toru ed iniziò a urlare per la pressione della mano che esercitava sul povero Toru.

  • TORU STAI ATTENTO- gridò Akatsuki.

  • Come se fosse facile- disse Toru.

Cosa ha sulla testa?” si chiese Toru.

  • non mi sto divertendo, quindi vediamo se mi diverto cosi- disse Srash e prese Toru e lo scaglio su una pietra.

  • Si, si mi diverto- disse Srash e lo riprese, Toru era sfinito.

  • Sei peggio di una mosca spacciata- disse Srash molto divertito.

  • ma...le...detto...-riuscì a dire Toru.

  • La mosca spiaccicata ha ancora qualcosa da dire vediamo adesso se mi fai divertire- disse Srash e lo scagliò su una roccia appuntita.

  • NO! NON FARLO- gridarono tutti.

Ormai è finita, addio amici, volevo aiutarvi a trovare il prescelto, mi dispiace anche perché non vedrò più la mia dolce Onpu, addio” pensò Toru.

  • TORU-KUN- si sentì prendere la mano.

Toru riapri gli occhi e la vide. Era tornata. Lei Onpu insieme ad una immensa aquila.

  • sei veramente tu Onpu-chan?- chiese Toru.

  • Certo chi se no! Su! Monta su- disse Onpu.

  • Grazie! ma... tu... hai una gamba rotta- disse Toru.

  • Dopo ne parliamo, ora pensiamo al colosso- disse Onpu

  • Ce la fai a stare in piedi?- Chiese Onpu.

  • Si, al malapena ma riesco a stare in piedi- disse Toru.

  • Bene allora ti trasporterò sulla testa di del colosso, li dovresti trovare una pietra diversa dalle altre- disse Onpu.

  • Si l'avevo notata- disse Toru

  • Strappala e poi ti verrò a prenderti- disse Onpu.

  • Si- disse Toru.

  • Intanto io vado a prendere gli altri-disse Onpu.

Toru si tuffò sul capo di Srash, mentre Onpu andò a prendere gli altri ragazzi.

  • Onpu stai bene?- si rallegrarono tutti.

  • Potrei stare meglio, su salite dopo parliamo-disse Onpu.

I ragazzi saliranno sulla enorme aquila.

  • Toru-kun noi siamo pronti manchi solo tu- disse Onpu.

  • Ho scoperto il tuo punto debole- disse Toru

  • E allora? Non riuscirai neanche a prenderlo- disse Srash cominciando a menare le mani a vuoto per cercare di prenderlo.

  • Lo vedremo- disse Toru.

Toru iniziò a tirare la pietra che al contatto della sua mani emanava scariche di elettricità.

  • NON MI ARRENDO- disse Toru e lo stacco.

  • Nooooooooooooo- disse il colosso ed iniziò a sgretolarsi.

Toru corse e si tuffo.

  • Preso- disse Onpu prendendo la sua mano.

  • Grazie Onpu-chan- disse Toru.

  • Prego- disse Onpu arrossendo.

  • Brutto mascalzone, come hai potuto distruggere la mia grande creazione- disse la voce.

  • Da dove arriva questa voce- disse Toru.

  • Guarda la pietra.-disse Onpu.

Toru guardo la pietra e vide che aveva gli occhi e la bocca.

  • aaaaaaaaaaaahhhhhhh- gridò e la lasciò andare che venne prese prontamente da Kotake.

  • Ecco la forma originale del guardiano- disse Onpu.

  • Ma tu come hai fatto a trovare questa gigantesca aquila?- chiese Doremi.

  • Ora vi spiego-disse Onpu e iniziò.

Flashback

Onpu continuo a salire, ormai le sue mani erano sporche di terra e sangue che sgorgava da dalle ferite delle mani. Onpu saliva conficcando i kunai che aveva raccolto nella roccia. Finalmente era riuscita ad arrivare in cima.

  • ci sono riuscita- disse sfinita Onpu.

Si vide in giro e vide questa grande Aquila di roccia.

  • è immensa- disse Onpu.

  • Come faccio a farla muovere?- si chiese Onpu.

Ci giro in torno e vide delle iscrizione.

  • sono nella lingua angelica, povero me- piagnucolo Onpu.

  • Se ci fosse Kotake almeno- disse Onpu.

  • Insomma ti vuoi muovere- Onpu si spazientii.

Provò un sacco di modi ma nessuno ebbe risultato sperato.

  • le ho provate tutte ma non funziona- disse Onpu.

Onpu iniziò a canticchiare una canzona, e la roccia che avvolgeva l'aquila iniziò a sgretolarsi. Onpu capì subito.

  • vale la pena tentare- disse Onpu.


We can do anything if we do it together
kitto deaeru yo
Can do!nani kaga kawari hajimeru
atarashii watashi ni

kakikake no daiarii(diary)
tameiki wo tsuiteru
kokoro no koto ha mitsukaranakute


L' aquila si libero dalla pietra ed emise un grido.

  • si- esultò Onpu.

L'aquila la guardo è abbasso il collo.

  • certo andiamo- disse Onpu e si mise sull'aquila.

Fine flash back

  • Ecco come ho fatto- disse Onpu

  • che hai Onpu? Non hai un bel colorito, sicura di stare bene?- chiese Hazuki.

  • si...- Onpu ebbe un mancamento.

  • Vedi che non stai bene, perchè non l'hai detto- disse Toru.

  • Non volevo farvi preoccupare- disse Onpu.

  • Bene ma ora fammi vedere la gamba- intervenne Kotake.

Vide la Bendatura, la tolse ed iniziò a sfregare le mani. Dalle mani di Kotake uscì una luce bianchi e le appoggiò sulla gamba di Onpu.

  • Che stai facendo?- chiese Doremi curiosa.

  • Sto riparando l'osso di modo che Onpu ricominci a camminare- disse Kotake.

  • Fatto, devi solo stare attenta a non usarla troppo- disse Kotake.

  • Grazie, Kotake-kun- disse Onpu.

  • Dovere- disse Kotakee torno sulla pietra.

  • Parla come troviamo il prescelto?- chiese Kotake

  • Quando il prescelto verra svelato il mondo della magia andra nel caos totale- disse Srash.

  • Elemento della terra ,torna nel amuleto- disse Kotake.

L'amuleto assorbì la luce bluastra che emanava la pietra.

  • Ho quasi dimenticavo- disse Onpu.

  • Sono stata aiutata da Yuzuna- disse Onpu.

Iniziarono a parlare di Yuzuna e delle varie esperienze, tutti l'avevano vista in un modo o nel altro, tutti tranne Kotake, che si chiedeva chi era? Perchè gli suonava cosi famigliare quel nome.

  • Siamo arrivati- disse Onpu.

L'aquila attraverso la porta e si posò. La porta andò in frantumi.

  • ce l'avete fatta ma... lei- disse Toku

  • lei è un nuovo accuisto della squadra- disse Onpu scendendo.

L'aquila aprì la bocca e Onpu vide che sotto la lingua aveva un bastoncino dorato lo prese e si accorse che quel bastoncino era un flauto traverso. Su questo flauto cera una di simboli angelici.

  • Kotake-kun che cosa vuol dire?- chiese Onpu

  • che L'aquila ha un nuovo padrone e vinche non suoni il flauto lei rimarra grandezza normale- disse Kotake.

L'aquila si rimpicciolì diventano grandezza normale.

  • Cerca di averne cura- disse Toku

  • Certo- disse Onpu entusiasta.

Kotake si avvicinò al suo mentore Toku.

  • Ti devo parlare con urgenza- disse Kotake.

  • Non qui- disse Toku guardando il suo discedolo.

  • Lo so- disse Kotake.

Persino il tuo mentore ti tradirà, sarai solo”la voce era tornata fastidiosa ed incessante.

la bestia che è in te sta chiedendo sangue” disse la voce. Era vero a volte Kotake non riusciva trattenerlo, la sua brama era molta ma riusciva a trattenersi con quelle medicine che gli dava Toku.

Doveva sbrigarsi a trovare gli altri elementi per sapere come tenere a bada la bestia, forse il prescelto lo sapeva?



Finalmente l'inventiva è tornata scusate per tutto questo tempo ma non avevo inventiva ma ora sto carburando spero di continuare cosi comunque spero che vi piaccia

COMMENTATEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Richiamo dell'elfo ***


Richiamo dell'elfo

Capitolo 11


Una ragazza bionda indaffarata nella cucina di un negozio nella periferia di New York.

Suonarono al campanello.

chi sarà mai?” penso la ragazza.

  • Si chi è?- disse la ragazza aprendo la porta.

  • Momoko-chan- disse un ragazzo alto con lunghi capelli bordeaux.

  • Ciao Akatsuki-kun, che ci fai da queste parti?- disse Momoko.

  • Passavo da qui e ho detto, andiamo a trovare la futura pasticcera- disse Akatsuki con un sguardo ammagliatore

  • Sei sempre il solito Akatsuki, dai vieni dentro- disse Momoko ridendo.

Da quando era iniziata la missione di sconfiggere i guardiani e prendere gli elementi Momoko e Akatsuki erano nella stessa classe, nel caso che un demone tentasse di far del male alle ragazze, ognuno dei Flat aveva preso posto dove c'era una delle ojamajo tranne Doremi che a lei pensava Kotake.

Da quando Akatsuki entro nella classe di Momoko divenne la sua migliora amica. Ma la notizia più sensazionale era che qualche vecchio cliente della padrona della pasticceria aveva rilevato l'attività e chiese a Momoko se poteva fargli da pasticcera e far vedere ai nuovi clienti la sua arte, sino al compimento della maggior eta.

  • su su!! racconta che dolci stai facendo?- disse Akatsuki curioso.

  • Allora una bavarese alla menta, una crema inglese e udite udite crostata di fragole- disse Momoko

  • Allora siamo indaffarate con l'apertura della pasticceria- disse Akatsuki.

  • Già! Ma parlami di te piuttosto?- disse Momoko.

  • In che senso?- disse Akatsuki.

  • Il nome Doremi non ti dice nulla?- chiese Momoko con occhi maliziosi.

  • Che centra Doremi adesso?- disse Akatsuki agitandosi.

  • Centra perché mi accorgo come la guardi e come guardi male Kotake quando la sfotte- disse Momoko.

  • ...- Akatsuki non disse nulla.

  • Non lo so, vorrei dichiararmi ma per un motivo o per un altro non ci riesco- disse Akatsuki.

  • Dovresti perché se no Kotake ti sorpassa, se tu ami veramente Doremi diglielo e basta- disse infine Momoko.

  • Siamo troppo presi dalla missione per parlarci- disse Akatsuki.

  • Si ma hai pensato che siamo in costante pericolo e che in una missione potremo anche non fare più ritorno.- disse Momoko

  • lo so- disse semplicemente Akatsuki.

In quel momento iniziò a pensare a quanto era importante per lui Doremi, forse doveva affrettarsi a dichiararsi, ma la missione era più importante, non sapeva cosa fare.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Kotake stai attento, questo siero è più potente di quelli somministrati fin ora- disse Toku prendendo una siringa con del liquido bluastro.

  • Andiamo bene- disse sarcasticamente Kotake.

  • Non c'è niente da scherzare- rimproverò Toku.

  • Non sto scherzando-disse Kotake.

  • Da quando è cominciata la missioni, sento delle voci, non parliamo della brama di sangue,non riesco a tenerla sotto controllo, a volte ho paura di colpire i ragazzi.- disse Kotake

  • delle voci? Quali voci?- chiese Toku.

  • Sento delle voci nella testa che dicono che mi tradiranno tutti appena sapranno il mio segreto- disse Kotake.

Toku rimase un po' a pensarci e poi disse- certo possono farlo, ma ricordati che io sono con te, per nessuna ragione al mondo devi cedere alla brama di sangue.-

  • certo- disse Kotake.

  • Promettimelo?- chiese Toku.

  • Te lo prometto- disse Kotake.

Kotake e Toku si trovavano nella nella laboratorio di Toku che si trovava nella casa situata nelle vicinanze del villaggio delle raganelle.

Toku si prestava a iniettare lo strano liquido nelle vene di Kotake. Kotake era seduto su una sedia da laboratorio con mani e piedi legati.

  • Toku-san mi può spiegare perché mi a legato come un salame?- chiese Kotake.

  • Come ti ho detto questo è molto più potente degli altri sieri che ti sto per iniettare, quindi appena entrerà in circolo potresti anche trasformarti- disse Toku serio.

Kotake si preparò psicologicamente e quindi chiuse gli occhi.

  • allora come va con Doremi?- disse Toku mentre aveva bucato la vena del ragazzo per iniettare il liquido.

  • Come vuoi che vada, se non gli dico il mio segreto non posso dichiararmi, e poi come gli è venuto questa domanda?- disse Kotake.

  • Solo per non farti sentire il siero che entra in circolo- disse Toku.

  • Sembrati molto affiatati?- disse Toku.

  • Già , anche tu e Majorin lo sembrate affiatati- disse Kotake.

  • Che c'entra Majorin?- disse Toku rosso.

  • Ahahahahahahahah... è tutto rosso- disse Kotake soddisfatto.

  • È un'altra storia tra me è Majorin tutti e due abbiamo delle ambizioni diverse e cosi non possiamo stare insieme- disse Toku.

  • Che...anf ambizioni avete?...anf- chiese Kotake che intanto il siero per controllare la brama di sangue entrava in circolo.

  • Vuoi sapere tutto di noi- disse Toku.

  • Allora la mia ambizione più grande è esplorare tutto il mondo della magia e carpire l'essenza degli elementi, mentre lei è sempre servire la regina in tutto e per tutto.- disse Toku.

  • Toku-san mi risponda sinceramente- disse Kotake.

  • Si?- disse Toku.

  • L'ama veramente Majorin?- chiese Kotake ormai in preda ai deliri.

  • Si, certo- disse Toku.

  • Allora ogni ostacolo si supera- disse Kotake con gli occhi chiusi.

  • La prego Toku-san si allontani da qui- disse Kotake.

    Tutto quello che successe dopo fu terribile Kotake comincio a cambiare il colore della pelle, gli occhi cambiarono sia forma che colore, invece della pupilla c'era una linea tipica degli occhi dei serpenti, ed era blu mentre la parte bianca divenne rossa, anche la sua voce era cambiata, era grottesca.

  • Cerca di controllarlo – disse Toku.

  • È una parola- disse Kotake dimenandosi.

  • Pensa alle cose belle che ti dato il mondo quando sei nato- disse Toku.

    Kotake iniziò a pensare alle cose belle che aveva. Niente! era molto forte la brama di sangue ma lui non demordeva cosi iniziò a pensare a Doremi.

    La trasformazione si era fermata. Stava tornando normale.

  • Cosa sta succedendo di solito ci metti più di venti minuti per tornare normale invece adesso ti è bastato solo otto minuti.- disse Toku incredulo

  • ...- Kotake era svenuto.

  • A ragazzo quanto lavoro mi dai da fare- disse Toku e lo prese in braccio.

  • Niente missione per tè oggi- disse Toku e lo portò sul lettino che lui usa quando doveva fare delle ricerche.

    Toku si avviò verso la porta pronto a chiamare i ragazzi per la quinta porta che aveva già trovato.

    ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Ehi! Doremi- disse una ragazza con capelli lunghi fino alle spalle biondo scuro.

  • Ciao Nobuko- disse Doremi.

  • Sai cosa è successo a Kotake, è da molti giorni che non viene a scuola- disse Nobuko.

  • Che vuoi che ne sappia io- disse seccata Doremi.

  • Ma di solito sei tu che stai sempre con lui- disse Nobuko con sguardo malizioso.

  • Beh... ecco... siamo molto amici- disse Doremi agitandosi.

  • Vedi come ti agita se parlo di Kotake. Forse ti piace?- disse Nobuko.

  • CHE...CHE... STAI DICENDO?- disse Doremi rossa come i capelli.

  • Forse è un demone e non si può far vedere di giorno ed innamorato di una umana che lo ricambia ma il loro amore è proibito e quindi le loro famiglie si oppongo- disse Nobuko con occhi sognanti.

  • Se non ti conoscesi direi che sei matta- rise Doremi.

  • Ci verrebbe un bel romanzo- disse Nobuko prendendo il suo solito quaderno.

    Arrivati ad un certo punto si salutarono ed andarono ognuno in due strade diverse. Doremi arrivo a casa e vide che Pop aveva amici quindi fece piano, si tolse le scarpe e si mise le pantofole e si affacciò nella cucina.

  • Ciao, mamma sono tornata- disse Doremi.

  • Ah mamma prima che mi dimentichi, conosci una certa Yuzuna?- chiese Doremi

  • Yuzuna? Fammi pensare, quattordici- quindici anni fa c'era una ragazza che si chiamava cosi , era in ospedale insieme a noi per i controlli, ed è stata proprio lei a darmi i fermagli che avevi, ma da quando sei nata tu l'ho visto solamente una volta, ed era nel parco. Ma perché me lo chiedi?- disse Haruka.

  • No, nulla- disse Doremi.

  • Vado a lavarmi- disse Doremi.

    Doremi si chiuse in bagno si svesti ed entrò nella vasca da bagno.

    Penso alla faccenda dell'identità di Yuzuna.

    quindi dobbiamo partire da qui a cercare” penso Doremi.

    Gli venne in mente le parole di Nobuko ed arrossi. “ma che vado a pensare in una situazione come questa” penso Doremi. Il suo cuore era diviso in due, Kotake o Akatsuki. La scelta era difficile ma prima o poi doveva fare una scelta. Tutti e due le facevano battere il cuore. Si butto sott'acqua per schiarirsi le idee. Un campanello d'allarme la svegliò dai suoi pensieri era il richiamo di Toku.

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    Tutti si radunarono dalla quinta porta ma si accorsero che mancava qualcuno all'appello.

  • Chi è che manca?- domando Doremi.

  • Kotake non po' venire perché non sta bene, si dispiace molto- disse Toku.

  • Grande il nostro leader non sta bene- disse Leon con sarcasmo.

  • Quindi niente indizio per questa volta- disse Onpu.

  • Già, e sostituzione di Kotake come leader del gruppo io proporrei Doremi- disse Akatsuki.

  • Io?!- disse Doremi

  • Già sei la più adatta- disse Momoko.

  • Si, sei la leader delle Ojamajo- disse Aiko.

  • Allora va bene- disse Doremi seriamente.

  • Ma accetto solo come sostituto- disse Doremi.

    speriamo Kotake che non abbia nulla di grave” penso Doremi.

    Toku se ne accorse che Doremi era pensierosa e la tranquillizzò.

  • Non ti preoccupare quando tornerai sarà di nuovo in piedi, in tanto tieni- disse Toku e gli diede l'amuleto.

  • Me lo auguro di cuore- disse Doremi e si mise l'amuleto al collo.

    Si diresse verso la porta e quando gli fu davanti si girò verso i suoi amici.

  • Pronti ragazzi- disse Doremi.

    Tutti fecero segno di si e Doremi apri la porta ed entrarono. La porta si richiuse di nuovo.

  • State attenti ragazzi, ora che non c'è Kotake siete il doppio in pericolo- disse Toku.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Occhi aperti ragazzi non sappiamo con chi abbiamo a che fare – disse Doremi

  • Lo sentite questo odore forte di fiori- disse Hazuki.

  • Si lo sentiamo, molto delizioso- disse Aiko.

I ragazzi si trovavano in una specie di bosco pieno di fiori e di alberi molto alti e grandi ma non c'era un raggio di luce e l'acqua era completamente inesistente.

  • Ma come fanno a vivere in un posto cosi- disse Hazuki.

  • Ricordati che qui siamo in mondo governato dal guardiano dell'elemento della natura, di solito ci sono sempre dei segreti- disse Doremi.

  • Senti, senti, hai lo stesso modo di parlare di Kotake-kun- disse Aiko.

A sentire quelle parole Doremi divenne rossa.

  • Ma che dice?!- disse Doremi paonazza.

  • Calmati, sto scherzando- disse Aiko vedendo il colorito della ragazza.

All'improvviso si sentì un tonfo.

  • Ahi- si lamento Onpu.

  • Che c'è Onpu?- disse Toru.

  • Non so qualcosa mi a preso il piede mi a fatto cadere- disse Onpu.

  • Su vieni dammi la mano- disse Toru porgendole la mano.

    Mentre Toru dava una mano a Onpu si sentì un urlo.

  • Che è successo?- disse Doremi

  • Aiuto, Doremi fa qualcosa- disse Hazuki che veniva legata da delle liane con delle spine affilati come rasoi.

  • Ahi- disse Hazuki e iniziò scorrergli il sangue dalle braccia.

  • HAZUKI-CHAN- urlò Fujo.

La ragazza era legata sia per i polsi che per le caviglie.

  • Ma quanta energia abbiamo- disse una voce molto profonda.

  • Chi è che sta parlando?- disse Doremi.

  • Fatti vedere- disse Akatsuki.

    La figura che si vide era adir poco maestosa, era una donna elfo, con lunghi capelli verde acqua e orecchie a punta, occhi completamente verdi, carnagione scura le vesti che indossava fatto con un tessuto molto fine, dalla schiena spuntavano un paio di ali da farfalla, in mano brandiva una grossa lancia invasa da una grossa luce verde. La bellezza di questo guardiano spiazzo completamente il gruppo di amici.

  • Andatevene, non siete abbastanza puri per prendere l'elemento della natura- disse la creatura.

  • Come ti chiami tu?- chiese Momoko.

  • Io sono Lena, guardiano della natura- disse Lena

  • Senti, Lena so che non sei come gli altri guardiani, ti prego lasciaci il tuo elemento non vogliamo combattere- disse Doremi.

    Lena gli punto la lancia alla gola.

  • Già non sono come loro, non combatto per far del male, io combatto per difendere ciò in cui credo, avanti fatemi vedere cosa sapete fare- disse Lena e tolse la lancia dalla gola di Doremi.

  • Altrimenti la vostra amica morirà- disse Lena

  • Come?- chiese Doremi.

    Lena inchinò la lancia e Doremi si girò. Le liane che tenevano Hazuki legata brillavano.

  • Che cosa sta succedendo?- chiese Fujo.

  • Secondo te, sta succhiando la vita dalla tua amica per metterlo nel nostro mondo- disse Lena.

  • Maledetta- disse Fujo.

    Fujo andò all'attacco, Lena si sposto lievemente come una petalo schivo l'attacco.

