L'Erede dei Black

di Alohomora
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La ragazza col cane nero ***
Capitolo 2: *** Dieci anni dopo ***
Capitolo 3: *** La leggenda di Castleblack ***
Capitolo 4: *** Il messaggio misterioso ***
Capitolo 5: *** Un mondo nuovo ***
Capitolo 6: *** Il giorno dopo ***
Capitolo 7: *** Vecchi ricordi e nuove speranze ***
Capitolo 8: *** Di nuovo in pericolo ***
Capitolo 9: *** Gelosia ***
Capitolo 10: *** Le sorprese del destino ***
Capitolo 11: *** Ti presento i miei ***
Capitolo 12: *** Confessioni di un Malandrino ***
Capitolo 13: *** Prova superata ***
Capitolo 14: *** Nuovo erede nuovo nome ***
Capitolo 15: *** Due Malandrini, una famiglia ***
Capitolo 16: *** Resurrezione ***
Capitolo 17: *** L'Erede dei Black ***
Capitolo 18: *** Mille domande, nessuna risposta ***
Capitolo 19: *** Grimmauld Place ***
Capitolo 20: *** Il nuovo ordine della Fenice ***
Capitolo 21: *** La quiete dopo la tempesta ***
Capitolo 22: *** La piccola peste ***
Capitolo 23: *** Il bambino sopravvissuto ***
Capitolo 24: *** Guerra e pace ***
Capitolo 25: *** Libera Uscita ***
Capitolo 26: *** Buon Natale Grimmauld Place ***
Capitolo 27: *** Harry e Sirius ***
Capitolo 28: *** Finchè morte non ci separi ***
Capitolo 29: *** Oblivion ***
Capitolo 30: *** Uniti ma divisi ***
Capitolo 31: *** Eclissi Totale ***
Capitolo 32: *** E la vita continua ***
Capitolo 33: *** 2 maggio 1998 ***
Capitolo 34: *** Fine del primo tempo ***
Capitolo 35: *** Secondo tempo ***
Capitolo 36: *** Hogsmeade ***
Capitolo 37: *** L'abbraccio che aspettavo ***
Capitolo 38: *** Harry e Teddy ***
Capitolo 39: *** Gocce di memoria ***
Capitolo 40: *** Riunione di famiglia ***
Capitolo 41: *** Il tesoro nascosto ***
Capitolo 42: *** Due settimane prima ***
Capitolo 43: *** Primo settembre ore 11.00 ***
Capitolo 44: *** Verso una nuova vita ***
Capitolo 45: *** Hogwarts vi darà sempre il benvenuto ***
Capitolo 46: *** Primi passi a Hogwarts ***
Capitolo 47: *** La nuova vita di Rebecca Black ***
Capitolo 48: *** Ritorno a Grimmauld Place ***
Capitolo 49: *** Il Cercatore di Serpeverde ***
Capitolo 50: *** Il vecchio elfo e il giovane padrone ***
Capitolo 51: *** Le verità nascoste ***
Capitolo 52: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 53: *** La donna del ritratto ***
Capitolo 54: *** 25 dicembre 2006 ***
Capitolo 55: *** L'ultimo nemico ***
Capitolo 56: *** Harry Potter e il mistero del Velo ***
Capitolo 57: *** Di nuovo oltre il Velo ***
Capitolo 58: *** Dieci anni in poche ore ***
Capitolo 59: *** Gioventù Malandrina ***
Capitolo 60: *** Di nuovo e per sempre ***
Capitolo 61: *** L'alba di un nuovo giorno ***



Capitolo 1
*** La ragazza col cane nero ***


Capitolo 1 - La ragazza col cane nero


                                                                                                           
Rebecca e Felpato" - Disegno di Elisa/Mirwen



La ragazza col cane nero


La ragazza col cane nero”.

Era così che gli abitanti di Castleblack chiamavano la loro concittadina Rebecca Scott, una giovane infermiera di 25 anni che viveva in una piccola casa con giardino insieme a Felpato, il suo grosso cane dal folto pelo nero e dagli occhi chiari.
Felpato con la sua mole attirava gli sguardi di tutti, soprattutto dei bambini, e stuzzicava la curiosità di Miss Swayne, la vicina di casa, che riteneva che il rapporto di Rebecca con il suo animale domestico non fosse normale.
Spesso Miss Swayne, affacciandosi alla finestra, vedeva Felpato accucciato nel prato accanto a Rebecca che, sdraiata sull’erba, teneva la testa appoggiata al corpo del suo cane, quasi fosse un cuscino.
Poteva vedere chiaramente Rebecca parlare con il suo cane, e anche se non riusciva a sentire cosa gli dicesse era logico che parlava con lui, e sembrava che lui la capisse e che, in qualche modo, le rispondesse.
Certo non era l’unica persona al mondo a comportarsi in modo affettuoso con il proprio animale domestico, ma c’era qualcosa di diverso nel rapporto tra Rebecca e Felpato, qualcosa di strano… qualcosa di…magico…
E poi spesso quello strano cane spariva.
Dove andava era un mistero, però tornava sempre.
E c’erano anche i gufi, comparsi all’improvviso e senza una ragione, che sembravano avere fatto il nido sul tetto della casa di Rebecca e che andavano e venivano a loro piacimento.
Quando poi Rebecca era rimasta incinta la curiosità di Miss Swayne era salita alle stelle, anche perché Rebecca e il suo compagno non vivevano insieme stabilmente.
Rebecca le aveva raccontato che il padre di suo figlio viveva e lavorava a Londra e che spesso si recava in America per affari, e Miss Swayne l'aveva intravisto soltanto un paio di volte, perchè era sempre Rebecca che si recava a Londra da lui.
Era un giovane alto, con lunghi capelli neri... Miss Swayne intuiva che doveva esserci sotto qualcosa, forse quel tipo era un poco di buono, oppure era un uomo sposato, e per quel motivo Rebecca non viveva con lui alla luce del sole.
Un giorno Miss Swayne incrociò Rebecca, in avanzato stato di gravidanza, con la borsa della spesa in mano e l’inseparabile Felpato al suo fianco che le girava intorno piuttosto ansioso ed irrequieto.
Stai tranquillo, non è pesante ce la faccio!” gli diceva Rebecca divertita.
“Ma come si preoccupa il suo cane per il suo stato! Sembra quasi che sia lui il padre del bambino!” aveva ironizzato Miss Swayne, beccandosi come risposta un ringhio minaccioso da parte di Felpato che l'aveva spaventata a morte spingendola a rifugiarsi in fretta e furia in casa sua, mentre Rebecca era scoppiata a ridere.
Dai, amore, andiamo a casa!”
Amore?
Ma aveva sentito bene?
No, quella ragazza aveva decisamente tutte le rotelle fuori posto!
E poi quel cane era troppo pericoloso, un giorno o l'altro avrebbe finito col ferire seriamente qualcuno!
Alla fine di giugno Rebecca ebbe un bambino e, dopo nemmeno un mese, lasciò Castleblack per andare a vivere a Londra con il suo compagno.
Miss Swayne si era ormai convinta che non l'avrebbe più rivista e invece, subito dopo Natale, Rebecca tornò a casa insieme a suo figlio dicendo che suo marito era rimasto a Londra per finire di sbrigare alcuni affari e che presto l'avrebbe raggiunta.
Miss Swayne era sempre più convinta che Rebecca fosse la classica ragazza sedotta e abbandonata che mentiva per salvare le apparenze, e alla storia del marito non credeva neanche un po'.
E poi un giorno Miss Swayne la vide seduta in giardino con accanto il suo bambino che giocava, e si spaventò.
Rebecca era magra, pallida, spenta, senza vita... Solo quando guardava il suo bambino sul suo volto appariva l’ombra di un sorriso, ma per il resto aveva l’aspetto di una persona che si obbligava a vivere perché non aveva altra scelta.
Qualcosa di molto grave doveva essere successo, era evidente, e così Miss Swayne si recò da lei, decisa a saperne di più.
Buongiorno Rebecca, come sta? Ma com’è cresciuto il suo bambino! Le somiglia!” disse Miss Swyane che, oltre ad essere come al solito incuriosita, era anche sinceramente preoccupata per lei.
Rebecca le rivolse un sorriso triste e si girò a guardare suo figlio, un bellissimo bambino di un anno, coi i capelli biondi come quelli della madre e con due bellissimi occhi grigi, tutto concentrato nello sforzo di alzarsi in piedi e muovere i primi passi.
Non assomiglia a me... è come suo padre...” rispose Rebecca con voce spezzata da un dolore troppo grande da sopportare.
Miss Swyane provò una grande compassione per Rebecca e per quello che le era successo... era così ovvio!
Quel disgraziato l'aveva piantata in asso con un figlio da mantenere, e quella sciocca ne era ancora innamorata!
E il suo cane che fine ha fatto?" chiese Miss Swayne intenzionata a prendere il discorso alla lontana per arrivare, infine, a scopire qualcosa di più sul padre del bambino.
Rebecca iniziò a piangere, la guardò con il volto rigato di lacrime e disperata rispose: “È morto il mio Felpato!”, poi prese in braccio suo figlio ed entrò in casa.
Miss Swayne scosse la testa.
Quella ragazza era proprio svitata, non c’erano dubbi.
Era convinta che fosse preoccupata per il suo futuro e per suo figlio e invece... Ma era il caso di mettersi a piangere così?
Gli era affezionata, e su questo non c'erano dubbi, ma… caspita!
Dopotutto… era solo un cane!

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Capitolo 2
*** Dieci anni dopo ***


Capitolo 2 - Dieci anni dopo






Dieci anni dopo



Hermione Granger Weasley, ora insegnante di Babbanologia a Hogwarts, amava tantissimo il suo mestiere e, in particolar modo, amava recarsi nelle case Babbane per annunciare ad una coppia di increduli genitori che nella loro famiglia c’era un piccolo mago o una piccola strega che avrebbe presto frequentato l'antica scuola di Magia e Stregoneria.
Tutto questo le ricordava il giorno in cui anche lei aveva scoperto di essere una strega, il giorno che aveva cambiato per sempre la sua vita, uno dei giorni più belli che avesse mai vissuto, e ne aveva vissuti tanti, soprattutto negli ultimi anni, dato che aveva finalmente sposato Ron, il suo grande amore di sempre, e da due anni era mamma di una bellissima bambina di nome Rose.
Quel giorno si stava recando a Castleblack, una piccola città vicino a Glasgow, per consegnare la lettera ad un bambino che rispondeva al nome di Jupiter Alphard Scott.
Quel nome così insolito le aveva fatto fare un salto nel passato e si era ritrovata a pensare all'Ordine della Fenice, ai mesi trascorsi a Grimmauld Place e, naturalmente, a Sirius Black.
Ricordava ancora il grande albero genealogico, il motto Toujours Pur, lo stemma della Nobile e Antica Casata dei Black e, soprattutto, ricordava i nomi di chi era stato canellato da quell'albero genealogico perchè indegno di fare parte della famiglia.
Tra i rinnegati della famiglia c'era anche lo zio di Sirius, che si chiamava Alphard, proprio come il bambino a cui stava portando la lettera.
Hermione sapeva che alcuni Black erano stati allontanati dalla famiglia a causa della loro condizione di Magonò e, in quanto tali, erano andati a vivere in esilio fra i Babbani, ed iniziò a considerare l'ipotesi che uno di quei Black si fosse sposato con una Babbana dando vita ad una famiglia che si era estesa e sviluppata nei secoli fino ad arrivare a Jupiter Alphard Scott, nelle cui vene era tornato a scorrere sangue di mago.
Hermione era curiosa di conoscere quel bambino, curiosa di conoscere l'origine del suo nome, Jupiter Alphard, un nome composto dall'unione di un pianeta e di una stella... un nome che non avrebbe sfigurato per niente sull'albero genealogico dei Black!
E la cittadina in cui viveva si chiamava Castleblack...
Non erano semplici coincidenze, Hermione ne era certa, e provava una strana sensazione alla quale non riusciva a dare un nome, il tipico stato d'animo che la spingeva sempre a correre in biblioteca nella speranza di trovare una risposta alle sue domande.
Ne avrebbe sicuramente parlato con Harry, era certo che l'avrebbe aiutata a risolvere il mistero una volta saputo che un probabile discendente di Sirius avrebbe presto frequentato Hogwarts!
Con questi pensieri in testa Hermione bussò alla porta di casa Scott, accingendosi a ripetere la consueta routine.
Ormai dopo tanti anni sapeva cosa la aspettava, sapeva che inizialmente le persone con cui sarebbe entrata in contatto non avrebbero creduto ad una sola parola di ciò che lei avrebbe detto, spesso credevano che fosse uno scherzo, o una nuova trovata pubblicitaria!
Era sempre il diretto interessato, il destinatario della lettera, a convincere i genitori, anche per lei era stato così.
Quando era bambina si era accorta da un bel pezzo che riusciva a fare cose strane, tipo spostare gli oggetti senza muovere le mani o accendere le luci di casa senza toccare l'interruttore, e quando le avevano detto: "Sei una strega" aveva finalmente capito qual'era il suo posto nel mondo e, soprattutto, qual era il suo mondo.
Ma Hermione non era minimamente preparata a quello che accadde non appena la porta di quella casa si aprì.
Buongiorno, lei è la signora Rebecca Scott?” chiese Hermione, assumendo immediatamente un tono professionale ed ufficiale.
Sì sono io cosa... “ iniziò a dire la donna che le aprì la porta, ma non riuscì a terminare la frase perchè impallidì, si portò una mano alla bocca e la fissò incredula, gli occhi sbarrati per lo stupore e l'emozione.
Hermione... “ sussurrò la donna visibilmente commossa. “Non avrei mai pensato di ricevere da te la lettera da Hogwarts...“ proseguì fissando la busta sigillata che Hermione teneva fra le mani.
Per una frazione di secondo Hermione rimase ammutolita e choccata, e quando aprì la bocca balbettò con voce incerta: “Ma... ma... Conoscete Hogwarts? Ma voi non potreste... Non dovreste!
Non era possibile, non potevano sapere dell’esistenza di Hogwarts, la scuola era protetta dai più potenti incantesimi respingi Babbani, lo stesso nome di Hogwarts era stregato, e se qualche studente Babbano di nascita diceva“Frequento Hogwarts” la persona con cui parlava capiva “Frequento il liceo”... Era così che il segreto veniva conservato!
Allora c'era stato davvero un Magonò in quella famiglia!
Sicuramente aveva parlato ai suoi parenti del mondo magico, e aveva detto che forse un giorno uno di loro avrebbe sviluppato i poteri che lui non aveva mai avuto!
Ma quella donna l’aveva chiamata Hermione, aveva parlato come se si fossero già conosciute, ma Hermione non la ricordava affatto, non l'aveva mai vista prima... Cosa stava succedendo?
Vieni Hermione accomodati” disse Rebecca conducendola gentilmente in salotto. “Immagino che tu non ci stia capendo nulla ed è normale, ma noi ci siamo già conosciute, anche se adesso non puoi ricordartelo”.
Hermione si sentiva sempre più confusa e disorientata: dove e quando aveva già incontrato quella donna?
Aprì la bocca per parlare ma in quel momento nella stanza entrò di corsa un ragazzino che, Hermione intuì, doveva essere Jupiter, il destinatario della lettera.
E' arrivata mamma? E' arrivata la mia lettera? Andrò davvero a Hogwarts?” esclamò stupito ed incredulo mentre il cuore gli martellava impazzito nel petto.
Era vero... era tutto vero...
Quel giorno compiva undici anni e sua madre gli aveva sempre detto che avrebbe ricevuto quella famosa lettera ma, col passare del tempo, aveva iniziato ad avere paura.
Lui sapeva di avere delle doti che gli altri bambini non possedevano, sapeva di essere il figlio di un mago.
Suo padre era morto quando lui aveva solo un anno ma il suo ricordo era vivo più che mai nel suo cuore grazie ai racconti di sua madre, e conosceva bene la sua storia e la storia della famiglia alla quale apparteneva.
Ma nel mondo magico nessuno sapeva più della sua esistenza... E se si fossero scordati definitivamente di lui?
Hermione con la sua visita aveva trasformato i suoi dubbi in certezze, e le sue paure in una immensa felicità: il suo futuro iniziava in quel momento.
Sì Jupiter, andrai ad Hogwarts!” disse Rebecca abbracciando suo figlio, anche lei al colmo della felicità.
Era stata una lunga attesa ma ora era tutto finito, Jupiter sarebbe tornato a far parte del mondo a cui apparteneva, tutti sarebbero tornati a ricordarsi di loro e finalmente ogni cosa sarebbe andata per il verso giusto.
Hermione non aveva mai visto quel bambino eppure capì all'istante di chi era figlio, era così evidente, se non fosse stato biondo la somiglianza sarebbe stata più che perfetta.
E lei che aveva pensato ad un lontano antenato...
Ebbe una fugace visione di se stessa a tredici anni che cavalcava Fierobecco con Harry, pensò a un antico arco e a un pesante velo che fluttuava nell'aria, sentì di nuovo le urla disperate di Harry e i suoi occhi si riempirono di lacrime: perché non ne avevano mai saputo niente?
Il figlio di chi portava il nome della stella più luminosa del cielo non poteva che avere il nome del pianeta più grande del Sistema Solare... E Alphard... come lo zio preferito...“ pensò Hermione, che a quel punto non vedeva l'ora di contattare Harry, che più di chiunque altro aveva il diritto di sapere.
Guarda qui!” disse Jupiter e un attimo dopo tornò da Hermione mostrandole un album di foto. “Questa è mia mamma da giovane, questo sono io in braccio a mio padre e qui ci sei anche tu!”
Hermione guardò la foto e il suo cuore si fermò per un istante: era una foto di gruppo in cui riconobbe lei stessa insieme a Ron, Harry, i Weasley, Remus, Tonks...
Questa foto è stata scattata a Grimmauld Place.” spiegò Rebecca. “Voi non potete ricordare nulla, Sirius ha modificato i vostri ricordi per proteggerci da Voldemort. Sì Hermione, credo che ormai l’avrai capito. Sirius era mio marito e il padre di mio figlio. Ma lascia che ti racconti tutto dall’inizio.”

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Capitolo 3
*** La leggenda di Castleblack ***


Capitolo 3 - La leggenda di Castleblack





La leggenda di Castleblack


Dopo la fuga da Hogwarts insieme a Fierobecco Sirius si era diretto in Scozia in una piccola cittadina vicino a Glasgow chiamata Castleblack.
Sulla collina che sovrastava quella piccola città c'era infatti un castello, invisibile agli occhi dei Babbani, che apparteneva da sempre alla sua famiglia.
Gli abitanti di Castleblack pur non vedendolo ne sospettavano l'esistenza poichè la leggenda narrava che un tempo un castello si ergeva sulla collina in tutto il suo splendore finchè un mago di nome Acheron Black non aveva ucciso il nobile signore che lo abitava e lo aveva reso invisibile per poter praticare in solitudine i suoi incantesimi.
Si parlava di strani riti magici che si erano svolti su quella collina, e la leggenda raccontava di persone scomparse dai villaggi vicini, catturate dalle oscure presenze che abitavano il castello invisibile.
Molte indagini erano state fatte nel corso degli anni da storici, semplici curiosi ed esperti di fenomeni paranormali, ma nessuno era mai riuscito a scoprire nulla, e col tempo la storia di Castleblack era entrata a far parte delle innumerevoli leggende scozzesi.
Quello che i Babbani ritenevano leggenda era invece realtà.
Acheron Black era un lontano antenato di Sirius, e i Babbani scomparsi all'epoca erano stati veramente catturati ed uccisi da Acheron e dai suoi seguaci che si divertivano a praticare la Caccia al Babbano mentre i Babbani, a loro volta, praticavano la Caccia alle Streghe.

Dopo la morte di Acheron Black e la fine del Medioevo le pratiche sanguinose erano cessate e il castello era rimasto disabitato per molti anni, e nel corso dei secoli aveva perso la sua fama sinistra diventando una delle tante residenze della famiglia Black.
La proprietà del castello era passata di padre in figlio sino ad arrivare ad Alphard Black che ci aveva vissuto fino al giorno della sua morte e che aveva nominato Sirius suo unico erede non avendo avuto figli propri.

Sirius dopo aver conseguito il M.A.G.O. aveva iniziato ad occuparsi del castello con l'idea di farlo diventare un giorno la sua casa, ma a 22 anni era stato rinchiuso ad Azkaban e tutti i suoi sogni erano stati stroncati sul nascere.
Il castello era quindi rimasto nuovamente disabitato ma si era comunque mantenuto in buone condizioni, nulla all’interno era stato toccato, e Sirius notò con soddisfazione che gli incantesimi di protezione che zio Alphard aveva applicato e che lui stesso aveva contribuito a rinforzare avevano continuato a funzionare nel corso degli anni.
Si aggirò tra le stanze polverose finchè non raggiunse la camera da letto principale, e si diresse subito verso uno scrittoio che stava appoggiato alla parete.
Aprì il cassetto centrale e vi trovò subito quello che cercava: la bacchetta magica di suo zio.

La prese in mano e sentì un formicolio al braccio: la bacchetta lo aveva riconosciuto come suo padrone e Sirius tremò per il sollievo, perchè con una bacchetta di nuovo fra le mani sarebbe stato tutto più semplice.
Sirius avrebbe potuto scappare ancora più lontano, ma aveva già deciso che si sarebbe stabilito lì per non allontanarsi troppo da Hogwarts e da Harry, la persona per lui più importante al mondo.
Si accorse di essere stanchissimo, così mise da parte ogni problema e preoccupazione, crollò sul letto ancora vestito dei suoi miseri stracci e si addormentò, per risvegliarsi il giorno dopo tranquillo e sereno come non gli capitava da tempo.
Dopo tutti quegli anni ad Azkaban e dopo un anno vissuto sotto forma di cane aveva dimenticato cosa volesse dire dormire in un letto vero e proprio!
Fece un lungo bagno caldo (un'altra cosa piacevole che aveva scordato) e si vestì con uno degli abiti che aveva trovato nell’armadio di zio Alphard.
Erano un po’ fuori moda ma non gliene importava nulla: finalmente si sentiva di nuovo un essere umano ed era felice.

Fierobecco si era comodamente sistemato nel parco del castello, e Sirius pensò che doveva assolutamente scrivere ad Harry, così si addentrò nel bosco in cerca di gufi da addomesticare.
Ne trovò solo uno piccolissimo ma non fu un problema: il gufetto imparò benissimo le istruzioni di Sirius e fu pronto per inviare il primo messaggio.
Ora c’era un altro problema da risolvere: doveva procurarsi del cibo!
Fierobecco poteva andare nel bosco per provvedere ai suoi bisogni, ma Sirius era stanco di vivere di topi, la sua magrezza era impressionante, era debole e sofferente, ma era ancora un miracolo che fosse vivo dopo tutti quegli anni vissuti con la sola compagnia dei Dissennatori, e così si trasformava in cane e scendeva al villaggio: frugando nei bidoni della spazzatura riusciva sempre a trovare qualche avanzo, e questo per il momento gli bastava.
Aveva voglia e bisogno di mangiare del cibo “vero” altrimenti non sarebbe più tornato quello di prima, e lui doveva assolutamente recuperare le forze, perché così avrebbe potuto lottare per dimostrare la sua innocenza e avrebbe finalmente potuto far vivere Harry con sé per compiere finalmente il suo dovere padrino e onorare la promessa fatta a Lily e James.
Sorrise ripensando all'entusiasmo di Harry, alla sua felicità quando gli aveva detto che un giorno avrebbero vissuto insieme.
Per la prima volta non si sentiva più solo, Harry credeva in lui e anche Remus finalmente sapeva la verità.
Aveva ritrovato il suo figlioccio e l'unico suo vero amico rimasto al mondo, e forse la sua vita avrebbe finalmente iniziato ad avere un senso dopo tanti anni passati nel buio di una cella.
Mentre Sirius pensava a rimettere insieme i pezzi della sua vita Rebecca Scott si godeva la sua gioventù e la sua indipendenza.
Aveva 25 anni, amava viaggiare e divertirsi ma, soprattutto, amava il suo lavoro di infermiera presso l'ospedale di Glasgow, che le aveva permesso di acquistare, con i primi soldi, la casa in cui attualmente viveva e della quale andava fiera ed orgogliosa.
I suoi genitori che vivevano a Glasgow all'inizio si erano dispiaciuti, avrebbero voluto che Rebecca restasse ancora un po' a vivere con loro, ma la ragazza si era impuntata.
La sua ultima storia d'amore con Edward, un collega di lavoro, si era conclusa l'anno precedente nel peggiore dei modi, e lei aveva quindi deciso di dare un taglio al passato acquistando quella piccola casa, pronta ad iniziare una nuova vita.
Ci sarebbe stato forse tempo per un nuovo amore, ma in quel momento non era nelle sue priorità.

Una notte, rientrando a casa dopo aver terminato il suo turno, scorse una grossa sagoma nera proprio di fronte al marciapiede della sua abitazione.
Che cos’è quello?” si chiese spaventata, ma la sua paura svanì quando si accorse che era un grosso cane nero ferito.
Felpato stava rientrando a casa dopo il suo consueto giro notturno in cerca di cibo quando una macchina che sopraggiungeva a tutta velocità l’aveva investito e lo aveva lasciato sull’asfalto ferito e dolorante.
“Oh no... Cosa ti hanno fatto?” disse Rebecca scendendo dalla macchina. “Guarda, quella è casa mia, ora ti porto con me, vieni!” concluse accarezzandolo con affetto per calmarlo e rassicurarlo.
Una volta che furono entrati in casa Felpato si sdraiò sul divano, e Rebecca corse subito a prendere bende e disinfettante.

“Ti fa male la zampa? Hai una brutta ferita, ma per fortuna non è grave! Stai calmo adesso, non avere paura, non sentirai niente... puoi fidarti di me, non sono una veterinaria però faccio l'infermiera e di ferite me ne intendo!” disse Rebecca accarezzandolo di nuovo sulla testa, e Felpato si rilassò lasciandosi coccolare da quella ragazza che amava tanto gli animali.
“Ecco, sei bravissimo! Fermo così… Dai non fare tante storie, grande e grosso come sei ti lamenti per così poco? Ecco fatto!” disse sorridendo mentre terminava la sua fasciatura. “Ora ti darò qualcosa da mangiare, sei così magro! Hai l’aria di uno che se l’è vista brutta... Cosa ti è successo? I tuoi padroni ti hanno abbandonato?" disse mentre lo accarezzava dolcemente, piena di compassione e tenerezza nei confronti di quel povero cane randagio. "Non preoccuparti, ci sono qui io, penserò io a te da adesso in poi e non ti abbandonerò mai, te lo prometto! Io ti capisco sai, so cosa vuol dire essere abbandonati dalle persone che ami visto che sono stata lasciata dal mio fidanzato, ma di sicuro tu mi sarai fedele, dopotutto la fedeltà è la dote principale dei cani!” concluse elargendo un altra dose di coccole a Felpato che rispose con entusiasmo alle sue premure.
Da tanto tempo nessuno lo trattava più con gentilezza, e le attenzioni di quella ragazza gli scaldavano il cuore.
Gli dispiacque di non poterle rivelare la sua identità, perché avrebbe voluto dirle che ne sapeva qualcosa anche lui di abbandono e tradimento.

“Ti ci vuole un nome, che ne dici di Black?" propose Rebecca, ma Felpato alzò la testa di scatto ed iniziò ad abbaiare nervosamente.
Era ricercato, magari proprio in quel momento qualche Auror in incognito stava pattugliando le strade di quel piccolo villaggio, e anche se nessuno al Ministero sapeva che lui era un Animagus avrebbero potuto comunque insospettirsi se avessero sentito Rebecca che lo chiamava così!

“Buono buono... " disse Rebecca accarezzandolo. "Che cosa c'è? Non ti piace? In effetti non è il massimo dell'originalità chiamare Black un cane nero che vive a Castleblack! Ora sono troppo stanca per pensarci, domani mi farò venire in mente qualcosa di meglio! E adesso dove ti faccio dormire? Domani andrò a prenderti una cuccia e tutto il resto, ma stasera... Bhè, potresti dormire in camera mia, c'è un tappeto ai piedi del mio letto, potresti sdraiarti lì per stare più comodo... Dai, vieni!" disse Rebecca invitando il suo cane a seguirla ma, giunta nella sua camera, si accorse che l'animale esitava sulla soglia.
"Cosa ti succede adesso? Non vuoi entrare? Non ti piace stare qui?" chiese di nuovo Rebecca mentre si preparava per andare a dormire, meravigliata dallo strano comportamento di quel cane che, nel frattempo, era ritornato in salotto zoppicando vistosamente a causa della fasciatura, e scegliendo di sistemarsi su una soffice poltrona vicino al camino.
"Ah, era questo che volevi allora!" esclamò Rebecca ridendo. "Ti capisco, questa è la mia poltrona preferita... o forse dovrei dire era? Ho come l'impressione che questo angolo diventerà il tuo regno! Allora se è questo che vuoi... buonanotte!"
Rebecca lo accarezzò un'ultima volta e poi si ritirò nella sua stanza, lasciando Sirius da solo a meditare su quella nuova e imprevista svolta che aveva preso la sua vita.
"E' la prima volta che Sirius Black si rifiuta di dormire con una ragazza!" pensò ridendo tra sè e ripensando a Rebecca, alla sua dolcezza e alla sua generosità... e alla sua zampa che gli faceva ancora un gran male.
"Per qualche giorno farò fatica a muovermi... meno male che ti ho incontrata!" pensò rivolgendo uno sguardo alla camera della sua nuova padrona.

Alla fine si trasformò, si diresse zoppicando nella camera di Rebecca e sussurrò alcune parole all'orecchio della ragazza che dormiva profondamente.
“Ora so come chiamarti!” esclamò Rebecca il giorno dopo. “Mi sono svegliata con questa idea in testa, non so da dove mi sia venuta ma sento che è quella giusta! Chissà, forse me lo sono sognato stanotte, ma ho deciso di chiamarti Felpato... tu che ne dici?"
Felpato abbaiò la sua approvazione: il suo messaggio era stato ricevuto. 

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Capitolo 4
*** Il messaggio misterioso ***


Capitolo 4 - Il messaggio misterioso




Il messaggio misterioso



Da ormai due settimane Sirius era il fedele animale domestico di Rebecca, e il modo di dire vita da cani per lui non aveva alcun senso dato che la sua padrona lo adorava e non gli faceva mancare nulla.
Si rendeva conto che non avrebbe potuto fare il cane per tutta la vita come gli aveva consigliato più volte James, però gli dispiaceva dover lasciare Rebecca e la sua casa.
Era stata così buona con lui, era così affezionata, e anche lui le voleva bene... e perchè no? Dopotutto era la sua padrona!
Avrebbe potuto semplicemente andarsene mentre Rebecca era al lavoro per non tornare mai più però non aveva il coraggio di farlo perché sapeva che Rebecca avrebbe sentito la sua mancanza, ne aveva avuto la conferma quando aveva approfittato della sua assenza per passare un po' di tempo al Castello di suo zio Alphard e pensare alla modifiche che voleva apportare.
Rebecca rincasando non lo aveva trovato e si era preoccupata temendo che fosse scappato, e quando lo aveva visto spuntare in fondo alla strada gli era corsa incontro e l'aveva abbracciato, felice per averlo ritrovato e nello stesso tempo furiosa con lui che aveva osato allontanarsi senza il suo permesso.
Quando aveva accettato l’ospitalità di Rebecca si era fatto trasportare dall’emotività e non aveva riflettuto sulle conseguenze, d'altra parte lui era fatto così, agiva d'istinto... e puntualmente si metteva nei guai.
Sirius non voleva far soffrire Rebecca, non se lo meritava dopo tutto quello che aveva fatto per lui, e sempre più spesso pensava che forse avrebbe dovuto rivelarle la sua vera identità.
Chissà, magari gli avrebbe creduto.
In caso contrario le avrebbe fatto un Incantesimo di Memoria per farle dimenticare Felpato, anche se gli sarebbe dispiaciuto perdere l'unica amica che avesse mai avuto da 12 anni a quella parte.
Avrebbe pensato più tardi al da farsi, anche perché in quel momento cominciava ad avere sonno, e decise di godersi un po’ di meritato riposo.
Riusciva a riposare meglio in forma di cane perchè non era perseguitato dagli incubi, mentre se dormiva in forma umana gli apparivano davanti agli occhi i Dissennatori e si svegliava col cuore che martellava spaventato nel petto, convinto di essere di nuovo nella sua cella per non uscirne mai più.
Anche per questo preferiva stare da Rebecca, perché gli faceva paura la solitudine dopo i tremendi anni ad Azkaban, anche se non voleva ammetterlo nemmeno con se stesso.
E così, nonostante avesse ormai una cuccia dotata di tutte le comodità, di notte preferiva stare in casa, e Rebecca gli permetteva di dormire in salotto sulla famosa poltrona accanto al camino che era stata ormai ribattezzata la poltrona di Felpato.
Rebecca in effetti non aveva avuto molta scelta visto che Felpato si era praticamente imposto in casa sua, ma lei lo lasciava fare perché gli voleva bene e perché era evidente che era stato maltrattato ed aveva sofferto, le bastava guardarlo negli occhi per capirlo.
Spesso di notte lo sentiva agitarsi e guaire nel sonno, e allora lei si alzava e con poche carezze riusciva a calmarlo senza che lui nemmeno si svegliasse e se ne rendesse conto, e a Rebecca si spezzava il cuore al pensiero di tutto quello che il suo Felpato doveva avere vissuto prima che lei lo adottasse.
In sole due settimane Felpato era diventato il migliore amico di Rebecca, che aveva proprio l’impressione che lui la stesse ad ascoltare quando parlava e che fosse interessato a quello che aveva da dire, e il suo cuore si riempiva di orgoglio quando lo portava a spasso e qualcuno gli faceva i complimenti e lo accarezzava.
Quel giorno Rebecca tornò a casa dopo essere passata a fare la spesa per fare naturalmente scorta di cibo per cani.
Ecco Felpato, questo è tutto per te... mi stai costando una fortuna in cibo!” disse ridendo mentre scaricava l’auto. “Felpato, ci sei? Ah, stai dormendo… Che bella vita la tua, beato te che non hai altri problemi!”
In quel momento una stupenda civetta bianca come la neve planò nel cortile e si posò sul tetto della cuccia di Felpato, che continuava a dormire tranquillo.
Rebecca la fissò ad occhi sgranati e il suo stupore aumentò ancora di più quando si accorse che reggeva una busta con il becco.
Ma cosa sei? Una specie di piccione viaggiatore? Devo prendere la busta io?”
Le sembrò che la civetta facesse segno di sì con la testa, e Rebecca cominciò a pensare che forse aveva davvero acquisito la capacità di parlare con gli animali.
Prese in mano la busta, la aprì e iniziò a leggere.

Caro Sirius,
sono purtroppo tornato dai miei zii, ma da quando sanno che sei il mio padrino si sono spaventati e mi permettono di tenere in camera tutti i miei libri, così non sono più costretto a studiare di notte come l’anno scorso.
Purtroppo il professor Lupin ha dato le dimissioni e mi dispiace molto, era il miglior insegnante di Difesa contro le Arti Oscure che avessi mai avuto!
Ron ed Hermione stanno bene e ti mandano i loro saluti.
La gamba di Ron è guarita perfettamente, e gli dispiace di non essere potuto venire a salvarti perché avrebbe tanto voluto cavalcare Fierobecco!
Ti ringrazia molto per il gufo che gli hai regalato, è ancora sconvolto dopo aver scoperto la vera identità di Crosta, rimpiange di non averlo mai dato in pasto ai suoi gnomi da giardino.
Ti ringrazio tanto per la Firebolt, è il regalo più bello che abbia mai ricevuto, se ho vinto la Coppa di Quidditch è anche merito tuo e spero che un giorno potrai venirmi a vedere senza doverti trasformare in Felpato.
Grazie per avermi dato il permesso di visitare Hogsmeade, spero tanto che tu possa tornare presto a casa così potrò venire a vivere con te e lasciare per sempre i Dursley!
Aspetto che Ron si faccia vivo, spero di poter passare il resto dell’estate a casa sua, e se suo padre troverà i biglietti andremo a vedere la finale della Coppa del Mondo di Quidditch!
Spero tanto che tu stia bene, sii prudente e fammi avere tue notizie appena puoi.
Con affetto.
Harry”

Rebecca osservò la lettera perplessa e sconcertata.
Non aveva capito quasi nulla, però una parola l’aveva colpita: Felpato.
Possibile che stessero parlando del suo cane?
E poi perché il nome Sirius le era così familiare?
A scuola aveva studiato astronomia, e sapeva che Sirius era il nome della stella più luminosa del cielo, però ricordava di avere sentito di recente quel nome e per motivi che nulla avevano a che fare con i suoi trascorsi scolastici, solo che al momento non riusciva a ricordare quando e dove.
Assorta nei suoi pensieri non si accorse che Felpato si era svegliato e si stava avvicinando a lei incuriosito, e rimase a dir poco sbalordita quando il suo cane all'improvviso iniziò a ringhiare e le diede una violenta zampata sul braccio facendole cadere il foglio di mano.
Ma che ti prende, sei impazzito? Mi hai fatto male!” urlò Rebecca arrabbiata e anche un po’ spaventata: Felpato era sempre stato un cane così tranquillo, perché ora si comportava così? “Vuoi questo foglio? Prendilo, io non so che farmene, non ho capito una parola di ciò che c’è scritto!” e detto questo entrò in casa furibonda. 
Sirius si diede dello stupido: non avrebbe mai dovuto aggredire Rebecca, lei non aveva nessuna colpa, era evidente che quella lettera era giunta nelle sue mani per errore, però quando aveva visto il messaggio di Harry era rimasto sconvolto, era l’ultima cosa che si aspettava.
Doveva saperne di più e così, letteralmente con la coda tra le gambe, entrò in casa per raggiungere la sua padrona.
Bhè, allora? Si può sapere che cosa ti è preso? Volevi leggerla a tutti costi quella stupida lettera? Almeno il giornale lo posso leggere in pace o vuoi anche questo?” disse iniziando a sfogliare il suo quotidiano, e pochi istanti dopo fu il suo cuore a saltare un battito quando lesse la notizia in prima pagina: "Sirius Black, pericoloso assassino ricercato dalla polizia"
Ora si ricordava.
Qualche giorno prima durante la pausa pranzo aveva guardato il telegiornale in ospedale insieme ai suoi colleghi, e all’improvviso in televisione era apparsa la foto segnaletica famigerato Sirius Black, la stessa che ora la fissava dalla prima pagina del giornale.
"Chiunque avvistasse Sirius Black o ne avesse notizie è pregato di chiamare il numero speciale" era scritto sul giornale, e Rebecca non ebbe alcun dubbio sul da farsi.
Ma certo che lo chiamo! E subito anche!” pensò Rebecca afferrando il telefono e cercando di fermare il tremito delle sue mani per comporre il numero.
Quel viso e quegli occhi da folle le avevano messo addosso una paura tremenda, e lei aveva in mano una lettera in cui forse si nominava proprio il Sirius di cui tutti parlavano... doveva assolutamente parlare con la polizia!
Sirius aveva osservato allarmato ogni movimento di Rebecca, e aveva subito capito le sue intenzioni.
Il panico lo assalì, Akzaban e i Dissennatori riapparvero con violenza davanti ai suoi occhi, ma c'era di peggio.
Lui avrebbe potuto ancora cavarsela, gli sarebbe bastato fingere di essere un cane, ma Rebecca era in possesso della lettera scritta da Harry.
Se Rebecca avesse chiamato il numero speciale in casa sua si sarebbero presentati degli Auror che l'avrebbero interrogata fingendo di essere dei poliziotti Babbani, e di sicuro Rebecca avrebbe mostrato loro la lettera, e gli Auror sarebbero andati a cercare Harry, lo avrebbero interrogato, lo avrebbero costretto a confessare ogni cosa!
Il pensiero di Harry che rischiava una condanna per causa sua fece perdere il controllo dei poteri magici a Sirius, che di colpo e senza preavviso riprese le sue sembianze umane.
Non era più sporco e lacero come nella foto segnaletica quindi Rebecca non capì di avere davanti Sirius Black in persona, però questo non le impedì di spaventarsi a morte quando vide quello sconosciuto apparire dal nulla.
Felpato, aiutami!” gridò Rebecca sperando che il suo cane aggredisse quello che doveva sicuramente essere un ladro ma… dov’era finito Felpato?
Rebecca, ascoltami, non avere paura, non ti farò del male.” disse Sirius avanzando verso di lei e sperando di avere sul viso un espressione convincente. “Non chiamare quel numero o saranno guai per me. So che ti sarà difficile crederlo, ma Felpato sono io".
Rebecca fissava Sirius incapace di parlare.
O era completamente impazzita, oppure quell'uomo le aveva appena detto di essere il suo cane.
E l'aveva anche chiamata per nome, come se la conoscesse da tempo.
Di una cosa comunque era consapevole: era intrappolata in casa sua con un perfetto sconosciuto, e non c’era nessuno che potesse aiutarla.
Ascolta, lo so che farai fatica credere a ciò che ora ti dirò, ma io sono un mago, e tra i tanti poteri che ho c’è anche quello di trasformarmi in cane, guarda!” disse Sirius e si trasformò in Felpato sotto gli occhi allibiti di Rebecca.
No… Non può essere…“ sussurrò Rebecca, e poi tutto intorno a lei si fece buio.
Quando rinvenne si trovò sdraiata sul divano, con accanto Sirius che la fissava dispiaciuto e preoccupato. 
Non farmi del male ti prego... “ disse Rebecca con le lacrime agli occhi. 
Stai tranquilla, non ti farò del male, non voglio fare del male nè a te nè a nessun altro“ disse Sirius prendendole le mani per rassicurarla. So che non mi credi, ti capisco. Anch'io non riuscirei a credere ad una storia del genere se fossi un Babbano... una persona priva di poteri magici!" si affrettò a precisare Sirius, anche se Rebecca a malapena capiva ciò che le stava dicendo. “Mi chiamo Sirius Black... sì sono io, quello di cui parlano tutti i giornali, ma non devi aver paura, io non sono un assassino, io sono innocente, devi credermi!" la supplicò Sirius guardandola negli occhi.
Rebecca era sempre più confusa e disorientata, ma non potè fare a meno di notare che quell’uomo aveva gli stessi occhi grigi di Felpato. Possibile che fosse vero? Che fosse davvero il suo cane? Che fosse veramente un mago?
La sua trasformazione di prima aveva avuto dell’incredibile!
E poi nella lettera che aveva appena ricevuto aveva letto il nome di Felpato, e Felpato gliela aveva strappata di mano... non poteva essere una coincidenza, niente stava accadendo per caso! 
Lascia che ti racconti la mia storia, sei stata così gentile con me e ora vorrei dirti la verità. Se non mi crederai me ne andrò, non sentirai più parlare di me, te lo prometto!” disse Sirius sperando con tutto il cuore che gli credesse.
Rebecca rimase per un attimo in silenzio.
Poteva fidarsi davvero?
Il buonsenso le suggeriva di scappare a gambe levate da quell'uomo, di mettersi in salvo, di chiamare la polizia.
Ma ripensando a quanto era buono dolce il suo Felpato le sembrò impossibile credere che l’uomo che le stava di fronte fosse crudele.
Lo guardò di nuovo negli occhi e ancora una volta ritrovò lo sguardo di Felpato e lesse sul volto e negli occhi di Sirius un dolore infinito, lo stesso che aveva visto negli occhi di Felpato quando lo aveva trovato ferito davanti alla sua casa, e qualcosa nel suo cuore le fece capire che poteva fidarsi di quello sconosciuto proprio come si era sempre fidata del suo cane... perché quello sconosciuto era il suo cane, anche se faceva ancora fatica a crederlo.
E va bene, ti ascolterò... “ sussurrò ancora confusa. “Raccontami tutto... Felpato... “

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Capitolo 5
*** Un mondo nuovo ***


Capitolo 5 - Un mondo nuovo




Un mondo nuovo


Sirius iniziò il suo racconto partendo dal principio, rivelandole non solo la sua natura magica ma anche le sue nobili origini.
Le raccontò di Hogwarts e dei Malandrini, le parlò della sua fuga di casa a 16 anni, le spiegò le ragioni che avevano spinto lui e i suoi amici a diventare Animagi e di quanto fosse stato grande e forte il loro legame.
Le raccontò la morte di Lily e James, il tradimento di Peter, i suoi anni ad Azkaban, concluse con la sua incredibile fuga insieme a Fierobecco e, naturalmente, le parlò anche di Harry.
Rebecca lo ascoltò con attenzione, sempre più rapita e coinvolta man mano che il racconto proseguiva, e quando Sirius finì di parlare tra loro calò un lungo silenzio, carico di emozione per entrambi.
E’ una storia incredibile... Io non so cosa dire, cosa pensare... Era un'amicizia bellissima la vostra, non doveva finire così... " disse Rebecca provando una pena immensa per Sirius e per le sofferenze che aveva dovuto subire. 
La storia dei Malandrini le aveva toccato il cuore, e ancora non immaginava quanta importanza avrebbero avuto nella sua vita e quanto li avrebbe amati per sempre.
"I Malandrini sono stati la cosa più bella della mia vita, anzi l'unica" disse Sirius rivolgendole un sorriso triste ma sentendosi ugualmente felice perché Rebecca gli aveva creduto. "E ora devo pensare ad Harry..." proseguì parlando più a se stesso che a lei, e tra loro calò di nuovo un silenzio che fu rotto ancora una volta da Rebecca.
Felpato... Anzi no... Sirius! Scusa sai, ma mi devo abituare ancora all'idea!” disse Rebecca ridendo, e Sirius rise insieme a lei. “Dove hai detto che vivi? In un castello sulla collina? Non sarà mica... quel castello? Quello della leggenda?”
Non è una leggenda è la verità! Ti è mai capitato di passeggiare nel bosco e di trovare un cartello con scritto Attenzione, pericolo, non oltrepassare? Scommetto che ogni volta che l'hai guardato ti sei sentita confusa... è vero?"
"
Certo che ci sono andata, tutti quelli che vivono da queste parti vanno nel bosco per scoprire se davvero esiste il castello maledetto!" rispose Rebecca. "L'ho fatto anch'io... o almeno credo di averlo fatto, anche se non ricordo quando... E non ricordo di aver visto un cartello... Io non... 

"Non riesci a pensarci molto a lungo, vero? E' normale... è l'effetto dell'Incantesimo Confundus!" le spiegò Sirius sorridendo. "Non potresti oltrepassare quella zona nemmeno volendo, nemmeno se tu avessi poteri magici... Solo i membri della famiglia Black possono oltrepassare quel divieto o permettere a qualcun altro di farlo! Ma una volta superato l'ostacolo scopriresti un sentiero che porta dritto fino al castello! Ti piacerebbe visitarlo?”
Sì! Anzi... no! Voglio dire... mi piacerebbe, però...” balbettò Rebecca che non riusciva ancora a credere a ciò che le stava capitando.
Ti capisco. La fama che lo accompagna non è delle migliori. Pensa che nemmeno nella mia famiglia si è mai parlato molto volentieri di Acheron Black! E magari adesso ti stai chiedendo di nuovo se ti puoi fidare davvero di me, dopotutto sono evaso di prigione con l'accusa di omicidio e tra i miei antenati c'è un mago oscuro che popola i vostri incubi... Non sono in una bella situazione, me ne rendo conto!”
No, non dire così, io ti credo! E' l'idea di andare al castello che mi spaventa... sei sicuro che non ci sia pericolo per me?”
Nessun pericolo, credimi! Acheron è morto secoli fa e quei tempi sono passati, non ci sono fantasmi che si aggirano di notte urlando! E se non ti fidi di me puoi sempre fidarti di Felpato, lui è decisamente molto più affidabile di me!” disse Sirius ridendo, e Rebecca non ebbe più dubbi.
Sirius la prese per mano e Rebecca sentì una sensazione strana attraversarla da capo a piedi, le sembrò che qualcosa si strappasse dentro di lei, e all’improvviso si trovò all’interno di un grande salone con le gambe che tremavano e la testa che girava.
Materializzazione Congiunta,” le spiegò Sirius aiutandola a sedersi su un divano. “Non è piacevole le prime volte, lo so. Cerca di rilassarti, è questione di un attimo e poi passa!”
Ho fatto qualcosa di magico? Non posso crederci! ” disse Rebecca stupita, e Sirius le sorrise divertito.
E' bellissimo questo castello, non lo immaginavo così!” esclamò Rebecca guardandosi intorno ammirata ed incredula. "Me lo immaginavo più cupo, più tetro... e invece è un castello magico, da favola!" concluse entusiasta, mentre Sirius sorrideva compiaciuto.
Anche se rinnegato era pur sempre un Black, e suo malgrado non poteva fare a meno di sentirsi orgoglioso quando qualcuno ammirava gli antichi splendori della sua famiglia.
La città in cui vivi si chiama Castleblack, ma il suo nome non deriva da castello nero ma da castello dei Black... anche se, purtroppo, è stato una dimora oscura per molto tempo!” le spiegò Sirius e iniziò a farle visitare le altre stanze. Questa è la biblioteca di zio Alphard... qui puoi trovare tutti i libri di magia possibili e immaginabili! E questi invece sono i miei amici, i Malandrini di cui ti ho parlato prima!” disse Sirius porgendo a Rebecca un vecchio album di fotografie. Aspetta un attimo… ecco, così va meglio!” continuò Sirius cancellando con un colpo di bacchetta l’immagine di Peter, ma Rebecca non se ne accorse nemmeno, perché era la prima volta che vedeva una foto magica.
Ma si muovono!” esclamò la ragazza incapace di credere ai suoi occhi mentre vedeva i Malandrini per la prima volta nella sua vita.
Il primo ragazzo, coi capelli neri e gli occhiali, si passò una mano tra i riccioli ribelli spettinandoli ancora di più le strizzò l’occhio e le sorrise, e lei scoppiò in una allegra risata prima di spostare lo sguardo sul secondo ragazzo, che aveva i capelli castano chiaro, gli occhi dello stesso colore e che la salutò con un dolce sorriso che le scaldò il cuore.
Il terzo ragazzo era decisamente il più bello e affascinante dei tre ed era anche il più spavaldo ed audace, e quando lei lo guardò le sorrise e ammiccò rivolgendole uno sguardo sfacciato e impertinente.
Sirius... ma questo sei tu!” esclamò Rebecca incredula quando finalmente lo riconobbe.
Era trascorso molto tempo, e gli anni passati in carcere avevano lasciato il segno.
A Sirius era rimasto ben poco del ragazzo della foto, ma era lui, era evidente! 
Ti presento Lunastorta Felpato e Ramoso!disse Sirius. “E invece questo è Harry, il mio figlioccio” proseguì mostrando a Rebecca una foto che lo ritraeva con un neonato tra le braccia.
L’affetto e l’orgoglio con cui pronunciò quelle parole e lo sguardo che rivolse alla foto commossero profondamente Rebecca: si capiva che lo amava come se fosse figlio suo.
Alzò istintivamente la mano per accarezzare Sirius sulla testa ma si fermò bruscamente: cosa stava facendo?
Quello che aveva davanti non era più il suo Felpato!
Ripensò a tutte le volte che lo aveva coccolato e arrossì violentemente.
Sai che sogno di prendermi cura di lui sin dal giorno della morte dei suoi genitori?” disse per l'ennesima volta Sirius. “Avresti dovuto vedere com’era felice quando gli ho proposto di venire a vivere con me! Si è creato subito un legame fra noi, non l'avrei mai immaginato dato che non ha saputo nulla di me per tredici anni!"
"Spero che tu possa riuscire presto a chiarire la situazione. Vorrei poterti aiutare... " disse Rebecca.
La triste storia di Harry le aveva toccato il cuore e si sentiva sempre più partecipe della sofferenza di Sirius, che era palpabile ed evidente nella sua voce ogni volta che nominava gli amici perduti. 
"Mi hai già aiutato molto... se non fosse stato per te sarei ancora ferito in mezzo a una strada! Non sai da quanto tempo nessuno mi trattava con gentilezza, mi hai proprio viziato, sei stata una brava padrona!” disse Sirius e le sorrise.
E tu sei stato un bravo cane!” disse Rebecca ridendo a sua volta. "Sarà strano non trovarti più sulla poltrona davanti al camino...” aggiunse e smise di sorridere perchè si rese conto che alla fine il suo Felpato non era mai esistito, almeno non nel modo in cui credeva lei, e pensare che quella sera si sarebbe trovata sola nella sua casa la rese triste.
Già... adesso tornerò a vivere qui... “ disse Sirius rendendosi conto con altrettanto dispiacere che non avrebbe più potuto vivere insieme a Rebecca ora che lei sapeva la verità ed entrambi rimasero per un attimo a guardarsi senza parole.
"Però potrei sempre venire a trovarti qualche volta... " disse Sirius rompendo il silenzio. "Mi piaceva quando mi portavi al parco!" concluse ridendo.
"Ma certo, vieni pure quando vuoi!" disse Rebecca ridendo a sua volta ma, all'improvviso, un urlo che nulla aveva di umano la spaventò.
"E quello cos'è?" gridò terrorizzata indicando una strana creatura che si aggirava nel parco.
Sirius si voltò di scatto, la bacchetta in mano, il cuore che batteva furioso nel petto, convinto che alle sue spalle ci fosse un Auror pronto a catturarlo.
Grande fu il suo sollievo quando si accorse che a spaventare così tanto Rebecca era stato Fierobecco, che passeggiava indisturbato nel parco del castello.
Non avere paura, è il mio Ippogrifo, è lui che mi ha aiutato a scappare! Vieni con me a conoscerlo!" disse Sirius conducendola nel parco del castello.
Bisogna inchinarsi per salutare un Ippogrifo” le spiegò Sirius chinando la testa, e Rebecca perplessa lo imitò sentendosi più che mai ridicola e tenendosi a debita distanza da quella strana creatura.
E' un po' irrequieto, credo che abbia voglia di sgranchirsi le ali, adesso lo farò volare un po'... vieni con me!disse Sirius tendendo la mano ma Rebecca indietreggio.
 Cosa? Io dovrei salire su quel... su quel coso? Ma tu sei pazzo!” esclamò.
Avanti, non farti pregare!” disse Sirius e, senza darle tempo di riflettere e di protestare, la prese in braccio, la sistemò sul dorso di Fierobecco e salì dietro di lei.
Ecco, così almeno sei sicura di non cadere!” disse circondandola con le sue braccia mentre teneva saldamente in mano le redini, e Rebecca si sentì prendere da una leggera vertigine che nulla aveva a che fare con l’altitudine dato che non erano ancora decollati.
"E adesso che cosa mi sta succedendo?" pensò Rebecca mentre Sirius, al grido di “Vai Fierobecco!”, fece spiegare le ali all'Ippogrifo che prese subito il volo.
Rebecca chiuse gli occhi e strillò ma Sirius non se ne accorse, impegnato com'era ad assaporare l’ebbrezza del volo: si sentiva rinascere, si sentiva libero.
Era da tanto tempo che non volava più in compagnia di una ragazza.
Quando era ad Hogwarts spesso prendeva in prestito la scopa di James, (senza chiedere il permesso al legittimo proprietario che puntualmente si infuriava), e portava la ragazza di turno a fare un giro panoramico del lago al tramonto.
Era uno dei pezzi forti del repertorio di Sirius Black, Malandrino per eccellenza, ma ormai quell'epoca era passata per sempre,  e Rebecca non era il capriccio di un momento ma rappresentava qualcosa di più importante per lui.
Quella nuova consapevolezza lo colse di sopresa, e istintivamente tirò le redini e frenò lasciando Fierobecco sospeso nel cielo. 
Perché ti sei fermato? Cosa succede?” chiese la ragazza allarmata.
"Non lo so... " pensò Sirius mentre i capelli di Rebecca, mossi dal vento, gli accarezzavano il viso facendogli provare emozioni che aveva da tempo dimenticato. Mi sono fermato perché… Perché volevo mostrarti il panorama! Guarda, da lì si vede casa tua, si vede anche la cuccia di Felpato!” disse Sirius ridendo, “E, se ti volti, puoi vedere il castello!”
Rebecca si voltò e con quel semplice gesto si lasciò alle spalle la sua vecchia vita ed entrò a far parte di un nuovo mondo, e quando il suo sguardo incontrò quello di Sirius non ebbe bisogno di poteri magici e incantesimi per capire ciò che sarebbe successo.
Rebecca chiuse gli occhi e si abbandonò all’emozione, alla dolcezza e alla passione del loro primo bacio.



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Capitolo 6
*** Il giorno dopo ***


Capitolo 6 - Due giorni dopo





Il giorno dopo


"Scusate, scusate il ritardo, ho avuto un contrattempo, scusate!" disse Rebecca giungendo in tutta fretta al pronto soccorso dell'ospedale.

"Un contrattempo!?" esclamò la sua collega e amica Kathleen. "Dovevi essere qui alle otto e sono quasi le dieci! Ho provato a chiamarti ma non rispondevi, il Dr. Anderson è furioso e io non sapevo cosa dirgli, ho pensato addirittura di chiamare i tuoi genitori ma non volevo farli preoccupare, e anch'io cominciavo a essere preoccupata! Ma si può sapere cosa ti è successo?"
"Cosa le dico adesso? Cosa le dico?" pensò Rebecca in preda al panico. "Guarda Kathy, non ci crederai, ma ho scoperto che il mio cane, sai, Felpato, quello che era tanto simpatico anche a te... Ecco... Non è un cane ma è un uomo! E non è solo un uomo, è anche un mago! E io ho passato la notte con lui nel castello invisibile, perché non è una leggenda, il castello esiste davvero, ma noi non possiamo vederlo, e sai perchè? Perchè siamo Babbani! Lo avresti mai detto, Kathy? Siamo Babbani e non lo abbiamo mai saputo! Ah... dimenticavo... Si chiama Sirius, Sirius Black... Sì proprio lui... Quell'assassino evaso e ricercato di cui tutti parlano in questi giorni! E sai una cosa? Non è un assassino... è innocente!"
"Allora, mi rispondi sì o no?" la incalzò Katy.
"Cosa dicevi?" chiese Rebecca tornando alla realtà.
"Rebecca, a questo punto mi preoccupo sul serio! Vuoi dirmi che cos'hai?"
"Mi sono innamorata Katy... "
Questo avrebbe voluto dirle, ma non poteva assolutamente parlarne con nessuno.
Sirius era stato chiaro, doveva nascondersi, la sua vita era in pericolo e lei lo avrebbe protetto, non voleva che lo catturassero di nuovo, aveva già sofferto abbastanza e inutilmente.
"E io non potrei fare a meno di lui... " pensò, spaventata da ciò che provava: ma davvero la sua vita era cambiata nel giro di poche ore? Com'era stato possibile?
Katy io... ecco..Qualche giorno fa ho conosciuto un.. Una persona! E ieri sera io... Lui... Noi...” disse Rebecca decidendo di raccontarle una mezza verità.
"Cosa? Ma stai scherzando? Adesso mi devi raccontare tutto!" esclamò Katy incuriosita ed incredula.

Kary ora non posso, come hai detto prima il Dr. Anderson è infuriato con me, se non vado da lui rischio il licenziamento, però ti prometto che ti racconterò tutto!” disse Rebecca e si allontanò di corsa per evitare altre domande a cui non sapeva dare risposta.
Il lavoro la assorbì per tutta la giornata e lei cercò in tutti i modi di non pensare a Sirius e a tutto quello che era accaduto tra di loro ma era difficile: il ricordo di quegli occhi grigi dentro ai quali si era persa più volte in quelle ultime ore continuava ad affacciarsi nella sua mente.
La fine del turno giunse per lei come una liberazione: voleva tornare a casa, voleva rivedere Sirius, ma quando uscì dall'ospedale si rese conto che avrebbe dovuto fare la strada a piedi, oppure chiamare un taxi, o prendere un autobus... perchè quella mattina non si era recata al lavoro in macchina!
Si era svegliata rendendosi conto che era si trovava ancora al castello, e quando aveva guardato l'orologio si era accorta di essere in grandissimo ritardo.
Era balzata fuori dal letto cominciando a vestirsi in fretta e furia, per poi accorgersi di non aver nessun mezzo di trasporto a disposizione per raggiungere l'ospedale... a meno di non voler considerare Fierobecco!
Alla fine Sirius l'aveva accompagnata tramite Materializzazione Congiunta, e lei lo aveva salutato con un bacio frettoloso sulla guancia e un: "Ci vediamo stasera" gridato mentre varcava la soglia dell'ospedale in preda all'agitazione.

Si guardò intorno in cerca di un taxi o di un autobus, quando vide Felpato seduto accanto a un cespuglio che l'aspettava.
"Sirius... " pensò avvicinandosi con il cuore che le batteva forte nel petto.
Felpato la vide e si avvicinò a sua volta, e quando Rebecca si inginocchiò per accarezzarlo si strofinò contro di lei scodinzolando come un qualsiasi bravo cane felice di rivedere la sua amata padrona.
Sirius aveva passato la giornata al castello cercando di mettere in ordine in tutta la confusione che c'era in quelle stanze, ma, soprattutto, cercando di mettere ordine nella sua testa per gestire quell'emozione già conosciuta ma nello stesso tempo nuova che si era inaspettatamente impadronita di lui, e aveva atteso impaziente il momento in cui l'avrebbe rivista sentendosi emozionato come un ragazzino alla prima cotta, felice di essere di nuovo in grado di provare quelle emozioni, consapevole che quello che stava provando era qualcosa di completamente diverso dal solito e che stava per iniziare una nuova importante fase della sua vita.
Felpato smise di scodinzolare e fece capire a Rebecca che doveva seguirlo, e la condusse in una zona appartata per poter riprendere le sue sembianze umane.
Rebecca gli buttò le braccia al collo, Sirius tenendola stretta si Smaterializzò e in pochi istanti furono a casa, abbracciati sulla "poltrona di Felpato", completamente persi in una lunga serie di baci e carezze senza fine.
"Ora vado a preparare la cena... Non hai fame?" disse Rebecca sciogliendosi dal suo abbraccio.
"In effetti ne ho... " disse Sirius attirandola di nuovo verso di se mentre sfoggiava il suo miglior sorriso da malandrino.
"A cuccia Felpato!" disse Rebecca respingendolo con un sorriso. "Io avrei una certa fame, e anche tu hai bisogno di mangiare qualcosa di decente visto che per due settimane ti ho dato solo cibo per cani! E poi devi metterti in forze, altrimenti rischi di non farcela... dopo!"
Rebecca ridendo scappò in cucina e Sirius la seguì ridendo a sua volta, pensando che, in effetti, la sua ragazza non aveva tutti i torti!

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Capitolo 7
*** Vecchi ricordi e nuove speranze ***


Capitolo 7 - Vecchi ricordi, nuove speranze







Vecchi ricordi, nuove speranze

Sirius
mostrò a a Rebecca ogni angolo del castello per farle conoscere meglio il mondo a cui apparteneva, e un giorno in soffitta trovarono i ricordi di scuola di Sirius custoditi in un baule rigorosamente color rosso e oro.

"Quando sono scappato di casa me ne sono andato con questo baule la mia moto e niente altro!" spiegò Sirius.
"Ma come hai fatto a mettere questo baule su una moto?" chiese Rebecca incuriosita.
"Incantesimo Reducto" spiegò Sirius. "L'ho rimpicciolito e poi l'ho trasfigurato in uno zaino e me lo sono messo sulle spalle! Ci sono dentro tutti i miei ricordi!”
Rebecca si trovò tra le mani la vecchia uniforme scolastica di Sirius, il mantello che portava durante i mesi invernali, la sciarpa e la cravatta coi colori del Grifondoro e, soprattutto, alcune foto scattate a Hogwarts.
Alcune erano le foto ufficiali, con l'intero corpo insegnante schierato accanto alla classe, altre invece erano foto che ritraevano Sirius e i Malandrini durante la loro vita scolastica.
"Questa l'abbiamo scattata quando siamo andati a Hogsmeade per la prima volta!" disse Sirius mostrando una foto dei Malandrini a 13 anni seduti da Madama Rosmerta che brindavano con la loro prima Burrobirra.
Cancellò anche da quella foto l'immagine di Peter, mentre Rebecca lo osservava in silenzio.
Sirius compiva quei gesti con disinvoltura, ma lei  gli leggeva negli occhi la verità: cancellando Peter cancellava anche un pezzo di sé, e la cosa lo faceva soffrire più di quanto fosse disposto ad ammettere.
Si fece più vicina a lui e gli cinse la vita con un braccio. Sirius le sorrise ricambiando la sua stretta, le posò un bacio sulla fronte e le mostrò una nuova foto.
"Questa invece l'abbiamo fatta in Sala Comune il primo Natale, eravamo ancora piccoli, non eravamo ancora i Malandrini, quelli veri!"disse ridendo e porgendo la foto a Rebecca, che sorrise intenerita guardando quei ragazzini in posa sotto un gigantesco albero di Natale.
"A me invece sembrate già Malandrini, guarda un po' che facce da monelli, soprattutto James!" commentò Rebecca sorridendo all'undicenne Potter che si passava una mano tra i capelli, intento a combattere la solita battaglia persa con la sua capigliatura ribelle, mentre Remus lo osservava divertito e Sirius guardava dritto davanti a sé con una espressione da simpatica canaglia dipinta sul viso.
"Remus amava fare foto, io e James lo abbiamo preso spesso in giro per questa sua mania di documentare ogni cosa, e invece ora non posso che ringraziarlo perchè, per merito suo, ho potuto conservare questi ricordi!" disse Sirius osservando con nostalgia e rimpianto una foto di James che faceva un giro d'onore dello stadio a cavallo della sua scopa con il boccino stretto tra le dita, mentre Sirius, seduto dietro di lui, sventolava lo stendardo dei Grifondoro.
Rebecca si strinse ancora più forte a Sirius che le sorrise grato e la baciò con tenerezza: era dura rendersi conto che quei momenti felici non sarebbero più tornati.
"Ecco, guarda, questi sono i miei vecchi libri!" disse Sirius tirando fuori alcuni volumi dal baule, e Rebecca osservò interessata i libri di incantesimi e di pozioni, divertendosi a pronunciare le formule magiche mentre agitava la bacchetta magica di Sirius.
"Ma non posso fare un incantesimo? Neanche uno piccolo piccolo?" chiese esaminando affascinata la bacchetta, un oggetto che, fino a pochi giorni prima, non credeva potesse esistere nella realtà.
Mi dispiace doverti deludere, ma la risposta è no... Se nasci senza poteri una bacchetta magica diventa solo un legnetto inutile! E se vuoi saperne di più ti consiglio di leggere questo libro!" disse Sirius porgendole una copia di Storia di Hogwarts. 
"E' bellissimo... " disse Rebecca guardando le foto del castello.
"Non ti so descrivere l'emozione che ho provato quando sono arrivato a Hogwarts per la prima volta! Sin dalla nascita tutti ti dicono che un giorno frequenterai quella scuola, e così man mano che si avvicina l'undicesimo compleanno cominci a contare i giorni e aspetti con ansia il gufo che ti porterà la lettera di ammissione! E' uno dei momenti più importanti della vita di noi maghi, anche se io all'epoca facevo di tutto per mostrarmi indifferente, perchè i miei genitori mi dicevano sempre che un vero Black non mostra le sue emozioni come un Babbano qualsiasi... senza offesa per i presenti, ovviamente!" concluse ridendo.
"Va bene, sei perdonato!” gli concesse Rebecca. “E adesso perchè stai ridendo di nuovo?"
"Stavo pensando ai miei genitori e a quello che avrebbero detto adesso, perchè mi sono reso conto che tu non solo sei Babbana, ma sei anche scozzese! Io, l'ultimo dei Black, con una ragazza che non ha poteri magici e che non è nemmeno nata in Inghilterra! Un doppio scandalo per la mia Nobile e Antica Casata!"
"Molto spiritoso questo grande mago inglese!" disse Rebecca fingendosi offesa. "Sarete anche antichi e nobili, ma avete dovuto lasciare la vostra amata e civilizzata Inghilterra e venire qui nella selvaggia Scozia per imparare i vostri incantesimi!"
All'improvviso uno strillo acuto li fece separare bruscamente, ma Sirius tranquillizzò immediatamente Rebecca.
"E' tutto a posto, è solo Fierobecco... Ho dovuto legarlo per paura che scappasse e adesso si sta lamentando perchè vorrebbe sgranchirsi un po' le ali! Vieni con me, ora lo farò volare un po'! No, non dire niente!” disse Sirius interrompendo Rebecca che stava iniziando ad esprimere le sue perplessità. “Non fare quella faccia e non avere paura, mi è appena venuta un'idea e sono sicuro che ti piacerà!" disse Sirius prendendola per mano.
Rebecca in un istante si trovò nel parco accanto a Fierobecco e come al solito venne colta da una leggera vertigine, anche se ormai si stava abituando a Smaterializzarsi e non avvertiva più quella sensazione sgradevole di strappo delle prime volte.
Sirius la fece salire di nuovo su Fierobecco come aveva fatto il giorno del loro primo incontro, e di nuovo Rebecca non potè fare a meno di urlare e chiudere gli occhi quando presero il volo.
No, Fierobecco non era decisamente il suo mezzo di trasporto preferito!
"Ora farò un Incantesimo di Disillusione" disse Sirius. "Sentirai un po' di freddo, ma non ti preoccupare! Diventeremo invisibili, così nessuno potrà vedere dove stiamo andando... Non ci vorrà molto!"
Dopo quella che a Rebecca parve un eternità Sirius le disse di guardare dritto davanti a sè, mentre pronunciava delle parole incomprensibili alle sue orecchie.
"Ma cosa stai dicendo?" chiese Rebecca, e quando capì che Sirius stava facendo un incantesimo il cuore iniziò a batterle furioso nel petto, perchè si rese conto, una volta di più, che Sirius era un mago. Ancora non le sembrava vero!
"Ecco, adesso dovresti riuscire a vederlo anche tu, guarda la in fondo”
Rebecca osservò con attenzione il panorama che la circondava e all'improvviso, in lontananza, vide la sagoma di un edificio illuminato circondato da un lago.
Lo vedo!” esclamò Rebecca, che restò senza fiato quando si rese conto di dove si trovava.
Benvenuta a Hogwarts... “ sussurrò Sirius.
Rebecca sgranò gli occhi, incapace di parlare, mentre dall'alto Sirius le mostrava la Torre dei Grifondoro, la Torre di Astronomia, il Lago Oscuro, la Foresta Proibita, il campo del Quidditch, il Platano Picchiatore, e le raccontava, ancora una volta, di come Harry lo avesse salvato dai Dissennatori.
"E' proprio lì, su quella riva, che sono stato attaccato! Se non fosse stato per Harry adesso io non sarei qui!" le disse guardandola negli occhi, e Rebecca lo abbracciò commossa.
Sirius avrebbe voluto scendere nel parco per passeggiare mano nella mano insieme a lei.
Lo aveva fatto con tutte le ragazze di cui si era invaghito quando era studente, e trovava assurdo non poterlo fare con quella che era destinata a diventare sua moglie.
Avrebbe voluto portarla sotto l'albero dei Malandrini, nessuno si sarebbe accorto di loro, ormai era buio, il parco era grande, e c'erano molti posti in riva al lago dove poter andare senza essere visti, lo sapeva per esperienza.
Ma non voleva farlo, anche se la tentazione era forte, anche se sentiva prepotentemente il richiamo di quella che era stata la sua prima vera casa, anche se sentiva acuta la nostalgia dei Malandrini, la sua prima vera famiglia.
Sirius desiderava poter varcare le porte di Hogwarts alla luce del sole, non voleva più nascondersi.
"Un giorno torneremo Rebecca e sarà il giorno più bello della mia vita, perchè vorrà dire che tutto sarà finito e sarò libero".
Quelle parole fecero stringere il cuore di Rebecca che si voltò verso di lui per accarezzarlo, e di nuovo le vennero le lacrime agli occhi mentre si rendeva ancora una volta conto di quanto fossero profonde le ferite che Sirius si portava ancora dentro.
"Ti amo... " gli disse per la prima volta, e Sirius rimase in silenzio incredulo, senza sapere come comportarsi, completamente spiazzato da quelle parole che non era mai riuscito a pronunciare in vita sua, e alla fine la prese tra le braccia e la baciò a lungo.
Era ancora troppo orgogliosamente Black per dire "Ti amo" a Rebecca, ma lei nemmeno se ne accorse, perchè le parole alla fine erano inutili, perchè ciò che Sirius provava per lei era scritto sul suo viso e nei suoi occhi, e quando stava tra le sue braccia si sentiva speciale ed unica al mondo.
"Andiamo a casa ora... " le disse Sirius dopo un ultimo bacio, e Rebecca si strinse nuovamente a lui mentre Fierobecco faceva rotta verso il castello di Alphard.
Sirius si voltò a guardare Hogwarts per l'ultima volta.
Era stata la sua prima casa e i Malandrini la sua prima famiglia, ma quel tempo era ormai passato.
Non avrebbe mai dimenticato quegli anni felici e spensierati, ma fortunatamente non era più solo.
Aveva finalmente una nuova casa a cui tornare.
E un nuovo futuro da costruire insieme a Rebecca.




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Capitolo 8
*** Di nuovo in pericolo ***


Capitolo 7 - Di nuovo in pericolo



Di nuovo in pericolo

Sirius e Rebecca vivevano insieme ormai da un mese, dividendosi tra la casa di lei e il Castello di Alphard: era così infatti che Sirius aveva deciso di chiamare l'antica dimora di famiglia.
E' a mio zio a che devo tutto quello che ho!” spiegò a Rebecca. “Questo castello porterà il nome di un Black rinnegato e diventerà la casa di un Black altrettanto rinnegato. E tu vivrai con me... e con Harry!" aveva concluso sentendosi sempre più fiducioso riguardo ai suoi progetti per il futuro.
Da tempo sui giornali e al notiziario non parlavano più del pericoloso prigioniero evaso a cui tutti davano la caccia e così Sirius, pur continuando a fingere di essere il cane di Rebecca, aveva iniziato ad abbassare un po' la guardia, anche perché ormai non somigliava quasi più all'uomo della foto segnaletica.
Lui e Rebecca avevano iniziato a concedersi anche qualche uscita serale, e Sirius si godeva le meraviglie del mondo Babbano, primo fra tutti il cinema.
Si erano anche concessi qualche cenetta a lume di candela, e Rebecca aveva addirittura fatto conoscere Sirius alla sua amica Kathy e ai suoi colleghi di lavoro, presentandolo come John Smith.
Ma non potevi trovarmi un nome meno banale?” protestò Sirius.
Ho pensato che con un nome così anonimo saresti stato più al sicuro” si giustificò Rebecca.
In quelle ultime settimane Sirius aveva potuto prendersi cura di sé, aveva recuperato le forze e la salute, e l'amore di Rebecca aveva fatto il resto, perchè era grazie a lei se aveva quasi smesso di sognare la morte di Lily e James, il momento del suo arresto, i Dissennatori.
Piano piano Sirius stava tornando a vivere, e nei suoi occhi si accendeva sempre più spesso lo sguardo malandrino di un tempo.
"Stavo pensando che, se le cose andranno avanti così, potrei davvero iniziare a vivere nel mondo dei Babbani insieme a te finchè la mia innocenza non sarà riconosciuta! Altri maghi sarebbero in difficoltà, ma io, grazie ai miei studi di Babbanologia, dovrei cavarmela senza problemi... magari farò un po' di ripasso sui miei libri, il resto me lo potresti insegnare tu!" disse Sirius.
"Babbanologia? Voi maghi ci studiate a scuola? Mi stai dicendo vi serve il diploma per usare una caffettiera o una lavatrice?" chiese Rebecca incredula e divertita.
"Non è una materia obbligatoria, io però mi sono iscritto al corso solo per fare un dispetto a quei Purosangue dei miei genitori! E' stato veramente interessante, ho imparato molte cose e, soprattutto, ho scoperto le moto!" concluse ridendo e sognando di poter un giorno rientrare in possesso della sua vecchia Harley Davidson per poter portare in giro Rebecca.
Purtroppo la loro serenità non durò a lungo, e Rebecca per poco non svenne in ospedale quando vide la foto di Sirius sul giornale che un paziente stava leggendo in sala d'attesa.
Durante la pausa pranzo si precipitò all'edicola più vicina e si rese subito conto che il Ministero della Magia lo stava ancora cercando, e ancora una volta aveva esteso le sue ricerche nel mondo Babbano.
Sirius era ritenuto responsabile di alcuni fatti di violenza verificatisi di recente durante un non meglio specificato raduno, e Rebecca comprese subito il significato di quell'articolo, perché Harry aveva scritto a Sirius per raccontargli ciò che era successo dopo la finale della Coppa del Mondo di Quidditch.
La comparsa del Marchio Nero e l'irruzione dei Mangiamorte nel campeggio in cui alloggiavano i maghi che avevano assistito alla finale avevano sconvolto Sirius, sempre più preoccupato per Harry e per l'evolversi degli avvenimenti.
Una volta terminato il suo turno Rebecca
andò a recuperare la sua macchina con il giornale nella borsa, ansiosa di parlare con Sirius e raccontargli tutto.

Salì in auto, si mise al posto del passeggero e rimase in attesa: pochi istanti dopo Sirius si Materializzò accanto a lei al posto del guidatore.
Ormai Sirius sapeva a memoria i suoi orari e non l'aspettava più fuori dall'ospedale sotto forma di Felpato ma si Materializzava direttamente nell'auto di Rebecca, una Mini Cooper blu della quale si era innamorato a prima vista e che ogni volta voleva guidare, forte della sua esperienza di Babbanologia.
All'inizio i risultati non erano stati eclatanti, ma poi, con l'aiuto di Rebecca, era riuscito a diventare un autista quasi perfetto.
Rebecca sorrise quando lo vide comparire di fianco a lei.
La prima volta si era spaventata a morte ma ormai ci aveva fatto l'abitudine, sapeva che Sirius amava farle quel genere di sorpresa, lo faceva anche quando erano a casa, e Rebecca pensava che sarebbe stato ben strano per lei se un giorno avesse deciso di suonare il campanello per farsi aprire.
"Sei pronta? Si parte!" disse Sirius impugnando il volante, felice come un bambino, e Rebecca decise di fargli assaporare quel momento di svago prima di affrontare il problema.
Sirius iniziava ad amare le auto tanto quanto le moto, e quando Harry in una delle sue lettere gli aveva parlato della macchina volante di Arthur Weasley aveva iniziato seriamente a considerare l'idea di fare le stesse modifiche anche all'auto di Rebecca.
Ad un certo punto un poliziotto li fermò e Rebecca iniziò a tremare stringendo disperatamente la sua borsa che conteneva il giornale con la foto di Sirius in prima pagina.
"Mi potrebbe favorire i documenti, per favore?" chiese l'agente rivolgendosi a Sirius.
"Ma certamente!" rispose pronto lui, e con un rapido movimento del braccio tirò fuori la bacchetta magica e Confuse il poliziotto che li lasciò immediatamente andare senza avere controllato niente.

"Una volta io e James siamo stati fermati da due poliziotti mentre eravamo in fuga con la mia moto, inseguiti da tre Mangiamorte, e allora noi... " iniziò a raccontare Sirius sorridendo al ricordo di quella lontana avventura che Rebecca, in circostanze normali, avrebbe trovato divertente.
Ma, purtroppo per Sirius, non era quello il momento giusto per stabilire una volta per tutte se il nome Elvendork fosse unisex.

"Guarda! Guarda qui, sul giornale di oggi!" disse non appena furono entrati in casa, mostrando a Sirius la pagina in cui appariva la sua foto segnaletica. "Quando quel poliziotto ci ha fermati per un attimo ho temuto che... Sirius... E' vero che non assomigli più a questa foto ma... se qualcuno ti vedesse... se qualcuno capisse!”
Sirius gettò in un angolo il foglio di giornale e si sedette sul divano con la testa tra le mani.
"E' questo che credono allora! E' comparso il Marchio Nero e adesso pensano che io sia la persona che sta cercando di riorganizzare i Mangiamorte! E io mi sono fatto vedere in giro... Sono stato uno stupido, Rebecca... "
"Non fare così... " disse Rebecca sedendosi accanto a lui e circondandogli le spalle con un braccio. "Puoi sempre tornare ad essere il mio Felpato quando vuoi uscire con me! All'inizio lo facevamo sempre, e non è mai stato un problema! Ultimamente ci siamo sentiti troppo sicuri e forse abbiamo commesso qualche imprudenza, ma io sono certa che nessuno qui può riconoscerti... Io non ti avevo riconosciuto, ricordi?"
"Rebecca, io sono uno stupido perchè non avrei dovuto coinvolgerti! Se dovessero trovarmi rischieresti anche tu di essere portata ad Azkaban perchè sei mia complice! Perchè non ci ho pensato prima? Sto mettendo in pericolo anche te, sto rischiando di gettare anche te tra le braccia di Voldemort, così come ci ho gettato Lily e James! Sono un cretino, sono un idiota! Ecco che cosa sono!"

Rebecca lo abbracciò come faceva ogni volta che i fantasmi del passato tornavano a tormentarlo, ma le parole di Sirius l'avevano turbata: non si era resa conto di essere in pericolo, non ci aveva mai pensato.
Ma poi pensò che la situazione forse non era poi così brutta, perchè il castello di Alphard era invisibile, perchè Sirius era per tutti il suo cane, perchè i suoi amici sapevano che il cosiddetto John Smith non si faceva vedere in giro molto spesso perché viveva e lavorava a Londra... Chi avrebbe mai potuto rintracciarlo, chi tra i Babbani avrebbe potuto sospettare?
"Forse sarebbe meglio se io sparissi per un po'! Dovrei fare perdere le tracce, allontanarmi da qui!"
"No... Ti prego, non andartene... Non hai un altro rifugio... E io non voglio che tu te ne vada...” disse Rebecca e lo abbracciò con il cuore spezzato mentre sentiva le lacrime salirle agli occhi.
"Non voglio lasciarti Rebecca, ma non voglio nemmeno farti vivere così. Se io fossi dotato di buonsenso me ne andrei subito, fuggirei il più lontano possibile, e tornerei da te una volta sistemate le cose. Ma non ho il coraggio di lasciarti perché ho bisogno di te, e forse, come al solito, mi sto comportando da immaturo e da egoista, ma la verità è che voglio soltanto vivere la mia vita in pace, insieme a te, anche se mi rendo conto che non ho niente da offrirti adesso, se non una vita incerta, clandestina... e pericolosa”.
Voleva essere onesto con lei, voleva che capisse, che si rendesse conto.
Se è riapparso il Marchio Nero vuol dire che tornerà Voldemort. E se tornerà Voldemort ci sarà una nuova guerra. E se ci sarà una nuova guerra io combatterò come ho sempre fatto. Farò la mia parte fino in fondo e a qualunque costo. Capisci cosa significa?" 
Credo... Credo di sì... Ma andrà tutto bene, vedrai... qui sei al sicuro... " disse Rebecca stringendolo in un lungo abbraccio e respingendo disperatamente i cupi pensieri che le parole di Sirius avevano fatto affiorare nella sua mente.
"Farò di tutto per proteggerti, te lo prometto" disse Sirius stringendola a sua volta. "Se dovessero catturarmi dirò che ti ho Confusa, che non sapevi nulla di me! Diventerò il tuo Custode Segreto, così se ti cercheranno nessuno ti troverà, perchè io non lo rivelerò mai a nessuno, morirò piuttosto che confessarlo!”
Rebecca iniziò a tremare spaventata da quelle parole, e Sirius la strinse ancora più forte per rassicurarla.
“No,
non fare così, l'hai detto anche tu, nessuno mi troverà finchè sarò qui, continueremo a vivere insieme... E un giorno ci sposeremo... "
"Cosa... cosa hai detto?" chiese Rebecca battendo gli occhi stupefatta.
Aveva sentito bene o se l'era sognato?
Anche Sirius era meravigliato da quelle parole che aveva pronunciato senza nemmeno rendersene conto.
"Ti sposerò Rebecca..." disse Sirius guardandola negli occhi. "Ti sposerò" disse di nuovo stavolta deciso determinato e convinto. "Quando tutto sarà finito... Quando sarò di nuovo libero... “
Lo spirito malandrino di Sirius prese il sopravvento e si mise in ginocchio per farle la proposta rendendosi volutamente ridicolo per mascherare la sua emozione e allontanare i tristi presagi dai quali si sentivano entrambi circondati.
Sposami Rebecca, e fai di me l'uomo più felice del mondo! Concedimi la tua mano dolce fanciulla, ti supplico!” esclamò, e Rebecca scoppiò a ridere e si gettò tra le sue braccia ripetendo una sola parola: “Sì! Sì! Sì!”
Un giorno avrebbero realizzato quel sogno e si sarebbero sposati circondati dai loro amici più cari, ma ancora non sapevano che avrebbero celebrato le loro nozze con Sirius ancora ricercato, con la tempesta ormai alle porte.
E soprattutto non sapevano che quel giorno insieme a loro ci sarebbe stato un invitato molto speciale che avrebbero entrambi amato più di ogni altra cosa al mondo.

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Capitolo 9
*** Gelosia ***


Capitolo 9 - Gelosia




Gelosia


Isabel e Paul Scott, i genitori di Rebecca, sapevano che da qualche settimana la loro unica figlia frequentava un certo John Smith che viveva e lavorava a Londra ed erano 
desiderosi di conoscerlo, ma Rebecca aveva detto loro che voleva andarci piano dato che la loro relazione era solo all'inizio e non avevano ancora fatto seri progetti per il futuro.
Rebecca spesso si chiedeva che cosa avrebbero provato quando un giorno avrebbe rivelato che aveva già ricevuto e accettato la proposta di matrimonio, e che il cane che in quel momento dormiva sotto il tavolo della cucina era il loro futuro genero!
Rebecca aveva un bellissimo rapporto con Isabel e Paul, e Sirius ogni volta che li incontrava non poteva fare a meno di provare una punta di invidia nei confronti della sua fidanzata che aveva due genitori così presenti e affettuosi.
Era lo stesso sentimento che aveva provato quando aveva conosciuto i genitori di James, che l'avevano accolto in casa loro come un figlio, e si augurò di poter essere un giorno accolto allo stesso modo anche dai genitori di Rebecca.
Per il momento si accontentava di essere stato accettato con molto entusiasmo sotto forma di Felpato.
Isabel aveva addirittura provveduto ad acquistare una cuccia, una ciotola e anche un guinzaglio per poterlo ospitare nel migliore dei modi quando Rebecca andava a trovarli.
Anche quel giorno Felpato si lasciò vezzeggiare dalla signora Scott per poi andare ad accucciarsi accanto alla poltrona di Paul che seguiva in tv una partita dei Glasgow Rangers insieme a Rebecca che, a quanto pareva, era tifosa della stessa squadra, notando che gli amanti del calcio erano pervasi dallo stesso entusiasmo che infiammava il cuore dei tifosi di Quidditch.
"Rebecca, indovina un po' chi è tornato a casa? Richard!" disse Isabel entusiasta, e Felpato drizzò le orecchie.
"Richard? Ma chi? Richard Madison?" disse Rebecca incredula.
"Ma certo, proprio lui! E' tornato dagli Stati Uniti quindici giorni fa, e quando ha saputo che oggi saresti venuta da noi ha detto che sarebbe passato a trovarti!" disse Isabel sempre più entusiasta.
"Richard è... Era un amico, l'ho conosciuto ai tempi della scuola!" disse Rebecca guardando nervosamente Felpato che si agitava inquieto.
 "Ma Rebecca, cosa fai? Parli con il tuo cane adesso?" disse Isabel. "E poi definire Richard un amico mi sembra riduttivo visto che è stato il tuo primo fidanzato!"
Ma eravamo ragazzini... “ minimizzò Rebecca lanciando occhiate allarmate a Felpato che si era messo ad abbaiare furiosamente. "Mamma, porto Felpato a fare un giro, è un po' stufo di stare in casa... Su dai, amore, vieni... "
Felpato si agitò nervoso: odiava mettere il guinzaglio.
"Dai, lo so che non ne hai bisogno, ma tu per loro sei un cane... " sibilò Rebecca per calmarlo, anche se sapeva che non era il guinzaglio a metterlo di cattivo umore. "Ora andiamo in un posto tranquillo e parliamo un po'... Non è proprio il caso di agitarsi così, sai?" disse Rebecca che, suo malgrado, trovava la situazione divertente e si sentiva lusingata dalla gelosia di Sirius.
"Rebecca! Ma sei proprio tu?" disse una voce alle loro spalle non appena furono usciti di casa, e quando Rebecca si voltò vide Richard che le andava incontro sorridendo per abbracciarla, e lei non potè fare altro che ricambiare l'abbraccio sotto gli occhi di Felpato che iniziò a strattonare energicamente il guinzaglio.
"Su, dai, stai buono... E' solo un vecchio amico, non c'è nulla di male! Richard, lui è Felpato, il mio cane!"
 Richard fece per accarezzarlo ma Felpato gli ringhiò contro facendolo arretrare.
"Non mi sembra molto docile... "
"Ma no, fa così solo perchè non ti conosce, vuole solo proteggermi, sai, mi vuole molto bene... E anch'io gliene voglio tanto!" disse Rebecca con tono dolce ma fulminando Felpato con lo sguardo: adesso tutta quella gelosia cominciava a sembrarle assurda!
Richard invitò Rebecca a bere qualcosa e lei acconsentì: dopottutto non c'era nulla di male, anche se Felpato non sembrava pensarla allo stesso modo.
"Deve venire anche lui?" chiese Richard poco entusiasta.
 Aveva la sensazione che quel grosso cane nero morisse dalla voglia di sbranarlo!
"Sì, viene anche lui, è meglio! Sai, è da poco che vive con me, non conosce i miei genitori, non è abituato alla loro presenza... Ha bisogno di me... E anch'io ho bisogno del mio Felpato!" disse Rebecca augurandosi che Sirius captasse il messaggio e la smettesse di comportarsi in maniera assurda.
Rebecca e Richard si sedettero a un tavolo e chiacchierarono per un po' aggiornandosi sulle loro rispettive vite.
Richard ad un certo puntò pensò di invitarla a cena, ma la presenza inquietante di quel cane seduto tra di loro e che si ostinava a tenere la testa appoggiata sulle gambe di Rebecca lo fece desistere dai suoi propositi.
Rebecca passò la notte a casa dei suoi genitori, e quella sera si ritirò molto presto per permettere a Sirius di riprendere le sue sembianze.
"Ma il tuo cane deve proprio dormire in camera con te?" chiese Isabel perplessa.

