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In terzo
B, la situazione del lunedì si faceva sempre più drammatica ogni settimana che
passava dall’inizio della scuola. La percentuale dei malati, il lunedì saliva
misteriosamente a cifre vertiginose, e quelli che, ignari del loro destino,
prendevano la cartella e si dirigevano in aula, venivano puntualmente freddati
da un’interrogazione.
Le prime
due ore del lunedì erano diventate più simili ad un girone dell’inferno che ad
una lezione di matematica.
Tutti i
lunedì, il professor Hojo entrava, rivolgeva un’occhiata alla classe per
calcolare quanta gente avesse dato forfait, e si sedeva con ambigua
soddisfazione sulla sedia della cattedra, incrociando le dita sotto il mento. E
il bello era che, tutte le volte, il commento era più o meno questo:- buongiorno
ragazzi, c’è qualcuno che vuol venire volontario?-
Bè, a quel
punto chiunque avrebbe desiderato avere il potere del teletrasporto come in
Dragon Ball e sparire dalla circolazione, peccato che ciò non era concesso a
nessuno, quindi il commento successivo del professore si tramutava in un vero e
proprio sarcasmo:- non c’è tutta questa fila di gente, vedo, quindi sarò
costretto a chiamare io.-
La
reazione degli studenti era varia, ma fondamentalmente finalizzata a diventare
più invisibili possibile. C’era chi fingeva di cercare qualcosa per terra o
dentro lo zaino, chi, speranzoso, alzava la mano per andare al bagno, chi
assumeva un’aria da finto tonto e chi, rassegnato, correva a ripassare quegli
ultimi due minuti che precedevano il massacro.
A quel
punto, qualcuno doveva pur scaricare la tensione in qualche modo, e se ne
usciva con una frase del tipo:- uffa, non ho studiato.-
Così, il
professore si accorgeva di lui e chiedeva alla classe:- chi è stato a parlare?-
Ovviamente,
la classe avrebbe fatto di tutto pur di rimanere unita, ma a volte è necessario
sacrificare qualche pedina per il bene comune, no?
-è stato
lui!-
Tutte le
teste si girano verso un’unica direzione, e persino qualche dito corre ad
indicare un ragazzino biondo nelle ultime file.
Hojo
sorride, prende il registro con una mano, il gessetto con l’altra e chiama il
diretto interessato come se fosse condannato a morte:- Cloud Strife, venga pure.-
Un gemito,
e Cloud si alza, rassegnato a non poter scappare ad suo destino.
*
Tifa
camminava per il lungo corridoio senza perdere d’occhio l’orologio. Erano le
otto e un quarto, ed era in ritardo catastrofico!
In realtà,
era il suo primo giorno in quella scuola, e non riusciva a trovare la sua
classe, quindi continuava a vagare per la scuola senza la più pallida idea di
dove si sarebbe dovuta dirigere.
Sbuffò
sonoramente e accellerò il passo, nervosa.
“Ma
guarda,è il primo giorno e sono già in ritardo! Scommetto che il professore
penserà che io sia una ritardataria cronica...! Spero di no, anche perché non è
colpa mia se in questa scuola non c’è uno straccio di bidello... uff... dove
sarà il terzo B?”
Stava per
svoltare l’angolo quando urtò contro un ragazzo che procedeva nella direzione
opposta, anch’egli immerso nel filo dei suoi pensieri.- ei! guarda dove vai!-
protestò lui, stizzito.
-bè,
potrei dire la stessa cosa di te!- ribattè Tifa, rivolgendo un’occhiata di
fuoco al ragazzo dai lunghi capelli argentati.- e soprattutto potresti chiedere
scusa...!-
Lui la guardò
con aria di sufficienza.- non ti ho mai vista da queste parti, sei una di
quelle provincialotte appena trasferitesi in città, eh?-
-io non
sono provincialotta!- strillò Tifa, arrabbiata. – e tu sei un vero maleducato!-
Il ragazzo
incrociò le braccia sul petto con aria lugubre, poi la fissò con sguardo
indecifrabile.- va bene, va bene, scusa, non intendevo ferirti.-
-bugiardo.-
-ei, ho
chiesto scusa, che vuoi di più?!- esclamò lui, di nuovo innervosito.
Tifa
sfoggiò un’aria da sapiente.- non so che farmene delle tue scuse, se non sono
sincere. Piuttosto, dato che voi gente di città siete così colta, perché non mi
dici dove si trova il terzo B?-
-sei del
terzo B?- chiese il platinato, mutando espressione di colpo.
-allora?-
chiese Tifa, guardandolo sospettosa.- qualcosa non va?-
Lui alzò
il pollice e indicò una porta alle sue spalle.- è la classe vicino alla mia.-
disse, in tono cupo.
Tifa si
offese.- che c’è? Non ti va che io stia nella classe vicina alla tua? Dimmelo
subito, almeno mettiamo le cose in chiaro!-
-calma,
calma. Ma non ho tempo per fare da baby sitter, io.- disse il ragazzo,
lanciandole un’occhiata di bieco.- se vuoi fare il giro della scuola non
rivolgerti a me, hai capito?-
-non
l’avrei fatto comunque.- sbottò Tifa, facendogli la linguaccia.
-bene.-
Ci fu un
attimo di silenzio, in cui i due rimasero a fissarsi, poi Tifa si innervosì
nuovamente.- insomma, se non mi vuoi tra i piedi perché non mi lascia passare?-
-guarda
che il corridoio è piuttosto largo.- osservò lui, reclinando il capo verso
destra.
-che
antipatico.- sbuffò Tifa.
Cercò di
oltrepassare il ragazzo, ma lui le bloccò il polso e la trattenne. –aspetta.-
Tifa lo
guardò male.- che vuoi? Sei pure un maniaco, adesso?-
-sono
Sephiroth.- si presentò lui, indignato.
-Tifa.-
rispose la ragazza, liberandosi della presa con uno strattone e rivolgendosi di
nuovo al ragazzo.- voi gente di città siete proprio strana.-
Sephiroth
fece una strana smorfia, abbinandola ad uno sbuffo, poi assunse di nuovo la sua
espressione impassibile.- in realtà, potrei dire lo stesso di te.-
-io vengo
da Nibheleim.- lo informò Tifa.- è un bel posto, sai? Dovresti capitarci,
cambieresti idea su tante cose.-
-nah, io
non cambio idea.- rispose Sephiroth, sarcastico.
“ma chi è
questo? Parla come un vecchio di ottant’anni... che antipatico, non ditemi che
dovrò sorbirmelo tutti i giorni...”
-che
classe fai?- chiese Tifa, tanto per prolungare il discorso.
-quinto
D.- fu la pronta risposta.- ora devo andare.-
-beh, vai,
non ho più bisogno di niente!- esclamò Tifa, lieta di potersi sbarazzare del
ragazzo.
Lui le
diede le spalle e aggiunse, in tono piatto:- ci vediamo in giro, Tifa.-
Tifa gli
fece il verso di nascosto, poi si trascinò davanti alla porta della propria
classe e rimase a fissarla con il cuore che batteva freneticamente.
“Oddio...
che faccio, entro? E se poi non piaccio ai miei compagni? E se gli stessi
antipatica perchè vengo da fuori, come a quel Sephiroth? Cosa penseranno di me?
Meglio aggiustarsi i capelli... lo sapevo, avrei dovuto mettermi l’altra
maglietta... beh, ormai è fatta... sono già in ritardo disastroso, tanto vale
farsi coraggio, forse il prof sarà clemente...”
Prese un
bel respiro, si lisciò i capelli neri, e posò una mano sulla porta, bussando
concitatamente.
-avanti.-
rispose una voce strascicata.
Tifa
entrò. La classe era spaziosa, e un silenzio tombale era planato sulle teste
degli studenti, che erano tutte rivolte verso di lei.
“Vorrei
sprofondare...”
-ah, tu
devi essere la nuova studentessa.- disse il professor Hojo, senza alzarsi dalla
cattedra.
Il
biondino che stava alla lavagna la guardò, curioso e felice che avesse
interrotto la sua disastrosa interrogazione.
-salve...-
biascicò Tifa, arrossendo.
Hojo
appoggiò la testa su una mano e le disse:- trova posto da qualche parte, sei
già in ritardo.-
Il volto
di Tifa diventò color porpora, e si guardò intorno in cerca di un posto libero
su cui sedersi.
Individuò
una ragazza castana dai begli occhi verdi, che stava agitando una mano
indicando il posto vuoto vicino a lei.
“Avanti
Tifa, fatti coraggio!”
-ciao, io
sono Aerith.-
-Tifa.-
Un ragazzo
dai capelli corvini si allungò sul banco e infilò la sua testa tra quella delle
due compagne.- e io sono Zack.-
-piacere,
Zack!- esclamò Tifa, sollevata di aver già fatto due conoscenze. Non era poi
così terribile...
-tu vieni
da Nibheleim?- chiese il ragazzo, curioso.
-sì, come
fai a...-
-me lo ha
detto lui.-
-lui chi?-
-Cloud.-
specificò Aerith, indicando il biondo alla lavagna, che era arrossito
violentemente sotto le frecciatine sarcastiche di Hojo, riguardo alla sua
incompetenza in matematica.
-quello è
Cloud?!- esclamò Tifa, strabuzzando gli occhi.- cavolo, ma certo! Non l’avrei
mai riconosciuto, non ci vediamo da così tanto tempo... –
“in realtà
ero così tesa che non avrei riconosciuto neanche mia madre...”
Aerith
sembrò capire i miei pensieri e sorrise.- è una settimana che Cloud dice che
una sua amica si sarebbe trasferita a Midgar, ormai è come se tutti ti
conoscessimo...-
-davvero?-
mormorò Tifa, imbarazzata.
“Cloud, ti
ammazzo...”
-parla
così bene di te...- disse Zack, con una nota di rammarico.- sembra che tra voi
ci sia del tenero...-
Tifa
scosse violentemente il capo e iniziò a muovere le mani e a sbracciare,
imbarazzata.- no, no, cosa dici? Siamo solo amici!- disse, forse a voce un po’
troppo alta.
-Gaisborough,
Fair e tu, ragazza nuova, se avete così tanta voglia di parlare potete venire
alla lavagna ad aiutare il vostro compagno Strife...-
“Non si è
neanche degnato di conoscere il mio nome, è persino più antipatico di quel
Sephitor, o come diavolo si chiama...”
Aerith
aveva abbassato lo sguardo, mentre Zacktornava al suo posto, in silenzio.
Tifa si
voltò a guardare la compagna di banco. Sembrava simpatica.
La ragazza
notò lo sguardo di Tifa e le sorrise, quindi le sussurrò:- avanti, a me puoi
dirlo!-
-ti giuro,
non c’è niente tra me e Cloud... a parte una bella amicizia, se è questo che
intendi... sai, proveniamo dallo stesso villaggio.-
Aerith le
fece l’occhiolino e iniziò a scribacchiare qualche appunto su un foglio, che
poi nascose nel quaderno.- allora, hai conosciuto qualcuno, qui a scuola?-
-sì.-
rispose Tifa, in tono tetro.
La castana
ridacchiò.- non ne sembri molto contenta.-
-bah, era
un cretino.- disse Tifa, ricordando con irritazione il ragazzo dai capelli
argentati.
-dai, chi
era?-
-ha detto
di chiamarsi Sephitor... credo... –
-Sephiroth?!-
esclamò Zack, intromettendosi di nuovo nella conversazione.- tu l’hai
conosciuto?-
Tifa
annuì.
-è una
specie di legenda qui dentro!- disse Zack, eccitato.- non sai quanti tornei di
scherma abbia vinto, è un campione...! Wow! Potresti presentarmelo, no...?-
-non
credo. Io e lui non ci siamo presi in simpatia.- disse Tifa, tagliente.
Zack
sembrò un po’ deluso.- che peccato...-
Tifa
ripensò a Sephiroth. In effetti era un bel ragazzo, alto, dal fisico aitante e
dai lineamenti affascinanti. Probabilmente più della metà della scuola lo considerava
un dio in terra e stendeva il tappeto rosso al suo passaggio.
“Tsk, sarà
il solito ragazzo tutto muscoli e niente cervello.”, pensò Tifa, malevola.
“Scommetto che non saprebbe mettere in fila due parole, senza l’aiuto di
qualcuno... ah, se ci ripenso... !”
-anche io
tiro di scherma, sai?- la informò Zack, orgogliosamente. - Va molto di moda qui
a scuola.-
-no, io
amo la lotta libera.- rispose Tifa, con noncuranza.- e tu, Aerith?-
Lei
arrossì.- io amo i fiori...-
“Com’è
dolce e semplice, questa ragazza... sento che saremo ottime amiche!”
Tifa
sorrise senza neanche rendersene conto.- è davvero una passione splendida.-
-lo credi
davvero?-
-certo!-
-allora ti
porterò a vedere una cosa, dopo la scuola!- esclamò Aerith, felice.
Tifa
sorrise di nuovo.- ne sarò felice.-
-ora
basta, Gaisborough e compagnia bella, venite alla lavagna.-
-oh no!-
*
-è quello
il nuovo professore?-
-così
pare.-
-è il
figlio del preside?-
-un
raccomandato, di sicuro.-
-non so se
sia più raccomandato lui o Hojo...-
Sephiroth
incrociò le braccia al petto e si poggiò sullo schienale della sedia, guardando
il soffitto con aria afflitta, come al solito.
“Ci
mancava quella provincialotta... Mi chiedo come abbia osato mancarmi di rispetto...”
-allora,
Tseng, qualche novità con la ragazza della porta a fianco?- ridacchiò una voce
proveniente dal ragazzo davanti a Sephiroth.
-Genesis,
fatti i cavoli tuoi.- rispose il compagno di banco, imbarazzato.
Angeal si
avvicinò a Sephiroth e indicò il professore che si sedeva sulla cattedra,
leggermente nervoso.- secondo te l’ha assunto il padre?-
Sephiroth
fece le spallucce.- e che ne so?-
Genesis
buttò indietro la testa e si rivolse ad Angeal.- ma che domande, ovvio.-
Tseng
guardò il ragazzo dai capelli ramati e lo rimproverò:- non dovreste dire
così...-
Angeal
storse il naso:- forse, ma ho tutta l’impressione che questa sia l’ennesima
mossa del preside per controllarci meglio...-
-ancora
con quella storia, Angeal?- chiese Sephiroth, spazientito.- ti ho già detto che
Shinra non controlla proprio nessuno.-
-non ne
sarei così convinto...- replicò Angeal.- soprattutto perché ho visto come ti
guarda, Sephiroth...-
-ei, non
dovreste criticare il preside se ha certe tendenze...- ammiccò Genesis,
sorridendo.
-a
proposito di tendenze...- proruppe Tseng, assumendo l’aria di chi deve
sfoggiare un pettegolezzo fresco di giornata.- non avete saputo la novità?-
-che
novità?-
-sembra
che la moglie del professor Hojo abbia una relazione con uno dei professori di
questa scuola.- confidò Tseng.
Genesis si
fece interessato:- come, come? Con chi?-
Angeal
sospirò, Sephiroth sbuffò.- sembrate delle vecchiette pettegole.-
-dai, non
ti interessa?- lo punzecchiò Genesis, furbetto.- Sephiroth, devi decidere da
che parte stare una volta tanto... non fare l’organismo asessuato come solito
tuo...-
Sephiroth
gli mollò uno schiaffo dietro la nuca.- e tu non fare il pettegolo.-
-vuoi la
sfida, Sephiroth?- replicò istantaneamente Genesis, voltandosi di scatto.-
guarda che per me non è un problema...-
-basta.-
disse seccamente Angeal.- il professore sta facendo l’appello...-
Genesis
emise uno strano suono, poi sfoderò un libro rilegato con cura e dopo aver
costituito una barriera fatta di astucci, si mise a leggere in silenzio.
Tseng
appoggiò la testa su una mano e guardò la scritta “Loveless” impressa a
caratteri cubitali sul frontespizio.- è la tua nuova passione?- chiese, in tono
piatto.
-certo.-
rispose Genesis, distrattamente.
-era una
domanda retorica.-
-l’avevo
capito.-
-non
dovresti seguire la lezione?-
-l’ inglese
non mi interessa.- rispose Genesis, alzando appena gli occhi verso il
professore.
Tseng
rinunciò a mandare avanti la conversazione e si mise a guardare il sole che
brillava fuori dalla finestra.
Sotto
quello stesso sole aveva incontrato una ragazza splendida, pochi giorni prima.
Era andato
a Midgar per sbrigare alcune faccende personali, quando aveva intravisto una
piccola chiesa che lo aveva notevolmente incuriosito. Spinto dal desiderio di
vedere come fosse all’interno, aveva varcato il grande portone d’ingresso, e
ciò che aveva visto lo aveva piacevolmente sorpreso.
Una distesa
di fiori bianchi e gialli crescevano sul pavimento, donando a quella chiesetta uno
splendore ancestrale e mistici riflessi. China ad accarezzarli, a sfiorarli e a
contemplarli, stava una ragazza giovane, sui sedici anni, dai lunghi capelli
castani raccolti in una treccia, e l’abito celeste. Lei era il fiore più bello
e delicato, in quella distesa colorata.
Tseng non
aveva mai creduto ai colpi di fulmine, ma da quando l’aveva vista non era
riuscito a togliersela dalla testa.
Ogni
notte, sognava di stringerla, di baciarla, o di confidargli i suoi più intimi
segreti. Desiderava che quei dolci e vividi occhi verdi si rivolgessero solo a
lui, e quando aveva scoperto che quella ragazza era la stessa che frequentava
la classe accanto alla sua, ne era rimasto colpito. Come aveva fatto a non
notarla prima?
Angeal,
che conosceva Zack, gliel’aveva fatta presentare, ma non gli era sembrato che
lei ricambiasse i suoi sentimenti. Beh, in fondo era normale, non lo conosceva
affatto...
Sorrise.
Non vedeva l’ora che suonasse la ricreazione.
Il cuore
gli scalpitava in petto: le avrebbe parlato di nuovo, e non vedeva l’ora che
accadesse.
*
Zack e
Cloud erano seduti su una panchina di legno, situata nel cortile dove tutti gli
studenti passavano la ricreazione. Il biondo sembrava assorto nei suoi
pensieri, mentre mordicchiava la sua colazione, e la sua espressione si
rilassava e si contraeva a seconda della piega che prendeva la riflessione.
Zack rimase
a guardarlo per qualche minuto, poi, infastidito dal suo silenzio, decise di
prendere l’iniziativa.- Cloud, qualcosa non va?-
Il biondo
si voltò verso l’amico, distrattamente.- eh?-
-ti ho
chiesto che c’è qualcosa che ti turba- ripetè Zack, scandendo bene le parole.
“Avanti,
dillo che stai pensando a lei...”, pensò Zack.
Il ragazzo
si sentì assalire dalla gelosia, e il cuore iniziò a martellargli nella cassa
toracica come se volesse saltargli fuori dal petto.- dai, vedrai che riuscirai
a recuperare l’interrogazione...- disse, senza accorgersi di aver parlato in
tono sardonico.
Cloud si
offese, ma non aggiunse altro al riguardo, continuando a guardare il flusso di
studenti che gli passavano davanti.
“è così
distante...”, pensò Zack, afflitto. “Che sia arrabbiato con me?”
Zack emise
un gemito.
-che
succede?- si affrettò a chiedere Cloud, voltandosi verso l’amico, in tono
apprensivo.
-non
volevo offenderti.- rispose Zack, studiandosi le mani per non guardarlo negli
occhi.
Il biondo
sorrise flebilmente e poi tornò a fissare il cielo.- Tifa è una bella ragazza?-
chiese, inaspettatamente.
Zack
deglutì, ma continuò a dissimulare la sua gelosia.- certo, è molto bella.-
rispose.
Cloud
iniziò a torturarsi le dita, sfoggiando un’aria perplessa.
“chissà a
cosa pensa...”
-sei
strano, oggi.- disse il biondo all’improvviso, senza guardare l’amico.
-ma che
dici?!- esclamò Zack, grattandosi la nuca e ridendo nervosamente. –strano io?
Sono sempre il solito Zack!-
Il biondo
fece una smorfia di disappunto,ma non
continuò il discorso. Sembrava molto distratto, quella mattina, alla lavagna
non era riuscito a spiccicare parola, poi ogni tanto sorrideva come se stesse
catturando un pensiero dolce e confortante, e l’attimo dopo si incupiva di
colpo, come se esso gli sfuggisse di mano. Zack guardò i suoi capelli biondi,
dischiudendo leggermente le labbra.
Erano così
lucenti, al sole; sembravano brillare di una luce propria.
Sorrise
dolcemente e la sua mano si mosse verso di essi, prendendone un ciuffetto tra
le dita.- se ti confidipotrei aiutarti.-
disse, pazientemente. - è a questo che servono gli amici, no?-
Cloud
arrossì violentemente, mentre Zack gli accarezzava i capelli, ma non si
ritrasse e lo lasciò fare tranquillamente, guardandogli le labbra sottili. –
non è niente di importante.-
-ma sembra
che per te lo sia.- disse Zack, insistente.
-dai Zack,
non preoccuparti...- ripetè Cloud.
-ha a che
fare con Tifa?-
Lentamente,
Cloud annuì.
Il dito di
Zack sfiorò la guancia rossa di Cloud.- ti piace?-
Il biondo
scattò in piedi, stringendo i pugni.- no, è proprio quello il problema! Tifa
non mi piace per niente!-
Silenzio.
“e con
questo cosa vuol dire?”
Gli occhi
di Cloud divennero lucidi di una rabbia e di una emozione che Zack non riuscì a
classificare.
Cloud
sbuffò e gli rivolse uno sguardo strano, poi gli diede le spalle.- che scemo,
sei.-
-ma che
stai dicendo, Cloud?-chiese Zack,
preoccupato, sfiorandogli la spalla con la mano.
Stavolta,
il biondo si allontanò e si voltò a guardarlo, fuori di sé.- stammi lontano,
Zack...-
-ma che
dici?! Siamo amici, no?!- esclamò il moro, arrabbiato.
Cloud
abbassò lo sguardo e, senza aggiungere nient’altro, scappò via.
“Ma che
gli prende? ... chi lo capisce è bravo...”, pensò Zack, lasciandosi cadere
sulla panchina, con le mani tra i capelli. “Non voglio perderti, Cloud... Ormai
sei troppo importante, per me...”
*
Tifa stava
cercando di farsi largo tra una folla scalpitante per cercare di raggiungere la
palestra. Chissà perché, la fila di ragazze in gonnella arrivava fino in cima
alle scale.
La giovane
studentessa si fece largo tra la gente, spintonando le ragazze di lato e
schivando le loro gomitate, fino ad arrivare alla prima fila.
“vorrei
sapere il motivo di tanta agitazione... sembrano un branco di galline...”,
pensò, stizzita. “e poi hanno in coraggio di criticare i paesani che vengono a
Midgar... ma guarda che bisogna fare per sapere se in questa scuola fanno dei
corsi di lotta libera...”
Si tuffò
in avanti e spinse di lato una ragazza bionda, che la rimbrottò, furiosa.- ei,
tu! Se vuoi volevi vedere saresti dovuta venire prima...! mi hai sentito?!-
Tifa
scosse una mano con noncuranza, poi vide che, al centro di tutta
quell’attenzione vi erano due ragazzi, vestiti da schermidori. Uno era a terra
e si massaggiava la schiena, l’altro lo sovrastava, puntandogli il fioretto al
petto. Sembrava che si stessero parlando, perché il ragazzo in piedi scuoteva
leggermente il capo a destra e a sinistra, muovendo la mano libera con fare
oratorio.
Lo
sconfitto si portò una mano alla visiera e se la tolse, scagliandola lontano.-
vaffanculo, Sephiroth!- gridò.
A quel
punto, il ragazzo in piedi si alzò la visiera, e Tifa potè riconoscere i freddi
occhi del ragazzo di quella mattina.- non essere sempre così plateale,
Genesis...- stava dicendo, cercando di sovrastare le voci della folla.
Il ragazzo
chiamato Genesis sembrava veramente irritato, guadagnandosi tutta la
comprensione di Tifa.
-che
idiota.- disse Genesis, alzandosi.
Un
sorrisetto malevolo si dipinse sul volto di Sephiroth.
-basta,
non c’è più niente da vedere!- gridò una voce possente.- filate tutti in
classe... anche voi due!-
Un uomo
enorme si fece largo tra la folla, che si disperse per la palestra, ridendo o
commentando lo scontro.
Tifa
saltellò di lato e lasciò passare quell’uomo enorme dalla pelle scura, cercando
di capire chi fosse.
-di nuovo
qui a giocare, eh, Rhapsodos?- chiese l’uomo, lanciando a Genesis uno sguardo
torvo.
Sephiroth
ghignò, ma la sua risatina fu subito interrotta da un altro sguardo accigliato
del nuovo arrivato.
-ci scusi,
prof...- sbottò Genesis, ancora irritato per aver perso lo scontro.
Tifa fissò
lo sguardo su Sephiroth, e per un attimo i loro occhi si incontrarono, poi il
ragazzo girò la testa altrove e si dileguò tra la folla che saliva le scale per
tornare nelle proprie classi.
Genesis lo
seguì poco dopo, con passo pesante, sbuffando, mentre Tifa lo evitava
spostandosi a destra per non essere travolta.
Il
professore fece una strana smorfia.- quel tipo mi farà impazzire...-
-um...
scusi...- esordì Tifa.- lei è il professor Barret...?-
-ovvio!
Vedi altre persone con scritto “Barret” sul cartellino?!-, esclamò, indicandosi
un pezzo di plastica che aveva appeso sulla maglia. – dimmi, tu sei la nuova
ragazza, vero?!-
-Tifa...-
“Potrebbe
fare a meno di strillare...”, pensò Tifa, facendo una smorfia.
-la stavo
cercando per sapere se fate dei corsi di lotta libera, qui a scuola...-
Barret la
guardò come se fosse un’extraterrestre.- lotta libera? Mi spiace, Tifa... ma
qui facciamo solo scherma... sai, va molto di moda...-
-oh...-
-bè,
potresti fare scherma!-
-no,
no...- rispose Tifa.
“Se lo
facessi dovrei incontrarmi tutti i giorni con quel tipo...”
-come mai
tutta quella gente?- chiese Tifa, incuriosita.- erano qui per vedere lo
scontro?-
Barret
sospirò.- Sephiroth è il nostro campione, e Genesis è l’eterno secondo.-
rispose, in tono laconico.- ma quando si affrontano, la gente viene sempre qui
per vedere lo scontro... non so se hai notato che sono tutte ragazze...-
-già, ci
avevo fatto caso...-, rispose Tifa, imbronciata.
“Dovevo
aspettarmelo... Zack mi aveva accennato che Sephiroth fosse una specie di dio,
qui a scuola, ma non mi aspettavo che avesse un seguito simile...”
-scusa se
ho reagito male, di norma non caccio via il pubblico, ma quando quei due si
affrontano la situazione diventa insostenibile... tra fan e ammiratrici
innamorate... um... ma volevi dirmi solo questo?-
Tifa ci
pensò su, poi fece un leggero cenno d’assenso con il capo.- in realtà volevo
fare qualche attività per i crediti scolastici, ma proprio non saprei cosa....-
Barret le
diede una pacca sulla spalla con la sua mano enorme.- potevi dirmelo prima,
no?!-
“Ai!”
-bè, se
non ti piace la scherma potresti prendere parte al giornalino d’istituto...-
propose Barret.
-giornalino...?-
fece eco Tifa, massaggiandosi la spalla.
-devi
parlare con il professor Valentine.- le disse Barret.- oggi non c’è, il lunedì
ha la giornata libera.-
-domani?-
-domani ci
sarà sicuramente... adesso torna in classe, la lezione è iniziata a dieci
minuti!- la bacchettò severamente.
L’ultima
campanella delle lezioni era suonata già da un pezzo, e Tifa si trascinava
verso l’uscita, sfinita, con Aerith al seguito.- mi spiace, ma non credo che
verrò con te, oggi pomeriggio... il professor Hojo mi ha dato da studiare un
mondo e quell’altro per recuperare il programma di matematica e scienze... per
domani...-
Erano all’uscita,
e Tifa si era appena portata fuori dal cancello.
Aerith sembrò
dispiaciuta, ma capì la scelta di Tifa e le sorrise.- certo, ti capisco. Non preoccuparti,
ci andremo domani, se oggi non puoi.- disse, prima di salutarla e andarsene.
Tifa era
rimasta da sola.
“mi spiace
per lei... Ma oggi ho veramente tanto da fare...”
Ad un
tratto si sentì afferrare per un braccio, violentemente. –ciao bocconcino, ti
sei persa?-
Angolino dell’autrice:
Ho finito!! ^O^
Bè, diciamo che ho fatto una
faticaccia tra compiti di letteratura e compiti di fisica... quindi non ho
ricontrollato gli errori... ovviamente, se ce ne sono fatemelo presente, e lo
stesso vale per i nomi (che sono sempre propensa a sbagliare... =.=).
Cmq, fatemi sapere cosa pensate della
storia... che ovviamente, è una CloudXZack e SephirothXTifa, ma questo si era
capito... (credo...)
Eh eh... chi
salverà Tifa dalle grinfie dei suoi aggressori? Lo so, se Tifa si dovesse
trovare in un vicolo cieco con un aggressore dovrebbe essere quest’ ultimo ad
avere paura... ma dato che la storia deve proseguire...
Non fate caso alla depressione di
Genesis, è che proprio non lo sopporto... MUAHAHAHAHAH! *strozzaGenesis*
Spero che questa settimana avrò più
tempo a disposizione, dato il ponte del 7 e la festa dell’8...
Tifa cercò
di liberare il braccio con uno strattone, ma il ragazzo che la teneva stretta
non sembrava
avere
intenzione di mollare la presa.
Dietro di
lui, altri due ragazzi. Il più grande era alto e muscoloso, e guardava
l’aggressore di Tifa con aria ebete, come se avesse qualcosa da dire ma non
fosse capace di farlo; il suo compagno seguiva qualcosa in lontananza, con aria
distratta.
Il capo della
banda non voleva lasciar andare la ragazza, e continuava a ghignare senza
ritegno.- perché non vieni con noi? Potremmo berci qualcosa... -
Tifa fece
una smorfia.- lasciami andare. -
Lui la
avvicinò a sé e le passò un dito sulla guancia.- potremmo divertirci molto, non
trovi?-.
-non credo...
- ribattè Tifa, allontanandogli la mano con uno schiaffo.- lasciami, ho detto.-
“Ma guarda
che tipo...”
Il ragazzo
non eseguì l’ordine, anzi, se possibile s’irritò ancor di più e le strinse il braccio
fino a farle male.
-ei!-
replicò Tifa, con un gemito.
-non puoi
darmi ordini, bambolina.-
La ragazza
gli lanciò uno sguardo di fuoco e la sua mano libera si abbattè sulla guancia
del ragazzo. – vattene via!-
-che
caratterino... - apostrofò lui, massaggiandosi il punto colpito. - adesso
basta, o vieni con me con le buone oppure... -
-...
oppure vorresti fare un viaggio di non ritorno in presidenza, Kadaj?- chiese
una voce gelida alle sue spalle.
Il ragazzo
sbiancò e lasciò andare Tifa, voltandosi verso l’uomo che era appena arrivato.
- Professor Valentine... -
-fila via,
o sarò costretto a parlare con il preside Shinra.- lo minacciò il professore,
incrociando le braccia sul petto e battendo l’indice sull’avambraccio.
Il volto
di Kadaj si contrasse in una smorfia, tuttavia fece un cenno ai suoi due
compagni, e insieme scapparono via, veloci.
-stai
bene?- chiese Vincent, guardando Tifa con cipiglio apprensivo.
Lei
annuì.- la ringrazio... -
-Vincent
Valentine.- rispose lui, stringendole la mano.- e tu devi essere Tifa
Lockheart.Il professor Wallace mi ha
detto che avrei ricevuto una tua visita.-.
Tifa esibì
un’aria perplessa. - il professor Wallace?-
-Barret.-
si corresse Vincent, scuotendo leggermente il capo.- hai ragione, ti sei appena
trasferita qui... beh, vedo che hai già conosciuto i nostri tre “soggetti".-
-quei
tre?- chiese Tifa, indicando un punto impreciso alle sue spalle.
-esatto.
Meglio che gli stai lontana.-
Vincent
sorrise flebilmente e la invitò ad entrare di nuovo nella scuola, dopo averle
posato una mano sulla spalla.-insomma, vorresti aderire al giornalino
d’istituto?- chiese, facendole da guida attraverso il corridoio, fino ad
arrivare alla redazione del giornalino.- beh, è ammirevole. Sai, non abbiamo
molti associati, quest’anno.-
“Ma io
voglio soltanto avere crediti... meglio omettere questo particolare.”, pensò
Tifa, arrossendo.
-mi fa
piacere che tu voglia darti così da fare, considerando che sei appena
arrivata...!- esclamò Vincent, prima di essere interrotto dalla suoneria del
cellulare. - scusami... intanto firma questi moduli.-
Tifa prese
i fogli di carta e lanciò un’occhiata al professore, con la coda nell’occhio.
Quando aveva visto di chi era la chiamata, si era subito fatto pallido, e, a
disagio, si era allontanato da lei il più possibile, in modo che non potesse
sentire la conversazione.
La ragazza
trotterellò fino al tavolo e iniziò a scribacchiare sui fogli.
“Nome...
Tifa Lockheart. Classe... 3°B.”
-Ti ho
detto di no!- esclamò improvvisamente il professore, che intanto si guardava in
giro, furtivo.
Tifa lo
fissò, cercando di non farsi notare, e tentò di decifrare ciò che stava
dicendo. Colse solo qualche parola di quella fitta discussione. “Avevamo deciso
così... non è possibile... pericolo... sono stufo... troppe bugie...”, lesse
Tifa, sulle labbra di Vincent. “Ma di che parla...? Sembra una cosa davvero
grave.”
Lasciò
andare la penna e si concentrò solo sul professore, che intanto, immerso
com’era nella discussione non aveva notato la curiosità della ragazza.
“Non
dovrei farmi gli affari suoi... ”, si pentì Tifa “è che non riesco proprio a
farne a meno...”
Tutto d’un
tratto il professore terminò la chiamata e si accorse che lei lo stava
guardando. - qualcosa non va?- chiese, con una nota d’irritazione nella voce.
-no,
niente. Ho finito. - rispose subito Tifa, senza esitare.
Il
professore si riavvicinò e prese i fogli, sospettoso. - hai sentito nulla?-
Tifa
scosse la testa.- no.-
“Teoricamente
non ho sentito niente...”, pensò, ridacchiando. “E comunque sono proprio un
essere spregevole. Non dovrei farmi gli affari degli altri...”
Vincent
strinse gli occhi, poi una scintilla di furbizia, mista a ostilità, animò i
suoi occhi, e le disse:- avrei un primo articolo da proporti. -
-un
articolo?- chiese Tifa, perplessa. - su cosa?-
-su chi,
vorrai dire. - disse Vincent, posando una mano sul tavolo, sorridendo
ironicamente.
Tifa ebbe
la netta impressione di aver intuito il soggetto cui l’uomo si stava riferendo,
tuttavia lasciò parlare lui.
-Nessuno
dei miei giornalisti è ancora riuscito ad ottenere un’intervista da Sephiroth,
eppure, ora che la Midgar Cup è alle porte, sarebbe uno scoop avere una sua
dichiarazione, dato che è il favorito.-
-Midgar
Cup?- ripetè Tifa.
-la coppa
che si aggiudica il più bravo spadaccino di Midgar. Un evento a dir poco unico,
e Sephiroth vi parteciperà, ovviamente.- spiegò Vincent, in tono sardonico. -
avanti, non potrà dire di no a una bella ragazza come te.-
Tifa era
rimasta a bocca aperta, con gli occhi spalancati. - ma io...-
Il
professore gi voltò le spalle.- ti affido la stesura dell’articolo. Una
dichiarazione in esclusiva su Sephiroth: cosa l’ha spinto a diventare
schermidore, da quando tempo esercita questo sport, cosa pensa della Midgar Cup...
eccetera eccetera.-
“Nooooo!
Non può essere possibile...!”
-ma...!-
-in bocca
al lupo.-
“Sob... la
prossima volta imparo a farmi gli affari miei.”
*
-sono
veramente belli. - disse Zack, rivolto ad Aerith, che stava piegata sulla
distesa di fiori, guardandoli con aria malinconica.
La ragazza
si alzò e si voltò verso di lui, socchiudendo gli occhi.- qualcosa non va,
Zack?- chiese, guardandolo con attenzione.
Zack
scacciò a pugni la tristezza e sorrise, cercando di assumere la sua solita
allegria.- Io?! No, no di certo! Tutto bene!-
Aerith
incrociò le braccia dietro la schiena e gli rivolse un sorriso dolce. – sai che
a me puoi dire tutto.-
-davvero,
non è niente d’importante. - rispose Zack, che però non riuscì a mentire tanto
bene da far bere la bugia alla ragazza, che sembrò ancora più guardinga.
-dai, non
ti sarai innamorato di Tifa.-
-no, no!-
esclamò Zack, arrossendo.
Aerith
chiuse gli occhi e sorrise. - allora?-
Lui
sospirò, deciso a non voleva sputare il rospo.
La ragazza
gli si avvicinò e gli posò una mano sul petto, all’altezza del cuore.- com’è
che batte così forte?-, chiese, inclinando leggermente il capo verso destra.
-non è
niente d’importante. - rispose Zack, odiandosi. - mi spiace, Aerith, ma non
posso dirtelo. -
Aerith
allontanò la mano da lui e rimase a fissarlo, comprensiva e curiosa. - non ti
fidi?-
-mi fido
di te, Aerith. È di me che non mi fido... - disse Zack, spostando lo sguardo
sui fiori.
Lei lo
costrinse a guardarla, portandogli una mano sulla guancia.- tu non puoi
nascondermi niente. Non puoi nascondere niente a nessuno. -
-come?-
Aerith
rise. - i sentimenti ti si leggono in faccia!- esclamò, divertita. - e secondo
me... - esitò.- ... secondo me ti piace qualcuno. -
Zack non
confermò, né smentì, l’affermazione della ragazza, semplicemente lasciò che lei
arrivasse da sola a tirare le sue conclusioni.
-qualcuno
di cui non vuoi rivelarmi l’identità, quindi significa che hai paura di
parlarne. - disse Aerith, cercando di leggergli i pensieri.- avanti, dammi un
aiutino. -
Zack
sospirò.- Aerith... ti prego.-
Lei si discostò
da lui e gli diede le spalle.- è Cloud, eh?-
“Come
diavolo...?”, pensò Zack, strabuzzando gli occhi.
Per un
lungo istante, nessuno parlò, né Aerith, che si dondolava leggermente,
canticchiando, né Zack, che veniva improvvisamente assalito da un’ emozione mai
provata prima.
Fin ora
aveva solo sfiorato questo sentimento, cercando di rinchiuderlo in una parte
nascosta del proprio cuore, ma ora che Aerith l’aveva smascherato, era come se
esso prendesse una forma ben definita e quanto mai realistica. Ora che ne aveva
parlato, si era reso conto di quanto quel sentimento fosse vero.
-sì.-
rispose, improvvisamente.
Lei si
voltò di scatto, con le mani dietro la schiena e sorrise, furbetta.- ah! Lo
sapevo!-
-si vede
così tanto?- chiese Zack, abbassando gli occhi.
Aerith
rise. - no, non preoccuparti. Ed io non lo dirò a nessuno, se non vuoi. -
-preferirei
così.- disse Zack.- non tanto per me... ma per Cloud. Oggi era strano, anzi, da
quando è tornata Tifa è strano.-
Gli occhi
della ragazza si fecero lucidi. - mi spiace, Zack... -
-già.
Quando gli ho chiesto se gli piaceva Tifa mi ha risposto: “No, Tifa non mi
piace per niente, è proprio questo il problema!”-
-chissà
che gli è preso, ultimamente. - osservò Aerith, portandosi una mano sul mento.-
cercherò di parlargli, se vuoi.-
Zack
scosse il capo.- voglio che me lo dica lui. Insomma, può darsi che se ne sia
accorto e che non voglia più essere mio amico... boh.-
-devi credere
in Cloud, Zack.- disse Aerith, comprensiva. - cerca di dargli tempo, forse ha
qualche problema personale... -
-va bene,
ma vorrei che avesse fiducia in me.-
-si fida
ciecamente di te.-
Zack
abbassò lo sguardo.- non ne sono più sicuro.-
-ora sei
tu che non ti fidi di lui. -
Il ragazzo
restò interdetto e non seppe cosa rispondere, quindi abbassò il capo,
grattandosi la nuca.- hai ragione.-
Aerith gli
rivolse un sorriso allegro.- su col morale, non c’è ragione di essere così
triste! Cerca di guardare il lato positivo delle cose...!-
Zack
scrollò la testa.- non so...-
-perché
non fai un regalo a Cloud?- chiese Aerith, sporgendosi leggermente verso di
lui.- scommetto che gli farà piacere riceverne uno! I regali sono così belli!-
-non ti
facevo così materialista, Aerith.- ribattè Zack, furbetto.
-beh, un
regalo fatto col cuore è il più bel dono esistente al mondo, è come se donassi
all’altro una parte di te.- rispose la ragazza, sempre sorridendo.
-mm...
anche se volessi non potrei... sai, le mie risorse economiche sono un
tantino...- esordì Zack, quando si interruppe, e nei suoi occhi balenò una
scintilla.-Aerith, che ne dici di
metterci in affari?-
-affari?-
fece eco Aerith, perplessa.- che vuol dire?-
-pensaci
bene... i fiori a Midgar sono una rarità! Immagina se ne vendessimo! Sarebbe un
successo garantito!- esclamò Zack, con slancio.- e poi potrei racimolare i Guil
necessari a comprare il regalo per Cloud...-
Aerith lo
guardò, comprensiva, poi incrociò le mani dietro la schiena e sorrise.-
dovremmo costruire qualcosa di adeguato per muoverci per Midgar con i fiori...-
-ci penso
io!- esclamò Zack, battendosi una mano sul petto.- anzi, mi metto subito al
lavoro! Grazie Aerith! Non so proprio come sdebitarmi!-
Lei
sorrise dolcemente.- vederti felice è il compenso adeguato.-
Zack la
guardò, commosso, poi le prese le mani tra le sue e disse: - grazie Aerith.-
*
“Va bene,
Tifa, calmati. Sei una ragazza adulta (o quasi) devi riuscire a controllarti.”,
pensò mentre si allungava un leggero schiaffo. “e pensa che tra pochi minuti
sarà tutto finito e non dovrai più vedere quello sbruffone, se non in
fotografia.”
-allora,
che vuoi?! Ti avevo detto che non ti avrei fatto da baby sitter!- esclamò la
voce scontrosa di Sephiroth.
Tifa s’irritò
appena lo vide.- guarda che avevo nessuna intenzione di venire da “sua
signoria”, ma quel professor Valentine mi ha ordinato di scrivere uno stupido
articolo su di te...!- si morse il labbro quando vide una scintilla di
soddisfazione brillare negli occhi di Sephiroth, che incrociò le braccia sul
petto e la fissò, con aria palesemente malevola.
Angeal,
che si era appena avvicinato ai due, rimase a osservare Tifa, curioso.- tu devi
essere l’alunna nuova. Zack mi ha parlato di te.-
-Tifa.-
mugugnò la ragazza, ignorando i sorrisetti di Sephiroth.
-Angeal.-
Sephiroth
mosse una manoper intimare l’amico a
tacere, poi aspettò che Tifa formulasse la sua richiesta.
-mi serve
un’intervista per il giornalino.- disse lei, controvoglia.- e se potessi
concedermela...-
-no.-
“ecco, il
solito antipatico...”
-che ti
costa?! Devi solo dire due parole, no?!- esclamò Tifa, spazientita, puntandogli
un dito al petto con stizza.- o devi essere sempre il solito sbruffone...?-
Angeal
fissò il voltò di Sephiroth, che passava velocemente da ironico, a confuso, ad
arrabbiato, per poi esplodere in un luccichio di aperta ostilità.- esatto,
quindi niente intervista.-
Tifa
sbuffò, ma non si arrese.- sono solo due domande riguardo alla Midgar Cup...-
Sephiroth
si portò le mani sui fianchi e abbassò gli occhi, facendo una strana smorfia.-
ah, già.-
-cosa ti
costa se non mezz’ora del tuo tempo...?- lo incalzò Tifa, cogliendo il suo
attimo di esitazione.
-no.-
ribadì lui, cocciuto.- ho detto di no e non cambio idea!-
-sbruffone!-
-rompiscatole.-
-antipatico!-
-provinciale.-
Tifa
strinse i pugni.- sei veramente detestabile...!-
Sephiroth
non si scompose.- potrei dire la stessa cosa di te...-
-basta.-
replicò una terza voce, quella di Angeal.- dovreste smetterla di comportarvi
come due bambini piccoli.-
-noi non
ci comportiamo come bambini piccoli!- esclamarono in coro Sephiroth e Tifa.
Angeal
alzò un sopracciglio, poi rivolse gli occhi al cielo, mentre i due si
lanciavano occhiate di fuoco l’uno con l’altra.
-io non
concedo interviste.- rincarò Sephiroth, con veemenza.
-ei, non
prendertela con me, è colpa del prof!-
-Sephiroth.-
lo apostrofò Angeal, posandogli una mano sul braccio.- smettila. Non è questo il
modo.-
Sephiroth
si morse il labbro e guardò l’amico, che gli sorrideva come se stesse parlando a
un fratello. Sospirò, poi si rivolse a Tifa. - va bene. -
“YEAH! Ho
vinto!”
-ma a una
condizione.-
“Noooo...
lo sapevo che c’era la fregatura...”
Sephiroth
ritrovò la sua ironia.- io ti concederò un’intervista in esclusiva se tu
troverai un fiore selvatico, qui a Midgar.-
“beh,
pensavo qualcosa di peggio, sinceramente...”, pensò Tifa, sorridendo beffarda.
– non ci vorrà molto! Te lo porterò entro domani!-
-se lo
dici tu.- rispose Sephiroth, divertito, dando le spalle a Tifa.- buona
ricerca.-
-ei! Cosa
mi da la certezza che manterrai la promessa?!- gli gridò dietro lei, mentre il
ragazzo dai capelli argentati si allontanava.
Sephiroth
si fermò e scosse le spalle.- Angeal...-
Il ragazzo
dai capelli corvini non si era mosso per raggiungere l’amico, era rimasto a
guardare a terra con aria seccata e rassegnata.- ci penso io, farò da testimone
per la scommessa.-
-ecco
qui.- soggiunse Sephiroth, proseguendo per la sua strada.
Tifa
guardò Angeal, che rispose al suo sguardo.- non ci sono fiori selvatici a
Midgar. Sono praticamente impossibili da trovare.-
-come?!-
esclamò Tifa, spalancando gli occhi.- stai dicendo sul serio?!-
Angeal
annuì.
-oh no...
mi ha fregata...-
“Che
bastardo... lui lo sapeva e si è approfittato della mia ignoranza! Che
trucchetto ignobile, adesso se non troverò un fiore per domani perderò la
scommessa... e devo anche studiare scienze! Sob... lo sapevo che era una
cattiva idea... No, non posso arrendermi. Gli strapperò quell’intervista, ormai
è una questione d’orgoglio! ...Uff... ma dove lo pesco un fiore, non possono
essere così rari, oppure sì? Cos’ha detto Aerith...
io amo i fiori...
... ma se
li ama, vuol dire che devono esserci, da qualche parte.”, rifletté Tifa, mentre
una scintilla di furbizia gli balenava negli occhi. “e se ci sono, io li
troverò... gli darò una lezione che non dimenticherà molto facilmente, a quel
Sephiroth!”
Angeal era
rimasto a guardare tutte le espressioni di Tifa, in silenzio.
-ciao
Angeal...- disse una voce lugubre.
Il ragazzo
si voltò.- Genesis, hai un’aria terribile. - scherzò, gioviale.
-lasciamo
stare. - ribattè il castano, spostando lo sguardo su Tifa, che intanto ghignava
soddisfatta. –e tu saresti...?-
-è Tifa
Lockheart.- rispose Angeal, poiché la ragazza sembrava troppo immersa nei suoi
pensieri per rispondere. - ha appena scommesso un’intervista con Sephiroth.-
-scommessa?-
fece eco Genesis, curioso. - cos’ha scommesso?-
-un fiore
selvatico per un’intervista.-
Genesis
rise.- impossibile! Non crescono fiori, a Midgar!-
-invece
sì!- esclamò Tifa, con veemenza.- e ve lo dimostrerò!-
-certo che
hai un bel caratterino.- osservò Genesis, con un sorriso.- beh, se la metti in
questi termini, non possiamo fare altro che fidarci di te, vero Angeal?- chiese
all’amico, che diede una scrollata di spalle.
Tifa si
portò le mani ai fianchi e rise.- ah ah ah! Ti ringrazio Genesis!-
Il castano
si portò una mano al mento e la fissò intensamente. - se vuoi che ti dia una
mano... -
-Genesis!-
lo apostrofò Angeal, scettico.
Genesis
gli rivolse uno sguardo sfuggente abbinandolo a un sorriso ironico. - le belle
fanciulle vanno sempre aiutate. -
Tifa
ridacchiò con una punta di malizia.- comincerei dagli Slums, se per te non è un
problema.-
Angeal
scosse leggermente il capo, ma tacque.
-sì,
conosco un amico che mi ha parlato di una ragazza che coltiva fiori in una
chiesetta dei bassifondi- disse Genesis.
-stai
parlando di Aerith, vero?- chiese Tifa, prendendogli una mano per poi
trascinarlo lontano da Angeal, che continuava a scuotere il capo, contrariato.
-la
fanciulla castana con gli occhi verdi, se non sbaglio.- disse Genesis,
lasciandosi trascinare dalla ragazza senza opporre resistenza.
Lei si
voltò verso di lui e annuì.- esatto. - ma tu e Sephiroth non siete amici?
Perché vuoi aiutarmi?-
Genesis
non rispose.
-oggi ho
visto il vostro scontro...- fece Tifa, in tono vago.- sembra che tra di voi non
corra buon sangue, a prima vista...-
-no, è
solo che... - mormorò Genesis, fermandosi di colpo. Tifa lo lasciò e si
soffermò a guardare il suo viso che si abbassava e i suoi occhi che si
riempivano di rancore. -... non voglio annoiarti, Tifa.-
Tifa
sorrise conciliante. - non mi annoi! Dato che hai accettato di aiutarmi...
forse potrei fare qualcosa per te.-
Genesis la
guardò e scrollò il capo.- no. Tra me e lui c’è una semplice rivalità, tutto
qua, ma siamo amici.- rise nervosamente e riprese a camminare.
-um... se
lo dici tu... - sussurrò Tifa, per poi allungare il passo verso di lui.- ... mi
fido di te.-
*
-non
risponde?- chiese Aerith, mentre Zack metteva via il cellulare per
l’ennesimavolta.
-macchè...-
sospirò lui, abbattuto.- beh, che ne dici del nostro carretto?- chiese,
ritrovando la solita vitalità.
Una terza
voce rispose alla sua domanda.- dico che è proprio ciò che mi serviva!- esclamò
Tifa, soddisfatta, per poi spiegare brevemente la scommessa che aveva fatto con
Sephiroth e rivelare che era stato Genesis a raccontarle della chiesetta, così
da giustificare la sua presenza lì invece di essere a casa a studiare.
-era
proprio questo che volevo farti vedere...- disse Aerith, sottovoce.
Tifa le
sorrise e le fece l’occhiolino.- mi regaleresti un fiorellino, Aerith?- chiese
con voce leziosa.
Genesis,
che era stato in disparte fino ad allora guardò Zack che allungava la mano
verso la ragazza e obiettò: -non pensavo che avessi fini di lucro, Zack.-
Il ragazzo
lo ignorò, poi guardò Tifa con occhi languidi.- per favore...-
Lei
sorrise.- beh, non posso proprio dirti di no...- disse, divertita.- ma poi
dovrai spiegarmi cosa con questi soldi, okay?-
Aerith
ridacchiò e diede le spalle al ragazzo, che intanto era arrossito
violentemente.
Tifa si
fece civettuola.- oh oh!- lo canzonò.- potevi dirmelo
che era per unaragazza, no?!-
-sì, bè...
più o meno...- biascicò Zack.
Genesis
spostò lo sguardo da Zack a Aerith e viceversa. “Chissà cosa stanno tramando,
quei due...”, pensò.
*
[3
Messaggi in segreteria]
[Cloud, sono Zack. Ti ho chiamato anche a
casa, ma non hai risposto... volevo dirti che sono preoccupato per te e che mi
piacerebbe aiutarti, se tu mi dessi l’occasione per farlo... richiamami appena
puoi.]
[Sono di nuovo io, Zack. Ho pensato che
forse avresti avuto voglia di parlare con qualcuno, ma non rispondi né a casa
né al cellulare, dunque mi sono chiesto dove sei andato a cacciarti... lo so
che rischio di diventare monotono, ma vorrei aiutarti. Richiamami.]
[È il terzo messaggio che ti mando, ma si
può sapere perché non rispondi al telefono?! Dove sei? Cloud, se ho fatto
qualcosa che non va, dimmelo, non lasciarmi così sulle spine! Ti prego, chiamami.]
Cloud
spense il cellulare e lo tirò sul letto. In realtà era in casa, non aveva
voglia di uscire o di parlare, aveva bisogno di stare da solo.
Se solo
avesse avuto il coraggio di pensare lo avrebbe fatto, ma quel coraggio gli era
mancato, ed era rimasto a contemplare le pagine, completamente in bianco, del
quaderno aperto sulla scrivania. Aveva
persino paura di prendere la penna per scrivere, perché sapeva bene quali lettere
avrebbe tracciato la sua mano, e preferiva non vederle scritte, per ora. Passò
due dita sul foglio di carta e poi fissò lo sguardo fuori dalla finestra, dove
il sole che splendeva, radioso, sembrava prendersi gioco dei suoi dubbi.
Era stato
convinto che vedere Tifa lo avrebbe messo a disagio, in ragione di quella
sbandata che aveva per lei fin da quando erano piccoli, invece vederla non gli
aveva dato nessun’altra emozione che non fosse legata all’ amicizia che provava
nei suoi confronti.
Tifa era
diventata davvero bella, ma non era lei che Cloud voleva.
Si sedette
sul letto e si guardò le mani. “Mi fido di te... so che vorresti aiutarmi, ma
non puoi, non ora, almeno. Se non fosse così doloroso potrei anche vederti, ma
non riesco a non pensare a... lasciami tempo per riflettere, ti prego.”
Si sdraiò
e rimase a fissare il soffitto. “Non avrei mai immaginato che avrei trovato un
amico come te, ma non avrei mai neanche pensato di... beh, sei la persona più
importante che ho, devo capire se vale la pena rischiare di perderti.”, pensò con
angoscia. “Se mi stessi inventando tutto? E se fosse solo una mia esagerazione
adolescenziale? ...Mm... Se fosse così, non avrei ragione di preoccuparmi,
passerà presto. Forse mi sveglierò domani e non ci penserò neanche più...”
Driiin
driiiin driiiiin
“...Ti
chiedo solo un po’ di tempo. Per favore, fidati di me, Zack.”
Angolino
dell’autrice:
Fine
secondo chappy!!
Che
dire? Innanzitutto, mi ha fatto veramente piacere ricevere commenti ^O^ spero
che continuerete a seguire
Quanto
alla storia avrei una manciata di commenti da fare...
Ecco
la ribalta di Genesis, Sephy farà meglio a darsi una svegliata, altrimenti sarà
troppo tardi U.U
Um...
pensavo di inserire anche AerithXTseng, ma non è che ne sia proprio sicura...
volevo fare un esperimento... beh, vediamo.
Avete
capito con chi parla il nostro Vincy? Penso di sì... altrimenti lo scoprirete
il prossimo chappy +.+
Beh,
dato che non ho nient’altro da dire rispondo alle recensioni!
LadySnape: U.U Se ti dicessi qualcosa al riguardo farei Spoiler... comunque
è vero, Sephiroth è il figlio di Hojo e Lucretia (se così possiamo chiamarlo).
Tifa_Heart: Credo che il povero Cloud dovrebbe studiare di più la
matematica! XD
ChiyoChan8: salviamo Genesis dalla spietata narratrice ... MUAHAHAHAH
Ranchan: è da un po’ di tempo che sto pensando ad una SephirothXTifa...
quanto a Zack, beh, non sono una patita delle coppie Yaoi, ma la CloudXZack mi
piace un casino *applaude*
Cavolo... quanti OOC... non uccidetemi, devo
arrivare alla fine della ficcy... *scappa*
-ho
riportato i compiti in classe.- disse Hojo, in tono annoiato. - a parte due o
tre persone, sembra che qui dentro la matematica sia un insolvibile arcano... -
si alzò dalla sedia e iniziò a tirare i compiti qua e là per la classe, senza
risparmiare commenti sarcastici. - Rhapsodos, cerchi di pensare meno alle
favole e si concentri su qualcosa di più concreto. -
Genesis
gli fece il verso appena si fu girato e iniziò a sondare la patina rossa che
copriva l’inchiostro nero, in cerca del voto.- cavolo...- sbottò.- tre?!-
-wow, ti
sei superato Genesis!- lo prese in giro Tseng.
-non si
preoccupi, tra lei e Rhapsodos è una bella sfida.- disse Hojo, riconsegnando il
compito a Tseng, che ancora rideva.
Il sorriso
gli morì sulle labbra.
-argh! Tre
e mezzo... meno? Che voto è “tre e mezzo meno”?!- esclamò Tseng, forse a voce
un po’ troppo alta, perché Hojo gli lanciò un’occhiataccia.
-Hewley,
Sephiroth, complimenti.- commentò infine, mentre terminava la distribuzione e
si preparava per la seconda ondata di sarcasmo.
-naturalmente,
non siete una classe che proporrei per le Olimpiadi della matematica, non v’è
dubbio. - esordì, ridacchiando alla propria battuta, poi continuò dicendo frasi
del tipo:- dovete studiare di più... la matematica non è un’opinione... eppure mi
sembra, di essere molto chiaro nelle spiegazioni... -, eccetera.
Genesis si
accasciò sul banco, demoralizzato. - mezz’ora di predica per ribadire lo stesso
concetto...-
Tseng
guardava Hojo in preda alla più completa passività, annuendo di tanto in tanto.
Sephiroth
spostò la sua attenzione fuori dalla porta aperta, da cui s’intravedeva uno
scorcio di corridoio. Stava giusto pensando alla scommessa che aveva fatto con
Tifa, e alla sua agonica ricerca di un fiore, che lei si materializzò nel suo
campo visivo, sbracciando.
Il ragazzo
fu felice di avere una scusa per assentarsi, dunque, senza interrompere l’emozionante discorso del professore,
uscì dalla classe in fretta e furia.
-allora?-
chiese, assumendo un cipiglio dispettoso.
Lei
sorrise, furbetta.- tu mi devi un’intervista.- disse, soddisfatta.
Sephiroth
indietreggiò, sogghignando. - ah, non credo proprio... la nostra scommessa era
che... - s’interruppe perché lei gli aveva infilato qualcosa tra i capelli
argentati. Le dita di Sephiroth raggiunsero il punto dov’era l’oggetto e lo
sfiorarono. Era qualcosa di delicato e vellutato al tatto.
“no, non
dirmi che...”, pensò, esterrefatto, mentre lei continuava a sorridere.
Prese
l’oggetto e se lo portò davanti al viso, sbigottito, poi, ancora incredulo, lo
annusò. Profumava.
-non dici
nulla?- chiese Tifa beffarda.
Sephiroth,
che non riusciva più a dissimulare la sua perplessità, continuò a esaminare il
fiore, aggrottando la fronte.- dove...?-
-in una
chiesetta dei bassifondi.- gli disse Tifa, prontamente. - puoi andare a
controllare tu stesso. -
-... no.-
rispose lui, sospirando. - ho capito, ho capito.-
“Finalmente!”,
pensò Tifa. “Ce ne hai messo di tempo!”
-beh,
visto che io sono un uomo di parola... ti concederò l’intervista.- disse,
ridandole il fiore.
Lei scosse
la testa.- tienilo tu!- esclamò.- io non ci faccio proprio niente.-
-e cosa
dovrei farci io?- chiese Sephiroth, arrogantemente.
Tifa si
allontanò da lui, diretta verso la sua classe.- ti ricorderà che sei stato
battuto da una provinciale!-
Sephiroth
si lasciò sfuggire un sorriso.- a casa mia alle quattro, ti spiego dopo dove si
trova.-
La ragazza
annuì e corse via, mentre lui rimaneva immobile a fissare il fiore nelle sue
mani, rigirandolo tra le dita. Stava giusto chiedendosi come avesse fatto a
trovare un fiore a Midgar, quando gli venne in mente la ragazza di cui parlava
sempre Tseng... com’è che si chiamava? ...Aerith.
Beh, in
fondo aveva ricevuto proprio ciò che si meritava. Sorrise alla piccola e
fragile pianta.- forse ho sottovalutato le provinciali.- si disse, in tono
laconico.
*
Mentre il
professor Rufus Shinra spiegava gli intrecci e le indimenticabili date della
storia, Zack fissava il banco vuoto di Cloud con l’aria di chi era appena stato
investito da un tram. Temeva che quell’assenza fosse dovuta a lui, e si sentiva
estremamente in colpa.
Tifa,
appena rientrata in classe, si sedette vicino ad Aerith e iniziò a
scribacchiare appunti a casaccio, allegramente. Ciò fece irritare Zack, che si
chiedeva perché lei non si fosse preoccupata di Cloud da quando era arrivata a
Midgar.
Aerith si
voltò verso l’amico, che ostentava un’aria di aperta inimicizia nei confronti
di Tifa, e gli rivolse uno sguardo di bieco.
-a proposito.-
mormorò Tifa - sapete perché Cloud non è venuto, oggi?-
-boh.-
rispose Zack, irritato.
-gli ho
telefonato un miliardo di volte, ma non risponde...-
Quelle
parole rincuorarono il ragazzo, che le chiese: - pensavo di andare a trovarlo,
oggi pomeriggio. Vuoi venire?-
Tifa
abbassò lo sguardo.- mi spiace, ma oggi ho da fare.-
-anche
oggi?- chiese Aerith, dispiaciuta.
-ho
ottenuto un’intervista con Sephiroth.- disse Tifa, gonfiandosi d’orgoglio.- e
tu, Zack? Sei riuscito a racimolare qualche Guil?-
-più o
meno...- farfugliò Zack, imbarazzato.
-hai
pensato a cosa fare alla tua ragazza?- domandò Tifa, gioviale.
Aerith e
Zack si scambiarono uno sguardo, poi lui poggiò il mento sul palmo della mano,
rassegnato.- no. Non ne ho idea.-
-non dirmi
che non hai mai fatto un regalo a una ragazza!- esclamò Tifa. - non
preoccuparti, ti aiutiamo io e Aerith, vero?!-
La castana
abbassò gli occhi.- um... penso di sì...-
-ma che
avete, tutti e due? Sembrate proprio strani, stamattina. - osservò Tifa,
sospettosa, fissando lo sguardo sui due amici, che guardavano entrambi
direzioni differenti. –non è che mi state nascondendo qualcosa?-
Zack rise
nervosamente.- e cosa...?-
-mm... non
lo so. Tutte queste occhiatine...-
Aerith si
sentiva a disagio nel raccontare bugie, tuttavia non volle tradire l’amicizia
di Zack, dunque rimase in silenzio a torcersi le dita, a disagio.
-siamo
contenti per la tua intervista.- cercò di svicolare Zack.
Tifa era
perplessa, però sorrise al ragazzo.- ed io sono contenta che Cloud abbia
trovato un amico come te. Ti preoccupi così tanto per lui! Sai, è un tipo
piuttosto riservato...-
-già, me
ne sono accorto...- mugugnò Zack.
-Fair!-
apostrofò Rufus.- ti sembra di essere al mercato?!-
Il moro
arrossì e si grattò la nuca.- no, prof!-
-e allora
smettila di chiacchierare e segui la lezione.- ordinò il professore,
lanciandogli un’occhiataccia per poi proseguire la lezione, camminando avanti e
indietro davanti alla cattedra.
Tifa si
accorse che Zack lo stava guardando male.- qualcosa non va?-
-sai chi
è?- chiese il moro, sottovoce.
-il
professore di storia, no?- scherzò Tifa.
-non in
quel senso.- disse Zack.- è il figlio del preside Shinra, Rufus.-
-davvero?-
mormorò Tifa, spostando lo sguardo sul professore.- e quindi?-
Zack
sospirò.- ad Angeal non piace, anzi, a essere sinceri, ad Angeal non piace
neanche Hojo.-
-sono
d’accordo con lui.- sbottò Tifa, ripensando al professore di scienze con
irritazione.
“Se
possibile, è perfino più acido di Sephiroth...”, pensò, riducendo gli occhi a
fessure. “mi ha dato da studiare cinquanta pagine di scienze! Cinquanta! E
tutte per oggi!”