  • Accidenti è impercettibile- disse Fujo.

  • Ci vorrebbe Kotake adesso- disse Doremi.

    Sforzati Doremi, cosa avrebbe fatto in questi casi Kotake?” penso Doremi.

    Gli venne in mente un idea, invase le sue braccia di un'aura bianca e le diede la forma di una spada e provo a colpire le liane che tenevano intrappolata. Non funziono.

  • Miseria, quanto sono dure quelle liane- disse Doremi.

  • Mi sono scordata di dirti che tutto quello che vedi cresce in base al mio livello combattivo- disse Lena.

  • Mi avete stancato, ora vi ucciderò tutti in un solo colpo- disse Lena e punto la lancia sul terreno e la lanciò.

    Il terreno iniziò a tremare, e ne uscirono rovi appuntiti che bloccarono completamente tutti tranne Momoko che rimase basita dalla potenza del guardiano.

    è molto più potente dei guardiani che abbiamo sconfitto finora” penso Momoko.

    All'improvviso Momoko venne letteralmente inghiottita dalla foresta, delle liane la tirarono per diverse miglia.

  • Che avrà in mente l'albero anziano- disse Lena.

  • Da cominciate a nutrirvi piante giovani- disse Lena

  • Do...re...mi...- riuscì a dire Akatsuki prima di svenire.

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • AAAAAAAHHHHH!!!!!!-urlò Momoko mentre veniva trascinata dalla liana.

  • Oh...ho... ce ne hai di voce per essere una umana- disse una voce che proveniva dal centro della foresta.

  • Chi è?- disse Momoko che venne lasciata li dalla liana.

  • Alza la testa- disse la voce.

    Momoko alzo la testa e lo vide, un enorme albero con un tronco mastodontico, le foglie verdi si muovevano cosi lentamente da creare una specie danza meravigliosa.

  • Cosa voi da me?- chiese Momoko.

  • Darti l'unico modo per sconfiggere Lena- disse la voce dell'albero.

  • Perché proprio a me?- chiese Momoko.

  • Perché tu sei l'unica che può brandire quell'arma- disse la voce dell'albero.

  • Chiudi gli occhi e appoggia la mano su di me- disse infine l'albero.

    Momoko fece quello che diceva l'anziana pianta, e venne avvolta da una forza sconosciuta e tutti i sensi sembravano migliorati.

  • Se non te ne fossi accorta ti ho dato quel che restava dei miei poteri elfici- disse l'albero.

  • Poteri elfici?- disse Momoko.

  • Guarda ai tuoi piedi, ci dovrebbe essere il mio arco- disse l'albero.

    Momoko si chinò e fide un grosso arco con delle incisioni, c'era raffigurato un lupo con la bocca spalancata.

  • Uao.. ma c'è un problema, io non mai usato un arco- disse Momoko.

  • Non ti preoccupare ti passato anche le mie conoscenze in fatto di archi cerca di colpire l'albero morto- disse l'albero

    lo vide, un albero secco che stava cadendo.

  • E le frecce?- chiese Momoko.

  • Le dovrai creare con la magia- disse l'albero.

    Momoko si concentrò e chiuse di nuovo gli occhi. Dal suo corpo fuoriusciva un'aura verde.

    è piacevole, mi sento a contatto con la natura” pensò Momoko.

    Momoko riaprì gli occhi. Creo una freccia di vento. L'albero secco gli sembrava cosi vicino.

    Scocco la freccia. L'albero secco andò in mille pezzi.

  • Miseria, che forza, poi che cosa era quella sensazione di essere vicinissima all'albero- disse Momoko.

  • Quello è uno dei poteri che ti ho lasciato, si chiama occhi del falco, rende la tua vista come quella di un falco e hai anche altri poteri, ma dovrai scoprirli da sola, il mio tempo sta per scadere- disse l'albero.

  • Perché mi stai aiutando?- disse Momoko.

  • Perché io prima di essere trasformato in un albero ero il fidanzato di Lena, poi ma da quando è diventata la guardiana della natura non è più lei, ho provato a dissuaderla ma niente da fare e sono finito cosi, ecco perché ti sto aiutando, vorrei vedere di nuovo la vecchia Lena piena di allegria, dolce e simpatica- disse l'albero.

  • D'accordo- disse Momoko.

  • Mi stavo dimenticando. Il mio nome è Momoko- disse Momoko.

  • Il mio nome è lupo nero- disse l'albero.

  • Me ne ricorderò- disse Momoko e si avviò con la sua nuova arma.

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Vediamo chi possiamo uccidere per prima- disse Lena

  • La ragazzina con i capelli rossi- disse Lena puntò la lancia alla gola di Doremi.

    Doremi ormai era stremata l'energia che gli aveva risucchiato gli aveva fatto cambiare aspetto come gli altri, avevano i capelli grigi e la pelle raggrinzita come le persone anziane.

  • No...- disse con tutte le forze che aveva in corpo Akatsuki.

  • Prendi me piuttosto, lei è troppo importante- disse Akatsuki

  • Tanto oggi tutti morirete prima o dopo che differenza fa?- disse Lena.

  • Fa differenza perché non voglio vedere lei senza vita- disse Akatsuki

  • Akatsuki... - rimase sorpresa dalle parole di Akatsuki.

  • Come vuoi-disse Lena e punto la lancia alla gola di Akatsuki.

    è finita, volevo diventare un bravo re dei maghi, ma soprattutto volevo dichiarare i miei sentimenti a alla persona che amo”- pensò Akatsuki e chiuse gli occhi.

  • Non farlo...- le parole che uscirono dalla bocca di Doremi.

    All'improvviso i rovi che tenevano imprigionato Doremi si tagliarono di netto e cosi cadde a terra.

  • Cosa è stato?- disse Lena.

    Un altro venne slegato, e poi un altro, e un altro ancora, finché tutti erano stati slegati.

  • Non ti intromettere lupo nero, è una faccenda che riguarda solamente io e gli inversori- disse Lena.

  • Io non sono lupo nero- disse la voce che proveniva da alcuni alberi alti.

  • Suppongo che sia la ragazzina sparita nella foresta, non riuscirai a sconfiggermi- disse Lena e a girare vorticosamente la sua lancia creando fendenti in aria.

    Per un po' di tempo ci fu delle schermaglie, frecce che arrivavano dai posti più impensabili, che venivano prontamente parati da Lena che rispondeva con fendenti che tagliavano l'aria. Intanto i ragazzi ancora a terra senza forze.

  • Doremi stai bene?- disse faticosamente Akatsuki.

  • Si- disse Doremi flebilmente e cercò di tirarsi su.

  • Ragazzi come state?- chiese Doremi.

  • Esausti – dissero tutti insieme.

  • Chi starà combattendo?- disse Doremi

  • Credo che sia la nostra pasticcera a dargli filo da torcere- disse Akatsuki.

    La battaglia era giunta alla fine la prova del nove, le due Forze a confronto, o Lena o Momoko. Una delle due sarebbe caduta. Erano faccia a faccia.

  • Come mai hai il su arco e suoi poteri?- chiese Lena.

  • Me li ha passati lui, mi a detto di liberarti dalla pazzia- disse Momoko.

  • Ti ha detto cosi?- chiese Lena.

  • Si- disse Momoko.

  • Quello stupido- disse Lena e qualche lacrima gli sfuggì.

  • In guardia – disse Lena.

    Momoko si concentrò più che poteva. Lena scagliò la lancia contro di lei. In una frazione di secondo Momoko creò una freccia di ghiaccio e scocco. La freccia tagliò in due la lancia e si conficco nel petto di Lena.

  • Brava!un colpo da maestri- disse Lena e lentamente si adagiò a terra.

    L'energia e la giovinezza tornarono nei ragazzi. Le ojamajo andarono dalla loro amica.

  • Grande Momoko- disse Aiko.

  • Ehi Momoko non ti senti bene? Non hai una bella cera- disse Hazuki.

    Momoko non riuscì a stare in piedi e si accasciò.

  • Momoko, sei una leonessa- disse Onpu sorreggendola.

  • Era questo che cercavo, uno degno di tenere in mano potente elemento della natura- disse Lena.

  • Lena perché sei andata oltre, hai superato le tue capacita?- disse lupo nero arrivandogli alle spalle.

  • Perché fino a questo scontro non avevo trovato- disse Lena.

  • Ma a quale prezzo- disse Lupo nero avvicinandosi.

  • Questo e altro per il prescelto- disse Lena.

  • Tu chi sei?- chiese Doremi.

    Una figura imponente con lunghi capelli neri, occhi color nocciola e orecchie a punta, anche lui aveva una carnagione molto scura ed un lungo abito rosso che copriva tutto il corpo.

  • Lupo nero, se stato liberato dall'incantesimo- disse Momoko.

  • Si grazie a te- disse Lupo nero.

  • Avanti chiama l'elemento nell'amuleto- disse Lena.

  • Certo, elemento della natura torna nel amuleto- disse Doremi e si sollevo una folata di vento e il corpo di Lena iniziò a brillare e l'amuleto risucchiò tutto la luce che emanava Lena. Lupo nero prese in braccio.

  • Aspetta lupo nero, cosa ci puoi dire tu su come trovare il prescelto- disse Doremi.

  • Di solito il prescelto dietro alla schiena aveva un tatuaggio con un drago nero e uno bianco intrecciati a formare una catena- disse lupo nero.

  • Indizio molto rilevante pero molto generale, un altro indizio- chiese Onpu.

  • Certo, rimanete compatti anche quando scoprirete il segreto di uno di voi- disse Lena.

  • Certo che è strano, gli elfi credevo che fossero solo leggenda- disse Leon.

  • Noi proveniamo dal mondo del bene di trecento anni fa alla morte del primo prescelto- disse lupo nero.

  • Andatevene di qui, ora che l'elemento è chiuso nell'amuleto questo mondo scomparirà e noi con esso.- disse Lupo nero.

  • Perché non potreste venire con noi potreste vivere in pace- disse Hazuki.

  • Grazie per l'interessamento ma non possiamo, anche le nostre vite sono attaccate all'elemento quindi se verremo fuori verremo trasformati in polvere- disse Lupo nero.

    La terra iniziò a tremare.

  • Andiamo ragazze- disse Momoko ripresosi dalla stanchezza.

  • Certo- disse in coro.

    Si incamminarono e ad un certo punto Momoko si girò e disse- Lupo nero grazie di tutto- concluse alzando l'arco in segno di rispetto e se ne andò con i suoi amici.

  • Mi hai spiazzata, tu che eri chiamato lupo nero perché non ti fidavi di nessuno, hai dato i tuoi poteri a quella ragazzina- disse Lena.

  • Perché voglio vedere come si comporta- disse Lupo nero.

  • Sei imprevedibile, Lupo nero- disse Lena ridendo.

  • Già ma qualcuno mi ha contagiato- disse Lupo nero.

    Lupo nero si avviò con Lena tra le braccia nel bosco scomparendo.

  • Ragazzi siamo quasi all'uscita- disse Momoko.

    La porta si spalancò ed uscirono. La porta si sbriciolo e divenne polvere.

  • Ce l'avete fatta- disse Toku

  • Già, ora siamo a cinque- disse Momoko.

    Momoko si avvicinò ad Akatsuki e gli diede una gomitata.

  • Allora..- disse Momoko.

    Ci penso, dopo quello che aveva detto non poteva più tenere nascosto i suoi sentimenti per Doremi.

    Si avvicinò a Doremi.

  • Senti Doremi?- disse Akatsuki.

  • Si che c'è?- chiese Doremi.

  • Ti va di fare due passi- disse Akatsuki.

  • Va bene- disse Doremi stupita.

    -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    Kotake, svegliati” disse la solita voce nella testa di Kotake. Kotake si svegliò. Era frastornato dal siero che Toku gli aveva iniettato.

  • Non la smetti di tormentarmi- disse Kotake.

  • È il mio lavoro tormentarti- disse la voce.

  • Ahaha.. spiritoso- disse con poco sarcasmo.

  • Allora non hai cambiato idea?- chiese la voce.

  • Certo, che no- disse Kotake e si alzò.

    Di solito succedeva cosi quando doveva fare le iniezioni di siero. Andò in bagno a sciacquarsi la faccia e vide che non era tutto normale, i suoi occhi era ancora in forma demoniaca, in quegli occhi leggeva la sua brama di sangue. Doveva fare qualcosa. Prese de occhi da sole di Toku e se il mise e uscì dal laboratorio.

    Perché miei occhi rimangono in forma demoniaca” si chiese Kotake.

  • Gira la testa- disse la voce.

  • Perché?- disse Kotake.

  • Tu girala- disse la voce.

    Kotake giro la testa e vide Doremi e Akatsuki insieme a passeggiare.

  • Visto, che avevo ragione- disse la voce.

  • Ma dai sarà una passeggiata tra amici- disse Kotake.

  • Si, guarda come cerca di prendere la sua mano- disse la voce.

  • Non mi interesse di chi si innamora Doremi- disse Kotake.

  • Si... certo! Come no! Alloro perché li stai pedinando- disse la voce.

  • Perché non mi fido di quel bell'imbusto- disse Kotake.

  • Non ti rendi conto di quanto sei prevedibile- disse la voce.

    Più avanti Doremi e Akatsuki si fermarono in un parchetto.

  • Allora di cosa mi volevi dirmi- chiese Doremi.

  • Ecco, è molto difficile da dire, ci ho pensato molto...- disse Akatsuki.

  • Cosa stai cercando di dire?- chiese con il cuore che andava a mille.

  • Tu mi piaci- disse tutto d'un fiato Akatsuki.

  • Akatsuki io...- Doremi divenne rossa.

    Kotake sentì tutto la confermazione da distanza ravvicinata.

  • Te lo avevo detto che le ti tradirà prima o poi- disse la voce.

  • Basta! Stai zitto- disse Kotake tenendosi la testa tra le mani.

    Doremi era al settimo cielo per quello che gli aveva detto ma non sapeva se gli piaceva come una volta, c'era anche Kotake nel suo cuore.

    Doremi prese la mano di Akatsuki- ti ringrazio ma per adesso non ti posso rispondere-

  • Certo, volevo solo dirti questo- disse Akatsuki.

    Un tonfo li spaventò.

  • Kotake?!- disse Doremi.

  • Ciao ragazzi come va?- disse Kotake Ridacchiando.

  • Hai sentito il discorso?- disse Akatsuki.

  • No, quale discorso?- disse Kotake.

  • Non fare il finto tonto, hai sentito la dichiarazione- disse Doremi.

  • No, non ho sentito niente- disse secco Kotake.

  • Kotake...- Doremi rimase spiazzata.

  • Ho da fare, ci vediamo a scuola domani- disse Kotake e se ne andò.

  • Chissà perché fa cosi?- disse Akatsuki.

  • Certo e rimasto sorpreso dalla dichiarazione, ma non c'è da farne una tragedia- disse Doremi

  • Forse c'è di più, che lo turba- disse Akatsuki.

    Kotake si butto nel bagno più vicino. Si guardava allo specchio.

  • Cosa può apprezzare di me Doremi- disse Kotake guardando i suoi occhi demoniaci.

  • Allora vieni con me- disse la voce aveva preso forma nello specchio, un demone nero come la notte, occhi rosso sangue, peluria in tutto il corpo, unghie delle mani lunghe appuntite. La bestia immonda gli tese la mano. Con tutta risposta Kotake spaccò con un pugno lo specchio. Guardò le ferite provocate dalla rottura dello specchio.

    -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Stupido bastardo, perché non vuole collaborare- disse il demone con una grande sfera di cristallo in mano.

  • Che c'è? Il tuo piano sta fallendo- disse un altro demone coperto da un grosso cappuccio.

  • Finitela voi due, sta entrando il uno dei cinque generali- disse il terzo demone con una grossa ascia dietro le spalle.

    Il generale entro, un demone di media statura, dava l'impressione di un signorotto. Con profondi occhi rosso scuro e capelli neri, un lungo mantello da vampiro copriva il corpo, il demone si sedette sul imponente trono.

  • A punto siamo con il lavaggio del cervello del figlio di Vade.

  • Niente, non vuole cedere- disse il demone con la sfera di cristallo in mano.

  • Tale padre, tale figlio, demone che si mettono a parlare di amore mi danno il voltastomaco- di il generale.

  • Quanti elementi hanno ancora da prendere?- chiese il generale.

  • Solo due, la luce e l'oscurità- disse un demone grottesco tipo un orco.

  • COSA?!-urlo il generale

  • s..si calmi generale Drake- disse un demone e come ricompensa venne bruciata da una sfera di fuoco.

  • A... ho preso di nuovo il controllo per futile motivo- disse Drake ridendo.

  • Tanto Shenona e Caos sono i più forti guardiani degli elementi- disse Drake.

  • Tu continua con il tuo lavoro- disse Drake.

  • Si, generale- disse il demone con la sfera di cristallo.

  • Chiunque si opponga al nostro volere verrà spazzato via- disse Drake


si record battuto un capitolo finito in una setimana, spero che vi piaccia e spero reggere questo ritmo. ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Zanne del leone ***


Zanne del Leone

Capitolo 12


Nel mondo dei maghi le giornate scorrevano tranquille, da una finestra del palazzo del re un ragazzo con capelli bordeaux che gli arrivavano sulle spalle, scrutava l'orizzonte pensieroso, non riusciva a credere a quello che era successo il giorno passato.

  • tu mi piaci- sussurro flebilmente Akatsuki pensando a Doremi .

  • C'è qualcosa che non fa Akatsuki?- disse Toru destandolo dai suoi pensieri.

  • No, sono solo pensieroso- disse Akatsuki.

  • Sei cosi da ieri, cosa è successo ieri con Doremi?- chiese Leon.

  • Ve lo detto, tu piuttosto cosa fai con Aiko?- chiese Akatsuki con sguardo malizioso.

  • Niente- disse Leon arrossendo.

  • Ahahahahahah... colpito e affondato- disse Toru.

  • Si, si ridi Toru. Siete molto affiatati tu e Onpu- disse Fujo.

  • Anche tu con Hazuki- disse Toru.

Tutti erano arrossiti che finì con fragorosa risata.

  • D'ora in poi dobbiamo tenere d'occhio la situazione, credo che i nostri nemici stanno architettando qualcosa, quindi occhio sulle ragazze e occhio anche a Kotake non so perché ma non mi convince- disse Akatsuki.

  • Ok hai ragione, quel Kotake è strano, da quando abbiamo cominciato a cercare gli elementi non fa sul serio, mi aspettavo qualcosa di più da uno che è stato allenato da Toku-san- disse Leon.

Discussero per molto tempo quando all'improvviso...

  • Figliolo, vieni con me un attimo, è arrivato il tempo di darti una cosa che tenevo da parte da molto tempo- disse il re dei maghi.

  • Ok- disse Akatsuki.

  • Non seguiteci sono affari della famiglia reale- disse il re.

  • Come volete signore- dissero Leon , Fujo e Toru.

  • Ci vediamo più tardi, al solito posto- disse Akatsuki e scomparì dalla stanza.

  • Chissà cosa sarà tutta questa riservatezza?- chiese Toru.

  • Sarà qualcosa che scotta- disse Leon serio.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Doremi, cercò Tetsuya per tutta la scuola, ma non c'era traccia.

  • Eppure oggi c'era a scuola- disse Doremi.

  • Chi cerchi?- disse una voce alle spalle di Doremi.

Doremi si girò e vide proprio Kotake con un paio di lenti da sole sugli occhi, appoggiato sulle scale che danno sull'attico .

  • Dove eri, ti ho cercato da per tutto- disse Doremi spazientita.

  • A quale scopo?- chiese Kotake.

  • Come a quale scopo? È da quando hai setto la dichiarazione di Akatsuki che un fai altro che evitarmi.- disse Doremi.

  • E solo una tua impressione- disse Kotake con fare annoiato.

  • Una mia impressione? Allora è una mia impressione che tu sia geloso- disse Doremi maliziosamente.

  • Ma che dici?- disse Kotake rosso in viso.

  • Hihihihihihihihi- rise Doremi perché aveva colpito nel segno.

  • Perché ti sei messo una paio di occhiali da sole?- chiese Doremi.

  • A volte il sole mi da fastidio- disse Kotake.

  • Ma siamo a ottobre, e sta piovendo- disse Doremi.

  • Gia ma ho un po' gli occhi arrossati- disse Kotake.

  • Mmmh.. sarà- disse Doremi.

  • Comunque ritornando al discorso di prima, te ne sei andato senza sapere la mia risposta.- disse Doremi.

  • E sentiamo quale è la tua risposta- chiese Kotake

  • Curioso è?- disse Doremi.

  • Solo che voglio preparare Akatsuki a cosa gli aspetta compatire un tale impiastro- disse Kotake facendo la linguaccia.

  • K_O_T_A_K_E- urlò Doremi e parti in quinta come il settimo cavalleggeri.

  • Ops, impiastro si arrabbiato- disse Kotake iniziando a scappare.

Incominciarono a correre per i corridoi della scuola, ad un certo punto arrivarono in un punto dove il pavimento era bagnato.

  • Fermati- disse Doremi.

  • Non ci pensare nemmeno- disse Kotake poi lesse il cartello pavimento bagnato.

  • Att...- non fece in tempo a avvisare Doremi del pericolo imminente che si ritrovo sotto la gonna Doremi,

  • WAAAAAAAAAAAAh- urlò Doremi paonazza per imbarazzo.

Il povero Kotake ricevette uno schiaffo e il sangue scendeva da naso copiosamente e continuo a ripetere il colore degli slip di Doremi

  • Scemo, stai bene?- chiese Doremi ancora rossa.

  • Rosa come una pesca- vaneggiava Kotake.

  • Smettila di dire il colore dei miei slip, maniaco- disse Doremi paonazza.

In quel preciso istante suonò la campana.

  • Su andiamo- disse Kotake rialzandosi.

  • Aspetta, aiutami- disse Doremi.

Le tese la mano e Doremi la prese forte e Kotake la rialzò, un po' troppo forte e cosi si appoggio al suo petto.

  • Ehi... più piano- disse Doremi disorientata.

Kotake non rispondeva e la guardo dritta negli occhi, iniziò ad accarezzargli i capelli rossi magenta.

  • Che stai facendo?- disse Doremi piano iniziando ad ansimare.

Kotake si avvicinò sempre di più al viso di Doremi arrivando alle labbra.

  • Stiamo facendo tardi, professore ci sgriderà- disse Doremi continuando ad ansimare.