"E' rimasto traumatizzato dall'incidente, mamma... Dorme meglio se ci sono io accanto a lui!" aveva spiegato Rebecca.
Ormai era diventata bravissima ad inventarsi ogni tipo di scusa, avrebbe meritato l'Oscar per la sua recitazione perfetta.
"Sono stato un idiota oggi, vero?" disse Sirius sorridendo una volta che furono finalmente soli dopo aver gettato un Muffliato per far sì che i genitori di Rebecca non sentissero le loro voci.
"
Altrochè se lo sei stato! Ma cosa pensavi? Che avrei mollato tutto su due piedi per scappare con Richard? Non ti fidi di me? Io e Richard ci conosciamo da sempre e ci siamo messi insieme a 17 anni, mentre frequentavamo il liceo. Ci siamo lasciati dopo il diploma perchè Richard è andato a studiare negli Stati Uniti e la distanza ci ha allontanato. Evidentemente non era un grande amore perchè se lo fosse stato avrei saputo aspettarlo e non avrei mai amato nessuno al di fuori di lui! E dopo Richard c'è stato Edward... "
"Lo so, il tuo collega, quello che ti ha lasciata dopo averti tradita..."
"Ti ringrazio per la tua delicatezza Sirius, comunque hai ragione, era proprio lui... E' durata due anni, e fino a quando non ho conosciuto te sono stata felicemente
single e fiera della mia indipendenza. Ecco, ora sai tutto di me!" concluse Rebecca.

"Bhè, dovevo immaginare che non eri di certo stata rinchiusa in una torre ad aspettare il mio arrivo... Però... Insomma... Sapere che voi due... Sai, un conto è immaginare, un conto è avere il tuo rivale davanti agli occhi!" disse Sirius sentendosi ridicolo nella sua gelosia ma incapace di comportarsi diversamente.
Ma dai, sciocco, Richard non è un tuo rivale... Lo sai quanto ti amo... " disse Rebecca baciandolo con trasporto e Sirius la ricambiò facendole chiaramente capire quali fossero i suoi programmi per la serata, ma Rebecca lo fermò.
"A cuccia Felpato, il discorso non è ancora concluso! Adesso che sai tutto di me, dimmi di te! O vuoi forse farmi credere che non hai mai avuto una ragazza quando studiavi ad Hogwarts?"
"Bhè, sì... diciamo che ho fatto le mie conquiste e non mi sono fatto mancare nulla, devo essere sincero!" disse Sirius non riuscendo a trattenere un sorriso malandrino.
"Non mi sono fatto mancare nulla? Ma... Sirius!" esclamò Rebecca che, all'improvviso, iniziava a non trovare poi così assurdo il comportamento tenuto dal suo compagno fino a poche ore prima.
"Rebecca, non ho intenzione di dirti nulla, sono un gentiluomo... " disse Sirius ridendo, ma Rebecca non si arrese.
"Gentiluomo? Il tuo atteggiamento mi fa pensare che tu abbia molti scheletri nell'armadio, Sirius Orion Black!"
 "Sbaglio o forse adesso è qualcun altro ad essere geloso?" la stuzzicò Sirius.
"Ora che ci penso nelle foto che mi hai fatto vedere qualche ragazza accanto a te c'è sempre...” disse Rebecca perplessa e pensierosa. “E c'è una foto di voi Malandrini in riva al lago, e sullo sfondo... bhè... si vede chiaramente un gruppo di ragazzine che sorridono... All'inizio pensavo che guardassero voi quattro, ma adesso ho come la sensazione che fossero lì solo per te!"
Rebecca dovette suol malgrado ammettere con se stessa che... sì, era gelosa!
Accidenti a lei e a quando le era venuto in mente di fare quella domanda a Sirius!
 Se fosse stata zitta in quel momento sarebbero stati impegnati in qualcosa di molto più piacevole!"
"Rebecca, voglio essere sincero con te. Ero un bel ragazzo, e le ragazze... bhè... che avrei dovuto fare? Ero un adolescente... chiunque al mio posto avrebbe fatto quello che ho fatto io... tranne Lunastorta ovvio, lui sì che era un gentiluomo... e Ramoso da sempre fissato con Lily... Insomma, ammetto di non essermi comportato benissimo a volte, qualcuna ha anche sofferto per causa mia e adesso se ci penso non ne vado fiero, che tu ci creda o no!”
"Credo che se ti avessi conosciuto a quei tempi ti avrei odiato! E forse ti avrei fatto anche una fattura dove dico io!" disse Rebecca.
"In effetti una volta c'è mancato poco... E' stato un fidanzato geloso, e se non avessi fatto un Sortilegio Scudo me la sarei vista veramente brutta!" disse Sirius ridendo.
"Ben ti sta, così impari a fare il Malandrino con le povere fanciulle indifese!" esclamò tirandogli addosso un cuscino, e Sirius si trasformò in cane e si sdraiò ai piedi del suo letto.
"Ma come? Non dormi con me?" chiese Rebecca perplessa.
"Mah, non vorrei che tu pensassi che ho intenzione di approfittare di una fanciulla indifesa... “ disse Sirius riprendendo le sue sembianze.
 "Sei proprio un Malandrino, Sirius Orion Black..." disse Rebecca accogliendolo tra le sue braccia, dopodichè ogni parola fu inutile.


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Capitolo 10
*** Le sorprese del destino ***


Capitolo 10 - Le soprese del destino






Le soprese del destino


"Sirius... riesco a vedere il castello di Alphard!" esclamò Rebecca
affacciandosi stupita alla finestra.

Cosa? Ma sei sicura? E da quando?” esclamò Sirius allarmato.
Me ne sono accorta adesso! “ disse Rebecca continuando a fissare l'antica dimora dei Black invisibile ai suoi occhi fino al giorno prima.
Resta qui e non muoverti!” le ordinò Sirius, dopodichè uscì di casa sotto forma di Felpato.
Per un momento ho temuto che fossero saltati gli incantesimi di difesa!” le spiegò una volta rientrato. “Però ho osservato le persone, si comportano come al solito, e quindi è chiaro che il castello è ancora invisibile, sarebbe impossibile non notarlo se fosse riapparso lassù! E a questo punto sinceramente non capisco, per vederlo dovresti far parte della famiglia Black, ma tu non hai il sangue dei Black e non sei ancora mia moglie. Invece i maghi che non appartengono alla famiglia Black possono vedere le nostre dimore nascoste solo se un membro della famiglia glielo permette, ma bisognerebbe avere comunque poteri magici e tu non nei hai... Ero convinto che avresti potuto vedere il castello solo dopo il nostro matrimonio, perchè avrei fatto di te una Black a tutti gli effetti, però noi viviamo insieme anche se non siamo sposati, tu sei la mia famiglia... Che sia sufficiente questo?" si chiese Sirius confuso e perplesso.
“Sono in ritardo, devo andare, ne parliamo stasera” disse Rebecca uscendo di casa.
"Ma non sei in ritardo!" esclamò Sirius guardando l'orologio.
" E invece sì... " pensò Rebecca allontandosi con la sua automobile e lasciando Sirius perplesso e confuso.

Aveva già notato che Rebecca da qualche giorno era strana, immersa in chissà quali pensieri, e adesso era 
uscita di casa senza salutarlo, con la mente chiaramente altrove.
Sirius le aveva già chiesto
più di una volta se qualcosa non andava e lei gli aveva risposto che era solamente stanca perché aveva molto lavoro, ma quella spiegazione gli era sembrata poco convincente.
E poi perché tutto d'un tratto riusciva a vedere il castello?
Forse i Babbani che si innamoravano dei maghi acquisivano poteri magici?
In qualche modo Sirius intuiva che ciò che era successo a Rebecca dipendeva dal sentimento che li legava, sentiva che c'era qualcosa di importante che non riusciva a mettere a fuoco, e aveva il forte sospetto che la sua ignoranza in materia dipendesse dal fatto che le storie d'amore tra Babbani e Purosangue non erano l'argomento di conversazione preferito al Numero 12 di Grimmauld Place.
Mentre Sirius cercava di risolvere il mistero Rebecca guidava verso l'ospedale e lanciava continuamente uno sguardo alla collina, rendendosi sempre più conto di essere in grado di vedere il castello ergersi in tutto il suo splendore.
Si concentrò sulla guida cercando di fermare il tremito delle sue mani: che fosse quella la conferma che cercava?
Che fosse davvero successo quello che sospettava ormai da una settimana?
"No, non è possibile, non può essere... “ si disse Rebecca, ma ripensando alle sue notti d'amore con Sirius si rese conto che le possibilità che fosse successo erano altissime, e il panico l'assalì.
No, non ce la posso fare, non sono ancora pronta!pensò mentre il castello di Alphard sembrava osservarla dall'alto per confermarle che non si sbagliava e che avrebbe fatto meglio ad abituarsi all'idea che la sua vita e quella di Sirius sarebbero ben presto cambiate in maniera radicale.
Quando Rebecca tornò a casa Sirius non c'era, sicuramente impegnato nelle sue opere di restauro, e lei tirò un sospiro di sollievo perchè preferiva essere sola in quel momento.
Guardò di nuovo fuori dalla finestra: il Castello di Alphard era ancora là dov'era sempre stato da secoli senza che nessuno lo sapesse.
Era inutile indugiare oltre, era giunto il momento della verità, rimandare non avrebbe cambiato le cose.

Si decise quindi ad effettuare il test e, nel giro di pochi minuti, ebbe finalmente la risposta che si aspettava.
E adesso cosa sarebbe successo, cosa avrebbero fatto?
Come l'avrebbe presa Sirius?
Lei non la stava prendendo affatto bene.
Aveva solo 22 anni, e non si sentiva pronta per un cambiamento così grande.
Andò in salotto e si sedette sulla poltrona di Felpato sperando che Sirius arrivasse al più presto, e mentre aspettava pensava al futuro che in quel momento le pareva incerto più che mai.
"Ciao amore, ma che cos'hai in mano? Una bacchetta magica Babbana?" chiese Sirius posandole un bacio sulla guancia mentre osservava incuriosito quello strano bastoncino di plastica che Rebecca fissava così intensamente.
"Sirius! Cosa ci fai qui?" esclamò Rebecca che, persa nei suoi pensieri, non aveva nemmeno sentito il rumore della Materializzazione.
"Come cosa ci faccio qui? Vivo con te, non ti ricordi?” disse Sirius ridendo, ma l'ansia che vide scritta sul viso di Rebecca gli fece passare subito la voglia di scherzare. Va tutto bene Rebecca? Ho già notato che da qualche giorno sei strana... vuoi dirmi che cos'hai?"
"Sirius... Non so come dirtelo... Quella che tu hai chiamato bacchetta magica Babbana è un test di gravidanza... ed è positivo. Sono incinta Sirius”.
Rebecca... ma sei sicura?" chiese Sirius a dir poco incredulo, mentre Rebecca gli spiegava il funzionamento di quello strano aggeggio.
"Cosa... cosa ne pensi?" chiese Rebecca timidamente. "Io mi sento così confusa... "
"Anch'io... " rispose Sirius, incapace di dare voce alle sue emozioni.
Quel figlio in arrivo era qualcosa alla quale non aveva mai pensato,
e ancora non riusciva a credere che fosse accaduto veramente.
Non era ancora un uomo libero ma quella poteva essere
era la sua rinascita, la sua speranza in un futuro migliore.
La vita gli stava offrendo una seconda opportunità, e lui non se la sarebbe lasciata sfuggire.
Rebecca g
uardò Sirius, e di nuovo nei suoi occhi lesse un disperato bisogno d'amore dopo anni di sofferenza infinita, e tutte le sue paure e le sue perplessità iniziarono pian piano a svanire.
Sei... Sei felice allora?” gli chiese mentre il primo sorriso le spuntava sul volto.
“Sì... Non me l'aspettavo e mi sento ancora un po' confuso ma... sì, credo di sì! “ disse Sirius sorridendo a sua volta, poi le prese il viso di tra le mani e la baciò mentre nella sua mente si faceva pian piano strada
la consapevolezza che una nuova vita stava crescendo dentro di lei.
Rebecca si mise istintivamente una mano sul ventre e Sirius fece altrettanto, e poi appoggiò il viso sulla spalla di Sirius che la strinse con delicatezza, quasi avesse paura di danneggiare in qualche modo il bambino che portava in grembo.
"Ma tu come stai? Ti senti stanca? Devi riposare!" le disse premuroso e preoccupato allo stesso tempo, e Rebecca scoppiò a ridere.
"Amore non ce n'è bisogno, non mi sento stanca, sto benissimo! Aspetto un bambino, e tutto va bene! Aspetto un bambino..." disse di nuovo parlando più a sè stessa che a Sirius, comprendendo forse per la prima volta il vero significato di quelle parole e sentendosi improvvisamente felice e con il cuore leggero.
“Per prima cosa andremo al San Mungo e ti farò visitare dai migliori Medimaghi!” esclamò Sirius ben deciso a prendere in mano la situazione senza però sapere di preciso cosa fare. “Noi Black siamo nati in casa, assistiti dai migliori esperti nel campo, ma io non voglio farti correre rischi, preferisco che tu sia ricoverata, magari in una camera privata, perchè tu e mio figlio dovrete avere solo il meglio e... Ma io sono ricercato, non posso portarti al San Mungo! Quando deve nascere?"
"Sirius stai calmo... Partorirò qui, nell'ospedale in cui lavoro!" disse Rebecca ridendo della sua agitazione e abbracciandolo di nuovo. "Guarda che noi Babbani non abbiamo nulla da invidiare a vostri super ospedali magici!" 
"Allora è per merito suo che riesci a vedere il castello... disse Sirius accarezzando di nuovo la pancia ancora invisibile di Rebecca, pensando che quella che avevano appena compiuto insieme era la magia più bella misteriosa e potente del mondo.

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Capitolo 11
*** Ti presento i miei ***


Capitolo 11 - Ti presento i miei





Ti presento i miei

"Sei nervosa?"
“Non mi va di ingannarli, Sirius... "

"Ascolta, Rebecca... Ne abbiamo già parlato... Oggi i tuoi genitori mi incontreranno per la prima volta, verranno a sapere che presto diventeranno nonni... Non mi sembra proprio il caso di rivelare tutto subito! Forse riuscirebbero anche ad accettare il fatto che sono un mago... ma come la mettiamo con il fatto che sono evaso di prigione e ricercato?” esclamò Sirius indicando il giornale.
I giornali Babbani periodicamente pubblicavano ancora articoli su Sirius, e sembrava che quegli articoli uscissero sempre quando Rebecca cominciava a pensare che almeno nel suo mondo lo avrebbero lasciato in pace permettendogli di uscire allo scoperto e vivere da Babbano insieme a lei, soprattutto adesso che aspettavano un bambino.
"Rebecca, su... Non fare così... Glielo diremo, te lo prometto, ma non oggi, perchè oggi abbiamo altre notizie da dare ai tuoi genitori! Devo farti un Incantesimo Rallegrante?" aggiunse sperando di farla sorridere.
"Ne avrei bisogno... Sai, dicono che le donne incinte siano un po' instabili d'umore nei primi mesi di gravidanza, che piangano per niente... direi che questo è proprio il mio caso!" disse Rebecca sforzandosi di sorridere.
"Dai, sbrighiamoci o faremo tardi! Non possiamo usare la Materializzazione Congiunta per andare dai tuoi genitori, e tu non potresti in ogni caso perchè sei incinta e sarebbe pericoloso per il bambino!” disse Sirius impaziente di mettersi al volante come un Babbano qualsiasi.
"Adesso mi sembri tu nervoso!" disse Rebecca quando giunsero a destinazione mentre salutava sua madre affacciata alla finestra.

"Non sono mai entrato in casa di una ragazza in qualità di fidanzato ufficiale, anche se c'è mancato poco. Se non mi avessero cacciato di casa mi sarei sicuramente ritrovato incastrato per la vita con una nobile fanciulla Purosangue, che mi piacesse o no! Anche se ero un Grifondoro la mia famiglia era comunque molto in vista, e un Serpeverde Purosangue con una figlia da sistemare avrebbe chiuso volentieri un occhio sulla mia Casa di appartenenza pur di mettere le mani sui beni dei Black!"
Sirius (che i genitori di Rebecca continuavano a chiamare John Smith) venne accolto con cordialità da Isabel e Paul Scott che fecero di tutto per mettere la coppia a proprio agio, ma Rebecca non riusciva a rilassarsi.
Non solo doveva tenere nascosta la vera identità di Sirius, ma di lì a poco avrebbe anche dovuto rivelare di essere in attesa di un bambino, e le due cose messe insieme le procuravano una tensione insopportabile.
Ma... non avete portato Felpato?” la domanda di Isabel giunse inaspettata mentre stavano per mettersi a tavola.
"Felpato... bhè... Non aveva voglia di muoversi, ora che ha superato il trauma dell'incidente non mi segue più dappertutto come faceva prima!" disse Rebecca presa in contropiede, ma l'argomento venne subito abbandonato perchè il signor Scott aveva ben altre domande da fare.
"Quindi mi sembra di avere capito che fate sul serio!" disse Paul squadrando con sospetto quel tipo dai lunghi capelli neri.

Chi era? Da dove era saltato fuori? E, soprattutto... poteva fidarsi di lui?
Invece Isabel ogni volta che guardava Sirius non poteva fare a meno di trovare in lui qualcosa di familiare.
Aveva già visto quegli occhi una volta... ma dove?
La voce di Rebecca interruppe i suoi pensieri.
"Sì, facciamo sul serio... Talmente sul serio che a luglio diventerete nonni!"
Ecco, l'aveva fatto, aveva sganciato la bomba, e ora non restava che aspettare l'esplosione.
Sirius era pronto ad utilizzare l'Incantesimo Confundus perché non voleva che Rebecca avesse difficoltà e problemi da parte di Paul e Isabel.
L'aveva già trascinata in una situazione assurda, il minimo che poteva fare era proteggerla per far sì che vivesse una gravidanza serena con l'appoggio dei suoi genitori.
Isabel si agitò parecchio continuando a ripetere: "Non ci posso credere..." mentre Paul rimase senza parole per un bel po' di tempo prima di esprimere le sue perplessità.
"Fatemi capire bene... vi siete conosciuti in luglio... e adesso che manca un mese a Natale aspettate già un bambino?!"
"E' stata una sorpresa anche per noi" disse Rebecca stringendo la mano di Sirius. "Ma siamo felici, e andrà tutto bene... E ci sposeremo, lo faremo quando sarà nato il bambino, così faremo una doppia festa!"
"Non dovete preoccuparvi di nulla, mi prenderò cura di vostra figlia e di vostro nipote!" disse Sirius simulando una tranquillità che non provava affatto, perché era chiaro che il signor Scott non l'aveva presa bene, mentre la signora Scott sembrava sotto l'effetto di un Incantesimo Confundus.
"E i suoi genitori cosa ne pensano di tutto questo?" chiese Paul a Sirius. "Cosa hanno detto quando hanno saputo che il loro figlio ha messo incinta una ragazza che conosce appena e che ha dieci anni meno di lui?"
Sirius pensò che era una fortuna che Paul Scott fosse un Babbano, perchè se avesse avuto poteri magici gli avrebbe sicuramente scagliato una fattura orcovolante... e aveva anche una mezza idea su dove gliela avrebbe lanciata!
Rebecca iniziò a protestare, ma Sirius intervenne prontamente.

"Rebecca, tuo padre ha ragione, avrei anch'io le stesse perplessità se fossi in lui. Si preoccupa per te, e non sai quanto sei fortunata, ce l'avessi avuto io un padre presente come il tuo! E comunque, signor Scott, io non ho più una famiglia, i miei genitori sono morti da tempo ormai. Avevo un fratello, ma è morto anche lui quando aveva solo 18 anni. Tutto ciò che mi resta è una cugina che non vedo da tempo, e il mio figlioccio Harry, di 13 anni! Per il resto sono solo al mondo, o almeno lo sono stato finchè non ho incontrato Rebecca!" concluse Sirius sorridendo e guardando Rebecca in una maniera che non lasciava dubbi su quali fossero i suoi sentimenti per lei.
"Mi dispiace... Dev'essere stata dura per te... " disse Isabel, e Rebecca iniziò a rilassarsi perché si rendeva conto che sua madre aveva iniziato a deporre le armi, e presto si sarebbe arreso anche suo padre, perchè Isabel sarebbe riuscita a convincerlo.
"Ancora non riesco a credere che sto per diventare nonna! Quando dovrà nascere? E tu, Rebecca, come stai, ti senti bene? E adesso andrai a vivere a Londra?" chiese preoccupata.
Non voleva che sua figlia di allontanasse così tanto, già non vedeva l'ora di prendersi cura del nipotino!

"Sto benissimo mamma! Il bambino nascerà a fine luglio e non ho intenzione di andare a Londra, rimarremo a Castleblack!"
"Infatti non dovete preoccuparvi!" disse Sirius. "Al momento io faccio avanti e indietro da Londra perchè ho ancora degli affari da sistemare, ma una volta risolto tutto quanto ho intenzione di trasferirmi qui definitivamente! Non ci allontaneremo potete stare tranquilli, anzi, sto già iniziando a cercare una casa più grande in cui far crescere il nostro bambino!"
Se sapessero che la nuova casa in realtà è un castello... “ pensò Rebecca immaginando la felicità e lo stupore di sua madre una volta scoperta la verità su Sirius, lei che adorava le favole e che le aveva sempre raccontato tantissime storie su maghi e streghe quando era bambina!

A suo padre invece sarebbe piaciuto immensamente il Castello di Alphard, lei e Sirius avevano intenzione di celebrare proprio lì le loro nozze, e Paul avrebbe accompagnato sua figlia all'altare in uno scenario veramente fiabesco!
"I tuoi genitori sono delle persone speciali... non c'è nemmeno stato bisogno di Confonderli! Sei fortunata, Rebecca!" disse Sirius rivolgendo un ultimo cenno di saluto ai signori Scott fermi sulla soglia della loro casa che guardavano l'auto allontanarsi.

"Mia mamma a quanto pare si è già innamorata di te! Ma d'altra parte l'avevi già conquistata quando eri Felpato!" disse Rebecca, felice e sollevata perchè tutto era andato per il meglio.
"Hai sentito tua madre? Anche lei ha detto che devi riposarti! Anche lei la pensa come me!" disse Sirius prendendola in giro.
"Per fortuna non abita vicino a noi, altrimenti non ce l'avrei fatta a reggervi tutti e due insieme per nove mesi!" esclamò Rebecca. "A proposito, adesso hai capito le regole del calcio dopo la lezione di mio padre?" aggiunse ridendo.
Paul infatti era rimasto alquanto meravigliato quando Sirius gli aveva detto di non capire nulla di calcio, ma si era però consolato pensando che il fidanzato di sua figlia almeno non era un tifoso del Chelsea o dell'Arsenal, e si era ripromesso di convertirlo al più presto ai Glasgow Rangers.
"Non capisco cosa ci troviate voi Babbani in undici persone che rincorrono un pallone!" disse Sirius.
"E voi maghi che cosa ci trovate in sette persone che rincorrono un Boccino?"
"Allora, prima di tutto solo uno rincorre il Boccino, ed è il Cercatore!" precisò Sirius. "E poi queste sette persone volano su manici di scopa! E nessuna partita di Quidditch finisce zero a zero, è matematicamente impossibile! E' davvero uno sport emozionante, credimi, Rebecca! Lo scorso anno ho visto Harry giocare, dovresti vederlo anche tu, è bravo come suo padre!"
"E se lui o lei dovesse giocare a Quidditch saresti contento?" disse Rebecca appoggiandosi una mano sulla pancia.
"Certo che lo sarei! Io non sono mai stato un granchè a Quidditch e non ci ho mai giocato, ma i Black hanno talento per il Quidditch! Zio Alphard è stato Battitore nel Puddlemere United per due stagioni, e mio fratello era destinato a diventare un Cercatore professionista, era il migliore a Hogwarts, nessuno riusciva a batterlo!”
L'affetto e l'ammirazione con cui Sirius parlò di suo fratello colpirono Rebecca perché difficilmente Sirius parlava della sua famiglia e quando lo faceva i termini erano tutt'altro che lusingheri, a meno che non si trattasse di suo zio Alphard e di sua cugina Andromeda.
Avrebbe voluto fare altre domande ma ci rinunciò, aveva ormai capito che non doveva forzare Sirius su quell'argomento perché in cambio avrebbe ottenuto solo malumore e silenzio, e quella giornata era stata talmente perfetta che sarebbe stato un peccato rovinarla così.

"Siamo arrivati!" disse Sirius eseguendo un parcheggio fra due auto che sarebbe stato praticamente impossibile in circostanze normali.
Rebecca stava chiedergli come avesse fatto e si diede della stupida: a volte dimenticava che Sirius era un mago, perchè per lei era semplicemente l'uomo che amava e il futuro padre di suo figlio.

Rebecca scese dalla macchina, aprì la portiera per far uscire Felpato e un passante li osservò sbalordito: aveva le allucinazioni o aveva davvero visto quel grosso cane nero scendere dal posto del guidatore?


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Capitolo 12
*** Confessioni di un Malandrino ***


Capitolo 11 - Per sempre Malandrini





Confessioni di un Malandrino



Remus Lupin era immerso in un sonno profondo e in un sogno felice.

Da quando aveva scoperto la verità su Sirius gli capitava spesso di sognare la sua gioventù ad Hogwarts, e così anche quella notte era tornato ad essere di nuovo Lunastorta che correva nella Foresta Proibita insieme agli inseparabili Codaliscia, Felpato e Ramoso.
Felpato era il più scatenato, non la smetteva mai di abbaiare!
 “Zitto Felpato, o ci scopriranno!”
 Ma non c'era nulla da fare, Felpato non aveva nessuna intenzione di tacere.
 Remus si svegliò di soprassalto quando si rese conto che c'era veramente un cane che abbaiava sotto le sue finestre.
No, non è possibile, non ci credo! E invece sì che ci credo... solo lui potrebbe piombare qui a quest'ora!” pensò mentre balzava fuori dal letto e correva ad aprire la porta trovandosi davanti proprio ciò che si aspettava, ovvero Felpato che entrò in casa sua scodinzolando.
Pochi istanti dopo si ritrovò stritolato in un caloroso abbraccio.
"Lunastorta, vecchio mio!"
"Felpato... questa sì che è una sopresa!” disse Remus ricambiando quell'abbraccio, entrambi emozionati ed increduli davanti al miracolo della loro ritrovata amicizia.
Ti ho disturbato? Stavi dormendo?”
Felpato, secondo te? Sono le due di notte!”
Scusami Lunastorta ma devo essere prudente, qualcuno potrebbe vedermi, non posso rischiare!”
 Remus battè le palpebre stupefatto.
Felpato... Da quando le parole prudenza e non posso rischiare fanno parte del tuo vocabolario? E poi abbaiando in quel modo ti sei fatto sentire praticamente da tutto il vicinato... alla faccia di chi vuol essere prudente!” disse ridendo.
"Ma non è colpa mia, è colpa tua! Hai sempre avuto il sonno pesante Lunastorta, sono stato costretto a fare tutto quel rumore! L'alternativa era sfondare la porta e chissà, se non ti fossi svegliato forse l'avrei anche fatto!" replicò Sirius ridendo a sua volta.
Dai siediti... Ti va una Burrobirra?”
 “Altrochè, è passata una vita da quando ho bevuto l'ultima!” esclamò Sirius. “Alla tua salute Lunastorta!”
Alla tua Felpato! Ma ora dimmi... come stai? Secondo La Gazzetta del Profeta sei fuggito all'estero!”
Infatti è quello che ho fatto credere, ma in realtà non mi sono mai allontanato da qui! Ti ricordi il castello di mio zio Alphard?”
 “Per la barba di Merlino, come ho fatto a non pensarci prima?”
Ho deciso di stabilirmi lì per essere più vicino a Hogwarts e a Harry! E non è tutto! Sto per diventare padre!” esclamò Sirius, e Remus per poco non si strozzò con la Burrobirra.
Stai scherzando vero? No che non stai scherzando... Sirius... Ma come è successo?”
Lunastorta.... Non dirmi che adesso devo anche spiegarti come nascono i bambini!”
Ma non fare l'idiota e raccontami tutto!”
Sirius raccontò del suo incontro con Rebecca e di come si fosse svolta la sua vita in quegli ultimi mesi e Remus, passato lo choc iniziale, iniziò a sentirsi sempre più coinvolto.
Il bambino dovrebbe nascere a fine luglio... ti immagini che coincidenza se nascesse proprio lo stesso giorno di Harry?” esclamò Sirius entusiasta.
Harry lo sa già?” si informò Remus.
No che non lo sa, non potevo scriverglielo! E se la lettera venisse intercettata? Devo proteggere la mia famiglia adesso!”
 Remus era sempre più allibito: ma era proprio Sirius che parlava?
Felpato... Non so che dire, mi hai veramente colto di sorpresa! Sono felice per te, davvero, te lo meriti dopo tutto quello che hai passato! Se posso aiutarti in qualche modo...”
Grazie Remus... in effetti sono passato a trovarti proprio perché ho un grosso favore da chiederti, anche se non ne avrei diritto!"
"Sirius... Perchè dici così?"
Remus... ho creduto che tu fossi la spia di Voldemort! Lo so, mi hai perdonato... ma sono io che non me lo perdonerò mai!”
E io allora? Quando ti hanno arrestato ho creduto subito alla tua colpevolezza! Eppure sapevo quanto amavi Lily e James! Come ho potuto anche solo pensare che tu li avessi venduti a Voldemort? Eppure ogni indizio portava a te... Silente aveva addirittura dichiarato di aver eseguito personalmente l'Incanto Fidelius su di te!”
 “E lo ha fatto, però non ero io! Codaliscia ha bevuto la Pozione Polisucco e ha preso le mie sembianze! James avrebbe voluto dirtelo ma io gli ho detto di non farlo, e lui mi ha accontentato anche se non era d'accordo. Remus, devi credermi... James non ha mai creduto nemmeno per un attimo che tu fossi la spia. Mai. E nemmeno Lily”.
Lo so Sirius, l'ho sempre saputo. James e Lily mi sono stati amici fino alla fine. Ma ti ringrazio per avermelo detto” disse Remus mentre dal suo cuore scivolava via un peso che si era portato dietro per troppo tempo.
 “Codaliscia ci ha fregati. Ci ha fregati tutti quanti. Darei qualsiasi cosa per sapere dove si trova in questo momento quel lurido topo di fogna!” esclamò Sirius pieno di rabbia.
 “Codaliscia starà sicuramente cercando Voldemort. E magari lo ha già trovato”
 “Ma dai, Remus... quell'idiota che trova Voldemort!” esclamò Sirius scuotendo la testa.
 “Andiamo Sirius, Peter è un Malandrino, conosce i trucchi del mestiere!”
 Sirius aprì la bocca per ribattere, ma un pensiero lo colpì e gli tolse le parole.
 Peter aveva vissuto per 13 anni a casa Weasley con le sembianze di Codaliscia per salvarsi, e lui aveva trascorso 13 anni ad Azkaban con le sembianze di Felpato per poter resistere ai Dissennatori.
Peter era entrato a Hogwarts come Codaliscia, e lui aveva vissuto nella Foresta Proibita come Felpato.
Remus aveva ragione, Peter conosceva le regole del gioco.
Non lo avrebbe sottovalutato mai più.

Sirius, tu non puoi immaginare quello che ho provato quando ho visto il nome di Peter sulla Mappa del Malandrino!” esclamò Remus perdendosi nei ricordi. “Ma l'intero anno che ho passato a Hogwarts è stato a dir poco sconvolgente, a partire dal viaggio in treno! Pensa che Harry si è seduto proprio nel mio scompartimento, ma io non me ne sono accorto subito perché... “
Posso immaginarlo!” lo interruppe Sirius divertito. “Hai preso posto accanto al finestrino e ti sei addormentato! Mi sa che le dormite più belle della tua vita te le sei fatte su quel treno, Lunastorta!”
 “Proprio così!” confermò Remus ridendo. “E quando mi sono svegliato mi sono trovato davanti nientemeno che un Dissennatore che stava per aggredire Harry! Sono intervenuto e l'ho mandato via, e quando mi sono reso conto di avere di fronte Harry mi è quasi preso un colpo, non lo avevo più visto da quando... Ma l'ho riconosciuto subito, come potevo sbagliarmi? L'hai visto anche tu, è identico a James!”
Remus si mise a rievocare il suo anno vissuto ad Hogwarts come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, e il cuore di Sirius si riempì di orgoglio quando venne a sapere che Harry era già in grado di evocare un Patronus, e fu grande il suo entusiasmo quando seppe che il Patronus di Harry era un cervo.
E così Ramoso è venuto a salvarmi... E anche tu mi hai salvato, Remus! Quando sei arrivato nella Stamberga Strillante, te lo confesso, ho creduto che tu fossi lì per uccidermi! E quando mi hai teso la mano... E' stato lì che ho finalmente iniziato a credere che forse per me c’era ancora una speranza!”
E invece sai benissimo anche tu com’è andata a finire la nostra avventura quella notte: io mi sono trasformato, Codaliscia è fuggito, Hermione ed Harry ti hanno aiutato a scappare e a Piton è stato negato l’Ordine di Merlino! Era così arrabbiato che il giorno dopo ha detto a tutti del mio piccolo problema peloso!”
 Allora è per questo che hai dato le dimissioni? Quel bastardo di un Mocciosus... "
Lascia perdere Sirius, ormai è andata così. Anzi, a proposito... questa te la devo proprio raccontare! Dunque, un giorno Severus mi ha chiamato indignato nel suo ufficio e... indovina un po’? Aveva appena scoperto Harry con in mano la nostra Mappa!"
"Harry aveva la Mappa? E come ha fatto a procurarsela?" 
Non lo so, non ho mai avuto la possibilità di chiederlo. Comunque Severus aveva cercato di farla funzionare senza riuscirci, così mi ha mostrato il foglio e... “
"E scommetto che Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso gli hanno dato un degno benvenuto!" concluse per lui Sirius.
Esatto Felpato, la nostra Mappa funziona ancora alla perfezione!” esclamò Remus con visibile orgoglio. “A proposito, è rimasta nelle mani di Harry! Certo all’inizio ho dovuto requisirgliela e gli ho fatto anche una bella ramanzina!”
Oh no, Lunastorta, ancora le ricordo le strigliate che davi a me e a James, ci facevi sentire due troll! Povero Harry, chissà cosa ha dovuto sopportare, spero che tu non sia stato troppo duro con lui!esclamò Sirius sempre più divertito.
Purtroppo ho dovuto farlo! Cerca di capire, in quel momento pensavo ancora che tu... Non potevo permettere che Harry se ne andasse in giro per i fatti suoi con l'aiuto della Mappa! E poi, te lo confesso... volevo tenerla per me!" disse Remus tornando ad essere il Malandrino di una volta, e Sirius rise di cuore: lo capiva sin troppo bene! 
Però quando ho dato le dimissioni gliel’ho restituita dicendo che non mi sentivo minimamente in colpa per quello che stavo facendo e gli ho raccomandato di farne buon uso!”
Lunastorta hai tutta la mia ammirazione, sei sempre un Malandrino degno di questo nome!esclamò Sirius dandogli una sonora pacca sulla spalla.
Grazie Felpato, e lo stesso vale per te! Non sai da quanto tempo non mi divertivo più così... " 
"Posso immaginarlo Remus... E ora ascoltami, perchè ho bisogno del tuo aiuto! Ho intenzione di recarmi al più presto a Hogsmeade per poter incontrare Harry. Immagino che tu sappia che è stato selezionato per partecipare al Torneo Tremaghi senza aver messo il nome nel Calice di Fuoco!"
Certo, l’ho letto sulla Gazzetta del Profeta e la cosa mi impensierisce... come è potuto succedere?"
Non lo so, ma intendo scoprirlo! Credo che comprenderai il mio desiderio di stargli vicino!”
Lo comprendo ma non è prudente Sirius! E se ti trovano?”
Appunto per questo motivo sono venuto da te. Io cercherò di stare attento, mi trasformerò in Felpato, ma se dovesse succedermi qualcosa sarebbe importante per me sapere che Rebecca potrà fare affidamento su di te... Lo so che ti sto chiedendo molto, ma mi sei rimasto solo tu... “
Ti aiuterò Sirius, stai tranquillo. I Malandrini si aiutano sempre, fa parte del nostro patto” rispose Remus senza esitare.
"Grazie Remus, sapevo di poter contare su di te... " disse Sirius rivolgendo uno sguardo pieno di gratitudine al suo vecchio amico. "Mi raccomando non prendere impegni per stasera, se invitato a cena da noi, non vedo l'ora di farti conoscere Rebecca e anche lei non vede l'ora di incontrarti, le ho raccontato tutto di te... sì, proprio tutto!" esclamò Sirius intercettando lo sguardo di Remus e indovinando subito i suoi pensieri.
"Non dire una parola, tanto conosco il tuo repertorio a memoria... Non dovevi dirglielo, sono troppo pericoloso, cosa penserà di me? Quindi vedi di stare zitto, e se proprio devi dire qualcosa allora parla dei Malandrini, Rebecca si diverte sempre quando le racconto le nostre avventure!"

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Capitolo 13
*** Prova superata ***


Capitolo 13 - Prova superata






Prova superata


"Questo è il giorno dei gufi!"
pensò Rebecca mentre faceva entrare in casa Edvige che portava un messaggio di Harry, un messaggio giunto pochi minuti dopo quello che Sirius le aveva inviato per avvisarla che sarebbe arrivato in giornata in compagnia di Remus.

Rebecca attendeva quel momento con ansia: non le sembrava vero di conoscere finalmente uno dei famosi Malandrini di cui aveva tanto sentito parlare in quei pochi mesi!
All'improvviso sentì un sonoro crac alle sue spalle, e due braccia la strinsero da dietro.
"Sirius! Un giorno di questi mi farai venire un infarto!" disse Rebecca voltandosi verso di lui divertita.
Sirius non 
si Materializzava mai sulla porta per poi suonare il campanello, lui entrava direttamente in casa perchè gli piaceva cogliere Rebecca di sorpresa.
"Stai bene? Anzi... state bene?" domandò Sirius posandole una mano sulla pancia.
"Benissimo... " rispose lei e lo baciò finchè il suono del campanello non li interruppe.
"Questo è sicuramente Remus! Lui è molto più educato di me, non si Materializza senza preavviso!" disse Sirus andando ad aprire. "Ed eccolo qua, è proprio lui in persona! Si accomodi signor Lunastorta!"
Remus entrò in casa e sorrise divertito: Felpato non si smentiva mai!
"Rebecca, questo è il mio carissimo amico Remus John Lupin, conosciuto fra i Malandrini come Lunastorta! Remus, questa è Rebecca Isabel Scott, la mia futura moglie e madre di mio figlio!"
"Sono felice di conoscerti, Rebecca" disse Remus stringendole la mano e sorridendo. “Anche mia madre era una Babbana, lo sapevi?”
"Sì lo so, Sirius me l'ha detto... " disse Rebecca un po' intimidita mentre osservava per la prima volta quel ragazzo ancora giovane, dall'aspetto un po' trasandato.
Nei suoi capelli chiari si vedeva già qualche filo grigio e sul suo viso c'era già qualche piccola ruga, ma tutto questo spariva davanti al suo sorriso aperto e sincero e al suo sguardo dolce e gentile, e Rebecca stentava a credere che dietro una persona dall'aspetto così mite e piacevole si celasse un Lupo Mannaro.
Anche Remus osservò attentamente Rebecca che, come gli aveva detto Sirius, era molto più giovane di loro, infatti aveva solo 25 anni.
Sembrava essere simpatica oltre che carina, ma ciò che Remus notò più di ogni altra cosa fu il suo profondo amore per Sirius che, da parte sua, la ricambiava con uguale trasporto.
Non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe visto Sirius innamorato e padre di famiglia ed era sinceramente contento per lui, che si meritava finalmente un po' di serenità.
Provò una punta di invidia nei suoi confronti.
Anche a lui sarebbe piaciuto innamorarsi, sposarsi, avere una famiglia, ma le sue possibilità erano praticamente nulle, in quanto licantropo era una creatura condannata alla solitudine.
Sirius naturalmente non sarebbe stato d'accordo, gli avrebbe detto che le sue erano solo fissazioni, che era troppo pessimista, ma Remus invece si definiva realista e non voleva coltivare false speranze.
"Sirius, guarda... Un messaggio di Harry!" disse Rebecca porgendo la busta che aveva lasciato Edvige, e Sirius quasi gliela strappò di mano, impaziente com'era di leggere le ultime notizie da parte del suo figlioccio che aveva appena sostenuto la prima prova del Torneo Tremaghi.
"Harry ce l'ha fatta!" esclamò Sirius felice ed orgoglioso mentre leggeva ad alta voce il resoconto dettagliato dell'impresa di Harry contro l'Ungaro Spinato.
"Sei più tranquillo adesso?" chiese Rebecca a Sirius cingendogli affettuosamente la vita con un braccio.
Remus non potè fare a meno di notare quanto fosse protettiva nei suoi confronti, e capì che quella ragazza all'apparenza così dolce e fragile rappresentava per Sirius un importante sostegno e un porto sicuro in cui rifugiarsi.
"A quanto pare in questo momento la principale preoccupazione di Harry non è il Torneo Tremaghi ma il Ballo del Ceppo!” proseguì Sirius. “Dice che l'unica ragazza che ha provato ad invitare era già impegnata con l'altro campione di Hogwarts! Con tutte le ragazze che ci sono ad Hogwarts e che sarebbero felici di andare al ballo con il celebre Harry Potter lui invita proprio l'unica che gli dice di no! Anche in questo somiglia a James!” disse Sirius scuotendo la testa.
"Però alla fine James è riuscito a sposare Lily, quindi non è detta l'ultima parola!" disse Remus. "Ma devo ammettere che Harry si è trovato un rivale di tutto rispetto! Cedric Diggory è stato uno dei miei migliori studenti lo scorso anno. Prefetto di Tassorosso... campione di Quidditch... il ragazzo più bello della scuola! Quando facevo lezione certe mie alunne non stavano attente a quello che dicevo perchè erano troppo impegnate a guardarlo con aria sognante... Come succedeva a qualcuno di mia conoscenza!" disse Remus lanciando uno sguardo malandrino a Sirius. "Perchè non scrivi a Harry per dargli qualche consiglio? In questo campo eri decisamente tu il Campione di Hogwarts!" concluse ridendo.
"Dai, adesso non esagerare... " disse Sirius, tentando senza riuscirci di apparire modesto.
"Credo che dovremo fare due chiacchiere io e te, Remus" disse Rebecca con una punta di divertita gelosia nella voce. "Ho idea che scoprirei molte cose interessanti riguardo al futuro padre di mio figlio!"
"Non ti conviene Rebecca, perchè se ti raccontassi tutto quello che so di lui potresti cambiare idea e fuggire a gambe levate, e io non voglio questa responsabilità!" replicò Remus ridendo.
"Mi sono già pentito di averti invitato Lunastorta!" lo ammonì scherzosamente Sirius rivolgendogli un sorriso complice che Remus ricambiò, e la forza della loro amicizia ebbe il potere di scaldare il cuore di Rebecca che sentì di amare più che mai Sirius e di essere già affezionata a Remus.
Tra Remus e Rebecca quel giorno nacque una simpatia immediata destinata poi a trasformarsi in una solida profonda e sincera amicizia.
Remus sarebbe presto diventato un punto di riferimento molto importante per Rebecca, e insieme avrebbero un giorno condiviso la più grande gioia e il più grande dolore.
Remus le sarebbe stato accanto fino alla fine e Rebecca non lo avrebbe mai dimenticato, conservando per sempre un posto speciale per lui nel suo cuore.


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Capitolo 14
*** Nuovo erede nuovo nome ***


Capitolo 11 - Nuovo erede nuovo nome



Nuovo erede nuovo nome


"A quanto pare anche voi Babbani siete capaci di compiere delle magie! Non avrei mai pensato di poter vedere mio figlio prima della sua nascita!disse Sirius osservando per l'ennesima volta le immagini dell'ecografia che Rebecca aveva fatto quella mattina.
"Sei contento che sia un maschietto o avresti preferito una bambina per avere un'altra donna adorante ai tuoi piedi?" lo prese in giro Rebecca, mentre Sirius le accarezzava la pancia che ormai iniziava a vedersi.
"Remus ti ha raccontato qualche altra cosa su di me per caso? Voi due dovete smetterla di confabulare alle mie spalle!” esclamò ridendo.Comunque per me non avrebbe fatto nessuna differenza, anche se devo riconoscere che la nascita di un maschio impedirà alla Nobile Casata dei Black di estinguersi! Non posso crederci, ho fatto qualcosa che sarebbe piaciuto ai miei genitori! Ma no, cosa dico? Sarà un Black Mezzosangue, con madre Babbana e padre Grifondoro... Niente da fare, ho disonorato la mia famiglia di nuovo!” concluse fingendosi dispiaciuto mentre Rebecca lo ascoltava divertita.
"Come lo chiameremo? Sirius Black jr.?”
"Non se ne parla nemmeno, io sono il terzo Sirius Black, non c'è bisogno di metterne al mondo un quarto! Non ho intenzione di tramandare i nomi di famiglia!"
"Ma è solo per questo che ti hanno chiamato Sirius? Per tramandare un nome?"
"Certo! Per cosa se no?" le rispose bruscamente Sirius desideroso di chiudere l'argomento, ma Rebecca continuò.
"Mi hai detto più di una volta che tua madre non è mai stata affettuosa con te, che tuo padre è sempre stato assente e che tuo fratello è sempre stato il figlio prediletto, però mi sembra impossibile che non ti abbiano mai voluto bene, nemmeno quando eri piccolo... Dopotutto hanno scelto per te il nome della stella più luminosa del cielo!"
Sirius rimase colpito dalle parole di Rebecca, e per un attimo volle credere che fosse vero, che l'orgoglio e la felicità di diventare genitori avessero spinto sua madre e suo padre a scegliere proprio quel nome tra tutti quelli che, da secoli, venivano usati nella famiglia Black.
Ma poi gli venne in mente che nelle famiglie come la sua i matrimoni venivano combinati per mantenere intatto quel prezioso sangue puro che solo i veri maghi erano degni di possedere, e tra gli innumerevoli matrimoni combinati c'era stato anche quello tra i suoi genitori, che non erano soltanto marito e moglie ma anche cugini di primo grado.
No, decisamente il matrimonio d'amore non faceva parte delle tradizioni dei Black, e di sicuro non c'era mai stato amore fra Orion e Walburga, che si erano sposati e avevano messo al mondo due figli soltanto perché era loro dovere farlo.
"Vorrei che avessi ragione tu amore mio..." pensò Sirius con amarezza, e si accorse suo malgrado di provare pena per i suoi genitori, che non avevano mai avuto la possibilità di essere felici come lo era lui in quel momento.
"Il tuo nome è bellissimo, e tu sei davvero la mia stella... Sirius Orion Black!" disse Rebecca radiosa e felice mentre lo abbracciava stretto.
Sirius rimase senza parole, come capitava sempre quando lei gli dimostrava il suo amore in maniera così sincera e totale.
I Black lo avevano educato a non mostrare mai i suoi sentimenti e ancora non riusciva a gestire del tutto le emozioni che provava quando stava con lei, e men che meno riusciva a dichiararsi come invece lei faceva con tanta naturalezza.
Di nuovo sentì di avere una grande responsabilità nei confronti di quella ragazza che riponeva in lui tanta fiducia, che lo amava profondamente e che presto lo avrebbe reso padre.
Insieme stavano costruendo una nuova famiglia Black che sarebbe stata diversa e migliore di quella che lui aveva conosciuto, e l'ultimo erede sarebbe vissuto a Castleblack, ora una ridente cittadina ma in origine regno del crudele Acheron, e avrebbe avuto un padre Purosangue e una madre Babbana, qualcosa di impensabile fino a quel momento!
Sirius aveva la sensazione che si fosse concluso un ciclo e che una nuova era stesse per iniziare.
Sai, Rebecca, se devo essere sincero l'unica cosa che mi è sempre piaciuta della mia famiglia è l'usanza di dare ai figli nomi di stelle... E Astronomia è sempre stata tra le mie materie preferite! Ma siccome sono sempre stato un ribelle avevo deciso che, se mai avessi avuto dei figli, non avrei usato i nomi presenti sull'albero genealogico e avrei chiamato il maschio Jupiter e la femmina Venus... ”
"Quindi nostro figlio dovrebbe chiamarsi... Jupiter?" chiese Rebecca perplessa.
"Perchè no? E' il pianeta più grande del Sistema Solare e il re degli dei!"
"Insomma, un nome da niente... ma ormai con te non mi stupisco più di nulla!" disse Rebecca ridendo.
"A pensarci bene però c'è un nome di famiglia che mi piacerebbe usare... Alphard! E se lo chiamassimo Jupiter Alphard Black?"
Jupiter Alphard Black... “ disse Rebecca pensierosa accarezzandosi la pancia. “Sarebbe un nome perfetto per un mago... Ma siamo sicuri che nostro figlio diventerà un mago?"
Da quando sei rimasta incinta riesci a vedere il Castello di Alphard anche se non dovresti, e questo significa che qui dentro sta crescendo un piccolo mago!" disse Sirius posandole una mano sulla pancia. “Te lo posso assicurare Rebecca... Jupiter avrà poteri magici e a 11 anni andrà a Hogwarts!”
Lo chiami già Jupiter... sei proprio convinto allora! Sono io che invece non riesco ancora a crederci... E va bene Felpato, mi fiderò di te anche stavolta!”
Rebecca sorrise, si mise le mani sulla pancia e declamò in tono solenne: “Benvenuto fra noi, Jupiter Alphard Black!"
"Allora è deciso?" disse Sirius sorridendo.
"Sì, è deciso!" confermò Rebecca. "Però ai miei genitori spiegherai tu perché abbiamo deciso di chiamarlo così!”

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Capitolo 15
*** Due Malandrini, una famiglia ***


Capitolo 13 - Due Malandrini una famiglia




Due Malandrini una famiglia

Harry superò brillantemente anche la seconda prova del Torneo Tremaghi, e in quell'occasione riuscì anche ad incontrare Sirius che, per stargli vicino, si era nascosto a Hogsmeade prendendo le sembianze di Felpato.

Era stato lontano da casa per quasi un mese, e Rebecca rimase sconvolta quando lo vide tornare così malridotto.
Sirius non aveva intenzione di rivelarle come e dove avesse vissuto in quei giorni ma poi, data l'insistenza, fu costretto a dirle che aveva vissuto come cane randagio in una caverna cibandosi di topi.
E' l'ultima volta che ti permetto di fare una cosa del genere!” urlò Rebecca infuriata.
Mi dispiace Rebecca ma il 24 giugno ci sarà la finale del Torneo Tremaghi, e ho promesso a Harry che sarei tornato. Starò via solo un paio di giorni, non di più!”
Cosa? Vorresti lasciarmi sola proprio alla fine della gravidanza?”
Ma se partorirai a fine luglio! Senti Rebecca, io non posso lasciare solo Harry, e poi vorrei incontrare anche Silente, raccontargli di noi... potrebbe anche lasciarmi portare qui Harry finalmente!”
Harry! Sempre Harry! E io? E noi? Lo so, sei il suo padrino e ti senti responsabile, hai fatto una promessa ai tuoi amici... Ma hai fatto una promessa anche a me! Hai promesso di restare con me, di proteggermi... addirittura di sposarmi! E invece sembra proprio che tu te ne sia scordato, sembra che tu ti sia dimenticato che aspetto un bambino e che il padre sei tu! Non pensi a come mi sento io quando te ne vai? Non pensi a quanto mi preoccupo per te? Dopo tutto quello che mi hai raccontato come faccio a non avere paura? Non ti permetterò più di lasciarmi sola! Tu ti senti responsabile per Harry, ma hai delle responsabilità anche e soprattutto nei confronti di Jupiter! Harry non è tuo figlio, Jupiter è tuo figlio! Da adesso in poi al primo posto dovrà esserci sempre Jupiter, cerca di ricordartelo! Jupiter per me sarà sempre più importante di questo Harry che nemmeno conosco!"
Sirius impallidì e strinse i pugni imponendosi di restare calmo.
"Ho bisogno di riflettere... di stare solo... A
ndrò per un po' al Castello di Alphard" disse, poi le diede le spalle e si Smaterializzò senza nemmeno lasciarle il tempo di replicare.
Rebecca era su tutte le furie ma allo stesso tempo sentiva di aver commesso un grave errore parlandogli in quel modo e così, non sapendo come comportarsi, decise di chiedere aiuto alla persona che conosceva Sirius meglio di chiunque altro al mondo.
Non so cosa fare Remus... So benissimo che Harry è come un figlio per Sirius, l'ho sempre saputo. Sirius è stato chiaro con me sin da subito, mi ha sempre detto che Harry un giorno avrebbe vissuto con noi. Non mi ha mai nascosto niente, questo glielo riconosco! E io ho accettato perché volevo che Sirius fosse felice... Ma è sucesso tutto troppo in fretta, non ho riflettuto abbastanza... E ora sto per diventare madre, e la cosa mi spaventa! Come posso prendermi la responsabilità di un ragazzo che non conosco quando non so nemmeno se sarò in grado di prendermi cura di un figlio mio?"
So che non lo hai fatto apposta, ma non avresti mai dovuto parlare a Sirius in quel modo, Rebecca" disse Remus. "Gli hai spezzato il cuore chiedendogli di scegliere tra Jupiter e Harry. Se lo ami veramente non dovrai mai più chiedergli una cosa del genere perché lui non può farlo, lui non può scegliere. So che è difficile per te da capire, non hai mai conosciuto Lily e James, non hai mai vissuto la guerra contro Voldemort e non conosci il nostro mondo. La situazione di Sirius è difficile, ma mi rendo conto che le cose non sono facili nemmeno per te, che ti sei trovata in poco tempo catapultata in una realtà che non è la tua. Ma di una cosa sono certo, e devi credermi quando te lo dico: Sirius ti ama davvero. Quando mi ha parlato di te e mi ha annunciato che sarebbe diventato padre... Lo conosco da sempre e non l'avevo mai visto così felice! Tu non ti rendi conto di ciò che hai fatto e stai facendo per lui. Gli hai ridato la vita, la speranza! Sirius non può e non vuole separarsi da te, ma non può e non vuole nemmeno separarsi da Harry. Il legame che c'è tra di loro è speciale, io li ho visti insieme e lo so, ricordo Sirius con Harry quando era piccolo, ricordo quanto era felice Harry ogni volta che lo vedeva... E poi li ho rivisti insieme quella notte a Hogwarts... Sono stati lontani per quattordici anni, Harry nemmeno si ricordava più di Sirius, eppure quando si sono ritrovati è stato come se il loro legame non si fosse mai spezzato! Sirius ha fatto una promessa a Harry,  e intende mantenerla a qualsiasi costo. Ma manterrà anche le promesse che ha fatto a te. Sirius mantiene sempre quello che promette, nel bene e nel male, ed è sempre pronto a rischiare tutto fino in fondo per le persone che ama. E lui ti ama Rebecca... "
Lo so... E anch'io lo amo tanto...  Ma a volte non basta...disse tristemente Rebecca mentre una lacrima le scivolava sulla guancia.
Hai mai provato a dirgli quello che hai appena detto a me?” chiese gentilmente Remus.
No... non ne avevo il coraggio... “
Lo immaginavo. Non è sempre facile avere a che fare con Sirius, me ne rendo conto. I Black sono sempre stati molto orgogliosi, abituati a non mostrare le emozioni. Sirius non fa eccezione, e dopo tutto quello che ha passato è ancora più difficile per lui lasciarsi andare, ma Sirius è capace di amare e questo lo sai anche tu, e quindi non aver paura di dirgli ciò che provi... vedrai, ti ascolterà. E non ti abbandonerà. Adesso lascialo tranquillo e non ti preoccupare, fa sempre così quando qualcosa non va, deve stare da solo e guai a chi lo disturba... anche perché quando è di malumore è inutile parlargli, tanto non ascolta! Io e James dicevamo che era orgogliosamente Black e lui naturalmente si arrabbiava, perché lui non era un Black come gli altri... almeno così diceva!” disse Remus sorridendo al ricordo.
E non preoccuparti per Harry, è un ragazzo in gamba" proseguì Remus. "Sarà facile per te volergli bene, credimi! Harry sarà felice con voi perchè non desidera altro che avere finalmente una famiglia! Purtroppo però non accadrà molto presto... Sirius è convinto che Silente permetterà ad Harry di vivere con voi, ma io invece sono del parere che Silente non farà mai vivere insieme Sirius e Harry finché l'innocenza di Sirius non verrà riconosciuta!”
Ma non è possibile! Sirius mi ha detto che Silente sa la verità, sa che è innocente!” protestò Rebecca.
Magari potrò rimediare almeno in parte. Di solito Harry durante le vecanze torna per un po' da quei suoi orrendi zii, e poi va a trovare il suo amico Ron. Conosco la famiglia Weasley, dopotutto sono stato l'insegnante dei loro figli, e se sarà necessario andrò a parlare con loro e porterò qui Harry per un po'. E, se dovessero opporsi... bhè, allora credo che un bell'Incantesimo Confundus potrebbe risolvere la situazione!”
Sei proprio un Malandrino, Remus Lupin!” disse Rebecca ridendo.
Il rumore della Materializzazione li fece sobbalzare entrambi.
"Remus! Cosa ci fai tu qui?"

Cosa ci faccio io qui? Ma dove sei stato tu piuttosto! Ma ti sembra il caso di lasciare Rebecca da sola in questo modo, e nelle sue condizioni poi? Stavo per venire a prenderti! E ora vi lascio così potrete chiarivi e... Ma vedo che siete troppo impegnati a fare pace per badare a me, anzi, qualcosa mi dice che ve la caverete meglio senza di me, quindi tolgo il disturbo!
Remus uscì di casa sorridendo, sicuro che sarebbe presto tornato il sereno tra Sirius e Rebecca, e ne ebbe la conferma quando ricevette un invito per recarsi a cena da loro la sera successiva.
Non era una cosa insolita, la porta era sempre aperta per lui, ma quello non era un invito come tutti gli altri: Sirius e Rebecca, infatti, dovevano parlargli di una cosa molto importante.
Cosa succede? Avete litigato ancora?” chiese Remus allarmato.
Ma no, rilassati!” disse Rebecca ridendo e scambiando uno sguardo complice con Sirius che aveva un'aria più malandrina del solito.
Remus li osservò perplesso: ma che stavano tramando quei due?
Vedi, Lunastorta... ci siamo resi conto che a nostro figlio servirà un padrino, e non sappiamo a chi rivolgerci... per caso conosci qualcuno che potrebbe fare al caso nostro?” chiese Sirius fingendosi perplesso.
Remus, ti prego, sei l'unico che può aiutarci!” disse Rebecca fingendosi preoccupata.
Remus fissò allibito Sirius e Rebecca, incapace di dire una parola, domandandosi se davvero gli stavano chiedendo quello che, solo in quel momento, si accorgeva di sperare e desiderare con tutto il cuore.
Non ti viene in mente niente, vero? E allora, Rebecca, non abbiamo scelta... sarà Lunastorta il padrino di Jupiter!” disse Sirius.
Io... io... non so cosa dire... cosa pensare... Insomma... Grazie!” disse Remus quando finalmente ritrovò la voce.
Nessuno può farlo meglio di te, Remus” disse Sirius abbandonando gli scherzi e mettendo una mano sulla spalla del suo amico.
Sarà difficile per me fare meglio di quello che stai facendo tu per Harry. James e Lily possono essere fieri di te” disse Remus guardandolo negli occhi mentre il pensiero di entrambi correva agli amici perduti.
"Felpato... ma ti rendi conto? Ti dovrò prendere come esempio!” esclamò Remus, 
e l'emozione dei due Malandrini si sciolse in un abbraccio e in una risata.
Rebecca commossa li abbracciò entrambi sentendosi fortunata e felice.
"Ma il più fortunato di tutti è Jupiter... " pensò Rebecca. "Con un padre come Sirius e un padrino come Remus non avrà mai niente da temere!"

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Capitolo 16
*** Resurrezione ***


Capitolo 16 - Resurrezione





Resurrezione

Felpato attendeva la fine del Torneo Tremaghi nell'orto di Hagrid, lo sguardo rivolto verso gli spalti che circondavano il labirinto nel quale si stava svolgendo la terza e ultima prova.

Avrebbe voluto incontrare Harry prima della sfida, avrebbe desiderato incoraggiarlo, fargli sapere che c'era, ma Silente glielo aveva sconsigliato: Hogwarts era piena di funzionari del Ministero, e il rischio che venisse riconosciuto era troppo alto.
A Sirius non era rimasto altro da fare che piegare di nuovo la testa e ubbidire, maledicendo ancora una volta la sua condizione di ricercato.
Dopo quella che gli era sembrata un eternità aveva sentito la folla esplodere in un boato di gioia, ma l'esultanza si era presto trasformata in panico, e Sirius fu divorato dalla paura e dall'angoscia: cosa stava succedendo?
Dopo una lunga ed estenuante attesa Hagrid venne a prenderlo.
Silente mi ha detto che avrei trovato un cane nel mio orto, ed eccoti qua... seguimi, ha detto che devo portarti da lui” disse con la voce spezzata dal pianto.
Cosa stava succedendo, perché Hagrid piangeva?
E, soprattutto... dov'era Harry?
Il cuore di Sirius smise di battere per un momento.
Non stai piangendo per Harry, vero Hagrid? Dimmi che non stai piangendo per lui... “ pensò Sirius mentre il terrore si impadroniva di lui, e dovette fare violenza su se stesso per non perdere il controllo e ritornare umano col rischio di essere visto da qualcuno.
Stufo di fare il cane docile e ubbidiente si mise a correre per raggiungere il prima possibile l'ufficio di Silente, incurante dei richiami di Hagrid che gli ordinava di fermarsi e tornare indietro.
Felpato passò vicino a Cornelius Caramell e ai suoi accompagnatori ma nessuno badò a lui, erano tutti quanti sconvolti ed impegnati in una animata discussione.
Sirius riuscì a captare chiaramente la parola “assassinato” e la disperazione l'assalì.
Dovevo proteggerlo e non ce l'ho fatta... James... Prima tu... E adesso Harry... Lily... James... Perdonatemi se potete...“
Finalmente riuscì a raggiungere l'ufficio di Silente, e una volta rimasto solo riprese le sue sembianze e cercò di raccogliere le forze per prepararsi al peggio, sperando e pregando che il peggio non fosse successo.
Di nuovo ripensò alla morte di Lily e James, e di nuovo precipitò nell'incubo che da 14 anni accompagnava la sua vita e che non avrebbe mai avuto fine.
"Cosa ci fai qui, mio indegno pronipote?" sbottò Phineas Nigellus dall'alto del suo ritratto quando vide.
"Tu! L'ultima persona che avevo bisogno di vedere! Stai zitto o giuro che stacco il tuo ritratto dalla parete e gli dò fuoco!” ringhiò Sirius.
Se c'era qualcosa di cui non aveva bisogno in quel momento era sopportare quel vecchio antenato che, pur essendo defunto, non aveva mai voluto saperne di riposare in pace e che lo aveva tormentato sin da quando era bambino a Grimmauld Place.
"Non puoi farlo, c'è un incantesimo di Adesione Permanente!" sentenziò il suo bisnonno. "Sempre arrogante come al solito... "
"Ti ho detto di stare zitto!" urlò Sirius, sfogando tutta la sua rabbia.
Alla fine arrivò Albus Silente accompagnato da Harry, e Sirius quasi svenne per il sollievo di vederlo sano e salvo.
Gli corso incontro lo abbracciò pensando che il peggio fosse passato, ma quando lo guardò negli occhi si sentì di nuovo morire: gli occhi di Harry erano gli occhi di qualcuno che era stato all'inferno ed era tornato per miracolo, ed era proprio ciò che era successo.
Harry aveva assistito alla resurrezione di Voldemort che era tornato alla vita grazie all'aiuto di Codaliscia, mentre Cedric Diggory era morto, ucciso proprio da Peter Minus.
Sirius si sentì ribollire dalla rabbia: Harry non aveva voluto che lui e Remus uccidessero quello schifoso traditore, ed ecco il risultato!
Ma la cosa peggiore per lui fu quando Harry raccontò ciò che era accaduto quando la sua bacchetta magica si era unita a quella di Voldemort, e quando Sirius venne a sapere che gli spiriti di Lily e James erano usciti da quella bacchetta e si erano messi al suo fianco per aiutarlo a combattere venne di nuovo sopraffatto dal dolore.
"E anche stavolta non c'ero... Harry ha rischiato di morire e io non ero lì ad aiutarlo! E ce l'ha fatta, ha fatto tutto da solo, è riuscito a sopravvivere, ma io, ancora una volta, non ero accanto a lui... "
Harry venne accompagnato in infermeria da Silente, e Sirius andò con lui sotto forma di Felpato.
Silente diede ordine che nessuno allontanasse quel cane dal letto di Harry, e Sirius ebbe almeno la consolazione di poter vegliare sul suo figlioccio.
"Riposati Harry... Io sono qui, e non ti lascio. E domani ti porterò via con me" pensò Sirius.
E così era successo, Voldemort era tornato.
Erano tutti in pericolo, anche la sua famiglia.
Ripensò a Lily che si faceva uccidere da Voldemort per salvare Harry ma all'improvviso il viso di Lily divenne quello di Rebecca e un terrore ed una angoscia mai provata prima lo assalirono.
Era come essere tornati ad Azkaban, prigioniero dei Dissennatori che lo costringevano a vivere i peggiori incubi, ma quello che aveva sopportato nei suoi anni di prigionia non era nulla in confronto a quello che provava pensando a Rebecca e a suo figlio che morivano uccisi da Voldemort.
"Non lo permetterò, non succederà mai. Proteggerò Rebecca, Jupiter ed Harry. Voldemort non riuscirà ad ucciderli... Farò di tutto per impedirlo, niente e nessuno toccherà la mia famiglia!"
E poi arrivò l'alba, e con essa Silente che gli affidò una missione.
Cornelius Caramell non voleva credere al ritorno di Voldemort e considerava Harry un ragazzino folle e farneticante, ed era quindi necessario che tornasse ad agire l'Ordine della Fenice, la società segreta che lo stesso Silente aveva fondato anni prima con lo scopo di fermare Voldemort, e Sirius avrebbe dovuto contattare Remus, nascondersi da lui, ed avvisare tutti i membri del vecchio gruppo.
Harry non voleva che il suo padrino se ne andasse di nuovo, e ancora una volta Sirius fu tentato di non dare ascolto a Silente, di prendere Harry e portarlo via ma sapeva di non poterlo fare, e così mascherò la sua angoscia, si fece vedere freddo e determinato e gli promise che si sarebbero rivisti presto.
Non poteva crollare davanti a lui, non dopo quello che aveva passato.
Era Harry tra i due quello che più aveva bisogno d'aiuto in quel momento, lui se la sarebbe cavata da solo, come aveva sempre fatto.
Ancora una volta Sirius rinunciò a Harry senza nemmeno avergli detto che stava per diventare padre, senza avergli mai parlato di Rebecca.
Non poteva però lasciare Hogwarts senza averne parlato a Silente, e così si diresse verso l'ufficio del Preside, che fu quanto mai sorpreso quando lo vide entrare.
Preside, avrei bisogno di parlarle... “ iniziò a dire Sirius, ma venne subito interrotto dall'arrivo di un gufo che lui riconobbe immediatamente come il gufo di Remus.
"E' un messaggio per te... " disse Silente perplesso mentre Sirius, con mani tremanti, apriva la busta.

Lesse il messaggio più di una volta per essere sicuro di avere capito bene, poi lentamente alzò la testa e guardò ad occhi sgranati Silente che lo osservava preoccupato.
Sirius... cos'è successo? Ti senti bene?”
Mio figlio... Mio figlio sta per nascere!” 
Tuo... figlio?” 
Sì... Lei si chiama Rebecca, è una Babbana... Vorrei poterle spiegare tutto ma non posso... Perchè proprio adesso, perché proprio ora... doveva nascere il mese prossimo... Mi scusi Preside, ma non posso restare un minuto di più!”
Vai Sirius... e buona fortuna... “ disse Silente ancora choccato per la rivelazione mentre Felpato usciva di corsa.
Quella lunga notte non sarebbe mai finita.

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Capitolo 17
*** L'Erede dei Black ***


Capitolo 17 - L'Erede dei Black





L'Erede dei Black

Sirius, sconvolto e preoccupato, entrò in ospedale per raggiungere Rebecca.

Perchè suo figlio stava per nascere con un mese di anticipo e poche ore dopo il ritorno di Voldemort?
Da mesi aspettava quel momento, era convinto che sarebbe andato tutto bene, che sarebbe stato l'inizio di una nuova vita perfetta e felice, e invece la vita di Jupiter iniziava sotto i peggiori auspici.
"Sirius! Finalmente sei arrivato! Ma dov'eri finito?" esclamò Remus andandogli incontro.
"Lunastorta... Meno male che ci sei!" pensò Sirius provando ancora una volta una gratitudine infinita nei confronti di Remus che era subito corso in aiuto di Rebecca, e grande fu la sua sorpresa quando si accorse che, accanto a lui, c'era anche Paul Scott.
“John, finalmente sei arrivato,
cominciavamo a temere che non avresti fatto in tempo!” disse Paul, e Sirius ci mise un attimo per realizzare che John era lui.
Stai tranquillo, Rebecca sta bene, tutto sta andando bene, Isabel è insieme a lei!”
Siete stati voi a portare qui Rebecca?” si informò Sirius sentendo che c'era qualcosa che non quadrava in tutta quella faccenda. 
Ma certo!” esclamò Paul. "Per fortuna era a cena da noi quando le si sono rotte le acque, altrimenti non sarebbe stata in grado di raggiungere Glasgow da sola!"
Sirius lo guardò con più attenzione e riconobbe sul viso del suocero gli effetti dell'Incantesimo Confundus.
Remus agitò di nuovo la bacchetta e Paul crollò su una sedia profondamente addormentato.
"E' da più di un'ora che faccio incantesimi ai tuoi suoceri, spero di non avere fatto troppi danni! Ma si può dapere dov'eri finito?" quasi lo aggredì Remus
.
"Lo sai dov'ero! A Hogwarts, da Harry! Credevi che fossi scappato?"
"Ma no, certo che no! E' solo che io... Insomma, non me ne intendo di queste cose! E sono già venute tre infermiere a chiedermi se fossi io il padre del bambino per portarmi di là... Mi dispiace, ma io di là non ci vado, il bambino è tuo e ci vai tu!"
"Di là... dove?"
"La chiamano Sala Travaglio, là c'è Rebecca, e tu devi andare da lei subito, altrimenti rischi di perdere la nascita di tuo figlio! Infermiera questo è il padre del bambino!" esclamò agguantando letteralmente per un braccio una ragazza che passava in corridoio. "Vai con lei Sirius e... buona fortuna!"
Remus gli diede una una pacca sulla spalla per incoraggiarlo,
lo guardò allontanarsi e rimase in corridoio ad aspettare, felice di non essere al posto di Sirius e, soprattutto, felice di non essere al posto di Rebecca.
Poche ore dopo tutto era finito nel migliore dei modi.
Jupiter era sanissimo e bellissimo, era nato con tre settimane di anticipo ma non c'era nulla di preoccupante, succedeva spesso.
Rebecca dormiva, stanca ma felice, e anche Jupiter dormiva nella piccola culla accanto al suo letto.
Isabel e Paul erano al settimo cielo, mentre Sirius, seduto accanto a loro, non riusciva a staccare gli occhi da Jupiter.
Suo figlio.
Hai visto come ti somiglia? Se non fosse per i capelli biondi come quelli di Rebecca sarebbe proprio identico a te!" esclamò Isabel orgogliosa. 
Non si è mai visto un Black coi capelli chiari... Ma non si è mai nemmeno visto un Black Mezzosangue! Mio figlio è unico al mondo!" pensò Sirius.
Si girò per dirlo a Remus e fu in quel momento che si rese conto di non averlo più visto, così 
uscì dalla camera per andare a cercarlo.
Che caro ragazzo quel Remus, avete proprio fatto bene a sceglierlo come padrino!” disse Isabel frastornata dall'emozione e dall'Incantesimo di Memoria.
Remus, discreto come sempre, aveva deciso di aspettare fuori per lasciare sola la nuova famiglia.
"Remus, ma che ci fai qui tutto solo? Dai entra... Vieni a vedere mio figlio! E poi credo che tu abbia anche fatto innamorare mia suocera!" gli disse Sirius con un sorriso che Remus non gli aveva mai visto prima.
"Congratulazioni Sirius, finalmente sei papà!" gli disse Remus abbracciandolo.
"E tu sei un padrino, come me!" rispose Sirius.
"E' vero, Jupiter è il mio figlioccio, devo ancora farci l'abitudine!" disse Remus felice quasi quanto Sirius. "Ma... a proposito... Com'è andato il Torneo, come sta Harry?"
"Harry ha vinto il Torneo" disse Sirius con voce cupa, e subito Remus si accorse che qualcosa non andava.
Jupiter era nato, Harry aveva vinto il Torneo... Sirius avrebbe dovuto impazzire di gioia, e invece gli aveva dato la notizia come se non gliene importasse nulla.
"Sirius... va tutto bene?" chiese Remus preoccupato.
"Sì... Sono solo stanco, sai, non ho dormito per niente, e poi non mi aspettavo tutto questo... " rispose Sirius per evitare l'argomento.
Gliene avrebbe parlato, doveva farlo per forza, ma non ora, non lì.
"Sirius... " iniziò a dire Remus, ma non riuscì a proseguire perchè in quel momento Rebecca si svegliò, e Sirius andò da lei.
Remus osservò Sirius con aria preoccupata: che cosa gli stava succedendo?
Probabilmente era l'emozione per la nascita inaspettata di suo figlio, però Remus lo conosceva troppo bene, Sirius aveva qualcosa da dirgli ma non ne avrebbe mai parlato di fronte a Rebecca e ai suoi genitori. 

All'improvviso Remus credette di sapere perché Sirius si comportava in maniera così strana.
Di sicuro aveva finalmente parlato di Rebecca a Silente, e di sicuro si era sentito dire che Harry non avrebbe potuto vivere con loro finché non fosse stata dichiarata la sua innocenza.
Ecco perché Sirius non riusciva ad essere felice del tutto, perchè ancora una volta Harry non avrebbe fatto parte della sua famiglia!
Ne avrebbero sicuramente parlato più tardi, così mise da parte tutto quanto e si concentrò su Jupiter: non vedeva l'ora di conoscere il suo figlioccio.
Si avvicinò alla culla e lo guardò, sentendosi subito partecipe, coinvolto e responsabile.
"Remus, grazie per tutto quello che hai fatto!" gli disse Rebecca sorridendo e prendendolo per mano.
"Ma non devi ringraziarmi... se non ci si aiuta fra Malandrini..." si schermì lui.
"Già, grazie davvero. Sono in debito con te ancora una volta!" disse Sirius sorridendo. "E scusami, Rebecca se sono arrivato tardi, mi dispiace tanto, non avrei mai dovuto lasciarti sola".
"Non ci pensare, come potevi saperlo? Non me lo aspettavo nemmeno io, sono andata a letto tranquillamente e poi verso mezzanotte mi sono svegliata perchè mi si sono rotte le acque! Credo di non essermi fatta prendere troppo dal panico solo perchè sono un'infermiera, però dovevo andare subito in ospedale, così ho mandato un gufo a te e uno a Remus e ho aspettato il primo dei due che si fosse Materializzato da me! Poi ho avvisato i miei genitori, Remus ha fatto credere loro di essere venuti qui con me ma in realtà sono stata io a chiamarli dall'ospedale quando mi hanno ricoverata!” disse Rebecca mentre Remus intratteneva Isabel e Paul affinché non ascoltassero quei discorsi.
Rebecca parlava ma Sirius non la stava ascoltando, non faceva altro che pensare che Rebecca era entrata in travaglio a mezzanotte, più o meno l'ora in cui Voldemort era tornato.
Non era un buon segno, non lo era per niente.
"Non te la prendere Sirius... Tuo figlio alla fine ti ha aspettato per nascere!" disse Rebecca che aveva notato il cambiamento di umore di Sirius, lontana anni luce dalla verità, ignara di tutto, convinta che la loro vita fosse perfetta.
"Rebecca... in che guaio ti sei cacciata quando mi hai incontrato... " pensò Sirius con amarezza.
Chissà perchè riusciva solo a danneggiare le persone che amava.
Eppure lo sapeva di essere un prigioniero evaso, lo sapeva di essere in pericolo.
Se solo avesse riflettuto prima di iniziare la sua storia d'amore con lei, se solo se ne fosse andato dalla sua
casa quando lei lo credeva solo Felpato.
Ma Sirius Black non era abituato a riflettere, Sirius Black agiva sempre seguendo l'istinto, e così non se n'era andato, era rimasto.
Era rimasto perchè era già innamorato di lei, anche se non se ne era reso conto subito.
E ora avevano un figlio, erano legati per sempre, e l'unica cosa che poteva fare per loro era continuare ad amarli e fare del suo meglio per tenerli al riparo dalla guerra che presto sarebbe arrivata.
Il piccolo Jupiter in quel momento si svegliò e si mise a piangere, e subito Sirius lo prese in braccio e lo calmò.
"Sirius! Ma sei bravissimo! Credo che sarai più bravo di me!" gli disse Rebecca ammirata.
"Sirius era bravissimo con Harry!" disse Remus sorridendo e iniziando a parlare sull'onda dei ricordi. "Voleva sempre tenerlo in braccio, diceva sempre a me e a Peter che siccome era il suo padrino toccava a lui! Ma anch'io me la cavavo bene con Harry, lo sai, Rebecca? Anche quando stava in braccio a me si divertiva!”
"Sirius, mi sa che qui c'è qualcuno che muore dalla voglia di prendere in braccio Jupiter!" disse Rebecca divertita dal racconto di Remus. "E mi sembra giusto... è il suo padrino e tocca a lui!"
"Ecco, tienilo... ma stai attento..." disse Sirius mettendo Jupiter tra le braccia di Remus e sentendosi assurdamente arrabbiato con lui perché pochi istanti prima aveva nominato Peter, l'ultima persona al mondo di cui voleva sentir parlare, soprattutto in un momento come quello!
"Aspetta che ti racconti cosa ha appena fatto il caro Peter, e poi vediamo se ti verrà ancora voglia di parlare di lui! Peter troverà Voldemort... Lo avevi previsto ed è successo... Dannazione Lunastorta... Perchè devi sempre avere ragione?"
Ciao Jupiter, io sono lo zio Remus... ma se vuoi puoi anche chiamarmi Lunastorta!” disse sentendosi molto più emozionato di quanto avesse mai pensato.
Ora riusciva
a comprendere meglio quello che Sirius provava per Harry, e quando Jupiter iniziò a piangere perchè aveva fame lo restituì a malincuore a Rebecca.
"Ora vado, vi lascio soli... Congratulazioni ancora!" disse baciando Rebecca sulla fronte e stringendo la mano a Sirius.
"Se vuoi dopo passa da me, così faremo un brindisi a Jupiter!" gli disse guardandolo negli occhi.
"Verrò non preoccuparti... Ho tante cose da dirti... " disse Sirius ricambiando il suo sguardo.
Remus lo abbracciò, e parlando a bassa voce gli disse: "Felpato, non ti preoccupare... Qualunque cosa sia successa la risolveremo, vedrai".
"Grazie, Lunastorta. Verrò appena potrò" disse Sirius ricambiando l'abbraccio dell'amico, rendendosi conto, una volta di più, di come sapesse leggere in lui come in un libro aperto.
Insieme ce l'avrebbero fatta, ne era sicuro.
Ne avevano passate tante... Avrebbero saputo affrontare anche questo.

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Capitolo 18
*** Mille domande, nessuna risposta ***


Capitolo 17 - Mille domande nessuna risposta



Mille domande, nessuna risposta

Non posso accettarlo Sirius... Non posso... Non posso... “ disse Remus nascondendo il viso tra le mani dopo che Sirius ebbe terminato il suo racconto.
Sirius sapeva che il ritorno di Voldemort avrebbe sconvolto Remus ma non si aspettava di vederlo perdere il controllo in quel modo, per quel che riusciva a ricordare lo aveva visto in quello stato solo dopo la luna piena, e la sofferenza del suo amico lo faceva star male a sua volta.
"Remus... Remus coraggio!" disse Sirius posandogli una mano sulla spalla. "Lo sconfiggeremo anche stavolta, vedrai! Non sarà facile, lo so... Anche per me è stato un duro colpo... "
"Te lo ricordi Sirius?” disse Remus guardandolo con occhi velati dalla sofferenza. “Te lo ricordi quando ci esercitavamo nella Stamberga Strillante? Non riusciva mai a scagliare uno Schiantesimo perchè aveva paura di farci del male! E ora tu mi dici che ha ucciso Cedric... “
Sirius finalmente comprese: era Peter causa del dolore che devastava il cuore di Remus.
"Te lo ricordi, Sirius? Io non posso credere che sia vero quello che mi hai raccontato, non posso! Ho pianto la sua morte, ho creduto che tu l'avessi ucciso, ti ho odiato con tutte le mie forze, ti ho augurato di morire ad Azkaban! E quando ho scoperto la verità ho sperato che non avesse agito di sua spontanea volontà, che fosse sotto la Maledizione Imperius quando sapevo benissimo che non era possibile, perché quella sera nella Stamberga Strillante c'ero anch'io, ho visto quello che ha fatto, ho sentito le sue parole! Ma ora non posso più illudermi, Peter ha ucciso Cedric, ha fatto del male a Harry, si è tagliato il braccio per aiutare Voldemort a risorgere!” gridò Remus, la voce carica di dolorosa rabbia. “Perchè è successo Sirius? Perchè ci ha traditi? Perchè non abbiamo mai capito cosa gli stava succedendo? Perchè non si è fidato di noi?”
"Non lo so Remus... Non lo so..." disse Sirius con voce stanca.
Capiva benissimo cosa stava provando Remus, lui stesso in quel momento soffriva a causa di Peter ma non voleva ammetterlo, perché riteneva che Peter non meritasse il loro dolore.
Ho sempre cercato di aiutarlo... Forse non ho fatto abbastanza... “ disse Remus scuotendo la testa.
Remus! Non devi sentirti in colpa, tu non hai nulla da rimproverarti! Tu lo hai sempre aiutato, gli sei sempre stato vicino... Era con te che si confidava quando aveva qualche problema, era a te che si rivolgeva quando aveva bisogno di aiuto per studiare! Io e James non siamo mai stati pazienti con lui tanto quanto lo eri tu! A noi piaceva essere ammirati da lui, soprattutto piaceva a James, eravamo i suoi idoli! Se qualcuno ha sbagliato allora siamo stati noi! Pensavamo di essere invincibili e invece eravamo solo due cretini! Se Peter non fosse stato assegnato al nostro dormitorio non lo avremmo nemmeno considerato degno della nostra attenzione... Magari non avremmo considerato nemmeno te! constatò amaramente Sirius.
Adesso non esagerare Sirius! Avevamo i nostri pregi e i nostri difetti come tutti, ma eravamo sempre pronti ad aiutarci nelle difficoltà, e io lo so meglio di chiunque altro! Eravamo una squadra, e Peter faceva parte di tutto questo!”
E infatti io e James ci fidavamo di lui, ci siamo sempre fidati di lui fino alla fine, altrimenti non gli avremmo mai proposto di diventare Custode Segreto! Quando James scoprì che eri un Lupo Mannaro lo disse per prima cosa a me ma, subito dopo, decidemmo di dirlo anche a Peter, perchè era  giusto che anche lui sapesse, perchè eravate entrambi nostri amici, perchè sapevamo che non ti avrebbe mai voltato le spalle e che ti avrebbe aiutato... "Dici sempre che Remus fa tanto per te e tu non fai niente per lui... Ecco, questa è la tua occasione per ricambiare!" gli disse James... Quando decidemmo di diventare Animagi non eravamo sicuri che Peter ce l'avrebbe fatta visto che a scuola non era un granchè, eppure si impegnò a fondo, e lo fece per te! E quando riuscì a trasformarsi per la prima volta non puoi immaginare come eravamo orgogliosi di lui io e James! Ti ricordi le notti di luna piena? Ti ricordi quante volte l'ho portato sulla schiena perchè non era in grado di correre velocemente come noi? Ma il suo posto preferito erano le corna di Ramoso... Ti ricordi che a volte si addormentava lì sopra?" disse Sirius sorridendo tristemente.
"Certo che mi ricordo... Come si possono dimenticare i Malandrini?" disse Remus ricambiando il triste sorriso di Sirius. "Eravamo più che amici...” Remus tacque un istante e poi disse: "Sirius, dimmi la verità... Quella notte, nella Stamberga Strillante... Lo avresti veramente ucciso?"
"Ma che domande mi fai, Remus?" rispose bruscamente Sirius. "Era il mio scopo, sono evaso apposta per farlo fuori! Ero pronto ad ucciderlo già 14 anni fa, quando morirono Lily e James! Ho passato i miei anni ad Azkaban odiandolo con tutte le mie forze, e odiando me stesso per aver proposto quel maledetto scambio di persona! Ma neanche James sospettava di lui, anzi, mi disse che avevo avuto un'idea geniale! Peter sarebbe stato il Custode mentre io avrei fatto da esca... Non essendo il Custode non avrei mai potuto rivelare il nascondiglio di Lily e James, nemmeno sotto tortura! E invece quel bastardo era un Mangiamorte! Sì Remus, l'avrei ucciso. Se Harry non mi avesse fermato l'avrei ucciso. E dopo quello che è successo l'altra notte mi pento di non averlo fatto!"
"Anch'io ero pronto ad ucciderlo" disse Remus. "Sì, in quel momento con te al mio fianco lo avrei ucciso! Ma poi... Sirius... Io non so se sarei stato in grado continuare a vivere sapendo di aver ucciso uno dei miei migliori amici, non so se sarei stato in grado di portare quel peso sulla coscienza. Perchè lui era nostro amico Sirius! Faccio ancora fatica a credere che il Mangiamorte che ha fatto risorgere Voldemort sia lo stesso ragazzo che per sette anni ha vissuto fianco a fianco con noi ogni giorno. Non riesco ad accettarlo Sirius. Non ce la faccio” concluse Remus con voce spezzata.
"Per me invece niente rimorsi. Lo avrei ucciso come si uccide una mosca" disse Sirius, pieno di rabbia e desideroso di vendetta. “Ad Azkaban ho avuto davanti agli occhi quasi ogni giorno la casa devastata di Lily e James. I loro corpi. Harry che piangeva. Hagrid che lo portava via, mentre io avrei voluto tenerlo con me... "
Sirius si interruppe, strinse i pugni, fece un respiro profondo per calmarsi e poi continuò.
"Sì Remus, io l'avrei ucciso. E se lo incontrerò di nuovo per lui sarà la fine”.
Remus non riuscì a guardare Sirius, l'espressione sul suo volto era terribile, un odio infinito si leggeva nei suoi occhi, e Remus sapeva sin troppo bene di cosa era capace Sirius quando giurava vendetta.
"Spesso mi chiedo come mai non ci siamo accorti del suo cambiamento" disse Remus. "L'unica risposta che riesco a darmi è che fino a quando abbiamo vissuto tutti e quattro insieme ad Hogwarts lui si sentisse protetto e sicuro. Poi la scuola è finita e abbiamo preso strade diverse anche se la nostra amicizia continuava, anche se facevamo tutti parte dell'Ordine della Fenice. Però credo che Peter si sia unito all'Ordine solo per rimanere ancora vicino a noi.
Ma a Hogwarts eravamo accanto a lui ogni giorno, dopo la scuola le cose sono cambiate, e quando non ci ha avuti più al suo fianco in ogni momento è crollato, ha avuto paura, e si è affidato a chi stava diventando più forte. Te lo ricordi cosa disse quella notte? Voldemort stava conquistando tutto. Cosa c'era da guadagnare a dirgli di no?
Remus ripensava continuamente a quella notte nella Stamberga Strillante, e non riusciva a farsene una ragione.
Possibile che nemmeno in quel momento Peter si fosse reso conto di ciò che aveva fatto unendosi a Voldemort?
Possibile che non avesse provato un minimo di pietà vedendo com'era ridotto Sirius?
Possibile che non avesse provato un briciolo di pentimento trovandosi davanti agli occhi Harry, così simile a James, l'amico che aveva tanto ammirato?
E invece aveva continuato a negare persino l'evidenza, e alla fine era fuggito come il vigliacco che era.
"Ascolta Remus, ho una cosa importante da dirti... Silente mi ha affidato un incarico!" disse Sirius, desideroso di cambiare argomento. "Dobbiamo riunire di nuovo l'Ordine della Fenice, prendere contatti con chi è rimasto del vecchio gruppo, trovare altre persone disposte ad unirsi a noi. Ha detto anche di mettermi in contatto con te e di nascondermi qui a casa tua. E io non so che fare Remus... Non so con che coraggio dirò a Rebecca che dovrò lasciarla di nuovo sola, con il bambino appena nato! Stavolta non sarà comprensiva... Stavolta non mi perdonerà tanto facilmente... "
"Stai tranquillo Sirius, prenderò io i contatti con il vecchio gruppo. E se Albus Silente verrà qui a cercarti lo manderò al castello di Alphard, così potrai chiarire la tua situazione una volta per tutte".
Grazie Remus, ma penserò io a mettermi in contatto con Silente! E non ho intenzione di lasciarti fare tutto da solo, anch'io farò la mia parte, ho solo bisogno di tempo per sistemare le cose con Rebecca. E ho già un'idea. Il vecchio Quartier Generale ormai non si può più utilizzare, Peter lo conosce, sarebbe troppo rischioso. Ci serve un altro posto, e c'è un luogo che potrebbe andare bene, anche se non vorrei, anche se è l'ultimo posto al mondo dove vorrei stare, ma non ho scelta, non ci sono altre soluzioni. Stabiliremo il nuovo Quartier Generale a Londra nella mia vecchia casa al numero 12 di Grimmauld Place. In questo modo potrò prestare servizio nell'Ordine e stare accanto alla mia famiglia. Sempre che Rebecca voglia venire con me. Avevamo promesso a Isabel e Paul che non ci saremmo mai trasferiti a Londra dopo la nascita del bambino e invece... “
"Dai Sirius, non fare così, Rebecca verrà con te, figurati se ti lascerà solo! I suoi genitori capiranno, direte che i tuoi affari ti impediscono di trasferirti definitivamente... faremo qualche Incantesimo di Memoria se necessario!" lo incoraggiò Remus. “E poi non sarà per sempre, quando tutto sarà finito potrete tornare a Castleblack!”
"Remus, io la odio quella casa, la odio! Vorrei distruggerla, cancellarla per sempre! Non è il posto in cui sognavo di far crescere mio figlio! E Rebecca... non era questo che volevo per lei! Ma devo pensare che è solo questione di tempo, e quando la mia innocenza sarà riconosciuta potrò finalmente lasciarmi tutto alle spalle! Però è dura Remus... E' dura dover tornare indietro... Ma non ho scelta... Non ho altra scelta... "
Remus e Sirius parlarono per ore mettendo a punto ogni dettaglio, facendo l'elenco delle persone da contattare e stabilendo come agire per ricostruire l'Ordine della Fenice.
E parlarono ancora una volta, per l'ultima volta, di Peter Minus, senza riuscire mai a trovare tutte le risposte ai loro innumerevoli perchè.
Ricordarono com'era stato in quella che ormai era un'altra vita, e di nuovo si chiesero se avrebbero potuto cambiare il suo destino.
Tuttavia nessuno aveva obbligato Peter a diventare un Mangiamorte, quella scelta era stata soltanto sua.
Sapeva cosa si lasciava alle spalle decidendo di abbandonare i Malandrini, di sicuro non sapeva cosa lo aspettava decidendo di servire Voldemort.
Un giorno si sarebbe forse pentito, ma sarebbe stato ormai troppo tardi per lui e per tutti loro.
Da quella sera Peter Minus non fu più il quarto Malandrino e cessò di esistere per Remus e per Sirius, portandosi via un altro pezzo della loro vita.