-il fatto
è che secondo Angeal, Hojo nasconde qualcosa di grosso, e teme che quel
qualcosa sia legato a Sephiroth.-
-a
Sephiroth?- fece eco Tifa, sorpresa.- dici davvero?-
Zack
sorrise e scollò le spalle.- ma io non ho idea di quali impressioni abbia.
Secondo me, sono solo impressioni, e persino Sephiroth non ci bada più di
tanto...-
Tifa si
sentì facile preda della curiosità, in quel momento. La sua energia naturale
esplose nel suo corpo, e iniziò a picchiettare sul banco con la penna.
“impressioni? Su Sephiroth? E cosa
dovrebbe essere? Hojo sarà uno di quei topi di biblioteca che non fanno altro
che stare rinchiusi a studiare, o a eseguire esperimenti scientifici...”,
sorrise, “ovviamente, non credo che abbia eseguito esperimenti scientifici su
Sephiroth, sarebbe a dir poco illegale... eh eh!”, ridacchiò, facendo roteare
la penna tra le dita, “e poi, da quanto ho saputo Hojo è sposato... dubito che
avrebbe il tempo e lo spazio per fare esperimenti del genere...”, e qui, senza
rendersene conto, scrisse ilnome
Sephiroth sul foglio. Si fermò, lo contemplò, poi s’irritò di nuovo e lo
cancellò in fretta e furia, lacerando la pagina con la punta della penna.
*
Vincent barrò
crudelmente un’intera frase, contenuta in un tema di un compito in classe, e vi
scrisse sopra qualche appunto, poi posò la penna e prese la tazzina poggiata
sulla scrivania e ne bevve il contenuto in un sol sorso.
Dalle
piccole finestre della redazione nel giornalino scolastico filtrava poca luce,
ma in fondo lui coabitava bene con quel deficit. La lampada di vetro illuminava
quel poco che bastava per vedere l’inchiostro impresso sui fogli protocollo, su
cui stava lavorando. Le grida che provenivano dal cortile erano l’unica cosa
che lo infastidiva.
Correggeva
i compiti in classe del quinto D, accanto aveva il modulo d’iscrizione di Tifa
e, sopra di esso, troneggiava il suo cellulare. Guardò distrattamente l’ora sul
display e si accorse che era troppo tardi per terminare la correzione; aveva
poco più di dieci minuti, dopodichè avrebbe dovuto fare lezione al secondo E. Si
alzò e fece per prendere la giacca, quando la porta dell’ufficio si aprì.
-ei!-
esclamò una voce.
Vincent
alzò lo sguardo così velocemente che rischiò di farsi male al collo.- tu? Che
ci fai qui?-
Una donna
dai lunghi capelli castani, legati in una coda di cavallo, incrociò le mani
dietro la schiena e lo guardò, furbetta.- sono venuta a riportarti il
borsellino.- disse, arrossendo.- l’hai lasciato a casa mia, l’altra sera.-
Il
professore sospirò e si aggiustò la cravatta.- Lucretia...-
-non c’è
bisogno che mi ringrazi.- sorrise lei, porgendogli l’oggetto che teneva in
mano.
Vincent lo
prese, esitante.- non dovevi venire qui. Hojo sospetta di noi, e circolano
alcune voci, ultimamente...-
Lucretia
sbuffò.- volevo vederti.-
-certo, lo
capisco.- disse Vincent, dolcemente, avvicinandosi a lei e prendendole le mani
tra le sue.- ma dobbiamo stare attenti, te l’ho già detto ieri.-
La donna
sorrise e lo guardò, poi si liberò della presa e corse verso la scrivania,
poggiandovi entrambe le mani.- verrai al congresso sull’energia Mako, domani?-
chiese, allegra.
Vincent
annuì.- devo venirci.-
-e
perché?-
-perché ci
sarai anche tu.- rispose lui, accennando un sorriso.
Lucretia
abbassò lo sguardo sulle scartoffie seminate sulla scrivania, per dissimulare
il rossore che le aveva colorato le guancie.- sono compiti in classe?-
Il
professore annuì.- non credo che t’interessino.- disse, di rimando.
La donna
gli lanciò uno sguardo e iniziò a giocherellare con i fogli, guardandoli o
ammucchiandoli in una pila ordinata. –i tuoi allievi sembrano veramente bravi!-
Vincent
soffocò una risata in uno sbuffo.- certo. Hanno me come loro professore.-
La risata
di Lucretia lo rese felice. Vederla ridere, o soltanto sorridere, lo rendeva
sempre felice.
Stava per
avvicinarsi a lei per baciarla, quando la vide irrigidirsi.- qualcosa non va?-
La donna
non rispose. Continuava a guardare il foglio che aveva in mano come se fosse un
fantasma; la mano con cui lo reggeva le tremava, le labbra si erano fatte
taglienti e le narici si erano dilatate, il tutto, sommato a quel terrore che
gli si era inspiegabilmente acceso negli occhi.
-Lucretia!-
esclamò Vincent, spaventato da quella reazione.
Lei
sussultò e nascose rapidamente il compito che stava guardando sotto gli altri,
per non fargli vedere quale fosse.- niente, niente.- farfugliò.
Sembrava
confusa, e i suoi occhi avevano preso a roteare in tutte le direzioni, cercando
qualcosa d’impreciso.
-non
sembra.- obiettò Vincent, irritato.- tutt’altro, sei pallida come un lenzuolo.
Dì la verità, c’è qualcosa che nascondi?-
Lei cercò
di sorridere, ma era quanto mai chiaro che fosse tutta finzione.- ma che dici?!
Non nascondo niente a nessuno! A proposito, ora vado. Non voglio rubarti altro
tempo...!-
Vincent la
afferrò per il polso prima che potesse aprire la porta e la perforò con lo
sguardo.- Lucretia, scappa con me. Andiamo via di qui. Fuggiamo da Hojo e da
Shinra.- propose, con veemenza.
Lei gli
rivolse un’occhiata spaurita.- non credo sia una buona idea...-
-ma è
l’unico modo che abbiamo per avere un futuro.- ribattè Vincent, con voce
eccitata.- e non dovrai più vedere quel...-
-lascia
che ci pensi, Vincent.- disse lei, con un sorriso stanco.- domani sera ci
vedremo e ti darò una risposta.-
-ma non
farti scoprire da Hojo.- si raccomandò il professore,- è fondamentale.
Quell’uomo è pazzo, e tu lo sai.-
Lucretia
annuì, e lui la lasciò andare per la sua strada, preoccupato. Che cosa poteva
averla spaventata così all’improvviso? Raggiunse la scrivania e prese i compiti
tra le mani.
Non c’era
alcun modo di poter capire quale fosse l’incriminato, ormai si era confuso con
gli altri.
Vincent
sospirò. “Ma perché deve sempre essere tutto così complicato...?”
*
Zack evitò
un affondo di Angeal e rispose con uno a sua volta, che fu parato prontamente.
-non sei
concentrato, Zack. l tuoi attacchi non sono né potenti né veloci come al
solito.- lo rimproverò Angeal, alzandosi la visiera.
Il moro si
tolse la maschera da schermidore a sua volta, e si morse il labbro.- scusa,
Angeal...-
-non devi
scusarti con me.- disse Angeal, seccamente.- se vuoi diventare un campione
serve concentrazione. Scusati con te stesso.-
-ah...
ancora prediche?-
Angeal lo
guardò e abbassò il fioretto.- Genesis mi ha detto che ieri vagavi per gli
Slums in cerca di Guil.-
-quel traditore...-
sbuffò Zack, arrabbiato.
Angeal
inarcò le sopracciglia e iniziò a girargli intorno,- insomma... è la verità?-
Zack annuì
esi posò una mano su un fianco,
guardandosi gli stivali.- verissimo.-
-è questa
la ragione per cui sei così deconcentrato?-
Il ragazzo
stava per rispondere quando, portando lo sguardo dietro le spalle di Angeal,
vide Sephiroth che si stava dirigendo verso di loro.
Angeal si
voltò.- Sephiroth... gli allenamenti ci saranno domani.-
Il ragazzo
dai capelli argentati si fermò e lo guardò. Dall’espressione che aveva,
sembrava voler dire qualcosa, tuttavia rimase a guardare l’amico con aria
emblematica, silenziosamente.
Zack lo
fissò, ammirato. Sephiroth era una di quelle persone che avevano l’eleganza nel
sangue; carismatico e misterioso, suggeriva un rispetto immediato.
-lui è
Zack Fair.- presentò Angeal, poiché l’amico non sembrava intenzionato a
parlare.
Lo sguardo
di Sephiroth si soffermò sul moro. – tu sei nella stessa classe della
provincial... di Tifa, vero?-, e detto ciò, sulle sue labbra passò l’ombra di
un sorriso.
-sì.- fu
la pronta risposta di Zack.
-Angeal mi
ha parlato molto di te.- aggiunge Sephiroth, in tono piatto.
Zack
lanciò uno sguardo ad Angeal, di sfuggita.- bè, grazie.-
-e mi ha
anche detto che voi diventare un campione.-
-mi
impegno perché il mio sogno si avveri.- disse Zack.
Sephiroth
rimase in silenzio per alcuni istanti, sembrava spaesato.- quindi parteciperai
alla Midgar Cup?-
Zack
annuì. Davanti a quell’imponente ragazzo dai capelli argentati si sentiva
lievemente in imbarazzo, ma in fondo, succedeva così a tutti.
Sephiroth
puntò gli occhi su Angeal.- anche tu?-
-te l’ho
detto ieri. Ma dove hai la testa?- chiese l’amico, incrociando le braccia sul
petto.
-non so.-
fu la vaga risposta.
-Angeal...
io devo andare.- disse Zack, mentre salutava il suo allenatore e Sephiroth, per
poi fuggire via.
-tu parteciperai
al torneo, vero?- chiese Angeal, osservandolo attentamente.
-certo.-
-e anch’io!-
esclamò una terza voce, quella di Genesis, che avanzava verso di loro tenendo
un libro aperto sulle mani.
-ancora
Loveless?- chiese Sephiroth, irritato.
- L’infinito mistero è il dono della
dea. Perciò lo cerchiamo e andiamo verso il cielo. La superficie dell’acqua si
increspa. L’anima vagante non conosce requie.- recitò Genesis, contemplando le
pagine del volume. – anche se il domani è arido di promesse, nulla impedirà il
mio ritorno.-, disse, alzando gli occhi verso Sephiroth.
-con questo, cosa
vorresti dire?- chiese Sephiroth, calmo.
Genesis chiuse il
libro con uno scatto secco.- noi due ci affronteremo, amico mio.-
Angeal lo
rimproverò:- Genesis!-
-che sia, allora.-
rispose Sephiroth, tranquillamente.- io sono qua.-
-no, non ora.- disse
Genesis, lanciandogli uno sguardo intenso.- alla Midgar Cup. Quella sarà la
nostra battaglia finale.-
Angeal scosse il
capo, esasperato.- Genesis ,non c’è verso di ragionare con te.-
-la scuola habisogno di un nuovo eroe.- ribattè Genesis,
imperterrito.
Sephiroth stava per
rispondere a tono, quando la campanella interruppe la conversazione, così
ripiegò su un banale:- fa come vuoi.-
*
Dopo la scuola, Zack
congedò tutti in fretta e furia e si catapultò per le vie di Midgar con la sua
solita energia, diretto a casa di Cloud.
La vendita di fiori
aveva fruttato un bel gruzzoletto, e Zack aveva persino scelto il regalo per
Cloud. L’unico problema rimaneva quando darglielo, visto che il biondo sembrava
fare di tutto pur di evitarlo, quindi aveva deciso che avrebbe fatto irruzione
a casa di Cloud, anche a costo di usare le maniere forti.
Avendo deciso così,
anche sull’eccitazione del momento, non aveva esitato a gettarsi contro la porta
della casa del biondo, gridando a squarciagola:- CLOUD! APRIMI!-
Nessuna risposta.
Corse in giardino e
il suo sguardo volò verso la finestra, dove sapeva esserci la camera di Cloud.
Vide un’ombra e sorrise, quindi si riavvicinò alla porta e cominciò a molestare
il campanello suonandolo mille volte, con vigore. –GUARDA CHE SE NON MI APRI
BUTTO GIU’ LA PORTA! SO CHE SEI DENTRO! APRIMI!-
Luogo comune, ma
quando si trattava di Zack, la cosa si sarebbe tranquillamente potuta tramutare
in realtà.
Il moro aspettò
qualche altro minuto, poi si allontanò, e dopo aver preso la rincorsa, si buttò
a capofitto contro il duro legno. Però, invece di sfondare la porta, essa si
aprì, e lui precipitò in casa, inciampando, perdendo l’equilibrio e finendo
contro il divano, che si rovesciò rovinosamente sopra di lui.
Cloud chiuse la
porta, scoppiando in una fragorosa risata,- Zack!-
Zack si tolse il
divano di dosso, gemendo, e dopo averlo rimesso a posto, vi sprofondò,
massaggiandosi la spalla, - ai... Cloud, è colpa tua, dovevi farmi sfondare la
porta.-
Il biondo continuava
a ridere, e Zack fu felice di vederlo così allegro.
“Sembra che non ce
l’abbia con me... ma è ancora presto per dirlo.”
Cloud gli si avvicinò
e gli sfiorò la guancia con un dito.- scemo.-
-non volevi rispondermi.-
obiettò Zack, mortificato.- mi hai fatto preoccupare!- esclamò, alzandosi di
nuovo in piedi.
-non volevo.- rispose
Cloud, arrossendo.- solo che...-
-credevo fossimo
amici!- disse Zack.- cos’hai, Cloud? Fai di tutto per evitarmi!-
Il biondo si morse il
labbro. Non era così facile da dire...
“Parla Cloud, dì
qualcosa...”, pensò Zack, stringendo i pugni.
-mi spiace.- disse il
biondo, sedendosi sul divano, stancamente.- avevo molto da studiare.-
Zack rimase in piedi,
a fissarlo.- Tifa è preoccupata per te.-, gli disse.
Gli occhi azzurri di
Cloud si incontrarono con quelli di Zack, e quest’ultimo avvertì una tremenda
fitta al cuore, come se glielo stessero trafiggendo con un pugnale. Amava
quegli occhi. Lo facevano sentire come un naufrago in un oceano, meravigliato dalla
sua bellezza, e spaventato dalla sua immensità. Sorrise dolcemente allo sguardo dell’amico.
-non voglio
disturbarla.- disse Cloud, piano.- sai, mi ha chiamato molte volte, ieri...-
-anche io.- soggiunse
Zack, quasi meccanicamente.- ma non hai risposto. Eravamo preoccupati. E oggi
non sei venuto a scuola. Perché?-
Cloud si alzò dal
divano e fronteggiò l’amico.- non mi sentivo bene.-
Zack si mise a
braccia conserte.- uh oh! Credevo che ti volessi iscrivere alla Midgar Cup!
Altrimenti a cosa sarebbero serviti i nostri allenamenti privati?- chiese, in
un moto d’ironia.- se stai male, ti conviene non partecipare...-
-no, no. Ora sto
bene.- fece Cloud, inciampando nelle sue stesse parole.
Il moro guardò i suoi
occhi diventare lucidi e si preoccupò.- senti, forse dovresti uscire un po’,
non trovi?-
Cloud lo guardò,
imbarazzato.- uscire? Um...-
-che ne dici di
andare a farci un giro, domani pomeriggio?!- esclamò Zack, gioviale.- in fondo,
non è una cattiva idea.-
-mm...-
L’energia di Zack contagiò
meccanicamente anche Cloud, che sorrise.
-chiameremo anche
Aerith e Tifa, quindi non preoccuparti, saremo in buona compagnia.-. disse
Zack, soddisfatto.
“Finalmente! Allora
mi sbagliavo! Non ce l’aveva con me! Ah, che liberazione, Aerith aveva ragione!
Doveva solo risolvere alcuni problemi... Ora dovrò solo dargli il regalo!”
-secondo te riuscirò
ad affrontare la Midgar Cup?- chiese Cloud, incupendosi di colpo.
Il moro si fece serio
e gli posò una mano su una spalla.- puoi farcela, Cloud, devi solo credere in
ciò che fai. È logico, affronterai avversari più grandi di te, ma servirà solo
ad accrescere la tua esperienza. Se vuoi diventare un campione, devi essere
concentrato.-
Gli occhi di Cloud
brillarono.- grazie, Zack... ti ringrazio per aver creduto in me...-
“Sì! Dillo allo zio
Zack, che risolve tutti i tuoi problemi...!”, pensò Zack, sorridendo sornione,
“Tutto sommato, le prediche di Angeal non sono del poi così insensate...”
*
Tifa si aggiustò i
capelli e suonò al campanello della casa di Sephiroth. “Ce la faccio, ce la
faccio, ce la faccio!”
Il ragazzo dai
capelli argentati aprì, e i due si scambiarono un’occhiataccia.
“Ok, non ce la
faccio... no! Avanti, Tifa, sopportalo per un’altra oretta, poi non lo rivedrai
più!”, pensò, mentre lui si scansava per lasciarla entrare.
La villetta di
Sephiroth aveva due piani, molti, per una persona sola, così risultava fredda e
vuota; il divano di pelle nera era illuminato da una luce riflessa dalla lama
di una lunga katana che stava appesa sopra una mensola, in sala. Quella lunga
spada affascinò Tifa, che si avvicinò per osservarla. Sotto di essa, c’era una
targhetta metallica ov’era scritta in chiare lettere la parola “Masamune”.
-Dev’essere molto
pesante.- notò Tifa, osservando il riflesso distorto di Sephiroth sulla lama.
Il ragazzo, alle sue
spalle, voltò la testa a sinistra e lasciò scivolare le braccia lungo i
fianchi.- sì.-
-ha anche un nome?-
chiese Tifa, avendo letto la parola incisa sulla targa.
-Masamune.- rispose,
ovviamente, Sephiroth.
-l’hai mai
impugnata?-
-no.-
-pensi di usarla in
futuro?-
-forse.-
Tifa si voltò e
decise di porre fine a quel monosillabico dialogo.- cominciamo l’intervista?-
Lui annuì,
lentamente, facendole cenno di accomodarsi sul divano.
“Il solito antipatico,
potrebbe sforzarsi un po’ di più.”, pensò Tifa, con uno sbuffo, “qualcuno
dovrebbe insegnargli cos’è il patto sociale, a questo qui.”
Sephiroth si sistemò
sulla poltrona davanti a Tifa; tra loro due, un tavolinetto di cristallo
permise a Tifa di poggiarvi un registratore.
-quello a che serve?-
chiese Sephiroth, a disagio, fissando l’apparecchio.
-a registrare la tua
intervista.- spiegò Tifa, bruscamente.
Lui fece
un’espressione contorta.- devi farlo per forza?-
-non puoi pretendere
che mi scriva ogni tua singola parola, che tra parentesi, scommetto non mi
ripeterai.- disse la ragazza, prendendo in mano un blocco per gli appunti e
poggiandolo sulle gambe.
Sephiroth rimase in
silenzio, cercando di trattenere qualsiasi commento che potesse terminare in
una baruffa verbale, poi la guardò mentre schiacciava il pulsante Record del
registratore, e si preparò a rispondere alla prima domanda.
-Quando hai
cominciato a fare scherma?- chiese Tifa.
-quattro anni.-
-e perché?-
-mi sono sempre
piaciute le armi.-
-ma nella scherma non
si fanno combattimenti veri.- osservò Tifa.
-non fa niente.-, fu
la pacata risposta del ragazzo.
-ma cosa ti ha spinto
a diventare schermidore, precisamente?-
-non ne ho idea.
Suppongo di avercela nel sangue.-
“Sbruffone”
Tifa scribacchiò qualche appunto sul foglio, poi
continuò con le sue domande:- sei il campione in carica della scuola, cosa si
prova a essere in una posizione simile?-
Sephiroth congiunse le sopracciglia.- io...-
“Ah, bella risposta!”, pensò Tifa, irritata.
Lui esitava.- io... non so.-
-secondo te, qual è l’avversario da dover temere
di più?-
-nessuno.- fu la risposta, stavolta tempestiva.
Tifa posò la penna e sospirò.- e va bene...-
disse, spegnendo il registratore.- non vuoi parlare, eh?-
Sephiroth le rivolse uno sguardo del tipo: non è
che non voglio parlare, è che non ho niente da dire.
-non posso fare un’intervista così succinta, mi
aspettavo che dicessi qualcosa di più approfondito... che ne so...? Zack va
sempre in giro vantandosidel suo sogno
di diventare un campione...-
-io non ho sogni.- rispose Sephiroth.- io sono
il migliore. Senza sforzo. Io posso superare chiunque, che sogni dovrei avere?
Diventare un campione? Sono già un campione. Diventare il migliore? Sono già il
migliore.-, disse, con una punta di amarezza nella voce.
Tifa fu sorpresa di vedere quello sguardo così
malinconico, mentre lo diceva.- tu non... tu non hai un padre? O una madre?-
-tutto ciò che so di me, si ferma al nome di mia
madre: Jenova.- disse Sephiroth.
“Non pensavo che soffrisse così tanto... Nah, ma
cosa sto pensando?! Avanti, è Sephirot!”
I due rimasero in silenzio alcuni istanti, poi
Tifa chiese:- precisamente... che rapporto c’è tra te e Genesis?-
-rivalità.-
-capisco...-
-lui e il suo stupido Loveless...- borbottò Sephiroth,
indispettito.- non fa altro che leggere quel libro dalla mattina alla sera... e
poi ogni volta che apre bocca inizia a recitarlo.-
Tifa sorrise flebilmente e cambiò argomento.- pensi
di vincere il torneo, dunque?-
-ovvio.-
-e poi?-
Sephiroth rimase interdetto, tuttavia aggiunse:-
e poi... si vedrà.-
Tifa lo fissò.- vuoi... vuoi che ti faccia altre
domande a cui darai altrettante risposte insignificanti, oppure che me ne
vada?-, disse in tono aspro.
Lui dischiuse appena le labbra, poi disse:- no,
devi rimanere. Ho perso la scommessa.-
-come vedi, non sei il migliore in assoluto!-
esclamò Tifa, beffarda.
Stavolta, al ragazzo sfuggì un sorriso e indicò
il fiore che gli aveva regalato Tifa, il cui gambo era immerso nell’acqua
contenuta in un bicchiere.
Tifa lo guardò, “Forse... forse ho avuto troppi
pregiudizi, su di lui... sembra una persona così... triste. In fondo, anche se
mi rimane papà, so benissimo cosa si prova a perdere la propria madre...”
Angolino dell’autrice:
Salve a tutti!
Ho finitoooo! Terzo Chappy terminato! Prima di
rispondere alle recensioni vorrei ringraziare tutti coloro che hanno aggiunto
la ficcy ai preferiti e ai seguiti! Grazie!
ChiyoChan8: U.U vero? Eppure Kadaj, secondo me,
ha tutte le caratteristiche del bulletto, anche nella trama originale...
LadySnape: lo so, purtroppo. Penso che Vincent sia uno dei personaggi più OOC
di tutta la storia...
DarkFaxas96: ti ringrazio infinitamente! Non sai
quanto mi faccia piacere, e sono veramente onorata che ti abbia ispirata! Grazie
ancora!
Tifa_heart: I due si sono finalmente ritrovati!
Adesso Zack avrà il suo Cloud tutto per lui... XD!
Bè, non ho altro da dire, spero che questo
capitolo vi sia piaciuto! Al prossimo chappy!
Stasera in auditorium, conferenza
sull’energia Mako, tenuta dal professor Hojo, dalle ore 21.00 alle ore 23.00.
ingresso aperto al pubblico: biglietto, dieci Guil.
-due ore
di simposio, eh?- lesse Genesis, affiancando Angeal, che era intento a fissare
il cartello davanti all’entrata della scuola con aria assorta.- conferenza
sull’energia Mako, tenuta dal professor... Hojo.-
-cos’è
l’energia Mako?- chiese Sephiroth.
-non so.-
rispose il moro, perplesso.- in realtà non ne ho mai sentito parlare...-
-scommetto
che tu ci sarai, vero, amico mio?- chiese Genesis sarcasticamente all’indirizzo
di Angeal, che scosse il capo.
Sephiroth
guardò ancora un po’ le lettere impresse a caratteri cubitali sul cartello, poi
spostò la sua attenzione verso un gruppo di studenti, che poco più in là lo
stavano fissando tenendo un giornale in mano.
“Ha fatto
in fretta.”, pensò Sephiroth, pentitosi di aver rilasciato l’intervista “Non
pensavo che l’avrebbe pubblicata da un giorno all’altro... fesso io, che gliel’ho
concesso... bè, ormai è fatta. Spero solo che non si sia inventata nulla... ma
che hanno da ridere?!”
Il ragazzo
dai capelli argentei raggiunse il gruppetto e strappò bruscamente il giornale
di mano a uno dei ragazzini, che sussultò.
Sephiroth
lanciò a tutti un’occhiataccia, poi fissò lo sguardo sulla pagina spiegazzata e
vide che recava la sua foto.
“C’è scritto esattamente ciò che ho detto...”,
osservò, sollevato, “nessuna bugia, nessun fatto inventato... nessun insulto. E
allora che avevano tanto da ridere? Mah...”
Stava per
richiudere il giornale quando notò qualcosa che non doveva esserci. “Il campione dell’istituto e la ragazza di
provincia: se son rose, fioriranno?... ma che cavolo...?”
-che hai?-
gli chiese Angeal, preoccupato.
Sephiroth sobbalzò.-
non è niente, voi andate.-
-se non ti
sbrighi farai tardi.- disse Genesis in tono annoiato.
-andate.-
ordinò Sephiroth.
Angeal gli
lanciò uno sguardo preoccupato, poi trascinò Genesis all’interno dell’edificio.
-e voi che
avete da guardare?!- esclamò Sephiroth irritato, rivolto al gruppo di studenti
che, speranzosi, speravano di riprendersi il giornale.- andate in classe!-
I ragazzi
corsero via, spaventati, e Sephiroth rimase finalmente solo a leggere
l’articolo, “Il tenebroso Sephiroth
haconcesso ieri un’intervista alla
nuova ragazza che da pochi giorni, frequenta la nostra scuola: Tifa Lockheart.
Secondo alcune recenti notizie, i due si sono incontrati varie volte, e pare
che in entrambi sia sbocciato il germoglio dell’amore...che stupidaggine.”, pensò, “chiunque abbia
scritto quest’articolo non dev’essere del tutto sano di mente... non ci
sopportiamo, figuriamoci riuscire ad avere una relazione... io e la
provinciale?! Bah...”
Il ragazzo
si trascinò fin dentro la scuola e gettò il giornale nel cestino, infastidito,
quindi si diresse lentamente verso la sua classe.
-Sephiroth,
sei in ritardo.- gli disse Vincent, non appena fu entrato in classe.
Angeal
guardò l’amico che si sedeva al suo posto e gli parlò, in tono apprensivo:- è
successo qualcosa? Sembri turbato...-
Tseng si
voltò leggermente verso Sephiroth, facendogli intendere di aver letto
l’articolo, tuttavia non disse nulla.
-prima di
cominciare la lezione avrei un paio di avvisi.- proruppe Vincent, appoggiandosi
alla cattedra.- il primo riguarda la conferenza che si terrà stasera,
all’auditorium. Ovviamente, non è obbligatoria, tuttavia, se veniste, sarebbe
un’occasione per imparare qualcosa.-
Qualcuno
sospirò e si mise a scarabocchiare sul quaderno per manifestare il proprio
disinteresse.
-pensavo
di andarci.- disse Angeal, piano.- tanto per curiosità.-
Sephiroth
annuì.- a me non interessa.-
-il
secondo riguarda la gita di domenica.- disse Vincent, e stavolta tutti si
misero in ascolto.
Genesis si
raddrizzò sulla sedia, che scricchiolò.- finalmente si ragiona...-
-Reno,
distribuisci questi.- ordinò Vincent, passando al ragazzo dai capelli rossi un
plico di fogli.- sono tutte le informazioni necessarie per la partenza. Come
saprete, andremo assieme al 3°B, che sarà accompagnato dal professor Rufus
Shinra.-
-insieme
al 3° B?- fece eco Sephiroth, sconfortato.
-qualche
problema?- gli chiese Vincent, in tono apatico.
Il ragazzo
scosse la testa e voltò lo sguardo altrove.-no.-
-sei
strano oggi.- osservò Angeal.
-Costa del
Sol, signori! Sole, mare e spiaggia!- esclamò Genesis, gioviale.- a te farebbe
proprio bene, amico, non hai una bella cera...-
-taci.-
intimò Sephiroth, seccamente.
-qualcosa
non va con Tifa?- chiese Angeal, abbassando la voce e guadagnandosi tutta la
gratitudine di Sephiroth.
-hai letto
il giornale?... sono tutte menzogne! Chi ha scritto quell’articolo?!- rispose
Sephiroth.
Angeal lo
guardò, preoccupato.- l’ho letto. Non so chi l’abbia scritto, non c’era il
nome, però forse... dovresti parlare con lei.-
-cosa
dovrei dire a quella provinciale?!- ribattè Sephiroth, irritato.- da quando è
arrivata non ha fatto altro che combinare guai!-
-non mi
sembra...- fece Angeal, tentando di calmare l’amico.
“E allora
perché mi sento così male...?”, si chiese Sephiroth, mordendosi il labbro e incrociando
le braccia sul petto. “Perché?!”
Angeal gli
posò una mano sulla spalla e gli sorrise.- vedrai, la gente dimentica presto.-
-se lo
dici tu...- mormorò Sephiroth, abbattuto.- sapevo di stare facendo uno sbaglio.
Lo sapevo.-
-Sephiroth...-
esordì Angeal, nel tentativo di consolare l’amico, che però appoggiò il mento
sul palmo della mano e si chiuse in un ostinato silenzio.
*
-io non
avrei mai scritto queste cose!- esclamò Tifa, prendendo a schiaffi il giornale.
Il
professor Hojo si era distratto a parlare con un bidello e ognuno ne aveva
approfittato per rilassarsi, scambiando due parole con il compagno. Era solo la
prima ora ma Cloud desiderava già che fosse l’ultima.
Il biondo
guardò Tifa con aria perplessa.- non... non c’è niente tra voi... vero?-
Tifa lo
guardò male.- ovvio. È solo uno sbruffone antipatico.-
Zack
ridacchiò.- chi litiga vuol comprare...-
-non
scherziamo, Zack!- replicò Tifa, sbattendogli il giornale davanti agli occhi.- Secondo alcune recenti notizie, i due si
sono incontrati varie volte, e pare che in entrambi sia sbocciato il germoglio
dell’amore. Incontri segreti, regali e parole dolci... dolci?! È già un
miracolo se finora non ci siamo presi a pugni!- sbottò.
Aerith si
sporse a leggere l’articolo, che tra l’altro era anche piuttosto lungo.- Addirittura, il fascinoso campione, ha
regalato alla sua bella un fiore selvatico, che il giorno prima ha
faticosamente cercato per le vie di Midgar...-
-...trovare
un fiore selvatico a Midgar non è impresa
da poco, sarà vero amore?- proseguì Cloud, divertito. – uh uh! Veramente?!-
Tifa
sospirò e iniziò a raccontargli la storia della scommessa e di come fosse
riuscita a trovare un fiore a Midgar.- ... dopodichè ha risposto alle mie
domande e tanti saluti!-
Zack
ridacchiava.- chiunque abbia scritto quest’articolo non via ha risparmiato
niente, eh? Senti qui...Ci auguriamo che
questa rovente storia d’amore si coroni con un bacio davanti al romantico
tramonto di Costa del Sol.-
-robaccia!-
mugugnò Tifa, -piuttosto la morte!-
Aerith le
sorrideva.- non dovreste parlarne?-
-certo!-
sbottò Tifa, con cipiglio guerrigliero.- se pesco chi ha scritto l’articolo...
ne parleremo all’ospedale, dopo che l’avrò gonfiato di legnat...-
-no, no! Io
dicevo di Sephiroth!- fece Aerith, muovendo le mani.
Gli occhi
di Tifa brillavano di una luce omicida -voi non sapete chi può essere
stato...?-
Cloud
cercò di calmarla meglio che potè:- dai, tanto fra una settimana se ne saranno
dimenticati tutti! –
Tifa
scattò in piedi e battè le mani sul banco.- è una questione d’orgoglio!- gridò.
-Lockheart,
venga a mostrare il suo orgoglio alla classe, se ci tiene così tanto!- disse
una voce gelida alle sue spalle.
Tifa
rabbrividì.- no, prof... no... io...-
Hojo si
sedette dietro la cattedra e prese il registro.- siamo tutt’orecchi... cominci
pure.-
Cloud
appoggiò la testa su una mano e guardò Zack. Sembrava allegro come al solito;
con una mano tracciava dei cerchi su un foglio, e con l’altra riproduceva
alcuni movimenti della scherma.
Davanti al
biondo, Aerith guardava Tifa, che si trascinava verso la lavagna, rassegnata.
Zack
sorrise alla sua opera e la mostrò a Cloud.
Era una
specie di obbrobrio fatto di cerchi e spirali ammassate l’una sull’altra che,
invece di esprimere le abilità artistiche di Zack, dimostrava quanto esse
fossero carenti. Il biondo trattenne una risata.
-non ti
piace?- sussurrò Zack, offeso.
Cloud
cercò di mentire al meglio che potè:- è fantastico...-
-non è
vero.- mormorò il moro, guardandolo furbamente.- Cloud bugiardo.-
-ei!-
Zack
ridacchiò.- ed io che volevo aprire un’agenzia tuttofare... hai stroncato la
mia carriera sul nascere!-
-esagerato,
non credo che qualcuno ti chiederebbe un ritratto.- scherzò Cloud.
-hai
ragione, ma se succedesse, dovrei rifiutare.- osservò il moro, giocherellando
con un angolo del foglio.- e allora saràcolpa tua.-
-mia?-
-sei tu
che non credi nelle mie doti artistiche.- disse Zack, rivolgendo a Cloud
un’occhiata penetrante, facendolo arrossire. – potresti aiutarmi nella mia
agenzia. Sarebbe una buona idea, non trovi?-
Cloud
sfuggì lo sguardo dell’amico.- sono certamente più bravo di te a disegnare.-
Zack gli
sorrise e guardò i suoi capelli d’oro. -certo.- disse, con aria sognante.
*
Tifa si
sedette su una delle panchine in cortile e alzò lo sguardo al cielo, con aria
lugubre, attorcigliando il giornale che aveva in mano.
-piaciuto
l’articolo?- chiese una voce.
Lei
sobbalzò.- Kadaj... ancora tu?!-
Il ragazzo
sorrise e accennò al giornale.- allora?-
-aspetta...-
mormorò Tifa, alzandosi dalla panchinae
gettandovi sopra la rivista.- sei stato tu?!-
Kadaj
esibì un sorriso malevolo.- non dovevi metterti contro di me.-
-io?!-
esclamò Tifa –hai scritto un mucchio di scemenze anche su Sephiroth!-
Il ragazzo
le diede le spalle.- la prossima volta eviterai di sfidarmi.-
-eh, no!-
esclamò Tifa, arrabbiata.- ti giuro che non la passerai liscia! Affrontami, se
ne hai il coraggio!-
Kadaj si
voltò lentamente.-tu...cosa vorresti fare?-
Tifa si
mise in posizione da combattimento e sollevò i pugni, decisa a fare quella
pazzia. “Se mi prendono, mi sospendono, ma non m’importa niente!”
-sei una
sciocca.- la rimproverò Kadaj, in tono asciutto, - ma se vuoi la sfida, è ciò
che avrai!-
La ragazza
stava per avventarsi su di lui, quando si sentì bloccare da qualcuno che s’ era
frapposto tra lei e Kadaj, spingendo l’uno dalla parte opposta all’altro, nel
tentativo di separarli.
- Tifa!-
esclamò la voce di Sephiroth.- che stai facendo?!-
Lei si
divincolò ferocemente, cercando di scansare il ragazzo.- spostati, Sephiroth!
Lo faccio a pezzi!- gridò.
Sephiroth
cercò di tenerla ferma, ma anche Kadaj iniziò a dare in escandescenze.- togliti
di mezzo! È una questione tra me e lei!-
-è stato
lui! Lui ha scritto l’articolo!- strillò Tifa, continuando a scalciare.
-sei stato
tu?!- esclamò Sephiroth, stupefatto.
Kadaj lo
fissò con aria di sfida.- esatt...-, si interruppe perché Sephiroth gli aveva
mollato un pugno così potente, da farlo rotolare svariati metri più in là.
Tifa si
bloccò; la gente iniziava ad accorrere, eccitata. Addirittura, qualche
telefonino s’issò contro di loro, pronto a riprendere la scena.
Sephiroth
strinse i pugni e piantò entrambi i piedi a terra, tentando in tutti i modi di
frenare la rabbia che lo stava assalendo.
La ragazza
era rimasta a bocca aperta, e guardava Kadaj che si rialzava, massaggiandosi la
mandibola.
-sei
pazzo!- gridò Kadaj, all’indirizzo di Sephiroth.
-non
quanto te!- esclamò Tifa, che riprese ad agitarsi dietro al ragazzo dai capelli
argentati.- non dovresti invadere la privacy delle persone!-
Kadaj,
nonostante la notevole ferita, sorrise e si guardò intorno, indicando tutta la
gente che ridacchiava e li indicava.
Tifa
congiunse le sopracciglia e si sarebbe avventata nuovamente su di lui, se
Sephiroth non le avesse bloccato un braccio per fermarla.
-ei! Tu
hai avuto la tua parte!- obiettò Tifa, irritata.
-no.-
disse Sephiroth.- non ti abbassare al suo livello...-
-tu l’hai
fatto.-
Il ragazzo
abbassò lo sguardo ma non la lasciò.- stai ferma, siamo già abbastanza nei guai
senza che tu ci metta il tuo contributo...-
-che
succede qui?!- gridò una voce, sovrastando gli schiamazzi della folla.- fatemi
passare!-
Tifa si
voltò. Quando vide Rufus Shinra comprese le parole di Sephiroth, dunque ringhiò
qualche imprecazione contro Kadaj e aspettò che il professore si rendesse conto
di ciò che era successo, guardando la scena.
-Sephiroth,
Kadaj, Tifa. Nel mio ufficio. Ora! Anzi, portate Kadaj in infermeria. Voi due
venite con me.- disse, tagliente.- abbiamo da fare una bella chiacchierata con
il vicepreside.-
Hojo,
seduto dietro la scrivania, ascoltava le parole di Rufus Shinra distrattamente,
rivolgendo tutta la sua attenzione nell’osservazione di Tifa e Sephirot che,
seduti davanti a lui, guardavano due direzioni diverse.
Shinra
terminò il racconto e aspettò che Hojo parlasse.
-e
così...- esordì Hojo, lievemente ironico,-... vi siete fatti beccare.-
Sephiroth
lo guardò.- è colpa mia!- disse, di getto.
-Sephiroth!-
lo rimproverò Rufus.- dì le cose come stanno! Chi ha cominciato...?-
Hojo lo
zittì con lo sguardo e si rivolse di nuovo al ragazzo, esaminando ogni suo
movimento.- non avresti dovuto prendere a pugni il tuo compagno.- disse,
socchiudendo gli occhi e aggiustandosi gli occhiali sul naso. –hai una
spiegazione?-
Sephiroth
si morse il labbro.“Non verrò certo a dirla a te.”, pensò.
Tifa si
accalorò e iniziò a picchiettare il terreno con il piede.- ho cominciato io.-
-Lockheart,
lei mi sembra una ragazza troppo irrequieta per i miei gusti.- le disse Hojo,
in tono pacato.- tuttavia, se anche lei avesse cominciato, è stato il suo amico
a scagliarsi contro Kadaj.-
-se non mi
avesse fermata lo avrei fatto io.- ribattè Tifa, con orgoglio.
-ovviamente...-
riprese Hojo, ignorandola.- penso di poter immaginare il motivo del vostro
litigio. E sebbene io sia d’accordo sul fatto che Kadaj sia diventato
incontrollabile, non posso certo lasciarvi impuniti.-
-è colpa
mia.- ripetè Sephiroth, ostinato.- ho già detto che è solo colpa mia.-
Tifa lo
guardò, stupita. - ma che dici?!- esclamò, infastidita da quel cambio di
atteggiamento.
“Perché
stai cercando di difendermi, Sephiroth?! Sai bene che siamo entrambi
colpevoli...!”, pensò, indispettita.
Rufus
stava per dire qualcosa ma si trattenne e sbuffò.- sospendiamoli. È la prassi.-
-no.-
disse Hojo – avrei qualcosa di meglio.-
Sephiroth
e Tifa si scambiarono uno sguardo atterrito.
Il
professore sorrise e disse:- le vostre due classi andranno in gita, giusto?
Bene, voi non ci andrete. Rimarrete a scuola.-
“Che
cosa?!”, pensò Tifa, inorridendo “Noooo! Non può farci questo! Sob... non
potrebbe andare peggio di così...-
-aiuterete
Reeve a sistemare la biblioteca.- disse Hojo, tranquillamente - una domenica in
compagnia dei libri vi calmerà, altrimenti sarò costretto a prendere misure più
drastiche. Ora andate, ho bisogno di discutere con Rufus di alcune incombenze.
Quella è la porta.-
Tifa si
alzò, sconsolata, e uscì con Sephiroth alle calcagna.
-stronzo.-
borbottò la ragazza, chiudendo la porta. -non poteva sospenderci? Un’intera
domenica in biblioteca è persino
peggio!-
Sephiroth
rise malevolo.- appunto.-
-e tu
perché ti ostini a trattarmi come una bambina?! Sapevo a cosa andavo incontro!
Non avevo bisogno che tu giocassi a scaricabarile...!- esclamò, mollandogli un
pugno sul braccio.
Sephiroth
abbassò lo sguardo.- non prendertela. In fondo sono stato io a cominciare. Se
mi fossi controllato...-
-...lo
avrei picchiato io!- completò Tifa, con rabbia.- non può approfittarsi delle
persone!-
Il ragazzo
vide i suoi occhi farsi lucidi di rancore contro Kadaj, e forse, anche contro
di lui. -sono intervenuto per fermarti e invece ho finito per peggiorare la
situazione.- disse.- mi sento responsabile.-
Tifa montò
su tutte le furie e gli diede le spalle, rimanendo in silenzio, con gli occhi
chiusi.- che scemo.-
Sephiroth
abbassò lo sguardo.- ormai è fatta.-
“E io che
speravo di non rivederlo più...”, pensò Tifa, rassegnata, “Sembra che più lo
pensi e meno ciò accada.”
Si voltò
quel tanto che bastava per poter intravedere Sephiroth, che aveva voltato la
testa e guardava a terra con aria indecifrabile. “è una persecuzione, non mi
libererò mai di lui.”
*
Zack si
fermò davanti alla bacheca situata nel corridoio del primo piano e cercò la
comunicazione dell’inizio della Midgar Cup.
Cloud lo
affiancò.- cosa stai guardando?-
-tra un
mese.- disse Zack, piano.- i partecipanti sono tanti, ma a mio avviso gli unici
degni di nota sono Angeal, Genesis e Sephiroth. In più ci siamo noi due.-
-un mese
passa in fretta.- commentò Cloud, sospirando pesantemente.- e io temo di non
farcela, Zack...-
Il moro si
voltò verso di lui e gli rivolse un sorriso raggiante.- ce la farai, Cloud.-
-mm...-
mormorò Cloud, arrossendo.
Zack gli
passò un braccio attorno alle spalle, gioviale.-cerca di non essere troppo
pessimista, ok? Altrimenti finirai veramente per non farcela! E comunque è solo
un torneo, abbiamo altri due anni da passare in questa scuola!- rise, cercando
di tirare su il morale dell’amico.
Cloud
guardò il foglio e lo lesse svariate volte.- sono cinque anni che Sephiroth è
in questa scuola, ma nessuno è mai riuscito a battere né lui, né Angeal, né
Genesis.- osservò, perplesso.
-e
quindi?- chiese Zack, scrollando il capo.
-non so...
non ti sembra... strano?- domandò Cloud, mentre i suoi occhi azzurri s’illuminavano
di una strana luce.
-sinceramente...
non me lo sono mai chiesto.- rispose Zack, portandosi una mano dietro la nuca.-
ma credo che sia grazie al loro impegno...insomma... sono sempre ad allenarsi...-
-però...-
proseguì Cloud, incerto - ... bisogna dire che la forza di Sephiroth si
allontana di molto dai parametri normali...-
-Cloud!-
esclamò Zack –cosa stai cercando di dire?!-
Il biondo
arrossì.- no, niente... erano solo pensieri miei!-
-pensavo
che tu volessi essere come lui.- gli ricordò Zack, fissandolo intensamente.-
come Sephiroth. Non fai altro che ripeterlo.-
-sì, mi
piacerebbe...- disseCloud, abbassando
lo sguardo.- è il mio sogno.-
-e allora
dovresti iniziare ad avere la sua sicurezza, tanto per cominciare.- fece Zack.-
non chiederti come andrà un incontro, fa del tuo meglio e basta.-
Cloud
sorrise e annuì.
-ei, cosa
state facendo?- chiese una voce.
-niente,
Aerith.- rispose subito Zack.- ma che succede?-
-Tifa e
Sephiroth hanno appena dato spettacolo in cortile.- rispose la ragazza,
preoccupata.
-Tifa e...
e chi?!- esclamò Zack, a bocca aperta.
Aerith
incrociò le dita e socchiuse gli occhi verdi.- Tifa ha litigato con Kadaj,
hanno iniziato a bisticciare, poi è arrivato Sephiroth che ha impedito che
scoppiasse una baruffama dopo...-
abbassò lo sguardo, dispiaciuta.- ... ha finito per peggiorare la situazione.-
-che ha
fatto?!- esclamò Zack, allarmato.
-ha preso
a pugni Kadaj.- rispose Aerith, piano.
Zack si
mise le mani sui fianchi.- ha fatto bene!-
-no, non
ha fatto bene!- esclamò Aerith.- adesso ci andranno di mezzo entrambi!-
-anche
Tifa?- chiese Cloud, in tono apprensivo.
Aerith
annuì.- li ho visti entrare nell’ufficio di Hojo.-
-e Kadaj?-
-in
infermeria.-
Zack
sospirò.- scommetto che è per la storia dell’articolo, altrimenti Tifa non lo
avrebbe affrontato così apertamente.-
-ma sono
solo stupidaggini!- esclamò Aerith, aggrottando le sopracciglia. – perché hanno
reagito così?!-
-bè,
Sephiroth l’ha fatto sicuramente per orgoglio...- disse Zack.- quanto a Tifa...
temo che cacciarsi nei guai faccia parte del suo DNA.-
Gli occhi
di Cloud iniziarono a farsi inquieti.- speriamo che non li puniscano troppo
severamente...-
-tranquilli.-
rispose Tifa, facendosi largo tra gli studenti che animavano il corridoio.-
niente sospensione, né a me, né a Sephiroth.-
I tre la
guardarono con aria interrogativa.
-però non
possiamo venire in gita.- disse Tifa, abbattuta.- mi spiace.-
Aerith la
guardò, preoccupata, poi le posò una mano su una spalla.- dai, ci saranno altre
occasioni.-
-guarda la
faccenda dal lato positivo.- disse Zack, scrollando le spalle.- almeno così non
dovrete scambiarvi alcun bacio romantico.-
-che
consolazione.- mugugnò Tifa.
*
-Reeve! È
pronto l’auditorium?!- esclamò Barret, schiacciando tutti i fili che
collegavano le casse acustiche al microfono, mentre passava.- siamo in ritardo!
La conferenza inizia tra qualche ora!-
-calmati,
sono ancora le una...- disse Reeve, con calma.- per le nove sarà pronto.-
La testa
bionda di un uomo con una chiave inglese stretta tra i denti, fece capolino da
dietro una delle casse.
-a che
punto siamo, Cid?- chiese Reeve, voltandosi verso il tecnico, che intanto stava
sistemando uno degli apparecchi difettosi.
Cid si
tolse la chiave inglese dalla bocca, -quasi a posto.- rispose, burbero.
Barret si
volse verso uno dei tanti manifesti che tappezzavano l’auditorium.- dicono che
ci sarà anche il preside...-
-Shinra è
un uomo potente.- disse Reeve, mentre Cid bestemmiava contro un groviglio di
fili colorati.- e come uomo potente non può esporsi troppo. Tuttavia, pare che
staseraparteciperà oltre a lui, anche Hollander.-
Barret
abbassò lo sguardo. “Anche lui? Ma cos’è realmente quest’energia Mako?”
-questo
bar non è molto conosciuto.- disse Zack, mentre si sedeva su una sedia e
aspettava che i tre amici lo imitassero.- però io ci vengo spesso. È familiare,
e soprattutto alla portata del mio portafogli.- scherzò.
Cloud
si guardò intorno. In effetti, il locale era piuttosto piccolo, le pareti erano
piene di strani quadri e i tavoli non erano più di tre. Da una parte, un
barista distratto aveva appena fatto cadere un bicchiere e si affrettava a
chinarsi per raccogliere i pezzi di vetro, scomparendo dietro il bancone.
Tifa
ridacchiò. Quando aveva visto Zack correre verso di lei con un pacchetto in
mano, non si sarebbe mai aspettata di scoprire a chi fosse indirizzato quel
regalo. Dapprima aveva pensato che fosse per lei, poi lo sguardo di Zack si era
soffermato a guardare il ragazzo biondo che, in compagnia di Aerith, li stava
raggiungendo sul luogo dell’appuntamento, e allora aveva capito tutto. Il
regalo era per Cloud! Tifa doveva ammettere di essere stata toccata dalla
gelosia, in quel momento, ma quando aveva visto lo sguardo di Cloud di fronte a
Zack, si era resa conto che doveva farsi da parte.
Notò
che Aerith le stava sorridendo.
-ei,
Aerith! Come procede la vendita dei fiori?- chiese Zack, allegramente.
Aerith
spostò lo sguardo su di lui, continuando a sorridere.- molto bene! Ma lo sai
che non lo faccio per soldi.-
-sì,
sì- rispose Zack, incrociando le braccia sul petto.- l’ordine del giorno è:
“Aiutare la gente e distribuire felicità.”-
-esatto.-
disse Aerith, furbetta.
-puoi
dire ciò che vuoi, ma l’istinto affaristico di Zack Fair supera ogni limite.-
fece ironicamente Zack, iniziando a dondolarsi sulla sedia.
Cloud
rise.- sarà per questo che sei sempre al verde...-
-non
sono sempre al verde!- replicò Zack.- ok... magari è vero, ma non significa
niente!-
-cosa
posso portarvi?- chiese la voce della cameriera.
Tifa
la guardò bene. “Eppure mi sembra di averla già vista da qualche parte...”
-Yuffie!-
esclamò Aerith.- che ci fai qui?!-
La
ragazza sorrise.- ci lavoro!-
Zack
fece una faccia perplessa.- ma da quando?-
-più
o meno da cinque ore.- rispose Yuffie, giocherellando con la penna che aveva in
mano.
“Ecco
dove l’ho vista...! Viene in classe con noi!”
-allora
ragazzi, cosa vi porto?!- esclamò Yuffie.
-quattro
caffè andranno benissimo.- rispose Zack.- e cerca di non combinare disastri,
quando ce li porti, ok?-
-nessun
problema!- fece Yuffie, scattando sull’attenti –con me i vostri caffè sono al
sicuro!- disse, allontanandosi verso il bancone.
Cloud
la guardò mentre inciampava e sospirò.- penso proprio che faremmo meglio a
metterci comodi.-
Tifa
si scambiò un’occhiata con Zack, che si schiarì la voce e iniziò a parlare:-
Cloud, avrei una cosa da darti.-
-una
cosa?- chiese il biondo, perplesso.- per me?-
Zack
annuì e prese in mano la busta infiocchettata.
La
carta argentata rispecchiò il viso stupito di Cloud.- bè... io... non posso
accettare...-
-e
perché?- chiese Zack, gioviale.- te lo sei meritato! E poi è una cosa che ti
sarà veramente utile!-
Cloud
prese la busta, esitante.- non dovevi... non è il mio compleanno...-
-e
allora?!- intervenne Tifa, con slancio.- non deve per forza essere il giorno
del tuo compleanno per farti un regalo! A me Aerith ha regalato un portachiavi,
vero Aerith?!-
La
castana la guardò, inarcando le sopracciglia.- Tifa...-
Tifa
mise il broncio e abbassò lo sguardo, arrossendo.- continuate pure, fate finta
che io non esista...-
Cloud
si lasciò sfuggire una risatina, poi si decise ad aprire il pacco, ci guardò
dentro, e ne tirò fuori una divisa da schermidore bianca.- ma cosa...? Zack! Ti
sarà costata un capitale!-
-nah,
niente che non mi potessi permettere, e poi tu non ne hai una...- disse Zack,
eccitato.- non fare complimenti e prendila. È il mio incoraggiamento a dare del
tuo meglio, Cloud.-
Il
biondo arrossì e strinse la divisa tra le dita, mentre i suoi occhi si facevano
lucidi.
Aerith
guardò Tifa e intercettò i suoi pensieri. Sapevano di essere di troppo, in quel
momento.
Zack
si alzò in piedi e posò una mano sulla spalla di Cloud.- quando indosserai
quella divisa, ricordati di me. Ricordati della nostra amicizia.-
Cloud
sorrise flebilmente e i suoi occhi azzurri vagarono sul volto di Zack, che
sorrideva come sempre.- grazie.-
I
quattro rimasero in silenzio per qualche minuto, poi si udì il rumore di una
tazza in frantumi e un grido. Tutti si voltarono verso Yuffie, che era
scivolata e aveva rovesciato il caffè a terra.
Aerith
scoppiò a ridere e corse ad aiutarla.- Yuffie!- esclamò.
*
-ma
si può sapere cosa ti prende, Sephiroth?!- esclamò Angeal, dando l’ultima
stoccata contro l’amico, che inciampò all’indietro.
-non
lo so!- esclamò Sephiroth, togliendosi la maschera con un rapido gesto.- ma vorrei
tanto saperlo.-
Angeal
si alzò la visiera.- sei deconcentrato.-
Il
ragazzo dai capelli argentati si alzò e socchiuse gli occhi.
-non
starai ancora pensando all’articolo! Sei già finito nei guai, non peggiorare la
situazione!- esclamò Angeal, con veemenza.
-non
è per quello!- ribattè Sephiroth, offeso.- non ci penso neanche più, a
quella... cosa.-
-e
allora qual è il problema?! Sephiroth, da quando ti conosco non hai mai perso
il controllo! Mai! Lunedì è cominciata la settimana, oggi è solo giovedì... e
in questo lasso di tempo hai fatto cose che non ti ho mai visto fare!- disse
Angeal, rivolgendo a Sephiroth uno sguardo penetrante, come se volesse
leggergli l’anima.
Sephiroth
si morse il labbro e abbassò gli occhi.- oggi ho preso a pugni Kadaj, non per
la storia dell’articolo.-
Angeal
lo guardò in attesa di altre informazioni, ma l’amico non disse nient’altro.
“L’ho
fatto per lei... l’ho fatto perché ho
pensato che Kadaj avrebbe potuto farle del male. Ecco perché l’ho fatto.”,
pensò Sephiroth, con franchezza. “Ma non ho nessuna voglia di dirlo... neanche
a te, Angeal.”
-e
va bene.- mormorò il moro, sconsolato.- riprendiamo l’allenamento. Un’ultima
cosa: hai per caso visto Genesis?-
Sephiroth
si guardò intorno.- no. Pensavo che fosse solo in ritardo.-
-un’ora
di ritardo è troppo anche per lui.- disse Angeal, in tono apprensivo.-
ultimamente è strano. Vorrei proprio sapere cosa gli passa per la testa.-
-forse
Tifa ne sa qualcosa.- fece Angeal, sovrappensiero.
Sephiroth
sobbalzò.- Tifa e Genesis si conoscono?!-
-si
sono incontrati il giorno che tu hai messo in piedi quella farsa della
scommessa. Non sono proprio amici, tuttavia ogni tanto li ho visti in cortile
insieme.- rispose il moro, sorpreso del cambiamento di atteggiamento
dell’amico.- Sephiroth, ma tu...-
-io
cosa?!- chiese Sephiroth, stizzito.
Angeal
esitò.- no, niente.-
Il
ragazzo dai capelli argentati tentò di riprendere il controllo della voce e
dell’espressione.- lascialo perdere. Probabilmente sarà in biblioteca a
imparare amemoria un nuovo capitolo di
Loveless.- borbottò.
-non
essere così severo con lui.- lo rimbrottò Angeal.- è tuo amico.-
-lo
so.- rispose Sephiroth.- almeno questo, lo so.-
Stava
per rimettersi la maschera e alzare il fioretto, quando intravide una donna
dietro la porta della palestra. Appena si accorse di essere stata vista, corse
via, scomparendo alla vista del ragazzo.
-Sephiroth?-
Lui
si voltò verso l’amico e scrollò il capo.- sto bene. Riprendiamo.-
*
-è
un peccato che le ragazze non siano volute venire.- disse Cloud, entrando nella
chiesetta e trascinandosi dietro anche Zack.
-sai
com’è Aerith. Appena ha visto che Yuffie era in difficoltà ha insistito per
aiutarla.- disse Zack, ringraziando mentalmente le due amiche.
Cloud
si fermò davanti ai fiori e li guardò, posando la busta a terra.- il tuo regalo
mi ha fatto molto piacere.- disse, piano.
Il
moro gli si avvicinò e gli sorrise.- dai, era solo una stupidaggine.-
Cloud,
arrossendo, si voltò verso l’amico e raccolse tutto il coraggio che possedeva
per riuscire a guardarlo negli occhi.- non era affatto una stupidaggine.-
-sì,
beh...- biascicò Zack, grattandosi la nuca, imbarazzato.- sai...-
-la
gente non crede facilmente in me.- disse Cloud, in tono malinconico.- e io non
faccio molto per meritare la loro fiducia.-
-ma
che dici...?- tentò di consolarlo Zack, passandogli una mano tra i capelli
dorati.
Cloud
scosse il capo, come a voler dire che non doveva interromperlo.- invece tu hai
creduto in me. Tu credi in me... e questo regalo è molto importante. Quando la
indosserò, sarà come avere te, al mio fianco.-
Le
labbra di Zack, appena dischiuse, si aprirono in un lieve sorriso.
-non
è solo un regalo.- rincarò Cloud, abbassando di nuovo lo sguardo.- non è solo
questo, è molto di più.-
Il
moro rimase a fissare l’amico per qualche istante, poi, all’improvviso, lo
strinse in un abbraccio e chiuse gli occhi.- Cloud...- sussurrò.- ti
ringrazio.-
Il
biondo sentì il proprio cuore saltare di gioia e di stupore a quel contatto, e
dopo qualche istante, le sue mani si posarono sulla schiena di Zack.
Sentì
la sua voce che gli parlava nell’orecchio, tremante di emozione e di
tristezza:- vorrei poterti dire che questo è un abbraccio da amici.- bisbigliò
Zack, stringendo la presa. –ma purtroppo non posso.-
Cloud
si mosse appena.- cosa vuol dire?- chiese, piano.
Zack
prese un respiro profondo e le sue labbra si avvicinarono all’orecchio
dell’amico.- vuol dire, Cloud... che tu per me sei più di un amico. È lo stesso
concetto che hai detto poco fa, parlando del mio regalo. Tra le righe, io ti
considero la persona per me più importante.-
“Zack...
ma allora...”, pensò Cloud, fremente d’eccitazione, “allora anche tu... non mi
sembra vero!”
-so
che non dovevo dirtelo, e se non vorrai più parlarmi lo accetterò.- disse Zack,
in tono affranto.- voglio solo che tu sia felice.-
Cloud
sciolse l’abbraccio per poterlo guardare negli occhi.- Zack...-
Il
moro aveva abbassato lo sguardo a terra e aveva congiunto le sopracciglia.
-non
avercela con me...-
-Zack...-
-non
potevo continuare a mentirti...-
-Zack!-
-lo
so, lo so! Se non vuoi più essere mio amico va bene, ma non avercela con me!-
La
risata di Cloud interruppe il suo monologo, e il ragazzo si costrinse a
guardare l’amico negli occhi.
-che
scemo!- esclamò Cloud, divertito, dandogli una leggera spinta.- non mi hai
neanche fatto parlare!-
Zack
arrossì violentemente.- ah! Scusa.-
Cloud
giocherellò con i suoi capelli neri, attorcigliandoseli sulle dita e
guardandoli, commosso.- chi ti ha detto che io non voglia più essere tuo
amico?-
-beh...-
farfugliò Zack.
Lentamente,
le dita di Cloud lasciarono i capelli di Zack e scivolarono sulle sue labbra.-
e chi ti ha detto che io non provi le stesse cose?-
Il
cuore di Zack, che aveva iniziato a scalpitare nella cassa toracica, fece un
balzo così forte, che sembrò volergli saltare fuori dal petto.- vuoi dire
che...-
Cloud
annuì.- non avrei mai avuto il coraggio di dirtelo, Zack... quando ho visto
Tifa pensavo di essere ancora innamorato di lei... mi sono chiesto se i miei
sentimenti per te fossero veri...tu sei tutto per me, Zack. Sei un fratello, un
amico... e ora saresti anche il mio ragazzo... se per te va bene.-
Zack
cercò di trattenere il grido di gioia che stava cercando di salirgli in gola e
rispose con un sorriso raggiante.- sei sicuro?-
-sai
che la sicurezza non è la mia migliore amica.- disse Cloud, timidamente.- ma su
questo non ho dubbi. Io voglio stare con te.-
-e
tutte le voci, i pettegolezzi, le critiche che ci seguiranno?- chiese Zack,
appassionatamente.
Cloud
gli posò la fronte sul torace ed esclamò.- al diavolo! Che si arrangino!-
Le
braccia di Zack circondarono Cloud, che alzò lo sguardo verso il viso di Zack.-
ti voglio bene.-
Il
moro sorrise e posò le labbra sulle sue, con la stessa incertezza di chi sta
scoprendo qualcosa di nuovo, poi sorrise e lo baciò nuovamente, stavolta con
più fermezza, mentre sentiva un’enorme felicità travolgerlo e scacciare
prepotentemente ogni pensiero che non riguardasse unicamente, il ragazzo che
aveva tra le braccia.
*
La
pallida luce della luna si rispecchiò sulla carrozzerianera di una lunga limousine, ferma davanti al
cancello della scuola. Da essa, scesero un uomo distinto e Rufus Shinra, che
gli fece largo tra la folla che sostava nel cortile.
Il
preside Shinra si guardò intorno, compiaciuto.
La
gente stava confluendo all’interno dell’edificio, diretta verso l’auditorium,
mentre alcuni gruppi si fermavano a commentare l’argomento della conferenza,
tenendo tra le mani il volantino che stavano distribuendo all’entrata.
-ah,
professor Valentine!- esclamò Shinra, avvicinandosi all’uomo che, in disparte,
stava parlando con Barret.
-preside...-
disse Vincent, stringendo la mano a Shinra.- è un piacere rivederla. Non capita
spesso, qui a scuola.-
-vorrei
essere più presente, mio caro Valentine.- rispose Shinra, spostando lo sguardo
su Barret.- come procedono i preparativi della Midgar Cup, professor Wallace?-
-bene,
signore. È quasi tutto pronto, tra unmese inizierà il torneo.-
-non
vedo l’ora. E ora, scusatemi, ma ho appena rintracciato la signorina Crescent e
suo marito...-
Lo
sguardo di Vincent saettò verso Lucretia, che, poco distante da lui, stava
sorridendo a Rufus Shinra. –ci vediamo dentro, preside.-
Shinra
avanzò verso la folla e allargò le braccia verso Hojo.- ecco qui il mio vice!-
Hojo
si sistemò gli occhialetti sul naso e sorrise.- preside. Pensavo che sarebbe
venuto in compagnia di quello scienziato di quart’ordine...-
-se
ti riferisci a me, Hojo, sono dietro di te.- disse una voce profonda.
-ah,
ecco Hollander.- salutò Shinra, stringendogli la mano.- spero che questa non
diventi un’occasione per battibeccare su chi di voi due sia il migliore...-
-non
si preoccupi, preside. Oggi i riflettori sono miei.- disse Hojo, ironicamente.
-sarò
lieto di assistere al suo fiasco.- ribattè Hollander, altrettanto tagliente.-
energia Mako?! E cosa sarebbe?-
-in
realtà mi è sembrato davvero interessante.- si intromise Shinra.- per questo ho
accettato di tenere qui la conferenza.-
Lucretia
sorrise a Shinra, poi cercò Vincent tra la folla. Lo vide mentre stava entrando
e cercò una scusa per allontanarsi.- vado a prendere il posto.-
-aspetti,
vengo con lei, signorina Crescent.- disse Rufus, seguendola.
Hojo
diede una scrollata di spalle.- meglio che vada anche io, devo preparare i miei
appunti.-
Il
professore entrò nell’auditorium gremito di gente, guardandosi intorno con aria
soddisfatta. Riconobbe tra il pubblico anche Angeal, Tseng e qualche altro
studente del terzo e del quarto anno.