  • Gia scusa è vero- disse Kotake tornando normale.

Kotake si volto andò verso la classe.

chissà perché fa cosi io non capisco” penso Doremi ancora abbastanza paonazza per la scena.

  • Ehi... aspetta- disse Doremi e lo raggiunse.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Allora padre cosa mi voi far vedere- disse Akatsuki mentre scendeva le scale dei sotterranei del palazzo.

  • Ancora un attimo e lo vedrai figliolo- disse Il re

il posto puzzava di muschio margio e l'umidità era cosi tante che iniziò a formarsi una la nebbia.

  • Questo posto era usato come carcere per i criminali efferati, maghi che usavano la negromanzia nei tempi di guerra, tu non ci crederai ma queste secrete anno ospitato anche demoni- disse il re.

  • Come fai a sapere tutte queste cose?- chiese Akatsuki.

  • Perché quando avevo la tua eta scesi nelle prigione, fu impressionante la miriade carcerati che c'erano, era un inferno. Ma tra quell'inferno vidi una cosa che affascinò, il diritto della nostra famiglia a governare.- disse il re

Le porte del carcere si aprirono e al centro di esso c'era una teca di vetro, il posto era pieno di scheletri, carcerati morti, dietro di tutti che troneggiava un teschio titanico alto più di venti metri. Akatsuki rimase scosso da quelle visioni.

  • Chi accidenti era?- riusci solo a dire.

  • Era mostro che catturarono nella battaglia contro l'invasione dei demoni settecento anni fa, fu la prima cosa che trovai incredibile. Quando lo trovai qui era legato con dei catenacci pesanti tonnellate, tentai di avvicinarmi ma lo senti subito la mia presenza e si dimeno e ruggì cosi forte che lo sento ancora nella orecchie.- disse il re.

Akatsuki iniziò ad andare verso la teca e quando fu li quasi svenne per ciò che c'era dentro, le leggendarie Zanne del Leone indumento costituito da bracciali neri con linee bianche, e scarponcini pelosi.

  • Le leggendarie Zanne del Leone sono le armi più potenti del mondo magico, e sono niente meno che sotto il palazzo reale- disse Akatsuki stupefatto.

  • Incredibile ma vero, onestamente non sono mai riuscito ad usarlo non so come ma non riesco a farli funzionare, tuo nonno ci riusciva solo alzando un dito, non mi scorderò mai quando uccise in un colpo solo il demone. Mi ricordo che mosse solo la gamba.- disse il re

  • ma il demone non era nelle secrete?- chiese Akatsuki.

  • Si, ma non so come si liberò e uscì con tutti i prigionieri a tuo nonno bastò poche semplici mosse riuscì a riportare l'ordine.

Akatsuki iniziò a scrutare la teca.

  • Su ora togli la teca vediamo se tu riesci ad indossarli – disse il re.

  • Non posso se non ci sei riuscito tu- disse Akatsuki.

  • Non sottovalutarti, sei più forte di quello che ti sembra.- disse il re

Akatsuki alzò la teca e non appena fu tolta ci fu un lampo e cascarono a terra.

  • Che è successo?- disse Akatsuki rialzandosi.

  • Figliolo guarda!!- disse il re.

Akatsuki si guardò le braccia e il piedi le Zanne del Leone erano li.

  • ma come è possibile ?- disse Akatsuki.

  • Ci sei riuscito figliolo- disse il re fiero.

  • Si ma io non ho fatto niente – disse Akastuki.

  • È strano, io ci ho provato mille volte, ma non funzionava- disse il re.

Akatsuki penso perché le Zanne del Leone erano addosso a lui quando un campanello suono, era il sesto elemento.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Tutti erano davanti alla grande porta dorata raffigurante un angelo. Akatsuki continuava a maneggiare questi bracciali, forzava ma non riusciva a staccarli.

  • Che succede Akatsuki?- disse Doremi guardandolo maneggiare i bracciali.

  • Cosa sono?- disse Leon.

  • Ragazzi queste sono le leggendarie Zanne del Leone.- disse Akatsuki.

  • Cosa?- tutti rimasero increduli a parte Kotake.

  • Si non me lo aspettavo nemmeno io, per queste che mio padre continua a governare, ora come ora non so come si usano ma con il tempo capirò.- disse Akatsuki.

  • E incredibile un'arma cosi potente in mano ai reali, che storia- disse Toru.

Intanto che i ragazzi e le ragazze ammiravano la splendida arma Kotake era preoccupato, aveva letto di quella arma infernale, ma aveva letto anche che era un arma a doppio taglio

non sapeva il perché.

  • ehi, ragazzo ti vedo pensieroso, successo qualcosa?- chiese Toku.

  • Non lo so Toku, un po' per l'arma che Akatsuki a indosso un po' il mio segreto.- disse Kotake

  • si avvicina il momento della verità, sei pronto?- disse Toku.

  • Si ma solo all'ultimo svelerò il mio segreto- disse Kotake.

  • Lo sai che tutto non sarà come prima- disse Toku.

  • Certo che lo so- disse Kotake con un velo di tristezza negli occhio.

  • Su andiamo a scoprire cosa dice quella iscrizione- disse Toku e gli diede una pacca sulla spalla in segno di amicizia.

  • Allora vediamo un po'...- disse Kotake ed iniziò a leggere.

  • La strada risulta impervia e faticosa il penultimo guardiano userà la vostra forza dell'amore contro di te, ma lei non è per la lotta disonorevole, quindi quando combatti con lei mostrati rispettoso e coraggioso, la forza della luce risiede nello spirito, guerriero stai attento.

    Yuzuna angelo-

  • notizie su questa Yuzuna?- disse Leon.

  • Non a parte era a Misora quattordici anni fa nell'ospedale di Misora, ma sono andato a informarmi e dicono che la cartella clinica è scomparsa insieme al nome di su figlio.- disse Doremi.

  • Questo è un problema, se riuscissimo a trovare la cartella clinica riusciremo a sapere chi è il prescelto e il suo nome.- disse Toku.

  • Sempre se non è finita in mano ai demoni.- disse Onpu.

  • Speriamo di no- disse Doremi.

  • Bando ai convenevoli e andiamo- disse Kotake.

  • si- dissero all'unisono.

Kotake aprì la porta ed entrarono.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Appena entrarono vennero abbagliati da una luce accecante che li mise subito K.O., più in la c'era una entità misteriosa che guardandoli svenuti disse:

  • trovate dentro di voi la forza per contrastarmi- disse il guardiano della luce.

I ragazzi vagavano per le loro menti nell'angolo sconosciuto delle loro menti.

Il primo furono i flat a svegliarsi e davanti a loro c'era una figura di vecchio con la barba molto folta seduto su un trono vecchio e ammuffito col tempo.

Akatsuki vide che il vecchio aveva indosso la leggendaria arma che ora era nelle sue mani

  • chi siete voi?- chiese l'uomo anziano.

  • Noi siamo maghi- disse Akatsuki

  • aspetta ora che mi fai pensare mi ricordi qualcuno.- disse il signore anziano.

  • Anche tu mi ricordi qualcuno... Nonno- Disse improvvisamente Akatsuki.

  • Cosa? Questo vecchio e grande signore del mondo dei maghi- disse Toru.

  • Il piccolo Akatsuki e i suoi amici- disse L'anziano.

  • Non credevo fossi ancora vivo- disse Akatsuki abbracciandolo.

  • Gia non lo sono il grazie al potere del guardiano della luce- disse l'anziano.

  • Non ho molto tempo che cosa vuoi chiedermi?- disse L'anziano.

  • Ecco volevo sapere come funziona l'arma- disse Akatsuki mostrandogli.

  • Anche tu la maledizione dell'arma leggendaria, ora ascoltami l'arma trae energia dal tuo spirito combattivo.- Disse l'anziano cominciando a dissolversi.

  • Aspetta ho ancora tante cose da chiederti- disse Akatsuki.

  • tutte le cose che vuoi sapere son nel libro regale- disse l'anziano e si dissolse.

  • Grazie nonno- disse Akatsuki.

  • Tutto bene Akatsuki?-disse Leon.

  • Si! andiamo- disse Akatsuki e si voltarono e scomparirono.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

dove mi trovo? Che posto e questo?” penso Doremi mentre riaprì gli occhi.

  • un ospedale- disse Doremi.

Iniziò a camminare e l'immagine cambiò, era in una stanza.

  • Doremi!- venne chiamata da una voce. Non poteva crederci.

  • Nozomi- disse Doremi iniziando a piangere.

  • Non piangere Doremi e ascolta con molta attenzione non ho molto tempo- disse Nozomi.

  • Ma come faccio a parlare con te, tu sei morta quattro anni fa- disse Doremi con gli occhi gonfi di lacrime.

  • Gia ma grazie ai poteri del guardiano della luce posso vederti ancora una volta.- disse Nozomi.

  • Ora concentrati e dimmi qual'è asso di picche- disse Nozomi disponendo le carte su un tavolino.

  • Non sono mai stata brava in quel gioco- disse Doremi asciugandosi le lacrime.

  • Concentrati, usa il tuo spirito- disse Nozomi.

Doremi chiuse gli occhi, diffuse il suo spirito su tutto il tavolo.

  • Eccola- disse Doremi e mise il dito sulla carta.

  • Brava è la carta giusta- disse Nozomi sorridente.

  • Ti servirà per quello che dovrai affrontare- disse Nozomi cominciando a scomparire.

  • No! aspetta ho ancora molte cose da chiedere- disse Doremi ma Nozomi fece cenno di tacere.

  • Ti volevo ringraziare per tutto quello che hai fatto per me- disse Nozomi.

  • Grazie, Doremi-chan- disse Nozomi e si dissolse.

  • Grazie Nozomi- disse Doremi sorridendo e scomparì.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Kotake si svegliò immezzo a un campo bruciato, odore di fumo e cenere facevano puzzare l'aria.

  • Dove mi trovo?- disse Kotake portandosi la mano davanti alla bocca.

  • Sei nel mondo del male- disse una voce alle sue spalle

  • Chi sei tu?- disse Kotake mettendosi in posizione di difesa.

  • Abbassa la difesa non sono qui per combattere- disse il demone davanti a lui.

Kotake scrutò il misterioso personaggio, era uguale identico a lui a parte il capelli che erano molto lunghi e di un blu molto scuro.

  • Io sono tuo padre, Tetsuya Kotake- disse il demone.

Il ragazzo rimase sconvolto. Come era possibile che conoscesse il suo nome.

  • Come fai a conoscere il mio nome- disse Kotake spaventato.

  • Difficile spiegartelo ora come ora, diciamo solo che ho lasciato una parte del mio spirito dentro di te quando sono morto.- disse il demone.

  • A scusa il mio nome è Vade- disse il demone.

  • Ora ascoltami ci sono cose che non sai di te, e nemmeno i tuoi genitori terrestri possono spiegarti, l'unici che sanno la verità sono gli ultimi sopravvissuti del mondo del bene.- disse Vade e iniziò a dissolversi.

  • Aspetta come faccio a controllare il mostro che in me, ti prego dimmelo, a volte mi sembra di impazzire.- disse Kotake disorientato.

  • Magari concentrandoti e non facendo prendere dalle emozioni- disse Vade.

  • È una parola- esclamò Kotake.

  • Pfff... ahahahahahha- Vade si mise a ridere.

  • Che c'è da ridere?- disse infuriato Kotake.

  • No! solo che assomigli molto a tua madre- disse Vade sorridendo

Kotake vide per un momento gli occhi del demone ma non c'era oscurità nei suoi occhi anzi quello che vedeva era una luce molto calda e confortante come quella che di solito a suo padre terrestre.

  • Senti mi dici il nome di mia madre?- disse Kotake.

  • Io non posso perché dovrai scoprirlo da solo e, quando scoprirai il suo nome saprai tutto.- disse Vade

  • Ok- disse Kotake triste.

  • Dai non fare quella faccia, sei vicino alla soluzione.-disse Vade.

  • A un'altra cosa cerca di dare una brutta batosta a Caos quando lo incontri- disse Vade.

  • Vecchi conti?- chiese Kotake.

  • Lui mi ha inferto il colpo mortale- disse Vade serio.

  • Vedrò cosa posso fare- disse e si girò e il padre scomparì.

  • Io sarò sempre vicino a te- disse in lontananza.

  • L'ho sempre saputo che c'era qualcuno che mi guardava le spalle, ma non credevo fosse mio padre naturale.- disse Kotake e scomparì.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Kotake arrivo nel momento in qui Akatsuki stava combattendo contro sei golem di luce, colossi immensi fatti luce molto informi molto simili ai totem.

  • Che succede qui?- disse Kotake.

  • ah.. finalmente era ora che arrivasti, ma dove sei stato tutto questo tempo- disse Leon.

  • Affari personali, comunque da dove sbucano fuori qui golem di luce?- chiese Kotake.

  • Il guardiano della luce Shenona è stanca di combattere e allora ci a messo alla prova, dice che se noi troviamo una chiava impiantata in uno di quei golem ci darà l'elemento.-disse Onpu.

  • Ma il problema sta nell'arma di Akatsuki non riesce ad infondergli molto spirito.- disse Doremi.

  • Ehi Akatsuki non sai come usare la magia dello spirito. Concentrati- disse Kotake.

  • È troppo impegnato a schivare i colpi che gli rifilano il golem, quindi Leader se hai qualche altra ideona da mostrarci- disse Toru schernendolo.

  • Aspetta..- disse Kotake

  • Akatsuki cerca di farti colpire da tutti e quattro nel momento in qui sei a terra- disse Kotake.

  • COSA?!- disse tutti sbigottiti compreso Akatsuki.

  • ma...ma... è un suicidio- disse Doremi.

  • Doremi, non distrarti e cerca di vedere da la chiave- disse Kotake.

  • L'ho fatto prima, ma non è funzionato- disse Doremi.

  • Non eri abbastanza concentrata, sei troppo presa dall'incolumità di Akatsuki- disse Kotake.

  • Speriamo che sia la cosa giusta da fare- disse Akatsuki.

  • Il leader sei tu- disse Doremi e si concentro più che poteva.

I golem attaccarono e scacciarono Akatsuki al suolo.

  • Come va Akatsuki,stai bene?- disse Kotake.

  • Si, come un topo nelle fauci dell'anaconda- disse sarcasticamente Akatsuki.

  • Smettila con il sarcasmo e ascolta, quale mano dei golem è più pesante- disse Kotake

Akatsuki si concentrò è se ne accorse:

  • in realtà sono due invece di sei- disse Akatsuki.

I bracciali presero forma coprirono le mani.

  • Doremi di qual'è quello con la chiave?- chiese Akatsuki

  • è quello di destra- disse Doremi.

Akatsuki atterrò quello di sinistra prendendolo per la mano sbattendolo per terra le immagini sparirono e come un felino si arrampicò sul golem caduto e spicco un salto e finì nella bocca dell'altro golem. Il golem iniziò a tossire forte. Quando all'improvviso esplose.

Akatsuki schizzo via come un proiettile, preso prontamente dai suoi amici.

  • Sai Kotake non ti facevo uno stratega- disse Doremi.

  • Ho dovuto fare un po di allenamento quando sono diventato capitano della squadra nel paese in qui sono stato- disse Kotake e Doremi raggiunse Akatsuki per complimentarsi anche con lui.

Intanto Kotake si avvicina a Shenona seduta sul suo trono con il grosso bastone che teneva in mano assomigliava molto alla regina delle strega solo i capelli erano biondi dalla schiena spuntavano delle ali.

  • Ecco qui il giovane leader che è riuscito a sconfiggermi con le sue tattiche- disse debolmente Shenona

  • Dimmi perché non ci hai dato filo da torcere come gli altri?- Chiese Kotake.

  • Perché volevo vedere come sapevi gestire dei compagni, e perché non ho più voglia di combattere- disse Shenona.

  • Allora hai fatto una chiacchierata con tuo padre?- chiese Shenona.

  • Si, perché?- chiese Kotake.

  • Ti ha detto che è stato stato ferito mortalmente da caos- disse Shenona.

  • Si ma tu come lo sai?- chiese Kotake.

  • Diciamo che ero li- disse Shenona

  • Com'è successo?- chiese Kotake.

  • Tuo padre si mise davanti a tua madre prima di essere colpito, caos era un servo del re del mondo del male.- disse Shenona.

  • Quindi mi stai dicendo che il prossimo non sarà solo un guardiano ma anche un servo dei demoni?- chiese Kotake.

  • Si- disse Shenona.

  • Allora il prossimo avversario dovrò scendere in campo direttamente- disse Kotake.

  • Su ora non perdere tempo avrai bisogno di riposo se vuoi sconfiggerlo- disse Shenona.

  • Ok- disse Kotake e puntò l'amuleto su di lei.

  • Elemento della luce torna nell'amuleto- disse Kotake e tutta la luce circostante entrò nell'amuleto.

Kotake si rimise l'amuleto al collo e si avviò verso i compagni, vide che Doremi e Akatsuki erano molto affiatati, voleva intervenire come il suo solito ma era troppo indaffarato a pensare, chi diavolo erano i suoi genitori? Perché quando cerca risposte tutti gli dicevano che è ancora presto o che deve scoprirlo da solo. Non sapeva cosa inventarsi di una cosa era sicuro è roba che scotta.

  • Ehi Kotake-kun ti vedo pensieroso, tutto bene- disse Hazuki.

  • Stavo solo pensando che il prossimo elemento sarà l'ultimo, e sarà anche un servo dei demoni.

  • Cosa?!- esclamarono tutti.

  • Quindi fin da ora vi dico non fate mosse azzardate.- disse Kotake.

  • Si- dissero tutti.

Che sguardo serio, non l'aveva visto cosi” penso Doremi guardandolo.

  • Ora andiamocene, sta per crollare tutto- disse Kotake.

  • Kotake-kun abbiamo un problema Akatsuki ha usato troppo potere spirituale e non riesce a muovere le gambe- disse Momoko.

  • Ecco il problema dell'arma leggendaria, non devi usare troppo potere spirituale perché potrebbe anche ucciderti.- disse Kotake e se lo carico sulle spalle.

  • Sono pesante- disse Akatsuki.

  • No! sei una piuma- disse Kotake.

Uscirono da quel mondo e Kotake posò a terra Akatsuki.

  • Ce l'avete fatta- disse Toku.

  • Si- dissero tutti.

  • Ora ti affido alle cure di Toku-san- disse Kotake ad Akatsuki.

  • Si- disse Akatsuki.

  • Appena può dobbiamo parlare- disse Kotake ad Toku.

  • Ok- disse Toku.

Chissà cosa gli è preso a quel ragazzo” pensò Toku mentre lo guardava e cosi gli altri, tutti erano sorpresi da quello sguardo serio e risoluto.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Accidenti- disse un demone con una sfera di cristallo.

  • Che succede mio seguace- disse Drake.

  • La squadra capitanata dal mezzo demone è riuscita a prendere il penultimo elemento- disse il demone con la sfera di cristallo.

  • Non ti preoccupare o un piano scegliete i demone più forti e cercate di tenere bloccato il mezzo demone, alla sua squadretta ci pensa lui.

Una figura con il cappuccio e con una grossa falce in mano.

  • Mi avete chiamato signore- disse l'imponente demone chinandosi.

  • Si, ha voglia di sgranchirti le gambe, è da tempo che non combatti- disse Drake.

  • Si, ho una gran voglia di uccidere, la ferita Vade mi ha inferto mi duole ancora.- disse il demone con la falce.

  • Bene allora ti darò il tuo trofeo se sconfiggi questa squadretta- disse Drake e mostrò la squadra di Doremi.

  • VADEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE- urlo il demone agitando la grossa falce.

  • Portami, le loro anime straziate- disse Drake.

Il grosso demone con la falce scomparì.

  • Caro il mio mezzo demone da ora in poi la tua vita diventerà un inferno,MUAHAHAHAHA- disse Drake guardando la sfera di cristallo.


Finalmente ho finito anche questo e da qui in poi per Kotake e per Doremi la cosa si fa complicata, comunque non voglio dire nulla, spero di far presto per il prossimo capitolo.

CIAUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU:

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Il momento della verità ***


Il momento della verità

Capitolo 13


Kotake si svegliò e si mise seduto sul letto, Fat dormiva ancora sul cuscino, dopo gli ultimi avvenimenti non riusciva a dormire la notte, la sua brama di sangue era sempre più forte tanto da paralizzarlo.

Come è possibile che il siero non funziona” penso Kotake toccandosi la testa per il male.

Sapeva che se nell'esatto momento in cui avrebbe detto il suo segreto, il rapporto con Doremi e con gli altri sarebbe cambiato.

Si alzò e si diresse in bagno, si lavo la faccia e i denti e scese in cucina.

  • Tetsuya sei mattiniero, qualcosa non va?- disse la madre vedendolo scendere cosi presto.

  • Sono confuso, quando sono andato a prendere l'elemento della luce, ho incontrato mio padre naturale.- disse Kotake

La madre ebbe un sussulto.

  • E cosa ti ha detto?- disse la madre.

  • Alludeva al nostro prossimo avversario, e che assomiglio a mia madre ed a un destino che si compirà.- disse Kotake.

  • Tetsuya ora è ancora presto, ma appena potremo ti spiegheremo tutto- disse la madre.

  • Sempre cosi, appena cerco di scoprire sui miei genitori naturali, tutti dite che è ancora presto. Non riesco a capire.- disse Kotake.

  • Hai ragione, almeno una cosa te la posso fare vedere- disse la madre e si diresse in camera, prese dal cassetto una fotografia.

  • Guarda questa è tua madre naturale- disse la madre.

Kotake guardò la fotografia raffigurante una ragazza con lunghi capelli biondi che esibiva il suo grosso pancione sorridendo.

  • Tienila con cura al momento giusto saprai la verità- disse la madre con parole rassicuranti.

  • M-mi hai convinto- disse Kotake.

  • Ok, io vado in giro visto che è domenica- disse Kotake ed uscì.

Kotake lasciò casa e si diresse in direzione del parco, la madre e il padre lo guardarono andare via.

  • Cara non demordere ricordi cosa ci siamo promessi, lui sarà informato della sua storia mano a mano finché non sarà capo d'anno, allora potremo dirgli la verità.- disse il padre

  • Lo so caro ma è come se facessimo un torto a sua madre naturale- disse la madre e abbraccio il marito.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Doremi stava dormendo nella propria camera. Entrò Pop.