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Capitolo 19
*** Grimmauld Place ***


Capitolo 19 - Grimmauld Place




Grimmauld Place

Dopo la la nascita di Jupiter le cose per Rebecca non erano di certo iniziate nel migliore dei modi.

Sirius aveva aspettato un paio di settimane prima di dirle che cos'era successo la notte in cui Jupiter era nato e le conseguenze che tutto questo avrebbe avuto sulla loro vita. 
Voleva che Rebecca si riprendesse e si adattasse alla sua nuova vita da mamma in un ambiente tranquillo e familiare, con i suoi genitori accanto che non vedevano l'ora di viziare il loro nipotino, ma quando lei dormiva andava a Grimmauld Place di nascosto insieme a Remus per iniziare a rimettere un po' in ordine quella vecchia e polverosa casa che sarebbe presto diventata il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice.
Quando arrivò il momento della verità Sirius disse a Rebecca che non doveva sentirsi obbligata a seguirlo a Londra, ma lei non ne volle sapere di restare a Castleblack.
Non poteva e non voleva lasciare solo Sirius, e non voleva che Jupiter si separasse già dal padre a pochi giorni dalla sua nascita.
“E pensare che avevamo promesso ai miei genitori che non saremmo mai andati a Londra... Come farò a dirglielo adesso?“
“So che vorresti dire la verità ai tuoi genitori, anch'io avrei voluto farlo dopo la nascita di Jupiter, ma purtroppo non è ancora il momento adatto! Userò la mia magia per aiutarti e per aiutarli... fidati di me!”
E così Sirius modificò la memoria di Isabel e Paul che, poche settimane dopo, li accompagnarono all'aereoporto convinti che stessero partendo per Londra, e che quel trasferimento per motivi di lavoro fosse già stato pianificato da tempo e che avessero rimandato la partenza soltanto per dar loro la possibilità di conoscere il piccolo Jupiter.
“Per Natale saremo di ritorno!” promise loro Sirius facendo un ultimo Incantesimo Rallegrante ai suoceri.
Fare in modo che Isabel e Paul fossero sereni era il minimo che poteva fare per rendere il più possibile facile quella situazione.
Una volta rimasti soli si Smaterializzarono e si recarono al Castello di Alphard.
Albus Silente sarebbe venuto a far loro visita proprio quel giorno, e Rebecca lo attendeva impaziente e preoccupata.

“Jupiter Alphard Black è un onore per me conoscerti!” disse il vecchio Preside. “Quando sarà il momento ci vedremo a Hogwarts... e se buon sangue non mente ne vedremo delle belle anche con te!”
Tutto filò liscio fino a quando Silente non diede precise istruzioni a Sirius in merito ai suoi compiti nell'Ordine della Fenice.
"Quando arriverai a Grimmauld Place non uscire di casa per nessun motivo. A Londra sei ancora ricercato e correresti un grosso rischio partecipando in prima persona alle operazioni".
"Ma io voglio mettermi al servizio dell'Ordine come ho fatto tanti anni fa... Voglio combattere!" esclamò Sirius protestando furiosamente.
"Per il momento il tuo compito sarà organizzare il Quartier Generale, ospitare i membri dell'Ordine, partecipare alle riunioni. Ma niente azioni dirette, non fino a quando sarai ricercato. So che non sei abituato a stare in disparte, so che vorresti essere al centro dell'azione, ma per ora ascolta quello che ti dico. So quanto vali, e se ti chiedo di rimanere nascosto a Grimmauld Place sappi che lo faccio solo per salvarti la vita" rispose Silente, irremovibile.
“E io quando potrò dire la verità ai miei genitori?“ chiese Rebecca.
"In questo momento è meglio di no. Dovremo applicare misure di sicurezza molto rigide, i tuoi genitori dovranno continuare a crederti a Londra insieme alla tua famiglia, ma niente di più” disse Silente.
“Ma... quando potrò rivederli?”
“Non lo so” disse Silente. “Per il momento l'Ordine della Fenice viene prima di ogni altra cosa”.
Rebecca pianse tutte le sue lacrime.
Se l'aspettava ma era lo stesso dura da accettare, così come era stata dura per Sirius accettare il fatto di non avere un ruolo attivo nell'Ordine della Fenice.
Con questo stato d'animo Rebecca e Sirius partirono per Londra insieme al piccolo Jupiter per prendere possesso di Grimmauld Place, dove vennero accolti da Kreacher, il vecchio elfo domestico della famiglia Black, e il suo bevenuto non fu certo dei migliori.
"Che vergogna, che vergogna per la nostra famiglia... Padron Sirius si è accoppiato con una sudicia Babbana e ha messo al mondo uno sporco Mezzosangue! Kreacher si vergogna di servire un simile padrone! Quando lo saprà la mia padrona... Solo dolori, solo guai le ha procurato padron Sirius!"
"Togliti dai piedi! Non rivolgere la parola a Rebecca, non avvicinarti a mio figlio! Stai lontano da loro, comportati come se non ci fossero!" aveva urlato Sirius. "Loro per te non esistono, ricordatelo! Non nominarli, non dire una parola su di loro a nessuno, se lo farai ti ucciderò!"
Quella reazione spaventò Rebecca, si rese conto che Sirius sapeva essere crudele e sapeva anche fare del male se voleva, e per la prima volta ebbe l'impressione di non conoscerlo affatto.
La situazione peggiorò ulteriormente quando Walburga Black li vide ed iniziò ad urlare dall'alto del suo ritratto.
"TU! Come osi ritornare in questa casa? Chi è quella donna? CHI E' QUELLA DONNA? E' una Babbana! Una schifosa Babbana nella casa dei miei padri! E quel bambino... No... Non è possibile... Non può essere! NON PUO' ESSERE! NON PUOI AVERLO FATTO! NON VOGLIO QUEL MOSTRO IN CASA MIA!!!!! TU NON SEI MIO FIGLIO!
"Per la prima volta hai detto una cosa giusta! Io non sono tuo figlio e tu non sei mia madre! Morire è stata la cosa migliore che tu abbia mai fatto, quindi taci una volta per sempre!" urlò Sirius, e le pesanti tende che nascondevano il ritratto di Walburga si chiusero di colpo.
“Lo ha chiamato mostro... il mio bambino... Ed è sua nonna... “ pensò Rebecca con le lacrime agli occhi e baciò sulla fronte Jupiter che dormiva tra le sue braccia.
Per fortuna quelle urla non l'avevano svegliato, e Rebecca si allontanò per metterlo al sicuro da quella donna malvagia.
Come poteva esserci tanto odio tra madre e figlio?
Possibile che Walburga non avesse mai provato un po' di tenerezza per Sirius, nemmeno quando era piccolo come Jupiter?
E se fosse successo anche a lei?
E se un giorno quel bimbo che ora teneva in braccio l'avesse odiata?
Mille dubbi e mille paure le affollavano la mente ma non osava parlarne con Sirius perchè in quel momento non era in grado di aiutarla, quello non era più l'uomo di cui si era innamorata, era un uomo che non conosceva affatto e che la spaventava.
Sirius le aveva spiegato quali fossero le idee della sua famiglia, ma non aveva idea di quanto profondo fosse l’odio che provavano nei confronti di quelli come lei.
Non sarebbero mai stati felici in quella casa,  non aveva mai visto Sirius così abbattuto, così sconfitto, così pieno di rabbia e disperazione.
Quando si erano conosciuti era appena evaso da Azkaban e i lunghi anni di prigionia avevano lasciato il segno, e lei gli era stata accanto, lo aveva aiutato a superare le sue crisi, i suoi incubi.
Sirius per la prima volta non si era vergognato di apparire debole di fronte a lei anche perchè Rebecca non lo aveva mai fatto sentire debole, non lo aveva mai costretto a nascondere le sue emozioni come si conviene ad un Black ma, al contrario, lo aveva sempre spinto a parlare, a sfogarsi, a liberarsi dei demoni che gli si agitavano dentro.
Ma a quei tempi Sirius era libero.
Era ricercato, era in fuga, ma era comunque libero.
Avevano una nuova vita da costruire insieme, e Jupiter era stato per Sirius il regalo più bello e inaspettato.
Fino a pochi mesi prima il loro futuro era sereno, pieno di promesse e di speranze, ma ora tutto si era fermato.
"Sirius... " Rebecca si avvicinò e gli posò una mano sul braccio, e lui si voltò lentamente verso di lei.
"Non dovevo portarti qui Rebecca... Forse sarebbe meglio se tu tornassi a casa tua" disse Sirius con voce stanca.
Rebecca stava vivendo un vero e proprio incubo.
Aveva appena avuto un bambino, doveva imparare a essere mamma, gestire le notti insonni e risolvere tutti i piccoli problemi di Jupiter che necessitava di cure continue.
La tentazione di tornare a vivere a Castleblack era forte, ma... Sirius? Cosa ne sarebbe stato di lui? Quando avrebbe potuto rivederlo?
“Dovrai stargli molto vicino” le aveva detto Silente prima di andarsene.
Rebecca si rese conto che aiutare Sirius ad uscire dall'abisso in cui stava lentamente sprofondando sarebbe stata la sua missione per conto dell'Ordine della Fenice.
Ma chi avrebbe aiutato lei?
"Sirius... mi fa male vederti così... Mi dispiace che ti sia accaduto tutto questo” disse indicando l'albero genelaogico e il posto vuoto che una volta era stato occupato da Sirius. “Ma adesso... adesso ci siamo noi... Adesso c'è lui... " concluse mostrando Jupiter a Sirius che lo accarezzò, e a Rebecca parve di vedere l'ombra di un sorriso sul suo volto.
"Non me ne importa nulla della mia famiglia, non è per quello che sto così. Hai sentito anche tu Silente. Non potrò partecipare alle missioni dell'Ordine. Sarò costretto a stare in questa casa orribile, dove non sono rispettato nemmeno dal mio elfo domestico. Non era questa la vita che volevo".
Jupiter si mise a piangere, e Rebecca andò nella loro camera da letto per prendersi cura di lui sperando che Sirius la seguisse, ma lui non lo fece, rimase a scrutare pensieroso l'albero genealogico e questo la spaventò ancora di più, perchè Sirius aveva desiderato tanto quel bambino, e ora sembrava che avesse perso interesse per tutto, anche per suo figlio.
Sirius, perso nei suoi tristi pensieri, non si era accorto che Rebecca si era allontanata, e quando la raggiunse la trovò seduta sul letto in lacrime con Jupiter tra le braccia.
"Sirius, che cosa ti sta succendo? Non ti riconosco più! Mi fai paura, ti sento così lontano da me, così lontano da noi! Io non voglio che Jupiter cresca così, io voglio che sia sereno, che sia felice! Io voglio vivere con te ma tu non sei più il Sirius che conoscevo...  "
Sirius le andò vicino, le tolse delicatamente Jupiter dalle braccia e le accarezzò i capelli, mentre lei continuava a piangere con il viso nascosto tra le mani.
 "Nemmeno io voglio che Jupiter debba passare quello che ho passato io in questa casa, anch'io voglio che sia felice. Per questo ti ho proposto di tornare a Castleblack, anche se sarà dura per me non avervi vicino. Ho anche pensato di abbandonare l'Ordine della Fenice al suo destino visto che non hanno bisogno di me, ma non posso farlo, devo restare, non posso andarmene come un vigliacco... Avrò mille difetti ma io non sono un vigliacco! E poi c'è Harry... non voglio abbandonarlo di nuovo...  “
"Lo so Sirius, lo so... Adesso che è nato Jupiter riesco a capire meglio cosa provi per Harry. Io spero che non ci debba mai succedere niente di brutto, ma se dovesse accadere mi tranquillizza pensare che Jupiter potrà fare affidamento su Remus. Forse l'Ordine della Fenice per il momento non ha bisogno di te, ma noi abbiamo bisogno di te... “
Sirius posò delicatezza Jupiter nella carrozzina e strinse dolcemente Rebecca tra le braccia chiedendole perdono per averla fatta soffrire.
Doveva smetterla di pensare solo a se stesso, aveva una famiglia ora.
"Stai tranquilla Rebecca, sono qui... E adesso riposati, la scorsa notte non hai dormito molto, penserò io a Jupiter. So di essermi comportato male con te, perdonami, non ho ancora smaltito la delusione, mi ci vorrà un po'... E stare in questa casa non mi aiuta! Non posso prometterti che tornerò subito ad essere quello di prima, ma cercherò di superare anche questo. Però... però comincio ad essere stanco... Avevo solo 22 anni quando mi hanno rinchiuso ad Azkaban, e anche se sono riuscito a fuggire non sono ancora libero, e forse... forse non lo sarò mai più..."
Rebecca non rispose perchè si era addormentata tra le sue braccia vinta dalla stanchezza, e così Sirius la posò delicatamente sul letto, le diede un'ultima carezza e la baciò sulla fronte per poi dedicarsi a Jupiter che nel frattempo si era svegliato.
Lo prese in braccio e il suo cuore si riempì di orgoglio: aveva gli occhi uguali ai suoi, non c'erano dubbi.
"Cerca di assomigliarmi il meno possibile" gli disse. "Non essere impulsivo, testardo e ribelle. Sii prudente, e non metterti nei guai. Rifletti prima di agire, pensaci due volte prima di fare qualcosa di cui ti potresti pentire. E quando avrai degli amici non darli per scontati, stai loro vicino, e se ti chiederanno aiuto dai loro tutto il sostegno di cui avranno bisogno. Non voltare loro le spalle, non tradire la loro fiducia. E non pensare mai di essere migliore degli altri, perchè alla fine scoprirai che sei solo un idiota e che gli altri sono migliori di te".
Jupiter fece un largo sbadiglio, e Sirius scoppiò a ridere.                        
“Cosa succede, ti sto annoiando? Guarda che con me non ci si annoia mai! Ti insegnerò cosa vuol dire essere un Malandrino, ti farò conoscere Felpato, ti regalerò il primo manico di scopa, e un giorno ti porterò a fare un giro sulla mia moto quando riuscirò a recuperarla! O magari ne comprerò una nuova, e mi aiuterai tu a sceglierla! E fra pochi giorni conoscerai Harry... andrete d'accordo vedrai, sarà come un fratello maggiore per te! E adesso vieni, lasciamo dormire la mamma!“
Sirius uscì dalla stanza ed entrò in quella che un tempo era stata la sua camera.
“Guarda Jupiter... Io e Remus l'abbiamo trovata in soffitta l'altro giorno” disse Sirius fermandosi di fronte ad una vecchia culla in ferro battuto che portava inciso sulla testata lo stemma dei Black.
“All'inizio non volevo utilizzarla ma poi mi sono detto... perché no? Dopotutto sei l'Erede dei Black, e anch'io ho dormito qui prima di te, lo sai? Anzi no... ad essere precisi l'ultimo a dormire qui dentro è stato mio fratello... ” disse Sirius, mentre un'ombra di tristezza tornava a velare i suoi occhi. “Si chiamava Regulus, sarebbe stato tuo zio... Cerca di non assomigliare nemmeno a lui... a meno che non si tratti di Quidditch, perchè era bravissimo, un vero campione, e quando Grifondoro giocava contro Serpeverde facevo fatica a non tifare per lui! Sai che sei la prima persona a cui lo dico? E adesso vediamo un po' se ti piace stare qui...“
Sirius lo posò nella culla, e Jupiter si addormentò stringendogli il dito con la sua piccola mano.
“Tu sì che mi rendi orgoglioso di essere un Black... “ disse Sirius accarezzandolo e posandogli un bacio sulla fronte, e il senso di oppressione che aveva sempre provato in quella casa si allentò un poco.
Jupiter era il futuro, Jupiter era la speranza.
E forse sarebbero riusciti a essere felici anche a Grimmauld Place.

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Capitolo 20
*** Il nuovo ordine della Fenice ***


Capitolo 20 - L'ordine della fenice




Il nuovo Ordine della Fenice


Rebecca stava per compiere un altro importante passo nel cammino che aveva intrapreso da quando era entrata a far parte del mondo magico. Stava infatti per incontrare i primi membri dell'Ordine della Fenice che sarebbero arrivati proprio quel giorno a Grimmauld Place.

La famiglia Weasley ed Hermione Granger avrebbero vissuto con loro fino all'inizio del nuovo anno scolastico e Sirius sperava che anche Harry arrivasse subito, ma Silente ordinò di lasciarlo dai Dursley ancora per un paio di settimane. 
"Io mi domando perché Silente si ostina a mandarlo dai suoi zii!" disse Sirius a Rebecca, esasperato e furioso. "Vorrei andare da loro adesso e trattarli come si meritano ma è meglio di no, perché so già che farei qualcosa di cui poi mi pentirei... anzi no... non me ne pentirei affatto! Ma la situazione è già abbastanza difficile, e non sarò io a dare altri problemi a Harry! Siamo entrambi prigionieri nelle nostre case, ma ti sembra giusto?”
"Harry arriverà presto, vedrai" gli disse per l'ennesima volta Rebecca, sperando che davvero quel momento giungesse prima possibile perché avrebbe contribuito a migliorare l'umore di Sirius, che continuava ad oscillare tra la rabbia per essere tornato a Grimmauld Place e la gioia per la nascita di Jupiter.
Rebecca sperava che l'arrivo dei membri dell'Ordine della Fenice avrebbe fatto sentire Sirius meno solo, e invece sin dal momento delle presentazioni le cose cominciarono ad andare nel verso sbagliato.
Era stata una grande sorpresa per tutti quando Sirius aveva presentato la sua famiglia.
Hermione e Ginny, intenerite, si avvicinarono a Rebecca per vedere meglio Jupiter mentre Arthur, Ron, Fred e George strinsero la mano a Sirius per congratularsi.
Erano tutti piacevolmente sorpresi ed increduli, tutti tranne una persona: Molly Weasley.
"Non mi sembra il posto adatto per un bambino così piccolo... " commentò Molly guardandosi intorno con evidente disapprovazione.
"Lo so benissimo. Nessuna persona sana di mente vorrebbe stare qui” disse Sirius sforzandosi di essere gentile. “Ma conosci le circostanze, e sai che non abbiamo scelta. Io non ho scelta, altrimenti sarei rimasto nel mio castello in Scozia”.
Subito tutti cominciarono a fare domande riguardo al castello di Sirius, vollero sapere come e quando si erano conosciuti lui e Rebecca, e Molly ascoltò il racconto arricciando le labbra e mormorando:"Incosciente lui ed incosciente lei... Incinta così giovane, dopo soli tre mesi che si conoscevano... Un comportamento da veri irresponsabili... "
Molly Weasley era pervasa dalla stessa negatività che in quel momento circondava Sirius, e Rebecca iniziò a sudare freddo: avere quei due sotto lo stesso tetto non prometteva nulla di buono.
"Ecco Rebecca, questi sono Ron ed Hermione, i migliori amici di Harry!" proseguì Sirius nel frattempo. "Hermione è una delle streghe più in gamba che io abbia mai conosciuto, e, come ti ho già raccontato, lei e Ron, insieme ad Harry, mi hanno aiutato a fuggire! Non ce l'avrei mai fatta senza di voi... grazie davvero!"
"Già... Peccato che tu abbia quasi staccato una gamba a mio figlio!" disse acidamente Molly.
"Ma dai, mamma, lo sai com'è andata!” esclamò Ron. “Sirius voleva catturare Crosta... Codaliscia... Peter Minus... Insomma, non ce l'aveva con me!"
"E allora non poteva aggredire il topo invece di morderti? E quando si è avvicinato al tuo letto con un coltello in mano? Eh?"
"Miseriaccia, mamma! Cercava Crosta, non me, come te lo devo dire?"
Rebecca osservò allarmata Sirius che cercava a tutti costi di mantenere i nervi saldi.
Capiva benissimo come si sentiva, anche lei moriva dalla voglia di cacciare Molly di casa, ma le circostanze imponevano loro di fare buon viso a cattivo gioco.
Per fortuna la gentilezza e la simpatia degli altri membri della famiglia contribuirono a compensare l'acidità di Molly,
"Allora tu sei davvero una Babbana? Io adoro i Babbani!" disse Arthur entusiasta.
"Sirius dice che io sono una Babbana Purosangue!" rispose lei sorridendo a quel mago tanto simpatico.
"Babbana Purosangue! Questa è buona!" esclamarono Fred e George.
"Ottima scelta Sirius!" proseguì Arthur con l'entusiasmo che schizzava alle stelle. "Hai fatto bene, spero che anche uno dei miei figli un giorno si sposi con una Babbana! Rebecca, io e te dobbiamo fare una bella chiacchierata, devi spiegarmi assolutamente come funziona un forno a microonde!"
Arthur piaceva tantissimo a Rebecca, ma sua moglie si rivelò di nuovo sgradevole quando scoprì che lei e Sirius non si erano ancora sposati.
"Cosa? Non siete sposati? Avete un figlio e non siete sposati?"
"E come potevamo farlo, Molly? Io sono ancora ricercato! Comunque ci sposeremo appena possibile, e sarete tutti invitati!" rispose Sirius tra l'entusiasmo generale, mascherando con un sorriso la voglia di prenderla a schiaffi.
"Non so come si usa tra voi maghi, ma tra i Babbani ci sono molte coppie che prima di sposarsi convivono ed hanno figli... Non c'è niente di male!" aggiunse Rebecca mortificata e irritata.
Ma di che si impicciava quella vecchia strega?
In quel momento la porta si aprì, tutti si voltarono verso il nuovo arrivato e un sorriso illuminò il volto di Rebecca, che corse subito ad abbracciare Remus Lupin.
Remus sarebbe stato un ospite molto speciale a Grimmauld Place.
Ultimamente non se la passava molto bene dato che, a causa della sua condizione di lupo mannaro, non riusciva a trovare lavoro.
Sirius voleva fare qualcosa per aiutarlo ma non sapeva come fare senza rischiare di offenderlo dato che Remus aveva orgoglio e dignità e non avrebbe mai accettato del denaro da Sirius, che invece sarebbe stato ben felice di usare l'oro dei Black per aiutare il suo vecchio amico.
E così, subito dopo la nascita di Jupiter, Sirius gli aveva proposto di andare ad abitare stabilmente al Quartier Generale.
"Prima o poi Silente mi affiderà qualche missione, e io sarei più tranquillo durante le mie assenze se sapessi che sei a Grimmauld Place insieme a Rebecca e a Jupiter!" gli aveva detto Sirius, e Remus non aveva saputo dire di no, anche se era ormai chiaro che Sirius non sarebbe mai uscito da Grimmauld Place.
"Che accoglienza, sono commosso!" disse Remus ricambiando con affetto l'abbraccio di Rebecca che lo aspettava con ansia: sapeva che con il suo migliore amico accanto per Sirius sarebbe stato più facile affrontare e superare quel difficile momento.
"Benvenuto Lunastorta!" disse Sirius stringendogli calorosamente la mano, mentre con l'altro braccio reggeva Jupiter che aveva aperto gli occhi: sembrava quasi che avesse capito che era arrivato il suo padrino.
"Ciao, Felpato, come stai? Fammi vedere il mio figlioccio!" esclamò Remus entusiasta, strappando letteralmente Jupiter dalle braccia di Sirius.
"Davvero sei tu il suo padrino?" chiese Molly.
"Sì. Remus Lupin è il padrino di mio figlio" rispose Sirius gelido, fissandola negli occhi fino a quando non la costrinse ad abbassare lo sguardo.
Anche Rebecca fissò Molly con aria di sfida.
Che non si azzardasse a dire che Remus non era degno di fare il padrino perchè era un lupo mannaro: non ne sarebbe uscita viva.
Hermione e gli altri Weasley guardarono altrove, imbarazzati e mortificati.
"Dai, fatemi vedere dov'è la mia stanza" disse Remus sciogliendo la tensione.
"Sì, vieni, seguici... Ci troveremo bene insieme, vedrai!" gli disse Rebecca che mantenne il controllo fino a che non giunsero in quello che sarebbe stata la stanza di Remus, dopodichè esplose.
"Quella stupida cretina! E' quasi peggio di tua madre!"
"Silenzio... Arriva qualcuno!" disse Remus che aveva sentito dei passi nel corridoio, e pochi istanti dopo bussarono alla porta ed entrarono Fred e George con aria circospetta.
"Professor Lupin, noi... " iniziò Fred, ma Remus lo interruppe.
"Non sono più il vostro insegnante. Chiamatemi Remus, e datemi del tu!" disse sorridendo.
"Volevamo scusarci con voi per il comportamento di nostra madre" disse Fred mortificato.
Remus fece un gesto con la mano, Rebecca sorrise, Sirius rimase impassibile.
"Nostro fratello Percy se n'è andato di casa. Lui crede che il ritorno di Tu-Sai-Chi sia tutta un'invenzione di Harry e di Silente, lui crede ciecamente a ciò che dice il Ministro. Non parla più con papà, non risponde alle lettere di mamma... E lei è sconvolta... Anche noi facciamo fatica a sopportarla certe volte!" spiegò un altrettanto mortificato George.
"Mi dispiace molto" disse Remus. "E credo che Molly stia pensando anche ai suo fratelli, i vostri zii Fabian e Gideon, e teme che anche voi facciate la loro stessa fine. Ma vedrete che molto presto al Ministero si renderanno conto che Harry ha ragione, e anche vostro fratello cambierà idea".
"Molto presto... Come no!" commentò acidamente Sirius. "Sono quattordici anni che pensano che io sia un assassino... "
Rebecca non disse nulla e gli strinse forte la mano.
"Abbiamo una cosa importante da chiedervi!" disse Fred. “Prima ho sentito Sirius che ti chiamava Lunastorta, mentre tu lo hai chiamato Felpato... “
"Erano i nostri soprannomi quando andavamo a scuola" spiegò Sirius.
"E per caso avevate anche due amici che si chiamavano Ramoso e Codaliscia?" chiese George.
"Certo! Ma voi come... " iniziò a chiedere Remus, ma Fred e George non gli diedero tempo di parlare, perché si prostrarono ai piedi di entrambi esclamando: "Grazie grazie grazie! Vi dobbiamo così tanto!"


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Capitolo 21
*** La quiete dopo la tempesta ***


Capitolo 21 - La quiete dopo la tempesta




La quiete dopo la tempesta


Piano piano il Quartier Generale prese vita.
Molly e i suoi figli si stavano impegnando a rendere abitabile quella casa piena di polvere ragnatele e sporcizia e anche Rebecca cercava di rendersi utile come poteva, ma il piccolo Jupiter aveva costantemente bisogno di lei, e a volte Rebecca lo usava come scusa per non avere a che fare con Molly Weasley, che aveva afferrato il bastone del comando ed impartiva ordini come se fosse lei la padrona.
Conobbe gli altri membri dell'Ordine, fra cui Malocchio Moody e Kingsley Schakebolt, ed ebbe anche un fugace incontro con Severus Piton.
"Commovente Black... Ti sei fatto un'amichetta a quanto pare... " commen con il suo solito sarcasmo la prima volta che la vide. "Chissà quante frottole le avrai raccontato sul tuo conto! Signorina Rebecca, è bene che lei sappia che il suo caro Sirius Black è un criminale incallito... "
Sirius gli lanciò uno Schiantesimo che lo spedì dritto contro il ritratto di Walburga che riprese ad urlare, i fratelli Weasley corsero via per poter ridere senza essere visti, dopodichè portarono Sirius in trionfo.
La situazione però non era per niente divertente, Sirius non aveva più voglia di scherzare con nessuno in quel periodo, e Rebecca, che si era illusa che le cose sarebbero cambiate, lo vedeva peggiorare ogni giorno di più.
Piton non perdeva occasione per deridere Sirius costretto a nascondersi in casa sua, e proprio quel giorno gli aveva riferito, evidentemente compiaciuto, che Silente gli proibiva di recarsi a casa dei Dursley per scortare Harry fino a Londra.
"Non farti più vedere in giro quando c'è Mocciosus!" disse Sirius a Rebecca. "Non perderebbe l'occasione per fare una delle sue battute, e io potrei perdere il controllo e usare la Maledizione Cruciatus!"
Rebecca non aveva la minima voglia di incontrare Severus Piton, quel poco che aveva visto le era bastato, e poi aveva imparato a conoscerlo grazie ai racconti dei ragazzi che non facevano altro che ripeterle quanto fosse odioso, antipatico e cattivo.
"Piton e il papà di Harry si odiavano quando frequentavano Hogwarts, e per questo motivo Piton odia Harry! Solo perchè è il figlio di James Potter! Miseriaccia... si può essere più idioti?" disse Ron.
"Guarda che ti sbagli, Piton odia Harry perchè grazie a lui Tu-Sai-Chi è stato sconfitto! Lo sanno tutti che Piton era un Mangiamorte!" disse invece Fred.
"Piton non è mai stato un Mangiamorte, altrimenti Silente non gli avrebbe permesso di insegnare ad Hogwarts!" affermò Hermione.
Severus Piton era odioso, e su quello non si poteva discutere, ma non era colpa del professore di Pozioni se Sirius non era più quello di prima.
Rebecca capiva la sua rabbia, la sua frustrazione, il suo sentirsi inutile, però soffriva perchè non reagiva, perchè preferiva chiudersi in un silenzio ostinato invece di confidarsi con lei che era pronta a stargli accanto per aiutarlo a superare quel brutto momento, ma Sirius non voleva collaborare, e Rebecca non sapeva più come fare per fargli capire che lei e Jupiter erano la sua famiglia e avevano bisogno della sua presenza.
Dopo che Piton se ne fu andato Sirius si chiuse a chiave nella sua stanza e Rebecca, dopo aver cercato invano di entrare, corse a cercare Remus.
"Voglio andarmene Remus, non ce la faccio più! Sirius è qui ma è come se non ci fosse! A Sirius non importa più nulla di noi, e se devo crescere mio figlio da sola tanto vale che io torni a vivere a Castleblack!” gli disse disperata e in lacrime.
Remus era sinceramente addolorato e preoccupato per entrambi, e quando finalmente Sirius ricomparve fu estremamente duro con lui.
Rebecca mi ha appena detto di voler tornare a Castleblack, e io non riesco a darle torto. Ti stai comportando in maniera vergognosa con lei e con Jupiter. Se vai avanti così li perderai, e sarà solo colpa tua”.
Sirius non ebbe tempo di ribattere perché Albus Silente in persona arrivò a Grimmauld Place per parlare con i membri dell'Ordine, e quella riunione ebbe la precedenza su tutto il resto, e Rebecca lo rivide soltanto all'ora di cena.
Ma Remus dov'è?” chiese Rebecca notando la sua assenza a tavola.
"Non fare domande inutili" le rispose bruscamente Sirius, e Rebecca si trattenne a fatica dal rispondergli a tono perché non voleva mettersi a litigare con lui davanti a tutti.
Gli abitanti di Grimmauld Place sapevano benissimo quanto fosse tesa la situazione tra i due e si affrettarono a cambiare discorso.
Sirius si alzò da tavola subito dopo cena senza dire nulla e Rebecca non se ne preoccupò minimamente, non si chiese dove fosse e cosa stesse facendo, e passò una piacevole serata con Ginny ed Hermione che si contendevano il privilegio di coccolare Jupiter, mentre Ron, Fred e George la fecero ridere come non le capitava ormai da tempo.
Sirius non la raggiunse nemmeno quando fu il momento di andare a dormire e Rebecca non si meravigliò: ultimamente dormiva spesso nella sua vecchia camera da letto per non farsi vedere da lei in quando era nelle sue condizioni peggiori.
Rebecca aprì l'armadio e iniziò a fare le valigie: l'indomani sarebbe tornata a casa, non ce la faceva più a vivere così.
Si 
addormentò stringendo la manina di Jupiter che dormiva nella culla accanto a lei.
Resta con me almeno tu... “ pensò prima di addormentarsi con le lacrime agli occhi.
Rivide Sirius solamente il giorno dopo, quando la svegliò alle prime luci dell'alba.
"Rebecca... Ho bisogno del tuo aiuto... "
"Sirius sono stanca, Jupiter si è svegliato due volte stanotte! Non voglio sapere cos'hai fatto, posso immaginarlo, sarai stato come al solito in cucina ad annegare i tuoi dispiaceri! Chi ti ha trovato stavolta, Arthur o Remus? Hai avuto bisogno di aiuto per salire le scale oppure ce l'hai fatta da solo?" disse Rebecca con voce piena di disprezzo.
"Rebecca... è Remus che ha bisogno del tuo aiuto!” disse Sirius sforzandosi di ignorare il male che gli avevano fatto quelle parole, consapevole del male che stava facendo anche a lei.
"Che cosa gli è successo?" chiese Rebecca improvvisamente sveglia, e Sirius non potè fare a meno di irritarsi nel vedere come si era subito rianimata non appena aveva sentito parlare di Remus.
Ma Remus era sempre pronto ad aiutare Rebecca, sempre disponibile ad ascoltarla e a farle coraggio.
Soltanto lui non c'era mai, impegnato com'era a sprofondare nell'autocommiserazione.
Sirius e Rebecca si stavano allontanando sempre di più, e Rebecca iniziava a pensare che forse Piton aveva ragione, si era lasciata incantare da due bellissimi occhi grigi e da un sorriso malandrino, ma il vero Sirius era quello che viveva a Grimmauld Place, e lei con quel Sirius non voleva avere più niente a che fare.
"Mi vuoi dire o no cos'è successo a Remus?" chiese di nuovo Rebecca.
"Il solito. Però stavolta il nostro caro Mocciosus si è dimenticato di preparargli la pozione. Sai, è così impegnato a fare la spia che non ha tempo per queste cose. Ma io so perché l'ha fatto! Doveva vendicarsi per lo Schiantesimo che gli ho lanciato l'altro giorno, e per altre faccende in sospeso tra di noi!"
"Non ci posso credere, magari è stato davvero impegnato, sono sicura che ti sbagli!" disse Rebecca, esasperata nel vedere due uomini adulti che si comportavano come bambini fra dispetti e ripicche.
"Credimi lo conosco bene, e so che lo ha fatto di proposito! Sa quali sono i miei punti deboli e se ne approfitta... Se Mocciosus se la prende con Remus è soltanto colpa mia...”
Sirius non le aveva mai raccontato dello scherzo che aveva architettato ai danni di Severus Piton quando aveva 16 anni, e non era il caso di tirare fuori quella vecchia storia proprio in quel momento, non quando il loro rapporto era così in crisi, perchè sapeva che Rebecca sarebbe rimasta molto delusa, e lui l'aveva già delusa sin troppo.
"Ieri notte l'ho fatto scendere in cantina” proseguì Sirius.Quando non prende la pozione è meglio non tenerlo qui in casa, in cantina almeno può... sfogarsi. Gli ho tenuto compagnia come Felpato ma sono passati troppi anni, non mi riconosce più... E io non riesco gestire la situazione perchè adesso sono solo... non c'è più Ramoso ad aiutarmi... Ho dovuto allontanarmi alla fine, e ho aspettato fuori... Quando tutto è finito l'ho riaccompagnato in camera però è ferito, e io ho bisogno del tuo aiuto per lui... e anche per me... “
Sirius sollevò una ciocca di capelli, e solo allora Rebecca si accorse che aveva una profonda ferita sulla tempia e segni inequivocabili di graffi e morsi sulle braccia.
No... non è possibile che Remus ti abbia fatto questo... Ma come ha potuto... disse Rebecca portandosi una mano alla bocca e fissando a occhi sgranati quelle ferite, incredula e inorridita.
E così tu credi che sia stato Remus? Lo credi davvero?" le chiese Sirius visibilmente alterato. “Stammi bene a sentire... Non è stato Remus, hai capito? Lui non farebbe mai una cosa del genere! Quello che succede nelle notti di luna piena non ha niente a che fare con Remus, le mie ferite non sono opera sua! Remus non ha nessuna colpa! E tu lo conosci abbastanza da sapere che ho ragione!concluse Sirius, e Rebecca chinò la testa, incapace di reggere il suo sguardo.
Prendi Jupiter e andiamo da Remus” disse Rebecca dopo che ebbe finito di medicare Sirius.
Non lasciava mai il suo bambino in camera da solo mentre dormiva, perché aveva paura che Kreacher gli facesse del male.

"Ma dai Rebecca, lo sai che ho ordinato a Kreacher di non avvicinarsi a voi due, e infatti non vi guarda nemmeno se non l'hai notato!"
"Portalo via lo stesso. Lo sai che non mi fido di lui!"
"Non ti fidi di me vorrai dire! Lo sai che Kreacher non può disubbidire ai miei ordini, eppure non ti fidi lo stesso, tu pensi che io sia..."

"Sirius, ti prego, basta... Non voglio più ascoltarti, tanto dici sempre le stesse cose!" disse Rebecca con voce stanca, e poi, implacabile, proseguì "Ho deciso di tornare a casa. Ho bisogno di allontanarmi per un po' da qui... e da te. Io e Jupiter meritiamo di meglio”.
"Non te lo permetterò" replicò Sirius, ma lei non gli rispose, e senza più rivolgersi la parola entrarono nella stanza di Remus, e Rebecca impallidì quando lo vide così sofferente.
Sapeva da sempre che era un lupo mannaro, ma fino a quel momento non aveva mai compreso cosa significasse veramente, non aveva mai visto le conseguenze che quella maledizione aveva su di lui, e le vennero le lacrime agli occhi quando si ricordò che aveva solo nove anni quando era stato morso.
E la gente lo respingeva, lo maltrattava, lo isolava senza sapere quanto fosse buono, dolce e gentile.
E come poteva essere altrimenti se persino lei che gli voleva bene per un attimo aveva avuto paura di lui quando aveva visto le ferite di Sirius!
Perdonami Lunastorta... “ pensò Rebecca concentrandosi sul suo lavoro per non mettersi a piangere davanti a lui.
Sirius la guardò mentre curava le ferite di Remus e gli tornò in mente il loro primo incontro, quando Rebecca aveva tolto Felpato dalla strada per portarlo in casa sua.
Lo aveva curato, lo aveva protetto.
Gli aveva dato il suo amore.
Gli aveva dato Jupiter.
E lui aveva gettato via ogni cosa.
Era stato lui ad uccidere il loro amore giorno dopo giorno.
Rebecca aveva già il cuore spezzato a causa di Sirius e adesso alla sua tristezza si aggiungeva la compassione per Remus, e pensò ancora una volta ai Malandrini, che erano diventati Animagi proprio per stargli vicino ed aiutarlo.
E Sirius era stato uno dei Malandrini, l'idea degli Animagi era venuta a lui e a James dopo aver assistito ad una lezione di Trasfigurazione anche se non si era mai capito chi dei due l'avesse avuta per primo dato che entrambi se ne erano sempre attribuiti il merito.
Sirius era stato ed era ancora un amico sincero per Remus, sempre pronto ad aiutarlo in qualsiasi momento.
"C'è tanto di buono in te amore mio, ma non sempre riesci a dimostrarlo a te stesso e agli altri... " pensò Rebecca. “Ti amo tanto, ti amo ancora... ma non è abbastanza... “
Rebecca era stanca di silenzi, malumori, richieste di perdono e promesse non mantenute.
E
ra pronta ad aiutare Sirius, ma anche lui doveva fare la sua parte.

Grazie Rebecca... e grazie anche a te Felpato... Non ricordo molto ma lo so che c'eri anche tu...” disse Remus con un filo di voce, stanco e provato ma felice di avere di nuovo accanto degli amici che lo accettavano per quello che era.
"Per te questo e altro..." disse Rebecca posandogli un bacio sulla fronte, e lui le sorrise con gratitudine.
"Ora riposati Lunastorta, ne hai bisogno... ci vediamo più tardi!" disse Sirius stringendogli la mano e sorridendogli a sua volta.
"Vieni, sei stata bravissima, ma adesso anche tu hai bisogno di riposare" disse poi a Rebecca cingendole le spalle con un braccio e sfiorandole le labbra con un bacio mentre reggeva Jupiter che dormiva profondamente.
Non voleva perderli, e avrebbe fatto di tutto per tenerli accanto a se.
Il cuore di Rebecca accelerò i battiti.
Da tanto non si sentiva più protetta dall'amore di Sirius, e in lei si accese una nuova speranza.
Quando si ritrovarono da soli nella loro camera Sirius posò Jupiter nella culla e poi guardò Rebecca senza sapere cosa dire e da che parte cominciare.
"Rebecca... io... "
"Anch'io Sirius... "
Rebecca corse fra le sue braccia e lui la baciò e la strinse come non faceva più da tanto tempo.
Avevano bisogno l'uno dell'altra, e anche se la strada era ancora lunga erano almeno riusciti a fare il primo passo.
"Ho qualcosa da darti. Avrei dovuto farlo quando è nato Jupiter ma è sucesso tutto così in fretta che io... Però credo di essere ancora in tempo... “
Sirius le sorrise, agitò la bacchetta e fece apparire dal nulla una elegante scatola che conteneva un magnifico anello che era appartenuto alla nonna di zio Alphard.
"Non so ancora quando ci sposeremo, ma ti prometto che lo faremo un giorno. Quindi te lo chiedo di nuovo... Vuoi sposarmi Rebecca? Se mi vuoi ancora...
"Lo voglio... E ti voglio... " rispose Rebecca commossa mentre Sirius le infilava l'anello all'anulare della mano sinistra.
Sirius la sollevò tra le braccia e la posò sul letto, e tra un bacio e l'altro trovò finalmente il coraggio di dire quello che non aveva mai detto né a lei né a nessun altra.
Ti amo Rebecca... ti amo tanto... ti amo anch'io... “

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Capitolo 22
*** La piccola peste ***


Capitolo 21 - Il ragazzo sopravvissuto




La piccola peste

Quando Sirius e Rebecca scesero in cucina a fare colazione tutti notarono che erano diversi dal solito, così sorridenti, rilassati e felici.
Gli abitanti di Grimmauld Place non erano abituati a vederli così.
Certo, capivano la frustrazione di Sirius, ma non potevano fare a meno di essere solidali con Rebecca che non meritava di essere trattata in quel modo dopo averlo seguito a Grimmauld Place solo per amore.
La loro ritrovata armonia avrebbe di certo giovato all'Ordine della Fenice che proprio quel giorno fece un nuovo acquisto, una ragazza molto giovane e carina dagli incredibili capelli rosa che corse incontro a Sirius e lo abbracciò commossa.
"Ma sei proprio tu? La piccola peste?" esclamò lui sorpreso ed emozionato, stringendola in un lungo abbraccio.
Rebecca iniziò immediatamente a sentire i morsi della gelosia, ma scoprì subito che non aveva nulla di cui preoccuparsi.
"Rebecca, ti presento Ninfadora Tonks, la figlia di mia cugina Andromeda! Io sono stato il suo primo amore!" aggiunse ridendo.
"E' vero lo confesso... Avevo quattro anni!" disse Tonks ridendo a sua volta. "Però tutto questo appartiene al passato... ora ci sei tu!" disse sorridendo a Rebecca e stringendole la mano. "E non chiamarmi Ninfadora, chiamami Tonks!"
E' un Metamorfomagus, unica nel suo genere! Ninfadora... mi correggo... Tonks, falle vedere cosa sai fare!” disse Sirius, e Rebecca rimase meravigliata quando vide i capelli rosa diventare prima rossi e poi viola e il viso trasfigurarsi in quello di una papera.
Jupiter era ancora troppo piccolo per capire, ma a suo tempo sarebbe letteralmente impazzito per i poteri speciali di quella che lui avrebbe sempre chiamato zia Dora.
Rebecca quel giorno trovò la sua anima gemella, perchè lei e Tonks legarono immediatamente.
Dopotutto erano quasi coetanee visto che Rebecca era maggiore di soli due anni, e poi il padre di Tonks era un mago nato da genitori Babbani, quindi lei conosceva entrambi i mondi e capiva perfettamente Rebecca.
"E così questo è l'erede dei Black!” esclamò Tonks, letteralmente conquistata da Jupiter. “Ed è anche lui Mezzosangue, non vedo l'ora di dirlo a mia mamma!"
"Tua madre è sempre stata un esempio per me!" ricordò Sirius. "Quando sono scappato di casa ho pensato a lei e al coraggio che aveva avuto sfidando la famiglia! Puoi farcela anche tu Sirius... ne sei in grado! Questo mi diceva sempre!"
In quel momento Remus scese in cucina ancora piuttosto malridotto, coperto dai cerotti che Rebecca gli aveva messo sul viso e con una mano fasciata.
"Remus, vediamo un po' se ti ricordi di lei!" disse Sirius indicando Tonks.
Remus osservò con curiosità quella ragazza sconosciuta, e quando vide i suoi capelli cambiare colore sgranò gli occhi per la sorpresa.
"Sei Ninfadora? La figlia di Andromeda?" disse stupito ricordando quella bambina così buffa e carina che cambiava capelli e aspetto a suo piacimento e che era considerata la mascotte dei Malandrini.
"Non chiamarmi Ninfadora! Però sì... sono io, la piccola peste! Voi Malandrini mi chiamavate così, ti ricordi?”
Certo che mi ricordo... eri una Malandrina a tutti gli effetti!” disse Remus osservandola con evidente ammirazione.
"Lo sai che è diventata un Auror?" disse Sirius orgoglioso.
"Così giovane? Complimenti... " disse Remus sempre più ammirato,
"Remus te la senti di venire con noi a prendere Harry?" gli chiese Ninfadora osservando le sue ferite.
"Io? Ma certo, non ti preoccupare, è solo un graffio di poca importanza, sai com'è, lavorando per l'Ordine a volte capita di farsi male...  Ma ci vuole ben altro per fermarmi!"
"Credevo che fossi reduce da una notte di luna piena!" disse tranquillamente Tonks, e Remus impallidì. "Guarda che so tutto, non devono esserci segreti fra noi membri dell'Ordine! Non devi inventare delle scuse, non devi vergognarti, a me non importa!" aggiunse la ragazza con un sorriso, lasciandolo senza parole.
Sirius si sforzò di non ridere.
Lavorando per l'Ordine a volte capita di farsi male... 
Di tutte le scuse inventate da Remus quella era la più assurda in assoluto!
"E adesso perchè mi guardi così?" sibilò Remus fulminandolo con lo sguardo. 
Ma io non ho proprio niente Lunastorta, perché me lo chiedi?“ rispose Sirius con aria innocente "Comunque è carina Ninfadora, vero?"
"Sì, molto!" ammise lui, e poi accorgendosi che lo sguardo di Sirius si era fatto pericolosamente malandrino si affrettò ad aggiungere: "Non è come pensi tu! E piantala di ridere idiota! Quasi ti preferivo quando non parlavi con nessuno!"
"Ma io non penso proprio niente Lunastorta!" rispose Sirius sempre più divertito.
Non vedeva l'ora di raccontarlo a Rebecca.
Dopo tutto quello che Remus aveva detto su di lui a proposito delle sue passate vicende ad Hogwarts aveva il diritto di vendicarsi un po'!
Più tardi i membri dell'Ordine si riunirono come al solito nel salone, i ragazzi si ritirarono nelle loro camere per fare i compiti delle vacanze e Rebecca si ritirò in camera sua insieme a Jupiter per farlo addormentare, ma mentre lo stava cullando sentì delle urla provenire dalla camera di Ron.
Ma che cosa stavano facendo i ragazzi, erano impazziti?
Si affacciò sulla soglia con Jupiter in braccio, e fu in quel momento che lo vide per la prima volta.
Capelli castani ribelli, occhiali, cicatrice sulla fronte.
Identico a suo padre ma con gli occhi di sua madre.
Harry Potter.
Ed erano proprio di Harry le urla che Rebecca aveva sentito.
Era molto arrabbiato perchè Ron ed Hermione, per ordine di Silente, non gli avevano mai scritto nulla mentre era dai Dursley.
Era stato attaccato da due Dissennatori, era stato costretto ad usare la magia per respingerli, e per questo ora rischiava l'espulsione da Hogwarts.
E, come se non bastasse, soltanto due mesi prima aveva visto il ritorno di Voldemort e la morte di Cedric Diggory.
Ma ragazzi, potevate dirmelo che era arrivato!" esclamò Rebecca mentre tutti, Harry compreso, si voltavano a guardarla.
"Ma che ci fa un bambino in questa casa?" pensò Harry perplesso mentre Rebecca gli andava incontro sorridente ed emozionata.
Harry, oltre ad essere arrabbiato, era anche stufo di essere sempre suo malgrado sotto i riflettori.
 Subito pensò che Rebecca forse l'ennesima strega che non vedeva l'ora di incontrare il Ragazzo Sopravvissuto, e così le rispose in malo modo.
"Sì, sono io, il celebre Harry Potter! Guarda qui! Sei contenta adesso?" gridò mostrandole la cicatrice, e Rebecca si fermò di colpo arrabbiata, offesa e mortificata.
E così quello era il figlioccio di Sirius, il ragazzo di cui le aveva sempre parlato con così tanto affetto e che avrebbe dovuto vivere con loro?
Rebecca stava per voltargli le spalle, decisa a rimanere in camera sua fino alla fine della riunione per poter parlare con Sirius del famoso Harry Potter, ma fortunatamente i ragazzi salvarono la situazione.
"Harry, Harry, Harry... " disse George mettendogli una mano sulla spalla in una fedele imitazione dell'ex professor Gilderoy Allock. "Stavolta hai versato la pozione fuori dal calderone!"
"Io invece direi che il calderone lo hai proprio fuso!" aggiunse Fred.
"Avvicinati Rebecca, non avere paura. So che non è bello da vedere e che dovrebbe essere educato meglio ma ti assicuro che non morde, e quando saprà chi sei striscerà ai tuoi piedi implorando perdono!” disse George mentre Hermione e Ginny ridevano alle sue spalle.
Miseriaccia amico, non vorrei essere nei tuoi panni!” aggiunse Ron ridendo a sua volta. 
Harry iniziò a rendersi conto che quella ragazza doveva essere molto importante in quella casa, e quel bambino aveva un'aria così familiare...
Harry Potter!" disse Fred in tono solenne. "Ho l'onore di presentarti Rebecca... La tua madrina!"

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Capitolo 23
*** Il bambino sopravvissuto ***


Capitolo 23 - Il ragazzo sopravvissuto



Il bambino sopravvissuto


"Rebecca... La tua madrina... "
Le parole di Fred riecheggiavano ancora nella testa di Harry mentre era seduto a tavola per cenare con i membri dell'Ordine della Fenice.
Harry era seduto accanto a Sirius, e di fronte a lui c'era Rebecca con Jupiter tra le braccia.
Ancora
non riusciva a credere che Sirius era diventato padre!
Lui e Rebecca non erano ancora sposati ma tutti li consideravano già marito e moglie, e l'anello di fidanzamento con lo stemma dei Black che Rebecca portava al dito sanciva di fatto la sua appartenenza alla famiglia.
Anche Jupiter non portava ancora il cognome dei Black perché, date le circostanze, non avevano potuto registrarlo all'anagrafe magica, e così il figlio di Sirius per il momento si chiamava Jupiter Scott, e il mondo magico ignorava che fosse venuto al mondo l'ultimo erede di una delle più antiche famiglie di maghi.
Ma perchè Sirius non glielo aveva mai detto?
Non glielo aveva scritto perchè aveva paura che la sua lettera venisse intercettata, ma avrebbe potuto dirglielo quando si erano visti ad Hogsmeade!
Sirius gli aveva spiegato che aveva intenzione di dirglielo dopo il Torneo Tremaghi e che le circostanze lo avevano costretto a cambiare bruscamente programma, ma Harry non poteva fare a meno di sentirsi contrariato.
Harry era sempre stato in pensiero per Sirius, soprattutto dopo che lo aveva incontrato ad Hogsmeade.
Temeva che i Dissennatori lo catturassero di nuovo, era convinto che fosse fuggito all'estero e fosse tornato solo per stargli vicino e questo lo aveva sempre fatto sentire in colpa, ma alla fine aveva scoperto che in realtà non si era mai mosso dalla Scozia e aveva trovato anche il tempo di mettere su famiglia!
"Dovevo proteggere mio figlio e Rebecca”
Questo gli aveva detto Sirius per motivare la sua decisione di non dirgli nulla ma Harry, pur capendo la situazione, non poteva fare a meno di chiedersi perchè non avesse avuto fiducia in lui... Se avesse saputo dell'esistenza di Rebecca e Jupiter non lo avrebbe di certo raccontato in giro, avrebbe protetto Sirius con il suo silenzio come aveva sempre fatto!
Harry si sentiva trascurato e messo da parte, e dovette ammettere con se stesso che era geloso.
Geloso e preoccupato.
Non aveva mai conosciuto i suoi genitori, i suoi zii non gli avevano mai voluto bene, e in Sirius aveva trovato un amico, un fratello... un padre.
Sin dal loro primo e breve incontro Sirius gli aveva detto che sarebbe stato felice di farlo vivere insieme a lui, e Harry ancora ricordava quel momento come uno dei più belli della sua vita se non il più bello in assoluto.
Purtroppo quel sogno si era subito infranto ma lui non aveva mai perso la speranza, perchè era sicuro che un giorno l'innocenza di Sirius sarebbe stata riconosciuta e che avrebbe potuto finalmente vivere con il suo padrino, avere finalmente una vera casa, una vera famiglia.
"Ma adesso che Sirius ha una famiglia tutta sua ci sarà ancora posto per me?"
Harry non poteva fare a meno di chiederselo.
Sapeva che le sue paure erano assurde, Sirius era lì di fronte a lui, chiaramente felice di averlo accanto, ma Harry aveva bisogno di una conferma, voleva sentirselo dire direttamente da Sirius che nulla era cambiato, ma non osava chiederglielo per paura di fare una figuraccia e magari di farlo arrabbiare.
Irritare Sirius era l'ultima cosa che voleva fare, perchè sapeva che nemmeno per lui era un bel periodo.
I suoi amici gli avevano riferito in gran segreto che lui e Rebecca erano stati ad un passo dalla rottura, e anche Harry aveva notato l'espressione cupa negli occhi del suo padrino quando gli aveva detto che odiava stare rinchiuso in quella casa senza poter far nulla.
Osservò attentamente Rebecca, incuriosito e desideroso di conoscerla meglio.
"Rebecca non vedeva l'ora di incontrarti... Le ho parlato talmente tanto di te!" gli aveva detto pochi istanti prima Sirius, ignaro di quanto fosse stato disastroso il primo incontro fra i due, ed Harry non immaginava che in futuro lui e Rebecca avrebbero riso insieme ricordando quell'episodio.
Si accorse subito che Rebecca si trovava a suo agio con i membri dell'Ordine.
Era molto affezionata a Remus, la sua migliore amica era Tonks, chiacchierava senza sosta con Ginny ed Hermione, si divertiva insieme a George, Fred e Ron, rispondeva alle mille domande sul mondo Babbano che le rivolgeva Arthur.
Solo con Molly sembrava non andare molto d'accordo, ma Harry aveva notato che a Molly non piaceva molto Sirius quindi era naturale che Rebecca la evitasse, e in effetti anche Harry aveva trovato la madre di Ron un po' diversa dal solito, sempre tesa come una corda di violino, sempre pronta ad urlare contro tutti per un nonnulla... E poi si ostinava a trattarlo come se avesse cinque anni, dimenticandosi che lui, solamente due mesi prima, si era trovato faccia a faccia con Voldemort e lo aveva sconfitto a duello, cosa che la maggior parte dei maghi adulti non aveva mai fatto!
Quasi a confermare le sue idee, alla fine della cena si accese un'animata discussione tra Sirius e Molly.

"Non è più un bambino Molly!" 
"Ma non è neanche un adulto!" 
"Non è tuo figlio!" 
"E' come se lo fosse! Chi altri ha?"
"Lui ha me!"
"Ti è stato difficile prenderti cura di lui quando eri ad Azkaban!"

Dopo quelle parole il gelo calò nella stanza e gli occhi di tutti, 
esterrefatti e increduli, si puntarono su Molly, compresi quelli di Harry, a cui sembrava impossibile che la signora Weasley, sempre così gentile e disponibile, avesse detto una cattiveria simile al suo padrino.
"ADESSO BASTA!" urlò Rebecca piena di rabbia dolore ed esasperazione.
Jupiter spaventato si mise a piangere ma lei nemmeno se ne accorse e, dopo aver battuto i pugni sul tavolo, si alzò in piedi e si avvicinò infuriata a grandi passi verso Molly.
Per fortuna era solo una Babbana, perchè se avesse avuto una bacchetta in mano non avrebbe esistato ad usare la Maledizione Cruciaturs o qualcosa di peggio.
Rebecca era priva di bacchetta magica, però era ugualmente pronta a sfidare a duello Molly con la sola arma che possedeva: il suo amore per Sirius.


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Capitolo 24
*** Guerra e pace ***


Capitolo 23 - Terremoto a Grimmauld Place





Guerra e pace


Rebecca fino a quel momento era sempre stata zitta e aveva evitato di scontrarsi apertamente con Molly perchè, come le ricordavano sempre Sirius e Remus, se i membri dell'Ordine della Fenice avessero iniziato a litigare tra di loro la situazione si sarebbe ulteriormente complicata, ed era quindi necessario rimanere uniti per il bene di tutti.
E poi Rebecca era sinceramente affezionata al resto della famiglia Weasley, ed era soprattutto per rispetto verso di loro che si tratteneva dal rispondere a Molly, ma quello che aveva appena detto superava ogni limite.
"Molly... quello che hai appena detto è.... è.... Ma tu hai una vaga idea di cosa ha passato Sirius? No che non ce l'hai! Sirius aveva solo 21 anni quando è finito in carcere... Ed era innocente! Io l'ho conosciuto quando era appena evaso, gli sono stata vicino quando aveva gli incubi e si sentiva ancora perseguitato dai Dissennatori... Posso solo immaginare quello che deve passato, e quel poco che riesco ad immaginare mi fa paura! E tu gli rinfacci di non essersi potuto prendere cura di Harry! Sirius avrebbe potuto fuggire ovunque, andare lontano, far perdere le sue tracce, ma non lo ha fatto, per stare vicino ad Harry! Harry è sempre stato presente nei pensieri di Sirius, mi ha parlato di lui sin dal primo giorno, e la cosa che più desidera al mondo è farlo vivere insieme a noi, e farlo crescere insieme a Jupiter!"
"Io non... Non volevo... Non pensavo... " balbettò Molly presa in contropiede, ma Rebecca non la lasciò finire.
"E INVECE SI' CHE LO PENSAVI! Lo sai qual'è la verità? Sei gelosa! Io so che vuoi bene ad Harry, e anche lui è molto legato alla vostra famiglia. Ha sempre parlato di voi nelle sue lettere, ha raccontato a Sirius di come lo avete accolto nella vostra casa, e Sirius è sempre stato felice di sapere che Harry aveva voi su cui contare! Ma anche Sirius vuole bene a Harry, e tu fai di tutto per metterlo in cattiva luce, per farlo sembrare un padrino irresponsabile, e invece io l'ho visto consumarsi dalla preoccupazione quando Harry era impegnato nel Torneo Tremaghi! Un giorno Harry verrà a vivere con noi, ma questo non significa che smetterà di essere vostro amico! Verrà ancora a trovarvi, non lo perderete! Sirius non allontanerebbe mai Harry dal suo migliore amico, e se pensi che lo farebbe allora mi dispiace ma non hai capito proprio niente, e purtroppo sono tante le cose che non capisci Molly! Io so quello che provi per Harry e per i tuoi figli perchè anch'io sono una mamma, anche se da poco tempo, anche se tu mi consideri incapace e pensi che io non sia in grado di prendermi cura di mio figlio!"
"Ma io non ho mai detto questo!" provò a difendersi lei, ma, ancora una volta, Rebecca non la fece parlare.
Ma lo pensi! Sei sempre lì, pronta a giudicarmi, a dirmi che non l'ho coperto abbastanza e che così gli farò prendere un raffreddore! Tu pensi che io non sia una buona madre perchè sono troppo giovane... e forse è vero... Io non so nulla di bambini, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti... Mia mamma non sa nemmeno che sono qui... E mi piacerebbe chiederti dei consigli perchè hai avuto sette figli, ma tu mi fai sempre sentire una stupida e ti comporti come se questa fosse casa tua, mentre invece è la casa di Sirius! E' stato difficile prenderti cura di Harry mentre eri ad Azkaban... Ma ti rendi conto di quello che hai detto Molly?"
Rebecca crollò a sedere su una sedia e scoppiò in lacrime.
"Vieni qui... " disse Sirius prendendola tra le braccia.
"Scusami Sirius... Ma stavolta non potevo far finta di niente... Nessuno di loro sa quello che hai passato... Nessuno deve più permettersi di farti del male... Nessuno!" disse Rebecca in lacrime.
Sirius la tenne stretta e la tranquillizzò, orgoglioso di lei per come aveva saputo tenere testa a Molly, per come lo amava, per come aveva accolto Harry nella loro famiglia.
"Mi dispiace tanto... " disse Rebecca guardando Arthur e i suoi figli “Adesso mi odierete... Vi chiedo scusa... “
"Tu non devi scusarti di niente. E' Molly che ti deve delle scuse" disse Arthur. "Ma cerca di capire... Molly è preoccupata per il ritorno di Voldemort, teme per la sua famiglia, e a volte si lascia trasportare, parla senza riflettere... Ma sono certo che non aveva nessuna intenzione di offendere Sirius".
Rebecca non ci credeva ma decise di accettare le parole di Arthur che era sempre così gentile, e le dispiaceva vederlo così mortificato a causa di sua moglie.
Anche Molly nel frattempo si era messa a piangere, mentre i suoi figli erano pallidi e imbarazzati.
Anche loro si erano spesso lamentati della loro mamma, e Rebecca si era fatta loro complice nascondendo le Orecchie Oblunghe in camera sua, dove Molly Weasley non avrebbe mai guardato.
"Non si fida affatto di noi".
Questa era la cosa che Rebecca aveva più sentito ripetere, e i suoi figli erano dispiaciuti per questo, perchè ormai non erano più bambini, stavano diventando adulti e Molly voleva tenerli all'oscuro di tutto, mentre fuori c'era una guerra imminente che avrebbe coinvolto tutti.
Jupiter ricominciò  a piangere, e Rebecca andò a prendersi cura di lui insieme a Sirius.
Credo che abbia le coliche, a quest'età è normale... So che hai già i tuoi rimedi Babbani per aiutarlo, ma se vuoi posso prepararti la pozione che davo sempre ai miei figli quando erano piccoli... " disse Molly con la voce ancora rotta dal pianto avvicinandosi a Rebecca.
"Sono così stanca... " disse Rebecca ricominciando a piangere, e Molly l'abbracciò per la prima volta.
"Vai a riposarti... penserò io a Jupiter se vuoi... So cosa provi, ci sono passata anch'io... " disse Molly continuando a confortare Rebecca che ricambiò il suo abbraccio.
"E hai avuto anche il coraggio di farne sette... Sei eroica Molly!" esclamò Rebecca tornando a sorridere.
In quel momento Harry sentì una mano posarsi sulla sua spalla, si voltò e vide Sirius che lo guardava sorridendo.
Vieni Harry, finiamo di cenare almeno noi due!" lo invitò Sirius, e Harry non si fece pregare.
Sirius... ma è vero che verrò a vivere nel tuo castello?"
Certo che verrai, è già deciso!” disse Sirius iniziando a descrivere il castello di Alphard, ed Harry lo ascoltò stupito ed incredulo.
Avrebbe avuto una stanza tutta sua, un parco dove avrebbe potuto volare e giocare a Quidditch senza che nessun Babbano lo vedesse, una biblioteca piena di libri che gli sarebbero stati utili per imparare nuovi incantesimi... ma, soprattutto, avrebbe avuto finalmente una famiglia.
Da quel giorno Rebecca ripartì da zero per quel che riguardava il suo rapporto con Molly e, soprattutto, con Harry.
Non aveva mai raccontato a Sirius come aveva reagito Harry la prima volta che l'aveva vista perchè si era resa conto che non aveva fatto apposta e perchè sapeva che Harry si sentiva ancora a disagio a causa di quell'episodio nonostante Rebecca gli avesse detto di non preoccuparsi e di non pensarci più.
Durante il giorno Rebecca aiutava nelle pulizie di casa e si occupava di Jupiter, e gli unici momenti in cui aveva l'occasione di parlare con calma insieme a Harry erano il pranzo e la cena, con Sirius seduto fra di loro.
Stavano imparando piano piano a conoscersi e a diventare una famiglia, ma la svolta definitiva tra Rebecca e Harry avvenne all'inizio di un'altra giornata di grandi pulizie.
Molly mi ha detto di venire a darti una mano” disse Harry raggiungendo Rebecca che stava preparando l'occorrente da portare al piano di sopra, consapevole del fatto che era la prima volta che si trovava da solo con lei senza Sirius a fare da tramite, e non sapendo bene come comportarsi e cosa fare.
La scoperta che Sirius aveva una famiglia era stato un fulmine a ciel sereno, e ancora non riusciva a pensare a Rebecca come alla sua madrina.
La trovava simpatica e anche Jupiter gli piaceva, ma la preoccupazione per l'imminente processo per aver usato la magia fuori da Hogwarts occupava gran parte dei suoi pensieri e gli rendeva difficile concentrarsi su tutto il resto.
E spesso la cicatrice gli faceva così male...
Grazie Harry!" esclamò Rebecca piacevolmente sorpresa accogliendolo con un sorriso.
"Dov'è Sirius?” chiese subito Harry guardandosi intorno, e Rebecca notò la preoccupazione nella sua voce.

Harry era a Grimmauld Place da pochi giorni ma si era già accorto che a volte il suo padrino non era più quello di prima e anche questo gli impediva di essere sereno.
E' con Jupiter! E se c'è Jupiter possiamo stare tranquilli, Sirius è in buone mani!” disse Rebecca ridendo, ma Harry pensò che forse non era una battuta. Non del tutto almeno.
Su sbrighiamoci, prima iniziamo e prima finiremo! E speriamo che nessun vecchio abito cerchi di strangolarci oggi!” disse Rebecca ridendo, e stavolta Harry rise con lei.
Uscirono nel corridoio, ma quando passarono davanti alla porta del salotto si fermarono di colpo perché udirono una voce che canticchiava una vecchia filastrocca.

Twynkle twynkle little star, how I wonder what you are... “

Rebecca aprì leggermente la porta e, sorridendo, fece cenno ad Harry di avvicinarsi per mostrargli Sirius che passeggiava su e giù per la stanza con Jupiter in braccio.
Hai visto? Te l'avevo detto che era in buone mani... “ sussurrò mentre Harry guardava il suo padrino sorridendo divertito ma, nello stesso tempo, perplesso. C'era qualcosa che gli sfuggiva, ma non riusciva a capire cosa fosse.
Jupiter strillò di gioia e Sirius lo sollevò in alto e poi lo strinse a se sorridendo felice ed orgoglioso.
Quando te la canta la tua mamma dormi, ma se te la canto io non solo non ne vuoi sapere di dormire ma ridi e vuoi sentirla di nuovo altrimenti sono guai! Ma lo sai che anche Harry faceva così?”
Jupiter strillò ancora più forte e Sirius rise insieme a lui e ricominciò da capo.

Il cuore di Harry saltò un battito mentre inziava a comprendere il significato di quelle parole.
Ma allora... “ sussurrò guardando Rebecca, che subito diede una risposta alle sue domande.
E' una ninna nanna molto popolare fra i Babbani e quindi tua madre la conosceva, e a volte anche Sirius... quando era con te... “
Rebecca si interruppe, sopraffatta da una dolorosa emozione nel rendersi conto che davvero Harry era rimasto solo troppo presto e non conservava alcun ricordo dei suoi genitori e di Sirius perché non aveva mai avuto nessuno accanto che gli parlasse di loro come stava facendo lei in quel momento.
Rebecca non aveva mai conosciuto Lily e James eppure, grazie ai racconti di Sirius, sapeva molto di più di quanto non ne sapesse Harry.
Rebecca non parlò ma strinse forte la mano di Harry che la guardò con occhi lucidi.
Avrebbe voluto dirgli di non preoccuparsi e di non sentirsi solo perché Sirius non l'aveva mai abbandonato e mai l'avrebbe fatto, e che d'ora in avanti anche lei gli sarebbe stata accanto ma non ci riuscì, perché le parole le morirono in gola prima che riuscisse a pronunciarle.
Harry ricambiò il suo sguardo e la sua stretta di mano e non ci fu bisogno di dire nulla, consapevoli di essere uniti da ciò che Sirius rappresentava per loro e di avere compiuto un importante passo lungo la strada che avrebbe reso Rebecca una madrina a tutti gli effetti.
Adesso andiamo, di sopra ci aspettano” disse Rebecca senza lasciare la mano di Harry, e chiuse delicatamente la porta rivolgendo un ultimo sguardo a ciò che di più prezioso aveva al mondo.
La risata del suo piccolo Jupiter le scaldò il cuore mentre Sirius, ignaro di tutto, ricominciò per farlo ridere ancora di più.

"Twynkle twynkle little star, how I wonder what you are... "




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Capitolo 25
*** Libera Uscita ***


Capitolo 24 - Libera uscita




Libera uscita


Jupiter
aveva appena finito di mangiare, e Rebecca lo posò nel suo lettino per il consueto sonnellino pomeridiano.

Il suo bambino cresceva che era una meraviglia, le difficoltà dei primi tempi erano solo un ricordo.
Ora piangeva solo quando aveva fame ma per il resto era sempre buono e tranquillo, e poi era sempre circondato da un sacco di persone pronte a correre da lui non appena emetteva uno strillo e che facevano a gara per viziarlo e coccolarlo.

Jupiter era il signore e padrone di Grimmauld Place, e che la sua orrenda nonna rinchiusa nel ritratto si mettesse il cuore in pace!
Rebecca ormai non aveva nessun problema a lasciare il suo bambino da solo quando dormiva.
Kreacher in effetti si comportava veramente come se fossero invisibili, nemmeno la guardava in faccia, e se per caso lo faceva sembrava proprio che i suoi occhi passassero attraverso di lei senza vederla, al punto che a volte si dimenticava che c'era un elfo domestico in quella casa.
Sirius, per tranquillizzarla definitivamente, aveva applicato alcuni Incantesimi Respingenti in camera da letto, così Kreacher non avrebbe potuto entrare nemmeno se avesse voluto.
All'improvviso però rimasero soli in quella grande casa. 
I ragazzi tornarono ad Hogwarts, e anche gli altri membri dell'Ordine tornarono alle loro abitazioni.
Si facevano vivi un paio di volte alla settimana per le consuete riunioni ma non vivevano più lì in pianta stabile, e Remus era partito per una misteriosa missione per conto di Silente.
Misteriosa per tutti ma non per Sirius e Rebecca, che sapevano che Remus era andato a vivere con gli altri Lupi Mannari per fare la spia, dato che la maggior parte dei licantropi erano schierati dalla parte di Voldemort.
Naturale che Sirius si sentisse solo, soprattutto sentiva la mancanza di Harry, e anche a Rebecca mancava la compagnia dei ragazzi che tanto l'avevano fatta divertire.
Soprattutto le mancavano i suoi genitori ma al momento era impensabile farli venire a Grimmauld Place, la presenza di due Babbani avrebbe complicato ulteriormente le cose.
Rebecca comprendeva la situazione ma non poteva fare a meno di arrabbiarsi quando le veniva in mente che Paul e Isabel avevano passato solo pochi giorni con Jupiter mentre Walburga lo vedeva sempre e quando lo vedeva lo insultava.
Anche a lei cominciava a pesare il fatto di essere sempre rinchiusa in casa e capiva benissimo come si sentiva Sirius.
Andò a cercarlo in salotto e lo trovò in piedi accanto alla finestra, mentre osservava la pioggia che cadeva fitta.
Ci risiamo... “ pensò Rebecca, che però non si lasciò scoraggiare.
Ormai sapeva come arginare le crisi di Sirius, e quel giorno le era venuta un'idea che forse avrebbe risolto i loro problemi.
Rebecca si avvicinò e lo abbracciò da dietro appoggiando il viso contro la sua schiena.
Sirius si girò e la prese tra le braccia, senza però abbandonare la sua espressione cupa.

Vieni Felpato, non stare qui a fissare la pioggia... Un tempo così non mette certo di buonumore!" disse stringendosi ancora più forte a Sirius che ricambiò il suo abbraccio aggrappandosi letteralmente a lei, che in quei momenti di sconforto diventava più che mai il suo unico rifugio e la sua unica speranza.
"Sirius, stavo pensando... perchè non puoi uscire di casa? Chi te lo impedisce?" chiese Rebecca senza sciogliersi dal suo abbraccio.
Lo sai... Albus Silente!" rispose Sirius staccandosi bruscamente da lei e fissandola perplesso negli occhi.
Rebecca conosceva la situazione... perchè gli stava facendo quella assurda domanda?
"E tu hai sempre ubbidito agli ordini di Silente, vero? Non hai mai infranto le regole... vero?" gli domandò sorridendo maliziosa.
Sirius iniziò ad intuire qualcosa, e un timido sorriso apparve lentamente sul suo volto.
"Pensavo di portare a spasso Jupiter uno di questi giorni" proseguì Rebecca. "E siccome è da tanto che non faccio più una passeggiata con il mio Felpato mi piacerebbe che venisse anche lui!"
"Rebecca, lo sai che quando sono andato a King's Cross per salutare Harry mi hanno riconosciuto! Non dovresti nemmeno mettermi in mente certe idee, peggiori solamente le cose!”
"Ma nella Londra di noi Babbani non ti conosce nessuno! Hanno smesso persino di scrivere di te sui giornali! E poi i Babbani cercano te, e non Felpato! Non sanno nemmeno che esiste!”
"Ma nella Londra dei Babbani vivono anche i maghi!" le fece notare Sirius. "Ma se vedessero una ragazza che cammina per strada spingendo un passeggino e con un cane al fianco non dovrebbero insospettirsi... Dopotutto sono in pochi a sapere che ho una famiglia, e quei pochi che lo sanno sono tutti dell'Ordine della Fenice... No, no non posso farlo! Non posso mettere in pericolo te e Jupiter!" concluse bruscamente, cercando disperatamente di respingere con tutte le sue forze quell'idea che lo tentava sempre di più.
"Va bene, non parliamone più, però io ho davvero intenzione di uscire con Jupiter nei prossimi giorni, se Felpato vuol venire fammelo sapere!"
E così Sirius Black evase per la seconda volta.
Presto Jupiter capì che quel grosso cane che li accompagnava sempre era suo padre, e presto Sirius fu costretto a trasformarsi in Felpato anche in casa perchè, a quanto pareva, suo figlio era come James: anche lui lo preferiva quando era un cane.  
All'inizio si limitarono a fare solamente il giro dell'isolato, ma poi divennero più audaci e si spinsero molto più oltre finchè, dopo un mese di quella vita beata e clandestina, vennero scoperti.
A Rebecca per poco non venne un colpo quando, entrando in cucina con Jupiter in braccio, si trovò davanti Remus che la fissava a dir poco inferocito.
"Remus! Ma quando sei arrivato? Sono andata a fare una passeggiata con Jupiter, credo che Sirius sia al piano di sopra a dar da mangiare a Fierobecco!" esclamò Rebecca parlando voce alta per farsi sentire da Sirius, che giunse pochi istanti dopo dicendo: "Remus! Devo essermi addormentato perchè non ti ho sentito arrivare!"
"Smettetela di trattarmi come un troll! Sono arrivato un ora fa! Siccome non c'era il Marchio Nero ero sulla casa non mi sono preoccupato subito e sono rimasto qui ad aspettare sperando che tu fossi quell'idiota che davvero sei e che fossi uscito nonostante il divieto di Silente! Tempo mezz'ora e avrei dato l'allarme! E, credimi, non l'avresti passata liscia! Rebecca, mi meraviglio di te! Perchè lo hai assecondato? Ma ti rendi conto o no del pericolo che corre?"
"Veramente è stata una mia idea, Sirius non voleva all'inizio" disse Rebecca.
"Smettila di difenderlo a tutti i costi! Come se non lo conoscessi!" replicò Remus sempre più infuriato.
"Guarda che ha ragione lei, l'idea è stata sua" intervenne Sirius. "Ed è stata una buona idea, altrimenti sarei impazzito sempre chiuso qui in casa! E da quasi un mese che vado in giro insieme a lei come Felpato e non mi ha mai riconosciuto nessuno!"
"Un mese? E' stata davvero una tua idea Rebecca? E io che credevo che Sirius con te avrebbe messo la testa a posto, e invece sei peggio di lui!"
"Attenta Rebecca, sta per partire una delle solite ramanzine del professor Lupin! Mettiti comoda perchè andrà avanti almeno per un'ora!" disse Sirius esasperando ancora di più Remus. 
"Abbiamo sempre controllato i calendari delle riunioni dell'Ordine per programmare le uscite!" disse Rebecca. "Non pensavamo che saresti arrivato oggi, la prossima riunione è prevista per venerdì!”
"Certo... avete controllato tutto... tranne le fasi lunari!" disse Remus. "Ecco perchè sono rientrato oggi! Perchè stasera dovrò scendere ancora una volta in cantina! Non ho più visto Piton, non ho la pozione, e domani avrò bisogno del tuo aiuto, Rebecca!"
Jupiter fino a quel momento era stato zitto, seguendo con interesse la conversazione, ma poi, stufo di essere ignorato, si mise a scalpitare: voleva a tutti costi andare in braccio al suo padrino che sembrava proprio essersi dimenticato di lui, e Remus dimenticò di essere arrabbiato quando si accorse che il suo figlioccio lo reclamava con insistenza.
"Ciao, vieni qui... come stai? Ma come sei cresciuto... Ti sei divertito a spasso con mamma e papà?" gli disse senza riflettere, e quando si rese conto di ciò che aveva fatto tentò di salvare la situazione. "Però è l'ultima volta, perchè tuo padre non può uscire di casa!"
"E dai Remus... Ma ti sembra giusto che Jupiter non possa nemmeno andare in giro con suo padre?" gli disse Rebecca. "Vorrei che fossimo una famiglia normale di tanto in tanto! Sempre che si possa definire normale un padre costretto a fare il cane per uscire con il figlio... “
Jupiter afferrò una ciocca di capelli di Remus e gli rivolse un gran sorriso.
Remus si arrese senza condizioni.

"E allora... E allora la prossima volta aspettate almeno che ci sia io! Potrei inviare un Patronus per avvisarvi di tornare indietro nel caso arrivi qualcuno... "
"Remus, sei il migliore dei Malandrini!" gli disse Rebecca abbracciandolo.
"No, sono un perfetto idiota come il mio degno amico!" rispose Remus sforzandosi di non ridere per salvare quel minimo di credibilità che gli restava.
Cosi continuarono le uscite clandestine con la complicità di Remus e in seguito anche di Tonks, che era sempre in pronta ad aiutare Sirius e Rebecca anche perchè le loro uscite da Grimmauld Place le davano l'opportunità di stare sola con Remus.
Tra i due c'era una forte attrazione, ma fino a quel momento niente era ancora successo perchè Remus si assentava spesso per andare in missione e perchè era convinto che il suo "problema peloso" gli negasse ogni possibilità con lei.
Questo generava delle litigate furibonde tra Remus e Sirius, che invece lo incoraggiava a farsi avanti.
"Lei ti piace, tu gli piaci.... Ma vuoi dirmi che cosa aspetti? Il fatto che sei un lupo mannaro non c'entra nulla, perchè lei lo sa e non le importa!"
"Ma sono troppo vecchio per lei!"
"Ma piantala! Rebecca ha undici anni meno di me e non è mai stato un problema!"
"Sono troppo pericoloso!"
"Ma finiscila, ho vissuto con te per sette anni a Hogwarts, non sei mai stato pericoloso per nessuno!"
"Smettila Felpato! Tu non puoi capire!"
"Io non posso capire? Nessuno ti capisce meglio di me, Lunastorta!"
Il tempo passò velocemente, giunse il periodo natalizio, e anche a Grimmauld Place fervevano i preparativi .
Ci sarebbero stati proprio tutti quel giorno al Quartier Generale e avrebbero festeggiato non solo il Natale ma anche lo scampato pericolo di Arthur Weasley, che poche settimane prima era stato attaccato e gravemente ferito da Nagini, il serpente di Voldemort.
"Per fortuna che Harry ha fatto quel sogno premonitore, altrimenti Arthur sarebbe morto!" disse Rebecca a Sirius.
Lui l'aveva assecondata, senza dirle che, in realtà, tutti quanti stavano cominciando a sospettare che la mente di Harry fosse in qualche modo controllata da Voldemort.
L'attentato ad Arthur l'aveva scossa profondamente, e Sirius non voleva spaventarla ancora di più.

In quel momento la cosa più importante per Sirius era passare le feste nel migliore dei modi, e sembrava davvero intenzionato a trasformare Grimmauld Place nella casa di Babbo Natale vista l'enorme quantità di decorazioni che aveva fatto letteralmente apparire dal nulla.
Per Sirius sarebbe stato il Natale più importante della sua vita, il primo Natale che lui e Rebecca avrebbero passato insieme al loro bambino, e finalmente con loro ci sarebbe stato anche Harry, con il quale Sirius aveva festeggiato il Natale solo una volta, quando aveva cinque mesi.
Sarebbero state delle Feste davvero speciali, perchè Sirius aveva in mente qualcosa che avrebbe reso indimenticabile quel Natale a Grimmauld Place.
Rebecca, ascolta... Devo andare in missione con Remus oggi!”
In missione?” disse Rebecca allarmata. “Ma Silente... “
Lo so cosa ha detto Silente, ma per questa missione è necessario che ci sia anch'io!”
Rebecca si agitò, ma Remus la tranquillizzò subito.
Non temere, non è una cosa pericolosa... Dobbiamo andare andare ad esaminare un luogo che Sirius conosce meglio di me, per questo ho bisogno di lui! Torneremo presto, stai tranquilla!”
Sirius si trasformò in Felpato e lasciò Grimmauld Place in compagnia di Remus, ma Rebecca, per nulla tranquilla, iniziò a passeggiare nervosamente lungo il corridoio provocando le ire di Walburga che iniziò ad insultarla come al solito.
Vieni qui Rebecca, non ce la faccio più a vederti in questo stato!” disse Tonks conducendola in salotto. “Avevo promesso di mantenere il segreto, ma ora te lo dico... Sirius è andato a prendere il tuo regalo di Natale! No, niente domande... ti ho già detto abbastanza!”
Era ormai sera inoltrata quando Sirius e Remus fecero ritorno e Rebecca non riuscì a credere alle proprio orecchie quando sentì le loro voci in corridoio.
"
Prima mi dite che siete dei maghi, poi mi fate visitare il castello, poi questa casa che sbuca dal nulla... e anche il teletrasporto...
Si chiama Materializzazione. E' normale che si senta frastornato signor Scott, ma vedrà che presto ci farà l'abitudine!” disse Remus.
Ma tutto questo è incredibile John... Anzi, no... Sirius! Se penso che ti davo da mangiare i miei avanzi... “
Sono stati gli avanzi migliori che io abbia mai mangiato Isabel, parola di Felpato!” disse Sirius ridendo.
Hai capito adesso qual'è il tuo regalo?” disse Tonks mentre Rebecca si precipitava fuori dalla stanza.
"Vieni Jupiter" disse Tonks prendendolo in braccio. "Andiamo a salutare i nonni!"

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Capitolo 26
*** Buon Natale Grimmauld Place ***


Capitolo 26 - Buon Natale Grimmauld Place



Buon Natale Grimmauld Place

La mattina di Natale Harry scese nel grande salone di Grimmauld Place insieme ad Hermione e ai ragazzi Weasley, impaziente di godersi quel giorno di festa.
"E quelli chi sono?" chiese Ron indicando una coppia che usciva in quel momento dal salotto e che Harry riconobbe solamente perché, accanto a loro, c'era il passeggino in cui stava seduto comodamente Jupiter.
Sirius e Rebecca quel giorno erano molto diversi dal solito, soprattutto Rebecca che, per la prima volta, non indossava abiti Babbani.
Qualche giorno prima infatti si era recata insieme a Tonks a Diagon Alley, impaziente di mostrare il mondo magico ai suoi genitori, e quale migliore occasione di un giro di shopping natalizio?
Isabel e Paul, ancora frastornati dopo aver scoperto la verità su Sirius, erano rimasti incantati da quel piccolo borgo pieno di negozi incredibili e, dopo aver bevuto la loro prima Burrobirra e assaggiato i dolci di Florian Fortebraccio avevano concluso la giornata da Madama McClan, dove Rebecca aveva comprato il suo primo completo da strega color blu notte con tanto di cappello a punta, e persino Paul e Isabel avevano comprato due vestiti da cerimonia da sfoggiare il giorno di Natale.
Anche Sirius quel giorno indossava un abito da cerimonia che lo faceva sembrare quello che realmente era, ovvero l'ultimo discendente di una nobile stirpe, ed Harry rivide in lui il ragazzo attraente ed affascinante che appariva nella foto del matrimonio dei suoi genitori.
Rebecca voleva raggiungere Molly e Isabel che si stavano dando da fare in cucina, ma Sirius la fermò indicando il vischio appeso sopra di loro.
Sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi da malandrino la prese tra le braccia, ben deciso a rispettare la tradizione, e Rebecca lo assecondò volentieri.
"Deve essere molto importante questa tradizione per loro, guarda un po' come si impegnano per rispettarla!" disse George ridendo sottovoce insieme a Fred.
Harry ripensò all'incontro ravvicinato sotto il vischio che lui e Cho avevano avuto qualche giorno prima, quando Cho si era messa a piangere.
Rebecca, stretta tra le braccia di Sirius, di tutto aveva voglia tranne che di piangere, ed Harry per un attimo pensò che forse avrebbe potuto confidarsi con Sirius, che era di sicuro molto più esperto di lui, sapendo però che non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo.
"Possiamo farvi gli auguri di Natale o avete intenzione di andare avanti fino a Pasqua?" chiese infine Fred.
"Ma siete qui? Non vi avevamo visto!" esclamò Rebecca colta di sorpresa.
"Lo avevamo notato!" disse George ridendo e avvicinandosi insieme agli altri per il tradizionale scambio di auguri.
I fratelli Weasley entrarono in salotto insieme ad Hermione, ma Harry non li seguì e accompagnò Sirius e Rebecca in cucina spingendo il passeggino di Jupiter.
"Oh Sirius... che eleganza!" disse Molly arrossendo leggermente mentre Sirius le sorrideva ed eseguiva un perfetto baciamano per augurarle buon Natale.
Harry li guardò sorpreso: era strano vederli andare d'accordo dopo tutti i battibecchi dell'estate, ma aveva anche il sospetto che Sirius stesse facendo il malandrino con lei e che avesse esagerato con le sue cerimonie proprio per metterla un po' in imbarazzo.
Anche tra Molly e Rebecca le cose erano decisamente migliorate, e la presenza dei signori Scott a Grimmauld Place aveva contribuito a distendere l'atmosfera perché Molly e Isabel avevano subito iniziato a scambiarsi consigli e ricette, mentre Paul era diventato l'idolo di Arthur, che non vedeva l'ora di recarsi con lui in uno stadio di calcio Babbano per vedere giocare i Glasgow Rangers
Rebecca apprezzò molto il regalo che la signora Weasley aveva preparato per Jupiter: un maglioncino da bebè in perfetto stile Weasley con sopra ricamato lo stemma dei Black.
Sirius non ne fu altrettanto entusiasta anche perchè sospettava che Molly lo avesse fatto apposta, ma quando vide Jupiter con indosso lo stemma della sua famiglia ne fu orgoglioso e all'improvviso gli apparve tutto sotto una luce diversa, perchè loro erano Black completamente diversi, suo figlio era un Black completamente diverso e, soprattutto, migliore di tutti gli altri.
Harry pensò di andare in salotto ma si bloccò quando vide Hermione e Ginny che chiacchieravano proprio sotto il vischio.
Che cosa doveva fare? Baciarle per caso?
Non se ne parlava nemmeno!
Però per andare in salotto doveva per forza passare da lì, così decise di tirare dritto e far finta di niente, magari non se ne sarebbero nemmeno accorte, al massimo l'avrebbero preso per maleducato, ma non gliene importava nulla: la figuraccia che aveva fatto con Cho per il momento gli bastava.
Ma perché quelle due con tutti i posti che c'erano proprio lì dovevano fermarsi a parlare?
Per sua fortuna Sirius uscì dalla cucina così Harry decise di seguirlo arrancando nella sua scia e fece bene, perchè il suo padrino baciò Hermione e Ginny sulla fronte permettendogli di arrivare in salotto sano e salvo senza che nessuno lo notasse.
Iniziò poi il pranzo, che fu subito movimentato da Tonks che cadde rovinosamente dalla sedia dopo aver preso posto accanto a Kingsley, ma stavolta non era colpa della sua proverbiale goffaggine: a quanto pare le gambe della sedia avevano ceduto di schianto.
"Mi dispiace, questa maledetta casa sta cadendo letteralmente a pezzi!" disse Sirius mentre la aiutava a rialzarsi.
"Vieni a sederti qui!" disse Remus facendo apparire una sedia dal nulla proprio accanto a lui, e quando Tonks si fu seduta Sirius passò alle spalle del suo vecchio amico ed Harry lo sentì chiaramente sussurrare: "Lo hai fatto apposta".
Remus gli spedì un occhiataccia, Sirius lo ricambiò con uno sguardo da malandrino e poi andò a sussurrare qualcosa all'orecchio di Rebecca che si mise a ridere e guardò Remus con la stessa espressione divertita di Sirius negli occhi.
"Buon Natale Ninfadora" disse Remus, e Tonks naturalmente se la prese.
"Non chiamarmi Ninfa... " iniziò a dire la giovane strega, ma si bloccò quando Remus le fece notare che sopra di loro c'era appeso del vischio, ed arrossì violentemente quando le rubò velocemente un bacio sotto lo sguardo allibito di Harry e Ron.
"Ma tu avevi notato il vischio?" chiese Ron.
"Assolutamente no!" rispose Harry. "Per fortuna non mi sono seduto al posto di Remus!"
Era la seconda volta che scampava al pericolo del vischio quel giorno, e decise di fare più attenzione dato che, a Grimmauld Place, il vischio sembrava veramente crescere dappertutto come per magia.
Remus però non era l'unico a comportarsi in modo strano quel giorno, anche Ginny ed Hermione erano alquanto distratte.
"Ma si può sapere che cosa avete? Miseriaccia, è già la terza volta che vi chiedo di passarmi il sale!" disse Ron seguendo la direzione dello sguardo delle due ragazze per capire cosa attirasse la loro attenzione, e scoprì che stavano osservando la famiglia Black.
Rebecca stava dando la pappa a Jupiter che rideva nel suo seggiolone, mentre Sirius faceva uscire una pioggia di stelle dalla bacchetta magica.
"Ah, le donne!" disse Ron con l'aria di chi la sa lunga. "Basta che ci sia in giro un bambino e subito si risveglia in loro l'istinto materno!"
"Non stanno guardando Jupiter... Sapeste quante volte ho visto quello sguardo quando ero a Hogwarts!" disse Remus divertito, e Ginny ed Hermione sobbalzarono sulla sedia e abbassarono gli occhi arrossendo leggermente.
"Anch'io!" disse Ron. "Hermione faceva sempre quella faccia quando entrava in classe il professor Allock e... Miseriaccia, no! Hermione! Ginny! Non ditemi che...”
"Abbassa la voce Ron!" sibilò Ginny "Il fatto è che... Lui è così diverso oggi... "
Harry le guardò allibito: ecco la ragione della loro prolungata permanenza sotto il vischio!
"Voi lo avete visto appena uscito da Azkaban, e anche quest'estate non era al massimo della forma, ma ora è felice ed innamorato e l'amore, si sa, fa miracoli!" spiegò Remus spostando lo sguardo su Tonks senza rendersene conto.
"Può anche darsi che sia stato un bel ragazzo da giovane ma... miseriaccia, Hermione! E' troppo vecchio per te!" sbottò Ron.
"Non è poi così vecchio" intervenne Ginny. "Avrà si e no 35 anni... "
"E tu hai quattordici anni! E poi c'è Rebecca!" la rimbeccò Harry seccato mentre Ginny ed Hermione si scambiavano uno sguardo ed un sorriso complice.
"Posso avere un attimo la vostra attenzione?" disse Sirius alzandosi in piedi con il bicchiere in mano. "Vorreiaugurare a tutti buon Natale e ringraziarvi per essere qui... E' la prima volta che in questa casa si festeggia un Natale come si deve, ed è tutto merito vostro!"
Sorrise a Rebecca, la prese per mano e la fece alzare in piedi, e lei gli rivolse un sorriso radioso e gli cinse la vita con un braccio.
"Aspettano un altro bambino, vedrai!" sussurrò Ron ad Harry.
"Isabel, Paul... vi ringrazio per avermi accolto nella vostra famiglia e per esservi fidati di me come ha fatto Rebecca dopo avermi conosciuto” disse Sirius rivolto ai suoceri. “Qualche tempo fa ho fatto una promessa a vostra figlia, ed è giunto il momento di mantenerla, quindi vi chiedo ufficialmente la sua mano! E voi non prendete impegni per l'ultimo dell'anno, perchè io e Rebecca ci sposeremo qui la sera del 31 dicembre!”