“Peccato
che lui non sia venuto.”, pensò,
mentre si apprestava a mettere in ordine i fogli con gli appunti. “mi avrebbe interessato
vederlo tra il pubblico.”
Aspettò
che le ultime persone entrassero, poi, una volta chiuse le porte
dell’auditorium e sistemati gli strumenti, salì sul podio di legno e diede due
colpetti al microfono.
-signori
e signore buonasera. Ultimamente avrete seguito alla televisione le ricerche
sulle fonti di energia alternative. Ebbene, dopo lunghe ricerche, io e il mio
team di ricercatori siamo riusciti a trovare quest’energia! Tutti noi
conosciamo il flusso vitale che scorre nel pianeta, ma pochi di noi sono riusciti
a creare un congegno capace di estrapolarne la forza e usarla per creare
energia. -
Hollander
fu il primo ad intervenire.- ma davvero? E lei ci sarebbe riuscito, professore?-
Hojo
sorrise ironicamente.- ovviamente. Rude!- esclamò, all’indirizzo di un
ragazzone pelato.- portami la Materia.-
Lucretia
si morse un labbro. Era il momento della dimostrazione.
I
giornalisti si prepararono a scattare foto,come un pistolero si appresta ad
affrontare un duello nel far west; Angeal si raddrizzò sulla sedia e si sporse
a vedere quell’oggetto sferico, posato su un cuscino di velluto rosso.
-Cos’è
questa pagliacciata?- chiese Hollander, perplesso.- una pallina?-
Hojo
prese la sfera tra le mani e la sollevò, in modo che tutti potessero vederla.-
ho immagazzinato una piccola parte di quell’energia in questa sfera. Guardate.-
ordinò, passando l’oggetto a Rude.
Il
ragazzo annuì, si volse verso il pubblico, sollevò il braccio e vi adagiò la
sfera, che venne prontamente assorbita, tra lo sbigottimento generale.
I
flash partirono istantaneamente, poi Rude si voltò verso una cassa di legno e,
dopo aver allungato la mano e averne fatto scaturire una palla di fuoco, la incendiò!
Qualche
grido unito a più di un’espressione di sorpresa seguirono la performance di
Rude, mentre un gruppo di ragazzi si attivava repentinamente per spegnerle.
Hojo
proseguì come se nulla fosse, ignorando il vocio generale: -Questa foto, mostra
una fonte di Mako, trovata su un sentiero del monte Nibel!-
Vincent
strabuzzò gli occhi e guardò un buco, da cui fuoriusciva una forte luce.- ma
cos’è?!-
-una
fonte di Mako! Grazie a questa nuova fonte di energia, avremo un potere
completamente nuovo!-
Shinra
sorrise, applaudì e chinò leggermente il capo, “Molto bravo, Hojo. Sapevo che
non mi avresti deluso.”
-tu
sei pazzo, Hojo!- gridò Barret, alzandosi di scatto.- così consumeremo il
flusso vitale del pianeta! Sarà destinato a morire!-
-sciocchezze!-
rispose Hojo.- pensa a quante cose si potrebbe fare con un’energia del
genere!Non solo elettricità, ma si potrebbe
anche provare su esseri umani!-
-...-
Angeal guardò il professore, sbigottito. -ma... così diventerebbero... -
-mostri.-
proseguì Tseng, a bassa voce.
-è
pazzo.- mormorò Angeal, scuotendo il capo.
-oppure
è un genio.- aggiunse Tseng, guardandosi le mani.- chi può dire se tutto ciò è
giusto o sbagliato?-
-Tseng!-
esclamò Angeal, sconvolto.- ma ti rendo conto di ciò che ha detto?! Si tratta
di effettuare esperimenti sulle persone!-
-parla
piano, Shinra ci guarda.- ammonì Tseng, coprendosi la bocca con una mano.
Angeal,
colto dal panico guardò Shinra, che lo fissava, mentre Hollander gli sussurrava
qualcosa all’orecchio.
“Cos’hai
da guardare?!”, pensò, turbato.
Per
fuggire quello sguardo si alzò e scappò verso l’uscita, come se fossero le sue
gambe a guidarlo. Non fece in tempo ad aprire la porta dell’auditorium che
trovò Genesis, appoggiato agli armadietti.
-conferenza
interessante?- chiese.
Angeal
chiuse il portone senza far rumore e osservò l’amico.- come mai sei qui?-
-avevo
voglia di sentire la conferenza, poi ci ho ripensato.- rispose Genesis,
posandosi una mano sulla fronte.- Angeal, amico mio, le parche sono crudeli. Non ci sono sogni, non c’è più
onore. La freccia ha lasciato l’arco della dea.-
-Loveless?-
Il
ragazzo si staccò dagli armadietti e cercò di sorridere, senza riuscirci.- perché
siamo così forti?! Tutto merito dei nostri allenamenti? O qualcosa di più?
Angeal...-
Angeal
capì cosa voleva dire.- non essere sciocco. Non è possibile.-
Le
labbra di Genesis si fecero taglienti.- come fai ad esserne così sicuro?-
-è
ridicolo.- sillabò Angeal.- sono solo delle tue impressioni, sbagliate, per
giunta. Non fissarti con questa storia assurda.-
Genesis
non era ancora convinto, ma si tranquillizzò e voltò le spalle all’amico.-
forse hai ragione. Sono solo mie impressioni.-
Angeal
annuì e si rivolse verso l’auditorium, asciugandosi il sudore sulla fronte.-
energia Mako... ma non può essere possibile... non può.-
Angolino
dell’autrice:
Finalmente
Cloud e Zack si sono decisi! *salta di gioia* come sono cariniiii!
Bando
alle ciance e rispondo alle recensioni!
yukino_lang08: sono felice che ti
piaccia! Ti ringrazio molto anche per aver recensito, mi ha fatto davvero
piacere :-)
LadySnape: grazie per avermi
fatto notare l’errore sul nome di Lucretia. Come ho già detto, sbagliare i nomi
è diventata la mia firma...
Tifa_heart: beati loro! Fanno una
gita in Costa del Sol! I nostri prof non sono così clementi... faticano pure a
portarci in gita... *sniff*
ChiyoChan8: mistero XD comunque
ne succederanno delle belle.
Eternal_Daydreamer: wow, davvero?!
Grazie! Per quanto riguarda la coppia VincentxYuffie, non preoccuparti, non ho
nessuna intenzione di inserircela... non mi piace e soprattutto non ne avrò la
possibilità ih ih... al prox Chappy!
Inoltre,
voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aggiunta tra i preferiti e tra i
seguiti!
Venerdì
mattina Tifa era di nuovo in ritardo e guardava l’orologio correndo per il
corridoio, proprio come il prima giorno, solo che a differenza di esso, sapeva
perfettamente dove dirigersi. Aveva quasi raggiunto la sua classe, quando,
dalla finestra, intravide Genesis, piuttosto solo e sconsolato, seduto su una
panchina del cortile. Così, aveva percorso solo pochi passi verso la sua
classe, che era subito tornata indietro, uscendo in cortile con la cartella
ancora in mano.
-ei,
Genesis!- esclamò, arrivandogli alle spalle.
Lui non
sembrò averla sentita. I suoi occhi scivolavano sui versi di Loveless e le sue
labbra si aprivano al ritmo delle parole, senza però emettere alcun suono.
Tifa si
fermò dietro di lui e sorrise.- stai ancora leggendo Loveless?-
Genesis
sussultò e chiuse il libro con uno scatto.- ah, Tifa. Non dovresti essere in
classe? La lezione è iniziata da dieci minuti.-
-beh, sono
in ritardo. Entrerò direttamente in seconda ora. Tu piuttosto! Che ci fai qui
tutto solo?- chiese la ragazza, posando la cartella a terra e sedendosi accanto
al ragazzo.
-avevo
bisogno di riflettere.- rispose Genesis, sfuggendo accuratamente il suo
sguardo.
-su,
domani andrete in gita! Rifletterai sulla sabbia di Costa del Sol!- disse Tifa,
cercando di tirargli su il morale.
Il ragazzo
cercò di abbozzare un sorriso, ma venne talmente male che sembrò una smorfia,
quindi si affrettò a dire:- no, non verrò.-
Tifa ci
rimase male.- ei! Pensa a me e a Sephiroth. Dovremo rimanere chiusi in
biblioteca tutta domenica! Immagina che spasso...- sospirò.
A quel
punto, a Genesis sfuggì un lieve sorriso.- andrò a Banora.-
-um...?
Banora?- ripetè Tifa, avvicinandosi una mano al mento.
Genesis
annuì.- io sono nato a Banora. È un posto molto familiare, gli abitanti non
sono tanti e i miei genitori sono i capi del villaggio.- disse, in tono
nostalgico.- anche Angeal è nato a Banora. Sai, laggiù ci sono quelle che
chiamiamo “accidenmele” ...-
-acciden...
cosa?- chiese Tifa, perplessa.
-accidenmele.-
ripetè Genesis, ridacchiando. –sono mele tipiche del nostro villaggio, che si possono
raccogliere quando vuoi durante l’anno.-
Tifa
scosse il capo.- ah! Ho capito di cosa stai parlando!-
Genesis
abbassò lo sguardo sul libro che teneva stretto tra le dita e congiunse le
sopracciglia.- il dono della dea...-
-le
accidenmele sarebbero... il dono della dea?- domandò Tifa.
Lui fece
un cenno con il capo e si alzò, guardando il cielo con aria distratta.- ci sono
molte interpretazioni.-
La ragazza
lo fissò, poi lui si voltò verso di lei e le sorrise.
-io e
Angeal rubavamo le accidenmele, quando eravamo piccoli.- sogghignò, dopodichè
chiuse gli occhi e sospirò.- meglio che vada. Oggi non entrerò a scuola. Ho
molte faccende da sbrigare.-
Tifa si
alzò dalla panchina e fece per seguirlo, quando udì il suono della campanella.-
Genesis!-
Il ragazzo
si fermò.- che c’è?-
-se hai
bisogno di aiuto...-
-grazie,
Tifa.-
-mm... di
niente.- mormorò lei, afflitta.
“Tanto
scommetto che non ammetteresti mai di averne bisogno...” pensò la ragazza,
prendendo la cartella in mano e dirigendosi verso l’entrata della scuola.
*
-Lucretia.-
L’ ufficio
del giornalino era stato colmo di studenti fino a pochi minuti prima, quando
Lucretia era entrata, visibilmente turbata. Allora Vincent aveva ordinato a
tutti di tornare nelle proprie classi, rivolgendo alla donna tutte le sue
attenzioni.
Lucretia
si era subito seduta sulla poltrona davanti la scrivania, aveva posato entrambe
le mani in grembo e aveva abbassato lo sguardo. Sembrava voler dire qualcosa di
importante.
-hai
pensato alla mia proposta?- chiese Vincent, piano.
Lei,
lentamente, annuì.
-e qual è
la tua risposta?-
-Vincent,
io...- mormorò Lucretia.- io non... non posso.-
Il
professore si irrigidì e aggrottò le sopracciglia.- perché? Stai pensando a
Hojo?-
La donna
scosse violentemente la testa, con tanto vigore da far capire a Vincent che
stava mentendo. Le lanciò uno sguardo penetrante.- ovviamente no.- ironizzò.
Lucretia
si alzò dalla poltrona, lo sguardo ferito, gli occhi lucidi.- Vincent!-
Lui si
accorse di essere andato un po’ troppo oltre ed esitò.- scusami.- mormorò,
mentre si lasciava cadere sulla sedia dietro la scrivania.- non avercela con
me.-
-no.-
sussurrò Lucretia, abbassando il capo.- semmai sono io il problema.-
Vincent si
passò una mano sugli occhi.- sei sicura che è ciò che vuoi?-
-in che
senso?-
-quell’uomo
ti controlla.-
-non è
vero!- esclamò lei, furiosa.
-tu sei
assoggettata da Hojo, Lucretia!- la incalzò Vincent, alzandosi di nuovo.
Lucretia
strinse i pugni.- tu non sai...-
Lo sguardo
dell’uomo si fece penetrante.
-vorrei
che non dimenticassi che io sono... una scienziata.-disse Lucretia, in un mormorio confuso.
-e con
questo?-
-...-
-Lucretia?-
la chiamò Vincent, avvicinandosile e prendendole le mani tra le sue.- amore
mio... cosa ti succede?-
Lei alzò
subito lo sguardo, pallida in volto.- temo di aver fatto troppi sbagli nella
mia vita. E ora ne pago le conseguenze.-
Vincent
scosse leggermente il capo e la abbracciò.- stai tranquilla. Resteremo a Midgar
finchè non sarai pronta, ma cerca di pensare anche a te stessa.-
Il corpo
di Lucretia fu scosso da un leggero singhiozzo, e Vincent la strinse a sé ancor
di più.
“Perché ho
come l’impressione che mi nasconda qualcosa?”, pensò il professore, chiudendo
gli occhi. “Vorrei proprio sapere quale segreto tiene così gelosamente...”
*
Cloud e
Zack passeggiavano per le strade di Midgar, mano nella mano.
Il moro
aveva dovuto usare tutto il suo charme per poter convincere Cloud a marinare la
scuola, cosa che il biondo non era avvezzo a fare, e ora si guardava intorno,
come se avesse paura di vedere un mostro saltar fuori da uno dei vicoli.
Zack non
potè fare a meno notare il disagio di Cloud.- si può sapere cos’hai?-
Cloud
sussultò.- no, niente!- esclamò, arrossendo.
-dai, a me
puoi dire tutto.- insistè Zack, fermandosi.
-non è
così importante...- biascicò Cloud, imbarazzato.- è solo che... se ci
beccassero faremmo compagnia a Tifa, domenica.-
Il moro
scoppiò in una risata, guadagnandosi un’occhiataccia, poi scompigliò i capelli
del compagno e gli disse:- oh, Cloud!-
-Zack!-
protestò il ragazzo, con malcelato divertimento.- non prendermi in giro.-
-nah, se
devo dirti la verità... quasi quasi stare in
biblioteca tutti soli...- ridacchiò, facendo arrossireCloud fino alle punte delle orecchie.- non
sarebbe male...-
Il biondo
lasciò che Zack gli prendesse il viso tra le mani e gli scoccasse un bacio
sulle labbra, poi abbassò lo sguardo.
Zack
rimase per un po’ ad accarezzargli il viso delicatamente, contemplando i suoi
lineamenti con aria assorta.- io sto bene ovunque sei tu.-
Cloud
sorrise, compiaciuto.- anche io.- disse, mentre il compagno gli passava un
braccio sulle spalle e insieme ricominciavano a passeggiare per le vie di
Midgar.
-sai, non
ho mai visto Nibheleim.- disse Zack.- un giorno dovrai portarmi laggiù, non
credi?-
Cloud
arrossì.- um...-
-dovrai
farmi conoscere tutti i tuoi amici, la tua famiglia...-
Il biondo
si morse il labbro e rimase in silenzio per qualche istante, poi sospirò.-
io...-
Zack
abbassò lo sguardo.- avanti, se non vuoi che sappiano di noi due...-
Il biondo
ritrovò coraggio.- non è questo!-
-beh...
allora... qual è il problema?-
-non ho
molti amici... anzi, a dire il vero, penso che Tifa sia la mia unica amica.-
confessò il ragazzo, voltando la testa per non guardare Zack.
-Cloud...-
mormorò Zack, bloccandosi di colpo.- ... tu non devi avere paura di dirmi nulla!-
Il biondo prese
le mani di Zack tra le sue e vi posò le labbra. –lo so... è solo che... io sono
così.-
-sai che
ti dico, Cloud?- disse Zack, liberandosi della presa ed abbracciando il
compagno.- non saprei proprio immaginare un mondo dove tu non esisti.-
Cloud
nascose il viso tra le pieghe dei vestiti di Zack e si strinse a lui, senza
dire nulla, il volto animato da un forte rossore.
*
Angeal
girava e rigirava la penna tra le dita, sottolineando qualche frase
dell’articolo che stava leggendo. La prima pagina recava la foto della
dimostrazione data da Hojo durante la conferenza, accanto, quella della fonte Mako a Nibelheim.
Ricordò le
parole di Genesis mentre guardava il suo banco vuoto.
-Genesis
si è dato alla macchia stamattina?- scherzò Sephiroth, avendo notato dov’era
diretto lo sguardo dell’amico.- ieri notte ha fatto le ore piccole?-
Angeal
socchiuse gli occhi e gli raccontò della conferenza, cercando di parlare più
piano possibile.- ... dopodichè se n’è andato.-
Sephiroth
si mostrò preoccupato.- vuoi dire che pensa di essere stato... modificato? Ma è
impossibile! Non ha mai visto Hojo prima di venire qui a Midgar, e la scoperta
sull’energia Mako è troppo recente.- osservò.
-è quello
che penso anche io.- disse Angeal, leggermente sollevato.- però lui si sente...
diverso.-
-qualcuno
dovrebbe stappargli quel libro dalle mani.- borbottò Sephiroth, lanciando
un’occhiata a Rufus Shinra e pensando a Genesis.
Il moro
ignorò l’ultima affermazione di Sephiroth e iniziò a picchiettare sul banco con
le dita.- non ha senso. Inoltre sostiene che non solo lui, ma anche altri
abbiano avuto lo stesso destino...-
Sephiroth
sorrise, sarcastico.- con “altri”, intende noi due?-
Angeal
annuì.- siamo dentro questa scuola da cinque anni e siamo sempre un paio di
spanne sopra ai nostri coetanei.-
-e
allora?- chiese Sephiroth, cercando di mantenere la sua solita espressione
impassibile e sarcastica.- siamo abili, dotati e magari ci alleniamo più degli
altri.-
“e vorrei
poter credere che non ci sia altro.”, pensava, intanto.
-sono
preoccupato, Sephiroth...- ammise Angeal.- se facesse qualche pazzia?-
-hai detto
che ieri non ha assistito alla conferenza, quindi non ha sentito la parte sugli
esperimenti umani... allora com’è che gli è balenata in testa questa strana
idea?-
-non lo so.-
rispose Angeal.
-bah... io
direi di lasciarlo in pace. Scommetto che gli passerà presto...- mugugnò
Sephiroth.
-Sephiroth.-
-che c’è?-
chiese Sephiroth, guardando l’amico.
Angeal
sorrise.- sei preoccupato per lui, vero?-
Sephiroth
abbassò lo sguardo e annuì.- tienilo d’occhio domenica.-
-mm... c’è
Tifa fuori dalla classe...- lo informò il moro, gettando lo sguardo fuori dalla
porta.- ti sta chiamando.-
-me?-
domandò Sephiroth, prontamente.
Angeal lo
guardò, perplesso.- sì...-
Il ragazzo
dai capelli argentati guardò Shinra che scriveva alla lavagna, e dopo aver
chiesto il permesso, uscì velocemente dalla classe.
Tifa smise
di sbracciare e lo trascinò lontano dalla classe.- Sephiroth! Si può sapere
cosa sta prendendo al tuo amico?!-
-al mio...
di chi parli?- fece Sephiroth, confuso, mentre si liberava della presa della
ragazza con uno strattone.- insomma, ti vuoi calmare?-
-sto
parlando di Genesis! G- e- n- e...-
-ho capito!-
la interruppe Sephiroth, irritato.- non sono stupido!-
-oh,
davvero?- chiese Tifa, come se ciò fosse una novità.
Sephiroth
le lanciò un’occhiataccia.- cos’è successo?-
Tifa gli
raccontò della conversazione avuta con Genesis e delle sue intenzioni di andare
a Banora quella domenica.
-a
Banora?!- esclamò Sephiroth, sorpreso.- e cosa ci va a fare laggiù?!-
-boh. Ha
detto che è tanto tempo che non ci va...-
-maledizione.-
sbottò Sephiroth, abbassando gli occhi.- questa non ci voleva.-
Tifa lo
guardò.- cosa gli sta succedendo?-
-non sono
affari tuoi.- replicò Sephiroth, tagliente.
La ragazza
lo affrontò apertamente, puntandogli un dito al petto.- lui è tuo amico! Anche
se non vuoi dirmelo, faresti bene ad aiutarlo!-
-credi che
non ci abbia pensato?!- esclamò Sephiroth, indignato.- avevo già raccomandato
ad Angeal di tenerlo sotto controllo domenica! E ora si scopre che se ne va a
Banora! Banora!-
Tifa
accolse con sorpresa il nervosismo del ragazzo, che in genere era sempre quieto
e impassibile, e si sentì stranamente in colpa.- non volevo...-
Sephiroth
sospirò e le diede le spalle.- sono preoccupato per lui, ma più di questo, cosa
posso fare? Quando si fissa non c’è modo di farlo ragionare... avevo sperato
che almeno Angeal... ma niente.-
-Angeal...
cosa?- fece Tifa, di nuovo innervosita.
“Ma perché
non ci pensa lui? Non è forse il campione dei campioni?”, pensò la ragazza,
perforandolo con lo sguardo.
-speravo
che riuscisse a farlo tornare in sé. Sai, sono amici di infanzia, e Genesis da
sicuramente più retta a lui che a me.-
-non sei
un suo amico?- fece Tifa, scrollando le spalle.- se invece di piangerti addosso
gli mostrassi solo un po’ di comprensione scommetto che darebbe retta anche a
te.-
Sephiroth scosse
il capo.- no. Io e lui... beh, è un po’ più complicato.-
-è tuo
amico.- insistè Tifa, avanzando qualche passo verso il ragazzo e guardandolo
negli occhi.
Lui rimase
in silenzio, lo sguardo basso, i pugni stretti. –meglio che vada. Non dovremmo
perdere tempo così.- fece,dandole le spalle con uno scatto.
-Sephiroth!-
lo richiamò Tifa.- l’ argomento è solo rimandato!-
-se non
avessi preso a pugni Kadaj sarei potuto andare a Banora e seguire Genesis.- le
disse Sephiroth, muovendo una mano.
-e
allora?- chiese Tifa, arrabbiata.- stai dicendo che è colpa mia?! –
Sephiroth
non rispose, si avviò verso la sua classe, continuando a muovere la mano in
segno di saluto.
-ei! Non
ti ho chiesto io di intervenire!-
-Lockheart!
In classe!- disse una voce glaciale alle sue spalle.
-scusi
professor Valentine.- biascicò Tifa, sussultando.
Vincent
intravide Sephiroth che rientrava in classe.
“mm... il
5°D deve avere qualche legame con il segreto di Lucretia... forse indagando un
po’ più a fondo, riuscirò a scoprire qualcosa... non so perché, ma ho
l’impressione che dovrò scavare in un pantano di melma...”
*
[1 messaggio in segreteria]
[Buongiorno, professor Hollander, l’ho
chiamata per informarla che sarò a Banora per domenica. Spero non manchi
all’appuntamento. Ah, cerchi di non portarsi dietro ospiti indesiderati.]
Angolino
dell’autrice
Ciao
a tutti! n_n
Um...
che dire? Questo chappy è veramente corto, ma serviva per collegarmi ai
prossimi... spero non siate rimasti delusi...
Beh,
nel prossimo proverò la AerithxTseng che ho già preannunciato cinque capitoli
fa... U.U ...
...Devo
ammettere che questa ficcy sta diventando sempre di più una rielaborazione di
ff7... *scappa*
lalli_L: U.U devo
ammettere che da quando ho iniziato a scrivere questa ficcy Genesis mi piace
ogni giorno di più. Considerando che nel primo chappy volevo distruggerlo...
(Ei! nd Genesis – stai zitto tu! nd autrice) dicevo... beh, non posso che
ringraziarti! (avevo pensato anche alla AngealxGenesis, ma poi l’ho scartata perché
mi piace l’idea che i due siano amici.)
ChiyoChan8: hai proprio
ragione XD! Ti ringrazio per i complimenti!
TaKari94: ti ringrazio!
Beh, diciamo che Sephiroth è il mio personaggio maschile preferito, Tifa il mio
personaggio femminile preferito... non poteva che uscirne un pairing! Quanto a
ZackxCloud... beh, inutile parlarne XD!
Kairih: non sai quanto
mi abbia fatto piacere ricevere una tua recensione! Ho veramente amato la tua
ficcy“Un dolce sospiro”! Beh, che
dirti? Ti capisco benissimo ^_^!! E grazie ancoraaa!
Eternal_Daydreamer: troppo generosa...
se hai dei consigli, non esitare a darmeli (io adoro i consigli)
Tifa_heart: l’energia Mako
è uno degli aspetti del gioco che ho conservato. In realtà, la mia intenzione
iniziale era di eliminarlo completamente, poi ci ho ripensato...
Sabato
mattina l’uscita della scuola era colma di studenti ansiosi. Finalmente era
finita la settimana!
-domani
gita!- esclamò Zack, felice.- ei, dovremmo trovare qualche gioco da fare in
spiaggia!-
Tifa
mugugnò qualcosa d’indecifrabile e gli lanciò un’occhiataccia.- spero che
piova...-
Il moro
scoppiò a ridere e passò un braccio intorno alle spalle di Cloud.- oh, Tifa. -
Cloud lo
guardò.- oggi sei di ottimo umore, vero?-
-nah, lui
è sempre di ottimo umore.- disse Tifa, sorridendo.- sono proprio contenta che
voi due stiate insieme. Ti ci voleva una persona come Zack.- fece,
all’indirizzo del biondo.
-tranquilla,
mi predo io cura di lui!- rispose Zack, raggiante.
-ei,
guardate che sono qui!- protestò Cloud, dando una leggera gomitata al
compagno.- so badare a me stesso!-
Zack lo
baciò sulla fronte.- ma sì! Lo sappiamo!-
Tifa rise
e si guardò intorno.- avete visto Aerith?-
-veramente
è da un po’ che non la vedo.- ammise il moro - forse aveva un impegno ed è
dovuta scappare...-
-Zack- lo
chiamò la voce di Angeal, appena comparso tra la folla.- vieni qui, ho bisogno
di parlarti.-
Cloud si
scambiò uno sguardo con il compagno, che gli fece cenno di aspettare, per poi
allontanarsi insieme all’amico.
-qualcosa
non va?- chiese Zack, vedendo l’espressione preoccupata che era comparsa sul
volto di Angeal.
-non verrò
domani.- disse l’amico, abbassando lo sguardo a terra.
-cosa?! E
perché?!-
Angeal
sfuggì il suo sguardo, e ciò non tranquillizzò affatto l’amico, che insistè nel
voler una spiegazione.- Si può sapere che ti prende?-
-...-
-Angeal!-
lo richiamò Zack, irritato da quel comportamento.- non ti va che io stia con
Cloud?-
-eh?-
chiese Angeal, alzando subito lo sguardo, confuso.- tu... con chi?-
Zack capì
di aver appena fatto una gaffe pazzesca e arrossì, iniziando a grattarsi la
nuca.- beh... pensavo lo sapessi...-
-insieme...?
Inquel senso?!- domandò Angeal, con
voce incerta.
L’amico
annuì e cercò di sorridere.- io e lui stiamo insieme! ...In quel senso.-
Zack gli
posò una mano sulla spalla e gli lanciò uno sguardo penetrante.- io gli voglio
bene. Non giudicarmi per questo.-
Angeal
sospirò, poi, dopo una lunga pausa, sorrise e rispose: - non è compito mio
giudicare, non sono né un dio, né un giudice.-
-ah!
Grazie Angeal!- strillò Zack, cercando di abbracciarlo.
Stranamente,
Angeal non si ritrasse da Zack; rimase immobile nella sua posizione, mentre
sentiva solo vagamente le esclamazioni di gioia dell’amico.
Quando
Zack lo lasciò, i due si scambiarono uno sguardo e Angeal gli diede le spalle.-
beh, torna dalla tua anima gemella.-
-ei! non
mi hai ancora detto perché non verrai in gita!- gli gridò dietro Zack, ancora
troppo felice per poter comprendere appieno il disagio dell’amico.
Angeal
scosse il capo.- non preoccuparti per me!- esclamò, cercando di dissimulare il
suo turbamento.- sopravvivrò!-
Zack si
posò le mani sui fianchi e inclinò il capo di lato, confuso. “ma che gli
prende?”
All’improvviso,
qualcuno gli coprì gli occhi.- indovina chi sono!-
Il moro
sorrise, e tutti i suoi dubbi svanirono nel nulla, mentre gridava l’unico nome
che avrebbe voluto pronunciare per tutta la vita.- Cloud!-
*
- domani
ci sarai?- chiese Tseng, mentre Aerith faceva l’equilibrista sul ciglio del
marciapiede, fuori dalla scuola.
Lei
sorrise furbamente e socchiuse gli occhi smeraldini.- perché non dovrei
esserci? Forse tu non vuoi che venga?-
Tseng
mosse le mani.- no, non volevo dire questo!-
Aerith
incrociò le braccia dietro la schiena con fare dispettoso.- allora perché me
l’hai chiesto?-
-niente...-
bofonchiò Tseng.- stavo pensando che Tifa e Sephiroth saranno in punizione,
Genesis non verrà... e credo di aver sentito dire lo stesso anche ad Angeal.-
-oh...-
disse Aerith, dispiaciuta.- eppure pensavo che tutti volessero andare a Costa
del Sol...-
Tseng
rise.- hai ragione, ma temo che ultimamente ne stiano succedendo di tutti i
colori...-
-in che
senso?- chiese Aerith, scendendo dal marciapiede, incuriosita dalle parole del
ragazzo.
-non so...
sento che si sta smuovendo qualcosa, sotto la sabbia. In senso metaforico.-
Aerith
abbassò lo sguardo.- sì, ho avuto la stessa impressione...- sussurrò, posandosi
una mano sul cuore.- temo che ci sia qualcosa che non vada... Tifa dice che
Genesis si comporta in modo sempre più strano... e anche Angeal non è da meno.-
Tseng la
fissò, in silenzio. Quella ragazza osservava molto coloro che la circondavano,
pensò. Forse capiva molto più di tanti altri che si ritenevano amici l’un
l’altro.
-ti
preoccupi sempre troppo.- la prese in giro Tseng, sorridendo.- sono solo
impressioni, in fondo.-
Aerith non
sembrò esserne convinta, si limitò ad annuire e a guardarsi alle spalle.- laggiù...-
-cosa
dovrei guardare?-
-c’è
Sephiroth.- disse Aerith, ridacchiando.
-allora?-
-l’unico a
non essere toccato dai problemi è lui!- esclamò Aerith.
Tseng
fissò il ragazzo che si muoveva tra la folla, da solo, cercando di evitare le
sue tante ammiratrici.-strano...- disse il ragazzo.- ... chissà dove sono
Angeal e Genesis...-
Aerith
sorrise.- ma ci pensi? Prima non ci parlavamo mai! E ora siamo sempre insieme!-
esclamò, allegra.
-non mi sembra
che siamo sempre insieme...- obiettò Tseng, dubbioso.
-ei,
abbiamo fatto progressi in una settimana!- esclamò Aerith, in tono falsamente
arrabbiato.
-se lo
dici tu...- fece Tseng, divertito.
-peccato
che non verranno tutti in gita... potevamo organizzare una cena insieme.- disse
Aerith, in tono avvilito.- mi sarebbe piaciuto.-
Tseng
giocherellò con la cartella che portava in mano, poi la guardò.- potremmo
organizzarla dopo la Midgar Cup.-
-dopo
la... hai ragione!- esclamò Aerith, battendo un pugno sul palmo della mano.- è
veramente una splendida idea! Dopo la Midgar Cup!-
-si
presuppone che abbiano tutti risolto i propri problemi...- ipotizzò Tseng,
sovrappensiero.- o almeno spero.-
-vorrei
poterli aiutare in qualche modo...- mormorò Aerith.-ma non saprei da dove cominciare.-
-lascia
perdere.- le disse Tseng.- è una causa persa in partenza...-
-non è
vero.- lo smentì Aerith, accigliata.- io voglio aiutare i miei amici. Anzi, io
voglio aiutare le persone!-
Tseng le
rivolse un sorriso.- allora avrai già deciso il tuo mestiere...!-
-ovvio!-
esclamò Aerith, in tono di sfida.- voglio fare l’infermiera! ...Che hai tanto
da ridere?!-
-sarai una
bellissima infermiera.- ridacchiò Tseng.
Aerith
arrossì e abbassò lo sguardo.- che stupido...-
-ei, era
un complimento!- si affrettò a spiegare Tseng, mentre gli occhi verdi della
ragazza si posavano su di lui.
Per un
attimo calò il silenzio, poi Aerith scappò via ridendo, sicura che lui
l’avrebbe seguita.
*
-allora,
il viaggio e il soggiornoho potuti
pagarli solo grazie alla vendita dei fiori giù negli Slums...- disse Zack,
alzando gli occhi al cielo, pensieroso.- e poi ci sarebbe ancora la questione
di Angeal da risolvere...-
-questione
di Angeal?- fece eco Cloud, curioso, mentre apriva la porta di casa sua girando,
un paio di volte la chiave nella serratura.- gli è successo qualcosa?-
Zack
scrollò il capo e seguì Cloud in casa.- vallo a capire...-
-ho visto
che vi siete parlati...- disse Cloud, arrossendo.
Il moro si
sorprese e lo guardò con una punta di malizia.- non sarai geloso?!-
-io?! Geloso?!?-
esclamò Cloud, colto in fallo.- ma che dici...?-
-ah ah ah!
Il mio piccolo Cloud è geloso!- rise Zack, scompigliandogli i capelli,
gioviale.
Cloud si
ritrasse e gli lanciò un’occhiata obliqua.- ho visto che l’hai abbracciato...-
Zack si
addolcì e provvide a scuotere il capo, sebbene non riuscisse a togliersi quel
sorrisetto compiaciuto dalle labbra.- no, no. Ero solo felice perché ho il suo
lasciapassare... per stare con te.-
-non è
mica tuo padre.- commentò Cloud, leggermente infastidito.- che lasciapassare?-
-Angeal è
un caro amico per me, oltre che il mio mentore.- spiegò Zack, cercando di far
capire al biondo quanta importanza avesse per lui quell’argomento.- mi sarebbe
dispiaciuto mentirgli su noi due... o magari averlo contro per lo stesso motivo.-
Cloud era
incerto.- stai avendo ripensamenti?- gli chiese.
Zack
scosse subito il capo.- affatto! Penso che questa sia la scelta più buona che
abbia mai fatto nella mia vita! Non potrei mai pentirmene! Combatterei contro
il mondo intero per te, Cloud!- e così dicendo allargò le braccia.
-davvero?-
domandò Cloud, commosso.
-te l’ho
detto. Non devi avere dubbi su noi due. Abbi dubbi su ciò che vuoi, ma non su
noi due.- sorrise il moro, posandogli una mano sulla spalla.
Gli occhi
azzurri di Cloud si spostarono dagli occhi alle labbra di Zack, desiderosi.-
capisco.- disse, in tono strascicato.
Zack intuì
i suoi pensieri e non potè fare ameno
di sorridere, quindi si allontanò dal biondo e si stravaccò sul divano,
facendogli segno di venire accanto a lui.
-mi stavi
parlando della questione di Angeal.- gli rammentò Cloud, mentre si accoccolava
tra le braccia del compagno, che si allacciarono alla sua vita.
Il mento
di Zack si posò sulla spalla di Cloud e lì il moro rimase a riflettere,
tranquillizzato dal contatto con il ragazzo ma agitato dal ricordo dello
sguardo che aveva avuto Angeal, al momento di parlargli.
-non so
cos’abbia, ma sicuramente è qualcosa di grave.- rispose Zack, dopo una lunga
pausa.
Cloud, che
stava contando i battiti del cuore di Zack, quando lo sentì parlare di nuovo,
si riscosse di colpo.- eh?-
Un leggero
sorriso si delineò sulle labbra del moro, che con pazienza ripetè:- Angeal è
sempre molto calmo, ma oggi sembrava piuttosto preoccupato. Mi chiedo se non
gli sia successo qualcosa di veramente grave.-
-non
credo, altrimenti te l’avrebbe detto.- rispose subito Cloud, alzando una mano e
accarezzando la guancia di Zack.- hai appena detto quanto sia importante la
vostra amicizia...-
Zack ci
pensò su, poi decise che in fondo Cloud aveva ragione, e cercò di chiudere la
discussione.- non hai tutti i torti.- mormorò.
“Vorrei
anche poterci credere.”, pensava, intanto, “e se Genesis c’entrasse qualcosa...?”
-a
proposito, ho preso il letto in camera tua.- lo informò Cloud.
-hai fatto
bene.- gli rispose Zack, mentre un’idea folle gli attraversava il cervello.-
così potremo stare da soli e senza disturbatori.-
-Domenica
pomeriggio saremo in spiaggia tutta la giornata.- iniziò a programmare Cloud.- peccato
che Tifa, Sephiroth e Genesis non verranno.-
-neanche
Angeal.- lo corresse Zack, seccamente.
“Eppure un
po’ di sole gli avrebbe fatto bene!”, si disse, ridacchiando.
-uh?
Neanche Angeal? Ma che gli prende a tutti quanti?-
Zack rise
amaramente.- non lo so proprio...-
-vabbè...
comunque, la sera saremo tutti alla mensa dell’albergo per la cena. –
-ottimo,
ottimo.- commentò Zack.
Cloud
voltò la testa verso di lui.- poi a nanna.-
-eh eh...-
-Zack!- lo
rimbrottò Cloud, arrossendo.- non pensare...-
-io non
penso niente.- mentì Zack, mentre quella folle idea di prima si faceva sempre
più chiara e definita nella sua testa.- cerco di non pensare...-
Cloud gli
mollò una gomitata.- smettila.- e dopo scoppiarono a ridere tutti entrambi.
-comunque.-
continuò Cloud, cercando di nascondere al meglio la sua eccitazione.- lunedì
mattina ripartiremo. Saremo a Midgar per pranzo.-
-chissà se
troveremo i cadaveri di Sephiroth e Tifa, al ritorno.- scherzò Zack, con
ironia.
-ma che
dici, Zack?!- lo apostrofò Cloud, inorridendo.
-quei due
non si possono vedere: chiudili in una biblioteca e sarà come aver legato
insieme un gatto e un topo...-
-spero che
Tifa non sia il topo.- disse, Cloud con aria lugubre.
-certamente
Sephiroth non è un gatto.- rifletté Zack.- ma non è neanche il topo.-
-che
metafora stupida.- rise Cloud, divertito.
Zack era
felice. Amava sentire le rare risate di Cloud scoppiare nell’aria grazie a lui,
e soprattutto adorava i suoi occhi azzurri illuminarsi e brillare, quando
rideva, mai troppo apertamente, con una certa compostezza data dal suo
carattere riservato; e quelle confidenze che il biondo usava fare solo a lui, per
Zack erano come un tesoro prezioso da custodire nel cuore, meglio di qualunque
altro dono.
-è la
realtà.- si giustificò Zack.
Cloud si
alzò, sciogliendo la presa del moro. - chi arriva in cucina per ultimo domani paga
da bere!-
-cosa...?
Ei! Così non vale! Uh? Aspetta Cloud, il telefono!-
*
Silenzio.
Un uomo
dalla lunga coda di cavallo aveva appena voltato le spalle a Vincent e aveva
piegato il capo in avanti. –ovviamente...- esordì, in tono lezioso.- è stata
una libera scelta.-
-quanto
libera?- chiese subito Vincent, insistendo sull’argomento.
Hojo si
voltò di nuovo, stavolta non sembrava più sorpreso delle domande dell’uomo,
piuttosto si era rassegnato.- ci terrei a ricordarti che siamo due scienziati.-
-non ne
dubito.- disse Vincent, in tono piatto.
-e dunque
lei sarebbe “l’altro”?- chiese Hojo, curioso e divertito.- devo ammettere che
dovevo aspettarmelo.-
-non cambi
argomento, professor Hojo, risponda alle mie domande.-
Hojo
sogghignò.- e perché non va a porle direttamente a lei?-
-so che
non mi risponderà.- fece Vincent, sbirciando le tante scartoffie presenti sulla
scrivania del vicepreside.- ma io so del ritrovamento di quel corpo alieno, che
chiamate Jenova.-
Anche se
si stava dimostrando impassibile, quasi auto-ironico, le labbra dello
scienziato ebbero un leggero fremito, e dagli occhietti penetranti che
sostavano su Vincent, solo uno sciocco non poteva coglierne il risentimento.
-è stato
lei?- chiese Hojo, fremente di rabbia repressa.- è stato lei a rubare gli
appunti a Nibheleim?!-
-ho
trovato tante altre cose interessanti, per così dire.- persistette Vincent,
scuotendo leggermente il capo.- cos’avete fatto laggiù, oltre a scoprire quella
fonte di energia?-
Hojo si
trattenne e cercò di riacquistare la solita, fredda, compostezza.- nulla che
non sia per il bene dell’umanità.-
Vincent
non si trattenne dal lanciargli uno sguardo schifato.- è tutto ciò che ha da
dire?-
Lo
scienziato sorrise.- non vedo cos’altro ci sia.-
-mostri...
non so bene neanche io cosa siano... o cos’altro ci sia in quel posto.-
-è un
reattore. È il progresso.- lo reguardì Hojo.- l’abbiamo costruito con i fondi
fornitici da Shinra.-
Vincent fu
sorpreso dalla velocità e dalla precisione della risposta, tuttavia non si fece
molti problemi, inebriato com’era dalla vicinanza alla verità.- allora c’è
anche Shinra dietro tutto questo?-
Hojo
annuì, e un ghigno gli si disegnò sulle labbra crudeli.- e ovviamente, anche
Hollander. Hai letto gli appunti del professor Gast, immagino.-
-cos’avrei
dovuto fare? Era l’unico modo per sapere.- rispose Vincent, pacato.- e ora mi
spieghi questa faccenda...-
-saprai
che Sephiroth non è una persona normale, allora.- disse Hojo, stranamente
docile.
-sì.-
-e che è
nato da Lucrecia, mia moglie.- e si curò di sottolineare l’aggettivo “mia” con
molta cura.
Di nuovo,
Vincent fece un segno affermativo.
-le
cellule di Jenova che ha in corpo gli permettono di fare cose fuori dal comune!
Dopo tanta fatica, ecco il guerriero perfetto!- esclamò Hojo, delirante.
-a cosa
serve un guerriero perfetto?- domandò Vincent, incerto.
-secondo
te, a cosa serve finanziare la ricerca di un’energia alternativa? A salvare il
mondo dall’inquinamento?- e scoppiò a ridere.
-cosa
state cercando di fare tu e Shinra, insieme ad Hollander?!- gridò Vincent,
spazientito e confuso.
Hojo
s’irrigidì.- no, non nominare quel traditore.-
-chi?
Hollander?-
-dopo la
costruzione del reattore, ha rubato alcune provette contenenti cellule di
Jenova.- disse lo scienziato, abbagliato dalla rabbia.- ed è scappato! Che
sorpresa rivederlo a quella conferenza! E Shinra non lo ripudia dal progetto.
Anzi! Ma è soltanto una svista. Perché Sephiroth è l’esperimento che cambierà
il modo di fare la guerra. T’immagini? Un esercito composto da uomini capaci di
disarmare un intero continente in tempi decimati!-
-e Shinra
ha... no... Shinra è d’accordo con voi!-
-una
scuola e un capitale non bastano per chi comprende l’essenza del potere.- disse
Hojo, aggirando la scrivania e aprendo un cassetto.- per chi davvero vuole
dominare, l’unica soluzione è disfarsi degli ostacoli, come la debolezza.-
-di cosa
stai parlando?!- esclamò Vincent, sconvolto.- di che debolezza?!-
-armi e
uomini possono essere una sola cosa.- disse Hojo, felice.- l’impero di Shinra
si estenderà rapido per ogni luogo, e parallelo ad esso, il progresso scientifico!
Che si prenda pure ciò che vuole! Lui deve tutto... a me!-
Vincent
indietreggiò alla vista della pistola che era appena stata puntata verso di
lui.- sei pazzo!-
Hojo fece
un gesto sprezzante.- ma credi davvero che ti avrei lasciato andare con tutte
queste informazioni in mano?!-
Ed ecco
spiegata la docilità dello scienziato nel rivelare vitali informazioni.
Non fece
in tempo a gridare, o a scappare, Vincent, che il proiettile lo fulminò,
dritto, preciso, lasciandogli appena il tempo di pensare a quella famosa
visione della vita passata rivissuta al momento della morte. Gli diede appena
il tempo di comprendere la leggerezza che aveva commesso, schernita dallo
scoppio di risate, ancor più forti del boato della pistola, che esplosero
nell’ufficio dell’assassino.
Poco tempo
anche per sentire le grida familiari Lucrecia...
Poco tempo
per pensare che c’erano ancora misteri da svelare. Ma in fondo, il volere di
Hojo era proprio quello di non farli venire alla luce, almeno finchè non fosse
giunto il momento giusto.
Ma quando
sarebbe stato il momento giusto...?
-che hai
fatto?!- gridò Lucrecia, portandosi le mani alle labbra, scioccata dalla vista
del corpo esanime di Vincent, giacente bocconi sul pavimento, in una pozza di
sangue.
Hojo
continuava a ridere convulsamente, divertito dalla fine del rivale e dalla
reazione della moglie.
-Vincent!-
-ha
scoperto tutto.- rideva ancora Hojo, dopo qualche minuto trascorso dalla
tragedia.
-no! Io
non posso più continuare così!- urlò Lucrecia.
Hojo capì
al volo le sue intenzioni e, smesso di ridere, l’afferrò per le spalle.- sai
che verrai trascinata anche tu nel baratro, dottoressa Crescent!-
Lucrecia
si divincolò.- lasciami!-
Lo
scienziato ubbidì alla sprovvista, e lei per poco non cadde, a causa del suo
dimenarsi ferocemente.
Lucrecia
lo fissò, pallida in volto e tremante, a malapena riusciva a reggersi sulle
ginocchia fattesi molli.-oddio... in che sciagura...- biascicò.
Hojo
sorrise atrocemente.- dovrò trovare quel bifolco di Hollander al più presto.-
commentò, ignorando la moglie.- le cose stanno prendendo una piega
inaspettata... oltre alle cellule di Jenova sono stati rubati anche gli appunti
sull’esperimento di Sephiroth... se quello scienziato di quart’ordine dovesse
avanzare ancora con quel suo “progetto G”, saranno guai grossi...- pensava ad
alta voce, le mani dietro la schiena ancora impugnavano la pistola.- se non
tengo nell’ombra questa storia fino alla legalizzazione del Mako, i miei piani
andranno in fumo... e anche quelli di Shinra. A proposito, dovrò informarlo
immediatamente, penserà lui ad infangare la storia dell’omicidio... non gli
sarà difficile.- e detto ciò, ancora parlottando, se ne tornò ai suoi piani,
come se non fosse successo nulla.
*
Le luci della casa di Sephiroth, nonostante
fosse notte inoltrata, erano ancora accese, segno evidente che dentro il
ragazzo era ancora sveglio. Due ombre indistinte si spostavano nel salotto di
casa.
-sono le
due...- stava commentando Sephiroth, poggiato ad una parete, in disparte,
mentre Angeal si sedeva sul divano e rimaneva a fissare lo schermo del
televisore.- perché non sei a casa a dormire? Domani dovrete partire presto.-
-non vado
a Costa del Sol.- fu la rapida risposta del moro, che, preso il telecomando in
mano, prese a rigirarlo tra le dita con occhi spenti.- vado a Banora.-
-Banora?-
ripetè Sephiroth, staccandosi dalla parete.- Angeal... non avrai intenzione di
seguire Genesis, vero?-
Il moro
trasse un profondo respiro e si voltò verso l’amico, tirando il telecomando
lontano da sé.- cosa dovrei fare?-
-non so.-
bisbigliò Sephiroth, abbassando gli occhi.
-appunto.-
disse piano Angeal, per poi avvicinarsi all’amico.- lui andrà laggiù, potrebbe
avere bisogno di qualcuno che lo costringa a ragionare...-
-e se
fossi tu a perderti?- chiese Sephiroth, lanciando ad Angeal uno sguardo
penetrante.
Il moro
sorrise flebilmente e mosse appena il capo.- il mio onore e la mia razionalità
possono sopportare qualche pazzia.-
Sephiroth
fece uno sbuffo.- che domande sciocche, faccio...- ironizzò, a bassa voce.
-tuttavia,
ho bisogno che tu mi faccia un favore.- disse Angeal, in tono solenne.
-quale
favore?- chiese Sephiroth, interessato ma deciso a non darlo a vedere.
-ho
bisogno che tu ti occupi di Zack.-
-occuparmi...?
Io non sono un baby-sitter!-
Angeal gli
diede le spalle per non mostrargli quanto in realtà fosse turbato.- ho solo
bisogno che lo alleni per l’avvento della Midgar Cup...-
-perché ci
tieni così tanto?-
-perché...
perché ha bisogno di essere preparato.- rispose Angeal, di getto, quasi con
rabbia.
-per
cosa?- domandò Sephiroth.
Angeal
abbassò il capo e si avviò verso la porta, in silenzio, mentre Sephiroth gli
gridava dietro:- per cosa, Angeal?!?-
Il ragazzo
dai capelli argentati tacque, mentre la porta d’ingresso veniva sbattuta con
violenza dal moro, poi si lasciò cadere sul divano, e avvicinata una mano alla
fronte, sospirò pesantemente.
“Vorrei
andare anche io a Banora... ma perché ho come l’impressione che ciò che sta
succedendo tra Angeal e Genesis non mi riguarda?”, pensò, con amarezza, “e poi,
come se non bastasse sono in punizione... bah... Mi chiedo se lei sarà felice
di stare con me... ma cosa vado a pensare? Ovviamente non lo sarà... mi odia.
Eppure vorrei che non fosse così... come fare per capovolgere la situazione? Io
non so niente di queste cose. Niente.”
Lanciò uno
sguardo al fiore, che ancora immerso nell’acqua del bicchiere, stava lentamente
sfiorendo. “Dovrò fare qualcosa per quell’affare... forse la ragazza dei fiori
saprebbe curarlo meglio di me.”, rifletté, mentre sentiva le palpebre farsi
pesanti e i pensieri diventare sfuggevoli.“Domanimattina devo ricordarmi
di chiederle come si cura un fiore... no... lo farò lunedì, anzi, martedì
mattina... nah... per allora sarà già secco... dovrò chiederlo a qualcuno
altro... potrei chiederlo a lei... a...Tifa...”
Angolino
dell’autrice!
Salveeeee!
Ho finito il settimo chappy!!! Ah, come soddisfatta di Cloud e Zack! Sono
così... così... teneriiii (ok, basta)
Commenti:
va bene, il povero Vincy, che non si fa mai gli affari suoi (soprattutto in
questa ficcy) è finito male! (non uccidetemi, prendetevela con Hojo, io non
c’entro nulla... [ma l’autrice sei tu! – nd tutti - dettagli, dettagli- nd
autrice]).
Beh,
il prossimo capitolo avremo le risposte a tutte le domande precedenti, di cui
abbiamo avuto un assaggio in questo... avremo Angeal, Genesis e Hollander a
Banora, Sephiroth e Tifa nella biblioteca e Zack, Cloud, Aerith e gli altri a
Costa Del Sol! E non solo...
E
inoltre, prima di rispondere alle recensioni, ringrazio tutti coloro che
seguono la storia, che l’hanno aggiunta ai preferiti e a quelli che hanno
recensito! È veramente un onore per me!
Grazie
e alla prossima! n_n
yukino_lang08: n_n ti
ringrazio! Sono davvero contenta che ti piaccia! Lo ammetto, mi sono divertita
un sacco a farli litigare U.U... eh eh ^_^
Kairih: siamo
d’accordo su tutto! (abbasso i compiti! Viva Cloud e Zack!). Pare che Vincent
abbia scavato più a fondo di quanto pensasse, poverino... Non so te, ma io Hojo
proprio non lo sopporto... ha vinto la battagli ma non la guerra! Quanto a
Cloud e Zack (uh uh siamo sempre lì!) li adoro! XD
lalli_l: è vero,
qualcuno salvi Genesis! Mi fa troppa pena, poveraccio... *sniff* (il mio animo
sensibile sta prevalendo su quello omicida sempre di più! [non ci fare caso,
sono pazza])
TaKari94: penso che mi
ci vorranno due capitoli per la domenica, in quanto sarà piuttosto piena...
anche io non vedevo l’ora di arrivare alla scena della biblioteca! Sarà un vero
piacere scriverla!
Quanto
a Genesis... hai ragione... (ma vuoi metterti d’accordo con te stessa?!- nd
Genesis; sparisci!- nd autrice); ti ringrazio per i complimenti!
Tifa_heart: eh, già. E
saranno guai belli grossi. Beh, bisogna ammettere che Genesis ha la calamita
per i guai...
ChiyoChan8: ah ah! Ti accompagno,
ho sempre desiderato andare a Banora! È davvero un bel posto! Povero
Sephiroth... l’ho fatto davvero esaurire in questa fan fic! XD
Eternal_Daydreamer: il riposo è
importantissimo (lo dice un’esperta, se potessi, dormirei 25 ore su 24) XD!
Infatti, ormai devo ammettere che per quanto abbia districato gli eventi, li
abbia rimessi insieme come mi è parso e piaciuto e abbia cambiato un bel po’ di
cosette... è ufficiale. Il problema è che togliendo tutti gli elementi
fantasy la storia si riduceva alla solita lagna... (ovviamente è una mia
opinione) così, ho fatto un mix tra realtà e fantasia. Quanto al precedente
capitolo, era ciò che io chiamo “di passaggio”, infatti, mi serviva per
collegarmi a questo e ai prossimi (frutto della mia mente bacata)... le
risposte sono confuse, ma ci penserà Genesis a chiarircele, il prossimo
capitolo. Ormai siamo ad un passo dalla
verità, come si suol dire...
-Mi spiace
per voi, ragazzi.- disse Reeve, aprendo la porta della biblioteca, una stanza
labirintica a causa dei numerosi scaffali.
Tifa
sospirò pesantemente e voltò la testa verso Sephiroth, che, a capo chino,
sembrava intento ad ammirare il pavimento sotto i suoi piedi. Quando si accorse
di essere guardato, sobbalzò e fece una strana smorfia.
-il
professor Hojo avrebbe voluto essere a controllarvi, ma ha avuto una chiamata
urgente dal preside... sapete, dopo quella disgrazia...-
-che
disgrazia?- chiese Tifa, curiosa.
Reeve la
guardò ed esibì un mezzo sorriso.- il decesso del professor Valentine...-
-è
morto?!- fece Sephiroth, stupito.
-omicidio.
Il colpevole sembra essere svanito nel nulla...- spiegò Reeve, scuotendo il
capo, come a voler esaltare il suo disappunto.- non si sa proprio nulla di ciò
che è successo... a parte che gli hanno sparato un colpo in piena fronte...
Rufus ha trovato il cadavere in palestra.-
Tifa
rabbrividì. “uh... un omicida nella nostra scuola? Voglio scappare!!!”
Sephiroth,
che era immerso nei suoi pensieri, riuscì a intravedere l’espressione
terrorizzata comparsa sul volto di Tifa e diede una scrollata di spalle.- cosa
dobbiamo fare?-
-allora,
Lockheart, giusto?- domandò all’indirizzo di Tifa, che annuì.- tu dovrai
sistemare quella pila di libri laggiù- e indicò una colonna di libri rilegati
con cura – negli appositi scaffali. Tu, Sephiroth, devi fare l’inventario di
quello scaffale. Scrivi i nomi dei libri in questa lista. Bene, direi che per
ora è tutto. Quando avrete finito, venite da me, vi troverò qualcos’altro da
fare.-
Reeve
esibì un sorriso di circostanza e uscì dalla biblioteca augurandogli un buon
lavoro.
Tifa gli
fece il verso, indispettita.- Quando avete finito venite da me, vi troverò
qualcos’altro da fare...- lo scimmiottò.
-Tifa...-
la rimproverò Sephiroth, con un certo disappunto.- ci terranno qui anche
domenica prossima, se continui così.-
Lei fece
un gesto sprezzante con la mano e si avvicinò alla pila di libri assegnatale,
rimboccandosi le mani.- vediamo... sarà meglio cominciare...-
Dietro di
lei, Sephiroth si lasciò sfuggire un sorriso e, presa carta e penna, si avviò
allo scaffale che doveva catalogare; rimase a fissare i volumi con occhi vacui,
poi, accortosi con la coda nell’occhio che Tifa stava riponendo un libro sullo
stesso scaffale, le disse, sarcastico:- paura?-
La ragazza
sobbalzò, colta alla sprovvista.- io? Paura? Mai!- esclamò, forse un po’ troppo
in fretta.
-ovviamente.-
rispose Sephiroth, in tono sardonico.
-ah...
perché tu no?- chiese lei, seccata.
-no.- fu
la concisa risposta.
Tifa
ripose il libro tra gli altri e corse a prenderne altri tre.- però è un po’
inquietante... non conoscevo il professore da molto tempo... senza contare che
mi ha fatto fare quella fastidiosa intervista...-
-ah,
già...- rammentò Sephiroth, scribacchiando qualche appunto sul foglio che aveva
in mano.
-non era
una cattiva persona.- concluse Tifa, realmente dispiaciuta.- e non vedo perché
qualcuno dovesse prendersela con lui.-
Sephiroth
stava per prendere un libro in mano per leggerne il titolo, quando bloccò la
mano a mezz’aria e s’irrigidì. La sua mente aveva iniziato a fare strani
collegamenti con il singolare comportamento di Genesis, il turbamento di
Angeal, la morte di Vincent e qualcosa che fin d’ora aveva considerato un
particolare trascurabile... ricordò la conversazione che avevano avuto
lunedì...
- soprattutto perché ho visto come ti
guarda, Sephiroth...-
-ei, non dovreste criticare il preside
se ha certe tendenze...- ammiccò Genesis, sorridendo.
-a proposito di tendenze...- proruppe
Tseng, assumendo l’aria di chi deve sfoggiare un pettegolezzo fresco di
giornata.- non avete saputo la novità?-
-che novità?-
-sembra che la moglie del professor
Hojo abbia una relazione con uno dei professori di questa scuola.- confidò
Tseng.
Genesis si fece interessato:- come,
come? Con chi?-
Angeal sospirò, Sephiroth sbuffò.-
sembrate delle vecchiette pettegole.-
La mano di
Sephiroth si abbassò e scivolò lungo il fianco.
-ei...- lo
chiamò Tifa, preoccupata.- Sephiroth! Che ti prende?!-
Lui si
riscosse subito.- niente, niente...- la rassicurò, tornando alla sua lista.
Per un
po’, Tifa rimase a fissare le sue labbra che si muovevano appena, citando i
titoli dei libri che stava trascrivendo, poi parlò:- sei sicuro di stare bene?-
-perché
oggi ti preoccupi così tanto per me?- chiese il platinato, che intanto
seguitava a scrivere e a guardare i titoli dei libri con aria falsamente
concentrata su di essi.
Tifa si
rimangiò tutte le sue parole.- scusa, non dovevo.-
“e ti
pareva...”, pensò, a disagio, “... ma perché non me ne sto zitta?!”
-se anche
ci fosse un assassino, non se la prenderà con te- disse Sephiroth, inaspettatamente.
Lei
sobbalzò.- come?-
-dovrà
passare sul mio cadavere.- borbottò Sephiroth.
“cosa,
cosa, cosa?!? Ho sentito bene?!”
-che hai
detto?- chiese Tifa, mentre il suo cuore iniziava a battere velocemente.
Sephiroth
si morse il labbro e le diede le spalle.- no, nulla... ho detto... um... è
veramente brutta la storia del cadavere...-
-mm...
certo... davvero brutta.- farfugliò Tifa, confusa.- sì... beh... no! Aspetta!
Tu sai qualcosa, vero Sephiroth?!- domandò, ritrovando la grinta e correndogli
davanti.
Lui voltò
la testa.- niente che non siano solo mie supposizioni.-
Tifa si
avvicinò le dita alle tempie.- ma perché bisogna sempre interpretarti?!-
-uh?-
-non fare
quella faccia! Perché devo sempre tirarti fuori le cose con le tenaglie?!-
esclamò Tifa, arrabbiata.- perché devo sempre capire i tuoi pensieri?!
Perché?!-
Sephiroth
era sorpreso dal rossore che aveva velato il volto della ragazza e irritato dal
tono che stava usando.- che vuoi che faccia?! Ti ricordo che noi due non siamo
amici!-
-ma se
sono stata più tempo con te che con i miei veri
amici!- ribattè Tifa, tagliente.- e non vuoi ammettere che tra noi due ci sia
qualcos...-
Tra i due
calò il silenzio; Tifa era rimasta con le labbra leggermente aperte, incapace
di finire la frase, Sephiroth aveva sgranato gli occhi e stretto i pugni,
sbigottito.
La ragazza
si allontanò, in silenzio e prese in mano un altro paio di libri.- Loveless...-
mormorò, guardando il titolo di uno di essi.
Sephiroth
non si muoveva, mentre ascoltava i passi di lei che risuonavano per la
biblioteca, mentre lo stropiccio delle pagine libri che lei apriva, amplificato
dal silenzio, raggiungeva a malapena le sue orecchie.
La seguì
con lo sguardo.
-credo che
questo vada nel tuo scaffale.- disse Tifa, allungandogli il volume di Loveless.
Sephiroth
evitò il suo sguardo.- puoi mettercelo tu.- disse, in un mormorio.
Le
lancette dell’orologio della biblioteca scandivano i secondi in cui Tifa
metteva il libro sullo scaffale, il lieve fruscio della penna di Sephiroth sul
foglio, i respiri dei due ragazzi.
Le mani di
Tifa si mossero sulla copertina di un libro e lo riposero sull’ennesimo
scaffale.
Dal
cortile non proveniva alcun rumore, il corridoio era vuoto dei suoi schiamazzi
e la biblioteca era vuota di ogni rumore. La domenica a scuola: un delirio di
taciturnità
Passarono
diversi minuti, poi Sephiroth si avviò verso la porta.- devo assentarmi un
attimo.- disse, rivolto a Tifa, che si voltò immediatamente verso di lui.
-a...
aspetta!- esclamò, ansiosamente.
Sephiroth,
messa la mano sulla maniglia, si bloccò.
-um...-
biascicò Tifa.- io... vengo con te.-
Il ragazzo
si voltò, inarcando le sopracciglia.- non dirai sul serio?-
Tifa
gonfiò le guance e arrossì.- uh...-
-senti...-
esordì Sephiroth, incrociando le braccia sul petto.- non penso che tu abbia
chiaro il concetto di “servizi pubblici”.-
Il viso
della ragazza divenne paonazzo e i suoi occhi si spostarono direttamente sulle
proprie scarpe; aveva capito cosa volesse dire Sephiroth, e iniziò a
balbettare:- no, io... no... non intendevo... pensavo che...-
Le labbra
di Sephiroth s’inclinarono in un sorriso.- aspetta qui. Tornerò a breve.-
disse, quindi uscì.
Tifa
chiuse gli occhi, quando chiuse la porta. Sentiva il cuore battere forte, lo
stomaco stretto da una morsa terribile e le mani tremare.
“c’è un
assassino...” pensò, impaurita. “con una pistola... e cattive intenzioni... se
ha ucciso il professore perché dovrebbe arrestarsi davanti a me...?”, immagini
tremende le passarono davanti agli occhi.
“ha una
pistola.”, pensava, inorridendo.
Derise la
sua stessa angoscia. “Tifa, sei una combattente! Dovresti vergognarti, farti
vedere così piagnucolosa e tremante! Pensa a cosa direbbe lui...?”
Sbarrò gli
occhi, “Ma cosa m’importa del suo giudizio? Lo ritengo così importante? E se
gli facesse del male? Lui è forte, ma quello
ha una pistola!”
Iniziò a
mordicchiarsi un’unghia, nervosamente. Ogni ticchettio le sembrava che fossero
passi minacciosi, ogni respiro veniva interrotto al minimo rumore, ogni senso
era teso al massimo. Se chiudeva gli occhi, vedeva pericoli orribili, se li apriva,
temeva che quei pericoli divenissero realtà.
“Ma
perché?”, si chiese, “Ti prego, fai in fretta...”
Individuò
la lista dei libri che stava compilando Sephiroth. Sfiorò il foglio con le
dita, senza riuscire a trattenere un sorriso.
*
Sephiroth
si nascose dietro l’angolo di un corridoio e, accertatosi che non ci fosse
nessun altro oltre a lui, si avvicinò alla porta dell’ufficio di Hojo e posò
una mano sulla maniglia.
“Dannazione,
è chiusa!”, pensò, “come faccio a... ?Ei! Qui dentro c’è qualcuno!”
Spiò nel
buco della serratura. Una donna dai lunghi capelli castani stava frugando nei
cassetti della scrivania; sembrava allarmata, e il suo viso era pallido e
sconvolto.
“Quella
donna l’ho già vista... era in palestra, qualche giorno fa. Sono sicuro che
fosse lei...” dovette ritrarsi in fretta perché lei stava uscendo, così si
nascose in fretta dietro ad una fila di armadietti e aspettò che se ne andasse,
sperando di non essere visto.