  • Certo che è davvero una dormigliona- disse Pop.

  • Lasciala stare, oggi è domenica almeno oggi può riposarsi un po' di più- disse Haruka dalla cucina.

Pop tornò nella sua camera, Doremi iniziò a lamentarsi nel sonno.

Doremi si trovava in un posto dove tutto era morto , dagli alberi ai mari sino alla terra stessa.

Dove sono, che posto è questo? io...” si guardo intorno e vide i suoi amici a terra pieni di sangue.

Che cosa vie successo?” Doremi cerco di parlare ma non usciva la voce.

  • si sono opposti al mio potere, scelta sbagliata- disse la figura che si pose davanti a lei.

  • Chi...sei tu?- cerco di parlare Doremi se pur difficilmente.

  • Io sono il settimo guardiano degli elementi- disse la figura.

  • Tu cosa vuoi da noi?- disse Doremi.

  • Io voglio il demone che è nella vostra squadra- disse Caos.

  • Di quale demone parli,noi siamo solo maghi guerrieri, non ce nessun demone nella nostra squadra.- disse Doremi.

  • Certo che c'è ,ed è molto più vicino di quanto credi- disse Caos.

  • IO LO VOGLIO UCCIDERE QUEL CODARDO- urlo Caos facendo alzare la sua aura nera cosi tanto che Doremi si fece con le proprie braccia.

Doremi guardò quello strano essere. Era un essere nero come la pece i suoi occhi erano rosso sangue e portava una mantella che gli copriva tutto il corpo, un cappuccio in testa ed era scalzo nonostante la terra era piena di crepe e una grossa falce.

  • ricorda misera umana io voglio solo lui se voi verrete qui sarete sconfitti- disse Caos e fece apparire una falce e con mosse soavi e potenti taglio l'aria creando una miriade proiettili.

  • AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHH...- urlò Doremi.

  • Doremi svegliati tene prego- disse la voce che la svegliò.

  • Tetsuya, Fat, che ci fate in camera mia- disse Doremi imbarazza.

  • Bhe ecco tua madre mi ha fatto entrare e mi a detto di venirti a svegliare.- disse Kotake.

  • Già la tua mamma bella, gentile, premurosa- disse Fat sulla spalla di Kotake.

  • Ok ora uscite che mi devo vestire – disse Doremi rossa in volto.

  • Ok...- disse Kotake rosso pure lui.

  • Hihihi.. ora lo credo perché ti piace quella umana. Un corpicino cosi non lo avevo mai visto.- disse Fat spiando dallo spioncino della porta.

  • Che fai? non si spia- disse Kotake.

  • Di la verità che la vorresti spiare anche tu?- disse Fat a modi gatto sormione.

  • Ma che dici, e poi mi spieghi cosa ti interessa il corpo di Doremi?- disse Kotake rosso.

  • Un semplice studio- disse Fat continuando a spiare.

  • Razza di esserino maniaco- disse Kotake prendendo il folletto tra le mani.

  • Ma dai ora che cominciava cambiarsi il reggiseno.- disse il folletto sbuffando.

  • R-reggiseno?!- disse Kotake arrossendo immaginandosi la scena.

  • Ihihihihihih Tetsy, guarda che ti sta uscendo il sangue dal naso- disse il folletto.

Il ragazzo se ne accorse con un fazzoletto che aveva in tasca.

  • Che combinate voi due?- disse Doremi uscendo dalla stanza.

  • Nulla, vero Fat?- disse Kotake sviando lo sguardo.

  • Non è che per caso mi spiavi?- chiese Doremi con tono provocante.

  • Io spiare un impiastro come? Non diciamo sciocchezze- disse Kotake e s'incamminò verso le scale.

  • Io non sono un impiastro- disse Doremi imbronciata seguendolo.

Doremi e Kotake salutarono Haruka e si incamminarono verso la spiaggia, tutti e due erano assorti nei loro pensieri, Kotake pensava alla persona della foto, in molte cose quella persona gli somigliava. Mentre Doremi stava pensando ancora alla dichiarazione di Akatsuki che la tormentava oltre al fatto che Kotake era in pericolo.

che vorrà il guardiano da lui, non ci sto capendo nulla” pensò Doremi.

  • Ehi che cosa sono quei musi lunghi, siamo venuti per divertirci- disse Fat speranzosa di risollevare il morale ai ragazzi.

  • Ora che ci penso cosa siamo venuti a fare qui- disse Doremi riferendosi al mare.

  • Ora lo vedrai- disse Kotake e caricò Doremi a modi sacco sulla spalla.

  • Ma che fai, mettimi subito giù- disse Doremi.

Senza pensarci troppo diede la foto a Fat e scaravento nell'acqua del mare.

  • MA SEI IMPAZZITO PER CASO?!- disse Doremi riemergendo.

  • Volevo tornare ai vecchi tempi. Ti ricordi quando tu mi buttasti nell'acqua quando eravamo in seconda- disse Kotake.

  • Si ora ricordo poi che fummo sgridati dalle nostre madri e restammo a letto una settima per la febbre...Hahahaha come eravamo buffi- disse Doremi ridendo.

  • Ecco io ho regolato i conti-disse Kotake e ricevette un forte schizzo d'acqua.

  • Tu credi?- disse Doremi sfidandolo.

Kotake non ci penso neanche un momento iniziò a schizzare l'acqua addosso a Doremi, e Doremi fece lo stesso con lui. Erano felici e sereni come quando erano in classe insieme, senza preoccupazioni. Ad un certo punto Doremi cadde e si portò con se anche Kotake.

  • Tutto bene Doremi?- disse Kotake steso a terra.

  • Si tutto bene- disse Doremi a cavalcioni su di lui.

Si guardarono negli occhi, la mano di Kotake finì sui suoi capelli, quel colore rosso magenta era la cosa che caratterizzava la ragazza.

  • Mi sono sempre piaciuti i tuoi capelli lunghi rosso magenta- disse Kotake e prese una ciocca di capelli e la annusò. L'odore che senti era quello di rosa.

La ragazzina avvampò ma non riusciva a sottrarsi a quella sensazione di benessere, ma un vento gelido li scosse da questo torpore. Tutti e due si rialzarono imbarazzati. Si sedettero sulle scale.

Tutti e due tremavano come delle foglie. Fat li guardo.

  • Certo che voi siete strani, farvi il bagno nel mare di novembre- disse Fat.

  • Io ho voluto regolare i conti- disse semplicemente Kotake.

  • Sciocco ora sai che bella polmonite che mi verrà, e-etciu!!- disse Doremi.

  • Ti vedo turbata oggi e successo qualcosa?-disse Kotake preoccupato.

  • Sai stanotte ho fatto un sogno, il settimo guardiano era davanti a me e mi diceva arrabbiato che vuole il demone che è nella nostra squadra. Per caso sei tu?- disse Doremi

Kotake e Fat iniziarono a sudare freddo.

  • Aaah... che stupido stavo scherzando- disse Doremi ridendo.

  • Io prometto solennemente di restare quella che sono qualsiasi cosa succeda e ti prometto di starti vicino qualsiasi cosa succeda. Ma questo vale anche per te- disse Doremi.

  • Io prometto solennemente di restare quello che sono qualsiasi cosa succede e ti prometto di starti vicino qualsiasi cosa succeda.-disse Kotake

  • Allora se permettette io sigillerei con un tocco di polso.- disse Fat.

  • Tocco di polso?- dissero tutte due.

  • Si è una speciale modo di fare promessa che si usava nel mondo del bene.- disse Fat.

  • E come si fa?- disse Doremi.

  • Bisogna toccare il polso della persona che si deve fare la promessa dal lato interno- disse Fat.

Kotake e Doremi fecero come detto da Fat. Si sentirono un po in imbarazzo.

Quasi al improvviso arrivo la chiamata la porta del ultimo guardiano era visibile.

  • Ci rivediamo al Maho- disse Kotake.

  • Si- disse Doremi.

Si misero a correre a più non posso verso le loro rispettive case si cambiarono dai vestiti bagnati, e si avviarono verso il Maho, all'arrivo trovarono una brutta sorpresa.

Davanti alla porta del mondo della magia c'erano tre demoni ad aspettarli.

  • Salve, ragazzi volete utilizzare la porta, prego signorina, il tuo amico pero è nostro.- disse un dei demoni davanti alla porta.

  • Neanche per sogno io non vado via senza di lui- disse Doremi.

  • Doremi, meglio ascoltare il suo consiglio io vi raggiungerò più tardi.

  • Non ci penso neanche, e poi questa è l'ultimo guardiano, abbiamo bisogno di te.-disse Doremi.

Un demone apri la porta e Kotake prese il braccio di Doremi e la scaravento nel mondo della magia.

  • Aspetta abbiamo bisogno di te- disse Doremi vedendo che il portale si stava chiudendo.

  • Vi raggiungerò in qualche modo- disse Kotake e il portale si chiuse.

  • Ti prego Kotake stai attento- disse Doremi e si girò ed andò all'appuntamento.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Ora che siamo da soli possiamo parla- disse uno dei demoni.

  • Di che volete discutere se è lecito chiedere?- disse Kotake.

  • Di unirti alla nostra causa, pensa un mondo come questo in mano nostra, potere donne, e persino quella signorina potrebbe essere tua anche senza dichiarazioni.- disse il demone

  • proposta allettante, ma si da il caso che il mondo mi piace cosi come è, riguardo alla signorina.- Kotake si fermo -Lasciatela in pace- disse Kotake cambiando si voce che sguardo.

  • Questo e il mio territorio- disse Kotake.

  • È una minaccia?- disse uno dei demoni.

  • Si, vi conviene ascoltarmi, prima che perda le staffe- disse Kotake.

  • Ahahahahahah.. il ragazzino ci da dei ordini.- disse uno dei demoni

i tre demoni fecero scaturire una aura nera cosi potente da sbloccare in Kotake la brama di sangue. Kotake ebbe delle conate di vomito.

  • Allora adesso che hai conosciuto la nostra forza, ti arrendi no?- disse uno dei demoni.

  • Non sapete a cosa state andando incontro- disse Kotake e si lancio su uno di loro.

Unica cosa si senti fu un esplosione e il povero Maho distrutto insieme alla porta.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Doremi ebbe un sussulto. Era arrivata all'appuntamento, ed ora stavano pianificando una strategia d'attacco davanti alla porta

  • Doremi che c'è? Sei pallida- disse Aiko.

  • Sento che Kotake è in pericolo- disse Doremi.

  • Non ti preoccupare, è un ragazzo forte- disse Hazuki.

  • Forse hai ragione, ma io sono comunque preoccupata per lui- disse Doremi

  • forse anche troppo- dissero tutti con tono malizioso.

  • Che volete dire?- disse Doremi.

  • Nulla- dissero tutti.

  • E poi noi non dipendiamo da Kotake, noi siamo le ojamajo e nessuno ci può fermare, vero ragazze?- disse Onpu.

  • Si- dissero tutte tranne Doremi.

  • Io comunque sono preoccupata- disse Doremi.

  • Fermi tutti! Doremi da quando sei cosi pessimista, quasi non ti riconosco più- disse Onpu incredula.

  • Da quando mi sono svegliata oggi credo stia per succedere qualcosa che cambierà per sempre le nostre vite.- disse Doremi.

  • Che discorso complicato sei veramente Doremi? Fammi vedere se hai la febbre - Disse Momoko e mise la mano sulla fronte di Doremi.

  • Non dire idiozie, non ho la febbre- disse Doremi imbronciata.

La porta si aprì e si senti subito l'oscurità che aleggiava in quell'ambiente. I ragazzi e le ragazze rabbrividirono.

  • Allora pronti – disse Akatsuki.

  • Si- dissero tutti anche se qualcuno di loro non era molto convinto.

Entrarono.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Il Maho era distrutto e una desolazione risuono nell'ambiente poi un rumore si senti, mattoni che si muovevano e ne uscì Kotake con un demone ancora vivo, lo teneva per la gola.

  • Dimmi perché volete me con voi?- disse Kotake.

  • Perché se controlliamo, te la vittoria sarà scacciante è quello che dice sempre il nostro capo- disse il demone.

  • Cosa vuol dire?- disse Kotake.

  • Tutto e o forse nulla, e poi io mi preoccuperei più per i tuoi amici, credo che non se la passano tanto bene.- disse il demone.

  • Perché cosa gli sta succedendo?- disse Kotake.

  • Perché secondo te abbiamo fatto andare avanti la ragazzina, Caos non è come gli altri guardiani, i tuoi amici non hanno scampo.-disse il demone.

Kotake lo lasciò andare.

  • Cosa fai?- disse il demone.

  • Ti lascio andare , riferisci questo al tuo capo, io non faro mai parte dei demoni.- disse Kotake.

  • Il gioco si è già messo in moto- disse il demone e volò via a malapena.

  • Quale gioco?- disse Kotake.

Kotake si sentiva frastornato da brama di sangue, ed era preoccupato per Doremi e gli altri ma come poteva fare, la porta del guardiano, una volta chiusa non poteva più aperta e non poteva nel mondo magico perché la porta era distrutta.

  • Accidenti- disse Kotake sedendosi su quello che rimaneva delle scale dell'entrata del Maho.

  • Qualcuno vuole un passaggio- disse una voce in lontananza.

Dall'alto un cavallo alato bianco scese e si fermo davanti a Kotake.

  • Bhe! cosa aspetti salta su- disse il cavallo

  • Ci conosciamo?- chiese Kotake con fare sospetto.

  • Scemo sono io! Fat- disse il cavallo.

  • Fat sai come andare, nel mondo del guardiano?- chiese Kotake incredulo.

  • Ci sono tante cose che non sai di me- disse Fat.

  • Spero che un giorno me le dirai- disse Kotake.

  • Lo spero anche io- disse Fat.

  • Basta con le chiacchiere, andiamo- disse Kotake.

  • Certo- disse Fat si inalzò

Fat iniziò a trottare in aria sempre più veloce sino a sparire.

  • Ragazze ,ragazzi resistete sto arrivando- disse Kotake.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Ma che paesaggio lugubre- disse Onpu.

Il paesaggio che si prospettava davanti era una desolazione infinita ,terra bruciata si estendeva per miglia e miglia, ammassi di case distrutte, molte volte l'avevano visto nella televisione ma non pensavano che questi mondi esistessero veramente.

  • Raganella, raganella- ripeteva ogni minuto Hazuki tendo il braccio di Fujo.

  • Calma, Hazuki ci sono io a proteggerti-disse Fujo in evidente imbarazzo dal tocco della ragazza.

  • G-grazie- disse Hazuki.

  • Guardali i due piccioncini- canzonava Aiko.

Tutti ridevano e scherzavano tranne Doremi.

  • Doremi che c'è sei molto pensierosa, oggi, è successo qualcosa?- chiese Akatsuki.

  • Sai stanotte ho fatto un sogno, in questo sogno voi tutti eravate privi di sensi, io sono stata l'ultima a rimanere in piedi, eravamo in questo mondo, davanti a me il guardiano dell'oscurità, mi intimava di consegnare il demone che è nella nostra squadra.- disse Doremi.

  • Chi può essere questo demone che nella nostra squadra?- chiese Akatsuki.

  • Non lo so, ma la cosa mi fa stare inquieta- disse Doremi.

  • Ma chi può tenerci segreto un cosa importante- disse Akatsuki.

Doremi scrutò i suoi amici e le sue amiche, ma non trovo tratti demoniaci.

  • Che stupida che sono come posso dubitare la loro fiducia- disse Doremi squotendo la testa.

  • E se centrasse con il segreto di Kotake- disse Akatsuki.

  • Credo di no, Kotake non è tipo da tenere un segreto cosi grande hai suoi amici- disse Doremi convinta di quello che diceva.

  • Se lo dici tu ti credo- disse Akatsuki.

Arrivarono in un punto in cui a terra giacevano degli scheletri con grosse armature e grosse spade macchiate di sangue.

  • Chissà quanti anni hanno combattuto per ridursi cosi- Disse Akatsuki.

  • Io non voglio scoprirlo- disse Momoko disgustata dalla scena.

  • Raganella, raganella- disse Hazuki per cacciare via la paura.

All'improvviso un dei teschi si illuminarono gli occhi di rosso.

  • KYYAAAAA!!!- urlo di paura provenì da Onpu e abbracciò Toru che era davanti a lei.

  • Che c'è Onpu?- disse Toru visibilmente imbarazzato.

  • Il teschio si è mosso.- disse Onpu visibilmente impaurita.

Il teschio si attacco al resto del corpo e si alzò in piedi.

  • Che cosa sono?- chiese Aiko.

  • Mai sentito parlare di non-morti?- chiese Leon.

  • No- disse Aiko.

  • Allora te lo spiego io, sono morti che con la magia oscura vengono privati delle emozioni e non si fermeranno finché ci avranno ucciso.- disse Leon

  • Bravi, spiegazioni perfette ma vi siete dimenticati un particolare, finché la magia oscura che il controlla non si sarà estinta si riformeranno sempre.- disse un voce che arrivo dal cielo.

  • Caos- disse Doremi.

  • Certo che sono io, e ti avevo raccomandato di portarmi il demone.- disse Caos.

  • Chi è questo demone che sarebbe nella nella nostra squadra?- chiese Doremi.

  • Ma tu lo sai già chi è- disse Caos.

  • No, non lo so- disse Doremi.

  • Allora volete le maniere forti- disse Caos.

Batte il bastone della falce per terra e inondò la terra di oscurità, con cui fece ritornare in vita altri non-morti.

  • Coraggio miei schiavi fate piazza pulita di questi umani- disse Caos.

  • Sentite io mi occupo di Caos voi pensate ai non-morti.- Dissi Akatsuki.

  • Io vengo con te- disse Doremi.

  • Doremi è meglio se aiuti i nostri amici- disse Akatsuki.

  • Io sono preoccupata, quel mostro e molto più potente di CIO che sembra- disse Doremi.

  • Non abbiamo alternative- disse Akatsuki.

  • Ok, però non devi morire- disse Doremi.

  • Te lo prometto- disse Akatsuki.

Doremi cominciò a combattere assieme alle sue amiche contro i non-morti, se pur difficilmente per la presenza delle armature a prova di colpi anche se era molto vecchie e arrugginite.

Intanto Akatsuki fronteggiava Caos.

  • Non voglio te, voglio il demone, e poi se non avete lui non potrete mai sconfiggermi- disse Caos

  • Non dire sciocchezze io basto e avanzo- disse Akatsuki iniziando ad infondere il potere nei scarponcini e nei bracciali che si allungarono fino a coprire le braccia e le gambe.

  • Ohohohoh... cosa vedo le leggendarie zanne del leone, diritto a governare il mondo dei Maghi, un'arma tanto potente ma se non si sa usare potrebbe mandarti all'altro mondo- disse Caos.

  • Taci e combatti- disse Akatsuki.

La lotta iniziò e subito si vide chi poteva battere chi, Caos era come se non ci fosse, ogni volta che Akatsuki attaccava vedeva l'immagine ma i suoi colpi andavano a vuoto.

Caos sferro una ginocchiata nel stomaco, piegandolo in due. Akatsuki si tenne le mani sullo stomaco sputando sangue.

  • Te lo detto, non mi poi battere- disse Caos

  • Tu pensa a combattere- disse Akatsuki.

Akatsuki si rimise in piedi ed andò all'attacco. Caos impreco e creò una sfera nera.

  • Mi hai stancato- disse Caos e la lancio contro Akatsuki.

Il povero Akatsuki venne scagliato miglia di distanza.

  • Akatsuki!- disse Doremi

  • Va a vedere come sta, noi ce la caviamo- disse Aiko

  • Ma...- disse Doremi venne sovrastata da un'altra.

  • Non discutere, va- disse Leon.

  • Grazie- disse Doremi.

La situazione non era delle migliori, Akatsuki era steso a terra che tentava di rialzarsi e Caos era in cielo che stava per scagliare una sfera imponente che li teneva su con un dito.

  • Sparirete, che questo si d'esempio per quel codardo- disse Caos

  • Chi è questo demone, diccelo- chiese Doremi mettendosi davanti Akatsuki.

  • Silenzio, addio- disse Caos lanciando addosso l'immensa sfera nera.

  • Va via Doremi, salvati almeno tu – disse Akatsuki.

  • Niente da fare, io non vado via senza di te- disse Doremi.

La sfera nera colpi la terra creando un cratere. Di Doremi e Akatsuki non c'era più traccia.

  • Doremi, Akatsuki dove siete?- disse Hazuki mentre fronteggiava i non-morti.

  • Sono stati uccisi da quel mostro- disse Momoko iniziando a piacere.

All'improvviso Caos ricevette un pugno che distrusse la falce e lo scaravento lontano. I non-morti si sgretolarono.

  • Non vi preoccupate, stanno bene tutti e due.- disse Kotake scendendo dal cielo con in braccio Doremi priva di sensi e Akatsuki era sul cavallo alato.

  • Kotake!!- dissero all'unisono.

  • Si- disse semplicemente Kotake.

In quel momento Doremi si svegliò, e si vide davanti il viso di Kotake.

  • Kotake sei salvo- disse Doremi.

  • Certo non sono tanto debole- disse Kotake scherzando.

  • Akatsuki dov'è?- chiese Doremi.

  • È li su Fat- disse Kotake indicando Fat.

  • Doremi...- la chiamò Akatsuki alzando la mano.

  • Senti Kotake ti ringrazio per avermi salvato, ma ora mi potresti far scendere.- disse Doremi Imbarazzata.

  • Certo scusa- disse Kotake facendola scendere.

  • Ora voglio che mi ascolti Doremi, perché ora ti rivelerò il mio segreto- disse Kotake.

  • Non c'è tempo adesso- disse Doremi.

  • Certo che c'è tempo- disse Kotake.

Kotake iniziò ad incamminarsi verso dove era caduto Caos, e lo disse. Il segreto inconfessabile .

  • C-come, non capisco- disse Doremi incredula.

  • È come ti ho detto. Io sono un demone- disse Kotake.

A Doremi cadde il mondo addosso. Come aveva potuto tenere una cosa cosi importante nascosta a lei, la sua amica d'infanzia.

  • Non ti credo- disse Doremi iniziando a singhiozzare.

Kotake la guardo e solo allora vide che era la verità, i suoi occhi erano come quelli di un demone. Doremi casco sulle ginocchia. Gli occhi si svuotarono, nella sua mente scorrevano le immagini di lui dispettoso, allegro, mentre la prendeva in giro. Ora non sapeva più se fidarsi di lui o reputarlo un nemico.