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Capitolo 27
*** Harry e Sirius ***


Capitolo 26 - Harry e Sirius



Harry e Sirius


Se avessero detto a Sirius che un giorno si sarebbe sposato non ci avrebbe mai creduto,
e soprattutto non avrebbe mai pensato di celebrare il suo matrimonio al numero 12 di Grimmauld Place,
ma erano talmente tante le cose assurde che gli erano accadute nel corso degli anni che ormai non si stupiva più di niente.
Sirius avrebbe voluto celebrare le nozze nel castello di Alphard e avrebbe voluto sposarsi da uomo libero ma al momento non c'erano speranze, la sua innocenza non sarebbe stata riconosciuta ancora per un bel pezzo, e quando aveva scoperto che Kingsley Schakebolt aveva la licenza per celebrare i matrimoni aveva deciso di approfittarne.
Non aveva più senso aspettare anche perchè era solo questione di tempo e Voldemort sarebbe uscito allo scoperto, ci sarebbe stata una nuova guerra, e lui voleva sposare Rebecca prima che ciò avvenisse.
E poi alla fine trovava divertente l'idea di celebrare le sue nozze in quella dimora di orgogliosi Purosangue, in quello stesso salone dove per tanti anni aveva sentito ripetere che i Mezzosangue e i Babbani erano feccia e via dicendo.
Rebecca aveva accettato con emozione ed entusiasmo la proposta di matrimonio di Sirius, ma una parte di lei era ancora incredula e sospettava che fosse l'ennesimo scherzo organizzato dal suo amato Malandrino.
Intanto però, piacevolmente travolta dagli eventi, si era recata ancora una volta da Madama McClan insieme ai suoi genitori e alle sue amiche per scegliere il suo abito da sposa e gli abiti che avrebbero indossato le damigelle Hermione e Ginny e la damigella d'onore, nonchè testimone della sposa, Ninfadora Tonks.
Nel frattempo a Grimmauld Place Sirius si occupava del piccolo Jupiter, mentre Harry, Fred, George e Ron erano impegnati con i compiti delle vacanze avvalendosi dell'aiuto di Remus, ben felice di tornare a vestire i panni del professor Lupin.
I ragazzi si impegnarono finchè Molly non fu uscita ma, una volta rimasti soli, riposero libri, piume e pergamene e si misero a giocare a Sparaschiocco.
"Peccato che Sparaschiocco non sia richiesto ai G.U.F.O., avreste preso tutti quanti Eccezionale!" commentò Remus.
"Dai, professor Lupin, è Natale, un po' di tregua!" esclamò Sirius. "Ragazzi, dovete credermi, quando eravamo a scuola era peggio di Hermione e dei suoi programmi di ripasso! E comunque state tranquilli, i G.U.F.O. non sono poi così difficili... "
"Facile per te parlare! Voi Malandrini eravate i migliori della scuola, mentre io invece... Miseriaccia! Non ce la farò mai!" esclamò Ron in preda al panico.
"Tranquillo fratellino... I G.U.F.O. non sono tutto nella vita!" esclamarono in coro Fred e George che avevano passato quell'esame per il rotto della cuffia solamente un anno prima, ed erano sempre meno interessati alla scuola e sempre più coinvolti con i loro Tiri Vispi Weasley.
Harry intanto si era staccato dalla compagnia per immergersi in una piacevole lettura dei libri sulla Magia Difensiva che gli aveva regalato Sirius per Natale, scoprendo nuovi incantesimi che avrebbe potuto insegnare ai suoi compagni dell'Esercito di Silente una volta tornati a scuola.
La sua tranquillità era durata poco perchè Jupiter aveva iniziato a strillare facendo chiaramente capire a suo padre che voleva andare da lui.
"Dai, vieni qui, so che cosa vuoi!" disse Harry divertito prendendolo in braccio e spostandosi i capelli dalla fronte.
Il figlio di Sirius adorava la cicatrice di Harry, non perdeva occasione per toccarla ed esaminarla, e lui lo lasciava fare dimostrando di avere una pazienza infinita con i bambini.
"Adesso basta dai" disse Sirius liberandolo dall'affettuoso assedio di Jupiter. "Papà deve dire una cosa importante a Harry!"
Jupiter andò in braccio a Sirius e gli sorrise felice, e Sirius ricambiò il sorriso e lo baciò sulla fronte, cosa che un Black degno di questo nome non avrebbe mai fatto, anche perché di solito erano le donne ad occuparsi dei figli.
Sirius era fiero ed orgoglioso di essere padre ed era sempre pronto a ridere e a giocare con Jupiter, ben deciso ad avere con suo figlio quel rapporto di confidenza e fiducia che non era mai riuscito ad avere con suo padre Orion.
"Harry, vorrei che fossi tu il mio testimone di nozze!" disse Sirius sorridendo al suo figlioccio.
"Io? Davvero?" chiese Harry stupito e incredulo. "Ma non doveva farlo Remus?”
"Ma infatti anche Remus sarà mio testimone, però vorrei che anche tu fossi accanto a me... e vorrei che fossi tu a consegnarci gli anelli!
"Bhè... io... ti ringrazio Sirius!" disse Harry lusingato e imbarazzato al tempo stesso. "Farò del mio meglio per sostituire mio padre!"  
"Harry... Tu pensi che io ti abbia chiesto di fare da testimone soltanto per sostituire James?" 
"Bhè... sì! Tu sei stato il suo testimone e quindi... “
"Sei il mio figlioccio Harry... ci tengo ad averti al mio fianco in un giorno così importante per me!" disse Sirius profondamente turbato da quelle parole. "E non credere a quello che ha detto Molly la scorsa estate: non mi illudo di riavere il mio migliore amico quando sono con te! Scommetto che non hai fatto altro che pensarci, vero? E magari ti chiedi se quando ti guardo vedo te oppure James... "
"Scusami Sirius... " disse Harry mortificato.
Non devi scusarti... Tu somigli tantissimo a tuo padre ed è inevitabile per me pensare a lui quando sono con te... Sai  bene che era il mio migliore amico e sai anche che non potrò mai dimenticarlo, mtu non sei James! Mi sono accorto da tempo che siete simili ma nello stesso tempo diversi. Somigli molto a James fisicamente, ma per il resto sei tale e quale a Lily! E non dar retta a tutto quello che dice Molly, ormai dovresti sapere com'è fatta... Lei non lo fa apposta, ma è convinta di sapere sempre tutto! Ma Molly non c'era quindici anni fa, mentre io invece ero sempre presente... Ti ho praticamente visto nascere! Ti ho visto crescere, ti ho visto muovere i primi passi... E sai cosa facevo io? Mi trasformavo in Felpato e ti seguivo dappertutto! Abbiamo giocato insieme e ci siamo divertiti, ma purtroppo tu eri troppo piccolo per poterlo ricordare!"
Harry era felice di sentire parlare della sua prima infanzia, era felice che fosse Sirius a regalargli quei ricordi, felice di sapere che il suo padrino era stato uno dei suoi primi compagni di giochi, anzi, forse l'unico, perchè non aveva mai avuto amici con cui giocare finchè era vissuto con i Dursley.
"Quando ero bambino sognavo spesso di andare in giro su una moto volante. Non potevo raccontarlo ai miei zii perchè si infuriavano, e io non capivo come mai... dopotutto era solo un sogno! E poi ho scoperto che la moto esisteva davvero e che era la tua! Quindi qualcosa mi ricordavo di te!" disse Harry sorridendo al ricordo di quel sogno ricorrente che lo aveva reso sempre felice.
"Davvero sognavi la mia moto? " esclamò Sirius incredulo. "Ci sei salito sopra più di una volta, e non solo quella notte quando... quando Hagrid ti ha portato via... " Sirius si interruppe un attimo e il suo viso si incupì, ma si riprese subito. Non voleva contagiare Harry con la sua tristezza.
"
Spesso James si alzava di notte quando piangevi per dare il cambio a Lily, e se non riusciva a farti addormentare mi chiamava pregandomi di venire a Godric's Hollow per portarti a fare un giro in moto perché solo così riusciva a farti addormentare... Non so se l'abbia mai raccontato a tua madre, non credo che sarebbe stata felice di sapere che portavamo in giro un neonato in piena notte!" concluse tornando a sorridere.

Ma tu e mio padre eravate peggio di Fred e George!” rise Harry.
"Puoi dirlo Harry... Il pericolo era il nostro mestiere!"
"E invece io non amo rischiare come lui... " disse Harry dando voce ad un altro pensiero che lo tormentava da un po'. "So che ci sei rimasto male quando volevi venire a trovarmi ad Hogsmeade e io ti ho detto di no! Mi avrebbe fatto piacere rivederti, ma non voglio che ti catturino di nuovo!"
"Lo so Harry... E' che vorrei fare molto di più per te, ma finchè sarò bloccato qui dentro... " disse Sirius con amarezza.
"Ma tu mi scrivi sempre Sirius! E mi hai dato anche il permesso di visitare Hogsmeade!" esclamò Harry, e Sirius non potè fare a meno di pensare per l'ennesima che il suo figlioccio era molto più saggio e maturo di quanto lui e James non fossero mai stati a quell'età.
"Hai trovato qualcosa di interessante?" chiese Sirius indicando i libri che Harry stava consultando. "Raccontami come vanno le tue lezioni clandestine, parlami dell'Esercito di Silente!"
Harry iniziò a raccontargli con passione ed entusiasmo tutto quello che facevano, tutto quello che avevano imparato i suoi amici, i progressi che avevano fatto, tutto ciò che aveva ancora intenzione di insegnare, e Sirius lo ascoltò con attenzione, chiaramente fiero di lui.
Harry considerava l'Esercito di Silente la miglior cosa che avesse mai fatto nella vita, ma la cosa più bella in assoluto erano l'approvazione ed il sostegno di Sirius.
Era una sicurezza sapere che c'era, era bello leggere l'affetto e l'orgoglio nei suoi occhi.
Era bello avere una famiglia.

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Capitolo 28
*** Finchè morte non ci separi ***


Capitolo 27 - Finchè morte non ci separi





Finchè morte non ci separi


Le frasi in rosso sono state scritte da Valeria, in arte Meissa, l'autrice di That Love Is All There Is.
Grazie Valeria per avere reso ancora più  bello il giorno più bello di Sirius e Rebecca.


 
Il mattino del 31 dicembre a Grimmauld Place fervevano i preparativi per il matrimonio tra Sirius e Rebecca.

Il salone era già splendido grazie alle decorazioni natalizie, ma Remus aveva voluto aggiungere un tocco in più illuminandolo con delle candele sospese nell'aria, esattamente come quelle che illuminavano la Sala Comune ad Hogwarts.
Sirius si era invece occupato con notevole impegno e dedizione della decorazione floreale della austera scalinata di Grimmauld Place e di tutti gli ambienti che sarebbero stati visibili agli ospiti durante e dopo la cerimonia.
Il buon vecchio Kreacher rischiò per l’ennesima volta un fatale infarto: i colori scelti per fiori e addobbi dal figlio rinnegato della sua amatissima padrona, infatti, giocavano sulle sfumature del rosso e dell’oro, opportunamente combinati per richiamare la sua natura di Grifondoro babbanofilo.
Persino le tende che coprivano il quadro della sua adorata padrona Walburga era stato addobbato con nastri rosso oro, fissati con incanti di adesione permanente.
Kreacher andò a frignare nel suo sottoscala, sconfitto.
Molly e Isabel avevano unito le loro forze e avevano già organizzato tutto per la cena in piedi che sarebbe seguita alla cerimonia, e in quel momento stavano dando gli ultimi ritocchi alla torta nuziale, una magnifica e gigantesca torta a cinque piani, ricoperta di panna e petali di rose, con l’anima fatta di squisito chantilly alternato a cioccolato fuso.
Ad un certo punto però dovettero abbandonare la cucina perché vennero letteralmente sequestrate da Tonks, che condusse entrambe nella camera della sposa insieme alle altre donne di casa che dovevano prepararsi alla cerimonia.
Ninfadora era la sola che non avesse bisogno di truccarsi e pettinarsi visto che le bastava un colpo di ciglia per modificare l'aspetto a suo piacimento, però era ugualmente indecisa davanti allo specchio riguardo all'acconciatura e al colore dei capelli che avrebbe sfoggiato quel giorno.
Alla fine optò per un tradizionale castano ramato, raccolto, con morbide ciocche che andavano a incorniciarle il viso.

Hermione invece era alle prese con la Pozione Lisciacapelli che aveva utilizzato per la prima volta in occasione del Ballo del Ceppo, ed era rimasta a dir poco sbalordita quando era venuta a sapere che quella pozione era stata creata nientemeno che dal nonno di Harry, cosa che lo stesso Harry aveva  sempre ignorato fino a quel giorno.
Rebecca osservava tutto distrattamente, le sembrava che fosse un'altra a sposarsi e non lei, e ancora non era del tutto convinta che si sarebbe sposata davvero, le sembrava quasi di agghindarsi per un ballo in maschera.
Ninfadora, Hermione e Ginny, splendide damigelle nei loro abiti dai tenui colori pastello, dal taglio lineare e incredibilmente elegante, a mettere in risalto le loro forme giovani e aggraziate, non facevano che dirle quanto era bella, mentre lei fissava la sua immagine riflessa nello specchio senza riconoscersi.
Stava indossando l’abito che aveva comprato pochi giorni prima, dalla linea semplice ed essenziale, impreziosito da alcuni dettagli, il ricco corpetto lavorato che si innestava su una gonna liscia e appena svasata, il leggero velo ingentilito da ricami.
Rebecca si sistemò per l’ennesima volte le spalline ripercorrendo con la mente tutti i dettagli, tutti i particolari a cui aveva dovuto prestare attenzione in quei giorni, ma all’improvviso ebbe un tremito di commozione quando finalmente realizzò che di lì a poco sarebbe diventata la moglie di Sirius.
Tornò in sé, recuperando a stento la sua compostezza, il viso timidamente arrossato, il cuore che per un momento era volato a mille.
Si voltò a guardare gli altri.
Isabel, orgogliosa nonna, teneva in braccio Jupiter, bellissimo nella sua prima veste cerimoniale da piccolo mago, ed era in posa a beneficio di Arthur, il cui entusiasmo era alle stelle perchè era stato nominato fotografo ufficiale e avrebbe quindi potuto utilizzare un vero e proprio manufatto Babbano, ovvero la macchina fotografica che Rebecca si era portata da casa quando si erano trasferiti a Grimmauld Place per poter immortalare la crescita di Jupiter.
Rebecca aveva già fatto molte foto nel corso di quei mesi, senza sapere che avrebbero in futuro rappresentato la prova che il suo tempo passato con Sirius era esistito davvero e non era stato un sogno.

"Scusate... si può entrare?" chiese Remus bussando timidamente alla porta ed entrando nella stanza seguito da Paul, entrambi eleganti ed impeccabili nei loro abiti da cerimonia.
"Sei bellissima... " sussurrò Remus con un filo di voce, e Rebecca si accorse subito che non si riferiva a lei ma a Ninfadora, che, da parte sua, lo fissava come se non lo avesse mai visto prima.
Nemmeno Rebecca non l’aveva mai visto così in tiro, oltre che un ottimo amico era davvero un bell’uomo, con quegli occhi così intensi, l’aria al tempo stesso fragile eppure forte.
Remus sembrò accorgersi di quello sguardo carico di ammirazione e distolse gli occhi, poco abituato com’era agli apprezzamenti così evidenti.
 "Avanti è ora di andare, fra poco si comincia!" disse Molly prendendo come al solito la situazione in mano. "Tonks tu entrerai per prima! Remus, cosa fai lì impalato, devi prenderla sottobraccio, è tuo compito scortare la damigella d'onore! Hermione e Ginny voi entrerete dopo di loro, e infine Paul e Rebecca! Aspettate la marcia nuziale e poi entrate, tutto chiaro?”
Si misero tutti quanti in fila seguendo le istruzioni di Molly, e rimasero in attesa.
Tonks era semplicemente terrorizzata: temeva di fare qualche passo falso e di inciampare nel vestito cadendo rovinosamente per terra e, data la sua proverbiale sbadataggine, era probabile che succedesse.
Su stai tranquilla” disse Remus che aveva avvertito la sua tensione e che si sentiva emozionato a sua volta. "Sei un Auror, combatti i Maghi Oscuri, cosa sarà mai fare la damigella? Si tratta solo di fare una passeggiata con un po' di musica in sottofondo!" concluse offrendole il braccio al quale Tonks timidamente si aggrappò, e mille farfalle impazzite iniziarono a svolazzare nel suo stomaco quando Remus le sorrise guardandola negli occhi.
Remus! Tonks! Perchè non entrate? E' iniziata la marcia nuziale, non avete sentito?” sussurrò Hermione alle loro spalle facendoli tornare alla realtà.
Ninfadora, 
sorridente e bellissima, avanzò con passo sicuro al braccio di Remus che la scortò al suo posto e le fece un elegante baciamano prima di separarsi da lei per mettersi al fianco di Sirius che attendeva impaziente la sua sposa accanto a Harry, orgoglioso ed emozionato testimone del suo padrino.
Hermione e Ginny occuparono la prima fila accanto a Isabel che continuava a tenere in braccio Jupiter, profondamente addormentato e ignaro di tutto ciò che stava accadendo intorno a lui. 
"Sei pronta?" disse Paul porgendo il braccio a Rebecca con un sorriso.
"Prontissima!" rispose la sposa, meravigliata dall'emozione di tutti.
Lei si sentiva così tranquilla...
Fece il suo ingresso insieme a suo padre e finalmente raggiunse Sirius che l'accolse con un sorriso e le sfiorò i capelli con un bacio mentre la prendeva per mano per condurla al suo fianco.
Il suo futuro era lì davanti a lei, e si rese conto che era proprio lui, l’unico che avesse aspettato, per tutta la vita.
Non era solamente l’uomo più affascinante che avesse mai visto, con quegli occhi grigi e penetranti, la seta corvina dei suoi capelli a incorniciare quei lineamenti forti e perfetti e la distratta eleganza della sua figura, accentuata ancor di più quel giorno, dall’impeccabile veste cerimoniale scura da mago con i ricchi intarsi e i ricami dorati.
Era la sua metà perfetta, il suo perfetto complementare.
Sirius Black era la sua vita.
 Harry fu un impeccabile testimone, e grazie a un ardito incantesimo di Remus riuscì addirittura a rendere meno selvaggi i suoi capelli per tutta la durata della cerimonia.
Consegnò agli sposi le fedi nuziali e Sirius e Rebecca, uno di fronte all'altra, si scambiarono gli anelli e la promessa di amarsi per sempre e poi, stretti l'uno nelle braccia dell'altro, si scambiarono un lungo bacio tra gli applausi e la commozione di tutti.
"Sono la moglie di Sirius... " pensò Rebecca ancora incredula guardando negli occhi suo marito ma, all'improvviso, fu distratta da uno strillo alle sue spalle: Jupiter si era svegliato, e reclamava l'attenzione dei suoi genitori.
Rebecca e Sirius andarono immediatamente da lui per renderlo giustamente protagonista di quel momento indimenticabile, e poi tutti i presenti iniziarono ad avvicinarsi per congratularsi con loro.
Rebecca in quel momento si sentì davvero parte di una grande famiglia.
Conosceva tutti da così poco tempo eppure erano già entrati nel suo cuore, ed erano tutti così sinceramente felici ed emozionati per lei e per Sirius.
Rebecca li abbracciò uno per uno, ma l'abbraccio più bello ed emozionante fu quello che scambiò con Harry.
Adesso era diventata ufficialmente la sua madrina, e Sirius guardandoli si rese conto che avevano imparato a volersi bene proprio come aveva sempre desiderato, e quello fu per lui il più bel regalo di nozze.

Remus si avvicinò agli sposi con l'intenzione di far loro un discorso di auguri ricco di significato ma le parole gli morirono in gola.
Sirius pensò di fare il Malandrino come al solito ma in quel momento si accorse di non esserne capace, e alla fine tutto si risolse in un abbraccio che valeva più di mille parole.

Congratulazioni Sirius, congratulazioni Rebecca... ma adesso festeggiamo!” dissero infine Fred e George dando ufficialmente inizio alla festa e rendendo onore al fantastico buffet che Molly aveva allestito con l'aiuto di Isabel, superando letteralmente se stessa.
"E ora dovrei lanciare il mio bouquet!" disse Rebecca prima del taglio della torta. "Però Ginny ed Hermione sono un po' troppo giovani per sposarsi, l'unica ragazza in età da marito qui presente è Tonks, e quindi non lancerò il bouquet ma lo consegnerò direttamente a lei con l'augurio che possa trovare presto l'uomo della sua vita!".
Tonks arrossì per l'imbarazzo, e mentre Rebecca con un sorriso ed un abbraccio le consegnava il bouquet i suoi capelli cambiarono colore per cinque volte di fila.
Remus osservò la scena in disparte con lo stesso aspetto esangue che assumeva ogni volta che la luna piena era vicina.

"Mi hai raccomandato di trattare bene Rebecca, e lo farò" disse Sirius alle sue spalle. "Ora però sei tu che devi promettermi di trattare bene la mia piccola peste! Dai, vai da lei Lunastorta... così diventerai mio cugino!" concluse ridendo.
Sirius sapeva che Remus prima o poi avrebbe ceduto contro ogni buonsenso e contro ogni logica rinunciando a dubbi e paure, e finalmente quel momento era arrivato.
Remus entrò in azione durante il taglio della torta.
Tutti erano distratti dagli sposi che si baciavano incitati a gran voce da Fred e George, e così si avvicinò alle spalle di Ninfadora e le sussurrò all'orecchio: "Vieni con me. Ti devo parlare".
Tonks non se lo fece ripetere due volte, lasciò che lui la prendesse per mano e lo seguì nel corridoio.
Quel luogo così stretto e buio non era certo il posto più romantico del mondo, e infatti Remus aveva intenzione di Smaterializzarsi e di portarla magari ad Hyde Park o sulle rive del Tamigi per salutare il nuovo anno che stava per iniziare, ma non appena furono soli Tonks prese l'iniziativa e gli buttò le braccia al collo, e Remus si arrese senza condizioni.
 "E adesso andiamo via da qui..." sussurrò Remus tra un bacio e l'altro. "Voglio portarti in un posto più tranquillo, dove potremo parlare con calma, anche se... " e qui si interruppe con uno sguardo malandrino negli occhi. "Anche se credo che parleremo poco io e te stasera... "

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Capitolo 29
*** Oblivion ***


Capitolo 28 - Oblivion






Oblivion


La felicità di Sirius e Rebecca non era destinata a durare a lungo, e le prime ombre iniziarono a comparire all'orizzonte quando Severus Piton si presentò a Grimmauld Place pochi giorni dopo il loro matrimonio chiedendo di parlare con Harry.
Le visite di Piton non promettevano mai nulla di buono, e anche se non si creò più quella situazione da incubo che Rebecca aveva sopportato all'inizio, l'atmosfera tornò ugualmente a farsi pesante a Grimmauld Place.
Quando Sirius era in compagnia cercava di mostrarsi rilassato e disponibile ma si capiva che tutto ciò gli costava fatica, e Rebecca tornò a preoccuparsi per lui.
Purtroppo non poteva nemmeno più contare sulla presenza e sul sostegno dei suoi genitori dato che Isabel e Paul erano tornati a Glasgow, perché la loro presenza a Grimmauld Place aveva già infranto molte leggi relative allo Statuto di Sicurezza per Maghi e Babbani.
Rebecca sapeva che non avrebbero potuto restare lì per sempre ma se n'era ugualmente dispiaciuta anche perché gli era sembrato che Sirius avesse una certa fretta di sbarazzarsi di loro.
Rebecca conosceva bene quell'espressione tormentata negli occhi di suo marito, ma lui le chiese di rimandare le spiegazioni ad un altro momento.

"Domani Harry tornerà ad Hogwarts e voglio passare queste ultime ore insieme in tranquillità, perchè poi chissà quando ci rivedremo! Una volta rimasti soli ne parleremo, te prometto" disse Sirius, e Rebecca mise da parte la sua preoccupazione per esaudire il suo desiderio e rendere quell'ultima sera a Grimmauld Place piacevole per tutti. 
La mattina dopo salutò insieme a Sirius i ragazzi che tornavano a scuola.
Le sarebbero mancati moltissimo, soprattutto le sarebbe mancato Harry, però si consolava pensando che lo avrebbe rivisto una volta iniziate le vacanze estive, e lo guardò mentre abbracciava Sirius per salutarlo senza sapere che quello sarebbe stato il suo ultimo ricordo di loro due insieme.
Dopo che tutti furono usciti Sirius le chiese di seguirla nello studio di Orion Black.
"Lo sai che questo non è un luogo piacevole per me" disse Sirius. "Qui mio padre sbrigava i suoi affari, a me e a Regulus non era permesso entrare. Se entravamo qui di solito era per essere sgridati e, di conseguenza, puniti. Ma visto che dobbiamo discutere di una faccenda molto seria credo che non ci sia posto più adatto... "
Rebecca impallidì. Che cosa stava succedendo?
Per un folle istante pensò che Sirius avesse intenzione di dirle che il loro matrimonio era stato un errore e che pensava di chiedere il divorzio, e invece Sirius le parlò del legame che esisteva tra la mente di Harry e quella di Voldemort.
Per questo motivo Piton era venuto a cercare Harry: avrebbe dovuto insegnargli Occlumanzia, per poter bloccare quel pericoloso contatto.
"Finchè Harry non imparerà Occlumanzia saremo tutti in pericolo. Silente è il Custode Segreto dell'Ordine, ma Voldemort potrebbe servirsi di Harry per arrivare qui a Grimmauld Place. Ma non è di Voldemort che ho più paura in questo momento, la persona che più mi preoccupa è mia cugina Bellatrix. Potrebbe venire a sapere della tua esistenza e di quella di Jupiter attraverso questa specie di legame che si è creato tra Harry e Voldemort, e se scoprisse che ho una moglie Babbana e un figlio Mezzosangue per voi sarebbe la fine. Quando Andromeda venne diseredata Bellatrix giurò che avrebbe ucciso tutti i Black indegni di far parte della famiglia. Per lei non è sufficiente la cancellazione dall'albero genealogico, per lei è necessaria l'eliminazione fisica. Ti ricordi quando hai conosciuto Ninfadora? Lei ti disse che noi Malandrini andavamo a trovarla spesso ed era vero, ma non erano semplici visite di cortesia... In realtà noi facevamo la guardia a lei e alle sua famiglia! Se penso che Peter era con noi... Ma non riuscì a tradirli. Non era lui il Custode Segreto, il Custode era zio Alphard".
Sirius si interruppe un istante: la parte più difficile veniva ora.
Sapeva che Rebecca non avrebbe voluto, nemmeno lui voleva farlo, ma per il momento, giusto o sbagliato che fosse, non vedeva altra soluzione.
"Io ho paura per te e per Jupiter. La guerra è sempre più vicina, e credo che sarete più al sicuro se tornerete a Castleblack”
"Sirius... No, ti prego, non voglio... " lo supplicò Rebecca tentando di sollevare le prime obiezioni, ma Sirius non la lasciò parlare, strinse forte le mani tra le sue e la guardò negli occhi continuando, implacabile, a spiegare il suo piano.
"Tornerai a vivere con Jupiter nella tua vecchia casa. Riprenderai la tua solita vita. Io sarò il vostro Custode Segreto, nessuno vi troverà a meno che io non decida di rivelarlo. I tuoi genitori già lo sanno, gliene ho parlato l'altra sera... è per quello che sono partiti in anticipo. La tua casa è stata disabitata per troppo tempo, Jupiter non ci ha nemmeno mai vissuto, e i tuoi genitori in questo momento stanno mettendo tutto in ordine in attesa del vostro ritorno. Ma per essere ancora più sicuri è necessario che nessuno sappia della vostra esistenza. In questo momento Remus e Tonks stanno modificando la memoria a Harry e ai ragazzi. Dopo la tua partenza modificheremo la memoria di Arthur e degli altri membri dell'Ordine. Nel giro di un mese nessuno si ricorderà più che io ho una famiglia. Solo Remus e Tonks lo sapranno".
"No, Sirius... Io non voglio lasciarti, ho paura, non voglio stare sola, solo con te mi sento al sicuro! " disse Rebecca mettendosi a piangere tra le braccia di Sirius che la tenne stretta e le accarezzò i capelli mentre continuava a parlare per farle capire che non era un addio, che niente tra loro sarebbe cambiato.
Le spiegò che non sarebbe stata una separazione definitiva, che Remus e Tonks li avrebbero aiutati a stare insieme, che lui sarebbe andato spesso da lei, e che, altrettanto spesso, Rebecca sarebbe potuta tornare a Grimmauld Place.
Poco dopo giunsero anche Remus e Tonks, e anche loro le dissero che sarebbe stato più facile proteggerla se fosse tornata nel mondo Babbano.
A dir la verità Remus trovava eccessivo il voler modificare la memoria di tutti, ma Sirius, che solitamente amava il rischio e non guardava in faccia a nessuno, diventava esageratamente prudente quando si trattava di proteggere la sua famiglia.
Remus decise quindi di assecondarlo, anche perchè la situazione di Sirius si era fatta ancora più difficile.
Il Ministero continuava a considerarlo il pericolo pubblico numero uno, il braccio destro di Voldemort, e gli attribuiva persino l'evasione di massa da Azkaban che aveva permesso il ritorno in libertà di sua cugina Bellatrix.
Anche Voldemort e i suoi seguaci lo volevano morto, e Rebecca e Jupiter non sarebbero stati risparmiati dalla loro sete di vendetta.
E poi c'era un altro motivo, che preoccupava soprattutto Remus.
Tra i seguaci più fedeli ed esaltati di Voldemort c'era Frenir Greyback, il lupo mannaro che lo aveva morso quando era bambino e che considerava proprio i bambini le sue prede preferite.
Se quell'essere malvagio e crudele fosse venuto a sapere che Sirius Black aveva un figlio sarebbe stato ben lieto di riservare anche a Jupiter lo stesso trattamento, e Remus non voleva che il suo figlioccio patisse la sua stessa sorte.
Ci volle del tempo per convincere Rebecca, che alla decise di acconsentire soprattutto per amore di suo figlio.
"Se non ci fosse di mezzo Jupiter niente e nessuno mi avrebbe fatto andare via da Grimmauld Place!" disse alla fine. "Però sono disposta a vivere così per sei mesi, al massimo un anno, dopodichè tornerò qui, che ti piaccia o no!"
Sirius si disse d'accordo, felice che avesse finalmente acconsentito.
E poi anche lui sperava che tutto si risolvesse nel minor tempo possibile.
Separarsi così da Rebecca lo faceva soffrire terribilmente.
Finalmente era riuscito a sposarla, finalmente grazie alla sua famiglia era riuscito ad essere felice anche a Grimmauld Place, ed ecco che ancora una volta tutto gli svaniva tra le mani.
E con Rebecca se ne sarebbe andato anche Jupiter, e quello gli faceva male più di qualsiasi altra cosa.
Non avrebbe più potuto giocare con lui tutti i giorni, non avrebbe più potuto prendersi cura di lui, non avrebbe più visto il sorriso che gli rivolgeva sempre tutte le mattine quando si svegliava e lo riconosceva.
Sirius pensò che non ce l'avrebbe mai fatta a sopravvivere da solo in quella casa tanto odiata, ma se davvero teneva alla sua famiglia doveva per forza ricorrere a quella soluzione.
Pochi mesi di separazione sarebbero stati un giusto prezzo da pagare per ottenere in cambio una vita intera con Rebecca e Jupiter.
Ninfadora aiutò Rebecca a fare le valigie, e gli uomini si occuparono di Jupiter lasciandole sole.
Era giusto che Rebecca si sfogasse con la sua migliore amica che si era appena trasferita a Grimmauld Place per stare accanto a Remus.
Tonks era felice di stare con Remus, e avrebbe voluto poter vivere anche con Sirius e Rebecca, sarebbero stati una famiglia.
Dopotutto lei era cugina di Sirius, e se avesse sposato Remus sarebbe diventata a tutti gli effetti anche la madrina di Jupiter.
Vederli andare via le procurò un immenso dispiacere e pianse a lungo tra le braccia di Remus che aveva il cuore devastato dalla rabbia per l'ennesimo colpo basso che il destino riservava a Sirius.
Anche Rebecca pianse tutte le sue lacrime quando tornò nella sua vecchia casa, e per i primi giorni Isabel e Paul, altrettanto dispiaciuti e addolorati, rimasero con lei per aiutarla a superare il trauma della separazione e garantendo ancora una volta a Sirius, a cui ormai volevano bene come ad un figlio, tutto il loro sostegno e il loro appoggio.
Piano piano Rebecca per il bene di Sirius e di suo figlio si sforzò di tornare alla normalità, ripetendosi che era solo una situazione temporanea, che presto tutto sarebbe finito, e che lei Sirius e Jupiter avrebbero potuto finalmente vivere una vita normale e tranquilla come una qualsiasi famiglia felice.

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Capitolo 30
*** Uniti ma divisi ***


Capitolo 39 - Uniti ma divisi

                                                                             
Sirius, Rebecca e Jupiter - Disegno di Elisa/Mirwen



Jupiter, stanco ma felice, dormiva profondamente nel suo lettino dopo aver passato un pomeriggio al parco insieme a Rebecca. 
Il figlio di Sirius cresceva in fretta ed era sempre più curioso di esplorare il mondo che lo circondava, e Rebecca si rese conto che alla fine abbandonare Grimmauld Place si era rivelato utile e prezioso per il suo bambino che finalmente poteva uscire tutti i giorni, divertirsi al parco giochi ed entrare per la prima volta in contatto con i bambini della sua età. 
Rebecca aveva ripreso il suo lavoro di infermiera, e quando andava al lavoro erano Isabel e Paul che si prendevano cura di Jupiter, e Rebecca era infinitamente grata ai suoi genitori e infinitamente felice perché Jupiter poteva crescere con due nonni che gli volevano bene mentre, se fosse rimasto a Grimmauld Place, l'unica nonna con cui avrebbe avuto a che fare sarebbe stata quella vecchia pazza del ritratto che non faceva altro che chiamarlo orrendo abominio che infesti la casa dei miei padri. 
Sirius si recava a Castleblack quasi ogni giorno grazie al prezioso aiuto di Remus e Tonks, sempre pronti a coprire e a giustificare le sue assenze con la solita vecchia ma efficace scusa: "Sirius oggi è in camera sua e non vuole vedere nessuno". 
Tutti ci credevano perchè sapevano quanto Sirius odiasse Grimmauld Place e la pessima influenza che quel luogo esercitava su di lui, e se alla fine la sua presenza era proprio necessaria, inviavano un Patronus e lui rientrava immediatamente. 
Purtroppo però potevano passare anche settimane senza che si vedessero, perché Remus continuava la sua missione come infiltrato nel branco di Greyback, e anche Tonks aveva i suoi doveri di Auror da compiere, e Sirius doveva per forza di cose restare a Grimmauld Place, perché i membri dell'Ordine potevano arrivare da un momento all'altro e senza preavviso, e se non avessero trovato Sirius in casa sarebbero stati guai.
Quei periodi di separazione erano duri soprattutto per Sirius, perché Rebecca aveva il suo lavoro e Jupiter che la tenevano occupata, mentre a Sirius restava soltanto la solitudine di quella grande casa.
A volte però Sirius buttava all'aria la prudenza e si Materializzava a Castleblack anche solo per poco tempo pur di poter vedere Rebecca e, soprattutto, Jupiter, che impazziva letteralmente di gioia quando suo padre gli compariva davanti all'improvviso.
Sirius si Materializzava sempre accanto alla poltrona di Felpato, e Jupiter, che ormai l'aveva capito, aveva preso l'abitudine di giocare sempre proprio lì vicino, per essere sempre pronto a dargli il benvenuto.
A volte erano Rebecca e Jupiter che tornavano a Grimmauld Place perché anche Remus e Tonks desideravano rivederli, e i quattro amici insieme si rilassavano e dimenticavano per un po' tutti i problemi, e il protagonista principale era naturalmente il figlio di Sirius, amato e coccolato da tutti loro.
Spesso Sirius osservava la complicità e l'affetto che legavano Rebecca e Jupiter, chiedendosi per l'ennesima volta perchè sua madre non fosse mai riuscita ad amarlo.
Sua madre aveva amato un figlio solo, lo aveva amato più della sua stessa vita, e si trattava di Regulus, che era stato il suo prediletto sin dal giorno in cui glielo avevano messo tra le braccia per la prima volta.
Forse i poteri magici di sua madre le avevano in qualche modo permesso di capire che Regulus sarebbe cresciuto a sua immagine e somiglianza mentre lui, Sirius, sarebbe stato diverso da tutti gli altri Black, e così aveva deciso di abbandonarlo al suo destino.
Almeno suo padre non aveva mai fatto discriminazioni perchè aveva sempre trattato entrambi con indifferenza, non si era mai curato di sapere quali fossero i loro sogni, le loro aspirazioni e i loro desideri dato che erano al mondo solo per tramandare il nome e il sangue dei Black, il resto non contava, e quando suo padre parlava con lui o con Regulus era solo per lamentarsi di qualcosa di sbagliato che avevano fatto e per decidere la punizione adeguata.
Nonostante tutto tra Sirius e Regulus c'erano stati sincero affetto e complicità durante la prima infanzia, ma crescendo si erano allontanati sempre di più perchè Regulus, desideroso di ubbidire a sua madre in tutto e per tutto, non si concedeva mai la benchè minima trasgressione e il benchè minimo capriccio, non esprimeva mai le sue idee e la sua personalità e dava sempre ragione ai suoi genitori al contrario di Sirius, che si ribellava tanto quanto Regulus si sottometteva, e alla fine la distanza tra loro era diventata una voragine incolmabile fino ad arrivare alla rottura definitiva, giunta quando Sirius era scappato di casa.
L'ultima volta che i due fratelli si erano parlati Sirius aveva cercato di convincere Regulus a non unirsi ai Mangiamorte, lo aveva addirittura supplicato mettendo da parte il suo smisurato orgoglio nel tentativo di salvare quel fratello a cui suo malgrado si sentiva ancora legato.
"Sono io l'erede dei Black adesso" gli aveva risposto Regulus fulminandolo con quegli occhi grigi tanto simili ai suoi. "Tu te ne sei andato, hai tradito la famiglia. Tocca a me difendere il sangue dei Black, quel sangue che scorre anche nelle tue vene e che tu hai rinnegato. Per te la nostra famiglia non conta nulla, per me invece è ciò che di più caro ho al mondo e farò di tutto per preservare il nostro onore".
La morte di Regulus lo aveva devastato anche se andava in giro a dire che non gliene importava nulla, che suo fratello se l'era cercata, che era solo un povero idiota che aveva fatto la fine che si meritava.
Gli unici che sapevano quali fossero i suoi reali sentimenti erano naturalmente Lily e i Malandrini.
A loro non era mai riuscito a nascondere nulla, così come non aveva mai nascosto nulla a Rebecca, che conosceva tutti i segreti che Sirius teneva rinchiusi nel cuore e che l'orgoglio dei Black gli impediva di mostrare.
"Regulus aveva solo 16 anni quando si è unito ai Mangiamorte, e i miei genitori non hanno mai fatto niente per impedirlo, anzi, lo avranno sicuramente incoraggiato!" aveva raccontato Sirius a Rebecca una notte in cui non riusciva a prendere sonno. "Di sicuro mia madre sarà stata molto fiera di lui, e per mio fratello l'approvazione di mia madre significava tutto. Lo ha plagiato completamente, ne ha fatto un perfetto idiota, perchè solo un idiota poteva credere a tutto ciò che diceva quella pazza. Solo alla fine Regulus ha capito chi fosse veramente Voldemort, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. Se me lo avesse detto avrei potuto aiutarlo, lo avrei messo sotto la protezione dell'Ordine della Fenice! E invece ha lasciato un biglietto d'addio a mia madre dicendole che ormai aveva preso una decisione e che la sua sorte era segnata. Mia madre impazzì del tutto, e mio padre morì poco dopo. Soffriva da tempo di cuore, e la morte di Regulus non fece che accelerare la sua fine. Io cercai di scoprire dove fosse il suo corpo, in che modo fosse morto, ma non lo abbiamo mai scoperto, non lo abbiamo più ritrovato... Se solo fosse venuto da me... "
"Basta Sirius... ti fai solo del male... " gli aveva detto Rebecca abbracciandolo nel tentativo di porre fine a quei dolorosi ricordi.
Perchè suo marito non riusciva a stare in pace?
Perchè non riusciva ad essere mai completamente sereno e tranquillo?
Ne avrebbe avuto tutto il diritto, e invece troppi fantasmi del passato continuavano a tormentarlo, e di sicuro erano stati la sua unica compagnia in quei terribili anni trascorsi ad Azkaban. 
Se li sarebbe portati dietro ancora per un bel pezzo... forse per la sua intera vita.
"Basta così... dormi ora... " gli aveva detto Rebecca cullandolo tra le sue braccia, accarezzandolo e baciandogli i capelli come faceva con il suo bambino, perchè alla fine Sirius era come un bambino bisognoso d'affetto, e lui di affetto e di amore a Grimmauld Place ne aveva ricevuto ben poco, e da quando era rimasto solo in quella casa senza la sua famiglia si era ritrovato a rivivere i suoi peggiori incubi.
Ma per fortuna c'era una nuova vita, una nuova speranza, un futuro migliore in cui credere: Jupiter, il suo adorato bambino, che un giorno fece a suo padre il regalo più bello che avesse mai ricevuto.
Il figlio di Sirius infatti aveva iniziato a fare i suoi primi "esperimenti linguistici", e iniziava timidamente a sussurrare "ma-ma" e"pa-pa".
Sirius con pazienza ed entusiasmo lo incoraggiava, e alla fine arrivò il giorno in cui lo chiamò per nome per la prima volta.
Sirius era al settimo cielo e Rebecca andò in estasi tanto quanto suo marito quando sentì suo figlio dire: "Pa-pa Si-us"
"Dai, fammi sentire ancora!" disse Sirius prendendo suo figlio tra le braccia, felice come non lo era mai stato nella sua vita.
Il tempo passava velocemente, si avvicinava il primo compleanno di Jupiter, e Rebecca e Sirius avrebbero voluto organizzare una piccola festa alla quale avrebbero partecipato anche Isabel e Paul insieme a Remus e Tonks.
Sarebbe stato bello poter avere anche Harry accanto, e anche Hermione e la famiglia Weasley, ma purtroppo date le circostanze non si poteva fare altrimenti, e comunque Jupiter aveva tutta la vita davanti, ci sarebbero stati altri compleanni.
Ma tutto stava per cambiare, ancora una volta.
Mancavano soltanto dieci giorni al primo compleanno di Jupiter quando Harry ebbe la sua seconda visione.
La macchina del destino si era messa in moto e niente e nessuno avrebbe potuto fermare la sua corsa.

 

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Capitolo 31
*** Eclissi Totale ***


Capitolo 35 - Eclissi totale





Eclissi Totale


Sembrava una sera come tante altre.
Rebecca stava giocando con Jupiter che ormai iniziava ad alzarsi in piedi e a muovere i primi passi quando, all'improvviso, Sirius si Materializzò nella stanza per la gioia di suo figlio che si mise a strillare eccitato per quella sorpresa improvvisa del suo papà che lo prese subito in braccio.
Anche Rebecca gli corse incontro, ma il sorriso si spense sulle sue labbra quando vide l'espressione sconvolta di Sirius.
"E' successa una cosa terribile Rebecca... Voldemort ha attirato Harry in una trappola! Harry è convinto che io sia prigioniero di Voldemort, e ora è andato al Ministero della Magia con Ron, Hermione ed altri suoi amici per salvarmi! E corso in mio aiuto ma io non sono mai stato in pericolo! Se gli succede qualcosa io... "
Jupiter iniziò a tirare i capelli di suo padre come faceva ogni volta che voleva giocare con lui e attirare la sua attenzione e Sirius, nonostante la preoccupazione, riuscì a sorridergli mentre Rebecca cercava di assimilare la notizia.
Voldemort aveva teso ad Harry una trappola perfetta, sfruttando il suo legame con Sirius lo aveva colpito al cuore, perchè sapeva che Sirius era tutto ciò che gli restava della sua famiglia.
"Mi hanno detto di rimanere al Quartier Generale... Ma ti pare che io possa rimanere a Grimmauld Place sapendo che Harry è in pericolo? Io adesso andrò al Ministero, Rebecca, andrò insieme a tutti gli altri ad aiutare Harry, e se tutto andrà bene forse riusciremo anche a catturare Voldemort, magari riusciremo anche ad ucciderlo una volta per tutte!"
Per un momento Rebecca fu tentata di dire a Sirius di rimanere al Quartier Generale, così lo avrebbe accompagnato a Grimmauld Place e sarebbe rimasta con lui in attesa di notizie, ma capì subito che non poteva farlo.
Sirius era stato messo in disparte troppo a lungo e ne aveva sofferto, però aveva sempre accettato le istruzioni di Silente, seppure a malincuore, ma ora c'era Harry coinvolto in prima persona, e Sirius non si era mai tirato indietro quando si era trattato di aiutarlo.
Il cuore di Rebecca era diviso in due.
Da una parte voleva che Sirius andasse ad aiutare Harry, dall'altra voleva che restasse a casa con la sua famiglia.
Ma anche Harry faceva parte della famiglia che lei e Sirius avevano costruito.
Rebecca sentì il suo cuore spezzarsi al pensiero di Harry ucciso da Voldemort e rimpianse di non avere poteri magici, altrimenti sarebbe andata anche lei a combattere al fianco di Sirius.
Rebecca non poteva combattere ma avrebbe fatto la sua parte lasciando andare Sirius, lasciando che lottasse non solo per Harry ma anche per lei e per Jupiter, perchè se Voldemort avesse vinto, se avesse un giorno governato sui maghi e sui Babbani, non ci sarebbe stato scampo per lei e per suo figlio.
Aveva sempre saputo che un giorno sarebbe scoppiata la guerra, aveva sempre saputo che un giorno anche Sirius avrebbe dovuto combattere, ma aveva sempre sperato che quel giorno non arrivasse mai.
Sirius non parlava mai della guerra quando erano insieme perchè voleva proteggerla e perché quando era con lei e con Jupiter entrava in un altro mondo, un mondo in cui c'era la loro famiglia unita, dove c'erano tutte quelle cose che aveva sempre desiderato e mai avuto, e aveva cercato di mantenere intatto il più a lungo possibile quel piccolo mondo felice che apparteneva soltanto a loro.
Jupiter intanto si era addormentato fra le braccia di suo padre che lo portò nella sua camera, gli accarezzò con dolcezza i capelli e gli diede un bacio sulla fronte prima di posarlo nel suo lettino, poi si voltò per abbracciare Rebecca che lo strinse forte per fargli coraggio e per trovare il coraggio di lasciarlo andare.
Ora devo andare Rebecca... Harry ha bisogno di me...”
Lo so... Vai da lui, proteggilo, salvalo... e digli che gli voglio bene... diglielo... anche se non si ricorda più di me...”
Glielo dirai tu, perché stasera lo porterò qui, vivrà con te e con Jupiter, non intendo più ascoltare Silente!”
Io e Jupiter ti aspettiamo... Torna presto... “
Tornerò te lo prometto... “
Un ultimo abbraccio, un ultimo bacio, e poi Sirius si Smaterializzò e cominciò così la lunga attesa di Rebecca, che rimase alzata ad aspettare finchè, vinta dalla stanchezza, si addormentò.
Il suono del campanello la svegliò di soprassalto.
Corse ad aprire la porta col cuore pieno di sollievo ma durò un solo istante, perchè fu immediatamente colta da un brivido di paura.
Perchè suona il campanello?
Sirius si Materializza sempre in casa, non avvisa mai, mi coglie sempre di sorpresa...
Con mani tremanti aprì la porta, e sulla soglia trovò Remus sconvolto e disperato.
Rebecca... “ fu tutto ciò che Remus riuscì a dire, schiacciato da un dolore che gli toglieva le forze e il respiro, ma non ebbe bisogno di aggiungere altro perché nei suoi occhi pieni di angoscia Rebecca lesse la verità, e quello sguardo spezzò all'istante il suo cuore.
"Vattene Remus... non dire nulla... Non dire nulla! Vattene via, ti prego... vattene via!" gli disse indietreggiando nella stanza con le mani davanti a se, respingendolo con tutte le sue forze.
Non voleva farlo entrare, non voleva che parlasse, perchè se Remus fosse entrato, se Remus avesse parlato, lei avrebbe dovuto accettare la verità e non voleva farlo, non poteva farlo...
Mi avevi promesso che saresti tornato... Me lo avevi promesso Sirius!”
Rebecca urlò la sua disperazione, Remus la prese tra le braccia e lei gli si aggrappò come un naufrago si aggrappa ad un ancora di salvezza sapendo benissimo che non ci sarebbe stato scampo per lei, che niente e nessuno l'avrebbe protetta da quella tempesta.
Le lacrime uscirono con violenza dai suoi occhi e il suo cuore già spezzato sembrò sul punto di scoppiare, incapace di sopportare un dolore così grande, e lei sperò che succedesse davvero, sperò che il suo cuore smettesse di battere una volta per sempre, sperò di morire, per essere libera da quella sofferenza terribile e infinita.
Remus non riuscì a fare altro che tenerla stretta e piangere insieme a lei, incapace di darle conforto, perchè niente di quello che avrebbe fatto o detto sarebbe riuscito ad alleviare quel dolore.
Remus non ricordava di avere mai vissuto prima d'ora un esperienza tanto terribile.
Aveva visto Sirius scomparire dietro un misterioso velo, e aveva dovuto mettere da parte la sua disperazione per impedire ad Harry di attraversare l'arco dietro al quale era sparito il suo padrino, perchè Harry era pronto a varcare quella soglia per cercarlo, convinto che lo avrebbe ritrovato, pronto a combattere di nuovo al suo fianco per proteggerlo come aveva sempre fatto, e aveva dovuto lottare con tutte le sue forze per trattenerlo ed impedirgli di correre incontro alla morte.
Le urla disperate di Harry gli riecheggiavano ancora nelle orecchie e ad esse si univa il pianto disperato di Rebecca, e quel dolore si aggiungeva al dolore che straziava l'anima e il cuore dello stesso Remus che ancora una volta era rimasto solo.
Sirius se n'era andato di nuovo e stavolta per sempre, e un altro pezzo della vita di Remus se ne andava via con lui.
E tutto era finito anche per Rebecca.
Sirius se n'era andato portandosi via i loro sogni, i loro progetti, le loro speranze, la loro vita, il loro amore.
Solo una cosa le aveva lasciato: Jupiter.
Per lui sarebbe dovuta andare avanti, per lui avrebbe dovuto vivere.
"Remus, portami da lui... Ti prego, portami da lui... voglio vederlo per l'ultima volta... Sirius... Il mio Sirius... "
Il cuore di Remus iniziò a sanguinare quando dovette spiegarle che non avrebbe mai più rivisto Sirius, che quel suo ultimo disperato e legittimo desiderio non si sarebbe mai realizzato perché un maledetto velo se lo era portato via facendolo sparire per sempre.
"Ma allora... Allora forse non è morto! Forse è solo prigioniero di quel velo, è prigioniero di un incantesimo! Ti prego, fai qualcosa, torna indietro a liberarlo!implorò Rebecca. "Remus, ti prego, non dirmi di no! Tu sei un mago, tu sei il suo migliore amico, lo so che puoi salvarlo, lo so che puoi farlo! Tu sai sempre tutto Remus! Ti prego Remus, riportalo da me! Riportami il mio Sirius... Ti prego Remus... " continuò a supplicare Rebecca scossa dai singhiozzi.
Remus non riuscì a sostenere lo sguardo di Rebecca, quegli occhi pieni di lacrime che lo fissavano devastati dal dolore, e pensò di nuovo a Harry che poche ore prima gli aveva rivolto la stessa supplica.
"Fermalo... salvalo... E' appena passato..."
Harry e Rebecca si affidavano a lui, e lui non poteva fare nulla... nulla...
Se solo avesse potuto lo avrebbe fatto, avrebbe salvato il suo migliore amico, perché non c'era niente che non desiderasse di più che poterlo avere di nuovo al suo fianco.
Se solo avesse potuto avrebbe attraversato quel velo per permettere a Harry di riabbracciare il suo padrino, se solo avesse potuto avrebbe riportato Sirius da Rebecca e Jupiter che lo amavano e che avevano bisogno di lui, ma non era in grado di farlo, non era possibile farlo, e si sentì inutile, impotente e disperato.
"Se n'è andato... " disse Remus, ripetendo le stesse parole che aveva rivolto ad Harry. "Sirius se n'è andato Rebecca... Ed è rimasta questa... "
Tirò fuori dalla tasca la bacchetta magica di Sirius e la mise tra le mani di Rebecca che piangendo se la strinse al petto, incapace di accettare la realtà, incapace di credere che fosse tutto ciò che rimaneva del suo Sirius che l'aveva amata di un amore infinito e che lei avrebbe continuato ad amare per sempre.
Remus la prese tra le braccia e insieme piansero per Sirius, uniti nel dolore.



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Capitolo 32
*** E la vita continua ***


Capitolo 35 - E la vita continua





E la vita continua

Erano passati quasi due anni dalla scomparsa di Sirius, e Rebecca piangeva nuovamente tra le braccia di Remus, ma stavolta per la gioia.
Teddy era nato da poche ore, e Remus, orgoglioso papà, era subito andato ad avvisare lei e Jupiter.
Finalmente una splendida notizia, un raggio di sole nell'oscurità dopo quella tremenda notte al Ministero che aveva segnato l'inizio della seconda guerra contro Voldemort.
Da 
allora era stato un susseguirsi di tragici eventi.
Severus Piton aveva ucciso Albus Silente, Harry era in fuga con Ron ed Hermione e, come se non bastasse, pochi mesi prima i Mangiamorte avevano ucciso il padre di Ninfadora, privandolo così della gioia di poter conoscere quel nipote che portava il suo nome.

Remus e Dora si erano sposati esattamente un mese dopo la morte la morte di Silente: quel tragico evento li aveva fatti riavvicinare dopo un lungo periodo di separazione.
A dir la verità era stato Remus ad allontanarsi da Dora, e per Rebecca, già devastata dal dolore, era stato un altro duro colpo: tutto il suo mondo era andato in pezzi nel giro di pochi mesi.
Avevano passato dei momenti difficili, momenti che Rebecca preferiva non ricordare, perchè non era stato solo il matrimonio di Remus a vacillare ma anche l'amicizia e la stima che da sempre lei aveva nei confronti Remus dato che si era schierata apertamente dalla parte di Dora.
"Vattene via, non ti voglio più vedere! Se Sirius fosse qui ti avrebbe fatto pentire di essere nato!" gli aveva urlato cacciandolo di casa senza sapere che anche Harry gli avrebbe presto riservato lo stesso trattamento.
Era stato il momento più brutto della sua vita dopo la scomparsa di Sirius, perchè non si stava privando soltanto di un amico prezioso, ma stava anche togliendo a Jupiter il sostegno del suo padrino.
Ma anche Tonks era un'amica preziosa, era la madrina di Jupiter, aspettava un bambino...
Fortunatamente tutto questo apparteneva al passato, Remus aveva recuperato la ragione ed era tornato ad essere un marito innamorato e un padre felice, e nel cuore di Rebecca da quel giorno ci sarebbe stato sempre un posto speciale anche per il piccolo Teddy.
"Mamma... non piangere..." l'aveva implorata Jupiter.
Vedere sua mamma in lacrime lo aveva spaventato, e Rebecca aveva subito preso in braccio il suo amato bambino, la sua unica ragione di vita, il piccolo angelo che l'aveva salvata dall'inferno in cui era piombata dopo che il suo adorato Sirius se n'era andato.
"Non piangere amore, va tutto bene... La mamma è felice perchè Teddy è uscito dal pancione di zia Dora e presto potrai conoscerlo, e quando sarete grandi giocherete insieme, e sarete dei bravissimi maghi ad Hogwarts!" gli aveva detto Rebecca, e Jupiter le aveva sorriso.
La nascita del piccolo Teddy sarebbe stato per Jupiter uno dei primi ricordi felici dopo la morte di suo padre, perchè il figlio di Sirius aveva già dimostrato di avere un potere speciale, Rebecca se n'era accorta quando Jupiter aveva iniziato a parlare e aveva cominciato a dirle, nel suo linguaggio di bambino, che ricordava "la casa grande di papà Sirius".
Aveva capito subito che suo figlio si riferiva a Grimmauld Place, ma non capiva come facesse a ricordarsene, era impossibile, era troppo piccolo, e così lo aveva riferito a Remus.
"Rebecca, tuo figlio sarà un grande mago!" le aveva detto Remus orgoglioso dopo aver verificato di persona quel singolare talento del suo figlioccio. “Alla sua età non dovrebbe ricordarsi di Sirius, eppure i fatti dimostrano il contrario! Probabilmente passare la sua prima infanzia in un luogo ricco di magia come Grimmauld Place circondato da tutti i Maghi dell'Ordine deve aver stimolato da subito i suoi poteri!”
"Jupiter... ha davvero dei poteri magici?" aveva chiesto Rebecca incredula.
Ma certo che era un mago, perchè se ne meravigliava? Era il figlio di Sirius...
Però era strano pensare che il suo bambino un giorno avrebbe usato una bacchetta magica, avrebbe studiato in una scuola di magia, avrebbe fatto parte di un mondo diverso... un mondo che, in quel momento, non aveva niente di buono da offrire.
Rebecca, dopo la scomparsa di Sirius, aveva provato una autentica repulsione per il mondo magico che le aveva tolto tutto ciò che di più prezioso aveva al mondo, e per un lungo periodo si era augurata che suo figlio fosse un Babbano come lei dato che non aveva alcuna intenzione di farlo andare ad Hogwarts.
E, se le cose fossero andate avanti in quel modo, difficilmente Jupiter avrebbe potuto frequentare la Scuola di Magia, perchè per il mondo magico lui era solo un Nato Babbano, e nel mondo governato da Voldemort ci sarebbe stato spazio solo per i Purosangue.
Dopo aver scoperto che suo figlio era un mago Rebecca si era sentita fiera e orgogliosa.
I poteri magici erano un dono di Sirius, e in questo modo una parte di lui continuava a vivere in Jupiter.
Remus, dopo la morte di Silente, le aveva proposto di nascondersi in un luogo segreto, protetta dai membri dell'Ordine della Fenice perchè temeva per la loro vita, ma Rebecca non aveva voluto sentire ragioni.
"Non voglio nascondermi da nessuna parte. Sirius era il nostro Custode Segreto, e ormai nessuno potrà torturarlo per fargli confessare dove ci troviamo. Voldemort vuole Harry, è lui che bisogna proteggere adesso, io e Jupiter non corriamo nessun rischio, cosa potrebbe volere Voldemort da noi? Lo so, Bellatrix ha giurato di uccidere i rinnegati della famiglia Black, ma non può trovarci, l'Incanto Fidelius ci protegge! Ti ricordi Sirius a Grimmauld Place? Ti ricordi come soffriva perchè era costretto a nascondersi? Io voglio che il mio bambino sia libero, anche Sirius lo vorrebbe! Tu sai quanto è stata dura per noi... Jupiter ha vissuto la mia sofferenza, ha sofferto a sua volta, ma ora ha trovato un equilibrio, ha i nonni che gli vogliono bene, può giocare con i bimbi della sua età... Non voglio portarlo via di qui, non voglio che la sua vita venga stravolta di nuovo! Lasciamolo in pace, Remus, ti prego!"
Remus aveva rispettato la volontà di Rebecca, e lui e Tonks avevano aggiunto ai loro impegni con l'Ordine della Fenice anche la sorveglianza della famiglia di Sirius, e a volte Remus pensava che forse Rebecca aveva ragione, forse avrebbe dovuto nascondere anche lui la sua famiglia tra i Babbani.
"Ho visto anche Harry a Villa Conchiglia... E' molto provato dagli avvenimenti però sta bene! E ha anche accettato di fare da padrino a Teddy!" disse Remus e Rebecca tremò per il sollievo perchè da mesi nessuno aveva più avuto sue notizie, e Rebecca viveva con l'angoscia di perdere anche lui.
Le mancava molto Harry, avrebbe tanto voluto averlo accanto dopo la scomparsa di Sirius, sarebbe stato di grande conforto per lei, ed era sicura che anche per Harry sarebbe stato lo stesso.
Insieme avrebbero potuto condividere quel dolore ed essere un valido sostegno l'uno per l'altra, ma ancora una volta Silente aveva ritenuto opportuno tenerli separati e tenere Harry all'oscuro della sua esistenza e di quella di Jupiter.
Rebecca ancora non riusciva a credere che Sirius non ci fosse più e a volte, quando era in casa, rimaneva in attesa di un segno, di un rumore, di un qualsiasi piccolo segnale che annunciasse l'imminente Materializzazione di Sirius nel salotto, e anche Jupiter continuava a giocare vicino alla poltrona di Felpato in attesa di quel segnale che non sarebbe arrivato mai più.
Quando Jupiter compiva un nuovo progresso Rebecca d'istinto afferrava un foglio e iniziava a scrivere a Sirius quello che aveva fatto il loro bambino con l'intenzione di inviarlo via gufo a Grimmauld Place, salvo poi ricordarsi che non c'era più nessuno a Londra ad attendere le sue lettere.
A volte scriveva lo stesso quello che aveva da dire a Sirius anche se quelle lettere non sarebbero mai state spedite, fingendo che fosse solo partito per un lungo viaggio e che un giorno sarebbe tornato da lei, anche se sapeva che era solo una disperata favola che non poteva fare a meno di raccontarsi per trovare il coraggio di andare avanti giorno dopo giorno.
Per fortuna c'erano Remus e Dora, il cui aiuto si era rivelato prezioso e fondamentale.
Remus stava pian piano diventando un punto di riferimento importante per suo figlio, mentre Dora ormai era a tutti gli effetti una fantastica madrina che faceva sempre ridere Jupiter con le sue buffe trasformazioni.
E ora c'era anche il piccolo Teddy a far parte della famiglia.
Pochi giorni dopo Rebecca potè finalmente conoscerlo, e Jupiter osservò incuriosito quel piccolo fagottino dai capelli blu che dormiva tranquillo nella sua carrozzina mentre zia Dora e la mamma chiacchieravano nel parco del castello di Alphard.
Era il 2 maggio 1998.

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Capitolo 33
*** 2 maggio 1998 ***


Capitolo 32 - 2 maggio 1998





2 Maggio 1998

Era un bellissimo giorno di primavera che portava già con se il profumo dell'estate.
Al castello di Alphard il piccolo Teddy dormiva tranquillo nella sua carrozzina sistemata all'ombra di uno dei tanti alberi del parco, mentre Tonks raccontava a Rebecca la sue prime esperienze da mamma e chiedeva consigli.
Jupiter invece aveva letteralmente sequestrato zio Remus, al quale chiedeva continuamente di eseguire nuove magie e nuovi incantesimi.
Il suo preferito era l'Incanto Patronus, e Jupiter si divertiva a rincorrere quel bellissimo lupo d'argento che il suo padrino sapeva evocare con tanta bravura.
La tranquillità di quel pomeriggio venne però interrotta dall'arrivo di un gufo che si posò sulla spalla di Remus.
"E' il gufo di Kingsley!" disse Remus leggendo il messaggio.
"Cosa succede?" chiese Tonks avvicinandosi allarmata.
Harry sta bene?” chiese Rebecca, il cuore stretto in una morsa.
"Voldemort sta andando ad Hogwarts! Harry è ad Hogwarts! Finalmente ci siamo, si combatte, è la battaglia decisiva!" esclamò Remus, e Dora lanciò un urlo di trionfo.
"Portiamo Teddy da mia madre e poi andiamo!" disse dirigendosi a passo deciso verso la carrozzina, ma Remus la trattenne per un braccio: "Tu non vai da nessuna parte. Tu resti qui con Rebecca e Teddy. Ti farò avere io mie notizie appena potrò" le disse con un tono che non ammetteva repliche.
Tonks naturalmente iniziò a protestare: voleva andare ad Hogwarts, voleva combattere, voleva stare accanto a suo marito... Rebecca si allontanò insieme a Jupiter con la scusa di controllare se il piccolo Teddy si era svegliato perchè non voleva assistere a quel dialogo tra Remus e Tonks, era un momento intimo, privato, e poi era sin troppo facile per lei pensare a quando Sirius l'aveva salutata prima di recarsi all'Ufficio Misteri.
Capiva Remus e il suo desiderio di proteggere sua moglie, ma non poteva fare a meno di schierarsi a favore di Tonks.
Quante volte in quei due anni aveva rimpianto di non avere poteri magici, quante volte si era chiesta se avrebbe potuto cambiare le cose e salvare Sirius se fosse stata anche lei una strega e se avesse seguito suo marito all'Ufficio Misteri!
Remus fece una carezza a Teddy che continuava a dormire ignaro di tutto, e davanti agli occhi di Rebecca l'immagine di Remus e Teddy si sovrappose a quella di Sirius che posava Jupiter nel suo lettino prima di andarsene.
Remus, dopo aver salutato Teddy, si inginocchiò per poter guardare Jupiter negli occhi.
"Adesso zio Remus deve andare" disse sorridendo al suo figlioccio che iniziò a protestare, ma quando Remus tirò fuori dalla tasca una Cioccorana Jupiter lanciò un grido di gioia e gli buttò le braccia al collo per ringraziarlo.
Voleva bene a zio Remus e andava pazzo per la cioccolata che gli portava sempre, perchè era una cioccolata molto speciale, che faceva passare i brutti sogni.
Ora vai da zia Dora, e fai il bravo, mi raccomando!” disse Remus sorridendo. 
Jupiter gli diede un ultimo abbraccio, sorrise e scappò via.
Remus lo guardò allontanarsi, e poi si rivolse a Rebecca: non c'era più il sorriso sul suo volto, e nemmeno l'allegria nei suoi occhi.
"Rebecca, ascolta, ho detto a Dora di rimanere qui ma so già che non lo farà, mi ha detto di sì solo per tenermi buono. Non appena mi sarò Smaterializzato verrà anche lei ad Hogwarts... Figurati, non sarebbe mai capace di stare con le mani in mano, un Auror in gamba come lei!" disse Remus fiero ed orgoglioso.
"Cercherò di trattenerla qui il più possibile, anzi, cercherò di non farla andare via!" disse Rebecca.
"Apprezzo lo sforzo ma so già che sarà inutile. Sai meglio di me quanto è testarda!" disse Remus guardando con affetto sua moglie che, tenendo a bada l'ansia e la preoccupazione, stava intrattenendo Jupiter sfoggiando le sue migliori capacità di Metamorfomagus.
"Remus... Ti voglio bene, lo sai?" disse Rebecca stringendolo tra le braccia.
"Lo so... E ti voglio bene anch'io... Coraggio Rebecca, è l'ultima battaglia, lo so, lo sento!" le disse Remus tenendola stretta. "So che sei forte e che ce la farai, in questi due anni lo hai dimostrato! Sirius sarebbe orgoglioso di te!"
"Mai quanto io sono orgogliosa di lui... e di te... " disse Rebecca con le lacrime agli occhi, stringendolo ancora più forte per non lasciarlo andare via.
Quando aveva salutato Sirius non sapeva che si trattava di un addio, ma adesso si rendeva conto che quella poteva essere l'ultima volta che parlava con Remus, il migliore amico di Sirius, il padrino di suo figlio, che l'aveva accompagnata in ospedale quando era nato Jupiter, che aveva fatto da testimone di nozze quando si era sposata, che si era assunto il tremendo compito di dirle che Sirius se n'era andato.
Remus c'era sempre stato, nella gioia e nel dolore.
Era il fratello che non aveva mai avuto, il migliore amico che si potesse mai avere.
Sapeva che Remus avrebbe combattuto senza risparmiarsi e che si sarebbe sacrificato se fosse stato necessario per permettere al mondo magico di uscire da quell'incubo e per garantire a suo figlio un avvenire più sereno e felice.
 Remus si sciolse dall'abbraccio di Rebecca, e dopo averle dato un bacio sulla fronte si Smaterializzò.
 "Ciao zio Remus!" gridò Jupiter, e poi si avvicinò di nuovo alla carrozzina per osservare Teddy.
Pochi istanti prima gli aveva chiesto se voleva giocare con lui, ma Teddy non aveva risposto e aveva continuato a dormire.
La mamma gli aveva spiegato che un giorno avrebbe parlato anche lui e avrebbero potuto giocare insieme, ma nel frattempo lui cosa avrebbe fatto?
Era stanco di giocare da solo, e poi voleva anche lui i capelli blu, e anche saper fare l'Incanto Patronus, ma zio Remus non glielo aveva ancora insegnato perchè era troppo piccolo!
Jupiter si mise ad agitare un legnetto fingendo che fosse una bacchetta magica, senza accorgersi di cosa stava accandendo attorno a lui.
"Ti prego Dora non andare, rimani qui con me, aspetteremo insieme!” la supplicò Rebecca, ma Tonks fu irremovibile.
"Non posso Rebecca, devo fare la mia parte, e questo lo sai benissimo anche tu. Hai sempre detto che avresti voluto combattere al fianco di Sirius... e ora vuoi impedire a me di aiutare Remus?”
Questo è un colpo basso Ninfadora” disse Rebecca arrendendosi.
Non chiamarmi Ninfadora” replicò Tonks gettandole le braccia al collo, e le due amiche si abbracciarono per l'ultima volta.
Tonks diede un ultimo bacio a Jupiter e si Smaterializzò insieme a Teddy, e Rebecca rimase sola con suo figlio in attesa che si compisse il destino del mondo magico.

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Capitolo 34
*** Fine del primo tempo ***


Capitolo 36 - Fine del primo tempo




Fine del primo tempo


Erano passati quasi due giorni, e Rebecca ancora non aveva ricevuto notizie di Remus e Tonks.
Quel lungo silenzio non prometteva niente di buono, Rebecca lo sapeva.
Forse Voldemort aveva trionfato, e ora Remus e Tonks erano prigionieri e non potevano mettersi in contatto con lei.
Forse erano stati costretti a fuggire, e non era prudente mandare un Patronus.
O forse...
No, non ci voleva pensare, non finchè non avesse avuto la certezza definitiva.
E poi... Harry...
All'improvviso Rebecca si ricordò di Radio Potter.
Aveva seguito spesso i programmi clandestini insieme a Remus e Dora, spesso anche Remus aveva partecipato attivamente, e Jupiter si divertiva tanto quando sentiva la voce di zio Remus uscire dalla radio.
Iniziò a cercare la frequenza ripetendo continuamente Hogwarts Express, la parola d'ordine stabilita durante l'ultima trasmissione, ma non successe niente.
"Che stupida, non riuscirò mai a captare le frequenze... io non ho poteri magici e non ci sono maghi qui con me..."
"Mamma... zio Remus alla radio?" chiese Jupiter, e Rebecca sussultò quando si rese conto che in quella stanza un mago c'era anche se aveva solo tre anni!
Non ci fu bisogno di pronunciare la parola d'ordine, il mondo magico era libero, non servivano più programmi radiofonici clandestini, e bastò il tocco della piccola mano di Jupiter per far sì che la radio trovasse la frequenza giusta.
Qualcuno stava parlando, e Rebecca ebbe un tuffo al cuore quando riconobbe la voce di Harry.
"Jupiter... Harry è vivo! Ce l'ha fatta! Harry ce l'ha fatta!" esclamò Rebecca abbracciando il suo bambino, ma la sua felicità fu di breve durata.
Harry parlava della sconfitta di Voldemort ma non c'era felicità nella sua voce, sembrava fosse lui lo sconfitto e in un certo senso era così che si sentiva, perchè per arrivare alla vittoria aveva dovuto pagare un prezzo altissimo, aveva perso una dopo l'altra le persone a lui più care, a cominciare dai suoi genitori.
Con voce spezzata dal dolore iniziò a leggere i nomi di coloro che avevano perso la vita durante quella che già veniva chiamata "La Battaglia di Hogwarts", e il primo nome familiare che Rebecca sentì fu quello di Fred Weasley.
Pensò immediatamente a Molly e Arthur, a George e a tutto il resto della famiglia.
Ricordò tutte le risate che le avevano fatto fare i gemelli a Grimmauld Place e i suoi occhi iniziarono a riempirsi di lacrime.
Ma non era finita, il peggio doveva ancora venire e arrivò quando sentì i nomi di Remus Lupin e Ninfadora Tonks.
Lo sapeva che erano morti, anche se in quei giorni si era voluta illudere inventandosi mille giustificazioni e mille motivi per spiegare il loro prolungato silenzio.
E allora se lo sapeva, se lo aveva sempre saputo, perchè si meravigliava, perchè piangeva, perchè si sentiva come se l'avessero pugnalata al cuore?
"Remus... amico caro... Jupiter ti vuole bene, dovevi insegnarli l'Incanto Patronus... come farò a dirgli che anche tu non ci sei più? E come farò a dirgli che se n'è andata anche zia Dora? E Teddy... Teddy è rimasto solo... "
"Mamma... zio Remus... zia Dora... con papà Sirius?" chiese Jupiter nel suo linguaggio di bambino.
Aveva già capito, gli era bastato vedere sua madre piangere.
Aveva solo tre anni ma sapeva già quanto poteva essere crudele la vita.
Ma sapeva anche che nel cielo c'era una stella speciale, luminosa e bellissima.
Brillava più di tutte le altre e si chiamava Sirius, come suo padre, e ogni notte appariva sempre sopra la sua casa, accanto alla costellazione di Orione.
Sirius Orion.
Il nome di suo padre era scritto nel cielo, e Jupiter diceva sempre che suo padre viveva in quella stella così bella, e aveva deciso che anche zio Remus e zia Dora avrebbero vissuto lì con lui.
"Così stanno insieme... " disse Jupiter sforzandosi senza riuscirci di trattenere le lacrime, e Rebecca nonostante tutto non potè fare a meno di sorridere nel rendersi conto di quanto suo figlio fosse già così orgogliosamente Black.
"Non vergognarti di piangere Jupiter... " disse Rebecca stringendolo tra le sue braccia. "Volevi bene a zio Remus e zia Dora, e anche loro te ne volevano tanto... Ora se ne sono andati ma noi non li dimenticheremo... vivranno sempre nel nostro cuore... come papà... " 
E mentre lo cullava per fargli coraggio le venne in mente quello strano episodio accaduto la notte prima.
Jupiter si era svegliato e l'aveva chiamata e lei era corsa nella sua camera col cuore in gola, convinta che lo avrebbe trovato disperato e in lacrime come al solito, perchè Jupiter la chiamava di notte soltanto quando sognava suo padre.
Ma Jupiter non piangeva, Jupiter era seduto nel suo lettino e sorrideva come se avesse ricevuto il più bel regalo del mondo.
"Mamma... papà parla con Harry nel bosco!"
"Hai sognato papà e Harry?"
"Sì! Harry vince papà lo aiuta! Papà dice a Harry... noi siamo qui!"
Jupiter aveva indicato con il dito il cuore di Rebecca che aveva iniziato a battere più forte.
Rebecca si era portata la mano al petto e aveva avvertito la presenza di Sirius accanto a loro, come se avesse trovato il modo di tornare anche se solo per un istante.
Non poteva illudersi, non doveva illudersi, ma Jupiter era così convinto... e lei voleva crederci, doveva crederci... E ci credeva.
Si fidava di suo figlio e si fidava del suo cuore. 
"Adesso viene Harry?" chiese Jupiter guardandola speranzoso, e solo in quel momento Rebecca si rese conto che l'Incantesimo di Memoria non era stato sciolto e non sarebbe più stato possibile farlo.
Remus e Dora se n'erano andati, non c'era più nessuno nel mondo magico che ricordasse la loro esistenza.
Jupiter si aspettava di rivedere almeno Harry, e invece anche questo gli sarebbe stato negato.
Un senso di solitudine, di vuoto e di abbandono le strinse il cuore in una morsa: non poteva farcela, non ce l'avrebbe mai fatta, non era in grado di affrontare una cosa simile, non ne aveva più la forza, aveva troppo sofferto in quegli ultimi due anni.
Ma poi pensò a Sirius, che aveva trascorso 13 anni di solitudine vuoto ed abbandono ad Azkaban, che era riuscito a resistere ai Dissennatori e a fuggire quando nessuno ce l'aveva mai fatta, armato solo del suo coraggio e della consapevolezza di essere innocente.
Il dolore che provava la faceva sentire sola, ma in realtà non lo era.
Aveva i suoi genitori che l'avrebbero aiutata, aveva Jupiter che amava tanto quanto aveva amato Sirius se non di più e che le avrebbe dato ancora una volta il coraggio di superare quell'ennesimo dolore.
"E' tutto finito lo sai Jupiter? Non dobbiamo più avere paura di Voldemort, Harry lo ha cacciato via per sempre!" disse Rebecca mentre la gioia di sapere Harry vivo si fondeva con il dolore per la morte di Remus e Tonks e il disperato desiderio di poter stringere di nuovo Sirius tra le braccia, una volta soltanto, una volta ancora...
"Però Harry... Harry non potrà venire da noi adesso... No, non piangere, Harry sta bene, davvero, devi credermi! Non può venire perchè deve stare a Hogwarts ancora per qualche anno... ma un giorno verrà a trovarci te lo prometto!" disse Rebecca.
Era una bugia, Rebecca lo sapeva, e sapeva anche che avrebbe dovuto raccontargli dell'Incantesimo di Memoria, ma non era quello il momento giusto per farlo.
Jupiter aveva bisogno di un po' di sollievo e di un po' di speranza.
"Anche tu andrai a Hogwarts quando avrai undici anni... e diventerai un mago bravissimo... "
"Come papà?"
"Sì Jupiter... " disse Rebecca sorridendo tra le lacrime. "E papà ti vedrà dalla sua stella e sarà fiero di te... "
"Me la canti la canzone della stella?"
Rebecca gliela cantava spesso, sapeva che faceva sentire Jupiter in qualche modo vicino a suo padre e questo dava anche a lei consolazione e conforto, e anche se in quel momento aveva solo voglia di piangere sapeva di non poter dire di no, perchè era così che Jupiter aveva deciso di dire addio a zio Remus e zia Dora.
"Non so se riuscirò a cantartela bene... ma farò del mio meglio... " disse Rebecca trattenendo le lacrime mentre lo portava alla finestra per permettergli di salutare la sua stella speciale.

Twinkle twinkle little star, how I wonder what you are
Up above the world you shine like a diamond in the sky
Twinkle twinkle little star, how I wonder what you are

"Sirius amore mio... ce la farò come ce l'hai fatta tu, te lo prometto... "
pensò Rebecca guardando il cielo mentre Jupiter si addormentava sfinito tra le sue braccia.
Avrebbe provveduto lei all'istruzione magica di suo figlio.
Al Castello di Alphard c'era una biblioteca fornita di tutti i libri possibili e immaginabili, che parlavano di incantesimi pozioni e formule magiche.
C'erano le Fiabe di Beda il Bardo che Jupiter già conosceva, c'erano Storia di Hogwarts e Il Quidditch attraverso i secoli.
Jupiter li avrebbe letti tutti in attesa di ricongiungersi al mondo in cui apparteneva.

Avrebbe ricevuto la lettera da Hogwarts, Rebecca ne era certa.
Lo avrebbero contattato credendolo un Nato Babbano, ma avrebbero trovato... L'Erede dei Black.










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Capitolo 35
*** Secondo tempo ***


Capitolo 34 - Secondo tempo




Secondo Tempo


"E questo è tutto, Hermione" disse Rebecca concludendo il suo racconto.
"Questo è tutto? Per me è già sin troppo!" pensò Hermione mentre il suo cervello lavorava frenetico per assimilare le informazioni ricevute.
Rebecca aveva conosciuto Sirius a 25 anni e a 27 anni era rimasta vedova con un figlio di un anno.
Quanti legami spezzati, quante famiglie distrutte.
I Weasley senza Fred, Andromeda senza marito, figlia e genero, il piccolo Teddy senza i genitori.
E poi c'era Harry, che aveva sofferto come e più degli altri, ma che ora, per fortuna, era felice e sereno accanto a Ginny e ai suoi bambini.
E adesso, all'improvviso... la famiglia di Sirius!
"Io non so cosa dire..." disse Hermione ancora confusa. "Noi pensavamo che la famiglia Black si fosse estinta nel ramo maschile e che gli unici membri ancora viventi fossero Andromeda e sua sorella Narcissa! Sirius aveva lasciato tutto ad Harry, niente faceva pensare che... "
"Sirius ha lasciato Grimmauld Place ad Harry e a Jupiter il castello di Alphard, e il resto del patrimonio dei Black è stato diviso in parti uguali tra loro due!" spiegò Rebecca, ma Hermione in quel momento non era molto interessata all'aspetto legale della faccenda.
"Dobbiamo avvisare tutti, dobbiamo sciogliere l'Incantesimo di Memoria! Anni fa ho sottoposto anch'io i miei genitori ad un incantesimo così ma solo per pochi mesi! Mi chiedo se dopo così tanti anni avremo ancora i ricordi intatti o ci saranno delle conseguenze, forse dovrei prima consultare qualche volume della biblioteca di Hogwarts... "
"Se hai bisogno di qualche libro ti portiamo su al castello, lì ne trovi quanti ne vuoi!" disse Jupiter che ormai conosceva quasi a memoria i libri dello zio Alphard.
Rebecca notò il turbamento di Hermione mentre guardava Jupiter, e si rese conto di quanto fosse grande la sua somiglianza con Sirius.
Nel mondo Babbano nessuno aveva mai fatto confronti tra padre e figlio, perché quei pochi che avevano conosciuto Sirius sotto la falsa identità di John Smith lo ricordavano a malapena.
Nel mondo magico però tutti avrebbero notato che Jupiter assomigliava a suo padre praticamente in tutto tranne che nel colore dei capelli, e ne sarebbero stati colpiti esattamente come lo era in quel momento Hermione.
"Mamma, quando mi porti a comprare la bacchetta magica?" chiese Jupiter impaziente, scorrendo la lista del materiale che gli occorreva. "Mi serve anche un calderone! E due divise! E tutti questi libri! No, non è giusto!" esclamò
all'improvviso visibilmente contrariato. "Perchè non si possono portare i manici di scopa personali? Però ne voglio uguamente comprare uno nuovo, quello di zio Alphard è troppo vecchio!"

"Ma tu sai già volare su una scopa?" chiese Hermione sbalordita.

"Certo! Su al castello c'è una vecchia scopa, la mamma la usava per pulire il pavimento, non lo sapeva che era magica! Invece io tre anni fa l'ho presa in mano e ha iniziato a muoversi, e allora ci sono salito sopra e... "
"... e mi ha fatto prendere un colpo, temevo che si ammazzasse, e invece è nato per volare!" concluse Rebecca ridendo mentre ricordava la prima vera magia di suo figlio. "A sette anni ha letto Il Quidditch attraverso i secoli, e da allora ha deciso che avrebbe fatto il Cercatore! E pensare che suo padre era negato per il Quidditch!"
Hermione sussultò: suo padre.
Sirius.
Ancora stentava a crederlo, e fissava in continuazione la foto del matrimonio di Sirius e Rebecca che le aveva mostrato Jupiter.
Aveva fatto la damigella d'onore e non ricordava nulla, ed era logico visto che la sua memoria era stata modificata, eppure non poteva fare a meno di sforzarsi per cercare di richiamare quei ricordi sepolti dentro di lei anche se sapeva che era inutile, l'unica maniera per ricordare era eseguire il corretto controincantesimo.
"Chissà quando lo saprà Harry!"
HARRY!
Cosa faceva ancora lì, non c'era un attimo da perdere, Harry doveva vedere con i suoi occhi, doveva conoscere la famiglia di Sirius!
"Venite con me, presto, vi porto a casa mia! Ho bisogno di un Auror che mi rimetta a posto i ricordi, e per fortuna mio cognato è il miglior Auror che ci sia!" disse Hermione sorridendo maliziosa.
Ora toccava a lei sorprendere Rebecca!
"Mio cognato è il Capo del Dipartimento per l'Addestramento Auror del Ministero. Ha sposato Ginny... e io ho sposato Ron! Ma credo che tu abbia già capito di chi sto parlando!" concluse Hermione ridendo mentre il cuore di Rebecca scoppiava di felicità.
Hermione aggiornò rapidamente Rebecca e Jupiter sulle loro situazioni familiari, e Rebecca si entusiasmò quando seppe che il primogenito di Harry si chiamava James Sirius, però sollevò non poche obiezioni quando seppe che il secondogenito si chiamava Albus Severus.
"In effetti è una cosa che in famiglia ha fatto decisamente scalpore!" spiegò Hermione ridendo. "Ron ancora non si da pace, ha addirittura chiesto a Ginny se non fosse sotto Maledizione Imperius quando ha accettato la proposta di Harry di dare il nome del professor Piton a suo figlio! Ma Harry ha deciso di chiamarlo così perchè alla fine ha scoperto che Piton era un amico d'infanzia di sua madre e che in realtà lo proteggeva da Voldemort! E' una storia lunga e te l'ho anche raccontata male, ma io non sono la persona più adatta per farlo, questo è compito di Harry!"
"Qualunque sia stata la motivazione, poco ma sicuro che Sirius non gli avrebbe mai permesso di usare quel nome!" disse Rebecca.
"Allora, andiamo da Harry sì o no?" chiese Jupiter decisamente annoiato da tutti quei discorsi, e impaziente di poter finalmente incontrare tutte quelle persone che aveva visto solo in fotografia.
"Hai ragione Jupiter, non ha senso aspettare ancora!" disse Hermione. "Ora ci Smaterializzeremo, e vi porterò a casa mia... ad Hogsmeade!"

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Capitolo 36
*** Hogsmeade ***


Capitolo 36 - Hogsmeade



Dopo la fine della guerra
il negozio dei Tiri Vispi Weasley era stato abbandonato al suo destino perchè George, senza il suo gemello, non aveva più la voglia e l'ispirazione per creare nuovi scherzi.