Quando il
rumore dei tacchi della donna fu a distanza di sicurezza, Sephiroth si
riavvicinò alla porta, lasciata aperta, e la sospinse.
L’ufficio
di Hojo era molto grande, la luce che filtrava dalla finestra a bifora, non
bastava a illuminarlo completamente, la scrivania era in penombra e vi erano
sopra dei fogli sparpagliati; Sephiroth notò un armadietto alla sua sinistra,
nell’angolo più remoto dell’ufficio.
“Quella
doveva essere la moglie di Hojo... Chissà perché andava così di fretta. Beh,
fortuna per me, almeno sono potuto entrare.”
Prese i
fogli sulla scrivania per leggerli, ma non c’era niente d’interessante; solo
comunicazioni scolastiche, o inviti da parte di personaggi di spicco, molti dal
preside.
“Sembrano
molto legati.”, pensò Sephiroth, notando quante lettere Shinra avesse spedito
allo scienziato.
Posò i fogli,
dove li aveva trovati e passò al setaccio dei cassetti. “Se quella donna non ha
trovato niente, non scoprirò nulla neanche io, ma vale la pena tentare...”
Anche qui,
solo copie di documenti o circolari scolastiche, compiti in classe (a
proposito, chissà dov’era quel vecchio compito di scienze andato male...),
scartoffie riguardanti il giornalino scolastico e anche una molta per
parcheggio in divieto di sosta!
-ma pensa...-
sussurrò Sephiroth, scansando il foglio di contravvenzione con una mano.-
uff... fine.-
Il secondo
cassetto era ancora più vuoto del primo. Penne, graffette, una riga, squadre,
un libro di scienze, uno di chimica applicata... niente di niente.
Si alzò da
dietro la scrivania, chiuse i cassetti e si guardò in giro.
“Resta
l’armadio.”, si avvicinò alle ante di legno, ma esse erano sprangate. Si mise
le mani sui fianchi. “mm...”
Una mano
gli picchiettò sulla spalla.- questa potrebbe esserti utile?-
Sephiroth prese
la forcina nera che la mano gli porgeva, senza pensarci due volte.- è proprio
ciò che fa al caso mio!- esclamò, iniziando ad armeggiare sulla serratura con
la molletta. -Devo ringraziare Genesis e le sue lezioni di scasso se... ei...-
Si voltò.
Gli occhi
di Tifa sembravano brillare di una curiosità irrefrenabile.- colto in
flagrante!-
Sephiroth
fece cadere la molletta a terra, mentre le ante dell’armadio si aprivano da
sole, cigolando.- Tifa...? Che... che ci fai qui?- balbettò.
Le labbra
di Tifa erano sorridenti, quasi trionfanti.- ero venuta cercarti. Sai, dovresti
chiudere la porta, quando commetti un’effrazione.-
-non ho
commesso effrazioni.-
L’armadio
cigolante sembrò dissentire.
-ok, sono
entrato. Ma la porta era aperta!- la informò lui, con l’aria di chi la sa
lunga.
-beh, mi
pare un ragionamento logico.- concluse Tifa, ironica.- benone. Si può sapere
che ci fai in quest’ufficio? Questa cosa sembra l’inizio di un film horror,
Sephiroth...-
-non
esagerare.- le disse Sephiroth rivolgendosi all’armadio.- vediamo cosa c’è qui
dentro...-
Tifa s’intrufolò
sotto le sue braccia e iniziò a ispezionare i ripiani più bassi,
inginocchiandosi a terra.
-... ah!-
-che
succede?- si affrettò a chiedere Sephiroth, abbassando lo sguardo su di lei.
-un ragno
imbalsamato... che schifo, prendilo tu!-
-ei!-
protestò Sephiroth, schivando il piccolo insetto nero, che cadde a terra vicino
l’armadio.- non toccare niente!-
Tifa
ignorò completamente Sephiroth e continuò la sua esplorazione.- oh oh... ma
guarda guarda... non pensavo che il prof leggesse certe riviste...-
-smettila.-
-scusa.
Ei! Questo è il mio compito di matematica! Ah! Quattro e mezzo... –
Sephiroth
sorrise.- credo che ti serviranno ripetizioni.-
-e qui
cosa c’è...? un portachiavi a forma di ragno! Ma è fissato?!-
-Loveless...
dev’essere una congiura.- mormorò Sephiroth, improvvisamente, mentre il suo
volto si adombrava.
Tifa
scosse il capo.- ti stai fissando anche tu, Sephiroth?!-
-no,
Loveless il libro!- esclamò Sephiroth mostrandole il volume.- l’ho trovato
qui.-
-il
professor Hojo è un tipo veramente strano...-
Sephiroth
soffocò ogni ulteriore commento in uno sbuffo.- continua a guardare.- intimò.
-“Scienza
Senza Frontiere”, un libro di scienze. Nulla da segnalare.-
-questo
non credo sia suo...- disse Sephiroth, trionfante.
Tifa si
alzò.- cos’è?-
-il
cellulare di Vincent Valentine.- rispose Sephiroth, in tono piatto.
- ed è...
macchiato di una strana cosa rossa...- commentò Tifa.
Lui guardò
la macchia, poi avvicinò alle narici per annusarla.
Dalla
faccia contorta che fece, Tifa capì che non era nulla di buono.- Sephiroth...?-
-andiamo
via.- disse Sephiroth, sbrigativo, riponendo il cellulare nell’armadio.- non
c’è niente qui.-
Chiuse di
nuovo le ante e gettò la forcina nel cesto, sotto lo sguardo attonito di Tifa.-
muoviamoci, se Reeve non ci trova, ci toccherà passare il resto della nostra
vita in punizione.-
Detto ciò,
afferrò Tifa per un polso e la trascinò in biblioteca, ignorando le sue feroci
proteste.
Appena
furono all’interno della stanza, Tifa diede un forte strattone e si liberò
della presa.- perché non mi dici mai niente?!-
Sephiroth
la guardò, gli occhi ridotti a fessure.- non è il momento di litigare.-
-invece lo
è, eccome!- replicò Tifa, allontanandosi da lui.- maledizione! Io voglio
aiutarti!-
-non ho
bisogno del tuo aiuto!- esclamò Sephiroth.- ho bisogno che mi lasci in pace!-
-non lo
farò!- rispose Tifa, con veemenza.
Sephiroth
montò su tutte le furie e iniziò ad alzare la voce.- che diritto hai di
impicciarti nella mia vita?!-
-lo stesso
diritto che hai tu nel poter aiutare Genesis, solo che non lo fai!-
-cosa ne
sai tu, di quello che voglio fare per Genesis?! Niente! – gridò Sephiroth,
scagliando il braccio verso l’esterno.- la tua è presunzione!-
-e la tua
è accidia!-
Sephiroth
digrignò i denti e masticò uno stentato:- ma cosa vai blaterando?-
-non gli
hai ancora parlato, vero?!- esclamò Tifa, con rabbia.
-io...-
-lo
vedi?!?-
Per il
platinato fu come ricevere una botta in testa.- non ho intenzione di tornare
sull’argomento, ne abbiamo già discusso...-
-le cose
ti entrano da un orecchio e ti escono dall’altro.- dichiarò Tifa, tagliente.
-cosa ne
sai tu?!- chiese Sephiroth, furioso.- cosa ne sai dell’accidia?-
Tifa gli
lanciò uno sguardo di sfida.
-ho sempre
vissuto da solo, l’unica compagnia che avevo si fermava ad Angeal e Genesis, me
la sono sempre cavata solo con le mie forze! Mia madre non l’ho mai vista e mio
padre... figuriamoci!- esclamò, facendo un passo avanti verso Tifa.- e, sì! Non
faccio i salti mortali per Genesis, ma ciò non significa che non m’importi
nulla!-
La ragazza
arrossì lievemente sotto lo sguardo greve di Sephiroth.
-sei
contenta ora?- domandò Sephiroth, abbassando gli occhi.
-io... no.
Non potrei essere contenta.- mormorò Tifa.
Sephiroth
mosse la testa e chiuse gli occhi.- cosa vuoi che ti dica?- sussurrò.- non
posso essere che così. Io non... non so neanche che significa ricevere affetto,
Tifa... come pensi che possa darne ad altri?-
-Sephiroth...-
Lui
tacque, cercando di terminare la conversazione ma Tifa non si diede per vinta.-
parlami! Guardami! Sono qui! Posso aiutarti!-
-non ho
bisogno del tuo aiuto!- rincarò Sephiroth, con slancio.
-sì
invece!-
-perché ti
ostini tanto?!-
-perché ti
amo!-
Di nuovo
silenzio.
Sephiroth boccheggiò
qualcosa, senza risultati.
-no,
scusa. Non dovevo dirlo... non so cosa mi sia preso... io...- cercò di
rimediare Tifa, iniziando a muovere gli occhi in giro come se cercasse una via
di fuga.
-dicevi
sul serio?- domandò Sephiroth, deglutendo.
Lentamente,
Tifa fece un segno d’assenso con la testa, incapace di parlare, sebbene avesse
voluto dirgli tante altre cose.
Sephiroth
rimase a riflettere, confuso.- pensavo non mi sopportassi...-
-non ti
sopportavo, infatti.- ammise Tifa, mentre lo sguardo di lui si faceva sempre
più interrogativo.- però... non ho mai creduto che tu mi odiassi. Piuttosto...
l’ho interpretato come un tuo modo di... dare affetto.-
-e tutto
ciò...?-
-dal
giorno dell’intervista. Tu forse hai parlato poco, ma io ho capito molto.- disse
Tifa, stringendosi nelle spalle.
Il
platinato si allontanò da lei e raggiunse la scrivania, posandovi una mano,
mentre l’altra correva alla fronte.
-non
dovevo dirtelo.- proferì Tifa, in un sussurro, intanto che osservava le spalle
del ragazzo alzarsi ed abbassarsi al ritmo del suo respiro.- io... dì qualcosa,
almeno.-
Lui si
voltò, pallido in volto.- Tifa...- la chiamò, allargando le braccia.
Tifa
sobbalzò e gli si avvicinò, perplessa e, lentamente, gli allacciò le braccia
intorno alla vita.
Sephiroth
avvertì un forte brivido e la chiuse in un abbraccio, posandole una mano sui
capelli neri e affondandovi il viso. Sentì il loro profumo e il respiro di lei
sulla pelle, e ciò gli diede una sensazione mai provata prima.
Lei era
diversa da tutte le sue ammiratrici: era così indipendente, coraggiosa e allo
stesso tempo, così dolce... il motivo
per cui che una creatura simile avesse scelto uno come lui rimaneva un mistero.
Ma cosa
importa dei misteri?
Angolino
dell’autrice!
Un
applauso!!!
Finalmente!
Ecco qui l’esordio della coppia SephirothxTifa!
Non
vedevo l’ora di arrivare questo capitolo! I due si sono dati alla guerra
verbale fino all’ultimo, ma alla fine hanno dovuto cedere! Che belloooooo!
Spero
che vi sia piaciuto! ^_^
Cloud
e Zack sono molto più teneri, ma in fondo, per quanto mi sforzi, non riesco ad
immaginare altro modo con cui i due sarebbero riusciti a dichiararsi l’un
l’altro.
Sul
serio, ero troppo ansiosa di scrivere questo chappy!!! Così ho anticipato l’aggiornamento...
*saltella
di qua e di là*
U.u...
mi sono ripresa. Non ho retto, scusatemi...
Bene!
Commenti:
Sephiroth
ha trovato il cellulare macchiato di sangue (di Vincent) nell’ufficio di Hojo.
Noi sappiamo bene chi è stato l’assassino, ma Sephiroth no...
Nei
prossimi capitoli lasceremo per un po’ Tifa e Sephiroth bollire nella loro
pentola per spostarci altrove, e vediamo se finalmente riusciamo a venir fuori
dalla faccenda del Mako una volta per tutte...
Cosa
stava cercando Lucrecia nell’ufficio di Hojo? (si aprono le scommesse)
In
sintesi, non mancheranno i colpi di scena, ve l’assicuro.
TaKari94: eh eh! Entrambi erano partiti, solo che detestavano ammetterlo!
Le tante fan di Sephiroth si mangeranno le mani quando lo sapranno... XD
lalli_L: per quanto mi
sforzi, davvero non riesco a capire Lucrecia... per me è un vero mistero. Povero
Vincent, è proprio sfortunato... perché non si trova un’altra ragazza, con
tutte quelle che ci sono? XD forse gli sarebbe convenuto, visti i fatti.
Tifa_heart: passerebbero
un casino di guai comunque (la spietata narratrice non concede niente a nessuno
MUAHAHA! [questi sono chiari sintomi di pazzia... o di dispotismo XD])
Kairih: XD! Anche a me
è dispiaciuto farlo morire... però era logico che finisse così (considerando la
“bontà” di Hojo). Quanto a Cloud e
Zack hai la mia completa approvazione. Pensavo di fare una manifestazione di
protesta contro la morte di Zack... non mi è proprio andata giù! Poverinooo *sniff**alza un cartello: SALVATE ZACK*
Genesis si
guardava intorno, furtivo, mentre si avviava verso le case di Banora evitando
accuratamente di passare per la sua. Si fermò alla piazzetta del paese,
circondata da basse casette, dimore degli abitanti del villaggio.
Era una
bella giornata, il sole gli illuminava i capelli rossi e gli riscaldava la
pelle.
Quell’ambiente
tranquillo, soleggiato e familiare faceva a pugni con l’umore del ragazzo, i
cui occhi si spostavano cupi e inquieti in ogni direzione.
-sei
tremendamente in ritardo.- commentò una voce profonda. –e non ho ancora capito
perché hai voluto che ci incontrassimo qui.-
-volevo
stare lontano dagli scocciatori.- disse Genesis, conciso.
Gli occhi
di Hollander seguirono ogni movimento del ragazzo, che si avvicinava lentamente
verso di lui.
Genesis lo
fissò con espressione indecifrabile.- è stata una sorpresa vederla alla
conferenza.-
-non
potevo mancare.- disse Hollander, posandosi una mano sulla maglietta.- ero
curioso di conoscere l’esito delle ricerche di Hojo...-
-e delle
sue.- proruppe Genesis, gelido.
L’atteggiamento
dello scienziato mutò di colpo.-...-
-anche lei
ha collaborato con il professore, vero?- chiese Genesis, con voce suadente.- le
ricerche sull’energia Mako e tutto il
resto.-
Hollander
sembrò cogliere l’ultima allusione con una certa riluttanza, i suoi occhi si
erano fatti sfuggevoli.-più o meno...-
-quello
che non mi spiego...- disse Genesis, sempre più mellifluo.- è il motivo per cui
lei indossi una maglia che dimostra chiaramente un legame con Banora...-
-ah ah!
Solo per questo mi hai fatto venire qui?- domandò Hollander. –per la scritta
sulla mia maglietta?-
-ho visto
che ci ha posato una mano sopra, poco fa.- lo incalzò Genesis, circospetto.-
puro caso... o qualcosa di più? Magari perché qui c’è veramente un legame con
il suo passato.-
Hollander
fece una smorfia, poi sorrise.
-lo
immaginavo.- fece Genesis, socchiudendo gli occhi.- allora temo che dovrà dirmi
il suo segreto, professor Hollander!- esclamò, sguainando una spada scarlatta e
puntandola al collo dello scienziato.
-Genesis!-
protestò Hollander, facendosi pallido.
-non può
prendermi in giro ancora a lungo. Mi dica la verità!-
-non c’è
nessuna verità.- affermò Hollander, mentre faceva qualche passo indietro,
seguito a ruota dalla lama di Genesis, sulle cui labbra si era disegnato un
sorriso arrogante.
-temo che
io e lei non ci siamo capiti, professore.- insistè Genesis, scandendo bene le
parole.- sono sicuro che lei abbia
qualcosa da nascondere, e io voglio sapere cosa.-
Hollander
continuò ad indietreggiare finchè le sue spalle non toccarono la parete di una
casa, dunque rimase immobile, sotto lo sguardo penetrante del ragazzo, cercando
di escogitare un modo per uscire da quella pericolosa situazione.
La lama di
Genesis si posò di piatto sotto il mento di Hollander.- parli.-
Hollander
sogghignò, nervoso.- sei arrivato alla conclusione tutto da solo...?-
-niente
scherzi! Sono stato preso in giro abbastanza!- esclamò Genesis, in tono aspro.-
lo ammette anche lei, con la sua affermazione.-
-chi te
l’ha detto? Hojo?-
-dunque
c’entra anche lui?-
-non
direttamente.-
Genesis
fece una smorfia sprezzante.- dovevo immaginarlo. Mi dica tutto, Hollander, o
saranno costretti a venire a prenderla in barella.-
-progetto
G.- nominò Hollander, quasi balbettando, ma senza perdere la sua normale
strafottenza.
-G?-
mormorò Genesis, angosciato.- la “G” sta per Genesis?-
-progetto
Gilian.- corresse Hollander, con un sorriso lezioso.
Il ragazzo
s’irrigidì e sbarrò gli occhi.- ... Progetto... Gilian, hai detto?-
-durante
una spedizione speleologica, anni addietro, io, insieme ad un certo professor Faramis Gast
e Hojo, trovammo il corpo di un alieno. Tempo dopo, grazie alle ricerche e alle
analisi di Gast, siamo riusciti a scoprire gli enormi poteri di quel mostro...-
-non ci
capisco più niente.- disse Genesis, incredulo.- voi... avete trovato... per caso, un corpo alieno? Tre
scienziati che giocano a fare gli speleologi?-
-non
essere così ingenuo, a quel tempo stavamo già cercando una fonte di energia
alternativa, anche grazie alle risorse finanziarie di Shinra.-
-quindi...-
-sì,
veramente per caso. Il Mako è stato scoperto più tardi, con mio grande
rammarico.-
Gli occhi
di Genesis si ridussero a fessure. Temeva di aver capito qual era il nodo della
discussione.
-Gast
analizzò le cellule di quel mostro. Scoprimmo che, se iniettate negli esseri
umani, potevano offrire poteri strepitosi.- raccontò Hollander, in preda ai
ricordi.- fu allora che iniziarono i dissidi tra noi. Hojo non era contrario ad
effettuare esperimenti, così come non lo ero io. Gast invece, si oppose...
lasciò il nostro team. Credo che si sia sposato e abbia avuto una figlia, ma
non si seppe più niente di lui da quando Hojo ne ordinò l’esecuzione.-
-così siete
rimasti voi due?-
-Hojo era
fuori di sé. Quell’uomo è pazzo.-
-non
quanto te.- aggiunse Genesis, sprezzante.
Hollander
non mancò di accennare un sorriso scaltro.- non volevo sottostare ad Hojo,
volevo dimostrare a Shinra che non era l’unico a cui poteva affidarsi,
quindi... ho rubato alcune provette contenenti cellule dell’alieno e sono
scappato.
-ho iniettato
quelle cellule nel tuo feto, ma non ottenni
il risultato sperato. Difatti, il tuo corpo sta lentamente scendendo verso
l’oblio, vero?-
Genesis lo
zittì con un ringhio.- dolori, nausea, continui mal di testa e le forze
sembrano abbandonarmi ogni giorno di più. È a questo che ti riferisci?-
Hollander
annuì.
-hai detto
Progetto Gilian. Anche Angeal è...-
-no, lui è
diverso. Lui è perfetto!- esclamò Hollander, in tono estasiato.- è il mio
successo, il mio asso nella manica contro quello scienziato di
second’ordine...!-
Genesis
abbassò la spada e gli diede una spinta, facendolo incespicare e cadere a terra.-anche
Angeal è un mostro?!- esclamò, con rabbiosa calma.
Hollander
rimase seduto a terra e lo guardò mentre alzava la spada.- se mi uccidi, sarai
destinato a morire!-
-che sia!
Ma avrai la mia stessa sorte!- esclamò Genesis, tra i denti.
-Genesis!-
Il rosso
si fermò a metà del gesto, al suono di quella voce.
-cosa stai
facendo?!- gridò Angeal, spuntato fuori da chissà dove.- dove hai preso
quell’arma...?-
-queste
domande non ti si addicono, amico mio.- replicò Genesis, abbassando il braccio.
Hollander
strisciò lontano dal rosso e si rialzò, sgrullandosi i vestiti della polvere e
della terra.- per fortuna sei arrivato, Angeal.-
Il moro
lanciò un’occhiata di bieco allo scienziato, poi tornò ad occuparsi di
Genesis.- si può sapere cosa ti è successo?-
Il respiro
di Genesis sembrava calmo ma i suoi occhi avevano assunto una strana venatura
tra l’arroganza e la collera; Hollander guardava i due con estremo interesse,
lanciando uno sguardo alla spada di Genesis, di tanto in tanto; Angeal
aspettava una risposta esauriente che giustificasse una reazione così
eccessiva.
-tu non
capisci.-
-professor
Hollander... cerchi di farlo ragionare...- si raccomandò Angeal, ormai giunto
all’esasperazione.
-Angeal,
tu non... non hai niente che non va, ultimamente?- chiese Genesis all’amico.
-te l’ho
già detto. Lui è prefetto.- ripetè Hollander, con foga. –un perfetto mostro!-
Il moro
sobbalzò.- come?!-
-finiamola
con questa commedia.- si intromise Genesis, tagliente.- il nostro amico qui, ha
giocato a fare l’allegro chirurgo e noi ne paghiamo le conseguenze.-
-vuoi
spiegarmi...?- fece Angeal, irritato da tutto quel parlare per riferimenti.
Genesis
sbuffò e gli raccontò tutto ciò che aveva saputo da Hollander, mentre le
sopracciglia dell’amico si arcuavano sempre di più, in un’espressione di
completa incredulità.
Hollander
aveva ripreso a ghignare.
Angeal era
sconvolto, indeciso se voleva sapere altro o ridere della faccenda e considerarla
come uno scherzo. Avrebbe scelto la seconda opzione, se lo sguardo disperato di
Genesis e quello soddisfatto di Hollander, non gli avessero dato la conferma a
quell’assurda storia.
-un
esercito di armi umane, uomini modificati geneticamente per formare un plotone
diretto alla conquista del continente! Con la scoperta di quell’alieno, denominato
Jenova, le nostre azioni hanno preso fini più elevati di una sciocca ricerca di
energia...-
-Angeal...
ha detto “Jenova”?- sussurrò Genesis, sommessamente.
-e
Sephiroth?- si affrettò a chiedere il moro.
-Sephiroth...
mi dispiace, ma queste sono informazioni riservat...-
-dannazione!-
gridò Genesis, mentre lo afferrava per la maglietta e se lo trascinava vicino.-
cosa sai, riguardo a Sephiroth?!-
Hollander,
di tutta risposta, scoppiò a ridere.
Angeal
posò una mano sulla spalla di Genesis.- basta. È inutile.-
-hai
sentito quello che ci ha fatto?!- esclamò il ragazzo, che intanto scuoteva
Hollander al meglio che poteva, sebbene usasse una mano sola.- noi siamo
mostri!-
-basta!-
rincarò Angeal, scioccato.- non dire più quella parola...!-
-e quale
vuoi che usi, amico mio?- soffiò
Genesis, permettendo che Hollander si liberasse della presa e cercasse una via
di fuga.
-lascialo andare.-
mormorò Angeal, con aria stanca.
Genesis
alzò la testa e impugnò saldamente l’elsa della spada.- se sono un mostro, mi comporterò
come tale. La prima cosa che voglio, è che quell’essere scompaia dalla mia
vista per sempre!-
-fermo!-
strillò Hollander, coprendosi il viso con la mani, per evitare di vedere la
lama della spada di Genesis abbattersi sul proprio corpo.- se mi uccidi, chi ti
aiuterà a fermare la degradazione?!-
Il ragazzo
esitò.- ...-
Angeal era
troppo stordito, capiva solo vagamente le parole dello scienziato e le risposte
di Genesis, tuttavia, comprese che i due stavano per tirare in ballo qualcosa
di più grande di loro. Cellule aliene? Ancora peggio del Mako... e Jenova non
era un nome molto comune.
-hai solo
un modo per sopravvivere... lascia che ti spieghi.-
Il moro
lesse le parole sulle labbra di Hollander e sbiancò.- Genesis! Non avrai
intenzione di...?!-
-L’anima spezzata aveva
sogni del domani. L’orgoglio è perduto. Le ali strappate, la fine è vicina.
Anche se il domani è arido di promesse, nulla impedirà il mio ritorno.-
-non farlo, non
puoi!- esclamò Angeal, mentre un ghigno d’approvazione si disegnava sul volto
di Hollander, che nascondeva a stento la paura che gli si leggeva ancora in
faccia.
Genesis ripose l’arma
e guardò Angeal che lo fissava a sua volta. Gli passò accanto e lo oltrepassò,
con passo strascicato.-puoi vivere in questo tipo di mondo?-
Angeal cercò la
risposta a quella domanda nella sua testa, ma non gli venne in mente nulla.
Hollander tirò un
sospiro di sollievo e guardò Genesis che si allontanava da loro.
-Sephiroth...-
bisbigliò Angeal.
-professor
Hollander,- disse Genesis, senza voltarsi - tu vieni con me.-
*
Genesis
aveva avuto l’impressione che quella giornata sarebbe finita male fin da quando
aveva aperto gli occhi. Sull’altura su cui era salito, poteva vedere la sua
casa, tutto ciò che essa aveva rappresentato per lui: famiglia, affetto,
speranze... l’albero di accidenmele gli
fece tornare in mente la sua infanzia.Angeal
era stato il suo primo vero amico, colui che ora l’aveva seguito fin Banora per
scoprire le sue intenzioni. Di questo, Genesis non seppe dire se doversi arrabbiare
o essergli grato.
Strinse
con mano tremante la mela viola che teneva con tanta cura, mentre la testa
ricominciava a fargli male. Barcollò leggermente e si lasciò cadere a terra,
sfinito.
La rabbia
e la frustrazione stavano avendo la meglio su ogni altro pensiero, quando la
voce di Angeal risuonò di nuovo nell’aria, tempestiva come sempre.
-era
questa la verità che cercavi?- chiese il moro, in piedi dietro le sue spalle.
Genesis
guardava ancora la mela e la sua casa, tuttavia non ignorò l’amico:- quale
onore possiamo avere, dalla nostra situazione? Siamo mostri.-
-è
finita?-
Il rosso,
che intanto aveva recuperato le forze, si alzò e lanciò l’accidenmela ad
Angeal, che la afferrò al volo.- dimmelo tu.-
Il
sorrisetto di Genesis lasciò intendere ad Angeal che Hollander era ancora
legato e imbavagliato. Aveva ritenuto una scelta sbagliata lasciare che l’amico
reagisse così, ma in fondo, doveva ammettere che quell’uomo spregevole si
meritasse anche di peggio.
Sua madre
stessa l’aveva riconosciuto, quando poco prima era andato da lei in cerca di
spiegazioni.
Il
progetto G... o per meglio dire, Progetto Gilian, aveva dato vita a Angeal. A
differenza di Genesis, Hollander iniettò le cellule di Jenova nel corpo di sua
madre cosicché lui le ricevesse direttamente, per questo poteva considerarsi “perfetto”.
Una vera fortuna...
Sua
madre... come aveva potuto nascondergli un dettaglio così importante della sua
vita?
-devo
parlare con Sephiroth prima di non riuscire più a vedere la luce del sole.-
disse Genesis.
-non te lo
premetterò, è una follia!- esclamò Angeal.
-tu non
vuoi vendetta?- chiese Genesis, allargando le braccia.- tu non vuoi che i
responsabili di ciò paghino? Hollander non è altro che un codardo, lui sarebbe
il primo a perire sotto la mia spada, se soltanto non mi servisse.-
Angeal
digrignò i denti. Vendetta? Forse era l’unica cosa che desiderava. Ma...
-Hollander
pagherà, e dopo di lui Shinra. Prima, però, devo recuperare le cellule di
Jenova, così facendo, fermerò la degradazione.- diceva Genesis.
-e come
pensi di fare?-
-nel modo
che ha suggerito Hollander.-
-non
capisci che così farai solo il suo gioco?- fece Angeal, innervosito dalla
testardaggine del’amico.
-e sia.-
-te lo
impedirò!- esclamò Angeal, con slancio.
Genesis
s’irrigidì e guardò l’amico con occhi spenti.- puoi provare. Ma saresti
costretto ad uccidermi. Cosa ne è del tuo tanto decantato onore?! Tradire un amico, non mi sembra ci sia da esserne
orgogliosi. Non capisci che siamo soltanto dei mostri? Degli errori. Errori da
cancellare, almeno per gli altri. Ionon
ho paura di morire, ma se proprio debbo farlo... trascinerò coloro che l’hanno
voluto con me.-
Il moro
deglutì e chiuse le palpebre; già l’aria di casa gli appariva meno familiare e
le certezze del futuro cadevano come un castello di sabbia. Era possibile che
ci fosse qualcosa di giusto, nella disperata collera di Genesis?
“Zack...
perdonami, ti prego.”
-non so se
i veri mostri siamo noi o colui che ci creò.- aggiunse Genesis, sempre più
glaciale.- ma io non ho intenzione di lasciargliela passare liscia. Se è di un
mostro che necessitano, allora lo avranno.- e detto ciò, si avviò verso il
paese, lasciando Angeal da solo, a riflettere.
“Quant’è
facile rovinare delle vite per i propri interessi? I miei presentimenti erano
giusti...”, si disse Angeal, assalito dalla rabbia. “Ero sicuro che Shinra
avesse qualcosa da nascondere. Da come ci guardava... era come... soddisfatto. Cosa
fare? Combattere per la vendetta o contro di essa?”
Il moro
riprese a muoversi dopo avariati minuti, chiedendosi dove potesse essere andato
Genesis. Come riuscire a riportarlo in sé, se neanche Angeal era sicuro di ciò
che doveva dire o semplicemente pensare?
Che situazione
penosa.
Si
trascinò fino alla propria casa e rimase a fissarla, indeciso se chiamarla
ancora “casa” oppure no.
Vendicarsi
sembrava un’ottima soluzione. Ma il gioco valeva la candela?
Probabilmente
Genesis lo riteneva come una priorità, ma Angeal non era portato a pensarla in
questo modo. Avrebbe dovuto mettere a repentaglio tante cose: l’amicizia di
Zack, di Sephiroth, di Cloud, di Tseng, l’onore, i sogni.Avrebbe dovuto distruggere il simbolo del suo
futuro: la propria scuola; e del suo passato: la propria casa.
Spinse la
porta di legno con riluttanza. Dentro era tutto molto tranquillo, quasi come se
ogni cosa fosse sospesa tra il tempo e lo spazio, immobile e irreale, in attesa
che qualcuno interrompesse quel silenzio.
Angeal spostò
lo sguardo a terra e rabbrividì.
-madre!-
esclamò, inginocchiandosi accanto al corpo di Gilian, steso bocconi sul
pavimento.- madre!-
-è morta.-
lo informò la voce di Genesis, che si era affacciato dallo stipite della porta.
-madre!-
esclamò, sollevandola per le spalle.
-è
inutile, non si sveglierà...-
-Genesis!
Smettila!-
-non
poteva più vivere così.-
Angeal tacque,
si volse verso Genesis che intanto, sulla soglia dell’ingresso, guardava la
scena con aria indecifrabile.
Il moro
adagiò il corpo di Gilian a terra e si alzò per uscire, ripetendo le parole di
Genesis:– se è un mostro che vogliono, è ciò che avranno.-
Genesis gli andò dietro, recitando:- Amico mio, voli via adesso? Verso un mondo che ci disprezza
entrambi? Ti attende soltanto un triste domani, non importa da dove soffi il
vento.-
-torno a Midgar.-
rispose Angeal, in tono pacato.
-e per quale
ragione?-
-questo mi fa
supporre che non ti vedrò più?-
-almeno per ora.-
I due si fermarono.
-sappi che rispetto
le tue scelte, ma non le approvo.- affermò Genesis.
-non m’interessa.-
rispose Angeal.
Genesis lo esaminò
attentamente, poi socchiuse gli occhi, mentre l’amico ricominciava a camminare
con passo accelerato.
-arrivederci, amico
mio.- gli gridò Genesis. –che la fortuna ti assista.-
-non prendermi in
giro.- arrivò secca la risposta di Angeal.- non c’è fortuna per noi.-
Genesis sorrise e si
voltò dalla parte opposta a quella del moro, mormorando: - L’infinito
mistero è il dono della dea. Perciò lo cerchiamo e andiamo verso il cielo. La
superficie dell’acqua si increspa. L’anima vagante non conosce requie.Anche se il domani è arido di promesse, nulla impedirà il mio
ritorno.-
Angolino dell’autrice:
Sob...
ma poverini... :-(
Beh,
non penso che ci siano commenti da fare... *autrice in depressione*
LadySnape: ^_^ grazie!
Spero continuerai a seguire!
Tifa_heart: fosse per me lo
sbatterei in galera e butterei via la chiave *odia Hojo*,non so proprio cosa passasse per la testa a
Lucrecia quando si sono sposati... (ovviamente questo non c’entra niente con il
fatto che Hojo ha ucciso Vincent... em... ok, c’entra eccome)
TaKari94: XD non so
perché, ma vedo perfettamente Genesis che insegna a Sephiroth come scassinare
una serratura... è più forte di me U___U Forse perché ho sempre associato il
rosso ad un vero birbante (in senso buono, naturalmente)... ti ringrazio e alla
prossima!!
Yukino_lang08: più che un
odiare è un “odio et amo”... anche perché l’idea per il pairing mi è venuta in
mente mentre leggevo una poesia sull’argomento. Ok... vado a nascondermi
*scappa*
Eternal_Daydreamer: xdxdxdxdxd!
Parole sante! Io divento pericolosa ogni volta che gioco a final fantasy
(soprattutto a ff7): inizio a saltare dappertutto e a strillare frasi senza
senso (mi diverto un casino, non posso farci niente XD).Coooomunque! La tua recensione mi è piaciuta
molto! Ho riso per una settimana di fila, ogni volta che mi veniva in mente!
Grazie, e alla prossima! ^___^
Kairih: mi spiace che
ti senta poco bene *-*, mi raccomando, riguardati e guarisci presto!Quanto a Sephiroth, lo trovo un personaggio
molto triste... non mi passa per la testa di giudicare lui, ma solo le sue
azioni (che sono un tantino esagerate)... però, d’altro canto, bisogna
ammettere che lui non ha mai saputo cosa fosse l’affetto di una famiglia, che
secondo me è importantissimo per la formazione di un individuo, e che la
mentalità a cui erano sottoposti all’interno del mondo ff7 ha fatto la gran
parte del suo gioco nelle azioni dei personaggi (mi fermo qui perché il mio
cervello ha iniziato a fare tutti collegamenti ingarbugliati...). Um...
*tilt*... questo è colpa della scuola XD!
Un
ringraziamento a chi si è aggiunto recentemente alla lista dei seguiti e a
tutti gli altri!!
Il sole
era caldo e piacevole sulla pelle, i suoi raggi bagnavano la sabbia dorata di
Costa del Sol e riscaldava l’acqua del mare, le cui piccole onde s’infrangevano
delicatamente sulla spiaggia e coprivano le orme dei passanti.
Un
venticello flebile, quasi restio a disturbare i visitatori di quel luogo,
soffiava dolcemente sul viso di Cloud, pettinando i suoi indomabili capelli
biondi.
La sua
mano era stretta dentro quella di Zack, che camminava placidamente accanto a
lui, leggermente tramante diun’emozione
inspiegabile; quella stessa emozione che era così bella e così spaventosa al
tempo stesso.
Perché
Cloud sentiva di amarlo.
Amava ogni
cosa di lui: quel suo fare così ottimista, la sua allegria, la sua voglia di
vivere.Ammirava il suo corpo che
sembrava scolpito da un artista, e i suoi lineamenti, il suo viso perfetto, i
suoi occhi e i capelli neri che gli solleticavano il collo.
Avrebbe
tanto voluto dirglielo, anzi, avrebbe voluto gridare a tutto il mondo quanto lo
amasse, ma il suo carattere costituiva una seria restrizione. La timidezza...
Abbassò lo
sguardo.
Se
ricordava tutta la sua infanzia a Nibheleim prima di arrivare alla Shinra, gli
saliva un groppo in gola. Non era mai stato così aperto e socievole come lo era
Zack; mai.
Eppure,
quella ragazza di nome Tifa aveva deciso di essere sua amica anche dopo quell’incidente...
Zack
invece sembrava essere a suo agio ovunque si trovasse, perciò gli sembrava che
loro due si completassero a vicenda...e
ciò glielo faceva amare ancora di più.
La sua
mano ebbe un fremito che fece voltare Zack.
-che c’è?-
gli chiese, dolcemente.
Cloud gli
sorrise.
-niente.-
-perché
ogni volta che te lo chiedo, rispondi “niente”?- chiese Zack, furbetto. -forse
vorresti dire qualcosa ma non hai il coraggio...?-
Il biondo
arrossì violentemente e bofonchiò qualcosa d’indecifrabile.
Zack
strinse la mano di Cloud nella sua e i suoi occhi si mossero sul viso di
quest’ultimo, osservando la sfumatura vermiglia che aveva assunto e i suoi
occhi inquieti. Voleva dirgli qualcosa, questo era certo; aveva la tipica aria
di chi vorrebbe parlare, ma non lo fa, e conoscendo il carattere riservato di
Cloud, non era certo un fatto strano.
Per un
po’, si era beato dell’acqua che gli bagnava i piedi, del calore del sole e
della presenza di Cloud, chiedendosi se quella felicità sarebbe durata per
sempre.
Niente
durava per sempre...
Ma chi
l’aveva detta quella stupidaggine? Se le cose durassero per sempre, la loro
bellezza si perderebbe nella monotonia dell’eternità. Pensare di poter passare
una vita con la persona amata, vivere momenti gioiosi e tristi, superarli
insieme... cosa c’era di più bello?
Altrimenti
perché si dovrebbe amare?
Perché
affidare la propria vita nelle mani di una persona speciale, perché legarsi a
quella persona?
Cosa caratterizza la felicità?
I momenti difficili.
Quando
erano entrati nella loro stanza d’albergo, Cloud l’aveva rimproverato per il
modo con cui aveva preso i vestiti e li aveva gettati alla rinfusa nella
cassettiera. Era stato bello vederlo mettere a posto il suo disordine; in
qualche modo, aveva immaginato il loro futuro insieme... o meglio, aveva
immaginato il suo desiderio di un futuro insieme a Cloud.
Sempre che
anche l’altro provasse gli stessi sentimenti.
-sai...
stavo pensando...- esordì Zack, mentre voltava lo sguardo verso la distesa
d’acqua cristallina alla sua destra – ...che potrei davvero aprire un’agenzia
tuttofare...-
Cloud rise
e si strinse a lui.
-beh, non
è una cattiva idea, ma non accettare commissioni di quadri...-
- la mia è
arte moderna!- esclamò Zack, indignato –ha un suo significato.-
-arte
moderna, eh?- ripetè Cloud, che non la smetteva di ridere.
Stavolta,
anche Zack scoppiò in una risata.
-sono un
artista incompreso.-
-ottima
scusa!- rispose Cloud, furbetto.
Il moro
lasciò la mano del compagno e si posò le mani sui fianchi, corrugando le
sopracciglia:- ei!-
Cloud gli
lanciò uno sguardo e fece una buffa smorfia: - mi disegneresti così...-
Zack gli
posò una mano sulla testa e gli scompigliò i capelli, dispettoso:- ovviamente,
Cloudy!-
-Cloudy?!-
ripetè il biondo, ritraendosi subito.
Il
sorrisetto sulle labbra di Zack si allargò ancor di più, e lui diede le spalle
a Cloud, mentre con un gesto della mano lo incitava a seguirlo:- l’ultimo che entra
in acqua, paga da bere!-
I loro
occhi s’incontrarono, poi si sorrisero a vicenda e iniziarono a correre verso
il mare, ridendo a crepapelle.
*
-dove
saranno andati Cloud e Zack?- chiese Aerith, agitata, mentre si rifugiava
all’ombra.- è un’oretta che non li vedo.-
Anche
Tseng si portò sotto l’ombrellone e si lasciò cadere sulla sdraio, con un
sospiro:- lasciali stare... stanno passeggiando sul lungomare.
-mm...-
Poco
lontano Barret stava avendo un’animata discussione con Rufus Shinra, che
ascoltava a malapena le sue grida di protesta contro l’inquinamento globale,
facendo di tanto in tanto un cenno con il capo.
-chissà
perché il professor Valentine non è più venuto.- disse Aerith, mentre Tseng si
sdraiava, le mani incrociate dietro la testa e un’aria pensierosa sul volto.
-non so.-
fu la risposta di Tseng.
Aerith s’inginocchiò
vicino alla sdraio e avvicinò il volto a quello del ragazzo, che si voltò
automaticamente dall’altra parte, suscitando una risatina da parte della
castana.
-credevo
che sapessi tutto di tutti.- lo canzonò Aerith, allegramente.
Tseng si
tirò a sedere e lei si alzò, le labbra inarcate all’insù, sorridenti.
Gli occhi
verdi della ragazza erano solari come sempre, e rispecchiavano fedelmente ogni
emozione della loro proprietaria.
Il moro
scosse leggermente il capo e mosse una mano come a voler scacciare una mosca
fastidiosa.
-non
proprio tutto.-
Reno e
Rude avevano appena gettato in acqua un loro compagno, che ora si dibatteva
ferocemente, imprecando contro di loro.
L’ammonimento
di Shinra arrivò quasi immediatamente:- ei voi! State calmi!-
Tseng
seguì con occhi divertiti la scena, poi tornò a occuparsi di Aerith:- allora...
dimmi un po’...-
Lei
arrossì a quello sguardo penetrante, aspettandosi chissà quale domanda.
-qual è il
tuo colore preferito?-
Aerith
sobbalzò:- uh? Il mio...-
-già.- la
incalzò Tseng, in tono amichevole.
-mm...-
pensò Aerith, alzando gli occhi al cielo.- vediamo... il mio colore preferito,
eh? Il rosa!-
Tseng
sembrò sorpreso:- credevo fosse il celeste.-
-sì...-
mormorò Aerith, arrossendo.- diciamo che... l’azzurro è il colore del cielo,
no?-
Era ovvio.
-a me il
cielo spaventa un po’...- disse Aerith, imbarazzata.- so che è una cosa
stupida... ecco, non metterti a ridere.-
Il ragazzo
non trovò una spiegazione plausibile a quella paura che la ragazza diceva di
avere, quindi gli sfuggì un sorriso di troppo, che fece arrabbiare Aerith.
-so che è
una cosa ridicola.- disse lei, stringendo i pugni.- perché dovrei avere paura
del cielo...? Però... prima di venire a scuola, io ho sempre abitato negli
Slums! E da lì... il cielo non è visibile. Si vede soltanto l’ombra di quella piattaforma.-
Tseng era
sinceramente dispiaciuto per averla offesa.
-non avevo
mai visto il cielo. Per questo ne avevo paura. E poi è così grande... immenso...-
aggiunse Aerith, indicando una nuvoletta con un dito.
-mi
spiace, nonci avevo pensato.-
-non ti
preoccupare.- rispose Aerith, gentilmente.- lo capisco.-
Il ragazzo
sospirò pesantemente.
La castana
si chinò su di lui e gli posò una mano su una guancia con delicatezza.
Tseng la
guardò negli occhi; i loro volti erano così vicini che il ragazzo poteva
avvertire il respiro di Aerith sulla propria pelle...
-dite “chease”!!-
Il flash
di una macchina fotografica investì i due ragazzi senza neanche dargli il tempo
di voltarsi a guardare l’obiettivo.
-Yuffie!-
protestò Aerith.
Yuffie
fece qualche rapido saltello sul posto e sventolò all’aria la sua macchina
fotografica nuova fiammante:-ho deciso
di fare un album su questa gita!-
Tseng
sbuffò, si alzò dalla sdraio e incrociò le braccia al petto, irritato.
-non vi
sembra un’idea fantastica?!- esclamò Yuffie, felice.
Aerith
lanciò un’occhiata a Tseng, poi rispose a Yuffie, che non la smetteva di
agitarsi:- sì, molto bella...-
-ho una
fotografia per ognuno! Mancano solo Cloud e Zack che sono spariti!- la informò
Yuffie. –per caso sapete dove sono andati?-
Tseng
scosse il capo.
-non
disturbarli adesso.- si raccomandò Aerith.
Yuffie
ignorò la sua richiesta e corse via, scattando foto a destra e a manca.
-Kisaraghi!-
strepitò Rufus Shinra, strappandogli la macchinetta di mano – smettila di
infastidire i tuoi compagni! Non riavrai quest’affare prima di stasera!-
Barret
trotterellò lontano dal collega e da Yuffie e si diresse verso Aerith e Tseng,
che, imbarazzati, guardavano in due direzioni differenti.
-ragazzi!-
esclamò Barret,con il suo vocione.-
spero che vi stiate divertendo!-
Aerith
annuì e incrociò le dita delle mani:- certo!-
-che sono
questi musi lunghi, allora?!-
Tseng non
rispose e si allontanò borbottando.
-professore,
per caso sa che ora è?-
-mezzogiorno!
Tra un’ora ci aspettano in mensa per il pranzo e... oh, guarda laggiù! Hanno
montato la rete da beach volley! Vieni, ragazza! Gettiamoci nella mischia!-
*
Zack si
lasciò cadere sul letto, le braccia spalancate, le labbra socchiuse, gli occhi
rivolti al soffitto.
Cloud era
sul letto di fianco, a fissare la parete di fronte con le ginocchia al petto e
un’aria piuttosto distratta.
Dopo tutto
il movimento che avevano fatto quella mattina, e il pranzo – piuttosto pesante,
oltretutto – erano sgattaiolati in camera e avevano deciso di stendersi un po’,
per riposare i muscoli.
Il moro si
mosse leggermente e si mise su un fianco, posando la testa su una mano.
-ei,
Cloud.-
Quando si
sentì chiamare in causa, il biondo ebbe un leggero fremito e si voltò.
-cosa
possiamo fare oggi pomeriggio?-
Cloud fece
le spallucce e strinse un po’ di più le ginocchia al petto.
Zack
sorrise flebilmente e lo osservò a lungo, poi si alzò, si avvicinò al letto di
Cloud, si sedette su di esso e accarezzò i capelli del biondo.
-sei
stanco?- gli chiese Zack, in tono apprensivo.
Il ragazzo
rimase per un po’ ad assaporare quel tocco, poi si avvicinò a Zack lasciò che
la testa si posasse sulle sue gambe.
Rimase in
quella posizione infantile per un po’, ricevendo carezze e parole dolci da
Zack, che muoveva le mani sui suoi capelli e sul suo viso.
-non sono
stanco.- rispose Cloud dopo una lunga pausa.
-sembra
così.- notò il moro, abbassando il tono di voce.
-Zack...-
-dimmi.-
-io...-
“Io ti amo. Ma non vale pensarlo, Cloud.
Devi dirglielo!!”, si disse il biondo, esitando.
-che c’è?-
gli chiese Zack, con calma.
Cloud non
sembrava voler continuare, anche se avrebbe voluto farlo con tutto il cuore.
Maledetta
timidezza...
No,
stavolta era troppo importante per farsi sopraffare dal proprio carattere
chiuso ed introverso, lui era troppo
importante... doveva parlare. Doveva dirlo.
-Zack
io...-
Ma si
fermò di nuovo. Quant’era difficile!
Gli occhi
di Zack s’immersero in quelli azzurri di Cloud, cercando di capire cosa volesse
dirgli di così difficile... o di così importante.
-sai che
con me puoi parlare liberamente, vero?- gli domandò il moro, con dolcezza.
Il capo di
Cloud si mosse lentamente su e giù, e la sua mano si andò a posare su quella di
Zack, bloccandola, accarezzandola.
Zack s’immobilizzò
e rimase a fissare il viso di Cloud intensamente.
- dillo,
Cloud.-
-io...
io...- prese un bel respiro, impugnò il coraggio a due mani e chiuse gli
occhi.- ti amo.-
Quelle
parole sembrarono risuonare nella stanza e rimbombargli nelle orecchie mille
volte, nonostante fossero state pronunciate con voce flebile.
Ma a quel
punto, sentiva quasi come se tutta la felicità del mondo fosse racchiusa in
quella confessione, e le ripetè a voce più alta, stavolta aprendo gli occhi e
guardando Zack dritto in faccia:- ti amo.-
Il moro
era rimasto in silenzio per qualche istante, la sua mano aveva preso a tremare
di emozione ed eccitazione insieme, e i suoi occhi si erano riempiti di gioia.
Quel
timido e riservato ragazzo... il suo
Cloud...
Socchiuse
gli occhi, Zack, ripetendosi mentalmente quello che aveva detto Cloud. Eppure
non suonava così bene se non era la sua voce a pronunciarle. Non erano così
belle, quelle parole.
Il suo Cloud...
Lo stesso
Cloud che ora sollevava la testa dalle sue gambe e si sedeva accanto a lui, lo
sguardo basso, i pugni chiusi.
-so che ti
sembrerà esagerato.-
Cloud
avrebbe voluto dire tante altre cose, ma gli riuscì solo quella frase.
-no. Non è
esagerato.- rispose la voce tremante di Zack.
Il biondo
si voltò a guardare il compagno e si lasciò abbracciare dalle sue braccia
amorevoli, che lo strinsero forte al corpo di Zack, il cui cuore batteva a
velocità inaudita; sembrava che cantasse – un canto di gioia.
Un
battito.
Una mano
di Zack si posò dietro la nuca di Cloud e gli premette il viso sul proprio torace.
Un
battito.
Un
respiro.
Cloud si
lasciò cullare dai sentimenti che lo legavano a Zack, mentre quest’ultimo
affondava il viso nei suoi capelli – quei capelli che tanto amava.
Un battito.
Un
respiro.
Un
sussurro.
-non è
affatto esagerato.-
Era la
voce di Zack che parlava, commossa, eccitata, appassionata, scossa da tanti
altri sentimenti che non riusciva neanche a contare.
-anche io
ti amo.-
La presa
dietro la testa si allentò, dando modo a Cloud di alzare il viso e guardare
Zack negli occhi, che si facevano sempre più vicini.
Le labbra
di Zack si fermarono un attimo, a pochi millimetri da quelle di Cloud, poi il
ragazzo reclinò leggermente il capo di lato e le avvicinò a quelle del biondo;
prima con delicatezza, poi, quando sentì il biondo rispondere al bacio, con più
foga.
Avrebbe
potuto nutrirsi di quei baci.
Zack
interruppe il bacio e staccò leggermente le labbra da quelle di Cloud, per
stringerlo di nuovoforte a sé.
-Cloud...-
*
-ho un
messaggio dal preside Shinra!-
Un buffo
gatto nero era appena comparso allaporta della camera di Rufus Shinra,lo aveva salutato e ora era stato invitato ad entrare nella stanza.
-e poi non
si dica che detesto gli animali.- borbottò Rufus, lasciando che il gatto si
arrampicasse sulla poltrona e gli porgesse la lettera che teneva in mano.
Rufus
Shinra aprì la busta, ne estrasse il foglio che vi era contenuto e lo lesse
velocemente.
Purtroppo, abbiamo un problema serio. Pare che il soggetto Genesis Rhapsodos
abbia scoperto la verità sugli esperimenti di Hollander e l’abbia attaccato, a
Banora.
Dopo il furto dei documenti del professor Hojo, temo che se gli stessi
finissero nelle sue mani avremmo una quantità inimmaginabile di guai.Non solo, pare che Angeal Hewley fosse a
Banora con Genesis e sia venuto anch’egli aconoscenza della verità.
Come avrai immaginato, ciò non è affatto una buona cosa.
Soprattutto, se le stesse informazioni dovessero entrare in possesso di
Sephiroth, la situazione avrebbe gravi complicanze.
È con grande rammarico che devo darti questo ordine, Rufus.
Mi spiace davvero, ma devo ordinarti di sparare a vista ad Angeal,
semmai lo vedessi.
E sono sicuro che sarà così. Ho sentito che un ragazzo che frequenta la
tua classe, di nome Zack Fair, è un suo grande amico.
Hollander, per ora, può controllare Genesis, ma non sarà così per molto.
Trova un modo per far cadere Angeal nella rete; sono sicuro che Genesis lo
seguirà.
Purtroppo, questa è l’ unica soluzione a cui sono arrivato dopo gli
ultimi avvenimenti.
L’omicidio di Vincent Valentine è stato nascosto sotto un bel cumulo di
macerie, e difficilmente salterà fuori... ma questo è un lavoro più delicato.
Mi affido a te, figlio mio.
Il preside
Quando terminò,
espresse il suo disappunto con uno strano sbuffo, poi guardò il gatto con aria
scocciata:- e quindi?-
-dobbiamo
ritrovare quei documenti al più presto.-
-mm...-
borbottò Rufus, avvicinandosi una mano al mento.- Reeve è bloccato a scuola con
quei due mocciosi?-
-sì.-
-e hanno
mandato il suo gatto?-
-non sono
un gatto.- replicò l’animale, indignato.- sono un cyborg!-
Shinra
fece un buffo verso, tra il divertimento e la sorpresa, poi lanciò la busta sul
letto e infilò la lettera nella sua ventiquattr’ore, scrollando il capo.
-temo che
questa storia non si concluderà affatto bene.- commentò, mentre sfilava dalla
stessa borsa una pistola e prendeva la mira su un bersaglio immaginario.- cosa
sono io? Un burattino? Beh, non mi resta che eseguire gli ordini. Mi spiace un
po’ per quei due ragazzi. In fondo non erano cattivi, ed erano molto
promettenti. Che spreco.-
*
Tseng
aveva deciso di far vedere ad Aerith il lato più bello del cielo; quando esso
si tingeva di rosso, arancione e giallo, al tramonto.
Lei era
una romantica, era sicuro che le sarebbe piaciuto.
Così,
l’aveva condotta per mano sulla spiaggia, a tramonto inoltrato, dopo averle
messo una benda che gli coprisse gli occhi.
Lei rideva,
divertita, camminando grazie alla guida di Tseng.
Quando
arrivarono alla spiaggia, il sole già scompariva dietro l’orizzonte,
nascondendosi dietro il mare.
-sei
pronta?- le chiese, togliendole la benda.
Aerith
guardò quello spettacolo con occhi spalancati.
Era così
bello. La luce del sole giocava con i riflessi dell’acqua, il rosso del
tramonto si mischiava con l’azzurro del mare e il cielo non era più celeste, ma
di una stupenda sfumatura arancione, che si rifletteva sulla spiaggia e sulle
piccole onde che s’infrangevano continuamente sulla costa.
-allora?
Il cielo ti fa ancora paura?- le chiese Tseng.
Lei
abbassò gli occhi e arrossì.
-non devi
avere paura.- la rassicurò lui, posandole le mani sulle spalle.
Aerith lo
guardò, dispiaciuta.
-non ti
piace?- domandò Tseng, un po’ deluso.
Sperava in
una reazione più allegra, sinceramente.
-non posso
farci niente.- rispose Aerith, piano.- ma... ma se i miei amici sono con me,
non ho paura.-
Tseng
rimase a fissarla in silenzio, poi sorrise flebilmente.- non volevo
rattristarti.-
Gli occhi
di Aerith s’illuminarono della luce del tramonto e le sue labbra si aprirono in
un sorriso.
-non l’hai
fatto.-
-sembra di
sì...- mormorò Tseng, sconfortato.
-beh, però
hai dimostrato di tenere a me. E questo mi fa piacere.- disse lei, a bassa
voce, come se quello fosse un segreto.
Tseng la
guardò, sorpreso.
Lei gli si
avvicinò un po’ e gli sussurrò:- sai, è un po’ di tempo che me lo stavo
chiedendo...-
-sì?-
-io... io
non ti piaccio neanche un pochino?- chiese Aerith, vergognosamente.
-un...
pochino?- fece eco Tseng.
Aerith
abbassò lo sguardo, mortificata.- scusa, non dovevo dirtelo...-
-tu mi
piaci. Ma non un pochino.... - disse Tseng, divertito, mentre lei alzava subito
la testa.- tu mi piaci tanto... e mi piacciono i tuoi fiori.-
Lei rise e
si dondolò un po’ su se stessa.- grazie, Tseng.-
Il ragazzo
la abbracciò; ancora non gli era ben chiaro cosa stesse succedendo, ma
qualunque cosa fosse... gli piaceva.
Angolino
dell’autrice:
Pubblico
con un ritardo strepitoso, oggi... e senza aver ricontrollato gli errori. Il
punto è che ho scritto su ispirazione e, dati gli impegni scolastici (la scuola
mi sta davvero massacrando, ultimamente), non ho avuto tempo di ricontrollare
per bene.
Beh!
Commenti:
1-Questo capitolo all’insegna del
Clack, ma penso si fosse notato!
2-C’è anche la AerithxTseng, che
ormai ha preso il via!
3-U.u poveri Angeal e Genesis.
Oltre al danno anche la beffa. Ok, ammetto che vedo Rufus Shinra come un
personaggio altamente odioso. (non lo sopporto) ma questa è una mia
opinione, anche se devo ammettere che lo trovo interessante. (interessante ma
odioso. Un po’ come Genesis.)
4-Capito chi è il gatto, vero?!
Stavolta
mi sono affidata al correttore grammatica e ortografia di Word (che in genere
non uso perché mi fa imbestialire...)
Takari94: mi è dispiaciuto un sacco per
Angeal e Genesis. Soprattutto per Angeal, che è uno dei miei personaggi
preferitidi tutta la saga di FF. Ho
amato quel personaggio; è costruito molto bene.
Ammetto
di essermi commossa, quando Zack ha dovuto ucciderlo... sob.
Tifa_heart: ah ah! Ti ringrazio, spero che
questo capitolo non ti abbia delusa.
Kairih: un inno alla Clack! È da un po’
che voglio scrivere qualche scena più esplicita, ma ho intenzione di procedere
con calma. Eh eh. Quanto li adoro *ama*
Ho
capito quel che vuoi dire su Genesis; in effetti, gli ho dato quella parlantina
per esaltare la sua passione per l’epica. Dato che sul gioco parla praticamente
il “Lovlessese” (ok, dopo questa, tutti a casa.)
Sono
contenta che ti piaccia la AerithxTseng!
E
grazieee!
LadySnape: sì, ma data la natura di
Hollander, che principalmente è quella di scappare, e l’amicizia che c’era
ancora tra Angeal e Genesis, mi sembrava inutile farli combattere. Comunque,
l’azione ci sarà, ma dovremo aspettare ancora un po’.
lalli_L: mentre scrivevo quel capitolo
mi è venuta voglia di spupazzare Genesis, lo ammetto. È un personaggio molto
triste, ma anche accecato dalla rabbia. Mi spiace per lui, davvero.
Un lunedì
come tanti altri: la tua settimana già è iniziata male e sei pure in ritardo;
corri per il corridoio senza avere alcuna idea di dove andare, e sai che invece
dovresti già trovarti in classe; come se non bastasse, mentre ti affanni alla
ricerca della meta, ti scontri con un ragazzo dai capelli argentati, dal nome
che è uno scioglilingua, che la prima cosa che fa è insultarti. Sai che non
potrai sopportare la sua vista, eppure ogni giorno te lo ritrovi tra i piedi.
Poi che
succede?
Ti
assegnano un articoletto proprio su di lui e sei costretta a fargli delle
domande, a cui sai, non ti risponderà.
Tuttavia,
da quelle poche e semplici domande, fatte velocemente, cui ti è stata data una
risposta breve e concisa, riesci a capire quanta tristezza, quanto dolore, si
cieli dietro quei particolari occhi verdi.
Sono
sempre così freddi e indifferenti, capaci di nascondere tutte le emozioni, ma
tu ora sai di aver sbagliato, di aver dato un giudizio troppo affrettato.
Da quel
giorno ti trovi a pensarlo tante volte, addirittura speri di essere guardata da lui.
Lui che sembra
indifferente e continua a rivolgersi a te come una “provinciale”, a trattarti
male.
Poi, col
passare dei giorni, ti chiama per nome. È una grande sorpresa: significa che
sta iniziando ad avere stima di te.
Quei
sentimenti di odio e rancore che provi verso di lui si stanno trasformando, lo
sai, però non puoi fare a meno di bisticciarci. È diventata quasi un’abitudine;
un modo per salutarsi. Strano modo, ma sempre un “modo”.
Così,
proprio quando stai per prendere a pugni un bulletto, arriva lui, ti dice di
stare ferma e di ragionare... e poi che fa? Si lancia contro il tuo avversario
e lo stende con un destro micidiale.
Inizi a
pensare che l’abbia fatto per proteggerti, tuttavia ti da fastidio e lo
aggredisci.
Non doveva
intromettersi, quello era un tuo errore.
Esclusi
dalla gita, relegati in biblioteca per la domenica.
La
giornata parte abbastanza bene. Cerchi di essere cordiale.
Vieni a
sapere che un tuo professore è stato ucciso: non si sa dove, né quando, né
perché. E’ successo e basta, e a te non fa certo piacere.
Lui però
sembra strano. Sicuramente non ha paura, e ti dice quelle belle parole, che poi
non ha il coraggio di ripeterti.
Se anche ci fosse un assassino, non se
la prenderà con te. Dovrà passare sul mio cadavere
Di nuovo
lo attacchi verbalmente. Non perché ti dia fastidio la sua presenza – di quella
ormai te ne sei fatta una ragione – ma perché vuoi sapere cosa pensa; cosa
prova.
Seguono
attimi d’imbarazzo; ovviamente, lui è troppo orgoglioso per ammettere di tenere
a te.
Lui se ne
va, e dopo un po’, tu lo segui. È inevitabile.
Senti di
odiarlo, ma provi qualcosa di strano, nei suoi confronti... hai voglia di
aiutarlo, di diminuire la sua sofferenza... e allora ti accorgi di amarlo.
E così,
finisci tra le sue braccia, a contare le ore che ti separano dal rincontrarlo.
Ti desti ancor
prima che la sveglia inizi a cantare, ti vesti, fai velocemente colazione ,
saluti tuo padre con affetto – se non ci fosse lui! – e corri via, verso la
scuola.
Diversamente
dall’altra settimana, questa inizia bene.
Sai dove
devi andare, sai di essere in orario e sai che il ragazzo dai capelli argentati
stavolta non ti aggredirà. O almeno in teoria.
*
Sephiroth
era in piedi davanti alla bacheca della scuola e i suoi occhi si muovevano con
visibile sdegno sul foglio che stava leggendo.
Appena
sentì che qualcuno gli si era avvicinato si voltò a vedere chi fosse, mutando
espressione di colpo:- ah, ciao Tifa.-
La sua
voce era come sempre dura e fredda, ma c’era un tentativo di sembrare dolce, in
quel semplice saluto.
-allora?
Novità sull’omicidio del prof?- chiese Tifa.
Il
platinato rispose indicando il foglio appeso alla bacheca:- suicidio. Inchiesta
chiusa.-
-suicidio?-
ripetè Tifa, perplessa.
-così
pare.- disse Sephiroth, con una scrollata di spalle. –sinceramente, non la
bevo.-
-beh...
anche se con metodi poco ortodossi... noi avremmo trovato una prova.- fece
Tifa, eccitata. Sephiroth sorrise, sarcastico.- oh, certo.- fece con ironia, -
potremmo andare dall’ispettore e dire: “Domenica ci siamo infiltrati
nell’ufficio di Hojo e abbiamo trovato il cellulare di Vincent Valentine sporco
di sangue in un armadietto”. Come no!-
-uh, che
antipatico.- borbottò Tifa, abbassando le spalle.
Il ragazzo
si pentì quasi subito di quell’esternazione e scosse il capo, come se volesse
scacciare quell’idea dai suoi pensieri.- faremmo meglio a starne fuori. Ecco
quello che volevo dire.-
Tifa s’impuntò
sulla sua teoria e gli mormorò:- ma ... e se Hojo avesse davvero ucciso Vincent
Valentine? Pensa! La farebbe franca!-
Sephiroth
la guardò, esasperato.- non capisci, Tifa? Dietro tutta questa storia c’è lo
zampino di Shinra. Ha camuffato l’omicidio, e le indagini non procederanno mai
nella giusta direzione. Ci sarebbero prove falsificate, testimoni occultati,
giudici corrotti... non immischiamoci in queste cose.-
-però...-
cercò di ribattere Tifa, scoraggiata.- però, secondo te è stato Hojo.-
Il
platinato rimase in silenzio per un po’, poi abbassò gli occhi a terra.- sì.
Probabilmente Vincent Valentine aveva una relazione con la moglie di Hojo, che
l’ha ammazzato.-
-dici?!-
esclamò Tifa, curiosa.
Sephiroth
annuì, in silenzio, “... non dovrebbe esserci altro... in teoria...”, si disse.
Tifa lesse
la circolare in cui si annunciava la morte di Vincent e scosse il capo.- chissà
se gli altri sono a conoscenza di questa cosa...-
-lasciali
in pace. Sapranno tutto domani mattina.- fu la risposta del ragazzo, che
intanto iniziava a percorrere il corridoio deserto.