  • Come hai potuto tenerci allo scuro di una cosa cosi importante?- disse Onpu

  • Non ho potuto fare altrimenti, io ero indispensabile per la missione, non so per quale motivo- disse Kotake.

Kotake guardava Doremi, era inerme con gli occhi svuotati. Ma una voce la fece ritorna sulla terra.

  • Doremi, decidi tu se Tetsy è un vostro nemico o no, ma fallo dopo averlo visto combattere al massimo delle proprie forze- disse Fat.

  • Fat...- disse Doremi guardando la schiena di allontanarsi.

Kotake aspetto che Caos si riprese. Dove era caduto c'era un cumulo di macerie che in

attimo usci Caos infuriato.

  • TU MALEDETTO, SEI VENUTO ALLO SCOPERTO -urlo Caos

  • Certo per finire quello che mio padre aveva iniziato, consegnami l'elemento dell'oscurità, e ti lascerò tornare dai tuoi padroni- disse Kotake.

  • Non sei in condizioni di dare ordini, ti ucciderò prima che tu faccia il primo attacco- disse Caos andando all'attacco.

Caos scompari, ricompari davanti a Kotake mollando un pugno che lo scaravento su una casa distrutta facendola crollare.

  • Kotake!- disse Doremi incredula se stessa essersi preoccupata

  • Non ti preoccupare , Kotake è ancora vivo, spero che non gli venga nulla dopo che abbia usato la magia al cento per cento- disse Fat

  • Che cosa intendi dire?!- disse Doremi.

  • Nulla Doremi- disse Fat.

Padroncino cerca di non strafare” penso Fat guardando lo scontro.

Kotake si tiro su un po' frastornato.

  • Complimenti sei davvero forte- disse Kotake togliendosi il rivolo di sangue sul lato della bocca.

  • Pure tu sei forte, non c'è che dire- disse Caos tendendo la mano sul fianco .

  • Ma ora finiamola con i giochetti- disse Caos.

  • Quando lo ha colpito Kotake?- chiese Akatsuki.

  • Quando sono entrati in contatto- disse Fat e torno alla sua forma originale.

  • Tu credi che possa farcela?- chiese Doremi.

  • Certo, se Kotake usa il massimo della magia- disse Fat.

  • Ma usando tutto il potere magico rischierebbe un arresto cardiaco.- disse Fujo.

  • Quindi vuol dire che avremmo l'elemento ma non Kotake- disse Aiko.

  • Si è cosi, in teoria- disse Fat.

  • Come in teoria?- chiese Doremi.

  • Lui è un demone quindi la sua resistenza è molto grande rispetto gli altri- disse Fat.

  • Ma perché non c'è la mai detto?- disse Aiko.

  • Perché se ve l'avrebbe detto temeva che voi avreste fatto di testa vostra e sareste stati sconfitti, ecco perché ora sta combattendo, per aiutarvi.- disse Fat.

  • Ma con il quinto guardiano ce l'abbiamo fatta senza il suo aiuto- disse Momoko.

  • Perché sapeva che non avete bisogno di lui per prendere l'elemento.-disse Fat.

I ragazzi si zittirono perché di li a poco avrebbero visto un vero e proprio scontro.

Caos era intenzionato a distruggere Kotake. Tutti e due si guardavano.

Caos iniziò a concentrasi, assorbì l'oscurità che c'era dentro i non-morti e rientro nel suo corpo. Stava cambiando forma, la muscolatura era molto più massiccia, i denti divennero più taglienti di quelli di uno squalo, corna appuntite, ali molto robuste, unghie lunghe.

La terra tremò per qualche secondo. Da quell'essere spaventoso fuoriusciva un quantitativo impressionante di magia oscura.

  • Mi dio che incredibile potenza oscura, non ne visto cosi tanto in vita mia- disse Akatsuki.

Kotake tremava non per la paura ma per la brama di sangue, si concentrò. Da lui scaturì una luce blue con zampilli di elettricità.

  • Dieci... venti...trenta...quaranta...cinquanta...sessanta...settanta- disse Kotake e la sua aura diventava sempre luminosa e potente, tanto che Doremi e gli altri si dovevano tenere la mano davanti al viso per la troppa luce.

  • Ottanta...novanta...cento per cento- disse Kotake facendo esplodere la sua aura in una colonna di luce blu e zampilli di elettricità.

Doremi era incredula, si stava chiedendo se il ragazzino dispettoso era lo stesso che aveva davanti ai suoi occhi era lo stesso.

Kotake fece segno a Caos di fare la prima mossa. Caos scomparì e riappari di nuovo davanti a lui e sferro un calcio, ma questa volta Kotake fermo il colpo con la gamba, ci fu qualche secondo in qui si guardarono negli occhi, poi scomparirono. Al posto delle immagini avevano i suoni della battaglia, ogni colpo che si davano era come una cannonata.

  • Dove sono?- disse Leon.

  • Sono diventati tanto veloci che non riusciamo a vederli- disse Onpu.

  • E tutta una questione di abitudine, io riesco a vederli- disse Fat che intanto era salita sulla spalla di Doremi.

  • Vero Doremi?- disse Fat

  • Doremi riesci a vederli?- chiese Akatsuki.

  • Si, sono molto veloci- disse Doremi seguendo con gli occhi tutti i movimenti del scontro.

  • E chi è in vantaggio?- chiese Hazuki.

  • Sono in parità- disse Doremi.

  • Ma credo Tetsy tra un po' concluderà lo scontro, almeno spero- disse Fat.

  • Senti esserino mi dici perché conosci tanto Kotake-kun?- chiese Momoko.

  • Io mi chiamo Fat e sono il folletto Tetsy da quando e nato-disse Fat.

  • Ma sai che sei molto carina Fat- disse Onpu.

  • Non dirlo ho mi imbarazzo- disse Fat coprendosi con il capello.

All'improvviso ci fu uno schianto, Kotake che si teneva in piedi a stento ma anche Caos era ridotto male.

  • Maledetto, Sei davvero forte non c'è paragone con tuo padre- disse Caos.

  • Sei veramente potente, ma ho scoperto il tuo punto debole- disse Kotake.

  • E quale sarebbe?- disse Caos.

  • Tu dici che il mio padre naturale era una schiappa, ed allora come me lo spieghi la cicatrice che hai al centro del petto? Ci ha messo molto quello che ti a curato, visto che il punto debole dei demoni e il cuore.-disse Kotake.

  • Piccolo verme mi sono stancato di te, ora ti uccido e reclamerò CIO che è mio, il posto da generale demoniaco, mentre tu finirai a fare il mio trofeo sul mio stendardo- disse Caos.

  • Credo che tu stia sbagliando, io non sarò il tuo trofeo, io troverò il prescelto e scongiurerò questa maledetta guerra e gli chiederò il modo di tenere a bada la brama di sangue. Io non sarò mai un di voi.- disse Kotake.

Quelle parole dette da Kotake, Doremi si scosse un po' dalla sue incertezze.

Lo scontro era quasi alla fine tutti e due iniziarono a creare le loro mosse finali, Caos fece comparire una sfera cento volte più grande di quella che aveva creato per Akatsuki. Kotake invece unì le mani e si concentrò, il suo corpo era completamente invaso dall'elettricità. Concentro tutto il potere nella mano destra e creò una saetta molto grande.

  • Vuoi sconfiggermi con quella forchetta?- disse Caos.

  • Non sottovalutare questa tecnica, serve giusto per sconfiggerti.- disse Kotake.

  • ADDIO- gridò Caos lanciando la sfera nera.

  • NON MI AVRAI MAI- gridò Kotake lanciando la saetta contro Caos.

La saetta trapasso la immensa sfera nera conficcandosi nel petto di Caos.

  • Maledetto mi...hai...sconfitto-disse Caos e cadde a terra.

  • Ma tu non ti salverai- disse Caos mentre vedeva la sfera nera che cadeva sempre di più verso Kotake.

Kotake cercò fermarla ma non aveva più forza. All'improvviso si senti sollevare da una mano. Guardò in alto. Fat aveva preso le sembianze di un leone alato

  • Fat, Doremi siete voi?- disse Kotake

  • Certo! Non possiamo che chi ci ha salvati ci lasci la pelle, vero Fat?- disse Doremi.

  • Grazie- disse Kotake.

  • Poi per quello che mi hai detto ci pensiamo poi- disse Doremi.

  • Si- disse piano Kotake

La sfera nera esplose lasciando un cratere molto più grande del primo.

Kotake, Doremi e Fat atterrarono da loro compagni, i compagni con diffidenza a parte Fat e Doremi. Kotake si avvicinò a Caos.

  • Dimmi ciò che sai su il prescelto- disse Kotake.

  • Io non lo mai visto, ma si dice che sappia far resuscitare le persone, e che fosse onnipotente, ma di altro non so nulla – disse Caos.

  • Sai quando apparirà il santuario del prescelto?- chiese Kotake.

  • Non lo so sta a voi scoprirlo- disse Caos.

  • Uff.. Elemento dell'oscurità torna nell'amuleto- disse Kotake sbuffando per non aver trovato una soluzione utile, tenendo in mano l'amuleto puntandolo so Caos.

  • Il calvario a inizio - disse Caos prima di essere assorbito dall'amuleto.

  • Cosa vuol dire che il calvario a iniziò?- disse Doremi.

  • Forse era una frase in quel momento di delirio-disse Leon.

  • Io ne dubito- disse Akatsuki.

  • Su, andiamo tra poco questo posto non esisterà più- disse Kotake iniziando a correre.

  • Ehi... aspettaci- dissero tutti

I Flat, le Ojamajo e Kotake insieme a Fat uscirono dalla porta dell'elemento. La porta scomparì.

Tutti erano interi.

  • Siete stati grandi sapevamo che ce l'avreste fatta- disse la regina che stava aspettando davanti alla porta.

  • Si ce l'abbiamo fatta ma dobbiamo ringraziare Kotake, senza il suo aiuto ora non saremo qui- disse Doremi.

  • Certo, ho dato una festa nel mio palazzo, ora che avete finito sarete affamati- disse la regina.

  • Certo! Accettiamo o giusto un po di fame- disse Doremi.

  • Si certo ingorda- disse Aiko.

  • Ehi... io non sono ingorda- replico Doremi.

  • Si certo andiamo- disse Hazuki incamminandosi.

  • Aspetta..- disse Doremi poi si girò verso Kotake.

  • Andiamo... ehi come sei pallido-disse Preoccupata Doremi.

  • Non ti preoccupare, sto bene sono solo un po' stanco- disse Kotake.

  • Doremi, Kotake sbrigativi- disse Momoko.

  • Si arriviamo- dissero insieme.

Kotake e Doremi raggiunsero il gruppo ma Fat e Doremi continuavano a guardare Kotake che poteva cascare da un momento al altro visto la sua andatura, il suo fiato era molto corto. Arrivarono al castello della regina. Entrarono e trovarono una tavola piana di cibarie varie, bibite strane fatte nel mondo della magia. Tutti si precipitarono sulle cibarie, ma Doremi era troppo preoccupata per Kotake per lasciarlo.

  • Senti Doremi, perché non mi vai a prendere una bibita, per favore ho sete- disse Kotake

  • Ok, tu resta qui- disse Doremi.

  • Dove vuoi che vada- disse sarcastico Kotake.

Doremi andò a prendere da bere, Kotake si sedette su una sedia li vicino.

  • Tetsy, credo che sia meglio chiamare Toku-san- disse Fat.

  • Dopo ci andiamo ora voglio soltanto riposarmi- disse Kotake.

  • Ok- disse Fat continuando a vedere se stava bene.

  • Un attimo di attenzione, voglio ringraziare di nuovo le Ojamajo, i Flat e Tetsuya Kotake per quello che state facendo, speriamo di scongiurare questa guerra. Un applauso per questi eroi- disse la regina.

Tutti applaudirono, Mota a Mota mota, da Majorin a tutte le streghe del concilio.

La festa continuò. Doremi tornò con tre bicchieri.

  • Scusate ma ho trovato delle bibite molto strane, almeno questa sembra aranciata- disse Doremi

  • Grazie avevo una sete- disse Fat.

Doremi porse il bicchiere anche a Kotake ma non dava segno di risposta.

  • Kotake che c'è?-disse Doremi scrollandolo dolcemente.

Nessuna risposta.

  • Kotake, rispondi non mi fare questi scherzi stupidi- disse Doremi in visibile agitazione scrollandolo un po' di più.

Ma Kotake andò a finire tra i seni di Doremi. Doremi non senti il suo respiro. Lo fece appoggiare la schiena sulla sedia , mise il l'orecchio sul suo petto non si sentiva più nulla,

  • Doremi fa presto, non so quanto posso stare cosi- disse Fat iniziò a diventare trasparente.

  • AIUTO, QUALCUNO MI AIUTI, IL MIO AMICO NON STA BENE, ARRESTO CARDIACO. AIUTO- urlò Doremi con le lacrime che scendevano copiosamente.

  • Doremi che succede?- disse Akatsuki.

  • Akatsuki, devi chiamare Toku-san, non sento il cuore di Kotake.

  • Certo, vado a chiamarlo.- disse Akatsuki.

Con delicatezza stese Kotake e gli tolse la maglietta ed iniziò a fare un massaggio cardiaco.

  • uno...due...tre...-disse Doremi ed appicco il massaggio cardiaco.

  • Non devi morire, non te lo permetto- disse Doremi e continuo il suo massaggio cardiaco.

  • Continua sembra che funzioni- disse Fat riprendendo un po di colore.

Akatsuki e Toku arrivarono poco dopo, Kotake venne preso da Toku e portato nel suo laboratorio dove venne messo in una vasca di rigenerazione. Con lui c'erano Akatsuki e Doremi. Doremi abbraccio Akatsuki per la brutta esperienza, pianse molto.

  • Grazie Doremi, senza il tuo massaggio cardiaco forse Kotake ...- disse Toku

  • Non lo dica la prego- disse Doremi.

  • Sai che da grande saresti un ottimo medico- disse Toku.

  • Dice sul serio?-chiese Doremi asciugandosi le lacrime.

  • Certo , io sono serissimo- disse Toku.

  • Cosa può rischiare Kotake- disse Akatsuki.

  • Posso dirvelo con certezza Kotake non farà più una magia- disse Toku.

  • E che ne dice della brama di sangue?- chiese Akatsuki.

  • Io non voglio ascoltare questi discorsi- disse Doremi scuotendo la testa.

  • Toku posso entrare- disse Doremi.

  • Si- disse Toku.

Akatsuki e Toku parlavano fuori, Doremi entro e vide subito Kotake in questa immensa vasca nudo dalla testa ai piedi, Doremi divenne paonazza ma avanzò e tocco la vasca.

  • Quanti segreti hai Tetsuya Kotake, mi sembrava conoscerti da quando eravamo alla materna dove ci siamo conosciuti, tu timido mammone e io spavalda. Quanto tempo e passato.

  • Forse alcuni segreti di se stesso non li conosce- disse Fat svegliatasi.

  • Fat da quando sei sveglia?- chiese Doremi.

  • Da un po' da quando sei entrata e sei diventata paonazza vedendo Tetsy nudo.

Doremi prese la piccola Fat tra le mani e la avvicinò alla faccia.

  • Ho avuto paura di perdervi- disse Doremi piangendo.

  • Non piangere piccola Doremi- disse Fat asciugandogli le lacrime.

Doremi smise di piangere.

  • Prima hai detto che alcuni segreti non li sa nemmeno lui, Cosa vuol dire?-chiese Doremi

  • Vedi Doremi, il mio compito è molto più complicato di quello delle normali fatine del mondo della magia, io cerco la verità quanto la cerca lui, io sono incaricata di dirgli tuttologia che lui non sa-disse Fat poi tutte due si girarono verso Kotake.

  • Tetsuya Kotake, un grande mistero- disse Doremi pensierosa.



FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITOOOOOOOOOO alle 02:55 del 16/12/2012 il capitolo 12 ,spero che vi piaccia perché mi sono spremuto le meningi fino all'ultimo, la storia sta arrivando nei punti cruciali della prima parte, ma la storia è moooooooooooooooooooooooooolttoooooooooooooo lunga. Arrivederci e continuate a seguirmi, e abbiate pazienza e farò di questa storia un capolavoro. ;) Doremi x Kotake 4ever


Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Kotake sei fuori dalla nostra squadra! ***


Kotake sei fuori dalla nostra squadra!

Capitolo 14


Dopo molto tempo che Kotake rimase nella vasca di rigenerazione, lentamente si riprese. Si svegliò e si guardò intorno intontito, Fat e Toku erano davanti a lui. Toku controllava che nel corpo di Kotake tutto funzionasse alla perfezione.

  • Come stai, Tetsy?- chiese Fat.

  • Un po frastornato- disse Kotake.

  • Ti è andata molto bene che Doremi era con te, ti fatto il massaggio cardiaco- disse Toku.

  • Ti sei bevuto il cervello, perché hai usato il potere magico al cento per cento senza il mio permesso?- chiese Toku seriamente.

  • Toku-san non se la prenda, ma un demone che sconfisse il mio padre naturale, io ho combattuto con lui ma non era come i demoni che mi hanno sbarrato la strada sulla terra, quello era ad un livello cosi alto che non potevo fare altrimenti.- disse Kotake.

  • Non so perché ma mi sento strano- disse Kotake.

  • Kotake non potrai più fare magie- disse Toku.

Kotake rimase in silenzio. Cosi tre anni di duri allenamenti era volati via come foglie secche, ma invece una cosa era rimasta, la brama di sangue.

  • Sembra che tutta la magia che la mia magia sia scomparsa e allora perché la brama di sangue è ancora qui?- chiese Kotake.

  • Kotake, tu sei un demone quindi è chiaro che la brama di sangue continuerà sino a trasformarti.- disse Toku.

  • Ci deve essere un modo per tenerlo a bada?- chiese Kotake.

  • Sino a ora io non ne ho trovato, a parte i sieri- disse Toku.

  • I sieri durano solo mezzora, un'ora al massimo quando sono calmo- disse Kotake.

  • Il tuo problema che ti ha colpito nell'adolescenza- disse Toku.

  • Specialmente alla mattina succede, vero Tetsy?- disse Fat con uno sguardo malizioso.

  • Ah, ho capito- disse Toku guardandolo maliziosamente.

  • Sentite non pensate a cose strane, e solo l'adolescenza – disse evasivo Kotake.

  • Se... come no!- dissero Fat e Toku.

Kotake si alzò a con molta fatica, ma non dava segno di cedimento, non era una femminuccia, lui era un guerriero e non gli serviva qualcuno che lo sorreggeva.

  • Il solito orgoglioso- disse Fat e lo seguì.

Kotake lasciò il mondo della magia sul dorso di Fat che prese la forma di cavallo alato dopo una lunga settimana di convalescenza, la prima cosa che videro appena tornati sulla terra il negozio di Magia, il Maho era ancora distrutto. Li c'era una ragazza davanti alle scalinate che contemplava lo scenario che si prostrava davanti. L'edificio che aveva dato via a molte avventure per la nostra streghetta era caduto come un castello di carte. Kotake le arrivò da dietro e le coprì gli occhi.

  • Indovina chi sono?- disse Kotake scherzando.

  • Scemo- disse Doremi arrabbiata.

  • Perché, non me l'ha detto che eri un demone, perché ti sei sacrificato per noi, io non lo volevo- disse Doremi e inaspettatamente iniziarono a scendere copiose.

  • Ho dovuto farlo, dovevo proteggervi- disse Kotake.

  • Quando sei svenuto credevo che non ti fossi più svegliato- disse Doremi davanti agli occhi per impedire che altre lacrime uscissero.

  • Ti ringrazio per quello che hai fatto- disse Kotake e le appoggiò la mano sulla spalla e le diede un bacio sulla fronte.

Doremi arrossi violentemente. Kotake non era mai cosi affettuoso.

  • I-io non fatto nulla - disse confusamente Doremi.

  • Comunque, mi ha detto Toku-san che non potrai fare più magie, come ti senti?- chiese Doremi.

  • Mi sento un po' frastornato, non sento più la magia che scorre nelle vene. Bhe tutto sommato e come tornare a quando prima che facessi l'allenamento.- disse tranquillamente Kotake.

  • Toku-san alludeva anche alla brama di sangue, cos'è?- chiese Doremi.

  • Doremi la brama di sangue e la cosa che ti avvicina ad un demone, la voglia di distruggere, qualsiasi cosa ti trovi davanti, voglia irrefrenabile di possedere una persona, ma soprattutto uccidere- disse Kotake.

  • Cosa intendi per possedere?- disse Doremi iniziando a arrossire.

  • Dai, non fare la gnorri, abbiamo quattordici anni l'una, non siamo più bambini, o ti devo spiegare come nascono i bambini- disse Kotake.

  • No! no! Sono già informata- disse Doremi arrossendo sempre di più.

  • Allora questa brama di sangue riesci a controllarla- disse Doremi.

  • In un certo senso si, anche se è molto difficile- disse Kotake.

  • Senti le ragazze arriveranno a Misora insieme hai FLAT, e altri della nostra vecchia classe, ti vuoi unire a noi?- chiese Doremi combinando completamente discorso.

  • Ok, lasciate che mi prepari, e arrivo- disse Kotake.

  • Ok , allora quattordici e trenta al parchetto- disse Doremi incamminandosi.

  • Ok – disse Kotake.

Anche Kotake si incammino assieme a Fat.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Maledizione- disse un Demone che guardava la vera di cristallo nero.

  • Che c'è Lam?- disse Drake.

  • Generale Drake, il ragazzino a sconfitto Caos- disse Lam inginocchiandosi.

  • Lo so, sapevo che non avrebbe mai sconfitto prodigio come quello ma Non c'è fretta Lam, il ragazzino è ormai nelle nostre mani, la sua brama di sangue a livello che se noi l'avessimo ci scanneremo come dei lupi in cerca di cibo, ma lui e ancora sobrio come se fosse un umano, quindi io che sono più geniale del mondo dal male dopo il grande re, o deciso di usare quello.- disse Drake.

  • Lei e proprio un genio, per risvegliarlo intendete usare una bestia del genere- disse Lam facendo apparire una enorme gabbia.

  • Da quando è che non ti diamo da mangiare.- disse Drake guardando la enorme gabbia.