Fred e George erano sempre stati gli idoli di Ron, che aveva sempre approvato e sostenuto i loro progetti, e non poteva permettere che il negozio di Diagon Alley chiudesse: era stato anche il sogno di Fred, e non voleva che anche quel sogno morisse insieme a lui, e così, nel tempo libero, andava a Diagon Alley per aiutarlo nella gestione del negozio.
Presto Ron aveva scoperto che il mondo dei Tiri Vispi Weasley lo attirava molto di più della carriera di Auror del Ministero, e così aveva deciso di lavorare accanto a George in qualità di socio, mentre ad Hermione era stata offerta la cattedra di Babbanologia.
La Preside McGrannit desiderava tenere accanto a se quella che era considerata una delle migliori streghe mai esistite, ed Hermione aveva accettato con entusiasmo.
La proposta di lavoro della McGrannit era arrivata insieme alla proposta di matrimonio di Ron, e così i due avevano comprato casa ad Hogsmeade per permettere ad Hermione di conciliare lavoro e famiglia, e per permettere a George di realizzare un altro vecchio sogno suo e di Fred: rilevare Zonko e trasformarlo in un negozio di Tiri Vispi Weasley per educare all'arte dello scherzo le future generazioni di studenti che avrebbero frequentato Hogwarts.
George era così rimasto a Londra, e viveva a Diagon Alley con sua moglie Angelina Johnson che lo aiutava nella gestione del negozio, ed era anche diventato padre da pochi mesi di un bambino che non poteva che chiamarsi Fred.
Dopo tanta sofferenza finalmente la vita era tornata a sorridere anche a lui.
Anche Ron ed Hermione si godevano la loro meritata felicità, e dopo un periodo di "rodaggio" in veste di padrino e madrina del piccolo James Sirius Potter erano diventati a loro volta genitori di Rose, nata due mesi dopo Albus Severus, il secondogenito di Harry e Ginny.
Hermione si Materializzò insieme a Jupiter e a Rebecca nel centro di Hogsmeade e li guidò verso la sua casa, un appartamento situato proprio sopra il negozio di scherzi, e mentre passeggiavano illustrava loro gli angoli più importanti del villaggio.
Rebecca rimase incantata da Hogsmeade che le ricordava i villaggi delle favole che aveva letto da bambina, quando era convinta che maghi, streghe ed incantesimi fossero solamente il frutto della fantasia dei Fratelli Grimm.
"Questo è l'unico villaggio di tutta la Gran Bretagna abitato esclusivamente da maghi" spiegò Hermione salendo in cattedra. "Nel 1612 c'è stata la Rivolta dei Folletti, mentre lassù sulla collina c'è la Stamberga Strillante che un tempo era creduta l'edificio più infestato dai fantasmi di tutto il paese mentre in realtà... Oh, Merlino! Ma proprio a te Rebecca lo vengo a raccontare?" esclamò Hermione.
"Sì, in effetti sono abbastanza ferrata sull'argomento" rispose Rebecca sorridendo mentre vedeva per la prima volta quello che era stato il Quartier Generale dei Malandrini.
Chissà quante volte Sirius aveva percorso le strade di Hogsmeade insieme a Remus e a James... e sicuramente aveva anche fatto qualche passeggiata romantica con la fidanzatina del momento.
Rebecca non potè fare a meno di provare un pizzico di invidia nei confronti di quella sconosciuta ragazza che aveva percorso quelle strade accanto a Sirius in un tempo ormai lontano.
Hermione invece non potè fare a meno di pensare che a Harry per un anno era stato proibito di recarsi ad Hogsmeade perchè Sirius era evaso da Azkaban, e tutti credevano che lo volesse uccidere.
Ricordò i manifesti con il suo viso da ricercato affissi ovunque nel villaggio e spostò lo sguardo su Jupiter, che invece passeggiava libero e indisturbato osservando tutto quanto ad occhi sgranati.
"Mamma guarda! Le Cioccorane che mi portava sempre zio Remus!" esclamò Jupiter davanti alla vetrina di Mielandia.
E
ntrò spedito nel negozio seguito da Rebecca ed Hermione, e si ritrovò faccia a faccia con un ragazzino di circa otto anni che stava facendo scorta di caramelle accompagnato dalla nonna.
Rebecca lo guardò e si sentì mancare il respiro.
Era un neonato l'ultima volta che lo aveva visto, ma lo riconobbe immediatamente.
Non lo aveva mai
dimenticato, così come non aveva mai dimenticato i suoi genitori.

"Ciao Hermione!" esclamò, e i suoi capelli blu diventarono viola per l'entusiasmo.
Era un Metamorfomagus come sua madre e il suo sguardo era dolce come quello di suo padre anche se nei suoi occhi c'era molta più luce e molta più serenità, perchè fortunatamente non doveva convivere con l'angoscia della maledizione che aveva perseguitato Remus per tutta la vita.
"Teddy!" esclamò Rebecca con il cuore che batteva all'impazzata mentre il cuore di Andromeda, al contario, rischiò di fermarsi.
"Sirius... " sussurrò con un filo di voce, portandosi una mano alla bocca e osservando Jupiter come se veramente fosse stato un fantasma.
Non era Sirius, non poteva essere Sirius, ne era perfettamente consapevole, e poi quel ragazzino era biondo, però la somiglianza era impressionante, lei Sirius lo aveva visto nascere, lo aveva visto crescere... e gli occhi...
Si accorse che Rebecca portava al dito un anello con inciso lo stemma dei Black, e di nuovo rimaste sbalordita e senza parole.
Erano parenti, senza dubbio... ma da dove venivano?
"Credo che sia oppurtuno presentarci" disse avvicinandosi a Rebeccca. "Io sono Andromeda Black, la figlia di Cygnus Black e di Druella Rosier Black" disse in tono solenne, ripetendo la formula di presentazione in uso tra le famiglie Purosangue che tante volte aveva pronunciato durante i noiosi ricevimenti a cui da giovane aveva dovuto presenziare suo malgrado.
 Andromeda era una Black rinnegata, ma certe abitudini erano radicate in lei e dure a morire.
"Signora Andromeda... Lei non mi conosce ma io sì..." disse Rebecca ancora frastornata da quell'incontro inaspettato. "Mi chiamo Rebecca Scott, sono una Babbana... e sono... ero... la moglie di Sirius... Ninfadora era una mia carissima amica, e Remus è stato il padrino di mio figlio!”
Rebecca si voltò e fece un cenno a Jupiter che le si avvicinò, gli mise un braccio intorno alle spalle, lo portò di fronte ad Andromeda e sorridendo con orgoglio disse: "Lui è Jupiter Alphard. Il figlio di Sirius".
Mentre Rebecca era di nuovo costretta a ripercorrere in poco tempo gli ultimi 11 anni della sua vita a beneficio di Andromeda, e mentre Hermione era sempre più impaziente di riacquistare la memoria perduta, Jupiter e Teddy gettavano le prime basi di un'amicizia che avrebbe già potuto essere di lungo corso se il destino non li avesse separati così presto.
Teddy aveva ereditato l’esuberanza e la vivacità di zia Dora e travolse Jupiter come un fiume in piena, rivolgendogli mille domande cariche di entusiasmo mentre dava fondo alle Cioccorane esposte in negozio, esortando Jupiter a fare altrettanto e illustrandogli la biografia dettagliata di tutte le figurine dei maghi celebri che trovavano in ogni confezione.
Ma davvero tu sei il figlio di Sirius Black? Io so tutto di tuo padre, tutti conoscono la storia di tuo padre! Lo sai che andava a scuola con mio padre e che erano amici? Ed era anche il padrino di Harry Potter! A proposito, Harry è il mio padrino!" concluse con orgoglio.  Teddy gli spiegò che il Ministero aveva sempre cercato di far passare sotto silenzio il fatto che si fossero sbagliati a giudicare colpevole Sirius Black mandandolo ad Azkaban senza regolare processo, perchè era imbarazzante per loro dover ammettere un errore così grande.
Harry però, alla fine della guerra, aveva fatto in modo che tutti sapessero la verità e che si rendessero conto che il suo padrino era innocente, che non aveva mai tradito James e Lily Potter, e che non era mai stato il braccio destro di Voldemort come tutti avevano sempre erroneamente pensato.
Nessuno aveva messo in dubbio la parola di Harry Potter, e anche il nuovo Ministro della Magia, Kinglsey Schaklebolt, scese in campo al fianco di Harry per riabillitare definitivamente il nome di Sirius Black.
Venne anche a sapere che la casa di Grimmauld Place, sempre per volere di Harry, era stata trasformata in un museo dedicato all’Ordine della Fenice in cui veniva raccontata la storia di quel gruppo di maghi coraggiosi che avevano unito le loro forze per contrastare l’ascesa di Lord Voldemort.
"Ma c'è ancora il ritratto di mia nonna che insulta tutti?” chiese Jupiter, sicuro che Teddy avrebbe avuto la risposta: quel ragazzino era una miniera di informazioni che aveva carpito a Harry e Andromeda sin dal momento in cui aveva cominciato a parlare e a fare domande. 
Sì, c’è ancora e hanno dovuto creare un altro ingresso perchè i visitatori si divertivano a fare rumore apposta per svegliarla!" rispose Teddy e Jupiter si mise a ridere perchè li capiva perfettamente. 
Rebecca infatti gli aveva raccontato che
quando aveva più o meno otto mesi il suo gioco preferito consisteva proprio nel gattonare strillando sotto il ritratto di Walburga col chiaro intento di farla infuriare.

Rebecca cercava in tutti i modi di tenerlo lontano da lì e a Sirius ribolliva il sangue ogni volta che sentiva Walburga insultare suo figlio, ma nello stesso tempo si sentiva orgoglioso del suo bambino che non aveva paura di quella vecchia strega.
Jupiter non ricordava nulla e quindi non vedeva l'ora di poter rivedere quel bizzarro quadro con i suoi occhi per scoprire se si sarebbe arrabbiato di nuovo e divertirsi un po'.
Allora stai per andare a Hogwarts? Come ti invidio... Io devo aspettare ancora tre anni!” disse Teddy. “Hai mai usato una bacchetta magica? Io sì! Un giorno ho preso la bacchetta alla nonna e ho incendiato la siepe dei nostri vicini di casa! Quanto si è arrabbiata... "
"Mi sembra che qui c'è qualcuno che si sta divertendo!" disse Hermione avvicinandosi sorridendo seguita da Rebecca e Andromeda.
"Dai, andiamo! Devo assolutamente recuperare la mia memoria, mettere a posto la memoria di Ron e chiamare Harry! E poi devo avvisare la Preside! Avanti, su, non c'è un minuto da perdere!" esclamò piena di entusiasmo.
"Sì, dai, andiamo da Ron!" esclamò Teddy. "Vedrai, Jupiter, che spettacolo i Tiri Vispi Weasley!"



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Capitolo 37
*** L'abbraccio che aspettavo ***


Capitolo 36 - L'abbraccio che aspettavo



L'abbraccio che aspettavo

Jupiter aveva già deciso che da grande sarebbe andato ad abitare a Hogsmeade, perchè non esisteva al mondo un posto più bello!
Prima Mielandia, ora i Tiri Vispi Weasley... per non parlare di tutte le altre meraviglie che doveva ancora scoprire!
E poi c'era Teddy, il figlio di zio Remus e di zia Dora, con il quale era subito entrato in sintonia e che lo incuriosiva parecchio perchè era il primo mago più o meno della sua età con cui entrava per la prima volta in contatto.
Anche Teddy era Metamorfomagus come zia Dora, e in quel momento stava mostrando a Rebecca le sue trasformazioni migliori.
Jupiter notò che sua madre rideva ma allo stesso tempo sembrava quasi che volesse mettersi a piangere, e anche lui provava una sensazione strana perchè Teddy gli faceva pensare a zio Remus e zia Dora, a tutte le volte che avevano giocato insieme a lui, a tutte le volte che lo avevano consolato quando sentiva la mancanza di suo padre, a quando zio Remus gli dava le Cioccorane e la tristezza svaniva... ma poi Teddy iniziò a parlare di Quidditch e anche quei pensieri svanirono.
Teddy era cresciuto in una famiglia in cui il Quidditch era il pane quotidiano.
Harry era stato il più giovane Cercatore di Hogwarts, Ron era stato portiere del Grifondoro, George Weasley e sua moglie Angelina ai tempi della scuola avevano ricoperto rispettivamente il ruolo di Battitore e Cacciatore mentre Ginny era addirittura stata Cacciatore nelle Holyhead Harpies.
Dietro la Tana dei Weasley c'era un piccolo campo dove da sempre si giocavano amichevoli partite in famiglia, e Teddy a sei anni già smaniava perchè voleva partecipare attivamente al gioco, e così Harry aveva deciso di farlo scendere in campo come Portiere, almeno non avrebbe dovuto svolazzare qua e là con il rischio di cadere e rompersi l'osso del collo.
Mai mossa fu più azzeccata: Teddy si rivelò subito essere un portiere estremamente abile, e il suo più grande sogno era quello di ricoprire un giorno quel ruolo nei Cannoni di Chudley, la sua squadra nel cuore.
Lo zio di mio padre ha giocato come Battitore nel Puddlemere United!” disse Jupiter.
"Lo so... si chiamava Alphard, era anche zio di mia nonna... Lei andava a vederlo giocare quando era piccola... " disse con aria cupa Teddy mentre i suoi capelli iniziavano a diventare grigi.
Il Puddlemere United era il più acerrimo rivale dei Cannoni di Chudley, e
il rischio che Jupiter diventasse un loro tifoso era concreto perché era sempre stata la squadra del cuore dei Black, persino nonna Andromeda simpatizzava per loro!
Teddy invece era sempre andato allo stadio con Harry... era stato lui a trasmettergli la passione per i Cannoni di Chudley!
Si ripromise di far cambiare idea a Jupiter prima che fosse troppo tardi.
Mentre Teddy completava la sua conferenza sul Qudditch Hermione effettuò il controincantesimo per sciogliere l'Incantesimo di Memoria e Ron, dopo alcuni secondi di smarrimento (e un paio di miseriaccia) abbracciò Rebecca e rimase sbalordito davanti a Jupiter, incapace di credere che quel ragazzino che gli stava di fronte fosse lo stesso neonato che aveva conosciuto a Grimmauld Place.
"Ora, Ron, fammi tu il controincantesimo!" disse Hermione che non vedeva l'ora di recuperare i suoi ricordi perduti, e la prima cosa che la sua memoria mise a fuoco fu il matrimonio di Sirius e Rebecca, forse perchè aveva ancora negli occhi la fotografia che le aveva mostrato poche ore prima Jupiter.
Che Jupiter fosse il figlio di Sirius lo aveva capito già da un pezzo, però era bello poter ricordare quei momenti passati insieme e poter finalmente abbracciare Rebecca come una vecchia amica.
"Dai, ora vieni a casa mia... Andiamo a chiamare Harry!" li esortò Hermione impaziente, e Rebecca la seguì altrettanto ansiosa mentre Jupiter rimase nel negozio.
Teddy gli stava illustrando tutte le meraviglie dei Tiri Vispi Weasley, e Ron suggerì a Rebecca di lasciarlo stare, ci avrebbe pensato lui a portarlo di sopra.
Hermione salì le scale che collegavano il negozio al suo appartamento, e Rebecca si rese conto di non essere l'unica Babbana presente a Hogsmeade poichè conobbe i genitori di Hermione che si prendevano cura della piccola Rose, una bellissima bambina di circa due anni che somigliava molto alla madre e che aveva i capelli di un bellissimo rosso ramato, la più bella tonalità di rosso mai apparsa nella famiglia Weasley, come amava sempre sottolineare Ron.
"E ora Rebecca preparati, perchè sto per chiamare Harry!" esclamò Hermione e, afferrata la bacchetta magica, evocò il suo Patronus e gli affidò il seguente messaggio: "Harry, vieni subito a casa mia, è urgente! Ci sono importanti novità che riguardano Sirius!"
Pochi istanti dopo Rebecca, per la prima volta dopo tanti anni, udì l'inconfondibile suono che annunciava la Materializzazione di un mago. 
"Ciao Hermione, ma cos'è successo? Cosa devi dirmi su Sirius?" chiese Harry entrando nella stanza.
"Resta fermo così... Devo metterti a posto la memoria!" disse Hermione emozionata, pregustando il momento in cui Harry avrebbe compreso la verità.
Harry battè le palpebre stupefatto ma non ebbe tempo di ribattere perchè gli venne puntata contro la bacchetta magica, e un terremoto si scatenò nel suo cervello.
Harry... Quanto mi sei mancato... Se soltanto Sirius potesse vederti ora...
Rebecca
moriva dalla voglia di corrergli incontro e di abbracciarlo ma non si mosse e restò con il fiato sospeso in attesa che l'incantesimo facesse effetto e la riconoscesse.
Harry si guardò intorno ancora confuso, e finalmente la vide.
A
l primo momento gli apparve come una giovane donna che lo guardava emozionata, ma subito nella sua testa iniziarono a farsi strada ricordi lontani, ed iniziò a pensare ad una ragazza che aveva conosciuto molti anni prima.

Ma era un'altra persona... o era la stessa?
Grimmauld Place... lei era più giovane e aveva un bambino in braccio... E lui era arrabbiato molto arrabbiato... 
"Vuoi vedere la cicatrice? Ecco guarda! Sei contenta adesso?"
Un bambino di pochi mesi toccava la sua cicatrice e lui non si arrabbiava... Un bambino a cui stava imparando a voler bene...
Anche Teddy toccava la sua cicatrice quando era molto piccolo, anche i suoi figli lo facevano, e lui aveva sempre avuto l'impressione di avere già vissuto quel momento, e si era sempre chiesto perchè... 

Twinkle twinkle little star, how I wonder what you are... “  
La ninna nanna preferita dai suoi bambini, era stato lui ad insegnarla a Ginny... ma dove l'aveva imparata?
Non lo sapeva... La conosceva e basta...

"E' una ninna nanna molto popolare fra i Babbani, anche tua madre la conosceva, e a volte Sirius... quando era con te... "
Questa voce...  questa voce che gli parlava di Sirius e della sua infanzia...
"Sei il mio figlioccio, Harry... Ci tengo ad averti accanto in un giorno così importante!”
Sirius... Questa era la voce di Sirius... 

Sirius gli stava parlando, gli 
stava chiedendo di fare da testimone di nozze...
Lui e
ra stato il testimone delle nozze di Sirius con...

"Rebecca... " sussurrò Harry mentre la sua memoria spezzata si ricomponeva.
"Harry... Ti ricordi di me?" chiese Rebecca visibilmente commossa.
Rebecca... la mia madrina... “ sussurrò Harry con un nodo in gola mentre Rebecca gli andava incontro, e finalmente si scambiarono quell'abbraccio che Rebecca aveva atteso per dieci lunghi anni.



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Capitolo 38
*** Harry e Teddy ***


Capitolo 38 - Harry e Teddy




Harry e Teddy


Harry! Che bello ci sei anche tu!

Teddy entrò in casa e corse subito ad abbracciare il suo padrino al quale non vedeva l'ora di comunicare le importanti novità che aveva scoperto.
Ma lo sai chi è lui?” esclamò trascinandolo letteralmente verso Jupiter.E' figlio di Sirius Black! Il figlio del tuo padrino! E sai chi era il suo padrino? Il mio papà! E se tu sei il mio padrino, e se il mio papà era il padrino di Jupiter e se Sirius Black era il tuo padrino vuol dire che siamo parenti?" esclamò Teddy entusiasta mentre i suoi capelli continuavano a cambiare colore.
"Certo che siete parenti" gli spiegò sorridendo Andromeda. "Io e Sirius eravamo cugini di primo grado e quindi anche tu e Jupiter siete cugini, e sareste entrambi sull'Albero Genealogico dei Black se io e Sirius non fossimo stati cancellati tanti anni fa".
"Ma dai, finalmente ho un cugino anch'io! Albus e James ne hanno tanti, solo io non ne avevo nemmeno uno!
Nemmeno Jupiter aveva cugini dato che Rebecca era figlia unica ma in quel momento Jupiter non ci pensava, tutta la sua attenzione era rivolta a Harry che lo guardava incapace di credere ai propri occhi.
 
"Sirius... ora so che cosa provavi tutte le volte che mi vedevi... " pensò Harry mentre Jupiter lo osservava altrettanto stupito ed incredulo.
Sapeva che un giorno lo avrebbe incontrato, sua madre glielo aveva sempre detto, e si era sempre chiesto cosa avrebbe fatto quando se lo sarebbe ritrovato di fronte.
Il momento era arrivato e Jupiter non ebbe un attimo di esitazione, gli corse incontro e gli buttò le braccia al collo provando un'emozione alla quale non riusciva a dare un nome.
"Ma Harry, cosa fai, piangi?" chiese Teddy stupito quando si accorse che il suo padrino aveva gli occhi lucidi.
"Sono felice" disse semplicemente Harry stringendo Teddy con un braccio mentre con l'altro continuava a tenere stretto Jupiter. “Sono felice perché il mio padrino mi ha appena fatto un regalo”.
Non era in grado di trovare altre parole per far capire a Teddy come si sentiva in quel momento quando lui per primo non riusciva ancora a rendersi conto di quello che gli era appena successo.
"Allora io mi commuoverò quando mi regalerai la Firebolt 3000!" esclamò Teddy, e Andromeda lo rimproverò: "Ma insomma! Ti sembra questo il momento?"
"Lascia stare Andromeda... Ormai lo sai com'è fatto questo piccolo Malandrino!" disse Harry arruffando i capelli di Teddy che gli sorrise felice: gli piaceva essere chiamato così.
Harry voleva un bene infinito a Teddy, che lo ricambiava con lo stesso trasporto.
Il legame tra loro era speciale, perchè oltre ad essere padrino e figlioccio erano entrambi rimasti orfani senza aver avuto la possibilità di conoscere i loro genitori.
Solo Harry riusciva a comprendere Teddy da questo punto di vista, e solo Teddy riusciva a capire fino in fondo il vuoto che Harry aveva nel cuore e, sebbene fosse solo un bambino, si riteneva comunque fortunato perchè poteva contare sull'affetto e il sostegno di nonna Andromeda e del suo padrino, mentre Harry non aveva avuto nemmeno questo.
Per Harry era inevitabile pensare a Sirius ogni volta che stava con Teddy, e non era mai stato difficile per lui compiere il suo dovere di padrino perché gli bastava pensare a tutto quello che avrebbe voluto fare con Sirius e a tutto quello che Sirius aveva fatto per lui.
Sirius era stato presente nella vita di Harry per soli due anni, e i loro incontri erano sempre stati brevi, frettolosi e clandestini a parte il periodo trascorso a Grimmauld Place.
Ma Sirius anche se lontano gli era sempre stato vicino, Harry aveva sempre saputo di poter contare su di lui in ogni momento e per qualsiasi cosa, e Sirius aveva sempre risposto alle sue lettere, aveva sempre risposto ad ogni sua richiesta di aiuto. 
Aveva risposto tutte le volte… tranne una.
E in quell’occasione ci aveva pensato Remus a proteggerlo e ad aiutarlo ad accettare la dura realtà.
Remus era diventato il suo punto di riferimento dopo la morte di Sirius, e Harry ancora ringraziava il destino che gli aveva permesso di essere presente a Villa Conchiglia quando Remus era giunto ad annunciare la nascita di Teddy.
Proprio in quell’occasione era stato nominato padrino, anche se al momento non si era reso pienamente conto di ciò che era successo e dell’importanza che Teddy avrebbe avuto nella sua vita.
L'abbraccio che aveva scambiato con Remus in quell'occasione e l'immagine di lui che felice sorridente svaniva nella notte erano gli ultimi ricordi che aveva dell'uomo che un tempo era stato il migliore amico di suo padre e del suo padrino.
James, Sirius, Remus… I Malandrini di Hogwarts se n’erano andati uno dopo l'altro, rendendolo orfano per ben tre volte.
La felicità arriverà”.
Questo aveva pensato dopo la battaglia di Hogwarts, quando il dolore per la morte delle persone che aveva amato era più forte della gioia per la sconfitta definitiva di Voldemort.
E alla fine la felicità era arrivata davvero, era arrivata con Ginny.
Quella che tutti avevano sempre pensato fosse l'innocente cotta di una bambina si era in realtà rivelato un vero e profondo amore, che aveva rappresentato tutto quello di cui Harry aveva bisogno per rinascere, per guarire, per ricominciare.
E poi erano arrivati i doni più preziosi: James Sirius e Albus Severus, che insieme a Teddy e Ginny rappresentavano quell'affetto sicuro che la vita gli aveva a lungo negato.
E ora, all'improvviso, la scoperta che il suo legame con Sirius, l'unica famiglia che avesse mai avuto, non si era mai spezzato.
Harry ripensò a ciò che Luna Lovegood gli aveva  detto tanti anni prima.
Le cose che perdiamo trovano sempre il modo di tornare... anche se non come ce lo aspettiamo..."
Avevi ragione Luna.
Avevi proprio ragione.

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Capitolo 39
*** Gocce di memoria ***






Gocce di memoria

Il primo giorno di Rebecca e Jupiter nel mondo magico fu memorabile.
Ron ed Hermione li invitarono a fermarsi a pranzo e ovviamente rimase anche Harry, ancora frastornato dagli avvenimenti.
Completavano il gruppo Teddy e Andromeda, perchè niente e nessuno avrebbe potuto portare via Teddy da quella nuova famiglia appena scoperta e della quale già sentiva di fare parte.
Harry avrebbe voluto rimanere di più con loro, ma purtroppo per quel pomeriggio il Primo Ministro sarebbe andato a visitare il Centro di Addestramento Auror e la presenza di Harry era per forza di cose necessaria.
“A proposito Rebecca... il Ministro della Magia è Kingsley Schackebolt!” la informò Harry, e Rebecca restò senza parole: il suo matrimonio era stato celebrato nientemeno che dal Primo Ministro in persona!
A Jupiter dispiaceva lasciare Hogsmeade, non voleva separarsi così presto da Teddy, che era un perfetto compagno di giochi e che gli stava dando molte informazioni sul mondo magico.
Per non parlare di Harry!
Non immaginava che incontrarlo di nuovo gli avrebbe procurato una emozione così grande e così forte... era stato quasi come ritrovare suo padre!
Alla fine anche Teddy accompagnò Jupiter e Rebecca a casa insieme a Harry, e una volta giunti a destinazione i due ragazzini si precipitarono nella camera di Jupiter che mostrò a Teddy la sua Playstation, e Teddy andò in estasi davanti a quel meraviglioso marchingegno fabbricato dai Babbani.
“Avrò bisogno del tuo aiuto nei prossimi giorni, Harry... Devo andare a comprare i libri per Jupiter ma, soprattutto, lo devo registrare all'anagrafe magica! Per i Babbani è come se fosse figlio di padre ignoto visto che ha sempre portato il mio cognome, ma per il mondo magico è come se non fosse mai nato! Desidero che possa finalmente avere la sua vera identità e chiamarsi Black come suo padre quando andrà a Hogwarts!"
“Mi sembra giusto, gli spetta di diritto. Dammi il suo certificato di nascita e ci penserò io” le aveva detto Harry, e Rebecca era andata in camera a prendere due buste sigillate con lo stemma dei Black.
“Questo è il certificato di nascita rilasciato dall’ospedale Babbano dov’è nato Jupiter, e questo è il testamento di Sirius, in cui riconosce Jupiter come suo figlio”
Harry la guardò stupito: c'era un altro testamento di Sirius?
Rebecca gli sorrise e iniziò a raccontargli come stavano le cose.

Grimmauld Place, 30 Dicembre 1995

Rebecca stava provando per l'ennesima volta l'abito da sposa sotto l'attenta supervisione di tutte le donne di casa.
Le stava benissimo, valorizzava al massimo la sua figura, non c'era bisogno di aggiungere ulteriori modifiche, era perfetto così e l'indomani sarebbe apparsa a Sirius in tutto il suo splendore.
All'improvviso la porta si aprì e Sirius apparve sulla soglia.
Molly lanciò un urlo: "Non devi vederla adesso! Porta male!" e Tonks, rapida come un fulmine, gli chiuse la porta in faccia e contemporaneamente gli lanciò un Incantesimo Confundus per fare in modo che dimenticasse tutto quello che poteva avere visto.
“Ma non si bussa prima di entrare?” esclamò Rebecca indispettita.
Ormai lei e Sirius stavano insieme da un anno e mezzo e avevano un figlio di sei mesi, il loro rapporto non avrebbe di certo vacillato se lui l'avesse vista in abito da sposa qualche ora prima del matrimonio, ma doveva essere una sorpresa... possibile che gli uomini non capissero certe cose?
"Quando hai finito scendi un attimo, ti devo parlare" le disse Sirius attraverso la porta chiusa, e poi scese nello studio di suo padre.
Non gli andava di star lì, ma d'altra parte era l'unico posto in cui si trovavano tutti i documenti più importanti che riguardavano la famiglia Black, e Sirius aveva un po' di questioni da sistemare che riguardavano la famiglia che aveva creato con Rebecca e della quale faceva parte anche Harry.
"Eccomi, Sirius" disse Rebecca raggiungendolo, un po' intimorita dall'austerità di quella stanza fredda e buia.
"E così domani ci sposiamo..." aveva esordito Sirius sorridendo e avvolgendola nel suo abbraccio.
"Sì l'ho sentito dire... " aveva risposto Rebecca ridendo e posandogli un bacio sulle labbra.
"Ascolta, ci sono delle cose di cui devo parlarti, cose un po' noiose, ma devo, come si suol dire, sistemare i miei affari! Ecco, guarda... Con questo documento riconosco Jupiter come mio figlio e unico erede. Finchè la mia innocenza non sarà riconosciuta si chiamerà Jupiter Alphard Scott, ma quando tutto sarà finito chiamerà Jupiter Alphard Black...     E' incredibile quanto io ci tenga, chi l'avrebbe mai detto che un giorno il cognome Black sarebbe diventato così importante per me! Qui invece c'è scritto che a Jupiter spetta il castello di zio Alphard, mentre in quest'altro documento lascio questa casa a Harry... "
"Sirius, smettila, mi stai facendo paura... Questo non è un documento qualsiasi, questo è il tuo testamento!" esclamò Rebecca.
"E va bene, lo è! Guarda, sono d'accordo con te, avrei potuto benissimo evitare di farlo, ma Remus ha continuato ad insistere, dice che è meglio tutelarsi, che i beni dei Black sono tanti, che devono essere amministrati con cura, che non si sa mai cosa potrà succedere se scoppierà la guerra... Insomma, pur di farlo tacere ho messo giù queste due righe! Dai, non fare quella faccia, è solo una precauzione, ora li metto via e non ne parleremo più,  ma era giusto che tu lo sapessi" aveva concluso Sirius e le aveva dato un bacio sulla fronte.
"A proposito... Prima l'Incantesimo Confundus di Dora non mi ha raggiunto, però stai tranquilla, non ho visto quanto eri bella con l'abito da sposa!”
“Ma doveva essere una sorpresa!” protestò Rebecca.
“Non ti preoccupare, domani sarò l'uomo più sorpreso del mondo!” disse Sirius ridendo e baciò Rebecca che lo ricambiò con trasporto.
Per alcuni minuti si isolarono da tutto, condividendo le emozioni e la felicità di quelle poche ore che li separavano dal momento in cui sarebbero diventati marito e moglie, e infine uscirono dallo studio per raggiungere Jupiter che rideva felice in salotto in compagnia di Harry, Hermione e dei ragazzi Weasley che, come sempre, si facevano in quattro per farlo divertire.

"Pochi giorni dopo il nostro matrimonio venne effettuato l'Incantesimo di Memoria. Io tornai a vivere a Castleblack, e Sirius mi fece portare via anche il suo testamento e i documenti che riguardavano il nostro matrimonio e la nascita di Jupiter" disse Rebecca tornando al presente. 
"Ascolta Rebecca, io sono il proprietario di Grimmauld Place, però non ci ho mai vissuto, ho voluto farla diventare un Museo della Memoria dedicato dell'Ordine della Fenice! Il piano di sopra è stato restaurato, è diventato un appartamento in cui mi fermo quando sono costretto a stare a Londra per impegni di lavoro. La stanza di Sirius però non è stata toccata, e nemmeno quella di Regulus. Sirius l'ha lasciata a me ma spetta di diritto a Jupiter, è lui l'erede dei Black!”
"Non preoccuparti Harry, per quel che mi riguarda la mia casa è questa e poi c'è il castello di Alphard che è il posto in cui avremmo vissuto se non... Sirius ha pensato a te e a Jupiter, ha diviso tutto in parti uguali, non va cambiato nulla! E vuoi sapere una cosa? Parlando con Remus ho in seguito scoperto che non aveva suggerito un bel niente a Sirius, quel Malandrino ha fatto tutto di sua iniziativa, solo che non ha voluto dirmelo per non farmi preoccupare. Ha sempre voluto proteggerci..." concluse Rebecca stringendo la mano di Harry che ricambiò la sua stretta mentre si scambiavano uno sguardo carico d'affetto commozione e rimpianto e la presenza invisibile di Sirius si faceva sentire più che mai.
"Harry! Ma lo sai che quella Playstation è fantastica?" gridò Teddy uscendo dalla stanza di Jupiter. "Non la si potrebbe fabbricare anche per i maghi con il Quidditch al posto del calcio?"
"Non è una cattiva idea... magari quando sarai grande la inventerai proprio tu!" disse Harry sorridendo e ricordando all'improvviso che anche Dudley aveva una Playstation che lui ovviamente non poteva toccare e che alla fine era volata fuori dalla finestra di Privet Drive, vittima di un capriccio di suo cugino: lo aveva anche scritto a Sirius!
"Anche Jupiter gioca a calcio lo sai Harry? E' una specie di Cacciatore visto che deve mandare la palla nella porta!" disse Teddy.
"Mio nonno mi ha fatto diventare un tifoso dei Glasgow Rangers, a sei anni sono andato alla scuola calcio di Castleblack e ho continuato fino ad oggi! Adesso però dovrò lasciare i miei compagni, e mi dispiace... Ma non vedo l'ora di giocare a Quidditch! " disse Jupiter mostrando a Harry la foto della sua squadra. "Magari porterò il mio pallone a Hogwarts... e insegnerò ai miei compagni maghi come si gioca!" concluse entusiasta.
"E io potrei sempre fare il portiere!" esclamò Teddy e poi uscì in giardino con Jupiter "per fare due tiri".
"Jupiter è decisamente un tipo sportivo!" disse Harry.
"Già... in questo non ha preso nulla da Sirius, è decisamente molto più simile a mio padre!" disse Rebecca. "Gli è sempre piaciuto giocare a calcio ed è sempre stato un bravo attaccante anche se a volte riusciva a segnare perchè i suoi avversari inciampavano in una radice che sbucava all'improvviso dal terreno o perchè le stringhe delle scarpe si intrecciavano tra loro... Io l'ho sempre rimproverato Jupiter perchè non è giusto imbrogliare e l'ho minacciato di non farlo più giocare se non avesse smesso, ma sotto sotto ero orgogliosa del mio piccolo malandrino che sapeva già gestire così bene i suoi poteri magici!"
A malincuore Harry si separò da Rebecca nonostante le proteste di Jupiter e Teddy che lo imploravano di restare.
La riunione a cui doveva partecipare era troppo importante, e poi doveva approfittare della presenza di Kingsley per raccontare anche a lui ciò che aveva appena scoperto.
Ma, soprattutto, non vedeva l'ora di tornare da Ginny, impaziente di raccontarle tutto e di farle recuperare la memoria per  condividere con lei quei ricordi che aveva sempre avuto ma che non aveva mai saputo di avere.
"Chissà cosa dirà Molly quando lo saprà!" pensò Harry e scoppiò a ridere ricordando suoi batibecchi con Sirius il furibondo litigio con Rebecca a Grimmauld Place. "E chissà, forse Arthur riuscirà finalmente ad andare allo stadio con il padre di Rebecca!"


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Capitolo 40
*** Riunione di famiglia ***


Capitolo 40 - Riunione di famiglia





Riunione di famiglia
 

Rebecca e Jupiter tornarono a ricevere posta via gufo per la prima volta dopo tanti anni, e il primo messaggio arrivò da Arthur e Molly che stavano organizzando una riunione di famiglia alla tana per festeggiare il loro ritorno nel mondo magico.
George spedì a Jupiter una scatola che conteneva un campionario dei migliori fuochi d'artificio prodotti dai Tiri Vispi Weasley, mentre Harry si Materializzò direttamente da loro con tutta la sua famiglia per consegnare il suo regalo di compleanno a Jupiter: un bellissimo gufo reale che gli sarebbe stato utile per scrivere e ricevere posta una volta giunto ad Hogwarts.
Per Rebecca fu emozionante rivedere Ginny e conoscere finalmente James Sirius e Albus Severus e Ginny si rese conto che, da quel momento, Jupiter avrebbe fatto parte della sua famiglia esattamente come ne faceva già parte Teddy.
Anche Jupiter, come Harry, era stato costretto a lasciare il mondo magico e a vivere tra i Babbani quando aveva solo un anno, ma era sempre stato consapevole della sua natura magica e, grazie alle fotografie e ai racconti di Rebecca custodiva vivo nel cuore il ricordo di suo padre.
La lettera da Hogwarts non lo aveva colto impreparato perchè
Jupiter aveva imparato tutto ciò che c'era da sapere su Hogwarts e sul mondo magico grazie ai libri della biblioteca di zio Alphard, ma fu brutto colpo per lui quando Harry gli disse che non bastava conoscere a memoria le formule dei principali incantesimi o gli ingredienti delle pozioni più importanti per considerarsi un mago di primo livello.
A
vrebbe dovuto imparare a gestire i suoi poteri per poterli usare al meglio, e per fare questo avrebbe dovuto studiare sodo.
Tutto questo aveva smorzato un po' gli entusiasmi di Jupiter anche se Harry si era affrettato a rassicurarlo ricordandogli che Sirius Black era stato uno degli studenti più brillanti di Hogwarts e che di sicuro aveva ereditato le sue capacità.

In quell'occasione Harry aveva anche visitato il castello di Alphard, e Jupiter ne approfittò per inaugurare nel parco i fuochi d'artificio che gli aveva inviato George per la gioia di James Sirius e Albus Severus che gradirono lo spettacolo più di ogni altra cosa.
Rebecca e Jupiter non abitavano nel castello dato che la loro vita si svolgeva nel mondo dei Babbani però vi si recavano spesso, soprattutto durante i fine settimana, e per Jupiter era sempre stato un vero tormento non poter rivelare ai suoi compagni di scuola che il castello della leggenda di Castleblack esisteva davvero... ed era suo!
All'inizio era stato difficile per Rebecca spiegare a suo figlio che doveva mantenere segreta l'esistenza del mondo magico, e in attesa che fosse sufficientemente grande per capirlo aveva detto ad amici conoscenti ed insegnanti che il suo bambino aveva una fantasia molto sviluppata e amava inventare favole che parlavano di streghe, incantesimi... e maghi che si trasformavano in animali!
"A Castleblack ci sono bambini che conoscono le fiabe di Beda il Bardo" disse Rebecca a Harry. "Quando Jupiter andava all'asilo chiedeva sempre alla sua maestra di raccontargli la fiaba del mago e del pentolone salterino, e così ho dovuto portare il libro in classe e raccontare che il padre di Jupiter lo aveva ricevuto in dono da sua nonna quando era bambino... Da quando ho incontrato Sirius ho sempre dovuto raccontare delle mezze verità... Jupiter si è sempre lamentato di questo, se fosse per lui abolirebbe lo Statuto di Segretezza! Alla fine ho risolto il problema comprandogli le scatole dei giochi di magia che usano i bambini Babbani e tutti mi facevano i complimenti perchè Jupiter era bravissimo, soprattutto con le carte... Alle feste di compleanno e alle recite scolastiche doveva sempre esibirsi, e puoi solo immaginare quanto fosse felice di farlo e mostrarsi per quello che veramente era anche se nessuno lo capiva!"

Jupiter portò Harry a visitare una stanza che era stata arredata su misura per un adolescente, e alle cui pareti c'erano numerosi poster dei Cannoni di Chudley.

Allora alla fine Teddy è riuscito a convincerti a fare il tifo per loro?” chiese Harry divertito poi però, guardando meglio, si rese conto che in quei poster era ritratta la formazione dei Cannoni di Chudley del 1995. 
"Questa non è la mia stanza, è la tua! E' la stanza che pa aveva preparato per te!" gli disse Jupiter lasciandolo senza parole.
"Sono andata a Diagon Alley insieme a Remus a comprare i poster della tua squadra del cuore" gli spiegò Rebecca. "Sirius per forza dell'abitudine li ha attaccati alla parete con un Incantesimo di Adesione Permanente, e comunque non li avrei mai tolti perchè Jupiter si è sempre divertito un mondo a vederli volare sulle loro scope!"
Harry notò, ancora una volta, che Rebecca parlava quasi sempre di Sirius usando il presente, come se fosse uscito di casa da pochi minuti per farne subito ritorno, e non riusciva a darle torto.
Anche lui era stato a lungo convinto che un giorno avrebbe rivisto Sirius, che se solo avesse alzato il Velo all'Ufficio Misteri lo avrebbe trovato dall'altra parte, e a casa di Rebecca si era spesso sorpreso a guardarsi intorno, quasi si aspettasse di vederlo uscire dalla stanza accanto.
Era la stessa sensazione che provava tutte le volte che gli capitava di recarsi a Grimmauld Place.

"L'Incantesimo di Adesione Permanente era il marchio di fabbrica di Sirius" ricordò sorridendo Harry. "Quando siamo tornati a Grimmauld Place ci siamo ripetutamente chiesti quando Sirius avesse appiccicato quelle decorazioni rosso e oro sulle tende di Walburga. Nessuno di noi riusciva a ricordarselo, e quindi eravamo giunti alla conclusione che lo avesse fatto quando eravamo già tornati ad Hogwarts! E invece... "
"E invece ecco qua!" gli aveva detto Rebecca mostrandogli l'album di nozze, e lei e Harry si abbandonarono ai ricordi senza però mai nominare l'Ufficio Misteri e tutto ciò che ne era seguito.
Un giorno lo avrebbero fatto, ma al momento per loro era più importante ricordare i momenti felici vissuti con Sirius e riallacciare quel legame che il destino aveva spezzato prima che potesse definitivamente consolidarsi, e la riunione di famiglia alla Tana diede finalmente a Jupiter la possibilità di incontrare di nuovo tutte le persone che aveva conosciuto durante i suoi primi mesi di vita.
Ma questa casa è pazzesca!” esclamò Jupiter al colmo dell'entusiasmo non appena si trovò davanti all'abitazione dei Weasley insieme a sua madre a e ai suoi nonni, anche loro invitati da Molly e Arthur.
Rebecca non ebbe nemmeno il tempo di dare uno sguardo alla Tana perché venne letteralmente travolta dall’abbraccio di Molly che aveva aspettato impaziente sulla soglia il loro arrivo.
Molly… “ disse Rebecca con un filo di voce, ma non fu in grado di aggiungere altro perché la signora Weasley era un fiume in piena e piangeva senza ritegno mentre la stringeva fino a quasi a soffocarla.
"Mi dispiace tanto Rebecca... Mi dispiace... "
"E a me dispiace per Fred... " disse Rebecca sentendo un nodo in gola e lottando disperatamente per non cedere alle lacrime.
Il dolore di Molly era sincero, ma Rebecca voleva che quella serata fosse una festa per Jupiter.

Desiderava che Sirius venisse ricordato con un sorriso, lei stessa amava ricordarlo audace ribelle e Malandrino e aveva fatto in modo che anche Jupiter serbasse nella sua memoria solo il meglio di suo padre, e così, sperando rasserenare gli animi, chiamò Jupiter affinchè si avvicinasse.
"Vediamo un po' se lo riconosci!" disse Rebecca sorridendo orgogliosa, ma l'effetto non fu quello che sperava, perchè Molly impallidì violentemente e per un attimo sembrò sul punto di svenire.
"Tu... Lui... Vi somigliate... Era un bravo papà, ti voleva bene, me lo ricordo quando ti prendeva in braccio e ti faceva giocare... " disse avvicinandosi a Jupiter con il chiaro intento di abbracciarlo, e Jupiter, d'istinto, si rifugiò dietro Rebecca e Harry.
"Harry, per piacere, riaccompagna la mamma in casa" disse Ginny avvicinandosi e prendendo in mano la situazione. "Scusa Rebecca, ma la mamma da quando ha riacquistato la memoria è un po'... scombussolata!" concluse sorridendo nervosamente.
Molly aveva inziato a provare i primi rimorsi alla fine della guerra era perchè, dopo la morte di Fred, aveva sofferto anche lei di quegli "attacchi di broncio" di cui soffriva Sirius quando stava a Grimmauld Place, e non si dava pace per aver sottovalutato le sue sofferenze e per aver liquidato in quel modo la sua depressione scambiandola per il capriccio di un ragazzino viziato.
Si era resa conto di non aver mai parlato veramente con Harry dopo la scomparsa del suo padrino per chiedergli come si sentiva, perchè Harry sembrava aver reagito bene dato che non ne parlava mai.
Soltanto dopo aveva capito che il dolore di Harry era talmente grande da togliergli il respiro e le parole.

Ritrovare Rebecca e riacquistare la memoria le stava costando parecchie notti insonni, perchè era perseguitata dal ricordo di quella orribile frase pronunciata a Grimmauld Place: "Non sei stato in grado di prenderti cura di Harry quando eri ad Azkaban!"
Molly... non pensarci più, è successo tanto tempo fa... Alla fine avevamo fatto pace, ricordi?“ disse Rebecca. “Harry mi ha raccontato quello che hai fatto durante la Battaglia di Hogwarts... sei stata molto coraggiosa, e non ti nascondo che è un sollievo per me sapere che Bellatrix non c'è più... anche se nessuno potrà mai ridarmi Sirius... “
Jupiter trasalì sentendo quelle parole e strinse forte la mano di Rebecca che provò una fitta al cuore: le cose non stavano andando per il verso giusto, non era così che aveva immaginato quella serata... 

"Molly, Arthur... che piacere rivedervi!" esclamarono Paul e Isabel avvicinandosi, e Rebecca tirò un sospiro di sollievo perchè la presenza dei suoi genitori contribuì a rasserenare l'atmosfera.
Isabel donò a Molly un libro di ricette Babbane, e Arthur si entusiasmò come un bambino quando venne invitato allo stadio da Paul per andare a vedere i Glasgow Rangers la domenica successiva.
"Allora cugino... vogliamo giocare o no a Quidditch?"
Jupiter si voltò e sorrise a Teddy che era arrivato in quel momento in compagnia di Andromeda.
Aveva passato anni a sognare davanti al poster dei Cannoni di Chudley, e quando aveva scoperto di saper volare aveva passato ore ad esercitarsi nel volo sulla scopa di zio Alphard nel parco del castello, ma non aveva mai potuto destreggiarsi tra i Bolidi, non aveva mai visto una Pluffa e, soprattutto, non aveva mai provato l'emozione di stringere tra le dita il Boccino d'Oro.
Perchè Jupiter aveva deciso che avrebbe fatto il Cercatore, e nient'altro.
Non sapeva come mai fosse così convinto che quello era il suo ruolo, lo sapeva e basta, era qualcosa che faceva parte di lui, ce l'aveva nel sangue, se lo sentiva.
Ora per Jupiter era giunto il momento di cominciare a fare sul serio, anche se si trattava di una semplice partitella fra amici.
"Sono pronto!" esclamò con entusiasmo e, con la vecchia scopa di zio Alphard sulla spalla, raggiunse il campo dei Weasley con Teddy al suo fianco.
"Se permetti, Jupiter, per la tua prima partita vorrei che tu usassi questa" disse Harry sorridendo e porgendogli un manico di scopa che fece sgranare gli occhi a Teddy.
"No! Non ci credo! Questa è la tua Firebolt del 1993! All'epoca cavalcare questa scopa era il massimo per un Cercatore!" esclamò Teddy mentre i suoi capelli diventavano di un rosso acceso, e iniziò ad illustrare tutte le caratteristiche principali di quel manico di scopa a beneficio di Jupiter.
Teddy era un vero esperto in scope da Quidditch, e per il suo ultimo compleanno aveva ricevuto in dono da Harry una Baby Nimbus, il manico di scopa più ambito dai bambini al di sotto dei dieci anni, anche se il suo sogno proibito restava sempre la Firebolt 3000, e sperava che Harry gliela regalasse il giorno in cui sarebbe finalmente andato a Hogwarts.
Teddy era anche una vera e propria enciclopedia vivente per quel che riguardava il Quidditch, in grado di citare a memoria le formazioni di tutte le principali squadre e i vincitori dei campionati degli ultimi dieci anni, e in quei pochi giorni aveva già provveduto ad aggiornare le conoscenze di Jupiter, che era in possesso di una copia piuttosto vecchia del Quidditch attraverso i secoli, ma purtroppo non era riuscito a convertirlo alla sua fede.
I Cannoni di Chudley non se la passavano bene quell'anno mentre il Puddlemere United aveva vinto tutto, e poi nonna Andromeda aveva anche avuto la bella idea di mostrare a Jupiter una foto di lei bambina in braccio a zio Alphard nella sua divisa da Battitore del Puddlemere.
A Teddy non era rimasto altro da fare se non accettare la sconfitta.

"Questa è una scopa molto speciale" spiegò Harry a Jupiter. "La usavo quando ho vinto il mio primo Torneo di Quidditch ad Hogwarts e quando ho sconfitto l'Ungaro Spinato al Torneo Tremaghi. Ho ricevuto solo due manici di scopa in regalo nella mia vita, la prima volta avevo un anno, la seconda volta 13 anni e, in entrambi i casi, è stato tuo padre a regalarmeli. Credo non ci sia scopa più adatta per la tua prima partita di Quidditch!" 
"Davvero te l'ha regalata papà?" chiese Jupiter incredulo
ed esitò un po' prima di prenderla in mano.
Quella rivelazione di Harry lo aveva turbato, si sentiva strano, si sentiva confuso, aveva voglia di ridere, voglia di piangere... voglia di volare.
Con gesto sicuro afferrò la Firebolt e vi montò sopra, e rapido come il vento sfrecciò verso Rebecca urlando entusiasta "Mamma! Indovina un po' che scopa è questa!?"

Rebecca tornò immediatamente col pensiero alla lettera di Harry che aveva intercettato per caso quando ancora pensava che Felpato fosse il suo cane.
Quella lettera aveva spinto Sirius a rivelarle la sua identità dando così inizio alla loro storia d'amore, e proprio con quella lettera Harry ringraziava Sirius per avergli donato la Firebolt.
Ed ecco che ora il cerchio si chiudeva, con Jupiter che volava felice su quel manico di scopa che Harry aveva conservato tra i suoi ricordi più cari.

"Quel ragazzo è nato per volare!" pensò Harry mentre lo guardava allontanarsi.
Teddy si mise davanti alla sua porta, e chiese a Jupiter di giocare nella sua squadra meravigliando non poco Harry: di solito Teddy pretendeva sempre di avere lui come Cercatore.
Alla formazione si unirono George e Angelina, impegnati come al solito nei loro rispettivi ruoli di Battitore e Cacciatore.

Harry giocò quindi come Cercatore nella squadra avversaria insieme a Ginny Cacciatore, Ron Portiere e Bill Battitore.
“Avanti Vicky, libera il Boccino!" disse Bill alla sua bimba, Victoire, di soli sei anni.
Bastò quello per far sì che Jupiter dimenticasse tutto il resto: era giunto per lui il momento di mettersi alla prova e di dimostrare quel che valeva, perchè lui era nato per volare, e per volare in alto.
All'inizio Jupiter commise il classico errore del Cercatore inesperto perchè iniziò a girare come un forsennato per il campo di gioco scrutando l'orizzonte alla ricerca del Boccino che sembrava essere scomparso nel nulla.
Era importante per un Cercatore mantenere i nervi saldi e il sangue freddo, ma in quel momento l'ebbrezza del primo volo libero e l'emozione di giocare la sua prima partita a cavallo di una scopa tanto speciale impedivano a Jupiter di essere razionale e calcolatore come ci si aspettava da lui.
Harry afferrò il Boccino senza difficoltà, e Jupiter non la prese affatto bene.
"Su, non prendertela" gli disse Harry per incoraggiarlo, ma vedendo la delusione dipinta sulla faccia di Jupiter si rese conto che aveva davanti un vero membro della famiglia Black, e la cosa lo divertì.
"Quanto mi ricorda Regulus... " sospirò Andromeda mentre seguiva la partita accanto a Rebecca.
"Regulus?" esclamò Rebecca, e Andromeda le sorrise.
"Lo so cosa stai pensando... Regulus Black era un Mangiamorte, come può mio figlio somigliare a lui? Non preoccuparti Rebecca, è normale... Sai così poco della famiglia Black, hai avuto così poco tempo per conoscere tutta la nostra storia, e sinceramente non ti dò torto se non hai una grande opinione della Nobile Casata visto che io per prima sono fuggita da tutto e da tutti! E con quella cara suocera che ti sei ritrovata a Grimmauld Place, poi! " disse Andromeda ridendo ma, all'improvviso, si fece seria e proseguì con una frase che a Rebecca suonò incomprensibile: "Erano tante le cose che Sirius non sapeva sul conto di suo fratello... " concluse con la voce che tremava leggermente.
Rebecca notò il suo turbamento, ma prima che potesse fare qualsiasi domanda Andromeda riacquistò il controllo delle sue emozioni.
"Ma non è questo il momento nè il luogo più adatto per parlare dei nostri torbidi segreti di famiglia!" disse sorridendo e riacquistando un tono leggero. "Questo è il debutto di Jupiter nel mondo magico, è la sua prima partita di Quidditch, per il resto ci sarà tempo, perchè immagino che anche tu vorrai saperne di più su noi Black, dopotutto tuo figlio è l'ultimo erede! E mi ricorda Regulus perchè l'ho visto volare tantissime volte, e posso dirti con assoluta certezza che è da lui che Jupiter ha ereditato il talento per il Quidditch!"
"E' vero, anche il fratello di Sirius era un Cercatore!" esclamò Rebecca ricordando all'improvviso la foto che Regulus aveva appeso nella sua camera da letto a Grimmauld Place.
L'aveva vista solo una volta, poi Sirius aveva chiuso a chiave la porta dicendo che nessuno avrebbe dormito lì dentro, e Rebecca non aveva fatto domande: sapeva quanto doloroso fosse l'argomento per lui.

"Era un Cercatore di grande talento!" proseguì nel frattempo Andromeda. "Se la cara zia Walburga fosse stata sana di mente lo avrebbe incoraggiato ad unirsi al Puddlemere United e non ai Mangiamorte! Regulus considerava sua madre la persona più importante al mondo, e questo è un altra cosa che ha in comune con tuo figlio, ma Jupiter è stato molto più fortunato. Tuo figlio è legatissimo a te e si vede, e tu lo adori, lui è tutta la tua vita e io ti capisco Rebecca, capisco quello che provi, perchè anche Teddy è stato la mia salvezza... se non ci fosse stato lui... "
Rebecca e Andromeda si scambiarono uno sguardo d'intesa, e non ci fu bisogno di aggiungere altro.
Entrambe avevano visto i loro sogni e la loro vita distrutte in pochi istanti, ed entrambe avevano trovato negli occhi di un bambino la forza per rialzarsi e continuare a vivere.

Andromeda iniziava a volere bene a Rebecca e approvava la scelta che aveva fatto Sirius, felice che suo cugino avesse avuto alla fine un po' di serenità, e vedeva molto di lui in Jupiter a cui spesso veniva spontaneo chiamarla “nonna” come faceva Teddy, e Andromeda era ben felice: “Visto che Walburga non vuole avere niente a che fare con Jupiter il suo posto lo prenderò io... dopotutto adesso sono io la donna più anziana ancora in vita della famiglia Black!”
Anche Rebecca iniziava a provare affetto per Andromeda e adorava Teddy, esuberante e vivace come Ninfadora, dolce e gentile come Remus, i suoi amici tanto amati e mai dimenticati.

"Hai fatto un buon lavoro Rebecca, hai reso Jupiter consapevole di quello che è, hai mantenuto vivo in lui il ricordo di suo padre. Anche tu l'hai reso orgoglioso di essere un Black, ma tu hai saputo amarlo e guidarlo nella giusta direzione, tu gli hai dato i giusti valori, e anche Sirius sarebbe stato un buon padre, ne sono certa!" disse ancora Andromeda.
"Sirius adorava Jupiter" disse Rebecca. "Aveva molti progetti per lui, molti sogni... Desiderava dargli tutto ciò che non aveva ricevuto da suo padre! Ha avuto poco tempo per stare con suo figlio, ma ha saputo comunque lasciare il segno... Jupiter è orgoglioso di essere un Black perchè per lui essere un Black significa essere figlio di Sirius. Ha sentito molto la sua mancanza, forse più di quanto io possa immaginare. Per lui tornare nel mondo magico è stato un po' come ritrovare suo padre!”
All'improvviso delle urla concitate riportarono la loro attenzione sulla partita in corso.
“Ma secondo voi è normale tutto questo?” strillò Rebecca che temeva di vedere suo figlio sfracellarsi al suolo mentre rincorreva Harry sulla scopa in un testa a testa entusiasmante per accaparrarsi il Boccino d'Oro.

Era già la terza volta che il Boccino gli sfuggiva e Jupiter era più che mai deciso ad avere la meglio e così, senza mostrare paura ed esitazione, raggiunse Harry e, fulmineo, gli tagliò la strada, tanto che Harry dovette fare del suo meglio per non cadere dalla scopa mentre Jupiter afferrava il Boccino con un urlo di trionfo e veniva raggiunto in volo ed abbracciato da un altrettanto urlante Teddy che sfoggiò per l'occasione una cresta di capelli di un arancione abbagliante.
Quella sera Jupiter fece fatica a prendere sonno perché non riusciva a smaltire del tutto l'adrenalina che gli era entrata in circolo durante la sua prima partita di Quidditch, e faticava a gestire le emozioni che si agitavano nel suo cuore da quando aveva fatto ritorno nel mondo magico.

Rebecca se ne accorse, così entrò nella camera di suo figlio e lo trovò nel suo letto, intento a seguire con lo sguardo il Boccino che aveva conquistato quella sera e che ora svolazzava in lungo e in largo sul soffitto.
"Cosa c'è, tesoro? Non riesci a dormire?" chiese sedendosi sul bordo del letto e accarezzandogli i capelli.
"Mamma ma allora io... sono un mago davvero?" chiese fissandola intensamente con i suoi occhi grigi e fermando per un istante il cuore di Rebecca che ogni volta ritrovava lo sguardo di Sirius negli occhi di suo figlio.
"Ma certo che lo sei... Lo sei sempre stato..." gli disse sorridendo dolcemente.
"Sì, lo sapevo però... Però è strano! Harry, Teddy, tutti gli altri... Li abbiamo ritrovati, come mi dicevi tu! E tutto quello che so fare... Insomma, è magia davvero!" disse Jupiter incapace di spiegare ciò che si agitava nel suo cuore, ma Rebecca lo comprese perfettamente.
"Anch'io all'inizio non riuscivo a credere che papà fosse davvero un mago. Te l'ho raccontato tante volte, all'inizio pensavo che fosse solo il mio cane, mai avrei immaginato... Tuo padre aveva gli stessi poteri che hai tu e che presto imparerai ad usare, e lo saprai fare bene, vedrai!"
Sarebbe stato bello se ci fosse stato anche lui a vedermi volare oggi... “ disse Jupiter, e Rebecca lo abbracciò sentendo un nodo in gola.
“Ma papà era con te... ti ricordi del sogno, vero? Cosa ti aveva detto?”
“Che lui è qui... “ disse Jupiter mettendosi la mano sul cuore.
“Non dimenticarlo mai, soprattutto quando sarai a Hogwarts. Sono sicura che lo sentirai ancora più vicino quando sarai laggiù”.
“Hogwarts... non vedo l'ora!” disse Jupiter tornando a sorridere. "E tu vieni qui!" disse chiamando il Boccino d'Oro che gli si posò docile in mano continuando ad agitare le ali.

Rebecca gli augurò la buonanotte e uscì dalla stanza, e Jupiter si addormentò con il Boccino stretto in mano e nei suoi sogni cavalcò di nuovo la Firebolt che Harry gli aveva alla fine regalato e che ora stava appoggiata sul pavimento ai piedi del suo letto.

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Capitolo 41
*** Il tesoro nascosto ***


Capitolo 40 - Il tesoro nascosto








Il tesoro nascosto


E infine giunse un altro momento importante per Jupiter: l'acquisto del corredo scolastico.                   
Harry accompagnò Rebecca e Jupiter a Diagon Alley, e anche Teddy si unì al gruppo.
Non avrebbe rinunciato alla possibilità di passare un'altra giornata in compagnia di Jupiter al quale non vedeva l'ora di mostrare quello che considerava in assoluto il negozio più bello del mondo, Accessori di prima qualità per il Quidditch.                                                                                                                                 
Il figlio di Remus e Tonks era anche impaziente di entrare da Olivander per assistere alla scelta della bacchetta magica.
Chissà, forse con un po' di fortuna avrebbe potuto provare anche lui qualche bacchetta, e magari avrebbe trovato subito quella che aspettava solo di essere a lui destinata, ma si rendeva conto che era un sogno troppo ambizioso, perchè a nessun mago al di sotto degli undici anni era permesso possedere una bacchetta magica, e il signor Olivander, geloso della sua arte, non gli avrebbe mai fatto tenere in mano una delle sue preziose bacchette finchè non avesse avuto l'età consentita dalla legge.
Il programma della giornata prevedeva anche l'acquisto di una bella scorta di Cioccorane, una visita al negozio dello zio George, che avrebbe sicuramente dato loro una fornitura gratuita di Tiri Vispi Weasley e, per concludere in bellezza, uno dei leggendari gelati di Florian Fortebraccio.
Teddy non stava più nella pelle, ma la sua eccitazione non raggiungeva i livelli di quella di Jupiter, impaziente di compiere un nuovo ed importante passo in quel mondo a cui sentiva di appartenere ogni giorno di più.
E fu così che un pomeriggio di fine agosto il gruppetto si ritrovò a passeggiare per le strade di quell'antico borgo pieno di vita e di negozi.                                              
Rebecca cercò subito il suo negozio preferito, Madama McClan.                                                                  Avrebbe acquistato lì l'uniforme scolastica per Jupiter e, già che c'era, si sarebbe comprata un vestito anche per lei.                                                                            
Jupiter era felice di percorrere quelle strade che aveva già percorso durante la sua prima infanzia, quando la mamma e zia Dora uscivano da Grimmauld Place per portarlo a spasso, ma, soprattutto, era felice per quella giornata che lo vedeva protagonista assoluto.
"Direi di cominciare dalla bacchetta magica!" esclamò.
“Sono d'accordo!" approvò Teddy, e i due ragazzini si diressero svelti verso Olivander, ma Rebecca li bloccò: "No, aspettate... dobbiamo andare alla Gringott!”
"Bhè, in effetti mia mamma ha ragione!" disse Jupiter. "Con i soldi Babbani non possiamo comprare niente qui!"
Entrarono così in quell'imponente e maestoso edificio, e Rebecca tirò fuori dalla sua borsa la chiave di una cassetta di sicurezza che apriva la camera blindata numero 711, che era stata di Sirius e che ora apparteneva a suo figlio.
Quando la camera blindata si aprì Jupiter rimase sbalordito nel vedere la quantità d'oro che conteneva, e ancora una volta Harry non potè fare a meno di rivedere se stesso nel figlio di Sirius, perchè anche lui aveva a lungo ignorato di possedere dell'oro alla Gringott.
"Wow, ma allora sei ricco!" esclamò Teddy. "Oggi il gelato lo paghi tu!"
Rebecca però non badava alle monete d'oro, la sua attenzione era rivolta ad una scatola di legno lunga e stretta che conteneva qualcosa che per lei valeva più di tutti i tesori conservati in quel luglio.
Remus gliel'aveva consegnata quella maledetta notte di dieci anni prima, e Rebecca aveva deciso che doveva essere conservata in un luogo sicuro finchè Jupiter non avesse avuto l'età giusta, e lo stesso Remus si era recato a Diagon Alley per depositarla alla Gringott.
Rebecca porse la scatola a suo figlio cercando di fermare il tremito delle sue mani e l'aprì rivelandone il contenuto.                                                 
“Questa era la bacchetta magica di tuo padre" disse semplicemente e poi tacque, sopraffatta dall'emozione.                                                                                            
Jupiter osservò la bacchetta magica senza osare toccarla, mentre nella mente di Rebecca scorrevano i ricordi della sua vita con Sirius.

"Cosa c'è Jupiter?" chiese Sirius sorridendo al suo bambino di otto mesi che, seduto sul pavimento del salotto a Grimmauld Palce si sbracciava strillando e ridendo freneticamente.
Sirius seguì lo sguardo di suo figlio e vide che i suoi piccoli occhi grigi erano fissi sulla bacchetta magica.                                                                                                                           
"Ah, ho capito... Cosa devo far apparire? L'arcobaleno? Le stelle?"                                                      
Jupiter, con cenno imperioso "tipicamente Black", indicò la bacchetta magica e Sirius scoppiò a ridere.                                                                                                                             
"La vuoi provare? Davvero? Ecco, prendila" disse Sirius mettendola nella sua manina, e Jupiter l'afferrò saldamente rivolgendo un sorriso radioso a suo padre.  
"E adesso fammi vedere un po' cosa sai fare!" disse prendendolo in braccio e posando la sua mano sulla mano di suo figlio.
Improvvisamente dalla bacchetta magica uscì una pioggia di stelle colorate, e Jupiter iniziò a ridere, felice ed emozionato, convinto di avere eseguito da solo l'incantesimo.            
"Sei bravissimo, sei più bravo di me, sei il mago migliore che ci sia al mondo!" disse Sirius stringendolo forte e godendo della sensazione indescrivibile che provava ogni volta che sentiva quelle piccole braccia strette intorno al collo.                                                            
"Vuoi riprovare?" chiese conoscendo già la risposta, e di nuovo posò la sua mano sulla mano del suo bambino, e di nuovo dalla sua bacchetta uscirono stelle, arcobaleni e scintille colorate per l'immensa gioia di entrambi, mentre Rebecca sorridente osservava con amore gli uomini più importanti della sua vita restando volutamente e discretamente in disparte perchè sapeva quanto fossero importanti per Sirius quei momenti di felicità esclusiva vissuti insieme a suo figlio.


Qualche giorno prima Harry aveva spiegato a Jupiter che era la bacchetta a scegliere il mago, e che il mago capiva immediatamente qual'era la bacchetta a lui destinata.                                                
Era una sensazione di calore che partiva dal braccio e poi si irradiava rapidamente in tutto il corpo fino a raggiungere il cuore.
Jupiter afferrò la bacchetta e sentì e riconobbe immediatamente quella sensazione descritta da Harry ma, soprattutto, sentì, ritrovò e riconobbe la felicità e l'emozione che provava ogni volta che la mano protettiva e affettuosa di suo padre si posava sulla sua per guidarlo alla scoperta dei primi incantesimi.
I dubbi che aveva espresso qualche giorno prima a sua madre svanirono all'istante: era davvero un mago, e con quella bacchetta avrebbe fatto grandi cose, perchè suo padre avrebbe guidato la sua mano, ancora una volta, per tutta la vita.

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Capitolo 42
*** Due settimane prima ***


Capitolo 42 - Due settimane prima




Due settimane prima

Alla fine Rebecca ce l'aveva fatta a riunire tutta la sua grande famiglia al Castello di Alphard e aveva organizzato un pranzo all'aperto, al quale sarebbe seguita la solita partita a Quidditch.
Dopo aver visto il campo alla Tana Jupiter aveva insistito affinchè se ne creasse uno uguale anche al castello.
Lo spazio nel parco non mancava di certo, e così Harry lo aveva accontentato e ne aveva realizzato uno facendosi aiutare anche da Ron e George e, come se non bastasse, avevano realizzato anche un campo da calcetto regolamentare.
"Un giorno ci sarà anche un campo da calcio a Hogwarts, e io sarò l'allenatore!" aveva dichiarato Jupiter sognando ad occhi aperti.
Il Castello di Alphard sembrava proprio destinato a far concorrenza alla Tana dei Weasley per quel che riguardava le riunioni di famiglia, e Arthur naturalmente era impazzito quando aveva visto la cucina attrezzata con i migliori elettrodomestici Babbani.
Rebecca non poteva aiutarsi con la magia e quindi aveva scelto l'arredamento pensando alle sue esigenze, e Sirius aveva fatto in modo che gli elettrodomestici Babbani si attivassero anche senza bisogno di usare l'elettricità traendone ancora una volta grande soddisfazione come gli capitava tutte le volte che aveva l'occasione di andare contro ai solidi principi dei Black.
L'atmosfera era allegra e rilassata per tutti tranne che per Jupiter, che quel giorno aveva un disperato bisogno di parlare da solo con Harry, ma era un'impresa praticamente impossibile con tutta quella gente intorno, e il tempo stringeva, il giorno della partenza si faceva sempre più vicino, presto sarebbe andato ad Hogwarts, e avrebbe affrontato lo Smistamento... 
Cercò di distrarsi giocando a Quidditch: quando era sulla scopa tutte le sue preoccupazioni svanivano, perchè volare lo faceva sentire libero e felice.
Harry dovette riconoscere ancora una volta che Jupiter aveva proprio un grande talento, gli riusciva sempre più difficile tenergli testa, e anche quella volta fu costretto a farsi da parte e lasciare che Jupiter afferrasse il Boccino per ben due volte, mentre James Sirius non faceva che urlare a tutti quanti che Jupiter era più bravo di papà.
"Se non altro ho passato il testimone a un altro Malandrino!" pensò Harry, e proprio in quel momento Jupiter gli si affiancò in volo cogliendolo di sorpresa.
"Harry, ti devo parlare... da solo, adesso, subito!"
"Posso prima scendere dalla scopa?" disse Harry sorridendo, ma si accorse subito che Jupiter non aveva affatto voglia di scherzare: c'era qualcosa che lo turbava e lo preoccupava.
Jupiter condusse Harry nella sua stanza, al riparo da occhi e orecchie indiscrete, e potè finalmente dare sfogo a ciò che gli si agitava dentro.
"Fino a pochi mesi fa davo per scontato che sarei stato un Grifondoro visto che tutti vengono Smistati nella Casa di appartenenza dei genitori. Ma adesso comincio ad avere qualche dubbio... Se finissi a Corvonero e Tassorosso non sarei felice, ma forse alla fine riuscirei ad accettarlo... però... Serpeverde... Io ho paura di Serpeverde Harry! I Black erano tutti Serpeverde e hanno cancellato mio padre, e la mamma è Babbana, e i Black odiavano i Babbani! Zio Alphard e nonna Andromeda sono gli unici Serpeverde che mi piacciono, e sono stati cancellati anche loro! E Alphard è il mio secondo nome! E la sorella di nonna Andromeda ha ucciso papà e zia Dora perchè non erano veri Black, e nemmeno io sono un vero Black, io sono un mago ma sono anche un Babbano! Cosa devo fare Harry? Io voglio essere un Grifondoro come papà, voglio poter studiare dove ha studiato lui, vivere dove ha vissuto lui... I poteri magici me li ha dati lui, userò la sua bacchetta magica... Voglio essere un Grifondoro Harry, voglio farlo per lui! E non voglio finire a Serpeverde... ho paura che mi farebbero del male... " concluse Jupiter con il cuore gonfio di preoccupazione ma anche di speranza, perchè Harry avrebbe risolto tutti i suoi problemi, ne era certo, perchè non c'era nulla che Harry non riuscisse a fare.
"Stai tranquillo Jupiter... " disse Harry mettendogli una mano sulla spalla e guardandolo negli occhi.
Capiva perfettamente quello che stava provando, comprendeva il suo desiderio di rivolgersi
a un mago adulto che sapesse guidarlo in quel mondo a cui apparteneva ma del quale sapeva così poco.
Una volta era lui che scriveva a Sirius quando aveva qualche problema e adesso aveva davanti suo figlio che gli chiedeva aiuto, e percepiva tutta la fiducia che Jupiter riponeva in lui.
Lo capiva bene.
Era la stessa fiducia che Harry a suo tempo aveva riposto in Sirius.
Una delle grandi speranze di Harry era che la rivalità tra Grifondoro e Serpeverde cessasse una volta per tutte e che non si parlasse di più di Purosangue, Mezzosangue e Babbani, ma per ora tutto questo era al di là da venire, la guerra era finita da soli otto anni e le ferite erano ancora aperte, sia da una parte che dall'altra.
Era ancora troppo presto per vedere quel sogno realizzato, e Harry doveva a malincuore ammettere che Jupiter avrebbe avuto difficoltà a Serpeverde visto che suo padre era da molti chiamato ancora "rinnegato", e la scoperta che aveva una moglie Babbana e un figlio Mezzosangue non aveva di certo fatto fare i salti di gioia ai suo detrattori.
Ma Jupiter non correva alcun rischio in questo senso, i suoi desideri erano sin troppo evidenti.
"Tu sarai un Grifondoro, te lo posso garantire. Per il Cappello Parlante sarà impossibile non accorgersi che vuoi essere un Grifondoro, e credimi, già lo sei, perchè non vuoi essere un Grifondoro per ottenere fama e onori personali. La tua scelta di essere Grifondoro viene dal cuore, tu vuoi rendere omaggio a tuo padre, vuoi rendere felice tua madre, anche se tua madre è già felice e fiera di te, e lo sarà sempre, qualsiasi cosa tu farai e in qualsiasi Casa verrai smistato! E adesso ti svelerò un segreto Jupiter... il Cappello Parlante tiene conto dei tuoi desideri!”
"Quindi se io dirò al Cappello Parlante che voglio essere un Grifondoro come papà lui mi ascolterà?"
"Certo" rispose Harry, e un sorriso illuminò finalmente il viso di Jupiter.
"Lo sapevo che dovevo parlare con te! Grazie, Harry!" esclamò Jupiter felice. "Sarò un Grifondoro come papà... come te... e come zio Remus... Sai Harry, avrei voluto avere anch'io zio Remus come insegnante... Gli chiedevo sempre di insegnarmi l'Incanto Patronus, e lui ogni volta mi diceva... Quando sarai più grande... "
"Se ne avrai bisogno te lo insegnerò io, proprio come Remus lo ha insegnato a me... " disse Harry, e Jupiter tornò a sorridere. 
"E ora ascoltami bene, perchè ho un'altra cosa importante da dirti, anzi... da darti!" proseguì Harry. "Se non fossi venuto tu a cercarmi sarei venuto io da te... " disse sperando che il suo sorriso fosse sufficientemente misterioso e malandrino perché le circostanze lo imponevano.
"Cosa c'è, cosa succede?" esclamò Jupiter in attesa che Harry parlasse, pendendo letteralmente dalle sue labbra mentre fremeva di curiosità e impazienza.
Ascoltami bene Jupiter... tu sei il figlio di Sirius Black e il figlioccio di Remus Lupin. E io, che sono il figlio di James Potter, devo farti un regalo a nome loro! E adesso giura solennemente di non avere buone intenzioni!" disse Harry estraendo dalla tasca una vecchia pergamena.
Esiste davvero... “ sussurrò Jupiter con gli occhi sgranati e il cuore in gola.
Allora, vuoi giurare sì o no?” disse Harry incoraggiandolo con un sorriso.
Sì! Sì! Lo giuro! Lo giuro! Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!” disse Jupiter tutto d'un fiato, e la Mappa del Malandrino iniziò a prendere vita sotto i suoi occhi.
La conservavo per Teddy, ero convinto che sarebbe stato lui il primo ad andare a Hogwarts. Mi raccomando, non dirgli nulla... gliela daremo quando inizierà il suo primo anno, gliela consegneremo io e te insieme, perchè la Mappa del Malandrino va condivisa con gli amici, non scordarlo mai! E non scordarti nemmeno di essere Jupiter Black. E' giusto che tu voglia onorare la memoria di tuo padre, e fai bene ad essere fiero di lui perchè se lo merita... ma ricordati che tutto quello che farai dovrai farlo prima di tutto per te stesso!”
Grazie Harry... ne farò buon uso... “ disse Jupiter senza smettere di fissare la Mappa.
Avrebbe voluto avere mille occhi per guardarla tutta, c'erano così tanti dettagli, così tanti particolari, anche se il suo sguardo, istintivamente, correva sempre verso una sola parola: Felpato.
Ne farai buon uso... è proprio quello che mi preoccupa!” disse Harry ridendo. “E ora mettila in un posto sicuro, ma prima chiudila... Ti ricordi quello che devi dire, vero? Prima tu hai detto la formula e io ho usato la bacchetta, ma adesso vorrei che facessi tutto da solo” disse Harry porgendo la sua bacchetta magica a Jupiter, che l'accettò felice ed incredulo.
Jupiter fece un gran respiro e chiuse gli occhi per concentrarsi, poi puntò la bacchetta verso la Mappa e, ancora una volta, fu Fatto il Misfatto.

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Capitolo 43
*** Primo settembre ore 11.00 ***


Capitolo 44 - Primo settembre ore 11.00


 


Primo Settembre ore 11.00



"Ti prego mamma, possiamo rifarlo?" chiese Jupiter eccitatissimo dopo aver raggiunto il binario 9 e 3/4.

"L'abbiamo già fatto due volte Jupiter... ora basta!" rispose Rebecca altrettanto euforica.
"Allora Jupiter come ti senti? Sei nervoso?" chiese Harry che non avrebbe perso la partenza del figlio di Sirius per nessuna ragione al mondo.
"Nervoso io? Ma se non vedo l'ora di partire!" gridò Jupiter fuori di se dalla contentezza, mentre Rebecca lo guardava felice e incredula.
Stava succedendo... Stava succedendo davvero...
"Harry! Ciao! Ma cosa fai qui? I tuoi figli non sono un po' piccoli per Hogwarts?"
Un uomo si avvicinò ad Harry accompagnato da un ragazzino sul cui viso Rebecca lesse le stesse emozioni di suo figlio.
"Ciao Augustus, è un po' che non ci si vede! E questo dev'essere tuo figlio!" disse Harry stringendo la mano a quel ragazzino che arrossì per l'emozione: Harry Potter era il suo idolo.
"Hai indovinato! Si chiama Aurelius e oggi parte per Hogwarts, primo anno!"
Anche lui parte oggi! Si chiama Jupiter ed è il figlio di Sirius Black!” disse Harry.
Rebecca osservò perplessa Augustus: non lo aveva mai visto prima ma quel nome non le era nuovo. Il mistero si chiarì non appena Harry glielo ebbe presentato.
Si trattava di Augustus Pye, un Guaritore del San Mungo appassionato di medicina Babbana che aveva cercato di curare le ferite di Arthur con dei punti di sutura quando era stato attaccato da Nagini, e questo aveva fatto infuriare Molly che non si fidava di quel nuovo metodo.
Arthur e Augustus alla fine erano diventati amici e si erano sempre tenuti in contatto visto che condividevano la passione per il mondo Babbano, e Augustus rimase piacevolmente sorpreso quando Rebecca gli ricordò quel lontano episodio.
"I suoi punti di sutura erano perfetti... ma purtroppo incompatibili con le ferite magiche!" disse Rebecca, e Augustus si interesso' subito a lei e alla sua professione, 
perché da qualche anno era riuscito ad aprire al San Mungo un Reparto Medicina Babbana di cui era il responsabile.
Nessuno all'inizio scommetteva sulla durata di quel reparto che invece funzionava a meraviglia, perchè venivano lì a farsi curare molti maghi nati e cresciuti in famiglie Babbane e molti Babbani come Rebecca, che erano entrati a far parte del mondo magico per aver sposato un mago o una strega.
Il reparto attirava anche diversi maghi appassionati di Babbanologia che volevano sperimentare la "medicina alternativa".
"Se volesse venire a lavorare al San Mungo nel mio reparto ne sarei felice, signora Black" disse Augustus. "L'esperienza di una vera infermiera Babbana sarebbe preziosa per noi!"
"Io... Al San Mungo?" disse Rebecca colta alla sprovvista, ma non ebbe tempo di riflettere a lungo:
il fischio del capostazione ricordò a tutti che mancavano dieci minuti alle undici.
Jupiter stava per partire, e tutto il resto perse ogni importanza.

Harry si scoprì più emozionato di quanto avrebbe creduto quando salutò Jupiter con una stretta di mano e un abbraccio, e pensò a quando Sirius lo aveva accompagnato alla stazione sotto forma di Felpato per la prima e unica volta nella sua vita.
Rebecca cercò le parole giuste da dire a suo figlio per salutarlo, ma non le venne in mente nulla: cosa poteva dirgli ora che il momento atteso per anni era finalmente arrivato?
Ci provò, ma inutilmente: sembrava aver improvvisamente perso l'uso della parola e la capacità di formulare un pensiero sensato e concreto.
Lasciò quindi perdere i grandi discorsi e lo strinse in un abbraccio che sperò valesse più di mille parole e si aspettò che Jupiter la respingesse dicendo: "Dai mamma, ormai sono grande!" e invece suo figlio si strinse a lei come non faceva più da molto tempo.
Ora che stava per salire sul treno sembrava aver perso la disinvoltura mostrata qualche istante prima, e Rebecca si sentì stringere il cuore: aveva appena compiuto 11 anni, era solo un bambino...
Ma non sarebbe stato bambino ancora per molto, per suo figlio era iniziato un viaggio di sola andata che l'avrebbe portato ad essere prima ragazzo e poi uomo, e lei non poteva accompagnarlo per sempre, era giusto che imparasse a camminare da solo.
Jupiter salì sul treno insieme ad Aurelius, ed Harry pensò a quando lui e Ron si erano incontrati per la prima volta sull'Espresso di Hogwarts.
Dentro di sè rivolse a Jupiter l'augurio di trovare degli amici veri come era successo a lui con Ron ed Hermione, e come era successo molti anni prima a Sirius, Remus e James.
Lentamente il treno cominiciò a muoversi, e Rebecca continuò a salutare finché l'Hogwarts Express non scomparve dalla sua vista, profondamente commossa e con il cuore gonfio d'emozione.
Tutto bene Rebecca?” chiese Harry mettendole una mano sulla spalla mentre Rebecca si asciugava gli occhi.
Sì tutto bene Harry... Avevo giurato a me stessa di non piangere e invece... ma vedo che non sono l'unica!” concluse rendendosi conto che altre mamme avevano gli occhi lucidi come lei.
In effetti non avevo mai visto la partenza per Hogwarts da questo lato del binario, è la prima volta anche per me... e devo ammettere che fa un certo effetto!” osservò Harry.
Hai già fatto un po' di pratica per quando partiranno i tuoi figli!” disse Rebecca ridendo. “E' pazzesco, sembrava che questo momento non dovesse arrivare mai, e invece... Sono così felice per Jupiter... e per Sirius... Sognava tutto questo per Jupiter, e almeno questo suo sogno si è realizzato...  “
Rebecca io... “ iniziò a dire Harry, ma Rebecca lo interruppe.
Tranquillo Harry, va tutto bene... E' solo che vorrei che fosse qui, soprattutto oggi... Ma io lo sento sempre vivo nel mio cuore, e sono certa che sa che suo figlio sta andando a Hogwarts! E adesso dovrò anche abituarmi a vivere senza Jupiter! Sarà strano non averlo più in giro per casa... Ma a che ora arriveranno a Hogwarts? E quando saprò in che Casa verrà Smistato? Non sarò tranquilla finché non mi arriveranno le prime notizie, finché non mi scriverà per dirmi che va tutto bene!”
Harry sentì un nodo in gola.
Quando aveva iniziato il suo primo anno a Hogwarts a nessuno importava che lui stesse bene, nessuno attendeva le sue lettere, a nessuno importava in che Casa sarebbe stato Smistato.
Ancora non sapeva che nella solitudine di una cella ad Azkaban c'era invece qualcuno che non aveva mai smesso di pensare a lui.
Sirius gli era stato vicino sempre, anche quando era lontano, anche quando non c'era... Lui aveva ricevuto le lettere di Sirius, ma Sirius non avrebbe mai potuto scrivere a Jupiter...
La mancanza di Sirius si era fatta più acuta nel cuore di Harry dopo il ritorno di Rebecca e Jupiter, e i sensi di colpa per ciò che era successo all'Ufficio Misteri erano tornati a farsi sentire.
Spesso sentiva il bisogno di parlare con Rebecca per chiederle perdono ma si era reso conto da tempo che lei non era ancora pronta ad affrontare con lui quel dolore, e che preferiva ricordare Sirius con un sorriso invece che con le lacrime.
Pochi istanti prima aveva avuto il primo vero momento di cedimento quando aveva ammesso quanto le mancasse ancora Sirius ma si era ripresa subito rivolgendo il pensiero a suo figlio, e Harry si impose di non cedere a sua volta alla commozione ma di aiutarla a superare al più presto la nostalgia che avrebbe inevitabilmente provato per Jupiter.
Lo saprai entro le nove di sera! Anzi, vorrei che tu venissi a cena da noi, così il gufo di Hogwarts arriverà a casa nostra e anch'io saprò tutto subito!”
Sei agitato anche tu, vero? E magari ti stai chiedendo anche tu quanto manca a Natale!” disse sorridendo a Harry, che si comportava con Jupiter proprio come avrebbe fatto un vero fratello maggiore.
Verrò sicuramente a casa tua, ho voglia di rivedere quei malandrini dei tuoi bambini! E adesso per piacere portami al Castello di Alphard, devo fare le valigie! Non voglio vivere lì senza Jupiter, tornerò a casa mia e utilizzerò il castello solo quando Jupiter tornerà per le vacanze e per organizzare le nostre riunioni di famiglia! A proposito, ho già parlato con Molly, quest'anno il Natale lo passerete tutti da me... E' una vita che aspetto!”
Rebecca prese sottobraccio Harry e passò con lui la barriera per tornare nel mondo Babbano rivolgendo un ultimo sguardo al Binario 9 ¾ e pensando che l'Hogwarts Express si era appena portato via un altro pezzo del suo cuore.
Se l'aspettava ma era ugualmente difficile pensare che non avrebbe più avuto accanto Jupiter dopo aver passato ogni singolo giorno della sua vita insieme a lui per undici anni.
Era il destino di tutte le madri vedere i propri figli crescere e andarsene per percorrere la loro strada e costruire il loro futuro, lei non aveva nessun diritto di impedirlo, e nemmeno voleva farlo.
Mai e poi mai avrebbe tarpato le ali a suo figlio, ma, al contrario, lo avrebbe aiutato a spiccare il volo.