-come mai
oggi non c’è nessuno?- chiese Tifa.- eppure la prima campanella non è ancora
suonata!-
-sono
tutti stati portati in aula in anticipo.- spiegò Sephiroth.- probabilmente li
stanno informando del “suicidio” del professor Valentine. Saranno tutti in lutto.-
-oh! Tutti
tranne Hojo.-
Sephiroth
ammiccò alla ragazza.
- tutti
tranne Hojo. E Shinra.-
Stavano
per svoltare l’angolo, quando si scontrarono con una donna castana, che
sembrava andare molto di fretta. Tutti i fogli che aveva in mano le si
rovesciarono a terra e si sparpagliarono ovunque.
-ci
scusi!- esclamò Tifa, mortificata.- noi non...-
La donna
ignorò Tifa del tutto, e subito procedette con la raccolta dei documenti caduti
mentre Sephiroth si chinava ad aiutarla.
“sembra
che il lunedì sia diventata la giornata degli scontri...”, ridacchiò Tifa.
La donna
si sbrigò a prendere i fogli e vide che Sephiroth le porgeva i restanti, quindi
li prese, lanciò al ragazzo un’occhiata terrorizzata, si alzò e scappò subito
via, senza nemmeno ringraziare.
Anche
Sephiroth si tirò su, e rimase a fissare la direzione in cui correva la donna
con aria confusa.
Si domandò
perché l’avesse guardato in quel modo. Era come se avesse... paura. Paura di
lui, senza dubbio.
La mano di
Tifa si posò sul suo braccio, facendolo trasalire.- chi era?-
Sephiroth
si voltò e ricominciò a camminare, con passo incerto.- Lucrecia.-
-Lucrecia?!-
ripetè Tifa, correndogli dietro.
-la moglie
di Hojo.- puntualizzò Sephiroth, con un certo sarcasmo. –chissà perché andava
così di fretta.-
Tifa lo
osservò bene.- Sephiroth, tu...-
-non ho
niente.- si affrettò a dire il ragazzo.
“Perché mi
ha guardato così?!”, pensava intanto Sephiroth, nel panico, “perché era così
spaventata, a dir poco terrorizzata dalla mia vista?! Cos’ho fatto? L’ho
sorpresa a spiare il mio allenamento con Angeal e Genesis, l’ho trovata a
scarufare nei cassetti di Hojo; la rincontro oggi, guardandola negli occhi per
la prima volta in assoluto e lei... ha paura?”
Sephiroth
si fermò quasi istintivamente e si guardò le mani, scioccato.
“Da dove
proviene la mia forza? È davvero naturale? Perché faccio paura alla gente? Io
non voglio fare paura...”
-Sephiroth?
Terra chiama Sephiroth!-
Il
platinato tenne gli occhi sul palmo delle mani, poi li sollevò su Tifa, che lo
guardava in un misto di apprensione e rimprovero.
-io...-
-uff -
sbuffò Tifa, prendendolo sottobraccio.- non ricominciamo, ok?! Ne abbiamo già
parlato ieri! Dobbiamo smetterla con questa storia!-
Se lo tirò
per tutto il corridoio, mostrando una forza singolare per una ragazza, quindi
lo fece entrare nella classe del 3°B, che quella mattina vuota.
-e va
bene.- disse Tifa, con decisione.- stai seduto qui... da bravo.-
Sephiroth
non capiva. L’aveva fatto sedere dietro un banco delle prime file e ora si era
parata davanti alla lavagna, impugnando un gessetto.
Subito
iniziò a fare qualche disegnino sulla lavagna: una farfalla, un albero, un
gatto – orrendo, notò Sephiroth – una specie di moto, una spada dalla lunga
lama, poi iniziò a picchiettare su ciascuna figura con la punta del gessetto.
-sul
serio, qual è il tuo problema?- chiese infine.
-Tifa,
spiegami cos’è quella roba, ti prego...- biascicò Sephiroth, impotente.
La ragazza
sorrise.- un test psicologico! Dimmi cosa vedi! Che immagine ti sembra...
questa?- e indicò la sagoma del gatto con il gessetto.
-non lo
so.- scherzò Sephiroth, vagamente divertito.- un gatto... credo.-
-ottimo,
ottimo.- disse Tifa, osservandolo attentamente.- e questa?-
-una
farfalla.-
-e
questa?-
-non ne
sono sicuro. Penso che sia un albero...-
-penultima
immagine.-
-una
moto.-
-sì,
interessante.- commentò la ragazza, mentre indicava l’ultima immagine rimasta.-
e questa?-
Sephiroth
sospirò, poi guardò meglio la figura. Benché fosse piuttosto stilizzata, quella
spada così lunga, sembrava proprio la...
-quella è
la Masamune!- esclamò Sephiroth.- che c’entra? Tifa... dimmi che è uno
scherzo...-
-l’ho
visto in un film... ieri sera.- rispose lei, perplessa.- però... sembrava molto
più figo.-
Il
platinato si portò una mano alla fronte e le sue spalle furono scosse da una
risata silenziosa.
Tifa
lanciò il gessetto sulla cattedra e sorrise.
-in
teoria, adesso dovrei aver capito tutto della tua psicologia... ma in realtà
non mi sembra molto efficace...- commentò la ragazza.
Sephiroth
smise di ridere e nascose il viso dietro una mano.- hai ragione, mi sembra un
metodo un po’ stupido.-
Lei corse
a sedersi vicino a Sephiroth e lo osservò per un po’.
- dimmi
cosa non va.-
Il ragazzo
abbassò la mano e mosse i suoi occhi sul viso di Tifa, che intanto aspettava
una risposta, speranzosa.
-non
capiresti...-
-se
neanche me ne dai l’occasione...-
Lui
sbuffò.- hai detto di amarmi.-
Tifa
arrossì e annuì.- sì, e proprio per questo...-
-allora
rispetta la mia scelta. Se non voglio parlare, non forzarmi...- mormorò
Sephiroth.
-preferisci
soffrire in silenzio, invece che parlarne con me?- domandò Tifa, leggermente
irritata.
Nessuna
risposta venne dal platinato, che preferì tacere e abbassare gli occhi.
-fai come
vuoi.- rispose Tifa, glaciale.- ma sappi che non mi arrendo molto facilmente!
Riuscirò a sapere cosa ti passa per la testa, anche a costo di aprirtela e
sapere cosa c’è dentro!- esclamò, battendo un pugno sul banco, con enfasi.
“Beh... ha
reso molto bene l’idea.”, pensò Sephiroth, con un sorriso ironico, “queste sue
frasi sono così femminili... il bello è che sarebbe capace di aprirmi la testa
come un cocomero, se solo volesse... ma cosa sto pensando?!”
- A
proposito!- esclamò Sephiroth.- sai niente di botanica?-
-e questo
sarebbe “a proposito”?- borbottò Tifa, corrugando le sopracciglia.
-il fiore
che mi hai dato si sta seccando e non ho idea di come fare a tenerlo in
vita...-
Tifa si
strinse nelle spalle.- puoi sempre prenderne un altro. Quella chiesa degli
Slums ne è piena.-
Sephiroth
fece una faccia sofferente.
-Non è la
stessa cosa...-
-Non dirmi
che ti sei affezionato a quel fiore!- strepitò Tifa, battendo un pugno sul
palmo della mano.- lo sapevo! Lo sapevo che alla fin fine eri un bonaccione,
Seph.-
-Seph?!-
fece eco lui, sconcertato.
Lei lo
ignorò.
- che
carino, non pensavo ti fossi tenuto quel fiore!-
“Seph?
Carino? Bonaccione?! Lo sta facendo apposta... sa che odio certe cose...”
“Ma guarda,
guarda il nostro Sephy... chi avrebbe mai immaginato che avrebbe tenuto il
fiore della scommessa così a lungo?”
-lo vedi?
Ti dico una cosa e tu mi prendi in giro.- l’accusò Sephiroth, con noncuranza.
Tifa
ridacchiò.
- oh,
concedimi un momento di gloria...-
-Giuro che
butterò via quel fiore appena torno a casa!-
-non lo
farai!- esclamò Tifa, ridendo.
Lui si
fece dispettoso.- invece sì!-
Tifa gli
diede una leggera spinta sul braccio.- dai, non ti offendere! Stavo solo
scherzando!-
Il
platinato avvicinò il volto a quello di Tifa sorridendo furbetto, e la guardò
negli occhi da vicino, mentre il viso di lei si colorava di una lieve tonalità
vermiglia.
La mano di
Tifa si posò sulla guancia di Sephiroth e la accarezzò dolcemente, scostandogli
i capelli da viso.
-beh,
potresti prendere qualcos’altro al posto del fiore.- mormorò Tifa.
-tipo?-
bisbigliò lui, in risposta.
-... trova
qualcosa che possa sostituire il fiore.-
-che
significa?-
-un
regalo.- rispose Tifa, curiosa di vedere cos’avrebbe rimediato Sephiroth.- in
fondo, io ho trovato il fiore. Tu, trova un regalo che vada bene per tutti e
due.-
Sephiroth
congiunse le sopracciglia, perplesso.- per tutti e due?-
-buona
fortuna.-
Sephiroth
sorrise.- e in cambio?-
-ti
concederò un’intervista.-
Lui sembrò
un po’ deluso.
-un’intervista...
in privato.-
-mi sembra
un’ottima idea.- concluse Sephiroth.-mi servirà meno di un giorno.-
-questa
l’ho già sentita.- rise Tifa, mentre lui si allontanava.
La porta
del 3°B si aprì di scatto, e prima di riuscire a vedere chi fosse a entrare, si
udì la sua voce.
-Sephiroth!-
Il
platinato si alzò di scatto.- Angeal?!-
Angeal si
chiuse la porta alle spalle e spostò gli occhi da Tifa a Sephiroth e
viceversa.- non ho interrotto niente, vero?-
Tifa
scosse il capo.- che ti succede, sembri sconvolto... e dove hai preso quella
spada enorme?-
La ragazza
indicò con un dito la pesante Buster Sword che Angeal teneva in mano,
chiedendosi come facesse a impugnarla così facilmente.
-già, che
ci fai con quell’arnese?- la voce di Sephiroth arrivò in un mix di
preoccupazione e sgomento.
-abbiamo
un problema. Un problema grosso.-
Sephiroth
fece cenno ad Angeal di sedersi e, presa una sedia, si sistemò su di essa,
dirimpetto all’amico.
Il moro
poggiò la Buster Sword su un banco e posò i gomiti sulle ginocchia, con aria
affranta.
-Angeal...-
lo chiamò Sephiroth, incerto.- sei... sei andato a Banora... e...?-
-aspetta!
Angeal è andato a Banora?!- esclamò Tifa, sorpresa.- perché non ne sapevo
niente?!-
Sephiroth
la zittì con lo sguardo e incitò Angeal a parlare.- allora? Dov’è Genesis?-
-lui...
lui non tornerà a Midgar. Non per adesso, almeno.- rispose Angeal, in tono
lugubre.
-perché?
Angeal, dimmi cos’è successo.- lo incalzò Sephiroth, con foga.
“Sephiroth
sembra preoccupato...”, notò Tifa, stupita, “che si aspettasse qualcosa di
brutto...? E poi... non sapevo che Angeal avesse seguito Genesis! Perché devo
essere sempre l’ultima a sapere le cose?!”
Angeal
lanciò un’occhiata a Tifa.- devo parlarti in privato, Sephiroth.-
Tifa si
offese, tuttavia non replicò e sene
andò, in silenzio.
Quando la
porta si fu chiusa, Angeal si rivolse di nuovo all’amico.- progetto G.-
Il
platinato si fece attento.- progetto... G? Genesis?-
-progetto
Gilian.-corresse Angeal.
-cos’è
questa storia? Progetto... e Gilian è il nome di tua madre! Avevi detto che il
tuo onore e la tua razionalità potevano sopportare qualche pazzia! Invece ho
come l’impressione che tu stia per tirare fuori una storia a dir poco assurda!-
esclamò Sephiroth, indicando la Buster Sword.- Angeal!-
-non posso
dirti altro, per ora.- disse Angeal, con riluttanza.
-oh,
certo. Mi hai informato di molte cose, infatti.- mugugnò Sephiroth, irritato.-
cosa vi passa per la testa? Perché Genesis non torna a Midgar?-
Il moro
sfuggì lo sguardo penetrante di Sephiroth e si alzò, mentre con la mano
sollevava la Buster Sword.
-è quella
cosa del Mako? Delle modifiche? Parla, Angeal.- gli intimò Sephiroth, alzandosi
a sua volta e parandoglisi davanti.-...parla.-
Angeal
esitò e fissò le labbra tremanti dell’amico.- tu...-
Sephiroth
annuì.- prima ho incontrato la moglie di Hojo. Mi ha guardato come se fossi
un... un mostro. Ma che dico? Molto peggio. Era terrorizzata.-raccontò.- io... l’ho detto solo a te,
Angeal. Di te mi fido.-
Il moro
scrollò il capo.- fai male. Di me non c’è da fidarsi.-
-Angeal...
hai sempre giocato il ruolo della coscienza, mia e di Genesis... come potrei
non fidarmi di te?-
-io
sono... io sono poco meno di un mostro.- mormorò Angeal, afflitto.- e dei
mostri, non c’è da fidarsi.-
Sephiroth
aveva tutta l’aria di aver ricevuto un colpo in testa, tuttavia cercò di
mantenere la sua solita espressione enigmatica.- allora è vero? Rispondi,
Angeal!-
-ti ho
chiesto di occuparti di Zack.- gli rammentò l’amico, in tono atono, mentre
abbassava gli occhi a terra.- solo questo è importante.-
-... non ti
capisco.- disse Sephiroth, dando le spalle a Angeal.- te, Genesis... non vi
capisco.-
“è una
strana sensazione.”, pensò Sephiroth, guardandosi le mani, “è come se le
risposte che cercavo da tempo... fossero tutte qui, davanti a me. Devo solo
fare ordine.”
-ci
rivedremo alla Midgar Cup.- lo informò Angeal.- non posso mancare, e sarà così
anche per Genesis.-
Angeal gli
posò una mano sulla spalla e gli sorrise.- occupati di Zack. È tutto quello che
ti chiedo.-
-... va
bene.-
“non
credere di poter scappare così. Non te lo permetterò. Sento che tu hai le
risposte che mi servono... sento che tu sai cose che io non conosco... e sento
anche che mi stai deliberatamente nascondendo la verità. Perché? Tu non sei uno
sprovveduto, Angeal. Se hai deciso di tacere, devi avere un ottimo motivo. E io
voglio sapere qual è.”
Tifa
lasciò passare il moro e si affacciò a guardare Sephiroth.- è successo
qualcosa?-
-non ci
sto capendo più niente, Tifa.- rispose Sephiroth in tono asciutto.- Genesis è
scomparso e anche Angeal se ne va...- fece una smorfia e abbassò la testa,
lasciandosi cadere sulla sedia.
“Cosa
direbbe lei se... se sapesse dei miei sospetti?”, pensò Sephiroth, mentre Tifa
gli posava una mano sulla testa e gli accarezzava i capelli argentati, “come mi
giudicherebbe? Cambierebbe opinione su di me? O sarebbe in grado di capire?
Potrei parlargliene, ma...”
-quando
tornano i tuoi amici?- chiese Sephiroth, in modo da svicolare ogni ulteriore
commento.
-penso
saranno qui entro le due... ho sentito Cloud al telefono proprio ieri sera.-
gli disse Tifa, con dolcezza.- come mai ti interessa?-
-devo
allenare Zack per la Midgar Cup.- spiegò il platinato, sperando che la ragazza
non chiedesse nient’altro.- dato che abbiamo meno di tre settimane volevo
informarlo subito...-
-so che
non vuoi dirmi niente ma... vedo questa situazione piuttosto complicata. Sei
sicuro di riuscire a risolverla?-
-non
preoccuparti per me. Me la sono sempre cavata da solo.-
Tifa
sorrise flebilmente, “quanto sei cocciuto.”
*
-qualcuno
si è introdotto nel mio ufficio.-
Una voce
fredda raggiunse l’uomo che sedeva di fronte alla scrivania di Hojo, che gli
camminava intorno, inquieto.
-suvvia,
professore, si dia una calmata.- lo reguardì Shinra, con forzata calma.
-questo
...coso... ne è la prova.- sbottò Hojo, facendo penzolare un ragnetto di gomma
davanti al preside.- era dentro l’armadio, ma stamane l’ho trovato vicino l’armadio.-
-ne è
proprio sicuro?- domandò Shinra, scansando il ragno con una mano e un’aria
schifata sul volto.- può anche essersi sbagliato.-
-no. Sono
uno scienziato, ricorda? Ricordo benissimo quello che faccio e quello che non
faccio. Domenica qualcuno si è introdotto nel mio ufficio.- insistè Hojo,
testardo.
Shinra
sospirò.- e quindi?-
-qualcuno
è stato qui, domenica.- disse Hojo, sovrappensiero.- scommetto che è stato lui
ad entrare.-
-lui?-
Hojo si
sedette dietro la scrivania e iniziò a scrivere qualche appunto su un foglio.-
c’erano tre persone, domenica. Tifa Lockheart, Sephiroth e Reeve Tuesti.-
-non può
essere stato Reeve.- commentò Shinra.
-e allora
rimangono i due ragazzi.-
-ma cosa
ti fa pensare che sia stato Sephiroth?-
-perché se
i suoi due amici, Angeal e Genesis, hanno scoperto la verità... sicuramente gli
sarà venuto qualche sospetto.- rispose Hojo, in tono piatto.- sicuramente, uno
dei due gli ha già detto qualcosa...-
Shinra strinse
gli occhi.- lui sa?-
-per forza,
altrimenti perché dovrebbe venire qua? Ma Genesis Rhapsodos è con Hollander, quindi
rimane Angeal. Sono praticamente certo che si aggira da qualche parte nella
scuola.-
-bene. Ho
dato ordine a Rufus di aprire fuoco contro Angeal.- lo informò Shinra, in tono
placido.- si è avvicinato prima di quanto sperassi; lo avremo fuori
combattimento in meno tempo del previsto.-
-io starei
attento.- gli suggerì Hojo, glaciale.- per il semplice fatto che quei ragazzi
non sono persone normali. Le cellule di Jenova gli permettono di avere abilità sopra
il normale...-
-lo so. Ma
vuole che una pallottola non li fermi?-
Lo
scienziato sogghignò e si strinse nelle spalle, facendo intendere a Shinra che
lui si sarebbe lavato le mani da qualunque imprevisto.- ci pensi bene, preside.
Sephiroth non è pronto per sapere la verità.-
-per
questo, Angeal e Genesis devono morire. In fondo sono solo esperimenti andati
male, che per di più, presto diventeranno un pericolo.-
-ho iniziato
gli esperimenti con il Mako.- proferì Hojo, appassionatamente.
Shinra
annuì.- bene. Ma si preoccupi anche di ritrovare gli appunti di Gast.-
-oh... ma
non è chiaro?-
-cosa?-
-Vincent
Valentine. Con ogni probabilità, li ha consegnati a mia moglie. Tutto sta...
nel farmi dire dove sono.-
Shinra
annuì.- sì, l’avevo pensato anch’io. Credevo che Lucrecia fosse dalla nostra
parte.-
- pare che
fosse così. Almeno prima di Vincent Valentine.- disse Hojo, sempre più
glaciale.
Lo
scienziato sembrava calmo, ma spostava fogli e penne con gesti stizziti che
fecero intendere a Shinra il suo nervosismo. Era evidente che la storia del
tradimento non gli era ancora andata giù.
-un’altra
cosa, preside. Mi spieghi perché ha lasciato che Hollander continuasse con gli
esperimenti dopo quello che ha fatto. Se lei non lo avesse aiutato, non avremmo
questi problemi.-
Il preside
non rispose, si limitò a fare uno sberleffo e a sogghignare.
Hojo lo
guardò, con gli occhi che sprizzavano scintille.
-si faccia
riconsegnare gli appunti di Gast.- ordinò Shinra, mentre si alzava dalla
poltrona e si infilava la giacca.- se pensa che l’abbia Lucrecia, la costringa
a restituirli. Un’ultima cosa, professore...
vorrei che ricordasse che gli esperimenti devono essere ancora un segreto.
Rovesciato il governo e le leggi, potremo avere il permesso di effettuare
esperimenti su larga scala. Ma per ora... a tutti coloro che hanno ripensamenti
si deve... com’è che si dice in gergo ... tappare la bocca per sempre.-
Hojo lo
fissò, si aggiustò gli occhiali sul naso e posò un pugno sulla scrivania,
abbinando al gesto una scrollata del capo.- questo si era capito.-
-anche
Hollander. L’unico motivo per cui l’ho finanziato, era perché in questo modo
potevo averlo sotto il mio controllo.- spiegò Shinra, soddisfatto.- ed è
proprio quello che è stato.-
-non ci
tengo a finire nelle carceri di Junon.- rispose Hojo, tagliente.- quindi, temo
che dovremo agire ancora nell’ombra.-
Il preside
gli lanciò uno sguardo eloquente.- tutticoloro che hanno ripensamenti.-
sottolineò con cura. – se si viene coinvolti nel progetto, non se ne esce.
Queste sono le regole del gioco.-
E la sua
voce era seria, quasi minacciosa.
Hojo
rimase in silenzio per un po’, poi fu scosso da una risata convulsa.
*
-puoi
venire a casa mia.-
Angeal
aveva percorso tutto il cortile della scuola e stava per andarsene, quando fu
richiamato da una voce profonda. Si fermò, restò a contemplare il cielo
azzurro, strinse l’elsa della Buster Sword tra le dita e si voltò leggermente.
-penso che
sia meglio.- aggiunse Sephiroth, in piedi alle spalle dell’amico.
-non posso
accettare.-
-fai come
ti pare.- sbottò il platinato,- era solo una proposta.-
Il moro
socchiuse gli occhi.- strana proposta, da parte tua.-
-ha
un’ottima influenza su di te.- notò Angeal, in tonopaterno.- e non è appiccicosa come le tue
solite ammiratrici.-
-Angeal...
per favore... non cambiare discorso.-
-non
so...- mormorò Angeal, indeciso.- non so se sia una buona idea. io ho bisogno
di restare solo.-
-hai paura
che se stessi con me troppo a lungo mi confesseresti tutti i tuoi “oscuri
segreti”?- domandò, con una nota di sarcasmo nella voce.
-più o
meno.- rispose Angeal, con amarezza.
Sephiroth
strinse i pugni.- non ti costringo. È una tua scelta. Casa mia è grande, e tu
sei invitato. Giuro che non ti chiederò nulla, e ti terrò informato sui
progressi di Zack.-
-per
quello c’è il telefono.- ribattè Angeal, divertito.
-senti,
non disturbarti, va bene?- sbottò infine il platinato, avendo perso la
pazienza.- io ci ho provato. E poi non dica che non l’ho fatto...-
-Tifa?-
-esatto.-
Angeal si
sporse dalla spalla di Sephiroth e riuscì a scorgere la ragazza che, accucciata
dietro una panchina, stava seguendo tutti i loro movimenti.
-beh, vedo
che hai trovato la ragazza giusta per te, Sephiroth.-
-mi
ricatta.- mugugnò Sephiroth, anche se dal suo tono traspariva un certo
piacere,- non so come, ma si è procurata una foto di me in... lasciamo perdere
che è meglio.- arrossì.
Il moro si
sarebbe rotolato a terra dal gran ridere, se non fosse per lo sguardo
fulminante di Sephiroth.
-e va
bene.- cedette Angeal - verrò. Ma devi promettermi che non farai alcuna
domanda...-
-ho la
faccia di uno che non mantiene le promesse?-
-se è per
questo, non hai neanche la faccia di uno che si fa ricattare dalla
fidanzata...- scherzò Angeal, andandosene senza smettere di sghignazzare.
Sephiroth
montò su tutte le furie.- non siamo fidanzati!... non proprio... o sì? Boh. Ei,
Tifa, siamo fidanzati, noi due?!-
-scemo!
Certo che sì!-
-non
chiamarmi scemo!-
-non è
colpa mia, se lo sei!-
-provinciale!-
-sbruffone!-
-rompiscatole!-
-antipatico!-
Angolino
dell’autrice
Finitoooo!
Bene, oggi ho pubblicato in anticipo (sono un po’ fuori con i tempi,
ultimamente). Dovrei anche riuscire a inserire il prossimo capitolo, domenica.
Beh,
non altro da aggiungere, penso che il capitolo parli da solo...
ChiyoChan8: ^_^ Yuffie e la sua macchina
fotografica! Ha una personalità... travolgente!
LadySnape: già. Poverini, facciamoli anche
divertire! XD
Tifa_heart: infatti, il gatto è Caith Sith!
U.u quanto mi piace quel gatto... mi sta troppo simpatico.
Kairih: beh, non posso che
ringraziarti, anche se l’ho ricontrollata e gli errori ci sono (stupido
correttore di Word, non dovevo fidarmi!). Coooomunque! Ti ringrazio dei
complimenti!
Ah, e
scusa per il disturbo, è che siamo veramente in una situazione disperata...
basta vedere, per capire.
Tifa
voltava le pagine dell’album fotografico di Yuffie in silenzio, seduta sul
divano di Cloud.
Sephiroth
aveva parlato chiaro, quella mattina: “non
dire a nessuno che Angeal è a casa mia, soprattutto a Zack. Mi raccomando. Deve
restare un segreto.”
Sbuffò.
Segreti, segreti, segreti... le sarebbe piaciuto sapere perché tutti avevano
qualcosa da nascondere!
Era stata
lei a suggerire l’idea di ospitare Angeal, ma forse sarebbe stato meglio che
lui non avesse accettato la proposta, almeno Tifa avrebbe potuto dire “non so
dove sia Angeal” senza rimorsi di coscienza.
Cloud
avvicinò il bicchiere che aveva in mano alle labbra e arrossì; Zack esibì un
sorriso a trentadue denti; Aerith sognava ad occhi aperti con la testa poggiata
su una mano e Tseng, accanto a lei, la guardava con aria trasognata.
Tifa
sghignazzò. Si rendeva perfettamente conto della situazione.
-non vedo
l’ora di raccontare tutto ad Angeal!- disse Zack, allegramente.
-a
proposito di Angeal...- si intromise Cloud, abbassando il bicchiere ormai vuoto
e guardandone il fondo.- non è venuto alla gita. Qualcuno sa dov’è?-
-no!- si
affrettò a rispondere Tifa.- io non so nulla!-
-sarà la
decima volta che lo chiamo.- mormorò Zack, senza notare l’aria colpevole
assunta dalla ragazza.- mm... Angeal...- si alzò dal divano guardando il
display del cellulare.
Il biondo
lo seguì con lo sguardo, dispiaciuto.- Zack...-
-non preoccupatevi!
Sono sicuro che sarà in palestra...-
Tifa
abbassò lo sguardo e si mordicchiò un’unghia, “Davvero non posso dirglielo? Che
male ci sarebbe...?”
Tseng notò
che l’aria si era fatta notevolmente pesante e si affrettò a deviare il
discorso su un altro argomento:- beh... ci sono novità?-
Peccato
che avesse scelto quello sbagliato.
-il
professor Valentine è morto.-
-che?!- fu
lo scalpiccio generale.
Zack strabuzzò
gli occhi e crollò sul divano, fissando Tifa con aria incredula.
Aerith
aggrottò la fronte.- mi spiace... come...?-
“Non penso
che ti arrabbierai, se almeno condivido questo segreto.”, rifletté Tifa,
pensando a Sephiroth.
Così, la
ragazza raccontò agli amici tutto quello che era successo domenica e quella
mattina a scuola, tra i mormorii increduli degli amici.
-wow! Lo
sapevo che Hojo era un assassino!- commentò Zack, gioviale.- in effetti ha un
po’ l’aria da scienziato pazzo...-
-non dire
così, mi fai venire i brividi.- lo apostrofò Cloud.
-tutto
questo è... incredibile. No, incredibile non esprime il concetto
dignitosamente.- borbottò Tseng, scuotendo il capo.
-povero
professore...- disse Aerith, in tono sommesso.- era una brava persona...-
-Sephiroth
mi aveva detto che era meglio farvelo sapere domani...- proferì Tifa, dopo un
attimo di pausa.- però, visto che me l’hai chiesto...!-
-se
l’avessi saputo me ne sarei stato zitto.- ribattè Tseng, posando una mano su
quella di Aerith, che intanto aveva abbassato gli occhi colmi di tristezza.
-ragazzi,
non so voi...- intervenne Cloud.- ma qui stanno succedendo parecchie cose
strane...-
Tifa era
completamente d’accordo con lui. Avrebbe pagato oro per sapere qualcosa!
La curiosità
la stava divorando, senza contare che Sephiroth sembrava essere stato turbato
dall’ultimo colloquio che aveva avuto con Angeal...
-allora, i
vostri nomi sono già nell’elenco per la Midgar Cup?- chiese Tifa, nel tentativo
di risollevare il morale ai suoi amici.
-certo!-
disse Zack, felice di poter affrontare un argomento più allegro.
-anche il
mio.- rispose Tseng.
-ma... non
sarà pericoloso, vero?- chiese Aerith, preoccupata.
Zack
rise.- ma no! Nella scherma non si combatte con armi vere! Neanche il
combattimento è un reale duello! È uno sport come un altro!-
-quindi...
non correrete il rischio di farvi male?- domandò ancora Aerith, a disagio.
Tseng le
rivolse un sorriso confortante e strinse la sua mano.- no. Non devi
preoccuparti.-
La castana
non sembrava volersi convincere delle parole degli amici; continuava a
ostentare un’espressione di preoccupazione e incertezza sul viso.
-perché
non dovrebbe esserlo? In fondo è solo uno sport!- soggiunse Tifa, alzandosi dal
divano e allungando le braccia verso l’alto.- beh! Che ne dite di andare a fare
una passeggiata? Non ce la faccio più a stare rinchiusa in casa!-
*
-insomma...-
esordì Sephiroth, mentre faceva avanti e indietro davanti alla porta di casa,
indeciso se uscire o meno.- ... non ho la più pallida idea di cosa fare ad una
ragazza... Angeal... cosa si regala ad una donna...?-
Il moro,
che stava riflettendo in disparte, si riscosse di colpo: - eh?-
Sephiroth
smise di camminare.
-cosa si
regala a una donna?-
Angeal
fece un sorrisetto e gli rispose:-che
ne so...? Qualunque cosa... un vestito, un gioiello... fiori, cioccolatini...-
-mi ha
detto che devo trovare un regalo adatto a entrambi...- sussurrò Sephiroth,
alzando lo sguardo al soffitto.- come se fosse facile.-
-se resti
qui dentro non te ne farai mai un’idea.- gli disse Angeal, con pazienza.-
smetti di agitarti e vatti a fare un giro per Midgar. Sai, le commesse in
genere ti aiutano a decidere un regalo... entra in un negozio e prova a
spiegargli quello che cerchi.-
-commesse...-
ripetè piano Sephiroth, curioso.- è la prima volta in assoluto che faccio un
regalo ad una persona...-
-c’è
sempre una prima volta per tutto.- rispose il moro, con indifferenza.
Sephiroth
sorrise e uno strano luccichio gli animò gli occhi.
Angeal
alzò un sopracciglio.- meglio che ti sbrighi.- gli disse, in tono di
rimprovero.
-non puoi
accompagnarmi?- gli domandò Sephiroth, incerto.- non sono bravo in queste
cose...-
-vedrai
che ci riuscirai tranquillamente. Tifa è una ragazza semplice, l’importante è
che t’impegni per farle questo regalo...-
Il
platinato si soffermò a guardare l’amico, poi annuì.- non sapevo fossi così
profondo, Angeal. A quanto pare c’è un lato sensibile in tutti...-
-era
rivolto a me?- gli chiese Angeal, notando il suo sguardo incerto.
-forse.-
rispose Sephiroth, e detto questo, uscì di casa.
Angeal
rimase a guardare la porta, poi attraversò l’ingresso, la sala, salì le scale,
entrò in camera sua, prese la Buster Sword e uscì di casa anche lui, diretto
chissà dove.
*
Il primo
negozio che Sephiroth aveva incontrato sulla sua strada vendeva profumi. Era
rimasto a lungo davanti alla vetrina, suscitando l’interesse della cassiera, dopodichè
aveva deciso di farsi coraggio e aveva trotterellato fino all’ingresso.
Entrato in
quella bottega di profumi, era riuscito a non scappare subito, per chissà quale
influenza divina, e aveva iniziato a gironzolare intorno agli scaffali
guardandoli con aria indecisa.
La stessa
cassiera che lo aveva visto davanti all’entrata, accorse ad aiutarlo.
-posso
darle una mano?- gli chiese gentilmente.
Voltandosi
Sephiroth per poco non urtò lo scaffale dei profumi.
-uh...
sì...- farfugliò.- io devo... em... fare un regalo alla mia ragazza.-
- oh... ma
certo.- disse la cassiera, delusa.
Sephiroth
si schiarì la voce.- cosa mi consiglia?-
-dipende...-
esordì la cassiera, ritrovando il suo tono professionale.- potrei consigliarle
questo profumo... senta com’è dolce e delicato...!- e glielo spruzzò in faccia.
Il
platinato prese a tossire e scacciò l’odore smuovendo l’aria con una mano.-
sì... direi che è piuttosto... travolgente.-
La bionda
annuì.- i nostri profumi sono della miglior qualità presente sul mercato!
Questo è il nostro sigillo di garanzia!- esclamò con orgoglio, indicando un
bollino d’oro incollato sulla scatola di quell’arma letale che chiamava “profumo”.
-oppure
questo.- disse la cassiera, e prese un’altra bottiglietta dallo scaffale.-
senta, senta!-
Sephiroth
stavolta si mise a distanza di sicurezza.- per cari... voglio dire... no,
grazie.- rispose, cercando di essere cortese.- mi fido della sua parola...-
-ma
signore, un profumo va sentito sulla pelle!- gli disse, con gli occhi che
brillavano.- deve provarlo! Lo provi, signore!-
Rassegnato,
il platinato ricevette un’altra vaporata di profumo in pieno viso.
L’odore
pungente di quest’ultimo era impossibile da respirare, e fu costretto a
trattenere il fiato e a mostrare un sorriso di circostanza.- ... non mi
biace...- borbottò.
-scusi?-
-non mi
piace!- strillò Sephiroth.
-non si
agiti!- lo reguardì la bionda, offesa.- forse dovrebbe provare con qualcos’altro...
tipo una trousse.-
-una che
cosa?- chiese Sephiroth, sbalordito.
“Ma come
fanno le donna a sopportare tutte queste cose...? E poi ci mancava di
incontrare una profumomane...”, si disse.
-una trousse!- fece lo spelling la cassiera.-
trucchi!-
Sephiroth
scosse il capo. Il profumo era un conto, ma addirittura farsi provare addosso
dei trucchi... no, questo era troppo.
- la
ringrazio... ci penserò su.- e scappò via.
Il secondo
negozio vendeva vestiti. Vestiti di ogni genere e anche piuttosto costosi.
Era
entrato solo dopo aver fatto il conto del suo budget e, dopo aver fissato un
tetto massimo di Guil da spendere, si era avventurato tra manichini e abiti di
tutti i colori e dimensioni.
Stavolta
si rivolse direttamente alla commessa. Non poteva essere peggio dell’altra.
-insomma,
lei vuole fare un regalo alla sua ragazza, eh?-
La
commessa era una donna sui cinquant’anni, alta, smilza, con un certo nervosismo
nei movimenti. Parlava a velocità inaudita e sembrava eccitata per qualcosa.
In compenso,
notò Sephiroth confortato, vestiva molto bene, e sicuramente poteva dargli
qualche buon consiglio. O almeno sperava fosse così.
-ricordo
quando avevo la tua età!- disse, agitando le mani guantate.- oh, era tutto così
facile! Niente marito, niente figli, niente mutuo da pagare. Solo libertà e
spensieratezza! Ah, gli amori giovanili sono così belli! E pensare che tanti li
disprezzano! Secondo me siete così belli voi ragazzi, che andate in giro mano
nella mano, l’uno accanto all’altro...- e nel dirlo gli diede un buffetto sulla
guancia che lo fece rabbrividire.
-sì...-
cercò di tagliare corto Sephiroth.- dovrei trovare un regalo alla mia ragazza...-
-oh!-
strillò la commessa, avvicinandosi una mano alla fronte con fare teatrale.- che
cosa romantica! Due cuori legati insieme! Questo mi ricorda il giorno del mio
matrimonio! Quando mio marito mi mise la fede al dito, sentivo che nulla ci
avrebbe più separati!-
“o – santo
– cielo... qualcuno mi salvi.”
La donna
fece qualche giravolta tra i manichini e gli portò un tailleur – rosa confetto,
tra l’altro – con la gonna merlata di bianco.
Sephiroth
sbattè le palpebre varie volte.- um...-
Gli venne
da ridere, immaginando Tifa con quel completo addosso, e da piangere, quando si
rese conto della situazione disperata in cui si trovava.
-no! No!-
esclamò, esasperato.- non è proprio il genere che si addice alla mia ragazza!
Lei è un tipo piuttosto... non è così femminile!-
La
commessa fece una faccia perplessa, poi la sua espressione si fece di colpo
allegra e sorridente e sparì di nuovo tra i vestiti, per poi ricomparire con un
completo militare.- ecco!-
Sephiroth,
basito, riuscì solo a bofonchiare un:- non è proprio quello che intendevo.-
La donna
sembrò ancora delusa e s’immerse di nuovo nella sua ricerca.
Tornò poco
dopo, ma di Sephiroth non c’era più neanche l’ombra.
-ei! dov’è
andato quel ragazzo?! I ragazzi di oggi! Non c’è più rispetto per noi adulti!
Questo mi fa venire in mente quando...-
Come terza
tappa, tenendo conto dei consigli di Angeal, provò con una gioielleria.
Il
cassiere per lo meno sembrava meno espansivo della donna della boutique.
Molto meno espansivo.
-buongiorno...-
I suoi
occhi biavi si spostarono dalla calcolatrice su cui stava picchiettando a
Sephiroth e lo squadrarono con noncuranza.- ah... un cliente.- mugugnò.
Sephiroth
si mostrò più cordiale possibile.- vorrei comprare qualcosa per la mia
ragazza.-
-va bene.-
-lei cosa
mi consiglia?-
-un
anello.-
-mm...
altro?-
-si guardi
in giro e decida.-
Il
platinato lo fissò per un po’; il cassiere lo teneva d’occhio, mentre la sua
mascella cadente gli donava un’aria sempre meno amichevole.
Alla fine,
disturbato da quello sguardo penetrante, Sephiroth optò per il piano B...
-grazie e
arrivederci.- borbottò il cassiere, annoiato.
...scappare.
Ormai
rassegnato, avendo girato oltre cinque negozi in più, tra gioiellerie, pasticcerie,
negozi di scarpe e simili, si lasciò cadere, sfinito, su una panchina.
La ricerca
non aveva dato alcun risultato, e poi si era allontanato talmente tanto da
casa, che per tornare indietro gli sarebbe servito tutto il resto della
giornata. Guardò l’orologio: erano le 18:00.
Per
fortuna, le giornate erano abbastanza lunghe e aveva tutto il tempo per
ripercorrere i suoi passi. Ciò che gli dava fastidio era il fatto di non aver
trovato nulla.
-mi scusi,
ragazzo... posso sedermi qui?- chiese una voce.
Sephiroth
si voltò. Una vecchina stava in piedi per miracolo, sorretta dal suo grezzo
bastone di legno, in attesa di una risposta.
-prego.-
rispose il platinato, con indifferenza. In fondo, era solo una povera vecchina.
I due
rimasero in silenzio, ognuno a guardare una direzione differenza, immersi nei
propri pensieri. Poi la vecchina gli sorrise.- qualcosa non va, ragazzo?-
Sephiroth
la fissò. Possibile che quella fosse l’ennesima persona stramba della giornata?
-direi che
molte cose non vanno! Mi hanno spruzzato in faccia profumi, umiliato,
maltrattato, esasperato! Dovevo trovare un regalo per la mia ragazza e non sono
riuscito a comprarle niente perché un branco d’idioti non ha fatto altro che
complicarmi le cose!- si sfogò.
-mi spiace
per te, giovanotto.- rispose la vecchina, con un sorriso.- dovevi fare un
regalo per la sua fidanzata?-
-sì.
Qualcosa che andasse bene sia per me sia per lei... sa, è una storia lunga.-
borbottò Sephiroth, incrociando le braccia sul petto e assumendo una faccia
imbronciata.
La
vecchina infilò la mano in tasca e ne estrasse un piccolo ciondolo a forma di
cuore.
Il
platinato la restò di sasso quando gli prese una mano e gli posò sopra quel
monile d’argento.- cosa fa?!-
-prendilo
tu, giovanotto. Io non ci faccio più niente con questo.-
-non posso
accettare... potrei... potrei pagarglielo.- propose Sephiroth, con slancio.
La
vecchina sorrise.- non ce n’è bisogno. Questo me lo regalò mio marito il giorno
che ci siamo fidanzati. L’ho portato fino alla sua morte, e ormai non ci faccio
più niente.- disse, gentilmente.
Sephiroth
strinse il ciondolo nella mano, in imbarazzo.- ma se è così importante per lei...-
-voi
giovani siete la forza del domani.- disse la vecchina, con energia.- e
guarda... questo ciondolo si separa in due parti. Una metà la tieni per te,
l’altra la dai alla tua fidanzata!-
-la
ringrazio signora. Ma è sicura che non sia un problema per lei?-
-giovanotto,
ho centodue anni, ti pare che per me faccia differenza, averlo oppure no?- e
detto questo, s’immerse nei suoi pensieri, con un sorriso nostalgico sulle
labbra.
Sephiroth
la guardò, stupito.
Allora
esistevano molte più persone buone di quanto pensasse.
-non so
come sdebitarmi.-
-promettimi
che proteggerai la tua fidanzata da qualunque cosa, va bene? Ah, l’amore è così
bello... è un sentimento così forte che non muore mai.-
*
Le luci, a
casa di Cloud, erano accese.
Dentro,
Zack e Cloud consumavano una cena ordinata al ristorante, in silenzio.
Zack
pensava ad Angeal, a dove poteva essersi cacciato e Cloud lo guardava con la
coda nell’occhio, consapevole di quanto il moro fosse preoccupato per il suo
maestro.
A un
tratto, parlò.- Stavamo pensando di fare una cena dopo la Midgar Cup.- gli
disse, cercando di buttare il discorso su qualche argomento frivolo.- noi,
Sephiroth, Genesis...- dovette fermarsi perché Zack aveva emesso un gemito.
-grazie
per averci provato Cloud.- gli disse, con un sorriso cupo, mentre lasciava le
posate sul tavolo e si alzava, facendo scricchiolare la sedia.- non ho fame.
Credo che me ne andrò a dormire...-
Il biondo
si alzò a sua volta e lo fissò.- questo non sei tu, Zack.-
-come?-
chiese il moro, perplesso.- che vuol dire?-
Cloud
arrossì di colpo e aggiunse:- quello che ho detto. Il mio Zack non si
arrenderebbe mai. Continuerebbe a essere ottimista come sempre.-
-al
telefono non risponde, a casa non c’è, non è andato a scuola... non lo vedo da
sabato. Io temo... temo che gli sia successo qualcosa di brutto.- disse, con
gli occhi che si facevano lucidi.
-Zack...-
-mi
spiace, ma proprio non ce la faccio. Non so cosa gli passi per la testa, e l’ho
visto così strano, quella volta... che amico sono stato?! Dovevo aiutarlo, e
invece l’ho ignorato!-
-non
essere così duro con te stesso.- gli sussurrò Cloud.
Il moro
scrollò il capo.- avrei dovuto insistere!- gridò, battendo un pugno sul tavolo,
facendo tintinnare piatti e bicchieri.- dovevo
insistere!-
Cloud fece
il giro della tavola e gli si avvicinò, allacciandogli le braccia alla vita.-
tu sei un ottimo amico.- gli bisbigliò all’orecchio.
Zack si
strinse a lui e affondò il viso nei suoi capelli biondi.- no. Non in questo
caso.- disse, uscendo dalla cucina.
-perché ci
tieni così tanto?- gli corse dietro Cloud, leggermente infastidito.
Il moro
era entrato in sala e si era gettato sul divano, il viso nascosto tra le mani.
-Angeal è
abbastanza grande da poter badare a se stesso.- gli ricordò Cloud, in tono
asciutto.- e sicuramente è in grado si risolvere un problema. Perché ti disperi
così? Hai detto che non c’è nientetra
voi due, a parte amicizia...-
-tu non lo
conosci come lo conosco io, Cloud.- gli rispose Zack, alzando leggermente il
viso.- il suo comportamento ai miei occhi è più che sospetto!-
-può darsi
che domani torni a scuola.-
-non ci
spero.-
-Zack.-
Il moro
rimase in silenzio, a guardare Cloud che gli si avvicinava e gli posava una
mano sul viso e si chinava a baciarlo. Lasciò che le labbra del biondo
s’incastrassero con le sue e rispose al bacio che, dapprima dolce e lento, si
fece rapidamente più energico e appassionato.
Zack prese
il volto di Cloud tra le mani e lo spinse delicatamente all’indietro,
adagiandogli la testa sui cuscini.
Era da un
po’ che ci pensava.
Il biondo
lo guardò negli occhi per un po’, poi si lasciò baciare da Zack.
-Cloud,
io...- era Zack che parlava sottovoce.
Il suo
tono era caldo e dolce e allo stesso tempo eccitato.
-volevo
chiedertelo... ma se non sei pronto...- aggiunse, in tono sommesso.- non ti
forzerò Cloud... non voglio forzarti.-
Il biondo
socchiuse gli occhi e sentì il respiro di Zack lieve sulla pelle, il contatto
con il suo corpo gli dava uno strano brivido dietro la schiena e l’unica cosa
che voleva era che il moro lo baciasse.
-non si
preoccupi, non è mia intenzione farli leggere a nessuno. Sono troppo
pericolosi.-
-sono
contenta che almeno tu lo capisca, Angeal.-
Il moro
era leggermente immerso nell’ombra serale che proiettava un albero dalle alte
fronde sull’erba della villa di Hojo.
Lucrecia,
davanti a lui, si guardava intorno, circospetta.
-mi spiace
per Vincent Valentine.- disse Angeal, dopo un attimo di silenzio.
-ha rubato
lui quegli appunti.- gli spiegò Lucrecia, a bassa voce.- mio marito l’ha
ucciso. Io... non ho potuto evitarlo ma... mi sento colpevole...-
“Se solo
avessi accettato di fuggire con lui...”, pensò con rimorso, “tutto questo non
sarebbe successo.”
Angeal non
aggiunse altro.- vada a casa, ha fatto già troppo per me.-
-stai
attento.- lo ammonì Lucrecia.- ho trovato una lettera di Shinra nell’ufficio di
mio marito. Sembra che vogliano ucciderti.-
-beh,
hanno poca fantasia.- replicò ironico il moro, mentre usciva dal cancelletto
del giardino.
Lucrecia
abbassò lo sguardo.- in bocca al lupo.-
Angolino
dell’autrice:
Eeeeeeh!
Eccomi qua! Purtroppo, la sottoscritta autrice ha dovuto calare il sipario. U.u
questioni di raiting, sapete com’è... non posso andare troppo oltre, altrimenti
dovrei mettere un bel ROSSO.
Muahahaha...
è che mentalmente sto ancora seguendo la scena... (scusate, anch’io ho un animo
pervertito...)
*sghignazza*
È
inutile, non riesco a riprendermi... *continua a sghignazzare*
Basta,
meglio che risponda alle recensioni... *non la smette di sghignazzare*
Takari94: TI CHIEDO PERDONO! L’altra
volta non ti ho risposto! Giuro che non l’ho fatto apposta, è che sono sempre
di fretta durante la settimana! *cartello: PERDONO!*
Ah,
sono proprio un’idiota... certe volte non so come faccio a fare questi errori
così cretini... scusa ancora!
LadySnape: U.u Ho fatto delle “caricature”
di personaggi in questo capitolo, che ne dici? Il povero Sephiroth se l’è vista
brutta, per fortuna la vecchina...
Kairih: ih ih... spero che questo
capitolo ti sia piaciuto... mi spiace non essere andata più a fondo con le
descrizioni, ma... beh, ti lascio la scena all’immaginazione... XD
ChiyoChan8: Genesis tornerà tra poco. Spero
che qualcuno lo aiuti a rinsavire... ^_^
RoseMari: ti ringrazio! Hai preso proprio
il nodo di tutte e tre le coppie. Mi fa piacere! Comunque, neanche io sono una
fan della Yaoi, ma la Clack mi fa impazzire! Non so perché... *_____* li adoro.
Sono contenta tu che l’abbia apprezzata un po’ di più! E grazie ancora!
Tifa_heart: Uh uh... Tifa lo fa impazzire. Mi
fanno tenerezza quei due... hanno un che di dolce...
P.s: l’idea del cuore è un po’
banale, ma date le circostanze l’ho trovata azzeccatissima. Anche il titolo che
ho dato al capitolo lo sottolinea...Vai a capire cosa si inventa la mia mente
bacata... però la vecchina è così... tenera! (adoro i vecchietti, non posso
farci niente...)
Non
ho mai apprezzato i simboli del suddetto tipo, ma la mia mente è aperta a
tutto, soprattutto perché mi piaceva l’idea di un legame tra Sephiroth e Tifa.
Boh... ditemi voi che ne pensate.
In realtà,
fino a poco prima stava dormendo profondamente, poi si era svegliato. Svegliato
per un motivo abbastanza sciocco: aveva avuto un incubo.
Non doveva
essere tanto grave, visto cheneanche lo
ricordava, tuttavia, ora cercava di scrollarsi di dosso quell’orribile
sensazione...
L’odore
del sangue...
Strano
sogno.
Troppo
strano.
Si strinse
meccanicamente al suo compagno, che ancora lo teneva stretto a se,
circondandolo con le sue braccia nude e calde.
Zack
dormiva, invece, con un’espressione di totale beatitudine sul viso.
Erano
ancora le tre; inutile svegliarlo per parlargli di una cosa che neanche si
ricordava, quindi appoggiò la fronte al suo petto e chiuse gli occhi, cercando
di riprendere sonno.
Era così
strano... quella pace... la notte fuori aveva l’aria di essere buia e fredda,
invece sotto le coperte si stava estremamente caldi e comodi.
-Cloud...-
La voce
assonnata e flebile di Zack aveva appena interrotto il silenzio.
-non
dormi?-
-scusa.-
mormorò Cloud, appoggiando di nuovo la testa sul cuscino, a pochi centimetri
dal viso di Zack.
La mano
del moro gli accarezzò l’avambraccio dolcemente.- perché?-
-un
incubo.- rispose Cloud, vergognandosi di se stesso.
-stai calmo.
Era solo un sogno.- sbadigliò Zack.- e comunque, non pensavo che avere un
rapporto con me ti facesse venire gli incubi...- il suo tono era scherzoso, ma
il nervosismo che aveva assalito Cloud gli impedì di notarlo.
Si morse
il labbro.- non è quello!- esclamò.
Zack
sorrise e gli spostò i capelli biondi dal viso, cercando di individuarne i
tratti nel buio.-Era veramente così orribile?-
-non
ricordo.- fece Cloud, avvampando.
-torna a
dormire. Ci sono io qui. Che ore sono?- domandò.
Il biondo si
mosse appena, facendo frusciare le coperte.- fuori fa freddo.-
-probabilmente
sì.- sussurrò Zack, in dormiveglia.- non ci pensare... qui si sta bene.-
-ti amo
Zack.-
Un
sorriso.- anch’io. Torna a dormire...-
...quattro...cinque...sei...
*
Tifa
aspettava davanti al cancello della scuola, i capelli sciolti sulle spalle e la
cartella in mano; aspettava Sephiroth, ma pensava a Zack. Chissà per quanto
tempo sarebbe riuscita a tenergli nascosta la storia di Angeal.
I
suoi occhi si spostavano irrequieti ovunque, fino a incontrare gli sguardi
torvi che un gruppo di ragazze le stavano lanciando. S’irritò, ma resto
immobile limitandosi a volgere la sua attenzione alla massa di studenti che
stavano entrando in cortile.
Dedusse,
forse dalla scritta “I Love Sephiroth” impressa sulle loro magliette, che erano
fan del platinato, e si disse che era meglio ignorarle e ridere sulla faccenda.
Sephiroth
era suo, nessuna ammiratrice glielo avrebbe portato via...
Due
braccia alle sue spalle la avvolsero, e la voce profonda del platinato le parlò
all’orecchio:- ho trovato il tuo regalo.-
Tifa
sorrise e si lasciò abbracciare dal ragazzo.
-
dì la verità: ti ha aiutato Angeal?-
Lui
la lasciò, lievemente imbarazzato:- più o meno...-
-allora?-
chiese Tifa, curiosa.
Sephiroth
prese a frugare nelle tasche e ne estrasse il ciondolo cuoriforme che gli aveva
regalato la vecchina il giorno prima.
Tifa
guardò il pendaglio d’argento che le ciondolava davanti al viso e lo sfiorò con
le dita.- ma...-
-guarda.-
le ordinò Sephiroth, prendendo il ciondolo tra le dita e dividendolo in due.-
si staccano... um... ecco. Tu prendi questa metà...- bofonchiò, porgendole una
parte dell’oggetto.
-è...-
-so
che non ti piacerà... ma secondo me...-
Un
dito di lei corse alle labbra di Sephiroth, intimandogli di tacere.
-questo
è il regalo più bello che qualcuno mi abbia mai fatto.-
Sephiroth
abbassò gli occhi e farfugliò un confuso:- sì... è quello che si dice...-
-è
quello che dico io.- sorrise Tifa, stringendo la sua metà nella mano con
delicata forza.- è un regalo stupendo.-
Abbassò
il dito e lasciò il platinato a riflettere, poi gli allacciò le braccia alla
vita e lo strinse forte a se.
-tu
porterai l’altra metà?- gli domandò.
Lui
sciolse l’abbraccio e la guardò negli occhi.
-ovvio.-
-senza
capricci?-
Il
platinato fece una strana risata, a metà tra un sospiro e uno sbuffo, poi le
posò le mani sulle spalle.
-niente
capricci.-
Tifa
si rallegrò, perché il suo sguardo sembrava sincero, quindi aggiunse:- allora
facciamo così? Ognuno porta la sua metà... almeno finchè staremo insieme.-
Sephiroth
annuì, ripensando alle parole della vecchietta.
“Questo me lo regalò mio marito il giorno che
ci siamo fidanzati. L’ho portato fino alla sua morte, e ormai non ci faccio più
niente”
Gli
sarebbe piaciuto che anche loro due vivessero insieme... doveva ammetterlo.
Sentire la voce di Tifa tutti i giorni bacchettarlo, riprenderlo, riempirlo di
attenzioni... lo faceva sentire finalmente meno solo, e la sua compagnia colmava
quel grande vuoto che aveva nel cuore.
Era
un tipo di affetto diverso dall’amicizia per Angeal e Genesis, qualcosa che lo
faceva tremare, imbarazzare, emozionare e anche intimorire.
-ti
è piaciuto fare shopping?- gli domandò Tifa, gioviale.- perché qualche volta
potresti accompagnarmi!-
Sephiroth
rabbrividì, tuttavia cercò di sorridere.
-oh...
è stata un’esperienza... unica...-
dichiarò, mentre ricordava le sue avventure con una certa angoscia.-
travolgente, direi...-
Tifa
sembrò felice e lo abbracciò, dopodichè guardò il ciondolo d’argento e fu
scossa da una risatina.
Sephiroth
la fissò. Meglio così, dopo tutta la fatica che aveva fatto...
Le
sorrise e le posò una mano sulla testa, accarezzandole i capelli.
-stanno
arrivando i tuoi amici.- la informò.- ci vediamo dopo...-
-hai
da fare oggi pomeriggio?-
-vieni
a casa mia.- le disse Sephiroth.- devo farti vedere una cosa.-
Tifa
sbarrò gli occhi.- cosa?-
-sorpresa!-
esclamò il ragazzo, allontanandosi.
Le
labbra di Tifa si aprirono in un sorriso, “sembra che il suo umore sia
migliorato.”, pensò soddisfatta.
Rivolse
una smorfia alle ragazze del fan Club, che ancora la fissavano con sguardo
ebete, e si avvicinò alla compagnia di amici.
Cloud
e Zack erano ancora mezzi addormentati; Aerith ridacchiava senza tregua e Tseng
la ammoniva con lo sguardo, benché si vedesse chiaramente che anche lui era
tentato dal farsi due risate.
-che
succede?- chiese allegramente Tifa, quando l’ebbe raggiunti.
Zack
sbadigliò; Cloud fece uno strano verso.
Tseng
baciò Aerith sulla fronte e si avviò in classe, sghignazzando.
Aerith
si accostò a Tifa e ammiccò ai due ragazzi, dicendo:- qualcuno ha fatto le ore
piccole. Molto piccole.-
Tifa
le rivolse uno sguardo incerto, poi afferrò il concetto e spalancò le labbra e
gli occhi:- oh... oh... oh oh oh!- rise.
Zack
la fulminò con gli occhi, poi sbattè le palpebre un paio di volte e prese a
fare flessioni sulle gambe.
-pronto
per affrontare la nuova giornata!- proferì con energia.- prima ora: scienze!-
il sorriso gli morì sulle labbra e il suo volto si oscurò.- l’assassino...-
Cloud
gli allungò una gomitata, apostrofandolo:- Zack!-
Il
moro alzò gli occhi al cielo e gli scompigliò i capelli:- andiamo! Ho
affrontato ben di peggio nella vita!-
Aerith
lo guardò:- tipo?-
-non
lo diresti se fossi capitata agli allenamenti di scherma, il giorno in cui si
esercitano anche Sephiroth, Genesis e Angeal!- spiegò Zack, scuotendo il capo.-
cambieresti idea su molte cose... sono tipo... hai presente le mandrie di
bufali, vero? Beh, moltiplicala per tre.-
Cloud
rise:- oh, Zack...-
“Sembra
che stia bene.”, pensò Tifa, sollevata, “Forse i giorni dei problemi sono
finiti! Genesis tornerà a scuola, Angeal si farà di nuovo vivo... e Zack e
Cloud sono fantastici insieme... Aerith sta con Tseng... l’umore di Sephiroth
sembra nettamente migliorato! Sì, non c’è niente da temere! Si sta risolvendo
tutto...”
*
Angeal smise di camminare.
Aveva deciso di farsi
una passeggiata per Midgar, ma se n’era pentito quasi subito, quando aveva
percepito che qualcuno lo stava seguendo.
Improvvisamente, il
cellulare prese a vibrare nella sua tasca, lo prese, guardò il numero e
rispose:- Genesis!-
-ti stanno seguendo.-
Il moro fece una smorfia
e ribattè:- me ne ero accorto.-
La voce di Genesis si
fece più tranquilla.
-è Rufus Shinra. Ti
segue a distanza.-
-e tu come lo sai?-
chiese Angeal, riprendendo a camminare, nervosamente.
-lo so perché io sto
seguendo lui.- disse Genesis, come se fosse scontato.- ha una pistola. Cerca di
seminarlo, o di combatterlo.-
-sei scemo? Ha una
pistola!- esclamò Angeal.
Genesis rise:- e allora?
Tu sei un mostro!-
-smettila. Dimmi dove
sei, piuttosto...- rimproverò il moro, guardandosi intorno.
Il rosso fece un attimo
di pausa, poi il suo tono di voce calò notevolmente:- sono poco distante da
te... ma non è una buona idea incontrarci.-
-perché?- insistette
Angeal.
-non voglio cadere nella
trappola di Shinra. Quello ci vuole morti... ed io devo trovare il dono della
dea.-
-il dono della dea?
Siamo arrivati a questi livelli...?-
-hai letto gli appunti
di Gast?-
Angeal s’irrigidì:- come
fai a...-
-lo so. Io... è
complicato.- bofonchiò Genesis; sembrava imbarazzato.- ma non è questo il punto.
Devi seminare Rufus Shinra. Resta in luoghi affollati o cercherà di ammazzarti.
-
Il moro socchiuse gli
occhi:- Mi recherò alla chiesa degli Slums.-
-cosa?! Sei pazzo?! Ho
detto luoghi affollati!!- gridò Genesis, allarmato.- Angeal! Non provarci
nemmeno! Ti farai ammazzare! ANG...-
Ma l’amico aveva già
riagganciato e si era diretto di corsa verso i bassifondi.
*
-detto questo, credo che
possiamo passare agli avvisi di carattere generale.- concluse Hojo, sedendosi
dietro la cattedra e posando il gessetto su di essa con noncuranza.- come
saprete, il suicidio di Vincent Valentine ci ha lasciato tutti alquanto
spiazzati.-
-come no....- borbottò Zack, ostile.-vorrei vedere...-
-tuttavia, non potete
certo rimanere senza insegnante di lettere; dunque il vostro nuovo professore
sarà Reeve Tuesti.-
-il bibliotecario?-
domandò Tifa, confusa.
-sì.- rispose Hojo,
annuendo.- e vi prego di non essere confusionari come vostro solito.- e così
dicendo guardò un certo gruppetto che ghignava tra le ultime file.- altra cosa:
mancano due settimane precise alla Midgar Cup. È stata leggermente anticipata
per motivi di carattere... puramente formale.-
“Mi piacerebbe sapere
questi motivi”, pensò Tifa, sospettosa.
-comunque, l’avviso a
tal riguardo è stato esposto in bacheca. Se qui dentro ci fosse qualche
partecipante... Fair e Strife, giusto?.. andate ad informarvi.-
Tifa si girò verso i
ragazzi e gli fece l’occhiolino.
-infine...volevo dire che portare pon pon, tamburi,
trombe eccetera, sarà vietato per tutto lo svolgimento della Midgar Cup. Vi
ricordo che la palestra non è uno
stadio, e in quanto tale, qualsiasi coro e incitamento troppo rumoroso, sarà
stroncato dal sottoscritto. Vi avviso adesso, in modo da evitare qualsivoglia
disguido al riguardo.- aggiunse, con gli occhi che brillavano di una luce
pericolosa.
Qualcuno brontolò, ma
non osò ribattere nulla, al massimo si levò qualche “uffa!” di delusione e di
amarezza.
Evidentemente, molti si
erano già organizzati per fare ciò che Hojo aveva appena proibito.
-oh, che antipatico.-
sbuffò Tifa, arrabbiata.- ed io che volevo fare un tifo sfegatato... avevo
preparato anche i cartelli...-
-non penso che i
cartelli siano proibiti.- osservò Aerith, incerta.
-vuoi scommettere?-
-ebbene sì, Lockheart, i
cartelli sono proibiti.- rispose la voce glaciale di Hojo.
“Ma come diavolo ha
fatto a sentirmi...?!”, pensò Tifa, sussultando.
Hojo aprì il registro e sorrise.
-vediamo un po’.- disse,
cambiando argomento.- i vostri voti in scienze sono veramente penosi. Io non so
cos’abbiate in testa, ma se non iniziate a studiare seriamente, quest’estate
avremo un maggiorato afflusso di gente rispetto all’anno passato.- sorrise,
malevolo.- adesso sta per suonare la ricreazione e non ho tempo; domani farò
un’interrogazione a tappeto, quindi preparatevi.-
Cloud si riscosse solo
al suono della campanella e si guardò intorno, perplesso:- eh?-
-...quaranta...cinquanta...
devo studiare sessanta pagine!- esclamò Zack, con voce strozzata.- sono... sono
un’ infinità!-
-guarda che non hai
contato le sette che ha spiegato oggi...- lo corresse Tifa, sfogliando il libro
di scienze.- sono sessantasette.-
-settanta, se contiamo
tutti gli approfondimenti.-si intromise
Aerith.
Il biondo lo fissò.-
oggi pomeriggio possiamo studiare scienze insieme...-
-uff... oggi pomeriggio
avevo intenzione di andare a stanare Angeal...- grugnì Zack, avvilito.
-cosa?!- squittì Tifa,
colta alla sprovvista.
Zack le rivolse un
sorriso raggiante.
-ieri sera una persona
mi ha fatto capire che non devo abbattermi! Lo cercherò e lo troverò! Anche a
costo di girare per tutta Midgar!-
Tifa farfugliò qualcosa d’indecifrabile
e gli diede le spalle, iniziando a scarabocchiare sul libro di scienze,
agitata.
Aerith la guardò di
sfuggita, poi si rivolse al moro:- se vuoi, posso aiutarti.-
-sarebbe fantastico!-
-a questo punto mi
unisco anche io.- disse Cloud, piano.
Zack gli scoccò un bacio
sulla fronte e gli scompigliò i capelli:- ah, sei il migliore Cloud!-
-tu vieni, Tifa?- chiese
Cloud.
Lei scrollò il capo:- mi
spiace, ma oggi pomeriggio ho da fare...devo vedere Sephiroth.-
Aerith la guardò,
preoccupata:- non vorrei dirtelo... ma da quando stai con lui sembri più...
um... tetra.-
-ma no! Cosa stai
dicendo?! Io tetra?! Ma figuriamoci!- rise nervosamente Tifa, muovendo le mani
freneticamente.