Dall'enorme gabbia sbucò un imponente lupo mannaro sbavante di saliva.

  • Non ti preoccupare oggi mangerai a sazietà Muahahaha...- disse Drake con una risata malvagia.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Tutti si radunarono nel parchetto, le Ojamajo e i Flat guardavano in modo diffidente Kotake che ora parlava con Takao e Marina. In un angolo appartatati le Ojamajo e i Flat discutevano.

  • Doremi, che intenzione hai con Kotake, ormai sappiamo cosa è?- disse Aiko.

  • Potrebbe essere una spia dei demoni, io non ci darei troppa confidenza- Disse Onpu.

  • Kotake is the phenom, oh my god- disse Momoko

  • Non me lo sarei mai aspettato, un ragazzino innocuo come Kotake essere un demone, in ogni caso credo che tenerlo in squadra è pericoloso.- disse Hazuki.

  • Ehi! Ragazze aspettate prima di fare conclusioni affretta, io propongo di vedere come si comporta, poi decidere.- disse Doremi

  • lo sappiamo che ti piace Kotake, ma devi considerare che quando perderà il controllo potrebbe farti del male, anche a tutti noi.- disse Akatsuki.

  • La indifesa Doremi nelle grinfie di del demone, dopo una dura lotta, il demone la possiede.-disse Leon facendo la faccia da maniaco.

A quello parole Doremi ritorno in mente le parole di Kotake, avvampò e diede un pugno sulla testa del povero Leon che sprofondo nella terra creando un buco.

  • Bel colpo Doremi- disse Aiko e batte il cinque insieme a Doremi.

  • Che dite sarà morto?- chiese Toru.

  • NO, Ancora no- disse Leon infondo alla voragine.

  • Che botta- disse Leon ritornando su.

  • Cosi impari- disse Doremi.

Alla compagnia si aggiunsero Nobuaki, Masaru e Shiori, il trio S.O.S, Nobuko con Miho, Mazumi e Takesci, Kouji, Morikawa e Hiroko, Reika, Shimakura, Sato, Okajima, Takao e Marina,Susumo.

Quando Hazuki vide Masaru e Shiori gli andò incontro sorridendo.

  • Masaru, Shiori come state? È da molto che non ci si vede- disse Hazuki.

  • E già è molto che ci si vede- disse Masaru.

Tutti erano intenti a parlare quando Nobuaki iniziò parlare:

  • Che ne dite di una prova di coraggio come hai vecchi tempi- disse Nobuaki

  • E io so dove farla- disse Shimakura.

Tutti s'incuriosirono e si avvicinarono.

  • Dovete sapere che a tre isolati da qui sono scomparsi alcuni “closciar”, è un edificio tetro pare che fosse un hotel , perfetto per una prova di coraggio. I vecchi proprietari sono scomparsi misteriosamente, pare che fossero uccisi da un lupo mannaro.- disse Shimakura.

  • Che sciocchezze. I lupi mannari non esistono- disse Reika con il suo modo di fare vanitoso.

Kotake sentendo quella storia drizzò le orecchie.

  • Che ne pensi? Dobbiamo preoccuparci- disse Doremi

  • Controlliamo la zona e vediamo se c'è un demone lo sconfiggiamo- disse Kotake.

  • La fai facile tu? Tu sei senza poteri e non possiamo usarli con loro davanti e poi riusciremo a salvarli tutti- disse Akatsuki.

  • Certo, anche se non ho più i miei poteri, non sono un semplice umano, e poi Toku-san mi ha allenato anche quando sono senza poteri magici- disse Kotake.

I ragazzi si incamminarono verso il fantomatico hotel, Doremi guardava Kotake, i suoi occhi iniziavano ad essere duri come pozzi profondi, chissà quando vedrà ancora quel sorriso da dispettoso. Chissà quando avrebbe rivisto il suo Kotake...

Arrivarono al hotel e videro che la zona non c'era un albero. L'hotel era enorme e molto vecchio.

  • La zona è impregnata di energia oscura- disse Akatsuki.

  • Dobbiamo stare attenti, ci possono colpire in qualsiasi momento- disse Doremi.

  • No, non avrò più la magia ma so ancora riconoscere le aure vitali- disse Kotake.

  • Che confabulate voi- disse Morikawa.

  • Nulla, allora come questa prova- disse Kotake.

  • Allora formiamo una squadra e ogni squadra sarà composta da cinque persona- disse Aiko.

I gruppi si formarono:

il primo gruppo era Aiko, Leon, Nobuko e Miho, Sato.

Il secondo gruppo era Toru, Onpu, il trio S.O.S.

Il terzo gruppo era Fujo, Hazuki, Masaru e Shiori, Nobuaki

il quarto gruppo era Momoko, Akatsuki, Reika, Shimakura, Okajima.

Il quinto gruppo era Doremi e Kotake, Kouji, Takao e Marina.

L'ultimo gruppo era Mazumi e Takeshi, Morikawa e Hiroko, Susumo.

Fecero la pesca per quale gruppo doveva entrare per primo. Il gruppo che entrò fu il terzo.

  • Hazuki, Fujo state attenti- disse Doremi.

  • Non vi preoccupate- disse Fujo.

  • Staremo attenti- disse Hazuki.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Fujo camminava con Hazuki attaccata al braccio, anche Masaru e Shiori visibilmente spaventati mentre Nobuaki era tranquillo come se facesse un passeggia.

Camminavano tra vetri rotti e cose buttate per terra, la via buia era satura di mistero e anche un gran fetore di muffa.

  • Questi posti mi fanno paura- disse Hazuki

  • A chi lo dici- disse Shiori.

  • Forza non abbiate paura, vero Masaru?- disse Fujo.

  • Fatti gli affari tuoi- disse Masaru visibilmente spaventato.

  • Prendi esempio da Nobuaki- disse Fujo.

  • Che centra lui e un custode di un cimitero.- disse Masaru.

  • Cosa centra questo- disse Nobuaki.

Erano arrivati nella hall e videro una sagoma trasparente di una ragazzina con lunghi capelli corvini che gli arrivavano ai piedi, occhi grandi neri e una lunga veste che sfogliava un grosso libro. I ragazzi si paralizzarono.

  • Vedete quello che vedo io- disse Nobuaki.

  • S-s-si- disse Masaru.

  • Ma i fantasmi non esistono vero?- disse Shiori visibilmente nel terrore.

  • Dopo aver visto questo non sono più convinto che non esistano.- disse Hazuki spaventata.

La ragazzina mosse una mano – Aiutatemi! Vi prego Aiutatemi!-

La ragazzina iniziò piangere forte tanto da alzare un vento forte che staccò il lampadario di cristallo situato in alto che stava cadendo pericolosamente su Masaru e Shiori. Fujo si mosse molto velocemente e li tirò via dalla traiettoria del lampadario. Iniziarono a volare le sedie e altri cose molto pesante che potevano fare male sul serio.

  • Perché piangi, possiamo aiutarti- disse Hazuki coprendosi la testa.

  • Fa tanto male- disse la ragazzina.

  • Cosa ti fa male?- disse Fujo.

  • Lupo cattivo, mi fa male- disse la ragazzina.

  • Hazuki, dobbiamo andarcene?- disse Masaru.

  • Ok, aspetta qui torniremo con amici che possono aiutare- disse Hazuki.

Il gruppo se ne andò fuori dal' hotel.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Cosa è successo?- disse Morikawa.

  • C'è un fantasma di una bambina che piangeva- disse Masaru spaventato con in braccio Shiori.

  • Non dire panzane- disse Hiroko.

  • Non dico panzane, diceva che lupo cattivo gli faceva male- disse Masaru.

  • Posso confermare- disse Fujo.

Kotake appena sentì quella parola drizzò le orecchie e le venne la pelle d'oca.

  • Cosa ha detto?- chiese Kotake.

  • Lupo cattivo mi fa male- disse Hazuki.

Kotake sentì un grugnito del demone dentro di se. Kotake si mise la mano sulla fronte

  • Kotake, ti senti bene?- disse Doremi preoccupata.

  • Si, sto bene, credo che dobbiamo interrompere la prova di coraggio per potrebbe rimetterci qualcuno.- disse Kotake.

  • Non dirmi che ci credi davvero- disse Shimakura.

  • Ehi noi diciamo fandonie, la ragazzina l'abbiamo vista veramente.- disse Shiori.

  • Potrebbe essere un miraggio dovuto alla paura- disse Nobuaki.

  • Non so come ma credo che c'è qualcosa di spaventosa e tetro in quell'hotel, quella ragazzina e solo il preludio di una cosa più grande, il mio spirito è inquieto- disse Kotake.

Tutti si misero a ridere.

  • Il tuo spirito, sei un sensitivo?- disse Koji tra una risata e l'altra.

  • Sapevo che Doremi era stramba ma anche tu Kotake...- disse Reika.

  • Ehi, non sono stramba- disse Doremi.

  • Dovete credermi c'è qualcosa che non va- disse Kotake.

  • Ora basta, dobbiamo continuare, il prossimo gruppo- disse Koji.

Kotake non rispose. Il secondo gruppo entrò.

  • Kotake resta calmo, non hai detto che ci siamo noi?- disse Doremi.

  • Si, ma la mia brama di sangue mi sta lacerando quindi vuol dire che la dentro c'è una demone molto potente.- disse Kotake.

Doremi per un attimo li vide gli occhi rossi colore del sangue e con una pupilla come quella di una serpente a sonagli. Deglutì pesantemente.

Il secondo gruppo non ci mise molto a uscire con qualche ferita. Molto spaventati.

  • C'è davvero la ragazzina- disse il trio S.O.S.

  • Tutti i mobili della hall volavano da una parte all'altra.- disse Toru.

  • Ho sentito parlare di Poltergeist ma non sapevo che esiste veramente.- disse Onpu.

  • Poltergeist?- chiese Koji.

  • Alcune persone riesco a spostare gli oggetti solo con la forza della mente, nelle stesse persone mosso dall'emozioni possono perdere il controllo dei poteri e l'effetto e devastante potrebbe anche sollevare un grattacielo-disse Kotake.

  • Vi ripeto non è più un gioco, se non stiamo attenti qualcuno potrebbe rimetterci la vita- concluse Kotake.

  • Staremo attenti- disse Aiko.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Aiko e Leon camminarono avanti e Sato, Nobuko, Miho dietro.

Nobuko e Miho presero i loro blocknotes per scrivere una nuova storia su quel posto tetro.

  • Sarà vera la storia della bambina che piange- disse Leon.

  • Ricordati che tu sei un mago quindi perché una fantasma che piange- disse Aiko.

  • Di cosa sta parlando?- disse Sato

  • Nulla, di questo posto chissà cosa sarà successo in questo luogo- disse Aiko.

  • Io mi intendo di fatti strani ma non ho mai sentito di un hotel cosi grande e poi se fosse passato molto tempo non vedremo una pianta cosi rigogliosa.- disse Sato.

  • in effetti hai ragione, forse è meglio ascoltare il consiglio di Kotake- disse Leon.

Arrivarono alla hall e la videro la ragazzina era ancora li che singhiozza e guardava nella loro direzione. Miho iniziò a disegnare la sagoma che aveva visto. All'improvviso la ragazzina indico con il ditino dietro alle spalle di dei ragazzi spaventata.

  • Scappate, lupo cattivo, scappate- sussurrò la ragazzino.

Aiko si giro molto lentamente e vide una bestia pelosa con zanne lunghe come spade.

  • SCAPPATE!!!- urlò Aiko.

  • GRRRRROOOAAAARR- ruggì il lupo e sferrò un attacco diritto verso Nobuko e Miho pietrificate.

Il colpo venne parato da un armadio che si mise davanti al colpo.

  • Forza, scappate!- disse la ragazzina.

  • Perché ci aiuti?- disse Aiko.

  • Lupo cattivo a mangiato persone a cui volevo bene- disse la ragazzina.

Miho era terrorizzata ciò nonostante continuava disegnare quel lupo tento affascinante quanto spaventoso. I ragazzi scapparono trascinandosi Miho, Nobuko, Sato terrorizzate.

  • Troveremo un modo per liberarti- disse Aiko.

La ragazzina annui e sorrise. Copri la fuga con delle enormi librerie.

  • Papino dove sei?- disse la ragazzina.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Kotake attizzò le orecchie.

  • L'avete sentita anche voi, una voce che chiede aiuto- disse Kotake.

  • No. non credi di esagerare.- disse Koji.

  • Io ho sentito, una voce che chiedeva aiuto, era di una ragazzina- disse convinto Kotake.

  • Ma tu sei pazzo?- disse Reika.

  • No, non è pazzo c'è davvero una ragazzina che chiede aiuto- disse Leon uscendo insieme ad Aiko e il resto del gruppo.

  • Kotake che proponi di fare?- disse Doremi.

  • Dobbiamo entrare e scoprire cosa e successo veramente- disse Kotake.

  • Forse i disegni di Miho ci possono aiutare- disse Aiko.

Kotake guardò i disegni e dedusse.

  • Una ragazzina e un lupo mannaro- disse Kotake.

  • Spero di sbagliarmi, ma siamo davanti ad un commercio di carne umana, per i lupi mannari surrogati dei demoni.- concluse Kotake.

Tutti erano terrorizzati.

  • Ora cosa si fa?- disse Hiroko.

  • Bisogna andare e uccidere il lupo mannaro.

  • Mi sembrava molto strano che in hotel vecchio ed andato in malora le piante nei vasi era belli e rigogliosi- disse Sato.

  • Come si uccide un lupo mannaro?- chiese Shimakura.

  • Il solito paletto di frassino nel cuore, l'acqua santa addosso- disse Reika.

  • No, mi cara Reika. Un lupo mannaro si uccide recidendo la testa dal collo- disse Kotake.

Reika assunse una espressione inorridita.

  • Kotake io vengo con te, non voglio piangere la tua scomparsa- disse Doremi.

  • No, meglio se resti qui con gli altri se qualche demone dovesse attaccare. Io non morirò telo prometto -disse Kotake.

  • No, a ragione Doremi sei solo contro una bestia, non hai possibilità- disse Takao

  • Ti vogliamo aiutare- disse Marina.

  • D'accordo ma quando le cose si metteranno male promettetemi di tornare fuori.- disse Kotake.

  • Promettiamo!- dissero ed il quinto gruppo entrò.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Che posto tetro, saturo di oscurità- disse Doremi

  • Gia ma la cosa che mi chiedo è da dove viene questo posto- disse Marina.

  • Perché? Che ha di strano?- chiese Kotake.

  • Perché in una maglietta ci sono due enormi tagli sulla schiena- disse Marina con in mano una specie di maglietta trovata a terra.

  • Forse nella colluttazione con il lupo, si sono provocati qui tagli- disse Kotake.

Esplorarono ogni singolo stanzino di quel gran hotel e li ebbero la conferma.

  • Questa hotel non è del mondo umano- disse Kotake.

  • Allora da dove arriva?- chiese Doremi.

  • Non lo so – disse Kotake.

Gli stanzina contenevano armature di cristallo bianco, pettorine, gambali, bracciali, elmi ma soprattutto spade, spadoni, asce, martelli grossi, archi, frecce, balestre, dardi, daghe, lance, fatti con una lega che non avevano visto. Kotake prese uno spadone se la legò alla schiena, nonostante fosse molto grande era molte leggera. La spada era formata da un pomo* con un drago con la bocca aperta da cui si formava una lama molto grande e affilata. Il suo colore era un azzurro chiaro.

  • Che ti prendi a fare uno spadone- disse Doremi.

  • Bhè per mozzare la testa di un licantropo non mi posso prendere la daga.- disse Kotake.

  • Gia, e vero- disse Doremi inorridita da quello che aveva detto.

Camminarono e la videro non erano ancora arrivati alla hall e già la vedevano. Era sotto forma di miraggio

  • Papino, sei venuto a salvarmi- disse la ragazzina riferendosi a Kotake

  • Piccola, chi sei?- disse Kotake.

La bambina rimase interdetta.

  • Come? Non mi riconosci? Sono io Alicia- disse Alicia

  • Mi dispiace molto piccola ma non sono tuo padre- disse Kotake.

  • Come no? La spada che hai e di te Papino- disse Alicia.

  • Questa spada l'ho presa nello stanzino- disse Kotake.

  • Perché essere cosi crudo con una bambina, sei un mostro Tetsuya- disse Doremi.

Alicia iniziò a piangere portandosi le manine sugli occhi. Kotake si gratto la testa e pensando che forse era stato troppo duro con quella bambina.

  • Se tu non sei il mio papa Leo significa che anche lui... no.-disse Alicia mentre gli occhi della piccola si inondarono di lacrima.

  • Senti ti faccio una domanda ma non devi piangere- disse Doremi chinandosi alla stessa altezza.

  • Si...- disse Alicia.

  • Quanti anni hai?- Chiese Doremi

  • Sei – disse Alicia.

  • Senti che ne dici se cercassimo il tuo Papa- disse Doremi.

  • Che ne dici Tetsuya?- chiese Doremi.

La ragazzina gli fece uno sguardo che era impossibile rifiutare.

  • Ok, cercheremo tuo padre- disse Kotake e le tocco le manine e ora le cose gli sembravano chiare.

  • La tecnica della trasposizione dell'anima, cosi piccola e sa già farlo.-disse Kotake

La bambina lo guardo con fare interrogativo.

  • Ora facci strada- disse Kotake e la bambina con un enorme sorriso iniziò a camminare.

  • Che c'è prima ti ho sentito pronunciare una qualcosa dell'anima- disse Doremi.

  • Tecnica della trasposizione dell'anima e una tecnica che permette di lasciare il corpo, mantenendolo integro il corpo l'anima può vagare dove vuole- disse Kotake.

  • Ci stai dicendo che è viva- disse Marina che ancora non credeva a quello che aveva visto.

  • Si e la troverò e la salverò- disse Kotake.

  • Senti ci spieghi cos'è questo posto?- disse Takao.

La bambina si fermò e lo guardò

  • Tu sei umano, io non ho mai visto un umano- disse Alicia.

  • Questo posto è... aspetta come si chiama... ce lo sulla punta della lingua... ah. Una caserma- disse Alicia.

  • Sembra molto bello e luminoso per essere una caserma- disse Koji.

  • Questa caserma proviene dal mondo del bene, ed è chiamata Yuzuna in segno di riconoscenza, alla grande guerriera angelo che quattordici anni fa salvò gli angeli e sigillo di nuovo i demone- disse Alicia.

  • Cosa Yuzuna? Cosa sai di lei?- chiesero Doremi e Kotake.

  • Io... so che era una grande guerriera, che quando sene andò aspettava un bambino... cosi diceva il mio papino- disse Alicia.

  • Ok, continuiamo- disse Kotake.

  • Quindi tu sei un angelo- disse Doremi.

  • Si, non mi sono spuntate le ali perché sono piccola- disse Alicia

  • E a che eta ti spunteranno?- chiese Doremi

  • Credo ha sette anni, mio papa mi diceva che era molto doloroso- disse Alicia.

  • A volte diceva che qualche bimbo moriva per il dolore- disse triste Alicia.

Giunti alla Hall videro il libro ed iniziarono a sfogliarlo. Nel libro c'erano tutti i soldati e le loro stanze.

  • Quindi non è una commercio di carne umana ma di carne angelica, Che disgusto- disse Doremi.

  • Si, ma chiunque abbia fatto questo la pagherà, parola mia- disse Kotake.

  • L'ho trovata, camera trecentocinquanta quarto piano- disse Koji.

  • Ok, andiamo - disse Alicia contenta.

Kotake la guardava andare avanti, era triste.

  • Kotake, dimmi che problema c'è?- disse Doremi.

  • Doremi, suo padre non c'è più, come il resto degli altri soldati. L'unica viva siamo noi e lei e una miriade di bestie che aspettano che facciamo un passo falso.

  • Cosa ne sai, forse a azzerato il suo forza vitale per non farsi scoprire- disse Doremi con le lacrime agli occhi.

  • No, purtroppo anche se a azzerato la sua forza vitale lo dovevo sentire una presenza- disse Kotake.

  • È cosi piccola- disse Doremi

Doremi si intristì molto, vederla cosi felice era bellissimo.

  • Forza Doremi quando avrà scoperto che è sola al mondo allora dobbiamo stargli vicino.- disse Kotake.

  • Hai ragione- disse Doremi asciugandosi gli occhi.

La ragazzina arrivò davanti a una porta.

  • Ascensore, rimane fuori è uno scemo- disse scherzosamente Alicia.

  • Hai visto, Kotake è rimasto fuori- disse Doremi.

  • Scemo!!!- disse Alicia.

  • Ringrazia che sei una anima- disse Kotake.

L'ascensore arrivò al quarto piano. Videro la stanza numero trecentocinquanta davanti agli occhi.

  • Papino sono io Alicia.- disse Alicia chiamando a squarciagola.

  • Ti prego fermati, Alicia- disse Doremi parandosi davanti alla porta.

  • Perché non posso? Io voglio il mio papino- disse Alicia.

Sorpasso Doremi che cadde in ginocchio non appena la bambina aprì la porta.

La scena era la seguente uno scheletro su una sedia di velluto color bianco e davanti un diario con scritto lettere incomprensibili. Chiaramente in lingua angelica.

Alicia guardava lo scheletro con un'aria scioccata.

  • Io sono sola al mondo- disse Alicia.

  • No, non sei sola al mondo, permettimi di aiutarti.- disse Kotake.

  • Ci siamo noi- disse Doremi.

La ragazzina toccò lo scheletro del padre e flui una luce dorata.

  • Alicia, piccola sei tu?- disse la luce che prese forma di un angelo.

  • Papino, sei tu?- disse Alicia.

  • Si da quante ti aspettavo- disse Leo.

Alicia non se lo fece ripetere due volte e gli saltò addosso in lacrime.

Leo era biondo muscoloso e con un grosso paio di ali sulla schiena, eta circa diciotto anni, era vestito con una lunga tonaca bianca.

  • Alicia mi dici chi sono quelle creature strane- disse Leo.

  • Sono umani- disse Alicia.

  • Cosa? Umani?- disse Leo.

  • Scusate come fate ad essere nella caserma- disse Leo.

  • Bhè questo dovremo dirlo a voi, come siete riusciti ad arrivare nel mondo degli umani- disse Kotake.

  • Io ricordo che ero nella mia stanza a scrivere, e poi siamo stati attaccati da un miriade di lupi mannari- disse Leo.