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Capitolo 44
*** Verso una nuova vita ***


Capitolo 43 - Verso una nuova vita





Verso una nuova vita


Jupiter e Aurelius rimasero affacciati al finestrino a salutare finchè la stazione di King’s Cross non scomparve dalla loro vista.
Jupiter aveva la sensazione di avere finalmente trovato il suo posto nel mondo, e che si stesse compiendo il suo destino.
Emozioni forti per un ragazzino di soli 11 anni, ma da sempre sua madre gli aveva parlato di Hogwarts, di suo padre Sirius Black, e del mondo magico a cui lui apparteneva.
Per quasi 11 anni Jupiter aveva vissuto sospeso fra due mondi, quasi convinto che tutto ciò che gli raccontava sua madre fosse una meravigliosa favola, e mai come in quel momento si rese conto che quella che per i Babbani era solo fantasia per lui era la realtà.
Fino a pochi mesi prima era stato solo il figlio di Rebecca Scott, ma da quando era rientrato nel mondo magico aveva cominciato a sentirsi sempre di più figlio di Sirius Black.
Quando era nel mondo dei Babbani suo padre era solo un nome, una fotografia, un ricordo felice di un tempo lontano, ma ora, dopo aver incontrato così tante persone che lo avevano conosciuto amato e stimato, si era reso conto che Sirius Orion Black era esistito veramente, e che tutti i ricordi felici che aveva di lui non erano frutto dei suoi sogni e della sua fantasia.
In quel momento pensò che forse non aveva mai detto a sua madre che era fiero di avere avuto un padre come Sirius Black.
Sua mamma lo sapeva, ne era convinto, ma ugualmente si pentiva di non averglielo mai detto.
Magari glielo avrebbe scritto dato che non l’avrebbe più rivista fino a Natale, e per la prima volta realizzò che sarebbe stato lontano da lei per molti mesi.
In quelle ultime settimane era stato talmente impegnato a scoprire il mondo magico, ad organizzare la sua partenza per Hogwarts e ad approfondire la sua conoscenza con Harry, con Teddy e con i Weasley da non avere mai riflettuto fino in fondo sul fatto che avrebbe dovuto lasciare la sua casa e le sue abitudini per andare incontro a qualcosa di completamente nuovo.
Dai andiamo a sederci da qualche parte!” gli disse Aurelius, e Jupiter lo seguì di buon grado, lieto di abbandonare quei pensieri.
Per un attimo aveva seriamente temuto di piangere, ed era l’ultima cosa che voleva fare.
Trovarono posto in uno scompartimento vuoto, e pochi istanti dopo due ragazzine anche loro del primo anno si affacciarono alla porta chiedendo di poter entrare.
“Sedetevi pure, tanto è libero!” disse Aurelius.
I quattro si fissarono in silenzio per un attimo.
Una delle due ragazzine in particolare sembrava molto tesa e agitata, l’altra era un po’ più sicura di se ma comunque emozionata come tutti loro per quello che li attendeva una volta giunti ad Hogwarts.
Il ghiaccio tra loro si sciolse quando arrivò il carrello dei dolci.
Tutti si precipitarono a comprare qualcosa, Jupiter e la ragazzina nervosa fecero un po’ confusione con le falci e gli zellini, e Aurelius e l’altra ragazzina li aiutarono.
Anche tu non conosci i soldi… allora sei un Nato Babbano come me!” disse la ragazzina nervosa a Jupiter sentendosi un po’ più sollevata.
Lei era nata da genitori Babbani, non aveva idea di essere una strega, e fino a sei mesi prima ignorava l'esistenza del mondo magico e di Hogwarts.
Sono Babbano da parte di madre, ma mio padre era un mago. Io però sono cresciuto tra i Babbani, ecco perché non conosco i soldi... Mi chiamo Jupiter Black!”.
Era una strana sensazione per lui poter usare quel cognome, poter parlare di suo padre.
Era una liberazione poter dire finalmente che era il figlio di un mago dopo 11 anni passati a fingere di essere ciò che non era.
Invece io mi chiamo Jennifer Spencer e purtroppo non ci sono maghi nella mia famiglia... ”
"Ti vergogni di avere genitori Babbani?” chiese Jupiter visibilmente contrariato pensando a Rebecca.
No, non hai capito, io non mi vergogno di nulla!” esclamò Jennifer intimorita dallo sguardo di Jupiter. “E' solo che... insomma, voi chissà quali poteri avete, chissà cosa vi hanno insegnato le vostre famiglie, e invece io… “
Tranquilla, ad Hogwarts partiamo tutti alla pari, e a volte sono proprio i Nati Babbani come te che risultano i migliori in tutto! A proposito io sono Aurelius Pye e mio padre, di famiglia Purosangue, impazzisce per tutto ciò che è Babbano!”
Io invece mi chiamo Anthea, e credo di aver capito chi sei tu!” disse rivolta a Jupiter. “Sei il figlio di Sirius Black, vero?”
Sì ma tu come lo sai?” chiese Jupiter sorpreso.
So chi è tuo padre perchè tutti conoscono la sua storia! E poi nel nostro mondo le voci girano in fretta, e tempo fa ho sentito dire che Harry Potter aveva scoperto che Sirius Black aveva una moglie Babbana e un figlio! E tuo padre conosceva mio nonno, perchè facevano entrambi parte dell'Ordine della Fenice... mio nonno si chiamava Alastor Moody anche se tutti lo chiamavano Malocchio!"
Malocchio Moody? Ma certo, so chi è! Ha partecipato al matrimonio dei miei genitori, ho anche sue foto a casa mia!” disse Jupiter, e subito si ricordò di quello che gli aveva raccontato Rebecca quando era molto piccolo ed era scoppiato a piangere vedendo la foto di quell'uomo enorme con il viso solcato da cicatrici e un magico occhio artificiale.
Hai sempre avuto paura di lui e ti capisco, anch'io mi ero spaventata la prima volta che l'avevo incontrato, ma era un uomo buono alla fine, e sotto l'apparenza minacciosa nascondeva un grande cuore! Sai cosa faceva papà quando si accorgeva che ti spaventavi? Ti prendeva in braccio e ti diceva... “Jupiter non avere paura, Malocchio non è così come sembra, è molto peggio…” E allora Malocchio si avvicinava, iniziava a far ruotare il suo occhio magico e tu iniziavi a ridere... Non avevi mai paura di lui se papà era con te!”
Jupiter sorrise a quel ricordo, ma nello stesso tempo sentì di nuovo una fitta di nostalgia mai provata prima per quel padre che aveva avuto accanto per un tempo così breve.
Cosa gli stava succedendo?
Di solito ricordare suo padre lo rendeva felice...
Tutto bene Jupiter?” chiese Aurelius notando che il suo nuovo amico aveva cambiato espressione.
Sì… stavo solo pensando di andare a cambiarmi, voglio mettermi la divisa!”
Non era vero, ma aveva bisogno di stare un po’ da solo.
Entrò in bagno con la divisa sotto il braccio, si guardò allo specchio, e si vide per quello che era: un bambino spaventato.
Si rese conto che fino a quel momento ricordare papà lo aveva sempre reso felice perché accanto a lui c’era sempre stata la mamma, ma ora sua madre non c’era, e lui da solo non era in grado di dominare le emozioni.
Chissà se anche suo padre si era sentito così confuso la prima volta che era andato ad Hogwarts.
Avrebbe potuto chiederlo a sua madre, magari lei lo sapeva, o magari lo sapeva Harry, oppure zia Andromeda.
Però anche se glielo avessero detto non sarebbe stata la stessa cosa, perché avrebbe voluto saperlo direttamente da lui.
Papà mi manchi tanto... e non posso parlare con nessuno, sono solo adesso... pensò sentendosi triste e impaurito.
Non ce l'avrebbe mai fatta, non aveva la forza, non sarebbe mai stato in grado di frequentare Hogwarts e di diventare un mago...
In quel momento bussarono alla porta, Jupiter andò ad aprire e si trovò di fronte Aurelius che aveva già indossato la divisa.
Ma… non ti sei ancora cambiato?”
Sì, stavo per farlo… “
Ti senti bene?”
Non lo so… “
Assaggia questa, ti tirerà su il morale! Come vedi ne ho fatto una bella scorta perché ho bisogno di caricarmi un po’ per affrontare Hogwarts! Non c'è niente di meglio di un po' di cioccolato per tenere lontani i brutti pensieri!” disse Aurelius porgendogli una Cioccorana.
"Anche zio Remus lo diceva... " pensò Jupiter sentendosi ancora più triste dato che alla nostaglia per sua madre e suo padre ora si aggiungeva anche quella per il suo padrino.
Jupiter scartò la confezione e si mise a mangiare distrattamente, tanto per tenersi impegnato in qualche modo, e piano piano si accorse che davvero inziava a sentirsi meglio: zio Remus aveva sempre ragione, sua madre lo diceva sempre!
Gli venne in mente quella che era sempre stata una delle sue foto preferite, era una foto del matrimonio dei suoi genitori che Arthur aveva scattato poco prima dell'inizio della cerimonia.
Lui aveva solo sei mesi e indossava una piccola veste cerimoniale da mago.
Suo padre lo teneva in braccio, sorridente ed impeccabile nel suo abito da cerimonia (distratta eleganza la chiamava sua madre) e accanto a lui c'erano zio Remus e Harry, i testimoni di nozze, anche loro eleganti e sorridenti.
Papà diceva sempre che questa era la foto ufficiale dei nuovi Malandrini! Lui e zio Remus erano capaci di passare intere serate a ricordare tutto quello che combinavano insieme quando erano a Hogwarts, e tu eri sempre in braccio a uno di loro due e ascoltavi con attenzione tutto quello che dicevano... e come ti divertivi!”
Mamma sai che da grande divento anch'io un animago come papà?
Davvero Jupiter? Vuoi diventare anche tu un cane come Felpato?"
"No! Non un cane! Un Ippogrifo!"
Quel ricordo lo fece sorridere, e forse fu l'effetto benefico delle Cioccorane ma ebbe davvero la sensazione di essere di nuovo a Grimmauld Place insieme a suo padre e a zio Remus che ridevano insieme.
Gli sembrò di ricordare quello che provava quando era in braccio a suo padre, immerso quello stato di beatitudine che hanno i bambini molto piccoli quando hanno appena mangiato e si apprestano a fare una bella dormita.
Le loro voci allegre lo facevano star bene, le braccia di suo padre gli davano un senso di sicurezza e di protezione.
Un largo sorriso illuminò il viso di Jupiter mentre iniziava a pensare che avrebbe sicuramente trovato molte tracce del passaggio di suo padre una volta giunto a Hogwarts.
Avrebbe cercato di scoprire tutto il possibile sui Malandrini, e alla prima occasione sarebbe anche sceso sotto il Platano Picchiatore fino alla Stamberga Strillante: chi altri avrebbe potuto farlo se non lui, figlio di Sirius Black e figlioccio di Remus Lupin? Aveva persino la Mappa!
Peccato che Teddy avesse tre anni meno di lui, gli sarebbe piaciuto averlo accanto!
Ma alla fine anche suo cugino sarebbe giunto ad Hogwarts, e da lì in poi nessuno li avrebbe più fermati, e in futuro anche loro avrebbero riso insieme ricordando le loro avventure!
Dai, adesso mi cambio e poi torniamo nello scompartimento!" disse Jupiter.
"Come hai fatto a fare il nodo alla cravatta? Io sono una frana!” disse Aurelius.
"Non ne ho idea! Fino a ieri mi sono esercitato davanti allo specchio e non mi è mai venuto bene come adesso!" rispose Jupiter divertito, e iniziò a rimirarsi compiaciuto pensando alla foto dei Malandrini a Hogwarts, la prima foto dei Malandrini che suo padre aveva mostrato a sua madre quando si erano conosciuti.
Ora anche lui portava la loro stessa divisa!
Si scostò distrattamente i capelli dal viso per osservarsi meglio, per capire se vestito così assomigliava di più a suo padre.
In quelle ultime settimane in molti gli avevano detto che somigliava a suo padre e alla fine si era un po' stufato di sentirselo ripetere, ma adesso non vedeva l'ora di incontrare qualcuno che glielo facesse notare!
Chissà se ho l'aria da Malandrino!” pensò continuando a studiare la sua immagine riflessa.
A cosa stai pensando Jupiter?” chiese Aurelius.
Sto pensando che stiamo andando alla conquista di Hogwarts!” esclamò Jupiter e Aurelius si mise a ridere mentre si avviavano insieme verso lo scompartimento.
Sai che non avevo capito che eri il figlio di Sirius Black?” disse Aurelius. “Io conosco la storia di tuo padre, tutti la conoscono e conoscono la storia dell’Ordine della Fenice e dei maghi che hanno combattuto contro Lord Voldemort! Non dirmi che non sei mai stato nel museo di Grimmauld Place!”
Ancora no. Mia madre non se la sente di andarci, per adesso. Ho vissuto lì quando ero appena nato ma non ricordo niente... Però magari ci andrò insieme a Harry quando tornerò a casa per le vacanze di Natale!"
Anthea e Jennifer lanciarono uno sguardo ammirato a Jupiter ed Aurelius quando rientrarono nello scompartimento: con la divisa di Hogwarts sembravano decisamente diversi, sembravano più grandi dei loro undici anni.
Quasi quasi vado a cambiarmi anch’io!” disse Anthea.
Jennifer la seguì perché avevano appena iniziato una conversazione che aveva come argomento Jupiter ed erano ansiose di continuarla.
"Jupiter ha detto di avere un padre mago ma è sempre vissuto tra i Babbani... chissà come mai!" aveva chiesto Jennifer incuriosita.
"Il padre di Jupiter è morto dieci anni fa e, a quanto pare, lui e sua madre si sono nascosti per non essere uccisi dal resto della famiglia Black" iniziò a spiegare Anthea. "La mamma di Jupiter è una Babbana, e i Black odiavano i Babbani! Ma il padre di Jupiter si è ribellato e ha dato origine ad una nuova famiglia Black completamente diversa! Jupiter comunque discende da loro, ed è l'ultimo erede maschio di una delle più antiche e nobili famiglie di maghi!"
"Ma allora Jupiter è un principe?" chiese Jennifer ammirata e incredula.
"No, perchè tra i maghi non ci sono titoli nobiliari, ma se ci fossero lo sarebbe di sicuro! Non vedo l'ora di scrivere a mia madre che ho conosciuto il figlio di Sirius Black!" disse Anthea ridendo. "Il padre di Jupiter era considerato il ragazzo più bello di Hogwarts, e mia madre e le sue amiche erano tutte un po' innamorate di lui ma non avevano speranze perchè avevano solo 11 anni, mentre lui ne aveva già 17 e non le guardava proprio!"
Intanto Jupiter, all'oscuro di tutto, approfondiva la sua conoscenza con Aurelius
Aveva iniziato a fare domande sul Quidditch, scoprendo che Aurelius amava quello sport ma non era molto abile sulla scopa, e quindi non pensava di entrare a far parte della squadra della scuola.
Io spero di essere preso come Cercatore! Una volta non li prendevano in squadra ad 11 anni, ma da quando Harry fu scelto al primo anno hanno cambiato le regole, e meno male! A proposito, mio cugino fa il tifo per i Cannoni di Chudley ma a me non sembrano un granchè! Purtroppo lui ha iniziato a seguirli perché glieli ha fatti conoscere Harry e ora non riesce più a cambiare squadra, ma io ho deciso che tiferò il Puddlemere United!”
Nella mia famiglia siamo tifosi del Puddlemere sempre! Ottima scelta, Jupiter, loro sono i migliori in assoluto!" confermò Aurelius felice di avere trovato un "compagno di tifo". "E se vuoi rifarti un po’ gli occhi ti consiglierei le Holyhead Harpies! Sono piuttosto brave... e non solo!” concluse strizzando l'occhio a Jupiter che si mise a ridere.
I soliti commenti da maschio!” intervenne Anthea che era rientrata in quel momento. “Da quando Gwenog Jones le allena hanno vinto due volte il Campionato e hanno sconfitto per ben tre volte il vostro amato Puddlemere United!”
Tu capisci il Quidditch?” chiese Jupiter guardandola come se la vedesse per la prima volta, e non solo perchè le interessava quello sport.
Anche Anthea infatti sembrava più grande con la divisa, mentre Jennifer sembrava avere acquistato quella sicurezza che prima non aveva: evidentemente indossare l'uniforme la faceva sentire alla pari con gli altri.
Ma certo che capisco il Quidditch! E guardacaso le Holyhead Harpies sono la mia squadra del cuore!" esclamò Anthea. "E ti dirò di più, io sono un Cacciatore e vorrei far parte della squadra della scuola! Piuttosto mi stupisce che tu non sappia che Ginny Weasley ha giocato per due stagioni nelle Holyhead Harpies!"
“Infatti lo so, ma tu non mi dai il tempo di parlare!” esclamò Jupiter sempre più ammirato.
La loro animata discussione venne interrotta da Jennifer che pronunciò la fatidica domanda: "Scusate ma... che cos'è il Quidditch?"
Nel giro di un'ora Jennifer venne a conoscenza di tutto ciò che c'era da sapere sul Quidditch, e non vedeva l'ora di assistere alla prima partita di quel nuovo ed affascinante sport.
Soprattutto, non vedeva l'ora di imparare a volare su una scopa, e anche Jupiter attendeva cpn ansia la prima lezione di volo.
Certo, sapeva già di essere in grado di farlo e l'aveva dimostrato durante l'estate, ma non aveva né stile né tecnica, ed era ansioso di migliorarsi.
"Spero di far vincere la Coppa al Grifondoro quest'anno!" disse l'ambizioso Jupiter.
"Ma tu sai già che sarai un Grifondoro? La professoressa Granger quando è venuta a casa mia ha parlato di uno Smistamento... " disse Jennifer.
"Infatti è così! Ma io vorrei essere un Grifondoro, come mio padre!" disse Jupiter con orgoglio.
"Di solito i figli vanno nelle Case a cui appartenevano i genitori" disse Aurelius. "Io credo che finirò a Tassorosso visto è stata la Casa dei miei, però non mi dispiacerebbe nemmeno Grifondoro visto che è stata la Casa di Harry Potter! E pensare che poco fa l'ho incontrato e non gli ho detto nulla... Che fortunato che sei Jupiter a essere suo amico!"
Molti bambini nati dopo la guerra consideravano Harry Potter un idolo, e Aurelius con l'entusiasmo dei suoi 11 anni non faceva eccezioni,
"Ma non è detto che tu debba per forza diventare un Corvonero!" disse Jupiter. "I Black sono stati sempre Serpeverde, ma alla fine mio padre è diventato un Grifondoro!"
"E non hai pensato che forse potresti finire a Serpeverde anche tu?" gli chiese Anthea.
"E' praticamente impossibile!" disse Jupiter, e 
guardò pensieroso i suoi compagni di viaggio.
Aurelius era troppo simpatico, doveva tenerselo accanto ad ogni costo.
Anthea era una ragazza che giocava a Quidditch, quindi degna della massima considerazione.
Jennifer aveva molte cose in comune con lui perchè era nata Babbana, e il mondo dei Babbani era anche il suo mondo, lo sarebbe sempre stato, non avrebbe mai dimenticato di essere il figlio di una Babbana Purosangue.
"Ragazzi, ascoltatemi bene... Ho un paio di cose da dirvi riguardo allo Smistamento che potrebbero interessarvi!"
Una volta ottenuta l'attenzione di tutti Jupiter raccontò ciò che gli aveva detto Harry: era l'arma segreta che avrebbe permesso loro di ottenere ciò che volevano.
"Avanti, sbrigatevi ragazzi... Fra poco si scende!" disse uno dei Prefetti entrando nel loro scompartimento.
"Siamo già arrivati?" chiese Jupiter parlando più a se stesso che agli altri.
Il viaggio alla fine era stato breve tanto quanto l'attesa era stata lunga.
Scese dal treno con i suoi compagni e, come da tradizione, il primo benvenuto arrivò dalla voce possente di Hagrid che invitava gli alunni del primo anno a seguirlo.
Qualcuno si ritrasse intimorito dalla mole del gigante, mentre alcuni erano troppo timidi per farsi avanti, ma Jupiter non esitò: Harry gli aveva detto che Hagrid era la persona più buona del mondo
"Primo anno da questa parte! Primo ann... Per la barba di Merlino! Harry mi aveva detto che somigliavi a tuo padre e non si sbagliava! Benvenuto ad Hogwarts, giovane Black!" disse Hagrid riconoscendolo, e gli diede una pacca sulla spalla talmente forte che gli fece perdere l'equilibrio, e l'intervento provvidenziale di Aurelius gli impedì una rovinosa caduta.
Hagrid li scortò verso il lago, invitandoli a prendere posto sulle barche.
"Ci siamo... " pensò Jupiter mentre sentiva il cuore accelerare i battiti, ancora emozionato per essere stato chiamato giovane Black da Hagrid.
Lo sapeva che avrebbe compiuto quel viaggio, lo sapeva sin da quando era bambino, e aveva atteso con ansia quel giorno chiedendosi se sarebbe mai arrivato.
E ora il viaggio era terminato, l'attesa era finita.
Jupiter Alphard, l'Erede dei Black, stava per fare il suo ingresso a Hogwarts.

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Capitolo 45
*** Hogwarts vi darà sempre il benvenuto ***


Capitolo 45 - La fine e l'inizio di un lungo viaggio



Hogwarts vi darà sempre il benvenuto


Il cielo era limpido e pieno di stelle, il lago calmo e tranquillo, splendente come uno specchio.
Era la serata giusta per la tradizionale traversata che, da secoli, veniva compiuta dagli studenti che giungevano ad Hogwarts per la prima volta.
Jupiter, Aurelius, Anthea e Jennifer si imbarcarono tutti insieme.
Nessuno parlava, l'atmosfera era solenne e carica di attesa.
Lentamente le barche si mossero, con a bordo i loro giovani ed emozionati passeggeri.
E poi, all'improvviso... eccola!
Imponente, maestosa, scintillante, illuminata, ricca di storia, di magia e di antiche tradizioni.
Hogwarts.
"E' il giorno più bello della mia vita" pensò Jupiter con lo sguardo rivolto al castello e il pensiero rivolto a suo padre.
Ora non sentiva più la sua mancanza, ma, al contrario, ne avvertiva la presenza accanto a lui, nel suo cuore.
Si accorse di avere le lacrime agli occhi, ma non erano più lacrime di dolore e di paura, erano lacrime di felicità e di orgoglio.
Jupiter scese dalla barca e lui e Aurelius diedero la mano a Jennifer e ad Anthea per aiutarle a scendere.
"Che perfetti cavalieri!" commentò Hagrid strizzandogli l'occhio, e Jupiter gli sorrise.
Il gigante li scortò all'interno del castello, e Jupiter rimase senza parole come tutti gli altri davanti alla bellezza e alla solennità di quell'antica dimora.
Una volta giunti all'interno vennero presi in consegna dal Professor Vitious, l'insegnante di Incantesimi nonché direttore di Corvonero, che era diventato Vicepreside dopo che la professoressa McGrannit era subentrata al professor Silente.
Jupiter si sentiva decisamente intimidito.
L'imponenza della Sala Grande lo stordiva, tutto in quel luogo gli dava un senso di vertigine e di smarrimento.
Osservò il soffitto magico pieno di stelle e subito il suo sguardo corse a cercare quella più luminosa.
L
a trovò immediatamente e sorrise felice: non era solo, non lo sarebbe stato mai.

Iniziò la Cerimonia dello Smistamento, e Jupiter sussultò quando venne chiamato il suo nome.

Ma come, così presto?

E poi si ricordò.

Fino a due mesi prima era Jupiter Scott, era sempre tra gli ultimi quando facevano l'appello, ma ora era Jupiter Black... toccava proprio a lui, non c'erano dubbi!

Cercando di mantenersi il più calmo possibile prese posto sullo sgabello, senza immaginare che al tavolo degli insegnanti molti sguardi erano puntati su di lui.
I gufi con il risultato dello Smistamento venivano inviati alle famiglie subito dopo la cerimonia, ma in quel momento Hermione provava la forte tentazione di fare uno strappo alla regola e inviare un messaggio a Rebecca una volta che Jupiter fosse stato smistato.
Il professor Lumacorno, l'insegnante di Pozioni nonchè direttore di Serpeverde, sperava con tutto il cuore che Sirius fosse stato una eccezione e che Jupiter avrebbe rispettato le regole e le tradizioni dei Black finendo nella sua Casa.
E poi c'erano due professori emozionati tanto quanto gli alunni del primo anno se non di più, perchè iniziavano proprio quell'anno la loro carriera.

Hagrid aveva deciso di abbandonare l'insegnamento di Cura delle Creature Magiche perchè ormai iniziava ad avere una certa età, e il suo posto sarebbe stato occupato da Luna Lovegood.
Luna era tornata in Inghilterra da pochi mesi dopo aver trascorso alcuni anni all'estero con marito Rolf Scamander, nipote di Newt Scamander, uno dei maghi più celebri e illustri, il massimo esperto di Creature Magiche ed autore di molti libri sull'argomento che venivano utilizzati a Hogwarts come libri di testo.
Erano andati a vivere proprio ad Hogwarts insieme ai loro bambini in un cottage accanto alla capanna di Hagrid, dopo aver cercato in tutti gli angoli del globo le creature più assurde e strane esistenti nel mondo magico. (Ma i Nargilli e il Ricciocorno Schiattoso ancora non si erano fatti vedere)
Rolf aiutava Hagrid a prendersi cura di Grop ed era riuscito ad instaurare un bel rapporto con quel "piccolo gigante", ed era anche destinato a prendere il posto di Hagrid il giorno in cui avesse deciso di andare definitivamente in pensione.
Mentre Jupiter attendeva il verdetto Luna pensava a quella notte all'Ufficio Misteri.

Era stata la sua prima battaglia con l'Esercito di Silente, aveva visto sparire dietro al Velo il padre di quel ragazzino che ora prendeva posto sullo sgabello davanti a lei.
Era stata la prima volta che aveva visto qualcuno morire durante un combattimento: purtroppo Sirius Black era stato il primo di una lunga serie.

Scacciò quei cupi pensieri e si concentrò sullo Smistamento. Sirius Black era ricordato come uno degli alunni più brillanti della scuola, e se suo figlio era uno studente altrettanto dotato forse sarebbe finito a Corvonero!
Anche la professoressa Pomona Sprite aveva deciso di ritirarsi dall'insegnamento, pur rimanendo a Hogwarts per svolgere le funzioni di Direttrice di Tassorosso, e aveva caldamente raccomandato alla professoressa McGrannit il suo allievo preferito, Neville Paciock, al quale la preside aveva offerto la cattedra con entusiasmo, perché sapeva bene quanto fosse dotato in quella materia.

Anche Neville era considerato un eroe nel
mondo magico per aver organizzato la Resistenza di Hogwarts durante la guerra e per aver decapitato il serpente di Voldemort con la spada di Godric Grifondoro.

Viveva a Hogsmeade con sua moglie Hanna Abbot, che gestiva il Paiolo Magico insieme a Madama Rosmerta, e Harry e Ginny lo avevano scelto come padrino di Albus Severus Potter.
"Voglio essere un Grifondoro, voglio essere un Grifondoro, voglio essere un Grifondoro...” iniziò a pensare Jupiter senza sosta non appena il Cappello gli fu posato in testa, più che mai determinato a realizzare il suo desiderio.
"Calma mio giovane amico... Calma... A quanto pare hai già le idee chiare!" disse il Cappello Parlante divertito. "E così tu sei Jupiter Alphard Black, il figlio di Sirius Orion Black, ultimo e legittimo erede della Nobile Casata! Come ben sai il motto della tua famiglia è da secoli Toujours Pur. Tuttavia la tradizione dei Black Purosangue è finita con la tua nascita, tu sei il primo Erede Mezzosangue, nato da madre Babbana. D'ora in avanti quel motto avrà un nuovo significato: non più purezza del sangue, ma purezza del cuore, e il cambiamento iniziato con tuo padre continuerà con te! GRIFONDORO!"
"Sì, sì, mandami a Grifondoro, mandami a Grifondoro... "

"Giovane amico, non mi hai ascoltato? Ho appena detto che sei un Grifondoro!" disse il Cappello mettendosi a ridere.
"Sono un Grifondoro? Veramente?" esclamò Jupiter che, preso dall'ansia, non aveva sentito il verdetto finale.
"Sì, Jupiter Black... sei un Grifondoro!" disse sorridendo il Cappello Parlante.
"Ora vai dai tuoi compagni, fatti onore, e cerca di combinare meno guai di tuo padre!"

"Sì, lo farò, lo prometto
! Grazie!" esclamò Jupiter emozionato e confuso, mentre tutti intorno a lui ridevano e applaudivano.

Hermione, emozionata e felice, si alzò in piedi per applaudire, e Jupiter quando la vide le corse incontro e la abbracciò: mai prima d'ora era successa una cosa del genere.

"Arriva il figlio di Sirius e già succede di tutto!"
pensò la McGrannit divertita seguendolo affettuosamente con lo sguardo mentre prendeva posto al tavolo della sua Casa.

Jupiter si lasciò cadere sulla panca, esausto e svuotato di ogni energia.

Tutta la tensione e l'emozione di quella giornata gli scivolarono addosso e si accorse di tremare da capo a piedi.

I compagni accanto a lui si presentavano e gli stringevano la mano, e lui sorrideva e rispondeva a tutti senza però rendersi conto di ciò che stava facendo.
Ce l'aveva fatta... era un Grifondoro!

Non vedeva l'ora di scriverlo a sua madre... sarebbe stata così fiera di lui, così felice!
Era un Grifondoro... non riusciva ancora a crederci!
Ma non era ancora finita.

C'erano ancora i suoi compagni di viaggio che attendevano di essere Smistati, Jupiter attese il loro turno sperando che mettessero in pratica il suo suggerimento anche se, ora che ci pensava, il Cappello Parlante gli aveva fatto capire chiaramente che essere un Grifondoro era il suo destino e quindi alla fine non aveva avuto bisogno di influenzare la sua scelta.
"Anthea Helene Moody!"
Jupiter guardò la ragazzina sedersi sullo sgabello tenendo le dita incrociate.

Anthea chiuse gli occhi e si concentrò, e Jupiter trattenne il fiato in attesa del verdetto che dopo pochi secondi arrivò, e quando la parola
Grifondoro risuonò nella Sala Grande Jupiter si alzò in piedi insieme ai suoi compagni di Casa lanciando un urlo di trionfo, e Anthea raggiante gli corse incontro e lo abbracciò senza nemmeno rendersi conto di ciò che faceva.

"Che cosa gli hai detto? Come lo hai convinto?" le chiese Jupiter impaziente.
"Ha letto nella mia mente il mio desiderio di diventare un Auror e ha deciso che Grifondoro faceva per me! Ha anche detto che ho la stessa determinazione di mio nonno!" gli spiegò la ragazzina al colmo dell'entusiasmo.
Dopo un attesa che parve interminabile ad entrambi arrivò finalmente il turno di Aurelius Maximus Pye, e il Cappello Parlante ci mise un po' prima di pronunciare il verdetto.
"Avanti dai... concentrati... concentrati su Grifondoro!" sussur Jupiter mentre Anthea, con lo stomaco chiuso per l'ansia, gli diceva di stare zitto, di non farsi sentire dagli altri.
Alla fine anche Aurelius fu assegnato ai Grifondoro e ricevette l'accoglienza trionfale di Jupiter e di Anthea.
"Voleva mandarmi a Tassorosso come avevo previsto, ma io gli ho detto che mi sentivo un Grifondoro nel cuore sin dalla nascita, che il mio idolo è Harry Potter, che conosco a memoria la storia dell'Ordine della Fenice, che volevo restare con voi... insomma, alla fine l'ho convinto!"
Gli occhi di Jupiter, Anthea e Aurelius cercarono Jennifer che attendeva il suo turno sempre più nervosa.
La ragazzina guardò dalla loro parte, invidiandoli perchè per loro era tutto finito, perchè erano insieme... E se lei fosse rimasta sola?
"Jennifer Elizabeth Spencer!"
 Anche lei si sistemò sullo sgabello, e appena sentì il cappello posarsi sulla sua testa iniziò a pensare a Grifondoro.
"Grifondoro, giovane amica? E perchè mai?"
"Voglio stare con i Grifondoro, perchè sono nata tra i Babbani e i maghi Nati Babbani vanno sempre a Grifondoro!"

"Vedo che sei molto informata... Hai sicuramente parlato con qualcuno che se ne intende! Le caratteristiche dei Grifondoro sono audacia, fegato, cavalleria e astuzia... E voi siete stati molto astuti, molto audaci... E il giovane Black è stato molto generoso nel rivelarvi il suo segreto!"
"Ma come... ma come... "

"Come lo so? Amica mia, hai molto da imparare! Dì al giovane Black che gli faccio i complimenti per il tentativo ma che non avrei preso questa decisione se non avessi riscontrato in voi le caratteristiche giuste! E ora vai... GRIFONDORO!"
Jennifer emozionata confusa ed imbarazzata andò a raggiungere il tavolo dei Grifondoro dove trovò Anthea che la abbracciò con affetto mentre Aurelius e Jupiter si congratularono con lei.

"Guardate che lo sapeva... sapeva tutto!" sussurrò Jennifer ai suoi compagni, e spiegò tutto quanto mentre cenavano.
Jupiter ci rimase un po' male.

Era convinto di avere compiuto il suo primo gesto da Malandrino, e invece era stato subito scoperto!
Si consolò subito grazie alla presenza dei suoi nuovi amici e facendo onore al suontuoso banchetto, e quando alla sera finalmente si coricò nel suo letto circondato dalle tende rosso e oro dopo aver chiacchierato fino a tarda notte con Aurelius pensò che dopotutto era solo il primo giorno... aveva davanti sette anni per migliorare!

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Capitolo 46
*** Primi passi a Hogwarts ***


Capitolo 46 - Primi passi a Hogwarts






Primi passi a Hogwarts


"Guarda un po' com'è interessato alla lezione... E credo anche di sapere perchè! Non mi stupirei di vedere fra qualche anno un cucciolo di Felpato passeggiare nel parco!" pensò Minerva McGrannit mentre osservava Jupiter che prendeva appunti.
Jupiter pensava che Trasfigurazione fosse una materia affascinante, benchè difficile.
Minerva McGrannit era una professoressa molto esigente con i suoi alunni, e si chiedeva come avessero fatto suo padre e il padre di Harry a diventare Animagi a soli 15 anni facendo tutto di nascosto e senza l'aiuto di un mago esperto, e questo non faceva che accrescere la sua ammirazione nei loro confronti.
La materia che però amava di più era decisamente Incantesimi, perchè in tutti quegli anni aveva sempre dovuto forzare la sua natura per controllare i suoi poteri, e ora non gli sembrava vero di poter impugnare la bacchetta per potersi finalmente mettere alla prova e gestire al meglio le capacità che aveva ereditato da suo padre.
Anthea invece si impegnava al massimo in Difesa Contro le Arti Oscure, determinata com'era a diventare un Auror.
La maledizione legata a quella cattedra si era definitivamente sciolta con la morte di Lord Voldemort, e da ormai otto anni era nelle mani salde di Elphias Doge, uno degli Auror più anziani in carica e vecchio amico di Albus Silente.
Naturalmente il professor Doge si era accorto subito di Anthea e non solo perchè era stato amico di suo nonno Malocchio in gioventù ma anche e soprattutto perchè la ragazzina prometteva di diventare davvero una delle sue migliori allieve, anche se il professor Doge si augurava di non vederla mai impegnata in una guerra terribile come quella che tutti loro avevano affrontato.
Aurelius era da sempre un amante degli animali, sin da quando era molto piccolo faceva impazzire i suoi genitori perchè, se fosse stato per lui, avrebbe impiantato un vero e proprio zoo in casa, e così attendeva sempre con impazienza le lezioni di Cura delle Creature Magiche, ed erano ormai leggendari i suoi scambi di opinione con la professoressa Lovegood.
"Secondo me fai apposta a contraddirla sul Ricciocorno Schiattoso per farti notare, per me sei innamorato di lei!" lo prendeva in giro Jupiter che comunque pensava (come tutti del resto) che la professoressa Luna fosse davvero simpatica e la considerava una brava insegnante, molto dolce e affettuosa con le Creature Magiche a lei affidate.
E, alla fine, erano anche divertenti le sue strampalate teorie sugli Erumpent, i Ricciocorni, i Nargilli e quant'altro.
Era anche molto interessante ascoltare i racconti dei suoi viaggi intorno al mondo che aveva compiuto in quegli anni insieme al marito Rolf per studiare le Creature Magiche più strane e misteriose.
La passione per le Creature Magiche aveva fatto sì che Aurelius diventasse ben presto una presenza fissa nella capanna di Hagrid, e Jupiter spesso lo accompagnava anche perchè Hagrid gli raccontava molti episodi divertenti che riguardavano i Malandrini e suo padre in particolare.
Jupiter a Hogwarts aveva anche ritrovato un pezzo della sua infanzia, l'ormai anziano Fierobecco, l'Ippogrifo al quale in qualche modo doveva la sua esistenza e del quale Hagrid si era sempre preso cura dopo la morte di Sirius.
"Guardalo, ti ha riconosciuto!" disse Hagrid.
"Ma non è possibile, ero piccolo!"
"Gli Ippogrifi sono molto saggi, ricordano tutto, non dimenticano chi si è preso cura di loro e mostrano riconoscenza. Fierobecco ha capito che sei il figlio di Sirius Black, il primo vero padrone che abbia mai avuto, infatti si è lasciato toccare subito, non hai avuto nemmeno bisogno di inchinarti davanti a lui!"
A Jupiter piacevano molto anche le lezioni del Professor Lumacorno alle quali spesso presenziava anche il Professor Piton, che abbandonava il suo ritratto esposto nell'ufficio della Preside per visitare la sua vecchia aula di Pozioni, nella quale era presente un altro suo ritratto.
Jupiter sapeva che suo padre e il professor Piton erano stati acerrimi nemici, ed era già stato sottoposto ad una "interrogazione a tradimento" come quella subita a suo tempo da Harry.
Jupiter però, grazie ai libri di zio Alphard, sapeva tutto su bezoar, asfodelo e artemisia, e quando aveva dato con sicurezza la risposta esatta Lumacorno era andato in estasi e aveva assegnato dieci punti a Grifondoro.
Piton se n'era andato subito e da quel momento aveva lasciato stare Jupiter, che però sentiva sempre su di se lo sguardo del defunto professore di Pozioni quando era presente nell'aula, e si nascondeva dietro il suo calderone per farsi notare il meno possibile.
La vera rivelazione però fu Jennifer, che scoprì di avere un talento naturale nel distillare Pozioni, diventando in breve tempo la prediletta del professor Lumacorno.
"I miei genitori gestiscono un ristorante, e io sin dalla nascita sono cresciuta tra pentole e ricette! Per me mettere insieme gli ingredienti per preparare una Pozione non è diverso dal mettere insieme gli ingredienti per preparare una torta!" aveva detto una volta la ragazzina ai suoi amici per "giustificare" in qualche modo la sua abilità in quella materia, abilità che stupiva lei stessa per prima.
Grazie al suo talento Jennifer ricevette subito un invito per la prima cena annuale del Lumaclub e, insieme a lei, venne invitato anche Jupiter.
"A quanto pare per molto tempo ancora non ci sarà un Black a Serpeverde, però nulla ti vieta di far parte del mio club!" commentò il professore che non aveva ancora digerito il fatto che il Cappello Parlante gli avesse "scippato" anche Jupiter.
"Anche Harry Potter e sua moglie hanno fatto parte del mio club e anche la professoressa Granger!" concluse Lumacorno che non perdeva mai l'occasione di sfoggiare la sua "collezione di studenti". 

"Tu hai intenzione di andarci, Jupiter?" gli chiese Jennifer perplessa quella sera in Sala Comune. "Io non lo so... Insomma, saranno tutti più grandi di noi! E poi ho un po' paura perchè so che ad alcuni Serpeverde non va a genio che il Direttore della loro Casa dica in giro che io, Babbana di nascita, sono una delle sue allieve migliori!"
"Ma dai, di cosa hai paura? Io ci vado di sicuro, anzi, adesso vado a scrivere a Harry per dirgli che sono stato invitato! Dai, vieni con me, ci penserò io a proteggerti se la situazione si farà pericolosa!" disse Jupiter sorridendo, e Jennifer si arrese senza condizioni.
La risposta di Harry per Jupiter arrivò il mattino successivo durante la colazione in Sala Grande.
"Dice che non si stupisce affatto dell'invito di Lumacorno!" spiegò immediatamente ai suoi amici. "Sapeva che mi avrebbe tenuto gli occhi addosso visto che la famiglia Black era sempre stata una sua esclusiva!"
"E non dice altro?" chiese Jennifer. "Ad esempio... come dobbiamo vestirci?"
"No, dice solo che le feste del Lumaclub sono riunioni tra alunni ed ex alunni più o meno celebri!"
"Ma tu gli hai chiesto come dobbiamo vestirci?" chiese di nuovo Jennifer impaziente.
"Ma no che non gliel'ho chiesto! Perchè? E' importante? Io mi metto l'uniforme come al solito... quante storie per una cena!" concluse Jupiter alzandosi: la lezione di Trasfigurazione stava per iniziare e dovevano sbrigarsi se non volevano arrivare in ritardo e rimediarsi una ramanzina dalla McGrannit.
"E' inutile fare certi discorsi coi maschi... non possono capire!" disse Anthea osservando Jupiter e Aurelius che camminavano qualche passo avanti a loro. "Comunque se vuoi fare colpo su Jupiter ti consiglio di indossare la divisa del Puddlemere United!"
"Ma io non voglio fare colpo su di lui!" esclamò Jennifer arrossendo leggermente.
Nei pensieri di Jupiter al momento non c'era spazio nè per Jennifer nè per nessun altra ragazza.
Nei suoi pensieri c'erano il mondo magico appena scoperto, Hogwarts, il Quidditch... Il Glasgow Rangers che era stato eliminato dalla Champions League!
Jupiter era stato di malumore per un giorno intero dopo aver ricevuto una lettera di nonno Paul che gli aveva dato l'infausta notizia.

Aurelius a volte faceva qualche commento all'indirizzo di qualche ragazza carina, generalmente più grande, e Jupiter spesso e volentieri si trovava d'accordo con lui, ma al momento non pensava di trovarsi una ragazza fissa e poi non sarebbe mai riuscito a fare tutte quelle cose ridicole tipiche delle coppiette già formate lì a scuola, che passeggiavano lungo il lago tenendosi per mano... No, non era decisamente roba per lui!
Quando però giunse la sera della cena impiegò un po' più di tempo del solito a prepararsi, perché si rendeva conto che era la sua prima uscita ufficiale importante.
Come sto?" chiese ad Aurelius guardandosi allo specchio.
“E come devi stare? Come al solito! Stai indossando l'uniforme, non un abito da cerimonia! A meno che tu non voglia far colpo su Jennifer!" disse Aurelius battendo una mano sulla spalla di Jupiter e strizzandogli l'occhio.
”Ma no cosa dici! Lei è mia amica... è nostra amica! Come Anthea!"
"Sì, certamente... Però andrete a cena insieme... Insomma, io non sono mai andato a cena con una ragazza, quindi questa per te è una serata importante, è una specie di primo appuntamento anche se siete solo amici!"

"Se lo dici tu... " replicò Jupiter perplesso, ma nello stesso tempo consapevole che forse il suo amico non aveva tutti i torti.
Jupiter scese in Sala Comune per incontrarsi con Jennifer e, incurante degli sguardi dei suoi compagni e delle risatine delle sue compagne, si diresse con lei verso l'ufficio del professor Lumacorno che, grazie ad adeguati incantesimi, era stato allargato quanto bastava per contenere tutti gli invitati alla prima riunione stagionale del Lumaclub.

Quando arrivarono nell'ufficio di Lumacorno anche lui si sentì un po' intimidito.
Lui e Jennifer erano decisamente gli invitati più giovani, e Jupiter si diresse subito verso il suo idolo personale, Joshua Stirling, Battitore dei Grifondoro nonchè Capitano della squadra, che gli ricordò che da lì a due settimane si sarebbero tenute le selezioni in vista del Campionato che stava per cominciare.
"Hey ma... quello non è Harry Potter?" bisbigliò qualcuno.
Jupiter si voltò immediatamente e, con sua grande sorpresa e meraviglia, vide che davvero Harry era presente e si stava dirigendo verso di lui.
Jupiter gli andò incontro sorridendo e gli strinse solennemente la mano: non era proprio il caso di abbracciarlo davanti a tutti!
"Finalmente il grande Harry Potter ci onora della sua presenza!" disse il professor Lumacorno avvicinandosi immediatamente. "Credo che sia tutto merito del signorino Black se stasera hai annullato tutti gli impegni che hai ogni volta che organizzo le mie cene, vero Harry?"
"E tu magari lo hai invitato proprio per usarlo come esca ed attirarmi nella tua rete, vero Horace?" replicò Harry sorridendo a Jupiter.
"Ma no, ma no, ma cosa dici... Ma cosa vai a pensare! Il signor Black è uno studente molto promettente! E la sua amica qui presente, la signorina Spencer, è una grandissima esperta di Pozioni! Io la paragono sempre a tua madre, perchè anche lei è Babbana di nascita e distilla Pozioni ad occhi chiusi!"
"In ogni caso, Horace, se il tuo piano era quello sappi che ha funzionato alla perfezione!" disse Harry mettendo un braccio intorno alle spalle di Jupiter che gli sorrise. "Comincio ad avere fame... che ne dite se andiamo a sederci?"
Ovviamente Jennifer conosceva la storia di Harry, e sapeva quali fossero i legami che Jupiter aveva con lui.
Sapeva che veniva chiamato "Il ragazzo Sopravvissuto", "Il prescelto", ma quella sera si trovò davanti una persona molto simpatica e alla mano, per niente circondato da quell' alone mitologico che in molti gli attribuivano.
Jennifer passò una bellissima serata cenando insieme a Jupiter e al signor Potter ("Signor Potter? Chiamami Harry, e dammi del tu!") che li fece divertire raccontando come si svolgeva la sua vita da studente a Hogwarts quando aveva undici anni, e il pezzo forte fu il salvataggio della professoressa Granger intrappolata in un bagno con un troll di montagna.
“Harry, perchè non andiamo a fare un giro nel parco? Vorrei andare a trovare Fierobecco, non lo vedo da due giorni!" propose Jupiter.
“Allora io vado... è stato un piacere conoscerla signor Potter... Harry!" disse Jennifer stringendogli la mano.

"Ma no, Jenny, resta... " le disse Jupiter, ma Jennifer sorridendo gli diede la buonanotte e si allontanò.
"Non è che per caso ho rovinato qualcosa?" disse Harry scherzando, ma fino ad un certo punto.
Jupiter aveva solo undici anni però... non si poteva mai sapere! 
"Non tutti sono imbranati come lo ero io che, tra l'altro, ero anche più grande di lui!" pensò Harry sorridendo tra sè e ricordando i suoi primi approcci fallimentari con Cho Chang.
"Ma scherzi? E' stata una bella sorpresa per me vederti, non hai rovinato proprio un bel niente, anzi!" rispose Jupiter che considerava la presenza di Harry un magnifico regalo. "Però, ora che ci penso... Jenny! Jenny aspetta un attimo! Harry, non andare via, torno subito!"
Jennifer, dopo aver parlato con Jupiter, salì in Sala Comune, dove trovò Anthea seduta accanto ad Aurelius che leggeva ad alta voce l'ultimo articolo del Cavillo per far divertire i suoi compagni di Casa.
Xenophillious Lovegood continuava imperterrito a pubblicare il suo giornale, e sua figlia Luna ne lasciava sempre qualche copia in giro per la scuola a disposizione degli studenti.
"Il vecchio Xenophillious è sempre più svitato! Adesso capisco da chi ha preso la professoressa Lovegood!" disse Aurelius con le lacrime agli occhi per il gran ridere.
"Aurelius, lo sai che dovrei toglierti dei punti? Stai prendendo in giro un insegnante!" disse Reginald Parker, uno dei Prefetti.
"Ma tu lo faresti davvero? Toglieresti davvero dei punti alla tua Casa proprio adesso che siamo primi in classifica e con il Torneo di Quidditch che sta per cominciare?" disse Aurelius per nulla intimidito, e il Prefetto Parker rimase senza parole perchè, per Merlino, Aurelius era solo una matricola ma aveva perfettamente ragione!
"Allora com'è andata? E Jupiter dov'è?"  chiese Anthea.
"E' con Harry Potter, era anche lui alla cena, e allora ho pensato di lasciarli soli, Jupiter avrà sicuramente molte cose da dirgli e ha così poche occasioni per vederlo! Mi sarei sentita di troppo se fossi rimasta! Però Jupiter mi ha seguita e mi ha detto di portarvi giù in Sala Grande perchè vuole che Harry Potter conosca anche voi! Ha detto che non importa se c'è il Coprifuoco perchè tanto se siamo con Harry nessuno ci farà nulla!"
"Ma non poteva portarlo qui in Sala Comune?" chiese Aurelius.
"Ma se lo avesse portato in Sala Comune tutti avrebbero inziato a fargli mille domande, e Jupiter non voleva che lo infastidissero!"
"Aurelius, cosa c'è? Ti si è paralizzata la lingua dall'emozione?" chiese Anthea mentre uscivano dal buco del ritratto. "Ero convinta che avresti dato di matto... dopotutto stai per incontrare il tuo idolo!"
"Da quando ho conosciuto Jupiter ho inziato a vedere molte cose in maniera diversa" spiegò Aurelius. "Ero convinto che i maghi che hanno combattuto Voldemort, come il padre di Jupiter e come tuo nonno, fossero l'equivalente di quelli che i Babbani chiamano supereroi. E invece mi sono resto conto che erano studenti come noi, che ad un certo punto si sono trovati ad affrontare qualcosa più grande di loro. Hanno dovuto crescere in fretta, fare delle scelte, assumersi delle responsabilità e sacrificare la loro vita. E' questo che li rende speciali alla fine, e non i loro poteri magici. Io ho il massimo rispetto per Harry Potter, e sono felice di poterlo conoscere. Però la mia ammirazione di prima era... non so come definirla... infantile, direi!"
"Siete arrivati, finalmente!" disse Jupiter. "Jennifer l'hai già conosciuta, loro invece sono Aurelius e Anthea... adesso conosci tutti i miei migliori amici!" 
"I miei migliori amici" pensò tra sè, rendendosi conto di quanto si fosse legato a loro in quelle poche settimane e di quanto stessero bene insieme.
Con Anthea dava vita ad animate discussioni sul Quidditch (anche se lo spargimento di sangue si rischiava solo quando Anthea ne discuteva con Aurelius), mentre con Jennifer condivideva i ricordi della loro vita nel mondo Babbano, e spesso facevano ridere i loro amici quando raccontavano le cose buffe che succedevano quando erano piccoli e non riuscivano a controllare la magia.
Con Aurelius invece parlava spesso di suo padre.
Tutto era cominciato proprio perchè Aurelius sapeva tutto sull'Ordine della Fenice e su Harry, e quindi voleva saperne di più, e così Jupiter aveva inziato a raccontare ciò che sapeva, ciò che ricordava.
Gli parlava di suo padre, di sua madre, della sua vita a Grimmauld Place, del suo ritorno nel mondo Babbano, di come si era sempre sentito "sospeso fra due mondi", ed erano state proprio quelle conversazioni notturne a far cambiare la visione ingenua e romantica che Aurelius aveva avuto fino a quel momento.
Una notte Aurelius aveva sentito degli strani rumori provenire dal letto di Jupiter.
Si era avvicinato per assicurarsi che stesse bene, e lo aveva trovato intento a fissare una vecchia pergamena sulla quale erano scritte delle frasi spiritose.
"Jupiter... cosa ti succede?" chiese Aurelius preoccupato quando si accorse che il suo amico aveva le lacrime agli occhi.
"Sto parlando con mio padre... " gli aveva risposto Jupiter mostrandogli la Mappa del Malandrino. "Se non sai come far funzionare la Mappa i Malandrini ti prendono in giro, e io faccio apposta a sbagliare per sentire cos'ha da dirmi Felpato... Harry mi ha detto che non dovrei farlo, e ha ragione... ma a volte non riesco a resistere... "
Il padre di Jupiter era il celebre Sirius Black, ma per Jupiter era semplicemente suo padre, un padre del quale era fiero ed orgoglioso e del quale sentiva terribilmente la mancanza, e Aurelius non poteva fare a meno di chiedersi con che coraggio Peter Minus avesse potuto tradirlo e farlo finire in carcere dopo aver rivelato a Voldemort il nascondiglio dei Potter.
Lui non avrebbe mai potuto voltare le spalle a Jupiter, Anthea e Jennifer.
Anche Harry notò che c'era già un rapporto speciale tra quei quattro ragazzini, e pensò che davvero tra le mura di Hogwarts si stringevano legami destinati a durare per tutta la vita.
Si sentì felice per Jupiter, e si augurò che anche la loro amicizia
potesse durare per sempre.
"Allora adesso a Hogwarts ci sono i Nuovi Malandrini a quanto pare!" disse Harry a Jupiter che lo fissò pensieroso.
"No... direi di no... I Malandrini erano mio padre, zio Remus, tuo padre! Loro erano loro e noi... Noi siamo noi!" concluse sorridendo, e Harry gli sorrise a sua volta.
Jupiter Black, pur continuando a ricordare e ad amare suo padre, stava imparando a camminare da solo e stava pian piano sviluppando le sue idee e la sua personalità.
Harry si sentiva orgoglioso di Jupiter, e pensò che se Sirius avesse potuto vedere suo figlio ne sarebbe stato altrettanto fiero.

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Capitolo 47
*** La nuova vita di Rebecca Black ***


Capitolo 43 - La nuova vita di Rebecca Black




La nuova vita di Rebecca Black

La vita di Rebecca era cambiata molto dopo la partenza di Jupiter. 
Il Dr. Pye l'aveva ricontattata dopo il loro primo incontro a King's Cross, e alla fine era riuscito a convincerla ad unirsi al suo staff al San Mungo, e Rebecca era così diventata infermiera nel Reparto di Medicina Babbana.
Non aveva però voluto trasferirsi a Londra, e così Harry si era recato a casa sua e aveva fatto delle modifiche al camino collegandolo alla Metropolvere per consentirle di recarsi al lavoro e di muoversi per il mondo magico senza bisogno di avere un mago accanto che la aiutasse a Smaterializzarsi.
Per usare la Metropolvere non era necessario avere poteri magici, era la polvere ad essere magica, e quello era il mezzo di trasporto più usato dai Babbani che, come lei, erano entrati a far parte del mondo magico dopo il matrimonio.
A Rebecca ricordava sempre la polvere di fata che veniva descritta nella favola di Peter Pan, e spesso non poteva fare a meno di chiedersi se davvero non ci fosse un fondo di verità in tutte le favole che i Babbani raccontavano ai loro figli.
All'inizio faceva sempre degli atterraggi rovinosi ma stava cominciando a prendere confidenza con quell'insolito mezzo di trasporto e non arrivava più al San Mungo sporca di fuliggine.
Jupiter era felice perchè sua madre lavorava insieme al padre di Aurelius, e il Dottor Pye da parte sua era felicissimo di avere Rebecca nella sua squadra, perchè l'esperienza che aveva maturato dopo anni di lavoro in un vero ospedale Babbano era davvero utile per il suo reparto.
Rebecca aveva instaurato un buon rapporto con le sue colleghe, e spesso alla fine del turno andava con loro a Diagon Alley in loro compagnia per fare due chiacchiere davanti un caffè da Florian Fortebraccio o al Paiolo Magico, oppure per fare un po' di shopping nel suo negozio di preferito, Madama McClan, perché amava gli abiti da strega tanto quanto suo figlio adorava i manici di scopa di Accessori di Prima Qualità per il Quidditch.
Spesso e volentieri Harry e Ginny la invitavano a cena o si recavano dal lei per la gioia di James Sirius e Albus Severus, che ormai la chiamavano zia Rebecca.
Per loro era sempre una festa ogni volta che potevano andare a trovarla in quell'abitazione piena di tanti oggetti strani che venivano dal mondo dei Babbani e che avevano dei nomi bizzarri come lavatrice e forno a microonde.
Era una strana sensazione per Rebecca essere chiamata Signora Black, e quando qualcuno la trattava con particolare rispetto per via del cognome che portava non poteva fare a meno di pensare a come si sarebbe divertito Sirius sapendo che lei, Babbana Purosangue, era la donna più importante della famiglia come un tempo lo era stata Walburga.
Non tutti però la vedevano di buon occhio.
Anche se dopo la sconfitta di Voldemort i fanatici del sangue puro si erano dati una calmata certe idee malsane persistevano comunque, e il fatto che una Babbana avesse sposato l'ultimo dei Black non andava a genio a molti, soprattutto perchè a quegli stessi nostalgici non era nemmeno mai andato a genio Sirius Black, che si era sempre schierato contro di loro.
La famiglia Malfoy era una di quelle più a lei più ostili.
Narcissa e Andromeda dopo la guerra si erano riavvicinate, anche se non si frequentavano molto spesso perché tra Andromeda e Lucius continuava a non correre buon sangue.
Narcissa, per non inasprire ancora di più le cose, aveva deciso di non mostrare ostilità nei confronti di Rebecca e Jupiter, che peraltro non aveva mai incontrato.
Di diverso avviso era invece Lucius, a cui non andava molto a genio l'idea che il Mezzosangue Jupiter avesse di fatto lo stesso rango di suo figlio Draco, e aveva segretamente indagato per cercare di far dichiarare nulle le nozze di Sirius e Rebecca ed impossessarsi del patrimonio dei Black.
Dopotutto Narcissa era pur sempre la cugina di primo grado di Sirius, e dopo la morte di Bellatrix era lei la seconda in linea di successione dato che Andromeda era stata diseredata.
Era stata una amara sorpresa per lui scoprire che il matrimonio non solo era valido ma era stato celebrato nientemeno che dal Ministro della Magia Kingsley Schakebolt, all'epoca giovane Auror in carriera.
Lucius non poteva di certo mettere in dubbio la parola del Primo Ministro, e dovette così fare buon viso a cattivo gioco e accettare soprattutto il fatto che Jupiter fosse veramente l'Erede dei Black nonostante il suo stato di sangue.
Fortunatamente Harry non era venuto a conoscenza di queste manovre segrete altrimenti il suo vecchio nemico avrebbe passato un grosso guaio perchè Harry, (che comunque sapeva quale fosse l'opinione che le vecchie famiglie Purosangue avevano nei confronti di Jupiter e Rebecca), ci teneva a far sapere in giro che la moglie di Sirius Black era anche e soprattutto la sua madrina, affinchè fosse chiaro a tutti che non avrebbe tollerato che una qualsiasi famiglia di ex Mangiamorte caduti in disgrazia infastidisse le persone a lui care.
Rebecca, da parte sua, pur avendo sentito alcune voci a riguardo, non dava loro alcuna importanza.
Lucius Malfoy non era in cima ai suoi pensieri, men che meno quel giorno.
La sera prima aveva festeggiato il suo compleanno, il primo dopo il suo ritorno nel mondo magico, e quella era stata l'occasione buona per “rispolverare” il Castello di Alphard dato che aveva invitato a cena i Potter e i Weasley e Andromeda con Teddy e, naturalmente, i suoi genitori.
Erano venuti tutti a festeggiare con lei, tranne Jupiter che non poteva lasciare Hogwarts, però suo figlio non si era dimenticato della ricorrenza, anzi, e le aveva inviato come regalo la sua prima foto ufficiale con l'uniforme scolastica.
Rebecca l'aveva messa in una cornice d'argento e l'aveva collocata in bella mostra nel salotto di casa sua, accanto alla foto del suo matrimonio con Sirius.
In quella foto Jupiter sorrideva felice e sicuro di sé, era ormai un giovane mago e un Grifondoro a tutti gli effetti, e Rebecca guardandola era rimasta stupefatta.
Era bastato un mese a Hogwarts e già sembrava più grande, sembrava un altro... sembrava Sirius.
Un Sirius Black di undici anni, nonostante avesse i capelli biondi come quelli di sua madre.
Rebecca prese il vecchio album di foto che Sirius le aveva mostrato il giorno del loro primo incontro, e mise la foto di Jupiter a confronto con quella di suo padre quando era un giovane Malandrino.
Aveva sempre pensato che non ci fosse mai stato al mondo un ragazzo più bello di Sirius, ma ora non poteva fare a meno di pensare che un ragazzo più bello di lui esisteva, ed era suo figlio.
Rebecca guardò nervosamente l'orologio per l'ennesima volta.
C'era un'ultima cosa che andava fatta, era inutile rimandare oltre, così si era decisa e aveva chiesto l'aiuto di Harry che naturalmente le aveva offerto tutto il suo appoggio e il suo sostegno per aiutarla a compiere quel passo che l'avrebbe portata a rimettere piede dopo dieci anni al numero 12 di Grimmauld Place. 

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Capitolo 48
*** Ritorno a Grimmauld Place ***


Capitolo 49 - Ritorno a Grimmauld Place




Ritorno a Grimmauld Place


Le cose a Grimmauld Place erano cambiate molto in quei dieci anni, Rebecca se n'era subito resa
conto.

Il corridoio non era più buio e tetro, le stanze non erano più cupe e ricoperte da vecchia tappezzeria ammuffita.
Ogni locale era stato completamente restaurato e ora Rebecca, con Harry al suo fianco, osservava quello che una volta era il grande salone in cui si era celebrato il suo matrimonio, e alle cui pareti erano ora appesi i ritratti che raffiguravano i membri dell'Ordine della Fenice.
Aveva cercato e subito trovato il ritratto di Sirius, e gli era corsa incontro col cuore in gola, pervasa da una folle felicità, perchè si era ricordata che nel mondo magico i ritratti potevano parlare.
Perchè non ci aveva pensato prima?
E, soprattutto, perchè Harry non glielo aveva detto subito?
Sarebbe andata a Grimmauld Place sin dal primo giorno, avrebbe portato Jupiter... Sirius non aveva mai sentito la voce di suo figlio...
"Non può parlare. Nessuno di questi ritratti può farlo" disse Harry che aveva capito le intenzioni di Rebecca, e quelle parole furono per lei una pugnalata al cuore.
"Ma... Ma Jupiter mi ha scritto che a Hogwarts i ritratti parlano... E qui ci sono i ritratti di Phineas Nigellus... E della madre di Sirius..."
"Il ritratto parlante è un privilegio che compete solo a chi occupa una carica pubblica, come il Ministro della Magia, o il Preside di Hogwarts. Tuttavia alcuni maghi, di solito provenienti da nobili famiglie come quella dei Black, si fanno ritrarre e danno ordine al ritratto di "attivarsi" solo dopo la loro scomparsa, e i loro quadri vengono esposti nella dimora di famiglia affinchè le nuove generazioni possano conoscere i loro antenati. Come ben sai Walburga ha rispettato questa tradizione, e il suo ritratto è ancora di là in corridoio, coperto dai soliti tendaggi, visto che è assolutamente impossibile rimuoverlo o distruggerlo. I quadri che raffigurano i membri dell'Ordine della Fenice non parlano perchè nessuno ha mai pensato di farsi fare il ritratto ufficiale, a parte Albus Silente e Severus Piton che sono stati Presidi di Hogwarts".
"Io sono stato un Preside di Hogwarts!" confermò Phineas Nigellus che aveva origliato la conversazione. "Io posso muovermi da un ritratto all'altro, posso parlare! Ma per il mio indegno pronipote tutto questo non è possibile!”
Le pesanti tende che nascondevano il ritratto di Walburga Black si aprirono di colpo: le voci di Harry e di Phineas l'avevano risvegliata.
Chi osa profanare di nuovo la casa dei miei padri?" strillò Walburga guardandosi rapidamente intorno finchè i suoi occhi non misero a fuoco Harry. "MALEDETTO POTTER! Tu non sei il padrone di questo luogo, questa casa non ti appartiene, io sono l'unica custode!”
Walburga interruppe il suo delirio,e un espressione sorpresa si disegnò sul suo volto quando si accorse che accanto a Harry c'era Rebecca, e quando capì chi aveva di fronte sul suo viso apparve una smorfia di disgusto mista ad odio e ricominciò ad urlare.
"TU! MALEDETTA BABBANA! Cosa ci fai ancora qui? Speravo che anche tu fossi morta! Tu e quel... quel piccolo bastardo che hai messo al mondo, indegno di portare il nome dei Black come lo era suo padre!”
Lascia stare mio figlio! E lascia in pace Sirius!” disse Rebecca. “Gli hai reso la vita impossibile, lascialo in pace almeno ora! Tu non esisti più, tu non sei nessuno!”
"Io non sono nessuno? Povera illusa! Non sai con chi stai parlando! Io sono Walburga Black e tu sei una miserabile Babbana! Nessuno può mandarmi via da qui, ho fatto commissionare questo ritratto per sorvegliare in eterno la casa dei miei padri! Nessuno può distruggere il mio ritratto, solo chi ha il sangue dei Black può farlo! Quel rinnegato che hai sposato ha cercato di distruggermi ma non ce l'ha fatta, perchè è stato cancellato per sempre dalla nostra famiglia! E ora non esiste più nessun Black che possa distruggermi... Non ci sono più i Black... La nostra nobile casata si è estinta, la nostra nobile casata non c'è più... " continuò a ripetere Walburga in una incessante litania che fece venire la pelle d'oca a Rebecca.
"Mio figlio è l'Erede dei Black!" disse Rebecca, anche se in quel momento non si sentiva molto fiera del fatto che Jupiter fosse l'ultimo discendente maschio di quella famiglia.
Per lei Jupiter era semplicemente il figlio nato dall'amore che aveva unito lei e Sirius, e tutto il resto non aveva importanza.
"Quel Sanguesporco che hai messo al mondo non è mai stato un Black e mai lo sarà! Non c'è il nome del tuo bastardo sul nostro albero genelalogico, non c'è il tuo nome da Babbana, e non c'è nemmeno il nome di quel rinnegato che lo ha generato insieme a te! Io ho cancellato tuo marito dal nostro sacro albero genealogico, e la mia cara nipote lo ha cancellato per sempre dalla faccia della terra!”
Harry schiantò il ritratto di Walburga, e le pesanti tende si richiusero di scatto.
Non sopportava più la sua crudeltà, quelle parole lo facevano stare male e riaprivano una ferita mai del tutto rimarginata nel suo cuore e, soprattutto, nel cuore di Rebecca.
"Rebecca... Non darle ascolto, te la ricordi, lo sai che ha sempre detto quelle cose! Tu sei la moglie di Sirius, Jupiter è il figlio di Sirius, voi siete stati e siete ancora la sua unica, vera famiglia! A questo devi pensare, Rebecca! Devi pensare a quanto Sirius amava te e Jupiter! E vi amava tanto, io me lo ricordo... e io... io desideravo vivere con voi... fare parte della vostra famiglia..."
"Tu hai sempre fatto parte della nostra famiglia, Harry. Sirius per me non era solo il padre di mio figlio, era anche tuo padre" disse Rebecca, e Harry la abbracciò commosso da quelle parole.Ma quello che ha detto Walburga mi fa male perché è vero... Non lo rivedrò mai più... Non rivedrò mai più il mio Sirius... E se tu sapessi Harry... quanto mi manca...  “
Rebecca non si era mai sentita tanto sola e vulnerabile come in quel momento.
Finchè aveva avuto accanto suo figlio aveva dovuto farsi coraggio e avanti avanti per lui, ma ora che Jupiter era ad Hogwarts non c'era più nessuno con cui parlare, nessuno che l'aspettava quando tornava a casa.
C'era il suo nuovo lavoro che le piaceva molto e al quale si dedicava con passione, c'era una nuova famiglia che l'aveva accolta a braccia aperte, c'era Harry sempre presente come in quel momento.
Ma non c'era più nessuno che l'abbracciava, l'accarezzava e le sorrideva come faceva Sirius, nessuno che la amava come lui l'aveva amata.
Erano troppe le cose che Rebecca aveva tenuto a lungo chiuse dentro il suo cuore ed ora le sue difese erano crollate, e lei sapeva che quel momento sarebbe arrivato, e lo sapeva anche Harry.
Sapevano entrambi che prima o poi avrebbero dovuto affrontare insieme quel dolore, però avevano sempre fatto di tutto per rimandare il momento in cui avrebbero dovuto ricordare tutto quello che non avevano mai dimenticato.
"Quella notte fu Remus a venire da me, fu lui a dirmelo, anche se non ebbe bisogno di dirmi nulla, mi bastò guardarlo negli occhi per capire... Il dolore che provai, Harry... non te lo so descrivere... Fu come morire, fu come sentirsi strappare via il cuore... ma anche se ero morta continuavo a vivere, ed era quella la cosa peggiore! Non potevo accettarlo, non volevo crederci... non l'ho più rivisto, non è più tornato, non ho più saputo nulla di lui... E sono andata avanti illudendomi che una volta tornata nel mondo magico lo avrei ritrovato, ero convinta che mi stesse ancora aspettando da qualche parte! Sono una stupida, vero, Harry?"
"E invece ti capisco, Rebecca. Tu speravi di poter parlare con il suo ritratto, mentre io ho creduto di poterlo rivedere nello specchio magico che mi aveva regalato, ero convinto che lo avrei ritrovato come fantasma a Hogwarts... E ho cercato di tirarlo fuori dal Velo quella notte, io volevo oltrepassare la soglia per andare a cercarlo, ma Remus mi ha trattenuto, non me l'ha lasciato fare... "
"Ha fatto bene a trattenerti, altrimenti anche tu non saresti più tornato indietro. Remus mi ha detto che Bellatrix ha colpito Sirius con una maledizione, e mi fa impazzire il pensiero che forse avrebbe potuto salvarsi. Adesso che lavoro al San Mungo ho visto molte lesioni da incantesimo curate con delle pozioni speciali. E allora penso che se non ci fosse stato quel Velo forse ci sarebbe stata una speranza anche per lui. Ma non devo più pensarci, perchè mi faccio solo del male. Se n'è andato, e non tornerà mai più... Non tornerà mai più il mio Sirius... "
Harry sentì le vecchie ferite che si riaprivano, e sentì le lacrime uscire dai suoi occhi mentre abbracciava Rebecca scossa da singhiozzi disperati.
Harry ripensò al suo padrino che duellava con Bellatrix, che la sfidava e la derideva per distrarla e per dare a lui la possibilità di mettersi in salvo e di fuggire.
Ma Sirius non stava combattendo soltanto per lui, Sirius quella notte stava combattendo anche per Jupiter e Rebecca, perchè Bellatrix li avrebbe uccisi se avesse saputo della loro esistenza.
Sirius era il Custode Segreto di Rebecca e Jupiter, e quel segreto se n'era andato oltre il Velo insieme a lui, e pochi anni dopo Bellatrix era morta senza sapere che c'era un bambino chiamato Jupiter Alphard che custodiva nelle sue mani il futuro della famiglia Black e che ora era un Grifondoro di Hogwarts come lo era stato suo padre, e imparava ad eseguire gli incantesimi usando quella stessa bacchetta magica che era sfuggita di mano a Sirius un istante prima che il Velo lo imprigionasse per sempre.
Rebecca aveva ragione: il fatto che Sirius fosse scivolato oltre quel Velo era stata una tragica fatalità, se non ci fosse stato quel Velo niente e nessuno avrebbe impedito a Sirius di salvarsi.
Ancora una volta Harry ricordò la sofferenza provata dopo la morte del suo padrino, quando aveva devastato l'ufficio di Silente per sfogare il dolore che gli devastava il cuore.
Si era sentito abbandonato e solo senza sapere che non era solo, perchè c'era Rebecca che soffriva tanto quanto lui se non di più, e sarebbe stato d'aiuto e conforto per entrambi poter stare l'uno accanto all'altra subito dopo la scomparsa di Sirius.
Ma Harry era ancora in tempo, Harry poteva ancora recuperare quei dieci anni perduti, perchè Sirius gli aveva lasciato un'eredità più preziosa della casa di Grimmauld Place e dell'oro della Gringott.
Rebecca era ormai diventata una seconda madre per Harry, mentre Harry era subito diventato un importante punto di riferimento per Jupiter che gli scriveva da Hogwarts per raccontargli come si svolgeva la sua vita da studente, per chiedergli un consiglio ogni volta che ne aveva bisogno, proprio come faceva Harry quando Sirius era ancora accanto a lui.
Penserò io alla tua famiglia, te lo prometto, Sirius" pensò Harry. "Io ci sarò sempre, e farò qualsiasi cosa per loro. Qualsiasi cosa".

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Capitolo 49
*** Il Cercatore di Serpeverde ***


Capitolo 50 - Il Cercatore di Serpeverde





Regulus Black di Julia Weasley,  "zietta ufficiale" di Jupiter Alphard Black



Il cercatore di Serpeverde


Un Jupiter Black piuttosto deluso e arrabbiato si stava allontanando a grandi passi dallo stadio del Quidditch.

E va bene, lo sapeva.
Il posto di Cercatore titolare nella squadra del Grifondoro era già occupato da un certo Marcus Young, e lui aveva partecipato alle selezioni per essere preso come riserva, ma sperava che, dopo averlo visto volare, il Capitano Joshua Stirling gli dicesse che era bravissimo, che un talento così non andava sprecato e che il posto in squadra sarebbe stato suo di diritto.
Joshua gli aveva comunque fatto mille complimenti lodando il suo indiscutibile talento, e dopo averlo visto volare aveva deciso seduta stante che sarebbe stato lui la riserva, però questo per Jupiter significava solamente una cosa: per quell'anno niente Quidditch.
Harry gli avrebbe sicuramente detto che era comunque un bel passo avanti rispetto a quando frequentava lui Hogwarts, perchè a quei tempi le riserve non esistevano, un giocatore veniva sostituito solo se c'era la necessità, mentre invece Jupiter avrebbe potuto allenarsi lo stesso con la squadra, indossare la divisa e seguire la partita dalla panchina, ma tutto questo non riusciva a smaltire la sua delusione enorme.
Lui voleva essere protagonista, e non spettatore!
"Dai non prendertela... " gli aveva detto Anthea per consolarlo. "Quest'anno Marcus terminerà gli studi, e vedrai che il Cercatore l'anno prossimo sarai tu!"
Jupiter non le aveva nemmeno risposto, si era limitato ad incenerirla con lo sguardo e poi e se ne era andato voltandole le spalle con decisione.
Facile per lei parlare, lei era stata presa, lei avrebbe giocato come Cacciatore titolare!
E anche Harry non avrebbe mai potuto capirlo, perchè anche lui era sempre stato un titolare: avevano addirittura cambiato il regolamento pur di farlo giocare!
Entrò nel castello, deciso a rifugiarsi nella sua stanza per sdraiarsi sul suo letto con le tende ben chiuse, al riparo da occhi indiscreti e da frasi consolatorie di cui non sentiva in quel momento il minimo bisogno, però le scale di Hogwarts gli giocarono un brutto scherzo perchè gli fecero sbagliare strada facendolo finire nella Stanza dei Trofei.
No, decisamente quello non era il suo giorno fortunato... ma proprio lì doveva capitare?
Davanti a tutte quelle Coppe e a tutte quelle fotografie che sembravano ricordargli, semmai ce ne fosse stato bisogno, che quell'anno non avrebbe visto il suo nome scritto nell'Albo d'Oro del Quidditch di Hogwarts!
Visto che ormai era lì decise di darsi un'occhiata intorno e iniziò a passare in rassegna le fotografie finchè non trovò un'immagine di Harry a 13 anni, che sollevava la Coppa del Quidditch vinta dai Grifondoro.
Rimase fermo a lungo a guardarla, e sorrise mentre immaginava di essere al posto di Harry, perso in quei sogni di gloria che solo un ragazzino di 11 anni riesce a fare.
Decise di guardare anche le altre fotografie e, percorrendo a ritroso gli anni, arrivò al 1973.
Anche quell'anno la Coppa era stata vinta dal Grifondoro, e un largo sorriso illuminò il viso di Jupiter quando si rese conto che quello che sollevava il trofeo era James Potter, e osservò con curiosità e interesse quel ragazzo che era stato il migliore amico di suo padre, rimanendo peraltro impressionato dalla straordinaria somiglianza tra lui e Harry.
Tranne gli occhi... perché Harry ha gli occhi di sua madre! Anche a me dicono che ho gli stessi occhi di papà... “ pensò Jupiter rammaricandosi ancora una volta di non avere mai avuto la possibilità di conoscere meglio Sirius.
Io non ho mai conosciuto papà... Harry non ha mai conosciuto James... Teddy non ha mai conosciuto zio Remus... Forse c'è una maledizione su di noi... E soprattutto su di me, che sono nato poche ore dopo il ritorno di Voldemort... “ pensò Jupiter, che decise di passare in rassegna anche le altre foto nella speranza di distrarsi da quei cupi pensieri.
All'improvviso si fermò sbalordito, strabuzzando gli occhi per mettere meglio a fuoco l'immagine che gli stava di fronte perché non riusciva a credere a ciò che aveva appena visto.
Ma quello è papà... “ pensò mentre il cuore accelerava i suoi battiti. “Ma com'è possibile? Mi hanno sempre detto che non giocava a Quidditch! “
Osservò meglio la foto e si accorse che l'emozione gli aveva impedito di mettere a fuoco un dettaglio non da poco: quella era la squadra dei Serpeverde!
Vide il nome scritto sotto la fotografia, e il respiro gli si fermò nuovamente: Regulus Arcturus Black.
Come aveva fatto a non pensarci prima?
Eppure lo sapeva che il fratello di suo padre aveva giocato come Cercatore, era da lui e da zio Alphard che aveva ereditato il talento per il Quidditch, glielo aveva detto nonna Andromeda!
Quella scoperta lo rese felice, era sempre contento quando scopriva qualcosa di nuovo sulla sua famiglia d'origine perchè Jupiter era fiero di essere un Black anche se il suo orgoglio non aveva niente a che vedere con il significato rinchiuso nel motto Toujours Pur.
Per Jupiter essere l'Erede dei Black non significava essere l'ultimo discendente maschio di quella nobile famiglia.
Per Jupiter essere l'Erede dei Black significava essere semplicemente il figlio di Sirius.

Jupiter sapeva molto poco riguardo a suo zio Regulus.
Sua madre gli aveva raccontato tutto quello che a suo tempo le aveva raccontato Sirius, ovvero che Regulus era morto a soli 18 anni perchè si era unito ai Mangiamorte ma poi, resosi conto dell'errore commesso, si era ribellato a Voldemort decretando così la sua fine, avvenuta in circostanze misteriose e mai del tutto chiarite.
Jupiter osservò attentamente Regulus, sorridente nella sua divisa da Quidditch, ignaro di ciò che gli avrebbe riservato il destino.
Vederlo indossare la sua stessa uniforme da Cercatore, seppur con colori diversi, gli fece provare una simpatia istintiva nei confronti quello zio che non aveva mai conosciuto, la stessa simpatia che provava per zio Alphard, dal quale aveva ereditato non solo il castello in cui viveva ma anche il suo secondo nome e la passione per il Quidditch e per il Puddlemere United.
Si rese conto che, se non fosse morto, sarebbe stato Regulus l'Erede dei Black, perché non era stato rinnegato, perché era un Purosangue, perché era un Serpeverde... tutte caratteristiche che lui non possedeva.
Regulus Black sarebbe stato contento di avere un nipote come lui o se ne sarebbe vergognato?
Il pensiero di essere respinto da quello zio che somigliava tanto a suo padre e dal quale aveva ereditato il talento di Cercatore lo mortificò e lo rese triste.
Eppure in quella foto Regulus non sembrava affatto un crudele Mangiamorte, e se davvero si era ribellato, se davvero aveva cambiato idea, allora forse non era del tutto vero che disprezzava Babbani e Mezzosangue!
Andromeda gli aveva detto che Regulus Black non era un ragazzo cattivo, gli aveva anche detto che non avrebbe mai pensato di vederlo un giorno tra i Mangiamorte perchè era sempre stato molto timido e tranquillo, desideroso di compiacere i suoi genitori, e in particolare sua madre, in tutto e per tutto.
"Credo che Regulus si sia unito ai Mangiamorte proprio perchè il suo più grande desiderio era quello di rendere sua madre fiera di lui" gli aveva raccontato Andromeda. "Io e Sirius abbiamo disonorato la famiglia facendoci cancellare dall'albero genealogico e Regulus si è sentito investito dalla responsabilità di tenere alto il nome dei Black a qualsiasi costo. Tu me lo ricordi molto, lo sai, Jupiter? Hai la stessa dolcezza, ma hai anche la stessa voglia di affermare la tua personalità e di seguire il tuo cuore che aveva tuo padre! Anche Regulus aveva quella forza, ma non è riuscito mai ad esprimerla perchè sua madre era sempre lì, come un ombra che lo soffocava... Quella pazza fanatica! Tale e quale a mia sorella Bellatrix!" aveva concluso Andromeda piena di rabbia e di dolore, e un brivido era corso lungo la schiena di Jupiter quando aveva sentito pronunciare il nome della strega che aveva a lungo perseguitato i suoi incubi.
Bellatrix ha ucciso papà e anche zia Dora... Era la figlia di sua sorella, ma lei l'ha uccisa lo stesso... Forse Regulus avrebbe ucciso me e mia madre... “
Voltò di scatto le spalle alla foto, deciso ad uscire da lì e a fuggire da quel nuovo vortice di pensieri cupi in cui stava cadendo, e si accorse che c'era qualcuno alle sue spalle, un'ombra furtiva nascosta in un angolo che cercò di allontanarsi non appena lui si girò.
Jupiter rimase per un attimo paralizzato dal terrore, per un istante gli sembrò che i suoi incubi avessero preso forma.
Istintivamente impugnò la bacchetta, la puntò contro quell'ombra e lanciò uno Schiantesimo che non andò a segno ma fu sufficiente per spaventare quello sconosciuto che lanciò un urlo che nulla aveva di umano.
Jupiter si accorse che si trattava di una creatura minuscola, sembrava un bambino molto piccolo, e fu contento di aver sbagliato mira e di non avergli fatto del male dato che era chiaramente indifeso.
Chi sei?” domandò tenendo comunque la bacchetta levata in alto, perché sapeva che esistevano delle creature magiche che a prima vista sembravano innocue ma poi, al momento buono, rivelavano una natura malvagia.
"Sono io... padrone... " disse con voce stridula la creatura uscendo del tutto dall'ombra.
Si trattava di qualcuno che aveva conosciuto molto bene Sirius e Regulus, qualcuno che un tempo era stato molto devoto alla famiglia Black, qualcuno che Jupiter non riconobbe ma dal quale era stato immediatamente riconosciuto.
“Sono Kreacher... padrone... “

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Capitolo 50
*** Il vecchio elfo e il giovane padrone ***


Capitolo 50 - Il vecchio elfo e il giovane padrone




Il vecchio elfo e il giovane padrone


Da 10 anni il padrone di Kreacher era Harry Potter, e lui era stato obbligato a servirlo perchè padron Sirius aveva disposto
così nel suo testamento, ma Kreacher non era nato per servire i Potter.

I misteriosi incantesimi che lo legavano da sempre alla famiglia Black gli avevano fatto riconoscere in Jupiter colui al quale doveva in realtà la sua ubbidienza, e Jupiter dicendo semplicemente "Chi sei?" era di fatto diventato il suo nuovo padrone, perchè gli aveva rivolto una domanda, e Kreacher non poteva rifiutarsi di rispondere.
Kreacher sapeva che il figlio di padron Sirius era arrivato ad Hogwarts e aveva sempre cercato di evitare di incontrarlo perché sapeva che se lo avesse incontrato avrebbe dovuto servirlo, e lui non voleva diventare l'elfo del figlio di padron Sirius, il reietto, il rinnegato, il disonore dei Black, che aveva spezzato il cuore della sua amata padrona Walburga e che aveva osato accoppiarsi con una sporca Babbana.
Ed eccolo il risultato di quell'oscenità, proprio lì di fronte ai suoi occhi... Quel piccolo Sanguesporco di cui non ricordava nemmeno il nome, che probabilmente nemmeno sapeva di fare indegnamente parte di una delle più antiche e nobili famiglie di maghi mai esistite!
Un piccolo Sanguesporco che ora sarebbe stato costretto a chiamare padrone perchè gli incantesimi che lo vincolavano alla famiglia Black gli imponevano di considerarlo tale anche se il suo cuore si rifiutava di farlo, ma non aveva scelta, era il suo destino, il Mezzobabbano era l'Erede dei Black, l'ultimo insulto che padron Sirius aveva rivolto alla Nobile Casata prima di morire.
Ma c'era anche un altro motivo, molto più importante, che aveva tenuto Kreacher lontano da Jupiter: il vecchio elfo, infatti, temeva per la sua vita.
Kreacher aveva tradito padron Sirius, infrangendo la ferra regola che gli imponeva assoluta fedeltà alla famiglia cui apparteneva.
Era stato in casa della signorina Cissy, aveva passato informazioni alla signorina Bella, aveva fatto in modo che anche padron Sirius cadesse nella trappola che Voldemort aveva preparato per Harry Potter.
Se il giovane padrone voleva vendicare la morte di suo padre aveva tutto il diritto di uccidere Kreacher senza essere accusato di omicidio perchè un tradimento come quello di Kracher poteva e doveva essere punito con la morte, e i padroni avevano diritto di vita e di morte sui loro elfi.
Il giovane padrone non avrebbe nemmeno dovuto sporcarsi le mani con il sangue di Kreacher perchè, se solo glielo avesse chiesto, ci avrebbe pensato lo stesso Kreacher a porre fine alla sua esistenza gettandosi da una delle torri del castello.
Kreacher aveva tradito, Kreacher doveva morire, era giusto così perchè era così che da sempre si faceva, e Kreacher non osava mettere in dubbio e in discussione questa antica regola.
"Sono Kreacher... padrone" rispose il vecchio elfo a malincuore.
"Perchè mi chiami padrone?" chiese Jupiter stupito, e nel cuore di Kreacher si accese la speranza: possibile che il Mezzobabbano non sapesse nulla di lui?
"Io sono l'elfo domestico della famiglia Black, tu sei il mio padrone e io devo obbedire ai tuoi ordini" spiegò inchinandosi esageratamente fino a terra.
"Ma... stai scherzando?!" chiese Jupiter incredulo.
Lui... padrone di un elfo domestico!
Non vedeva l'ora di dirlo ai suoi amici!
Kreacher intanto esultava: il piccolo Sanguesporco non lo conosceva, il piccolo Sanguesporco non sapeva nulla!
Il vecchio elfo intravide una speranza di salvezza.
"E cosa fai qui a Hogwarts?” chiese Jupiter sempre più incuriosito.
Quando padron Sirius è morto ha lasciato la casa di Grimmauld Place a Harry Potter, e Harry Potter ha ordinato a Kreacher di venire qui!”
Ma tu eri a Grimmauld Place quando c'ero anch'io? Mia mamma non mi ha mai parlato di te!”
"Kreacher non parlava mai con la madre del giovane padrone e la madre del giovane padrone non parlava mai con Kreacher. Kreacher non si avvicinava mai al giovane padrone e a sua madre perchè così voleva padron Sirius" disse il vecchio elfo sperando di conquistarsi la fiducia di Jupiter e di salvarsi la vita.
"Non rivolgere più la parola a Rebecca, non avvicinarti mai più a mio figlio! Stai lontano da loro, comportati come se non ci fossero! Non nominarli, non dire una parola su di loro a nessuno o giuro che ti uccido, piccolo idiota buono a nulla!"
Jupiter non poteva ricordare quelle parole urlate da suo padre in un momento di rabbia, e non poteva sapere che proprio quelle parole avevano salvato la vita a lui e a sua madre, perché Kreacher non poteva disubbidire agli ordini di Sirius e rivelare a Bellatrix che una Babbana aveva dato alla luce l'Erede dei Black.
Perchè mio padre non voleva che tu ti avvicinassi a me e a mia madre?”
"Kreacher doveva obbedire agli ordini della sua amata padrona Walburga... Kreacher doveva... La padrona Walburga disprezzava te e tua madre... E aveva ragione perché tua madre era una sporca Babbana!” esclamò Kreacher incapace di trattenersi.
Come hai chiamato mia madre?" esclamò Jupiter fulminandolo con lo sguardo, e Kreacher arretrò terrorizzato,
Era come guardare negli occhi padron Sirius tornato per ucciderlo.

Kreacher corse verso la parete più vicina e cominciò a prendere a testate il muro.
"Fermo, cosa fai? Ma sei impazzito?" gridò Jupiter dimenticando la sua rabbia, spaventato da quella inaspettata e violenta reazione.
"Kreacher ha offeso la madre del giovane padrone e deve punirsi!” spiegò il vecchio elfo massaggiandosi il cranio dolorante.
"Va bene, sei perdonato, ti sei punito abbastanza, ma guai a te se dici ancora qualcosa su mia madre!" disse Jupiter pensando al ritratto di nonna Walburga che insultava Rebecca alla stessa maniera, e si diede dello stupido per aver pensato, fino a poco tempo prima, che quel quadro urlante fosse divertente.
Gli occhi del vecchio elfo si riempirono di lacrime.
"Il giovane padrone ha perdonato Kreacher, il giovane padrone non è come suo padre, il giovane padrone è come padron Regulus! Kreacher voleva bene a padron Regulus, Kreacher viene sempre qui a pulire per guardare la foto di padron Regulus! Tu sai chi era padron Regulus?"
Jupiter gli raccontò tutto quello che sapeva riguardo a suo zio, e Kreacher scosse la testa.
"Il giovane padrone non sa niente, il giovane padrone non sa la verità! Lo vedi questo medaglione?" disse mostrando a Jupiter la preziosa reliquia che portava sempre al collo. "Questo medaglione era di padron Regulus, lo ha donato Harry Potter a Kreacher! Vuoi conoscere la storia di questo medaglione? Vuoi conoscere la vera storia di padron Regulus?"
Jupiter disse di sì, e un ghigno di trionfo apparve sul viso di Kreacher.
Padron Regulus gli aveva proibito di raccontare del suo sacrificio a qualsiasi membro della famiglia, però intendeva la vera famiglia Black, la famiglia Purosangue, ma padron Jupiter (ecco come si chiamava il ragazzino!) era un Mezzobabbano, lui non contava, e poi gli aveva detto che voleva sentire la storia e Kreacher doveva ubbidire, doveva raccontargliela.
Ma se il ragazzino non contava nulla come mai lo aveva riconosciuto come erede dei Black?
Stava forse disubbidendo agli ordini di padron Regulus?
Decise di raccontare comunque la storia e di infliggersi più tardi una punizione esemplare: ne sarebbe valsa la pena, era giusto che il ragazzino sapesse.
Padron Sirius aveva dimenticato padron Regulus.
Padron Jupiter lo avrebbe ricordato fino alla fine dei suoi giorni.

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Capitolo 51
*** Le verità nascoste ***


Capitolo 50 - Le verità nascoste



Le verità nascoste


Jupiter era seduto in riva al lago proprio sotto l'albero preferito dai Malandrini ma era troppo sconvolto per farci caso.

Vide qualcosa agitarsi nell'acqua e balzò in piedi spaventato e pronto a fuggire, ma si rese subito conto che si trattava della piovra gigante.
In quel momento pensò che non sarebbe stato più in grado di guardare uno specchio d'acqua senza pensare a suo zio.
La reazione di Jupiter era stato un autentico momento di trionfo per Kreacher.
Padron Sirius aveva sempre fatto soffrire Kreacher, e Kreacher si era vendicato facendo soffrire suo figlio Babbano.

"Mio zio è morto da eroe come mio padre, anche lui ha combattuto contro Voldemort! Ma perché zio Regulus non ha detto nulla a mio padre? Lui lo avrebbe aiutato, lo avrebbe salvato, non lo avrebbe lasciato morire così!" disse Jupiter visibilmente scosso quando Kreacher terminò il suo racconto.
Kreacher rimase allo stesso tempo lusingato ed offeso dalle parole di Jupiter.
Il giovane padrone aveva reso onore a padron Regulus, però lo aveva paragonato a padron Sirius, e per Kreacher questo era il peggiore degli insulti, così il vecchio elfo perse il controllo.
"Padron Regulus non era come tuo padre, padron Regulus era migliore di lui! Padron Sirius era cattivo, maltrattava Kreacher! Tuo padre non avrebbe mai salvato padron Regulus perchè è scappato di casa, non gli importava nulla di suo fratello, odiava la mia amata padrona Walburga! Se padron Regulus fosse ancora vivo sarebbe lui l'Erede dei Black! Padron Regulus avrebbe dovuto avere un figlio, un figlio Purosangue, e non un Sanguesporco come te!" urlò prima di ricominciare a punirsi picchiando la testa nel muro.
Smettila! Io non ci credo e non ti voglio ascoltare! Mio padre non era cattivo, ho conosciuto tante persone che gli volevano bene, anche Harry gli voleva bene! E se ti ha maltrattato te lo sei meritato, perché prima hai fatto arrabbiare anche me quando hai detto che mia madre è una sporca Babbana! Mio padre ha sempre difeso mia madre perché le voleva bene e... e voleva bene anche a me... “
Jupiter si interruppe sentendosi sull'orlo delle lacrime, ben deciso a non mostrarsi debole davanti a quella creatura che già detestava.
Kreacher si rese conto di aver commesso un passo falso.
Il giovane padrone era chiaramente affezionato alla memoria di padron Sirius e lui doveva conquistarsi la sua fiducia se voleva salvarsi la vita, così decise di volgere la situazione a suo favore.
Kreacher ha fatto arrabbiare padron Jupiter, Kreacher chiede perdono!” disse inchinandosi di nuovo fino a toccare il terreno con la punta del naso, esagerando volutamente per far sì che non ci fossero più dubbi su di lui. “Kreacher non farà più arrabbiare padron Jupiter, Kreacher promette che ubbidirà sempre agli ordini di padron Jupiter! Kreacher promette che sarà sempre fedele a padron Jupiter così come è sempre stato fedele a padron Sirius e... “
Kreacher si interruppe, gli occhi sgranati dal terrore, e di nuovo iniziò a punirsi picchiando la testa contro il muro.
Basta! Smettila! Perchè lo fai? Perchè ti punisci?” esclamò Jupiter. “Non hai fatto niente di male adesso!”
Anche se quell'elfo non gli stava simpatico non sopportava di vederlo comportarsi in quel modo.
Il vecchio elfo smise di punirsi e rimase in ginocchio a capo chino sul pavimento mentre grosse lacrime uscivano dai suoi occhi.
Era fatta, era finita, si era messo in trappola con le sue stesse mani.
Era obbligato ad obbedire agli ordini del suo padrone, era costretto a dire la verità.