“Non vorrei nascondere
niente ai miei amici ma... questo segreto non mi appartiene e dunque... dovrò
tenerlo per me.”, si disse, sprofondando nello sconforto.
Zack si alzò di scatto,
rovesciando la sedia all’indietro:- vieni Cloud! Andiamo a informarci per la
Midgar Cup! Non vorremo arrivare ultimi!-
Il biondo annuì e rimise
a posto la sedia di Zack, mentre quest’ultimo correva in corridoio, pieno di
energie come al solito.
La mano di Aerith si
posò su quella di Tifa e la strinse.
-sei sicura di stare
bene?-
Tifa sorrise e reclinò
il capo di lato.- ceeerto.-
Gli occhi verdi della
castana la indagarono a fondo, poi Aerith replicò:-non sembra. Ti ha fatto
qualcosa Sephiroth?-
-no, no! Lui è
fantastico! Un po’ lugubre... ma a questo possiamo rimediare.- e ammiccò
all’amica. -Questa mattina mi ha regalato questo ciondolo... dovrò farci una
collana.- spiegò, cercando di svicolare la discussione che sapeva, la castana
stava per affrontare.
Aerith sembrò sollevata.
-mi raccomando...-
disse, in tono apprensivo.- cerca di stare attenta, ok?-
-sono attentissima.-
rispose Tifa, alzandosi.- vieni! Andiamo dagli altri!-
*
-tu devi essere
impazzito, vecchio mio.- commentò Genesis.
Angeal, che fino a poco
prima stava guardando i fiori che crescevano nella chiesa, si voltò e guardò il
rosso che avanzava verso di lui, il passo stanco e gli occhi vacui.
-come mai sei venuto?-
chiese il moro, curioso.
Genesis si fermò e
rispose:- perché sei disarmato. Dove hai lasciato la Buster Sword?-
-a casa di Sephiroth.-
-ah, allora è li che
alloggi?- domandò il rosso, trafiggendo l’amico con lo sguardo.- dovevo
immaginarlo. Tuttavia... pensavo che avessi capito l’importanza della nostra
missione. Credevo avessi compreso che il nostro compito è adempiere alle
volontà dei nostri creatori. I mostri conquistano il mondo, amico mio, o in
alternativa lo distruggono.-
Angeal sospirò
profondamente.
-oggi ho lasciato la
Buster Sword perché voglio godermi questa giornata senza pensare alle mie
condizioni. Sephiroth è stato gentile a ospitarmi.-
Genesis sorrise,
malevolo, poi soggiunse:- sai cos’è Sephiroth?-
-ho dato una letta agli
appunti di Gast.- confessò Angeal, con una sfumatura di imbarazzo.- io pensavo...
in effetti, Jenova non è un nome che si sente spesso.-
-era quasi scontato che
sua madre e l’alieno fossero collegati.-
-dove hai lasciato
Hollander?- chiese Angeal, cambiando argomento.
-oh... l’ho legato a un
palo della luce.- scherzò il rosso, ironico.- non preoccuparti per lui.
Piuttosto... ti avevo detto di scappare da Shinra, mi pare!-
Angeal non gli staccò
gli occhi di dosso, mentre l’amico gli si avvicinava con passo svelto.
-io non voglio scappare.-
proferì il moro, deciso.- io voglio la vendetta, Genesis... però... voglio
anche che qualcuno mi fermi.-
Genesis s’irrigidì.
-cosa stai
farfugliando?!-
-a quello posso pensarci
io.- s’intromise una voce.
I due amici si voltarono
verso il portone d’entrata, davanti al quale Rufus Shinra, armato di pistola,
li squadrava con incredibile calma.
-questo è colpa tua,
vecchio mio.- commentò Genesis, in tono sarcastico.
-allora... Hewley e
Rhapsodos. È un piacere vedervi ancora.- disse Shinra, caricando l’arma. –come
mai non vi si vede più?-
Il rosso gli rivolse
un’occhiata di sfida.
-non far finta di non
saperlo...-
-Genesis!- lo riprese
Angeal, posandogli una mano sul braccio.- smettila.-
Rufus Shinra sogghignò.
-ascolta il tuo amico,
Rhapsodos, perché mi spiace dirvelo ma... non uscirete da qui dentro.-
Il rosso sorrise,
beffardo, poi strinse gli occhi e rispose: -Quando la guerra delle
bestie porterà la fine del mondo, la dea scenderà dal cielo. Ali di luce e
oscurità si dispiegheranno. Ella ci guiderà verso la felicità, il suo dono
eterno. La leggenda racconterà di sacrificio alla fine del mondo-
-cosa...?-
chiese Rufus, sbalordito.- che vuol... – poi capì.- Loveless? Di nuovo.-
-non
capisci che tuo padre ti controlla?- domandò Genesis, tagliente.- un po’ come
controlla Hollander e Hojo... e noi due.- disse, accennando ad Angeal.
Rufus
digrignò i denti, ma non negò nulla.
-da
quando hai messo piede in quella scuola tuo padre non fa altro che controllarti
per pedinare noi.- proseguì il rosso, allargando le braccia.
-non
importa!-
-GENESIS!-
Esplose
uno sparo; dalla canna della pistola partì un proiettile che Genesis deviò con
la spada; Angeal era rimasto pietrificato; Rufus Shinra sparò di nuovo.
Genesis
schivò il proiettile, corse verso di lui, lo disarmò con un gesto fulmineo, lo
rovesciò a terra, si sedette prontamente sulla sua schiena, gli bloccò il
braccio dietro di essa, sfoderò la spada e gliela puntò al collo.
-stai
calmo.- intimò Genesis.- non c’è bisogno di agitarsi tanto.-
Rufus
ringhiò un’imprecazione contro il rosso.
-noi
mostri siamo pericolosi.- borbottò Genesis.-Quando la guerra delle
bestie porterà la fine del mondo, la dea scenderà dal cielo. Ali di luce e
oscurità si dispiegheranno. Ella ci guiderà verso la felicità, il suo dono eterno.
La leggenda racconterà di sacrificio alla fine del mondo.-
Angeal
raccolse la pistola di Rufus e la osservò a lungo, in silenzio, poi chiese:-
cosa vuoi fargli?-
-và
via, Angeal.- rispose Genesis, con calma.
-cosa
gli farai?!- ripetè il moro, scandendo bene le parole.
Genesis
voltò la testa verso l’amico e gli gridò:- vattene via! Poteva ucciderti!-
“Ma
sentilo...”, pensò Angeal, indispettito, “E dire che un tempo ero io che lo
rimproveravo...”
-tanto
succederà prima o poi.- sogghignò Rufus.
Il
rosso lo schiacciò a terra con forza.
-stai
zitto tu. Angeal!-
-io...-
esitò il moro, incerto.- cosa intendi fare... tu...?-
-non
sto più scherzando.- soffiò Genesis, minaccioso.- vai via. Te l’ho già detto:
se vuoi fermarmi, devi uccidermi.-
L’ultima
affermazione di Genesis fece scoppiare a ridere Rufus, che venne prontamente
zittito dalla spada del rosso, che si avvicinò pericolosamente alla sua pelle.
Angeal
tacque.
-decidi:
o te ne vai o mi affronti.- lo incalzò il rosso.
-e
va bene. Fai come ti pare.- disse Angeal, demoralizzato.
Genesis
annuì:- bene. Rimane da recitare l’atto finale di questa storia, Angeal. Tu che
parte farai? L’eroe... o il mostro? Decidi in fretta, perché non rimane molto
tempo. E Sephiroth?-
-non
sa niente. Quasi niente.- puntualizzò Angeal.
Il
rosso sorrise malevolo.- ovviamente.-
-mancano
due settimane alla Midgar Cup.- lo informò Angeal, mentre lo oltrepassava e si
dirigeva all’uscita.
-grazie
di avermelo detto.-
-arrivederci,
Genesis.-
*
Lucrecia
era appena entrata nell’ex-ufficio di Vincent e si era seduta dietro la
scrivania.
Ricordò
tutti i momenti che aveva passato con lui con nostalgia e rimorso, poi pensò
alla sua vita con Hojo.
Le
aveva sottratto suo figlio e lo aveva reso un pericolo per l’umanità.
Nascose
gli occhi dietro una mano e sospirò.
Hojo
aveva ucciso Vincent... e non aveva alcun rimorso.
Aveva
cercato nel suo ufficio qualcosa che lo legasse all’omicidio, ma sembrava che
Hojo avesse nascosto ogni traccia del misfatto, anche grazie al prontissimo
aiuto del preside e alla corruzione di alcuni ufficiali.
Lucrecia
abbassò gli occhi sulla lettera che aveva in mano, o meglio, sul frammento
della lettera che aveva trovato nell’ufficio del marito.
“...quindi dobbiamo passare al piano
di riserva. Prendi il ragazzo – Shinra” Era piuttosto
enigmatica, ma Lucrecia era quasi sicura che parlasse di Sephiroth.
Altrimenti,
a quale altro ragazzo poteva far riferimento?
Angolino dell’autrice
Salve! Ahem... che dire... direi che in
questo capitolo sono stata piuttosto pigra con le descrizioni... *si nasconde*
...lo ammetto...
Beh, non ho particolari commenti da
fare... a parte che la storia si sta avviando verso la conclusione, infatti,
dopo il prossimo capitolo farò un salto avanti nel tempo, arrivando direttamente
al tanto atteso torneo!
E adesso rispondo alle recensioni... (è
una settimana che non connetto, quindi perdonatemi... colpa della fine del
quadrimestre... non ribatto.)
RoseMari: I commessi sono
terribili! Alcuni sono dei veri e propri “Soggetti”, a mio parere... U.u per quanto riguarda la tua fantasia non sei
andata troppo lontano dalle mie intenzioni; ottima interpretazione ^_^
Ti ringrazio molto per aver recensito! Mi
fa veramente piacere! (sto diventando ripetitiva... forse dovrei inventarmi una
nuova frase... um...+.+)
LadySnape: oh oh! Spero che tu non sia rimasta delusa da questo capitolo...
=.= A me non convince tanto... boh... Ripeto! Se hai
consigli/suggerimenti/osservazioni sulla morfosintassi eccetera, fammeli
presente! ^_^
TaKari94: Per fortuna! Sai,
sono sempre sbadata, ma questi ultimi tempi più che mai... sarà che ho la testa
tra le nuvole, ma quello non è una novità! XD
ChiyoChan8: è l’inesperienza di
Sephiroth... Eh eh... un Sephiroth truccato è il
massimo! Poverino, l’ho trattato come una bambola, in quel capitolo! Ed ecco il
ritorno di Genesis! Anche se per averlo del tutto in scena mancano un paio di
capitoli.
Tifa_heart: minimo! Muahahaha! Bisogna
avere anche un piano C: Uccidere il commesso Muahahaha (ok, questi sono chiari
segni di pazzia... [il mio lato omicida tende ad avere il sopravvento XD])
Kairih: *sorrisetto*
essendo una fan del Clack all’ennesima potenza... eh eheh... ok, la smetto... anche se mi è difficile
concentrarmi quando... lasciamo perdere *si nasconde*
Viva le vecchine! (ecco il mio lato
tenero... che torna di nuovo in superficie)
PS: non fate caso al titolo di questo
capitolo; il mio cervello (come sempre, ma stavolta più del solito) ha iniziato
a fare collegamenti ingarbugliatissimi che servirebbe un’intera One-Shoot per
spiegare...
Inoltre, oggi colgo l’occasione per
ringraziare coloro che seguono o che hanno aggiunto ai preferiti! Eccoli qui!
Seguiti
alice_maya
ChiyoChan8
DarkFaxas96
Eternal_Daydreamer
Kairih
LadySnape
leninablu
Lilian
Edwards
Namine23
Ranchan
RoseMari
sesshoyue
Shiva Fuyu
TaKari94
Tifa_heart
Preferiti
agentekuruta
DarkFaxas96
Esha
Eternal_Daydreamer
H a c h i
HighWind90
lalli_L
lenina blu
Namine23
Ranchan
RoseMari
thembra
yukino_lang08
e ovviamente, quelli che recensiscono;
è un incentivo per me ad andare avanti anche quando la voglia scarseggia...
Dopo
pranzo Angeal si era fermato davanti ad una finestra della sala, a contemplare
il viottolo adiacente alla villa di Sephiroth con aria lugubre.
-Angeal,
non mi avevi detto che oggi saresti andato a Midgar.-
Il moro si
voltò verso Sephiroth, appena sceso dalle scale che conducevano al piano
superiore e ora fermo sull’ultimo gradino, a guardare Angeal con aria incerta.
-credevo
non t’interessasse.- rispose il moro alzando le spalle.- ho soltanto fatto una
passeggiata fino agli Slums. Volevo vedere quella chiesetta di cui Zack parlava
tanto...-
Sephiroth
si mise seduto sullo scalino, con aria stanca.- dovrei sentirmi offeso?-
-eh?-
domandò il moro, confuso.- in che senso...?-
-credevo
mi reputassi molto più furbo.- osservò Sephiroth, in tono asciutto.- ormai ti
conosco abbastanza bene da capire che nascondi qualcosa.-
Angeal
soffocò una risata in un colpo di tosse.-sì... beh, ho incontrato Genesis.-
Il
platinato lo perforò con lo sguardo.-Genesis è tornato?-
-è qui a
Midgar. Rufus Shinra ci ha attaccati nella chiesa e lui l’ha messo fuori
combattimento...-
Sephiroth
si alzò di scatto e si portò velocemente vicino ad Angeal, guardandolo con
occhi penetranti.- Rufus Shinra vi dà la caccia?!- esclamò, indignato e
sorpreso.
-diciamo
di sì...-
-perché?-
chiese Sephiroth, cercando di nascondere l’impazienza che filtrava attraverso
la sua voce.
Angeal lo
rimproverò con lo sguardo.- avevi detto che non avresti fatto domande.-
-ma...-
Sephiroth si morse il labbro e strinse i pugni, cercando di reprimere il
desiderio di sapere ogni dettaglio.- hai ragione. Io mantengo la mia parola...-
-bene.-
rispose Angeal, in tono piatto.- in fondo non è neanche nulla di interessante.-
“come
no.”, pensò Sephiroth, irritato da tutto quel mistero. “E allora perché cerchi
di tenerlo nascosto?”
Sephiroth
rimase in silenzio, sotto gli occhi inquisitori di Angeal, che intanto sperava
non gli fossero più fatte domande.
-Tifa
arriverà tra poco.- lo informò il platinato, con voce sommessa.-se vuoi, puoi
farti un’altra passeggiata.-
Angeal
fissò l’amico.-mi spiace.- gli disse, poi gli posò una mano sulla
spalla.-davvero.-
“Dispiace
più a me”, lo corresse mentalmente Sephiroth, con lo sguardo rivolto al
pavimento, “Ma in fondo che importa...?”
Il
campanello suonò insistentemente, interrompendo il silenzio che si era creato
tra i due amici; Angeal sorrise.- credo che sia la tua bella.- commentò, per
poi avviarsi verso l’ingresso.
Sephiroth
rimase immobile fino a quando Tifa non irruppe nel salotto, allegra come
sempre.
-ciao!-
esclamò, gioviale, sventolando la collana con il ciondolo, soddisfatta.- l’ho
messa, vedi?!-
Sephiroth
annuì.- non sono mica cieco.- obiettò.
Tifa
sorrise.-pensavo di sì, invece.-
-io vado.-
si intromise Angeal, di umore lievemente migliore.- mi sgranchisco le gambe e
torno per ora di cena...-
-Angeal!-
lo richiamò Tifa, prima che uscisse dalla casa.- Zack ti sta cercando.
Probabilmente è in giro per Midgar...-
Il moro
sorrise flebilmente.- grazie dell’informazione.-
-di
niente...- mormorò Tifa, mentre la porta si chiudeva.- sbaglio o mi è sembrato
un po’ strano?-
-Genesis è
a Midgar.- le riferì Sephiroth, con nonchalance.
Tifa
sgranò gli occhi.- qui?! E allora perché non si fa vivo?!-
Sephiroth
abbassò gli occhi.- non so.-
-lasciamoli
stare.- brontolò Tifa.- pensiamo a noi! Cosa dovevi farmi vedere?!-
-vieni con
me.- ordinò il platinato, prendendola per mano e trascinandola sulle scale.
-è un
altro segreto?- chiese Tifa, con un sorrisetto.- dì la verità, hai una doppia
identità e non vuoi farmelo sapere?-
Arrivarono
sul pianerottolo e Sephiroth imboccò il corridoio a sinistra, fino a
raggiungere una porta chiusa, in fondo ad esso.
-e questo
è il tuo laboratorio segreto, scommetto.-
Sephiroth
le lanciò un’occhiataccia.- e se così fosse?-
-sarei la
ragazza di un super eroe!- esclamò Tifa, gioviale.- la cosa m’intriga!-
Lui rimase
a guardarla qualche secondo, poi si abbandonò a un sorriso stiracchiato.-
allora rimarrai delusa.-
-peccato.-
borbottò Tifa, scherzosamente.- fammi vedere cosa c’è dietro questa porta dei
misteri, uomo indecifrabile...-
-indecifrabile
io?- domandò Sephiroth, sfilando una chiave dalla tasca.
-imperscrutabile.-
aggiunse Tifa, alzando un dito.
-non è
vero.-
-non mi
dici mai niente.- obiettò la ragazza.
Sephiroth
bofonchiò qualcosa, poi infilò la chiave nella serratura e la girò tre volte,
mentre Tifa chiedeva:- sto dicendo una stupidaggine?-
-sì.-
rispose lui, ostinato, per poi dare una spinta alla porta di legno con un gesto
stizzito.
La ragazza
sorrise, compiaciuta:- allora dovrai svelarmi i tuoi segreti.-
Il
platinato sbuffò e le fece segno di entrare.-prima le signore.-
-io non
sono una signora!- protestò Tifa.-signorina,
semmai.-
-entra
senza tante storie.- replicò Sephiroth, soffocando una risata in un
grugnito.-possibile che con voi donne non si possa mai parlare...?-
Tifa si
guardò intorno; quella stanza quadrangolare era completamente vuota, a parte
una libreria instabile e uno scaffale accostato alla parete di fronte, i cui
vetri proteggevano alcuni oggetti per non permettere alla polvere di avere il
sopravvento su di essi.
La
finestra rettangolare dava su un ampio balcone che si affacciava nel giardino
situato nel retro della villa, dove l’erba incolta si ergeva verso l’alto per
cinquanta centimetri.
Sephiroth
curava poco quel giardino, e l’impressione di Tifa, ovvero che quella casa
fosse troppo grande per una persona sola, si rafforzava sempre di più,
facendola sentire triste per il suo padrone.
I vetri
della finestra erano, a dispetto della libreria impolverata, completamente
tirati a lucido e anche il parquet del pavimento era lindo e ben tenuto.
Tifa si
avvicinò alla libreria e lesse un paio di titoli di sfuggita, mentre Sephiroth
apriva la finestra e lasciava passare aria.
-questa
stanza a cosa serve, precisamente?- chiese la ragazza, curiosa.
Il
platinato indicò lo scaffale alle spalle di Tifa e lei trotterellò verso di
esso, fino a riconoscere il nome della loro scuola sulle tante targhe che lo
abitavano.
-ei!-
esclamò, leggendo i titoli sulle lastre d’argento.- cui c’è il tuo nome!-
-sono
quattro anni di scherma a scuola. Quattro anni di vittorie.- spiegò Sephiroth,
raggiungendo Tifa.- le ho tenute qui dentro, per ricordo.-
-una
stanza per quattro targhe d’argento?- fece Tifa, perplessa.
Sephiroth
sorrise e aggiunse:- sono laccate, non è argento vero.-
Lei
incrociò le braccia sul petto, poi diede una scorsa ai vari trofei. “Primo
classificato: fioretto, primo classificato: sciabola, primo classificato:
sciabola, primo classificato: fioretto... sembra che il mio Mr Simpatia ci sappia
fare con ferri e daghe.”, pensò.
-rettifico:
una stanza per quattro targhe laccate d’argento?- chiese, sarcastica.
-sembra
strano, ma lì c’è tutto quello che sono.- rispose Sephiroth, senza guardarla.-
se non sbaglio mi hai chiesto perché tiro di scherma, vero?-
Tifa arcuò
le sopracciglia.- sì... ma è stato tanto tempo fa...-
“Dove
vuole arrivare?”, si domandò la ragazza.
-non
conosco i miei genitori, ma questo lo sai già. Io ho... sempre avuto
l’impressione di meritare ciò che mi è successo.- mormorò, nel tentativo di
riacquistare la sua solita calma.- quando ci siamo conosciuti, io, Angeal e
Genesis, condividevamo questa passione per le armi e per il combattimento non
solo con il fioretto, ma anche con spade vere.-
-ma è
pericoloso!- esclamò Tifa, sgranando gli occhi.
Sephiroth
sorrise.-non per noi. Genesis è sempre stato il tipo tutto pepe, io quello
asociale e Angeal quello perfettino. Insomma, si stava bene insieme.-
-faccio
scherma da una vita, Tifa... e forse è l’unica cosa che mi abbia reso felice.
Attraverso di essa ho incontrato i miei amici, grazie ad essa mi sento
finalmente libero. Quando affronto un avversario, non penso più a niente: è
l’istinto a guidarmi.- cercò di spiegare Sephiroth, mentre posava gli occhi
sulla sua mano sinistra.- penso di essere nato per questo. Per essere un
campione.-
-la tua
modestia è sorprendente.- commentò Tifa, imbarazzata da quell’improvvisa
confessione.- dovresti anche pensare a qualcos’altro... ad esempio, potresti
mettere queste tue abilità a servizio degli altri. Perché non entri nella
polizia, o in qualche corpo speciale...?-
Il
platinato fece una smorfia.- io...-
-hai
appena detto di essere un campione, ma non servirà a niente, se non lo
condividi con gli altri.- lo incalzò Tifa, in tono appassionato.- e tu ne hai
tanto di talento.-
-sì...
immagino sia così...- sussurrò Sephiroth socchiudendo gli occhi, mentre gli
venivano in mente tutte le cose che aveva sospettato nei giorni precedenti.-
oppure... se...- si bloccò, indeciso se continuare oppure fermarsi.
“Avanti,
sputa il rospo!”, lo incitò mentalmente Tifa, con il cuore che iniziava a
correre furiosamente. “Come pensi che possa aiutarti se non parli!? Stupido!”
Sephiroth strinse i pugni, indeciso.- ma... se... io fossi qualcos’altro?-
Tifa
rimase di sasso, poi scoppiò a ridere:-oh, certo. Sei un alieno!-
-farebbe
differenza?-
Lei smise
di ridere e lo guardò dolcemente.
-ti
piacerebbe avere un mostro accanto?- domandò Sephiroth, incerto.
-se il
mostro sei tu, non farebbe alcuna differenza.- disse lei, reclinando il capo di
lato.- e poi, Tifa Lockheart può sottomettere qualsiasi creatura.-
“Quanto è
scemo.”, pensò lei, intenerita, “Pensa che se fosse diverso da com’è non lo
amerei ugualmente? Però non c’è bisogno di fare tutti questi giri di parole.”
-il
segreto che non voglio dirti... ha a che fare con una cosa del genere.- disse
Sephiroth, senza scendere nei dettagli e raccontare la storia confusa del Mako.
Sarebbe stato solo ridicolo dire: Angeal e Genesis pensano di essere stati
modificati con l’energia Mako.
-segreto?-
chiese Tifa, colta alla sprovvista.- credevo non volessi dirmelo.-
-sì,
perché è più o meno quello che ho detto. Io credo di avere qualcosa che non va
in me. Perché sono così forte? Non riesce a battermi nessuno, nessuno ci è
riuscito e mai nessuno ci riuscirà. E se io fossi un mostro, Tifa?-
-sei
scemo?- gli domandò lei, irritata.-ti sembrano cose da dire?!-
Sephiroth
si spazientì e le diede le spalle, si avvicinò alla finestra aperta e uscì dal
balcone, terrorizzato.
Tifa gli
corse subito dietro.
-cosa vuol
dire?!- quasi gridò.
Lui si
voltò, sconvolto.- quello che ho detto! Hai sentito parlare dell’energia
Mako?!-
-sì, ho
lettosul giornale.- boccheggiò Tifa.-
ma... è stata una scoperta molto recente... no! Non dirmi che voi tre
idioti...-
Sephiroth
si appoggiò al parapetto e si portò una mano sugli occhi.- non sono idiozie!
Spiegherebbe tante di quelle cose fin ora non sono riuscito a capire... –
Tifa lo
affiancò e gli posò una mano sull’avambraccio.- cosa ti ha detto Angeal? Perché
Genesis è andato via? Perché tu sei entrato nell’ufficio di Hojo?! No! Non
mentirmi! Voglio sapere!- gridò.
-lui... ha
parlato di un “progettoG”, che ha
denominato come “progetto Gilian”. La madre di Angeal si chiama Gilian.-
bisbigliò Sephiroth, sconfortato e allo stesso tempo felice di non dover più
nascondere nulla, di potersi disfare di quel peso enorme.
-quindi,
lui pensa di essere modificato geneticamente.- farfugliò Tifa, sconcertata.- e
da chi?-
-da
Hojo... penso. È l’unico che abbia avuto accesso all’energia Mako oltre a
Shinra...-
La ragazza
sondò i lineamenti contriti di Sephiroth e scosse il capo, mentre stringeva la
presa intorno al braccio del platinato.- e tu eri entrato nell’ufficio del
professore per...-
-cercare
qualcosa che mi desse informazioni.- completò Sephiroth.- ma poi tu...-
-non
volevo esserti di peso.- disse Tifa, con rammarico.- ma permettimi di dire...
che è una cavolata. Tutto quello che hai detto, è una cavolata.-
-quando
abbiamo incontrato la moglie di Hojo, ricordi?-
Tifa
annuì.
-sembrava
spaventata di vedermi.Anzi, era
terrorizzata. Pensaci, non è assurdo come sembra! Si ricollega tutto a lui!-
-e ti
reputi un mostro?!- chiese Tifa, con voce strozzata.- tu!? Se fosse anche
lontanamente vero, il mostro sarebbe Hojo! Quello che secondo te ha fatto è
illegale!-
Sephiroth
la zittì con lo sguardo, mentre si strofinava gli occhi e tornava a guardare il
pavimento.- se fosse la verità... se i miei sospetti fossero fondati... chi
sarei io?-
-...
tu...-
La mano di
Tifa si mosse dal braccio di Sephiroth, scivolando sui suoi vestiti, arrivò
fino alla spalla, poi al collo, dove brillava una catena d’argento. Tifa la
tirò con delicatezza e portò alla luce il ciondolo da sotto la maglietta, poi
rimase a contemplarlo, mentre la luce del sole vi si rispecchiava sopra.
Sephiroth
rimase immobile e guardò a sua volta la metà del cuore che lei rigirava tra le
dita.
-questa è
una domanda facile.- disse Tifa, piano.-chi sei tu?-
-non è
facile.-
-sì.
Invece. Io lo so.- fece, in tono serio.- sei un saccente, antipatico, presuntuoso,
lugubre giovane di Midgar, meglio conosciuto come Sephiroth, per tre volte
miglior spadaccino della città. E chi lo sa? Forse del mondo!-
-quattro
volte.- corresse Sephiroth, preso alla sprovvista.- e... aspetta!- scosse
leggermente il capo, ma sorrise flebilmente.- non ti importa proprio niente,
vero?-
-no.-
rispose lei.- sei sempre antipatico. Sei sempre presuntuoso. Sei sempre
lugubre. Sei tu, Sephiroth. Sei la persona che amo.-
-come hai
fatto a innamorarti di me...?- chiese Sephiroth, dubbioso.
Tifa fece
le spallucce.- l’amore è imprevedibile.-
-non t’importa?-
-la storia
che mi hai raccontato mi sembra una grande stupidata, ma anche se fosse vero,
no. Non m’importa. E perchè dovrebbe? L’importante è che tu non ti comporti
come un mostro. Perché allora dovrai vedertela con me.-
Il
platinato rimase in silenzio qualche istante, poi le posò le mani sulle spalle
e la guardò attentamente.- ti ho detto tutto.-
-non ti
senti meglio?-
-un po’.-
Tifa
armeggiò con le due metà e le incastrò, formando il ciondolo completo.- guarda
qua. Non so dove tu abbia trovato quest’aggeggio... è troppo sdolcinato per uno
come te... ma lo adoro. Ti adoro.-
Sephiroth
le baciò la fronte, poi scese con le labbra fino all’altezza di quelle di Tifa
e le guardò, ammirato.- se mai qualcosa... o qualcuno... dovesse farti paura,
vieni da me. Ti proteggerò io.-
-stanne
certo.- mormorò Tifa.- non ti liberai mai di me.-
-sei
proprio una provinciale.- sorrise lui, dopodichè incastrò le labbra con quelle
della ragazza e la baciò dolcemente, mentre sentiva un forte brivido risalirgli
la schiena.
La strinse
a sé e le mise una mano tra i capelli, mentre aumentava il ritmo del bacio.
Oramai lei era solo sua.
Solo sua...
*
-parla! Parla
o giuro che non uscirai da questa chiesa!- gridò Genesis, inchiodando Rufus
Shinra a un muro e stringendogli le dita attorno al collo come una morsa.
-non lo
farei se fossi in te.- lo redarguì Rufus, cercando di liberarsi dalla presa del
rosso.
-non
provocarmi. Voglio sapere quali sono i veri piani di tuo padre! Perché creare
dei mostri? A quale scopo?!- ringhiò Genesis, a pochi centimetri dal viso di
Shinra.- e voglio saperlo ora...-
-quante
cose vuoi, Rhapsodos? Il dono della dea, sapere le volontà di mio padre, le
cellule di Jenova...-
Genesis
digrignò i denti e con la mano libera sguainò la spada.-stà zitto!-
Rufus
sorrise, qualcuno afferrò Genesis per una spalla, lo girò e gli mollò un pugno
in faccia, cogliendolo di sorpresa e facendogli sfuggire la spada di mano.
-sei
pazzo?!- gridò Zack.
-ti
ringrazio, Fair!- ansimò Rufus, che intanto era stato lasciato da Genesis.
Genesis si
guardò intorno, furioso.- dove hai lasciato i tuoi amichetti?-
-che
importa?!- gli chiese Zack, con ansia.- perché l’hai aggredito?!-
-che
importa?- lo scimmiottò Genesis, in risposta.
-ti ha
dato di volta il cervello, per caso?! Dov’è Angeal?! Cosa ci fai qui?!-
-perché
non te lo fai raccontare da lui?- chiese il rosso, indicando Shinra.- scommetto
che te lo saprà spiegare meglio di noi...-
-noi?-
Rufus
congiunse le sopracciglia e si portò più lontano possibile dal rosso, che
barcollò all’indietro, ridendo.
-rispondimi!-
esclamò Zack.- dov’è Angeal?!-
-a casa di
Sephiroth, ma non per molto ancora.- rispose Genesis, fermandosi e ergendosi in
tutta la sua statura.- forse se ne è già andato.-
Zack non
capiva.- perché siete tutti così misteriosi?-
Genesis
allargò le braccia, con aria sconsolata e malinconica.
-rispondi!-
-basta,
Fair- lo richiamò Rufus, agitato.- se non vuole rispondere non ti dirà niente.
Lascialo andare.-
-decidi di
non rivelare la verità, Shinra?- gli chiese il rosso, arrabbiato.- ma se non lo
fai tu sarà Angeal a farlo.-
-che
verità?- s’intromise Zack.
Rufus
imprecò sottovoce, poi cercò di ricomporsi e si schiarì la voce con un colpo di
tosse, volgendo lo sguardo altrove.
-arrivederci,
Zack.- disse Genesis,con cipiglio arrogante.- ci vediamo alla Midgar Cup!-
-no, non
te ne andrai, invece!- lo contraddì Zack, con decisione.- prima dovrai dirmi
tutto!-
-ZACK!-
La voce di
Aerith che lo chiamava fuori dalla chiesa lo distrasse e diede l’occasione a
Genesis di filarsela, seguito a ruota dal moro e da Rufus Shinra.
Quando Zack
uscì, la scena che gli si presentò gli fece gelare il sangue nelle vene; anche
Genesis si fermò davanti alla chiesa e spalancò gli occhi, sorpreso.
Angeal
aveva appena mollato un pugno a uno sconosciuto mentre Aerith, in piedi dietro
di lui tremava di paura tra le braccia di Tseng.
Non molto
lontano dal trio di ragazzi, Cloud era stato preso in ostaggio da un uomo che
lo trascinava a forza verso un’auto nera.
-Cloud!-
gridò Zack, catapultandosi verso il biondo.- Cloud!-
Angeal lo
afferrò per la maglietta e lo costrinse a fermarsi, gridando:- Stai fermo,
testone! Ti spara!-
-non me ne
frega niente!- replicò Zack, cercando di liberarsi dalla salda presa di Angeal,
che lo teneva fermo dopo avergli passato un braccio attorno al collo.-lasciami!
Lo ammazzo quello stronzo!-
Genesis corse
verso l’amico ed entrambi si scambiarono uno sguardo attonito, mentre l’uomo imponeva
a Cloud di entrare nella macchina e partiva con una sonora sgommata.
-ANGEAL!-
gridò Zack.
-non li
raggiungerai mai! Stai calmo!-
-CALMO?!
CALMO?! L’HA RAPITO! E TU NON HAI FATTO NIENTE PER FERMARLO!-
Tseng strinse
Aerith tra le braccia, cercando di tranquillizzarla.- non potevamo fare niente.
Eravamo disarmati.-
Angeal lasciò
Zack, che cadde in avanti e inciampò, finendo carponi sul terreno, ancora
ansante dal tanto gridare e agitarsi.
-è inutile
agitarsi.- disse Genesis, tranquillamente.- e poi... –
-chiudi il
becco.- gli ordinò Zack, tagliente.- che ne vuoi sapere tu?!-
-sono
arrivati in due! Ci hanno sparato addosso!- esclamò Aerith, stringendosi a
Tseng.- per fortuna sono arrivati Angeal e Tseng!-
Zack si
tirò su; sembrava disperato.- perché hanno preso Cloud?!- strillò, con voce
strozzata.- perché?!-
Genesis voltò
il capo.- chiediamolo a... ei, dov’è andato Shinra?!-
-maledetto,
dovesse colpirmi un fulmine se lui non centra niente con questa storia!-
borbottò Angeal, tra i denti.
-beh...-
esordì Genesis, ritrovando il suo tono strafottente.- ad ogni rapimento
corrisponde una richiesta di riscatto.-
Zack rivolse
una smorfia.- e cosa vorrebbero in cambio?! Cloud è solo un ragazzo di
campagna.-
Il cellulare
di Zack emise qualche breve squillo.
-eccola.-
commentò Genesis, interessato, ricevendo un’occhiataccia da parte di Angeal.
-è un
messaggio...- informò Zack, malinconico.- vediamo un po’... o merd...- imprecò.
-cosa c’è
scritto?!- lo incalzò Aerith, preoccupata nel vederlo impallidire.
-dice...
Abbiamo rapito il tuo amico...-
-ma che
perspicacia.- osservò Genesis, ironico.
-...se
vuoi rivederlo vivo...- continuò Zack, sputando le parole a fatica.
-questa è
una frase fatta.- replicò il rosso.
-lo fai
finire?!- lo apostrofò Angeal.
Zack fece
una pausa, poi deglutì e continuò.- devi
uccidere Angeal Hewley.-
Angolino
dell’autrice:
*si
nasconde*
Dopo
aver letto questo capitolo verrete a cercarmi per uccidermi, quindi prendo
precauzioni in anticipo...
Comunque
mi è piaciuto molto scriverlo, soprattutto per la SephirothxTifa... eh eh, le ha detto tutto.
E
alla fine il colpo di scena! Cloud è stato rapito! Poverino! Chi lo salverà?!
Alla
fine il biglietto trovato da Lucrecia parlava proprio del nostro amico biondo,
non di Sephiroth... e Zack deve uccidere Angeal per liberarlo! Cosa deciderà? Salvare Angeal o salvare Cloud?
*queste
cose sono frutto della mia mente bacata*
Muahahaha!
Scusate... (muahahaha!) xd
RoseMari: ah! Non bisogna
aver paura di dire ciò che si pensa! Beh, Sephiroth e Tifa dopo quattordici
capitoli sono diventati più intimi e dolci l’uno con l’altro; è la coppia
principale insieme al CloudxZack e mi piacciono ogni capitolo di più. ^_^
grazie dei complimenti, sono veramente lusingata. (Il libro di Zack avrebbe un successone)
Kairih: il prossimo
capitolo inizierò direttamente con la Midgar Cup, tanto ormai non c’è più
niente da raccontare... a parte la fine del povero Cloud *sniff*. Spero che
qualcuno distrugga quel dannato preside prima che io, l’autrice, lo faccia
prima dei personaggi! *grrr*. A proposito! Quando pubblicherai la tua nuova fic
su ff 7? Sono proprio curiosa!
Tifa_heart: eh eh! Ti ringrazio tanto! Beh, mi piace mostrare il lato
umano di Sephiroth, lo ammetto (in fondo anche lui è un uomo, no?!). Quindi ho
pensato a qualcosa che per lui potesse essere importante, o comunque fonte di
qualche sentimento... *ripeto: queste cose sono
frutto della mia mente bacata*
TaKari94: xD eh, già. Spero
non vorrai uccidermi per il rapimento di Cloud... le cose per Zack si sono
messe veramente male... *scappa*
E
con questo ho finito! Me la filo finchè sono in tempo... ringrazio i preferiti
e chi si è aggiunto ai seguiti! Fatevi conoscere! Tico_Sarah è un’autrice molto
socievole! (e pazza, ma questi sono dettagli)
-si prega gli studenti che parteciperanno
alla Midgar Cup di recarsi immediatamente in palestra; gli altri potranno
entrare soltanto all’inizio della seconda ora, previa autorizzazione dei propri
insegnanti.-
Tifa
appoggiò le spalle al muro e alzò lo sguardo al soffitto, dove c’erano gli
altoprlanti. Era sgattaiolata via dalla propria classe pochi minuti prima per
raggiungere l’entrata della palestra, aveva svoltato a destra e si era fermata
davanti agli spogliatoi maschili.
-hai
finito?!- esclamò, rivolta alla porta.
-non
cominciare a seccarmi.- rispose la voce di Sephiroth, estremamente nervosa,
mentre lui usciva sistemandosi i guanti della divisa da schermidore. Sotto
braccio teneva la maschera, e in una mano il fioretto.
Lei
sorrise.- qualcuno è di pessimo umore, stamattina. Credevo che non ti facesse
paura questo torneo.-
Sephiroth
abbassò gli occhi, abbattuto.- no. Non è questo.-
-pensa, io
devo preoccuparmi per tutti.- disse Tifa, portandosi una mano su un fianco.- di
te, di Zack, di Cloud... e quando una settimana fa è partito anche Tseng...-
Il
platinato impugnò il fioretto e iniziò a prendere la mira su un bersaglio
immaginario, muovendo il polso e facendo oscillare il filo metallico.- sì, è
stata una sorpresa. Come sta la ragazza dei fiori?-
-è
preoccupata.- rispose Tifa, in tono apprensivo.- lei... Aerith... è molto
triste, ultimamente.-
Sephiroth
si fermò e rimase a contemplare il volto della ragazza.- gli ultimi avvenimenti
hanno scosso anche me, cosa credi? In queste settimane non ho fatto altro che
allenare Zack, e... beh... ti posso garantire che Angeal non avrà vita facile.
–
-in che
senso?- chiese Tifa, preoccupata.
-è
migliorato molto. Queste ultime due settimane, poi, non ha fatto altro che
allenarsi... ti giuro che mi ha messo KO un paio di volte.-
Tifa
ridacchiò.- ma dai...non eri il super campione?-
-è vero.-
rispose Sephiroth, aprendosi nel suo primo, vero sorriso.- e ammetto che il
titolo mi fa gola, ma... questi mesi ho scoperto qualcosa che...-
-aspetta!
Non dirlo! Devo registrarti!- esclamò Tifa, mentre infilava le mani in tasca, alla
ricerca del suo cellulare.
Sephiroth
riprese il suo cipiglio ironico e gli diede un colpetto sulla fronte con le
dita.- non ci provare.-
-uffa...
questa sì che sarebbe stata un’intervista.- protestò Tifa, massaggiandosi il
punto colpito.- senti... ma come mai il fioretto?-
-beh...
per gli incontri preliminari della Midgar Cup si è sempre usato il fioretto. Soltanto
per le finali si usa la spada.- rispose il platinato, porgendole l’arma.- non è
certo la Masamune, ma...- s’interruppe; il suo viso s’oscurò e i suoi occhi si
abbassarono improvvisamente.
-... che
succede?- chiese Tifa, sorpresa da quel cambio di atteggiamento.- guarda che
non puoi usare la Masamune in uno scontro di scherma! Taglieresti il tuo
avversario in due!- rise.
-probabile.-
disse Sephiroth, inspiegabilmente a disagio.- forse... è meglio che vada a
chiedere chi sarà il mio avversario. Scusami...- e fece per andarsene dopo aver
ripreso in mano il fioretto.
Tifa lo
guardò, ansiosa.- Sephiroth...-
Lui si
fermò.- che c’è?-
-mi hai...
mi hai detto tutto?-
-sì.-
rispose Sephiroth, in tono pacato prima di andarsene.
“Sono
sicura che nasconde qualcos’altro”, pensò Tifa, mordicchiandosi un’unghia,
“Maledizione...”
-ho una
brutta sensazione, sai?- disse Aerith, comparsa improvvisamente alle spalle di
Tifa, che sobbalzò.
-A...Aerith!-
esclamò Tifa, nervosa.- che ci fai qui sotto? Gli spettatori possono entrare in
palestra solo all’inizio della seconda ora! Manca ancora mezz’ora!-
La castana
sembrava meno solare del solito, forse a causa della partenza improvvisa di
Tseng.
Tifa
ricordò chiaramente quando, sette giorni prima, il ragazzo l’aveva annunciata a
tutti...
...
-che vuol dire “parto”?!- gridò Zack,
battendo un pugno sul tavolo.
La sua voce riecheggiò in modo lugubre
per tutta la cucina di casa Lockheart. In genere si ritrovavano tutti da Cloud,
ma ora che l’abitazione del biondo era vuota, nessuno osava metterci piede.
Soprattutto Zack, preferiva tenere la
chiave di quella casa come se fosse una reliquia, senza permettesi di entrarvi.
Tseng posò la tazza del caffè sul
tavolo e scosse la testa.- calmati.-
-no che non mi calmo!- esclamò Zack,
facendo il giro della tavola fino a raggiungere l’amico e guardarlo con occhi
inquieti.- non c’è ragione per cui tu debba scappare!-
-non sto scappando- replicò Tseng,
calmo.- tornerò presto.-
Aerith era rimasta di sasso, e Tifa le
aveva subito afferrato la mano per darle un supporto.
Ma in fondo, Aerith era molto più
forte di quel che appariva e sorrise a Tifa, che fu sollevata nel vedere che l’amica
stava bene.
In un angolo, vicino al lavandino stava,
in silenzio, il platinato Sephiroth a osservare la scena.
-diglielo anche tu!- fece Zack con
enfasi voltandosi verso di lui.- diglielo che non deve partire! Abbiamo bisogno
di lui!-
-no.- rispose Sephiroth, seccamente.-
non abbiamo bisogno di lui. Tu hai bisogno di lui, Zack.-
Per il moro fu come ricevere un colpo
in testa.- io...-
-Seph...- aveva iniziato a dire Tifa,
sconcertata, ma il platinato la aveva subito zittita con un’occhiataccia.
-perché devi partire?- chiese Aerith,
piano.
Tseng la guardò,e per un attimo apparve molto piùtriste di quanto stesse cercando di
nascondere.- ho alcune cose da sbrigare.-
-oh, certo. Vorrei proprio sapere
quali.- sbottò Zack, irritato dalle parole di Sephiroth.
-non posso dirvi nulla.- aggiunse
Tseng, senza trovare il coraggio di guardare Aerith negli occhi.- fidatevi di
me.-
-come ci siamo fidati di Genesis?!-
esclamò Zack, al limite della sopportazione.- e io...-
Sephiroth si avvicinò a Zack e lo
guardò dritto in faccia.- hanno rapito Cloud. Fattene una ragione. L’hanno
rapito per motivi sconosciuti, ma l’hanno fatto; questo è un dato di fatto,
Zack. E se vuoi rivederlo vivo...- e si curò di sottolineare l’ultima parola
con molta attenzione-... devi uccidere Angeal.-
-come possono chiedermi questo...?-
mormorò Zack, distrutto.-Tu non puoi capire!-
Sephiroth si limitò ad alzare le
spalle.-forse.- rispose, in tono piatto.
-Cloud...- mormorò Zack, lasciandosi
cadere su una sedia.- Angeal...-
Tifa rimase a fissare il platinato,
sconcertata, ma lui accennò un sorriso nella sua direzione che la calmò.
-devi prednere una decisione al più
presto.- commentò Tseng.- prima che comincia la Midgar Cup devi aver già
deciso, perché Angeal userà armi vere.-
-no...- sussurrò Zack, dopo aver
nascosto il viso dietro le mani.
Aerith e Tseng si guardarono, lei
congiunse le sopracciglia, tristemente, poi sorrise e gli fece capire che non
ce l’aveva con lui. In fondo, sarebbe stato via solo per poco tempo... doveva
solo avere fiducia.
...
-ho una
brutta sensazione.- spiegò la ragazza dagli occhi verdi, con calma forzata.-
non posso spiegartelo... è una cosa che sento... e che non so esprimere a
parole.-
Tifa le
prese le mani tra le sue e sorrise.- vedrai che andrà tutto bene.-
-sono
sette giorni che Tseng non mi chiama.-
-buongiorno,
donzelle.- disse una terza voce, estremamente allegra.- spero di non aver
interrotto nulla.- ridacchiò Genesis.
-che ci
fai qui?- gli chiese Tifa, piuttosto sgarbatamente.
Genesis
sorrise, furbetto.- voi cosa ci fate qui. Siete davanti allo spogliatoio degli
uomini, gentili fanciulle. E per di più credevo che Hojo avesse proibito
l’ingresso fino alla seconda ora a chi
non partecipa alla Midgar Cup.-
Aerith
arrossì.- sì... ma...-
Il rosso
iniziò a picchiettare a terra con il piede, poi si fece serio.- Tifa, devo
parlarti.-
La ragazza
ne fu sorpresa, quindi disse ad Aerith di lasciarla sola con lui.- tanto ci
vediamo tra poco.- aggiunse, per cercare di giustificarsi.
Genesis
attese che la castana salisse le scale che conducevano al corridoio principale,
poi si rivolse a Tifa.- avete pià trovato il vostro amico?- chiese, un po’
ansiosamente.
-no.-
rispose lei, sconsolata.- magari.-
-e
quindi... è ancora valida la richiesta di riscatto.- fece Genesis, incerto.
-che
t’importa?- chiese Tifa, con rabbia.- tu ci hai traditi tutti!-
-io?!-
esclamò Genesis, una volta persa la calma.- non puoi parlare di ciò che non
conosci!-
Tifa lo
perforò con gli occhi.- può darsi. Ma ora guarda cosa sta per succere ad Angeal
e Zack! Si ammazzeranno a vicenda!-
-non sono
cose che mi riguardano!-
-beh,
dovrebbero! Perché Angeal è tuo amico!-
Genesis
rimase interdetto.-... io...-
-e se non
sbaglio anche Sephiroth lo è.-
Il rosso fece
una smorfia di dissenso.- amico? Con quella sua presunzione di essere il
migliore... e poi perché? Perché è un mostro da laboratorio, Tifa! Ma tu questo
non lo capirai finchè non lo vedrai agire come tale!- esclamò.
-non
parlare così di lui!- obiettò Tifa, con veemenza.- non lo merita!-
Genesis
sogghignò.- lo vedrai, mia giovane amica, lo vedrai. Perché tutti i mostri
prima o poi vengono fuori.-
Tifa
corrugò la fronte e gli mollò uno schiaffo tanto forte da lasciargli il segno
della mano sulla guancia.- qui vedo solo un mostro! E non è certo Sephiroth!-
urlò.
-...
infatti. Io sono un mostro, e non lo nascondo.- concluse Genesis, furioso e
offeso.- ma qualcun altro non loterrà
nascosto ancora per molto, ti do la mia parola!- e entrò nello spogliatoio.
Tifa si
mise una mano tra i capelli e si appoggiò di nuovo al muro, afflitta.
“Ma com’è
potuto succedere...?”
*
--tu sei
nel decimo turno, Zack.- disse Sephiroth, dopo aver letto la lista degli
sfidanti che gli aveva dato Barret.- contro Angeal.-
Il moro
non rispose; finì di sistemarsi la divisa bianca senza spiccicare parola,
mentre il brusio dovuto agli studenti che si affollavano sulle tribune
dell’ampia palestra gli entrava a forza nella testa.
-mi hai
capito?- lo incalzò Sephiroth.
-sì, sì.- lo
accontentò Zack, prima di posare il fioretto sulla panchina sotto la tribuna di
destra, dove si erano appena fermati.
-dov’è
Angeal?- chiese Sephiroth, nel tentativo di intavolare una discussione.
Zack
scrollò le spalle.
-pare che
l’arbitro sia Rufus Shinra.- osservò Sephiroth, i cui occhi si mossero
velocemente sul figlio del preside che parlava con il padre intorno al tavolo
della giuria.- se davvero ci sono loro dietro il rapimento...-
-basta.-
disse Zack, seccato.- non dire più quella parola. Ho capito. Me ne sono fatto
una ragione. Guarda, ho anche la borsa.-
Sephiroth
guardò il sacchettò scuro nascosto sotto la panchina.-cosa c’è lì dentro?-
-la mia
spada.- rispose Zack.- quella vera. Quella che si macchierà del sangue del mio
miglior amico.-
-allora...?-
Zack
annuì. Quello sguardo risoluto e posato non si era mai visto nei suoi occhi,
eppure Sephiroth non capiva se stesse effettivamente dicendo la verità...
-non puoi
proprio capire, Sephiroth?- domandò Zack, in tono greve.- quello che sto
provando?-
Sephiroth
si sentì in qualche modo schiacciare dall’atteggiamento del moro, quasi
quest’ultimo lo stesse minacciando con la forza.
Sì, aveva
riflettuto a lungo sulla questione, ma non aveva trovato la forza necessaria di
collegare tutti gli eventi accaduti fino a quel momento: i sospetti di Angeal,
l’omicidio di Vincent, la comparsa in scena della moglie di Hojo, la scoperta
di Genesis, riferitagli in modo così confuso, il rapimento... aveva come
l’impressione che tutto fosse legato da un filo sottilissimo, e aveva il
terrore che quel filo fosse in realtà la Shinra High School.
-cosa ti
succederebbe se fosse stata Tifa, ad essere rapita?- gli domandò Zack.
Sephiroth
si riscosse di colpo dai suoi pensieri. Quella domanda non era giunta
inaspettata.
Aveva
pensato anche a quello.
-non ti
capisco, Zack. Ma posso provarci.- rispose il platinato.- Angeal è mio amico, e
non voglio che tu lo uccida. mi spiace.-
Zack era
perplesso.- che vuol dire?-
Di nuovo,
Sephiroth cambiò atteggiamento e non rispose.
*
Passata
un’ora dal suono della seconda campanella della mattinata, la palestra era
stracolama di gente; alcuni si erano addirittura dovuti arrampicare sulla
scalinata che portava fuori dalla palestra; altri erano in piedi sulle
gradinate, eccitati.
Genesis,
in particolare, era in fondo alla palestra, distante da Sephiroth e Zack, con
gli occhi che si muovevano rapidi sui giudici di gara, tra i quali spuntava un
nervosissimo Hollander, un soddisfatto Hojo, il preside Shinra e suo figlio
Rufus.
Tutti e
quattro erano immersi in una fitta chiacchierata, ma Genesis era praticamente
sicuro che qualunque cosa fosse accaduta non avrebbero fermato i combattimenti.
Prese un
bel respiro e si posò una mano sulla guancia. Perché Tifa aveva reagito così,
quando le aveva detto quelle cose? Era soltanto la verità, non c’era bisogno di
sacaldarsi tanto...
E quando
Zack aveva cercato in tutti i modi di poter salvare il suo compagno?
Perché
tutti si agitavano così tanto per proteggersi a vicenda?
Angeal era
chiuso negli spogliatoi da molti minuti, ad osservare la Buster Sword poggiata
alla panca di legno. Avrebbe dovuto affrontare Zack, si augurò che Sephiroth
l’avesse allenato a dovere.
Aveva
sperato tante cose per il suo futuro... ora sperava soltanto che qualcuno
ponesse fine a quell’esistenza di mostro che lo aspettava. E chi meglio del
proprio miglior amico, ora che c’era in gioco anche la vita di un innocente?
Sorrise e
prese la grande spada in mano, accarezzandola con lo sguardo. La sua morte
sarebbe servita a qualcosa di utile, al contrario della sua vita.
Si alzò e
si lasciò sfuggire un sospiro.
-a noi
due, Zack.-
*
-attenzione!-
la voce di Shinra rimbombò per la palestra, assordante.- permettetemi di dire
due parole prima di cominciare questo emozionante torneo! Innanzitutto, vi
prego di non perdere la calma, perché qualunque cosa accadrà oggi...- e si
soffermò a guardare Zack- sarà falsa. Non ci sarà proprio nulla di reale, ma
sarà tutto il frutto di un’elaborata recita. Ringrazio in anticipo i
collaboratori.-
Scoppiò un
applauso da parte di chi non aveva capito quell’infame gioco di messaggi
subliminali.
Zack fece
un verso schifato nei confronti del preside e dalla tribuna arrivarono puntuali
i fischi di Tifa.
Sephiroth
si augurò che Hojo non capisse da dove provenissero.
-detto
ciò, auguro buona fortuna ai nostri partecipanti e corro ad aprire il torneo
con uno scontro tra il campione in carica, Sephiroth e… Kadaj! Prego i due
sfidandi di raggiungere il tappeto centrale, grazie.- si allontanò dal
microfono e sussurrò qualcosa al figlio, che annuì e si portò al centro della
palestra.
Sephiroth
si calò la maschera sul viso, prese in mano il fioretto e si avvicinò al
tappeto indicato da Shinra.
“Kadaj...”,
pensò, compiaciuto, “Ci rivediamo.”
La
maschera copriva il volto di Kadaj, ma Sephiroth era sicuro che ilsuo avversario stesse pensando le stesse
cose, visto il loro ultimo ma breve incontro.
Shinra si
frappose tra i due, che intanto prendevano posizione e sguainavano il fioretto
l’uno contro l’altro.
L’arbitro
guardò prima Sephiroth, poi Kadaj, allungò le mani tra i due e gridò:- ANDATE!-
Il
platinato evitò la prima stoccata dell’avversario con facilità, si mantenne a
distanza, lo esaminò bene.
Cinque
punti.
Chi
arrivava per primo al punteggio stabilito si sarebbe aggiudicato la vittoria.
Sephiroth
rimase a molleggiare sulle gambe per un po’, poi intuì che l’avversario avrebbe
attaccato di nuovo.
Kadaj balzò
in avanti, Sephiroth si tirò indietro, la punta del fioretto nemico colpì lo
sterno del platinato, ma non abbastanza forte da poter essere considerato un
punto valido; Sephiroth si portò rapidamente indietro, poi saltellò in avanti
con eleganza e tirò un colpo veloce contro la spalla destra di Kadaj, che però svicolò
il ferro e mandò a vuoto l’attacco.
Sephiroth
sorrise sotto la maschera, parò velocemente un attacco troppo lento di Kadaj, scattò
un po’ indietro, impegnò il suo fioretto con quello dell’avversario, di nuovo
all’attacco, lo fece roteare con un gesto deciso del braccio e colpì Kadaj con
una stoccata precisissima e potente.
Rufus alzò
il bracio dalla parte di Sephiroth, mentre il tabellone lampeggiava di verde
sotto il suo nome e il numero uno sostituiva lo zero accompagnato da un
fragoroso applauso.
Un punto
per il platinato.
I due
atleti si diposero di nuovo l’uno davanti all’altro.
Sephiroth
impugnò saldamente l’elsa del fioretto e si mise in guardia; lo stesso fece
Kadaj.
Stavolta il
platinato non aspettò; ormai conosceva i movimenti dell’avversario; partì in
affondo subito dopo aver individuato un punto scoperto sotto la spalla
sinistra.
Kadaj ebbe
a malapena il tempo di reagire che già il tabellone segnavail secondo punto di Sephiroth.
Tre: il
platinato rimase a lungo senza attaccare, né Kadaj provò a farlo, finchè Sephiroth
non portò avanti la gamba opposta al braccio armato, fece qualche passo veloce
verso di lui e invece di colpirlo lo superò, si voltò e segnò un punto
colpendolo alla schiena.
Tre punti
per Sephiroth.
Ora ne
mancavano solo due e avrebbe vinto.
Avvertiva
il nervosismo di Kadaj come un leone che fiuta la sua preda, ma nervosismo
voleva dire deconcentrazione.
Cercò di
segnare il quarto punto con una stoccata veloce che però venne parata, respinta
e restituita. Kadaj riuscì a colpire Sephiroth poco sopra l’ombelico.
Il braccio
di Rufus si alzò dalla parte di Kadaj.
Sephiroth
barcollò all’indietro, sorpreso da quell’ultimo attacco.
Si
rimproverò per essersi deconcentrato. Anche troppa sicurezza era sinonimo di
distrazione.
Sospirò.
Tre a uno
per il campione. Avrebbe concluso quello scontro in due minuti.
Si sistemò
la maschera sul viso e contemporaneamente si mise in guardia.
Rincuorato
dal primo successo dopo tanti fallimenti, Kadaj si portò subito all’offensiva, schizzò
in avanti e puntò al torace di Sephiroth; quest’ultimo schivò prontamente il
fioretto avversario e rispose con un fendente che però andò a vuoto, colpì con
un affondo che venne malamente deviato, si portò indietro, caricò un secondo
affondo che cozzò contro il fioretto di Kadaj, quindi svincolò il ferro da
quello avversario e tirò una stoccata.
Il
tabellone s’illuminò di verde per Sephiroth e il quattro si sostituì al tre,
con conseguente scoppiò di applausi.
Sephiroth
era stranamente eccitato. Non lo era mai stato tanto; in genere riusciva sempre
a contenersi e a non demoralizzare troppo i suoi avversari.
Ma
stavolta no.
Esaminò a
fondo ogni singolo movimenti di Kadaj, vide che portava il peso sulla gamba
avanti e seppe che avrebbe atttaccato ancor prima che questi potesse davvero farlo;
parò il colpo, lo deviò e affondò la punta del fioretto nella spalla sinistra
di Kadaj, che ormai aveva individuato come il suo punto debole.
Gli
applausi esplosero, fragorosi, mentre Rufus assegnava l’ultimo punto scagliando
il braccio in aria in direzione di Sephiroth, che diede le spalle a Kadaj e se
ne andò tra il clamore generale.
La voce di
Shinra provvide a placare gli animi degli studenti e chiamò i secondi
partecipanti al torneo.
-Sephiroth!-
La voce di
Tifa lo chiamò, mentre lei gli correva incontro e gli buttava le bracia al
collo, entusiasta.
-ei, che
ci fai qui?!- chiese il platinato, in tono di rimprovero.
Lei
sorrise.- sono venuta a congratularmi! Non avevo mai visto niente del genere!-
Sephiroth
le sorrise e le fece l’occhiolino di sfuggita.
-non
montarti la testa, adesso.- disse Tifa, arrossendo.
-complimenti,
Sephiroth!- disse Zack, che intanto aveva ritrovato spirito.
-adesso
torno di sopra, altrimenti mi perdo Aerith... vieni anche tu?- chiese, rivolta
a Sephiroth.- quando hai il prossimo incontro?-
-non verrò
sulle tribune.- brontolò Sephrioth, indicando il suo fan club che si scambiava
occhiate maligne con quello di Genesis e Angeal.- quello è un campo minato.-
Tifa abbassò
gli occhi, “Se solo Cloud avesse visto...”
-beh,
allora io me ne vado.- disse Tifa, scappando via.
Sephiroth
osservò Zack a lungo, prima di azzardarsi a chiedere come mai avesse così improvvisamente
riassunto la sua solita vitalità dopo quattordici giorni di depressione. Forse
era successo qualcosa mentre stava combattendo?
-ho preso
la mia decisione.- disse Zack, in tono deciso.- e non tornerò indietro,
qualunque cosa accada!-
-e...
tanto per sapere... qual è la tua decisione?- domandò Sephiroth, incerto.
Il moro
fece un’espressione enigmatica e se ne andò, lasciando il platinato con l’amaro
in bocca e una gran curiosità.
Angolino
dell’autrice:
Saaalve!
^___^ Ecco qui la vostra autrice che, come sempre, vi intrattiene in modo
magnifico (ma quale magnifico?! – nd tutti ;sob, sono un’autrice sola e abbandonata – nd Tico) *offre pasticcini ai
lettori*
Che
dire di questo chappy? Innanzitutto, che spero di aver reso decentemente la
scena dello scontro Kadaj vs Sephiroth... cioè... si ha meno libertà di
descrizione in un combattimento del genere... ma scrivere quel pezzo mi è
piaciuto molto.
Ormai
manca veramente poco alla fine di questa storia (finalmente, non se ne poteva
più! – nd tutti); eh, sì, mancano quattro capitoli, rispettando la scaletta
della storia che mi sono fatta.
Ok!
Prossimo capitolo: l’autrice si andrà a nascondere per non essere uccisa da uno
stormo di lettori che vorranno la sua testa! Scherzo... ma preparatevi
psicologicamente lo stesso... perché saprete la scelta di Zack!
Ma
non me ne andrò prima di aver ringraziato preferiti e seguiti e aver risposto
alle vostre stupende recensioni! Vedo davvero ripagato il mio lavoro quindi, o
prodi che seguite questa pazza storia di una pazza autrice (???), vi ringrazio tutti!!!
RoseMary: U.u e di che?
Sono contenta che ti abbia fatto piacere! *abbraccia*
1:Lasciamo
perdere... anche io sono in alto mare riguardo a Ragazzi&Co...perciò sorvoliamo... punto 2: eh già. Visto
che coraggiosa? Anche se lì stanno ancora parlando per ipotesi quindi rimane, per lei, un’evenienza
abbastanza remota, visto che non siamo nella Midgar di ff7.
3:
?_? mistero. *faccia da Enrico Ruggeri*
Grazie
tante, e un grande abbraccio!
TaKari94: ho la bocca
cucita, anche se ho una gran voglia di fare spoiler. Ma povero Cloud...
l’autrice lo terrà al sicuro sotto la sua penna protettrice (o meglio, la sua
tastiera protettrice, visto che ormai siamo nell’era della tecnologia) XD –
Sephy e Tifa sono felici insieme, e l’autrice farà di tutto per aiutarli
(scherzo Muahahaha! xD); beh, farà ciò che è in suo potere (ovvero tutto! Muahahaha!)
non preoccuparti, mi sotterrerò appena finito di risponderti... *prende una
pala e inzia a scavare una buca, ma prima manda un bacio a TaKari*
alice_maya: Innanzitutto,
piacere di conoscerti! Poi... Genesis mi sta molto più simpatico e il mio lato
omicida non vuole più linciarlo (DX) ah ah! 2: non preoccuparti, questo è il
regno delle contraddizioni (io stessa sono un contraddizione); 3: la
SephirothxTifa è un pairing originale, ma proprio per questo mi piace! E per
quanto riguarda Hojo... *strozza lo scienziato senza pietà*. Ti saluto e ti
ringrazio davvero per la recensione! Tanti baci!
Kairih: l’avevo
immaginato xd; ci sono rimasta anche io quando mi è venuta in mente quella
scena... a volte mi sorprendo pure io delle cavolate che vado scrivendo.... ih ih ^_^
Anche
a me Genesis non è mai piaciuto (preferisco di gran lunga Angeal. E Sephiroth),
tuttavia... boh... è un personaggio dalla psicologia molto complessa...
tecnicamente ben fatto e molto interessante. U.umeglio che la finisco, potrei andare avanti
all’infinito... *abbraccia Kairih* e grazie!
Tifa_Heart: piano piano arranchiamo verso la fine svelando particolari su
particolari! ^_^ Davvero, Cloud ci va sempre di mezzo, poveraccio! Devo essere
sincera: ho amato il Cloud di Crisis Core. Non so perché... forse per via di
quella faccia da cuccciolo indifeso... (doh, non posso credere di avere anche
un lato materno, mi sto rammollendo)... muahahah! *abbraccia anche Tifa_heart*.
Tanti ringraziamenti e alla prossima!
the one winged
angel:
felice di conoscere anche te! U.u una fan di Sephiroth, eh? *abbraccia*
Innanzitutto
ti ringrazio dei complimenti! Poi sono contenta che di piaccia la ZackxCloud
nonostante tu non sia una fan di questo pairing!Il mio povero, povero Angeal... *sniff* dovrò
fondare un comitato “Salviamo Angeal”. Aiutateloooooo
Bene,
dopo questo sclero ti saluto e ti abbraccio! Grazie per aver recensito!