  • Ho già capito tutto- disse Kotake.

  • I demone hanno chiuso in un varco dimensionali ed hanno bloccato il tempo- disse Kotake.

  • Quindi vuoi dire che...- disse Leo.

  • Si purtroppo, i lupi mannari hanno mangiato tutti tranne la bambina- disse Kotake.

Leo guardo la bambina, guardo il suo scheletro.

  • Io sono morto- disse Leo esterrefatto

  • E quella e la mia spada- disse Leo indicando la grossa spada che Kotake portava sulla schiena.

  • Mi scusi se mi permetto ma Alicia non ha una madre- disse Doremi.

  • No, è morta dandola alla luce- disse Leo.

  • Lei aveva solo me- disse Leo.

Leo iniziò a dissolversi.

  • Il mio tempo scaduto, piccola Alicia- disse Leo.

  • No, papino io voglio stare con te- disse Alicia.

  • Mi dispiace, purtroppo me ne devo andare- disse Leo.

  • Non voglio, mi avevi promesso che stavi con me- disse Alicia.

  • Ricordati chi vuoi diventare da grande- disse Leo posandogli una mano sulla testa.

  • Io... sigh voglio diventare come Yuzuna- disse Alicia.

  • Che il tuo sogno possa avverarsi un giorno- disse Leo.

Alicia cerco di afferrare la sua mano senza riuscirci.

  • Vi prego, salvatela e fate si che il suo sogno diventi realtà- disse Leo.

  • Chi è Yuzuna?- chiese Doremi.

  • Perché lo chiedete?- chiese Leo.

  • Perché lei a dato alla luce il prescelto- disse Kotake.

  • È tutto scritto nel mio diario- disse Leo.

  • Abbiate cura di Alicia- disse Leo con le lacrime agli occhi.

Leo si dissolse.

  • Venite vi porto dove è il mio corpo- disse Alicia con sguardo basso.

Alicia guardò lo scheletro del padre. Kotake prese il diario di Leo.

  • Ti ringrazio potente guerriero angelico- disse Kotake inchinandosi. Anche Doremi, Marina Takao e Koji si inchinarono e dissero grazie.

Il gruppetto torno al piano terra in silenzio. Alicia singhiozzava. Tutto il gruppo voleva abbracciarla

farla sfogare, ma per ora non potevano. La piccola si fermò davanti ad una porta di metallo verde.

  • Eccoci da infondo a questa stanza, ce il mio corpo- disse Alicia.

  • Da qui in poi andrò da solo- disse Kotake.

  • Perché scusa, voglio venire con te- disse Doremi.

  • Cosa mi avevi detto quando siamo entrati , che se le cose si fossero messe male tu e gli altri foste andati fuori.

  • Cosa dici? non siamo nei guai seri- disse Koji

  • Voi non lo sentite, ma io lo sento bene, ci saranno più di un migliaio di lupi mannari- disse Kotake.

Kotake apri la porta.

  • Non andare! Ti aiuterò! Non potrai mai sconfiggerli- disse Doremi cercando di fermarlo abbracciandolo.

  • Ehi Doremi, vuoi che salvi Alicia, allora ti devi fidare di me- disse Kotake.

Kotake si giro verso Doremi e gli palpò il seno facendola andare all'indietro. In un attimo entrò nella stanza e chiuse la porta dall'interno.

  • Sei uno stupido Tetsuya- disse Doremi dando i pugni sulla porta.

  • Su vieni Doremi, dobbiamo fare come dice- disse Marina trascinandola.

Il gruppo uscì.

  • dov'è Kotake?- chiese Akatsuki.

  • É la dentro che deve aiutare una ragazzina angelo- disse Marina che sorreggeva Doremi molto scossa.

La guardavano molto confusi.

  • Ok, raccontaci cosa vi è successo, per filo e segno- disse Akatsuki.

  • Allora, partiamo dalla bambina...- disse Marina.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Perché non hai voluto portala- disse Alicia

  • Solo un demone può uccidere un lupo mannaro- disse Kotake.

  • Quindi tu sei un demone- disse Alicia

  • Non mi dire che non lo sapevi- disse Kotake.

  • Lo sapevo dalla prima volta che hai messo piede- disse Alicia.

  • Quelle che è strano e come mai non sei diventato polvere appena hai toccato la spada di papino- disse Alicia.

  • Non so cosa risponderti- disse Kotake.

  • E poi voglio che non veda come sono come sono quando sono in balia della brama di sangue.- concluse Kotake.

Kotake e la ragazzina arrivarono nella stanza dove giaceva il corpo della ragazzina. Lo stanzone era immenso probabilmente una palestra di addestramento, vedendo tutti gli attrezzi. Il corpo di Alicia era su una specie di tappeto per gli addominali.

  • Forza, piccola torna nel tuo corpo, cosi potremo andarcene- disse Kotake.

  • Perché ormai sono sola al mondo- disse Alicia.

  • Smettila, non sei sola, ci sono io, c'è Doremi, e un mondo in cui puoi trovare amici che ti vorranno bene- disse Kotake.

  • E poi non hai un sogno da realizzare- disse Kotake.

  • Si, voglio diventare come Yuzuna- disse Alicia.

  • E allora torna nel tuo corpo e so molte persone che possono far diventare il tuo sogno realtà- disse Kotake.

  • Ok, fratellone- disse Alicia.

  • Ok da oggi sarò il tuo fratellone, ora pensiamo a difenderti.- disse Kotake.

Alicia tornò nella suo corpo. Era un processo lungo e molto faticoso perché Alicia era da molto tempo fuori dal suo corpo. Kotake sfoderò la spada si mise ad ascoltare.

I grugniti iniziarono primi lievi e poi forti.

  • Ci siamo- disse Kotake.

Dal terreno sbucò fuori un Licantropo, grande, peloso, con lunghe zanne, occhi rossi.

  • Lasciaci la ragazzina, tu non ci interessi- disse licantropo.

  • Hoho... io credevo che tutti gli licantropi fossero stupidi, invece tu sei parlare- disse Kotake.

  • Io sono un capostipite, la ragazzina ci serve per accrescere il nostro potere psichico- disse il capostipite.

  • E dopo che volete fare- disse Kotake.

  • Per dominar il mondo umano- disse il capostipite.

  • Solito storia, dunque, allora cosa si dice in questi casi...- disse Kotake.

Kotake punto la spada verso il capostipite.

  • Non ti permetterò di torcerle un capello- disse Kotake che aveva assunto la forma demoniaca.

  • Togliti, o perirai nello scontro- disse il capostipite.

  • Non, ci penso nemmeno, GRRRRRRRR- disse Kotake all'attacco.

I due iniziarono a combattere con attacchi fulminei e si seppe subito chi avrebbe sconfitto chi, Kotake era molto più lento rispetto al capostipite, ora era un semplice demone senza poteri magici, come poteva sconfiggerlo.

Il capostipite era davvero potente, velocità inumana, e soprattutto sapeva usare i suoi sensi per sapere dove era. Il capostipite lo prese e lo sbatte contro il muro, e si avvicino pericolosamente alla bambina. Kotake gli si parò davanti ricevendo un colpo mortale, il capostipite affondò la sue unghie lunghe nella schiena.

In quel momento Alicia riaprì gli occhi e si trovo davanti Kotake con gli occhi rossi. La bambina non ebbe paura anche se lui era un demone.

Alicia allungò la mano e le tocco il viso.

  • Fratellone...- disse Alicia.

  • Ciao dormigliona! Come ti senti?- disse Kotake con rivolo di sangue che gli sgorgava dalle labbra.

  • Ma tu sanguini- disse Alicia.

  • No, è nulla- disse Kotake.

  • Ora, mi fai una cortesia, quello che vedrai non dovrai dirlo a nessuno- disse Kotake.

  • Ti puoi fidare di me, fratellone- disse Alicia.

Il capostipite tolse le unghie dalla schiene di Kotake. Kotake sputo fiotti di sangue e si cercò di tirarsi su, in quel momento per se la ragione, iniziò urlare, dalla bocca e dagli occhi usci il una luce rossa, i buchi sulla schiena sparirono, la terra iniziò tremare, la pelle di Kotake divenne scura.

  • Chi sei tu?- disse il capostipite.

  • Il tuo peggiore incubo- disse Kotake con la voce cambiata.

  • GGRRROOOAAARR...- ruggì il capostipite.

  • GGRRROOOAAARR...- ruggì Kotake.

Kotake brandì la spada che divenne di un colore rosso fuoco, andò all'attacco scomparendo. Il capostipite lo segui a ruota. Alicia era l'unica spettatrice di quella lotta all'ultimo sangue. In quella lotta si decideva non solo il destino di Alicia ma del mondo degli umani. Alicia riusciva a seguirli con gli occhi, se pur difficilmente perché lei era abituata a vedere suo padre. Ma quello scontro era molto più difficile da vedere.

Kotake atterrò come il capostipite.

  • Come fai ad essere tanto potente, quindi non sei un umano infettato da un demone, tu sei un demone- disse il capostipite.

Kotake attacco e con la spada recise i tendini delle zampe che lo tenevano sospeso tutto il corpo.

Kotake si avvicina pericolosamente al capostipite.

  • Aspetta, ti posso far diventare potente e rispettato- disse il capostipite.

  • Vuoi fare una cosa per me?- chiese Kotake.

  • Si- disse il capostipite.

  • Riferisci questo ai tuoi padroni, chi metterà in pericolo la stabilità di questi mondi farà i conti con me- disse Kotake.

Kotake guardò la piccola e gli disse in mente di chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie. La bambina obbedì. Kotake recise la testa del capostipite venne innondato dal sangue. Kotake ripose la spada nel fodero. Il corpo del capostipite divenne cenere. Kotake era ancora sporco del sangue del mostro, si mise in ginocchio e cercò di tornare normale.

  • AAAAAAAAAAAAAhhhhhhhh... uff..uff..fuuu- Kotake si concentrò.

  • Allora, sono come prima?- chiese Kotake.

  • Bhè fratellone, a parte la voce il resto è come prima- disse Alicia.

Kotake si guardava allo specchio. Ora vide che era davvero un mostro. La brama di sangue si calmo.

  • Va be, dopo ci penseremo, riesci a muoverti?- chiese Kotake.

  • No, le gambe si rifiutano di muovere- disse Alicia.

  • Va bene ti porto- disse Kotake.

La ragazzina lo guardava in modo strano

  • Che c'è piccola?- disse Kotake

  • Mi dici dove hai imparato a usare la spada? - chiese Alicia.

  • Non so risponderti, so solo che dovevo uccidere quel mostro per il nostro bene- disse Kotake

  • Sarà ma nemmeno il mio papino aveva quel ritmo di colpi- disse Alicia

  • Di un po, ma non senti uno strano odore, tipo benzina?- chiese Kotake.

  • Cos'è benzina?- disse Alicia.

  • Un liquido infiammabile che usiamo noi umani- disse Kotake.

  • In effetti ho visto molti strani mobili portati da umani incappucciati- disse Alicia.

  • Mi faresti vedere dove sono- disse Kotake.

  • Ok, ma cosa ci vuoi fare?- chiese Alicia.

  • Dobbiamo far sparire questo posto- disse Kotake.

  • ...- Alicia non disse nulla.

  • Cos'è quella faccia? Non vuoi dare degna sepoltura a questi guerrieri- disse Kotake.

  • Bhè, se intendi distruggere il posto, io non ti aiuterò- disse Alicia imbronciata.

Kotake si inginocchiò e disse

  • Alicia le senti le urla strazianti di quei soldati, non vorresti dare pace a queste anime dannate.- disse Kotake.

  • … si- disse Alicia piano tra i singhiozzi, sentendo sia le anime, che lupi assetati di sangue avvicinarsi pericolosamente a loro. Però era un posto dove era nata e vissuta per sei anni.

Kotake la prese tra le braccia ed andarono nel posto in cui la bambina vide strani mobili.

  • Ecco li ho visti qui- disse Alicia.

Kotake vide che c'erano molte casse con scritto “esplosivo”, molti barili di benzina. Aprì una delle casse molto delicatamente . Polvere bianca.

  • Tritolo- disse Kotake piano.

  • Tri... che?- disse Alicia.

  • Polvere esplosiva, il problema e che ce ne è cosi tanto che potrebbe sparire la città di Misora- disse Kotake.

  • Non ti preoccupare, posso alzarlo io con il Poltergeist- disse Alicia.

  • Sembra rischioso...- disse dubbioso Kotake.

  • Mi hai detto di fidarti di te, allora tu ti devi fidare di me- disse Alicia.

  • Va bene- disse Kotake.

Kotake fece un incisione nelle botti da cui uscì la benzina. La piccola si guardò in giro e vide qualcosa nell'ombra.

  • Cosa sono?- chiese Alicia.

Kotake andò a controllare e vide quello che rimaneva dei corpi dei uomini incappucciati, e dei closciar scomparsi giorni fa.

  • Quelli che hanno fatto questo, stanno per arrivare- disse Kotake e prese un accendino da uno dagli uomini incappucciati.

La benzina aveva invaso tutte le stanze, Kotake riprese tra le braccia la piccola Alicia e andò alla porta di metallo verde. Apri il lucchetto, e si senti un rumore sordo di cancelli che si aprono, in un attimo si videro circondati da lupi mannari.

  • Adesso, devi aggrapparti alle mie spalle- disse Kotake.

  • Si- disse Alicia e con le manine prese forte la maglietta di Kotake.

  • Addios- disse Kotake e accese l'accendino e lo buttò a terra.

Il liquido prese fuoco e Kotake in un attimo andò fuori e chiuse la porta di metallo verde con il lucchetto e iniziò a correre e perdifiato verso l'uscita.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  • Quindi mi stai dicendo che questa Alicia e una bambina angelo e che Kotake sta combattendo per salvarla, chi ci crede- disse Shikamura.

  • Senti Shikamura, so che è difficile da credere, ma e cosi- disse Takao.

  • Anche io ero scettico su questo, ma ho visto che è vero- disse Marina.

Intanto Doremi si era ripresa ed era furiosa con Kotake, perché non la voleva? Infondo lei poteva aiutarlo ora che lui non aveva più i poteri da mago, forse non voleva che lo vedessi trasformato? Sarebbe cambiato qualcosa? Non sapeva cosa pensare.

Una sagoma si stagliava dall'entrata. Era Kotake. Ma c'era qualcosa che non andava aveva un altro aspetto.

  • Kotake?- disse Doremi

Il ragazzo correva con la piccola Alicia sulle spalle.

  • Ora e il tuo momento, piccola- disse Kotake posandola a terra.

  • Chi è questa bambina?- chiese Reika.

  • È il fantasma- dissero Shiori e Masaru.

  • Quindi, l'hai trovata e salvata- disse Doremi.

  • Ora silenzio, vi prego, dopo parliamo.- disse Kotake.

Alicia si concentro e alzò la manina, l'edificio si mosse.

  • L'edificio si sta muovendo- disse Shimakura.

Alicia con un alzata di mano spedì l'edificio contro l'atmosfera.

Edificio si disintegrò.

  • Brava piccola- disse Kotake sorridendo.

La piccola gli scesero le lacrime una dopo l'altra e si getto tra le braccia di Kotake.

  • Fratellone- disse Alicia piangendo.

  • F-fratellone?!- disse Hiroko.

  • Un momento, tu non sei Kotake, maledetto demone ti sei mangiato Kotake- disse Leon.

  • No, Leon sono io Kotake, nella mia forma iniziale demoniaca.- disse Kotake abbassando.

  • Mio dio, che storia, prima che l'edificio, poi la bambina, poi Kotake è un demone- disse Nobuko annotandosi le cose sul block notes.

  • Sei davvero mostruoso- dissero tutti

La situazione stava degenerando e quindi la piccola intervenne. Unì le manine e produsse un'onda psichica che fece svenire tutti. Integri rimasero i Flat e le Ojamajo.

  • Non ti preoccupare, quando si sveglieranno non si ricorderanno nulla- disse Alicia.

  • Non sapevo che fossi cosi brava con il poteri psichici- disse Doremi.

  • Ci spieghi questa storia? Come mai hai dovuto il potere demoniaco?- chiese Hazuki.

  • Hazuki, il capostipite dei lupi mannari può essere ucciso da un mago o da un umano, ci vuole un cavaliere angelico o un demone, ecco perché ho lasciato fuori Doremi- disse Kotake.

  • Si possa confermare- disse Alicia.

  • Cosa ne sai piccola?- chiese Leon.

  • Lo so perché l'ho studiato, una fatica- disse Alicia.

  • Si sa quando tornerai alla forma normale- disse Akatsuki.

  • Non lo so, ci posso mettere un giorno, un mese- disse Kotake.

  • Senti Kotake, ne abbiamo parlato molto, mentre eri nella macchina di rigenerazione, non vogliamo capo demone, quindi sei fuori della nostra squadra- disse Akatsuki.

  • Come facciamo a combattere il male, se il male è nella nostra squadra- disse Leon.

  • Ti ringraziamo per quello che hai fatto fino ad adesso, ora ce la vediamo da voli- disse Toru.

  • Ma ora tu non ci servi più- disse Fujo.

  • Ah si! E come farete con il prescelto senza questo- disse Kotake sventolando il diario del padre di Alicia.

  • Cosa c'è scritto li dentro?- chiese Momoko.

  • Cose che riguardano Yuzuna e la sua meta- disse Kotake

  • Cosa dici? Fa vedere- disse Aiko

  • No, il diario della piccola, quindi senza la sua approvazione non vi dico nulla- disse Kotake sventolando il dito indice davanti ad Aiko.

  • Come sarebbe? Ci serve quel diario- disse Onpu.

  • Io, non sono più il vostro capo, come avete detto- disse Kotake.

Alicia sbadigliò:

  • Fratellone ho tanto sonno-

  • Allora andiamo- disse Kotake e prese tra le braccia Alicia.

  • Non abbiamo finito di parlare- disse Akatsuki.

  • Invece si, non vi preoccupate, quando l'avrò tradotto il diario di Leo, vi farò un fischio- disse Kotake.

  • Aspetta Kotake, mi dispiace- disse Doremi.

  • E la vita, mi sono illuso inutilmente, mi sono trovato bene nel vostro gruppo, non dovevo tenervi nascosto quello che sono, il problema che non lo so nemmeno io- disse Kotake andandosene.

  • Aspett...- Doremi cerco di raggiungerlo, ma glielo impedirono, Aiko la prese per il braccio e gli fece cenno di non andare.

Doremi lo guardò andare via.

  • Ma siamo sicuri che vogliamo togliere dalla squadra Tetsuya, ci ha aiutati anche adesso, non possiamo dire, grazie di tutto e buonasera- disse Doremi adirata da tutta quella situazione.

  • È quello che faremo, ci ha nascosto che era un demone, come possiamo dargli ancora fiducia?- disse Akatsuki.

  • Io sono arrabbiata più di voi, io dico che ci serve ancora, diciamocelo siamo inesperti con i combattimenti- disse Doremi.

  • Perché è un allievo di Toku-san non gli il diritto di nasconderci le cose, insomma noi non abbiamo più fiducia in lui- disse Akatsuki.

  • Non hai più fiducia in lui pero fa comodo la sua traduzione è!- disse Doremi.

  • Che se le tenga, non ne abbiamo bisogno- disse Akatsuki.

  • Ah lascia perdere, parlare con voi ragazzi e fiato sprecato- disse Doremi alzando le mani.

  • Ehi cos'è tutto questo baccano- disse Morikawa svegliando.

Tutti si svegliarono intontiti.

  • Cosa è successo? Perché mi trovo qui?- disse Nobuko.

  • Non so? Vi abbiamo trovati qui- disse Aiko mentendo.

Doremi guardava tristemente nella direzione in cui Kotake se ne era andato, intanto il sole era tramontato. Si era fatto freschino. Tutti tornarono a chiacchierare tranquilli e sereni, Doremi si rabbuio. Penso “io non ci capisco più niente. Cosa sei Tetsuya? Non si accorgono come sei buono, salvandoci anche oggi.”

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

ecco finito mamma mia, quando inizi e scrivere ti passa il tempo, sono lo 2:12 e tutto va bene.

Kotake si è trovato una sorellina. Questo inclinerà il rapporto tra Doremi e Kotake ora che e stato buttato fuori dalla squadra? Seguitemi e lo scoprirete. Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaauuuuuuuuuu alla prossima.


* Pomo: parte iniziale dalla spada, la parte che si impugnia.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Ecco Alicia Kotake ***


Ecco Alicia Kotake

Capitolo 15



Kotake tornò casa con la piccola tra le braccia. Aprì la porta e davanti si trovò la madre davanti alla porta. Vedendolo in quello stato:

  • Kotake cosa ti è successo?! Sei tutto sporco e chi questa bambina- disse la madre

  • Mamma ti presento la piccola Alicia- disse Kotake.

  • Mi dio quanto e bella- disse la madre.

  • Ma torniamo a te, perché sei in questo stato, vuol dire che ti sei trasformato- disse la madre.

  • Mamma non ho potuto fare altrimenti, poi ho evitato un invasione di lupi mannari- disse Kotake.

  • Ma potevi chiedere, aiuto al tuo gruppo di amici- disse la madre.

  • Solo io potevo sconfiggere i lupi mannari- disse Kotake.

  • Senti mamma, ho promesso a suo padre che mi sarei preso cura di lei, che ne dici?- disse Kotake

  • Caro possiamo tenere un'altra bambina- disse la madre.

  • Si, ma devi educarla come una bambina normale e farle un bel bagno caldo, perché sembra una porcellina- disse il padre uscendo dalla cucina guardando la bambina.

  • Questo me ne sono accorto anche io – disse Kotake.

La bambina si svegliò.

  • Ben svegliata- disse Kotake.

  • Dove siamo?- chiese Alicia.

  • Sei nella mia camera- disse Kotake.

Alicia iniziò guardare. Strani libri con scritture che non sapeva leggere.

  • Su ora spogliati, andiamo a farci belli- disse Kotake.

  • S-si- disse Alicia diventando rossa.

  • Ahahah... sai che sei carina quando arrossisci- disse Kotake

  • Io facevo il bagno con mio papino- disse Alicia.

  • Bhè ora lo fai con il tuo fratellone, diciamo che e la stessa cosa- disse Kotake.

La bambina si svesti e entrò in bagno con Kotake.

  • Su ora girati che ti devo lavare i capelli- disse Kotake.