Perchè ti punisci Kreacher?” chiese nuovamente Jupiter.
Kreacher si punisce perchè gli elfi domestici non possono mentire ai loro padroni! Kreacher ha appena detto a padron Jupiter di essere sempre stato fedele a padron Sirius ma Kreacher... Kreacher ha detto una bugia...“ disse l'elfo con un filo di voce tremando di paura.
Non sei stato fedele a mio padre? E' questo che stai cercando di dire? Spiegati meglio!“ incalzò Jupiter e Kreacher abbandonò definitivamente ogni speranza. Il suo destino era segnato.
Padron Jupiter non avrebbe avuto pietà di lui, e padron Sirius avrebbe avuto la sua vendetta.
Jupiter ascoltò la confessione di Kreacher incapace di credere alle proprie orecchie.
Voldemort aveva ottenuto le informazioni che gli servivano grazie a Kreacher... Voldemort aveva attirato Harry nell'Ufficio Misteri...
E papà è morto... “
Il suo cuore iniziò a battere violentemente, si sentì trafitto da un dolore insopportabile e fu investito da un'ondata di odio mai provato prima.
Gli sferrò un calcio nella pancia talmente violento che lo fece finire a terra, e mentre il vecchio elfo si contorceva per il dolore si avvicinò e, con mani tremanti, posò la punta della bacchetta magica sulla fronte di Kreacher che chiuse gli occhi in attesa che si compisse il suo destino.
Guarda questa bacchetta magica Kreacher! Guardala! Era di mio padre! E' tutto quello che è rimasto di lui dopo che è stato ucciso! E io la userò per uccidere te!” gridò Jupiter con le lacrime agli occhi.
Kreacher cercò di alzarsi per fuggire, ma Jupiter puntò la bacchetta verso una delle grosse coppe posate sugli scaffali e disse: "Wingardium Leviosa!"
La coppa si sollevò a mezz'aria, Jupiter la diresse sopra Kreacher e gliela fece cadere sulla schiena.
Il vecchio elfo cadde di nuovo a terra, tentò di nuovo di alzarsi ma ancora una volta non ci riuscì perchè Jupiter gli lanciò addosso uno Schiantesimo che andò perfettamente a segno.
Preparati Kreacher, questo è solo l'inizio! Ti farò del male, ti farò soffrire, me la pagherai! Perchè lo hai fatto? Perchè?
Tremando da capo a piedi levò la bacchetta e lanciò un nuovo Schiantesimo, e mentre Kreacher giaceva a terra inerme lo sguardo di Jupiter cadde sul medaglione che pendeva dal collo dell'elfo.
"Dammi il medaglione Kreacher" gli disse con voce gelida.
Vide lo sgomento e il dolore sul volto di Kreacher e un sorriso di trionfo gli apparve sul viso: aveva colpito nel segno.
"Padrone ti prego... Il medaglione è di Kreacher... Harry Potter lo ha dato a Kreacher in ricordo di padron Regulus... “
Non mi importa! Il medaglione era di Regulus Black e adesso tu lo dai a me, perché io sono suo nipote! Sono io il tuo padrone, sono io l'Erede dei Black, e tu devi fare quello che ti dico! E adesso dammelo! Non te lo meriti!"
Singhiozzando disperatamente Kreacher si sfilò il medaglione dal collo e lo diede a Jupiter con mani tremanti.
Padron Jupiter ha ragione... Kreacher ha tradito il fratello di padron Regulus... Kreacher non se lo merita... “
Per un momento Jupiter provò pena per lui ma si riscosse subito.
Non doveva dimenticare che Kreacher aveva fatto la spia ai Mangiamorte, aveva distrutto la vita di sua madre, aveva spezzato la sua famiglia...
E adesso vai via! Vattene via!” urlò Jupiter che non ne poteva più di sentirsi fissare da quegli occhi terrorizzati e pieni di lacrime, e Kreacher si Smaterializzò senza farselo ripetere due volte, appena in tempo per evitare un altro Schiantesimo.
Jupiter crollò in ginocchio sul pavimento scosso dai singhiozzi e oppresso da un dolore che gli toglieva le forze e il respiro.
Si sentiva soffocare dentro la Stanza dei Trofei e così corse in riva al lago in cerca di sollievo e di risposte alle sue domande. 
Come mai sua madre non gli aveva mai detto cosa aveva fatto Kreacher?
Suo padre era scomparso dietro un velo, Harry e zio Remus erano rimasti a guardare senza poter fare nulla, impotenti e disperati... Tutto quello che Jupiter già sapeva era spaventoso, e forse sua madre aveva pensato che non era necessario aggiungere altri dettagli che non avrebbero fatto altro che aumentare la sua sofferenza.
Pensò a quanto era stato bravo ad usare l'incantesimo Wingardium Leviosa, alla precisione con cui aveva scagliato lo Schiantesimo, a quanto male doveva aver fatto a Kreacher, ma si accorse che quel pensiero non lo rendeva felice, e che la sua rabbia e il suo dolore invece di diminuire aumentavano, e gli venne in mente quello che sua madre aveva detto a Molly.
Sei stata molto coraggiosa, e non ti nascondo che è un sollievo per me sapere che Bellatrix non c'è più... anche se nessuno potrà mai ridarmi Sirius...".
Questo aveva detto sua madre a Molly, ed era questa la cosa che faceva più male alla fine.
Jupiter si mise di nuovo a piangere, sentendosi solo più che mai.
So che sei qui papà...” pensò mettendosi una mano sul cuore. “Ma mi manchi lo stesso... ”
Se avesse ucciso Kreacher, se lo avesse torturato... Gli avrebbe dato soddisfazione?
Forse sì... forse al momento sì... Ma poi? Cosa sarebbe cambiato?
Suo padre non sarebbe tornato comunque...

Però Kreacher non poteva passarla liscia, doveva punirlo, doveva fargli del male, doveva ucciderlo!
Avrebbe ucciso Kreacher e poi lo avrebbe scritto a Harry e a sua madre, avrebbe spiegato che lo aveva fatto per vendicare suo padre e loro... Loro non avrebbero approvato, già lo sapeva... E la mamma avrebbe sofferto, avrebbe pianto di nuovo...
Sua madre non lo aveva cresciuto instillando in lui rancore o desiderio di vendetta.

Sua madre aveva sempre desiderato che andasse ad Hogwarts come tutti i giovani maghi della sua età, voleva che trovasse la sua strada, che si costruisse un avvenire sereno e felice, che avesse la possibilità di realizzare i suoi sogni come a suo padre non era stato permesso fare.
Sua madre non avrebbe mai voluto vederlo carico di rabbia e desideroso di uccidere come si sentiva in quel momento.
Sua madre ne aveva abbastanza di morte, dolore e vendette.
E anche Harry, e nonna Andromeda, e Teddy...
Tutti avevano subito delle perdite tremende, tutti avevano delle ferite che non sarebbero mai guarite.
E di nuovo gli venne in mente quella storia che sua madre gli aveva raccontato tante volte.
Harry sapeva che Peter Minus aveva tradito i suoi genitori, eppure ha detto a papà e a zio Remus di non ucciderlo, perché non voleva che i migliori amici di suo padre diventassero assassini. E quando Harry ha detto così papà e zio Remus hanno abbassato la bacchetta magica... 
Rapidamente prese la sua decisione e agì altrettanto in fretta, timoroso di perdere il coraggio necessario per compiere quel passo.
"Kreacher, torna qui!"
L'elfo si Materializzò immediatamente al suo fianco, terrorizzato.
"Kreacher è qui padrone... Se il padrone vuole ucciderlo Kreacher è pronto a morire... " disse inginocchiandosi ai piedi di Jupiter.
"Hai proprio ragione Kreacher... vorrei ucciderti... Ma ho deciso di non farlo perchè se diventassi un assassino mia madre soffrirebbe e io non voglio, ha già sofferto abbastanza... non voglio farla soffrire anch'io!"
"Kreacher chiede perdono, Kreacher ha imparato, Kreacher sarà fedele... Perchè il padrone è buono e non lo ucciderà... Grazie padrone... "
"Non ringraziarmi! Tu disprezzi me e mia madre, io lo so!"
"La mia amata padrona Walburga mi ha sempre detto che padron Sirius non era suo figlio e Kreacher è sempre stato devoto alla sua amata padrona. Kreacher ha sempre disprezzato padron Sirius perchè la padrona Walburga ha sempre detto a Kreacher di disprezzare i nemici della famiglia Black!"
"Basta con questa storia! Non voglio più sentirti parlare della tua amata padrona Walburga! Non hai ancora capito che il tuo padrone sono io? Devo ricordartelo ancora?” minacciò puntandogli contro la bacchetta magica.
Kreacher si rannicchiò a terra ma Jupiter abbassò il braccio lungo il fianco, dominando a stento la voglia di lanciargli adosso un altro Schiantesimo.
Vorrei ucciderti... ma non lo farò... Lo faccio per mia madre... Ma non ti ho perdonato Kreacher, non ti potrò mai perdonare! E adesso vai via... Vai via prima che io cambi idea! E prendi questo! Non voglio avere addosso niente che mi faccia pensare a te!" disse Jupiter buttandogli addosso il medaglione, e Kreacher se lo rimise al collo piangendo.
"Sei ancora qui? Sparisci, sono stanco di vederti!"
Kreacher non se lo fece ripetere due volte, e dopo che l'elfo fu scomparso nuove lacrime uscirono dagli occhi di Jupiter.
Restò a lungo seduto in riva al lago,
e quando ebbe sfogato tutta la tensione e tutto il dolore accumulato in quelle ore iniziò a sentirsi meglio... non del tutto, solo un po', ma il cuore non gli faceva male come prima, ed era già qualcosa.

Sapeva che sua madre avrebbe approvato la sua decisione di non uccidere Kreacher, anche se non sapeva ancora se glielo avrebbe scritto.
Magari glielo avrebbe raccontato di persona, sì era decisamente meglio così.
Sarebbe stata felice sua madre, ne era certo, e anche suo padre sarebbe stato felice, ne era altrettanto sicuro.
Suo padre e sua madre sarebbero stati felici di sapere che il loro unico figlio non era diventato un assassino a soli undici anni.
Papà, tu hai abbassato la bacchetta magica... E io ho fatto come te... “ pensò Jupiter stringendo forte la bacchetta di Sirius tra le mani.
Si alzò per tornare al castello.
Era quasi ora di cena, sicuramente i suoi amici lo stavano cercando e lui aveva bisogno di stare con loro, aveva bisogno delle loro chiacchiere e delle loro risate che gli sarebbero state d'aiuto per superare le emozioni di quella giornata.

E voleva anche chiedere scusa ad Anthea per come si era comportato con lei poche ore prima.
Avrebbero festeggiato la sua nomina a Cacciatore e lui si sarebbe accontentato di fare la riserva, in attesa che arrivasse il momento giusto.
Gli sembrava così stupida in quel momento la sua delusione di poche ore prima, e così sciocchi i suoi problemi... Alla fine era comunque riuscito a fare parte della squadra!
Prima di entrare nel castello si fermò, si mise una mano in tasca, tirò fuori per l'ennesima volta il biglietto e lo rilesse.
Aveva restituito il medaglione a Kreacher ma aveva voluto tenere qualcosa per sé, non aveva resistito alla tentazione di avere almeno quel ricordo di zio Regulus che lo faceva sentire fiero più che mai di essere un Black, orgoglioso di essere il figlio e il nipote di due uomini che avevano sacrificato la loro vita per lottare in ciò in cui credevano.

Al Signore Oscuro.

So che avrò trovato la morte molto prima che tu legga queste parole ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto.
Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile.
Affronto la morte nella speranza che, quando incontrerai il tuo degno rivale, sarai di nuovo mortale.
R. A. B.

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Capitolo 52
*** Ritorno a casa ***


Capitolo 51 - Di nuovo a casa



Ritorno a casa



A Rebecca piaceva fermarsi a dormire a Grimmauld Place dopo aver completato il turno di notte al San Mungo.

Al mattino dormiva fino a tardi e poi, una volta recuperato il sonno perduto, usciva e si godeva Londra fino a quando non giungeva per lei il momento di tornare in ospedale.
Si divertiva a fare la turista visitando monumenti e musei, anche se alla fine ciò che più le interessava era la scoperta della Londra magica, e perciò appena poteva si recava a Diagon Alley.
Il suo lavoro al San Mungo la appassionava e la coinvolgeva ogni giorno di più e aveva un bellissimo rapporto con Augustus Pye, che oltre ad essere il suo capo si era rivelato essere anche un buon amico.
Il fatto di avere due figli della stessa età, compagni di scuola a Hogwarts, aveva creato un legame fra loro.
Augustus era separato dalla moglie ed era un uomo simpatico e divertente, che svolgeva con passione il suo lavoro e, pur essendo un mago, amava molto il mondo dei Babbani e sapeva usare gli elettrodomestici e le automobili avendo studiato a suo tempo anche Babbanologia.
Proprio come Sirius... “ aveva pensato subito Rebecca, che si rendeva conto di iniziare a desiderare qualcosa di più dalla sua vita, e quel pensiero la disorientava un po'.
Fino a quel momento non aveva mai pensato di trovarsi un nuovo compagno anche se tutti le dicevano che ne avrebbe avuto il diritto visto che era ancora giovane, ma lei non aveva né il tempo né la voglia di pensarci, il centro della sua esistenza era sempre stato Jupiter, e il suo unico scopo era stato quello di prepararlo al mondo magico e aiutarlo a controllare i suoi poteri, impresa che si era rivelata abbastanza difficile per lei, che di poteri magici era sprovvista.
La presenza di un nuovo compagno e di una nuova relazione da gestire avrebbero rappresentato soltanto un problema in più.
Adesso che Jupiter era finalmente a Hogwarts era libera di pensare di nuovo a se stessa, ma al momento trovava ancora difficile staccarsi dal suo passato e lasciarsi andare, perchè alla fine la verità era una sola: amava ancora Sirius, sempre presente nei suoi pensieri e nel suo cuore.
Anche le sue colleghe e lo stesso Augustus si erano resi presto conto di questo, perchè conoscevano bene la sua storia.
Nessuno di loro aveva subito una perdita grave come era successo a Rebecca, ma nel mondo magico non c'era nessuno che non avesse tra le sue conoscenze qualcuno che aveva perso un parente o un amico durante la guerra, e sapevano quanto fosse difficile ricominciare dopo tutto quello che avevano vissuto.
Il dolore che Rebecca aveva provato quando aveva scoperto che non avrebbe mai potuto parlare con il ritratto di Sirius era stato devastante: in quel momento aveva dovuto suo malgrado aprire gli occhi e rendersi conto, una volta per sempre, che il suo amato Sirius non sarebbe più stato accanto a lei.
Era stato come perderlo una seconda volta, ed era stato in quel momento che si era resa conto che doveva voltare pagina e raccogliere le forze necessarie per intraprendere un nuovo cammino, ma intanto continuava a rimanere sospesa fra presente e passato.
Dormire nella vecchia camera di Sirius era una delle cose che le davano un certo conforto, soprattutto quando sentiva la mancanza di Jupiter, e anche quella mattina quando si svegliò la prima cosa che vide fu il viso del giovane Sirius Black che le sorrideva dalla foto che lo ritraeva ad Hogwarts insieme ai Malandrini.
"Vado a King's Cross... Oggi torna Jupiter per le vacanze di Natale!" disse felice mandando un bacio a quella vecchia immagine di Sirius, Remus e James.
Rebecca non vedeva l'ora di riabbracciare Jupiter, era emozionata come se si trattasse di un primo appuntamento.
In quel momento era soltanto suo figlio l'uomo più importante della sua vita, l'unico che desiderasse avere accanto, l'unico che amasse con tutto il cuore... a parte Sirius.
Jupiter nel frattempo si stava dirigendo alla stazione di Hogsmeade insieme ad Aurelius, Jennifer e Anthea.
Non vedeva l'ora di tornare a casa per poter parlare di Hogwarts a sua madre, era impaziente di rivedere Harry, e da tempo aveva invitato Teddy a passare l'intero periodo natalizio al castello di Alphard.
Prima di salire sul treno rivolse un ultimo sguardo a Hogwarts.
Era felice di tornare a casa, ma nello stesso tempo gli dispiaceva lasciare la scuola, e anche i suoi amici gli sarebbero mancati.
Fu in quel momento che si rese conto di avere lasciato una parte di sé a Hogwarts, come era capitato a tanti altri prima di lui.
Jupiter, Aurelius Anthea Jennifer erano piacevolmente euforici anche perché, la sera prima, il professor Lumacorno aveva organizzato la sua tradizionale cena natalizia, e Jennifer e Jupiter erano stati ovviamente invitati in quanto membri effettivi.
Per l'occasione era stato consentito loro di portare un accompagnatore, e così Jupiter aveva accompagnato Anthea, mentre Jennifer aveva fatto il suo ingresso al braccio di Aurelius, ben decisi a godersi la festa e a divertirsi il più possibile.
Anthea era stata subito intercettata dal Professor Lumacorno che gli aveva chiesto di parlargli di suo nonno Malocchio ed era rimasto piuttosto colpito dalla ferrea volontà di diventare Auror che aveva quella ragazzina.
"Buon sangue non mente, è proprio il caso di dirlo!" disse Lumacorno sorridendo. "Signorina Moody, da oggi anche lei è ammessa al Lumaclub! E anche lei, signor Pye... Anche lei è ammesso al Lumaclub, lo consideri il mio regalo di Natale!"
Avrei voluto essere ammesso per meriti miei... E invece sono stato ammesso solo perchè stasera Lumacorno è un po' brillo e si sente generoso!" commentò Aurelius un po' mortificato.
"Amico, approfittane! Dopotutto tra noi l'unica che fa parte del Lumaclub per meriti propri è Jennifer!" gli disse Jupiter. "Io ne faccio parte solo perchè mio padre è Sirius Black, e Anthea è appena stata ammessa solo perchè è la nipote di Malocchio Moody! Ma gliela faremo vedere noi chi siamo veramente!" aveva concluso Jupiter, e i quattro amici si erano scambiati uno sguardo d'intesa prima di abbandonarsi ai divertimenti.
Aurelius e Jupiter avevano bevuto proprio quella sera il loro primo bicchiere di Whisky Incendiario, cosa che era costata loro una gran nausea, e un rischio di punizione dato che gli alcolici erano riservati solo ai maggiorenni.
I due amici avevano potuto avere accesso a quella bevanda perchè tra gli elfi domestici ingaggiati come camerieri c'era anche Kreacher, che non aveva potuto disobbedire quando Jupiter gli aveva chiesto di versare da bere a lui e al suo amico.
"Il giovane padrone non ha l'età per queste cose, Kreacher lo aveva avverito, ma il giovane padrone non ascolta Kreacher, nessuno ascolta mai il vecchio Kreacher!" brontolò l'elfo mentre aiutava Jupiter e Aurelius a Materializzarsi nel loro dormitorio senza farsi notare dai Prefetti che avrebbero potuto fare rapporto.
"Kreacher ti prego... ho già mal di testa... Mi dispiace ammetterlo ma avevi ragione! Ora torna alla festa prima che ti scoprano... Buon Natale..." disse Jupiter prima di cadere in un sonno profondo.
Kreacher rimase a dir poco allibito.
Evidentemente il suo giovane padrone era ancora scombussolato dagli effetti del Whisky Incendiario, altrimenti non gli avrebbe mai augurato buon Natale!

Kreacher non si era mai sentito del tutto tranquillo con Jupiter perché non era sicuro fino in fondo che avrebbe mantenuto la promessa di salvargli la vita, dopottutto era pur sempre un Black, e i Black appendevano al muro le teste degli elfi domestici.
Ma il suo giovane padrone in quei pochi mesi aveva però scoperto che avere un elfo domestico dentro le mura di Hogwarts non era poi così male, e così Kreacher era già stato costretto, come quella sera, ad aiutarlo a compiere qualche piccolo misfatto, e il vecchio elfo non si stupiva perchè era certo che anche padron Sirius avrebbe approfittato della magia di Kreacher se lo avesse avuto a disposizione a Hogwarts quando era studente.
In questo padron Jupiter era tale e quale a padron Sirius, però doveva ammettere che gli ricordava molto anche padron Regulus quando gli capitava di vederlo volare durante le lezioni di Madama Bumb o agli allenamenti di Quidditch. Peccato soltanto che indossasse i colori dei Grifondoro!
Rebecca si era preparata con cura per recarsi a King's Cross indossando un abito comprato da Madama McClan apposta per l'occasione.
La stazione era a pochi chilometri da Grimmauld Place, ma Rebecca non poteva camminare fra i Babbani con quell'abbigliamento, e così aveva usato la linea speciale della Metropolvere che consentiva alle
nobili famiglie Purosangue di raggiungere il binario 9 ¾ senza mischiarsi ai Babbani e ai Mezzosangue.
I nobili Black non potevano immaginare che un giorno quella corsia preferenziale avrebbe permesso a una Babbana come Rebecca di recarsi a King's Cross per andare a prendere l'Erede Mezzosangue della loro Casata!
Rebecca fece un arrivo perfetto a King's Cross e si avviò con passo rapido al binario controllando impaziente l'orologio quando un fischio di ammirazione la fece voltare.
"Che eleganza, signora Black!" disse Augustus sorridendo a Rebecca.
"Ma come? Sei vestito da Babbano?" chiese Rebecca stupita.
"Io non vengo da una nobile famiglia come la tua e attraverso la barriera come i comuni mortali, non posso mica andare in giro per Londra vestito come te!” disse Augustus ridendo. “Però stai benissimo, anzi, sei sin troppo elegante!"
"Bhè... io... Sì forse ho esagerato un po'... Forse quest'abito è più adatto a una cerimonia, e forse il cappello a punta potevo evitarlo... Insomma, non sapevo cosa mettermi, non conosco ancora bene tutte le vostre usanze!"
"Non c'entra nulla l'essere maghi o Babbani, tu sei una donna, Rebecca... E come tutte le donne hai messo il primo straccetto che hai trovato nell'armadio!"
"Ma la smetti di prendermi in giro?" disse Rebecca ridendo a sua volta.
"E chi ti prende in giro? Sei bellissima..." disse Augustus guardandola con evidente ammirazione.
In lontananza si sentì il fischio dell'Espresso di Hogwarts che si stava pian piano avvicinando.
"Stanno arrivando, guarda!" disse Rebecca entusiasta indicando il binario, emozionata come una bambina.
Jupiter, Aurelius, Jennifer e Anthea scesero dal treno cercando di orientarsi in tutta quella confusione.
I genitori cercavano i figli, i figli cercavano i genitori, i gufi nelle gabbie strillavano, i bauli erano pesanti da scaricare e non potevano nemmeno usare un Levicorpus per renderli più leggeri perchè fuori dai confini di Hogwarts non avrebbero potuto usare la magia in quanto minorenni.
"Io non capisco! Quando ero un Babbano non potevo usare la magia, ora sono un mago e non posso usarla lo stesso!" esclamò Jupiter esasperato mentre armeggiava con il baule.
"Ciao tesoro... " disse una voce emozionata alle sue spalle.
Jupiter si voltò e si ritrovò avvolto in un abbraccio che aspettava con ansia di ricevere, anche non si era mai reso conto di quanto lo avesse aspettato e desiderato fino a quel momento.
Ciao mamma... “ disse nascondendo il viso sulla spalla di Rebecca.
Non si aspettava di emozionarsi così tanto, e non voleva che sua madre se ne accorgesse.

"Come stai, tesoro? Stai bene? Sei cresciuto... " disse lei mentre gli accarezzava il viso e i capelli con la mano e con lo sguardo.
"Mamma... ma come ti sei vestita? Sembri la McGrannit da giovane!” esclamò Jupiter guardandola con attenzione, e Rebecca scoppiò a ridere davanti alla faccia perplessa di suo figlio che la vedeva per la prima volta vestita da strega.
Augustus si avvicinò per salutare Jupiter e stringergli la mano, mentre Rebecca incontrava per la prima volta Jennifer e Anthea e salutava Aurelius: anche lui era cresciuto parecchio durante quei pochi mesi a Hogwarts!
Jupiter si mosse per andare verso la barriera insieme ai suoi amici, ma Rebecca lo bloccò.
"Noi non passeremo la barriera, andremo con la Metropolvere!" spiegò a suo figlio.
"Ma io volevo passare la barriera!" protestò Jupiter.
"Tua madre ha ragione, non può entrare nel mondo Babbano vestita da strega! E poi che gusto c'è ad essere nobili maghi Purosangue se non si possono godere certi privilegi?" disse Augustus strizzandogli l'occhio.
"Io veramente sono Mezzosangue... Comunque sì, signor Pye, ha ragione lei!" disse Jupiter lanciando ancora una volta uno sguardo perplesso al vestito di sua madre.
"Chiamami Augustus e dammi del tu!" disse il dottor Pye dandogli una affettuosa pacca sulle spalle. "Passa un buon Natale, Jupiter! E buon Natale anche a te, Rebecca!" aggiunse baciandola sulle guance sotto lo sguardo allibito di Jupiter che sentì una strana fitta al cuore.
"Allora... buon Natale, Jupiter!" disse Anthea.
"Già... buon Natale... " disse Jennifer.
"Buon Natale, ragazze!" disse Jupiter e, senza esitare, baciò sulla guancia prima una e poi l'altra: era la prima volta che faceva una cosa del genere con le sue amiche, e stavolta fu Rebecca a rimanere allibita.
Jupiter rivolse un sorriso ad Aurelius che non perse tempo e lo imitò baciando a sua volta le ragazze, e Anthea e Jennifer, compiaciute e imbarazzate, arrossirono leggermente.
"Allora Jupiter, i nonni ci aspettano per pranzo, non vedono l'ora di rivederti! E io non vedo l'ora di farti vedere il Castello di Alphard! Harry, Arthur George e Ron mi hanno aiutato ad appendere le decorazioni, hanno fatto un lavoro magnifico!”
Mamma ascolta... visto che siamo a Londra... Ti dispiacerebbe portarmi a visitare Grimmauld Place? Ho voglia di rivedere la... la casa grande di papà Sirius!" disse Jupiter dopo un attimo di esitazione strappando un sorriso a Rebecca e sorridendo a sua volta, ma dentro di sè era turbato.
Per un attimo era stato sul punto di dire la casa dei miei padri, come diceva sempre sua nonna Walburga.

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Capitolo 53
*** La donna del ritratto ***


Capitolo 52 - La donna del ritratto


La donna del ritratto


Rebecca non si stupì davanti alla richiesta di Jupiter di visitare Grimmauld Place.
Suo figlio nelle ultime lettere le aveva espresso il desiderio di tornare in quella che, alla fine, era l'antica dimora della sua famiglia, e Rebecca aveva avvertito una certa urgenza nelle sue parole: sembrava che Jupiter avesse delle questioni in sospeso da risolvere.
Appena rientrato nella casa in cui aveva passato i suoi primi mesi di vita Jupiter si guardò intorno stupito e un po' disorientato da tutti quei cambiamenti, sforzandosi di ignorare ciò che sentiva nel cuore perchè non voleva cedere all'emozione.
Non si fermò a guardare i ritratti dei membri dell'Ordine della Fenice come Rebecca si aspettava, ma si recò subito al piano superiore ed entrò nella stanza di Regulus Black.
Si guardò intorno in silenzio, il suo sguardo si soffermò sui ritagli di giornale che parlavano di Voldemort e un brivido gli corse lungo la schiena.
Mamma... a Hogwarts ho scoperto com'è morto zio Regulus!”
Oh no, Jupiter, mi dispiace... com'è stato possibile? Avrei voluto dirtelo io... “
Cosa? Tu lo sapevi e per non me lo hai mai raccontato?”
Me lo ha detto Harry subito dopo la tua partenza. E ne avrei parlato anche con te, credimi, ma aspettavo il tuo ritorno! Jupiter lo sai che io non ho segreti per te, non ti ho mai nascosto nulla, tutto quello che ti ho raccontato in questi anni l'ho saputo da tuo padre, e lui non ha mai saputo com'è morto suo fratello, il primo a scoprirlo è stato proprio Harry poco prima della fine della guerra! Tu come lo hai scoperto?”
Jupiter le raccontò del suo incontro con Kreacher, e Rebecca lo ascoltò in silenzio.
In effetti non aveva mai raccontato a suo figlio del tradimento dell'elfo domestico ma non lo aveva fatto di proposito, era come se il suo cervello avesse rimosso quell'informazione non ritenendola importante.
Sirius era morto, e lei si era ritrovata vedova a 27 anni con un figlio da crescere, e alla fine era su Jupiter che Rebecca si era concentrata per andare avanti e sopravvivere giorno dopo giorno cancellando tutto il resto e conservando solo i ricordi più belli.
Lei aveva sempre detto a suo figlio che Voldemort aveva manipolato la mente di Harry, ma non si era mai fermata a riflettere sul fatto che tutto questo era stato possibile perchè Kreacher aveva fatto la spia, e mai avrebbe immaginato che un giorno suo figlio lo avrebbe ritrovato a Hogwarts.
Anche lei alla fine aveva commesso l'errore di sottovalutare l'elfo domestico?
Mi dispiace Jupiter... “ disse Rebecca accarezzandolo. “Sei così giovane e hai già dovuto sopportare così tante cose... Ma ogni volta che avrai bisogno di parlare io sarò qui, te l'ho detto, non ho segreti per te! E presto vedrai Harry e potrai chiedere anche a lui tutto quello che vorrai!”
Harry mi ha aiutato tanto, lo sai mamma? Quando non capivo qualcosa gli scrivevo e lui mi rispondeva sempre... Non vedo l'ora di rivederlo!“ disse Jupiter sorridendo.
E lui non vede l'ora di rivedere te! Sai cosa facciamo adesso? Andiamo a casa dei nonni, anche loro sono impazienti di rivederti! Per oggi ne ho avuto abbastanza di Grimmauld Place, stare in questa casa ci sta rendendo un po' troppo tristi!” disse Rebecca prendendolo sottobraccio per condurlo fuori dalla stanza di Regulus.
Aspetta mamma, prima voglio vedere la stanza di papà!” disse Jupiter.
Rebecca non poteva dirgli di no, e poi la stanza di Sirius per lei rappresentava un rifugio sicuro, e così e iniziò a raccontargli di come le piacesse qualche volta fermarsi a dormire lì, ma si accorse ben presto che Jupiter non la ascoltava e che la sua attenzione era rivolta ad altro, e un sorriso divertito le apparve sul viso.
Eh sì, ti piacciono le stesse cose che piacevano a tuo padre... e non sto parlando delle moto!”
Mamma... ma cosa dici?” esclamò Jupiter arrossendo.
Scusami Jupiter, non ho resistito!” disse Rebecca ridendo. “Ma stai tranquillo, non c'è niente di male... dopotutto stai crescendo! E a me dispiace un po', ma anche questo credo che sia normale! E adesso andiamo, dai!” disse Rebecca, e Jupiter ricambiò il suo sorriso scaldandole il cuore.
Una volta scesi al piano inferiore Jupiter volle vedere l'albero genealogico dei Black, e fissò a lungo il buco in cui una volta era scritto il nome di suo padre.
"Non è giusto mamma... papà non meritava tutto questo... " disse Jupiter sfiorando con le dita la bruciatura nel tessuto. "Lui meriterebbe più di chiunque altro di essere sull'albero genealogico dei Black... e vicino al suo nome dovrebbe esserci anche il tuo!”
"Non pensarci Jupiter, a tuo padre non è mai importato. Lui diceva sempre che questa non era la sua vera famiglia, la sua vera famiglia eravamo io e te. E diceva sempre di essersi sentito orgoglioso di essere un Black solo quando sei nato tu, perché tu non saresti mai stato un Black come gli altri e...”
Rebecca non finì la frase perchè quello che vide le fermò il respiro e il cuore: sull'arazzo dei Black stava lentamente riapparendo il nome di Sirius.
Mamma, guarda... " disse Jupiter altrettanto incredulo ed emozionato: accanto al nome di Sirius era apparsa una linea d'oro che lo univa a Rebecca, e da quella linea ne partiva un'altra che terminava con il nome di Jupiter Alphard Black.
"Per la barba di Salazar! Ma ti rendi conto di quello che hai appena fatto? Lo sai cosa significa?" esclamò una voce alle loro spalle facendoli trasalire.
Preside Phineas! Cosa ci fa lei qui?” esclamò Jupiter riconoscendo quell'uomo che passeggiava nei quadri di Hogwarts e che spesso lo fermava e gli rivolgeva domande sulla sua vita e sulla sua famiglia.
Bhè... ecco... io... sarei il bisnonno di tuo padre... Non te l'ho mai detto perché... bhè... ecco sai... ho una certa età... e mi sono dimenticato... “
E io che pensavo che Nigellus fosse il tuo cognome... Adesso capisco perchè mi facevi sempre tutte quelle domande!" disse Jupiter ridendo. "E capisco anche perchè ti sei dimenticato di avere un nipote Mezzosangue! Devo chiamarti nonno adesso?" proseguì divertito.
Jupiter... Sei davvero l'Erede dei Black!” disse Rebecca ancora incredula mentre sfiorava con le dita il nome di Sirius.
Ma certo che lo è, non lo hai ancora capito?” disse Phineas rivolto a Rebecca. “Ma sì, è normale che non capisci... sei una Babbana! E metti via quella bacchetta tu! Cosa vorresti fare? Schiantare il mio ritratto?" esclamò rivogendosi a Jupiter che si era inalberato sentendo Phineas rivolgersi in quel modo a Rebecca. "Non puoi usare la magia fuori da Hogwarts, lo hai già dimenticato? Sei proprio un Grifondoro, tale quale a tuo padre, sempre pronto a scattare per niente, non si può nemmeno scherzare! E comunque la Babb... ehm... tua madre ha ragione, hai fatto riapparire il nome di Sirius sul nostro albero genealogico perché sei l'Erede dei Black! Lo sei sempre stato, ma adesso hai reso la cosa... ecco... ufficiale! Jupiter Alphard Erede dei Black... Grifondoro... Mezzosangue... Ma Erede dei Black... “
"CHI OSA NOMINARE L'EREDE DEI BLACK? La nostra Nobile Casata si è estinta non ci sono eredi!” iniziò ad urlare Walburga nell'ingresso.
Andiamo via Jupiter, è meglio!” lo esortò Rebecca.
Ma dai, mamma... è solo un quadro!” disse Jupiter uscendo nel corridoio per dirigersi verso il ritratto di Walburga, esattamente come faceva quando aveva pochi mesi e si divertiva a gattonare davanti a lei per farla arrabbiare.
Jupiter Alphard Black non aveva mai avuto paura di Walburga.
Per un attimo Walburga non riuscì a nascondere il suo stupore quando lo vide, ma subito il suo volto venne di nuovo deformato dall'odio e dal disprezzo mentre lo squadrava da capo a piedi.
"Eccolo qui il Sanguesporco! Ma guarda sei cresciuto... E somigli molto a tuo... padre... E sei un Grifondoro, ovviamente... Immagino che tu ne vada molto fiero!" sibilò velenosa. "E tu, Phineas, sei così pazzo da credere davvero che questo bastardo sia l'Erede dei Black?" disse Walburga accompagnando le sue parole con una risata agghiacciante.
"Bastarda sarai tu, vecchia strega! Sai cos'ho fatto? Ho scritto il nome di mio padre sull'albero genealogico! E il preside Phineas ha detto che posso farlo perchè sono l'Erede dei Black!"
"TU NON SEI L'EREDE DEI BLACK!!!!!"
"E invece lo è Walburga” confermò Phineas Nigellus. “E in quanto tale ha la facoltà di rinnegare i membri della famiglia e di riammettere tra noi chi è stato cancellato! Il nome di Sirius è di nuovo sull'arazzo, e ora c'è anche il nome di tuo nipote, Jupiter Alphard Black”
"IO NON HO NIPOTI!!!!”
"Jupiter è il figlio di Sirius, lo devi accettare. Anche se lo hai rinnegato Sirius era sempre e comunque figlio tuo e di Orion, e nelle sue vene scorreva il sangue dei Black. E ora quel sangue scorre nelle vene di Jupiter. Non impazzisco di gioia nel sapere che l'Erede dei Black è un Grifondoro Mezzosangue, ma a quanto pare questa è la realtà dei fatti. Come ben sai il mio ritratto è presente anche nell'ufficio del Preside a Hogwarts, e quando il ragazzo è stato Smistato il Cappello Parlante mi ha detto che da quel momento, per la Nobile Casata dei Black, avrebbe contato solo la purezza del cuore non del sangue!"
"E tu credi a quello che dice uno stupido cappello?" sbraitò Walburga. "Quello stesso cappello appartenuto a quel... Godric! Lo stesso cappello che ha insultato la nostra famiglia mandando un Black a Grifondoro! Questo Sanguesporco non può essere l'Erede!"
"Tu hai rinnegato Sirius, ma Sirius non ha mai rinnegato suo figlio” disse Phineas Nigellus. “E il suo matrimonio si è celebrato proprio qui, a Grimmauld Place, e questo ha ufficializzato il cambiamento di questa famiglia. La purezza del sangue non conta più, Walburga, conta solo il cuore adesso... E' questo che ha dato a Jupiter la possibilità di scrivere di nuovo il nome di suo padre sul nostro albero genealogico! Anche Kreacher è tornato ad essere l'elfo domestico dei Black, ora è a Hogwarts e ubbidisce a Jupiter, perchè Harry Potter non è più il suo padrone".
"KREACHER! VIENI SUBITO QUI!" tuonò Walburga, e subito il vecchio elfo comparve a Grimmauld Place e si guardò intorno smarrito e terrorizzato più che mai.
"Ci si rivede a quanto pare... Dopo tanti anni in cui hai servito quel Potter dimenticando la tua vera padrona!"
"Ma... padrona... Kreacher doveva servire Harry Potter... Padron Sirius... "
"Non pronunciare quel nome! Te lo proibisco! Stupido vecchio elfo buono a nulla! Se tu avessi fatto il tuo dovere adesso questo abominio non sarebbe qui! Nemmeno di uccidere un neonato sei stato capace!"
Le ultime parole di Walburga vennero accolte con un silenzio agghiacciante da parte di Jupiter e Rebecca che, sotto choc, ne comprendevano il vero significato.
"Cosa volevi fare tu a mio figlio maledetta!" urlò Rebecca fuori di sè, e senza, pensarci due volte, si scagliò contro il quadro di Walburga deciso a sfregiarlo a mani nude , dimenticandosi dell'Incantesimo di Adesione Permanente che la colpì scaraventandola a terra.
LASCIA STARE MIA MADRE! urlò Jupiter.
Walburga lanciò un urlo di dolore e le tende si richiusero di colpo.
"Tu hai potere su di lei!" esclamò Phineas Nigellus sempre più incredulo e stupefatto, e a Rebecca parve di cogliere una sfumatura di rispetto nella sua voce.
Stai bene mamma?” disse Jupiter preoccupato aiutando Rebecca a rialzarsi.
Sì, sto bene... ma è meglio se andiamo via da qui... giuro che non metterò mai più piede in questa casa!”
"Aspetta mamma, c'è ancora una cosa che vorrei sapere... Dimmi Kreacher... Davvero mia... quella donna ti aveva ordinato di uccidermi?" chiese Jupiter.
Non poteva e non voleva chiamarla nonna, l'unica nonna che avesse mai avuto era sempre stata nonna Isabel, che insieme a nonno Paul si era presa cura di lui quando era piccolo, che era stata sempre orgogliosa di lui, e che aveva addirittura comprato un gufo magico per potergli scrivere a Hogwarts.
La mia amata padrona diceva che... diceva che dovevo... che dovevo... Avrei potuto soffocarti con il cuscino... eri appena nato... Ma Kreacher non c'è mai riuscito perchè tua madre non ti lasciava mai solo, e padron Sirius aveva messo degli incantesimi per impedire a Kreacher di entrare nella stanza del giovane padrone! I tuoi genitori non hanno mai saputo cosa aveva chiesto la padrona a Kreacher, ma tua madre ha capito lo stesso che padron Jupiter era in pericolo! E padron Sirius non voleva che Kreacher si avvicinasse, padron Sirius ha detto che per Kreacher il giovane padrone e sua madre non esistevano, e così Kreacher non ha mai potuto dirlo alla signorina Bella... "
"Mi avresti ucciso veramente, Kreacher?" chiese Jupiter paralizzato dalla paura.
"Sì, padrone. La mia amata padrona me lo aveva ordinato... E Kreacher doveva ubbidire... Kreacher ha sempre ubbidito agli ordini della sua padrona!"
"STUPIDO ELFO BUONO A NULLA E TRADITORE!!!" urlò Walburga spalancando di nuovo le tende. "Io non so che incantesimo ti abbia fatto questo Babbano che si crede l'Erede dei Black! Lui non è l'Erede dei Black, lui è un Sanguesporco, è il figlio di un uomo indegno! Regulus è stato il mio unico vero figlio, Regulus Arcturus Black era il degno erede di questa famiglia, lui ha sempre tenuto alto il nostro nome e ha sempre seguito i miei insegnamenti! Non come quell'altro, quel rinnegato, quel traditore, quel... "
"Smettila di insultare mio padre altrimenti ti ammazzo! Ti ammazzo anche se sei morta!" gridò Jupiter a Walburga che di nuovo urlò di dolore, e Rebecca lo guardò spaventata.
Non aveva mai visto quel fuoco bruciare in fondo ai suoi occhi, e ricordò la prima volta che aveva visto Sirius affrontare il ritratto di sua madre. Anche Sirius aveva avuto quello sguardo negli occhi e le aveva fatto paura, esattamente come in quel momento le faceva paura Jupiter.
Continui a dire che tuo figlio Regulus era come te, ma invece non è vero! Lui non era come te! REGULUS BLACK HA TRADITO VOLDEMORT!" gridò Jupiter sovrastando la voce di Walburga che tacque pietrificata da quell'affermazione.
"NON NOMINARE MIO FIGLIO! Lui era un eroe, era il mio orgoglio, la mia vita! Ha servito il Signore Oscuro, seguiva la legge di Salazar Serpeverde! Come osi parlare di lui, come osi mancare di rispetto alla memoria del vero Erede dei Black!”
TACI E ASCOLTAMI!” ordinò Jupiter, e di nuovo Walburga urlò di dolore.
Ti dirò io com'è morto tuo figlio!”
Implacabile le raccontò ogni cosa, e le citò a memoria anche le parole che Regulus aveva scritto nel biglietto che aveva infilato nel medaglione.
"Tu sei un BUGIARDO! Piccolo schifoso Babbano che osi portare il cognome dei Black!" tuonò Walburga in lacrime alla fine del racconto, ma Jupiter, ancora una volta, non si lasciò impressionare.
"E allora se non credi a me chiedilo a lui!" disse indicando Kreacher. "Ti ho appena detto che Regulus era con Kreacher quando è morto... Chiedigli se è vero, lui a te non può mentire e lo sai, perchè sei la sua padrona!"
"Non sono una stupida, cosa credi? Tu puoi avergli ordinato di mentirmi! Non può essere vera una cosa del genere, non ci credo, non posso crederci... Regulus... Figlio mio... " disse Walburga piangendo e urlando di dolore.
"Jupiter ha ragione, Walburga" intervenne Phineas Nigellus. Io stesso ho sentito Kreacher raccontare questa storia a Harry Potter, proprio qui, in questa casa. Ho subito riferito ogni cosa al Preside Piton e ai ritratti dei miei colleghi, e quando finì la guerra Harry Potter andò dalla Preside McGrannit e confermò tutto, parola per parola".
"Sei un bugiardo! Ho sorvegliato per anni la casa dei miei padri e non ho mai sentito Harry Potter raccontare questa storia!"
"Quando Kreacher raccontò questa storia era in un'altra stanza. Io posso muovermi da un quadro all'altro, in quanto Preside di Hogwarts ne ho la facoltà, mentre tu puoi stare solo qui dentro, ecco perché non hai sentito. E io non ho mai avuto il coraggio di dirti che tuo figlio Regulus ha voltato le spalle al Signore Oscuro e che io sono fiero di quello che ha fatto”.
Walburga iniziò a piangere e a urlare, in preda a sofferenze atroci.
Soffriva perchè tutto ciò in cui aveva sempre creduto non esisteva più, soffriva perchè la Nobile Casata dei Black era finita per sempre, soffriva perchè un ragazzino con sangue Babbano nelle vene aveva riportato sull'albero genealogico quel figlio primogenito concepito senza amore e del quale nemmeno riusciva a pronunciare il nome.
Ma, soprattutto, soffriva per l'atroce fine suo figlio Regulus del quale era sempre stata fiera ed orgogliosa, l'unica persona che avesse mai amato in vita sua e nel quale aveva riposto tutte le sue speranze.
Anche Regulus alla fine le aveva voltato le spalle e aveva rinnegato gli ideali che lei gli aveva trasmesso.
Anche Regulus aveva fallito.
Persa nella sua follia incolpava il mondo per ciò che era successo, ma non pensò nemmeno per un istante di incolpare anche se stessa.
Tutto le sue certezze erano crollate, tutto era ormai cambiato, primo fra tutti il motto della sua famiglia.
Toujours Pur. Non del sangue ma del cuore.
E Walburga, con il suo cuore impuro malato e devastato dall'odio, non aveva più il diritto di rimanere in quella casa.
Davanti agli occhi increduli di Jupiter e Rebecca sul ritratto apparve prima una crepa, e poi un' altra, e poi un' altra ancora, finchè non andò in mille pezzi.
Walburga Black sparì per sempre dal mondo e dal numero 12 di Grimmauld Place.



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Capitolo 54
*** 25 dicembre 2006 ***


Capitolo 53 - 25 dicembre 2006




25 dicembre 2006


Il mondo magico considerava Harry Potter un eroe per aver sconfitto Voldemort, ma in quel momento per Jupiter e Teddy era semplicemente l'eroe del Natale perchè il suo regalo per loro fu una Firebolt 3000, il manico di scopa più desiderato quell'anno da tutti i giovani maghi, anche se quello di Teddy era stato modificato per ridurre la velocità dato che era veramente troppo giovane per guidarlo.
Teddy ci sarebbe rimasto molto male se l'avessi regalato solo a Jupiter... E poi... volevo regalarglielo in ogni caso, ci teneva così tanto!“ disse Harry.
Ti capisco Harry... Anch'io conoscevo un padrino disposto a fare qualsiasi cosa per il suo figlioccio! Grazie di cuore e buon Natale... ” rispose Rebecca abbracciandolo con affetto.
Dopo lo scambio dei doni Andromeda si fece raccontare per l'ennesima volta da Jupiter quanto accaduto a Grimmauld Place.
Jupiter, fiero e orgoglioso, le aveva raccontato di come il nome di Sirius era riapparso sull'arazzo.
Lo considerva il più bel regalo che avesse mai ricevuto, e stentava ancora a credere di essere stato lui il principale artefice di quell'evento straordinario.
Invece non parlava volentieri di ciò che era successo al ritratto di Walburga perchè quell'episodio l'aveva scosso profondamente.
Sapeva che non si trattava di una persona in carne e ossa però ugualmente gli era sembrato di avere in commesso un omicidio, anche se Harry gli aveva spiegato che alla fine era stata Walburga Black a distruggersi da sola, corrosa dall'odio che aveva sempre avuto nel sangue.
In quel momento però Jupiter e Teddy erano concentratissimi sulle loro nuove scope, al punto che Harry aveva dovuto scagliare contro di loro un Petrificus Totalus per fermarli dato che avevano iniziato a gareggiare percorrendo a tutta velocità il corridoio principale del castello, e alla fine Rebecca aveva minacciato di distruggere le scope dopo aver visto Teddy che trasportava James Sirius mentre Albus Severus era stato preso a bordo da Jupiter.
"Ma dai mamma... Volevamo farli divertire un po', e poi volavamo basso!" aveva protestato Jupiter mentre Teddy veniva rimproverato da Andromeda e Harry discuteva con Ginny. 
"James Sirius ha quattro anni e Albus ne ha solamente due! Ci vuole un mago maggiorenne per trasportare sulla scopa bambini così piccoli! Sarò anche una Babbana, ma certe cose le so anch'io!" aveva risposto Rebecca ponendo fine alla discussione, e Jupiter si era allontanato sconfitto.
Una volta ristabilita la calma l'atmosfera era decisamente cambiata in meglio, perchè c'era molto da festeggiare quel giorno.
Molly anche quell'anno distribuì maglioni a tutti e, insieme ad Arthur, regalò a Rebecca un orologio magico come quello della Tana.
Rebecca ne fu felice perchè si era innamorata di quell'orologio a prima vista, e osservò divertita le lancette con il suo nome e con il nome di Jupiter puntate sul Castello di Alphard.
"Presto sul nostro orologio apparirà un altra lancetta!" aveva detto Hermione sorridendo, e tutti, dopo un iniziale momento di smarrimento, si erano precipitati a fare le congratulazioni a lei e a Ron: la famiglia Weasley avrebbe acquistato presto un nuovo elemento.
"Ma vi siete messi d'accordo tu e mio fratello?" aveva detto Ginny sbalordita rivolgendosi ad Harry e, pochi istanti dopo, fu chiaro a tutti che anche la famiglia Potter sarebbe presto aumentata, e questo fece versare fiumi di lacrime a Molly.
"Ma davvero appare un'altra lancetta quando nasce un bambino?" aveva chiesto Jupiter.
“Certo! Quando in famiglia entra un nuovo membro l'orologio si regola di conseguenza!" aveva spiegato Harry. "E spero tanto che sulla nuova lancetta ci sia scritto il nome Lily Potter... come mia madre... Dopo due maschi vorremmo proprio una bambina, anche perchè Ginny inizierebbe a trovarsi in netto svantaggio!"
Il pomeriggio di Natale scivolò via tra chiacchiere giochi e risate.
Isabel, Molly e Andromeda, sedute accanto al camino, erano impegnate in una fitta conversazione.
"Sono felice per Rebecca... erano anni che sognava un Natale così!" disse Isabel. "Non faceva altro che ripeterlo... Quando Jupiter tornerà nel mondo magico faremo una grande festa di Natale al castello! Io la stavo ad ascoltare, ma avevo paura che quel gufo di cui lei mi parlava sempre non sarebbe mai arrivato, temevo che nessuno si sarebbe più ricordato di Jupiter... Per undici anni ho vissuto con questa angoscia, perchè sapevo che se nulla di tutto questo fosse accaduto sarebbe stata davvero la fine per mia figlia! Voi ora la vedete allegra e sorridente ma... quanto ha sofferto... e quanto le manca ancora Sirius... Lei non ne parla mai, ma io lo so... " concluse Isabel con gli occhi lucidi mentre osservava Rebecca che chiacchierava animatamente con Hermione e Ginny.
"Fu Remus a darci la notizia... Povero ragazzo, cercava di farmi coraggio ma alla fine fui io a dover confortare lui... Era distrutto per non essere riuscito a salvare il suo migliore amico!" proseguì Isabel. "Furono momenti terribili, credevo che mia figlia sarebbe morta dal dolore, che non si sarebbe più ripresa... E poi anche Remus... e Ninfadora... Sì Andromeda, ho conosciuto anche tua figlia, era come una sorella per Rebecca...” disse Isabel stringendole la mano.Fu un altro duro colpo per tutti noi, un incubo senza fine... Rebecca non vi ha mai dimenticato, nessuno di noi vi ha mai dimenticato... quel Natale a Grimmauld Place è sempre stato uno dei ricordi più belli della mia vita!”
E' tutto finito adesso per fortuna... anche se certe ferite non potranno mai più rimarginarsi... “ disse Molly con gli occhi lucidi pensando a Fred.
Mi sento in colpa per non aver saputo apprezzare Remus come avrebbe meritato, almeno all'inizio” disse Andromeda. “Ho allontanato mia figlia da me... Mi sono comportata come mia madre... Se solo avessi saputo che mi restava così poco tempo da passare insieme lei... “
Però alla fine vi siete riconciliate, e hai imparato a voler bene anche a Remus. E hai cresciuto benissimo Teddy. Non tormentarti Andromeda... sono sicura che sono fieri di te!” disse Molly.
E' dura ma dobbiamo andare avanti, dobbiamo farlo per loro” disse Isabel guardando Teddy e Jupiter che giocavano a Sparaschiocco con George. “E vorrei che anche Rebecca si rifacesse una vita... Sirius sarà sempre nel suo cuore, nessuno di noi potrà mai dimenticarlo... E' il padre di Jupiter, e anch'io gli ho voluto bene... però continuo a sperare che un giorno Rebecca possa di nuovo trovare qualcuno che stia di nuovo al suo fianco e le dia la serenità che merita!"
Molly iniziò a pensare a suo figlio Charlie, che continuava ad allevare draghi in Romania e ancora non era sposato.
Da anni insisteva affinchè si trovasse una brava ragazza... E a Jupiter i draghi sarebbero piaciuti di sicuro... Magari in estate avrebbero potuto fare una vacanza in Romania, e chissà mai che...
All'improvviso l'attenzione di tutti venne attirata da un gufo che si posò sul davanzale di una delle enormi finestre del salone ed iniziò a picchiare insistentemente il becco contro il vetro.
"Ma questo è il gufo di Jennifer!" esclamò Jupiter aprendo la finestra e sfilando dalla zampa del volatile un messaggio destinato a lui.
"E chi sarebbe questa Jennifer che ti manda i gufi anche a Natale?" chiese George strizzando l'occhio a Jupiter.
Ma lascialo stare George!” lo rimproverò affettuosamente Angelina.
"Una compagna di scuola... Dai, Teddy, vieni con me!" disse lui arrossendo mentre George scoppiava a ridere, e i due ragazzi uscirono rapidamente dal salone e si rifugiarono nella camera da letto di Jupiter che aveva grosse novità da raccontare a suo cugino.

Hogwarts, 15 dicembre 2006
Jupiter, Jennifer, Anthea e Aurelius stavano seguendo attentamente le istruzioni del professor Lumacorno, che quel giorno stava insegnando loro come preparare la Pozione dell'Invisibilità.
Jennifer naturalmente era riuscita a distillarla subito nella maniera corretta, salendo ulteriormente nelle quotazioni del vecchio Horace, e a Jupiter era venuta l'idea geniale che aveva esposto ai suoi amici quella sera stessa in Sala Comune.
"Jennifer, stavo pensando... Se tu riuscissi a preparare un po' di Pozione dell'Invisibilità noi quattro potremmo usarla per andare di nascosto ad Hogsmeade durante il fine settimana!"
"Tu sei un genio!" aveva esclamato Aurelius abbracciando Jupiter sotto lo sguardo divertito di Anthea e Jennifer che avevano accolto l'idea con un grido d'entusiasmo facendo voltare alcuni studenti e ciò indusse i quattro amici ad abbassare la voce.
"Dobbiamo pensare a come procurarci gli ingredienti, e a dove potrebbe prepararla Jennifer senza essere vista!" disse Jupiter.
"Per la preparazione non c'è problema" disse Jennifer. "Fra pochi giorni torneremo a casa per le vacanze di Natale, potrei provare a prepararla a casa mia. Tanto non serve la bacchetta magica, non possono scoprirmi! E ai miei genitori dirò che si tratta di compiti per le vacanze! Però resta sempre il problema degli ingredienti!"
"Potresti andare a comprarli a Diagon Alley una volta che saremo scesi dal treno a King's Cross!" disse Aurelius. "Anzi, ci andremo tutti insieme, diremo che abbiamo finito le nostre scorte per la scuola e... "
"Ma lo sai che non si può!" lo interruppe Anthea. "I maghi minorenni possono comprare gli ingredienti per le pozioni solo se hanno una lettera firmata da un professore, che dimostra che servono per gli studi ad Hogwarts! Lo fanno proprio per impedire a qualcuno di mettere in atto progetti come il nostro! L'unico posto in cui potremmo andare a recuperare gli ingredienti è l'ufficio di Lumacorno, e questo rende l'impresa praticamente impossibile!"
"Se fossimo già capaci di Smaterializzarci potremmo entrare senza problemi nell'ufficio di Lumacorno!" disse Aurelius.
"Non ci si può Smaterializzare ad Hogwarts!" disse Anthea ripetendo la frase che Hermione Granger aveva pronunciato innumerevoli volte quando era studentessa.
Tra i quattro amici calò il silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri intento a trovare la soluzione, quando un urlo di trionfo di Jupiter li fece trasalire.
"Ma sei impazzito?" lo aveva rimproverato Anthea a bassa voce. "Sei fai così attiri troppo l'attenzione... Dobbiamo essere più prudenti!"
Jupiter disse agli amici di seguirlo e li condusse in un aula vuota.
Ho trovato la soluzione!" iniziò a spiegare una volta che furono soli e al riparo di occhi e orecchie indiscrete. "Noi non possiamo Smaterializzarci ad Hogwarts... Ma io conosco qualcuno che può farlo! Kreacher... vieni qui!"
L'elfo domestico si Materializzò immediatamente nell'aula e subito iniziò a prendere a testate il muro.
"Kreacher non ha fatto niente ma si punisce lo stesso perchè così vuole padron Jupiter... " disse con le lacrime agli occhi mentre i consueti enormi bernoccoli iniziavano a spuntargli in testa.
"Ma smettila non ti ho mai ordinato di prendere a testate il muro! Però mi fa piacere che tu lo abbia fatto, e spero che ti abbia fatto molto male! Ecco ragazzi questo è Kreacher... Sì lo so fa schifo, per questo lo tengo nascosto e non ve l'ho mai fatto vedere prima, è poi non nemmeno molto simpatico, anzi, diciamo proprio che è inutile, però forse adesso avrà l'occasione di fare qualcosa di buono per la prima volta nella sua vita!”
Jupiter... perché fai così?” chiese Jennifer mentre Aurelius e Anthea lo guardavano con disapprovazione ma anche preoccupati perchè non erano abituati a vedere il loro amico comportarsi in quel modo.
Lo sapete perché, e non voglio parlarne ancora” rispose Jupiter voltando loro le spalle, e i tre amici capirono che non era il caso di insistere.
Jupiter si era confidato e aveva raccontato loro tutto quanto riguardo a Kreacher e a ciò che aveva scoperto, trovando in loro il conforto e il sostegno necessario a superare quel difficile momento, ma certe ferite erano troppo profonde per guarire subito.
Forse non sarebbero guarite mai.

Posso fare qualcosa per te, padron Jupiter?" disse Kreacher inchinandosi fino a terra.
"Prima di tutto ti ordino di non riferire a nessuno ma proprio a nessuno quello che adesso ti dirò. Ti proibisco di parlarne, di scriverne, di mandare messaggi via gufo, di comunicare via camino, di comunicare telepaticamente... Insomma, ti proibisco di riferirlo in qualsiasi modo e maniera a chiunque, che sia essere umano o creatura magica!"
"Jupiter, ma che cosa stai dicendo?" chiese Aurelius perplesso.
"Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio! Quando si danno ordini a Kreacher bisogna tenere conto di tutte le possibilità! Dimmi Kreacher... sei in grado stanotte di Materializzarti nell'ufficio del professor Lumacorno per procurarci alcuni ingredienti senza che lui lo sappia?"
"Chissà cosa ha in mente il giovane padrone... qualche guaio di sicuro... Buon sangue non mente, tutto suo padre... " borbottò Kreacher che, nonostante ce la mettesse tutta, non riusciva proprio a trattenersi dal dire ciò che pensava.
"Lascia stare mio padre, non nominarlo nemmeno!" disse Jupiter puntando minaccioso la bacchetta verso di lui e spaventando a morte i suoi amici.
Dai... calmati adesso... Se scoprono che hai maltrattato il tuo elfo potresti finire nei guai... se lo scopre la professoressa Granger poi... “ disse Aurelius trattenendolo per un braccio. “Certo che anche tu te le vai a cercare però!” proseguì poi rivolto a Kreacher.
"Allora, sei in grado di fare quello che ti ho chiesto?"chiese Jupiter di nuovo calmo.
"Certamente, padrone".
"Ecco, guarda, questa è la lista degli ingredienti... Cerca di stare attento, e se per caso qualcuno ti scopre dì che stavi facendo le pulizie, tanto voi elfi pulite sempre di notte e nessuno potrà insospettirsi, giusto? Domani appena potrò ti chiamerò, e quando lo farò portami tutto quello che sarai riuscito a recuperare, siamo d'accordo?"
"D'accordo, padrone".
"Grazie Kreacher, puoi andare e... scusa ma perchè piangi adesso?"
"Il giovane padrone ha detto a Kreacher di stare attento e poi lo ha anche ringraziato..." disse l'elfo prima di Smaterializzarsi, e il giorno dopo, puntuale, consegnò a Jupiter tutti gli ingredienti che avevano permesso a Jennifer di preparare la Pozione dell'Invisibilità.
"Però... non è male avere un elfo domestico a disposizione qui dentro!" aveva commentato Aurelius, e Jupiter si era trovato d'accordo con lui, soprattutto quando, poche sere dopo, grazie a Kreacher avevano evitato la punizione che avrebbero sicuramente meritato per avere bevuto il Whisky Incendiario alla festa di Lumacorno.
 
"E adesso Jennifer mi ha scritto per dirmi che ha provato la pozione su se stessa e ha funzionato, per un'ora è diventata invisibile!" disse Jupiter.
"Su se stessa? Caspita ha avuto un bel coraggio! E se fosse andato storto qualcosa?" osservò Teddy.
"Impossibile, Jennifer non sbaglia mai una pozione!" disse Jupiter. "E ora quando torneremo ad Hogwarts potremo usarla per
andare ad Hogsmeade!"

"Mi raccomando però, portate con voi un po' di pozione di scorta, perchè da quel che ho capito questa pozione funziona come la Pozione Polisucco... Se si vuole che l'effetto duri a più lungo bisogna assumerla ogni ora!" suggerì Teddy.
"Caspita, hai ragione, non ci avevo proprio pensato! Grazie professor Lupin, me ne ricorderò!" disse Jupiter.
"Professor Lupin?" chiese Teddy meravigliato.
"Mia madre mi ha raccontato che papà chiamava sempre così zio Remus perchè diceva che sapeva sempre tutto e sapeva sempre dare i giusti consigli a tutti, e visto che tu mi hai dato un consiglio sulla Pozione... Hai quasi nove anni ma sei maledettamente in gamba, lo sai, Teddy? Peccato che tu non possa già frequentare Hogwarts... Non mi stupirei se tu finissi a Corvonero!"
"Già non sarebbe male! Ma per me sarebbe bello poter essere un Tassorosso come la mamma, o un Grifondoro, come papà, come Harry... e come te! Ma potrei anche diventare Serpeverde come nonna Andromeda, chi può dirlo! Ma è inutile pensarci ora, sarà il Cappello a decidere per me! Per le mutande di Merlino, mancano ancora due anni, non ne posso più! A proposito, lo sai che papà ha insegnato Difesa Contro le Arti Oscure a Hogwarts? Lo sai che è stato lui ad insegnare a Harry come evocare un Patronus?" disse Teddy orgoglioso.
"Certo che lo so! Se zio Remus non avesse insegnato a Harry come evocare un Patronus mio padre non si sarebbe mai salvato, e io adesso non sarei qui a parlare con te! Fra due anni imparerò anch'io l'Incanto Patronus e ti insegnerò a farlo durante le vacanze estive, te lo prometto Teddy!”
Sarebbe bello ma non sarà possibile visto che non si può usare la magia fuori dalla scuola! “
E' vero me lo dimentico sempre! Ma se non posso fare le magie allora perchè mi hanno dato una bacchetta magica? Per le mutande di Merlino, questa regola andrà cambiata prima o poi!”


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Capitolo 55
*** L'ultimo nemico ***


Capitolo 55 - L'ultimo nemico da sconfiggere



L'ultimo nemico


Grazie Rebecca“ disse Harry.

E' il minimo che potessi fare. Anzi, ho già aspettato troppo, avrei dovuto venire qui già da tempo” disse Rebecca mentre posava un mazzo di rose che aveva raccolto nel giardino del Castello di Alphard sulla tomba di Lily e James.
Fece un passo indietro e rimase in silenzio accanto a Harry fissando insieme a lui la lapide.

Un po' mi dispiace che Remus e Tonks non siano stati sepolti qui” disse Rebecca. “Ma comprendo la decisione di Andromeda di voler seppellire Tonks accanto a suo padre, e non sarebbe stato giusto separarla da Remus. Io invece, se avessi potuto, avrei portato qui Sirius. Gli sarebbe piaciuto poter stare di nuovo vicino ai tuoi genitori”.
Sarebbe piaciuto anche a me” disse Harry. “Non sai quanto mi dispiace Rebecca, non hai nemmeno avuto la possibilità di dare una degna sepoltura a Sirius... Ma come fai a non odiarmi dopo tutto quello che ti ho fatto?”
Harry... Ma cosa stai dicendo?”
E' solo colpa mia Rebecca... è solo colpa mia se Sirius è morto! Avrei dovuto capire che non era reale quello che avevo visto! Ma pochi mesi prima avevo visto Arthur aggredito da Nagini ed era tutto vero, e ho creduto che anche Sirius fosse in pericolo... Io non potevo restare lì a guardare senza fare niente!” esclamò Harry che da troppo tempo sentiva quel peso sul cuore e che sempre più spesso si sentiva soffocare dai sensi di colpa ogni volta che Rebecca e Jupiter gli dimostravano il loro affetto e la loro fiducia.
Rebecca si sentì stringere il cuore e abbracciò Harry per fargli coraggio.
Harry... Perchè non me lo hai mai detto prima? Io non ti ho mai ritenuto responsabile di quello che è successo... tu volevi bene a Sirius, ecco perché sei corso subito da lui! E io avrei agito esattamente come te! Se adesso arrivasse qualcuno e mi dicesse che Jupiter è in pericolo non avrei il minimo dubbio, andrei da lui a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo! Avrei bisogno di vederlo, di abbracciarlo, di rendermi conto di persona che è sano e salvo, niente e nessuno potrebbe rassicurarmi... non ascolterei nemmeno te! Tu ti senti in colpa perché Sirius è morto, ma io invece sono orgogliosa di te perché eri disposto a morire pur di salvarlo! E avevi solo quindici anni... “
Rebecca ti ringrazio... Ma io non posso fare a meno di sentirmi in colpa per questo e per molte altre cose... Tu lo sai, non ho mai dimenticato Sirius, ma da quando ti ho ritrovata penso molto di più a lui, e mi rendo conto di non averlo mai ringraziato abbastanza, di non avergli mai detto davvero quanto fosse importante per me... “
Harry, non devi tormentarti così, Sirius lo sapeva, lo ha sempre saputo, senza bisogno che tu glielo dicessi. E poi credo che nemmeno Sirius ti abbia mai detto Harry ti voglio bene, non era assolutamente il tipo, così orgogliosamente Black... te lo ricordi, vero?”disse Rebecca sorridendo. E anche con me... Sirius non mi ha mai fatto molte dichiarazioni d'amore ma a me non è mai importato, lui era comunque in grado di dimostrare quello che provava, e infatti io e Jupiter ci siamo sempre sentiti amati e protetti da lui fino alla fine. Harry basta coi dubbi e i sensi di colpa, io vi ho visti insieme a Grimmauld Place e ti assicuro che era evidente quanto foste legati, non avevate bisogno di parole, vi bastava uno sguardo per capirvi... Ma lo sai che quando aspettavo Jupiter ero gelosa di te? Temevo che Sirius non sarebbe mai stato capace di voler bene a Jupiter come ne voleva a te, e non volevo più che venisse a trovarti a Hogsmeade! Ad un certo punto gli avevo anche detto “Harry non è tuo figlio, Jupiter è tuo figlio!” Mi sembra impossibile adesso, anzi, mi vergogno se ci ripenso!” disse Rebecca sorridendo a Harry che ricambiò il suo sorriso e si abbandonò ai ricordi.
Allora siamo pari Rebecca, perché io ero geloso di te e di Jupiter! Quando ti ho conosciuta a Grimmauld Place... bhè, già ero partito col piede sbagliato visto che ti avevo praticamente aggredita...”
Questa è la mia cicatrice, sei contenta adesso?” Non sai quanto ti ho detestato in quel momento!” disse Rebecca ridendo.
E avevi ragione!” disse Harry altrettanto divertito. “E poi ho cominciato a pensare che forse Sirius non mi avrebbe più fatto vivere insieme a lui visto che adesso aveva una famiglia sua! E invece c'era già una camera pronta per me... Rebecca, da quando sei tornata e ho recuperato la memoria mi vengono in mente così tante cose, tanti piccoli particolari... Lo sento così vicino anche se non è qui, sento la sua mancanza ma avverto anche la sua presenza, soprattutto quando parlo con te come stiamo facendo ora!”
Lo so Harry, succede anche a me... Ma tutto questo succede perché alla fine Sirius non se n'è mai andato del tutto, lui è sempre qui” disse Rebecca mettendosi una mano sul cuore.
Quelli che ci amano non ci lasciano mai veramente... è stato proprio Sirius a dirmelo“ disse Harry cercando con lo sguardo la lapide di Lily e James
Sai che la notte della Battaglia di Hogwarts Jupiter ti ha sognato? Eri in un bosco insieme a Sirius, e lui indicava il tuo cuore dicendo: “Harry noi siamo qui” e... Harry, che cos'hai, che ti succede?”
Harry impallidì violentemente e si appoggiò alla tomba di Lily e James perché si sentiva sul punto di svenire, e il suo sguardo corse alle parole scritte sulla lapide: “L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte”.
Suo padre, sua madre, Sirius, Remus... per un attimo erano riusciti a sconfiggere quel nemico per stargli vicino, e Sirius aveva fatto molto di più... era riuscito a raggiungere Jupiter...
Non era un sogno Rebecca... “ mormorò con un filo di voce, e di getto le raccontò tutto ciò che era successo nella Foresta Proibita, e a quel punto fu Rebecca a rischiare di svenire.
Harry... tu non sai cosa significa per me... Io quella notte ho avuto la sensazione che Sirius fosse davvero lì con noi, ricordo ancora come si era messo a battere il mio cuore... E Jupiter era così convinto di ciò che diceva... Sai che non ha avuto più incubi da quella notte? Perchè sapeva che suo padre, ovunque fosse, era felice e stava bene... E io in tutti questi anni ho sempre fatto in modo che non se ne dimenticasse mai, quel ricordo lo ha aiutato ad andare avanti... e ha aiutato anche me... Io l'ho sempre sentito accanto a me, l'ho sempre sentito nel mio cuore, l'ho sempre sentito vivo... Io ho sempre voluto crederci, sapevo che era tutto vero, ma nello stesso tempo non osavo sperarlo... E' tutto così incredibile Harry... Ma come hai fatto? Come hai fatto a rivedere Sirius?”
Io... io non lo so... io credevo di stare per morire... forse è stato quello... “ disse Harry, ben deciso a non rivelare a Rebecca l'esistenza della Pietra della Resurrezione.
La reale esistenza dei Doni della Morte era un segreto che doveva rimanere tale, perché Harry sapeva bene quali desideri suscitassero quegli oggetti, e quali potevano essere le conseguenze se fossero finiti nelle mani sbagliate.
E' incredibile, li hai rivisti tutti... I tuoi genitori, Sirius... e Remus... Jupiter ha sofferto tanto anche per lui... Si stava piano piano riprendendo dalla morte di Sirius, e in una notte ha perso anche Remus e Tonks... Credo che parte della sua infanzia sia finita in quel momento, il mio piccolo Jupiter, aveva solo tre anni... Se non è crollato, se non siamo mai crollati, è stato merito di quel sogno, di Sirius che è riuscito a stabilire un contatto con lui... Se solo Jupiter sapesse che quel bosco che ha sognato è la Foresta Proibita..."
Rebecca, credimi, è meglio che non lo sappia, che non si illuda... non voglio che a Jupiter venga in mente di avventurarsi nella Foresta Proibita sperando di ritrovare suo padre perché non accadrà, quello che è successo quella notte non si potrà mai più ripetere! Quando avevo l'età di Jupiter ho rivisto i miei genitori in uno specchio magico, e ho passato giorni interi a fissare quell'immagine riflessa finché Silente non mi ha portato via... E anche nella Foresta... io li ho rivisti, è vero... Ma credo che tu possa capirmi quando ti dico quanto è stato difficile lasciarli andare... concluse Harry con un nodo in gola.
Hai ragione Harry, Jupiter non deve vivere nel passato, deve vivere il presente, deve pensare al suo futuro. Lui è libero di scegliere, mentre Sirius non è mai stato libero... Prima la sua famiglia, poi la guerra, e poi Azkaban... E pensare che a noi Babbani raccontano sempre storie in cui voi maghi riuscite sempre a fare qualsiasi cosa con un colpo di bacchetta magica. Per voi niente è impossibile... almeno nelle nostre favole. E invece nemmeno voi siete invulnerabili, nemmeno voi siete invincibili... Avete la magia ma in fondo siete come noi, anche se la mia cara suocera non sarebbe d'accordo! Anzi, ex suocera visto che non c'è più... Faccio ancora fatica a crederci!”
Già... E' incredibile quello che è riuscito a fare Jupiter!” disse Harry sorridendo. “Ha distrutto il ritratto di sua nonna, ha scritto il nome di Sirius sull'albero genealogico, ha persino cambiato il motto di famiglia, Toujours Pur, non del sangue ma del cuore e...
Harry si interruppe di colpo, lo sguardo fisso sulla tomba dei suoi genitori, sui loro nomi, sulla loro data di nascita e di morte... e di nuovò impallidì e sentì la sua testa girare.
Harry che ti succede adesso?”
Grimmauld Place... L'albero genealogico... “ sussurrò Harry come in trance.
Harry... Cosa succede? Non dirmi che Jupiter deve temere qualche vendetta da parte delle famiglie Purosangue per quello che ha fatto! Non lo ha fatto di proposito, non era nemmeno consapevole di avere certi poteri!”
No Rebecca, stai tranquilla, Jupiter è al sicuro, anzi, scusami se ti ho fatta preoccupare per niente!" esclamò Harry tornando alla realtà. "Al Ministero ovviamente mi hanno fatto un po' di domande riguardo a quello che è accaduto a Grimmauld Place... No, non preoccuparti, nessuno verrà a cercare te e Jupiter, però fa parte del nostro lavoro di Auror indagare su questi misteri se proprio vogliamo chiamarli così! A proposito, sarà meglio se ce ne andiamo adesso, il dovere mi chiama!” disse Harry sforzandosi di mantenere un tono leggero per non turbare Rebecca mentre mille domande gli si affollavano di nuovo nella mente, domande che si era già fatto più di una volta e a cui era giunto il momento di dare una risposta definitiva.
Dopo aver riaccompagnato Rebecca a casa non tornò al Ministero ma si recò a Hogwarts per incontrare l'unica persona al mondo che avrebbe potuto aiutarlo a far luce sull'intera faccenda.

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Capitolo 56
*** Harry Potter e il mistero del Velo ***


Capitolo 59 - Harry Potter e i Misteri del Velo





Harry Potter e il mistero del Velo

"La tua domanda non mi stupisce per niente, lo sai, Harry?" disse Luna Lovegood con la sua proverbiale tranquillità. "Immaginavo che ritrovare Jupiter ti avrebbe fatto pensare di nuovo a Sirius... non che tu lo abbia mai dimenticato, ovvio... Ma ritrovare la sua famiglia ha risvegliato in te i vecchi ricordi, e senti ancora la sua mancanza... ho ragione, Harry?"

Harry non rispose, si limitò a fare segno di sì con la testa.
Ancora una volta Luna lo aveva compreso meglio di chiunque altro.
Il ritorno di Rebecca e Jupiter nella sua vita aveva risvegliato di nuovo in lui un desiderio mai del tutto abbandonato, una speranza da sempre custodita in fondo al cuore: ritrovare Sirius, attraversare il Velo, liberarlo... Ma tutti gli avevano sempre detto di rassegnarsi, che non c'era più speranza.
Non si poteva tornare indietro, Sirius era morto, inutile farsi illusioni.
E allora perché Jupiter lo aveva sognato la notte della Battaglia di Hogwarts?
Come aveva fatto Sirius a mettersi in contatto con lui, a sfuggire al potere della Pietra della Resurrezione, anche se solo per pochi istanti?
E Rebecca che aveva avvertito la sua presenza, Rebecca che lo aveva sentito ancora vivo nel suo cuore...
Morire è più facile che addormentarsi” gli aveva detto Sirius.
E se fosse proprio così?
Se Sirius fosse solamente
addormentato in quel Velo?
Anche Rebecca si era posta la stessa domanda che più di una volta anche lui si era fatto: Sirius era morto prima o dopo aver passato il Velo?
E se aveva passato il Velo da vivo c'era una speranza che non fosse morto?
Era logico che Harry e Rebecca la pensassero allo stesso modo, dopotutto erano stati ed erano ancora la famiglia di Sirius, e il fatto che non ci fosse mai stato un corpo da seppellire e una tomba su cui piangere rendeva le cose ancora più difficili, perchè in fondo al cuore rimaneva sempre quel dubbio, quel disperato desiderio e quell'assurda speranza che non tutto fosse perduto.
Ancora una volta Harry pensò che c'erano parecchie cose collegate tra loro, molti fatti a dir poco strani che si erano verificati in quegli ultimi mesi, a partire proprio dalla scoperta che Sirius aveva una famiglia per concludersi con il nome di Sirius di nuovo sull'albero genealogico.
Harry era convinto che Sirius gli stesse mandando dei segnali, e anche il fatto che Luna Lovegood fosse tornata a Hogwarts proprio lo stesso anno in cui Jupiter iniziava i suoi studi era per lui un segno.
Luna era l'unica tra tutte le persone presenti quella notte all'Ufficio Misteri ad avere sentito le voci dietro al Velo come lui, l'unica con cui era riuscito a parlare dopo la scomparsa di Sirius e che gli aveva dato il conforto di cui aveva bisogno.
Luna era l'unica persona con cui potesse parlare degli argomenti più assurdi senza correre il rischio di passare per ridicolo oppure per pazzo perchè Luna era sempre pronta ad ascoltare tutti coloro che avevano qualcosa da dire.
Una volta esauriti i convenevoli Harry andò subito al sodo chiedendole di dirgli tutto ciò che sapeva riguardo al Velo di Lethifold.
"Harry, prima di tutto posso dirti con certezza che il Velo che c'è nell'Ufficio Misteri non è un Velo di Lethifold. Ascolta quello che ha scritto anni fa Newt Scamander".
Si alzò, prese un libro da uno scaffale e si mise a leggere ad alta voce:
"Il Lethifold è per fortuna una creatura rara diffusa unicamente nei climi tropicali. Assomiglia a un mantello nero dello spessore di oltre un cm. che scivola sul suolo di notte. Il resoconto più antico che abbiamo su un Lethifold fu stilato da Flavius Belby,che ebbe la fortuna di sopravvivere all'attacco di un Lethifold nel 1782 mentre trascorreva le vacanze in Papua Nuova Guinea. Come Belby rivela in modo drammatico, il Patronus è l'unico incantesimo in grado di respingere il Lethifold. Dal momento che in genere esso aggredisce chi dorme, tuttavia, le sue vittime hanno di rado la possibilità di usare qualsivoglia magia contro di esso".
"Hai capito, adesso, Harry?" chiese Luna al suo vecchio amico che scosse la testa, quanto mai disorientato e confuso.
"Il Lethifold è diffuso unicamente nei climi tropicali. Ti sembra che a Londra ci sia un clima tropicale?" concluse sorridendo. "Anche io e Rolf siamo stati in Nuova Guinea, speravamo di vederne uno per studiarlo a fondo, dormivamo a turno così uno di noi avrebbe potuto proteggere l'altro in caso di attacco, ma purtroppo non abbiamo avuto fortuna!”
"Ma allora... che cos'è? Io in passato ho provato a fare delle ricerche, ma solo gli Indicibili hanno accesso ai dossier dell'Ufficio Misteri! Ho persino fatto pesare il fatto di essere il celebre Harry Potter, ma ho fatto solo una figuraccia visto che mi è stato detto che nemmeno il Primo Ministro sa chi sono gli Indicibili, e conosce i segreti dell'Ufficio Misteri!"
"Forse posso aiutarti io. Mio padre conosceva un ex Indicibile del Ministero, o almeno diceva di esserlo. Ovviamente non potevamo provarlo anche perchè lui diceva che gli Indicibili non possono rivelare la loro identità perchè se lo fanno finiscono ad Azkaban, comunque papà desiderava intervistarlo per il Cavillo, ma lui aveva detto che si sarebbe fatto intervistare solo dietro compenso perchè desiderava comprarsi una casa alle Baleari e... “
"Luna! Dimmi quello che sai!" la interruppe Harry impaziente.
Le teorie di Xenophillius erano sempre strampalate, ma a quel punto cosa aveva da perdere?
"Harry, calmati, non ti fa bene agitarti così... Dopo tutto quello che hai passato
durante la guerra dovresti rilassarti un po' di più, fare una vita più tranquilla... Ne hai bisogno, lo sai?"
"Luna... " disse Harry fulminandola con lo sguardo, ma la ragazza non si scompose minimamente e, dopo avergli offerto una tazza di the, iniziò il suo racconto.
"Mio padre una sera ha preso questo tizio e lo ha fatto ubriacare con il Whisky Incendiario e l'ha fatto parlare ma non ha mai pubblicato quell'articolo perchè ha avuto paura di finire davvero ad Azkaban! Povero papà, una volta niente lo avrebbe fermato ma ormai sta invecchiando, e dopo la visita dei Mangiamorte a casa nostra è diventato un po' più prudente e preferisce dedicarsi allo studio dei Plimpi Velenosi perchè devi sapere che sono in grado di... Ma torniamo a noi!" disse Luna in fretta notando un lampo omicida negli occhi di Harry.
"A quanto pare la Stanza del Velo è altrimenti detta Camera della Morte, perchè un tempo quel Velo veniva utilizzato per eseguire le esecuzioni dei condannati. Si pensa fosse stato creato nel Medioevo ma non si sa da chi, qualcuno dice Merlino in persona, ma non ci sono prove certe. Sembra comunque che sia stato utilizzato fino a quando non è stata costruita Azkaban. Da allora il Velo è stato sostituito con il Bacio del Dissennatore. A quanto pare lo scopo del Velo è quello di separare l'anima dal corpo di una persona condannandolo per sempre a una non-vita o, se vogliamo, a una non-morte. Un po' come quello che succede a chi subisce il Bacio del Dissennatore, che continua a vivere anche se non è vivo"
"Ma allora se ci fosse la possibilità di ricongiungere il corpo con l'anima... Perchè Sirius mi ha guardato prima di sparire oltre il Velo... E' stato solo per un istante, ma mi ha guardato, ed era ancora vivo, ne sono sicuro... "
"Harry, ascolta... Io non voglio che tu ti faccia illusioni! Magari era ancora vivo ma possono essere stati i suoi ultimi istanti... Se tu passassi il Velo... perchè è questo che vuoi fare, vero Harry? Ebbene, se tu riuscissi a passare il Velo forse potresti anche riuscire a trovare il corpo di Sirius e portarlo fuori di lì, ma solo per dargli una degna sepoltura... Non cambierebbe niente Harry... “
Ma almeno avrei la certezza della sua morte... E invece pensare che forse è vivo e aspetta solo che qualcuno lo vada a salvare...
Harry... Non farti ossessionare da questi pensieri, è pericoloso, e lo sai anche tu. E Sirius non vorrebbe mai che tu morissi per provare a salvarlo... perchè anche tu potresti morire, non ci hai pensato? E cosa proverebbero Rebecca e Jupiter se sapessero che sei morto cercando di salvare Sirius? E poi, mettiamo il caso che Sirius sia vivo e che entrambi riusciate ad uscire illesi dal Velo... cosa succederebbe? Sirius potrebbe non ricordare più nulla, potrebbe impazzire, potrebbe morire pochi istanti dopo essere uscito, e sarebbe un ipotesi molto probabile visto che la maledizione di Bellatrix se non lo ha ucciso lo ha comunque ferito gravemente. Ma potrebbe anche avere uno choc e morire per quello... Dopo tanti anni lì dentro... “
"Ma c'è un modo per farlo uscire dal Velo?" chiese Harry ormai incapace di nascondere le sue intenzioni che, in ogni caso, a Luna erano state evidenti sin dal primo istante.
"Ci sarebbe un modo per riportarlo in questo mondo, ma purtroppo gli strumenti che ti permetterebbero di compiere questa impresa non sono mai stati trovati. Molte persone li cercano da anni, molte persone invece sono scettiche... e tu sei tra questi, Harry. Hai già affrontato questo argomento con mio padre tanti anni fa, ma hai pensato che ti stesse soltanto raccontando una favola".
"Io? Ma, Luna... Ti vuoi spiegare meglio?"
"Con la Pietra della Resurrezione niente sarebbe impossibile. La Pietra ti permetterebbe di richiamare la sua anima, e tu, entrando nel Velo, porteresti fuori il suo corpo e Sirius tornerebbe a vivere, ma perchè ciò avvenga è necessario che abbia passato il Velo da vivo. In caso contrario... bhè, conosci anche tu la storia. Tornerebbe, ma non sarebbe più lui, sarebbe accanto a te ma sarebbe separato da te come da un velo. E a questo punto non cambierebbe nulla, visto che c'è già un Velo che vi separa da dieci anni. E se tu avessi la Bacchetta di Sambuco potresti evocare un Patronus talmente potente che salverebbe la vita almeno a te, permettendoti di uscirne illeso... Harry, ti senti bene?”
Harry sentì di nuovo la sua testa girare, e di nuovo credette di essere sul punto di svenire come gli era successo poche ore prima nel cimitero di Godric's Hollow.
La Pietra della Resurrezione... I Doni della Morte... Lui era il Padrone della Morte... I Doni erano suoi...
Non l'aveva mai detto a nessuno, era il suo segreto, Ron ed Hermione ne erano a conoscenza, ma non sapevano tutta la verità.
Loro pensavano che la Pietra giacesse nella Foresta Proibita e che la Bacchetta di Sambuco fosse nella tomba di Silente, ma non era così.
All'inizio aveva pensato che fosse una buona idea rimettere la Bacchetta nella tomba di Silente e lasciare la Pietra nella Foresta Proibita, ma poi aveva cominciato ad avere dei dubbi.
Qualche Mangiamorte nostalgico avrebbe potuto pensare di violare di nuovo la tomba del vecchio Preside, mentre la Pietra rischiava di essere trovata accidentalmente da una futura generazione di studenti spericolati come i Malandrini in cerca di avventure nella Foresta Proibita.
E così da anni, senza che nessuno a parte Harry lo sapesse, la Bacchetta di Sambuco e la Pietra della Resurrezione giacevano in una camera blindata nelle profondità dei sotterranei della Gringott.
La Foresta Proibita.
Harry rabbrividì al ricordo.
Aveva avuto bisogno di tutto il suo coraggio per consegnarsi a Voldemort, e altrettanto gliene era servito per recuperare la Pietra anche se sapeva che non correva più rischi, che nessun Dissennatore lo circondava e che nessun Oscuro Signore lo attendeva per ucciderlo.
Si era protetto col Mantello dell'Invisibilità per non rischiare di venire attaccato dalla progenie di Aragog, ma era stata comunque una tremenda esperienza perchè aveva rivissuto tutto il terrore e l'angoscia di quella notte tremenda.
Aveva portato con sè la Bacchetta di Sambuco, e quando era giunto nel luogo in cui aveva incontrato Voldemort aveva richiamato a se la Pietra utilizzando un Incantesimo di Appello.
Se l'era infilata in tasca, resistendo alla tentazione di girarla: sapeva che se l'avesse fatto sarebbe stato difficile parlare con i suoi genitori e dire loro di nuovo addio.
Sapeva che non doveva tornare indietro ma andare avanti, era per quello che i suoi genitori, Sirius e Remus si erano sacrificati: per permettergli di vivere e di costruirsi un avvenire sereno e felice.
Aveva quindi rinchiuso Pietra e Bacchetta in una camera blindata alla Gringott protetta da potenti ed antichi incantesimi, e mai una volta gli era venuto in mente di andarli a recuperare.
Aveva chiesto a Ginny di sposarlo, si era creato una famiglia, era felice.
Le persone che amava non erano morte invano.
Pensaci bene Harry... pensaci bene... “ gli disse Luna quando si salutarono e, prima che uscisse di casa, lo abbracciò con affetto e gli sussurrò all'orecchio sorridendo: E buona fortuna”...
Harry dopo aver parlato con Luna andò a sedersi in riva al lago a riflettere.
Se c'era una possibilità anche minima di riportare indietro Sirius non se la sarebbe fatta sfuggire.
Entrare nel Velo non gli faceva paura, perché sapeva che la Bacchetta di Sambuco avrebbe creato un Patronus dotato di poteri straordinari che lo avrebbero aiutato a sopravvivere, e il suo Patronus non era un Patronus qualsiasi.
Ramoso avrebbe aiutato Felpato se c'era ancora una speranza, di questo Harry ne era certo.
E James Potter avrebbe protetto suo figlio ancora una volta.

"Potrebbe morire pochi istanti dopo essere uscito, e nel caso di Sirius sarebbe un ipotesi probabile visto che la maledizione di Bellatrix se non lo ha ucciso lo ha comunque ferito gravemente".
Questo gli aveva detto Luna, e questo continuava a tormentarlo.
Se la maledizione di Bellatrix era entrata in profondità, come avrebbe potuto salvarlo?
Come avrebbe potuto guarire una ferita mortale?

La Camera dei Segreti.
Il veleno del Basilisco.

Lentamente sollevò il braccio sinistro e lo guardò come se non l'avesse mai visto prima.
Proprio lì, all'altezza del gomito, il Basilisco lo aveva azzannato condannandolo a morte certa, ma lui non era morto, era sopravvissuto perchè Fanny, la fenice di Silente, aveva versato le sue lacrime sulla sua ferita rimarginandola.
Se avesse avuto a disposizione le lacrime della fenice avrebbe potuto guarire all'istante la ferita di Sirius.
Doveva assolutamente procurarsi quell'antidoto con il quale si curavano le più profonde lesioni da incantesimo... ma dove poteva trovarlo?
"Adesso che lavoro al San Mungo ho visto molte lesioni da incantesimo curate con delle pozioni speciali. E allora penso che se non ci fosse stato quel velo forse si sarebbe salvato anche Sirius".
Rebecca... Rebecca lavorava al San Mungo... Rebecca avrebbe potuto procurargli l'antidoto giusto... Avrebbe ricevuto le Lacrime di Fenice dalle mani di Rebecca, la moglie di Sirius, la madre di suo figlio, la sua madrina...
Una nuova speranza si accese nel suo cuore e si alzò in piedi pronto ad andarsene quando una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare.
Harry! Ma come? Sei qui e non vieni a salutarmi?
Non poteva che essere lui, Harry non si stupì.
Niente stava succedendo per caso.
Jupiter... Ma certo che sarei venuto a salutarti, ero venuto a trovare Luna che non vedo da tanto tempo...” disse Harry e abbracciò con affetto il figlio di Sirius. “Ma chi ti ha detto che ero qui?”
Indovina... “ disse Jupiter sventolando davanti agli occhi di Harry la Mappa del Malandrino, e proprio da malandrino erano il sorriso e la luce nei suoi occhi.
E fu in quel momento che gli venne in mente, fu in quel momento che gli apparve tutto chiaro, fu in quel momento che si rese conto che era tempo di agire.
Harry ti senti bene?” gli chiese Jupiter allarmato.
Era la terza volta che glielo chiedevano quel giorno, perché era la terza volta che si sentiva sul punto di svenire per lo choc.
Non preoccuparti Jupiter, va tutto bene, è tutto a posto!” esclamò Harry con un largo sorriso stampato sul volto.
Adesso ci credo Jupiter... adesso ci credo davvero! gli disse mentre lo abbracciava per salutarlo, ma Jupiter non ebbe tempo di chiedere spiegazioni perché Harry si allontanò di corsa dicendo che doveva rientrare al lavoro perché aveva delle questioni urgenti da sistemare.
Una volta rientrato nel suo ufficio si lasciò cadere sulla sedia, stremato e sconvolto da tutte quelle emozioni.
Gli spiaceva di essere quasi scappato da Jupiter ma non poteva rimanere un istante di più, la posta in gioco era troppo alta e non doveva correre rischi.
Quello era l'ultimo segnale, quello definitivo, che gli aveva aperto gli occhi e gli aveva fatto venire in mente quel particolare che gli sfuggiva, quella cosa a cui nessuno aveva fatto caso, nemmeno Rebecca e Jupiter, perchè l'emozione di rivedere il nome di Sirius sull'albero genealogico dei Black e lo choc per quello che era successo a Walburga avevano fatto dimenticare tutto il resto.
Probabilmente se ne sarebbero accorti se avessero rimesso piede a Grimmauld Place ma nessuno di loro c'era più stato da quel giorno, solo Harry era tornato e aveva visto, ma l'emozione aveva giocato un brutto scherzo anche a lui visto che se ne stava rendendo conto solo in quel momento.
Era un particolare importantissimo e fondamentale che andava ad incastrarsi perfettamente con tutto il resto, mettendo definitivamente a posto ogni tassello di quel puzzle che si stava pian piano componendo davanti ai suoi occhi, e che rese certezza quella che, fino ad allora, era stata solo una speranza.
Sotto il nome di Sirius era scritta la data della sua nascita... ma non c'era la data della sua morte.