Oggi
l’autricese ne va dispensando pace e
amore! ^_____^ alla prossima!
Sephiroth
buttò l’occhio fuori dallo spogliatoio e uscì, mentre rigirava nervosamente tra
le mani la maschera da schermidore.
-Genesis è
passato.- lo informò Angeal, che gli veniva incontro proprio in quel momento
per entrare nello spogliatoio.- ha eliminato il suo avversario in cinque
minuti.-
-bene.-
borbottò Sephiroth, abbassando gli occhi.
-ti
consiglio di dare un’occhiata al tabellone.- disse il moro, posandogli una mano
sulla spalla.- ma credo che tu abbia già capito chi titroverai davanti, al prossimo
turno.-
Il
platinato annuì senza enfasi, poi si scostò dall’amico.- buona fortuna.-
Angeal
sorrise.- sei preoccupato per me?-
-no.-
rispose immediatamente Sephiroth, a disagio.- sì.- si contraddì subito dopo,
scrollando le spalle.- questo è l’effetto devastante che una donna può
provocare su un uomo...-
L’amico
moro smise di sorridere di botto e corrugò la fronte.- meglio che mi prepari.-
-Angeal...-
lo chiamò Sephiroth, mentre l’altro si apprestava ad entrare nello spogliatoio.
-dimmi.-
-no, niente.
Vai tranquillo.-
*
Il decimo
turno di eliminatorie arrivò molto prima di quanto Zack avesse voluto. Il
ragazzo prese la spada vera al posto del fioretto e sia avviò verso il centro
della palestra.
Vide Rufus
Shinra scambiarsi un’occhiata soddisfatta con il padre, mentre dalle tribune ai
lati della palestra scoppiava un tumulto di fischi e applausi.
Hojo,
seduto vicino a Shinra, guardava con aria di sufficienza tutti gli studenti che
gridavano.
-non
possono stare zitti?- chiese al preside, che gli rispose con un cenno
noncurante del capo.
Zack si
fermò dove l’arbitro Rufus gli stava indicando e guardò con odio quei giudici
che lo avevano costretto a fare l’equilibrista su una corda sottile, senza
sostegni e senza ombrello, con il rischio di farlo cadere o a destra o a
sinistra, senza preavviso.
Così come
un equilibrista vola senza difficoltà su quella cordicella sospesa nel vuoto,
lui arrancava faticosamente, cercando di raggiungere uno dei due estremi, dove
lo aspettavano da una parte il suo immenso amore e dall’altra la sua più grande
amicizia.
Qualunque
fosse la ragione di un tale comportamento, Zack non lo sapeva, ma aveva capito
che sotto tutto ciò c’era Shinra: quella era cosa ovvia, altrimenti non gli
sarebbe stato permesso di affrontare un incontro di scherma con delle armi
vere.
Il
rapimento di Cloud non lo aveva solo intristito, ma gli aveva dato modo di
pensare a tanti piccoli particolari che Zack, irriflessivo com’era, non aveva
notato: il suicidio di Vincent era fin troppo sospetto. La sparizione di
Genesis per giorni gli era sembrata strana, ma non rilevante, almeno finchè non
lo aveva sorpreso a menar le mani a Rufus Shinra, nella chiesa. E Angeal?
Piccoli problemi, si era detto. E ora si ritrovava a doverlo uccidere.
Pensandoci
bene, era piuttosto strano il fatto che il ricattatore avesse chiesto di
uccidere proprio Angeal...
Quella era
una commedia progettata a regola d’arte, e Zack era solo un Cavallo che presto ,
mosso da Shinra alla perfezione, avrebbe dovuto mangiare una Torre.
Zack
individuò Genesis sugli spalti che faceva il simpatico con un gruppo di
ragazzine del primo anno; ed ecco un Alfiere.
E Cloud
era solo un pedone, che presto sarebbe stato mangiato, se il Cavallo non avesse
tolto di mezzo la Torre.
Il moro si
stava rendendo conto di quanto quella storia somigliasse una partita a scacchi.
Le pedine mangiate, i meccanismi pensati con la massima accuratezza, i trabocchetti
in ogni angolo... Shinra stava giocando con loro, probabilmente stava
protegendo sè stesso, il Re...
Ma allora,
si domandò Zack, chi era la Regina, la pedina più pericolosa, in grado di
muoversi in qualsiasi direzione e in qualsiasi verso?
Si voltò istintivamente
verso Sephiroth, che guardava Tifa sbracciare sulla tribuna alle sue spalle.
Scrollò il
capo.
No.
-Fair.- lo
chiamò Rufus, tirandolo via con forza dai suoi pensieri.- è arrivato il tuo
avversario.-
Zack era
talmente assorto che non si era accorto né dell’aumento del clamore dagli
spalti, né della presenza di Angeal d’innanzi a lui. Sondò per un attimo il
volto serio di Angeal, contemplandolo come se stese guardando il proprio
fratello, poi percorse con gli occhi il suo braccio e si soffermò sulla Buster
Sword.
“Ma potrei
lasciarci la pelle anch’io.”, pensò Zack, con rassegnazione. Si riscosse
subito. “No! Se perdo, Cloud morirà!”
Rufus si
allontanò da loro, lasciandoli soli in mezzo alla palestra, tra i fischi, gli
sguardi basiti e lo schiamazzo generale che Shinra stava provvedendo a placare
ribadendo il discorso di apertura.
I due al
centro delle polemiche non udivano nulla; i loro occhi erano legati da un
contatto invisibile, e ognuno era segretamente intento a captare i pensieri
dell’altro.
-ma
prima,- disse improvvisamente Angeal, approfittando della confusione,- dovrò
spiegarti una cosa.-
-era ora.-
replicò seccamente Zack.- vorrei proprio sapere cosa ti passa per la testa!-
Fece per
avvicinarsi ad Angeal, ma quest’ultimo sollevò la Buster Sword e gliela puntò
allo stomaco.
-io sono
il frutto di un esperimento.-
-oh, certo.-
obiettò ironicamente Zack.
-devi
ascoltarmi, è importante. Cominciò tutto quando venne trovato un organismo
alieno risalente a duemila anni fa. Hollander rubò alcune cellule di questo
mostro ai due scienziati operativi in quel momento. Uno era Hojo; l’altro si
chiamava Faramis Gast, e precisamente era il padre di Aerith.-
Zack
strabuzzò gli occhi:- che cosa?!?-
-esatto.
Ma di ciò saprai tutto a tempo debito.-
-ah, sì?!
E quando?!- strillò Zack, stizzito.- che aspettavi a dirmelo?!-
-l’organismo
di cui ti ho parlato è stato denominato come “Jenova”.- aggiunse Angeal, mentre
il sangue di Zack gli si raggelava nelle vene e lui si voltava verso
Sephiroth.- vedo che hai capito.-
-Tifa mi
ha detto che... che sua madre si chiamava Jenova, ma che lui non l’ha mai
conosciuta... –
-comunque,
rubate queste cellule, Hollander, finanziato da Shinra che teneva i piedi in
due scarpe, iniziò il suo esperimento: il progetto G. G sta per Gilian, mia
madre.-
Zack lo
guardò, pallido.- e quindi? Anche tu sei...-
-Prima,
Hollander iniettò queste cellule nel suo feto.- e accennò a Genesis con il
capo.- Poi, non contento, le introdusse nell’utero di mia madre, da cui nacqui
io... e di conseguenza... possiedo quelle cellule nel corpo. Tuttavia, nel
fisico di Genesis, tutto ciò ha innescato una controindicazione, e lui non
potrà sopravvivere per molto.-
-ma allora
perché è qui e non all’ospedale?!- esclamò Zack, irritato.
Angeal si
morse il labbro.- perché, Zack... questo processo di degradazione, come ha
suggerito Hollander, può essere fermato solo usando cellule di Jenova pure.-
-e
quindi?! Spiegati meglio, io non capisco!-
-quindi
vuol dire che oggi, Sephiroth saprà delle sue origini.-
Zack
s’irrigidì.
-io sono
un mostro, Zack. Ora che lo sai...- disse, sguainando la Buster Sword, che
sferzò l’aria, -... puoi affrontarmi con consapevolezza.-
Il
cervello di Zack aveva smesso di funzionare per un attimo, inebetendo il suo
proprietario fino a quando, di botto, non riprese ad elaborare le informazioni
più velocemente del normale.
Zack non
aveva capito molto del discorso di Angeal, o di quello che esso poteva
sottointendere, ma aveva capito perfettamente che, vista la reazione di Genesis
e Angeal, quella di Sephiroth non sarebbe certo stata migliore...
Fece una
smorfia.
-ormai non
possono più fare niente.- disse Angeal, con una nota di compiacimento nella
voce.- sebbene siano riusciti ad incastrare me, non riusciranno a nascondergli
più nulla... Sephiroth e Genesis si scontreranno poco dopo di noi. Da una parte
mi spiace, ma dall’altra...-
-che vuol
dire?!-
-cominciamo.-
li interruppe Rufus, placato il trambusto.- prego.-
Zack
brandì la spada, che in confronto a quella di Angeal sembrava quasi ridicola, e
si preparò ad affrontare il suo scontro.
Ormai
aveva deciso.
Non poteva
più tirarsi indietro.
-andate!-
esclamò Rufus, tirandosi subito indietro.
Zack partì
all’attacco per primo e cercò di colpire Angeal con un colpo che caricò
dall’alto e fece crollare verso il basso. L’azione, però, fu interrotta da un
calcio di Angeal che gli arrivò dritto nello stomaco, respingendolo con
violenza.
Angeal
accennò un sorrisetto.
Zack piantò
entrambi i piedi a terra e, presa l’elsa della spada come un battitore di
baseball che impugna la sua mazza, aspettò la carica di Angeal, che intanto gli
si era gettato contro e aveva scagliato un fendente laterale addosso a Zack,
che riuscì a pararla appena in tempo per non essere tagliato a metà dalla
mastodontica lama.
Le due
spade cozzarono creando un urto che scosse tutto ilbraccio di Zack, fino a fargli male.
Angeal
forzò la difesa di Zack con decisione e la ruppe di colpo, strappando la spada
dalle mani di Zack, che però riuscì a togliersi dalla traiettoria della Buster
Sword rotolando all’indietro.
Stavolta
perse l’equilibrio, tanta era stata la fretta e l’improvvisazione, e prima che
potesse tirarsi in piedi, inciampò e si vide conficcare a terra la lama
metallica della Buster Sword, che gli aveva colpito la guancia sinistra di
striscio.
Deglutì, e
cadde seduto a terra, paralizzato, mentre sentiva che il punto colpito iniziava
a bruciare e pulsare dolorosamente. Ci passò sopra il dorso della mano e guardò
il rosso del sangue che macchiava il guanto della divisa bianca. Sbiancò e, stordito
com’era, non riuscì a mancare il pugno che Angeal gli assestò sotto il mento.
Riuscì a
riprendersi appena in tempo per abbassarsi e sottrarsi a un secondo pugno, si
piegò sulle gambe come un atleta di salto in lungo che si prepara a saltare, e
si scagliò di testa contro Angeal che, vicino com’era, fu obbligato a ricevere
tutto il peso Zack nello stomaco.
Mentre
Angeal barcollava portandosi una mano sullo stomaco, tossendo, l’avversario
correva a raccogliere la spada caduta poco lontano, la raccoglieva al volo e,
approfittando del momento favorevole, si buttava di nuovo all’attacco, cercando
di colpire Angeal con un taglio di lato, che però fu deviato dalla Buster
Sword, che venne issata in alto da Angeal con il serio intento di tagliare la
testa a Zack, che però, adattatosi al ritmo del combattimento, schivò
piegandosi di nuovo sulle ginocchia e, visto che mentre effettuava quella
manovra, Angeal era scoperto dal torace in giù, si infilò sotto le sue braccia
e lo colpì con un secondo fendente che lo centrò al fianco.
Avvertito
il colpo e il dolore che ne conseguiva, Angeal fu costretto a indietreggiare
per evitare successivi e pericolosi attacchi, ma Zack, portatosi di nuovo vicino
a lui, prese a effettuare una scarica di colpi che l’altro parò con uno sforzo
considerevole.
La
velocità di Zack era molto ridotta rispetto all’inizio del combattimento, anche
in seguito alla stanchezza, ma il pensiero di Cloud gli dava nuova forza,
mentre Angeal che era stato ferito, aveva la divisa macchiata di quel rosso che
sembrava voler decretare, quasi fosse un segno del destino, i punti che Angeal
stava perdendo, travolto dalla furia del suo amico.
Con un ultimo
gesto disperato, Zack riuscì a strappare la spada dalle mani di Angeal, che
finì irrimediabilmente a terra, in ginocchio, ansante, una mano a terra e
l’altra posata sulla ferita che gocciolava sangue sul pavimento.
Angeal
rimase a fissare le goccioline rosse che lo abbandonavano una dopo l’altra, poi
alzò lo sguardo verso Zack, che più pallido di lui, gli aveva avvicinato la
punta della spada tra gli occhi.
-bravo...-
rantolò Angeal, con una smorfia di dolore accompagnata da un gemito, mentre
faceva leva sulle braccia e sulle ginocchia per alzarsi.
Zack
allontanò la spada dal viso di Angeal e la fece scorrere fino al cuore, dove la
punta metallica premette, non troppo forte da ferire.
-hai
vinto.- mormorò Angeal, guardandosi il guanto oramai completamente rosso, così
come lo era il suo fianco sinistro.- finisci il tuo lavoro.-
Zack
annuì.- mi spiace... Angeal... ma prima, suppongo che dovrò dirti una cosa.-
Gli spalti
si erano completamente ammutoliti.
Zack passò
in rassegna con lo sguardo tutti gli studenti, chiedendosi se davvero non
avessero intuito puzza d’imbroglio. Vide che qualcuno si era coperto gli occhi.
-tu non
sei un mostro.- disse Zack, dopo un attimo di pausa.
Angeal
abbassò la testa e chiuse gli occhi, poi lasciò scivolare le braccia lungo i
fianchi e tacque.
Sentiva la
spada di Zack che gli premeva sul suo cuore, ansiosa di perforare la carne.
Poi aprì
gli occhi e vide una lacrima abbandonare quelli già lucidi di Zack.
-mi
spiace.- ripetè quest’ultimo, tristemente.
-quindi
hai fatto la tua scelta.- ansimò Angeal, stremato e pallido.- vai, fai in
fretta.-
Zack
allontanò la spada e si preparò a colpire.
Riusciva
quasi a palpare l’ansia che correva tra gli studenti, Rufus Shinra, il preside,
Hojo, Hollander e chiunque altro stesse guardando quel macabro spettacolo. La
sentiva chiaramente mentre lo avvolgeva come un serpente, gli si abbarbicava
con le sue spire sul corpo e lo stringeva fino a fargli male, mentre il suo
cuore era stretto da una mano gelida e ai suoi occhi, scorrevano, lente, le
lacrime che non riusciva più a trattenere.
Vedeva gli
occhi di Hojo sprizzare scintille e quelli di Shinra illuminarsi di una lugubre
luce di piacere, mentre al contrario, quelli di Zack rappresentavano tutto il
dolore e la sconsolazione che stava provando.
Anche
tempo sembrava essersi fermato ad aspettare che la lama già sporca di sangue
trafiggesse il cuore di Angeal, immerso in un atteggiamento di serena
rassegnazione.
Poi, a
Zack venne in mente Cloud.
Gli
apparvero chiaramente i suoi occhi di zaffiro, i suoi capelli dorati che
illuminavano più del sole... e il suo volto, le sue labbra, quella sua
timidezza che tanto Zack amava.
Smise di
indugiare e scagliò la spada contro il cuore di Angeal.
Angeal
chiuse gli occhi, aspettò il dolore, la carne che veniva lacerata dal metallo
affilato, la morte che incombeva sempre più bramosa di abbracciarlo...
Aspettò un
colpo che non arrivò mai, perché subito dopo, invece del grido di Angeal, si
udì il rumore del metallo che colpiva qualcosa di duro, ripetendo lo stesso
suono varie volte, tamburellando quasi stesse eseguendo una melodia stonata.
Poi, la voce
di Zack, chiara e forte: -ma io non sono un assassino.-
Angeal
ebbe appena il tempo di rendersi conto di ciò che era successo, quando sentì le
forze abbandonarlo completamente e svenne, crollando a terra tra le grida
spaventate della gente.
*
-chiama
un’ambulanza.- ordinò Zack a Aerith, appena riuscì a trascinarsi sotto gli
spalti.- sbrigati!-
Aerith lo
vide sconvolto, ma non osò obiettare e prese subito il cellulare.
Zack si
guardò intorno, smarrito e confuso allo stesso tempo, dando le spalle al corpo
sanguinante, di Angeal ancora disteso a terra, poi gli si avvicinò e gli s’inginocchiò
accanto.
-hai...
fatto la scelta sbagliata. - lo rimproverò Angeal, con il volto riverso a
terra.
Zack
accostò il volto a quello dell’amico e scosse la testa.- no. Non ho fatto una
scelta. Io ho deciso di non diventare ciò che non voglio essere.-
-decidere
e scegliere non sono forse la stessa cosa?- chiese Angeal, ansimando
sonoramente.
-a volte
non puoi scegliere come essere.- disse Zack, posandogli una mano sulla spalla.-
ma puoi decidere chi essere. Anche tu puoi decidere di comportarti come un eroe
o come un mostro, pur non avendo potuto scegliere come essere...-
-Zack...-
sussurrò Angeal.- prendi la Buster Sword. Quello è il simbolo del mo onore...
te lo cedo volentieri...- e perse di nuovo i sensi.
Zack si
alzò e guardò la spada di Angeal a terra. La prese.
-forse,
questa mi sarebbe servita prima.- mormorò, con voce spezzata.- o non è così...
Cloud?-
Cloud...
“Perdonami...”
*
Rufus
aveva appena spento il cellulare, poi si era rivolto al padre, pallido.
-che c’è ora?!- strillò Shinra, furioso.- fai ammazzare l’ostaggio, non
m’importa.-
-a tal riguardo...
ho appena saputo che l’ostaggio... -
-non m’interessa!-
esclamò Shinra.- sbrigatevela da soli!- e se ne andò sbracciando.
Angolino
dell’autrice:
O.o
quasi mi dispiace interrompere questo momento con le mie chiacchiere, quindi
penso che non mi tratterrò molto... insomma... devo prima nascondermi nel mio
laboratorio segreto *voce dagli altoparlanti* ahem! Così mi sento più sicura.
Il capitolo è corto... ma questa settimana i professori sembrano volere la mia
testa, quindi...purtroppo non ho tempo per
rispondere alle recensioni perché sono veramente sommersa di lavoro! Giuro che
vi rispronderò nel prossimo capitolo, anche se mi dispiace non farlo ora. Devo
studiare ancora una cinquantina di pagine di storia per lunedì (sapete com’è, lavoro arretrato... [pigra! – nd tutti; em...
– nd autrice])
Bene,
ringrazio seguiti e preferiti e chi si è aggiunto recentemente e vado perché
sono sommersa di lavoro!
Tseng
entrò a scuola nel momento in cui l’ambulanza partiva a sirene spiegate,
seguito da un altro ragazzo già vestito da schermidore.
-vai in
palestra. Il tuo combattimento inizia tra pochi minuti...- disse Tseng,
fermatosi ad aspettare il compagno. –mi raccomando, non parlare e tieni addosso
la maschera, per ora.- si raccomandò il moro.
-sei
sicuro che andrà tutto bene...?- chiese lo schermidore, mentre si sistemava la
maschera sul viso.- insomma...-
Tseng
sospirò pesantemente.- non sono mica un indovino. Tu concentrati e vedrai che
vincerai il combattimento.-
Il ragazzo
annuì, poi corse in direzione della palestra.
Tseng si
guardò intorno per assicurarsi che in giro non ci fosse nessuno, poi si lanciò
verso gli spogliatoi.
Una volta
dentro iniziò a girare per la stanza in cerca della borsa di Angeal. La trovò
quasi subito, per fortuna, su una delle panche più nascoste, la prese, la aprì
velocemente e iniziò a rovistare al suo interno. Sempre per fortuna – sembrava
che quel giorno le cose andassero particolarmente bene – trovò immediatamente quello
che cercava.
Tseng
estrasse il plico di fogli che aveva ripescato dalla borsa, la chiuse e s’infilò
la cartella sotto la maglietta, molto più tranquillo.
Trasse un
profondo sospiro, poi uscì velocemente dagli spogliatoi cercando nuovamente di
non essere notato.
*
Tifa uscì
in cortile durante la pausa.
L’ultimo
scontro delle eliminatorie aveva dato la possibilità di fare una pausa,
permettendo agli studenti di prendere una boccata d’aria o di andare a pranzo.
Il sole aveva passato il punto più alto del cielo da dieci minuti, e fuori si
stava molto meglio rispetto all’interno, oramai irrespirabile, della palestra.
La ragazza
si sedette su una panchina e allungò le braccia verso l’alto per sgranchirsele
un po’, dopodichè rimase a guardare il cielo.
Il
combattimento di Zack era riuscito ad accorciarle la vita di almeno vent’anni
con tutti le emozioni che le aveva dato. Angeal sembrava davvero un osso duro
da battere, eanche adesso Tifa ancora non sapeva dire se il fatto che Zack non
lo avesse ucciso fosse un bene o un male.
C’era qualcosa
in lei che pulsava dolorosamente.
Avrebbe
più rivisto Cloud?
Chiuse gli
occhi e cercò di richiamare alla mente l’immagine del biondo.
Cosa
c’entrava con Angeal? Anzi, cosa c’entrava con Shinra?
-alla fine
non l’ha fatta, eh?-
Tifa aprì
gli occhi e seguì con lo sguardo Sephiroth che si sedeva accanto a lei.
-secondo
te...- eserdì Tifa, incerta.- ... ha fatto bene, vero? Voglio dire... e se
adesso Zack si crederà indirettamente l’assassino di Cloud...?-
-lui non
ha ucciso Angeal. Qualcun altro ucciderà Cloud. Zack non è un assassino.-
-non
parlare così...- gemette Tifa, accigliata.
-avresti
preferito che Zack lo diventasse davvero?- domandò Sephiroth.
Lei scosse
la testa.- no... però...-
-era una
trappola. E come in tutte le trappole si è sempre costretti a perdere
qualcosa.- rispose il platinato, con una nota di rammarico nella voce.
Tifa
rimase in silenzio per un po’, con il capo chino e le mani chiuse a pugni che
tremavano.- Cloud era un mio amico.- sibilò.- e non hai il diritto di dire
queste cose.-
-Tifa...-
-anche se
per te non conta nulla, non è detto che debba essere così anche per me! E per
Zack! E per Aerith! Cloud è nostro amico! E forse anche di più! Cloud fa parte
di noi!- esclamò, balzando in piedi, furiosa e con gli occhi lucidi.
Sephiroth
rimase in silenzio a guardarla, poi disse:- sto solo cercando di essere
realista.-
-beh, va
ad essere realista da qualche altra parte!- gridò lei, e scappò via senza dare
a Sephirothil tempo di dire
nient’altro.
*
Hollander
si affrettò a raggiungere l’ingresso della scuola cercando di evitare Genesis,
che però comparve dal nulla e lo afferrò prontamente per la collottola.
- dove stai
andando, professore?- chiese Genesis, suadente.
-a fare
una passeggiata.- rispose prontamente Hollander, cercando di divincolarsi dalla
salda presa del giovane.- è una così bella giornata fuori...-
-quindi
non te la stavi svignando?- lo incalzò il rosso, divertito.- io invece volevo
un’informazione.-
-che tipo d’informazione?-
borbottò Hollander.
Genesis
allentò la presa ma non lo lasciò, quindi avvicinò il volto a quello dell’uomo
e mormorò:- voglio sapere dov’è Cloud Strife.-
-Strife?
Non conosco nessuno Strife!- gracchiò Hollander, sempre più agitato.
Il rosso
lo lasciò andare di colpo, facendolo inciampare e cadere a terra.
-ovviamente
no!- esclamò sarcasticamente il rosso.- ma se mi dai questa informazione io te
ne do una ancora migliore.-
Hollander
si rialzò dolorante.- un’informazione migliore?- fece eco, incuriosito.
-su
Sephiroth.- rispose Genesis, con l’aria più seria che riuscì a mettere insieme.
Il professore
sbattè le palpebre varie volte, poi cedette.- non lo sappiamo. È scappato poco
fa.-
-davvero?-
-sembra
che qualcuno lo abbia lasciato fuggire...- affermò Hollander.- e così non
sappiamo dov’è.-
Genesis lo
scrutò attentamente.- è la verità.-
-sì.
Perché t’interessa tanto? Non hai particolari rapporti con Cloud Strife...?-
-con Cloud
Strife no. Ma con Angeal Hewley sì.- rispose pacatamente Genesis, esibendo
un’aria indecifrabile.
-adesso
devi rivelarmi ciò che sai.- gli ricordò Hollander, sorridendo.
Genesis
stava per parlare, quando notò che Sephiroth stava tornando all’ingresso, così
sorrise e disse:- secondo te, professore, è meglio combattere con una spada o
con una Katana?- e se ne andò fischiettando.
Hollander
fece per voltarsi, arrabbiatissimo, quando qualcuno lo richiamò.
-Hollander!-
-signor
preside.-
-dobbiamo
trovare il fuggitivo! Dovessimo inseguirlo in capo al mondo!- ringhiò Shinra,
cercando di non farsi sentire da nessuno.- non può essersi allontanato troppo
da Madeoheim!-
Hollander
seguì Genesis con lo sguardo; ancora non gli era andato giù che il rosso
l’avesse ingannato.- certo.- rispose distrattamente.
Shinra
s’infuriò ancor di più e se ne andò esasperato.- riprendiamo il torneo.-
*
Tseng s’infilò
in una classe e posò la cartella che aveva rubato sulla cattedra. La aprì.
-o no...
no... questi non sono gli appunti di Gast! Ma allora... Eppure mi aveva detto
che erano qui!- esclamò. Sparpagliò tutti i fogli contenuti nella cartella in
preda all’angoscia, poi si bloccò.- Genesis... maledizione a te...-
*
Aerith era
rimasta da sola sugli spalti per almeno quaranta minuti.
Vide la
sagoma di Tifa materializzarsi tra la folla, che intanto riprendeva i propri
posti, e tirò un sospiro di sollievo.
La ragazza
mora non disse nulla quando si sedette, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e
fissò gli occhi sui tappeti al centro della palestra, dove stava Rufus Shinra.
-Zack non
è con te?- chiese Aerith, preoccupata.
-eh?-
-Zack! Non
è con te?!- esclamò di nuovo la castana, cercando di sovrastare il cicaleccio.
-no.-
rispose Tifa, con un movimento della testa.- non so dove sia.-
-capisco...
non sei preoccupata?-
-tu?-
-un po’.-
disse Aerith, con semplicità.- ma qualcosa che mi dice che Cloud sta bene.-
Tifa le
sorrise.- vorrei poterlo credere anche io.-
Gli occhi
verdi di Aerith s’illuminarono, e lei indicò Shinra che si rimetteva seduto al
suo tavolo insieme a Hollander.- ricominciano.-
-i
prossimi incontri ad eliminazione diretta ci avvicineranno alla finale. Verrà
usata come arma la Sciabola. Il totale dei punti da ottenere per aggiudicarsi
l’incontro da adesso in poi saranno quindici. Cominciamo tra cinque minuti.
Intanto si preparino per l’incontro Genesis Rhapsodos e Sephiroth.- annunciò
Shinra, mentre la sua voce rimbombava per la palestra attraverso gli
altoparlanti.
Lo stomaco
di Tifa si contrasse violentemente quando vide una figura vestita di bianco
avvicinarsi a Rufus Shinra. Era sicuramente Sephiroth, a giudicare dalla
statura e dal portamento, e ciò le diede una strana sensazione.
Il modo con
cui aveva reagito prima era stato più che legittimo. Sephiroth doveva imparare
cosa significasse rispettare i sentimenti degli altri... altrimenti chi avrebbe
rispettato i suoi?
Anche se Tifa
avrebbe preferito farsi spiegare un po’ le regole dei combattimenti...
Poco dopo
si avvicinò un baldanzoso Genesis, che ancora non si era neanche infilato la
maschera, ma che aveva tutta l’aria di essere serio, nonostante il suo
temperamento focoso.
-scusate
il ritardo.- disse distrattamente.- quando cominciamo?-
Sephiroth
gli rivolse un’occhiata penetrante da sotto la visiera; Rufus Shinra gli fece
cenno di accomodarsi sui tappeti.- adesso.- rispose, in tono piatto.
Genesis
accennò a un sorrisetto sarcastico.
Rufus
Shinra stava per far cenno di disporsi in posizione e iniziare il
combattimento, quando Genesis lo spinse da una parte con forza.
-Rhapsodos!-
protestò Rufus, rivolgendo un’occhiata al padre che, stizzito, era saltato in
piedi rovesciando la sedia.
Subito le
urla esplosero dagli spalti; alcuni ragazzi iniziarono a fischiare, altri applaudirono,
altri ancora sgranarono gli occhi. Era l’ennesimo colpo di scena della
giornata, e il torneo si stava trasformando sempre più in una commedia che in una
gara.
-sei
scemo?!- esclamò la voce di Sephiroth, mentre quest’ultimo si alzava la
visiera, pallido in volto.- Genesis!-
Il rosso si voltò verso Shinra e gli rivolse un sorriso
trionfante.- fermi pure questo combattimento, preside!- esclamò, divertito.-
credevo che fosse solo una farsa messa in piedi per divertire gli studenti! O
sbaglio?! Non c’erano forse degli attori, tra noi?! Molte delle scene che
abbiamo visto oggi, appartenevano ad una “elaborata recita”, se non erro!-
Shinra
ringhiò qualche oscena imprecazione contro il rosso, poi si sedette e rivolse
un’occhiata ai due collaboratori. Hojo sembrò stranamente eccitato; Hollander prese
a sudare, nervoso, e Rufus Shinra si allontanò dal luogo del combattimento,
annichilito.
Sephiroth
si mise in guardia, sfoderando la sciabola.- cos’è questa storia?-
-avevo
bisogno di un po’ di privacy.- disse Genesis, tra i fischi.
-non mi
sembra il posto adatto per una chiacchierata tra amici...-
-... sì
che lo è... –
-cosa vuoi?-
-il tuo
aiuto.- rispose Genesis, immediatamente.- mi servi tu.-
-io?-
replicò Sephiroth, allontanandosi dal rosso, che intantoavanzava nella sua direzione.- che vuoi
dire?-
-Angeal ha
fatto di tutto purchè tu non lo sapessi. Ti ha proibito di fare domande su di
lui, su di me, perfino su di te. Eppure avevi il diritto di sapere...-
Sephiroth
lo gardò storto.- sapere cosa?-
-ti ha
detto del progetto G, vero?-
-sì...
ma... non dirmi che sei coinvolto anche tu!-
Genesis
gli lanciò un’occhiata eloquente che lo fece arretrare ancora.
-con il
Mako?!-
-molto di
più.- disse Genesis.- molto di più di un semplice esperimento. Io, te,
Angeal... siamo tutti mostri, amico mio. Ma l’avrai già capito. Vedi, noi siamo
stati creati. E i nostri creatori utilizzarono le cellule di un alieno che
giunse sulla terra duemila anni fa... Hojo, Hollander e Gast...-
Sephiroth
s’irrigidì.- un... alieno? Di duemila anni fa? Creati...?-
Genesis
capì di averlo in pugno ancor prima che gli avesse fatto quelle domande.-
pensaci... pensa a tutto quello su cui hai riflettuto questi ultimi giorni. Tu
non hai mai conosciuto tua madre... vero?!- esclamò.
-io...-
-sai come
si chiama l’alieno che usarono per gli esperimenti?- chiese Genesis, mentre gli
occhi gli brillavano.
-no.-
-Jenova! Ti
dice nulla?!-
Sephiroth
fece una smorfia e si voltò quasi automaticamente a guardare Hojo, i cui occhi
lanciavano scintille.
-loro? Chi
è questo Gast?- boccheggiò Sephiroth.
-è colui
che mise per iscritto tutto l’esperimento, amico mio. Nero su bianco. E si dà
il caso... che io sappia dove siano gli appunti.-
Il
platinato digrignò i denti e si abbassò la visiera con un gesto secco.
-vedo che
hai capito.- disse Genesis, imitandolo.- battimi, e io ti dirò dove sono gli
appunti... ma se ti batto io... tu dovra condividere le tue cellule con me,
mostro.-
-sta
zitto! Le tue sono tutte frottole!-
-... non
hai che da scoprirlo.- lo incalzò Genesis, soddisfatto dell’effetto prodotto.-Il
primo che arriva a quindici vince l’incontro... e la verità!-
Sephiroth
e Genesis si disposero l’uno davanti all’altro, con le armi rivolte l’una verso
l’altra.
Il platinato
fu il primo ad attaccare; velocemente portò il peso in avanti e scagliò una
stoccata contro Genesis, che però riuscì a deviarla e a mandare il colpo a
vuoto, contrattaccando a sua volta.
Sephiroth
si tirò indietro, poi sfoderò la sciabola e simulò un’altra stoccata, che
invece modificò in un colpo laterale un attimo prima di attaccare, colpendo un
fianco di Genesis.
Genesis
continuò il combattimento, si abbassò sulle ginocchia e schivò l’attacco di
Sephiroth, che fu abbastanza veloce da evitare di essere colpito all’addome.
Il rosso
gli s’infilò sotto il braccio, gli apparve alle spalle e lo colpì alla schiena,
Sephiroth si voltò e attaccò con una sequenza di tre attacchi, di cui solo
l’ultimo riuscì a cogliere nel segno il braccio sinistro dell'avversario.
I tre
minuti che seguirono furono un continuo schivare, attaccare, parare ed
contrattaccare con affondi e stoccate.
Da una
parte Genesis, deciso a vincere, dall’altra Sephiroth, che sembrava aver
abbandonato la posatezza e la riflessione negli attacchi che aveva adottato nei
combattimenti precedenti: sembrava quasi che menasse gli attacchi a caso, alcune
volte colpendo Genesis alle gambe, punto non valido negli incontri con la
Sciabola Sciabola.
Al decimo
punto, segnato al sesto minuto, Genesis si accorse della parità e mandò a segno
un attacco che gli diede un minimo vantaggio.
Mancavano
solo tre minuti alla fine del combattimento.
La
sciabola di Sephiroth e quella di Genesis s’incrociarono, il platinato respinse
quella dell’avversario con forza e lo colpì alla spalla sinistra.
Genesis
saltellò all’indietro e si tolse dal raggio d’azione del platinato.
Di nuovo
pari.
Sephiroth
non si tirò indietro, ricominciò ben presto ad attaccare, ma stavolta parve
farlo con più lucidità.
Genesis
aveva appena preparato il suo attacco che Sephiroth lo aveva preceduto e lo
aveva colpito allo stomaco, in quel momento ingenuamente scoperto, poi evitò il
contrattacco del rosso e mandò a segno un altro punto.
Sembrava
che il platinato si fosse deciso a mettere fine al combattimento.
Il
quattordicesimo punto arrivò talmente veloce che Genesis ebbe appena il tempo
di capire cosa stesse succedendo, poi riuscì ad attaccare Sephiroth e a
segnarne uno in suo favore, ma non bastò.
A dieci
secondi dalla fine, Sephiroth ultimò un attacco che gli aggiudicò l’intero combattimento,
ma colpì tanto forte che, nonstante l’arma non fosse vera, Genesis emise un
gemito.
Sephiroth
non diedie a Shinra neanche il tempo di arbitrare che già si era avvicinato a
Genesis e lo guardava con aria glaciale.- non m’importa se sono o no quello che
hai detto...- disse, in tono cupo ma deciso.- Tu marcirai.-
Genesis lo
guardò, ansante, socchiuse gli occhi, riducendoli a due fessure, dopodichè
disse qualcosa a Sephiroth a bassa voce, per impedire che Rufus Shinra sentisse
cosa si stessero dicendo.
Il
platinato gli diede e le spalle e se ne andò dalla palestra, ignorando gli applausi
e le proteste di Rufus Shinra.
-sembra
che i nostri sforzi non siano serviti a un granchè... – osservò Hojo,
ridacchiando.
Il preside
sbuffò.
Genesis
fissò il platinato che si allontanava, poi mormorò:- Amico mio, il tuo desiderio è il portatore della vita, il dono
della dea. Quando la guerra delle bestie porterà la fine del mondo, la dea
scenderà dal cielo. Ali di luce e oscurità si dispiegheranno. Ella ci guiderà
verso la felicità… il suo dono eterno...-
Angolino
dell’autrice:
Eccomi *pant...puff* scusate per il ritardo
disastragico! (Disastragico?! Disastroso! Tragico! – nd Fratello; ma stai
zitto! – nd me)
Scusate
davvero!! E scusate anche per il capitolo corto. In realtà ho dovuto rallentare
l’andamento della storia per ragioni tecniche... ultimamente ho una marea di
cose da fare tra la scuola (X_X) e lo sport (X_X)
Insomma,
la vostra autrice preferita (e modesta, soprattutto) ha avuto un periodo di
fuoco, ma ne è uscita viva (uscita, per così dire... diciamo che le acque si
sono calmate)
Comuuuuunque,
non posso far altro che ringraziare di cuore tutti coloro che recensiscono
*fuochi d’artificio* e coloro che sono tra i preferiti e i seguiti *fuochi
d’artificio*! Ho notato che abbiamo un nuovo seguito e lo ringrazio infinitamente
*fuochi d’artificio*.
Ma
bando alle mie solite ciance e vado con le risposte alle recensioni!
LadySnape: vorrei
ringraziarti, ma ormai sto diventando ripetitiva... um... ah! Oizargnir it (ok,
sono fuori di testa... comunque va letto da destra verso sinistra! U.u una
delle mie solite uscite...) *corre a nascondersi*
The one wild angel: xdxdxdxdxd! Ho deciso come
andrà a finire la storia, e quindi ho già scritto il destino di tutti i
personaggi Muahahahahaha! No, dai, a parte gli scherzi. Penso che ormai siamo
più o meno tutti affezionati al rosso... anche l’autrice... e vabbè... Sephy è
Sephy *sbav sbav*
Kairih:
veeeeeeeeeeeero!!! Ammetto di averci messo le mani fin dall’inizio, sulla
faccenda della morte di Angeal... mi è sembrata troppo ingiusta (il mio Angeal
*coccola*). Ma in fondo è la stessa reazione che ho avuto con la morte di Zack
( che è stata più o meno questa: NOOOOOO, ZACK NOOOOOO! TUTTO MA NON ZAAAAACK
*pianto disperato*) Em... XD Poi, non so se hai visto Advent Children Complete,
ma semmai non l’avessi fatto ti consiglio caldamente di vederlo!
Tifa_heart: Oh no! Il mio
laboratorio segreto! (il laboratorio di Dexter... ♫ ok, sono fuori di
testa)
Adesso
dovrò inserire un ordigno di auto-distruzione in questo capitolo, in modo che
nessuno scopra dove sia! Muahahahaha! (Oppure potrei semplicemente costruire un
altro laboratorio... Um... no, l’esplosivo fa più scena! Muahahaha!) XD
RoseMari: eh eh eh... resisti
ancora un po’... Sinceramente non pensavo che questa storia sarebbe venuta così
complicata... sono soddisfatta! E grazie per i complimenti! *_* Povero
Cloudy...che fine avrà fatto ?_? (l’ho
rinchiuso nel mio laboratorio segreto! Muahahah!)
Ps:
non preoccuparti per il ritardo (lo dice una che di ritardi se ne intende)
Takari94: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!
Beh, visto che, come ha detto Kairih nella sua ultima recensione, in questa
situazione Angeal non si è trasformato, non c’era alcun motivo perché Zack lo
uccidesse. Il mio Zack e il mio Angeal *coccola*
Eternal_Daydreamer: la mia prof di
lettere alle medie diceva sempre: “le insegnanti hanno un sesto senso e sono
una razza non in estinzione”. Ed è vero. Le insegnanti riescono a beccarti
nell’unico giorno in cui non sei preparato. Come fanno, chissà?_? E
soprattutto, pretendono di massacrarti con il lavoro che loro hanno fatto in
una settimana e che tu devi imparare in meno di quarantotto ore. Bah...
insomma, buona fortuna!
Comunque,
mi fa molto piacere che tu abbia recensito e ti ringrazio infinite volte!(al
diavolo le frasi di circostanza! ;-D)
Zack si
fermò davanti al cartellone degli incontri, rivolse un’occhiata distratta al
ragazzo che era in piedi lì davanti e infine cercò il nome del suo prossimo
avversario nei quarti di finale.
Pensò che ci
fosse troppa gente a quel torneo, e lui si sentiva stanco per poterli
affrontare tutti.
Stanco.
Zack non
era mai stato “stanco”.
Il ragazzo
accanto a lui abbassò la testa.
Il moro
notò quel movimento con la coda nell’occhio e si costrinse a sorridergli. -ei,
qualcosa non va?-
L’altro
non rispose.
“Evidentemente
non ha voglia di parlare.”, si disse Zack, “e neanche io.”
-Zack...-
Il moro si
voltò a guardare il ragazzo che aveva parlato con gli occhi spalancati.
Quella
voce.
Cloud.
Ma non
poteva essere la sua voce... Cloud
era stato rapito, portato chissà dove, forse addirittura ucciso... no, era la
suggestione, e lui faceva male a sperare di averne sentito la voce.
Era
un’illusione.
Non poteva
essere così facile.
Il ragazzo
alzò la testa e si tolse la maschera velocemente.
Zack
sbattè le palpebre diverse volte prima di decidersi a catalogare la visione che
aveva davanti come reale.
I capelli
dorati di Cloud e i suoi occhi azzurri.
Non poteva
essere vero. Oppure sì?
Il moro
alzò una mano verso di essi e vi posò una mano, v’infilò le dita e li
accarezzò, poi fece scivolare la mano sul viso del ragazzo biondo e lo fissò
negli occhi per svariati istanti.
Cloud
sorrideva timidamente.
-sei
tu...- mormorò, ancora incredulo e al tempo stesso travolto da una felicità
immensa.- sei tu!-
Il biondo
annuì senza dire nulla, guardò gli occhi di Zack che si facevano lucidi di
emozione e cercò di trattenere le lacrime che anche lui stava per versare.
Zack gli
posò le mani sulle spalle. Non sapeva cosa fare, sapeva che avrebbe dovuto dire
qualcosa, ma cosa? Avrebbe dovuto chiedergli come avesse fatto a fuggire? Chi
l’avesse portato a scuola? Da quanto tempo era lì?
Chiuse gli
occhi.
Le domande
dopo.
Ora c’era
tempo solo per loro due.
*
Tifa era
corsa via senza nemmeno sapere dove sarebbe arrivata.
Era
semplicemente scappata via.
Aveva
lasciato Aerith sulle tribune in compagnia di Tseng, comparso dal nulla come
una visione, e ignorando le proteste dei due amici che l’avevano invitata a
rimanere con loro, era scappata e aveva preso a camminare velocemente per i
corridoi della scuola.
Si fermò
di botto proprio davanti alla porta della biblioteca e si mise le mani sui
fianchi.
Ne era
passato di tempo da quel giorno...
Sul suo
viso passò l’ombra di un sorriso, posò una mano sulla maniglia della porta, la
aprì ed entrò lentamente.
Udì il
rumore di qualcosa che veniva rovesciato a terra e vide qualcuno che muoveva si
tra gli scaffali.
La ragazza
corse a vedere chi fosse.- ti serve aiut...? Sephiroth?-
Il
platinato sobbalzò, raccolse il libro che gli era caduto e lo posò su uno
scaffale velocemente.- cosa ci fai qui?- chiese bruscamente.
-sei
ancora arrabbiato con me?- domandò lei, notando il comportamento freddo del
ragazzo.
Il
platinato non rispose.
Tifa si
sentì in colpa.- non volevo risponderti in quel modo... però devi capire che
sono veramente in ansia per Cloud... tu non lo sei per Angeal...?-
-Angeal?-
fece eco Sephiroth, confuso.- ah, sì, sì. Lo sono, lo sono.-
-ma che
hai?- chiese Tifa, irritata.- sembri su un altro mondo. Genesis ti ha detto
qualcosa?-
-lasciami
in pace.- fu la risposta.
La ragazza
lo guardò perplessa e sorpresa allo stesso tempo.- “lasciami in pace”? Sei
sicuro di stare bene? Non vorrei che avessi preso una botta in testa...-
Lui aveva
uno sguardo strano. Sembrava quasi felice, turbato, confuso e arrabbiato allo
stesso tempo, e i suoi occhi verdi guardavano tutto senza in realtà vedere
niente.
-non ho
preso nessuna botta in testa.- disse il platinato, dandole le spalle e iniziando
a scorrere i titoli dei libri su di uno scaffale. –non ho niente.-
-Sephiroth...
se Genesis ti ha trattato male lo faccio a pezzi con le mie mani...-
-vattene.-
Tifa
s’irrigidì di fronte al tono tagliente del platinato, in parte offesa, in parte
preoccupata.
-va bene.
Me ne vado...- rispose lei, cercando di controllare la voce tremante.- non
voglio darti fastidio.-
Sephiroth
rimase in silenzio. Il discorso era finito lì.
Tifa uscì
dalla biblioteca in fretta, strinse i pugni cercando disperatamente di non
piangere.
Perché
l’aveva trattata così? Che si fosse già dimenticato di lei? Forse non l’amava
più?
Sicuramente
c’entrava Genesis in tutto questo; gli aveva detto qualcosa durante lo scontro
che l’aveva turbato tanto, e lei voleva sapere cosa.
Uscì in
cortile a prendere una boccata d’aria e trovò Genesis seduto su una panchina,
da solo.
-cosa gli
hai detto?!-
Il rosso
si alzò di scatto e si voltò verso la ragazza.- cosa t’importa?-
-voglio
sapere cosa gli hai detto!- gridò Tifa con voce tremante.
-solo la
verità!-
-dilla
anche a me, allora!- ordinò lei.
Genesis
fece un segno di diniego con il capo.- rischio di coinvolgerti.-
-l’hai già
fatto!- urlòTifa, stringendo i pugni.- siamo tutti coinvolti: io, Zack, Cloud,
Aerith! Tutti!-
-tu non
capisci!- esclamò Genesis, avvicinandosi a lei.
-sei
sempre stato tu a dirmi una marea di stupidaggini! Sei sempre stato tu,
Genesis! TU!- gridò Tifa in risposta, battendogli l’indice sul petto.- e non
negarlo! Tutti quei dannati discorsi sulla verità, su Loveless! Apri gli
occhi!-
-i miei
occhi sono attenti e vigili! Stanne fuori!- ripetè Genesis, con decisione.
-voglio
sapere cos'hai detto a Sephiroth!-
-perché?!-
tuonò il rosso, spazientito.
-io lo
amo.- sussurrò Tifa.- e sento che lo sto perdendo...-
-lo
perderai comunque, lascialo stare! Dimenticalo! O te ne pentirai!- esclamò
Genesis, prendendola per i polsi.- basta giocare, qui si parla di cose che non
puoi comprendere!-
-avevo
ragione!- rispose Tifa, cercando di liberarsi dalla presa del rosso.- fai
sempre queste profezie, mi hai sempre detto cose incomprensibili! Adesso voglio
sapere tutta la verità!-
-dimenticalo!-
-NO!-
Genesis si
fermò, sbalordito.- sei pazza...-
-non
quanto te.- ringhiò Tifa.- c’eri tu, quando hanno rapito Cloud, c’eri tu quando
Sephiroth ha deciso di rinchiudersi in biblioteca, c’eri tu quando Angeal ha
lasciato Midgar! C’eri tu!-
-smettila!-
-rispondi!-
-... sì,
sì va bene. Io c’ero. È un po’ anche colpa mia se...-
-è colpa tua e basta!- sottolineò Tifa.
Genesis
scosse il capo e aumentò la stretta sui polsi di Tifa.- non mi prenderò questa
responsabilità!-
-beh,
dovresti! Mi hai coinvolta tu, e adesso devi
spiegarmi.-
Il rosso
boccheggiò qualcosa d’indecifrabile, poi congiunse le sopracciglia e la fissò
intensamente.- no.-
-perché?!-
Lui la
lasciò.- perché ho deciso così. Se ti succedesse qualcosa...- abbassò lo
sguardo e pensò “sarebbe colpa mia.”
-assumiti
le tue responsabilità.- bisbigliò Tifa, perforandolo con lo sguardo.-
Genesis le
rivolse uno sguardo in tralice.-no.-
*
-Cloud!-
strillò Aerith, felice.- sei qui!-
Tifa si
costrinse a sorridere. Era contentissima che il biondo fosse lì con loro, lo
abbracciò, ma non riuscì a togliersi dalla testa tutti gli avvenimenti che
aveva vissuto poco prima di ricevere quella splendida notizia.
Zack,
deciso a non mollare il biondo a nessuno, si strinse un po’ più a lui e gli
cinse le spalle con un braccio.- l’avevo detto io. Il mio Cloud è forte!-
Aerith si
fece furbetta.- ah,ma non eri tu quello
che ciondolava per la scuola come un’anima in pena?-
Tseng
ridacchiò.
-davvero?-
chiese il biondo, rivolgendo a Zack un sorriso raggiante.
Zack
arrossì e si grattò la nuca, imbarazzato.- beh, sì... magari un pochino...-
Cloud lo
rassicurò con lo sguardo e gli diede un bacio sulla guancia.
-sarei
venuto a cercarti in lungo e in largo!- esclamò Zack, eccitato.- e avrei preso
a calci nel c...-
-Zack!- lo
apostrofò Tseng.
Il moro
arrossì.- ...nel didietro i tuoi rapitori.-
Aerith
prese la mano di Tseng e la accarezzò.- ma come hai fatto a trovarlo?-
-non mi ha
trovato lui- disse Cloud.- mi hanno liberato.-
-credevo
che ti volessero morto.- osservò Tifa, sospettosa.- e Zack non ha ucciso
Angeal.-
-è stata
una donna.- chiarì Cloud, in tono sommesso.-non si è presentata, ma ha detto
che doveva farsi perdonare... non so né perché né da chi. Mi ha aiutato a
chiamare Tseng, che è venuto a prendermi.-
-per
questo sono partito.- spiegò Tseng.
-ma perché
non ti sei più fatto sentire?- chiese Aerith, accigliata.- mi hai fatto
preoccupare!-
Il ragazzo
le sorrise flebilmente.- non era mia intenzione.-
-qui ne
sono successe di tutti i colori.- disse Zack.- Angeal è all’ospedale, e
Sephiroth non si sa dove sia...-
-è in
biblioteca.- rispose Tifa, tagliente.- non vuole essere disturbato.-
-il solito
antipatico.- borbottò Zack.- credevo si fosse addolcito un po’.-
Tseng si
mostrò estremamente turbato.- e cosa sta facendo?-
-boh,
legge.- disse semplicemente Tifa.- la sua gentilezza è disarmante.- aggiunse
poi, in tono ironico.
Tseng e
Cloud si scambiarono uno sguardo atterrito.
-qualcosa
non va?- domandò Zack, impressionato da quella reazione.- adesso siamo insieme!
Angeal si riprenderà! E tornerà tutto alla normalità.-
-Zack...-
mormorò Cloud, abbassando lo sguardo.
Il moro
smise di sorridere.- cosa sta succedendo?-
Tseng raccontò
per l’ennesima volta la storia del Mako, lasciando Aerith e Tifa di sasso; Zack
ricordò le parole di Angeal con una fitta al cuore e si voltò verso Cloud.
-Angeal mi
aveva detto di prendere quegli appunti e distruggerli.- disse Tseng, con angoscia.-
ma quando sono andato a cercarli, dentro la sua borsa non c’erano più. Penso che
li abbia presi Genesis...-
Tifa sbarrò
gli occhi.- vuoi dire che quella roba è in mano di Genesis?-
-se lo è...-
corresse Tseng.- se non li ha già presi Sephiroth.-
-io non
capisco... vuol dire che Sephiroth è realmente un...-esordì Tifa, senza avere il coraggio di
andare avanti.
-sì, Tifa...-
rispose Tseng.- lui, Genesis e Angeal.-
In quel
momento, qualcosa scoppiò nell’ala sinistra della scuola producendo un rumore
assordante; gli allarmi antincendio si azionarono tutti in una volta e l’acqua eruppe
copiosa dai tubi riversandosi sul pavimento, mentre le sirene iniziavano a
gridare l’allarme.
-ah! Acqua!-
gridò Zack, cercando di sovrastare la confusione.- si può sapere cos’è
successo?!-
-c’è odore
di fumo.- osservò Aerith.
-siamo
fradici...- brontolò Cloud,mentre l’acqua
continuava a sgorgare dal soffitto.
Tifa agrottò
la fronte.- dev’essere esploso qualcosa...-
-dobbiamo
andarcene.- disse Tseng.- usciamo dalla scuola!-
-no!-
esclamò Tifa.- devo trovare Sephiroth! Era in biblioteca! Lo scoppio proveniva
da qualla direzione!-
-Tifa!
Torna qui!- esclamò Tseng, esasperato.- dannazione! Zack! Dove vai?!-
-vado da
lei! Tu porta Aerith e Cloud in salvo!-
-Zack!-
esclamò Cloud.
Il moro
gli scompigliò i capelli bagnati e gli sorrise.- sarà solo un piccolo
incidente! Tseng, mi raccomando...-
Tseng incrociò
le dita.- andiamo... forza!-
Angolino dell’autrice
ritardataria
Salve
a tutti! Scusate il ritardo... l’altro capitolo ho detto le ultime parole
famose... siamo sicuri che non ci sono prof qui intorno, vero? Comunque eccomi
qua. Da oggi l’aggiornamento riprenderà con il suo normale ritmo, quindi il
prossimo aggiornamento ci sarà domenica prossima!
Ma
passiamo alle comunicazioni di servizio!
Vi
ringrazio tutti (preferiti, seguiti e recensori)!
Poi
devo chiedere scusa se il capitolo è corto, ma date le mie condizioni non sono
stata in grado di scriverne uno decente... spero di non avervi delusi (senza
contare che prima mi si è bloccato il computer e non avevo salvato, quindi ho
perso gran parte del mio lavoro *sigh*)
Ho
ricostruito il mio laboratorio segreto in un posto ancora più segreto!
Muahahaha! Quindi andrò a nascondermici non appena avrò finitito qui...
Perdonate
le mie frasi intricate, ho il cervello fuso... revisionerò questo capitolo appena
avrò un attimo di tempo.
E
infine rispondo alle recensioni!
Kairih: Che fortuna!!!
Dove vi hanno portati? Ti sei divertita? O.o amo le gite! Nella nostra scuola
quest’anno ci portano tutti a Praga... e già è tanto se ci portano lì... siamo
veramente a corto di fondi. Voglio andare
in gita anche ioooooooooooo! *sob*
TaKari94:dire che è una croce è un eufemismo... io
direi che è una gran rottura di... em... lasciamo perdere XD. E poi l’altra
volta c’erano anche i colloqui generali...Beh... ti ringrazio per la comprensione e per i complimenti!
Tifa_heart: XD Spero che
questo capitolo *guarda quello che ha scritto e se ne vergona* non ti abbia
delusa. Volevo scrivere di più, ma non ho veramente avuto neanche un secondo...
più spazio da dedicare alla libera espressione! Ecco cosa ci vuole! *campagna
elettorale*.
RoseMari: U.u... ci
provo. Sono tutti esasperati perché sono sempre con la testa tra le nuvole, ma
nessun osi rende conto che sono molto più attenta e osservo molto più di quel
che credono. Viva la fantasia *campagna elettorale*! Beh, è tornato il povero
Cloud! Veramente era tornato nel capitolo 17 all’inizio... era il tipo che
stava con Tseng!
The one winged
angel:
troppi complimenti *arrossisce*! :-D Ti ringrazio! Anche se non mi piace molto
come ho scritto questo capitolo... in realtà mi sono girate le scatole per
colpa del computer che mi si è bloccato, in più ho dovuto riscriverlo dopo un
bel periodo di stasi e non ne sono pienamente soddisfatta.Comunque sono felice che ti piaccia la
CloudXZack! Grazie!
Um...
vi chiedo di prepararvi psicologicamente per i prossimi capitoli... io intanto me ne vado nel mio nuovo
laboratorio segreto.*scappa*
Zack seguì
Tifa sgusciando tra la folla che stava evacuando in massa l’edificio, ma ben
presto la perse di vista e decise di dirigersi verso il luogo dell’esplosione,
sicuro che l’avrebbe trovata lì.
Si fece
largo a gomitate tra gli studenti e s’infilò in un corridoio libero.
Qui vi
trovò Tifa, sconvolta.
-Torniamo
indietro!- esclamò Zack, correndo verso di lei.
-devo
trovare Sephiroth!- ribattè Tifa, in tono che non ammetteva repliche.
Lui scosse
la testa e l’afferrò per un braccio.- sarà già fuori, non è uno stupido!-
-è lui...-
mormorò Tifa, con voce spezzata.- l’esplosione veniva dalla biblioteca.-
-ma non
può essere! Sephiroth non avrebbe mai fatto una cosa del genere…- affermò il
ragazzo.- scommetto che ti sta aspettando di fuori, e che sarà in pensiero per
te...-
In quel
momento una seconda esplosione fece tremare il corridoio, Zack sussultò e
lasciò Tifa, che si lanciò verso le scale per salire al piano superiore.
-torna
qui! Potrebbe crollare tutto!- le gridò dietro, ma lei non lo ascoltò e
continuò a salire i gradini.
Zack si
lasciò sfuggire un’imprecazione, poi si gettò nuovamente all’inseguimento di
Tifa.
Tifa corse
attraverso il lungo corridoio al piano superiore, dove si stava dilatando una
nube di fumo, arrivò a un bivio e svoltò a destra. Qui si respirava meglio, per
fortuna.
Intanto,
anche Zack aveva raggiunto il punto in cui il corridoio si divideva, e per un
attimo fu indeciso da che parte andare, poi, sperando di aver preso la strada
giusta, si diresse verso sinistra.
*
-sono ancora
lì dentro!- esclamò Tseng, lanciando un’occhiata all’orologio.- sono già
quindici minuti che siamo tutti usciti!-
Aerith
indicò la parte sinistra dell’edificio che si stava sgretolando.- guardate!-
Cloud
guardò preoccupato i calcinacci che cedevano e crollavano a terra, mentre in
lontananza si udivano già le sirene dei pompieri e delle ambulanze.
-mancheranno
solo loro.- sbottò Tseng.
-sbagliato.-
lo contraddì Reno, comparendogli alle spalle.- mancano all’appello parecchie
persone.-
-chi?-
domandò Tseng, confuso.
- il
preside, il professor Hojo, Genesis, Rufus Shinra, Sephiroth e il professor Hollander,
oltre ai vostri amici.- li informò Reno, osservando la scuola con apprensione.-
spero che siano tutti interi.-
Cloud si
accigliò, e quando Reno si fu allontanato, si decise a parlare:- perché Shinra
non è uscito?-
Tseng gli
lanciò un’occhiata confusa.
-dobbiamo
tornare dentro.- disse Cloud, trovando la grinta.- Zack e Tifa potrebbero
essere in difficolà!-
-temo che
il responsabile di tutto questo disastro sia proprio Sephiroth.- affermò Tseng,
- e che i nostri amici siano davvero in pericolo. Ma non possiamo tornare nella
scuola! È troppo azzardato! E Zack ha chiesto di occuparmi di te...-
-non sono
un bambino.- borbottò il biondo, arrabbiato.- e voglio aiutare Zack. Non
sopporterei di non rivederlo mai più...-
-sarebbe
da irresponsabili entrare.- disse Aerith, piano.
-mi chiedo
soltanto come sia possibile che avvengano tutte queste esplosioni... oh...!-
esclamò Tseng, sbiancando.
-la
Materia.- disse.- adesso che ci penso, molto tempo fa c’è stata una conferenza
sull’energia Mako, e Hojo ha dato una dimostrazione di come una parte
dell’energia Mako, inglobata, possa sprigionare una potenza simile a quella di
un esplosivo...-
-davvero
può?- fece Cloud, perplesso.
Aerith
incrociò le braccia dietro la schiena.- l’ho visto al telegiornale.-
-io non ne
sapevo nulla.- mormorò Cloud, imbarazzato.
Tseng
esibì un sorriso.- la morale è semplice: mai mancare alle conferenze indette da
uno scienziato pazzo.-
-se ti
sentisse.- ribattè Cloud, arrossendo.
Il sorriso
morì sulle labbra di Tseng.- ma Sephiroth non c’era...-
Aerith
rimase a fissare il moro, pensierosa, poi il suo viso si fece raggiante.-
quindi non può essere stato Sephiroth! Non sapeva che esistessero queste…
Materie.-
-potrebbe
averlo visto in televisione, o sul giornale.- fece presente Cloud.
Tseng
scosse il capo.- no. Io stesso pensavo che esistesse una sola di quelle strane
sfere magiche, e la stessa è stata usata da Rude nella dimostrazione... quindi
non credevo che ce ne fossero altre… nella scuola, poi... solo Hojo poteva
saperlo.-
-tutto
torna! Hojo è dentro la scuola! È stato lui!- esclamò Cloud, trionfante.
Tseng era
perplesso.- ma c’è qualcosa che non mi quadra.-
-a me
sembra tutto chiaro.- disse Aerith.
-ad
esempio: perché Hojo avrebbe deciso di distruggere la Shinra? Ci lavora.-
-perché è
pazzo, non è una spiegazione sufficiente?- domandò Cloud.
-sinceramente
no.- rispose l’amico.- non adesso.-
Aerith
sembrò di nuovo preoccupata.- in che senso?-
-vi ho
detto che Angeal mi aveva chiesto di distruggere gli appunti di Gast... vero?-
chiese Tseng, facendo memoria locale.- beh, e vi ho anche detto che però
pensavo che li avesse presi Genesis.-
- durante
l’incontro tra Sephiroth e Genesis ci sono stati alcuni problemi. Hanno parlato
a lungo prima di iniziare il combattimento, e dopo, Genesis deve aver detto
qualcosa a Sephiroth, perché lui se ne andato di corsa... sembrava piuttosto
arrabbiato...- rammentò Aerith.
-forse gli
ha detto dove trovare gli appunti. A quest’ora Sephiroth saprà già tutto.-
disse Tseng, avvertendo una forte stretta allo stomaco.
-ma resta
la questione della Materia!- esclamò Cloud.- non poteva sapere dov’era!-
Tseng
abbassò gli occhi, ci pensò un attimo, poi si morse il labbro inferiore e disse
in un mormorio:- ho come l’impressione che c’entri Hojo, in qualche modo.-
-Zack ha
detto che era solo un piccolo incidente...- biascicò il biondo, con gli occhi
lucidi.
-troppo
ottimista.- ribattè Tseng, rivolgendo lo sguardo verso la Shinra.- qui sta per
succedere il finimondo.-
Aerith
scosse la testa.- no!-
I due
ragazzi si voltarono verso di lei.
-hai detto
che... che gli appunti furono scritti da un certo Gast.- disse Aerith, con voce
tremante.- era mio padre.-
Tseng fece
per abbracciarla, ma lei si scansò e strinse i pugni.
-mi sento
responsabile.- ammise Aerith.- e non posso pensare che Zack e Tifa stanno
andando a cercare Sephiroth! Potrebbe addirittura ucciderli!-
-Aerith...-
-io vado!-
esclamò lei, e partì di corsa verso la scuola.
-Aerith!-
gridò Tseng.
-vado con
lei!- disse Cloud, incoraggiato dalla decisione dell’amica.- anch’io devo
salvare Zack!-
Tseng
rimase da solo, poi scosse la testa, esasperato, e anche lui si diresse verso
la Shinra.
*
Tifa
dovette fermarsi perché aveva raggiunto la fine del corridoio.
Qui era
tutto silenzioso, in modo quasi irreale.
Si
avvicinò all’ultima porta in fondo al corridoio e lesse la targhetta con
scritto il nome del preside: era l’ufficio di Shinra.
-era tutto
perfetto.- stava mormorando una voce.
Tifa notò
che la porta era semiaperta, e cercò spiare con discrezione cosa stesse
accadendo all’interno della stanza.
Shinra era
solo e stava guardando fuori dalla finestra.
-ho
lavorato per anni a questo progetto.- stava dicendo il preside- ma se proprio è
destinato a fallire, devo trovare il modo per cavarmela.-
Tifa
congiunse le sopracciglia e pensò che forse era meglio non andare oltre e continuare
a cercare Sephiroth.
Dopo tutto
quello che Shinra aveva fatto si meritava di restare nella scuola, che fosse
pericoloso o no; forse presto sarebbero arrivati i pompieri e l’avrebbero
salvato, quindi non c’era bisogno di preoccuparsi.
Si
allontanò dalla porta nell’istante in cui Genesis faceva capolino dalla classe
adiacente all’ufficio.