La piccola si girò e Kotake gli lavò i capelli.

  • Sono davvero lunghi questi capelli, che ne dici se domani li andiamo a spuntare- disse Kotake.

  • Giusto, un pochino- disse Alicia mentre Kotake glieli lavava.

  • Senti, posso leggere il diario di tuo padre?- chiese Kotake

  • Certo , se riesci leggerlo puoi, ma solo a una condizione- disse Alicia.

  • Quale?- chiese Kotake.

  • Che me lo leggi- disse Alicia sorridente.

  • Ok – disse Kotake.

Kotake entrò nella vasca e cosi fece Alicia.

  • Senti, ti posso fare una domanda?- chiese Alicia.

  • Dimmi pure- disse Kotake.

  • Quella ragazza con i capelli rossi ti piace?- chiese Alicia.

  • Tu sei ancora piccola per capire- disse Kotake

  • Non hai risposto alla mia domanda- disse imbronciata Alicia.

  • Su vieni- disse Kotake.

  • Arrivo subito- disse Alicia.

Kotake si mise accappatoio e prese l'asciugamano per Alicia, iniziò asciugarla.

  • mmmh... che strano, hai le scapole molto gonfie- disse Kotake.

  • E da quando sono tornata nel mio corpo che mi danno fastidio- disse Alicia.

  • Ti fanno male?- chiese Kotake iniziando a premere sulle scapole.

  • Ahi- disse Alicia chiudendo gli occhi per il dolore.

  • Scusa- disse Kotake.

  • Senti, tu quando compi gli anni?- chiese Kotake.

  • Il quindicesimo giorno del penultimo mese dell'anno- disse Alicia.

  • Quindi tra due giorni- disse Kotake.

  • Perché me lo chiedi?- chiese Alicia.

  • Solo per curiosità- disse Kotake.

Dopo averle asciugato i capelli:

  • Aspettami qui, piccola ora ti vado a cercare qualcosa da metterti- disse Kotake e chiuse la porta.

  • Ok- disse Alicia seduta sul letto di Kotake con l'asciugamano.

Alicia si vide in giro. Da una mensola vide una creaturina che sta sonnecchiando. Alicia si avvicino alla scrivania e vide la matita di Kotake. La prese e sali sulla scrivania di Kotake, ora era davanti alla mensola dove la creaturina sonnecchiava. La toccò con la punta della matita, la creaturina si mosse un poco e si giro dall'altra parte. La Bambina curiosa la tocco di nuovo con la matita, la creaturina iniziò ad alzarsi stropicciando gli occhi.

  • Cosa c'è Tetsy? Stavo dormendo cosi bene- disse Fat ignara di tutto.

Fat si trovò davanti questa bimba che non conosceva.

  • Ciao, tu chi sei?- disse Fat.

  • I-io sono Alicia, non aveva mai visto un folletto- disse Alicia emozionata per la nuova scoperta.

  • Io sono Fat e sono il folletto di Kotake- disse Fat.

  • Sei una femmina?- chiese Alicia.

  • Certo! Come hai fatto a saperlo?- chiese Fat.

  • Ho letto un libro che parla di folletti in cui c'era scritto che ,in base se il padrone è maschi o femmine, il loro folletto saranno l'opposto, se il padrone e una femmina allora il folletto sarà maschio, se il padrone e maschio il folletto sarà femmina- disse Alicia.

  • Sei un angelo?!- disse esterrefatta Fat.

  • Si- disse Alicia.

Kotake rientrò con dei vestiti.

  • Vedo che hai fatto conoscenza della mia Fat- disse Kotake.

  • Ho trovato questi panni, che potresti usare per oggi poi domani andremo a fare compere- disse Kotake.

La bimba vide questi indumenti con curiosità.

  • Lo so che sono da maschio, ma avevo solo questi- disse Kotake.

  • No, vanno bene, sono strani ma belli.- disse Alicia.

  • I tuoi panni li ho messi a lavare- disse Kotake.

  • Va bene- disse Alicia.

Scese dalla scrivania e si mise quei vestiti. Era emozionata, non aveva mai indossato quelle cose, con tutti qui colori, si trattava di una maglietta con il cappuccio rossa con una figura strana all'interno, indumenti intimi azzurri, un pantaloncini blue con l'elastico.

  • Su che ti aiuto- disse Kotake.

  • Ok, fratellone- disse Alicia arrossendo.

Una volta vestita scesero per la cena, Alicia si nascose dietro a Kotake, spaventata e insicura.

  • Che c'è Alicia? Non ti mangiano- disse Kotake.

  • Io mi chiamo Meiko- disse la madre.

  • Io, mi chiamo Hiroto- disse il padre.

  • Io mi chiamo Alicia- disse la bambina.

  • Bene Alicia, hai fame?- chiese Meiko.

Non ebbe il tempo di rispondere che il suo piccolo pancino brontolava. Alicia arrossì. Kotake prese due cuscini grandi e soffici e li mise sulla sedia e ci pose Alicia. Vide strani oggetti, strani cibi, che emanavano un odore delizioso. La fame prese il sopravvento. Alicia allungò la mano.

  • Ferma, un po di pazienza- disse Meiko.

  • Allora Alicia vedi questi strani oggetti si chiamano posate- disse Kotake.

  • Cosa servono?- disse Alicia.

  • Allora, questo si chiama forchetta e servi per prendere il cibo dal piatto- disse Kotake e prese la forchetta.

  • Io non mai brandito armi- disse Alicia.

  • Non sono armi, servono solo per mangiare correttamente- disse Kotake.

  • Bhè io mangiavo con le mani e non avevo problemi- disse Alicia.

  • In questo mondo, se mangi con le mani certi cibi non sono molto contenti- disse Kotake.

  • Tu vedi quello che faccio io- disse Kotake.

Kotake iniziò a mangiare molto lentamente, cosi che la Alicia potesse vedere come si fa. Alicia si impegnò tantissimo, anche se era molto difficile. Per ora gli facevano usare solo le posate per iniziare. La cena continuo molto tranquillo, Alicia iniziò a parlare di cosa faceva nella caserma e del suo rapporto con il padre, del fatto che non era mai andato con gli altri bambini, perché era figlia di un soldato semplice e non aveva diritto. Quindi per colmare quella solitudine iniziava a leggere libri e immaginare mondi in cui lei era l'eroina. Poi un giorno iniziò un libro che parlava della leggenda della guerriera Yuzuna che combatte contro i demoni sigillandoli nella loro dimensione. Alicia racconto che da quando aveva letto quel libro, gli si apri la mente, assomigliava alla sua storia. Da quel momento voleva diventare come lei. La cena finì con quella lunga storia. Alicia scese dalla sedia con l'aiuto di Kotake e salì a giocare con Fat

  • Senti mamma domani mi devi prestare un po' di soldi- disse Kotake.

  • Per fare? Non i soliti libri di calcio perché allora te lo scordi- disse il padre.

  • No, volevo comperare vestiti, libri, e altre cose per Alicia.- disse Kotake

I genitori si guardarono.

  • Ok, che li usi solo per la piccola- disse Kotake.

  • Certo, grazie- disse Kotake.

Kotake andò a prendere il telefono.

  • Credo che Tetsuya veda in Alicia la sorellina che non aveva mai avuto- disse Meiko.

  • Io credo di si cara- disse Hiroto.

Kotake fece un numero sul telefono.

  • Pronto? Chi è?- disse la persona al telefono.

  • Signora Harukaze? Buonasera sono Tetsuya c'è per caso Doremi- disse Kotake.

  • Tetsuya, vuoi Doremi? Ora te la chiamo- disse Haruka.

  • Tetsuya, che c'è?- chiese Doremi.

  • Volevo chiederti, se ti andava di venire a far un giro con Alicia, ci devo comprare abiti, libri, e molte altre cosa. Io non sono una ragazza, quindi il tuo aiuto mi servirebbe- disse Kotake.

  • Ti sei cimentato bene nella parte del fratellone premuroso, comunque va bene, se la lascio alle tue cure diventa a tutti gli effetti una Kotake- disse Doremi scherzosamente.

  • Che vorresti dire?- disse Kotake.

  • Nulla, nulla a che ora?- disse Doremi.

  • Che ne dice delle dieci a casa tua?- chiese Kotake.

  • Va benissimo- disse Doremi.

  • Allora, a domani- disse Kotake.

  • Aspetta, ecco volevo parlarti di questo pomeriggio- disse Doremi.

  • Parleremo domani di quello che è successo- disse Kotake e mise giù la cornetta.

  • ...- Doremi rimase muta con la cornetta in mano.

Nella sua mente c'erano una miriade di pensieri, confusi. Si sentiva ancora in colpa per non averlo difeso, quando avevano preso la fatidica decisione.

Kotake tornò da Alicia.

  • Alicia che ne dici di leggere il diario di tuo padre?- chiese Kotake prendendo il diario vicino alla spada posata a terra.

  • Si- disse Alicia con un sorriso a trentadue denti.

  • Allora vediamo...- disse Kotake.

Kotake iniziò a leggere:

“ Caro, mio inseparabili diario

La giornata è sempre molto movimentata, la mattina ad occuparmi di Alicia,le poche ore che posso stare con lei, il mio lavoro di soldato, mi impedisce di vederla sempre quindi quando sono in turno di guardia, la devo affidare a una balia. La bambina cresce a vista d'occhio e forse gli ho passato la passione delle armi, la voglia di combattere, quando mi alleno davanti a lei mi guarda estasiata e anche se per ora non sa cosa sto facendo. Sono passati nove anni da quando Yuzuna sigillò i demoni, io sono l'ultimo a vederla sparire, c'è chi dice che abbia nascosto il suo piccolo nel mondo umano, una cosa so per certo il prescelto tornerà quando le sue lacrime sgorgheranno dal suo viso” lesse Kotake. Si fermò perché la piccola Alicia si era addormentata. Era stata una giornata faticosa sia per la piccola che per Kotake. Kotake prese delicatamente la piccola e la mise nel suo letto e gli rimbocco le coperte. Lui però rimase con la luce accesa e iniziò tradurre il diario dall'inizio, dopo la dodicesima pagina, senti il mugolio di Alicia, che sussurrava il nome del padre.

  • Meglio andare a letto- disse Kotake.

  • Impostiamo l'ora alle nove di mattina- disse Kotake impostando la sveglia.

Kotake si coricò assieme ad Alicia e sprofondò anche lui nelle braccia di Morfeo.

  • Anche io vado a dormire- disse Fat raggiungendo la sua mensola e crollando in un sonno profondo.

Il giorno seguente Kotake si svegliò presto e vide con sua fortuna che i segni della trasformazione era completamente scomparsi. La piccola si svegliò lentamente , si mise a sedere e fece uno sbadiglio.

  • Su dormigliona, scendi a far colazione, ci aspetta un lungo di compere- disse Kotake

  • va bene- disse Alicia muovendosi ancora assonnata.

Alicia scese a fare colazione e come la sera prima Kotake gli insegnava come sei mangiava. Finito di mangiare si sciacquo la faccia.

  • Fratellone cosa stai facendo?- disse Alicia.

  • Mi lavo i denti, vedi questo si chiama spazzolino e questa dentifricio- disse Kotake facendo vedere lo spazzolino e il tubetto di dentifricio.

  • Come si usano?- chiese Alicia.

Allora Kotake gli fece vedere come faceva, appena lo fece la piccola.

  • Mi brucia la lingua- disse Alicia con qualche lacrimuccia per il fastidio.

  • è il sapore di quel dentifricio- disse Kotake.

Dopo essersi lavati, Kotake si cambio e tutte due andarono a casa di Doremi. Arrivarono a casa di Doremi e suonarono.

  • La solita dormigliona- disse Kotake.

La porta si apri e ne uscì una ragazzina con capelli e occhi rosa. La piccola si nascose dietro Kotake.

  • Cerchi mia sorella? È quasi pronta- disse Pop

  • Pop-chan, vedo che a distanza di anni non cambi- disse Kotake.

  • Kotake, non vorrei essere scortese ma quella bambina chi è?- chiese Pop.

  • Aspetta, non sarà...- disse Pop

Kotake deglutì pesantemente.

  • La figlia di te e Doremi- disse Pop

Kotake cadde fragorosamente.

  • Ma che ti salta in mente di dire? Come fa ad essere mia figlia e di Doremi, sei anni. Vuol dire che l'abbiamo concepito a nove anni- disse Kotake tutto d'un fiato rosso in viso

  • Può essere, in quei anni Doremi era abbastanza pienotta- disse Pop.

  • Chi era pienotta?- disse Doremi fumando di rabbia alle sue spalle.

Pop ricevette un bella martellata sulla testa provocandole un grosso bernoccolo.

  • Era solo per scherzare- disse Pop massaggiandosi la parte lesa.

Kotake si mise a guardare Doremi. Doremi indossava una giacca di pelle e una minigonna di jeans con collant neri e un paio di stivali rosa.

  • Bhè cose quella faccia da pesce lesso- disse Doremi imbarazzata.

  • Sei incantevole- disse Kotake.

  • G-grazie- disse Doremi arrossendo.

  • Allora venite che vi faccio vedere negozi nuovi bellissimi- disse Doremi incamminandosi.

Doremi sentì afferra la gamba da dietro. Si giro e vide che a tirarle la gamba era la bambina.

  • Che c'è?- disse Doremi

  • Mi daresti al mano- disse Alicia.

  • Va bene- disse Doremi.

Alicia ora teneva la mano a Doremi e a Kotake era felice. Si sentiva come in una famiglia composta da madre, padre, e figlia. Prima tappa fu il parrucchiere. La piccola iniziò a scappare.

  • Alicia non fare i capricci sai che non poi tenerli cosi lunghi- cercò di farle capire Doremi.

  • Si ma quello me li vuole tagliare tutti, non voglio rimanere pelata- disse continuando a scappare.

  • Tre, due, uno,- contò Kotake e la piccola inciampò a causa dei suoi capelli lunghi.

La piccola scoppiò a piangere perché si era sbucciato il ginocchio.

  • Se ti faccio passare la bua, poi mi stai a sentire- disse Doremi.

La piccola gli fece cenno di si e Doremi si chino e gli bacino sul ginocchio.

  • Ti fa male, ancora?- chiese Doremi.

  • No- disse Alicia.

  • Ora ferma che ti facciamo bella- disse Doremi

Il parrucchiere iniziò a tagliare e la piccola chiuse gli occhi. Appena ebbe finito.

  • Su ora guardati- disse Doremi.

La piccola aprì lentamente gli occhi e vide che i suoi capelli c'erano ancora anzi i ciuffi ribelli erano scomparsi, ora i capelli gli arrivavano al fondo schiena . Le piaceva da morire la nuova acconciatura.

  • è bellissimo- disse Alicia

  • Cosa ti avevo detto- disse Doremi.

La seconda tappa fu gli abiti e indumenti intimi.

Doremi fece comprare cosi tanti abiti che Kotake non sapeva dove tenere le borse e quindi si ingegnò, si mise alcune borse sulle spalle, e alcuna le teneva con la bocca.

Terza tappa libri da leggere di cui entrò in gioco Kotake prendendo molti libri per bimbi per far esercizi di scrittura con la piccola.

Quarta tappa luna park di cui ci stettero tutto il pomeriggio, la piccola mangiò lo zucchero filato, il gelato e molte altre cose dolci insieme a Doremi e Kotake. Alicia era affascinata da tutto quello che vedeva, che provò tutte le giostre.

Quinta ed ultima tappa mare.

  • Fratellone cosa è?- disse Alicia.

  • Alicia, questo è il mare.- disse Kotake.

Quella parola gli suonava molto mistico. Si avvicinò. Mise la mano in acqua e vide che era gelida. Iniziò a tastare la sabbia, era soffice.

Intanto Kotake e Doremi si erano seduti sopra le scalinate che davano alla spiaggia.

  • Senti Kotake per ieri pomeriggio, io non sono pienamente d'accordo con Akatsuki- disse Doremi.

  • Ti ringrazio, ma me lo aspettavo- disse Kotake.

  • Piuttosto sto ancora traducendo il e...- disse Kotake ma non finì perché iniziò a piovere.

  • Andiamo, Alicia veni anche tu- disse Kotake.

  • Ok- disse la piccola estasiata anche dalla pioggia.

Iniziarono a correre verso casa di Kotake. Alicia era in testa, poi c'era Doremi ed infine Kotake.

Arrivarono a casa bagnati fradici. Entrarono in casa.

  • Siete bagnati fradici- disse Meiko.

  • Ci scusi signora- disse Doremi togliendosi la giacca di pelle.

  • Non ti preoccupare, fatti a fare una doccia calda, e lo stesso vale per Tetsuya e Alicia.

Kotake posò le cose comprate nel soggiorno e andò prendere dei asciugamani per se, per Doremi e per Alicia. Kotake guardo Doremi, era tutta bagnata quindi si vedeva tutto.

  • P-poi usare prima tu e Alicia il bagno, io melo faccio dopo- disse Kotake so di giri per quello che aveva visto e buttò l'asciugamano sulla testa di Alicia e Doremi.

  • Grazie- disse Doremi.

Andò subito a farsi il bagno caldo con Alicia. Alicia era stranamente calda.

  • Piccola, ti senti bene?- chiese Doremi mentre gli lavava i capelli.

  • ...- Alicia non disse nulla iniziò a ansimare forte.

  • Che febbrone da cavallo tieni- disse Doremi spaventata.

  • Mi fa tanto male le scapole- disse Alicia tra gli spasmi

Doremi vide che sulle scapole era un rigonfiamento.

  • Kotake, Kotake vieni subito- chiamò Doremi.

In un attimo arrivò.

  • Che c'è?- chiese Kotake aprendo la porta.

  • Alicia non sta bene- disse Doremi.

  • Ma come se è stata bene, tutto oggi- disse Kotake.

Kotake la prese in braccio e Doremi si coprì con un asciugamano, lo segui.

  • Hai la schiena molto calda, sai piccola- disse Kotake posandola sul suo letto.

  • Me ne sono accorto anche io- disse Doremi.

  • Chissà cosa avrà?- disse Kotake iniziando a girarsi.

  • Non ti girare- disse Doremi.

Kotake continuo a esaminare Alicia per non girarsi. Poi gli venne in mente quello che aveva detto, quando era nella caserma.

  • Credo di sapere cosa ha?- disse Kotake.

  • Quindi?- disse Doremi aggiustandosi i capelli.

  • Alicia, sta per mettere su un bel paio di ali- disse Kotake

  • E in questi casi cosa si fa?- disse Doremi.

  • Si aspetta che la ali bucano la pelle e si fa stringere qualcosa tra i denti per far sopportare il dolore- disse Fat.

  • Ma tu come lo sai?- chiese Doremi.

  • Io ho studiato- disse Fat.

  • Allora, andate a prendere un sacchetto di ghiaccio , una bacinella di acqua e una spazzola.- disse Fat.

Doremi e Kotake andarono a prendere quelle cose e poi la girarono a pancia all'ingiù, gli appoggiò la sacca contenente il ghiaccio, in un attimo il ghiaccio si sciolse facendo bollire l'acqua.

  • Accidenti si e sciolta subito- disse Kotake

  • Stai pronto- disse Fat.

La piccola iniziò ad ansimare più forte e un rivolo di sangue uscì dai buchini formati sulle scapole.

  • Fa tanto male- disse Alicia iniziando a gridare.

Kotake prese il pollice è gli mise molta galza e lo strinse molto.

  • Forza piccola, morsica il dito- disse Kotake.

La piccola non se lo fece ripetere due volte e diede un morso cosi forte che persino Kotake che, nonostante abbia messo molta garza gli fece male. Alicia iniziò a spingere. In un attimo le ali vennero fuori con un urlo liberatori da parte di Alicia. I genitori di Kotake accorsero a vedere, e trovarono Doremi e Tetsuya che spazzolavano le ali della piccola sporche di sangue.

  • Cosa è successo?- chiese Meiko.

  • Alla piccola sono spuntate le ali- disse Kotake.

I genitori chiusero la porta e si guardarono.

  • Tutto nella norma- dissero e tornarono ai loro lavori.

Una volta soli Alicia parlò lievemente.

  • Sono belle le mie ali- disse Alicia sorridendo.

  • Sono bellissime- disse Doremi mentre gliele puliva.

  • Ora riposati, ti sei stancata molto- disse Kotake.

La piccola si assopì, ora respirava normalmente.

  • Sai, mi è venuto in mente quella volta che dovevamo salvare Hanna- disse Doremi.

Kotake diede una carezza a Alicia.

  • Più che fratello e sorella, sembrate padre e figlia- disse Doremi.

  • Sei gelosa?- disse Kotake sussurrando nell'orecchio di Doremi.

  • Che stai dic...- disse Doremi ma non finì la parola che Kotake gli diede un bacio sulla bocca.

  • Questo, è per quello che hai fatto oggi, grazie- disse Kotake.

Doremi arrossì è non disse più nulla.

  • Credo, che a casa non potrai andare con questo tempaccio, perché non dormi con Alicia- disse Kotake

  • E tu dove vai?- chiese Doremi

  • Io vado in salotto- disse Kotake.

  • Però prima devo avvertire i miei che sono qui- disse Doremi.

  • Usa il mio telefonino, le linee telefoniche sono staccati- disse Kotake.

Doremi compose il numero di sua madre.

  • Pronto, chi è?- disse Haruka.

  • Sono io, Doremi- disse Doremi

  • Doremi, dove sei? Eravamo preoccupati per te- disse Haruka.

  • Sono, a casa di Kotake, mi hanno dato ospitalità- disse Doremi.

  • Sarà meglio rimanere li per adesso- disse Haruka.

  • Ok, mamma ci vediamo domani- disse Doremi.

  • Si, ciao figliola e siate responsabili delle vostre azioni- disse Haruka maliziosamente.

  • Ma che dici mamma?- disse Doremi paonazza ma non ricevette risposta.

  • Che ha detto?- chiese Kotake.

  • Che posso rimanere- disse Doremi.

  • Ok, vi lascio dormire tranquille, buonanotte- disse Kotake.

  • Buonanotte- disse Doremi.

Kotake scese in salotto e mise a dormire. Doremi continuo a pensare a quel bacio, Alicia li aveva uniti ancora di più.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

finito anche questo capitolo, in un giorno l'ho finito, ecco il fatidico bacio di Kotake.

Continuate a seguirmi. Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaauuuuuuuuuu.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=434726