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Capitolo 57
*** Di nuovo oltre il Velo ***


Capitolo 61 - Di nuovo oltre il Velo


Di nuovo oltre il Velo


"Harry? Che cosa fai qui? E'
successo qualcosa?" chiese Rebecca meravigliata di vederlo al San Mungo.

"No, tranquilla, è tutto a posto... E' solo che... Ecco, avrei un favore da chiederti... Sei in grado di procurarmi le Lacrime di Fenice?”
Lacrime di Fenice? Ma è uno degli antidoti più potenti che ci siano, e di sicuro non lo trovi qui nel reparto Medicina Babbana! Devi andare al quinto piano, Lesioni da Incantesimo! Ma perché ti serve? Si è fatto male qualcuno?”
"Devo solo mostrare ai ragazzi che ho il compito di addestrare come si curano le ferite più gravi e quindi mi servono le Lacrime di Fenice"
"Allora vai al quinto piano e parla con il responsabile del reparto e vedrai che... "
"Rebecca devi venire con me, ho bisogno di te per ottenere le Lacrime di Fenice!" disse Harry, perchè l'antidoto poteva essere determinante e riceverlo dalle mani di Rebecca avrebbe dato un altro significato al gesto che aveva intenzione di compiere.
Rebecca fissò Harry perlplessa.
Il suo comportamento era alquanto strano, era teso, nervoso, sfuggente... che fosse nei guai?
"Harry, per piacere, dimmi cosa sta succedendo... è successo qualcosa di grave? Non dirmi bugie, si vede che c'è qualcosa che ti preoccupa!
Harry pensò che la sua madrina ormai lo conosceva sin troppo bene ma non poteva raccontarle la verità, non voleva darle false speranze.
Harry distolse rapidamente lo sguardo, non voleva che Rebecca notasse il suo turbamento.
"Ascolta Rebecca, hai ragione, non ti ho detto la verità... Le Lacrime di Fenice mi servono per una cosa top secret che riguarda il Ministero però non posso parlartene, ho degli obblighi da rispettare, un codice da seguire... però ho bisogno di questo antidoto e solo tu mi puoi aiutare”.
"E non potevo dirmelo subito? Mi hai fatta preoccupare per niente! Comunque non hai bisogno di me per ottenere l'autorizzazione... chi rifiuterebbe mai un favore ad Harry Potter!" disse Rebecca sorridendo.
Può darsi, ma voglio che tu venga lo stesso con me!” disse Harry, e Rebecca si arrese alla sua insistenza.
Come Rebecca prevedeva il direttore del reparto fu ben felice di esaudire la richiesta, e così Rebecca accompagnò Harry nel magazzino in cui venivano conservati gli antidoti principali e gli consegnò una piccola fialetta che conteneva Lacrime di Fenice.
Harry ricevette l'antidoto dalle mani di Rebecca, e per un istante gli venne voglia di abbracciarla ma si trattenne, e sforzandosi di mantenere un tono normale la ringraziò e le augurò buon viaggio dato che, proprio quella sera, sarebbe andata a Manchester con il Dottor Pye per un congresso sulla Medicina Babbana Applicata al Mondo Magico.
Sapeva che Rebecca sarebbe stata via di casa per due giorni e aveva stabilito di approfittare della sua assenza per fare il suo tentativo così se avesse fallito Rebecca non lo avrebbe mai saputo.
"Se tutto andrà bene riabbraccerai Sirius, ma se dovessi fallire stavolta moriresti davvero insieme a lui... E io non voglio farti soffrire... Io non voglio perdere anche te... "
Harry sperava di riuscire a recuperare comunque il corpo di Sirius per poterlo seppellire nel parco del Castello di Alphard e permettergli così di stare di nuovo vicino alla sua famiglia ma non lo avrebbe mai detto a nessuno, soltanto lui avrebbe portato il peso di quel dolore.
Erano passate ormai le otto di sera, Harry aveva detto a Ginny che sarebbe rientrato tardi perché aveva una riunione e di non aspettarlo alzata.
Sulla sua scrivania, perfettamente allineate, c'erano la Bacchetta di Sambuco, la Pietra della Resurrezione e una fiala che conteneva un liquido chiaro: le Lacrime di Fenice.
Ormai non aveva più senso aspettare, così scese nell'Ufficio Misteri per la prima volta dopo quella maledetta notte di dieci anni prima, e di nuovo si ritrovò ai piedi dell'arco davanti al Velo.
Salì piano i gradini sforzandosi di mantenere la calma, ripassando per l'ultima volta mentalmente il suo piano.
Fissò il Velo che ondeggiava minaccioso, e iniziò a sentire i primi sussurri, i primi brusii, e sii sentì stranamente calmo.
Quelle voci lo stavano chiamando e lui voleva andare da loro, e stavolta senza nessuna paura: sapeva che stava per fare la cosa giusta.
Afferrò saldamente la Bacchetta di Sambuco e urlò "Expecto Patronum" pensando a quando aveva riabbracciato Jupiter e Rebecca dopo dieci anni, pensando che forse, di lì a poche ore, il figlio e la moglie di Sirius avrebbero avuto di nuovo un marito e un padre... e lui il suo padrino.
Il cervo d'argento, maestoso e splendente, uscì dalla sua bacchetta magica e lo guardò, esortandolo a seguirlo.
Harry non ebbe un attimo di esitazione, con passo sicuro entrò nel Velo e si ritrovò immerso nell'oscurità, l'unica luce era quella che emanava dal suo Patronus che continuava ad avanzare verso il nulla.
All'improvviso il cervo si fermò, e la Pietra della Resurrezione nella sua tasca iniziò a vibrare.
Harry la prese in mano e la girò tre volte, il buio sparì all'improvviso e si ritrovò circondato da una luce intensa che per un attimo lo accecò e lo costrinse a chiudere gli occhi.
Quando li riaprì si accorse di essere di nuovo alla stazione di King's Cross, come gli era successo otto anni prima, quando aveva creduto di essere morto per mano di Voldemort.
La stazione era animata e piena di persone che andavano e venivano, esattamente come succedeva ogni anno il primo settembre, quando dal binario 9 e 3/4 partiva l'Espresso di Hogwarts.
Allora erano quelle le voci che si sentivano attraverso il Velo?
"Sei arrivato finalmente. Ti aspettavamo, sai?" disse una voce alle sue spalle.
La voce di una donna.
Il cuore di Harry smise di battere, per poi riprendere a pulsare velocemente.
Conosceva quella voce.
Conosceva quella donna.
"Ma sei una ragazzina... Sei più giovane di me... " pensò Harry col cuore in gola quando si voltò e la vide mentre lei, radiosa, gli andava incontro.
"Vieni, fatti abbracciare. E' passato così tanto tempo dall'ultima volta che ti ho abbracciato, amore mio..."
Harry aveva visto per la prima volta sua madre nello Specchio delle Brame, l'aveva ritrovata quando aveva affrontato Voldemort nel cimitero di Little Hangleton, aveva camminato al suo fianco quando avanzava nella Foresta Proibita mentre andava incontro all'Oscuro Signore.
In nessuno di quei casi, però, aveva mai potuto toccarla o abbracciarla.
E invece, in quel luogo sospeso tra il mondo dei morti e quello dei vivi, Harry si ritrovò stretto tra le braccia di quella ragazzina di 21 anni che lo aveva amato al di sopra di ogni cosa e che aveva scelto di morire per permettergli di vivere.
"Lily, fammi spazio... è anche mio figlio!" disse James ridendo e, avanzando a grandi passi, si avvicinò per avvolgere entrambi nel suo abbraccio.
La vita il destino o chi per essi aveva offerto ad Harry un'opportunità unica, permettendogli di ritrovare ancora una volta i suoi genitori per poterli stringere in quel primo e ultimo abbraccio, perchè sapeva che quella era l'ultima volta che li incontrava, sapeva che stavolta il distacco sarebbe stato definitivo.
Un giorno si sarebbero riuniti per sempre ma, purtroppo o per fortuna, quel momento era ancora lontano.
"Ce ne hai messo di tempo, eh?" disse James ridendo. "Meno male che sei arrivato, perchè cominciavo a pensare che avrei dovuto sopportare Felpato per tutta l'eternità! So che prima o poi mi toccherà farlo, e mi chiedo che male ho fatto per meritarmi tutto questo, ma se per il momento posso evitarlo... "
Harry si mise a ridere con James: non aveva mai riso insieme a suo padre, ed era convinto che se avesse potuto crescere con lui gli scherzi e le risate sarebbero state all'ordine del giorno.
Non si era ancora ripreso dall'emozione di quell'incontro che venne travolto da un uragano che si presentò sotto le spoglie di una giovane donna dagli inconfondibili capelli rosa.
"Grazie per esserti preso cura del mio bambino" gli disse Ninfadora abbracciandolo a sua volta, e, per un folle istante, Harry si pentì di non aver portato Teddy insieme a lui perchè avrebbe potuto fargli incontrare i suoi genitori che non aveva mai visto.
"Non preoccuparti, Harry... Io e Dora siamo sempre vicino a Teddy, e se siamo vivi nel suo cuore è solo merito tuo, perchè gli hai insegnato a volerci bene anche se non ci ha mai conosciuti" gli disse Remus mentre si univa a sua moglie per abbracciarlo.
"E pensare che ti aveva detto che l'Expelliarmus non era un incantesimo efficace, e invece l'hai usato per sconfiggere Voldemort! Non sai che soddisfazione vedere il vecchio Lunastorta sbagliare per una volta nella vita!" disse qualcuno alle sue spalle scoppiando a ridere.
Una risata unica, e inconfondibile.

"Sirius...” disse Harry voltandosi incredulo verso il suo padrino che si divertiva come al solito a prendere in giro il suo vecchio amico Remus. "Ma tu allora sei... Non sei... "
"No, Harry, non sono morto. Ma non sono nemmeno vivo. Questo dipenderà da te... e anche da me!" disse posandogli una mano sulla spalla e guardandolo negli occhi.
"Ma allora... Allora posso riportare indietro anche voi?" chiese Harry guardando speranzoso tutti gli altri, anche se conosceva già la risposta alla sua domanda.
No Harry, noi non possiamo venire con te, perchè noi siamo morti. E tu lo sai che non esiste un incantesimo in grado di riportarci in vita" gli spiegò Remus.
"Io non sono morto, non del tutto almeno" gli spiegò Sirius. "Quella che stai vedendo adesso è la mia anima ma il mio corpo non è morto, è solo prigioniero del Velo, e ora grazie al tuo aiuto ne uscirò... Ma come ne uscirò ancora non mi è dato saperlo".
"Non fare scherzi, Felpato, guai a te se torni indietro, non ti voglio più vedere per molti e molti anni!" disse James.
"Sono d'accordo con Ramoso" disse Remus. "Anche se devo ammettere a malincuore che sentiremo la tua mancanza!"
"Anche voi mi mancherete, ragazzi" disse Sirius, e i tre Malandrini si strinsero in un ultimo abbraccio.
"Vi ricordate quando eravamo a Hogwarts?" disse ancora Sirius. "Ero sempre l'ultimo ad alzarmi, e allora voi due andavate avanti per primi, e alla fine vi raggiungevo. Alla fine non è cambiato niente, state ancora andando avanti da soli, ma ricordatevi che quando vi raggiungerò non potrete più liberarvi di me!"
Sirius diede un ultimo abbraccio a Lily e a Ninfadora, e poi si avviò verso la luce insieme a Harry che si voltò per l'ultima volta a guardare i suoi genitori che lo salutavano sorridendo.
Rivolse il suo pensiero a Ginny, James, Albus e al bambino che ancora aspettava di nascere.
S
olo così trovo la forza di voltarsi per lasciarseli alle spalle, anche se sapeva che li avrebbe avuti sempre accanto, ogni giorno, nel suo cuore.

Evocò di nuovo il Patronus e, con Sirius accanto, lo seguì fino alla barriera che permetteva agli studenti di raggiungere il Binario 9 e 3/4, e una volta varcato il passaggio segreto si ritrovò di nuovo nella stanza del Velo.
Si voltò e vide Sirius riverso sul pavimento, privo di sensi e con un'orribile ferita nel petto: la maledizione di Bellatrix.
Senza perdersi d'animo Harry versò su quell'orrendo squarcio le Lacrime di Fenice e, proprio come era successo anche a lui tanti anni prima, la ferita si rimarginò rapidamente.
"Sirius... Sirius, sono io... Mi senti? Puoi sentirmi?" chiese Harry col il cuore in gola. “Ti prego Sirius... Ti prego.... Rispondimi Sirius... “
Sirius, mortalmente pallido, aprì gli occhi e, con grande fatica, lo mise a fuoco sussurrando: "James... non è possibile..."
"Sirius... sono Harry... mi riconosci?" chiese Harry provando felicità mista a terrore.
Sirius era vivo, aveva aperto gli occhi, era in grado di parlare... ma non lo aveva riconosciuto.

Sirius cercò di mettersi seduto, ed Harry lo aiutò dato che era ancora molto debole.
"Sono Harry, Sirius... sono Harry... " disse di nuovo mentre ripensava alle parole di Luna Lovegood: "Potrebbe non ricordare più nulla. Potrebbe impazzire. Dopo tanti anni lì dentro... "
Harry? Sei davvero tu?” disse Sirius sollevando lentamente la mano per toccargli la cicatrice sulla fronte, e gli occhi verdi come quelli di Lily gli diedero la conferma definitiva. “Ma Harry... com'è possibile? Sei un uomo adesso! E dov'è Bellatrix? Stavo combattendo con lei! Dov'è andata, dove sono?
Harry credette di svenire per il sollievo.
Sirius lo aveva riconosciuto, si ricordava di quello che stava facendo prima di finire oltre il Velo... non era impazzito, non stava morendo!
Era però evidente che per lui il tempo si era fermato, perché oltre a non essere invecchiato si ricordava un Harry Potter quindicenne.
Cosa ricordi esattamente Sirius?” chiese Harry mentre lo aiutava a mettersi seduto.
"Te l'ho già detto Harry... stavo combattendo con Bellatrix! Ma lei dov'è ora? Dove sono tutti gli altri? Cos'è successo? Sono stato ferito?”
Sì, sei stato colpito Sirius... Bellatrix ti ha lanciato addosso una maledizione, tu hai perso i sensi, sei caduto oltre quel Velo e sei rimasto lì dentro fino ad oggi per dieci anni, finché non sono venuto a prenderti... “
"Cosa stai dicendo? Che sono rimasto lì dentro... per dieci anni? Ti prego Harry... dimmi che non è possibile!"
Sirius aveva ancora bisogno di tempo per comprendere ciò che era successo, mentre Harry invece stava iniziando a prendere coscienza di ciò che aveva fatto.
Ripensò ai suoi genitori alla stazione di King's Cross, iniziò a rendersi conto che aveva davvero salvato Sirius e che avrebbe potuto salvarlo molto tempo prima, ma tutti gli avevano detto di lasciar perdere, di rassegnarsi, perchè Sirius era morto e non sarebbe tornato mai più...
Ritrovare Rebecca aveva riacceso in lui tutti i dubbi che lo avevano tormentato in passato, e tutto questo lo aveva spinto a chiedersi di nuovo se davvero tutto era perduto o se c'era ancora una speranza.
L'incapacità di arrendersi di Rebecca e il suo disperato amore per Sirius avevano dato ad Harry il coraggio di fare ciò che aveva fatto.
Sei un uomo.
Questo gli aveva detto Sirius rivedendolo.
Ma Harry in quel momento non si sentiva un uomo, si sentiva ancora quel quindicenne solo, disperato, spaventato e smarrito che desiderava ritrovare il suo padrino più di ogni altra cosa al mondo.
E ora dopo dieci anni quel desiderio si era realizzato, Sirius era lì davanti ai suoi occhi, ancora confuso e frastornato ma vivo.
"Perdonami Sirius... Perdonami per non aver capito che era tutto un inganno di Voldemort, per averti costretto a venire qui a combattere per me... Perdonami per non essere arrivato prima a salvarti... "
Erano tante le cose che Sirius non capiva, erano molte le domande che avrebbe voluto fare, ma in quel momento mise da parte ogni cosa per concentrarsi su Harry che lo stava abbracciando in lacrime.
Non lo aveva mai visto così sconvolto, e soprattutto non capiva perchè gli chiedeva di perdonarlo.
L'unica cosa di cui si rendeva conto in quel momento era che Harry aveva bisogno di lui, e così ricambiò il suo abbraccio cercando di rassicurarlo, perché se Harry aveva bisogno d'aiuto lui sarebbe stato al suo fianco.
Come sempre.
"Stai tranquillo Harry, non preoccuparti, va tutto bene... Sono qui, Harry... Sono qui... "

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Capitolo 58
*** Dieci anni in poche ore ***





Dieci anni in poche ore


"Andiamo via di qui, Sirius... Non voglio stare in questo posto un minuto di più!"disse Harry sciogliendosi dall'abbraccio del suo padrino. "Ce la fai ad alzarti?"
"Più o meno... " disse Sirius appoggiandosi ad Harry, che fu subito pronto a sorreggerlo e ad aiutarlo.
Una volta
in piedi Sirius si voltò di nuovo per guardare il Velo.
Era stato veramente rinchiuso lì dentro per dieci anni?

Rapidamente Harry prese Sirius per un braccio e lo fece Smaterializzare nel suo ufficio, dove avrebbero potuto parlare con calma.
“E qui che lavoro" gli spiegò Harry. "Sono diventato un Auror e mi occupo dell'addestramento dei maghi che desiderano intraprendere questa carriera. Abito a Ottery St. Catchpole, insieme a Ginny... mia moglie!" spiegò sorridendo. "Abbiamo  due bambini, e presto diventerò papà per la terza volta!” concluse orgoglioso.
"Harry io... io non riesco ancora a crederci... Ma quanti anni hai? E quanti anni ho io adesso?"
"Io ho 25 anni e tu invece dovresti averne 47 però non sei invecchiato per niente, hai ancora lo stesso aspetto che avevi quando ti abbiamo visto per l'ultima volta... Tu non ricordi proprio nulla, Sirius?"
"Nulla, Harry... nulla! E' come se avessi dormito un lungo sonno senza sogni! Dieci anni... A me sembrano passate solo poche ore da quando... Jupiter! RebeccaNon posso averli lasciati soli per dieci anni! Harry, dove sono, come stanno? Jupiter sa che sono suo padre? E Rebecca... è ancora mia moglie... o ha sposato un altro?"
Stai tranquillo Sirius, Rebecca non si è risposata, e Jupiter sa che sei suo padre, sa tutto di te! Non ti hanno mai dimenticato, nessuno di noi lo ha fatto... Rebecca fa ancora l'infermiera ma adesso lavora al San Mungo, mentre Jupiter è un giovane Grifondoro del primo anno!"
Sirius battè gli occhi stupefatto mentre assimilava le parole di Harry e ne comprendeva il significato.
Cos'hai detto? Grifondoro? Mi stai dicendo che Jupiter... è a Hogwarts?
"Ha iniziato a frequentare Hogwarts lo scorso settembre! Rebecca è molto fiera di lui e, se mi permetti, lo sono anch'io!"
"Jupiter è a Hogwarts... Ma non è possibile... L'ho visto poche ore fa, e aveva solo un anno! Ma allora ho davvero perso dieci anni di vita... E in tutto questo tempo lui e Rebecca dove hanno vissuto, cosa hanno fatto?"
"Rebecca e Jupiter hanno vissuto a Castleblack, e Jupiter ha passato la sua infanzia nel mondo Babbano, perchè ovviamente nessuno sapeva della loro esistenza. Poi, il giorno del suo undicesimo compleanno, abbiamo scoperto la verità! E' stata Hermione la prima ad incontrare di nuovo la tua famiglia, lei adesso insegna Babbanologia ad Hogwarts ed ha portato di persona a Jupiter la lettera di ammissione, perchè la scuola pensava che fosse un Nato Babbano! Non si aspettava di trovarsi davanti tuo figlio, nessuno di noi se lo aspettava!”
"No, Harry, aspetta... Aspetta un momento! Mi stai dicendo che per dieci anni non avete saputo niente di Rebecca e Jupiter? Ma non è possibile!"
"La nostra memoria era stata modificata, l'incantesimo è stato sciolto solo la scorsa estate, quando li abbiamo ritrovati! Sirius, tu non c'eri più... Noi pensavamo tutti che tu fossi morto, tutti mi dicevano che non c'era più niente da fare, e così mi sono rassegnato, sono andato avanti con la mia vita... Ma poi ho ritrovato Rebecca e Jupiter, e ho iniziato a ripensare alla possibilità di poterti riportare indietro... Ho pensato che avrei dovuto farlo, o perlomeno provarci! Se solo ci avessi pensato prima... Non mi darò mai pace per questo... “
Sirius si mise a scuotere la testa e si scostò i capelli dal viso, impaziente.
"No, no, Harry, scusami, ma io continuo a non capire! Remus sa che ho una famiglia... perchè non te lo ha detto?"
Harry si sentì gelare il sangue.
Non ci aveva pensato, non lo aveva previsto.
Per Sirius erano passate solo poche ore, e Remus e Tonks stavano combattendo con lui quando aveva passato il Velo.
Sirius non sapeva, non poteva sapere.
Ricordò quel lontano giorno ad Hogwarts.
Aveva detto lui ad Andromeda cos'era successo, era stato uno dei primi doveri che aveva compiuto come padrino di Teddy.
Aveva sperato di non dover più vivere un esperienza simile.
Sirius... La guerra è finita... " disse cercando di prendere tempo, di trovare le parole giuste, di rimandare il più possibile quel momento anche se sapeva che era inutile. "C'è stata una battaglia ad Hogwarts, la battaglia finale. Abbiamo combattuto tutti quanti, io ho ucciso Voldemort e anche Bellatrix è morta. Ma anche noi... Anche noi abbiamo avuto delle... delle perdite... "
Harry si interruppe incapace di proseguire, senza avere il coraggio di guardare negli occhi Sirius, che restò per un attimo immobile con lo sguardo fisso nel vuoto prima di crollare sulla sedia che stava di fronte alla scrivania di Harry, a capo chino e con la testa fra le mani.
"No, Harry... Ho già perso tuo padre... Non può essere successo di nuovo..." disse Sirius con voce spezzata mentre una morsa di gelo gli stringeva il cuore.
"Sirius... Sirius, mi dispiace... " disse Harry inginocchiandosi accanto a lui e circondandogli le spalle con un braccio. Aveva salvato il suo padrino, avrebbe dovuto essere un momento di gioia, e invece...
"Lunastorta... Non posso credere che sia... Non può essere vero Harry... " disse Sirius, anche se sapeva benissimo che Remus non avrebbe mai abbandonato Rebecca e Jupiter.
"Harry... Anche Tonks è... ?" chiese Sirius incapace di formulare il pensiero ad alta voce, sapendo già che era una domanda inutile, perchè nemmeno Ninfadora avrebbe abbandonato la sua migliore amica, ma voleva aggrapparsi a quell'ultima illusione, e quando Harry glielo confermò le sue ultime speranze crollarono definitivamente.
Remus... Tonks... Lily... James... Non sarebbe mai finita... Mai...
E Rebecca era rimasta sola quando lui le aveva promesso che sarebbe tornato, Rebecca che adorava Remus e voleva un bene infinito a Tonks, che aveva lasciato il mondo Babbano per stargli vicino... E Jupiter aveva solo un anno... No... Ora aveva undici anni... E non lo conosceva... Non conosceva suo figlio...
La voce di Harry interruppe quel vortice di pensieri.
Harry aveva una cosa molto importante da dire, qualcosa che avrebbe forse un po' alleviato il dolore di Sirius anche se non lo avrebbe mai potuto cancellare del tutto, qualcosa che, ne era sicuro, avrebbe riacceso nel cuore del suo padrino una fiamma di speranza.
"Erano sposati, Remus e Tonks. Hanno avuto un figlio, si chiama Teddy Remus, ha otto anni, e io sono il suo padrino!” disse Harry con orgoglio. Assomiglia molto a Ninfadora, è un Metamorfomagus, come lei. E' un ragazzino in gamba, molto sveglio, sin troppo... un vero Malandrino! Ed è sensibile ed intelligente come suo padre. Non vedo l'ora di fartelo conoscere, ne sarai fiero anche tu! E anche lui sarà felice di conoscerti, perchè io gli ho sempre parlato di te. Sa che eri il miglior amico di suo padre, e il cugino di sua madre e di sua nonna. E sa che eri... che sei il mio padrino! E' stato cresciuto da Andromeda, che ha trovato in Jupiter un altro nipote e una figlia in Rebecca, mentre Teddy ha trovato in Jupiter un fratello e un amico. So cosa provi in questo momento. Ci vorrà del tempo, e non sarà facile. Ma io ti aiuterò, Sirius. Ti aiuteremo tutti. Siamo una grande famiglia adesso. Non sei più solo".
"Harry, dov'è Rebecca? Voglio rivedere mio figlio... "
"Sirius, Rebecca non c'è, è andata ad un congresso a Manchester. Vieni a casa mia, si è fatto tardi e tu sei sconvolto, sei stanco, hai bisogno di riposo! Riavrai presto la tua famiglia, Sirius... Ma visto che dobbiamo aspettare per forza domani, vorrei farti conoscere la mia famiglia, nel frattempo!"
Sirius non poteva dire di no a Harry.
E in effetti si sentiva davvero stanco sconvolto e distrutto dal dolore.
Remus e Tonks come James e Lily...
Non sarebbe stato facile ma avrebbe fatto del suo meglio per superare anche questo, sperando che fosse l'ultimo ostacolo, l'ultima prova, l'ultimo prezzo da pagare per poter finalmente ricominciare a vivere.
"E c'è un altra cosa che non sai, Sirius" disse Harry. "Ora sei libero, la tua innocenza è stata pienamente riconosciuta, il tuo nome è stato riabilitato! Ora tutti sanno che non sei mai stato complice di Voldemort, e non dovrai più fuggire, non dovrai più nasconderti... adesso è davvero tutto finito!"
Sirius, stupito ed incredulo, guardò Harry che, con un sorriso, gli confermò ciò che aveva appena detto, lasciandolo ancora una volta senza parole.
Era libero... era di nuovo un uomo libero...
"Vieni, Sirius, andiamo a casa mia. Lì potrai riposare" disse Harry. "E domani rivedrai Rebecca e Jupiter, e starete insieme per sempre, per tutta la vita, come avete sempre sognato".
"Sì, hai ragione... Andiamo, Harry... voglio proprio conoscere la tua famiglia!" disse Sirius alzandosi in piedi. "E voglio conoscere il figlio di Remus!" aggiunse sentendo di nuovo quella mano gelida stringerli il cuore, rendendosi conto che, almeno per i primi tempi, avrebbe vissuto in bilico tra gioia e dolore. "Non ci posso credere, sei sposato, hai due figli... Rebecca ogni volta che ti vedeva giocare con Jupiter diceva sempre che saresti diventato un bravo papà!" concluse sorridendo al ricordo.
Harry non aveva mai dimenticato lo sguardo pieno di orgoglio che Sirius gli rivolgeva sempre, ed ora quello sguardo che pensava non avrebbe mai più rivisto era di nuovo davanti ai suoi occhi.
Il suo cuore si riempì di gioia e commozione, e di nuovo tornò ad essere quel ragazzo di quindici anni felice di rivedere il suo padrino a Grimmauld Place.
"Sirius... “ disse Harry abbracciandolo di nuovo.Bentornato Sirius... Bentornato a casa..."

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Capitolo 59
*** Gioventù Malandrina ***


Capitolo 59 - Gioventù Malandrina






Gioventù Malandrina


Sirius fece fatica ad addormentarsi quella notte nella camera degli ospiti a casa di Harry ma gli sembrò normale visto che aveva praticamente dormito per dieci anni. 
Dieci anni di non esistenza. 
Non voleva pensarci, ancora non l'aveva accettato e compreso, ma quella notte persino il cielo sembrava prendersi gioco di lui dato che esibiva una luna piena perfetta e luminosa, e questo non faceva altro che gettare ulteriore sale sulle sue ferite più recenti.
Ordine di Merlino di Prima Classe... Il mondo ha finalmente capito quello che io e James abbiamo sempre saputo... Nessuno lo merita più di te Remus... vecchio amico mio... “ 
Sirius cercò di trasformarsi in Felpato per cercare di sfuggire al suo dolore, ma scoprì di non essere in grado di farlo. 
La lunga permanenza nel Velo doveva aver danneggiato i suoi poteri ma non se ne preoccupò, gli era già successo ad Azkaban. 
Era riuscito a resistere ai Dissennatori, avrebbe resistito anche a questo.
Aveva solo bisogno di riposo, e della sua famiglia. 
E parte della sua famiglia era già lì, nella stanza accanto. 
Harry, il suo amato figlioccio che ora era diventato un uomo, che aveva rischiato la vita pur di riportarlo da Rebecca e Jupiter, che gli aveva raccontato ciò che aveva visto dietro il Velo. 
Non ve ne siete andati, ci siete ancora e mi state aspettando... Però volete vedermi il più tardi possibile... Vedrò di accontentarvi ragazzi...“ pensò Sirius sorridendo tristemente, poi si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi. 
Quella notte avrebbe dormito poco e male, ma non aveva importanza. 
Avrebbe dormito meglio nelle notti successive, con Rebecca tra le sue braccia. 

"Svegliati, dai!" 
Sirius aprì gli occhi ancora confuso: dove si trovava? 
Aveva fatto un sogno strano, dove c'era un velo che... 
"Ti svegli sì o no?" 
Era la voce di un bambino che gli tirava i capelli, un bambino piccolo. 
Un bambino piccolo? 
Ma allora, forse.... 
Si svegliò di colpo, convinto che fosse stato davvero un sogno e di essere di nuovo a casa sua con Jupiter accanto, ma si rese conto che non era così quando si accorse che sul letto in cui dormiva si erano arrampicati due bambini che dovevano avere all'incirca quattro e due anni che lo osservavano incuriositi. 
Avevano un aria tremendamente familiare ed era logico dato che somigliavano molto al padre e, di conseguenza, al nonno, anche se il più piccolo aveva gli stessi occhi verdi della nonna e i suoi capelli non sfidavano le leggi della gravità al contrario di quelli del suo fratello maggiore, che aveva ereditato la caratteristica capigliatura ribelle tipica dei maschi della sua famiglia. 
"E tu chi sei?" chiese il più grande dei due mentre il più piccolo continuava a tirargli i capelli. 
"Io sono Sirius, e voi chi siete?" rispose sorridendo ai piccoli Potter. 
"Coooosa? Ti chiami Sirius? Ma lo sai che anch'io mi chiamo Sirius? E mi chiamo anche James! James Sirius! James era mio nonno e Sirius... Hey, un momento! Ma tu sarai mica... Sirius di zia Rebecca?" concluse James guardandolo con gli occhi sgranati. 
"Sì, sono proprio io" disse Sirius, e sorrise mentre il suo cuore accelerava i battiti pensando a zia Rebecca. 
"E dove sei stato, che prima non c'eri? E perché sei a casa nostra? E lo sanno zia Rebecca e Jupiter che sei qui?" lo incalzò James sempre più curioso. 
"Vorrei tanto sapere anch'io dove sono stato e... Ahi! Fai piano!" disse Sirius rivolto al più piccolo dei due che, non ottenendo attenzione, aveva pensato di tirargli i capelli in maniera più energica. 
"Giupies gioca a Quissic e prende Bozzino!" esclamò con aria di importanza, desideroso di dare il suo contributo alla conversazione. 
"Dice che Jupiter gioca a Quidditch e prende il Boccino, è un Cercatore!" precisò James, che era abituato a svolgere la funzione di "traduttore simultaneo" del fratello. 
"Come Regulus... " pensò Sirius, che ancora non riusciva a credere che si sarebbe trovato di fronte un ragazzino di undici anni e non un bambino piccolo come i figli di Harry. 
"E' più bravo del mio papà, ma tu non dirglielo, o ci rimane male!" sussurrò James con aria da cospiratore. 
"Sì, Giupies più bravo di papà!" confermò con entusiasmo il piccolo. "E io mi chiamo Abus Serus!" 
"Scusami ma... non ho capito il tuo nome!" disse Sirius sorridendo. 
"Si chiama Al-bus Se-ve-rus" tradusse James scandendo bene ogni parola. "E' mio fratello" precisò a beneficio di Sirius. 
"Come hai detto? Albus... Severus?!" 
No, non era possibile... era uno scherzo! 
Il nipote di James non poteva chiamarsi Severus! 
"Ecco! Non piace mio nome!" esclamò Albus mettendosi a piangere, mentre James spiegava che il nome di suo fratello aveva il potere di provocare reazioni strane in tutti coloro che lo sentivano, e che in famiglia lo chiamavano tutti Albus oppure Al. 
"Sono d'accordo, Albus è un nome molto più bello e molto più adatto... un nome che ti sta molto bene!" disse Sirius prendendolo in braccio per consolarlo. "Scusami, non volevo farti piangere, anche perché non è colpa tua! E più tardi farò due chiacchiere con tuo padre! Non posso crederci... ma come ha potuto chiamarti Albus Mocc... Albus Severus!" 
"Ci fai vedere qualche magia?" chiese James. 
"Sì! Sì! Vedere bacchetta!" incalzò Albus. 
"Già, la mia bacchetta... dov'è finita? Credo di averla persa in quel dannato Velo... Maledizione, era la bacchetta di zio Alphard!” 
Pazienza, ne compri un'altra!” disse James alzando le spalle. “Peccato però che non puoi farci vedere nessuna magia... "aggiunse deluso, mentre Albus scuoteva gravemente la testa per esprimere il suo disappunto. 
Sirius guardò i piccoli Potter e sorrise. 
"Ma io non ho bisogno della bacchetta magica per farvi vedere cosa so fare... “ disse loro mentre lo sguardo da malandrino tornava ad accendersi nei suoi occhi.

Le risate squillanti di James e Albus svegliarono Ginny. 
"Sono le otto del mattino miseriaccia... " borbottò ancora assonnata. “Possibile che non si possa mai dormire un po' di più?" 
All'improvviso sentì un cane abbaiare e si svegliò di botto iniziando a scuotere il marito ancora addormentato: "Harry! Harry svegliati! Quei due hanno fatto entrare un cane in casa!" 
Ma cosa dici Ginny... " farfugliò Harry, ma poi realizzò. "Ma certo... Il cane!” esclamò scoppiando a ridere, e Ginny lo guardò come se fosse impazzito. Ginny, ascolta, io non ti ho detto nulla perchè ieri sono rientrato tardi, e tu dormivi e... " 
"Hai preso un cucciolo per i bambini? E' per questo che hai fatto tardi? Volevi fare una sorpresa? Ma potevi dirlo almeno a me, avremmo messo una cuccia in giardino e... " 
"No Ginny... non è come pensi tu! No, aspetta, non andare subito di là, prima devo spiegarti un po' di cose!" 
Pochi istanti più tardi James Sirius e Albus Severus osservarono la loro mamma piombare come un fulmine nella stanza degli ospiti per abbracciare Felpato (era quello il nome di quel cane tanto simpatico) che riprese le sue sembianze umane per ricambiare l'abbraccio di Ginny che rideva e piangeva contemporaneamente. 
"Allora vedo che hai già conosciuto il resto della famiglia!" disse Harry sorridendo a Sirius. 
"Già... Ho fatto due chiacchiere con James Sirius e Albus... Severus..." disse mettendo subito alle strette Harry che rimase letteralmente spiazzato. 
Sapeva che per Sirius sarebbe stato difficile accettare la cosa ma voleva dirglielo con calma, al momento giusto, e invece quei Malandrini dei suoi figli lo avevano messo di fronte al fatto compiuto! 
"Bambini venite di là a lavarvi e vestirvi... Papà e Sirius devono dirsi un po' di cose! Ci vediamo dopo, Sirius" disse Ginny abbracciandolo di nuovo con affetto, ancora commossa, incredula, emozionata e piacevolmente sconvolta, e poi uscì dalla stanza trascinandosi dietro i bambini recalcitranti. 
"Vogliamo zio Sirius, vogliamo Felpato!" strillava James, mentre Albus piangeva senza ritegno: proprio adesso che toccava a lui fare un giro in groppa a Felpato la mamma lo portava via! 
"Ti chiamano già zio Sirius... li hai proprio conquistati!" disse Harry non appena rimasero soli. "E tu come stai? Ti senti bene?" 
"Sì e no... I miei poteri a quanto pare ci sono ancora, però trasformarmi mi ha stancato parecchio, non sono ancora al massimo della forma, mi sento un po' scombussolato, se così si può dire! E poi... Troppe cose, e tutte insieme... Dieci anni... Mi sento confuso, mi sento... Oh, insomma, Harry! E' inutile che ci giriamo intorno! Dimmi perchè lo hai chiamatoSeverus!" esclamò Sirius incapace di trattenersi oltre. 
"E' una storia lunga... Vedi, Severus Piton alla fine faceva veramente parte dell'Ordine, non faceva il doppiogioco e lui mi proteggeva perchè... " 
"Perchè era innamorato di Lily. Perchè ha riferito a Silente parte della Profezia. Perchè si è sempre sentito responsabile della morte di tua madre".
"Sirius... ma come... " 
"Come lo so? Harry, eravamo a scuola insieme! Sapevamo che lui e Lily erano amici sin da quando erano bambini, e ci eravamo accorti che Mocciosus avrebbe voluto essere più di un semplice amico per tua madre, era così evidente! E poi James era innamorato di Lily praticamente sin dal primo giorno... come avrebbe potuto sfuggirgli una cosa del genere? Non te ne avevo mai parlato perchè non sapevo come l'avresti presa, aspettavo il momento giusto per farlo... Io credevo che avrei avuto tempo per spiegarti tutto, non immaginavo che... Dieci anni... " 
Sirius si interruppe per un momento poi continuò. 
"Quando abbiamo riformato l'Ordine della Fenice non mi fidavo affatto di Piton, e così ho chiesto a Silente di spiegarmi perchè si fidava così tanto, qual'era il motivo per cui non dubitava di lui. Silente ovviamente all'inizio si era rifiutato, ma io ho preteso che lo facesse, ne avevo il diritto! Gli ho ricordato di essere fatto stato ad Azkaban per tredici anni nonostante fossi innocente, senza avere uno straccio di processo! Sono stato giudicato colpevole, punto e basta, e nessuno mai si è posto il minimo dubbio! Avevo diritto ad un risarcimento anche minimo, e così Silente ha ceduto e mi ha raccontato le circostanze che avevano portato Piton ad abbandonare Voldemort, facendomi promettere che non avrei mai detto nulla a nessuno, tantomeno a te, almeno fino a quando tutto non fosse finito!" 
"Sirius, ci sono un po' di cose che non sai su Piton... E su Silente... " 
Sirius ascoltò in silenzio il racconto di Harry mentre la sua mente lavorava frenetica per assimilare la quantità di informazioni che aveva ricevuto in quelle poche ore.
Se n'erano andati tutti... Piton... Silente... 
"E anche Peter. Sei l'ultimo rimasto" disse una voce maligna nel suo cuore, una voce che Sirius si sforzò disperatamente di ignorare.
"Ero io quello che avrebbe dovuto aiutarti e proteggerti" disse con amarezza Sirius. "E' stata dura Harry... Rinchiuso a Grimmauld Place, senza poter fare nulla! Hai dato il nome di Severus a tuo figlio perchè ti sei sentito in debito con lui, esattamente come io mi sento ora in debito con te. Tu mi hai salvato Harry, e presto grazie a te riavrò la mia famiglia, la mia vita... Sono in debito con te e non ho mai fatto nulla per proteggerti! Non c'ero... Non ci sono mai stato... " 
"Ti sbagli Sirius. Tu ci sei sempre stato, hai sempre rischiato tutto pur di vedermi, pur di aiutarmi... Quella notte al Ministero dopo che tu sei... scomparso... Quella notte sono stato posseduto da Voldemort... “Se la morte non è nulla uccidi il ragazzo... “ Questo ha detto Voldemort a Silente ma ero io a parlare, lui mi stava controllando, era dentro di me... E io ho sperato che Silente mi uccidesse davvero, perché la morte non sarebbe stata nulla in confronto al dolore che sentivo in quel momento... “E così rivedrò Sirius... “ Questo è stato il mio ultimo pensiero, il mio ultimo desiderio. E quando ho espresso il desiderio di morire per poterti rivedere Voldemort mi ha lasciato andare. “E' stato il tuo cuore a salvarti” mi spiegò poi Silente, e in quel momento nel mio cuore c'era solo il dolore per la tua morte. E' stato solo pensando a te se sono riuscito a salvarmi la vita quella notte. E finché ho sofferto per la tua morte Voldemort non è più riuscito ad avere accesso ai miei pensieri. Grazie per avermi salvato Sirius. Grazie per tutto quello che hai fatto per me". 
"Papà perchè abbracci zio Sirius? Non sei mica un bambino tu!” esclamò James entrando come un uragano nella stanza seguito a ruota da Albus che corse subito in braccio a Sirius chiedendo con insistenza di poter rivedere Felpato. 
"Ragazzi, ora andiamo, Sirius è tornato da un lungo viaggio ed è stanco, deve riposare ancora un po'... Giocherete dopo con lui!" 
"Ma io volevo Felpato... A me piace Felpato!" protestò James mentre suo padre lo faceva uscire gentilmente dalla stanza insieme ad Albus. 
"Dopo tornerà Felpato, te lo prometto!" disse Harry, e scoppiò a ridere. 
"Perchè ridi papà?" 
"Perchè anche a nonno James piaceva di più Felpato!" 
"Ma a me piace anche zio Sirius! Si chiama come me!" esclamò James. 
"Anch'io mi piace zio Sius e Feppato!" disse Albus. 
Ma adesso è zio Sirius il tuo papà?” chiese James lasciando per un attimo Harry senza parole. 
"Sirius è il mio padrino, mio padre sarà sempre nonno James, però... Io non ho mai avuto una famiglia, Sirius era tutto ciò che avevo... E ora è di nuovo qui... " disse Harry parlando più a sè stesso che al piccolo James, profondamente colpito dalla naturalezza con cui i suoi figli lo avevano accolto, e poi pensò che a Hogwarts c'era qualcuno che sarebbe stato a dir poco felice di riabbracciare Sirius, ma prima era necessario che venisse informata sua madre! 
Rebecca sarebbe tornata in serata, e così Harry le mandò un gufo in cui la pregava di mettersi immediatamente in contatto con lui senza dirle il perchè: non era una cosa che si poteva scrivere per lettera! 
"Harry, amore mio, sono così orgogliosa di te, non riesco ancora a crederci!" disse Ginny abbracciandolo commossa. "Sono così felice per Sirius... E per te... E sono così emozionata al pensiero che presto Rebecca e Jupiter lo rivedranno... "
"Mamma, vuoi smettere o no di piangere?" sbuffò James esasperato. "Sei peggio di nonna Molly quando fai così!" 

Qualche ora dopo Sirius raggiunse la famiglia Potter in salotto e venne subito assalito da Albus e James che non vedevano l'ora di poter giocare di nuovo con lui. 
"Sirius! Sei tu!” esclamò Harry come se lo vedesse di nuovo per la prima volta. “Ho mandato un messaggio a Rebecca, le ho detto di venire qui non appena tornerà a casa... Ma tu come stai, come ti senti adesso? " 
"Harry, dovrei essere io scrivere a mia moglie, e non tu! E poi perchè devo scriverle? Dove hai detto che si trova? A Manchester? Allora mi Smaterializzo e vado da lei! E poi andrò a Hogwarts, da mio figlio! I miei poteri ormai sono tornati ormai!" 
"Ma Sirius, lei ti crede morto da dieci anni! Tu non forse non ti rendi conto di cosa prova una persona che ti rivede dopo così tanto tempo! Anche adesso quando sei entrato non volevo credere ai miei occhi... Pensa a cosa potrebbe provare Rebecca! Lascia che prima le parli io!" 
"Arriva Teddy! Arriva Teddy!" gridarono James e Albus interrompendo quei discorsi. 
Teddy, come ogni giorno, si stava recando a pranzo dai Potter dopo aver terminato un'altra mattinata di lezione alla scuola elementare di Ottery St. Catchpole. 
Nonna Andromeda aveva studiato in casa coi precettori finchè non era andata ad Hogwarts, e aveva voluto che Teddy frequentasse la scuola Babbana perchè desiderava che suo nipote entrasse in contatto anche con un mondo diverso da quello magico e che non vivesse con gli orizzonti limitati com'era successo a lei, che era cresciuta credendosi superiore agli altri in quanto Black e Purosangue, finchè l'incontro con Ted non le aveva cambiato la vita. 
Anche Ninfadora era cresciuta frequentando le scuole Babbane, e anche Teddy, come sua madre, all'inizio aveva creato un po' di problemi ad Andromeda perchè i suoi poteri di Metamorfomagus si manifestavano senza preavviso. 
Spesso capitava che i suoi capelli cambiassero colore durante le interrogazioni, ed era stato necessario applicare molti Incantesimi di Memoria a insegnanti e compagni di classe affinchè dimenticassero ciò che avevano visto. 
Teddy però aveva imparato presto a tenere a bada i suoi poteri, dimostrando di saper già controllare la sua magia nonostante la sua giovane età, caratteristica chiaramente ereditata da Remus. 
"Teddy, Teddy, tu non ci crederai mai, non sai cos'è successo, non lo sai, non lo sai!" esclamarono Albus e James che gli saltarono addosso non appena varcò la soglia per portarlo subito davanti a Sirus. 
I suoi capelli, solitamente azzurri, erano in quel momento di un castano dorato: era così che Teddy li portava quando andava a scuola, rendendosi somigliante a suo padre in una maniera incredibile, e per Sirius fu una grande e dolorosa emozione trovarsi di fronte quel bambino che era di poco più piccolo Remus quando lo aveva visto per la prima volta. 
"Tu non puoi essere lui!" esclamò Teddy puntando il dito contro Sirius mentre i suoi capelli diventavano immediatamente di un rosso acceso. 
Con il ritorno di Jupiter e Rebecca il ricordo di Sirius si era fatto più vivo nella memoria di tutti, ma il ricordo di Sirius era stata una presenza costante nella vita di Teddy perchè era stato il padrino di Harry e il miglior amico di suo padre. 
Lo aveva sempre visto negli album di foto che erano appartenuti a Remus e che risalivano ai tempi della scuola, mentre nonna Andromeda glielo aveva mostrato in alcune vecchie foto di famiglia che Harry aveva trovato a Grimmauld Place. 
In quegli anni aveva chiesto innumerevoli volte a Harry di parlargli dei Malandrini, mentre nonna Andromeda gli raccontava spesso di quando Sirius andava a trovarla insieme ai suoi amici e la piccola Ninfadora giocava con Remus senza immaginare che un giorno l'avrebbe sposato. 
Sirius Black era morto, così avevano sempre detto tutti, ma ora se lo ritrovava lì davanti ai suoi occhi, ed era proprio lui, non poteva sbagliarsi, era senza dubbio il padre di Jupiter, gli somigliava troppo, ed era identico alla foto del matrimonio con Rebecca... ma com'era possibile che non fosse cambiato se erano passati dieci anni? 
"Lo so che è incredibile, Teddy... ma lui è proprio Sirius... " gli spiegò Harry circondandogli le spalle con un braccio e guardandolo negli occhi. "Ho... ho effettuato delle ricerche sul Velo dell'Ufficio Misteri, e ho scoperto come fare a riportarlo indietro... Perchè Sirius non era morto... Era solo prigioniero in un altra dimensione... Ed era ancora vivo... “ 
Come poteva spiegare a Teddy ciò che era successo? 
Cosa avrebbe provato se gli avesse detto che aveva usato la Pietra della Resurrezione, che aveva visto Remus e Tonks? 
Teddy fissò Harry con un'espressione assorta e concentrata che Sirius riconobbe immediatamente, perchè era la stessa espressione che Remus assumeva ogni volta che rifletteva per svolgere qualche compito particolarmente difficile o per escogitare l'ennesima soluzione per tirare fuori dai guai lui e James. 
"Harry... Se hai portato indietro Sirius allora vuol dire che... " iniziò a dire Teddy, e Harry trattenne il respiro cercando le parole giuste da dire perché sapeva a cosa stava pensando, sapeva cosa stava per chiedergli. 
"Non è possibile, vero Harry? Non è possibile perchè altrimenti li avresti riportati indietro... E avresti riportato indietro anche i tuoi genitori... " 
"Se fosse stato possibile lo avrei fatto, ti avrei ridato mamma e papà... Sai che farei qualsiasi cosa per te, ma questo... questo proprio non è possibile...” disse Harry stringendo il suo figlioccio che si rifugiò in quell'abbraccio senza dire una parola “So che ti mancano mamma e papà, io ti capisco, so quello che stai provando... Ma noi non siamo soli... Loro sono con noi, nel nostro cuore... E poi... Io ho te e tu hai me... Noi siamo una famiglia Teddy... “ 
Sirius a quel punto si avvicinò e mise una mano sulla spalla di Harry che si voltò a guardarlo e gli sorrise.
"Teddy... posso stringerti la mano? Sono felice di conoscerti... E' un onore per me conoscere il figlio del mio migliore amico e della mia cuginetta preferita!" disse Sirius sorridendo mentre il suo cuore piangeva la morte di Remus e Tonks. 
"Quindi adesso anche tu sei mio cugino?" disse Teddy osservandolo incuriosito. "Ma lo sai che sembri Jupiter da grande?"
Harry mi ha detto che siete amici tu e Jupiter... ” disse Sirius. 
Jupiter è il mio migliore amico insieme a Harry! Posso dire che sei il mio migliore amico anche se sei il mio padrino, vero Harry? Tanto Ron mica si offende!” esclamò Teddy.
Lo sai che puoi dire tutto quello, che vuoi piccolo Malandrino!“ disse Harry attirandolo di nuovo al suo fianco.
E' un peccato che Jupiter sia a Hogwarts, perché non lo vedo mai!” proseguì Teddy rivolto a Sirius. “Però gli scrivo spesso sai? E mi racconta tante cose! Sai che abbiamo passato tutte le vacanze di Natale insieme? Siamo stati nel castello di Alphard, è bellissimo, voglio anch'io un castello da grande! Sirius ma lo sai che non so proprio che faccia farà Jupiter quando ti rivedrà? Sarà felicissimo... proprio come Harry! Vero che sei felice Harry?” 
Sì Teddy, sono felice... non puoi immaginare quanto!" disse Harry.
E invece posso immaginarlo perché tu sei il mio padrino, e se sparisci ti vengo anch'io a cercare come hai fatto tu con Sirius! Però se non sparisci è meglio!”

Quella giornata in casa Potter fu ricca di emozioni e colpi di scena, come la visita inaspettata di Andromeda, che si era precipitata da Harry dopo aver ricevuto un messaggio di Teddy che le annunciava il ritorno di Sirius. 
Teddy, senza dir nulla a nessuno, aveva inviato un gufo da nonna Andromeda pensando di farla felice, senza pensare al terremoto emotivo che avrebbe scatenato in lei. 
Andromeda si era immediatamente Materializzata a casa Potter pensando di dare una lezione a quel nipote che si permetteva di fare simili scherzi, ma quando era arrivata in giardino e aveva visto Felpato che si faceva accarezzare dai bambini poco ci mancò che non cadesse a terra svenuta per il violento choc. 
Di solito era lei che consolava e proteggeva Sirius quando era piccolo, ma stavolta era lei quella da proteggere, e Sirius, accortosi della sua presenza, le era corso incontro e l'aveva stretta in un lungo e commosso abbraccio. 
Andromeda quel giorno trovò un nuovo figlio, e divenne per Sirius la madre che lui aveva sempre desiderato avere. 
Harry e Ginny osservavano commossi quella scena, mentre Albus e James, perplessi, si chiedevano come mai la presenza di Sirius dovesse far piangere così tanto le persone. 
A me mi viene da ridere con zio Sius... “ disse Albus. 
Anche a me, ma i grandi non pensano come noi!” affermò James. “Meno male che nonna Molly è andata a trovare zio Bill e zia Fleur, altrimenti ci allagava la casa!” 

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Capitolo 60
*** Di nuovo e per sempre ***


Capitolo 60 - Di nuovo e per sempre



 



Di nuovo e per sempre


Rebecca fece finalmente ritorno a casa, stanca ma felice. 
E ignara di tutto.
 
Il congresso a Manchester era stato interessante, e la compagnia di Augustus si era rivelata come al solito divertente e piacevole. 
Durante le pause del congresso si erano divertiti a fare i turisti ed erano anche usciti a cena insieme, e Rebecca aveva iniziato a sentirsi di nuovo ammirata e considerata come donna, e iniziava a pensare che forse era davvero tempo di rifarsi una vita, ma ancora non riusciva a lasciarsi andare del tutto. 
Eppure con Sirius era successo tutto così in fretta... 
Ma quando aveva conosciuto Sirius era una ragazza di 25 anni senza legami di alcun genere, mentre ora aveva 35 anni, aveva un figlio ed era vedova da dieci anni... non era nemmeno riuscita a festeggiare il primo anniversario di matrimonio!
Sapeva che non avrebbe mai potuto amare qualcun altro come aveva amato Sirius, però l'idea di trascorrere tutta la vita in solitudine iniziava a spaventarla, e troppo grande era il vuoto che sentiva nel cuore. 
Forse era ora di provare a colmare quel vuoto.
Per la prima volta si ritrovò a pensare a come l'avrebbe presa Jupiter se avesse iniziato a frequentare il padre del suo migliore amico.
E, per la prima volta, iniziò a chiedersi che cosa avrebbe provato se un giorno Augustus l'avesse baciata.
"Sirius... Ti amerò per sempre amore mio... Ma mi sento così sola... " 
Lanciò uno sguardo alla foto del suo matrimonio, e fu allora che si accorse che l'orologio magico appeso sulla parete era cambiato. 

C'era una prima lancetta, che indicava Rebecca al Castello di Alphard. 
C'era una seconda lancetta, quella di Jupiter, puntata su Hogwarts. 
E c'era una terza lancetta, mai apparsa prima, che indicava la casa di Harry e Ginny: la lancetta di Sirius. 
Rebecca iniziò a tremare mentre il cuore le batteva impazzito nel petto. 
Cos'era successo, cosa stava succedendo? 
Non poteva essere uno scherzo dei Weasley, nessuno di loro le avrebbe mai giocato un tiro così crudele. 
Fuori dalla finestra Leotordo picchiava insistentemente sul vetro, tenendo nel becco il messaggio di Harry per Rebecca, ma lei nemmeno se ne accorse, perchè in quel momento niente e nessuno avrebbe potuto distogliere i suoi occhi dal nome di Sirius apparso misteriosamente sull'orologio magico. 
"Devo andare da Harry... subito!" 
Afferrò una manciata di Polvere Magica, la gettò nel camino e, nel giro di pochi secondi, si ritrovò lunga e distesa nel salotto dei Potter. 
Si rialzò togliendosi di dosso la fuliggine: era da tanto che non le capitava più di atterrare così rovinosamente, ma in quel momento era già un miracolo che non avesse sbagliato destinazione da tanto era scossa. 
Si guardò intorno, sembrava non esserci nessuno in casa, e sentì delle voci provenire dal giardino. 
"Dai basta ragazzi... non esagerate adesso!" stava dicendo Harry ad Albus, James e Teddy che ancora non si erano stancati di giocare insieme a Felpato, anche se questo aveva permesso a Sirius di distrarsi e di non pensare troppo a Rebecca che ancora non si era fatta viva. 
Harry si stava chiedendo se non fosse il caso di recarsi a Castleblack quando una voce disperata alle sue spalle lo fece trasalire. 
"Harry... Aiutami ti prego... Sull'orologio che mi ha regalato Molly è apparsa una lancetta e c'è scritto sopra il nome di Sirius!" 
Tutti si voltarono a guardarla ma lei non si accorse di nessuno, nemmeno di Felpato che rimaneva immobile a fissarla, sforzandosi di riprendere il suo aspetto originale senza però riuscirci da tanto era stata grande l'emozione di ritrovarsela davanti così all'improvviso. 
"L'orologio... chi l'avrebbe mai detto... " pensò Harry, e strinse forte le mani di Rebecca tra le sue per calmarla e rassicurarla.
"Rebecca... Rebecca, stai tranquilla... E' tutto a 
posto, va tutto bene... "

No che non va tutto bene, Harry! Secondo il mio orologio Sirius è qui, a casa tua, ma non è possibile, non è vero, non può essere, perché lui è… perché il mio Sirius è… “ 
Rebecca si interruppe, oppressa da un dolore che le toglieva il respiro. 
Perché? 
Perché tutto questo, di nuovo? 
Non aveva già sofferto abbastanza? 
E poi, improvvisamente, accadde. 
Accadde ciò che per dieci anni aveva sempre sognato, sperato e desiderato ma che mai avrebbe creduto si potesse avverare. 
Sentì una presenza alle sue spalle, sentì due braccia cingerle la vita, sentì nelle orecchie una voce rotta dall’emozione. 
Rebecca... Rebecca sono io...  
Rebecca trattenne il respiro e chiuse gli occhi, il cuore impazzito, la testa che girava, e posò le sue mani che tremavano su quelle mani che la stringevano forte, e non ebbe alcun dubbio. 
Quante volte quelle braccia l'avevano stretta, e quante volte quelle mani l'avevano accarezzata... 
Avevi promesso che saresti tornato... e l'hai fatto... ” pensò Rebecca sul punto di svenire, eppure non osava muoversi, non osava voltarsi, non osava guardarlo, non osava crederci. 
Avrebbe voluto rimanere per sempre così, nell’incertezza, piuttosto che cedere alla speranza e scoprire che era stato tutto un sogno o una magia destinata a svanire.
"Rebecca..." disse di nuovo Sirius facendola lentamente voltare verso di sè.
Domande, chiarimenti, spiegazioni... tutto questo sarebbe venuto dopo. 
Lo aveva aspettato per dieci anni. 
Era giunto il 
momento di porre fine a quella lunga attesa.
 
Rebecca si voltò e i suoi occhi incontrarono di nuovo gli occhi di Sirius, quegli stessi occhi che aveva continuato a vedere ogni giorno nel viso di suo figlio. 
Amore mio... amore mio sei proprio tu... “ sussurrò Rebecca accarezzandogli il viso, e poi non riuscì più a dire nulla, accecata dalle lacrime. 
Si gettò tra le sue braccia e lo strinse più forte che poteva per essere certa che era vero, che non era un sogno, e pianse disperatamente, come aveva pianto quando non era più tornato dall’Ufficio Misteri. 
Stavolta il suo cuore non era straziato da un insopportabile dolore ma rischiava ugualmente di spezzarsi, incapace di reggere il peso di quella grande, immensa, inaspettata e indescrivibile felicità. 
Sirius non ricordava nulla di ciò che era successo, non aveva memoria di quello che aveva visto e sentito mentre era nel Velo, ma in quel momento capì di nuovo essere veramente stato lontano da lei per dieci anni perché percepì tutto il suo dolore mentre la teneva tra le braccia, e non riuscì a trattenere le lacrime pensando a quanto dovevano avere sofferto lei e Jupiter, a tutti gli anni che avrebbero dovuto passare insieme e che invece erano andati perduti. 
"Sirius... Il mio Sirius... " disse Rebecca incapace di aggiungere altro, incapace di credere che davvero era lui che la stringeva, e che erano le sue labbra quelle che le sfioravano i capelli e scendevano sul suo viso coprendolo di baci. 
"E' tutto finito, sono qui con te adesso..." disse Sirius avvolgendola tra le sue braccia, proteggendola con il suo amore e stringendosi a lei in un abbraccio infinito. 

Quella sera Rebecca non ebbe bisogno di usare la Metropolvere per tornare a casa perché, per la prima volta dopo tanti anni, tornò ad usare la Materializzazione Congiunta insieme a Sirius. 
Una volta rimasti soli Rebecca lo strinse di nuovo in un lungo abbraccio, incapace di separarsi da lui, temendo che se lo avesse lasciato andare sarebbe sparito di nuovo per non tornare mai più. 
Mi sembra di avere pianto di più ora che sei tornato rispetto a quando ti ho perso...” disse Rebecca. 
Ora basta Rebecca, altrimenti fai piangere anche me, e sai che non me lo posso permettere... sono pur sempre un Black!” disse Sirius, e Rebecca finalmente sorrise. 
Continuo a pensare alla faccia che hanno fatto i miei genitori quando ti hanno rivisto!” disse Rebecca. “Avresti potuto dirmelo che volevi passare da loro, hai colto di sorpresa anche me quando mi sono ritrovata fuori dalla porta della loro casa!” 
Non è andata così male alla fine... Certo, tua mamma è quasi svenuta e tuo padre non ha praticamente parlato per tutto il tempo, ma visto che domani sera saremo e cena da loro credo che non ci sia nulla di cui preoccuparsi!"
"Ma c'è ancora la mia poltrona preferita! Non è cambiato nulla qui dentro!" esclamò lasciandosi cadere sulla Poltrona di Felpato e trascinando con sè Rebecca che gli cadde addosso ridendo. 
Il mio Felpato... “ disse Rebecca mentre lo guardava e lo accarezzava ancora stupita ed incredula, e Sirius le prese il viso tra le mani e baciò a lungo quelle labbra che gli avevano regalato non solo baci e sorrisi ma anche parole di conforto e speranza ogni volta che gli incubi del passato si ripresentavano. 
Sapeva che avrebbe avuto ancora bisogno del suo sostegno, perché per dieci anni non era esistito e gli sembrava di impazzire ogni volta che ci pensava, e sapeva anche che gli ci sarebbe voluto del tempo prima di superare questo ennesimo trauma. 
Pensare al futuro era il modo migliore per rendere più leggero il peso di un passato che avrebbe sempre fatto parte di lui, e il futuro in quel momento era davanti ai suoi occhi e tra le sue braccia. 
Ma per rendere completa la sua felicità mancava ancora qualcosa, anzi, qualcuno, e tra tutte le prove che Sirius aveva affrontato e che ancora avrebbe dovuto affrontare ce n'era una che temeva più di tutte. 
Harry aveva cercato mostrargli delle foto di Jupiter mentre attendevano l'arrivo di Rebecca, ma Sirius non aveva voluto guardarle, non si sentiva ancora pronto, non sapeva come avrebbe reagito vedendo quella “nuova versione” di suo figlio, e aveva preferito aspettare Rebecca per poter vivere quel momento da solo con lei.
Prima hai detto che non era cambiato nulla ma non è vero, non hai guardato con attenzione... O forse credevi che questo bel ragazzo nella foto fossi tu da giovane?” 
Rebecca aveva usato un tono scherzoso per stemperare la tensione, ma il suo cuore batteva forte mentre porgeva a Sirius la cornice in cui era rinchiusa la foto di Jupiter con la divisa di Hogwarts. 
Si sedette accanto a lui e gli cinse la vita con un braccio e, nonostante i suoi buoni propositi, non riuscì ad impedire alle lacrime di scendere mentre Sirius vedeva per la prima volta il viso di suo figlio. 
E' bellissimo vero?” sussurrò Rebecca. 
Sirius rimase a lungo in silenzio, incapace di parlare e di staccare gli occhi da suo figlio. 
Fino a poche ore fa era ancora un neonato... Mancava solo una settimana al suo primo compleanno... Dovevamo festeggiare insieme... E invece ho perso tutto di lui... Quando mi vedrà non mi riconoscerà nemmeno... Non sa nulla di me... "
"No Sirius, non fare così... Jupiter sa tutto di te, ti vuole bene... Sei suo padre e lui lo sa, lo ha sempre saputo! Gli ho mostrato le tue foto, gli ho raccontato la storia dei Black, e l'ho sempre portato al Castello di Alphard, dove poteva dare libero sfogo alla sua magia e leggere i libri di incantesimi! E' sempre stato orgoglioso di essere tuo figlio, e ha sentito tanto la tua mancanza... non riesco nemmeno ad immaginare quanto sarà felice di vederti! Ha anche scritto di nuovo il tuo nome sull'albero genealogico!"
"Che cosa ha fatto?" esclamò Sirius, e Rebecca gli raccontò ogni cosa.
"Sono felice... orgoglioso... non so nemmeno io come mi sento... " disse Sirius mentre 
tornava a guardare la foto di Jupiter, studiando a fondo ogni dettaglio di quel viso sconosciuto e familiare al tempo stesso, nei cui tratti riconosceva ancora il bambino che così tante volte aveva tenuto in braccio, con quegli occhi così uguali ai suoi e quel sorriso che ogni volta lo riempiva di gioia e di orgoglio. 
E adesso era uno studente di Hogwarts, indossava l'uniforme, e stringeva fiero tra le mani la sua bacchetta magica. 
Ma questa è la bacchetta di zio Alphard!” esclamò Sirius. 
Sì è proprio lei... anche se Jupiter direbbe che è la bacchetta di suo padre!” disse Rebecca. 
Ma com'è possibile?“ chiese Sirius. 
Rebecca gli spiegò ogni cosa, e ogni parola le costò grande fatica perché significava rivivere quella maledetta notte di dieci anni prima e, soprattutto, doveva parlare di Remus e mettere Sirius ancora una volta di fronte alla dura realtà. 
Jupiter grazie a Remus ha potuto portare a Hogwarts una parte di te... Come avrebbe mai potuto dimenticarti?” 
Lunastorta... “ disse Sirius esprimendo con una sola parola tutto il suo dolore e tutta la sua gratitudine. 
Remus è stato un padrino fantastico, Jupiter lo adorava, e ha voluto un bene infinito anche a Tonks... La chiamava zia  Dora, e Tonks mi diceva sempre che Jupiter era l'unico al mondo a cui avrebbe mai permesso di chiamarla Ninfadora! Era pazza di lui... E Jupiter rideva sempre quando era con lei... A proposito, una delle grandi passioni di Jupiter sono le Cioccorane... Remus è riuscito a trasmettere la dipendenza da cioccolato anche a tuo figlio! Ricordiamoci di passare da Hogsmeade domani prima di andare a Hogwarts, perchè proprio l'altro giorno Jupiter mi ha scritto chiedendo di mandargli una confenzione gigante di Cioccorane... dice che gli servono per sopportare lo stress delle lezioni! Ma ti rendi conto?” disse Rebecca scuotendo la testa divertita. 
E ha ragione! Lunastorta gli ha proprio insegnato tutto...” disse Sirius sorridendo tristemente. 
Rebecca lo abbracciò di nuovo e continuò a parlargli di Jupiter. 
Ci sono due negozi che tuo figlio ama più di ogni altra cosa... Mielandia e Accessori di Prima Qualità per il Quidditch! Sai che è un Cercatore? Per il momento gioca come riserva e non l'ha presa affatto bene, lui vorrebbe essere un titolare! Tuo figlio adora lo sport, sia magico che Babbano... guarda con i tuoi occhi! 
Rebecca lo prese per mano e lo portò nella camera di Jupiter e ancora una volta fu uno choc per Sirius, che ricordava la stanza di un neonato, mentre adesso era la stanza di un ragazzino decisamente amante del calcio visto che sulla parete faceva bella mostra di sé un poster dei Glasgow Rangers insieme alle foto della squadra in cui Jupiter aveva giocato quando frequentava le scuole elementari. 
Qui c'è di mezzo tuo padre!” disse Sirius ridendo mentre osservava la crescita di Jupiter attraverso quelle foto. “Ha sempre cercato di farmi diventare un tifoso, ma io e lo sport non siamo mai andati d'accordo, lo sportivo in famiglia era mio fratello... Jupiter ha preso da lui, e infatti un po' gli somiglia... “ 
Lo so, me lo ha detto sempre anche Andromeda, soprattutto per quel che riguarda il Quidditch, e non è un caso se giocano nello stesso ruolo!” disse Rebecca, e poi si rese conto che Sirius ancora non sapeva come era morto suo fratello e di nuovo lottò per respingere le lacrime: un giorno lo avrebbe saputo, e sarebbe stato un altro duro colpo per lui. 
Sirius notò una foto che Jupiter teneva sul suo comodino. 
Era stata scattata ad Hyde Park all'epoca delle loro uscite clandestine da Grimmauld Place, e Jupiter era seduto sull'erba accanto a Rebecca... e a Felpato. 
E' da quando aveva circa cinque anni che tiene questa foto sul comodino... Felpato è uno dei ricordi più belli della sua infanzia”. 
Dev'essere stata dura per te crescerlo da sola... “ disse Sirius abbracciandola stretta. 
Sarebbe stata dura non averlo accanto a me! E' stato il dono più bello che tu potessi farmi Sirius... E tu sei sempre stato con noi, nei nostri pensieri e nel nostro cuore, ogni giorno... E Jupiter è sempre stato bravo, sia a casa che a scuola... Certo, qualche volta mi ha anche fatta arrabbiare, ed è logico, non sarebbe stato normale altrimenti! Non sai quanto mi manca ora che è a Hogwarts, ma sono così felice per lui, che può finalmente essere un mago come aveva sempre sognato! Jupiter è sempre stato orgoglioso di essere un mago ma non si è mai sentito superiore ai Babbani, si è sempre sentito parte di entrambi i mondi, se fosse per lui abolirebbe lo Statuto di Segretezza!” 
Non vedo l'ora di conoscerlo... “ disse Sirius incapace di credere di essere davvero lui il padre di quel bambino. 
Sai che voleva fondare la prima squadra di calcio a Hogwarts? Ma credo che per il momento abbia abbandonato il progetto, adesso è troppo preso dal Quidditch, te ne accorgerai quando vedrai la sua stanza al Castello di Alphard!” 
Sirius prese per mano Rebecca e si Materializzò con lei al Castello. 
Sirius... avvisami prima! Sei sempre il solito!” disse Rebecca ridendo mentre Sirius la portava nella camera di Jupiter, che era praticamente la “versione magica” della sua stanza di Castleblack. 
Non c'era un poster dei Glasgow Rangers ma uno del Puddlemere United, e invece delle foto della squadra di calcio c'erano le foto della squadra del Quidditch Grifondoro di Hogwarts, e Jupiter sfoggiava orgoglioso la sua divisa da Cercatore. 
E poi c'era una foto di Jupiter Harry e Teddy che cavalcavano le loro scope con il Castello di Alphard sullo sfondo. 
Questa foto è dello scorso Natale... Harry ha regalato a Teddy e Jupiter la Firebolt 3000, il massimo quest'anno! Jupiter la tiene chiusa in questo armadio ma io non lo posso aprire, solo Jupiter può farlo! Nulla di magico, solo un banalissimo lucchetto Babbano!” disse Rebecca ridendo. “A proposito, guarda la scopa di Harry... non ti ricorda nulla?” 
Non dirmi che è la Firebolt che gli ho regalato io!” 
Esatto! Harry l'ha sempre conservata e l'ha regalata a Jupiter, anche lei si trova in questo armadio! Jupiter si è portato la chiave a Hogwarts, è gelosissimo dei suoi manici di scopa... come se io potessi usarli! A meno che non abbia paura che io li utilizzi per fare le pulizie! Tuo figlio a volte è quasi insopportabile, mi domando da chi abbia preso!” disse Rebecca ridendo. 
Se penso a quello che Harry ha fatto per me... “ disse Sirius guardando il suo figlioccio volare nella foto con Jupiter e Teddy che si divertivano ad inseguirlo. 
Avevo notato che era un po' strano negli ultimi giorni, ma mai avrei immaginato quello che aveva in mente di fare... Da un parte sento che non mi basterà una vita intera per ringraziarlo ma nello stesso tempo sono furiosa con lui, perché avrebbe potuto rimanere intrappolato nel Velo e lasciare sola Ginny con i bambini! E lei è di nuovo incinta!” esclamò Rebecca. 
Tu furiosa con Harry? Mi dispiace ma non ci credo!” disse Sirius ridendo. 
Hai ragione... gli voglio troppo bene! E Jupiter e Teddy lo adorano, è il loro capo e la loro guida! Harry non ti ha mai dimenticato, sei stato un padre per lui... E adesso lo so cosa stai per dire, tu sei il suo padrino e non hai mai voluto prendere il posto di James! Stai tranquillo, Harry ha ben presente chi è suo padre e non lo dimentica! Ma tu sei sempre stato importante per lui e lo sarai sempre... Gli sei mancato tanto... Sei mancato a tutti noi... “ 
Sirius abbracciò Rebecca sopraffatto da mille emozioni e dal pensiero che l'indomani ci sarebbe stato anche Jupiter stretto in quell'abbraccio, e Rebecca sentì il suo cuore tremare mentre si abbandonava tra le braccia di Sirius, e tra un bacio e l'altro gli disse infinite volte quanto lo amava. 
Sirius la tenne stretta e la baciò a lungo finchè non ci furono più lacrime, non ci fu più dolore, ma ci furono soltanto Sirius e Rebecca, di nuovo soli con il loro amore. 
Di nuovo insieme. 
E stavolta per sempre. 

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Capitolo 61
*** L'alba di un nuovo giorno ***


Capitolo 60 - L'alba di un nuovo giorno




L'alba di un nuovo giorno

Minerva McGrannit entrò nel suo ufficio per dare inizio ad un'altra giornata lavorativa.
Salutò i Presidi che le diedero il buongiorno dall'alto dei loro ritratti e, come tutte le mattine, trovò stormi di gufi appollaiati sul davanzale, impazienti di consegnare la posta.

Aprì la finestra per farli entrare, e notò subito il gufo di Harry che si faceva largo disperatamente tra gli altri, ansioso di recapitare la sua lettera.
Quanta fretta!" esclamò Minerva. "Va bene, va bene, leggerò prima il tuo messaggio!" disse sorridendo e, una volta seduta alla sua scrivania, aprì la lettera di Harry: cosa poteva mai esserci di tanto urgente?
Iniziò a leggere e impallidì.
 Si mise a rileggere lentamente, a occhi sgranati, concentrandosi su ogni singola parola per essere certa di avere capito bene ciò che Harry gli aveva scritto, e alla fine sorprese tutti i Presidi quando si alzò dalla scrivania, si diresse verso il mobile bar a disposizione degli ospiti e si versò un bicchiere di Whisky Incendiario.
"Ma... Minerva... ti senti bene?" chiese preoccupato Silente che, per quel che poteva ricordare, non aveva mai visto la sua vecchia amica e collega concedersi qualcosa di più forte della Burrobirra e, in ogni caso, mai di prima mattina.
"Devo andare a chiamare Madama Chips?" chiese allarmato Severus Piton.
"Oh no, Severus, non preoccuparti!" disse la McGrannit sorridendo. "E' stata solo l'emozione... E' tornato Sirius Black!"
Un silenzio irreale accolse le sue parole, un silenzio che venne spezzato dal tonfo della cornice di Severus Piton che si staccò dalla parete cadendo a terra.
"Tutto bene Severus?" chiese preoccupata la Preside dopo aver sistemato il ritratto al proprio posto con un rapido colpo di bacchetta.
"Prima sparisce Walburga e adesso torna Sirius?" esclamò Phineas Nigellus, mentre Armando Dippet sistemava meglio il suo cornetto acustico nell'orecchio per non perdere una singola parola.
La Preside iniziò a leggere ad alta voce la lettera di Harry, e prima che potesse concluderla arrivò un altro gufo con un nuovo messaggio, e per poco non le venne veramente un infarto quando si rese conto di avere tra le mani una lettera scritta da Sirius Black in persona che la informava che, di lì a poco, sarebbe giunto ad Hogwarts con Harry e sua moglie per poter finalmente riabbracciare suo figlio.
Per tutti i Fondatori... e io che pensavo di avere già visto tutto nella mia vita! Sirius... Devo andare subito a cercare Jupiter! Sarà sicuramente in Sala Grande a fare colazione, oppure è nel parco, oggi è sabato, non ci sono lezioni... chissà, magari sta ancora dormendo! Devo trovarlo prima che arrivi suo padre, dovrò spiegargli un po' di cose, spero che non abbia uno choc!" disse la Preside parlando più a se stessa che ai suoi colleghi che, dall'alto dei loro ritratti, commentavano concitati la notizia.
Uscì frettolosamente dall'ufficio ma le sue ricerche si rivelarono infruttuose: quel benedetto ragazzo sembrava essere svanito nel nulla.
Jupiter Black in effetti era davvero scomparso da Hogwarts, e si trovava nei guai.
Insieme a Jennifer, Aurelius ed Anthea aveva sperimentato con successo gli effetti della Pozione dell'Invisibilità più di una volta.
Jennifer teneva nel suo baule la scorta che aveva preparato durante le vacanze di Natale, e quando giungeva il fine settimana i quattro amici uscivano nel parco con una boccettina in tasca e, quando erano finalmente al riparo da occhi indiscreti, bevevano la pozione.
Una volta invisibili raggiungevano il Platano Picchiatore, bloccavano i rami con l'Incantesimo Immobilus e, sfruttando il passaggio segreto, giungevano ad Hogsmeade.
Era un'avventura bellissima, ma per Jupiter la cosa più entusiasmante era poter finalmente usare la Mappa del Malandrino.
Quel giorno non c'era più pozione di riserva, le scorte erano sufficienti solo per un'ora, ma ormai si sentivano sicuri ed esperti, perfettamente in grado di gestire il tempo a loro disposizione, e così si erano avventurati per le strade del villaggio progettando di creare una "distilleria clandestina" nella Stamberga Strillante, dove Jennifer avrebbe potuto preparare la nuova pozione in tutta tranquillità.
Nonostante i buoni propositi non si erano però accorti del tempo che passava, e dopo un'ora si erano ritrovati di nuovo perfettamente visibili e quindi identificabili.
Per fortuna avevano le sciarpe con cui coprirsi il viso, e si erano rifugiati in un vicolo pensando a cosa fare, salvo poi accorgersi che erano sul retro dei Tre Manici di Scopa, il locale gestito dalla moglie del professor Paciock.
Se il professor Paciock si fosse affacciato alla finestra li avrebbe visti, e anche la professoressa Granger viveva a Hogsmeade!
La loro unica via di fuga possibile per tornare a Hogwarts era la Stamberga Strillante ma era troppo lontana, avrebbero dovuto raggiungerla senza dare nell'occhio, se si fossero messi a correre avrebbero rischiato di farsi notare.
Le sciarpe potevano coprire il loro viso ma non erano un riparo sufficiente, chiunque avrebbe potuto notarli e capire che erano ragazzini del primo anno che non avevano alcun diritto di essere lì.
Fortunatamente a Jupiter era venuta la brillante idea di chiamare Kreacher che, tramite Materializzazione Congiunta, li aveva riportati a scuola, vicino al Platano Picchiatore, al riparo di occhi indiscreti.
I quattro si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere per il pericolo scampato, una risata nervosa e allo stesso tempo liberatoria.
"Ho perso dieci anni di vita... La prossima volta portiamoci dietro la pozione di scorta!" disse Aurelius.
"La prossima volta? Ragazzi io non so se me la sento di correre ancora un rischio simile!" disse Jennifer che si appoggiò ad Anthea dato che le gambe le tremavano talmente tanto da non riuscire a reggersi in piedi. "Mi sono vista praticamente fuori dalla scuola!”
"Pericolo scampato!" esclamò Jupiter. "Kreacher, questa Burrobirra te la sei proprio meritata!" disse porgendo al vecchio elfo una bottiglia che aveva "requisito" ai Tre Manici di Scopa, e il vecchio elfo per poco non svenne per lo choc e si prostrò ai piedi di Jupiter.
"Grazie padrone, grazie... Il padrone ha dato una Burrobirra al suo vecchio elfo, Kreacher gli sarà sempre grato e... "
All'improvviso Kreacher si interruppe, rimase per un istante immobile a occhi sgranati, dopodichè
iniziò a gridare e a sbattere violentemente la testa contro il terreno.
"Kreacher! Ma che stai facendo? Smettila subito! disse Jupiter spaventato da quella reazione inaspettata del suo elfo domestico.
Si è ubriacato con la Burrobirra?chiese Jennifer.
Ma se non l'ha nemmeno bevuta!” disse Aurelius.
"E' tornato... è tornato per uccidermi!" gridò Kreacher continuando a punirsi, sordo ai richiami di Jupiter che gli ordinava di smetterla.
"Petrificus Totalus!"
"Jupiter! Ma che cosa hai fatto?" disse Anthea guardando l'elfo che giaceva immobilizzato a terra.
"E cosa avrei dovuto fare? Lo hai visto no? Ho avuto paura che si uccidesse davvero, dovevo fermarlo in qualche modo!" disse Jupiter riponendo la bacchetta magica e avvicinandosi a Kreacher che si stava lentamente riprendendo.
"Padron Sirius è tornato per prendersi Kreacher, è tornato per uccidere Kreacher!" disse guardando Jupiter con il terrore negli occhi.
"Ragazzi dobbiamo portarlo subito da Madama Chips, credo di avere scagliato con troppa violenza l'incantesimo... Adesso è convinto che io sia mio padre!" disse Jupiter allarmato. "Avanti, Kreacher, andiamo in infermeria, se non riesci a Smaterializzarti ti ci porto io!"
Padron Sirius è tornato, Kreacher lo sa, Kreacher lo sente!"
"Kreacher! Mio padre è morto e tu lo sai meglio di me!"
"Padrone... padron Sirius è qui... "
"E va bene, te la sei voluta!" esclamò Jupiter afferrando la bacchetta magica, e subito Aurelius, Jennifer e Anthea gli si fecero intorno per trattenerlo e impedirgli di compiere qualche sciocchezza.
Jupiter stai calmo, non farti provocare! E tu piantala!" disse Aurelius infuriato rivolgendosi a Kreacher.
Jupiter ha deciso di risparmiarti la vita... Perchè continui a tormentarlo così?” aggiunse Jennifer.
Stai attento, perchè hai già passato il limite!” disse Anthea squadrando Kreacher con lo stesso cipiglio di suo nonno Malocchio.
Gli elfi domestici non possono mentire... Il giovane padrone mi ha ordinato di non dire più bugie... E Kreacher non sta mentendo... “
Kreacher... Allora davvero tu... Non mi stai prendendo in giro? Tu sai davvero dov'è mio padre?” chiese Jupiter con il cuore in gola.
"Guarda la tua mappa, giovane padrone... "
Con mani tremanti Jupiter tirò fuori la Mappa del Malandrino dalla tasca, e all'improvviso, crollò a sedere sul prato, le gambe improvvisamente incapaci di reggere il peso del suo corpo, e i suoi amici si inginocchiarono preoccupati accanto a lui chiedendosi se non fosse il caso di portarlo in infermeria dato che sembrava chiaramente in stato di choc.
"Papà... " sussurrò Jupiter tremando come una foglia.
"Jupiter... ma cosa... " inizò a dire Jennifer sempre più preoccupata, ma Jupiter la interruppe.
"Mio padre. Con Harry. E anche mia madre. E' qui... " disse indicando la Mappa del Malandrino.
Jennifer, Anthea e Aurelius guardarono a loro volta, e videro i tre nomi scritti sulla pergamena: Harry Potter, Rebecca Black e... Sirius Black.
Non so cosa sia successo... ma lui è qui... mio padre è qui..." disse alzandosi in piedi mentre si sentiva salire le lacrime agli occhi e il cuore gli batteva impazzito nel petto.
Jupiter calmati... possiamo immaginare come ti senti ma... ecco... non potrebbe darsi che la Mappa abbia sbagliato?” disse Jennifer.
Non è possibile Jennifer... la Mappa non mente mai!” disse Aurelius.
La Mappa non mente mai... “ gli fece eco Anthea. "E se non mente mai allora vuol dire che... "
La Mappa non mente mai, e gli elfi domestici non possono mentire ai loro padroni!esclamò Jupiter in preda ad una gioia incontenibile.
Iniziò a correre a perdifiato verso il castello e, ad un tratto, riuscì a scorgere in lontananza le sagome di Harry, di sua madre... e di un uomo alto, con lunghi capelli neri che camminava al suo fianco tenendola per mano. 
Cercò di chiamarlo ma era lontano, non avrebbe potuto sentirlo, e in ogni caso l'emozione gli impediva di gridare forte come avrebbe voluto, così non gli restò altro da fare se non aumentare il ritmo della sua corsa per poterlo raggiungere il più presto possibile.
Sirius Rebecca e Harry, ignari di tutto, si diressero verso l'ingresso principale.
"Harry, ma è proprio necessario andare prima da Silente? Anzi, no... dalla McGrannit... si corresse in fretta Sirius, provando di nuovo quella sottile angoscia che lo assaliva ogni volta che si rendeva conto di tutte le cose che erano successe mentre lui non era esistito, e respinse con tutte le forze quella sensazione.
Stava per ritrovare suo figlio... solo a questo doveva pensare ora!
Passò un braccio intorno alla vita di Rebecca che gli si appoggiò contro, e si sentì subito meglio.
Le sorrise e le sfiorò le labbra con un bacio, compiacendosi ancora una volta di non essere un vero Black, perchè un vero Black non avrebbe mai fatto una cosa simile in pubblico con la propria moglie!
Rebecca si guardò intorno frastornata ed incredula... Sirius era tornato , e lei era a Hogwarts!
E splendida non è vero? E ora sei di nuovo qui da uomo libero, come hai sempre desiderato!” 
Harry... ancora ti ricordi quello che ti avevo detto tanti anni fa?”
Non l'ho mai dimenticato Sirius...
Anche Rebecca non aveva mai dimenticato quello che le aveva detto Sirius quando l'aveva portata a Hogwarts sul dorso di Fierobecco.
"Un giorno torneremo, Rebecca, e verremo qui, alla luce del sole. E sarà il giorno più bello della mia vita, perché tutto sarà finito e sarò libero".
E ancora non sapevi che quel giorno ci sarebbe stato anche tuo figlio amore mio... “ pensò Rebecca, da sempre convinta che Jupiter fosse stato concepito proprio quella notte.
Una gioia incontenibile si impadronì di lei perchè Sirius aveva davvero realizzato il suo sogno, davvero era tornato, davvero era libero, davvero avevano ancora un futuro e una vita da passare insieme.
Aveva inziato a capirlo quel mattino, quando aveva aperto gli occhi convinta di avere sognato tutto quanto per poi rendersi conto di essere veramente tra le braccia di Sirius che ancora dormiva accanto a lei, e di nuovo la commozione l'aveva colta mentre lo accarezzava piano, facendo attenzione a non svegliarlo e desiderando al tempo stesso che aprisse gli occhi.
Rebecca continuò a guardarsi intorno cercando di individuare il Platano Picchiatore e, all'improvviso, Sirius la sentì irrigidirsi accanto a lui mentre tratteneva il respiro e gli stringeva forte la mano.
Sirius si voltò per seguire lo sguardo di Rebecca, e fu così che si accorse di quel ragazzino che correva verso di loro.
Era lontano e non riusciva a vederlo bene in viso, ma non aveva bisogno di chiedere chi fosse, il suo cuore sapeva già la risposta.
Si mosse rapidamente verso di lui, voleva raggiungerlo il più in fretta possibile, voleva percorrere in pochi istanti quei pochi metri che avrebbero finalmente posto fine a quei dieci anni di vuoto, e c'era un solo modo per farlo visto che non ci si poteva Materalizzare ad Hogwarts.
Jupiter si fermò sbalordito quando vide suo padre trasformarsi in Felpato e correre verso di lui, e sorrise felice come quanto si incontra un vecchio amico dopo tanti anni.
Ripensò a sua madre che le raccontava di Felpato, ripensò alla foto che avevano fatto ad Hyde Park.
Felpato... Lo stratagemma che suo padre usava per poter uscire con lui alla luce del sole.
Jupiter si avvicinò a Felpato e lo accarezzò sulla testa e, pochi istanti dopo, si trovò avvolto nell'abbraccio di suo padre.
Un vero Black non baciava ed abbracciava i propri figli, non manifestava mai le proprie emozioni, non si comportava come un Babbano qualsiasi, soprattutto in un luogo pubblico, ma Sirius non era mai stato un vero Black, e lo dimostrò ancora una volta quando baciò suo figlio sulla fronte come aveva fatto l'ultima volta che lo aveva visto, ancora incapace di credere che quel bambino di un anno che lo chiamava “Papà Sius” e quel ragazzino che teneva tra le braccia fossero la stessa persona.
Jupiter avrebbe compiuto 12 anni alla fine dell'anno scolastico, ed era più che mai convinto del fatto che doveva comportarsi da uomo, e in quanto tale non avrebbe dovuto mettersi a piangere mai, soprattutto lì a Hogwarts.
Non davanti ai suoi amici di sempre, che si tenevano discretamente in disparte, emozionati, commossi ed increduli.
Non davanti a sua madre, che piangeva di gioia sulla spalla di Harry, ringraziandolo ancora una volta per ciò che aveva fatto.
Non davanti agli altri studenti che, incuriositi, si stavano avvicinando chiedendosi cosa mai stesse succedendo dopo aver visto quello strano cane nero correre sul prato.
"La mamma ha ragione... mi somigli tantissimo!" esclamò Jupiter guardando per la prima volta suo padre negli occhi, e poi si rifugiò di nuovo nel suo abbraccio, incurante di chi gli stava intorno, incurante del fatto che tutti potevano vedere le sue lacrime di gioa, desiderando solamente che quell'abbraccio non finisse mai, e dimostrando a tutti quanti, e soprattutto a Sirius, che nemmeno lui, alla fine, era un vero Black.


TOUJOURS PUR
Non del sangue ma del cuore.

FINE.




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