-e tu che
ci fai ancora qui?!- esclamò il rosso rivolto a Tifa.
-potrei
farti la stessa domanda.- replicò lei, fermandosi di botto.
-sto
cercando Sephiroth.-
-beh,
andiamo nella stessa direzione.- rispose Tifa, agitata.- sono minuti che corro
qua dentro, in alcuni punti si muore dal caldo, ma non lo trovo...-
Genesis
buttò un occhio fuori dalla finestra.- il sole sta per tramontare.-
-che
c’entra?!- esclamò Tifa, irritata.
-tra poco
sarà buio. Dobbiamo sbrigarci.-
Tifa lo
guardò in cagnesco.- perché non mi hai detto niente?-
-cos...?-
Genesis si piegò appena in tempo per evitare un destro della ragazza.-ti è
andato di volta il cervello, per caso?!-
Lei cercò
di dargli un calcio negli stinchi, ma lui si scansò e di seguito parò un altro
pugno di Tifa.
-non voglio
farti del male!- le disse Genesis, arretrando.- ma se proprio ci tieni...-
Tifa cercò
di colpirlo al viso con un sinistro, ma il rosso le scivolò sotto il braccio e,
con un gesto fulmineo, la spinse contro il muro, intrappolandola tra sé e la
parete.
Lei si
dibattè ferocemente.- lasciami andare!-
-ho detto
che non volevo farti del male!- rispose Genesis, cercando di calmarla.
-Voglio
farti a pezzi con le mie mani!- fu la risposta.
Improvvisamente
la porta dell’ufficio di Shinra si aprì, e alla soglia comparve il preside con
una pistola in mano.- Genesis.-
Il rosso
si allontanò dalla ragazza come se scottasse e rimase a fissare il preside,
basito.
Tifa
rimase attaccata alla parete e spostò lo sguardo da Shinra a Genesis e
viceversa.
-ti stavo
proprio cercando.- disse il preside a Genesis, guardandolo con occhi vitrei.
Genesis si
scambiò un’occhiata con Tifa.
Il preside
ignorò la ragazza e si concentrò soltanto su Genesis.- sei stato tu a sollevare
questo polverone, lo sai? Se non fossi esistito, tutto questo non sarebbe
successo, perché tutto sarebbe andato secondo i miei piani.- disse, con
rancore.
-non è
vero!- esclamò Tifa, arrabbiata.- lei non può controllare le persone!-
-Sephiroth
avrebbe scoperto tutto comunque.- aggiunse Genesis,- e avrebbe reagito proprio
come ha fatto...-
Tifa
avvertì una fitta al cuore. Allora era vero. Era stato Sephiroth.
-non
importa, perché adesso tutto il lavoro di una vita è andato in fumo. E la prima
cosa che devo fare... è recidere i rami secchi. Tanto, sarebbe stata comunque
la degradazione a ucciderti.- fece Shinra, con un sorriso terribile.
Genesis
fece un passo indietro quando il preside gli puntò contro la pistola, la sua
mano corse all’elsa della spada che teneva nel fodero e le sue dita si
strinsero attorno ad essa.
Il ghigno
di Shinra si trasformò in una vera risata.- non penserai di cavartela con così
poco, vero?-
Genesis
estrasse la spada.- non mi farò uccidere così facilmente.-
-puoi
scappare, ma lei non sarebbe altrettanto veloce.- e Shinra accennò a Tifa.
-non lo
farai...- ringhiò Genesis.
-proviamo.-
lo incalzò Shinra.
Tifa si
sentì travolgere dalla rabbia.- tanto mi ucciderai lo stesso, no? Niente
testimoni.-
-anche se
non lo facessi io, sarà certamente lui
a trovarti.- disse Shinra.- e non ti salverai neanche tu, stanne certa.-
Genesis
aumentò la stretta attorno all’elsa.
Shinra
indicò la spada con lo sguardo.-gettala a terra.-
Il rosso
esitò, poi lanciò l’arma ai piedi Shinra, con aria arrendevole.
Tifa
rimase di sasso.
“Perché?
Potevi salvarti, Genesis! Sei il solito cretino!”, pensò Tifa.
-così
iniziamo a ragionare.- commentò Shinra, soddisfatto.- adesso puoi anche morire
in pace. Tanto sarebbe accaduto lo stesso.-
-appunto.-
rispose Genesis, alzando entrambe le mani in segno di resa.
-ammirevole.-
disse Shinra.- beh, sei un vero cavaliere se ti sacrifichi per salvare lei.-
-me?!-
esclamò Tifa, sorpresa.
Shinra annuì.-
è stato uno scambio silenzioso, ma sempre uno scambio.-
Genesis
abbassò lo sguardo.-smettila di blaterare cose senza senso.-
-bene.-
Tifa
guardò prima gli occhi avidi di Shinra, poi la spada a terra.
Doveva
prenderla e restituirla a Genesis.
Una terza,
tempestiva, esplosione provocò un’ennesima scossa che distrasse Shinra, dando
l’occasione a Tifa di proiettarsi in avanti, di prendere la spada di Genesis e
di lanciargliela.
Shinra
capì l’azione della ragazza troppo tardi per interromperla, ma quando se ne
accorse cambiò obiettivo e puntò la pistola contro la ragazza, pronto a premere
il grilletto; nello stesso tempo Genesis prese la spada e si buttò di peso su
di TIfa, appena in tempo per impedire al proiettile che esplose di ferirla a
morte.
Tifa gridò
e cadde di lato, sbattendo una spalla contro la parete; Genesis brandì la spada
e trafisse Shinra prima che questi potesse sparare di nuovo.
La lama
della spada perforò il corpo del preside, che restò come fulminato, con il
braccio ancora teso.
La pistola
gli cadde di mano con un tondo metallico, Genesis estrasse la spada e il corpo
inerme del preside piombò a terra, senza vita.
Tifa si
vergognò dell’esclamazione di esultanza che non potè trattenere.
Il rosso
deglutì, si posò una mano sotto la clavicola destra e cadde in ginocchio,
ansante.
-Genesis!-
esclamò lei, correndogli vicino.
-il
proiettile.- gemette Genesis.
Lei
spalancò gli occhi e vide che la mano del ragazzo si stava lentamente
macchiando di rosso.
-devo
portarti fuori di qui.- disse velocemente Tifa.
-fuori da
dove?- chiese Genesis.
-dalla
scuola, stupido.- rispose lei.- non ho voglia di scherzare, va bene? Ce la fai
ad alzarti? Ti aiuto io.-
-è solo un
graffio.- sminuì Genesis.- tu vai a cercare Sephiroth.-
-no.-
insistè Tifa.- non si lasciano gli amici in difficoltà.-
-posso
camminare.- disse Genesis, imbarazzato.
-andiamo.-
Genesis la
seguì lentamente attraverso il corridoio, rifiutando ostinatamente ogni
tentativo di farsi aiutare.
Per un po’
i due rimasero in silenzio, poi, quando giunsero di nuovo al bivio che aveva
attraversato Tifa minuti prima, Genesis si decise a parlare:- ti hanno
raccontato tutto?-
-sì. Mi
chiedo solo perché non l’abbia fatto tu.- gli rinfacciò Tifa.- è un secolo che
ti rincorro per aiutarti, mi pare.-
Il rosso
sbuffò.- non mi sembrava una storia credibile.-
-hai messo
in pericolo molta gente.- lo rimproverò Tifa.
-è colpa
mia.- ammise Genesis.- ma non posso prendermi tutta la responsabilità, non
hodeciso io di effettuare quegli
esperimenti.-
Tifa non
rispose.
-Hollander
è stato il relatore del mio progetto. Si è staccato dal gruppo prima che fosse
creato Sephiroth.-
-creato.- ripetè piano Tifa.- fa venire i
brividi.-
-già.-
-credo che
abbia fatto lo stesso effetto anche a lui.- sussurrò Tifa.
Genesis
annuì, lentamente.- ho nascosto io gli appunti. E sempre io gli ho detto dove
trovarli.-
-l’avevo
intuito.- replicò lei, tagliente.
-non
volevo metterti in mezzo.-
-credo che
io mi sia “messa in mezzo”, da quando ho incontrato Sephiroth.- ribattè Tifa,
con una certa ironia.- ma forse avrei preferito sapere tutto fin dall’inizio.
Quello che non mi è chiaro... è perché tu
abbia cercato di tagliarmi fuori.-
Genesis
sorrise, lievemente imbarazzato.- non c’è una ragione precisa.-
-e non
capisco neanche cosa ti abbia spinto a voler farti ammazzare al posto mio.-
rincarò lei, sospettosa.
-c’è
qualcuno qui!!- esclamò una voce profonda.
-i
soccorsi.- ansimò Genesis, cambiando velocemente argomento.- non vedo l’ora di
togliermi quest’affare...- brontolò, accennando al proiettile.- adesso vai a
cercare Sephiroth. Forse a te darà più ascolto che a me.-
-credi?-
Lui
sorrise debolmente.- vai.-
Tifa lo
guardò, rincuorata, “Adesso ti porteranno in salvo.”, pensò.
-vai!-
esclamò Genesis.
*
Zack si
fermò, paralizzato dal terrore.
La
direzione che aveva scelto di percorrere era completamente infiamme. Alcuni calcinacci cadevano in una
voragine che si era creata in mezzo al corridoio, da cui si intravedeva il
paino terra, mentre il vento soffiava dal buco nel soffitto, alimentando le
fiamme.
Zack era
giunto davanti al baratro e l’aveva fissato orripilato, poi aveva guardato il
cielo giunto ormai all’ora del crepuscolo, e infine aveva posato, incredulo, lo
sguardo sul ragazzo che sostava tranquillamente in mezzo alle fiamme,
dall’altra parte della spaccatura.
Sephiroth
impugnava la Masamune e non sembrava aver notato la presenza di Zack.
Continuava a mormorare cose che il moro non riusciva a capire.
-Sephiroth!-
gli gridò Zack, furioso.- sei stato tu a fare tutto questo?! Io mi fidavo di
te!-
Il
platinato lo guardò con occhi vaqui, poi ghignò e si lanciò nel baratro,
seguito dall’urlo di Zack:- SEPHIROTH!-
Angolino
dell’autrice:
Salve
a tutti!
Per
cominciare, buona pasqua a tutti! *distribuisce uova di cioccolato a tutti i
lettori*
Facciamo
un applauso a Genesis, visto che in questo capitolo si è comportato da vero
cavaliere. Ammetto che quando ho pensato alla storia, prima di scrivere il
capitolo uno, avevo la seria intenzione di farlo fuori. Poi ci ho ripensato,
perché pian piano mi ci sono affezionata... bravo Genesis *abbraccia*
Quanto
a Shinra, ditegli addio... *sguardo malvagio*
Detto
questo, rispondo alle recensioni!
RoseMari: Genesis è sano
e salvo... vorrei dire lo stesso per Sephiroth *_*. Povero il mio Sephi
*stritola in un abbraccio* (ma guarda cosa mi tocca subire – nd Sephiroth ; su,
non fare il difficile, Sephi – nd me). Come hai letto, c’entra proprio il
nostro “first class Soldier” nell’esplosione. Eh sì... ha causato un bel
marasma. Buona pasqua! *abbraccia*
TaKari94: Ti ringrazio!
Su Sephiroth hai ragione, ma in fondo cosa può fare poveretto...? Quanto mi
dispiace per lui, mi fa troppa pena... (non ho bisogno della tua compassione! –
nd Sephiroth; ma come siamo suscettibili oggi...– nd me). Sono felice che ti
sia piaciuto l’incontro tra Zack e Cloud! Buona pasqua!
Baci
baci
Tifa_heart: O.o uh oh! *si
guarda intorno furtiva* +.+ Allora dovrò installare il dispositivo di emergenza
inventato da me: l’“anti-lettori-infuriati-che-hanno-una-grandissima-voglia-di-uccidere-l’autrice”...
meglio conociuto con l’acronimo di ALICHUGVDULA... XD. Forse dovrei chiamarlo
semplicemente “Allarme” ^_^. No, troppo banale MUAHAHAHAH!!! :-D
Passando
oltre...buona pasqua anche a te! *abbraccia*
Kairih: BUONA
PAQUAAAA! Ok, mi calmo ^_^ sono esagitata come sempre. Ahem! Grazie per i
complimenti! Eh già, la mitica donna inizia con la L. ih ih...
quanto al nostro eroe platinato, cercheremo di farlo tornare in sé con una
padellata in testa (ei!- nd Sephiroth; stai zitto tu, perché oggi devi mettere
bocca in tutto quello che dico?- nd me; perché non fai altro che dire
stupidaggini.- nd Sephiroth).
Dico
solo una cosa sul clack: l’autrice farà di tutto pur di proteggere i due piccioncini!!!!
(fortuna che dovevi essere imparziale =.=’ – nd Sephiroth)
Aerith e i
suoi compagni erano appena entrati nell’ingresso della scuola che videro un
uomo correre goffamente verso di loro.
-ecco
l’uscita!- ansimò Hollander, e avrebbe superato il gruppo se Tseng non gli si
fosse parato davanti per fermarlo.
Hollander
cercò di raggirare il ragazzo, che però non aveva alcuna intenzione di
lasciarlo andare, e per un po’ i due rimasero a guardarsi, in silenzio, poi
Hollander sfoderò tutta la sua faccia tosta:- salve ragazzi! Dove state
andando? Fuori di qui, spero!- e sorrise, sornione.
Tseng lo
fulminò con lo sguardo.- ha intenzione di scappare e lasciare la scuola al
macello, vero?-
-sì.-
ammise Hollander guardando l’uscita dietro le spalle di Tseng con desiderio.-
se permetti...- e cercò di passare, ma Tseng non glielo permise.
-professore,
ha visto i nostri amici?- chiese gentilmente Aerith.
-non li ho
visti!- sbottò Hollander, spazientito.- insomma, lasciatemi andare!-
Tseng si
scambiò un’occhiata con Cloud, che si strinse nelle spalle, rassegnato.
-deve
aiutarci, professore!- lo implorò Aerith.- i nostri amici sono qui dentro!-
-e cosa
dovrei fare?! Mica sono un mago, non posso farli comparire!- ribattè Hollander,
con stizza.- e poi ci sono quei pazzi furiosi! Non intendo rimanere qui un
secondo di più!-
-si riferisce
a Sephiroth?- domandò Cloud.
-lui!
Proprio lui!- esclamò Hollander, esasperato.- e quello scienziato dei miei
stivali che gli ha dato la materia per distruggere la scuola! Fossi in voi non
rimarrei un secondo di più!-
La voce di
Hollander si perse per il corrioio.
I tre
ragazzi rimasero un po’ in silenzio a guardarsi; Hollander continuò a guardare
l’uscita, spaventato.
Tseng
interruppe il silenzio:- quindi Hojo è qui?- chiese.
Lo
scienziato annuì.- certo che è qui! Quello è pazzo! Si crede di poter
controllare quella... quella cosa.- disse, in tono aspro.- ma si illude. Lo
farà fuori non appena lo troverà.-
-Tifa è in
pericolo!- esclamò Cloud, allarmato.
-anche
noi!- rincarò Hollander.
Un rumore
frenetico di passi li fece voltare, e per un attimo, il cuore di tutti prese a
battere incessantemente.
Il volto
di Zack fece capolino da dietro un angolo, e insieme a lui, la grande spada che
gli aveva dato Angeal.
-Zack!- lo
chiamò Cloud.
Il moro li
guardò e si aprì in un sorriso raggiante, che però gli morì subito sulle
labbra.- vi avevo detto di andarvene! È troppo pericoloso qui!-
-appunto!-
aggiunse Hollander.
Tseng
ignorò il professore.- è impossibile tenere buoni questi due.- e accennò ad
Aerith e Cloud, che arrossirono.
Zack posò
lo sguardo sul biondo e si addolcì.- non volevo che qualcuno vi facesse del
male...-
Hollander
strinse gli occhi.- bene, adesso che siamo tutti insieme, io proporrei di
andarcene!- e lanciò un’occhiata terrorizzata alla Buster Sword.
-Tifa è
ancora in giro!- li informò Zack, in tono angosciato.- purtroppo non sono
riuscito a trovarla. In compenso, ho visto Sephiroth.-
-Sephiroth?!-
fece eco Hollander, sul punto di svenire.- perché non ce ne andiamo e basta?!-
-aveva in
mano una katana enorme... e quindi sono corso a prendere la Buster Sword...-
spiegò Zack.- non so dove abbia preso quella spada, ma non può averla trovata
qui a scuola.-
-forse
gliel’ha data Hojo insieme alle Materie.- disse Aerith.
-cosa sono
le Materie?- chiese Zack, perplesso.
-è una
lunga storia.- rispose Tseng.- comunque, sono la fonte delle esplosioni.-
-beh,
l’importante è saperlo.- grugnì Zack.
-no,
l’importante è scappare.- lo contraddì Hollander, in tono supplichevole.
Aerith si
accostò a Tseng, da cui ricevette uno sguardo dolce.
Cloud era
meno preoccupato, ora che c’era Zack con lui. Perlomeno adesso sapeva che il
moro stava bene, e questo gli era di grande conforto.
Il biondo
accarezzò il viso di Zack con lo sguardo. L’importante era stare insieme. Nel
bene e nel male.
-andiamo
di sopra.- disse Tseng.- forse Tifa è andata per di là...-
*
Tifa si
appoggiò al muro, sfinita, e si lasciò scivolare sulla parete in preda allo
sconforto.
La testa
le girava, e sentiva che le gambe ormai reggevano a stento il suo peso, tanto
che aveva rischiato già un paio di volte di rotolare giù dalle scale.
Aveva
assistito all’ omicidio di un uomo spregevole, era vero, ma pur sempre un
uomo... il pensiero la stava assillando da una decina di minuti, mescolandosi
con la paura ela stanchezza.
Si rialzò
a fatica e guardò il pavimento con occhi vuoti. Forse era ora di uscire dalla
scuola? Il caldo era insopportabile, il fumo invadeva gran parte dei corridoi e
i calcinacci cadevano a terra di tanto in tanto, facendola sobbalzare.
Tifa
decise che era meglio relegare quei pensieri in un angolo buio della propria
mente e si avviò di nuovo lungo il corridoio.
Pensò a
cosa avrebbe potuto dire a Sephiroth quando l’avesse visto. Avrebbe potuto
rassicurarlo dicendogli di non preoccuparsi, che lei non lo avrebbe
abbandonato;ma lui gli avrebbe creduto?
Sembrava a dir poco assurdo, ma Sephiroth aveva trovato sua madre...
Proseguì
lungo il corridoio, ma ben presto dovette fermarsi.
Quella
parte della scuola era completamente in macerie, e lì non c’era alcun modo di
passare, così fece marcia indietro e tentò di seguire un’altra strada.
Le
esplosioni sembravano aver cessato di devastare la scuola, e adesso il terreno
non tremava più. Che Sephiroth avesse rinunciato ai piani distruttivi?
Era una
speranza molto remota.
Che
sciocca... pensava davvero di poterlo fermare? Pensava davvero di contare così
tanto per lui, da fargli dimenticare tutto il male subito? Posò una mano sul
ciondolo che Sephiroth gli aveva regalato. Sì. Davvero pensava tutto questo.
Lei sapeva
di amarlo. E lui anche.
Doveva
solo ricordarglielo.
Si lasciò
cullare un po’ dalla speranza, dopodichè riprese a correre lungo il corridoio,
confortata da quel nuovo barlume di luce.
Udì uno
sparo. Poi un altro, e un altro ancora.
Percorse
la direzione da cui erano provenuti i colpi e si infilò nell’ennesimo
corridoio.
Qui, trovò
Rufus Shinra che le dava le spalle.
L’uomo
stava indietreggiando mentre puntava la pistola contro Sephiroth, che lo
guardava con occhi folli e la Masamune sguainata.
Tifa si
morse il labbro e la vista le si annebbiò quasi completamente.
Non vide
il viso di Shinra, ma il terrore che lui provava era quasi palpabile.
Sephiroth
alzò la spada.
Partì un
proiettile.
Il
platinato lo deviò senza difficoltà e brandì la Masamune, pronto ad uccidere.
Tifa
deglutì.
Non era
lui... non poteva essere lo stesso ragazzo che aveva conosciuto.
Si sentì
travolgere dalla rabbia, si guardò intorno e individuò un estintore poco
lontano da lei, si diresse verso di esso e lo prese in mano.
Rufus
continuò ad indietreggiare.
Nessuno
dei due si era accorto della presenza della ragazza, che si avvicinò
velocemente, alzò l’estintore e con quello colpì alla nuca Rufus, che crollò a
terra privo di sensi.
Sephiroth
si immobilizzò e la guardò con occhi vitrei, poi posò lo sguardo su Rufus, e
infine tornò a fissare la ragazza, che lasciò cadere l’estintore ai suoi piedi.
-fermati!-
esclamò, trovando finalmente la voce.
Per tutta
risposta, il platinato le puntò contro la masamune.
Tifa si dimostrò
pronta a combattere.- non puoi andartene così, chiaro?!-
Sephiroth
non disse nulla, sembrava che neanche la riconoscesse.
La ragazza
si mise in posizione di combattimento e lo guardò con aria di sfida, sebbene si
sentisse invadere dalla paura. Sephiroth scavalcò il corpo esanime di Rufus
Shinra e si diresse verso di lei.
Non
sarebbe stato difficile, per lui, sbarazzarsi del nuovo ostacolo. Era solo una
ragazzina.
-dì
qualcosa, almeno!-
Lui non
rispose.
Lei
congiunse le sopracciglia.
Quegli
occhi... la guardavano con tanta freddezza e crudeltà... ma non si poteva
cambiare idea così velocemente... aveva detto di amarla. Da qualche parte, nel
profondo, quel sentimento doveva ancora esserci.
Sephiroth
vibrò un colpo verso di lei, colpendola di striscio al braccio di striscio.
L’avvertimento
di Sephiroth sembrava essere chiaro: andarsene, o morire.
Tifa
barcollò all’indietro e si posò una mano sulla ferita. Era difficile poter dire
se era davvero il graffio a farle davvero male. Strinse i pugni con determinazione
e si gettò contro di lui.
Sephiroth
schivò i pugni e i calci di Tifa con facilità impressionante, poi, con un gesto
fulmineo, l’afferrò per il collo e la sollevò da terra.
-togliti
di mezzo...- ordinò a Tifa.
Lei fece
una smorfia sprezzante e un sorrisetto lugubre.-... sono qui per fermarti...-
-fermarmi?-
rise Sephiroth.- non puoi fermarmi. Nessuno di voi mortali può.-
La stretta
del platinato intorno al collo della ragazza aumentò. Lei gli posò entrambe le
mani sul polso e tentò disperatamente di sciogliere la morsa che la teneva
imprigionata, sicchè potesse tornare a respirare.
-Sephir...oth…-
annaspò Tifa, cercando inutilmente di repirare.
Lui
sollevò la Masamune, pronto a colpire.- ti avevo avvertito.-
-no...-
Chiuse gli
occhi e cercò ancora di riprendere fiato. Impossibile.
Doveva
davvero finire così...?
-pagherete
per l’affronto arrecato a mia madre.- mormorò Sephiroth, glaciale, e fece per
colpirla.
Sephiroth
si bloccò a metà del gesto.
Tifa aprì
gli occhi, vide una scintilla di esitazione negli occhi di lui, che la lasciò
di colpo.
La mora
crollò a terra in ginocchio; riusciva finalmente a respirare. Si accarezzò il
collo arrossato e alzò d’istinto lo sguardo su Sephiroth, che la sovrastava.
Lui
scrollò il capo.
-madre...-
sussurrò, più a sé stesso che altro.
Tifa era
spaventata, ma quell’attimo di indugio la confortò.
Lentamente,
con le poche forze che le erano rimaste, Tifa si rialzò da terra, ostinata.
Sephiroth
la fissò e fece un paio di passi indietro.
-non ti
ricordi di me?- chiese Tifa, con voce roca.
Lui
impugnò la Masamune.- togliti.- ripetè. Sembrava confuso.
Lei
barcollò, riprese l’equilibrio e si portò i pugni davanti al viso.- hai detto
di amarmi.-
-non è
possibile, io amo solo la madre!- disse Sephiroth.
-forse
ora.- ribattè Tifa.
Sephiroth
cercò di calpirla nuovamente, ma non portò a termine neanche questa azione.
Perché non
riusciva a colpirla?Che quella ragazza
avesse usato qualche trucco?
Lui doveva
distruggere quella maledetta scuola e andare da madre. Solo questo. Doveva
distruggere ogni ostacolo che gli si sarebbe parato davanti.
Era
facile.
I pensieri
gli affollavano la testa e si mecolavano, confusi, creando un vortice in cui
era impossibile distinguerli... tutti pensieri che doveva cancellare,
appartenenti al suo passato da mortale.
Lui era il
figlio di Jenova, e lei non era che una mortale.
Lui doveva
diventare un dio.
E per
farlo, doveva distruggere quella ragazzina impertinente e ostinata, altrimenti
non avrebbe mai potuto agire liberamente.
Sorrise brutalmente.
Era
talmente indifesa in confronto a lui, che non sarebbe bastato molto per
abbatterla.
Decise che
sarebbe stato divertente giocare un po’. In fondo non aveva fretta. Aveva
aspettato diciotto anni per incontrare la madre, non avrebbe fatto differenza
attendere altri miseri dieci minuti.
Sferrò su
attacchi consecutivi contro Tifa, abbastanza lenti da permetterle di schivarli
e di contrattaccare. La spinse indietro con alcune sferzate.
Lei si
lasciò condurre dal platinato fino in fondo al corridoio, finchè non trovò la
strada bloccata da una parete.
Tifa quasi
morì di paura quando sentì le spalle toccare il muro.
Sephiroth sogghignò.
Adesso
avrebbe posto fine a quel gioco.
Tifa
ansimava sonoramente.
Lo fissò
negli occhi, disperata e rassegnata.
Combattere
non serviva: lui era più forte. Parlare non seriva: lui non voleva ascoltare.
Ma davvero
non poteva far altro che arrendersi, lasciar scivolare le braccia lungo i
fianchi e aspettare il colpo di grazia?
Angolino
dell’autrice:
Salve
a tuttiii! Eccomi di nuovo con un altro capitolo della fic! Scommetto che non
vedete l’ora che finisca, vero? Beh, tenenetevi forte, perché il prossimo sarà
il penultimo capitolo!
L’autrice
ha da fare un paio di comunicazioni di servizio:
1-Mi
piace un sacco descrivere Hollander come un fifone. Credo che si fosse
capito...
2-Tifa
ha steso Rufus e ha affrontato Sephiroth! E lui cosa farà? Lo vedremo nel
prossimo capitolo!
3-Per
tutti quelli che hanno trovato le traccie di una GenesisxTifa, mi complimento
con loro! Ebbene sì, ragazzi... */////**scappa*
Concludo
dando l’appuntamento alla prossima settimana! Penultimo capitolo prima
dell’epilogo! Sento già la vostra mancanza, mi sono affezionata a tutti voi!
*si commuove*
Tifa_heart: va bene, va
bene... ho capito. Dai, ti dico direttamente dove si trova il mio rifugio
segreto, ma non dirlo a nessuno, ok? *dice qualcosa nell’orecchio a Tifa_heart*
E ti giuro che non ho piazzato nessuna trappola mortale xdxdxd. Sì, è
impossibile pensare a doppi sensi in quel punto... ih ih...
*gli arriva un piatto in testa*
Em...
passando oltre... vieni ad abbracciare la zia Tico! *stritola Tifa_heart in un
abbraccio*
TaKari94: sì, ormai ho
deciso definitivamente come andrà a finire la storia... ma ecco: Zack ha
ritrovato i suoi amici; ora rimane solo Tifa da salvare! *si nasconde nel suo
laboratorio segreto*
Se
Sephi non si riprende ora lo andiamo a prendere e lo riempiamo di legnate, ok?
(ma sentila! – nd Sephiroth ; non sottovalutare la potenza di noi donne, Sephi!
– nd me)
Al
prossimo capitolo!
Kisses!
the one winged
angel:
non preoccuparti, non mi annoio mai a leggere le recensioni! Mi piace sapere
cosa pensano gli altri di ciò che scrivo!
Credo
che molti dei lettori desiderano farmi fuori per aver fatto morire Vincent... *indossa
un elmetto protettivo e il giubbino anti-proiettile*; quanto alla cotticina di
Genesis per Tifa... credo che mi nasconderò nel mio laboratorio segreto... ma
non preoccuparti! Tifa sta con Sephiroth, e quindi hai Genesis tutto per te! La
dea possiamo direttamente abbatterla... dovrei avere qualcosa nel mio
laboratorio segreto che fa al caso nostro Muahahaha... (O.o l’autrice è sempre
più pazza...)
Sì,
sì... Cloud e Zack sono nella mia cerchia dei protetti (alla faccia dell’imparzialità
letteraria); em...per quanto riguarda Sephi... al massimo se non rinsavisce lo
andiamo a prendere personalmente e lo facciamo rinsavire noi... XD
Ciao!
Alla prossima! *manda un bacio*
Kairih: ah! Non me lo
ricordare! *muore* la scuola è ricominciata da quattro giorni e mi hanno già
sommersa di lavoro! *piange disperatamente*
Sigh...
ah, passiamo alle cose felici... sìììì! *esulta come una pazza* difendiamo il
Clack a qualunque costo! *musichetta di vittoria*U.u
Ormai
penso che Genesis sia il personaggio più apprezzato della fic... perfino
l’autrice ora gli vuole bene *guarda Genesis con occhi luccicosi*. Mi mancherà
alla fine di questa storia!
A
te invece mando un abbraccione!
Alla
prossima!
RoseMari: ^_^ ti
ringraziooo! Spero che anche questo ti sia piaciuto! Tengo ancora le cose in
sospeso fino al prossimo capitolo, almeno potrò fare il gran finale! Sigh
sob... mi mancherete tutti... no, non è ora degli addii... *_* *abbraccia
RoseMari scoppiando in lacrime* (l’autrice si è addolcita)
Tanti
baci!
Ps: il prossimo capitolo sarà il gran finale; dopodichè ci sarà l’epilogo
in cui ci sarà la conclusione e i miei ultimi saluti a tutti!
Chissà
perché vedere il viso della ragazza, non solo gli metteva addosso uno strano
disagio, ma rievocava strane sensazioni che lui non ricordava di aver mai
vissuto. Piccoli frammenti di ricordi sepolti dalla rabbia e dall’odio, che
riaffioravano uno a uno mentre lei lo fissava.
Ma a
mettergli quell’ansia insiegabile non erano i ricordi, quanto le sensazione ad
essi collegate. La gelosia, l’affetto, l’amore; tutte piccole cose che s’intrecciavano
insieme fino a costituire una grande tela che lo avvolgeva, scaldando il gelo
che provava.
Lo sguardo
del platinato scivolò sul piccolo ciondolo che pendeva al collo di Tifa e lo
osservò con curiosità. Ne aveva uno simile anche lui.
-dove
l’hai preso?- le chiese.
-che t’importa?-
fu la risposta.- se non ricordi neanche chi sono, non ha senso dirtelo.-
-smettila!-
ordinò il platinato, più furioso di quando aveva saputo la verità.- ho bisogno
di saperlo!-
Tifa si
morse il labbro e sorrise, sprezzante.- se vuoi liberarti di me, fallo.-
-stanne
certa.- borbottò Sephiroth, ammaliato dal ciondolo di lei.- ma prima dimmi dove
hai preso quell’affare!- intimò.
-dovresti
ricordartelo, visto che me l’hai dato tu!- esclamò Tifa.- non ricordi neanche
questo?!-
-i-io?-
domandò Sephiroth, confuso, poi tirò fuori da sotto la maglietta l’altra metà
del ciondolo.
Tifa
ritrovò un briciolo di speranza.- Sephiroth! Perché fai tutto questo?!-
Lui non
rispose, appogiò la Masamune a terra, allungò una mano verso di lei e le
strappò la collana dal collo, poi fece combaciare le due metà. Sentì una scossa
e ricordò quel giorno che aveva passato per Midgar in cerca di un regalo per sé stesso e
per...
-Tifa.-
mormorò. Ecco come si chiamava la ragazza. Tifa. Ripetè mentalmente quel nome
finchè non glitornò familiare.
-sì?!-
esclamò Tifa, emozionata.- ti ricordi?-
Sephiroth
strinse il ciondolo in mano e se lo avvicinò al petto, senza dire nulla.
Il suo
cervello aveva ripreso a elaborare le informazioni a velocità impressionante.
Aveva
trovato la verità che cercava da tempo immemorabile; finalmente aveva compreso
la realtà sulle sue origini, aveva scoperto chi era sua madre, aveva capito che
doveva vendicarsi di coloro che le avevano fatto del male, che l’avevano
incatenata, oltraggiata.
Ma tutto
questo ad un prezzo molto alto.
Aveva
anche sacrificato tutto ciò che era stato in grado di dare un significato alla
sua vita: l’affetto, l’amore, l’amicizia.
-ti ricordi
quando mi hai detto che se qualcosa mi avesse fatto paura, tu mi avresti
protetta?- domandò Tifa.- quella volta, a casa tua! Beh, adesso c’è qualcosa
che mi fa paura! Sei tu, Sephiroth!-
Lui
sobbalzò e indietreggiò.- io! Io devo
far paura! Devo schiacciare voi umani per conto di mia madre!-
-mandale i
miei saluti, allora! Sempre che tu riesca a farlo! Non mi sembra una madre
molto presente!-
-tu non
capisci! Lei c’è, sei tu che non puoi sentirla...- esclamò Sephiroth, cadendo
in ginocchio.
Tifa si
gettò su di lui e gli buttò le braccia al collo.- ti prego! Basta!-
Sephiroth
sentì il calore del suo corpo e la abbracciò a sua volta.- Tifa!-
-ci sono
io qui! - esclamò Tifa, scoppiando in lacrime.-Io ti amo!-
Sephiroth
rimase in silenzio, tremante. Si sentiva un bambino indifeso. Poteva accettare
la verità per com’era, terminare la sua opera di distruzione e diventare
padrone del mondo, oppure dare retta a Tifa, tradendo così la madre.
Chiuse gli
occhi e aumentò involontariamente la stretta attorno al corpo della ragazza.
-avevo
portato la Masamune per un solo motivo...proteggere Angeal da Zack. Non volevo
che morisse.-
Lei
soffocò un singhiozzo e affondò il viso nei capelli argentati di lui.- non
voglio perderti.-
Lo disse
in tono sommesso, quasi implorante, e Sephiroth sentì una stretta allo
stomaco.- e alla fine guarda che ho fatto... io... sono un mostro.-
Tifa
chiuse gli occhi e chiuse gli occhi, facendo scivolare le lacrime sulle guance.
-puoi...
puoi perdonarmi? Puoi perdonare una persona come me? Sempre che sia possibile.-
-sì...
posso farlo... sono abbastanza forte... per entrambi.-
Sephiroth
guardò la parete di fronte, ma in reraltà non iusciva a vederla.-per tutti... e
due?- domandò, con una vena d’incertezza.
Lei
sorrise flebilmente.- per me... e per te. Capita a tutti di avere momenti di
debolezza...-
-non
capisci proprio?- chiese Sephiroth.- la gente non distrugge le cose in un
momento di debolezza...-
-...
infatti! Muoio di paura, okay?! Ma cosa posso fare?! Posso soltanto affrontare
i problemi... solo questo.-
Sephiroth
chiuse gli occhi e rimase tra le braccia della ragazza, inerte. E lui cosa poteva
fare? Che confusione...
La
solitudine.
Ci era
così abituato che anche se fosse rimasto l’unico essere dell’universo, non
avrebbe fatto molta differenza. Ma pensandoci bene, lui non era solo.
Aveva
Angeal e aveva Genesis; in un certo senso, anche loro avevano condiviso il suo
destino, in parte...
Aveva
Zack. Si era affezionato molto a quel ragazzo; in qualche modo gli ricordava
Angeal.
Aveva
Tifa.
Gli esseri
umani commettono errori.
Ma lui non
era umano.
Oppure sì?
Cosa significa davvero essere un uomo?
-Sephiroth...-
-puoi
lasciarmi, ora.- mormorò il platinato.- mi stai stritolando.-
Lei fece
uno strano suono, a metà tra una risata è un singhiozzo, sciolse l’abbraccio e
rimase inginocchiata davanti a lui, mentre si asciugava le lacrime con un dito.
Sephiroth
abbassò lo sguardo e vide che il cuore era caduto a terra. Probabilmente
l’aveva lasciato senza rendersene conto.
Tifa lo
prese e lo guardò.- cosa vuoi fare?-
-dammi la
mia metà.- rispose Sephiroth, poi sospirò.
-cosa ne
facciamo di Shinra?-
Sephiroth
si voltò e scorse il corpo dell’uomo steso a terra.- si meriterebbe di rimanere
qui. Almeno sconterebbe i peccati del padre... e i suoi. Ma io sono l’ultima
persona che può parlare di peccati, dunque... vieni. Aiutiamolo.-
-ben
detto! Vedo che ti sei ripreso.-
-già...-
sbottò lui, alzandosi.- stai bene?- e le porse una mano.
-sì.-
rispose Tifa.- anche se per una attimo ho temuto il peggio.-
Sephiroth
sbuffò e corse da Rufus Shinra.- pensi di rimanere lì a guardarmi o intendi
darmi una mano?! Sei tu che l’hai tramortito!-
-n-non è
morto?-
-no. Ha la
testa dura...- la confortò Sephiroth.- forse più dura di quell’estintore.-
-... non è
divertente.- mormorò lei, e corse ad aiutarlo.- e la Masamune?-
-lasciala
lì.- fu la risposta.- preferisco che rimanga dov’è.-
-ah... va
bene.-
Quando lo sollevarono
Rufus Shinra emise un gemito.
-secondo
te ce ne sarà grato?- chiese Tifa, speranzosa.
-non
contarci troppo. Andiamo.-
Si trascinarono
il corpo di Rufus fino alle scale, poi Sephiroth si fermò e guardò la zona
sottostante.- arriva qualcuno.-
Il volto
di Zack fece capolino da un angolo del corridoio e dietro di lui, ad uno ad
uno, comparvero anche tutti gli altri.
-Tifa!-
gridò Cloud, felice.- stai bene!-
Lei sorrise.-
e perché non dovrei?!-
Tseng la
guardò con occhi increduli.- cosa ci fate con Rufus Shinra?-
Sephiroth si
lasciò sfuggire una risata.- meglio non saperlo.-
-s-stai
bene anche tu?- gli chiese timidamente Aerith.
Lui annuì
malinconicamente.- credo che ora sia tutto a posto.-
Zack corse
verso di loro e prese il posto di Tifa nel sostenere Rufus.- sapevo che non
potevi essere andato del tutto fuori di testa.-
-devo
ringraziare Tifa.- rispose Sephiroth, piano.- altrimenti questa scuola non
esisterebbe più.-
Hollander guardò
Sephiroth con aria sospettosa, e quando il ragazzo incrociò il suo sguardo
insistente, il professore quasi si nascose dietro a Tseng.
Tifa intanto
era corsa verso Cloud e lo aveva stretto in un abbraccio soffocante.- che bello
vedervi tutti qui!-
Tseng annuì
e scansò Hollander con una spintarella.- adesso però andiamo via.-
Cloud sorrise
all’amico.- non abbiamo più nessuna ragione per rimanere qui!-
-Sephiroth,
se sei stanco, ti sostituisco io.- si propose Cloud.
Zack guardò
il biondo sorridendo. Era una delle poche volte in cui Cloud si offriva così spontaneamente
di fare qualcosa, doveva essere veramente felice, ma in fondo perché non
avrebbe dovuto esserlo?
Il platinato
fissò il biondo, quasi ne fosse rimasto ammaliato. Non aveva mai ricevuto una
richiesta così apertamente da lui, quindi lo lasciò fare, e aspettò di far
passare tutti gli amici prima di accodarsi al resto del gruppo.
La testa
gli faceva ancora piuttosto male, ma almeno riusciva a pensare lucidamente.
Vide che
Tifa aveva intrapreso con Tseng una fitta chiacchierata e non osò
interromperli, quindi rimase in silenzio fin quando Aerith non gli rivolse la
parola.
-mi
dispiace. Per ciò che ha fatto mio padre, intendo.-
Sephiroth non
la guardò neanche, tuttavia rispose:- non devi. Tu non c’entri nulla.-
Aerith abbassò
lo sguardo mortificata.
-forse noi
due siamo più simili di quanto pensiamo, ma in modi diversi.- aggiunse
Sephiroth.- avevo intenzione di ucciderti... Aerith.-
-già... lo
immaginavo.- mormorò lei, arrossendo.
Lui si
voltò e la osservò attentamente.- sei molto più forte e coraggiosa di quel che
sembra. Probabilmente, lo sei anche più di me.-
La ragazza
sorrise.- quindi... possiamo essere amici?-
-e perché no?-
domandò Sephiroth, con un sorriso sincero, poi accellerò il passo e la lasciò
da sola.
Aerith lo
seguì con gli occhi, poi corse al fianco di Tseng e prese a sorridergli.
-è
successo qualcosa?- le domandò Tseng.
-niente
che valga la pena raccontare!- esclamò la castana.
*
Fuori era
sera, ormai.
Eppure nessuno
aveva abbandonato il cortile esterno della scuola, e neanche i pompieri avevano
interrotto il loro lavoro; avevano domato l’incendio e ora erano tutti
entusiasti.
La polizia
e il pronto soccorso erano parcheggiati nei dintorni, e quando intravidero il
gruppo che usciva dalla scuola, non esitarono a correre in loro aiuto.
I medici
portarono via Rufus Shinra in barella, ma l’ispettore di polizia, non appena
vide Hollander gli piombò addosso e gli mise le manette ai polsi, suscitando la
sorpresa generale.
-abbiamo
ricevuto una segnalazione! Una soffiata!- spiegò il poliziotto, trionfante.-
prove, tante prove! Un intero laboratorio di prove! Esperimenti illeciti,
traffici illegali!- era così felice che aveva le lacrime agli occhi.
-lasciatemi!-
strillò Hollander.
-signor
Hollander! Lei è in arresto!-
Tifa e
Sephiroth si scambiarono un’occhiata, poi un bambino si avvicinò al platinato e
lo costrinse ad abbassarsi per sussurrargli nell’orecchio qualcosa. Il platinato
fece una faccia sorpresa, poi seguì il ragazzino in mezzo alla folla.
-RAGAZZI!-
il vocione del professor Barret esplose nell’aria, e un secondo dopo le sue
enormi mani avevano mollato una pacca terribile a Zack e Cloud.- Sono così
felice che stiate bene!-
-anche noi...-
tossì Zack.
Cloud scoppiò
a ridere di gusto.
Tseng circondò
con un braccio le spalle di Aerith e le sorrise.
Zack scappò
lontano da Barret, trascinò Cloud con sé, e non appena furono lontani dal gruppo,
lo baciò appassionatamente.
Cloud rispose
al bacio con la stessa intensità, poi il moro gli prese il volto tra le mani,
lo scostò dal suo e lo guardò con amore.
- è tutto
finito Cloud...?-
-perché me
lo chiedi?- domandò il biondo, perplesso.
Zack aveva
gli occhi lucidi e il volto acceso dall’emozione.- perché ho già provato quanto
sia stato doloroso perderti... e non è un’esperieza che vorrei riprovare...-
Cloud sgranò
gli occhi, poi gli sorrise.- è tutto finito.-
Il moro
quasi scoppiò in lacrime, quando lo disse, lo abbracciò e lo tenne stretto a
lungo.
*
Sephiroth fu
portato in strada; davanti al cancello della scuola sostava una macchina nera,
e davanti ad essa c’era una donna che sorrideva.
-Sephiroth.-
disse Lucrecia Crescent.
Il bambino
rise e si allontanò di corsa, lasciando i due da soli.
-signora
Crescent.- farfugliò Sephiroth, abbassando la testa.
Lei sorrise
dolcemente.- forse avrei dovuto dirtelo. Forse avrei dovuto essere più forte,
non trovi?-
-tutti
abbiamo le nostre debolezze.- bisbigliò Sephiroth.
-ma le mie
non fanno altro che ferire chi mi sta vicino.- ammise Lucrecia.
-anche le
mie.- rispose Sephiroth.
-allora,
tale madre, tale figlio.- scherzò Lucrecia.
-mm... che
battuta infelice.- commentò il platinato.
Lucrecia gli
si avvicinò e gli prese una mano tra le sue.- perdonami.-
Sephiroth deglutì.-va
bene.-
-grazie.-
Lei lo
lasciò e si diresse verso la macchina.
-signora
Crescent!- la richiamò Sephiroth.- è stata lei a confessare tutto alla
polizia?!-
-no, ti
sbagli.- rispose lei, senza voltarsi, mentre apriva lo sportello.- è stata un’altra
persona.-
-posso
sapere chi...?-
-uno
spettro, forse.- disse lei, enigmatica.- o forse un uomo. Non saprei come chiamare
un uomo che risorge dall’oltretomba.- e salì in macchina, lasciando Sephiroth
più confuso che mai.
La macchina
partì, e il platinato la guardò allontanarsi sempre di più, fino a sparire completamente
nella notte.
Quella sarebbe
stata l’ultima voolta che avrebbe visto Lucrecia Crescent, era sicuro. Ma chissà
a chi si riferiva, parlando in quel modo... “uno spettro, forse. O forse un uomo. Non saprei come chiamare un uomo
che risorge dall’oltretomba.”
Angolino
dell’autrice
Eccomi qui!
Che fatica, ragazzi... rispondo vado subito a nascondermi nel mio laboratorio.
Scusate il
ritardo... di questi tempi mi stanno massacrando di lavoro! *sob*
Non ho
neanche il tempo di rispondere alle recensioni, ma non vi preoccupate! Lo farò
nel prossimo ed ultimo capitolo!
Capitolo 22 *** 22 - L'alba Di Un Nuovo Inizio ***
22.
-Angeal,
testa o croce?-
-nessuna
delle due, non ho voglia di giocare.-
-suvvia,
non essere sempre così serio.-
Genesis
lanciò in aria una moneta e la afferrò al volo.- testa o croce?- ripetè con
insistenza.
Il moro
sbuffò.- se non la pianti chiamo l’infermiera.- minacciò.
L’amico
sorrise, gli tirò addosso la monetina e incrociò le mani dietro la nuca.- che
noia. Sembra che tutti si siano dimenticati di noi, eh?-
-sono solo
le nove di mattina.- fece presente Angeal, lanciando un’occhiata all’orologio
appeso sopra la porta della loro stanza d’ospedale.- credo che l’orario delle
visite cominci tra un paio d’ore...-
Genesis
fece finta di non sentirlo e cominicò a lamentarsi.- stamattina al telegiornale
non mi hanno neanche nominato!-
-questo
dovrebbe essere un bene.- borbottò Angeal, prendendo in mano la moneta.- sei
responsabile della dipartita di Shinra, no?-
-legittima
difesa, amico mio. Legittima difesa.- sillabò Genesis.- e comunque se lo
meritava. Cambiando argomento... hai per caso visto il mio volume di Loveless?
Ero sicuro di averlo poggiato sul comodino...-
Angeal
ridacchiò.- forse te l’hanno rubato.-
Il rosso
spalancò gli occhi: sembrava aver preso sul serio le parole dell’amico.
-stavo
scherzando.- si giustificò Angeal.- non guardarmi in quel modo...-
-hai
ragione! Scommetto che è stato il tizio della stanza accanto!- esclamò
Genesis.- ieri lo stava guardando!-
-Genesis,
perfavore... il tizio della stanza accanto non può scendere neanche dal letto,
figuriamoci rubare il tuo libro.- sospirò Angeal.- l’avrai messo da qualche
parte e ora non ricordi più dove.-
-io
ricordo tutto.- sbottò Genesis, testardo.- niente l’hai preso tu?!-
Angeal si
sdraiò sul letto e gli diede le spalle, ignorandolo.
-Angeal!
Confessa!-
-piantala.-
-l’hai
preso tu!-
-no...-
-ah! Lo
sapevo!-
-uff...
gioca con la tua monetina e non rompermi l’anima!- e gli lanciò l’oggetto.
Genesis
sorrise.- testa o croce?-
-mm...
testa.- sbottò Angeal.
-ei! Ma
come fai ad azzeccare sempre?!-
-segreto.-
-dimmelo!-
-no.-
-dai!-
-no!-
-Angeal!-
-basta!-
*
Sephiroth
era imbabolato davanti al posto vuoto che aveva occupato la Masamune, fissando
la targhetta con su scritto il nome della Katana con occhi vuoti.
-forse
dovremmo andare a riprenderla?- chiese una voce flebile alle sue spalle.
Lui si riscosse
di colpo ma continuò a guardare nella stessa direzione, mentre rispose:- non
credo sia possibile.-
Tifa lo
affiancò e gli posò un mano sul braccio e con l’altra gli porse una tazza di
liquido fumante.- tieni.- aggiunse.
Il
platinato prese la tazza e ne fissò il contenuto.- cos’è questa roba?-
-camomilla.-
rispose Tifa con un sorriso.
-non mi
stai prendendo in giro, vero?- domandò Sephiroth, perplesso.
Lei scosse
la testa.- stanotte non hai dormito, credo che tu sia stanco.-
Sephiroth
si ricordò solo in quel momento che la notte precedente aveva invitato Tifa a
dormire a casa sua; si sentiva più tranquillo da quando c’era lei, ma nulla gli
aveva permesso di prendere sonno. Era stata una notte dura, per lui, tormentata
dagli incubi. Abbassò lo sguardo.
“Qualunque
cosa richiede tempo”, pensò, stringendo la tazza tra le dita, “devo solo avere
pazienza.”
Tifa, dal
canto suo, lo guardava preoccupata e anche un po’ pietosamente.
Lui guardò
l’orologio e bevve la camomilla senza fare storie.- sono solo le nove.-
-e tu sei
sveglio dalle due. Vai a riposarti, io metto un po’ a posto...- Tifa si guardò
intorno. C’era veramente ben poco da mettere a posto, la sala era estremamente
ordinata, e quello era il luogo dove Sephiroth trascorreva la maggior parte del
suo tempo.
Sephiroth
sorrise.- la tua camomilla non fa effetto. Mi sento come prima.-
Lei gli
strappò la tazza di mano.- guarda che non è una pozione magica.- ribattè,
offesa.
-sì. Lo
so.- disse Sephiroth, e si andò a sedere sul divano.
Tifa corse
a mettere a posto la tazza e tornò da lui velocemente.
Lo trovò
più rilassato, o forse era suggestione, seduto sul divano con la testa rivolta
all’indietro e lo sguardo al soffitto.
-cosa stai
pensando?- chiese lei.
Il
platinato non rispose, al che Tifa si andò a sedere vicino a lui e gli posò la
testa sul petto.
Ascoltò il
battito di Sephiroth che da calmo e regolare aumentava di velocità e sorrise.
-vuoi
accompagnarmi a trovare Angeal e Genesis?- chiese lui, a bassa voce.
-sì.-
Sephiroth
smise di guardare il soffitto, chinò la testa su di lei e gli baciò i capelli.-
grazie.-
*
-inizio a
dubitare che il piano di Zack per far soldi sia così efficace come pensa.-
disse Aerith, guardando il carrettino dei fiori con aria incerta.
-stai
calma, sono solo le nove... abbiamo tutta la giornata davanti.- la
trinquillizzò Tseng, iniziando a sistemare i fiori al meglio che poteva.
Aerith gli
sorrise e fece per rispondere, quando si avvicinò un ometto.- s-salve...-
Lei lo
accolse con un calore e mille riguardi che lo misero a suo agio, dopodichè gli
chiese se poteva aiutarlo.
-beh... mi
hanno detto che qui vendete fiori. Fiori veri...-
Tseng
annuì.- al centodieci per cento.-
-sapete...
è il mio anniversario di matrimonio, e volevo regalare un mazzo di fiori a mia
moglie.-
Aerith si
mostrò contentissima.- sono sicura che lo apprezzerà tantissimo.-
L’ometto
arrossì.- lo spero. Credo che prenderò quel mazzo lì...-
La castana
fu talmente felice che non si curò di dirgli il prezzo, così lo fece Tseng al
posto suo.
Quando
l’ometto se ne fu andato, Aerith sembrava su un altro mondo. Fare soldi era
l’ultimo dei suoi pensieri, quando si trattava di far felice la gente, ed era
sicura che quell’uomo avrebbe fatto una splendida figura con sua moglie.
-come mai
quel sorrisetto?- chiese Tseng, pur sapendo già cosa stesse pensando la sua
ragazza.
Lei lo
guardò, furbetta, dopodichè gli scossò un bacio sulla guancia e riprese a
sistemare i fiori.
-comunque,
dopo ne porteremo un po’ anche a Genesis e Angeal.- disse Aerith,allegramente.-
non vorrei che pensassero che ci siamo dimenticati di loro.-
Tseng
rise.
-guarda un
altro cliente!- esclamò Aerith, e si preparò ad affrontare la senconda gioia
della giornata.
A dispetto
di tutto quello che era successo la sera precedente, ora Aerith si sentiva troppo
felice pensarci.
*
Zack e
Cloud erano usciti di casa alle otto e mezza; in mezz’ora erano riusciti a
percorrere svariati chilometri senza neanche rendersene conto: avevano troppe
cose da dirsi per tener conto dei dettagli come camminare, tanto che più di una
volta, Zack era stato costretto ad aggirare un palo contro il quale avrebbe
sicuramente sbattuto il naso. Era talmente preso da Cloud che vedeva a malapena
la gente passargli accanto.
Cloud era
felice di quelle attenzioni, sia perché finalmente aveva, dopo tanto, troppo
tempo, ritrovato il suo Zack, sia perché il moro era una delle poche persone
che riuscivano a farlo sentire a suo agio.
Gli aveva
chiesto già tre volte di raccontargli lo scontro con Angeal, e per tre volte
aveva risposto che avrebbe voluto vederlo combattere.
Era
passati anche davanti alla Shinra. Era impossibile entrare; la scuola era stata
chiusa dalla polizia e dentro brulicava di agenti e vigili del fuoco che
ispezionavano se l’ambiente era sicuro.
-ho
sentito al telegiornale che Hojo non è disperso.- aveva detto Cloud.
-ma...
meglio così.- era stata la risposta di Zack.- mi chiedo dove si sia cacciata
quella vecchia volpe, ma in fondo non mi interessa poi così tanto.-
Avevano
raggiunto quel piccolo locale dove erano andati la volta che si erano
confessati il loro amore a vicenda, ma lo avevano trovato chiuso.
-è un
peccato.- disse Cloud, guardando l’insegna “Vendesi Attività”, fuori dalla
porta.
Zack
sembrò concordare.- già. Ci sono troppi bar, qua in giro.- commentò poi.
Il biondo
vide un baluginio di furbizia negli occhi del compagno e lo fissò con sguardo
interrogativo.
-stavo
pensando che adesso dovremo entrare in un’altra scuola.- disse Zack.
Cloud
annuì silenziosamente.
L’altro
gli prese le mani tra le sue con entusiasmo.- perché non smettiamo di
studiare?-
-c-come?!-
balbettò Cloud.
-apriamo
un negozio tuttofare! Proprio qui!- esclamò Zack.
-non credo
che sia una buona idea...-
Ma il moro
non lo ascoltava più.
-dopo
tutto quello che è successo ne ho veramente abbastanza della scuola! L’ho
sempre detto io che studiare fa male! Dobbiamo cambiare aria, Cloudy. Tu e io!
Pensaci! Questa è una buona posizione per fare affari!-
-Z-Zack...-
-e poi
pensa! Ci renderemo indipendenti! Ah! Già non vedo l’ora!-
-forse
faremmo meglio a riflettere bene...- mormorò Cloud, arrossendo.
Il moro lo
baciò velocemente sulle labbra e cominciò a pianificare tutto il loro futuro
con grande allegria.
*
Era
mezzogiorno quando tutti si ritrovarono all’ospedale di Midgar, nella stanza di
Genesis e Angeal.
-vi sembra
questa l’ora di arrivare?!- li rimbrottò Genesis, ammiccando all’orologio.
Sephiroth
lo guardò male:- l’orario delle visite è iniziato solo da cinque minuti.-
-come
state?- chiese Tseng.
Aerith si
avvicinò ai due e gli mostrò il mazzo di fiori con brio, lo stesso che poi
infilò nel vaso che si trovava accanto alla finestra.
-grazie
Aerith.- disse Angeal, con un sorriso gentile.
Tifa
ispezionò l’espressione di Genesis e notò con piacere che non recava più tracce
del suo antico rancore, o anche se c’erano, lui non le dava a vedere.
-stamani
qualcuno ha rubato il mio libro!- annunciò Genesis con fervore.
Zack
scoppiò a ridere.- l’avrai messo da qualche parte e non te lo ricordi.-
-è quello
che gli ho detto anche io.- rincarò Angeal, soddisfatto.- ma non mi da retta.-
-perché
non la smetti con quello stupido libro?- chiese bruscamente il platinato,
guadagnandosi un’occhiataccia.- tanto ormai lo conosci a memoria.-
Aerith
tornò accanto a Tseng e lì rimase ad aspettare la risposta del rosso, che però
sorrise con diplomazia ed annunciò:- giusto! Volete che vi racconti una
storia?!-
-no!-
esclamarono tutti, all’unisono. Perfino Cloud, che finora era rimasto nascosto
dietro le spalle di Zack, si affrettò a dire:- preferiremmo di no...-
-begli
amici che siete.- sbottò Genesis, offeso.
Sephiroth
si lasciò sfuggire un sorrisetto.
-tu che
hai da ridere?!- abbaiò Genesis, alla volta del platinato.
-stavo
pensando a cosa tu abbia intenzione di fare nel prossimo futuro.- rispose
Sephiroth, con ironia.
Genesis
sembrò pronto a rispondere.- questa è un’ottima domanda, amico mio. In effetti
penso che adesso che Rufus Shinra è stato arrestato, Vincent Valentine è
scomparso e le cose sono tornate alla normalità, le scuole avranno bisogno di
un nuovo professore di letteratura. E chi, meglio di me, può occupare tale
posto?-
Angeal lo
guardò sbigottito.- tu, un professore?!-
-che c’è
di male?- relicò Genesis, con fermezza.- sono un tipo molto paziente. E tu,
Sephiroth? Tu che vuoi fare?-
Il
platinato abbassò lo sguardo. Era già tanto se era lì, in piedi a scherzare con
loro. Era già tanto se avrebbe passato una settimana tranquilla.
Calò il
silenzio, poi Sephiroth strinse i pugni e disse:- io farò il poliziotto.- disse.
Non era
male come inizio.
Lui
avrebbe dovuto fare del male agli altri, almeno in teoria. In pratica avrebbe
fatto qualcosa che aiutasse il prossimo, qualcosa che gli avrebbe permesso di
esprimere le sue capacità, qualcosa che lo avrebbe coinvolto giorno dopo
giorno.
Si guardò
intorno e vide che tutti gli sguardi erano puntati su di lui; quello
compassionevole di Aerith, quello impassibile di Tseng, quello ironico di
Genesis e quello soddisfatto di Angeal. Scorse Tifa che sorrideva
impercettibilmente, ma sembrava fiera di lui, e Zack che invece manifestava con
tutta sincerità il suo orgoglio. E dietro di lui, Cloud, lo guardava con
ammirazione.
Qualunque
cosa fosse successa dopo, Sephiroth avrebbe saputo di non essere solo.
*
La
macchina nera viaggiava da ore ormai, diretta in un posto lontano, sperduto,
dimenticato.
-qualcosa
non va, Lucrecia?- domandò una voce.
Lei stava
guardando fuori dal finestrino, quando si sentì chiamare.- no, tutto bene.-
-stai
pensando a Hojo?- lo sguardo di Vincent Valentine si fece duro.
Lucrecia
sorrise.- stavo pensando che prima o poi ricomparirà quando meno ce lo
aspettiamo.-
-ora che
Rufus Shinra e Hollander sono in carcere, può fare ben poco da solo.- commentò
Vincent, con astio.- ma non è questo il problema, vero? Stai pensando a tuo
figlio.-
-mi spiace
averlo lasciato da solo.-
-non è
solo.- rispose subito Vincent.- è un individuo solitario, non c’è dubbio, ma
non è solo.-
Lucrecia
lo fissò con gli occhi lucidi.- è stato un miracolo che tu ti sia salvato.
Almeno non sarò sola neanche io.-
Vincent
annuì.- già... un vero miracolo. Sono stato in coma per settimane... ma alla
fine eccomi qua.-
-tu sei
forte Vincent.- mormorò Lucrecia.- a differenza di me.-
-non devi
più temere nulla.- rispose Vincent.- diciamo che questa è... l’alba di un nuovo
inizio.-
E nelle
strade che si diramavano verso l’orizzonte, la macchina si perse per sempre.
The End
Angolino
dell’autrice:
e
qui si conclude la nostra storia. Sono così commossa che sto per mettermi a
piangere. Ok, forse sto esagerando... innanzitutto,ho allestito un rinfresco in questo angolino,
quindi, per chiunque voglia azzuffarsi, c’è cibo e champagne a volontà!
Che
dire? Questa fan fiction è stata una grande soddisfazione; sia perché ho amato
scriverla, riga dopo riga, sia perchè ammonta a ventidue capitoli, ciascuno con
dietro una barca di lavoro.
Spero
che vi abbia dato le emozioni che desideravo trasmettere, e vi sia piaciuta dal
primo capitolo fino all’ultimo!
Ma
passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio infinitamente i preferiti:
agentekuruta
BloodyKamelot
DarkFaxas96
Esha
Eternal_Daydreamer
HighWind90
lalli_L
leninablu
Namine23
Ranchan
RoseMari
saya_blood
the one winged angel
yukino_lang08
e
i seguiti:
alice_maya
Bennu
ChiyoChan8
DarkFaxas96
Eris_96
Eternal_Daydreamer
Kairih
karolalpha
LadySnape
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Namine23
Nena Hyuga
o0ciao0o
OpterinZ
Ranchan
RoseMari
sesshoyue
Shiva Fuyu
TaKari94
the one winged angel
Tifa_heart
zack_fair
Infine,
un grazie speciale a tutti coloro che hanno recensito, e che mi hanno riempito
di gioia e di orgoglio con i loro complimenti!
Dunque
ringrazio:
ChiyoChan8
Ranchan
LadySnape
Tifa_heart
Kairih
DarkFaxas96
yukino_lang08
Eternal_Daydreamer
lalli_L
Takari94
RoseMari
the one winged angel
alice_maya
KiaElle
Infine,
rispondo alle recensioni (ci sono anche le risposte dello scorso capitolo, a
chi interessa):
KiaElle: xdxdxd ti
ringrazio del pensiero! Anzi, è stato un vero orgoglio ricevere la tua
esortazione! Putroppo, l’unico blocco che avevo era quello dei miei professori,
che nonostante siamo a maggio, ci massacrano di lavoro come a febbraio. XD! Ti
mando un grande bacio e sono felice che la ficcy ti sia piaciuta!
Tifa_heart: *corre da
Tifa_heart per abbracciarla ma cade in una trappola e finisce appesa al
soffitto a testa in giù* argh! Maledizione! Trappole a parte... spero che l’ultimo
capitolo ti sia piaciuto! Sigh! Sono così commossa, non mi hai mai lasciata dal
primo capitolo fino all’ultimo *scoppia a piangere* appena riesco a liberarmi
vengo lì e ti stritolo in un abbraccio! *_*
Kairih: hai ragione!
Sephiroth è il cattivo più cattivo della storia dei videogiochi, ma in fondo ci
sono mille modi diversi di vedere ed interpretare questo personaggio, ed è per
questo che mi piace. Per quanto mi riguarda, io tendo sempre a giustificarlo,
non posso farci niente... a parte questo, è stato un vero onore averti tra i
miei lettori! *abbraccia* Ma non ti libererai di me finchè continuerai a
scrivere Clack! *occhiolino* Ci sentiamo!
the one winged
angeal:
Sarà una gioia per tutti i fan di Vincent sapere che ora sta bene! Ma in questo
caso, non è proprio esatto dire che Lucrecia abbandona Sephiroth, diciamo
soltanto che i due si sono “salutati”. Ora
Lucrecia, in compenso, può stare con Vincent ed essere felice, e lo stesso vale
per Sephiroth. Ma lasciamo perdere i commenti! Ho un regalo per te! Il Super-Laserone-Ammazza-Dee:
lo SLAD. Te lo cedo volentieri, come promesso, almeno potrai scaricare la tua
ira sulla dea di Genesis! Muahahahahah! *abbraccia*
TaKari94: grazie anche a
te per tutti i tuoi complimenti! *riempe di baci* Ecco l’ultimo chappy della
storia! È incredibile quanto tempo sia passato da quando ho pubblicato il primo
capitolo di questa storia... ormai mi ci ero affezionata anche io. Comunque,
semmai troverò qualche fan fiction, scritta da te sarò la prima a recensire!
Un
bacio
karolalpha: sono contenta
che ti sia piaciuta! E ti ringrazio per aver recensito! Un bacio anche a te!